Digimon tutta la vita di dino_s (/viewuser.php?uid=815650)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un ultimo Digimon ***
Capitolo 2: *** Si riprende a combattere ***
Capitolo 3: *** Cindermon in trappola ***
Capitolo 4: *** La notte della verità ***
Capitolo 5: *** Cindermon digievolve ***
Capitolo 6: *** Una terribile menzogna ***
Capitolo 7: *** Cercarsi, tra le fiamme (1° parte) ***
Capitolo 8: *** Cercarsi, tra le fiamme (2°parte) ***
Capitolo 9: *** Un bivio per Rika ***
Capitolo 10: *** A un passo l'uno dall'altro ***
Capitolo 11: *** Il segreto di Henry ***
Capitolo 12: *** L'erede di Digiworld ***
Capitolo 13: *** Il rimpianto di Rika ***
Capitolo 14: *** Il Supremo Guilmon ***
Capitolo 15: *** La sfida di Terriermon ***
Capitolo 16: *** Il ricatto ***
Capitolo 17: *** Il ritorno della Digievoluzione Matrix ***
Capitolo 18: *** Un tranello per Takato ***
Capitolo 19: *** La riattivazione di Shaggai ***
Capitolo 20: *** MarineAngemon ricompare! ***
Capitolo 21: *** La missione di Calumon ***
Capitolo 22: *** Il rapimento di Henry ***
Capitolo 23: *** I domatori del parco bruciato ***
Capitolo 24: *** A Digiworld, dopo dieci anni! ***
Capitolo 25: *** La festa in maschera ***
Capitolo 26: *** Il domatore della Triade ***
Capitolo 27: *** Duello al Palazzo Reale ***
Capitolo 28: *** Beelzemon biodigievolve ***
Capitolo 29: *** Rubymon, biodigievoluzione tra le lacrime. ***
Capitolo 30: *** Un nuovo livello mega per Terriermon ***
Capitolo 31: *** Il male di Ryo ***
Capitolo 32: *** Moglie contro marito ***
Capitolo 33: *** Il contrattacco dei Digimon Tamers ***
Capitolo 34: *** La storia di Violetta ***
Capitolo 35: *** Il piano di Jeri ***
Capitolo 36: *** Un matrimonio nel settore degli orologi! ***
Capitolo 37: *** L'incoronazione e il ritorno a casa ***
Capitolo 38: *** La tragedia si compie ***
Capitolo 39: *** Il destino di Takato ***
Capitolo 40: *** Il dolore di Impmon ***
Capitolo 41: *** I risultati delle analisi ***
Capitolo 42: *** Un rapper a casa Matsuki ***
Capitolo 43: *** Una gravidanza imprevista ***
Capitolo 44: *** L'amicizia rinasce ***
Capitolo 45: *** Ritorno in un luogo caro ***
Capitolo 46: *** Il risveglio di Arkanomon ***
Capitolo 47: *** Battaglia nel Regno Abbandonato ***
Capitolo 48: *** Tempo di decisioni per i Digimon Tamers ***
Capitolo 49: *** Il 1 agosto ***
Capitolo 50: *** Il momento è arrivato... ***
Capitolo 1 *** Un ultimo Digimon ***
1puntataDT2
Questi
personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di
Akiyoshi
Hongo (ed eventuali altri aventi diritto sul prodotto
“Digimon”); questa storia è stata
scritta senza
alcuno scopo di lucro)
Nella mia
fanfiction sono
presenti citazioni di dialoghi e scene dell’anime
“Digimon
Tamers” (autore: Akiyoshi Hongo)
Il tempo a volte non affievolisce la luce: quella tenue e birichina di
quegli esserini impercettibili chiamati Digignomi era rimasta immutata,
così come la loro natura fatata e sfuggente. Volano via non
appena i rumori e il caos del quotidiano, del cittadino,
dell’umano tendono a invadere lo spazio in cui il loro corpo
brilloso si è soffermato, forse con l’intento di
contemplarci, per poi narrare di noi là nel mondo da dove
provengono, un mondo digitale che una qualche legge della terra o del
cielo sembra aver deciso che dovrà sempre restare legato al
nostro. E così fu, con suo sussulto di cui nessuno si
accorse,
per quell’innocente Digignomo che una mattina di primavera
era
rimasto a fluttuare presso un massiccio blocco di pietra grigia con
cancello: un luogo che pareva abbandonato, piuttosto malridotto, e che
sorgeva tra il verde di un parco in città. Avrebbero
travolto il
luminoso esserino, se non fosse prontamente fuggito via spaventato,
quegli operai un po’ svogliati ma non rinunciatari che
apposero
un nastro di recinzione, e già per quello si asciugarono il
sudore dalla fronte «Ahh…ecco
fatto.»…«E’ solo
l’inizio!» si
dissero…
Forse alludevano
a quei cartelli e a quelle strumentazioni che a poco a poco venivano
disposte nei dintorni, e che lasciavano presagire dei lavori di
rinnovamento…
Lo scenario
attirò l’attenzione di due ragazzi che con lo
zaino in
spalla tornavano da scuola «Uh? Lì fanno dei
lavori?»…«Buttano giù il
blocco!»…«Dai!»…«Di
che ti
meravigli, sono secoli che sta lì! Ci abbiamo ritrovato mio
fratello quando aveva circa un anno, si era perso! Adesso fa la
quarta!»…«Cavoli, è
storia!»…«Puoi dirlo forte:
storia…passata
per meglio dire!»…«Ma è
sicuro che lo
rimuovono? Magari vogliono ristrutturarlo, e già che ci sono
mettono pure una lapide in memoria di tuo fratello
smarrito!»…«Ma piantala, sparisce di
certo! Per la
gioia di mia madre, da quel giorno è scioccata, al blocco
l’ha portata lei la sfortuna!» ma mentre loro
chiacchieravano…
…c’era
qualcuno più in là e che forse qualcosa udiva, e
le sue
mani si sfregavano con l’intenso stento di quando vi
è una
possente consapevolezza da fronteggiare “Allora è
vero…” pensò…
«Dai, che
facciamo tardi!»…«Aspetta!»
indicò
uno dei due «Quel ragazzo non
è…?»
…quel
ragazzo visto da lontano era una sagoma fra tante, che appoggiato ad un
pilastro stradale sembrava perdersi nell’allestimento dei
lavori…
«Lavora
come apprendista dal parrucchiere di mia madre, lei è
pressoché innamorata di
lui!»…«E’ il
figlio di quelli che hanno il panificio,
no?!»…«Eh?!»…«Ci
sei mai
stato?»…«No…!»…«Lui
è molto conosciuto qua attorno, i genitori vendono il pane:
e
lui tanto ne vede da quando è nato che un giorno non ce
l’ha fatta più e ha quasi svaligiato il
negozio!»…«Cooosa?!»…«Ah!
Ecco forse perché non lo riconosci, qualche anno fa
era…largo da qui a
qui!»…«Eh?! Ma
adesso-»…«Adesso è dimagrito
molto ma ha
avuto una disfunzione alimentare che non hai idea! E ora che ci
penso...era proprio questo il luogo dei suoi spuntini proibiti, ci
veniva sempre con quintali di provviste e ci stava per ore: qualcuno
nel quartiere afferma di averlo sentito
vomitare.»…«Brrr, è
orribile!»…«Puoi dirlo forte!»
…ma ad
attendere cosa non si sa per certo, non c’era un giovane che
avrebbe dovuto trascinare a fatica il suo corpo per andarsene,
bensì una linea esile, sui cui capelli castani sfumava il
sole…
«Ti
dirò un segreto…almeno è
ciò che si dice in
giro!»…«Vai!!»…«C’è
chi attribuisce a quello…un ruolo di comando nella grande
battaglia di dieci anni fa! Quando fummo invasi da quella poltiglia
rossa spaventosa, e a salvare la città si narrò
che
furono veri
Digimon!»…«Ehhh?!»…«Dicono
che lui era dentro a combattere, assieme ad altri fra cui quella
ragazza che al tempo chiamavano “la regina dei
Digimon” e
che adesso fa la barista in quel pub, non so se hai
presente.»…«Ah!
Lui…è un vero
Digimon??? Che fa pure il
parrucchiere?!»…«Ma
nooo!...ah stupido non intendevo questo! Lui non è un
Digimon!
Lui AVEVA un Digimon, infatti la leggenda dice che lo nascondesse qui,
qualcuno li ha visti girare
assieme.»…«Ma se fosse
così sarebbe un eroe e non avrebbe bisogno di fare i capelli
a
mia madre!»…«Sì ma sembra che
a fine
battaglia se ne siano andati. I Digimon intendo…risucchiati!
In
un portale che li ha riportati a Digiworld.
Sicché…vallo
a provare che hai combattuto con uno di quei cosi mitici al fianco!!
Poi lui molto intelligentemente è diventato obeso e in
questo
modo ha scansato da sé tutte le ipotesi circa il suo
eroismo!»
…il
giovane lasciò piano cadere le sue mani, e scostò
il suo
capo basso come qualcuno che sta per andarsene. A coprire i suoi occhi,
un paio d’occhiali da sole. Non più quelli spessi
e
ipertecnologici che affascinavano i suoi coetanei molti anni prima:
occhiali veri, come quelli che proteggono dal sole gli occhi di molta
gente che va e viene ogni giorno. Ma a cambiare non erano stati solo
gli occhiali, ma anche quello che da sotto questi faceva capolino: ieri
un sorriso, ma oggi le sue labbra si chiudevano e questo
dov’era?
«Che sfortuna,
al suo posto anch’io mi sarei dato al
cibo!»…«Scherzi, ma perché ci
credi
davvero?! Io mica tanto dopo tutto, i Digimon, i domatori…e
poi
proprio lui non ce lo vedo! Si vede da lontano un miglio, è
un
poveraccio senza ambizioni, l’hai detto tu quello che
fa!»…«Beh, che hanno di male i capelli
di mia
madre?!»…«Che li pettina un ex-ciccione
senza
né arte né parte, dei Digimon si dice che
scegliessero
ragazzi con gli attributi! Qui secondo me le cose sono due:
anzi…!...anzi tre! Ipotesi numero uno: è
inventata la
storia per intero.» a cui seguì un
«Ohhh…!» deluso assai «Ipotesi
numero due!
La digi-battaglia ha avuto un fondo di vero ma protagonisti erano BEN
ALTRI piuttosto che lui!» e un «Uhm!»
già
più convinto «Ipotesi numero
tre…» ben
ponderata con un pizzico di stuzzicante enfasi…
…mentre
il ragazzo si apprestava ad aprire lo sportello di un’auto
grigia, probabilmente la sua, e a montarvi…
«Veramente era un domatore: MA IL DIGIMON CHE L’HA
SCELTO
DOVEVA ESSERE UN AUTENTICO
IDIOT-»…«Shhh!!!»
…lo scoop
si arrestò al suo culmine nel pietrificante sconcerto dei
due
ipotizzanti: il giovane doveva averli sentiti tanto che di colpo
alzò su di loro uno sguardo: fulminante…o
più
incenerente essendo quasi rossastra la sfumatura dei suoi occhi marroni
che spuntò oltre gli occhiali da sole, e vi fu a seguire
qualche
secondo di incertezza…
…ma lui
la sciolse montando in auto e disinteressandosi definitivamente di
tutto l’udibile e il visibile…
«Dici
che…ci ha sentiti?! Ahhh, e ora mia madre se la
prenderà
con me perché dovrà cambiare
parrucchiereee!!!»…«Ahhh, finiscila! Fa
l’apprendista, non è il padrone! Figurati al suo
capo che
gliene frega dei Digimon, dai
andiamo!»…«Sì…ahh…!»…
L’auto
partì e sparì in fondo alla strada. Gli operai
concertavano qualche altro dettaglio. Il Digignomo svolazzò
istantaneo emettendo un debole suono.
La città
di Tokyo era abbracciata dalla dolce, incandescente sfumatura di
un’altra giornata che si avvia alla conclusione, fra mille
suoni
e voci. E c’era un raggio di sole in congedo anche per
l’insegna di quel negozio che aveva attraversato un'altra
laboriosa giornata tra pane, pizza, specialità dolci e
salate
che ormai avevano preso chi una strada, chi l’altra fra le
tavole
e le case dei clienti, di cui ancora qualcuno varcava la soglia: chi in
entrata, per constatare che il banco era quasi vuoto ed occorreva
accontentarsi, chi in uscita, per riconoscere un volto che
più
noto e consueto non poteva essere, volto di chi aveva parcheggiato, e
per il quale quel negozietto piccolo ma che faceva del suo meglio, come
l’umile coppia che lo gestiva, era anche una casa
«Ciao
Takato…» disse un’anziana signora.
«Buonasera…» in risposta, a voce bassa,
quasi un
sussurro, ma cortese, delicato, senza guardarla
«Uhm…non
corre più come una volta. Eppure potrebbe ancora
permetterselo.» fu la riflessione di quella signora con le
buste
in mano «Capisco qualche anno fa che era diventato
proprio…uhmmm! Però adesso è tutto a
posto di
nuovo. Ah, quel ragazzo…oh, non so…è
come
se…ah! Non riesco a capirlo, qualcosa mi sfugge di lui: e
non
solo a me! Anche a chi gli è più
vicino!»
Per chi
conosceva quel luogo, quelle persone, e lui, pochi istanti di occhiate
attorno sarebbero stati sufficienti per comprendere che ben poco il
tempo aveva modificato…
Al bancone la
signora conversava con una cliente, che constatava disarmata
«Questo quartiere che dire…è tutto
cambiato!
Niente è come
prima.»…«Sì, ha
ragione…» confermava la padrona del negozio,
mentre suo
marito faceva avanti e indietro dalla cucina «Io ricordo che
quando ero giovane…qua era tutto…diverso! Non mi
ci
raccapezzo più.» e la signora al bancone, paziente
e
comprensiva «Sì, è vero signora, ma non
solo lei.
Anch’io. Io potrei essere…sua figlia
eppure…dove
sono i posti a cui eravamo
affezionati?»…«Spariti.»…«Ma
tutto, il movimento…la
gente…»…«Il
traffico…!» sottolineò eloquente il
marito «Eh, il traffico!» raccolse la moglie, e
continuò «Hanno buttato giù
metà quartiere.» e la
cliente in conferma «E costruiscono solo
banche.»…«Quando ero piccola io,
tutt’altra
storia.» ma lui era distante da quelle parole, con ancora i
suoi
occhiali indosso, attirò appena lo sguardo e la
curiosità
della cliente. E maggiormente, quella di sua madre. E suo padre dietro
di lei. Mentre si avvicinava a passo lento verso quella stessa scala,
la scala per salire in camera sua. Quella lungo la quale era salito, e
disceso tantissime volte, incontabili, e in così tante
situazioni diverse, indescrivibili…specie alcune fra queste.
Beh, quella scala a dispetto di tutto non era di sicuro cambiata
«Takato…scusa se esisto!»
precisò sua madre
ma il marito «Tesoro, cara: sono ventun’anni che ti
scusi
se esisti. Non ti sembra un
po’…eh?»…«Beh!
Perché
sono…non proprio ventun’anni, un po’ di
meno visto
che da piccolissimo non era
così!»…«Ah no
eh?»…«No! No e ti assicuro che lo
ricordo bene non
era così ma sono…guarda, ABBASTANZA anni e va
sempre
peggio al riguardo: mi sento…a volte un’intrusa in
questa
casa! Penso di essere di troppo
qui!»…«Ehhh,
esagerata!!!» faceva la cliente «I giovani sono
così.» mentre il padre del ragazzo accennava
semplicemente «Takato…»
…che si
era bloccato sul momento di salire la scala, con la mano appoggiata
alla parete, e quei “colpi di sole” che
imbiondivano i suoi
capelli rivolti all’ombra che inghiottiva i
gradini…
«Nelle
famiglie normali di solito si saluta anche la mamma!»
puntualizzava questa e forse non era la prima volta, mentre la cliente
sussurrava «Ptsss…ma lui è sempre stato
così. E’ un po’…timido,
riservato. A volte,
se debbo dirle lo vedo camminare qua in giro e mi chiedo quali pensieri
abbia per la testa.» ma Takato ruppe il suo silenzio
«Buonasera…mamma. Scusami. E’ vero, hai
ragione.
Oggi ho dimenticato di salutarti. Di solito lo faccio. Ma
oggi…» sfumò così, nello
stringersi emotivo
della sua mano che staccò dalla parete per porla
più
vicino al cuore, quella risposta che lasciò suonare la sua
voce
su cui dieci anni avevano semplicemente adagiato un velo. Sotto di
esso, era quella di un tempo. Semplicemente un velo, leggero, naturale
conferito dalla crescita, ma crescere spesso non deve significare
cambiare doppiatore, ed è più semplice pensare
che porta
con sé più cose del passato di quanto si possa
credere.
Per Takato niente più di un velo lieve sulla voce, che
però assorbiva un certo che di fermezza in quel
“di solito
lo faccio”, e in quell’intento di rimarcare il
saluto la
cui mancanza gli era stata sottolineata «…ero
soprappensiero.»…«Eh! Tanto per
cambiare!»
la mamma, con gioia della cliente «Vede?! Gliel’ho
detto,
lui viaggia…sempre così! Con la testa per
aria!»…«Dove sei stato?» si
sovrappose il
padre, e Takato che non si volgeva ma invocava un respiro profondo
«Al lavoro.»…«Si è
messo a fare il
parrucchiere in quel negozietto. Ma perché non resta qui a
darvi
una mano?» si interessava la signora con la busta, ma poi
Takato
mise il piede sul primo gradino «E’ poi dove
inizieranno
le demolizioni.»
…parole
che sembrarono dir qualcosa ai genitori, che lo fissarono senza
pronunciarsi. La cliente invece parlò «Ah
sì
vogliono buttare giù quel vecchio blocco di pietra, meglio
così è talmente bruuutto, tra tante cose hanno
dovuto
tenere proprio quello per tanti anni chissà poi
perché:
dicono che ci costruiranno una
banca!»…«Andrei in
camera mia, se posso, scusate.» si accingeva però
il
ragazzo che sembrava reclamare il distacco da quel nucleo di parole
«Eh, ci sono cose da sistemare qui!»
evidenziò il
padre «Vengo fra un attimo…» fu la
garanzia di
Takato che si avviò sui gradini…
…lasciando alle sue spalle il negozio, e un sospiro non
lontano
dalla resa, come quello di sua madre nel suo un po’ stanco
riordinare…«Ahhh, che bello rivederlo
così, ci
fece preoccupare tutti. E’ rimasto in contatto con un buon
nutrizionista, no? Mai tagliare i lacci buoni col passato!»
enunciò orgogliosa la cliente…ed il padre del
ragazzo che
aveva smarrito lo sguardo lungo il buio oltre le scale, si
limitò ad accennare «Quanto a
questo…diciamo che
fin troppo pochi ne abbiamo tagliati.»
Quei gradini che
potevano essere divorati in fretta e accendendo la luce, lui
preferì percorrerli lento, uno alla volta quasi ciascuno di
essi
avesse avuto una specifica importanza, e al buio…mentre la
sua
mano si avvicinava agli occhiali da sole, scostandoli lentamente dal
viso…
“All’inizio
non è stato facile, ma lentamente, giorno dopo giorno, la
nostra
vita è tornata alla normalità”
erano parole
che gli riecheggiavano dentro. Parole che un giorno aveva pronunciato
la sua voce senza velo, la sua voce di ragazzino “L’avventura
che abbiamo vissuto, per quanto insolita e pericolosa, ci è
servita da insegnamento. Ci ha resi più responsabili”
parole in quel momento come cullate da una musica dalle sfumature
malinconiche, quando era quasi in camera sua…
…parole
che nel ricordo sembravano pronunciate con sincerità, e
speranza
“e ha
rafforzato l’amicizia fra tutti noi.”
Si arrestò. Era arrivato in cima, la sua stanza
lì per
accoglierlo come ogni giorno…benché lui si
ponesse ad
essa quasi fosse un luogo diverso, fosse quasi la prima volta. Era
buia…ma le luci che Tokyo dall’esterno le regalava
perché si distinguessero le forme, permettevano anche
stavolta
di riconoscere un luogo che era tanto simile a sempre, cambiato forse
solo nella presenza e nella disposizione di qualche libro. Takato stava
per accendere la luce, ma…la sua mano esitò
sull’interruttore, come respinta da una forza più
grande…alla quale si volle arrendere. Sembrava
più che
altro una scelta, o un bisogno. Di guardare tutto nella prospettiva del
buio…nel quale si addentrò senza
fretta…
…sospinto dalla colonna sonora della sua stessa voce nei
ricordi “Sai
Guilmon, ogni tanto passo davanti al tuo nascondiglio e mi fermo a
guardare. So che non potremo più giocare assieme, che non
potrò rivederti.” ed era vicino alla
finestra, dalla quale si vedeva la sera cittadina “Ma non mi importa.
Perché resterò il tuo Digimon Tamer…
…e ti porterò per sempre nel cuore.”
…terminò così quel periodo. Dal punto
di vista
grammaticale, ma non solo…
…e occhi,
tristi, innalzati in un difficile respiro verso il non si sa cosa del
presente…
…per poi
chinare il capo, e comporre un nuovo pensiero, con la più o
meno
nuova voce della sua anima “Fra pochi giorni demoliranno il
tuo
nascondiglio, Guilmon. E’ finito anche quel periodo. Fra non
molto…se passerò da quelle parti, non
potrò
neanche più rivedere quel luogo al quale il mio cuore
è
tanto legato. Fra non molto…
…un altro
fotogramma…un altro frammento andrà
definitivamente a far
parte del passato. Così come è stato per molte
altre
cose. Così come è stato per te. Ed è
inutile…non c’è niente che si possa
fare per
arrestare questo processo. Siamo riusciti a respingere una forza
malvagia che era sul punto di inghiottirci…
…ma cosa
ne abbiamo ottenuto, in fin dei conti, se poi sono la nostalgia, e il
dolore a riservarci lo stesso destino? Me lo chiedo e non trovo
risposta.” volgendosi…
…le
tracce di dieci anni prima, nella stanza di un ragazzo, si piegano e
fanno le orecchie schiacciate sotto stratificazioni di nuova
carta…
…questo
era accaduto al disegno di quella creatura fantastica, che Takato volle
riprendere in mano quella sera, affinché le luci di Tokyo
del
presente le regalassero ancora un’ultima sfumatura.
Rosso…tanto da far ricordare un drago. Innocente nello
sguardo,
tanto da avere la posa di un cucciolo. Tracciato dalla mano di un
ragazzino, che oggi era un ragazzo, che si accovacciò a
terra
con quel foglio tra le dita, mentre il gioco di ombre e luci della sua
stanza pur buia permetteva di delineargli i lineamenti…la
vita
glieli aveva lasciati molto delicati. Così come lo erano i
suoi
pensieri, seppur i suoi occhi grandi fossero malinconici. Aveva
ventun’anni, non abbastanza affinché non fosse
possibile
ritrovare in quel volto il bambino che era stato. Non era cambiato,
anche se il chiarore della notte oggi carezzava dei capelli un
po’ più corti. Lui lavorava sui capelli degli
altri ogni
giorno. E lì forse qualcuno aveva per i suoi avuto
l’idea
di quei “colpi di sole”, quella pioggia di schizzi
biondi
che vivacizzava la sua frangetta. C’era chi ricordava di lui,
e
non con piacere, un’immagine diversa che si diceva avesse
assunto
qualche anno prima da quella sera, ma se ciò era stato vero,
aveva avuto la forza di cambiare, e di ritornare esile come quando
frequentava le elementari, e degli abiti assai semplici lo
caratterizzavano. Questo continuavano ancora a farlo, il suo vestire
era…semplice, senza grosse pretese, anche se non ci si
faceva
tanto caso, poiché il suo aspetto era gentile e gradevole, e
a
dispetto degli inciampi, e forse delle sofferenze, dieci anni avevano
trasformato un bambino di buon cuore in un ragazzo splendido. Un
ragazzo che però, in una sera così, sembrava non
aver
voglia come si dice si abbia a ventun’anni, di uscire,
divertirsi
e vedere amici. Bensì sembrava desiderare di rannicchiarsi
ai
piedi del suo letto, a luci spente, quasi a voler sparire per sempre. E
questo apparentemente inspiegabile desiderio, doveva aver qualcosa a
che fare con quella creatura del disegno, che nessuno, o quasi nessuno
avrebbe creduto potesse mai esistere nella vita reale. Tantomeno
condizionarla…
“Io ti
creai, perché desideravo un compagno di giochi. Senza
neanche
immaginare che con un semplice schizzo di te su un foglio di carta,
avrei realizzato il mio grande sogno. Sono passati dieci anni. Dieci
anni…
…!!...abbiamo combattuto assieme, e tu sei stato il mio
fedele
compagno d’avventura. Ancora adesso, se penso ai giorni della
nostra battaglia ho i brividi sulla pelle, talvolta mi sembra di aver
immaginato tutto! Talvolta mi chiedo…se sei stato realmente
al
mio fianco. Se non ti ho sognato…tutti hanno sempre detto
che ho
una fervida immaginazione. Ma io conosco la risposta. Io so qual
è la verità. Io non ti ho sognato, Guilmon. Tu
sei stato
davvero…accanto a me. La nostra amicizia non è
stata
soltanto immaginazione. Altrimenti non avrei dato tutto me stesso in
questi anni per cercare di fare l’ultima cosa che mi avevi
chiesto!” stringendo forte il suo pugno nel
ricordare…
…nel
ricordare una voce una voce ingenua e semplice che ben si addice ad un
sagoma di creatura simpatica come quella, anche nelle note
più
stridule. Una voce che gli grida, prima di andarsene, risucchiato da
una luce “Non
perdere mai il sorriso, è la tua forza, vale più
di tutto l’oro del mondo, Takatoooooo!”
”Il mio sorriso…
…io ci ho provato, Guilmon.” pensò il
ragazzo, e si
alzò…per avanzare di nuovo verso la finestra
“E ci
provo tutt’ora, sempre, ogni giorno. Perché era
quello che
tu volevi! Non sai quante volte ho desiderato in questi anni che
là, da Digiworld, dal tuo mondo in cui hai fatto ritorno,
potessi vedere che mi impegnavo a proteggere quel sorriso che ti era
tanto caro. Io…credo che non smetterò mai di
provarci.
Perché ti voglio bene! E una promessa è una
promessa.
Però…” e di nuovo qualcosa
portava in basso
il suo capo, dinanzi alle luci della città in cui viveva
“Non puoi immaginare quanto sia dura affrontare la vita di
ogni
giorno senza un amico speciale come te al proprio fianco. Composta da
tante piccole, grandi delusioni, che congiunte assieme ti piegano come
il più spietato degli avversari. O forse
sì…anche
tu poi capirmi. Perché anche tu sei cresciuto. Anche tu hai
vissuto questi dieci anni, e chissà cosa hai pensato. Che
cosa
hai sentito. Ora…” e le sue dita si chiudevano
sfregando
il vetro “…non sai cosa darei per farmi con te una
di
quelle nostre chiacchierate. Ma so che è
impossibile…”
…mentre
il papà di Takato giù al negozio commentava
pulendosi le
mani con il grembiule «Gli avevo detto di venire a darci una
mano. Figurati se ascolta.» ma sua moglie aveva altri
pensieri «Takehiro io sono preoccupata. Vedo che nonostante
gli sforzi,
nonostante i sacrifici con i soldi proprio non ce la
facciamo!»…«Ah-h…beh…»
fu
preso in contropiede, Takehiro, il suo volto non faceva presagire
risposte prossime «Tutto è diventato
più caro,
ogni giorno una spesa extra!...e Takato non è che guadagni
granché col suo nuovo lavoro. Noi con il negozio tantomeno,
non
ci sono più tanti clienti come un tempo! Come
faremo…? Se
finiamo quei pochi risparmi che abbiamo a chi possiamo chiedere una
mano? Non abbiamo amici e parenti che possano
aiutarci!»…«…su,
su…sei esagerata
riguardo a questo, te l’ho
detto.»…«Ah! Io
sarei esagerata? Takehiro, i conti parlano! Se andiamo avanti
così…» ed il marito respirava
aggravato…il
cupo smarrimento sul viso di sua moglie aveva tutto l’aspetto
di
un macigno insormontabile di quelli che ti pone di fronte la
vita…
”Tutte
queste preoccupazioni…sono dentro di me. Mi logorano giorno
dopo
giorno!” confessava sincero a se stesso Takato “E
sembrano
spazzare via ogni traccia di sogni, e di spensieratezza che i momenti
trascorsi assieme a te mi hanno lasciato. Forse…la colpa
è soltanto mia. Dovrei essere più forte. Credevo
che la
battaglia mi avesse cambiato…che mi avesse dato
più
coraggio. E’ strano, sento…che se ora apparisse di
fronte
a me la creatura più pericolosa…ma tu fossi al
mio fianco
io non avrei paura. Come allora…alzerei lo sguardo per
fronteggiarla! Ma la realtà è diversa. E
io…” sfiorandosi il viso, che vedeva riflesso
appena nel
vetro della finestra “…ho ventun’anni.
Sono quasi un
uomo. Ma basta uno specchio per dimostrarmi che sono rimasto
esattamente lo stesso!! Io…non sono cambiato. La mia vita si
è come fermata al giorno in cui tu te ne sei andato. Io
ancora
ti aspetto…e forse capisco che così non cresco
mai. E il
futuro…seguita a farmi paura come fossi ancora bambino. Ma
non
posso farci niente. Io sento che nonostante tutto non posso mentire. Tu
sei stato troppo importante…ed io non posso, e non voglio
provare a dimenticarti! Io voglio aspettarti ancora!! Ma in questa
attesa, che non so se mai terminerà...” volgendosi
di
nuovo, camminando nel buio, e supplicando con sguardo accorato una
risposta al cielo “…quanto è difficile
non perdere
quel sorriso! Io…
…!!...non
so per quanto ancora ci riuscirò. O se forse non me ne
accorgo…ma l’ho perso da tempo.” e
sembrava molto
addolorato nel concepire quel pensiero “Certo, non sono solo.
Ho
ancora i miei amici! Loro però...sembrano così
diversi da
me! Sono da sempre stati più
forti…Henry…Rika…loro non si sono
fermati a
rimpiangere il passato. Ce l’hanno messa tutta…e
oggi
ancora lottano per costruirsi un futuro! La nostalgia per aver perso,
come me, dei cari amici non è bastata a fermarli.
Io…li
ammiro molto. E so che non sarò mai altrettanto
forte…”
…scivolato da
sotto la pila di quaderni, assieme al disegno di quel caro amico
perduto, un altro schizzo di lui in festante compagnia di altre due
sagome attinte da un mondo forse vero, forse fantastico: una piccola e
dalle lunghe orecchie, l’altra sinuosa, elegante,
femminile…
…come
inequivocabilmente era tale la carnosa bocca sulla quale scivolava
spinto con grinta ma altrettanta precisione un rossetto rosso
fuoco…
…per poi
essere gettato lì tra le altre cose con mano spazientita
«Pfff, da questo non cavi più niente
ormai!» fu
detto piano da una voce femminile senza dubbio seccata, per poi passare
dal rossetto a torturare i capelli, senza riconoscer loro il merito di
essere di rara bellezza, rossi squillanti in viaggio fra i riflessi che
le luci intermittenti e colorate di quel locale esaltavano, ma vi era
qualcuno, una donna, che non sembrava aver tempo per perdersi nel
fascino estetico «Dai che stanno già fuori, forza
forza
che oggi cominciamo con mezz’ora di ritardo e ci manca quello
soltanto! Già con tutto quello che passiamo: Rika!! Rika non
sei
ancora pronta?! Ma…?! Quando hai iniziato, non ti sei ancora
preparata affatto?!» ma la giovane interpellata si
alzò
lentamente…
…lasciando che lo specchio riflettesse il suo occhio che fra
mille sfumature artificiali di trucco viveva di luce propria grazie al
suo bellissimo colore naturale lilla «Se per
te…questo
non è abbastanza non ci tengo a immaginare il
resto.»
pronunciò ad una ad una parole più che mai
incisive, che
quello spesso velo di fastidio sembrava tenere a freno
affinché
almeno non detonassero lì, poiché c’era
gente e si
sfiorava l’incidente civile «Ah!...beh
però potevi
mettercene un po’ di più e un po’ meglio
qui,
guarda, è tutto sbaffato! E’ che ti trucchi sempre
di
fretta, arrivi tardi, non ce la fai dieci minuti prima?!»
…quella
ragazza di poco più di vent’anni non rispose ma si
limitò a fulminare se stessa, bella e fatale riflessa nello
specchio «Dai, anche voi in fondo, stiamo aprendo! I cocktail
sono pronti, a posto?! Ho cambiato il posto ai bicchieri, là
nello scaffale non c’entra più nulla!
E…e qualcuno
glielo va a dire ai client-e senti Rika! Scusa, fammi un piacere abbi
pazienza, te lo chiedo io!» si aggrappò alle
spalle della
ragazza quella supplichevolmente stressata donna
«Oh…tutto quello che desideri, a tua
disposizione…!» ebbe in risposta, assieme a una
sonora
scrollata di quei lunghi boccoli rossi a far volare la tagliente ironia
nell’aria «Una cosa importante: forse è
l’atteggiamento che ci
frega!»…«Ah…l’atteggiamento…?»
scandiva Rika dilatando i suoi occhi in un’insidiosa enfasi
di
finta meraviglia «Sì! E per quanto tu non dia mai
importanza a questo dettaglio te lo dico io: i clienti lo vedono! E a
loro dà fastidio, per
cui!»…«Ohhh…!»…«Ah,
e
non scherzare! Cosa ti ho sempre detto? Il sorriso Rika dai tesoro un
po’ di sforzo sempre quel broncio i clienti vengono qui per
divertirsi dopo una giornata snervante, vogliono farsi due bicchieri in
santa pace magari portati da un bel faccino su che ce lo hai, se vuoi:
ecco, loro lo vogliono vedere!»…«Ah
sì?!!!
La mia faccia?!!» scandì ancor più
feroce Rika
rivoltandosi a mo’ di tigre che punta un alimento di suo
gusto «E allora…se stasera il loro desiderio
è vedermi
che sorrido, sempre stasera il mio è quello di NON VEDERE,
PER
NIENTE AL MONDO, NEANCHE PER L’ORO DI UN PALAZZO REALE
INTERO, LE
LORO DISGUSTOSE E NAUSEANTI FACCE DA UBRIACHI, e tu mi sai dire Himi
quale legge umana o naturale ha decretato che nella scala di
priorità è la mia esigenza ad essere sul
fondo?...!!!»
…lo
sguardo di Rika lasciava ben ipotizzare la portata vitale che avrebbe
potuto avere la risposta del malcapitato interlocutore, in questo caso
quella donna un po’ più grande di nome Himi che
seppur
inizialmente avesse tradito una leggera inquietudine, sembrò
a
sufficienza confortata dalle consapevolezze che condivise con la sua
socia «Una legge che si riassume in una sola parola:
business!...
…business…ARE business! Forza Rika poche storie!
E voi
altri lo stesso!» così si
allontanò…
…lasciando Rika a bisbigliare «Business are
Business…
…ma va
all’inferno…» per poi andar via anche
lei dopo un
calcio ben mirato allo scaffale che non scalfì la poderosa
zeppa
ma fece crollare miseramente il castelletto di trucchi…
…trucchi,
trousse, profumi, firmati s’intenda, se a castelletto
crollano
uno accanto all’altro allegri e ordinati si presume possano
solo
compiacere una ragazza che invece, dai piani alti di un bel palazzetto
dai balconi “a scaletta”, si riguardava tutta
contenta e
compiaciuta la sua opera di shopping appena estratta dalla borsa (che
anch’essa si difendeva bene nel mondo della moda)
«Uhmuhm!» sottolineava lo sfizio il suo bel sorriso
ampiamente motivato dall’apparente assenza da impegni,
scomodità lavorative e pressioni di alcun genere. E non
solo,
anche essere giovane e molto carina ha i suoi pro, come
l’avere
quei lunghi capelli scuri dai riflessi violacei e quel portamento da
indossatrice. Vivere in una casa elegante ed indossare abiti
all’ultima moda segue a ruota. E regala
l’ispirazione per
scegliere se sta meglio prima il rossetto, o prima la
boccetta…oppure se è più carino
disporre la
boccetta più alta sul fondo e le trousse una dopo
l’altra
in ordine di colore. Ma a volte partendo da qui ci si merita anche un
padre che si interessa della tua presenza
«Suzie!»…«Ihmp!!!»
sussulto per la
bella ragazza sedicenne, che ruppe le sue briose composizioni
travolgendole con la mano che le riportava tutte nella borsa
«Suzie sei tornata?! Non ti ho sentita entrare!» ma
mentre il padre stava per raggiungerla alcuni acquisti più
grandi non si decidevano a ri-infilarsi
«R-Ricomincia…!!...c-con la storia che sono una
sanguisuga…!!» spingeva con tutta la sua forza
Suzie, e
giusto appena in tempo
«Suzie!»…«Uhmuhmuhm!»
pronto scatto
che nascondeva la borsa dietro di sé, e sorrisetto innocente
da
sfoderare all’occorrenza e regalare a suo padre…
…un uomo
dall’aria seria, composta, che indossava gli occhiali ed
aveva
origini cinesi. E forse buone intenzioni, ma anche un sorriso che si
bloccava al momento di espandersi lungo le labbra, iniziando ad
interrogarsi sull’opportunità della sua presenza
nel mondo
esterno «Ma…perché non ti fai sentire
quando
rientri? Sgattaioli…in casa quasi come
volessi…rubare!» cercò di scherzare, e
lei «Io sono innocent-!» ma tentare di mettere le
mani in
alto causò squilibri nella manovra di occultamento della
borsa «Ihihihi! Sono
innocente…uhmmm…!!!» tra il
gioco e il brivido «Uhm? Tu dici? Non mi convince per niente:
che cosa nascondi dietro?!»…«Henry torna
per cena?
Hai messo sui fornelli qualcosa oh papà non sai che
fame!»…«Tuo fratello non ha chiamato e
tu non
cambiare argomento! Cosa nascondi là
dietro?!»…«Semplicemente la mia borsa!
Vuota!!»…«Ma non era quella con cui sei
uscita!!!» legnata simbolica in testa per Suzie
“ACC---CCIDENTI…mi ero dimenticata che la borsa
nuova
volevo solo PROVARLA…!!!” mentre per la testa del
padre,
dai capelli ulteriormente ingrigiti, una doccia non molto calda che non
sembrava essere la prima «Ahhh…!...
…Suzie ci
risiamo, è peggio di un incubo e non se ne
sfugge.» con
mano sulla fronte come se dolesse «Io tutto mi sarei
aspettato
nella vita eccetto una figlia che…!...beh scusa se uso
termini
tecnici: il tuo è un caso di shopping
compulsivo!»…«Ahhh…!...
…immagino…papi…che tirare in ballo il
fatto che
questa borsa e il resto mi hanno
stregata!»…(mentre il
simbolico dolore si acutizzava per il padre «”E il
resto”…»)…«Che non
ho mai visto un
negozio di tale classe! E che…ho sempre desiderato quel
profumo
da quando l’ho sentito a Jeri, le sta di un
bene!»…«Quale profumo?!»
sussultò
lui accigliato, e Suzie indicò il mobile «Quello!
Ho…dimenticato di rimetterlo dentro! Sei piombato qui di
soprassalto e la mia azione di copertura è completamente
saltata! Va bene, papi!» si pavoneggiava un po’
Suzie, che
al suo fascino aveva brio e vitalità da mischiare
«Mi
dispiace tanto…! Non lo faccio
più…!...mi
credi…? No, ovviamente! Lo so che non mi
credi!»…«Ma perché so che non
parli
sinceramente!! E poi…scusami se ora faccio i conti in tasca
ad
altri ma il profumo di Jeri poi…userà quello e un
altro
al limite, tu ne hai a migliaia! Non mi sembra che tu sia nella
posizione di rimpiangere quello che hanno le tue amiche: ah, Suzie non
so come devo fare con te, ma lo capisci che la carta di credito a un
certo punto finisce? Tuo fratello almeno a questo ci arriva,
è
misurato!» esternava sincero quell’uomo camminando
per il
salotto e risistemando qualche cuscino, mentre sua figlia fischiettava
in silenzio un’ipotetica melodia annoiata e ballonzolava
sperando
che finisse presto «Ogni tanto tua madre la vede la mia
costernazione: grazie a te, tra poco non avremo più
soldi!» per poi accingersi ad allontanarsi…
…mentre
Suzie ripeteva fra sé «E grazie a te…da
dieci
anni…
…non
abbiamo più i Digimon!» alla fine arrendendosi, e
riprendendo a sistemare in modo “umano” la sua
borsa «Valevano forse più di quattro profumi
firmati e una
borsa, non credi?...
…io ti
voglio bene papi per carità però provare a
smentirmi!...
…in fondo
questo me lo devi, visto che da quando è successo il
fattaccio
che TU hai provocato ti sei messo a braccia
conserte!...almeno…!...
…così inganno il tempo, è una noia
mortale questa
crescita in realtà, e se un giorno Lopmon e Terriermon
torneranno avrò qualcosa da mostrar loro! Per Henry questo
è impossibile…ma io invece ci credo!»
chiudendo la
lampo della borsa con determinazione e promettendosi nello specchio
«Loro torneranno!» Ora i suoi occhi scuro-violacei
avevano una diversa e ben più consapevole
sfumatura…mentre rumore di chiavi sullo sfondo, e poi la
voce di
suo padre «Ah! Henry sei qui: parlavamo giusto di te, Suzie
chiedeva se venivi per cena usandoti in verità come
argomento di
soccorso…!!» Suzie si scostò appena la
frangetta
dalla fronte ed andò ad accogliere suo fratello…
«Non
ascoltare papà: come è andata oggi?»
chiese
cordiale con una ben riconoscibile nota d’affetto a quel
giovane,
molto elegante in giacca, cravatta e occhiali da sole: impeccabile, dai
lineamenti dolci, e dai capelli molto corti ma di un tono scuro lucido
e bello «Bene…» accennò una
risposta, e un
sorriso pacati con una velatura di incertezza
«Papà…poi debbo parlarti di alcune
cose.»…«Ti riferisci al tuo
lavoro?»…«Sì.»…«Quel
fatto di cui discutevamo questa
mattina?»…«Ne
abbiamo parlato alla riunione
e…»…«Ci sono
problemi?!» si infilò Suzie nel discorso con
sincero
interesse «Tu faresti meglio a non dire quella parola:
“problemi”!» sottolineò il
padre, ma lei non
vi badò e si accostò al fratello…
…che
rivelò i suoi occhi scuri, dolci, forse attraversati da un
che
di stanchezza ma grandi abbastanza da guardarla fissa e dirle in
silenzio diverse e numerose parole: fecero questi occhi la magia di
trasformare quella ragazza, che come un vivace e pestifero anatroccolo
mutò in un cigno composto e maestoso, in grado di rivolgere
accenni e sguardi quanto più seri e profondi
«Herny…come stai? E’ un miracolo se
riusciamo a
incrociarci e a parlare, non fai che lavorare in questo periodo.
Qualcosa non va? Io te lo leggo dagli occhi. Ti
conosco…»
e suonava come un’esortazione a cuore aperto
«Io…no…» furono i primi
accenni di Henry
che però non smetteva di fissarla, e fissarla e lei se ne
accorgeva, ma non erano soli per poter parlare «Henry ti
avviso:
chiudi a chiave nel cassetto la carta che usi al lavoro o questa
sarebbe capace di prosciugarla in borse e
profumi!»...«…allora?» ancora
Suzie, dolce
ma eloquente nel tentativo di distanziarsi con lui dallo scenario
«No, è che…»
avanzò Henry,
sfiorandosi gli occhi «Non è niente. Te lo
assicuro,
soltanto…al lavoro ci sono alcuni problemi. Mi preoccupano
delle
cose. In questi giorni…ho i pensieri fissi su
questo.»…«E’ soltanto
lavoro…?» lo scrutava sua sorella
«…ti dico
di sì…!» ma continuava a
guardarla…e lei a
fissarlo e a non credergli «Tua sorella ha colpito
ancora!» ribadì il padre, ed Henry
«Come, che
cosa…? Ah, Suzie…»
sottolineò un po’
costernato mentre Suzie sospirava
«Papà…ma non hai
sentito? Henry ha detto di avere delle preoccupazioni sul lavoro,
c’era proprio bisogno di
informarlo?»…«Veramente non sarei io che
non
dovrei dirglielo, saresti tu che non avresti dovuto
farlo!»…«Ora basta, non mi sembra il
caso di
discutere.» cercò però di mediare Henry
con
pacatezza «Suzie…cerca di controllarti ti prego,
spendi
troppo, ne abbiamo già parlato.
Papà…vieni, vorrei
parlarti di quella
questione.»…«Ma…!...Henry…»…«Scusa…!»
la invitò il fratello a pazientare, ma lei era delusa
«Solo un istante!»…«Uhm,
sì?»
si volse Henry prima di allontanarsi, e la ascoltò
«Se…c’è qualcosa, ti prego
parliamone.
Magari non adesso,
però…!»…«Ah, ma
io…sto bene. Non ho nulla. Te l’ho
detto.» e le si
accostò con dolcezza, portandole le mani sulle spalle
«Ti
sono grato per le tue attenzioni. Ma devi stare tranquilla, davvero,
sono solo problemi di lavoro. Lo sai, è un momento delicato,
molte cose sono cambiate, e mi divido fra quello e il proseguire degli
studi, sono un po’ stanco. Ma è tutto a
posto…»…«Talvolta, ho la
sensazione che ci
sia qualcosa che non mi dici. Qualcosa…che non sveli a
nessuno.»…«Uhm…sciocchina,
cosa dovrei
nascondere? La mia vita è questa, puoi seguirmi se non ci
credi.
Non vado in giro a fare nulla di strano, semplicemente esco, vado al
lavoro e la sera sono di nuovo qui. Cosa…potrei anche
soltanto…?» e le carezzava con affetto quei
lunghi, lisci
capelli scuri…lei accennava un sorriso dopodiché
«Momentai…Suzie.» parola che
arrestò di
colpo lei, ma anche lui che l’aveva pronunciata. Sembrava
egli
stesso tradire stupore, ma ci tenne a non esternarlo, e si difese in
ogni modo. A scogliere il ghiaccio fu Suzie
«…questa
parola non l’abbiamo mai scordata. Uhm, Terriermon. Sono
stata il
suo primo tormento, il suo incubo. Forse questi anni gli occorrevano
per raccogliere il coraggio sufficiente: un giorno ne avrà
abbastanza per riaprire quella
porta.»…«Questo non
può accadere: non illudiamoci di ciò che
è
impossibile.»…«Ma…sei stato
tu
a…!»…«Io ho solo detto
“momentai”. Lo diceva sempre per invitarci a
pensare
positivo. E cerco di seguire il suo esempio.» stava per
andare
ma lei
«Henry!»…«Sì…?»…
Suzie
esitò. Temeva qualcosa in quella domanda, ma poi la pose a
dispetto della reticenza «Tu…lo ricordi
ancora…?
Terriermon…?»…«Certo, come
potrei non
ricordarlo!» la ragazza tacque «So che non
potrò
rivederlo, che non ascolterò più la sua voce. Ma
ciò non vuol dire che non lo ricordi, io non lo
scorderò
mai. Come non si scorda la propria infanzia.»
confessò,
cercando di mostrarsi quanto più sereno al riguardo
«Tu
riusciresti a dimenticare la tua…? Ormai…sei
cresciuta
anche tu.»…«Una cosa è la mia
infanzia, un
periodo che è passato. Un’altra cosa sono loro,
Terriermon, Lopmon e gli altri Digimon: loro sono creature viventi.
Sono presenti. Vive. In un altro mondo. Lontano da noi. Un mondo al
quale qualche fenomeno inspiegabile preclude la possibilità
di
toccarsi con il nostro. Ma non è stato sempre
così. E non
è detto che un
giorno…!»…«Suzie, ti
prego: non è bene che tu ragioni in questo modo.
E’ stata
proprio questa speranza mai realizzata a far soffrire Takato,
è
stato molto male. Questo tu lo sai. Ricordi…? Non
aveva…neanche più l’aspetto di quello
che noi
conosciamo da sempre. Delle volte mi sono chiesto se anche i tuoi
acquisti senza freni
possano…»…«So che mi
paragonavi a Takato…» ammise lei abbassando il
capo «Io stimo Takato. Non si è mai
arreso.»…«Takato ha bisogno
d’aiuto,
Suzie.» ammise Henry, fermo nella sua tranquillità
«Noi, assieme a Rika e gli altri siamo i suoi amici, non
dobbiamo lasciarlo. Mai. Neanche adesso che ha riacquistato il
suo…»…«Peso-forma…!»
sottolineò Suzie, sebbene vi fosse una punta di scetticismo
anche se di incerto orientamento, nel suo tono «Non si tratta
solo di questo. Può essersi sforzato a riprendersi. Ma non
è ancora tutto a posto. E soltanto noi possiamo capirlo. E
avere
la pazienza di aiutarlo. Includo anche te, sei stata una di
noi.»…«…
…e
tu?»…«Uhm?!» domanda che
provocò un
lieve sussulto in Henry, che non se l’aspettava «E
chi
è che aiuta te…quando stai male?»
domandò
Suzie, avanzando verso suo fratello e prendendogli le mani
«Chi
può conoscerti…e scoprire realmente cosa provi?
Cosa hai
provato…
…chi sei
oggi.»…«Ma andiamo, te l’ho
detto: tu ti
preoccupi troppo. Io…sto bene, sorellina. Sto bene.
Davvero…» e c’era silenzio attorno a
loro, in
quella casa come loro signorile…occhi negli occhi i due
fratelli…«Momentai…» disse
ancora Henry,
accennando appena il suo sorriso…
…svanì pochi istanti dopo in fondo al corridoio,
lasciando sola sua sorella, con un’ombra nello sguardo, che
forse
per comprendere meglio attraversò il salotto…in
cui una
solo lievemente diversa disposizione dei divani non bastava per
bloccare i ricordi…
…lei
bambina…a tirare un paio di orecchie lunghe di una creatura
piccola e buffa, che forse con un po’ di sforzo simulava
assenza
di vita e di mobilità, fingendosi il pupazzo che non era
essendo
lei troppo piccola per poter capire, non come il suo fratello maggiore,
da sempre caratterizzato da un fare paterno e protettivo. Che le si
accovacciava accanto, e le parlava…
…che era amico di quel non-pupazzo, e cresceva al suo fianco
(*immagino la
scena accompagnata dalla canzone:S Club 7
– Have You Ever ,
di cui vi riporto il link Spotify non detenendo io i diritti sul brano
e permettendo Spotify l’ascolto gratuito e legale)
…uno
sguardo malinconico a quei divani ora vuoti, poi per qualche istante a
quella borsa da poco comprata e appoggiata sul mobile, per avanzare
verso l’ampia finestra, oltre la quale si estendeva in mille
luci
l’affresco di Tokyo…«”Sei
stata una di
noi”…
…ma ora
noi chi siamo? Dove siamo…? A volte, quando mi pongo queste
domande ho paura delle risposte. Henry…»
…Henry
conversava con suo padre di un problema che sembrava necessitare di
soluzioni pronte, pratiche e prossime…ma ogni tanto qualcosa
pareva arrestarsi in lui…
…«Avremo scelto la via giusta, dopo quel
giorno…?
Staremo agendo bene nel percorrerla ancora, ogni mattina fino alla sera
in dieci anni…?» e guardando il salotto specchiato
in
parte nel vetro, Suzie rivedeva le sagome di due Digimon uguali e dalle
lunghe orecchie sui divani «…dovete
tornare.» ebbe
il coraggio di sussurrare, nella sua che sembrava una preghiera
«Io sono sicura che…da qualche parte, se il nostro
cuore
vi chiama forte…amici
cari…!!...»…quasi a
voler infrangere il vetro con la forza dei sentimenti
«…chi di voi avrà orecchie
lunghe...ancora…beh…!!...
…sentirà un fischio detonante a confermargli che
a
dispetto di tutto...!!...ancora parliamo di voi!»…
La forza dei
sentimenti è come una cometa...che sebbene possa confondersi
in
una città piena di luci è tenace e sopravvive al
tempo,
anche a un tempo duro…
…come
quello che ancora estorceva dagli occhi di quel ventunenne coi disegni
in mano lacrime nel buio, che ricordavano quello che era stato e forse
era ancora…
…come
quello di crepitio di bicchieri e bottiglie, in una notte forse troppo
chiassosa quando si ha bisogno di ricordare «Ehi, Rika: lo
sai
che stasera sei più carina del solito?» chiedeva
un uomo
dall’aria un po’ troppo spavalda
«Dì un
po’ è vero quello che si dice?»
insisteva, con lei
che gli rifilava un bicchiere sperando forse che l’alcol lo
incenerisse come ciò che non sfuggiva del suo sguardo
«Che…sei stata una grande eroina, in prima linea a
combattere dieci anni fa! Chi era che vi dava i poteri? Gli alieni? E
come li sterminavi i nemici, gli…sferravi un bel colpo con
l’armamentario che ti ritrovi? Ti va di farti un giro qua
dietro
con me, voglio che ti confidi, e mi sveli se sono vere le storie che si
raccontano.»
…lei si
innalzò in una posa altezzosa «Se è per
questo,
non occorre che ti accompagni da nessuna parte! Perché non
è vero niente…
…non ero io!»…«PfffFFF, ah!
Cosa?!!!...
…IO CI
CONTAVO!»…«Beh fattene una
ragione!!!...e beviti
un bicchiere se non ci
riesci!»…«Scorbutica!»
…ma quella
ragazza dai lunghi boccoli rossi, dai completi succinti, scarpe alte e
trucco fiammante aveva gli occhi umidi, e le lacrime non le offri al
bancone di un pub…pensava “Del resto non sto
mentendo…
…cos’ha
quella di stasera a che vedere con quella giovane della leggenda? Lei
volava…”
…e immaginava
una creatura mitica ed elegante avvolta in un’armatura
dorata,
con uno scettro in mano ”E’ quello che vorrei in un
momento
come questo. Ma non posso…
…!!!...
…non posso se
non ci sei tu! Andandotene hai portato quella che ero con te! E
ciò che resta…
…conta ben
poco.” dovendo tornare da quei clienti esuberanti…
…Tokyo splendeva e schizzava…
…ma Suzie
tornava a sorridere «Lo so che ci sentite!! “Che
belle
orecchie lunghe, ci ce le ha più lunghe?!” ahaha!
AVETE
ORECCHIE LUNGHE ABBASTANZA, AGUZZATELEEE!!!»...
E fu come un fischio assordante…un fischio inspiegabile.
Forse solcò l’infinito intero…
Ma a un certo punto un
lungo orecchio lo trovò, affinché potesse alzarlo
lentamente…e sembrava pesante nonostante appartenesse a
qualcuno
di piccolo, ma ce la fece.
«AHHH!!!» due occhietti vispi si aprirono di colpo
in un
sussulto…e come prima immagine un bizzarro pianeta
azzurrastro a
risplendere in cielo.
Qualcun altro
abbassò di colpo l’orecchio alzatosi
«TERRIERMON!
Terriermon che fai?! Soffia un vento fortissimo questa sera se te lo
fai soffiare tutto in testa ti ammalerai e serve il tuo apporto alla
scuola e nei lavori!!» era quasi uguale a lui
«A-AHHH!
Non posso farci niente Lopmooon!!! Mi assorda, è come se
qualcuno mi
chiamasse!!!»…«Co-…come se
qualcu-…?!?!?!»…«Lopmon…anche
tu!»…«AhhhhhhHHHHhh!!!»…
…il grido di
quella creatura digitale marrone dalle orecchie lunghe e ora dritte
lacerò l’aria di un’immensa distesa
tutt’intorno, un luogo di un altro mondo, un mondo magico
popolato da creature che spiegavano le ali in cielo, fino quasi a
sfiorare l’immenso globo che li sovrastava…il
pianeta
terra. Il mondo reale. Che regalava i suoi raggi magico-tecnici ad un
mix fra natura e operato vivente…
I due
piccoli…conigli? Cagnolini? Cos’erano Lopmon e
Terriermon
non si capiva esattamente, a parte Digimon, ovvio…
…al
centro di un mondo in costruzione, che forse solo a quell’ora
della sera spegneva lunghe tirate di lavoro trainate da centinaia di
creature analoghe, forse non uguali nell’aspetto, ma gemelle
nella provenienza. Fantastiche…inglobanti uno straordinario
potenziale. Ce n’era di tutti i tipi e tutte le
forme…così da condurre una vita di giorni, e
giorni e
anni là dove la gente credeva non ci fosse vita. Eppure ce
n’erano infiniti…
…e la
terra, dopo tutto, era più vicina di quanto sembrasse
«Ahhh…» giusto un minimo il fischio si
attenuò, dando respiro a Terriermon «Che
sarà
stato…?» e Lopmon «Amico
mio…potessi
risponderti. Chissà…» guardando,
piccolina e dolce
come la sua voce, il globo misterioso e alto-alto «Forse
qualcuno che per pochi secondi ci ha pensato.» Terriermon
sorrise «Già…forse hai
ragione.»
(fine-canzone)
Takato scendeva
nuovamente la scala della sua casa «Alla
buon’ora!»
sottolineò il padre seccato alquanto «Ascoltami
bene:
così non si può andare avanti!» Il suo
sguardo
sembrava duro, mentre quello di suo figlio era arrossato. Sembrava
stanco e poco voglioso di discutere «Devi deciderti a
sturarti
quelle orecchie e a capire qui come funziona Takato, è
impossibile concepire chissà ancora quanti anni in questo
assurdo stato! Mi rifiuto!» Silenzio in risposta…
…tuttavia
l’attività del negozio non sembrava ancora del
tutto
cessata «Meno male che mi avete conservato la busta! Meno
male
che vi ho trovati ancora aperti, mi stavo per
sparare!!»…«Ma si figuri signora!...ecco
le sue
cose!» rispondeva sempre paziente la signora Mie, padrona del
negozio nonché mamma di Takato «Sono
tutte?!»…«Sì,
sì…
…cioè! Ricontrolli che è
meglio!»…«S-Ss…sì,
acc, questi
portafogli, mi cade tutto!!...e mi perdo tutto!! Non si può
più andare avanti: colpa di mio marito!...del mio EX marito
per
intenderci!» sembrava tenerci a narrare quella donna ancora
piuttosto giovane ma dai capelli castani tanto austeri quanto i suoi
occhi e la sua figura, derubata però da un bel po’
di
classe a causa dello stress «Grazie a quel bastardo non ho
più memoria! Tra poco non sarò più
neanche in
grado di lavorare: DISGRAZIATO! Quello schifoso mi ha rovinato la vita
e infatti vede come sono ridotta?! Costretta a girare ancora per negozi
a quest’ora maledetto ma ha vita breve ho pronto un piano per
fargliela pagare soffrirà
atrocemente…!!»
…gli
occhi di Takato scivolarono lentamente su di lei, ma suo padre non gli
dava tregua «Ti ho detto di venire qui più di
un’ora fa, ma ci senti quando ti parlo?! Hai
un’idea vaga
della situazione?! Penso proprio di no…io penso a volte che
per
te il tempo non sia passato, che tu sia ancora ai giorni, ai
giorni…!!...in cui QUELLA era la tua insegnante!!»
indicando proprio la lì presente cliente…
…la quale
aveva riottenuto le buste, ma a quanto sembrava non con queste la
completezza di ciò che voleva «Lo sente?! Mi
fischiano le
orecchie!»…«Ss…no, non lo
sento signora ma
le credo.»…«Mi fischiano
perché qualcuno
parla di me! Lui, di certo! Maledetto! Gliela farò pagare io
qui
lo dico qui lo confermo con le buste del suo negozio in mano lo ammazzo
quel deficiente, mi ha rovinata, resa una larva di donna e pensare che
io amavo tanto la mia vita amavo tanto il mio mestiere amavo tanto i
bambini mi creda signora li amavo! Li amavo, li amavo
tanto!»…«Certo…dev’essere
difficile…»
«Ma le
cose sono cambiate figliolo: quella non è più la
tua
maestra!» e Takato non poteva fare a meno di
fissarla…pensando “Grazie al
Cielo…” con una
certa incrollabile fermezza, mentre suo padre incalzava
«E
noi…!!...
…mi
rincresce dirtelo con questa chiarezza ma così mi
parlò
mio padre quando fu il momento: non abbiamo più da parte i
risparmi che avevamo quando era lei a disperarsi per i compiti che non
facevi!»…«Ora…a quanto pare
ha trovato
altri argomenti per disperarsi.» sottolineò non
privo di
un che di tagliente il ragazzo «E non cambiare argomento, non
stiamo parlando di quella ma di te! Takato…!...
…figliolo
devi svegliarti, noi abbiamo bisogno di maggiore aiuto da parte
tua!»…«Che cosa posso fare di
più?!...ho
cercato un lavoro! Faccio del mio meglio!!»
confessò con
pena ma anche convinzione, e si leggeva grande desiderio di essere
ascoltato «Ma sei sempre distratto, hai la testa puntualmente
ad
altro e non puoi più
permettertelo!»…«Non
è vero papà, è ingiusto quello che mi
dici! Io
cerco di lavorare seriamente! Lo faccio per te, per voi, per la
famiglia!!»
…e
intanto «Meno male, se…fosse stati chiusi che
avrei
fatto?! Mi facevo spedire i viveri da lui? Beh no! Quello me li manda
avvelenati!»…«…ma scherza,
signorina
Asanuma. EEEEhh…!...scusi: signora! Mi perdoni ma sa
com’è…!»…«No-no-no-no-NO!
Non
me lo
ricordi!»…«Ah!...ok!»…«NON
ME
LO RICORDI mi porta iella!»…«Va
bene.»…«Signorina va
benissimo.»…«Come vuole. Si
ricordi…che ci
fa sempre un gran piacere averla qui, anche a
quest’ora…!» sfoderò la
signora Mie un
radioso sorriso «Lei è
stata…un’insegnante
fantastica per nostro figlio
Takato.»…«Ma ho fatto
un clamoroso fiasco, così come l’ho fatto come
moglie: ha
abbandonato gli studi!»
«Lo
senti…?...lo senti cosa sta
dicendo?»…«Credimi lo so molto bene
quello che
dice, papà. E quello che pensa…!»
scandì
specialmente «E perché, non è forse la
verità?»…«Dipende da quello a
cui ci
riferiamo!...pensa molte cose. Come molti, come tutti! Su di noi, su di
me in particolare…!»…«Takato
senti qui i
discorsi svianti e il sarcasmo valgono poco! Nella vita…cosa
facciamo noi? Il pane! Ecco, è questo quello che conta!
Quello
che si tocca, quello che si mangia, la realtà
pratica!» e
lo sguardo di Takato si adagiò su uno dei pochi dolcetti
rimasti…
…sembrava la testa di un animaletto fantastico, un draghetto
di
biscotto dagli occhi di pistacchio «Io ho imparato questo. A
mie
spese. Lottando, e superando momenti difficili. Figlio mio, tu sei
sangue del mio sangue, d’accordo quando eri bambino e sedevi
al
banco con quella, ma adesso sei cresciuto! E’ il tuo momento
di
reagire, non di…!...
…fluttuare su una nuvola in attesa che lui torni, lui non
tornerà! Penserai che sono crudele e spietato, sai che tutti
gli
volevamo bene, avevamo imparato a conviverci e ci tolse il fiato
vederti prendere il volo assieme a lui, per combattere una battaglia
più grande di te! Quando ti vidi ricordo che sognammo. Io e
tua
madre sognammo che…»…«Che
io…
…fossi
diventato chissà quale persona, o quale eroe. Niente da
fare.» svelò il ragazzo, camminando ed
accostandosi al
bancone dove c’era quel dolcetto speciale
«Esperienze di
quel genere non hanno lo scopo di cambiare le persone, non è
questo il motivo per cui avvengono, papà. Io ci ho
riflettuto!...e sono giunto alla conclusione che ognuno è
com’è. Non è giusto pretendere che gli
altri
divengano quello che noi siamo stati…o che saremmo voluti
essere.» ponderò Takato assorto, guardando avanti
a
sé «E tu credi che io lo faccia per
me?!»
esclamò suo padre che invece reclamava il suo sguardo
«Che sia solo perché voglio rispecchiarmi in te?!
Guardati attorno! Il mondo è cambiato, una battaglia come
quella
può…stravolgere la vita di un bambino e tu grazie
al
Cielo ne sei uscito indenne, hai dimostrato coraggio. Ma poi la vita
non è finita. Ora…non possiamo andare a
raccontare a
nessuno che tu hai arrestato quella terribile minaccia assieme al
tuo…» Takato si volse…guardò
suo padre come
aspettando al varco il nome, o la qualificazione che avrebbe
pronunciato «…al tuo Digimon.» disse, ma
piano, a
testa bassa, quasi non volendo che si udisse quella parola
«Io
non voglio alcun riconoscimento. Non l’ho fatto per essere
poi
ringraziato. La città era in pericolo…!...e
quella era la
nostra missione. Non c’è
altro.»…«E’ questo il
problema!...
…che
invece per quanto possa apparire assurdo o ingiusto
c’è
dell’altro. Dopo quel giorno c’è stato
altro. Come
ci sarà dopo oggi, dopo questa sera. Guarda, abbiamo
terminato,
il bancone è vuoto. Domani si ricomincia! Sei dei
nostri?!» lo esortò il padre, come fosse una
sfida,
incrociando però uno sguardo che sembrava ben eloquente in
fatto
di impliciti «…io lo sono da molto tempo. Lo sono
sempre
stato.»…«Non è vero!...
…e la
prova è che oggi sei andato lì. Che ti aspettavi,
che
durasse in eterno?! E’ per estorcere qualche spicciolo in
attesa
che Guilmon torni e ti faccia combattere un’altra battaglia,
che
ti sei infilato in quel buco di salone ed hai abbandonato gli
studi?!» Takato però era come se avvertisse una
fitta
dentro sé “Perché non riesci a
capire?!” e
ribadiva «Quello è il mio
lavoro…!»…
…richiamando lo sguardo di sua madre che iniziava ad
avvertire
tensione nell’aria, ma a cui la signora Asanuma non dava
tregua «Il lavoro duro e l’impegno di dieci anni fa
che fine
hanno fatto? Niente, sprecati, sperperati! Tutte quelle lezioni, la
mattina presto, col sonno, per poi cosa? Ah io quando vedo questi
ragazzi che si sono messi a lavorare mi deprimo come lei non immagina,
signora! A che pro abbiamo sperato in loro all’epoca-si
ricorda,
no?!»…«Eh-h…»…«Si
ricorda?! Speranza vostra di genitori e nostra di corpo insegnanti era
che avessero un futuro…oh, brillante, laureati,
professionisti
no-no-no, sa che le dico? Il problema è stato che si sono
influenzati a vicenda: come mio marito, che mi ha tradita unicamente
perché i suoi amici l’hanno fatto prima con le
loro mogli!
E adesso segue a ruota questa assurda storia della causa, della
denuncia, delle infamie roba da matti, e i ragazzi lo stesso!
E’
il marcio che si è propagato: uno ha lanciato
l’osso e
tutti gli altri, influenzabili! Come cani a corrergli appresso
rinunciando al loro futuro, anche suo figlio signora anche Takato ma
ptsss: io glielo dicevo fin dai colloqui di allora che non mi piaceva
la sua comunella con quei CERTI COMPAGNI e infatti ha visto?! Avevo
ragione, sempre a arrivare tardi alle lezioni per giocare a carte con
quel…c-con quel Kazu, tanto per fare un nome a
caso!» ma
quel nome richiamò lo sguardo di Takato, che di colpo si
fece
affilato come una lama…
«Eh, Kazu…certo…» faceva la
signora Mie
aprendo un po’ le braccia «Che
tristezza…! E’
il mio fallimento maggiore! Da quando la madre è
morta…nessuno ha pensato più a lui e ai suoi
studi e lui
avrebbe avuto bisogno altro che di un padre e una madre! Un esercito di
genitori non sarebbero bastati a uno puntualmente distratto e
disobbediente come lui, invece ecco, il destino va sempre per storto ma
lo sa cosa l’ho visto fare LO SA COSA L’HO VISTO
FARE?!» .al che poté solo esservi silenzio e
attesa «L-L’ho incontrato di notte…a-a
raccogliere
l’immondizia per terra a-a svuotare i cassonetti!
Cioè
faceva il netturbino per tirare avanti e bello che mi ha pure salutato
mi ha salutato quello sfacciato mi ha fatto “buonasera
signorina
Asanuma come sta” ma dico io almeno stendi un velo pietoso
passa
la tua maestra e tu fai quel lavoro fai finta di non vederla non che mi
sorridi e mi saluti che imbaraaazzo, ma quel che più mi
strazia
sa cos’è?! Tutte quelle lezioni sprecate,
quell’impegno, e quelle aspettative…per cosa?!
Perché siano spazzate assieme
all’immondizia!!!»…«Sì,
che
dirle…avremmo in molti voluto qualcosa di diverso per i
nostri
figli…»…
…ma
Takato fissava quella che era stata la sua insegnante, e suo pensiero
era “…questa donna è una
perfetta
imbecille…!!” mentre costei aveva già
ripreso con
il suo fiume incessante di parole mal-arginato dalla madre del ragazzo
“Vorrei sapere tu che chiacchieri tanto che puoi saperne di
Kazu,
e di che cosa ha provato. Altro non sai fare che spettegolare come una
gallina fino a sera inoltrata. Di certo non è merito tuo se
Kazu
fin da allora è stato un grande eroe.” e lei
parlava,
parlava «Un altro po’ ci cascava dentro!! Nel
cassonetto!!
Lo svuotava sacco dopo sacco!!» ”Si fa molto presto
a
giudicare. Kazu…mi raccontarono che quando Andromon fu
ferito,
se ne prese cura con impegno e dedizione.” E lo sguardo si
alzò di nuovo verso i ricordi “A causa
dell’energia
che aveva perso regredì, e divenne Guardromon, il Digimon
che
poi lo accompagnò.” Ricordi che concedevano un
debole,
dolce sorriso anche in un momento come quello “Ma le ferite
altrui…il mio amico Kazu non smise mai di curarle.”
«Ora sta
fermo, papà. Mi raccomando, devo medicarti. So che
brucerà un po’, però altrimenti la
ferita
può infettarsi. Pazienta fino a che non ho finito,
ok?»…erano le pazienti parole di un ragazzo dai
capelli
castani un po’ dritti, e dagli occhi blu scuro un
po’
stanchi. Le sue laboriose mani versavano il disinfettante sul panno
replicando movimenti ben sciolti e assai consolidati. E prima di
operare, una raccomandazione «Se ti fa male, se brucia
afferra
la mia mano. Non muoverti però, altrimenti non posso
lavorare:
afferra forte la mia mano. Faccio presto,
papà.»…quel panno lo
avvicinò, con molta
cautela, e quegli occhi animati da una fervente speranza
affinché il padre
ascoltasse…«Ahhh…A-AAAHHH!!!»…«Ahh!»…«E
LASCIAMI!!!»…quell’uomo, robusto e dalla
parvenza
violenta spinse via suo figlio con rabbia inaudita
«Papà
per favore non fare così, ti scongiuro!!» era
davvero
accorato costui, lo si leggeva dalla traboccante tristezza sul suo viso
magro, pallido seppur dall’espressione così viva e
dallo
sguardo di rara dolcezza «Hai una brutta ferita sulla testa.
Non
posso lasciarla così,
io…!»…cercava di
spiegare lui con il panno in mano, ma era più una supplica
la
sua «Fidati di
me!»…riacquistò un pizzico
di speranza il ragazzo «Se…ci riesci ti propongo
una
cosa, ascolta facciamo un gioco: immaginiamo…che io non sia
tuo
figlio e tu non sia tu. Pensiamo di essere in un mondo fantastico, e
che tu sia un Digimon, una creatura potente e piena di risorse che
però si è ferita in una dura battaglia. Ed io il
tuo…Digimon Tamer, il ragazzo che si prende cura di te, e ti
permette la Digievoluzione: grazie a quella puoi diventare ancora
più forte, però devi acquisire molta energia! E
perché tu possa farlo io debbo curare le tue ferite, da
queste…fuoriescono dati e non è bene per Digimon,
essendo
lui una creatura digitale!»…enunciava il figlio
col tono
di un genitore che al proprio figlio racconta una favola, e sorridendo
forse là dove in lui sopraggiungeva commozione «Io
gliel’ho detto a quelli ciò che si
meritano…»…mormorava profondo e
rancoroso
quell’uomo
«…papà…»…e
quel ragazzo a poco a poco sentiva che anche i più grandi
sforzi
non servivano a nulla «Io…non gli
permetto…no, non
glielo permetto di dirmi…che altro non sono che un inutile
ubriaco, io un giorno o l’altro quelli li ammazzo. Tutti,
sfondo
loro…il cranio e gli tiro fuori il cervello con le mie
stesse
mani, come…!...l’immondizia che tira fuori il mio
caro
bambino dai cassonetti, è quello il suo posto nel
mondo!»…
…quel
panno…calava assieme alle mani che lo sorreggevano, e
assieme al
capo…ma poi inaspettatamente vi era un sorriso in risposta
«Uhmuhmuhm!...che dici, papà? Vuoi aiutarmi nel
lavoro?
Un giorno andiamo insieme?» chiese cordialmente, ma
«A-Ahhh…come…?...insieme…dove?»…«A
lavorare!...beh tu mi portavi con te a volte quando ero piccolo e tu
andavi al lavoro, una volta possiamo fare altrettanto.
Certo…tu
avevi un bell’ufficio, io invece sono un uomo della strada,
per
così dire! Però anche lì ho molte
risorse, non
credere, potrebbe essere divertente! Una volta…pensa, mi
ricordo
che è passata la signorina Asanuma, tutto mi sarei aspettato
fuorché vedere a quell’ora della notte la donna
che
è stata la mia maestra alle elementari, te la ricordi tu
lei,
vero?»…mentre inumidiva di nuovo il panno,
stavolta con
semplice acqua «Quella che si lamentava sempre
perché a
detta sua, durante le sue lezioni facevo “ce
l’ho-ce
l’ho-mi manca” con le carte dei Digimon
anziché
prestarle attenzione!»…«Ma lei chi
è…?»…«Ah!»…«Perché
continua a parlarmi incessantemente…? Che vuole fare con
quel
disinfettante…?»…«…questa
è
solo acqua, papà. Ho capito che quello ti brucia e
così…»…«Lei
è un
medico…?»…
…e sul
volto del ragazzo, un’ombra di tristezza a cancellare quel
serenamente malinconico sorriso evocatore di aneddoti «Sono
io
papà, Kazu, tuo figlio…
…e non
sono un medico. L’ultimo libro di studio che ho visto
risale…circa a quando con Takato ancora ronzavamo attorno al
nascondiglio di Guilmon, cercando di indovinare la tecnica per far
riaprire il portale. Pensando che il periodo di necessaria separazione
con i Digimon giusto di un anno, un anno e mezzo-due sarebbe stato
lì lì per finire, all’epoca eravamo
fiduciosi.
Mi…»…abbassando lo sguardo…e
il tono fino a
parlare con sé stesso «…faceva bene
distrarmi con
questo pensiero. Mentre operavano mamma, e poi la sua
convalescenza…»…
…suo
padre però sembrava fluttuare a mezz’aria in un
altro
mondo…dove il cielo era scuro e tenebroso, e gorgogliava
tempesta «Io…un giorno ucciderò quella
gente…me l’ha fatta troppo
grossa…»…«…!
Papà per favore,
non dire così! Mi fai preoccupare!...guarda, già
questa
sera come è andata a finire! Perché li hai
provocati, te
l’ho detto mille volte che devi lasciarli
perdere!»…«Io…non mi
faccio…dare
ordini…da uno sconosciuto. Ancora non sono del tutto
pazzo.»…«Ah!...
…ma io
non sono uno sconosciuto!!...non riconosci il mio viso?!!...eppure sono
sempre qui, di fronte a te!!»…«Conosci
mio
figlio…? Perché, sei un suo amico, vieni spesso a
casa
nostra…?»…domande, poste da un vuoto
sguardo
scrutatore che non trovava risposta…
…che
spezzavano il cuore…e riducevano al silenzio quel ragazzo di
ventun’anni pur volenteroso…«Mio figlio
Kazu…è un buono a nulla, mi dà solo
problemi. E
fastidi.»…e Kazu chiudeva gli
occhi…incassando,
accettando…«Lui…pensa solo a giocare,
tutto il
giorno. Non lo capisce che sua madre è malata, che
è
grande ormai e deve dare una mano a suo
padre…»…«…mamma…
…è
morta…papà…»…«E’
un
ignorante…avrebbe bisogno di qualcuno che gli dia una bella
lezione.»…«…e peggio ancora
di
così…
…che
altro potrebbe succedermi, cos’altro potrebbero
farmi…?»…«Si lamenta
sempre…»…«…veramente
non mi lamento
mai.»…«Io non so più quello
che devo fare
con lui…non so se lei mi può capire. Lei ha
figli…?»…
…Kazu di
nuovo inumidiva il panno…e non gli restava che rispondere
«…no. Io non ho
figli…»…«Bravo…non
li faccia mai, i
figli. Non si sposi mai. Solo…grane, e
problemi.»…e sembrava voler schiacciare la sua
stessa
testa tra il cuscino «Papà…!...fermo,
non fare
così, sporchi il cuscino. Hai ancora sangue qui, sulla
fronte…»…«E’ niente
in confronto a
ciò che farò con quelli…questa volta
gli è
andata
bene…»…«Papà…!...aspetta…»…ed
avvicinò il panno per tamponargli la fronte, ma non appena
l’ebbe sfiorato «A-Acc!! E NON SONO STATO CHIARO
ANCORA?!
NON VOGLIO VEDERE NESSUNO!!»…gridò con
tutta la
ferocia «NON VOGLIO ESSERE TOCCATO DA NESSUNO!! Va via anche
tu
se non vuoi che ti conci per le feste, eh?!!»…Kazu
indietreggiò, i suoi occhi dilatati
«Papà, ti
prego, cerca di ragionare!!...guardami!! Guardami, non mi riconosci, ti
sembro un estraneo?! Sono io, Kazu, tuo figlio!! Sono qui
per…cercare di aiutarti!!»…«E
allora…se vuoi
aiutarmi…SPARISCI.»…«Ahh!»…«SPARISCI,
non voglio vederti, non ti ho mai chiesto niente né lo
farò. Voglio solo essere lasciato in pace.
Tu…»…alzando debolmente il suo braccio,
e
sfiorando quello di suo figlio, così all’apparenza
sottile, magro, ma in realtà forse in grado di sollevare
più pesi del previsto «Mi ricordi che ho messo al
mondo
un figlio. Che assomiglia in viso a me, per giunta. Mi ricordi che sono
un uomo. Che avrei dei doveri da uomo. Doveri…che non
posso…né voglio assolvere. Tu mi ricordi che io
ho
fallito come uomo, e siccome è un uomo che mette al mondo i
figli, che…poi deve crescerli, io…non voglio
vederti.
Uhm?»…come una raffica di coltelli, nel cuore di
Kazu «Non voglio ricordare…niente di quello che mi
scocci o
imbarazzi ed essendo tu ciò che più lo fa
semplicemente
voglio scordare che sei esistito. Essendo il pensiero di tua madre
ciò che più mi addolora voglio scordare che ci
sia stata
anche lei. Perché, del resto, vivere ricordando
ciò che
è andato male? Nei computer…si può
cancellare,
azzerare, smemorizzare ciò è andato di traverso.
Anche un
programma, su quale hai lavorato per anni interi se poi ti è
venuto male puoi disinstallarlo, allora…chi vieta a me di
fare
altrettanto con la vita?»…enunciava con una specie
di
naturalezza, rigirandosi nel letto con la fronte ancora sanguinante
«Ho avuto un figlio: cancella, invio. Mi sono sposato:
cancella…invio, sono cresciuto. Cancella, invio anche di
quello,
ho lavorato…via, tutto. Sparisci, non voglio saperne
più
niente di niente. Voglio tornare…bambino, sì,
quando
c’erano i tuoi nonni ancora, e perché scusa? In
fondo…tu mi parli di tutta quella robaccia che ti ha fatto
trascurare la scuola e io non posso aver il diritto di tornare bambino
altrettanto? Lo meriterò…giusto un po’
più
di te, che non hai mai fatto un tubo nella
vita.»…«…solo una
cosa…
…quella…che tu chiami
“robaccia”,
papà, sono i miei ricordi di
infanzia.»…«…bravo. Vedo che
mi
capisci…siamo sulla stessa lunghezza
d’onda.»…ed il suo dito…dal
braccio del
ragazzo lo fece scorrere lentamente fino al petto di
questo…là dove c’era il suo cuore, per
terminare in
un sussurrato «Cancella…
…invio.»…con leggera spintarella
«Vai, e
lasciami dormire.»…
…e le
mani tremavano di amaro dolore, stringendo ancor più forte
quel
panno…
…«…forse…sarebbe stato
meglio che prima di
andartene, Guardromon, con una bella scrollata mi avessi sbalzato dalle
tue spalle. Per farmi precipitare nel
D-Reaper…perché mi
inghiottisse per sempre. Ora forse…papà sarebbe
più sollevato.»…«Ancora sei
lì…?...
…sei esitante nelle tue funzioni…
…computer
rotto.»…«…non preoccuparti,
vado via
subito…»...dichiarò tristemente il
giovane…appoggiando quel panno umido che ormai chiaramente
non
serviva più…
…e
camminando, col capo basso e gli occhi nascosti, tirando lievi calci
accidentali a questa o a quell’altra cosa a terra, in quella
casa
così piccola, e in balia del disordine e dei suoi
affiliati…
…«Ahah…e svuota il cestino!»
terminò
suo padre quell’operazione “virtuale” in
tutti sensi
anche con un pizzico di soddisfazione in quegli occhi chiusi, per poi
infilarsi a dormire con la testa schiacciata nel cuscino…
…Kazu
richiuse alle sue spalle la porta della sua casa…lo fece
lentamente, senza sbatterla. Col cuore gonfio di una profonda, radicata
rassegnazione. Con malinconia orientò a poco a poco sulla
testa
quel suo cappellino che a dispetto un po’ del contesto
sovvertito
era ancora trendy, e gli dava una caratterizzazione spiccata, certo ben
lontano dal successo di Micheal Jackson nonostante il genere di
cappello, scuro, fosse quello, essendo a lui sempre piaciuti, dai tempi
di quella immancabile visiera verde. Da quei tempi, erano filtrati
tanti raggi di luna nei suoi occhi umidi che anche quella sera alla
luna volgeva, in una supplica disperata e silenziosa…che a
volte
culminava nel loro stringersi. Nel cadere delle braccia, per poi
rialzarsi ansiose, nel contrarsi dei nervi «…ahhh,
ma
perché non sono sparito
anch’io?!!...perché non
sono morto allora, perché non…!!...mille altre
volte
dopo, perché stasera ci sono ancora,
perché?!!...non
sarebbe stato forse meglio?! Papà ha ragione,
sì!!»…tirando un calcio a terra
«Ha
ragione…»…e le lacrime…non
avevano ragione
a non scendere, con tutta calma, lavando quel che si poteva di
ciò che restava
«Mamma…»…pronunciò
il ragazzo,
deglutendo con fatica «Perché non mi prendi con
te…? Così forse potrò farti conoscere
il mio
Digimon…!»…e rivolgendosi alle stelle
«Non
c’è ragione perché io resti
qui…
…a cosa servono i portali per le altre dimensioni…
…se non si
aprono…quando il nostro compito è
esaurito…?!...
…quando il
cuore…non può sopportare un secondo in aggiunta
qui…?
…a cosa
servono…se non ci vengono a prendere…quando ne
abbiamo
più bisogno! A cosa servono…le
favole…se nessuno
più ce le racconta…quando ne avremmo
più
bisogno…?»…
…ed una stella cadente solcava rapida il cielo, e lo
salutava…
«Ciao,
mamma!» rivolgeva una voce femminile ad una stella cadente
lungo
un cielo diverso, dominato da un globo azzurrastro e venato di
tecnologia. Lei, che guardava il cielo da una specie di
oblò, a
quel mondo di favole sembrava appartenere «Non preoccuparti
per
noi, ce la caveremo!» splendendo occhi verdi come i suoi
forse
solo ai confini dell’immaginario, carezzati da una frangetta
castana a completare una splendida e morbida acconciatura, che le
scendeva sul manto lungo, bianco e merlettato. Bianco e merlettato il
cappuccio con cui avvolgeva il capo quella…creatura a
metà fra una ragazza splendida, dal delicato profilo e dalle
labbra carnose...
…ma che
aveva l’altra metà del viso decorata da diamanti:
emanava
una luce che non è propria dei semplici umani, ma anche in
poche
parole come quelle offriva dolcezza e spontaneità…
…in quel
luogo misterioso e maestoso, c’era qualcun altro ad
osservarla:
figura più anziana, appena piegata a causa
dell’età
ma ancora solida nel sorreggersi su quello scettro: chiaramente inumana
la sua mano, e quegli occhi, verdi anch’essi dalle sfumature
giallastre, unico dettaglio del suo viso che spuntava da
quell’identico cappuccio di merletto che occultava
l’arcano
della sua identità. Quando lei, col portamento di una regina
e
animata da un contegno solido e leggero al contempo, si fu congedata,
egli venne avanti, passo dopo passo nel suo incedere un po’
affaticato ma volenteroso, come i suoi occhi, seppur anomali
così vivi, espressivi. Si accostò
all’oblò «Figlia mia…che lo
spirito di tua madre accompagni te, e
tua sorella in questa dura prova che vi riserva la vita. E solo se ne
restasse qualcosa…»…tradendo pena
rivolgendosi al
globo, con quella voce profonda «Che si accosti anche a me:
che
tanto soffro nel lasciare il mio mondo. Chissà se
avrò la
forza di arrivare fino in
fondo…»…chissà
che senso avevano le sue parole, sotto le quali, vasto e in
costruzione, si estendeva Digiworld. E lui era…
CYCLEMON
Digimon
millenario – si dice che nel suo cuore alberghi
l’energia
che sorregge il mondo digitale.
Tecnica: Bolide eterno
In quel mondo
c’era ancora chi passeggiava tra le case, alcune complete
altre
non ancora, di un villaggio «Quel fischio si è
calmato,
Lopmon. Chissà, forse è vero quello che hai
detto,
nonostante siano passati tanti anni i nostri amici sulla terra
continuano a chiamarci! Ahh…come mi piacerebbe trovare qua
attorno un qualche arnese per
rispondere.»…affermava
Terriermon, quel Digimon verdino dalle lunghe orecchie e il piccolo
corno in fronte, come la sua “gemellina” di color
marrone
scuro Lopmon, che commentava con la sua vocetta leggera ma spedita
«In questi anni ci siamo tanto evoluti, abbiamo costruito un
sacco di cose utili: guarda, ogni giorno tiriamo su case nuove per gli
altri Digimon. Io penso che prima o poi troveremo un
sistema.»…«Hai ragione, sono pienamente
d’accordo!»…anche lui aveva una voce
contraddistinta da arguzia. E avevano agilità, come Lopmon
che «Ohp!» saltò agilmente il
falò acceso nel
mezzo del villaggio…
Nel frattempo,
un soffio di malinconia sopportata con serena e assorta speranza
attraversava l’immensa e stupenda sala del trono in cui la
bella
creatura dagli occhi verdi e il volto per metà di diamanti
passeggiava prendendo il suo tempo, per contemplare attorno in quello
che sembrava un congedo…
Portava le mani
al suo cuore come in segno di preghiera, quando fu raggiunta
«Sono qui, Diamon.» Lei si volse
«Ah!...già
qui? Comunque io…sono pronta,
papà.»…«Ne sei
sicura?» volle
premurarsi Cyclemon, sempre appoggiato al suo scettro per avanzare, ma
in risposta vi fu un «Sì…»
profondo,
rassegnato al presente ma non rassegnato sul futuro…
DIAMON
Digimon per metà ragazza
Tecnica: Collana splendente
Suo padre Cyclemon le
toccò la mano «Hai la sua forza nel sangue. Lei
era
un’eroina, pur essendo all’apparenza solo un
fragile essere
umano. Ma rapì il mio cuore e permise il miracolo. Questo
siete
state tu e Cindermon. Ora l’oscurità sta braccando
di
nuovo il mondo nostro e quello che quei poveri e volenterosi Digimon
stanno plasmando giorno dopo giorno. Il mio cuore soffre nel pensare
che ora dormono ignari del pericolo, quando gli sforzi di tanti anni
sono nel mirino della stessa minaccia
che…!»…«Papà, noi
li aiuteremo.
E’ nostro compito.» lo confortava con sguardo
maturo sua
figlia «Esatto, siamo noi i soli che possiamo farlo.
E’
stato già tanto che abbiano accettato la nostra guida, al
momento in cui i quattro Supremi hanno lasciato le redini di Digiworld
per votarsi alla sorveglianza del terribile nemico che dieci anni fa,
invase il nostro mondo e quello dei terrestri. Dobbiamo molto a loro, e
ai Digimon che si sono fidati di noi, venendo a vivere nel nostro
settore, e non solo: aiutandoci a renderlo un posto più
bello, e
più vivibile, quando abbandonato a sé in
principio.»…sulle labbra della giovane Digimon si
dipinse
l’accenno a un sorriso «Alcuni di quei Digimon sono
stati
sulla terra: l’incontro con gli esseri umani, e con la
speranza e
l’amore che albergano nel loro cuore, ha permesso loro di
evolversi in un modo…ben diverso, e ben più
significativo
di quello che si intende in
battaglia.»…«Ma
purtroppo a volte la battaglia è inevitabile: la mia sola
speranza è che sia io a combatterla. E che almeno questa
volta
sia concesso a loro di dormire sonni tranquilli. Dici bene circa gli
esseri umani…»…
…ma
sempre più vicini si facevano dei passi rimbombanti e
decisi...
…«Loro sono la nostra speranza, continuo a
crederci
sebbene anche loro, come noi, siano in continua mutazione: un
“Digimon Tamer” non è più
ciò che si
intendeva al tempo di tua madre, o degli eroi di dieci anni fa, eppure
come credo lei stessa avrebbe pensato io continuo a esser certo
che…!!»…«Ciò che
è accaduto
alla mamma non ha spento nel suo spirito la fiducia negli esseri umani.
Lo sento.»…
…ma proruppe
una voce «BrrRRutti stupidi, chi si credono di essere?! Loro
e
le loro sciocche recinzioni!! Vengono a proibire a me, che sono la
principessa di questo settore, di cavalcare e perché?!
Perché è tardi e perché potrei
danneggiare le loro
quattro casupole malcostruite, ah ma non finisce
qui!!»…femminile…aggressiva come un
vulcano
attivo: sussulto per figlia e padre «…! Arriva tua
sorella: NON una parola su come è morta tua
madre!»
ordinò ferreo Cyclemon…
…«E tu levati!» fu sbalzato un piccolo
Digimon-girino da un calcio ben mirato di chi indossava eleganti
calzari rossi lucidi «Sarai contento, tu e le tue stupide
raccomandazioni “non usciiire, è
tardi”!»
simulando una stridula vocetta «Ho fatto una figura da idiota
e
tutto per colpa di chi ragiona in questo modo: precauzioni, cautele,
ahhh!! Gliele farei crollare a calci come le costruzioni di un
ragazzino quelle storpiaggini che chiamano
case!»…e
così fece ingresso nella sala «Ahh!...Cindermon ma
che
succede, perché stai gridando?!»
esclamò Diamon, e
vi fu ironia in risposta «Ahhhhhh!
“Perché stai
gridando Cindermon?”, le tue orecchie da santarellina non
sono
più buone per udire cosa fa IMBESTIALIRE tua
sorella?!»…ma intervenne Cyclemon
«…sono
ancora buone abbastanza sia le sue che le mie per realizzare che sono
sciocchezze!»...
…metà ragazza, metà creatura animata
da magia e
forse anche fuoco: deducibile dai suoi capelli di color rosso intenso e
dritti come una fiamma ardente – una fiamma dai molteplici
volteggi e risvolti come quella tatuata sulla metà sinistra
del
suo viso, dai lineamenti pur delicati, e dagli occhi azzurri
impertinenti…
CINDERMON
Digimon
per metà ragazza
Tecnica: Brace d’autunno
«Sciocchezze, certo! Per voi quando mai una mia esigenza, un
mio
problema è importante?! Pensate sempre e solo ai fatti
vostri e
io trascorro giorni noiosi a mangiucchiarmi le
unghie!!»…tirando un altro calcio ad una raffinata
poltrona «Ora basta! Cindermon! Almeno che ti rimanga un
po’ di rispetto per quello che hai attorno! E per
ciò che
stai vivendo…!!»…specificò
eloquente e
severo l’anziano Digimon avvolto dal cappuccio di merletto, e
dal
manto regale. E sua figlia, quella figlia che indossava lo stesso
manto, cercò di rivolgere gentilezza alla sorella
«Ascolta…ora possiamo occuparci di queste cose.
Eh? Dopo
tanto riflettere abbiamo preso la decisione che ci sembrava
più
opportuna…»…«Senza di me,
tanto per
cambiare!! Come sempre, io potrei non esistere, ma il paparino con la
cara figlioletta prediletta dettano le leggi della
famiglia!!»…«QUESTO NON E’ UN
GIOCO!»…colpì a terra con lo scettro
Cyclemon, e
Diamon «Ti avremmo consultata se fossi stata qui, ma eri
uscita!!»…«Uffa, questa sera volevo
cavalcare!!»…protestò la giovane
Digimon avanzando
nella sala con passo granitico, e resistente doveva essere il pavimento
per non cedere sotto il volutamente violento sbattere dei suoi tacchi
«Quegli idioti non mi possono vedere, hanno messo quello
scemo
di guardia che mi ha fatta tornare indietro e sono sicura che appostati
c’erano tutti i suoi amichetti a farsi i risolini
d’occasione!!»…tuonava il suo vocione
che si
piegava in acerba stizza «E’ che sono invidiosi
perché io, occupo un posto di potere e loro per quanto
possano
aspirarvi non saranno mai al mio
livello!»…«Non
è giusto che parli così degli altri
Digimon!»…esclamò col cuore sua
sorella, e si
aggiunse il padre «Lavorano con dedizione e spirito di
sacrificio ogni giorno: non sono come te!! Guardati, tu sai che stiamo
vivendo un momento ahinoi molto difficile e doloroso, e che eravamo
prossimi ad una decisione da cui non si torna indietro!»...un
sussulto improvviso si accese nell’animo di quella creatura
dal
manto avorio «Se fossi degna del posto che occupi saresti
rimasta al nostro fianco. E invece…? La tua unica
preoccupazione
è quella di dover rinunciare ai tuoi giochi, e passatempi!
Che
oltretutto non ti importa di praticare a danno degli
altri!»…«Diamon,
ma…perché tieni il
cappuccio sulla
testa?...!...papà…!!...ma…?!»
si guardava
smarrita e ansiosa attorno Cindermon «Perché qui
è
vuoto, perché ho visto la carrozza ai cancelli?! Sembra
quasi…che ce ne stiamo andando, che stiamo lasciando
casa!!»…
…Cyclemon
venne avanti «E’ infatti
così…!!»…e Diamon
allungò seppur non
senza timore la sua mano, dalle unghie chiare e lucenti, a quella di
sua sorella dalle unghie rosse e affilate «E’ la
cosa
migliore che possiamo fare.»…eppure gli occhi
azzurri di
Cindermon erano attoniti e sembravano non volervi credere
«Ahh!
Ma…allora?! E’ vero quello che dicevate, non
stavate
parlando così per
scherzo!!»…«Su certe cose
non si scherza. MAI.»…decretò Cyclemon,
e
Cindermon «Ma…perché, che motivo
abbiamo?!!» esclamò con rabbia e sconcerto
«Perché qui ci troverebbero!! E
potrebbero…avere
la meglio su di noi, il nemico è molto
potente!»…confessò pur a malincuore
Diamon,
aggiungendo «E…noi dobbiamo porre in salvo la
Sfera
regale.»…«Ahh!»…
…sulla
sommità dello scettro di Cyclemon si illuminò
d’improvviso una sfera cristallina e lucente
«All’interno di questa sfera è contenuta
l’energia che sorregge Digiworld. Se dovesse cadere nelle
mani
del nemico sarebbe la fine per il nostro
mondo…»…piegò il capo quel
Digimon anziano
dagli occhi inumani ma consapevoli, sotto la costernazione di sua
figlia «E il nemico sa che è qui. Che
noi siamo
qui. E che chi entra in possesso della Sfera
regale…è
destinato a regnare sul nostro
mondo.»…«Ma…?! Ma quale
nemico, quale
minaccia, maledizione?!! Non ci capisco niente di questa storia, non
fate che tenervi particolari per voi e
io-»…«Un
destino che ora dobbiamo allontanare dal nostro nome, dalla nostra
identità.»…«…!!...questo
cosa
vorrebbe dire?»…e rispose Diamon dietro di lei
«Rinunciamo al trono. Dobbiamo trovare qualcun altro a cui
concedere la Sfera regale, e che non sia disposto a utilizzarla per
scopi
malvagi.»…«…RINUNCIARE…?!...»…quella
parola suono male alla Digimon dal ciuffo di capelli rossi, che
avanzò con sguardo di sfida verso sua sorella
«E’
tipico tuo, Diamon. Arrenderti come una sciocca, e infischiandotene di
quello che ha fatto la mamma per regalarci questo palazzo, per farci
essere quelli che siamo!»…«N-Non
è vero,
io…!!»…provava a replicare Diamon che
sembrava
colpita nel fondo dei suoi sentimenti, e suo padre a darle man forte
«Tua madre…avrebbe condiviso questa sofferta
scelta!»…«Non è vero, chi lo
dice, lo dici
tu, papà?!! Mamma era coraggiosa!! Non era come voi due!!
Siete
abituati a subire, a farvi schiacciare dagli altri! Ah! Siete una
coppia perfetta: papà & figlia pusillanime, per
questo
andate tanto d’accordo e vi do fastidio io che invece sono
come
la mamma! Io non mi arrendo! Ah, e pensare che arrivereste anche voi
alle mie conclusioni se solo aveste fatto lo sforzo di riflettere ma
per voi è troppo, e per quanto io vi sembri quella che pensa
solo a sé io sappiate che ho scovato il modo per combattere
questa battaglia! E prevalere su questo misterioso nemico senza
fuggire…»…scivolò nel tono
in un sussurro
sottile come il suo sguardo, che sembrava inspirare diffidenza in sua
sorella e in suo padre, quest’ultimo chiese «Di
quali…”conclusioni” stai
parlando?!»…
…Cindermon sfoderò un sorriso soddisfatto per
l’esser stata consultata, e avanzò per la stanza a
passi
stavolta ponderati «Il nostro solo
problema…è che
non siamo abbastanza potenti! Ci manca qualcosa in grado di far
detonare le nostre sfavillanti possibilità! E la soluzione
è di facile messa in pratica: è storia che a far
crescere
i Digimon, e a permetter loro di essere imbattibili sono solo loro, gli
esseri
umani…!!»…«Ahh!»…sussultò
Cyclemon, e Diamon si portò una mano al petto come
intimorita «Andiamo sulla terra!...lasciamo solo per poco il
nostro
palazzo, papà gli esseri umani sono intrigati dalla nostra
natura! Loro bramano…tutto ciò che è
potenza! E
noi tre bastiamo e avanziamo per stregare l’animo di un bel
gruppo di terrestri! Siamo affascinanti, proveniamo da un mondo che da
molti anni a loro è precluso, sono certa che sono consumati
dal
desiderio del ritorno dei Digimon! Basterà presentarsi a
loro…e mostrare ciò che sappiamo fare, rimarranno
abbagliati e se facciamo credere di essere venuti per loro…
…si
attaccheranno, permettendoci di
digievolvere…!!»…narrato con fame negli
occhi, e
nei palpiti dell’anima «Del resto è
già
successo, no?! Hanno frenato l’avanzata del
D-Reaper…si
sono fusi con Digimon, come noi! Se sfruttiamo i poteri dei terrestri,
e approfittiamo del legame che svilupperebbero con noi, sono
più
che certa che diventeremo invincibili, e non ci sarà nemico
che
potrà starci al pari! Non occorre rinunciare al
regno…»…
…da
dietro il suo merletto, Cyclemon la scrutava «Le tue
parole…confermano quanto già
sospettavo.»…e
tuonò «Sei
un’egoista!!!»…«Ahh!!
Ma…PAPA’?!!»…«Non
capisci niente!
Parli di cose che credi di sapere ma dammi retta figlia mia, ne ignori
gli aspetti più importanti! La digievoluzione…il
legame
fra noi e gli esseri umani…è cosa rara e preziosa
e TU,
NE FAI LE FONDAMENTA PER UN
INGANNO!»…«Io
semplicemente faccio i miei calcoli!! Si tratta di un patto, anche loro
avrebbero la loro ricompensa!! Quella gente, ah, mi sono documentata su
di loro! Si arrabattano da mattina a sera per uscire
dall’anonimato, per distinguersi dalla massa! Il mio accordo
è onesto: noi siamo tre Digimon meravigliosi, sorprendenti!
Ideali…»…volgendo appena il suo sguardo
astuto
verso la sua attonita sorella dietro di lei «…per
sedurre
quattro sciocchi desiderosi di riscatto. Occorrerà solo
qualche
moina, tu che sei così brava Diamon non avresti problemi a
recitare la parte della Digimon fedele e premurosa. Tu papà
sei
saggio e potente, e io…uhm! Limitiamoci a dire che me la so
cavare tanto che il primo ragazzino incrociato si sentirebbe al sicuro
con una guida come me! Bene: o anzi, meglio!...
…ripiegare…su della gente con qualche anno in
più,
di quelli che magari hanno avuto un Digimon ma poi l’hanno
perduto! Oh, dev’essere
terribile…»…«Ora basta!!...
…mi
rifiuto di ascoltare una parola in più di questo
orrore.»…piegò il capo Cyclemon, ma la
figlia
insistette «Eppure dovresti, papà!!...
…se non
vuoi perdere quel poco che ti resta. Fidati di me, tua figlia per te
è un’immatura, ma con questo progetto voglio
dimostrarti
che mi so far valere. E so…pensare alla famiglia!
Diamon!!»…chiamò in modo imperioso,
avanzando
verso di lei «Tu che ne pensi, sorellina…?
Andiamo,
potrebbe essere allettante. Hai mai udito della
Biodigievoluzione…?» Silenzio in riposta, e quegli
occhi
verdi sconvolti «Potremmo spingere i terresti a entrare
dentro
di noi, a consegnarci tutta la loro energia! Non ti pare
l’idea
del secolo?!...ah!...
…»…prendendole le mani, ma seguitando a
sognare ad
occhi aperti «Torneremmo qui come dei vincenti! Nessun
potrebbe
più osare sfidarci una volta consapevole che il potenziale
della
terra è dalla nostra parte.»…ma
inaspettatamente
per lei, Diamon tirò via le mani «No! Io non
voglio
prender parte a questo!!» Cindermon dilatò i suoi
occhi
incredula…
…«Io rispetto gli uomini! E le storie che si
narrano su
come loro, con noi Digimon siano riusciti a trionfare anche di fronte
alla minaccia più insidiosa!! Ma non è stata solo
la
potenza fisica a muoverli, Cindermon, devi credermi! Dietro la
Digievoluzione c’è di
più…»...
…lo
sguardo della giovane Diamon era umido di commozione, commozione mista
a forza d’animo che scuotevano il suo così
particolare
timbro vocale «Capisco che può sembrare retorico
al
giorno d’oggi parlare di amicizia, di sentimenti, di forza di
volontà!»…«Non più
di
tanto…se si è coscienti che la gente
“sentimentAAAle” c’è in ogni
epoca! E
poi…mi pare che di quest’ultima abbia parlato
anch’io!»…«No, è
diverso!»…insistette Diamon «Io parlo di
una
volontà…che non nasce dall’ambizione!
Ma
dall’unione…»…pronunciata
come fosse una
parola magica «AMBIZIONE?! Io, bellezza, se tu non fossi
troppo
stupida e brava-figlia per afferrarlo, lo faccio solo per la famiglia!
Per il regno! PER IL RICORDO DI NOSTRA MADRE, MALEDIZIONE!! POSSIBILE
CHE NON TE NE IMPORTI
NIENTE?!»…«CINDERMON!»…la
richiamava
il padre, ma Diamon esclamò versando lacrime «Come
puoi
dire che non mi importa!!!»…per poi asciugarsi
lenta e
dignitosa i suoi occhi «Le volevo bene, e voglio rispettare
la
sua memoria: per questo a quei “valori RETORICI &
SENTIMENTALI” dietro la potenza dei Digimon io voglio credere
ancora! Nonostante tutto! Ma proprio per questo non ingannerei mai gli
esseri umani! E non userei mai, la loro forza, soltanto per gratificare
la mia voglia di potenza perché è per questo che
tu lo
fai!!...
…e non
mentire con me! Io ti conosco! Tu non lo fai…per il regno,
lo
fai per te!! Perché a te mai niente basta!! Tu non sai
accontentarti, desideri sempre contemplare gli altri
dall’alto,
desideri schiacciarli! E ora anche il pericolo che ci minaccia per te
è il pretesto per trovare un gioco nuovo. Ma per
giocarci…non contare su di me, Cindermon. Io…
…finché vivrò non mi
abbasserò mai a
questo!!»…correndo via prima tra le
lacrime…
…mentre
era con superiorità e fastidio che la guardava andar via sua
sorella «…e allora resta qui a Digiworld, a vagare
come
una pezzente: piagnona. Non sei mai stata dalla mia
parte.»…«Cindermon!!»…e
si volse con
identico sguardo di sfida verso suo padre «Immagino tu sia
soddisfatta: non desideravi altro che ferirla, non hai mai mostrato
rispetto o affetto verso tua sorella. Nonostante lei ti voglia
bene!!»…«Oh, sì, certo
papà, tu e
lei mi volete bene! Ma l’hai vista?! Mi ha voltato le
spalle!!»…«Unicamente perché
le hai
proposto un patto disonesto! Ma io sarò con lei, non mi
lascerò trascinare dai tuoi “attraenti”
discorsi di
evoluzione. Fra poco partiremo, tieni bene a
mente!!»…sottolineò colpendo a terra
con lo
scettro «Se sei con noi, se…
…rispetti
la memoria di chi ci ha messo al mondo raggiungici alla carrozza. Ma
bada bene!! Se lo farai…ESIGO che non sia più
pronunciata
parola su questo argomento! Preferisco…morire piuttosto che
assecondare il tuo FOLLE PIANO!»…e si mosse,
lento, ma
dignitoso…costeggiandola «Rifletti bene,
trattandosi
della tua vita…»…per poi abbandonare la
sala del
trono…
…Cindermon aveva però fuoco nello sguardo
«Io…so gestire la mia vita. Io so quello che
voglio!»…
…e
puntò oltre il trono, imboccando un oscuro
corridoio…
…presso
una carrozza, anch’essa tempestata di diamanti, e pronta ad
esser
trainata da Digimon equini dallo sguardo misterioso ed il corpo blu
impenetrabile, a contrasto con la loro criniera dai riflessi argentei,
attendevano Cyclemon e Diamon, la quale esclamava «Non
potrebbe
anche se volesse!!...
…Guardianmon sorveglia il varco da anni ormai, e non le
permetterebbe mai di andare sulla terra, non è
così?!»…«Questo non
è garanzia
sufficiente: Guardianmon è una figura ambigua, e misteriosi
sono
i motivi che lo hanno spinto ad una così rigida guardia.
Certo
la sua determinazione è indubbia, ma quella di tua sorella
è altrettanto solida.»…Diamon sembrava
preoccupata
da quelle parole, tanto da non poter fare a meno di alzare i suoi
occhi, e contemplare il globo terrestre mentre il vento della notte
scuoteva le ondulature dei suoi capelli
castani…«Non
temere figlia mia…»…garantiva il padre
«Possiamo solo sperare che ragioni: e che il cuore le
suggerisca
la strada giusta…»…
…ma
mentre parlavano, la ragazza-Digimon dai calzari rosso-lucenti si
addentrava in quella che assomigliava ad una biblioteca
«Secondo
quanto dicono in questi libri dovrebbero essere contenute le imprese
dei domatori di
Digimon…»…così le sue
unghie, della stessa sfumatura, ne prelevarono uno ed iniziarono a
sfogliarlo…
…«Ahh!!»…un sussulto
animò
Cindermon, di fronte al fenomeno magico rappresentato da quel libro, le
cui illustrazioni sfogliate prendevano vita, come scene di un
film…
…a lei fu
così presentata una battaglia epica disseminata lungo giorni
all’apparenza comuni ma in realtà speciali tanto
quanto
quelli in cui due mondi opposti si toccano…
…e la luce
scaturisce dalle armi, e le carte sfrigolano nei Digivice…e
a
cavalcare le creature Digitali sono dei giovani umani, circondati dai
palazzi cittadini, spinti a tirar fuori il coraggio, piegati fino alle
lacrime, uniti…fino al sacrificio, ma che mai giunge
perché le loro mani sono congiunte ed ognuna sorregge
l’altra: forti tanto da solcare la soglia che divide i due
mondi…
…addentrandosi nelle viscere della terra…per poi
dalla
stessa terra riemergere nel trionfo. Penetrare infine nelle
profondità di un denso e rossastro nemico…
…fino a
che il volto di Cindermon non fu avvolto dalla luce di un portale che
le scorreva dinanzi nella narrazione, che riaccoglieva in sé
i
Digimon, e poneva fine alla minaccia…
…emozioni
a conflitto per la creatura per metà digitale e per
metà
umana «Lo scopo dei Digimon…
…il segreto della digievoluzione…
…è
possibile che si celi là in quel mondo che noi contempliamo
dal
basso…?»
...un mondo che
se raggiunto in picchiata con l’immaginazione regala una
moltitudine di palazzi e strade, e che pur carezzato dalla magia non ha
alterato la sua natura ed i suoi angoli più umani e
spontanei,
come la luce tenue di un panificio ancora acceso anche sul tardi, dal
quale viene fuori un ragazzo all’apparenza normalissimo, che
semplicemente deve buttare la spazzatura di una giornata nel vicolo
attiguo…
…poco
dopo le porte si riaprivano, ed echeggiava la voce di sua madre
«Ritorni presto, signora Asanuma, non importa a che ora! Noi
qui
siamo sempre felici di rivederla!»…tanto che
Takato
sembrò voler accentuare di proposito, al passare di costei,
i
suoi gesti di convinto butta-spazzatura, spingendo quanto
più il
sacco fra gli altri, colpendolo, facendo rumore, per poi assicurarsi di
esser visto con un esagerato «BUONASEEERA SIGNORA ASANUMA!
QUANTO TEMPO CHE NON LA VEDO COM-»…e una gomitata
per
ficcare dentro quel sacco «COME STA?! Ha recuperato tutto
quello
che aveva lasciato, l’hanno servita educatamente, i
miei?!»…«Ffff…! Lasciamo
stare che è
meglio: sei ancora in piedi,
Takato?»…«Io?!
Sì! Sa c’è chi dice che alla mia
età sia
doveroso uscire la sera, divertirsi e poi…in mancanza di
meglio
c’è la SPAZZATURA da buttare!» sferrando
un ultimo
colpetto al sacco, e un calcetto al cassonetto per poi avanzare verso
la ex-insegnante «Ah…ti credi tanto
spiritoso?»…ed il ragazzo, che ostentava uno
smodato fare
simil-cavalleresco «Spiritoso…? Io…? No
sa
cos’è è che ogni volta che la vedo mi
si
risvegliano i ricordi, mi sembra di tornare bambino!»...
…la
signora Asanuma sembrava piuttosto impicciata fra buste, portaspicci e
portafogli e ben poco propensa al dialogo «Se è
così allora rivedi le tue
scelte.»…«Infatti
sa pensavo giusto adesso che sarebbe meglio che trovassi un lavoro come
netturbino! Parrucchiere no, non va affatto bene: un ragazzo che lo fa
sembra debba per definizione essere un po’
effemminato!»…«Ahh…riformiamo
la vecchia
comunella! Vecchi compagni a svuotare cassonetti: però anche
quello è un lavoro,
rassegnatevi!»…«Ma lo
sooo…!» seguitava a ironizzare, e lei a insistere
«Non c’è né il tempo
né lo spazio
pratico per giocare con le carte
dei…dei-»…«Digimon, capisco
che è
una parola tosta ma le assicuro che non ne avremmo la minima intenzione
siamo cresciuti ormai, le nostre mire sono cambiate ci piace andare la
notte così per vicoli a…ecco
sì!» e
indicò qualcosa oltre i cassonetti…
…«A sbaciucchiarci con questa o con quella ragazza
che
incontriamo!»…«IUHM!!»…l’ex-maestra
ebbe un autentico sussulto nell’orientare lo sguardo
là
dove puntava il dito del ragazzo: sembrava esserci una coppia, due
sagome avvolte dal buio…
…e travolte in un bacio…
…«AH!!...E LO FANNO IN PUBBLICO, A
QUEST’ORA, SENZA
PREMURARSI CHE CI POTREBBE ESSERE QUALCUNO CHE
POTREBBE!!...V-VEDERLI!»…«Signora…andiamo!
E’ una donna moderna, mi meraviglia che proprio lei che ci ha
dato le basi per crescere ora di fronte a una semplice
coppia-»…
…ma
qualcosa gelò le parole del ragazzo, travolse il suo sguardo
rendendolo incerto…paralizzò il suo dito
indicante, come
a fargli dimenticare il contesto attorno…e la sua maestra a
ripetere «Sono degli svergognati.»…
…«Ah-h…questi occhiali sono una
tragedia.»…era il sussurro del giovane nel vicolo,
ma il
concetto espresso sembrava destargli più un sorriso in
realtà, e lei, che aveva occhiali come lui con i quali
probabilmente si erano scontrati, occhiali slanciati e allungati come
gli occhi di un lupo dietro un cespuglio, e come tali brillavano
scroccando riflessi ai fari di occasionali automobili «Ahhh,
perché? Io lo trovo così
divertente…!»…«Vieni
qui…»…«Uhmuhmuhm!»…
…lei prese gli prese il capo, impaziente di un altro bacio:
le
sue unghie erano moderne, lucenti, elaborate, si vedeva che un bravo
esperto di estetica vi aveva lavorato…
…«…! Quelle mani, oltretutto! Ah come
vorrei avere
anch’io roba simile: come vorrei tornare alla loro
età!»…mormorava sempre più
piano e
riservata la signora Asanuma…per poi voltarsi, e certa di
non
essere sentita «E di lei non vorrei solo le
unghie…ma
anche il fidanzato, ma perché sono così
sfortunata?!!»…
…Takato era rimasto impietrito…la sua mano
calò
lentamente…ma i suoi occhi non smettevano di fissare la
coppia…
…«Sai a cosa sto
pensando…?»…«Sono
curioso…»…«E se…a
seguito di
infiniti tentativi avessi trovato finalmente la persona
giusta…?»…«Uhm, dubbio da
ponderare.»…«Non ci avrei
sperato…eppure mi
sembra di sentire qualcosa di speciale…di mai
provato.»…svelava la ragazza che scivolava da una
voce
fresca e scherzosa a un tono profondo, pieno di mistero...
…nel
frattempo Cindermon sfogliava il libro, di fronte a lei volti di
giovani domatori di Digimon «Questa ragazzina è
inconsiderabile…
…Jeri
Katou…uhm, le fu sconfitto e assorbito il Digimon davanti
agli
occhi, e in seguito il D-Reaper soggiogò la sua
volontà.
Il primo fattore potrebbe tornare utile, deve struggersi di rimpianti.
Però nooo, non mi ispira! Cosa abbiamo poi
qui…?»…sfogliò
pagina…«Rika
Nonaka…NEMMENO…A PARLARNE, per carità:
non vado
d’accordo con le altre donne! Già mi basta mia
sorella, e
questa ha la faccia di una che vuole sempre disporre!...saremmo in
troppe ai posti di comando.
VEDIAMO…!...»…
…sfogliò ancora, e ancora «Kazu Shioda,
ha sempre
desiderato…un Digimon tutto suo, ma mi sembra faccia ben
poca
parte. No, troppo ai margini. Poi c’è questo,
Kenta
Kitagaw…pfff! Questo è sicuro immune alla
nostalgia: come
si fa a rimpiangere un Digimon infimo come quello che gli è
toccato?!...
…ohhh!!!...qui andiamo di sicuro
meglio…!!!»…e di fronte ai suoi
occhi…le
scene animate di un ragazzino dai tratti distinti, dai capelli scuri, e
compagno di un Digimon verdino dalle lunghe orecchie. Sfizio si lesse
negli occhi di Cindermon «Henry…Wong.
Uhm…tipo
riflessivo. Protettivo. La mente razionale del gruppo. Sembra esservi
una sinergia invidiabile con il suo Digimon…
…un
Digimon che fa pena, e pietà. Ah-ah-ah-ah che leggo qui?!
Mmmm…!!!...suo padre…autore della decisione che
riportò i Digimon al loro mondo separandoli dai
ragaz-sssSSS!
Questo è uno scoop! Chissà quanti conflitti
familiari
sottopelle deve aver generato una roba simileee! Questo Henry potrebbe
essere un candidato assai
buono…»…ponderava con
gusto, e l’unghia rossa a esitare sul passare o non passare
alla
pagina successiva «Mi chiedo come sia diventato oggi! Un
malinconico bravo maschietto che cerca di fare l’uomo
responsabile potrebbe essere il tipo adatto per luuunghi, lunghi
discorsoni alliscianti, deve avere buchi in ogni parte del suo
volenteroso cuoricino!...
…tut-tavia…»…accennò
piano…
…e alla
fine si decise a sfogliare quella pagina
«AHH!!!»…
…di fronte a lei, un ragazzino dal viso dolce…
…aria
innocente tanto da renderlo l’ideale compagno di un Digimon
che
comunicava, con il suo aspetto da cucciolo di drago rosso, i medesimi
sentimenti…«…Takato…Matsuki…»…pronunciò
Cindermon, catturata da ciò che vedeva
«…sembra il
leader del gruppo che ha fatto la pelle al
D-Reaper…ahh!...il
suo candore…
…!!!...direttamente proporzionale ad una potenza
sconfinata!!!»…da un lato vi era il
ragazzino…
…dall’altro un Digimon armato di lancia,
assomigliava a un
cavaliere, ed i raggi emanati dal suo scudo travolgevano il perfido
nemico…
…poi le
lacrime…le la sofferta separazione tra le luci iridescenti
“Non perdere
mai il sorriso, è la tua forza, vale più di tutto
l’oro del mondo, Takatooooooooo!”…«Assomiglia…alla
trama di una fiaba epica, non sembra
realtà!!!»…era sbalordita Cindermon
«L’amicizia tra il ragazzo e il suo
Digimon!»…nel rivedere il primo che fra i tubi e i
ferri
arrugginiti incontra incredulo il secondo «La crescita
insieme,
le battaglie!!...
…pianti, sorrisi, vittorie e sconfitte!...
…immaginato…poi disegnato, il sogno che si
avvera!!...
…e
poi…il vuoto che deve aver lasciato all’epilogo,
ad
infierire sul sensibile seppur determinato cuore di un giovane eroe. Il
classico eroe ingenuo e gentile…normale ragazzino delle
elementari figlio di panettieri graziato da una grande
avventura…»…informazioni che sembravano
soddisfare
la fama dei suoi occhi azzurri, che più non si
staccavano…
…come
quelli castano-rossastri del giovane Takato, per ragioni indecifrabili,
da quel bacio commentato dal romantico sproloquiare
dell’ex-maestra «Ultimamente le ragazze sono
inguardabili,
tutte trucco e impertinenza! Sognano solo di fare le veline! Ah ma non
è che i ragazzi siano meglio, sboccati e al limite della
delinquenza! Contano solo i valori materiali! Quella gente non sa cosa
sia il rispetto-la discrezione-il senso del pudore-quello mi pare di
conoscerlo-i buoni costumi-la pertinenza ai contesti-francamente anche
lei mi sembra sia di queste parti ah ma se avessero il coraggio di
venire alla luce e mostrarsi anziché star lì nel
buio:
Takato!...
…Takato tu che
abiti qui da sempre ed hai i tuoi genitori al negozio ti pare di
conoscerli quei due?!...
…Takato?...sto
parlando con te! Siamo alle solite?! Non mi ascolti, non mi rispondi?!
Ah! Stavolta è a me che sembra di essere tornata la tua
maestra
ed avere a che fare con i tuoi stati di coma improvviso ti assicuro che
non è mai stato piacevole!»…
…il
giovane si volse appena…lentamente «Non si
preoccupi,
signora…
…la sto
ascoltando.»…«Ma non mi rispondi!
Conosci quei
due?!»…«…possibile.»…«Che
significa?!»…«Niente, che è
ora che torni
dentro. I miei genitori mi stanno aspettando.»…
…mentre fra quei due giovani amanti pareva esservi intesa e
tenerezza…
…«Ah…! Mi fa quasi strano vedere che ti
preoccupi
per loro!»…«Strano…? Non
capisco
perché. L’ho sempre fatto. Ho sempre voluto bene
ai
genitori. E’ lei che nei ricordi ha deformato oltremodo il
bambino che ero. Buonanotte!»…così
Takato diede le
spalle alla sua un tempo maestra e si avviò di nuovo verso
il
negozio «Guarda…deformato proprio no! Non ti
auguro di
sognartelo la notte!! Il bambino che eri!! Non ti auguro di trovartelo
ai piedi del letto!! Ti farebbe
paura!!»…così
anche Asanuma si congedò…
…Takato
si volse un’ultima volta, e mormorò, molto serio
in volto «Non si preoccupi…
…non
accadrà. Non mi capita mai di sognare coloro con cui avrei
bisogno di parlare.»…riaprendo la porta del
negozio…
…ma quel
rumore fece «Ah!»…sussultare quella
giovane dalle
unghie luccicanti e dagli occhiali affusolati «Che ti
succede…?»…«Niente,
è solo
che…»…sussurrò…e
qualcosa la
chiamò a muovere passi lungo quel vicolo, sui suoi
stivaletti
trendy, color fucsia, dal tacco sottile e affilato…
…orientò appena il suo sguardo verso il negozio,
da cui
giungeva ancora della luce, sufficiente a regalare un alone ai suoi
occhiali, ma non così vicina da illuminarne il volto o la
figura. Sembrava però una linea elegante, indossava un
giubbino
attillato…
…ed aveva
capelli lunghi, di un castano vivo, lasciati cadere da un lato, e
legati alla punta da un fermaglio dorato…
…nel
frattempo la signora Asanuma si avviava in tutta fretta e fastidio
verso casa, quando incrociava un ragazzo con passo altrettanto svelto,
mani in tasca, e cappello alla Micheal Jackson ben spinto sulla testa
«Uhm! Il netturbino! Quello formalizzato! Ma che
cos’è questa sera la sera dei
FANTA-»…
…il
giovane però la oltrepassò col suo passo spiccio,
e forse
la visiera del cappello gli impedì di notarla
«S…MI…non mi ha vista. In giro a
quest’ora
poi…
…E NON SI SALUTA PIU’ LA PROPRIA
MAESTRA?!!!»…
…«Takato…»...era il sussurro
nella sera
della giovane nell’ombra con gli occhiali…
…«Takato…»…era il
sussurro di
Cindermon, con sguardo rapace…e le sue unghie rosse si
congedarono dalle pagine del libro per poi riporlo «Non mi
occorre più alcuna informazione…
…ho
trovato chi cercavo. Molto presto, sulla terra, un ragazzo
gioirà, poiché tornerà finalmente ad
essere un
Digimon Tamer!!! C’è un solo una cosa che
dovrò
fare…E
CIOE’…»…assottigliando il
determinato sguardo «Cancellare dal suo cuore…
…il ricordo di
“GUILMON”…!!!»…
Una chitarra
elettrica attendeva appoggiata ad una parete in una stanza tappezzata
da un taglio tipicamente “rock”, a giudicare dai
poster,
accessori in metallo…
…ma ad
accostarsi ad essa «La tocco…? Non la tocco. Trovo
il
coraggio…?» non era la mano di una persona:
piuttosto la
zampa, rossa e dagli spessi artigli, di una creatura.
«Uhuf!»…
…occhi
gialli, a spuntare dietro la chitarra e fissarla. Occhi che avrebbero
suscitato timore…se la voce non l’avesse fatto
dissipare,
nella sua ingenuità che i toni più aspri finivano
per
accentuare. «E’ inutile, tanto non
troverò mai il
coraggio di prenderti, di toccarti. Anche se sei bella, e mi attiri
tanto. Io sono io. Tu sei fatta per gli umani. Come molte altre cose,
del resto. Quelli come me non possono stare
dappertutto…ahhh.»…sospirava,
rivolgendo ora
anziché gli occhi la massiccia coda alla chitarra
«E non
possono avere tutto. Possono solo limitarsi a contemplarlo, come faccio
con te. O quando neanche quello…
…soltanto
a ricordarlo.»…così, come molti
animali, si
acciambellò lentamente su quel letto che a dire il vero
sembrava
proprio quello di una stanza umana e giovanile: pulito, rifatto da
poco, lenzuola impeccabili…e lumino moderno dal capo
reclinato
accanto sul comodino, a fare un po’ di luce visto che oltre
la
finestra era notte, ed il globo azzurrastro non bastava. «Se
solo mi concentro…se solo chiudo gli
occhi.»…oscillando un po’ le narici, col
fare di un
cane dal fiuto ben sviluppato «Mi sembra di sentire
l’odore del pane. E l’odore del pane è
il tuo odore,
amico mio…»
…quel
panificio di Tokyo sembrava ormai non aver altro da aggiungere, se non
forse qualche altra parola da parte di genitori non molto propensi al
sorriso, e da parte di un figlio che cercava di essere propenso ad un
quieto dialogo…per poi spegnere le luci, ed avviarsi verso
quelle stesse scale…
…«Potrebbero farmi fiutare mille altre cose. Ma
quell’odore, nessuno al mondo, mai, riuscirebbe a farmelo
dimenticare.»…quando si udì il rumore
di chiavi
nella serratura «Ohp!»…si
drizzò
all’istante quel draghetto dalle dimensioni di un cane, rosso
e
screziato di nero. «Dev’essere Beelzemon che torna.
SEI
TUUU?!»…
…la
risposta non tardò a giungere nella stanza
«Sì…»…assieme a
quello che...di
certo dei Digimon aveva complessità e nera
maestosità. Ma
ancor di più sembrava avere degli esseri umani, ad iniziare
dalla scioltezza con cui appoggiava il casco da moto sulla sedia, e le
chiavi di casa sul comodino. Quella scena sembrava comune a tanti
giovani uomini che fanno rincasano e trovano il loro cucciolo ad
accoglierli, solo che gli animali non sanno parlare e chiedere
«Com’è andata?»…ma
solo scodinzolare
e mostrare gioia di vedere il proprio amico, cosa che Guilmon fece
altrettanto «Come al
solito…»…rispose
Beelzemon, dal timbro vocale aspro, ma virile
«Uhh…»…le orecchie del
draghetto si
afflosciarono un po’ deluse, e l’altro si sedette
sul letto «Mi hanno detto che non è il momento
adatto e che se
proprio voglio posso ripresentarmi fra un po’…a
detta loro
sembra ci sia tensione al palazzo reale. E che siano prossimi
“grandi
cambiamenti”…»…commentò
assorto, guardando verso l’alto «Beh,
allora…?
Motivo in più per darti ascolto!»
affermò Guilmon,
ma Beelzemon sollevò con scioltezza la chitarra elettrica,
emettendo due o tre note «Eppure pare preferiscano il
silenzio.» per poi stopparsi. E concludere «Forse
semplicemente non mi trovano
interessante.»…«Ma
è una sciocchezza bella e buona! Le canzoni che componi sono
fantastiche: io adoro la tua musica. E poi lavorare con la colonna
sonora migliora
l’umore!»…«Ahh, sei gentile.
Però forse sono io quello inopportuno.» alzandosi,
e
camminando per la stanza, mentre Guilmon seguiva i movimenti di
quell’amico un po’ “metallaro”,
in tuta nera, e
dai capelli biondi che spuntavano dietro una maschera viola con un
terzo occhio fra i suoi due già sufficienti ad esprimere
tanto.
Sembrava davvero un uomo «A dire il vero non so neanche cosa
stia succedendo. Conosciamo poco i Digimon a cui da un po’ di
anni obbediamo. E adesso sembra che abbiano dei problemi.
Chissà, magari hanno bisogno di aiuto concreto, e arrivo io,
a
chiedere sostegno al palazzo perché ascoltino i miei
brani!»…sfoderando, tra le sue mani dagli scuri
guanti
artigliati, dei foglietti di appunti «Mi vergogno un
po’…» chinando il capo. Sembrava
qualcuno di molto
serio «Non dirlo neanche per scherzo!» Guilmon
balzò dal letto «E’ un dono il tuo: sai
scrivere la
musica, sai cantare. Un giorno prima o poi riconosceranno il tuo
talento, Beelzemon. Digiworld…non aspetta altro che rompere
questo triste silenzio che da tanti anni lo affligge. Insomma
dov’è scritto che l’unico motivo di cui
dobbiamo
bearci è il fastidiosissimo verso dei Ruspimon quando
lavorano?
A me ha stufato!»...parole che rubarono un dolce sorriso a
quel
Digimon un po’ tenebroso, che effettivamente si riconduceva a
tale categoria perché aveva anch’egli la coda, che
in quel
momento si sfiorava con quella di Guilmon…
…Beelzemon si accovacciò perché era
alto, ma
voleva essere al livello dell’amico «Guilmon. Non
fai mai
mancare una parola per incoraggiarmi. Te ne sono molto grato. Sei un
vero amico.»…«I-Io…un vero
amico…» sembrò come incerto, interdetto
il
draghetto
«Sì…»…confermò
Beelzemon «E non sono il primo ad averlo detto, e
pensato.»…«Però…sei
rimasto uno dei
pochi che dirmelo ancora. Grazie, io penso lo stesso di te! Non so come
avrei fatto senza il tuo aiuto e la tua compagnia in questi anni. La
tua musica mi ha risollevato ogni volta che ero giù di
morale. E
tu sai che non sono state poche, le
volte.»…«E’ normale: sei stato
separato da
chi ti stava più a cuore. Non lo meritavi, Guilmon, tanto
più per così tanto tempo.»
carezzandogli
leggermente il capo proprio come un padrone farebbe, ed aggiungendo
«Sai? Ho sviluppato una convinzione. Credo che debba esserci
una
legge…che prima o poi offre la giusta ricompensa a chi ha
tanto
sofferto, ma al compenso è stato tanto
volenteroso.»…«Oh, ma io Beelzemon non
ho sempre
voglia di lavorare! Anzi…a dire il vero ci sono giorni in
cui
avete fatto tutto tu e gli
altri!»…«Ahhh, sciocco,
questo non ha
importanza!»…«Dici?»…«Non
sminuisce il tuo
valore.»…«Mmm…valore…»…parola
che suonava strana a Guilmon, che calò il capo ed
oscillò
un po’ le orecchiette «Certo, e tu devi crederci
sempre!
Sei una persona che vale. Avrai ciò che ti
spetta.»…«Io…una persona,
Beelzemon?»…«Oh-h…»
fu preso un
po’ in contropiede dalle sue stesse parole il Digimon
«L’ho detto così, spontaneamente.
Dev’essere
perché a volte…ti confesso che mi piacerebbe
esserlo.»…«Vorresti essere un
uomo?»…e si alzò in piedi, sorridendo
appena e
fissando più in là «Forse…se
lo fossi e
vivessi sulla terra la gente sarebbe più interessata alle
mie
canzoni. Però io sono qui. E sono un Digimon. E parlando di
ricompense…io ne ho avute fin troppe, dalla vita, rispetto a
quelle che avrei meritato.»…
…nella sua
memoria, la fuggevole immagine di due bambini stretti accanto ad un
Digimon però molto diverso da lui, simile ad un folletto
viola
dalle lunghe orecchie, ma in cui lui sembrava identificarsi anche nel
ricordo successivo: una bambina dai capelli castani a cui lui si
rivolgeva pieno di reticenza…ma che lei scioglieva con un
dolce
sorriso, come per dirgli di non temere, e togliendogli un gran peso dal
cuore.
…«Non
dire così…» gli si accostò
Guilmon con fare
affettuoso, ma Beelzemon rise un po’ «Ma a me non
pensare!
Piuttosto, ricordati sempre ciò che ti ho detto circa la
determinazione!»…«Tanto anche se spero e
lo voglio
con tutte le forze, il varco non si riaprirà più.
Non
potrò mai più rivedere
Takato…»
L’amico scuro lo scrutò
«Terriermon…non
sembra pensarla così.» e vi fu un sospiro da parte
del
draghetto «Terriermon spera ancora. Però sono
passati
dieci anni. E neanche lui ha più rivisto Henry. Per
carità…ammiro molto la sua speranza. Lui grazie a
quella
ogni giorno sembra felice e sorridente. Forse lo fa star
meglio…pensare che un giorno torneremo dai nostri amici.
Piacerebbe anche a me avere la sua forza. Ma purtroppo…non
ce la
faccio, mi sento scoraggiato. Sento che il mio
posto…è e
sarà sempre qui!» indicando quel letto
«Non
fraintendermi, in casa con te mi diverto e sto bene! Però mi
accorgo a volte…di quanto sia diverso…il pane
digitale da
quello terrestre. E il mio Takato era buono quanto
quest’ultimo…» mentre Beelzemon gli si
avvicinava
con passi pacati…
…«Sono certo che lo è
ancora.» pensava
Guilmon «Dovrebbe avere ventun’anni adesso. Eravamo
uno il
prolungamento dell’altro…mi fa così
strano pensare
che sono rimasto alla sua infanzia: mi sono perso tutta la
crescita.» Beelzemon gli si accovacciò accanto, e
lo
guardò…per diversi istanti furono in silenzio.
Poi il
più grande, e più umano propose
«Ascolta.»…«Sì?»…«Mi
faccio una doccia, e poi preparo quegli hamburger che ti piacciono
tanto, ok?»…«Davvero, la tua
specialità?!
Grazieee, Beelzemon!» e gli saltò improvvisamente
al
collo felice «Ahaha! Piano, piano calma! Ahhh, lo sai che
così mi metti in imbarazzo!» ma si leggeva da come
gli
sorridevano i tre occhi occhi quanto era contento di quei
gesti…
Quando invece
là dove il vento scuoteva la criniera azzurra di
impenetrabili
Digimon, soffiava anche tensione e sfida «Sono venuta a
proporvelo per l’ultima volta, papà,
sorellina…poiché sappiate che non ho intenzione
di
tornare indietro. Sono decisa ad andare fino in fondo…
…Guardianmon ai confini non mi preoccupa, possa aggirarlo in
mille modi.»...
…ed era
un nuovo colpo per la candida Diamon, mentre suo padre Cyclemon veniva
avanti…
…per
fronteggiare, pur anziano e piegato dal tempo, lo sguardo sprezzante di
quella figlia alta e piena di vigore
«Allora…venite con
me?!...
…ho
individuato un bersaglio, un piccolo terrestre dalla
personalità
raggirabile e il cuore pieno di rimpianti. Però voi potreste
sempre darmi una mano…c’è altra gente
con lui. E
sebbene siano cresciuti tutti di certo non si sono fatti immuni alla
tentazione di tornare ai tempi dell’oro. Che dire, insieme
sarebbe più spettacolare. Però non ho il
benché
minimo problema ad andare da sola…se la cosa vi spaventa
troppo.» ed il suo sguardo scavalcava quello del padre per
puntare contro la timorosa sorella «Diamon!...
…per una volta
fatti venire un po’ di spina dorsale anziché
nasconderti
dietro papà. Potresti chissà…trovare
sulla terra
l’umano adatto a conferire un po’ di spessore alla
tua
assolutamente nulla personalità!»…ma
«Ahh!!»…poco dopo suo padre la
colpì con
uno schiaffo «Se è questo che
vuoi…» mentre
Diamon tendeva la mano
«Papà!»…«FA
PURE!!...VATTENE SULLA TERRA AD ATTUARE IL TUO FOLLE PIANO!»
colpendo a terra con il suo scettro «Va a sfidare
Guardianmon,
augurandoti che sia clemente con te!! Perché io non lo sarei
di
certo: e con queste parole…hai decretato il tuo destino!
Ormai
non c’è più posto per te in
carrozza!!»…
…odio
nello sguardo di Cindermon «Papà!!...per favore,
calmati!!» lo supplicava Diamon, ma «Ormai sono
irremovibile. Fa pure!!...una figlia in meno. Del resto l’ho
già persa da tempo.» Cindermon si teneva la
guancia
colpita…e scandiva colma di risentimento «Che ti
aspettavi…? Che forse mi sarei gettata ai tuoi piedi
supplicandoti di portarmi con te…? Credi che il mio sia solo
un
gioco…? Se è così ti
sbagli…GRANDE
CYCLEMON…visto che ormai hai detto tu stesso che non sei
più mio padre!»…«Ora basta,
fatela
finita!!» si intromise però la sorella, e venne
avanti
quando già Cyclemon faceva mancare il suo sguardo:
stringendo la
mano ai lembi del suo manto perché meglio la proteggesse, la
supplicò «Cindermon, non fare la sciocca e chiedi
perdono…!! Resta con noi, dimentica questa pazzia!! Non ne
caverai niente!!» ma l’altra dosava parole
brucianti «Quelli per cui non resterà
niente…SARETE
VOI…»…come fulmini i suoi occhi, mentre
il vento
incalzava «E vi illudete se sperate che dividerò
il
potere che sto per ottenere. Non si torna più
indietro…vale anche per te, papà.» ma
Cyclemon
montava in carrozza senza guardarla «Ai confini del
settore!!!» ordinava, e a seguire «Diamon, vieni.
Lasciala, che segua il suo
destino.»…«Ma!!»
costei non voleva, ma sua sorella «Vai assieme a
papà…COCCHETTA DI
CASA…»…
…il
congedo di Diamon fu lento e sofferto…con occhi umidi e
tristi
chiuse il portello, lasciando a piedi sua sorella che li seguiva con
gli occhi «STUPIDI…credono che fallirò
ma non
hanno idea di quello di cui sono capace. Io riporterò
Digiworld
agli antichi splendori…» mentre quei cavalli
digitali
oscuri e maestosi nitrivano e scalpitavano «E finalmente
tutti
mi conosceranno per quanto valgo. Conosceranno Cindermon!!!»
Diamon ebbe un moto di pianto, quando la carrozza spiccò il
volo
nel cielo, lasciando una scia argentata…
…al suo
interno «Perché l’hai fatto,
papà?!...
…lei…sfoggia coraggio ma è
fragile…! Se
mette in atto il suo piano si comprometterà! Potrebbe farsi
del
male, e da sola sarebbe un bersaglio facile!!»…
…il
vecchio Cyclemon si teneva stretto al suo scettro e stretti teneva i
suoi occhi…per poi riaprirli rivolti al cielo che gli
scorreva
anche ai lati, dai finestrini della carrozza…
…i suoi
occhi ora sembravano più grandi…più
sensibili…più commossi «Sbagli,
figliola…è il
contrario.»…«…come…?»
Diamon
si sfiorò le labbra, incredula per quanto udito
«Ora che
tua sorella è sola…»
…mentre
costei «Uhmf!» voltava con sfrontatezza le spalle e
se ne
andava…
«Ora che
siamo separati, e circolerà per Digiworld la voce circa
l’infrangersi del nostro nucleo familiare…per il
nemico vi
sarà confusione. E fra gli esseri umani vi è
gente buona
al punto da poter accogliere…e proteggere Cindermon,
più
di quanto potremmo fare sia io che te.»...
…tra le
dita della ragazza-Digimon dal rosso ciuffo, una fotografia, e un
obiettivo «Takato…Takato
Matsuki…»…
«Ma allora
papà…!»…«Sì,
figliola…
…per quanto
possa sembrare differente…io l’ho fatto per
lei.»
ed ora, illuminati dalle azzurre rifrazioni del globo terrestre, erano
ben visibili le lacrime negli occhi dell’anziano Digimon
«Per quanto io stia già soffrendo la sua
mancanza…è bene che abbia fatto in modo che
almeno
apparentemente la nostra famiglia sembri divisa, in rotta!...
…così…nessuno potrà
accostarsi a lei con
crudeli intenzioni.» stringendo la sfera luminosa sulla
sommità del suo scettro «Ipotizzando che io,
fiducioso,
le abbia concesso l’eredità dell’energia
di
Digiworld.» e Diamon scuoteva il capo in silenzio…
…affacciandosi
poi al finestrino, e fronteggiando il vento che le soffiava negli occhi
pur di scorgere, nello sconfinato scenario tra natura e
civiltà,
decorato da sfere di luce lilla di polvere digitale, un ultimo scorcio
di sua sorella «Cindermon…»...
…mentre suo padre si faceva forza…
…e seppur
Cindermon stesse borbottando, nel suo passo spedito, indispettito e
tamburellante «Gente arretrata, gretta, mentecatti che non
sono
altro…! Gliela faccio vedere io
adesso!»…
…enunciava «Uniti…seppur lontani,
proteggeremo la luce che sorregge
i due mondi. Il male, e l’oscurità neanche
stavolta
prevarranno.» e così, la carrozza
sfrecciò nel
cielo come una stella cadente, scuotendo la polvere digitale dietro il
suo cammino…
«Guardate, bambini! Q-Quella è una stella cadente!
Oppure
è la carrozza di Cyclemon e delle principesse sue figlie che
solca il cielo! Immaginate che sogno deve essere poter vivere al loro
palazzo e cavalcare quel bolide ogni volta che si vuole!»
indicava entusiasta quel piccolo ma volenteroso Digimon dalle lunghe
orecchie, Terriermon, illuminato dal fuoco di un falò
attorno al
quale era radunata una moltitudine di piccoli Digimon di varie razze,
ma uniti dall’incanto di quel pensiero…
Era scesa la
notte in quel quieto nido di poche case e ancora parecchie impalcature,
che un’insegna in legno scricchiolante nel vento definiva
come
“Vertice
digitale – Area costruzioni”.
Alcune creature meccaniche uguali in tutto e per tutto alle ruspe, ma i
cui finestrini a ben guardare erano occhi socchiusi da serrande,
sonnecchiavano russando un po’ con la loro
scavatrice…uno
di questi sottolineando «Che sonno, amico…un'altra
giornata così e rinnegherò di essere un
Ruspimon.»
(parole sempre provenienti dall’oscillare della loro
scavatrice)…
…carezzato da un raggio azzurrastro del globo che prima di
lui
oltrepassava la finestra e sfiorava la chitarra elettrica, Guilmon si
era addormentato, e nel suo sonno si leccava ancora i baffi
«Uhmf!...che buoni gli hamburger di
Beelzemon…»...
…Beelzemon che lo osservava sulla soglia della porta,
sembrava
un guardiano intento a proteggerlo. Quando udì bussare, e si
diresse ad aprire con il suo passo sciolto, elegante come il suo fisico
magro e slanciato: colei che si trovò di fronte, creatura
anch’essa digitale, altrettanto non aveva da invidiare classe
e
mistero «Oh! Renamon, sei tu.»…
…«Ciao.» pronunciò con una
voce profonda,
che ricorda i toni più intimi degli esseri umani, seppur non
stonasse anzi impreziosisse il suo aspetto animale: quello di una
volpe, a cui donano i riflessi della notte, e dal pelo dalle sfumature
dorate «C-Ciao…» sembrava quasi
vacillare,
Beelzemon, dinanzi agli occhi sottili di quella femminile e sinuosa
Digimon, che non si staccavano per un attimo dai suoi
«E-E’ successo qualcosa, per
caso…?» chiese
lui, e Renamon rispose «No, niente…
…sono
semplicemente passata, volevo sapere come sta Guilmon. Durante tutta
questa giornata l’ho visto triste…ed è
capitato di
parlare di nuovo dei
ragazzi.»…«Ah…certo.»…«Sai,
Beelzemon: il tempo non cancella certe cose, anche quando ne
è
trascorso tanto. Ed il dovere dei buoni amici…resta quello
di
sostenersi a vicenda. Per sempre. E tanto più quando scritte
nel
proprio passato vi sono vicende tanto significative, che niente
può cancellarle.»…«Ma certo,
sono
perfettamente d’accordo con te. Guilmon ha parlato anche con
me.
Ora però si è
addormentato.»…«Ah…capisco.
Bene,
allora…non c’è bisogno di me. Tolgo il
disturbo.»…«Oh, ma…! Ci
mancherebbe, cosa
stai dicendo Renamon? Tu…non disturbi mai: s-se vuoi
accomodati
in casa, prego!» ci tenne Beelzemon a farle cenno, ma lei
«Oh no scusami, devo andare. Mi
aspettano.»…«Ah…va bene!...
…come
stanno i tuoi figli?»…«Bene, grazie.
Akirmon
è con gli altri bambini al falò, assieme a
Terriermon.
Nymon è rimasto a casa, ha ancora un po’ di
raffreddore.»…«Ma non ha più
febbre?!»…«No, e a proposito grazie
ancora per
averci prestato la borsa del ghiaccio, l’altra volta.
Reperire
cose utili in questo villaggio non è molto facile. Anche mio
marito ti ringrazia.»…«Ci mancherebbe,
salutami
tanto Imagomon! Io…beh, porto sempre con me la borsa del
ghiaccio, sai…è facile farsi male andando in
moto.»…«Uhm…certo.»
disse lei con
profonda dolcezza, la stessa con la quale sorrise, e terminò
«Beh…buonanotte.»…«Oh-h…buonanotte,
Renamon.»…e socchiuse appena la porta, ma non del
tutto…
…lei spiccò un salto rapido, fenomenale e
fulmineo…
…Beelzemon decise infine di uscire…per vivere un
po’ d’aria della sera, e scrutare
quell’amica-volpe
che balzava agilmente di rocca in roccia…fino a raggiungere
quella che doveva essere la sua casa, sulla cima di un promontorio,
accanto ad un faro dalla luce cullante…sembrava
più
ampia, sontuosa rispetto alle umili case del villaggio…
Intanto passi a
tamburo sempre più decisi attraversavano un corridoio
dall’apparenza molto antica, e dalle gelide pareti di pietra
a
stento riscaldate dalle lanterne “Bene, ci siamo.”
pensava
Cindermon “Alla fine di questo corridoio, il Digivarco che
può condurmi sulla terra. Resta solo da superare
Guardianmon: ma
in qualche modo ci riuscirò. Quel tipo nasconde dei segreti.
Altrimenti non avrebbe difeso strenuamente il varco per tutti questi
anni…non ha permesso a nessuno, terrestre o creatura
digitale
che fosse, di avvicinarsi. Ed è rimasto nascosto qui, solo
in
pochi sanno della sua presenza.” …ed infatti, fra
lei e la
destinazione ben presto si interposero una serie di barriere digitali
dalle sfumature colorate: ma i salti della giovane Digimon erano
più agili e decisi, e riuscì di balzo in balzo a
giungere
prima del loro chiudersi “Queste barriere fanno parte del suo
corpo: per un terrestre sono una sfida persa. Ed anche un Digimon
mediocre ha ben poche possibilità. Io però sono
in grado
di raggiungere chi riesce a controllarle!”, e saltava,
saltava…
…fino a
che «Oh?!» le ultime lastre,
dall’apparenza
trasparente ma in verità assai massicce, non mostrarono un
movimento più stentato, incrampato, fino a fermarsi prima di
esser chiuse «Che sta succedendo? La barriera si è
bloccata…forse mi ha visto, e questa è una sua
trappola,
debbo tenere gli occhi ben aperti.» Cindermon si fece
così più vicina, sgattaiolando fra le
fessure…
…ed
accovacciandosi dietro di esse «Oh?!»
notò
qualcosa…
…un’accecante luce iridescente proveniva da
un’enorme cancello spalancato…
…e controluce, si delineavano delle sagome…
…una era
alta, elegante, e brandiva una spada «Quello è
Guardianmon! Ma…?!»…
…accanto
a lui una figura più piccola, sembrava la linea di un
ragazzino…annuiva rivolto all’altro…
…«E quello chi
è…?» cercava di
sporsi Cindermon per osservare meglio, nonostante sapesse che ogni
passo falso avrebbe avuto il suo prezzo. C’era una terza
sagoma,
chiaramente inumana. A quattro zampe, ma elegante nel suo incedere
lento e regale «Che cosa vogliono fare?! Sembra
quasi…ah,
non credo ai miei occhi, ma li sta facendo passare?!»...
…la
figura alta pose così la mano sulla spalla di quella
più
piccola, e questi vi pose sopra la sua, in un gesto che sembrava aver
intenzioni di confortare: dopodiché assieme alla creatura a
quattro zampe e dalla coda ondulata avanzò addentrandosi
nella
luce iridescente
«Ah-hhh…!!!...attraversano…il
Digivarco…» era senza fiato e parole
Cindermon…
…fino a
che un bagliore accecante non li inghiottì…fu
allora che
l’alto guardiano si pose davanti all’enorme
cancello,
alzando la sua spada nell’intento che pareva rivelarsi quello
di
chiudere le porte…
…ma gli
occhi di Cindermon si assottigliavano, e poi un determinato sussurro
«O adesso…o mai più.» e si
rivelò,
applaudendo compiaciuta «Tana per Guardianmon!!!
Ahahah!!!»…
...«Ahh!!!» il Digimon con la spada
sussultò, non
credendo d’esser stato visto…
Il falò
del villaggio sfrigolava dolce, offrendo alla notte una luce calda
«Attenti bambini! Se vi avvicinate troppo al fuoco potreste
scottarvi! A me una volta è successo, uhmuhmuhm! Ero assieme
al
mio amico Henry, e suo padre aveva appena acceso una sigaretta
quando…» …raccontava Terriermon a quel
gruppo di
bambini attorno al fuoco…
…fuoco il
cui bagliore si rifletteva negli occhi di Beelzemon, che assorto
attendeva, appoggiato alla porta della sua piccola casa. Il suo
sguardo, rivolto al globo azzurrastro talvolta carezzato dai fuggevoli
bagliori di Digiworld, era profondo, sembrava intriso di sentimenti.
Come quel sorriso incerto, dolce, accennato che si intravedeva oltre le
sue labbra «Specie di luna, che ci hai visto
crescere…» pronunciò
«…che ci hai
visto cambiare. Voglio confidarti il mio segreto: io ti
guardo…e
sogno di essere chi non sono. E di trovarmi là dove non
posso
andare.» chiudendo gli occhi, respirando profondamente...
…lasciando entrare la quiete di quel villaggio in cui in
molti
erano andati a dormire…quiete cullata dal crepitio del
falò, dall’eco dei bambini, e dai racconti
incessanti ed
entusiasti di Terriermon che con loro sembrava saperci assai
fare…
…quando
dalla casa sul promontorio, una bella Digimon che assomigliava ad una
volpe scostava la tenda, ed il suo sguardo, fra tutto lo scenario da
contemplare, sembrava scegliere proprio quella sagoma alta, nera,
appoggiata alla porta di casa con la scioltezza che di solito distingue
gli uomini. Era arduo leggere quale pensiero si celasse dietro gli
occhi sottili, impenetrabili di Renamon…
…«Specie di luna, non l’avrei mai
creduto, ma
rimpiango i tetti delle tue città. Quelli sui quali un tempo
saltavo. Allora potevo farlo…uh, e un po’
scioccamente
disprezzavo quello e molti altri privilegi che la vita mi
concedeva.» ripercorse Beelzemon, perdendosi nel ricordo di
quello stesso Digimon piccolo, di color bianco e viola e dalle lunghe
orecchie, che saltava sui tetti di una città umana, e ben
più assomigliava ad un folletto dispettoso e sempre
imbronciato «Non solo il mio amico Guilmon, anch’io
mi accorgo di
provare nostalgia. Mi manchi tu…» disse rivolto al
globo «Ho tanto vagato per poi scoprire di appartenere
più a te
che a tutti gli altri…non lo capivo allora, e questo mondo
mi ha
accolto anche se non l’ho meritato. Sono molti i miei crimini
passati…» e fra le sue agili dita artigliate,
comparve
una fotografia…quello stesso esserino viola e fiero, seppur
piccolo, che ora lui guardava con occhi profondi «Tanti
quanti
gli anni trascorsi da allora. Mi è stato offerto un futuro
non
guadagnato. Eppure io confido solo a te che vorrei poter tornare
indietro, vivere un’altra vita, essere qualcun altro. Vivere
in
te…specie di luna. Tra le tue splendide
città!»
confessò a cuore aperto…
…mentre Renamon contemplava dalla finestra…
…«Per
poterti apprezzare questa volta! Per poter essere diverso, e
ricompensarti con tutto ciò che ho dentro.
Per…l’immenso di cui mi faresti dono.
Io…n-non dire
a nessuno che non sento di appartenere al mondo che mi ha generato e
poi mi ha riaccolto. Al mondo che mi ha perdonato. Io sono tuo! Tuo per
sempre…e quando nessuno mi sente, io sogno strade in cui
sfrecciare. Giornate frenetiche nel caos cittadino! Luci…e
sogni
dappertutto! Perché quando si ha qualcosa non la si riesce
ad
apprezzare nel modo giusto…? Perché devi
rimpiangerla
quando ormai è passata e l’hai sprecata?!
Io…sono
un Digimon ma mi sento come quelle tante vite che ti attraversano. In
fondo cosa ho di diverso? Io…sogno di tornare a casa con
l’ascensore, la sera. Al termine di una lunga giornata
trascorsa
a riordinare i testi…e ad allestire gli strumenti. E a casa
c’è qualcuno che ti ha aspettato tutto il
giorno…e
che ti accoglie con un sorriso. Ti dice
“bentornato”…» stringendosi a
sé…come se avesse freddo…
…Renamon
stringeva a poco a poco la tenda a cui era aggrappata…quando
qualcuno, una sagoma che aveva qualcosa di simile a lei seppur dal pelo
scuro, le disse pacato «Sono tornato.» e lei
lasciò la tenda di colpo, in un sussulto
interiore…
...Beelzemon
scuoteva il capo «Ma non è giusto che io sogni
questo.
Bisogna meritare ciò che si desidera! Io…sono
diverso da
questi Digimon.» ed il suo sguardo si alzò verso
Terriermon che giocava con i bambini…
…Renamon,
la cui sagoma di spalle si distingueva alla finestra…
…e poi
guardò verso l’interno della sua casa, in
c’era
Guilmon a riposare «Bisogna saper capire quando è
troppo
tardi per tornare indietro. Loro hanno lottato mossi
dall’onestà…e mi hanno offerto un nuovo
inizio. Ora
è il mio turno di impegnarmi affinché possano
avere un
po’ di felicità. Senza chiedere niente.
Io…»
e di nuovo guardò il globo…ed accennò
un sorriso «…mi limiterò da adesso
soltanto a immaginare,
senza accampare pretese, quel giorno del mio ritorno che forse non
sarà mai. E quella…d-dolce emozione nel
rivederti…come quando tornai già una
volta…» e ricordò: un bambino e una
bambina felici
di rivedere quel diavoletto viola…
…ma anche
la stessa bambina che gli rivolgeva un bacino quando lui teneva in mano
una pistola giocattolo: lui arrossiva fino quasi a esplodere, ed
esplodeva in un boom di proteste…
…di cui
gli anni sembravano aver lasciato un cuore profondo, delicato, forse su
molte cose rassegnato «Chissà come sei diventata
bella…piccola mia, quanto ti ho immaginato. Come vorrei che
mi
portassero da te. Come vorrei
che…che…»…stringendosi di
nuovo in quel
brivido «…che fossi
stupita…e…
…abbagliata nel vedere come sono ora. Oh-h, non farci caso
bambina mia, vivi la tua vita. Il mio sarà solo un sussurro.
Nei
tuoi sogni. Un’eco del mondo digitale…che soffia
per
cullarti col passato. Dormi bene…»…
…mentre
Renamon sembrava scossa, interdetta «Oh-h, devi scusarmi
Imagomon, caro. Mi ero persa…nel contemplare la notte, non
ho
fatto caso al tuo arrivo, ma ora sono da t-»…ma
lui…
…una
volpe scura, ornata di metallo e oro, le sfiorò il braccio
«No. Stai. E’ una notte bella. Bella come te. E
nostra
figlia è fuori…e sarà più
al sicuro se
avrà come un angelo la sua mamma a vegliare su di lei. Penso
io
a mettere a letto Nymon, tu non
preoccuparti.»…«Ma…»…le
obiezioni di Renamon, furono lentamente cancellate da un bacio gentile
«Distenditi alla finestra. Ne hai
bisogno.»…«Sei molto buono. Sei sempre
così
gentile con me,
Imagomon…grazie.»…«Non sono
gentile. Tu per me sei la cosa più
importante…»
parlava con voce intensa e sfaccettata quella creatura elegante e
suggestiva, quasi una proiezione speculare di lei…
…lei che
tornò a guardare alla
finestra…«Ahh!»
restando colpita da un gesto…
…Beelzemon aveva indossato un copricollo di pelo, che ben si
adattava alla sua sagoma mescolante modernità e fascino
«Fa un po’ freddo questa sera. E questo
è…l’ideale per stare a proprio agio.
E’ stato
un regalo di Renamon, per il mio compleanno.
Renamon…» e
si volse verso quella finestra ancora accesa, lei si sarebbe ritirata
ma lui fece prima ad alzare la mano per salutarla…
…così che lei non poté che alzare la
sua…che però tremava…
…Beelzemon sorrise «Tu non ti sei limitata a fare
questo
per me.» alludendo a quel regalo «Tu mi sei stata
accanto, mi hai aiutato a ricominciare. Sei stata…la mia
amica,
la mia confidente. Colei che ha sopportato le mie sfuriate, e mi ha
sempre perdonato. La mia sorella maggiore. Io…
…non
riuscirò avendo una vita intera a disposizione, a sdebitarmi
per
ciò che tu hai rappresentato per me. E poiché ha
significato tanto, ora non voglio lasciare che i sogni mi portino via.
La mia vita…è questa. Ed io farò ogni
cosa,
piccola o grande. Per aiutarti ad essere felice. Poiché so
che
anche tu, come tutti loro…hai lasciato un pezzo del tuo
cuore in
quel mondo, assieme al quale, nel bene o nel male, tutti
giriamo.»…
…Lopmon
intanto si accostava a Terriermon «Comincia ad essere tardi,
e a
fare un po’ freddo. Forse è meglio che riportiamo
i
bambini a casa, cosa ne dici?»…«Certo,
solo un
attimo! Insomma, vi dicevo, quando io ed
Henry…»…ed un piccolo Digimon gli disse
«Ancora Henry!! Terriermon, parli solo di lui!» e
il
piccolo e frizzante Digimon si mise le mani sui fianchi col sorriso
«Si capisce! E’ il mio migliore
amico!»…«Ma sono tanti anni che non lo
vedi!!» esclamò un'altra piccola creatura, senza
però stupire affatto il Digimon «E questo che vuol
dire?!
Quando si è amici…il tempo, e le distanze non
contano! Io
non ho mai smesso di pensare ad Henry! E lui sono sicuro che ha fatto
lo stesso con me. Abbiamo avuto un sacco di problemi con i nostri mondi
che si sono allontanati, ma vi dico una cosa…quando ci si
vuole
realmente bene e si è uniti, prima o poi ci si ritrova!
Credeteci sempre, è una garanzia!»…
…e i
piccoli sembravano contenti, con le sue parole sembrava regalar loro
allegria e speranza. Anche Lopmon accennava un sorriso
«Sentendoti così fiducioso, Terriermon,
anch’io in
cuor mio ho coltivato la speranza di rivedere
Suzie.»…«E fai bene, nessuno
piegherà mai
la mia speranza!» promise Terriermon…
…ma
poi quando Lopmon era impegnata con i bambini e loro con lei, si volse
senza esser visto da nessuno e rivolse al globo uno sguardo
inaspettatamente appenato «Henry…io ci sto
provando, e
sono dieci anni che do fondo a tutte le mie speranze. Però
mi
manchi da morire, e non c’è alcun segnale di
cambiamento
circa il Digivarco…non so per quanto ancora
riuscirò a
resistere…»...
Non immaginava
che proprio là dove scintillavano le luci iridescenti del
Digivarco, un Digimon esile dall’armatura ornata di
iridescenze
stringeva con rabbia e sconcerto l’impugnatura di una spada
che
qualcosa, o qualcuno sembrava impedirgli di usare
«Mi…!!...rifiuto di credere a quanto ho appena
ascoltato…!!»…«E invece
faresti bene a
focalizzare a dovere, GUARDIANMON…! Uhm?!» lo
apostrofava
con ironia e superiorità quella ragazza digitale dal ciuffo
scarlatto «Oh ma insomma mi meraviglio di te così
serio e
rigoroso da avere imposto il regime marziale in questi anni!
FREGANDOTENE per giunta della nostalgia che gorgoglia da un lato e
dall’altro di questo cancello oh ma insomma beccarti a fare
una
cosa del genere nooo, se mi scappa adesso con
qualcuno!»…«SEI PAZZA?!...non devi dire
a nessuno
quello che hai visto!!!» gridava supplicando quella creatura
dal
volto coperto da una maschera, anch’essa decorata da volteggi
colorati, gli stessi delle scintille del varco, e delle barriere
«Ma mettiti nei miei panni qui ci annoiamo a morte e questa
è la forza dello scoop! ATTENZIONEEE! ATTENZIONEEE!
GUARDIANMON
STRIZZA L’OCCHIO AI
CLANDESTINIII!!!»…«ORA
BASTA!!!»…«TIENI…!!!...giù
quella
spada bel capellone, sai? Forse faresti
meglio…»…«Grrr…!»
ringhiò quel Digimon dai lunghi, lisci capelli castani
legati, e
si scostò infastidito quando lei cercò di
carezzargli il
viso «Mi vengono in mente le leggende più epiche
su quei
due. Non sarà che ti sei fatto un’amichetta
dall’altro lato e quello era un tuo figlio
illegittimo?!»…«Non voglio ascoltare
sciocchezze…»…«Allora chi
sono?!» si
protendeva stuzzicante Cindermon «Ti ho detto circa mille
volte…CHE NON LO SO!» replicava Guardianmon,
visibilmente
agitato «Questa storia è scandalosa a dir poco, tu
vieni
a dirmi che ora dopo anni di piombo hai fatto passare un ragazzino con
un…CAGNACCIO o qualcosa di simile non lo so non
l’ho visto
tanto così! Per rompere la
routine!»…«Mi ha
detto di essere un Digimon Tamer! E che la terra è in
pericolo!»…«E dove viveva nelle
caverne?!
Perché non ci siamo accorti di avere un umano a Digiworld in
tutto questo tempo cosa assurda, da quando è stato fatto il
rewind con il D-Reaper!»…«Non lo
chiedere a
me.»…«Allora…PARETI
ASCOLTATEMI! HO UN
DUBBIO CHE MI TORMENTA C’E’ UN TIZIO CHE
E’ APPENA
PASSATO
CHE...!!!»…«SILENZIO!!!» la
afferrò lui per la spalla «Questa faccenda scotta
e per
nessun motivo al mondo, NESSUNO! Né Digimon, né
terrestre, deve sapere che ho concesso il passaggio del
Digivarco…
…le
conseguenze potrebbero essere
fatali.»…«Temi di
perdere
l’impiego?»…«NON…!!...si
tratta di una mia questione
personale.»…«Ma adesso
sì. Tra poco si tratterà proprio di quello. Senti
ora ho
fretta non ho tempo per mettermi a esaminare una ad una tutte le
stupidaggini che di certo monteresti, tu sei un bugiardo
incallito Guardianmon, hai mollato a tutti una versione diversa di sa
solo il Cielo se un giorno capiremo perché ti sei tanto
INCAPONITO con questa barriera! In ogni caso…pardon avrei
una
certa fretta! SAI…» specificò con un
sorriso
beffardo «…cosa devi fare se non vuoi che la tua
“distrazione” faccia il giro del
mondo!»…«Questo…questo
è soltanto un
ricatto!!» sbatté la spada a terra quel Digimon
dall’aspetto di un guerriero «N-No, veramente sono
misure
di sicurezza! Io, bello, occupo un posto di un certo rilievo a
Digiworld se permetti per cui non posso sinceramente dormire sonni
tranquilli pensando che chi presiede a una così importante
funzione è un individuo di alquanto dubbia
fedeltà: per
cui…ringraziami che non apro bocca, e ti chiedo solo di
farmi
passare! Devo svolgere…diciamo alcune indagini sulla terra,
tanto per cominciare scoprire se non ci hai riversato moglie, amante,
fratello del figlio illegittimo, non sai che hanno problemi di
sovrappopolazioneee?!»…«Sei…
…mi
mancano le parole per
definirti.»…«”Bellissima”
graaAAAzie,
smack! Ho sempre saputo di non dispiacerti! Ora…q-qualche
passo
indietro, eh provolone! Devo passare…e prova solo a
spiaccicarmi
nel cancello chiudendolo di colpo, sai quale contenuto avrebbe il mio
ultimo grido!»…
…teso,
come pervaso da una scarica interiore che gli offuscava la vista sul da
farsi, Guardianmon non poté che…compiere quei
sofferti,
ed esitanti passi indietro che Cindermon, alzandosi il cappuccio del
suo manto avorio, monitorava col suo sorrisetto impertinente
«UN
ALTRO…bene! Basta così, può bastare!
Ciao
ciaaao!»…«Aspetta!»…«Uhm!
Beccato! Ti sei mosso…!!» e gli faceva cenno con
mano di
stare indietro…
…oltre la
maschera variopinta si dilatavano occhi grandi e sconvolti…
…mentre
quei calzari rossi si addentravano orgogliosi nella luce iridescente
«Il Digivarco…!...
…si
spalanca per me…!!» si gustava in un sussurro
rapace, e
di nuovo sfoderò quella fotografia «Sto
arrivando…
…!!!...» disse a quel ragazzino dal sorriso
gentile, che
portava sulla testa un paio di spessi occhialoni…
Esistevano
ancora, quegli occhiali. Tra le tante cose cumulatesi negli anni,
là nella stanza di Takato, occupavano un posto alto sullo
scaffale, e seppur non circolassero più per la terra e per
Digiworld come allora, ancora rubavano alla luna e alla
città
qualche raggio che filtrava dalla finestra, nel buio che aveva permesso
al sonno di prendere il sopravvento sul ragazzo, nonostante la sua
espressione non fosse completamente distesa, e tendesse a rigirarsi. Ma
il sonno lo proteggeva dalla consapevolezza di quelle ombre che si
delinearono dal nulla: vicinissime, ed una delle due era a quattro
zampe e dalla coda ondulata…
Terriermon
intanto non aveva staccato gli occhi dal globo azzurro, quando
improvvisamente il vociare dei bambini si fece elevato e festante
– fra le loro esclamazioni, una soltanto spiccava in
indiscussa
superiorità numerica: “Beelzemon”
…infatti
il Digimon verdino dalle lunghe orecchie si volse «Ah,
Beelzemon, sei tu.» e l’altro alto e oscuro ma con
già tutti i piccoli attorno alzò la mano
«Ciao,
Terriermon. Che facevi, eri
pensieroso?»…«Io? No,
affatto! Piuttosto…credo mi fossi addormentato in
piedi!»…«Hai saputo niente di
ciò che
accade a palazzo?»…«Veramente no,
però
già circolano strane voci. Dicono che Cyclemon si sia
infuriato
con una delle sue figlie. E poi…credo di aver visto la loro
carrozza in
cielo.»…«C’è
un’aria strana questa sera…»
commentò
assorto Beelzemon, quando una piccola Digimon gli si rivolse
«Beelzemon, dov’è andata la carrozza
delle
principesse…?»…
…era una
piccola volpe dallo sguardo gentile, gli occhi grandi, ed il pelo
morbido e screziato fra il bianco e l’oro. Beelzemon si
accucciò accanto a lei e si limitò ad indicarle
il cielo «E’ andata sulla terra…? Ma
è così
lontana…nessuno può
raggiungerla!»…«Non così
tanto.»
però rispose lui da suoi più anni di esperienza,
e quando
lei gli chiese «Dici davvero?» lui tese le sue mani
artigliate ma piene di rispetto…
…e
sollevò nell’echeggiante stupore dei piccoli
Digimon
quella volpe bambina, portandola sulle sue spalle «Non
è
così piccola Akirmon, ed è proprio come vi dice
Terriermon: la terra sembra lontana, ma in realtà non lo
è. Se c’è qualcuno che ti aiuta ad
alzarti da
terra, e volare. Dimmi ora, non ti sembra forse più
vicina?»…«Sììì!!!...sei
così alto!!! Ed è così bello!!! La
terra…è vero, adesso sembra ad un passo da
qui!»…
…Renamon alla finestra sembrava emozionata e
commossa…
…e anche
Terriermon, e Lopmon parevano rivolgere un sorriso e un pensiero a loro
stessi e forse ai ricordi, mentre il fuoco ardeva, ma era luce
azzurrastra a specchiarsi negli occhi della piccola Akirmon, che disse
«…! Guarda! C’è la mia mamma
alla
finestra!»…«Ma certo!» fu
contento di
esprimere Beelzemon «La tua mamma è sempre
lì: ti
guarda dall’alto, e ti protegge.»…
…Renamon
era lontana per udire, ma era come se fosse stata lì e non
si
fosse persa una parola: tutto questo, però scatenava un moto
nel
suo cuore, e lasciava che le lacrime eruttassero prorompenti, mentre
con forza e dignità stringeva le sue unghie alla tenda,
dando le
spalle a soprammobili di una casa di classe…
…suo
marito le si accostò «Nymon si è
addormentato.
Ah!...qualcosa non va,
cara?»…«…no.»
rispose lei profonda nel tono «Solo mi commuovo nel guardare
nostra figlia: è lì…la
vedi?»…«Ti assomiglia
tanto…»…«Mi commuovo
soltanto…nel
pensare a…quanto vi amo, a quanto siete importanti per
me!!»…«…Akirmon…
…il suo
nome ha un’origine speciale.» ricordava quel
maschio di
volpe dai modi pieni di rispetto, come un maestoso cavaliere del
buio…
…Renamon
asciugava i suoi occhi, e narrava «Sai, Imagomon…?
Quante
chiacchierate. Quanti frammenti di crescita, e di scelte. Quanti
istanti il tempo ci ha rubato…»...
…mentre
una ragazza a Tokyo camminava per strade ormai non più
frequentate, e poco accoglienti, quando già soffiava
l’aria di una notte di primavera ancora però poco
matura
perché una giacca così corta e attillata potesse
far
sentire protetti. Il suo trucco era stanco della serata, ma aveva
ancora il telefono cellulare all’orecchio, dal quale giungeva
una
voce appenata «Ma me lo potevi almeno dire prima, Rika, lo
devo
venire a scoprire così, con quel pallone gonfiato che me lo
dice
davanti ai clienti che sto in arretrato?!» Rika sospirava,
sembrava stanca «…tanto anche se te
l’avessi
detto…che avresti potuto fare, hai soldi per pagarlo?! No, e
questo io lo sapevo per cui le chiacchiere sono
inutili!»…«Altro che chiacchiere qui ci
vogliono
fatti ma perché l’hai pagata quella
rata?!» e
stringendo i denti «Ahhh…stavo per farlo,
maledizione!!!»…«Ma quella è
la prima cosa,
adesso chi ce li dà i soldi?! Per la bolletta,
perché poi
se chiudiamo il locale subentra il problema di quelli per sfamarci, tu
hai alla portata qualche uomo ricco?! Perché io no,
eh!»…«…Himi…
…qualcosa…troverò, ora ti prego
lasciami in pace,
io non so che dirti, mi scoppia la testa voglio solo dormire!!
Penserò domani a questa
storia!»…«Ma domani
è troppo tardi!!...Rika!!» ma non ce la fece:
chiuse il
cellulare…e lo ripose nella borsetta…
…fissando
avanti a sé non sapendo cosa, chi e dove
cercare…neanche
accorgendosi forse in un primo momento di quella sirena della polizia
la cui luce azzurra si rifletteva nel suo viso, e di quella gente che
correva e gridava, ma che sembrava passarle attraverso come lei fosse
un fantasma…
…«E’ qui signora!! Eccola,
l’abbiamo
ritrovata!!»...sembrava parlassero di una bambina…
…questa
gridò «MAMMA!!!» e questa fu la prima
parola a
destare l’attenzione di Rika, che si volse lentamente verso
il
nucleo di quella scena…
…un
abbraccio, una donna si catapultò sulla piccola
«AMORE
MIO, DIO…!!! COME SONO STATA PREOCCUPATA! Grazie al Cielo
stai
bene!! MA PERCHE’ SEI SCAPPATA, PERCHE’ MI HAI
FATTO
SPAVENTARE COSI’ TANTO!!...
…IO NON
HO ALTRI CHE TE, TU SEI TUTTA LA MIA VITA!!»…
…e mentre
le dicevano «Per fortuna è tutto a posto. Sua
figlia ha
girato un po’ per la città, le servirà
quando
sarà grande!»…Rika fissava quella madre
e quella
bambina vivendo commozione crescente…che disegnava sulle sue
labbra un sorriso di gentile, malinconico rimpianto…
…ignara
della voce di una volpe dorata che echeggiava altrove, e si chiedeva
anch’essa commossa «Chissà come
sta…è…così tanto che non la
vedo!
Probabilmente…si è sposata, ha dei figli anche
lei!
Era…così importante per me. Mi
capiva…»…«…di
sicuro non ti ha
dimenticata. E non lo farà. Mai.» erano parole
dello
sposo della creatura…
Quando mani
nell’ombra raccoglievano un paio di spessi
occhiali…
La coda di una
creatura ondeggiava riflessa sulla parete della stanza di un
ragazzo…
…ed il sonno di costui si faceva intricato, e
sofferto…
Le mani, sugli
occhiali erano andate mirate: e ora, sembravano sapere perfettamente
che cosa fare…
…indossarli…lasciando che a poco a poco
scorressero sul
capo…come chi li aveva portati un tempo…
…un
respiro lento e profondo animò il petto di quella sagoma di
media altezza, come un ragazzino…
…immobile…ora a contemplare un ragazzo
più grande,
e addormentato…
…se uno
avesse potuto esplorare i suoi sogni, vi avrebbe ritrovato lui stesso.
Era in uno strano luogo, un lungo terrazzo, fuori era notte. E Takato
scrutava qualcosa con occhi stanchi che si trovava in fondo, di fronte
a sé…
…fino a
tendere la mano «…!...voglio
parlarti…!!...
…avvicinati. E’…tanto che ti
cerco!»...
…qualcuno avanzava…
…Takato,
che vestiva come tutti i giorni anche nel sogno, sembrava aspettare
colui a cui si rivolgeva
«Vorrei…parlare…con
te…di Guilmon!» accennò, ondeggiato da
un palpito
sofferto «L’ho perso, non lo trovo
più…e
sono accadute…tante, troppe cose…!...»
pronunciava
reggendosi la testa e chiudendo gli occhi come se il vortice dei
ricordi e del passato gli sfuggisse, e fosse troppo arduo da ricordare
per lui stesso «Tu sei l’unico che può
aiutarmi! Tu
sai dove posso trovarlo…?!...
…tu…lo vedi?! Sei con lui?!...
…per favore, digli che lo aspetto!!...
…devi
dirgli che non l’ho dimenticato, che non è vero
che sono
cambiato! Ho…cambiato aspetto per un periodo ma ero sempre
io,
SONO sempre io!! Ti prego, avverti Guilmon! Digli di
tornare!!»
chiedeva con tutta la forza e il desiderio nel suo cuore…
«Takato…» pronunciava Guilmon in un
sonno che
forse turbava anche lui…
«Capisci
le mie parole…?» Takato nel suo sogno sembrava
sempre
più stanco, barcollava e temeva. Scrutava con diffidenza chi
aveva di fronte…
…un
paio di occhialoni risplendevano di luce fuggevole sul capo di
costui…
…ma
all’improvviso, qualcosa simile a del fumo nero e denso
cominciava a insinuarsi nello scenario spargendosi rapidamente
«Cosa sono queste
tenebre…?...aspetta!!!» Takato
tese la mano avanti a sé «Devo dirti ancora
qualcosa!!!»…
…le
tenebre divoravano tutto, anche parte della sagoma con gli occhiali
dinanzi a lui seppur lontana poiché il terrazzo era lungo,
ma
Takato cercò di colmare la distanza correndogli
incontro…il terreno si disgregava sotto i suoi
piedi…
…le
tenebre erano prossime ad inghiottire il suo interlocutore quando
Takato gli afferrò la mano «Ti prego aspetta, non
andartene!! Tu sei…?» così
poté guardarlo
in viso ma…
…quella visione gli risvegliò un brivido che lo
fece
svegliare: il viso del ragazzino era il suo stesso, di quando aveva
quell’età e portava gli occhiali. I secondi
successivi
sembrarono sospesi in un ambiguo limbo, poiché come sempre
accade al risveglio attorno a lui c’era la sua stanza, il
terrazzo era svanito…
…ma
la sua mano teneva ancora stretta la mano di colui che gli
assomigliava, e lo fissava con espressione indecifrabile, in piedi
davanti al suo letto, con gli occhiali alzati sul capo…
…Takato dilatò i suoi occhi…ma quando
si protese
l’altro ritirò la mano «AHH!!»
e fu ancor
più forte il brivido poiché quello sfregarsi
parve una
sensazione concreta, tutt’altro che un sogno. Eppure un
secondo
dopo non c’era più, e lui era solo.
Il respiro
del ragazzo si fece affannoso e intermittente, il suo sguardo
disorientato, impaurito: accese la luce. Si guardò attorno
smarrito poi balzò dal letto. E si portò la mano
alla
bocca quando si accorse che gli occhiali non erano al loro posto,
così cercò fra le sue cose, tirò fuori
questo e
quello, incurante di fare rumore e di gettare roba a terra
«Dove
sono…?...!» chiese col brivido nella voce ma
più
scavava fra mille cose inutili più il mistero si
infittiva...fino a che la ricerca terminò nel suo gettare a
terra, a metà fra rabbia e paura, una scatola piena di
foglietti, penne, matite…
…accorgendosi che non poteva fare niente, portandosi le mani
al
capo «Non ci sono: n-non sono al loro posto…l-l-li
ho
spostati, non ricordo…!!» spremendosi la testa, e
gli
occhi «Mia madre…!!...l-lei riordinando la stanza
può averli…messi da qualche altra
parte!!...n-noo…!!»…
…gli
istanti seguenti furono tutt’altro che semplici. E dormire si
prospettava un’impresa lontana. Takato si fissava nello
specchio.
Sfiorava il suo viso con mano tremante, e con l’altra mano
pronto
sull’interruttore della luce: trovò il coraggio di
spegnerla, ma dovette riaccenderla subito poiché la sua soma
immagine riflessa nel buio lo fece rabbrividire. L’affanno
non si
era ancora placato…
…e ancora
qualche minuto più tardi, finiva di sistemarsi la felpa che
aveva indossato, sussurrando «Non posso…
…devo
uscire. Non ho idea di dove andrò. Ma non posso in ogni caso
restare qui. Ho bisogno d’aria. Altrimenti rischio di
impazzire…» così ebbe fretta di aprire
la porta
della sua stanza e richiuderla senza però voltarsi
perché
il suo interno lo intimoriva. Di nuovo quelle scale, in
discesa...c’era quiete e silenzio al negozio, lungo il quale
gli
occhi del ragazzo cercavano ancora sagome incerte. Ma tutto sembrava a
posto, sicché varcò la soglia…
…eppure,
poco dopo, il vetro del bancone rifletté la sagoma di
qualcuno
con gli occhialoni, affiancato da una creatura a quattro zampe.
Nel
cuore della notte soffiava un’aria ancora rigida seppur gli
alberi nei parchi già fossero adornati dai fiori. E ce
n’era uno a Tokyo, un luogo semplice, nel quale
però forse
ancora col giorno qualche bambino si divertiva. In questo parco
c’era uno scivolo, dall’aspetto divertente seppur
forse un
po’ vecchio che forse avrebbe dovuto ricordare una creatura
squamata e dalla lunga coda. I passi condussero Takato in quel parco, e
una volta lì, si fecero esitanti. Sotto quello scivolo si
poteva
stare, c’era un’apertura. E all’interno,
si muoveva
una presenza: Takato se ne accorse a poco a poco ed ebbe timore,
indietreggiò appena, pur non fuggendo. La presenza si
accorse di
lui e si mosse. Ma le nuvole che avevano coperto la luna e infittito le
tenebre si diradarono quanto bastava, per far sì che si
delineasse sul capo di quella figura non un paio di occhialoni,
bensì un cappellino trendy stile Micheal Jackson: Takato
sembrò però ugualmente colpito…
…ed anche
Kazu, che realizzò gradualmente, forse pensando lui per
primo,
in origine, di aver visto male o che si trattasse di un fantasma.
Però altri secondi spazzarono i dubbi come le nuvole, e
permisero ai due ragazzi a poco a poco di venire uno verso
l’altro…strappando un sorriso a Kazu
«…certo
che è davvero incredibile, Takato. Si fa di
tutto…quando
si è ragazzini, per crescere, non vedi l’ora di
essere
grande. Se potessi ti aggrapperesti a un treno in corsa. E poi, quando
lo sei cosa fai? Torni qui, in questo
luogo…»...«Kazu…»…«Anche
tu qui, eh…?» Kazu aveva un fare complice,
confidenziale.
Ed un muoversi spiccio reso però aggraziato dalle sue
intenzioni
e pensieri, come quando si volse per contemplare lo scivolo dal quale
era emerso «Da qui si può dire che sono iniziate
tante
cose. La nostra vita! La nostra crescita. Però questa
è
un’ora strana per tornarci. Strana…oh beh non per
me. Io
ormai…ci sono abituato. Non è la prima volta che
torno
qui. E tu, invece…?» e gli si fece più
vicino,
sembrava volerlo invitare a confidarsi «Ti è
venuta anche
a te un po’ di nostalgia di quando rischiavamo
l’osso del
collo per staltare giù di lì e fiondarci a
scuola?» Le emozioni di Takato erano in
subbuglio…ma
quelle parole lo colpirono «Tu vieni spesso qui?» e
Kazu
alzò le spalle con disimpegno accompagnato da un sorriso che
accetta molte cose «Delle volte mi sembra che mi aiuti a
tranquillizzarmi. E forse anche a te se sei venuto. Ahhh, evidentemente
ci dovevamo incontrare.» e gli mise un braccio attorno al
collo,
invitandolo a muoversi verso lo scivolo «Dimmi un
po’
Takato cosa ti è successo, raccontami. Hai litigato coi tuoi
genitori? Oppure…è l’amore? Quello che
non
va…» ma Takato, che a poco a poco cercava di
buttar fuori
il suo turbamento con sospiri profondi e sofferti, pronunciò
al
limite della commozione «Io…
…!!...non
ho idea neanche di cosa sia l’amore!!!...» e
sembrò
scandirlo tra rabbia e disorientamento. Eppure il suo amico non si
meravigliava «A volte uno se lo
dimentica.»…«Io non l’ho mai
scoperto!!...e
se sono qui…è perché…ho
fatto un brutto
sogno.» confessò con la voce che gli tremava, e
gli si
strozzava in gola, sembrava avere così bisogno di qualcuno
con
cui confidarsi, che sciogliesse quel gelo interiore. Ed erano arrivati
allo scivolo «Un brutto sogno, Takato…? Allora
guarda,
è proprio un segno.» disse Kazu dolcemente
«Tu hai
fatto un sogno e noi siamo qui. Tutto è iniziato in questo
modo,
dieci anni fa.»…«Ahh!!» Takato
non ci aveva
pensato…ma ricordo in quell’istante il suo sogno
di
fluttuare nel cielo ed assistere ad una battaglia fra i Digimon
«Allora io e Kenta non ti credemmo, e ti prendemmo un
po’
in giro. Ahah, va bene che lo facevamo sempre e per qualsiasi cosa:
dì un po’, ora, sinceramente, che non ci sente
nessuno, ma
come facevi a sopportarci?...!...eh?!» Riuscì con
quei
gesti amichevoli a strappargli un sorriso, e il buio interiore talvolta
si comincia a scacciare così «Se avessimo poi
saputo che
da quel tuo sogno sarebbe nata l’avventura della nostra
vita.» ma le nubi tornarono su quel volto «Quello
era un
sogno speciale…
…questo era orribile…
…!!...» in un sussurro tra i brividi. Ma neanche
questo
stupiva quel giovane che contemplava la vita celando molte
consapevolezze dietro la visiera di un cappello scuro «Per
forza.» disse, stupendo l’amico «Nei
sogni
riflettiamo quello che sentiamo. Ciò che stiamo vivendo. E
se
siamo infelici i sogni sono lo specchio della nostra
tristezza.»
così gli prese la mano «Ti va di raccontarmelo?
Stavolta…prometto che non ipotizzerò che tu abbia
bagnato
il letto.» e di nuovo una risata, seppur debole. Takato
tremava…
…ma a
poco a poco raccontò quell’esperienza onirica
«…capisci, io non l’ho solo visto! Ho
sentito la
sua mano, è scivolata dalla mia ed ero
sveglio!!»…silenzio sotto quel cappello
scuro…«Ricordo…era più
gelida del ghiaccio.
E quando mi sono risvegliato mi faceva impressione la mia stanza!
Dovevo uscire…» chinando il capo. Ma sulle sue
spalle si
poggiarono mani amiche «E’
normale.»…«Uhm?!»…«Certo.
Mi
hai detto che il bambino che hai visto ti
assomigliava.»…«Io…»…sembrava
adesso lui un bambino, nell’incertezza «Io credo
fossi
tu.»…«Come?!»…Kazu
sorrise con
affetto «E’ il rimpianto. E la nostalgia del
passato.
Viene a bussare alla tua porta. Ognuno di noi ha un fantasma come
quello che hai visto stanotte, che lo segue dovunque vada. Anche tu,
Takato. E capisco che ora sei spaventato, la prima volta fa
quest’effetto. Ma poi ci si fa
l’abitudine…coraggio.» e lo
abbracciò, come
per riscaldarlo «Hai solo desiderato di tornare indietro,
solo
per un istante.»…per poi cercare i suoi occhi
«Cos’è? E’ un momento
difficile…?»…«Io…non
so!»
scosse il capo Takato, che non smetteva di guardare basso «Un
momento, l’altro! Che differenza può fare. Sono
anni che
va avanti così. O forse…adesso e peggio, o magari
non
è cambiato niente! Non riesco a
capire!!»…Kazu lo
scrutava «In questi anni ti ho osservato da lontano. Lo sai,
tante cose ci hanno impedito di essere l’uno accanto
all’altro come accadeva ai tempi della scuola. Come
quando…c’erano i Digimon.» ma
l’altro lo
invitò con l’espressione a non dar retta a rimorsi
«Ahh, avevi le tue cose a cui
pensare.»…«Già…»…sospirando
«”Le mie cose”. Fosse servito!»
catturando
l’attenzione dell’amico «Mio
padre…beh, per
lui sono un peso e
nient’altro.»…«Come
può dirlo?! Tu non hai fatto altro che stargli
vicino!»…«Sì, ma sembra non
importargli…» parole rassegnate, mentre un raggio
di luna
regalava chiarore al suo viso già pallido, filtrando
dall’apertura dello scivolo «Delle volte mi
chiedo…se sono stato davvero un bambino cattivo al punto
tale da
meritarmi che ora che sono cresciuto neanche mio padre mi voglia bene.
E pensare che è l’unico che mi è
rimasto…»…e sembrava scalciare soffice
qualcosa di
indefinito a terra. Dopodiché, guardò verso
l’alto.
E seguì un’intuizione «Takato!...
…il…nascondiglio di
Guilmon.»…«…!!»…«E’
per quello, vero?!...
…ho visto
anch’io i segni dei
lavori.»…avvicinandosi, quando
lo sguardo era già calato «Tu dimmi solo se
è per
quello.»…il dolore si muoveva in quel ragazzo
interpellato…e il tono di Kazu si faceva più
basso «Ti
dispiace?»…«E’ da quel
giorno…
…ti
ricordi? Dal giorno in cui abbiamo perso i
Digimon…»…«E come
dimenticare…»…«E’
da allora che
io…non so come mai…non
so…perché per la
gente una cosa simile è ingiustificabile. Eravamo dei
bambini ed
anche se loro erano nostri amici appartenevano ad un altro mondo e non
avremmo mai potuto legarci a loro tanto da…avere delle
ripercussioni sul nostro
futuro.»…«Quello che dice
la gente, le loro opinioni non hanno
senso.»…«Eppure mi fanno
sentire…una
persona anormale, morbosa. Però io non posso mentire,
capisci?!...non posso fingere, io non sono
capace!»…«Mai lo sei
stato.»…«Io…!!...
…da
quando…si è aperto quel portale…e loro
ci sono
scivolati dalle braccia…
…io…non sono
più…riuscito…ad essere
felice.»…ed alzò i suoi occhi stanchi e
scossi «Ecco, finalmente l’ho detto. L’ho
ammesso. Ma
dentro di me l’ho già fatto da tempo. Kazu,
io!...ho detto
a Guilmon poco tempo dopo averlo conosciuto che era il mio migliore
amico ed avrei dato qualsiasi cosa per poter giocare assieme a lui per
tutta la vita! Il mondo…ha decretato che queste mie parole
dovessero essere per forza l’ingenuo desiderio di un bambino,
e
Guilmon il giocattolo di un tempo passato! Ma non è
così…»…scuotendo il capo
«Non lo
è mai stato. E quando lo dicevo so io cosa sentivo. Quando
ho
detto “per tutta la vita” io intendevo
dire…!!»…«Vieni.»…«Oh?»…«Fidati
di me. Muoviamoci di qui. Andiamo in un
posto.»…«Oh-h…»…«Quando
saremo arrivati potrai giudicare se ho capito.»
Così
Takato si fidò, e si lasciò condurre da
Kazu…
…ma due occhi scintillavano fra i cespugli a
circondarli…
…scintillio di soddisfazione e trionfo, mentre calzari rossi
pestavano l’erba «Bene, finalmente l’ho
trovato.
Ecco Takato Matsuki nel presente post-leggenda…!!»
stringendo quella foto, che si era in parte accartocciata ma che poi
lei volle ri-spianare per bene…
«Eccoci.» disse Kazu guardando in alto, oltre la
visiera.
Attorno a loro apparentemente ancora alberi, cespugli. Ma in
realtà quello spiazzo significava per Takato una grande
verità «E’ stato guardando in questa
stessa
direzione in cui guardo io…che vedesti sparire in cielo la
tua
felicità. Non è così, amico
mio?»…Takato non diceva nulla…
…nei suoi
ricordi, quello stesso luogo avvolto dalla luce intensa del sole e
quella iridescente del portale digitale…
…quella
sera, solo notte, stelle e nuvole «Ti
capisco.»…Kazu seguitava a manifestargli la sua
vicinanza «Non è facile, vero? La gente non ne
vuole proprio sapere
di capire per noi com’erano importanti. Siamo diventati tipo
eroi
imbalsamati…ma chi si è curato di cosa abbiamo
provato
davvero?»…«Kazu…da come parli
sembra
che…?...!...
…che
anche per te…!...da allora tutto sia
cambiato.»…«Perché, ti
meraviglia
tanto…?» e Takato abbassò lo sguardo,
come se
provasse un po’ di dispiacere nell’averlo
manifestato. Ma
l’amico sembrava appieno a suo agio «Non fa niente,
capita. Sono gli eventi della crescita che separano. E lasciano pensare
che le strade intraprese siano tanto diverse. Poi una notte ci si
accorge di avere come allora, molte più cose in comune di
quanto
si credeva. Esattamente come le carte. “Ce
l’ho…ce
l’ho…mi manca…”»
fissandolo negli
occhi, e per Takato era un’emozione dopo l’altra,
un tuffo
nel tempo «Io ho fatto lo stesso, sai?» di nuovo
Kazu gli
metteva le mani sulle spalle «Ho creduto a quanto si diceva
sul
tuo conto, mi dispiace Takato. La gente nel quartiere diceva che eri
aumentato di peso a causa di una delusione d’amore. E di
rapporti…non facili con la tua famiglia. Adesso
però…mi accorgo che forse
c’è qualcosa di
più dietro.»…«Uhmf, ma quale
delusione
d’amore!!!»…«Sì, lo
so, ma io
pensavo…”ecco, non si fida più di me.
Ormai ha
preso la sua strada. E si strugge per una ragazza di cui neanche sapevo
l’esistenza.”»…«Allora
è stato
per questo…che tutte le volte in cui ci siamo incontrati non
mi
hai mai detto di come realmente andavano le cose con tuo
padre!»…Kazu alzò un po’
timidamente le
spalle «…forse. Certo che
però…siamo una
bella coppia di sciocchi! Amici per la pelle nell’infanzia, e
poi
incrociarsi un giorno e anche l’altro per strada e non essere
capaci di dirci ciò che realmente ci
preoccupa!»…«Anch’io!
Io…sapevo di
tuo padre, mi giungeva la voce! Ed ero certo…che te ne
prendevi
cura con amore, come hai sempre fatto, come con
Guardromon!»…«…uhm,
Guardromon…»…sorrise il giovane sotto
il cappello «Però, altrettanto…avevo
paura che anche tu come
gli altri potessi pensare che ero uno stupido! Perché per
quanto
io abbia sofferto tu hai attraversato qualcosa di mille volte peggiore:
io al posto tuo non avrei avuto la forza, avrei…!!...ah, non
so
cosa avrei fatto.»…«E temevi di
annoiarmi con i
tuoi problemi? Ah…non mi piacciono le parti che mi affibi
puntualmente nelle
storie.»…«Uh?»…«Certo!...
…prima
prendi le redini del gruppo, col Digimon più spettacolare
della
storia, lasciando me a fare quasi il palo! Poi…
…perdi
fiducia in te stesso…e mi trasformi in chissà
quale eroe
inutile al punto da non potergli confidare i problemi. Takato, ma che
devo fare con te?! A questo punto…torno a fare il palo! Mi
piace
di
più!»…«Uhmuhmuhm!»…era
riuscito a farlo sorridere
«Kazu…»…«Io sono
come
te…»…sollevandogli la mano
«Siamo cresciuti
insieme, non ricordi?...e quando si è amici davvero, che mai
può fare il
tempo?»…«Sì, devi
scusarmi amico mio, hai ragione. Ho creduto che il tempo ti avesse
cambiato.» confessò Takato con una rinnovata, e
spontanea
espressione a cui seguì la confidenza «Sai, io ho
paura
del tempo. E’ come se mi avesse
tradito…»…«Tu,
Takato…? Ed io,
allora? Pensi di essere il solo alle prese coi fantasmi del passato, di
quel passato poi? Takato…hai avuto il tuo stesso viso di
fronte,
ma riesci a scorgere il mio? Ricordi di quello che sono, che sono
stato? Sono forse così cambiato? Tanto
da…dimenticare
certi suoni, luoghi? Certi ricordi? Io ero…quel ragazzino
che
amava sbracarsi sul divano con la merenda, a guardarsi la puntata del
giorno in tv! E adesso non ho più…quasi neanche i
soldi
per mangiare. Mio padre si è sperperato tutto con le
bottiglie,
ma io ero quello che si comprava una rivista al giorno, col mazzo di
carte in omaggio, per averle prima degli altri! Io ero
quello…che ti guardava con il tuo amico Guilmon…e
sognava
il Digimon tutto suo! La sua avventura. Ed ero anche quello che in un
certo senso l’ha avuta. Che ha visto brillare il
Digivice…ed ha creduto che la vita sarebbe stata tutta
così: un susseguirsi di sogni che si realizzano. Che mi
hanno
dato questi anni? Niente…! Nessun sogno
realizzato…» vibrava nella sincerità,
sotto gli
occhi sconcertati dell’amico «Neanche
più una
puntata d’aspettare, per vedere come va a finire. Non
più
una madre che ti ama…da far gridare, perché
invece vuoi
andare a Digiworld. Tra mille pericoli e lasciarla sola. E neanche
più un Digimon…»…mentre
delle lacrime
limpide, e dignitose nascevano nei suoi occhi «Per fare il
giovane eroe che ha perduto la mamma…
…!!...per
confessargli quanto ti manca! Più nessuno…!...che
ha
bisogno della tua buona volontà per crescere e evolversi,
perché per quanto mi impegni mio padre mi detesta!!
Tu…pensi di essere il solo allora a cui tutto è
andato in
pezzi in questo benedetto luogo e in quel maledetto
giorno?!»…così come lacrime insorgevano
in Takato «Pensi di essere il solo a cui una dannata
“ultima
puntata” ha sbattuto in faccia le porte dei sogni, del
futuro?! E
di essere il solo che rivorrebbe anche solo un giorno per poi morire,
un giorno soltanto rivivere come allora, risentire l’odore di
quegli autunni di scuola, la gente mandala al diavolo se ti dice che
questo è stupido perché i Digimon non lo erano e
per il
solo modo in cui ti amavano e ti cercavano, ben valevano il doppio di
quei panini che ti sei sbaffato!!» dopodiché una
stretta,
un abbraccio forte e sincero. Tra le lacrime, mentre Kazu chiedeva
«Hai controllato che non ci fossi anch’io assieme
al tuo
fantasma…?»…e Takato confessava
«Perdonami,
perdonami ti prego. Invece ho ragione, ho ragione a dire che non ho il
diritto. La vita non doveva essere così crudele con te! Sei
sempre stato un bravo ragazzo ed io…dovevo starti
più
vicino!!» ma Kazu si affrettò ad asciugarsi gli
occhi e a
sorridere «Non fa niente, e se è per questo
anch’io. Ma possiamo recuperare! Entrambi abbiamo pensato di
essere soli, invece…per noi è come allora e i
Digimon…» guardando verso l’alto
«…in
un modo o nell’altro seguitano ad unirci. Come quando ci
facevano
sfidare per stabilire chi era il migliore con le carte. Ti
ricordi?»…«…ma
certamente.»…
…mentre
col cappuccio a coprirle il capo Cindermon si protendeva tra i
cespugli, interessata…
…«Ahh, sarebbe bello che questo varco si aprisse
di nuovo
e ce li riportasse: se non altro per mostrar loro quanto siamo
cresciuti!» sognava Kazu «Ci ho
pensato…molte
volte.» rispose Takato, aggiungendo
«Chissà se
Guilmon mi riconoscerebbe: se gli piacerei come sono adesso! Io avevo
timore di lui quando cambiava aspetto alle sue prime Digievoluzioni,
ma…adesso accade il
contrario.»…«Lo farebbe
senz’altro, tu per lui non saresti cambiato. Per loro non
cambiamo mai, loro amavano…ciò che avevamo
dentro.
Così come in fondo viceversa: con le Digievoluzioni
crescevano e
cambiavano aspetto. Ma per noi erano sempre i nostri
amici.»…si sorrisero (mentre Cindermon si
compiaceva di
quelle parole), dopodiché Kazu prese le mani del suo amico
al
centro di quello spiazzo come in una speculare preghiera «Mi
chiedo, ma è possibile che non ci senta nessuno?
Perché
la vita…non ci riporta un soffio di quel tempo passato? Non
fa
suonare…un’ultima canzone come quelle di allora,
adesso
che anche la musica sembra così diversa. Perché
non ci fa
piovere un ultimo Digimon dal cielo? Così da poter
riprendere a
sognare…!...» pronunciato con un sorriso libero,
senza la
pretesa di essere considerato, soltanto per sognare. Solo per sperare
ciò che forse non si può avere ma a cui
è bello
pensare. Takato chiuse gli occhi, e ripeté anche lui come un
sogno stupendo «Un ultimo
Digimon…»…
…e dietro
i cespugli «Ah!...Ahh-hhh nooo, non credo alle mie orecchie,
questo è destino allo stato puro! Quel ragazzo aspetta me,
meee!
Allora non mi ero sbagliata: Takato non ha mai smesso di sognare i
Digimon, nonostante sia cresciuto! Ohhh com’è
tenerello
nella sua dolce purezza tutta purezza che io mi papperò come
una
cena gustosa, lo farò attaccare a me e lui mi
farà
digievolvere! Adesso vado da lui: sono sicuro che appena mi
vedrà griderà al miracolo mi si
getterà ai piedi,
mi porterà a casa sua e per non scontentarmi mi
porterà
tutto quello che gli ordinerò persino la colazione al letto!
Takatooo! Aspettam-»…
…«Un ultimo Digimon?!»…
…pronunciò una voce d’ambigua
provenienza…
…nel sussulto di «Ahh!» Cindermon
«Ahh!»…«Oh?!» Takato
e Kazu…
Nascosto fra i cespugli c’era qualcun altro: i cui occhialoni
splendettero di luce fuggevole «Ahh! Ma quelli
sono?!»
esclamò Takato raggelando…
...Kazu si fece prontamente vicino a lui «Lo conosci?!...
…uh?!» ma anche lui fu rapito da un qualcosa di
indecifrabile di quella figura piccola avvolta nell’ombra.
Così non disse nulla, ma forse, da quel poco che vedeva
dello
sconosciuto, e dall’espressione atterrita del suo amico,
comprese
nello sbalordimento che Takato e costui dovevano essersi incontrati
poco prima…
…sbalordimento ancor più grande quando allo
sconosciuto
si accostò un essere a quattro zampe, che lasciò
completamente senza parole e fiato Cindermon accucciata dietro i
cespugli…
…Takato però iniziò ad avanzare
«Takato…» richiamato da Kazu che forse
non
l’avrebbe lasciato addentrarsi…
…ma
non poteva fermarlo, nonostante il brivido, negli occhi rossastri del
giovane dai colpi di sole pulsava il desiderio di svelare
quell’enigma…
…«Chi sei
tu…?»…chiese
Takato…e «Ahh!» sotto i suoi occhi
l’ombra
svelò una delle figure: quattro zampe e coda ondulata
appartenevano a un essere maestoso, simile a un cane ma adornato di
riflessi e magia non terreni, fiera la sua espressione. Kazu non si
capacitava, e Cindermon «Ma come…?!...è
possibile…?! Ma sono i due che hanno passato il
varco!!»
nemmeno…
…Takato fu colpito profondamente nel vedere la creatura, ma
poi,
nonostante il suo aspetto minaccioso cercò di scrutare il
ragazzino nell’ombra, tese la mano, là verso
quelli che
sembravano proprio i suoi occhiali «Da dove
vieni…chi
sei?»…«Sono qui per
te…»
sussurrò, sbalzando il cuore di Takato, mentre Kazu
esclamava «…!! Quella
voce…?...!»…«Sei
il ragazzo del mio sogno…?»…mentre la
creatura
emetteva un sommesso ringhio…
…Takato
lo guardò…domandando «E lui chi
è…?»…«…Rombomon…»…«…!!
Cosa?!» un altro colpo per Takato, per Kazu
«Rombo…mon?!»…
…nonché per Cindermon
«Eeee…?!!»…
…Takato
aveva paura, ma nonostante tutto qualcosa lo calamitava di quelle due
figure in coppia…«Siamo venuti qui…per
compiere la
nostra missione, Takato.»…«Ahh?!!...il
mio
nome…»…«E come tu
sai…questi
occhiali si addicono…alle sfide.»…
…lottando
contro la paura, che gli faceva tremare la voce
«T-Tu…?...!...
…tu…volevi…che io…ti
conoscessi…?
Volevi che vi incontrassi…?» provò a
chiedere
Takato con la determinazione di non sottrarsi alle risposte…
…«Ti ho portato
Rombomon…»…«Ohh…?!»…nel
sottofondo del latrato di Rombomon, mentre Takato, seppur con
esitazione, avvicinava la sua mano al pelo morbido, e screziato di
quell’essere…«Rombomon…lui
è
un…?!»...era quella la domanda decisiva, nel
trattenersi
del fiato di tutti…
…poi il
ragazzino rivelò «L’ho portato qui
per…
…UCCIDERTI. Rombomon uccidili entrambi. E ASSORBI I LORO
DATI.» nell’improvviso eruttare di aspra decisione
«AHH?!»…
…e
Cindermon «CHE COOOSA?!!»…ma non ci fu
tempo: Kazu
afferrò Takato per il braccio e lo tirò indietro
«Hai sentito di che ha parlato?! I
nostri…dati?!»
parlò quest’ultimo, e il primo «E tu hai
sentito
quello che gli ha ordinato?!» ma fra loro e le
risposte…
…una belva famelica ruggì feroce: e si
caricò di
energia. Ma i suoi movimenti erano paralleli a quelli del ragazzino,
che d’un tratto spalancò le braccia verso
l’alto
– ciò corrispose a un balzo sensazionale della
creatura
che si stagliò nel cielo tra luna e nuvole. La sua coda
allora
mutò e da fluente e ondulata divenne una catena di cilindri
di
metallo – come l’elica di un elicottero
volteggiò
– per il precipitarsi di Rombomon in picchiata verso i
ragazzi
«AHHH!!»…«ARHG?!»…
ROMBOMON
Provenienza ignota.
Tecnica: Coda plumbea
…mentre Cindermon balzava in piedi da dietro i cespugli
«E’ impossiiibile ma chi sarebbero quei due che si
sono
messi in testa di fare?! E quello poi?! RombomoOOOn?! Un Digimon?! Ma
se non l’ho mai sentito in vita mia!!! Ih-hhh! O
mammina…!» e restò impietrita quando
vide che
Rombomon aveva puntato Takato, il quale come Kazu era a terra dopo che
si erano scansati per miracolo per evitare quella discesa in picchiata
«Takato scappa, allontanati!!!» fu la sofferta
esortazione di Kazu, ma l’amico era come
paralizzato…cercava qualcosa nel ragazzino oscuro dietro i
cespugli, ma questi si preparava a mimare il prossimo assalto dietro il
cupo avanzare di Rombomon: le sue mani si contraevano, in quella che
sembrava una stretta sanguinaria al suo avversario, infatti poco dopo
ruggì – e saltò ma Kazu
scattò prontamente e
tirò via il suo amico dal pericolo «Dobbiamo
metterci in
salvo! Takato, quello vuole ucciderci e
noi!»…«Ma
perché?!»…«Non lo so, ma
noi!...
…non abbiamo più chi ci protegge. Non
c’è
chi può affrontare per noi
quell’essere-OAHHH!!»…«Kazu!»
Rombomon non si era arreso ed aveva spinto a terra
quest’ultimo
– ora gli teneva le zampe premute sul petto, mentre il
movimento
del ragazzino si piegava in una posa ambigua, inquietante e
stringente…parallelo a piegarsi del capo di Rombomon, che
prossimo sembrava a sferrare un morso…
…«E-Ehmmm…qui si mette
male…» si
sfregò le mani un’incerta Cindermon
«Vorrei tanto
sapere il senso di questo
fuori-programma…!»…
…«Oh no, Kazu!!» Takato si
rialzò, e corse
verso Rombomon ma questi gli sferrò un colpo di coda
metallica
che «AAAAAHHHH!!!» lo spinse contro un albero con
violenza inaudita – violenza, che suscitava riflessioni
chiaroscure in Takato «Quella creatura non proviene dal
nostro
mondo…la sua forza…è disumana,
assomiglia a quella
dei…!...» mentre Kazu cercava di liberarsi, ma era
impossibile – la mimica ponderava un assalto prossimo, ed il
ragazzo prigioniero esortò «Takato!!...devi
fuggire!!...aa-cch, adesso sbrigati! Ora che è impegnato con
me!»…«Non posso lasciarti
qui!!!»…«Pensa…a metterti in
salvo!!
A-Ahhh!!» mentre quegli artigli spingevano sulle sue
spalle…
…Takato si alzava a fatica e si reggeva la spalla ferita
dopo il
colpo, nei suoi pensieri “Ha ragione Kazu, siamo indifesi,
forse
non abbiamo speranza. Se ci fossero i Digimon potrebbero fronteggiarlo
alla pari. Ma loro non sono qui. Tuttavia non potrei mai fuggire. Lui
è in pericolo, e mio dovere è fare di tutto per
salvarlo.
Anche sapendo come andrà a finire!!”
sicché
contrariamente alle suppliche dell’amico
«Takato!!!» questi corse di nuovo dritto contro il
nemico, che di nuovo tentò di sferrare un colpo di coda ma
Takato miracolosamente lo schivò gettandosi a terra e poi
riemergendo, e cercando di scansare Rombomon a spallate («Ma
che
fa?!» esclamava intanto Cindermon «Fa
l’eroe,
perché non scappa, ora quello lo ammazza!!!»)
…infatti
la mimica indicò un bersaglio diverso – Rombomon
si volse
– e il ragazzino mimò un agile movimento
oscillatorio
– che si tradusse nell’attorcigliarsi della coda
metallica
attorno al corpo di Takato «Oh no!!»
esclamò Kazu
(Cindermon ponderò con estrema attenzione). Kazu era libero,
ma
Takato ora gemeva stretto nella soffocante coda a cilindri di
metallo…
…il ragazzino si stringeva sempre più a se
stesso…
…e questo
sembrava aumentare il dolore per Takato – dalla mimica
sembrava
però pronta a spuntare una mano mordente…a cui
corrispondevano fauci smaniose di colpire…
…Kazu
scattò per cercare di auitarlo, ma Rombomon si accorse di
lui e
lo respinse violentemente «OOOAHHH!» con
un’onda
generata dal suo ruggito
«Takato…no…»
…il
ragazzino nell’ombra, da ripiegato com’era
mimò un
assalto bramoso…
…nei
pensieri di Takato “Non riesco a
respirare…è la
fine: Guilmon, se solo tu fossi qui. Se solo potessi aiuarmi
ancora!...ma non mi senti, i nostri mondi sono troppo lontani, ed
è questo che segna l’epilogo. Guilmon!”
…Guilmon
si risvegliò da quello che per lui sembrava un incubo
«UHM! TAKATO!!»…
…mentre
il ragazzino nascosto si esibiva in una sequenza di colpi lacerante
senza pietà, né tregua, né
speranza…
…Rombomon
ruggiva «Così…finisce.»
sussurrava Takato
ad occhi stretti. Ma proprio in quel momento…
«Brace
d’autunno!!!»
Una raffica di foglie incandescenti si diresse vorticosa verso la
bestia a quattro zampe, travolgendola in pieno e spazzandola via
– Takato si ritrovò libero in un istante
«Takato,
sei salvo!!!» gridò Kazu che non credeva ai suoi
occhi…
…Takato «Sono libero…?...non posso
crederci.» e attorno
foglie a terra, che ancora bruciavano «Del
fuoco…»…e ricordava una creatura rossa
che
lanciava meteore infuocate dalla bocca «Io ti ho
chiamato…è possibile? E’ possibile che
sia…?»…ma a pestare le foglie magiche a
terra,
vide dei calzari rossi lucidi «Uhm?!»…ed
anche
Kazu «Oh?! Chi è quella
ragazza…?»…
…Takato
alzò i suoi occhi…e ne incrociò di
azzurri…che lo contemplavano con un sorriso
furbetto…
…«Chi sei…? Sei stata tu a
salvarmi…?»…lei fece qualche passo. E
rivelò «Io sono Cindermon. Sono il tuo nuovo
Digimon.»…«…!! Che
cosa?!»…«Come?!»…rispettivamente
Takato e Kazu…ma lei aveva occhi solo per uno dei due, verso
cui
mosse qualche altro passo «D’ora in poi io e te
combatteremo insieme.» decretò, ma gli occhi del
giovane
non si capacitavano…
…ma un
ragazzino nell’ombra puntava contro tutti e tre
loro…ed
allestendo a poco a poco un nuovo movimento…
…interruppe quella linea di sguardi permettendo il
riemergere
ancor più furioso di Rombomon, che scattò
«AHH!!» e la prima contro cui si avventò
fu
Cindermon che colta alla sprovvista si trovò un braccio
ferito «Maledetto…» caricò
così la sua mano «Brace di-»
ma una voce rancorosa emerse dal ragazzino «Coda…plumbea!!»
oscillando in quella che sembrava una danza…
…ma
che si tradusse in un balzo a cui seguì il roteare della
coda a
mo’ di elicottero, fattasi ora carica di energia oscura, e
che
piombò su Cindermon «DAARHG!!»
colpendola
ripetutamente, e poi gettandola a terra «Ahh!!» nel
brivido dei due ragazzi…
…la mimica sembrava un invito ad assalire, e assalire
ancora…
…lo sguardo della ragazza Digimon era ardente e determinato,
ma
la sua sequenza offensiva era stata spezzata ed ora si ritrovava con la
zampa del nemico a bloccarle la gamba, e quelle fauci vicinissime, e
minacciose…
«Non posso restare a guardare! Devo aiutarla!»
esclamò Takato, mentre Kazu «Takato, fa
attenzione!!» ma il ragazzo non volle sentirci –
Rombomon
alzava la coda per colpire Cindermon nel compiacersi del ragazzino che
si stendeva all’indietro pronto a piombare, ma Takato si
avventò sull’essere «Lasciala subito
andare!!» Rombomon si dimenò – sembrava
voler
ingoiare la testa del ragazzo in un solo morso, ma Cindermon gli
afferrò la coda – agitazione folle e quattro zampe
che
sfregavano la terra «Vattene, lascia fare a me!!»
ordinava Cindermon, ma Takato «Neanche per sogno!»
seguitava con lei quella assurda impresa di tenerlo fermo –
fino
a che l’agitarsi di Rombomon non portò casualmente
la mano
del ragazzo su quella della Digimon – questo
provocò una
specie di miracolo: lo sprigionarsi di una luce accecante…
…che «AHH!!» sembrò dare
fastidio al ragazzino
misterioso che si parò lo sguardo…e che
interrompendo la
mimica gettò in un caos sofferente la creatura a lui
connessa…
…occhi
attoniti di Takato, Cindermon e Kazu nello svilupparsi, al centro del
nucleo lucente, di quello che Kazu definì
«E’
impossibile eppure a prima vista quello sembrerebbe un
Digivice…»...
…era un oggetto speciale, elegante, adornato da una foglia
aurea…
…«L’incontro fra Digimon e domatore ha
permesso
l’apparizione del Digivice…»
mormorò
Cindermon che pareva intrigata da quel fenomeno…di cui
«AHHH!!»…Takato sembrava non
capacitarsi…
…sfrigolando il Digivice cadde a terra…
…nel diradarsi del bagliore e nel graduale riprendersi di
bambino e Rombomon…
…«Raccoglilo.» disse Cindermon
«Come?!»…«Raccoglilo!»
incalzò la Digimon scattando in piedi «E concentra
tutta
la tua energia!» e caricando mani e piedi di forza magica
rossa «Abbiamo solo cominciato…Combo spezza-fiato…»
Sembrava l’avvio di una tecnica, che Rombomon si preparava a
fronteggiare mentre il ragazzino mimava un atteggiamento difensivo.
L’istante dopo Cindermon liberò la sua energia
travolgendo
il nemico in una raffica di pugni e calci senza tregua –
Rombomon
spiccando con lei il volo duellava con la sua coda d’acciaio,
ma
l’assalto di Cindermon dava l’idea di essere
incontenibile.
Takato fissava
il Digivice a terra, ma la sua mano tremante si ritirò
quando
stava per raccoglierlo – però trovò
Kazu ad
appoggiarsi a lui per tranquillizzarlo «Fa come ti
dice.»…«Ma
io…?!»…«Quella è
una Digimon! E
forse anche Rombomon: Takato è possibile che le nostre
preghiere
siano state ascoltate!» rivolgendo uno sguardo di speranza ai
duellanti in cielo…e poi uno sguardo d’affetto
all’amico «Hai sentito, ha
detto…»
ponendogli lui in mano quel Digivice «…che
è
venuta per te. Prendilo…ti spetta. E prova a seguire il suo
invito.» seppur la mano sembrasse esitare
nell’accoglierlo…
…intanto «Hai finito bel cagnolino: mi piacerebbe
tanto sapere che
intenzioni hai, se non fosse che sei troppo limitato per
rispondere!» lo provocava Cindermon in quella lotta, ma il
bambino mimò un fendente rigoroso, e così
«AAHHH!!» la Digimon fu colpita, e stava per
precipitare…
«Adesso,
Takato!» esclamò Kazu, e Takato guardò
lei col
cuore pieno d’incertezza, poi però si volse verso
il
ragazzino nascosto tra gli alberi: fu alla vista di costui che prese
fiato, chiuse gli occhi…
…e
provò a stringere il misterioso oggetto,
concentrandosi…
…per poi
innalzarlo: emise un raggio di luce - che raggiunse Cindermon in caduta
libera, caduta che si arrestò, nel chiudere gli occhi della
guerriera «Ecco…sì, finalmente mi sento
rinvigorita. E bravo Takato…ora sarai premiato con la mia
esplosione di potenza!!!» Potenza che si riflesse nei suoi
occhi
che si accesero come una brace – l’espressione fu
un
volteggio ancor più vigoroso di colpi che Rombomon non
poté arrestare, e che il bambino sembrò incassare
con
difficoltà fino quasi a piegarsi
«Ahahah!»
Cindermon se la rideva soddisfatta («Incredibile!»
esclamava Kazu abbagliato) – la codata di Rombomon fu
respinta da
un balzo calciato, e costui precipitò…
…frantumando il terreno in un subbuglio di terra e foglie
– il bambino era piegato e sembrava riprendere fiato a
fatica.
Cindermon atterrò leggera «Uhmuhmuhm!» e
con la
coda dell’occhio guardava Takato. Il ragazzo però
non era
a suo agio, la sua espressione era timorosa e insicura, e quel Digivice
non lo sentiva come cosa grata nella mano «E’ tutto
merito
tuo, bravo. Sei un ottimo domatore, non sono solo dicerie. Cercavo
qualcuno per accrescere la mia forza e l’ho trovato, il mio
fiuto
non sbaglia mai!» Parole che stratificavano dubbi su dubbi, e
che spinsero i due amici a guardarsi. Mentre Cindermon avanzava lenta,
soddisfatta, nonché minacciosa verso il malridotto Rombomon.
Il
ragazzino sussurrava tradendo ansia nel tono «Alzati,
Rombomon!...devi continuare a
combattere!»…«Non
illuderti!» replicò però la Digimon
«Anzi,
ti consiglierei di guardarlo per l’ultima volta. E se hai uno
specchio a portata di mano fa lo stesso con te, consiglio da
amica!»…«Rombomon!!...reagisci!!»
ma «Nooo!!»…
…inaspettatamente l’essere dalla coda
d’acciaio
parlò «No, ti prego!» e muoveva le sue
zampe, ma
non riusciva ad alzarsi «Non cancellarmi, te ne supplico!
Nessuno ancora mi ha detto mai…perché
esisto…per
quale motivo…sono stato creato!» Parole che
destarono un «AHH?!» generale dei due ragazzi
spettatori, ma Cindermon
sorrise beffarda «Perché sei stato creato? Va a
chiederlo
al tuo pseudo-domatore! Ah beh certo…per farlo dovrai
arrivare
fin là! E con me qui non ci
riuscirai!!!»…«Ah!!»
sussultò Takato «Sta ferma, che fai, sei
impazzita?!!» tese la mano il
ragazzo, ma lei «Cooosa, ma se ho solo iniziato! Dai, che
adesso
facciamo un po’ di
scena!»…«Fermati!!!»
gridò Takato
col Digivice in mano – ma questo non fu utile a fermare
Cindermon
dal riprendere una sequenza di attacchi più feroce e
incalzante
di prima. Solo che stavolta non incappava nel contrattacco, ma
semplicemente nella sempre più straziante sofferenza di
quella
creatura ormai non più in grado di combattere: il ragazzino
provava a mimare ma le sue mosse epilogarono in un gesto di rabbia, e
di resa «Fermati, non lo vedi, non è
più in grado
di combattere!! LASCIALO STARE!!» gridava Takato con tutto il
fiato in corpo, ma lei «No! Voglio dimostrarti quanto sono
potente!! Voglio…accecarti con la mia
grandezza!!»…«SMETTILA!» e
solo in quel
momento Kazu poté premurarsi «Takato, sei
ferito?»
ma poi i loro occhi andarono alla non-più lotta…
«Ahahahah!» Cindermon sembrava divertirsi
– con un
calcio abbattè Rombomon, dopodiché
caricò un nuovo
vortice di foglie fiammanti nelle sue mani, puntando contro
l’essere che precipitava «E adesso…addio
per
sempre.»…«NO!!»…«Brace d’autunno!!!»…«ROMBOMON!!»
esclamò il bambino, e Rombomon emise un ultimo latrato: il
vortice lo travolse in pieno…
…e
ciò che il fuoco lasciò non fu più
integro, ma
soltanto dati come tante piccole luci: dati, che confluirono nel corpo
della guerriera che compiaciuta lo aveva sconfitto, e atterrava.
Lasciando dietro di sé occhi sconvolti.
La
scuotente battaglia lasciò in pochi istanti un inquietante
silenzio. Takato e Kazu sul retro a sorreggersi reciprocamente, quel
ragazzino venuto dall’ombra sul lato opposto, e Cindermon al
centro. Costei tirò un profondo sospiro «Nuovi
dati, e
alquanto interessanti…! Sono più
forte.» e
puntò gli occhi contro il giovane misterioso rimasto in
piedi e
immobile «Allora…tu eri quello che voleva
assorbire i
nostri di dati se non erro, giusto?...TI E’ ANDATA
MALE…e
se ora non hai intenzione di soffrire ancor più di quanto
non
abbia fatto la tua inutile bestiaccia ti conviene venire sotto la luce:
mostraci il tuo bel faccino!!» ma lui non
obbedì…
…piuttosto mormorò «…se
c’è
una cosa sicura in tutto questo…è che in un
giorno non
lontano me la pagherai cara, brutta assassina…
…me la
pagherete cara tutti voi!!!» dissolvendosi
nell’oscurità «Aspetta!! Con chi credi
di aver a
che fare, torna subito qui?!» gridò aspramente la
Digimon, ma scostando l’erba constatò che tra i
cespugli
non era rimasto nessuno. E anche dando loro le spalle non poteva
evitare di sentire l’intensità degli sguardi dei
due
giovani puntati su di lei, sicché si volse. E
pronunciò «Bene…
…c’è un nuovo nemico per la terra!
Dobbiamo quanto
prima accumulare tutte le informazioni necessarie su di lui per poi
rispedirlo da dove è venuto: A CALCI…!»
avvicinandosi orgogliosa…
…Takato
sfoderò sguardo ostile e diffidente e si pose in
atteggiamento
protettivo nei confronti del suo amico «Veniamo a noi
Takato…» ponderò Cindermon, precisando
«Ah
puoi mandare via il tuo amico non ti serve per accompagnarti a casa IO
lo farò: e con me non avrai niente da temere, te ne sarai
accorto! L’unione fa la forza e ora che io e te siamo legati
da
un Digivice possiamo stendere qualsiasi avversario!» ma a
rompere il silenzio che seguì a quelle dichiarazioni fu Kazu
«Senti…c’è una cosa
importante che vorrei
chiederti: tu sei un Digimon? Vieni da
Digiw-»…«Bello? Non stavo parlando con
te
né intendo farlo: comincia pure a ritirarti,
sciò! Non ci
servi. Qui non c’è spazio per le
nullità…» e avanzava ancora mentre
Takato faceva
barriera più intensamente «Ti prego!»
insistette
Kazu «E’ fondamentale per noi: se sai qualcosa di
alcuni
Digimon nostri amic-»…«Non hai orecchie
buone?...non costringermi a sturartele con i miei metodi.» e
poté sovrastare con lo sguardo i due giovani
«Takato
d’ora in poi non avrai più bisogno di nessuno
fuorché di me. Te l’ho detto. Io sono il tuo nuovo
Digimon. So che ne aspettavi uno, io sono giunta per rendere il tuo
desiderio realtà. Ora capisco che tu sia confuso e che il
mio
arrivo fosse inaspettato, ma ti garantisco che non ti pentirai di
avermi concesso fiducia. Certo priorità ora sarà
imparare
ad usare il nuovo Digivice ma non sarà difficile, tu sei
pratico
in queste cose e poi se mi permetti di aiutart-» tendendo la
mano per sollevare quella di lui che ancora stringeva il Digivice
– ma il ragazzo la tirò via all’istante
«NON
TI AZZARDARE A TOCCARMI!!!» gridando a tutto fiato e
lasciando «EEHH?!» completamente sbalordita la
Digimon…
«Non…ho
sentito bene, io…nnnon credo che sia materialmente
possib-»…«NON HAI ORECCHIE
BUONE?!...chiedo io a
te! Non costringermi a sturartele con i MIEI
METODI…!!...» e l’espressione di quel
ragazzo si
era trasformata inaspettatamente in una fornace «Takato,
ma…!! Che altro ti ci vuole per convincerti?! Sono qui, sono
venuta, è apparso il Digivice, sono potente e te
l’ho
dimostrato!»…«Dimostrato?! Dimostrato
COSA…?! Quello che ho avuto davanti altro non è
stato che
uno spettacolo di gratuita crudeltà!!!» aspro
oltremodo
nella voce, e il risentimento aveva inondato i suoi occhi «Ma
io
ti ho salvato la viiita!»…«Non
è stato per
altruismo…!» mormorò incisivo e
tagliente,
fissandola mentre il tremore lo scuoteva «No, tu
l’hai
fatto…unicamente per te, per assorbire i dati di quella
creatura, e acquisire potenza!!» lasciando stupito anche Kazu
per quella furia, che incalzò «Lo hai detto.
Prima, molto
chiaramente!»…«Ma quella creatura ti
aveva
attaccato voleva sbranarti avrebbe fatto di te, e del tuo inutile amico
la sua cena se non fossi intervenuta io,
IO!!!»…«Nessuno ti ha chiamata! Nessuno
qui ha
implorato il tuo intervento, la sola supplica è stata quella
di
quel tuo avversario su cui poi hai infierito quando era chiaro che non
poteva difendersi!! Ti aveva chiesto
pietà…gliel’hai
negata…»…«EeeeEEEH?!
Takato?!»
Cindermon trasecolava «Ah ma che razza di discorsi sono
questi
insomma quello era un nemico dalle mie parti si chiama NE-MI-CO e ai
nemici sai cosa si fa?! Cavolo che poi ne hai avuti non posso credere
che realmente tu mi stia dicendo questo dopo la mia straordinaria
dimostrazione di forza! Chiunque, CHIUNQUE adesso sarebbe felice,
contento, altro non chiederebbe che al proprio fianco un Digimon! E uno
potente, che non teme confronti come la
sottoscritta!»…«Non so quale sia la
gente abietta
quanto te a cui ti stai riferendo…! E
COMUNQUE…»
stavolta avanzando lui verso di lei e puntandole contro occhi al punto
da intimorirla quasi «…se credevi di arpionarmi in
non so
quale modo e per non so quale scopo allestendo tutto questo beh hai
sbagliato persona hai sbagliato indirizzo e hai sbagliato a
venire.»…«Senti! “hai
sbagliato, hai
sbagliato, hai sbagliato” insomma chi cavolo ti credi di
essere
ragazzino?! A me non lo dice nessuno che ho sbagliato tantomeno uno
sciocco come te che non sa apprezzare la qualità buona
pe-pensa:
apri un attimo la mente sono passati un bel po’
d’anni
dalla tua ultima battaglia la gente non ci crede più che hai
combattuto con un Digimon, sono tutti così! Penseranno che
ti
sei inventato tutto mentre se ti vedranno con me, non
resterà
loro più fiato per ammirarti! Insomma ti propongo un affare
io
ti faccio diventare un eroe, tu mi fai diventare potente che DIAVOLO di
un ACCIDENTI c’è di
strano?!»…«Di
strano?! Niente!! Di gente come te c’è
né in ogni
angolo: MI HA STUFATO…» e
«AHH!!»...«Takato!» nel
trasalire di
Cindermon e Kazu gettò a terra il Digivice «E
riprenditi
anche questo stupido arnese, non mi serve! Non so da dove esca! Non so
da dove TU sia uscita! Ma per quanto mi riguarda…puoi
tornare da
dove sei venuta!!»…«AH-H! MMMA TU SEI IL
MIO
DIGIMON TAMER!!»…«IO HO GIA’
UN
DIGIMON!!»…«Non
più…»…«Questi sono
affari
miei…
…VA VIA!
NON FARTI PIU’ VEDERE!!» tirando un calcio a quel
Digivice
e facendoglielo schizzare addosso, per poi voltarle le spalle
«Andiamo,
Kazu!»…«Ma!» Takato
però tirò via il suo amico impedendogli di
replicare…
«N-N…!» Cindermon rimase
sola…e finì
per far tuffare le mani sul suo ciuffo di capelli rossi scomponendolo
completamente «AaaaAAAARGHHhhh!!! Ahhh, ma capitano tutte a
me?!
MA CHI MI E’ TOCCATO?!! Non era un ragazzino mansueto,
cos’è uno scherzo, un pesce
d’aprile?!!»
I due ragazzi
erano già lontani, tra i vicoli cittadini «La
vedi?! Ci
segue?!» chiese metallico Takato «Eh? Non lo
so…!
Non mi sembra.»…«…
…bene!»…«Takato…sei
sicuro che fosse
il caso di mandarla via in quel modo? Non fraintendermi…non
è piaciuta neanche a me. Tantomeno quello che ha fatto.
Però se è realmente un Digimon potrebbe conoscere
un modo
per attraversare il varco, lei è da lì che
dev’essere venuta! E poi quello che è apparso
sembrava
davvero un Digivice.»…«Io non mi fiderei
così ad occhi chiusi!»…«Tu
dici…?»…«Certo! Chi ci
assicura che sia
realmente quello un Digivice e soprattutto lei un
Digimon!»…«L’hai vista, aveva
dei poteri
straordinari…! A me è sembrata un vero
Digimon.»…«A me è sembrata
una squallida
imbrogliona! E poi comunque da una così che aiuto vuoi
cavare.»…«Beh…lei ci ha
aiutato.
D’accordo, poi ha agito male,
però…!...a
proposito…chi sarà stato quel ragazzino? E poi
quel
Rombomon…
…Rombomon…Cindermon…e se i Digimon
fossero
tornati…?»…Takato si appoggiava al
cemento e
guardava verso le stelle “E se Kazu avesse
ragione…? Se
avessi fatto male ad allontanarla, magari lei sa qualcosa di
Digiworld…
…dei Digimon…
…e di quel varco chiuso da dieci anni…”
«Takato
Matsuki…non finisce qui, questo è
certo!!»
stringeva Cindermon con bramosia quel Digivice «Non ho
scovato
il mio Digimon Tamer per essere scaricata in questo modo! Ti
starò alle costole e alla fine dovrai accettare la mia
presenza!
Ti sarà tutt’altro che facile liberarti di
me…UHF!!» e ringhiava di nuova
determinazione…
«Ho avuto
un incubo, Beelzemon, è stato terribile! Takato era in
pericolo!»…«Immagino…ma
sarà stato
soltanto un sogno, ne sono
certo!»…«No…non
era un sogno…!» gemeva Guilmon
«Percepivo la
presenza di qualcuno che lo odia tanto!
Takato…»…«…nessuno
può odiare
Takato. Perché lui è buono, e sa farsi voler
bene.»…«Proprio per questo, proprio
perché
è buono è da sempre nel mirino di tutti i
malvagi!»…consolarlo sembrava
impossibile…
…Beelzemon si accostò a Renamon, la quale diceva
«E’ meglio lasciarlo solo. Questa solitudine
è il
boccone amaro della sua vita. In certi momenti non ci sono
parole…è il cuore che parla a dispetto delle
distanze.»…«Takato…»
sembrava
soffrire il draghetto rosso, fissando oltre la finestra di quella
stanza dallo stile rock il globo azzurrastro troppo grande
affinché mostrasse i destini dei suoi abitanti…
…ma non
lontano da lui era pronunciato un sussurro «Rombomon
è
stato sconfitto…devo trovare qualcun altro che possa sanare
la
ferita del suo cuore. Devo trovare…qualcun
altro…»
Nell’ombra così di nuovo si distinse una
sagoma…
…Guilmon
lo ignorava…ma la sua immagine alla finestra ora si
specchiava
nelle lenti di due occhialoni con molto passato alle spalle…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Si riprende a combattere ***
2°puntata DT2
Guilmon non staccava gli occhi dal globo terrestre nel cielo di
Digiworld, ma la sagoma ombrosa con gli occhialoni gli era sempre
più vicina, fino a che non pestò la carta di uno
snack
rimasta sul pavimento «Oohh!» il rumore
destò il
Digimon «Chi c’è?!
Grrr…» Si volse e in
uno scatto la sua espressione si fece bellicosa, ringhiava ed era
rigido su se stesso…
«Sta
calmo…! Non voglio farti del male…»
pronunciò colui che aveva una voce da ragazzino
«Oooh?!» e qualcosa destò in Guilmon
un’indecifrabile emozione “La
voce…questa
voce…!...non può essere, è un sogno,
le orecchie
mi stanno ingannando!!” oscillando appena le sue orecchiette
che
avevano la forma di piccole ali «Io resto qui, avvicinati!
Vieni
a vedermi, non mordo…» lo invitava la sagoma
nell’ombra che sembrava avere un fare dolce, cordiale
“E’ solo un sogno…sono ancora nella
morsa di
quell’incubo orribile, è per questo che sento in
lu la
voce di Takato! Ma non è possibile…
…il mio Takato è lontano, è sulla
terra…
…è
grande ormai, e non è scritto che ci rivedremo. I miei amici
temono per me perché sanno che facilmente ricado in
illusioni
che non mi lasciano niente, questo e nient’altro sono stati
questi dieci anni. Non posso continuare così…sono
un
Digimon!” mentre il ragazzino era immobile come una statua
“E il nostro mondo digitale è in ricostruzione,
serve il
mio aiuto ma di tutto quel vigore che albergava in me sembra essere
rimasto poco, la nostalgia ha divorato tutto: più
affamata…di quanto io non lo sia mai stato, e non
è poco.
Ho cercato ogni giorno di fare punto a capo ed iniziare a vivere la mia
nuova natura, senza il mio Digimon Tamer, senza il mio migliore amico.
Ma ciò che non è stato…sembra non
volerti mai
lasciare in pace. E proprio oggi che sono andato a letto con
l’intento di svegliarmi rinnovato, prima
quell’incubo ed
ora…
…quest’illusione che risuona come ciò
che
più vorrei: Takato negli anni in cui l’ho
lasciato!...per
poter riprendere a crescere con lui, e colmare questa orribile
distanza!” «Forse temi perché non riesci
a
vedermi!»…«Ooh?!»…«Senti
solo la
mia voce…e da quella non puo stabilire se sono buono o
cattivo.
E’ per questo che ora verrò avanti così
potrai
vedermi in viso: non ti spaventare…resta fermo dove
sei.»
accennando il primo passo «Voglio…presentarmi,
così
che tu non abbia più paura di
me.»…«Grrr!!!» Guilmon si
irrigidì
più che mai forse intuendo che quello era il suo
dovere…
…ma una
volta sotto la luce del raggio di luna «…!
Ahh!!»
quegli artigli, un’emozione travolgente li portò
presso
fauci tremanti e incredule «E’ impossibile!!!...non
può essere vero!!!...
…Takato…»
A sorridergli,
qualcuno che aveva non solo la voce, ma anche il viso uguale a colui
che Guilmon aveva lasciato dieci anni prima...
Ma per qualcuno
che portava questo nome dieci anni erano passati, regalandogli un
ventun’enne a cui cercare con ansia e fretta di sistemare,
senza
successo peraltro, i capelli allo specchio «Dio
mio…che
disastro!!» La giornata non sembrava iniziata bene, il
verdetto
dell’orologio pareva severo alquanto, e suo padre da sotto lo
chiamava «Takato!»
Fu tempo di
nuovo di scendere le scale, di certo senza soffermarsi a contare i
gradini «Vi avevo chiesto, se alla solita ora non sono in
piedi
venitemi a svegliare!»…«Beh, esistono le
sveglie!» sottolineò la madre, già al
lavoro col
marito, il quale «Ora siamo anche noi che dovremo addirittura
svegliarti?!»…«Non ho parlato al futuro
e fino a
adesso non è mai successo! Lungi da me l’idea che
diventi
un’abitudine, io ho parlato di oggi: oggi, soltanto oggi!
Ieri
sera è stata una serata…speciale!
Diciamo.» e
un’anziana cliente del negozio a chiedere «Esci la
sera?
Eri con la tua ragazza? Ce l’hai la ragazza?»
Takato la
guardò per pochi fuggevoli secondi più serio che
mai per
poi tralasciare di proposito «Bravo, visto che ci sei magari
adesso perdi quest’altro lavoro.» disse Takehiro
non privo
di riprovazione, provocando lo scatto
«Io…!!» di suo
figlio che ci tenne a puntualizzare «Non ho la
benché
minima! Intenzione! Di perdere questo lavoro perché sia
chiaro
che ci tengo!»…«Si vede.»
ancora il padre
«E visto che per la prima volta sembri tenerci anche tu
papà potevi anche
svegliarmi.»…«Esistono le
sveglie!!» di nuovo la madre, e la cliente «Una
buona
sveglia con un suono forte. Non ce l’hai? Ti consiglio un
negozio
in cui comprarla.»…«L’ha
sveglia l’ho
sentita ma mi sono riaddormentato, accidenti!» e la signora
Mie
«Signora, per carità è forte come una
bomba la
sveglia che già abbiamo: questa mattina ha svegliato noi, e
non
lui!»…«…e…!!
Perché non mi
avete avvisato?!» sicché il padre si
rizzò su una
posa didascalica «Non è educativo. La sveglia a te
si
rivolge, non a noi. Mio padre non mi svegliava mai quando non sentivo
la sveglia. ANCHE se era lui a sentirla: mi diceva sempre che non sono
da delegare agli altri quei compiti che invece spettano a
noi.»…«…la sveglia che parla,
ora anche la
sveglia ha un’anima, faccio amicizia con lei,
allora.»
mormorava fra sé Takato mentre assemblava nella fretta gli
ultimi preparativi, nell’eco del padre «Come farai
quando
avrai famiglia e figli? Come farai quando avrai un lavoro
stabile?!»…«…ci
penserò quando
vedrò tutta questa roba un po’ meno lontana,
adesso siamo
in alto mare.» sempre però detto fra
sé,
dopodiché «Io vado al lavoro!...sperando che non
sia il
mio ultimo giorno!» andando via in fretta e chiudendo la
porta
alle spalle «Takaaato, quanto tempo che non ti vediamo dove
scappi? Dove corri???» due altre clienti anziane subito
pronte
all’uscita, a cui lui stavolta non rivolse proprio la parola
«…”a
divertirmi”…» lasciandole
alle considerazioni «Quanto è diventato cafone
questo
figlio dei panettieri!»…«E’ la
disgrazia dei
suoi genitori. E pensare da piccolo era taaanto
caruccio!»…«Ma cominciò
allora a frequentare
quella ragazza e credo signora lei sappia bene chi
intendo…!!»…«Uuuuhhh!!!»…«Quella
l’ha rovinato: del resto si sa quello che fa lei in quel
bar!»
«Aspetta,
non
correre!!»…«Ahahah!»…«Fermati!
Uhmf, uhnf!» Guilmon perdeva il fiato a rincorrere, sotto
l’alba di Digiworld, quel ragazzino dall’aria
vivace
«Fatti guardare in viso!!...ti scongiuro, un solo istante
soltanto!» supplicava il draghetto rosso screziato di nero
«Ho bisogno di vederti!» ma l’altro si
nascondeva
sempre nelle zone ombrose «Vieni a prendermi, se ci
riesci!!!»…«A-Aspetta!!» e
provò a
stargli dietro, ma cedette e cadde «Per favore, mi tremano le
gambe!! Non ci riesco, vederti in viso mi ha sconvolto! Per la
grande…emozione non riesco più a muovermi ma tu
per
favore sii buono non scappare lontano! Non sparire,
io…!!...io
ho bisogno di appurare una
cosa!!»…«Uhmuhm…!»
se la rideva appena
il ragazzino…volgendosi appena e scoprendo lembi del suo
viso…nel trasalire di Guilmon “Il sole sta
sorgendo…e lo vedo ancora, non sto sognando. Sembra Takato,
sembra lui e anche la sua voce è…!...e se stessi
deformando i ricordi?! Se gli somigliasse e basta, o se fosse
completamente diverso e il tempo mi avesse fatto scordare che viso
aveva il mio Takato?! Sarebbe orribile, e ora non so se devo essere
felice…o triste e disperarmi! Che ne sarà di me,
perché la vita mi infligge questo castigo?! Ho sempre
cercato di
essere un bravo Digimon, ho lottato con tanto impegno!”
…il
ragazzino parlava molto a gesti e ora segnalava che i raggi del sole lo
intimorivano, accennando una posa timida e protetta, però
veniva
avanti, verso Guilmon che aspettava il verdetto, là a terra
dopo
essere inciampato. A poco a poco svelò il suo viso, e il
Digimon
potè guardarlo meglio a cavallo tra la realtà e
quello
che a lui sembrava un sogno «Chi sei…? Come ti
chiami…
…?
Perché cerchi me…?» sussurrò
«…per caso…sei il mio
Takato…?»
domanda che sfumò sottile perché le emozioni gli
chiudevano la gola «Forse sì…forse
no.»
rispose animato da un pizzico di brio il ragazzino, avanzando fino a
mostrarsi finalmente del tutto…
…«Oooh?!» ma sul suo capo
c’era il particolare
che più destò lo stupore di Guilmon, solo quale
dei due?
“Quegli occhiali…non è possibile, li
riconosco,
quelli sono gli occhiali di Takato!” ricordando bene il suo
domatore che li indossava sfoderando dietro le lenti uno sguardo di
coraggio “Però!...i suoi capelli…quelli
non sono i
capelli del mio Takato!”
«Signor
Harasawa le chiedo sinceramente scusa: ho avuto una serata difficile e
sono in ritardo, ma le do la mia parola che non accadrà
più.» confessava sinceramente, e serio da un
angolo
all’altro del viso a colui che doveva essere il padrone di
quel
salone «Lo spero bene qui gli orari sono orari ma di solito
sei
puntuale e per di più oggi vanti del bonus di avermi
procurato
una nuova cliente.»…«Che cosa dice?
Quale nuova
cliente…?» aggrottò la fronte Takato,
ma dietro di
lui un’aperta e un po’ aspra voce femminile in un
cerimonioso «Ciaaao, Takato!» Un sussulto per lui
nel
vedere quella sedia girevole roteare e rivelare nient’altri
che
Cindermon: accomodatasi a mo’ di cliente, e di nuovo forte di
quello sguardo penetrante e sorrisetto soddisfatto
«Tu?!»
Guilmon aveva
gli occhi gialli, occhi gialli che precipitarono nel nero. Il nero
fitto, dai riflessi violacei, dei tanti e scompigliati capelli di quel
ragazzino dall’acceso gesticolare. Attorno al loro, il
risveglio
graduale e suggestivo dell’umile villaggio, contemplabile dal
promontorio su cui ora si trovavano, e che delineava le loro sagome in
controluce “Lo tocco…? Ma ne ho paura. Eppure
avrei una
voglia matta di saltargli al collo. Quanta ne ho di fuggire
lontano.” ma «Uhmuhmuhm!» il ragazzino
scosse quella
zampa tremante con fare giocherellone
«Guilmon!...Guilmon…» ripeteva, e quel
nome
evocò lacrime nello sguardo del Digimon, rese cristalline
dai
raggi di sole «Come devo chiamarti io invece…?...e
come
devo sentirmi, in colpa perché il nostro ritrovarci non
è
stato come l’ho per tanti anni sognato, gioioso e festante,
oppure…
…
…ingannato…?» pronunciò
pianissimo, ma il
ragazzino «WooooOOOHHH!!!» si avventò su
di lui
abbracciandolo forte «Perché in colpa?!
E’ gioioso!!
E’ festante perché in colpa guarda è
come
l’hai sognato io sono feliiice!!!
Guilmon!»…«Chi
sei…?» incalzava la
creatura digitale sconvolta di fronte a quell’esuberanza
così imprevedibile e fuori dal comune, che dipingeva ora un
sorriso gigantesco e radioso su quel volto giovane
«U-Uguale…s-sei uguale a lui, uguale a lui se i
ricordi
non hanno…d-deformato ogni cosa eppure non possono averlo
fatto!!!» si lacerava Guilmon, versando lacrime mentre il
ragazzino insisteva «Perché piangi?!
Perché
piangi?! Ti ho ritrovato, ho ritrovato il mio Digimon!
Woooohhh!!!»…«…mi hai
ritrovato…?...Takato…»…«Li
vedi i miei
occhialiii?!» che
abbassò-alzò-abbassò-alzò
«Come
è fredda la tua
pelle…»…«Fredda?!
Perché fa freddo! Dai rincorrimi così ci
riscaldiamo!»…«No! No aspetta, non
puoi!»…«Uuu?» Strani toni e
dissonante
andamento nella voce flautata del ragazzino «Non puoi
ingannarmi,
tu forse vieni da dentro di me!»…«Wha?!
AhahahahAHAHAHAHAHAHAHAhahahAAAHHH!!! Guilmon, sei
unico!»…«Sei il mio rimpianto! Hai preso
corpo non
so come ma Takato ora è grande, non potrebbe mai essere come
te!!»…«Uhmf?!...grande quantooo?!...ALTO
COSI’?!!! COSIII’?!» in cenni grotteschi
e
sproporzionati «Sì! C-Cioè, non lo so!
Io non
l’ho visto! Me lo sono perso! Non lo vedo da tanti
anni!»…«Eccolo, l’hai
visto!» e
indicò se stesso «Tu? N-No…Takato non
portava
questa pettinatura e poi…lui non aveva una carnagione
così bianca. La pelle…così fredda, lui
quando
dormiva accanto a me mi riscaldava. Mi diceva “Guilmon, se
hai
freddo…stringiti a me!”» lottando contro
la
commozione «”Abbracciamoci così non
sentiremo
più freddo”…» Il ragazzino,
dai lineamenti
senza dubbio delicati e aggraziati, gli occhi dalla medesima sfumatura
rossastra, e quel casco di capelli neri ribelli dal ciuffio violaceo,
piegò la testa con ambiguo sguardo, nel suo muoversi quasi
tendente a un perenne danzare. Si avvicinò a Guilmon, e
piegandosi mormorò «Così
d’inverno stavi
più caldo e d’estate ti LIQUEFACEVI COME CREMINO
GETTATO
IN UN LAGO DI LAVA! Ihmf!
Uhmuhmuhm!»…«Takato…»
però non
lo sentiva quasi Guilmon e carezzava quel viso «Sei tutto
freddo
tranne gli
occhiali…»…«Perché
li ho
infilati nel
forno!»…«Eh?»…«Hai
dimenticato che i miei genitori hanno un fornooo? Ci cuociono il pane
ed io ci ho messo gli occhiali per far loro uno scherzo. Guilmon, sei
proprio smemorato!» con una schicchera sul muso «Il
forno
il negozio il panino a forma di Guilmon!» e fu un sussulto
«Cosa?! Come fai a sapere del panino a forma di Guilmon solo
Takato e i miei amici Digimon lo sanno e tu non puoi conoscerli: loro
mi avrebbero detto che c’è un ragazzino in giro
uguale a
Takat-»…«Takato…sono
io.» con brio e
disimpegno «Come?!»…«Non sono
grande, sono
rimasto alla mia età! Perché non sopportavo di
averti
perso Guilmon-amico mio!» prendendogli il muso «E
perché la vita dei grandi…
…è
un mondo d’orrore per uomini e Digimon, o forse tu sei stato
felice in mia assenza Guilmon…?»
pronunciò con un
velo di tenebra e tremore nel tono, i suoi occhi erano fissi e dilatati
verso il sorgere del sole «Come
sarebbe…?»
rabbrividiva Guilmon «Takato non è
cresciuto…?
Quel…bel ragazzo che ho visto nell’immaginazione,
coraggioso e buono come un tempo anche se più grande non
è mai
esistito…?»…«A volte il tempo
si
ferma.»…«Il…tempo…si
ferma? Tu hai
fermato il tempo
Ta…»…«…KA…TO
sì! Uuuuuhhh! Uhm!
Uhmuhmuhm!»…«No aspetta
non andartene dobbiamo a tutti i costi
parlare!!!»…«Se vuoi scoprire che ho
fatto in tutto
questo tempo seguimiii!!!» e schizzava più rapido
della
luce «Ma non posso, oggi!...s-sono di turno ai
lavo-a-aspetta!
ASPETTA NON LASCIARMI QUI!»
Il ragazzo in
quel modesto salone da parrucchiere avanzava con sguardo perforante,
mentre il signor Harasawa poneva le mani sulle spalle della ragazza dai
capelli rossi «Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con
Cindy,
ha un’alta considerazione di te quindi non deludere adesso
né me né lei e mostrale tutta l’arte
che ti ho
insegnato, te la affido,
eh!»…«Eheheh…Takato
per me è più che un amico. E’ una
guida.»
scandì suadente Cindermon «Non è vero
Takato…?» dopodiché il padrone si
allontanò
neanche di qualche passo che Takato l’aveva già
afferrata
per il polso «Che diavolo ci fai
qui?!»…«Quello che sono: la signora! No
ahimé
battuta infelice sono in servizio: ispettorato dei Digimon Tamers,
controlliamo che i nostri domatori facciano il loro dovere beh?! Allora
sono tutta orecchie: quali informazioni sul nostro nuovo
nemico?!»…«Di…quale
nemi-»…«Ragazzi: scusate un cosa
soltanto avete
tutto il tempo fuori per parlare adesso…lavorare! Che dopo
ci
sono altre
clienti!»…«D’accordo…»
accennò Takato, lasciando strisciare la mano lenta verso il
pettine «Ptsss: comunque carino qui! Non un po’
piccolo,
però?!»…«Che cosa sei venuta
a fare, quali
sono le tue intenzioni insomma?!»…«Ma te
l’ho
detto per la miseria abbiamo un nemicooo! Non possiamo stare a farci
belli cioè ben inteso tu oggi mi ci fai li
voglio…rossi
più vivi questo colore è spento a Digiworld sono
dei tali
incompetenti a fare i capelli spero che tu ci sappia fare carino! Ma
dovrai dividerti fra questo e le indagini. Il nemico si prospetta
insidioso, seppur niente di ingestibile per noi due sia
chiaro.»…«Non so di
quale…nemico tu stia
parlando!» mentre anche il suo lato da parrucchiere sembrava
sbigottire alla coscienza dell’ingestibilità di
quel
ciuffo rosso «Fai un po’ te che ne so di mio zio
che fa lo
spazzino! Di quello che ieri sera ha attentato alla nostra squadra,
dobbiamo scovarlo e stavolta sferrare noi
l’attacco!»…«Tu non hai capito
niente, noi non
siamo una squadra!»…«Ahah carini
insieme: riflessi
testa contro testa nello specchio!»…«E
fff!!!...falla finita non so chi tu sia né cosa voglia ma
vedo
che non sono stato sufficientemente chiaro ieri
sera!!»…«AHIA!...così mi fai
male piano con
quel pettine non ci sai faaare con le
signore!»…«Sarà che me ne
capitano di rado e
a quanto vedo il livello del posto si
abbassa!»…«Takato!»…«Uhm,
sì?!» il suo capo lo richiamò e lui gli
si
accostò lentamente «Ptsss, ma che voi due avete
problemi?»…«Come?!»…«Ma
se sei
agitatissimo, tremi come una foglia e come se non bastasse ti fai
sentire: che sia ben chiaro niente litigi qui se ci sono problemi
fuori, quella ha capelli da favola e se tu vuoi scaricarla come amica
io già l’ho puntata come cliente per cui anche se
la odi
dovrai fare lo sforzo di essere il miglior parrucchiere in
circolazione! Ora poche storie e lavoro
serio.»…«…D’ACCORDO…»
scandito mentre la mano stava per stritolare il pettine…
…Cindermon intanto si accomodava «Uhm
uhm!» con
gambe accavallate una rivista in mano «Takato! Scusa caro
potresti portarmi il…c-coso là il depliant con
tutte le
sfumature una non vale l’altra e voglio scegliere quella che
più mi si addice! Uhmf!»
Nello splendere
di una nuova, azzurra giornata sul Vertice digitale illuminato dal
globo, Terriermon puntava il dito in alto «E così
i
Ruspimon alzando la loro coda meccanica riescono a montare pezzi fino a
quell’altezza: vedete bambini? E’ così
che
costruiamo case anche così alte!» I piccoli
sembravano
abbagliati. E la polvere digitale a sfere rosate era molto primaverile,
nell’insinuarsi qua e là tra il fermento per i
lavori.
Parte dirigenziale sembrava averla Imagomon, quel maschio di volpe
scura e l’aria nobile e rigorosa – rigorosa quanto
la sua
conversazione con altri Digimon meccanici circa altezze (elevate) e
misure (delicate). Però anche Renamon, sua moglie, non si
risparmiava: e metteva i suoi salti vertiginosi a disposizione delle
impalcature…e dei suoi figli «Mamma, mi fai venire
i
brividi quando salti!» la piccola e screziata Akirmon, ed il
nero-nero Nymon «Che bello, fino al globo
dai!!»…«…fino al globo non ci
arrivo,
figliolo…»
…Lopmon aiutava Terriermon con i bambini…
…mentre
qualcun altro declamava «No no, per
carità…è
un momento molto duro per i Digimon, molto duro. Chissà se
ne
verremo fuori, possiamo solo sperarlo. Ah ma sono questi lavori, ovvio.
Molto duri, molto duri, costringono a faticare anche Digimon anziani e
aggravati da anni di sforzi. Poi lo smog, i Ruspimon si nutrono di
materiale digitale di scarto, cancerogeno oltretutto prendete nota
cancerogeno per cui se i vecchi rischiano la capitolazione a
suon
di sforzi la salute dei giovani è nel mirino
dell’inquinamento. No è un periodo nero, un
periodo
buio…»…«Un periodo in cui non
mancano
scansafatiche brontoloni della tua portata: andiamo bambini, andiamo a
sentire Terriermon che è molto più
educativo!»
erano le considerazioni spassionate della Digimon dalle lunghe orecchie
marroni…
…relativamente al collega nero, metallico e draghiforme che
si
beava del sole della primavera facendo discorsi tetri disteso su una
brandina, e circondato da tacquini e telecamere. Nonché
flash
dai cellulari. «Ha ricominciato.»
informò Lopmon, e
Terriermon «Oh…! Dio mio, e quelli che gli danno
anche
retta!»…«Che vuoi farci da quando hanno
istituito
questa storia della relazione sui lavori Cyberdramon aiuta ancora meno
di prima, si è conquistato un posto
d’onore!»…«Non me ne parlare o
vado lì
a strozzarlo…!» puntualizzava Terriermon tra i
denti, ma
un bambino «Maestro Terriermon strozzare è
violenza!»…«Ops!...scusatemi bambini e
non
sentitemi!»
«Oltretutto i nostri bambini condannati a vedere lo scempio
di un
mondo in disfacimento…le loro madri che saltano sulle
impalcature quando dovrebbero stare in casa, a apparecchiare la tavola.
E a riordinare, noi poveri mariti abbiamo case ben più
simili a
campi di battaglia per questa storia dell’emancipazione della
donna.» aveva voce bassa e cavernosa, Cyberdramon
«E’
che è la morte dei valori, i Digimon non sono più
quelli
di una volta. Si stava meglio quando c’era il
D-Reaper.»
girandosi comodamente, mentre flashavano e prendevano nota…
…tutt’un tratto però, una voce
preoccupata
«Scusate?! Avete per caso visto Guilmon?!» Era
Beelzemon,
aveva l’aria spaventata.
Cyberdramon non
si scompose «I Digimon di turno saltano il lavoro per
protesta.
Le istituzioni cosa fanno? Dormono. Esempio il palazzo reale, Cyclemon
è impegnato in affari personali attinenti
all’educazione
delle figlie.»
«Come?!
Perché Beelzemon, Guilmon non è a casa con
te?!»
gli venne incontro Terriermon, e Renamon subito balzò
«Oggi sarebbe dovuto essere di turno ai
lavori.»…«L’ho cercato
dappertutto! Non ha
neanche fatto colazione!»
«I Supremi
non sono più quelli di una volta. Azulongmon soffre di
arteriosclerosi aggravata ed i colleghi ne hanno approfittato per
soffiargli ufficiosamente il potere decisionale.»
«Beelzemon…e se avesse a che fare con
l’incubo di
ieri sera?»…«Anch’io ho
pensato la stessa
cosa, Renamon!»…«Quale
incubo?!»…«Vieni Terriermon: ora ti
spiego, intanto
andiamolo a cercare. Bambini, andate ad ascoltare la lezione di
Lopmon.» disse Renamon.
«Digiworld
non è più quello di una volta. I rappresentanti
istituzionali sono corrotti. Guardianmon ha accettato una mazzetta ieri
sera.»…«Interessante, molto
interessa-PFFF-WHA-AH-OHA
cheee?!»…«Chi?!»…«Cos-?!»…«Una
mazze-»…«Una
mazze…»…«Una
mazzetta.» destò stavolta l’eco fra i
suoi
verbalizzatori «Quello è matto, che fa riapre le
porte?!»…«E se il D-Reaper dovesse
ritornare
all’attacco agitato dall’ambiente
circostante?!»…«Ma chi gli ha messo i
soldi in
mano?!» e Cyberdramon «Gentili signori qui
è tutto
ufficioso comunque pare la principessa
Cindermon.»…«Corrotta?!»…«No
correggete: corrotto quello che si è fatto corrompere,
Guardianmon, comunque è accertato, è stato visto,
confabulava e poi ha aperto il cancello. Alla fine ci siamo arrivati,
tante commedie e sfoggi di grandezza ma poi porte che sembravano
più dure del diamante sono state sbaragliate
così,
come…una staccionatina da paesello travolta da una mandria
di
Bufalmon. In soldoni risiamo in contatto con la terra, grazie
Guardianmon, grazie!» concluse l’intervista venato
da
vissuta ironica Cyberdramon, ma udito ciò…
«…!
Cosa?!» si volse Renamon «Come?!»
boccheggiò
Beelzemon «Eeee?! Che dice
quell’imbranato?!»
trasalì Terriermon…
«Uhmuhm!» il ragazzino dai capelli neri apriva un
panno sul
quale erano disegnate tante faccine dubbiose e punti interrogativi
«Perché devo mettere questo sugli
occhi?»…«Perché voglio farti
una sorpresa,
Guilmon! Che sorpresa è se io non tiro via
e…uuuuw! Tu
non ti sorprendi…!»...”Non so che cosa
fare: forse
ho fatto male a seguirlo. Dove vorrà portarmi? Ma la vera
domanda è se sarei riuscito più a
dormire…”
mentre il suo muso veniva delicatamente coperto dal panno che con mani
gentili il ragazzo annodava “…cosciente di averlo
lasciato
andare. E per sempre. Lui dev’essere in qualche modo
collegato
con Takato. E il cielo sa come diverrebbe la vita…se
sentissi
che anche l’ultima speranza di ritrovarlo è andata
in
fumo.” «Guilmon non vede più niente,
uhmuhmuhm!»…«Dove vuoi portarmi, ti
prego? Ti
prometto…che sarò sorpreso e strafelice
però tu
non farmi stare sulle spine…!» supplicava il
Digimon, ma
«Qua la
zampa!»…«Oh-h…»
l’altro preferì condurlo, a passi
pacati…
…dovettero camminare poco…
…per
essere di nuovo di fronte a Guardianmon, che da dietro la sua maschera
variopinta come le scintille del varco sembrava svelare occhi
preoccupati, così diversi da quelli del ragazzino che gli
faceva
“Shhhhhh!” come se si trattasse di un
gioco…e
conduceva Guilmon là dove la luce era più intensa
“E’ incredibile…! Ho già
provato questa
sensazione. Quando assieme a Takato e gli altri ci siamo messi in
viaggio per Digiworld! E poi di nuovo…quando tutto
è
finito. E se davvero stessi…?”
La luce si fece
accecante…e una volta acquietatasi loro non
c’erano
più. Guardianmon se ne accertò muovendo i suoi
occhi
misteriosi verso il varco. Dopodiché alzò il suo
dito
coperto dal guanto metallico, e materializzò...un cellulare!
Altrove
«Ahhhhhh!...questa sì che è
vita.» si stirava
Cindermon, con la cuffietta in testa e mollettine varie ad adornarla.
Takato la guardava mentre sciacquava gli strumenti, e sembrava volerla
ridurre un cumulo di polvere. Seduta accanto a lei c’era una
signora anziana, e Cindermon approfittò per prendere parola
«Ah-ahhh che bella tiiinta,
signora!»…«Oh,
grazie, che ragazza carina che
sei!»…«Troppo
gentiiile!» sfoderando dei sorrisoni estesi assai, che
sembravano
acutizzare la gravità nello sguardo del ragazzo che
però
poi dovette dividersi fra il padrone ed altri clienti «Sei
una
sua amica?» chiese la signora indicando Takato, e Cindermon
«Uhm uhm, sssì!» precisò con
moine e un
pizzico d’orgoglio «Sono, sonooo…una
cliente del suo
negozio da poco tempo ma sa com’è anche il mio
sogno
è quello di fare la parrucchiera quindi “cosa fai
tu, cosa
faccio io, cosa ti piacerebbe fare” e insomma si attacca
discorso
la cosa è che…! Vede le confesso che ci terrei
molto ad
approfondire la sua conoscenza solo che lui è molto
riservato e
io mi vergogno un po’ a fare domande tipo “qual
è il
tuo colore preferito il tuo pasto-tipo mare o montagna” e
roba
del genere per cui…ahh, vorrei solo che qualcuno mi aiutasse
magari che lo conosce che lo vede tutti i giorni che mi dicesse un
po’ che tipo è, cosa può fargli
piacere...!»…«Eeeeh…!»
sorriso
consapevole di quella signora «L’abbiamo visto
piccolo
così!»…«…!
Davvero?...!»
sembrò colpita Cindermon «E anche grande
così.»…«EEEH?!»…«Ah
ma
questa ormai è una storia passata ora è tornato
quello di
sempre. E’ che ha passato dei brutti momenti.»
mentre
entrambe lo guardavano pettinare i capelli di un'altra signora,
accennando poche, serie e discrete parole
«Dopodiché ha
voluto dar fondo alla sua volontà e trovarsi questo
lavoretto
per dare una mano a casa: sai, hanno un negozietto tanto carino
l’hai
visto!»…«Sììì,
fantastico!»…«Ma ormai chi guadagna
più di
questi tempi.»…«Eh già. Eh
già non io
di certo!» seguiva lei molto interessata con occhi-calamita
«Lui…che dire è un ragazzo speciale. Ha
una
personalità un po’
inafferrabile.»…«Lo
so me ne sono accor-CIOE’! E’ per questo che mi
colpisce
molto.»…«E fai bene.» quella
signora dal fare
dolce le mise una mano sulla spalla «Forse lui ha davvero
bisogno
di una come te.»
…gli occhi di
Cindermon sbatterono come due finestrelle metalliche, fissi nel vuoto
«Lei diceee?» ma l’altra non si
scomponeva e
seguitava a guardare il giovane, che appena si scioglieva in un timido
sorriso «Parla molto poco, certi giorni…quasi
nulla. Ci
chiediamo tutte a cosa pensi. Però gli vogliamo tutte bene,
e
oltretutto è molto bravo in questo lavoro, ha ancora da
imparare
ma ha delle mani molto delicate…» Parole che
spinsero lo
sguardo della Digimon verso l’alto…
«Delle
volte sussurra un motivo mentre lavora: gli abbiamo chiesto di cosa si
tratti e lui ci ha risposto che è una canzone vecchia a cui
è molto legato. E che parla di un qualcosa di caro che si
rimpiange. Mia figlia mi ha detto…che è una
canzone di
dieci anni fa.»…«…! Dieci
anni
fa?!»…”La battaglia dei Digimon,
l’invasione
del D-Reaper…!”«Chissà se
magari una ragazza
come te può farlo uscire dal suo
guscio.»…«O-Oh beh,
io…!...che devo dirle la
buona volontà c’è non ci so fare molto
con la gente
elucubrante, FILOSOFICA, idealista, N-NOSTALGIC-BUAHH! Vede non mi
vengono nemmeno i termini!»…«Ahhh, ma
lascia
perdere! E’ soltanto un buon ragazzo che ha solo bisogno di
un
po’ di affetto, un po’ di
amicizia!»…«Senta!...senta visto che ora
siamo in
argomento mi scuuusi, eh!»…«Prego,
prego. A tua
disposizione.»…
…mentre Takato tra il lavoro si soffermava a pensare
“li
voglio…rossi più vivi questo colore è
spento a
Digiworld sono dei tali incompetenti a fare i capelli spero che tu ci
sappia fare carino!"...a Digiworld…
…di
nuovo! E se fosse vero, se Cindermon venisse da Digiworld?!”
«Ehi?!»…«Oh, sì
signora?»…«Stai pensando al mio
colore?»…«…
…esattamente, valutavo quale fosse il più
adatto.»
rispose sempre con misurata cortesia…
…ma non
staccava gli occhi da una briosa Cindermon pronta alla risata e ormai
completamente amalgamatasi nello spirito di quelle clienti
“…che cosa avrà poi…da
chiacchierare e
ridere tanto?!”
«Ehehehe
sì lo so lo ammetto sono tipo giornalista col microfono:
domande
incessanti, una-dopo l’altra-dopo l’altra! Senta un
po’ mia cara signora! Ptsss…!...mi avvicino
perché
sennò mi sente già mi sta guardando!»
(cosa che a
lui sembrò seccare assai e lo spinse a volgersi)
«Mi dica,
ma lui, ce l’ha la
ragazza?»…«Eeehhh!»
con eco di un’ulteriore cliente
«Eeeeeeeehhh!»…«Eeeh? Eeeeh?!
BEH?! Sì
o no?!»…«No.» rispose quella
più vicino
a lei «Sì.» l’altra
«…?!...che
è?! Una congiura?! Per farmi andare la testa in
panne!»…«Ahahah! Quanto sei simpatica!
No per la
verità no anzi a quanto sembra la mamma è molto
dispiaciuta. Come tutte noi vorrebbe dei
nipotini.»…«Oooooohhh…CHE
BRUTTO…» enfatizzò un po’
Cindermon
stringendosi quell’asciugamano come per coprirsi dal freddo
del
disappunto «Però! Altre voci di corridoio
accennano non
molto ammirate ad una certa…sua amica, che pare abbia un
rinomato brutto carattere!» intervenne l’altra
cliente
«Cavoli, quale amica?!»…«E una
fama…ancora peggio del
carattere!»…«OH MIO
DIO…!» aggrappandosi alla sua stessa sedia tanto
per stare
girata verso chi le parlava da dietro. Intanto quella accanto
«Ahhh, bando ai pettegolezzi! E’ soltanto
un’amica!» ma l’altra «Eh,
aivoglia, con certe
tipe in giro!»…«Vi prego non fatemi
stare sulle
spine!» così la più vicina e paziente
le
spiegò «Se vuoi sapere di lui sai chi
può aiutarti?
Una sua amica. Si sa che si conoscono, ormai non è il caso
di
nascondersi.»…«Gestisce un locale
notturno.»
(mano alla bocca per Cindermon) «Sì lo
gestirà ma
lui è di un altro
livello.»…«Il malcostume
è contagioso.»…«Lui ne
è immune, dai!
Ascoltami…Cindy, no?»…«Eh?
N-No cioè
SI’! Sì, mi chiamo
Cindy!»…«Cindy…una sua
storica amica e
confidente la trovi la sera al pub…come si chiama, non mi
viene
il nome!»…«Tipo
“L’acqua
azzurra”»…«No! Non era
l’acqua, e non
era azzurra! Ma comunque qualcosa di simile. Si chiama Rika Nonaka e
loro si frequentano, che dire: da quando erano…»
(mentre
l’altra cliente «Per-ca-ri-tà vecchia
mia quel nome!
In un posto pubblico! Con la gente che ci sente un po’ di
prudenza!») «…ragazzini, me li ricordo!
Andavano a
passeggio assieme c’era anche un altro
ragazzo.»…”Rika Nonaka! Ma certo,
un’altra
Digimon Tamer!”…«Lei è famosa
anche
perché era nota la madre, Rumiko
Nonaka.»…(«E’ proprio senza
speranza…!)
«Faceva la modella ma adesso pare non abbiano più
tanti
soldi come un tempo…! Ma va bene. Lei dovrebbe aver avuto un
legame molto profondo col tuo
amico…»…«C-Cos-no adesso
andiamoci piano
vorreste dirmi: STAVANO INSIEME, CIOE’?! CON UNA CHE TIENE UN
LOCAL-»…«Nooo, non credo fossero
fidanzati. Beh,
almeno per quanto ne so! Potresti andare da lei e parlare, potreste
fare amicizia!» («Ma che fai, la spingi verso
quella
vita?!») “Beh, dopo tutto in effetti questa Rika mi
interessa: quelli che hanno combattuto con lui dovrebbero conoscerlo
abbastanza bene. Dovrei…farmici quattro chiacchiere, prima o
poi
uscirà fuori un suo cavolo di punto debole, un suo lato
tentabile, un qualcosa sui cui possa far leva per attaccarlo a me!
Sì, è ufficialmente iniziata la fase raccogli-informazioni
di Cindermon! Voglio sapere tutto quello che c’è
da sapere
su Takato Matsuki, anche i suoi lati più NASCOSTI &
CELATI!” mentre lo fissava riflesso nello specchio
incrociando il
suo ferente sguardo che poi sfuggiva, quando
«Oooh?!» uno
squillo, e Cindermon cominciò a tastarsi come avesse tutte
tasche «Ti squilla il cellulare,
cara?»…«EHEHEHEHEM, solo un attimo
pleeeeease!» e sgambettò tutta moine in corsetta
fino
all’esterno, sfilando sotto la linea del fuoco degli occhi di
Takato…
«Prontooo…?»
…dall’altro lato sembrava esserci poca voglia di
scherzare
«Principessa Cindermon sono
Guardianmon.»…«Ehm…EHEHEHEHEHEHEHEHEHEH,
EH-HHH!...non ricordo di averti dato il mio numero di
cellulare…» strisciato fra i denti nel tentativo
di tener
su quel sorriso «E io non ricordo di averti avvertito circa
il
fatto che sono uno che sa procurarsi ciò che vuole: ma te lo
dico adesso. Anche se preferirei di persona. Spero la tua operazione
serale sia andata in porto. Mi hai fatto preoccupare. Non credi sia ora
di tornare a Digiworld?»…«Non
posso!»
frizzante e brioso…
…silenzio
dall’altra parte «Evidentemente il tuo orologio va
male
Guardianmon perché io non ho detto che mi sarei scapicollata
a
fare la spesa per poi tornare io devo fare cose qui che richiedono un
certo tempo.»…«Non
posso…né voglio
permettertelo.» pronunciato con scura, ambigua naturalezza
«Eheheh allora peggio per te caro io vado a infangarti PRIMA
QUI
SULLA TERRA PURE CHE NON TI CONOSCONO e poi a Digiworld non immagini
quanto! Hai scordato che sei nelle mie
mani?!»…«…per
l’ultima
volta…TORNA A DIGIWORLD…sai che tengo molto alla
mia
regolarità di arrivi &
partenze.»…«Per
l’ultima volta…va
all’infernooo…!»
sussurrato, richiudendo il cellulare «Uhmf! E PIGIATI ecco
bene
così! Ah! “Tiene alla sua
regolarità” beh non
fa passare nessuno grazie tante! Non ha bisogno di un registro per
appuntarsi i transiti!»
«…come vuoi.» Guardianmon richiuse la
conversazione…distruggendo il cellulare nella sua stretta
magica
e liquefacente «Debbo imparare a essere meno
impulsivo…mi
serviva per chiamare il sicario.»
«Guilmooon!!!» chiamava Terriermon, ma Renamon con
lì con lui «Fermiamoci, Terriermon: qui termina il
settore
controllato, più avanti c’è il campo digitale indefinito.»…«Oh
no e se Guilmon fosse proprio
lì!»…«Purtroppo
sarebbe inutile cercare: senza gli strumenti adatti finiremmo per
perdere anche noi l’orientamento.»
…dinanzi ad un crepaccio che sembrava profondo, sovrastato
da
scariche elettriche a trafiggere l’atmosfera «Dove
sarà andato…? Sono molto preoccupato: se
è vero
che l’incubo di ieri sera gli è sembrato
così
concreto potrebbe aver tentato di rompere i sigilli di Digiworld, e di
tornare sulla terra! Purtroppo Takato è il grande irrisolto
della sua vita…uhm, e non è il solo a provare
questo…» smarrendo i suoi occhietti puntiformi sul
fondo
di quel nero crepaccio «Renamon…hai sentito quello
che ha
detto Cyberdramon?»…«Non possiamo
esserne
sicuri.»…«Ma se fosse vero, e fosse
giunto
all’orecchio di Guilmon prima che al
nostro?!»…«So che vuoi dire, ti
conosco.»
camminò, con la consueta, frigida compostezza la Digimon
volpi
forme «Veramente,
io…»…«Tu vuoi
affrontare
Guardianmon.»…«Ecco…vorrei se
non
altro chiedergli…!»…«Se ha
visto Guilmon ma
secondo me non risponderebbe. Lui non vede di buon occhio nessuno di
noi.»…«Senza motivo perché
non gli abbiamo
fatto niente!»…«Di sicuro è
perché
siamo stati sulla terra ma il motivo per cui aborrisce i contatti fra i
nostri mondi ci è oscuro. L’unica cosa di cui
possiamo
esser certi…» distanziandosi dal crepaccio, dando
le
spalle al piccolo compagno «…è che
è fuori
dalla nostra portata. Almeno stando così le cose per noi e
credo
tu mi capisca bene,
Terriermon.»…«…traduzione…senza
i
nostri domatori a darci il potere. Ma non possiamo abbandonare
Guilmon!»…«…no. Infatti. E io
non ho detto
che lo faremo ma è solo bene agire con consapevolezza.
Dobbiamo
essere coscienti di cosa andiamo a fare e cosa, e CHI eventualmente
lasciamo qualora avessimo l’idea di sfidare un Digimon
potente
come Guardianmon. Questo mondo…è nostro e ci
è
caro, ci siamo impegnati tanto per farlo sorgere anche se non abbiamo
mai smesso di sognare la terra, e chi abbiamo lasciato indietro.
Nessuno di noi l’ha fatto!» Terriermon
guardò verso
il basso «No…io no
almeno.»…«Neanch’io. E
purtroppo, o per
fortuna nemmeno Guilmon. Per cui ora torniamo dagli altri, e sentiamo
se l’hanno trovato. Qualora ciò non
fosse…»
guardando Terriermon con la coda dell’occhio
«Cercheremo di
pianificare in che modo trattare con Guardianmon: in effetti hai
ragione tu, è l’unica cosa da fare.»
compiendo uno
dei suoi balzi-flash. Terriermon guardava le sue stesse mani
«…senza i nostri domatori non possiamo
nulla…nemmeno aiutare un caro amico!» e questa
consapevolezza lo frustrava.
«Mi hai
capito bene
Shockmon?»…«Perfettamente…»
rispondeva una sagoma scura simile a un ladro in calzamaglia nera, ma
che da sotto il passamontagna lasciava intravedere occhi elettrici e
oltremodo sfrigolanti «Ho fatto indagini a palazzo reale e
credo
di aver capito che si è messa in testa la principessa
Cindermon:
infastidire i Digimon Tamers di dieci anni fa per cavarne un tornaconto
personale, ha consultato i libri rivelatori.» spiegava
Guardianmon apparentemente calmo e con la spada in mano a enfatizzargli
i gesti «Devi essere molto veloce, non farti vedere da
nessuno
né all’opera né di ritorno,
devi…eliminarla,
presto, mettere a tacere questa storia il più in fretta
possibile, non mi piace: fa in questo modo, scova sia lei sia
l’altro ragazzino che ho fatto passare e che si spaccia per
un
Digimon Tamer, riuniscili, ed eliminali, tutti e due, anche lui
perché ho capito che racconta solo storie chissà
per
quale scopo, è scomodo, deve sparire. Devono sparire
entrambi. E
poi non si deve più parlare di loro.»
«Mai
più…»…«Bene:
svelto a passare. Ah e
un’altra cosa. Anzi due. Lui ha fatto passare un altro
Digimon,
quello di ieri sera è perito. Che questo subisca sorte
analoga.
E se per caso con la principessa dovesse esserci qualche ex-domatore,
stesso trattamento, non importa chi ci va di mezzo, queste porte si
devono chiudere, questa storia non deve filtrare.»
Al posto di quel
Digimon oscuro ora soltanto una sfera di nera elettricità,
mentre Guardianmon prometteva «Ti saprò
ricompensare
ampiamente.» La sfera si diresse verso il varco, fino a farsi
assorbire dalla luce. Guardianmon alzò la sua spada
affilata, e
quel cancello dall’aria antica e mistica si richiuse
lentamente…
«Contenta,
Cindy?!»…«Mah devo dire che ci sapete
fare
qui!» rispose orgogliosa del suo nuovo e rinvigorito ciuffo
rosso
che cercava di raddrizzarsi ulteriormente allo specchio
«Torna
quando vuoi, hai le porte
spalancate!»…«Uh
grazie…!»…«Takato, accomPAGNA
(!) la tua
amiCA (!) fuoRI (!!!) » faceva eloquenti cenni Harasawa, e
mentre
Cindermon sogghignava soddisfatta, Takato le si accostò
molto di
malavoglia
«…”CINDY”…»
e si
avviarono verso l’uscita.
«Io
davvero non ti capisco, Takato.»…«Che
cos’è che non capisci di tutta
quell’abissale
quantità di informazioni su di me che hai chiesto alle
clienti?!» esclamò lui subito ostile, in una posa
che
è quasi quella di chi vuole fare a pugni «Insomma,
dico…! Ma non è bello essere dei giovani eroi
avventurosi
quando si è piccoli e poi crescere e
diventare…delle
NULLITA’ in poche
parole!»…«Non ti ho chiesto
io di venire a farti il ciuffo dove lavoro io, potevi scegliertene uno
più grande, più di
lusso!»…«Non si
tratta di questo: finché è il
ciuffo…va bene! Non
ero falsa ah a proposito simpatico il tuo capo gli ho detto che mi
piace perché, dovevo mentire? No, è venuto bene!
Quello
che dico io, è…ah, insomma! Dovrebbe venire
naturale:
dovresti averne…fin qui, fino alla cima di quei tuoi bei
capellucci di bravo ragazzo di tutte queste storie
“è
timido”, “è deboluccio”,
“parla
poco”, “fa il parrucchiere”! Uno come te
dovrebbe
avere voglia…di SSSPACCARE IL MONDO! Così,
djahhh!»
sferrando un calcio in aria, accrescendo non poco l’astio nel
ragazzo «Ormai che prospettive hai? Solo diventare
l’idolo
della terza età in quel buchetto di salone, se invece
riprendessi QUESTO BEL
COSINO…!»…«…!»
sfoderando di
nuovo il Digivice con la foglia aurea «Che ieri ti sei
premurato
di gettarmi ai piedi a mo’ di spazzatura, saresti rispettato!
Io
ti potrei rendere…ahhh, me lo immagino da qui quanto ti
invidierebbero in pratica cammineresti per strada e tutti
“ahhh,
lui è il grande Digimon Tamer!” e i soliti
sbavamenti
d’occasione “ah come vorrei essere nei suoi
panni” e
via dicendo!»…ma nella mente di Takato solo
amarezza
“Come sei vuota…” «Guarda che
io lo so come
funziona! La gente chiacchiera.» e gli metteva in mano a
forza il
Digivice «E oramai non si ricorda più
nienteee…non
ci sperare! Devi innovare, immaginati…in tutte le tv,
diffusione
internazionale: “Il Digimon Tamer Takato Matsuki e la
strapotente
Cindermon fanno ancora una volta faville!” poi applausi,
complimenti, anche ragazze perché mi hanno detto che non sei
parcheggiato! Figurati come saresti gettonato altro che “ha
le
mani molto delicate”, e in fondo la svolta l’hai
davanti
ormai è sparito dagli annali quel tuo vecchio Digimon
stra-archiviato!»…«ADESSO SMETTILA!! NON
CAPISCI
NIENTE!!»…«Iihhhm!»
gridò tanto forte
da arricciolarle il ciuffo «Ma è da quanto sei
nata che
parli a vanvera così?! Conserva il tuo fiato
per…!!...per…!! Per chi fa la fatica di
sopportarti, non
so se famiglia, amici, chi compone il mondo da cui hai avuto la stupida
idea di allontanarti per venire a cercare
me!»…«Ecco
che ricominci, ma errare è umano perseverare è
diabolico!!! Non ti dà fastidio che potrei rivolgermi a
qualcun
altro?!»
…ma
Takato la fissò con furore «No…! Non mi
dà
fastidio, fallo, vattene, sparisci dalla mia vista! Ammesso che quel
qualcuno riesca a tollerare i tuoi discorsi senza contenuto, senza
rispetto per niente e nessuno!!!»…«ALTRO
CHE
CONTENUTO! Ah ma sei davvero incompetente sai misurare il potere?! MA
DOV’E’ L’ESPERTO DI DIGIMON DI UN TEMPO,
HA PRESO UNA
BOTTA IN TESTAAA?!»…«NO!
Tutt’altro! Io non ho
scordato…niente, NIENTE di quello che mi è
capitato!! Di
chi ho avuto vicino!! Ed è proprio perché
ricordo…!!» gettando di nuovo
«AHI!» quel
Digivice a terra per poco non colpendole il piede «Che
sentire i
tuoi discorsi mi fa ribrezzo e basta!! Parli di “misurare la
potenza”?! Ma hai idea di quale fosse la forza con cui
abbiamo
lottato?!»…«Fammi pensare, di che
livello era
quellooo…? Evoluto,
Mega…?»…«”Livello”…uhm!
Tu
mi fai
pena.»…«Io?!...p-penaaa?!»…«Che
ne sai tu…di quelle sensazioni
speciali?!»…«Ehhh…?»
come punti
interrogativi, gli occhi di Cindermon. Takato socchiudeva i
suoi…
…e nella
sua anima ripercorreva lo scorrere del tracciato digitale sul suo
stesso corpo prima di dar vita alla Biodigievoluzione, fondendosi con
il suo Digimon «Quello che abbiamo provato non si
può
misurare…
…i
parametri del mondo attuale…non potranno mai arrivare a
valutare
con un numero la forza dell’amicizia. Il calore nel
cuore…che fa nascere chi ti dice che insieme si è
più forti…»
«B-Beehhh…dipende dal livello! Se io-Digimon
stratosferico
mi metto a lottare con te alto tre centimetri-…i conti non
mi
tornano!» ma Takato era distante anni luce dai suoi
discorsi…
…e il suo
cuore viaggiava verso un passato in cui lui, ragazzino, tra le vie di
quella città era accompagnato dal suo Digimon, il rosso e
screziato di nero Guilmon dall’addome chiaro, le zampe
artigliate, la coda, le orecchiette, gli occhi gialli, gli occhi
buoni...
…e un
mondo da cui proveniva, verso cui viaggiare, per combattere e
mutare…
…in un
cavaliere dall’armatura candida, che brandiva una lancia e
sosteneva uno scudo «Quello era davvero combattere. Ma non
è stato soltanto
questo…»…«…no.
No e che altro allora? Scusami era un Digimon mi dici che non avete
solo combattuto che altro avete fatto giocato a scacchiii?!»
«La sera
tornavamo a casa…» non si arrestava, quel fiume di
ricordi
«Inizialmente case separate. Non doveva scoprirlo
nessuno!»
mormorava ma non parlava più con lei, bensì fra
sé, scivolando in un guizzo di furbizia su quelle ultime
parole
come quando si narra una fiaba. E ricordava il blocco grigio, dalla cui
entrata filtrava il tramonto «Poi però fu tempo di
raccontare tutta la verità al nostro mondo!
Un’altra
dimensione, con i suoi magici abitanti, l’aveva
sfiorato…»
…e si
rivide entrare nel negozio dei suoi genitori ritto e orgoglioso assieme
al suo Digimon. Lo stupore, e sbalordimento degli amici, e poi mangiare
tutti assieme, il panino a forma di Guilmon «Essere una
squadra…»…«Cioè
fammi capi-ti portavi
il Digimon a casa?!» “Ma che poi io l’ho
visto era
una bestia avrà sporcato!” «Essere una
cosa
sola…» nel ricordo di una Biodigievoluzione
dinanzi al
mare, e ai suoi stessi genitori stupefatti «Ma anche se
grandi e
potenti essere quegli stessi amici che si specchiano occhi negli occhi.
Che parlano, ridono, scherzano, fra cui non ci sono
segreti…!» in un contrasto fra l’immenso
cavaliere-Digimon…
…e la
tenera accoppiata del ragazzino dai capelli castani un po’
scompigliati, ed il simpatico draghetto…
«Capito!
Senti: se il problema è
logistico…sì…!...ammetto che
è mi fa un
po’ strano però se in casa tua
c’è spazio io
potrei anc-»…«Lascia
perdere!»…«Ihmp! Come hai
detto?!»…«A te tutte queste non ti
sfiorano neanche.
Non ti fanno effetto. Non ti importa di sapere chi siamo stati e vuoi
cancellare con le tue sciocche “promesse di
rinnovamento”
qualcosa che non conosci! Ma io non mi faccio comprare da te, non mi
importa se non sono l’eroe di questo quartiere!!!»
eruttò quella che era iniziata come una semplice
constatazione
amareggiata «Perché quello che ho dentro, che ho
vissuto,
che ho creduto non lo tradirò mai!!!»
…lei lo
fissava negli occhi “Io devo parlare con qualcun altro. Non
lo
capisco! Se qualcuno mi spiega mi fa un favore, ha la grazia scodellata
e la sacrifica per un semplice ricordo!” «Per
cui…Cindermon, no? Oppure semplicemente Cindy
perché se
ci tieni a saperlo io francamente non ci credo che tu sia un
Digimon.»…«C-COS-come nooo, questa
è davvero
troppo E ALLORA COSA SAREI LA SORELLINA CHE NON HAI
AVUTO?!»…«Dubito: non mi somigli per
niente.»…«Ah giusto non sono una BUONA
SANTARELLINA
come il dolce bambinetto della
leggenda…!»…«Pfff, ma di chi
stai parlando?
Non mi vedi?» lui le diede le spalle «Altro che
bontà. Io non sono dolce…semplicemente cerco di
essere
coerente con me stesso.»…«Ottimo
risultato no no
complimenti continua così pura saggezza le tue
scelte!»…«Me lo dicono in
molti…»
guardando il cielo di una primavera dosata giorno dopo
giorno…mentre la gente camminava lungo la scenario
quotidiano a
circondarli «…ma io non riesco a fare
diversamente. Non mi
importa di quello che pensi tu o che pensano gli altri. Per
cui…te lo chiedo per favore, finiamola qui. Ognuno per la
sua
strada.»
…lasciandola con la bocca aperta, la mano tesa, e quel bel
fardello di sconcerto da sgravare non si sa come
«E’ molto
meglio per te che te ne torni da dove sei venuta!» si volse
lui
ma non la guardò negli occhi, liquidandola solo con un gesto
della mano “E’ assurdo. Non credevo che mi avrebbe
accolta
così. Ero convinta che l’avrei persuaso subito.
Trovarmi
di fronte a discorsi simili era davvero…l’ultima
cosa che
mi sarei aspettata.” «Ti occorrono ore per
deciderlo?!» ma lei si drizzò cercando di non
tradire poi
tutto questo dubbio «Mmm…no! Niente affatto, stavo
solo
facendomi quattro calcoli nella testa. Ora, premesso che hai bisogno di
andare a casa a rinfrescarti perché svalvoli amico fattelo
dire,
si dà il caso che io non sia così tanto diversa
da te in
fatto di…priorità!
Bisogni!»…«Che
intendi dire?!»…«Ehmmm…
…mi
occorrono di un po’ di
soldi.»…«…
…cosa…?» più tenebroso
dell’oltretomba
«Beh che altro?! Qui mi pare che funzioni così!
Takato
aCCidenti ma tu non focalizzi sono arrivata ieri sera un viaggio
SFIANCANTE prima cosa che faccio non la pipì: TI SALVO LA
VITA!
Tu non mi ringrazi anzi mi mangi a mo’ di cena in
ritardo…avrò pure bisogno di qualche spicciolo
per
rimediarmi un alberghetto di QUARTA CATEGORIA visto che da TE non ci si
può aspettare di me-GLIO! Eh! Dalle mie parti si chiama
gratitudine.»…«Dalle mie
parti…parassitismo.»…«Perché
vieni dai
bassifondi e sei maleducato! Guarda che faccio molto sul serio se non
mi assicuri almeno un posto in cui farmi dico PER LO MENO una doccia
rinfrescante e il tuo padrone L’HO PAGATO-non l’ho
fatto
gratis questo cavolo di ciuffo-L’HO
PAGATO!»…«E ieri sera?! Dove hai
dormito,
scusa?!»…«Uhmf!...
…po’ qua…po’
là…! Fatti miei:
ero rimasta…se non mi dai i soldi li vado a chiedere ai tuoi
genitori vado da loro sì perché essendo tu almeno
burocraticamente grazie a questo STRAMALEDETTO DIGIVICE il mio FORMALE
Digimon Tamer io credo di avere almeno il DIRITTO DI-» ma lui
aveva estratto dal portafoglio qualcosa che molto rapidamente le mise
in mano «Prenditeli: basta che sia l’ultima volta!
Sono
disposto a pagare…qualsiasi cosa pur di liberarmi di te,
prendi
questi maledetti soldi e poi sparisci una volta per
tutte!!»…«Ma io-TAKATOOO!!!»
ma il ragazzo era
già andato via a passo rapido «Ma questi sono
pochiiiIIIIssimi, che ci faccioooo?!!!» mugolò con
banconote spiegazzate fra le mani…
…mentre
Takato nel vicino vicolo si appoggiava al cemento «Non la
sopporto, odio i suoi discorsi! Ma perché è
venuta qui,
cosa vuole da me, da dove proviene?! Vorrei tanto chiederle cosa sa di
Digiworld…ma ogni volta che me la trovo davanti vado in
tilt,
non riesco a sopportare il suo stesso sguardo! Che devo
fare…?» si chiese stanco, e appenato da quale
pensiero,
ponendosi una mano sulla fronte…
«Avrei
tanto bisogno del consiglio di un amico…» ma poi
un’idea sembrò fargli tornare la speranza di
guardare il
cielo «E forse c’è qualcuno a cui posso
chiederlo!
Anzi, devo avvisarlo, debbo dirgli tutto quello che è
accaduto
ieri notte!!» Takato, dal giubotto beige forse non nuovissimo
ma
pratico, accennò un sorriso che ricordava i suoi di anni
prima…
…ignaro
però di avere una specie di angelo custode che lo osservava
dall’altro capo del vicolo e che sembrava essersi deciso a
rivolgersi a lui «Takato!» ma lui era
già corso via
e non l’aveva udita…
…per cui,
quella ragazza dai lunghi e ondualti capelli castani, il fermaglio
dorato e gli occhiali affusolati, ritirò la mano che aveva
teso
per chiamarlo sfiorandosi le labbra in una posa insicura
«Sembri
avere qualcosa che ti preoccupa…in realtà forse
è
meglio che non ti disturbi.» concluse come se questo in parte
fosse rassicurante anche per lei, e si dileguò fra la gente
tra
strade e marciapiedi...
«Niente?!» Beelzemon in apprensione, di nuovo
presso la
piazza «Niente…!» rispose Renamon. Dopo
aver
congedato altri Digimon «Vogliate scusarmi.» si
accostò a loro anche Imagomon «Scusate se mi
intrometto:
mi hanno informato. Guilmon è
scomparso?»…«Sì,
Imagomon…»
parlò sua moglie «Io e Terriermon siamo andati
fino al
confine dell’area ma non c’era nessuno
lì!» Si
aggiunse Beelzemon, nei cui occhi si leggeva evidente preoccupazione
«Tu non è che per caso hai saputo qualcosa, lo hai
visto,
o hai sentito qualcuno parlare di
lui?!»…«No
purtroppo Beelzemon…» chinò il capo con
sincera
preoccupazione il maschio di volpe «Con Terriermon pensavamo
che
l’incubo di ieri notte…»
iniziò Renamon, e
Imagomon «Lopmon e Terriermon mi hanno parlato
dell’incubo:
la situazione…è delicata, dovete cercare di
essere
consapevoli di quello a cui andiamo
incontro.»…«Dobbiamo assolutamente
ritrovarlo, forse
Guardianmon l’ha visto, avrà parlato con lui nella
speranza di passare il
varco!»…«Sì. Questo
può essere. Renamon, i
bambini?»…«Sono con
Lopmon…perché?»…«Solo
perché
non sentano.»…«Posso andare da
Guardianmon! Potrei
andargli a chiedere se ha visto
Guilmon!»…«Beelzemon: calma. Frena
l’impulso.» gli parlò molto serio
Imagomon
«Ma…!»…«Da solo no,
è pericoloso
per te ed altrettanto è molto probabile che effettivamente
Guilmon abbia avuto a che fare con lui.» La volpe scura mise
una
mano sulla spalla dell’altrettanto nero Digimon a tre occhi
«Capisco la tua apprensione ed è anche la mia.
E’
appunto un piano che voglio elaborare. Ma dobbiamo essere compatti. Ora
più che mai perché da quel cialtrone che non fa
altro che
sproloquiare ho sentito che Cyclemon se n’è
andato.»…«Cosa?!»
trasalì Renamon
«Come se n’è andato?!»
esclamò
Beelzemon, e Imagomon «Non sappiamo diretto dove, ma ha
lasciato
il palazzo reale. Se ci fosse stato lui avrebbe interceduto per noi con
Guardianmon, è saggio. E anche se non lo conosciamo molto si
è sempre dato da fare per noi. Altrettanto però
ignoriamo
il passato di Guardianmon, e ora, non c’è altro
modo per
dirlo: siamo nelle sue mani, almeno in teoria. E’ il Digimon
più potente nei dintorni ora che Cyclemon è
sparito. E
non gli piacciamo per cui...» invitando gli altri a
stringersi
«Cerchiamo di non farci sentire, tenere sott’occhio
qua
attorno, e simulare apparente naturalezza. Questa storia di
Guilmon…che non faccia il giro del villaggio, anzi Beelzemon
se
ti chiedono di lui dì che è a casa. Che non sta
bene.»…«D-D’accordo...»
accennava
l’interpellato sulla cui fronte erano intravisibili gocce di
sudore, e che non del tutto padrone della situazione a causa del
timore, altro non poteva se non aggrappare i suoi occhi dilatati alla
fermezza di Imagomon «Poi fra poco c’è
l’ora
di pausa quindi riprendiamo il discorso ma mi limito fin
d’ora a
dire che non si tratta solo di un fatto episodico: Guardianmon non mi
piace, è infido e pretende di farci bere tutte storie dalla
dubbia accertabilità circa il varco da lui sorvegliato. Sono
certo che non aspettava che Cyclemon se ne andasse per poterci trattare
come sciocchi! E tenervi chiuse le porte di quel mondo in cui tanto
vorreste tornare!»…«Come
dici?!» fu un
sussulto ulteriore per la moglie di quel Digimon, così come
per
Beelzemon «Pensi che Guardianmon menta, e che il nostro
varcare
il portale non equivarrebbe al collasso del
sistema?!»…«Questo è
ciò che ha detto
a noi e anche a Cyclemon ma è solo la sua parola, chi ce
l’ha assicu-»…«Che cosa state
complottando,
voi?!» si infilò di colpo Cyberdramon nella
conversazione…
…lanciando la domanda dalla comodità della sua
brandina
«Niente…» fece Renamon non molto
entusiasta
«Vi avverto che decidere di sabotare i Ruspimon per fare
ostruzionismo lavorativo sarebbe la ciliegina sulla torta per
conquistarci quella classificazione ormai sulla bocca di tutti:
incivili.»…«Parla per
te…» fece
Renamon, e Imagomon «Perché anziché
blaterare non
ti dai una mossa?!»…«Non mi sembra caro
Imagomon che
sinceramente voi stiate facendo molto più di me da qualche
minuto.» sicché Beelzemon propose
«Andiamo…ignoriamolo, vuole solo
provocare.»…«Sono
d’accordo.» Renamon
«Vieni a pranzo da noi, Beelzemon?» propose
Imagomon
«Come…? Oh-h…certo.» nel
fulmineo e
impercettibile dilatarsi degli occhi di Renamon…
…ma il
nero Cyberdramon dal muso metallico e dalle ali rosse li
guardò
allontanarsi e mormorò «…più
pazzi di voi si
va dritti al manicomio. Ehi! Ehi laggiù dico a te, passami
il
cellulare!»
Mani da bambino
scioglievano svelte e pratiche il nodo, e un po’
più
lentamente allontanavano il panno con le faccine dubbiose dal muso, non
meno dubbioso, del draghetto rosso «Non aprire ancora gli
occhi
Guiiilmon! Solo quando te lo dico iooo! Chiudi-chiudi!»
declamava
quasi canticchiando quell’estroso giovane, ma non aveva
bisogno
di premurarsi perché Guilmon non riaprisse gli occhi
“Non
so se ho più paura di quello che potrò trovarmi
attorno…o di rivedermi davanti agli occhi la sua
faccia.”
ma ad un tratto «Oooh! Oaahhh! Chi è che mi ha
afferrato
la zampa?! O-Ohh?!» e alla fine, un po’ per timore
e un
po’ per curiosità quegli occhi li
riaprì:
c’era un bambino, aggrappato alla sua zampa, che la stringeva
forte quasi come si stringe un genitore, qualcosa di tanto caro,
confermato dalla sua espressione così dolce e beata ma per
tre
quarti premuta sul corpo della creatura «E tu chi
sei…?» chiedeva Guilmon…
…mentre
l’altro, cioè il ragazzino dai capelli neri,
piegava il
capo in un’espressione di ardua decifrazione, forse
attraversata
da disturbo. Ma rimaneva immobile e non proferiva parola dinanzi allo
spettacolo di quel bambino, decisamente più piccolo di lui e
grande forse poco più di un anno, che sembrava voler
già
da pochi secondi tanto bene a Guilmon «Ciao,
piccolino…!
Come sei affettuoso. Sei strano per essere un Digimon, di che tipologia
sei? Sembri una versione più piccolina di Beelzemon: il mio
amico Beelzemon assomiglia molto agli esseri umani, però tu
non
assomigli ad Impmon, cioè Beelzemon in versione regredita,
quanto piuttost-» ma ogni dubbio fu spazzato via
dall’alzare il capo di quel bambino sorridente…
…infinitamente grazioso, dai grandi occhi scuri come i suoi
capelli, e dal sorriso così pieno d’affetto
“NON
E’ POSSIBILE…!! QUELLO E’…
...il
sorriso degli esseri umani, questo bambino non è un Digimon,
è già il secondo che incontro e ch-“
Guilmon si
rizzò in un brivido quando le sue orecchiette furono
raggiunte
da un rombo meccanico “Non è il suono di Digimon
meccanici
al lavoro questo…può sembrare uguale ma per me
è
inconfondibile, io…
…!!” e vincendo il timore riuscì a
voltarsi…
...trasalendo
alla vista di quell’aereo, sulla cui scaletta stavano
moltando
molte persone “SONO TORNATO SULLA TERRA!!!”
pensò
con la zampa sul collo, come se gli mancasse il fiato…
…il
bambino sembrava voler giocare con la coda e le zampe di Guilmon, ma
questi scivolava da lui lentamente, con i suoi passi mossi da una forza
pesante e inspiegabile che lo facevano incedere, imbambolato, verso
l’aereo e quella moltitudine di uomini…
…colui
che l’aveva condotto lì non si premurava di
fermarlo, ma
solo di seguirlo con il suo sguardo fattosi ora molto serio…
…il
bambino provava a distrarlo come chiedendogli qualcosa ed indicando
Guilmon, ma era come se per lui non esistesse…
…per lui no, ma per qualcun altro eccome
«Benji!!!...
…Benj-uffffFFF! Meno male! Qui c’è
tanta gente se
giochiamo a nascondino poi ci
perdiamo…!»…«Ma…mma…»
Chiamavano così le sue prime, incerte parole, quella ragazza
che
gli era corsa incontro piegandosi all’ultimo per
l’affanno, ma che lasciava filtrare con la sua dolcezza tutta
la
gioia per averlo ritrovato, riaccomodandogli la frangetta
«Finisce che ci chiudono l’aeroporto e ci
ritroviamo quando
è sera al buio ci facciamo “ciao!” Si
però
poi? Chi ce lo riapre? Dormiamo qui e invece noi abbiamo prenotato in
Giappone!»
…immobile, il bambino con gli occhialoni, di fronte alla
scena
della mano del piccolo che ritorna in quella della mamma «Ti
sei
fatto un amico?!» chiese lei incuriosita da quella sagoma dai
capelli arruffati e la pelle candida, scrutandolo per più di
un
secondo con i suoi occhi sottili, ma profondi, ben truccati di scuro,
lo stesso dei suoi lunghi capelli lisci animati da meches bionde. Era
giovane per essere una madre, poco più di
vent’anni, ma ci
sapeva fare, forse proprio perché non aveva perso niente
della
dinamica freschezza della gioventù, e ciò spesso
assottiglia le già non molto note distanze fra una mamma e
suo
figlio. Eppure il piccolo Benji sembrava indicare con molta
più
convinzione verso la scaletta dell’aereo
«Sì amore
andiamo dai vedi io cercavo te ora sei tu che mi rimproveri
perché facciamo tardi, forza forza andiamo!» in
una svelta
corsetta tenendo il piccolo da una parte e tirandosi su la borsa
dall’altra, arrestandosi solo per un fuggevole ultimo sguardo
al
ragazzino dagli occhialoni, ma non c’era tempo, la gente si
avviava. La stessa gente fra la quale era scomparso, come inghiottito,
Guilmon…
«Ciao
piccolo Benji…» fece atono cenno di mano il
moretto
misterioso «Ci vediamo dentro dopo. Sono i tuoi dati ad
emanare
questo profumino?! Se sì li facciamo mangiare a Guilmon,
ha…tanta fame e già si vede che gli
piaci!» in un
fulmineo passaggio di tenebra nei suoi occhi dilatati, per poi avanzare
verso l’aereo…
«Mi spiace
averti disturbato, però…mi sembrava giusto che tu
lo
sapessi!» parole di Takato «Invece hai fatto
proprio bene.
Di tutta questa storia che mi hai raccontato, che non mi piace e sulla
quale ho intenzione di svolgere alcune indagini
c’è una
sola cosa che mi fa piacere.» Takato scrutò quel
ragazzo
che gli parlava e manovrava un computer con gesti pacati e
perfettamente interconnessi, senza tradire alcun eccesso,
così
come quella sua non grande ma molto ordinata stanza. D’un
tratto
però smise di dargli le spalle, ruotando la sua sedia
girevole
«E cioè che finalmente mi sembra che tu stia
cercando di
prendere le cose nel modo più opportuno, lo testimonia il
fatto
che sei venuto qui a parlarmi. E ad esprimermi i tuoi dubbi. Non hai
subito approfittato di quello che hai visto per crearti
un’illusione.» dicevano occhi grandi e scuri
dall’espressione dolce come la sua quieta voce…
...ma per
Takato, seduto su quel letto in una posa un po’ ripiegata,
come
se un peso gli gravasse sulle spalle, vi fu un sospiro non spoglio da
pensieri «Non so più cosa pensare
ormai…» e
sentì di alzarsi, e muovere qualche passo lungo la stanza
«La vita mi riserva delle cose di cui mi sfugge il
senso…
…adesso
anche la comparsa di questa “Cindermon”. E
l’attacco
di quelle misteriose creature che neanche sappiamo se siano o
no…» ed era come se contemplasse quelle pareti per
la
prima volta, cercando qualcosa di indefinibile, ma poi si volse verso
il suo amico «Henry…tu credi che io abbia fatto
degli
errori?»…«In questo caso? No di certo.
Hai fatto la
cosa migliore che avresti potuto
fare.»…«Però…quel
Digivice…»…«Non lasciarti
ingannare dalle
apparenze…» suggerì Henry, e
tornò a
smanettare al computer…
«Tu credi
che non si tratti di veri Digimon?»…«Ti
riferisci a
questa ragazza che ti si è messa alle costole? No. Nel modo
più assoluto.» Takato sembrò colpito.
Henry
continuò «E’ assolutamente ovvio
analizzando quello
che mi hai detto. Non ricordi? Noi siamo stati a contatto molto stretto
con i Digimon. E non avevano niente a che vedere con qualcuno che, da
quanto mi hai raccontato, è in grado di mimetizzarsi
perfettamente tra gli esseri umani. Se mi dici che è venuta
anche al tuo
salone.»…«Sì…ad
Harasawa
è piaciuta quanto mai. Perché non tenta lui la
carriera
di Digimon Tamer…!» commentò con una
punta di
seccata ironia, ma Henry non si scompose «Semplicemente
perché non ne avrebbe i mezzi, gli mancherebbero un vero
Digivice. E soprattutto un vero Digimon. Dammi retta Takato, quella
ragazza mente. E dico “quella ragazza”,
perché a mio
avviso altri non è che un comunissimo essere umano. Come te,
come me. Non è quello di una ragazza normale il suo
aspetto?»…«Sì…più
o
meno…»…«Allora questo spiega
tutto.» e
di nuovo si interruppe, per orientare la sedia verso il suo amico che
sfiorava assorto gli oggetti della stanza «Takato se fossi in
te
starei attento.»…«Perché
dovrei, e
perché dovrebbe lei insistere così tanto sul
farmi
credere che io sono il suo Digimon
Tamer?!»…«…per il semplice
fatto che le
storie su di noi sono circolate un po’ più del
dovuto. Si
sa in giro che tu rivestivi un ruolo primario nella nostra battaglia di
allora, così come si è diffusa la convinzione che
la tua
vita cambiò da quel giorno, e che non ti rassegnasti mai
all’idea di aver perso Guilmon. La gente potrebbe
approfittare di
queste voci per tenderti...una trappola, per farti uno
scherzo.»…«A quale scopo?!...che
c’è di
divertente?!» esclamò con incisiva amarezza il
ragazzo
«Niente, sono il primo a dirlo, ma sai come è
fatta la
gente! Magari vogliono…ridere alle tue spalle nel vederti
credere di combattere ancora con un Digimon al fianco. Oppure
chissà…mi hai detto…che quella ragazza
ti ha
già chiesto
dell’altro.»…«Come?
Ah…sì.» Takato ricordò con
sguardo
infastidito e sfuggente «Per come la penso non avresti dovuto
darle quei soldi.»…«…! Glieli
ho dati
perché si togliesse dai piedi! Sono disposto…a
qualsiasi
cosa, mi disturba talmente vederla!» e non riusciva a trovare
pace lungo quella stanza «Ma non si metterà da
parte, e
potrebbe costituire precedente! Takato ascolta…lascia fare a
me,
d’accordo? Io farò qualche indagine e
cercherò di
scoprire chi è quella ragazza e chi sono le persone che ieri
hanno attaccato te e Kazu. Chissà, è possibile
che siano
tutti d’accordo, e che il solo bersaglio di questa grande
messa
in scena fossi tu.» Parole che indussero il ragazzo a
picchiare
un pugno sul mobile, mormorando in quel profondo disagio
«…che c’è di interessante
nella mia
vita…?...perché non se ne vanno da qualche altra
parte e
mi
dimenticano!»…«Calmati.»…«Non
ci riesc-» ma la porta della stanza si aprì
all’improvviso «Henry, scusa, venivo a dirti che ha
chiamato quel tuo collega, ha chiesto se dopo potete
sentirvi.»...«Ah sì…grazie
papà.»
...quella
presenza di cui Takato percepì solo la voce
poiché dava
le spalle alla porta, instaurò in lui una sensazione
particolare, che si notava da come si mossero incerte le sue mani, e da
come altrettanto si piegò il suo sguardo. Invece,
volutamente,
il padre di Henry si orientò a guardarlo «Takato,
sei qui,
mi fa piacere.» sicché il ragazzo
respirò
profondamente...
…e rispose con
educazione «Come sta, signor
Wong?»…«Io bene.
E tu come stai?»…«Anc-anch’io,
grazie…» Wong però sembrava voler
scambiare qualche
altra parola, e richiuse la porta alle spalle «Sono stato al
negozio dai tuoi genitori qualche giorno fa. Tu non c’eri, ma
mi
hanno parlato a lungo di
te.»…«Ah…sì?»
alla fine il
giovane si sciolse nell’accenno di un seppur timido sorriso
«Il tempo passa…ma loro rimangono più
che
orgogliosi di te. Come ti trovi col tuo nuovo lavoro? Mi hanno detto
che fai il parrucchiere in un salone,
no?»…«Sì…sì
faccio il
parrucchiere. Non è molto, però…mi
trovo bene, mi
piace. Vorrei imparare.» rispondeva avendo
difficoltà ad
incrociare gli occhi di quell’uomo, ma si vedeva che voleva
essere gentile, e uno stesso intento di relazionarsi sembrava muovere
Wong «Uhm, è senz’altro giusto. La cosa
più
importante è che tu possa trovare la tua
strada.»…«…lo spero. Spero
che questa, non
forse proprio la mia strada, possa comunque essere un valido aiuto per
la mia famiglia. Ne abbiamo
bisogno.»…«Ma certo...
…poi ora
puoi tornare più spesso qui a trovarci visto il nostro Henry
finalmente si è ristabilizzato al suo tetto
natio!»…«Uhmuhmuhm!» rise
lieve il menzionato
(non appena Wong si volse verso suo figlio, fu meglio visibile il
disagio di Takato, come una profonda pena che filtrava dai suoi occhi)
«E’ mancato un po’ a tutti durante il suo
viaggio di
studi negli Stati Uniti.» disse Wong, e Takato si sciolse in
un
sorriso «E’
vero…»…«Andiamo,
così mi mettete in imbarazzo: parlate come se fossi stato
via
per poi non tornare!» sorrideva anche Henry, ed il padre
«Altroché, io ne ho avuto paura! Lo sai Takato che
questo
birbante si era anche fidanzato all’estero?» Takato
sorrideva «…sì, ho saputo.»
ed Henry
«Ma dai, papà, hai ingigantito quanto mai questa
storia:
sarà durata sì e no…qualche
giorno!»…«Perché tu sei
sempre troppo preso
dal lavoro che quella poverina della tua collega si sarà
sentita
trascurata! Comunque…quando me l’hai detto ho
avuto paura,
ho pensato: vuoi vedere che ora…una forza più
grande ha
calamitato il mio Henry, e adesso non lo farà più
tornare
a casa? Certo…voi ci scherzate ma per un genitore
è
terribile!» eppure quelle parole risvegliarono qualcosa di
oscuro, come una nuvola nera sul sole, sia per Takato…
…sia per Henry,
solo che quest’ultimo si affrettò a tornare a
sorridere,
seppur più incerto…
«E tu, Takato?
Con l’amore come va…?» si
interessò Wong
«Fidanzamenti all’estero in vista?» con
una punta di
scherzo, ma il ragazzo era serissimo «…no. E
neanche
qui…»…«Ah, eppure non
dovreste ascoltarmi
né farvi condizionare: siete nell’età
giusta.»…«Ma andiamo, papà,
dobbiamo
pensare…allo studio, e al
lavoro!»…«Abbiamo
studiato e lavorato tutti, ma poi ci siamo fatti famiglia! Se
ciò non fosse stato non sareste nati!»
sicché
Takato camminò per la stanza, e dichiarò con una
nota
sostenuta nel tono «Serve l’amore…per
fidanzarsi e
formare una
famiglia.»…«…certo. Forse
sarà una questione generazionale ma voi vi
innamorate…con
molta più difficoltà di come facevamo noi
all’epoca.»…«Ahah, dai,
papà! Non
metterti a fare discorsi da classico padre, ci imbarazzi a tutti e
due!»…«No, non preoccuparti Henry. A
me…non
imbarazza questo, in fondo non c’è niente di male.
Semplicemente non sono innamorato. Ancora. Posso dire di non esserlo
mai stato realmente.»…«Però,
Takato…quando eravate più piccoli io mi ricordo
di averti
visto molto preso da una persona. Sembravi tenerci
molto…e…» mentre per gli sguardi si
faceva sempre
più arduo conciliarsi «…fra noi
possiamo ben
ricordare che quelli che per lei hai fatto…non si
enfatizzano…se li chiami salti…mortali. Tu sai di
chi
parlo, mi riferisco a Jeri.» Nome che trascinò
giù
gli occhi di Takato. Mentre Wong continuava «La vedo spesso,
è amica di Suzie. Ormai mi sembra si sia completamente
ristabilita. E a dire il vero vi si vede spesso assieme anche a voi
due, sicché ho pensato che alla luce di quello che avete
passat-»...«Lei però
dimentica…un particolare
di estrema importanza, signor Wong: non ero…minimamente
ricambiato.» rimarcando quel
“minimamente” con
un’eco metallica in quella apparente sicurezza di
sé, che
Wong voleva addolcire di proposito
«Però…ora
è trascorso il tempo, con la crescita si provano molte
esperienze, e si mutano tante prospettive: è possibile che
magari anche lei, che forse inizialmente ti vedeva…come un
caro
amico, possa oggi guardarti con altri occhi. Non puoi avere la prova
che non sia affatto interessata a te.»
“E invece
sì.” disse però a se stesso
Takato…
…rievocando il ricordo di quel bacio, la notte prima, scorto
nel
buio del vicolo…
«Papà, ora se non ti dispiace basta parlare di
ragazze:
stavamo discutendo di un argomento serio.» esortò
Henry ma
con un sorriso, che alla fine fece arrendere il padre «Va
bene:
bandiera bianca, vi lascio in pace. Takato comunque…mi ha
fatto
piacere rivederti. Tu qui sei sempre il
benvenuto…» e
stava andando via, ma Takato prese parola «Signor Wong!...
…la ringrazio. E’ sempre molto gentile.»
Una
cordiale espressione prima di chiudere la porta…
...pensando in segreto “E’ inutile, non riesco a
liberarmi
dal senso di colpa. Quello che è successo ci ha coinvolto
tutti,
ma nemmeno lo sguardo dei miei figli stessi suscita in me tanto rimorso
come quello di questo ragazzo. E’ la sua vita, più
di
tutte le altre, ad essere cambiata a seguito di quel passo che se non
so se definire…falso, o necessario. Ogni volta cerco di
entrare
in sintonia con lui, ma è come una barriera a dividerci. Lui
l’ha vissuta diversamente, non come Henry, che ha cercato di
buttarsi alle spalle il passato per impegnare ogni suo sforzo nel
prosieguo della sua vita.”
«Ti prego,
non far caso a mio padre: da un lato mi vorrebbe sempre a casa,
dall’altro sposato e non si dà pace per il fatto
che con
quella mia collega di università sia durata poco. Eheh,
è
strano eppure neanche la conosce, evidentemente gli è
rimasta
simpatica da quello che gli ho raccontato via mail quando ero negli
Stati Uniti. Comunque…era d’altro che stavamo
parlando.
Sai…? Prima mentre mio padre andava per il suo filo
riflettevo
su ciò che mi hai detto, e sono sempre più
convinto…» abbassando in un muoversi pacato quei
suoi
occhi guarniti «…che tutto questo sia solo una
messa in
scena. A cominciare dall’assurdo particolare costituito
dall’intenzione di quel ragazzino, stando a quello che mi hai
detto, di assorbire i vostri dati come foste stati creature digitali.
Questo era il linguaggio dei Digimon, ma non certo riferito agli umani.
Vedi? Voglio fare gli esperti, ma non conoscono nemmeno le basi del
problema…» rimettendosi al computer
«…crolleranno presto. Nel frattempo
tu…uh? Takato,
mi stai ascoltando?»
Takato seguitava
piuttosto a guardarsi attorno con sguardo assorto «Osservavo
la
tua stanza, la conosco da così tanti
anni…» Henry
di nuovo sorrise nel suo modo «Mi ricordo…come
fosse ieri
sai le prime volte in cui sei venuto qui.» ed anche Takato
inizialmente ricambiò, poi un dubbio nel suo cuore
«Notavo
che qui non c’è…alcun ricordo di
Terriermon. Eppure
lui c’è stato per tanto tempo. Avevamo delle foto
con lui
e gli
altri…!»…«Sì,
questo lo
so…infatti per del tempo le ho tenute, poi però,
tornato
dall’America, ho cambiato alcune
cose.»…«Io in
camera ho il disegno di Guilmon appeso, e anche la foto di noi due
assieme. Così quella di tutti noi scattata a Digiworld. E
avevo…anche quel paio di
occhial-»…«Quegli
occhiali li hai ancora, tranquillo Takato, li avrà solo
riposti
tua madre da qualche parte.» lo invitava a credere Henry
mostrando tranquillità «…forse hai
ragione tu.
Forse ho confuso tutto.»…«…va
a casa a
riposarti. Vedrai che dopo una doccia rinfrescante tutto ti
apparirà in una luce
diversa.»…«Però…»
seguitando a
scrutare le pareti «…comunque io rimango della mia
idea!
Secondo me qui starebbe bene una foto di Terriermon!» e
d’improvviso una voce «Ah, finalmente qualcuno che
la pensa
come me!» di chi era entrato furtivo e si era appoggiato alla
porta, e che destò un sorriso nel ragazzo ospite
«Suzie!»
Costei si
avvicinò «Come stai, Takato, stavi andando
via?»…«Veramente
sì.»…«Vieni, ti accompagno
alla
porta.»…«Grazie.»…«Takato!»
lo richiamò in ultimo Henry, mentre Suzie si era
già
avviata fuori. Per dirgli questo smise di lavorare al computer,
girò di nuovo sulla sua sedia e guardò
l’amico
negli occhi «Ricordati una cosa.» Takato attese,
scrutandolo «Che io…ti ho voluto molto bene.
Sempre.» Ed i suoi occhi sembravano dire mille altre
importanti
cose dopo quella ma intorno c’era solo silenzio. E stupore da
parte di Takato «…perché mi dici
questo,
Henry?» accostandosi a lui ed aprendosi in un sincero
sorriso,
ponendogli la mano sulla spalla «Io lo so…! Tu
sei…da sempre, e sempre resterai uno dei miei più
grandi
amici! Non devi ricordarmelo…è una vita che me lo
dimostri! In questi anni…sempre, in qualsiasi istante, a
qualsiasi ora…e dovunque tu fossi, potevo aggrapparmi...a
qualsiasi cosa, che fosse il telefono, cellulare, computer, chiamarti e
poter contare su di te per ogni mia difficoltà!
Henry…»…«Uhmuhmuhm!»
questi sorrideva
timidamente ma con gratitudine per quella che sembrava una
manifestazione di grande e autentico affetto «Quando due
amici
attraversano quello che abbiamo passato noi…restano uniti
per
sempre! Tu per me…sei un punto di riferimento. Sei saggio.
Molte
volte, anzi, quasi sempre sei più forte di me. Io ti ammiro
tanto.»…«Grazie Takato. Sei gentile a
dirmi
questo.»…«Non sono gentile, è
la
verità!»….«…uhmuhm!
Sei sempre il
solito.»…«E tu sei uno sciocco se pensi
che occorra
ricordarmi che tu mi vuoi bene, cosa…chi mai potrebbe farmi
dubitare?!» esprimeva in un crescendo di slanci che istante
dopo
istante evocavano sul suo viso espressioni, e nei suoi occhi luci che
in altri momenti sembravano chiusi tra le pagine di un album
fotografico «E’ solo che…vorrei che
pensassi che
qualora io dica cose…che possono dispiacerti.
O…non ne
dica altre…è solo, ed esclusivamente per il tuo
bene.
Perché penso al tuo futuro. Mi preoccupo per te. Questo lo
capisci…vero?» ponendogli una mano là
dove batteva
il cuore…ma la sua espressione era quella di chi forse cerca
una
rassicurazione più per se stesso. Takato gli
regalò uno
dei sorrisi più grandi che arrivava a fare «Ma
certamente…! Per me…non cambierà mai
niente di
ciò che ci ha unito. I nostri Digimon…purtroppo
non sono
più qui. Però voi ci siete ancora. Tu, Rika,
Kazu,
Kenta…e…c’è anche Jeri. E
avete
tutti…un posto qui, nel mio cuore. Uhm, non è
grande e
forse ci si sta un po’ stretti perché sono altri
ad avere
il cuore grande! Però…io farei carte false per
metterci
tutti voi. I miei amici. I miei ricordi. Non soltanto i miei ricordi,
il mio futuro. Perché i Digimon sono scomparsi.
Però voi
ci siete ancora.» congedandosi, mentre quella mano dal su
cuore
calava verso il basso «A presto Henry. E…grazie.
Cercherò di stare attento come mi hai detto.»
Henry
annuì...tornando al suo computer oltre il cui video
disperdere
chissà quali pensieri…
Takato
uscì dalla stanza ma trovò Suzie appoggiata alla
parete
ad aspettarlo, e che lo afferrò per il braccio
«Vuoi
vedere qualcosa di sorprendente?!» chiese con tutto
l’intento di aguzzare l’attenzione, e Takato
già
accennava un sorriso ponderando ipotesi su quella sorpresa…
All’interno di un aereo, mille bocche ripetevano la stessa,
trafelata domanda: “che
cos’è?” E al centro di
quel costernato gruppo di passeggeri, un draghetto rosso i cui occhi
gialli sembravano però senza vita, così come il
suo corpo
quasi inanimato, se non fosse stato per un lieve movimento di orecchie
e coda. Ma il ragazzino dagli occhialoni lo trascino verso
sé
abbracciandolo forte «Uhmuhmuhm! Uhmuhmuhm!»
lasciando
dissipare ogni dubbio con la consapevolezza “è il
pupazzo
di quel bambino”
In effetti
Guilmon fra le sue braccia, sembrava realmente senza vita, eppure
accennava ancora con sguardo vuoto «…come ho fatto
a
tornare qui…? Chi sei tu, dove mi stai
portando…?»...«Ma sono il tuo amico di
sempre,
Guilmon! Ihihi, hai fame?!»...”Esseri umani
dappertutto…non c’è dubbio, questa e la
terra. Ma
lui chi è, come ha fatto a passare il varco?”
mentre il
suo padrone si andava a sedere portandolo con sé, e
coprendolo
con giacche e felpe «Shhhh…SSSS! Nessuno deve
scoprirci,
Guilmon!»…”Ho paura…in tutti
questi anni non
ho fatto che immaginare Takato che cresceva. Ma ora trovarmi davanti
lui, che gli assomiglia così tanto, eppure così
diverso,
mi fa sorgere il timore che non ci sia più nessuno simile
all’immagine che avevo creato nella mia mente. Ho paura di
scoprire dove mi porterà questo aereo, quando
atterrerà.
Ho paura di vedere il volto di Takato infrangersi in mille frammenti,
come uno specchio che si rompe. E che poi non puoi raccogliere,
perché ti tagli le zampe. Non l’avrei pensato
inizialmente…” mentre il suo ambiguo
accompagnatore
svolgeva questa e quella faccenda, e si guardava attorno come un
passeggero fra i più nervosi “…eppure
in questi
anni non ho mai lasciato il mio amico. O
almeno…quell’illusione che gli
assomigliava.”
…mentre
Takato spalancava gli occhi facendo ingresso nella stanza di Suzie, che
forse eccedeva un po’ nel rosa e nel femminile, ma traboccava
letteralmente di quante più allegre foto di Terriermon,
Lopmon,
gli altri Digimon, e tutti loro…
“Credevo
che l’immagine di Takato adulto mi avrebbe suscitato
malinconia,
come un qualcosa di perso e inafferrabile. Eppure soltanto adesso di
fronte al viso di questo ragazzino, a cui non so che nome
dare…” «Fame Guilmon?!...ti preparo il
pranzo fra
poco!» “…scopro quanto ci ero legato.
Quanto volevo
bene a quel ragazzo grande che non ho mai conosciuto. Ho paura di
perderlo…” e sembrava privo di tutta la forza di
un drago
rosso digitale, spento nel suo fuoco interiore, distante da quel caos
tanto da non accorgersi che il ragazzino accanto a lui stava arrotando
la lama di un coltello…
…ma di
loro non si accorgeva quella giovane madre, che rifletteva la sua
espressione gentile sul vetro del finestrino, smarrendo gli occhi oltre
uno scenario pronto al decollo “Addio,
America…tutto
è finito, i giorni felici, i sogni, tutto è
volato via.
Si torna al punto di partenza. Chissà se il Giappone mi
aiuterà a dimenticare…” sospirando, per
poi
però prendere coscienza “Ma io non posso
dimenticare…per certe cose è impossibile, quando
si sono
insinuate così tanto nel profondo di te.” ed anche
lei non
si accorgeva di quella parola che suo figlio si stava impuntando a dire
lottando contro la sua giovanissima età
«Digo…Di..gi…Di…ccu…»
ed
indicava qualcosa insistentemente…
…mentre
sua madre cancellava sul vetro qualcosa di indefinito, ma poi gli
dedicò quell’attenzione «Benji! Amore,
che
cos’è? Eh? Cos’è che ti piace
tanto?»
…mentre
una lama di coltello brillava affilata, accompagnata da un tenebroso
mormorio «Guilmon è ancora piccolo è
impacciato e
debbo procurargli io il cibo…ieri ho fallito e non ho
acquisito
i dati di Takato e del suo amico, però anche qui
è
fertile, rilevo lo stesso allegro pulsare di energia digitale.
Farò un po’ di rifornimenti, per poi tornare da
Takato
quando il mio Guilmon sarà
grande…forte…»
piegando il capo con sguardo vibrante...
…intanto
l’aereo decollava «Hai visto Benji? Eh?!...stiamo
volando!» cercava quella mamma di trasmettere tutto
l’entusiasmo al suo bambino…
«Guilmon…ti va spezzatino di bambino condito con
pezzettini di mamma?» e le sue mani candide calarono pesanti
gli
occhialoni sul viso: si alzò dal suo posto ed
iniziò ad
avanzare…
…ma nella
lama del suo coltello, si specchiava di sfuggita un uomo vestito di
scuro e dal volto coperto dal passamontagna, seduto con un giornale in
mano come gli altri passeggeri «Quello è il
clandestino di
cui ha parlato Guardianmon. Bene, è il momento di entrare in
azione…» ma in realtà era il solo su
quell’aereo ad avere occhi elettrici…
«Ahaha, no
dai Benji un Digimon qui?! Hai visto un Digimon, ma forse è
il
peluche di un bambino…! O forse…chissà
no dai
magari chissà invece hai ragione è un vero
Digimon,
è…sgattaiolato dai cancelli del passato! Era
prigioniero
nel tempo in cui andava di moda, e mille bambini come te lo seguivano
in tv. Ed è tornato da noi a farci compagnia
perché
eravamo tristi e ci annoiavamo, e volevamo un amico speciale! Eh? Dai
poi quando andiamo a fare la pipì lo andiamo a cercare,
magari
è nascosto nel bagno dell’aereo!» e
Benji rideva,
aveva un sorriso così grande…
...come sua madre, il
cui sorriso però a volte si tingeva di una lieve malinconia
“Magari potessi aver visto realmente un Digimon, figlio mio.
Magari ne tornasse uno anche per noi. Sarebbe troppo bello per essere
vero. Quelle cose che non succedono mai.” scostandosi i suoi
lunghi capelli nel ripronunciarsi di quella parola, Digimon, che
sembrava per lei avere un suono magico…
«Ahah!...quante foto Suzie non ricordavo che ne aveste
scattate
così tante!!» esclamava Takato così
piacevolmente
colpito «Uhmuhm, questo è il mio regno! Preparato
apposta
per il giorno in cui loro torneranno. I miei dicono che sono una pazza
mitomane, mio padre in particolare afferma che siamo a un passo
così dall’accendere persino le candeline. Ma io
non li
ascolto. E sai perché? Perché io sono certa che
torneranno!» In risposta un sorriso dolce e consapevole, in
cui
ora si intravedevano anche i dieci anni trascorsi, e
l’esperienza
da questi concessa «Sentendoti parlare, Suzie, sembra quasi
possa
essere possibile…» ma erano parole pacate al punto
da non
escludere questa sperata seppur all’apparenza così
remota
possibilità. La ragazza gli prese le mani «Io
credo che se
lo vogliamo davvero…tu prova a
chiamarli!»…«Oh…chiamarli?»
spalancò i suoi grandi occhi il ragazzo
«Sì: guarda
che orecchie lunghe, prima o poi sentiranno! Io ci ho provato ma sono
una singola voce…le nostre invece tutte
insieme…»…«Suzie! Scusa, puoi
venire un
attimo?» si udì però la voce di Henry,
così
i due si lasciarono con un sorriso «A presto Takato!
Ricordati
quello che ti ho detto! Ah! Ah un’altra cosa! Jeri mi ha
detto
che vuole parlarti, ti saluta e uno di questi giorni probabilmente
passerà a casa tua! Ciao!»
Rimase un
po’ assorto «Jeri…? Ha detto che vuole
parlare…con me?»
Suzie raggiunse
suo fratello, che si alzò dalla scrivania «Suzie
te
l’avrò detto un milione di volte, non devi dire a
Takato
certe cose, e fargli un certo genere di
discorsi!»…«Perché non
dovrei, partendo dal
presupposto che sono cose che penso!» replicò la
ragazza
mostrando decisione, che in senso inverso animava anche il fratello
«Perché Takato ha sofferto abbastanza e ha
già dei
problemi senza che tu rincari la dose mettendogli in testa illusioni
irrealizzabili!»…«E chi lo dice che sono
irrealizzabili Henry, tu?! Papà?! Che prove abbiamo che quel
varco è davvero
invalicabile?!»…«Prove che
è inutile che mi metta a illustrarti, visto che di
informatica
tu non capisci assolutamente
niente!!»…«Ah ma non
sarà sempre così, te lo garantisco! Ho dovuto
mettere a
tacere me stessa in questi dieci anni e crescere, stando zitta, non
potendo manifestare in alcun modo la mia nostalgia verso
quell’amica che avevo trovato e che così presto mi
è stata portata via! Ogni volta le solite risposte: Suzie
non
capisci, sovraccarico di dati, collasso del sistema, paroloni ma a che
mi sono serviti?! Non me ne sono fatta una
ragione!!»…«Soltanto perché
non hai
voluto!!» esclamò Henry stavolta alzando la voce e
sfoderando espressione aggressiva «Perché per
quanto tu lo
vada a raccontare ti sei rifiutata di crescere, a sentirti parlare
sembri rimasta quella bambina!! Testarda! Che pretende e si incapriccia
di cose non volendo capire che non potrà
averle!»…«Beh rassegnati
perché io SONO
quella bambina capito mi dispiace che questo ti dia fastidio ma io non
sono come voi quando per me qualcosa è importante!...eh?!
Quando
qualcosa conta davvero e non solo per un capriccio caro fratellino no
perché ci sono in ballo sentimenti molto profondi che anche
un
bambino può provare! A loro non è precluso il
mondo delle
grandi emozioni e che a te piaccia o no io le ho provate allora non con
la crescita, non con la scuola, non con i ragazzi né con
tutto
questo stupido e vuoto mondo che ha fatto seguito alla geniale trovata
di papà! Io mi sono sentita veramente viva quando abbiamo
combattuto assieme no d’accordo va bene lo ammetto quando vi
ho
visti combattere! Quando assistevo, perché ricordo bene che
non
partecipavo ma guardati bene, Henry, dagli spettatori di ciò
che
è davvero grande! Guardati bene…perché
captano
tutto!» dichiarava Suzie in un crescendo di grinta, di
autenticamente vissuta decisione «E a me…da dietro
le
porte, da dietro le finestre, da dietro gli spiragli, da dietro la tv
è giunta fino all’ultima goccia la dirompente
energia che
mi trasmetteva l’immagine di mio fratello che lottava
composto a
metà da quelle cellule umane anche mie, e a metà
da
particelle digitali avute in dono dal suo AMICO PIU’ GRANDE,
TERRIERMON…»…«Ffff…!!!»
quel
nome sembrava scuotere l’animo di Herny facendo sgorgare
però fastidio in superficie «Suzie sta zitta non
sai
neanche di cosa parli!!»…«Ah no?! Beh
papà
può aver giocherellato con la memoria dell’INTERO
SISTEMA
INFORMATICO e forse persino con la tua Henry ma con la mia no! E
ricordo a perfezione…che tu eri diverso! Tu ci credevi ed
avevi
dei nobili ideali! Ricordo…che eri il mio idolo e la tua
sinergia con Terriermon era il mio esempio, io per la mia Digimon avrei
voluto lo
stesso!»…«Basta!»…«Tu…eri
un ragazzino ardito e coraggioso pieno di sogni nel cuore che lottava
per un mondo migliore!! Tu sei cambiato dal giorno in cui Terriermon
è sparito e sai perché?! Perché da
allora…hai smesso…di cambiare Henry.»
Henry
dilatò i suoi occhi «Allora eri in continua
evoluzione…non solo Terriermon che è riuscito ad
arrivare
a Megagargomon, ma grazie a te, quella era la TUA evoluzione! Ma da
quel maledetto giorno io ho avuto un fratello diverso, che sembra una
marionetta senza vita, che emette sorrisi falsi e tace anche quando
c’è da
parlare!!»…«MA CHE NE SAI TU?!
Di ciò che ho provato, di quello che dico, che non dico,
sono
affari miei!!»…«Allora non
c’erano
“affari propri”, ci fidavamo l’uno
dell’altro!!
E ci confidavamo quando qualcosa ci preoccupava!!» allungando
le
mani in una sorta di spinta «Perché tutto questo
dev’essere archiviato nel passato, eh?! Io non mi rassegno!!
E
non continuerò a stare
zitta!!»…«Beh fa come
ti pare tanto le tue parole non possono niente! Non possono cambiare le
cose, la vita non si cambia solo con le
parole!»…«No
ma io non voglio limitarmi soltanto alle parole! Perché come
già ti ho detto, fra qualche tempo non mi potrete
più
zittire coi vostri abili giochi tecnologici: molto presto ne
saprò molto, molto più sia di te che di
papà,
intendo studiare la materia!!» confessato con il fuoco nello
sguardo «Bada Henry che quando mi metto in testa una cosa non
c’è niente e nessuno in grado di fermarmi:
scoprirò
la verità su quel maledetto muro che separa il nostro mondo
da
quello dei nostri amici così finalmente la finirà
di
prendersi gioco di noi e delle nostre vite!! Solo che quel giorno sa il
Cielo chi, e con quale faccia, e quali parole giustificherà
a
Terriermon & compagni la vostra inerzia di dieci
anni!!»…«Ma piantala, pensa a finire le
superiori in
modo un minimo decente! E magari evitando di prosciugarci il credito in
sciocchi profumi!» sicché a quelle parole, seppur
profondamente amareggiata, Suzie si volse e si allontanò
sbattendo la porta, il cui botto sovrastò le grida del
fratello
«NON SI PUO’ FARE NIENTE! NIENTE DI NIENTE!
NE’ TU
NE’ NESSUN ALTRO POTRETE RIAPRIRE IL VARCO!» per
poi
piombare con due pugni di rabbia sulla sua scrivania, lo sguardo basso,
e le mani che si portavano al capo con la voglia come di strappare,
afferrare, lacerare qualcosa…
Approfittando di
quella nebbia di pensieri che avevano lasciato un po’ assorta
sua
madre, il piccolo Benji sembrò volerla anticipare
nell’esplorazione dell’aereo, ma dopo pochi
volenterosi
passi sbattè contro «Oh-h…»
qualcuno che
allungò la sua mano candida e fredda per carezzargli i
capelli
«Ihihi…ahahah…» in un gesto
affettuoso che
celava quel coltello nascosto dietro la schiena…
«Benji…» sussurrò
però d’un
tratto la mamma - ma proprio in quel momento l’aereo fu
travolto
da un possente scossone: si levarono grida di panico al secondo
successivo, ed anche Benji cadde ai piedi di quel ragazzino che era
rimasto imbambolato…mentre le luci iniziavano a sfrigolare,
ed
un ambiguo strato di tenebra sembrava infittire lo scenario…
«Uh?!» d’un tratto si destò
Guilmon da sotto
quelle felpe…e a poco a poco il suo sguardo si fece
sottilie,
come quello di un predatore che ha puntato il bersaglio, il suo corpo
si irrigidiva e le sue fauci emettevano un sommesso ringhio…
«Ooahahahahahah…non abbiate paura signori: questo
è
l’intrattenimento che l’aereo vi offre per un
viaggio
mozzafiato…ahahahahahahah…!» dichiarava
una voce
tenebrosa dalla provenienza indefinibile in quello che in pochi secondi
si era già trasformato in una conca di panico
«Ahh!!
BENJI!!» fu il primo pensiero della giovane
madre…mentre
l’unico che era rimasto impassibile era il ragazzino dai
capelli
neri, che piegava ambiguamente il capo, e non scappava anche se dinanzi
a lui emergeva dal pavimento una figura nera…
…che nel
cadere a terra dell’ormai non più utile
passamontagna,
rivelava quell’aspetto inumano che destò mille
grida:
corpo multi-accessoriato, volto metallico e occhi
elettrificati…
«BENJI VIENI VIA!!!» incurante del pericolo si
gettò
lei a recuperare suo figlio, che non piangeva, era rimasto
anch’egli come assorto, a fissare la creatura emersa
«Oh
Cielo ma che cos’è?!» esprimeva lei con
il terrore
negli occhi…
…mentre la testa del suo nemico rivelava quella folta
capigliatura composta da cavi elettrici…
…e l’ultima felpa cadeva dal dorso di un attonito
Guilmon
«…fra tutti questi uomini…QUELLO
E’ UN
DIGIMON!!!»
…il quale avanzò minaccioso «Salve,
clandestino
venuto da Digiworld.» camminando verso il ragazzino con gli
occhialoni, mentre l’aereo sembrava in totale collasso
«Ti
porto un messaggio da parte di Guardianmon, purtroppo si trova
costretto a revocarti il permesso di transito…»
…non un moto da parte dell’altro…ma
d’un
tratto la ragazza lo afferrò per il braccio
«Scappa, vieni
via, presto!!!»…«NON GRADISCO
INTROMISSIONI, GRAZIE:
SONO UN PUBBLICO UFFICIALE IN SERVIZIO!» replicò
il
Digimon elettrico, che allungò uno dei suoi cavi-capelli
attornò all’altro braccio del giovane…
«AH-H!» Guilmon sbigottì nel vederlo
prigioniero…
...mentre un
altro cavo sfrigolante si alzava pronto a colpire «Vengo a
riscuotere l’ammenda per passaggio illegale del
varco!»
Immobile il ragazzino pallido, quasi volesse farsi colpire. Il cavo
sempre più alto…
…ma
Guilmon «No…no…!» non
riusciva a staccare gli
occhi da quel viso sotto gli occhiali «Non gli farai del
male!!» e sembrava a poco a poco alitare fuoco…
«TOTALE PENALITA’…IL PREZZO DELLA
VITA!»
«NOOO! FERMATI…PI…RO…
…SFERA!!!»
Una bomba infuocata dalle sue fauci – spezzò il
cavo
imprigionante, e sbalzò lontani ragazzino e Digimon. Gli
occhiali caddero a terra, così come colui che li portava che
ora
ripeteva come incantato «Guilmon…» il
quale
mormorava «Non permetterò che ti facciano del male
non lo
permetterò…» e sembrava caricarsi di
potere, i suoi
occhi sempre più minacciosi ed il corpo sempre
più
ardente…
…mentre quella
ragazza, in piedi col figlio in braccio nel mezzo di uno scenario di
terrore «Benji vieni con me amore dobbiamo metterci in
salvo!!» lo strinse forte a sè e corse verso
l’interno dell’aereo, col cuore stretto da un
angosciante
dubbio “Da dove verrà quel
mostro…?”
riuscendo solo di sfuggita a scorgere anche Guilmon in piedi sui sedili
– ma che fu subito raggiunto da un cavo elettrico
«CHI SEI
TU COME OSI
INTROMETTERTI?!!!»…«AH-AAAHHHH!!!»
e così il draghetto rosso fu spinto a terra con violenza. Il
Digimon elettrico annunciò «CHE NESSUNO SI MUOVA:
SONO QUI
PER APPLICARE LA FERREA LEGGE DI DIGIWORLD E OGNI RESISTENZA A PUBBLICO
UFFICIALE SARA’ SEVERAMENTE PUNITA!»
I suoi occhi sfrigolavano di crudeltà…
«Se non abbassa la tv
la sbatto fuori!»…«Va bene, VA BENE LA
ABBASSO!
Basta che la pianta di rintronarmi, non le è bastato
lasciarmi
senza mangiareeEEE?!» e così sbattè la
porta,
Cindermon, che sembrava aver trovato collocazione in una stanzetta di
pensione «Idiota “eeeeh i soldi sono troppo
pochini”
bella scusa, per lasciare a bocca asciutta una signorina come me: mi ha
dato questa squallida stanza con bagno e doccia FREDDA oltretutto per
puro miracolo! AccCCC…al diavolo lui e questi cavolo di
umani
fissati coi soldi, due giorni qui e già non li sopporto
ah-ed
è tutta colpa di Takato, mi ha…liquidato come una
pezzente con questi non ci compro neanche un pacco di caramelle povera
meeeEEE!» piombando pesante, e alquanto gemente su quel
divano
«Ma io dico come si può essere più
tirchi-più
insensibili-più-più-WaaAAH-DJAH!»
e non dava requie a quel suo ciuffo già scombinato
«Takato
Matsuki sei la mia disgrazia col primo Digimon hai fatto persino la
spesa al supermercato E A ME MI TIENI CONFINATA COME UNO STRACCIO
VECCHIOOO! Griump!» e non sapendo chi colpire si dava botte
in
testa - o forse era un gesto per spremersi a pensare, mentre
automaticamente raccoglieva il telecomando della tv «Mi viene
la
tentazione di tornarmene a Digiworld sì mollare tutto con un
bel
CCCALCIO dire Takato me ne FREGO DI TE me ne torno a casa mia e come tu
non vuoi più vedermi io DIECI VOLTE DI PIU’ NON
VOGLIO
VEDERE LA TUA FACCIA capito?! E ora te la sogni la notte la mia
sfolgorante potenza racimola qualche pupazzetto di Digimon svenduto al
mercatino dell’antiquariato e combatti con lui, STUPIDO! Fra
noi
due…E’ COME SE NON FOSSE MAI APPARSO NESSUN
DIGIVIC-ecc-ecco! L’ha persino rigato qui certo ogni volta
che lo
prende lo SBBB---BATTE COSI’-Ihmp! Caaavolo, così
finisce
che sono io a romperlo!» e se lo andò a
riprendere,
perché l’aveva tirato «Così
poi certo
è colpa mia anche che si è rotto il Digivice no
no io da
quel ragazzino non ci ritorno si arrangia nuovi nemici lo vogliono
morto beh gli ficcasse nel cranio uno di quegli spilloni da
parrucchiere oggi ho quasi temuto che lo facesse con me mi ha fatto un
male-è che mi odia, sì, mi odia profondamente
sarà
che si sente schiacciato dalla mia potenza!
Ahhhhhhhhh…!»
sbracandosi quanto più poteva «Mi
sento…spazzatura!
E pensare che non mi sono mai sentita così in vita mia,
nemmeno
quando mio padre rifaceva il guardaroba più raffinato A MIA
SORELLA! Acc, ci voleva Takato per farmi provare sensazioni nuove e
dire che parlano bene di questi leggendari domatori di Digimon
è
toccato proprio a me quello i-isterico-nervoso-SCLERATO e che gli dai
uno zuccherino e lui TI MOZZICA LA MANO! Mi…viene voglia di
trovarmene un altro. Forse dovrei tentare.»
ponderò,
contemplando il soffitto «BuoooaAHF! NEANCHE PER SOGNO! I non
mi
faccio più umiliare da questi umani, figurati poi uno dei
suoi
amici, sarà già andato a sparlare di me ai
quattro venti!
Forse dovrei tornarmene a casa…» mentre pigiava i
tasti
del telecomando saltando senza una meta da un canale
all’altro
«…certo, abbandonare la mia spettacolare missione
per
tornare da papà e Diamon, e vagare con un cappuccio in testa
co-così!» spingendosi il cappuccio del suo manto
sulla
testa «Come fantasmi nella notte, visto che vogliono portarci
via
il regno-CHI POI chi l’ha mai sentito papà non mi
dice
niente e questo fantomatico nemico nemmeno lo
conosco!»…”Interrompiamo
i programmi per dare un allarme – l’aereo A17 in
partenza
dagli Stati Uniti per il Giappone è stato preso
integralmente in
ostaggio da una creatura dalle chiare intenzioni ostili.”
Ma lei neanche badava a ciò che guardava –
piuttosto si
buttava la faccia sulle ginocchia in un deformato moto di simil-pianto
«Aaaa-Whaaaaaaa-voglio la mia mammiiina, non so dove andare,
e se
la mia mamma non può venire almeno un blocco di pietra su
cui
rompermi la testa ora quasi quasi lo chiedo a quello scorbutico
dell’hotel SE MI CI AMMAZZO SOPRA ME LO DARA’
GRATIS, NO?!
Oh?!» “Queste
sono le drammatiche immagini attinte dalla webcam connessa
all’interno dell’aereo.”
…in cui
troneggiava un mostro oscuro dai capelli elettrici, tra gente che
fuggiva e gridava aiuto «Oh capperi…
…quello
è…u-UN DIG-come si alza il volume MALEDETTO
COSO-a-alz-AAAH! SI E’ PURE CAMBIATO CANALE! Oh?!»
“Il governo ha
disposto l’invio di soccorsi aerei – squadre
militari stanno accorrendo per…”
«Ahh!!» ma Cindermon balzò in piedi
quando le
immagini si soffermarono per pochi istanti su un paio di occhialoni a
terra «Ma che mi venga un colpo, quegli
occhiali…!»
Lo stesso
annuncio veniva comunicato online sul computer di Henry, ma lui aveva
la testa altrove tanto da non cogliere una parola. Con sguardo che ora
tradiva sofferenza, camminava per la sua stanza…apriva
lentamente un cassetto, ed estraeva una foto
incorniciata…portandola lentamente vicino alle sue
labbra…e rivolgendole un bacio, ed una carezza in un
contemplarla pieno di struggente rimpianto «Henry!...sai dove
è andata Suzie per caso? E’ uscita come una
furia!»
era la voce di suo padre, e nell’udirla il giovane ripose la
foto
in gran fretta, come si fa con un oggetto rubato «Non lo
so…! Vengo fra un attimo, papà!»
rispose con voce
che ora chiaramente tradiva un’insicurezza grande al punto da
ricordare le note del pianto, e dopo averlo cercato con un
po’
d’apprensione reperì il suo cellulare sotto le
carte, e
compose un numero «…rispondi,
rispondi…»
…l’ansia
saliva rapida avvolgendo tutta la sua
persona…«Ahh…! Finalmente!...
…nn…no!
Apparentemente niente, non è successo niente ma non posso
spiegarti! Mio padre è qui fuori e non voglio che nessuno
senta!...
…ahhh…non ne ho idea! Non so neanche da dove
cominciare,
è che…quel mio amico, ti ho parlato di lui, sai a
chi mi
riferisco!!...
…è
venuta fuori una storia incredibile, e benché io non creda
che
abbia basi concrete ora non doveva capitare!
Capisci?!...stava…tutto si stava normalizzando, per un
momento
ho creduto che ci fossimo finalmente riusciti, ero fiducioso circa il
fatto che…!...tutto avrebbe presto ripreso il suo corso
naturale, ma ora è venuta fuori questa faccenda, e per
giunta ci
si mette pure mia sorella!!» sedendosi, cadendo quasi di peso
sul
suo letto, con una mano al volto «Come posso
fare…? Questa
storia sembra non avere mai fine…!!» esprimeva
sincera
sofferenza «E’ peggio di una
persecuzione…» e
poco dopo «Sì…!...
…sì ma quando?!...prima non puoi?! Sì,
presto, ho
bisogno di vederti presto!!...non garantisco…niente a mio
riguardo!!» stringendo gli occhi, sopportando quel qualcosa
di
indefinibile…
«Ah,
accidenti, ci mancava solo questa.» Takato con un foglietto
in
mano prelevato dalla sua automobile, sembrava alludere ad una multa
«Possibile che non mi sia accorto che c’era un
divieto?
Questi pensieri mi stanno assorbendo
completamente…!»
accingendosi a montare
«TAKATO!!!»…«Oh?!»
il ragazzo
susssultò…
…per poi essere
travolto da un’autentica furia in corsa a perdifiato, che
pocò mancò affinché lasciasse la scia
di fumo
«Uhf, whaf, puf, aahh!...a momenti soffoco!»
Cindermon
piegata in due, che si appoggiava disperatamente a quell’auto
«Il nemico! Il nemico: oggi peggio di ieri notte.
E’ in
aria, in volo dobbiamo
interveni-»…«Ancora
tu?!»…«Ehhh?!»…«Credevo
di esser
stato chiaro!! Credevo di essermi liberato di
te!!!»…«Ehuf! Ma Takato
c’è un attacco
nemiiico!»…«Non so di cosa parli e noi
due non
abbiamo nessuno nemico in comune: per il semplice fatto che tu ed io
non abbiamo proprio NIENTE in comune!» ma lei gli
afferrò
il braccio «Ti dico che è vero! E’
veramente tornato
ad attaccare, ha-ha assaltato un aereo ci sono MILIARDI di civili che
aspettano solo noi: e ho visto i tuoi
occhiali!»…«I
miei
occhiali…»…«Sì!»…«CHE
DIAVOLO STAI TRAMANDO?!» sbottò vulcanico il
ragazzo…e di nuovo fu tempo di volare per quel ciuffo rosso
«Dì la verità tu sei
d’accordo con quella
gente!! Mi avete preparato un grande, colossale
scherzo!!»…«Eeeeh?! Adesso anche queste
accuse mi
devo sentire: Takato pronto-PRONTO-PROVA hai capito quello che ti sto
dicendooo?!»…«Certo, e tu hai capito che
non mi fido
di te, e che penso che sei stata l’autrice della messa in
scena
di ieri notte?!»…«Ah ma questo
è proprio il
colmo IO NON HO MONTATO NESSUNA MESSA IN SCENA!
C’è!
C’è davvero!!» insisteva e insisteva,
ricercando
invano lo sguardo di quel ragazzo che aspettava a braccia conserte che
lei se ne andasse «E’ lo stesso ragazzino
dell’altro
giorno ha preso in ostaggio una MAREA di persone se non mi credi lo
dicono i telegiorna-vie-vieni!»…«Eh?!
Che vuoi, e
non toccarmi!»…«Vieni!
Andiamo…in un bar che
ne so in un negozio di apparecchi televisivi è su tutti gli
schermi cavolo lo dicono tutti i notiziari non è che lo dice
“CINDERMON”!!!»…«Sì,
su questo
non ho dubbi: premesso che Cindermon è un nome
inventato!»
…lasciandola senza parole…e stava entrando in
auto ma non
appena aprì lo sportello lei lo scansò
«Eh-ah-h ma
che fai?!!» e spinse forte il bottone
dell’autoradio “I
tentativi di comunicazione con l’entità autrice
dell’attentato si rivelano fallimentari – si fanno
le
ipotesi più estreme, fra cui persino un ritorno sulla scena
dei
Digimon” «Lo senti, lo senti?! Ah!
Ahhhh, sospiro di
sollievo almeno QUALCUNO DALLA MIA PARTE IN QUESTO MONDO: il
giornalista che parla! Ti sei convinto oraaa?!» ma
già le
mani del ragazzo raggiungevano la bocca per poi cadere giù
incredule «Oh
Cielo…»…«Ti sei
convint-Takatooo?!! E adesso dov-…DOVE STARESTI ANDANDO,
SCUSA?!»
Il ragazzo
entrò a passo rapido in un bar e puntò i suoi
occhi verso
il televisore in alto già colonizzato da mille sguardi
attoniti
«Ahh!»
…a
quei mille sguardi rispondeva oltre il video uno soltanto, ma
elettrico…
«Non
è possibile…» furono parole di
Takato…e
dietro di lui una ragazza dal ciuffo rosso e il passo disastrato faceva
irruzione, rubando al televisore qualche sguardo a causa del suo look
eccentrico «UHAF, CERTO CHE STARE DIETRO A TE FA PERDERE
VENTI
CHILI IN UN GIORNO-buongiooorno signori! Ehm-ehm scusate
l’irruzione!...
…beh allora signorino io non sono un Digimon io ho montato
tutto
CHE HO FATTO SONO DIVENTATA UNA PROPRIETARIA DI MASS
MEDIAAA?!!»…«Ahh! Che cosa sai tu di
tutto
questo?!...da dove vieni, qual è la tua
missione?!»
esclamò il ragazzo mosso ora dall’ansia
«Di proprio
questo PROPRIO UN TUBO ne so quanto te! Li ho visti ieri notte per la
prima volta!»…«Chi sei tu in
realtà!!»…«Io sono!!...
…ahhh, ma ti pare che stiamo qui in un bar a parlare come
una
coppia di innamorati mentre la gente ci attende ora HO CAPITO il
ritardo degli eroi però-» “Che
faccio?” dubbi
atroci assalivano Takato, scostando il suo sguardo da quella tv che ora
riproduceva Guilmon dimenarsi per un cavo elettrico attorno al suo
collo, ma la gente al bar parlava semplicemente di “un altro
Digimon”...
«Cos’è?! Non ti basta ancora!
Guarda-guarda quel
monitor fino a che il tuo cervello lento e arrugginito non
focalizza!» “E se fosse tutto un inganno? Se fosse
lei ad
aver organizzato questo attentato?! Henry dice che non devo
fidarmi…!” «Takato!!» lo
scuoteva lei ma lui
la scansò «Ora lasciami,
Cindermon!»…«Cosa?!»…«Anche
se
tutto questo scempio è vero!» indicando la tv
senza
guardarla «Anche se un mostro ha sferrato un attacco io
purtroppo
non c’entro niente, che posso
fare?!»…«Takato,
quello non è un mostro: quello è un DI-GI-MON
sillabiamolo DI-GI-MON! Uhm?! Creatura DI-GI-TA-LE mai sentite nella
vita?!»…«Io ormai sono fuori dal gioco
da molto
tempo!»…«Cosa?!» e diede le
spalle alla tv,
dichiarando seppur lacerato dai conflitti «Io ho perso il mio
Digimon quindi per quella gente sono
inutile!»…«Sono
IO il tuo Digimon per la misera: QUESTO COSO LO HAI FATTO APPARIRE
TU!!» mostrandogli ancora il Digivice, ma lui
scansò la
mano «Ti prego, basta: è una cosa seria questa,
non farmi
vedere queste prese in giro.»
…lasciandola nuovamente come un’allocca, ed
avviandosi
lento e turbato verso la porta del locale…
…quando
lei d’un tratto gridò «QUINDI QUESTO SI
E’
RITIRATO, POSSO
STRAPPARLO?!»…«Ahh!!» destando
un sussulto in lui, che si volse vedendola con in mano la sua foto di
dieci anni fa «Non esiste più, il mondo ha perso
quest’eroe! Un capitolo passato, una cosa archiviata! Sai,
sono
molto delusa!» ponendosi le mani sui fianchi
«Questo
è ben triste! Una persona che crede veramente in quello che
fa
dovrebbe avere il coraggio di accettare tutti i rischi sissignore mi
stanno ingannando?! Me ne frego, ci vado! Non ho i mezzi che ho
chiesto?! Tanti cavoli, mi arrangio con quelli che ho! Tu! Tu-non io-TU
che parli tanto ed rievochi altrettanto saresti capace di lasciare
tutti questi umani cellule delle tue cavolo di cellule in balia di quel
most-DI QUEL DI-GI-MON esclusivamente per il fatto che io ti sto
antipatica?!?!» e sembrava reclamare una risposta da quegli
occhi
ora dilatati, quasi sconvolti, picchiettati da una frangetta coi colpi
di sole. E la reclamava con quella foto in mano «Questa
persona
chiede giustizia! Nessuno dovrebbe rinnegare quello
che…C-CAVOLO
si è messo in testa-è passato il tempo? Non
importa!!...questo tipo qui chiede giustizia così come la
chiedono miliardi di umani in pericolooo! Eh?! E’
semplicemente…ingiusto lasciarli lì a MARCIRE per
questi
stupidiIIIIISSIMI MOTIVI FAMMI DIRE POI, EH?!...
…io…io non vado pazza per gli umani
l’ultimo mi ha
lasciato senza mangiare, pensa un po’! Li conosco poco, E
QUEL
POCO NON LO CAPISCO NEMMENO! Chissà poi grazie a chi,
COMUNQUE!...fa niente: è una questione di principio circa
quelle
che sono le TUE testardaggini, che sono stati i TUOI obiettivi, quello
che TU hai voluto onorare e difendere molto tempo fa!...
…e
difendere gli esseri umani è stato almeno stando a quanto
dice
la storia il tuo più grande obiettivo, Takato!!»
dinanzi a
quegli occhi ora spalancati da un nuovo stupore «Mia madre
diceva
sempre…che non bisogna mai lasciare le cose a
metà! E non
bisogna mai rinunciare in quello in cui si ha creduto, mai! A
costo…di commettere le peggio follie!!»
…ed ora
erano quegli occhi azzurri sotto il ciuffo rosso ad inondarsi di una
così radicata e significativa convinzione…
«Tua…madre,
Cindermon…?»…«Ahhh,
vabbe’ ma tanto a me che mi importa!»
terminò lei
scorbuticamente scostandolo ed allontanandosi «Figurati che
me ne
può fregare degli umani! Bella razza che saranno, se si
parte
dai Digimon Tamers che ripudiano il loro Digimon unicamente per
puntiglio! Ah forse si meritano una bella lezione da quel coso, vallo a
sapere!» e stava andando via a passi pesanti sui suoi calzari
rossi, incrociando le braccia stizzita…
…ma lo
sguardo di Takato era tornato a quella tv, che ora proiettò
il
volto di quel bambino di poco più di un anno,
dall’espressione abbagliata nonostante il pericolo, e dagli
occhi
scuri di una profondità in cui si può notare.
Takato
spalancò i suoi di occhi “Quel bambino…
…è un bambino del nostro tempo!...
…non si
accorge di essere in pericolo, forse crede si tratti di un gioco, o
forse è certo che il suo eroe lo verrà a salvare.
Io da
piccolo ho avuto i miei eroi…e ci ho creduto tanto che,
quando
è stato il mio turno, ho cercato anch’io di non
essere da
meno. Ed ora, quel bambino…? E’
così…carino.
Quello è stato il mio tempo, ma adesso è il suo!
Se i
miei giorni felici sono passati, lui deve ancora cominciare! E non
merita…di rimanere senza eroi. Unicamente perché
mi sento
insicuro. Non merita che non ci sia nessuno che lo verrà a
salvare. D’accordo! Non mi importa se
c’è il rischio
che sia un inganno.” uscendo dal bar…
…e sporgendosi dall’entrata
«Cindermon!!!»
…mentre
lei, smanettando col Digivice «Ahh, quanto a questo non resta
che
trovare il secchio più vicino! Vorrei chi è la
mente
superiore CONTORTA che lo ha concesso proprio a me E A LUI! Se penso a
chi può regolare in modo tanto perverso i rapporti tra
viventi
mi viene voglia di prendere questo coso e---!» stava per
scaraventarlo a terra ma proprio in quel momento fu raggiunta da Takato
che le afferrò il braccio – mise una mano sul
Digivice
– e glielo strappò, prendendoselo «Ohh
(?!?!?!)
»…«Come vuoi tu:
andiamo!»…«E’
uno…?...scherzo?!»
indicando ritmicamente lui e il Digivice nella sua stessa mano
«No…» fece lui anche se guardandola in
cagnesco
«Io non mi fido di te! Ma quella gente ha bisogno di una
mano.» “Non…posso crederci!!!”
pensava lei,
stavolta strabiliata. Takato chinava il capo “Potrebbe essere
una
trappola e potrei non tornare, ma non importa: per tentare di regalare
un futuro a quel bambino e a quella gente vale la pena di rischiare una
vita come la mia.” «Come raggiungiamo
l’aereo?!»…«Ehm…»…«Sei
diventata
sorda?!»…«N-Noo…p-pensavo!
Facile:
ci basta raggiungere
l’aeroporto!»…«Ma!»…«Scorda
il resto: lascia fare a
me!»…«Perfetto!»…«E-Eh-per
raggiungere l’aeroporto cosa prendiamo u-uno di quei cosi
come si
chiamano u-un TAXIBUS u-un-»…«No, troppo
complicato!»
…e si
diresse verso la sua automobile, aprì lo sportello, e poi
fissò lei dall’altro lato
«…monta.»
facendolo lui per primo «D-Dice davvero a
me?»…«Vuoi darti una mossa o
no?!»…«E-Eccooo, che modi i
tuoi!» non
esitando per mettere in moto.
«Oach…!!...soffocooo!» gli artigli di
Guilmon invano
cercavano di arrivare a quel cavo elettrico che gli stringeva il collo
«E’ proprio quello che meriti, creatura stolta, ma
se la
tua infrazione non è grave a tal punto posso onorarti con la
mia
indulgenza…» innalzando un cavo spezzato e
sfrigolante,
sotto gli occhi atterriti del Digimon «…e
concederti una
ben più sopportabile morte
istantanea…»…«Accc--…!!
Aiutooo…!!»
“Takato…perché non sei qui
con m-“ «AAAAHHHHH!!!» ma improvvisamente
fu libero e
l’elettrica creatura gridò di dolore
«Ah-h, mi hai
salvato?!» chiese Guilmon al ragazzino dai capelli neri che
aveva
inflitto un colpo di coltello nella schiena del nemico
«Non…TOCCARE…Guilmon…
…!!!...» scandì con tenebrosa
inclinazione
didascalica, piombando poi sul draghetto per abbracciarlo, riscaldarlo
«Squallido clandestino, hai fatto comunella con questo
Digimon
per fare il tuo comodo avanti e indietro da Digiworld: ma il grande
Guardianmon mi ha ordinato di eliminare sia te sia la principessa
Cindermon!»…«Questo Digimon chi
è?! Lo
conosci?! Perché ci vuole fare del male, perché
ha
attaccato questa
gente?!»…«Perché è
stupido…»…«COME
OSI?!» innalzando la
capigliatura sfrigolante «Sta attento!!!»
esclamò
Guilmon, ma dovette spremersi con tutte le forze per riuscire a
scansare il ragazzino che sembrava voler combattere col suo coltello
«Pirosfera!»
arginò momentaneamente «Tu non sei in grado di
fronteggiarlo! Sei un essere umano, e a meno che non biodigievolva per
un terrestre è precluso il confronto con un
Digimon!» ma
il ragazzino ripeteva meccanico «Io sono il tuo Digimon
Tamer, e
sacrificherei la vita purché non ti sia fatto del
male…!!» nel dilatarsi sempre più acuto
dei suoi
occhi, così come per quelli di Guilmon “Chi sei
realmente…?! Perché dici questo…?
Perché
dici che sono il tuo Digimon Tamer?” «Come da
volontà di Guardianmon vi eliminerò
assieme!» Quei
capelli folgoranti piombarono sui due, ma si proteggevano a vicenda, e
ognuno tirava l’altro affinché quei cavi lo
mancassero
«Non riuscirete a fuggire a lungo! VI
PRENDERO’!!!»
Cindermon non
finiva di scrutare Takato al volante, che invece teneva sguardo deciso
e puntato alla strada, e spingeva sull’acceleratore
più
forte che poteva. Il Digivice gli sporgeva dalla tasca del giubotto
“Possibile che abbia davvero accettato di essere il mio
Digimon
Tamer? Non lo ammetterei mai…ma quando mi ha richiamato, io
mi
ero davvero rassegnata. Me ne sarei andata via per sempre. Ancora
adesso non riesco a realizzarlo…” «Sei
sicura di
sapere il modo di raggiungere l’aereo?!» chiese
seccamente
il ragazzo «Ehm,
affermativo.»…«Bene, mi
auguro che non siano solo parole.» parcheggiando rapido
presso
l’aeroporto, e smontando «Acc-acc…! Mi
sono
impigliata come si spinge-» ma lui le aprì lo
sportello
«Qual è il
trucco?!»…«Allora…!
L’aereo deve arrivare qui, no?! Bene dunque
c’è una
linea invisibile a collegarlo con questa destinazione! Possiamo
risalirla a ritroso!»…«In che
maniera?!!»
fremeva Takato «Scomponendola in dati digitali! E volando
più rapidi della luce grazie al potere del
Digivice!»
scuotendo la sua tasca «Prendilo, prendilo in
mano!» e
così fece «Seguimi, andiamo alla pista di
decollo!»
Cindermon non perse tempo e si addentrò oltre le porte di
vetro…
Takato la
seguiva, e fissava il Digivice nella sua mano “Sto per usare
nuovamente un Digivice. Mi sento strano.” rivedendo quel
draghetto rosso sovrapporsi sfumato al magico oggetto “Mi
sembra
di tradirti, Guilmon. Ma non posso fare altrimenti! Non posso correre
il rischio di rimpiangere tutta la vita di non aver aiutato questa
gente.” così dovette stringere gli occhi e seguire
Cindermon «Svelto, Takato!!»
…in breve
furono alla pista di decollo «Auhf! Bene: adesso
devi…concentrare tutto te
stesso!»…«Sei
sicura che ce la faremo?!»…«Ah per forza
DOBBIAMO
farcela e poi scusa a cosa serve un Digivice se non per usarlo per
emergenze simili! Aaaallora: fammi ricordare la formula, che cosa debbo
dire…?»
…e quel Digivice congiunse le loro mani «Forza del
Digivice…attraversamento del tracciato digitale a ritroso!»
declamava la Digimon “Non so come finirà. Guilmon
ti
prego, perdonami: ho paura che nel momento che apparirò su
quell’aereo, mi allontanerò definitivamente da
te!»…«Potere teletrasportante!»
“Non avrei mai creduto di tornare a usare un Digivice.
Tantomeno
in circostanze come queste.” «Funziona?! Funziona
Takato!!
Ci stiamo scomponendo in dati!!» era entusiasta Cindermon ma
il
ragazzo era concentrato e non vi prendeva parte «Il nemico
deve
iniziare a tremaaare!» si sfregava le mani, mentre la luce li
avvolgeva, il tracciato digitale li attraversava…
…ed una
scia luminosa schizzava da loro fino al cielo «Compatto:
tutto
d’un fiato! Coraggio…» Con le mani unite
sul
Digivice, chiudevano gli occhi: scomparvero dunque, e percorsero quella
scia divorandola.
«AAAHHH!!!» di nuovo Guilmon schivò per
miracolo
quei cavi elettrici (che fusero la webcam), e finì a terra
«Guilmon scappa!!!» gli comandò il
ragazzino
«E’ inutile che sprechiate tante energie, tanto
più
ora che neanche gli schermi possono bearsi del vostro vano eroismo:
accettate il verdetto, no? E’ meno faticoso, già
la vita
implica tanti sforzi…»…«AAH!
WHAA!
AAAH!!» i cavi non davano tregua al draghetto digitale che fu
costretto a scappare verso l’interno dell’aereo
«DOVE
CREDI DI ANDARE…?» Il Digimon sembrava
intenzionato ad
inseguirlo e ciò permise al ragazzino di nascondersi dietro
la
porta che dava sulle cabine di pilotaggio «Fuggi
Guilmon…non farti prendere. Se colpisce me non mi fa male!
Se
colpisce te invece…» mormorava ripiegandosi su se
stesso…
…ma ecco
che «AAAH!!» a frapporsi sul cammino della creatura
elettrica, sbalordita da quel bagliore improvviso (e altrettanto il
ragazzino, così come i passeggeri rimasti sul ponte), la
comparsa improvvisa di due figure: un ragazzo e…una ragazza,
apparentemente. Il primo spalancò gli occhi «Ci
siamo…» e Cindermon…non
tardò a sfoderare
sguardo di sfida «Qualora avessi dubbi basta che
guardi!»
indicando il nemico «Cavolo, quando hai un Digivice
è
facile e addirittura comodo raggiungere le STAR DELLA TV!!!»
Takato prese dunque coscienza di trovarsi di fronte a
nient’altri
che l’essere visto nello schermo, che ora mormorava
«La
principessa Cindermon…»
“Principessa?!” si
stupì il ragazzo, e Cindermon «Ehm…ci
conosciamo?!
Sei venuto a chiedermi casa, lavoro o un supporto finanziario nei miei
giorni di ricevimento?! Non
ricordo!»…«NO
GRAZIE…HO GIA’ UN LAVORO…SONO SOLO IN
RITARDO SULLA
TABELLA DI MARCIA…» innalzando lentamente la sua
capigliatura «Takato!»…«Uhm,
cosa?!»…«Aziona il Digivice!...
…vediamo
un po’ come si chiama questo rockettaro fallito!»
Ancora un
po’ esitante e insicuro con il suo oggetto magico, Takato
riuscì a consultarlo…
SHOCKMON
Digimon elettrico di livello campione
Collocazione sociale incerta – ben disposto anche verso
incarichi
disonesti
Tecnica: Shampoo folgorante
«Vedi?
VEDI!! LA TUA FAMA E’ BEN NOTA ANCHE AL
DIGIVICE!»…«A-G-GULP MA CHE GENERE DI
DIGIVICE
INFAMANTI GIRANO DI QUEST’EPOCA?! ME LA PAGHERETE E
SFASCERO’ ANCHE QUELLO SCASSONE INGIURIOSO!! SHAMPOO FOLGORANTE!!!»
tutti i capelli collegati da un filo di scarica per
l’emergere di un poderoso raggio elettrico «Brace d’autunno!!!»
Cindermon rispose con il suo vortice di foglie infuocate
ma…il
raggio le travolse neutralizzandole e seguitando a scorrere sul
pavimento «AAAAHHH, STAI GIUUU’!!!» la
guerriera
spinse a terra il suo presunto domatore così da permettere a
entrambi di schivare il colpo, mentre il pavimento prendeva fuoco e la
paura per i passeggeri cresceva «Ma come ha fatto a liquefare
il
mio colpo?! Ripetimi un po’ il
livello!»...«Campione…»…«Ihmp!!!»…«Che
ti succede?!»…«Niente
cheee…»…«Qual sarebbe il tuo
livello,
Cindermon?!»…«Io sono al livello
intermeeedio,
cavoletto!!»…«Cooosa,
intermedio?!»
risultò strano a Takato, quel livello che a quanto pare non
era
abbastanza alto «Vaaa…bene!» Cindermon
però
si rimboccò le maniche «Non perdiamo la
calma!»
cercò di sorridere «Una piccola differenza di
livello cosa
può fare poi alla fine: io sono una grande guerriera! Va
bene mi
mancheranno un po’ di dati per far carriera però
intanto
me la so cavare e quello che più
conta…è che lotto
con convinzione!!» e sfoderò di nuovo sguardo
determinato,
mentre Takato dietro di lei restava colpito da quelle parole,
ricordandosi di poco prima…
“Fammi
pensare, di che livello era quellooo…? Evoluto,
Mega…?”
”Livello”…uhm!
Tu mi fai pena.”
“Io?!...p-penaaa?!”
“Che ne sai
tu…di quelle sensazioni speciali?!”
“…i
parametri del mondo
attuale…non potranno mai arrivare a valutare con un numero
la
forza dell’amicizia. Il calore nel cuore…che fa
nascere
chi ti dice che insieme si è più
forti…”
“B-Beehhh…dipende
dal
livello! Se io-Digimon stratosferico mi metto a lottare con te alto tre
centimetri-…i conti non mi tornano”
«Anche se
sei di livello più alto del mio non mi fai paura, brutto
presuntuoso!!» pronta a sferrare quei pugni
«Perché
a me sono i sentimenti che mi animano non come te che sei una stupida
marionetta del tuo padrone: a proposito, dov’è?!
Mister
occhiali ipertrofici?!»…«NON SO DI CHI
TU STIA
PARLANDO…IO HO SOLO UN PADRONE, CHE STARA’
ATTENDENDO
IMPAZIENTE VICINO AL
TELEFONO…»…«Beh
aspetterà per un bel po’ fino a che lo
chiamerà il
Pronto soccorso! Combo
spezza-fiato!!!» caricandosi per la sua sequenza
di colpi – e lanciandosi senza esitazioni contro il nemico.
«Cindermon!!» tese la mano Takato, ma lei era
già
inghiottita dal duello – schivare quei cavi elettrici e
sferrare
calci e pugni al momento giusto non sembrava facile – eppure
non
lasciava che il potenziale di un solo istante le sfuggisse.
Quel ragazzo che
lei aveva scelto come suo domatore la osservava “E’
cosciente che il suo livello è inferiore a quello del
nemico…eppure lotta incurante del pericolo” ed i
suoi
occhi grandi e rossastri si facevano assorti, mentre la sua mano si
stringeva a poco a poco su quel Digivice…
«Ahh!...come vedi c’è altro oltre i
livello a fare
la differenza!» provocava beffarda il nemico nel seguitare
incessante del duello «CERTO: RUOLO SENZ’ALTRO
DETERMINANTE
CE LO HANNO…
…GLI
ELEMENTI DELLO SCENARIO!» afferrando di colpo un passeggero
con
un cavo, trascinandolo a terra incurante delle sue grida ed
innalzandolo tanto che Cindermon «AHH!!» dovette
arrestarsi
all’ultimo istante per non fare di questo la vittima del suo
pugno «Ahaha!! Coraggio, principessa! Hai la fama a Digiworld
di
essere un temperamento focoso, e di essere poco tollerante verso il
prossimo! Se vuoi veramente sconfiggermi non farti alcuno scrupolo,
sacrifica pure questi esseri umani
inutili!»…«Brrrutto…bastardo
disonesto…!» mormorò lei tra i denti
con sguardo
stizzito, mentre da dietro quell’uomo terrorizzato spuntava
un
cavo «SHAMPOO
FOLGORANTE!!!»…«AAAHHH!!!»
colpendola in pieno, gettandola a terra «Oh
no…!»
…furono
parole di Takato «WHA! AHAHAHAHAHAH!!! QUESTI ESSERI UMANI
SONO
SOLO UN FARDELLO, MA SE TI DANNO TANTO FASTIDIO PRINCIPESSA, POSSO
SEMPRE SCARAVENTARLI GIU’ DAL FINESTRINO COSI’
LOTTEREMO
NOI DUE IN PACE!» però inaspettatamente «Brace d’autunno!!!»
lei colpì da terra col suo vortice e le foglie infuocate
divorarono il cavo, risparmiando il passeggero da quel cieco terrore
«Takato!!»…«…?!
Sì?!»…«Non possiamo lottare
con questa gente
qui: svelto, portali in salvo!!» Il giovane non disse nulla
– concordava ed era pronto all’azione, ma lo
tratteneva un
dubbio soltanto che però la Digimon sciolse riprendendo a
duellare «Me la caverò da sola qui! Porta i civili
all’interno, qui ti copro
io!!»…«…venite con me,
presto!!» fece
cenno Takato, ma non staccava gli occhi da lei «Tieni stretto
il
Digivice!!...non te ne separare!!...
…il
contatto mi trasmette forza!!» sicché non vi fu
altro da
stabilire, e Takato si decise «Coraggio, penserà
lei ad
arginare la minaccia! Dobbiamo toglierci da qui, seguitemi!»
Non
era facile, la gente era in preda al panico, qualcuno gli chiese
«Sono Digimon? Tu sei un
domatore?!»…«Io…»
…guardando per un ultimo istante Cindermon che lottava
«Sì, sono un domatore, lei è la mia
Digimon:
coraggio non abbiate paura, lei sconfiggerà il nemico noi
intanto andiamo al riparo!» ed augurandosi in cuor suo che
potesse farcela…
«Non
mi batterai, non ti illudere…!!» insisteva
testarda
Cindermon…
…mentre dalla porta delle cabine di pilotaggio, faceva
capolino
un ciuffo di folti capelli neri «E’ arrivato anche
Takato…non voglio nascondermi proprio ora che inizieremo a
divertirci…»
Guilmon era
rimasto nei corridoi «Ah-hh! Sono riuscito a seminare quel
mostro
però così…non posso dare una mano a
lui! In
realtà è vero che i suoi poteri sono di gran
lunga
superiori ai miei…non avrei speranza! Ma non
importa.»
facendo decisi i suoi occhi gialli e affilati i suoi artigli
«Non
posso smettere di lottare, anche se è una sfida persa:
Takato…oh?!...» chinando il capo
«…chiunque
sia diventato ora…un tempo non avrebbe esitato a tuffarsi
con me
in sfide all’apparenza impossibili! E prima ancora della sua
somiglianza con chiunque quel bambino è un essere umano, ha
bisogno del mio aiuto: io torno a combattere!» e si
avviò
in tutta fretta…
…non
incrociando solo per una questione di istanti quel ragazzo che faceva
cenno «Andiamo nei bagni! Saremo lontani a
sufficienza!» e
dirigeva con forza di volontà una fila di civili sconvolta
dal
panico.
«Presto,
entrate!» Takato spalancò la porta dei bagni
«Qui
saremo al sicuro: vedrete, andrà tutto bene!»
erano parole
rivolte in particolare a donne e bambini che piangevano…
…nel suo
cuore intanto “Chissà se usciremo di
qui.” ed i suoi
occhi scorrevano una per una quelle sagome di sconosciuti appesi alla
sua gioventù e prontezza, come si fa con un eroe
“Era
tempo…molto tempo che non avevo di fronte a me
volti…travolti dalla paura. Che ignorano se torneranno o no
a
casa.”
Fra loro
però, notò una giovane donna con un bambino in
braccio.
Né lei né lui piangevano. Lei appena lo vide si
alzò in piedi, e gli camminò incontro. Sembrava
apparentemente tranquilla «Tu…sei davvero un
domatore di
Digimon…?» Takato non rispose
subito…scrutò
assorto quel bambino che dalle braccia di sua madre si volgeva in un
timido capolino “…è il bambino che ho
visto in
tv…” pensò, e questo disegnò
sulle sue
labbra l’accenno di un sorriso di tenerezza…per
poi alzare
gli occhi verso la ragazza «Il mio nome è
Takato…» Anche lei aveva sguardo profondo e lo
scrutava
«Ti ho sentito…chiamarla, lei è con
te…?»…«Oh-h…sì…»
e
ancora il piccolo si inoltrava in quella strana parola
«Di…gi..oou…Dig…io…»…«Non
l’avrei creduto possibile. Se non l’avessi visto
con i miei
occhi. Se…ora non avessi visto te, se non mi fossi
davanti…!
Benji…»…«E’ questo
il
suo nome…?» sorrise Takato
«Sì: lui...sa
parlare appena ma sembra calamitato da questa parola. “Digimon”…»…«E’
una parola magica…molte volte può cambiare il
corso della
nostra vita.»…«E’ quello che
ha appena fatto
con la nostra.» dichiarò la giovane con una
profonda
consapevolezza negli occhi «Fino ad ora…ho
creduto, o
sarebbe meglio dire ho temuto che anche tanti fatti narrati fossero
frutto della fantasia delle persone.» aprendosi in un dolce
sorriso «Per immaginare di aver vicino degli
amici…in
grado di farci sentire importanti! Speciali…»
narrava come
incantata, come se si trattasse di una favola meravigliosa «I
Digimon…forse tu ed io abbiamo la stessa età.
Takato. E
quindi puoi capire quello che intendo se ripenso…alla magia
di
quei periodi! Quanto…quanto ho sognato con i
Digimon.
Io…avrei sempre desiderato di incontrarne uno, come le
protagoniste dei cartoni che davano in tv! O di quelle
leggende…risalenti all’apparizione del
D-Reaper!»…«…delle
volte…sogni
così possono avverarsi.»
Lei lo guardò
fisso negli occhi, pronunciando «…il tuo si
è
avverato. Hai la tua Digimon con te! Sono sicura…anche se
non ti
conosco…» accennando su di lui una lievissima
carezza…come se si trattasse di una proiezione preziosa
«Che fra voi c’è un legame
profondissimo…!
Lei…è la tua compagna di battaglia. La tua
migliore
amica…»
Takato chinò il
capo, molti pensieri affollavano la sua mente. Poi ancora «Io
e
Benji stavamo ritornando in Giappone, la patria dei Digimon. Noi
veniamo da lì, ma lui è nato negli Stati Uniti.
Volevamo…vorremmo provare a ricostruirci una vita ora che
suo
padre non è più con noi. Poi è apparsa
quella
creatura. Quel…Digimon, perché so che
è un
Digimon! Ma ora tu sei qui, sei con noi! E anche…Cindermon,
ti
ho sentito chiamarla Cindermon!» Ora lo sguardo di Takato si
alzò per incrociare quello di lei, che diceva «Voi
ci
salverete, io lo sento…! Tu…sei una persona fatta
a
metà da cellule digitali, lo leggo dal tuo sguardo ed
è
bellissimo pensarvi! Lasciami intuirlo anche se non conosco
né
te né lei, lasciami…sognare, anche in questo
momento di
grande pericolo…»
…mentre
la gente attorno si lamentava, piangeva e chiedeva che cosa sarebbe
successo, cosa ne sarebbe stato di tutti loro…lei era
diversa:
sembrava forte e cosciente di un sogno, o di una bellissima
realtà, che non le faceva tradire alcun timore, e le
riempiva
gli occhi di determinazione e speranza, tanto quasi da trasmettere al
bambino la stessa sicurezza «…lasciami sognare un
futuro
in cui ci sono ancora i Digimon, io amo tanto i Digimon! Li ho sempre
amati…e so che in un modo o nell’altro tracceranno
il mio
cammino!»
Quel ragazzo dai
capelli castani picchiettati da gocce più chiare, udite
quelle
parole alzò la sua mano per carezzare dolcemente il
bambino…«Allora…Benji! Anche tu ami i
Digimon,
vero? Anch’io. Sono venuti a salvarti…!»
parlò aprendosi un sorriso simile a raggi di sole nel buio
di
quei bagni. Il bambino sembrava ridere ed avere simpatia istintiva
«Mi chiamo Rea. Sediamoci...» si
accovacciò a terra
lentamente, presso i lavandini «Questa gente ha bisogno di
speranza…» disse la giovane. Takato dunque
«Benji…tu hai fiducia in noi, vero?»
Benji lo
guardò, anche lui con un sorrisone attraverso quegli occhi
grandi scuri come il mare…
«Certo, e
infatti dobbiamo crederci!» parlò il ragazzo,
rivolgendosi
a tutti i presenti «Torneremo a casa, ve lo garantisco!
Cindermon
sta combattendo per noi, io la…
…conosco. E’ forte,
e…valorosa…»
lottando con l’incertezza, spingeva fuori dalle sue labbra
quelle
parole, mentre le sue mani stringevano il Digivice…
Cindermon sul
ponte lottava senza esclusione di colpi, quando «Ah-hh! Che
mi
succede?!» una luce aurea la avvolse…
...qualcuno chiedeva a
Takato «Quella ragazza è il tuo
Digimon?!»…«Puoi assicurarci che non sia
anche lei
qui per farci del
male?!»…«Ma…certo!
Io…ve l’ho detto, lei è mia amica.
Lottiamo assieme
da così…da…da così tanto
tempo!»
“E’
incredibile, sento dentro di me che qualcosa sta cambiando. Mi sento
rinvigorita.” mentre con scatto sempre più rapido
ed agile
schivava quei cavi elettrici “E’ come se udissi
l’eco
di una voce…lontana. Qualcuno che mi trasmette la sua
fiducia.” Pugni e calci improvvisamente potenziati da luce
aurea…
…la
stessa che si irradiava a poco a poco dal Digivice, nell’eco
di
quelle parole «E vi assicuro…che non vi
è
Digimon…che più di lei sia amante della
giustizia! E
disposta a qualsiasi sacrificio pur di aiutare gli esseri
umani!»
“Che sensazione
speciale…” mentre Shockmon era in seria
difficoltà
«AH-H MA?!...DOVE TROVA TANTA POTENZA QUESTA PIVELLINA A
LIVELLO
CAMPIONE?!» “Mi sono allenata per tanti anni, e so
che
significa acquisire dati di nemici potenti, ma così non mi
sono
mai sentita. Questo non ha a che fare col livello.”
«NON
E’ POSSIBILEEE!!!»…«Ahh! E
invece sì,
mio caro!» balzando e evitando l’ultimo fendente
«Preparati, è la tua fine: brace…»…«NOOO!»…«…d’autunno!!!»
e non era più lo stesso colpo di prima: la luce
fiammeggiante di
quel vortice di foglie fuoriusciva dai finestrini
dell’aereo...
…un’elegante piroetta, e Cindermon
concentrò la
magia centrando in pieno Shockmon
«AAAARGWWWWHHHHHH!!!»
…Guilmon
fece capolino in quel momento
«Oh-h…uhm?!» ma si
arrestò intravedendo la ragazza-Digimon «Chi
è
quella…? Sarà un’amica o una
nemica…? Oh?!
Ma ha sconfitto Shockmon!»
«Ce
l’ho fatta!!» esclamò contenta, dopo
aver spinto
violentemente il nemico lungo tutto il ponte fino a sfondare le porte
per le cabine di controllo. Shockmon sfrigolava a terra…
Guilmon
esitava…mentre lei si rimboccava le maniche
«Bene…!
E adesso acquisirò i tuoi bei dat-(accidenti, veramente non
so
se mi conviente! Dopo la scenata di Takato di ieri notte se ora assorbo
i suoi dati POI LUI ASSORBE I MIEI CON MODI MOLTO PEGGIORI!)
Mmm…che fare-che fare-che fare…?»
grattandosi la
testa…
Guilmon mosse piccoli passi furtivi…
…ma lei
d’un tratto «Uhm?!
Chivalà?!»…«Oh
mamma!»…«IHMP!»
…occhi negli occhi, il Digimon e la Digimon…
…quest’ultima trafelata «Oh mio Dio?!
Cos’è una visione?! G-Grriimmmp, ma questo non
è il
Digimon di-?!?!»
…e quanto
a lui…il dubbio, il sospetto, la diffidenza, il
timore…e
quante più altre sensazioni respingenti…dopo
pochi
secondi…si sciolsero tutte in un
“…oooooohhhhhhHHHHHHhhhhhh…ahhhhh…”
che ondulò il suo musetto in un’espressione beata
facendolo ancor più rosso di quanto non lo fosse
già
– i suoi occhi, a un passo dal trasformarsi in due bei cuori
pulsanti…
“Ma che avrà?!...sarà diventato
alcolizzato?!”
…ma tanto
furono presi l’uno dall’altra…che
ignorarono il
fatto che Shockmon fosse ancora integro, seppur in disastrose
condizioni: più di un cavo elettrico si era staccato dal suo
capo, lasciando delle spaccature da cui fuoriuscivano minime e multiple
luci colorate «A-AIUTO, STO PERDENDO TUTTI I MIEI
DATI…»…«Povero
scemo…vedi? Così
impari ad attaccare i Digimon buoni e innocenti come
Guilmon…» parlò una flautata voce da
ragazzino
«A-AIUTAMI TI
PREGO…»…«Ovvio, tu mi
servi: il mio cucciolo è ancora
piccolo…»…«COME?!»
Shockmon
rabbrividì mentre il ragazzino si accucciava presso di lui
«I dati che stai perdendo sono quelli più inutili
Shockmon: cervello, intelligenza artificiale…non ti
occorrono
più…»…«C-COS-NO!
PER
FAVORE…»…«Sììì…
…!!!» vibrò di tenebra la voce del
bambino, e
Shockmon si trovò «A-AAAHHH!!!» in pochi
istanti
legato da fili sottili e invisibili, come ragnatele…
…che lo
tirarono su (ma Guilmon non lo vedeva perché Cindermon era
alta)
…il capo
del Digimon elettrico ciondolava…sembrava essersi del tutto
svuotato di coscienza «Ora tu agisci sotto il mio
comando…» declamò sempre nel calare di
un’umana espressività…stessa sorte di
Shockmon: che
però sembrava riacquistare poteri, ed energia ad alzargli la
capigliatura…gesto mimato dal bambino che
incattivì lo
sguardo mentre si passava le mani tra i folti capelli…
Guilmon intanto
“Aaaaahhh…che carina…non ho mai visto
un Digimon
così…”
Cindermon
intanto, sempre più accigliata “Ma-ma-MA CHE
AVRA’
VISTO??? MI DEVO PREOCCUPARE???”
Il bambino
sfregò intenso i capelli come per spingersi il ciuffo in
avanti…
…e
d’un tratto i cavi elettrici piombarono su
«…?!
AAAAAAHHHHHHH!!!» Cindermon, che fu colpita in pieno da una
scarica e gettata a terra «OH NO!!...E’ ANCORA
VIVO!!» esclamò Guilmon…
…mentre
Takato ebbe un sussulto dai bagni. Rea gli chiese «Che
succede,
Takato?!»…«…! Era la voce di
Cindermon! Devo
andare a vedere.»…«Vengo con
te!»…«No, è troppo
pericoloso! Tu aspetta
qui!»…«Ma
io…!»…«Non
preoccuparti!» la esortò il ragazzo, ma lei gli
prese la
mano «Ti prego…fa attenzione.» prima di
lasciarlo
andare, sullo sfondo del silenzio decorato da Benji
«Di…gi..oou…»
«Brutto
mostro, come osi attaccare la più bella Digimon che abbia
mai
visto…ttte la farò
pagar-»...«Guiiilmon!» il bambino si
precipitò
da lui, abbracciandolo «Sei ancora cucciolo Guilmon-Guilmon
non
puoi combattere contro Digimon potenti e
spietati!»…«Ah-hh! Per fortuna stai
bene!»
…mentre Cindermon si rialzava a fatica e li scorgeva
“Cosa?!!”
«Vieni! Ti porto al
sicuro!»…«Ma quel mostro
l’ha colpita!! La acquisirà
se-»…«Non
preoccuparti-non preoccuparti vinceremo tu devi solo pensare a metterti
in salvo-ecco-qui! Nella cabina!» spingendolo in una
stanzetta
all’imbocco del corridoio «Ma io…!! Ti
prego, fammi
combattere!!»…«No…! No, non
voglio che ti
esponi per salvare me!» pronunciò con venature
drammatiche, dopodiché chiuse a tutta forza la porta
– e
di nuovo si passò con inaudita violenza le mani nei capelli
– e furono colpi, su colpi «AH!...AHH!!»
Cindermon
schivò ma ci riuscì per un pelo, i cavi elettrici
sfondavano i sedili «Ti distruggerò, ti
distruggerò, ti distruggerò!!!»
pronunciava il
bambino con intonazione disperata, scompigliandosi più che
poteva i suoi capelli traducibili in fendenti.
«CINDERMON!!» Takato arrivò in quel
momento…
“Uhm?!” Guilmon sussultò dalla buia
cabina “E
questa voce…?”
...ma gli occhi
del ragazzo puntarono dritti e sospettosi sul bambino: i capelli
scompigliati per l’attacco erano tali e tanti che calavano
sul
suo viso, rendendo impossibile riconoscerlo…
…ben
visibile era però il ghigno che spuntava sotto questi
«Ancora tu?! Chi sei?!» mentre con mano tremula il
giovane
raccoglieva gli occhiali da terra…
…Takato
si avvicinava…ma l’altra mano del ragazzino di
nuovo
scorreva lungo la capigliatura…e i cavi di Shockmon si
innalzavano dal solo lato destro…
«Chi sei,
perché ci attacchi…?!» esigeva risposte
il ragazzo,
rapito da un che di indefinibile in quella figura nera…
«Takato, attento per carità!!!»
gridò
Cindermon agghiacciata alla vista dell’attacco
imminente…
…ma
un cuore di Digimon sobbalzò da una scura cabina
“...!!!...TAKATO?!!!”
…i
capelli alla destra di Shockmon sfrigolavano quanto mai…
…bambino e ragazzo erano l’uno di fronte
all’altro
«Esigo che tu mi dica il tuo nome…»
…mentre Guilmon realizzava “Ma
allora…?!” e
nei suoi ricordi l’immagine del bambino dai capelli neri
“Ma allora lui è…!!!...è
veramente
Takato!!!” ed iniziò a dare colpi alla cabina
«APRITE QUESTA PORTA!!»
Takato si
volse di scatto e il suo cuore balzò in gola
«Questa
voce…!» ma il bambino ghignò «Shampoo…»…«TAKATO!!»
esclamò Cindermon...
«…fol…gorante!!!»
piombò il bambino con tutto il suo rancore sul suo ciuffo
destro
– Takato si accorse quando era tardi…
…ma
l’elettricità si fermò ad un passo da
lui. I cavi
sfrigolarono vicinissimi ai suoi occhi stretti dalla paura e coperti
dal braccio…fino ad esaurire tutta la loro energia
«Oh-h…» il ragazzo realizzò
lentamente…ma poi «OH!» dovette coprirsi
di nuovo il
volto per proteggersi dall’esplosione di dati che cancellava
Shockmon, ed il coltello che gli era stato conficcato nella schiena
rimbalzò a terra: Cindermon era in piedi, lo aveva raccolto
e
lanciato lei al momento giusto…
…fu la
prima che Takato guardò quando realizzò dello
scampato
pericolo «Cindermon…sei stata
tu?»…«Era
necessario. Ti avrebbe colpito.» disse lei con una nota
d’orgoglio nella voce, che si rifletteva negli
occhi…occhi
che stupirono il giovane, e lo lasciarono assorto…
…ma
c’era ancora il bambino…che mormorò
«…conosco i tuoi pensieri ancor prima che si
formino…» Cindermon realizzò poco dopo
«Takato!!» indicandolo «Lui!! Svelto,
prendilo!!»…«Oh?!» ma il
ragazzino lo
superò e «AH!» emanò dalla
sua mano fili
sottili che avvolsero la gamba di Takato e lo spinsero a terra
«AH!> e subito dopo con fili dall’altra mano
imprigionò Cindermon «A-AHHH! Accidenti, non
riesco a
muovermi!!!»…«Non mi fermerete!!
MAI!!»
dichiarò con rabbia e determinazione, e si
inoltrò nel
corridoio «FERMATIII!!!» esclamava Takato, ma era a
terra,
ed era inutile...
…mentre
Guilmon seguitava a colpire a testate la porta chiusa della cabina
“Ahh! Takato! Quel bambino da un lato! E quella voce adulta
dall’altro! Ma non sono riuscito a capire a chi lei si
è
rivolta!! Chi sarà realmente Takato?!” ma uno dei
due
spalancò la porta «AHH!» il Digimon fu
sul punto di
cadere ma l’altro lo afferrò e gli chiuse il muso
coi fili
sottili «UHM!
UHMMM!»…«SHHHHHH!!!...ci sono
nemici dappertutto! Dobbiamo fuggire, ti porto in un posto sicuro!
Però ti prego! Tu fidati di me!!» trascinandolo
quasi a
forza nel buio corridoio…
…dell’aereo, e dell’anima afflitta dal
dubbio
“Sarai tu, Takato? Ti ho ritrovato…o mi stanno
allontanando da te?!”
…chi
portava quel nome era a terra, e gemeva
«Guil…mon…!!...
…era la
tua voce quella?!» mentre Cindermon rifletteva
“E’ il
Digimon di quel ragazzino…?!”
…ma
proprio in quel momento giunse Rea
«Takato!!...Cindermon!»
trovandoli prigionieri, e la seconda nominata non perse tempo
«Ehi, carina! Scusa abbiamo eliminato il pazzo ti spiace
renderti
utile? Raccogli quel coltello a
terra!»…«Oh?!»…«…E
LIBERACI…magari, uhm?!»
«Oh-h…ma dove mi hai portato?»
sbattevano gli occhi
gialli di un draghetto il cui rosso era incupito dal buio di un tetro
giardino…sembrava un luogo abbandonato, seppur vi fossero
ancora
dei giochi per bambini alquanto malridotti. Una fontanella, preposta
forse un tempo per innaffiare il prato, soffiava ancora spruzzi
intermittenti e affaticati di acqua forse non più
pulita…
«L’aereo, la gente, dove…?!...
…come
abbiamo fatto a sparire?!» Ma l’altro era ancora
lì
con lui «…uhmuhmuhmuhmuhm…»
Guilmon non perse
tempo e gli corse incontro reclamando spiegazioni «Oh bisogno
che
mi spieghi, per favore!! Sei dotato di poteri magici?! Ci siamo
teletrasportati qui grazie a te?!»
…il
bambino con gli occhialoni si piegò lentamente…e
mormorò alle orecchiette rosse «Ti ho portato in
un posto
sicuro…rimani qui fino a che non tornerò con la
cena, ok?
Qui non potrà accaderti
nulla…»…«Ahh!...no, ti prego
fermo!!...
…ho
bisogno di sapere!!» ma gli dava le spalle, e si addentrava
all’interno di quella che sembrava una buia casa con
veranda…
«Dove sono…?» sconfortato, Guilmon si
acciambellava
su quel prato incolto, spingendo col suo triste muso quella piccola
palla un po’ sgonfia con la quale chissà quale
bambino
aveva mai giocato «Beelzemon…Terriermon, Renamon,
dove
siete…? Ho tanto bisogno di voi…»
Infatti a
Digiworld, i pensieri di quegli amici riuniti nella bella casa sul
promontorio, vicino a faro, erano rivolti a lui «Non
è
tornato per cena…» chinava il capo Renamon, ed
anche
Terriermon sedeva sul tavolo con aria sconfortata «Sono
preoccupato…e se gli fosse successo
qualcosa?»…«Che cosa facciamo,
Imagomon?»
chiedeva Lopmon, aggiungendo «Dovremmo pur tentare di
acquisire
notizie, anche se è pericoloso!» Il Digimon
interpellato
dunque illustrò «Domani cercherò di
parlare con
tutti i Digimon fidati dell’area costruzioni: intanto
qualcuno
andrà da Calumon a riferirgli
l’accaduto.»…«Posso andarci
io…»
propose Lopmon «Vengo con te, Lopmon!» propose
Terriermon
ammettendo «Non posso restare con le mani in mano!»
Imagomon continuava «Se formiamo una grande
squadra…se ci
mostriamo uniti e compatti allora sì, in quel caso di sicuro
Guardianmon avrà da temere anche se il suo livello
è
elevato e voi senza i domatori non potete digievolvere. Almeno non
potrà negarci spiegazioni, dovrà dirci se ha
visto
Guilmon e sa dov’è andato!»
Così gli sguardi
di quelle creature si incontravano reciprocamente…
…ma
c’era qualcuno che sedeva in disparte, e un’ansia
nel
cuore, come un fuoco acceso, non sembrava permettergli di essere comodo
su quella sedia: i suoi occhi, tre di numero, attraversavano il vetro
della finestra e si smarrivano appenati nel cielo rosso di tramonto
«Guilmon…amico mio, cosa ti sarà
successo? Dove
sarai ora? Non mi sono preso cura a sufficienza di
te…»
prendendosi la testa tra le mani…
…mentre
Renamon osservava «E’ la prima volta…da
quando il
D-Reaper è stato confinato, che per noi Digimon si respira
l’aria di un imminente scontro. Fino ad
adesso…»
guardando verso l’alto «…ringraziando
chi di
più grande ha a cuore il nostro mondo digitale, pace e
tranquillità hanno regnato tanto da rendere possibile
l’inizio della ricostruzione. Anche se
purtroppo…il prezzo
da pagare per questa pace fu molto alto.» Ben consapevoli
anche
gli occhi dei due piccoli Digimon dalle orecchie lunghe «I
nostri
domatori…» pronunciò la volpe dorata,
continuando
«…e la possibilità di crescere al loro
fianco. Ma
dobbiamo stare all’erta. Non siamo più abituati a
lottare.
E forse non siamo mai stati abituati a farlo da soli. Potrebbe
essere…l’inizio di un qualcosa che neanche
sappiamo come,
e dove potrebbe epilogare.»
…ma Beelzemon si era alzato, e stava andando via…
«Dobbiamo…pensare alle famiglie ed i
bambini.»
parlò Imagomon. Sua moglie seguiva invece con sguardo vigile
il
passo del Digimon dai tre occhi preoccupati
“Beelzemon…” pensava, mentre Lopmon
«Anche voi
Imagomon avete due splendidi bambini: e se fosse rischioso? A me quel
Guardianmon non piace
affatto!»…«Beelzemon, stai
andando via?!» chiese Terriermon
«Oh-h…»
incerto si volse l’interpellato «Sono molto stanco.
Vi
prego, perdonatemi. Vado a casa, qui non vi sarei di alcun aiuto. Non
riesco a pensare.» e poco dopo
«…buo-buonanotte!»
Richiusasi la
porta, Terriermon constatò «Si sente in colpa per
Guilmon…» e Imagomon «…non
deve, gli è
sempre stato vicino. E’ un Digimon…nobile e pieno
di buoni
sentimenti. Temo non sia soltanto Guilmon il
problema…»
…sotto il
tramonto digitale, Beelzemon guardava il globo azzurrastro, che tale
cielo adornava come un pendente risultante da un audace e riuscito
contrasto di colore, e sembrava aver bisogno d’aria, come se
soffocasse…
«Mi avete
raccontato…» parlava Imagomon
«…che il suo
passato è attraversato da una coltre oscura. Che si
è
macchiato di
crimini…»…«Sì, ma
poi…ha dato tutto se stesso per rimediare!»
precisò
Terriermon, e Imagomon «Non vuol dire, delle volte
è
più facile sanare le ferite nei cuori altrui piuttosto che
la
colpa per avere inferte nel proprio. Io credo che tenda a sentirsi
sempre responsabile, anche quando agisce per il
meglio…»
…Beelzemon camminava con passo stanco vicino al
falò…
«Vegliamo
su di lui. Ha bisogno…di amici. Solo questi possono aiutarti
di
fronte al buio del passato.» esortava Imagomon…
…e
Beelzemon stringeva il suo pugno artigliato
«Acc…!! Non
posso restare con le mani in mano: devo fare qualcosa per ritrovare
Guilmon!» correndo da qualche parte…
Cyberdramon però era rimasto sulla brandina, fingeva di
dormire
«…PSICOPATICO.» uscì dalla
sua dragosa bocca
mettalica non appena vide Beelzemon, sicché estrasse da
dietro
la schiena un cellulare ed iniziò a smanettare
«M-Ma
c-aahhh! Dove va così di corsaaa?!» Per non
perdere di
vista il Digimon mirato dovette però riporlo pochi istanti
dopo
e balzar giù, rischiando di far cadere il telefono e di
impicciarsi con la brandina…
…sembrava
una casa nata per essere ridente, ma i suoi giorni di sole
chissà se erano mai giunti. Graziosi orologi, calendari che
pendevano dal muro, magneti sul frigorifero non riuscivano
però
ad impedire il penetrare fitto della notte, là dove
camminava il
bambino con gli occhialoni…
…e quella
camera, quella in cui fece ingresso sembrava una vivace stanza per
bambini. Ma non vi erano risate allegre, soltanto silenzio, e
giocattoli a terra. Quell’armadio, bianco e ampio, troppo
poco
forse veniva aperto. Sembrava consumarsi nel buio come il resto di
quell’ambiguo scenario…
Ma ora lui lo
aprì: niente vestiti al suo interno, bensì una
scala. Dai
gradini bianchi, che assomigliava ad un passaggio segreto…
Passi in salita, chissà dove portava…
In una sala
bellissima, dalla tavola imbandita, e lampadari di cristallo a
sovrastarla. Sembrava la sala da pranzo di un palazzo reale, dalle
splendide tende che però ora volavano vigorose sospinte dal
vento forte dal finestrone aperto: quel vento che quando si alza di
solito ti spinge a chiudere una finestra, ma nessuno sembrava esserci
ad assicurarsi che le raffiche non facessero volar via qualche oggetto
in sala, e le ante sbattevano…
…il
bambino si diresse verso quella finestra, ma non per chiuderla, per
oltrepassarla: oltre, un lungo terrazzo. Incorniciato dalla notte.
Singolare il suo gesto, sembrò inginocchiarsi, a poco a
poco,
una manifestazione di devozione. Pronunciò
«Abbiamo un
nuovo amico! L’ho condotto qui…di modo da soffrire
meno la
mancanza del nostro Rombomon! Ha ancora…molta paura,
è
soltanto un cucciolo, di livello campione. Ma sono sicuro, che con il
tempo, riuscirà ad affezionarsi a noi, i suoi nuovi
padroni!»
…ma su
Guilmon nel giardino sembrava calare un sonno di tristezza e
solitudine…
«Saremo…molto felici…tutti
assieme!» sembrava
animato, il bambino, dalla speranza di un sorriso…
Sorriso che fu
gradualmente illuminato da un bagliore color lilla che sempre
più intenso si irradiò da qualcosa di
indecifrabile oltre
il terrazzo…
Il tramonto di
primavera avvolgeva Tokyo, infuocava l’aeroporto, ed
accoglieva
quei passeggeri appena giunti dopo un viaggio per un attimo creduto
senza ritorno. Presso quell’aereo un po’ malridotto
che era
stato teatro di molte avventure, una ragazza parlava col cuore pieno di
emozione «Ho…remora a salutarti, Takato,
perché so
che non appena lo farò…tu sparirai! E
chissà dove
andrai, quando ti rivedremo!» mentre il sole illuminava le
sue
meshe bionde, i suoi occhi e quelli di suo figlio, ancora stretto tra
le sue braccia «Ah, non c’è storia,
tutti quelli
come te fanno così! I domatori
leggendari…compaiono
quando c’è il pericolo. E una volta salvate mille
persone…schizzano su una cometa al fianco del loro compagno
digitale!»…«Ahh, ma per me le cose non
stanno
così, non vado da nessuna parte, il mio amico Ryo forse
è
un domatore leggendario ma quanto a me…sta pure sicura Rea
che
non sarà difficile trovarmi: i miei genitori gestiscono un
panificio nel quartiere di Shinjuku, niente di spettacolare, nessuna
cometa, ed io stesso fino a stamattina ignoravo che sarei finito
qui.»…«Questo è ancor
più tipico dei
domatori leggendari, loro appaiono non appena invocati, e non sanno mai
cosa può aspettarli! La novità di ogni loro
giorno…è una meravigliosa avventura, non
è vero
Benji? Che cosa ne dici? Possiamo essere soddisfatti, oggi abbiamo
conosciuto Takato, e noi che pensavamo di vivere nelle favole
finalmente abbiamo avuto la conferma che quella porta magica esiste: la
porta che dal passato…conduce la magia fin nei nostri
giorni.» solleticandogli il viso col dito. Il piccolo cercava
incessantemente di dire qualcosa, ed anche Takato lo
accarezzò
«Uhm, hai visto Benji…? E’ andato tutto
bene…»…«Grazie a te, Takato:
io te lo
giuro…questa giornata non me la dimenticherò mai
finché vivrò. Non è vero, Benji? Anche
quando
sarai grande parleremo di quel giorno in aereo…in cui
abbiamo
avuto tanta paura. Ma Takato e Cindermon ci hanno
salvati…»…«Oh-h…»
…un
pensiero spinse in basso lo sguardo del ragazzo «Cosa
c’è,
Takato…?»…«Cindermon…è
vero.
Dovrei parlare con lei. Lei ha salvato me…un’altra
volta.»…«Ma ogni Digimon interviene per
trarre in
salvo il suo
domatore!»…«Ahh…!...la storia
è più complicata di
così.»…«Come…?
Prima…ci hai
narrato della vostra meravigliosa unione, delle vostre battaglie
insieme.» ma Takato alzò gli occhi per fissarla, e
disse
«Ora che il pericolo è passato, posso rivelarti
che le
cose non stanno esattamente come ho raccontato, poco fa, riguardo a me
e
Cindermon…»…«…vorrei
tanto…ringraziare anche lei se fosse possibile! Pensi che le
farà piacere? So che è…un Digimon,
magari è
una creatura riservata, non le è gradito…un
essere umano
invadente, ha confidenza solo col suo domatore!»
Sicché
proprio per tale motivo, Cindermon si era appostata presso le
biglietterie, ma non a fare biglietti per quella folla incontenibile,
bensì a firmare autografi «State caaalmi, non
sparisco
mica non spingeeete, state educati in fila lo firmo a tutti c-chi
c’è adesso?!» Espressione beata,
sembrava godersela,
non come gli alquanto perplessi addetti alla biglietteria che si
guardavano e mormoravano «…vorrei sapere chi
è
questa prepotente, ci ha sbattuti fuori dal nostro posto di lavoro
senza complimenti!»…«Pare che abbia
salvato
qualcuno. La gente dice che è un
Digimon.»…«Ma sarà una
cantante rock, che
trovata di cattivo gusto quella del Digimon…»
«Buoooni,
o’ buoni! Aaaltrimenti faccio confusione anch’io
allora
come mi hai detto che ti
chiami?»…«Emiko. Grazie di
avermi salvata!»…«Figurati,
dovere!» in un
guizzo di brio, per poi far slittare il pennarello «Allora!
Facciamo…alla mia cara…nuova amica
Emiko…con tanto
affetto la fiammeggiante Cindermooon, ecco qua! Venuto bene? Il
disegnino, il ciuffo? Ok, a posto, avanti il pros-ihhh, CIAAAO,
PICCOLINOOO!»...«Sei un vero Digimon? Ci fai vedere
la tua
tecnica speciale?!»…«Alla prima domanda
la risposta
è…affermativo! Alla seconda…se solo ci
provo qui
mi linciano sedutastante magari andiamo un attimo ai bagni pubblici qua
dietro e ti faccio vedere la Brace
d’autunno,
ok?»…«Mi fai un
autografo?»…«Anche due,
certo!»…«Sei
bellissima!»…«Grazie!»…«Sei
stata
fantastica!»…«Oh ma io sono sempre
fantastica ma
siete magici voi: i miei fans!»
«…ci manca che ci fa la tecnica speciale in bagno,
già pulirlo ogni
mattina!»…«Ma che tecnica
mica è un Digimon! Quelli andavano dieci anni fa! Questa
sarà…tutt’al più uscita da
qualche reality
show! Ma lo senti che racconta, questa ha un copione
dietro!»…«Ormai sono tutti
così…»
«Combatti
tutti i giorni?»…«Affermativo con due
punti
esclamativi: tutti! Proprio
tutti-tutti!»…«Assieme
al tuo domatore?!»…«Ovvio! Io e lui
praticamente
siamo…una squadra-no?! Si dice una squadra dalle vostre
parti ci
capiamo…a perfezione basta che lui mi fa uno sguardo io
capisco-vado-attacco e viceversa non è tanto male il mio
domatore CAPISCO CHE SEMBRA UN PO’ SCOSTANTE HA UNA FACCIA
CERTE
MATTINE ma se ci parlaaate capirete che poi più che altro
è apparenza! Non vi sto a raccontare…!...solo un
accenno
perché poi è troppo lunga ma vi giuro non vi sto
a
raccontare quante volte abbiamo rischiato la pelle per salvare il
pianeta oggi niente, oggi è prassi! Abbiamo affrontato
battaglie…mi-duemila volte più
rischiose!» Ma nel
chiasso, si distingueva uno squillo «Cos è-scusate
un
att-SCUSATE UN ATTIMOOO!!! CELLULAREEE!!!» e stava per
montare in
piedi sul bancone, tra spettatori abbagliati/sdegnati «A
QUALCUNO
QUI STA SQUILLANDO IL
CELLULAREEE?!!!»…«E’ il
tuo!»…«A QUALCU-è il mio?!
Porca
vac…EHM SCUSAAATE, EH?!» Cindermon
frugò nella
borsetta fino a trovarlo «Ehi, dove
vai?!»…«Gli autografi!
Anch’io,
anch’io!!»…«Io ero quello
feritooo!!»…«Io quello con la gamba
rotta!»…«Buo-BUONI TORNO SUBITO porca
paletta ma chi
è numero privato-TORNO SUBITOOO! Niente paura la vostra
Cindermon torna subito! U-Un istante soltanto anche le star hanno vita
privataaa…!» in una corsetta a passi quasi
leggiadri e
fatati, con buona parte della folla a venirle dietro…
«Oooooohhh! Finalmente se n’è
andata!»…«Si torna a lavorare, e a fare
seriamente
biglietti in questo aeroporto!»…«Chi
sarà
stata? Devo cercarla su Internet…»
«Pront-MA
CHI CAVOLO E’ io dico a me mi danno fastidio quelli che
mettono
il numero priva-»…«Principessa
Cindermon!»…«IUHMP!!!»
…un
guanto decorato da iridescenze stringeva un cellulare a Digiworld
«Shockmon è perito. Mi hanno detto che
è stato
pugnalato alle spalle da una Digimon di sangue blu un tantino troppo
esuberante. Questo non è apprezzabile. Era un gran bravo
ragazzo.»
«Mmmm…b-bastardo schifoso che non sei altro LO HAI
MANDATO
TU!»…«Uhmuhmuhm!» sogghignava
lui
dall’altro lato della chiamata
«HAI…HAI…!!
Spedito qui sulla terra quella bestia infuriata avrebbe fatto una
strage indistinta di esseri umani!!...e tutto per cosa?!...
…per
tapparmi la bocca, perché ti sono scomoda, di impiccio,
perché infango il tuo mito di guardiano incorruttibile
essendo
passata oltre il varco!!»…«Mi
fraintendi. Mio scopo
era solo testare la tua forza, anzi no mento: semplicemente farti un
saluto…a Digiworld si sente già la tua
mancanza.»…«PPPULISCITI LA BOCCA
delinquente che non
sei altro serpe
strisciant-TE!»…«Uhm!»…«Io
te la
farò pagare!»…«Questa volta
ti è
andata bene…»
…ma ora i
passi di Beelzemon attraversavano il corridoio che conduceva alla
barriera «Non mi importa se è più
potente,
anch’io me la so cavare! Dovrà spiegarmi se ha
visto il
mio amico, dovrà dirmi tutto quello che sa!»
guardando la
sua stessa mano artigliata e riponendo in essa tutta la
speranza…
«Non
è detto che la fortuna giri sempre dal nostro verso,
principessa…» pronunciava il misterioso guardiano
mascherato...
«E’
proprio qui che ti sbagli mio caro! Sì! Sì
perché
non si trAAAtta così banalmente parlando di
“fortuna” qui è ben altra la sostanza!
Come si suol
dire la classe non è acqua!»
…ma anche
Cindermon ignorava che Takato la stesse cercando per
l’aeroporto
“Cindermon…mi ha salvato un’altra volta!
E se avessi
sbagliato a giudicarla. Quel bambino…” mentre
ricordi di
scene da poco avvenute scorrevano nella sua mente
“…è evidente che mi odia, ha cercato di
uccidermi.
Chi sarà? Se Cindermon e quelle creature malvage sono
davvero
Digimon significa che il varco si è riaperto e che
forse…! Forse…” ed un’enorme
emozione si
accendeva nel suo cuore “Quella voce…APRITE QUESTA PORTA!!...per
un attimo mi è sembrato di sentire la voce di Guilmon,
è
possibile che l’abbia immaginata?! Debbo parlare con
Cindermon!
Debbo chiederle…di dirmi tutto ciò che
sa!”
…ma Cindermon
era già impegnata in un’altra conversazione
«Se
pensi che un espediente stupido come quello di Shockmon basti per farmi
tremare le gambe ti sbagli, mio caro, vuol dire che non mi conosci! Io
ho le idee molto chiare!»
Takato l’aveva avvistata «Cinderm-oh?!»
«E i miei piani
circa questo pianeta sono…che dico? Neanche cominciati, i
fuochi
stanno per sfrigolare in cielo!»
«Parla al
telefono…» si stupì il ragazzo, e
rimase nascosto
dietro un bancone…
«Sono decisa ad
andare fino in fondo. Mi sono già ritagliata una fetta di
fans
questa sera GRAZIE A TE che hai rifilato pane per i miei denti
affamati, ma è semplicemente l’inizio! Sono decisa
a
diventare…molto potente, mi sono accorta che
l’intesa con
un domatore fa miracoli! Sì! Sì mi spiace che tu
non
abbia uno sgabello su cui sederti là in quel tetro corridoio
in
cui confini la tua frustrazione professionale, ma è proprio
così! Ho trovato un domatore, e per altro è uno
di tutto
rispetto: fa un po’ di capricci…ma in fondo nel
pericolo
si attiva! Anzi visto che ci sei, mandami…altri due o tre di
quei cosi e vedrai quello che ti combino!!»
“Che cosa…?!!” Takato
trasaliva…
«Ahahah,
questa sera me la sono spassata! Sei divertente quando ti ci metti:
visto che me la godo alquanto nel combattere possiamo
istituzionalizzare la cosa, domani assalto a un
bel…cantiere,
che ne so, o un palazzo cittadino basta che siano luoghi pieni di gente
da salvare! Io e Takato interveniamo e così la
mia…popolarità cresce a dismisura, gli autografi
raddoppiano, ti avrei voluto far vedere l’estasi della folla
che
ha fatto seguito al tuo GIOCHINO, CAAARO!»
«Non
è possibile…!!!» ed in quegli occhi di
ventun’anni insorgevano rabbia e sconcerto…
…per
Beelzemon le lastre colorate che proteggevano il varco non furono un
problema: la sua scattante agilità gli permise di schivarle
tutte, e di arrivare in fondo in una manciata di secondi
«Ahh!
Quello è Guardianmon! Con chi sta parlando?!»
«Uhm…mi sorprende un po’ il tuo
improvviso interesse
per gli umani, principessa. Ma fa attenzione, delle volte le storie fra
terrestri e Digimon finiscono molto male. Il mio è solo un
avvertimento, non limitiamoci al lato superficiale della
favola…andiamo a fondo…»
«Maledetto…!!» mormorava Beelzemon
stringendo il suo
pugno…
«Uhmuhmuhm, alla prossima…!» Guardianmon
chiuse la
chiamata non premendo il bottone bensì stritolando
inesorabilmente quel cellulare «E’ inutile dire,
per quanto
mi servano io sono anti-tecnologico…non riesco minimamente a
sopportare questi cosi.»
…ma quei
tre occhi rabbiosi puntavano su di lui «Lurido disonesto, che
stai tramando…?!» sicché decise di non
restare
più nascosto, e si diresse a passo deciso verso questi che
finiva di pestare i resti del cellulare «Mi dovrai dire che
cosa
ne hai fatto di Guilmon, specie di scultura fuorimoda!!
Oah?!»
provò ad afferrarlo per una spalla ma Guardianmon si
dissolse
«Dove è andato?!...è
scomparso!» ma un
istante dopo…
…Beelzemon si irrigidì, poiché una
spada puntava
minacciosa alla sua schiena «…com’era la
qualifica…?»
…Cyberdramon vide tutto, nascosto dietro la parete
«Eeecco, lo sapevo!» spiaccicandosi la zampa in
faccia
«C’è sempre un testa di rapa di eroe che
deve dare
spettacolo e ora a chi tocca rischiare la pellaccia per andarlo a
salvare?! A me, ovviamente! Oaaah…perché non sono
restato
a dormire?!»
«Guardianmon?!...ptsss simpaticone guarda non ho tempo mi
aspettano per gli autografi che-C-CAVOLO DI FINE HAI FAT-» ma
qualcuno le sfilò di mano il cellulare e lo gettò
a terra
«CHI ERA AL TELEFONO, BRUTTA STREGA CHE NON SEI
ALTRO?!!»…«Ihmmp!!
Takaaato…!!!»
Astio inaudito negli
occhi del ragazzo «CHE COSA TRAMI ORGANIZZANDO ROBA COME
QUELLA
DI QUEST’OGGI?! E io che mi ero fidato di
te…!!!»
Parole dalle quali trasparì una così cuocente
delusione...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Cindermon in trappola ***
3°puntata DT2
«SCULTURA…?» ripeteva Guardianmon
spingendo
lentamente la punta della spada sulla schiena di Beelzemon «E
fin
qui va bene. La qualifica può avere risvolti
positivi…maestosità, integrità morale.
Rigore,
sì, perché no, rigore. Sul
FUORIMODA…il discorso
si
approfondisce…»…«Integrità
morale?!» replicava però Beelzemon con coraggio
«Rigore?! Ah, ma non farmi ridere! Avrei avuto tanto la
curiosità di conoscere il contenuto di quella tua telefonata
di
prima!!»…«…però
dopo tutto non me la
prendo così tanto sul fatto del FUORIMODA, ormai si potrebbe
dire che è cosa comune a tutti i
Digimon…»…«”Comune”,
comune
perché lo vuoi tu!! Sei un venduto!! Ci tieni
prigionieri!!»…«Neanche per idea.
E’ per il
vostro bene.» replicava mostrando naturalezza Guardianmon
«Quella terra dovete scordarvela, anzi non appena possibile
voglio mettere bocca sui lavori che state svolgendo: esigo che si
apposta una…CUPOLA direttamente sopra al vostro poetico
villaggetto, di modo tale che smettiate di vedere quel piagoso globo
che alimenta i vostri sogni malinconici giorno dopo giorno, la terra
è storia vecchia: siete creature digitali, la vostra casa
è qui e quella degli uomini là dove non potete
stare…»…«Sssei soltanto un
cane rognoso!!! TU
NON LO SAI QUELLO NOI ABBIAMO PROVATO!!!» ma Guardianmon
spinse
via Beelzemon «AAAAAAAHHHHHHHHH!!!» con un calcio
di
inaudita potenza, che bucò la parete…
«Guardianmon, che schifoso…!!» sibilava
intanto
Cyberdramon nascosto…
…Beelzemon si rialzava a fatica «A-Approfitti
della tua
potenza…anzi, no neanche!! Se siamo ancora tutti qui non
è perché tu ci hai battuti tutti! Ma è
perché hai mentito, hai inventato storie false sul collasso
del
sistema facendo leva sul nostro amore per la terra!! Sapevi che non
avremmo mai varcato quella porta coscienti del fatto che il solo
tentativo avrebbe messo in pericolo gli esseri
umani!»…«Tutto vero…! Se ora
tu andrai
tornerà il D-Reaper. E’ per tenerlo calmo qui che
dobbiamo
tutti fare dei sacrifici.»…«Non ti
credo…!!» insisteva però il testardo
guerriero
digitale «Se fosse vero…perché i
quattro Supremi lo
starebbero tenendo sotto controllo, perché per farlo ci
avrebbero affidati a Cyclemon, perché tu non sei con
loro?!»…«Perché voi siete
inaffidabili. Ed il
motivo è che siete frustrati. Non sapete accontentarvi di un
letto per dormire e un piatto di minestra la sera. Come tu stesso, lo
si sa, chiacchiera tutto il villaggio circa le tue contemplazioni
serali del globo.»…«Uhmmm, fatti i fatti
tuoi!»…«Spasimi per la vita che si
conduce
lì. E all’idea di amoreggiare con le ragazzine
della
terra, sì, come l’ultimo degli squallidi
rockettari di
quart’ordine alla cui popolarità tu comunque non
potresti
mai arrivare e sai perché? Perché lì
non ti vuole
nessuno. Perché sei feccia allo stato puro, e nel tuo
fuggevole
blitz incantasti due patetici gemellini per il solo fatto che erano
loro, troppo piccoli, e tu, nero e brutto: si amano “per
contrasto” quelli come te, piaci anche se sei un assassino
perché i terrestri trovano la bontà
BANALE.»…«N-Non ti permetto di parlare
male di
loro…!!!» rabbia cresceva istante dopo istante nel
cuore
di Beelzemon, che estraeva lento una pistola scura «Ma adesso
che
è passato il tempo NON TI VORREBBERO PIU’ fidati
di me se
vuoi evitarti una figuraccia: vuoi varcare quella
porta?»…«Ahh!!» Beelzemon
percepì il
cancello che si spalancava alle sue spalle
«Accomodati.»
Dietro il Digimon pistolero, luce iridescente «Ma quando si
cresce gli eroi belli e maledetti si abbandonano. Puoi anche provare ad
andare, voglio proprio vedere se ne hai il
coraggio…»
parlava lento e cupo Guardianmon «Inutile rottame
digitale…» “Cosa faccio?!”
dilatava gli occhi
Beelzemon «Spregevole assassino…»
“Mi ha
aperto la porta e potrebbe essere l’unico modo per trovare
Guilmon! L’unica possibilità…per
scoprire se
davvero ha un senso la nostra stasi qui a Digiworld!!”
Cyberdramon
mormorava «Oh, nooo! Guardianmon vuole provocarlo, vuole che
Beelzemon si lanci contro di lui anziché dentro il
varco!»
e rosicchiava le sue unghie metalliche «Cosa faccio-come
faccio-cosa faccio-come faccio?»
«Hai
stretto un patto col diavolo perché eri solo una
nullità…» ma nella mente di Beelzemon
scorrevano i
volti degli altri Digimon “Amici…debbo saltare per
voi?!
Per…porre fine alla vostra sofferenza qui?!”
«E la
lattante che hai lasciato sulla terra…si è di
certo
“digievoluta” in un’adolescente
sgualdrina!»
Beelzemon drizzò il capo.
Cyberdramon decretò «Ihmp! E’ la
fine.»
Guardianmon, con
la spada pronta…d’un tratto
«OH?!»
restò stupefatto perché anziché
scagliarsi contro
di lui Beelzemon era scattato in corsa verso il varco iridescente
«MALEDIZIONE, HA RESISTITO!!!»
«Grande
Beelzemon! Sei tutti noi!» schioccò le dita
soddisfatto
Cyberdramon.
Beelzemon
correva a perdifiato verso la luce sentendo che mai più
sarebbe
tornato quel momento di verità – ma ad un tratto
si
arrestò («E adeeessooo?!» nel disappunto
di
Cyberdramon «Che gli prendeee si è storto un
piede?!»)
«Ah-h! Non
posso…!» con occhi sconvolti. Guardianmon era
immobile
dietro di lui.
«E se davvero
scatenassi il pericolo sulla terra attraversando questa
porta?!»
Il suo coraggio, il suo impulso, tutto il suo slancio era stato
improvvisamente irretito da una ragnatela…
…indietreggiò «Non posso…non
posso fare
ancora del male…»…«Poverino,
come
soffre…a questi problemi di coscienza
c’è
rimedio!» sguainando la spada Guardianmon avanzò a
passo
deciso «Ahh!!» Beelzemon sussultò ma era
troppo
tardi, Guardianmon piombò in un fendente
«AH-HHH!»
che lo ferì al braccio e lo confinò alla parete
«Inventiamo una storia per il villaggio: non sopportavi il
rimorso di coscienza e il rimpianto per la terra. Ed hai voluto farla
finita.»…«NON CI CREDERA’
NESSUNO!»…«Dammi retta, sta in piedi. Il
tipico
suicidio da rockstar invasata.»…«Taci,
brutto
delinquente!! Finalmente hai svelato la tua vera natura, tieni i
Digimon lontani dagli umani unicamente per un tuo gusto sadico nel
vederli soffrire!! Ma se c’è una cosa che non ti
permetto
è parlar male di chi non conosci: Akemi e Mako non hanno
avuto
il tempo di azionare una volta il Digivice per me, è vero,
ma
ciò nonostante so bene di cosa parlo alludendo al legame con
i
terrestri!! Ed è cosa che un essere arido come te non
potrà mai riuscire a capire.» Occhi impenetrabili
in moto
costante dietro la maschera del guardiano – Beelzemon si
reggeva
il braccio ferito, ma con la mano cercava di scivolare alla pistola
«Ti pentirai di quello che hai detto prima!!...te lo
farò
rimangiare!» ma Guardianmon attaccava ancora…
«Ahhh, non
è altro che è uno stupido eroe però
devo ammettere
che è tanto cambiato col tempo ed ha ragione circa gli
umani…devo fare qualcosa per aiutarlo ma so che se esco allo
scoperto Guardianmon ci eliminerà entrambi! Viscido
corrotto…!!» sibilava Cyberdramon fra i suoi denti
affilati…
Intanto nel bel
mezzo dell’aeroporto di Tokyo
«T-Takato…!»
balbettava Cindermon alquanto interdetta «E-Ehm no ma era un
pazzo, capito? Al telefono! Era una chiara chiamata a
sfondo…come si dice? Beh, non mi viene comunque ho dovuto
inventare sto-»…«Inventare storie,
INVENTARE STORIE!
Certo! Questo l’ho capito!! Io ho ancora orecchie
buone!!»…«M-Ma le usi per gli scopi
sbagliati!
Senti!! Posso spiegare tutto! N-Non è quel che sembra frase
banale lo so ma concedimela NON-E’-QUEL-CHE
SEMBRA!»…«Te lo dico io
cos’è,
Cindermon!!» Takato aveva gli occhi come infuocati
«E’ che tu…sei la prima…la
prima in
classifica fra tutte…ad avere di
me…l’idea che si
è diffusa in giro!»…«M-Ma!
Diavolo a te fa
male salvarti la vita-TI ASSICURO CHE NON E’
VE-»…«E TACI, FINISCILA!!»
portandosi le mani
alle orecchie per non udirla «IO TI HO SENTITA, POSSIBILE CHE
ANCHE ADESSO?! POSSIBILE CHE ANCHE DI FRONTE ALL’EVIDENZA
VUOI
INGANNARMI?! Pensi che sia davvero così stupido?! Oggi io mi
sono…gettato su quell’aereo, incurante di
ciò che
avrei vissuto, l’ho fatto credendo alle tue parole e al
pensiero
che davvero ti stessero a cuore tutte quelle vite per poi scoprire
cosa, che…CHE ERA TUTTO UN
PIANO?!»…«TI
GIURO: ohi, Takato ascoltami! TI GIURO CHE NON ERA UN PIANO IL MIO!
Q-Quell’uom-quel Digimon!...E’ UN PAZZ-UN
MANIAC-»…«Tu pensi che io sia uno
sciocco. Certo!
Del resto perché mi meraviglio, tutti lo credono!
“Takato”, per la gente, è un
ragazzo…reso
stupido dal suo stesso passato! Perché non ha mai smesso di
viverci immerso dentro…questo gli ha impedito di divenire
risoluto!» raccontava, e le sue parole erano onde di
amarezza,
cullate da un mare di malinconia «Ha sempre avuto la testa
fra le
nuvole…perché ha sempre scelto di vivere fra i
disegni di
ciò e di chi immaginava, piuttosto che immerso nella
realtà concreta! Perciò…basta
rifilargli un
disegno…per che lui ti creda…»
Cindermon
scuoteva il capo…prima lento, poi veloce, poi fino a
scompigliarsi il ciuffo «…NO!!
C’E’-UN
ERRORE!»…«”C’è
un
errore”…sì, io sono l’errore.
Lo credono
anche i miei genitori, è perché spero ancora in
avventure
“passate di moda”! Come i loro
protagonisti…»…«I-Io…!»…«Creature…che
dovrei capire che non incontrerò mai più, ma
nonostante
questo ci spero ancora! Ancora credo il mio destino legato a Digimon
meravigliosi…buoni e onesti, quando dovrei realizzare che
d’ora in avanti sul mio cammino avrò solo esseri
umani
opportunisti, e debbo farmi venire gli artigli! Ma non ci
riesco…»
(*immagino la
scena a seguire accompagnata dalla canzone "Why" del gruppo Steps
- non posso postare il link in quanto non è presente sui
siti di
ascolto gratuito e legale, ma vi esorto ugualmente a leggere
ascoltandola tramite Youtube) Il sole del tramonto
filtrava tra
di loro dirompendo nella hall dagli alti finestroni, fra mille persone
«Fra mille arrivi e partenze…io resto
fermo.»
dichiarava Takato «Perché gli artigli era qualcun
altro a
donarmeli.» ricordando…
“Takato!
Forza, combattiamo insieme!”
“Cosa, noi due insieme?...ma si hai ragione, siamo o non
siamo
una squadra, coraggio Guilmon!” mentre un
cerchio luminoso si illuminava sotto di loro, pronto a dar vita alla
Biodigievoluzione…
…e
nel presente fra lui e Cindermon c’era un cerchio
spezzato…
“Però
scusa, come facciamo a combattere insieme? Io non sono un mago o uno
stregone, mi sconfiggerà facilmente!”
“Fidati di me,
sono sicuro che se pensi con tutto il cuore di unirti a me
accadrà realmente e diventeremo fortissimi!”
…Cindermon, che
lo guardava ora spaesata con occhi fatti ingenui da quel passato a cui
non riusciva ad arrivare «Il mio cuore rifiuta…il
pensiero
che lottare insieme sia solo un sogno d’infanzia. Io lo
volevo
per la vita, ma a quanto pare…!!...è impossibile:
la sola
cosa che può rifilarti sono inganni come i tuoi. Un premio
ai
tuoi collaboratori…nel puntare proprio me, che ancora tengo
questo in mano…» restituendoglielo, assieme al
cellulare
raccolto «…credendo che sia un
Digivice…» Lei
lo prendeva quasi in automatico, mormorando però
«Tu non
puoi ridarmelo proprio
adesso…»…«…e
che grazie al potere della mia fiducia, faccia sbocciare
un’amicizia anche da un rapporto nato dal contrasto.
Quanti…TROPPI cartoni ho visto…»
volgendole le
spalle e andando via. Fermandosi solo in ultimo a specificare
«Il
fatto che abbia vissuto in prima persona una battaglia più
non
basta a distinguermi da un comune spettatore. Il mondo non la ricorda
più. Persino i miei genitori hanno il dubbio che fosse solo
un
gioco…
…quando sono
digievoluto davanti ai loro occhi…basta qualche anno per
cancellarlo…» ancora qualche passo
«Takato!!»
e lui si volse…
…confessando in
un lampo di antica determinazione «Per gli altri!! Ma non per
me!!» ma solo per un istante, fino al tornare
dell’amarezza
che lo spinse a correre lontano «Takato, non andare
SS…STUPIDO TI STAI SBAGLIANDO!! TI STAI
SBAGLIANDOOO!!!»
…gente a
mormorare «Ma che ha
quella?»…«E’ pazza,
gridare così in un luogo
pubblico.»…«IO GRIDO
QUANTO MI PARE…SSSTUPIDI UMANI!» e stava per
gettare a
terra…non si sa se prima il Digivice o il cellulare
«Vorrei tanto sapere perché questa terra ti mette
un
milione di cose in mano nei momenti peggiori! Bel lavoro Guardianmon,
GRAZIE, grazie tante questa giuro che me la paghi me la
paghi…c-capellone mascherato ti taglio quella coda di
capelli e
poi ti ci IMPICCO!!» e intanto i fans tornavano in massa
«Eccola, la grande
Cindermon!»…«Io voglio un
autografo!!»
…ma lei…estraeva un
paio di occhiali da sole dalla borsetta, infilandoli
lentamente…
…alzando il cappuccio del
suo manto, e dando le spalle «Ma che
fa?!»…«Se
ne sta andando!!»…«IO VOGLIO UN
AUTOGRAFO!»
…ma le sue sole parole
erano a voce bassa «A volte anche le star hanno una vita
privata.
A volte…anche loro hanno dei problemi!» scandito
con
amarezza «A volte anche a loro gira per il verso
storto!»
…come una star solcava con
passo fiero l’uscita di quell’aeroporto,
spalancando le
porte di vetro, nell’eco del decollo di aerei nel tramonto di
Tokyo…avviandosi chissà per quali vie cittadine
con il
suo look stravagante (fine canzone)
Presso il varco
a Digiworld però infuriava il duello – Beelzemon
avvertiva
dolore al braccio e si difendeva a fatica dalle spadate di Guardianmon
«Perché?!...voglio sapere le tue ragioni, SONO
TANTO
MIGLIORI DELLE MIE DI ALLORA?! CHE CI GUADAGNI A OCCUPARE QUESTO
POSTO?!»…«Un primato estetico: questo
corridoio
è arredato
soavemente.»…«Già, peccato
per il cattivo gusto di certi elementi animati!!!» e veniva
giù con i suoi artigli, ma Guardianmon iniziava a
teletrasportarsi a velocità lampo, rendendo arduo per il suo
avversario individuarne la posizione «Non riesco a seguire i
suoi
movimenti!»
...e Cyberdramon
nascosto «E NEMMENO IO!! Beelzemon, se hai un po’
di sale
in zucca scappa!!! Ihmp?!»
…aveva
adocchiato Guardianmon, apparentemente sparito dal raggio visivo dello
spiazzato Beelzemon, appostato sul soffitto e pronto a calare con la
sua spada sulla testa dell’avversario
«Acc-ccidenti!
BEELZEMON GUARDA IN ALTO C’E’ UN UCCELLINO CHE
CINGUETTA!»
Fu questione di
secondi «Cosa?!» Beelzemon udì
– Guardianmon
piovve in tutta la sua forza «ADDIOOOOOOOOOOOO!» ma
la sua
vittima compì un salto all’indietro
all’ultimo
istante – la spada di Guardianmon trafisse il pavimento,
liberando una quantità prodigiosa di scariche energetiche:
Beelzemon, ancora in aria, cercò di pararsi con la mano ma
«AHH-AAHHHHHHHHHHH!!!» queste furono troppo
forti…
…e lo
spinsero verso il varco «AAAAHHH! IL VARCO RISUCCHIA
BEELZEMOOON!» esclamò Cyberdramon con
metà artigli
in bocca per rosicchiarli…
«COSA?!
NOOOOOOOOOOOO!!!» Guardianmon, realizzato l’evento,
conficcò la spada a terra con rabbia
«MALEDIZIONE!! NON
DOVEVA ANDARE IN QUESTO MODO!!» colpendo a terra, e colpendo
sulla parete «ANCHE LUI OLTRE IL VARCO!! ORA
SPARGERA’ LA
VOCE!! QUESTA NON CI VOLEVA!!...
…EPPURE ERO SICURO DI ELIMINARLO!!»
«Che
faccio-come faccio-dove vado-come agisco-va all’inferno ho
moglie
e figli-resto qui e faccio il vigliacco o mi faccio piangere da loro e
mi butto nella fornace basta ho deciso mi butto Beelzemon è
un
amico ed è doveroso nei confronti dei Digimon in superficie
vado-mi butto! Moglie mia, bambini, pregate per me.»
sicché uscì allo scoperto
«Guaaaaaardianmon, come
te la passi amico? Bella
ser-uhmp?!»…«COME SE
QUALCOSA O QUALCUNO GLI AVESSE SUGGERITO DOV’ERO, SE LO TROVO
GLI
PERFORO IL CRANIO E LO GETTO OLTRE IL VARCO PER LASCIARE QUI IL CORPO
DECAPITATO! Eh…?» I loro sguardi si
incrociarono…«…e-e-e…eeero
quello delle idee
geniali…» fu la conclusione del pietrificato
Cyberdramon…nel venirgli incontro di Guardianmon a passo
marziale…
…e nel
puntargli la spada alla gola, mormorando cupamente «O IL
CONTRARIO, E’ PIU’ ELEGANTE…?»
In un luogo
buio…un caleidoscopio di luci iridescenti compose la sagoma
di
un agile ed elegante guerriero con la coda, che cadde da
quell’incanto sulla fredda pietra
«AAAHHH!»
picchiando il braccio ferito «Ahhh-hhh!
Ahh…» e
riaprendo i tre occhi a fatica «…dove mi
trovo…?»
…distingueva il cielo notturno…oltre
un’apertura…
...si fece
dunque strada, strisciando a terra poiché dolente e molto
indebolito…fino a che i suoi artigli neri non si
impigliarono
fra un cancelletto di metallo, e una striscia di recinzione bianca e
rossa «Questo…cancello…OH?! NON
E’
POSSIBILE!!!»
…nel suo
più scuotente stupore…ricordò che non
era la prima
volta che si trovava lì con il cielo stellato a contornarlo
– nei ricordi si rivide in quell’esatto punto
dov’era
ora adulto e ferito: si rivide piccolo, dalle orecchie lunghe scure e
piegate in punta, dalla bocca piena di bocconi di pane volutamente
spropositati, in compagnia di un’altra creatura simile ad un
draghetto rosso e nero a cui lui si rivolgeva con
impertinenza…
…tanta fu la
forza di quel ricordo che Beelzemon si rialzò di colpo
«SONO TORNATO SULLA TERRA!! QUESTO ERA IL NASCONDIGLIO DI
GUILMON!!!»
…cambiato, per
l’allestimento dei lavori ormai prossimi, ma pur sempre
inconfondibile, quanto un cielo completamente sprovvisto del globo
azzurro, forte soltanto di un’umile luna...
«E’
morto? Lo hai ammazzato…? Guarda che se non ci sei riuscito
stavo giusto pensando di occuparm-»…«STO
ANCORA
ASPETTANDO IL TUO PARERE ESTETICO SULLA COLLOCAZIONE LOGISTICA DI TESTA
& CORPO SENZA TESTA…MEDITALO BENE PERCHE’
PASSERA’ QUESTO ALLA STORIA DI
TE…»…«Ehm, posso fare molto
di meglio. Una
roba simile è buon gusto spicciolo basta aver occhio e senso
dello spazio. Diverso è il caso per gli atti che richiedono
abilità, ed eroismoIIIHHHH!» la punta della spada
di
Guardianmon si avvicinava minacciosa al collo di Cyberdramon
«La
tua vena spassosamente spiritosa comincia a fare sui miei nervi
l’effetto di una mano tra le corde di una chitarra prossime
al
SALTO…»…«Mmm, anche tu
però ci sai
fare onestamente con certe metafore! Ma parliamo seriamente: ero venuto
qui per congratularmi! Hai fatto ciò che io ho desiderato
per
anni non trovando mai il coraggio
necessario...»…«CONGRATULARTI…?»
si
sovrapponeva Guardianmon «Ma è ovvio! Quel
Beelzemon
è soltanto un delinquente che ha approfittato degli eventi
per
mischiarsi ad una combriccola leggendaria come la nostra! Lui era un
nostro nemico, in origine, ma con questo benedetto varco che ci ha
riportato tutti a casa alla fine si è fatta confusione,
Digimon
buoni, Digimon malvagi, chi sa più chi è
l’uno o
l’altro! Lui si è accollato a noi e ora tutti lo
credono
un eroe come il sottoscritto, che è un Digimon…da
albo
d’oro! Battaglie all’ultimo sangue
all’ordine del
giorno al fianco del mio domatore, Ryo Akyiama! Un nome che dice
tut-»…«Voi con questi stradannati
domatori un giorno
mi farete diventare MATTO!!»…«CA---!
Calma! Calma
Guardianmon, rifletti bene, come può sentirsi uno come me a
lavorare a…due centimetri da Beelzemon, senza domatori,
senza
fissa dimora, senza passato eroico ma pur sempre stanziato qui! A
mangiare a spese dello Stato!» precisando con didascalico
artiglio alzato…ma quelle parole sembrarono far allontanare
la
spada di Guardianmon «E così…sembri
odiarlo.»…«Io? Ti posso giurare su mia
moglie e sui
miei figli che sono arrivato ormai a saturazione!» (con gli
artigli incrociati dietro la schiena) «Non lo declasso
pubblicamente durante le relazioni sui lavori per sole ragioni di
quieto vivere: abbiamo i bambini, a correre e giocare fra i
Ruspimon…»…«E cosa vorresti
che io
facessi…?»…«Mi sei sembrato
preoccupato del
fatto che malgrado quel risucchio spettacolare ci sia la
possibilità per quel bastardo di essere ancora in vita:
venivo a
offrirti i miei servizi per imbucarmi oltre quella porta brillosa
e…»…«IM…BUCARTI?!?!»
in
un’eruzione di rabbia «Br-R-R-R-R calma
sì ma solo
per ucciderlo per assicurarmi che tenga chiusa la bocca
ptsss…!
E’ uno spione. Fa l’occhio languido a mia moglie e
al
contempo si impiccia troppo dei miei rapporti con alcune
signorine…del villaggio tu capisci che intendo spero anche
se
marcisci qui tutto il
giorno.»…«Sì anche se
MARCISCO qui tutto il giorno sì no
bravo.»…«B-R-R-RR-RRR perdonami grande
Guardianmon.
Non volevo
offenderti.»…«No…sono
superiore
all’inciviltà. E’ interessante.
Mi…attraggono
questi conflitti nel substrato di Digiworld vorrei provare a farli
fruttare. Però ti avviso, Cyberdramon…»
il quale si
inginocchiava «Comanda,
padrone.»…«Io non sono
uno che lascia impuniti i
tradimenti.»…«Ah, per
questo neanch’io. Vado a fare giustizia e ti
riporterò la
testa di Beelzemon. O il…corpo magari ci teniamo in contatto
così intanto metti a fuoco le tue
preferenze.»…«Senz’altro…»
lo
scrutavano gli occhi indecifrabili del guardiano mascherato
«Immagino…che farai un salto a casa del tuo eroico
domatore.»…«Eh?! Come?!...io sono uno
che quando
assume un incarico non si fa trascinare da distrazione
alcuna.»…«PERFETTO! ALTRIMENTI VI
AMMAZZO A TUTTI E
DUE!»…«Cheee?! Ah-h…certo, ci
ammazzi.
Ricevuto. Ih!» di nuovo la spada alla gola «Non sto
scherzando, IDIOTA…se davvero detesti Beelzemon allora
focalizzati sul tuo odio, e dimentica tutto il resto! Fa
parola…a qualche terrestre circa le
“eccezioni” e le
chiamo così perché tali sono, relative al
transito di
questo varco ed io mi metto a giocare agli scambi di teste fra quelle
umane e quelle digitali. Ti ripeto che ho senso estetico da vendere, e
vedi tu stesso che il materiale qua attorno è poco. Mi sento
frustrato nelle mie aspirazioni. Anch’io…una volta
tanto.
Credo di averne anche il diritto.»
“L’ha bevuta…mi aprirà le
porte
sull’amata terra dopo tanti anni. Ma una volta varcate tutto
dipenderà da quello che farò e da come mi
comporterò. Devo stare molto attento!”
«Uhmuhm!» sogghignava tenebroso
Guardianmon…
Seppur
barcollante, appeso al braccio ferito, un po’ sporco di
foglie
lasciategli dai cespugli oltre i quali era passato, Beelzemon avanzava,
il suo fiato era spezzato, il suo sguardo rapito…mentre
lasciava
dietro di sé la striscia di recinzione che gli era rimasta
attaccata allo stivale per qualche passo
«Ahhh…!...la
terra…sono riuscito a tornare sulla
terra…ahhh!!»
…sbalzò il suo cuore, all’udire del
rombo di una
moto nella notte, che sfrecciava sulla strada prossima a quel cumulo di
vegetazione infittitasi negli anni. Beelzemon cadde in
ginocchio…ma quell’espressione che pareva data da
una
fitta di dolore sfumò presto in un riso beato, di somma
gioia,
di ringraziamento mentre i suoi artigli scuri scavavano
nell’umida terra, innalzando ciò che di essa
riuscivano ad
afferrare per il solo gusto di vederla cadere di nuovo dinanzi ai suoi
tre occhi «Cara terra…!!...terra
sognata…terra…del passato!...
…ahaha,
specie di luna ti ho raggiunto!! Sono da te!!...» e
nonostante il
dolore si intestardì ad alzarsi, camminare…
…balzare
nonostante il rischio, e posare i piedi sull’asfalto, per poi
da
lì contemplare il breve tratto percorso, il blocco grigio in
cima alle scale…
…e
girarsi lentamente…perché dall’altra
parte…c’era il panorama cittadino
«TOKYO!!!»
esclamò spalancando le braccia, per poi stringerle a
sé
come potesse realmente abbracciare mille luci cittadine con torre
annessa «Allora non è un sogno!! Ce l’ho
fatta…!!...sono…!!...sono riuscito a
tornare!!...SONO
RIUSCITO A TORNARE! AMICI!! SONO QUI!! CE L’HO
FATTA!!»
gridava a tutta voce in quei sussulti di gioia, con le mani aggrappate
alla nuca «A-Amici cari…!!...RENAMON,
GUILMON!!...TERRIERMON, LOPMON MI SENTITE?!! MI SENTITE
LAGGIU’
DA DIGIWORLD, SONO QUI, SONO TORNATO!! SONO NELLA NOSTRA TERRA TANTO
AMATA!! E’ BASTATO…!!...E’-E’
bastato
aspettare…» aggrappandosi con i suoi artigli alla
recinzione della strada…non accorgendosi che la sua forza
inumana la rimuoveva. Come quando un Digimon malvagio attenta alla
città, ma non era il suo caso. Lui un tempo aveva distrutto
per
rabbia e dolore. Ora si portava via un’intera recinzione
metallica con quegli artigli, ma lo faceva per quanto era felice
«E’ bastato…lottare. E’
bastato…
…sperare.
E ora sono qui!» rivolgendo alla notte e a Tokyo un radioso
sorriso a un passo dalle lacrime «SONO QUI, TENDETEMI LA MANO
E
SALTERETE ANCHE VOI, LA TERRA…!!...non è
irraggiungibile
è l’amore a guidarci!! I
sogni…»…nessuna speranza per quella
recinzione…che si staccava in tutta la sua lunghezza e
circolarità «…p-puoi toccarli con
mano…s-se
non te li scordi…se li porti dentro come noi tutti. EVVIVA I
DIGIMON!!» spalancando di nuovo le sue braccia, alla notte e
ad
una recinzione squassata «E lunga vita alla terra,
è
bastato…!!...venire a cercarti Guilmon! Inseguire un
amico…a-anche tu sarai qui! SARETE TUTTI
QUI!!...G-Guilmon!» volgendosi verso il nascondiglio, e
cadendo
in ginocchio nell’ormai irrefrenabile scolare delle sue
lacrime
«Vedo la tua casa da dove sto adesso…t-ti ricordi
amico
mio? Venivo a disturbarti…la notte, quando Takato ti
ordinava…d-di non uscire dal tuo
nascondiglio…»
asciugandosi gli occhi, con un bambino, o come un soldato
«M-Mangiavamo il pane del negozio…del tuo amico
proprio
qui ed io mi lamentavo…!...i-io…d-dicevo che
era…
…secco.
Che il pane…e-era secco.
“E’…secco…”»
l’intero suo
corpo tremava «Te lo ricordi, amico mio? La tua casa
è
ancora in piedi! Ti ricordi quant’ero antipatico…?
Ma
ora…vorrei gridartelo!! VORREI FARTI ARRIVARE TUTTA LA MIA
VOCE!! LA STO GUARDANDO!! CI SONO ARRIVATO!! Ahhh,
Guilmon…» rialzandosi a fatica, reggendosi quel
braccio in
automatico senza più realizzare che era ferito «Ti
riporterò qui. Vi riporterò qui tutti! TORNEREMO
TUTTI
QUI, insieme!! IN…SIEME…noi tutti
Digimon…STELLE
ASCOLTATEMI…
…NON
SCORDATEVI DEI DIGIMON…» e per quanto le stelle
brillavano
sembravano rispondergli…dopodiché
ricordò
«Oh!! Akemi!...
…Mako…AKEMI!!...MAKO!!...SONO
QUIII!!!...» e non
sapeva dove correre. No. Lo sapeva. Ricordava perfettamente che era a
sinistra anziché a destra «MAKO!! AKEMI!! SONO
TORNATO!!» in un rimbombo di fuoco nella sua voce
«SONO QUI DI NUOVO DA VOI!!»
…ed un
ragazzo di colpo si svegliava nel suo letto, come per un sogno, o un
sussulto di realtà. Accendeva la luce…e si
metteva gli
occhiali, su cui calava una frangetta di capelli rossi scompigliati dal
cuscino. Anche lui sapeva perfettamente dove andare, e a prendere cosa,
da una cesta traboccante di oggetti e vecchi giocattoli: un
orsacchiotto…che aveva qualche anno sulle spalle. Ed un
braccio
ricucito. Lui invece lineamenti delicati e distinti, circa sedici anni.
E udì squillare il telefono, cosa insolita a
quell’ora
della notte. Si diresse a rispondere, alzò lentamente la
cornetta…
«Mako…» una dolce voce di ragazza
«…Akemi!...
…non ti
è permesso telefonare!...cosa è
successo?» si
interessò con pacatezza mista a stupore «Lo
so…ma…ho…sentito…lui. E te.
Ora…tu…stai scorrendo…le
dita…» e
già gli occhi marroni di lui erano dilatati
«…sui
punti…che mamma…cucì.» Era
vero, si riferiva
al braccio di quell’orsacchiotto
«…Akemi…»
bisbigliò Mako…e
dall’altro lato del telefono «E’
come…se quei
punti ora fossero sotto le mie dita. Li sento…»
Non fu
necessario dire altro…
Altrove
però, dove non si sa, vi era un lungo terrazzo che dava sul
cielo notturno. Lì, un bambino si inchinava dinanzi ad una
luce
lilla. Questa proveniva da una sfera fluttuante sul vuoto,
all’interno della quale era possibile scorgere una sagoma
«Ti prego, aiutami…!» supplicava con
voce sottile,
voce femminile, quella presenza indefinibile «Sei la mia
unica
speranza, N’Emo…!»
Sembrava fedele e
devoto, mentre la luce realizzava sfumature violacee sui suoi capelli
scuri «Solo tu puoi spezzare il sortilegio che mi tiene
prigioniera. Ma ciò richiede molta energia. Per
favore…!
Trova una quantità sufficiente affinché possa
liberarmi
dalle catene!...tornare a correre, a volare! Poter tendere la mano
verso di te…
…carezzare il nostro nuovo cucciolo! Ti prego…mi
sento
tanto sola.»…«La solitudine è
una brutta
cosa…» mormorò il ragazzino, e si
alzò in
piedi «Non temere: io ti consegnerò i cuori digitali germogliati
sulla terra! Molto presto…avremo tutta l’energia
che ci
occorre per vivere felici!» congiungendo le mani in un
sorriso
radioso carezzato dai riflessi «Vai, e in bocca al
lupo!»
…gli
disse quella sagoma scura all’interno della sfera, che
sembrava
indossare un manto…un cappello a punta…ed avere
qualcosa
in mano come una bacchetta magica. E nelle sue parole di supplica,
tanta fiducia nei confronti di quel suo alleato…
…che poco
dopo scendeva le scale nascoste nell’armadio, in quella buia
cameretta per bambini. Si diresse verso il più basso dei
letti a
castello, e infilò la mano sotto il cuscino, per estrarre
lentamente, fra giochi e peluche sparsi, la lama affilata di un
coltello «…CREPI…il
lupo…»
…il muso
di Guilmon, reso triste dall’espressione dei suoi occhi, era
ancora al livello della terra, per poter conversare meglio con quella
palletta sgonfia, in giardino «E’ inutile. Nessuno
mi sente
da qui. I miei amici sono lontani…come farò a
ritornare
da loro?»
…mentre
il ragazzino attraversava la veranda, arrotando la lama con la
statuetta in pietra di Agumon, celebre Digimon “Cuori digitali…”
pensava, ricordando la battaglia nel parco. E Takato e il suo amico
assaliti dal feroce Digimon “Cuori digitali…”
pensò ancora, e si rivide in aereo, con gli occhi e la lama
del
coltello puntati su di una giovane madre con suo figlio “Devo
recuperare tutti i cuori
digitali.
Debbo riunire quante più vittime possibili…e poi
sferrare
un attacco sanguinoso!!” mentre sorrideva e salutava Guilmon
da
dietro il vetro, nascondendo il coltello e incastrandolo nella cinta
“Nessuno deve sopravvivere! I corpi umani debbono essere
liquefatti senza pietà! La sola cosa che deve
restare…è l’energia digitale scaturita
dal loro
cuore…” «Ciaaao, Guilmon! Hai dormito
bene?! Ti
è piaciuta la scorpacciata di ieri sera?! Buooona,
vero?!»…«Oh-h…stai andando
via? Aspetta, ti
prego, portami con te, dobbiamo
parlare!»…«Oh, vuoi
venire, Guilmon? Però ti devi nascondere, la gente della
terra
non vuole vedere i Digimon, avrebbe paura che anche tu fossi cattivo
come quel brutto ceffo che ieri ha attaccato
l’aereo!»…«Eh…? Io,
veramente…voglio solo restare al tuo fianco. Conoscerti
meglio!»…«Guilmon!»…«Oh-h…»
il ragazzino si lanciò ad abbracciare l’interdetto
Guilmon
“Guilmon ha ancora troppa poca energia, e i possessori dei
cuori
si sono rivelati pieni di risorse. E’ tutta colpa
sua…!!!” e il suo astio interiore si concentrava
sul
ricordo di un volto in particolare, e cioè una (apparente)
ragazza dall’eccentrico ciuffo rosso “Quella
maledetta si
è schierata dalla parte dei terrestri, e li protegge con
ardore
quando noi li credevamo indifesi!! Debbo ELIMINARLA…senza
alcuna
pietà e in fretta!!” ma quell’abbraccio
permise a
Guilmon di vedergli dietro la schiena «Ihm?!! Che devi fare
con
quel coltello?! Perché lo porti con
te?!»…«Ehhh?! Ohhh…!
Questo…! Ah,
Guilmon ma è per preparare da mangiare!» Guilmon
guardò dubbioso il coltello e sniffò
«…non
mi piace. Non odora di cose
buone.»…«Ahhh, ma
perché è nuovo! Quello che avevo
ieri…l’ho
perso, ho dovuto ricomprarlo! Tu lo sai che mi perdo tutto: mi conosci
da tanti anni! E’ che sono…sempre…stato
molto
distratto Guilmon…» Quelle parole li conducevano
occhi
negli occhi...ma quelli del draghetto rosso erano appenati
«Takato…non portava mai con sé un
coltello
così affilato, anche se spesso ci facevamo uno spuntino.
Ogni
volta che ci andava.» Il bambino se lo contemplò,
curvando
il suo corpo e la sua espressione sulla scia del moto perpetuo che lo
animava più o meno intensamente, dopodiché lo
abbracciò di nuovo
«Oh-h!»…«Guilmon, ma
allora era diverso! Eri appena nato e dovevi mangiare leggero, cibi
sani per non rovinarti lo stomaco!» solleticandogli
lì sul
suo addome bianco «Ora stai per diventare un uomo: ci
vogliono
cibi più sostanziosi! E io userò
questo…per
prepararti i più buoni pranzetti che tu abbia mai mangiato!
Lo
sai che mi piace cucinare?!» “Mio
Dio…più lo
guardo, più mi confondo. Perché sa tante cose che
riguardano Takato? Perché mi parla come se ci conoscessimo
da
tanti anni?”
“Guilmon…non sei ancora in grado di competere con
quella
dannata intrusa. Ti sconfiggerebbe e io non voglio! Perché
per
quanto ora io sia costretto a ricercare un Digimon più
forte…per poter compiere la mia missione in fretta, tu, per
me,
resterai sempre il mio preferito. Ed ho…illimitati progetti
per
te.”
«Andiamo?!»…«Oh-h…va
bene.
Non so dove mi porti però se proprio ci
tieni…»…«Ihhhh,
però nascosto,
eh!» “Piccolo Guilmon…mangerai tanto, da
diventare
alto come un palazzo!!!”
I senzatetto
spesso ammonticchiano le loro cose negli angoli delle strade.
C’era un cumulo di abiti abbandonato, ma una mano lentamente
tirò fuori da questo un giaccone scuro, ritirandosi poi nel
vicolo dal quale era emersa. Ma nel buio quegli artigli scuri
luccicavano…
…qualche minuto dopo…
…quel
giaccone avvolgeva Beelzemon, che camminava per le vie cittadine, quasi
frenando la fretta che aveva con l’intento di non lasciarsi
sfuggire niente, nessuna luce, nessun’insegna sfrigolante a
sovrastare la saracinesca chiusa. Nessun lampione, o finestra di
palazzi, verso i quali alzare gli occhi da sotto il cappuccio con cui
nascondeva la sua natura digitale…
…eppure
non se ne comprendeva il motivo, perché quel mondo di notte
sembrava un comitato di accoglienza, pareva festeggiarlo a braccia
aperte…
…e sui
tetti, e lungo i fili e i pali della luce, si rivedeva piccolo, come un
folletto, saltare, e sproloquiare con aria un po’
impertinente e
superiore. Tornava da uomo, e a quel passato come un uomo rivolgeva un
sorriso di profonda tenerezza, ad accompagnare il suo respiro di
quell’aria speciale, l’aria della città
e della
terra, in polmoni digitali…che non meritavano di respirare
troppo in fretta…
Aveva lasciato
indietro quel blocco di pietra cubico e di tanti ricordi. Ora, in piedi
su di esso a contemplare il panorama, c’era Cyberdramon.
Immobile, come la statua, o una creatura mistica e leggendaria, quel
metallico drago digitale nero dalle ali rosse, che ora parlava a se
stesso «Mi chiedo perché l’ho fatto.
E’
davvero eroismo, o senso dell’amicizia?
Oppure…avevo
soltanto una voglia matta di tornare qui? Ed ho colto la prima
occasione, senza neanche riflettere? Non ricordavo che la terra fosse
così bella…
…ora
capisco tutti questi anni di rimpianto da parte degli altri Digimon.
Ancor più di quanto non lo capissi già,
sentendolo nel
mio cuore.» per poi spiccare il volo, fra gli alberi oscuri
di
notte…
Chi fa il pane
per lavoro è attivo già di prima mattina, come i
genitori
di Takato, indaffarati in cucina, nel sottofondo della piccola tv un
po’ sporca di bianco «Costruiscono banche su
banche…per cosa? Offrire soldi a chi già ne ha in
abbondanza.» era il commento della signora «Mi
chiedo fino
a quanto si potrà tirare avanti
così…non hanno
pietà per nessuno. Anche la richiesta di un piccolo aiuto
è accolta come se si chiedesse la luna. Uhm, e poco ci manca
che
lì ci trasferiremo, se le cose continuano ad andare per
questo
verso.» “…e
con lo
sparire del contatto via webcam abbiamo tutti temuto il peggio, ma per
fortuna l’aereo è regolarmente atterrato
all’aeroporto di Tokyo. Sorpresa ancor più grande,
e
gradita, scoprire che l’attentato non aveva riportato alcuna
vittima. Non è tuttavia del tutto chiaro chi sia stato ad
intervenire eliminando la creatura responsabile –
più di
una persona pronuncia una parola che non udivamo con una tale
insistenza da dieci anni: Digimon.”
sicché udito
ciò la signora arrestò il suo impastare per
volgersi
verso il marito «Hai sentito?» ma questi
«Pfff…» aveva quella mattina volto
scuro,
infastidito, ancor più adesso che si era soffermato a
seguire le
notizie «”Non la udivamo da dieci
anni”…come
no. Li abbiamo trascorsi ascoltando una sequenza infinita di tutte
queste leggende.»…«Tu credi sia una
delle
solite?»…«Ma certamente, ormai
quella…è storia vecchia, disgraziatamente per
tutti noi.
Piuttosto, non sai stamattina cosa ho dovuto trovare!»
sbattendo
con fastidio quel panno bianco, e richiamando lo sguardo, sempre
piuttosto appenato, della moglie (proprio mentre la tv riproponeva una
fuggevole immagine di Guilmon sull’aereo) «Non mi
far
preoccupare, Takehiro…! Come se non ne avessimo
già
abbastanza!»…«Questa!»
mostrando un foglietto
«Che cos’è…?»
chiese la signora con
timore «Una multa! Indovina un po’ di chi, del
resto non
abbiamo che un figlio.»…«Una
multa…?»
chiese conferma scoraggiata «Evidentemente per lui i problemi
economici che abbiamo sono l’ultimo dei pensieri!»
per poi
girarsi, e tornare a guardare la tv…mentre la moglie tornava
ad
impastare «Dai…non prendertela. Ora ci manca solo
che ci
mettiamo a litigare. Certo però anche lui, potrebbe stare un
po’ più
attento…»…«Gua-guarda
che capelli! Dico io, ma come li mandano in
giro!»…«Eh? Chi,
dici?!»…«Ma quel
ragazzino!» indicando la tv «Va bene
che…ha passato
un attentato ora non voglio infierire, ma certo che sono giorno dopo
giorno più inguardabili, io mio figlio…con
una…roba del genere in testa al posto dei capelli non lo
farei
circolare neanche morto, tutti pensano solo e soltanto ad essere
più moderni…!»
Ma in quel
momento giunse Takato «Papà, mamma: debbo parlare
con
voi.» disse molto serio in volto «Ah!
Beh…! Credo di
sapere a quale
proposito.»…«Takehiro…ti
prego…!»…«Di qualsiasi cosa
si
tratti…dubito papà che sia la stessa a cui sto
alludendo.» fu la risposta del ragazzo a braccia conserte,
appoggiato alla parete, cercando di mantenere una calma che forse gli
anni avevano venato di una nota di distacco «Ah bene!
C’è dell’altro quindi?!
Cos’è, ti sei
messo anche a giocare d’azzardo
magari?!»…«Takehiro…!»
cercava di
richiamarlo la moglie…
«A che ti
stai riferendo, papà…? Non capisco il motivo che
ti
spinge a rivolgerti a me in questo modo!» si
accentuò una
sfumatura aggressiva, ma ebbe presto risposta
«Questa!»…«Takato, la multa:
ma potevi almeno
stare più
attento…?»…«Fff…questa
adesso non ha
nessuna importanza.» in un sospiro di relativo sollievo
«Nessuna importanza?!» per tornare a navigare su
quella
seria calma forse difficile da mantenere, prelevando il foglietto dalle
dita del padre «Mi avete fatto prendere uno spavento,
chissà cosa credevo.»…«Beh,
questo per quanto
mi riguarda è già
abbastanza!»…«Ma
Takato, lo sai che abbiamo problemi, che le cose non vanno
bene.»…«Sì lo so mamma, lo
so. Mi dispiace.
Non è stata colpa mia, le indicazioni erano indubbiamente
poco
chiare, la prossima volta comunque controllerò
meglio.»…«…la prossima volta,
la prossima
volta…» borbottava il padre…
Takato dunque
sospirò «Papà…» e
questi si volse
«Ascoltami per favore. Debbo dirvi una cosa importante.
Questa…lo è
davvero.»…«Takato, parla!
Ti prego, non farci stare in pena! Siamo già
sufficientemente
preoccupati…!» supplicò la madre, ed il
padre
«Che cosa sarà
mai?!»…«Immagino che
avrete sentito le notizie al Tg, ieri c’è stato un
attentato su di un aereo diretto qui, dagli Stati Uniti. Dovete sapere
che ho avuto a che fare molto da vicino, no anzi ho avuto a che fare
direttamente con la faccenda.» camminando, sempre a braccia
conserte, per la cucina, sotto lo sguardo sbalordito dei genitori
«Ve lo dico perché ormai non sono più
un bambino e
sono senz’altro finiti i tempi in cui per combattere si
ricorreva
a scuse e sotterfugi. Siete i miei genitori. E’ bene che lo
sappiate…subito, anche perché non è la
prima volta
che succede.»…«A-Ah, di cosa stai
parlando?!»
madre «Takato!!» padre
«C’è una
donna…una…ragazza dai poteri fuori dal comune. Mi
ha
preso di mira. Per la faccenda dei Digimon, ha cominciato a girarmi
intorno…non so ora chi sia esattamente. Né cosa
voglia da
me…» volgendo le spalle, ponderando quei fatti
«Comunque ieri mi ha fatto salire su
quell’aereo.»…«COS-?!»
stava per
chiedere la signora ma il marito la tratteneva
«Sì,
abbiamo combattuto lì. Ve l’ho detto, ha dei
poteri magici
e per la precisione dice di essere un Digimon, ora…non so se
ci
sia qualcosa di vero in questo e quanto. Sta di fatto che potrebbe
capitare di nuovo. Volevo solo avvertirvi. Fate attenzione alle persone
che girano da queste parti, specie considerato che ha degli
alleati…cioè presumo siano suoi
alleati…sono…insidiosi.» e si diresse
incontro a
loro…
…prendendo loro le mani «State
attenti...» chiese,
lasciando leggere, seppur dietro quello strato di serietà,
una
richiesta mossa dall’affetto. Affetto che non voleva celare,
bensì sua intenzione pareva quella di farlo trasparire
«C’è gente…che può
farsi strane idee
sulla base di quello che abbiamo passato…dieci anni fa. Io
non
sarò più un ragazzo comune per la gente, anche
se…in realtà sono tornato ad esserlo. Ma non
voglio che
voi corriate pericoli. Mamma, papà, ve ne
prego…»
…occhi che si
piegavano in un sincero appello, e dall’altra parte silenzio,
sconcerto, nel sottofondo della tv…
«Taka-»
accennò il padre ma poi citofonarono «Questa
è…non sono quelli dell’assicurazione?!
Non dovevi
parlar loro, Takehiro?!»…«Riprendiamo il
discorso
dopo.» disse l’uomo…
…suo figlio acconsentì senza dire
nulla…
«Scusa? Mi sai
dire che ore sono, cara?» domandava una signora anziana col
cane
seduta alla fermata dell’autobus «Sei e
mezza…!» trascinava un po’ la risposta
una giovane
dagli occhiali da sole e cappuccio avorio che guardava fisso di fronte
a sè «…come hai detto scusa?
E’ che non ho
sentito bene perché qui in città
c’è un
rumore
infernale.»…«…(!)…sei
e
mezza…!!!»…«Uhm…»
il cane
abbaiava, in quieto silenzio che a quanto pare per la signora non era
tale «Scusa…mi prenderai per un po’
invadente…però tu sei giovane e carina io potrei
essere
tua nonna. E un favore…alle nonne non si nega mai. Mi ridici
che
ore sono, che non ho
sentito…?»…«…(!!!)…SEI…E
MEZZA…!!!...» mentre quelle unghie smaltate di
rosso
fremevano per lacerare qualcosa «Mio marito è
morto da ben
dieci anni. E dire che era così felice quella mattina
perché si era alzato e tutta quella pappa…rossa
che
secondo i telegiornali era poltiglia digitale era sparita, non
c’era più! Pensa tu che disdetta cara, il tempo di
portare
la colazione: sono andata a chiamarlo niente era morto. Stecchito. Non
si è goduto la soddisfazione! Ma lo sai che era tanto un
brav’uomo…» mentre le unghie avevano
afferrato ben
salde la stoffa dei suoi stessi abiti «Io da allora non ci
sento
più. Perché non sono sorda per problemi
all’udito,
sia ben chiaro. Sono i dispiaceri. Ti rendono una vecchia fuori uso!
Pensare che da giovane ero…così, tale e quale a
te!»…«Ihmp!» scongiuri vari
«E’
quello il destino prima o p-»…«A-AH MA
SIGNORA VUOL
FAR STARE FERMO IL CANE?!» Cane che sembrava aver scambiato i
suoi calzari rossi per un albero o un palo «Eheh, lui
è la
mia compagnia. E dire che porta lo stesso nome di mio marito.
Poveretto…»…«MI FA LA
PIPI’ SULLE
SCARPE!»…«Eheh, rosse…!
Ehhh…come il
fuoco. E quel tuo ciuffetto…eheh, sei un po’
garibaldina!»…«Sì
sì, va bene
sì! Infatti ho proprio la faccia di una
che…!»…«Queste giovani di
oggi.
Siete…una cosa infernaleee, ve lo dice la nonnina! Non conta
solo l’aspetto fisicooo, contano i valori
morali…!»
con delizioso e bonario sorriso «Una modella vuota dentro
è come una vecchia sorda…sia fuori che
dentro.»…«Uhm?!»
d’un tratto però
una folgorazione “Cavolo! Ragazze malfamate,
MODELLE…come
la madre: bingo, mi sono ricordata! La sua amica!! Ecco da chi devo
andare!!” «Grazie, nonninaaa!!!
SSSS…SMACK!»
avvinghiandola improvvisamente e rifilandole un bel bacio
«Uoah!
Come sei affettuosa! Sembri mia
nipote!»…«Se le
tenga care le sue nipoti! Ah e porti un fiore alla tomba del suo bel
marito come si chiamava
curiosità?!»…«Ehhh…!...Takato.»…«…AH.
Eh bbb…sss…sì ecco…gli
porti un fiore! Ma
se ne tenga qualcuno di riserva, dovesse servire!» era
rimasta un
po’ interdetta, ma prese una corsa-fulmine lo stesso
“Rika
Nonaka, vale a dire la tizia di cui chiacchieravano dal parrucchiere!
Finché non saprò tutta la storia
dall’inizio non
avrò alcuna chiave per rapportarmi a Takato! Tanto
più
adesso che ho visto quel Digimon che sembrava il suo in atteggiamenti
di grande intesa col moccioso delle tenebre!” (ricordando la
scena sull’aereo, Guilmon che interviene per salvare il
bambino,
questi che lo abbraccia come fosse il suo domatore) “Debbo
svelare il mistero, se non voglio restare senza risorse e senza
domatore! E Rika Nonaka è l’unica che
può conoscere
i fatti nel dettaglio: Takato…mi hai buttata via come carta
straccia ma io non mi sono ancora arresa con te!”
«Cindermon si prepara al
contratt-AAAAH?!»…bau,
bau…«Ma che fa, mi segue?! STA ALLA LARGAAA!! NON
SONO UN
ALBERO SU CUI FARE PIPIIIIII’!!!» lasciando una
potenziale
scia alquanto voluminosa…
Altrove, in
un’abitazione suggestiva e di stampo tipicamente orientale
«E’ inutile che torniamo sul solito discorso
ripetuto ormai
almeno un milione di volte, mamma, tanto la mia risposta E’ e
sarà sempre la stessa:
NO!»…«Ahh, questo
unicamente perché tu Rika SEI, e sarai sempre la stessa:
testarda!»…«Ah! Bella
scoperta!»…«Oh, sai benissimo che non
è
affatto né bella, né tantomeno una scoperta.
E’…un’istituzione familiare tramandata
nei secoli
quella della testardaggine in linea femminile!» osservava con
una
punta di pena ormai in gran parte arresa quella signora di certo di
bell’aspetto, seppur resa dagli anni forse più
semplice, e
dell’aria più stanca, che la stessa pareva
constatare
guardando le punte dei suoi capelli, e compiendo un sospiro mentre sua
figlia si preparava davanti allo specchio…sempre impegnata
nel
cercare di abbottonarsi giacchette corte e strette tanto da darle un
po’ di filo da torcere
«Però…!» ebbe un
guizzo di ripresa la signora «PERO’, cara, questo
dovrebbe
servirti da indizio! Per capire…che dopo tutto non
è poi
tanto facile far desistere neanche una come
me!»…«Ah! Allora buona
fortuna…non ti auguro
di innescare una guerra con
me!»…«Ragazze…!...vogliamo un
minimo
calmarci, o oggi dobbiamo iniziare di prima mattina con queste storie?
Approfittando che una volta tanto ci siamo svegliate a
quest’ora?» disse un’altra donna
più anziana
«Lo senti, lo senti cosa dice tua
nonna?»…«Veramente parlava anche con
te…!» replicò Rika, cercando (sempre
con un pizzico
di difficoltà) di infilarsi un orecchino «Ha detto
“ragazze”…! Questo…dovrebbe
farti capire che
invece non parlava affatto con me, mi pare fino a prova contraria di
non rientrare più nel giro da un sacco di
tempo!»…«Rumiko non essere
melodrammatica…!» la esortò la
più anziana
«Non sono melodrammatica, mamma, sono realista:
semplicemente!
Cerco di essere cosciente della mia età. Seppur nessuno se
lo
aspetti da me, visto…il mestiere che ho fatto, capisse
qualcosa
quella gente di ciò che si va a
passare.»…«Premesso…che ho
afferrato che
l’allusione sul “ciò che si va a
passare”
è riferita a me, se…ti senti così
tanto fuori dai
giochi mamma allora perché ti ostini a chiedermi quello che
mi
chiedi?»…«…! Proprio per
questo, cara,
proprio per questo!» ci tenne a puntualizzare Rumiko balzando
in
piedi «Perché ho una coscienza, ho consapevolezza
di
ciò che mi circonda e quel che più conta
è che ci
vedo lungo! Vedo più avanti…e vedo cose che non
mi
piacciono neanche un
po’!»…«Caspita…!»
replicò
Rika facendo scivolare il rossetto sulle sue labbra (mentre sua nonna
accendeva una piccola tv) «Se avessi saputo che ti avevano
dato
il diploma da indovina ti avrei chiesto di prevedere qualche occasione
ora sfuggita per fare…qualche soldo in
più.»
avvicinando la bocca allo specchio «Non le dire mai le cose,
mamma.»…«Ah!...mi pare che le sto
dicendo. E che
sono anche quanto più
chiara!»…«Ragazze,
dai…! Almeno fatemi sentire il
Tg.»…«Rika,
insomma! Mi rifiuto di credere che ancora a questa età tu
sia…ostinata come un’adolescente.» Rika
si volse
«Non era una prerogativa di
famiglia?»…«Insomma, ragiona! Sarebbe la
cosa
migliore!! Lasciami il tuo posto in quel locale, che ti
costa?!!»…«Ahhh…!...mamma,
certo che forse
hai ragione a dire che l’età fa qualche scherzo,
mi sembra
che se non altro il tuo udito sia leggermente peggiorato.»
passando dallo specchio al frugare nella borsetta «Siamo in
due
allora, figliola!»…«In tre, fra poco!
Grazie a voi
due che non mi fate sentire il Tg! Uh…mamma mia che disastro
peraltro…»...«La senti? Tua nonna ha
perfettamente
ragione TUA NONNA per non citare altri TUA NONNA…!!
Eh?!»…«E perché…?
A quali altri ti
riferisci…?» chiese Rika volgendosi con ironia
ondulatoria
che però forse poneva domande per lo più
retoriche e
senza reale astio «…spero non a mio
padre.»…«Mmm…!!!...ma che tuo
padre, Rika,
che tuo padre e non far finta di non capirmi quando ti
parlo…!!...eh?...!!» sembrava contenere a sento,
Rumiko,
quelle allusioni «Che sai benissimo a chi mi riferisco, sai
benissimo a chi penso giorno e notte da dieci anni e a chi alludo
quando la tua testa muta in un blocco di marmo come
stamattina…!!»…«Davvero…?
Non mi
ricordo!» si allontanava per un attimo la ragazza nella
stanza
attigua «Parlo…!!»
…mentre
la signora alla tv portava la mano alla bocca
«…Dio
mio…è incredibile, sembra di tornare indietro.
Rumiko,
guarda…ma non sembra anche a t-?» solo che la
figlia era
impegnata con quella che a sua volta era sua figlia «Parlo di
quella persona che in confronto a te che a volte altro non sei che una
ragazzina sgarbata e da far ragionare, eh!! Parlo di quella persona che
in confronto a te era altroché se strutturata, lei
sì!!» con tanto di gesti evocanti rigore a
rimarcare
quella che sembrava essere un’abbondante stima «Lei
sì che più di te e più di tutti noi
assieme
PERSINO PIU’ DI TUA NONNA ragionava con la testa e sapeva
cos’erano equilibrio e giudizio ora perché lei non
c’è! Perché lei non
c’è ti permetti
tutto questo ma se lei ci fosse stata ti posso assicurare che IN QUESTA
CASA NON SAREBBE ESISTITO CHE SI STA PARLANDO E SI SCAPPA IN
UN’ALTRA STANZA! RIKA! GUARDA CHE NON HO ANCORA
FINIT-»…«RUMIKO! Insomma vuoi darmi
retta guarda un
po’ qua!»…«Insomma mamma ma
non
ved-cos’è?! Un aereo. Beh? Sarà il
solito pazzo
maniaco.»…«A te pare il
solito?»…«Ihmp!! Ma quello è
un
Dig-»…«Shhh, sta zitta! Prima di mettere
in giro
informazioni terroristiche.»
…ma Rika,
nella stanza accanto, era rimasta immobile con le mani sulla borsetta.
Ed uno sguardo triste e pieno di rimpianto, che forse aveva afferrato
il soggetto dell’allusione della madre.
L’alba
carezzata da polvere digitale penetrava oltre le finestre della casa
vicino al faro e splendeva sul pelo di una piccola volpe screziata,
mentre sua madre preparava la colazione «Guarda che sole
meraviglioso, Akirmon, impara ad apprezzare la poesia dei suoi raggi.
Ti accompagnerà lungo tutta la tua vita. E ti
insegnerà
che anche dopo la notte più
buia…c’è sempre
un nuovo sole che torna a splendere. Io l’ho imparato, ma non
ero
sola. Ho avuto accanto a me una guida. Una persona al fianco della
quale imparare a distinguere il bene dal male, la vita…dalla
morte. L’indifferenza…dall’amore. Ora tu
sei qui.
Sei frutto del mio amore. Ed il mio più grande sogno
sarebbe…poter essere un’umile guida per i tuoi
passi. Tu e
tuo fratello…chissà se mai conoscerete gli
uomini…» confessò con una sfumatura di
malinconia
nei suoi occhi sottili, penetranti, profondi «…ma
avrete
sempre me e vostro padre accanto. A ricordarvi quali sentieri della
vita…vale realmente la pena di seguire. Magari potessi fare
per
voi una briciola di quello che lei ha fatto per me.
Rika…»
e si smarriva in quell’orizzonte oltre i vetri, limpido, tra
il
giallo, e un azzurro cristallino…
…quando
si udì rumore di chiavi
«Papà!»
esclamò dolcemente la piccola volpe, ed il suo scuro e
distinto
padre le rivolse una carezza e un sorriso «Perché
non vai
da Nymon e ci aspettate in camera…? Vi portiamo una
sorpresa.
Una colazione
speciale…»…«Oggi non fa
lezione
Lopmon?» chiese la piccola, ed il padre
«…è
sabato. Ed è meglio che oggi restiate a casa.»
accovacciandosi vicino a lei, guardandola con affetto «Lopmon
verrà a trovarci.»…«Che
bello! Allora vado
subito da mio fratello!» e così fece,
saltellando…
«Sei
tornato, caro.» disse dolcemente Renamon
«Non…ci
sono notizie di Guilmon, vero? Avevo preparato il materiale per la
scuola di Akirmon pensando che fosse meglio visto che qui dovremmo
discutere di-»…«…Renamon: non
mi sento
tranquillo a lasciare i nostri figli liberi per il villaggio. Purtroppo
ci sono brutte notizie: sembra che questa notte siano spariti anche
Cyberdramon e Beelzemon.» e una tazza sfuggì dalla
mano di
Renamon, cadendo a terra ed infrangendosi in mille pezzi…
Una sagoma alta,
avvolta in una giacca scura dall’aspetto trasandato solcava
con
possenti stivali il giardino di un’abitazione sobria, ma
ordinata, e dalle porte di vetro impeccabilmente pulite. I suoi passi
graduali, accompagnati da una profonda emozione…che
d’un
tratto fu rotta dall’abbaiare insistente di un cane
«Ahh!» che destò un sussulto in quel
visitatore,
anche perché era grosso, doveva avere la sua età.
Ringhiava inizialmente, ma poi il suo sembrò piuttosto un
segnale, e continuava ad abbaiare, abbaiare. Qualcuno però
si
muoveva oltre i vetri «Che cos’hai, insomma?
Perché
ti agiti tanto?» Un ragazzo, alto, con gli occhiali e
dall’abbigliamento composto, che portava dei libri in mano.
Per
quel visitatore «Ahh!!» fu un sussulto ancor
più
grande. Al ragazzo bastò alzare i suoi occhi seri su di lui,
per
decretare il crollo dei libri che portava con sé.
Rika poneva
intanto la borsetta a tracolla «Io vado!» mentre
sua nonna
bisbigliava «Accidenti, l’intervallo
pubblicitario.»
La madre della ragazza però nonostante fosse stata rapita
dal
televisore afferrò per il polso sua figlia «Rika:
non
abbiamo finito il discorso che stavamo
facendo.»…«Ah
no? Beh per quanto mi riguarda non ho niente da
aggiungere!»…«Io sì. Rika,
sto parlando molto
seriamente. Dammi ascolto, quel posto non fa per te. Lascia che ci vada
io!»…«No, mamma!!
Insomma!!»…«Ma
per quale ragione, non può darti niente se non insidie,
pericoli! Quella
gente…!!»…«Ahhh, che
esagerazione.»…«Non sto affatto
esagerando e non
cercare di convincermi: quel luogo qualificarlo come
“malfamato” sarebbe innalzarlo ad un livello troppo
alto!»…«Se ti preoccupavi tanto del
nostro buon
nome…potevi stare attenta a quei giornalisti, se non sbaglio
dobbiamo arrangiarci in questo modo perché con quegli
scandali
hanno praticamente distrutto il tuo
lavoro.»…«Non
cambiare discorso e sai che non è del buon nome che mi
importa!»…«Beh, fortuna: considerato che
l’abbiamo perso!» ironizzava Rika ma sempre senza
gran
peso, come qualcosa a cui si è abituati «A me
importa solo
di te! E A TE non importa niente di quel luogo, perché devi
rischiare inutilmente?! Sei una ragazza giovane insomma quando ti
guardi allo specchio una volta tanto focalizza anche questo! In un
posto del genere sei preda facile per la gente più abietta
di
questa città, io ormai finisce che non dormo più,
ho
continui incubi!»…«Perché non
mi dai mai
ascolto: quanto è che ti consiglio un buon
sonnifero?»…«Mmm…! Non voglio
prenderlo il
sonnifero io sono una madre e voglio restare alzata fino a che mia
figlia non torna!! E’ mio
dovere!»…«Sì,
assieme a quello di farti venire le
occhiaie.»…«Rika,
perché?!!»…«Perché
no, mamma, insomma,
una buona volta!! Perché no!! Perché si tratta
della mia
vita!! Del mio lavoro!! Posso avere almeno uno spazio che sia mio
realmente, ho messo io i soldi per tirare su il locale, andando a fare
le pulizie la notte in quel
magazzino!»…«NON me lo
ricordare!»…
Rumiko dunque,
passeggiando per la stanza «…ah ma io lo so di chi
è la colpa…
…di chi
è la colpa di tutto questo, è di
quell’uomo!!» al che Rika sospirò di
pazienza
«…adesso quale
uomo…?»…«Lo sai
bene!»…«Uhm. Tiriamo a sorte: quello che
ho
scaricato un anno e mezzo
fa.»…«Macché,
quello era soltanto uno come tanti!! Un…ppporco, re degli
impicci in banca e IMPERATORE di quelli sentimentali!
No…nooo,
io mi riferisco a un altro uomo, ben più pericoloso, e che
ha
fatto cose in confronto alle quali l’altro impallidisce!
E’
colpa sua se stiamo
così!!»…«Shhh…zitteee…»
e
intanto Rika «Ah! Capito…quello a cui abbiamo
venduto casa
e che ci tiene in affitto.» ma Rumiko sbatté la
mano sul
mobile «Rika! Piantala di scherzare! Io parlo del solo che ci
ha
rovinato la vita, quel malato…bacato di cervello del padre
del
tuo amico!!» Rika si volse appena «Chi? Il padre di
Henry?»…«Ah, certo! Soltanto una mente
completamente
perversa poteva mettere in atto una barbarie simile dieci anni
fa!»…«Sì…»
fece Rika sfumandosi
rossetto e ombretto «…solo che piccolo
particolare…quella barbarie…fino a prova
contraria…ci ha salvato la vita. Ha messo al sicuro la
città. E ci ha garantito un
futuro...»…«Un
futuro, bel futuro che ci ha dato! Io cittadina ho finalmente salva e
al sicuro la mia città ma come imposta debbo tenermi mia
figlia
sulla-»…«Strada, mamma, diciamolo
così
sarà tutto più facile e sincero:
strada.» lasciato
andare con un che di naturalezza quasi a un passo dallo scherzo,
scherzo però non ben accolto «Rika! Non ci trovo
sinceramente…niente da
sorridere!»…«Se ci
priviamo anche dell’ironia adesso chi ci darà la
forza per
tirare avanti? Solo che io per restare in tema di senso civico non mi
pianto in strada perché passano le automobili e oriento la
mia
attività sul MARCIAPIEDE, così è
più
pratico.»…«No!…non dire
quella
parola!!»…«E perché no? Tanto
anche se non la
dico che cosa cambia.» ma espirando con vigore, la madre
della
ragazza dichiarò «Io sono sicura soltanto del
fatto…!!...che prima o poi tutto si paga!
Quell’uomo…ci ha portato via la Signora, il nostro
punto
di riferimento, la tua guida!!» puntando il dito contro la
ragazza allo specchio «Non hai mai dato ascolto a noi due
più di tanto, lo ammetto, ma con lei era diverso!! Lei era
saggia, lei voleva il tuo bene e sapeva ottenerlo!! Se ci fosse stata
questi stramaledetti dieci anni sarebbero stati tutt’altra
cosa!
E ora…il Cielo sa quanto la vorrei qui a darmi man forte, a
farti entrare in quella testa…dura che ti
ritrovi!!...»
mentre Rika…
…rivolgeva allo specchio un sorriso basso, un po’
malinconico ma molto dolce tanto forse da lasciar intravedere una
gratitudine verso sua madre per quelle parole
«…che quello
non è il tuo posto,
insomma!!»…«…se me
ne trovi un altro…» sempre con quel lieve sorriso,
alzandosi «Beh…mmm…potremmo fare dei
sacrifici!
Se…fossimo unite, se collaborassimo come una vera famiglia
una
volta tanto io potrei andare a locale! E-E tu
Rika…nn…non
è escluso che potresti anche riprendere gli studi, insomma
io
alla tua età ho avuto tutto quello a cui una ragazza giovane
ha
diritto: un lavoro, stabilità economica, una vita
tranquilla,
non capisco perché tutto questo per mia figlia debba
interrompersi prima del tempo!»…«Dai
mammaaa…ascolta, io ti ringrazio per le tue premure ma devi
scendere dalle nuvole tra cui ti piace volare.»
dichiarò
la ragazza ora con molta tranquillità, pacificamente
«I
conti sono i conti. Questi soldi non li abbiamo, tra poco dovremo
tagliare anche sulla spesa, figurati se io posso sperare di ritornare a
scuola.»…«Ma a volte basta
organizzarsi!!...ti
supplico, ascoltami!!»…«E a che
serve…?» si volgeva la giovane
«…soltanto a
sognare.» ma Rumiko sfoderò espressione decisa
«Però non c’era niente di male a sognare
dieci anni
fa!! Era stupendo, me lo ricordo come un momento magico!!
Mmm…maledetto quell’uomo, ma tanto tutto si sconta
e il
contraccolpo ha già avuto inizio! Sta sicura che
è come
ti dico, il tuo caro amico!! Il suo…figlio apparentemente
tanto
fortunato e dal futuro sfornato gratuitamente ha qualcosa che non va!!
Mi dirai se non ho ragione tra qualche
tempo!»…«Tsz,
mamma…è inutile, cerca di capirlo. E’
solo
perché siamo invidiosi, per questo
parliamo.»…«Non è
affat-»…«Henry sta benissimo, non ha
niente eccetto
il fatto che è diverso da noi, sa organizzarsi ed
è vero,
ha suo padre che lo aiuta, ma è suo padre in fondo, che
c’è di male. E…sebbene mi costi
ammetterlo…
…quella
era una scelta senza uscita. E’ stato costretto. Henry si
è rassegnato. Forse è stato l’unico.
Chissà,
magari è più saggio di tutti
noi…»…«Non è vero,
non era una strada
senza uscita!!»…«Capisci anche di
informatica,
adesso…?» scherzò la ragazza
«So quando ci
sono delle dannate alternative alle cose!» ma in tutto quel
palleggio di esclamazioni…
…Rika ebbe
un’improvvisa folgorazione scorgendo qualcosa nella tv
riflessa
nello specchio «Ahh!! Ma quello era?!!» e sua nonna
«E’ finito il servizio-ah-h accidenti, questo
telecomando!»…«L’hai visto
anche tu?!»
insistette la ragazza, e la nonna rispose
«C’è stato
un attentato. Una creatura ha assalito un
aereo…»…«No, ma non mi
riferisco a quello:
mamma?! E tu?!»…«Oh-h beh,
io…non so certo
è strano, accadono cose che fanno pensare
a…»
mentre si sfiorava le labbra con le dita…
…ma negli occhi
color lilla di Rika c’era un sospetto “Per un
istante…mi è parso di vedere Guilmon! Ma potrebbe
essere
vero? L’avrò soltanto
immaginato…forse…è solo
perché non riesco a
rassegnarmi…”
Nei suoi occhi
giovani un’emozione incolmabile, si avvicinava a passi
tremanti
«…sei tu…?» sussurrava, e
Beelzemon
«…ssì!...» trattenendo a
stento le lacrime.
Mako si fermò dinanzi a lui «Sei veramente
tornato…?!»…«…sss…!...
…sì.» detto piano, socchiudendo gli
occhi. E Mako
gli chiese una volta ulteriore «Sei
tu…?»
avvicinando la sua scossa mano a quel fazzoletto rosso che il Digimon
teneva legato al braccio, solo sfiorarlo sembrò folgorargli
l’anima «Tu?!...realmente?!!!» nel
tremore, e nella
commozione «…eccomi…»
Beelzemon, deglutendo
«Non sei un altro?!!...n-non è uno scherzo?!!...
…SEI
VERAMENTE
TU?!!»…«SIII’!!!»...«SEI
TORNATO!! SEI TORNATO DA NOI!!» esclamò a tutta
voce il
ragazzo prendendogli con forza le mani «DIO, IO LO DICEVO, IO
NE
ERO SICURO!!» guardando al cielo «Ne ero sicuro,
dicevo!...dicevo che non ti eri dimenticato di noi e che nonostante il
tempo passato prima o poi ti avremmo visto arrivare ESATTAMENTE COME
OGGI!!! Imp-…Beelzemon…!» e se lo
guardava
«Non sei…cambiato affatto: uguale a come ti
abbiamo
lasciato, ancora pieno…!...di forza, di vigore!!
Ah-hhh!»…«Mako…piccolo
Mako…»
mentre lacrime scendevano dai tre occhi di quella creatura
«Non
sono cambiato troppo, vero…? Mi riconosci
ancora…?»
chiedeva il ragazzo. Beelzemon si asciugava gli occhi «Come
potrei non
riconoscerti…?»…«Il mio
Digimon,
ho di nuovo un Digimon!! La vita me l’ha restituito, non
è
un sogno, non sei un sogno!! Io lo ripetevo sempre ad
Akemi!!»…«No, non è un
sogno!! Non è
un sogno Mako, anche se lo sembra, ma non lo è, questa
è
realtà: io sono tornato davvero!! Sono tornato
perché non
ce la facevo più, perché pensavo giorno e notte a
te e ad
Akemi anche se Digiworld è il mio mondo, perché
non vi
è stato un solo istante in cui il mio cuore vi ha lasciati!!
Perché…non vi è stato mai altro,
MAI…! In
tutta la mia vita, che sia stato più importante di te, e di
lei!! Voi, Mako, siete…sappilo…tutta la mia vita
a
dispetto del tempo e di ogni evento!!» sorrideva, e si
liberava
di parole per tanto tempo covate nel cuore
«BEH…è
la stessa cosa per noi…te lo possiamo assicurare. Piccolo
Impmon. O…per meglio
dire…ora…grande…e
maestoso…Beelzemon. Noi…non
abbiamo…mai…un
solo giorno, smesso di aspettarti.» parlò il
ragazzo con
profonda serietà, dietro i suoi occhiali sporcatisi con le
lacrime. Poi si strinsero
«Mako…!...»…«…mio
Digimon…caro…vecchio…grande
amico…»
…il cane
si era calmato, capendo che quello non era uno straniero
sconosciuto…
Quel sabato
mattina, i clienti in panificio non sembravano mancare «No,
questo non è mio signora. Ehehe, e quanto mi vuole far
mangiare,
vuole che diventi grossa come una
balena?»…«Uh-h…mi
scusi…!» si
accorgeva dell’errore la mamma di Takato
«E’ che mi
sono distratta…»…«Ha un
pensiero che la
preoccupa?» chiese l’anziana cliente, ma la signora
non
rispose e cercò la busta giusta «Comunque signora
mi
scusi. Dicendole che mi faceva ingrassare non le volevo ricordare cose
spiacevoli.»…«…fff…ma
si figuri,
signora. Tanto…non è che certe cose si
dimenticano.» diceva piano…
…ma suo
figlio, che era lì a dare una mano, la udiva…
«Su col
morale. Guardi adesso che bel ragazzo che si ritrova.» ma
quelle
parole non sembravano confortarla più di tanto…
…le
conversazioni non scarseggiavano neanche per suo marito, che era stato
preso di mira da un uomo con i baffi e l’aria un
po’
bizzarra, che declamava incessantemente con voce nasale «Io e
lei
cosa siamo, signor Takehiro, se non due anime perfettamente affini? Non
c’è niente che ci distingua: accomunati dalla
funesta
realtà di avere dei figli. Lei si lamenta perché
il suo
è distratto e non è sufficientemente
responsabile. Io
cosa dovrei dire? Mia figlia è malata di mente. Quella
psicopatica mi ha portato via lo spirito e le facoltà
cognitive.»…«…ma a lei resta
sempre
l’altro…» replicava Takehiro che se la
giocava con
suo figlio in fatto di serietà in volto «Mako? Oh
sì lui è la mia salvezza. Non le dico che voto mi
ha
riportato in matematica l’altro giorno! Ahhh, io mi chiedo
cosa
avrei fatto, che fine mi sarebbe toccata se non avessi avuto lui e
avessi dovuto contare soltanto su quell’ingrata di Akemi.
Ahhhhh!!» scivolando improvvisamente in un gemito accorato
«Ma si rende conto di quello che mi ha fattooo?!!!»
…mentre
lo sguardo di Takato, che passava accanto a loro per accedere alla
cassa, non sembrava affatto orientato positivamente riguardo a
quell’uomo…
«Si faccia
coraggio, la vita…è così. Ognuno deve
accettare
quello che gli tocca. Come ha già detto…lei ha un
figlio
che le dà soddisfazione. Che le riporta buoni voti. E che da
quel che capisco è seriamente intenzionato a prendere in
mano la
direzione del vostro negozio, insomma non è un privilegio
scontato…avere accanto i propri figli, e potervi
contare…»
…discorsi che di certo non restavano così
confidenziali,
essendoci tanti clienti, e a quel punto Takato non riuscì a
trattenere la sua ironia «Che volete farci?!...suo
figlio…è morto!» scandì con
l’accenno
di un sorriso tagliente. Suo padre si volse molto serio a fissarlo, ma
lui seguitò «Non gli è rimasto
più nessuno.
Quel povero ragazzo dobbiamo compiangerlo!...che terribile
disgrazia…» In pochi sapevano che dire…
…mentre
la cliente anziana sembrava ancora intenta a confortare la padrona
«Ora è dimagrito tantissimo, non avrà
difficoltà a trovare una
ragazza.»…«Ahhh, ma
signora…lui non ci
pensa!»…«Come non ci
pensa, tutti ci pensano.»…«Ma quello che
fanno tutti
nostro figlio non lo fa!
Ahhh…»…«E quando vi
darà dei nipotini?»…«Non lo
so! Forse
mai…» replicava la signora con quel sorriso triste
«Ma lei deve svegliarlo! Gli devi dire…muoviti
giovanoto,
che la vita sfugge!» e di lì passava anche
Takehiro
«I tempi sono cambiati! Io…avevo già
iniziato da
ben cinque anni alla sua
età!»…«E’
anche troppo presto!» replicò la moglie, ma lui
«No,
non è troppo presto: è l’età
giusta! Bisogna
fare le dovute esperienze. Per poi saper valutare. La vita va
così.»
…sullo
sfondo di quei discorsi, quel ragazzo che era cresciuto fra il pane,
gli scontrini, e le buste, esprimeva disagio senza parole ma ben
visibile dai suoi gesti, come il modo in cui stringeva proprio quelle
buste «Me la ciancichi tutta!» protestò
il tipo con
i baffi «…mi scusi…»
mormorò Takato
con occhi bassi «Un po’ di delicatezza nei
confronti di un
povero padre
disperato!!»…«…le dico
quant’è. Sono…uh?» ma
c’erano problemi
tecnici «Papà?! E’ accesa la
cassa?»
…non fu
udito perché suo padre era impegnato a scuotere la testa
«Non sappiamo più cosa far-ptsss! Preferisco che
non mi
senta perché si altera, negli ultimi tempi è
diventato
molto difficile parlare con lui…»
Ma i suoi
tentativi di non farsi udire erano vani, a giudicare da quanto si
leggeva negli occhi socchiusi di suo figlio a lui rivolti
«Allora?! Non posso stare qui tutto il tempooo,
ohohohoh!»
protestava quel cliente «Voi giovani d’oggi siete
una cosa
insostenibileee! Sei anche tu un figlio degenere come lei, come Akemi,
ahhh, sventurataaa! Già, già immaginavo i clienti
del
negozio a farmi i complimenti per la mia bella figlia, a chiedermi
quando si sposava, e inveceee…!» Takato se lo
guardò…e riferì
«…abbiamo dei
problemi con la cassa. Se ha fretta può andare.
Pagherà
un’altra volta, del resto ha acquistato poco.»
continuando
nei suoi pensieri “…basta che fa il favore di
levarsi dai
piedi!!” ma costui sembrava piuttosto propenso a coinvolgere
il
negozio nei suoi drammi «Ma lo sapete quella sciagurata che
mi ha
fatto?!!» Tutti i clienti si rivoltarono, come si fosse
trattato
di un attore di teatro…
Dopo quel
commosso abbraccio «…oggi io non ci vado a scuola.
Nossignore! E’ tornato il mio Digimon: abbiamo…una
vita
intera da raccontarci. Vieni
dentro!»…«Ahh!
Sì! Sì, oh Mako non sai per quanti anni ho
sognato la
vostra casa!»…«Ma lo sai che abbiamo
ancora le tue
foto e i tuoi disegni?!» mentre lo conduceva dentro per mano,
era
la sua mano delicata a portare con sé quei possenti artigli
«Davvero? Li avete
conservati?»…«…alcuni non
sono qui, Akemi li
ha portati con
sé.»…«Ahh!»
Beelzemon si
arrestò sulla soglia della porta «Akemi!
Dov’è tua sorella?
V-Vorrei…s-salutarla…se
non ti
dispiace.»…«Ecco…»
l’espressione del ragazzo si fece incerta
«…oh-h…non c’è?
E’ fuori
casa?»…«Beh,
veramente…»…«Mako…perché
esiti
tanto? Akemi…dov’è adesso?! Non le
sarà
successo qualcosa?!» ponendogli gli artigli sulle spalle
«Mako, parla! Non tenermi sulle spine,
c’è qualcosa,
qualcosa che non va?! Akemi è malata per caso?! Ahhh, sono
stato
via per dieci anni senza sapere niente di voi per favore
dimmelo!!»…«No! Niente panico! Mia
sorella sta bene!
Benissimo, è in ottima
salute!»…«Ma allora
perché non è qui a casa?!» non si
spiegava
quell’alto Digimon dai capelli biondi e gli occhi smarriti
dietro
la maschera viola…
…Mako
camminò per la sala, a metà fra
l’incertezza e un
pizzico di divertimento per la singolarità della situazione
«Eh…no è che non è facile.
Tu…sei un
Digimon, e queste cose…c-che fanno gli
uomini…è-è un po’ difficile
da
spiegare.»…«Io posso comprendere
qualsiasi cosa
riguardi i miei domatori! Mako!!...
…ma io vi ho
aspettato per dieci anni!!...sono cresciuto!!...è vero un
tempo
sono stato egoista ed infantile ma ti assicuro che il tempo trascorso
mi ha trasformato!» sicché dopo qualche altro
istante di
silenzio, Beelzemon propose «Forse afferro!»
volenteroso,
ma poi progressivamente sempre più timoroso
«A-Akemi…si è sposata, vero?...
…è-è normale. Come Renamon. A-Anche
lei…ha
un marito. E dei figli.» Mako prese fiato e buona
volontà,
si volse a guardarlo, e disse «…no.»
accentuando
ancor più lo stupore del suo Digimon «Cosa?
No…? E
allora?»…«Allora…!...Beelzemon
provo a farti
capire: andiamo indietro! Tu…più o meno sai di
cosa parlo
quando dico la parola “religione”?
Uh?»…«Oh-h…»…«Ti
ricordi?!
Ti ricordi, la nostra famiglia ci tiene molto, siamo di religione
CATTOLICA noi, era…tipo come quando ricordi eravamo piccoli,
io,
Akemi e te, che allora eri Impmon, e nei tempi anteriori al giorno in
cui te ne andasti a causa nostra, e dei nostri litigi, ci mettevamo la
sera…tutti e tre inginocchiati, ai piedi del letto, di
fronte…a quel crocifisso! Te lo ricordi, vero? Ti
insegnavamo a
tenere le zampine…così, come
noi…»
giungendogli le mani «E a chiudere gli occhi…
…pregare. Akemi non ha mai smesso di farlo…e
adesso…
…si
è ritirata per sempre in un luogo…dove non vi
è
né marito…né
lavoro…né vita che
tenga: si prega e
basta!»…«Ahhh!!!» un
profondo sussulto, nell’animo di Beelzemon…
«SI
E’ FATTA MONACAAA!!!» declamava in tutta la sua
disperazione il tipo baffuto al panificio
«Quell’ingrata a
cui volevo lasciare il negozio e da cui volevo dei nipotini si
è
chiusa in un conventooo!!! Ha lasciato suo padre, ahh ma io
l’avevo detto a quella stupida di mia moglie di andarci piano
con
le insistenze religiose, vedi adesso il danno che ha
provocatooo?!!» ma la riprovazione nello sguardo di Takato si
faceva sempre maggiore «E tu cos’hai da guardare,
trovi
cosa da poco quella che mi è
successaaa?!»…«…no, signore.
Capisco che sua
figlia le possa mancare. Ma credo che abbia fatto la cosa giusta, se ha
seguito quello che sentiva dentro di
sé.»…«QUANDO MAI
PUO’ ESSERE UNA COSA
GIUSTA SEGREGARE LA PROPRIA GIOVINEZZA IN UN
CONVENTO?!»…«Quando lo si sogna, quando
si sente che
quello è il proprio posto!!» esclamò il
ragazzo
sbattendo le mani sulla cassa, ma «Takato!!» suo
padre lo
richiamò, e la madre espresse trafelata «Come ti
viene in
mente di urlare in questo modo, ma non lo vedi che ci sono i
clienti…?» Clienti che effettivamente mormoravano,
mentre
«IHHH!!!» già il tipo baffuto puntava il
dito contro
un indefinito oltraggio «Veramente a me sembra che abbia
iniziato
lui ad urlare!»…«Chiedi immediatamente
scusa al
signore!»…«Lo scusi, scusatelo tutti, vi
prego,
possiamo dirvi solo di scusarci…!» fece prima la
signora
«No Mie questo non va bene è lui che deve
scusarsi,
è stato lui ad alzare la voce e lui deve assumersi la sua
responsabilità!» replicò il marito,
intervenne
anche un’altra cliente «Guarda che non è
il caso che
ti rivolgi alle persone con tutta questa rabbia: guardati attorno hai
tutto ciò che vuoi, e se i tuoi genitori ti rimproverano lo
fanno solo per il tuo bene.» ma prima che Takato potesse
risponderle quell’uomo fece stridere la sua voce simile al
gesso
sulla lavagna «…RRRIII…PRENDITI LE TUE
BUSTE DI
PANE AVVELENATO PICCOLO CAFONE, manca anche che io riempia le tasche
tue e dei tuoi familiari con i miei
soldi…»…«Ma no, ma non voleva
dire
questo!!!» supplicava ascolto la signora Mie, e suo marito
«Takato! CHIEDI…immediatamente scusa!»
…Takato
restava in silenzio «Chiedi
scusa!»…«Signore,
non se ne vada!! Scusi mio
figlio!»…«NIENTE AFFATTO!
Sostiene le giovani monache, è
sufficiente!!»…«Takato!...per
l’ultima volta,
chiedigli scusa!» Silenzio…il baffuto stava
andando via
con le buste sotto il fuoco dello sguardo del ragazzo…
…Takato
d’un tratto prese fiato
«Mi…»…«Uhm?! Hai
detto qualcosaaa?! Le
mie orecchie hanno avvertito un suono!» ironizzò
il tipo.
Ed il ragazzo infine «…mi dispiace. Molto. Voglia
scusarmi…!» chinando appena la testa.
Il negozio
sembrò collettivamente sollevato, per primi i padroni anche
se
non vollero tradire troppe emozioni. Era visibile che quel gesto era
costato al giovane, e a poco servivano le consolazioni di quelle
signore «Bravo, vedi? Bisogna sempre dare ascolto ai propri
genitori. Voi giovani dovete chinare la testa quando vi parla chi ha
più esperienza di voi. In fin dei conti che ti aveva fatto,
quel
povero signore? Tutti i genitori vogliono dei nipotini…!
Perché non ci fai un pensiero anche tu,
eh…?»
Il tipo coi
baffi avanzava soddisfatto «Quasi quasi compro
qualcos’altro. Mi serve
lui.»…«Di questo
dovrà fare a meno. Papà, mamma: devo allontanarmi
un
attimo…non mi sento troppo
bene.»…«Ahh…finiscila.»
fece il padre,
e la madre «Quanto la fai lunga.» ma lui
ripetè con
analoga, imperturbabile fermezza, molto allusiva però nello
sguardo «Papà, mamma: ho bisogno di
allontanarmi…»…«Cos’ha,
fugge?!»
ironizzava il cliente, e Takehiro potè solo aprire le
braccia
«…che dirle, è che ora si sente in
imbarazzo.» ma Takato si affrettò a togliersi la
cuffietta
dalla testa mormorando «…pensatela come vi
pare.»
uscendo in tutta fretta…
«Coraggio
signore Mie.»…«I giovani sono
così. Ha tutta
la nostra comprensione.»…«Anche lei
signor
Takehiro.»…«Grazie, veramente,
noi…ormai
abbiamo esaurito tutte le risorse.» esprimeva la scoraggiata
signora…
Quando dinanzi a
quel cielo di un’ennesima primavera Takato tirava un respiro
sofferto, nei suoi occhi si leggeva disagio e dispiacere, era come se
l’aria là dentro lo soffocasse ma si trattasse di
una
gabbia dalla quale è arduo liberarsi…
Intanto una
donna spuntava tra bicchieri e bottiglie «Ohhh, Rika ma sei
sempre in ritardo!»…«Non sono in ritardo
Himi
è il tuo orologio, dannazione, che va puntualmente
male!»…«Lasciamo perdere: tanto
è una sfida
persa. Mettiamoci al lavoro piuttosto, entro stasera il palco
dev’essere allestito. Proviamo con la musica! Non
sarà
un’idea originale ma è l’unica che mi
viene. Rika
allora?! Riguardo a quella
cosa?!»…«Uhm?!...
…ci sto
pensando.» liquidò la ragazza senza troppa voglia
di
parlarne, bevendo un bicchiere, con l’espressione di chi si
trova
male nel luogo che lo circonda, e vive con fastidio la propria
situazione «Serve più che pensare, dammi
retta!»
Parole che accrebbero quella sensazione, mentre si metteva a cercare
qualcosa nel suo portafoglio “Debbo trovare un modo per
recuperare quei soldi. Il problema è che non so davvero cosa
inventarmi!!” e la mano le andava alla testa, forse stanca di
pensare “Maledetto sia questo locale! Altro che indipendenza,
altro che uno spazio realmente mio! Gli darei fuoco con le mie mani, lo
detesto! Darei qualsiasi cosa per buttarmelo alle spalle,
però..!!” stringendo gli occhi “Non
posso…
…non posso…
…!!” ammettendo qualcosa che le costava
assai…
Quando dalla
porta socchiusa, spuntava un ciuffo scarlatto
“Dev’essere
lei…!”
Ora quel
resistente orsacchiotto dal braccio suturato era adagiato tra le
possenti braccia di metallo scuro di una creatura dalle mani artigliate
mai dai tre occhi spiazzati, imbambolati, travolti da una colossale
ingenuità. Una creatura così strana se vista
seduta al
divano di una comune abitazione, con la coda a scendere fra i cuscini e
a sfiorare le mattonelle «E’ così, Akemi
ha preso i
voti! Uhm…Akemi.» raccontava Mako rivolgendo un
sorriso al
pensiero della sorellina «Pensare che litigavamo
continuamente
per avere più cose, e lei d’un tratto ha
rinunciato a
tutto. Ci ha lasciati. Nostro padre…che dire, è
sconvolto! E’ furioso con lei. Io invece…rispetto
la sua
scelta. Sembrava che per lei fosse…così
importante!
E’ stata una scelta maturata e sofferta. Ma adesso sembra
serena
lì dov’è. Oh-h…»
si accorse
però del silenzio del Digimon, seduto con lo sguardo sempre
più assorto. Sicché gli andò vicino,
accovacciandosi e ponendogli una mano sul braccio «Beelzemon,
guarda che tu mi fraintendi! Non devi mica pensare che non potremo
più rivederla, i familiari possono accedere al convento, e
se
è al tuo aspetto che pensi…beh,
basterà camuffarti
un po’, del resto ci sei già riuscito qui in
città!
Ci andremo…alla prima occasione, ti aiuterò io! E
non
immagini quanto sarà felice di rivederti! Lei…non
ti ha
mai dimenticato…» cercando di fargli coraggio con
sguardo
e gesti…
…ma i
pensieri di quella creatura a metà fra la forma umana e
quella
digitale erano intricati “Akemi…perché
mi sento
così strano? Tuo fratello dice…che sei serena nel
luogo
in cui sei andata a ritirarti. Ed io sono così felice di
averlo
ritrovato, di essere qui, nella casa dove vivevo con voi due. Mako dice
che se andremo a trovarti sarai contenta di rivedermi.
Perché
allora sento…come una fitta dentro? Come se qualcosa di
ciò che ho immaginato in tutti questi
anni…sfumasse
così. Io non facevo che pensare a te! E tu? Non è
che per
caso hai voluto lasciarmi per sempre…? Forse…io
non sono
stato così importante come credevo!”
A Mako
però non sfuggiva quello sguardo «Amico
caro…so
quello che
pensi.»…«Oh-h…»…«Ma
ti
assicuro che ti sbagli. Akemi…è rimasta quella di
sempre.
Ed anche se in convento non sono ammessi i Digivice…lei
rimarrà per sempre la tua Digimon Tamer assieme a me.
Ricordi?
E’ apparso troppo tardi…quando era già
ormai tempo
di andare.»…«Ohh!!» Beelzemon
sussultò,
nel vedere la mano del ragazzo aprirsi e rivelare quello strano
congegno elettronico bianco bordato di viola – un bianco
leggermente ingrigito dagli anni, ma che ora sembrava tornare a
splendere «Eravamo troppo piccoli allora, ma il tempo non ce
l’ha fatta a cancellare la ferrea determinazione mia e di
Akemi
nel realizzare il nostro sogno, e cioè, quello di essere i
tuoi
domatori. Akemi te lo dimostrerà…quando la
vedrai.
Proprio questa notte abbiamo parlato di te.»
Beelzemon
strinse quel Digivice con una grande emozione nel cuore…poi
chiese
«P-Posso…?»…«Sì?»…«E-Ecco...Mako…»
lottando contro l’imbarazzo «…h-hai una
sua foto?
Posso vederla?» con ingenuità e limpidezza quasi
infantile. Ed in risposta un accogliente sorriso «Ma
certamente!» e la andò a prendere…
«Eccola
qua.»…«Oh!» il cuore gli
balzò mentre i
suoi artigli sfioravano quella cornice…
…oltre il
vetro, l’immagine di una ragazza con gli occhiali, forse
leggermente rotonda ma dallo sguardo solare, e le dita tra i lunghi
capelli castani «E’ una delle ultime che abbiamo
scattato…prima che vestisse l’abito. Ahah,
chissà
che effetto ti farà vederla ora, con il velo in
testa…»
Con grande affetto,
quegli artigli carezzavano il viso della giovane nella foto
“Come
sei bella…” che da lì sembrava
sorridere proprio a
lui…
Al pub era in
corso l’allestimento del palco «Come va la luce da
qui?!» Rika rispondeva «Ah, non ci siamo neanche un
po’!»…«Ma perché,
Rika?!»…«Perché va negli
occhi, non va sul
palc-ahh, abbassala! Himi-ahhh…no, niente da fare, da questo
stupido palco non caveremo se non altre grane…»
constatava
la giovane fra sé, con mani sui fianchi e occhi di nuovo che
si
sforzavano a pensare…ma dietro di lei si faceva strada una
ragazza dal manto avorio ed i calzari rossi «Scendi Himi,
è meglio, adesso vedo io cosa concludo.» Cindermon
approfittò per alzare il dito
«EHM…SSS…scusa
una dom-»…«IH!! BASTA HIMI MA VUOI
ABBASSARE QUEL
RIFLETTORE?! CAVOLO, E’ INSOPPORTABILE! VUOI ACCECARMI
FORSE?!!» tanto che, pur standole dietro, il ciuffo di
Cindermon
di nuovo risentì dello spostamento d’aria
«…accccc…che caratterino anche qui!
Dev’essere proprio l’ondata, di questi Digimon
Tamers, che
è sfortunat-mi scusi! Siii…gnorina
Rika?»…«E’ CHIUSO! Stiamo
allestendo il palco,
il locale è NOTTURNO, sta scritto fuori!» senza
neanche
girarsi «E-Ehm…no ma veramente io non sono venuta
per
bere, sono pure
astemia!»…«Allora…qui non
c’è nulla di suo interesse all’infuori
di bottiglie,
alcol e un palco con poche speranze di vita, oppure è venuta
qui
per dare una mano?!»…«Tu sei Rika
Nonaka, non mi
sbaglio,
vero?!»…«Uh…?»
…solo con
quelle parole riuscì a destare una coda
dell’occhio…poi un viso di tre quarti
«Sì…» poi il completo
volgersi della ragazza,
che appoggiò la sua mano dallo smalto arancione e azzurro
sulla
sedia «Però non ricordo che ci siamo
conosciute….»…«No, infatti
direttamente non
ci siamo conosciute! Però io ho sentito parlare di te, devi
sapere…!» sfoderò anche Cindermon uno
sguardo che
non scherzava in fatto di determinazione, e la fissò dritta
negli occhi, venendo ricambiata «Ah
sì…?...! E da
chi…?...!» Rika la scrutava attentamente.
Cindermon
sospirò «Uhf, beh ecco veramente…
…tu devi sapere
che sono un’amica di Tak-» Rika le aveva
già dato le
spalle «Non ho tempo per gli amici di
amici.»…«-ato.»
…ma udito il nome
Rika si volse con uno sguardo diverso, come colpito
«…di
chi?!»…«Takato! Takato Matsuki,
no?!...non dirmi
adesso che non lo conosci perché ho le prove,
guarda!»
A quel punto
Rika si avvicinò a lei, a passo lento. Ricordava una tigre
che
studia la sua preda, e Cindermon si lasciava studiare, stringendo i
denti, tirandosi il sorriso, guardando verso l’alto,
appellandosi
a tutta la sua decisione e fremendo visibilmente per un verdetto
«Questa sì che è una
novità!» ammise
Rika non senza tradire un briciolo di curiosità. Dentro
sé pensava “Takato amico di una così
conciata…è DAVVERO una
novità!”
«Rika! Vuoi
darti una mossa?!»…«Un istante,
Himi!!...sto
parlando con una persona
importante.»…«Chi
è?! Una cliente?! Ma non le hai detto che è
chiuso?!»…«…niente
paura!» e seguitava
a perlustrarla in lungo e in largo, mentre Cindermon
«Uhmuhmuhm,
beh grazie
dell’”important-»…«Di
niente!...
…in cosa posso
esserti
utile…ehm…»…«Cindy!
Mi chiamo
Cindy!»…«…Cindy…»
spostando
lentamente la sedia arpionata con le unghie, ed accomodandosi,
così come l’altra «E-Ehm…mi
sied-? Sì
mi siedo! Ecco,
bene!»…«Prego!» faceva gli
onori di casa Rika, il cui sorriso ironico lasciava trapelare un
pizzico di gusto «E mi hai detto che sei amica di Takato.
Però lui non mi ha mai parlato di te, sai spiegarmi come
mai…?»…«E-Ehmmm…sì!
Sì
sì!» rimarcò col dito dopo essersi
raddrizzata il
ciuffo «No è che…ehehe, no ecco vedi
non è
come credi ma in fin dei conti il fatto è che
io-lui-»…«Io non credo
niente…!»
lasciava cadere la giovane, scostandosi i capelli con un po’
d’enfasi e seguitando quell’incuriosita opera di
scrutamento «E sono aperta a qualsiasi sorpresa…!
Avanti…!...se mi sono persa qualcosa non voglio restare
indietro
un istante in più. Himi! Fammi un favore…ti
assicuro che
poi potrai anche metterti in amaca a vedermi sgobbare! Porta qualcosa
da bere per me
e…Cindy!»…«Cindy.»
riconfermava l’altra (sfregandosi le mani per esserci
riuscita)
«LEGGERO…per lei!» sottolineò
Rika cercando
conferma negli occhi dell’altra «Sì
sì
sì sì affermativo! Leggero! Eheheh un goccio in
più e mi sbronzo fracica! Allora, torniamo a
noi!»…«Prego…!» fu
molto esortativa nel
suo invito Rika…
Takato era
uscito senza giubotto, ma preferiva sopportare il freddo sfregandosi le
braccia, piuttosto che rientrare. Camminava per i vicoli, e ripensava a
poco prima…
“Takato!...per
l’ultima volta, chiedigli scusa!”
”Mi…”
“Uhm?! Hai
detto qualcosaaa?! Le mie orecchie hanno avvertito un suono!”
“…mi
dispiace. Molto. Voglia scusarmi…!”
“Non sappiamo più cosa far-ptsss! Preferisco che
non mi
senta perché si altera, negli ultimi tempi è
diventato
molto difficile parlare con lui…”
“Non capite, è solo per voi che lo faccio!!...
…è solo per voi che…chino la testa!! E
preferisco
sopportare anche umiliazioni del genere!!” pensava, e sentiva
quelle realtà esplodergli dentro “Non è
vero che
è difficile parlare con me! Io…ho bisogno che
qualcuno
parli con me! E non è vero che non mi importa niente, non
è vero che non penso ai problemi che abbiamo! Ci penso tutto
il
giorno!! Tanto che sono addirittura stanco, ma del resto non posso
smettere, è la mia vita. E’ una
battaglia…”
guardando con occhi appenati al cielo “…ben
più
dura di tutte quelle che finora ho affrontato. E se trovo la forza di
andare avanti ogni giorno, di lavorare, di lottare…!
E’
solo perché vi voglio bene, siete la mia famiglia e darei
qualsiasi cosa per potervi sostenere in un modo che per voi
fosse…sufficiente a stare più
tranquilli!!”
prendendosi la testa tra le mani “Ma sembra non bastare mai,
voi
fraintendete ogni mio gesto e mia parola! Sento che non mi accettate
per quello che sono. Così il mio cammino si fa ogni giorno
più difficile. Come vorrei che ci fosse un amico accanto a
me.
Come vorrei che si fosse uniti…come ai vecchi tempi!
Così
tanto da sentire…che niente può batterci, e che
un futuro
felice non è soltanto un sogno irrealizzabile!!”
…pensava queste
parole, mentre qualcosa spuntava da dietro un albero, e puntava il suo
sguardo verso di lui «Bau!» emise un verso simile a
quello
di un cane. Ed effettivamente assomigliava alla testa di un cagnolino,
dalle orecchie appuntite e la bocca smaniosa, ma…non si
comprendeva a cosa fosse attaccato il suo collo, che proseguiva fino a
scomparire dietro il tronco dell’albero
«Bau!...bau!»
Uno strano fenomeno
quello, però inspiegabilmente Takato non sembrava
spaventato,
né meravigliato. Piuttosto era immobile, in un indecifrabile
atteggiamento, mentre quella testa di cagnolino gli si faceva sempre
più vicina «Bau! Bau!
Baaa…u…»
Come se la conoscesse.
Accennò un impercettibile sorriso. Quel cagnolino, che
più che altro sembrava una marionetta, pareva attratto dalla
bocca del ragazzo. Si mise a questa parallelo…e si
avvicinò…fino a che fu chiaro che volesse
estorcergli
null’altro che un bacio – e sembrava starci
riuscendo, se
non fosse stato che Takato si ritirò all’ultimo
istante
«Baaaauuu…!» Sembrò triste e
deluso il
cane-marionetta, ma il ragazzo sfoderò un sorriso venato da
una
punta di malizia «Hai forse qualcosa da offrirmi in cambio,
visto
che vuoi da me il mio primo
bacio…?»…«Ahahahahah!»
in risposta una
risata da una riconoscibile voce femminile ed il definitivo ritirarsi
del cane-marionetta…
…che
rivelò da dietro l’albero colei che lo comandava,
tenendolo a mo’ di guanto sul braccio destro: la ragazza dai
lunghi e ondulati capelli castani, legati in punta da un fermaglio
dorato. Che sbucava dal verde della ridente primavera avvolta in una
giacca scura, come il trucco che le delineava quegli occhi grandi e
belli che scoprì appena, scostandosi gli affusolati occhiali
da
sole «Per scoprire cosa c’è in cambio
bisogna prima
buttarsi, non credi…?» sottolineò lei,
ma
«No, grazie…!» rispose lui a cui veniva
da ridere ma
che cercava di tenere duro e non concederlo troppo «Non
è
mia abitudine fare salti nel vuoto quando non ho uno scopo
preciso!»…«Ahhh, ma così
metà del
fascino della vita si perde! Ahahahahahahah!!!» lasciando
finalmente andare del tutto gli occhiali, e correndogli
incontro…
«Come
stai, Takato?!» chiese con entusiasmo «Quanto tempo
che non
parliamo!» prendendogli le mani con le sue, dalle unghie
super-elaborate, bianche e rosa dalla punta quadrata
«Già,
è vero…» si addolcì un
po’ lui
«Mi fa piacere vederti,
Jeri.»…«Ah, sono
contenta, perché se ciò non fosse stato sai che
mi sarei
arrabbiata molto! Non mi piacciono le persone che scordano facilmente
le vecchie amiche!» scostandosi i capelli con gesti vigorosi,
e
senza dubbio intrisi di fascino. Takato raccolse il guanto a forma di
cagnolino «Vedo a questo proposito che il tuo fedele
amico…negli anni non ti lascia
mai!»…«Già…! Lui
è una di
quelle parti di me che porto sempre, dovunque vada! Nessuno
può
separarci…!!» Il sole della primavera splendeva
nei suoi
occhi scuri, e lungo le sfumature sui suoi capelli. E lo stesso per
lui, che se la guardava…
«E tu?!
Allora, come stai, quanto tempo, che mi racconti?! Come vanno le cose,
qualche novità?!»…«Oh,
no…sempre il
solito.»
Sembrava che
un’allegria incontenibile la animasse, nonostante quegli
abiti
scuri, la giacca sul viola lucido, alleggerita da una sciarpetta sul
rosato, e dal moderno andamento. Al passo coi tempi e dal passo agile e
slanciato, era alta già senza i tacchi dei suoi stivaletti.
I
pantaloni attillati giovavano al suo portamento fortunato, ma
c’era un qualcosa che possedeva nel passato, e che ad oggi
aveva
completamente perso. Come talvolta è anche naturale: proprio
quella voce squillante, assordante alle volte, che la distingueva
quando era una bambina. Adesso al suo posto una voce scura, profonda,
dai toni sfaccettati e intriganti. Ma un sorriso ancor più
radioso, che aveva fatto sbocciare da una bambina
dall’aspetto
fragile, una ragazza di bellezza travolgente.
«Come ti
stanno bene i colpi di
sole!!»…«Grazie…è
uno dei pochi
ritocchi che ho pensato di fare. Lo sai, da quando
ho…ripreso,
diciamo così, il mio normale
aspetto.»…«Oh…Takato non devi
parlare in
questo modo.» disse lei, sembrava seria e convinta
«Ti sei
impegnato a fondo per tornare a star bene! Devi essere orgoglioso di
te!»…«…uhm…i miei
genitori erano molto
preoccupati. Ho pensato molto a loro in quei giorni,
sai?»…«Tutti noi che ti vogliamo bene
eravamo
preoccupati per te. Ah, ma…ti ho disturbato, per caso? Stavi
lavorando al
negozio?»…«Io…?» ma
con
quel disimpegno tra dolcezza e malinconia che spesso lo dipingeva,
alzò appena le spalle «…non
preoccuparti, va bene
così. Parlami di te, piuttosto. Suzie mi aveva accennato al
fatto che c’erano delle
novità!»…«Ahh!
E ti ha detto anche quali?!» chiese Jeri un po’
allarmata
«Nooo, sta tranquilla!» sorrise Takato
«Bene! Meno
male perché quella è una chiacchierona, e non
deve
mettere in giro notizie senza la mia autorizzazione!
Ascolta…perché non ci
sediamo!»…«D’accordo…»
rispose
gentilmente. E una volta su quella panchina «Allora chiariamo
subito le cose: sono qui per un consiglio!
Però…ho anche
bisogno d’aiuto perché ho una paura matta che
quando ti
illustrerò il mio problema tu chiamerai la polizia e mi
farai…sbattere in gabbia! Così, in manette!
Ahahahah!» mimando il gesto così che si vedessero
il suo
orologio e il suo bracciale «E perché,
cos’hai,
rapinato una gioielleria?» a metà fra la
curiosità
e il divertimento «Nooo! A quelle pensa Suzie, non me ne ha
lasciata una! Il problema è che…tzsaahhh, non so
davvero
da dove
iniziare!»…«Calmati…che cosa
sarà mai?» cercava di esortarla sorridendole
pacato, e
finendo quasi spontaneamente a cercare le sue mani che però
sfuggivano in un vortice di gesti «Takato, le garanzie non
sono
sufficienti! Prometti!» disse lei alzandosi e prendendo di
colpo
quelle di lui
«Oh-h!»…«Prometti che quando
ti
avrò confessato ciò che mi
affligge…ahahahahah,
non penserai che sono proprio pazza! Ahhh, se fossi stato un vero amico
te lo dico io cosa avresti dovuto fare: convincere mio
padre…che
non erano state sufficienti tutte quelle sedute, di anni, ti ricordi?!
Dopo quel brutto evento in cui ho rischiato di morire, se non fosse
stato per te, io…mi sono guadagnata un premio Nobel come
narratrice: medici, psicoterapeuti, un autentico esercito, a tutti
raccontare la mia storia, le mie paure, le mie insicurezze, cosa
significava realmente Leomon per me, fino a risalire alla morte di mia
madre, e al carattere brusco che mio padre ha sempre esternato! Insomma
io parlavo, parlavo e…alla fine qualche sciocco ha creduto
che
fossi guarita! Pfff, ma guardami, guarita io?! Io ho la faccia da
persona che è guarita?!»
…sembrava
così divertita, frizzante…e lui la guardava
“Jeri…” «Sono sicura che stai
pensando le cose
peggiori! Takato…almeno tu, ti pregooo…! Abbi
pietà di questa poveretta! Che mai capirà cosa
fare della
sua vita!»
Una vita che
sembrava in fiore, baciata dalla primavera, che le dipingeva un
luminoso sorriso con tanto di acceso rossetto.
«No ecco
la verità per volerla dire proprio tutta è che io
lo
conosco molto poco, come avrai capito!» sproloquiava nel
frattempo Cindermon, seduta di fronte ad un’analitica Rika
«Però sai com’è mi interessa
però tu
che sei sua amica capirai che estorcergli anche mezza parola dico mezza
così! E’ un impresa folle è allucinante
non parla
con nessuno lavora e basta sferruzza-tic-tic-tic e io aivoooglia,
cioè del tipo “ma cosa ti piace il gelato alla
fragola o
al pistacchio”, oppureee, che ne sooo, “hai mai
pensato di
andare in Papuasia” no dico così almeno per sapere
se gli
piacciono i viaggi ma lui muto come un pesce io sono arrivata anche a
pensare a cose un tantino gravi, sai?» Dall’altro
lato, un
sorrisetto etrusco e indecifrabile, come ciliegina su quella torta che
era la sua posa elegante con braccio appoggiato allo schienale
«No, perché insomma dico se ne sentono tante
magari un
ragazzetto che sembra tanto innocente poi si scopre che è
non ti
dico cosa DETTO CIO’…!...io volevo anche dirti!
Ma…no dico certe voci IO NON SONO UNA CHE CREDE ALLE VOCI
sia
chiaro però comunque sai com’è si
mormora-si
mormora…la gente caccia fuori anche cose del tipo che LUI
ERA UN
EROE CHE COMBATTEVA CON I DIG-»…«I
Digimon!»
disse Rika con la massima naturalezza, bevendo dal bicchiere
«Ecco proprio i Digim-che poi CHI SOOONO questi Digimon io di
tutte queste cose di computer non è che poi me ne intenda
tanto
io solo giusto un po’ di capelli! Guarda qua! Tutte
queste…creature magiche, i Dig-chi sono i Digimon, sono
andati
di moda un tempo?...
…comunque
vabbe’ fa niente quello che volevo
sapere!»…«Sì…!...
…avanti
chiedi!...non essere timida.
CINDY…!»…«…eh. No
ecco quello che
volevo sapere no sai cose del tipo ma è vero ma non lo
è,
sono dubbi che ti vengono, e su queste cose gli amici di vecchia data
sono una MANO SANTA, DICIAMOLA
PROPRIO!»…«Ahahah!!» mentre
Himi passava dalle
loro parti «Ehhh?! Ehi tu, che è successo?! Sei
entrata
qui e hai fatto il miracolo?! Questa non ride mai e tu da cinque minuti
che ci parli fai quello che io non sono mai riuscita a fare in due anni
e mezzo-tre?! Vedi tu…!...i casi della
vita!»…«Rassegnati,
Himi…!»
scherzò Rika «Cindy qui ha un talento innato che
non ti
appartiene!»…«Mmmm!»
(linguaccia da parte di
Himi, che si allontanò), dopodiché Cindermon
«…premesso che sono ONORATA, ma tu che ci trovi
tanto da
ridere: io, sono per caso ridicola quando parlo?!»
Rika però
non sembrava mossa da un’ironia maligna
«No…pfff,
figurati, tu ridicola? Qui chi non lo
è!»…«…AH.
Cioè…della
serie lo siamo tutti e a ‘sto punto cosa ci preoccupiamo a
fare!» La ragazza dai boccoli rossi posò dunque il
bicchiere “Da come parla, è più che
lampante che ha
un interesse nei confronti di Takato. E sta fremendo purché
io
le dia informazioni. E così, senza bisogno di alcun
approccio,
sempre timido e ritirato nel suo mondo, ha fatto breccia nel cuore di
una tipa simile. Che dirti, amico mio…le mie più
sincere
congratulazioni!!!” «Ascolta! Io apprezzo il tuo
stile
e…CC-CAVOLI questo locale è tuo?! E’
davvero una
forza ci posso venire qualche
sera?!»…«Certo…!»
fece Rika
asciugandosi la bocca col braccio, gesto come altri suoi talvolta un
po’ alla buona «Sei la
benvenuta!»…«Grazie.» fece
Cindermon,
diventando seria d’improvviso «Però ti
scongiuro,
Rika: ho bisogno di sapere. Dimmi qualcosa di lui o
impazzisco!»…«BEH, ALLORA…!...
…TANTO PER
COMINCIARE IL SUO GUSTO PREFERITO DI GELATO…»
Cindermon
era lì-lì per protendersi anche a quel riguardo,
in
mancanza di meglio…
…ma (mentre
dietro di lei Himi disponeva «Suono, proviamo il suono! Ohi,
giovinastri: cd, mp3, forza cacciate fuori qualcosa!») Rika
abbandonò il suo sorriso ironico e posò il
bicchiere con
una certa convinzione, guardandola dritta negli occhi
«E’
vero. Ha combattuto con i
Digimon.»…«Oh-h…»
Il locale fu permeato dalla musica (*scena seguente
accompagnata da: Laura
Pausini "Mi dispiace" (versione strumentale) Vi invito a
seguire la scena ascoltandola su Youtube)
«BRAVI, BRAVI!! FUNZIONA, E’ ALTO!»
esultava Himi,
mentre Rika narrava «Takato è stato
l’eroe…della battaglia contro il
D-Reaper.»
Improvvisamente profondi come un oceano, gli occhi lilla della ragazza
del bar. Dolce la sua voce «Anche se ora può
sembrare un
normale ragazzo che vive come può…»
Dilatati gli
occhi di Cindermon…
…mentre Takato
sguazzava in quel mare dalle onde dispettose che erano le chiacchiere
di Jeri…
«…anche se
più nessuno di noi assomiglia a quelli che eravamo un tempo.
Quel tempo è esistito. Non è stato un racconto di
fantasia. Eravamo tutti quanti lì. Tutti…
…»
Cindermon ascoltava, una volta tanto in silenzio «Persone
diverse, riunite assieme dal destino. Creature diverse…
…Takato…!...giovane sognatore…
…che
tracciò con la matita il suo Digimon che poi prese vita.
Guilmon…uhmuhm, che dire. Uguale a Takato. Su misura per i
suoi
sogni…
…Henry…
…mite…e
riflessivo. Com’è necessario in ogni gruppo,
perché
ogni tanto c’è bisogno di pace. E di pensare
positivo.
Come diceva il suo Digimon.
“Momentai”…Terriermon…dalle
lunghe orecchie.
Significa…pensa positivo, qualora non lo sapessi!»
narrato
in un guizzo di scherzo.
Cindermon però
non poteva ricordarsi di sorridere in un momento del genere…
…quando a
Digiworld, seduta in casa sua, Renamon sembrava piangere, suo marito
confortarla sfiorandola da dietro, e Terriermon parlarle in piedi sulle
sue ginocchia…
«E
poi…la scorbutica Rika!» narrato però
senza
asperità bensì con quell’accattivante
sfumatura con
cui le madri raccontano fiabe dagli sfaccettati protagonisti
«Una
ragazzina inavvicinabile: un pessimo carattere!...
…che solo
l’amicizia può sperare di sciogliere. Buon motivo
per
affidarle la Digimon…con più classe di tutto
Digiworld!...
…come tre
colori primari incompatibili…insieme. Per un
avventura.»…«Fu davvero così
speciale?»
chiedeva Cindermon, che voleva sapere…
Rika si
scostò i capelli (dietro di lei «Provate a
spostare un
po’ di là, magari, quella cassa! N-No
attenti!»)
«Vedi, dipende da come le prendi. Da come le guardi, e le
vivi le
cose. Per alcuni può sembrare banale…di
“colori” come noi se ne sono visti tanti nella
storia, nei
più folli accoppiamenti. Io stessa…»
guardando il
riflesso nel bicchiere «…ero la prima a non dargli
importanza, sminuivo. E riducevo tutto a un calcolo di forza. E a una
gara…in cui sarei dovuta risultare vincitrice, a scapito di
tutti gli altri.» stirandosi sulla sedia «Fino a
che…qualcuno non cominciò a parlare di
“guide”.»…«Guideee?!!...
…tipo la
guida della città, che si sfoglia, il
giornaletto?!»…«Uhmuhmuhm!»
rideva con sincera
spontaneità, Rika…
…per poi
tornare seria «Ti ha mai detto
nessuno…”sei la mia
guida”?»…«Oh?!»…«O
tu a
qualcun altro?»
Improvvisamente, i ricordi di Cindermon si ravvivarono…
“Mammina…tu
sei la mia guida!”
“Tesoro…un giorno tu lo sarai per qualcun altro.
Hai il
cuore pieno di forza…!”
…nell’affresco di una sagoma grande e una piccola
per mano…
…e quegli occhi
azzurri lasciati in pace a stento dal ciuffo erano ora
sbalorditi…
Proseguiva Rika
«…non me lo sarei mai aspettato. Io
che…credevo di
non aver mai contato niente, la guida di qualcuno.» Sempre
più sbalordita Cindermon…
«Ancora…adesso
mi fa strano ricordarlo. Lo stesso per
Takato...»…«Takato…?»…«Quel
Digimon, era il riflesso di se stesso. Della sua vita che sbocciava,
dei suoi sogni e desideri. Della sua ingenuità.»
parola
dopo parola cadeva nel cuore di Cindermon «Dei suoi anni
migliori. I nostri anni. Ognuno di noi aveva…un Digimon a
rifletterlo come uno specchio e a chiarirti quel dubbio atroce che ti
tormenta tutta la vita: “chi
sono?”…”a che
servo?”…
”che scopo ha la mia vita in questo mondo?!!”
…mio
amico…prima
risposta…»….«Mio
amico…»…«…e mia
guida. A
ME…seconda
risposta.»…«A…A
me…?»…«…
…prendi la mia
mano…io prenderò la tua, perché io
stesso debbo
scoprirlo: terza risposta...»
Commozione viva anche
per Rika, le tremava il vetro del bicchiere «Giorno per
giorno si
cresceva…
…in…continua
evoluzione…»…«Evoluzione…»…«…sotto…il
sole, persino con un broncio perenne, come il mio.
Ragazzini!»
evocò, ma poi d’un tratto si alzò in
piedi e
sbatté le mani sul tavolo «Poi però un
giorno tutto
si infranse!!»…«Ahh!!»
…pieni di
lacrime gli occhi della ragazza «Combattere non
servì a
niente!...via…scivolarono dalle nostre braccia…
…li
vedemmo…risalire…TUTTI, AD UNO AD UNO risucchiati
dalla
luce intensa di un portale magico! PRIMA ANCORA DI AVER DETTO LORO
TUTTO…!!...tutto…il bene che gli volevamo!!!...
…un saluto veloce…per tutta una vita…
…tutta la
vita…in cui li avremmo dovuti avere accanto!!!» un
grido a
tutta voce (mentre Himi si girava «Mo’ che ha?
Prima
rideva, adesso strilla di nuovo…? Ffff…su dai
quell’amplificatore! MA CHE E’ STACCATA LA
SPINA?!»)
«Tutta la vita…oh?!» Cindermon
ricordava…
“Come…?!...come,
la mia mamma è morta?! Non è possibile!! Noi
saremmo
dovute stare insieme per tutta la vita!! PER TUTTA LA VITA!!”
si disperava un tempo una ragazzina “Non posso crederci, mammina,
aspetta, non andartene, non sono ancora pronta!!”
«Glielo
dissi che non ero ancora pronta…» piegava il capo
Rika
«Non servì a niente. Dovette andare!!...
…e anche
per gli altri fu così. Takato…e-era il
più legato
di tutti
noi…»…«Oh?!»
Cindermon si
alzò di colpo…
«…abbi pazienza con lui. Perché ci
vedi, adesso
questi siamo, ci arrangiamo, tutti chi più chi meno, coi
mezzi
che abbiamo! Ma se una cosa è certa è che
arrivare fin
qui non è stato facile! Senza di loro…NEANCHE UN
GIORNO
E’ FACILE…!...
…E’ STATO UN ERRORE!!...
…non doveva andare
così!»…”Mamma, non doveva andare
così!!! Torna da me, ti scongiuro!! Mamma!! Mamma!!”
…quando a Digiworld,
Renamon versava lacrime sconfortate «…ma non basta
ancora,
perché accade tutto questo?!...
…già la vita
ci ha tolto i domatori, ogni giorno…offerto per lavorare.
Niente
ci è stato regalato! E ora anche noi iniziamo a sparire?! Ma
per
quanto
ancora?!...Guilmon…Beelzemon…»…«Coraggio,
cara…» parole di Imagomon, e Terriermon che le
saltava
sulle ginocchia «Renamon, coraggio non fare così!
MOMENTAI!...pensa positivo, io sono sicuro che li ritroveremo!! Non
possono essere lontani!!» sembrava carico di ottimismo, con
le
orecchie cercava di prenderle le mani…
…ma in realtà si
volgeva “Anche una forte come Renamon sta cedendo, non
l’avevo quasi mai vista piangere. Se lei sta così
mi
chiedo io quanto resisterò. Non si può andare
avanti in
questo modo, ho dei bruttissimi presentimenti per noi
Digimon…” rivolto al globo oltre la
finestra…
«Allora è
per questo che è così difficile...»
realizzava
Cindermon…e lentamente si avviava verso l’uscita
del
locale…nel trionfo di Himi «SUUUBLIMEEE!!! SI
SENTE A
TUTTO VOLUME!!! DI QUESTO PASSO ARRIVIAM-no si è interrotta!
NO!
ECCO! SI RISENTE! SI RISENTE! FORTE E CHIARO!»
“Takato.” Cindermon pensava a lui…
…che ora esortava Jeri a confidarsi…
“E
così…io altri non sono che l’intrusa in
un ricordo
prezioso a tal punto...!” riflessione che la spingeva a
guardare
il cielo «Cindy!» la richiamò
Rika…
…ma
lei sentì il bisogno di andar via “Questo non sta
scritto
sui libri…”
…percepire Tokyo abbracciarla, e stringersi al manto avorio,
tirare sul il cappuccio, come fosse un intrusa…
…sentire il rombo di quei treni sopraelevati…
…e
volgersi di colpo, come per cogliere nei loro finestrini che viaggiano
più veloci della luce, frammenti della storia che aveva
udito
raccontare (fine-canzone)
Casualmente, proprio a bordo di quel treno…
…gli
occhi gialli di un Digimon facevano breccia da dietro qualcosa di
scuro: più precisamente una parrucca, tipico stile emo, che
con
fare un po’ interdetto cercava di sistemarsi con gli artigli,
specchiandosi nel finestrino «Oh-h…mi sento un
po’ a
disagio. Perché devo nascondermi così per le vie
della
città? Con Takato tante volte abbiamo camminato senza
problemi.
Guaaarda…erano dieci anni che non vedevo le strade e i
palazzi.
Lo stesso tempo è passato dall’ultima volta che
sono
montato su un treno. Mi ricorda così tante cose. Quando
siamo
andati in campeggio…e poi quando siamo tornati da Digiworld.
Che
confusione, con Takato non abbiamo fatto altro che salire e
scendere…nelle stazioni si era sparso il panico a causa del
D-Reap-oh?!» Guilmon si volse, attratto da qualcosa,
eclatante al
punto da fargli dimenticare di essere avvolto in un ampio scialle nero
tempestato di teschi bianchi.
C’era un
passeggero su quel treno che lo batteva in fatto di stile «Oh
mamma…che cos’è?!»
…colui
che gli artigli di Guilmon avevano puntato incuriositi, borbottava a
testa piegata «…povero me, come mi sono ridotto: e
pensare
che qualcuno tanto tempo addietro mi ha definito “Digimon
leggendario”. Mi vergogno come un ladro. Ma non ho altra
scelta!
Non posso circolare liberamente per le vie della città e se
voglio aiutare Beelzemon non posso farmi vedere!» Cyberdramon
era
elegantemente avvolto in una pelliccia, pregiata e femminile come il
grande cappello che teneva incalcato sulla sua testa metallica. Un
insieme un po’ insolito, impreziosito persino dalla borsetta,
la
cui assenza avrebbe forse potuto alimentare i sospetti, ma la cui
presenza non allontanava gli sguardi.
«Accidenti…!» fece Guilmon
«Non ricordavo
signore così eccentriche. Evidentemente le mode sono
cambiate in
mia assenza. Eppure è strano.» aguzzando il suo
fiuto
«Sebbene assurdo ho come la sensazione di
conoscerla.»
«Mi sento
sprofondaaare…!» esprimeva Cyberdramon con i suoi
denti
affilati a fare capolino da sotto il cappello «Senza domatore
questa terra è un campo minato, abiti del genere
sono…il
meglio che ho trovato! Non potevo mettermi certo ad aggredire gente e
rubar loro i vestiti: Ryo si sarebbe arrabbiato tanto se un giorno
l’avesse saputo. Ed io in fin dei conti se ho smanettato al
cellulare in tutti questi anni è stato solo per lo scopo di
trovare una via traversa per rimettermi in contatto con lui.
Ora…»
…volgendosi, ed incrociando lo sguardo di Guilmon
«Oh-h…»
“…beh è inutile lamentarsi. Debbo fare
il mio
dovere e cercare di risolvere i problemi che abbiamo. Nel frattempo mi
consolo…vedo che c’è qualcuno su questo
treno che
è ancora più eccentrico di me. Anche
se…non so ha
come un’aria familiare.”
Cyberdramon
però ignorava di essere nel raggio visivo non solo di quella
buffa creatura “emo”, ma anche del giovane padrone
che la
accompagnava, adottando una pettinatura senza dubbio dello stesso
stile. I suoi occhi, taglienti come il coltello infilato nella cinta. E
altrettanto i suoi pensieri
“Nient’altri…che il
nuovo seguace idiota di Guardianmon mandato per ucciderci! Non ci sono
dubbi, del resto non smette di fissarci…!!...
…meglio
così. Ho bisogno di qualcuno da sfruttare per la mia causa.
Gli
farò perdere il controllo come ho fatto con
Shockmon!!”
assottigliando lo sguardo “E lo assoggetterò al
mio
volere! Si illude se crede che così conciato non lo
riconosca,
è il leggendario Cyberdramon! Un Digimon
mozzafiato…!! Mi
meraviglia solo che si sia venduto a Guardianmon, ma probabilmente
costui lo ha convinto che un tale operato gioverà alla terra
e
ai suoi abitanti. Uhmuhmuhm, Guardianmon ha fatto un errore a mettersi
contro di me, ma approvo la sua scelta di non rifilarmi un'altra mezza
calzetta sconosciuta come Shockmon: questo mi piace molto di
più!! Lo voglio nella mia collezione di Digimon!
Contemplami,
Cyberdramon…molto presto i tuoi pensieri indaffarati a
trovare
un modo per ucciderci potranno riposarsi: NON PENSERAI
PIU’!!...uhm!...è proprio quella creatura potente
che mi
serviva per liberarmi di Cindermon…uhmuhmuhm!”
…correva
il treno, con i pensieri all’interno a sfrecciare con
lui…
«Mi hai
detto che eravamo in treno la prima volta che ti sei dichiarato con
me!» ricordava Jeri allegramente, tenendo la mano di Takato
che
forse arrossiva di meno, ma offriva un sorriso sommesso
«Uh…sì…!»…«E
che io ero
mezza sottosopra, ahahahahahah!! Oh mio Dio!! Immagino come
dev’esser stato traumatico: dovevo fare davvero paura!
Comunque
è vero sai confessare i sentimenti che si
provano…è qualcosa di terrorizzante, come puoi
vedere
ancora non ci sono riuscita! Però ora mi impegno seriamente,
almeno ho il vantaggio che non sei tu il malcapitato!
AHAHAHAHAHAH!!!»…«…già…non
sono
io.» e di nuovo lei lo condusse a sederle accanto
«Vieni!
Devi darmi sostegno morale: allora…!! Devo farti una domanda
molto delicata: partiamo…da un ricordo del passato! Hai
presente
quando…Leomon è apparso per la prima volta ed io
gli
correvo dietro come impazzita, e tutti voi pensavate che avessi preso
una cotta per lui?!»…«Uhmuhm, e come
dimenticarlo.
“Principe
Leomon”…!»…«Già,
ahhh…!» portandosi le mani al viso «E
pensare che
oltre ad essere un Digimon sarebbe potuto essere mio padre come
età!!
Ahahahah…!»…«Sì…oh?!»
Takato d’un tratto sgranò gli occhi
«Jeri non
sarà che…adesso ce n’è un
altro?! Che ti sei
presa una cotta per un uomo molto più grande di
te?!»
Jeri rivolse a lui il
suo viso che a stento tratteneva la risata prossima
all’esplodere…
Takato era lievemente
interdetto…ma d’un tratto lei
«AHAHAHAHAHAHAHAH!!!...ahahahahaha…!!»
scivolò in un moto di riso ancor più forte,
coprendosi
tutto il viso con le mani
«Jeri…?»…«Nooo!
Niente affatto,
piuttosto adesso c’è il problema opposto!!
AHAHAHAHAHAHAH!!!»…«Ehh?!»
Intanto al
panificio «…dovremmo chiamare
l’ambulanza, secondo
te? Ha detto che “non si sentiva
bene”…!»
brontolava Takehiro, ma sua moglie era impegnata a conversare con una
cliente «Quindi…capisce signori-signora?! Se fosse
capitato a lei cosa avrebbe detto, che avrebbe pensato? Io non sto a
descriverle come mi sono sentita quando questa mattina ci ha
parlato…di quella donna, di questa storia assurda
dell’aereo, dell’attentato! Io…non so se
credergli,
o pensare che magari…!...ff…non
so…»…«Ormai è
impossibile stabilire
cosa fra ciò che dicono i giovani sia vero e cosa sia falso:
la
linea di confine è…scomparsa! Questo in
particolare per
ciò che riguarda i ragazzi maschi, loro saranno…i
mariti
del domani, ed eccoli qua, si allenano a mentire fin da
giovani!»…«Quindi, se…capisco
bene, signora
Asanuma, lei mi sta dicendo che mio figlio mi
mente…!»…«Vallo a sapere, io
mi ricordo di
quando…ero in classe a fare lezione onestamente come tutte
le
mattine e d’un tratto mi appare in tv l’immagine di
suo
figlio squadrettata in uno spazio distorto come se fosse diventato
anche lui un programma per computer: io odio i computer,
premettiamo!»…«Lei è stata la
sua maestra,
l’ha seguito per cinque anni, mi dia una dritta…!
Chi
meglio di lei…!»…«Ah,
c’è la
possibilità che Takato non si sia mai rassegnato a rimanere
tagliato fuori da quel video! Normale, sono le ambizioni frustrate:
come mio marito! Faceva il semplice impiegato ma voleva fare il medico,
si figuri quello che fa spogliare tutte le pazient-no no no quello no
mi fa ingrassare-ah questi dolci bisogna fare attenzione uno
è
un toccasana l’altro ti uccide-no beh ma lei le controlla le
frequentazioni di suo figlio?!»…«Eh?
Beh...sono…sempre le solite.» ed intervenne anche
Takehiro
«I soliti amici.»…«Ah!
Aaaahhhh, ha detto
tutto!! Ci interroghiamo sulla veridicità di ciò
che loro
raccontano quando si sa perfettamente che fior di allucinazioni si
hanno sotto l’effetto della…!!» ma prima
di
pronunciare l’ultima parola dinanzi all’atterrito
sguardo
dei genitori che la attendevano «Takato!!!»
qualcuno fece
ingresso, e sembrava reduce da una corsa affannosa.
«…Kazu!» disse Takehiro, mentre Asanuma
mormorava
«Parli del
diavolo…»…«Signora! Signore!
Takato è qui?! Debbo dirgli una cosa importante!»
esclamò il ragazzo dal cappello trendy, era molto serio in
volto
«E’…uscito.» disse la signora
Mie «E
sapete dove è andato?!» (mentre Asanuma se lo
guardava con
un che di superiorità) «Veramente no!»
fece Takehiro
con fare scorbutico «E’ uscito senza dire niente! E
non
torna da un bel pezzo!»…«Come stai Kazu,
è un
bel pezzo che non ci si vede, come sta il tuo caro papà?
Come
vanno
gli…STUDI?»…«…buongiorno.»
Kazu liquidò rapido e a testa bassa la sua ex-maestra, e
insistette «Dunque non sapete quando
tornerà?!» e
Takehiro «Puoi andarlo a cercare qua attorno! Se hai
fortuna!»…«Acc…ccidenti, non
ho tempo, debbo
tornare da mio padre…» valutò il
ragazzo, fissando
a terra, cosa fosse meglio fare, dopodiché
«Sentite!» avvicinandosi al bancone
«Io…non so
se faccio bene però in fondo voi siete i genitori di Takato!
Avete seguito la battaglia con i Digimon, posso dirlo a voi intanto,
magari potete riferirglielo!» (mentre Asanuma lanciava
occhiata
eloquente ai signori) «…ancora con questi Digimon,
Kazu,
ci vuoi dire che succede?! Che cosa sai?!» insistette
Takehiro, e
Kazu «Hanno dato un servizio in tv, riguarda
l’attentato di
ieri, l’ho seguito in diretta perché ero a casa
con mio
padre!»…«Sì…sappiamo
che è
stato preso in ostaggio un aereo.» replicò
l’uomo
che sembrava non propenso a parlare col ragazzo, ma
quest’ultimo
esclamò «Su quell’aereo c’era
Guilmon!!»…«Cosa?!» la signora
Mie si
portò le mani alla bocca (mentre Asanuma alzava gli occhi al
cielo e faceva cenni allusivi a qualcosa di puntuto che buca il braccio)
«L’ho visto con i miei occhi!! Era lui!!
Ora…vi
prego, io debbo andare, ma voi riferiteglielo!! Ditegli di venire da me
o di telefonarmi non appena
può!!»…«Ahahaha,
è una buona idea invitare a merenda un vecchio amico delle
elementari! Giocate ancora a carte come durante le mie
lezioni…?»…«…no,
sono DIECI ANNI che
non gioco a carte, signora!!!» sbottò di colpo il
ragazzo
da sotto la visiera «Forse lei scorda metà delle
cose che
sono accadue!! Arrivederci!» andando via di fretta…
…sotto
gli occhi dei tre. Asanuma si volse con le sue buste in mano
«Signora, se fossi in lei, non farei NIENTE di quello che ha
detto il ragazzo! Uhm?»
Nel silenzio del
corridoio sotterraneo a Digiworld, la tensione era percepibile
dall’esprirare di Guardianmon, in attesa al cellulare.
D’un
tratto «Ciao…cara. Sì, sono io.
Perché ti
meravigli? E’ logico che non ti abbia dimenticata. Come
potrei
scordare la mia spia della terra. Ti ho chiamato per una precisazione
no! Non riattaccare…è importante, diavolo un
po’ di
pazienza.» ma il suo stivale iridescente batteva ritmicamente
a
terra, palesando nervosismo «Volevo sapere se si era
verificato
qualcosa di strano o se tutto procedeva tranquillo.»
Silenzio…
…dopodiché…
«COOOOOOOSAAAAAAAAAAA?!!!!!!» e le pareti tremarono
«AAARGHHHH!!!» tanto più dopo quel
calcio bestiale
«ORA CI MANCAVA ANCHE QUESTAAA!! MALEDIZIONE!! MA
PERCHE’
NEL MONDO MARCIO IN CUI SEI STANZIATA DA DIECI ANNI HANNO INVENTATO LE
WEBCAM E POI LE HANNO MESSE SUGLI AEREI?!!! E,
SOPRATTUTTO…PEEERCHE’ NEL MONDO ANCOR
PIU’ FETIDO IN
CUI STAGNO IO CIRCOLANO DIGIMON DEFICIENTI (!) AL PUNTO TALE DA FONDERE
LE WEBCAM QUANDO GIA’ HANNO RIPRESO TRE QUARTI DEL LORO
OPERATOOOOOOOOO?!!!» Un fendente di spada contro la pietra
della
parete «DANNAZIONE, ORA DOVRO’ COMPIERE
UN’ECATOMBE,
DEVE SPARIRE TUTTO, QUELLE IMMAGINI DEBBONO SAL-TA-RE!»
iniziando
a smanettare nervosamente – precisando «Ma non
afferri…? RIATTACCAAA!!! DEBBO CHIAMARE UN’ALTRA
PERSONAAA!!!...
…”p-persona”…PORTARLO IN ALTO
è
chiamarlo “persona”…
…RISPONDI IDIOTA…»
«Un ragazzo di
sedici anni?!» domandava Takato alquanto stupito, a una Jeri
ancora piegata in due dalle risate «E’ finita la
nostra
amicizia. Non è vero, stai cercando di dirmi
questo?»…«Io…? Beh
no…è solo
che…»…«AhahahahahahahAHAHAHAH,
oddiiiIIIO! Ma
di chi dovevo andarmi ad innamorare e in che modo, per giunta?! Insomma
esistono tante sfumature mi doveva toccare proprio quella che ti manda
completamente la testa in tilt, e ti fa pensare a lui giorno-dopo
giorno-tutto il giorno, guarda?» sfoderando di nuovo il
cane-marionetta «Ho dovuto rimettere questo anche
perché
è ideale per fare asciugare le unghie appena fatte,
altrimenti
potevo spendere ore per costruirmele per poi strusciarle e rovinarle
tanta la distrazione nel pensare a
Mako!»…«Quindi…era Mako
quello
dell’altra sera…» realizzò
Takato, ricordando
il loro bacio nel vicolo «…!! Ci hai
visti?!» Jeri
gli afferrò il braccio, e lui sulla fune di un imbarazzo ben
controllato «…è stata unicamente una
casualità.»…«…pfff…AHAHAHAHAHAH!
Oh, assurdo, mi chiedo ancora come fai a startene qui seduto e a
parlare con me! E pensare che credevo di amare soltanto i vecchietti,
tutte quelle storie in terapia sul mio bisogno di figure protettive:
soldi sprecati! Ah, sono diventata vecchia e bavosa anzitempo,
uhmuhmuhm!»…«Beh…»
seppur un po’
interdetto dinanzi a quella situazione cercava di sorridere, e gli
riusciva ogni istante di più «…io
però non
la farei così tragica, dopo tutto…è
positivo che
provi dei sentimenti. Che vivi delle esperienze…consone alla
tua
età. E’ bello essere
innamorati.»…«Ahhh, il problema Takato
è che
invece non sono consone affatto alla mia
età!»…«Dai,
perché…?!...dopo
tutto…
…solo per
qualche anno…non saresti la prima. E poi quel
Mako…
…bah,
sembra che il quartiere abbia un’ottima opinione di
lui.»…«Su questo non
c’è dubbio,
è fantastico! Ahhh, e così ci avevi
visti!»…«No
ma-»…«Oh non fa
niente meglio che me l’hai detto adesso altrimenti non avrei
mai
avuto il coraggio di venire qui a chiederti se per te è il
caso
o non è il caso che continui questa
follia!»…«Non…è
una follia se sei
innamorata.»…«Io…!»
espresse Jeri
fissando il cielo azzurro e le nuvole chiare «Sì,
sono
innamorata! Sento…che questa volta non è come
prima! Non
è come per tutte quelle storie…con ragazzi a cui
in fondo
non ero seriamente legata! Era voglia di sperimentare, volevo
vivere!!»…«…è
giusto.»…«Però ora
è diverso! Sento
per lui…un legame speciale. Sento che è quello
giusto,
Takato finalmente sto per arrivarci, ed anche lui dice che mi
ama!!»…«Questo…mi fa
piacere.»
sorrideva ancora gentile il ragazzo «Ahhh, ma non
sarà
solo un bel sogno?!» di nuovo Jeri prendeva le sue mani per
invitarlo a sognare con lei «Perché…?
Tu sei una
ragazza…a cui non manca
niente.»…«Sì,
però…! Delle volte ho paura. E’
più piccolo
di me, forse la nostra relazione è semplicemente
ridicola!»…«…io non trovo che
l’amore
debba essere condizionato all’età. Poi il caso
vostro non
è così significativo. Io
penso…» e
guardò il cielo anche lui «…che siano
poche davvero
le barriere che possono arrestare l’amore. Non che io me ne
intenda…però così mi è
sempre piaciuto
pensare.» Scrutatrice e assorta la sua espressione. Jeri
guardava
le nuvole con lui «Takato…perché tu
fino ad oggi
non ci hai mai provato?»…«Cosa? In che
senso?»…«Parlo dell’amore! Non
ti
ho…mai visto realmente coinvolto da nessuna ragazza,
eppure…neanche a te manca niente...» sfiorandogli
i
capelli nell’accenno di una carezza «Non lo
so…» rispose il ragazzo, guardando tracce di carte
e di
foglie a terra «Io…non capisco il mio cuore.
E’ come
se fosse in parte anestetizzato. Non mi è mai successo di
innamorarmi.»…«Mai una
volta?!»…«…credo di no. O
almeno…uh,
beh tu lo sai, ne abbiamo parlato.» Jeri divenne seria, e
anche
lei guardò a terra, accennando con dolcezza «Non
so
se…debbo sentirmi in colpa, per
questo.»…«Oh
no, tutt’altro! Tu non hai colpa. Sei stata sincera,
anzi.»…«Tu per me Takato resterai sempre
un grande
amico, il mio migliore amico. Tu mi hai salvato la vita! Hai rischiato
la tua…per quella mia…» di nuovo
sfiorandogli i
capelli, e guardandolo con profondo affetto «Oh beh
dimentichiamo
questa storia. E’ passato tanto tempo, non devi parlarmi come
se
fossi in debito con me.»…«Ma certo che
lo sono, lo
resterò sempre!! E non voglio…!!...con la mia
sola
presenza…precluderti un’esperienza splendida come
può essere
l’amore.»…«Te l’ho
detto, non sei tu. E’ il mio cuore. E’
come…un
blocco di ghiaccio.»
Si fissarono, e lei
chiese scrutando in profondità nei suoi occhi
«Provavi
davvero qualcosa per me…?» Lui non
fuggì a quella
domanda, bensì cercò di rivolgerle una pacata
riflessione
«…tu appartieni a un periodo per me molto
speciale.»…«Anche tu per me. Un
periodo…speciale in molti
sensi.»…«Allora era
come se fossi diverso. Ero un’altra persona. Provavo altri
tipi
di sentimenti…e il futuro i miei occhi lo percepivano in un
modo
diverso.» Di nuovo tempo di guardare al cielo «Ora
apparentemente ciò che abbiamo attorno è uguale.
Il cielo
è rimasto azzurro, il vento soffia allo stesso modo. Le
risate
dei bambini…» come quelli che correvano felici
dinanzi
alla loro panchina «…hanno il medesimo suono.
Però
è come se una parte di me mi avesse abbandonato. E
fosse…ascesa…verso quella luce quel giorno. Prima
di
allora io ti ho guardata con occhi che riuscivano a sognare in modo
diverso.»…«…sono
stata…un
sogno?» ma lui le sorrise «…ti ho vista
crescere. E
sperimentare tante cose. Stare assieme a te mi faceva piacere
perché…mi dava la sensazione di tornare indietro.
Mi
faceva sentire che non tutto…è cambiato,
è stato
buttato giù, vi è stato costruito del nuovo
sopra! Vedere
le persone che hanno fatto parte del mio tempo più felice mi
dà una sensazione speciale. E tu Jeri sei
senz’altro una
fra queste…»…«…di
questo…non
è cambiato niente, vero? Io seguiterò ad essere
per te
così speciale…?» domandò
come chi è
bisognoso di una profonda rassicurazione. E la ebbe, dal sorriso di
Takato «…io credo che certe cose niente
può
cancellarle.»…«Uhm…anche se
sono innamorata
di un altro?» Stavolta fu lui ad avvicinare timido la mano e
a
carezzarle quei capelli che il sole sfumava in un rosso intenso
«Tu dici di essere stata preoccupata per me, quando
ho
attraversato quel momento difficile. Ma tu non sai quanto ti ho pensata
in quei giorni che sappiamo
bene…»…«Quando
ero…prigioniera?»…«…desideravo
soltanto liberarti. Non sarebbe importato se poi magari non ti avessi
potuta rivedere mai più!
L’importante…sarebbe stato
far sì che recuperassi la tua vita. La tua
felicità.»…«Takato…io-»…«No,
non dire niente! Poi non è stato diverso. In questi anni mi
hai
dato gioia dimostrando una grande forza, superando tutte le tue
insicurezze, e tornando ad essere allegra, e spensierata
com’eri
all’inizio! Se a questo sono serviti…i ragazzi e
le uscite
serali! Comprese quelle in cui mi è capitato di
incrociarti…oh beh che siano i benvenuti!» tanto
che Jeri
sorrise grata «Non cambi mai…sei molto
altruista.»…«Oh no,
tutt’altro!» mentre
lei tornava a chiamare in causa il cane-marionetta, lasciandolo parlare
al suo posto «Tu non avresti dovuto salvare
quest’impiastro
irrecuperabile! Hai firmato la tua
condanna!»…«Ahahah!»…«L’avresti
dovuta lasciar annegare nel D-Reaper! Fare “ciao ciao
Jeri”! Sai quanti problemi ti saresti
risparmiato!»…«Ma smettila!»
il ragazzò
abbassò il cane, e Jeri «Uhmuhm! Come dargli
torto?»
dopodiché si alzò «Ahhhh,
d’accordo! Credo
per oggi di averti fatto perdere anche troppo tempo, debbo andare
perché ho un…mucchio di clienti a cui fare le
unghie!» scostandosi i suoi lunghi capelli «Mi fa
piacere
che anche il lavoro vada bene!»…«Ohhh,
hai davanti a
te la migliore nail artist della città, sì
è vero
debbo ammettere che sono abbastanza quotata: mi era venuta anche la
mezza idea di mettere su un’impresa ma sai
com’è mio
padre queste cose gliele devi dire cent’anni prima per
tutelarti
dalle sue reazioni impreviste! E poi…sai: comincio a non
avere
più vent’anni! Ne ho compiuti ventuno, comincia ad
essere
età da matrimonio, uhhhh!» mimando un gesto di
trepidazione «Se non mi sbrigo a stabilizzarmi col lavoro
farò l’impressione della vagabonda ai genitori di
Mako!»…«Veramente credo che loro stiano
già
bene.»…«Davvero? Ah, queste cose non
sono
importanti, io e lui quando siamo assieme…torniamo
ragazzini,
è lui che mi contagia, infatti mi sa che quando ci hai visti
io
stavo ancora con gli occhiali da sole ed era sera inoltrata, gli piace
molto! Il…gioco
occhiale-contro-occhiale!»…«Uhmuhmuhm!
Divertente.»…«Takato!»
prendendogli
un’ultima volta le mani
«Sì?»…«Allora vado
tranquilla? Non
pensi che…sia una
pazzia?»…«Tu ascolta i tuoi
sentimenti. Se ti sembra vero amore…vai
tranquilla.»…«Sì!»
fece lei emozionata
«Stavolta è diverso.
Takato!»…«Oh?» lo
richiamò in ultimo
quando stava andando via «…grazie.»
espresse con
volto serio, in un sussurro «Grazie per esserci sempre. Pensa
anche tu a tutto questo. L’amore…è
bello, e prima o
poi merita di essere vissuto.»…«Questo
lo
immagino…»…«Abbracciare una
persona…
…baciarla…sentire…
…il calore del suo corpo…
…la forza della
passione…che ti travolge. Sono tutte cose che quando le
provi…non te le scordi più! Io auguro questo a
te, amico
mio!! Te lo
auguro!!»…«…magari il tuo
augurio
mi porterà fortuna. Jeri. A presto!» la
salutò
cordialmente e si allontanò…
«…Takato…»
sussurrò lei vedendolo
allontanarsi, e quando fu sola, in un rapido scatto di accendino si
accese una sigaretta. Camminò, smarrendo il suo sguardo tra
gli
alberi, gli uccelli che volavano «E’ sempre bello
parlare
con te. Ci siamo divertiti e abbiamo riso.» ed espirando li
fumo,
in espressione assorta «Ma non era questo quello che volevo
chiederti. Non era sapere se è lecito amare qualcuno che non
ha
la tua stessa età. Ciò che volevo
chiederti…» abbassando lentamente la sigaretta
«…probabilmente non troverò mai il
coraggio di
domandarlo neanche a me stessa. Tantomeno a te. Perché ti
conosco abbastanza. So quale sarebbe la tua risposta. E forse conviene
che le mie orecchie non la ascoltino. E’ stato meglio
così.»
Il fumo scorreva
tra le sue dita, costeggiando il volto ora inanimato del
cane-marionetta…
«Ahhh!! Che ha
detto signora, Asanuma?!» portava le mani alla bocca la
signora
Mie, e non meno atterrito era il marito «Kazu fa uso
di…?»…«Sostanze stupefacenti
chiamasi anche
droghe sì lo so: un altro pezzo di vita che crolla in
maniera
miserevole, è il…nostro primo ritornello da
insegnanti
“ragazzi non vi drogaaate abbiate sani principi”,
ah! Ma
quel ragazzo non ha mai ascoltato si capiva che avrebbe fatto quella
fine già dalle sue prime
pagelle!»…«Allora
era vero quello che si diceva in giro!!» esclamava la signora
«Per questo io vi ho detto, badate a vostro figlio! Questa
del
Digimon riemerso dall’oltretomba potrebbe essere
un’allucinazione e…!...ptsss…non voglio
compromettere Takato davanti agli altri vostri clienti ma come sua
ex-insegnante è mio dovere avvisarvi: lui e Kazu si
scambiavano
tutto, carte, fogli protocollo, persino i lacci delle scarpe se a uno
dei due si spezzavano non c’è stata cosa che
l’uno
abbia tenuto soltanto per sé evitando di offrirla
all’altro e credo che voi…capiate a cosa voglio
alludere
con questo…!
Mmm?»…«Takehiro…»
fra i due genitori si insinuava una cupa preoccupazione…
«Io e
Lopmon risaliamo il promontorio maggiore: andiamo a parlare con
Calumon!» disponeva intanto Imagomon al Vertice digitale. La
piccola Digimon dalle lunghe orecchie parlò «Ancor
prima
del suo recente ruolo professionale è nostro amico,
potrà
aiutarci!»…«Fate attenzione,
ho…tanta
paura!» esprimeva Renamon, rivolta a suo marito che le pose
le
mani sulle spalle «Non preoccuparti amore mio, resta con i
bambini: è un bene che giochino con i figli di Cyberdramon,
così si distrarranno gli uni e gli altri.» Lopmon
aggiunse
«Torneremo presto, con te resterà
Terriermon.»…«D’accordo…siate
prudenti!» si raccomandò la volpe
dorata…
Terriermon
intanto era a giocare con i due cuccioli di volpe, in compagnia di
quattro draghetti scuri e metallici dalle ali rosse «Ahahah,
ma
no, che dite, giocano soltanto a nascondino! Vogliono che li troviamo
ma per farlo dovremo organizzare un’emozionante
spedizione!» spiegava il Digimon cercando di tener dritte le
sue
lunghe orecchie «Andremo anche nel campo indefinito?!»
chiese uno dei draghetti, e Terriermon «Oh beh…!
Magari
chissà: chi di voi si reputa forte a
sufficienza?!»
sfidò i piccoli ponendosi le mani sui fianchi: ovviamente in
risposta un sovrapporsi di “io, io, io!”
La madre dei
piccoli draghetti stava intanto riferendo quanto sapeva alle
autorità del luogo «Ve l’ho detto, torna
sempre
tardi, ci sono abituata…! Sarà che ha preso
l’abitudine ad ubriacarsi pure di giorno oltre che di sera,
quello…scansafatiche, e voi che gli state a dare pure
importanza!» Parole lasciate andare con una bucolica, verace,
scocciata naturalezza quelle di quella femmina di drago metallico, che
sarebbe stata uguale per filo e per segno a suo marito ma era
decisamente più robusta, larga, dotata di un paio di zampe
alquanto possenti, e di un grembiule bianco ad evocare le faccende di
casa (quadro completato dal mestolo stretto nei suoi artigli)
«Quello sfaccendato accampa puntualmente la scusa che
è
stato un Digimon leggendario, e che aveva un domatore di tutto
rispetto: pfff…!...vorrei sapere chi è questo
terrestre
per fargli una faccia così di schiaffi, me l’ha
rovinato!
Ora…grazie a queste leggende io ecco, mi vedete! Devo fare
tutto
in casa, lui non fa niente! E adesso…ha pure preso il volo,
vedi
che si è trovato un’altra!»
Ad ascoltarla
due Digimon in parte meccanizzati: uno in divisa blu con berretto la
cui visiera ricordava una mano indicante, l’altro
più
elegante e mistico, dal manto bianco e la testa a specchio. Il primo
concluse «Questa Gelsomon non ci sta aiutando tanto, se ci
basassimo su di lei dovremmo lasciare il marito al suo
destino!»…«Sto provando a scrutare ogni
angolo
più remoto coi miei rilevatori-specchio. Ma niente,
è
come se si fossero
volatilizzati.»…«Uhhh?!»
Gelsomon, la robusta dragona, notò qualcosa «Che
ci fa
quella
lì?»…«Oh?»…«Cosa?!»
non capirono i due, e lei indicava «Quella, quella! Ce
l’hai riflessa nella tua testa a specchio: altrimenti come la
vedevo, quella salta sempre per aria quando ci sono io in giro, magari
potessi farlo io! Lei, là, la…volpe tutta curve,
quella
non me la racconta giusta, mio marito ci ronza sempre attorno, e io non
do credito a chi si dà arie da prima donna! Per me quella
è una gatta morta…! Suo marito sulla testa oltre
alle
orecchie da volp-»…«EHM EHM! Signora
Gelsomon si
controlli la prego!»…«Rappresentiamo la
giustizia,
dico io un po’ di senso di civiltà, queste
affermazioni…!»…«Io dico
quello che
penso…! E se volete continuare con questo inutile
interrogatorio
venite dentro, mi si scuoce il minestrone e oltretutto vedere quella mi
dà fastidio!»
Specchio e
mano-indicante si guardarono fra loro emettendo un perplesso cigolio
metallico.
Ma nonostante
rappresentassero la legge e l’ordine, non si erano accorti, o
forse fingevano di non vedere quel guerriero mascherato
dall’armatura iridescente che dominava la scena
dall’alto
di un promontorio, col cellulare all’orecchio.
Cellulare come
quello che si palleggiò l’impellicciato
Cyberdramon
riuscendo per un pelo a non farlo cadere e rispondere
«P-Prontoo?!»
«Apri bene le orecchie: mi hai giurato fedeltà e
adesso
voglio la prova!»
«A-Accidenti Guardianmon…!»
balbettò
Cyberdramon nascosto tra le strade di Tokyo sotto il suo cappello da
signora.
«Sì, “ACCIDENTI GUARDIANMON”
proprio è
il caso di dirlo! Ma se fra poco avrai ancora la lingua per parlare
dipenderà dalla tua propensione ad eseguire gli ordini! Mi
hanno
detto che sei un Digimon leggendario, anzi…a dire il vero tu
stesso te ne vantavi questa notte. Bene. E’ il momento che mi
dimostri le tue abilità, con un…
…FUOCO D’ARTIFICIO SENZA PARI alla centrale
televisiva,
debbono sparire TUTTI I FILE VIDEO relativi ad una certa battaglia tra
Digimon tenutasi ieri a bordo di un aereo!!»
«Diavoli, allora è vero: ci ho visto bene in quei
monitor!
L’hai organizzato
tuuu?!!!»…«SILENZIO!! NON
FARE DOMANDE!! Devi obbedirmi, e far esplodere entro stasera quella
dannata centrale!!»
«EeeeeEEEHHHH?! U-Un attentato?! I-Ioooo?!...
…questo non era previsto nei piani Guardianmon io tanto
buonino
e gentile mi sono scomodato a venire fin qui pensando che ti
interessasse che facessi a fettine il mio rivale
Beelzemon…!»
«Infatti dopo farai anche quello, premesso che mi delude
molto
che non sia ancora morto a quest’ora!» con tanto di
consultazione dell’orologio.
«Ahhh! O-Oh, beh, che vuoi farci…ho avuto problemi
attinenti all’abbigliamento! Diavolo però
è
sensazionale: prende il cellulare da Digiworld a qui!»
«Uhmuhm!...ma che bei bambini che hai, Cyberdramon.»
«Ehhh?!»
«Sì! Proprio ora stanno facendo una sorta di
girotondo con
quell’idiota di Terriermon in mezzo, uno schifo. Tua moglie
è un tantino sovrappeso ma devo ammettere che si conserva
ancora
bene.»
Il nero Cyberdramon divenne quasi pallido «C-C-Che vuoi
fare?!
Giù le mani dalla mia famiglia!! G-Giù gli occhi
dalla
mia casa e anche da quella grassona rompiscatole visto che
l’hai
chiamata in ballo!»
«Eppure è una bella casa. E un’ancor
più
bella famiglia.»
«Ptsss: sei un viscido cane, Guardianmon!»
esclamò
Cyberdramon tappando il telefono.
«Hai detto qualcosa?»
«Ihmp!...nnnon…erano questi gli accordi!»
«Frase canonica: quando ti sei messo in un bel casino e non
hai
altra scelta. Tu allietami con il boato di una centrale televisiva,
entro stasera voglio sentirlo poiché
altrimenti…potrei
chiedere a Terriermon…E AI TUOI FIGLI se posso giocare
anch’io.»
«G-GUARDI-»
…ma Guardianmon aveva riattaccato
«Uhmuhmuhm!»
«E ADESSO COSA FACCIOOO?! Come faccio-dove vado-DOVE MI
SBATTO LA
TESTAAA! RYOOO, PERCHE’ NON SEI QUI CON ME SONO IN PANNE IN
QUESTO MONDO DA SOLO! Ouohohohohoh!» asciugandosi gli occhi e
rosicchiandosi le unghie «Povera la mia insopportabile
grassona
preferita, non posso tollerare che Guardiamon faccia del male a lei e
ai miei bambini! N-Nossignore non posso tollerar-LO!»
picchiando
un pugno sul cemento di quel palazzo, che tremò un tantino
più del dovuto – si riaccomodò quel
cappello scic,
e sfrecciò via chissà dove.
…proprio quando…tra le affollate vie cittadine
una mano
piccola e innocente aveva percepito la sua presenza
«Digiouu…!»…«Davvero?!...da
queste
parti?! Forse hai visto un immagine su un vecchio manifesto,
Benji!» disse quella ragazza dai capelli neri che se lo mise
sulle spalle, perché potesse contemplare meglio la piazza
«Sai, figlio mio: un tempo qui…tutto era Digimon!
Ahhh, se
chiudo gli occhi mi sembra di tornare ad allora…»
Così fece la giovane Rea, che sembrava rapita da quello
scenario, e decisa a far entrare l’aria di quella primavera,
o
forse di qualche primavera passata, nei suoi polmoni per avere nuova
energia e vita «Siamo sfortunati: tu non c’eri
ancora! E
io…niente, neanche un Digivice piccolo così! Una
normale
ragazza come tante, che ingiustizia però! Hai visto,
esistono
davvero i Digimon Tamers! E invece io…giù con la
testa
sui libri di scuola! Però non mi sono fatta stoppare e se
Digiworld mi ha chiuso la porta sono rientrata dalla finestra: qualcosa
riuscirò a scoprire portando avanti i miei studi!
Ahhh…intanto…di nuovo qui, da cui è
partita
l’avventura. Tokyo. Il Giappone. Avevo dimenticato la sua
aria
così magica…
…gli anni non bastano a cancellarla…»
Mentre lei
respirava, tra lo smog e i clacson, Benji contemplava
dall’alto,
e col suo ditino sempre in movimento cercava il suo Digimon indefinito
«La patria dei Digimon, Benji.» riaprendo poi gli
occhi, in
una sfumatura di dubbio e un pizzico di malinconia
«…e del
tuo papà.»
Takato stava
rientrando a casa, i suoi genitori erano sulla soglia del negozio
«Glielo diciamo…?» chiese Mie a suo
marito
«Intendo, quello che ha detto
Kaz-»…«Assolutamente no!»
decretò
severo Takehiro «Ma…!»
…mentre Takato vide con piacere qualcuno
«Ehi…!
Henry!»…«…?...Takato!»
così che
i due amici si fermarono a parlare…
…dando altro tempo ai genitori «Hai sentito
Asanuma:
quella storia delle sostanze stupefacenti non mi piace neanche un
po’.»…«Ma non penserai che
Takato-»…«Ormai mi aspetto di tutto:
stiamo con gli
occhi aperti.» e di certo non col cuore incoraggiato, si
ritirarono all’interno…
«Ti
ho fatto cenno, non mi hai visto?»…«Eh?
Scusa…ero soprappensiero.» rispose Henry
«Qualcosa
non va?»…«Eh? No, niente. Sai, le solite
cose con il
lavoro. Non…si fa in tempo a risolvere un problema che ne
spunta
fuori un
altro.»…«Certo…»
Takato
abbassò il capo «…ti capisco. O meglio,
io…di certo faccio un lavoro molto diverso dal
tuo.»…«Che vuol dire, è pur
sempre
lavoro!» al che l’altro sorrise
«…già!
Comunque se hai problemi basta una telefonata: vale anche per te, non
solo per me!»…«Sei gentile: ma ci sono
abituato, me
la caverò. A presto!»…«A
presto, ciao
Henry!»
Takato si avviò verso il suo negozio…
Ma a seguire i
suoi passi c’era Cindermon, nascosta dietro cappuccio e
occhiali
da sole nel vicolo «Sono tre ore che sono qui e non so che
fare.
Eppure non sono venuta sulla terra per farmi una vacanza, debbo
decidere in fretta. Parlo con Takato? Oppure me ne ritorno a Digiworld.
Cavoli, non voglio tornare lì!! Però…
…non
c’è niente da fare, non ho il coraggio, non ci
riesco!!» e si scese il cappuccio come se le stringesse i
pensieri. I suoi occhi azzurri questa volta riflettevano preoccupazione
«Da quando Rika mi ha raccontato quella storia
i-io…non so
non ho il coraggio di avvicinarmi. Mi sento di troppo. Un elemento di
disturbo…» chinando il capo «Sentita
così fa
tutt’altro effetto che rifilata dai libri. Sono freddi, anche
hanno le immagini che passano! Le cose quando si vivono in prima
persona e le racconti hanno TUTTO-UN
ALTRO-SAPORE!...ahhh…» giocherellando con la
lattina sotto
il tacco del suo calzare rosso «Da una parte vorrei
intignarmi,
intignarmi!» picchiando il pugno sul palmo della mano
«Come
diceva mamma! Però da un altro lato…vorrei solo
scomparire. E se rinuncio tanto vale che torno a Digiworld, qui chi ha
bisogno di me…? Un Digimon senza domatore…
…non sta
né scritto sui libri né sulla bocca della
gente…
…sarebbe
una sfida p-ehi, ma quello?!» ed i suoi occhi si
infittirono…
…nel
veder passeggiare in strada quel bambino dai folti capelli neri, e
movimenti agili «Ahahah!...
…sei
lento come una lumacaaa!!!» canticchiava, divertendosi a
canzonare la creatura che veniva con lui…
…ma che
invece stava attraversando un momento decisivo: gli occhi di Guilmon
erano spalancati sotto quella parrucca emo “Queste strade le
conosco…! Mancano pochi passi al negozio di Takato!
TREMO…al pensiero di ciò che troverò
lì!” «Guarda che se non vieni ti lascio
qui! Cosa
guardi di bello?!»
«E’
finito il malore, Takato?!» incalzava intanto suo padre
«Per quanto tu non lo capisca, papà…se
mi sono
allontanato è stato per il vostro bene e quello del negozio!
Per
evitare di dire altre cose sconvenienti di cui mi sarei dovuto
scusare!» La madre del ragazzo era pallida in viso, a un
passo
dal tremore «H-Hai visto qualcuno, là
fuori…? C-Con
chi ti sei
incontrato…?»…«Uh?»
domande
che stupirono il giovane «…con Jeri.
L’ho incontrata
da queste parti.»…«Takato,
dobbiamo…finire di
parlare di quella faccenda! Quello che ci hai detto stamattina
è
molto grave.»…«Da come lo dici,
papà…sembra quasi che sia colpa
mia!»…«E’ colpa
tua!»…«Ahh!
Takehiro…!»…«Non fai che
mettere manifesti
circa quanto vivi disperato da quando hai perso il tuo Digimon: e
adesso qualcuno se n’è
approfittato!»…«Non è affatto
vero!! E voi lo
sapete bene, io non vado a raccontare dei miei sentimenti a chiunque!!
Piuttosto, qui, se ci sono dei veri responsabili quelli siete voi!!
State sempre a…PIANGERE con tutti i clienti e tutto il
quartiere
di quanto è carente vostro figlio su questo e
quell’aspetto, tutte le mie insicurezze ed esitazioni voi
le…!!...enfatizzate più che mai, questa storia
avrà fatto il giro del
mondo!!»…«Non
c’era bisogno di parlare qualche tempo fa!! Bastava
guardarti!!» replicò sempre più brusco
il padre
«E allora a che è servito cercare di
guarire?!!»
…quando
Guilmon avanzava, e la parrucca emo gli cadeva nello sbattere dei suoi
denti aguzzi «I-Il negozio…!!...il negozio del mio
Takato,
DEVO ENTRA-!! AAHHH!!» ma il ragazzino lo
imbrigliò con
fili sottili sprigionati dalla sua mano «Dove vai, Guilmon?!
Hai
perso la parrucca, vuoi che ti
riconoscano?!»…«A-AAHHH!!
TAKATOOO!!»
«Sembra
che qualcuno con l’ago di una siringa mi abbia aspirato tutto
il
grasso e che io sia rimasto inerte, ma che ne sapete?! Io ho fatto una
dieta ferrea, sono andato a correre la mattina, la sera, ho dato la mia
testa contro il muro per acquistare più sicurezza e alla
fine
sono dimagrito!! Ma a sentir voi la forza che ho dimostrato non
c’è mai stata, e la mia forma fisica attuale
è una
grazia che ho ricevuto gratis!!» ma Takehiro era rimasto alle
prime parole e alla mimica di quel gesto «Perché
ora parli
di
siringhe…?»…«Cosa?!»
Takato
trasalì, ma un istante dopo ancor più,
nell’udire
una voce in lontananza chiamarlo
«Guilmon…?»
I genitori si
guardarono attoniti «GUILMON!!» il ragazzo si
attaccò alla vetrina…
…ma più
veloce della luce il bambino trascinava Guilmon in un vicolo
«Sei
molto disobbediente! La parrucca ti ho detto che devi tenerla in
testa!!»…«L-LASCIAMI
ANDARE!!»…«No!»…«Voglio
vedere il
negozio!!...voglio vedere Takato!!»
«G-Guilmon! Era…!» la mano di Takato
tremava,
indicando qualcosa di indefinito oltre la vetrina, per poi sfiorare le
sue stesse labbra pallide. I suoi occhi travolti da un profondo
sconcerto…mentre suo padre gli si accostava, mormorando
gravemente «…non ti rendi conto che non
c’è
niente
lì…?»…«…!!...ma
io
l’ho visto…
…IO
L’HO SENTITO!!...e non è la prima
volta!!»…«Takato!! Figlio mio, per
l’amor del
Cielo, ragiona!!» il padre lo scuoteva, mentre la signora Mie
restava sul retro, sempre più stretta in quella terribile
apprensione «Ma non lo capisci che è per il tuo
bene che
ti parlo così?! Non ti rendi conto che Guilmon,
che…!!
CHE TUTTE QUESTE COSE ESISTONO SOLTANTO NELLA TUA TESTA?! I-Io non
voglio che ti rovini la vita,
maledizione!!»…«Ma io
l’ho visto…h-ho visto qualcosa scomparire dietro
il
vicolo…!» gemeva il ragazzo, quasi spaventato
dalle sue
stesse percezioni «Non c’era niente. Nessuno.
E’ nel
tuo cuore. E’ nella tua mente, a non lasciarti in
pace…»…«Nooo…!»
Ma d’un
tratto
«Buonasera…!!»…«Digiouu…!»
quell’atmosfera tesissima fu spezzata da un baldanzoso arrivo
«Ahhh, ma allora è vero! Confesso: ho temuto fosse
una
pista fuorviante quella del panificio di famiglia! Invece ti ritrovo
proprio qui Takato!...
…ehm…
…c’è qualcosa che non va,
disturbo?»…«…Takehiro…c-c’è
una cliente…»…«N-No ma se non
volet-»…«Rea…!»
Takato però le
venne incontro (mentre suo padre mormorava «La conosce? Chi
sarà?») «E’ una mia
amica!...ci siamo
conosciuti ieri!» lottò il ragazzo contro il
tremore nella
voce, e quello sulle labbra per rivolgerle un sorriso che era comunque
sincero «Sono…contento di rivederti. Come stai,
piccolo
Benji…?»…«Ahhh, lui sta bene,
ci siamo fatti
una…mega passeggiata-ptsss senti ma se sono venuta in un
momento
poco opportuno me ne
vado.»…«Scherzi!» lui le
prese le mani, come quando si ha bisogno del conforto di qualcuno
«Mi fa piacere vederti. Sono contento che sei venuta,
che…!...c-che siete venuti!» Rea però
aveva notato
quella sfumatura di glaciale pallore nel ragazzo e nei
genitori…
Come Cindermon
aveva notato altri «Non c’è dubbio:
è lui!!
Sono tutti e due, il moccioso e…!!...c-cavoli quel Digimon
è tale e quale a Guilmon, il primo Digimon di Takato ma
ciò nonostante come fa ad essere lo stesso della storia di
Rika?! “Uguale a Takato…su misura per i suoi
sogni”…non può essere una pedina di un
pazzo
distruttore come quello! Magari lo tiene prigioniero!» e
ricordò di come l’aveva trascinato pochi istanti
prima
«…mi è sembrato che fosse piuttosto
violento.
Dovrei avvertire Takato…?» guardando verso
l’entrata
del panificio «…ma non mi crederebbe mai.
Penserebbe che
si tratta di un mio piano.» stringendo a malincuore il
Digivice…ma riacquistando determinazione l’istante
successivo «Però non posso neanche ignorarlo e
andarmene!
Quel ragazzino sta facendo il suo comodo con i Digimon, e se mi trovo
qui, ora la mia missione è quella di scoprire i suoi piani:
con
o senza domatore!» incamminandosi «Devo
seguirlo…»
Cominciava a
delinearsi un caldo, suggestivo scenario serale attorno ai palazzi di
Tokyo. Fra questi ce n’era uno, particolarmente imponente,
che
attirò l’attenzione di una creatura. Spiccando il
volo,
lasciò andare pelliccia e cappello, ed atterrò
nascondendosi tra le vicine impalcature «Che devo
fare…?» scendeva una goccia di sudore sul collo di
Cyberdramon «Se non attacco la centrale televisiva
Guardianmon se
la prenderà con la mia famiglia…! F-Forse posso
cavarmela
senza che nessuno mi veda e scopra chi sono…»
meditava
sfregando le sue unghie «Però non ne ho il
coraggio! Io
sono-o per lo meno sono stato un Digimon protettore della giustizia!
Che brutta cosa venir sfruttati come oggetti: ora capisco meglio tante
sfumature del dolore degli altri a Digiworld. Senza i nostri compagni
umani…siamo smarriti!!» e la voce gli si
strozzava, nel
fissare i palmi delle sue zampe dalle quali, secondo gli ordini, ben
presto sarebbe dovuta esplodere energia.
«Non
disperare, povero Cyberdramon. Mwhahahahahahaha…!»
«Uh?! Chi
ha parlato?!» cercava il Digimon di scovare la provenienza di
quella voce, ma…
…questa
giungeva dal buio fitto delle più basse impalcature
«Non
sarai costretto ad obbedire ad un padrone…
…COME
GUARDIANMON, almeno! Ahahahah!» rideva coprendosi la bocca
con la
mano il ragazzino dai capelli neri. Dal buio dietro di lui spuntavano
anche gli occhi gialli di Guilmon «Perché mi hai
portato
qui…? Per favore, fermiamoci da qualche parte, è
tutto il
giorno che camminiamo.» ma era come se non
sentisse…
…avanzò verso il sole intenso della sera
affinché
illuminasse il suo pallore, e lo scrutò con la coda
dell’insidioso occhio «…fra qualche
minuto,
Guilmon.» mormorò «Guarda il tramonto.
E’
così bello…» Ma il draghetto rosso
camuffato aveva
una brutta sensazione…
«E dulcis
in fundo, un mese fa, mi sono persino fidanzato!» raccontava
allegramente Mako ma finì per urtare il braccio di Beelzemon
«Ahhh!!»…«Che
cos’hai?!...ma sei ferito,
non me l’hai detto!»…«Ah-h,
non è
niente-»…«Come non è niente,
fammi
vedere!»…«No,
Mako…davvero!»…«Chi
è stato a ferirti
così?!»…«E’
stato…
…oh?!!» Beelzemon ebbe una folgorazione:
d’un tratto
ricordò di Guardianmon. E degli altri Digimon. Questo lo
fece
sentire a disagio “…ma che sciocco. Venendo qui,
ritrovando il mio vecchio domatore e chiacchierando con lui ho
completamente dimenticato tutto il resto. Guilmon. Debbo ritrovarlo!
Forse è in pericolo. Perché? Perché
non cambio
mai? Possibile che sia sempre il solito egoista? Mi sono preoccupato
solo di me e dei miei affetti. Molto probabilmente a Digiworld tutti
saranno in pensiero…” «Ti fa male?
Molto?»…«Oh-h…» ma
con gesto frettoloso
«Mako…devo
andare!»…«Cosa?! Come
sarebbe a dire devi andare?!
Dove?!...Beelzemon!»…«Ahhh!»
lo trattenne,
provocandogli di nuovo un leggero dolore «Non sarai mica
tornato
per un giorno soltanto per poi sparire così! Io non ti
lascerò andar via! Adesso che ti ho
ritrovato-»…«No Mako, non voglio andare
via per
sempre, anch’io non desidero più separarmi da te!
Ma devi
perdonarmi, è che…non è andata come
pensi, non
sono venuto sulla terra per una visita di piacere-cioè
E’
STATO un piacere…non fraintendermi! E’ solo
che…dei
miei amici sono in pericolo! E’ mio dovere fare delle
indagini
e-»…«Vengo con te! Io sono il tuo
domatore! Ho anche
il Digivice!»…«Non…so se
è una buona
idea…»…«Perché,
Beelzemon?!»
…ma in quel
momento «Buonasera!» qualcuno attraversò
quelle
porte a vetro con un sorriso e camminata trionfante
«…!
Ah, sei tu! Finalmente sei arrivata!!» esclamò
Mako
andandole incontro «Amore mio, non mi avevi detto che avevi
ospiti: non saremmo dovuti uscire questa sera?»
domandò
Jeri stupita nel vedere quella sagoma scura «E’
successo un
miracolo!!»…«Cosa? Quale miracolo? Non
dirmi che
è sbucato dal buio il principe azzurro e tua sorella
è
fuggita dal convento in sella al suo
cavallo…!»…«No, parlo
seriamente!! Quello che
ho sempre detto che sarebbe successo, finalmente il mio sogno si
è realizzato!! Guarda tu
stessa!!»…«Cosa?
Uh…buonaser-!!!»
…la giovane
trasalì, nel vedere il Digimon volgersi
lentamente…
…quella mano
dalle unghie elaborate lentamente scendeva dalla bocca…al
collo…per poi lasciarsi andare
«…tu…?...
…n-non è possibile…»
Beelzemon voleva
muoversi ma non avanzava per non intimorirla, era piuttosto lui come
intimidito dalla figura di quella bella ragazza che i suoi tre occhi
scrutavano come qualcuno di forse conosciuto…
Quella che
avanzò, a poco a poco, fu Jeri…dal volto
sconvolto…tendendo una mano tremante…a quel punto
lui
chiese «Mako…?...chi è questa
ragazza?!»…«Credo che tu la conosca!...
…o mi
sbaglio?! E’ Jeri
Katou!»…«Ah!! Che
cosa?!» quando la mano di
«Jeri…» era arrivata
ad un centimetro dal suo rivestimento metallico, che non
toccò
ma perlustrò, per poi guardarlo negli occhi
«…sei
tornato?» sullo sfondo delle chiacchiere di Mako
«Hai visto
Jeri, ha fatto ritorno da Digiworld!!
E’…fffantastico!»…«…di
nuovo…di nuovo qui? A-Assieme anche agli altri…?
C-Come
ci sei riuscito…?» erano i sussurri di Jeri che lo
fissava
intensamente…
…ed anche
lui la guardava. Oltre gli occhi dell’uno e
dell’altra,
oltre quella serietà, c’erano molti impliciti. E
molto
passato «No…» accennò
Beelzemon «Sono
solo…solo…per
ora.»…«…e…»
Jeri sembrava
cercare qualcosa da dire, non senza difficoltà, che
manifestava
toccandosi continuamente collo e capelli «…come
stai?
Beelzemon…»…«I-Io?
Bene!...bene…» tanto che lo stesso Mako era un
po’
sorpreso «Ma…voi due vi conoscete allora? No
perché
non lo capisco, inizialmente lui non capiva chi fossi, poi tu
però l’hai riconosciuto lui anche e da tre ore vi
fissate
come…due
innamorati!»…«…fff…sta
zitto…!!» fece Jeri come infastidita, tanto da
spiazzare
un po’ Mako «…scusa. Stavo solo
scherzando.»
E
quell’intenso passaggio di imput attraverso gli occhi non si
interrompeva «Gli altri lo sanno?» d’un
tratto chiese
Jeri «Oh? Gli
altri…?»…«…gli
altri Digimon Tamers! Takato, Henry,
Rik-»…«No!...nnn…no non lo
sanno! Ma-Ma stavo
appunto andando da loro!»…«Dobbiamo
avvertirli del
tuo arrivo!»…«Sì!! Sono
d’accordo!! Ho
oltrepassato il varco!»…«E’ la
prima volta in
dieci anni, e tutti loro non hanno aspettato altro momento che questo!
Dobbiamo andarli ad avvertire subito: siamo di nuovo collegati con
Digiworld!»…«Certo!» ma Mako
intervenne
«Ehi, calma, calma!»…«Non
possiamo aspettare,
Mako!!» puntualizzò Jeri «Ma Beelzemon
non ha
neanche finito di spiegarci perché è qui, che
cosa
è successo?!»…«Parleremo
dopo!» Jeri
sistemava rapidamente la sua borsetta, per poi confessare
«Mako:
sono stata da Takato questa mattina! Quei domatori hanno sofferto
molto, hanno creduto un evento come questo cosa
impossibile!!»
indicando Beelzemon riguardo all’”evento”
«Ti
rendi conto di quello che
significa?!»…«Mi rendo
conto solo…del fatto che possiamo anche dirglielo con una
certa
calma!»…«No…!!»
Jeri però
insisteva con un moto intenso nello sguardo «Lui è
venuto
da te, avete parlato!! Ma ci sono altri Digimon, e altri domatori che
non sanno niente e DEVONO, devono saperlo! Dobbiamo andare! Beelzemon:
per favore! Andiamo subito a casa di Takato, là ci
racconterai
tutto!»…«Va
bene…sì, subito.»
accettò Beelzemon nuotando contro la sua stessa incertezza
mosso
dalla decisione di Jeri, che fu la prima a varcare la soglia della casa
«Aspettatemi, vengo anch’io!!» ci tenne
ad accodarsi
il ragazzo «Sì, Mako, vieni anche tu!!»
ribatté Jeri, e tutti e tre incuranti dei richiami del cane
attraversarono il giardino…
Cyberdramon si
librava dinanzi alla centrale televisiva. Le sue mani artigliate
tremavano, e caricavano energia con stento.
Gli occhi
rossastri di N’Emo, il bambino dai capelli neri, puntavano su
di
lui «Bene, è mio.» e stava per scalare
l’impalcatura quando «Fermo dove sei
tu!!»…«Cosa?!»
Si volse: sulla lastra di fronte alla sua, vi era Cindermon.
Guilmon si
sporse timidamente dal buio «Ohh!...di nuovo lei!
Oh!»
«Guarda chi c’è…»
sorrise subdolamente
N’Emo. Parole di lei «Un favore, scostati un
po’ quei
capelli della faccia: voglio vedere l’espressione da allocco
di
chi si è messo in testa di mettere a soqquadro la
città
illudendosi che lo lascerò
fare!»…«La
portaborse…di un domatore
archiviato!»…«Il
mio nome è Cindermon!...vorrei sapere il tuo magari. E visto
che
ci siamo…!!...anche il tuo scopo! Perché il mio
è
semplice da afferrare: è mandare all’aria
qualsiasi
tuo piano!»
«Perché quella ragazza e lui sono
nemici…?»
si chiedeva intanto Guilmon.
«E’ un compito troppo difficile: dovevi pensarci
prima di
sceglierlo, Cindermon.» pronunciò atono e tenue il
ragazzino. Ma lei assottigliò lo sguardo «Non
troppo, se
ci si mette impegno…
…Brace
d’autunno!!»…«VIENI!»
N’Emo afferrò Guilmon per la zampa
«OH-AAAHHH!» trascinandolo su per la scaletta,
schivando il
colpo di Cindermon «Accidenti, dove vanno?!»
Intanto la carica nei palmi di Cyberdramon aumentava…
«Così adesso sai tutto.» raccontava
Takato, mentre
ordinava il bancone del suo negozio «Mi dispiace,
forse…è una delusione, avevi immaginato una
storia
avvincente. Una storia d’amicizia. Ma è come ti ho
detto,
io e Cindermon ci conosciamo da pochi giorni. Quanto per
capire…che una come lei nasconde intrighi e sotterfugi. Non
so
dove sia ora…e neanche se la rivedrò.»
Rea ascoltava
tenendo per mano Benji, il quale pareva alquanto attratto dai dolcetti
oltre il bancone (uno in particolare, dalla testa a forma di draghetto)
«Non è di certo una storia di unione quella del
rapporto
fra me e Cindermon. Una così ne ho vissuta, sai. Si
è
trattato del mio primo Digimon. Ma adesso…»
lanciando un
malinconico sguardo oltre il vetro, verso quel vicolo sempre
più
buio «…altrettanto di lui ignoro dove sia. Che
fine abbia
fatto. Da quando quel portale si è chiuso…non
abbiamo
avuto più notizie. Io e i miei amici siamo rimasti soli.
Siamo
andati avanti…siamo cresciuti. Però è
stato molto
diverso da come immaginavamo, e sognavamo quando i Digimon erano con
noi.»
La ragazza
abbassava lo sguardo. E mentre suo figlio premeva il dito contro il
vetro del bancone «E’ triste. Quando due
persone…che
si sono volute molto bene si separano…resta sempre un vuoto
profondo a cui non puoi dare spiegazione.» Takato guardava
con
molta tenerezza quel bambino. Prese un dolcetto dal bancone e glielo
offrì. Benji fu contento. Rea continuava, guardando le luci
del
panificio con un velo di commozione «Io mi
chiedo…perché certe strade si incontrino. Se poi
la vita
deve separarle, non è
giusto!»…«Certo…
…ascolta…
…come
è andata?»…«Uh?»
Osservando il bambino
che mangiava il dolcetto, Takato domandò «Cosa
è
accaduto a suo padre…? Stava molto male…? Oppure
è
stato un incidente?» Rea prese in braccio Benji, e dopo aver
scostato capelli e commozione oscillando il capo, sorrise
«E’ accaduto che…ci ha INCIDENTALMENTE
scaricati.»…«Cosa?!»…«Sì
sì!...è andato via, evidentemente
l’avevamo
stancato. Aveva…cose più interessanti da fare che
stare
in nostra
compagnia.»…«Oh…accidenti, io
non
avevo capi-»…«Sì
sì, affermativo:
è vivo e vegeto. I tipi come lui sta pur sicuro che
resistono a
tutto, anche se personalmente ignoro come. Sono gli altri, quelli come
noi che debbono lottare per sopravvivere. Sono
messa…esattamente
come te, non ho idea di dove sia ora!
Bah…portrebbe…anche
passare dietro questa vetrina, credo che viva
qui!»…«Quiii?!»…«Sì,
in
questa città! Per quanto ne so, perché ho
scoperto…che non lo conoscevo. Anche se lo
amavo…»
e sembrava sincera, gli occhi le si facevano lucidi «Mi
dispiace
Rea, non lo sapevo.»…«Ahah, allora siamo
in due!
Neanch’io ho capito bene com’è andata,
forse…è troppo per una come me!»
raddrizzandosi il
bambino in braccio «Però anche soli soletti stiamo
bene.
Non è vero Benji?» rivolgendogli un affettuoso
bacino che
lui ricambiò adagiandosi tutto su di lei…
L’energia
era al suo punto massimo “Ryo, amici miei, vi prego,
perdonatemi:
non ho altra scelta!!...
…non
posso rischiare che mia moglie e i miei figli soffrano a causa mia!
Sono la cosa più preziosa che ho costruito in dieci anni nei
quali altrimenti sarei stato completamente solo!”
«E’
PER VOI CHE LO FACCIO!! GLOBI
PERFORANTI!!!»
Dai suoi
artigli, sfere energetiche portentose – volteggiarono nel
cielo…per poi schiantarsi violente – colpo dopo
colpo
– esplosione dopo esplosione.
«Ah?! Che succede?!!» esclamò Cindermon
mentre
inseguiva N’Emo sulle impalcature.
In
pochi istanti fumo scuro e schegge di vetro giunsero dal palazzo, ma
Cyberdramon piegò il capo, non voleva vedere.
«Ahhh, c’è stata un
esplosione!!!»
esclamò anche Guilmon, e N’Emo gli
indicò
«OH!! E’ VERO, GUARDA GUILMON! Un Digimon malvagio
ha
attaccato la centrale televisiva, devi
distruggerlo!!!»…«Cosa?!
Io?!...distruggerlo?! Ma se
non lo conosco neanc-WAHHH!» Il ragazzino seguitò
a
trascinarlo sempre più in alto…
Quando in strada
«…!! Avete sentito?!» esclamò
Jeri «Era
un’esplosione!!» fece Mako, e Beelzemon
sgranò gli
occhi delineando una sagoma alata nel cielo rossastro
«Cyberdramon…?!»…«Eh?!»
si
stupì il ragazzo, e Jeri «E’ venuto
anche
lui?!»…«Presto, dobbiamo andare a
vedere!!»
indicò il Digimon «Sì!»
replicò la
ragazza e si mossero in quella direzione...
Dalla centrale e
in strada, già si levavano grida. La gente puntava il dito a
quella sagoma dalle ali rosse come il cielo, fra chi diceva
“è un mostro!”, e chi lo riconosceva
“quello
è un Digimon!” ma il timore non decresceva da
un’affermazione all’altra. Né il dolore
nel cuore di
quella creatura ora abbandonata a se stessa, rimasta a fluttuare nel
cielo «Guardianmon…ora sarai
soddisfatto…il ricordo
di chi ero…
…distrutto in un attimo…»
Cindermon si
aggrappò al bordo dell’impalcatura
«Quello è
un Digimon! Sarà al servizio del ragazzino?!...oppure deve
averlo mandato Guardianmon!»
N’Emo e Guilmon
nel frattempo erano arrivati in cima all’impalcatura
«Guilmon, Guilmon guarda!!! La gente ha paura!! E’
terrorizzata, devi
intervenire!»…«Cosa?!»…«Devi
salvare la città, forza, presto, attacca quel
Digimon!!»…«Devo attaccarlo?!»
Guilmon
portò i suoi artigli al viso «Ma io non sono una
macchina
da guerra!» N’Emo però lo
esortò «Sono
sicuro che se ti impegni puoi
farcela!»…«N-Non
è questo il punto! Io non mi metto ad aggredire gli
sconosciuti!
Takato mi ha insegnato…che c’è un
alternativa alla
battaglia, prima di assalirlo dobbiamo capire perché ha
sferrato
quell’attacco!»…«Guarda,
GUARDA!! E’
LI’, PUNTA CONTRO DI
NOI!»…«Ehhh?!»
Ma forse
N’Emo non aveva compiuto quella scalata senza un motivo. Per
questo ora il suo sorriso era soddisfatto. Guilmon cercò di
fissare la sagoma in cielo ma «Oh-h…» da
dove si
trovava era accecato dalla luce del sole, intenso dietro i palazzi
neri, a sfumare l’altrettanto nera figura del Digimon
«Ah,
non vedo niente!!» protestò il draghetto
coprendosi il
muso con gli artigli…
Cyberdramon però vide “…!!
Cosa?!...GUILMON!!”
«Guilmon
attaccalo!! O lui attaccherà
noi!!»…«Ah-hhh!
Accidenti, il sole è troppo intenso!!»
Cyberdramon
spalancò le sue ali «Che ci fa qui? Allora anche
lui
è venuto sulla terra, lo devo raggiungere:
Guilmon!!»
«AHH!!
SVELTO GUILMON!!» Guilmon trasalì «Ahh!!
E’
vero, viene verso di noi!!»
Cyberdramon puntava in picchiata verso di loro…
N’Emo allora corse sul ciglio del palazzo «EHI TU
BRUTTO
BESTIONE NON PENSARE DI TOCCARE IL MIO
GUILMON!»…«ATTENTO!! E’
PERICOLOSO!!»
gridava questi.
«…!! COSA?!!» Cyberdramon si accorse
della presenza
del ragazzo, ma era arduo frenare un volo così spedito
«STAI GIU’!!» Guilmon spinse
N’Emo a terra, e
lo coprì caricando le fauci di energia «PIRO…»
«NO, GUILMON!! SONO IO!!»
«…SFERA!!»
«NO!! AUGHH!!» Cyberdramon si parò, ma
era troppo
tardi «AAAAHHHH!!!»
La sfera di fuoco sputata da Guilmon lo colpì sul
capo…
«Guilmon…» sussurrava N’Emo a
terra, con
sguardo assorto «Mi hai protetto di
nuovo…»
«Ma chi
è…?!...per caso lo
conosco…?!» Guilmon si
sforzava a lottare contro la luce per decifrare la sagoma del Digimon
da lui colpito, e in procinto di precipitare…
Ma in quel
momento giunse Cindermon «Fine della corsa!»
puntando
contro bambino e Digimon «Hai chiuso!» e caricando
il suo
vortice di foglie ardenti…
«Uhmuhm!...no mia cara Cindermon piuttosto adesso entro in
scena.» mormorò N’Emo scattando in piedi
–
sporgendosi, vide Cyberdramon precipitare.
Il
digidrago metallico perdeva dati dalla ferita sulla testa…
N’Emo sussurrò «Ottimo lavoro Guilmon,
esattamente
ciò che volevo.» e aprendo le mani «SEI
MIO!!»
liberò i suoi fili invisibili – questi
imbrigliarono
Cyberdramon, impedendogli di precipitare.
Nel
frattempo Cindermon esitava nello sferrare il suo attacco,
poiché cercava di decifrare il Digimon che aveva di fronte,
quel
draghetto rosso coperto da uno scialle coi teschi annodato sotto il
capo. Questi altrettanto la fissava sbalordito “Chi sei
tu…?” si chiedeva lui “Chi sei
tu…?” si
chiedeva lei “Provieni dal mio stesso mondo?” si
chiedeva
Guilmon “Provieni da quel passato?” si chiedeva
Cindermon
“Sei un’amica oppure una
nemica?”…”Sei
l’amico…di un amico, oppure sei un nemico di
entrambi?”…”Chi
sei?”…”Chi
sei?”
La caduta
libera di Cyberdramon fu frenata. Ma il suo corpo, legato dai fili che
lo trascinavano su come un ascensore, pulsava ora di
un’energia
anomala…e minacciosa…
«…G-Guilmon…?!»
tentò Cindermon, e
questi sobbalzò “Come fa a conoscere il mio
nome?!”
«Perché stai con
lui?!»…«Io?! O-Oh beh
ecco…veramente è una lunga
sto-»…«Cindermon!!»…«Ahh,
finalmente esci allo scoperto! Ti avverto: sto per carbonizzare te e
questo sciocco che ti porti
dietro!»…«C-Chi io?!
Sciocco a me?!» fu preso alla sprovvista Guilmon…
«Sei
coraggiosa…»…«Non ci vuole
poi tanto: dopo
tutto siete solo un ragazzino, ed un Digimon di livello piuttosto
deludente!!»…«Ah
sì…? Ti riferisci a
lui oppure…?» e gli occhi di Cindermon si
spalancarono…prima di essere privati della luce del tramonto
a
causa di un’ombra…
…che si delineò lunga, massiccia e alata dinanzi
a lei
«Ahh!! Non posso crederci, quello è
Cyberdramon!!!»
esclamò Guilmon «M-Ma che ci fa qui?!
Perché ha
attaccato quel palazzo?!»
«Accidenti…» mormorò
Cindermon, che sentiva
la situazione sfuggirle di mano dinanzi a quell’avversario
inaspettato…che spalancava le sue
zampe…parallelamente
allo spalancarsi delle braccia di N’Emo «Finalmente
è giunto il momento tanto atteso…ti pentirai di
avermi
ostacolato!! Globi...»…«Fermo,
che cosa fai?!» lo richiamò Guilmon, ma invano
«…perforanti!!!»…«Brace d’autunno!!!»
Foglie infuocate e sfere energetiche lottarono per un breve attimo fino
al drastico prevalere di queste ultime – che si fecero strada
fino a travolgere l’avversaria
«AAAHHHHHHHHH!!!!»…«Ahh!! Sta
attenta!!»
esclamò Guilmon nel vedere Cindermon spazzata via fino al
ciglio
del palazzo – per poi superarlo, e precipitare «NO,
CADRA’!» scattò in corsa il draghetto ma
«SCANSATI!» N’Emo lo gettò a
terra con una
gomitata «Lei è nostra nemica e deve
pagare!!»…«Ma chi l’ha detto
non puoi esserne
certo!!» ma fu inutile perché il ragazzino corse
più rapido e, sporgendosi, liberò i fili dalle
mani
imbrigliando Cindermon «A-Ahhh!!»
…tirava, tirava…
«A-Ahhh!!
Maledizione…» la ragazza-Digimon sembrava provare
dolore,
quella specie di ragnatela la stringeva ogni secondo di più.
«Devi pagare,
devi pagare…» era il crudele sussurro del bambino
che la
teneva prigioniera, pendente da quel palazzo «Ora basta,
smettila!! Pirosfe-oh?!»
Guilmon esitò all’ultimo istante, guardando
giù
“Se spezzo quei fili lei precipiterà!”
«Uhmuhmuhm!» sogghignava N’Emo…
…e di nuovo
Cindermon vedeva una grande ombra scura frapporsi fra lei e lo scenario
- spalancò gli occhi impaurita: Cyberdramon era di fronte a
lei…
N’Emo teneva i
fili con la mano destra…mentre alzava la sinistra,
contraendola
come avesse quegli artigli…
…che invece
brillavano di luce del tramonto sulla zampa di Cyberdramon puntata
contro la prigioniera…
«CYBERDRAMON!!...SMETTILA, MI RICONOSCI, SONO IO!!
GUILMON!!» ma di nuovo una gomitata «FUORI DAI
PIEDI!!
Guilmon ma devi metterti gli occhiali?! Questo non è un
gioco!!
Io sto seriamente lavorando e se tu fossi un bravo Digimon sosterresti
il tuo domatore!»
“Non
è Takato…” constatava il draghetto a
terra
“…ha una forza inumana. Che ne ha fatto del mio
amico?
Perché gli ha rubato il volto e la voce?
Perché…anche un Digimon buono come Cyberdramon in
sua
presenza diventa aggressivo?”
…in quel
momento arrivarono in corsa Jeri «…!! E’
terribile!!» Mako, e Beelzemon «Ahh!
Cyberdramon!!»
«Ahhh!!...A-AIUTO!!» gridò Cindermon,
terrorizzata
da quella zampata che stava per piombare su di lei…
«MA CHE
SUCCEDE?!...perché?!!» trasalì
Beelzemon guardando
in alto, mentre Mako gli chiedeva «Beelzemon, tu conosci
quella
creatura?! Non era uno dei tuoi
compagni?!»…«Cyberdramon era un Digimon
buono!!» esclamò Jeri che non si capacitava, ma
poi
realizzò «Guardate!! Ha una ragazza in
ostaggio!!»
«A-Aiutatemi!!...vi prego!!»
Il Digivice con
la foglia dorata pendeva nella sua mano che sbucava dai fili, ma senza
domatore era inerte «…Takato
aiutami…»
«…?!» un impercettibile sussulto
«Cos’hai, Takato…?»
Attese
qualche istante con sguardo sospeso. Ma poi rispose «Delle
volte
ancora penso…che qualcuno possa invocare il mio
nome.»
«Dobbiamo
aiutarla!!» esclamò Jeri che sarebbe corsa verso
di lei ma
fu bloccata dallo spalancarsi di una maestosa ala scura piumata
«No, stai indietro, Jeri!» Era Beelzemon, che fino
ad
allora aveva nascosto un dettaglio di sé: era alato
«Ci
penso io! Io sono un Digimon, posso farcela, debbo parlare con
Cyberdramon e capire perché sta facendo tutto
questo!»…«Ci fidiamo di te: non siamo
qui a
sostenerti! Vai, Beelzemon!» disse Mako, mentre Jeri, che
aveva
istintivamente afferrato la mano del Digimon, lo fissava
«…salvala, ti
scongiuro…»…«…s-sì…!
Farò il possibile!» e spiccò il volo,
sotto lo
sguardo teso dei due giovani…
«Non devi
temere, Jeri!» la rassicurò Mako
«Guarda!»…«Ahh!»…«Questo
è il mio vecchio Digivice: comparve poco prima della fine
della
battaglia con il D-Reaper, io e mia sorella Akemi non avemmo mai modo
di usarlo…» sfumando lo sguardo verso Beelzemon in
volo
«…forse quel momento è
arrivato.»…«Cosa sarà
successo a
Digiworld…?...
…perché i Digimon sono
tornati…?» erano gli
interrogativi dell’assorta ragazza…
«Cyberdramon!!!» Il possente digidrago alato si
volse al
richiamo di Beelzemon…
Nella mano di
Jeri, quel Digivice bianco bordato di viola «Era
così
tanto tempo…che non ne tenevo uno stretto tra le
mani…» pronunciò con voce profonda come
la notte. O
come i suoi occhi, e quel suo malinconico sorriso «Anche tu
ne
hai avuto uno, non è vero?» Dolce, e triste la sua
espressione al contempo, prima di alzare gli occhi verso il ragazzo
«Sì…
…io sono
stata…una Digimon Tamer…» per poi
volgersi contro
il vento e verso Beelzemon…
«Cyberdramon, perché?! Che cosa ti è
saltato in
mente?! Lascia subito andare quella ragazza!!»
«Chi
è quell’intruso?!» sibilò
N’Emo
seccato, piegando il gomito «Lame…»
«…!! Che fai, sono Beelzemon, possibile che vuoi
attaccarmi?!»
«…PERFORANTI!!»
gridò N’Emo mimando: ma era Cyberdramon ad avere
lame
sulle braccia – queste liberarono energia che travolse
Beelzemon
«AAHHHHH!!»
«No!!»…«Beelzemon!!»
esclamarono Mako e
Jeri…
Beelzemon,
colpito duramente, stava precipitando, ma d’un tratto si
raddrizzò «No! No, non posso
arrendermi!!»
«Questo ha deciso di farmi arrabbiare…»
N’Emo
piegò di nuovo la mano «Globi…»
e Cyberdramon caricò la zampa di energia «…perforanti!!»
ma Beelzemon sfoderò le pistole «Pallottole smaterializzanti!!»
lasciando che le sfere energetiche incontrassero e scontrassero contro
i suoi proiettili altrettanto carichi – l’energia
sprigionata fu immensa…tanto che i Digimon dovettero pararsi
– i fili che sostenevano Cindermon venivano lentamente
corrosi,
così come le sue speranze
«…è
inutile…s-sono finita in trappola come una
stupida…» Il dolore era leggibile nei suoi occhi
socchiusi
e stanchi «…non riesco a reagire, non ho
abbastanza forza
per questi Digimon…i-io che credevo di essere
imbattibile…» Il Digivice stava per scivolarle di
mano
«…Takato!!...
…se lottassimo assieme sarebbe diverso per
me…!!»
Ma mentre Mako
incitava «Beelzemon, tieni
duro!!»…«Uh?»…«Cosa
c’è,
Jeri?!»…«Quella ragazza ha detto
qualcosa: ho sentito un
nome!»…«Come?!»
N’Emo
però aveva espressione accanita, e piegava di nuovo il
gomito,
mentre sotto di lui il contrasto fra l’energia degli attacchi
non
si era ancora esaurito…
«Così non va bene!» concluse Jeri
«Che intendi
dire?!»…«Cyberdramon apparteneva alla
squadra che
accorse per trarmi in salvo dieci anni fa! Non può essere
diventato malvagio: dev’esserci qualcosa che non va! Forse
quella
sagoma sul tetto lo sta controllando: debbo
avvicinarmi!»…«Cosa?!! Sei impazzita,
non sei mica
un Digimon!»…«Non c’entra,
sono un essere
umano ma lui di certo si ricorda di me! Debbo aiutare Beelzemon,
potrebbe non farcela: io
vado!»…«Aspetta,
Jeri!!...non fare follie!!» ma era già scattata in
corsa…
Mako a quel
punto realizzò serio in volto «Non può
andare
avanti così, debbo azionare il Digivice! Dove l’ho
messo…?!» tastandosi qua e là per poi
realizzare
«Oh?!...JERI!! IL DIGIVICE!!»
Era rimasto tra
le mani della ragazza, ma ormai era troppo lontana: con movimenti agili
stava scalando le impalcature incurante delle radiazioni energetiche
che ne consumavano le fondamenta.
«…!!...Takato…!!» chiamava
Cindermon
incessantemente, nel progressivo corrodersi dei fili, e sotto di lei il
vuoto…
«Ahh!!» Jeri udì, ed arrestò
la sua scalata
“Ho sentito di nuovo quel nome!” sicché,
seppur
lontana, decise di sporgersi e gridò a tutta voce
«EHI TU,
MI SENTI?!!...
…RISPONDIMI, SONO QUI PER AIUTARTI!!»
«Oh-h…chi mi chiama…?»
Cindermon aprì
a fatica i suoi occhi «Quella ragazza, sta parlando con
me…?»
Mentre la battaglia infuriava «Lame perforanti!!!»…«Artigli incrociati!!»
Con le sue unghie affilate Beelzemon riuscì a spezzare
l’onda energetica di Cyberdramon.
«CHI STAI
CHIAMANDO?!!» esclamò Jeri con quanto
più fiato
«A CHI APPARTIENE IL NOME CHE RIPETI...QUASI COME POTESSE
GIUNGERE A SALVARTI!!»
«Ah-hhh…» Cindermon lottò
contro il dolore,
fino a che le sue forze non tuonarono in una straziata invocazione
«TAKATO!!»…«Oh?!»
nello stupore di Jeri
«TAKATO…MAT-SUKI, E’ IL MIO
DOMATORE!!...TI PREGO
PORTALO
QUI!!»…«Takato…”domatore”?!
Dunque quella ragazza sarebbe
un…?»…«PORTA…QUI…TAKATO,
E’…!!...E’ L’UNICO CHE
PUO’
AIUTARMI!!» mentre le lacrime della ragazza-Digimon cadevano
sul
Digivice che sempre più scivolava dalla sua mano, prossimo a
precipitare nel vuoto…
Beelzemon
intanto riuscì a raggiungere Cyberdramon e ad avventarsi su
di
lui «CHE SIGNIFICA TUTTO QUESTO?!» ma
quest’ultimo
lottava mosso da una forza smisurata…
Jeri a
quel punto pescò il suo cellulare dalla borsetta, e
riprendendo
la sua scalata in corsa delle impalcature, lo portò
all’orecchio…
Intanto al
panificio «Uhmuhmuhm, sì, noi siamo giapponesi,
vero
Benji? L’America non ci ha assorbiti del tutto, noi non
dimentichiamo le nostre origini! Ah attento piccolo è
già
il quinto dolcetto poi ti viene il mal di pancia.» scherzava
Rea
«Vivevate a Tokyo?» chiese Takato
«Sì! I miei
genitori hanno…una casa in questa città da molti
anni,
sto andando da loro. Mentre lui…» alludendo al
bambino
«…è anche…giapponese per la
prevalenza, e
un…pizzico cinese!»…«Ah
sì?! Hai
origini cinesi, Rea?»…«No, non
io…»
concluse lei con una venatura d’ombra nello sguardo
«…il padre. E’ per metà
cinese.»…«Ma davvero?! Pensare
che...anche un mio
amico è metà giapponese, metà
cinese.»…«E
magari…è anche un Digimon
Tamer!» sottolineò allettata
«…era…!» alzò le
spalle con
semplicità il ragazzo «…anche lui, come
tutti
noi.»…«Che
peccato…»…«Sai…?»
fece Takato
accennando un sorriso «Poco prima di salire
sull’aereo…ho visto tuo figlio in
televisione.» Rea
strinse i suoi occhi sottili e profondi per ascoltare «E se
c’è…qualcosa che mi ha sinceramente
spinto ad
intervenire, al di là di tutti i dubbi…che ora,
come sai,
nutrivo…è stato…proprio…il
dolce e
simpatico viso di Benji! Non lo so, appena l’ho visto ho
sentito…una bellissima sensazione di calore qui, sul cuore!
Pensavo…lui rappresenta il futuro…»
mentre Rea
sorrideva grata ed emozionata «…e anche se non ci
eravamo
mai incontrati era come se ci conoscessimo da sempre!
Uhm…strano, eh? Resta il fatto…che se non
l’avessi
visto probabilmente non avrei deciso…di agire come poi ho
agito.»…«…ascolta,
Takato…io non posso
dire certo di conoscerla. Però Cindermon non mi è
sembrata una cattiva pers-ops! Cioè volevo dire non mi
è
parsa un Digimon malvagio.» Serio lo sguardo del ragazzo,
negli
occhi di lei…per poi calare, tra quelle buste e quei dolci
«…io stesso non ho idea di chi sia, anzi di cosa
sia in
realtà…»…«Sì,
d’accordo,
è un po’ esuberante! Ma non è
cattiva…potrebbe darsi che la magia si stesse ripetendo. Che
a
te spettasse un nuovo
Digimon!»…«Come?!...sì…anche
il mio
amico Kazu ha detto la stessa
cosa.»…«Kazu…è lui
il domatore con
origini cinesi?» chiese la giovane incuriosita «Eh?
Oh no,
lui è di Tokyo come me. Siamo cresciuti
assieme.»…«Uhm, hai visto Benji?
C’è
qualcuno che condivide le tue stesse origini, è che un tempo
aveva con sé un Digimon! Se questo non è un segno
del
destino…!» per poi spiegare «Magari
anche suo padre
fosse stato così…se c’è una
cosa sicura
è che con i Digimon non ha mai avuto niente a che
vedere!»…«Perché dici
questo…?»
la scrutò il ragazzo
«Perché…sembrava che
gli desse fastidio solo sentirne parlare! A detta sua non erano mai
esistiti!!» descrisse Rea come si fa con una grande
ingiustizia.
Takato abbassò gli occhi «…capisco la
situazione…con mio padre ultimamente è lo stesso.
Anche
se lui non potrebbe mai negare che sono esistiti. Li ha avuti di
fronte. Li ha avuti in casa.»…«Uhm,
è quello
che è mancato al mio ex-marito!...di fronte doveva
apparirgliene
uno, in casa doveva tenerlo!...in questo modo…avrebbe
imparato
ad avere più rispetto. Per Digimon, ed esseri
umani.»…«Come si chiama, tuo
marito?»…«Uh?»…«Non
so…se
è di qui magari lo
conosco.»…«Il suo nome
è…» ma proprio in quel momento, uno
squillo
«E’ il tuo? Non è il mio,
vero?!»…«No Rea, tranquilla, si tratta
del mio. Chi
potrà essere?...
…Jeri…?!...
…scusa, un istante-pronto?!»
«Takato! Sono
Jeri! Ascolta…è molto importante, devi venire
subito alla
centrale televisiva!»
«Jeri! Ma che
sta succedendo? C’è qualche
problema…?»
«Non posso spiegarti, vieni subito: più veloce che
puoi!!»
«Ma dimmi almeno
che succede!!...Jeri…!!» mentre Rea si guardava
con Benji,
come si fa con un adulto con cui consultarsi.
«Te l’ho
detto, non posso: quando sarai qui capirai! Ma fai presto!!»
mentre le scariche di energia sfilavano dinanzi a lei «E ti
assicuro…che rimarrai sbalordito da ciò che ti
mostrerò!! Ti aspetto, corri Takato, fa presto!!»
«Jeri?!...pronto?!!»…«Che
succede,
Takato?»…«Non lo
so!...lei…è una mia
cara amica. Mi ha detto di correre alla centrale
televisiva.»…«Alla centrale? E se
fosse…come
ieri, un attacco dei Digimon?!»…«Non ne
ho
idea!» ma si sfilò in fretta la cuffietta e il
grembiule.
Fissando poi avanti a sé, pallido in volto «Spero
solo che
non sia una trappola…»
Cyberdramon e
Beelzemon era uno aggrappato all’altro, lottavano in aria
«A-Ahhh…!!...n-non sei tu!!...la tua coscienza
è
plagiata!!» realizzava quest’ultimo, ma gli artigli
affilati dell’amico-ora-nemico puntavano vicinissimi al suo
volto…
«Corri Takato…o sarà la fine…
…t-ti giuro che non sto mentendo
stavolta…q-questa volta
piuttosto sto morendo…»
«Vai…!...vai Cyberdramon uccidilo taglialo in
mille pezzi
corrodilo con la tua energia ELIMINALO rendilo aria!!»
esortava
N’Emo con occhi rossi di crudeltà: incurante di
Guilmon
che a stento cercava di rialzarsi dietro di lui
«A-Ah…smettilaaa!» ma i colpi subiti
erano stati
più forti di quanto sembrava, ed ora la creatura aveva
difficoltà a tenersi in piedi…
«Cyberdramon!!» Jeri nel frattempo era arrivata in
alto
«Ahh!! Jeri?!» si stupì Beelzemon ma
«Ahhh!!» dovette scattare indietro per evitare una
zampata.
«Cyberdramon!!» esclamò la ragazza
«Guardami!!...riconosci la mia voce, ricordi il mio
viso?!...sono
Jeri Katou!!...
…ero prigioniera all’interno del D-Reaper dieci
anni fa!
Tu assieme a Ryo, il tuo domatore! Assieme a Takato, Guilmon e gli
altri Digimon siete accorsi per salvarmi!!»
«Jeri vieni via di lì!!» gridava
Beelzemon.
«Ahh!! Scendi, è pericoloso!!» lo stesso
Mako, dal
basso…
Ma
la giovane non ascoltava «Devi svegliarti, qualcuno ti sta
controllando!!...ricorda il passato, tu sei un Digimon
buono!!»
Gorgogliava un ruggito fondo e cupo sotto il metallo del corpo di
Cyberdramon…
«Non ascoltarla, è soltanto una
ficcanaso!»
suggeriva N’Emo, tappandosi l’orecchio destro,
così
che anche Cyberdramon facesse lo stesso «Elimina il tuo
avversario, non ti fermare!»
«Non dare ascolto a chi ti controlla!!»
controbatteva Jeri
«Vuole usarti per uno scopo malvagio, io ci sono
passata!!...e ti
assicuro…che è preferibile qualsiasi altro
destino
fuorché questo…!!» molto consapevole
era il suo
sguardo «Non farti manovrare, ricorda chi hai amato, chi
è
stato…più importante per te!!»
Nella mente del
digidrago…un suo equivalente più robusto e col
grembiule,
quattro cuccioli, tanti Digimon e l’immagine sfumata di un
ragazzo – tutto ciò veloce come un lampo,
attraversava la
sua coscienza nello sfondo di quel cupo ruggito.
Ma come i fili
che sorreggevano Cindermon…anche quelle impalcature stavano
cedendo «Ricorda i tuoi affetti più importanti,
Cyberdramon!!» Jeri presa nelle sue esortazioni non se ne
accorgeva, ma Beelzemon sì «Ahh!! JERI
ATTENTA!!»
Ed anche Mako
«Ahh!! Presto crollerà!! Scendi di lì,
Jeri!!»
Ma lei restava
«Non distrarti: continua ad ascoltare la mia voce!!...sono la
voce del tuo passato!...era solo più sottile di
questa…quando gridavo aiuto!...ma siete venuti a salvarmi. E
quella che senti è pur sempre la voce della stessa
ragazzina!...
…svegliati…» la struttura si stava
spezzando
«JERI!!» gridava Beelzemon «Reagisci al
male…» mormorava profonda la ragazza…
…mentre il sole
scompariva quasi del tutto dietro i palazzi…introducendo un
cielo blunotte attraverso una sfumatura rossa come il sangue…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** La notte della verità ***
4°puntata DT2
Il cigolio di
un’impalcatura prossima a crollare si insinua inquietante e
subdolo.
“Le parole
di quella sciocca non dovrebbero sortire alcun effetto sul mio
controllo mentale.” calcolava un ragazzino dai capelli emo
“Cyberdramon ha perso molti dati a seguito della ferita
provocatagli da Guilmon: molta della sua intelligenza artificiale
è andata persa, ormai è un recipiente vuoto al
mio
servizio!”
Guilmon era
dolorante, ma avanzava con sforzo verso il ciglio del palazzo
«…h-ho sentito…l-la voce di Beelzemon!
P-Possibile
che sia venuto ad aiutarmi…? O-Oh…!»
gli cedevano
le zampe.
Cominciavano a udirsi i primi fili che si spezzavano, e Cindermon ormai
sconfortata fissava il vuoto sotto di lei
«…è
inutile…è troppo tardi. Papà,
sorellina…forse avevate ragione, sono stata testarda un
po’ più del dovuto. P-Peccato che per simili
iniziative
addirittura la morte sia la punizione, e non sia concessa alcuna
seconda possibilità, lo trovo…u-un po’
eccessivo se
mi è ancora concesso parlare…» Inutile
sembrava il
Digivice ormai sorretto da deboli dita…
Ma c’era
un ragazzo che stava sfrecciando in quella direzione a bordo della sua
automobile “Perché Jeri mi avrà
chiamato?! E prima
quando ero al negozio mi è parso udire qualcuno che
pronunciava
il mio nome: che mi chiedeva d’aiutarlo! Avevo questo genere
di
sensazioni con Guilmon…ma possibile che ora sia qualcun
altro ad
avere bisogno di me?”
Cyberdramon si
portò d’un tratto le mani al capo, ed
iniziò a
ruggire, e a dimenarsi con violenza. Sembrava in preda alla confusione.
Questo accelerò il processo di consumazione dei fili, e
Cindermon percepì l’agghiacciante
realtà «Oh
no…!!»
…come anche Jeri «Ah!!!...si sta
spezzando!!!» ma
ignorava di trovarsi anche lei nella stessa, cigolante situazione
«Beelzemon, svelto!! Quella ragazza sta per precipitare!!
AAAH?!!» quando ecco che il terrore proruppe nel suo cuore,
sentendo il terreno sotto di lei iniziare a venir meno.
«JERIII!!!» gridava Mako dal basso, portandosi le
mani alla
testa «Maledizione!! Se non avesse portato con sé
il
Digivice ora potrei sfruttarlo!!!»
«JERI!! Oh?!» Beelzemon, che fluttuava in aria
grazie alle
spalancate ali nere, prese coscienza di essere di fronte ad una scelta:
aiutare l’una o l’altra ragazza “Che cosa
faccio,
adesso?!” come se due mani lo tirassero per quelle stesse ali
in
direzioni opposte, fino a lacerarlo.
«AH-AAAHHHH!!!» Jeri fu sul punto di cadere:
Beelzemon si
volse verso di lei. Fu come se attorno a lui si fosse fatto silenzio di
colpo “Jeri: quella ragazza soffrì per colpa mia.
Io le ho
portato via qualcosa di molto importante. E’ mio dovere
salvarla.” «JERIIII!!!» sicché
si
lanciò in volo verso di lei ma…
«AAAAHHH!!!» pochi secondi, ed anche gli ultimi
fili
avrebbero ceduto…
Jeri lo
percepì, nonostante il momento di mortale pericolo
“Ahh!!
Quella ragazza!!...
…non può finire
così…!!...devo fare
qualcosa per aiutarla! Magari…” mentre cadeva, a
poco a
poco “…magari potessi ancora portare la mano qui,
come
quando c’eri tu, Leomon. Ed invocare l’aiuto del
mio
Digimon…
…magari
fossi ancora una Digimon Tamer…”
«…oh?!» ma si accorse così di
avere con lei
un Digivice: quello che le aveva lasciato Mako…
«BEELZEMOOON!!! SALVA JERI, TI SCONGIURO!!!»
gridò
quest’ultimo…
«JERI, STO ARRIVANDO!!!»
…e lei lo
vide “Ahh!!...Beelzemon…sta venendo in mio
soccorso!” sicché «AHH!!» nel
suo più
grande stupore, assieme a quello dell’abbagliato Digimon, di
Mako…
…di
N’Emo, nonché di Guilmon, che fu subito accecato
non
appena si sporse…
Il Digivice
bianco e viola scatenò un potentissimo bagliore –
gli
occhi di tutti non potevano che pararsi – l’unico
che non
permise alla sua azione di arrestarsi fu Beelzemon, che si
lanciò in soccorso di Jeri «Non ti
lascerò
morire!» ma mentre la ragazza si sentiva afferrata da quelle
braccia nere e metalliche, il Digivice subiva una mutazione: non
più un elementare congegno ingrigito da dieci anni
– una
nuova luce accecante gli conferiva un aspetto diverso, più
magico, contraddistinto da una sorta di ruota dentata a circondarlo
“Sento quella stessa sensazione…quella sicurezza
di quando
il Digivice di Leomon comparve dinanzi ai miei occhi!”
«Ahh!! Sei salva!!» Beelzemon la
afferrò, ma…
L’ultimo filo, e poi «AAAHHHH!!»
Cindermon precipitò.
«Ahh!!
No!!» esclamò Jeri, che istintivamente, con un
rapido
scatto, estrasse una piccola lastra rettangolare dalla tasca dei suoi
pantaloni…socchiudendo gli occhi e pregando che funzionasse,
dopodiché pronunciando «…DIGIMODIFICATI!!!»
Lasciando N’Emo
completamente strabiliato «Non è
possibile!!!» alla
vista di quella carta che scorreva nel nuovo Digivice «Una
carta
per la Digimodifica?! Andavano di moda dieci anni fa!! Come
può
quella ragazza averle ancora con lei?!»
Comando di Jeri fu
«Carta del
clone!!»…«Ahh!!»
Beelzemon
stesso fu folgorato dalla sorpresa nel sentire il suo corpo che si
sdoppiava «Aiuta quella ragazza, te ne prego!!» e
così fu: improvvisamente c’erano due Beelzemon
– la
carta sfregata nel Digivice aveva permesso la comparsa di un clone che
si lanciò in volo per salvare Cindermon, afferrando
saldamente,
nel più cieco stupore di costei…
…e
lasciandola adagiarsi dolcemente a terra, mentre Mako le correva
incontro «Grazie al Cielo ce l’hanno fatta!! Ehi
tu, stai
bene?! Sei ferita?!»
La ragazza-Digimon non realizzava ancora del tutto l’accaduto.
Lo stesso Jeri,
in aria e tra le braccia di Beelzemon «La carta che tenevo
come
portafortuna ha funzionato…il Digivice…ha reagito
come
fosse il mio!» alzando gli occhi verso il volto,
dall’espressione seria e profonda, di quella creatura a tre
occhi
“E come se il mio Digimon fossi tu…”
Atterrarono
dunque, planando lentamente. Jeri e Beelzemon si guardarono
«…mi hai salvato la
vita…»…«…non
potevo lasciarti
cadere.» ed anche Mako giunse da loro «Meno male,
ho temuto
il peggio! Beelzemon: grazie! Pochi istanti sono bastati…e
già traduci i miei desideri come colui che sei, il mio
Digimon!
Hai salvato la ragazza che amo…» fissandola
intensamente
da dietro i suoi occhiali…
Cindermon era
rimasta in disparte, e si accorse allora che il Digivice nonostante
tutto gli era rimasto in mano.
«Beelzemon, quello è Beelzemon, non mi ero
sbagliato!!» esclamò Guilmon sporgendosi ora che
la luce
si era diradata, ma si sovrappose un mormorio «Razza di
sciocchi
siete degli idioti se credete di cavarvela
così!»…«BEEELZEMOON!»
gridò
Guilmon ma «STAI INDIETRO,
GUILMON!!!»…«WAAAAAHHHH!!!»
N’Emo
sprigionò una potente onda d’urto dalla mano
travolgendo
il Digimon fino a farlo schiantare con un pilastro,
dopodiché
colpì la sua stessa testa con le mani «SVEGLIA,
CYBERDRAMON!»
L’interpellato si destò e riprese a ruggire
«ATTACCA!!!» E tuonò un ruggito
squassante.
«Ahh!!» indicò Mako «State
attenti,
ricomincia!!!»
«Globi
perforanti!!!» esclamò e
mimò
N’Emo – attuò Cyberdramon.
«State giù! Pallottole
smaterial-AAAHHHH!!!»
Beelzemon reagì troppo tardi e fu travolto dai potenti globi
così come
«AHHH!!»…«Ahhh!!!»
Jeri
e Mako, tutti e tre spazzati lontano dalla forza del colpo.
«Che
succede?!» esclamò Cindermon – ma poco
dopo
«AHHH!!» Cyberdramon si avventò su di
lei, a cui
schizzò via il Digivice di mano, spingendola atterra e
premendo
con i suoi artigli «Ahh-ahhh!!!»
«Se non
sei morta schiantandoti al suolo te la offro io la seconda
possibilità: sarai fatta a pezzi dalla creatura che
obbedisce ai
miei ordini!» decretava soddisfatto N’Emo.
Cyberdramon
sembrava intenzionato a farle assaggiare le lame sulle sue braccia
«…Brace…d’aut-AAHH,
E’ INUTILE!»
Il nemico stringeva troppo forte.
«A-Ahhh…!» provava a rialzarsi Beelzemon
«Ce
la fai?» si premurava Mako, ma in risposta «Ho
perso…molta energia.»
«Uhmuhmuhm!» sogghignava il ragazzino…
Ma in quel
momento il buio fu illuminato dai fari di un’auto: qualcuno
smontò – era Takato «…!! Cosa
è
successo qui?!» constatò sconvolto, il fumo e lo
scenario
di distruzione.
«…è-è
Takato…» tese la mano
Jeri ma era troppo lontana, e la sua voce smorzata a causa del colpo
subito.
Gli occhi
del ragazzo non tardarono ad individuare
«…Cyberdramon…?...
…!!» nel più sommo stupore «E
quella…è CINDERMON!!» correndo verso di
loro…
…e
notando il Digivice a terra «…!
Cyberdramon!!»
chiamò…
…e
lei udì la sua voce «Ah!! Takato…sei
arrivato!» si dipinse un sollievo ma per poco,
poiché
Cyberdramon alzava la sua lama.
«Che
sta facendo, perché la attacca?! Cyberdramon, mi
riconosci?!»
Ma Cyberdramon non udiva…
«Uhmuhmuhm, chi si vede…l’eroe delle
cause
perse.» sibilò N’Emo.
«T-Takato…!!...a-aiutami!!» ma Takato si
sentiva
smarrito “La sta attaccando come se fosse una nemica. E
Cyberdramon è un…ERA…un Digimon dalla
nostra
parte. Però perché la assale con questa violenza,
perché non ascolta i miei richiami?!”
«TAKATO, TI GIURO CHE E’ VERO!!»
gridò
Cindermon disperata «Ahh!!» lasciando che il cuore
del
ragazzo balzasse in un sussulto «NON TI HO MENTITO,
AHH!!...Q-QUESTO DIGIMON…MI ACQUISIRA’, TI PREGO
AIUTAMI!!» tanto che lui «Ora basta,
Cyberdramon!!...lasciala andare!!...
…f-forse è una nemica, è vero, ma
tu…!!...ma tu…
…non agivano così i Digimon che
ricordavo…»
«Takato…!...ahhh…
…non esitare…» provava ad esortarlo
Jeri, ma la sua
voce non giungeva…
«IO
SONO DALLA TUA PARTE, SONO LA TUA DIGIMON!!» supplicava
Cindermon, quando era ormai prossima a subire il colpo. Gli occhi di
Takato si dilatavano «QUELLA TELEFONATA…N-NON
E’
COME PENSI TU!! E LUI NEANCHE E’ QUELLO CHE
RICORDAVI!!»
mentre il ragazzo era sempre più inquietato dal ruggito
profondo
e cupo del Digimon conosciuto «ATTENTO A QUEI
RICORDI!!»
implorava così quella ragazza-Digimon «I-IO SO CHE
ERANO
MOLTO IMPORTANTI PER TE…!!» parole che una dopo
l’altra gli danzavano attorno al cuore «M-Ma
qualcuno li
sta usando per farti del male, e TI GIURO CHE NON SONO IO!!»
Cyberdramon alzò il suo braccio: Takato fissava a turno lui
e
Cindermon «S-SE NON TI SVEGLI IN TEMPO…!!...LI
DISTRUGGERANNO!!»
Così come N’Emo aveva il braccio alzato, e la
rabbia a
mille «Taci, RAZZA DI STREGA!! ADDIO!!»
«TAKATO!!» sicché il ragazzo chiuse gli
occhi
“Cyberdramon o no, non era questo quello che conoscevo. Non
era
questo ciò che volevo!!” sicché li
riaprì. E
decise.
Mentre
Guilmon si rialzava a stento «A-Ah…c-chiamano di
nuovo
Takato…m-ma di chi parlano…?»
Takato
scattò in corsa. Cyberdramon lo vide e, su comando di
N’Emo, balzò liberando Cindermon per avventarsi su
di lui.
Fu
questione di secondi – sotto gli occhi sospesi di tutti
Takato si
lanciò sul Digivice a terra – Cyberdramon
balzò ma
il ragazzo afferrò per primo il magico congegno digitale.
«Ahh!! Ce l’ha fatta!! Mi ha creduto!!»
balzò
in piedi di nuovo forte e sorridente Cindermon – un istante
prima
dallo sprigionarsi di quella luce splendente – che
scaturì
dal Digivice e provocò turbamento in Cyberdramon, che
iniziò a dimenarsi e ruggire.
Beelzemon,
Jeri e Mako sorridevano. N’Emo si parava gli occhi
infastidito.
Cindermon
respirò profondamente «Bravo
Takato…» e la
stessa luce aurea e fiammeggiante la avvolse «Mi sento
rinascere…sono pronta a combattere!! Combo spezza-fiato!!»
caricando mani e piedi…
…e
lanciandosi «Aarrrrrghhhhhhhhh!!!» contro
Cyberdramon,
assestandogli un pugno in pieno stomaco – il Digimon fu
spinto
via con violenza inaudita.
«E’ incredibile!!» esclamava Mako
puntando un dito
tremante «Ma se l’ha potenziata grazie al Digivice
significa che…quella non è una ragazza:
è un
Digimon!!»
Jeri
rifletteva in silenzio “Quel Digivice…ma allora
Takato ha
un nuovo Digimon, è davvero il suo domatore! E quel
Digivice…” prendendo in mano quello che aveva con
sé “…è simile
all’aspetto che ha
assunto questo dopo la trasformazione.”
«Devo…interveni-ahhh!»…«Beelzemon,
che
fai, sei troppo debole?!» si premurò Mako
«Mako,
devo aiutarlo! Cyberdramon è mio amico e quella
creatura…!»
Cyberdramon ora
era infatti in seria difficoltà, i colpi di Cindermon erano
accaniti e incessanti: tutto questo sotto lo sguardo timoroso e incerto
di Takato, col suo Digivice in mano che emetteva luce, ma non a
sufficienza per chiarirgli i dubbi su quale fosse la parte giusta.
«Ahhh!» Beelzemon cedeva «E’
inutile, sei
troppo debole!» gli ricordava Mako «Ma non posso
lasciarlo
al suo destino!»…«Che cosa sta
succedendo
esattamente a Digiworld?!» chiese dunque Jeri. Beelzemon,
fissando la battaglia con occhi intensi e consapevoli
«Guilmon
è scomparso…e un Digimon malvagio che si
è
autoeletto guardiano del varco per la terra ci ha raggirati, temo che
anche tutto questo sia opera sua! Stanno succedendo cose strane!...ho
udito il nome di quella Digimon, Takato l’ha chiamata
Cindermon!...credo…che sia la figlia del Digimon che ha
assunto
le redini di Digiworld da quando i quattro Supremi si sono consacrati
alla sorveglianza del D-Reaper!»…«Che
cosa hai
detto, Beelzemon?! Guilmon…è
scomparso?!»
replicò Jeri dallo sguardo sconvolto
«Sì!»
Mentre Guilmon
«…Ta…kaa…to…»
cercava di nuovo,
per l’ennesima volta di affacciarsi dal tetto.
«Sono
venuto sulla terra per cercarlo! S-Speravo di trovarlo qui, ma
invece…ho trovato tutto questo!» cadendo di nuovo
«Non ho idea di cosa
significhi!»…«Resta
fermo, non ti muovere!» ordinò Jeri, rivolgendo
poi anche
lei sguardo appenato alla battaglia…
«Cindermon!...b-basta così!» tendeva la
mano Takato,
visibilmente spaventato per la sorte di quel Digimon che stava avendo
la peggio in lotta contro un’avversaria che, udite tali
parole
cessò la sua offensiva «Ma
Takato…»
accennò Cindermon con occhi spiazzati «Questo
Digimon che
tu probabilmente ricordi come un’amico…ha appena
sferrato
un attacco alla città. Voleva ucciderci
tutti…!» ma
il ragazzo si portò le mani al capo «Basta, non ce
la
faccio più!! Tutto questo
è…terribile!! Non posso
vedervi lottare, non posso vedervi…!!...confondere gli uni
con
gli altri, non…!!...CI CAPISCO PIU’
NIENTE!!»
cadendo in ginocchio «Takato!» lei gli corse
incontro.
…mentre
passo dopo passo “…di nuovo quella
voce…”
Guilmon avanzava…
N’Emo lo
percepì con la coda
dell’occhio…sicché
seppur stizzito, si esibì in un gesto conclusivo, unendo i
pugni, e poi mimando una possente elevazione.
«Ahhh!!
Che succede ora?!!» Cindermon riparò se stessa e
Takato
dal forte spostamento d’aria causato dall’alzarsi
in volo
di Cyberdramon.
«Ahhh!!» anche Guilmon avvertiva un vento forte
contro di
lui, fino a che, in un agile scatto il digidrago alato li raggiunse sul
tetto.
«No,
Cybedramon, aspe-!!»…«Fermo, non ti
muovere!!»
Jeri spinse indietro Beelzemon «Jeri…?!»
mentre Mako
si interrogava sul perché del gesto della ragazza.
«Dove va?!» Cindermon si volse cercando di scorgere
la
destinazione dell’avversario…
“Takato grazie al Digivice ha conferito potenza a quella
maledetta!! Sono costretto a ritirarmi se non voglio perdere il
prezioso aiuto di Cyberdramon!” decretò
N’Emo
tirando a sé l’enorme Digimon grazie ai fili
imprigionanti
«Ah! Che vuoi fare di lui?!» esclamò
Guilmon, e il
ragazzino tagliò corto «Ci
ritiriamo!»…«No, aspetta!!» ma
N’Emo
aveva aperto un buco nero nell’atmosfera tracciandolo col
dito, e
non esitò a lanciarsi al suo interno assieme a
«Cyberdramon!!» che Guilmon scelse di seguire
aggrappandosi
al suo massiccio corpo metallico, pur rimpiangendo ciò che
di
quel luogo lasciava senza essere riuscito a sporgersi
«Takato…» Il buco nero si richiuse.
«E’ andato
via?!» esclamò Cindermon «Si sono
ritirati?!»
sconcertata, e un pizzico infastidita. Dopodiché, fu tempo
di
volgersi, con sguardo che si faceva sempre più critico da
assemblare, verso quel ragazzo che teneva basso il suo,
nonché
il suo capo per intero. Sembrava sconfortato.
«Debbo
parlargli…» mormorava intanto Beelzemon, ma Jeri
lo
trattenne saldamente «No,
Beelzemon!»…«Ahh! Ma
perché?!...è il domatore di Guilmon!!...ha
diritto di
sapere, forse quella Cindermon gli ha rivelato cose che noi
ignoriamo!»…«Jeri, perché non
vuoi che
andiamo da loro?!» chiese anche Mako, ma Jeri era molto seria
in
volto «Mi hai appena detto che Guilmon non si riesce a
trovare…» e non smetteva di fissare Takato
«Sì…noi Digimon non sappiamo dove
sia.»
rispose Beelzemon chinando il capo, sicché Jeri si
aggrappò a lui «Devi rimanere nascosto, Takato non
deve
vederti!!»…«Come…?
Perché?!»
«…beh stavolta…» si grattava
Cindermon i suoi
capelli rossi «…devo ammettere che sei stato tu. A
salvarmi la vita. Grazie Takato. Oh?» ma restò
senza
parole nel vedere che il ragazzo le rimetteva il Digivice tra le mani
«E con
questo…?»…«Con
questo…» Takato alzò i suoi occhi
rossi, e seri,
fino in quelli di lei «…semplicemente si mette in
chiaro
che fra noi non è cambiato assolutamente
niente.»…«Cosa?! Takato, ma io pensavo
che-»…«Non credere, ho capito
bene!!»
sottolineò lui eloquente, e tagliente
«…beh…se tu hai capito QUELLO DI CUI IO
FRANCAMENTE
NON HO CAPITO UN TUB-»…«Spero almeno che
questo ti
sia servito da lezione. Ascolta, non voglio pensare che persino quello
che ho visto stasera facesse parte di un piano, almeno, prima, quando
chiedevi aiuto mi sei parsa sincera. Su quello…voglio
crederti.»…«…no
guarda…mi
stavo…me la stavo spassando, al chiaro di luna con quel tipo
là di prima!» ironizzò un po’
lei a bassa
voce, ballonzolando su se stessa e guardando altrove «Spero
almeno…!! Che questo ti insegni a non frequentare certa
gente!!
A non…RISPONDERE a certe telefonate…!!...
…ti causano
solo grane.» volgendole le spalle «Ahh!! Ma
Takat-»…«STA LONTANA DAI
GUAI…senti Cindermon
forse afferro che in tutto questo disastro tu non stai proprio ai
vertici. Non sei un capo. Diciamo che
sei…un’esecutrice
beh in questo caso trovati un altro lavoro!...se ci riesci.»
andando via, con la frangetta a coprirgli occhi che non gli andava di
mostrare «E frequenta altre compagnie. Invece di gente che
costruisce fantocci di Digimon. Dopo tutto quello credo che non fosse
il Cyberdramon che ho conosciuto io. Non mi riconosceva neanche. Era
come se nemmeno sentisse la mia voce. I Digimon veri se ne sono andati,
tanto tempo fa.» volgendosi l’istante dopo, con
occhi
recriminanti verso la spiazzata Digimon «Vediamo se riusciamo
ad
evitare di incrociarci!!...questa volta è andata
così
perché…non mi piace che la
gente…finisca in certi
modi, anche se è disonesta. E poi perché comunque
te lo
dovevo.» per poi negarle di nuovo lo sguardo
«…ma ho
una vita, dei problemi, altro da fare che ripetere una roba simile
cento altre volte, spero…di essere stato chiaro e che
l’esperienza di oggi ti abbia aperto gli occhi.
Addio.»
Cindermon lo
vedeva incamminarsi ma tendergli la mano non le concedeva anche le
parole per trattenerlo: bastò guardare il Digivice per
essere di
nuovo presa in un vortice di parole strozzate e slanci repressi, che
faceva venir voglia di lanciare a terra qualsiasi cosa
«Ah-m-MA?!...QUALSIASI COSA IO FACCIA DEV’ESSERE
INTERPRETATA AL ROVESCIOOO?! E’-E’ un incubo
è-è assurdo anche ora che mi aveva salvato la
vita, anche
ora che era…!!» e stava per scagliare il Digivice,
anche
se non lo fece «Accorso per me neanche questo gli sta bene
che
doveva quello ammazzarmi mi dovevi ritrovare morta tutti schizzi di
sangue un pezzo qua un pezzo là questo ti farebbe capire che
forse una volta dico una-UNA soltanto in questa CAVOLO DI VITA sto
dicendo la verità! Che non sono quell’essere,
quel…mostro che tu ti sei fatto l’idea che sono?!
Eh?!»
Ma niente lo tratteneva, rimontava sulla sua auto.
«Vado a
parlargli!!» si accinse Jeri «Voi due rimanete
nascosti,
non fatevi vedere!» ma Beelzemon le prese il braccio
«…perché?»…«Perché…»
guardando con la coda dell’occhio il suo amico appoggiato
all’automobile «…Takato ha sofferto
molto.
Tu…non puoi saperlo ma questi anni sono stati molto
difficili
per lui, non è mai riuscito ad accettare il fatto di aver
perso
il suo amico Guilmon!» Gli occhi di Beelzemon e Mako erano
colpiti all’udire quelle parole «E’
fondamentale…più di ogni altra cosa non dargli
false
speranze. Se…» chinando il capo, tradendo un velo
di
sofferenza «…se è vero che Guilmon non
si trova e
che ignoriamo cosa gli sia successo. Takato non deve vedere altri
Digimon, si illuderebbe che il varco è di nuovo
oltrepassabile!»…«Sì Jeri ma
dimentichi che
ha appena visto Cyberdramon!» obiettò Mako
«Quanto a
quello non c’è problema, non è sicuro
che sia lui e
si può inventare una
storia!»…«Questa
faccenda è grave!» precisò
però Beelzemon
«Dobbiamo indagare su questi avvenimenti, e forse Cindermon
può aiutarci!» muovendo lo sguardo verso di lei,
che era
rimasta inquieta e indecisa in quello scenario desolato. Jeri
però mise le mani avanti «Li terremo
d’occhio!
Sorveglieremo tutti loro e nel frattempo cercheremo una risposta ai
quesiti! Ma ve lo chiedo per favore: non coinvolgiamo Takato! Non prima
almeno di essere sicuri…che Guilmon sta
bene.»…«Oh-h…»…«Beelzemon…dopo
tutto credo che Jeri abbia
ragione!»…«Come dici,
Mako…?»…«Aspettate
qui!» fece intanto
Jeri, e corse svelta.
«Takato!!...aspetta!!» sicché il giovane
che era
rimasto appoggiato all’automobile a riflettere
alzò il suo
sguardo «…?! Jeri!! Meno male, non ti avevo
trovata!!»
Cindermon la
scorse «Quella è la ragazza di prima!»
ricordando di
lei che la chiamava a gran voce dalle impalcature «Forse
dovrei
andarla a ringrazia-oh?!»
«Sono
rimasta nascosta!»…«Come stai, sei
ferita?!»
Takato le prendeva le mani «Ti hanno
attaccato?!»…«Per fortuna no, ma ho
rischiato!»
Vedendo i
loro atteggiamenti amichevoli, Cindermon si fece seria
«Lasciamo
perdere…» e alzando il suo cappuccio si
allontanò a
passo triste…ignara di essere seguita dallo sguardo di
Beelzemon
e Mako.
«Che cosa è successo esattamente…tu hai
visto
qualcosa in più?» Jeri si scostò i
capelli e
svelò «Assolutamente niente, però ti ho
chiamato
perché quella ragazza seguitava ad invocare il tuo nome!! Tu
la
conosci? Chi è?!»…«Uh? Lei
è…» ma dopo aver lanciato fuggevole
sguardo a
quella sagoma dal manto avorio che andava via, alzò le
spalle
«Niente, lasciamo stare. A dire il vero la conosco poco e non
so
quasi nulla di lei. Jeri, ascolta!!...hai visto quel
Digimon?!»…«Sì,
Takato…»…«Non era per
caso…?»…«No.»
rispose lei seria, di
nuovo agitando i suoi lunghi capelli «Per un attimo
l’ho
pensato anch’io! Era identico a Cyberdramon!!
Però
non aveva niente del nostro amico, non mi ha riconosciuta e stava per
attaccarmi! Io penso…che in fin dei conti siamo alle solite,
del
resto non è la prima volta! Quanti casi, in questi anni, di
presunti avvistamenti di Digimon che si rivelavano poi soltanto
iniziative…per spargere il panico!»
sicché entrambi
i ragazzi mossero lo sguardo alla centrale televisiva, visibilmente
compromessa da quell’assalto «Però non
si sono mai
spinti così avanti…»
commentò Takato, e Jeri
gli rivolse una carezza sui capelli «Va a casa. I tuoi
saranno
sicuramente molto preoccupati.»…«Vuoi un
passaggio?»…«Oh? No, ti ringrazio, ho
già
chiamato Mako, sarà qui…a
momenti.»…«Ah…d’accordo.»
sorrise
lui, e montò in auto «Grazie comunque di avermi
chiamato.»…«Di
niente!»…«Buonanotte!»
Ma non appena
ebbe svoltato l’angolo, Jeri si volse verso quei compagni che
attendevano un suo responso.
Cyberdramon aveva un corpo troppo massiccio e pesante per quei giochi
di bambini abbandonati nel tetro giardino, finiva per creparli,
appoggiandosi stanco ad essi «Cyberdramon! Amico, che ti
succede,
rispondi! Forse non mi senti? E non mi vedi?» Guilmon cercava
in
tutti i modi di stimolarlo «Cosa ti è accaduto?
Sei caduto
vittima di un incantesimo…? Non ricordi più dei
tuoi
amici?»
L’enorme
creatura non rispondeva, chiusa in un cupo silenzio. Guilmon
chinò triste il suo muso “Dev’essere
bruttissimo.”
Quando sul lungo
terrazzo che dava sulla notte, N’Emo era inchinato
«Sono
riuscito ad entrare in possesso di un Digimon con molto potenziale! Ci
potrà aiutare…» tradendo un sorrisetto.
«…recupererà i cuori digitali per
noi?»
chiese quell’insicura voce femminile proveniente dalla sagoma
dal
cappello conico e la bacchetta magica che fluttuava nella sfera di luce
lilla «Adesso che è finalmente dalla nostra parte
non
abbiamo più nulla da temere!» rispose
N’Emo
spiegando «Questa sera siamo stati presi alla sprovvista, ma
elaborando un piano ben congegnato potendo contare su di una simile
forza, i nostri bersagli non avranno scampo alcuno! Cyberdramon esce
appieno vincitore dal confronto con i Digimon bioemersi finora per
aiutare i terrestri: sono ancora pochi, e deboli.»
assottigliando
i suoi occhi astuti «Cindermon compresa è
totalmente
innocua se separata da…quello sciocco che ha designato come
suo
domatore. Non è poi così eroica come vuol far
credere, fa
solo scena.» alzandosi in piedi «Non ho paura di
lei! Ora
sono finalmente io a possedere un Digimon leggendario che obbedisce
ciecamente ai miei ordini!!»
Quando
«Oh?!» Guilmon veniva destato da uno squillo di
cellulare
echeggiante nel silenzio del giardino
«Cos’è questo
suono?...era una vecchia sigla del cartone dei Digimon. Da dove
proviene, non era forse la suoneria del tuo ultimo telefono,
Cyberdramon?» cercandolo qua e là, annusando e
tastando
«Nemmeno quello riesci a sentire, non solo la mia voce. Ma
chi
è che ti chiama a quest’ora? Forse è da
Digiworld,
saranno preoccupati per noi. Ah, eccolo!» e seppur
inizialmente
incerto…lasciò cadere il suo artiglio sul
simboletto
verde «E-Ehm…pronto? Chi parla?»
Gli occhi oltre la maschera iridescente si dilatarono.
«Ho detto pronto! C’è qualcuno in
linea?!»
«E’
la voce di quel…vagabondo di Guilmon…»
realizzò Guardianmon.
«Prontooooo?! Una domanda: la telefonata viene da Digiworld?
Se
sì vi prego, che qualcuno venga ad aiutarci!
Siamo…b-beh
a dire il vero non so dove siamo! Prima eravamo sulla terra ma poi
siamo saltati all’interno di un buco nero e siamo finiti in
un
luogo sconosciuto. Non riusciamo più a tornare
indietro!!»
Guardianmon
abbassò lentamente il telefono
«…LURIDO…VERME SCHIFOSO PLACCATO IN
METALLO…e così mi hai disobbedito,
anziché
eseguire l’ordine che ti avevo dato sei andato a coalizzarti
con
i tuoi amichetti scappati sulla terra, eh?
Questa…combriccola in
gita comincia a stufarmi, la terra necessita di una soluzione drastica:
resta solo un problema, come tenere a bada questi disgraziati a
Digiworld? Se mi reco sulla terra a fare giustizia e lascio incustodito
il varco questi ci si FIONDANO dritti e sarebbe davvero un problema se
tutti loro riuscissero a ricongiungersi con gli antichi domatori. La
nostalgia…covata in tutti questi anni mi dà i
brividi se
la immagino tradotta in energia digitale. Niente da fare: qualcuno
dovrà occuparsene per me, benché senta tanto il
bisogno
di una vacanza-svago debbo essere ligio al dovere. Dovrò
restare
qui…» riprendendo con il suo guanto metallico a
comporre
numeri sul cellulare…
«Pensi
che…tu e Cyberdramon assieme possiate
farcela…?»
accennava la voce proveniente dalla luce lilla «Ma
è
garantito!!» rispose N’Emo pieno
d’orgoglio
«Quegli umani non mi spaventano affatto, sarà
divertente
giocherellare coi loro fragili corpi indifesi una volta che li
avrò di fronte senza i Digimon a proteggerli! Ho solo
bisogno…di averli riuniti dinanzi a me, e che Cindermon stia
lontana, distante anni luce! Il bagliore sprigionato dal Digivice
concesso al suo domatore mi disturba, e inibisce il potenziale dei miei
Digimon!!»
«Non preoccuparti, al riguardo…!»
«Come?!»
«Pensa a
preparare il tuo piano d’attacco,
N’Emo…!...i
Digimon…e i loro domatori non si riuniranno.»
pronunciato
col suono di un’allettante gioco…
N’Emo era perplesso, incuriosito…
«Cindermon…nessuno andrà a chiamarla, e
tu potrai
agire indisturbato…!»
Ben presto
l’espressione sospesa del ragazzino rivelò un
furbo ghigno.
«Ora basta
con le obiezioni, sono stufo a sufficienza. Tu sai di cosa sono capace,
per cui, cara…se non ti è troppo difficile evita
di
contraddirmi. Piuttosto fa ciò che ti
dico…»
pronunciava lentamente, con apparente calma, Guardianmon
«Ormai…mi pare che ti sei completamente ambientata
nella
tua romantica alcova. Hai imparato a conoscere la gente, del
resto…ti ha aiutato la tua esperienza diretta. Bene. Allora
sai
quali sono certi aspetti, diciamo…vantaggiosi di quando
determinate voci iniziano a circolare.» ponderava con
enfatico
gesto di mano, tanto per mantenersi su di un generico forse fin troppo
esplicito per chi c’era dall’altra parte
«In questo
caso almeno ammira il mio coraggio: getto il mio nome
onorato…nel nucleo fiammeggiante di questa pericolosa
faccenda
pur di preservare la causa. Quella principessa, o almeno tale lei crede
di essere, Cindermon: E’ UNA MIA INVIATA…ci siamo
capi-no-no cara, aguzza il cervello, non lo è realmente: ma
ciò devono credere quelle altre cime che hanno avuto la
saggia
idea di catapultarsi sulla terra. Una strage di massa…fra
stolti
che si credono nemici tra di loro, ecco ciò che voglio
conseguire. E tu…mia deliziosa alleata…mi
aiuterai. Vero,
non mi sto sbagliando…?»
Sulla terra, una mano
femminile grassottella richiudeva un cellulare. Suonarono alla porta
«Ih! O-oh Cielo arriiiivo!» emise con la voce di
chi ha una
molletta attaccata sul naso «Oh per fortuna è lei
non ci
crederà ma mi ha fatto prendere uno
spavento!»…«Mi scusi, non era mia
intenzione signora
Kitagawa. Solo che suo marito ha lasciato la borsa da lavoro a casa
mia, venivo a riportargliela. Perdoni
l’ora.»…«Grazie!»
Presa la borsa, chiusa
la porta
«Fiùùùù!»
sospiro di
sollievo con mano al cuore.
«Allora,
siamo d’accordo ragazzi?!» disponeva Jeri,
all’interno di un garage «Io…»
iniziò
Beelzemon «…a questo punto potrei andare al
nascondiglio
di Guilmon. E’-E’ vero inizieranno presto i lavori
ma per
il momento è
tranquillo!»…«Non se ne parla
nemmeno Beelzemon, te l’ho già detto!»
ribatté Mako, e Jeri «Lì possono
vederti!»…«Sì lo so, ma io
starei
attento!» e Mako «Ti ho detto di no e poi non
voglio che
vai a dormire in un luogo squallido e abbandonato, ora che sei tornato
sulla terra. Certo, purtroppo non è prudente nemmeno
ospitarti a
casa. Dopo l’incidente di oggi…inizieranno a
circolare
voci ambigue sui Digimon. Oh amico mio non sai quanto mi dispiace: ma
è meglio così, mio padre…è
vero che ti ha
conosciuto però tu sai che è un periodo
difficile, e
poi…!» continuò Jeri «E poi
tuo padre parla
troppo Mako, gli piace ciarlare in giro: escluso a
priori!»…«Sta
tranquillo…penserò io a
trovare un luogo in cui starai al sicuro.
Coraggio!!»…«Ma io…oh mi
dispiace, mi
dispiace amici miei. Temo…di essere venuto soltanto a
portare
scompiglio, e a crearvi problemi.» Il suo sguardo era basso,
e a
dispetto della sua spiccata virilità, la sua posa quasi
infantile «Non è il momento di farsi senzi di
colpa,
Beelzemon!» lo esortò Jeri «E poi non
potevamo
prevedere che sarebbe successo questo: Mako…allora lo affido
a
te, mi raccomando!»…«Certo, puoi
contarci! Ah a
proposito!...il Digivice, Jeri. Lo avevo lasciato a te. Se Beelzemon
verrà con me ne avrò
bisogno.»…«…intendi
dire…
…questo?»
la ragazza presentò nella sua mano quel singolare Digivice
decorato dalla ruota dentata «Cosa? No, questo non
è il
mio! Io te ne avevo dato un altro, ricordi? Aveva un aspetto molto
più semplice! Un momento…! Ma se…tu
hai questo
Digivice ciò significa…che ne è
apparso un altro!!
E allora chi sarebbe il tuo Digimon?» La ragazza
però
replicò seria «Niente affatto. Non è
apparso un
nuovo Digivice. Questo è il tuo, Mako. Ha
semplicemente…subito una
trasformazione.»…«Che cosa?!»
ed il ragazzo lo
afferrò, per scrutarlo, assieme al suo Digimon, anche lui
colpito «Questo…non è lo stesso che
apparve quando
ero con te e Akemi! Jeri lo aveva con sé
quando…ha
assunto questo nuovo aspetto. Allora è stato questo che le
ha
permesso di utilizzare la carta del
clone!»…«…non ho mai
smesso…esattamente come quando ero piccola…di
portare con
me alcune carte…fra quelle che usavano i ragazzi, dieci anni
fa,
per giocare. E che altrettanto sfruttavano i domatori…per
potenziare i loro Digimon grazie alle Digimodifiche.» narrava
la
giovane, perdendo i suoi occhi assorti in quella che sembrava la
narrazione di una leggenda, avvolta nella notte, e nel silenzio di quel
garage «Io ne feci un uso molto ridotto…in
battaglia. Fui
una domatrice dalla carriera breve…»
…parole
dinanzi alle quali Beelzemon chinava il capo…e Mako lo
scrutava
cercando di capire…
«Però fu come...il destino a indurmi questa notte
a
portare la carta con me. E’ servita. Ma per il resto non
chiedermi altro, Mako…non ti so rispondere. E comunque ora
è meglio che vada.» sistemandosi la tracolla della
borsa
«Aspetta, Jeri!»
Mako le si
accostò «Ti accompagno a
casa!»…«No!»…«Perché?!»…«E’…meglio
di no, Mako: tu hai da occuparti di Beelzemon e poi…sai
com’è mio padre!»
descriveva…mentre Beelzemon
che li guardava non riusciva a liberarsi da quella sensazione che lo
faceva sentire un intruso, una presenza inopportuna
«E’
ancora presto, lui è un uomo…molto rigido e il
discorso
della differenza d’età fra noi
due…!»…«Ah, ho capito!
Però un giorno
me lo presenterai?! Mi inviterai a
casa!»…«Ma
certo!»…«Non vedo l’ora di
poter ammirare il
tuo lussuoso ristorante: i tuoi racconti mi fanno vivere con
l’acquolina in bocca!»…«Quel
giorno non
è lontano!» sfoderò Jeri un luminoso
sorriso
«Però adesso andiamo, qualcuno potrebbe entrare e
scoprirci!!»…«D’accordo:
però ci
teniamo in contatto
eh!»…«Sì!»…«Vieni,
Beelzemon!» Il gruppo dunque si divise.
Uffico Direzione
lavori – recitava la targhetta sulla porta al
termine di quel
lungo corridoio. Porta contrassegnata (oltre che da un cartello scritto
a mano e male: Non
fate rumore!) da uno stemma a forma di piramide
rossa dalla punta capovolta. Porta sulla quale si delinearono un paio
di ombre, una alta e longilinea, l’altra piccina e dalle
lunghe
orecchie – quest’ultima parlò
«Io ho un brutto
presentimento. Sarò maligna forse, ma per me non ci
sarà
di alcun aiuto. E’ un’altra
persona.»…«Prima hai
detto…»…«Sì lo so,
il contrario: era
per tranquillizzare Renamon.»…«Hai fatto
bene, te ne
sono grato Lopmon.»…«Tu che ne pensi,
Imagomon?»…«…tentar non nuoce
in casi come
questi.» Sicché la piccola Digimon
bussò con una
delle sue orecchie.
All’interno dell’ufficio, angusto ma fornito di
computer
oltre che di scartoffie, una sedia girevole degna di un capo. E degna
di un capo una voce sbraitante «Non è
possibile-è
sera inoltrata-qua siamo in alto mare-ho mezza pila di
documenti!» stentorea, sparava frasi una dopo
l’altra
«Chi l’ha consegnata?!» con pronuncia
particolare,
ricordava le persone straniere «E chi gli aveva dato
l’autorizzazione?!!» squillante, ma inasprita dallo
stress.
Schioccante come una frusta «IO AVEVO DETTO CHE SERVIVA DI
MANDARE QUALCUNO QUI A FARE LAVORO BUROCRATICO!...E IO URLO QUANTO MI
PARE!» apostrofando la pittoresca frase con un
«CALU’!» finale, mentre Lopmon faceva il
suo
(sfiduciato) ingresso, a orecchie basse, seguita dal sempre composto
Imagomon.
«URLO
PERCHE’ LA GENTE NON SENTE! CALU’!»
teneva il
telefono con un orecchie, e dava le spalle alla porta «URLO
PERCHE’ ULTIMAMENTE L’ORGANIZZAZIONE DELLA VITA DEI
DIGIMON
E’ UN DIALOGO PER LO PIU’ FRA SORDI! VISTO CHE
E’
NOTTE ADESSO E NON C’E’ IL CASINO DEI RUSPIMON MI
SENTONO
MEGLIO, CALU’!»
«Peggio che andar…» Lopmon
«…di notte.
Come lui stesso evidenzia.» Imagomon.
«Come sarebbe non è arrivata la comunicazio-COME
SAREBBE
NON E’ ARRIVATA LA
COMUNICAZIO-!»…«Calumon!» gli
si rivolse
Lopmon quando il capo finalmente strattonò la sedia girevole
e
mostrò il suo aspetto: volume sonoro elevato, per un Digimon
troppo piccolo per la sua poltrona professionale.
«Calumon…ci rincresce disturbarti a
quest’o-»
accennò Imagomon ma inutilmente «IO AVEVO MANDATO
L’INVIATO! Cosa ha fatto?! Preso caffè?! Basta,
niente!
Fino a che non ci tagliano i fondi! Tutto in caffè! Poi il
responsabile sono io che siamo indietro con le case ma a Digiworld
l’unico problema è il caffè! I Digimon
vivono per
il caffè allora bevetevelo ma sotto le stelle, i tetti ve li
sognate! Calù! Sono state comminate le ammende?!»
I due appena arrivati si guardarono fra loro…
…quel color verde smeraldo inondava occhi a un passo dallo
schizzare fuori dalle orbite per la rabbia «COME SAREBBE A
DIRE
QUALI AMMENDE E PER CHI!!...
…non è stato rubato nienteee?! Non
c’è stato
alcun furto beh li abbiamo fermati in tempo e il furto non
l’avranno fatto! Ma il vandalismo sì! Quello
l’hanno
fatto! Calù! E per quanto sia co-» si interruppe
–
estese un orecchio per afferrare una penna – saltò
per
schiacciarle il dietro e far uscire la punta –
scarabocchiò ai piedi del foglio –
slittò su questo
per farlo volare dentro al fax che si attivò da solo
–
tornò al telefono «-e per quanto per tutti sia
cosa da
poco finché il caffè seguita a circolare per il
sottoscritto è cosa molto grave,
calù!...valore…simbolico delle cose ma tanto qui
contano
solo caffè e soldi, cose materiali!» pausa
– ariesci
punta della penna – scarabocchio (più incavolato
del
prima) – fax (che stavolta non si attivò)
«CHE
SUCCEDE ADESSO AL FAX SI E’ PURE
ROTTO!»…«Calumon, sebbene ci duolga nel
profon-» iniziò Imagomon ma Lopmon gli
rubò la
parte sbattendo l’orecchio sulla scrivania e reclamando
decisa
«Calumon sono scomparsi dei nostri compagni vuoi sturarti
quelle…!!» nuovo colpo
«…orecchie e
staccargli il telefono di dosso?!»
Calumon per la
cronaca era un grazioso Digimon piccolo e bianco, dalle orecchie e i
piedini bordati di viola (le prime estensibili e dal bordo seghettato,
simili ad ali). Sulla fronte un simbolo a triangoli incrociati, dritto
quello nero, rovesciato quello rosso in primo piano (riproposto
tredimensionale sulla porta dell’ufficio) e un paio di
già
menzionati occhioni verdi il cui sguardo nella sua cagnesca sfumatura
(nonostante lui fosse più gatto che cane) si posò
sugli
appena giunti Lopmon e Imagomon.
Il soffio del
vento notturno era forte a Tokyo mentre Jeri smontava dal motorino
«Ahhh, accidenti!» che sembrava funzionare a
singhiozzo e
darle un po’ di problemi «Va ogni giorno
peggio!» e
già pescava le chiavi di casa dalla borsetta. Ma mentre si
accostava a quella che sembrava un’abitazione piuttosto
modesta,
la mente della ragazza era affollata da pensieri “Mi sento
confusa, sono accadute troppe cose tutte insieme. Beelzemon
è
tornato, Cyberdramon è riapparso ma in quelle condizioni.
Chi
sarà stato a sferrare quell’attacco, quali saranno
i suoi
piani…? Sono molto stanca…debbo valutare con
calma cosa
fare. Siamo forse di fronte al ritorno dei Digimon? Giunge in un
momento…così particolare della mia
vita…
…non so
se debbo sentirmi eccitata. Oppure temerlo…” ed
aveva
reperito il mazzo, così si accinse ad aprire la
porta…
Jeri
varcò la soglia della sua casa, ma sembrò non
trovare di
fronte a sé ciò che si aspettava. A cominciare
dalla luce
semispenta, e da quel crepitio di bicchieri nel silenzio, mentre
accendeva l’interruttore. Una volta che le luci furono in
maggior
numero, la ragazza esclamò
«Papà!»
attraversando quel locale che doveva essere un piccolo ristorante
«Oh-h…sei…tornata, che ore
sono?» si
destò quell’uomo dai capelli scuri, volto
massiccio, occhi
infossati, che pareva essersi addormentato sul bancone, col bicchiere
in mano «Che significa tutto questo,
papà?!»
recriminò la giovane, guardandosi costernata attorno
«Dove
sono…i clienti, i resti della
cena?!»…«Ah, ti
prego Jeri non ora, non farmi
pressioni.»…«Come
sarebbe a dire?!» la ragazza si aggrappò al
bancone
«Neanche stasera?!...nemmeno questa sera hai aperto,
papà?!»…«No…non ce
l’ho fatta,
scusa!» si giustificava come poteva quell’uomo a
metà fra fastidio, in minor quantità, e forse
più
imbarazzo che altro, che si accentò quando lei gli
prelevò il bicchiere «…hai bevuto di
nuovo…?» e lui, camminando dietro al bancone
«…è l’unica cosa che ancora
mi tranquillizza
un po’. Che almeno non mi richiede quella
forza…che ho
esaurito.» sedendosi pesantemente, su quella che sembrava una
fonda tristezza. Che di fronte a sé aveva il crescente
sgomento
nel volto di una ragazza «E me lo dici così?! Come
se
niente fosse?! Ah!...papà noi abbiamo bisogno di soldi, tu
non
te ne rendi conto!!!»…«E tu non ti rendi
conto che
io ormai non sono più in grado di procurarteli?!»
scivolando in una sfumatura rabbiosa che però si spense non
appena ebbe picchiato la bottiglia sul bancone «Dovresti
capire…che ormai…che adesso…ahh
insomma Jeri non
ho voglia di parlare!»…«Ah
sì…?»
avanzò lei, mentre la sua voce ed i suoi occhi si caricavano
di
ostilità «Dì piuttosto che non hai
voglia di
guardarmi negli occhi!! Di vedere me, tua figlia!! E realizzare quello
che mi stai facendo.»…«Mi dispiace.
Scusa…hai
ragione, E’ VERO CHE ALTRO POSSO DIRTI?!» balzando
in piedi
e sbattendo di nuovo la bottiglia «CHE ALTRO
VUOI?!» ma
anche questo moto presto si spense, e lo portò di nuovo a
sedere, sotto quegli occhi giovani e sconvolti
«Più
che…più che ammetterlo che altro posso
fare.»…«Per esempio potresti darti una
mossa!!» scandì Jeri livida di rabbia
«Ed uscire da
questa maledetta apatia,
papà!!»…«Tu non
capisci. Sei giovane e stai costruendo tutto. Ti è
impossibile…realizzare cosa significhi realmente essere uno
come
me.»
…ma lei
camminava non trovando pace, come se col rumore dei suoi passi volesse
occultare le parole del padre. Con una certa fretta si accendeva una
sigaretta, mentre l’uomo al bancone confessava
«Uno…che ha fallito tutto. Che ha
perso…e poi perso
di nuovo la sua famiglia. Che ha visto morire sua moglie…ed
è stato abbandonato anche da colei con cui aveva sperato di
ricominciare, che è rimasto solo, solo!!»
prendendosi il
capo con le mani «Ora non incolpare gli altri di
ciò di
cui tu sei responsabile, papà!» sicché
quegli occhi
infossati fecero capolino «Le tue parole sono taglienti come
lame…figlia mia.»…«Dico
semplicemente la
verità!! Se ti sei lasciato scappare la tua occasione, se la
mia
matrigna ti ha abbandonato è solo perché non sei
capace
di
combattere!!»…«”Combattere”…parli
chi ne è capace realmente. Se qualcuno sa spiegarmi il
significato di questa parola…» ma Jeri
avanzò
«…io. Io…!! Vuoi forse negarlo, tu lo
sai
bene!!» ma ormai, suo padre sembrava guardarla e ascoltarla
con
distacco.
Eppure le
verità di Jeri ardevano come fiamme nei suoi occhi
«Io so
cosa vuol dire…lottare quando quel che hai attorno ti
schiaccia,
e una morsa ti stringe il cuore fino a soffocarti!!» Stretto
era
il suo pugno, contro quell’indifferenza «So cosa
vuol
dire…essere circondati dal buio,
dall’oscurità!!
Io…SO BENE…come ci si sente!! Ma so anche quanto
è
inutile commiserarsi, rimpiangere il passato!!» prendendogli
definitivamente quella bottiglia, e andandola a gettare nel cestino
«Ormai quello che è stato è stato!! E
facendo come
te non si fa che aggravare questa condizione immonda!!»
tornando
da lui, afferrandogli il braccio
«RIALZATI…»…«Ah,
lasciami stare!»
lui si ritirò, e lei ironica «Ah! Cosa vuoi fare,
finire
come il padre di Kazu forse?! UN INUTILE…UBRIACONE, vuoi che
la
gente ti chiami in questo modo, vuoi far sapere a tutto il quartiere
che bevi, che non lavori?!»…«Ormai lo
sanno
già tutti!!»…«No!!»
si oppose lei con
metallica decisione «Non lo sanno!!...e dipende solo da te
come
andrà il seguito della storia!»
Quell’uomo
sembrava intimorito da occhi tanto vivi e pulsanti, dritti su di lui
«Così come dipendeva da me…dieci anni
fa ciò
che è stato. Io ero sola!...ero sola, papà,
l’hai
dimenticato?!» lasciando emergere, da quel lago di rabbia,
qualcosa di ben più simile a una supplica «Ero
sola in
quel mare rosso come il sangue…!!» sedendosi in
ginocchio
di fronte a lui, e già in un attimo nelle sue parole e nei
suoi
occhi l’inquietante riflesso di un antico timore
«Isolata
dal mondo…m-mi…divorava, mi aveva rubato tutto,
tutto!!
NON C’ERO PIU’!» alzandosi di colpo, e
liberando a
poco a poco il volto dalle mani che l’avevano coperto
«Ero
diventata una sua schiava, quel mostro parlava con la mia voce, suo
scopo sarebbe stato annientarmi, non far sì che restasse
niente
di me! Più niente…e questo tu lo sai molto
bene…non puoi ignorare quanto abbia lottato, e quanto sia
servito! Tu…» fissando quel padre per cui le
esortazioni
sembravano come zanzare ronzanti, moleste, quando si ha solo un gran
sonno «…i primi tempi non facevi altro che
ripetermi
quanto ero stata forte, ero la tua beniamina, eri fiero di me!! Hai
forse cambiato idea…?» tornando da lui, e
prendendogli le
mani. Egli si volse, guardando nel vuoto, e replicando
«…no…» concedendole un
istante di speranza,
che però terminò presto «…ma
in fondo
ripensandoci adesso…» in parole che sole bastarono
perché lei gli lasciasse le mani, sprezzante nello sguardo
«”Ripensandoci
adesso…”»...«…niente
mi impedisce di
ritrovarci nulla di meno...
…e nulla di più…
…della normale forza che giace nel cuore di chiunque sia
giovane.»
A Jeri caddero le
braccia, scosse il capo con un sorriso amareggiato. Poi si volse
«In pratica non ha più valore!!...
…rispondi,
papà!!»…«Figlia
mia…ti prego, non
continuare.»…«E cosa dovrei fare allora,
tacere?!
Ah, è incredibile!! Ha ragione Takato…!
Sì! Ha
perfettamente ragione, voi genitori ci avete abbandonato, ci avete
tradito!!» L’uomo chinò il capo, e mille
impulsi si
mescolavano in lui senza tradursi in parole che poteva esprimere
«Inizialmente eravate felici di averci ritrovato ed
orgogliosi
del nostro operato, ma è bastato qualche anno a cancellare
tutto!! Sono bastate…banali crisi, infimi problemi materiali
ed
il ricordo di ogni nostra avventura sia bella sia terribile per voi
è andato in pezzi in fondo non è
stato…”niente”, “chiunque
avrebbe
potuto” che importanza ha cosa abbiamo provato, che abbiamo
passato?!...
…eppure
io ricordo tutto molto bene, sai?!...io…!!...io ho rischiato
di
morire, di essere distrutta! Avresti potuto non avermi per tutti questi
anni!!»…«Jeri…»…«No!!
Adesso devi ascoltarmi!» piazzandoglisi davanti
«Ero
soltanto una bambina!!...
…e ho
trovato la forza di ribellarmi alla depressione che mi aveva
attanagliato, e che il nemico aveva tradotto in energia digitale,
dunque perché?!!» aggrappandosi al padre, sul
punto di
scuoterlo «Perché tu non dovresti riuscire a fare
altrettanto?!! Allora saresti stato disposto a tutto, persino a farti
uccidere per salvarmi! E adesso?!! Ora io ti sto
gridando…aiuto
esattamente come allora!! Ma non vedi che ho paura?!» non si
capacitava, Jeri «Non ti accorgi che sono…stanca
di
lottare, e ho bisogno che mio padre sia al mio fianco?! Questa
vita…mi spaventa non immagini
quanto!»…«SPAVENTA ANCHE
ME…»
sottolineò lui cupo, stendendo le mani sul bancone, e
stirandosi
sulla sedia, chiudendo gli occhi…
…nello sconcerto di sua figlia…
…per poi
riaprirli verso un punto indefinito in alto
«…forse
più di quanto faccia con te. Ma io sono così, che
posso
farci?»…«Uhmf…!...certo…”TU
SEI
COSI’”…!...ma bravo, proprio una grande
prova,
papà!!» in un applauso ironico «Certe
volte la
crescita è davvero una barzelletta macabra!!...
…pensare
che tu eri quell’uomo…!!...che predicava circa il
RIGORE,
che irrigidiva il suo tono ed induriva il suo sguardo purché
sua
figlia crescesse “RESPONSABILE”,
“RISOLUTA”!!
Ah! Sarebbe questa la dimostrazione che mi dai, la MORALE DELLA NOSTRA
FAVOLA?!»…«IO SEMPLICEMENTE NON SONO
CAPACE A
FINGERE!» sbottò lui picchiando un pugno sul
bancone
«Sono diverso da te, cosa pretendi?!» mentre gli
occhi
della giovane erano agghiacciati «Che anche io mi illuda,
monti
storie false come fai…!!...
…tu con i tuoi
amici, e non negarlo Jeri. Perché so bene quello che
racconti
loro su di noi, su di te! IL LUSSUOSO RISTORANTE!
L’IMPRESA…!!...che vorresti mettere su quando con
quelle
due o tre stramberie che le signore del quartiere ti commissionano al
mese per le loro unghie guadagni una miseria. Per
non…scendere
in altri particolari…» mentre lei era sempre
più
scossa, tremava ed il suo sguardo cercava un appiglio qua e
là
fra quei piatti e bicchieri piuttosto vecchi e malandati,
poiché
il fumo di sigaretta non era sufficiente a confondere la sua immagine
«…tu forse ti senti a tuo agio fra storie di
fantasia. Io
non ci riesco. Sei credibile, non lo metto in dubbio. Penso che quel
tuo amico…Takato…non dubiti minimamente
dell’attendibilità di certi
tuoi…racconti che
puntualmente gli vai a rifilare.
La…”passione”,
l’”intensità dei
sentimenti”…”il
calore di un corpo congiunto ad un altro”, e tutte le altre
fiabe
adolescenziali. Dovrebbe scoprirlo, un giorno…che
è stato
un puro miracolo se un ragazzo è riuscito ad avvicinarti e a
sfiorarti le labbra, che tremi alla sola idea di un uomo che si accosti
a te!! In tutti questi anni hai impedito con tutte le tue forze che
ciò accadesse, ma preferisci che la gente in giro ti creda
emancipata e disinibita: che gusto ci provi a vivere di
menzogne?!!»…«CERCO SOLO DI INFONDERMI
CORAGGIO!!» si volse lei di scatto, svelando ferocia
«DI
NON RESTARE…!! AI MARGINI, AL BORDO DELLA STRADA COME TE,
CHE
ORMAI TI SEI DATO PER SPACCIATO!! Io…!! Non mi faccio
additare
dalla gente come una perdente, e un giorno che ti piaccia o no
realizzerò tutti i miei sogni CON O SENZA IL TUO AIUTO O LA
TUA
PRESENZA!»…«AHHH!!!»…«Ah?!!
Papà?!»…«Ah-Ahhh!!!»…«Papà,
che hai?! Ti senti male?!»
Si piegava in due,
sembrava provare dolore. La sua mano si aggrappava là dove
batteva il cuore. E di colpo tutta la rabbia di sua figlia si
scioglieva in una perforante apprensione
«Papà…!!...rispondi, ti
prego!!»
«Capisco che tu sei abituato a guidarla la moto, non a farti
portare!» si rivolgeva Mako a chi siedeva dietro di lui sulla
sfrecciante moto. Entrambi coperti dal casco, come fossero due comuni
ragazzi «Ma mentre tu eri via ho fatto pratica: che voto mi
dai?!»…«Mako…»
accennò Beelzemon
da dietro il casco «Siamo sicuri di ciò che stiamo
facendo?»…«Guido così male?!
Non dirmi che
hai paura!»…«N-Non mi riferivo a
quello…parlo
di Takato, non credi che sarebbe meglio dirgli
tutto?»…«L’hai sentita Jeri,
non vuole
ascoltare ragioni!»…«Però
è il
domatore di Guilmon, ha diritto ad essere informato! Non lo vedevo da
anni…neanche mi sono potuto avvicinare a lui. Mi ha fatto un
effetto così strano, è cresciuto molto. Come te,
siete
tutti cresciuti.»…«Beh lui
più degli altri!
Avresti dovuto vederlo qualche anno
fa!»…«Oh? In che
senso?»…«Nel senso che se fosse stato
qui con noi
ora la faceva a pezzi la moto: neanche il più immenso dei
Digimon lo batteva in fatto di dimensioni! A quello si riferiva Jeri
quando raccontava delle sue sofferenze! Voi Digimon li avete problemi
di peso?!»…«Come?!...Takato è
stato
malato?!»…«Tranquillo, adesso
è
guarito!»…«Mako…perché
parli di Takato
così?»…«Che vuoi farci amico,
a me non piace!
Lo trovo antipatico, è acido e scostante! E condivido la
decisione di Jeri di tenerlo fuori dalla faccenda, anche se lei non lo
fa perché è d’accordo con me! Lei lo
tratta come
una reliquia, è il suo migliore amico! PER FORTUNA soltanto
quello!»…«…Takato
è sempre stato un
bravo ragazzo!»…«Sì
dà solo un sacco
di arie perché ha capeggiato la spedizione contro il
D-Reaper:
si atteggia a eroe malinconico che ha perso il suo Digimon! Lui, poi!!
Beh…sì lo ha perso ma intanto l’ha
avuto! Io e te
invece…nemmeno una battaglia insieme! Dovremmo forse anche
avvertirlo che ci sono nuovi Digimon malvagi?! Beh no grazie il suo
momento di gloria lo ha avuto, adesso è il turno mio e tuo
Beelzemon! Vedrai, faremo faville assieme!! Scacceremo questi nuovi
nemici della terra, chiunque essi
siano!»…«Non
sappiamo chi siano: né se siano
nemici.»…«Come non sono nemici, non ti
è
bastato quello che hai visto?!»…«Certo
che mi
è bastato, hanno portato via Cyberdramon…sono
molto
preoccupato per lui.»…«Ahh, tranquillo,
studieremo
un piano con Jeri: li stenderemo quei
maledetti!»…«…non si
può giudicare
qualcuno dall’apparenza. Non sappiamo, magari sono solo
disperati.»…«Beelzemon! Hanno attaccato
la nostra
città, questo è un affronto! Dobbiamo fargliela
pagare!
Per colpa loro stavamo tutti per morire, è prova sufficiente
che
siano malvagi!»…«…se fosse
vero…
…anch’io dovrei essere considerato un Digimon
malvagio.»…«Scusaaa?! Non ti ho sentito,
è
questo…dannato vento che mi soffia nelle
orecchie!»…«No…niente, non ci
far caso.»
Recuperando il
respiro a poco a poco, il padre di Jeri sembrava aver superato quel
malore «Non è la prima volta che ti
succede…!» sottolineava sua figlia preoccupata
«Sei
stato dal medico?» Ora gli era accucciata di fronte e lo
carezzava, sembrava intenzionata a dimostrargli il suo affetto
«Adesso va molto meglio…» la
rassicurò il
padre, e lei «Ahhh…!...
…sono i
litigi a provocare questo! E’ la
tensione!!...papà…ascolta, devi perdonarmi,
io…!!
Non volevo!! Non…era mia intenzione dirti parole crudeli,
è solo che sentirti parlare in questo modo, vederti
così,
io…!!...ecco, mi preoccupo per te! Devi farti
controllare…!»…«Ci vado dal
medico, sa cosa
ho…»…«Quell’…affaticamento
cardiaco di cui ha parlato?» ipotizzò la ragazza
tradendo
un riflesso di timore nello sguardo «Mi
raccomanda…di non
stancarmi troppo, di prendere qualche pasticca, le solite
cose…» e si stirava in movimenti lenti, pesanti,
che
lasciavano trasparire la fatica. Sua figlia intanto si sforzava ad
inspirare profondamente, e a riordinare le idee
«…lo
vedi…? Papà io posso sembrare dura, ma in
realtà,
se ti esorto a reagire è
perché…!!...perché
non voglio che questo stato ti rovini la salute!! Non
credere…ti
osservo, non sono così cieca ed egoista come
sembra!»
tanto che quell’uomo la fissò…
…e dopo qualche
istante di silenzio…nell’accenno di un sorriso,
alzò la sua mano per carezzarle il capo, il capo che lei
appoggiò delicatamente sulle sue ginocchia
«…ha
ragione, piccola mia. Non posso che…confermare tutte le tue
accuse. Sono un uomo inutile. Non sono un buon
padre…»…«No!»…«Non
lo sono
mai stato…» ma lei gli riprendeva la mano,
inseguendo quel
suo sguardo che si smarriva più in là
«Hai
solo…tanti problemi, e
preoccupazioni!»…«Ahhh, sì,
sì…!!» confessò lui
lasciando scomparire gli
occhi dietro la mano che gli sorreggeva la fronte «Ogni
giorno
qui si combatte come guerrieri: anche se mi impegnassi, e aprissi
questo dannato ristorante…gli affari non vanno, in
banca…insistono per quelle rate arretrate, non ce la faccio!
Quando c’era…la tua matrigna ci dividevamo le
spese e i
pensieri ma ora tutto grava sulle mie spalle, in più ci si
aggiungono anche i rimpianti, non…sai, davvero figlia mia,
non
lo sai quanto è dura.» ma lei vegliava dietro di
lui come
un angelo custode «…e invece lo so!»
tanto che lui
si volse colpito «So bene quanto ti stai impegnando.
E…desidero aiutarti! Davvero, io…!...sono
disposta…ad offrire un alto contributo,
però…ho
bisogno della tua collaborazione!» Di nuovo lui le sorrise ed
accennò una carezza «…cosa puoi fare?
Se non riesco
io a tirare avanti le cose
qui…»…«Ti sbagli!
C’è…sempre qualcosa che si
può fare!»
affermò Jeri che custodiva e si prendeva cura della mano del
padre, ed i suoi occhi amorevoli e di buoni propositi si tinsero
l’istante dopo di un’ombra di reticenza
«A-A tale
proposito…» allontanandosi di qualche passo,
volgendo le
spalle «…ho avuto un’idea. E
l’ho coltivata in
questi giorni, a tua insaputa…» destando con tali
parole
lo stupore del padre. Che però non poteva vedere le mani di
sua
figlia che si sfregavano, tradendo inquietudine «Stiamo per
arrivare ad un momento cruciale, in cui dovrai partecipare anche tu.
Per quel momento…è fondamentale che tu possa
mostrarti…per quello che sei sempre
stato.»…«…Jeri…?
Ma di cosa stai
parlando…?»
Jeri si volse appena e
lo guardò con la coda dell’occhio «Ho
iniziato a
frequentare…un ragazzo. La sua famiglia…dirige
una catena
di negozi che rende bene. Molto…» e lo sguardo di
suo
padre si dilatò…
«Uhmuhm!» Mako accelerava, sembrava alquanto
allettato
dalle prospettive «La mutazione del Digivice promette
alquanto
bene!!» ma il cuore di Beelzemon era avvolto tra i pensieri
“Voi non mi conoscete. Ed è evidente che tu, Mako,
non hai
saputo per intero tutta la storia” «Però
certo,
è strano che si sia attivato tra le mani di Jeri, quando lei
era
in pericolo! Anche se in fondo…sai, Beelzemon, io ho una
teoria
in merito!»…«…come
dici?!»…«Ma sì, ci
può stare! Il
Digivice…beh questa è storia, avverte le pulsioni
nel
nostro cuore, percepisce i nostri affetti! Ed io…sono
innamorato
di Jeri, il Digivice lo ha avvertito, tu sei il mio Digimon e nel
momento del pericolo…si è attivato e ti ha
potenziato
perché io se fossi stato al posto tuo avrei fatto lo stesso,
mi
sarei…lanciato in volo, per salvare la ragazza che amo! In
fondo…questo conferma la nostra sintonia, siamo dei compagni
perfetti!»…«Attento,
semaforo!»…«O-O-Ops! Ahhh, accidenti
scusa, ero
troppo preso dalla faccenda, mi elettrizza! Cavoli sono anni che hai
lasciato la terra e sei attento ai semafori…molto
più di
me, io mi accorgo a malapena che ci sono!»
«Fammi capire, tu stai con quel ragazzo solo
per…?!»…«Papà! Per
favore,
adesso…non è il caso di muovere giudizi!
Esaminiamo la
situazione: Mako…» Jeri allungò la mano
verso un
piatto d’argento, e in questo si specchiò, per
aggiustare
il suo viso, e i suoi capelli «…dice di essersi
preso una
cotta per me. Anzi per meglio dire si definisce
innamorato.»…«E tu…? Di
lui…?»
avanzò il padre con una punta di diffidenza nello sguardo
«Ah, papà…! Lui potrebbe risolvere i
nostri
problemi: definitivamente!»…«Intendi
dire che
vorresti sposarlo…?!»
Jeri camminò
per il locale, riordinando le idee «Beh!...il primo passo
intanto
prevede la conoscenza delle famiglie: ho avuto modo di inquadrare suo
padre…un uomo che vive solo d’apparenza.
E’
esattamente ciò che dobbiamo offrirgli: apparenza!...il
padre di
Mako, né tantomeno suo figlio dovranno mai sospettare che io
e
te navighiamo in cattive acque. Il nostro ristorante
è…un’attività fiorente, che
va molto bene!
Questo dovranno
credere!»…«…ma
sarà
oltremodo difficile
simulare…!»…«No!!»
però insisteva la ragazza, che sembrava animata da una
vigorosa
determinazione, e confidare molto in quelle speranze «Basta
invece qualche piccolo ritocco, e qualche parola al posto giusto! La
gente non va a fondo alle cose, si limita all’aspetto
superficiale!»…«Jeri…»
la fissava
però lui cercando, nella sagoma di sua figlia qualcosa che
gli
sfuggiva «…hai meditato tutto questo da sola? Per
risolvere…i nostri problemi tu non ti fai scrupolo montare
un
simile spettacolo?»
(canzone; Anastacia
– Defeated) Jeri dunque
tornava da quel piatto d’argento, che le permetteva di
contemplare se stessa «Io semplicemente non mi arrendo di
fronte
alla vita! Quando c’è qualcosa che
voglio…mi
prefiggo di ottenerla, e poi do tutta me stessa per raggiungere lo
scopo!» dichiarò con determinazione, svelando
ancora
«Dieci anni fa credevo che noi uomini fossimo in balia degli
eventi, ma mi ingannavo! “Ognuno può cambiare il
proprio
destino”…
…fu questa la frase che mi salvò dalla
rovina.» I
suoi occhi puntavano come pistole al bersaglio «Prima ero
disperata, ma adesso è diverso! Ed è questo
quello che mi
sono proposta: cambiare il mio destino, e me lo propongo ogni giorno!
Ho capito che basta lottare: basta…puntare i piedi, e mirare
dritto all’obiettivo…!! Come allora la vita
vorrà
condannarti a ciò che ha accuratamente preparato per te: ma
ogni
uomo…ha il diritto…E LA FORZA…di
invertire la
direzione ed è quello che mi sono promessa, e ripromessa di
fare
incessantemente in questi anni!»…«E la
traduzione di
questo…?» volle sapere il padre. Ebbe una lenta e
ponderata risposta, mentre il dito di sua figlia scorreva sulla polvere
lungo gli scaffali «…semplice: io non
resterò
povera per sempre. Non mi farò crollare questo ristorante in
rovina sulla testa! Io…» guardando quei suoi sogni
in alto
«Spiccherò il volo! E ben presto questi tempi duri
saranno
soltanto un ricordo, ESATTAMENTE come lo è divenuto il
D-Reaper!
Quella…deformazione informatica cercò di
sottrarmi la mia
identità, ma mi ha fatto un grande favore.»
sedendosi allo
sgabello, e roteando su di esso «Mi ha insegnato che tutto,
sempre, si riduce ad una gara di determinazione, non importa il tuo
nemico quanto sia inquietante! Basta che tu non gli conceda quanto
pretende!!» stretto il suo pugno, quasi quelle unghie
elaborate
si conficcavano nei palmi delle mani «Qui però non
si
tratta di una di quelle battaglie…al limite del
fantascientifico, che tu e i tuoi amici disputavate al fianco di quelle
creature. I Digimon.»…«Fa lo stesso, si
tratta del
MIO destino! L’ultima volta che l’ho offerto su un
piatto
d’argento è stato dieci anni fa. Mai…
…MAI si
ripeterà lo stesso, perché Jeri Katou adesso
è una
persona diversa!»…«Chi
è?!»
provocò il padre, a suo modo però catturato dal
suono
allettante delle parole della figlia «La
fidanzata…prossima al matrimonio, del figlio di un facoltoso
commerciante?»…«Uhm!...e
perché no. Prima
ancora di questo è una giovane astuta…figlia di
un
uomo…
…abile, che di
certo saprà reggere il gioco!» volgendosi lenta
con
sguardo tentarore «E’ un gioco pericoloso,
piccola.»…«E’ ciò
che lo rende
appassionante! Ahhh, andiamo papà!» sorrise lei
non
riuscendo a non farsi ricambiare, anche se solo appena «Ecco,
io…»…«Niente panico, ti
guiderò io,
basterà soltanto fare una buona impressione sulla famiglia
del
mio ragazzo! E poi…il gioco è fatto, te lo
garantisco!» allargando il braccio, e le vedute in un onda di
entusiasmo «Potremo lasciare questo luogo in decadimento! E
trasferirci entrambi in una casa ben più adatta a
noi!»
Lui era
calamitato, sembrava intravedere una luce, ma al contempo temeva
«Ho paura che qualcosa in tutto questo vada
storto…»
lei però gli si accostò, ponendogli le mani sulle
spalle
e sussurrando al suo orecchio «Perché?
Sarà molto
divertente, il padre di Mako non immagini che soggetto sia! Occorre
poco, non devi spaventarti: semplicemente…curare il
dettaglio,
è fondamentale in questi casi! Ad esempio…quanto
tempo
è che non ti compri un vestito
nuovo?»…«Ma
veramente io…»…«Non bastano i
soldi? Non
importa, fatteli prestare: i soldi o direttamente il vestito, non hai
qualche amico che possa darti il suo?» Il padre seguitava a
scrutarla, lei lo carezzava con fare premuroso «Se ti
vedranno…a terra, sconfitto, esitante, non daranno credito
alcuno né a te né a me. Al contrario! Tu sei un
uomo che
quando vuole può essere…impeccabile!»
sottolineandolo con un gesto qualificante «Granitico e
autorevole: è quell’immagine di mio padre che
dovranno
vedere, capisci ora?!» prendendo le sue mani
«Capisci
perché ti parlavo con quel tono?...io so che tu quando vuoi
sai
essere forte, e sei in grado di ottenere quanto desideri!» Un
sorrisetto sempre più si insinuava lungo le labbra di
quell’uomo «Tu credi davvero…che io sia
all’altezza di una tale messa in
scena?»…«Io
ho fiducia in mio padre…in fondo so che se collaboriamo
siamo
una squadra imbattibile!» Parole che sembravano fargli bene e
gratificarlo, e lei con l’ansia di una bambina attendeva
risposta
«Allora?!...ci stai, mi
aiuterai?!»…«Ecco…non lo
so.» mise lui
la mano avanti, ma lei lo abbracciò di nuovo, appoggiando la
testa sulla sua spalla, e sussurrando «Ah, papà,
ma
sì che lo sai. Tu lo farai perché mi vuoi
bene…e
perché in fondo…sai che ho ragione.»
Quell’uomo si
sforzava a riflettere, ma l’attrazione gravitazionale verso
l’opportunità pareva essere troppo forte per
resisterle
(fine-canzone)
«Comunque!...riprendendo il discorso: non devi pensar male di
Takato. Di certo il distacco da Guilmon gli ha pesato molto. Forse, se
ha un atteggiamento scostante, questo è il suo modo di
nascondere il dolore che prova.»…«Beh ma
anch’io sentivo la tua
mancanza!!!»…«S-Sì,
ma…»…«E tu la mia! Eppure sei
diverso da lui,
fai discorsi saggi, basati! Sei un Digimon che ci vede lungo, sei
maturato molto! Non sei
mai…scortese!»…«…non
credere, in
questi anni non è stato sempre
così.»…«Ma hai sempre una
buona
parola!»…«…forse adesso. Ma
è dovuto
passare il tempo! Quante volte…» mentre Mako si
riaccomodava il casco «…in questi anni a Digiworld
ho
avuto delle crisi, dei cedimenti. Anch’io, come forse Takato.
Certi giorni non avevo voglia di lavorare. In altri ero indignato,
avevo voglia di prendere a calci tutto! E maltrattare chiunque si
rivolgesse a me. Non credevo in ciò che
facevo…scrivevo i
testi delle canzoni e stracciavo il foglio un secondo dopo! Se adesso
sono un po’ cambiato…lo devo ai miei amici. Loro
mi hanno
sempre accettato per quello che sono stato. Specialmente Renamon! Lei
potevo maltrattarla, parlarle con ironia, ignorare il suo impegno e la
sua pazienza! Ma lei c’era sempre. Mi indicava la via.
Renamon…le devo tanto.»…«Me
la ricordo,
sai?»…«E-Ehm…è
verde.»…«Lei?! Allora ricordo male, non
era
dorata?!»…«No, intendo…il
semaforo!»…«Aaahh! Lascia stare, stasera
non
c’è speranza! Dicevo…Renamon, senza
dubbio aveva
una gran classe! Dì la verità, un po’
ti
piace!»…«Cosa?!...m-ma stai
scherzando!»…«Che
c’è di male in fondo:
è la partner giusta per te! Ha stile, è
potente!»…«Mako, Renamon è
una donna sposata
ormai!!»…«Ehhh?! Sposata,
acc…cavolo va bene
d’accordo ma in fondo che importa?! Tanta gente si sposa
così tanto per fare!»…«Non
è quello il
loro caso: è sposata con Imagomon, un Digimon nobile e
buono,
che ha molta cura di lei.»…«Ohhh, me lo
immagino: il
classico marito d’occasione! No, a lei ci vuole uno come te!
Un
artista appassionato per sciogliere la sua posa
glaciale!»…«Mako…»…«Sì?!»…«Parlando
di cose serie…»…«E
perché, queste sono
serie! Anche tu dovrai farti una vita prima o poi, no?!...quando Jeri
ed io ci sposeremo tu sarai il nostro amico di famiglia numero
uno!»…«…dunque…tu
e Jeri…
…vi siete
innamorati?»…«Io e lei? Oh
sì, è come
una favola! Peccato che c’è sempre il mago cattivo
di
turno: il padre! Fa storie perché io ho cinque anni in meno
di
lei, lo vedi come sono ristretti gli schemi della società?!
Ah
ma di questo non te ne uscire fra poco, quando saremo arrivati: Akemi
si arrabbia molto quando mi sente parlare
così!»…«Eh?!! C-Cosa
c’entra Akemi con
la…destinazione in cui ci stiamo
dirigendo?!»…«Tieniti forte, mio
Digimon…tra
poco la famiglia si
riunirà.»…«Ahh!!»
un sussulto animò il cuore di Beelzemon, che
schizzò col
pensiero più in là e più rapido della
stessa moto.
Nella notte di
Digiworld, Renamon era sospesa in un attesa raccolta e solenne. Sulla
soglia della porta di casa di Cyberdramon, contemplava il globo
azzurrastro e sussurrava «Dove sei…?»
Ed il silenzio,
sullo sfondo, era picchiettato dalla vispa voce di Terriermon
«E
c’era…un bellissimo laghetto, vi si rifletteva il
cielo
azzurro! Io, Guilmon e Calumon ci divertivamo molto a fare il bagno e a
schizzarci a vicenda: mentre Impmon, scuro e imbronciato
com’era
sempre, se ne stava in disparte! E diceva che i nostri giochi erano
sciocchi e infantili!»…«Che
antipatico!»
commentava uno dei piccoli draghetti a cui il Digimon dalle lunghe
orecchie faceva compagnia «Ahah, ma no, in realtà
quello
era il suo modo per esprimere che in fondo, anche lui aveva bisogno di
noi. Nella vita, ricordate, vi capierà sempre di incontrare
qualcuno dall’atteggiamento scostante e fastidioso, quel che
conta è non giudicare! Poi si cresce e si impara a
manifestare i
propri sentimenti senza più timidezza! Avete visto? Ora lui
è diventato Beelzemon! E’ buono, e vuole un mondo
di bene
a ciascuno di voi bambini!» facendo loro un po’ di
solletico con le orecchie «E’ il vostro idolo,
no?»…«Dov’è
Beelzemon,
adesso?»…«Oggi non c’era al
falò della
sera come sempre!»…«Oh,
ecco…» le
orecchie di Terriermon si abbassarono in un lieve
sconforto…ma
poi tornarono vivaci come lui «Ma semplicemente è
andato
un dare un…mega-concerto! Sapete che lui è un
artista,
scrive canzoni e suona la chitarra!» mentre Renamon, a passi
silenziosi, si accostava a lui, che continuava a spiegare
«Quando
si fa un lavoro importante come quello talvolta bisogna viaggiare:
però non si dimenticano mai i propri amici, il tuo cuore
è sempre rivolto a loro! Sento che adesso Beelzemon ci sta
dedicando una sua
canzone!»…«Papà è
andato con lui?»…«Ma certo! Vostro padre
lo aiuta a
montare gli strumenti, sapete? Allestire un palco non è cosa
da
niente!»
Renamon si
sedette lì sul letto, e mormorò
«…a
quest’ora…Imagomon e Lopmon saranno già
arrivati.»…«Certo…spero tanto
che Calumon ci
aiuti ad organizzarci.» ma c’era poco modo di
parlare
perché uno dei draghetti spuntò da sotto le
coperte
«Mi manca papà…! Veniva sempre a
raccontarmi una
storia buffa prima di andare a
dormire!»…«Oh?!
Ma…ora qui ci sono io! Dai, questa sera sarà il
vostro
Terriermon ad appassionarvi con una storia speciale!»
drizzandosi
e battendosi il petto come un audace volontario (mentre Renamon volgeva
il capo, contrita da quella difficile situazione) «Vi
racconterò…di quando io ed Henry abbiamo fatto
per la
prima volta la
Biodigievoluzione!»…«Ahah! Ci
piacciono tanto le storie del tuo amico
Henry!»…«Sai
Terriermon? Ce ne hai parlato talmente tanto che ora lui è
il
nostro eroe!» (Renamon si alzava e tornava verso la porta)
«Sono felice,
dovete pensare…che se ora fosse qui dovremmo fare a gara per
tenervi compagnia: di sicuro vorrebbe prendervi tutti per
sé!
Henry…ora che è cresciuto sono certo che adora i
bambini!
Il suo sogno è…formare una famiglia! Magari
chissà: si è sposato ed ha avuto dei figli, e
quando ci
incontreremo ce li farà conoscere, potrete fare amicizia con
loro!»…«Veri bambini umani, che
bello!»…«Ma te lo immagini fratellino, i
figli del
grande Herny!»…«Terriermon, parlaci
ancora di
lui!»…«Più che volentieri!
Allora…il
mio amico Henry…»
“Che
grande coraggio il tuo, Terriermon…!” pensava
Renamon,
appoggiata alla porta.
«…come sapete era un ragazzo pieno di sogni. Ma
ciò
nonostante molto responsabile, la sua sorellina contava su di lui, ed
Henry dormiva sempre con un occhio chiuso e l’altro aperto
per
proteggerla! Ma ciò che sempre più ha
contraddistinto
Henry, la sua dote più spiccata
era…l’altruismo!
Lui si sarebbe fatto in quattro per aiutare un amico! A volte faceva la
voce grossa con Suzie ma era soltanto perché lei non si
esponesse al pericolo: sapete, la sua vera indole…era dolce
e
gentile. Se uno dei suoi compagni era spaventato o insicuro lui gli
andava vicino, e…gli infondeva nuovo coraggio! Quante volte
Takato, Rika…hanno fatto affidamento su di lui, aveva sempre
la
parola giusta al momento giusto! Riportava l’equilibrio, e la
pace all’interno del gruppo: è una dote molto
importante!
Un gruppo unito…è come una grande famiglia! Anche
voi
dovrete essere sempre uniti.»
“In tutti
questi anni…la disperazione ci avrebbe travolto se non fosse
stato grazie alle tue storie. Hai sempre mantenuto vivo il ricordo dei
nostri cari sulla terra.” smarrendo, Renamon, i suoi occhi
nell’azzurro misterioso del globo
“Ascoltandoti…ci
rendevamo conto che nostro dovere era quello di non dimenticare mai. La
luce di quei giorni…grazie a te non ha mai smesso di
brillare. E
di guidarci.” Volgendosi e scrutandolo con la coda del lungo
occhio “A dispetto della tua aria fragile, e delle tue
piccole
dimensioni…”
Terriermon era
preso da quelle sue storie di vita simili a fiabe, si esibiva in gesti,
piccoli balzi «Adesso è tanto tempo che non ci
vediamo, di
sicuro è stata dura anche per lui! Come lo è per
me.»…«Povero
Henry!»…«Ma io lo
conosco, non si è perso d’animo ed è
andato avanti,
sempre avanti! Sono certo che un giorno, quando il varco sulla terra si
riaprirà per esaudire i desideri di voi bambini, che tanto
avete
pregato per avere un giorno un domatore terrestre,
io…sarò colto alla sprovvista, me lo
troverò
davanti e non saprò cosa dirgli: in quei momenti
è
difficile, bambini, quando si è emozionati non vengono le
parole! Ma lui scioglierà tutto con quel suo sorriso che
conosco
così bene, e che ho portato nel mio cuore! Quel giorno
sarà lui, non io, a dirmi
“Momentai…Terriermon: non
hanno importanza le parole, sono felice di riabbracciarti! Ti prego,
corri da me” e io felice mi lancerò tra le sue
braccia! Ci
sarà anche Suzie, farà a gara per strapparmi da
Henry
però non ci riuscirà perché questi
anni…!...lo avranno reso un uomo dalle forti braccia, ancor
più solido di com’era quando aveva solo undici
anni!
Sapete, aveva una grande forza fisica, praticava il Tai Chi e quando
Biodigievolvevamo in Megagargomon fondeva le sue abilità con
i
miei dati, era del tipo…cooooosì! Ops!»
mimando un
calcio, era scivolato «Terriermon, sei
caduto!»…«A-Accch…magari
Henry fossi qui,
saresti di certo un modello
migliore!»…«Ahahahah!»
“Chissà se un raggio da quel passato
potrà far
breccia anche in questo duro momento, ed aiutarci a
superarlo…?” si chiedeva Renamon, ed il suo
sguardo
fluttuava verso il promontorio più alto, sulla cima del
quale
brillava una piccola luce rossa…
…quella
emanata dal simbolo piramidale racchiuso in una grata sferica, sul
tetto della palazzina della Direzione «COME SAREBBE A DIRE?!
CALU’?!» sbraitava il piccolo Digimon bianco
«COME
HAN FATTO A SPARIRE ABBIAMO MESSO I CONTROLLI AI CONFINI DEL VERTICE,
CHE FANNO PRTENDONO LITRI DI CAFFE’ POI NON LO BEVONO E
DORMONO,
CALU’?! ORA CI MANCAVA PURE
QUESTA!»…«Calmati…Calumon.»
lo esortava
con sguardo eloquente Imagomon «”Calmati
Calumon” ma
vi rendete conto di come sono messo io sono sommerso! Calù!
Ormai qui ci metto tenda e brandina non ho neanche più una
casa
quello STUPIDO mi ha portato tutti que-» facendo cadere
alcuni di
quei fogli «Tutti questi, documenti, molto importanti! Da
compilare firmare e spedire alla Sede centrale devono stare
lì
entro domattina dice qui dice sopra-» si sosteneva con le
orecchie e afferrava il foglio con i piedini per mostrarlo
«-adesso dico io calù calù se questa
non è
una congiura CHI SE LI VIENE A PRENDERE LA NOTTE PER PORTARLI
LI’
IO SONO STUF-»…«Ti prego, te lo
chiediamo per
favore!!» esclamava però Lopmon, che aggiunse
«Lo so
che la burocrazia è un disastro, so che questi anni non sono
stati facili per te e gestire la nostra comunità
è una
fonte illimitata di problemi! Non siamo compatti, non siamo
responsabili, ogni giorno esce fuori una complicazione!»
parlava
col cuore la piccola Digimon «Molto spesso…abbiamo
scelto
la via sbagliata per svoltare l’angolo.» aggiunse
con
solida calma Imagomon, poi ancora Lopmon «Anche per noi
è
stato…un salto nel vuoto, ognuno di provenienza diversa!
Terriermon ad esempio ha lottato al fianco di un domatore terrestre, io
invece ero una dei dodici Deva! Imagomon è vissuto sempre a
Digiworld, e Beelzemon portava il peso del suo passato macchiato!
Purtroppo noi Digimon non siamo creature angeliche, anche noi abbiamo
il nostro carattere, le nostre paure ed insicurezze che talvolta ci
spingono a lottare, a
lacerarci!»…«Però,
seppur a volte lasciandoci dietro degli errori abbiamo fatto di tutto
per costruirci una nuova vita. Forse per me non vi sono stati
così profondi cambiamenti, ma posso assicurarti che per
persone
come mia moglie non è stato semplice: ha
dovuto…reprimere
se stessa e quella che era, per ingoiare la coscienza che adesso solo
il polveroso Digiworld da ricostruire sarebbe stata la sua
casa.»…«Io…»
confessò Lopmon
«…non appena avevo trovato un’amica e
una guida, ho
dovuto rinunciare al suo dolce sorriso per venire qui. Lo so, Calumon!
I Supremi e Cyclemon approfittando della tua fama speciale, del tuo
ruolo di Digimon che incarna il segreto della Digievoluzione, ti hanno
rifilato un compito ingrato vale a dire la gestione del nostro
villaggio in subbuglio!»…«Un
compito…che poco
aveva a che fare con i tuoi sorprendenti poteri, e che non li
nobilitava.»…«So, sappimo che anche a te
manca la
terra come manca a tutti noi! Allora ti prego, non ci abbandonare!!
Abbiamo tanto bisogno della tua
guida!!»…«Metti da
parte, se puoi, tutto lo stress e la frustrazione che questa nuova
faccia di Digiworld ha impresso su questi anni. E prova a credere
ancora in ciò che era
all’inizio…»…«…ci…stiamo
provando tutti…e non è facile affatto.»
terminò la piccola Lopmon…
…gli
occhi di Calumon si erano abbassati, dopo l’ennesimo balzo
sulla
tastiera del computer al fine di redigere documenti. Quel moto che era
finito a farlo sembrare un piccolo Piranha si arrestò per un
istante, e le sue orecchie si ritirarono completamente. C’era
una
profonda coscienza in quello sguardo, che cadeva sul foglio bianco
sotto ai suoi piedi, là nell’angolo basso, su quel
vorticoso scarabocchio che era la sua firma. Nel seguire le sue
concentriche linee pazze, il Digimon ricordò di un qualcosa
di
simile, un disegno bianco e senza regolarità,
però molto
più grande e tracciato su un ampio campo sportivo
inequivocabilmente terrestre. I fotogrammi che seguirono nella sua
memoria al chiudersi dei suoi occhi attestavano che era stato proprio
lui, sempre lui a tracciarlo, trascinando allegramente un carrello fino
a sera inoltrata…
«Ci siamo!
Brrr…attento a dove metti i piedi Beelzemon!»
avvisava
Mako, mentre gli spessi stivali del Digimon dai capelli biondi ora
coperti da un cappuccio scuro, solcavano un giardino abbracciato dalla
notte «Se sbuca da un momento all’altro qualcuna di
quelle
spaventose monache siamo fritti tutti e dueee! Forza! Akemi ci sta
aspettando, fortuna che qui hanno quella biblioteca
abbandonata:
è il posto ideale!» sgattaiolando in una
corsetta…per poi tornare indietro «Muovitiii, qui
siamo in
territorio nemico! Anche se con la fortuna di avere la mia sorellina
come spia!»
Ma Beelzemon,
che con gli artigli teneva ben salda quella che era divenuta la sua
giacca, era rimasto incantato a contemplare quella che nella notte
sembrava una così tetra costruzione…ma che in
realtà forse col giorno, da quello che pareva un giardino
incolto e spettrale, rivelava un orticello accogliente ed amorevolmente
curato.
“Akemi.”
pensò “E’ questa la tua casa
ora?” «Dai,
svelto!»…«Oh!»
…pochi
passi, e furono all’interno: una scala conduceva verso il
basso,
Mako si faceva luce con il Digivice «Fortuna che è
nuovo e
super-accessoriato: sono i tipici passaggi segreti delle storie
spettrali, mi chiedo ma che gusto ci trova Akemi nel soggiornare in un
luogo simile? Mah…!» Il Digimon lo seguiva come un
angelo
custode rinnegato e vestito di nero…
La luce del
nuovo Digivice iniziò ad esplorare quell’ampio, e
completamente buio luogo nel quale erano giunti
«Mmm…non
mi fare scherzi, sorellina non è divertente! Akemi, sei
qui?!» Si udiva lo squittio dei topi, uno di essi
beneficiò della luce del congegno digitale. Quando si
udirono
dei passi umani «Oh Dio fa che sia lei!» e la luce
del
Digivice incrociò illuminandolo un volto di ragazza con gli
occhiali «Mako…! Sei tu…?»
«Ihm!
Uuuffff…aahhh, Akemi ma quanto ci hai messo, che monaca
lenta
che sei!»
Ma lo sguardo
della sedicenne, timido, emozionato, coperto da lenti e incorniciato da
un velo nero, cercava di rubare qualche dettaglio a quella sagoma alta
e oscura che si delineava dietro suo fratello. Quest’ultimo
orientò prima il Digivice sotto il suo viso
«…ovviamente scherzo, sorellina.»
(canzone: Steps
– If You Believe)
«…ho portato a questa pia suorina il suo Digimon.
Eccolo…»
Il fiato della ragazza si spezzò…
…il suo
fratello gemello lentamente orientò la luce verso i tre
occhi
così ingenui di quella creatura che ora, come lei, spuntava
da
dietro un cappuccio…
…egli e
la ragazza si fissarono «E’ tornato, Akemi. Il
nostro…caro…Beelzemon.» fece Mako ora
molto serio e
consapevole, ritirandosi, e permettendo loro di avanzare
l’uno incontro all’altro. Puntando la luce nel
mezzo della
linea che li congiungeva, così da indicar loro dove
incontrarsi…
I loro passi a
poco a poco li conducevano, fino a che la mano di Akemi non
accorciò la distanza spuntado pacata dal suo abito, e
sollevando
delicata quella tremante della creatura…
«Sono
davvero…le tue
mani?»…«…Akemi…»…«E’
davvero me, che stai
chiamando…?»…«Ti sto
chiamando…» i loro sussurri si intrecciavano, nel
silenzio
del convento e sotto gli occhi di Mako.
«Il mio
Digimon…!...sei tornato davvero…?» Lui
taceva…e lei si avvicinava di più. Allungando una
carezza…vicino ai suoi occhi prossimi alla
commozione…lungo il suo braccio, per delinearlo tutto e
accertarsi che fosse vero e fosse lui. Per poi avvicinare le sue
labbra…che in lui evocarono un sussulto ed ignorava come
incontrarle, ma lei no, le fece posare sulla sua fronte, accanto
all’occhio centrale, in quella che sembrava una benedizione
«Ti ringrazio, Signore…»
accennò versando una
lacrima che le cadde sul sorriso «Ti ringrazio…per
avermi
riportato il mio Digimon, grazie…!...
…per avermelo ricondotto sano e salvo.
Grazie…»
scandiva Akemi nei cui occhi si leggeva una gioia celeste
«…per avermi dato questo istante. Che consideravo
solo un
sogno…! Beelzemon!» esclamò allietata e
incantata…
…e lui sempre più commosso «A-Akemi!...
…piccola
Akemi…»…«…potete
abbracciarvi…» invitò Mako constatando
che lui
aveva pudore a sfiorarla, e sempre tenendo viva quella luce tra di
loro, come un guardiano…
…quell’abbraccio scivolò a poco a
poco…e fu
così profondo, così desiderato, le mani della
giovane
lentamente salivano lungo quella schiena dritta e solida…le
mani
del Digimon dolcemente si adagiavano su quel capo coperto dal velo, per
carezzarlo…
«Riunione di famiglia…»
scherzò Mako…
Intanto a Digiworld nasceva l’alba, e Calumon avanzava sul
balcone del suo ufficio, che dava sull’intero Vertice
digitale,
che le prime luci preparavano a un nuovo giorno di lavoro.
All’apparenza non lo si sarebbe detto, ma quel piccolo
Digimon
era mutato negli anni. Ed ora su ciò si interrogava
«Calù…» rivolgendo al cielo
uno sguardo
malinconico di cui nessuno un tempo l’avrebbe creduto capace
«Che mi è successo, perché sono
così
cambiato…?» sussurrò con
l’antica voce
sottile che però forse troppe grida avevano tinto di
asperità «…loro hanno ragione, tutti
questi
anni…e tanti problemi…mi hanno reso diverso.
Dov’è quel Digimon che correva felice, e che
giocava con
gli umani…? E’ forse rimasta sulla terra la mia
anima
giocosa, assieme…a tutti i miei sogni, e i miei
affetti…calù?» e la terra
guardò, sperando
in una risposta.
Il tempo, era
leggibile nei suoi occhi. Cosa non comune a tutti i Digimon…
…alcuni
erano rimasti come allora: il tempo aveva lasciato aureo il manto di
Renamon che ora sperava silenziosa nel sole…
…vivo e ancora
vivace il sorriso di Terriermon, nonostante le consapevolezze, ed una
notte quasi insonne con draghetti e volpini a cui ora rimboccava le
coperte.
…Lopmon ancora
guardava le luci al neon dell’ufficio sapendo sperare in esse
come nell’alba, e sapendo collaborare col suo amico Imagomon
grazie al solo sguardo.
…Guilmon sapeva
vegliare su di un amico, provando a parlargli, persino con un giardino
tetro a circondarli, che sembrava volesse spegnere il rosso del suo
carattere…
…ma Calumon
aveva occhi stanchi e arrossati, l’espressione inquieta, e
nel
contorno degli occhi un attento osservatore avrebbe potuto notare delle
pieghine, quelle di un essere umano quando cresce, e la sua pelle non
è più quella di un tempo, anche se la sagoma
contro
l’alba si confonde
«Scenderò…al villaggio.
Aiuterò…questi Digimon. Sono tante le
cose…che ho
bisogno di comprendere.» e nonostante fosse difficile, prese
un
profondo sospiro, anch’esso sorprendente se si ripensava alle
sue
origini, per quanto più umano, nelle varie accezioni di
questo
termine, di quanto non lo fosse mai stato.
Imagomon e Lopmon ebbero ragione di guardarsi con un sorriso…
E il piccolo Digimon
intonò al globo e all’alba
«Calùù…» (fine-canzone)
Si fece mattina. Cindermon era sola, cappuccio alzato, occhiali scuri.
«Io credo di essere
una cretina.» disse al vento, e dando le spalle ad
un’insegna spenta riportante il nome Fluido celeste
«Cosa
ci faccio qui…a quest’ora, poi! DI DOMENICA
MATTINA. Con
tante cose che ci sono da fare (beh oddio a dire il vero non lo so in
una città tipo questa!) dico io ma perché mi devo
intignare tanto sulle cose!» sottolineato con pugno picchiato
sul
palmo dell’altra mano «E’ così
non posso farci
niente sono di coccio sono un caso disperato comincio a capire sai mio
papà e mia sorella quando me lo dicevano all’epoca
io non
mi conoscevo sto imparando adesso: DISPERATO…! Oh, ecco il
modo
adatto per definire il mio caso, disperato! Adesso magari quella viene:
mi manda a quel paese perché LUI le ha parlato di ME ed il
caso
è chiuso! Bella figura! O adesso no ma ce
n’è
un’altra ancora più figa di possibilità
lei NON
VIENE PER NIENTE ed io resto qui come una POLLA ALLO SPIEDO fa pure
freddo questa mattina, brrr!!!» stringendosi al suo manto
avorio
«E tutto per cosa per fare quattro stupide domande che io
MANCO
SO per altro MANCO LE SO niente quella viene e adesso che le dico che
le chiedo NON SO MANCO IO PERCHE’ SONO VENUTA
QUI-»…«Beh ma visto che sei venuta
potresti sempre
entrare anziché star lì a
congelarti!»…«Beh sì no dopo
tutto
intelligente deduzIO----ne…» volgendosi
lentamente,
poiché colta in flagrante nei suoi monologhi
mattutini…
…da Rika, che
attendeva comodamente appoggiata alla porta del suo pub
attorcigliandosi il boccolo col dito. E rifilando un lieve sorriso a
colei che aveva davanti. Ammonendola sul freddo quando lei era la
prima, solita vittima di giacchine troppo corte e leggere per coprire i
succinti completini.
«No
ma solo per regolarmi…DA QUANTO TEMPO SEI QUI AD
ASCOLTARMI?!!!»…«…da un
po’. Che ci
vuoi fare. Si dice che il mattino ha l’oro in
bocca.»…«Scusa curiosità no
ma tanto per
sapere ma tu ti svegli tutti i giorni a quest’ora esci da
casa e
vieni quaaa?!»…«Io? Ma ci mancherebbe
altro, se sono
qui a quest’ora è perché…ho
dormito qui.
Ieri sera si sono fatte faville con quel palco, nel senso che a quattro
minuti di concerto ha cominciato a saltare, se non siamo esplosi
è perché qualcuno dall’alto ancora ci
considera.»...«…ah. Oh beh forse
è un circolo
energetico fortunato per voi che state DENTRO il locale ma io che sono
FUORI guarda posso assicurarti che non ho nessun santo in Paradiso
è proprio accertato!»…«Allora
ti rinnovo
l’invito: accomodati.»…«Io?!
D-Dici davvero,
posso?!»
…l’espressione di Rika si fece più
consapevole
«…me lo
aspettavo.»…«Ah-h…»…«Su,
coraggio, non farti pregare…!» lasciò
andare la
giovane dai boccoli rossi facendo lento e trionfale ingresso nel suo
locale «S-S-Se proprio insisti!» Cindermon non si
fece
attendere «Ma come facevi poi a sapere che
tornavo?!»
«Questo…è quanto è accaduto,
Henry, io in
alternativa non saprei cos’altro pensare.» riferiva
Takato
al cellulare, mentre camminava in strada.
«Sta
tranquillo!» garantiva Henry, che invece era alla guida della
sua
automobile «Farò delle indagini per scoprire una
volta per
tutte chi è questa Cindermon e quali complici ha
dietro.»
«Cindermon…mah in fondo non è lei a
preoccuparmi,
sono altre le cose di cui ho paura. Quella…creatura che
sembrava
Cyberdramon.»
«Hai
detto bene Takato SEMBRAVA Cyberdramon: è escluso che possa
essere lui.»
«Io così ho detto…ma tu ne sei
sicuro?»
«Non è il caso che ci facciamo
illusioni.»
«Non
preoccuparti…che illusioni possono nascere in fondo da
qualcuno
che assomiglia a un tuo amico ma all’atto pratico ti tratta
come
uno sconosciuto.»
Pochi istanti dopo, sempre Takato «Henry? Henry ci
sei?»
«…
…sì, sì ci sono.»
«Qualcosa non va?»
«Niente…riflettevo fra me. Questa storia mi piace
sempre
meno, e seppur io non creda che si tratti di veri Digimon non mi va e
trovo inquietante questo rievocarli di continuo. Vedrai Takato, una
soluzione si troverà presto.»
«Però…con questo non voglio scaricarti
tutti i miei
problemi, in fondo tu non c’entri in questa faccenda. Hai
già molti pensieri Henry, è solo
che…trovavo
corretto informarti. Sei un Digimon Tamer.»
«Non…sono…non siamo più
Digimon Tamers,
Takato, non dimenticartelo.»
«Sì però ciò non toglie che
un tempo lo
siamo stati! E questa vicenda ci riguarda da vicino, anche se
forse…riguarda solo noi. E non i nostri amici a
Digiworld.»
Silenzio, Henry socchiudeva i suoi occhi dallo scuro intenso in un
solenne respiro…
«Anzi, un giorno di questi faccio un salto da Rika al locale.
Trovo giusto che sappia anche lei.»
«Lasciala stare, è soltanto un modo per ingrandire
la
faccenda e quella gente di certo è questo che
vuole.»
«Beh ma Rika non è certo una che va chiacchierando
in
giro! Comunque Henry…non disturbarti a cercare informazioni,
il
tuo lavoro non ti dà tempo. Se potrò
cercherò di
indagare io stesso, tu…abbi cura di te. Ti auguro buona
giornata.»
«…anche a te, Takato.» così
Henry richiuse il
cellulare: ma lo richiuse di colpo…ed i suoi occhi
rivelarono un
improvviso, gigantesco disorientamento – unico appiglio fu la
composizione, rapidissima, di un altro numero.
Dopo
pochi istanti «Ti prego!!...so che è presto ma ho
bisogno
di parlarti!!» supplicò il ragazzo.
Cellulare
anche in mano ad un altro ragazzo «Accidenti…la
scheda
è a secco.» dagli occhi blu scuro «Dai,
Kenta, non
posso richiamarti, non ho soldi, cerca di realizzareee!»
intanto
suo padre «Kazu, perché usi quel maledetto
telefono, dico
a tutti che non ho più il numero di casa perché
non
voglio essere
disturbato!!»…«E’ il mio
cellulare, papà, non è il telefono di casa,
guarda che ho
afferrato!!»
Il padre
del giovane, con aria sempre stanca e svogliata, si rigirava sul letto
«…peggio ancora, prima o poi mi
rintracceranno…»
Poi uno
squillo «Ah, finalmente: pronto! Sì, Kenta, prima
era
caduta la linea, scusa ma non ho un centesimo, né sulla
scheda,
né nelle tasche! Allora, che mi stavi dicendo? Coraggio,
cosa
c’è che non va?»
Dal
telefono, una voce «Che non va? Che non vaaa?! Fammi la
domanda
al contrario e magari affittiamo chiedimi cosa c’è
che va
perché a non andare è semplicemente
tutto!!!»
molto, molto simile a quella di un tempo.
Kazu, incurante dei cuscini che il padre gli lanciava
«E…c-chiudi quel vivavoce, è
insopportabile!!» cercava di accennare un sorriso e
sdrammatizzare «Andiamo, che ci sarà di
così
grave…?»…«Di cosi grave? La
mia
realtà, la mia vita, la mia rovina!! O meglio, riassumiamo
tutto
nella solita e sola parola: MIA MOGLIEEE!!!»
Quell’affermazione relativa ad un matrimonio era
l’unica
cosa che permetteva di comprendere che era passato del tempo:
poiché altrimenti, almeno stando alla voce, Kenta non era
mai
cambiato. Quasi si poteva affermare che non fosse cresciuto. Kazu
però alzò gli occhi al cielo, e il suo tono
sembrò
farsi più serio, annoiato, quasi deluso
«…che altro
ha fatto, cosa si è inventata questa
volta…?»…«Poi se te lo dico
tu mi
meni!»…«Beh? Cos’è,
ti ha trovato con
l’amica?»…«Ma magari! Magari
avessi
un’amante supersexy che mi portasse via da
quell’inferno ma
tu sai come girano le
cose!!!»…«…altroché…!»
Kazu si sedette sul letto
«Allora?»…«Allora?
Quella pazza…oh lo so che avrei dovuto tenere la bocca
chiusa!
Però sai com’è lei, fa sempre un
mucchio di domande
e alla fine non ce l’ho fatta, gliel’ho dovuto
dire!»…«Cosa?! Cosa hai dovuto dirle,
Kenta?!»…«Ma di quel fatto, quella
storia che mi hai
raccontato, su te e su
Takato!»…«Cooome?!»
dilatò gli occhi Kazu, accostandosi dietro la porta per non
farsi udire dal padre «Ma sì! Dell’altra
notte,
quando siete stati attaccati! E di quella…di
quella…Cindermon!»…«Cosa?!
Kenta, accidenti!!
Ma perché gliel’hai detto, ora lei lo
andrà a
gridare ai quattro venti! Ti avevo raccomandato, ti avevo pregato di
non farlo perché era una faccenda delicata! Possibile che tu
sia
diventato incapace di mantenere un segreto?! Io mi
ero…confidato
con te perché tu eri…tu sei uno di noi! Tu
però
non quella CIARLONA che ti sei
sposato!!»…«M-Ma
Kazuuu! Ti prego non prendertela lei mi ha costretto sai delle sue
maniere…!»…«”Sai
delle sue
maniere”…»…«Sai poi
come fanno i miei
genitori!»…«”…i
miei
genitori”» mormorava Kazu, a quanto pare
preparatissimo
circa le frasi-tipo dell’amico «Se la prendono con
me mi
dicono sii più gentile confidati con tua moglie tutte queste
cose che le insinuano sospetti e la fanno diventare ancora
più
asfissiante di quanto già non lo
sia!»…«…ardua
impresa…beh allora? Va
bene, le hai detto di quella storia, e
quindi?!»…«…lei…si
è messa in
testa…di andare a rintracciare quella raga-quella
Digimon-insomma quello che è lei si è spacciata
per un
Digimon, no?!» Kazu alzava di nuovo gli occhi al cielo
«…sì…»…«Mia
moglie si
è fissata che vuole fare la Digimon Tameeer!!!»
gemette
«E ha detto che se Takato l’ha rifiutata vuole
accaparrarsi
lei Cindermon come Digimon
personale!»…«Quella
è totalmente fumata!»…«Ma lo
so ma cosa posso
farci iooo?!!!»…«…ti
ho…forse
obbligato io a sposarla?»…«Come? Kazu,
non ti ho
sentito
perdonami!»…«…NIENTE…»…«Oh
sì altro che niente lo so siamo alle solite tu mi rinfacci
il
matrimonio! Ma tu lo sai che non avevo altra scelta, che ero con le
spalle al muro! I miei genito-»…«Come
no, si, ormai
ci ho fatto il callo. Lasciamo perdere, che è meglio:
PIUTTOSTO!...CHE ALTRA FOLLIA SAREBBE questa faccenda di tua moglie che
vuole fare la domatrice di
Digimon!»…«Non lo so,
vallo a chiedere a lei! Noi siamo rimasti SOLI-SOLETTI senza Digimon e
lei ora vuole fare carriera, questo è davvero il colmo!
Comunque…» “E meno male che almeno mi
sono tenuto la
storia di Guilmon…è evidente che Kenta non
l’ha
visto, figurati, la tv non la apre mai per dare retta a quella
cicciona!” «…sta di fatto…che
è uscita
di casa molto presto, oggi.» confessò Kenta come
un
bambino colto in fallo «Sono sicuro che è andato a
caccia
di Cindermon! Ma non è che per caso tu sai…che
luoghi
frequenta quella tipa, sai dove posso trovarla così magari
riporto a casa anche mia moglie!»…«Che
vuoi che ne
sappia, io l’ho vista solo una volta! Te l’ho
detto, ero
con Takato, c’è stata una battaglia, non era un
appuntamento al buio per conoscerci io e
lei!!»…«M-Ma magari anche combattendo
possono uscir
fuori che ne sooo, abitudini comuni! Magari la si è vista
girare
qua attorno, oh dammi una dritta Kazu sono in alto mare! Se non la
riporto a casa i miei genitori faranno una storia lunga un chilometro
accusando me di essere un cattivo
marito!»…«Ah, io
non so proprio come aiutarti!»…«Ti
pregooo…»
Kenta sembrava sul
serio disperato, e Kazu si sforò a fare un sospiro profondo
e a
mantenere la calma «…ascolta, Kenta.»
mentre gli
arrivava un cuscino lanciato dal padre «ANCORA QUI?! MA TI HO
DETTO DA MEZZ’ORA DI PASSARE IN
TINTORIA!»…«ADESSO VADO,
PAPA’!»…«”ADESSO”
E’ ADESSO
DA TRE QUARTI D’ORA!» sbraitava l’uomo
«MI HAI
LASCIATO…SENZA PANTALONI, SENZA ROBA
PULITA!»…«Papà, se hai tanta
fretta ci
potresti andare anche tu, magari!!»…«MA
CON
COS-»…«CON LA ROBA CHE HAI, ce
l’hai, te
l’ho ripresa l’altro giorno, e te l’ho
anche detto ma
sei tu che come al solito ti scordi
tutto!»…«DISGRAZIATO CHE NON SEI
ALTRO!»
…di nuovo
un sospiro per quel ragazzo «Scusa, Kenta…era mio
padre.» Padre che intanto seguitava
«TU…TU MI HAI
ABBANDONATO, UN GIORNO QUALCUNO ABBANDONERA’
TE!!»…«Ti stavo dicendo, riguardo a tua
moglie, e
a…Cindermon.» ponderava evocando calma, mentre
sullo
sfondo «TI AUGURO DI FINIRE COME UN CANE
RANDAGIO!»…«Io…ecco…davvero,
non
è per non volerti aiutare. Se sapessi
dov’è, CHI
è ti aiuterei. Il problema è che non ne ho idea!
Comunque
vedrai che non succederà
niente…»…«MA
CON TANTI CHE MUOIONO CON LA SIRINGA ATTACCATA TE LA POTEVI SPARARE TU,
L’OVERDOSE!!»…«…!!...sono
ancora in
tempo…sai papà?!» mormorava Kazu fra i
denti, ma
senza farsi udire «Kazu? Cos’hai la televisione
accesa? Chi
è che grida
tanto?»…«A-ALMENO…NON
RIVEDEVO LA TUA BRUTTA
FACCIA!»…«…eccomi…Kenta
ti stavo
dicendo…
…avanti, animo,
non accadrà niente di tragico, alla peggio tua moglie non
troverà nessuno e se ne tornerà a casa. Per altro
non
sappiamo neanche se quella Cindermon sia ancora in
città…da dove sia venuta. E’
improbabile che tua
moglie la rintracci,
tranquillo.»…«…va
bene…grazie, Kazu! Sei stato…davvero un amico!
Come
sempre! Ahhh, se non avessi
te!»…«Beh…hai una
moglie con cui dividere i
problemi.»…«Non
ricordarmelo, questo è un colpo basso! Alla
prossima!»…«…ciao. Ah e fammi
sapere se tutto
si risolve! Ahaha, un giorno te la rubo
quella!»…«TRADITORE!»
scherzò Kenta.
Kazu richiuse il
telefono. Ma quell’ultimo sorriso con cui aveva concluso la
chiacchierata mutò presto in un’espressione tinta
di
amarezza, e di dispiacere. Sussurrò
«…fa che ti
abbia visto davvero, Guilmon, che non sia stato un sogno, e che stiate
davvero tornando a prenderci.»
Quella
telefonata terminava anche dall’altro lato, e la mano che
aveva
sorretto il cellulare ora lo strinse fino quasi a stritolarlo. Quella
stessa voce dalla nota infantile pronunciò
«L’overdose…UN GIORNO VENGO E LA SPARO
IO NELLE TUE
VENE AVVELENATE, specie di verme che si finge un padre.»
afferrando quella borsa da lavoro e andando via.
«…io vado…» accennava Kazu
con ben poco
entusiasmo, quando suonarono alla porta «AHHH! Nooo! Mandali
via!
MANDALI VIAAA!» reagì suo padre schiacciandosi la
testa
tra i lembi del cuscino «Non dire sciocchezze
papà…quante storie solo per un
campanello…»
sicché il ragazzo si diresse ad aprire.
«…!
Takato!»…«Come stai, amico
caro?» sorrise
questi «Ti disturbo?»…«No, ci
mancherebbe,
anzi ti aspettavo!! Allora…i tuoi genitori ti hanno
avvisato!»
(mentre
all’esterno passava casualmente Asanuma, che
scattò a
nascondersi dietro un palo della luce per poter osservare meglio)
«No…i
miei genitori, dici? Cosa avrebbero dovuto
dirmi?»…«Ah, ma allora…non
hai parlato con
loro!»…«No…» Takato
accennò un
sorriso, e pose le mani sulle spalle dell’altro
«Sono
venuto spontaneamente. Perché volevo che
sapessi…che le
mie dell’altra sera non erano soltanto parole. Abbiamo
scoperto
che in questi anni per un motivo o per un altro non siamo stati vicini
come avremmo dovuto e come volevamo. Venivo a chiederti come andava,
come si sentiva tuo padre…»
…dallo
stupore, sul volto un po’ pallido e stanco ma ancora gentile
di
Kazu si dipinse un sorriso luminoso, a cui fece seguito un
abbracciò «…non ho mai
pensato…che fossero
soltanto parole. Ed io ho una notizia da darti, un
qualcosa…Takato ascolta dobbiamo valutare bene, in un
momento
del genere sembra quasi un sogno e fa paura sperarci,
però…!»…«Di che si
tratta…?» chiese Takato con delicata
curiosità
«Tuo padre si è ristabilito, forse, sta
riprendendo a
lavorare…?» Kazu sorrise e lo abbracciò
di nuovo
per quelle parole, sussurrando «…no, mio padre
come al
solito. Questa cosa riguarda più te che
me.»…«Me…? In che
senso?» prendendo le
mani dell’amico «Takato, è stata la tv a
mostrarmi
una cosa che…!...ah è stato un fotogramma breve
ma io ne
sono certo, ne sono convinto!» sotto la meraviglia sempre
più crescente di Takato «Il
Cielo…volesse che
avessi visto realmente…uno…dei nostri
amici…di
nuovo…qui, sulla terra e fra la gente!...oh?! Takato,
ma…perché quell’espressione?»
Takato chinava
il capo, sembrava triste «Purtroppo lo so
già…»…«…che
cosa
significa?!»…«Kazu sai…forse
penserai che poi
non sono così tanto altruista, la verità
è
che…avevo, ho bisogno di qualcuno con cui parlare,
è
anche per questo che sono venuto. Quella
faccenda…»…«Ti riferisci a
Cindermon?!»
Takato si irrigidì «Stanno succedendo fatti
strani, uno
dopo l’altro!»…«Allora
l’hai
rivista!»…«E’ come se mi
perseguitasse! Ma
l’ho sentita parlare al telefono ed affermare chiaramente che
dietro a questo c’è un piano! Per giunta, con
l’attentato di
ieri…»…«Come, è
coinvolta nella faccenda alla centrale
televisiva?!»…«…le cose le
sono un po’
sfuggite di mano, resta il fatto che so a chi stavi alludendo poco fa.
Ma sono stato molto vicino a lui, gridavo il suo nome, lo supplicavo di
riconoscermi, ma niente, e sono dunque giunto alla conclusione che di
altro non si tratti che di quel fenomeno che in questi anni si
è
ripetuto incessantemente, e ci ha rifilato un miliardo di illusioni
inutili! Finti Digimon, ricreati solo per scatenare le reazioni del
pubblico! Sebbene…questi assomigliasse davvero a
Cyberdramon…»…«Come,
Cyberdramon?!»
Takato si stupì
«…sì!...perché, non
era lo stesso che avevi visto anche tu?» Kazu non rispose,
era
rimasto imbambolato a fissare il suo amico
«Credevo…che in
tv avessero dato le
immagini.»…«…in tv le
hanno date…ma il Digimon che ho visto io non era
Cyberdramon…»…«…e…chi
era?!» accennò Takato tradendo un lieve timore
nella voce.
Kazu trascorse qualche secondo a fissarlo, dopodiché
confessò «…Guilmon.»
Takato trasalì.
«E-E-E-Ehi, aspetta Cyberdramon!!» gridava Guilmon
ma
invano le sue zampe riuscivano a trattenere il compagno digitale
«Dove vai?!»…«Andiamo a
lavorare, Guilmon!
Andiamo a fare il pane: altrimenti il quartiere cosa mangia? Non
è che per il fatto che sia domenica devono restare tutti a
stomaco vuoto!» replicò N’Emo
«Aspetta!»…«NooOO! Guilmon tu
resti qui: ieri
sera sei stato più di una volta in pericolo tanto da
convincermi
che non sei ancora pronto per una battaglia!» ma Guilmon fece
il
suo corpo rigido e il suo sguardo tagliente «Grrr, ieri sera,
ieri sera tu hai seminato il panico! E ora ti approfitti del mio amico,
lo costringi a combattere!»…«No! Ti
sbagli Guilmon
io non costringo nessuno è la sua natura: Cyberdramon
è
un Digimon forte e potente e si annoia se non batte avversari coriacei,
diglielo! Diglielo, Cyberdramon, vero che ami combattere?»
Cyberdramon annuiva, così come N’Emo, ma
«GRRR! NON
MI MENTIRE! E non credere che sia stupido o che non ci veda bene, anche
un cieco si accorgerebbe che basta un tuo movimento affinché
lui
lo rifaccia uguale! Questo non è corretto, e non
è vero
che Cyberdramon ama combattere!! Tu cosa ne sai, in questi anni ci sei
stato?!»
N’Emo
dilatò lo sguardo e la sua mano istintivamente
andò al
cuore: Guilmon invece ancora rifilava la sua posta da belva feroce
«Cyberdramon inizialmente vagava senza una meta, nemmeno
più aveva consapevolezza di se stesso! Sentiva la mancanza
di
Ryo, e la sua vita non gli sembrava avere senso distante dal suo
domatore! Un giorno finì per errore nel campo digitale
indefinito e stava per essere divorato dai paradossi informatici, io
corsi ad aiutarlo e quella fu la prima volta, la prima che sentii di
avere la forza di aiutare un amico anche se Takato non era vicino a me!
A poco a poco Cyberdramon riacquistò forza,
quell’esperienza gli era servita, si è formato una
famiglia ed ha avuto dei figli! TU CHE NE SAI DI TUTTO QUESTO?! Sei
rimasto un ragazzino che tratta i Digimon come
giocattoli!»…«Voi SIETE
giocattoli!»
protestò N’Emo come un ragazzino
«Giocattoli
meravigliosi, che hanno mandato in visibilio una generazione! Siete
forti, potenti, affascinanti, che altro
volete?!»…«GRAZIE! Vorrei soltanto che
evitassi di
chiamarci “giocattoli”, quando abbiamo trascorso
dieci anni
senza giocare, senza qualcuno che lo facesse con noi e soltanto con
l’obiettivo di non andare alla deriva, di dare un SENSO alla
nostra esistenza quando togliendoci i domatori ci avevano tolto
l’unico fino a quel momento
conquistato!»…«Ahh-h! No,
basta…!! Guilmon,
sta zitto, non voglio ascoltarti!!» N’Emo si
portò
le mani alle orecchie «Andiamo,
Cyberdramon!»…«FERMO! Non ho ancora
finito!!»
ma fu inutile, saltarono nel buco nero prima che lui avesse potuto
fermarli «Accidenti…!!» gemette il rosso
draghetto
digitale…
Takato corse
fuori «Takato, aspetta!!» ma al richiamo di Kazu si
arrestò, seppur col capo basso, e gli occhi esausti.
L’amico gli prese la mano delicatamente
«…lo
so…lo so che è
dura.»…«…anche
Guilmon, adesso…!!» sottolineò
eloquente, come si
fa con un dolore bruciante «Ascolta, io…non so,
l’ho
visto per pochi fotogrammi, te l’ho detto. Non ti volevo dare
un
dolore…»…«No…Kazu
tu non
c’entri.» alzando ora uno sguardo indignato
«E’
colpa di chi ha allestito tutto questo!! Che ne può sapere
di
ciò che abbiamo
passato!»…«Coraggio…»
Kazu si accostava
a lui «Lo so…anche a me mancano tanto. Questa
vita…è un gran bell’inferno senza di
loro. So che
un solo giorno è un autentico macigno. Lo so talmente bene
che
forse mi sono permesso di sperare che quello fosse il vero Guilmon
anche se…magari era una copia ben realizzata come quelle che
hanno già fatto in questi anni! Eppure…non so, mi
era
parso di leggere vita nei suoi occhi, che avessero quella luce che
conoscevamo bene! Non assomigliava ad una marionetta: Takato,
ma…! Pensaci bene: è poi così
sbagliato
sperare?» Takato guardò il suo amico con
espressione
ingenua…
(mentre Asanuma meglio si nascondeva dietro il palo della luce)
«Lo so,
forse tu penserai…che io ormai non cerco che pretesti per
sfuggire da quest’incubo di vita, da mio padre, da tutto il
resto!»…«Ma no…! So che per
te è dura
più che per tutti noi, Kazu. E’ che non so,
capisci, non
so cosa è meglio, sono lacerato fra due correnti! Una mi
chiama
verso il ricordo dei Digimon, l’altra mi trascina a forza
verso
il futuro! Non so cosa fare! Se è giusto aggrapparsi ad una
piccola speranza, ad un…minimo fotogramma, oppure se
ciò
è solo umano ma non giusto!! E invece nostro dovere sarebbe
quello…di fare come ha fatto Henry, andare avanti,
e…!...
…mettere
in un cassetto…le loro foto, per rifare la propria camera
con
gli oggetti del presente.» compiendo qualche passo
più
avanti, ma Kazu non staccava gli occhi da lui «…lo
so.
E’ quello che provo anch’io, credimi.» e
anche per
pochi passi, lo seguiva e lo stringeva di nuovo a sé
«…ci vorrebbe qualcuno, eh?» raccontava
Kazu
«Ci vorrebbe a volte qualcuno di più grande.
Ma…eccome se diverso dai nostri genitori!»
accennando un
dolce sorriso «Ci vorrebbe qualcuno che ha provato davvero
quello
che abbiamo sperimentato noi, e che avesse compiuto quel
salto…decisivo oltre un periodo così nero. Che
potesse
tenderci la mano…e guidarci, in fondo…siamo
ventenni, non
siamo poi così adulti. Avremmo…ancora bisogno
della
mamma, certe volte. Ma in un modo o nell’altro ce la caviamo
ogni
giorno. Purtroppo lo so, sembra infinito. Ma io sono del parere che
ogni momento per quanto brutto prima o poi ha una fine. Bisogna
resistere, soltanto resistere! E poi i tunnel buii terminano, con una
bella luce in fondo. Bella, come la luce del sole. Quel sole che
abbiamo amato, sotto al quale siamo cresciuti. E che…
…ha
guidato quei sogni che gli uomini sembrano ora non più
capaci di
plasmare, li ha portati con le dita su di un computer, a progettare i
Digimon quando ancora questa parola non esisteva. E i bambini si
divertivano con quei giochi che…ahahah! Se ce li avessero
mostrati a noi ai tempi delle carte gli avremmo riso in faccia,
“roba passata di moda”, avremmo detto! Eravamo
così
orgogliosi della nostra
modernità…»…«…ora
lo dicono dei
Digimon. “Roba passata di moda”!!»
confessò
Takato quello che sembrava per lui un grande dolore «Lo
so.»…«Non riesco ad accettarlo! Non si
tratta di un
vestito!! O di un modello…di scarpe, quella parola non
è
solo un marchio, non è una corrente né un
periodo!!»…«Lo so, Takato. Neanche per
me è
solo un marchio.»…«Quella parola, Kazu,
era la mia
vita, la mia felicità!!»…«Lo
so…anche
la mia. Erano i miei sogni e la mia infanzia
spensierata.»…«Era…!!...quello
che volevo dal
mio
futuro!!!»…«…anch’io.
Era quello
che sarei dovuto essere. Era il mio posto. Quello di un Digimon Tamer
leggendario come Ryo. Avevo…”le carte in
regola”. Ma
nessuno le ha
verificate.»…«…non tutto,
può o dovrebbe passare di moda…» diceva
quel
ragazzo i cui colpi di sole coprivano occhi tristi, e sentimenti
inconfessati. Ma il suo amico non lo lasciava
«…coraggio.
Guarda gli alberi, ti ricorda niente…? Quando mettono i
fiori
come adesso…significa che non manca molto. Sta per arrivare
l’estate. Come a scuola, no? Quando aspettavamo le
vacanze…»…«…un
tempo…aspettavo
tanto l’estate! E la amavo.» tra il sorriso del
ricordo e
l’amarezza del momento
«…adesso…arrivo quasi
a detestarla se non me lo impedissero i ricordi!! Mia madre ha gli
sbalzi di pressione…! Si sente quasi sempre
male…»
Kazu metteva la testa contro la sua testa «…lo so,
lo dici
a me. Mio padre…col caldo…diventa ancora
più
cattivo che col freddo.»…«Oh!!...mi
dispiace. Ti
prego, scusami. Le mie sono
stupidaggini.»…«Ma stai
scherzando!» l’amico scioglieva con
semplicità
quelle reticenze «Piuttosto…dai almeno magari se
andiamo a
dare qualche volantino li alziamo i soldi per farci una giornata al
mare. Tu che ne dici? E’ tanto tempo che non vedo il mare,
sarebbe carino andarci insieme, no…? Riguardo a certi
Digimon…non ti ho ancora detto
tutto.»…«…ahaha, ah
no?» quelle parole
destarono un sorriso molto spontaneo in Takato
«No…! E a
proposito di certe carte…poi ho addirittura una
sorpresa.»
Ancor più, e volse in un
«…grazie.» a cui
Kazu rispose alzando le spalle «Ti va di fare due passi, mi
accompagni al negozio?»…«Molto
volentieri, Takato!
Devo passare anche in tintoria. Così nel frattempo mi dici
di
Cindermon!»…«Bella maglietta,
comunque!»…«Ti piace? Una delle poche a
reggere!»
(Asanuma si dileguò in tutta fretta – le cadde
anche il
portafoglio ma schizzò a riprenderlo e ri-schizzò
via)
Un gruppetto di
“femmine digitali” erano riunite attorno al
falò
spento del villaggio, mentre i Ruspimon si innalzavano ed il fermento
dei lavori si riaccendeva «Che
nottataccia…»
dichiarava quella dragona nera in grembiule «E pensare che
volevo
liquidare quei noiosi di poliziotti in due minuti, invece niente, mi
hanno trattenuta in centrale! Domande…su domande, ho dovuto
ripercorrere tutta la biografia di mio marito! Fosse una vita eroica
poi, ha passato metà della sua esistenza a dare la caccia ai
Digimon di tipo virus come una…belva furiosa, e poi ha
incontrato quella faccia di bronzo del suo domatore! Lui lo porta in
palmo di mano ma è quello il colpevole! Gli ha insegnato ad
emanciparsi, e a fare il cretino con le donne fino ad abbandonare,
ecco, potete vederlo! Il suo tetto
coniugale…»…«Povera cara
Gelsomon!»…«Ti siamo vicine nella tua
ansia che
immaginiamo sia
enorme!»…«Pfff…!...io sono
stufa! Non sono ansiosa, per me può anche rompersi la testa:
mi
ha stufato! Non aiuta in casa, ai piccoli devo pensarci
io…!» sbuffava…e si impicciava con ago
e filo
«Ffff, ahhh ma chi me l’ha fatto fare! Cucire con
artigli
come questi è una croce. Ma chi aspetto che lo faccia: la
domestica? No, io non posso permettermela, mi dispiace! Non sono
mica altolocata come quella!» indicando con
l’ago…
…nient’altri che Renamon, in piedi più
in là
a conversare con altri Digimon, che la percepiva con la coda
dell’occhio ma non le dava peso «Gelsomon, amica
cara,
pensavo foste in buoni rapporti!»…«Non
ha tenuto i
tuoi figli questa
notte?»…«Mmmm…!»
ruggiva col suo vocione Gelsomon «Se n’è
approfittata! Perché è amica di Terriermon! Per
introdursi in casa mia, come se non sapessi che lei e mio
marito-»…«Cosaaa?!» fece
quella Digimon simile
ad un grosso orso di pezza rosa con la cuffietta in testa
«Non ci
dire!!!» fece quell’altra, dal corpo interamente
fiammeggiante elegantemente vestita di scuro e con collana di perle
«Altroché, altroché, ora lo credo che
è
scappato! Tutto il villaggio chiacchiera su di lui!» (mentre
Terriermon passava di lì e notò qualcosa
«Oh?!»)
«Ma ve lo
dico io: fra poco sarà qualcun altro ad essere sulla bocca
di
tutti! Sapete chi? Ma quel babbeo di Imagomon, perché la sua
bella moglie, che tanto fa la raffinata, in realtà
è una
che dritta più di lei ce ne
son-»…«Finiscila!!» intervenne
però una
voce e fece destare «Oh?» fiamma
«Ohh?» orsa
«Mmm?!» e dragona «E tu che
vuoi?»
Era Terriermon, che
puntò contro di lei sguardo deciso «Smettila di
parlare
male della gente, dovresti solo vergognarti! Perché
anziché star qui a spettegolare non aiuti la polizia a
cercare
tuo marito?!»…«Mmm, senti carino! Tu che
ne vuoi
sapere di quello che passo io a casa ogni giorno, non mi risulta che tu
ne sappia qualcosa di vita matrimoniale, chi se le prende due orecchie
lunghe come le tue che strusciano per terra e portano tutto lo
sporco!»…«Io avrò pure le
orecchie lunghe ma
grazie a queste ci sento molto bene e non mi piace quello che dici!
Renamon è mia amica, e più d’ogni altra
cosa
è una moglie esemplare!»
(Renamon intanto si volgeva, aveva sentito qualcosa)
«Se tu hai
problemi con tuo marito quando torna vedi di risolverli: ma non toccare
persone che se ti danno fastidio è per il solo fatto che
sono
molto diverse da te!»…«Cooome ti
permetti, mi
andrebbe tanto di cucirti con ago e filo anche quella boccaccia da
cafone!»…«E provaci, tanto non sai
combattere!» si rimboccava ipotetiche maniche Terriermon
«Che ne sai di quello che abbiamo affrontato sulla terra, una
Digimon come Renamon si è fatta onore, altro che una come te
che
sa solo friggere i peperoni in padella e sparlare in
giro!»…«Aaadesso ti aggiusto
io!» ma
«Basta così!» intervenne Renamon
«Terriermon,
vieni qui per favore.»…«Ecco brava!
Riportatelo
via!» si rimetteva seduta Gelsomon nella sua pesantezza, e
riprendeva a cucire «Ahhh, io questa combriccola della terra
ce
l’ho qui in gola!»
«Renamon,
io…»…«Terriermon, non
è il caso di
agitare le acque.»…«Volevo solo
difenderti, mi
indispone che dica
cos-…cioè…»…«Non
preoccuparti…» quella volpe dagli occhi sottili
comprendeva molte cose sotto il suo fare imperturbabile
«…so bene cosa dice di me. Ma non mi interessa.
Non
dobbiamo curarci di ciò che dicono gli altri. Adesso la cosa
fondamentale è ritrovare chi si è
perduto.»…«Lo so…»
calavano le orecchie
di Terriermon «Ma abbiamo pur sempre un onore da
difendere!» Renamon avanzava, e svelava «Lo si
custodice
dentro di noi. Nessuno può incidervi se non…noi
stessi.»
Basse le sue
orecchie, dispiaciuto lo sguardo per Terriermon «Questi
Digimon
che non si sono mai spostati da Digiworld non ci vedono di buon occhio.
A loro dà fastidio che un tempo abbiamo avuto dei domatori
terrestri, gli unici che vi si appassionano sono i
bambini.»…«Perché i bambini
hanno il cuore
limpido. Non sanno cosa sia la malignità. Tuttavia ormai non
possiamo più farci forti di ciò che è
stato.
E’ passato molto tempo. E anche se ciò non
fosse…non sarebbe giustificazione sufficiente. Noi non siamo
diversi da loro, Terriermon.»…«E allora,
tutti i
rischi che abbiamo corso, le battaglie
combattute?!»…«Quelle sono dentro di
noi. Sono
ricordi. Ci riscaldano il cuore. E ci indicano la via.»
…parole
che facevano riflettere il piccolo Digimon
“Ricordi…soltanto ricordi. Forse me la prendo
tanto
perché in realtà ho paura di dimenticare. O che
qualcun
altro dimentichi.” Alzò dunque i suoi occhi
piccoli e
puntiformi al cielo “In questi anni sono andato avanti con la
sola forza dei ricordi. Ho tenuto acceso il fuoco della
memoria…per non cedere a timori e insicurezze. Ho fatto
finta…che soltanto una manciata di istanti fossero trascorsi
da
quel giorno, in cui a seguito di una grande
battaglia…”
…ricordando le lacrime di un ragazzino dai capelli scuri,
che
pur affermando che era ingiusto, era costretto a vederlo volar
via…
“…ci separammo da coloro con i quali formavamo una
cosa
sola, un grande nucleo di forza! Ma non solo quello. Loro erano
l’anima delle nostre risate.”
…ricordò una bambina che sembrava divertirsi
incredibilmente nel tirargli le orecchie…
“Erano il
nostro punto di confronto con la vita che proseguiva, erano la nostra
chiave per crescere”.
…rivide momenti difficili, si rivide digievoluto, agile e di
color verde, avvolto da scariche e prossimo al collasso…ma
salvato soltanto dal coraggio e dall’affetto del suo
domatore,
che poiché tanto grande si traduceva nella Biodigievoluzione
che
li univa…
…poi di nuovo occhi al cielo di oggi “Ho cercato
di fare
tutto il possibile, perché mai, mai questo filo si
spezzasse.
Forse a volte sbagliando, forse rendendomi pesante o aggredendo gli
altri. A Digiworld…tutti dovevano conoscere la nostra
leggenda,
questo mi ero promesso! Così almeno…ho creduto di
sentir
meno la tua mancanza. Henry…”
…e
vedeva il volto di quel ragazzino sorridergli là dal
cielo…
…riviveva in un vortice di ricordi, combattimenti, scontri e
incontri, segnali, esplosioni…
…abbracci…
“Per
i bambini sei un eroe. Quando li sento pronunciare il tuo
nome…il cuore mi si riempie di un qualcosa di meraviglioso.
Io
non so se riuscirò mai a tornare sulla terra, se
potrò
rivederti. Però ti giuro…che fino a quel momento
io
farò sì che la tua leggenda resti sempre viva. In
me…e nel cuore di questi piccoli. Il popolo dei Digimon del
futuro…”
…e
li vedeva correre davanti a lui, giocare e rotolarsi nella terra
rossastra, qualcuno gli faceva «Ciao Terriermon!» e
lui
rideva e alzava la mano per salutarli “Come vorrei che tu
potessi
vederli. So per certo, fra mille cose di cui sono insicuro, che non mi
hai scordato, e che se ti penso i nostri pensieri si toccano. Anche tu
vorresti essere qui, vero amico mio?”
Sulla terra, le
mani di un giovane si tormentavano, e si sfregavano agitate
«E’…s-sempre peggio, benché
io cerchi di
reagire in tutti i modi possibili! E’…terribile, a
volte
credo di impazzire…!» e quegli occhi scuri di
dieci anni
più grandi di quelli che sorridevano nel cielo di Digiworld,
erano anche di dieci anni più belli. Ma dieci anni ora
parevano
aver tolto loro ogni sicurezza, e ogni pace, lasciando solo
inquietudine e paura «Mi sembra che il destino abbia puntato
una
pistola contro di me…!» confessò Henry
a stento,
mentre il suo corpo era mosso da tremore, e si prendeva il capo tra le
mani «Io ho cercato…!!...m-mi sono
impegnato!...dal primo
giorno, e poi ancora, e ancora! Tutti questi anni…ho
cercato…quella via per crescere, per costruire un futuro.
E’-E’ stato un percorso pieno di stenti e di
inciampi, ma
ad un tratto…c-credevo di avercela fatta! Lo credevo ma mi
sbagliavo!!!» terminò gridando quello che sembrava
essere
un dolore tanto forte da piegarlo, mentre sedeva sul divano di
quell’abitazione dall’aspetto ordinato
«E’
andato tutto distrutto…q-quello che avevo provato a
costruire…è andato perso, e il passato mi
perseguita!!...mi perseguita…il mio amico
Takato…parla…ancora…di apparizioni di
Digimon! La
tv sta confermando tutto, dev’essere sicuramente un piano ben
congegnato ma il problema è che non ho una pista!!!...
…non ho una
traccia su cui indagare per accantonare i miei sospetti, mi sento in un
limbo e questa situazione è straziante!»
«…è in ogni caso
positivo…che tu lo
confessi…» disse una voce femminile…
Henry di nuovo alzava,
lentamente, i suoi occhi arrossati e tremanti
«…non so per
quanto ancora resisterò…» piegando ora
il suo
sguardo, sul ciglio del pianto «I rimorsi sono troppo
forti!!...sono forti!! Mi tormentano, non mi fanno vivere!! E
nasconderlo alle persone che mi sono attorno diventa sempre
più
difficile, io temo che presto scopriranno tutto!!»
«…ora rispondi con sincerità,
Henry…quanta
più puoi. Perché questo…fa parte della
terapia.
E’ bene che tu dia voce a ciò che senti.
Loro…ti
mancano?»
Henry
tremò…e scandì
«…mortalmente…
…!!...ma
ciò nonostante non riesco, non posso e sento che non devo
tornare sui miei passi! Ho fatto la cosa migliore con loro, la-la
cosa…!...più indicata. LI HO MESSI AL
SICURO…» diceva, ma come chi cerca di convincere
per primo
se stesso che quella scelta è la via, seppur più
rigida,
più doverosa «Così tutto questo inferno
non
potrà toccarli…!!...
…i-il
problema è che per quanto io possa riconoscerlo vi sono
istanti
in cui la nostalgia è troppo forte!! E insorge il rimpianto!
E
MI PERSEGUITA…!!» nascondendosi il volto dietro le
braccia
«…l’illusione che tutto sarebbe potuto
andare
diversamente, ma, ma…!!...so…che è
impossibile.
Ahhh, ti prego aiutami!! Che devo fare, dimmelo tu!!»
…quella
figura femminile, che sedeva accavallando le gambe, smise in quel
momento di roteare la penna nelle sue dita.
Henry alzava gli
occhi su di lei come sull’ultima speranza «Quanto
ancora
durerà…la terapia, per favore dammi una speranza!
Quando
raggiungeremo l’obiettivo…?»
«…non manca molto. Ma ciò che ci
distanzia dalla
conclusione sono tappe fondamentali.» riprendendo a muovere,
seppur molto lentamente, la penna. Quella dichiarazione
sembrò
accentuare l’inquietudine nel cuore di Henry
«Dipenderà da come le
vivrai.»…«Sono
disposto a tutto!!» esclamò il ragazzo, e si
leggeva una
sfumatura di determinazione nei suoi occhi «…ormai
peggio
di così non può andare, sono disposto a lottare
ancora e
ad attraversare queste tappe se saranno queste…»
sfumando
in un sorriso supplicante «…a darmi la pace
sperata! E a
mettere fine a quest’incubo!! Ormai so qual è la
cosa
migliore per me, per la mia vita, e andrò fino in fondo.
E’ solo…che sono molto affaticato. Ma non devo
cedere,
presto ci riuscirò…
…sarà meglio per tutti. L’agonia
finirà per
me quando…
…sarò riuscito…»
…mentre
una nuvola di bambini di nuovo travolgeva Terriermon, spingendolo a
giocare e a rotolarsi nel suolo digitale…
«…a
dimenticare Terriermon…e gli altri Digimon…
…per sempre.» concluse bassa, profonda la voce di
Henry.
«Non manca
molto, Henry. Tieni duro, perché la fine è
vicina…»
«Ah-hhh…!» raggi di un quieto sole
primaverile
filtravano illuminando i mulinelli di polvere, nella biblioteca del
convento. Beelzemon stirava il suo corpo lungo e nero e la sua coda,
per poi smarrire i suoi occhi seri e assorti nello scenario, evocante
antichità. Si udirono dei passi. Egli rifilò con
la coda
dell’occhio sguardo sospettoso, ma ben presto
«Shhh…!» un sussurro amico giunse per
lui
«Sono io, non preoccuparti…»
arrivò con dolce
candore Akemi «Sono uscita presto, mi sono offerta con le mie
sorelle di venire a pulire qui oggi. Ne ho approfittato per portarti
delle coperte, qui fa molto freddo, se dovrai passarvi altre
notti…»…«Oh-h…»
di nuovo lei
sollevava delicata la mano di lui «Come hai
dormito…?» gli chiese in un sorriso
«Bene…e-e
tu come hai dormito?»…«…io
non ho
dormito.» disse Akemi e sembrò felice di rivelarlo
«Ah…no?»…«Questa
notte sono rimasta
raccolta in preghiera, per rendere grazie al Signore di averti
riportato qui sano e salvo. Beelzemon. Dio meritava la mia
gratitudine.» erano sussurri nel silenzio «Non sai
in
questi anni…quanto ho pregato. Perché nessun
pericolo
potesse
scalfirti…»…«Oh…»
scorreva lei il dito sul corpo del Digimon, come per assicurarsi che
non vi fosse ferita alcuna «Ti sapevo
fragile…nonostante
nel tuo cuore albergasse tanta forza.» fermandosi proprio
lì col dito, sul cuore. Per fiorire in un ancor
più bello
sorriso «Ma adesso le nuvole hanno fatto sgombro il
cielo…! Tu sei di nuovo fra noi. Ed io…ho
finalmente
potuto stringere fra le mie braccia il mio sogno più
grande.»
Beelzemon dilatava i
suoi occhi sempre più…mentre un raggio di luce
trafiggeva
in parte il suo giubbotto scuro, in parte l’abito, ed il
luminoso
volto di quella giovane suora «E’
indescrivibile…ciò che ho provato questa notte.
Non hanno
inventato al mondo abbastanza parole per spiegarlo, quando ci siamo
abbracciati io…!...ho avuto…finalmente quella
certezza…la conferma a ciò a cui ho consacrato
molte
delle mie preghiere, accettando il rischio che ciò potesse
non
essere. Eppure è stato. Ne ero convinta, lo sono sempre
stata.
Avendoti accanto ho sentito…una gioia immensa!»
portandosi
la mano al petto «Come se tornassi bambina!
Improvvisamente…la felicità…la soave
dolcezza di
quei tempi passati ha fatto ritorno nel presente. Assieme a
te.»
sollevandogli la mano, come se attraverso quel gesto lo invitasse a
guardarla negli occhi e a ballare con lei quella danza immobile di
pensieri «Grazie…Impmon. Anzi, Beelzemon. Grazie
per
avermi confermato...che non esiste
“passato”…per la
gioia. Che non c’è un età, per sentirsi
felici. Se
si coltiva speranza nel proprio cuore…anche quando si
è
cresciuti si può rivivere la stessa magia. Può
riaccadere
lo stesso miracolo. Grazie…Beelzemon. Ora che lo
so…vivrò portandolo nel cuore.
Condurrò sempre con
me…il ricordo di questa notte. La notte in cui tornasti da
me,
assieme a tutta la gioia, e la spensieratezza di un tempo.»
E vi era ancora
silenzio, e la mano innocente di una fanciulla in quella nera ed
artigliata di una creatura digitale.
«Noi e i
Digimon…cosa dire in proposito?» Rika sembrava
interrogare
il suo bicchiere, che sorseggiava seduta di nuovo al tavolo con
Cindermon «Se fosse stato possibile crescere insieme come
sognavamo, probabilmente le cose sarebbero andate in maniera diversa, e
noi ad oggi saremmo tutt’altre persone.»
Quegli occhi azzurri
carezzati dal ciuffo rosso erano come calamite pronte a captare quanto
più possibile «Io probabilmente sarei quasi
laureata. Ed
avviata verso una…promettente carriera
professionale.»
sollevando il bicchiere per accentuare il concetto «Renamon
ci
avrebbe tenuto. Ha…fatto molto, indubbiamente,
finché
è stata qui, perché io potessi trattare me stessa
con
quel…riguardo…» alzando appena le
spalle
sull’ultima parola «…che si era messa in
testa che
meritavo. Sì, credo di sì, ci avrebbe tenuto che
avessi
completato gli studi, che mi fossi potuta realizzare con un lavoro
serio. Proprio come una madre. Ed io la immagino una madre.
Anzi…ti dirò che ne sono certa. Lei a Digiworld
di sicuro
ha messo su famiglia, è sposata con un
Digimon…del suo
rango, speculare con lei. Ha figli.» posando il bicchiere. Ed
accennando un impercettibile, malinconico sorriso. Roteando gli occhi
rapidamente per evitare lacrime impiccione e inopportune, e riprendendo
«Henry invece…magari sarebbe meno stressato per il
lavoro.
Con Terriermon accanto. Terriermon…uh! Che tipo.
Acuto…penetrante, delle volte aveva delle
uscite…che
finivano per disarmarti!» riacquistando seducente scioltezza
nella sua posa, accavallando le gambe e bevendo un sorso «Non
sai
come sarei curiosa di risentirlo adesso, vedere
com’è
diventato.» un sospiro…
…mentre Cindermon non osava interromperla…
«E Takato…
…lui
probabilmente sarebbe felice. Al fianco di Guilmon. E Guilmon con
lui…chissà infatti anche lui come l’ha
presa. Di
sicuro non bene…spero…» mescolando col
cucchiaino,
con mano un po’ stanca, ma più che altro era un
gesto
riflessivo «…che sia riuscito a trovare la forza.
Pfff…!...qui il primo che la trova è pregato di
svelarne
la destinazione agli altri disperati, sempre ammesso che ce ne sia in
quantità sufficiente per essere divisa. Sarà!
Ma…a-ahhh…!» stirandosi «Ho
come idea che sia
rimasto un materiale raro, quella autentica, si intende! Poi ce ne sono
varie imitazioni, sparse qua e là, di cui la gente fa uso
perché non può permettersi l’originale,
esattamente
come avviene per…le borse firmate. E quelle che si usa
chiamare
“tarocche”. Ma ognuno si arrangia con
ciò a cui
arriva.»
Cindermon a quel punto
piazzò le mani sul tavolo «Rika: PERCHE’
i Digimon
se ne sono andati?!»…«Colpa del padre di
Henry!»…«Ah no
ecc-?!...EEEH?!!»…«Uhm uhm.»
annuiva Rika con
molta naturalezza «O forse sarebbe meglio
dire…GRAZIE al
padre di
Henry.»…«C-Com-»…«Non
lo
so. Dipende dalle interpretazioni. Cos’è
meglio…un
rimedio che ti salva la vita ma che rende il tuo futuro un
inferno…?» sotto occhi sempre più
calamitati
«…oppure…» giocherellando col
bicchiere con
spintarelle a destra, a sinistra «…mah! In
realtà
non ne ho idea: ma spero che non ci sia mia madre appostata qui da
qualche parte.»…«Tua
madre?!!»…«Lei è convinta che
il padre di
Henry sia un uomo…tarato da crudeltà mentale
credo,
più o meno. E che abbia fatto tutto questo solo per un gusto
sadico.»…«Ah-h ah ed è
così?!!»…«…non
proprio…»
confessò Rika quell’un po’ seccante ma
doverosa
consapevolezza, accentuando ancor più l’interesse
dell’interlocutrice «Non si può accusare
qualcuno
per la soluzione scelta quando non ne hai una migliore da proporre. Se
non avesse caricato…il programma Shaggai nella memoria di
Terriermon, invertendo il processo di espansione del D-Reaper,
chissà che fine avremmo fatto tutti. La città
molto
probabilmente sarebbe andata
distrutta.»…«…
…n-no aspetta non ti seguo fammi capire!...voi…
…a-avete
dovuto condannarvi a questo STRAZIO no perché mi sembra di
capire che sia stata una vita di inferno unicamente
perché…n-non si è trovata soluzione
elettronico-informatica meno DISASTROSA di quella che riportato tutti i
Dig-che li ha risbattuti indie-che
ha?!»…«Più
o meno.» Cindermon senza parole. Gli occhi di Rika a quel
punto
si alzarono ed il moto al bicchiere si interruppe. Cindermon
indietreggiò leggermente quasi avesse un certo timore delle
sfumature determinate di quegli occhi lilla. Ma Rika non dichiarava
intenzioni ostili «Da quel che capisco tu e Takato non vi
prendete molto. Non riuscite ad andare granché
d’accordo,
e la cosa ti preoccupa.»…«N-No in
realtà
è che-è che i-»…«E
LA COSA…ha
in qualche modo a che vedere con i
Digimon.»…«No,
è che…!...vedi ecco no e a me sono queste cose mi
mettono
un po’ in imbarazzo mi fanno sudare ecco prima mi morivo dal
freddo adesso ho un CAAALDO boia no ecco
insomma…!...» per
poi scivolare da tutto quella reticenza in un più stabile e
più consapevole sguardo «Ti prego Rika: ti prego,
ho solo
te-SOLO TE in questa città non ho nessun altro, tantomeno
che
conosca lui! PER FAVORE, te lo chiedo come ad un’amica anche
se
non ci conosciamo da molto tempo! Ti prego: parlami di lui, aiutami ad
accedere…alla sua persona. Io ne ho bisogno! E’
diventata
una questione…personale, io…se non ci riesco non
saprei
più dove andare! Che cosa fare chi-chi-chi-CHI ESSERE lui
è finito per diventare la mia gui-la mia ossessione io
praticamente prima vivevo felice e spensierata quand-»
“La
mia guida…” però aveva captato Rika, ma
nascose il
suo fitto riflettere dietro un bicchiere
«Insomma…lui mi
manda ai matti! Mi-mi agita, io non sono più tranquilla non
dormo perché quando conosci una CAVOLO di persona dovresti
parlarci liberamente! Sei d’accordo?!
Dovresti…a-avere uno
scambio pacifico, sereno non urli,
grid-»…«NOOO, NON
POTETE, NON E’ GIUSTO!!!» un grido femminile
provocò
un autentico balzo per Cindermon, ma anche per Rika, che si
volse…
«Qui ci
viviamo…!!» piangeva Himi, piegata sullo sgabello
«Se ce lo togliete con cosa
mangiamo!!»…«…signora lei
però deve
capire, c’è un arretrato pazzesco. Ci risulta in
maniera
lampante che non vi è possibile sobbarcarvi le spese del
locale,
né lei né…la sua
socia!»…«M-Ma
non potete
aspettare?!»…«Signora…abbiamo
aspettato ormai da mesi. I tempi sono
quelli.»…«Nooo…!» e
ancora pianti, e
singhiozzi…
Cindermon era
rimasta leggermente trafelata «…m-m-ma che-ma
chi-ma chi
è quella gente??? Non è che ptsss…si
dice che in
questi locali girano uomini pazzi e con cattive intenzioni ma non
è mica che quei due con
lei-»…«Scusa un
attimo…» Rika si alzò…
…e con il
suo passo lento da tigre si accostò al bancone
«Beh, che
sta succedendo?»…«Rika, ci vogliono far
chiudere!!!»…«Signorina
Nonaka!»…«Ecco, cercavamo proprio lei:
guardi…questi sono i conti! Qui ormai possiamo concedervi
qualche altro giorno, al massimo! Però se non pagate dovete
chiudere.»
Gli occhi di
Rika si assottigliavano, riempiendosi di rabbia dinanzi a quel banale
foglietto…
Cindermon al
tavolo nel frattempo traeva le sue conclusioni “Mamma
mia…chi l’avrebbe mai pensato. Ma…CHE
VITA FANNO
questi che un tempo sono stati i Digimon Tamers???”
«Beh, allora?! Cos’è tutta questa
disperazione,
avessi visto un mostro di fronte ai tuoi occhi! Andiamo, Himi smetti di
piangere. Quei soldi ce li
guadagneremo!»…«Ma come,
COME RIKA?!!...n-nemmeno un palco ci assiste più! Hai visto
ieri!»…«Abbiamo solo avuto
sfortuna.»…«Ma qui è
dall’inizio che
abbiamo sfortuna!!»…«In effetti signora
se mi
permet-» ma Rika sovrastò quell’uomo
«LEI NON
SI INTROMETTA, CHE NE SA DEL NOSTRO LAVORO?!! Su forza coraggio Himi.
Basta. Capito?! Sto parlando con te e ti ho appena detto basta, tu non
devi piangere e non devi piegare la testa in quel modo: MAI! Questi
soldi noi ce li procureremo, il locale non lo chiudiamo e i
QUI
PRESENTI SIGNORI avranno modo di ricredersi sul nostro
conto!!!»…«Ma…veramente
signorina noi non
volevamo di-»…«Sì
sì, lo so molto bene
cosa pensate, cosa pensano…tutti qui. Comunque stasera
sarà un successone, è garantito. Himi! Allora,
dov’era quella roba che mi hai chiesto di mettermi addosso
poco
fa e io ti ho gridato che mai, neanche morta?! Qui?! Eccola!»
sollevando alcuni vestiti da spettacolo «Aggiudicato, questa
sera
brilleremo con le nostre performance, e vedrai quanto
frutterà!»…«Rika…»…«Su,
coraggio!!» esigeva Rika col fuoco negli occhi «Tu
non ti
devi arrendere mai, non devi darla vinta a chi ti vuole a
terra!!»
Cindermon intanto osservava “Sarà stato
così?...
…con
quegli stessi occhi, e più o meno la stessa voce
avrà
incitato i suoi amici quando scendeva in battaglia con
i…c-con i
miei simili, con i Digimon!! E’ questo il volto del
futuro…?”
Mentre Rika
prendeva le mani di quella donna in lacrime «Nella vita le
battaglie ci saranno sempre, saranno incessanti, ma se ci si scoraggia
è la fine!! Forza!! Siamo in due, il locale lo abbiamo messo
su
in due, io mi sono accollata tutte le responsabilità
all’inizio e io ti tirerò fuori da questo
disastro, te lo
garantisco!!»
“Sono
passati anni…eppure questi ex-Digimon Tamers continuano a
credere nella vita, a lottare per un futuro, e seguitano giorno dopo
giorno a sostenere chi hanno vicino. Le loro parole di coraggio, tutta
questa…grinta che tirano fuori!”
…ricordando
anche l’accesa espressione di Takato, fuori dal salone in cui
lavorava, quando ancora portava alto il valore
dell’esperienza da
lui vissuta “…è riuscita a sopravvivere
a
così tanto tempo? Cavoli, devono esserne successe tante.
Eppure
sono arrivati fino ad oggi con ancora tanta forza, guarda
Rika.”
…la quale ancora non cessava di incoraggiare
Himi…”E’ la prima volta che mi interrogo
a proposito
del tempo. Ed è la prima volta…che stento a
liberarmi da
interrogativi che riguardano…i comportamenti della gente, e
le
loro scelte!” guardando il suo stesso manto e stirandolo col
gomito quasi fosse stato uno schermo che le avesse potuto proiettare le
risposte “Non credevo che sarei stata trascinata in una cosa
simile quando sono venuta qui.”
«Più che dirti che sono disposta a ballare su quel
palco:
io, poi! Mi conosci, sai che odio queste cose! Ma
questo…questo
è il nostro locale Himi qui ci sono i nostri sogni e
c’è il lavoro di tutto questo periodo: vedrai, non
siamo
ancora sconfitte, abbiamo ancora una
possibilità!»…«Rika…Rika
grazie,
sei…una vera
amica!»…«Forza!»
Cindermon a guardarle, e a pensare…
Terriermon,
coprendosi gli occhi dal sole con l’orecchio,
avvistò
«Ah! Ma quella è Lopmon che ritorna!
Lopmon!!!» e le
corse incontro.
Presso il
falò spento, la Digimon di fuoco con la collana di perle
diede
una gomitata eloquente a quell’orsacchiotta in cuffietta, la
quale diede due sottili e significative gomitate alla dragona Gelsomon
in grembiule «Ahhhhhh…eccolo, ce ne ha messo di
tempo
quello! Torna…il marito più amato di
Digiworld!»…«Ahahahah!»…«Ahahaha!»…«Salutarlo,
signore! Dai forza…! Lalalaaa…!» ed
alzarono le
loro mani ma più che un cenno di saluto, il loro era un
gesto
ironico che richiamava a qualcosa di appuntito che si trova sulla testa
– questo non sfuggì all’occhio vigile di
Renamon
«…! Adesso…BASTA!» destando
un sussulto nelle
tre che per poco non si caddero addosso una sull’altra
«Vi
lascio dire di me quello che volete ma non vi permetto di parlare male
di mio marito!!»…«E tu chi sei, eh?! Per
dare ordini
a me!» Gelsomon fece rimbombare il terreno col suo passo
pesante
ed avanzò minacciosa verso Renamon, la quale restava
impassibile
«Ti consiglio…di non provocarmi, non amo
disturbare il
villaggio con certe scene, ma se mi
costringi…!!»…«Lo sai? Mi hai
stancato con
quell’aria da gran donna, ma chi ti credi di essere?! Eh?!
Soltanto perché sei magra come una velina credi di poter
incastrare tutti gli uomini così come hai incantato una
ragazzina mezza scema sulla
terra?!»…«NON AZZARDARTI
A NOMINARLA, TU NON LA CONOSCI
NEMMENO!!»…«L’hai imparato
lassù da
lei, Renamon, il mestiere più antico del
mondo?!»…«RIMANGIA CIO’ CHE
HAI DETTO!!»
ed in pochi secondi furono una violentemente aggrappata
all’altra, nel visibilio di donne «Oh,
ohhhhh!»
…e uomini «Oh, ohhhh!»
…o per meglio dire femmine e maschi digitali.
Imagomon vide
«Ah! Ma…che sta
succedendo?!»…«Ma
quella non è Renamon?!» esclamò Lopmon,
quando un
«CALU’!» aspro ed arrabbiato
sbucò tra di loro.
In pochi secondi il
villaggio era diventato uno stadio, si levò il vociare e
persino
i Digimon aggrappati alle impalcature facevano il tifo per
l’una
o per l’altra: che si gettarono a terra, circondate da una
platea
di tifosi assemblatasi in una manciata di istanti attorno a
loro…
«ECCO QUESTA
E’ LA VERA FACCIA DEL VILLAGGIO CHE GESTISCO,
CALU’!
SMETTETELA SUBITO! CALU’! VE LO
ORDINO!!»…«Calumon!» lo
richiamò Lopmon
ma quel piccolo fuoco d’artificio bianco si era lanciato
incurante nella mischia…
…e
gridava fino a perdere la voce «ALLORA TASSA DOPPIA PER TUTTI
CALU’ VI PARE UN COMPORTAMENTO SERIO?!
CAAAAAA---LUUUU’!!!
MI SENTITE?! ECCO! COSI’ VA IO L’HO CAPITO MOLTO
BENE
DALL’INIZIO PER TUTTI, PER TUTTI VOI! CALUMON E’
UNO
STUPIDO! E’ PICCOLO! NON CONTA NIENTE MA SE PER VOI NON CONTA
NIENTE LA VOSTRA DIGNITA’ ALLORA IO USO LE MANIERE FORTI PER
DOMARVI, CALU’! VI STA BENE!»
…saltava a
ritmo continuato per farsi sentire e arrivare all’altezza
delle
altre creature, faceva paura la prospettiva di avvicinarsi e toccarlo,
per quanto imprevedibile dinamismo emetteva «ALLORA VEDETE
CHE HO
RAGIONE?! VEDETE CHE NON MI SBAGLIO?! QUI TUTTI DICONO CALUMON HA LE
MANIE DI PERSECUZIONE ALLORA LO VEDETE CHE NON SONO MANIE DI
PERSECUZIONE NON
SONO MANIE DI PERSECUZIONE!! E’ VERO!! SE VI
CHIAMO NON MI SENTITE!! SE VI GRIDO VI TAPPATE LE ORECCHIE! ALLORA VI
GRIDO PIU’ FORTE COSI’ CALU’ VE
LE…STUUU----RATE QUELLE MALEDETTE ORECCHIACCE! SONO
SCOMPARSI
DEI VOSTRI COMPAGNI! VI SEMBRA DIGNITOSO?! A ME NO!
IO…I-IO!!»
…il verde degli occhi faceva fatica a resistere al
rosso…
«SONO DISPOSTO A
FARE IL DOPPIO! IL TRIPLO! NON VI SOPPORTO PIU’! ORMAI SOLO
CON
LA CATTIVERIA! ORMAI SOLO C-C-CON LE MULTE, LE IMPOSTE, LE TASSE,
COSI’ VI DOMATE!! LE ORECCHIE PURE CHI LE HA LUNGHE
E’
DIVENTATO SORDO! IO NON CI STO A CONTINUARE COSI’!
…IO POSSO DIVENTARE ANCHE PIU’ CATTIVO!
…POSSO
FARE…ANCHE IL DOPPIO PIU’ PAURA E POSSO MANGIARMI
COTTO E
CRUDO CIASCUNO DI VOI ANCHE SE NON DIGIEVOLVO!
…IO UN
TEMPO POSSEDEVO IL SEGRETO DELLA DIGIEVOLUZIONE ORA MANCO
PIU’
RISPETTO PER QUELLO! ADESSO TUTTO E’ GRATUITO TUTTO SCONTATO
IN
QUESTO MALEDETTO VILLAGGIO! E’ CYCLEMON CHE VI HA ABITUATO
MALE!
E I SUPREMI CHE VI HANNO VIZIATO PER CHI E’ PIU’
GRANDE DI
ETA’!» e seppur incredibile, ce la stava facendo:
grida, dopo grida, dopo grida si stavano creando sempre più
intervalli di silenzio, e buchi di pubblico – il vociare si
assottigliava perché a poco a poco ci si accorgeva che
c’era un qualcosa di bianco e di balzante con la
più
ferrea intenzione di farsi sentire «CALU’!
CALUUU’,
ADESSO FUGGITE PERCHE’ SIETE VIGLIACCHI! CHI PRIMA TIFAVA ORA
GIRA LA TESTA! ADESSO…(iuhhhff!) PROVA-(cof-cof!) PROVATE A
PICCHIARE ME SE NE AVETE IL CORAGGIO ORA QUALCUNO SI FACCIA AVANTI SE
NON VUOLE CHE GLI SPIACCICO UNA MULTA DRITTA IN FRONTE QUA DOVE IO HO
IL SIMBOLO, CALU’! OGNI GIORNO UNA STORIA, CALU’!
SI LAVORA
POCO, CALU’! MA PER PROTESTARE C’E’
SEMPRE TEMPO,
CALU’! IO SCRIVO UNA
LET-»…«Non ci sarà
bisogno di nessuna lettera.»…«MA IO
SCRIVO UNA
LETTERA ALLA DIREZIONE
GENERALE!»…«Possiamo
cavarcela anche senza: in fondo siamo persone civili anche se talvolta
conviviamo a fatica.»…«MA IO METTO NERO
SU BIANCO
PER FATTO DI PRINCIPIO, CALU’!»
…e non si era
accorto che era intervenuta una mano a sorreggerlo: era Renamon
«Non vi sarebbe destinatario: ormai sei tu la nostra
autorità.»…«Oh…caa…lù,
calù-calù! Renam-c-cooof!» se ne
accorse adesso ma
parlava a fatica «Renamon-cof, cof!» tossiva e gli
si
spezzava la voce «Cyclemon se n’è
andato. E noi
abbiamo bisogno di te con Guardianmon, dobbiamo ritrovare i nostri
amici. Grazie…Calumon per essere
venuto.»…«Io
ti ROVIIII----NO!» intervenne però Gelsomon
lanciandosi
con un pugno contro Renamon – ma costei si scostò
con
semplice, lieve scatto provocando l’inciampare
«O-OH-WAHHHH!» ed il rotolare
«WAH-AH-AAAHHHHH!!!» di Gelsomon addosso alle sue
due
amiche, che formarono un mucchio digitale di corpi ammassati
«Amica mia…ouch, come cucini pesante a casa
tua…!»
Calumon
riprendeva fiato, respirava e respirava con occhi stretti in piedi sul
palmo della mano di Renamon
«…Re…Renamon…calù…»
ripeteva, ed il suo “calù” non aveva
quasi
più una voce a sostenerlo, tanto da ridursi ad un sussurro
«Non sforzarti a parlare…ti
affatichi.»…«Non posso,
devo…ca-calù,
Renamon, sei…l’unica che
può…cof!
Calù…»…«Taci…»…«…sei
l’unica a cui mi posso rivolgere.» insisteva, e dal
tono
sembrava un altro «…parla con tuo marito, mi hanno
detto…auhf, calù mi hanno detto delle scomparse,
dobbiamo
organizzarci e-calù…» sempre
più sfumato
«…organizzare una
rivolta.»…«…!!...come?!»
Renamon
trasalì ma Calumon «Non…farti sentire,
non far
capire quello che ti sto dicendo. Soltanto
noi…possiam-»…«Ma…certo!
Ah
Calumon…capisco sì, ci siamo comportate molto
male, ma in
questo momento per la mia famiglia una tassa più salata non
sarebbe davvero conveniente!» bleffava Renamon, ma intanto
con i
suoi occhi raggiungeva
Imagomon…Lopmon…Terriermon, i
quali già sembravano afferrare la portata del tutto
«Ti
prego quindi di essere comprensivo, se…non ti costa
tanto!»…«Brava…brava,
calù. Il nostro
villaggio è nel caos ma noi, cof, calù, dobbiamo
provare,
cof cof, almeno a chiedere, cof, ragguagli,
a…Guardianmon.»…«…ti
prometto…un maggiore contributo sul lavoro, sai che mi sono
sempre fatta avanti quando ce n’è stato
bisogno!»…«…dobbiamo
pretenderli: ascolta,
la…Digievoluzione non è più possibile
senza
domatori, calù, però, calù,
però tutti
sappiamo che in me alberga, o albergava almeno il potere di innescarla,
io, proverò, ad azionarlo anche se i terrestri sono
lontani!» Renamon dilatò gli occhi di fronte a
quella
dichiarazione, e fu sempre più difficile bleffare
«Ma…
…sul
serio…io…n-non posso…non ho i
mezzi…»
(tanto che mormoravano «Strano! Credevo che Renamon se la
passasse piuttosto
bene!»…«…ma
no…sarà Calumon che ha oltrepassato tutti i
limiti:
è diventato una bestia. Ci odia, mi domando
perché non ci
ha mai sganciato una bomba dalla sua palazzina
sopraelevata!»…«In effetti è
architettonicamente ideale!»)
«Renamon,
non ce la facciamo, calù, però, dobbiamo, farcela
ugualmente. Chissà che sulla terra non ci
sentano…»
e la mano della volpe dorata tremava quasi come se Calumon fosse
divenuto, paradossalmente, pesante da sostenere
«…non…so…più…che
altro…inventarmi.» alzando infine in una tacita
supplica
quegli occhi dai contorni segnati. Lo sguardo di Renamon cadde sul
simbolo rosso sulla fronte del Digimon…
«Ma
è sorprendente!» era la sincera esclamazione di
Kazu
mentre erano arrivati al panificio «Quella Cindermon
dev’essere davvero un Digimon, Takato: nessun essere umano
è dotato di simili poteri!»
Quando
all’interno, una concitata Asanuma vuotava il sacco
«Colti
sul fatto, ve lo posso assicurare: vostro figlio…beccato
presso
quel tugurio di casa di quell’altro, del netturbino! Li ho
visti,
non so, confabulare molto da vicino per me c’è
stato uno
scambio di qualche cosa, ora non vorrei dire ma voi guardate bene tra
la roba di vostro figlio-»…«Mamma,
papà,
volevo dirvi che-uh?»…«Lei ne
è sicura,
signora Asanuma?» chiedeva Takehiro «Più
che
sicura!! Se non ci credete basta guardarlo, quel Kazu! Osservate tutti
i segni che ha sulle braccia, qui, qui…!»
indicando i
punti precisi, ignorando che questi era dietro di lei e
«Oh?!» inarcava lo sguardo «Quelli sono
sicuramente
BUCHI fatti con quel sistema a cui noi maestre siamo allergiche ma che
da quel dì attira gli alunni non appena i giochini passano
di
moda!»…«CHE
COSA?!»…«Ihmp!»
sussultò Asanuma e qualcuno la prese per il braccio
«Cosa
sta insinuando forse, che faccio uso di droga?! Non è
assolutamente vero!!!» mentre anche lo sguardo di Takato era
trafelato.
«Oh
ah-ehm…Kaaazu che piacere vederti no ecco sai è
che avevo
dimenticato una busta del
pa-»…«Perché non fa
che ricoprirci di fango, signora, perché ci odia tanto?!
Eravamo
i suoi alunni!»…«Adesso
basta!» fece
però Takehiro «Takato, fa subito smettere il tuo
amico!
Questo non è il luogo adatto per simili
cose!»…«Ma è il luogo adatto
per screditare
la gente senza un motivo?!» replicò il ragazzo, ed
i
genitori si irrigidirono, senza parole da ribattere…
«Questo
è tradimento, signora! E’ la cosa peggiore che ci
sia!» specificò Kazu con sguardo consapevole e
amareggiato
«Ah sì??? E quali sono i metodi di quelli della
tua specie
per punire chi si macchia di questo crimine,
eh?!»…«Lascia perdere, Kazu: andiamo
fuori!»
lo invitò Takato, accostandosi a lui e fulminando con lo
sguardo
l’ex-insegnante «Signora Asanuma lei credo che da
molto
tempo abbia perduto la cognizione di ciò che
dice.»…«Mi stai dando della
pazza?!»…«…andiamo
Kazu…!»
Takato non trovava che valesse la pena di replicare ma Takehiro fece
«No!...
…io e tua madre
dobbiamo allontanarci: volevamo lasciarti il negozio per qualche minuto
ma A PATTO per nessuna ragione prosegua una scena del
genere!!»
Gli occhi dei due giovani si orientarono verso Asanuma, la quale, come
sempre impicciandosi tra le buste «N-No d’accordo!
Tanto…quello che dovevo comprare, l’ho comprato!
E-E
quello che dovevo dire, l’ho detto!» si accinse ad
allontanarsi «Però a dispetto vostro io so molto
bene
quello che dico! Ne sono ben consapevole!» sparendo oltre la
porta…
Takehiro
mormorava a sua moglie «…non mi piace la compagnia
di quel
ragazzo…»
…mentre
Kazu chinava il capo, nascondendo lo sguardo sotto la visiera del
cappello «…è davvero da non
credere...» e
Takato lo confortava con una mano sulla spalla
«…coraggio:
sai com’è fatta lei, non si rende conto delle sue
affermazioni.»…«…la gente non
ha proprio
nulla di meglio da fare…»
Fra gli occhi di
Cindermon e quelli di Rika, un cappello a cilindro nero, lucido e
scintillante, che quest’ultima roteava tra le sue mani
«E
così dovrò mettermelo in
testa.»…«Ah
ma allora è vero è prevista roba grossa per
stanotte,
u-un
maxi-spettacolo!!»…«…vuoi
unirti a
noi…?» accennò con ammiccante
sorrisetto la
ragazza, adagiando il cilindro sui suoi boccoli rossi
«E-Ehm…MA ANCHE NO no è che a dire il
vero mi pare
di aver sentito per pura casualità che per voi CAVOLI se
è importante poi se vi rovinassi tutto non me lo perdonerei
mai
naaahhh! Non sono portata per queste cose (accidenti mi è
sempre
piaciuto ballare ma a detta di tutti io ho un portamento da elefante
mentre mia sorella lo ha elegante e leggero, che fastidio!)
»…«Come vuoi…io
l’occasione te
l’ho data!»…«Senti
ma…non è che
ti sto facendo perdere tempo e magari devi fare le
prove?!»…«C’è
tempo!» Rika
sembrava prendersela con calma «…lo spettacolo
è
questa sera. E comunque messe come siamo dovremo
improvvisare.»…«Gasp!
Però…ma…non per farmi gli affari tuoi
ma vanno
molto male gli
affari?»…«…diciamo
che…» passando le dita sul bordo del cilindro
«…è un periodo che non abbiamo molta
fortuna.»…«…ah.» ma
un istante dopo
Rika assunse espressione più seria, sincera
«E’
stato un progetto un po’ azzardato…ma è
stata
l’unica cosa che è venuta in mente ad Himi e a me.
Che
vuoi fare, di questi tempi…se non hai un titolo di studio
devi
arrangiarti con mezzi di questo
tipo.»…«No, strano
però perché qui dico…non è
male il
posto!»…«Uhm…lo so,
grazie.» e lo
sguardo di Rika scivolò sotto le sue lunghe ciglia per
perdersi
assorta nello scenario «Questo luogo…è
la cosa
migliore che in questi anni sia riuscita a tirare su. Con questo fatti
due conti sul
resto.»…«…c-come sarebbe a
dire?» sussurrò Cindermon, e la ragazza si
adagiò
più comoda sulla sedia «Io penso che mi rispecchi.
Raffigura quella che sono
diventata.»…«Beh…però
se tu assomigli
al tuo locale in fondo, ecco…»
…la coda
dell’occhio penetrante e indagatore di Rika puntò
su
Cindermon, che però sembrava portare a termine una pacata
considerazione «…cioè…io
sono sincera. Lo
dico davvero, io dico sempre quello che penso. A me piace. Poi
d’accordo, i gusti sono gusti!»
…qualche
istante di “scanning” e di
serietà…per poi
scivolare in un lieve ma sincero sorriso «…ti
ringrazio.»…«No non
c’è di che scusa ho
detto la verità!»…«Mia
madre…»
iniziando a punzecchiare il cilindro con le dita
«…non
è contenta che io stia qui, dice che sono esposta alle
insidie
cittadine.»…«B-BAAAH,
CHE?!!!»…«..e vorrebbe venire lei al mio
posto.»…«…tua madre? A
gestire tutto questo
affare?» Quello sminuzzamento del cilindro divenne
più
intenso «Nella sua testa c’è
l’idea che ancora
io potrei chiedere qualcosa di migliore. Lei, in questi anni, ha avuto
grossi problemi con il lavoro…
…devi sapere
che era una modella. Molto considerata per altro, le
cose…andavano piuttosto bene. Anzi, andavano benone, tanto
che
ho scoperto troppo tardi, quando l’avevo già perso
ormai,
che per la mia infanzia ho avuto tutto il benessere che una ragazzina
può richiedere. Frequentavo una scuola…pfff,
molto
qualificata. Dev’essere stato un colpo niente male per i miei
insegnanti sapere…»…«Beh va
bene però
che c’è di male tu scusa TIENI UN PUB no dico non
è
che magari…!!...c-chissà cosa!» aiutata
da ampi
gesti di mano. Rika rifletteva…dopodiché
abbandonava
tutti quei pensieri, e abbandonava il cilindro sul tavolo
«Mah,
forse dopo tutto hai ragione tu. O ha ragione mia
madre…chissà.»…«Cosa
c’è
di strano?!...è lavoro! Un lavoro…come tutti gli
altri
per altro lo fate molto bene qui!»
Rika aveva molti
pensieri ad affollarle la testa e la coscienza, ma quei suoi occhi,
scrutatori, talvolta taglienti, liquidarono tutto «Ah,
smettiamola di parlare di me. Torniamo a Takato,
piuttosto…!» scivolando su una sfumatura di
innocente
malizia «Una curiosità!» Cindermon di
nuovo
piazzò le sue mani sul tavolo «Ma lui,
qui…!...c-ci
viene mai?!»…«…qualche
volta…
…sì, qualche volta
sì!»…«…ah. Vi
siete continuati a
frequentare in questi anni,
quindi!»…«…devi
sapere…che quando c’è un qualcosa di
grande quanto
quello che ha unito noi…poi è difficile tornare
indietro.» Di nuovo silenzio, e pendere da quelle labbra
«Takato, Henry ed io…abbiamo condiviso molto,
talvolta…anche un pericolo davvero grande. Tutti e tre
abbiamo
fronteggiato…prove molto dure. Siamo stati posti di fronte a
scelte…che avrebbero cambiato il corso della nostra vita.
Tutto
questo…» spiegava, e mostrava partecipazione e
impegno in
quel vagare nel passato, che rivestiva i suoi occhi di una patina
lucida e sfaccettata «…quando poi arriva alla
fine, quando
devi…mettere punto, andare a capo e riprendere una vita che
a
detta di tutti è “normale”…fa
sì
che…dentro di te ci sia la voglia di non sperperare quegli
insegnamenti che un’esperienza simile è riuscita a
darti.» le mani di Cindermon lentamente scivolavano
giù
dal bordo del tavolo «Imposti…proprio la tua
ripresa su
quanto hai imparato. Noi siamo stati costretti purtroppo a fare a meno
della presenza di coloro con i quali avremmo voluto condividere il
nuovo inizio. Però tale c’è
stato…e a nostro
modo, anche per fare onore al loro ricordo, abbiamo voluto mantenere
acceso quel fuoco. Ebbene dunque…quel fuoco è la
nostra
amicizia. Io, Takato ed Henry rimarremo sempre i Digimon
Tamers…questo ci ha spinti ad impegnarci, molto banalmente,
a
non perdere i contatti. E ad esserci sempre l’uno per
l’altro in questi anni. Sì. E so che in
fondo…sarà così sempre, anche se poi
ognuno ha la
sua vita, le sue vicende, le sue
strade…»…«…quindi…non
è
vero ciò che si dice in giro e cioè che insomma
tutta
questa roba è retorica che la vera amicizia non
c’è
e sempre tutti attaccati al tornaconto…» ripeteva
automaticamente Cindermon con gli occhi ancorati a Rika, la quale
replicava scostandosi i capelli «Mah, che dire, io ti parlo
semplicemente di noi. Di ciò che è stata la
nostra
esperienza. Per il resto…passo, non sono nessuno per
pronunciarmi su come va il mondo.»…”Non
c’è che dire: l’aura di leggenda che
aleggia attorno
a questi tre si fa sempre più sostanziosa. Da una parte
più la ascolto, più la vedo difficile una mia
entrata in
tutto questo affresco immortale.”
«Dimmi che
devo fare ed io lo farò.» furono parole di Henry
che
lottavano contro lo stento. Quella penna, tra dita femminili smaltate
di lilla, seguitava a roteare lentamente «Può
considerarsi
una reazione positiva…il fatto tu sia uscito immune dalle
storie, potenzialmente illusorie, che il tuo amico ha sottoposto alla
tua attenzione. Su di te non ha fatto presa la personalità
di
figure da lui tratteggiate come…prima fra tutte…
“Cindermon”
…non le
hai dato credito, piuttosto hai esortato anche lui a mantenere i piedi
saldi a terra. Significa che la gran parte del percorso fatto assieme
ha lasciato nel tuo inconscio i semi più promettenti.
Fioriranno, credimi Henry: continua per questa via. Aiuta te
stesso…aiutando Takato: la mia esperienza mi permette di
intuire
che sia molto sensibile, un bersaglio facile per la tentazione, in
verità distruttiva, di riportare il passato nel tempo
attuale.»…«Takato lo desidera
ardentemente…» rivelò Henry…
«Dedicarti
ad una persona a cui sei legato…ti aiuterà ad
acquistare
sicurezza: tieni “Cindermon”…lontana da
lui. Aiutalo
a non fidarsi di lei. Esortalo a non chiedere il suo aiuto.
Poiché lei incarna l’ombra del passato. Occorre
tagliare
questi fili per tornare a vivere realmente…»
Henry respirò profondamente, senza staccare un istante i
suoi
occhi scuri e determinati da lei «D’accordo,
agirò
in questo modo.»
«C’è però un altro aspetto
che non possiamo
permetterci di trascurare.»
Henry alzò occhi stupiti «Di che cosa si
tratta?»
«Si tratta di te.» seguitava quella voce giovane, e
vellutata «Mi impensierisce il perdurare di questa tua
insicurezza, il fatto che tu ti senta costantemente esposto alla
tentazione. Nonostante sia comprensibile a questo punto del cammino. E
nonostante, come ho già detto, tu ne sia uscito finora
sempre
vincitore. Ma uno stimolo continuo rappresenta pur sempre una minaccia.
Per provvedere allo scopo, ho progettato quella che può
essere
la soluzione adatta.»
Henry dilatò il suo sguardo, sembrava aver paura di
ciò
che avrebbe udito…
Lei
dunque si alzò, piegò i suoi occhiali,
avanzò e
per rivelarglielo si inginocchio dinanzi a lui, prendendogli le mani
con un fare pacatamente confidenziale «Devi sfatare il mito
con i
tuoi stessi
occhi.»…«Cosa?!»…«Henry,
credimi,
è la cosa migliore: alla prossima occasione tu devi essere
presente, devi andare con Takato!»
Era una giovane
dai gentili occhi scuri, dai capelli castani che componevano graziosi
ricci, ad adagiarsi sulle spalle fragili, di un corpo esile. I suoi
movimenti erano leggeri «Di sicuro la storia non si
arresterà qui e vi sarà un prossimo appuntamento:
un
prossimo “Digimon”, una nuova rievocazione del
passato:
devi essere sul luogo, Henry, vai.»…«Ma
io…!!»…«Soltanto
così!»
adagiando la sua delicata mano, dall’anello violaceo, sulla
mano
del ragazzo «Soltanto così, credimi, potrai
sgravarti da
una grande parte di questo timore che ti tormenta, non puoi seguitare a
fuggire, ammetti che questi continui accenni ti
turbano.»…«Oh sì,
sì!! Però
altrettanto ho paura, ancora Digimon, là insieme a Takato
che di
sicuro prega perché TUTTO SIA VERO, io…!! Temo di
non
farcela!
Capisci?!»…«…è un
rischio che
va corso…»
Lui sembrava
supplicarla con lo sguardo, ma lei seguitava a carezzargli la mano
«Molto presto…tutto sarà un ricordo, e
potrai
riprendere una vita tranquilla con la tua famiglia, e il tuo
lavoro.»…«Io non voglio che sia solo un
ricordo…io desidero
dimenticare!!»…«Va bene,
certo. Tu sai come la penso. Ma dammi retta. Finché non
vedrai i
fantasmi con i tuoi occhi e non li affronterai fino a
sconfiggerli…non sarai libero. Fatti forza. Sono
certa…anche se non dovrei essere io a dirtelo…che
tutto
ciò che avrai di fronte sarà facilmente
distinguibile
come…un palco…su cui danzano marionette. Una
rappresentazione. Niente di vero. Nulla di vivo...» I suoi
abiti
mescolavano serietà professionale ad un pizzico di
grazia…
«Ma non
siamo neanche sicuri…che ci sarà una prossima
volta!»…«…lavoro da tempo
sufficiente per
possedere una certa intuizione riguardo ai fenomeni. Io sento che molto
presto…la strada tua e quella di Takato si incroceranno di
nuovo
sulla parola “Digimon”.» regalandogli,
col dito, una
carezza sulla mano «Mi farai sapere se poi è stato
così. D’accordo…?» gli
sorrise, mentre appena
mosse dal vento tende e libri di Psicologia li circondavano.
Rika intanto
abbassava gli occhi «Takato…non ti ha parlato
spontaneamente di questa
storia?»…«PERCHE’ LO
FA CON TUTTI?! No perché se è così
dimmelo
così che mi possa sentire
l’ESCLUSA!»…«…di
solito non ha
problemi, lui…è aperto su questo
fronte.»…«AH.
WOW.»…«Henry un
po’ meno, ma credo sia…più che altro un
suo
atteggiamento per risultare agli occhi del mondo come
un…certo
tipo di persona, l’ha costruito con molto impegno in questi
anni.
Credo…che la causa primaria sia il padre, sai? Non
dev’essere facile, una volta che sei
stato…così
tanto legato al tuo Digimon, perché Henry lo era con
Terriermon
e parecchio, nonostante l’atteggiamento razionale che ha
sempre
esternato. Non dev’essere facile con presupposti simili
convivere
con chi ha causato direttamente la vostra separazione, tantomeno averlo
come padre…»…«…eh,
DIAMINE…!
Una bella storia. Acc! Maaa…adesso che mi ci fai pensare
Rika
scuuusa, eh! Ma…Takato partendo dal presupposto che era
così-insomma in simbiosi con Guilmon era il suo compagno
lottavano fianco a fianco poi TUTTO QUESTO
CASINO…!» con
rotazione accentuante degli indici «Beh lui non
dirà
niente ma ce la dovrebbe avere A MORTE con questo
signore!»…«…è pur
sempre il padre di
un suo amico.»…«Sì
PERO’
PORCA-»…«Takato è
così. Per lui queste
cose…contano. E sorprendentemente…ha contato di
più il suo legame con Henry, ed il suo rispetto verso suo
padre,
su quelli che erano i suoi sentimenti. No. Prima che tu me lo chieda ti
dico di no. Non gli ha mai detto niente, in questi anni mai un istante
gli ha fatto pesare la scelta che allora fu decisiva.»
«…e tutto questo…Takato lo ha fatto per
un amico?»
Rika alzò gli
occhi su di lei…poi li abbassò e sorrise
«…se Takato lo vuoi apprezzare inizia da
qui.»
Cindermon indicò se stessa e poi si guardò
attorno come
per chiedere se proprio di lei si stava parlando o c’era
qualche
altro.
…al
panificio, il ragazzo sembrava star seguitando ad incoraggiare Kazu,
dispiaciuto per la scena di prima. In quel momento entrava anche Rea,
che sembrava sollevata nel vederlo, e lui contento, e le
andò
incontro…
«Lo
so…!» continuava Rika «Potrebbe essere
discutibile
il fatto di non aver mai manifestato alcunché su di una
faccenda
così importante, ed è l’unica cosa che
posso
eventualmente biasimare di Takato, che per il resto…beh
bisognerebbe soltanto rendergliene merito. Raramente si hanno simili
riguardi. Però…non so…
…secondo
me non gli ha fatto bene tenersi tutto dentro. Anche se non
c’era
niente da fare doveva confessarlo se sentiva che era stata solo una
grande ingiustizia!!» per poi tirare un respiro profondo
«Certo…anche Wong però in questi anni
non ha fatto
mai niente anche solo per tentare di riparare all’accaduto.
Su
questo…mi ha un bel po’ deluso, o forse lo avrebbe
fatto
se non conoscessi i tipi come lui. E’ questa la loro forma
mentale “niente dura per
sempre”…» di nuovo
sbattendo la schiena contro lo schienale e guardando in alto
«…niente mi toglie dalla testa che lui e i suoi
colleghi
sono prevenuti e pieni di preconcetti nei confronti dei Digimon.
E’ una “politica generale” più
che un vero e
proprio problema informatico quello che li tiene
fermi…»…«Cooosa?! No
questa-»…«Con il D-Reaper si
è rischiato
molto. E si è fatto tutto un fascio anche con ciò
che non
c’entrava niente. Anzi, ti dirò di più.
E’
stato messo sullo stesso piano del nemico anche chi ha contribuito ad
allontanarlo, rischiando…» in una sfumatura densa
di
sentimenti e ricordi nei suoi occhi orientati lassù
«…quante più cose…vita,
eccetera…» sussurrato «…per
un ideale. Ma da
questo è scaturita la morale che la vita digitale in blocco
era
cosa pericolosa. Quindi era meglio relegare tutto quanto fra le
raffinate pagine di un elegante libro di fiabe. E fingere di essere
arrivati all’ultima, così da riprendere senza
problemi la
vita reale…» Cindermon dilatava i suoi occhi, e
Rika
sbattè la mano sul tavolo «Se solo…!!...
…ah, figurati.
Meglio mollare qui.» scansò dopo poco il suo
impulso
«Che volevi dire?!...
…mi sa che lo
so. Mi sa tanto che tutti voi non vi siete rassegnati che-che questa
rabbia che ti si vede ESPLODERE dentro deriva dal rimpianto per
ciò che è stato, per ciò che
è ADESSO, in
questo momento!» Cindermon sembrava aver preso gusto
nell’analizzare quella faccenda «Perché
tu pensi che
se quel tipo non si fosse comportato come si è comportato
adesso
semplicemente sarebbe tutto diverso e i vostri amici sarebbero qui,
QUI, con voi! Beh ma allora scusami eh se mi impiccio ma siete ancora
in tempo andategli a fare un MAZZO TANTO ditegli: senti bello! Hai
dormito abbastanza dieci anni sono più che sufficienti per
recuperare il sonno arretrato di una vita trascorsa attaccato al
computer, ora RIATTACCATICI E…eee…v-vacci a
riprendere
chi di dove-»…«No. E’ troppo
tardi.»
Cindermon rimase di stucco «…cosa?!...come troppo
ta-»…«Ahhh…!» Rika
scosse il capo, e
confessò tradendo pena nei suoi occhi «Forse parlo
solo
per me.» Cindermon cercava con lo sguardo una via per dare un
senso a quell’affermazione, ma Rika le venne incontro
«Ti
sembrerò pazza, dopo ciò che ti ho
raccontato.»…«…no…beh…magari
è il fatto che non hai dormito
stanotte…»…sorriso…e poi di
nuovo tempo di
parlare seriamente «Le cose hanno un loro tempo. Ora per me
è terminato.» Cindermon si aggrappò al
tavolo e si
protese. Rika ammetteva «Questa scelta andava
fatta…subito, sul momento! Era allora che Wong doveva
attivarsi,
se ci teneva appena chiuso il portale si sarebbe dovuto mettere assieme
ai suoi colleghi, i Pionieri digitali, a studiare un piano per
ricongiungerci con i Digimon, ma…!!...non
adesso…»
con gli occhi di chi si arrende «Per i capelli andavano
riprese
le persone che eravamo allora, se avesse agito in tempo…ma
adesso…» giocherellando col bicchiere ormai vuoto
«…per quanto siamo diversi si rischierebbe di fare
la
pezza peggiore del buco.»…«Non ti seguo
Rika.»…«Ah…!!...neanch’io,
in
realtà…!!...sono divisa, e se parlo
così
sinceramente…non è che mi stia riferendo in
particolare
né ad Henry né a Takato. Per loro anche se il
varco si
riaprisse adesso…anzi…magari fosse
così!
Terriermon ritroverebbe…un ragazzo che incarna praticamente
tutto il desiderabile per una persona cara: incorruttibile,
equilibrato, realizzato. E per quanto riguarda
Guilmon…beh…
…Takato non
è vissuto che pensando a lui in questi anni…che
altro si
potrebbe chiedere? Per me invece è altra
storia…»…«Come
sarebbe?!»…«Sì,
io…sarei di certo una
delusione per lei.» carezzando il bicchiere col dito, sotto
gli
occhi stupefatti dell’altra «E se dovesse tornare
soltanto
per avere un dispiacere…beh…in questo caso forse
è
meglio così. Non si merita
dispiaceri…poverina.»
alzando la spalla in una sfumatura d’affetto negli occhi
«Si è sempre…data così tanto
da fare e non
occorre che nessuno mi venga a dire che seguita a farlo, che non ha mai
smesso…laggiù nel suo mondo…»
…Renamon
stava provocando con le sue serrate spiegazioni lo spalancarsi degli
occhi di Imagomon, e l’intrecciarsi delle orecchie di Lopmon
e
Terriermon, come due mani, per farsi coraggio di fronte al
pericolo…
«…io non posso dire lo stesso.»
Cindermon avrebbe
voluto forse dire qualcosa, ma non trovava le parole e sbatteva gli
occhi incerta «E’ meglio
dunque…» Rika si
portò lentamente il cilindro sul
capo…piegandoselo come
poteva essere di moda…ma in realtà più
che altro
per nascondersi il volto «…forse, a conclusione di
questa
lunga storia…che si conservi il ricordo di
quell’istante
della battaglia finale. Biodigievoluti, dopo la breccia nelle viscere
del nemico. Quando Takato disse…che
sorprendentemente…nonostante tutte le avventure fino a quel
momento trascorse…noi quattro non eravamo cambiati. Avevamo
conservato il nostro carattere…e forse le nostre belle
qualità. Uhm!...fa sorridere ripensarci…ed
è
meglio limitarci soltanto a sorridere. Ci sembrava tanto tempo. Vuoi
mettere…alcuni mesi, per di più con i
Digimon…contro dieci anni senza? Ricordo come risposi. Dissi
che
in fondo era vero anche se era un po’
“sdolcinata”
come considerazione. Proprio vero che quando si è ragazzini
non
si afferra sempre subito la portata delle cose.
Tuttavia…meglio
tenersi quel ricordo, quando non hai qualcuno che possa presentarti un
futuro migliore. Meglio fermarsi…a
quell’umile…sfavillante traguardo di pochi mesi di
avventure trascorsi indenni. Senza cambiare.»
Gli occhi di Rika
erano ormai scomparsi dietro il cilindro. Quelli di Cindermon erano
piovuti giù, come cioncati di netto nella loro vita,
improvvisamente. Forse fissava le sue stesse mani sotto il tavolo. O
forse chissà. Restò così per diversi
secondi.
Dopodiché, qualcosa altrettanto improvvisa la
rianimò
«…quattro?!» chiese con tono incuriosito
«Scusa sono io che sono negata in matematica o fino a
quest’ultimo pezzo eravate solamente treee???»
A Rika cadde il
cilindro di colpo, e si accinse a spiegare «Pfff,
è che
all’ultimo…no, ma niente, questa non è
una parte
importante!» solo che Cindermon praticamente si
avventò su
quel tavolo «Davvero, calma: dico…non ne vale la
pena i
Digimon Tamers principali erano tre solo che proprio al momento di
finirla capitò che si aggiunse…ma cavalcando
l’onda
del caso poi, nient’altro,
figurati!»…«Beh?!
Quindi?!»…«Ma non era realmente nella
nostra
squadra, non era previsto…!!» Rika era diversa su
quell’argomento, i suoi gesti più concitati, i
suoi
discorsi meno armonici, ed una tendenza a voler sfuggire, sminuendo, a
qualcosa che sembrava stimolarle un moto di riso o di chissà
cos’altro «Quelle cose in cui ti trovi, e spero che
tu mi
capisca perché non saprei come altro
spiegartelo!»…«Sì
sì io capisco tu
considera che io capisco!»
Rika tornò a
giocherellare con il cilindro «…in pratica si
aggiunse un
cretino che…diceva di essere un Digimon
Tamer…»…«E lo
era?!»…«N-S…no!
Cioè aveva un Digimon
ma…!!» con occhiate eloquenti come a far capire
che la
classe non è acqua, neanche quando manca «Beh ma
se aveva
un Digimon!»…«Ma non aveva la
personalità del
Digimon Tamer! Uhm?!» Rika sembrava mordere
dall’interno la
sua stessa bocca per non ridere «Era…un idiota che
passava
da quelle parti per caso della serie “mi sto annoiando a
morte!
Che faccio io ragazzino viziato e imbottito di videogames questo
pomeriggio per passare il tempo, vado a combattere il D-Reaper? Vada
per questo, mi porto anche il mio Digimon” per altro devi
vedere
che Digimon, uguale al suo domatore! Per filo e per segno!»
Rika era di solito
pallida, e dallo sguardo tendente al glaciale, ma
quell’argomento
le accentuava il colorito e le metteva qualcosa di sfrigolante negli
occhi «Ah allora era un
domatore!»…«Così gli piaceva
farsi chiamare
ma fidati di me te lo dico io che cos’era e se ti interessi
di
domatori…ascolta il mio consiglio: non ne vale la pena. Non
c’entra niente e mai c’entrerà. Era
semplicemente…il suo ruolo, quello di chi si imbuca ad una
festa
in cui non è invitato ma finisce per scolarsi
metà delle
bottiglie così che alla fine torna ubriaco fradicio e
nessuno
può smentirgli che ha una densa vita sociale, afferrato il
concetto?!»
«Mmm…mi mette curiosità.»
«Non
immagini che sollievo ritrovarti qui, Takato!» confessava Rea
«Ieri sera sei fuggito all’improvviso, poi quella
notizia
in tv: mi sono spaventata tantissimo appena ho sentito della centrale
televisiva!» Il giovane però sorrise da dietro il
bancone
«Niente paura, non è successo niente: a me, per lo
meno.
Sono tutto intero.»…«Ma allora era vero
quello che
avevo sospettato: ti ricordi? Te l’ho
detto!»…«…tu hai parlato di
un attacco dei
Digimon…» smarrendo il suo sguardo oltre la
vetrina
«A dire la verità non sappiamo ancora di cosa si
tratti.»…«Non credi che stia accadendo
come in
passato…?»…«…l’ho
creduto troppe
volte, con tutte quelle…stupide, false iniziative di questi
anni! Ogni volta si parlava di Digimon, ma poi altro non si rivelavano
che…messe in scena, allestite talvolta meglio, talvolta
peggio,
ma nulla a che vedere col fenomeno
reale.»…«Però io non credo
che anche noi
sull’aereo siamo stati vittime di un attentato terroristico
organizzato da esseri umani!» scostandosi la frangetta col
dito
«C’era qualcosa di strano, non
saprei…!» e
smarrendo i suoi occhi neri tra le luci del negozio «Era
speciale…anche se era pericoloso.»
(c’era
anche Kazu, ma se ne stava andando, con lo sguardo nascosto sotto il
cappello)
«Lo avrei
detto anch’io, se non…»
iniziò Takato,
terminando col pensiero “…se non avessi sentito
parlare di
un piano,
in quella telefonata.” ma poi si accorse «Oh?
Kazu, aspetta!...dove stai andando?!»
Kazu sembrava
aver bisogno di stare da solo: uscì e si appoggiò
con la
schiena alla vetrina, il volto sempre più coperto
“Mi
vergogno persino a stare nel negozio di un mio amico. La gente pensa
male di me. Ho timore di screditarlo! Abbiamo tutti bisogno di un
po’ di soldi, con le nostre famiglie. Ma la gente ha sparso
voci
terribili sul mio conto. Forse, se fossi veramente onesto, dovrei solo
sparire.” spingendo sempre più giù quel
cappello
“…andarmene…!!...non lo so dove, dove
nessuno mi
conosce, così non causerei grane a quelli che avvicino. Se
un
varco si aprisse che tentazione avrei di buttarmici a
pesce!!” (mentre faceva ingresso nel negozio un
tipo
avvolto in una lunga giacca chiara: il volto di Kazu era troppo
nascosto, ma quando l’uomo fu entrato questi si
destò
«Oh? Quel tipo non mi è nuovo.»)
«Cos’ha il tuo amico, qualcosa non
va…?»…«Pfff…non
sai cosa darei per
potergli tirare su il morale. E’ la calunnia, purtroppo, a
renderlo triste.»…«Che cosa ingiusta! La
gente non
si rende conto di quanto fa male con tutte le chiacchiere e i
giudizi!» mentre quell’uomo si accostava al bancone
«Salve! Vorrei…un po’ di rosette!
Cinque, dai,
cinque rosette!»…«Buongiorno:
sì, gliele do
subito.» rispose Takato e si mise all’opera, mentre
Rea
seguitava a raccontare «Te lo puoi immaginare, io ci sono
passata! Io sono “la ragazzetta piantata dal
marito”,
questo per optare solo per la versione leggera, la gente ha
fantasticato ampiamente su ciò che ho fatto e non ho fatto!
E’ arrivata a dire…addirittura…non
è
difficile intuirlo. E benché a me non importi assolutamente
nulla, non tollero che questo ricada su Benji, che lo chiamino il
“figlio di nessuno”! E’ una
cosa…crudele, lui
un padre ce l’ha
eccome!»…«Certo che se mi
permetti…» iniziò Takato
«…ci vuole un
bel coraggio ad abbandonare una moglie ed un figlio così
piccolo! Vorrei tanto avere davanti la faccia di questo
tipo!!»…«Ehm-scusa?! Stai lavorando per
me, il
cliente sono io, non ti distrarre!»…«Oh?
Mi
scusi…» pronunciò Takato scuro in
volto. Rea disse
«Non preoccuparti, Takato, io ci ho fatto il callo, e
comunque ti
ringrazio.»…«Non c’entra
niente! E’ una
questione di principio!! Non ci si rende conto di quanto si
può
far male: un bambino ha bisogno di crescere con suo padre al proprio
fianco! L’infanzia…è preziosa, merita
di essere
vissuta nella serenità!»…«Lo
so…»…«Ehi?! Sì
certo, tante belle
parole ma io ho fretta e voglio essere
servito!»…«La
sto servendo!!!»…«E modera il tono!
Voglio
anche…un po’ di questi biscotti: ecco, tutti
questi qua, e
anche questi
qua!»…«Tutti…???»
Takato
restò alquanto perplesso, ed anche Rea
«Beh…ha
più fame di Benji.»…«Tutti
sì
perché hai qualche problema? Datti una
mossa!»…«Nessun
problema…però non
c’è bisogno che si rivolga a me in questo modo: la
signorina qui presente è una mia
amica.»…«Ah!
Ah perfetto ehm…signorina visto che si trova qui
può
confermarmi, per altro mi dice che è anche sua amica! Non
trova
che il giovanotto sia del tutto negato per questo lavoro?» ma
non
trovò terreno fertile in Rea «Cosa?
Perché parla
con me scusi, io neanche la conosco! E comunque…se debbo
proprio
dirlo a me sembra perfetto. E’ gentile ed educato, non come
certa
gente.»…«Ah è questione di
opinio-guardi,
guardi!! Vede? Mi serve male, con questi biscotti sta facendo
un
macello!!»…«Ora basta, mi ha
stancato!!!»
sbottò d’improvviso il ragazzo «Se non
le piace come
la servo, se ne vada da un'altra parte, qui se lo vuole sapere io non
sono un dipendente, questo è il MIO negozio, io sono il
figlio
dei padroni!!!»…«Takato non è
il caso:
perdonami, i tuoi genitori poi si arrabbieranno, è meglio
che
sia io ad andare.»…«Non muoverti,
Rea!»
ordinò perentorio il ragazzo «Allora?! Che ha
deciso?!» rivolto al cliente…
…e questi
«Io lo so tu cosa credi: tu credi di sorprendermi con la
storia
che sei il figlio dei padroni. Ma mi dispiace: ti è andata
male!
E sai perché?! Perché io lo so
benissimo!»
…nello stupore di Takato e Rea…
«Perché
sono venuto APPOSTA!» rivelò da dietro i suoi
occhiali
scuri «Come uno stupido: perché spero invano che
un
vecchio amico ora troppo montato dall’essere il figlio dei
padroni mi riconosca, e mi si attacchi al collo! Ahhh, come sono
sfortunato, ora quasi quasi vado via!» e sfilandosi gli
occhiali
in un sorrisetto furbo stava voltando le spalle ma Takato
«No!!
Aspetta!! Aaaahh!» si sporse dal bancone facendo cadere un
paio
di buste di biscotti «Parolina
magicaaa…!» fece quel
ragazzo, dalla lunga giacca chiara come la sfumatura castana dei suoi
capelli «…sei o non sei tu…?»
accennò
Takato subito contagiato da quel sorriso birichino…
…e finalmente
l’altro si volse, rivelando i suoi grandi occhi azzurri
«Giudica un po’ tu!»
…tanto che a
Takato si illuminò il volto
«…noooooooo…!!!»…«Eh!
Strana la
vita, piccolo il mondo, eh?!» e non tardò a
sfilarsi
cuffietta e grembiule per venirgli incontro «Ryo, ma quando
sei
arrivato?!! Da dove, per altro?!!»…«Ma
dall’America!!»…«Dall’America…?
Come dall’America non eri in
Australia?!»…«Prima, sì,
d’accordo ma
poi la società ha chiuso c’è stato
tutto un cambio
di sedi non te lo racconto neanche perché il filo sfugge
anche a
me!»…«Ahhh, sei proprio un vagabondo,
non hai mai
una sede fissa e finisce che qui non ci passi MAI!» con
spinta di
turno «Ahi!»…«Infatti quanto
era che non ci
vedevamo?! Un anno?! Nooo, molto di più, due, due e
mezzo!»…«Mi mancava il Giappone, mi
mancava la mia
casa e…lo ammetto: mi mancavano le facce dei miei
insostituibili
amici!»…«Non ci credo per
niente!!» scherzava
Takato e Ryo cercava di fargli il solletico (anche Rea era sorpresa):
era un ragazzo alto, e di lui colpiva subito un modo di fare
decisamente solare, un sorriso aperto e sincero, che aveva ancora tanto
dello stesso di dieci anni prima. Forse si era fatto un po’
più rotondo, sia nel viso sia lievemente nel portamento, che
tendeva ora ad impicciarsi fra telefono e auricolari «Ne ho
passate di tutti i colori! Io mi sono chiesto perché ho
scelto
questo lavoro, delle volte mi viene la tentazione di mollare tutto,
sono sincero! Però chi ha il coraggio di fare questo al
vecchio
e alla vecchia, e anche per non farli sentire abbandonati come dieci
anni quando me ne andai a Digiworld per mesi, sono tornato a
trovarli!»…«Bentornato!!» gli
disse Takato,
nei cui occhi subito si rifletté quella ventata di allegria
trainata dal suo amico appena giunto «Ah a proposito, non vi
ho
ancora presentati!»…«Ti sei
fidanzato!»…«Ehm…no,
veramente…!» Takato arrossiva un po’
«Sposato?! Figli?! Quanti figli sei la madre dei suoi figli
tu
come te lo sopporti questo sciagurato accidenti poi che carattere!
PRIMA A MOMENTI MI SBATTEVI FUORI! Guarda che così non va
bene
io sono un cliente eh e il cliente caro ha sempre
ragione!»…«Ahahahahah, Rea non
ascoltarlo ed inizia
a farci l’abitudine piuttosto: lui è
così ed
è...» ma Rea col suo dito indicatore era pronta
«Il
domatore leggendario!» tanto che Ryo sbiancò quasi
«Ih!...caspita Takato ma cosa fate la sera anziché
i fatti
vostri parlate della mia fama,
forse?!»…«M-Ma vuoi
piantarla!!!» Takato gli rifilò un'altra spinta
«Ahia!»…«Non stiamo insieme,
lei è solo
un’amica!!!»…«Comunque io sono
Rea, molto
piacere! Ho…subito sentito parlare di te dopo pochi minuti
di
conoscenza si può dire con lui: ti porta in palmo di
mano!»…«E si è visto!!
Prima!! Io…io
sinceramente ho paura secondo me Takato a furia di stare con i Digimon
è…Digievoluto anche lui! Sì
sì e meglio non
avvicinarsi perché mi sa che
morde!»…«Sì…!»
scherzò
Takato «Grrr, e sono aggressivo come
temperamento!»…«Ahhh, comunque
è una gioia:
DOPO DIECI ANNI ANCORA ECHEGGIANO LE MIE IMPRESEEE!!!»
esultava,
divertendo i due presenti «Ahahahah!...Takato…tu
me ne
avevi parlato ma sinceramente eri stato un po’
riduttivo.»…«Beh, a salvaguardia
dell’effetto
sorpresa!»…«Comunque sì! Io
sono Ryo Akiyama,
adesso ho un giro folle di società internazionali ma prima
di
allora, in questa stessa città, io, con quel panettiere
stressato là oltre il
bancone…»…«Ohhh…!»
(Takato gli
rispondeva con espressione per le rime) «…e con
varia
altra gente-ma gente poco raccomandabile certi soggetti non li citerei
neanche comunque, insomma! A parte certa gente fummo una squadra niente
male: STENDEMMO IL D-REAPER…al fianco dei nostri eroici
Digimon!»…«Semplicemente
magico…»
osservò Rea ma con seria sincerità, e Ryo
«Poi
seguì un vero casino, una presa a male senza pari, ti
risparmio
i particolari ma io ancora…gua-guarda la vedi la mia gola:
ecco,
qui sta la conclusione della faccenda, come è andata a
finire
uno schifo! E mi tolsero anche il microfono da sotto la bocca non mi
fecero esprimere i miei sinceri commenti sulla cosa da un lato li
capisco perché erano…infuocati, peggio
dell’alito
di certi Digimon STA DI FATTO…!...che poi seguì
l’ingratitudine del quartiere, l’invidia collettiva
che
stese un velo sui nostri nomi eroici comunque tanto l’eroismo
è cosa innata, persiste sia che sei famoso sia no anche se
HAI
IL DIRITTO fammelo dire che ti sia riconosciuto il mazzo che ti sei
fatto! In any case…siamo tuttora all’opera per
fare un
buco verso Digiworld e riprenderci i nostri amici digitali.»
Rea
spalancò gli occhi «E’ la
verità?!» e
anche Takato «Ryo!!...mi sorpendi: davvero…tu
credi
realmente che sia
possibile?»…«Takato!!...mi
meraviglio di te! Non dirmi che ti sei arreso così
perché
non potrei crederti, conoscendoti!» replicò
l’altro
ragazzo «Beh, ma…!» sorriso venato di
ingenuità da parte di Takato «…sono
trascorsi dieci
anni infruttuosi…»…«E
questo?! No scusa eh
perché non ti capisco cosa vuoi che
c’entri?!»
Takato questa volta restò davvero senza parole…
«Dieci
anni, e allora?! E’ stato più difficile del
previsto ma
loro SEGUITANO A RESTARE i nostri compagni digitali e non SEGUITIAMO AD
ESSERE i loro domatori – risultato finale: è
nostro dovere
non mollare la presa! E ingegnarci a realizzare quello che non
cesserà di essere il nostro obiettivo primario:
ricongiungerci a
loro!!»…«E’ fantastica la tua
determinazione!!» esprimeva Rea con la luce negli occhi, e
Ryo
«E’ naturale! Io…
…sono
nato per i Digimon. E per i Digimon morirò se è
necessario…»
Era vero, i suoi
occhi azzurri sembravano aver trascorso dieci anni a ricaricarsi di una
luce speciale «E poi…! Scusa Takato ma adesso
siamo grandi
abbiamo passato i venti, maggiore età, automobile,
autonomia:
insomma…se non ora quando! Capisco magari prima che eravamo
ragazzini e finita la battaglia i nostri vecchi ci hanno messo sotto
torchio: VAI A SCUOLA! Notare il dito imperioso puntato contro di noi
regrediti al primo stadio: STUDIA! CHE DA GRANDE DEVI ANDARE A LAVORARE
i Digimon??? Ok hai semplicemente salvato il pianeta è il
minimo
per un parassita sociale come te ora che aspetti E CORRI A
SCUOLA!»…«Ahahahahahahah!!!»
Rea si perdeva
tra le risate «No perché così hanno
fatto te lo
giuro te-Takato tu le puoi confermare ma è vero o no che si
riassume NIENT’ALTRO CHE IN QUESTO tutta la nostra crescita!
Rea…ti chiami Rea,
giusto?»…«Ahahah,
credo!»…«Noi…sappi che questo
siamo: dei
POVERETTI…MARTIRIZZATI fino alla morte dalle loro fami-nooo,
ma
io avevo la vecchia che era impazzita, il vecchio: RYYYYO, BASTARDO!
Sbang, un colpo di frusta SFRECCIATO A DIGIWORLD PER DIECI MESI A FARE
I TUOI PORCI COMODI, BOCCIATO IN TRONCO sbang io a sanguinare neanche
in battaglia ti giuro ridotto così QUESTA LA PAGHI, sbang!
QUESTE CARTE BUTTALE AL SECCHIONE PRIMA CHE TI CI BUTTO A TE ORA LA
SCUSA DEL D-REAPER NON C’E’ PIU’ FILA A
STUDIARE!»…«AHAHAHAHAHAH!!!»…«Ahhhh,
che mi hai fatto ricordare!!!» esclamò Takato
afferrandogli il braccio «Anche con te, no?! A-Anche a te
l’hanno fatto no perché poi devi sapere
Rea-»…«A-Ahhh!!» Takato stava
per cadere oltre
il bancone perché Ryo gli aveva incastrato il braccio
«Che
io e Takato eravamo proprio le pecore nere proprio fissati-strafissati
coi Digimon, non pensavamo ad altro! Perché gli
altri…vuoi mettere nel gruppo chi c’era? Chi
c’era
Henry, Henry…Lee, no? Era il cognome?! Lui
inquadrato…!»…«Sì.
No. Non era Lee ma
comunque non fa
nient-»…«Vabbé lui, Henry!!
Me lo ricordo bene!»…«E ti
credo!»…«Con Terriermon sempre in testa
pfff,
AHAHAHAHAH! Nooo, guarda Rea dovevi vederlo un nostro compagno girava
sempre con questo affare: sembrava un cappello, messo così!
Pfff, ahahah! Due orecchie
pendenti…!»…«Ah,
ahahahaha!...che carino.»…«Una
favola!»
replicò Ryo, e Rea «Dev’essere
bellissimo portare
ovunque il proprio Digimon.»…«Lui lo
faceva!»…«Come hai detto si
chiamava…?
Henry…?» chiese, e vi era una particolare,
malinconica
dolcezza nello sguardo «Sì, Henry: devi sapere Rea
che
è uno dei miei migliori amici!» le
rivelò Takato
«E’ un…gran bel nome.»
commentò
lei…ma Takato non poté concentrarsi se non per
pochi
istanti su quel riflesso sospeso negli occhi della ragazza,
perché la vitalità di Ryo lo travolgeva
«Poi chi
c’era-chi c’era dai-dai aiutami a ricordare chi era
in
gruppo con
noi!»…«…Rika.» ma
Ryo prese
una busta di biscotti e gliela diede addosso «Ah-ah,
ahahah!»…«Ti ho chiesto di ricordarmi
cose
piacevoli…non di intonare un coro
funebre.»…«Dai…!!!»…«Parliamo
di altri domatori degni andiamo forza chi
c’era!»…«Chi c’era?
Te lo dico io chi
C’E’!»…«Bravo
Takato! Così mi
piaci, parlare al PRESENTE è al presente che noi Digimon
Tamers
dobbiamo parlare, che dovremo sempre
parlare!»…«E
siccome io parlo al presente ho da fare un annuncio, e chiamare
qualcuno: Kazuuu…!»
Il ragazzo, ancora fuori, si destò «Oh!»
Mentre Ryo non
si capacitava, e afferrando il braccio di Takato sussurrava
«Nooo…!!!»…«Sì
sì! Kazu
vieni un po’ qua scusa
c’è…una certa
persona…»…«Un
malintenzionato.»
specificò Ryo, mentre Rea se la rideva sotto i baffi
«Io
verrei se fossi in te, guarda!»
Kazu fece
capolino, e i suoi occhi lo fecero da sotto il cappello
«Sì? Cosa c’è
Takato?»…«Scusa, per
curiosità…!» iniziò Takato
con aria furba, e
Ryo continuò «Premettendo che sono stremato dal
viaggio il
primo amico che becco non mi riconosce PUOI TU ALMENO ELEVATISSIMO KAZU
dare un po’ di considerazione a questo povero domatore
rinnegato,
e dimenticato dal mondo?!»
…gli
occhi di Kazu a poco a poco si dilatarono sempre più, poi
ripiombarono sotto la visiera che però se nascondeva gli
occhi
non faceva lo stesso col sorrisetto
«Noooo…cioè!»…«Bello
il
cappello, comunque! E’ molto trendy!» commenti di
Ryo
«E anche la maglietta mimetica no niente male io ne ho una
simile
ma addosso a me sembra un vestito premaman!» Kazu tanto lo
stupore stava facendo il gesto scherzoso di andarsene, ma Ryo lo
chiamò a gran voce «EEEEEHI, MA E’
QUESTA
L’ACCOGLIENZA?!!!» tanto che finalmente Kazu si
lasciò andare volgendosi di scatto «MA CHE SEI
DAVVERO
TORNATO?!!!»…«Nooo, è il mio
clone!!!»….«Odd…DDIO, QUANTI
ANNI!!!»…«Eh “ODDIO QUANTI
ANNI” oddio
quanti anni perché: quando sono tornato ti ricordi che anno
era
Takato?...vabbè non importa un sacco di tempo fa: non
c’eri!»…«Scusa!»…«Ti
cerco
su Facebook: non stai su Facebook ah a proposito dobbiamo parlare di
Facebook! Comunque! “Quanti anni” ma io che dovrei
dire sei
completamente scomparso, Kazu, io ti ho
cercato!!»…«Scusa…»
accennò il
ragazzo da sotto il cappello «Scusa Ryo…non sto su
Facebook perché non ho il computer. E anni
fa…è
stato quando mia madre si è aggravata. E’ andata
via poco
dopo…»…«Ihhhh! (cavoli era
questo quello che
ha perso la mamma accidenti me lo confondevo con un altro che
idiota)…no…no: cancellare! Non ho detto niente,
facciamo
così: il tempo non è passato!» e si
aprì in
un sorriso «Kazu!!!...sono tanto contento di
rivederti!!!»
così che anche quegli occhi ora sorridenti sbucarono
«…sinceramente anche io tanto
Ryo…» e Ryo lo
travolse in un abbraccio che quasi lo sollevò, visto che lui
era
alto e piazzato, e Kazu molto esile «Però
cos’è questo cappello e soprattutto
quest’aria
triste! Kazu: ok, passa per la storia di tua madre, sinceramente avevo
rimosso anche perché la mia vecchia è ancora viva
e
onestamente mi infastidisce un po’ chi ha avuto la fortuna,
comunque!»…«Ahahahahah!!! Tu sei
matto!!!» non
poté resistere il ragazzo «Però!...bada
bene per i
morti vada ma per quando si è vivi per
miracolo…per
quello ho memoria
buona.»…«Oh?!» Ryo
afferrò Kazu per il braccio, e ora lo guardò con
occhi
seri «Kazu tu eri quello che mi salvò quando ero
Biodigievoluto Justimon e abbiamo affrontato quell’agente del
D-Reaper, ricordi? Se non fosse stato per te e Guardromon ora non
starei qui a fare il pagliaccio in questo panificio per fare dispetto a
Takato!»
Kazu spalancò
gli occhi, e quel cappello già abbastanza storto
finì per
cadergli «Non posso crederci…ancora ti ricordi di
quella
cosa…?» Ryo però li
spalancò
più di lui «Io non perdo mica la memoria!!! Ahhh,
non va
bene sto sentendo un clima di sfiducia che non mi piace!
Ehi!!...ragazzo tu mi hai salvato. Amico…io ti
sarò
sempre debitore. Tu sei un grande. Dai retta a me, sei un Digimon
Tamer…fantastico, che deve solo avere il suo momento, con il
D-Reaper è stato un gran casino e alla fine le tue doti non
si
sono viste tutte per quelle che erano PER IL MONDO DICO
perché
io le ho viste molto
bene!»…«Ryo…»…«Però
non si può pretendere una sola battaglia per dei ragazzini,
gente come noi ha bisogno di procedere nella carriera di domatore e ci
vogliono altre occasioni per mostrare il talento di
tutti!»…«…magari…»
accennava
Kazu con voce che andava a rompersi, ma Ryo «Ehi, su col
morale!
Kaz-e togliti questo cappello me lo metto io ecco-bello, ammiratemi
tutti! Kazu quel cappello non ti deve coprire la faccia: ascolta! E
guardami negli occhi! Un eroe come te non si deve nascondere! Ho il
ricordo di ogni scena, ogni fotogramma! Quello che abbiamo passato
è incancellabile. E noi recupereremo la nostra gloria, te lo
dice Ryo Akiyama, tu un giorno avevi fiducia in me, mi
ammiravi!»…«Io…ti
ammirerò
sempre.»…«Ecco, allora credi alle mie
parole:
perché io ammiro te!» Kazu gli sorrideva, vicino
alla
commozione. Anche Takato li guardava con affetto da dietro al bancone.
Ryo non arrestava il suo fiume di parole «Dobbiamo
organizzare
qualcosa: Takato io conto su di te tu hai i contatti di
tutti?!»…«Ehehe, ma noi non ci siamo
mossi da
qui!»…«Bene no perché una
cena ci vuole
adesso sono qui prima che riprende il lavoro una rimpatriata
è
d’obbligo! Kazu: ora questi anni sono andati come sono
andati,
sono successi i fattacci, d’accordo: però
c’è
da guardare al futuro. E noi abbiamo una grande
responsabilità.
Nei confronti dei nostri Digimon, ma anche nei confronti di noi stessi!
Non ci siamo buttati in quella missione mortale per niente! Io in
questi anni non sapete quante volte ho ripensato a Cyberdramon
e…cavolo, buon vecchio Cyberdramon!» (mentre
Takato
improvvisamente abbassava gli occhi, velato da incertezza)
«Quanto mi
manca…»…«Davvero?»
chiese Kazu, e Ryo si volse verso di lui
«…accidenti! Ehi,
ma ci siamo fatti mezzo Digiworld a piedi! Che dico mezzo, tre quarti!
Io e lui, soli, senza mangiare, senza un letto per dormire, ci
sostenevamo come fossimo una cosa sola! Vecchio mio dove sarai
adesso…» (Takato respirava profondamente)
«…non credere…Kazu, Takato, io ho
sofferto come
voi! Se ero leggendario come domatore tanto più, scusate, ho
perso il mio Digimon! Il mio compagno di battaglia!! Il mio caro
amico!! Tutto poi per colpa di-beh ma lasciamo perdere è il
padre di un amico e non è corretto ma io avverto se lo
incontro
per strada quello lo mando a quel paese per questi dieci anni in cui
non ce l’ho mandato, un pazzo malato!! Caricare Shaggai nella
memoria di Terriermon se me lo diceva allora gli rifilavo una gomitata
in faccia non ne ha avuto il coraggio, approfittare che stavamo
combattendo, che vigliaccata! Allora non dissi nulla perché
se
solo iniziavo vai a c-mio padre mi allungava un
ceffonechedaquifinoaDigiworld mi ci mandava lui: ecco, morale della
favola dovevo dirglielo così…sberla di mio padre
v-vaiii!
Dritto di nuovo a cavallo di Cyberdramon sai che faccia faceva
soprattutto Rik-AH PROPOSITO!! Ragazzi! Scusatemi no ma…qui
finalmente mi è tornato il coraggio c’è
da toccare
il tasto dolente e parlare della vergogna dei Digimon Tamers: Rika
scusate ma io l’ho beccata su Facebook –
tralasciando i
particolari del fatto che mi ha bloccato l’amicizia io ho
visto
la sua foto! Cioè: mia madre!! MIA MADRE!!!»
…lasciando
gente piegata in due e mezza trafelata
«Tua…madre?!»
fece Takato, e Ryo «Sì!!! MA BRUTTA,
VECCHIA!!!»
(Kazu si appoggiava agli scaffali, per le risate) «Ma
scus-quanti
anni ha adesso Rika, più di
me?!»…«Quanti ne
aveva prima, Ryo!» rispondeva divertito Takato «Non
è più vecchia di te, rassegnati! Rika ha la tua
età!»…«UNRGHHHHH!!!!!!!»
il domatore
leggendario inorridì «La mia età MA
E’ UNA
COSA ANORMALE E’ TUTTA…cioè!!! Ma
l’avete
vista in faccia?!» Rea si incuriosiva «Ma
perché,
com’è questa
ragazza?»…«TE LA FAREI
VEDERE E’ UNA MUMMIA!! Cioè ma consigliatele
qualcosa voi
che siete suoi amici e ce l’avete qui (purtroppo!) io ero
all’estero, ma…non è normale che a poco
più
di vent’anni sei ridotto in quel modo fai impressione mi sono
chiesto ma che è un Digimon…che ha fatto una
Digievoluzione sbagliata no perché certe volte è
possibile succede MA DAIII!!!»
«Takato, scusa:
io devo andare.»…«Ah,
d’accordo
Rea.»…«Anche se me ne dolgo! Non sapete
quanto mi
sono divertita!»…«Capisco che
l’argomento
toccato incute un certo timore!» sottolineò Ryo
destandole
l’ultima risata «Vado che ho lasciato Benji da mia
madre
però doveva uscire quindi meglio che
torno!»…«Ci sentiamo Rea, vieni quando
vuoi, il
negozio è sempre aperto per te, saluti a casa e a
Benji!»…«Ah, a proposito!»
(mentre Ryo e Kazu
stavano chiacchierando a suon di spinte reciproche)
«Sì?
Dimmi.»…«Ieri sera ti sei impuntato e
non mi hai
fatta venire! Però se risuccede io voglio
starci!»…«Rea, io credo sinceramente che
sia
pericoloso. Lo sarebbe stato già se avessimo avuto i
Digimon.»…«Ma i Digimon non appaiono se
non te li
vai a cercare un minimo! E io ne desidero
uno!»…«…lo so, ma tu hai
già un
bambino. E la sua mamma non deve mettersi in
pericolo.»…«…già,
hai
ragione…mi sembri un genitore.» fece con aria un
po’
infantile «Però…» scostandosi
di nuovo la
frangetta, per sognare meglio «…a me piacerebbe
che io e
Benji avessimo un Digimon di cui prenderci cura. Così magari
sentiremmo meno la mancanza del suo
papà…» Takato
non poteva che sospirare, e comprendere…
Quando un
computer veniva acceso, circondato da scaffali di libri di Psicologia.
Ed una ragazza, dal professionale e aggraziato vestire, e dal fisico
esile prendeva posto sulla sedia girevole. Indossava i suoi
occhiali…
…fissava
oltre le lenti il display, per poi porre la mano dall’anello
violaceo sul mouse…
«Allega…»
Cliccò:
si delineò sul video un’ampia, inconfondibile
immagine di
Cyberdramon, che si stagliava sullo sfondo scuro…
«Takato
Matsuki…» digitando il nome fra i destinatari
della
mail…
...seduto sul
bordo di un ponte cittadino, un bambino ciondolava le sue gambe nel
vuoto. Vuoto che contemplava con occhi assorti e sospesi, sovrastati da
un paio di spessi occhiali, dai quali esplodeva una capigliatura nera
come la notte, e fitta come i misteri della vita «Le ore del
giorno scorrono tranquille…» narrò,
piegando appena
la testa: dietro di lui iniziò però ad addensarsi
una
massa oscura, oltre la quale iniziava a distinguersi una creatura
imponente e artigliata «A-Ahhhh-hhhh…!»
sbadigliò N’Emo, e altrettanto la mano davanti
alla bocca
la mise quello che pareva un drago dalle ali rosse, e il corpo
metallico «…lo so. Il giorno è molto
noioso…ma la primavera non è ancora estate. Non
fa notte
così tardi poi…pazienta ancora un
attimo…a-ahhhh…!» si stirò,
aprendo le
braccia: lo fece anche l’essere dietro di lui ma poi la
nebbia
tenebrosa se lo rimangiò…
Guilmon si destò, nel tetro giardino
«Cyberdramon!...
…ah. Era
solo un sogno. Però non posso restare fermo con le mani in
mano!
Quello si è portato via il mio amico, e io non so neanche
dove
sono! Non voglio restar fermo, in un modo o nell’altro debbo
capirci qualcosa!» iniziando a camminare verso la veranda,
che
conduceva all’interno della casa abbandonata…
Quando a Digiworld, a
casa di Renamon, la tensione salì alle stelle «Che
cosa,
il potere della Digientelechia?!!» sussultò
Imagomon, e
Terriermon spalancava gli occhi «Si tratta del sommo potere
che
Calumon scatenò dieci anni fa, dietro invocazione dei
Supremi!» Lopmon a seguito «Il potere che permise
la
Digievoluzione collettiva di tutti i Digimon, affinché si
riunissero per arginare l’invasione del D-Reaper a
Digiworld!»…«Ha affermato di voler
ripetere il
processo: qui, a Digiworld, stanotte!» dichiarò
Renamon.
Imagomon le mise le mani sulle spalle «Ma Calumon
è sicuro
di ciò che fa? All’epoca era il potere dei Supremi
a
sostenerlo e i Digimon conoscevano il loro nemico, il D-Reaper! Ora sia
i Supremi che Cyclemon sono lontani, Calumon e solo, Digiworld
è
diviso. In più…aggiungiamo che non vi sono i
domatori. E
il nostro ipotetico nemico, Guardianmon…»
…che
passeggiava nel corridoio presso il varco, raccolto in una posa cupa,
con le braccia incrociate e il capo piegato, ma il passo svelto e
concitato…
«…è un Digimon misterioso e dal passato
oscuro.
Quella che un tempo poteva esser stata una procedura solenne
rischia…fatta oggi, questa notte, di essere una completa
follia!»…«Hai ragione su tutto, meno che
su un
punto, Imagomon: Calumon…non è solo. Conta su di
noi. I
suoi antichi amici.» rispose, forte di quel rigore glaciale o
fiammante a seconda delle interpretazioni, la volpe dorata di
Digiworld. Tanto che Imagomon chinò il capo dinanzi alle sue
parole «…hai ragione, Renamon. In effetti dici il
vero…anche se è arduo da accettare: questa
condizione…» alludendo alla sua casa persino,
sollevando
un vasetto sullo scaffale «…non può
protrarsi in
eterno, è innaturale. Vi consuma giorno dopo giorno, lo ha
fatto
in tutti questi anni e Guardianmon non può imporvi un simile
destino senza neanche una spiegazione! Tutto questo si è
spinto
talmente avanti da aver finito per provocare la sparizione prima di
Guilmon, poi di Beelzemon e Cyberdramon. Sebbene abbia paura per i miei
figli…» rivelando, dal nero del suo pelo, occhi
chiari,
sottili ma contriti «…per coloro…che
più
amo…!...» stringendo il pugno…mentre
sua moglie lo
contemplava da dietro…«…non mi resta
che
assecondare il progetto di Calumon. Augurandomi che compia un miracolo.
Renamon…!!...per favore fa attenzione so che andrai in prima
linea…»…«Veramente non
è deciso:
Calumon…è giù al villaggio e sta
richiamando i
Digimon fidati per…assegnare una delicata
parte.»…«Che cosa?!» fece
Lopmon, e tutti si
volsero verso la saggia amica «Occorre che uno di noi si
sacrifichi…e si esponga al rischio di distrarre Guardianmon.
Richiamandolo altrove mentre i prescelti per la prima linea
accompagneranno Calumon ai cancelli, è lì che
vuole
azionare la Digientelechia, vuole forzarli, e sondare se realmente
sussiste pericolo per la terra.» volgendosi di scatto
«Debbono essere pronti e aperti nel caso che Guardianmon
torni e
sia necessario…!!...oltrepassarli prima del suo attacco,
Calumon
sospetta fortemente che i nostri amici scomparsi l’abbiano
fatto!! E che si trovino lì
ora!»…«No…!» la
piccola Lopmon ebbe un
sussulto che drizzò le sue orecchie «Renamon tu
stai
dicendo…che stiamo per tornare sulla terra?!»
sfumava la
voce dell’altro Digimon dalle orecchie lunghe
«E’
probabile, Terriermon…se questa notte non ci saranno
imprevisti.» terminò Renamon volgendo appena il
capo:
quella rivelazione paralizzò del tutto Lopmon e Terriermon.
Imagomon invece
parlò «Calumon non deve compiere alcuna scelta, il
Digimon
che si esporrà è già stato deciso:
sono
io.»…«Ah!! Imagomon, ma cosa
dici?!»
sussultò Renamon «Imagomon!»
chiamò
Terriermon «Non fare
sciocchezze!»…«Non
è una sciocchezza Lopmon, ti…!!...ringrazio amica
mia ma
credi sono ben consapevole di ciò che
faccio.»…«Amore
mio…» Renamon allungava
una zampa tremante verso il volto della volpe dal pelo scuro che aveva
sposato, mentre la finestra della loro casa, con i fiori, di fronte
alla tavola con la tovaglia adagiata, incorniciava quegli istanti
«Porta con te i
bambini…»…«Ahh!!»…«Non
possiamo lasciarli qui, non…!!...farli toccare da
Guardianmon ti
chiedo solo questo e non…!!...farti
toccare…neanche tu.
Torna sulla terra. Obbedisci a Calumon. Salutami Rika. E se non
dovessi…»…«No! Non dirlo
mai.»
«Imagomon…» lo richiamava Terriermon, il
cui
braccetto tremava tanto che Lopmon lo prese per mano per farlo stare
fermo. Renamon fissava costernata suo marito…che le
carezzava il
viso «Sei una Digimon leggendaria…con troppi
meriti alle
spalle per vivere infelice in un mondo che non è
tuo.»…«Ma io amo la nostra
casa!!»
esclamò la Digimon commossa «Io amo i nostri
figli!!
Amo…i nostri oggetti, la nostra tovaglia! Le nostre
tende…le lenzuola, ho amato questi
anni…!»…«Sono stati belli, ma
a te serve
altro per essere completamente felice. Hai lottato duramente pronta a
dare la vita per la tua domatrice. Devi ritrovare lei, ne hai bisogno
per iniziare un nuovo capitolo: sono certo che ti sta
aspettando…forse Guardianmon coi suoi soprusi
inconsapevolmente
sta aiutando il destino. Il destino tuo…e di questi
Digimon…»
…mentre le mani
di Lopmon e Terriermon erano strette e tremavano tutte e due…
«…che
altro non attende che compiersi. Metticela tutta questa notte, amore
mio.» baciandole delicatamente il viso. Anche lei tremava,
l’intero suo corpo che aveva combattuto tante battaglie. E
dal
suo occhio cadeva una lacrima che non sapeva con quali mezzi fermare.
Mentre Imagomon si volgeva verso i due piccoli Digimon
«Fatevi
onore! So quanto avete atteso! Sbaragliate quel cancello…e
svelate una volta per tutte i segreti di Digiworld e la terra,
portateci…!!...ciò che abbiamo ignorato in dieci
anni di
cambiamenti, a causa di menzogne! O forse per vigliaccheria. Appurate
una volta per sempre il perché di questo lungo distacco! E
se
c’è una speranza che un
giorno…» volgendo il
sottile occhio verso il globo azzurrastro fluttuante in cielo
esattamente come in un giorno comune «…i bambini
possano
fare i loro bagagli. E partire per il viaggio della loro vita. Verso
quei domatori terrestri che per loro sono un po’
come…gli
angeli custodi.»
«Terriermon,
coraggio…!» fece volenterosa la pur commossa
Lopmon,
mentre il tremore dell’altro Digimon più non
poteva
nascondersi
«L-Lopmon…»…«Sono
sicura
che ce la
faremo…!»…«…ma io
ho paura!
Non abbiamo più combattuto da anni, non l’abbiamo
mai
fatto con successo senza i domatori, e-e se Guardianmon ci eliminasse
tutti?!»…«Momentai…»
gli
sussurrò la compagna «…non scordare la
tua parola
magica…chiudi gli occhi e pensa intensamente a casa di Henry
e
Suzie…»…«L-Lopmon…»
Le mani, o le
zampe che dir si voglia, di Imagomon e Renamon erano saldamente
strette, dinanzi alla grande finestra, al cielo, e al globo
«Buona fortuna, amore mio.» disse lui…
Takato, Kazu e
Ryo si erano concessi un giro al parco. Quest’ultimo
però
era stato catturato da una telefonata, a quanto sembrava, di lavoro e
si era allontanato di qualche passo, lasciando soltanto il sottofondo
della sua voce «Hai detto cosi?! E allora tu scusa quante
sfumature di imprecazioni conosci no perché
c’è
soltanto l’imbarazzo della scelta!...
…è
un pazzo! Ma per forza non c’è altra spiegazione
scusa
quanto abbiamo messo nell’affare?!...b-bene, allora lui
mangia a
spese nostre! Ma tu ce l’hai il suo numero?!» e
così
via…
Gli altri due,
sotto quello stesso scivolo squamato di quando erano ragazzini
«Non devi mai più dare retta ad Asanuma,
è quello
che dico sempre anche ai miei genitori! Figurati, loro ancora vanno a
chiederle consigli illuminanti, ma lo sanno tutti quello che ha fatto!
Suo marito è invalido ma addirittura, nonostante questo la
figlia è stata affidata a lui e non a lei in quanto lui
è
oggetto di vessazioni da parte della
moglie!»…«Accidenti…che
roba!»…«Già…per
affidare una bambina
ad un padre con simili disagi vuol dire proprio che tu madre stai fuori
dal gioco! Figurati quanto può essere
attendibile.»…«…ha detto che
io
drogo…!!...quando se n’è uscita con
quella storia
di fronte a tutto il negozio io sarei voluto sprofondare. Ma se ne
rende conto?!...con queste cose non si scherza. E’ diverso
dal
dire…”hai abbandonato gli
studi”…quello fa
niente. Lo ammetto. In fin dei conti che dovevo fare? E’ vero
a
scuola non mi impegnavo molto però quasi quasi…se
avessi
trovato qualcosa che mi interessava l’avrei fatto!
L’ambito
della legge è bello, ad esempio! Fare l’avvocato,
magari…quello sì che può essere
affascinante, puoi
difendere un sacco di persone accusate ingiustamente!» Takato
sorrise e provò a riflettervi «In
effetti…se provo
a pensarci direi che noi tutti alla fine, per un motivo o un altro, non
abbiamo avuto la calma necessaria per ponderare bene chi eravamo, e
cosa ci sarebbe piaciuto fare.»
…con Ryo che
esclamava al telefono «MA IO LO AMMAZZO! A-Ascolta uccidere
è illegale?!...no vallo a leggere da qualche parte
perché
se poi non è illegale organizziamo uno squadrone-quattro
persone
con spranghe e bastoni gli andiamo sotto casa e sono cavoli
suoi!»
«Pff…che dire, mamma mia, sembra un vortice: dici
dieci
anni sono tanti, sono lunghi, e invece…una cosa dopo
l’altra ti casca addosso e alla fine non sai più
come ci
sei arrivato, qua dove stai.» commentava Kazu
«Takato.»…«Sì?»…«…ma
tu ti ricordi di quando siamo partiti per Digiworld, e ad Asanuma
abbiamo lasciato quattro righe scritte nei compiti di
punizione?»…«…certo che me lo
ricordo…» pronunciato non spoglio
dell’amarezza per
il presente «Tu all’epoca mi ricordo che le
scrivesti
addirittura…che era un’insegnante
fantastica.»
Takato orientava gli occhi al cielo, scosso da
un’inquietudine
«Poi lei ci corse incontro, era preoccupata e voleva
fermarci.
Come mai adesso invece sembra
detestarci?»…«…
…non lo so…ti assicuro che me lo sono chiesto
tante
volte, ma non ho mai trovato risposta!!» disse stizzito
«Perché la gente cambia in questo modo?!
Perché
dieci anni prima dei ragazzini sono i tuoi alunni poi passa il tempo e
li vuoi coperti di fango fino a qui?! Io mi ricordo…che
anche
nei primi giorni che Guilmon era nascosto lì, al blocco, e
c’erano problemi, rischiava di essere visto, una volta la
polizia
era sul punto di fermarmi e fu proprio lei, Asanuma, che intervenne
dicendo che ero uno dei suoi alunni e non vi era niente di cui
preoccuparsi.»…«Non si spiega un
comportamento del
genere…» commentò Kazu amareggiato, e
Takato
«…sarà vero che il tempo ti trasforma,
io non lo
so. Io…» giocherellando con alcuni vecchi adesivi
sulla
superficie interna dello scivolo, tentando di staccarli
«…se non fosse per i fatti che sono successi, mi
sento
perfettamente uguale…non mi sento cambiato da allora, ho
sempre
gli stessi desideri. Quegli stessi
sogni…»…«…Takato…ti
manca la
vecchia Asanuma?»…«Eh?»
Ryo
intanto prendeva un respiro profondo «Mamma mia…ma
chi me
l’ha fatto fare: ah che mal di testa, io…penso che
andrò in psicanalisi se continua in questo modo!»
Takato si fece
più insistente con l’unghia che staccava
l’adesivo
«…mi manca tutto di com’era prima.
Tutto…e
tutti…» sfumato in un profondo sussurro
«…già.» fece Kazu che poi si
strinse a
sé come avesse un po’ di freddo, solo con quella
maglietta
mimetica «Comunque con la droga non si scherza.»
ripeté.
Mentre Ryo
«Quello, quello fa il trafficante di droga, è uno
stupido
se crede che non l’abbia scovato: lo smaschereremo,
c’è una cella pronta per lui!»
«Questa
storia per del tempo ha circolato.» parole del ragazzo col
cappello. Takato lo scrutò «…ti
riferisci…ad
alcune cose che si dicevano…sul tuo
conto?»…«Toglimi una
curiosità: te lo
chiedo…solo per sapere. Tu ci hai mai creduto al fatto che
mi
drogavo?»…«Uh?»…«Ti
sei mai
chiesto se poteva essere vero?»
Takato smise di
staccare adesivi, incrociò le braccia ed appoggiò
la
schiena alla parete, raccontando «…è
passato del
tempo da allora. Era alcuni anni
fa.»…«Sì…»…«…mi
ricordo che nel quartiere lo dicevano, in quei giorni…ti si
vedeva di meno, iniziasti a fare qualche lavoretto la notte e non ci
incontravamo di frequente.»
(Ryo
«Quello lavora di notte, ha dei traffici da far
paura!!»)
«Dicevano
che le compagnie che frequentavi…erano ben altro che
raccomandabili. Ricordo…bene…»
dondolando
leggermente sulla schiena, come se l’argomento lo
agitasse…fino a liberarsi confessando, vicino alla
commozione
«…che ero molto preoccupato.» Kazu
sembrò
gradirlo e gli rivolse un sorriso «Avevi paura per
me?»
Takato scosse il capo «…non potevo credere e non
volevo
pensare che il mio amico…d’infanzia, quello con
cui ero
cresciuto, e con cui giocavo qui
potesse-»…«Temevi
che mi sarebbe potuto accadere
qualcosa?»…«…l’ho
pensato, ti chiedo
scusa.»…«Stai scherzando…?...
…era un riguardo.» e la sua espressione era serena
«Kazu, ma…?!...
…ci
fu mai qualcosa di vero o furono solo calunnie?! Ah, per me non fa
differenza però-»…«No no,
tranquillo. Senza
problemi.»…«…però
lo vorrei sapere per
conoscerti meglio…»
Kazu
sorrise da sotto il cappello, sembrava di gratitudine. Poi si fece
serio per raccontare «…anche questo è
merito dei
Digimon.»…«Uh?
Cosa?!»…«Intendo
dire…se adesso sono qui.» Takato rimase di stucco,
mentre
Kazu narrava «…sì è vero
Takato lo ammetto.
Qualcosa di vero c’è stato. Non ora, non di
recente, non
è più così da tanto tempo, e comunque
non si
è trattato mai di sostanze fra le più terribili.
Roba
leggera…per fortuna.» mentre i respiri del suo
amico
accoglievano quella dolorosa consapevolezza «Fu
quando…mamma si aggravò. Credimi, stavo tanto
male, non
sapevo dove sbattere la testa!» accomodandosi il cappello
«…il mio nuovo lavoro mi faceva incontrare alcuni
ragazzi….che…beh…
…io non giudico…comunque, in ogni caso mi sono
fermato in
tempo. Ce l’ho fatta, la dipendenza non era ancora arrivata a
livelli da cui non si torna indietro,
poi…c’è da
dire che ho avuto un pensiero che mi ha aiutato molto. Mi ha dato la
forza.»…«…a cosa hai
pensato…?»
(Ryo
«Quello ha pensato che io ero il pollo della situazione, ci
scommetterei non sai cosa!»)
Kazu
svelò i suoi occhi «Ho
pensato…» accennando
un lieve sorriso «…mi sono creato
un’immagine
davanti ai miei occhi: c’ero io…che ero morto. E
Guardromon che tornava, mi trovava così e…versava
lacrime
sul mio corpo. Io, muto, non potevo rispondergli…credimi non
è stata la mia forza o quant’altro: è
stata questa
immagine…che mi ha permesso di uscirne. Non…la
potevo
sopportare.»
…i
suoi respiri, e quelli del suo amico, scossi entrambi dal tremore per
quei ricordi…
«Un’ultima
domanda…»…«…tutto
quello che vuoi,
Takato.»…«…quei segni sulle
braccia…»…«Questi?...qui la
droga non
c’entra. Puoi immaginartelo. E’ mio
padre.»…«Cosa?!»…«…nonostante
sia stato un allenamento intensivo in questi anni lui seguita comunque
ad essere più grosso di me. E quando è ubriaco
non lo
ferma nessuno…» al che Takato stava andando da lui
per
confortarlo, ma Ryo li interruppe «A---llora bei ragazzi
perdonatemi ma qui: mi vedete?! Io sono una vittima di questa maledetta
società!»
Takato non
riuscì ancora a sorridere ma al momento solo a prendere
fiato,
Kazu invece sorrise «Ahaha, ti perdoniamo quanto vuoi,
Ryo!»…«Perfetto: perché
adesso sono tutto per
voi! Ehi andiamo cosa sono quelle facce?! Ve l’ho detto, qui
non
è il caso di dormire, abbiamo un compito importante:
dobbiamo
far riaprire i cancelli di Digiworld! Vedo gente non motivata a
sufficienza per i miei gusti quel tipo là ad esempio quel
tizio
col cappello il nostro Kazu mi sa che a Digiworld non ci vuole tornare,
data l’espressione!»…«Uhmuhm!
Guarda Ryo, io
qui lo dico…!» replicò Kazu
«Se quel varco
torna ad aprirsi…invece è proprio il contrario.
Io
lì mi ci fiondo. Però…tenere presente
una cosa:
che poi non torno, eh! Non è come…quando siamo
andato
lì tutti quanti che poi abbiamo ripreso l’arca,
no!
Io…se ci rimetto piede…stavolta è per
sempre.
Vado…vado a fare qualsiasi cosa. Jijimon e Babamon, voi ve
li
ricordate? Uhmuhm, i due vecchietti, io li ho portati qua, nel cuore:
li vado ad assistere. Non me ne frega niente. Magari faccio il badante
a vita, però io qui…tzs!» scuotendo la
testa sotto
il cappello, in eloquente cenno di negazione
«Uhm…mi
sembra di capire che ha girato proprio male!»
constatò
Ryo, e Takato «Ryo, sai…questi anni per Kazu sono
stati
particolarmente difficili. Il suo
papà…è stato e
sta parecchio
male.»…«AccCCC!»…«Ah,
vabbé, lasciamo stare! Io è per questo comunque
che
vorrei stanziarmi là, almeno Jijimon e Babamon so di per
certo
che sarebbero contenti che io portassi loro i pacchi della spesa,
furono del resto così accoglienti la prima volta che venimmo
lì, io sono…sempre riconoscente con chi
è gentile
con me, almeno personalmente li…ricordo così,
poi…non so se sono l’unico
oppure…c’è
pure qualcun altro che ha lo stesso ricordo…»
Gli altri due
amici si volsero a scrutarlo in quanto aveva pronunciato quelle parole
con una particolare espressione, come se certi dettagli lo turbassero o
lo infastidissero «Eravamo in due.» aggiunse
«Ma mi
sa che chi era con me all’epoca non ci vorrebbe
tornare.»…«…parli di
Kenta?» chiese
Takato, ed anche Ryo «…certo! Kenta,
c’era anche
lui, me lo ricordo bene!!» Ancora Takato «Prima
anche
quando c’era Asanuma hai parlato di
“tradimento”. Ti
riferivi per caso…anche a
lui?»…«Senti!...io
quella cosa che lui ha fatto non l’ho proprio
capita.»…«Ptsss, Takato
aggiornami!»…«Vedi Ryo…Kenta
si è un
po’ distaccato da noi in quanto…si è
sposato.»…«L’hanno obbligato i
genitori a
farlo, e lui come un idiota a piegato la testa,
perché?!!»
si sfogò Kazu «Era la sua vita, poteva decidere
liberamente! Si è fatto…legare a quella cicciona
insopportabile tanto che adesso non è mai cresciuto,
piagnucola
sempre e la sola cosa che fa nella vita è correrle appresso!
Ahhh, mi dà un fastidio! Su di lui contavo, credevo potesse
essere…una spalla a cui appoggiarmi in questa crescita, e
invece…per dare retta ai suoi stupidi mamma e
papà si
è isolato in un mondo suo! Adesso chiama…solo
quando ha
bisogno.»…«Oh mamma, ma
davvero?!» e Takato
spiegò «Sì Ryo,
francamente…non ho capito
bene neanch’io il perché di quel matrimonio e non
mi
è piaciuto affatto. Sono d’accordo con Kazu, con
queste
cose non si gioca!»…«Ma scusami, ma noi
eravamo i
Digimon Tamers, come minimo dovevamo pretendere una vita decente che ci
rispecchiasse!! I suoi siparietti tragicomici con quella ora sono
ridicoli!»…«BleaAHHH! Che tipa
dev’essere!!»
«Bene
ragazzi, è il momento di mettere le carte in
tavola!»
decise Jeri nel giardino del convento, tenendo una carta fra le dita,
quella che aveva azionato la notte prima. Mako e Beelzemon erano con
lei «Beelzemon ha attraversato il varco a Digiworld, ed
è
giunto sulla terra: nel frattempo dei nuovi Digimon hanno sferrato
degli attacchi. Beelzemon, ora dobbiamo parlare: devi svelarci la
storia, e raccontarci cosa è accaduto a Digiworld in tutti
questi anni, così da permetterci di
aiutarti!»…«Va
bene…» accettava il
Digimon, e Mako «Purtroppo mia sorella Akemi non
può
partecipare alla battaglia come domatrice, dalla sua
scelta…non
si torna indietro, ma tu non devi demordere, ci siamo noi due a darti
man forte!»…«Jeri, Mako: la
priorità adesso
è ritrovare Cyberdramon, qualcuno l’ha rapito! E
in
più c’è anche Guilmon che è
scomparso…»…«Beelzemon,
innanzitutto
c’è una cosa che vorrei sapere!» disse
Jeri
«Chi è quella ragazza con poteri simili ai
Digimon?! Hai
detto che suo padre è un Digimon, anche se lei ha un aspetto
umano! L’hai chiamata…Cindermon, e lei conosce
Takato!»…«Sì! Io non la
conosco bene ma vedi
Jeri lei…»
«E-Ehm, scusate!»
«Oh?!»…«Ahh!»…«Uh?!»
i tre sussultarono all’udire quella voce, così
nasale e
bizzarra «Vi ho sentiti casualmente parlare,
e…fare un
nome sul quale avrei da spendere qualche parolina, se
permettete!»
«…lei,
signora…?»…«M-Ma come
Jeri, la conosci?»…«Sì,
Beelzemon…» rispose Mako «E’
la moglie di un
ragazzo che se non sbaglio era anche lui un Digimon Tamer. Kenta
Kitagawa, ti dice
qualcosa?»…«Ohh!» Beelzemon
sembrò ricordare…
…ma la
domanda era cosa legasse ai Digimon quella rotondissima e paffuta
biondina in abitino rosa e cappellino, dentro i quali sembrava
scoppiare: un paio di occhi verdi come due radar…
…ed un
portamento…prossimo a lasciare solchi sull’erba,
che
attraversava con un paio di scarpette col tacco miracolosamente in
grado di tenere il suo piedino forse un po’ più
ingombrante del normale. Come tutto il resto. Gioielli e fronzoli di
ogni genere la addobbavano come l’albero di un Natale
precoce, o
ritardato a seconda del calcolo temporale «Caaavolo,
è
incredibile! Ma tu non sei un essere
umano!!»…«Ohh!!» Quel dito
cicciotto
puntò contro un attonito Beelzemon…
…mentre
Jeri e Mako si scambiavano un silenzioso, e un po’ dubbioso
consulto con gli occhi…
Quelli verdi di
lei erano spalancati e sembravano tesi ad un obiettivo
indecifrabile…
«Ragazzi,
queste storie fanno paura, ve lo assicuro: comunque avremo tempo per
esaminarle!» dichiarava Ryo «Io in ogni caso vengo
a
portarvi…un vento di novità!» mostrando
il suo
cellulare «Ho fatto delle indagini, e scoperto cose alle
quali…non crederete, ve lo
assicuro!»…«Di che
si tratta, Ryo?» domandò Takato.
Ryo prese
fiato…e rivelò
«C’è una misteriosa
pagina di Facebook, con accenni strani e citazioni provenienti dal
mondo dei Digimon! Riconosco lo stile…e riconosco alcuni
codici!
Io ho come la sensazione che a crearla…altri non possa
essere
stato se non il mio cucciolo, Cyberdramon! E se in questi anni i
Digimon si fossero attrezzati per comunicare con noi in via
informatica?! Dopo tutto sarebbe credibile, per via della loro
natura!»…«Pazzesco!»
replicò Kazu,
mentre Takato abbassava gli occhi
”Cyberdramon…” e
ricordava la notte prima “…spero che quello che ho
visto
io gli assomigliasse soltanto.”
«Ve lo
giuro, è sensazionale! Volevo…vorrei riunirvi per
poterla
analizzare con calma, la faccenda merita l’attenzione di
tutti
noi ex-Digimon Tamers anzi-anzi no, cosa dico! Noi non siamo affatto
EX! Noi SIAMO i Digimon Tamers!»…«Hai
ragione,
Ryo.» Kazu venne avanti, e si accostò a
«Takato:
anche noi abbiamo delle novità, non è vero?
Forse…Ryo a ragione, meriterebbe che se ne parlasse tutti
assieme!» Questi alzò occhi un po’
incerti,
dopodiché Ryo «Ah, scusatemi ma adesso devo
proprio
andare: mi chiamano alcune faccende di lavoro e poi debbo passare a
salutare i miei vecchi, sennò mi decapitano.
Però,
però! Sappiate che per questa faccenda non mi arrendo, ho
deciso
di riunire il gruppo e di riaprire il varco, e ci riuscirò a
qualsiasi costo! Sapete che quando Ryo Akiyama si mette in testa
qualcosa non fa desistere
nessuno!»…«Ahaha! Certo
che tu Ryo sei proprio grande.» furono parole di Kazu
«Il
tempo è passato…ma almeno su di te è
scivolato via
senza fare alcuna
presa!»…«Sarà che mi sono
promesso di rimanere sempre fedele a quel Ryo dei giorni gloriosi! Che
volete, ragazzi…» facendosi ora lievemente
più
consapevole e chinando il capo «…il tempo fa un
bruttissimo effetto, cambia un mucchio di cose, e stravolge il pensiero
delle persone. Anche i Digimon se ci pensate…hanno dato
tutti
loro stessi per salvare la città e noi esseri umani.
Però
adesso, dopo questi dieci anni…in cui le persone si sono
approfittate del loro nome per inscenare finte comparse, si sono
inventate Digimon malvagi per coprire il terrorismo, e
un…mucchio di altre cose disoneste a dir poco, il pensiero
generale, e l’opinione collettiva…sono
cambiati.»
…colpito era lo sguardo di Takato e Kazu…
«La gente
non si fida, preferisce accantonare tutto e buttarselo alle spalle.
E’ una delle cose che più mi preoccupano,
sapete…se…» muovendo qualche passo con
le mani
nelle tasche di quella lunga giacca «…se mi metto
a
immaginare un ipotetico loro ritorno. Quanto lo vorrei, non credereste.
Però temo per come le persone potrebbero
accoglierli.»…«Tu
dici…» accennò
Takato «…che la gente non li vorrebbe, che sarebbe
diffidente? Che non ricorderebbe le loro gesta che hanno segnato la
storia?»…«Pfff, la gente dimentica,
Takato. Ed i
ricordi si stravolgono.» guardando verso l’alto
«La
scienza…ha partorito nuove idee balzane e le
autorità
d’altro canto temono un nuovo uso inconsulto della vita
artificiale che possa riproporre una minaccia analoga se non peggiore
al D-Reaper.» parole che ancor più facevano
breccia nei
cuori dei ragazzi, mentre chi le pronunciava, Ryo, guardava il cielo
con dieci anni di consapevolezze in più, ma anche di
incertezze
«Potessi…cucciolo, garantirti che il mondo in cui
andresti
a fare ritorno è lo stesso che ospitava me…con la
cartella per andare a scuola. Purtroppo non è
così.»
…Takato e Kazu furono spinti a riflettere…
«In
particolare sono gli attentati di questi dieci anni ad allarmarmi. Se
di un mucchio di finti Digimon dovessero poi fare le spese quelli
veri?»…«Come?!»
sussultò Takato
«Mah sì, la gente che non è come noi
non sa
distinguere un arnese vero da una patacca! Se adesso Cyberdramon e gli
altri tornassero qualcuno potrebbe accusarli di tutti i casini fatti in
questi anni, magari anche sapendo che non sono i colpevoli ma che gli
importa, le persone vogliono solo un capro espiatorio! In sintesi
saremmo costretti a nasconderli…con ancor più
cautela
rispetto a quando il problema era solo il pistaggio da parte dei nostri
genitori. Ve lo confido perché siete miei amici:
è la
reazione di polizia e governo, qualora i nostri amici dovessero mai
incapparvi, che mi terrorizza!»
Non restavano
parole da ribattere, ma solo riflessioni da rivolgere a quel cielo, che
invecchiando anche se non nell’aspetto, sembrava aver
cambiato
faccia al mondo…
…ma il
tempo stava cambiando, anche dal punto di vista meteorologico, Mako e
gli altri indietreggiarono forse per ripararsi poiché
udirono il
crepitio del cielo, o forse perché quell’ambigua
signora
cicciotta non abbassava il suo dito e veniva avanti «Mio
Diooo…!» come se una molletta le tenesse ben
chiuse le
narici, regalandole quella voce più strana di lei
«Oh non
credo ai miei occhi sto vedendo un Digimooon!»
Beelzemon era
visibilmente turbato, Mako di più «Ptsss,
accidenti, se
questa adesso non sveglia tutte le monache, meno male che ci eravamo
nascosti!»…«…non doveva
vedere Beelzemon,
sono preoccupata!» mormorava Jeri, in più
«Inoltre
lei è la moglie di Kenta, lo dirà al marito e lui
a
Takato, è poco ma sicuro!»
Quel dito
grassoccio si spinse fino al torace di Beelzemon «Tu sei
riemerso
dall’oltretombaaa? Mio marito mi racconta le storie dei
Digimon
la sera per farmi addormentare! Ne aveva uno anche lui ma piccolo
piccolo tu invece sei un armaaadio!» Mako però le
abbassò il braccio «I Digimon non provengono
dall’oltretomba, perché non sono
morti!»…«Mako!!»…«Che
vuoi farci,
Jeri, lo sa dal marito, che vogliamo far credere che una carestia li
abbia stesi tutti?!» ma la ragazza era tesa e infastidita.
«Ero
uscita questa mattina perché avevo udito che erano tornati i
Digimon!» raccontava la signora Kitagawa «Ma non
erano
uomini quelli di cui avevo udito io: ai tempi di mio marito non era
tanto considerata la differenza fra sessi dei Digimon ma ora ci vedo
bene con questi occhi come negare che sei un
maschietto?»…«S-Signora
io…sono
Beelzemon….»…«Oooohhh…ecco,
nome
proprio diverso! Io avevo sentito di una
certa…Cindermon!»…«Cosa?!»
Jeri
«Eh?!» Mako, poi riprese la signora
«Sì
sì: Cindermon! Tutta la città ne parla voi non
leggete i
giornali?» Beelzemon stava intervenendo ma Jeri
parlò
sopra di lui «Li leggiamo signora, e questo nome non
c’è da nessuna
parte!»…«Forse
perché andate all’edicola sbagliata. Io
l’ho letto,
e ho sentito molte storie!»
Mako intanto
bisbigliava «Ptsss, Jeri tu la conosci
meglio?»…«E’ una pettegola
irrecuperabile, ci
darà dei problemi!»
«Ohhh,
Beelzemon! Ho sempre desiderato un Digimon tutto mio. Mio marito mi
trascura e mi fa annoiare! Kenta è un broccolo senza
iniziativa,
per cui mi ero messa una mezza idea in testa di andare a cercare in
giro questa Cindermon: sembra si fosse proposta a un domatore ma
l’ha rifiutata! Per cui volevo chiederle se per caso io le
andavo
bene io potrei essere un’eccellente domatrice di Digimon!
Sono
abile e me la so sbrigare in molte situazioni.»
Lo sguardo
del Digimon si aggravava, mentre Jeri riferiva
«…non fa
che chiacchierare in giro e ha sempre fatto un mucchio di domande a
tutti.» e Mako «Sì, a dire il vero
anch’io la
vedo spesso che ferma la gente e la importuna.»
«Sembra sia epoca di nuove leggende, alla faccia di mio
marito
che si è arreso dieci anni fa senza neanche ottenere una
prima
pagina! Non avete udito? Pare ci sia un Digimon che comanda ed uno che
esegue: Cindermon, inviata sulla terra, emissaria del grande
Guardianmon!»…«Cosa?!
GUARDIANMON?!»
sussultò Beelzemon all’udire quel nome…
…mentre
quegli occhi verdi erano rimasti come fari incorniciati
dall’ombretto rosa…
«…il nome di un altro Digimon…lo
conosce?»
pronunciò assorta Jeri, e Mako «Chi
sarà quella
Cindermon, ci si potrà fidare…?»
«Stai…cioè credi fattelo dire:
UNA…FAVOLA!» era più che contenta di
ammettere
Cindermon, nel commentare il look di Rika
«Grazie…»
che tornava ad indossare il cilindro nero, sopra i capelli raccolti. Le
ore erano trascorse, e si era fatta ormai sera «Su forza, che
tra
poco cominciamo! Avete controllato se non zompiamo come ieri?! Non ci
terrei, grazie!» disponeva Himi, ed il pub Fluido celeste
sembrava in fermento. Per l’occasione,
l’ex-domatrice dai
boccoli rossi aveva ceduto e scelto di indossare il costume di scena,
che c’era da dire, le donava parecchio: trucco scuro a
evidenziarle gli occhi, camicetta bianca e papillon, per scendeve verso
una minigonna nera lucido-lucente (come il cilindro) «Caspita
tacchi paurosi, non ti fanno male?!» chiedeva Cindermon,
mentre
Rika con questi solcò il suolo del palco come dieci anni
prima
aveva fatto col suolo di Digiworld «La prassi è la
seguente, parte la musica: ci sono…ecco, queste sedie Himi!!
Qui
ci vuole una sedia in più! In pratica ci sarà
da…zompettare qua sopra mentre l’alcol scorre a
fiumi
nella platea.»…«Wow, sembra
divertente!»…«Oh, non ti
dico!»…«Comunque ti faccio tutti i miei
in bocca al
lupo, eh! Spero proprio che questa sera per voi vada proprio
cioè ma dico una FOOORZA pazzesca!»
Rika, mentre la
ascoltava, provava quelle mosse
«…uuuno…due,
più o meno così…»
scavalcando la sedia,
capovolgendola, montandovi, girandola, girandosi…
…ma questo non
le impediva di pensare, e di sorridere appena “Questa tipa
è curiosa e vuole sapere un mucchio di cose, ma strano a
dirsi…non mi dà fastidio.”
Cindermon
intanto la guardava, anche lei con un sorriso, forse di gratitudine,
tradendo solo un po’ di imbarazzo circa i commenti da fare o
non
fare riguardo a quello spettacolo in allestimento (intanto
però
dall’entrata faceva capolino un ragazzo, vestito di rosso e
nero,
anche quello pareva un costume di scena per quanto era estroso: i suoi
occhi scuri puntavano Cindermon)
«No ma
come faaai a non inciampare?!» si stupiva
quest’ultima.
Rika
seguitava a riflettere “Abbiamo chiacchierato molto, parlare
con
lei mi fa un effetto strano.” «Brava! Ohi, fa
attenzione!» “Non lo so…le ho detto
molte cose,
forse avrei dovuto tacere. Ma mi è venuto spontaneo, mi
sembra
una di cui ci si può fidare.” «Ah e con
quello che
ci fai?»…«Il bastone? Non lo so, ma pare
la
coreografia lo preveda!»…«Certo straaana
eh, questa
coreografia!»…”E’ stravagante,
non riesco a
capire da dove provenga.” (mentre Cindermon si volgeva
appena, e
quel ragazzo si dileguava come un fulmine)
“Forse chissà: non lo credevo ma avevo
bisogno…anch’io di qualcuno che venisse
semplicemente a
chiedermi di raccontargli un po’ della nostra vita. Avevo
bisogno
di sfogarmi, e di ripercorrere quelle tappe. Eheh…che dire,
non
si finisce mai di imparare. E di stupirsi di se stessi.”
accentuando quel sorrisetto scaltro e acuto sotto il cilindro
“Una cosa soltanto è sicura: tiene quanto mai a
Takato.”
«Takato…» sussurrava Cindermon,
distraendosi un
attimo dalle prove rivelando sguardo incerto «…mi
domando
adesso che faccio e dove vado…»
“Sono proprio curiosa di sapere come si sono incontrati: un
giorno di questi, amico mio, devi passare di qui e aggiornarmi sulle
novità!” poi diede voce alle sue labbra
«Tu che vuoi
fare stasera, rimanere qui ad assistere al nostro
crollo?!»…«I-Iooo?! No
guarda…ti ho
già rubato gran parte del tuo tempo Rika, e non voglio
approfittare! Me ne vado. Da qualche parte!» risistemandosi
il
manto ed alzandosi il cappuccio «Ne sei sicura? Guarda che ci
sono posti liberi!»…«Sì lo so
però…sai com’è delle volte
l’aria da
respirare occorre quanto non
immagini!»…«Ah! A chi
lo dici. Comunque noi siamo sempre aperti. Giorno…e
notte!»…«Graaazie, grazie lo so! Bacio:
in bocca al
lupo!» e si salutarono…
…Rika la
guardava andare via, mentre sul suo cilindro già iniziavano
ad
alternarsi le prime luci viola in fase di prova generale “E
poi…chissà…!” sorrise la
ragazza, mentre
Cindermon raggiungeva l’uscita, impicciandosi un
po’
perché la porta era chiusa e trattando con qualcuno circa la
collocazione delle toilettes “La sua presenza, le sue domande
rivolte al mio ruolo di amica comune…mi fanno sentire un
po’ come se il tempo non fosse passato. E potessimo strappare
un
pezzo a quella fase della vita che non è mai giunta. Ma che
sognavamo e che era la nostra unica forza quando ci lanciammo in
battaglia.”
Cindermon aveva
capito dov’erano i bagni e ringraziava con sorrisoni.
“Quella
vita…spensierata in cui qualcuno che su cui hai fatto colpo
viene a parlare con l’amico o l’amica comune per
farsi
un’idea. E lui o lei puntualmente ti difendono. Forse
è
così! Eheh, cara mamma…non dovevi regalarmi
quella
maglietta, dieci anni fa. Alla fine, con quel cuore non più
infranto, ci sei riuscita a rendermi sdolcinata. Non te lo
perdonerò mai!!!” «Himi!! Sei sorda o
cosa, ti ho
chiesto una sedia da mezz’ora!!!»
«Sempre la
solita scorbutica,
Rika!!»…«Ah!!» la ragazza
d’un tratto si volse: un uomo, magro e dagli occhi sottili
era
appoggiato al palco…con il corpo, e a lei con gli occhi, che
si
insinuavano come lesti serpenti dal basso in alto «Non devi
trattare così male la tua socia. E’
grazie a lei che
sei diventata l’idolo di tutti noi…e la REGINA di
questo
paradiso.»…«Che cosa vuoi, la tua ex non
vuole
saperne ancora e ti ha spedito qui a ubriacarti?!» Rika
sembrava
visibilmente infastidita «Ehi, ehi guarda che non sei nelle
condizioni: un uccellino mi ha detto…che avete bisogno di
soldi,
che state male in arnese come si suol dire!» Ma Rika si volse
con
gli occhi di una tigre
«Quell’uccellino…è un
disinformato, come il padrone che lo consulta!! Per noi qui va alla
grande!»…«Si vede: da come sei vestita!
Proprio tu,
poi!» Gli occhi della ragazza ancor più si
assottigliarono
«Che sei venuto a fare…?!»
sibilò «Il
buon samaritano! Vedi?» allargava le braccia, che
già
sorreggevano un bicchiere «Neanche mi occorre che mi si
chiedano
soldi, perché far umiliare la gente, per di più
quando
è orgogliosa come te, e ha una reputazione da
difendere.»
Rika avanzò lentamente verso di lui, che seguitava a
contemplarla da sotto il palco «Venivo a fare
l’amico,
visto che è sapere comune il fatto che non sei molto brava a
tessere relazioni sociali, col carattere che ti ritrovi. Venivo a
dirti…che se ti serviva qualcosa potevi sempre rivolgerti a
me.»…«Sì, in effetti avrei
bisogno di
qualcosa.»…«Ahhh…lo vedi che
andiamo
d’accordo?» ma lei rifilò un calcio al
bicchiere che
lui aveva in mano, scaraventandolo e frantumandolo «Avrei
bisogno
che ti levassi dai piedi, che sparissi dalla mia
vista!!»…«Con gli anni diventi sempre
più
isterica!!»…«Grazie al Cielo noi due non
ci
conosciamo da anni!!»…«Però
abbiamo
recuperato presto!» replicava quell’uomo con fare
arrogante, ma lei gli dava le spalle «Andiamo, Rika, sono
stato
carino dopo tutto! Vengo a offrirti dei soldi,
però so che
hai un orgoglio da difendere per cui mi guardo bene dal farti
un’offerta gratuita: ti offenderebbe,
dolcezza!»…«Vattene, che è
meglio.»…«Devo aspettare…
…che tua
nonna sia di nuovo in fin di vita, per poterti avere un po’
più docile, e bendisposta?!»
A quelle parole,
gli occhi di Rika si dilatarono, come se un terribile ricordo
fosse improvvisamente affiorato. Quell’uomo sembrava calmo,
la
osservava e ponderava lentamente le sue proposte «Devo
attendere…che abbia di nuovo bisogno di quelle medicine
così costose, ohhh…!...ultimamente si paga cara
la vita
dei propri familiari.» ma Rika si volse di scatto
«Dimenticati una volta per tutte quella maledetta
storia…!!» fu il suo tagliente sussurro
«Perché, cara…? Si tratta di uno dei
momenti che
custodisco qui, in fondo al mio cuore, in una vita di simili
disgrazie…»
Di nuovo
la giovane avanzava sui suoi tacchi, ma le sue sicurezze, seppur da lei
strenamente difese, tremavano all’adagiarsi graduale delle
parole
di quell’uomo «…ho anch’io un
cuore,
piccolina. Tanto che so incorniciare i ricordi più preziosi.
Dovresti farlo anche tu: del resto si è trattato di un
privilegio sociale non indifferente, considerato che in questo
mondo…tutti promettono…ma non pagano MA-I, di me
dovresti
almeno apprezzare che sono stato corretto, non ho neanche richiesto
ricevute, scontrini fiscali: sarebbe stato mio
diritto!»…«Io e te non abbiamo niente da
dirci…»…«Ah
no…?»…«Senti.» si
accucciò in
prossimità di lui «L’immondizia che fu
allora
è cosa che cerco solo e soltanto di dimenticare, sei pregato
di
darmi una mano, hai avuto quello che volevi e nessuno ti ha pregato di
tornare. Quindi fatti una ragione del fatto che gli affari hanno un
loro inizio e una loro fine, le prestazioni sono state concesse, il
pagamento effettuato, adesso si guarda avanti…!!»
ma lui
stroncò quel sussurro afferrandole il braccio
«Rika, Rika,
amore mio. Non sai che ossessione, da allora non penso che a te durante
il giorno, e la notte ho messo una pietra sopra all’idea di
poter
prendere sonno.»…«Beh, non venire a
parlare a me dei
tuoi problemi di insonnia, non mi
interessano!!»…«Aspetta!»…«E
lasciami la
mano!!»…«Bocconcino…»
carezzandole il viso che lei scostava disgustata «Regina dei
Digimon…non immagini l’effetto eccitante che hanno
su di
me le leggende che circolano sul tuo conto, vorrei trascorrere ore solo
con te ad ascoltare i tuoi racconti.» lei cercava di
liberarsi,
ma lui le teneva il polso ben saldo «Immagino la dolce e
ingenua
ragazzina che eri allora e mi sento morire dalla voglia
di…rivederla, e di riavvolgere tutto di modo che sia io il
primo, prenderti quando eri ancora un cucciolo, ingenuo ed inesperto ed
insegnarti tutto quello su cui mille altri mi hanno
preceduto…»…«E-E
LASCIAMI!!»…«Toglimi una
curiosità…»…«A-Ahhh!!»
Rika
lottava con tutte le sue forze, ma stentava ad accumulare vantagio
«…eri ancora vergine quando lottavi con i
Digimon?»…«NON MI TOCCARE
O…SARA’
PEGGIO PER TE!» ma nel locale echeggiò
«Rika! Si
chiama Rika, Rika Nonaka e dovrebbe lavorare qui se almeno non era una
pista sviante!»…«Ahhh!» la
ragazza sussulto
vedendo qualcuno arrivare, sicché l’uomo la
lasciò
si affrettò ad allontanarsi in un sussurro
«Riprenderemo
il discorso lontano dai tuoi seccanti amici. Verrai spontaneamente, mi
implorerai quei soldi.»
Qualcuno,
avvolto in una lunga giacca chiara, avanzava verso il palco con le mani
nelle tasche «Ehm…! Scusi! Signorina, cerco Rika
non
è che potreb-» ma l’appello di Ryo si
arrestò
così come a mezz’aria si fermò il suo
dito nel
puntare a lei in piedi sul palco…
…qualcosa
sembrò tirare le labbra del ragazzo da un lembo e
dall’altro, lentamente, inesorabilmente…
…mentre
la giovane inarcava il suo sguardo, alquanto incredula…
«Pfff…n-no…!...v-vi prego ditemi che
non è
vero! RIKA!!! PFFF, AHAHAHAHAHAHAHAHA!!!...
AHAHAHAHAHAHA!!!» in pochi istanti il giovanotto era piegato
in
due da risate fragorose al punto tale che tutti i presenti si
giravano…
…mentre lo sguardo di Rika si faceva sempre più
trafelato…
«Whahaha, ahahahahahahah!! QUESTA E’ BELLA!
Ma…pfff,
AHAHAHAHAHAHAHA, ma sei proprio Rika?! MA COME TI SEI CONCIATA, NON
DIRMI CHE LAVORI COSI’ OGNI SERA, C-CHE
COS’E’
LA DIVISA DEL PUB O QUI SEI LA STELLA DELLO SPETTACOLO?!
PFFF,
AHAHAHAHAHAHAH! AHAHAHAHAHA, ma ti sei vista?!» ma lei scese
in
fretta «AHAHAHAHAH, ahahahah! “La regina dei
Digimon”…oooooddio, e dire che si faceva chiamare
“la regina dei Digimon”, pfahahahahah,
ahahahahahah!...» tamburellando sui suoi tacchi per tutta la
sala
«…e…e ci si offendeva pure se qualcuno
la metteva
in discussio-AAAHHH!!!» e giunta da lui lo afferrò
per un
orecchio
«Ahia-ahia-A-HIA!»…«SCUSA?!»…«E
non strillare!»…«…che cavolo
ci fai TU nel
mio locale?!»
Ryo timidamente riapriva i suoi occhi azzurri per guardarla…
Le vie di Tokyo,
brulicanti di luci, sale giochi, negozi e persone al calare della sera
e di qualche goccia di pioggia nel brontolio del cielo, che faceva
esortare le mamme coi bambini affinché si tornasse a casa,
ospitavano fra tante scarpe prossime a bagnarsi anche un paio di
eccentrici calzari rossi, di chi nonostante il tempo indossava ancora
gli occhiali da sole “Al termine di tutto questo bel
chiacchierare…che cosa faccio?” si chiedeva
Cindermon, col
cappuccio alzato, nascosta come una star “Temporeggiare
è
ormai inutile, devo prendere la mia decisione finale.”
accostandosi alla vetrina di un negozio di giocattoli, ponendo la mano
sul vetro “Tutti questi pupazzetti così
simpatici…chissà. Se fossi giunta qui ai tempi
che fanno
da scenario ai racconti di Rika, forse in questa vetrina ci sarebbe
anche il mio pupazzo, chi può dirlo?”
Volgendosi, vide
un mucchio di bambini eccitati e contenti che puntavano le loro
molteplici dita verso i loro desideri. Forse uno soltanto fra loro si
distraeva a guardarla, incuriosito. Lei accennava un sorriso
“Magari…se fossi venuta dieci anni prima tutti
questi
piccoletti farebbero disperare i loro genitori per accaparrarsi una
bamboletta magari anche alta così” (pochissimo)
“della grande
Cindermon. E magari…” tornando a
guardare la vetrina “…la mia immagine sarebbe su
tutte
queste riviste. Assieme a tante scintille di magia. E
accanto…al
volto simpatico del mio domatore.” per poi accingersi ad
allontanarsi, col passo deciso delle rockstar “E’
inutile,
forse questo mi è servito da lezione. Debbo tornare a
Digiworld,
io qui non sono utile a nessuno.” estraendo il Digivice con
la
foglia aurea «Che faccio? Se lo lascio qui per terra
scommetti
che i ragazzini se lo vengono a prendere e lo sanno apprezzare di
più di Takato? Niaaahhh!!! Escluso: siamo Digimon!
Ergo…passati di moda!»…«Non
ancora!»…«Oh, apprezzo il
compliment-IH!! OH?! AH?!
Ehhh?!! No chi ha
parlato?!»…«…sono
io!»…«…oooh…?»
…dall’anticamera di una banca, la stava guardando
e le si
era rivolto un ragazzo avvolto in un abito a scacchi rosso e
nero…
…nero
come i suoi capelli, morbidi ed eleganti, che gli cadevano gentili su
occhi neri altrettanto, che guarnivano un viso dalla chiarissima
carnagione «E tu chi sei?!»
«…Cindermon…tu sei Cindermon.
Vero?»…«I-sss…io
sì no ma io l'ho ho
chiesto a te!»…«Io
sono…»
Sembrava una
figura mistica, estranea al tempo, sempre viva, come una maschera
eterna. Era elegante, ed era come se la stesse aspettando,
lì
fermo, raccolto, come se avesse saputo che sarebbe passata…
Cindermon si
sfilò i suoi occhiali da sole già bagnati dalle
prime
gocce di pioggia…
«Avete
sentito?!» esclamava Beelzemon nel giardino del convento
«Le parole di quella donna erano inequivocabili, ha parlato
di
Guardianmon!!!»…«Beelzemon,
ma…insomma, chi
è questo Guardianmon?!» volle sapere Mako
«Il
Digimon malvagio che sta attentando alla nostra vita a Digiworld, che
sta raggirando i miei amici!! Volevo parlarvene, ma lei mi ha
preceduto! Sono sicuro che è lui il responsabile di tutti i
fatti strani che stanno accadendo: è lui…!...che
mi ha
procurato questa ferita al braccio, stavamo duellando quando il varco
mi ha risucchiato! E sono finito sulla
terra!»…«Ahh!» Jeri
sussultò, e Mako
«Ma allora…si tratta di un nuovo nemico dei
Digimon!»…«Quella donna ha parlato anche
di
Cindermon!» replicò Beelzemon, che
incrociò le
braccia in una tesa riflessione «Ha detto che lei e
Guardianmon…sono…alleati! E se Cindermon fosse
venuta
sulla terra per mettere in atto un piano con la complicità
di
Guardianmon…?» Beelzemon orientò dunque
gli occhi
verso i suoi due amici «Significherebbe…che anche
la terra
è in pericolo proprio come Digiworld!»
…dopo lo stupore, un consulto di sguardi tra Jeri e
Mako…
…ma tutti
e tre ignoravano che la bionda e grassoccia signora Kitagawa era ancora
nascosta dietro il muro del convento, eppure i suoi occhi guardavano
stranamente il cielo prossimo a sfogarsi: leggibile una sfumatura di
pena, che a un certo punto fu tanto forte da spingerla a correre via
come chi non ha chances…
«Io
sono…il passato!» rivelò quel giovane
vestito a
scacchi, dinanzi ad una sbigottita Cindermon «IL
PASSAAATO…?»…«Io sono quel
che era dieci anni
prima.»
Gli occhi
azzurri della ragazza Digimon sempre più si dilatavano
«…co-cosa…?!» e quasi il suo
fiato si
spezzava.
Lui aveva una
voce tenue, il suo aspetto evocava un’età di circa
vent’anni, i suoi lineamenti erano delicati e
perfetti…il
suo costume suggestivo.
«Io venivo a cercare te…»
«…me?!» indicando se stessa…
«Takato! Quella
signora ha chiesto se le portiamo la spesa a
casa!!»…«Sì, ci vado subito,
mamma!»
rispose il ragazzo, nella sua stanza, sedendosi presso il computer in
via di accensione. Per poi orientare il capo e lo sguardo verso
l’alto, riflettendo “Al più presto
dovremmo parlare.
E riepilogare tutto ciò che è successo in questi
ultimi
giorni! Sia Kazu che Ryo hanno ragione…
…ho una
strana sensazione, improvvisamente ripenso a ieri notte. E temo che
tutto quello che ho visto possa significare qualcosa di molto
più decisivo…di quanto noi tutti possiamo
pensare. Sento
che stiamo per arrivare ad una svolta. Mi starò
sbagliando…? Sarà stato il parlare del
passato…ad
avermi lasciato questo effetto?”
«Takato!!»…«Sto arrivando,
mamma!...
…OH?!» ma
improvvisamente dovette avvicinarsi di scatto con la sedia girevole:
sul display del computer era comparsa un’immagine…
…che analoga,
troneggiava su di un altro computer, in un’altra casa, sotto
gli
occhi sconvolti di Henry «Non è
possibile…!!»
che grondò sudore dalla fronte…
…alla vista di Cyberdramon…
«Rika!!»
esclamava Himi «Cellulareee!!!...ti è arrivato un
messaggio, lo vedo che brilla!»
«Sei
diventata…anche un tantino peggio di come ti ho vista
l’ultima volta!»…«Ah
sì…? Tu
invece non ho idea di come fai ad essere sempre, inesorabilmente LA
SOLITA MINESTRA RISCALDATA, Ryo
Akiyama!»…«A-Aspetta! Non puoi dirmi
questo e
ignorare il mio fascino da uomo
matu-»…«Posso eccome
è una cosa incredibile è un fenomeno che
né la
scienza né la ragione umana arrivano a collocare
più o
meno tutti cambiamo tranne te che resti sempre in quello stesso,
disastroso modo dal primissimo giorno che ti ho conosciuto,
è-è
sconcertante!»…«Tra gli
orologi!!...ti ricordi?! Ahhh, il Re e la Regina che si imbattono per
caso l’uno nell’altra a Digiworld è una
scena…di primo piano nell’immortale leggenda dei
Digimon!»…«Seee, come no, la
riporteranno negli
errori di scena quando ci faranno il film, ai titoli di coda, per far
sbellicare il pubblico!» rimontando sul palco
nell’intento
di piantarlo «Beh se il pubblico ride cara mia è
perché tu eri comica, allora!! Ma dai, sei ci ripenso rido
pure
io: mi trattavi sempre male
ingiustamente!!»…«Pfff…poi
dice che non
è vero che è il
solito…»…«Rika!!
Vuoi…!!...scendere da
quel palco e darmi un po’ di
retta?!»…«…te ne ho data fin
troppa, nella
mia vita!» serviva lei un bel sorriso ironico «Beh:
però avrai appurato che è servito in certe
occasioni
dalle quali altrimenti non saremmo usciti!» furbetto lo
sguardo
di lui, che siccome non riceveva attenzione si aggrappò con
le
mani al palco «Se non fosse stato per la mia geniale idea
alla
battaglia finale ora non avremmo la nostra gloria di domatori senza
tempo!»…«Ecco, appunto: a te ci si
può
rivolgere solo nei casi in cui l’alternativa è
crepare.»…«M-Ma lo sai che sei proprio
indelicata!
Mamma mia che uscite hai, e pensare che saresti una ragazza graziosa ma
ti sei sempre rovinata la bocca con trovate del cavolo come questa, poi
non ti lamentare che nessuno ti si
avvicina!»…«E-E
chi si lamenta?!!» ma per mollargli un calcio
dall’alto le
stava per partire la scarpa
«O-Oh-attenta!»…«Ah!»
sicché fu
per cadere ma lui, reggendo prima il piede e poi…lei,
evitò il fattaccio «Cenerentola…dai
tacchi a
spillo!»…«E VUOI
LASCIARMI?!!»…«Ahia!»…«Guarda
Ryo
sono IMPEGNATA, sto lavorando, tra poco parte uno spettacolo molto
importante e adesso la cosa più fuori posto che posso
immaginare
per un momento simile è uno dei nostri ormai consueti,
già visti e scontati siparietti,
quindi…!»…«Ah, allora ammetti
che in un certo
senso si può dire che abbiamo molto passato!» Ryo
non
demordeva col suo sorriso…
…e a lei
non restava che sospirare «Pfff…ma
perché non te ne
vai da un’altra parte: scusa ma quella dell’ultima
volta,
come si chiama non ricordo, non ce l’hai a portata di mano?!
Non
mi può fare un piacere questa
sera?!»…«Ah!!
Rika Nonaka ti vedo
gelosa!!»…«Sì, sì,
sì, sì, SI’! Questa era prevista, ecco
una solita
delle tue, non ti preoccupi…nemmeno di cambiare le battute
nel
corso degli anni!»…«Perché so
che sono dei
sempreverdi per i tuoi gusti.»…«Allora
l’esperienza non ti insegna!» mentre si arrangiava
a
sistemare bottiglie e a trovare ogni sorta di occupazione pur di non
dargli retta…ma ora si volse «Tuttavia non mi
meraviglia,
non l’ha MAI
fatto!»…«Carissima,
andiam-»…«E non mi chiamare
“carissima”!»…«Rika,
amica mia di
vecchia data…!!»…«E falla
finita…!»…«Guarda: io sono
venuto per
chiarire quello stupido equivoco dell’ultima
volta!» e la
afferrò bloccandola, come dovessero ballare un tango
«Quella lì era una pazza mitomane non
c’era storia
seria non c’erano mie lettere, mail, telefonate ma solo una
mega-taroccata per screditarmi: era un’esaltata dei Digimon
che
approfittava del mio nome per farsi
pubblicità!»…«Ahhh…ssSSI’?!»…«Ahi!»
spingendolo via «PERO’ PER ANDARLE APPRESSO NON MI
PARE CHE
HAI AVUTO PROBLEMI A PRENDERE IL VOLO DAL GIORNO ALLA
NOTTE!!»…«Ah-h! Ma…dovevo
rettificare la mia
immagine!» tentò lui di giustificarsi
«Sforzo
sprecato: è IMPOSSIBILE, Ryo
Akiyama!»…«Ma-Rika?!»…«Tenta,
con
la tua immagine, imbarcati nell’impresa: BUONA FORTUNA,
immagino
i risultati, un…caso disperato come
te!»…«Ma
questo palco te l’hanno fatto perché potessi
sentirti
ancor più superiore a noi tutti come ti è sempre
piaciuto
ostentare?!»…«SENTI!!
Io…»
accucciandosi ed avvicinando il suo volto minaccioso a lui che
già tradiva un pizzico di timore «…su
questo
palco…cerco di rovesciare la mia vita, di dare un taglio
netto
al passato e di rimuovere lo sporco, hai afferrato oppure devo entrare
nei particolari dei fattori chimici che tale sporco costituiscono? Non
te lo consiglio, mio caro Ryo…potresti veder la tua faccia
riflessa in una
pozzanghera!»…«Però non puoi
negare che se ci specchiamo assieme siamo carini.» ma
«Ouch!» risposta fu una gomitata
«Un’amore!
Bleah!!»…«Rika!! Te lo giuro, vuoi che
ti mostri i
certificati?! Ce li ho, ce li ho li ho
portati!»…«Chi li ha fatti, il medico
che ti
certificava l’appendicite falsa per coprire i dieci mesi a
Digiworld?!»…«Ma nooo!!! Non miei, di
quella! Di
quella pazza: ERA MITOMANE TE LO GIURO che devo fare mettermi in
ginocchio?!»…«Senti! A me del vissuto
medico delle
tue ex sai quanto me ne importa!»…«Non
potevo non
partire e non lasciarti
amore!»…«…?!...COME
MI HAI CHIAMATA…?!»
…e alla
fine era montato anche lui sul palco (mentre Himi appurava
«Tv!
Dai, almeno la tv si accende quindi già mezza serata per me
è fatta io avverto!») «Era per
Cyberdramon: non
potevo lasciare che il suo onore-IL SUO non il mio restasse infangato
solo perché una pazza si era inventata che avevo dei figli
con
lei e che l’avevo rapita da casa e dal padre
cattivo!»…«Ah
sì…?»…«Sì!»…«PER
CYBERDRAMON?!»…«Eh era il mio Digimon!
Scusa tu per
Renamon non avresti fatto lo stesso se un uomo avesse cominciato QUELLA
E’ LA MIA AMANTEEE!!! MI SI PRENDE E MI SI RIPRENDE!! Ci ho
fatto…non lo so, quest-» ma lei gli
afferrò la
giacca «E allora…» puntandogli i suoi
occhi
intimidatori «Tutta la storia con tua
madre?!»…«CHE C’ENTRA LA MIA
VECCHIA?!»…«Non ricordi? Che non avevo
fissa
collocazione, non ero al tuo livello, il problema delle voci sul mio
conto, la convenienza e tutte queste IDIOZIE MEDIO-BORGHESI
CHE…SOLO UNO COME TE, CON QUELLA FOLLE FAMIGLIA CHE TI
RITROVI
POTEVA PARTORIRE!!»…«Ah-h…io
capisco il tuo
fastidio e il fatto che la mia vecchia a volte sia un po’
pesante, anche il fatto che non sia facile farle cambiare idea,
però adesso non pensi di esagerare?»
…mentre
Himi con altri li guardavano battibeccare sul palco «Guarda:
guardali! Non è perfetto? Sembra proprio una scena
d’epoca, cabaret allo stato puro! I due innamorati che si
scornano, quasi quasi la includo nello
spettacolo.»…«Poi tocca a trovargli il
lieto
fine.»…«Mica per forza!»
«Alla fine il
risultato è sempre lo stesso: SU DI TE NON SI PUO’
CONTARE! E’ COME ALLORA, chi si è fatto tutta la
battaglia?! NOI! Tu apparivi nei momenti cruciali per prenderti la
gloria e fatta la GRAAANDE, SCENOGRAFICA APPARIZIONE DI RYO AKIYAMA che
sembrava chissà chi, tante grazie e arrivederci, partivi per
le
tue PUNTUALMENTE IGNOTE destinazioni e chi resta si
arrangia!»…«Però non puoi
negare che alla
fine vi ho aiutati!! Tu stessa l’hai
riconosciuto!!»…«Sì va bene
Ryo
d’accordo ormai l’abbiamo fatto un milione di volte
questo
discorso tu hai il tuo modo di vivere e di vedere le cose e io ho il
mio quindi evitiamo di istituzionalizzare negli anni i nostri duetti
perché già dopo dieci che ne sono passati io mi
sono
ROTTA!»…«Rika: io ti capisco. Tu hai
anche le tue
ragioni. Ma ti assicuro che adesso è diverso. Oggi
è
diverso. Prima ero un ragazzo, ma adesso sono maturato. Ora capisco
meglio il valore delle cose e do meno retta alla mia vecchia, tu dammi
un’occasione e te lo dimostrerò.»
Ryo si era
impegnato a fare gli occhi seri, ed ora la guardava in attesa del
verdetto. Anche lei lo guardò, dopodiché
ribatté
«Io non credo scientificamente esistente una
possibilità
di tua crescita.»…«Sei ingiusta: anche
tu eri molto
immatura!»
…ma lei
era già distratta in altre faccende, Himi le passava il
cellulare da sotto il palco
«…grazie…»…«Mi
ascolti?! Guarda
che anche tu eri una ragazzina cocciuta e indomabile, delle volte ci
voleva non so…l-la cinghia quella che usavo per tener fermo
Cyberdramon, quando gli prendevano i suoi attacchi di
aggressività! Quella occorreva usarla con te, non davi mai
ascolto! Ti ricordi quando ti sei buttata nella sorgente del D-Reaper,
a tutto il clan-domatori-Digimon & Supremi annessi sei sembrata
una
pazza incosciente e chi si è tuffato per salvarti? Io!
Assieme a
quel povero martire del cucciolo, se non fossi biodigievoluta Sakuyamon
adesso ti piangevamo, quindi…ammetti almeno anche tu che si
cresce e si può cambiare e
migliorare!»…«Cos…?...
…!!!» ma Rika aveva aperto il cellulare…
…e con esso, i
suoi occhi…alla vista della foto recapitata…
«Se vuoi
ritrovarmi,
vieni all’ingresso delle gallerie per la raccolta delle
acque.
Stanotte…» leggeva Takato nel
più profondo stupore.
Quando squillò il cellulare «…!
Henry?!»
«Takato! Ho
ricevuto un messaggio mail…è indiscutibilmente
correlato
alle faccende di cui abbiamo discusso…»
«Come, Henry…?! Non dirmi che anche
tu…!»
«…come hai intenzione di
regolarti…?»
«Io…
…io devo andarci…»
…decise, con il
suo sguardo attonito incollato all’immagine di
Cyberdramon…
Henry compì un profondo sospiro…
…e chiudendo
gli occhi, disse «…allora ci vediamo là
fra
poco.»
«Capisci,
Rika?!» Ryo si avvicinava a lei, sotto le luci del
palco…
(mentre Himi e
colleghi «Guarda, però! Mica male lui, non mi
dispiace!
Visto fa il tono caldo, le va vicino…trovalo di questi
tempi!»)
«Io ti sto
parlando sul serio adesso, sono tornato anche per te. Ho riflettuto
molto in questi anni, anche sulla mia immaturità. E ho
scoperto
che tu hai avuto…nella mia crescita molta più
importanza
di quanto credessi. Vengo a chiederti una possibilità, fra
noi
c’è sempre stato qualcosa di speciale se vuoi dal
momento
di quei benedetti orologi. E se me lo permetti…»
(«Ora la bacia-ora la bacia-ora la baciaaa!»)
«Vorrei…che tu mi concedessi ancora fiducia. Come
facesti
tra le viscere del D-Reaper, quando ti proposi di trasferirmi la tua
energia.»
(«Lui ha
un po’ la voce calda e scontata del bell’attore,
eh!»…«Vero,
sì!»…«Un
po’ enfatico!»)
«Allora, che mi rispondi…?»
Ma Rika
alzò lentamente occhi trafelati
«…uhm!...la
tua…espressione non permette nulla di buono io capisco di
avere
un certo fascino ma sinceramente IGNORAVO di fare
quest’effetto!!!»
…effetto
che peggiorò…quando lo sguardo della ragazza si
posò sul televisore in alto, alle spalle di Ryo…
…che
trasmetteva l’immagine di Cyberdramon che assaltava la
centrale
televisiva…
«Dove
andiamo, mamma…? Perché sei vestita tutta di
nero?»…«Shhh…faremo un gioco
in cui bisogna
fare silenzio, piccola Akirmon. Spiegalo a tuo fratello,
così
che anche lui possa partecipare.» sussurrava Renamon, che
prendeva con sé i suoi figli: la volpe dorata era avvolta da
un
manto nero col cappuccio…
Calumon
attendeva fuori dalla porta con quegli occhi verdi vivi e
penetranti…
Imagomon
concedeva un bacio lento alla sua sposa, ed una carezza ai suoi figli
«Fate i bravi con la mamma: questo sarà
l’inizio di
un’avventura molto
bella…piccolini.»…«…torneremo
a
casa.» promise Renamon, mentre Lopmon e Terriermon in piedi
sul
tavolo seguitavano a tenersi saldamente per mano. Non tremavano
più.
Guilmon
rivelò «Una scala…?»
all’interno del
candido armadio dalle ante cigolanti, in quella casa abbandonata. Non
potendo più tornare indietro, decise di salire…
«Si
è fatta notte…hai visto che è passato
presto il
tempo, Cyberdramon…?» si volse appena
N’Emo, che era
rimasto seduto sul bordo di quel ponte: e ora il fumo nero tornava ad
addensarsi dietro di lui…
«Non
è ancora notte. La notte non calerà ancora, se tu
la
arresterai!!» esclamava il ragazzo a scacchi rosso/neri
«Ahh!!» Cindermon sussultava
«C’è
qualcuno che ha bisogno di te, e che tu devi correre a
salvare!!»
«Qualcuno…qui ha bisogno di me?» chiese
la
ragazza-Digimon dai capelli rossi, e su Tokyo iniziava a piovere.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Cindermon digievolve ***
5°puntata DT2
«R-Rika poi non lamentarti se nei buchi di tempo concessoti
per prendere una decisione uno ne approfitta per farsi un
viaggetto!» scherzava Ryo seppur un po’ perplesso
per l’immobilità della ragazza col cellulare in
mano «E’…naturale ottimizzazione del
tempo!»
Gli occhi di Rika erano tuttavia divisi fra quella foto in allegato, e
quelle immagini esplosive nella tv sopra il palco, che Ryo non poteva
vedere trovandosi questa dietro di lui “Quello che vedo non
può essere vero…!!!” esclamava
l’anima della giovane
«R-Rika…?» Ryo le agitò la
mano davanti agli occhi «Caspita sembra in trans: RIKAAA!!!
Sei sveglia?! Diavolo, devo chiamare un’ambulanza?! M-Ma fa
così sempre, prima delle serate?!» chiedeva il
ragazzo hai presenti «Non è che soffre di attacchi
epilettici a causa di queste luc-a dire il vero
anch’io…!» stropicciandosi gli occhi, ma
in quel momento Rika seppur attonita richiudeva il cellulare…
…e con un balzo smontava dal palco «E-Ehi e adesso
dove vai ma cos’era un bluff per
seminarmi?!!»…«Spegni il televisore,
Himi!» esclamò concitata «Come?! Ma che
sei impazzi-»…«FA COME TI DICO SPEGNI
QUEL TELEVISORE!!»…«MA PERCHE’
RIKA DOVE VA-»…«Devo andare!»
infilandosi la giacca «Ma come, adesso inizia lo
spettacolo!»…«Inventati qualcosa e
posticipalo a fine
serata!»…«Ma-»…«Torno,
ti prometto che torno e ti faccio lo spettacolo ma intanto tu spegni
quel maledetto televiso-» abbassando il tono e mutandolo
quasi in una supplica «Spegnilo…!! Non deve
vederlo…» sussurrava Rika, sembrava grave,
alludeva a Ryo con i cenni ma Himi rimaneva imbambolata
(così come il ragazzo, ancor più) «Io
devo andare urgentemente in un posto, ti assicuro che in un modo o
nell’altro me la sbrigo in fretta ma tu fa come ti
dico!»…«Rika!!...e sì certo,
come mille altre volte!!» Himi sembrava demoralizzata, Ryo le
si accostò «Senti, dimmelo subito così
la doccia fredda si consuma in un singolo istante: ha qualcuno? Magari
un figlio?! L’hanno chiamata perché ha avuto
un’indigestione
pazzesca?!»…«…eh? Mah
nooo…» replicò Himi alquanto mogia,
anche lei in camicetta e papillon «NON E’
ACCOMPAGNATA?! Ah c’era da aspettarselo, con quel brutto
carattere!»…«Certo…c’era
da aspettarselo!» alzava le spalle Himi, vedendo Rika uscire
di corsa «C’era da aspettarselo che ci dava una
buca delle sue, meno male che l’aveva promesso! E’
incorreggibile!»…«Ah: nessuno
può capirti meglio di me!» Ryo estrasse intanto il
suo super-accessoriato cellulare «Devi sapere che io quella
testa matta della tua socia l’ho conosciuta in
circostanze…pfff, ahahaha! Credi mi prenderesti per matto se
ti raccontassi dei Di-»
…ma Himi si era allontanata e Ryo si era girato, incappando
nel televisore «…gi…mon.»
dopodiché, gli cadde inesorabilmente il cellulare dalle mani
e l’auricolare dalle orecchie…
«Le gallerie per la raccolta delle acque!» era al
volante Takato, ma visibilmente nervoso
«Perché…?!» si sfiorava la
bocca e la sua guida era scossa «Perché proprio
lì, che significa?!»
Altrettanto Henry guidava, compiendo dei lunghi respiri
«…coraggio. Coraggio…» si
ripeteva socchiudendo appena gli occhi alle luci alterne del semaforo,
che danzavano sulle gocce sul vetro, sempre di
più…
Rika si sporgeva per scorgere un bus, o un taxi,
nell’incalzare della pioggia: cercò
l’ombrello, ma quando provò ad aprirlo era
bloccato, sicché si arrese al riguardo e decise di
proseguire senza.
Tuonava, mentre il ragazzo vestito a scacchi avanzava in una vigorosa
esortazione «Interroga il tuo animo! Io sento che tu sei un
Digimon!!»
…e l’allibita Cindermon non si accorgeva neanche
che piovesse sempre più «E-Eh
io…s-sì, almeno…così si
dice per lo meno io lo sento da quando sono nata che
in…teoria fino a prova contraria pare che io sia
un…Digimon.»…«Compito dei
Digimon…è difendere i loro due mondi!!»
enunciava appassionato con la sua voce giovanile e musicale
«Due
mondi…»…«Certo!!»
…sembrava convinto…ed incurante delle gocce di
pioggia che scendevano lungo i suoi capelli neri ondulati per adagiarsi
sul trucco che gli ravvivava gli occhi, e che sfumava nello stesso
rosso del costume «Le loro due case…di sempre! E
per sempre…»
…e sempre più
emozionata…colpita…stupita era quella ragazza
digitale.
«Digiworld…» disse il giovane
misterioso…
…mentre lì Terriermon, Lopmon, e
l’incappucciata Renamon, guidati da Calumon, si volgevano
un’ultima volta verso le luci notturne e quiete del
villaggio, di cui si scorgeva ancora il faro a carezzare col suo raggio
i Ruspimon dormienti sulle impalcature. Come un congedo, per poi
procedere, verso quella cava scura e abbandonata…
…che conduceva al corridoio del varco…
«E la terra!» sentenziò il ragazzo, nel
sussulto del cuore di Cindermon…
...mentre la pioggia di Tokyo bagnava i capelli neri di
un’impaziente N’Emo…e la corazza nera di
un raccolto Cyberdramon…
«Congiunte in un vincolo eterno!!»
declamò quella presenza a scacchi, destando
l’improvviso ridere ed esultare dei bambini che indicavano
Cindermon come un miraggio, o una celebrità: questa si volse
stupefatta «Nessuno può porre fine a una
moda…finché il suo cuore
scalpita!!»…«Ahh!!...
…ne sei convinto davvero?! Ma tu chi sei in
realtà?!» chiese la Digimon così
bisognosa di risposte, prendendo con le sue mani smaltate di rosso
quelle di lui anch’esse smaltate di rosso e nero
«Chi ti ha mandato?!...mio padre…? Qualcuno che
vuole darmi una lezione…di vita, o…non
so…!» ma lui cercava di sciogliere quei dubbi con
un sorriso gentile «Io…beh,un giorno potrai capire
meglio chi sono. Per ora mi limito a dire…che sono
qualcuno…che vi ha molto a
cuore.»…«Che…vi…ha…?»
…ma dopo quelle parole gli occhi azzurri della ragazza
digitale si alzarono lenti…inesorabili…contro la
pioggia verso la tv oltre una vetrina, al di là del
ragazzo…
…e lì riconobbe N’Emo e Cyberdramon
«Ah!!» corse…
…fino ad attaccarsi al vetro «E’
lui!!» ed il ragazzo bicolore corse con lei, come chi
partecipa al tuo vissuto «Se tu non mi avessi
fermato…io non l’avrei mai visto!!...
…questa sera mi sarei spinta il cappuccio sugli occhi
rifiutando di guardare un’ennesima tv che…non
trasmette i Digimon! Se l’ho
visto…!!...è stato…poiché
tu sei apparso…»
Egli sembrava emozionato quanto lei…e a dispetto della sua
parvenza simile a quella del destino, quasi incredulo dinanzi a quanto
vedeva «Io devo andare!» ripeteva lei in possesso
di una nuova meta «Ora so qual è il mio dovere,
io…ho una missione!» con le mani di lui in mano
«Un avversario! Una…direzione. Una luce mi ha
indicato il cammino! Grazie…» gli
accennò un abbraccio «Non so…davvero
come ringraziarti!» e ben si leggeva dal suo sorriso
«Ci rivedremo perché possa farlo…meno
di fretta?» chiese Cindermon «Ci siamo
già rivisti.» sorrise dolcemente lui, alzando le
spalle e…stupendola
«Come…?»…«Niente,
soltanto…penso che non sarà poi così
facile farci svanire dopo tutto.» Molto umile il suo
parlare…e Cindermon volle restare con questi misteri su cui
riflettere, ma non trascurando l’educazione mentre
indietreggiava «…ciao, eh!...no, ma sul serio
grazie! Grazie ancora!»
…fino a che il suo sorriso e i suoi colori non furono
microscopie sfumature traccianti il mosaico cittadino, e il rosso del
ciuffo e dei calzari di lei lo stesso per lui: che l’istante
dopo si aggrappò al suo ciondolo a quadri intrecciati e
volse uno sguardo, profondamente partecipe, a quella tv
«…in bocca al lupo, amici…»
furono le sue parole…
N’Emo si alzò in piedi, in equilibrio sul bordo
del ponte «Debbono averci intercettati, Cyberdramon,
percepisco l’obiettivo di telecamere sui nostri corpi: meglio
così! Sei pronto?» si volse con
l’intento di allettarlo «Tra poco riacquisterai la
tua antica gloria, tornerai ad essere un Digimon leggendario!»
Eppure dal cuore di Cyberdramon giungeva un grido
“Ryo!!!...aiutami, ti scongiuro!!!”, ma a causa del
controllo, le sue fauci restavano ben salde impedendogli di esprimerlo.
Quando nel mezzo del locale «…!
CUCCIOLO!!»
…come una disperata invocazione rivolta al televisore in
alto «Eeeeeh?!» la gente si volgeva perplessa,
mentre Ryo tendeva la mano «I-Il mio Cyberdramon…!
Sei proprio tu, oh-h?! M-Ma…perché stai
lì, che…t-ti sta facendo…?
Cucciolo…!!»
Istante dopo istante, gli occhi azzurri di quell’ex-domatore
leggendario ora uomo acquistavano infantile ingenuità e
disorientamento, e la sua mano puntava in alto tendendo però
a calare per l’incertezza: Himi gli si accostò
«Non dirmi che conosci quel
coso?!»…«L-Lui
è…!»…«Ah ma certo!
Tu sei amico di Rika quindi quegli affari li
conosci!»…«Ma cosa dicono?!!»
trasalì Ryo nell’udire l’annuncio
“La pericolosa
creatura che ieri sera ha assaltato la centrale televisiva è
stata ora avvistata presso l’ingresso delle gallerie per la
raccolta...“ «CHI ha assaltato la
centrale?!! COME SAREBBE “PERICOLOSA CREATURA”, il
mio cucciolo è buono e
mansueto!!»…”a tal proposito il governo ha
disposto l’intervento delle forze armate.”
«C-C-CHE STORIA E’ QUESTA DELLE FORZE ARMATE?! SONO
IMPAZZITI?!»…«Capisco il momento, ma
meglio che ti dai una calmata!»…«Himi,
dobbiamo cominciare lo spettacolo!»…«Eh,
un attimo che spettacolo, siamo in alto mare!
Ehi!»…«Maledetti cani, NON SI RICORDANO
CHE IL CUCCIOLO ERA IN PRIMA LINEA A DIFENDERLI, DIECI ANNI FA?!
PPP…azzi bastardi POI LO CREDO CHE SI LAMENTANO DEL GOVERNO,
UN COVO DI ASSASSINI! Devo
andare.»…«Aspetta!! Dove
vai?!»…«IL MIO CUCCIOLO HA BISOGNO DI
ME, QUESTI HANNO PERDUTO…I-IL BEN
DELL’INTELLETTO!!»
Scapicollandosi e rischiando di inciampare Ryo si fiondò
letteralmente fuori dalla porta, mentre Himi si portava una mano alla
fronte «Oh…bene: vedi se non devo dire grazie ai
Digimon, se chiudo il locale!»
Ryo trovò la pioggia ad accoglierlo e a travolgergli i
capelli, e persino il cellulare: ma non gli importò e corse
“Cyberdramon…” con la tensione che gli
cresceva nel cuore…
«Vieni avanti, grande Guardianmon…benvenuto nella
mia casa.»
Il suolo della casa vicino al faro sul promontorio fu così
solcato dai passi lenti di stivali iridescenti. Imagomon gli teneva la
porta aperta «Innanzitutto lasciati dire che
sono…onorato che tu abbia accolto la mia
richiesta.»
«…non avrei potuto fare
altrimenti…» mormorava cupamente, mentre si
guardava attorno, il Digimon mascherato e dai lunghi capelli legati a
coda «…tu come gli altri Digimon lo sai bene
Imagomon…che per me il varco è la cosa in
assoluto più importante…»
scandì con espressione eloquente quelle parole
«…non solo per
te.»…«…ah
no…?» si volse dunque con occhi sospesi oltre la
maschera. Ma Imagomon non si scompose «…per tutti
noi.»
…mentre il quartetto di Digimon guidati da Calumon si faceva
strada nel tetro corridoio illuminato dalle fioche lanterne: i piccoli
Akirmon e Nymon, all’interno di una cesta portata dalla loro
madre, sembravano abbagliati da quello che pareva l’inizio di
una grande avventura…
«Mia moglie è la prima alla quale,
benché le costi, sta a cuore che nessun abitante di
Digiworld oltrepassi il varco. Conosci i nostri
sentimenti…»…«Sì,
sì…ormai perfettamente.» Guardianmon
seguitava ad avanzare e guardarsi attorno «Complimenti per
l’arredamento, tu e Renamon avete molto
gusto…»…«…temiamo
per la nostra amata terra: se mai qualche Digimon fosse debole al punto
da cedere alla tentazione, potrebbe farsi vicino e minaccioso il
collasso del sistema.»…«…se
mai qualche Digimon fosse non debole…PAZZO…al
punto da cedere alla tentazione…» volgendosi
lentamente verso Imagomon «…non accadrebbe nulla.
Al varco non ci arriverebbe. Troverebbe…me…prima.
Quindi dormite sonni tranquilli.»
Nonostante mille pulsioni e timori balzassero nel cuore di Imagomon,
egli insistette «Ahh! Ho udito dei Digimon
complottare!»
Guardianmon gli dava le spalle, Imagomon non poteva scorgere la sua
espressione…
«Meditavano di unirsi assieme…e di tendere un
agguato al varco, volevano di sicuro oltrepassarlo, e cosciente di
questo sono venuto a chiamarti! Il rosso del
D-Reaper…è ancora vivo negli occhi della mia
Renamon: mai vorremmo che per l’imprudenza dei Digimon i
terrestri dovessero ancora patire, come dieci anni fa!»
Guardianmon si volse lentamente…
…i due Digimon si fissarono in silenzio…
...quando
«Calùùù…»
un sussurro da voce smorzata «…eccolo,
è questo!»
Il piccolo e bianco Calumon vedeva innalzarsi di fronte a sé
un cancello chiuso, delimitato da due torce: la fessura tra le due
porte, era una linea verticale di luci iridescenti
«…il varco per la terra.» Calumon
assottigliò i suoi occhi verdi che dieci anni avevano reso
decisi e perforanti «…percepisco con chiarezza lo
scorrere della stessa energia digitale…che ci risucchio
tutti allora, a conclusione della battaglia.» chiudendo gli
occhi, e forse ingoiando un ricordo che era duro anche per lui
«Questo cancello ha fatto svoltare la nostra vita,
calù.» oggi quei
“calù” scandivano discorsi seri, come
una falce che taglia l’erba «E se lo
farà ancora probabilmente dipende solo da noi: Renamon,
Terriermon, Lopmon…!»
La volpe dorata fece capolino da dietro il cappuccio e dietro il muro:
ai suoi piedi, i più piccoli Digimon le cui orecchie
spolveravano il corridoio…
«Calumon, sei sicuro?!»
«Non possiamo più tornare indietro
ormai.» dichiarò ferreo…e con quelle
piccole zampette che si ritrovava per mani, si toccò il
simbolo rosso sulla fronte, chiudendo gli occhi e concentrandosi.
Nella sua mente, il ricordo di mille avventure tra la terra e
Digiworld, e mille Digievoluzioni allo brillare di quel simbolo
“Mi dissero che ero speciale, allora. Chiusosi il cancello,
non l’ho più udito.”
«Bambini, ora silenzio assoluto,
d’accordo?»…«Che succede,
mamma? Perché Calumon non
parla?»…«Oh,
perché…deve concentrarsi, egli vuole rivelare il
segreto celato oltre le porte.» carezzò, la voce
di Renamon, il racconto di quella che sembrava una fiaba «Che
bello!»…«Calumon…incarna il
segreto della Digievoluzione.» disse Renamon, destando un
sussulto in Calumon e lo spalancarsi dei suoi occhi «E ora
lui vuole di nuovo onorare noi Digimon col potere che ci fu concesso
tanto tempo fa, quando voi non eravate ancora nati. Quando a governare
Digiworld erano i quattro
Supremi…all’epoca…» ora era
la sua mano di madre a carezzare il pelo dei piccoli
«…delle storie…che io e vostro padre vi
raccontiamo…prima di dormire…»
”Renamon...” pronunciava nel suo cuore
Calumon…
…mentre negli occhi di Renamon era leggibile
l’apprensione per suo marito, ed i suoi amici Lopmon e
Terriermon se ne accorgevano…
“Mi hai ridetto che sono speciale.” pensava il
piccolo Digimon bianco “Io forse…posso fare
qualcosa come allora? Posso tornare ad essere quello di un
tempo…?!” compiendo un passo verso il cancello
“Ci proverò, anche se sono solo. Non
più un Supremo, a rivelare leggende sul mio ruolo. Non
più braccia umane a condurmi, e trarmi in salvo. Ora sono io
ad esser divenuto grande. Io, calù, debbo prendermi cura di
questi Digimon. E farli giungere sani e salvi dove neanch’io
so. Non mi tiro indietro. Se è ancora questo il mio ruolo,
io lo svolgerò fino in fondo. Calumon non
tramonterà.”
«CALU’!!» dichiarò ferreo
volgendosi e ponendo tutti sull’attenti «Diamo
inizio all’apertura delle porte!»
L’automobile frenò la sua corsa. Lo sportello si
aprì, ed il ragazzo dai colpi di sole sui capelli castani
sotto la pioggia notturna di Tokyo non ebbe bisogno di aprire
l’ombrello, poiché dopo pochi assorti passi,
l’ingresso di una galleria illuminata da luci rossastre lo
riparò completamente.
«L’ingresso…delle gallerie per la
raccolta delle acque…» pronunciò
Takato…la sua mano teneva il cellulare il cui display ancora
brillava dell’immagine di Cyberdramon. Nel semibuio
dell’ingresso delle gallerie, la luce di un cellulare
potrebbe essere la valida alternativa ad una modesta torcia. Tuttavia
egli non si inoltrò, bensì appoggiò la
schiena alla parete, incrociando le braccia, come spesso faceva, era
una sua posa ritornante. Ed invitava alla riflessione. Forse un
po’ di fresco, quella casacca grigia non bastava. Ma dopo
tutto non importava. Si era posizionato proprio all’ingresso,
a metà tra la galleria e l’esterno,
così che forse il braccio e la gamba sinistra non fossero
del tutto immuni alla pioggia, che grondava dal bordo
dell’arco.
«Dopo tanto girare alla fine sono di nuovo qui.»
disse Takato, cercando qualcosa più in là con i
suoi occhi «Perché…? Che cosa
significa? Forse…ho fatto male a venire.» e
guardava l’asfalto umido ai suoi piedi, e tornava a
ricontemplare la foto in allegato alla misteriosa mail, per valutare se
aveva fatto male oppure no. Vi sarebbero stati molti interrogativi a
cui dedicare quei respiri smorzati in attesa di un cambiamento, ma
esattamente come quando a scuola o all’università
sei il primo ad arrivare il giorno di un esame importante, e ti inizi a
sciogliere alla prima faccia conosciuta che scorgi, poiché
sai di avere un argomento in comune, Takato si accorse di non essere
più solo dinanzi a quel grande esame per la sua vita
«Ho dato un’occhiata qui
intorno…» neanche a farlo apposta, si faceva luce
con il cellulare «…ma per ora non ho visto
nessuno.»
Una sagoma scura avanzò dal buio dell’interno
della galleria, fino a che non orientò la luce del suo
cellulare verso se stesso: si era riparato in tempo, e la pioggia non
aveva sfiorato se non con poche gocce luminose e decoranti la
morbidezza dei suoi capelli scuri, come i suoi grandi occhi.
Takato lo vedeva da dieci anni in modo consueto, ma quella notte,
scorgere dal buio quegli occhi mansueti, e udire quella voce velata
nell’effetto amplificante della galleria, gli fece tirare un
respiro emozionato
«…!!...Henry…!!»…«Takato…sei
arrivato da molto?»
L’amico gli andò incontro ma non gli rispose. Si
guardavano, ed anche Henry pur tacendo sembrava capire il messaggio
dell’altro, per poi muovere lenti ed assorti i suoi occhi
alla galleria che il circondava
«Qui…noi…»…«Fa
effetto ritrovarsi qui, non è
vero…?»…«Oh-h…»
Henry era incerto sulle sue emozioni…ma non aveva su di esse
potere alcuno, poteva solo lasciarsi guidare «Questo
luogo…» iniziò
«…ha
avuto…molta…importanza.»…«Ne
ha avuta,
vero…?»…«Ohh…?»…«E’
da quando sono qui, che…non faccio che pensare! Poi sei
arrivato tu. La tua voce, trovarmi qui con
te…!!»…«…è
la nostra infanzia, Takato.» e come si era ormai abituato a
fare, Henry diceva una frase alla volta con quel suo tono tenue, e dopo
il cadere dell’ultima parola, fissava a lungo colui che aveva
di fronte, e se questi era una persona conosciuta, alludeva a tanti
impliciti quanto fitto era lo strato di vicinanza e condivisione.
Quegli istanti di silenzio, nel fragore della pioggia, furono rotti
dalla parola «Mo…men…tai, Takato. Sono
sicuro che andrà tutto bene…»
riprendendo ad esplorare con la luce emessa dal cellulare
«…che riusciremo a svelare il
mistero.»…«Un
altro.»…«Oh?»…«Un
altro mistero, qui. Ti ricordi? Il tempo…sembra essersi
bloccato. La prima volta che ci trovammo qui insieme…
…era perché Guilmon era
scomparso.»…«Oh!»…«Tu…ti
offristi di aiutarmi, non dirmi che l’hai
dimenticato.»…«Io?
No…» sfumò la sua voce
«…no…» fissando a terra,
qualcosa di indecifrabile «…non ho
dimenticato…» incerto forse se fosse un bene o un
male. Takato aveva il corpo scosso da un leggero tremore, ma un
riflesso di entusiasmo animava la sua volontà di ricordare
«Assieme con Rika ci addentrammo nella galleria,
fu…il primo momento…che collaborammo, tutti e
tre, come una squadra…»…«Come
una squadra…»
…e fu lasciato ancora spazio alla pioggia del presente, e ai
pensieri, prima delle parole di Takato «Erano poche
ore…ed io già ero in confusione,
poiché mi avevano separato da
lui.»…«Ah!» Henry si volse a
fissarlo, quel raffronto l’aveva scosso «Ora sono
dieci anni che non lo vedo, che non ho più sue notizie!...e
non ci sono più neanche Terriermon, e Renamon, ad aiutarci.
Ma noi due siamo di nuovo
qui.»…«Takato…»…«Non
sembra uno strano incrocio fra uno scherzo e un miracolo?!»
esclamò d’un tratto Takato prendendo le mani di
Henry «Dove saranno adesso i nostri amici Digimon,
Henry…?» sussurrò il ragazzo
«A che staranno pensando i nostri compagni, Guilmon,
Terriermon?!...in questo secondo che è anche
loro…!!...seppur quella stessa forza indecifrabile, divenuta
di gran lunga più potente di allora, li abbia separati da
noi.» La voce del giovane si tingeva grazie a quei pensieri
di emozionante ed emozionata profondità, rivelando sfumature
imprevedibili, che si insinuavano seppur tenui, sottili, striscianti
fra i tubi e gli angoli bui della galleria «E ce li tenga
lontani, questa volta tutti! E per molto più
tempo…ma allora nonostante tutto i Digivice ancora
reagivano, e attestavano la loro presenza pur non riuscendo a
riportarli indietro. Vista con gli occhi…bagnati dalla
pioggia odierna, l’avventura di quella notte assomiglia ad
una metafora della vita. Poche ore a sospendere l’animo di
tre ragazzini…per tanto tempo, giorni, mesi!
Anni…in cui bisogna lottare con altrettanta
determinazione.» Henry non poteva nulla contro quei ricordi
più forti di lui. Il contrasto di luci e ombre gli cuciva
indosso una profonda fragilità, nonostante la sua forma
fisica, e quell’abbigliamento sportivo, pratico per un luogo
simile. Le sue spalle sembravano stringersi, e il suo bisogno di porre
domande acutizzarsi «Secondo te…chi
sarà stato a spedire quel
messaggio?»…«…amico mio, ne
so quanto te.» allargò le braccia Takato in un
lieve sorriso, poi ancora Henry «Tu credi che quella
Cind-»…«Shhh!»…«Dei
passi!» subito i ragazzi si misero sulle difensive
«Arriva qualcuno: attento Takato, potrebbe essere uno di loro
che ci spiava! Oh?!»…«Oh?!»
…ma nello stupore più grande dei due
giovani…
…sulla cima di quelle scalette comparve qualcuno che, col
bagnato a decorare come perle i suoi capelli sciolti, assomigliava ad
un angelo…
…un angelo sui tacchi a spillo, che avevano fatto rumore sul
metallo della scala. Un angelo dagli occhi lilla colpiti come i loro, e
che indossava una giacca forse troppo corta per una notte
così, e che non arrivava a coprire camicia bianca e
papillon…
«…Rika!» esclamò Henry
«Sei tu, Rika…?!» Takato…
(canzone: Anastacia
– You'll Never Be Alone)
«Ragazzi…» sussurrò la
giovane…
…sfilando sotto gli occhi dei suoi amici
nell’elegante discesa di quelle scale rugginose, nel fragore
della pioggia, forte di una grazia ultraterrena…
…la sua mano abbandonata portava con sé un
cellulare che brillava…
Henry e Takato le andarono incontro «Anche tu hai ricevuto
quel messaggio?»…«Io ed Henry siamo
venuti qui come indicava.»
«Henry, Takato…» li guardò
così colpita…poi guardò il suo
telefono «Sì, l’hanno spedito anche a
me.» sussurrò profonda.
Ed erano molte le cose da dirsi, ma stentavano a giungere.
«Beh…» provò Henry
«Credo che l’obiettivo fosse riunirci. Il dubbio
è perché.» muovendo la sua luce nella
galleria.
Takato invece non sfuggiva con lo sguardo, fissava Rika. Costei
provò a parlare «Io ipotizzo, almeno in base alla
foto in allegato, che abbiano pensato che noi...» ma si
toccava il collo, era imbarazzata «E’ probabile
che…questa gente considerato-» ma poi
alzò gli occhi «Quanto tempo che non venivamo
qui…»
I compagni tacquero e la guardarono.
«Quanto tempo…che non ci vedevamo tutti e tre
assieme.» Forse non era così tanto, ma Takato fece
«Già…» e Rika prese le loro
mani «Henry, Takato. Come state…?»
«Noi? Bene…» accennò Henry
«Non c’è male…»
fece Takato. Poi sempre lui «E tu, Rika? Come
stai?»…«Io…bene. Insomma, al
solito.» mentre la pioggia intensificava «Stavo
lavorando, quando è arrivato questo messaggio. Questa sera
avevo uno spettacolo importante al pub…» per poi
perdere il suo sguardo «Però nonostante tutto sei
venuta qui.» disse Takato
«Ecco…» lei piegò il
capo…
Sentì di doversi stringere alla sua corta giacca, ed
avanzare nella galleria «Che suono strano che ha la pioggia
se ascoltata da qui…»
…sembrava affluire una linea fra gli sguardi di quei tre
ragazzi, Rika si era girata verso di loro con la grazia di una modella.
«Come sta la tua famiglia?» chiese Takato. Rika
abbassò lo sguardo «Mia madre…come al
solito, cerca di arrangiarsi con alcuni lavori, ma non è
facile trovarli. La salute di mia nonna è precaria, anche se
è sempre stata un fisico forte.»
Ancora silenzio, e sguardi.
«Voi…?»…«Io…»
iniziò Takato «I miei sono un po’
preoccupati perché è difficile farcela, con le
sole entrate del negozio. Anche con l’altro mio
lavoro…non è che poi si metta assieme
così tanto.»
Rika si volse appositamente, e «Io…»
iniziò Henry «Ho trovato un posto abbastanza
buono, non mi lamento. Certo però è
difficile...»…«Lo
immagino…» fece subito Rika
«…sto cercando di lavorare, e al contempo di
specializzarmi.»…«…lo avevo
sentito.» disse la ragazza…dopodiché
camminò verso l’esterno…
Rika sembrava aver bisogno di specchiare gli occhi nelle luci di Tokyo,
appoggiandosi al bordo della galleria. I suoi amici la raggiunsero dopo
pochi istanti…
«Vi ricordate…?» cominciò lei
«”Non avrete cercato di battermi sul
tempo”…chiesi io quando vidi te, Takato, che eri
arrivato assieme a Guilmon proprio in questo luogo. Il D-Reaper stava
assaltando la
città.»…«…tu e
Renamon…eravate proprio lì, su quel
ponte.» indicando in fondo «Contro la luce del
sole.»…«Tu, Henry, arrivasti da
lì, poco dopo.» ricordò ancora Rika, e
questi non si fece trovare impreparato
«Ricordo…quel giorno non fu facile convincere mia
madre, non voleva lasciarmi
andare.»…«Alla fine dovette
arrendersi.» sorrise appena la ragazza «Uhm
uhm.» annuì lui…
…poi l’enorme boato del camion
dell’immondizia che rovescia i cassonetti, e che con la sua
luce vorticosa attraversò le sagome dei ragazzi: in quei
pochi secondi di caos urbano…
…tre ragazzini sembrarono prendere il posto di quel giovane
dai capelli scuri in abbigliamento sportivo…
…quel ragazzo dai colpi di sole, che si appoggiava al muro e
attendeva…
…e di quella ragazza col papillon, che d’un tratto
cambiò posizione girandosi verso di loro «Che
strano: talvolta basta soltanto un piccolo elemento dello scenario. Un
contrasto di colori, o di luci. Un’automobile che passa. E
tutto sembra così straordinariamente come prima, a
dispetto…!!...di tutte quelle cose che sono cambiate negli
anni. Basta una coppia di fari sul ponte!» indicando con le
sue dita smaltate «Per ritrovare nel buio tra di loro la
sagoma di Renamon, fiera e leggera come uno spirito guardiano, e pronta
a balzare, e a mescolarsi nella città.»
Takato venne avanti «Basta lo squittio di un
topo…» come quelli che c’erano e si
udivano «Per immaginare che l’istante dopo
spariranno tutti, nascondendosi da quegli occhi gialli emersi dal buio.
Guilmon avanza, e sembra feroce…se non hai il coraggio di
aspettare e scoprire che ha gli occhi di un amico. Non
c’è motivo di aver
paura…»…«Basta…»
riprese Rika «…un bambino che semplicemente
indossa un cappello!» dirigendosi da Henry, e ponendogli una
mano sulle sue spalle insicure «Basta solo che arrivi
l’inverno…» pronunciò Takato
e Rika proseguì «Per tirare a sorte: uno soltanto
di quei mille cappelli è Terriermon. Sulla tua testa,
Henry!»…«Oh!»…«Questa
città è un mosaico di ricordi.»
sussurrava la ragazza «E noi siamo tre tasselli di alterni
colori. Forse è questo il motivo per cui ci hanno chiamati,
io penso.»
…quando all’improvviso il cielo fu attraversato da
elicotteri «Guardate!!» indicò Henry
«Quelle sono le forze armate!!» esclamò
Takato «Ragazzi, dite che sia per via di questo?!»
Rika alludeva al cellulare «Non lo so, ma andiamo
là dove si dirigono!» Takato scattò, ma
Henry «Un attimo!»
Si volsero ad ascoltarlo «E’ diverso da allora! Ci
siamo noi, ma…» chinando il capo
«…non ci sono loro. Non c’è
cosa che possiamo fare.»
Rika e Takato esitarono per qualche istante…ma ben presto la
ragazza sembrava con gli occhi far cenno di andare ugualmente. Takato
disse «Sai, Henry…forse questa frase
può leggersi anche al contrario.» Rika dunque, con
la saggezza di una madre, pronunciò «Non ci sono
loro…» sfumando in un lieve sorriso
«…però ci siamo
noi.»…«Vieni,
Henry…»…«D’accordo…»
…sicché dalla galleria, si mossero tutti e tre.
Erano di nuovo in sintonia. Ad accoglierli, una caotica notte di Tokyo.
Le strade erano già in gran parte bloccate per il movimento
creatosi, proseguire con le proprie automobili sarebbe stato
infruttuoso. Occorreva trovare un mezzo che si dirigesse a
destinazione…ma il disordine a volte è adatto
come una tuta mimetica per un miracolo. Così fu per i tre
ragazzi che dieci anni prima furono i Digimon Tamers, ed erano di nuovo
quella notte le loro tre sagome all’apparenza così
comuni, a scrivere il destino dove regna il caos. (fine-canzone)
«Djaaahhhh, acc!!!» si agitava Cindermon
all’interno di un taxi «Ma che
cos’è che diamine possibile che UNA VOLTA che IO
ho deciso di fare la persona civile si scatena tutto questo?!! A-Adesso
come faccio scusi lei ma non può andare più
veloce?!!»…«Signorina! Una domanda sola:
DOVE VIVE LEI?!»…«Io?! A
Dig…iworld…»…«Ecco…la
risposta parla da se. Il giorno che voi giovani finirete di scolarvi
pure l’anima nei locali forse allora sì che avremo
una società più
evoluta!»…«Ma che vuole insinuare?!
Scus-NO CIOE’ è un riferimento implicito alla mia
amica?! Che tiene un pub??? No perché guardi è
fantastica e LEI non si deve permettere di uscirsene con queste cose su
CHIII, FAAA, COSA ora LEI sa che fa si dà una SMOSSA e mi
porta là dove devo intervenire la città
è in pericolo come glielo debbo di-reee!»
scivolando in una sorta di canzonetta «Ah sì la
città è in pericolo E LEI CHE PENSA DI
FARE?!»…«Io sono un
Digimon!»…«Sì! Io pure!
TAXIMON! Adesso travolgo tutti
qui-»…«Sì-sì lo sa
che lei non è spiritoso per niente??? Neanche un
po’ tanto così??? Non sfotta la categoria e vada
rapido!»
«Non ci sono loro…ma ci siamo noi.»
pronunciava Terriermon «Non ci sono
loro…» stringeva i denti…
…mentre Calumon
«…calù…» toccava
il suo simbolo sulla fronte iniziando a concentrarsi…
«…ma ci siamo noi!» insistette il
Digimon dalle lunghe orecchie «Ce la possiamo fare!! Non devo
aver paura, noi siamo Digimon anche se non possiamo contare
sull’aiuto dei nostri
domatori!»…«Terriermon, hai sentito
cos’ha detto Calumon?» lo esortò Lopmon.
«Calùùù…calùùù…»
al momento senza segni di riscontro…
«Dobbiamo ricordare di allora: e ripetere le stesse parole
che pronunciarono i quattro
Supremi!»…«Le parole dei
Supremi?!» restò colpito Terriermon.
Renamon intanto socchiudeva gli occhi, in una sorta di preghiera
«Imagomon…»
«Guarda con i tuoi occhi, grande Guardianmon!»
Imagomon illustrava al Digimon mascherato uno scenario casalingo
completamente sovvertito «Questa è la
testimonianza del complotto, si sono accorti che li avevo uditi!
Hanno…cercato di distruggere la mia casa, e in parte ci sono
riusciti.»…«…tua moglie e i
tuoi figli…?» La volpe scura chinò il
capo «Non sono qui. Per fortuna quei maledetti non li hanno
trovati.»…«Dove sono
ora…?» si insinuò quella cupa domanda,
fra i tavoli rovesciati e soprammobili infranti…
«Si fermi! Lei è pazzo, non può passare
dalle fognature!» gridava un operaio a Tokyo
«Sì sono pazzo SONO PAZZO se questa versione la
tranquillizza di più! Sono pazzo dei Digimon e sono disposto
a ritrovare il mio anche passando dalle fogne!» dichiarava
deciso Ryo, completamente fradicio, puntando a quel tombino semiaperto
«Io chiamo la
polizia…»…«Va bene la chiami
la chiami basta che si toglie dai pie-e le-e levi quel piede e mi
faccia passare vede? Sto andando, io mi inabisso lei intanto LA CHIAMI
questa cavolo di polizia tanto in questa città LE
AUTORITA’ SONO ANDATE COMPLETAMENTE IN TILT!»
Senza problemi, il domatore leggendario si apprestò a
discende la scaletta dello stretto cunicolo – risalendo
qualche istante dopo e richiudendosi il tombino sulla testa col
coperchio.
«Uhmuhmuhm…» rideva subdolamente
N’Emo «Guarda Cyberdramon…ci siamo
spostati e ci hanno inseguito. Non stanno più nella pelle,
vorrebbero sommergerci di interviste, il nostro duo di battaglia
elettrizza la loro fantasia!»
Da quella moltitudine di elicotteri, un intreccio di riflettori accesi
andò a convergere proprio su di lui «Ragazzo!»
strillarono «Vieni
via di lì!»…«Allontanati da quella creatura!»
«Perché dovrei…? Il Digimon obbedisce
ciecamente agli ordini del suo domatore…
…vero Takato? Sbrigati a venire…»
sussurrava, mentre gli elicotteri si abbassavano gradualmente
«Il mio fido compagno ha fame del cuore tuo e dei tuoi
amici…
…!!»
«Hai visto…? Roba da non credere, quello
è un bambino…» era il commento del
padre di Takato alla vista della diretta tv, dalla cucina del
panificio. Era scuro in volto, e sua moglie gli si accostò,
non meno preoccupata «Quella creatura
l’avrà rapito…? Takehiro, di che si
tratterà?»…«…è
sicuramente un’altra iniziativa
terroristica.»…«Non sarà un
Digimon…?»…«Non vedo
perché dovrebbe…» ma lui sembrava voler
vedere il meno possibile, abbassava il capo…
In quel momento stava entrando Rea a passo svelto «Takato hai
visto cosa danno in tv?! E’
sorprende-…Takato?» ma non trovò
nessuno al bancone…
…i padroni erano ritirati in cucina «Non vorrei
allarmarti…ma io prima avevo chiamato Takato, ho insistito
parecchio.»…«Ahhh, adesso vado io a
tirarlo giù dalla sua
stanza!»…«No! Takehiro...non
è qui!»…«Come non
è qui?!» (mentre Rea si avvicinava furtiva ed
ascoltava le loro parole) «E’ uscito di corsa, non
mi ha detto dove andava!»…«E’
uscito?! E se fosse
andato…?!»…«L’ho
pensato anch’io…tu sai com’è
sensibile quando si parla di Digimon…»
(«Takato è uscito?» si fecero
determinati gli occhi della ragazza «Voglio raggiungerlo,
voglio vedere il fenomeno con i miei occhi!» così
si allontanò. Ma prima di uscire fu attratta da qualcosa al
bancone: uno di quei dolci a forma di testa di draghetto, sembravano
suscitarle curiosità e stimolarle il sorriso, per cui
allungò svelta la mano e ne prese uno con sé
«Tu devi essere Guilmon, il Digimon di
Takato…» per poi varcare la soglia e insinuarsi in
città)
Il dolcetto aveva occhi di pistacchio, ma il vero Guilmon aveva occhi
gialli e adesso velati da una tenda che volava nel vento presso una
finestra spalancata su un lussuoso salone «Che posto
è mai questo…? Chi ci
abita…?»
Gli venne spontaneo avanzare oltre la finestra «Che grande
terraaazzo…c’è una vista bellissima.
E’ strano. La base è quella di una casa comune,
invece il secondo piano assomiglia a un palazzo reale. Come mai quel
bambino che sembra Takato abiterà in un simile
posto…?» ma la voce gli moriva su quella domanda
«…ho una brutta sensazione stando qui. Chi
nasconde segreti, ha sempre un’ombra nel suo passato.
Ah?!»
Il rosso del suo muso sfumò illuminato dal lilla della luce
emanata dinanzi a lui. Le sue palpebre sbatterono alla vista del
fenomeno che materializzava una sfera di luce, che si compose in quel
cielo come un puzzle di tasselli, o per meglio dire, di dati.
Guilmon mosse qualche passo verso il bordo del terrazzo
«Oh-h, cos’è tutta questa luce.
C’è forse
qualcuno?»…«Ho sentito i tuoi
passi!»…«Ooah?!»…«Sono
impaziente! Raccontami, N’Emo!» echeggiò
una voce femminile che sembrava eccitata. Al contempo si delineava la
sagoma dal cappello a punta e la bacchetta in mano, ma era di
spalle…
…nella perplessità di Guilmon
«Com’è andata la missione?! Ahaha, sei
carico di cuori digitali, non sai come reggerli tutti tra le
mani?!»…«Cooome? Cuori digitali? A che
si riferisce?»
«E la battaglia?! Com’è andata la
battaglia, sei riuscito finalmente a…
…eliminare quegli sciocchi ex-Digimon Tamers umani, li hai
sterminati senza pietà sotto i colpi portentosi di
Cyberdramon?!»
«AHHH?!!» Guilmon trasalì,
all’udire ciò che la voce descriveva come
nient’altro all’infuori di un gioco, spassosso e
allettante.
«Cyberdramon?! Eliminare i Digimon Tamers della
terra?!» lo sgomento crebbe istante dopo istante nel cuore
del draghetto digitale, che indietreggiava, ma…
«A-Accidenti!» coi suoi artigli si
grattò le narici «T-Tutto questo profumo, non
resi-…non resistooo! ECCIU’!!!»
«AHH!!» la sagoma sussultò…
…e lentamente si volse «Tu non sei
N’Emo!!»
Guilmon dilatò lo sguardo.
«Nella mia casa possono forse esservi indizi per smascherare
quei Digimon? Sono disposto a collaborare…» si
offriva Imagomon mostrando devozione «Il tuo nobile gesto di
fedeltà non può fare a meno di
commuovermi…» Guardianmon camminava lentamente, e
lasciava cadere le sue parole ad una ad una. Ma dietro la sua maschera
iridescente i suoi occhi si muovevano e cercavano qualcosa di
indecifrabile. Avanzò sul terrazzo, dal quale si estendeva
il suggestivo scenario del villaggio e del mare, carezzati dalla luce
del vicino faro che passava intermittente sulla maschera di Guardianmon
e sul lucido pelo nero di Imagomon «Devo dire…non
mi sarei aspettato questo gesto da uno come te,
Imagomon.»…«Per quale motivo, grande
Guardianmon?»…«Non farmi domande di cui
sai già la
risposta.»…«Ohh?!»…«Tu
sei sposato con una Digimon che ha lottato sulla terra e che prima fra
tutte avrebbe il desiderio di oltrepassare il
varco…scavalcando ME, che sono solo uno scomodo
ostacolo.» ma Imagomon mostrò rigidità
«Te l’ho detto: temiamo il peggio per la terra! Ben
venga il sacrificio se questo può permetterci di tutelare al
meglio gli esseri umani.»…«La
terra…»
Guardianmon alzò gli occhi verso il globo azzurrastro, e per
la prima volta si lesse in questi una sfumatura diversa. Quel gelido
rigore lasciò spazio, per il fuggevole attimo in cui la
rotazione del faro li illuminò, ad occhi malinconici e
assorti. Questo Imagomon sembrò percepirlo, la sua
attenzione fu richiamata.
«Io…» iniziò il Digimon
mascherato «…non vi chiedo ma immagino
l’opinione di tutti voi sul mio conto. Non ho remora ad
affermare che di sicuro la gente di questo posto mi odia. Mi vede come
un muro invalicabile, che si frappone lungo il cammino verso i desideri
più dolci. Io…ho protetto il varco a costo della
mia stessa vita in questi anni, respingendo ogni richiesta, ma se solo
poteste lontanamente immaginare cosa mi ha spinto a-»
…ma sotto il terrazzo, si udiva mormorare «Nooo,
cara ne sei sicura?!»…«Ma è
molto grave!» voci femminili e pettegole, fra le quali se ne
frapponeva una più grossa e alla buona «Te lo dico
io! Se adesso ci attacchiamo al campanello, sai quella quanto ci viene
ad aprire! Non è qui! E stavolta non ci sta neanche a
provare con gli uomini fino a tarda notte, è andata a fare
la rivoltosa!!»…«Gelsomon, tu hai
sentito queste cose con le tue
orecchie?!»…«Certo, io non
sarò più un peso-forma ma di certo sorda non
sono: quella ha confabulato con Calumon, coi suoi amichetti vogliono
riandare a fare i belli sulla terra! Vogliono farla a quel pezzo di
latta di Guardianmon!!»…
Le mani di Guardianmon di colpo si saldarono in una stretta –
Imagomon trasalì «Oh no!!»
«Oh per baccooo! Quello li fa a
fetteee!!»…«Beh, Renamon ha trovato la
soluzione: ha messo il marito a fare la spia distraente,
così me la immagino, a fare la vedova inconsolabile per le
vie del Giappone, pfff figurati! Andiamo a casa, qui mi faccio il
sangue amaro.»…«Ma non proviamo neanche
a suonare?»…«Tanto a che
serve!»
Imagomon socchiudeva e prendeva un respiro profondo, rassegnato ai
fatti. Mentre Guardianmon si volgeva lentamente
«…alle donne…bisognerebbe chiudere la
bocca con il filo di ferro…non concordi con me caro
Imagomon…?»
«Al mio tre:
prendete il ragazzo!» ordinavano dagli
elicotteri, ma N’Emo, in piedi sul bordo di una strada
sopraelevata, spalancava le sue braccia…
…e dietro di lui si allargavano braccia più
possenti, e munite di artigli: un’onda di energia, si
allargò dalle loro figure, respingendo gli elicotteri
«Attenzione!
Poteri non identificati!»…«Stolti,
è il potere digitale! Fu questo stesso a salvare la
città, ma le vostre deboli menti hanno accantonato il
ricordo!» declamò il ragazzino, quando…
«Ancora tu!!!» dal basso, dalla strada paralizzata
in un ingorgo, un dito puntò contro di lui. N’Emo
assottigliò il suo sguardo in parte nascosto dai capelli.
Sotto la pioggia, non fu più uno ma tre «Takato,
lo conosci?!» Henry «…si tratta
semplicemente di un ragazzino!!» Rika, sbalordita. Ma Takato
assottigliò lo sguardo «Lo conosco,
ragazzi…
…è lui il responsabile degli assalti a cui ho
assistito!!»
Fu un colpo per i due ex-Digimon Tamers.
«…fantastico, tutto come previsto, mi hai fatto un
grande favore ed hai portato con te i tuoi compagni.
Uno…» e puntò lo sguardo ad Henry
«Due…» fece lo stesso con Rika
«Tre, gli eroi della leggenda.» in una visione di
insieme.
Takato corse avanti «Chi sei, per quale motivo hai spedito
quel messaggio?! Perché stai attaccando la
città-»…«Piano: ricorda che
non sei più quello di un tempo. L’avventura
è finita e non vai più di moda,
Takato.»…«NON MI IMPORTA!!» il
ragazzo però gridò più
forte…
…e montò in piedi su di un’automobile
«Tu stai attaccando la mia città, io sono vivo,
questo è il mio presente, sono davanti a te!!»
parole che sembrarono destare rabbia nel bambino «Non ti
permetterò di continuare con tutto
questo!»…«E come speri di
fermarmi?!!»…«Ahh!!»
Gli occhi dei tre giovani accorsi si dilatarono all’udire
quella minaccia, accompagnata dal parallelo allargarsi di braccia
più robuste dietro il ragazzino «Dimentichi che
sei solo adesso, Takato!!»
Il gridò di N’Emo arrivò al cuore del
ragazzo ventenne, provocandogli un respiro improvviso «Non
hai più il tuo Digimon a proteggerti, la bella favola si
è conclusa!!»
…mentre nel sottofondo si udiva un ruggito…
«Takato, vieni via di lì!» Henry lo
prendeva per il braccio, ma Takato non si faceva portar via. Rimaneva
in piedi su quell’auto a fissare N’Emo. Questi
gridava ancora «Siete indifesi, ormai!!» (canzone: Valerio Scanu
– Could It Be Magic)
Nel cedere al panico della strada di Tokyo che quello che
udì non fu un tuono ma un ruggito, seguito
dall’elevazione in cielo dell’oscuro drago digitale.
«Ahh!!» folgorazione alla sua vista per i tre
ragazzi…
Si arrestò in cielo, puntando contro di loro.
«Tu sei…?» pronunciò
Takato…
«…CYBERDRAMON!» esclamò Rika.
«No Rika non lasciarti confondere!» la prese per il
braccio Henry «Potrebbe essere un
ingan-»…«Quello è
Cyberdramon!!» dichiarò definitivamente
Rika…
…nel dilatarsi degli occhi di Takato…
«Lo riconosco…Henry…»
sussurrava Rika nel lento, graduale, oscuramente pacifico caricarsi del
Digimon…
«E’ lui, non so perché ci
attacchi…» mentre i suoi lunghi capelli rossi
volavano nel vento «Non so come sia riuscito a
tornare…»
“Perché…?” si chiedeva Takato
“Che ti è successo…?! Tu
eri…un nostro amico!”
«Il mio nome è N’Emo.»
passeggiò tranquillamente il ragazzino in equilibrio sulla
recinzione stradale «Giungo per prelevare quel cuore che a
voi non serve più: siete cresciuti. E avete rinnegato
l’eroe in voi. Non c’è più
traccia dei Digimon Tamers sulla terra per cui…! Vengo a
fare pulizia!!» puntando il dito a loro tre
sconvolti…
«Quel che possedete frutterà molto di
più nelle mie mani!» quelle mani che ora
portò al viso, scostando lentamente i capelli…
…fino a rivelarlo completamente:
«AHH!! RIKA, HAI
VISTO?!»…«…SOMIGLIA
TERRIBILMENTE A TAKATO!!»
Takato, che era il più turbato di tutti di fronte a quella
disarmante consapevolezza. N’Emo non aveva occhi che per lui
«Come sono contento di vederti…
…e sai qual è il motivo?»
Mentre un caleidoscopio di luci cittadine attraversava i loro volti
«Perché io…
…sono…»…ma poi le mani
calarono sulla bocca, come un divertente segreto da non svelare a
nessuno: così le zampe di Cyberdramon presso le fauci, per
caricarsi di energia…
Takato però non aveva occhi solo per N’Emo
nonostante la somiglianza, ma li aveva per Cyberdramon «Sta
fermo, Cyberdramon! Non farlo!»
«E’ finita, arrenditi. Arrendetevi tutti e tre!
Consegnatemi i vostri cuori digitali…»
«Cuori digitali?!» Rika «Ma di cosa sta
parlando?!» Henry, entrambi scattarono sulle difensive,
seppur avesse iniziato a scorrere in loro quella gelida consapevolezza
di quando non vi è nessuno a farti scudo. E si è
inadeguati.
«E’ inutile! Siete senza protezione
alcuna!» nel comparire dei globi energetici di Cyberdramon
«Il mio Digimon può polverizzare tre miseri umani
indifesi! Vai, mio alleato…»
Takato, Henry e Rika ebbero paura. Quegli istanti di ghiaccio
sembravano non lasciare scampo.
«No!!»
«Cosa?!» una voce si frappose fra i piani di
N’Emo.
«Loro tre non corrono alcun pericolo!» una voce
femminile, che sbalordì Henry ma soprattutto Rika e Takato.
«Gli umani non sono ancora indifesi. La terra ha ancora un
Digimon!»
Apparentemente una ragazza dagli occhiali scuri smontava da un taxi,
col cappuccio a proteggerla dalla pioggia. Rivelando passo deciso,
attraversò senza farsi arrestare tutto l’ingorgo
fino a rivelare il suo viso «Misurati con Cindermon prima di
parlare!» puntando il dito, per l’indispettirsi
dello sguardo di N’Emo.
«Tu…?!» Takato
«…Cindy?!» Rika…
«…ciao, Takato. Scusa
l’improvvisata…Rika. Ah a proposito non dovresti
essere all’opera? Lo spettac-…va beh, dopo dai.
Ehi tu!»…«Cindy che cosa
fai?!»…«Rika la conosci?!»
chiese Henry alla ragazza che cercava di fermare l’ultima
arrivata. Ma quest’ultima le precisava
«…Cindermon.»
Per poi passare ai fatti «Io non ti permetterò di
toccare i terrestri, scusa non sai come va la storia?!»
lanciando quel Digivice senza neanche girarsi, ma facendolo finire
dritto nelle mani di Takato, seppur spiazzato «Umani e
Digimon uniti assieme fanno il MAZZO ai cattivi! Uhm?! E io se permetti
lavoro anche a quest’ora!» occhi più
determinati che mai.
«Maledetta, dovevano tenerti in disparte. BENE!!
Cyberdramon!» caricandosi entrambi «Leviamo di
mezzo Cindermon: GLOBI
PERFORANTI!!!»
…ma quando i globi furono per colpirla, lei
balzò…
…roteò elegantemente in aria, evitando
l’esplosione dell’auto sotto di lei, per poi
caricare fuoco «Brace
d’autunno!!!» accendendo il cielo in
un vortice fiammeggiante che subito andò a incontrarsi e
scontrarsi con l’energia sprigionata dal drago oscuro.
N’Emo era deciso, ma trovò pane per i suoi denti.
Gli occhi più accesi però erano quelli dei tre
increduli ragazzi.
«Mi hai ingannato!!!» al culmine della furia
Guardianmon sguainava la spada – ma Imagomon non si tirava
indietro «I nostri amici sono scomparsi!! Li hai nascosti tu,
dietro i tuoi oscuri segreti!»…«Che
siate maledetti, tu e la tua famiglia!!» e fu subito
battaglia: con rabbia inaudita Guardianmon si scagliò contro
Imagomon – che bloccò la spada con i suoi solidi
artigli «Dove sono ora?! CHE COSA LI HAI MANDATI A FARE?!!
Quello in cui incroceranno i miei occhi sarà il loro
ULTIMO-ISTANTE-DI VITA!!»…«Ahhh!! Ti sei
arrogato il diritto di tenerci chiusi nella tua gabbia, le vite di
Renamon e gli altri non sono di tua proprietà!»
Guardianmon piegò il suo avversario con la schiena contro il
tavolo – ma Imagomon prontamente scattò e si
liberò «Noi non siamo statuette da conservare
nell’affresco di un villaggio di cartone! Siamo pronti a
liberare un fuoco d’artificio quando è necessario
per salvare un amico!»…«Pazzi, NON
SAPETE A COSA ANDATE INCONTRO!!» Guardianmon
piombò con la sua spada, ma Imagomon balzò
«Pioggia di
zirconi!!» concentrandosi, e poi liberando una
raffica di schegge scure – Guardianmon però le
deviava roteando la sua spada, balzando anche lui ed afferrando
l’avversario in aria per spingerlo a terra: la casa fu in
poco travolta e stravolta da quell’acceso duello…(fine-canzone)
Guilmon avvertì un pericolo mortale:
indietreggiò, ma inciampò nella tenda
«Oich! Ahh…!» “Ma chi
è questa creatura?! Perché ha parlato di
eliminare i Digimon Tamers?!” «Aspetta!!»
lo richiamava la voce femminile, sembrava disperata
«Silenzio!! Ti ho sentita, sai?! Da dove provieni, chi sei?!
Quali sono i tuoi piani, sappi che qualsiasi essi siano
finché ci sarò io non ti permetterò di
realizzarli!»…«Non giudicarmi, ascoltami
prima!!»…«Non c’è
niente da ascoltare!! Credi, ho orecchie buone!!» oscillando
appena le orecchiette simili ad ali «Ti sei girata troppo
tardi, quando avevi vuotato metà del tuo sacco! O tu o lui
mi direte tutto! CHE COSA FATE QUI?! Cosa pianificate alle spalle dei
terrestri?!»…«Basta,
Guilmon!!!»…«Oh?!»
…dopodiché, un pianto. La sagoma era piegata
all’interno della sfera fluttuante, fattasi più
vicina al terrazzo. Sembrava prostrata, ed erano ben distinguibili i
suoi tristi, sconsolati singhiozzi.
Guilmon era rigido come un cane da guardia, ringhiava e puntava contro
la sfera occhi insidiosi.
Ma il pianto di quella fanciulla non si
arrestava…«…conosci il mio
nome…» mormorò il draghetto
«Te l’ha detto
lui…?!...perché quel bambino somiglia tanto a
Takato, il mio Digimon Tamer?! Qualcosa mi dice che tu lo
sai!»…«Guilmon, per favore!!»
supplicava la voce «So che stai pensando cose
terribili!!...ma ti assicuro che le cose non stanno come tu
pensi!!»…«…ah no…?
E come stanno, invece…?...perché stai piangendo,
adesso?»…«Perché sono
prigioniera!!» notizia che colpì il Digimon
«Come?!»…«Sì!!...sono
imprigionata in questo campo! Non posso…muovermi, non posso
correre e giocare!! Le mie giornate scorrono…tristi, e
silenziose!! N’Emo ha promesso di liberarmi!
Lui…h-ha fatto dei nomi, io non so neanche di chi abbia
parlato!»…«Che cosa
dici?!»…«Io ignoro…chi siano
i Digimon Tamers! E’ stato N’Emo a parlarmi di
loro, e ha nominato…i cuori digitali! Ha descritto i Digimon
Tamers come nemici da sconfiggere, e ha promesso di
liberarmi!...qualora si fosse impadronito…della sfavillante
energia racchiusa nei cuori digitali!»
Guilmon era immobile come la statua di una belva guardiana, soffiava
dalle fauci e valutava con diffidenza le parole che udiva.
«Mi ha parlato…di te. Io non posso neanche
vederti!!»…«Cooosa?! Non puoi
vedermi?!»…«Questa sfera mi isola dal
mondo…mi ha detto…c-che sei tanto
tenero!»
Guilmon inarcò lo sguardo…
«Che sei un cucciolo simpaticissimo, Guilmon! Mi ha descritto
il tuo aspetto, ma purtroppo questa luce mi acceca, tanto che posso
solo immaginarti! Oh ti prego Guilmon, non avere paura! Vieni vicino a
me perché io possa sporgermi, e guardarti!!»
Guilmon ringhiava, ma a poco a poco il suo respiro si
placava…
«Non immagini…come sia doloroso: immaginare il
mondo! Il cielo azzurro…e non poter vedere altro che luce
artificiale, ricreata con un insieme di dati! Per favore, non essere in
collera con me! N’Emo è stato il mio unico punto
di riferimento, mi ha detto di fidarmi di lui ed io l’ho
fatto!»…«E
così…lui si chiamerebbe N’Emo! E
avrebbe promesso di
aiutarti.»…«…è
stato gentile…ed io gli sono riconoscente!»
“Chi sarà questa creatura? Può essere
che lui l’abbia raggirata?”
Ma riprendeva a piangere…
Tanto che Guilmon «Ohh…» si sentiva
interdetto nell’udirla, non sapeva cosa dire. Quel pianto
stringeva il suo cuore digitale, e faceva insorgere in lui una gran
pena «Certo…se è davvero sola e
prigioniera qua dentro dev’essere
terribile.»…«Verresti un attimo vicino a
me? Forse…se provo ad allungare la mano riesco ad
accarezzarti!»…«Ooh?»…«Ti
prego!...»
Con l’artiglio, il draghetto si grattava la testa
“Io so cosa sia la solitudine. Sono stato dieci anni lontano
da Takato. Fissavo la terra dalla finestra della mia casa, e non potevo
raggiungere il mio amico. Forse io e questa creatura abbiamo molto in
comune. Proverò a darle ascolto…”
muovendo i suoi primi passi “Nessuno merita di essere
confinato lontano dalle persone amate.” «Stai
venendo?! Ah! Sento i tuoi passi più vicini!»
…la sfera fluttuante lilla gli veniva incontro
lentamente…
«Vedi? Ti aiuto!» aveva subito ripreso entusiasmo
quella voce dal timbro fresco, molto giovanile «Se mi sforzo
ci riesco anch’io!»
Guilmon accennò un sorriso…
«Oh-h…non più di così.
Forza, un piccolo salto, Guilmon!»
«Chi ti ha messo in questa sfera? Confidati con me io posso
aiutarti! Io sono un Digimon. Tanti anni fa combattevo per il bene dei
terrestri, avevo anche un domatore sulla terra.» compiendo un
saltello e mettendosi in piedi sulla ringhiera del terrazzo
«Se tu sai qualcosa che possa aiutarmi a ritrovarlo poi io e
lui potremmo tornare da te e-»
Ma ora che furono vicini dalla sfera fuoriuscì una mano che
«GRUUUP!!!» crudele e violenta lo
afferrò al collo «AHAHAHAHAHAH!!!»
Esplose in una risata, quella stessa voce ora trionfante. Guilmon con i
suoi artigli non riusciva a liberarsi da quella mano artigliata che gli
bloccava il respiro «Ahhh, Guilmon ora faremo un gran bel
gioco!!»…«A-HHH!!»…«Cosa
raccontiamo…a N’Emo che ti vuole tanto bene quando
torna a casa e non troverà più il suo bel Digimon
ma soltanto…!!» stringendo la presa, nel dolore
più cieco della creatura «…dati slegati
che volano nel vento, a circondare le evidenti tracce di una battaglia
finita in tragedia! Oh!» ostentando una falsa tristezza
«Che gli raccontiamo, dai! Mi rispondi?! Ahahahah!! Non mi
suggerisci niente? Oh! Dimenticavo che se ti stringo qui non puoi
respirare, e di conseguenza non puoi nemmeno parlare! Allora ti aiuto e
te lo dico io cosa gli raccontiamo: gli
raccontiamo…!» Il tono di lei deformava quella
nota che si utilizza per descrivere giochi allettanti e sfiziosi
«…che un Digimon crudele e feroce si è
introdotto qui ed io, prigioniera, non ho potuto fare niente per
salvarti,
piccolino!!»…«UH-UUUU-LA-SCIA-MI!
Lasciami-ahhh!»…«Sono stata costretta ad
assistere alla terribile scena di quel mostro che ti soffocava fino a
smaterializzarti, povero cucciolo…» facendosi
più subdola e cupa «…ero certa che era
un’idea stupida assecondare N’Emo che voleva
tenerti qui: i suoi gusti in fatto di Digimon sono condizionati dai
rancori personali, dal suo senso di rivalsa! Questo è il
solo motivo…per cui ha preso proprio te, piccolo Guilmon: il
fatto è che N’Emo mi serve attivo e obbediente per
cui mi sono dovuta tenere quando mio più enorme desiderio
era dirgli che MAI E POI MAI BESTIACCE DELLA TUA SPECIE DOVREBBERO
ENTRARE A CASA
MIA…!!»…«Ah-ahhh!!!»…«Ma
ti vedi?! Sei sporco!!!» esclamò quasi in un
gemito «Non sai che ribrezzo tenerti così vicino,
hai un odoraccio insopportabile, il problema è che non ti
lavi mai! Sei un essere degno del secchio dell’immondizia,
dovrò lavarmi le mani col disinfettante, dopo che
avrò acquisito i tuoi dati!! Non c’è
Digimon che faccia…più SCHIFO di te!!»
…assomigliava alla voce di una fanciulla un po’
sdegnosa alla vista di un topo. Ma poche fra queste spingono i viventi
a un passo dalla morte, là dove Guilmon sentiva di stare
«A-AIUTOOO…» non entrando più
un filo d’aria nei suoi polmoni…
«Combo
spezza-fiato!!»…«Lame perforanti!!»
Infuriava lo scontro nel cielo piovoso di Tokyo: N’Emo mimava
colpi contro un nemico immaginario che per Cyberdramon si concretizzava
nella determinazione di Cindermon.
«Ahhh!!» Rika corse avanti, e gridò
«STA ATTENTA!!» rivolta a quest’ultima,
mentre Henry «Rika! Sono preoccupato: guarda
Takato!»…«Oh?!»
«A-Ahhh!» Takato cadeva in ginocchio sul tetto di
quell’auto…e si portava la mano al collo, come se
non riuscisse a respirare.
«Takato? Che succed-AAHHH!!» Cindermon si distrasse
per un attimo ma ricevette un colpo in pieno viso (nella soddisfazione
di N’Emo)
Mentre Rika «Takato!!» ed Henry
«Takato!» giungevano a soccorrerlo «Che
cos’hai, ti senti male?!» chiese il ragazzo, che
lasciò accasciare l’amico tra le sue braccia
«Non lo so…» Takato era pallido e
sofferente «Sentivo una mano stretta attorno al mio
collo…»
Ancora colpi su colpi in cielo…
«Henry, dobbiamo fare
qualcosa…!!...»…«Ma cosa,
Rika?! Siamo completamente impotenti! Quella Digimon è la
nostra unica speranza!»…«NON TI
ARRENDERE, CINDERMON!» strillava Rika…
«Cindermon…» pronunciava Takato, seppur
stremato, guardandola lottare in alto. Quel nome gli suscitava tante e
conflittuali riflessioni…
…nel frattempo, da dietro un vicolo giungeva Rea
«Quelli sono veri Digimon! Stanno combattendo!!»
…e orientando lo sguardo dal cielo all’ingorgo
stradale «E quelli…sono Digimon Tamers!! Riconosco
Takato!!»
Takato si appoggiava ad Henry, il quale aveva alzato il cappuccio della
sua felpa per proteggersi dalla pioggia…
«Cos’ha, si sente male?» si
preoccupò Rea, estraendo così il dolcetto rubato
al negozio «Sono certa che se rivedrà
l’immagine del suo Digimon riacquisterà
forza!» sicché corse avanti, e lo
chiamò «TAKATO!!!» scagliando in aria il
dolcetto a forma di Guilmon…
«Oh?» Takato alzò debolmente lo sguardo
«Di chi era quesa voce?!» chiese Henry
«Non ne ho idea!» ribatté
Rika…
…ma quel dolcetto cadde e si adagiò proprio tra
le mani di Takato «Oh?!...Guilmon!»
«NON MOLLARE, RESISTI!» lo incitava Rea…
…ma N’Emo la vide e si indispettì
«Chi osa intromettersi?! Cyberdramon, sistema subito
quell’intrusa!!»
Il drago oscuro ruggì ferocemente –
sfuggì così alla presa di Cindermon
«Ahhc, ma dove va?!»
Caricò un’onda di energia e la scagliò
in strada – la ragazza «Ahh!» se la vide
venire incontro a velocità vorticosa e non poté
fare niente: fu colpita in pieno «AAAAAAAHHHHHH!!!»
e scaraventata sul cofano di un’auto.
«Ahahahahah!» N’Emo rise.
«Henry, ha colpito una
ragazza!!»…«Lascia! Rika tu pensa a
Takato, vado io da lei!» e così corse.
«Ah-hhh…» Rea provava a reagire ma era
stata colpita duramente, sicché cadde a faccia avanti
«Signorina!» giunse dunque il giovane dalla felpa
con cappuccio «Sta bene, è ferita?!»
Aiutandola a girarsi «Ohh…» a poco a
poco…
Ma quando si videro in volto, Rea sembrò rianimarsi di colpo
in un incredulo sussulto «AHH!!»
Henry, lo stesso «Tu!!…n-no, non è
possibile…» nell’arrestarsi improvviso,
soltanto per loro, di quello scenario di battaglia.
«Come hai osato…?» mormorò
Cindermon «Adesso ti insegno io!! Brace d’autunno!!!»
ma Cyberdramon reagì prontamente, e le impedì di
completare l’attacco travolgendola con un’onda di
energia «AAAHHHHHHH!!!»
Per poi volarle incontro, afferrarla, e assestarle un colpo micidiale
– che la fece cadere, picchiare il ponte e infine scivolare
in strada.
«Cindermon!!!»…«Cindermon…!»
esclamarono Rika e Takato.
Ma il loro avversario «AHAHAHAHAH!! AVETE VISTO TUTTI?!
Credeva di batterci!!» mentre Cyberdramon lo raggiungeva e si
affiancava a lui «E invece è stata sconfitta!!
CINDERMON E’ FUORI COMBATTIMENTO!!»
Cyberdramon ruggiva.
Mentre Takato si faceva forza, e andava da lei.
«A-Ahhh…accidenti, non ci
riesco…!» pronunciava la ragazza digitale con un
filo di voce, nello sforzo di rialzarsi
«Cindermon…» Takato si
accostò a lei, con il Digivice con sè. Lei,
distesa su quell’auto, lo guardò con la coda
dell’occhio «Ti ha colpito duramente? Ce la
fai…?» si interessò il ragazzo, che
aveva allungato la mano verso quella di lei
«…accidenti…non posso
crederci…
…devo aver picchiato la testa per bene…»
Eppure Cyberdramon sembrava tutt’altro che stanco, e
N’Emo soddisfatto ma non a sufficienza
«Allora…? Che cosa ne dite, Digimon Tamers?
Procedo prima all’acquisizione di quella inutile impicciona,
oppure prelevo i vostri cuori digitali?! Ahahahah, vi lascio questa
scelta!» calando lentamente gli occhialoni sui suoi occhi.
«Adesso basta!!!» esclamò Takato con
rabbia, ma sembrava inutile…
Henry si volse lentamente «…oh
no…» sconvolti erano i suoi occhi mentre dietro di
lui il sussurro «Henry…» di Rea, che
debolmente gli tendeva la mano…
Per Takato e Rika il respiro era serrato, il potere che tornava a
fluire tra gli artigli di Cyberdramon sembrava preludio ad un destino
infausto.
«N-Non posso…d-devo fare qualcosa…!
A-Ahhh…!» Cindermon si sforzava, ma sembrava
troppo stremata.
Rika stringeva gli occhi…e mormorava
«…perché non possiamo
chiamarvi…?!»
Ed anche Takato piegava il capo
«…perché non siete
qui…?!»
Lo sguardo di Henry pronunciava lo stesso in silenzio.
«Muoiono dal terrore…ahahaha! E’ il
momento di porre fine alle loro sofferenze: Cyberdramon, distruggi sia
Cindermon che loro, di quest’ultimi lascia solo il
cuore!»
Cyberdramon ruggì cupamente…ma dentro di lui una
voce gridava “No! Non voglio fare questo. Non è
per…!!...distruggere che sono stato creato!”
Quando d’un tratto «CUCCIOLO!!»
La creatura ebbe un sussulto.
N’Emo trasalì «Eh?!»
In pochi istanti un ragazzo si fece strada…scalando
automobili fino a compiere un balzo, e aggrapparsi seppur
pericolosamente alla recinzione della strada sopraelevata,
così che le sue mani poterono sfiorare gli artigli delle
zampe di «Cyberdramon!!»
…che chiamò come qualcosa di caro e dopo tanto
ritrovato…
«…?! Ryo…!»
pronunciò Rika, attonita…
«AAAAAAARGHHHHH!!!» in un drastico infrangersi di
soprammobili e lacerarsi di tovaglie, Guardianmon spinse violento
Imagomon lungo tutto il tavolo «Non hai speranze contro di
me, lurido traditore: non avresti dovuto tessermi questa
trappola!!!»
«A-AHHH!» gli artigli del guerriero iridescente si
stringevano sulla spalla della volpe bruna…
…mentre nei suoi pensieri nessun altro all’infuori
di sua moglie, e dei suoi figli il cui cesto veniva ora dalla prima
posato a terra «Buona fortuna, mamma!» disse la
piccola Akirmon «Che cosa fanno, adesso?» chiese
Nymon.
Calumon si accostò a loro e rispose, seppur con voce che si
spezzava «Quello hanno fatto molto tempo fa, che è
ciò che sanno far meglio, calù. Loro sono dei
grandi Digimon.»
«Io sono pronto!» dichiarava Terriermon
«Possiamo cominciare!»
Lopmon «Sì, anch’io! Non ho
paura!» con «Calù!» di decisa
conferma da parte di Calumon.
«Seguite bene, bambini.» sussurrava Renamon dietro
al suo cappuccio nero «Lo stesso…lo videro mille
Digimon, ed anche i quattro Supremi dieci anni fa. E’ stato
grazie a questo fenomeno se siamo riusciti ad avere una casa a
Digiworld. Una casa non è cosa scontata, non tutti ce
l’hanno.»…«Sorgeranno nuove
case si ripeterai la magia,
mamma?»…«Magari sulla
terra!»…«…magari, figliolo.
E’ il desiderio che ci guida stanotte.»
«Niente più esitazioni,
Calù.» chiusi definitivamente gli occhi
“Ti prego, antico potere della Digievoluzione. Rispondi alla
mia chiamata, se è vero che sei dentro di me. Aiutami a
restituire un futuro ai miei amici, fa brillare la luce della speranza
su Digiworld.”
(canzone: Alessandra
Amoroso – Fuoco d'artificio ) Una luce rossa
scintillò sul simbolo sulla fronte di Calumon.
«Adesso, amici! Calù!»
«D’accordo!!» Terriermon
scattò, e si dispose al centro tra di loro «Per proteggere il nostro mondo!!»
Guardianmon alzò la spada «Ora ti
eliminerò, e poi sgominerò tutti loro con un solo
colpo di spada!»
Lopmon si concentrò, e sue decise parole furono «Per salvare la nostra specie!!»
Imagomon provava a bloccare il fendente del nemico «Voi lo
ignorate!!...desiderate come STUPIDI il riproporsi dei vostri sogni
romantici quando non avete idea dell’ORRORE a cui io ho
assistito all’incontro fra umani e Digimon!! Se faccio tutto
questo…»
Ma Renamon avanzava, nel notturno sussurro «Noi invochiamo la potenza della
luce.»
E tutti e tre in coro, come un cuore solo
«LA
DIGIENTELECHIA!!!»
«Calù…
…calù, calù…»
iniziava a fluttuare, Calumon, ad occhi chiusi…
«E’ PERCHE’ HO SOFFERTO ANCH’IO
E PIU’ DI VOI!!!» e calò la spada.
Ma non fino all’ultimo. Poiché una luce oltre la
finestra rotta aveva distratto Guardianmon, impedendogli di eliminare
Imagomon.
E lasciandolo totalmente di stucco «Ma che
cos’è quella luce…?!»
«Calù…calù…calù…»
dinanzi alle porte del varco che iniziavano ad aprirsi svelando luce
iridescente…
…sotto gli occhi abbagliati dei Digimon…e dei
cuccioli «Guaaarda, Nymon! Che luce
meravigliosa…»
«Lopmon…si apre…» tremavano
le labbra di Terriermon, e Lopmon era commossa.
Renamon era impassibile…
Calumon iniziava a roteare su se stesso…
…nello splendore rosso del suo simbolo triangolare, e
attorno a lui sempre più nitida la sagoma di uno spirito
più immenso, che pulsava in armonia con
quell’incanto.
«Ha funzionato…» disse Terriermon
«Momentai…ragazzi.»
«Non è possibile…»
mormorò Guardianmon ma «AHHH!!» di quel
momento approfittò Imagomon per respingerlo con un calcio.
I Digimon del villaggio additarono qualcosa in alto
«Guardate!!»…«Non è
l’ufficio di Calumon?!»…«Il
suo simbolo, l’insegna, sta
brillando!!»…«Osservate!»…«Oh?!»…«Brilliamo!!»…
«I nostri poteri
crescono!!»…«E’
la…!!»
«DIGIEVOLUZIONE…!» completò
Renamon…nel grido squassante di Calumon «DIGIEVOLUZIONE LUMINESCENTEEE!!!»
«NOOO!!!» Guardianmon si mise letteralmente le mani
nei capelli, ma Imagomon non gli dava tregua «Pioggia di zirconi!»
«Digievolviamo!!» esclamarono i Digimon di quel
villaggio che iniziò a splendere come per mille torce accese
nella notte, che alteravano la forma e permettevano di rinnovarsi.
«NO! NO!! NOOO!!!» Imagomon sfidava Guardianmon ma
questi si mise a scappare fuori di casa, rischiando anche di inciampare
nel tappeto.
Sfondò la porta: ma trovò dinanzi a sé
l’orrore «DIGIEVOLVONO, TUTTI
DIGIEVOLVONO!!!»
Infatti, quella mutazione che conferiva potenza non
risparmiò alcun Digimon, anche chi era piccolo divenne
enorme e variopinto: persino la scavatrice dei Ruspimon divenne larga e
dentata il doppio a guarnire i superfunzionali Excavatormon.
«Non è possibile! Non posso arrendermi
così, debbo----R-RAGGIUNGERE QUEGLI IMPOSTORIII!!!»
Si lanciò così. Incurante di quelle mille
digievoluzioni in cui sarebbe incappato lungo la strada – una
dopo l’altra «Il malvagio
Guardianmon!!»…«Ti
fermeremo!!» in un vortice dei loro potentissimi attacchi,
che si destreggiava a contrastare con i poteri della sua spada
«Vi supererò-vi supererò tutti! Nessuno
di voi sarà in grado di bloccare realmente
GUARDIANMOOON!!!»
«Calù! Calù!!! Il potere di
allora…» “Grazie, spirito della
Digievoluzione…sento affluire in me nuovo coraggio. Nuovi
sogni. Ed hanno il suono di una canzone nuova.”
nell’illuminarsi «Ehh?!» delle sagome dei
suoi alleati Digimon lì presenti.
Una luce in cielo brillò nella pioggia a Tokyo
«AHH!!» sotto gli occhi sconvolti di tutti.
«Cos’è…?» si chiese
Cindermon.
Mentre le dita di Ryo appeso alla recinzione carezzavano gli artigli di
Cyberdramon «Cucciolo…»
Ed il ragazzo vestito a scacchi sperava in quella luce, dalle strade
affollate.
Guardianmon li superava uno dopo l’altro…lanciato
verso il suo obiettivo in fondo alla cava…
«E’ il momento di decidere.» disse Lopmon
«Mamma!»...«Bambini,
andiam-»…«NO, NON
ANCORA!!!»…«AHHH?!»
A gran sorpresa, seppur malridotto, Guardianmon piombò
lì impugnando minaccioso la spada «E
così avete cercato di farmela…VI
BLOCCHERO’!»
«TUUU NON FARAI PROPRIO NIENTE! CALU’!»
…il manto nero di Renamon fu lanciato via, e si
adagiò a terra…
«RENAMON
DIGIEVOLVE…
…KYUBIMON!»
…una volpe a nove code dalla postura a quattro zampe.
«TERRIERMON
DIGIEVOLVE…
…GARGOMON!»
…più grande e grosso di prima, con i mitra al
posto delle mani.
«LOPMON
DIGIEVOLVE…
…ANTYLAMON!»
…altissimo coniglio dai lunghissimi arti.
Tre Digimon al livello campione, che erano stati un tempo e che non
comparivano da anni.
«Non ci credo…»…«E invece faresti bene,
Guardianmon: Gargo…MITRA! TA-TA-TA-TA-TA!»
Guardianmon rotea la spada, devia e salta – ma a bloccarlo le
solidi scuri in cui mutarono le braccia di Antylamon «Noi ti
fermeremo!»
Solida resistenza, Guardianmon balzò – ma lo aveva
fatto anche Kyubimon «Fluido
celeste!!!»
La volpe a nove code mutò in un getto di energia azzurra che
strappò di mano la spada al nemico e
«AAAHHH!!» lo fece cadere a terra, nello squassante
rimbombo della sua armatua.
«CALU’! ORA O MAI PIU’ RAGAZZI!...
SALTIAMO OLTRE IL VARCO!»
«Ma potrebbe essere pericoloso per la terra!»
obiettò Antylamon «CALU’!
Vorrà dire…» volgendo i suoi occhi
verdi determinati «…che ci attiveremo un'altra
volta per proteggere gli umani! Ma nel frattempo non possiamo restar
qui! Nell’eterno interrogativo di ciò che sarebbe
stato! CALU’!! Dobbiamo affrontare il nostro
destino!»
«Calumon ha ragione…» osservò
Gargomon
«Bambini!
Montate!!»…«Sì,
mamma!!»…«Come sei bella!!»
balzarono Akirmon e Nymon sul suo dorso, abbandonando il cesto che si
rovesciò su Guardianmon «A-Aspettateee!»
che tendeva la mano invano.
Consulto di sguardi fra i tre Digimon…
E poi il robusto Gargomon in testa alla corsa «TERRA,
TORNIAMOOOOOOOOO!!!»
«CALU’!»
La luce iridescente giunse a metà strada per aiutare la loro
corsa, e li avvolse completamente. (fine-canzone)
«AAAHHH!!»…«Ahahahahahah!»
quella risata femminile annunciava secondo dopo secondo la fine per
quel Digimon rosso screziato di ner «Pi…rosfe…pirosfer---AHHH!»…«Ahahahaha,
è inutile Guilmon: ragiona come puoi attaccarmi se ti tengo
una mano stretta attorno al collo? Il tuo alito insostenibile
così non può prender fuoco…rassegnati
e dì pure addio al mondo, tra pochi secondi sarai solo
aria!»…«…Takato…è
la fine…»
L’immagine di Guilmon iniziava a tremolare, i dati erano
prossimi a scomporsi. «Bene! Tra poco ci siamo,
dopodiché sarà da passare la cera in casa e non
resterà più tua traccia!»
Ma d’un tratto in cielo si accese una luce a forma di
triangolo rosso «Oh-h…?» Guilmon si
domandò se era una somma salvezza giunta per lui, quando
«AHHH!!!» l’essere che lo imprigionava
ritirò la mano «Che cos’è
questa luce fastidiosissima?!
Ahhh!!»…«Ahh!!» Guilmon ne
approfittò per balzare sul terrazzo «Ahuf, auhf,
auhf! Ahhh!»
Dai suoi occhi si leggeva che non aveva mai creduto di morire come in
quel momento “Chi sarà questo mostro,
perché ha cercato di uccidermi?!” ponendosi gli
artigli sul collo “Debbo trovare un posto sicuro. Ma non
posso neanche scappare, ha detto che vuole attaccare la terra! Il mio
dovere sarebbe affrontarlo ma…temo di non avere la
forza!” mentre la sfera si avvicinava “Ho percepito
una potenza spaventosa! Se solo potessi digievolvere!” ma con
l’incedere di quella minaccia, poté solo volgersi
e scappare verso l’interno.
«E così credi di fuggire? Sei proprio uno stupido,
non hai scampo: ora arrivo a prenderti!» iniziando a tirare
pugni e calci, smaterializzando a poco a poco la sfera di energia
«Sono…stanca di starmene qua dentro tutto il
giorno, questo globo energetico è così
fastidioso! Ah!»
Di modo che sotto gli occhi attoniti di Guilmon…
…si delineasse quella figura: avvolta in un elegante manto
lilla bordato di bianco, dagli occhi decorati da piume angeliche, il
vento faceva volare il suo abito e i suoi lunghi capelli scuri dai
riflessi violacei. Indossava un lungo cappello a punta, ed impugnava
una bacchetta a forma di stella. Assomigliava in tutto e per tutto ad
una fata, meno che nell’atteggiamento: bellicoso e
distruttivo, aveva ormai scomposto in mille dati la sfera di energia,
per balzare sulla ringhiera «I Digimon impiccioni che
origliano di nascosto meritano un severo castigo! Aspettami senza fare
storie, Guilmon, vengo a eliminarti!»
Guilmon si irrigidì «Grrr, chi sei, svela il tuo
nome! Sei un Digimon, lo percepisco
chiaramente!»…«Non rispondo alle tue
domande!!» generando un bolide dalla bacchetta che Guilmon
«AAHH!» riuscì a saltare per miracolo,
così da fargli bucare il pavimento «Ahh!
Accidenti, la mia bella sala!» gemette l’essere
«E’ tutta colpa tua!» mentre Guilmon
cercava di farsi scudo con la tavola o i mobili, ma la nemica
iniziò ad avanzare con passo travolgente e rimbombante sui
tacchi dei suoi stivaletti bianchi «Qui è tutto
sporco, c’è polvere dappertutto!! Maledizione ma
perché N’Emo non pulisce, io…glielo
dico!!» ma non si risparmiava in fatto di bolidi magici che
frantumavano vasi, oggetti, spezzavano candelabri, infrangevano parte
dei cristalli del lampadario «Ma lui è solo un
bambino viziato! Gli piace vivere…in un simile porcile ed
è tale e quale a te, Guilmon!»
…che cercava disperatamente di destreggiarsi fra gli
assalti…
«Io invece amo solo gli ambienti…puliti e
ordinati! Quando avrò finito con te dovrò
mettermi per terra a risistemare tutto questooo!!» ed erano
bolidi, e ancora bolidi.
Guilmon si rintanò sotto un mobile «Accidenti:
devo trovare una soluzione alla svelta!»
Ma quella luce rossa in cielo oltre i vetri infranti sembrava
salutarlo…
Ed era la stessa che scintillava a Tokyo…
«Ryo!!!» gridava Rika…
Ma questi era rimasto in quella a dir poco precaria postazione,
innalzando i suoi occhi pieni d’affetto, circondati dal nero
che si portava dalle fognature «Cucciolo! Cyberdramon, mi
riconosci?!» nel cupo mormorio di sottofondo emesso dal
Digimon «…cavoli, quanto tempo vecchio mio. Mi
spiace…a-hhh, non poterti dare la mano come si deve! M-Ma
forse se mi offri tu una zampa, come quand’eravamo a
Digiworld, ed io…ahhh, ero in pericolo: ricordi? Finivo
sempre…per scivolare dalle scarpate, ero un bambino
incontrollabile, ci volevi tu…eheh e qualche volta ci siamo
scambiati i ruoli!»
Cyberdramon non rispondeva…
«Cucciolo mio, chi ti ha fatto questo?!» crebbe il
dolore nelle parole di Ryo «Possibile che non ti ricordi di
me?!»
Mentre gli occhi di Takato, Rika, Cindermon…
…Henry, Rea…
...erano sospesi sulla tesa scena «Sono
io…!!...sono Ryo, non è possibile che non
ricordi, non è possibile che un Digimon…!!...non
riconosca il suo domatore!»
«Rika…» chiamò Cindermon
«Uh?»…«Lui…è
il quarto domatore di cui mi hai
parlato?»…«Ohh…» la
ragazza esitò a rispondere per l’emozione del
momento…ma poi disse «Sì…
…lui è Ryo Akiyama…
…Cyberdramon è il suo Digimon…
…e-era…» ma fu come se Ryo
l’avesse sentita «No! Non si può parlare
al passato! Mi rifiuto! Cosa ti hanno fatto, chi ti obbliga a
distruggere?! Tu sei nato per difendere la giustizia, insieme abbiamo
salvato il mondo!!»
Cindermon era colpita nel vedere quel domatore, e quel
Digimon…
«Chi ha messo le mani sul mio Digimon…i-io lo
ammazzo…» cercava Ryo di tirarsi su, ma non gli
riusciva «Ahhh!...nessuno può toccarti tranne
me…
…n-nessuno può darti ordini non poteva farlo
allora né può adesso né fra
vent’anni, né altri trenta o quaranta, per tutta
la vita il mio Digimon sei tu! Ed il tuo domatore sono solo io:
cucciolo!!...risvegliati, ti prego!! Ricorda la nostra
infanzia!!...oh?!»…«Scusa!»
N’Emo si era fatto avanti, e pretendeva ragguagli
«Quando hai finito la tua commedia strappalacrime io dovrei
mobilitarlo!»…«Ahh!! CHI SEI TU?! Che
cosa gli hai fatto, ma ti ha dato di volta il cervello?!! Cyberdramon
è un Digimon sensibile, le scene violente lo impressionano!!
Come hai potuto trascinarlo in un simile infern-AAHHH!!»
N’Emo gli pestò la mano, intenzionato a farlo
precipitare «Soltanto un povero mentecatto ormai avanti con
gli anni potrebbe concepire un simile DEPOTENZIAMENTO per una creatura
tale!! MI STAI DISTURBANDO!!»…«AAHH!!
NESSUNO-DICE “MENTECATTO”-A ME!!
CYBERDRAMON!!»
«RYO!!» strillava Henry.
Ma in quel momento Cyberdramon, riascoltando nel cuore le parole del
suo domatore “risvegliati,
ti prego!! Ricorda la nostra infanzia!!” ebbe un
moto interiore che si espresse in un lacerante ruggito –
portò le zampe alle orecchie, come fosse in preda alla
confusione.
Gli elicotteri intanto si consultavano: «C’è una
barriera, non riesco a proseguire!»…«Il ragazzo e il Digimon sono
isolati, è impossibile raggiungerli!»
Il latrato di Cyberdramon faceva tremare terra e cielo
“Aiuto!! Ryo, ci sto provando, ma sono prigioniero!! Aiutami,
amico mio, ti supplicooo!!” ma tale fu la sua disperazione,
che si distinsero attorno al suo corpo una moltitudine di fili, che lo
imbrigliavano completamente.
«Guardate!!» segnalò Rika, e Cindermon
«E’ prigioniero!!» indicò
«Se riuscissi a spezzare quei fili forse smetterebbe di
obbedire ai suoi ordini!» ma Takato le aveva preso la mano, e
ora le diceva «Ti ha colpito duramente: è
pericoloso per te esporti di nuovo ai suoi
attacchi.»…«Allora tu trasferiscimi la
forza.»…«Come?!»…«Ma
sì!» lo esortava Cindermon con il sorriso
«Come un domatore con il suo
Digimon!»…«Io…» ma
Takato era incerto…
…nella mano stringeva quel dolcetto a somiglianza di
Guilmon. Cindermon però gli mise le mani sulle spalle
«Takato, io sono sicura che possiamo
farcela.»…«…tu ed io,
Cindermon…?» ma lei sembrava forte di una pacata
sicurezza «Esatto. Tu hai il Digivice, io le intenzioni. Tu
hai i sogni. Ed io il potere di realizzarli. Sono il tuo
Digimon!»…«…tu…il
mio Digimon?»…«Il tuo nuovo
Digimon…»
Cyberdramon si dimenava…
Ryo stava per cadere «Uhmuhmuhm!» sotto la risata
di N’Emo…
«Takato, facciamo così: solo per ora. Solo per
adesso, solo per questa azione: tu dammi
fiducia!»…«Tu
non…?» il giovane si scostava la frangetta,
fissandola con occhi che imploravano risposte «…tu
non ci vuoi
ingannare…vero?»…«Beh, dammi
la possibilità di dimostrarlo! Così
capirai.»
Takato si volse dunque, guardò il suo amico in
pericolo…
E quel Digimon che lui conosceva in preda ad un caos che lo stava
distruggendo.
E poi c’era quella luce rossa in cielo, che Cindermon
indicò «Guarda: quella luce mi trasmette una forza
speciale, sono certa che si concentriamo tutti e due su quella
genereremo una…cascata di
potere!»...«D’accordo:
Cindermon…»…«Uh…?»
Lui le parlò col cuore «…ti do fiducia.
Proverò a fare…come se fossi il tuo
domat-»…«Come se fossi il mio domatore:
bravo!»…«Ti prego: aiuta i miei amici,
difendi la mia
città.»…«Io…cercherò
di fare il mio dovere fino in fondo.» si offrì la
Digimon.
Così che Takato si concentrò, chiuse gli
occhi…
…la sua mano lasciò andare il dolcetto…
…e l’altra innalzò il Digivice dalla
foglia aurea.
La luce in cielo splendette – Cindermon chiuse i suoi occhi
«Sento che brilla per me…!»
«Oh!»…«Oh?!» Rika ed
Henry fissarono attoniti…
…quel triangolo rosso che scese dal cielo piovoso per
travolgere Cindermon:
al brillare del Digivice, il suo corpo scintillò e si
dissolse scoprendosi composto da tracciato digitale.
«Ahhh!!» Takato non poteva credere ai suoi
occhi…
«CINDERMON
DIGIEVOLVE…» echeggiava la voce della
ragazza digitale che si coprì il volto con le mani
esibendosi in un’elegante danza che le faceva cambiare
forma…
…al suo posto, una creatura a quattro zampe, bordate da
foglie autunnali, che componevano la sua pelliccia. Una di esse, la
più splendente, scintillava come una torcia accesa sulla
coda.
I suoi occhi avevano stesso colore, e stessa espressione: ma il suo
volto di ragazza aveva lasciato spazio al muso di una creatura simile a
un lupo «…WOLFIREMON!!!»
«AHH!! E’ INCREDIBILE!!»
esclamò Rika «HAI VISTO, HENRY?! QUELLA
E’ UNA DIGIEVOLUZIONE!!!»
«…quanto tempo era che non ne vedevo
una…!!» pronunciò, dal profondo del
cuore, Henry che si volgeva verso Rea, attonita a fissarlo…
Takato era rimasto stupefatto, con il Digivice scintillante in mano
“Allora era vero…tu sei veramente un
Digimon!!!”
E lei “Sono digievoluta!! Non speravo più che un
giorno sarebbe toccato a me!!” guardandosi le zampe
“E’ una
sensazione…indescrivibile.”
Takato non smetteva di fissarla. Quella creatura gli venne lentamente
incontro…e quando gli fu davanti gli parlò con la
sua voce «Sono sempre io!...
…questa è la mia nuova forma.» Lui
allungava la mano tremante…ma poi la ritirava «Non
aver paura! Sono semplicemente digievoluta. Lo hai già
visto.» Di nuovo stava per avvicinare la mano ma non la
toccò, preferì alzare il Digivice per scoprire
meglio chi era quel Digimon.
WOLFIREMON
Digimon animale di livello campione.
Tecnica: Piropennellata
«Wolfiremon…» pronunciò il
ragazzo per abituarsi…
Ryo stava per cadere, una mano cedette - ma in N’Emo cresceva
la rabbia «Accidenti, quella maledetta è riuscita
a digievolvere. Cyberdramon!!» mentre Ryo gridava
«NO!!»
«Elimina Wolfiremon!!...fallo ora!!»
La creatura esitava e seguitava a dimenarsi – ma
N’Emo, contraendo mani ed espressione, strinse più
forte i fili che la imbrigliavano – Ryo esclamava
«AH!! SMETTILA!! TI ORDINO DI SMETTERLA SUBITO, LASCIALO
ANDARE!!»
Non lo udì – e caricandosi sul suo corpo di
bambino, liberò energia da quello del Digimon «GLOBI PERFORANTI!!!»
Ma Wolfiremon balzò di scatto, nello stupore dei domatori
terrestri – elevandosi in cielo, agitò la coda a
foglia lucente nella pioggia «Piropennellata!!!»
tracciando una grande foglia dorata nella notte, che divenne un bolide,
che travolse i globi fino a smaterializzarli.
«Maledizione!!!» gridò il ragazzino.
Wolfiremon si destreggiò fra le auto fino a raggiungere Ryo
proprio quando «AHH!!» stava cadendo,
permettendogli di adagiarsi sul suo dorso, così da
riportarlo ai suoi compagni «Ti ringrazio!!»
esclamò Rika «Di nulla. Vado a finire il
lavoro!» e di nuovo scattò.
Si muoveva come una freccia luminosa tra le luci della città
notturna, Cyberdramon non riusciva a seguire la sua traiettoria, fino a
che non raggiunse il tetto di un palazzo, così da poter
puntare dall’alto ai suo avversari in basso
«Cyberdramon! Ora spezzerò i fili che ti tengono
imprigionato, e ti rendono una marionetta controllabile.»
«Ahh!! TI PREGO, NON FARGLI MALE!!» strillava Ryo.
«Tranquillo.» garantì la Digimon,
dopodiché balzò «Artigli liquefacenti!»
«Cyberdramon, che aspetti?!...ci ha minacciati, ci sta
attaccando, va a fermarla!!» accentando i gesti di modo da
scagliare in cielo l’alleato, per poi piegare le braccia
«Lame
perforanti!!!»
Ma Wolfiremon «Hop!» saltò e
roteò in cielo, scavalcando Cyberdramon…
…e lasciando tutti di stucco, sfoderò i suoi
artigli di luce fiammante quando il nemico fu di schiena: un colpo
leggero, ma preciso – bastò sfiorarlo
affinché i fili prendessero fuoco.
«NO!!!» strillò N’Emo.
E nel ruggito del Digimon (Ryo «CUCCIOLO!!!») si
dissolsero nel liberarsi della luce. E nel liberarsi di lui.
«Ce l’ha fatta!!» esclamò Rika
stupefatta.
Wolfiremon atterrò elegante sul tetto di
un’automobile, dinanzi a Takato, che rimasto col Digivice in
mano, la guardava e lei guardava lui.
Il drago oscuro era rimasto a fluttuare in cielo, il tempo sembrava
essersi arrestato dopo quell’attacco
“Oh…sono libero? Che cosa ho fatto?”
Ryo si rimise subito in piedi e corse avanti «Aspetta,
Ryo!» ignorando i richiami di Rika. Gridò a gran
voce «CYBERDRAMON!!!»
“Oh! Ryo!” il cuore del Digimon gli
balzò alla gola. “Finalmente posso vederti. Sei
veramente tu…? Come sei cresciuto…ragazzo
mio.”
Ryo riversava nel suo sguardo le più ingenue e limpide
speranze «Ora mi riconosci, amico…?»
tendendogli la mano «Ora…sei tornato da me,
potremo finalmente vivere insieme come avremmo sempre
desiderato?»
“Ryo…” pensava ma non diceva il Digimon
“Io però…”
…e ricordava così l’istante in cui
aveva attacato la centrale televisiva “Io non sono
più quello che tu ricordi. Ho fatto cose bruttissime, che tu
non meritavi.”
«Cucciolo…rispondimi, ti
prego!»…”Ryo…oh?!”
Ma improvvisamente, lo spazio intorno a N’Emo
iniziò a tremare e deformarsi
«Accidenti…quella dannata intrusa ha liberato
Cyberdramon, la barriera sta scomparendo!!»
Gli elicotteri «Tenetevi
pronti!»
N’Emo «Ah! Debbo affrettarmi ad andar via:
maledetti Digimon Tamers, giuro che me la pagherete questa non finisce
qui!! Ti annienterò, Cindermon…»
mormorò cupamente, aprendo rapido il buco nero, incurante
dei richiami di Takato «Aspetta!!» Rika
«Dove vai?!» Henry «Torna
qui!!» ma era già fuggito.
«Adesso!» ordinarono gli elicotteri e scagliarono
una moltitudine di corde fluorescenti.
Queste giunsero da tutte le direzioni, ed in un attimo imbrigliarono di
nuovo Cyberdramon, che ruggì di dolore.
«NO!!» esclamò il ragazzo suo domatore.
«Oh, no, vogliono catturarlo!» furono parole di
Rika, e Takato «Che cosa vogliono fargli?!»
«E’
il Digimon responsabile dell’attacco alla centrale
televisiva. I suoi poteri debbono essere isolati.»
«Siete pazzi, che cosa volete fare?!» corse avanti
Ryo «Ma quale attacco, lui non ha fatto proprio niente!!
Lui…è buono, prima lo controllavano!!»
Senza più reagire, Cyberdramon si arrendeva alla sua
prigionia “Ryo…perdonami. Il nostro è
un addio.”
«Aspettate!...ASPETTATE, ASSASSINI!! Non vi
lascerò portar via il mio Digimon!»
«Ryo, aspetta!» Rika gli corse dietro
«Ryo!» anche Takato.
Per Henry invece si ripeteva quell’istante di sguardi
increduli con Rea, la quale sembrava ancora non capacitarsi di averlo
di fronte.
«Ah! Ma che fanno?!» si domandava intanto
Wolfiremon, che fu avvolta dalla luce…
…e tornò ad essere Cindermon «Polizia e
Digimon…sono uno contro l’altro?!»
Nonostante l’ora, e nonostante la pioggia, qualcuno sedeva su
di una panchina cittadina, tra gli alberi bui, dando le spalle al
panorama urbano da cui scaturivano le luci della battaglia. Si trattava
della biondina alquanto grassottella dagli occhi verdi, la signora
Kitagawa.
«Uh…uuuuuhf!» un sospiro profondo. Lo
sguardo basso. Sembrava aver voglia di star sola. Aveva
l’aria mogia. Si tormentava l’anello, a forma di
cuore, che teneva sul dito cicciotto. D’un tratto
però udì qualcosa «Ohhh?» e
balzò in piedi di colpo. Si volse. E si diresse verso il
panorama «Oh Cielo che sta succedendo???» si
interrogò con la sua voce nasale alla vista di quello
scontro di luci tra i palazzi.
Squillò un cellulare. Era il suo. Lo cercò in
fondo alla borsetta dopodiché lo aprì, tra i
mille adesivi cuoriformi che lo tempestavano, e lesse il messaggio
«…è successa una cosa gravissima, vieni
subito a c-ihmp!!!» Mano inanellata alla bocca «Non
è possibile…!!» quando dietro di
lei…
…in cima a quelle scale, presso il blocco di pietra grigia
circondato dall’allestimento dei lavori, si
innalzò un fascio di luce «SIC!»
singhiozzò la signora, alla quale sfuggì di mano
«No-no-no-no-no! Cellulare-cellulare! N-Non cadere dalla
scarpata-ecco! Eccoti, ti ho preso! Oh?!»
Ancora dubbio e occhi attoniti, quel bagliore sembrava un fenomeno
magico.
…infatti, all’interno di quel luogo diroccato, fra
i ciottoli e la terra sparsa, comparvero quattro sagome.
«Cal-» ma non terminò sulla
“-ù”, quel piccolo Digimon bianco che si
portò il dito vicino alla bocca, constatando dove si trovava
e non riuscendo ancora a crederci.
Si
distinsero Gargomon «…oh?!»
…Antylamon «…uh?»
…e Kyubimon «…! Ahh!!» con
due cuccioli che emersero dal suo folto pelo dorato «Mamma!
Siamo arrivati sulla terra?! Ci porterai a conoscere Rika, la tua
domatrice?! Andiamo a casa sua, ora?»
«Ahh!! Non…posso crederci!!»
esclamò il robusto Gargomon dalle orecchie lunghe,
visibilmente provato dall’emozione «Siamo
qui…» sussurrava Antylamon, l’alto
coniglio marrone.
Kyubimon
alzò lentamente il suo muso allo spicchio di cielo notturno
incorniciato dal cancello, come un lupo in un malinconico ululato.
Calumon
compì qualche passo sui suoi piedini fino a raggiungere le
vecchie e arrugginite sbarre del cancello. Sue parole furono
«…calù…qui…hanno
organizzato dei lavori.» prontamente ne riconobbe i segni
«Non prevedevano il nostro arrivo, calù.»
Improvvisamente due grosse lacrime sgorgarono dagli occhi di quel
Digimon grassoccio dalle mani a mitra
«…Henry…sono
qui…!» ed anche in quella forma digievoluta, il
coniglio marrone era la sua migliore amica, ed appoggiò la
testa su di lui, sussurrando «…non siamo
più così lontani…»
«E’ molto lontana, casa di Rika, mamma?»
Kyubimon non piangeva, come se sentisse che trattenersi fosse il
più doveroso dei tributi «…no, cara.
Pochi passi. Un lampo…se si va al
galoppo.»…«Wow!! Nymon, hai sentito?!
Conosceremo la splendida Rika! Io voglio essere proprio come lei quando
crescerò!»
«…Henry…!» ripeteva Gargomon,
muovendosi col suo corpo pesante e finendo per sbattere contro le
pareti, si controllava a stento sulle forze e la stanchezza
«…Henry, voglio vederti!
Finalmente…»…«Attento,
Gargomon.» si premurava la pur emozionata Antylamon.
Calumon era composto, serio, col capo appoggiato alla pietra come se
fosse molto più alto e slanciato di com’era.
Fissò il cielo senza globo, e disse
«…ciao, terra. Calù.»
Quando d’un tratto si udì «Da questa parte, presto!»
La signora Kitagawa stava salendo, circospetta ma incuriosita, le
scalette che conducevano al blocco. Quando vide una moltitudine di
uomini in tuta ed elmetto strisciare tra l’erba alta
«Ihm!!» mani alla bocca, quasi rischiando di
mangiarsi gli anelli «Il corpo speciale della polizia??? Che
cosa mai ci fa qui???»
«Avete sentito? Qualcuno ha parlato.»
segnalò Kyubimon, quando la voce si fece più
vicina «Pronti?
Al mio tre, entrate! Uno, due…» nel
trasalire dei Digimon «…e
tre!!»
In pochi secondi, una squadra di uomini armati penetrò
all’interno del blocco, puntando dei fucili fluorescenti
contro le creature digitali «Siete Digimon, siete in arresto!»
«Ahh!» indietreggiò Kyubimon
«Che cosa?!» sussultò Antylamon
«Ma perché…?»
accennò già disperato Gargomon
«Calù…» inarcava lo sguardo
Calumon.
«E’ possibile che siano coinvolti
nell’attentato in
città.»…«E’ quasi
certo che siano complici dell’altro. La luce emanata
è della stessa origine.»
«Mamma, che vogliono queste
creatur-»…«Shhh!!!...piccoli miei per
carità, restate nascosti.» intendeva tra il suo
pelo, e sussurrò
«E’…solamente un gioco, fa parte
dell’avventura…!» ma temeva,
più per loro che per lei, quei fucili minacciosi.
La signora Kitagawa intanto era giunta, e quando si sporse dalla pietra
per guardare all’interno…
…i suoi occhi verdi divennero due lune
«Ahhhh!!!» aperti non si sa se più loro
o più la bocca.
Sguardi di timore ed incertezza si intrecciavano fra quei
Digimon…
Bastò un calcio per ribaltare con violenza un mobile e
decretare l’infrangersi degli oggetti a terra «Dove
si sarà nascosto? Tanto è di sicuro qui da
qualche parte: Guilmon!!» La voce di quel Digimon dalle
sembianze di fata era tremula, attraversata da una perenne agitazione,
sembrava un essere più istintivo che riflessivo, che
confidava più fra tutto nell’usa della forza
«G-Guilmon…!...f-facciamo così! Se esci
fuori!...se ti fai vedere di tua spontanea volontà io non ti
acquisisco!»
Guilmon era rintanato dietro una statua dalle sembianze angeliche.
«Sono sincera!!...i-io non ho poi solo questa scelta, se ci
possiamo bene…p-possiamo giungere ad un
accordo!...certo…!» mentre spostava, ribaltava e
spingeva via con un calcio ogni ostacolo
«Io…!...non ti elimino! Va bene? Non ti elimino!
Tu però ti fai svuotare il tuo bel cervellino da tuuutta
l’intelligenza artificiale! E ti metti ai nostri ordini! Sei
d’accordo? Daaai, che spasso! E’ una valida
alternativa a una fine dolorosa! Vedi? Io sono buona, non sono
così crudele come hai creduto!»
«…non può andare avanti
così…» si prendeva il capo con le zampe
Guilmon «A-Anche se è più forte di me
non posso scappare. Ho consacrato la mia vita a proteggere i terrestri
dieci anni fa, ho combattuto dure battaglie! Ora forse non ho
chances…» chinando il capo e abbandonando le
braccia, per poi drizzarsi il secondo successivo
«Però! Nonostante ciò non posso
rinnegare chi sono stato! Takato: amico mio, se morirò
stasera lo farò in tuo ricordo! E nel ricordo di quel
Guilmon dei giorni felici!»
Tant’è che (mentre la luce rossa in cielo
splendeva più forte), quando la fata digitale fu vicina
«Guiiilmon, sento il tuo odore: sei
qu-»…«Quanto a odore sta tranquilla che
tu mi batti!!!»…«AAHHH!!» e
con una testata le rovesciò la statua adosso –
schizzando fuori e «Grrr!!!» ponendosi in
atteggiamento di battaglia.
«Ohhhh, bravo cucciolo!» esultò la fata
polverizzando la statua con un bolide «Vedi? La mia idea ti
ha convinto, ora piega bene la test-»…«Pirosfera!»…«AAAHHH!!
Come osi scagliarmi contro le tue IMMONDE PALLE DI
FUOCO?!»…«Mi spiace!! Ti sei illusa se
credevi che mi sarei arreso!»…«M-M-Ma
come?!» restò totalmente spiazzata
«T-T-Tu sei in netto svantaggio io sono al livello mega e tu
solo all’intermedio posso ridurti in polvere in un colpo
solo!»…«E ALLORA?!
GRRR…!!!»…«Aaaahh…»
nonostante la disparità di livello sembrava insicura
«E’ evidente che tu non hai nessuno per cui
lottare, nessun valore da difendere! E non capisci cosa significhi
onorare una parola data, mantenere una promessa!!»
…il suo corpo si illuminava di luce rossa «E
restare attaccati coi propri artigli a ciò che ti ha
condotto per
mano!!!»…«Aaahhh…nooo…non
posso crederci!»
«E INVECE SI’!!!» Il suo corpo divenne un
tracciato – i suoi occhi due fari – la luce in
cielo regalò il definitivo bagliore…
«GUILMON
DIGIEVOLVE…
…GROWLMON!»
«AAAHHH!» inorridì la fata portandosi la
bacchetta magica alla bocca «Più grosso!
Più maleodorante!!...PIU’ BRUTTO!!!»
«Non mi importa di come mi consideri…»
fremeva dalle sue fauci quell’enorme drago rosso e nero dalla
criniera bianca, la forma gigante di Guilmon «Io non mi curo
delle opinioni altrui…ciò che mi dà la
forza risiede dentro di me.»
«Mmm…non posso tenerlo qui, è
terribilmente antiestetico: debbo eliminarlo prima che N’Emo
lo veda e se ne innammori!» innalzando la bacchetta magica
– questa distorse col nero e con le scariche
l’atmosfera, nell’invocazione
dell’attacco «PIOGGIA
DI METEORE!!!» invocando una moltitudine di
stelle infuocate, che riunendosi in saettanti siluri si diressero
contro Growlmon – ma questi chiuse gli occhi «Debbo
concentrarmi, devo liberarmi da ogni catena…
…PIROMETEORA!!!»
caricando fuoco nelle sue fauci, e scagliando il suo colpo al centro
fra tutti gli assalti nemici «AAAHHHH!!» Gli
assalti duellarono, e quella fata dalla voce acuta e stridula dovette
innalzare una barriera per proteggersi dalle fiamme.
“Devo farcela, non devo mollare” era il pensiero di
Growlmon…
Mentre sulla terra «Ah!! Ci vogliono arrestare!!»
esclamava Gargomon.
«Non opponete
resistenza!!»
Tutto questo, sotto gli occhi sconvolti della signora
Kitagawa…
«Ahh…i miei bambini…»
sussurrava Kyubimon indietreggiando timorosa «Nascondili
Kyubimon, Calù. Che non escano…»
Calumon grondava sudore ma rimaneva padrone di sé. I fucili
si avvicinavano «Guardate che commettete un
errore!» insisteva Gargomon «Noi non abbiamo fatto
niente!!» lo stesso Antylamon, ma era inutile «Non possiamo credervi: dobbiamo
condurvi al Centro ricerche per isolare i vostri poteri. Coraggio,
procedete all’arresto.»…«No,
un attimo!! Vi prego!! Ascoltate prima le nostre ragioni!! NOI ABBIAMO
DIFESO LA TERRA, ABBIAMO AFFRONTATO IL
D-REAPER!»...«Fate
silenzio!!» Gargomon si vide puntare un fucile
alla testa solo per aver parlato. Antylamon a quel punto
«Ragazzi, non possiamo farci prendere, dobbiamo pur reagire! Scure veloc-»…«No,
Antylamon!!»…«…ma
Kyubimon!»…«Sono esseri
umani!» dovette chinare il capo, seppur amaramente, Gargomon
«Non possiamo attaccare i primi di loro che incontriamo sulla
terra…» mentre li legavano con la corda
fluorescente «…dopo dieci anni. Una promessa di
lealtà ci lega a loro. E ci distingue dai Digimon
malvagi…» sicché le scuri di Antylamon
tornarono ad essere semplici braccia, per poter cadere senza
più speranze.
«Calù, coraggio! Sono sicuro…che
andrà tutto bene!» lottava contro quel timore
Calumon, tenendo gli occhi fissi e prudenti avanti a sé.
«Mamma…»…«Ho
paura…»…«Shhh…calmi
bambini vedrete presto saremo liberi. Ve lo
prometto…» e le loro lacrime cristalline
scintillavano tra il pelo dorato.
«Portateli via!»…«Ehi, aspetta! Ci stavano spiando!»…«Oh-oaah-aaahhh!!»
la signora Kitagawa fu gettata con poca grazia all’interno
del blocco, le si finì per spezzare un tacco e cadde a terra
«Che ci fa in
questo posto, signora?»...«Lei sapeva della presenza di
queste creature?»…«Oh-h,
lasciate che vi spieghi: nooo, io non so niente! N-Non so chi siano
loro no no no passavo qui per
caaaso!»…«A quest’ora della
notte…?» erano un po’ scettici, dietro
ai loro solidi elmetti «Vi preeego, lasciatemi libera! Ho un
maritino a casa che mi aspetta!»…«…dopo tutto non mi
sembra pericolosa, soltanto una cretina che terrà
l’amante infrattato nell’erba. Può
andare, torni a casa!»…«G-G-Giuro!»
si baciò le dita…
…ma da terra, non cessava di fissare nel più
sommo sbalordimento quei Digimon, che gli agenti si accingevano a
portar via.
«Calù!» era sospettoso lo sguardo di
Calumon…mentre legati dalla corda fluorescente, sfilavano
lenti dinanzi agli occhi verdi sconvolti di quella donna, che
chissà quali pensieri assemblava…
Intanto, avevano condotto Cyberdramon a terra. Gli agenti, in
moltitudine, stavano regolando il traffico e respingendo la folla
quando «…NO!!» un ragazzo si fece strada
superando tutti «Fermi, state commettendo un errore!!
Cyberdramon!!»
“Ryo…” la creatura non si ribellava, e
nascondeva i suoi pensiero dietro il silenzio.
«Stai
indietro!! Dobbiamo arrestare questa creatura!»…«Ma
perché la arrestate, non è
colpevole!!!»…«Abbiamo dei filmati!!»…«Acc!!»
Ryo lottava da solo contro una folla di agenti «Non mi
interessa, sono di certo montature!!»…«E tu come fai a saperlo?!»…«Come
faccio?! IO SONO IL SUO
DOMATORE!!»…«Cooosa?!»…«Ahh!
Cyberdramon!!»
…quando giungevano anche Takato, Henry, Rika e Cindermon.
«Ahh! Io sono Ryo Akiyama, non vi dice niente questo
nome?!!»…«E’ un calciatore
giapponese di serie B.»…«Ah,
ma…?!! QUALE CALCIATORE, quello è un omonimo!! Io
ho combattuto, ero dentro il D-Reap-»…«Sììì,
come no!»…«E’ LA
VERITA’!! IO ERO CON QUESTA CREATURA NEL D-REAPER,
E’ MERITO ANCHE NOSTRO SE E’ STATO SCONFITTO, NON
POTETE PORTARLO VI-»
«E’ VERO!!» si faceva strada
però anche Rika, assieme ai suoi amici
«E’ tutto vero!! Vi prego credeteci Cyberdramon
è un Digimon buono non potete arrestarlo!!»
gridava la ragazza, e Takato «Questo ragazzo c’era,
dice la verità!! C’eravamo anche noi, siamo
testimoni!!»…«Perché non si
può cercare con calma una soluzione migliore?!»
proponeva Henry, mentre Ryo continuava con i suoi tentativi di
scavalcare gli agenti e tendeva la mano «CYBERDRAMON!!
Cyberdramon diglielo tu, ti supplico!! Dì
loro…!!...di ciò che abbiamo fatto, ricordagli le
nostre azioni!» supplicava…
“Ryo…lasciami andare. Lascia che mi portino via.
Mi sono macchiato di crimini terribili, e ho lasciato che mi
controllassero e giocassero con me come fossi una marionetta. Ero un
Digimon valoroso e adesso…
…non ho neanche il coraggio di guardarti in
faccia…
…perché so che se lo
facessi…impazzirei d’affetto, e di tenerezza nel
perdermi nell’azzurro dei tuoi occhi. Che ricordo di un
ragazzino. Ora che sei un uomo…”
«PERCHE’ NON MI RISPONDIII?!!!» si
accasciò stremato il ragazzo, sorretto dagli agenti
«PERCHE’ NON MI PARLI PIU’ COME FACEVI
UNA VOLTA…?!!»…«Ma questo qui è
pazzo. Sono pazzi tutti, una combriccola di ubriachi.»
«NON E’ VERO!!» gridava però
Takato «Noi non siamo pazzi, la nostra battaglia è
stata realtà!!»
(mentre Cindermon in fondo alla strada li osservava colpita)
«Noi siamo gli ex-Digimon
Tamers!»…«Gli ex-Digimon Tamers? Portateci
le prove!» ma Rika li sovrastò con la
voce «PROCURATEVELE DA SOLI, LE PROVE!! PROCURATEVELE, E POI
VENITE A ARRESTARE UN INNOCENTE!! Noi non abbiamo
bisogno…d-di provare la nostra identità, LE
RIPRESE DI ALLORA TRABOCCANO DI IMMAGINI IN CUI CI SIAMO ANCHE
NOI!!»…«CHE NESSUNO SI MUOVA!!»
(canzone: Steps - "Why": vi
invito ad ascoltarla su Youtube) Alla ribellione di quei
giovani ora attoniti sotto una pioggia ancora non cessata, la polizia
aveva risposto sfoderando le armi da fuoco «Non un solo passo. State
ostacolando il nostro operato.»…«N-Non
mi importa…!!» si alzava però Ryo nel
tremore del suo corpo «Io non mi faccio portar via il mio
cucciolo così!
CYBERDRAMON!»…«STA FERMO,
IDIOTA!»…«OUCH!»…«RYO!!»
…Rika accorse a sostenere quel ragazzo che aveva ricevuto un
colpo in viso col manico del fucile…
…e che ora sanguinava
«…Cyberdramon…» ma mai sul
naso quanto nel cuore.
«Al Centro
ricerche. Forza.»…«Agli ordini.»
«ASPETTATE, DANNAZIONE!!» ribatteva Takato, ma gli
agenti mostravano meglio le armi. Lasciando sgomenti gli occhi del
ragazzo «Tornate
a casa.» sicché Takato
piegò il capo, e pronunciò con rabbia
«…la sola frase…del mondo
dell’infanzia che ci rimane.»
«Cucciolo!» Ryo, ormai sconfortato, versava lacrime
che si confondevano col bagnato dell’asfalto «Non
portatelo via…» quando invece questo facevano
«N-Non fategli del male, lui…!...
…è-è buono, è
mansueto!...l-la gente malintenzionata gli fa paura, p-per
favore!» non avendo vergogna ad alzare il capo e a
supplicarli «V-Ve lo chiedo in nome della mia vita, p-per
favore non allontanatelo da me lui HA PAURA SE E’ LONTANO DA
ME!»…«Allora non ti basta!»…«OUCH!»
un altro colpo, e cadde in ginocchio.
“Ryo…VATTENE!” pensò
Cyberdramon prima di sparire all’interno di quel camion.
A quel punto Rika fissò quella moltitudine di agenti con
rabbia…e gridò a tutta voce
«VIGLIACCHI!!!»
Incurante di non essere ascoltata «DIMENTICARE, ECCO
QUAL’E’ LA SOLA COSA CHE SIETE BRAVI A FARE!!...
VOLTARE LE SPALLE A CHI ANNI FA RISCHIAVA LA VITA PER
SALVARVI!!»
Ryo non si accorgeva più di niente, Henry cercava di
aiutarlo ad alzarsi ma lui ripeteva «Non mi importa, io
rivoglio solo il mio cucciolo, n-non…se lo merita poverino
dopo tanta strada!...f-fatta solo per me!»
Rika ancora contro tutti «NON MERITAVATE IL NOSTRO
SACRIFICIO!!...I-I PIU’ GIOVANI FRA VOI FORSE ERANO SOLO
BAMBINI QUANDO QUEL DIGIMON, E QUESTO VALOROSO RAGAZZO LI TRAEVANO IN
SALVO!!»…”Rika…”
quelle parole d’ammirazione riuscirono a colpire il cuore
così triste di Ryo…
«Quel che è certo…E’ CHE NOI
ERAVAMO POCO PIU’ CHE BAMBINI! MA VOI NON MERITAVATE CHE VI
OFFRISSIMO GLI ANNI PIU’ BELLI, SPORCHI…TRADITORI,
ECCO QUELLO CHE SIETE!!»
«Ma chi
è quella matta che grida?»…«Io la conosco, altro che
domatrice, quella è una che tiene un locale, una mezza
sgualdrina.»
Solo che la ragazza non ebbe timore di avanzare, sulle sue scarpe da
spettacolo lucide di pioggia «Certo, una sgualdrina.
Chiamatemi pure così se vi diverte. Ma quello che io, e
queste persone abbiamo visto, toccato, provato lo sappiamo solo noi e
lo porteremo dentro per sempre.» indicando i suoi amici, ora
uniti nel dolore (sotto gli occhi stupiti di Cindermon a cui grondava
il ciuffo) «Mai lo capirete. Mai sfiorerà le
vostre…misere vite. E’ questo che mi rende molto
felice anche adesso!!» e strinse un pugno di rabbia, avrebbe
voluto ancor più urlare…
…ma piuttosto si piegò su Ryo che piangeva
«…Ryo, alzati.» gli sussurrò,
ma fermamente «Nooo…ormai è finita,
Rika.»…«ALZATI, ti ho detto. Avanti, un
domatore leggendario non può stare piegato per strada a
piangere.»…«No, io non sono
più un domatore, non sono più niente!!»
picchiando un pugno a terra «Senza il cucciolo io non valgo
più! I-Io non ho aspettato che lui, in tutti questi anni, e
ora lo portano via da me!»…«Ti ho detto
di alzarti, f-f---forza!!» e finì per tirarlo su
forzatamente «Pensi di fargli un favore arrendendoti
così?! Svegliati.» ma lui teneva il capo basso,
tanto che lei gli sferrò uno schiaffo «Ti ho detto
di svegliarti!! Noi ce lo
riprenderemo!»…«Cosa?!»…«Esattamente
quello che ho detto, noi ce lo riprenderemo!! In qualche
modo.» scandiva Rika «Ma tu smetti di piangere. Tu
non devi mai piangere. Ricorda quello che sei.»
Cindermon sussultò «Ah! Quelle stesse
parole…» ricordando quando al pub Rika parlava a
Himi.
«Ryo, coraggio, troveremo una soluzione!»
prometteva Takato, mentre i quattro si stringevano assieme, e Rika
fissava il camion e gli elicotteri andarsene, pronunciando
«Possono farci quello che vogliono, e chiamarci in ogni modo,
ma che a loro piaccia o no, NOI, rimarremo sempre, E COMUNQUE, i
Digimon Tamers.»
…il camion, che imprigionava Cyberdramon, svoltò
l’angolo sullo sfondo delle parole della ragazza
«…possono toglierci anche i Digimon…ma
la nostra dignità non devono, e non potranno mai
togliercela!»
…decretò come una sentenza invalicabile...
…mentre gocce scendevano sul viso di Cindermon dal suo
ciuffo a pennello scolato «Cielo…
…che…B-BOIA di roba è tutta questa
storia, e quel pezzo di vita per questi ragazzi...!»
…così come dinanzi ai tristi e sconfortati
Digimon appena giunti sulla terra, si chiudeva la grata di ferro di un
camion che partiva «E’
finita…» scivolava seduto Gargomon
«…dobbiamo essere puniti in questo
modo…per il solo nostro desiderio di tornare
qui?»…«E’ un reato sognare di
recuperare il passato…?» si chiedeva
Antylamon…
«Mamma!»…«Voglio
papà! Torniamo a casa, ti
prego!!»…«…piccoli
miei…abbiate pazienza. Vi prometto…che non
correrete alcun pericolo. La mamma e i suoi amici vi
proteggeranno…» carezzandoli con le sue nove code,
mentre Calumon si interrogava nel silenzio di un
«Calù!»
…e vedevano allontanarsi il ben noto blocco di pietra, dove
restava la signora Kitagawa, con sguardo stranamente imbambolato e
ingenuo.
«Sono stata chiara, Ryo. Ti ho detto che te lo vado a
riprendere, Cyberdramon!» ma Henry aveva da obiettare
«Ma come possiamo fare, Rika?! Quello è un corpo
speciale, con quali
mezzi?!»…«Armi!» rispose la
ragazza «Me ne…procurerò qualcuna, del
resto con tutti i trafficanti che vengono al locale ce ne
sarà qualcuno pronto a farmi un PREZZO SPECIALE!»
terminando con rabbia e sferrando un calcio a un bidone, ribaltandolo.
Cindermon udì e alzando appena la mano
«E-Ehm…! Veramente ci sono i-» ma Rea
stava giungendo di corsa «CINDERMON!!!» (fine-canzone)
«Cindermon!» esclamò Rea, lottando
contro il fiatone «Sta attenta! Ci sono ancora degli agenti
in giro, ti cercano, stanno venendo ad arrestarti!»
Sussulto per i Digimon Tamers.
Ancor più per l’interessata «A MEEE?!!
A-ARREST----MA IO CHE COSA HO FATTO DI MALE,
SCUSAAA?!!»…«Partecipare alla battaglia
per loro è cosa sufficiente!» intervenne Henry
(nonostante il suo sguardo si incrociasse di continuo con quello di
Rea) «Vogliono fare piazza pulita dei Digimon, sono
prevenuti!»…«Esatto!»
replicò prontamente Rea, aggiungendo «A loro non
importa chi era da una sponda o dall’altra del campo!
Vogliono solo una repressione totale! Vogliono voltare
pagina!»…«E-E-EHM…SULLA MIA
PELLE, VOLTARE PAGINA?!» ma un gruppo di agenti «Da questa parte! Presto!»
faceva già sentire vicini i loro passi, in un brivido di
terrore per tutti loro…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Una terribile menzogna ***
6°puntata DT2
Le pareti di quell’elegante sala iniziavano a creparsi, lo
scontro fra gli assalti dei Digimon duellanti era estremo.
L’essere dal cappello a punta teneva stretta la bacchetta
magica, ma Growlmon teneva le braccia spalancate per contenere
l’attacco, liberando energia «N-Non mi
spazzerà via così
facilmente…»
Le zampe posteriori iniziavano a scorrere all’indietro
«GRRR…»…«Uhmuhmuhm!»
nella soddisfazione della nemica.
Però nel giardino al piano basso si aprì un buco
nero, e N’Emo saltò da questo sull’erba,
sulla quale riversò le gocce della pioggia di Tokyo, e la
sua rabbia «DANNAZIONE!! Mi ha portato via Cyberdramon,
gliela farò pagare cara!...»
«AH! N’Emo!!» esclamò la fata
che ritirò l’attacco.
«Che ti succede, ti arrendi?!» la
provocò Growlmon, ma «OUCH!» questa gli
corse incontro spingendolo a terra con un calcio, superandolo e
saltando sulla ringhiera del terrazzo «Devo sbrigarmi a
ricomporre la sfera!»…«T-Torna qui!! Pirometeora!»
ma la bloccò con una barriera – e
ricostituì il globo rosato attorno a lei «Non
finisce qui: fai bene i tuoi conti, Growlmon, tanto non puoi scappare!
Pensa bene a chi ti conviene obbedire!» tornando a fluttuare
in cielo «IO NON HO BISOGNO DI PENSARE!! Pirometeora!»
ma la sfera di fuoco emessa dalle sue fauci non scalfì
minimamente il globo «Ah, accidenti, mi è
sfuggita!»
«GUILMOOON!» chiamava N’Emo, per poi
sedersi su uno di quei giochi abbandonati «Accidenti,
Cindermon è riuscita a digievolvere, non ci voleva! Non
è servito rubare il Digimon a Takato, ne ha recuperato
subito un altro! Ma perché?! Chi è lui per avere
sempre tutto?!» sibilava con rabbia «Io voglio
vederlo distrutto GUILMOOON!» tormentandosi le mani
«Devo elaborare un piano per levarli di mezzo, e portar via
loro i cuori digitali!» cedendo all’impazienza, ed
entrando nella casa, che ora tremava per i passi di qualcuno di molto
grande che stava scendendo le scale.
…N’Emo fu in breve in quella stanza per bambini
con l’armadio bianco, quando sentì
«AAH!!» una zampa artigliata afferrargli il braccio
«TI ASPETTAVO!» esclamò Growlmon
aggressivo: il bambino si volse e non riusciva a credere di aver
davanti un essere tanto immenso, che però lo fissava con
riprovazione…
«Arriiiiiiivanoooo!!!» sbigottì
Cindermon di fronte a quegli agenti più che se fossero
enormi Digimon «Lasciate fare a me!»
però fece Rea «Voi nascondetevi!»
Henry esitò e provò a tendere la mano, ma Rea
insistette «Forza,
andate!!»…«Dai Henry,
muoviti!» Rika lo prese per il braccio, e si nascosero dietro
i cassonetti.
Quando Rea e l’impaurita Cindermon restarono da sole,
nell’echeggiare di «Eccola! E’ lei,
è un Digimon! Prendiamola!» la prima
diede uno spintone alla seconda
«AHIA!»…«E COSI’
STAVATE A LETTO, BRUTTA DISGRAZIATA!! DA QUANTO TEMPO VA AVANTI QUESTO
SCHIFO?!»…«Eeeehhh???»
Cindermon aveva gli occhi a punti interrogativi.
«Ferme,
signorine!»…«Stia attenta, è un
pericoloso Digimon!» («Oh
no!» esclamava Henry ma Takato lo invitava a restare
giù)
«OLTRETUTTO E’ DA CRETINI, LO SAPEVATE CHE AVEVO LE
CHIAVI DI CASA!!» gridò rabbiosa Rea estraendo un
mazzo di chiavi «M-Ma cosa dic-» ma Cindermon
ricevette un altro spintone «E non provare a negare, sei
corsa…come una gazzella giù dal pianerottolo ma
come vedi io sono più veloce di te, carina!! Avanti, sputa
il rospo QUANTE VOLTE VI INCONTRATE COME STANOTTE?! E’
COSI’ TUTTE LE SERE?! E io che lavoro di notte per mettere da
parte i soldi per il matrimonio, CHE
IDIOTA!!»…«Signorina!!»
nel dubbio sempre più acuto di Cindermon «Si scansi, la persona con cui
sta parland-»…«La persona
con cui sto parland-sapete?! Sapete cosa ha fatto questa, volete sapere
chi è questa disgraziata?!! Lo volete sapere L’HO
BECCATA A LETTO COL MIO
UOMO!!»…«…??????????????...oh
mamma!» fu il commento di Cindermon…
…mentre Takato «Oh mio Dio…»
era timoroso, al contrario di Rika «Grande!!» nei
cui occhi si lesse speranza ed entusiasmo…
«Questa donna
è un Digimon!»…«Un
Di-Un Digimon?! Pffff, AHAHAHAH! Ah questa è bella UN
DIGIMON?! QUESTA forse siete sordi QUESTA L’HO APPENA CALATA
GIU’ MEZZA NUDA DA NOVE PIANI DI
SCALE!»…gli agenti si
guardavano…«Questa, QUESTA SE LA FA COL MIO UOMO,
ERANO A LETTO! COME DUE VERMI!»…«…non è che
prendiamo un granchio?»
In quel frattempo, Henry iniziò ad indietreggiare, come
volesse approfittarne per andarsene…
Cindermon non sapeva dove guardare e cosa dire, mentre Rea riprendeva a
spingerla «Hai forse il coraggio di negarlo…?
AVANTI CACCIA FUORI LA LINGUA, e diglielo a questi imbecilli di
poliziotti! AMMETTILO che stavi a letto con
lui!»…«Oh, EHM!!!» la ragazza
digitale si guardava a destra e sinistra «Oh beh
ecco…! Ecco a dire il vero…!» ma lo
sguardo di Rea era esortativo, tanto che d’un tratto prese
coraggio «Beh ecco a dire il vero
sì!»…«AaaaahhHHHH! Lo ammetti
allora! Questi cretini ti credevano un
DIGIMON!»…«Beh cara non è
colpa mia se io in certe cose ci so fare molto meglio di te se
permetti!»…«Ah, MA IO TI
AMMAZZO!!»…«A-AAHHH!!» e si
presero per i capelli «SIGNORINE!!»
Mentre Rika esclamava «Fantastiche!!!» e Takato
«Henry?!»
Dopo averle separate, dedussero «Queste due pazze di sicuro non
c’entrano niente con la battaglia che
c’è appena stata!»…«Le
somiglia, ma non è lei! Stesso taglio di capelli: queste
pettinature a carciofo ultimamente ce le hanno a miliardi, fra i
giovani.»…«E-E-Ehi un attimo carciofo
sarai t-»…«E GUARDA LA MIA FACCIA, SE NE
HAI IL CORAGGIO!»…
«Devo andare!» fece di colpo Henry «Ma
come?!» obiettò Takato «Ho ricevuto un
messaggio, mio padre…non si è sentito bene, debbo
tornare a
casa!»…«Henry…!»…«Sì,
Rika, lo so! Ci sentiamo, dobbiamo di certo risolvere questa
questione!»…«Henry io…non
voglio obbligarti, in fondo la responsabilità è
mi-Henry?!» non diede il tempo a Ryo di terminare che era
già fuggito di corsa.
«Piantatela,
tutte e due, e andatevene a casa!»…«Ehi tu! Se vedi una pettinata
come te faresti meglio ad avvertire la polizia!»….«Concordo,
CONCORDO! Quelle pettinate come questa sono
tutte-»…«Parla per te,
bellezza!!»…«AHI!»…«ACH!!»
Gli agenti desistettero, nel sollievo dei ragazzi, e nello
sgravio…
…delle due litiganti che poterono abbandonare tale veste
«Debbo ammettere che sei brava a improvvisare!»
Cindermon «Oh, grazie…! Sarà che ne ho
passate di tali-» ma si volse…
…e apprese con dispiacere che qualcuno mancava
all’appello. Cindermon si incuriosiva «Ti
è successo davvero???»
N’Emo intanto era rimasto di stucco «Ah!...ah
Growlmon, sei proprio Growlmon!!» e sul suo volto bianco e
umido di pioggia sembrò sorgere un sole di gioia. Ma non
poteva di certo condividerla con il Digimon, che «Divertito a
sufficienza là fuori?!!» lo apostrofò
ironico e aggressivo. Il ragazzino non se ne accorse, seguitava a
tendere le mani incredulo a quello che gli sembrava un miracolo
«…ohhh…come sei grande, sei forte, sei
digievoluto!»…«Fremo dal raccontarti
come è andata!»…«Io di
più!
Racconta-racconta-racconta!»…«NO, PRIMA
TU!»…«Ehh?!» Growlmon gli
afferrò gli occhiali e glieli strappò dal capo,
lanciandoli sul letto «QUESTI NON SONO
TUOI!»…«Cosa?!»…«E
TU NON SEI TAKATO!»…«Ahhh!!»
il ragazzino trasalì «No! Chi te l’ha
detto?!! NON E’ VERO!!»…«CHE
IMPORTA CHI ME L’HA
DETTO?!!»…«Whaaa!» il
ragazzino finì per cadere a terra, spinto
dall’irruenza di un essere così grande, che ora
avanzava minaccioso verso di lui «Non rispondi
più, non hai una spiegazione da offrirmi,
N’EMO…?!»…«Io non
m-…tu non devi chiamarmi con quel
nome!»…«Io non chiamo le persone con
nomi finti!»…«PIANTALA, MODERA IL TONO!
La verità è che…s-sei solo
indispettito perché ti ho lasciato tutto questo tempo da
solo, perché ti sei macerato per la mia
mancanza!»…«No non temere: NON ERO
SOLO…!»…«Cosa…?!»…«Prova
a immaginare…
…chi altro posso aver conosciuto all’interno di
questa casa
spettrale?!»…«Ahh!!»…«Di
certo la creatura che ti dà ordini! Che gioca con te come
fossi un pupazzo così che tu possa fare lo stesso con gli
altri!» puntandogli l’artiglio contro
«CHE NE HAI FATTO DI
CYBERDRAMON?!»…«Ahh!»…«Perché
non è tornato con te, CHE SEI ANDATO A FARE TUTTE QUESTE ORE
SULLA
TERRA?!»…«G-Growlmon…»
sul viso di N’Emo si accese un pur tremulo sorriso
«Ti preoccupi per me…!»
alzandosi, ed andandolo ad abbracciare «Temi che mi sia messo
in pericolo, sei scrupoloso come un Digimon affezionato al suo
domator-»…«FINISCILA! Non è
ciò che mi interessa, non mi importa niente di
te!!»
«Ahh!!» quelle parole sembrarono trafiggere il
cuore del ragazzino «A me importa solo degli amici che TU hai
rapito con la complicità di quell’ESSERE IMMONDO,
che vive sopra di noi!! E che ti riempie la testa di
idiozie!!!»
Sconvolti, gli occhi di N’Emo «Scommetto che non
hai la MINIMA IDEA di quello che posso aver sentito dalla bocca di quel
Digimon!»…«E’ stata Purplemon
a dirti che mi chiamo N’Emo?!...è-è
stata lei?!»…«Non mi toccare! E NON TI
AVVICINARE!» Growlmon tirò via la zampa
lasciandolo incredulo «Vorrei descriverti quello che
è arrivata a fare…COME TI FAI A FIDARE DI UNO
MOSTRO DEL GENERE?!»…«T-Ti
sbagli!!...n-non dire queste cose sul suo conto, Growlmon!
P-Purplemon…è-è buona e
gentile!...è una fata!...è un Digimon benefico e
portafortuna!»…«Andiamo insieme da lei
allora, voglio proprio vedere con quale coraggio mi guarderà
in faccia!»…«NO!!»
N’Emo si parò a braccia spalancate di fronte
all’armadio che dava sulle scale «Tu non puoi
andarci, Purplemon è prigioniera e si sta rigenerando, ha
bisogno di energia per tornare a esercitare il suo potere, e
cioè: esaudire i desideri! Lei è una fata che
vive nei sogni dei bambini, se viene disturbata può
dissolversi!»…«PRIGIONIERA?!! Ma se
è uscita da quella specie di sfera e stava per distruggere
TUTTO qua attorno al solo scopo di annientarmi! Questo ti ha detto?!
Che è prigioniera?! Tu se avessi buonsenso dovresti
INCENDIARE QUESTO POSTO, E LEI CON
ESSO!»…«NOOO!» N’Emo
si portò le mani alle orecchie «T-Tu non sei
cosciente di quello che dici, parli così solo
perché non riesci a toglierti da quella maledetta testa
digitale il ricordo di quello stupido, di
Takato!»…«NON CI PROVARE NEMMENO A
CHIAMARLO STUPIDO! Takato è onesto, Takato non è
un prezzolato come te che scende a chissà quali compromessi,
Takato è il mio solo
domatore!»…«ERA! ERA il tuo
domatore!!» gridò N’Emo con risentimento
«Cosa?! P-Perché parli di Takato al
passato…?» un’ombra di incertezza
travolse Growlmon, nel silenzio di quella casa oscura…
…N’Emo non rispondeva e lo fissava con occhi rossi
taglienti, limitandosi a riprendere fiato…
«C-Che ne sai tu, l’hai visto, l’hai
incontrato, PARLA! VOGLIO SAPERE DOV’E’
TAKATO!»…«Io con te non ci parlo, sei
convolto dalla rabbia, vado da
Purplemon!»…«F-FERMO!!!
AHHHF!» ma N’Emo si era lanciato per le scale
richiudendo l’armadio sul muso di Growlmon, per mezzo di una
magia. Picchiare sulle ante fu inutile. Il Digimon si resse il naso e
promise con orgoglio «Io me ne andrò da qui. Io
tornerò dai miei amici, tu non mi terrai
prigioniero!»
«Per fortuna il pericolo sembra scampato, per il
momento!» annunciava Rea nonostante il suo sguardo fosse
assorto e velato di malinconia «Ryo, tu la conosci
già. Rika, ti presento Rea.» disse Takato
«Io e lei ci conosciamo, ci siamo incontrati quando quello
stesso ragazzino ha sferrato un attacco a bordo di un aereo. Rea, mi
spiace non poterti presentare anche Henry, anche lui è un
mio caro amico, era qui un attimo
fa-»…«Non fa niente, sarà per
un'altra volta…» accomodandosi la tracolla della
borsa «Lei invece è…»
seguitò Takato ma si bloccò quando i suoi occhi
si incrociarono con quelli azzurri di Cindermon, che iniziarono a
vagare se non fosse stato per Rika che intonò
«Cindermon…!» avanzando compiaciuta
verso di lei «Ma come, Rika? Voi vi
conoscete?»…«Eheheh…!»
rideva seppur un po’ imbarazzata Cindermon. Rika
precisò «Sì…!» con
una punta di divertimento «Solo che…lei
è una a cui piace molto sentir raccontare degli altri ma a
quanto sembra…non le piace altrettanto parlare di
sé! Si è tenuta un mucchio di
segreti!»…«No-N-Eh-ma no è
che sai cos’è poi avrei detto tutto è
che-»…«E così sei un
Digimon…!» sottolineò Rika, mentre vi
era ancora una linea di incertezza fra gli occhi di Cindermon e Takato.
Poi lo sguardo di Rika si fece più serio e consapevole
«Sai qualcosa, riguardo a tutto
questo…?»…«Oh beh ecco
veramente!» replicò la ragazza digitale
grattandosi la testa «Tu…non hai mai incontrato i
nostri amici. Vero?»…«I-I vos-i vostri
Digimon?! N-No sai Rika è che
i-»…«Cindermon!» venne
però avanti Ryo e le prese le mani «Ti ho vista
combattere, sei fantastica!»…«Oh beh
graz-»…«Ti prego! Ti scongiuro, tu sei
l’unica che può aiutarmi a salvare
Cyberdramon!»…«Ryo!»…«Ma
Rika l’hai vista anche tu!» La ragazza
però era seria e a braccia conserte «Certo,
l’ho vista anch’io. Ho visto tutto. Non possiamo
coinvolgerla.»…«Rika adesso non ti ci
metterai pure tu a fare come quello laggiù in
fondo!» ribatté Cindermon indicando Takato
«Hai visto, sono pure digievoluta!» ma nello
sguardo di Rika si lesse un riflesso di premura «Il
corpo speciale è ben equipaggiato, ha bloccato Cyberdramon
che è molto forte, tu sei da sola e non è
consuetudine per noi agire immolando le
persone!»…«Ma io sono un
Digimon!!»…«Questo per noi cambia
poco!» decretò Rika, compiendo qualche passo in
strada (mentre Rea sembrava voler approfittare del dialogo per
dileguarsi, nella sua malinconia) «La tua performance in
battaglia di questa sera è stata a dir poco fantastica,
debbo ammetterlo e…» volgendo la coda del suo
occhio lilla verso un incerto Takato «…riscontro
con piacere che grazie a te almeno uno di noi ha ripreso
l’attività. Congratulazioni, Takato. Hai un nuovo
Digivice, e un nuovo Digimon a quanto
sembra.»…«No, veramente Rika-»
ed anche Ryo «E’ vero, non ci avevi detto niente ma
hai ripreso a combattere con i
Digimon!»…«Ragazzi, non corriamo, la
faccenda non è così semplice!!» ci
teneva a mettere avanti Takato, e con Cindermon l’imbarazzo
si faceva evidente «Tuttavia…!»
evidenziò però eloquente Rika «Questo
non basta a cancellare dieci anni di cambiamenti: il governo adesso
è prevenuto nei confronti delle creature digitali. Potremmo
non essere d’accordo anzi di certo non lo siamo ed
è altrettanto sicuro che faremo sentire la nostra voce: mi
avete udita tutti, ho parlato di armi, ma non è stato un
caso se ho messo avanti me stessa e non lei!» volgendosi con
sguardo deciso «Sarebbe molto comodo: noi ci opponiamo alle
loro decisioni e spediamo lei a fare tutto il lavoro sporco! Un
bell’attacco al Centro ricerche, così poi
arrestano lei e noi restiamo coperti: beh per quanto mi riguarda questo
non è mai stato il mio modo di agire e non lo è
diventato in questo frattempo!»…«Ma Rika
andiamo non ti fai troppi problemi i-in fondo hai visto sono brava
posso anche-metti non farmi scoprire scusa no scusa amico come ti
chiami, Ryo, non sei tu che hai una fretta boia di liberare quel
Digim-»…«Sì,
però…» Ryo aveva chinato il capo
«…devo riconoscere che Rika ha ragione.»
per poi rialzarlo «Non voglio vedere altri Digimon soffrire
come
Cyberdramon!»…«Ma!»…«Sono
d’accordo con loro!» avanzò Takato,
serio in volto. Cindermon ribatté «Ecco: TI
PAREVA!»
Il ragazzo prese fiato ed evocò calma, per parlarle
«Cindermon…ascolta non c’è
dubbio che questa sera è grazie a te se l’abbiamo
scampata. Sono di nuovo…anzi, siamo tutti in debito con
te.» Cindermon alzò lievemente gli occhi al cielo
«…non è che cambia granché
in questi
casi…»…«Ciò
nonostante…!»
«…eh…poi se non prevedo le cose
io.»….«…devi capire che non
ti conosciamo affatto. Cyberdramon è un nostro caro amico,
ma non possiamo rifilarti così, come se niente fosse la
missione del suo salvataggio!» Cindermon sbuffava appena ed
intonava un leggero motivetto di noia «Abbiamo bisogno di
sapere!!» insistette Takato, ricercando con grinta gli occhi
di lei che sfuggivano «Sei apparsa all’improvviso,
ed il tuo arrivo ha ribaltato tutte le certezze che avevamo fino a
questo
momento!»…«…cioè
IN PEGGIO da quanto capisco…!» Lei si volgeva, ma
lui le veniva dietro per guardarla negli occhi
«PERCHE’ sei venuta sulla terra?!!»
“…perché altrimenti un nemico
sconosciuto ci sfascia il regno. Ma non mi va di dirlo.” e
anziché farlo ballonzolava «Come sei riuscita a
eludere il varco digitale?!!»
“…ricattando Guardianmon. Che infatti mi vuole
morta!!”
Takato insisteva, marcando il suo sguardo come un calciatore col
pallone «Che cosa contavi di fare una volta giunta
qui?!!»
“…raggirare un domatore e acquisire potenza.
Cavoli, non c’è una cosa che possa dire fra i miei
propositi?!!”
«Non mi rispondi…? C’era qualcuno, o
qualcosa che speravi di trovare, che desideravi incontrare, una parola,
Cindermon! Una parola almeno se vuoi che ci fidiamo di te!»
“…contavo su te in particolare perché
mi parevi debole e manovrabile. Te lo posso dire?! Te lo posso
spiattellare in faccia?!!” tanto che ad un tratto
sbottò «Oh senti Takato ma saranno affari
miei?!»…«Sono affari anche miei,
adesso!!» lasciandola senza risposta «Sono affari
di noi tutti! Ma se tu non ci aiuti come possiamo
collaborare?!»…«Ho una vita privata, va
bene?! Ho anch’io un mio mondo, ho anch’io una mia
famiglia, è forse vietato?! Debbo…non lo so,
tenere un diario pubblico: “oggi mi sono alzata e mi sono
sbaffata un cornetto con la crema” cioè!!! Io
vengo a chiedere a te che fai, dove lavori, c-con chi
stai?!»…«Dove lavori non me lo chiedi,
ci sei venuta direttamente!»…«Va bene,
allora fai un salto a Digiworld anche tu, così lo vedi che
mestiere illecito faccio!»…«Non
posso!!» gli ricordò lui con un sorrisetto un
po’ stizzito «Non posso andarci da dieci anni, a
Digiworld!!» Lei alzò di nuovo gli occhi al cielo
picchiettando il piede a terra «Tu sei capace?! Sei venuta
sulla terra, bene ora ti chiedo: sai aprire il varco
all’inverso, puoi, VUOI farlo?!» “Capperi
non lo sooo!!...c’è Guardianmon che ci sta alle
calcagna è un casino passare quel varco CHE CAVOLO TAKATO
DAMMI UN PO’ DI TREGUA!” «N-Non lo so!!
Senti io…n-non ho colpa di tutti quelli che sono i CASINI
che tu hai passato in questi anni io quello che posso fare faccio vedi?
Mi chiedi di combattere-combatto, debbo digievolvere-digievolvo
nonostante questo neanche va bene! Se una cosa è certa
è che dopo dieci hanno è diventato COMPLICATO
fare il Digimon qui su questa caspita di
terra!»…«E allora…!! Lo vedi
che hai la coscienza sporca?!»…«Certo,
ho la coscienza sporca…!»…«Lo
vedi che hai cose da
nascondere!!»…«Sì AH BEH
CERTO io sono sempre quella con gli scheletri
nell’armadio!»…«Non
nell’armadio, magari! Ma dentro il telefono
sì!»…«Aaancora con quella
storia!»
…tanto che Ryo si avvicinava a Rika, la quale li contemplava
a braccia conserte. Il ragazzo li indicò «Ho come
la sensazione…che quelli si siano messi in testa di fare
concorrenza a noi due. Pfff, non ho mai visto domatore e Digimon fare
una roba simile!»…«…ora
capisco molte cose…!» precisò la
ragazza celando un sorrisetto…
«Almeno se ti costa tanto parlare di te sai farti uscire
quattro parole su questa gente?!»…«QUALE
gente?!»…«Non lo so dimmelo un
po’ tu: i nostri nemici,
forse!»…«Eh-E che devo
dire?!»…«Chi sono?! Sembrano avercela
molto con te, l’altra notte ti hanno teso un agguato! Che
conto in sospeso avete?!»…«Io non mi
mischio, caro, con la gentaglia!»…«Non
ti credo: dì la
verità!»…«Ahi-cominci pure a
spingere?!»…«Quelli hanno smosso mari e
monti per venire a cercarti, ti sei rifugiata sulla terra per sfuggire
a loro e adesso ci hanno attaccati!»…«Ah
quindi adesso sarebbe MIA la colpa per il fatto che ci sono dei nemici
che attaccano la terra?! Nemici che IO combatto adesso neanche dico il
merito di combatterli ma pure LA COLPA per il loro attacco ah nooo,
questo è troppo! Non sono disposta a sopportare a-ancora
questo processo fatto senza concedere all’imputato
possibilità di
replica!»…«TUTTO TUO! Hai ampio spazio:
esercitala, la tua facoltà di replica! Noi ti
ascoltiamo!!!»…«E-EH----------gggRRRR!!»
mani al ciuffo per scomporlo «NON INTENDEVO ESATTAMENTE
QUESTO QUANDO HO DETTO-»…«Basta ora! Non
mi sembra il caso di litigare.» intervenne Rika, e Ryo
«Stasera siamo tutti stanchi, dobbiamo...ritornarci a mente
fresca, sebbene io sia il primo ad essere in confusione per
ciò che ho visto del cucciolo ma…!...so che
mantenere la calma in questi casi è l’unica
maniera per svangarla.» si sforzò nonostante i
suoi occhi azzurri visibilmente provati
«Takato…!...va a casa, i tuoi genitori saranno in
pensiero! Nel frattempo noi…!!...restiamo in
contatto!»…«Dobbiamo organizzarci per
risolvere la questione.» decretò Rika…
…lasciando tra i due una linea di sguardi in cagnesco
«Grrrr…adesso chiamo a testimoniare in mio favore
quella ragazza di pri-ehi, ma?! Dov’è
finita?!»…«E’ vero, Rea! Un
attimo fa era qui!»…«Se
n’è andata…»
rivelò Rika «Sembrava molto
abbattuta…» commentò Ryo, aggiungendo
«Non so perché ma ho come la sensazione che quella
lì nasconda qualcosa…»
Sensazione forse condivisa con i compagni…
La pioggia lasciò finalmente il posto al solo sibilo del
vento, e questo sembrava intonare un motivo struggente per Rea, giunta
al portone della sua casa, ma con poca voglia di aprirlo.
Prendere le chiavi dalla borsa non è però un
così grande sforzo. E alla fine anche salire al proprio
appartamento è fattibile. Richiudersi la porta alle
spalle…
…e far visita al proprio figlio, addormentato nel suo
lettino, al quale sua madre non poteva risparmiare quella carezza, che
ancor più rese bello il suo sonno già forse
allietato da dolci immagini, che dipingevano un sorriso sul suo
visetto. E lacrime negli occhi della madre «Dormi,
piccolo.» lo carezzava col dito «Dormi…e
non porti le domande che mi faccio io.»
Alzandosi, e andando verso quella foto sul comodino…
…la stessa che un’altra mano, esitante e tremante,
estraeva dal cassetto della scrivania della propria stanza. Ritraeva
loro tre assieme. Sembravano felici come una famiglia. Rea, Benji, ed
Henry che ora strinse al cuore l’immagine.
Come faceva Rea, versando lacrime, e chiedendosi «Cosa ci
facevi tu lì oggi…?»
Il volto di Henry nella penombra lentamente accoglieva
nostalgia…rimpianto…struggimento. Voglia di
gridare. E quell’impossibilità di farlo, che ti
conduce ad un istante successivo di identica tristezza. Ma la porta
della sua stanza si apriva a poco a poco, rivelando una sagoma
femminile in controluce. Non appena Henry udì il cigolio, si
affrettò a riporre la foto nel cassetto, e si volse di
scatto non potendo nascondere il disorientamento nei suoi occhi
«Sei stato lì,
vero?»….«…Suzie! N-Non stai
dormendo…?» sussurrò poiché
la voce non lo assisteva. Sua sorella accese la luce della stanza, e
poi avanzò verso di lui «Non ci sono riuscita. Ho
trascorso tutta la notte…a girarmi, con una sensazione
terribile nel cuore. Non devi mentirmi, ho acceso la
tv…»…«Ahh!»…«Non
può reggere la scusa che Takato si sentiva triste, e ti ha
chiesto di vedervi. Forse vi siete visti ma è là
che siete andati…Henry…!»
Suzie gli prese le mani. Pallido era il volto della giovane dai capelli
scuri, assorti i suoi occhi «Le tue mani sono gelide. Non
nascondiamoci le cose, siamo fratelli. Io non sono
più…quella bambina di tanti anni fa, non so
più in che modo fartelo capire: per favore,
svelamelo…!» e lo fissò «Chi
è il Digimon che hanno preso con
loro?»...«Un'altra copia, ricreata
sull’aspetto di Cyberdramon.» rispose senza
esitazione Henry «A me questa non sembrava una copia,
Henry…!!»…«L-Le realizzano
sempre meglio, è molto difficile distinguerli dagli
originali ma questo è il loro
scopo.»…«Papà ha risposto la
stessa cosa…»…«Vedi? Te
l’ho detto…n-niente illusioni,
Suzie…» Suzie tacque…seguitava a
fissarlo. Lui cercava di mostrare tranquillità, nonostante
fosse tradito da quello smarrimento nei suoi occhi grigio scuro
«…siamo alle solite. Dovremo farci
l’abitudine.» ma Suzie replicò
«E’ da quando ho visto quella scena che nel cuore
percepisco…» stringendo gli occhi, e prendendo
fiato poiché non era facile da confessare
«…la chiara, netta sensazione di un caro amico
prigioniero, in pericolo!»
Henry si volse di scatto a guardarla…
Mentre Antylamon e gli altri venivano confinati in una cella chiusa da
uno schermo di luce…
«Henry…tu non mi nasconderesti mai niente,
vero…? Se lo sapessi…me lo
diresti?»…«Ma
certo…!»…«…se tu
sapessi…lo so che per te e per papà è
impossibile, ma immagina il caso…che loro potessero tornare.
E si udissero nuove notizie sul loro conto, tu non mi terresti nascosto
niente. Vero?» Henry taceva «Capiresti che ormai
sono grande abbastanza. Ti fideresti.»
Lui le andò incontro
«Sorellina…perché hai questi dubbi?
Certo che io mi fido di te. Non ci sono segreti.»
Ma lei lo scrutava negli occhi, quegli occhi che ora lui non poteva
neanche tirare indietro «…p-perché mi
guardi così…?»…«Tu
sei sempre lo
stesso…?»…«Certo, che cosa
intendi?»…«…non so.
Sarà che a volte ho paura che il tempo mi porti
via…anche la cosa più cara che mi è
rimasta. Mio fratello…» tradendo commozione, che
lui volle sciogliere abbracciandola «Ah…Suzie. Non
so come fai ad avere queste paure. Io sono qui. E…ci
sarò sempre, ogni volta che tu avrai bisogno di
me.»
Suzie accennò un sorriso
«…sì, hai ragione. Sono una sciocca.
Che paura stupida, vero?» asciugandosi gli occhi.
«Purplemon!» N’Emo giunse di corsa dalle
scale, e si guardò attorno nella sala devastata
«Ahh!! Ma cosa è successo qui?!...
Purplemon!!!»
…sul terrazzo, dalla sfera fluttuante proveniva una voce
«…digli che se non si impegnano non riusciranno
mai a digievolvere!...
…debbono solo rintracciare quegli idioti che sono fuggiti, e
recuperare la Sfera regale: non ha importanza quanto dovranno
distruggere e neanche chi, il recupero della Sfera ha
priorità assoluta!»
N’Emo intanto si avvicinava, la sagoma era di spalle.
«Ti dico di sì!!...non resterò a lungo
qui sulla terra, ho mandato il mio servo a recuperare i cuori digitali,
lo sto aspettando da ore e comincio a perdere la pazienza, spero
davvero che-»
Parole che intimorirono il ragazzino, che indietreggiò
«…che abbia compiuto uno sterminio se necessario,
ma che almeno mi abbia riportato quanto gli ho chiesto! Intanto tu
continua a dare la caccia a padre e figlia! Non possono essere andati
lontano!»
Solo che d’un tratto N’Emo pestò uno dei
frammenti di vetro a terra.
«AHHH!!» sussultò la creatura nella
sfera e si volse «N’Emo, sei qui?!! Ma sei
impazzito ad arrivare senza dirmi niente, oggi mi volete far diventare
tutti matta!!!»…«Ah-h! Perdonami,
Purplemon…! Io volevo
soltan-»…«Dove sono i cuori
digitali?!» l’essere sembrò riacquistare
spirito con questo argomento «Me li hai portati, Cyberdramon
li ha fatti a pezzi quegli stupidi?!
Uhmuhmuhm!»…«V-Veramente
no!»…«Cooosa?!!»…«N-Non
ce l’ho fatta Purplemon!» si inchinò il
bambino aggrappandosi alla ringhiera «COOOME NON CE
L’HAI FATTA?!» esclamò con la sua voce
tanto squillante quanto instabile «Avevi un Digimon
potentissimo!!! Avevi tutto quello che ti occorreva, come è
stato possibile?! A me quei cuori mi
servivano!!!»…«Cindermon ha rovinato
tutto!»…«Che cosa hai detto?! Ma se
io-»…«E’ arrivata, ha liberato
Cyberdramon dal mio controllo, poi è giunto il corpo
speciale della polizia di Tokyo e me l’ha
rubato!»…«Ma è ridicolo,
N’Emo, ma che mi prendi in
giro?!»…«Io? No, non lo farei
mai!!»…«Dì la
verità ti stai inventando una
scusa!»…«Ma-»…«Te
lo inventi per giustificarti, Cindermon non si è neanche
presentata, perché nessuno doveva
chiamarla!»…«Ti dico di
sì!!!...
…è riuscita a digievolvere!!!»
insisteva il ragazzino nelle sue ragioni «E’
digievoluta Wolfiremon, Cyberdramon non è riuscito a tenerle
testa!!»
Silenzio…
…e poco dopo, dalla sfera «…quella
Cindermon inizia a farmi innervosire sul serio: debbo inventarmi una
soluzione drastica per non udire più il suo nome
stonato!»
Fioca e ormai lontana, la luce rossa nel cielo stellato. Ma vi erano
ancora due splendidi occhi verdi a contemplarla e ricercarla tra le
stelle in cielo, proteggendosi con la mano dal vento battente. Mano
avvolta dal guanto di merletto bianco, come il cappuccio. E quel vento
era tanto forte da non essere del tutto umano, come lei.
«Non si tratta di un’illusione dei nostri
occhi.» disse il vecchio Cyclemon, anche lui avvolto nel
cappuccio merlettato che celava i suoi occhi inumani, e che si
accostò a lei, sempre reggendosi sul suo scettro
«Quella è la luce della Digientelechia. Qualcuno
l’ha
invocata.»…«Papà…io
sai cosa
spero?»…«Uh?»…«Che
sia stata mia sorella.»
Cyclemon la fissò senza dire nulla. Ma i suoi occhi
verde-giallastro lasciavano fluire una sfumatura d’affetto e
tenerezza.
«Lei ha sempre sognato di digievolvere, un giorno.
E’ da prima che…» disse la ragazza
digitale, sospirando «…sento come se ci fosse
riuscita. Cindermon…ci manchi tanto, lo
sai?»…«…animo, Diamon.
E’ stato meglio così. Hai visto tu stessa che
siamo braccati. Spero che abbia trovato degli esseri umani buoni, e
bendisposti, che ancora non hanno scordato noi Digimon. E
questi…uhm. Ora staranno impazzendo dietro al suo
caratterino indomabile.»
Commozione era ben visibile negli occhi di quella giovane dal volto per
metà composto di diamanti. Si asciugò una
lacrima. A circondare lei e suo padre, una landa argentea desolata, che
faceva ricordare il suolo della luna. Non vi era traccia di vita, se
non fosse stato per gli ultimi residui, ormai confondibili con le
rocce, di umili e basse abitazioni.
«Ormai siamo arrivati. E’ stato un lungo
viaggio.» disse Cyclemon, stringendo lo scettro sulla cui
sommità scintillava una sfera cristallina «E
più di una volta abbiamo temuto. Ma adesso dubito sul serio
che Sandmon verrà a cercarci qui. Questa sezione Digiworld
è ormai abbandonata da dieci anni, e nessuno vi si addentra,
per timore che il D-Reaper si risvegli e lo travolga. Come fece allora.
I Supremi…sono qui attorno. Non sono lontani. Ma nessuno
deve distoglierli dal loro compito. Ho scelto questo luogo fra tutti
proprio perché dimenticato e considerato pericoloso. Ma il
caso, o il Cielo, vuole che proprio qui io incontri l’aiuto
di due buoni amici. Seguimi, figlia
mia…»…«…vengo,
papà!» e in una rapida e agile corsetta, raggiunse
il padre.
…pochi minuti dopo, Cyclemon si apprestava ad entrare in un
luogo buio dalla singolare porta a lastra circolare roteante
«Mi duole profondamente domandarti questo, figlia
mia.»…«Perché
papà? E’ giusto…! Tu hai fatto un
grande sforzo per giungere qui. Ed anch’io debbo fare il mio
dovere.» pronunciava con la sua voce dal timbro particolare,
ma gentile, sempre premurosa. Suo padre le carezzò la spalla
adagiandovi lo scettro con la sfera «Persino la Sfera regale
vuole salutarti prima di separarsi da noi. Ammira il tuo coraggio.
Perdonami Diamon…se fosse per me vorrei vedervi giocare,
sorridere e lasciarvi andare alla leggerezza dei vostri giovani anni.
Sia te che tua sorella. Ma purtroppo…tempi duri affliggono
il nostro mondo dimenticato da molti. E questo ci chiama a stringere i
denti per tirare avanti. Debbo chiederti di restare a fare la guardia,
finché sarò dentro. Non possiamo correre il
rischio che i nemici ci scoprano proprio adesso. Lo dobbiamo agli amici
da cui sto per andare. Gli unici…che hanno scelto di restare
in questo luogo, che è la loro casa. Per tutto il resto
della vita…»
Diamon era ancora commossa…ma i suoi occhi erano immobili,
sapeva bene a cosa il padre alludesse, dinanzi a quella che seppur
anomala, doveva essere un’abitazione. Sembrava molto vecchia
e malandata, la porta a lastra circolare cigolava in quel vento
terribile.
«Faccio presto. Scusa per ciò che ti
chiedo.» ribadì Cyclemon, ma Diamon rispose seria
e consapevole «…non siamo più bambine,
papà.» aggiungendo poco dopo, lasciando andare un
sorriso «Però un poco così lo siamo
rimaste.» tanto che prese lo scettro e…come fosse
un essere vivente, diede un bel bacione alla sfera «Ciao,
Sfera regale!» salutò con mano, e con
ingenuità «Ci
mancherai!»…«Uhmuhmuhm!» si
divertiva suo padre «Però noi ti mettiamo al
sicuro perché non lo saresti altrimenti con noi. Quando la
guerra sarà finita torneremo a prenderti: tu intanto fa la
brava!» dimostrando così un pizzico di spontaneo
animismo infantile. Poi si scambiò un cenno col padre, e
questi si inoltrò nel buio all’interno della casa.
…la Sfera era l’unico corpo a brillare in quel
luogo in cui avanzava il vecchio Cyclemon, che sembrava di tenebra e di
abbandono. Ma così non era, ed i suoi occhi pazienti
dovevano saperlo, infatti al termine del cammino si arrestarono.
Ed attesero che i luccichini sulla superfice della Sfera delineassero a
poco a poco l’accenno debole di figure e forme lì
con lui…
Si udiva una voce «…sei arrivato, vecchio
amico…»
Anch’essa sembrava molto anziana. Forse femminile. Mentre
l’altra era maschile «…ormai non ci
speravamo più.»
Cyclemon parlò «Allora siete in debito con me.
Sono risultato il più forte in fatto di speranza.
Io…non ho dubitato per un istante che vi avrei trovato qui.
Dove vi avevo lasciati.»
«Eheheh…e dove saremmo potuti mai andare, ridotti
così…?» disse l’anziana
«Alla nostra età…non è
più tempo né di viaggi, né di
passeggiate. Se sapessi…che non abbiamo più la
forza neanche di litigare fra di noi.» disse
l’anziano.
Il loro parlare era gentile, quieto, venato di scherzo e di simpatia.
Seppur molto provato da anni che sembravano
un’eternità.
Li delineava a poco a poco una luce non più intensa del
riflesso delle stelle. Le loro sagome si intravedevano appena, erano
due creature poco ingombranti. Basse. La bocca di lei sembrava cucita
con i punti, anche se, non senza sforzo, la muoveva ancora. E riusciva
ancora a sorridere.
Lui era ormai coperto da capelli, e barba bianca. Costituivano un
cespuglio. Come gli antichi uomini delle caverne. Spuntavano solo i
piedi.
Erano adagiati su di un letto «Guarda,
Jijimon…» accennò quella vecchietta dai
capelli raccolti, che parlava lentamente, tanto quanto lentamente
alzava un braccio ormai privo di forze, escluse quelle conferite da
un’antica amicizia «La leggendaria Sfera
regale…brilla sulla cima del bastone del nostro caro vecchio
Cyclemon…»…«…si
è sempre dato un sacco di arie, non è
cambiato.»
«E’ vero.» ammise umilmente Cyclemon,
aggiungendo «…dai tempi in cui formavamo una
squadra.»…«Ahhh…che bei
tempi…» disse la vecchietta digitale, e
l’altro «Li ricordo come se fosse ieri,
Babamon…»…«Oh ma non hai
più l’aspetto di allora, Jijimon.
Ascolta…»…«Dimmi, moglie
mia…»…«M-Mi
prenderesti…a-allungheresti il tuo bastone per prendermi un
bicchiere d’acqua, per favore? Scusa, io non ci
arrivo.»…«Certo…oh-h…»
Cyclemon attendeva paziente i loro ritmi lentissimi, raccolto con loro
nella penombra. Jijimon, il cespuglio di barba e capelli, cercava
debolmente, sollevando con difficoltà un bastone a forma di
zampa artigliata, di raggiungere una ciotola «Coraggio, ci
sei quasi…» fece sua moglie Babamon. Ma
d’un tratto «Se permettete faccio io, non
offenderti, amico caro.» disse Cyclemon, e facendo brillare
la sua sfera…
…illuminò la ciotola, permettendole di fluttuare
e di raggiungere le mani tese di Babamon «Ahh…meno
male che ci sei tu. Se aspettavo mio marito…morivo di sete.
Ho sempre sete in questi giorni. Non so perché.
Sarà la
vecchiaia…»…«…non
sei poi così vecchia, moglie
mia…»…«…lo sono
necessariamente…visto che ho più o meno la tua
età…»…«A-Ahhh…»
Jijimon alzò il bastone appena, ma non ebbe forza, e ricadde
«E’ inutile…anche se ci provi non ce la
fai a picchiarmi. Capisco che il desiderio ti è rimasto. Ma
le forze ci stanno lasciando. Eh sì…
…il nostro giornaliero “momento della
lotta”…è ormai un ricordo lontano. E
molto presto…» narrava l’anziana Babamon
«…lo diventeremo anche
noi.»…«Ahhh…lo diventeremmo
se qualcuno potesse ricordarsi di noi, moglie mia. Ma è
impossibile, qui è rimasto solo il tipo del supermercato in
cima alla montagna, da cui mandiamo il Digignomo che ci fa la spesa.
Ahhh…ormai non ce la facciamo più ad uscire di
casa. E’ inutile. Ed è una nostra
scelta…dobbiamo assumerci le nostre
responsabilità, Babamon. Siamo noi che a dispetto di tutto
abbiamo fatto…ah…abbiamo fatto…la
lingua di fuori all’emissario che ci veniva a dire di
evacuare casa per trasferirci in un’altra sezione, e
l’abbiamo rispedito dai Supremi che l’avevano
mandato. Questa è la nostra casa…»
lasciando che la debole luce delineasse coperte,
gomitoli…tutto ciò che di solito compone le case
degli anziani. Jijimon descriveva «Si può chiedere
tutto a due vecchi…meno che separarsi dalla loro vita di
tutti i giorni.» e Babamon «Ci siamo intestarditi e
abbiamo fatto disperare le autorità. Ma non torniamo sui
nostri
passi…eheheh…»…«Noi
qui abbiamo tutto. E vogliamo…che sia questa porta cigolante
la porta a cui verrà a bussare la morte, quando
arriverà.»…«Ben detto,
Jijimon…»…«Una volta tanto
che mi
appoggi…»…«…ti ho
appoggiato quando abbiamo scelto di restare. Non
ricordi…?»...«Ah
forse…vagamente…»
Una luce malinconica riflessero gli occhi di Cyclemon «Ma
siete sicuri di voler restare…? Io ho fatto tanta strada per
chiedervi un grosso favore, ma…sarei disposto ad accettare
che è stato inutile…qualora voi mi diceste che
avete deciso di mettervi in
salvo!»…«Basta così,
Cyclemon…» disse la vecchia Babamon «Io
sono sicuro che tu ci capisci.» disse Jijimon. Cyclemon
chinò il capo, descrivendo «In tutto Digiworld,
non vi sono creature che siano…più sagge. Il
vostro cuore vi ha sempre permesso di vedere
lontano.»…«Se sapessi…vedo
appena i tuoi occhi, Cyclemon.» disse la vecchietta
«Ed io il bagliore della tua
Sfera.»…«La Sfera…»
ripeté Cyclemon…
E questa si innalzò «Ohh…guarda,
mogliettina.»…«La Sfera si è
distaccata dallo scettro.»
Cyclemon descrisse «Solo di voi mi posso fidare. Un terribile
nemico non ci lascia vivere in pace, e sta devastando spietatamente le
terre sulle quali abbiamo camminato, col solo intento di distruggere me
e le mie figlie. Ed impadronirsi dell’energia di
Digiworld…racchiusa nella Sfera
regale.»…«Cyclemon…»
esprimeva l’anziana Babamon
«…perché i Digimon sono così
cambiati? Erano un popolo di creature buone…quando eravamo
giovani noi.»…«Adesso ognuno pensa agli
interessi personali. E non si fanno scrupolo di compiere cattive azioni
alle quali noi non saremmo mai arrivati…»
continuava Jijimon.
«Il mondo gira, e i suoi abitanti cambiano.»
pronunciava profondo e solenne Cyclemon, forse anche un po’
triste, aggiungendo «Però! Anche se soffia un
vento ancor più rigido e siamo soli, noi restiamo stretti
l’un l’altro. E non perdiamo la
speranza.»…«…sempre il solito
vecchio chiacchierone…però fa piacere
ascoltarti.» disse la vecchina, mentre la Sfera volava lenta
tra lei e suo marito, il quale «Sentirti nei tuoi
intramontabili sproloqui ci fa ricordare di quando ancora…lo
ricordi moglie mia?»…«Certo,
Jijimon.»…«Ma se non ho ancora detto
cosa.»…«Il colore delle
rocce.»…«Brava. Come hai
fatto?»…«Ti conosco da tempo
sufficiente.»…«E’ vero: mi
ricordo di quando ancora le rocce di questa sezione erano
rosse.»…«In dieci anni, e abbandonate
dai suoi abitanti sono divenute del colore dell’argento. A
volte non mi sembra più casa mia. Ma altre…mi
accorgo che è sufficiente chiudere gli occhi per sentire che
dopo tutto è sempre quel caro buon vecchio vento a soffiare
da queste parti.» descrisse l’anziana,
rimboccandosi la coperta «…eh…povero
Digiworld…»…«Quante ne ha
viste…» completò il vecchio
Jijimon…
…e nel socchiudersi malinconico dei suoi occhi, Cyclemon
disse «Mia figlia è di guardia alla casa. Se non
fosse prudente vorrei mostrarvi come si è fatta
bella…Diamon…»…«…la
immaginiamo, mio caro.» disse Babamon «E presto
potremo vederla…» aggiunse Jijimon, e aggiunse
ancora «…assieme al mondo che ricordavamo e che
abbiamo amato quando era ancora ridente e pieno di creature, al momento
in cui chiuderemo gli occhi…»
…Diamon da fuori era come se udisse le loro parole ed il suo
volto era solcato da due diamanti in più, le sue lacrime,
ferme, scendevano senza che il vento potesse metter loro alcuna
fretta…
…mentre suo padre descriveva all’interno della
casa «…vi porta comunque i suoi saluti. Vi ha
sempre amati…come si amano dei
nonni.»…«…e noi le vogliamo
bene come ad una nipotina.»…«A
lei…e anche alla piccola Cindermon. Non scordarti di lei,
vecchia mia.»…«Non potrei mai.»
«…Jijimon, Babamon, avete chi si prende cura di
voi? Potrò riprendere tranquillo il mio
viaggio?»…«Oh, ma certo, Cyclemon! Non
temere. Certo che abbiamo chi si occupa di
noi.»…«Sono rimasti in pochi qui, ma a
sufficienza per due poveri vecchi come noi.»
completò l’anziano Jijimon. Poi sempre lui
«C’è il Digignomo che ci fa la spesa.
Anche se a volte non si fa dare il resto.» dunque sua moglie
«E poi c’è il nostro badante,
ovviamente.»…«…il vostro
badante? Chi è, non lo conosco.»
domandò Cyclemon, e la vecchia Babamon
«Certo…!...è un così caro
ragazzo. Si prende cura di noi da dieci
anni.»…«Sicura non siano
undici?»…«Vecchio
ignorante…certo che sono sicura! Ricordo bene quando
è venuto qui la prima volta. E ricordo anche il
perché.»…«Dieci o undici che
siano è tanto buono.»…«E
molto premuroso.»…«Non ci manca niente
da quando c’è lui. Ci assiste
completamente.»…«Si preoccupa fin
troppo, è un po’ ripetitivo nelle sue
raccomandazioni, ma gli siamo tanto grati.» di nuovo Babamon
si rimboccava le coperte, e disse «La sola cosa che ci
rincresce, è che resterà completamente solo,
quando noi non ci saremo
più.»…«Non ha altri oltre noi
in questa sezione. Ed è troppo gracile per viaggiare fin
là dove ha degli
amici.»…«Jijimon…»…«Sì,
Babamon: hai ragione. Stiamo facendo perdere tempo al nostro amico
Cyclemon chiacchierando circa il nostro badante. Lui è
venuto qui per chiederci un favore.»
La Sfera si illuminò di dolce luce cristallina «Il
futuro di Digiworld…» iniziò Cyclemon
«…lo pongo nelle vostre mani piene di
storia.»…«Ci stai dando dei vecchi,
brutto presuntuoso?» Babamon alzò scherzosamente
la sua scopa. Cyclemon si capì che sorrideva, anche se aveva
la bocca nascosta «Custodite la Sfera regale. Nelle mani
della mia famiglia non è più al
sicuro.»…«Tranquillo…nessuno
verrà a cercarla in questa terra fantasma.» disse
la moglie, poi il marito «E in questa casa di poveri
vecchietti.» poi Cyclemon «Sapete che siete
tutt’altro che questo: voi siete i più anziani
Digimon, e custodite la somma sapienza della nostra specie. Il vostro
umile aspetto è stato sempre e soltanto
apparenza.»…«…lo hai sentito,
Jijimon?»…«Ci ridà
inequivocabilmente dei vecchi.»
Ancora Cyclemon «Alla vostra grandezza mi
affido…per la selezione di un erede.»
I due vecchietti digitali, stranamente, tacquero.
«L’erede del nostro mondo digitale. Colui che ne
accoglierà l’energia. L’unico che
potrà essere in grado di farlo rifiorire, e consegnarlo al
futuro. A quell’eternità che i tempi in
mutamento…
…e le tenebre sempre in agguato…
…sembrano volerci negare. Vi prego, amici miei.»
Le sagome di quelle creature vecchissime si intravedevano appena grazie
alla luce della sfera. La vecchia Babamon parlò
«Lo sai, Cyclemon. Sapevamo che ce l’avresti
chiesto…»…«Ah! Lo
sapevate?»…«…ancora ha la
forza di stupirsi, moglie mia, nonostante abbia…quanti
anni?»…«Ah. Troppi per essere contati.
Aiutami a prendere la sfera, marito mio…» Questi
usò il suo bastone. Babamon tese le braccia e
«Ohp! Eccola. Però…è bella
lucida.»…«…la limpidezza del
futuro…» sussurrò Cyclemon,
dopodiché…
…con il semplice gesto di Babamon che la infilò
sotto la coperta, si comprese che l’accordo era saldato
«Porta un bacio alle tue figlie. E tanti auguri per il
prosieguo del vostro viaggio. E non temere per il futuro.»
disse l’anziana Babamon, terminando «Noi sappiamo
da molto chi scegliere.»
Si fece l’alba su Tokyo.
Raggi ancora rossastri del sole tra i palazzi filtravano dalla finestra
e carezzavano il volto di un uomo che dormiva nel suo letto, seppur la
sua espressione fosse corrucciata e cupa, come tra le braccia di un
incubo.
«Sembra essersi addormentato.» disse Kazu,
asciugandosi la fronte «Che notte terribile. Ha bevuto di
nuovo. Così non si può andare avanti,
papà, ti rovinerai.»
Emetteva deboli, inquieti suoni. Il mondo interiore di
quell’uomo sembrava distante anni luce dalla pace. Ma
inaspettatamente sul suo viso giunse una carezza «Povero
papà.»
Suo figlio lo guardava con occhi buoni «Mi hai reso la
crescita un inferno. Ma io ti voglio ancora bene. Non è
bastato che tu mi picchiassi, neanche dall’inizio per altro,
ma da quando ero grande abbastanza per non aspettarmelo. Ma io ancora
ti vedo come il mio papà di allora, quello che mi comprava
le riviste dei Digimon, quando c’era ancora la
mamma.» e l’accenno di un sorriso
«Potessi portarti a Digiworld. Una magia come quella che mi
sfiorò dieci anni fa, la merita anche un poveruomo come te.
Aspettami qui, vado a stendere i panni. Finalmente ha smesso di
piovere.»
Così si allontanò. Ma suo padre riprendeva a
girarsi nel letto. Le sue labbra biascicavano «…me
la pagherete…e molto cara.»
Kazu stava maneggiando le mollette quando «Oh!» un
lenzuolo gli sfuggì «Oh, no accidenti!
E’ finito nel cortile. Mi toccherà ad andare a
riprenderlo. Cavolo, lo avevo appena lavato!» Ma non
potè che rassegnarsi.
Il ragazzo viveva in un umile condominio, il cortile era angusto e
pieno di rifiuti. Ma quel che meravigliò Kazu fu udire una
voce «…ti ho detto di andarcene, non
qui!!»…«E perché no?
E’ terribilmente eccitante tra
l’immondizia!»
«Oh?!» fece il ragazzo, che si nascose dietro la
porta appena aperta.
«Ma perché qui ci abita un mio ex-alunno!! Che per
altro si è trasformato in oscuro delinquente di
strada!»…«E allora spiegami
perché ti ho beccata proprio qui fra tanti
posti!»…«Che domande, perché
devo spiarlo! I genitori del suo amico sono disperati e poco manca che
siano pronti a pagarmi per le preziose informazioni che rifilo
loro!»…«E per quale motivo devi spiarlo?
Credo…che per un lavoretto del genere sia sufficiente la tua
fantasia, cara maestrina! Rigorosa e sostenuta signorina Asanuma,
mmm…smack!! E’ proprio il tuo lato rigido che mi
fa impazzire di te!»
Occhi spalancati per Kazu, alla vista di quei due che si baciavano.
«Falla finita idiota ci possono vedere e ho voglia di tutto
meno che salti il piano proprio adesso che è perfetto: hai
con te le foto?!»…«Per chi mi hai
preso.»…«Bene, fantastiche!
Fotomontaggio riuscito alla grande, questo sciocco col passamontagna ha
proprio il tatuaggio di mio marito! Quando il giudice le
vedrà gli salterà la
parrucca!»…«E anche la toga. Ma non hai
scrupoli? Questo è illegale, signora
maestra-ouch!»…«Che scrupoli e che
illegale?! Al diavolo i principi morali, predicati per anni ottenendo
immondizia! Come questa! Quello schifoso mi ha portato via mia figlia
ma io lo farò marcire in galera, e se lui gioca sporco
facendo risultare che sono pazza allora io gioco più sporco
di lui!» picchiando col dito sulle foto «E lo
faccio passare per un DELINQUENTE anche se grazie a una montatura,
ma…!!...in fondo non sono poi così disonesta:
semplicemente aiuto la legge a scoprire ciò a cui non
è ancora arrivata.» dichiarato con occhi
sconvolti…
…ma mai come quelli di Kazu: al quale però stava
salendo un topo lungo la gamba «Ahhh!!»
«IHM!»…«Chi è
stato?! Ho sentito un grido, ma qui non conta tanto cosa abbia sentito
io quanto…»
…mentre il ragazzo si affrettava a fuggire su per le
scale…
«…quello che tale indefinita presenza abbia udito
del nostro dialogo, signora
maestra.»…«Del resto io sono innocente!
Basta delineare il mestiere che faccio, è e
resterà il lavoro più retto e onesto al
mondo!» declamò Asanuma avanzando a passo deciso
«Nessuno può incolparmi di nulla-oh?!»
fino a quando non vide qualcosa a terra
«Ihm!»…«Che hai
visto…? Oh? E’ semplicemente un topo.»
disse quell’uomo magro, dalla voce fonda, e che aveva un
tatuaggio a fiocco di neve sull’avambraccio
«Mi chiedo come mai non urli e scappi impaurita come tuo
solito.» scorrendole il dito tra i capelli, ma lei si mise a
pestare l’animale «E-E vattene, bestiaccia,
sparisci!! Lascia subito quello che hai in
bocca!!»…«Lo tratti come un tuo
alunno.» Asanuma si chinò rispondendo
«Sarà che inganna il tempo con gli stessi
mezzi!»
…e rialzandosi, aveva una carta tra le mani. E fuoco di
determinazione negli occhi «Una carta…dei
Digimon.» osservò con aria attenta
quell’uomo…
...mentre Asanuma la roteava tra le dita «…Kazu,
Kazu, ti avrò detto mille volte che non si origliano le
conversazioni private. Non hai imparato nulla, tanto che temo
dovrò trattenere la tua cart-qual è fra le tante?
Ohhh…» sembrò colpita «Carta delle ali…»
…mentre Kazu era arrivato alla porta di casa col fiatone ed
una preoccupazione nell’animo…
«Kazu Shioda…tu possiedi le ali?» si
chiese Asanuma assottigliando gli occhi dietro quella carta.
«Due sono le nostre priorità.» spiegava
il Digimon racchiuso nella sfera di luce, al ragazzino inchinato sul
terrazzo «Due come i mondi su cui si estende la nostra
azione. Da un lato, la terra. Ed i cuori digitali che lì
sono germogliati. Si tratta di riserve di energia inimmaginabili. Non
possiamo per alcun motivo tralasciarle.» N’Emo
apriva i suoi occhi, che come una brace sembravano ardere nella
meditazione di un progetto.
«Purtroppo, per una dannatissima sfortuna,
c’è Cindermon, lì sulla terra a
proteggere coloro che detengono il cuore digitale!»
sentenziò la sagoma dal cappello a punta «Dobbiamo
assolutamente impegnarci per spezzare il legame che l’ha
congiunta ai Digimon Tamers di dieci anni fa! E al contempo acquisire
una forza sufficiente per schiacciare lei!!...» stringendo il
pugno «…in ogni sua forma e digievoluzione!!
Cyberdramon poteva essere una risorsa magnifica ma ce lo hanno portato
via!»
«Purplemon…» accennò
N’Emo «…con chi parlavi prima?»
«Io?! Ah! Ma con i miei subalterni a Digiworld, ovvio!
Conosco chi può servire la nostra causa anche nel mondo
digitale, devi sapere che anche lì si è venuta a
materializzare una preziosissima fonte per noi indispensabile: la Sfera
regale…»
«La Sfera regale…?»
«Uhmuhmuhm, sì…pensa che sorregge il
sistema con la sua energia!» specificò
allettata…
«Ahh! Dev’essere potentissima!»
«Ma purtroppo degli stolti stanno facendo i salti mortali per
allontanarla dalle grinfie dei miei sudditi!...comunque nessuno
può fuggire in eterno. Alla fine cederanno…sono
soltanto un misero vecchio Digimon con la sua svenevole e indifesa
figlioletta.»
«Digiworld attende un erede.» comunicò
Cyclemon nella landa dal vento battente, in un suggestivo contrasto di
alba e nuvole che si specchiava nei suoi occhi…
«Come stanno Babamon e Jijimon, papà?»
chiese la giovane e leggiadra Diamon. Suo padre chinò il
capo «…sono sempre più anziani. E le
loro energie…sono ormai arrivate alla fine.»
Diamon chinò il capo…e al sibilo del vento si
congiunse il sussurro del suo pianto…
«Ma anche ora non ci voltano le spalle. E noi non dobbiamo
demordere.» tanto che Diamon si asciugò
prontamente gli occhi «Sì, hai ragione
papà.» e si alzò «Dobbiamo
proteggere Digiworld finché sarà
necessario.»…«Nostro dovere è
riprendere il viaggio, figlia mia.»
Cyclemon avanzò lento, reggendosi al suo scettro ormai privo
di sfera «Babamon e Jijimon si concentreranno e sceglieranno
colui che assumerà il controllo del nostro mondo, ponendosi
come nucleo centrale attorno a cui confluirà tutta
l’energia. Attraverso questo delicato passaggio di
consegna…cerco di preservare le ultime risorse di Digiworld
dagli artigli dei
nemici.»…«Papà!...»
Diamon camminò sulle sue candide scarpe, ed anche nel vento
si distinse per il suo bel portamento «Perché
Sandmon si è così accanito contro di noi? Non
l’avevamo mai incontrato, prima d’ora. Non gli
abbiamo mai fatto del male. Eppure assieme ai suoi sudditi non ha fatto
che
attaccarci.»…«Uhm…Sandmon.»…«Tu
lo conoscevi? Hai molti anni ed un’estesa percezione di tutte
le creature del nostro mondo. Avevi udito di lui prima
d’ora?»…«Devi sapere, figlia
mia, che esistono alcuni Digimon che…
…come dire…
…appartengono ad una natura
particolare.»…«Una natura
particolare…?» Diamon si scostò i
capelli dalla fronte, con le sue unghie smaltate di bianco
«Cos’è che li distingue da noi
altri?»…«L’origine.»
specificò Cyclemon e camminò «Nella
Città della Rinascita…i Digimon vengono alla luce
e si rigenerano. I dati e lo spirito confluiscono nel Digiuovo e fanno
germogliare nuova vita, generazione dopo generazione. Così
il popolo dei Digimon si rinnova.»
Il vento faceva volare il manto della ragazza digitale, che senza
parlare attendeva che suo padre proseguisse.
«Ogni Digimon, pur essendo una creatura digitale ha
un’anima e un cuore. Ma esistono dei
sistemi…» chinando il volto, in una cupa
espressione «…per manipolare la vita artificiale e
privare un essere vivente della sua intelligenza e della sua
volontà. Farlo soltanto un recipiente, e convogliare al suo
interno unicamente…
…potenza
distruttiva.»…«Ahh!» Diamon
sussultò.
«Sandmon…non riesce a capire le nostre sofferenze,
e la nostra umanità, perché non è
venuto alla luce nella Città della
Rinascita…» alzando occhi malinconici verso
quell’orizzonte lontano «E’ stato
costruito come una macchina. Esclusivamente per uno scopo
malvagio.» un altro passo «E’ per questo
che ora dobbiamo viaggiare. E riunire tutti i Digimon che vorranno
spalleggiarci in un’unica grande armata: per contrastare le
mire sue, e di chi agisce dietro di
lui.»…«Papà…
…chi è stato a crearlo?»
Cyclemon tacque, ma i suoi occhi erano persi in ricordi e riflessioni.
«Dobbiamo riflettere con calma…»
mormorava Purplemon, ma la sua mano all’interno della sfera
si apriva e si chiudeva attorno alla bacchetta, e la sua voce era
tremula «…se ci lasciamo prendere
dall’agitazione non conseguiremo i nostri obiettivi!
Allora…un problema alla volta. Qui! Sulla terra, allo stato
attuale non abbiamo un Digimon potente abbastanza da aprirci la strada,
e prevalere sui nostri nemici!»
«Posso cercare di procurarmene un altro come ho fatto con
Cyberdram-»…«Lascia stare! No senti
N’Emo guarda…fatica inutile, si perde
più tempo a cercarlo, a aprirgli la testa, privarlo dei dati
necessari e assoggettarlo al nostro
controllo!»…«Ma io sono
bravo!»…«Sì lo hai ampiamente
dimostrato!»
N’Emo abbassò il suo sguardo, dispiaciuto.
«Senti…! Facciamo prima ad agire in
un’altra maniera, ho avuto un’idea in
proposito…» al che il ragazzino tornò
ad alzare gli occhi, assorti ed attratti, che si posarono su quella
mano che non smetteva di muoversi «Dopo tutto ho pensato
che…
…se ce l’abbiamo già è
inutile andarlo a cercare!»…«Ah! Ti
riferisci
a…?!»…«Sì!
Sì no perché vedi dopo tutto sembrava…
…molto scarso, di livello deludente, però ho
potuto sperimentare…
…che quando si arrabbia…scatena una potenza che
non è poi così scartabile. Il problema attiene al
controllo. Non è del tutto dalla nostra parte, è
legato al passato e si rifiuterebbe di servirci.»
…Growlmon infatti girava inquieto per la casa
«Devo trovare un modo per fuggire di qui!»
N’Emo aprì dunque l’espressione
«Posso estrarre i dati anche da lui, e renderlo una
marionet-»…«NO no no
no!»…«…oh?»…«Inutile.
Se non dannoso. Il processo è reversibile, un conto
è creare da zero un Digimon preposto a tale funzione. Un
altro e fare questo lavoro su uno di loro che ha avuto una regolare
origine. Al primo inconveniente spezza i fili che lo legano,
no…! Ci vuole qualcosa di più efficace, che non
si limiti ad aprirgli la testa…
…ma che scavi fino al suo cuore!!» stringendo di
colpo la mano attorno alla bacchetta.
«Il mio coltello non è così
lungo!» obiettò il ragazzino, ma il Digimon
rispose «E invece ti sbagli N’Emo perché
può arrivare ad esserlo: pensaci bene, quale ricordo
principalmente gli conferisce forza e speranza?» Quella
domanda sembrò suscitare rabbia in N’Emo, che
rispose aspramente «Il suo
domatore!»…«Perfetto! Vedi che ci arrivi
se ti sforzi un po’? Tuo compito sarà disintegrare
fino all’ultimo pezzetto quel legame sdolcinato: cosa di
più facile??? Il moccioso a cui ha tanto voluto bene si
è appena accaparrato un altro compagno, se non erro
è lui il nuovo domatore di Cindermon, giusto? Bene!
Basterà spiattellargli la realtà dei fatti e
capirà di essere solo al mondo, se gli estraiamo dal cuore
il ricordo dell’affetto di quel ragazzo la sua
volontà diventerà fievole e manovrabile e al
contempo, la gelosia lo divorerà commutandosi in potenza
VENDICATIVA che noi porteremo PRONTAMENTE dalla nostra parte,
sono…abbastanza chiare le disposizioni,
N’Emo?»
«E’ tutto vero!» confermò il
ragazzino, stimolato dall’idea. Ma il secondo dopo
«Anche se…»…«No,
non ci sono obiezioni! Devi fare esattamente come ti ho detto, devi
farlo ingelosire, deve sentirsi tradito! Al culmine della rabbia
muterà in un Digimon di gran lunga più utile,
è esattamente ciò che ci mancava. Bene! Qua mi
pare tutto appurato, passiamo all’argomento successivo:
Digiworld! Ahhh…» rilasciando un sospiro.
Ma mentre l’essere chiacchierava, un pensiero attraversava la
mente di quel bambino inchinato con devozione “Purplemon
sottovaluta il carattere di Guilmon. E’ altruista. E gli
importa più di Takato…che di se stesso!”
«Anche a Digiworld le cose vanno a rilento e credo sia il
caso di procedere con una manovra invasiva: giocare ad acchiapparella
consuma tempo ed energie, piuttosto mi chiedo: fin dove arriva la
rettitudine dei difensori della Sfera regale? Potrebbe esserci qualcuno
di corruttibile. Mi viene in mente un nome. Diamon, la figlia di quel
vecchio rimbambito. La descrivono come un carattere debole,
un’irrecuperabile piagnucolona. Potrebbe essere la vittima
ideale per un raggiro!»
“Se anche gli dicessi che oramai lui fa coppia con
Cindermon…che ha trovato un compagno di battaglia, e
riacquistato fiducia, sarebbe capace di rispondermi che è
felice per lui!” realtà che sembrava preoccuparlo
e indispettirlo.
«N’Emo! Mi stai
ascoltando?!»…«Oh?!»
«Guardo che parlo anche nel tuo interesse! Lo vuoi capire o
no che ho bisogno di energiaaa? E-NER-GI-A! In tutte le forme, mi serve
per liberarmi, che sono a fare una fata se non posso esaudire i
desideri dei ragazzini perché sono imprigionata in questa
orribile sfera per opera di Digimon crudeli e malvagi?! Tu hai espresso
un ben chiaro desiderio, ed io ho promesso di avverartelo,
però tu devi aiutarmi! Sennò io ho le mani
legate, non posso darti assolutamente niente di ciò che mi
hai chiesto!»
«D’accordo…Purplemon hai ragione, scusa
se mi sono distratto. Ti prometto che ti consegnerò tutta
l’energia che ti occorre, ed eseguirò le tue
istruzioni alla lettera.»
Con mille pensieri ad affollarle la testa, Rika faceva ritorno al pub
“In qualche modo alcuni Digimon sono riusciti a oltrepassare
il varco che per anni ha separato la terra da Digiworld. Potrebbe
esserci mai la speranza di rivedere coloro a cui abbiamo detto
addio…?” ma la mano giungeva alla fronte e gli
occhi si chiudevano “E’ troppo presto per
pensarci…e sono troppe le cose non chiare. Cyberdramon, ad
esempio…perché si è comportato
così? Sembrava prigioniero. Ma poi, quando si è
liberato, non ha nemmeno rivolto la parola a Ryo. Dobbiamo
liberarlo…ma non ho idea di come! Ho desiderato risposte per
anni, ma…ora che potrebbero arrivare ho paura di
ascoltarle…!!”
…avvolta in vestiti bagnati, i suoi passi incedevano lenti
quando «Oh?» d’un tratto, nel locale
vuoto, trovò qualcuno appoggiato al bancone ad aspettarla
«Sei leggermente in
ritardo!»…«Ah-h…»…«Però
non è ancora detta l’ultima, COME VEDI il pubblico
non è andato via! Ho fatto come volevi: ho rimandato. Bene!
Adesso che sei qui possiamo finalmente…attuare il nostro
tanto sospirato spettacolo!» Ben leggibile tagliente ironia
nel suo tono, che portò Rika a compiere quel profondo,
doveroso sospiro «Himi…mi
dispiace.»…«Dispiace a me che a te
dispiaccia.»…«Davvero, mi
dispiace!!»…«”Restiamo
unite”, “non ci faremo portar via il
locale”, “ti aiuto io con lo spettacolo
perché ne ho la responsabilità”, no
sono molto commuoventi senz’altro le tue parole, Rika,
ascoltandoti dai davvero l’idea che tu sia una vera
amica!»…«T-Ti giuro che non volevo!
N-Non prevedevo che questa notte sarebbe
stato-»…«Certo, tu non lo prevedi mai!
Ma quante volte in questi anni mi sono fidata di te e poi
c’era sempre qualcosa che mandava a rotoli le tue promesse! E
una volta tua nonna stava male, un’altra tua madre aveva
perso il lavoro, un’altra ancora…!!...
…come stavolta! Avevano avvistato dei Digimon!»
Rika strinse i denti, strinse gli occhi, per poi riaprirli
«Ti garantisco che te la trovo una
soluzione!»…«Pfff, risparmiati: io non
credo più alle tue garanzie.» Himi si
scrollò i capelli e si allontanò, mentre Rika era
immobile al centro della sala, dispiaciuta e spiazzata…
Prima di andare Himi si volse «Quei tizi sono stati chiari!!
Ci faranno chiudere bottega!! E lo sai che non possiamo andare avanti
senza questo posto!»…«Sì, lo
so, LO SO! Non c’è bisogno che me lo
ricordi!» Rika sbatté la sua borsa sul bancone,
confessando «E’ il mio incubo, tutti i giorni,
tutte le notti! E da molto tempo ormai! Lo so, cosa credi?! Se non
paghiamo chiudiamo il locale, SE CHIUDIAMO IL LOCALE ADDIO SOLDI! Ho
questo ritornello sempre, ogni minuto, ogni attimo, mi rintrona nella
testa e non mi permette di
vivere!!»…«Oh, povera fanciulla! Sei tu
che non vivi? Che hai solo una madre e una nonna a cui badare? Allora
io che dovrei fare?! Rika, guardami in faccia: io ho un marito! E ho
tre figli, tre bambini che mangiano solo grazie a me che mi uccido ogni
notte, e di giorno per allestire la notte! Il padre è
disoccupato, e se io non lo sostengo poco ci manca che si dia
all’alcol! Ascolta: io ti dico una cosa.» Rika,
anche se non le andava, alzò i suoi occhi orgogliosi per
ascoltare l’amica «Io mi sono fidata di te e ti ho
considerata un’amica, oltre che una socia, in tutto questo
tempo. Però ho bisogno anche di persone fidate attorno a me.
Perciò se tu hai altro a cui pensare, ti chiedo almeno un
favore: sbattimelo in faccia e sii chiara, non farmi promesse
vane.»…«…!! Io ero
sincera!!»…«Senti, Rika. Facciamo una
cosa.» Himi, che ben visibilmente era legata a Rika
nonostante la delusione, le prese le mani «Io non ho voglia
di litigare con te, specialmente ora, con tutto quello che ci succede.
Scannarci non servirebbe ad altro che ad accelerare il processo. E
possibilmente vorrei evitare che ciò accada. Per
cui…facciamo uno sforzo. Io…andrò a
mettermi del ghiaccio sulla testa e poi riprenderò la
trafila, cercando al contempo una soluzione e una fonte per quei soldi.
Tu però fammi sapere cosa intendi fare. Fammelo
sapere…finché siamo qua dentro, si
intende.» per poi accingersi ad andar via…ma non
prima di avere udito Rika dichiarare «Ti prometto che te li
trovo, quei soldi!!...
…a qualsiasi costo, mi inventerò qualcosa! Ma io
quando faccio una promessa la faccio davvero, Himi. Io so benissimo
della tua famiglia, di tuo marito, dei tuoi figli e degli sforzi che
fai per andare avanti che non sono certo da meno dei miei! Ti ho detto
che ti avrei risolto questo problema. E se non sarà con lo
spettacolo, beh…!» lottando contro
l’insicurezza, per emergere di continuo
«…ti assicuro che un’altra soluzione la
farò uscir fuori, io te l’ho promesso: e
io…mantengo sempre la parola data.»
Himi la fissò per alcuni istanti, l’incertezza
regnava sovrana «Io non ho più idee.»
dichiarò, dopodiché si allontanò. Rika
chiuse gli occhi in quell’ennesimo sgravio che non sgravava,
e camminò per la sala tenendosi strette le braccia, come
avesse freddo “Himi ha ragione. E’ successo di
nuovo. E’ un fenomeno che non si può
arrestare.” riaprendo gli occhi, e rivelando pena alle luci
sul soffitto “Mi è bastata una mail al cellulare,
per dimenticare tutto. Ho scordato un’amica, ho scordato una
promessa. Ho scordato la mia vita e sono corsa, sperando che fosse la
volta buona.” sedette così su uno dei tavoli,
continuando a guardare lassù “E’ giusto
che faccia questo? Himi ha tanti problemi. Io dovrei sostenerla e
invece…” scorrendo il dito sul tavolo
“…come una ragazzina aspetto ancora che tu apra
quella porta che non attraversi da dieci anni, e venga a sostenere me.
Come facevi allora. Forse non faccio che sbagliare tutto e sempre. E
forse tu saresti la prima a pensarlo…” scostando
veloce alcune tracce di briciole e zucchero sul tavolo, come per
cancellare un’immagine.
Un muso da volpe dorata si avvicinava cauto ad uno schermo lucente
dalla sfumatura verde, e dal suono sfrigolante. Dopo averlo esaminato,
la creatura si volgeva «E’ impossibile
varcarlo.»
Questo fece crescere lo sconforto nel suo compagno Gargomon, che
scivolò sul muro fino a sedersi a terra
«E’ finita. Che cosa ci
faranno?»…«Bisognerebbe capire il motivo
per cui ci hanno catturati.» disse Antylamon
«Calù! Temo di saperlo. Vorranno studiare i nostri
poteri!»
Tutti si volsero colpiti «Studiarli, e
perché?!» chiese il robusto Digimon dalle orecchie
lunghe, aggiungendo «Ci conoscono, abbiamo combattuto una
dura battaglia qui sulla
terra!»…«Calù! Ma
è passato tanto tempo: e anche qui debbono essere cambiate
molte cose, non soltanto a Digiworld!» replicava sempre
piuttosto deciso e incisivo, Calumon, che non tradiva apparentemente
alcun segno di paura, bensì solo costante analisi dei fatti
e dello scenario.
«Come sarebbe a dire?» si interrogava Gargomon
guardandosi le mani a forma di mitra «Un tempo eravamo amici
e preziosi alleati della terra, e ora ci trattano come
nemici?»…«Calù! Il pensiero
dei popoli si modifica con i fatti, la storia, gli
avvenimenti!»…«Chiamatemi
sciocca.» parlò l’alto coniglio marrone,
la cui voce era più profonda rispetto al suo stadio
precedente «Ma io seguito a sperare che i nostri domatori
vengano a salvarci. Che questo inarrestabile processo di cambiamenti
abbia lasciato illesi almeno
loro.»…«…calù…»
solo un sussurro, e non una vera presa di posizione. Silenzio e
riflessione da parte di tutti, quando d’un tratto Kyubimon
«Ahh! Guardate!!» e tutti si accostarono a lei,
presso lo schermo di luce.
Questo era trasparente, e permise loro di vedere alcuni agenti condurre
un grande Digimon legato con la corda fluorescente
«E’ Cyberdramon!!!» esclamò
Gargomon «E’ stato catturato anche lui!»
constatò Kyubimon, e ancora Gargomon «Ma cosa
è successo, perché si sono scatenati tutti contro
i Digimon?» poi Antylamon «Questo vuol dire che
anche lui aveva scavalcato il varco, esattamente come avevamo
pensato.»…«Calù! Questo vuol
dire che c’è ancora una
speranza!»…«Ahh…se lo dici
tu, Calumon.» replicò Gargomon, che a stento
contrastava lo sconforto. Ma Kyubimon parlò
«Calumon vuole dire che se noi siamo qui, possono esserci
altri Digimon liberi e appena giunti sulla terra. Loro possono
accorrere in nostro
aiuto.»…«Calù!»
…mentre Akirmon e Nymon dormivano nascosti tra il folto pelo
della loro madre…
In effetti vi era un paio di stivali calzato da una creatura non umana,
che però solcava con umana apprensione le antiche mattonelle
di un luogo che non sembrava un carcere, anche se da esso si sentiva
soffocare «Accidenti, qui non c’è
neanche una televisione! Non c’è un telefono, non
ho modo di sapere cosa accade nel mondo esterno e non posso fare
niente!» era Beelzemon, all’interno della polverosa
biblioteca del convento. Sospirò e chiuse gli occhi,
bloccando la sua stessa mano «E’ meglio che mi
rassegni: è bene che stia nascosto. E che non faccia botte
di testa. Mi conosco, quando mi agito sono incontenibile. Sono le
parole di quella donna che mi hanno scosso!»
E ricordò la signora Kitagawa “Pare ci sia un Digimon che
comanda ed uno che esegue: Cindermon, inviata sulla terra, emissaria
del grande Guardianmon!”
«Cindermon…sarà veramente
un’alleata di Guardianmon?! In tutti questi anni si
è tenuta in disparte, non si è mai interessata
della vita di noi del villaggio, sappiamo poco di Cyclemon e delle sue
figlie. Però…» e lo disse piano
«…se debbo essere del tutto
sincero…nutro dei dubbi nei confronti di quella donna. E se
stesse mentendo? Non possiamo sapere di chi fidarci e di chi no.
Inoltre ho visto Cindermon assieme a Takato.»
…riavvolgendosi nella memoria la scena presso la centrale
televisiva…
«Takato non si mischierebbe mai con un Digimon malvagio. Lo
conosco! E’ anche grazie a lui se ho potuto ricostruire la
mia vita dalle macerie. Mi fido ad occhi chiusi, come se fosse lo
stesso Guilmon! Guilmon…Cyberdramon, dove sarete? Sono molto
preoccupato.» quando d’un tratto
«Beelzemon!!»…«Ah?!»
…giù dalle scale, quella giovane suora corse fino
a far volare il suo velo «Akemi! Che succede?! Oh?»
lei gli sollevò la mano, come era solita fare
«Vieni con me: facciamo silenzio e non facciamoci sentire,
debbo farti vedere una cosa.»…«Oh? Ti
prego, dimmi! E’ successo qualcosa a te o a tuo
fratello?!»…«No, ma ero in cucina, le
mie sorelle hanno acceso la tv e…
…mi hai raccontato che Cyberdramon è scomparso,
non è così? Tu lo stai
cercando!»…«Oh? Sì! E
allora?!» Akemi coprì la mano di Beelzemon con
l’altra sua mano «Resta calmo. E’
successa una cosa molto grave.» Beelzemon
trasalì…
“Una creatura
di ignota provenienza, presumibilmente un Digimon, è stata
catturata stanotte dal corpo speciale della polizia a seguito di un
duro scontro in cui sono emerse le intenzioni, chiaramente ostili,
dell’essere catturato. Il governo raccomanda massima cautela
e l’autorità…“
…via scorrevano le parole, mentre il fumo di sigaretta
velava le immagini alla tv. Ma quegli occhi marroni di ragazza, quelli
di Jeri, avevano captato ogni fotogramma “Non
c’è dubbio, è la stessa creatura che
Beelzemon ha affrontato alla centrale televisiva. E’
incredibile…” quegli occhi tradirono una pena
“…più lo vedo più i dubbi mi
assalgono.” fino a chiudersi “Non mi sembra la
meglio realizzata delle copie. Assomiglia tanto al nostro amico
Cyberdramon…
…e non comprendo come abbia fatto quella donna ad ottenere
certe informazioni, su Cindermon, e altri Digimon. Anche se a dire il
vero lei…” ma le sue riflessioni furono interrotte
dall’arrivo, dietro di lei che sedeva sul bancone, di un uomo
elegantemente vestito in giacca e cravatta, che domandò con
voce profonda «Sufficientemente
convincente…?»
Jeri si volse, con la sua sigaretta tra le dita.
Era suo padre. Era in parte cambiato dall’ultima volta. La
barba curata. I capelli più corti. Quell’abito. Ed
un sorriso che si vedeva e non si vedeva, dipinto sul suo volto
«Ho fatto come hai detto.»…«Da
dove proviene quel vestito?» si informò lei, molto
seria «Uhm. Un amico. Mi doveva un favore. E me lo ha
prestato. A questo servono le persone che aiutato. Beh…anche
a questo.»
Silenzio tra di loro, lei lo scrutava.
«Allora? Sto aspettando il verdetto. Hajime
Katou…torna ad essere un uomo più che accettabile
all’interno della società. Bendisposto verso abiti
ancor migliori di questo, e cravatte di maggior
pregio…» sistemandosi quella che indossava
«…per quando il suo ristorante, oh che va bene,
molto bene, riprenderà l’attività a
seguito della…ristrutturazione. Attualmente in corso, beh
ingrandire non guasta. Talvolta. No…?» Jeri
intanto si avvicinava…
«Che ne dici, figlia mia? Sono un padre abbastanza
presentabile per i…genitori del fidanzato della sua unica, e
diletta figlia?»
La cupa serietà della ragazza, lentamente si sciolse in un
sorriso, ampio, profondo, truccato di furbizia
«Oh…che distinto signore.»
pronunciò in un ammaliante sussurro
«…mi permetta di dirle…»
tendendogli la sua mano dalle lunghe ed elaborate unghie
«…che la sua vista mi ha abbagliato. Potrei
avere…l’onore di essere condotta
all’altare sottobraccio a lei, come una sposa con suo
padre…?»
«Uhm…uhmuhmuhm.» sogghignò
Hajime Katou «…uhmuhmuhm!» altrettanto
sua figlia era più che soddisfatta di lui, da capo a
piedi…
Una piccola tv era stata assediata da una moltitudine
di…donne in abito nero con il velo in testa. Le immagini
dello scontro della sera prima sfilavano di fronte ai loro occhi
«Non c’è dubbio.» sentenziava
una di loro «Si tratta certamente di uno dei Cavalieri
dell’Apocalisse.» (riferito al primo piano di
Cyberdramon) «Del resto la descrizione corrisponde del tutto.
E basti vedere quello che ha combinato. Il colore del cielo e la
pioggia fanno il resto.»…«Oh, sorelle
è terribile…»…«Ha
anche assaltato la centrale televisiva.» «E tutti i
cambiamenti nei dintorni, i palazzi che crollono e le banche che
sorgono indicano che il Giorno del Giudizio è alle porte. Il
denaro e il materiale ci stanno
corrodendo.»…«Preghiamo: preghiamo
perché Dio perdoni i nostri
peccati.»…«Sono d’accordo:
preghiamo!» …e così via, seguitavano
mormorii e consultazioni di vario genere…
…quando, furtivi e prudenti, Akemi e Beelzemon fecero
capolino dalla porta «N-Non vedo
niente!»…«Ptsss, la tv è in
fondo!»…«Quelle sono le tue
sore-?»…«Sì! Purtroppo quando
si mettono a guardare la tv sono peggio di una muraglia, tu almeno sei
alto!»…«S-Sì, ora mi
sporgo!» e fece del suo meglio, fino a che, anzandosi sulle
punte dei piedi e battendo «Ah!» il capo al bordo
della porta, non riuscì a scorgere «Ah!! Oh no
Cyberdramon!!...
…l’hanno catturato!»
l’inconfondibile scena dell’amico imbrigliato dalle
corde fluorescenti.
«Come ti senti questa mattina, Takato?» chiedeva
una signora al salone da parrucchiere. Il ragazzo, dopo alcuni secondi
di attesa, rispose «…bene.» sempre
sottovoce, come si era abituato negli anni «Te lo chiedo
perché ti vedo pallido, sciupato, ragazzo mio. Dormi a
sufficienza?» Takato rivelò un dolce sorriso
«…non molto a dire il vero negli ultimi
giorni.»…«Sei anche
dimagrito.»…«…beh quello
è un bene per me.»…«No, se
troppo!»…«No…mi creda
signora. Non è troppo.» e così andava e
veniva, tra i suoi oggetti, e quei gesti giorno dopo giorno sempre
più consueti «…ahhh…che mani
gentili che hai. Rispecchiano il tuo carattere. Sei un
ragazzo…garbato.»…«La
ringrazio, per il suo complimento.»…«Non
è un complimento: io dico sempre quello che penso! Dimmi:
qual è il segreto che tra tanti giovani sboccati e
maleducati ha reso te così gentile, assomigli ad un
angelo.» Il giovane si specchiò assieme alla
signora, e rivelò con espressione di visibile
umiltà «Io a dire il vero non mi ritengo gentile.
Al contrario…sento di avere tantissimi difetti.
Però…se lei mi dice questo sono contento. Io non
ho un segreto. Mi comporto…a seconda di quel che sento
dentro.»…«Vuol dire che senti belle
cose.»…«…mi trovo bene qui.
Voi clienti mi avete accolto con molto
affetto.»…«E’ naturale quando
qualcuno lo merita.»
«Io non ho un segreto.» ribadì il
ragazzo riflesso nello specchio, con il pettine tra le mani
«Però…» abbassando il suo
lieve sorriso…e poi rialzando lo sguardo
«…c’è stato un tempo in cui
sono stato molto felice. In cui…giorno dopo giorno tutti i
miei sogni sembravano starsi avverando. Ero circondato da amici.
Eravamo così uniti, speravamo nel
domani!»…«L’infanzia
è un momento magico per
tutti.»…«…lo so…ed
io da allora ho scoperto una
cosa.»…«Cosa? Sono
curiosa.»…«Che la
vita…» svelava e tanti colpi di sole quanti quelli
sulla frangetta sembravano accendere quel sorriso
dall’ondulatura malinconica che spesso aveva
«…è un qualcosa di
meraviglioso!»…«Ti piace vivere? Non
è da tutti, di solito prassi comune è voler
morire, o ubriacarsi fino all’ultima
goccia-»…«No, io no, per me non
è mai stato così!» confessava senza un
riflesso di rabbia, ma esternando una limpida trasparenza
«Io…la sente quest’aria? E’
l’aria della mattina, l’amo. Perché ho
imparato ad amarla…molti anni fa. Io credo che
l’inizio di una giornata…sia
emozionante!»…«Eheh!...quando tutti
vogliono ritardarlo ronfando nel letto. Vedi che sei
speciale?»…«Pensavo a questo quando
stavo male e dovevo alzarmi presto per andare a correre! Chiamavo a
me…» e prese un profondo respiro
«…tutta la passione che i giorni della mia
infanzia mi avevano lasciato per la mattina. E così andavo.
E a poco a poco ha fatto
effetto.»…«Basta guardarti. Te
l’ho detto, è anche
troppo!»…«No…!»
arrossiva e gli veniva da ridere «Sì! Ora non
farti prendere dall’eccesso
opposto.»…«Non c’è
pericolo: con tutto il pane, e i dolci che abbiamo in casa!»
e dopo qualche delicata passata di pettine tra i capelli di quella
signora, ribadì «Ogni mio sorriso di
oggi…è un sorriso che avanza da quei giorni, i
miei giorni speciali. I giorni in cui davvero vivevo. Crescevo!
Ero…qualcuno, in un mosaico fitto come le luci di una
città. Ma mi bastava. La mia, piccola che fosse, era della
giusta tonalità. Io…ero me
stesso.»…«Immagino con
facilità.»…«Oh…non
creda.» riprendendo a pettinarla «E’
difficile figurarsi quello che io, e le persone che avevo attorno
abbiamo passato.»…«Va così. I
problemi sono di meno quando si è più giovani.
Poi si cresce…e diventano una marea fino a che non ci muori
annegato dentro. Altrimenti come si innescherebbe il processo con cui
capisci che quei pochi, di allora che però ti sembravano
grandissimi, in realtà erano sciocchezze di
ragazzi?»…«Io non credo che sia
così.» rispose pacatamente il ragazzo
«Non si può dire che allora non avessimo problemi.
Eccome se li avevamo! Però…li affrontavamo in un
modo diverso. E’ questo ad essere cambiato, non credo sia la
quantità di problemi. Né il loro spessore. Erano
molti, allora...» venando la sua espressione di profonde
consapevolezze «…ed estremamente seri.
Eppure…» tornando ad accennare un sorriso, nel
trasparire di raggi emozionati «…qualcuno ci
concedeva le ali.»
“Vuoi volare,
Gallantmon?” nei ricordi di Takato echeggiava
una voce buona, dal suono paterno.
“E’
facile. Devo solo donarti le mie ali.”
…nello sguardo di quel giovane parrucchiere, come era grande
il riflesso di antichi affetti, che vela gli occhi, che sfuma
l’espressione, che addolcisce oltremodo i tratti del
viso…che ti trasforma in una persona più
bella…
«Non importava quanto fossero grandi. L’amicizia ti
dà le ali per volar sopra qualsiasi problema. Anche il
più esteso...» …come una massa rossa
sconfinata…
“Non ho
più la forza per lottare da solo. Ma posso cederti
l’energia che mi rimane. E le ali per volare,
Gallantmon.”
«Dall’alto fai brillare una
luce…»
“Sicurissimo.
Siete i miei amici. Mi avete fatto compagnia. Sarà il mio
dono d’addio.”
«Le tenebre, per quanto fitte non hanno speranza di
prevalere. La luce è sempre più forte. E come in
ogni storia a lieto fine…» pettinando delicato la
cliente «…ti regala un giorno in più.
Un nuovo raggio di sole. Quel futuro che ora…non
è più solo
un’illusione…»…«…quasi
non sembra
vero…»…«…ciao
Grani. Mi senti? Ho parlato di te. Avevamo promesso che non ti avremmo
dimenticato, che ti avremmo portato…»
«…sempre dentro di noi.» espresse
Growlmon, tra i rovi dell’oscuro giardino, guardando verso
l’alto «Grani, caro e prezioso amico. Non sai ora
quanto avrei bisogno delle tue ali. Questo luogo è buio e
senza uscita. Assomiglia al buco nero in cui può precipitare
la vita di ognuno di noi. Mi chiedo se sarò un Digimon
abbastanza forte anche per questo…
…ma c’è un tale silenzio attorno a
me…!...» in un sibilo di sofferenza.
Non si accorgeva che mani candide di bambino si adagiavano sul vetro
della veranda. E occhi rossi e subdoli, che un bambino mai dovrebbe
avere, puntavano sulla sua sagoma rossa screziata di nero.
«Prego,
signorina?»…«Signora.»…«Potrebbe
ripetere la sua richiesta, per favore?» domandavano alla
reception di un grattacielo a Tokyo «Ho bisogno di
informazioni! Sugli eventi di dieci anni fa: la battaglia contro il
D-Reaper! E in particolare i singoli Digimon Tamers!»
Restarono sbalorditi, gli addetti, di fronte a quella determinata
richiesta di Rea. I suoi, occhi di chi vuole ottenere qualcosa a tutti
i costi.
«Era lei!! Era là, assieme a noi!!»
confessava Henry qualcosa di per lui sconvolgente, sollevando con le
sue mani tremanti quelle delicate dall’anello violaceo
«Dunque…mi sembra di capire che sia stato un
imprevisto. Una sorpresa.»…«Ma
sì, ma sì!! Io non sapevo neanche che fosse
tornata! La credevo all’estero!!»
Gli occhi scuri della giovane dottoressa velati dalle lenti degli
occhiali si insinuavano scrutatori fra i lineamenti gentili e
spaventati del ragazzo «Questo non deve distrarti dal tuo
percorso. Era previsto che prima o poi vi sarebbe stato un
confronto.»…«Ma è ancora
presto!!...
…tanto più adesso!!»
l’agitazione prese il sopravvento e condusse il ragazzo a
camminare per lo studio «Tutto si sta complicando, ieri notte
poi…!!» I suoi occhi si strinsero, le sue mani si
aggrappavano ai corti capelli scuri «E’ apparsa
quella creatura IDENTICA, in ogni suo minimo particolare a
Cyberdramon!»…«E’ probabile
che si sia tratta-»…«NO non è
una copia NON PUO’ essere una
copia!!»…«Ahh…!» la
psicologa sussultò appena, quando Henry si volse attonito
verso di lei «Aki io so riconoscere le creazioni digitali, ci
lavoro, i falsi mi saltano all’occhio con estrema
facilità ma questo è diverso!! E se fosse
lui?!» in un crescendo di disorientamento «Se fosse
il vero Cyberdramon e se fosse in
pericolo?!!»…«Che cosa
faresti…?» lo spiazzò lei, Aki, con
quella domanda «Che cosa faresti, Henry…? Se
quel…”Digimon”…apparso questa
notte…» avanzando lenta, ponendogli il dito
là dove batteva il cuore «…fosse
realmente…l’alleato, l’amico al fianco
del quale tu e i tuoi compagni avete lottato. Se fosse la creatura che
spalleggiava il tuo amico Ryo Akiyama. Come ti
comporteresti…?»…«Io debbo
aiutarlo…!!»…«…nei
sei
sicuro?»…«…certo…!»
dichiarava Henry con la voce che gli si rompeva «Come
potrei…tradire qualcuno che è stato
così importante, per me…?!»
Ma quella risposta sembrava non bastare a dissolvere tutti gli spinosi
interrogativi «…però
c’è Rea.»…«Ah,
sì lo so!! E ho paura!!» alzandosi di nuovo
«E non c’è solo lei,
c’è anche…!!»
…mentre Rea sollevava una caramella dal posacenere sul
tavolo della hall e la offriva a suo figlio, che teneva per
mano…
«…c’è anche
Benji!!» confessò Henry, sguazzando in quel mare
ardente di dolore che lo lacerava, sotto gli occhi osservatori della
giovane dottoressa «Ho fatto tanto per tenerli
fuori…d-da tutto questo, e proprio ieri
notte…!...li ritrovo nel mezzo dell’assalto di un
Digimon!» volgendosi di scatto, incrociando gli occhi di lei
«Temo che presto non sarà più possibile
nascondere la
verità!»…«Calma,
Henry.» Aki si avvicinava, allungava la mano per carezzarlo
dolcemente «Devi mantenerti
lucido.»…«Come faccio, come faccio?!!
Tutto è contro di me!! Come dico
loro…?!!...» socchiudendo quegli occhi che
esprimevano strazio «…che in tutto questo tempo
non sono ancora riuscito a dimenticare Terriermon, che la mia nostalgia
a volte è talmente forte che mi impedisce addirittura di
lavorare! Come glielo spiego, come mi presento
loro…?!» sfumando, prossimo alle lacrime, in
quella che sembrava una pena immensa per se stesso e forse per coloro
che aveva attorno «…che persona potrei mai essere,
come potrebbero vedermi, quale credibilità potrei
pretendere, ai loro occhi?! Loro, che dovrei
sostenere…!»…«Mi sembra che
tu abbia già pensato a questo. Quando ti sei
accostato…
…a Rea hai appositamente scelto di non svelarle nulla della
tua storia. Del tuo passato di Digimon Tamer…»
…mentre Rea insisteva, e insisteva presso quella reception,
dove l’allargarsi di braccia lasciava intendere che forse non
poteva conseguire ciò che le interessava…
«Certo…n-non potevo, quando l’ho
conosciuta i primi sintomi già si erano
manifestati.» confessava Henry «Mi ricordo. Ne
abbiamo
parlato…»…«…p-pensavo…!»
accennava il giovane reggendosi la fronte con la mano
«…c-che col tempo ogni tassello avrebbe raggiunto
il suo posto! Di solito…è normale, dovrebbe
andare così. Si dovrebbero porre i ricordi
d’infanzia in una scatola e andare
avanti…costruirsi una vita…
…farsi una famiglia…» dando le spalle a
colei che seguiva attenta le sue parole.
«I-Io ho cercato, i primi tempi mi sembrava che la mia vita
stesse procedendo…r-regolare! I miei primi anni
dell’adolescenza dopo tutto…scorsero sereni.
D’accordo, un po’ di nostalgia a volte è
normale, ma…era successo da poco! Allora!!»
volgendosi ancora una volta «Ma dopo anziché
abbandonarmi questo dolore si è acutizzato!!»
spalancando i suoi occhi scuri «Il ricordo di quei giorni si
è fatto più vivo, anziché rendersi
più sfocato, volevo…!!» scorrendo di
nuovo le mani tra i capelli
«…Terriermon…!!...» fino a
bloccarsi sulla cima del suo capo «…qui! Come
allora!! Sulla mia testa, un…!!» sferrando di
scatto un pugno sul bordo del divano «…RIDICOLO
UOMO ADULTO, CON UN CAPPELLO
GROTTESCO!»…«Quell’immagine,
Henry, è la proiezione dei tuoi giorni
d’infanzia.» si manteneva calma e riflessiva Aki
«Ma dovrebbe dissolversi, e invece per me si è
accentuata!!» Henry invece sembrava aver dentro rabbia
«E’ diventata forte, mi stringe qui alla
gola…!!...fa affluire…le lacrime ai miei
occhi…» biforcando le sue dita che salivano lungo
il volto «…mi rende un uomo
inutile…c-che ancora sogna una specie di peluche a cui
confidare…!!...
…c-che si è innamorato! A CUI SOGNA DI MOSTRARE
LA PROPRIA FAMIGLIA ANCHE SE SA CHE SE N’E’ ANDATO
DA DIECI ANNI!»…«A volte si resta
ancorati a qualcosa che ci fa
male.»…«Aiutami,
Aki!»…«Ma
certo…»…«Te lo chiedo per
favore, io…!!» supplicò il
ragazzo…
…mentre Rea lasciava quel grattacielo per mano a Benji, che
sembrava essersi divertito quando lei aveva espressione triste e
delusa…
«…sento di morire…ogni giorno di
più, lontano da coloro che amo. Ma non posso offrir loro un
uomo…braccato dal fantasma di se stesso bambino. Un uomo
così non vale niente! E’ soltanto un peso.
Così ci si riduce…come
Takato.»…«Non temere,
c’è rimedio…»
…intanto Cindermon, in strada, camminava avanti e indietro
palesando nervosismo, come quando si ha un dubbio e non si sa che
decisione prendere, in quale direzione andare…
«Io però ti avevo dato delle indicazioni, Henry,
erano attinenti alla terapia. Ti avevo detto di far sì che
il tuo amico si guardasse da
“Cindermon”.»…«Quella
ragazza…!! O quel…Digimon, non lo so! Ci ha
aiutati!»…«Sei sicuro? Chi ti dice che
anche questo non facesse parte di un piano? Se non erro non sapete
nulla di questo fantomatico “nemico” appena
apparso…»…«Non
so…» mormorò cupamente Henry
«Non sono più sicuro di niente, ormai. Ho perso le
mie certezze da molto tempo…» guardando in basso,
con occhi che si tingevano di rancore…
…quando Cindermon invece sembrò acquistare una
sicurezza: e scelse definitivamente la direzione in cui orientare passi
decisi…
…ma non mancavano, per Henry, sulla candida pelle del suo
viso le carezze della giovane psicologa «…le
recupererai tutte. E’ lo scopo del nostro percorso assieme,
so che hai paura. Ma la paura è una fase prevista. Molto
presto, la tua angoscia svanirà. Ogni tassello
raggiungerà la sua postazione, esattamente come desideri.
Fidati di me,
Henry…»…«…sei
l’unica su cui posso contare. L’unica che sa la
verità.»
Una luce fuggevole, riflessa probabilmente dalla finestra,
attraversò gli occhiali di quella graziosa dottoressa.
Il passo militaresco di Cindermon si fece vicinissimo al salone dove
lavorava Takato.
La cliente stava chiedendo al ragazzo «Hai presente quel
colore biondo un
po’…scuro?»…«Le
vado a prendere il libro con le tinte, così me lo fa vedere.
Va bene?» Takato si allontanò di qualche passo, e
quando fu solo respirò profondamente, e socchiuse gli occhi,
al ricordo delle immagini della notte trascorsa “Era
irriconoscibile nel comportamento…
…ma non poteva essere un altro!! Quello è
Cyberdramon: ma allora come avrà fatto a tornare qui?! Il
varco si è di nuovo aperto?! Ma adesso…non posso
pensare né a questo…
…né chiedermi perché quel bambino,
N’Emo, mi somiglia così tanto!”
rivedendo nei ricordi costui agile ed in bilico sul bordo della strada
sopraelevata…
“Non posso neanche pensare a Cindermon: è
digievoluta grazie al potere del Digivice, allora è
realmente un Digimon, non mentiva! Ma adesso c’è
solo una cosa che conta, che viene prima di ogni altra: hanno catturato
Cyberdramon!” ricordando la creatura imbrigliata nelle corde
e poi chiusa all’interno del camion “Forse un amico
è in pericolo e noi siamo qui, con le mani legate!
E’ vero, senza i nostri Digimon siamo inermi, solo dei comuni
giovani contro le autorità cittadine! Ma dovremo pur far
qualcosa!! Henry, Rika e Ryo spero si stiano organizzando: io debbo
farmi venire un’idea…” passandosi la
mano sulla fronte…
…quando si udì chiamare
«Takato!» con una certa grinta
«Oh?!» da qualcuno che era appena arrivato.
«Chi è? Una tua amica? Che
cariiina!»…«Cindermon! Che cosa ci fai
qui?!»
«Devo parlare con te.» rispose Cindermon
«Subito, ora!» specificò decisa, a
braccia conserte e picchiettando il piede a terra.
«Ha dei capelli alternativi.» sottolineò
la cliente ma Cindermon non la degnò che di uno sguardo,
seguitando a puntare il ragazzo, che avanzava lentamente
«Ma…veramente…in questo momento sto
lavorand-»…«Anch’io!
Anch’io sto lavorando, se permetti come tu fai il tuo lavoro
io faccio il mio!»
Takato restò colpito da quelle parole…
«Uh?» con occhi prudenti e minacciosi,
l’imponente Growlmon si volse all’arrivo di
N’Emo. Il ragazzino lo guardava in silenzio, e la creatura
puntualizzò «Sei stato da lei!» con tono
di riprovazione «Come fai a esserne
sicuro?»…«Hai addosso il profumo che
emana, l’ho sentito bene perché l’ho
avuta anch’io MOLTO VICINA, benché tu la creda
prigioniera in un campo digitale fluttuante!»
N’Emo non replicò. Seguitava a fissarlo,
lì tra quei giochi nel giardino abbandonato.
«…il profumo di Purplemon è delicato e
gentile…» ma Growlmon ruggì
«…è un profumo di
cattiveria!!» per poi puntualizzare «Comunque ti
stavo aspettando!»…«Ah
sì…?
Uhmuhm…grazie.»…«Non
ringraziarmi e ascoltami! Vengo a proporti un accordo!»
avanzò il grosso drago digitale «Finiamola con
questa storia una volta per tutte! Dove siamo, per quale ragione questo
luogo è isolato?!»
Il ragazzino taceva.
«Mettiamola su questo piano: tu mi fai uscire di qui! Non ha
senso che mi tieni prigioniero, non posso esserti utile in alcun modo!
Io…come ricompensa lotterò per liberarti da
quell’essere, dammi retta ti sta solo sfruttando,
l’ho sentita con le mie orecchie. Conviene a entrambi che mi
liberi, non posso affrontarla subito, è un Digimon di
livello mega e mi batterebbe. Ma ho alcuni amici che posso riunire,
insieme saremo di certo in grado di sconfiggerla.»
N’Emo chinò il capo, nascondendo i suoi occhi
dietro i folti capelli neri «Dovrei ringraziarti per il tuo
pensiero…Growlmon.»…«Non si
tratta di un favore che ti faccio: tanto sarei obbligato lo stesso a
combatterla! Sono un Digimon che ha a cuore la sicurezza del suo mondo,
sicurezza che mai esisterebbe finché un essere del genere
seguitasse ad agire indisturbato! Ho una certa esperienza al
riguardo.» muovendo i suoi pesanti passi e scuotendo
leggermente il terreno del giardino «E ti posso assicurare
che certe compagnie sono poco raccomandabili. Fai tesoro di questa
esperienza e usciamo tutti e due da questo
luogo!»…«D’accordo-d’accordo
Growlmon…senti…»…«Uh?»
Growlmon si volse stupito…
«…in queste ore ho riflettuto molto. E sono giunto
alla conclusione…
…nonostante in un primo momento abbia pensato il
contrario…
…che la cosa migliore sia mettere le carte in tavola fra noi
due.»
Parole che il drago digitale non si aspettava. E che quel bambino
pronunciava con un tono diverso dal solito, più maturo
all’apparenza.
«Voglio dare risposta agli interrogativi che ti sarai posto
da quando ci siamo incontrati. Ti svelerò chi sono in
realtà. Perché somiglio a Takato.
Perché ho scelto te…»
…spalancati gli occhi gialli di Growlmon…
«…e…che ne è di lui adesso.
Sei pronto ad ascoltarmi…?»
Il cuore dell’imponente creatura restò sospeso su
quel vuoto di interrogativi pronti a svelarsi dal nero di folti
capelli…
«Perché sei venuta?!» domandò
Takato «Perché nonostante tutto quello che tu e i
tuoi amici possiate dire, a me come è andata a finire
stanotte non mi è stato affatto
bene!!»…«Come?!» il ragazzo si
guardava attorno, un po’ interdetto per ciò che i
presenti avrebbero potuto udire, la ragazza digitale sembrava infatti
orientata su di un tono piuttosto alto «Di tutto quel fatto
che pure Rika ha detto che io-che non è giusto-che voi-che
non è il caso di intervenire quando invece, noi stiamo qui
belli a parlare quando hanno arrestato
CYBERDRA-»…«SHHH!!!» ma
richiamarla fu inutile «CY-BER-DRA-MON! Che poi eccolo,
oltretutto!» sfoderando un vecchio quotidiano
«CinderM---! Mmm, sei pazza a urlare in questo modo vogliamo
farlo sapere a tutti che noi-ch-dove hai preso questo?
Cos’è?!»…«Mi sono
andata a informare! Sono andata ai vecchi archivi del giornale, eccolo
qua!» picchiando col dito sopra alla fotografia
«Cyberdramon, e questo è il tuo
amico!»…«Shhhh, MMM! Come ti devo dire
di abbassare la voceee-»…«E’
quello di ieri sera, quello che si è attaccato al ponte come
un vecchio eroe western, qui parla della battaglia col D-Reaper! Takato
ma scusa non si tratta forse di uno dei vostri amici storici?! Quelli
di cui si paaarla, si straparla e si ricordano, incorniciati da una
luce?! Bene adesso uno di loro è finito nei guai a causa di
un’ingiustizia PERCHE’ TALE E’ e voi
restate qui?! Così-» mimando le braccia conserte
«Lasciate scappare l’occasione?! Takato io non ho
paura!» affermò e aveva occhi sinceri
«Se tu mi dici sì io CI VENGO se tu prendi il
nostro Digivice come hai già fatto io ti giuro non ho
problemi ci andiamo insieme e ptsss---facciamo saltare il centro dove
l’hanno
portat-»…«ShhhhHHH!!!»…«MMM!»
Takato le spiaccicò entrambe le mani sulla bocca
«Tu sei completamente pazza, hai perso ogni rotella nel tuo
cervello
però-»…«MMM!»…«PERO’!...però
hai fatto bene a venire: perché anch’io ti dovevo
parlare!»
Gli occhi azzurri della Digimon dalla bocca tappata si spalancarono
all’udir ciò.
Alcuni agenti del corpo speciale si accostarono alla cella che teneva
rinchiusi i Digimon, manovrando i comandi sul muro «Ci fate
uscire?» chiese Gargomon con un barlume di speranza negli
occhi «Avete capito che siamo innocenti, che ci avete
catturati solo per un grosso errore?»
Lo schermo di luce scomparve «Ah! Siamo
liberi!»…«Aspetta, Gargomon!»
il digi-coniglio assumeva posa difensiva e diffidente «Come?
Antylamon, lo vedi anche tu, hanno rimosso lo schermo, questo vuol dire
che-AH!»
Ma quella squadra di agenti sfoderò le armi da fuoco
puntandole contro le creature «Che cosa volete ancora da
noi?» indietreggiò Kyubimon
«Calù! Non vi basta già tenerci qui
senza un motivo?!»
«Abbiamo
rilevato altre due presenze oltre voi in questa cella.»
«Ahhh!» sussulto per tutti, in particolare per
Kyubimon, visibilmente spaventata…
«Chi state
nascondendo?! Vi conviene parlare o altrimenti dovremo eliminarvi.»
In uno scambio di sguardi terrorizzati, la tensione per quei Digimon
saliva alle stelle. I piccoli Akirmon e Nymon tremavano, nascosti nel
folto pello della loro madre…
«Ecco, qui non ci disturberà nessuno.»
Takato chiuse la porta di uno stanzino in cui erano conservate le tinte
e gli strumenti da lavoro «Allora ti sei finalmente convinto
a farmi attaccare il Centro
ricerche?!»…«Cindermon…questa
è una follia!»…«Ma come,
Takato?! Lì c’è prigioniero un amico!
TUO, non mio io manco lo conosco, quel
bestione!»…«Quel luogo è una
sede istituzionale della nostra città! Non è la
base di un nemico che ha scatenato un’invasione, sono due
cose diverse! Forse tu queste cose non le sai perché non
appartieni al nostro
mondo…»…«Io so che
un’ingiustizia è un’ingiustizia, e come
tale va repressa! E poi comunque non mi sembrava che fino a un certo
momento per te fosse un punto a sfavore quello di provenire da un altro
mondo! Specie quello di cui stiamo parlando,
Takato…!»
Il ragazzo strinse i denti: parola dopo parola, quel confronto
così delicato di pesi e contrappesi comprimeva il suo cuore,
e il suo istinto. Mentre Cindermon pareva concentrare tutta se stessa
nell’attesa di una certa risposta…
«Puoi prenderti il tuo tempo…» si
rivolgeva N’Emo, nel giardino abbandonato, a quel Digimon di
elevate dimensioni «…talvolta la verità
si preferisce non ascoltarla.»
Ma questi lo fissava con occhi gialli che ardevano come i suoi poteri.
Disse «Tu lo sai che questo non sarà mai il mio
caso. Voglio ritrovare Takato! Voglio la verità.
L’ho aspettata per dieci anni, su per giù
è l’età che hai impiegato per
crescere!»
N’Emo tacque, assottigliando gli occhi ed appoggiando la
schiena ad uno di quei giochi rovesciati.
«Tu sai dov’è…io in questi
giorni ho capito che tu sai molte cose. Non aspetto altro che il tuo
aprire bocca. Avanti! Da dove vieni, come hai fatto a coalizzarti con
quel Digimon e che piani avete?! Uomini e Digimon sono rimasti separati
per anni da un varco che preservava il sistema dal collasso,
improvvisamente arrivate voi e questa barriera sfuma?! Di quali dati
siete a conoscenza, non vi rendete conto di quanti animi sono appesi,
vite intere!...non attendono altro che risposte simili…per
riprendere a scorrere. Si saranno fermate più o
meno…
…quando tu sei nato. Capisci quello che dico?»
«E’ affascinante fantasticare sullo
scorrere della vita. Che processo curioso.» …la
voce di quel ragazzino si insinuava lieve fra toni dissonanti, si
adagiava su note distorte seppur tenui, difficili da seguire
«Prima si è un mucchietto di dati
insignificanti…
…poi si cresce…e si diventa grandi come
te…» declamava aiutandosi da ampi gesti, sotto lo
sguardo di cupa attesa del Digimon «…si pensa, si
guarda, si tocca…
…si invecchia…è qualcosa di
meraviglioso.»…«Ma può essere
anche un incubo di sofferenza!» Growlmon avanzò
«Quando ti portano via gli affetti la vita diventa triste e
abbandonata come questo luogo. Non puoi ammettere che ti
piace!»…«Io vivo
qui.»…«E’ soltanto una tua
scelta!!»
N’Emo tacque…e guardava colui che gli
parlava…
«Tu resti qui perché lo vuoi! Perché
non hai la forza di volontà per ribellarti al tuo destino, e
respingere i loschi intrighi di quell’essere crudele, di
quella Purplemon!»…«E’ davvero
incredibile, mio caro Growlmon, mio maestoso Digimon. Non vi
è parola che esca dalla tua bocca in cui non filtri il
ricordo di lui. Niente riesce a
separarvi…»…«Il legame fra
domatore e Digimon…no, ancor prima! Il legame semplicemente
fra due amici, è qualcosa che non si può
spezzare. Tu parli così perché sei ancora
piccolo. Del tempo non sai niente! Ma un giorno capirai cosa significa
ricordare il momento in cui sei nato, magari esistevi da secoli ma solo
quel giorno apristi gli occhi e trovasti qualcuno che ti tendeva la
mano, per non farti sentire più solo!»
…nella mente del Digimon si liberò di nuovo quel
bagliore che lo aveva visto materializzarsi sulla terra,
l’aprirsi dei suoi occhi gialli in un pozzo di metallo e
ruggine, in cui si distingueva l’immagine di un ragazzino che
discendeva una scaletta. Che indossava una maglietta azzurra, e che
guardava quella vita digitale appena sbocciata come un sogno che si
avvera “Lo
sapevo! Avevo ragione! Lo sapevo. Non me l’ero immaginato!
…i Digimon esistono davvero!”
«Capirai cosa vuol dire unirsi! Ed avere l’uno
bisogno dell’altro per migliorare!»
“Il mio
Guilmon è il solo è unico che esista al mondo!!!
E’ anche se può essere matematicamente riprodotto
all’infinito sarà sempre quello vero, quello
originale a farmi compagnia!”
«E scoprirai infine, che cosa vuol dire venir
separati.»
“Guilmon…”
“E’
stato bello giocare insieme, vero? Takato…”
“Ahh…sì…sì…”
…in un parco che al contrario di quel giardino era lucente,
carezzato dal chiarore del varco digitale…
«E dopo questo, il tempo che ti passa sopra.»
dichiarò Growlmon fra l’amarezza, ma forse era
ancor più ferma consapevolezza «Il mondo che ti
scorre attorno, tu che diventi grande. Le tue squame si fanno
più dure e per assurdo lui non
c’è.»
Lo sguardo di N’Emo era indignato.
«Per parlargli ti affacci alla finestra. E guardi il cielo.
Le sue risposte puoi solo immaginarle! Mettendo assieme…quei
dati che ti ha lasciato dentro, di un tempo che solo tu sai non essere
stato un sogno! Poiché il mondo…»
…ed era così “adulto” il suo
occhio giallo, ora «…fa di tutto per fartelo
credere.»…«Adesso basta, non sono qui
per un siparietto dei
ricordi!»…«Qualcuno un giorno potrebbe
dirlo dei tuoi: e ti farà molto male! Comunque ti sbagli, io
non sto parlando per fare il nostalgico, benché a te non
sembri il mio discorso volge al futuro! Mi preoccupo per te, anche se
non dovrei farlo. Anche se mi hai ingannato, e mi tieni
prigioniero!»
Indecifrabili e taglienti pensieri attraversavano la mente del bambino.
«Fossi in te approfitterei del fatto che sono più
grande, e ho visto già parte del futuro che spetta anche a
te, come a tutti!»…«No!!» si
impuntò il ragazzino «Sì, invece! Credi
di essere privilegiato, perché ti sei alleato con un Digimon
potente?! Che illuso, certe cose non risparmiano nessuno! Fatto di
carne o di dati digitali! Ho visto Digimon di livello mega soffrire,
piangere, rifiutare la loro stessa vita quando potevano distruggerne
mille altre inferiori in potenza! Ma non hanno scelto di
farlo…»
N’Emo fu scosso dal tremore, e seppur impossibile
sembrò impallidire ancor più.
«…così come li ho visti disperare, li
ho visti anche rifarsi forza. Dovresti venire al nostro villaggio.
Anziché chiuderti al mondo in questo ambiente artificiale e
lugubre!»…«E allora portamici!
PORTAMICI! Così potrò DARLA A TUTTI, la grande
notizia!! Del resto loro lo conoscevano bene, vero?!»
«Di…?!!...quale notizia stai
parlando?!!» ringhiò cupo Growlmon…
N’Emo sembrava pronto a esplodere in una terribile
rivelazione…
Takato si appoggiava alla porta per riflettere, mentre dietro di lui,
nonostante lui le desse le spalle, Cindermon ancora insisteva
«Takato io…lo so che non ti piaccio! Ormai su
questo…ci ho fatto il callo, ti sto antipatica!»
ma a quel punto, da un sospiro del ragazzo che lasciava andare le sue
braccia nacque un «Ma
no…!...»…«Io non ti sono
piaciuta dal primo momento che mi hai vista! Ora…lo so, io
ho un caratterino-me lo diceva anche mio padre sono un po’
rompiscatole e divento così-» prendendo una
ciotolina e picchiandoci il pugno «Di coccio, quando mi metto
una cosa in testa! Però ti prego-TI PREGO-» con
mani giunte «-non scartare a priori tutto ciò che
ti propongo! Ti avevo offerto fama e notorietà al mio
fianco-va bene non ti interessa ma qui è un proposito
altruistico fino a prova contraria! Io ci tengo a questa
operazione!»…«Cindermon,
io…non vorrei che tu mi
fraintendessi.»…«Eh?
C-Cosaaa…dovrei fraintendere, scusa?»
Gli occhi del ragazzo questa volta non filtravano astio, ma una pacata
serietà «Tu mi hai aiutato tante volte. Questo io
non me lo sono dimenticato.»
Cindermon tacque, e Takato si avvicinò a lei «Ti
sono debitore. Io…non sarei qui adesso se non fosse stato
per te, e probabilmente lo stesso vale per alcuni dei miei amici. Non
c’è dubbio che conservi una potenza straordinaria
dentro di te. Inizialmente credevo…tu fossi solo una ragazza
dai poteri sensazionali. Un fenomeno a sé, separato da tutto
il resto.» mentre lei attendeva con quegli occhi azzurri
ingenui, sospesi, e non sapeva cosa aspettarsi «Poi ieri sera
ti ho vista digievolvere. E ho capito finalmente…che non
mentivi, tu sei…
…un Digimon, anche se mi resta ancora difficile
dirlo.»…«…però
l’hai detto…» pronunciò lei
senza cambiare minimamente espressione.
«Io non credevo che ne avrei rivisti altri…dopo
quel giorno in cui si è chiuso il varco. Tu sei stata il
primo Digimon, dopo dieci
anni!»…«…a-allora lo
vedi?!...fra noi è nato qualcosa.»
sussurrò in una sfumatura delicata della sua voce. Ma
l’istante dopo «CIOE’!!...n-non-mica dico
qualcosaaa, tipo cheee…!»…gesti vari,
dita picchiettanti e
volteggianti…«…come fra uomo e donna
terrestri! O come fraaa…Digimon maschio o femmina o ancora
come uomo e Digmon-no-come donna e Digimon-no perché io
sono---sono metà e metà!» Takato rimase
un po’ perplesso «…? Metà
uomo e metà donna?»…«PffFFF,
MA NO!! TI SEMBRO UN UOMO FORSE?! Intendevo…metà
digitale metààà…umano pfff,
oddio quant’è contorto parlare con te, certe
volte!» e tanto era l’imbarazzo che lei neanche si
accorgeva di quell’accenno di sorriso sulle labbra del
ragazzo «Intendevo, se adesso non faccio
casino…!» prendendo fiato, serietà, e
chiudendo gli occhi…
«Fra noi è nato qualcosa. Fra uomo e Digimon. Tu
e…
…e-ed io.»…«Cindermon tu sei
stata il primo Digimon che ho rivisto. Non ho detto che sei il mio
nuovo Digimon.»…«…?!
COSA?!»…«Ti prego, non arrabbiarti,
cerca piuttosto…!!...di capire quello che intendo!»
Di certo lei era alquanto spiazzata. Takato d’altro canto si
impegnava a spiegare «Tutta questa storia…di me e
te come nuova coppia di domatore e Digimon non può
reggere.»…«Ma perché?! Io
questo non capisco PERCHE’ NOI DUE NON
POSSIA-»…«Perché io non so
niente, di te!»
Cindermon restò bloccata. Senza parole.
«Sei venuta trascinandoti dietro…un mucchio di
segreti! Non sei intenzionata a rivelarne nessuno, ieri notte sei
rimasta in silenzio di fronte a tutte le mie
domande!»…«Ti credo, mi
mangiavi!»…«Io ignoro tutto, non so del
tuo passato, chi compone la tua famiglia, quali obiettivi hai mai
avuto! CHI SEI tu...Cindermon…?!»
Cindermon prese fiato «…!...io non ti ho fatto
queste domande quando ti ho
incontrato!»…«…peccato.»…«Come?!»…«Forse…
…mi avrebbe fatto piacere.» lasciandola di stucco
«Conoscerci meglio. Sapere l’uno
dell’altro!» muovendo un passo, e facendosi
più vicino a lei, che forse anche grazie ai tacchi lo
sovrastava in fatto di altezza «Come è possibile
instaurare un rapporto di fiducia su questi presupposti?»
domandò, seppur con calma e senza alcuna aggressione, Takato
«E’ fondamentale fra un Digimon e un domatore,
senza di quello niente ha inizio! Io…» sgravando
un po’ di fiato, per poi riprenderlo
«…francamente credo che tu sia venuta con
tutt’altre intenzioni fuorché questa. Poi il fatto
che tu sia accorsa in mio aiuto è un discorso separato.
Troverò un modo per
ripagarti.»…«Io non voglio che qualcuno
mi paghi un
servizio!!»…«Ah?»…«Io
voglio che qualcuno mi dia un senso!!»
Restarono a guardarsi per qualche istante «Io ho bisogno di
trovare uno scopo per la mia vita, e l’unico modo in cui
posso cercarlo è combattere!
Digievolvere…e-elevarmi! Ma per farlo ho bisogno di un
domatore! Non posso da sola lo capisci o no che NON-POSSO, praticamente
ho le mani legate!» Takato abbassò lo sguardo
«…mi dispiace. Non posso essere io la persona che
cerchi.» lasciando disorientato e attonito quello di lei
«E anche ammesso che volessi dimenticarmi dei tuoi segreti,
c’è un’altra cosa. Ci sarà
sempre fra noi due. E’ qualcosa che non si può
cancellare…»…«…
cosa c’è di così grave?!»
buttò lì stizzita, incrociando le braccia come
fosse offesa
«Sentiamo!»…«C’è
il fatto che io…!!...
…CHE IO CE L’HO GIA’ UN
DIGIMON!»
Quel grido che giunse dal cuore, penetrò nelle orecchie di
Cindermon fino a squassarle le idee…
«Avanti, sputa il rospo, non restare imbambolato a
guardarmi!»…«Perché?!»
N’Emo sfoggiava sfrontatezza nel tener testa a quel grande
Digimon «Ti dà fastidio che ti guardi,
perché vedendo me realizzi ciò che non puoi
avere?! Perché ti ricordo il tuo amato ex-domatore?! Beh in
questo caso ti rivolto le parole che tu hai detto a me: è
una tua scelta!!»
Growlmon non abbassò la guardia.
«L’avevi perso ed hai trovato me, io sono stato
entusiasta di raccoglierti da quella topaia in cui abitavi, ci siamo
fatti scudo dai nemici e ti avrei reso il mio compagno di
battaglia!»…«Grrr, io ci stavo bene in
quella casa! Era la casa del mio amico Beelzemon, il villaggio dei
Digimon, e tu mi hai preso con l’inganno! Senza contare che
io non sarei mai potuto essere tuo compagno in battaglia,
perché se anche non lo vedo da dieci anni il mio solo, e
unico Digimon Tamer resterà
Takato!»…«Parli senza neanche sapere
ciò che dici: IN DIECI ANNI POSSONO SUCCEDERNE
TANTE!» gridò aspramente, livido di rabbia
«Se tu potessi vedere con i tuoi occhi cosa è
accaduto a Takato dopo che sei andato via, tu…!!...
…finalmente metteresti a tacere le tue fauci scalpitanti.
Non ti aspetteresti mai ciò che sto per
dirti!!»…«Uhm! Non ci conterei
troppo…»…«Ahh?!»
N’Emo restò spiazzato da quelle parole. Growlmon
celava un sorrisetto sotto i suoi occhi inumani «Ormai anche
se attraverso un vortice di eventi assurdi ho imparato a
conoscerti…so che sei pieno di veleno e ti diverti a
seminare discordia. Conosco le notizie che si spargono quando si
è a corto di argomenti come te adesso. Ho trascorso dieci
anni in un villaggio dove spesso si mormora e circola
l’invidia. So che…stai per gridarmi che Takato,
mentre io lo ricordo con affetto, si è fatto molti amici e
mi ha dimenticato.» al che il ragazzino mosse un passo
indietro ma non abbassò la guardia. Growlmon lo fissava
negli occhi «Stai per dirmi che è cresciuto
felice, e in molti l’hanno circondato fino a che qualcuno non
ha preso il mio posto. Non è forse vero? Ed io sai cosa ti
dico?...
…TANTO MEGLIO
COSI’!»…«Ahh!!»…«Mi
dai una notizia lieta, mi fai molto contento!!»
Il ragazzino non si capacitava di come il Digimon potesse pronunciare
quelle parole. Eppure non si arrestavano «E’ la
cosa…che più ho desiderato da quando sono stato
richiamato da quel varco! Gli avevo detto di non perdere mai il
sorriso, perché valeva molto. E ciò dimostra che
l’ha fatto. Se si è fatto nuovi amici significa
che è rimasto quello di un tempo, e non ha lucidato la mia
statua come si fa con un idolo, bensì mi ha portato nel suo
cuore esaudendo ciò che gli avevo chiesto prima di
salutarlo! I tuoi giochetti non hanno chances, N’Emo, sbatti
contro un muro se cerchi di separare me e Takato. Nemmeno il varco e il
tempo, ci sono riusciti!»…”Avevo
ragione: Purplemon ha sbagliato sul suo
conto!”…«LA NOSTRA AMICIZIA
DURERA’ PER TUTTA LA
VITA!»…«MA QUALE VITA?!»
…d’un tratto esplose N’Emo, travolgendo
i sentimenti del Digimon «QUALE VITA?! Non
c’è più nessuna vita da molti anni
ormai!! E non c’è più
nessun’unione…perché Takato, il tuo
adorato domatore!!...
…IL TUO INSEPARABILE AMICO!!...
…E’
MORTO!!»…«…!!
Cosa?!» trasalì l’immenso Growlmon
«E’ MORTO, E TU NON LO RIVEDRAI MAI
PIU’!!»
Come un vento gelido, che soffiò tra le erbacce
dell’oscuro giardino (canzone: Taylor Swift -
Back to December (acoustic) - vi
invito ad ascoltarla su Youtube)
Ma i morti non hanno la forza di stringere così tanto il
pugno in una mano che cadeva, allungandosi parallela al suo corpo
ritto. Piegato era solo il capo «Capisci perché
non posso essere il tuo Digimon Tamer…?...
…io ho già Guilmon! SI LO SO CHE NON LO VEDO DA
DIECI ANNI!!» gridava con tutta la forza dei suoi sentimenti
quel ragazzo «Ma resterà sempre il mio migliore
amico…dire “DIGIMON” è dire
“Guilmon”, per me!»
Nel più profondo disorientamento, a cui seguiva
rassegnazione, di Cindermon…
«Non si tratta solo di essere o non essere un domatore! Non
è un’attività che mi manca, non
è la mia passione di combattere che non riesce a trovare
sfogo! Il mio era un rapporto vero! Guilmon e io…eravamo
come una cosa sola, anche agli occhi degli altri! Io l’avevo
creato!»…”Certo. Ed io sono
un’estranea. Come si può competere con qualcuno
che è nato dentro di te?”
«L’ho disegnato con la mia
matita…riversando sul foglio tutti i miei sogni! Non so se
tu conosci il suo aspetto…»
“Sì…
…a dire il vero l’ho visto con N’Emo.
Non voglio indagare e tantomeno riferirti risultati, dato quanto ci
stai invischiato!” «…era nato, in
origine, da un rielaborazione dei Digimon celebri. Agumon era il mio
preferito, avevo in camera il suo pupazzo, e Guilmon gli assomiglia
persino nei suoi assalti. Ma era personalizzato da me! Volevo che
fosse…diverso da tutti gli altri, infatti…io ho
scelto in un solo, singolo istante la matita rossa per colorare il suo
corpo! Io ho scelto il colore dei suoi occhi! Io ho dato un nome alle
sue mosse in battaglia.» “…io ho rossi i
capelli, ma me li ha dati mio padre, anche se li tiene nascosti.
L’azzurro dei miei occhi…me l’ha
lasciato mia madre, che non c’è più. E
scaglio foglie fiammanti in battaglia perché…
…perché l’ho scelto io.
Perché amo l’autunno. Ma tanto a te che ti frega.
Cos’hai a che vedere con mio padre? Potresti forse conoscere
mia madre? Magari nell’aldilà. E con me
direttamente poi? Bahhh…ci separa un abisso.”
«Guilmon…» camminò quel
ragazzo nell’angusto stanzino «…una
volta mi dissero che era solo un file, all’infinito
riproducibile grazie ad una combinazione di dati. Ma io non ci volli
credere. Il mio amico…era unico.» con la frangetta
che gli cadeva sugli occhi, sfumandoli…per poi svelarli
quando rialzò la testa «E’
unico!» e volgendosi verso di lei
«Perché per me non se n’è mai
andato! Quando sparì promisi di non scordarlo mai, che
l’avrei portato per sempre nel cuore: e io non parlo a vuoto!
E’ quello che ho fatto. E’ quello che continuo a
fare, anche perché è la sola cosa che RIESCO a
fare, perché non potrei fare altrimenti,
ora…!!» sforzandosi, in quella sentita confessione
«…mi dispiace se questo ti suona come un rifiuto,
credimi, non vorrei! Ma posso solo parlarti con sincerità:
io…non me la sento di tradirlo. Per me lui
resterà sempre il solo. Non posso avere un altro
Digimon…»
“…però è ingiusto. Cavoli,
hai detto che lui è unico! Che è insostituibile.
Anch’io però sono unica!! Di Cindermon ce
n’è una sola. Con questi occhi, con questo ciuffo,
con i miei…!!...
…sogni…sì, anche quelli,
perché, io non li posso avere? Ne è ho
diritto…! Chissà…”
…mentre il ragazzo attendeva, ponendosi di profilo rispetto
a lei, un profilo assorto dai delicati lineamenti, ed
un’espressione malinconica “…forse un
giorno a Digiworld potrebbe uscir fuori che anche Cindermon
è diecimilavolte riproducibile con un file computerizzato.
Finora nessuno ci ha mai provato a dirlo. Diamine, e lo credo bene: gli
sferravo una gomitata sul muso! Io sono unica. Sono un essere speciale.
Sono cresciuta con questa convinzione. Ma tu, Takato, sembri essere
l’unico a non essertene accorto.”
«GRRR, AHHH! TU MENTI!! QUESTO E’
L’ENNESIMO DEI TUOI RAGGIRI!» eruttava rabbia
Growlmon «TAKATO NON E’
MORTO!»…«E TU COME FAI A
SAPERLO?!»…«…LO SENTO NEL
CUORE!»…«Il tuo cuore ti inganna allora,
Growlmon! Ti dico che è morto! E’
morto…pochi mesi dopo che tu te ne sei andato! Takato non
è mai
cresciuto!»…«NOOOOOOOO!» si
ribellava e si rifiutava il Digimon, ma il bambino insisteva
«E’ morto in un…terribile terremoto!
Assieme a sua madre, dopo che lei e suo padre si erano
separati!»…«NOOO, LO VEDI CHE STAI
MENTENDO?!» si volgeva la creatura con occhi sconvolti
«NON PUO’ ESSERE VERO QUELLO CHE DICI,
PERCHE’ I GENITORI DI TAKATO SI SONO SEMPRE VOLUTI BENE! HO
IL RICORDO DI LORO INSIEME!» risuonava uno strazio,
nell’aggressività della sua voce «Ti
dico che tutto questo è avvenuto dopo!»
N’Emo respirava con affanno, ma aveva sguardo determinato e
puntato al bersaglio «Madre e figlio sono rimasti
sotto…le macerie della nuova casa in cui erano andati a
stare!»…«NON TI CREDO!»
Growlmon rovesciò uno di quei giochi con un calcio
«LE TUE SONO SOLO VOLGARI
MENZOGNE!»…«Se le mie sono menzogne
allora…!!» N’Emo si infilò la
mano in tasca ed estrasse un cellulare «…CHI
E’ CHE RIPOSA SOTTO QUESTA
TOMBA?!!»…«AHHH!!»
Il cuore di Growlmon sussultò, alla vista di quel display
che rivelò l’immagine di una tomba. Il ragazzino
che sorrideva in quella foto in bianco e nero incorniciata tra i fiori
aveva un viso forse troppo familiare…
«Questa è la tomba di Takato. Il tuo
amico…
…non potrà essere più altro che un
ricordo.»…”No…”
pulsava nell’animo di quella creatura che ora si accendeva di
luce rossa, ardente come la sofferenza “Takato, amico
mio!” in un vortice agitato di immagini e ricordi, come quei
suoi attuali movimenti inconsulti – dal primo incontro a
quella foto, nel roteare dei suoi occhi e nel danzare illogico dei suoi
artigli.
«E’ finita. E’
INUTILE…» scandì N’Emo al
culmine del risentimento.
“No…!” pianse implorando
l’animo di Growlmon, dopodiché
«WRAAAAAAAAAAAAGHHHHH!!!!»
Un ruggito inumano e altissimo, da quel giardino fino ai mondi
sopraelevati. Disperato. Come dopo il colpo di una freccia. Che ti
penetra nel cuore. E scompone del tutto i tuoi dati. O peggio di
così.
Cindermon superò Takato, era vicina alla porta, e fra loro
l’imbarazzo era molto. Lei fece balzare appena il Digivice
nella sua mano «Bisognerà…»
iniziò «…vedere cosa fare con questo.
E’ uscito per errore. Io non me ne intendo: tu che sai tutto,
legalmente a chi tocca lo smaltimento del Digivice farlocco? Digimon o
domato-»…«Aspetta.»…«Che?
Ah sì intendo Digimon o presunto
domatore?» ed aveva già aperto la porta
«Cindermon, un solo
istante!»…«Perché? Takato,
hai già detto tutto. Basta, è finita.
E’ inutile. Io ho orecchie
buone»…«Un attimo!!» strinse
gli occhi e si sforzò il ragazzo, ma lei aveva chiuso,
buttando dietro un «Addiooo,
Takato!»...«Aspetta, ti prego:
Cindermon!!»
…spalancando la porta che dava su un corridoio
«Non ho finito di parlarti!!» le gridò
dietro «Tu mi hai pur sempre salvato e questo per me
significa che debbo sdebitarmi! Debbo proporti una cosa!»
Ma lei non si voltò, né arrestò il suo
passo, sussurrando «Molte grazie, ma non mi interessa. Io era
una cosa, che volevo. E se non posso averla che importa il
resto…?» svanendo così.
Takato restò appoggiato alla porta, adagiando la testa sul
braccio, per sopportare le parole inespresse (fine-canzone)
«Opponete
resistenza?» minacciarono gli agenti «Sappiate che con queste armi
possiamo neutralizzare ogni vostro attacco – sono state
create appositamente per contrastare gli assalti digitali.»…«…i
miei figli, no!» cresceva sconforto nell’animo di
Kyubimon quando «CAAALU’!»
Calumon si poneva di fronte a tutti, quasi fosse un muro, quando invece
gli agenti abbassavano simultanei il capo per guardarlo «ORA
BASTA, MI AVETE STANCATO! CHI VI CREDETE DI ESSERE PER TORMENTARE
QUESTA GENTE, CALU’! SONO MIEI AMICI! BRAVE PERSONE CON UNA
VITA RISPETTABILE! DOVE SIETE STATI VOI IN QUESTI ANNI MENTRE LORO NE
PASSAVANO DI TUTTI I COLORI!»…«Ti rispondiamo subito,
piccolo…insignificante microbo: abbiamo assemblato il
serrato studio di milioni di esseri umani di tutte le nazioni! Il mondo
si è unito perché un terribile fenomeno come
quello del D-Reaper non si ripetesse!»…«CAAALU’!
LO STESSO IL NOSTRO MONDO! I SUPREMI VIGILANO SUL D-REAPER, E NOI
QUANDO FU IL MOMENTO LO AFFRONTAMMO!» ma «AAUCH!
CALU’!» un agente gli tirò un calcio
«Calumon!!»…«Calumon!»
esclamarono Kyubimon e Gargomon «Vigliacchi!»
puntualizzò Antylamon, ma quegli uomini non demordevano
«Siete vita
artificiale, dieci anni fa la vostra comparsa fu il preludio alla
minaccia.» ma Kyubimon ribatté
«Dieci anni fa la nostra lotta fu il preludio alla
salvezza!»…«Punti di vista: sta di fatto che
vi rispettiamo e vi ricordiamo come eroi. FINCHE’ RESTATE A
CASA VOSTRA. Qui sulla terra non c’è
più spazio per i Digimon. Non lo sapete? I genitori non
hanno piacere che i bambini vi abbiano come passatempo –
temono che qualcuno di loro crescendo diventi un folle scienziato
propenso a provocare nuove bioemersioni. Per il bene del pianeta
dobbiamo confinare i vostri poteri.»…«Come?!
Non è possibile!!»
…echeggiò una voce sottile «Se non
possiamo stare con i bambini allora non troveremo mai un domatore
terrestre! Hai sentito Nymon?! E’
terribile!!»…«OH NO, AKIRMON!»
esclamò agghiacciata la madre, ed anche Antylamon
«Tacete!!» ma «Troppo tardi.»
gli agenti puntarono i fucili «NO!»
esclamò Kyubimon «Quella volpe nasconde altre due
creature nel suo pelo!»…«NON
TOCCATE I MIEI FIGLI!»…«State
lontani!!» si parò deciso Gargomon, ma da un
fucile partì una corda fluorescente che si
biforcò sopra il suo capo…
…fino ad attorcigliarsi tra il pelo di Kyubimon
«AIUTO!»…«MAMMA!»…«NO!
BAMBINI!» e nel loro grido, trascinarli via
«LASCIATELI!» corse la madre ma
«AHHH!!» sbatté violenta il muso contro
lo schermo di luce appena ri-azionato da uno degli agenti
«Uhmuhmuhm!»
«MMm…maledetti!! Che cosa volete fare con i
bambini?!!» esclamò Gargomon.
«Con i
BAMBINI…difenderli. Con questi insiemi di dati ridotti e di
seconda mano…» alludendo alle due
piccole e tremanti volpi prontamente rinchiuse sotto cupole di vetro
portatili «…effettuare
analisi che possano permetterci di trovare un ingrendiente per saldare
il cancello fra i due mondi una volta per sempre. Andiamo!»…«Agli ordini!»…«Aspettate!!»
Gargomon si attaccò allo schermo di luce…
…per poi colpirlo con una delle sue mani a mitra
«Ahhh, giuro che ve la farò pagare!!!»
«F-Figli miei…» gemeva la volpe dorata
ferita nel corpo e nel cuore.
«Calù…questo costa caro. Estremamente
caro, Calù…» mormorò Calumon
col fuoco negli occhi…
«QUESTO COSTA CARO…» mormorava quelle
stesse parole qualcun altro, da un luogo buio «QUESTO SI PAGA
SALATO…» voce cavernosa, mentre un cesto vuoto
veniva sollevato da guanti metallici, dalla superfice iridescente
«QUESTO VUOL DIRE…
…MORTEEEEEEEEE!!!» esclamò Guardianmon
furioso, scaraventando e polverizzando con un raggio multicolore quel
cesto che era l’unico ricordo che gli era rimasto dei Digimon
fuggiti «Auhf, uafh, urghhh!»
…ardevano di vendetta quegli occhi oltre la maschera, nello
scandirsi di secondi tesi sullo sfondo del suo affanno…
«Il governo
è riunito per decidere i provvedimenti da attuare circa la
creatura catturata ieri notte.» spiegava la tv,
in una casa ordinata, che non risparmiava dettagli graziosi quali i
fiori sul davanzale, e le presine a forma di cuore appese.
«Orientamento
generale, quello di confinare il maggior quantitativo possibile di vita
artificiale, temendo che da un collegamento fra mondi paralleli possa
scaturire una minaccia come quella già affrontata dalla
città esattamente dieci anni fa, con la comparsa del
D-Reaper.»
Le immagini sfilavano dinanzi agli occhi verdi della biondina
paffutella. Seria, imbambolata, con i capelli ripresi da uno dei suoi
amati cuoricini, e le dita che attingevano lente, vagamente tremanti,
da quel sacchetto di patatine che stringeva in mano. Per poi crepitare
in un lento sgranocchiare.
C’era qualcuno con lei, adagiato sul vicino divano con un
gomito sulla spalliera. Sguardo molto fitto, non allegro, anzi sembrava
tradire una punta di fastidio. Ma era velato da un paio
d’occhiali. Occhi neri, come i suoi capelli, a caschetto come
in passato. Non aveva di certo l’aria di un ragazzo che tiene
a far bella figura grazie al suo aspetto fisico, era molto semplice in
tutti i sensi, nonostante ciò aveva lineamenti delicati, e
carnagione chiara.
«La
città è in stato di massima allerta, si
raccomanda tuttavia ai civili di circolare con attenzione, ed avvisare
subito l’autorità in caso di avvistamento, anche
solo sospetto, di creature digitali come questa.»
La tv proiettò il primo piano di Cyberdramon (intanto
suonavano alla porta). Gli occhi della biondina, che
sgranocchiò più forte e implacabile, ruotarono
lentamente fino a raggiungere quelli del ragazzo che già la
guardava. Nessuna parola. Poi d’un tratto una voce femminile
«Kenta, figliolo: il tuo collega è arrivato, lo
aspettavi per riparare quel computer, non è
così?»
Si trattava della madre del giovane, con lei c’era anche il
collega «Ehi, vecchio mio! Hai voglia di lavorare,
oggi?» scherzò costui. Ma in quel momento Kenta si
alzò e strappò il sacchetto di patatine dalle
mani di sua moglie
«Cicciona!»…«Come ti permetti,
maleducato!» balzò in piedi lei e
puntualizzò con la sua voce nasale «Come mi
permettooo? Fra poco non avremo più provviste, ti
sarai…sssbaffata tutto il cibo di questa casa! Guarda che i
soldi ci servono per altri scopi oltre che farti ingozzare!»
A Kenta era rimasta una voce giovanile. Sembrava alquanto indispettito.
Sua madre lo invitò «Ah, Kenta, non mi pare il
caso: è tua moglie, devi essere gentile con
lei.»…«Ma mamma, ma la vedi quanto
mangia?! Sporca tutto il tappeto con le briciole!» ma a quel
punto la moglie si difese «Senti! Se ti scoccia che la casa
sia sporca qualche volta potresti dare una mano a pulire! Se ti scoccia
che spendo troppo in snack potresti portare a casa più
soldi!»…«E se mi scoccia la tua
presenza?! Eh? EH?! Allora che devo fare in quel
caso?!»…«Beh caro mio in quel caso devi
solo che rassegnarti: sono tua moglie, e questo mio bel faccino te lo
vedrai davanti finché
respirerai!»….«AaaAAAHHH! CHE VITA GRAMA
LA MIAAA!» gemette il giovane stringendo enfaticamente i suoi
pugni.
«Kenta quante storie…!» commentava sua
madre «Mi domando quando realizzerai di essere un uomo
adulto. E SPOSATO, hai dei doveri, e non sei per niente carino con la
povera Yuki.»…«Ecco, siamo alle solite!
Yuki sei un’approfittatrice, ti sei allisciata mia madre con
tutte le tue stupidaggini su trucchi e gioielli e adesso il capro
espiatorio sono sempre io!»…«Beh non
è colpa mia se non hai gusto. Se sei il classico maschiaccio
piatto e senza sensibilità. Uhmf! E ridammi le mie
patatine!»…«No! Queste me le tengo
io!» e così via.
«Oh mio Dio…perché tocca proprio a me
essere la madre dello sposo?» si poneva stancamente la mano
alla testa la signora Kitagawa (madre), mentre il collega appena
giunto…impallidiva di fronte alla scena del sacchetto
conteso «CIELO…è la coppia
più tempestosa di tutta la città!»
«…rrrGGGHHHHH…!!!» ma la vera
tempesta sembrava scatenarsi nell’animo di Guardianmon, che
smanettava al suo cellulare «StramaledeTTISSIME RUBRICHE
LENTE!!»
Segnale ritmico…
…squillo a casa Kitagawa «Telefonooo!»
segnalò la buffa voce di Yuki, ma il marito non ci volle
sentire «E non cercare di sviare
l’argomento!»…«Ora basta
Kenta, non ti permetto di mancare così di rispetto a tua
moglie!»…«Ma
mammaaa!»…«E niente “ma
mamma”: ti senti come parli, come rispondi? Quante volte
debbo dirtelo!»
…intanto Yuki realizzava «Ihmmmp!
Guardianmon!» e in punta di piedi approfittava dello screzio
fra madre e figlio per svicolare nel vicino corridoio
«P-…pronto?»
«STUPIDA!!!»
«AAHH!»
«Ti devo chiamare io?!! TU LO SAI DI CERTO CHE E’
SUCCESSO!!»
«Ahhhh!» la grassoccia ragazza sembrava alquanto
spaventata…mentre sullo sfondo della sua casa echeggiava
«Il rispetto per la donna è una cosa su cui non si
scherza!»…«Sì ma mamma con
questa storia chi ha rispetto per noi poveri
uomini?!»…«Venite in secondo
piano!»…«Ma è
ingiustooo!»…«Ma è
così! Rassegnati.»
Guardianmon tuonava «Dove sono andati…? CHE COSA
HANNO FATTO?!»
«Sic!» Yuki singhiozzava, portandosi la mano al
petto come una drammatica eroina che ha appena ingerito del veleno.
«E non singhiozzare come una mentecatta…ti ho
fatto una precisa domanda.»
«G-G-Guardianmon ti giuro che io questo non lo so se lo
sapessi te-te lo direi!»…«NON TI
CREDO!»…«Hic!»
«TU DEVI SAPERLO…io non mi scordo chi sei in
realtà, TU L’HAI RIMOSSO?!»
La giovane dilatava i suoi occhi verdi…
«Ti fai chiamare “Yuki Kitagawa” ma
sappiamo qual è il tuo vero nome. E sappiamo anche
PERCHE’ certa gente appena approdata sulla terra PER LOGICA
dovrebbe venire a cercarti!»
«Ma nessuno sa che
io-»…«Sì lo so, lo so, sei in
incognito ma certa gente sa riconoscere i vecchi amici. E in ogni caso
io so che tu hai sempre la televisione accesa nel tuo romantico
salottino: non sarà di certo passato inosservato
l’arrivo di un esercito di Digimon dopo ben dieci
anni!»
«Hic! Senti Guardianmon…i-io oggi non ho aperto la
tv-se vuoi…puoi riattaccare io intanto faccio un salto in
edicola compro un giornale e-»…«MI
PRENDI IN GIRO?!
DIMMI-DOVE-SONO.»…«Sic!»…«CHE
FINE HANNO FATTO QUEI QUATTRO SCIAGURATI, SI SONO RICONGIUNTI COI
DOMATORI?!
DIMMELOOO!!!»…«Iiiiihmp!...non
urlare!» si accucciava lei, presso il comodino, stretta dal
terrore «VORREI VEDERE TE NEI MIEI PANNI…e vorrei
vederti anche…IN QUELLI DI TUO
MARITO!»…«Oah?!
Kenta?!»…«SAI CHE FINE FA
QUELL’IMBECILLE SE TU OPPONI
RESISTENZA!»…«Nooo!»
…mentre sullo sfondo di casa Kitagawa seguitava la scenetta
«E’ una ragazza! E’ giovane, è
normale che voglia godersi la vita! Se fossi responsabile avresti preso
una laurea, non un diplomino da due soldi per tecnico di
computer!»…«Mamma io non la sopporto
più, lo vuoi
capireee?!»…«Kenta, è indegno
che tu dica questo! E’ la donna che hai
sposato!»…«Io non la volevo
sposare!»…«Beh ora l’hai
fatto!»
Guardianmon stringeva il cellulare «SE TU NON SPUTI IL
ROSPO…»
…e Yuki si mangiava le unghie smaltate per i terrore.
«…QUELLO LO AMMAZZO!»
«Ihmp! Nooo!»…«Sì!
Lo sbudello! Quell’inutile…POPPANTE VESTITO DA
UOMO, con quegli occhialetti da
decerebrato!»…«G-Guardianmon ti prego
ragiona sei fuori di te l-lascia fuori il mio Kenta! T-Te ne
supplico!»…«E’ GIA’
VIVO DA TROPPO TEMPO…avrei dovuto ucciderlo quando osasti
sposarlo nonostante io ti avessi ordinato di stargli lontano! Almeno
hai avuto il buonsenso di tenere la bocca chiusa, non rivelargli chi
sei e da dove vieni tanto che lui vivendo nel suo limbo di pochezza ti
crede una povera idiota fissata col cibo e con gingilli
grotteschi!»
A lei si staccò l’orecchino, e prontamente se lo
rimise «L-L-Lui è innocente!»
trovò il coraggio di rialzarsi la ragazza «S-S-Se
qui c’è qualcuno con cui devi prendertela metti
avanti me!»…«PECCATO…sarei
così allettato dall’idea di tagliuzzare con la mia
spada-» che roteava minaccioso
«-quell’inutile sacco di stupidità,
tanto sarebbe una sfida neanche degna di essere chiamata tale: persino
i Digimon al primo stadio neonatale sono più minacciosi di
lui!»…«Ihmf!»…«Però
potrei anche optare per una carneficina coniugale…SE NON MI
DICI CHE FINE HANNO FATTO QUEI DISGRAZIATI! Li hai accolti a casa
tua…”Yuki”? Devo venire a farvi una
visita…?»…«N-No!»
sbigottì la biondina, che si tenne la mano al petto,
schiacciandosi il ciondolo «Li-li-li-»
Guardianmon attendeva «ALLORA…?»
«Li-li-li-…» prendendo un sospiro
sofferto, e contrito «Li hanno arrestati!»
«…cosa?!!»
«Ihmf!...sic!» sembrava dispiaciuta, delusa
«Ti dico di sì: ieri è arrivata la
polizia…e li ha condotti tutti presso il Centro ricerche
cittadino, hic!...v-vogliono…far sparire di scena quanti
più Digimon si può! Sic!»
Guardianmon fissò avanti a sé…la sua
mano calò lungo il corpo fino a richiudere il cellulare.
«Cyberdramon è prigioniero!! Debbo correre a
liberarlo!!» esclamò Beelzemon nella biblioteca
del convento «Non preoccuparti Beelzemon!»
replicò Mako «Ci andremo assieme, vedrai che
riusciremo a farlo uscire di lì!» sembrava
determinato il ragazzo.
«Sei impazzito,
Mako?!»
«Oh?!»
Mako e il suo Digimon si volsero a fissare Akemi. La giovane suora
aveva occhi molto seri «Perché, Akemi?!
Cyberdramon è in mortale pericolo, lo so come sono questi
dei corpi speciali! Con la scusa della sicurezza studiano le creature
digitali per acquisire nuove conoscenze, e costruire armi altamente
perfezionate!»…«Bene, questo
è il presupposto: e ciò appurato cosa vorresti
fare? Eh? Andare tu, da solo, contro un
esercito?!»…«Ma no! Ti ho detto che
Beelzemon viene con me!»…«Siete troppo
pochi…» disapprovazione era leggibile oltre gli
occhiali della giovane «Ti sbagli, lo sottovaluti: abbiamo
sperimentato la sua potenza, Beelzemon è ancora
più forte di dieci anni
fa!»…«Questo non vuol dire assolutamente
niente! Sono in molti, ben organizzati con armi in grado di
neutralizzarvi.»…«E con questo?! Cosa
vorresti fare, scusa? E’ ingiusto lasciare Cyberdramon al suo
destino, è un suo
amico!»…«Non era questo quello che
volevo dire!»…«Ma è
ciò che hai
detto!»…«No!»
…ci tenne a puntualizzare la giovane suora, che dunque
illustrò «Questa faccenda…merita di
essere discussa assieme.»…«E-Eh beh ma
noi…eccoci-»…«Ci sono altri
Digimon Tamers, Mako…!» al che Beelzemon
intervenne prontamente, con buone intenzioni nello sguardo
«E’ vero! Akemi dice una cosa giusta. Li abbiamo
visti, erano in tv! Potrebbero
aiutarc-»…«Ma nemmeno per
idea!» rifiutò categorico il ragazzo «Se
parli di Takato e dei suoi amici non ci penso
nemmeno!»…«Invece dovresti,
Mako…» sottolineò Akemi con sguardo
eloquente «A che possono servirci? Ci saranno pure altri
Digimon Tamers ma vi scordate che non ci sono più i
Digimon!»…«Takato ha con
sé---!»…«Che dicevi,
Beelzemon?» lo esortò Mako…
…ma il dito del Digimon si era bloccato, incerto, a
metà dell’intervento
«No…niente.» si ritirò, ma
poco dopo «Mi riferisco a Cindermon! L’ho vista
combattere in quel servizio, ha liberato Cyberdramon dal controllo
senza fargli del male!»…«Cooosa?! Ma non
ricordi che hanno detto che è alleata con quel
Digimon…come si chiamaaa, non ricordo, lo conosci meglio tu!
Quello che ha oppresso la vostra vita al
villaggio!»…«Guardianmon, certo!
Però…» Beelzemon abbassò i
suoi occhi timidi…per poi rialzare il capo
«Però senti, Mako! Io più ci penso
più non mi fido di quella
donna!»…«E fai bene.»
intervenne Akemi, che aggiunse «Mi ha raccontato la storia e
ti posso dire che anch’io trovo alquanto strana e sospetta
l’apparizione di quella signora…!!»
Beelzemon continuò «Potrebbe aver mentito! Del
resto…molta gente parla male degli altri, approfittando
magari del fatto…che di loro si sa poco. O che hanno
commesso degli sbagli in passato, ma poi hanno
rimediato!»…«Lo trovo
assurdo!» sentenziò Mako, ma Akemi
ribatté «Lo trovi assurdo soltanto
perché tuo desiderio è unicamente avere un attimo
di gloria, e ti dà fastidio dividerla con gli
altri!»…«Non è assolutamente
vero!»…«Sì! E non fingere
perché ti conosco bene, fratellino, a te Takato è
antipatico perché lui e il suo Digimon sono stati famosi ed
hanno affrontato la battaglia di dieci anni fa. Ed aggiungiamo
anche…!»…«Cooosa?!»…«…aggiungiamo
anche che sei un po’ geloso! E non parlo di Digimon
stavolta!!»…«IIIO geloso?! Ah, ma tu
vaneggi,
Akemi!»…«Davvero…?»
Mako iniziò a camminare avanti e indietro nervosamente
«Perché dovrei essere geloso, tanto più
oggi che c’è il mio fidanzamento
ufficiale!»…«Vai piano, vai piano Mako:
intanto…lei viene a parlare con nostro padre! E ti
garantisco che già quest’esito è
sospeso!»…«Che vorresti
dire?!»…«Sai com’è
papà, non fare programmi prima del
tempo!»…«Io conosco la mia ragazza e so
che voglio fare della mia vita!»
…in tutto questo, Beelzemon volgeva gli occhi verso
l’uno e verso l’altra…e
l’attimo dopo, il suo capo calava, lievemente sconfortato, e
forse in preda a ricordi di scene passate simili e non per lui
piacevoli…
«Si vede che sei cosciente della tua vita! Vuoi mettere la
tua e quella del tuo Digimon appena ritornato a repentaglio
semplicemente per il tuo capriccio di fare
l’eroe!»…«Akemi! Mettiamo in
chiaro una cosa: tu…scusa se te lo dico ma vivi qui, in
questo convento!»…«Sì! Io
vivo qui! E questo è sufficiente a fare da cerotto sulla mia
bocca?!»…«Non dico questo:
semplicemente…avevi l’occasione di dividere il
Digivice con me perché è apparso per essere di
entrambi! Solo che hai fatto una scelta! Poi come vedi Beelzemon
è tornato, sarebbe stato solo da aspettare un
po’!»…«Tu dieci anni li chiami
“un
po’”?!!»…«Fa come ti
pare, sta di fatto che adesso…!!...ahhh…!
Perché mi vuoi far dire cose del
genere?!»…«Avanti, non morirò
mica! Dì ciò che ti frulla per la
testa!»…«Mi frulla che adesso tu sei qui
e io sono fuori, nel mondo, con il mio Digimon! Hai
rinunciato a tutto, io l’ho riportato da te ma ti chiedo
almeno di lasciarmi carta bianca nella
pianificazione!»…«Senti! Mako! Io non
metto bocca per il piacere di intromettermi! Sarei molto più
contenta…che non dovessimo pensare a tutti questi problemi,
che Beelzemon potesse stare in pace con noi e con i suoi amici! Ma
purtroppo sono costretta, quando ti sento dire certe cose! E visto che
hai tirato in ballo il Digivice allora…sì!
E’ apparso per entrambi, e sai che ti dico? Mi arrogo il
diritto di pronunciarmi in veste di sua seconda domatrice, esattamente
al tuo pari! E quindi tu non puoi far niente, finché io mi
oppongo categorica a questa
follia!»…«Ahhh! Siamo alle
solite!»
…di fronte a quel battibecco, Beelzemon non poté
che abbassare la testa, e provare a sovrastarli con un debole, seppur
volenteroso «Sentite!!»
Fratello e sorella si arrestarono.
«Io credo…che la cosa migliore sarebbe che andassi
io da solo da Cyberdramon. Mako, prima quando ho detto che dovevo
andare a salvarlo, non intendevo necessariamente che anche tu dovessi
rischiare.»
Dopo qualche istante di silenzio, poiché quelle parole li
avevano colpiti, Mako accennò «…ma dai.
Come ti viene in mente? Io non intendevo arrivare a questo.
E’ ovvio che non sia il caso che vai da solo. E’
pericoloso. Hai bisogno di un domatore.»
«Non voglio che litighiate! Soprattutto a causa
mia…proprio adesso che sono tornato.»
Lasciava trasparire un profondo senso di colpa, che lasciò
quei due gemelli interdetti, e dispiaciuti…
«E così tuo padre ha accettato? Sei emozionata,
Jeri?» chiedeva Suzie mentre erano in strada a passeggiare
«Oh, lo vedi tu stessa. Guardami, non riesco a smettere di
fumare! Mi chiedo come
andrà!»…«Ahaha, e come vuoi
che vada?!» Suzie le si parò davanti
«Benone!»
Sembrava allegra e frizzante, quella mattina. Come il cielo, lucidato
dalla pioggia della notte passata. In grado di accendere più
che mai i colori della primavera attorno a loro. Lo sguardo di Jeri era
invece incerto «Ah…se lo dici
tu.»…«Mako farà
un’impressione eccellente a tuo padre e tu ai suoi genitori!
Ed entro non molto vi sposerete!!» prendendo le mani
dell’amica «Tu
dici…?»…«Del resto si vede
che siete una coppia perfetta! Quindi…butta pure questa
sigaretta-»…«Oh no! Per
favore!»…«Ahh, quanto sei
sciocca!» Suzie corse avanti…
…e Jeri fece assorto il suo sguardo “Non fumo per
questo. Non riesco a liberarmi dal pensiero dei Digimon. Dovrei forse
far qualcosa…? Ma non so cosa…”
socchiudendo i suoi occhi “Non mi resta che consultarmi con
Mako e Beelzemon. Io non ho un Digimon che sia mio.”
«Jeri, coraggio!! Che fai lì
impalata?!»…«Ahh!...e lo dici proprio tu
a me?! Io ho appuntamento fra un’ora dal parrucchiere! Tu
invece non dovresti essere a scuola da un
pezzo?»…«Entro un’ora dopo,
non mi importa! Ahhh, non posso incrociarmi con quella prof, mi ha
preso di mira! Mi detesta perché voglio diventare un genio,
ha paura della mia
concorrenza!»…«Uhmuhmuhm, ma
intanto…! Ho come l’impressione che il distacco
sia netto!»…«Uhmuhmuhm,
sì!»
Le amiche si sorrisero, sembrava esserci molta complicità
fra loro «Per ora, però!»
specificò Suzie, molto graziosa nella sua divisa scolastica
«Perché da oggi ho intenzione di impegnarmi ancora
di più! Tu lo sai perché lo
faccio!»…«A…proposito di
questo.»…«Sì?»
Jeri camminò avanti, per poi volgere appena la coda del suo
occhio «Tuo fratello e tuo padre che hanno detto riguardo a
ieri sera…?»
Suzie sospirò profondamente. E poi, accostandosi
all’amica «…dicono che si tratta
dell’ennesima apparizione di finti Digimon.»
Jeri nel frattempo pensava “…non posso dirle del
ritorno di Beelzemon. Potrebbe riferirlo a Takato. E nemmeno lei ha mai
smesso di illudersi di rincontrare la sua
Digimon…”
…osservando quell’amica che poco dopo chiese
«E
tu?»…«…cosa?»
restò stupita Jeri «Che cosa ne pensi? Tu sei
stata una Digimon
Tamer.»…«…solo per
poco.» accennò Jeri, soffiando il fumo dalle sue
labbra «Ma no, che dici! Sei stata a Digiworld per
più tempo di me! E poi hai visto Cyberdramon e gli altri
venirti incontro! A te non sembra…che quel Digimon di ieri
sera gli somigli incredibilmente, più delle altre
copie?!»…«…
…è difficile dirlo così su due
piedi…» mormorò, camminando
più in là e lasciando per poco indietro la sua
amica, che fece «…già.»
sospirando di nuovo, e poi guardando il cielo «Forse sono io
che voglio sempre illudermi.» sistemandosi la frangetta.
“Io non saprei cosa sperare.” era il pensiero di
Jeri, miscelato col fumo “Da un lato ho la mia vita a cui
pensare. Dall’altro…vorrei tanto che qualcosa, o
qualcuno giungesse da quel mondo, per portarmi via da tutto
questo!” lasciando cadere la sigaretta, a terra tra i petali
rosa “Ma mi illudo: io non ho nessuno, a Digiworld, che
aspetta di rivedermi dopo tanto tempo…” e
pestandola, col suo stivaletto bordeaux scuro col tacco
«Jeri?!»…«Oh!»…«Cambiamo
argomento!
Vuoi?!»…«Oh…»
Suzie si era forse accorta che parlare di Digimon aveva generato
malinconia nell’animo di Jeri «Stai già
pensando al vestito?!»…«…ti
riferisci a stasera?»…«Nooo!»
prendendole la mano «Quando io dico vestito intendo
matrimoniooo!»…«Ahhh, ma dai Suzie! Non
sappiamo neanche se il padre e la madre di Mako non ci cacceranno di
casa, oggi!»…«Bando al pessimismo!
Guarda, ho qualcosa da mostrarti!
Vieni!»…«Ah-h! Non tirare
così! Suzie!!»
«Guarda, Jeri, non sono meravigliosi?!» Suzie
condusse lo sguardo profondamente incerto di Jeri verso una vetrina di
splendidi abiti da sposa «Buttiamo una voce su quello che ti
piace, tanto qui mi conoscono e lo tengono da parte!» e dopo
essersi sfregata le mani
«Vieni!»…«Oh?! Ma no, dai,
Suzie!!» mugolò mogiamente Jeri
«Perché?!»…«Ma…adesso
è tardi! E poi…ora è presto, magari
porta sfortuna!»…«E’ presto,
è tardi, ma sentiti! Parli proprio come una sposa in piena
confusione! Dai dai che qui non vendono soltanto abiti da sposa! Ma
anche qualche delizioso accessorio per un’impenitente zitella
come me: carta di creditooo…sei pronta a metterti a
dieta?!» Suzie si fiondò dunque dentro armata
della sua carta di fiducia.
Jeri, sulla porta del negozio «Uffaaa…odio questi
posti. Se c’è una cosa che non
sopporto…sono gli abiti da sposa! E ancora di meno degli
abiti…le spose! E peggio ancora…
…i matrimoni!!» scandì incisiva
«Jeri!!»…«Arrivo…!!»
seppur seccata, dovette entrare.
«…ce la fai ad alzarti, Kyubimon?»
chiedeva Antylamon «Ti fa
male?»…«Ah-h, no…! N-No, non
mi importa! Potrebbero anche…m-massacrarmi fino a lasciare
solo brandelli di me, ma devono ridarmi i miei figli!!»
Anche nella disperazione, quella volpe dorata a nove code non perdeva
la sua dignità, e tornava a piantare le sue zampe a terra.
Gargomon le si accostò «Coraggio! Sono certo che
qualcuno là fuori non ci ha abbandonato: si
dev’essere saputo di noi! E la notizia sarà giunta
all’orecchio…anche dei nostri domatori! Sono
convinto che Henry…
Rika…
…Suzie…» nomi che evocavano emozioni
sui volti delle Digimon «…appena hanno udito che
ci avevano arrestati, hanno sentito qui, sul cuore, un vortice di
ricordi. Sono diretti qui!»…«Tu lo credi
davvero?!» chiese quella madre «Certo!!»
sorrise il robusto essere dalle lunghe orecchie
«…tutto è come un tempo…
…siamo sulla
terra…e-e…!...vedremo…da quello
schermo comparire una squadra di ragazzi adulti ma con la stessa luce
di allora negli occhi! I nostri domatori non ci tradiranno: momentai,
Kyubimon! Ci stiamo per ricongiungere a
loro…»…«I-Io non ho sognato
altro, in questi anni…!!...s-se non mostrare a Rika i miei
bambini!»…«…
…e lo farai…» sussurrò
Gargomon «…ti prometto che lo farai, Kyubimon.
Amica mia…» abbracciandola, con quelle ingombranti
braccia terminanti con mitra «…fedele compagna di
battaglia, quante ne abbiamo passate assieme. Ti
ricordi…?» (canzone: Mariah Carey
– Through The Rain)
Eccome se quella volpe ricordava…e in un momento come
quello, i ricordi velano gli occhi
«Inizialmente…tu eri sempre al fianco di Rika,
silenziosa e riservata.» le sussurrava all’orecchio
Gargomon «Non gradivi molto la nostra compagnia, con Guilmon
diventammo subito chiassosi e indisciplinati. Inizialmente erano
scintille! Poi però quante
avventure…vero?»
«Sì…» rispose Kyubimon,
seppur con voce rotta.
«Calù…» mormorava Calumon
appoggiato al muro, sempre con quegli occhi verdi, segnati e decisi. A
puntare verso chissà dove…
«Calumon non si legava a nessuno, ma tutti gli volevano bene.
Era sempre a giocare in giro. La mamma di Rika era in pena per il
carattere di sua figlia. Henry e Takato si interrogavano su come
facessero i Digimon a bioemergere nel mondo reale.
Suzie…» e al suo nome, Antylamon diede loro le
spalle. Per vivere da sola la sua commozione
«…credeva che fossi un peluche, la
città era bellissima! La ricordi? Come si stava liberi per
le strade di Tokyo…noi, assieme ai nostri domatori. Ricordi
che freddo, certe notti?»
Gargomon sembrava voler far caldo all’amica con il suo
possente corpo «Cavoli…come siamo diventati amici
poi, da allora. E dire che sembrava che non ci potessimo vedere: chi
l’avrebbe mai pensato, dieci anni di convivenza nello stesso
villaggio…ad incontrarci per strada la mattina, salutarci e
chiederti io come stanno tuo marito e i tuoi
figli.»…«Ahh…!!...sono
preoccupata,
Gargomon!»…«…momentai…cara.»…«Ah,
Imagomon!...» piangeva Kyubimon «…ignoro
persino come stia l’uomo che ho sposato, se è
sopravvissuto!»…«Certo…»…«E
lui ignora, da Digiworld, che i suoi bambini sono qui in questo incubo
mortale!!»…«Momentai…»
sempre più sussurrato, sempre più stretto
l’abbraccio «Momentai…
…sei una grande Digimon. Non lo dico solo per farmi bello di
fronte a quella pettegola di Gelsomon, al
villaggio.»…«Ahh…!!...ma se
non posso nemmeno proteggere i miei bambini!» (mentre
Antylamon si asciugava gli occhi con le sue lunghe braccia)
«…
…i tuoi piccoli sono forti come te. Lo sai,
Kyubimon…? Tu eri il nostro mito,
allora.»…«Ah?!»…«Ma
sì…
…mi basta chiudere gli occhi…per vedere la tua
sagoma che si staglia contro la luna…
…ci sembravi irraggiungibile…io e Guilmon eravamo
semmai bravi a consumare buste intere del pane del negozio di Takato!...
…tu e Rika eravate su un altro piano. Pensavamo tutto il
giorno…a come fare per diventare altrettanto forti, e dire
che allora…non avevamo visto
niente.»…«…o forse…
…la notte e la luna vi avevano
illuso.»…«No,
shhh…tutt’altro…
…non immagini quanto ancor più spettacolare sia
stato vederti in tutti questi anni…lavorare, supportare tuo
marito, crescere i tuoi figli. La grande Renamon non si è
smentita…
…
…anche illuminata dal globo azzurrastro di Digiworld e
lontana dalla candida luna della terra è rimasta un mito.
Per guardarti è sempre stato necessario alzare lo sguardo.
Più tardi, verso la luce del faro sul promontorio.»
…la Digimon non riuscì a trattenere i singhiozzi
«…Gargomon…!!...amico mio!!»
e sembrò avvolgerlo con le sue code
«…caspita…» versò
una lacrima anche Gargomon «…quale onore. Se i noi
stessi piccoli ci guardassero…
…se potessero vedere lungo quali impensabili strade porta la
vita. Però sono contento, sai!» asciugandosi il
naso con i mitra «Sono contento se in fondo il fatto che sia
andata così ha permesso a tutti noi di diventare
più amici. E’ una cosa
bella!»…«Voi siete i miei migliori
amici, io…!! Non posso niente senza di voi, io ho bisogno
della vostra compagnia, sola…!!...
…non sono nessuno!!...
…realmente, un’illusione! Un miraggio creato dal
cielo notturno!!»…«…
…ognuno ha i miraggi…a cui è
legato…
…e che hanno segnato…e segnano…la
strada della vita. Per sempre…» parole di quel
grande essere, in quella calda stretta…
«Calù…» Calumon attendeva
qualcosa oltre lo schermo di luce…
Antylamon appoggiava il braccio alla parete e chinava il
capo…
«Momentai, ragazzi, resistiamo. Non è mai andata
peggio di così per noi. Ma dobbiamo pensare positivo, siamo
solo la metà di una luna che si è salvata da
questo mondo che ci odia. Là fuori è rimasto
ancora un soffio di quell’aria per noi. Per i Digimon. I
ragazzi arriveranno. Loro sono l’altra metà. Ve lo
garantisco io, hanno resistito a dieci anni come fiori
all’inverno. Del resto…»
…rivolgendo sguardo di struggente tenerezza, con i suoi
occhi a pallina scura, verso l’ipotetico futuro oltre lo
schermo di luce «…hanno sempre assomigliato un
po’ a noi, non siete d’accordo?» (fine-canzone)
Una figura che sembrava umana, anche se più alta del
normale, girava per la città avvolta in una vecchia e
rattoppata giacca scura. D’un tratto si fermò, di
fronte ad una casa con la cuccia di un cane.
«Avrò fatto male.» si disse Beelzemon
«Non sarei dovuto uscire dal convento, loro si erano
raccomandati. Ma io tra quelle mura mi sento soffocare!»
ammise scuotendo la testa e stringendo i tre occhi, per poi rivolgerli
al cielo azzurro «Akemi…Mako.»
Mentre il cane abbaiava, all’echeggiare di una voce nasale
«Pooooossibile che nessuno capisca come mi sento,
oggi?!» che giungeva da un uomo baffuto, che attraversava in
vestaglia la porta di vetro «Oggi mio figlio viene a
presentarmi fidanzata con padre annesso! Ed io non ho mobili decenti a
casa perché sono finiti in beneficienza alle monache! Ohhh,
povero me mi sento moriiire!»
Ma Beelzemon neanche lo vedeva, e si stringeva alla sua giacca
«Non è che…mi avrete fatto illudere per
dieci anni circa una promessa…?»
I suoi occhi bucavano il cielo per tornare indietro…
…quando in quella casa vivevano ancora due gemelli piccoli e
graziosi, alti come un Digimon di non troppo alto stadio…
“Questo è l’orsacchiotto al quale
avevamo staccato una zampa, ricordi?”
“Abbiamo chiesto alla mamma di ricucirla.”
“Io e Mako non litighiamo più per i giocattoli,
lui può usare i miei e io i suoi.”
“Ti sei sentito in colpa perché abbiamo litigato
per te. E’ per questo che sei scomparso, vero? Ma vedrai che
ora non litigheremo più!”
“Ci dispiace tanto, Impmon!”
“Ci perdoni, per
favore?” “Ci perdoni
per favore?”
“Perché no…? Voi siete i miei
amici…”
«Amici…io vi voglio bene.» tremava
appena, come avesse freddo. O come se volesse proteggere le sue braccia
da qualcosa.
«Voi siete tutto per me. Siete il mondo intero. E sarei
tornato comunque. Però…
…però per me quella promessa era
importante…» ed il cuore gli si riempiva di
incertezza, e di tanti altri ricordi…
Metà del suo cuore era in quel convento. In cui tante donne
d’età diversa ma dallo stesso abito, e dal capo
velato di quello stesso nero, erano inginocchiate a pregare.
Ma una di loro, molto giovane, dietro le mani giunte nascondeva lacrime
silenziose, che macchiavano i suoi occhiali. Colei che le sedeva
accanto, se ne accorse «Oh? Akemi…!...Akemi,
cos’hai? Perché stai
piangendo…?» Sembrava giovane anche lei. E Akemi,
sembrava portare dentro un grande dolore, e si asciugava gli occhi,
scostandosi gli occhiali «…sto
piangendo…per quella ragione che ci spinge a piangere anche
se vestiamo un abito santo! Seppur sia ingiusto, non dovrebbe essere
così!!»…«Di cosa
parli…?»….«…piango…PERCHE’
HO FATTO DEL MALE…a qualcuno di molto
caro…!» scandì Akemi, fissando
più in là dove vi era il Destinatario delle sue
preghiere «Perché l’ho ferito!!...senza
volerlo! In un solo attimo!!...
…scioccamente! Quando avevo trascorso…dieci
anni…dieci anni a sognare il suo ritorno, per non dargli
più questo grande dolore! Eppure tutta l’attesa
non è servita!! Poche ore…e tutto si è
infranto, ricominciando in quel modo sbagliato!! E mi sento ridicola e
in colpa…per tanti propositi! Uhm, ma quanto vale, il mio
amore?!»…«Non fare
così…!» la invitò quella
sorella, e si andarono a sedere su una panca più appartata
«Io lo so di cosa si tratta! E’ tuo fratello! Non
dirmi che mi sbaglio.»
Akemi si asciugava gli occhi in silenzio…mentre
l’altra le diceva «Ma se ti riferisci a lui,
credimi: non vi è motivo di sentirsi in colpa! Quello
è un ragazzino senza testa, tu fai bene a tenerlo sulla
corda, o prima o poi vedi se non si metterà nei guai! Non
era oggi il fidanzamento? Sono sicura che tu gli hai detto che non ti
piace la ragazza con cui si è messo, e lui se
l’è presa! Lascia stare, Akemi…sai che
ti dico? Hai fatto bene! Quella ragazza, me l’hai fatta
conoscere l’altra volta, ti ricordi? Non piace neanche a me!
Ha qualcosa…di subdolo, e di falso! E’ tale e
quale a quella che ha sposato il ragazzo che ho mollato per farmi
suora! Io aivoglia a dirgli…sei secondo rispetto a Nostro
Signore ma mi stai a cuore, aspetta del tempo che ora sei confuso ma
lui mi ha sentito? Gli dicevo guarda che quella è
interessata, non farmi stare preoccupata in convento lui mi ha dato
ascolto? No! Eh certo è logico doveva farmi dispetto, si
è preso la prima che ha incontrato, tutta truccata e
sofisticata, proprio come lei! Doveva essere l’opposto di una
monaca: e adesso, ora che non ha più soldi in tasca e
più posto in testa per piantarsi le corna, lo scemo le
monache se le rimpiange! Stai su, sorella, tu parli bene, sono certi
maschi che sono proprio...oh! Che Dio ci faccia la
grazia.»…«No!!»
…quelle parole non avevano arrestato il dolore per la
giovane suora «Non si tratta di mio fratello! Non
è per lui che piango, ma…! Ma per qualcuno che
era tornato!! Capisci?!...
…lui era tornato! Io l’avevo aspettato ma ora
l’ho ferito ancora, e l’ho spinto…ad
andarsene via! Io lo conosco…» chinando e
scuotendo il capo «…e ora so che non lo
rivedrò. Che non lo rivedrò mai
più!!» piegandosi, su ciò che la faceva
star tanto male…
…nel dubbio, venato di curiosità di
quell’altra suora «Maaa…Akemi facendo
due rapidi conti…ptsss: se non si tratta di tuo fratello,
ciò vuol dire che aleg-» segno della croce
«-che aleggia, o almeno aleggiava un’indefinita
presenza di sesso maschile nel nostro convento (!!!) »
Uscendo da quel negozio di abiti da sposa…
«Sono belli, non è vero?!» chiedeva
Suzie carica di buste «…fantastici!!»
rispondeva Jeri con sognante entusiasmo, passandosi la mano tra i
capelli e dando loro vita. Aggiunse «Ah, io adoro
gli abiti da sposa!! Delle volte mi fermo di fronte a vetrine come
questa e perdo la nozione del tempo! Sogno il mio
futuro…!» con occhi che il cielo illuminava e che
nel cielo nuotavano «Ahah! Ehi, bellezza, tra poco non
sarà il tuo futuro: tutto questo sta per diventare il tuo
presente!»…«Ah! Che emozione!»
dopodiché
«Suzie!»…«Sì?»
Jeri l’aveva presa per il braccio, ora il suo volto era serio
«Voglio farti una
domanda.»…«Accetto tutto: meno che
“Suzie…quanto hai speso?”
Uhmuhmuhm!»…«Lascia stare, a quello ci
rinuncio! No, piuttosto…» alzando gli occhi su di
lei «Tu…sei davvero felice per
me?»…«Certo!»…«Davvero?
Non ti dà neanche…un po’
fastidio?»…«Come ti viene in
mente?!»…«Beh
perché…tu e
Mako-»…«Ah! Ah-Ah-Ah-Ah-errore! Difetto
uditivo, uhmuhmuhm! Ho sentito uno strano fruscio, credo sia un
problema tecnico!»…«No, dai, non
scherzare, parlo sul serio! Io al posto tu…non ci riuscirei,
sarei…!!...ah, non so. Rosa dalla gelosia, piena di
fastidio! Tu sul serio riesci ad accettare…con
serenità il fatto che io e Mako stiamo insieme? A te lui
piaceva. Sei tu che me l’hai presentato come “il
ragazzo che ti aveva fatto perdere la testa”, poi io e lui ci
siamo conosciuti meglio
e…»…«Oooooohhhhhhh,uffffff!
Jeriii…ma che cos’hai in quel cervello, segatura
prematrimonialeee?!»…«Oh?!»…«Ti
devo fare un riepilogo delle cose?!»…«Ma
verament-»…«Te lo faccio: Mako
è-ERA…il ragazzo che mi
piaceva!»…«Uh…»…«Tu
sei…la mia migliore amica!»
Silenzio da parte dell’altra…
«Risultato…ta-daaan! Basta-fine chiuso! Volo di
confetti e tanta felicità! Ahah, a patto di avere un posto
d’onore come damigella alle
nozze!»…«Ahhh, come ce la
fai?»…«Ma dai, Jeri, è
naturale!» confessava Suzie che pur nella sua scoppiettante
vitalità, parlava sincera e col cuore «Per me le
cose vanno così! Mako mi piaceva molto, è
vero…e forse mi piace anche adesso un pochino, un pochino
così PERO’! Però…ora voi
avete scoperto di piacervi, di amarvi, e questo basta perché
io scompaia dalla scena: Suzie svanisce, cala il sipario!
Applausiii!» Jeri la tratteneva ancora «Non ti fa
male?»…«No, perché questa
è
l’amicizia!!»…«Oh!»
parole che colpirono Jeri…
Una luce splendeva negli occhi di Suzie, quando nell’aria
azzurra di quella mattina affermava «Il percorso di due amici
non è sempre liscio e lineare, a volte include sfide! Ed
altre sacrifici! Ma è proprio questo che lo rende unico, che
lo distingue dalla semplice conoscenza tra due persone!
…credimi Jeri, per me non c’è niente di
più importante di questo! E’ vero, la vita forse
mi ha soffiato il ragazzo di cui mi ero innamorata,
però…ha fatto nascere qualcosa fra lui e una
persona per me altrettanto speciale!»
«Ah…»
«Ed anch’io voglio essere speciale. Aspetto
l’amore come tutte le ragazze, ma da ancor più
tempo aspetto…l’occasione per essere una vera
amica! Di quelle che quando è tempo si mettono da parte, e
sanno gioire delle fortune dell’altro come fossero le
proprie!»…«Dici
davvero…?» Jeri le si avvicinò,
discendendo quei pochi gradini «Tutto questo è
bellissimo…» e smarrendo i suoi occhi assorti nel
cielo «Ahah!» Suzie lo guardava con lei
«Sarà che ho visto tutto questo
dall’esterno, e l’ho sempre atteso per
me!» prendendo le mani di Jeri «Tu sei quella che
lo realizza, tu sei la mia migliore amica, e Mako è la
nostra prova! La prima…di un percorso lungo, che so che
durerà per sempre! Non ti chiedo altro se non di amarlo, e
di vivere fino all’ultimo tutta la felicità che
meriti!»
Jeri regalò un sorriso alle sue splendide labbra accese dal
rossetto, un moto interiore sembrava scuoterla, e spingerla a guardarsi
attorno per poi confessare «Sì, io lo amo!! Lo amo
tantissimo Suzie, e anche solo poche ore lontano da lui mi sembrano
un’eternità!»…«Ahah!
Allora sbrigati ad andare dal parrucchiere, sciocca, altrimenti oggi
sì che andrà
male!»…«Oh?! Hai ragione, ci siamo
trattenute tantissimo!»…«Whaaa,
anch’io devo correre a
scuola!»…«Ci sentiamo! E…ah,
Suzie!»…«Sì?!»…«Ti
ringrazio!...ti ringrazio tanto per
tutto!»…«Ma che dici!
Scappoooooo!»…«Sì…»
…e quando l’amica fu già lontana,
dileguatasi in un fulmine, Jeri prese un sospiro, e di nuovo rivolse
malinconici interrogativi ad uno scenario tenue su cui contrastava lo
scuro del suo abbigliamento.
«Questi li metto in ripostiglio, Himi?» chiedeva
Rika, che si faceva carico di uno scatolone di bicchieri senza
accorgersi che «Oh?!»…«Rika
ATTENTA, non lo vedi che è aperto da un lato?! Ci manca solo
che ci si rompe qualcos’altro, capisco che dobbiamo
chiudere!...ma tra poco dovrò portare la ciotola del mio
cane per far bere i clienti!»
A Rika non restava che chiudere gli occhi per l’ennesima
volta “Accidenti, non ho proprio la testa! Dovrei stare
concentrata, ma non riesco a togliermi dalla mente Cyberdramon! Come si
fa ad occuparsi di queste cose quando hai già la tua vita
che ti tormenta, in più quel dannatissimo problema dei
soldi, non so come farò!!...molto volentieri mi ci taglierei
le vene coi vetri di questi bicchieri!”
«Qualche preoccupazione, Rika?»
«Ah!»
Un sussulto per la ragazza…
Appoggiato al bancone vi era di nuovo quell’uomo magro, dallo
sguardo fitto…
…e che portava le braccia scoperte così da
mostrare il suo tatuaggio a fiocco di neve «Come è
andato lo spettacolo ieri? Avete messo su un po’ di grana?
Ahahahahah!...
…sei affascinante con quello scatolone in mano.»
Rika avanzò verso verso di lui.
«Ricorda…che se il pubblico apprezza e paga poco
ci sono sempre io. Un servizietto. Ed io sono un buon
pagatore.»…«Allora la tua mammina ti ha
fatto duro di orecchie…
…mi sembrava di averti già detto, e
più di una volta, che qui nessuno ha bisogno di te. Ce la
possiamo cavare anche senza le tue disgustose
proposte…!»…«Invece la tua,
di mammina, ti ha fatto molto orgogliosa. A
proposito…» avvicinandosi a lei
«…è carina come te?» e
sfiorandole il viso, che lei tirò via
«Perché un giorno non la fai venire, e la presenti
a tutti noi clienti? Ptsss…
…ti faccio una proposta: manda via quell’acida di
Himi e mettetevi madre & figlia al bancone. Sarebbe un dolce
quadretto di unione
familiare…»…«Tieni…lontane
le tue dita da me e persino le tue parole da mia
madre…» scandì Rika
«Perché? Hai paura che ti ami di più di
quanto tu ami lei? Tu che sei disposta a farla morire di fame pur di
non cedere, magari lei non farebbe altrettanto. Cosa non si fa per i
figli, ahahahah!»…«VATTENE
SUBIT-»…«Attenta: è
aperto!»…«Ah!» e con una
semplice spintarella, quell’uomo provocò la
risuonante caduta di quei bicchieri nuovi «Sempre distratta!
Ahahahaha, alla prossima, Rika! Ah e…ho l’idea che
quei bicchieri costassero. Impara il valore del
denaro…ragazzina viziata! Uhmuhmuhmuhmuhm!» per
poi sparire oltre la porta…
…lasciandola con occhi sconvolti di furia e frustrazione, e
un mare di cocci ai suoi piedi, quando arrivò anche Himi
«RIKAAA! Che disastro! Oh ma non c’è
verso, questa mattina! Va beh…lasciamo stare. TANTO DOBBIAMO
CHIUDERE…ormai tanto vale farci
l’abitudine…»
Ma la giovane dai capelli rossi stringeva gli occhi, e i denti
“Basta…basta, non ce la faccio più, non
resisto!!!”
…quando giunse qualcuno «Oh? Cavolo! Beh dunque
non sono la sola questa mattina ad essere andata IN
PEZZI!»…«Ah!» Rika
alzò lo sguardo…incrociando gli occhi azzurri di
Cindermon.
«Accidenti, vorrei tanto sapere dov’è
finito!» erano parole di Mako, che smanettava al cellulare
presso il cortile della sua scuola «Al cellulare non
risponde, spero non si sia offeso e non se ne sia tornato a Digiworld,
sarebbe terribileee!» passandosi le mani tra i suoi mossi
capelli rossi ed impicciandosi con l’auricolare
«Certo però che Akemi poteva fare a meno di
intromettersi: non è colpa mia se si è fatta
suora! Perché deve mettere bocca su azione e battaglie
quando ha sposato una causa pacifista! E’ sempre stata
così, fin da piccola non è mai stata al suo
posto, voleva sempre ciò che appartiene agli altri, e non le
passa neanche ora che vive in convento: vedi se non ha fatto scappare
Beelzemon proprio il giorno del mio fidanzamentooo, mi dovrà
andare per storto il tè assieme a Jeri e a suo
padre!» ma in quel momento si udì una brusca
frenata non di automobile, bensì di…piedi umani
in corsa frenetica, seguita dall’esclamazione
«PISTAAAAAAAAAAAA! SONO IN MORTALE RITARDO-MORTALE
RITARDO-MORTALE RITAAAAA----WHAAA!» piede in fallo
– caduta «Oh?» Mako si destò
in tempo…
…e Suzie atterrò tra le sue braccia
«Aaaahhhhh! Sono morta. Oh?»
La ragazza poi realizzò alzando lo sguardo
«Aaaah!» in un’eruzione vulcanica di
rossore «Tutto bene?»…«No
niente bene. Cioè,
sììì!»
Riassestandosi e ripettinandosi in un batter d’occhi
«G-G-Grazie mille del tuo
intervento!»…«Ci mancherebbe!»
“Ahhhhhhhhh…” il tempo in eterna corsa
andò in pausa per qualche istante, per Suzie che al solo
udire un accenno della voce di quel ragazzo, era già persa
nei suoi occhi velati da occhiali
“...ahhhhhaaaaAAAAAA!” fino a che il sospiro
interiore non stonò drastico nel leggere, sul display del
cellulare di lui, i caratteri cubitali dell’appunto che
ricordava il tè pomeridiano.
«Devo
andare!»…«C’è tuo
padre, dentro.» riferì il ragazzo, piuttosto serio
e poco in vena di chiacchierare. Lei era rimasta imbambolata a
guardarlo, tanto che lui «Siiicuro…che va tutto
bene?»…«…chi
c’è, scusa?» calò appena il
capo di Suzie in un sussurro sfiatato
«Tuo…padre.»…«EEEEEEH?!!»
ancor più mozzata la voce «Sì
sì: l’ho visto entrare. Credo stesse parlando con
gli insegnanti.» riprendendo a smanettare al cellulare
«…ODD…DDIO, SONO
ROVINATA!»…«Accidenti, quante buste.
Cosa hai fatto? Spese
pre-scolastiche?»…«Uhm uhm. Uhm uhm. Uhm
uhm.» annuì in un meccanico e cristallizzato
sorriso «A-Adesso va-vado dentro da-da mi-mio
padre.»…«Uhm
uhm.»…«C-Ciao!»…«Ciao.»…«E-E
grazie.»…«Prego.»…«Ah
e…! A-Auguri per questo pomeriggio!» avviandosi a
movimenti scattosi verso l’entrata «Oh, grazie, sei
veramente gentile…!»
…disse Mako lasciando in sospeso il tono e il dito. Tanto
che Suzie, nel più sommo imbarazzo, era rimasta bloccata con
la mano sulla maniglia. Il ragazzo si giustificò con un
sorrisetto che cercava di essere cordiale
«…non…ricordo il tuo nome,
perdonami.»
“SDEEENG!” …tegolata in testa
virtuale per Suzie.
«S-Suzie.»…«Ahhh, certo,
Suzie! Sarà perché io ho presente tuo fratello,
Henry, quindi vado sempre con “la sorella di
Henry”.»…«Carino.»…«Io?»…«…(!)…no,
il
soprannome.»…«…ahh…non
è un soprannome! E’ che purtroppo conosco molte
ragazze che si chiamano come te
quindi-»…«Sono nella
tua…»…«-non mi è
sempre facile
ricordare!»…«…classe
manonfanientefiguriamocimegliochemitolgoditornociaaaooo!»…«Ciao!...
…che tipa strana.» risistemandosi
l’auricolare «Ahhh, Beelzemon dove
sarai?!»
Suzie, dall’aria piuttosto stravolta e poco invidiabile,
trascinava a fatica le sue buste lungo il corridoio, dal fondo del
quale spuntava suo padre, impegnato in una conversazione che culminava
con un suo «La ringrazio: e comunque mi rincresce, mi
rincresce molto.»
«Aaaaah!» Suzie rabbrividì, pareva una
cosa seria. Anche a giudicare dall’espressione scura con cui
il signor Wong «Oh…Santo
Cielo…» si riaccomodò gli occhiali,
fino a vederla «…!
Suzie!»…«Papààà!»
in un suono straziato.
Si vennero incontro «Ti pare questo l’orario di
venire a
scuola?!»…«Ehm…»…«Sei
uscita di nuovo senza pile
all’orologio?!»…«Ah-Ehm…v-veramente
sono uscita proprio senza
l’orologio…»…«Ahhh…»
mano al viso per il signor Wong «Ho appena parlato con la tua
insegnante di matematica: mi ha mostrato il tuo ultimo compito.
Guarda!»…«Whaaa!»…«Questo
che per te è un compito per me è
un…cimitero di segni disarticolati. E’ possibile
che tu non riesca a metterti in testa che la scuola è una
cosa seria?»…«Ma papà, lo sai
che mi impegno tanto! Specie in matematica, sai quello che voglio fare
dopo!»…«Lascia perdere i sogni
irrealizzabili, piuttosto…» piazzandole il compito
in mano «…cerca di focalizzare che
“dopo”, si intende al termine delle tue scuole
superiori! E se quel giorno mai arriverà dipende solo dal
tuo comportamento di og-»…«Attento
papà!»…«Ohp?!»
stava inciampando, sulle buste «C-Che
cos’è tutta questa
roba?!!»…«Ahhhhhhhhh…!»
Ennesimo sospiro, ennesimo piovere giù del capo della
ragazza «Qualche innocente
accessorio.»…«INNOCEN---…oh
mio Dio ma questa è roba
costosissima!»…«Scusa
papààà…era troppo forte
l’attrazione gravitazionale ha prevalso su di
meeeEEE!»…«M-Ma che vai dicendo, tu non
sai neanche cos’è l’attrazione
gravitazionale! Vogliamo parlare di come vai in fisica?! Senti, Suzie!
Io comincio ad essere seriamente preoccupato: penso a questo punto sia
il caso di iniziare a sentire…un esperto, uno
psicoterapeuta, il tuo problema di shopping compulsivo peggiora di
giorno in giorno!»…«Ma io non voglio
andare dallo strizzacervelli! Mi fa paura, e poi…so
benissimo da cosa è dovuto.» si ritirò
la ragazza un po’ mogia «Ah sì? E da
cosa sarebbe mai
dovuto?!»…«…mi sento
sola.»…«Sola?! Ma non dire sciocchezze!
Esci con gli amici, hai una famiglia normale, non hai problemi di alcun
genere e le tue sono soltanto scuse. La verità è
che non sei matura e non hai alcuna voglia di impegnarti. Credimi, se
continueranno a giungermi simili risultati non mi interessa
ciò che dirai, io mi metterò in contatto con uno
specialista. E’ l’unica cosa che si può
fare in certi casi!» accingendosi ad andarsene
«Papà!»
Suzie lo richiamò, e si volse, stavolta con occhi seri
«Io non voglio avere gli stessi problemi di
Henry!»…«Oh? Che…cosa intendi
dire?»…«Ah, che lui non pensa ad altro
che al lavoro. Per lui le preoccupazioni quotidiane sono diventate
un’ossessione! Ma non ti accorgi che non sorride
più, non è più allegro e spensierato
da anni, ormai! E tu non fai niente per aiutarlo, gli riparli sopra di
lavoro così che in casa nostra non c’è
più aria per
respirare!»…«…smettila.»
replicò il signor Wong con sguardo severo «Tuo
fratello è semplicemente assennato e responsabile, ed
è normale che pensi al suo lavoro. A te sembra strano solo
perché fai sempre l’esatto contrario. Ma piuttosto
che criticarlo, dovresti cercare almeno una volta di metterti nei suoi
panni!»…«Io non lo sto
criticando!»…«Oh?» Wong stava
andando via ma si arrestò «Non mi permetterei
mai!!...
…tu lo sai che lui è il mio mito.
Non…metterei mai in discussione i suoi comportamenti.
Semplicemente mi preoccupo per lui! Credo di essere in diritto di
farlo, essendo mio fratello!»
«Suzie…» accennò
l’uomo, il cui sguardo sembrava attraversato da una profonda
ombra «Prima ho sentito la tua voce qui in cortile. Stavi
parlando con qualcuno?»…«Oh?
Sì…con Mako, un mio compagno di scuola.
Perché?» restò perplessa la ragazza.
«Per nessuno motivo.» Wong si riaccomodò
gli occhiali, e poi aggiunse «Ricorda di non rivolgerti a
nessuno se non lo conosci. E se qualcuno si accosta a te tu
ignoralo.»
«…perché mi dici questo,
papà? Da come parli sembra quasi che…qua, o
là, o…appostato dietro l’angolo ci sia
il peggiore dei malintenzionati che mi ha puntata come sua prossima
vittima!»…«Non puoi saperlo: sei una
ragazza giovane, e la città non è più
sicura come quando eri piccola. Fa sempre molta
attenzione…!»…«Oh…?»
Suzie fu colpita da quelle che alle sue orecchie suonavano come
enigmatiche parole.
«Ci vediamo a casa.» concluse suo padre, e se ne
andò.
Una penna roteava lenta tra gentili dita femminili.
Su di un divano sedeva un ragazzo, i cui occhi scuri dai riflessi grigi
fissavano avanti.
«Se io ti chiedo di riepilogarmi qual è obiettivo
della nostra terapia...
…tu sei in grado di spiegarmelo, Henry?» chiese
una voce vellutata.
«...
…certo.» rispose il ragazzo.
Trascorse qualche istante di attesa. Dopodiché il giovane
pronunciò «Dimenticare Terriermon. Dimenticare i
Digimon…
…loro più altro non sono che una proiezione della
mia infanzia.»
Erano venate di automatismo, le sue parole.
«Il mio obiettivo…» mentre le sue mani
si stringevano, afferrando la stoffa dei pantaloni
«...l’obiettivo che devo
raggiungere…è sgretolare a poco a poco questo
ricordo. Mi fa male. Per tale motivo…non deve restarne
più niente.»
I suoi occhi non si staccavano da quel punto immaginario
all’orizzonte.
E la dottoressa, dai ricci capelli scuri e dall’anello
violaceo, fissava lui attentamente.
«I Digimon sono elemento estraneo e di disturbo per la vita
di un adulto.» pronunciava Henry con il suo timbro pacato
«Abbandonare per strada il pacco di ricordi
dell’infanzia, è l’atto necessario per
progredire. Per ambientarsi nel lavoro. P-Per formarsi una
famiglia…!»
…parole, queste ultime, che gli costarono più
sforzo…i suoi pugni erano saldi.
«Ricordati Henry…tutte le persone che ami hanno
necessità di vederti integro.»
«Sì! Integro. Mio padre deve vedermi
integro…
…io devo sciogliere il suo senso di colpa. Io debbo essere
un figlio perfetto…»
…mentre il signor Wong camminava per il cortile di quella
scuola e si guardava attorno. Il suo sguardo non era sereno, le sue
spalle erano come piegate sotto un peso indefinibile…
«…responsabile, e realizzato sul lavoro.
Mia sorella deve vedermi integro…»
…intanto Suzie entrava in classe, sorrideva e si scusava con
la sua insegnante. Prendeva posto al banco, e destava le occhiate dei
suoi compagni con tutte quelle buste che a stento conteneva con sorrisi
e gesti sbarazzini…
«…è immatura e ha bisogno di un punto
di riferimento. Posso essere soltanto io, adesso che i nostri fratelli
più grandi si sono trasferiti all’estero. Mia
madre deve vedermi integro…»
…la madre di Henry era una donna dall’aspetto
semplice, dai lineamenti distinti e dai capelli corti, che si
incontrò con suo marito in strada, e sembrarono scambiarsi
consultazioni preoccupate…
«…è fragile, e soffre la mancanza dei
miei fratelli. Deve poter far conto su di me per ogni
eventualità.»
Henry si arrestò. La psicologa chiese «E quanto ai
tuoi amici?»
«Rika e Takato hanno bisogno di un modello di confronto. Rika
ha scelto una strada sbagliata. Ed ha un carattere difficile. Takato
è debole. E si rifiuta di
crescere.»…«Bene.» disse lei,
voltando una pagina del quaderno che aveva tra le mani.
«E adesso parlami di loro, Henry. Sai a chi mi
riferisco.»
«…loro…» pronunciò
il ragazzo assorto in un mare interiore scuro e intenso come i suoi
occhi «…loro…»
…mentre una ragazza dai capelli neri per mano al suo bambino
salivano in ascensore…
«…solo quando potranno vedermi integro. Soltanto
allora…!!» finendo quasi per bucare la stoffa dei
pantaloni con le unghie, tanto li stringeva «Solo quando il
ricordo dei Digimon sarà soltanto un’ombra
sfocata…allora…potremo…tornare ad
essere…ciò che siamo.»
«…Terriermon.»
…mentre una luce avvolgeva Gargomon, che si rimpiccioliva
fino a tornare ad essere Terriermon, nella sua sorpresa. Lo stesso
accadeva Kyubimon, che tornò Renamon. E Antylamon, che
tornò Lopmon…
«Terriermon mi ha tradito!» scandì
Henry, stringendo più che mai i pugni, ma senza venir mai
del tutto meno a quell’automatismo nel parlare «Mi
ha reso felice e appagato nell’infanzia, per poi distruggermi
la vita futura! Io devo dimenticarlo…
…Terriermon deve…sparire dalla mia
memoria…»
Aki, la dottoressa, chiuse il quaderno, ed arrestò il
roteare della penna «Bene, Henry.» parlò
pacatamente «Fai progressi, e fra non molto il nostro
percorso sarà compiuto. Puoi tornare a
casa…» gli disse con un dolce sorriso…
Lui ancora fissava avanti a sé.
Rea fece rientro a casa, mormorando fra sé
«...fff, “informazioni riservate”, vorrei
vedere loro al mio posto. Non sono riuscita a concludere
nulla.» quando una signora dai capelli castani e gli occhiali
le venne incontro piena d’entusiasmo «Rea!
Figliola, sei tornata!!»…«Ciao,
mamma…» fece la ragazza che aveva sguardo
piuttosto deluso «Come stai il tesoro della sua
nonnina?!»
La signora si piegò su Benji regalandogli una carezza,
dopodiché «Non immagini, cara!
C’è una…splendida notizia per tutti
noi!»…«Uh…è quello
che ci vuole. Perché io invece di belle notizie sono a
corto.»…«Ah, non ci crederai quando te
lo dirò.»…«Beh avanti? Mi fai
stare in ansia.»…«Ptsss, è
che ho paura che il bambino mi senta. E’ che---vieni
più vicino.»…«Ma cosa
sarà mai, mamma!» e parlandole
all’orecchio «Il capo di tuo padre, quel signore
così a modo, ha chiesto di te, vuole
vederti!»…«Cosa?!!» Rea non
accolse di certo quella come una bella notizia «Io e tuo
padre ne eravamo certi, è bastata una buona parola, un
accenno innocente a tutte le tue sfortune…e il tipo si
è subito fatto avanti!»…«Ma
che cosa sarete andati a raccontargli, voi siete
impazzi-!!»…«Shhh!»…«Ptsss,
voi siete impazziti, io non vi avevo chiesto
niente!»…«Cara, non
c’è certo bisogno di chiedere, la situazione la
vedo con i miei occhi anche se ho smesso di vederci bene da tempo, e
anche tuo padre l’ha ben presente-amooore, piccolo Benji!
Guarda che ti dà la nonna!» Una
caramella…
…e poi un sospiro, venato di seccatura, da parte della
ragazza «Quale
situazione…?»…«Ma come
“quale situazione”, Rea! La tua!! La-La
vostra!»…«Oh, andiamo, io non so tu e
papà a quali tempi siete
rimasti!»…«Ma per certe cose non ci sono
tempi-oh, ti prego! Non ritiriamo fuori sempre il solito discorso cara
sai come la penso!»…«E tu sai come la
penso io!! Io per ora non ho intenzione
di-»…«E al bambi-ptsss!...e al bambino
non ci pensi?»…«Benji, in mia compagnia,
sta benissimo!» replicò Rea lottando contro quel
po’ di insicurezza che la rendeva mogia «Ma chi lo
protegge dalle chiacchiere della gente? Eh? E chi protegge te, Rea?!
Ptsss, guarda che mi fermano! N-Non fanno che fermarmi tutti: MI
CHIEDONO CHI E’ IL PADRE!»…«E
tu diglielo!!»…«Ma come faccio a
dirglielo?!! Vedi, per te che sei giovane è tutto
facile!»…«L’età non
c’entra! La verità è la
verità! Cos’è?!»
…mentre svolgeva alcune faccende per casa, tra cucina e
credenze «Hai paura che la famiglia di Henry faccia qualche
ritorsione?! Ah io no! Anche perché non li conosco: stando
alla versione che mi fu fornita-versione fra le tante chissà
quanto e se attendibile, lui è figlio unico e con i suoi ha
rotto i rapporti quando aveva diciassette anni! Per
cui…!» tra caffè e macchinetta
«…io non mi preoccupo! E tanto comunque anche se
non fosse vero il problema è suo, mio no di
certo!»…«Tu non capisci!»
insisteva però la signora «Io non so cosa debbo
fare per responsabilizzarti oh mio Dio ma come faccio ad avere una
figlia così
avventata!»…«...ognuno ha la sua
disgrazia su questa terra, mamma…» fece Rea
alzando gli occhi al cielo. Ma sua madre non si arrendeva «Le
sicurezze familiari sono cosa non di poco conto nel processo di
crescita!»…«Beh?! E non venirtela a
prendere con me, io di certo non ci tenevo a crescere il mio bambino
senza un pa-ahhh!» si era scottata con la macchinetta, si
succhiò il dito «…senza un padre. Mi
è
capitato.»…«Perché ti sei
andata a mischiare con quel poco di
buono!»…«Che potevo fare?!!
Io…!!...lo amavo, mi sono innamorata, ho perso la testa, che
cos’è un
reato?!»…«Perché come al
solito non guardi bene chi ti si avvicina prima di fare passi
falsi!»…«Ah sì? Che strano!
Ricordo delle telefonate che giungevano negli Stati Uniti “ah
ciao, tesoro della mamma oh che belle le foto carino il tuo collega
come si chiama dove lavora è impegnato o
disponibile”!»…«Vuoi mettere?!
Ero disorientata dopo che ti eri lasciata col tuo precedente ragazzo, e
non ti potevo vedere così depressa! Tanto è
cheee…ho messo una buona parola ma chi poteva andarlo a
pensare che ci saremmo infognati in una situazione ancor peggiore della
precedente?!»…«…io ci andavo
sicura, su Henry.» confessò Rea, ricordando e
chinando il capo, mentre sedeva sul tavolo «Sembrava la
persona più a posto...
…il ragazzo più dolce.» sollevando una
zolletta di zucchero e roteandola fra le dita «Proprio quel
genere di persona di cui hai bisogno, dopo che attraversi un periodo
difficile. Affascinante…e distinto. Me lo ricordo ancora.
Quando aprì la porta e lo vidi entrare, là, nel
piccolo ufficio che ci avevano assegnato per svolgere lo stage. Avevo
timore di conoscerlo, era…”il ragazzo che aveva
vinto la borsa di studio”, in pratica io e lui eravamo i
primi in graduatoria. Me lo figuravo…pfff, un tipo un
po’ presuntuoso, di quelli che si danno un mucchio di
arie!» scivolando da quella mimica espressiva…in
un dolce e malinconico sorriso «E invece era modesto, e con
me che ero mezza morta dalla paura fu così accogliente. Mi
spiegò ogni cosa. Da “studentessa
modello” mi trasformai in una ragazzina…che
pendeva dalle sue labbra, conosceva tante di quelle cose, una mente
incredibile. Uhm. Ore e ore…seduti l’una accanto
all’altro, davanti a quel computer ad elaborare progetti. I
colleghi passavano e ci sorridevano…
…lui scherzava su di loro, faceva battute e io ridevo
persino. Ma si capiva che si stava formando la
coppietta…» abbandonando la zolletta nella tazza,
e oscillando il capo per scostarsi i capelli dal viso «Ci
siamo confidati un mucchio di cose. Mi affascinava il racconto della
sua storia familiare…disse che aveva un fratellastro, che
all’età di dieci-undici anni erano molto uniti. Ma
poi…suo padre ruppe con la matrigna di Henry e
così lei e suo figlio andarono ad abitare lontano, Henry non
rivide più suo fratello e questo non l’aveva mai
perdonato al padre! Tant’è che…ha
resistito senza neanche arrivare a coronarla, la maggiore
età. E’ andato via di casa. Non voleva sapere
più niente, dovevi sentire com’era arrabbiato!
L’aveva a morte con suo
padre.»…«Uhmf! E guarda poi quello che
si è rivelato! Ahhh…Rea,
Rea…» la signora andò a spegnere sotto
il caffè…
…poiché sua figlia era rimasta seduta su quel
tavolo, a ricordare.
«Se tu dessi retta a me anziché stare
lì a fareee…la martire, persino la tua vita
potrebbe tornare a sorriderti un
po’.»…«Pfff…ora la
mia vita è mio figlio.»…«Ma
che vita pretendi di dargli se non ti attivi un pochino?!
Ah…dà retta a tua madre: quello che ti ci vuole
è un uomo. Ti serve qualcuno che allontani l’ombra
del padre di tuo figlio!»…«Oh, mamma
guarda che tu escludi un sacco di dettagli importanti! Quello che tu
chiami “il padre di mio figlio” se ben ricordi non
è stata semplicemente la mia botta di testa,
l’avventura di una notte! Eravamo regolarmente
sposati!!»…«Vi siete sposati come due
latitanti, senza le vostre
famiglie!!»…«L’ha deciso lui,
ed io in fondo…»
…volgendosi, dando le spalle a sua madre e giocherellando
col dito sui mobili «…ero
d’accordo.»…«CHE VORRESTI
DIRE?! Che io e tuo padre siamo invadenti, per caso?!» allora
si girò «Ma lo vedi che lo dici tu stessa?!
Ffff…mammaaa…io non ce l’ho con te lo
so che mi vuoi bene! Però lo vedi non mi lasci libera, si
tratta della mia vita, di mio
figlio!»…«Benji è anche mio
nipote!» sottlineò la signora con orgoglio
«E per lui vogliamo il
meglio!»…«Credi che io invece me ne
disinteressi? Beh no guarda, sei fuori strada.» La signora si
aprì in un sorriso «Allora tesoro…dammi
ascolto! Prova quest’occasione, dopo tutto si tratta di una
cenetta innocente, due chiacchiere fra amici, ambiente nuovo, nuove
conoscenze ti ci vuole se
sciupa-guardati!»…«Mmm, cos’ha
la mia faccia?!»…«Sei dimagrita!
Sciupata! Pallida! Ahhh, quel fantasma mi sta succhiando mia figlia!
Almeno hai sentito in giro, insomma…tu ti devi distrarre
devi lavorare senza contare che qui le spese sono tante! Quando ti ho
detto di fargli causa e di spillargli il possibile non mi hai dato
ascolto!»…«Non voglio, senti!
Questo…non è il mio modo di risolvere i
problemi.» appoggiando la testa sul tavolo, mentre sua madre
metteva le mani sui fianchi «Ah sì? E come pensi
di tirare avanti allora? Hai un figlio-mille spese-hai rifiutato il
lavoro che voleva offrirti quel
tipo!»…«Non ti ricordi che cosa voleva
in cambio?!»…«Oh ma sono tue fantasie!
Era uno stimato professionista!»…«Dalle
mani troppo lunghe, bastava la metà per arrivare al
computer!»…«La verità
è che pensi sempre e solo ANCORA al tuo ex-marito e per te
gli altri uomini sono tutti mascalzoni quando poi HAI VISTO chi si
è rivelato tale alla fine dei giochi!» La ragazza
cadde del tutto a faccia avanti lungo il tavolo «Non mi hai
ancora risposto: che pensi di fare prima che passi un altro treno come
quello perso?» Sicché riemerse
«Darò ripetizioni. Qui ci sono molti studenti che
hanno bisogno di un aiuto in materie scientifiche, mi sono organizzata
e intanto ho distribuito qualche volantino nelle scuole. Nel frattempo
spedirò il mio curriculum a qualche azienda, ed
incrocerò le dita.»…«Ecco:
mia figlia. Aspetta. E SPERA. Ci vuole di più! Io ti lascio
quel numero.»…«No-non lasciarmelo
perché non mi
interessa!»…«Suvvia, non ti sto mica
mettendo sulla strada! E’ il capo di tuo padre, un uomo serio
e come si deve. Ah sai che ama molto i
bambini?»…«Bleah, peggio di
così!»…«Oh non sei spiritosa:
tieni, questo è il numero. L’ho scritto su un
biglietto perché non mi ci trovo con tutti quei cosi che
manovrate voi, come si chiamano, cellulari! Non lo perdere, Rea, mi
raccomando: baci, io scappo. Tuo padre mi aspetta! Ma
pensaci!»…«Ma a cosa devo pensare,
mammaaa!»…«Pensaci!!...è la
tua vita!»
Così la signora chiuse la porta…lasciando
nuovamente sua figlia a precipitare a faccia avanti sul tavolo
«”La mia vita”. Per adesso mi sembra la
mia morte.» ma poi si udì una vocina in lontananza
«Arrivo, Benji!»
«No cioè io penso che davvero sono già
una-due-questa è la terza volta-la quarta la tua socia mi
prende e mi sssbatte fuori con un calcio, da qui!»
Cindermon di nuovo sedeva a quello stesso tavolo. Sorseggiando un drink
con cannuccia assieme a Rika seduta di fronte a lei, che le diceva
«Lascia stare…non farti problemi.»
sgranchendosi le braccia
«”Tanto…dobbiamo
chiudere”.»…«Nooo!»
la Digimon si aggrappò al tavolo «Non dirmi che
chiudete sul serio!»…«Così
lei dice. Ed in effetti qui tutto è appeso a qualche nostra
idea geniale che stenta ad arrivare. Stando così le
cose…lavorare diventa piuttosto inutile, o qualcosa ci
illumina o tanti saluti e grazie.»…«Acc,
questo è un problema! Tocca far
qualcosa.»…«Tu hai
soldi?»…«Eeeh?!
Io?!!»…«Ecco, appunto…questo
era per darti un quadro. Noi siamo messe come
te.»…«…cavoli. Questo
è un BEL problema!»…«Uhm uhm,
puoi dirlo forte.» specificava Rika…ma con quel
sorrisetto ironico che spesso tale compagnia le suscitava
«Discorsi profani a
parte…»…«Eh,
sì?!»…«…a quanto
vedo la mia esperienza di dieci anni fa ha portato qualche frutto: da
“regina” sono passata a
“confidente…dei
Digimon”.»…«Eh…?»
Cindermon arrossì un po’ «No, pfff!
Vabbè è che---! Ahhh, lasciamo perdere dopo ieri
notte mi sento in un
IMBARAZZO---NERO!»…«Perché…?
Te la sei cavata bene.»…«Sì
ma voi non sapevate-tu non sapevi mica che ero un
Digimon!»…«…diciamo
che…avevo capito che non eri proprio una fra
tante.»…«Allora si vede?!»
Rika seguitò a rifilarle quel sorrisetto…
«Comunque a parte questo io non so proprio da dove
cominciare!» parlò la ragazza digitale
«Dì un po’ ma quando ti sto davanti non
ti suscito rabbia non ti viene voglia che so di afferrarmiii---qui, per
il collo e cacciarmi fuori tutte le cose che potrei starmi tenendo
dentro?! No, perché…!...arrivata a questo punto
inizio a pensare che sia questa l’impressione che faccio,
insomma: …voi tutti avevate degli amici a Digiworld, il mio
mondo! Io potrei saperne di cotte e di crude sul loro conto e starmene
zitta e mosca!»
“Si capisce che non è
così…”
«Tutto quel casino col portale, là,
col…varco, come cavolo si chiama! Io potrei detenere il
sommo segreto e non avervelo detto per puro mio spirito sadico per star
qui a vedervi SOFFRIRE!»
“E’ lampante, da lontano un miglio, che sei un
clandestino a bordo di tutto questo disastro. Sei capitata qui
cavalcando l’onda della casualità. Una povera
disgraziata esattamente come noi qui sulla terra, spiazzata al punto
che è un puro miracolo che una macchina non ti abbia
investita. Del nostro mondo non sai nulla. E probabilmente, nemmeno del
tuo.”
«Ohi Rika sta di fatto che abbiamo un nemico: l’hai
visto anche tu! Ieri notte non lasciava spazio al
dubbio.»…«…per il
momento…la terra, ha un nemico. Non so se sia corretto dire
che siamo noi ad avere un
nemico.»…«Perché?!
C’è una tale, così grande differenza
fra voi e la terra?!» Rika, disegnando forme immaginarie sul
tavolo, rispose «…si ha un
nemico…quando si hanno anche i mezzi per combatterlo. E noi
quelli non li abbiamo, fino a prova contraria.» per poi
tirare su un sorso dalla cannuccia «Eccomi, ti sto
davanti!...sono io la prova contraria!» al che Rika
accennò un sorriso, e rivelò
«…in questo caso l’espressione
corretta…è che Takato ha un
nemico.»…«Ehhh, infatti
sss…!...!!!...(!)…
…NO!»…«Uhm?» un
po’ di meraviglia per Rika, di fronte a tanto entusiasmo
scivolato in una scandita negazione «Lui non ne vuole
sapere!» ammise Cindermon facendo saltare il Digivice nella
sua mano, mentre Rika sospirava.
«Lui dice che io non pongo le giuste basi per un rapporto di
fiducia, come si conviene fra domatore e Digimon in teoria. La
verità è che ci sono cose che io…!!
Pfff…ahhh, Rika, non so se mi puoi capire!»
mugolava un po’ nel suo turbine di gesti implorando quella
comprensione che sembrò arrivare
«Altroché, come
no.»…«??? Ma sei
ironica?»…«…no, per niente.
Non sono ironica, sono sincera.» posando il bicchierone
«Io non me la sento!!» si sfogò
Cindermon «Ed io non ti obbligherò certo a
parlare.»…«…! Wow, ma dai
davvero non lo farai?»…«Per
forza…!»
…di nuovo mille consapevolezze velavano gli occhi lilla
della barista «Sono la prima a sapere che certe
cose…semplicemente non si possono raccontare.»
sotto lo sguardo sempre più stupito dell’altra che
ascoltava «Era anche questo il motivo per cui ti dicevo,
ricordi?» buttandosi sullo schienale e riprendendo a
sorseggiare «Che sotto certi aspetti preferirei che lei non
tornasse mai.»…«Davvero tu non vorresti
rivedere la tua Digimon,
Rika?»…«…
…il Cielo sa quanto vorrei rivederla…
…ma…sa altrettanto quanto farei per evitare che
lei potesse vedere me adesso. Come sono diventata. Prender coscienza
delle scelte che ho fatto. Ci siamo lasciate quando molte cose stavano
diversamente…
…adesso…sembra facile, ci si ripensa e si dice
“se solo avessi agito”, “se solo avessi
fatto”, ma è inutile indietreggiare con la
memoria, il passato è passato. Le scelte fatte sono
fatte.»
Un profondo respiro…mentre Cindermon ancora una volta taceva
e apprendeva…
«Non sono più quella che lei stimava. Quella che
considerava una guida! E non vorrei infrangere un prezioso
ricordo…come quei bicchieri che sono caduti a
terra.»…«E’…un
po’ particolare il tuo punto di vista, senza
dubbio…» dopodiché
«Ah-ah-ahhh!» anche Cindermon si
sgranchì «Forse è quello che dovrei
ficcarmi in testa anch’io, e smetterla di farmi vedere da
Takato. Lui, per motivi suoi, adesso ai Digimon è allergico,
gli stanno q-qua!»…«No, aspetta,
Cind---!...Cindermon…»…«Eh?!»
Rika aveva cambiato espressione, ora i suoi occhi erano molto profondi
«Per Takato il discorso è completamente
diverso…» lasciando sbalordita l’altra.
La barista continuò «Senti: lasciamo fuori per un
attimo il problema di Cyberdramon.»…«Ma
Rika, ma neanche tu?! Insomma quello l’hanno arrestato hanno
l’aria da pazzi torturatori quegli agenti e non vuoi fare
niente?!»…«Ci mancherebbe altro, certo
che voglio fare qualcosa!» esclamò Rika balzando
in piedi e picchiando la mano sul tavolo «Ma dobbiamo
concertarla assieme, abbiamo contro le autorità cittadine!
E…a lui qualcosa è successo, non è
più proprio lo stesso di allora comunque non importa,
è pur sempre il Digimon di Ryo,
e…!!...e…sto aspettando una telefonata! Di lui, o
di Henry, o di Takato oppure quando mi libero li chiamo io, sta di
fatto che…sì, dobbiamo sistemare questa
questione, non so come ma qualcosa inventeremo! Però tu in
tutto questo devi starne fuori!»…«Come
faccio a starne fuori Rika, anche a te non ti capisco, io sono un
Digimon!» ma Rika le prese le mani
«Cindermon…ascolta. E’ per il tuo bene,
per la tua sicurezza. Sei senz’altro abile e potente ma noi
non siamo più una squadra in grado di soccorrere il proprio
compagno che si mette in pericolo! Sei un Digimon, d’accordo
ma sei l’unica! Guardati intorno, non ci sono più
Digimon a Tokyo!!»
…e infatti, i tavoli, le bottiglie, e le luci di quel pub
erano solo un continuo andirivieni e lavorare di esseri
umani…
«Se arrestano anche te, è finita! Un orientamento
ideologico ostile è ben diverso da un’invasione
mossa dalla violenza! Il D-Reaper era un concentrato di dati
distruttivi, il governo non avendo altri mezzi ci sosteneva! Ma adesso
è il governo stesso a ripudiare i Digimon, anche se questo
mi manda in bestia, anche se vorrei gridare, e dare a tutti loro la
lezione che si meritano!! Però non è
più un gioco…capisci?» Cindermon, che
si era alzata, tornò lentamente a sedersi «Che
vorresti dire…che prima lo
era?»…«…!...no! Non lo
era!!» e tornò a sedersi anche Rika
«…ma lo sembra quasi, confrontato alla
realtà di oggi.» Quello scarseggiare di mezzi era
ben rappresentato dai bicchieroni ormai vuoti, che permettono
tutt’al più di organizzare giochetti con la
cannuccia.
Cindermon era rimasta delusa, inespressa…ma Rika le
lanciò uno sguardo «Non preoccuparti, fidati di
noi. Siamo i Digimon Tamers, una soluzione la troveremo.
Anche…col lavoro che ci soffia sul collo, le famiglie e la
nostra vita attuale, non lasceremo niente di intentato. Siamo forti,
anche se non sembra. O perlomeno non sembra
più.»…«…più
ascolto…più mi pare trasparisca una morale da
tutto ciò: Cindermon…levati dalle
scatole!»…«No! Aspetta.» Rika
la trattenne per la mano «Questa morale è
sbagliata.»
La ragazza digitale spalancò gli occhi. Rika
sospirò e le disse «Per il
momento…tralascia ciò che posso averti detto sul
mio rapporto con Renamon, lascia stare la questione della polizia e di
Cyberdramon. Takato è altra storia. E’ un
bravissimo ragazzo, ma talvolta bisogna smuoverlo un pochino. Era tanto
tempo che non vedeva un Digimon, tu…
…insisti.» (canzone: Anastacia
– How Come The World Won't Stop)
«COOOSA?!»…«Proprio quello che
ti ho detto.»
Rika parlava con occhi consapevoli, e molta serietà
«Io dovrei
insistere?!»…«…Takato
è ancora molto scottato dalla mancanza di Guilmon, ma ha
bisogno di qualcuno che gli faccia riacquistare fiducia in se
stesso.»…«E-E sarei
io?!»…«…perché no.
Tu potresti essere una buona candidata.»
Cindermon era sbalordita.
«Senti…benvenuta nel nostro mondo,
Cindermon.»…«Ah-h…grazie!
S-Sei la prima che me lo
dice!»…«E’ un mondo che soffre
per l’ombra di un passato che non si può
più afferrare. Su mille bocche fluttua la stessa domanda:
come fa a continuare a girare…?...da quando tu non ci sei
più…»
Cindermon rivedeva dunque mille volti, e le sembrava di riascoltare
molte storie udite da quando era lì «So che per
una come te può sembrare di impazzire, sei finita
nell’occhio di un ciclone di
ricordi!»…«No, in effetti devo dire che
lo sapevo da un lato ma NON ME L’ASPETTAVO A QUESTI LIVELLI
mi sento quella di Rebecca
la prima moglie, una perenne intrusa in ogni faccenda
sempre confrontata-paragonata e che esce puntualmente
sconfitta!»…«E allora armati di
coraggio: affronta tutto questo!» Rika strinse più
forte la mano della ragazza digitale «E realizza quel
miracolo che invece potrebbe essere nelle tue mani!»
«Io, Rika…? Un
miracolo…?»…«Grazie a
te…» sussurrò Rika
«…per la prima volta in dieci anni torno a
stringere una mano composta di
dati.»…«Ah!»…«Torno
a udire di varchi, e di battaglie. Torno a vedere…il mio
amico Takato…con un Digivice che brilla tra le mani. Non ci
avrei sperato
più…»…«E ti fa
piacere?!»…«Non immagini
quanto.»…«Anche se è lui, e
non sei tu?!»…«E’ meglio
così, per adesso: lui è quello che più
di tutti lo meritava. Che forse ne aveva più
bisogno.»...«…e…e
io?!»…«Esortalo, stagli alle costole!!
Tu lo puoi riportare sul campo! Lo so, lui resterà sempre
legato a Guilmon, ma può darsi che la vita abbia voluto
dargli una seconda possibilità con i Digimon, ed
un’occasione del genere…!!...non è mai
da sprecare.»
Impossibile descrivere quanto quella giovane Digimon dal ciuffo rosso
fosse colpita da quelle parole…
…in effetti, quella città in cui talvolta
passavano treni dal suono squassante, era scandita sottopelle da un
palpito invisibile…
…lo stesso che conduceva Ryo lungo le strade trafficate,
nascondendo dietro gli occhiali da sole i suoi seri pensieri ogni volta
che una tv trasmetteva Cyberdramon…
…alcuni ragazzi correvano vicino ad Henry, e si infilavano
veloci dei berretti pesanti, richiamando i suoi occhi…
…come quegli stessi ragazzi, con quegli stessi berretti, che
Suzie scorse in cortile dalla finestra della sua classe…
«Ahhh!» gesto infastidito per Henry…
«Ahah! Uhmuhmuhm!» risata per Suzie come se
portasse fortuna…
…e poi Jeri si scioglieva i capelli, circondata dalla
primavera, aprendo la mano che accoglieva il suo fermaglio dorato:
assomigliava ad un leone…e faceva volare assieme ai petali i
suoi assorti pensieri…
«Aspetti, signora! Ha dimenticato la borsa!» Takato
si affrettò a uscire dal salone, ma urtò
«Uh?!»…«Scusa! Mi è
scappato il cane! Flash, aspetta!» contro un bambino che
doveva avere dieci anni…e che pochi attimi dopo si
ricongiunse col suo cane che gli saltò incontro in un grande
abbraccio «Eccoti qui, amico mio!! Te l’ho detto,
non devi mai allontanarti, non devi lasciarmi mai!!»
…e Takato a osservarli, con la borsa della signora sbadata
tra le mani…
…fra la mattina e la confusione c’era anche Rea,
che infilandosi tra studenti accalcati attaccava un po’ di
volantini “Specializzanda
in Ingegneria offre ripetizioni a prezzi modici –
contattatemi a questi numeri!”
…fermandosi sul più bello a pensare
«Come sarà stato qui dieci anni fa?»
ispirata dal corridoio scolastico «Pieno di Digimon,
suppongo. Raffigurati. E finti. Però come fare a distinguere
se fra tanti magari ce n’è uno
vero!...?» Non restava che alzare lo sguardo e i propri
interrogativi…
Suzie si abbandonava col braccio oltre la finestra e sospirava
«Ahhhhhhhhh…come sarebbe bello che tornassero i
Digimon…tutti i problemi di oggi sembrerebbero
più semplici!»
Mentre Henry alzava il cappuccio della sua tuta come a volersi
nascondere alla città “…i Digimon. Il
loro arrivo ha condizionato il futuro!” e sembrava una
considerazione infastidita.
Takato, nonostante tutto, sentiva sorgere un sorriso nel suo cuore alla
vista di quella scena…ma non c’era tempo
«Takato, c’è una
cliente!»…«Arrivo!»
E Ryo riprendeva il suo cammino, sembrava più deciso ora.
Beelzemon, nascosto dietro la casa (e dietro le grida del padre dei
gemelli «Chiama il convento! Che mi importa se hanno avuto il
terremoto, rivoglio i miei mobili indietro da quelle monache
avaracce!») rifletteva anche lui «Io sono un
Digimon…
…ma dovrei realmente star qui…?»
appoggiando il capo a quel legno familiare.
“Digimon”…”Digimon”…”Digimon”
una sola parola per mille labbra dalle più diverse
composizioni.
…per esplodere nel nuovo entusiasmo di Cindermon, al pub
«A-Allora non me ne devo tornare indietro! L’hai
detto tu, io devo insistere! C’è una speranza che
anch’io prima o poi faccia la carriera di un vero
Digimon!»…«Chi lo
sa…!» sorrideva Rika, mentre Himi la chiamava
«Rika!»…«Arrivo!»
per poi riprendere «Qui ti sarai accorta che è
tutto un macello. Ma tanto vale tentare. Intanto hai un Digivice. E
finché c’è quello,
c’è
speranza.»…«Ahah!» stavolta i
suoi occhi azzurri sotto al ciuffo brillavano davvero «Rika,
ma te l’ha detto nessuno che
SEI-FANTASTICA?!»…«Uhm!
Grazie.» scostandosi i suoi boccoli «Devo ammettere
che in effetti…ancora me la cavo.» (fine-canzone)
Da qualche parte però, soffiava un vento di
tenebra…
“Li-li-li-…
Li hanno arrestati!
Ihmf!...sic! Ti dico di sì: ieri è arrivata la
polizia…e li ha condotti tutti presso il Centro ricerche
cittadino, hic!...v-vogliono…far sparire di scena quanti
più Digimon si può! Sic!”
Nel rigirare ritornante di queste parole nella sua mente, Guardianmon
apriva e chiudeva la sua mano, camminando tra le sfere di polvere
digitale, in direzione del villaggio…
Lì, pur essendo mattina, era acceso un vigoroso
falò, circondato da tre presenze «Avete visto,
amiche?» chiedeva quella Digimon di fuoco
dall’abito nero e la collana di perle «Dopo il
disastro di ieri notte il sindacato ha dichiarato lo stop dei lavori
per questa mattina. Non c’è che dire: sono dei
veri pelandroni! I Ruspimon hanno appena fatto la digievoluzione e sono
divenuti Excavatormon e loro cosa fanno? Bloccano
tutto.»…«Di che ti meravigli,
cara.»
…replicava l’imponente orsacchiotta di pezza con
la cuffietta «Ormai questo settore è lasciato alla
desolazione più nera. Calumon è scomparso e, si
presume, con quella gente. Come vedi non gira anima viva!» ed
il soffio del vento le condusse fra le zampe (che non riuscirono
granché ad afferrarla) una sfera di polvere digitale che poi
fu trascinata. Il cielo era minaccioso e il fuoco probabilmente
divampava poiché era freddo, nonostante fosse primavera
«Premesso che non ho mai contato sulla forza-lavori di
Digiworld…non mi spiego una cosa! Perché tutti
meno che noi tre!»…«Non lo chiedere a
me!»
…allargò le robuste braccia di metallo scuro la
dragona col grembiule «Lo chiedo a te perché tu
vedi altri? Siamo rimaste sole, nessuno può chiarirmi questo
dubbio che mi frulla per la testa: perché non siamo
digievolute anche noi?!» protestava la femmina di orso di
peluche rosa «Tu hai una teoria, Gelsomon?» chiese
anche la creatura fiammeggiante…
La sempre stanca ed annoiata Gelsomon giocherellava con alcuni
bastoncini di legno con cui alimentava il fuoco «Che debbo
dirvi…io a tutte queste cose non ci ho mai pensato!
Combattimeeenti, digievoluzioooni, baaah! Le ho sempre ritenute fuori
dalla mia portata: ecco, questo! Questo, lo vedete? Questo grembiule
sono io, io a tante cialtronerie non ci ho mai creduto, ho sempre
pensato che fossero storie che metteva in giro mio marito per farsi
grande!»…«Ma cara!» fece
l’essere infuocato «Abbiamo avuto prova
concreta!» fece la femmina di orso, poi di nuovo
l’altra «Ieri sera è salito di stadio il
villaggio intero!» così di nuovo l’orsa
«Sembrava una sagra, con tutti quegli sfrigolii di dati
luccicanti! Mancava solo la porchetta!»
…era difficile individuare gli occhi di
Gelsomon…ma stranamente si prendeva subito coscienza della
cupezza della sua espressione. Un borbottio di fondo animava quel suo
svogliato gioco col bastoncino e il fuoco «…tutti
omaggiati del gran prodigio…tranne noi…e adesso
quelli sono
scomparsi.»…«Già.»
fece l’essere infuocato, continuando «Imagomon
è rimasto senza moglie.» poi l’orsa
«E la scuola è rimasta senza insegnanti: anche di
Lopmon e Terriermon non c’è
traccia.»…«Che dici? Saranno tutti
insieme anche con Calumon?»…«Non
è da escludere.»
…ma Gelsomon si distaccava a poco a poco dalle loro
chiacchiere, e fissava il fuoco meditando “La
terra…cosa avrà di tanto speciale poi? E cosa
renderà speciali i Digimon che l’hanno visitata? A
me una cosa simile non toccherà mai. Non digievolvo come gli
altri. Non avrò mai un domatore. Resterò sempre
una povera casalinga con quattro figli e nessuna
prospettiva.»…«Gelsomon,
cara!» disse l’infuocata con voce gracchiante
«Non fare l’asociale!» disse
l’orsa con voce più fonda. Gelsomon si
alzò e sbottò «Io non faccio
l’asociale! E’ soltanto
che---!!!»…«Oh toh guarda arriva
qualcuno!» indicò il dito infuocato. La stessa
commentò «Sarà qualche anima eroica che
vuole lavorare anche in tempo di
sciopero.»…«Non so perché ma
non ci credo per niente.» replicò scettica la
grande orsacchiotta…
…ma Gelsomon trasalì
«Uhm…?!» quando distinse meglio quella
figura. Lo stesso le due amiche, che saltarono l’una in
braccio all’altra «Ihmp! Ma quello è
Gua-Gua-Guardianmooon!»…«C-C-Che
verrà a fare CHE VORRA’ DA
NOIII?!»…«Uoaahhh!!! MI
BRUCIII!»…«Ihmp! Scusa tanto tesoro, la
tua bella cuffietta!»
Guardianmon era sempre più vicino. Il suo passo era calmo e
profondo. Si arrestò quando a separarlo dalle tre vi era
solo la grande fiamma scaturita dal falò.
«B-B-Brrr!»…«H-Hai freddo,
cara? Nonostante la mia
presenza?»…«Ptsss…ma
perché ci guarda così? Non vorrà
farcela pagare per la faccenda di Imaaagomon noi non
c’entriamo niente!»…«Amica mia
non credi vorrà approfittare del fatto che siamo tre donne?
SOLE!! E senza i loro mariti a
proteggerle?!»…«Che vuoi
dire???» strabuzzava gli occhi
l’orsacchiotta…
Gelsomon, nonostante la goccia di sudore che le scendeva sotto la
cuffia, domandò «Che sei venuto a fare qui,
Guardianmon…?»
Quell’imponente, agile e al contempo maestoso Digimon
dall’armatura iridescente, si esibì in un distinto
inchino.
«Che fa?! Ptsss!»…«Non
sarà mica il suo modo di abbordare?!» si chiesero
orsacchiotta e signora-fiamma…
«I miei rispetti…SIGNORE.»
parlò cupamente Guardianmon.
«Brrr!!!» si saltarono di nuovo in braccio le due.
Gelsomon afferrò una spranga di legno «Guarda che
se ti avvicini è peggio per
te!»…«Calma, calma. Non sono venuto con
intenzioni ostili.» riferì con tono cortese.
Silenzio e battito di denti aguzzi da parte del terzetto.
«Cosa avete creduto? Fra i miei principi è primo
in classifica il rispetto per le donne. Ancor più se sono
madri!» enunciato con didascalico dito di metallo
«Neanche a dirlo quando sono mogli. Ma più fra
tutto…
…quando depositarie di un fascino che fa sbocciare fiori
persino dalla terra arida. Come in un giorno
simile.»…«Oaaah?!»
Nello stupore più immenso, tre rose rosse erano
magicamente comparse tra le dita del Digimon. Che con gesto arioso le
scagliò tra le mani delle destinatarie «Guaaarda,
cara!!!» esclamò signora-fiamma «Quanto
tempo che un uomo non aveva simili premure nei miei confronti!
Ahhh!» l’orsacchiotta si spinse la rosa sul cuore.
«La mia si è bruciata!»
protestò Gelsomon che fra le zampe aveva solo cenere
«L’hai lanciata troppo vicina al fuoco,
Guardianmon! Non faresti meglio a dirci che cosa vuoi da
noi?!» rialzando quella spranga «Ma Gelsomon, amica
cara.»…«Almeno apprezza il
gesto!»
Guardianmon replicò «Oh, mi rincresce mia signora.
La prossima volta starò più attento. Spero voglia
perdonarmi per la mia disattenzione: ho quello che può
riabilitarmi ai suoi occhi. Un qualcosa di assai prezioso, che vengo a
offrire a tutte e tre.»…«Dice proprio
noi???»…«Non ci sono altri, sono tutti
in sciopero!»…«Mi permetto di intuire i
vostri gusti, sono certo che le signore amano viaggiare: cosa ne
direste…di una crociera sulla
terra?»…«SULLA TERRA HA
DETTO?!!» esclamarono fiamma e orsa.
«Uhmf!» Gelsomon diffidava, con la sua spranga in
mano.
«Uhmuhmuhm…» sogghignava
Guardianmon…
Uguale a Gelsomon ma senza grembiule e in più apprezzabile
forma fisica, quel Digimon che sulla terra era imprigionato in una
capsula verde, nucleo centrale di una sala ricca di strutture
tecnologiche.
«Questo non
poteva stare con gli altri: ha potere da vendere, avrebbe rotto lo
schermo lucente.»…«Francamente non sarebbe una
cattiva idea analizzarlo, prima di procedere alla dissezione.
Cioè, intendo…analizzarlo intero.»…«Che bisogno
c’è? E’ rischioso e non vale
più dei suoi pezzi sommati.»…«Sì
ma…tanto in questo stato che può fare?»
Cyberdramon non poteva raggiungerli, ma li sentiva e chinava il capo
“Ryo…lo sai? Vogliono farmi in tanti pezzi. A te
dispiacerebbe sicuro. Ma io credo di meritarmelo.”
Non lo abbandonava l’immagine del suo assalto, voluto e
deciso, alla centrale televisiva.
“Sono stato un gran bel pezzo di mascalzone. Un marito
inaffidabile. Un padre alquanto svogliato. E l’unica volta
che ho cercato di aiutare degli amici…” aprendo il
palmo della sua zampa, guardandolo, per poi richiuderlo e volgere il
capo “…ho combinato un disastro! Non sono proprio
bravo a tirare avanti da solo senza te che mi tieni a freno con quella
corda magica. Ti ricordi? Quella che usavi ai tempi delle nostre
imprese.”
…parole che Ryo sembrava ascoltare nel profondo della sua
anima, e della sua casa, anch’essa di stile orientale
piuttosto marcato, dava l’idea di essere molto antica e un
po’ malridotta. Parole che lo portavano a stringere gli occhi
«No…!!...non devi dire cose spiacevoli sul tuo
conto!!»
“Se c’è una cosa che mi dispiace,
è che sparirò senza aver avuto
l’occasione di farmi un solo volo tenendo sulla groppa
te…adulto. Mi sarebbe piaciuto. Mi piacerebbe rivederti
un’ultima volta, guardare come sei diventato. E avrei voluto
tanto...andarmene con quattro baci in meno qui sulla bocca. Ognuno per
voi, tesori di papà.” ripensò in un
lampo ai suoi quattro draghetti “In fondo mi rattrista anche
il rimpianto di te. Moglie mia, non eri antipatica, solo un
po’ brontolona. Ma da un posto del genere si sente la
mancanza anche tua.”
«Cosa ne
facciamo con questi?» chiese un agente
sollevando la cupola di vetro con i due piccoli di volpe.
«Uh?!» trasalì Cyberdramon appoggiando
le zampe alla capsula.
«Dissezione?
Analisi in blocco?»…«Ci penseremo dopo, intanto
abbiamo il colosso. Ma poi perché dovremmo farli a pezzi?
Dopo tutto sono così piccoli che insieme non ne fanno
neanche uno.»
“Quelli sono Akirmon e Nymon!!! Per tutti i
draghi…CHE CI FANNO QUI?!!” sussultò
l’animo del Digimon imprigionato.
«Hai visto la
madre? Mi preoccupa. Una bestia del genere può diventare
molto aggressiva se si tratta di proteggere i suoi piccoli. Senza
contare che ci sono i suoi compagni con lei, anche se sono regrediti
tutti.»…«Loro forse a pezzi darebbero
più vantaggi e meno problemi: hai visto che orecchie, quei
due? Difficile analizzarle finché attaccate al corpo.»
Dagli occhi dei due fratellini digitali, tremanti sotto il vetro della
cupola portatile, scendevano lacrime cristalline…
“Oh no!! Ho sentito bene!! Renamon e gli altri si trovano
qui, sono stati catturati!!” e picchiò sul vetro
della cupola, ma senza successo.
«Adesso che
gli prende, finora è stato mansueto!»
“Non è possibile! Devo intervenire!! Accidenti, se
non mi fossi fatto catturare passivamente adesso quei bambini e i miei
amici non rischierebbero la vita!!” e sbatteva, sbatteva le
sue zampe contro quel vetro verde che però sembrava
infrangibile. Fino a esser stanco, e piegarsi in ginocchio
“Ryo!...Ryo per favore se mi senti raggiungimi, da solo non
posso farcela!”
«Cyberdramon!!» esclamò Ryo come avesse
udito la sua chiamata. Quando una donna bionda fece capolino dalla
porta «Hai detto qualcosa, figliolo?» ma lui
tagliò corto «Ah, adesso non ho tempo di parlare,
mamma! Devo fare una telefonata!»…«Io ho
sentito molto bene invece quello che hai detto!» lo trattenne
lei mettendogli tra i piedi il bastone che portava con sé.
Sembrava una donna che amava ancora ingioiellarsi, dal portamento
fiero, i capelli boccolati e l’aria aristocratica.
«Hai fatto il nome di QUELLA
CREATURA…!»…«Se lo hai
sentito allora lasciami andare, capiresti che ho fretta! E poi,
“quella
creatura”…!!»…«Ryo,
ma non hai visto ciò che ha scatenato in città?
E’ orribile: e ora tutti lo attribuiscono a noi!»
scandiva coi suoi gesti enfatici e la sua voce un po’
ampollosa. Indubbiamente lei gli aveva donato i suoi occhi azzurri, ma
ora le si ritorcevano contro «E non dirmi che tu ci credi?!
Ahhh, ma sono tutte fandonie, inventate dalla stampa per gettare
fango!»…«Ecco, lo hai detto tu stesso:
fango! E’ quello che sta per scolare sulla nostra testa: Ryo
non so come fai a non capire che è tempo di sciogliere i
lacci che ormai da fin troppi anni ti legano a quella belva
oltretutto…così inelegante, l’ho sempre
pensato.»…«Ah sì?! Non mi
risulta che tu l’abbia “sempre pensato”,
mi pareva che quando abbiamo protetto la città tu ne fossi
orgogliosa!»…«Erano di certo altri
tempi!» sottolineò con un colpetto di bastone a
terra «E l’opinione pubblica soffiava dalla parte
opposta.»…«Beh me ne frego
dell’opinione pubblica! Io penso con la mia testa e
Cyberdramon resterà sempre il mio
Digimon!»…«DOVE VAI?! Ahhh, come se non
lo sapessi! I Digimon, ancora i Digimon e le battaglie: tutte scuse per
continuare senza limite di tempo l’oserei dire OLTRAGGIOSA
relazione con quella…con quellaaa…guarda tu non
riesco nemmeno a definirla, quella poco di
buono!»…«Non so di chi tu stia
parlando!»…«Nooo, figlio tu FAI FINTA,
di non sapere, è evidente che fai
finta.»…«Senti, se ti riferisci a Rika
la cosa è molto semplice: datti pace e dalla anche a me,
è la mia vita e so benissimo chi frequentare, e poi, se ci
tieni a saperlo, lei è una mia amica di vecchia
data!» richiudendo la porta prima di una replica della madre,
che allungò la mano «TORNA QUI! Ryo!! NON HO
ANCORA FINI-AH! AAAHHH!» La signora Akiyama si
portò la mano al cuore, esternando aria straziata,
aggrappata al bastone come l’estrema salvezza «Il
mio povero cuore! Aaahhh, figlio ingrato! Tu e le tue alzate di testa
lo farete saltare!» Ryo rifece capolino da uno spiraglio
«Se ti servono le tue pasticche sono nel cassetto.»
per poi richiudere «Ahhh! Aaaah! Poooveretta me!»
Trafficando con cellulare e auricolari, Ryo si trovò di
fronte ad una decisione «Cyberdramon: che cosa faccio?
C’è bisogno di un intervento immediato. No, non
posso coinvolgere Rika e gli altri. Debbo sbrigarmela da
solo.» e dopo un rapido smanettare, la chiamata fu avviata
«Pronto?! Ptsss…non posso parlare ad alta voce.
Nooo…!» camminando lungo il corridoio
«C’è mia madre e oltretutto è
una faccenda delicata!»…la madre faceva infatti
capolino dalla porta, ma si ritirava dentro al volgersi del ragazzo
«Sì. Ho bisogno assoluto che tu mi faccia
recapitare una cosa a casa. Presto, subito! Mi serve
urgentemente…» …sussurro
sospeso, che accompagnava uno sguardo pronto a tutto.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Cercarsi, tra le fiamme (1° parte) ***
7°puntata DT2
«Lasciate che vi spieghi…» ponderava
Guardianmon
«…un problema mi tormenta l’anima.
Questo e
nient’altro è causa di quel velo d’ombra
che
attraversa il mio atteggiamento. E che ha portato al costituirsi di una
fama…che sinceramente, non mi rappresenta nei miei ideali.
Che
sono molto nobili. Fin dal primo giorno che mi misi alla guardia del
varco, altro pensiero non ebbi all’infuori della sicurezza di
questo villaggio. Nel mio cuore alberga la coscienza delle infinite e
buie minacce che possono giungere dal mondo terrestre. A tale scopo ho
voluto proteggere Digiworld, sapendo che i suoi abitanti sono per
natura tentati a scoprire l’ignoto. Fra noi vivono da anni
Digimon che sono stati a contatto con gli umani…»
…enunciava, di fronte al silenzioso, leggermente interdetto
e
sospeso ascolto da parte delle tre femmine di Digimon…
«L’accesso alla terra…»
indicando il globo
azzurrastro portandosi dietro gli sguardi delle tre, che alzarono il
capo «…è sininomo di ambizione. Per il
Digimon
è la congiunzione con ciò che lo
renderà
potente.» L’essere infuocato e l’orso con
cuffietta
si scambiavano reciproche gomitate. Guardianmon seguitò
«Fino ad oggi nessuno aveva osato, frenato dalla propria
coscienza. Ma la sete di potere non ha limiti, e ha spinto alcuni
nostri compaesani a rompere di nuovo i sigilli. Temo per quello che
potrebbe accaderci al loro ritorno!» facendo vibrare la sua
voce
in una nota di pianto. Gelsomon obiettò
«Perché?!
Mio marito mi ha sempre detto di aver onorato la giustizia, sulla
terra! Cheee…assieme ai suoi compagni aveva affrontato il
D-Reaper, che come ben si sa minaccia anche noi a
Digiworld!»…«Sì è
vero!»
intervenne la Digimon di fuoco «Quei Digimon si sono sempre
atteggiati a eroi, ambasciatori del nostro mondo in una pericolosa
missione di salvezza!»…«Questo
è ciò
che vi hanno detto.» a cui seguì un coro di
«EEEHH???!»
Guardianmon
abbassò il capo, e socchiuse gli occhi oltre la maschera
«La verità, ahimé è ben
diversa.» per
poi rialzarli, travolgendole con una rivelazione «La terra
è soltanto il campo di battaglia per determinare chi
è il
Digimon più
forte.»…«Cooome?!» fece la
gracchiante Digimon infuocata «Perché secondo voi
fremevano così tanto all’idea di tornare?...
…i
vostri compaesani, in primis suo marito, Gelsomon, puntano alla terra
da molti anni poiché là risiede
l’ingrediente della
digievoluzione: gli esseri umani…! Vivere in uno squallido
villaggio, edificare abitazioni e crescere bambini non è mai
stato ciò che desideravano. Ed ora hanno varcato il portale
scavalcando la mia autorità, unicamente per tornare
strapotenti,
e spadroneggiare su queste terre!»…«Oh
Cielo
è terribileee!» echeggiò la
tondeggiante voce
dell’orsa, dopo di lei Gelsomon parlò spiazzata
«N-Non è possibile…! Allora
è questo
ciò a cui puntavano Terriermon,
Renamon…»
rimboccandosi quelle maniche che non aveva in un moto di rabbia
«Vuol dire che torneranno qui a opprimerci, e
comandarci?!»…«Questo è il
loro
obiettivo.» enunciò elegantemente Guardianmon
«Amiche mieee! Tutto questo fa orrore!!»
sottolineò
la signora fiammeggiante, in quello scambio di sguardi tesi
«Ma
tutto questo…» riprese Guardianmon
«…potrebbe
essere risparmiato alla nostra specie. Qualora subentrassero nuovi
eroi, potenti ambasciatori, difensori del nostro mondo! Qualcuno deve
scendere i campo, e fermare gli invasori prima che acquistino la
potenza bramata.»…«Hai ragione,
è una buona
idea!» approvò la Digimon di fuoco, mentre
l’orsa si
guardava attorno «Eroi, chi potremmo trovare? Qui
è solo
pieno di scioperanti svogliati!»
«Uhmuhmuhm!» sogghignava però
Guardianmon «Ho
di fronte a me tre esempi di coraggio e potenza, tutti al
femminile.» sbalordendo letteralmente le tre oltre il
falò
«NOOOI?!» Il Digimon mascherato
assottigliò i suoi
occhi «Non vorreste essere acclamate? Non vi piacerebbe
vivere il
brivido di uno spettacolare scontro sul suolo terrestre? Non vi attira
l’idea di digievolvere…e spazzare via con tecniche
mozzafiato i malvagi nemici?»
Di
nuovo vi fu un consulto di sguardi. Parlò la signora
fiammeggiante «Amiche mie, ve lo confesso: ho sempre sognato
di…spargere il mio fuoco dovunque, come i Digimon
leggendari!
Questo vestito…mi comprime! Questa collana…mi
strozza!
Soffoca il mio istinto, sono anch’io un Digimon, e non ho mai
capito a dire il vero cosa avessi di inadatto per la
TERRA!»…«Anch’io, se
è per
questo.» replicò l’orsacchiotta.
Gelsomon era
pensierosa, appoggiata alla spranga di legno guardava verso il globo
“La terra…la digievoluzione…”
…mentre a Guardianmon ridevano gli occhi…
Un
rapido consulto fra Gelsomon e le altre, dopodiché, nel
battagliero roteare di quella spranga, si compose la formazione di
battaglia «CI STIAMO!»…«Allora
andate, mie
guerriere!!!» spalancò le braccia Guardianmon
«Vi
aprirò io stesso i
cancelli!»…«Wooow, avete
sentito?!!» esclamò la signora di fuoco
«Non
è poi così malvagio come lo
descrivono.» parole
dell’orsa «Ma diventeremo più
potenti?!»
avanzò lievemente sospettosa Gelsomon, al che le fu risposto
«Certamente…è garantito.»
Già le tre erano diverse nell’aspetto, i loro
sguardi e le
loro posture si erano fatti bellicosi, così come era
cresciuta
l’intensità del vento, che agitava il vigoroso
falò
fra loro e Guardianmon, il quale illustrava «I traditori
hanno
appena preso possesso di una struttura terrestre fertile di tecnologia:
se riusciranno a carpirne i segreti nulla potrà
più
fermarli! Vostro compito sarà…
…assaltare spietatamente quel luogo prima che conferisca
loro il
vantaggio sperato! Dovete ridurlo in
cenere!»…«Cenere, hai detto bene, le mie
mani
prudono già!! Scatenerò un incendio dal quale
nessuno di
loro potrà salvarsi!!» ambiva a ciò la
Digimon
infuocata «Adesso non ti prendere tutto il merito. Siamo una
squadra, no?» obiettò l’orsacchiotta
«Che cosa
hai detto?!»
Ma Guardianmon le riportò all’ordine
«LadyMeramon!»…«Hai vostri
ordini...!»
replicò leggiadra la signora di fuoco
«PinkMonzaemon!»…«Sono pronta
a tutto.»
rispose l’orsa con la cuffia «…e tu,
Gelsomon.»…«Quello che va fatto, va
fatto! Dei miei
figli si prenderà cura qualcuno qui! Io ho una missione da
compiere!» roteando come un’arma la spranga di
legno.
«Scatenate l’inferno in
terra…» ordinò
il misterioso Digimon mascherato.
Le
tre sogghignavano, allettate dalla prospettiva, già
preannunciata dal fuoco dinanzi a loro.
Guardianmon mormorava in aggiunta
«…stupide.»
Il suono della
campanella scolastica scandiva ore apparentemente pacifiche a Tokyo.
Una studentessa sospirava per i corridoi della scuola
«Ahhhhhh!...accidenti, non potrebbe andare peggio di
così.
Il mio ultimo compito di matematica è stato un disastro, e
se
continuo di questo passo mio padre mi porta dallo strizzacervelli, e io
non ci voglio andare!! Ohp!» Suzie si ricordò di
aver
lasciato una busta in classe – schizzò a prenderla
«Sono costose!! Se le lascio lì me le
rubano!»
riprendendo a trascinarsi con quel peso per i corridoi
«Aaaahhh!
Ma perché devono capitare tutte a meee??? Voglio diventare
un
programmatore e sono una frana in matematica! Mi innamoro di un
ragazzo, e lui si innamora della mia amica! Mio padre
anziché
sostenermi mi tratta come una pazza! Certo mi chiedo poteva darla a me,
la vita, un pochino di sapienza in più in ambito
scientifico!
Almeno così studierei per aprire un varco per Digiworld! Ha
reso
mio fratello un genio…e lui non fa niente per la causa! Ha
reso
mio padre un luminare…e lui neanche ci pensa ai Digimon! Io
che
adoro questo settore sono un disastro: mi vorrei lanciare in picchiata
sul cortile da queste finestre! Oh?!» ma un foglietto volava,
spinto dal vento «Cos’è?
Ohp---fermo-fermo-fermo?!
Waahhh!!!»
…e stava
davvero per cadere dal davanzale quando riuscì ad afferrarlo
«Vediamo un po’…uhm?!...
RIPETIZIONI DI
MATEMATICA?!! Questo sì che è destino!
Mmm…fammi
vedere…
…caspita,
si sta laureando nella stessa facoltà che vorrei
frequentare!
Forse chissà, delle ripetizioni sono quello che mi ci vuole
per
migliorare un pochino. Ma sì, penso che ci farò
una
scappata. Costa tanto? Pfff, che mi importa, tanto paga papi! Se deve
pagare la psicologa tanto vale che paghi la prof, no?! Sono certa che
queste lezioni mi trasformeranno in un genio: apsettami, specializzanda
misteriosa! VOLO DA TEEEEEEEEEEEE!» si lanciò
così
in una corsa turbolenta…
…ancor più rapida se fatta a ritroso
«Ops!
Dimenticato le buste!»
Intanto sul
terrazzo di un’altra scuola, una scuola elementare, si
verificava
un piccolo aneddoto «Woaah! Ahhh! Aaahhh!» Un
ragazzino,
pur tendendo la mano, non riuscì a frenare la caduta del suo
berretto «Che cosa stai facendo?!» proruppe dietro
di lui
un’imperiosa voce femminile «Signora Asanuma, ho
perso il
mio berretto, forse è caduto al piano di
sot-»…«Non ti ho detto mille volte che
non devi
sporgerti?! Non fare storie, e torna in
classe!»…«…va
bene…» fece il
ragazzino un po’ tristemente…
…ma prima
che se ne fu andato, la sua maestra lo stupì con uno strano
sussurro «…non aveva le
ali…è per questo che
è caduto, il tuo
berretto.»…«…? Uh?
Signora maestra, che cosa dice?»
Asanuma avanzava
lentamente, con sguardo sospeso verso il bordo del terrazzo. Fra le sue
dita, la carta raccolta nel cortile di quel palazzo «Caspita,
non
sapevo giocasse con le carte dei Digimon, maestra!»
…ma lei
neanche si volse, e si appoggiò a contemplare assorta il
cortile
sottostante «Devi fare attenzione…il berretto
aumenta il
peso della testa. I bambini che portano il berretto possono precipitare
più facilmente. Se perdono le loro ali…»
«Oh…?» e fu raggiunto da un altro
bambino
«Ehi, ti stavo cercando! Che cos’ha la
maestra?»…«Ptsss, non lo so, secondo me
è
vero che è impazzi-»…«CHE VI
STATE
DICENDO?!»…«Oooops!
N-Noi…niente!»…«Filiamocela!»…«Accordato!»
così sparirono in un lampo.
Asanuma
rimase dunque a contemplare in pace il vuoto sotto di lei
«…fate attenzione, bambini. La città
è piena
di pericoli. E senza ali si rischia di precipitare nel
vuoto…» ondeggiando quella carta fra le sue
dita…e
poi spazzando di colpo le foglie sul davanzale: che fluttuarono nel
vuoto, sospinte dal vento…
Kazu si
riaccomodava il cappello, sulla porta del salone dove lavorava Takato,
il quale sobbalzava «Davvero?! E’ da non
credere!»…«Ti dico che è
così, Takato,
e informa anche i tuoi genitori: non devono fidarsi, lei li inganna, e
fra poco cercherà persino di estorcere del denaro! Del resto
sta
già montando una storia falsa per screditare il marito e
ottenere l’affidamento della
figlia!»…«E’ proprio
impazzita…»…«Davvero. Io non
credevo fino a
questo punto ma quando l’ho sentita…ti giuro,
avrei avuto
voglia di andar lì
e…!!»…«Hai fatto
bene: Kazu devi stare attento, non è più la
Asanuma che
conoscevamo noi. Tutte le sue vicende familiari debbono averle dato al
cervello…»…«Piuttosto,
cambiando argomento!
Quello che mi hai detto mi preoccupa, e al contempo accende in me una
speranza! Cyberdramon è tornato?! Questo vuol dire che
potrebbero tornare anche Guilmon, Guardromon e tutti gli altri Digimon!
Però mi spaventa il pensiero che l’abbiano
catturato, e se
gli fanno del male?! Non debbono toccarlo, lui è il Digimon
di
Ryo!!»
Mentre Harasawa,
il padrone del salone, accoglieva una cliente «La stavamo
aspettando, signorina Katou.
Venga.»…«Grazie…»…«Takato!
La tua amica!»
«Oh?!» si volse il ragazzo
«Jeri!» e la ragazza
si aprì in un sorriso
«Takato!»…«Ah,
ciao Jeri.»…«Kazu, sei qui, mi fa
piacere
vederti!!»…«Come stai?» chiese
Kazu
«Alla grande, grazie!! E tu come stai? Tuo
padre…?»
domandò la ragazza con voce profonda e partecipe come il suo
sguardo «Io tiro avanti, mio padre al solito: piuttosto, hai
saputo dei Digimon?!» Jeri si accese un’altra
sigaretta, e
scrutò gli amici «Voi…cosa ne
pensate?»…«Ryo ha riconosciuto
Cyberdramon,
Jeri.» riferì Takato, aggiungendo «Ormai
credo che
non ci siano più dubbi. E’
lui.»…”E
così l’ha riconosciuto.”
pensò la giovane
«Questo vuol dire che il varco è aperto, non siamo
separati del tutto!» esclamò Kazu, e Takato
«Il mio
cuore…vorrebbe lasciarsi andare alla speranza, ma qualcosa
mi fa
temere. Innanzitutto perché Cyberdramon è
così
cambiato…? Non ha rivolto neanche mezza parola a
Ryo…e
questo anche dopo esser stato liberato dal controllo che esercitava su
di lui quello…strano
bambino.»…”Cyberdramon
era controllato da un bambino…? Sono tutte cose che devo
riferire a Beelzemon, quando lo vedrò.”
«Takato,
vedrai che tutto avrà una risposta!» Kazu gli
aveva preso
la mano «Tu credi davvero, Kazu…?»
chiese il suo
amico «Io non ho mai perso la speranza…»
confessò il giovane col cappello «Ho sempre
immaginato una
vita adulta al fianco degli amici che ci scelsero come loro guide! Poi
siamo stati separati, è vero. Ma in fondo al cuor mio non mi
sono mai dato per vinto…»
I suoi occhi blu
intenso era ricolmi di verità «Ogni volta che
passo vicino
al nascondiglio di Guilmon…ho una strana sensazione!
Sento…il pulsare di Digiworld che invoca i nostri
nomi.»…«Tutto questo è molto
affascinante…!» rifletté Jeri,
destreggiandosi fra
sigaretta e pensieri «A te Jeri non è mai capitato
di
pensare lo stesso?» domandò Kazu. La ragazza
rispose
«…vi dirò, illimitate volte. Mi sono
lasciata
scorrere nella memoria…tutti i loro volti. Come sapete ho
perso
quel Digimon che era mio realmente. Ma questo ha fatto sì
che…ognuno degli altri occupasse nel mio cuore un posto
speciale. Ognuno di loro aveva le sue qualità, almeno un
aspetto
interessante, e unico. Ho tanto pensato…a un giorno in cui
sarebbero potuti tornare, però ho anche paura di
quest’illusione! Io temo…ciò che
potrebbe non
realizzarsi mai!»
Takato chinava
il capo. Kazu appoggiò una mano sulla sua spalla
«Takato,
tu ti sei
arreso…?»…«Io…non
so che
pensare, amici. In questi anni ho dovuto reprimere ogni speranza.
Bisognava…tirare avanti, io dovevo crescere e
pensare…ai
problemi della famiglia, le realtà del
futuro!»…«Ti capisco, sai
Takato!» fece Jeri,
aggiungendo «Ognuno di noi ha dovuto pensare alla propria
vita,
risolvere i normali problemi che la crescita ti pone di fronte! E in
momenti come questi…è come se sentissi di dover
accantonare il pacco con le tue esperienze di
bambino.»…«Certo…a volte mi
fermavo a
guardare il cielo…» mentre i suoi amici lo
ascoltavano,
nel filtrare dei raggi di luce tra di loro, e lo scorrere del fumo
«…e mi chiedevo…”Guilmon, ti
rivedrò
un giorno?” Però poi c’era sempre una
bolletta in
più. O una spesa extra. Mia madre che non si sentiva molto
bene.
Tutte queste cose hanno fatto sì che a
volte…pensassi che
dovevo rassegnarmi. Guilmon…apparteneva al passato. Non
l’avrei più rivisto, e dovevo farmene una ragione.
Il mio
futuro…era e sarebbe sempre stato senza di lui. Anche se
sembrava così innaturale, e non mi ci sono ancora del tutto
abituato. Quando eravamo insieme avevo la certezza…che mai
il
nostro legame si sarebbe spezzato, e che lui sarebbe stato il mio
compagno di crescita, per tutta la vita!» Jeri nascose per un
istante il suo sguardo “Se tu sapessi…Beelzemon
ignora
dove sia il tuo amico. E’ scomparso, e lui è
giunto da
Digiworld proprio per cercarlo.” ma ciò che
espresse con
un sorriso fu «Tutti ci ricordiamo di te e di Guilmon, e
dell’immensa sintonia che vi
legava!»…«Certo,
come scordarlo. Eravate la nostra invidia, quando ancora io e Kenta
dovevamo guadagnare il nostro
Digimon.»…«Già,
ricordi Kazu? Al nascondiglio, uhmuhmuhm!» scherzò
Jeri,
ed anche Kazu sorrise «Già…quando ci
riunivamo
lì.»…«E quella volta?! Quella
volta che a me
sono cadute tutte le carte che portavo di nascosto?!»
ricordò Jeri, con leggibile entusiasmo, e Kazu
«Già, come no! Tu facevi sempre credere di
ignorare il
gioco dei Digimon, di reputarlo un passatempo per soli
maschi!»…«E’ incredibile,
quante ne abbiamo
passate!!» esclamò la ragazza, con una pulsione
vitale
nella voce e nello sguardo, che volò al sole strappandole un
«Se soltanto…!!»
…che
destò gli sguardi di Kazu e Takato. Ma poi
scivolò in un
«…oh, perdonatemi. Mi stavo lasciando andare a un
sogno, e
non so se è bene. La cosa che realmente conta, ragazzi,
è
ciò che realmente adesso stringiamo, la nostra vita
concreta!
E’ su questa che dobbiamo concentrarci, ed è anche
per
questo…!» scostandosi i capelli
«…che adesso
sono qui! Takato, sei pronto? Ho una sfida per
te!»…«Ma certo.» sorrise il
ragazzo, e Kazu
«Vuoi farti un nuovo taglio,
Jeri?»…«Oggi ho
un tè a casa del mio ragazzo!! Gli presento mio
padre!»
sfregandosi le mani «Accidenti! Non sapevo Jeri che avessi un
nuovo ragazzo!» disse Kazu, e Takato «Mi fa
piacere, vuol
dire che allora la cosa procede
bene.»…«Takato, sono
venuta da te apposta, perché mi fido di te! Ti prego, fammi
bella!! Voglio che Mako resti…senza fiato, quando mi
vedrà!!»…«Mako?» si
interrogò
Kazu «Non era
forse…?»…«Sì,
Kazu.» rispose Takato, spiegando «Uno dei domatori
di
Impmon.»…«Mako e io siamo affiatati
più che
mai, sembra che stavolta abbia trovato l’anima gemella!! Ma
per
coronare il tuo sogno, hai bisogno di un parrucchiere di fiducia! Di
principesse felici e spettinate le favole non sono piene! Coraggio
Takato, entriamo!»…«Io vi saluto,
ragazzi, debbo
tornare a casa.»…«A presto,
Kazu!»
salutò Takato «A presto: e informami se hai
novità!»…«Sarà
fatto!»
Così,
Kazu rimase solo sotto il sole, e sotto il suo cappello
«Ahh…il nascondiglio di Guilmon. Il varco per
Digiworld.
Quanti ricordi. Voglio fare un salto lì un giorno di questi,
prima che inizino i lavori.»
«Ah-Ahhhhhhhhh, PERO’!» Cindermon si era
rimboccata
le maniche. E adornata da una graziosa fascetta intorno alla testa,
stava dando una mano al pub fra scatoloni e tavoli da spostare
«Non ricordo quando è stata l’ultima
volta che ho
lavorato però ti tiene in forma-NON SAI quanto mi manca la
mia
palestra a Digiworld, ci andavo tutti i
giorni!»…«Qui non devi nemmeno pagare la
quota
d’iscrizione…!» evidenziò
Rika, impegnata
come lei «Ah, e…CinDY, cara, scusa hai
già messo a
posto il nuovo decoder che ci hanno
portato?»…«No veramente ho preso prima
la roba
pesante quello l’ho lasciato lì vedi?
Entrata.»…«Ah. Grazie.» Rika
si diresse verso
l’esterno…
…ma
quando si piegò per prendere lo scatolone
«Signorina
Nonaka!»…«Uhm?!»
sussultò «Ci
siamo visti ieri. Si ricorda? Abbiamo parlato con la sua
socia.»…«Sì…certo
che ricordo.»
replicò la ragazza col consueto orgoglio negli occhi
«Vi
abbiamo fatto presenti le scadenze. Voi ci avete parlato di un certo
spettacolo…»…«Certamente.
E’…tutto a posto!» assemblò
rapida,
appoggiandosi alla porta «Dice
davvero?»…«A
tutti gli effetti. E’ stato un
successone.»…«Quindi potete provvedere
al
pagamento!»…«Ma naturalmente. La mia
socia ed
io…dobbiamo soltanto mettere in ordine alcuni
documenti.»…«Una cosa di pochi
giorni?!»
più esortazione che domanda
«Certo…»
replicò Rika…
…ma i suoi occhi si erano fatti come sospesi…
«Va bene
allora…noi ci atteniamo! Buongiorno.»
così se ne
andarono. Cindermon sbucò fuori e si accostò
all’altra «Chi erano? NON E’ che erano
loro i
leggendari malintenzionati che bazzicano per posti del
tipo?»…«No…» Rika
li scrutò con
la coda dell’occhio, per poi tornare dentro «Quella
è solo gente che vuole essere
pagata.»…«Ah.
Iiiimmagino…che sia a causa loro che
voi-»…«Forse è a causa
nostra!...non dovevamo
imbarcarci per questa impresa, ma adesso chi sa o può
tornare
indietro?»…«Senti
maaa…»…«Uhm?» Rika
alzò appena
occhi seri, per concedere ascolto alla ragazza digitale che poggiava le
mani su un tavolo «Non per farmi io gli affari vostri ci
mancherebbe altro però!» con grattata di testa
«Rifletto e mi chiedo: voi che siete così amici e
che
avete collaborato in una missione mortale non potreste unirvi assieme
per risolvere anche una faccenda simile acciderboli sono SOLDI dico
sarà un po’ meno roba di…BBBOLIDI, e
MAGIA-»
Rika avanzò per la sala. Ma il suo sguardo tendeva a
sfuggire
«Ho detto qualcosa di
male?!»…«…no. In
effetti…posso capire il tuo punto di vista, però
ognuno
ha già i suoi problemi, ed io non voglio gravare sugli altri
per
una cosa che è stata solo una mia
iniziativa.»…«Beh maaa…?!!!
N-Non siete uno
per tutti, tutti per uno???» Rika però teneva
bassi i suoi
occhi. E taceva. Dunque Cindermon «Va bene afferrato cambiamo
argomento!» …cosa che bastò alla
ragazza
affinché riprendesse la sua attività
«No io mi
stavo chiedendo tanto sai, per fare un attimo il piano delle prossime
mosse d’approccio, questa faccenda
domatore-Digimon…!» con dito roteante attorno al
capo
ragionante «Uhm uhm.»…«Senti
ma:
ptsss!...ma…TAKATO.»…«Sì…?»
e fu un lieve accenno di sorriso «E’ fidanz-COF,
COF!»…«Tutto ok?» Cindermon
aveva la voce
bruciata «No no è solo che-COOOF!...mi
è andato di
traverso-non so qui c’è una pppolvere assurda no
intendo-SENZA OFFESA EH mica dico che hai il locale sporco volevo
soltanto sapere: maaa…queste cose fra voi esseri umani tutte
impicciate, lui che piace a lei, lei che non lo guarda, lui che la
tradisc-ma lui che ruolo ha in tutto questo MARASMA?»
Rika
montò su una sedia per collocare uno scatolone su un piano
alto,
e mentre le dava le spalle svelava «Devi sapere che lui per
ora
sta a zero.»…«A ZERO?! Nel senso che non
ha
fortuna?!» per poi scendere «A detta
sua…non si
è mai innamorato.» Cindermon si era bloccata e
seguiva i
movimenti dell’altra, che a poco a poco risfoderava il suo
sorrisetto ironico «Ormai noi suoi amici ci abbiamo fatto un
po’ il callo. Lui è diverso dagli altri. Ti basti
sapere…che si tratta del solo, e unico ragazzo che pur
avendomi
conosciuta e avuta accanto in mille occasioni non ha mai mostrato alcun
tipo di interesse o di
intenzioni.»…«Rika! Ptsss:
non voglio che la tua socia mi sente poi dice che io metto male ma non
è che per caso lui ha qualche
proble-?»…«Se
ti riferisci a quello che penso…» riaprendo a poco
a poco
i suoi occhi di rimmel e furbizia «…no: non credo
si
tratti di quello!»…«Oh-FIUUU’
no perché
sai com’è: DIGIMON…e-e anche consulente
in queste
cose noaaahhh! Troppo casino. Sarebbe un’impresa ancor
più
fallita di come già parte.»…«
Te l’ho
detto dalla prima volta, lui è un tipo particolare.
E…capisco che per una che vi approccia la prima volta
può
tornare strano. E…anche in un certo senso difficile. Ma ti
assicuro che si sbaglia strada se si tenta di farlo cambiare:
è
più incallito di come sembra. Lui parla…di
autenticità di sentimenti.»
Cindermon sbatteva le palpebre.
«Non si
sente ancora pronto, aspetta un amore da pellicola cinematografica,
probabilmente. Di quelli che fanno…battere il
cuore!»
descrisse scivolando elegantemente su di una sedia. Ma dopo quelle
parole venate di scherzo, il suo sguardo si tinse di malinconia.
Cindermon non poteva vederla, trovandosi dietro di lei. E nemmeno
sentirne il sussurro «…forse lui ha fatto meglio
di
tutti.»…«Ptsss,
cosa?»…«Niente.» Rika si
rialzò, e
Cindermon si grattò la testa «Sono alquanto
confusa. Senti
ma!...no insomma ma davvero mai niente?! MAI---mai nessuno?! Uno
straccio di cotta, una mano nell’altra mano, u-un tuffo in
mare
tipo amore estivo-?!»…«No. Non in
mare.» disse
Rika dal bancone per poi volgersi «Nel D-Reaper.»
Cindermon
spalancò gli occhi. Rika svelò «In
effetti qualcuno
c’è stato. Molto tempo fa. Chi può dire
cosa di
allora sia resistito fino ad oggi. Sta di fatto che…se a
Takato
vogliamo abbinare un nome femminile…» avanzando, e
scorrendo con la mano sul bancone come a volerlo pulire
«…questo può per forza di cose essere
uno
soltanto.»
«Come
avrà capito, signor Harasawa, lei è la mia amica
Jeri
Katou.»…«Molto piacere!» fece
lei
«Sì sì, l’ho inquadrata
subito non appena
è arrivata, corrisponde…appieno alla descrizione
che
Takato mi ha fatto di lei.»…«Oh?!
Davvero?
Ahahaha!» Jeri si guardò attorno, piena
d’entusiasmo
«Dunque…tu lavori
qui?»…«Già.»
rispose il ragazzo
«Vieni ogni mattina? E’
bellissimo!»…«Uhm, ti
ringrazio.»…«E’ troppo
gentile, signorina
Jeri. Takato, pensa tu alla tua amica: credo non sia venuta per
altri!» così rimasero soli
«Siediti.»…«Grazie…!»
rispose lei
con una nota di gusto, prendendo posto al lavaggio «Ti piace
qui?!»…«Non mi lamento.
Almeno…è
un’entrata in più per la
famiglia.»…«Takato!»…«Sì?»
Lui stava
preparando shampoo e attrezzi, avanti e indietro mentre lei sembrava
fremere su quella poltrona «Mi piace molto il tuo
salone!!»…«…questo non
è mio.»
tornò lui, rivolgendole un sorriso «Io qui sono
solo un
apprendista.»…«Non importa, è
perché
ci lavori tu!! E’ bello quando una persona si identifica in
quello che fa!»…«Uhm, hai ragione. Qui
è
tranquillo. Mi piace lavorare…nei giorni in cui debbo
riordinare
le idee. Delle volte c’è molto silenzio, nel
sottofondo
delle chiacchiere dei clienti. Mi sembra di ritrovare la pace
necessaria.»…«Tu sei un ragazzo
speciale, io te
l’ho
detto!!»…«Grazie!» mentre lui
apriva l’acqua
«Oh?!»…«Cosa
c’è…?»…«N-Niente!»…«Rilassati…!»
la invitava lui con dolcezza «O-Ora tu mi laverai i
capelli?»…«Certo. Poi mi descriverai il
taglio che
più ti piacerebbe per oggi pomeriggio.»
“Ne avevo
pensati mille…ma ora non mi vengono più in
mente!! Tra
poco le tue mani scorreranno fra i miei capelli. Ho
paura!!” …le mani di Jeri si stringevano
al bordo
dei braccioli «Sei
emozionata?»…«Mmm…un
po’! E’ naturale! E-E’ per via del padre
di
Mako!»…«Figurati, non
c’è nulla di cui
tu debba aver paura.» mentre l’acqua era sempre
più
vicina al suo capo, e le mani sempre più salde alla poltrona
«Il padre di Mako lo conosco: è un tipo strano, ma
tu gli
farai di certo una bella
impressione.»…«Dici
davvero?!»…«Puoi fidarti di
me.»…«Oh?» (canzone: Laura Pausini
– You Are)
«Ecco,
così…tranquilla…»…”Che
mi
succede?”…«Lasciati andare. Vedrai,
sarai bellissima
stasera. Farai un
figurone.»…”Improvvisamente…mi
sento
più calma. La tensione sparisce. Takato…queste
sono le
tue mani?...
…hanno ragione le clienti…come sono
delicate…”
Il ragazzo le
lavava i capelli e la contemplava in un modo speciale…
“E’
strano. Di solito quando un ragazzo mi tocca sono pervasa da una
scarica elettrica. Non sai, amico mio, che sforzo immenso ho dovuto
fare per sopportare i baci di Mako.” «E’
troppo
calda?»…«Uh?...no no. Va
bene…»…«Ok…»
…e respirava profondamente…
“Tu non
hai idea di quello che io stia facendo. Vivi nel tuo mondo…e
ignori che quella bambina a cui hai voluto bene sta per fidanzarsi
unicamente per una questione di interesse.”
«Uhmuhm! Ho
detto di amare il silenzio, ma ciò non significa che devi
tacere. Con te è diverso! Raccontami, tuo padre come ha
preso la
storia di voi due?»…«Uh…bene.
Per fortuna se
gli spieghi le cose con calma, le prende
meglio.»…«…te
l’avevo
detto.»…”Takato…”«Prenderete
un
tè a casa
sua?»…«S-Sì…così
almeno ha
deciso
Mako.»…«Certo…Mako…»
“Non amo Mako…
…io non sono in grado di amare. Ma questo tu non devi
saperlo.” «Mi fa piacere che tu possa abbandonarti
a questo
sogno…te lo
meriti.»…«Uhm…è
davvero un sogno…» e si rigirava sulla poltrona
“E’ un sogno che io possa finalmente avere una vita
tranquilla. Che non debba più preoccuparmi dei soldi che
mancano, e della salute di mio padre…!!...che vacilla. Ecco
quali sono le ragioni per cui agisco.
ESCLUSIVAMENTE…disperazione.”
“Jeri…era da tanto tempo che non mi eri
così
vicina. Da quando…”
…e si rivide stringerla, circondato da quel rosso di
tenebra…
“…come un…cavaliere di soli undici
anni, con un
armatura composta di dati, balzavo per trarti in salvo. Eppure mi
sembra ieri, è così uguale la sensazione che ho
nel
toccarti.”…”Takato,
io…!” e sembrava
non avere pace su quella sedia «Scusa, alza un po’
la
testa.»…«Oh-così?»…«Perfetto…!»
al che lei sorrise un poco “Certo…non sarebbe
male.”
pensava Jeri “Delle volte me lo sono detto: se potessi
amarti?
Non riesco, ma ammettiamo che ci riuscissi? Allora
sì…in
quel caso davvero la vita diventerebbe meravigliosa. Io non ti
amo…ma metti che un incantessimo me lo permettesse? Come
sarebbe
luminoso ogni giorno al tuo fianco!”
Lui forse percepiva qualcosa di quei pensieri, gli veniva da
sorridere…
“Tante sovrastrutture…cadere, risucchiate dalla
semplicità. Svegliarsi presto, imparare a fare il pane!
Venderlo
assieme a te al negozio, con…la cuffietta a proteggerti i
capelli.” «Intanto sto pensando, sai? Mi
vengono...una
marea di tagli in mente! Non saprei quale scegliere. Alcuni
sono…un po’
complicati!»…«…ti do
carta bianca.»…«Non sono ancora un asso!
Ti sei
infilata in un bel rischio!»…«N-Non ho
paura…»…«…bene.»
“Eppure
non sai, amico, quanta ne ho. Tanta al punto tale…che vivo
da
sempre indossando una maschera. Niente è vero di quella
ragazza
che hai visto rinascere…dal giorno in cui il pericolo
è
cessato. Tu hai avuto quel coraggio che a me manca. Hai confessato di
non riuscire ad amare. Io invece non ci riesco! Temo la proiezione di
quella…fanciulla
dal cuore di ghiaccio…che
invece sono e nascondo. Perché…? Mi chiedo.
Perché
la vita non rende tutto più semplice…e non mi fa
innamorare di te?” «Ti metto questo, è
uno shampoo
particolare.»…«Cosa
fa…?»…«Rende i capelli
più
lucenti.»…«…vai…»
“…sì, vai, ti prego! Mettimene tanto!
Fa scendere
un po’ di sole sulla mia vita…
…che adesso sta per chiudersi all’ombra di una
bugia. Ma
è la cosa migliore che io sia in grado di fare.”
«Senti che
profumo?»…«Oh…molto
buono.» “Regalamene ancora, non smettere!! E
continua a
parlare, la tua voce…mi ricorda quando il vento cessa di
soffiare.”
…e le sue mani a poco a poco si distendevano, liberando i
braccioli da una stretta terribile…
“Ha il
suono della sicurezza.” «Ahah, chi
l’avrebbe detto?
Avresti mai pensato che sarei diventato così bravo?
Uhmuhmuhm!»…«Io…ti conosco da
molto
tempo…»
…Jeri respirava più lenta, non si muoveva
più e si
abbandonava…
«Però sei stata brava su una cosa! Tante clienti
si
lamentano perché va loro lo shampoo negli occhi. Tu invece
li
hai tenuti chiusi tutto il tempo: e ora…abbiamo
finito!»
…ma lei era come una bambina quando non vuole alzarsi per
andare
a scuola, respirava delicata e manteneva gli occhi
chiusi…«…Jeri?» ”Un
attimo
ancora…
…sto facendo un bel sogno, non svegliarmi.” (fine-canzone)
Le ampie e maestose
porte del varco digitale si richiudevano, dinanzi al riso soddisfatto
del loro guardiano «Uhmuhmuhm!»
Guardianmon aveva appena concesso un passaggio.
Sulla terra, un
bambino in bicicletta costeggiava il blocco di pietra grigia quando
«Oh?» qualcosa di indefinibile destò la
sua
attenzione. Ma poiché altro non vi era, se non recinzioni e
segnali, decise di tralasciare quel luogo e proseguire oltre.
Ma da lì un
lampo. Seguito da tre getti di energia: uno fiammante, uno di cuori
rosa, l’altro di globi energetici. Poi una detonazione. Poi
una
triplice risata «AHAHAHAHA!!!»
Il fumo e i detriti all’interno del blocco rivelarono
«LadyMeramon!!!»...«PinkMonzaemon!!!»…
«Gelsomon…»
quest’ultima più cupa e tenebrosa che mai
nonostante il bianco grembiule, e armata di spranga.
«Amiche,
finalmente siamo sulla terra, vi rendete conto?!!»
parlò
la fiammante elegantona LadyMeramon, dalla voce gracchiante
«Ci
prenderemo la meritata rivincità…»
replicò
la gigantesca orsacchiotta di pezza rosa, PinkMonzaemon «Cosa
aspettiamo…?» avanzò Gelsomon
«Raggiungiamo
subito il luogo indicato da
Guardianmon…!»…«PRIMA
IO!»…«Oh?!!»…«Ehi,
LadyMeramon,
dove credi di andare?!» ma PinkMonzaemon aveva braccia troppo
corte per trattenerla: la Digimon infuocata era corsa oltre
l’apertura…
…per librarsi in volo nell’ondularsi del suo abito
nero
tra gli alberi «AAAAAH, AHAHAHAH!!!» fino a
sfociare nel
cielo azzurro di primavera, sovrastando il vasto panorama cittadino
«Libertà, ah!!» spalancò le
braccia,
liberando lingue di fuoco «Nessuno mi sottrarrà
questa
missione! Metterò a ferro e fuoco il Centro ricerche! Presto
quegli sciocchi avranno scoppiettii sotto i loro
piedi!»…«…sei una
prepotente!»
pronunciò la voce di PinkMonzaemon, che la raggiunse volando
su
di un soffice aeroplano giocattolo «Guardianmon ha affidato a
tutte e tre questo compito!» fece Gelsomon il gesto di
picchiarla
con la spranga. Lei volava grazie alle sue ali «Ohhh, non
accetto
obiezioni, la missione è MIA, ragionate bellezze: chi meglio
di
me?» sfoderando una coppia di palle di fuoco nelle mani
«Un
grosso edificio, strutture infiammabili, e una moltitudine di nemici da
carbonizzare in un COLPO SOLO! Sono di certo la più adatta
in
fatto di abilità, io sono LADYMERAMON, LA REGINA DEGLI
INCENDI!»…«La regina dei colpi bassi,
vorrai
dire…» piegò il capo scontenta
Gelsomon, mentre la
sua collega si “infiammava” sempre di
più «Ah!
Mettetevi comode e AMMIRATE, dedicherò a voi il mio
spettacolo
prossimo ad avere inizio!!!»
Si era fatto
pomeriggio, e Ryo percorreva ancora in lungo e in largo la sua casa con
l’auricolare all’orecchio «Ci hai messo
tutto quello
che ti avevo detto in quel pacco?!...cosa?!...ma sì!
Sì,
quella roba di quando ci siamo spacciati per autorità del
governo giapponese con gli ambasciatori brasiliani! Come sarebbe a dire
che fu un fiasco, ma se fu perfetto?!...non è colpa mia se
Lo
zoppo parla un brasiliano da far schifo! Io gli avevo detto di fare i
corsi!»
Suonarono alla porta
«ASPE-Uhf! ASPETTA MI SUONANO ALLA PORTA! Ma l’hai
chiuso
bene quel coso l’hai incartato bene?! S-Se lo vede mia madre
sono
un uomo morto!! E io devo salvare il mio Digimon, per cui servo fresco
e in forma! Oh?!» Ryo spalancò la porta e fuori
trovò un tipo muscoloso con un lungo pacco
«…ah
sì-scusa un attimo attendi in linea-sì sono io,
Ryo
Akiyama! E’ il pacco per me?!»
Silenzio da parte dell’energumeno dalla barba folta.
Ryo non perse
tempo «Tieni!» rifilandogli un po’ a
forza un
pacchetto più piccolo involtato con la carta stagnola:
l’uomo obiettò
«Cos’è??? Una confezione
di salamini di montagna?»…«MA NO IDIOTA
E’ IL
TUO COMPENS-Ptsss è il tuo compenso!!! Ma che mi vuoi far
urlare
nel giardino di casa mia ho mia madre malata di cuore, beccati quei
soldi e vattene-E RICONTALI FUORI!» richiudendo bruscamente
la
porta scorrevole, e tornandosene dentro con quel pacco ingombrante
«Sei ancora in linea? Sei ancora in li---no! N-No senti
ades-» Ryo non sapeva dove metterselo, lo infilò
sotto un
vicino tavolo «No non gliel’ho potuti dare i
soldi-NON
GLIEL’HO POTUTI DARE gli ci ho messo i salami E CHE DOVEVO
FARE?!»
(infatti il
povero fattorino barbuto seduto sui gradini apprendeva con
più o
meno gioia di aver ricevuto in dono dei pregevoli affettati…)
«Al
momento non ho liquidità! Ma poi ti assicuro che lo pago,
davvero! Ptsss! Mia madre. La mia vecchia sta rientrando devo
riattaccare ci sentiam-SI CI SENTIAMO ma è chiuso bene?
D’accordo. Alla prossima.»
Strappandosi gli auricolari di dosso, il domatore leggendario rivolse
sguardo determinato a quel pacco lungo e misterioso…
…pochi minuti per scartarlo…
…un
solo istante per prendere coscienza
«PERFETTO…» e
sollevare quello che aveva l’aspetto di un poderoso fucile
supersonico «Cyberdramon sto arrivando…aspettami.
Ah,
e…» sollevando anche un mucchio di indumenti che
gli erano
stati recapitati «…aguzza la vista, uno fra mille
è
il tuo domatore.» Ponendosi con un agile scatto sulla spalla
quella che sembrava una divisa scura…
…identica
in tutto e per tutto a quella degli agenti che sorvegliavano la cella
in cui erano rinchiusi i Digimon. Quando Lopmon parlò
«Non
possiamo aspettare che ci uccidano.»
…richiamando lo sguardo deciso di Calumon…
…quello un po’ dubbio di Terriermon…
…quello
sottile, e al momento indecifrabile, di Renamon, raccolta in una
profonda concentrazione, nonostante il rosso attorno ai suoi occhi
glaciali…
«Dobbiamo
tentare un azzardo.» disse la piccola Digimon marrone
«Ci
state ragazzi?»
…e dopo pochi istanti di silenzio…
«O tutto o niente.» decretò Lopmon.
Suonò un
campanello «Arrivo!» Rea spalancò la
porta.
«Ciao!!» …trovando di fronte a
sé il
frizzante brio di una ragazza dai lunghi capelli scuri che non riusciva
del tutto ad inquadrare
«A-Ah…ciao…»…«Tu
sei…Rea
Akimoto! Giusto?» consultando il foglietto
«Oh…sì.»…«Ho
trovato questo
nella mia scuola: vengo per le
ripetizioni!!»…«Ah…!»…«Perché
tu dai ripetizioni! Di matematica,
giusto?!»…«Veramente…oh!
Benji
attento!!» prese così in braccio il bambino mentre
Suzie
«Uh?» già faceva capolino dentro
«H-Hai un
figlio?!»…«Sì, lui
è Benji!»
mentre il bambino cercava di graffiarle il naso «Comunque sei
venuta nel posto giusto, io sono Rea!» sorrise la ragazza
«A dire il vero non credevo che avrei avuto degli studenti
così presto: ho iniziato a mettere i volantini solo
stamattina-Benji, cos’hai? Il mio naso non puoi mica portarlo
con
te…!» scherzò con la dolcezza di una
madre
«Benji, che carino!!» Suzie non si fece attendere
ed
entrò, chiedendo dopo, indicando se stessa
«Po-Posso
entrare?»…«Ma certo,
accomodati!» fu cordiale
Rea, mentre Suzie muoveva il suo dito sul visetto di Benji
«Benji…io sono
Suzie!»…«Ah, è
così che ti
chiami.»…«Sì! Suzie
Wong.»…«Wong…?...ahah! Non
posso
crederci!!»…«Cosa?»…«Il
suo nome
è…Benjiro
Wong!»…«ABBIAMO LO STESSO
COGNOME!!» in un sussulto di entusiasmo «Sei
cinese,
Benji?!»…«…da parte di
padre.»…«E’ comunissimo dalle
nostre parti!
Anch’io sono un po’ cinese sai? Anche il mio
papà
è cinese.» mentre Rea se la guardava con un
sorriso venato
di malinconia…
«Questo
vuol dire che era proprio destino incontrarci! Comunque tuo figlio
è bellissimo ha un viso…non so! Mi ricorda
qualcuno oh
Benji che dici? Diventerò più ferrata in
matematica???»…«Ma certo…!
Basta solo un
po’ di calma…per capire ciò che sfugge
a prima
occhiata.»…«Ohhh, è
ciò che
puntualmente non
abbiamo!»…«…è
proprio
vero a volte.» replicò Rea, subito in sintonia con
lei
circa qualcosa che forse andava anche al di là della
matematica
«Ma noi la troveremo!» promise, e Suzie
«Scusa, sono
piombata qui come un’invasata, ti sarò sembrata
molto
invadente!»…«Scherzi,
tutt’altro, anzi sono
contenta di iniziare subito a lavorare: scusa…soltanto qua
attorno, c’è un po’ di
disordine.»…«Il disordine è
il mio habitat
naturale! Ho un rifiuto psicologico per
l’ordine.»…«Allora in questo
siamo
simili.»…«Uhmuhm! Comunque sono
contenta!»…«Ah sì? E di
cosa…?»…«Ma di aver trovato
te! Mi aspettavo
una BRUTTA STUDENTESSA TETRA E ARCIGNA CHE GIA’ SI ATTEGGIA A
PROF!» con mimica e gesti che avanzavano
«Uhmuhmuhm!»…«E invece tu sei
fantastica, non
sei mica tanto più grande di
me!»…«Quel lieve
scarto che non fa danno!»…«Ci
intenderemo a
perfezione: io sono un’alunna modello, sai? E tu sei la
professoressa ideale!» passeggiando e guardandosi attorno
«Uhmuhm, ti ringrazio: sai, non è da tutti i
giorni il
fatto…di corrispondere a perfezione…a
ciò che si
desidera.»…«Questa è una
regola
senz’altro vera…» pausa ad effetto, nel
volgersi
della ragazza terminante con dito a puntualizzare
«…dato
che al mondo hanno inventato gli
sciocchi!»…«Uhmuhmuhm!»…«Che
non
sanno apprezzare ciò che vale davvero! Guardati hai una casa
così carina ed un bambino che è un principe
azzurro!»…«Benji, hai sentito? Hai fatto
colpo su
Suzie…! Hai iniziato presto la tua carriera da
rubacuori.»
Benji in effetti
sembrava gradire la compagnia della ragazza, che si guardava con un
dolce sorriso «Uhmuhmuhm!» che lei cercò
di
accrescere. Dopodiché Rea «Oh…queste
sono
tue?» alludendo alle buste «Ops! Ohhh, non farci
caso, sono
cose che ho comprato: te le tolgo dai
piedi!»…«Che
belle cose! Mi sa che riconosco il negozio, ci va anche mia
madre!»…«Davvero?»…«Dai,
mettiamole di là così intanto mi fai anche un
po’
vedere i “dubbi
matematici”!»…«Agli
ordini, signora
professoressa!»…«Uhmuhmuhm!»
Takato era al
telefono «Sì. Sì, certo Henry, sono da
te appena
finisco con Jeri. Ti saluta! A
presto.»…«Vi
incontrerete?» chiedeva Jeri mentre si riaccomodava allo
specchio
«Sì…dobbiamo assolutamente parlare di
Cyberdramon.»…«Lo immagino. Vorrei
aiutarvi
anch’io se non fosse
per-»…«Non preoccuparti,
Jeri, lascia fare a noi: tu hai da vivere un momento
speciale…!» e le si accostò, per
riflettersi
assieme a lei…
…che si
ammirava un po’ incerta, ma forse non perché non
le
piacessero quelle gentili ondulature che cadevano sulla sua fronte. I
suoi capelli ora erano ancor più belli e lucenti, il loro
andamento ricordava le onde del mare, come una cornice preziosa per la
sua bianchissima carnagione, sulla quale il rossetto scuro faceva
contrasto.
«Non…ho interpretato bene i tuoi
desideri?»…«…tutt’altro,
Takato. Non mi
aspettavo sinceramente…che avessi imparato così
presto.»…«Ti aiuto a mettere il
fermaglio.»
mentre lei sospirava, e cercava nuovamente di distendersi sulla sedia
«Tuttavia…informami se saprai qualcosa! Immagino
come
debba sentirsi Ryo dopo aver rivisto qualcuno che
è…probabilmente il suo Digimon, in quelle
condizioni.»…«Siamo tutti con
l’animo sospeso,
e quel che è peggio è che abbiamo le mani legate!
Se solo
potessi…!! Ah, ma forse è
inutile…»…«Cosa?»…«…io
conosco una persona che forse potrebbe aiutarmi. Però a dire
il
vero…non è corretto dire che la conosco, so
pochissimo di
lei e coinvolgerla in un’impresa simile sarebbe un
azzardo.»…«…una persona, hai
detto? E chi
è, io la
conosco…?»…«No, non
credo.»
…e
così le aveva legato il fermaglio a metà,
distendendole
lungo la spalla la fluente coda. Il volto di Jeri era serio, riflessivo
«Beh…Takato, dovresti innanzitutto consultarla.
Penso che
chiunque di noi per sentirsi utile deve necessariamente trovare
qualcuno…che si fidi abbastanza da affidargli il peso di una
cosa importante.»…«…forse hai
ragione. Ma io
non riesco a liberarmi dal sospetto che mi stia
mentendo!»…«…non…puoi
sapere…a
volte quali siano le ragioni che spingono una persona a mentire. Ce ne
sono di molto gravi, in grado di…farti a pezzi la
vita.» e
mentre lo diceva stringeva gli occhi «Lo
so…» fece
lui «…ma adesso è andata via, non so
come
rintracciarla. Un po’ sono in pensiero. E’ la prima
volta
che mi capita…da quando…conosco questa
persona.»
Jeri, che
seguitava a fissare seria nello specchio, si sciolse in un sorriso un
po’ malizioso «Mmm…le mie orecchie
percepiscono una
musica nuova.»…«Cosa?!» Takato
si volse di
scatto «Non sarà che per la prima volta Takato
Matsuki
prova qualcosa di speciale per qualcuno.» ma lui le mise le
mani
sulle spalle, e tornò a riflettersi con lei in un decisivo
«Niente affatto.»…«Ah, e
perché?! Tu lo
sai che io non vedo l’ora di farti le mie
congratulazioni!»…«E’ ancora
presto, quel
sentimento è lontano. Si tratta di sensazioni
d’altro
genere.»…«Tu ti poni troppi
limiti!»
esclamò lei in un sorriso radioso, rimettendosi la borsa a
tracolla «Lasciati andare, la vita è
così bella se
vissuta intensamente!»…«Non ne
dubito…ma io
non posso mentire a me stesso.»…«Un
giorno ti voglio
vedere…emozionato almeno quanto me
oggi!»…«Uhmuhm, magari
chissà: io le prendo
diversamente e sono più calmo, in queste
cose.»…«Tanto tempo fa saresti stato
completamente
in confusione! Ti saresti impicciato con le parole e saresti
mortalmente arrossito! Non dirmi che sei così cambiato negli
anni, una persona che ti piaceva ti mandava in
tilt!»…«Tanto tempo fa…me ne
piaceva solo una
di persona.» replicò con un sorriso
sereno…
…lei guardò basso
«…sì…»
per poi scostarsi la coda «Però avevi gusti
limitati! E
non fra i migliori!»…«Dai,
smettila!»…«E’ la
verità: ero
così opaca come ragazzina, la classica bambina un
po’
sfortunata!»…«Non dire questo di te, eri
semplicemente…più
semplice.»…«Mi
preferivi allora?» chiese, ma era seria, e sembrava tenere
molto
ad un’eventuale risposta «No, cosa dici?!
Ora…guardati, sei meravigliosa. Sei una ragazza sofisticata.
Ma
se hai trovato uno stile in cui rispecchiarti…è
questa la
cosa più giusta. Forse
chissà…» espresse il
ragazzo camminando per il salone, e rivolgendo lo sguardo alle luci
«…anch’io dovrei cambiare. La gente dice
che mi
vesto…sempre nello stesso modo, che non ho mai un taglio
particolarmente alla moda. Delle volte sai, mi sono chiesto se non era
il caso di innovare un po’. Se mi avrebbe fatto bene.
Però…poi per un motivo o per un altro non ho mai
trovato
il tempo e l’occasione e alla fine sono sempre il
solito-»…«No, tu non devi
cambiare!!»…«Oh?» Takato si
volse verso di
lei…
…sorpreso
per quell’esclamazione che sembrava istintiva «Tu
sei…perfetto
così.»…«Ah? Dici sul
serio?» mentre lei avvicinava la sua mano, che tremava un
po’, al viso del giovane, e a quei capelli che secondo lui
non
erano così alla moda «Tu…con la tua
semplicità dai sicurezza. Chiunque, guardandoti è
indotto
a confidarsi con te. Non devi diventare un’altra
persona.»…«…quello
no.» rispose lui
tranquillo, ma fermo nel suo fondo «Io credo…che
non
potrei mai cambiare quello che
sono.»…«Resta sempre
come sei, Takato.» espresse lei. Lui la scrutava
«Resta
sempre…come ti vedo oggi! Come sei sempre stato. Ti prego,
non
cambiare, amico mio!» e così andò via,
di corsa.
Lui la seguiva
con lo sguardo. E disse fra sè «…come
sono sempre
stato. Come mi vedi oggi. E
cioè…l’amico perfetto a
cui confidare una nuova cotta. Il parrucchiere che realizza
l’acconciatura…per il tuo fidanzamento
ufficiale.»
Nei suoi
occhi non vi era traccia di risentimento, ma solo di una pacifica
rassegnazione venata da rimpianto.
«…Jeri…Katou…»
bassi e fissi, gli
occhi di Cindermon nel ripetersi quel nome.
«…l’unico…ben
noto…epico, classico
amore d’infanzia di Takato Matsuki.» enunciava
Rika,
elegantemente appoggiata al bancone «Amore di
infanzia?!»…«Ufficialmente…!»…«Ma…fammi
capire, ERA
CORRISPOSTO?!»…«…apparentemente…»
flettendo le dita intrecciate «…no. Gli ha detto
male al
nostro amico. Un’amicizia, una grande e profonda amicizia:
beh
quando inizi in questo modo…buona fortuna!»
«…Jeri Katou, Jeri Katou…
…una Digimon
Tamer?»…«…per
poco.» distaccandosi dal bancone e muovendo lenti passi nel
locale «Il suo Digimon era Leomon, lei…lo perdette
in
battaglia.» abbassando occhi pieni di consapevolezze
«COOOSA?! Oh mamma mia che sfortunata, immagino le
conseguenze!»…«…sono ardue da
immaginare.» non si volgeva Rika, seguitando a darle le
spalle.
Piuttosto guardava su «Dopo quel momento successero cose
terribili…
…Jeri…aveva perduto se stessa. Il nemico ne
approfittò.»…«E come si
salvò?!»
Rika si volse allora «…grazie a Takato.»
lasciando
sbalordita Cindermon «Fece di tutto. Si
buttò…nelle
viscere oscure del D-Reaper per recuperarla. Fu davvero un
eroe…si dimenticò della sua stessa vita. Gli
importava
solo di lei.»…«…
…cavoli…» detto pianissimo abbassando
quegli occhi
fissi «…da che estremi ci si può
muovere.
“Gli importava solo di
lei”…”non gli importa
affatto di lei”…» a quel punto Rika
avanzò
incontro a lei «A cosa stai
pensando?»…«Io?!»
sicché scrollata di
ciuffo e di idee, respirone neanche terminato a sfumare un «A
niente! No sai com’è faccio confronti
e-elaboro!»…«Non ti lasciar
condizionare…» tendendole la mano
«EH?!!»…«Probabilmente di
tutto
questo…» alzando un po’ le spalle
«…il
tempo non ha lasciato niente se non…”una grande
amicizia”, come ti dicevo. Provare a smentirlo, visto che lui
è puntualmente il primo a sapere di tutte le cotte della
nostra.»…«LEI gi confida le cotte dopo
che LUI le ha
salvato la vita?!»…«Che dirti.
Jeri…uhm...!»…«Eh ti volevo
infatti chiedere
ma che tipo è lei?!»
Sulle labbra di Rika
si tracciò un sorriso dalle varie sfaccettature
«Jeri
è…
…senza dubbio
una delle persone…meno scontate…e più
imprevedibili che conosca. Non glielo daresti inizialmente ma poi ti
assicuro che conoscendola vai a scoprirlo. Iniziai allora, dal viaggio
a Digiworld-anzi no-non è corretto! Da qualche giorno prima,
quando stavamo preparando l’operazione. Mi ricordo che fui io
a
spiegarle i rudimenti sull’utilizzo delle carte. Da allora
iniziò il mio viaggio esplorativo nella
personalità di
“Jeri…Katou”, l’apparente
bambina senza un
problema e sempre allegra, il…prototipo di bambina
perfetta.» con scatto da indossatrice nel suo volgersi
«Quella che non può…fare a meno di
rubare il cuore
a qualsiasi coetaneo.»
Cindermon pensò…
…e materializzò nella sua mente una nebulosa
immagine che
almeno teoricamente doveva essere lei stessa bambina. Stesso
ciuffo…ma qualcosa, o più di qualcosa di
“dissonante” e poco armonico nel tutto al punto da
far
tremolare oscuramente l’immagine ed infrangerla
l’istante
dopo sullo sfondo di un «Niaaahhh!!! Una cosa è
sicura:
proprio l’opposto di me io non sono mai stata la bambina
ideale!
Mi mancavano i denti da vampiro!»…«Ma
l’apparenza inganna.»…«Come?!
N-No guarda ti
assicuro ero brut-»…«Jeri aveva molti
problemi. Che
non confidava, aveva timore al pensiero che tale proiezione venisse
meno. Però poi questo ha portato le conseguenze che tutti
noi
ricordiamo…dalla battaglia affrontata.» di nuovo
Cindermon
doveva ricercare lo sguardo della ragazza, tornata a darle le spalle
«Se si fosse aperta e fidata di più…di
sicuro il
D-Reaper non avrebbe fatto presa su di lei fino a quel punto. Viveva
isolata. In una…bolla fluttuante. Ma questo…tutti
l’abbiamo dovuto scoprire. A poco a poco, e circondati dal
pericolo.» volgendosi dunque «Takato è
l’unico
che è riuscito a far breccia in quella
bolla.»…«…una
così…dovrebbe
essere come minimo grata a
vita.»…«…lo so. Ma
lei lo ha
ringraziato.»…«RINGRAZIATO?!»…«Dopo
la brutta esperienza, Jeri sembra aver fatto appello a tutta la sua
determinazione: buttarsi il passato alle spalle. Guardare avanti. Avere
una vita propria. Chissà se c’è
riuscita
realmente!»…«Cosa intendi dire?! A
buttarsi alle
spalle il passato?!»…«…non
so, a volte puoi
avanzare realmente, altre far finta…di camminare, o di
correre
ma ritrovarti sempre allo stesso punto. Tutto dipende…beh,
da
molte cose.» Cindermon taceva e adombrava il suo sguardo,
mentre
Rika scrollava i suoi capelli «Come vedi…da quei
giorni di
prima adolescenza, la mia analisi di Jeri Katou non si è
ancora
arrestata! Un po’ è a causa sua, non ha perso
il
vizio di farsi i fatti suoi e farsi
contemplare…”dall’esterno”,
così da
portare tutti a interrogarsi su di lei senza
conseguire…certezza
alcuna.» chiusura d’un pizzico d’enfasi,
con sguardo
penetrante. Cindermon però, non sembrava propriamente
catturata
dal pathos «…sarà! Comunque a me la
gente contorta
non piace dev’essere che si prendono vedi strano lui-strana
lei
ed ecco fatta la frittata! Io con questa tizia sento di non aver NIENTE
in comune-ma poi scusa PERCHE’ doveva essere così
strana
QUALI PROBLEMI aveva mai tanto da far stare sulla corda un popolo
inte-»…«Devi sapere
che…» mentre si
udiva uno squillo di cellulare «…Jeri ha perso la
madre
quand’era molto piccola. Questo evento l’ha molto
cambiata.»…«Come?!»
Quelle parole
avevano colpito la ragazza digitale…ma il dialogo fu
interrotto
dallo sguardo attonito di Rika, col cellulare alla mano
«Scusa un
attimo.» che si allontanò per rispondere
«Ryo!»
…mentre
Cindermon si ripeteva «…ha perso la
madre…» e
si grattava la testa «…anch’io. Uguale.
La stessa
esperienza.» ...esperienza che le dava da riflettere.
…mentre
Rika si tappava l’altro orecchio «Allora?! Ci sono
novità?!»
Ryo, appostato
dietro un vicolo con il grande fucile tra le braccia e gli auricolari
pendenti, puntava occhi decisi verso l’immenso Centro
ricerche.
Ma sue parole furono «Affermativo: è tutto
ok!»
«Come
sarebbe a dire “è tutto ok”?!! Allora,
che cosa
facciamo per Cyberdra-»
«Se mi fai
parlare magari, invece di arrabbiarti, ti spiego: ho parlato con un mio
socio!»
…il volto di Rika era dubbioso…
«Ha detto
che prende in carico…l’affare per intero, lo tira
lui
fuori il cucciolo!»
«Come?! Imboscandosi travestito da agente?!»
«EEEH?!!
M-Ma…come ti vengono in mente certe idee?!»
…nascondendo dietro la schiena l’elmetto
«Io parlo
di una soluzione pacifica, questo tipo è un pezzo grosso,
parlerà lui con le autorità: mi ha assicurato
successo e
prosperità, voi mettetevi pure comodi! Lui
ribalterà le
sedie più alte del consiglio e caccerà il
cucciolo fuori
dai guai!»
Faccia
eloquente «…perché…ho come
la sensazione che
si tratti di una BUCA COLOSSALE prossima
all’inghiottirci?!»
«Ahhh, ma dai Rika sei incontentabile! Ti dico che ho
risolto, ti
propongo una soluzione pacifica!»
«E’ proprio questo, non ti ci riesco a vedere a
mettere in
atto trattative diplomatiche!»
Mentre lui
smanettava e otteneva sul cellulare la mappa dell’edificio
«Perché tu conosci solo alcuni lati di me! Mi hai
impedito
di mostrarti il resto, col tuo rifiuto categorico di tutti questi
anni!»
«…Ryo Akiyama SENTI IO NON HO VOGL-»
«Rika Nonaka? Taci! E fa silenzio ptsss, adesso debbo
riattaccare: fidati di me, ricorda il passaggio d’energia
all’interno del D-Reaper!»
Rika chiuse gli occhi e respirò profondamente…
«Avverti Takato e gli altri ptsss-amore? Ti devo lasciare, ci
risentiamo a cucciolo libero!» e chiuse, sfidando
l’edificio con gli occhi.
«IO
NON SONO IL TUO AMO-??! RYO! Aaaahhh!» strillando dentro il
telefono, incurante che la chiamata fosse terminata «DI QUEL
BENEDETTO PASSAGGIO D’ENERGIA UNA COSA SOLO RICORDO E
CIOE’
CHE FU UNA GRANDE INCOSCIENZA!»
«Bene! E
adesso tutto dipende da me, cucciolo aspettami…vengo a
salvarti.»
Lungo il destino
di Ryo Akiyama, si innalzava una grande costruzione abbracciata da una
stratosferica parabolica di luce verde…
Eppure
«Uhmuhmuhmuhm!» Ryo ignorava che sul tetto del
palazzo di
fronte, un lungo abito nero svolazzava nel vento «I fuochi
d’artificio sono pronti, pochi istanti ancora E VIA ALLO
SPETTACOLO! Uhmuhmuhmuhmuhm!» se la rideva
LadyMeramon…
…mentre
PinkMonzaemon e Gelsomon si scambiavano dietro di lei un consulto
tacito e serio…
«Chi
era?!»…«Ryo.»…«Beeehhh?!!»
fece Cindermon, e Rika, seppur sospettosa «…ci ha
detto di
aspettare. Un suo conoscente può far scarcerare
Cyberdramon…»…«EEEH?! E
cos’avrebbe di
speciale quest’altro Digimon per essere lanciato in missione
quando io STO QUI?!»…«No, non
è un
Digimon!»…«Ah
no?»…«E’ un
suo socio. Non mi chiedere altro perché il mondo di Ryo
è
qualcosa che mi è precluso. Comunque…questa
è la
sostanza: c’è chi agisce per noi, non siamo
più in
prima linea.» sedendosi sul tavolo. Cindermon «E
adesso?!»…«…mah…!
Aspettiamo. Facciamo
come dice l’eroe.» concluse Rika con una scrollata
di
capelli ed un sorrisetto «O in questo caso sarebbe meglio
dire
“il diplomatico”! Si cambia col
tempo.»…«Va bene, io penso che
vado!»…«Ah
sì?»…«Ah-Ah,
ahhhhhh!» sgranchendosi «Voglio fare un altro
tentativo!
Come hai detto tu!»…«Brava, vedo che
recepisci!»…«Ti ringrazio di tutto,
Rika!»…«Di niente!»
lasciò cadere la
ragazza, col consueto modo di fare «CINDERMON SI RITIRAAA!!!
WROOOM!» una corsa fulminea…
…e Rika
fu di nuovo sola. Ma il suo sguardo si venava di preoccupazione. La sua
anima non era tranquilla…
«AIUTO!!»…«Uh?» un
grido femminile
richiamò un agente nel corridoio.
«Che qualcuno mi
aiuti! Vi scongiuro!!» gridava Lopmon…mentre dei
luccicanti artigli puntavano contro di lei…
«Che cosa
succede?»…«Aiutatemi!!»…«Oh?!»
…ma anche
Terriermon «Vi
prego…»…«Calùù…»
Lopmon era
stretta in quella morsa che era il braccio sinistro di Renamon, la
stessa che teneva la sua zampa destra attorno al collo di Terriermon,
spingendolo contro la parete.
Calumon soffriva
prigioniero nella coda della volpe attorcigliata attorno al suo
corpo…
«Che fate, vi
uccidete fra voi?!»…«Sono
disposta a tutto purché mi ridiate i miei figli!!»
dichiarò Renamon con occhi ferrei e sprezzanti «Ehi, stupida volpe: chi ti credi
di essere per dare ordini qui?»…«Semplicemente
qualcuno disposto a offrirvi molto in cambio di ciò che
desidera!»
«A-Ahhh…»…«Calùùù…soffoco…»
gemevano Terriermon e Calumon, il primo fra i quali
«Renamon…perché…?!»…«Semplicemente
perché sono disperata!...
…sono disposta a sacrificarvi tutti pur di riavere indietro
i
miei bambini!»…«Senti un po’!»
disse l’agente picchiando appena il suo fucile sullo schermo
di luce «Premettendo
che ammiro molto lo spirito fraterno che ti lega ai tuoi
compagni…avrei una domanda: cosa ne caveremmo noi, dalla
loro
morte?»…«Io conosco molti
segreti dei
Digimon…!» pronunciò profondamente
Renamon, mentre
«A-Ahhh!» stringeva Lopmon a sé sempre
più
forte «Se mi fate uscire sono disposta a divenire vostra
alleata!
Non vi servono i poteri di questi sciocchi: altro non sono che
nullità
digitali!»…«Calùù…»
alzando la coda con cui stringeva Calumon «Io posso
insegnarvi a
tramutare i loro dati in preziose riserve. Ma per farlo ho bisogno di
ricongiungermi ai miei figli. Soltanto noi tre possiamo farvi dono del
potere che so che bramate! Io riesco a leggere nelle vostre
menti…e percepisco che mai, mai neanche con le
più audaci
ricerche informatiche riuscireste a trovare risposta. Io racchiudo il
segreto…!»…«Cosa?! Vuoi dire che
tu…leggi il futuro?!»
Renamon
rimaneva impassibile, la sua voce si tingeva di subdole, ammalianti
sfumature «Ma certo…! Documentatevi su di
me…» ed i suoi occhi, glaciali e sottili,
penetravano al
punto di dar quasi conferma a quanto stava rivelando «Il mio
nome
è…» disse Renamon
«…IMAGOMON.»…«Come?!»…«Consultate
la banca dati: sono un Digimon veggente! Respiro l’aria,
inglobo
le atmosfere e interpreto i segni! La mia stirpe è antica e
contraddistinta da una spiccata arte divinatoria. Per voi esseri umani
votati alla ricerca
percepisco…sventure!»…«Ah?!»…«Cercate
senza trovar pace le risposte ma per quanto tendiate ad
esse…l’ottusità vi frena! Che vi stia
bene o no
resteremo sempre noi a detenere gli arcani segreti: questa
struttura…crollerà!!»…«Come dici?!»…«E
voi resterete sepolti…se vi rifiuterete di
collaborare.»
L’agente
sembrava agitato, e consultò il suo database portatile
scorrendo
una serie di Digimon fino a giungere a «Imagomon: Digimon animale,
è in grado di predire il futuro attraverso l’aria
che respira-ah?!!» alzando il suo elmetto
“E’
di colore diverso…ma è identico a lei! Ed anche
il pelo dei suoi figli corrisponde!”
mentre di fronte aveva un tagliente sorriso «Questo
può
convincervi, circa la mia natura…? Rassegnatevi.»
mentre
stringeva la sua presa
«AH!»…«A-Ahhh!»…«Calù…»…«Avete
bisogno di me se non volete perire tragicamente! Privarmi dei miei
figli è stata una mossa sbagliata, il turbamento per
creature
della nostra specie accelera il compiersi degli
eventi!»…«Debbo consultare…il
comandante!»
ma Renamon non smetteva di fissarlo, non staccava un attimo gli occhi
da lui «Percepisco la tua paura. Avverto il tuo
disorientamento!
Sono disposta a offrirti in sacrificio le loro vite come prova della
mia sincerità!!» ponendo in bella mostra i suoi
prigionieri «Sm-smettila
di fissarmi!»…«Hai commesso
azioni crudeli.»…«Ti ho detto di smetterla!!»…«Ignori
quale sia la giusta direzione.»…«A-Ahhh!»
infatti si guardava a destra e sinistra non sapendo dove fuggire
«Temi la morte! Come castigo per aver osato sfidare qualcosa
di
grande e temi me! Temi i miei occhi!! Perché sai
che
incarno la verità!! Maledetti siano quelli come
te.»…«NO! No, ti prego! Non scatenare
i tuoi poteri contro di me, sono disposto-»
…abbassando la leva che regolava lo schermo di luce
«-addirittura
a disobbedire agli ordini ma tu sii clemente!»
inginocchiandosi «Divino
Imagomon!»
…ma a
quel punto Terriermon esclamò «Adesso,
ragazzi!» e
«WRAHHHHHHH!!!» un balzo in rovesciata di Renamon
spinse
violento l’agente all’interno della cella
«Siamo
liberi!» esclamò atterrando Lopmon
«CALU’!»…«Presto!»
Renamon prese
con se il fucile dell’agente «Dobbiamo liberare
Cyberdramon, Akirmon e Nymon!»…«M-Mi avete ingannato…»
a stento rialzava il braccio l’uomo colpito, quando
«Momentai!» intonandolo a mo’ di
motivetto,
Terriermon rifilò un colpo d’orecchio alla leva
ricostituendo lo schermo «Avrai molto tempo per riflettere, e
capire come si trattano le persone
innocenti!!»…«Presto non
c’è tempo da
perdere, dobbiamo trovare dove li tengono prigionieri!»
definì Lopmon – ma proprio in quel momento, uno
squassante
boato fece tremare la struttura «Ahhh?! Che cosa è
stato,
amici?!» chiese Terriermon, e gli occhi degli altri non
sapevano
rispondergli…
…fuori di
lì, delle perle tintinnavano rimbalzando sul tetto di un
palazzo
«Uhmuhmuhm!»
LadyMeramon
teneva le mani sulla collana che aveva appena spezzato: le perle
saltellavano fino a brillare di rosso fuoco…
…e
dirigersi verso l’edificio da lei puntato «Questo
è
stato solo un assaggio…le mie perle si insinueranno ovunque,
fino a ricomporre una SPLENDIDA COLLANA FIAMMEGGIANTE tra le vostre
stanze! UHM, UHMUHMUHMUHM! Molto presto vi accorgerete del mio
buongusto!!!»
Una perlina
fluttuava innocente in un corridoio buio, quando
«…oh?» un agente la notò
«Cos’hai?»…«Nie-Niente!»
rispose
questi che era con altri «Perché
ti sei fermato?»
…ma pochi
secondi erano bastati per occultare nel buio il suo luccichio
fiammante…
«Non
è sembrato di vedere anche a te qualcosa che
volava?»…«Sì! Un asino! Ma non
è che abbia poi tanta elevazione, CAMMINA!»…«AUCH!»
dovette riaccomodarsi l’elmetto per la sberla,
quell’agente
dalla vista acuta «Vi
prendono sempre più pappemolli voi reclute, possibile che
non impariate che questo è un lavoro serio?!»
Ma sotto la
visiera dell’elmetto, erano azzurri quegli occhi convinti di
aver
visto qualcosa.
Erano inanimati
invece gli occhi di quell’orsacchiotto dal braccio ricucito
coi
punti, e che ora, riposava beato tra possenti braccia semi-meccaniche
«Carissimo, forse a noi due tocca il medesimo
destino.»
diceva Beelzemon, seduto sul divano «A te hanno staccato
questo
braccio per litigare, e poi l’hanno ricucito con i punti.
Però si vede ancora il segno! Lo stesso hanno fatto col mio
cuore, dieci anni fa, l’hanno reso ben saldo.
Però…» chinando il capo, e rivelando
quell’espressione insicura che sempre bilanciava il suo
aspetto
adulto e energetico «…il segno resta. Certe cose
non si
possono cancellare. Magari…si può andare avanti,
far
finta che non sia successo niente. Però il ricordo non ti
abbandona, e alla prima occasione, quando meno te l’aspetti
può riaffiorare.» e lo strinse a sé.
Come un
bambino col suo peluche preferito «Credevo che non avrei
più sofferto nella vita per i litigi di Akemi e Mako, eppure
oggi sono bastate poche parole per farmi tornar su tutto
l’incubo. Mi chiedo ora cosa debba fare: dovrei tornare al
convento, ma ho paura. E se ricominciano? Forse piuttosto dovrei andare
al Centro ricerche a salvare Cyberdramon, ma mi sembra di tradirli!
Loro sono i miei domatori, e se ricominciassi ad agire per conto
mio…»
…ma una
sagoma si aggirava oltre il vetro delle porte, era vestita di rosso e
di nero…
Beelzemon non
vedeva perché stringeva gli occhi, e stringeva
più forte
l’orsetto «…niente più in
questo caso mi
distinguerebbe da quell’Impmon che invece ho cercato di
accantonare! Ho commesso le mie azioni più sbagliate proprio
quando la mia strada si è separata da quella di Akemi e
Mako! E
se adesso riperdessi l’orientamento?! Oh, come vorrei
qualcuno a
indicarmi la via! Ah?!» ma balzò in piedi, e
l’orsetto cadde a terra «Chi
c’è?! Ho visto
qualcuno!»
…quel qualcuno,
cautamente, ebbe il coraggio di appoggiare il suo stivaletto sul
gradino, e venire sotto la luce…
…Beelzemon
altrettanto cautamente faceva scivolare la mano alle pistole
«…e se fosse un ladro? Questa è la casa
dei miei
amici, mio dovere è proteggerla. Ohh…?»
«…aspetta! Non…voglio fare niente che a
te
dispiaccia.» disse il ragazzo con voce tenue.
Beelzemon era rimasto
immobile, e sospettoso «…chi sei…?
Ah?!...
…la tua faccia…mi dice
qualcosa…»
Il ragazzo dagli occhi
truccati, l’abito a scacchi e i neri capelli che scendevano
undulati sul candido viso, altrettanto lo guardava come qualcosa
di…lontano, e speciale…nel lievissimo sussurro
«…Beelzemon…» pieno di
indecifrabile
contenuto…
Beelzemon a poco a poco muoveva i suoi passi…
…fino ad essere
all’esterno, dinanzi a lui. Si fissavano, e il Digimon era
interdetto «Ho una strana
sensazione…guardandoti.»…«…forse
ti
ricordi del passato…»…«Come?!
Del
passato?!»
Il ragazzo gli prese la
mano, delicatamente. Beelzemon guardava la sua stessa mano venire
sempre più su, e poi venir coperta amichevolmente da quella
smaltata dell’eccentrico giovane «Tu sei stato un
Digimon
con molta storia…»…«Tu come
fai a sapere che
io sono un Digimon?! Perché non ti meravigli?!
Non…hai
paura, e nemmeno scappi! Nonostante…ogni cosa che si dice di
noi.»…«Perché
l’apparenza
inganna.»…«…come…?»…«Dieci
anni fa ingannò. Da un Digimon che appariva innocuo e
burlone…rivelò…» Beelzemon
chinò il
capo, di tristezza e di paura per ciò che avrebbe udito
quando
invece ciò lo sorprese «…immensa forza
di
volontà! Determinazione per crescere, e
migliorarsi!»…«Davvero?!»
Il ragazzo
sorrideva, dolcemente. Per seguitare a narrare «Da un nemico
che
appariva oscuro e spietato…rivelò un
amico.»…«Ah!»…«Pronto
a dare la
vita per chi conta su di lui.»…«Chi
sei?!...c-come
fai a sapere tutte queste cose?!»…«Io ti
conosco.»…«In che
senso?!»…«Io
non ho mai…cessato di abitare qui!»
rivelò,
guardandosi attorno e spingendo anche Beelzemon a farlo
«Qui?!
Intendi dire…?»…«Tra gli
alberi, e il cielo!
Nel limbo tra il passato…e il futuro!»
Sempre più forte batteva il cuore dell’alto
Digimon…
Ma più
forte si fece anche la stretta alla sua mano da parte del ragazzo
«Ora sono venuto per te! E se mi concedi ascolto io
posso-»
Si udirono
però delle voci «Forza, papà!! Sta
arrivando
Jeri!!»…«MMMIIISERO ME COME FACCIO?!! LE
MONACHE
HANNO STACCATO IL TELEFONO!»…«Lascia
stare le
monache e lascia stare i mobili! Jeri e suo padre saranno qui a
momenti!»
«Ah! Questo
è Mako!» esclamò Beelzemon, ed il
ragazzo si
guardò attorno tempestivo «Qui non possiamo stare:
dobbiamo
nasconderci!»…«Ma-»…«Dammi
retta!
Vieni con me.» e nonostante fosse molto più
imponente di
lui, lo prese per il braccio e lo trascinò…
…pochi attimi
dopo, Beelzemon tornava a nascondersi sotto il cappuccio della sua
giacca, per le vie cittadine al fianco del giovane in abiti circensi
«Mi sento confuso. Mako è il mio domatore. Se non
mi trova
si preoccuperà-oh?!» ma il ragazzo gli si
piazzò di
fronte «Beelzemon, i tuoi amici Digimon sono in
pericolo!»…«CHE COSA?!»
trasalì
Beelzemon…e in un attimo era come se non vi fossero
più
strade, più automobili, più gente ma loro due
soltanto
«Sì, loro sono tornati!» affermava con
decisione
quella misteriosa figura «Sono qui! Ma sono prigionieri al
Centro
ricerche, li hanno arrestati!»…«Come fai
a
saperlo?!» Beelzemon gli mise le sue mani artigliate sulle
spalle
«Lo so e basta.» rispose l’altro, fiero
nello sguardo
«Ah!!»…«Terriermon! Renamon!
Lopmon!...Calumon! Tutti loro, e anche Cyberdramon! Sono in mortale
pericolo, Guardianmon vuole
annientarli!!»…«Guardianmon?!! Che cosa
ha fatto?!
PARLA!! Quali sono i suoi piani?!!»…«Mi
piacerebbe
poterti aiutare di più, ma questo…»
chinando il
capo «…credimi…è tutto
ciò che uno
come me è in grado di
fare.»…«…i miei
amici Digimon…» ripeteva Beelzemon con occhi
attoniti…
…così come attoniti si facevano gli occhi del
ragazzo,
nello scorgere fra i passanti nient’altri che Asanuma
«Devo
andare!» disse in un moto di fretta ma Beelzemon lo trattenne
«No, aspetta! Spiegami che cosa sai, è
fondamentale!»…«Non posso!! Beelzemon
devo andare,
ti assicuro che sono in buona fede! Sei un Digimon potente e
hai…sempre avuto a cuore la sorte dei due mondi! Ti prego!
Intervieni, al Centro ricerche c’è bisogno della
tua
forza! Addio!!» lanciandosi in corsa «Aspetta!!
Torna
indietro!!»
…mescolandosi tra la folla di Tokyo fino a
sparire…
…c’era anche Asanuma in questo scenario, a
inclinare il
suo capo «Com’è vestito
quello…??? Ah che
orrore! Non debbo distrarmi con queste
sciocchezze…»
tornando a sfoderare la carta delle ali «…ho
alcune
faccende da sbrigare…»
Beelzemon era
rimasto solo nella massa cittadina. Guardò i palmi delle sue
mani «Che cosa faccio adesso…? E’
possibile che i
miei amici mi abbiano seguito?» stringendo i pugni
«Che
vorrà Guardianmon da
loro?!»…«Beelzemon!»…«Ah?!»
si udì chiamare in un sussurro, e si guardò
attorno
agitato «Chi è che mi chiama?! Oaahhh!»
una mano
femminile lo afferrò, e lo trascinò in un vicolo
«Che cosa ci fai
qui?!»…«Jeri!»…«Come
ti salta in
mente di girare per la città, non sai che cosa fanno ai
Digimon?!» esclamava la ragazza tenendo però basso
il suo
tono «Dov’è Mako, perché non
sei con
lui?!»…«Jeri…» la
scrutava la creatura
con un riflesso particolare nei suoi occhi «Ti
preoccupi…per me?»…«Ma
è ovvio!! Vuoi
forse che ti arrestino?! Lo hanno già fatto con Cyberdramon,
Takato e gli altri stanno pensando a un modo
per-»…«Jeri! Ho saputo una cosa
terribile!»…«Come?! Che
cosa?!»…«Renamon! Renamon, Terriermon,
Calumon,
Lopmon! Sono qui!!»…«Che stai
dicendo?!»…«Li hanno arrestati ma sembra
siano nel
mirino di
Guardianmon!»…«Chi…?...! Chi
è stato a dirtelo?!» si sfiorava la fronte Jeri
che
stentava a realizzare «Non lo so, io…! N-Non lo
conosco.
Credo! Era un ragazzo! Ma…sembrava parlare col
cuore.»
…gli
occhi del Digimon…e della giovane si incontrarono in alcuni
istanti di silenzio…
«Sono
tornati…» fu l’assorto sussurro di lei
«Ma…?! Se adesso sono in pericolo dobbiamo
aiutarli!»…«Lo so, io…!! Non
so cosa devo
fare! Questa mattina ne discutevamo con Akemi, e con…Mako,
ma
hanno iniziato a litigare! Ahhh, Jeri io non posso aspettare! Devo
liberare i miei amici, vado da
solo!»…«Che cosa?!
No, aspetta Beelzemon!»…«Forse
è una follia
ma…non me la sento di coinvolgerli! Però non
posso
neanche abbandonare Renamon e gli altri!» a quel punto Jeri
avanzò e lo afferrò decisa per il braccio
«Sì, è una follia se hai intenzione di
gettarti da
solo in quell’inferno! Arresterebbero anche
te!!»…«Ah?!»…«E
quella gente
è terribile, ora la nostra città odia i
Digimon!»
Lei lo guardava
dritto negli occhi, e quell’apprensione che lui leggeva in
quelli, grandi e splendidi di lei, gli suscitava sensazioni speciali.
Così come quella mano di fanciulla dalle unghie lunghe
stretta
attorno al suo polso. Ma ciò epilogò in un dolce,
sommesso sorriso da parte di lui
«…sei…gentile a
preoccuparti per me ma…» liberando il
suo braccio
«…tu…non puoi sapere…in
questi anni quello
che è
successo.»…«Io-»…«No,
Jeri! Dico
davvero!» la trattenne lui, istintivamente, ponendole le mani
sulle braccia «Abbiamo condiviso tutto, siamo
vissuti…nello stesso villaggio, al primo sorgere del sole
uscivamo di casa e ci salutavamo!» …tutte storie
che
inondavano di emozione gli occhi stupiti della ragazza
«Abbiamo
spezzato assieme momenti dolci e difficili, ci siamo sostenuti a
vicenda. Ci sono cose che ti segnano. E ti…cambiano. Io non
sono
più quello di allora, capisci? Un tempo vagavo, non avevo
meta,
ma questo a te non devo spiegarlo perché lo
sai…»
lasciandola «…molto bene.» abbassando
gli occhi per
poi rialzarli «Ma adesso sono cresciuto! E anche se sono solo
sento che non mi importa di rischiare perché loro hanno
bisogno…di me! Mi comporterò bene,
vedrai.»…«No! Io non ti
lascerò andare:
Beelzemon…anch’io sono cresciuta, anche noi siamo
cambiati
e anche per noi non è stato
facile!!»…«Ah!»…«Anche
noi
spezziamo e ci concediamo sogni, amicizia, delusioni!!...frustrazioni e
la determinazione di andare avanti! Il nostro cammino si specchia nel
vostro. Per cui adesso non è giusto andare ognuno per la sua
strada!»…«Però…Akemi
e
Mako…»…«Lascia perdere Akemi
e Mako,
adesso!»…«Ma
io-»…«Se devi
andare…!!...almeno lascia venire
me!»…«Cosa?!»…«Sì!!»
era più decisa che mai. Ma le squillò il
cellulare,
decretando l’inizio di istanti di fretta
«Adesso…devo raggiungere mio padre! Non posso
farne a
meno, tu intanto va!! Precedimi, ti
raggiungo!»…«Jeri…!»
una goccia di
sudore scendeva tra i capelli del Digimon «Questa
è una
cosa seria…tu non sei la mia
domatri-»…«Lo so
che non sono la tua domatrice!!...ma questo adesso non importa!!...non
importa!! E’ vero, Mako è troppo immaturo lo
conosco e non
può sostenere una battaglia! Ascolta io sto ponendo fiducia
in
te ma tu…!!...fa altrettanto: abbi fiducia in me,
Beelzemon!»
I suoi occhi di
ragazza imploravano quella fiducia. Beelzemon restò
interdetto…
…ma poi,
nell’oscurità del vicolo, si spalancarono le sue
ali nere.
Numeri, grafici,
potenze e radici popolavano una matassa di fogli su cui chinava il capo
un lumino da scrivania «Insomma come ti dicevo io sono
innamorata
di Mako! Cotta, folle, abbrustolita! Solo che io sono qui a fare
ripetizioni, e lui è a fidanzarsi in casa con la mia
migliore
amica.» Denti stretti ovviamente per Rea, che
picchiettò
la penna sul palmo della mano «Ahi…! Questo
è…esattamente come dicevo prima:
errore!»…«WAAAH! MA PERCHE’
DEVO ESSERE
COSI’ SFORTUNATAAA!!!» piombando disperata a faccia
avanti
sulla matematica, mentre Rea buttava indietro la schiena distendendosi
sulla sedia «Io se fossi in te piuttosto mi farei
un’altra
domanda: come fai ad essere così buona? Io…sono
stupita
da quello che mi hai detto, non credevo che esistessero al mondo
persone altruiste come te, Suzie! Insomma…tu lo ami ma al
contempo tieni anche a lei al punto tale che sei disposta…a
sacrificare i tuoi sentimenti purché siano felici
insieme.» smarrendo il suo sguardo in quella fioca luce da
ripetizioni «Ascoltandoti sembra quasi possibile concepire un
mondo diverso da quello in cui viviamo. Un mondo che assomigli di
più…a quelle storie che mi hanno sempre
appassionato.
Dove gli amici sono uniti, e si vogliono bene.
Sai…»
abbassando lo sguardo, mentre roteava la matita fra le sue mani
«…io dovunque sia stata ho sempre incontrato
persone
false, o ostili. Non mi sono mai integrata in nessun ambiente. A
scuola…ero antipatica ai miei compagni perché
riuscivo
bene nelle materie scientifiche. All’università,
nei
nostri gruppi di ragazzi c’era molta competizione, tutti
sembravano amici ma poi erano sempre pronti a rifilarti brutte parole
dietro le spalle. Sono state molte le volte in cui mi sono
detta…Rea, tu sei solo una sognatrice. Il mondo è
diverso
da come lo hai immaginato. Io…» e la fioca luce,
offrì quanto più poteva per illuminare la sua
espressione
«…sono cresciuta guardando i cartoni animati, che
a Natale
riempivano le vetrine della nostra città di gadget e
videogiochi. Mi piacevano molto i loro personaggi, mi
sembravano…veri! Negli anni ho sempre sperato di trovare il
mio
gruppo…le persone con cui condividere i miei pensieri
più
intimi. Ma mentre speravo, il tempo passava. Le pagine dei libri
scorrevano…» come quelle del libro di matematica,
che fece
scorrere col dito «…le stagioni cambiavano, e
adesso, come
vedi eccomi qua. Io…sono una madre.»
guardò verso
l’alto «Fra non molto Benji sarà in
grado di
comprendere ciò che dirò. Dovrò
spiegargli il
mondo. Forse dovrei prepararlo circa il fatto che è tosto,
quando ci si mette. Ma so che in cuor mio quando sarà il
momento
io sarà un altro mondo che gli presenterò! Un
mondo di
favole. Un mondo di sogni che si realizzano!»
…mentre
Suzie la guardava reggendosi la testa, e pensando a mille cose,
consapevole quasi al punto di sembrare più adulta di
lei…
«Di amici
che ti accompagnano sempre, e non ti lasceranno mai. Con i quali
crescerai e ti scambierai ciò che di più prezioso
porti
dentro, io…forse sarò una madre
inadeguata!»…«Tu sarai di
sicuro…una madre
meravigliosa.»…«…lo pensi
davvero?»
domandò ponendole la mano sul braccio, e svelando la sua
insicurezza «Ti ascoltavo parlare…e mi dicevo ma
perché non siamo parenti? Perché non sei a casa
con
me?»…«Uhmuhm!...tu hai
fratelli…?»…«…tre.
Tutti più
grandi, io sono il brutto
anatroccolo.»…«L’anatroccolo…sensibile?»…«L’anatroccolo…che
è cresciuto tra le possenti e bianche ali di un cigno che
l’ha amata. E l’ha protetta…a costo
della sua stessa
vita.»…«…chi è il
cigno?» chiese
Rea con curiosità, e Suzie svelò
«…mio
fratello.» L’altra ragazza ascoltava pazientemente,
e dal
pc sceglieva una canzone: Westlife
– Unbreakable - Single Remix,
per accompagnare quel momento «Vedi, è solo grazie
a lui
se riesco ad accettare la faccenda di Mako e Jeri. Perché
lui…ha sempre rappresentato per me esattamente quel mondo
che tu
hai
descritto!»…«…dev’essere
meraviglioso. Io sono figlia
unica.»…«…lui
è speciale.» si perdeva Suzie nei sussurri, con le
braccia
appoggiate allo schienale, a vagare con gli occhi tra i ricordi
«Attraverso di lui…io ho avuto la certezza che
tutto
questo esiste realmente!»…«E’
un bravo
ragazzo…?»…«Lui è
più che un
bravo ragazzo…» stringendo le mani
dell’altra, ma
restando con gli occhi dovunque altrove «…lui
è il
mio eroe.»
Rea sembrava emozionata all’udire quei racconti.
«Lui
è il migliore. Lui resterà sempre…il
più
grande, per me. Quello che io vorrò sempre essere, e che non
so
se riuscirò mai a raggiungere. Lui mi ha insegnato che
cos’è l’altruismo. Grazie a mio fratello
io so che
luce ha l’unione fra veri amici. Una luce
splendente…che
per me non perderà mai sfumature che tendono al
verde.»…«…verde…?»…«…un
giorno capirai…» sussurrò
Suzie…
…ricordando un tracciato verde…e rievocando
lontano un
enorme creatura con una coppia di cannoni sulle spalle…
«Non
immagini quanto in tutti questi anni in cui da bambina, sono divenuta
una ragazza, abbia desiderato anche solo un raggio, riflesso per sbiego
di quelle sue esperienze! Attraverso…le mie scelte, i miei
comportamenti di ogni giorno, cerco semplicemente di mantenere vivo
tutto questo! Di costruirmi attorno quello stesso mondo che ho atteso
con tanta impazienza! In realtà forse la sfortuna con Mako
me la
sono chiamata, volevo crescere per avere degli amici per cui
sacrificarmi!!» confessò stringendo un pugno di
passione e
di sogni «Io desidero…niente di più e
niente di
meno di ciò che ha vissuto lui, il mio caro,
grande…fratellone! E per questo mi impegno ogni giorno,
sai?!
Anche se il mondo attorno ti smonta!» picchiando ora quello
stesso pugno sul tavolo «Anche se ora…se racconti
queste
storie ti danno della visionaria! A scuola ti lanciano proiettili di
carta. Per tutti sei retorica e fuori dal tunnel, ma io me ne
infischio.» distendendo il capo lungo il braccio
«Io vado
avanti e non smetto di crederci. Perché io, tutto questo,
l’ho visto davvero! Non sono una visionaria. Ho assistito al
più magico dei film…con protagonista mio
fratello…»
…e mentre
sfumava quell’ultimo sussurro, Rea si stava asciugando gli
occhi
«Rea! Stai piangendo?»…«Non
farci caso. Tutto
questo mi commuove un
po’…»…«…davvero?»…«Mi
fa pensare ad una persona…alla quale ho voluto molto bene.
La
sola che abbia portato questo mondo nella mia vita. La sola che mi ha
fatto sperare per un attimo…di esservi a un passo. E forse
di
poterlo toccare.» tendendo appena quella mano…che
Suzie le
prese delicatamente, rivolgendole una carezza, ed alludendo alla stanza
accanto «…è suo padre?»
Rea
annuì, trattenendo a stento il pianto
«…e
dov’è
ora…?»…«…forse
anche lui è nel suo mondo. Quel che è certo
però
è che non è nel mio! Io sono qui. E a lui il mio
mondo
non interessa!!» Suzie la abbracciò, sussurrandole
«…coraggio…io ti capisco. Sai, mi
succede anche con
mio fratello. A volte temo che quel mondo che ha delineato la sua
storia…e tracciato il cammino della sua vita, possa sfumarlo
davvero come accade per un personaggio della fantasia. E che possa
portarlo lontano da me. Fino a che io…non sia più
in
grado di vederlo…»
Vicine, si facevano forza a vicenda. (fine-canzone)
Un pensiero
sembrava portare una grande apprensione nell’animo del signor
Wong, a casa sua «E’ qui ma non so se
dirglielo!»…«Senti: diglielo. A questo
punto
sarà sempre meglio che non fare niente!» replicava
sua
moglie, anche lei sembrava agitata «Ma sei sicura che sia il
caso? Questa tua idea non mi
convince»…«Beh in fondo
che c’è di male! Non hai detto che anche lui
è
solo, e non ha
facilità?!»…«Sì!»…«Allora
può essere un bene sia per lui che per lei! Oh senti,
qualsiasi
cosa è buona per distrarsi ed avere una vita
normale!»…«D’accordo.»
alla fine cedette
lui «Vado a parlargli!»
Nella stanza di
Henry «Che cosa? Un socio?!» esclamava stupito
Takato
«Questo è quanto ha detto Rika: Ryo le ha
telefonato.»…«…chissà
però
perché non ci ha pensato ieri
sera.»…«Evidentemente non gli
è venuto in
mente.» replicava Henry con la consueta pacatezza
«Ryo
conosce molte
persone.»…«Sarà, ma non sono
convint-»…«Ragazzi! Come va?»
Il padre di
Henry fece capolino nella stanza «Stavamo parlando,
papà.»…«Signor
Wong!» Takato si diresse
incontro a lui «Lei ha di certo saputo cosa è
accaduto
ieri sera.»…«Sì
Takato…lo
so.»…«Lei è un esperto di
computer! Si
sarà fatto di certo un idea su ciò che sta
accadendo…ed io quest’idea avrei piacere di
ascoltarla.» ponderò il ragazzo con tono profondo,
molto
serio in volto «Takato, momentai, ti ho già detto
che Ryo
se ne sta occupando.»…«E infatti non ho
chiesto a
tuo padre di occuparsi del problema, Henry, gli ho soltanto
chiesto…un’opinione.» …ma gli
occhi di Takato
puntavano dritti in quelli di Wong che a poco a poco si
abbassavano…
…così che entrambi non potessero vedere Henry
coprirsi la
bocca e stringere gli occhi, sussurrando
«…ancora…» riguardo alla
parola da poco
pronunciata…
«Ma…» iniziò Wong cupamente
«…io
credo non si possa essere neanche sicuri che non si tratti di una copia
ben realizzata.»…«Ryo l’ha
riconosciuto.» replicò implacabile Takato
«Questo
d’accordo, ma le risposte le potremo avere unicamente una
volta
che la creatura sarà libera.» disse Wong,
avanzando per la
stanza, e aggiungendo con fare pacifico «E’ la
politica di
questa casa: niente illusioni prima di poter accertare con mano la
realtà. E’ la cosa migliore, se non fosse stato
grazie a
questo non saremmo potuti passare attraverso a questi anni, pieni di
falsi allarme e notizie fuorivanti.»
…ma in
realtà era come se camminasse per uscire dal raggio
d’azione dello sguardo di Takato che era irremovibile, e lo
seguiva con impareggiabile rigore «Quando fu il
momento…» descrisse Wong
«…dovemmo
corazzarci, ed attrezzarci per voltare pagina. Fu molto
dura…non
lo nego…
…per
tutti quanti noi. Per Henry…» che li guardava
entrambi,
con occhi sospesi…
«…per noi Pionieri digitali, responsabili
dell’intera operazione…
…e
sicuramente anche per te, Takato. Perdesti il tuo amico. Anche Henry
era molto legato a Terriermon. Suzie a Lopmon. Se si fosse potuto
evitare…è inutile dire che non ci saremmo mai
accostati
ad una scelta simile ma purtroppo qui ognuno sa come si è
svolta
la storia.»…«Ma adesso ogni certezza si
vanifica con
nuove apparizioni: c’è qualcuno che forza
sulle…pagine di questo libro, signor Wong. Non gli permette
di
chiudersi.» caddero una dopo l’altra le parole di
Takato,
attraversate da una speciale decisione. Che Wong sembrava non voler
cogliere, volgendosi con un cortese sorriso «Sai vi sono ogni
volta…”nuove apparizioni”. Ma possono
essere
artificiali. E’ più sicuro, per evitare di
soffrire,
cercare di assegnare…un posto all’esperienza che
avete
avuto. Sappiamo tutti quanto sia stata significativa. Ed il ruolo,
insostituibile, degli amici conosciuti in quel contesto. Ecco, proprio
questo può aiutare…a trovare quella ragione che
sfugge,
quando si è bersagliati dai rimpianti. Fu un
dono…»
pronunciò Wong…e Takato lo scrutava, per
afferrare il
senso di quelle parole «…l’avventura che
avete
ricevuto fu un dono. Per tingere, con una luce speciale, la vostra
infanzia, ragazzi.» e vi era silenzio da parte di entrambi
loro
«Per conferirvi delle figure…leggendarie,
sfuggenti, che
avrebbero potuto accompagnarvi per
sempre.»…«CON IL
LORO RICORD-»…«Con la loro essenza, che
è
impalpabile per natura, Takato.» specificò
l’uomo
senza scomporsi, mentre Henry iniziava a guardare l’uno e
l’altro «E’ informatica. Non
impalpabile.»…«La differenza non
è
molta.»…«Credo che la differenza fosse
ENORME, non
molta, quando lei stesso creava le medesime creature assieme ai suoi
colleghi.»…«Takato, momenta-»
Henry
provò ad intervenire ma si coprì la bocca prima
di
concludere, Takato si volse di scatto «Come lo dici spesso,
Henry.» lasciandolo spiazzato…
«Lei non
progettava fumo e fantasia, non erano questi gli obiettivi. Almeno
inizialmente. Signor Wong. I piani…suoi e di chi lavorava
con
lei non avevano nulla a che fare con l’intrattenimento
infantile!
Non programmava i Digimon per affascinare un popolo di bambini con
emozionanti storie, lei puntava alla vita artificiale!»
facendo
indietreggiare d’istinto il padre dell’amico
«Assemblaggio di dati! Ma pur sempre vita, e
talvolta…bisogna assumersi la responsabilità di
ciò che si fa.» sempre più tagliente si
faceva il
tono del ragazzo, i suoi pugni si stringevano «La vita chiama
a
sé altra vita! Si attraggono come cariche chimiche, io sono
vivo
e cerco te TU SEI VIVO E CERCHI ME questo è realmente
naturale e
di fronte a un tale fenomeno le connotazioni particolari di ogni
singola vita cadono, non più alcun velo a separare
ciò
che FATTO DI CARNE da ciò che è composto di
dati!!»
…sotto
gli occhi sempre più sperduti del padre
dell’amico, quelli
di Takato da rossi di sfumatura si facevano rossi di rabbia…
…rossi…come era rosso, e screziato di nero quel
corpo
fermo, accucciato nel giardino oscuro, a cui N’Emo si
accostò, scrutandolo.
«Mi
auguro…che le ore che ti ho concesso ti siano servite per
riflettere.»
Lento il
movimento di quelle zampe artigliate, che pettinavano l’erba
drizzandone i ciuffi…
«Immagino che tu abbia ripercorso…tutta la tua
vita,
Growlmon. Quanto ti ho svelato è terribile ma…!
Vi
può sempre essere un punto di vista diverso da cui guardare
le
cose: un’angolatura da cui non fanno paura come
brrr…!
Orribili incubi notturni.» ...nella sfumatura squillante e
musicale della sua voce. Il ragazzino si piegava sulla creatura
«Guarda me. Io posso rappresentare
quest’alternativa! Devi
solo…aprire quei tuoi occhioni, e vedrai che già
il
dolore si acquieterà. Coooraggio, non farti pregare. Posso
darti
la prova che sto dicendo la verità.»
Sicché di
nuovo attivò il suo cellulare, e spinse lo zoom su quella
foto
in bianco e nero, incorniciata tra i fiori
«Mmm…!»
…mentre un occhio giallo si apriva a sua insaputa…
«Ecco qua!
Ora…osserva bene entrambi.» N’Emo
accostò il
cellulare al suo stesso volto «Ti invito a trovare le
differenze!
E’ impossibile: siamo uguali.» diceva con cordiale
naturalezza «Soltanto i capelli ci distinguono ma se proprio
ci
tieni io posso farmeli identici a come lui li portava. Sono disposto a
cambiare pettinatura per te, amico mio.» e provò
ad
avvicinare la mano. Ma la zampa si scostò prontamente
«Oh?» così lui la ritirò
«Non sei
ancora convinto…? Oh, su, Growlmon!...
…andiamo
in fin dei conti non devi impegnarti così tanto. Guardaci
bene!
Osserva: io e Takato non abbiamo nulla a differenziarci. Hai perso lui
ma hai trovato me. Tutto il tuo dolore potrebbe dissolversi in un solo
istante nell’attimo in cui decidessi…di afferrare
la mia
mano. Se mi accettassi come tuo domatore sarebbe tutto come un tempo. E
io so che ti mancano i giorni felici, bene! Allora proviamo a farli
tornare insieme. Facciamo come…se quell’orribile
varco
digitale non si fosse mai aperto, o ancor meglio come se ti avesse
risputato fuori nel mio mondo terrestre dopo il solo tempo che ci
vuole…» guardando l’orologio, moderno e
tecnologico
«…per un salto dal parrucchiere…a farsi
questi
capelli.» scorrendoseli col dito «Se togli quelli
Takato
riappare. Puf! Magicamente.» e di nuovo piegò la
schiena…per sussurrare vicino alle orecchie del Digimon
«Andiamo…! Ti assicuro che non ho mai desiderato
un
Digimon più speciale di te. Basterebbe solo una tua parola.
Basterebbe che tu dicessi “d’accordo,
N’Emo. Ti
accetto come mio domatore, interpreta Takato per me” e io mi
impegnerei al massimo. Dico davvero!» e sembrava sincero
«Non ti tradirei più con altri Digimon, dimentica
l’episodio di Cyberdramon: mi concentrerei solo su di te. Ti
porterei alla biodigievoluzione…» avvicinando la
mano
«…so che ti manca tutto
questo…» ma la zampa
si ritirava di scatto. N’Emo restò a guardarlo, e
si
premurava di tenere il cellulare ben accostato al suo volto
«Tu
non te ne rendi conto, ma insieme potremmo essere una coppia perfetta.
Osservami, io sono il bambino di questa
foto…»…«Non provare a
paragonare nemmeno
lontanamente…»…«Ah!»…«…il
suo meraviglioso viso con la tua orribile faccia da
fantasma.»…«Cosa?!»
N’Emo si
irrigidì di insicurezza e fastidio…
«Esattamente quello che ho detto.» alle parole di
quella
creatura digitale di cui qualcosa, nel tono, era cambiato. Ora i suoi
occhi erano aperti. Ma il suo corpo restava accucciato e fermo
«Tieni basso quel maledetto telefono…anzi,
spegnilo. E
spegni una volta per tutte la tua insopportabile presenza.»
N’Emo
scuoteva il capo con occhi sottili e sconcertati, non riusciva a
capacitarsi.
Quelle zampe
intanto accennavano a cambiare di poco posizione…ma come la
voce, anche i movimenti si erano fatti più cupi. Tutto
procedeva
lungo un ritmo lento, e scandito. Vestito con il silenzio del giardino
«Non capisci niente…» mormorò
N’Emo
«La depressione ti acceca! Se ragionassi con la testa
capiresti
che la cosa migliore sarebbe schierarci come domatore e Digimon! E
allora tutto sarebbe a posto.»…«Uhm. Che
parole
semplici. Che prospettive
ottimistiche…»…«Oh…?»…«…sei
proprio uno stupido. E non arriverai mai a capire l’animo di
chi
ti sta
accanto.»…«Imfh!»…«Peggio
per te. Tutto ciò che c’è di grande in
questo mondo
ti sarà precluso. Condurrai un’esistenza grigia.
Una vita
in bianco e nero, come quella foto.» Tremava la mano del
bambino
che sorreggeva il cellulare «E vorresti che io ritrovassi lui
nel
tuo volto. Come si può essere più patetici? Fra
te e lui
c’è…un
abisso.»…«Ahh!»…«Per
cui abbassa
pure quel telefono. Evita di affaticarti la mano.
Conserva…le
tue preziose energie poiché distinguo nettamente i volti di
due
persone diverse.» “Parli senza neanche renderti
conto di
quello che dici!!” pensò il giovane, ma
obbedì e
abbassò il telefono «Sarai contento!»
esclamò, ma Growlmon ribatté «Lasciami
in
pace.» rimettendosi comodo, e folgorando l’altro
con i suoi
occhi «Vattene!»…«Io non sono
il responsabile
se Takato è morto! Non l’ho ucciso
io!!»…«…forse no. Per un puro
caso. Ma non
credere che mi sia sfuggito il lampo di soddisfazione nei tuoi occhi
quando mi hai rivelato del suo
destino.»…«Ahh?!»
…parlava Growlmon,
con l’occhio giallo socchiuso «Non credere che
anche adesso
non senta il tuo cuore palpitare nell’impazienza di sfruttare
a
tuo vantaggio la situazione. Me lo immagino,uhmuhmuhm. Avrà
collaborato anche l’altro tuo Digimon spalleggiatore, avrete
allestito assieme questa pregevole sorpresa per me. Vi ringrazio
molto…sono
onorato.»…«Purplemon non
c’entra!» ribatté con decisione
N’Emo, ed
avanzò verso Growlmon «Il mio desiderio di essere
il tuo
domatore è autentico, non nasce perché qualcuno
me
l’ha ordinato!»…«Ah
no…?» a cui
seguì un oscuro ruggito «So che sei furioso, che
non
accetti il destino!» esclamava il ragazzino
«Vorresti
saltarmi addosso e
divorarmi!»…«Io…? No,
tutt’altro.»…«Come?!»…«Trovo
più divertente…» iniziò il
Digimon
«…restare qui ad aspettare che la tua vita a poco
a poco
CADA A PEZZI fino a seppellirti sotto di
lei.»…«Ah,
PERCHE’?!»…«PERCHE’
LO
MERITI…» ed affannoso era il respiro di
N’Emo
«Ma il mio animo seppur straziato…è
tranquillo
sotto questo aspetto. Perché sono certo che
succederà.»…«No, non
succederà!»
…ma le
sue sicurezze erano a poco a poco disgregate dall’assai
eloquente
occhio socchiuso del grosso Digimon che lo fissava…
…così tremava, non sapeva dove guardare. Mentre
Growlmon
era immobile in un fondo raccoglimento, da cui giungevano soltanto le
sue parole «Fa molta attenzione…N’EMO.
Il mondo
esterno è pericoloso, ancor più quando si
è
completamente soli, come te. Può annientarti con infinite
trovate.»…«Io non sono solo!!»
replicava
stringendo un pugno di decisione «E so cavarmela
perfettamente!» ma un sorriso beffardo si intravedeva tra le
fauci dell’essere «Uhm, ti credi invincibile ma
dammi
retta, basta poco, e travolge tutti: uomini,
Digimon…» e
più parlava, più sembrava fluire distensione nel
suo
immenso corpo, stendeva le zampe «…si
può sentire
d’avere in mano il mondo ed un secondo dopo mangiare la
polvere.
Tu ancora non lo sai ma ci sarà qualcosa là fuori
che ti
impartirà una sonora lezione. La terra è un luogo
impervio…
…e lungo
le strade di una città possono succedere mille incidenti.
Un’automobile che sfreccia…un palazzo che
crolla…» portando il giovane a stringere i denti
per
frustrazione inespressa «…un’esplosione,
mille altre
possibilità. Lo so per esperienza. I miei occhi
l’hanno
visto. Ti faccio un solo esempio: Leomon. Era un Digimon forte e
valoroso, tutti facevamo conto su di lui…»
scorrendosi
l’artiglio sull’altro braccio
«…ma sono
bastati pochi istanti di battaglia e un attimo di distrazione,
affinché…
…Beelzemon…perforasse il suo corpo composto di
dati con i
suoi artigli affilati. Tutta la sua forza, il suo vigore
sparirono…lenti e inesorabili. Questo per illustrarti che
non
conta la potenza degli individui di cui ti circondi, sei…il
solo
responsabile del tuo destino. Ed uno come te…»
puntandolo
con la coda dell’occhio mentre muoveva un passo indietro
«…vuoto…e impossibilitato a
comprendere…può muoversi verso un’unica
destinazione. E quando l’avrai raggiunta…io
sarò
qui. A gustarmi attimo per attimo la tua fine. A gioire della tua
sofferenza, perché tu hai gioito della sua fine. E DEL MIO
DOLORE…»…«…sei un
maledetto…!!» ma Growlmon ruggì
sommesso e non gli
diede peso «SEI UN MALEDETTO SCIOCCO, NON ARRIVI A CAPIRE LA
TUA
FORTUNA!» avvendandosi contro di lui ma Growlmon lo spinse a
terra con una lieve zampata «Stammi lontano: non provocarmi e
non
accelerare il
processo!»…«Ahhh!!» spalancati
e
attoniti gli occhi del ragazzino…
«Vedi? Sarà così che ti
caccerò d’ora
in poi. Niente fiamme, nessuna tecnica speciale. Niente di
più
di quello che si fa con un insetto molesto. Quando passerai non ti
aggredirò. Resterò raccolto qui, nel mio
silenzio. Senza
neanche muovere un graffio di rabbia…contro questa tua casa
fatiscente. Ma sappi che attendo. Ogni giorno d’ora in
poi…lo sfoglierò nel gusto sottile di sapere che
andrai a
svanire.»…«Non ti darò questa
soddisfazione!» ma non sembrava scalfire affatto le sicurezze
profonde della creatura digitale «Resterai solo e
sofferente!!» gridò N’Emo, scappando
all’interno della veranda «FINO A CHE NON MI
IMPLORERAI DI
PRENDERMI CON TE! DOVRAI SUPPLICARMI, PERCHE’ ALLORA NON TI
SARA’ RIMASTO NIENTE E
NESSUNO!»…«Sogna
quell’attimo…
…uhmuhmuhmuhm.» così N’Emo
sparì
all’interno della casa…
…e
Growlmon adagiò il suo capo, al livello del prato
«Ho
appena augurato cose orribili ad un bambino. Mai. Mai avrei creduto
nella vita di arrivare a tanto. Ma altrettanto non avrei mai
pensato…»
…evocando di nuovo tra i suoi ricordi la scena del loro
primo
incontro, tra il metallo arrugginito e gli sfrigolii elettrici, il suo
primo sorriso, il loro primo abbraccio “…che
esistesse un
dolore più fondo.” completò nei suoi
pensieri
“Si aggrappa alla tua anima…e la trascina in
basso. Non
scalpita, non grida…”
Mentre
N’Emo era nascosto fra le buie pareti e stringeva il pugno
«…Growlmon…» nascondendo i
suoi occhi sotto i
folti capelli neri, forse prossimo al pianto…
“…semplicemente tace e ti trasforma. Da innocente
ti
insegna a provare odio. E a pronunciarlo con agilità e
disinvoltura. Takato. La morte non è solo un corpo
esanime…
…non solo un luogo di sepoltura…non è
un pianto
disperato. Né soltanto un letto, che giorno per giorno per
giorno perde il tuo odore. No. La morte di chi ami è il tuo
cambiamento…
…sei tu che perdi te stesso, e il tuo cuore si fa duro. E la
tua
voce non suona più come quella di allora. No, la morte non
è solo un corpo esanime…”
…acciambellato sull’erba, con la punta della coda
vicino
agli occhi socchiusi…
“E non travolge solo chi ha colpito. Ma inghiottisce tutti i
frammenti d’amore che con la tua esistenza hai sprigionato.
E’ come un vortice. Che trasforma il giorno in notte. Il sole
in
tenebra. La primavera in inverno. L’allegria…in
disperazione.”
…a cui seguì un ruggito, non forte né
squassante,
ma dal suono di un ululato malinconico.
«Takato,
tranquillizzati.» lo invitava Henry «Siamo tutti
coscienti
di com’è andata, purtroppo. Ma adesso, assalendoci
fra
noi, cosa ne possiamo ottenere?»
Takato teneva il capo basso, e nonostante i suoi pugni stretti non
replicava come fosse cosciente che il suo amico aveva ragione
«Quello che dice Henry è vero.»
provò ad
accennare il signor Wong «Ascolta, io…in tutti
questi anni
non ho mai potuto fare a meno di ignorare il tuo…grande
dolore
per ciò che è successo. Mi sono sentito
responsabile,
e…avrei desiderato tanto fare qualcosa per
aiutarti.»…«Aveva i suoi figli da
aiutare…non
doveva preoccuparsi per
me.»…«Sì,
ma…per Henry è stato diverso. Non come
è successo
a te. Quella forte disfunzione che hai avuto. Quello stato di
prostrazione…ci sono diversi modi per reagire agli
eventi.»
…mentre lo sguardo di Henry si muoveva cautamente…
«Di sicuro
il tuo, Takato, è stato quello che ha palesato
più
insicurezza.»…«Io non ero insicuro! Io
semplicemente
mi ribellavo dentro perché non era scritto che dovessi
vivere da
solo!!»…«Appunto: questo denota che hai
rifiutato
quegli effetti…naturali che ci concede il tempo e che
consentono
alle ferite di rimarginarsi.» mentre avvicinava prudente una
mano
alla spalla del ragazzo, fino ad arrivare a toccarla «Ma
benché tu non lo creda io posso capirlo. Sì,
Takato.
Perché io non ho come figlio soltanto Henry. Ho anche Suzie.
E
lei è come te.» destando un’occhiata
sorpresa da
parte del ragazzo «Lei ha esternato in un modo diverso il suo
problema. Ero venuto qui proprio per parlarti di
lei.»…«…di Suzie?»
ed anche Henry era
stupito.
«Sì, Takato.» spiegò paziente
il signor Wong
«Di mia figlia. E spero con tutto il cuore che vedendo che mi
apro di fronte a te, che ti confido le mie preoccupazioni e tanto
più ti chiedo una mano, tu possa capire che se ti parlo in
un
certo modo non è affatto perché manco di stima
nei tuoi
confronti. Io ho una grande fiducia in te, ti sei dimostrato un ragazzo
forte e assennato in molte occasioni. Per questo volevo
chiederti…se potevi stare vicino a mia figlia.»
Takato era
scosso e confuso. Gli occhi di Henry sempre più spalancati.
Ma
il primo si fece forza e alzò a poco a poco lo sguardo
«C-Che cos’ha Suzie, non sta
bene…?» Wong
chinò la testa «Devi sapere…che
è affetta da
una forma acuta di shopping
compulsivo.»…«???...PAPA’…???»
trasecolava Henry in un sussurro. Ed anche Takato aveva gli occhi
spalancati «Si tratta pur sempre di una patologia. Lei non
può fare a meno di compiere acquisti pazzi, e ciò
oltre a
comportare un danno economico contribuisce a confonderle le
idee…non riesce ad accontentarsi di tutti gli agi che le
può conferire la sua età. Ha quanto potrebbe
chiedere,
eppure cerca altro. Io sono disperato, non so davvero come fare con lei
per cui anche con mia moglie pensavamo…voi due andate
d’accordo. Vi conoscete da molti anni ormai.»
Henry sembrava
voler tendere le mani per fermare suo padre, ma nemmeno un fiato
riusciva a uscire dalle sue labbra. Wong così continuava
«Tu…mi sembra di capire che, al momento, non sei
impegnato
con nessuna ragazza. Perché non vi frequentate voi
due?»…«…come…?!»
Takato
impallidiva «Ma sì, in fondo cosa
c’è di
strano.» sorrideva ottimista Wong, non vedendo suo figlio
dietro
di lui e i gesti con cui cercava di richiamarlo «Magari
assieme
si possono condividere i problemi comuni, e chissà che non
pesino di meno in questa maniera.» I respiri di Takato si
fecero
visibili e udibili «Non ti chiedo niente di impegnativo,
magari
uscire assieme qualche volta, lei ti stima e se con delicatezza tu le
accenni al suo problema…non è escluso che possa
esser
spinta a riflettere.»…mentre Henry mormorava
«Papà, ma---come vi salta in mente a te e alla
mamma di
prendere certe iniziative senza consultarmi?!»
«Allora, che cosa rispondi? Ci stai…?»
Una richiesta
innocente. Ma che aveva suscitato in Takato una sensazione
imprevedibile.
«E
così è andato via? N-Non è che per
caso sa
dov’era diretto?» chiedeva Cindermon, appena giunta
al
salone, al signor Harasawa che le rispose
«Veramente…è uscito dopo aver fatto il
taglio alla
signorina Jeri Katou.»…«Ihmp! A
CHI?!!!»…«Ma sì, è
una sua amica di
vecchissima data. Oggi da quel che ho capito lei si fidanza
ufficialmente, per questo si è rivolta a Takato: voleva che
il
suo amico la rendesse splendida. Puoi provare a cercare Takato a casa
del ragazzo di Jeri, è possibile che lei lo abbia
invitato.»…«OH MAMMA. QUESTA
E’ BELLA! Ihihi,
la ringrazio, è stato molto
gentile!»…«Di
niente, Cindy. Torna a trovarci qualche
volta.»…«Ma-Magari se mi resta
attaccata…la
testa sul collo posso farci un pensierino! Bye!» e
ri-sfrecciò via.
«Allora?»…«Guarda Takato che
puoi anche
rifiutare se non te la senti.» rispettivamente padre e
figlio,
poi ancora padre «Perché dovrebbe rifiutare,
Henry? Lui e
Suzie vanno d’accordo e si
rispettano.»…«Semplicemente
perché in questa
vita ognuno è libero di fare ciò che vuole,
papà.»…«Oh, quante
storie.» disse Wong,
che speranzoso si avvicinò di nuovo al ragazzo
«Takato, ti
scongiuro di rifletterci seriamente. Non puoi immaginare quanto io stia
soffrendo nel vedere mia figlia in quello
stato.»…«Takato non ascoltarlo, decidi
liberamente!»…«Takato, non ascoltare
Henry che
comunque parla da fratello! Gli è impossibile capire il vero
dolore di quando si è genitori.» frase che
generò
un sospiro profondo e ad occhi chiusi per Henry…
«Per
favore…la povera Suzie è
disorientata…»…«Allora parli
con
lei…» replicò Takato che sembrava far
forza su se
stesso «Ti assicuro, l’ho fatto. Ma non ha sortito
alcun
effetto.»…«Allora insista!!»
sottolineò
con rabbia, volgendosi «Voi genitori dovete realizzare che
vostro
compito è sostenere noi figli! Non
assegnare…!!...una
miriade di etichette fuorvianti ai nostri problemi e scaricarli a
questo o a quell’altro! Pur di non guardarli mai, MAI,
neanche
una volta in faccia! La verità è che vi fanno
paura!!»…«Calmatevi…»
invitava Henry
sempre più timoroso, ma senza successo
«E’ vero
Takato, lo ammetto, io ne ho
paura!»…«COMPLIMENTI…per la
sincerità
signor Wong almeno uno fra voi finalmente lo ha
affermato!»…«Questo tuttavia
è un
qualcosa…» continuava sempre molto calmo il padre
di
Henry, camminando per la stanza «…che
né tu,
né nessuno di voi è ancora in grado di
capire.»
mentre lo sguardo di suo figlio era sospeso e attonito…
«Siete
ancora giovani. La vita vi spalanca le porte, e i reali codici della
sofferenza sono offuscati da entusiasmo, e fretta di
sperimentare.»…«Questo non è
scontato!»…«Oh?»...«Non
è scritto
da nessuna parte che solo perché abbiamo vent’anni
la
nostra vita dev’essere necessariamente felice e appagante! Al
contrario!» insistette Takato, inglobando astio nei suoi
occhi
sempre più «Può trasformarsi in un
incubo
insostenibile!!...quando non hai chi condivide con te sia le gioie sia
i dolori!»…«Questo
però...può anche
dipendere dalle scelte.»…«Dalle
scelte?!!...
…senz’altro…dieci anni fa lei signor
Wong SCELSE di
caricare SHAGGAI nella memoria di TERRIERMON!»
Parole
come un fulmine per Henry e suo padre. Al nome di Terriermon Takato
aveva istintivamente indicato Henry.
«DECISE di sua spontanea volontà di arginare la
minaccia
che stava divorando il mondo SACRIFICANDO I NOSTRI
DIGIMON!»…«Io non li ho sacrificati! Non
dimenticarti che loro sono tornati nel loro
mondo.»…«MA HA SACRIFICATO LA MIA
VITA!»…«…cosa…?»...«…Takato…»
pronunciava Henry con un filo di voce, ma era tardi: una rabbia
inespressa per troppo tempo cresceva secondo dopo secondo nel cuore di
quel ragazzo sempre più scosso
«Sì…! La mia
vita, il mio futuro!! LEI! LEI con la sua decisione folle e arbitraria
MI HA PORTATO VIA IL MIO MIGLIORE
AMICO!»…«Io-»…«Senza
di lui io
non ho più nessuno a cui confidare quanto ho paura, quanto
sono
felice, quanto mi sento addolorato…!!» spremendo
la sua
espressione, ed esprimendo strazio «E COSI’ OGNI
SFIDA SI
TRIPLICA! E ogni lotta si vanifica! PERCHE’ CON CHI
CONDIVIDERE
POI LA GIOIA DI ESSERCI RIUSCITI, MI RISPONDA, CON CHI?! Non
dura…nemmeno un istante e poi ricomincia l’incubo,
c’è un altro scalino, un altro muro scosceso! E
quelle
sole parole che potrebbero aiutarti, quel sorriso che potrebbe
incoraggiarti, QUELL’…ABBRACCIO CHE POTREBBE
RISCALDARTI,
e che SOLO, potrebbe darti la forza di continuare non te lo regala
più nessuno!!»…«Ragazzo mio:
ascolta. Io
credo che tu fraintenda.»..«NO! Queste sono cose
che so
bene perché se non conosco la mia vita come le mie tasche
allora
DI COSA posso parlare?! Almeno…mi permetta di rivelare una
volta
per tutte quello che è stato il solo ingrediente di questi
miei
dieci anni, da quel giorno!!»…mentre Henry era
sempre
più pallido, e pietrificato sulla sua sedia
«…visto
che lei signor Wong dice che ancora abbiamo provato poco e non
conosciamo il dolore! CHE COS’ALTRO DEVE
SUCCEDERCI…? Ha
una vaga idea di che cosa significassero per noi quelle creature che
lei ha allontanato senza problemi, QUEI
DIGIMON?!»…«Loro…erano…»
accennò Henry ma Takato lo bloccò «NO!
TACI HENRY!
Questo momento…E’ SOLTANTO MIO…me lo
sono
guadagnato tirando avanti in questi anni in un mondo che non
assomigliava più all’unico che amavo, un mondo che
da
quando loro sono spariti è cambiato!!» la sua voce
si
ruppe nel pianto, sotto gli occhi immobili di Wong
«Finché
c’era Guilmon…!!...non ero solo a credere nella
forza
dell’amicizia, finché c’era
lui…!!»
alzando occhi arrossati verso le luci sul soffitto
«…c’era qualcuno…!!...c-che
aveva i miei
stessi ideali, i miei stessi sogni! Se ci fosse ancora avremmo mille
progetti, in due si è più forti, e si
è in grado
di compiere miracoli ma questo è un qualcosa che LEI, NON
POTRA’ MAI CAPIRE! LEI NON C’E’ PASSATO!
Lei non
sa…NIENTE di ciò che si prova UNITI NELLO STESSO
INVOLUCRO DI DATI…E DI SENTIMENTI! Per cui faccia ben
attenzione
a stare lontano dalla nostra vita…!!...dalla MIA VITA, e a
pronunciarsi su quello che non sa!! CHE NE SAPEVA?! DOV’ERA?!
Mentre la notte piangevo sul mio cuscino perché i miei
genitori
litigavano e allungavo la mano per sentire accanto a me quel qualcuno
che non c’era! E a cui non potevo parlare, e confidare quanto
stessi male DOV’ERA?! Quando mia madre sveniva in strada a
causa
dei suoi sbalzi pressori e benché mi scavassi dentro per
dare a
lei quel coraggio che non avevo a lei quel coraggio non bastava, e
seguitava a ripetere CHE AVREMMO PERSO TUTTO PRIMA O POI! Che ci
avrebbero portato via la nostra casa perché non avevamo i
soldi
per pagarla CHI C’ERA QUEL GIORNO A SOSTENERE
ME?!!»…«Takato, ti
prego…» tendeva la
mano Henry «…non fare
così…»…«FINALMENTE
L’HO
DETTO!!» piegò il capo, Takato, nei singhiozzi
«Il
momento è finalmente giunto!» mentre Wong teneva
chiusi i
suoi occhi «LEI…MI HA ROVINATO LA VITA DA QUEL
GIORNO DI
TANTI ANNI FA!» e cercò di scappare dalla stanza
ma Wong
lo trattenne «No! Takato,
aspetta!!»...«Takato!» lo
chiamò anche Henry,
e suo padre aggiunse «Fu inevitabile!!! Non avevo altra
scelta!»…«NON E’
VEROOO!!!» gridò
«QUESTO NON POTEVA SAPERLO SENZA
CONSULTARCI!!!»…«I DATI ERANO
PIU’ CHE
CHIARI!»…«ME NE INFISCHIO DEI
DATI!!»
prorompendo, il suo pianto «Non furono i dati a determinare
UNA
SOLA BATTAGLIA di quelle che affrontammo, ma solo l’unione, e
l’affetto che ci
legava!!»…«…ciò
non toglie l’importanza di determinati
fattori!»…«SI’,
INVECE!!...AVREBBE DOVUTO
CONSULTARCI PRIMA ANZICHE’ AGIRE COME UN VIGLIACCO ALLE
NOSTRE
SPALLE!!»…«Ahh!!»…«Ora
si lamenta
perché Suzie forse è disperata quanto me beh SI
ARRANGI E
ATTINGA DALLA SUA SECOLARE ESPERIENZA quelle parole che io stesso
ignoro e che possono dar pace, anziché elaborare strategie
RIDICOLE ALMENO QUANTO QUELLE DI ALLORA! E’ IL MINIMO CHE
POSSA
DARCI, DOPO QUELLO CHE CI HA
TOLTO!!»…«Ragazzo,
aspetta!!» seguitava a tenergli il braccio «DAMMI
ALMENO LA
POSSIBILITA’ DI
SPIEGARE!»…«Takato!!»…«NON
VOGLIO
ASCOLTARLA! E comunque se ho mangiato fino a esplodere è
stato
per ricostruire nel mio corpo con i pezzi del pane quello stesso amico
che avevo io stesso creato! E DEL QUALE PER TUTTA LA VITA NON
SMETTERO’ MAI DI AVER BISOGNO!» spalancando la
porta, e
nella più enorme disperazione scappando da quella casa
«Takato!» cercò di fermarlo la madre di
Henry ma lui
la travolse fino quasi a farla cadere. Non ci fu modo di evitare che
uscisse.
Quando fu fuori,
solo per poco non lo travolse un’automobile. Non vedeva
più altro, fuorché il suo dolore lacerante.
«Ma che
cosa è successo?!» chiese la madre di Henry
entrando in
camera «UN DISASTRO, UN…MALEDETTO
INCONVENIENTE!»
sbottò il marito…lei comprese e si
ritirò
«Non avresti dovuto farlo, papà,
non…» si
sfioravala fronte Henry, mormorando «…avresti
dovuto.»…«Ma non è colpa mia,
volete
capirlo?! NON E’ STATA COLPA MIA! IO HO FATTO DI TUTTO PER
CERCARE UN ALTERNATIVA!»…«Aspetta! E
adesso dove
vai?!» Henry balzò giù dalla sedia
poiché il
padre aveva aperto la porta della sua stanza.
E si accingeva
ad uscire
«Papà!»…«Gli vado
dietro,
è ovvio!» infilandosi la giacca «Non
può
finire in questo modo!»…«Sei matto, vuoi
peggiorare
le cose?!» ed anche la moglie gli si accostò
«E’ sconvolto: non credo sia una buona
idea.»…«LASCIAMI STARE TU CON LE TUE
IDEE!»…«Oh?!» lei si
sentì ferita e
ritirò la mano, accostandosi ad Henry
«Papà, adesso
non ti ascolterebbe!»…«Deve ascoltarmi,
DEVE!»
volgendosi di scatto, anche lui aveva occhi arrossati «Lui
parla
così perché non sa…NIENTE! NESSUNO DI
VOI SA LA
VERITA’!»…«Che cosa vuoi
dire?!...papà!!» ma non riuscì a
trattenerlo,
uscì. La moglie scoppiò in lacrime «Su
dai…non fare così, mamma.» Henry
cercò di
sostenerla.
«E così,
signor Katou, da quel che apprendo state ristrutturando il vostro
ristorante…!» echeggiava una voce nasale in quel
salotto,
tra il fumo del tè caldo «E’ esattamente
così.» rispondeva sereno e sicuro di sé
il padre di
Jeri «In questo momento l’attività
è sospesa
ma unicamente perché vogliamo innovare. Confesso che
puntiamo in
grande per il futuro.»…«Non vedo
l’ora di far
la parte dell’assaggiatore!» si leccava,
quell’uomo,
i baffi che aveva «Con piacere: sarà il nostro
primo
gradito ospite.» seguivano risate d’occasione.
Ma da dietro il
vetro della porta, faceva capolino un ciuffo di capelli rossi
«Mmm, più o meno dalle indicazioni che ho
racimolato in
giro il ragazzo di Jeri dovrebbe abitare proprio qui. Sono proprio
curiosa di vedere che tipo è lei. Oh?!»
«Mia
figlia è impaziente, mi chiede ogni giorno quando apriremo
il
ristorante nuovo. Non è così, tesoro?»
le si
rivolse sfiorandole la gamba «Oh?
Jeri!»…«Eh,
cosa?!» si destò lei che guardava
all’esterno e
sembrava aver la testa altrove «Stavo dicendo al signor Ayami
che
non vedi l’ora che l’attività riprenda.
Ma come mai
sei così distratta, cosa c’è
là
fuori?»…«Oh? Niente! Vi stavo
seguendo.»…«Qualcosa non va,
amore?» chiese il
ragazzo seduto accanto a suo padre «No, Mako, ti ho
già
detto che stavo ascoltando.» replicò Jeri
scrollandosi i
capelli in un gesto che però palesava nervosismo, come la
sua
posa su quel divano, stretta su se stessa, non faceva che intrecciare
le dita e stringerle fra loro.
“Quella
l’ho già vista!!” realizzò
Cindermon…
“Cyberdramon!!
Guardami!!...riconosci la mia voce, ricordi il mio viso?!...sono Jeri
Katou!!”
…riaffiorò nella memoria della ragazza digitale
«Quella è la tipa che si trovava alla Centrale
televisiva!
Mi ha anche dato una mano quel giorno...» ricordò,
abbassando gli occhi.
“Fumerei un
pacco intero, se potessi!” pensava la giovane fidanzata
seduta
sul divano «Come sa, signor Katou, io sono un padre
sventurato.
Mia figlia si è fatta
monaca.»…«Immagino che
sia stato un…immenso dolore per lei, avrà
sofferto la
solitudine.»…«Papà…»
Jeri gli
sfiorò il braccio «Sì,
tesoro?»…«Non è tardi, non
avevi un
appuntamento questa sera?»…«Tardi? Ma
Jeri, se siamo
appena arrivati.»…«Amore mio, come mai
tutta questa
fretta?»…«Ma niente!
Mako.»…«Sì?» la
ragazza si alzò
«Signor Ayami, mi voglia scusare. Potrei andare un attimo
nell’altra stanza?»…«Che ti
succede?»
insisteva il ragazzo «Nulla, ho lasciato in borsa alcune
gocce
che prendo per dormire. Di solito le assumo a
quest’ora.»…«Non è
un po’
presto?»…«Ah Mako figliolo lasciala
andare!
L’ultima volta che misi bocca sugli strambi orari di tua
sorella
mi disse che era…sigh! L’ultima volta che lo
facevo.»…«La ringrazio, è
molto
gentile!» si affrettò Jeri ad
allontanarsi…mentre
suo padre offriva un sorriso di scuse «Vi…prego di
scusarla: mia figlia è timida di
natura.»…«Signor Katou, allora? Ha
sentito i miei
voti a scuola? Ritiene che meriti
fiducia?»…«Oh.» sorso di
tè
«Piena.»
Mentre Cindermon
«Ah! Accidenti si è alzata e ora mi vede: meglio
dileguarsi!» e sparì rapida com’era
apparsa.
Jeri nel
frattempo spalancò la porta in camera di Mako
«Accidenti,
non la finiscono più! Debbo sbrigarmi, Beelzemon mi sta
aspettando.» guardandosi attorno con prontezza, sfidando
l’agitazione «Però prima ho bisogno di
una cosa.
Dove sarà?» guardò nei cassetti, sugli
scaffali,
nell’armadio, e sulla disordinata scrivania, fino a trovarlo
nel
cassetto del comodino vicino al letto «Eccolo!»
Si trattava del Digivice, adornato con una ruota dentata.
Nella mente
della ragazza tornò quell’istante estremo, in cui
stava
precipitando dalle impalcature…
“Non ti
lascerò morire!”
aveva però gridato Beelzemon, innescando la luminosa
modificazione di quel congegno che da quel giorno aveva assunto nuovo
aspetto.
“DIGIMODIFICATI!!!...Carta
del clone!”
Jeri strinse il Digivice nella sua mano dalle lunghe unghie smaltate di
scuro «Potrebbe succedere di nuovo…io non sono la
domatrice di Beelzemon ma quel giorno il Digivice rispose al mio
comando!» infilandolo in tasca, e uscendo dalla stanza.
Due ali nere in
controluce con la luce verde della parabolica: quelle di Beelzemon, che
planò come un angelo oscuro sul tetto di un palazzo
«E
così è quello il Centro
ricerche…»
Le sue
mani scivolavano lente alle pistole «Ahh! Se Mako fosse con
me...forse grazie a lui potrei ricorrere alla Blast Mode. Ma devo fare
a meno del suo supporto.» stringendo i suoi occhi
«Devo
sapermela cavare anche da solo. Renamon, amici, aspettatemi! Vengo a
salvarvi.» e così, incurante del pericolo
spiccò il
volo, che però «Ohh!»
…fu
spezzato a metà da un fulmineo proiettile fiammeggiante
«Che cosa è stato?!»
Qualcuno dal
vicino tetto l’aveva avvistato «Ah?! CHI OSA
INTROMETTERSI
NELLA MIA DELICATA OPERAZIONE?!» gracchiò
LadyMeramon, e
da dietro di lei sbucarono le colleghe «Guarda, non
è
un’allucinazione!» esclamò
PinkMonzaemon
indossando un paio d’occhiali «E’ proprio
quel
farabutto di Beelzemon!» inquadrò Gelsomon. Le
mani di
LadyMeramon si strinsero «Non mi è mai piaciuto,
ha la
faccia da teppista di strada e la sua presenza qui è
conferma di
quanto illustrato da Guardianmon: accerchiano il palazzo per ottenere
il POTERE! Mi spiace Beelzemon, ma l’unica cosa che troverai
qui
sarà LA MIA IRAAA!!!» caricando
l’attacco...
«Ahh! Non è possibile, quelle sono…!!...
…LadyMeramon!!»
«AH,
AHAHAHAH!!»…«Oahahahahaha!»…«Mwhahahahahah!»
«PinkMonzaemon, Gelsomon! Che fanno qui, anche loro hanno
attraversato il varco?!»
Beelzemon
spalancò le ali e puntò verso di loro ma
«AHH!!» dovette ripararsi con la pistola per
evitare il
bolide infuocato.
«AH, AHAHAHAH!!» rideva di gusto LadyMeramon.
«Che
fate?!! Perché mi attaccate, io sono del vostro stesso
villaggio!!!»
«AH, AHAHAHAHAH!!! PRENDI QUESTOOO!!!»
«AHHH!!!» un altro colpo che incassò la
robusta
canna della sua pistola «Accidenti…e se avessero
perduto
il controllo di loro stesse come è accaduto a Cyberdramon?!
Debbo assolutamente fermarle!» e di nuovo, liberò
piume
nere dalle sua ali «LADYMERAMON!...
…LADYMERAMON, PINKMONZAEMON, GELSOMON-AHHH!!!»
«AHHH!!!
FINIRAI COME UN POLLO ALLO SPIEDO, BEELZEMON! E’ LA FINE
ADEGUATA
PER LA FECCIA COME TE!»…«Guarda, amica
mia, ci viene
incontro.» sottolineò PinkMonzaemon «Di
sicuro
è perché vuole annientarci.»
definì
Gelsomon, e LadyMeramon «POVERO ILLUSO!!! WRAAAGH!»
e
furono altri micidiali bolidi.
«Ahh!!»
piombavano uno dopo l’altro, senza dare a Beelzemon il tempo
di
reagire «No, così non va! Anche se potessi
contrattaccare
loro abitano con me al villaggio! Gelsomon è la moglie di
Cyberdramon, e la madre dei suoi figli! Non posso far loro del male:
forse se salvo prima Renamon e gli altri insieme possiamo tentare di
liberarle! Ahh!!» così con agile balzo fluttuante
invertì la direzione del suo volo, e schizzò
verso
l’edificio.
«CHE COSA
FA?!!»…«Non lo vedi,
LadyMeramon?»
indicò l’orsacchiotta «Il vigliacco si
ritira.» precisò la dragona, nella soddisfazione
della
signora infuocata «WAAAHHH!!! SONO INCREDIBILMENTE FORTE, SE
L’E’ FATTA
ADDOSSOOO!»…«Ora non montarti
troppo la testa!»…«Ehi, Gelsomon,
guardate un
po’ là!» indicò
PinkMonzaemon, descrivendo
«Sta cercando di entrare nel Centro ricerche.» e
LadyMeramon «Allora è stupido quanto credevo!!
Ignora di
star gettando se stesso nella brace, WHA, AHAHAHAH!!!»
«Presto,
ragazzi!!!» incitava Terriermon mentre solcavano in corsa i
corridoi del Centro ricerche «Calù,
calù!»
…quando una schiera di agenti tagliò loro la
strada «I
Digimon si sono liberati!» puntando i fucili
«Sparate senza
riserva!»…«Terrier-tornandooo!!!»…«AAAAAAHHHHHH!!!»
Mutando in un
vortice Terriermon generò una corrente che li spinse contro
la
parete, per poi indicare «Continuiamo così,
cerchiamo di
colpire gli esseri umani il meno
possibile!»…«D’accordo!»
ribatté
Lopmon «Dobbiamo scoprire dove hanno portato Cyberdramon e i
miei
figli!» furono parole di Renamon, quando di nuovo uno
scossone
fece tremare la struttura «Ancora?! Che
cos’è?!» esclamò Terriermon,
e Renamon
«Attenti, il soffitto
crolla!!»…«Calùùù!!!»
Con un balzo
seguito da un agile scatto dei suoi compagni la volpe dorata
riuscì a schivare le macerie che piombarono a terra: dalle
crepe
sulla parete iniziò ad insinuarsi un fiammante bagliore
«Guardate, un incendio!» segnalò la
piccola Digimon
marrone «Come?! Chi l’ha provocato?!» era
il dubbio
di Terriermon. Ma quando le fiamme iniziarono a diramarsi lungo il
corridoio, in parallelo all’echeggiare “Allarme
incedio-Allarme incendio”, fu tempo per Renamon di esortare
«Dobbiamo sbrigarci!»
Una
moltitudine di misteriose perle di fuoco fluttuava sulle loro
teste…
In
un’altra sezione dell’edificio «Avete
sentito?!»…”Allarme Incendio-Allarme incendio”…«Proviene
da quella parte!»…«Ah?! Avevo ragione!
Allarme
incendio…?» Ryo alzò allarmato
l’elmetto
dietro il quale si nascondeva «Cucciolo…»
«Eeeh?!» Cyberdramon si guardò attorno
dalla capsula
nella quale era imprigionato: una nuvola di perle fluttuava
nell’ampia e tecnologica sala «Che cosa sono quelle?!»…«Guardate!»…«Oh?!»
ma all’improvviso – una detonazione
«AAAHHH!!!»
«Che
significa?!!» il drago digitale spinse le zampe contro il
vetro:
gli agenti furono spinti a terra dallo spostamento d’aria
generato dall’esplosione, a seguito della quale il fuoco
iniziò a diramarsi attorno ad ogni struttura «Siamo stati attaccati!»…«E se fossero i Digimon?!»…«Teste
di rapa, in tutto questo noi non c’entriamo
niente!!»
ribatté Cyberdramon seguitando a sbattere le zampe senza
però scalfire minimamente la capsula «Presto, fuori tutti!»…«Ahh?! Oh no!!»
“Sistema di
emergenza attivato-attivato” – quando
gli agenti provarono ad uscire la porta si saldò con
un’ulteriore paratia metallica «Siamo bloccati qua dentro!»…«Presto!»
picchiava Cyberdramon «Liberatemi! Solo io posso aiutarvi o
qui
friggeremo tutti come draghi arrosto!»…«Cosa facciamo…?»…«No! Non ascoltarlo, ci vuole
ingannare! E’ lui che ha montato tutto questo.»…«Ahhh,
ma---PERCHE’, non mi credete?!! Mi giudicate senza
conoscermi!» gridò il drago digitale picchiando un
pugno
di rabbia sulla capsula «A
me non importa: io non voglio finire bruciato! Vado a liberarlo!»
Ma quando
quell’agente si diresse da Cyberdramon, la capsula
brillò
di luce verde “Sistema
di emergenza attivato” «Oh no!!»
pistò sui comandi, ma non ottenne alcun risultato «Il sistema ha potenziato il
vetro!»…«COOOSA?!! Sono
bloccato qua dentro?!!» realizzò il Digimon.
A terra
giaceva la cupola portatile che era sfuggita di mano
all’agente.
Al suo interno, una volpe screziata e una nera tremavano
l’una
vicina all’altra «Mamma…dove
sei?» mormorava
la piccola Akirmon. Nelle loro lacrime si specchiava un fuoco sempre
più vicino…
«Mmm…mascalzoni malfidati, ECCO
QUAL’E’ LA
CONSEGUENZA DEL VOSTRO OPERATO!» picchiò di rabbia
Cyberdramon su quella cupola sempre più dura
«BAMBINI!» esclamò «RESISTETE!
Vostra madre
sarà qui a momenti!» “Ryo…
…ti
prego, aguzza le tue orecchie da uomo. Abbiamo vissuto infinite
avventure ma mai come oggi c’è stato bisogno di
te! Per
favore, se è rimasto anche solo uno spicchio nel tuo cuore
del
ricordo di noi torna ad allora! E raggiungimi
presto…!”
«Cucciolo…Cyberdramon, sto arrivando, non
temere!»
Ryo si riaccomodò l’elmetto, e corse mentre il
buio dei
corridoi era sempre più addobbato dal volteggiare delle
perle
fiammanti.
Beelzemon
cercava di entrare da una torre laterale, ma non appena i suoi artigli
ebbero rimosso la grata «AHHH!!» una lingua di
fuoco
proruppe, e lui la schivò per miracolo «Ma questo
è
un incendio!»
Una catastrofe
bruciante e distruttiva sembrava però starsi abbattendo nel
cuore di Takato, la cui corsa scoordinata l’aveva condotto a
casa.
Il ragazzo
vestito a scacchi era appostato dietro un vicolo «Devo
assolutamente parlare anche con lui…» disse appena
lo
vide. Ma dopo averlo guardato meglio spalancò i suoi occhi
truccati «Ma che succede…?»
Solo che «Takato!»
Il misterioso giovane
dovette ritirarsi perché fu qualcun altro a porsi di fronte
a
costui: Cindermon.
«Ti stavo cercand-ma
cos-CHE FAI?!» non riuscì però a
trattenerlo,
fisicamente, per più di una manciata di secondi prima che
lui la
spingesse via per correre oltre l’entrata del negozio
«Takatooo!!!» esclamò la ragazza
digitale «Oh
mamma ora cos’ha-è
incredibile…» e i suoi
passi la spinsero automaticamente all’interno
«…non
si sta…un’or-mezz’ora senza che accada
una
catastrofe! Ora voglio proprio sentire.»
«Takato, sei
arrivato!» sobbalzò la signora Mie, e suo marito
«Ma
che ti succede?! Takato!» trattenne il ragazzo afferrandolo
per
il braccio «Che cosa ti prende?! Una volta o
l’altra
dovremo pur parlare seriamente di ciò che sta
accadend-Takato!»…«BASTA, NON VOGLIO
SENTIRE
NE’ VEDERE NESSUNO!!!» gridò a squarcia
gola, tanto
che «TAKATO!» il secondo dopo fu la madre a gridare
il suo
nome ma di paura, sconvolta nel vederlo lanciarsi lungo quelle
scale…
«Ma che gli
sarà presto?!» non si capacitava il padre del
ragazzo, che
stava per lasciare il bancone e salire da suo figlio ma fu bloccato da
Cindermon che lo trattenne con una mano e senza neanche guardarlo in
faccia si diresse a passo deciso lungo quelle scale, con la sicurezza
di chi conosce la strada.
Tale era il disorientamento
per i genitori di Takato che non reagirono prontamente e non
ostacolarono minimamente l’entrata di un’estranea
nella
loro casa. Solo Mie accennò «Takehiro,
ma…quella
signorina è entrata o l’ho
immaginata?»…«…è
salita.»
replicò l’uomo con lo sguardo fisso sulle scale
«Chi
sarà
mai?!»…«…è come
Guilmon.» disse Takehiro, sorprendendosi l’attimo
dopo per
ciò che l’istinto gli aveva suggerito. Nello
stupore
più profondo di sua moglie, la cui mano scivolò
dalla
bocca «…come? Che hai
detto?»…«Non so
perché l’ho detto, non me lo
chiedere…»
…il suono
dei passi di Cindermon sulle scale rimbombava fin da
lì…
«Ma quando
l’ho vista entrare mi sono ricordato del giorno in cui nostro
figlio portò per la prima volta a casa…il suo
Digimon.»
A quei genitori non restò che guardarsi, circondati da dubbi.
«Ecco,
adesso…conosco pure casa tua in questo modo visto che se
aspetto
te non mi ci inviti MAI!» saliva Cindermon…
…giunto nella
sua stanza, che aprì con un calcio incontrollato, non
riuscì a trattenere la rabbia e la disperazione,
picchiò
un pugno contro la parete forte al punto da far crollare tutta la
sequenza di libri sullo scaffale, per poi piombare sul suo letto
afferrando le lenzuola come avesse gli artigli della più
feroce
creatura, ma di essa altrettanto l’amarezza che gliele fece
lasciare andare con stizza, e gli spinse la faccia sul cuscino
nell’esplodere del suo pianto più
immenso…
«…oh mamma santa un attacco nemico
cos’era quel
bot-?!» Cindermon spalancò la porta
«Takato?! Per
tutti i---parrucchieri incompetenti di Digiworld MI SPIEGHI che
significa mi vuoi far SALTARE IL CUOR-io-!» ma urtando col
piede
contro un libro a terra fu spinta alla prima fuggevole rotazione degli
occhi nello scenario di quella stanza – ma non vi era tempo
«Cioè…!» raccogliendo quel
libro, e non
sapendo dove collocarlo, lanciandolo sulla scrivania (abbattendo il
portapenne, e tutte le penne giù) «Adesso, poi
metto a
posto io! MI VUOI SPIEGAR-no dico non so una scena da pazzi un giorno
schizza pure a me l’elica-parto e grido come una folle-che
CAVOLO
fai su quel letto vuo-» tirandogli il braccio ma non
riuscendo a
scollarlo «-VUOI ALZARTI?! No dico ma hai dimenticato chi sei
e
CHE REPUTAZIONE HAI, DA DIFENDERE?!» e di nuovo
provò
«Takato!! Tu sei un domatore che dieci anni fa ha sconfitto
il
D-Reaper-adesso sei stato assegnato a ME-mentre noi due parliamo i tuoi
genitori staranno dando di matto!! Si chiederanno che CCCASPITA
d’inferno succede qui-per giunta sono pure entrata senza
permesso! Quindi pure l’aggravant-carina però, la
stanzetta!» le sfuggirono gli occhi, in un altro giro per poi
piombare seduta sul letto «Non l’avevo mai
vista…» smarrendo la sua attenzione…
…ma il
secondo dopo si volse e si accorse che il ragazzo piangeva e gridava
«Ohi!!! Taka-Takato! No guarda adesso però parlo
sul serio
io poi mi agito e faccio cose che non devo fare e ne dico altre anche
peggiori-adesso tu ti calmi. Non c’è niente per
cui fare
una scena simile e TI CALM-Takato?» lo tirava per il
cappuccio
della felpa, ma lui non reagiva, si spingeva la faccia contro il
cuscino «Guarda che-» balzò in piedi
lei, con dita a
cerchietto puntualizzante «Guarda che adesso-» ma i
suoi
occhi erano rapiti…
…sfuggivano continuamente da lui per viaggiare in quella
stanza
«Cioè io non so cosa andranno a dire adesso di
noi!»
e puntava la scrivania «O-Ora bella cosa: come ci presentiamo
come domatore & Digimon dopo che abbiamo scatenato un
PANDEMONIO
della MALORA come questo?!»
”Cavoli…è qui che
è nato il mito. E’ a questa scrivania che lui deve
aver
disegnato Guil-“ «Takato!!» ma il ragazzo
si era
alzato, in un moto di ribellione inconsulto che lei cercò di
frenare afferrandogli le braccia «C-Cioè adesso ci
mettiamo anche---a-a sfasciare il let-guarda! Guarda che
disast-guar-dopo che tua madre te l’aveva rifatto bel
ringraziamento!!» “E’ questo il letto
sotto cui
nascondeva Guilmon. E’ qui che è nata la loro
amicizia.
E’ qui che…” «Guarda-io faccio
palestra tutti
i giorni ti so tenere a bada!» mentre cadeva dallo scaffale
sopra
di loro il vecchio pupazzo di Agumon «Per altro sono un
Digimon:
umano contro digitale chi vince?» Takato lo
afferrò
ignorando cosa fosse (o forse no) e stava per lanciarlo quando
Cindermon lo bloccò decisa «CHE CAVOLO
FAIII?!!»
riuscendo a strapparglielo di mano. Lui si buttò di nuovo
sul
letto…
…ma lei
si era incantata a guardare e sfiorare quel pupazzo «Tu
guarda…» sussurrò
«…tale e quale a
quello che avevo anch’io quando ero piccola.»
nell’addolcirsi della sua espressione fra i ricordi, che la
spinse a sedersi di nuovo sul letto, incurante delle grida del giovane
«Papà mi prendeva in giro, fa: sei un Digimon che
giochi
con i tuoi simili, ma io…lo volevo da pazza Agumon. Dicevo
io ci
gioco faccio...il domatore invece che il Digimon.» e gli
grattava
appena la tesa «Toh, vedi? Uguale.» e si protese a
metterlo
al sicuro, sulla scrivania. Dopodiché, al riproporsi delle
grida
alzò gli occhi al cielo e sospirò, accavallando
le gambe
«Io lo so di che si tratta!...
…sì! Non fare quella faccia tanto lo so a me
giunge
tutto, perché sono un Digimon e per lui il suo domatore non
ha
segreti.» seppur lui la faccia la tenesse compressa sul
cuscino.
Lei allungò prudentemente la mano verso il cappuccio della
felpa
di lui «E’ per quella tipa sadica!»
precisò un
po’ a canzonetta «Che sai che sei cotto di lei e si
fa
imbellettare da te per il suo fidanzamento con un altro! Guarda che io
lo so che tutto questo pandemonio è per lei! Ma certo adesso
lei
sta tutta carina mano nella mano e tu sei qui a sventrarti: ovvio, di
prassi però senti a me! Non-fa-per te no ma te lo dico molto
alla buona, proprio…semplice: non-fa-per te noo,
perché
lei…! Cioè! Io senza nulla togliere è
morta la
madre poi ha aiutato pure me l’altro giorno no brava ragazza
senz’altro ma è inadaaatta, per un domatore del
tuo
calibro. Eh sì perché una così
tutta-fidanzamenti
ufficiali è una tipo gné gné
gné gné
gné noo, carina sì, però! Una
così
tutt’al più la piazzi qui al bancone le fai
vendere il
pane “buooongiooorno, signora!” = nahhhhh, a te ti
ci vuole
unaaa…!» con l’ausilio di gesti
«…diversa, una tipo-donna con gli attributi! Che
prende-va
in battaglia no la classica tipetta genere: “amoOOre! Le
tendine
come ce le facciamo rosa o fucsia? Che ti piacerebbe, maschietto, o
femminuccia?” Queste cose sono sfruttate, il classico eroe
innamorato della, dellaaa…scemettaaa…che gira per
il suo
quartiere!»…«AH, MA ANCORA NON SEI
STANCA?!»…«Ihup! Co-Cosa?!»
Cindermon si
ritirò appena, poiché Takato si era alzato di
scatto, con
gli occhi di una belva «Non…ti sei ancora ANNOIATA
di
ascoltarti?! NON TI SENTI, CHE DICI SOLO
STUPIDAGGINI?!»…«No, tu non ti
senti?!!»
ribatté Cindermon balzando in piedi anche lei «Non
ti
senti che piangi e strepiti come una femmina per una stupidata del
genere?!!»…«Ma cosa ne
sai…?!!»
ringhiò lui avanzando con le ginocchia lungo il letto fino a
scendere, e lei indietreggiava d’istinto «Che ne
sai tu
della mia vita, che ne sai tu del perché piango, CHE NE SAI
TU
DEL MIO DOLORE…?» sempre più scandito,
tagliente
«Sei soltanto una ridicola
opportunista…»…«No-senti, sei
un ingrato! Io
mi stavo prodigando a consolarti!»…«CHI
TE
L’AVEVA CHIESTO?!!»…«Beh
l’ho deciso da
sola!! Io sono una persona autonoma anzi un Digimon autonomo! Io quando
vedo una persona PROSTRATA A TERRA se permetti intervengo, è
la
mia natura!»…«Commuovente…
…VATTENE
FUORI!»…«Sì, certo, e ti
lascio qui!!»
e gli rifilò uno spintone «IO QUI STO
BENE!!»
replicò lui con un altro spintone «E SI
VEDE!»
spinse lei «Che cosa altro vuoi, altri soldi forse?!! CERCALI
IN
GIRO!! DOVREBBE STARCI QUALCHE SPICCIOLO NEI
CASSETTI!»…«No adesso che C-C-CAVOLO MI
INSULTI
soldi QUALI SOLDI?! Per quelli dell’altro giorno, quelli
della
prima volta?!! E-E’ per quelli che adesso mi dai della
sanguisuga
no senti bello guarda statti al tuo posto perché io non sono
una
di quel genere-che-che-CHE DOVEVO FARE non avevo da mangiare-non avevo
da dormire-DOVEVO FRUGARE IN UN CASSONETTO?! Non te li ho manco spesi
tut-guarda, GUARDA!» estraendo brandelli di banconote
«Te
li restituisco guarda-ti do pure gli interessi nooo, pfff! Qui siamo
proprio alla frutta!» ma appena cercò di
infilarglieli nel
cappuccio lui si dimenò «E NON TOCCARMI! STAMMI
LONTANA!!
Non capisci UNA BUONA VOLTA che mio desiderio è NON VEDERTI,
NON
ASCOLTARE PIU’ LA TUA VOCE INSOPPORTABILE?!!»
portandosi le
mani alle orecchie «Non voglio sentirti fare quegli orribili
discorsi di domatori & Digimon, non voglio, non voglio, vattene
viaaa!!!» gemette, ma in quel momento entrarono i suoi
genitori.
«Che
succede?!» trasalì la signora, e suo marito
«Le
vostre grida si sentono fin da fuori!»
Il ragazzo
umano e la ragazza restarono senza parole, e alquanto
interdetti…
«Chi
è lei, signorina?!» esclamò la signora
«Takato, voglio una spiegazione!» esigeva il padre
del
ragazzo…
…ma
quest’ultimo si infilò tra loro due
«FATTELA DARE DA
LEI!» suo padre lo afferrò per il braccio
«No,
adesso sei qui e me la dai tu!! Che cosa vuoi fare, scappare in
eterno?!»…«LASCIAMI!» Takato
si liberò,
e si lanciò di nuovo giù per le scale.
A Takehiro e
Mie non restò che fissare Cindermon.
Ma costei non sembrava
disporre delle risposte da loro sperate. Piuttosto
«…stavolta no.» mormorò ed
anche lei si
infilò tra i due genitori «Signorina!»
la
bloccò il padre «Che c’entra lei con mio
figlio?!» la afferrò la madre, ma lei
scrollò
entrambi «Poi ve lo spiego!» e si diresse per le
scale.
«E’
inaudito…»…«Oh mio
Dio…» disse
la signora portandosi la mano alla fronte.
Takato corse all’esterno…
…sempre sotto il raggio visivo del giovane vestito a
scacchi…
Cindermon lo stesso venne
fuori dal negozio «Takato!» puntualizzava avanzando
«Non sono più disposta a tollerare tutto questo,
sai?! La
terra ha un nuovo nemico, e io sono il tuo Digimon: fine delle
polemiche sterili!»
Ma Wong era giunto
lì, e bloccò il ragazzo «Takato! Adesso
devi
ascoltarmi! Io riguardo a quel varco-ahh!»
Egli però
fu più forte nel liberarsi «Takato!!!» e
corse via.
«Ci sono
delle cose che non sai!!!» strillò Wong
«Se in
questi anni ho smesso di lavorare per riaprire il varco è
stato
per---!!!» ma qualcuno sbatté contro di lui
«Oh?!
Signorina! Ma stia più
attenta!»…«Cos-cos’ha
detto?!» Cindermon
elaborò in una manciata di secondi «Varco?!!
Aprire il
varco?!!»…«Non ho tempo, ho cose urgenti
da
sbrigare! Lei conosce il ragazzo che è appena
scappa-»…«LEI!!» Cindermon gli
puntò il
dito contro, facendolo trasalire «Lei è il padre
di Henry
Wong!!!»
L’uomo si rabbuiò «E lei, invece, chi
sarebbe?»…«Ora questo non le
interessa!»
replicò la ragazza digitale, incrociando le braccia
indispettita
«Lei prima dice a me che non ha
tempo?!»…«Oh?
Ma…che cosa farnetica?» mentre lei avanzava con
dito
inquisitore «LEI prima dice a ME che non ha tempo?! Beh sa
che le
dico lei ha avuto dieci anni-DIECI ANNI!» con tanto di mimica
con
le dita «E con questo? Lei che cosa vuole saperne, non la
conosco
e sarebbe meglio che non si occupasse di ciò che
non la
riguarda!»…«Mi riguarda
eccome!»
Wong trasalì, spalancando i suoi occhi…
…mentre Takato correva incurante del mondo a circondarlo
“Basta. Sono stanco di tutto e di tutti! Ho bisogno di
qualcuno…!”
Nel frattempo
«Ryyyooo!» chiamava una profonda ma gorgheggiante
voce
femminile all’interno di quella casa orientaleggiante
«Ryo,
cuore e anima di tua madre, dove sei finito? Oh!»
Spalancata la
porta scorrevole, la signora Akiyama tastò il pavimento col
suo
bastone, fino a rilevare in un batter d’occhi «Oh!
Tracce
di carta strappata per terra: qui è stato aperto un pacco!
Oh?!»
Le tracce,
seppur impercettibili, condussero ai resti di un pacco infilato sotto a
un mobile e nascosto fra vecchie scatole di panettoni «Oooh,
debbono aver recapitato al mio figliolo l’attestato di
partecipazione a quell’importantissimo master negli Stati
Uniti…!» ipotizzò con gusto,
dopodiché
chiamò «Vaniglia!!...
…Vani-oh, cara, tesoro!»
Abbaiando,
la simpatica cagnolina fece ingresso nella stanza «Io non ce
la
faccio mi salta il cuore se mi chino sotto il mobile saresti
così gentile da scostarmi quelle vecchie carte?»
Col suoi
vivace scodinzolare, la cagnetta acconsentì e si
intrufolò nel pertugio «…brava, amore
della mamma.
Tu sì che sei dolce e obbediente. Stavo proprio pensando
questa
sera di prepararvi una cenet-AAAHHH!!!»
La cagnetta era
lì allegra e soddisfatta per la scoperta appena esumata: lo
scatolone di un fucile supersonico ad alta precisione
«Ooaahh!
Oaahhhh!» mano sul cuore
«Figlio…FIGLIO…!!
Oaaahhhhhh-»
Svenimento, con
bastone che rotolò via. A Vaniglia toccò
soccorrerla.
«Svelti:
azionate gli estintori!»
Gli agenti
liberavano i loro getti, ma il fuoco sembrava innalzarsi
anziché
spegnersi «Oh?!
Guardate, è inutile!»…«Come è possibile?!»
…ma uno
fra loro esaminava la situazione da dietro il suo elmetto protettore
“Non sembra un fuoco normale…non può
esser stato
generato da un danno tecnico.” per poi alzare lo sguardo alle
perle fluttuanti “Qualcuno deve aver sparso questa roba qua
dentro!” così segnalò
«Attenti!!»
…estraendo il suo fucile: sparò un colpo,
così che
il bolide lucente bilanciasse lo spostamento d’aria generato
dalle perle appena esplose. Affinché questo non travolgesse
gli
agenti.
«Ehi, un
attimo!»…«Come mai tu hai un fucile di
tale potenza?!»…«C-Cosa?!»
Ryo strinse i denti e rabbrividì un tantino, nel
minaccioso avvicinarsi degli agenti…
Beelzemon nel
frattempo planava da un cunicolo «Ahh! Finalmente sono
riuscito a
entrare!» ma i suoi occhi si spalancarono alla vista del
fuoco
che si liberò sotto di lui «Qui brucia tutto! Ho
paura per
i miei amici, potrebbero essere nei guai…»
«Papà!
Ascolta
io-»…«Jeri…!» suo
padre si
alzò dal divano rivolgendole un sorriso. Mako disse
«Quanto ci hai messo, amore mio! Avevi perso le tue
pasticche?»…«Il signor Ayami ci ha
appena proposto
di trattenerci a cena, che ne dici?»…«A
cena?!!» sobbalzò la ragazza appena udite le
parole del
padre. Il baffuto signor Ayami parlò «Sarebbe una
tale
gioia vedere una bella fanciulla seduta al posto…sigh! Che
occupava Akemi a tavola.»…«Mi sembra che
di fronte
ad una tale cortesia…non si possa che
accettare.»…«Oh, no, papà,
non se ne parla
nemmeno!! Io devo andare!!»
Mako
scattò in piedi «Che cosa?
Amore…!» piuttosto
spiazzato e deluso. Lo stesso suo padre «Aaaah!»
che
gemette afflitto.
«Jeri, andiamo.
Non mi sembra
corretto.»…«Papà, io te
l’avevo detto prima, non posso trattenermi! Ringraziamo per
il
tè e
andiamocene!»…«Ma…?
Jeri!»
ed anche il signor Ayami «Aaaah! Allora chi
siederà
più a quel postooo?!» e Mako
«Amore…! A mio
padre avrebbe fatto tanto piacere averti a tavola con
noi.»…«Non è un problema mio
se non
sopportate l’assenza di Akemi la sera a cena, dovete farvene
una
ragione!» liquidò la ragazza rimettendosi la borsa
a
tracolla «WAAAH! OHOHOH! POOOVERO ME PADRE
SVENTURATOOO!»
si contorceva sul divano il signor Ayami «Figliola! Non
essere
maleducata!»…«Non sono maleducata,
papà!» scrollandosi la presa del padre
«E’
solo che ho molta fretta!» e ignorando il cane in giardino
che
abbaiava per fermarla. Mako corse e le afferrò il braccio
«Tesoro! Se hai qualche problema puoi confidarti con
m-»…«AH, MA INSOMMA!»
sbottò lei…
…tanto da
far traballare un po’ gli occhiali al ragazzo, che
restò
senza fiato.
«OHHH! OHOHOHOHOHW!» ormai Ayami era irrecuperabile.
Il signor Katou
poté solo inchinarsi «Vi…vi prego di
scusarci! Mi
rincresce molto, e non lo prevedevo. Jeri!...Jeri!! Dove stai
andando?!!»…«Aspettami a casa,
papà! Ho da
fare una cosa urgente!»
La ragazza si
allontanò a passo svelto. Sicché suo padre rimase
solo,
con Mako pietrificato e il promesso-suocero piangente. Cupezza invase
la sua espressione, che invano cercò di distendere
massaggiandosi il viso…
«AH,
AHAHAHAHAH!!!» LadyMeramon rise
trionfante…illuminando di
una strana luce le sue mani «Collana
ricomponiti…AHAHAHAHAH! E STRINGITI attorno a quegli idioti
fino
a incenerirli!»
Il fuoco
all’interno della struttura iniziò a muoversi
lungo un
percorso prestabilito, creando barriere e corrodendo strutture.
«Che cosa accade
al fuoco?! Sembra che ci sia qualcuno che lo comanda!»
evidenziò Terriermon, e Renamon esclamò
«I miei
figli…!!»
Nella sua voce sempre
più leggibile il timore per la loro sorte, così
nei suoi
occhi, in cui brillavano le fiamme.
«Caaalù,
guardate!» Calumon indicò in alto, nonostante le
minime
dimensioni delle sue braccia «E’ da prima che non
fanno che
volare sulle nostre teste!»
Terriermon
«Cosa sono…?» Lopmon «Sembrano
lucciole.
Oppure
perle!»…«CaaaLU’!»
il piccolo
Digimon bianco le puntò con sguardo di sfida «Sta
di fatto
che sono state queste a provocare l’incendio,
calù!»
Renamon descrisse «E’ scattato il sistema
d’allarme!
Molte aree sono bloccate! Oh?!» Terriermon ammonì
«Attenta, Renamon!»
Due lastre
metalliche si stavano chiudendo tra di loro, per separare un altro
settore: la volpe dorata riuscì con un balzo
smaterializzante a
saltare dal lato opposto, ma quando i suoi amici cercarono di
raggiungerla non poterono più passare: stava per chiudersi
«Non preoccuparti per noi!» esclamò
Terriermon
«Vai avanti e trova i tuoi figli! Noi ce la
caveremo!»
promise Lopmon.
«…d’accordo!»
accettò la volpe, e
poté solo proseguire da sola dopo che il muro si chiuse
separandola dai suoi amici.
Ryo si era
ritrovato in pochi istanti con i fucili di un’intera squadra
puntati contro «Sei
un intruso. Un impostore!»…«Fucili come quello sono banditi
dal governo giapponese!»…«I nostri gli assomigliano, ma
non hanno lo stesso funzionamento!»
“Aaacccidentiii! Quell’idiota mi ha fregato, mi
ha-mi ha rifilato il fucile sbagliato!” «Che cosa credevi di fare, eh?»…«Po-Posso
spiegarvi tutto!» mise le mani avanti il ragazzo, ma gli
agenti
misero il dito sul grilletto «Non occorre.»…«Wahhh!»
quando «AAAAAHHHHH!!!»
Il fuoco
divampò tra quegli uomini, i loro fucili caddero
«Ehi!
State giù!» corse avanti Ryo: ma il pavimento
iniziava a
disgregarsi «Oaah! Ah! Wahhh!» il ragazzo si
salvò
grazie a un balzo appena in tempo, ma l’agente accanto a lui
scivolò «AIUTO!»…«TIENI
DURO!»
Ryo lo
afferrò prima che precipitasse al piano sottostante
attraverso
la spaccatura che si era creata. Là vi sarebbe stato il
fuoco ad
accoglierlo.
In quelle
stesse ore, che introducevano il tramonto su Tokyo, il pub Fluido celeste
si stava riempiendo. Era tempo di conversare fra ben mirate manovre di
bottiglie e bicchieri, per le due socie bariste il cui trucco era di
nuovo pronto per la serata «E così sono tornati? E
tu che
gli hai detto?»…«…che lo
spettacolo era stato
un
successo.»…«Cooosa?!»…«Proprio
così.»…«Rika, ma tu sei
pazza!!!»…«E che altro dovevo
fare?!»
replicò tra i denti la ragazza, mentre si intestardiva a
stappare una bottiglia col cavatappi «Magari dirgli la
verità???»…«Sì,
così mi
chiudevano la saracinesca in
testa.»…«Tanto lo
faranno lo stesso!...Rika, così non va! Ci infogniamo ogni
minuto di più in una situazione senza
uscita!»…«…mi
verrà
un’idea.»…«Sì,
entro stanotte
presumo!»
Di nuovo la
ragazza, circondata dal fermento della notte, dovette fermarsi e
stringere gli occhi “E’ vero, sto calcando troppo
la mano!!
Se non trovo in fretta un rimedio qui finisce
male…!” e
quando li riaprì, la prima cosa che scorgeva era il cenno
col
bicchiere dell’uomo dal tatuaggio a fiocco di neve, come se
egli
potesse leggere nei suoi pensieri. Rika tenne gli occhi bassi, come se
quel gesto non le fosse arrivato, e seguitò il suo lavoro.
In quel
momento però faceva ingresso un ragazzo il cui
abbigliamento,
nonché atteggiamento non si adeguavano al caos della vita
notturna. Piuttosto i suoi passi erano incerti, il suo abbigliamento
senza alcuna audacia. Il suo sguardo segnato, e timoroso.
«Ne
arriva un altro. Rika, non è il tuo
amico?»…«Oh?!» la ragazza
alzò gli
occhi di colpo «Takato…»
…restò sorpresa, e lui subito incrociò
gli occhi
di lei, in un immediato passaggio di mille impliciti fra i due amici,
quando Rika gli venne incontro, e senza esitazione gli chiese
«E’ successo qualcosa?!»
Takato non rispose subito.
«Fammi
indovinare: si tratta di Cindermon!»…«Ho
vuotato il
sacco con Wong.» confessò lui con voce spenta, ma
senza
staccare per un attimo gli occhi da quelli di lei «Che
cosa…?» che si assottigliarono appena udite quelle
parole
«Sì, Rika…»
Takato
barcollò quasi, chiuse i suoi occhi e si
massaggiò il
viso «Ho affrontato il padre di Henry, gli ho detto tutto.
Tutto…quello che tenevo qui,
dentro!»…«Vieni…siediti.»
l’amica
gli fece strada…
«Lei
è il colpevole di
tutto!»…«Cosa?!»…«Lei
è
l’autore della “TROVATA GENIALE”! Ha idea
di cosa
abbia causato?!»…«Veramen-»
Cindermon non dava
a Wong il tempo di parlare «Ha idea di quanta gente stia
soffrendo, oggi, grazie a lei-sa cos’è
lei?!» Wong
alzò lo sguardo, sotto quel bombardamento «No sa
cos’è lei?! Sa cos’è lei
è---E’---…nnn…NEANCHE RIESCO
A DEFINIRLA,
guardi!»…«Io non devo dare spiegazioni a
lei,
signorina!»…«Sì invece deve,
DEVE!»
insisteva lei con il suo dito «Perché poco fa
l’ho
toccato con mano, l’ho avuto sotto gli occhi il dolore di
un…!!...
…di un
POVERO RAGAZZO che ha perso il suo amico-sì sì la
sua
sola ragione di vita: quel Digimon! Ma tutti, TUTTI quei ca---CAVOLO DI
DIGIMON erano la guida, erano la speranza, erano l’allegria
di
questa…MANICA DI DISPERATI fra i quali io sono piombata, ce
l’ho tutto qua!» toccando il suo stesso collo,
sotto gli
occhi sconcertati dell’uomo «Ce l’ho
tutto qua, il
fiato strozzato di tutti loro, lo sento, è il loro
fiato---A-ADDOLORATO per tutto quello che hanno perso, la barca
d’affetto, di sentimenti, di emozioni: era il loro mondo e
grazie
a le---…cioè…e dire che sembra uno
qualsiasi, u-un
normale padre di famiglia ma dico COME GLI E’ VENUTO IN MENTE
DI
FARE QUEL MACELLO?!» col gesto istintivo di tirarsi su la
manica
e mostrare il suo muscolo «Signorina! Mi risponda! Lei si
è mai trovata a dover compiere una scelta obbligata?! Ha mai
dovuto ingoiare un boccone amaro per evitare la distruzione, lei che
parla tanto, si è mai trovata tra l’incudine e il
martello?!»…«No!» rispose lei
incrociando le
braccia senza mollare la sicurezza «Non mi è
successo! E
quindi? Va bene, non ho dovuto compiere il solo sacrificio, buttare mia
madre o mio padre giù dalla torre a scelta, e allora?! Io
parlo
in questo modo…perché so che se fosse capitato a
me dopo
avrei fatto di tutto per rimediare!» Wong chinò il
capo,
molto cupo nell’espressione «Lei…ignora
molte
cose.»…«Vero! Ma altre le
so!»…«Oh?!»
Gli occhi
scuri di quell’uomo si alzarono per incrociare quelli ora
così limpidi, così sinceri, della determinata
ragazza
digitale «So che Rika si fa un MAZZO COSI’ giorno e
notte
dicendo che E’ MEGLIO CHE RENAMON NON TORNI E LA TROVI
COM’E’ quando non si rende conto…che
è
fantastica così. E’ UNA BRAVA RAGAZZA, E TAKATO
ALTRETTANTO!»…«Ah?!»
Cindermon
l’aveva gridato con mano accanto alla bocca ad amplificarle
la
voce «E’…è un ragazzo
eccellente, sempre
pronto ad aiutare gli altri…» ora però
continuava
con voce flebile, eppure continuava, ignorando lei stessa la
provenienza di quell’impulso
«…è-è
solo un giovane pieno di sogni, e allora? Guilmon era il suo,
semplicemente una mattina d’infanzia si è messo
alla
scrivania ed ha…disegnato il suo Digimon. Che male
c’è. I-I sogni sono una cosa preziosa. Una vita
senza
sogni che vita
sarebbe???»…«…sogni…
…ma a
volte c’è anche la realtà con cui fare
i
conti!!» sbottò l’uomo anteponendo le
sue ragioni
«Senta, dica quello che vuole!» ribatté
Cindermon
«Però, una cosa qui è certa. E
cioè:
IO…a-ancora mi sto ambientando, va bene? Non conosco un
sacco di
questioni, tutti gli affari che hanno spinto
LEI-»…«Oh?!» spingendogli col
dito sulla
giacca «-a compiere quel benedetto passo comunque
può
metterci la mano sul fuoco: adesso che sono qui…non mi
importa
quali montagne dovrò scalare, io NON PERMETTERO’ a
questi
ragazzi di soffrire ancora, siamo intesi?! Io…sono
l’ultima rappresentante di Digiworld in
terra!»…«Come ha
detto?!»…«Uhm
uhm, in carne ed ossa! E ci può
giurare…»
affermò con la determinazione negli occhi «Ora che
sono
qui compierò un miracolo, quello che lei si è
rifiutato
di fare! I Digimon Tamers non sono stati ancora festeggiati per la
vittoria di dieci anni fa, e ti credo, più che un trionfo
è stato un funerale! Ma gli eroi meritano di essere
celebrati, e
un giorno o l’altro questo istante
arriverà!»
rialzandosi il cappuccio, e oltrepassandolo «E adesso, vado a
cercare Takato!» tamburellando sui suoi calzari rossi fino a
sparire nel buio della strada…
«Dunque…quella ragazza…?!»
Wong non riusciva
a credere alle sue orecchie «Ha detto di essere un
Digimon!»
«Non ce
l’ho fatta. Non sono riuscito a trattenermi!» si
sfogava
Takato.
Rika era seduta
di fronte a lui al tavolo ed ascoltava con attenzione, attorcigliandosi
il boccolo attorno al dito.
«Erano anni che tutte queste cose mi pulsavano dentro, ma
finora
ero sempre riuscito a tenerle a freno!» alzando occhi
appenati
verso le luci multiple del locale «Mi dispiace per Henry,
io…!»…«Lascia stare
Henry.»…«Cosa?!»…«…beh…!»
Rika spostò il bicchiere, e si scostò i capelli
«…Henry fino a prova contraria era uno di noi.
Anche lui a
perso Terriermon. Ad occhio e croce deve aver condiviso per filo e per
segno tutto ciò che ti sei premurato di riferire a suo
padre.»…«…ma questo non
significa niente,
Rika!» Il ragazzo non riusciva a consolarsi, e lei lo
scrutò. Takato ancora esprimeva «E’ pur
sempre suo
padre! E proprio perché Henry è mio amico,
è
nostro amico…
…io non volevo,
capisci?!»…«…lo so.
Ormai è qualche tempo che va avanti,
no?»…«Io
non volevo che si sentisse in colpa!...né
lui…né
suo padre in fin dei conti.»
Rika
taceva. Ma con il suo sguardo lo attraversava come uno
scanner…
Takato, a dispetto di chi lo ricordava fin troppo imponente, ora
sembrava così fragile, inadeguato su quella sedia. Le sue
spalle
si stringevano, il suo capo calava ed il suo sguardo non ce la faceva a
decollare «…lui lo fece per salvarci. Gli ho detto
cose
terribili…
…ma io non ho niente per attestare che avrei agito
diversamente
se fossi stato al posto suo.»…«Lo so!
Nessuno di noi
ce l’ha, credo sia proprio questo il nostro
problema.»…«Come?»
La ragazza parlava con molta naturalezza
«Dev’essere per
questo che siamo così isterici e fuori controllo!»
bevendo
un sorso, che mescolò alla sua aggiunta
«…tutti
quanti, nessuno escluso.» per poi appoggiare il bicchiere
«Ci manca un pretesto per farci una ragione per
ciò che
è accaduto, Takato.» asciugandosi la bocca col
braccio
come era solita a fare «E siccome non l’abbiamo
trovato
siamo andati avanti in questi anni…come mine vaganti. Questo
momento doveva pur arrivare, sotto certi aspetti non ci speravo
più ma ora che me lo dici ti confesso che sono
sollevata.»
Takato spalancò gli occhi
«Davvero…?!» e
lei…
…nella
cui espressione non c’era traccia alcuna di meraviglia, di
disorientamento, ma solo indiscutibile normalità, rispose
«Certo…!» lasciando che,
nell’ancor maggiore
sorpresa del suo amico, si intravedesse un sorriso di gusto
«Ho
sempre sperato che prima o poi anche tu trovassi il coraggio di
cacciare fuori quel rospo che ti portavi dentro: ricordi? Io, in
previsione di come mi sarei sentita…» bevendo un
altro
sorso «…ho provveduto
all’istante.» per poi
guardare il ragazzo…
…dalla
cui espressione triste…timidamente, ma
inevitabilmente…venne fuori un sorrisetto…
…che
conduceva il ricordo di un aneddoto, di molto tempo prima. Quando
circondato dal verde del parco e dalla luce iridescente, un buco che in
realtà era un varco fra due mondi svaniva. Ed un gruppo di
gente, ragazzini per la maggior parte, si avviava ad andar via. Molti
erano gli occhi che si asciugavano dalle lacrime. Forse, fra quelli che
più avevano pianto, proprio quelli stessi di lui, che
portava
gli occhialoni alzati sulla testa, e quelli di Rika, che
all’epoca ragazzina, portava i capelli raccolti, ed indossava
una
maglietta con un cuore blu disegnato sul davanti. Henry a quei tempi
portava spesso uno smanicato arancione sopra una maglietta scura, lo
aveva anche quel giorno, e anche lui quel giorno piangeva. Si asciugava
gli occhi e pronunciava «…Terriermon…»
proprio in quell’istante in cui Rika gli si era avvicinata, e
nonostante le lacrime a solcare anche il suo viso, aveva trovato la
forza di rivolgerglisi «…Henry…amico mio…»
porgli una mano sulla spalla «Cerca di capirmi.»
disse sforzandosi affinché fosse creduta «Non
è niente che sia contro di te. Ma potrei rimpiangere per
tutta
la vita di non averlo fatto. Ti prego…perdonami se puoi.»…«Oh…?»
Henry era rimasto stupito «Rika, non ti capisco. Ma di cosa
stai parlando?...oh? Rika!» Ma la giovane Rika
si era già allontana.
Più in
là, avanti a tutta la comitiva, c’era il signor
Wong, con
un po’ meno capelli bianchi di adesso, ma con il suo consueto
modo di fare. Sembrava di certo molto aggravato dagli eventi,
trascinava con se la sua figlia più piccola impegnata nel
più risonante e inconsolabile dei pianti. Alcuni uomini lo
avevano raggiunto, presumibilmente colleghi fra cui spiccava uno alto,
biondo e dagli occhiali scuri. Wong ripeteva «E’
stato inevitabile, non immaginate quanto mi sia costato!
Io…se solo adesso potessi tornare indietro, riflettere con
calma
e trovare un’alternativa! Sfortunatamente è
impossibile…» ed abbassava la
testa…
…ignaro
del fatto che Rika si stesse dirigendo a passo burrascoso verso di lui
(nonostante allora lei portasse scarpe da ginnastica e non tacchi
stratosferici) «Quello
che più mi fa male…»
confessava Wong «…è
leggere il dolore negli occhi dei ragazzi. Quel dolore è
straziante! E lo sento come se fosse mio.» ma
udì dei passi e si volse «Rika: sei tu. Non dirmi nulla,
so che aver perso Renamon è per te…molto
difficile da accetta-OOOOOOUUUCCCHHH!!!»
…la ragazzina gli aveva sferrato il calcio negli stinchi
più bestiale nella storia dei Digimon, accompagnato dal
grido a
tutta voce «LEI
E’ UN IMBECILLEEEEEEEEEEEEEEEE!!!»
…grido che nonostante la confusione al pub quella sera,
sembrò riaffiorare alle orecchie dei due amici ormai
vent’enni. Takato si tratteneva a stento
«…ancora mi
viene da ridere se ci ripenso.»…«Ah
sì…?» si pavoneggiava un po’
Rika
«Eppure mio caro per quanto tu ne dica si tratta di qualcosa
di
molto serio.» Lui alzò su di lei i suoi occhi
divenuti
furbetti, e Rika picchiò le mani sul tavolo
«Accidenti,
è lo sfogo degli istinti! E’ ciò che ci
rode dentro
che viene fuori, deve venir fuori! Non si può trascorrere
una
vita in perenne stato di repressione, e questo devi riconoscere che non
ho fatto che
ripetertelo!»…«…è
vero,
non lo nego. Tu mi avevi sempre invitato ad affrontarlo, non ti ho mai
dato ascolto. E oggi…guarda un po’ come
è andata.
E’ stato per un nonnulla, una stupidaggine. Eppure tante
volte
nel tempo eravamo ritornati sull’argomento, io mi
meravigliavo di
me stesso. Di come fossi riuscito a resistere, e a tacere quando lui mi
ributtava in faccia il fatto che non c’era alternativa. Tante
volte, di fronte a quella realtà nuda e cruda sono stato
zitto…per poi esplodere tutto insieme oggi, partendo da un
pretesto…banale, figurati, stavamo parlando di un problema
di
Suzie!»…«Va sempre così,
Takato,
rassegnamoci. E’ la cosiddetta…goccia che fa
traboccare il
vaso. Incassiamo, incassiamo…» stirandosi la
schiena, come
fosse lievemente incrampata, per poi cercare distensione
«…ma poi alla fine una sciocchezza ci fa
collassare.» Dunque lo guardò, e gli disse seria e
consapevole «…dobbiamo accettare la
realtà. Che nel
nostro caso è…accettare di non aver accettato.
Non ci
siamo mai rassegnati ad aver perso i Digimon…»
Trascorse
qualche secondo di silenzio e di riflessione, dopodiché
Takato
parlò «Scusa…non ti ho neanche chiesto
come stai.
Come vanno le
cose…?»…«…al
solito…» Un’altra scrollata di capelli,
e poi
«…i soliti problemi, qui.
Stiamo…cercando di
risolverne alcuni.»…«…il
locale vi rende
bene?»…«…come tutto,
oggigiorno.»…«Già,
capisco…»
abbassò lui la testa. Sembrava avvertire una sensazione di
impotenza, inutilità. Che cercò di scacciare
esprimendo
«Ah, ricordati, Rika!...che io ci sono sempre, anche se la
mia
vita è piena di
casini.»…«…ti
ringrazio. Ma adesso tutto sta nell’aguzzare un po’
l’ingegno.» rispose la ragazza, adagiandosi
elegante col
braccio sullo schienale, e la sua consueta aria di sfida e sicurezza
«I più intricati enigmi sono stati risolti da chi
si
è
dimostrato…all’altezza.»…«Oh!»
sorrise lui «Ma sì, certo. In questo non ti batte
nessuno,
Rika! Potrà passare il tempo…ma tu resterai
sempre
“la regina dei Digimon”: l’imbattibile
campionessa al
gioco di carte, da tutti invidiata.»
…gli occhi della ragazza vagavano nello scenario
circostante,
pieni di coscienze anche talvolta gravose, o allarmanti…
«Guarda, in fin dei conti ciò che sei riuscita a
realizzare con questo locale è la diretta continuazione del
tuo
successo di quando eri solo una ragazzina.» confessava Takato
ora
sinceramente ammirato da ciò che vedeva attorno a
sé.
Rika si allungava lentamente verso il suo bicchiere, rivelando
«…soltanto il tempo potrà affermarlo.
Il
tempo…e i fatti.» scandì, bevendo, con
lo sguardo
verso dove chissà. Ma Takato insisteva «Ok,
però
intanto l’inizio è molto incoraggiante! Non sai
quanta
fortuna e successo ti auguro!» “Takato, se solo
sapessi
quanto me la sto passando male in questo momento. Non ne hai
idea…ma niente di tutto ciò che vedi è
stato un
successo.” «Lei…sarebbe fiera di
te.»…«Ahh!»
La ragazza sussultò, i suoi occhi lilla attoniti fissavano
l’amico che dritta negli occhi la guardava
«Sai…a
chi mi sto riferendo.» ammise Takato, prendendole quelle mani
ora
come abbandonate «Se Renamon ti vedesse…non
potrebbe che
essere orgogliosa della ragazza che un tempo è stata la sua
domatrice.»
“Renamon…” chinava il capo la
ragazza…ma fra
i suoi pensieri e nel raggio del suo sguardo si insinuava di nuovo un
cordiale cenno al suon di alcol da quell’uomo seduto in
fondo,
col tatuaggio a fiocco di neve «Cos’hai,
Rika…?» chiedeva Takato «Come mai le tue
mani sono
così
fredde…?»…«Oh…?...niente.»
si
sfiorò le mani la giovane,
nell’insicurezza…
«Ahh!» Renamon aveva oltrepassato le fiamme, pur
essendo da
sola. Ora il suo cammino era sbarrato da un’ampia porta
metallica
«Li sento…sono qui!» ma adagiando la
zampa e
sondando magicamente l’entrata, dedusse «Ah!
E’
bloccata!» spalancando i suoi occhi…
…oltre la
porta, il soffitto della grande sala iniziava a crollare. Il fuoco era
ovunque. E le apparecchiature ormai sopraffatte «Sono prossime alla combustione:
se continua così esploderà tutto!»
esclamava un agente a terra.
Cyberdramon era
in ginocchio all’interno della capsula, chino il suo capo
“E’ inutile…”
«…Nymon…ho paura…»
era il sottile
sussurro di quella piccola, tremante volpe screziata dai grandi occhi
chiari «Sorellina…» Il suo nero fratello
si strinse
a lei e anche lei a lui…
…ma il
fuoco pareva prossimo a stringersi attorno a entrambi loro…
Quel fuoco che
«AH!» la loro madre vide venir fuori dalla fessura
al bordo
della porta «Sta bruciando! Devo sbrigarmi!!»
sicché
si concentrò e…
…compiendo un balzo con capriola, liberò
«Pioggia di
diamanti!!!>
…una raffica di schegge luminose che si piantarono sulla
porta
metallica. Ma in pochi secondi, sotto i suoi occhi attoniti
«Ah!
Oh no!»
…il calore del fuoco le sciolse.
Renamon
guardò i palmi delle sue zampe «I miei poteri non
sono
sufficienti!»
…così come al pub Rika guardava le sue delicate
mani
“Le mie iniziative…non bastano!” alzando
occhi
appenati verso le luci colorate…
«Da sola
non ho le forze necessarie per salvare i miei figli!!»
Renamon fu
colta dallo sconforto e cadde in ginocchio…
…mentre
Rika tornava a sedersi lentamente “L’intelligenza,
la
prontezza di spirito…non sono sufficienti per trainare la
mia
vita.” ingoiando una consapevolezza dura come
quella…
«Come posso…aiutare i miei
bambini…?»
“Come
farò a dare una mano a casa? Mia madre, mia
nonna…hanno
bisogno del mio contributo!”
«Se
solo…tu fossi con me!» picchiava Renamon un pugno
a terra.
“Se solo…tu
fossi con me!!” Rika stringeva gli occhi, come
improvvisamente a
disagio e spaesata anche se nel suo locale…
Quando Renamon
«Oh?!» dovette staccare le zampe anteriori da terra
poiché il fuoco strisciava lungo il pavimento.
Improvvisamente,
un due gorghi di fiamme sfondarono le grate laterali: la volpe digitale
dorata si trovava nel mezzo «Sono in trappola!»
scoprì quando si volse e comprese che non poteva tornare
indietro, poiché il fuoco bloccava il percorso. Il suo cuore
faceva contrasto al calore nel ramificarsi di una gelida
paura…
…l’incendio stava abbracciando l’intero
edificio
unendosi in un percorso circolare chiuso…
«AHAHAHAH!!!» rideva soddisfatta la Digimon vestita
di nero
«Qualche minuto e il Centro ricerche sarà ridotto
a un
mucchietto di cenere!!!»
«Non
ho…via d’uscita!» indietreggiava Renamon
timorosa
«E’ la fine!»
I vortici fiammanti ai suoi lati minacciarono di congiungersi.
E l’istante dopo, lo fecero.
Il corridoio fu invaso dal fuoco.
Ma la volpe digitale
si era salvata, perché all’ultimo istante una
sagoma dalle
ali nere era giunta in suo soccorso, sottraendola da una fine certa.
Ora lui volava tenendola fra le braccia, incurante delle esplosioni e
dei detriti che li inseguivano nella loro fuga.
Quando Renamon si
volse, non riusciva a credere ai suoi occhi
«…!!...BEELZEMON!»
Lui la guardava con
occhi profondi «Che cosa credevi? Che quando sarebbe stato il
mio
turno non sarei arrivato…?»
Una lacrima sgorgò dal glaciale occhio della
Digimon…
…fino a
gettare il suo capo e i suoi timori sul petto di Beelzemon, che la
teneva saldamente «Amica mia…finché ci
sarò
io non dovrai temer nulla, esattamente come fu per me. Grazie a
te.»
Volavano alla
ricerca di un riparo, contro quell’incendio travolgente.
…nel
frattempo Jeri era in strada, ma quando raggiunse il Centro
ricerche…
…nei suoi
grandi occhi scuri sottolineati dal rimmel si specchiò il
rosso
acceso delle fiamme, e delle sirene «Oh
no…»
La sua mano
scivolò al Digivice che aveva preso con sé
«Devo
fare in fretta!!» ed i suoi occhi si posarono su questo.
L’anima
viaggiò a tanto tempo addietro, a quando la sua stessa mano
ma
più piccola e senza traccia di smalto sulle unghie,
stringeva un
Digivice più semplice e bordato d’oro. Ma dallo
schermo
annerito e confuso, come un televisore rotto. Incerto, spiazzato il suo
sguardo di bambina, prossimo alle lacrime, prossime a cadere su di un
vestitino verde così diverso da quella giacca attillata
bordeaux
scuro e dalle molte tasche, ora che nei suoi occhi non vi erano
più lacrime ma trucco, impegno e determinazione
«Po-Posso
farcela! Ognuno può cambiare il proprio destino!»
ricordò a se stessa. Strinse il Digivice. E corse verso il
Centro ricerche.
«Sono
preoccupata per Renamon!» espresse Lopmon
«Anch’io!» ammise Terriermon, mentre
correvano il
più veloce che potevano, ma
«Caaaa---LU’!»
Calumon si parò di fronte a loro, dichiarando con la sua
voce
ferrea e stentorea «Renamon ce la farà! Ora nostro
compito
è cercare un’uscita, la aspetteremo
lì!»…«Sei sicuro,
Calumon…?»
chiedeva timoroso Terriermon «AaaSSolutamente!
Calù! Noi
siamo Digimon storici! Il nostro valore non verrà mano
proprio
oggi! Renamon se la caverà come ha sempre fatto e i suoi
figli
non faranno la differenza,
Calù!»…«Ha
ragione, dobbiamo andare fino in fondo. Ci stai
Lopmon?»…«Certo!» e la loro
fuga
seguitò.
Mentre non
lontano da loro, Ryo stava dando fondo alle sue forze per sollevare
quell’agente e impedirgli di precipitare
«Acc---dannazione!
Le
radiazioni…hanno…sviluppato…un’attrazione
gravitazionale anomala!»…«Io ti riconosco.»
disse l’agente «Che cosa
dici?!»…«Tu sei quello diceva di essere
il domatore del Digimon che abbiamo catturato. Io sono quello che ti ha
colpito. Ricordi?»…«Ah?!»
Nella mente
dell’ex-domatore leggendario tornò la scena in
strada a
seguito della battaglia, e quell’agente che l’aveva
colpito
in viso col manico di un fucile…
«Come hai fatto a
riconoscermi?!»…«…anche se indossi
l’elmo…riesco a vederti gli occhi.»…«Come?!»…«Non
si può confondere un’espressione come
quella…non
l’avevo mai vista. Giuro che…a guardarti negli
occhi
sembra davvero esservi qualcosa di speciale a legarti a quella creatura.»
Lo sforzo di
quel momento non impedì a Ryo di socchiudere gli occhi e
rivivere mille ricordi al suono di quelle parole «Se provassi
a
raccontartelo non mi crederesti.»…«Ora che sai chi
sono…perché mi aiuti?»…«Ah?»…«Ti ho…umiliato e
ostacolato. Perché non mi lasci cadere? Perché
invece stai rischiando la vita per me?»…«Vedi?
E’ per lo stesso motivo!» rispose con una buona
dose di
naturalezza il ragazzo «L’esser stati Digimon
Tamers non si
è limitato all’ebrezza di pilotare una creatura
potente.
Si è portato dietro…una serie di altre cose! Cose
alle
quali…a-ahhh!...poi non puoi più fare a meno! Ti
segnano
il cammino, e te le porti dietro per tutta la vita. Puoi imbarcarti in
mille altre imprese…ahhh!...ma in fondo al cuore quello
spirito
ti resta. E’ questo il
bello!»…«Hai ragione…
…abbiamo portato il tuo Digimon…nella
Sala-Sperimentazioni.» Ryo spalancò i
suoi occhi «Ora
il sistema antincendio ha bloccato l’entrata, ma se inserisci
questo codice-»
con la mano libera l’agente estrasse il palmare e lo mise in
contatto col cellulare di Ryo
«Oh?!»…«-potrai aprire il portello
esterno. Liberalo-ahhh!»…«No,
tieni duro!!»…«Non pensare a me, va dal tuo
Digimon!»…«Neanche
per idea, il mio cucciolo conosce i miei tempi! Lo
raggiungerò
dopo averti salvato!»…«…ah-hhh…sei
testardo.»…«Piacere, hai
conosciuto Ryo Akiyama! A-AHHH!!!»
…strinse
i denti più che poteva, il suo sforzo fu
sovraumano…
Ma Cyberdramon
lo sentì «Ryo!» sicché si
concentrò su
se stesso, lasciandosi avvolgere da un alone di energia
lucente…
…la
stessa che avvolse il corpo di Ryo…e gli concesse
l’energia necessaria per tirare su quell’agente
«A-Ahhh!!! Ah!...»…«Ti debbo la vita.»…«Spargi
la voce che i Digimon non sono
malvagi!»…«E’ il minimo che possa
fare.»
«Ti
ringrazio, davvero Rika.» disse Takato «Non so come
avrei
fatto se non mi fossi potuto sfogare con
te.»…«Ora…?»…«Credo
che
andrò a casa…i miei debbono essersi spaventati
molto nel
vedermi in quello stato.»…«Aspetta,
Takato.»…«Sì?»…«C’è
una cosa di cui voglio parlarti.» disse la ragazza con occhi
seri
«Riguarda
Cindermon.»…«Come?!» il
giovane fu stupito.
Cindermon
che nel frattempo era rimasta a girare in strada, col suo cappuccio
alzato «Ahhh, accidenti mi chiedo adesso dove caspita sia
andato
a finire!» dopodiché «Un
momento!» picchiando
un pugno sul palmo dell’altra mano «Ci sono, e se
fosse
andato a locale di Rika?! Un’amica è quello che ci
vuole
incerti momenti: aggiudicato, vado subito a verificare!»
«Io credo
che…quest’argomento meriti di essere
analizzato.»
incrociava le braccia Rika, e lo guardava negli occhi. Ora il ragazzo
sembrava sentirsi spaesato. Seppur a un tratto «Rika! Puoi
venire
a darmi il cambio? Sono al telefono!» si udì la
voce di
Himi. Rika mormorò «Aspettami
qui…»…«Sì…»
Takato
tornò a sedersi. I pensieri non smettevano di affollare la
sua
testa «Cindermon…
…sono
stato troppo duro con lei. Forse le dovrei chiedere scusa. Credo
stavolta cercasse solo, a suo modo, di aiutarmi. E’ che
quando mi
si avvicina io…perdo del tutto il controllo! Forse
è
perché parla di cose…che riguardano la mia vita
troppo da
vicino. Avvicinando la mano al fuoco…temo di
scottarmi.»
Di fuoco ce
n’era ovunque là dove le vite di quei Digimon
lottavano
per la salvezza: quello in cui si erano infilati Beelzemon e Renamon
sembrava un vicolo senza uscita, ma lui riuscì prontamente a
sfondare un portello con un calcio, e ad impedire alle fiamme di
travolgerli, infilandosi con lei nell’ascensore bloccato.
«Beelzemon, i miei bambini…!!» implorava
la voce
della stremata volpe digitale «Come?! Che cosa dici, Renamon,
che
cos’hanno i tuoi bambini?! Dove sono Akirmon e
Nymon?!»…«Loro
sono…prigionieri!!»…«Come?!»…«Sono
da qualche parte qua dentro, e lo ignoro! Ah,
Beelzemon!»…«Sta calma.»
esortò lui,
nonostante il suo respiro fosse affannoso «Sta calma! Vedrai
che
li ritroveremo!»…«Ho tanta paura!! Se a
loro succede
qualcosa-»…«Non gli accadrà
niente! Non
succederà niente loro perché io li
salverò!»…«Ahh!…va,
non preoccuparti
per me. Salva i miei bambini, ti
prego…oh!»…«Renamon!!»
Lui
dovette sostenerla. In quello stretto ascensore, le forze la stavano
abbandonando «…sei molto
debole…» lui le
carezzava il muso con l’artiglio, nonostante tutto gli occhi
di
lei erano ancora aperti «…hai lottato tanto, non
posso
abbandonarti!...
…avete attraversato il varco, dimmi, perché
l’avete
fatto?! Al villaggio sareste stati al
sicuro!»…«…tu…e
gli altri eravate
svaniti. Non potevamo…restare con le mani in
mano…»…«Hai fatto tutta
questa strada solo
per me? Non avresti
dovuto…!»…«Beelzemon.»…«No,
Renamon: shhh! Non parlare…» lui le carezzava la
fronte
con immensa delicatezza «…non sforzarti.
Andrà
tutto bene. Fidati di me. Andrà tutto…bene. Come
altre
volte! Già altre volte abbiamo attraversato il
pericolo…»
Nei
ricordi del Digimon, un nemico immenso dalle sembianze equine che
minacciava lui, piccolo e debole, ma provvisto di un’amica
che
prontamente si schierava al suo fianco. Fluì
l’istante
dopo il ricordo di lui stesso che precipitava, perdendo i suoi dati,
sembrava la fine ma non lo fu, poiché un’arca a
forma di
drago rosso l’aveva recuperato in tempo. E lo riconsegnava
alle
braccia di quella Digimon premurosa in armatura dorata, ora che lui non
poteva più lottare…
«…ma ce l’abbiamo sempre fatta e anche
stavolta ce
la caveremo. Non mollare, Renamon, tornerai a casa. Dai tuoi bambini e
da tuo marito.»
Una sfumatura
particolare, infinitamente dolce avevano gli occhi di lei con cui lo
guardava. Il suo fiacco sussurro accennò
«Rika…chiama
Rik-ah!»…«Renamon!»
Era svenuta «Renamon, ti scongiuro, rispondi!»
Ma la stanchezza e
l’eccesso di emozioni sembravano aver preso il sopravvento.
Tuttavia non era finita e il calore del fuoco tornava a farsi vicino
«Accidenti!» esclamò Beelzemon
«Non so come
rintracciare Rika, non ho il suo numero! Come faccio, adesso?
Aspetta!» estraendo un accessoriato cellulare «Non
ho il
numero di Rika…ma quello di Takato sì! Lo avevo
appuntato
tanti anni fa, per fare degli scherzi telefonici! Chissà se
è sempre lo stesso…tanto vale tentare!»
«Oh?
Accidenti, che ore sono! Non torna!!» esclamava la madre di
Takato. Suo marito era appoggiato al bancone, pensieroso. Non diceva
nulla, mentre lei sembrava agitata «…è
un
incosciente, non gli importa che moriamo di preoccupazione! Takehiro:
ascolta, mi è venuto un sospetto. Ehi, mi stai a
sentire?!»…«Eh? Ma sì, non
gridare anche tu
adesso!» replicò lui visibilmente infastidito. Lei
spiegò «Senti: hai visto quella ragazza
prima.»…«Sì. E
allora?»…«Io non so se preoccuparmi
oppure essere
contenta.»
Nessuna
risposta, soltanto cupa riflessione, mentre la signora Mie avanzava
verso l’entrata per poi volgersi. Rivelando occhi lievemente
inediti e alquanto penetranti «Non sarà che Takato
ci
tiene nascosto qualcosa?»…«Uh? A che ti
riferisci?»…«Andiamo! Non far finta di
non capire,
sai benissimo a cosa mi riferisco.» muovendo qualche altro
passo
verso il bancone. Per poi esplodere «Una relazione! Un
rapporto!»…«Ahhh, che
sciocchezza!»
liquidò lui ritornando alle varie faccende «E
perché?! Che ci sarebbe di
strano?!»…«Lo
chiedo a te! Non eri quella afflitta all’idea di non avere
presto
dei nipotini!»…«Assolutamente vero, ma
è
più che certo che non voglio che a darmeli sia una nuora
qualsiasi! Come quella! Visibilmente raccattata dalla
strada!»…«Ascolta…a me quella
tutto sembra
meno che una possibile nuora.»…«Non sono
come fai ad
esserne tanto sicuro!»…«…ho
una certa
esperienza al riguardo.» accennò lui, mentre
spegneva il
forno «Ah sì?! E cosa te la
dà?!»
provocò la moglie
«Uh?»…«…cosa
ti permette, o ti ha permesso di farti una tale cultura in fatto di
donne? La…nostra conoscenza, il nostro rapporto?! Che va
avanti
da quando eravamo pressoché ragazzini?!»
Takehiro era
rimasto bloccato, con un’espressione interdetta sul volto.
Tra le
affermazioni di sua moglie si leggeva piuttosto un’accusa
«Chi ti rende tanto esperto da saper smistare le donne che
possono, o non possono avere un’eventuale relazione con tuo
figlio?!»…«Io…» ma
il telefono
squillò «Il telefono!» si
avviò lui per
rispondere…
…ma la
moglie seguiva i suoi movimenti a braccia conserte e con un lampo di
sospetto nello sguardo, che forse la indusse all’ultimo
momento a
strappare la cornetta «Rispondo
io!»…«Oh?!»…«Pronto!»
fece
in tono perentorio.
«Pronto?! E’ la signora Matsuki?!»
esclamò Beelzemon.
«Sì, chi parla?!»
«La prego, è
molto urgente! Takato è in casa? Sono un…amico di
suo
figlio, debbo parlargli!»
«Come?! Takato,
perché, che gli è successo?!» mentre
Takehiro
chiedeva «Ptsss, chi è?!» ma lei
liquidava con un
cenno «Takato non è qui, che cosa sai di
lui?!»
«Oh?!
Nnn…niente! Signora non deve preoccuparsi il problema non
è di suo figlio. E’ mio! La prego, se
può mi dia il
suo numero di cellulare! Ho bisogno di mettermi in contatto con Takato
al più presto.»
«Il numero
di…cellula…»…«Daglielo.»…«Cosa?!»…«Daglielo,
Mie. Sono in pensiero per il fatto che non torna a casa. Se almeno
questa persona può darci
notizie!»…«…d-d’accordo…»
«La ringrazio!
La ringrazio moltissimo, signora!» Beelzemon intravide una
speranza.
Takato scorreva
i numeri sul suo cellulare, mentre aspettava Rika seduto al tavolo. Era
un modello di telefono non recentissimo, ma ancora utile
«Forse
dovrei chiamare Henry…
…ma non
saprei che cosa dirgli. Che parole usare! Mi dispiace così
tanto…»
Quando…d’un tratto un numero sconosciuto si
affacciò sulla schermata « Uh? Chi sarà
che mi
chiama? Forse mamma e papà. Questo però non
è il
numero di casa.»
Il ragazzo si alzò, il telefono seguitava a
squillare…
…il suo dito si mosse vicino al tasto verde di
risposta…
E alla fine lo schiacciò «Pronto?!»
Beelzemon dilatò i suoi occhi
«…Takato?»
«…chi parla…?» chiese il
giovane avvertendo
una strana sensazione.
«…Takato…quanto tempo che non parliamo
io e
te…» sussurrò il Digimon, emozionato.
«…ma lei chi è…?»
«B-Beelzemon! Sono Beelzemon!»
«Come?!» un sussulto rimbalzò
nell’animo del
ragazzo.
«Sì! Ti ricordi di me?!...s-sono io!
Beelzemon!...I-Impmon! Impmon, se ti aiuta a ricordare
meglio!»
illustrò con serenità l’alternativa.
«Questo è uno scherzo!»
«No! Ti
giuro di no! Ti assicuro che non è uno scherzo!»
Il ragazzo,
pallido in volto, muoveva passi incerti sul pavimento del pub
«Si
tratta di una trovata…di pessimo gusto! I Digimon sono
andati
via molto tempo fa e-»
«Ascolta! Quando Leomon
morì…!»
«Oh?!»
«Sì, quando…!...i miei
artigli…lo
trafissero, e cadde a terra!...
…s-si
chiedeva perché…io non volessi ascoltarlo! Disse
che
l’unica strada da seguire era quella di ascoltare il
prossimo!
Disse che era suo destino che finisse così, e disse a Jeri
di
avere coraggio: la piccola Jeri…!...era in
lacrime…»
…parole
concitate, che una dopo l’altra si abbattevano come cavalloni
di
un mare in tempesta sul cuore di Takato. Il ragazzo spalancava occhi e
bocca incredulo di ciò che ascoltava…
«…e
tu…Takato…eri infuriato con me! Perché
l’avevo eliminato, e acquisito con cinismo!
Così…il
tuo Digivice si infranse a terra e Guilmon, lui…!»
«…Beel…»
«…lui
digievolse Megidramon, una digievoluzione sbagliata!...che alterava in
modo così paradossale il suo aspetto genti-»
«Beelzemon…» Takato dovette recuperare
una sedia in
fretta e lasciarsi cadere, poiché le gambe non lo reggevano
«Sei davvero tu?!» chiese tremando nella voce e nel
corpo…
«Sì, ragazzo…sono io…sono
tornato…»
«Ah! Sei
tornato?!» di nuovo Takato scattò in piedi
«E come
stai, e…GUILMON, COME STA?!» gridò,
facendo
rivoltare più di un cliente.
«Adesso non ho
tempo! Purtroppo!! Poi ti prometto che ti dirò tutto, ma nel
frattem-»
«GUILMON!!...dimmi di lui, ti scongiuro!!»
supplicò
il ragazzo.
«Takato, siamo in pericolo!»
«Cosa?!»
«Sì! Il Centro ricerche sta bruciando! Siamo stati
attaccati, tu devi veni-oh?!»
Ma il telefono dava problemi di linea.
«Il Centro
ricerche…?...oh! Cyberdramon…!»
affiorò alla
mente del giovane.
«Corri
Takato!» esortò il Digimon «N-Non posso
parlare a
lungo!»
«Beelzemon!!...non ti sento bene!»
«Devi---veni-»
«Beelzemon!»
«Vieni con Cindermon!!» gridò la
creatura Digitale.
«Beelzemon, rispondimi ti prego!!» Takato si
spingeva il
telefono sull’orecchio, attoniti i suoi occhi.
«Takato?!
Oh…!...è inutile.» Beelzemon
chinò il capo
«La linea si è interrotta. Non ho fatto in tempo a
dirgli
di venire con Rika, e gli altri Digimon Tamers! Posso solo
sperare…che ci raggiunga al più presto: Takato
è
l’unico ad avere ancora un Digimon. Mi auguro con tutto il
cuore
che Cindermon sia dalla nostra parte e non da quella di
Guardianmon!»
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Cercarsi, tra le fiamme (2°parte) ***
8°puntata DT2
Takato si guardò attorno fulmineamente «Devo
andare! Oh?» ma quando i suoi occhi si mossero oltre il
bancone, scorgendo Rika, vide costei particolarmente allarmata, che si
chinava sulla sua amica Himi chiedendo «Un incidente?! Ma
quando è successo?!» Quest’ultima era
seduta, piegata su se stessa, in lacrime «Poche ore
faaa!!»…«Ma quel medico, ti ha detto se
tuo marito è cosciente oppure
no?!»…«Non ho capito!! Parlava con
termini CHE NON HO AFFERRATO!!» al che Rika si metteva la
borsa a tracolla e afferrava la giacca «Ho capito: chiudiamo,
e andiamo al pronto soccorso!»
Al che Takato comprese, e uscì.
Dopo pochi passi in corsa, si scontrò con qualcuno
«Oh?!»…«Aaacc! Uh?
Takato!»…«Cindermon!»…«Takat-ehm,
senti scu-»…«No, guarda,
davve-»…«Io quando prima ho
det-»…«Io non
intendev-»…«Senti…MI DISPIACE
PER PRIMA!» lo dissero tutti e due in coro.
«Mi spiace senti non dovevo entrare in camera tua
così come niente
fosse!»…«Lascia stare!...dobbiamo
andare!!»…«Cosa?!»…«Il
Centro ricerche! C’è stato un
attacco!»…«Cooosa, come un attacco?! Non
è dove si trova
anche-»…«Sì, Cyberdramon, e
non c’è soltanto
lui!»…«E CHI
ALTRI?!»…«Beelzemon! Beelzemon,
è lui che mi ha chiamato, è uno dei Digimon
scomparsi dieci anni fa!!»…«Come?! Uno
di lo-ma allora il varco è di nuovo
aperto!»…«Non so…»
accennò Takato tremando, tra un sorriso di speranza e un
brivido di paura «Però Beelzemon ha
detto…”siamo in
pericolo”…» e quel sorriso, quella
speranza sembravano voler prevalere, lottando contro il tremore
«Io devo andare lì,
capisci…?» disse il giovane con un fil di voce
«S-Sì…» fece la Digimon con
sguardo tendente al fisso «Io-cioè allor-no
vabbé forse-visto che-dato che c’è
stato un attacco-no io dicev-forse è il caso che vengo con
te!»…«Sì…andiamo...»
elaborò il ragazzo nella tensione
«A-Andiamo?!» chiese conferma alludendo al loro due
«Sicuro?!»…«Sì,
però
muoviamoci!»…«D’accordo!!...
…d’accordo…» sfumò
il sussurro un po’ spiazzato di lei e alla fine si avviarono
insieme.
Un ultimo
balzo, e Ryo raggiunse quella che sembrava essere la torre
più alta della costruzione. Alzò il suo sguardo,
che filtrava oltre l’elmetto «Quello
dev’essere il portello che mi ha indicato l’agente:
se lo raggiungo sarò da Cyberdramon! Oh?!» ma una
lingua di fuoco si innalzò vicinissima a lui, costringendolo
a ripararsi.
Il rosso intenso delle fiamme iniziava a consumare l’immensa
parabolica, e l’elettricità in essa immagazzinata
iniziava a perdere il controllo «Non resisterà a
lungo: devo sbrigarmi!» sicché un altro balzo.
Dopodiché, pur stringendo i denti poiché era
cosciente del pericolo, iniziò a scalare lentamente quella
torre…
PinkMonzaemon indicò «Ehi, guarda
laggiù.»…«Cosa?! Dove?!
CHI?!» sbraitò LadyMeramon, e Gelsomon
allungò la sua spranga di ferro «Sulla torre:
stanno cercando di rovinare il tuo
piano.»…«GRRR, COME OSANO! SI GODESSERO
QUESTO!» e fu il lancio di bolide multiplo.
«Ah-AHHH!!» Ryo fu colpito di striscio.
«Uhmuhmuhm! Vediamo per quanto ancora
resisti…» la Digimon di fuoco si
preparò a colpire di nuovo. Mentre Gelsomon si interrogava
«E’ un’impresa disperata, un suicidio. Mi
domando chi sia tanto sciocco da mettere a repentaglio la propria vita
quando non c’è alcuna speranza di
salvezza.»
«Cucciolo, resisti! Ah!...qualcuno sta cercando di colpirmi,
ma se mi sbrigo posso---riuscirci!!» sicché diede
fondo alla sua (notevole) agilità.
…e fece suo ogni appiglio, nella frenetica fuga contro i
bolidi «AHAHAHAHAH!» di LadyMeramon.
Il portello era in cima alla torre…
«Beel…ze…mon!»…«Sta
calma, Renamon…» Beelzemon sorreggeva il suo corpo
stanco, e seguitava a carezzarle il muso con i suoi artigli scuri
«Ho chiamato Takato, presto sarà qui. Vedrai:
andrà tutto bene!»
“Beelzemon…”
Lei ripeteva il suo nome nei pensieri.
«Sei…incredibilmente forte.» lui le
diceva «Alla fine hai visto, ci sei riuscita anche tu! Sei
sulla terra, Renamon! Era…era la voce di Takato quella che
ho sentito al telefono, ti rendi conto, sei tornata, hai realizzato il
tuo sogno!!»
Arduo, o semplice da definire il sentimento in quegli occhi di femmina
di animale digitale. Qualcosa che nuotava tra dolcezza, e gratitudine
immensa.
«Presto sono certo che tu e Rika vi rincontrerete! Tutti ci
rincontreremo! E se è così…il merito
è soltanto tuo: tu e gli altri non avete mai smesso di
sperare! Anche se ora…» guardandosi attorno
«…tutto ci crolla addosso, questa è pur
sempre la terra!! E’ il suo vento a soffiare attorno a
noi…»…«Beelzemon…»…«Ricordi?!
E’ su questo pianeta che ci siamo incontrati…tu
sei stata l’angelo custode che il Cielo mi inviò
per sopravvivere al mio destino di conflitto! Forse non te
l’ho mai detto con queste parole, ma io…ti sono
infinitamente grato!»
Nobili e sinceri erano gli occhi del Digimon «Tu sei stata la
mia salvezza. La voce che mi ha indicato il cammino! Fui felice di
vederti al fianco di un Digimon in grado di amarti, e ancor
più lo sarò quando potrai mostrare i tuoi
figli…alla ragazza che ti aspetta da dieci anni. La tua
domatrice.»
“Beelzemon, io…
…in questi anni…” ma
improvvisamente un boato
«Ah?!»…«Ah!!»
Renamon trasalì «I miei
figli!!»…«Sei troppo
debole!»…«Ma Beelzemon,
io…devo
andarci!!»…«D’accordo…d’accordo:
ti capisco! Però fammi una promessa.» afferrandole
la zampa «Non staccarti da me, neanche per un
attimo.»…«Ah!» La volpe dorata
sussultò, come se un brivido l’avesse attraversata
«Resta…stretta a me. Le mie ali ti faranno da
scudo contro il fuoco.»
Lei lo fissava, attonita. Mentre quelle ali nere la avvolgevano, per
poi, all’esclamazione «Andiamo!!»
schizzar via affrontando i vortici di fiamme…
“Da scudo…contro il fuoco.” si ripeteva
Renamon…e le sue zampe si stringevano più forti
alle solide spalle di chi la portava con sé, in quel
caleidoscopio incandescente.
“Beelzemon…se tu sapessi cosa hai significato per
me in tutti questi anni!”
Ma ora lui non guardava il volto della sua amica. Guardava avanti a
sé. Puntava al loro futuro.
Così come Jeri correva tra le fiamme. Era riuscita a
penetrare nell’edificio. Portava il Digivice tra le mani, e
non smetteva di fissarlo “Leomon…se tu sapessi
cos’hai significato per me in tutti questi anni! Non ho mai
smesso di pensare a te. La tua forza, il tuo coraggio sono stati il mio
esempio. Non ti ho mai dimenticato, e se adesso corro è per
trovare in fondo alla strada almeno un frammento che mi riporti
indietro te. Se sapessi, a volte la vita è un lungo tunnel
come questo, e le fiamme sono ai lati, e aspettano di divorarti. Io
però non ho smesso di correre! Quella bambina ora
è cresciuta, è diventata una donna. Eppure ancora
cerco sul Digivice la tua luce. Amico mio…”
«Ah!» arrestando la sua corsa dinanzi ad un bivio
“Come vorrei che tu fossi qui in questo momento. Come vorrei
scorgere la tua sagoma in fondo alle fiamme, per poterti tendere la
mano.”
Quella ragazza così bella, dotata di uno scatto e di una
prontezza fuori dal comune, guardò in entrambe le direzioni
proposte dal destino «Devo assolutamente rintracciare
Beelzemon…ho promesso che sarei venuta a supportarlo, e ho
portato con me il suo Digivice! Lui non è il mio
Digimon…ma io…» estraendo una carta,
che roteava tra le sue dita, mentre il fuoco le si specchiava in occhi
profondi, che riflettevano mille emozioni diverse
«…non potevo…restare da
parte…!»
Nei suoi ricordi un Digimon dalle ali nere e dalle forze che sembravano
inesauribili, che picchiava senza sosta contro una sfera fluttuante
all’interno della quale una bambina dall’aria
fragile attendeva soccorso. Poco dopo era riuscito ad aprire un
varco…e le tendeva la mano, pur circondato dal pericolo.
…mentre la carta tra le dita di quella ventenne si svelava,
e sembrava raffigurare un Digimon femminile, anch’esso dalle
ali scure.
Quando «Ahh!!» alzando lo sguardo,
riuscì a scorgere un paio d’ali che sgorgavano dai
vortici di fuoco «BEELZEMON!!» fece cenno la
ragazza, alzando il Digivice «Sono qui!!»
«...!! JERI!»…«Ah?!
Jeri…» Quel nome evocò molte emozioni
anche per Renamon.
«…quella
è…Renamon!» trasalì la
ragazza, scattando avanti di qualche rapido passo «Allora
è vero, non hanno mentito!! Anche gli altri Digimon sono
tornati!»
«Jeri, mettiti in salvo! Tra poco l’incendio
farà crollare il palazzo!!» intimò
Beelzemon.
«Neanche per sogno!! Sono venuta qui per aiutarti, ti ho
portato il tuo Digivice!»
«Ah! Il Digivice?!» restò sbalordito il
Digimon che sovrastava in volo quel settore, quando Renamon
indicò «Beelzemon, lo sento! I miei figli,
percepisco la loro presenza!»…«Che cosa
dici, Renamon?!»…«Oltre…quel
portello!» indicando una grata che si stagliava nel buio
grazie alla luce delle fiamme oltre essa «Dobbiamo andare, o
fra qualche secondo sarà troppo tardi!!»
esclamò la volpe dorata al che Beelzemon puntò il
suo sguardo deciso, ed il secondo dopo la pistola «Pallottole…smaterializzanti!!»
Ma quando quei vigorosi proiettili di luce raggiunsero la grata, questa
assorbì il loro potere restando intatta sotto gli occhi
sconvolti dei due Digimon e di Jeri.
«Che cosa?!»…«Non è
possibile!» parole rispettivamente della ragazza e del
Digimon «Il sistema d’emergenza!!!»
infine Renamon: ora era visibile il frapporsi di uno schermo
trasparente seppur molto solido, fra loro e l’accesso alla
sala…
Cindermon sedeva accanto a Takato nell’auto di
quest’ultimo, che cercava lottando contro
l’agitazione di mantenere una guida stabile. La ragazza
digitale però era rigida, i suoi occhi fissavano in basso,
il suo corpo sembrava attraversato da tensione in crescendo
«Avverto la presenza di un Digimon…»
disse, lasciando sbalordito Takato «Che cosa?! Sei in grado
di farlo?!»…«…è
vicino…» mormorava Cindermon.
“Anche Guilmon faceva esattamente lo stesso!!!” fu
il pensiero del ragazzo, ma lei gli fece cenno deciso
«Fermati
qui.»…«Come?»
Ma obbedì, e smontarono dall’auto…
…dinanzi al Centro ricerche avvolto dalle fiamme
«Ahh…!!» che si riflessero negli occhi
intimoriti di Takato. Una moltitudine di agenti si era riversata in
strada e si muoveva attorno a loro, lasciando distinguibile fra le
varie esclamazioni «Alcuni ancora sono dentro!!»
«Cindermon…» accennò il
ragazzo «…dobbiamo fare in fretta, in molti
là dentro sono in pericolo!» ma lei
«E’ LI’!» indicò
decisa la cima di un palazzo.
«EEH?!» LadyMeramon fu colta di sorpresa.
«E’ lì, la vedi Takato?! Quella
è un Digimon!!» esclamò decisa
Cindermon «E’ la responsabile
dell’assalto, tutto quello che vedi è fuoco
digitale!»
Takato si accostò a lei per scrutare meglio il bersaglio
individuato…
«UHM?! E quella chi
è…?!»…«Fammi un
po’ vedere-acc, questi cavolo di occhiali.»
borbottò PinkMonzaemon orientando le lenti «Ehi,
LadyMeramon, guarda che ti punta il dito
contro.»…«Bene, adesso viene il
bello!» ironizzò Gelsomon, aggiungendo
«Finora ti sei data un mucchio di arie, ma sei sicura di
saper sostenere un vero scontro con un Digimon?
Perché…quella lo è senza ombra di
dubbio.»…«Sì, senza
dubbio.» precisò PinkMonzaemon, ma la Digimon
infuocata si stava indispettendo «GRR, NON SIETE SPIRITOSE!
Ho già battuto
Beelzemon.»…«Beelzemon si è
ritirato.»…«Ha fatto resistenza
passiva.» replicarono l’orsacchiotta e la dragona,
ma la loro complice non demordeva «Uhm, uhmmm, UHMMM! Ora
vedrete di cos’è capace
LadyMeramon…»
…lanciandosi in volo «Ehi, aspetta, dove
vai?»…«Ah, lasciala fare, PinkMonzaemon.
A-Ahhh, comincio ad essere stanca.» si sgranchì
Gelsomon «Ora mi voglio…proprio mettere comoda e
gustarmi la performance di quella presuntuosa.»
«Sta scappando! Sta andando dentro la
centrale!»…«Seguiamola! Presto, Takato,
seguiamola!» così entrambi si mossero verso
l’interno, unici ad avanzare contro quella nube di agenti in
fuga…
…eppure qualcuno spiava le loro mosse: Takato e Cindermon
figuravano al centro dello specchio fluttuante attraverso il quale
Guardianmon monitorava l’intera operazione.
«Uhm!» sogghignò appena fu messo a fuoco
il primo piano della ragazza digitale
«Perfetto…ora mi disferò anche di te,
sciocca principessa ricattatrice.»
«LadyMeramon!»…«Oh?!
E’ la voce di Guardianmon!»
…percepì la Digimon fiammeggiante, che
attraversava in rapido volo i corridoi del Centro ricerche
«Quella che stai per sfidare altri non è che la
principessa Cindermon: la figlia di Cyclemon. O per meglio
dire…il capo del progetto di invasione
terrestre!»…«AHHH! E così
quella è Cindermon!»
«Esattamente.» puntualizzò Guardianmon
passando il dito sulla lama della spada…
«Lei sta aiutando i terrestri, e si è coalizzata
con i Digimon fuggiti per mettere le mani su entrambi i
mondi.»…«Ah! Non hai da temere, padrone!
Quella sarà pure una principessa, MA E’ UNA
LATTANTE! Non può competere con una Digimon
d’esperienza come me! Moglie di un Digimon
storico!!»…«Mi raccomando, non devi
avere nessuna
pietà.»…«E’
assicurato, uhmuhmuhm!»
…planando nell’ondularsi del suo abito nero, ai
piedi della grande scalinata della hall corrosa dalle fiamme…
Cindermon e Takato giunsero in corsa pochi istanti dopo, il ragazzo le
puntò il dito contro «CHI SEI?! Sei un Digimon
controllato da N’Emo?! Perché stai facendo tutto
questo?!»…«Uhmuhmuhm!»
La ragazza digitale scattò in avanti «Tanto tra
poco qui ci sarà solo fumo!!...e niente arrosto:
perché è arrivata Cindermon!» ponendosi
in posizione di battaglia, la cui punta splendente erano i suoi
determinati ochi azzurri «Te la dai a gambe…o ti
fai sotto e le prendi?!»…«Uhmuhmuhm! Non
ne sarei così sicura…» avanzando
«Principessa Cindermon! Figlia di quel…puaf!
Vecchio ormai incapace di
governare!»…«COME TI
PERMETTI?!» Cindermon fece di nuovo il gesto di rimboccarsi
le maniche, sotto gli occhi colpiti di Takato «Non provare a
infangare mio padre con la tua boccaccia sudicia! Lui è un
grande Digimon!! E poi…tu che ne sa-ah-bauf-non sarai mica
una del villaggiooo???»…«Uhmuhm, ho
ricevuto un’importante missione.» definì
la signora di fuoco facendo guizzare un bolide nelle sue mani, e poi
puntandola «DEVO
ELIMINARTI…!»…«Eliminarmiii???
Una missio-oh, bah, cavolo! Quale onore, una missione incentrata tutta
su di me sono commossa, sai? Ah e beh non è difficile capire
a chi si debba tanta attenzione-Guardianmon?? Tipo, un nome a
caso!» mentre Takato era sempre più spiazzato fra
quei nomi.
«Taaaci!» il colpo era quasi pronto «Ti
sei coalizzata coi terrestri per acquisire illimitato potere, mio
compito è spazzarti
via!»…«COALIZZA-senti! Nonnetta inizi a
stancarmi, sai? Credo proprio che ti darò una lezione! Combo spezza-fiatooo!!!»
Cindermon caricò presso mani e piedi, e senza esitare
indirizzò un pugno contro LadyMeramon ma
«Oh?!» questa all’ultimo momento si
dissolse in una nube di fuoco
«Uhmuhmuhm…» per poi riapparire
fluttuando alle spalle di Cindermon «Che
cosa?!»…«PRENDI
QUESTOOO!»…«AAHHH!!»
«Cindermon!» esclamò Takato, estraendo
il Digivice «Che razza di Digimon è
questo?!»
LADYMERAMON
Digimon interamente composto di fuoco.
Tecnica: Perle incendiarie
«Accidenti…» il ragazzo temeva per la
sorte del Digimon giunto con lui, che ora si rialzava a fatica
«Acc-…non credere…c-che sia
così facile…io non mi faccio mettere i piedi in
testa da una nonnetta ormai
arteriosclerotica!»…«Sei soltanto una
ragazzina sciocca, non dovresti sottovalutare l’esperienza
data dagli anni!!»…«Ah?!»
LadyMeramon era riapparsa a sorpresa di fronte a lei
«Guardianmon ha promesso a me e alle mie compagne onori e
gloria al nostro ritorno a Digiworld, riusciremo persino a digievolvere
se ci libereremo di te!!» spalancando le braccia in segno di
trionfo «Credi pure a quel ciarlatano di
Guardianmon…» disse Cindermon pulendosi la ferita
sulla bocca «E’ soltanto un criminale che vive
senza uno scopo.»…«Fa silenzio, e
osserva la vera potenza! Perle
incendiarie!!!» componendo uno spirale di perle
incandescenti attorno a sé, e piroettando per indirizzarle
contro l’avversaria «Brace d’autunno!»
Cindermon reagì col suo getto di foglie fiammeggianti, ma
queste furono inghiottite dal vortice di perle che prevalse fino a
travolgerla «AAAHHH!» e gettarla a terra
«Oh no, Cindermon!!»
Takato era spaesato “Accidenti. Se avessi le carte per la
digimodifica potrei aiutarla!”
Mentre pensiero di Cindermon era “Se riuscissi a
digievolvere…di sicuro avrei maggiori speranze di
vittoria!”
Per qualcuno una luce era vicina «Guardate!!»
esclamò Terriermon, illuminando l’espressione,
«Sentite l’aria, ragazzi!» e Lopmon
«Quella è un’uscita!»
Ma d’un tratto «Calù!»
qualcuno interruppe la loro corsa a perdifiato. Calumon si era fermato
«Che fai, Calumon,
muoviti!»…«Se restiamo qui anche un
minuto in più potrebbe crollare!» dissero
rispettivamente Terriermon e Lopmon. Ma Calumon
«CALU’!» era sempre più
convinto, e nello stupore più grande dei suoi amici
«Ah?!»…«Oh!»
…brillava, il triangolo rosso sulla fronte del piccolo
Digimon «…la digievoluzione…qualcuno mi
sta chiamando,
calù!»…«Ah?» fece
Terriermon. Ma l’altro irremovibile «Qualcuno ha
bisogno di me!»…«Ah! Che facciamo,
Terriermon?!» chiese Lopmon, mentre Calumon
«Qualcuno mi chiamaaa!» scappava di nuovo verso
l’interno dell’edificio «Andiamo con lui!
Non abbiamo altra scelta!» decretò Terriermon.
«Ci…sono quasi!» la mano di Ryo tendeva
verso il portello, sul quale brillava un pannello di controllo. Il
vuoto era minaccioso sotto il domatore leggendario, che aveva raggiunto
il punto più alto. La parabolica era prossima a saltare, e
le scariche elettriche generavano spostamento
d’aria «Cucciolo, ce l’ho quasi fatta!
Dammi ancora…qual-che minu-to!»
Ma dal portello fuoriusciva fuoco…
«Niente da fare!!» apprendeva sconvolto Beelzemon
«Le pallottole smaterializzanti non sono riuscite a
infrangere quella barriera!»…«Pioggia…di…ah!»
Renamon non riuscì ad attuare l’attacco, il
braccio le cadde per la stanchezza «Renamon!»
«Beelzemon!!»...«Jeri!» La
ragazza aveva gridato da sotto.
«Beelzemon! Là dentro ci
sono…?»…«Sì, Jeri!
Sono i figli di Renamon!»
«Ah!» la ragazza si portò le mani alla
bocca.
«Sono prigionieri! Ma purtroppo non riesco a sfondare la
barriera, i miei poteri non sono sufficienti!»
«Hai bisogno di più energia!!»
«Sì, ma sfortunatamente i miei domatori non sono
qui!! Ho scelto…spontaneamente di andare da solo, ma
è stato uno sbaglio.» chinò il capo il
Digimon alato che sentiva lo sconforto affiorargli dentro
«Akemi e Mako sono gli unici che potrebbero infondermi la
forza necessaria…»
«Non mollare!!» esclamò però
Jeri, e preparò la carta «Non darti per vinto,
Beelzemon!»
«Ah?!»
«Ricordi?! Anch’io avevo perso il mio Digimon! Ma
tu mi gridavi di non arrendermi!»
«…Jeri…» e si rivide lottare,
sfondare quella sfera fluttuante…tendere la mano a lei
bambina, e supplicarla di avere fiducia in lui…
«Io posso aiutarti!!»
«Jeri…!!...tu devi fuggire, qui sei in
pericolo!!» lui implorava.
Ma lei non volle ascoltare e anzi corse avanti «Quel giorno
tu invocasti il potere di Leomon per aiutarmi!»
«Oh?!» …e si rivide, con il
D-Reaper minaccioso attorno a lui, alzare il braccio, e liberare una
quantità enorme di energia al grido "Pugno regale!!!"
«Adesso…è lo stesso! E’ come
se fossi la tua domatrice, immaginalo e concentrati!»
Digivice e carta erano pronti.
«Come se fossi…la mia domatrice?»
Jeri si concentrò “Non lascerò che quei
piccoli Digimon soffrano…”
Il Digivice brillò tra le sue mani.
Così come il corpo di Beelzemon si illuminava
«Ah?! Da dove proviene tutta questa energia?!»
E fu allora, che la ragazza scagliò in aria quel Digivice
decorato con la ruota dentata. Ed esclamò
«Digimodificati!!»
“Questa è la sola carta che usai per te, Leomon.
E’ rimasto il mio più caro portafortuna. Per
favore, non abbandonarmi.” mentre girava la carta fra le sue
dita smaltate «Carta
di LadyDevimon!» scagliandola, e centrando il
Digivice
«Ohh?! E’ incredibile! Jeri non è la mia
domatrice, eppure…!!...
…il Digivice si è attivato!...
…ed io!!» ma i suoi occhi, dopo essersi fatti
attoniti, furono invasi da un minaccioso bagliore rosso al sovrapporsi
alla sua sagoma di quella di un’oscura e bionda Digimon
alata…
«Funziona!» esclamò la ragazza
stupefatta, raccogliendo il Digivice scintillante fra le mani.
«AaaaaAAAAAAAARGHH!!!» Beelzemon sembrò
caricarsi di illimitato potere, puntò alla grata di fronte a
lui e avvicinò le sue mani artigliate per costituire un
colpo micidiale. Al grido «Soffio
dell’oscurità!!!»
scatenò un potere inedito, liberando dopo una rapida
piroetta un getto di fumo oscuro che lottò contro la
barriera, infrangendola in pochi secondi.
«Ce l’hai fatta!!» esultò
Jeri, con la luce negli occhi.
L’energia travolse la grata sfondandola e perforando il muro.
«Ahh!!» sotto gli occhi abbagliati di Renamon, tra
le braccia di Beelzemon, un varco era aperto. Quest’ultimo
ancora non riusciva a credere a quanto aveva appena fatto
«Io…»
Ma Jeri sorrideva «Ne ero certa, era ovvio che andasse
così! Bisognava solo…
…cambiare strategia.» pronunciò, come
parole piene di storia.
«AHH!!» Cindermon fu spinta contro i gradini della
scalinata principale «Uhm, uhmuhmuhm! E così tu
saresti una principessa, a Digiworld? La figlia di un Digimon tanto
rinomato, AH! SE LA FIGLIA COSI’ IMMAGINO IL VECCHIO
PADRE!»…«Zitta, g-giuro che te le faccio
rimangiare tutte…!» mormorava Cindermon
rialzandosi a fatica e pulendosi di nuovo la ferita sul labbro
«E’ inutile, non riuscirai a resistermi ancora per
molto.» disse LadyMeramon agitando una palla di fuoco tra le
mani «Però, potrei sempre decidere di risparmiare
te ed il tuo stupido domatore se ti prostrassi a me e me lo
implorassi!»…«MAI, scordati che io
faccia una cosa del genere.» ma Takato le si
accostò «Cindermon, andiamocene, non puoi
combattere in questo stato…!!» le disse a voce
bassa ma dagli occhi dilatati in una viva esortazione «Ma
Takato, non posso, capisci?! Ptsss…qua dentro ci sono
quintali di civili, non possiamo lasciarli in balia di
questa-…!»…«…ti
distruggerà…!!»…«No,
sta tranquillo, abbi fiducia in me, posso combattere ancora.»
Staccandosi dalla sua presa, sotto gli occhi sempre più
stupiti del giovane…
Scostando l’ultima traccia di sangue dal labbro, e
piazzandosi di fronte alla mia amica «Non mi hai ancora
piegato, come vedi! Avanti!...
…fatti sotto, io non ho paura di quelle come te!»
assumendo la posa pronta alla lotta «Inhf!! Insolente, ORA TI
DIMOSTRO IO COS’E’ LA VERA POTENZA!»
…ma da una balconata sopraelevata, giungevano tre piccoli
Digimon «Ah, guardate!!» segnalò Lopmon.
Indicava LadyMeramon, che stava caricando il suo vortice di perle.
«E’ INCREDIBILE!!» sempre Lopmon
«CALU’!» e infine Terriermon
«Ragazzi, ma quella è LadyMeramon!!»
La quale «Uhmuhmuhm!» alzava lentamente le
braccia…
«Cindermon, allontanati da lì!»
esclamava Takato.
«Allora è venuta anche lei sulla terra!
E’ stata lei a scatenare l’incendio!!»
assemblò Lopmon, mentre Terriermon «E guardate
là, c’è un ragazzo! Ha un Digivice tra
le mani!! Dev’essere un Digimon Tamer,
però…come è possibile?! Che io sappia
sono dieci anni che un Digimon non si sposta da Digiworld! Come fa lui
ad essere un domatore? E chi è quella ragazza, è
un
Digimon?!»…«CALU’!»
sottolineava però Calumon…
…il simbolo sulla sua fronte brillava, ed i suoi occhi verdi
non smettevano di fissare increduli qualcuno…
«Cindermon, dammi retta, è troppo
potente!» Takato si aggrappò al suo manto avorio,
ma Cindermon lo scostò col solo gesto della mano,
senza guardarlo «Perdonami, Takato. Ma devi capire che questo
è il mio dovere. Ognuno ha il suo in questo
mondo…»
Il ragazzo chinò il capo, colpito nel cuore da quelle
parole…
«…! AVETE SENTITO?!» esclamò
Lopmon «Non è possibile…!»
tremò Terriermon strabiliato, ma la sua compagna lo
invitò «Guardalo bene,
Terriermon!»…«…Takato…calù…»
era il sussurro di Calumon…
«Uhmuhmuhm, commuovente quadretto: ecco finalmente un esempio
di Digimon & domatore, ne ho molto udito parlare. Pochi
secondi...E GIA’ MI DA’ LA NAUSEA!»
esclamò LadyMeramon orientando le sue sfere di fuoco vicino
ai volti dei due, illiminandoli…
«AH! E’ LUI!! Non c’è alcun
dubbio…!!» le orecchie di Terriermon si drizzarono
«Calùùù…»
Calumon chiudeva gli occhi e si concentrava…
«Non…azzardarti a
toccarla.»…«Takato!» nello
stupore di Cindermon il ragazzo si parava di fronte a lei
«Lei è innocente, come tutta la gente in questo
edificio!»…«SPOSTATI RAGAZZINO! HO UNA
MISSIONE DA
COMPIERE!»…«NO!»…«Takato---acc!»
Cindermon cercava invano di spostarlo «Lo vuoi capire che
sono io che devo far scudo a te e non il
contrario?!»…«Beh, abituati! Nel mio
programma i ruoli sono
intercambiabili!»…«Ah?!...
…devo…abituarmi?» gli occhi della
ragazza digitale restarono sospesi all’udire quelle parole.
«ORA BASTA!! SARETE SODDISFATTI QUANDO LA VOSTRA CENERE SI
CONFONDERA’!»
«Calù: non far loro del
male…!!»
Il bianco Digimon, nonostante i suoi occhi un po’ segnati dal
tempo, diede fondo a tutto il suo potere e scatenò una luce
dal triangolo rosso sulla sua fronte.
«Oh? WAAAHH!!» LadyMeramon dovette tapparsi gli
occhi all’improvviso brillare del corpo di
«Cindermon!»…«Che mi succede,
sento…?...che mi riempio
d’energia…!»
Il potere fu tale che spinse Takato a terra, ma anche da lì
non poté fare a meno di contemplare la sua alleata, che
all’illuminarsi del Digivice…
«CINDERMON DIGIEVOLVE!!!...
…WOLFIREMON!»
La superfice digitale si scompose di nuovo affinché al
tracciato si sostituisse un’altra volta l’immagine
piena di forza di quel lupo dal pelo di foglie.
«AVETE VISTO?!» esclamò Terriermon,
aggiungendo «E’ digievoluta!»
«…calùù…»
Calumon esauriva la sua luce, e riapriva gli occhi.
«Mmm…NON E’ POSSIBILE!»
sbraitò LadyMeramon agitando le lingue di fuoco nelle sue
mani «Questi maledetti congegni terrestri mi faranno
IMPAZZIRE!» passandosi le mani fra i capelli di fuoco che si
ritrovava.
«Ora inizia la vera battaglia.»
pronunciò Wolfiremon, muovendo indietro, lentamente ed
elegantemente le sue zampe…
…per poi compiere un balzo con capriola, atterrare sulla
scalinata e da lì puntare occhi feroci contro la nemica
«Iulp!!» che mostrò un pizzico di
disorientamento.
Wolfiremon innalzò la sua coda a forma di foglia luminosa,
invocando «Piropennellata!!!»…«Waahh!»
LadyMeramon si smaterializzò per schivare il bolide
– ma anche Wolfiremon era in grado di muoversi con
altrettanta agilità sicché la signora di fuoco se
la trovò alle spalle quando ricomparve, intenta a non darle
tregua «AH!» con le sue zampate rapide e potenti.
Takato seguiva lo scontro senza staccarvi gli occhi un attimo.
Ed ignorava che anche il fiato degli altri Digimon sulla balconata
fosse sospeso assieme al suo.
Nella Sala Sperimentazioni vi era solo fuoco. Sembrava impossibile
distinguere ogni forma.
Beelzemon vi penetrò in volo attraverso il varco aperto,
conducendo con sé Jeri e Renamon.
Nel frattempo, la rimbombante caduta di un portello in alto rivelava
Ryo «Andiamo, il codice ha fatto presa, ce l’ho
fatta! Oh?!» dilatando lo sguardo oltre l’elmetto
alla vista sotto di lui «Oh, no…qui sta bruciando
tutto. Se non mi sbrigo è la fine!» discendendo
rapido quella scaletta di metallo.
«Ahh!» Beelzemon, dalle ali spalancate, era
spiazzato «Non si vede niente…!» ma Jeri
prese il suo braccio «Non è ancora esploso,
è possibile che ci siano
ancora!»…«AKIRMON!!»
gridò Renamon «AKIRMON, NYMON, DOVE SIETE,
RISPONDETE!!» sicché anche Beelzemon
«AKIRMON!! NYMON!!» e Jeri
«RISPONDETE!!...SIAMO QUI PER AIUTARVI!»
«Oh!» Renamon scorse qualcosa che brillava tra le
fiamme.
Akirmon e Nymon erano così vicini da sembrare
un’unica creatura, all’interno della cupola a
terra. Stretti i loro occhi, per non vedere la fine.
«BAMBINI! RESISTETE, ARRIVO DA VOI!»
«Ah!!» Beelzemon si volse «Attenta,
Renamon!»
Renamon corse…ma un getto di fiamme giunse di lato,
travolgendola in pieno «AAAHHHH!!!» e spingendola a
terra, in un grido di dolore: Jeri «Renamon!»
Beelzemon «Oh no!!»
Il Digimon alato scattò a soccorrerla «Ti fa
male?!»…«I-I miei
figli…»…«Jeri, fammi un
favore: occupati di Renamon.» La ragazza lo raggiunse, e gli
chiese «Che cosa vuoi
fare?!»…«Devo recuperare Akirmon e
Nymon!»…«Fa attenzione!» si
premurò lei, sfiorandogli il braccio prima che si accingesse
a sfidare il fuoco.
Beelzemon avanzava lentamente, ma coraggiosamente, riparandosi con la
mano dai getti di fiamme. Jeri lasciò che Renamon si
appoggiasse a lei, gli occhi di entrambe erano fissi su di lui
«Sto arrivando!...bambini, tenete duro!»
«Ah! Nymon, hai sentito?!...quella era la voce di
Beelzemon!»…«E’ venuto a
salvarci!!»
«…ahhh!!» per il Digimon era una sfida
devastante, si addentrò là dove il fuoco era
più caldo. La sua stessa corazza emetteva fumo, sembrava sul
punto di liquefarsi.
Ryo nel frattempo giunse a terra con un balzo.
Beelzemon stringeva gli occhi «Devo…!! Ahhh,
resistere! I bambini hanno bisogno di me, solo io posso aiutarli!
A-AHHH!!!» piegò le sue ali. E si esibì
in una capriola fra le fiamme più calde, ma ne
uscì indenne. Raggiungendo la cupola a terra, e subito
proteggendola con le ali «A-AHH!!» a scapito delle
piume che il fuoco bruciava, ma non gli importava. Lui sorrideva
«Piccoli…come state? Vi è piaciuta
l’avventura?»…«Beelzemon!!»…«…sei
un eroe.»…«…troppo buono,
Nymon. Cosa credevate? Che vi avrei lasciati qua?»
«Beelzemon!!!» chiamava Jeri, quando d’un
tratto rispose un'altra voce «Come?! Ehi, ma…che
ci fate voi qua?!!»
La ragazza e la Digimon mossero un passo indietro «Attenta
Jeri…quello è un
agente!»…«Ferme, vi assicuro che non
voglio farvi del male!!»…«Un attimo, la
sua voce…?!»…«…io
la riconosco!!» dissero Jeri e Renamon.
«Oh Cielo che mi venga un colpo…ma tu sei
Renamon!!!»…«…Ryo
Akiyama…?!» pronunciò la Digimon, e
Jeri non era meno stupita. Ancor più Ryo
«E-E-E’ incredibile, mi hai
riconosciuto!» il ragazzo cercò di allargare
quanto più la feritoia del suo elmetto «A dispetto
degli anni e a dispetto di questo! A-Ah, scusa, non me lo tolgo
perché altrimenti rischia di liquefarmisi il cervello!
Cavolo, accidenti! Renamon! Sei proprio tu, Renamon?! Non appena lo
rivelerò a quella pazza di Rika quella mi cadrà
in ginocchio! Ehi, ma…! Non avrai mica cambiato domatrice?!
Chi è questa
ragazza?!»…«Jeri! Sono Jeri Katou, mi
riconosci?!» sembrò un pizzico orgogliosa di
rivelare. Ryo restò completamente bloccato
«…Jeri…Jeri Katou, caspita, ancora
più incredibile, ti ricordavo una bambina, e
invece…in mezzo al fuoco, scattante e sicura, certo che sei
cambiata!»…«Tu invece per niente,
Ryo.» sorrise Jeri, e lui si grattò la testa
«Acc! Un’altra che me lo dice, e non credo sia un
buon segno. Comunque cambiando argomento! Sto cercando Cyberdramon, voi
sapete
dov’è?!»…«Ah!
Cyberdramon!» sussultò Renamon, ma proprio in quel
momento dalle fiamme proruppe Beelzemon «Eccomi!! Ce
l’ho fatta, Renamon!!» rivelando da sotto le sue
ali quella cupola portatile «Bambini
miei!!»…«Mamma!!»…«Ah!!»
la Digimon strinse a sé la cupola, versando lacrime
«Figli adorati, quanto ho temuto…»
…tutto ciò sotto il dito puntato e incerto di Ryo
«…n-non posso
cred-…Beelzemon?»…«Sì,
Ryo!» introdusse Jeri con un po’ di gusto, mentre
anche Beelzemon restava stupito «Ryo…?»
e quest’ultimo «Beelzemon…che porta in
salvo…i figli di Renamon-questa poi è bella ti
ricordavo un Digimon tenebroso e scostante questa veste inedita mi
sorprende almeno quanto quella di
Renamon…madre!»…«Ma mai
quanto quella tua in questo luogo, Ryo!» accennò
un sorriso Beelzemon «Non poi così tanto,
Beelzemon: sto cercando Cyberdramon, il mio Digimon, mi hanno detto che
era qui ma io non lo
vedo!»…«Cyberdramon! A dire il vero lo
stiamo cercando anche noi!» disse Beelzemon guardandosi
attorno senza successo, ma si udì una vocina sottile
«Cyberdramon è
lì!»…«Come hai detto, figlia
mia?!»…«E’ in
fondo…» sussurrò il piccolo
Nymon…
«In fondo?!» chiese Ryo allungando lo sguardo, e
riparandosi con la mano…
…ma alla fine tra le fiamme scorse una capsula, e
all’interno una sagoma familiare «E’
lì!! E’ proprio lui, il mio cucciolo!!»
e si lanciò di corsa «Aspetta, Ryo!» lo
richiamò Jeri.
Ma era inutile, il ragazzo correva a perdifiato tra le lingue di fuoco
che cercavano di raggiungerlo da ogni lato. Jeri provò ad
andargli dietro, ma le fiamme la bloccarono «Attenta, Jeri!
E’ troppo pericoloso per te!» la ammonì
Beelzemon.
Emergendo con un balzo dalle fiamme, quel ragazzo vestito da agente
cadde ai piedi della capsula, potendo soltanto respirare affannosamente
per riprendere fiato.
Cyberdramon era raccolto su se stesso, attendeva immobile e silenzioso
la fine. Ma quando sentì il respiro di quella persona giunta
dinanzi a lui, la sua attenzione fu destata…
…e dopo pochi secondi, esclamò
«…Ryo!»
«…ahah…cavoli, mi hai riconosciuto,
vecchio mio. Eppure con questa roba addosso sono solo uno fra
tanti.»…«Tu per me resti
l’unico!» Cyberdramon si appoggiò alla
capsula, ed esclamò «Ryo, devi andartene di qui!
Sta per esplodere!»…«Non me ne vado
senza di te!»…«…non essere
sciocco! Non c’è speranza di
liberarmi!»…«Per me
c’è sempre una speranza! Io lo trovo sempre un
modo!!» affermò deciso il ragazzo «O hai
forse dimenticato come sono fatto, com’è
è il mio carattere?!» ma inaspettatamente,
Cyberdramon tornò a rannicchiarsi «Ryo,
io…non posso seguirti.»
Folgorando il giovane con quelle parole «Come?!» e
anche lui si aggrappò alla capsula dall’esterno
«Come sarebbe a dire che non puoi seguirmi?!»
Cyberdramon rivelò con tristezza «Sono
cambiato…io non sono più il Digimon che ricordi
tu.»…«Ahh!» il ragazzo
spalancò i suoi occhi dietro la feritoia «Non sono
più…forte…» sollevando le
sue zampe «…ed eroico. Il Digimon ideale per un
giovane
coraggioso…»…«…Cyberdramon…»…«Io…sono
diverso, capisci?!!»…«Non ti
credo!!»…«…eppure devi, Ryo.
Io…ho trascorso questi anni senza concludere niente di
buono. Mentre i miei amici erano al lavoro io non li aiutavo. Li ho
abbandonati, e me ne sono rimasto per fatti miei perché mi
scocciava di aver perso assieme a te tutto ciò che mi
rendeva importante, speciale. Ho formato una famiglia, ma sono stato un
disastro anche come padre e marito…»
Eppure Ryo anziché deluso era abbagliato
«…sei padre…?» ma Cyberdramon
si volse verso di lui «Vuoi capire che non vado
più bene?!»…«Ti sbagli!
Allora cos’era quella pagina di
Facebook?!»…«Ah!!» il drago
digitale sussultò «Non hai forse messo su una
pagina dove spacciandoti per un comune internauta raccontavi in codice
di Digiworld, della vostra vita, dei lavori?! I vostri sogni, e le
vostre delusioni di ogni giorno?!» L’imponente
creatura accennò un sorriso «…e
così hai riconosciuto il mio
stile.»…«Come avrei potuto non farlo?!
Sei l’essere…che conosco di più al
mondo!»…«Beh, quello è stato
un tentativo da niente. A tempo perso. Mi aiutava a sperare che un
giorno ti avrei ritrovato. Inconsciamente, poiché sembrava
un sogno impossibile. Ma mi divertivo a
postare.»…«Chiamalo tentativo da
niente!!» insisteva quel ragazzo bucando l’elmetto
con la sua voce «Leggendoti non ho mai perso la
speranza!»…«Ah!»…«Non
ho fatto…che cercarti, in tutto questo tempo. Mi sono
spremuto la mente…per trovare quella soluzione a cui sei
giunto tu, prima di me.» e finalmente decidendosi a
sfilarselo…
…«Tornando sulla terra…»
rivelando il suo viso, incurante del fuoco
«Cyberdramon…vecchio cucciolo della mia
vita.»…«Ryo, sono feccia
ormai!!»…«Ah?!»…«Ho
ceduto ad un ricatto, ed ho attaccato la Centrale televisiva!
I-Io…
…non ero controllato in quel momento, lo capisci?! Era una
scelta spontanea! Come posso anche solo-» ma girò
il suo capo «Non voltarti e guardami, Cyberdramon!»
Cyberdramon non obbedì «Come posso anche
solo…rifilare me stesso…a te che sei ancora
così giovane. Così…bello. Non sei
cambiato se non in meglio. Digiworld brulica di mille altri Digimon
più adatti a te.»…«Io non
voglio un altro Digimon…!» precisò Ryo
fermo, e sicuro, ma con un sorriso sereno «Io voglio
te…per tutta la vita.»…«Ahh!
Cosa?!» si era girato il dragone digitale.
«Certo…» svelò il ragazzo,
visibilmente commosso «Tu sei stato il primo che mi ha fatto
sognare. L’unico e il solo. Non potrei mai sostituirti, amico
mio! Che cosa credi…?» chiese ponendo
delicatamente la sua mano là dove poggiava la zampa del
Digimon all’interno della capsula «Che io sia stato
un santo, tanto migliore di te? Non…ti sbagli.»
scuotendo il capo, e rivelando…
…mentre Jeri, Renamon, i volpini e Beelzemon erano immobili
ad ascoltarlo, oltre la massa infuocata…
«Te lo dirò, carissimo: in questi anni ne ho fatte
di tutti i
colori!»…«…Ryo…»
Senza vergogna e col sorriso, quel ragazzo raccontava «Ho
messo su un giro di società, e ho fatto impicci e imbrogli
in ogni parte del mondo! Mi sono lasciato rapire…da ogni
singola tentazione, non mi sono di certo lasciato a bocca asciutta!
L’auto più alla moda, case in ogni capitale, foto
d’ogni genere a circolare sui siti Internet, dovevo avere
tutto questo, e non mi importava la spesa! E’ stato da quando
sei andato via tu: mi faceva paura l’idea di esser tornato un
comune ragazzino, e smettere di essere quel “domatore
leggendario” che era invidiato da tutti i coetanei. Ti avevo
perso…e a mio modo per sentirti più vicino mi
sono lasciato andare! Ryo Akiyama sarebbe continuato ad
essere…il primo in tutto! Quello con più
successo! Quello con più soldi, tanto che ho speso anche
quelli che non avevo e a casa siamo al verde! Quello con
più…donne.» abbassando leggermente lo
sguardo in un sorrisetto tra furbizia e commozione «Ora che
siamo tutti grandi posso confessartelo: ne ho avute…un
autentico battaglione, quante bastano per vivere nell’eterno
timore di sbagliare il nome dell’una e ricevere un cazzotto
dall’altra! E’ per questo che Rika è
sempre sul punto di uccidermi, ti dirò, l’ho fatta
proprio impazzire, e un pizzico ha ragione!»
«Ryo…» senza fiato, col cuore colmo di
stupore sussurrava Cyberdramon. Le loro mani seppur divise dal vetro
erano ancora unite «Per questo ti
chiedo…» accennò Ryo asciugandosi gli
occhi «Ora che ci siamo ritrovati, perché non
proviamo…a riportare indietro il tempo? E a essere
tutt’e due un po’ migliori di come siamo stati? Non
è andata? In fondo è comprensibile: due amici non
dovrebbero mai essere separati come noi due.» ed ora al posto
della mano, ci appoggiò la testa là dove
c’era la zampa dell’altro «Cucciolo, come
sono felice di riparlarti…»
«Fa come ti dice!!»
…aveva esclamato Beelzemon. Cyberdramon alzò lo
sguardo «Oh?»
Ed anche Jeri esortava «Riunitevi!!»
Ryo sorrise «Lo senti, cucciolo…? Tifano per noi.
C’è qualcuno a cui mancano le nostre audaci
imprese.» dopodiché si volse
«Ragazzi!!...
…voi mettetevi al sicuro. A lui penso io.»
«Sii prudente!» disse Renamon «Fate
attenzione!» invitò Beelzemon, e Jeri
«Ryo!!» estraendo una carta, la lanciò
con precisione…
…così che scavalcasse le fiamme, e scivolasse tra
le mani del «Ah?» sorpreso domatore.
«Potrebbe servirvi!!» esclamò la
ragazza, dopodiché «Forza, andiamo.»
fece Beelzemon, preparandosi a volare di nuovo, e congedandosi da Ryo e
Cyberdramon «Ci rivediamo all’uscita!!»
«Li senti…? Non deludiamoli. Noi non siamo nati
per deludere i nostri fans, anche se talvolta può
accadere.»…«Ryo…» e
la capsula iniziava a creparsi, là dove posava la sua zampa.
Ryo disse «Jeri mi ha dato una carta. Ed io ho portato con me
il mio vecchio Digivice, lo vedi? Ti ha aspettato tutto questo
tempo…la mia anima di bambino…
…prigioniera nel corpo di un uomo, e soltanto desiderosa di
ritornare a sognare.»
Sempre più e più profonde, le crepe
«Come vorrei accarezzarti, ragazzo mio…come mi
piacerebbe…a-anche solo sfiorarti…»
accennava Cyberdramon versando lacrime. Il suo domatore
mormorò «Se ti impegni puoi
farcela…»
…così concentrando la sua energia, e liberando il
suo bagliore, Cyberdramon fece fumare il tetto di quella capsula che
avrebbe dovuto isolare il potere digitale «Bravo
così…» Ryo lo aiutò
ricercando la sua zampa oltre le crepe, fino a che, in un boato
assordante…
…mille frammenti di vetro detonarono e si sparsero fra il
fuoco circostante, riflettendo un milione di sfumature attorno a quel
Digimon finalmente libero, e quel ragazzo che finalmente poteva
sorridere di sollievo, arrivando a toccare quella zampa di soli dati
dopo dieci anni di lontananza.
«Perle
incendiarie!!!»…«Artigli liquefacenti!»
e destreggiandosi agilmente, Wolfiremon riuscì sia ad
evitare sia a frantumare i microproiettili perlacei che componevano
quel vortice, le cui schegge caddero miseramente a terra
«Nooo, non ci creeedo!» inorridiva LadyMeramon
«Ma invece devi arrenderti all’evidenza!»
Wolfiremon piantava la sua zampa a terra, nello scintillare del suo
pelo «Questo è il potere della mia
digievoluzione!» e della sua coda, pronta a liberare un nuovo
attacco «I tuoi scherzetti hanno causato fin troppi danni qua
attorno!» specificava quella femmina di lupo digitale
«Non ti rendi conto che qui è pieno di esseri
umani che rischiano la vita?! Sei così…vecchia e
inacidita che non ti importa
niente?!»…«Grrr!!»
l’avversaria strinse un pugno di rabbia…
«Ragazzi: basta stare con le mani in mano!»
esortò Terriermon, invitando «Takato è
nostro amico: andiamo ad
aiutarlo!»…«Muoviamoci.»
confermò Lopmon «Calù!» ed il
gruppo si accinse a scendere al piano basso.
“…battuta da una ragazzina trasformata in
lupo!!...n-non posso tollerarlo! Non voglio fare questa brutta figura
davanti a Guardianmon! E se perdo le mie amiche rideranno di
MEEE!!!” «Allora?!» Wolfiremon scandiva
minacciosa, oscillando la coda.
Takato osservava la scena immobile, col Digivice lucente stretto nella
mano.
“Mi rifiuto di accettare questo verdetto! Debbo farmi venire
un’idea in fretta: ma sì, ci sono!” i
suoi occhi lampeggiarono di perfidia, nel posarsi su Takato
«Uhm…d’accordo.
Effettivamente…devo ammettere che anche se sei giovane sei
molto abile. Ehhh…averla ancora la tua età,
sigh!»…«Questo lo devo prendere come una
dichiarazione di resa?!» replicò
l’altra…
LadyMeramon era girata di spalle, e le rivolgeva una malinconica coda
dell’occhio «Interpreta pure come
preferisci.» per poi chinare il capo «Io ormai ho
fatto il mio tempo. Non ho più la forza di
lottare.»…«Sì, ma intanto
tutto questo bel macello l’hai fatto! Chi lo risistema? EHH?!
Adesso ti voglio vedere piegata coi secchi d’acqua a spegnere
il fuoco.»…«Wolfiremon, lascia
perdere!» Takato le si accostò, fissando la
Digimon di fuoco «…c’è
qualcosa che non va…»…«Che
vuoi che sia, Takato? Le brucia di aver perso: già brucia di
suo!»
«Uhmuhmuhm!» LadyMeramon sogghignava di
nascosto…lasciando cadere un’ultima perlina a
terra…
Anche Beelzemon planava nelle vicinanze assieme a Renamon e Jeri,
quest’ultima si sorprese molto di scorgere nella hall
sottostante il suo amico «Ah! Ma quello è
Takato!» correndo rapida giù per le scale
«Takato!!»…«Jeri,
aspetta!» la richiamò Beelzemon, ma prima che
potesse seguirla, una voce
«BEEEEEELZEMON!»…«AH?!»
Era Terriermon, che gli giunse incontro assieme agli altri
«Non posso crederci, ahahah!! Sei
qui!!»…«Terriermon!»…«Renamon!»
esclamò il Digimon dalle lunghe orecchie, seguito da Lopmon
«Renamon, i tuoi bambini! Sono
salvi!!»…«E’ tutto a posto,
ragazzi.» comunicò la volpe dorata con la classe e
la fermezza che la distingueva, aggiungendo «Siamo liberi.
Ora non ci resta che spegnere l’incendio, e aiutare gli umani
che vi sono
intrappolati.»…«Calù! Ci
aiuterà un
amico!»…«Cosa?» Renamon
restò sorpresa, e Calumon «Calù,
Calù! Seguitemi, da questa parteee!!!»
esclamò e tanto fu trascinante che Beelzemon e gli altri non
poterono che andargli dietro.
L’ultima perla infuocata rotolava sul pavimento…
«Quel che chiedo è soltanto una dignitosa uscita
di scena!» declamava LadyMeramon «Dignitosa
è un po’ difficile, ora come ora!!»
ribatté Wolfiremon, ma la signora di fuoco
sogghignò e si volse appena «Uhmuhmuhm, non ne
sarei così sicura.»
«Takato!» chiamò Jeri, alzando la mano
per farsi notare mentre scendeva in corsa le scale «Cosa?!
Jeri?!» il ragazzo si volse sbalordito, e anche Wolfiremon
«Eeeh?!! Che ci fa quella qui?!»
Ma LadyMeramon esclamò «ADESSO!!!» e la
perlina, scivolata silenziosa vicino a Wolfiremon, detonò
«AAAAAAHHHHHH!!!»
…strattonando violentemente la Digimon contro la parete.
«Ah?! Wolfiremon!!!» esclamò il ragazzo,
appena raggiunto anche da Jeri.
«AH, AHAHAHAH! Ride bene chi ride ultimo!! Con questo e mille
altri proverbi sono cresciuta e diventata tanto POTENTE!!!»
di nuovo agitando un minaccioso bolide tra le mani.
Jeri si strinse intimorita a Takato «E’ lei che ha
provocato
l’incendio…?»…«Sì…»
rispose il ragazzo con un filo di voce, mentre LadyMeramon si
avvicinava «Ora che ho levato di mezzo quella stupida Digimon
posso finalmente occuparmi in pace di voi esseri umani: senza di voi i
Digimon non valgono NIENTE!!» Takato si parò di
fronte alla ragazza «Jeri,
allontanati!»…«No! Non ti lascio qui da
solo!»
«Addio per sempre!! PERLE
INCENDIARIE!!!» nel più vigoroso
vortice spiraleggiante.
«Terrier-Tornado!!!»
e il vortice fu deviato da un travolgente spostamento d’aria.
«EEEHH?!» sgomento per la Digimon di fuoco.
«Ma questa voce io---!!!» sussulto nel cuore di
Takato.
«Pallottole
smaterializzanti!»…«WAAH!!!»
il pavimento subito vicino ai piedi di LadyMeramon fu disgregato dalla
potenza di quei bolidi: dal buio in cima alla scala si intravedevano
due ali nere, e due pistole puntate contro di lei «Non
costringermi a colpirti!!» intimò Beelzemon
«Arrenditi.» pronunciò la profonda voce
femminile della sagoma di una volpe, in piedi sulla ringhiera e pronta
a scagliare mille schegge luminose «Il tuo voltafaccia
è imperdonabile!» disse infine una sagoma
più piccola e marrone, mitragliando schegge di ghiaccio
intorno alla nemica «Ah-ahi-WHA! No, no-no-no-no-nooo! Tutti
insieeeme!» che rabbrividiva di fronte a quella
prospettiva…
…che invece portava gli occhi di Takato a
spalancarsi…
«Maledetti, mi avete imbrogliato così non
valeee!!» LadyMeramon si alzò rapidamente in volo
«Ma vi assicuro che non finisce qui! Questo affronto me lo
segnerò in nero sull’agendaaa!!!»
Volando via. Tra le fiamme e verso l’esterno. Ma Takato non
aveva né la testa né l’animo per
occuparsi di lei. Bensì solo per attendere la conferma a
quell’illusione emersa tra fuoco e buio.
«Mmm, mi hanno battuuuto! Traditori! Si sono coalizzati come
ha detto Guardianmon!!!»
Fuori dalla centrale, sul tetto del palazzo, PinkMonzaemon si
risvegliava «Oaaahhh…ho schiacciato un pisolino.
Che ore sono, Gelsomon?» rimettendosi metodicamente gli
occhiali «Ronf, oh? E lo chiedi a me?
Ah…è ancora notte, non mi abituo a questi ritmi.
Scusa, ma quella che ci schizza addosso come una
pazza…?»…«Non è la
nostra amica…?»
…tutto questo, riprodotto all’interno dello
specchio fluttuante di Guardianmon «HA FALLITO!!»
scaraventando la spada a terra e stringendo il pugno «Stupida
vecchia, si è rivelata un’incapace!! Ora quei
maledetti Digimon si riuniranno ai loro domatori!!»
Tanto fu travolgente che spinse in un lampo anche le sue due amiche a
spiccare il volo, Gelsomon grazie alle sue ali, PinkMonazemon a bordo
dell’aeroplano di peluche «Aaah, dobbiamo
organizzarci meglio, ragazze!!!» gracchiò
LadyMeramon «La figlia di Cyclemon si è schierata
con quei rinnegati!»…«E ti ha fatto la
pelle.» precisò PinkMonzaemon, seguita
dall’annoiata Gelsomon «Te l’avevo detto
che sarebbe stato meglio che avessi lasciato a noi, la
missione.»…«TACETE!!! Ahhh, povera
meeeee…!» così che in pochi istanti
furono tre luci in fondo al cielo notturno.
Ma all’interno del Centro ricerche, ancora avvolto dalle
fiamme, e circondato dalle assordanti sirene di soccorsi prossimi
all’intervento…
Takato, al fianco di Jeri, muoveva passi tremanti in direzione delle
figure che a poco a poco si rivelavano dal buio.
L’essere dalle enormi ali nere…
La sagoma scattante, femminile e dorata, che balzò
giù dalla ringhiera.
I due più piccoli ma dalle grandi orecchie, che si riunirono
e si presero per mano.
Takato ad un tratto si fermò e deglutì, non ce la
faceva a procedere avanti. Jeri però sì. E
c’era una sagoma, più piccola fra tutte, che
sembrava incedere proprio verso di lei
«…calù,
calù…» in un sussurro, ma fiero al
contempo. Mano a mano svelava il simbolo sulla sua fronte, giungendo
dal buio sotto la luce delle fiamme, tra le quali sfilava con un
andamento dignitoso nonostante fosse poco più grande di un
fiocco di neve, ed il suo passo potesse tendere a pencolare.
Wolfiremon nel frattempo si rialzava a fatica
«Oh-hhh…
…è fatta. Il pericolo è scampato.
Oh?» sussurrò, ma poi si accorse di quella linea
che sembrava congiungere i loro destini.
La commozione affiorava negli assorti occhi di Jeri, che non smettevano
di fissare la bianca e piccola creatura
«Sei…proprio tu? Calumon?» (canzone: Alessandra
Amoroso – Difendimi per sempre)
«Ah! Calumon…» Takato, dietro di lei,
restò senza fiato.
Mano a mano tutti si svelavano…
Jeri corse avanti «Mi riconosci?!...» piegandosi su
di lui, i cui occhi segnati a poco a poco venivano alla luce.
Lei gli tese le mani, di cui lui notò prima le appariscenti
unghie. Poi il fatto che lo stessero gentilmente sollevando.
«Queste mani…» quella voce fattasi un
po’ aspra «…non mi sollevavano da quando
ero nel D-Reaper.»…«Ahah!!»
Jeri rise di felicità.
E Takato si aprì in un sorriso.
«Ben ritrovata, Jeri.» quello sguardo fattosi
fiero, lei lo avvicinava lentamente al cuore. E lui, nella sua ferma
commozione «Sono contento di
trovarti…più bella di come ti ho lasciata.
Brava…calù.»…«…Calumon…»
Il trucco di Jeri scolava nelle lacrime.
Giunsero gli altri attesi da Takato.
Lopmon e Terriermon per mano «Ahah!
Momentaiii…!»
«Terriermon, quella parola è
unica…» era il sussurro del ragazzo.
Beelzemon esortava lievemente Renamon, le loro sagome nobili
incedevano, lui sorreggeva la cupola con i piccoli di volpe.
«Renamon…inconfondibile quella classe.»
L’alato accennò un sorriso e alzò la
pistola in cenno di saluto.
«Beelzemon…! L’ho avuto troppo vicino
per sbagliarmi.»
Renamon, pur restando un po’ timidamente nella penombra
«Ignori…la felicità che può
darci. Il fatto di rivederti. Takato. Cresciuto…ma non
cambiato.»…«No, non cambiato,
no.» si affrettò a replicare
«E’ passato solo un secondo in
realtà…»…«Ah!»
Renamon sussultò.
«Solo un secondo anziché dieci anni sul mio cuore,
non mi siete mancati di meno…
…di come…sarebbe stato…se fosse
trascorso solo un secondo da allora.»
Sotto gli occhi di Wolfiremon, colpita da quella scena…
«Bentornati…»…«Ahahah!
MOMENTAIII!!!» Terriermon gli balzò in braccio
mentre lui sorrideva e versava grate lacrime «CI SI
RITROVA!»…«Come
state…?!» chiedeva Takato incredulo della loro
reale consistenza.
I Digimon tacevano, fra mille emozioni.
«Oh…! Amici…sono
così…!!...» di quell’immensa
felicità, Takato riuscì a esprimere solo
l’accenno che gli guidava gli occhi alla ricerca di
un’altra sagoma
«…dov’è
lui…?»
Ma a quel
punto gli sguardi dei suoi amici si abbassarono, incerti. E nel suo
cuore nacque l’ingenua pena di un dubbio.
Ryo e Cyberdramon
uno di fronte all’altro, calpestando i frammenti di vetro.
«Ne ero certo. Il potere della nostra unione non si
è esaurito, anche se il tempo è trascorso! Non vi
è gabbia isolante in grado di
imprigionarlo.»…«Ryo,
ragazzo.» quell’artiglio carezzava il suo viso
«Ho sentito come allora il tuo cuore che mi
chiamava.»…«Il mio cuore l’ha
fatto, ti ha chiamato in tutti questi lunghi anni.»
sollevò Ryo delicato quella zampa, stringendola a
sé come un qualcosa di caro «Sei sicuro che possa
ancora funzionare…?»…«Ho
tanto bisogno di te, se prima non ne avesse il mondo, di
entrambi!»…«Oh?»…«Sì,
Cyberdramon, possiamo farcela, possiamo cambiare l’idea che
la gente si è fatta dei
Digimon!»…«Non saprei
come…»…«Io sì! Qui
sono in molti ad attendere soccorso, e noi…!»
mostrando quella carta «Siamo di nuovo i soli a poterglielo
dare.»…«…quindi…?»…«Sì,
amico mio.»
Si
avvicinavano, mentre il loro Digivice si innalzava, incorniciato da un
alone.
«Guilmon non si trova.» spiegava Renamon…
…dinanzi allo sguardo spaesato di Takato…
«E’ per cercare lui che siamo partiti ad uno ad uno
da Digiworld.»
«Guilmon…»
Ma Beelzemon intervenne «Però, Takato, non
dobbiamo perdere la speranza!»
«Calù!» fra le braccia di Jeri
«Ora che siamo insieme tutto potrà essere diverso!
O forse dovrei dire simile, calù.»
Infinita tristezza e disorientamento, negli occhi di quel
ragazzo…
Profonda malinconia e struggimento nello sguardo di Wolfiremon, la lupa
digitale, che li osservava a distanza…
«Andiamo» sussurrò Ryo
«S-Sicuro…?»
Così la zampa di un Digimon si apprestava ad accogliere il
piede di un giovane uomo, per aiutarlo a montare.
«Sta-sta attento, Ryo.»…«Non
temere…ricordo bene come si fa. Basta un solo balzo.
Ohp.»
In un lampo fu sulla sua groppa, lo strinse. E Cyberdramon
avvertì un’indescrivibile emozione nel percepire
quelle forti braccia.
La luce travolgeva il Digivice che rinasceva in nuova forma, decorato
da una zampa artigliata.
«Ptsss, ti peso
troppo?»…«N-No, non tanto di
più.»
«…bene.» Ryo socchiudeva gli occhi e
abbandonava ogni paura…
«Pronto a
volare?»…«…sì.»…«…adesso
spalanca le ali.»
Cyberdramon obbediva. Molteplici ali rosse spalancarsi, circondate da
fiamme…
«Vola.»…«…reggiti
forte.»…«Vola, cucciolo mio.»
Cyberdramon si librò…il suo domatore si
aggrappava saldamente.
«Vola, Cyberdramon.»
Un Digimon
come quello è nato per volare:
con un balzo più alto della fantasia, sfondò il
tetto del Centro ricerche sovrastando il fuoco e l’immensa
parabolica. Sovrastando la strada, e la città nel vento che
scompigliava i capelli di Ryo «…mi è
mancato tutto questo.»
«Guardate,
quello è un Digimon!» indicarono gli
agenti intrappolati nell’edificio in fiamme.
Ma Ryo si alzò in piedi senza paura, sulla schiena del suo
Digimon.
«DIGIMODIFICATI!!!» strillò socchiudendo
gli occhi per scagliare quella carta.
Che centrò il Digivice fluttuante sul vuoto «Carta di Lanamon!!!»
La sagoma di una graziosa Digimon acquatica conferì il suo
potere a Cyberdramon, che si caricò «Nube…
…INONDANTE!!!» esclamarono Digimon
& domatore, e Cyberdramon materializzò una nuvola:
da questa tuoni e fulmini generarono un vortice acquatico tale da
travolgere la Centrale…
…e dissolvere in mille gocce lucenti
quell’incendio.
«Ahh! Quella creatura ci ha
salvati!»…«…senza di lui saremmo morti.
Abbiamo sbagliato sul suo conto.»
E tutti ad
acclamarlo. Cyberdramon era incredulo di fronte a quello spettacolo, ma
Ryo ne era felice e lo stringeva.
«Guilmon…perché non è
qui?!»…«Takato, non fare
così, non devi
scoraggiarti!»…«Oh?
Jeri…»
«Li abbiamo
ritrovati, ti rendi conto?!» brillava di speranza lo sguardo
della giovane, illuminando la tristezza del ragazzo.
«Sono di nuovo con noi! Ora che il varco si è
aperto…sono sicura che riusciremo a riunirci. Non perdere il
sorriso e spera con me!...
…Guilmon tornerà…»
E come in passato, dai suoi occhi insicuri, nacque a poco a poco un
sorriso desideroso di sperare ancora.
Sotto gli occhi dei Digimon…
«…fidati di me. Guilmon
tornerà…»
La mano del ragazzo, e di quella ragazza dalle unghie smaltate, sospese
e strette nella speranza. (fine-canzone)
Dinanzi a quel ricongiungersi, una voce femminile pronunciò
«…non c’è più
posto per me.»
Era Wolfiremon, e quanto triste si era fatto il suo elegante muso,
quanto malinconici quegli occhi azzurri che portò via di
lì, approfittando…
…del fatto che quei Digimon e quei ragazzi erano
così presi dall’esseri ritrovati «V-Va
bene…!» Takato asciugò i suoi occhi
«Guilmon non è qui, PER
ADESSO…!!...» scandì con sforzo e tra i
denti quell’ultima espressione, riemergendo
l’istante successivo «Però voi intanto
siete qui!» lasciandosi andare ad un sorriso
«L’incendio è
finito…» descrisse guardandosi attorno
«Attorno ai nostri corpi…
…e alle nostre vite, ragazzi! Perché gli altri vi
stanno aspettando. I miei amici!! Henry, Suzie, Rika…! Loro
non vedono l’ora di rivedervi, non facciamoli aspettare
ancora!!» quel pensiero sembrava infondergli forza, e gioia
«Andiamo da
loro!!»…«Rika…»
pronunciò Renamon, ma l’istante dopo
«Ahhh…»…«Renamon!!»
esclamò Beelzemon, sorreggendola «Che
cos’hai, Renamon?!» trasalì Takato,
vedendo la volpe dorata svenire dinanzi a loro. Anche Terriermon e
Lopmon accorsero
«Renamon!!»…«Apri gli occhi,
ti prego!!»
«…mammina!!» tremò di nuovo
la piccola Akirmon, assieme al fratellino…
A Tokyo ci sono quartieri ancora illuminati a notte inoltrata. Ci sono
strade ancora trafficate. Gruppi di ragazzi ancora in giro. E
negozianti disponibili a restare ancora aperti per loro.
Per una
strada di queste faceva ritorno Rika. Nei suoi occhi la stanchezza, e
l’angoscia per quelle parole udite poco prima, che non
riuscivano a lasciarla in pace. Se alzava lo sguardo e cercava tra le
stelle…
…si rivedeva poche ore prima seduta nei corridoi del pronto
soccorso. Si era alzata quando era riuscita a scorgere la sua amica
Himi parlare col medico «Come
sarebbe, dovrà stare ingessato per due mesi?!»…«Ma…signora
è il minimo, non si rende conto? Suo marito ha avuto un
brutto incidente. E’ un miracolo che sia salvo.»…«Ma mio marito fa il muratore,
stava cercando lavoro perché tra poco non guadagno
più, chiudo il locale!!»…«Mi dispiace. Ma è
escluso a priori che suo marito in queste condizioni possa lavorare. E
per diverso tempo.»…«E noi come facciamo?! Siamo una
famiglia di cinque persone, che gli do da mangiare ai miei bambini?!»
Rika aveva
udito tutto questo, e aveva chiuso gli occhi, tornando a sedere, o
forse lasciandosi lentamente cadere…
Ora in strada non aveva appoggio. I passanti erano molti, ma
paradossalmente a nessuno di loro poteva chiedere aiuto. Il suo passo
era esitante. Il suo cuore distante al punto che il cellulare dovette
squillare un bel po’ prima che lo portasse
all’orecchio. E chi era dall’altra parte, dovette
attendere un bel po’ prima che la ragazza trovasse la voce
per rispondere «…pronto?»
«…Rika?»…«…mamma…»
«Tesoro, sono preoccupata!» espresse la signora
Rumiko, a casa sua, assieme a sua madre che sembrava essersi
addormentata «Ptsss…non posso parlare ad alta voce
tua nonna ha preso sonno a fatica.»
«Figliola fai un salto a casa sono tre giorni che ti
trattieni in quel locale, così ti
ammalerai!»…«…mamma…non
sono al locale. Ho accompagnato Himi al pronto soccorso, suo marito ha
avuto un brutto incidente.»…«Un
incidente…?
…Rika, mi dispiace per la tua amica, però ti
prego. Dammi ascolto, non sei abituata a questi ritmi. Hai bisogno di
dormire!»
«Non credo che riuscirei a dormire. E non so se sarebbe un
bene se ci riuscissi…»
«Rika, ascoltami: tua nonna…mi chiede di
te.» Neanche a farlo apposta, la signora si girava nel letto,
ed accennò «…con chi stai parlando,
Rumiko?»…«Con Rika, mamma. Ecco, allora,
l’hai sentita?!»
«…dì a nonna di non
preoccuparsi…» replicava la ragazza…
…ma come fece notare sua madre «Ah, hai una voce
distrutta. Tu non ti rendi conto degli sforzi a cui ti sottoponi, cosa
vuoi, svenire di colpo per strada?! Così trovano tua nonna a
casa quando chiamano dall’ospedale e le prende
un…infarto, e prende anche a me al termine di questa
drammatica lista! Mettiamo in chiaro le cose.»
Mentre
Rika sembrava così stanca di vita, luci, città e
parole…
«Io ti ho fatto una ben chiara proposta…»
«…e io infinite volte ti ho dato la mia
risposta…»
«Tu infinite volte mi hai contraddetto come tuo solito, come
una ragazzina caparbia! Ma sai molto bene…ahhh, Rika non
farmi ripetere certe cose. Ti prego. E non farmi ritornare su certi
argomenti…
…
…sono dolorosi per tutti.»
Gli occhi di Rika sembravano proprio questo confermare.
«Figliola…c’è stato qualcuno
che ti ha voluto molto bene. Qualcuno che se per te ha smesso di
contare beh per me no! Oh insomma mica ero io dieci anni fa ad agitare
quello scettro tintinnante sorvolando il D-Reaper!!...
…eri tu, e sappiamo che non eri sola: c’era la
protezione della Signora. Allora…
…ed ogni giorno al tuo
fianco.»…«Non so come puoi solo pensare
che io l’abbia
scordato…»…«Se non
l’hai scordato allora fa mente locale. Lei non avrebbe voluto
vederti fagocitata da questa vita! Lei, Rika, avrebbe voluto per te un
futuro diverso, e
anch’io!!»…«…
…mi dispiace di avervi deluso. Che posso
dirti.»…«Mmm, non è questo il
punto! Rika!!...tu non mi hai deluso, il fatto è solo
che---!»
Ma Rika aveva richiuso il cellulare, lasciando cadere il suo braccio
lentamente, col cuore scoraggiato.
Sua madre dall’altro lato «Il fatto è
che non vogliamo che tu soffra perché ti vogliamo bene,
così come sei!! Mi-Mi hai sentito, figlia mia?!
Rika!!»
Fu la nonna della ragazza ad accennare a sua figlia
«…ti ha richiuso il telefono, non è
vero?...ormai la
conosco.»…«Rika…»
Rumiko però versava lacrime.
Rika riprendeva a camminare…
…e sua madre guardava al soffitto «Ah, Signora, ma
perché ci ha abbandonato?! Perché non torna, noi
da sole non ce la facciamo!!»
Rika però sembrava aver voglia di star sola. I suoi tacchi
erano alti, ma il suo capo chino, fissava la strada. D’un
tratto fu la luce di un negozio ad attirarla. Un video-noleggio, e
oltre la vetrina scorse del materiale un po’ vecchio: alcune
carte, e pupazzetti dei Digimon. Una forza d’affetto e
ricordi sembrò richiamarla, si mosse svelta, voleva entrare
ma…chiusero proprio in quel momento la saracinesca. Questo
portò delusione nel suo cuore. Poté solo volgere
lentamente lo sguardo…
Una comitiva di giovani le passava accanto. Erano tre ragazzi,
più o meno coetanei. Chiacchieravano tra di loro
«Guarda, non me ne parlare. Se ritrovassi quelle vecchie
carte che ho perso le posterei su Facebook, hanno aperto una rubrica
per chi ha vecchi gadget dei Digimon.»
Quella parola non mosse i suoi occhi lilla, ma attirò gli
occhi della sua anima. Qualcuno la additò
«Pazzesco, non posso crederci, tu sei la Regina dei
Digim-»…«Ptsss-ahhh, tu hai le
allucinazioni da una vita con questa Regina dei Digimon!»
replicò un altro di loro «Ti giuro che
è lei! E’ quella che ha vinto il mega-torneo di
carte undici anni fa, me la ricordo
bene!»…«Ma sì, ma
sì-DAAAI, ti riporto a casa, oggi hai bevuto decisamente
troppo!»…«Non sono ubriac-sic!»
…mentre quegli occhi di rimmel, a poco a poco, si
volgevano…
«Sic! Sei imbattibile...» tese la mano quel ragazzo
ma l’amico lo tirò via bruscamente «Ah
tu sei matto!»…«Wah-ah-ahhh, non
tirare!»…«Una di quel genere ti porta
via anche gli occhiali, ma non lo sai che hanno alzato i prezzi quelle
come lei ultimamente?!» e si allontanavano, tra la strada e
la gente. Il ragazzo “visionario” non si reggeva in
piedi, lo trascinavano mentre ancora indicava Rika «N-Non
somiglia un po’ a Kaaari,
sic?!»…«Scemo, scambiare una prostituta
per la Regina dei Digimon, sei ubriaco fradicio!» ed il terzo
ragazzo con loro aggiunse «Ancor peggio per Kari: qualora sia
mai esistita ora è casa col suo Digimon, non in strada ad
arrotondare. Bevi e sogna di meno,
bello!»…«Sic! Forse avete
ragione…non le somiglia così tanto,
poi…»
Rika ne prese atto con rassegnazione. Non le restava di fronte che un
inutile semaforo. E un inutile attesa, tra un rosso e un verde che non
la riguardava. Di più la riguardava l’aria fresca
della sera, da cui per un motivo o per un altro, quella corta
giacchetta sembrava non riuscir mai a proteggerla. Guardando verso
l’alto, ignorando che adesso era verde, quel disagio
sfociò paradossalmente in un sorriso. Un sorriso di
tenerezza «…dà retta ai tuoi amici,
hanno ragione. La tua non era…» narrava con
dolcezza quasi materna «…e forse non è
mai stata…altro che una…banale
allucinazione.» Attraversò la strada, dunque
«…l’alcol ti ha ingannato. E forse il
rimpianto di vecchie passioni. Non era lei, la
Regina…è sfuggente, e forse è solo
frutto di fantasia. Un’illusione plasmata dalla
luna…e dalla notte cittadina.» Quella notte di
Tokyo che la decorava, bella e ventenne com’era nonostante
stanchezza e dolore «Se la avvicini…forse non ti
rivolgerà la parola. Narrano che sia scostante…e
orgogliosa.» fino a giungere all’altro marciapiede.
E specchiarsi in una vetrina ancora accesa oltre i buchi della
saracinesca «Ma non la incontri certo in strada fra tanti.
No…ti sei sbagliato.» pronunciò con
espressione saggia «Lei non le assomiglia per niente.
Né ricorda un’eroina del passato. Torna a casa, e
la prossima volta bevi un po’ meno.» suonava
premurosa la sua voce, e si scostò i capelli come se la
vetrina fosse uno specchio «Una doccia…ed una
bella dormita ti aiuteranno a veder più chiara la
realtà. Lei ormai non vive più
qui…» e riprese a camminare, fra molte luci, e fra
molte vite.
Le mani di Takato scorrevano gelide tra il pelo dorato della volpe
digitale «Renamon…non adesso che ti ho ritrovato,
non ora che Rika ti sta aspettando!» Vi era paura nel suo
tono, per quegli occhi sottili ora chiusi. Beelzemon, che la teneva tra
le sue braccia, non tardò a comprendere svelando il segno
scuro che la creatura aveva sul fianco «E’ stato
per prima…»
Nella mente del Digimon tornò la scena in cui Renamon era
stata travolta dal fuoco mentre correva per recuperare i suoi figli
«Cos’è quel segno?! Ma questa
è un’ustione!» esclamò
Takato, e Beelzemon «Il fuoco l’ha colpita! E i
momenti di tensione che ha attraversato l’hanno stremata.
E’ molto debole.»…«Come
facciamo?!» si chiedeva il ragazzo, agitato. Ed anche
Terriermon alzava lo sguardo «Renamon…»
e vi si leggeva timore. Jeri sottolineò «Non
possiamo portarla da un medico, ora è pericoloso rivelare la
presenza di un Digimon!» ma fu quello il momento in cui
Takato, guardandosi attorno «Ehi, ma…?
Dov’è finita Wolfiremon?!»
Solo che «EHI!!! RAGAZZIII!!!» si udì
un’altra voce in avvicinamento. Il gruppo si volse
«Ryo!» esclamò Takato, e Terriermon
«Cyberdramon, ci sei anche
tu!!»…«…ti ritrovo con
piacere, Terriermon.» disse il nero drago digitale, mentre il
suo domatore alzava un dito di meraviglia «Ehi, è
incredibile, ma questa è un’autentica reunion! La
reunion del Digimon-team, questo è l’evento
dell’anno ragazzi: che ne avete pensato della nostra
splendida performance?!» pavoneggiandosi con le mani sui
fianchi, ma Takato replicò «Ryo, Renamon sta
male!!»…«EEH?!» smontando
quella posa orgogliosa in un istante «Possibile che compio un
gesto eroico dopo ben dieci anni e qualcuno si sente male al
contempooo?!» ma poi scosse la testa e scrollò
quei pensieri «Ahhh, ma cosa dico-Renamon sta male?! C-Che
cos’ha, fatemi spazio, fatemi
vedere!»…«Ryo.» lo
richiamò Cyberdramon, e anche Beelzemon
«A-Attento!» quando lo vide piegarsi e mettere le
mani su Renamon «Tranquilli, in società sono
passati ci hanno fatto un corso di medicina e pronto soccorso: so tutto
di come si opera in casi del
genere!»…«C-Ci fidiamo sulla
parola!» accennò Jeri non del tutto convinta
però. Ryo trasalì «COME SE
L’E’ FATTA QUESTA
ROBA?!!»…«L’ha travolta una
scia di fuoco!» replicò Beelzemon, e Ryo
«Accidenti, è peggio di quella che mi feci io in
campeggio folgorandomi con il phon, secondo me l’ha fatto
perché ha paura di rivedere la brutta faccia di
Rika!»…«Siamo disperati, non sappiamo
come fare!» illustrò Jeri «Non
c’è nessuno a cui possiamo
rivolgerci!»…«Niente paura,
Jeri!» garantì il domatore leggendario
«So io a chi rivolgermi in questi casi: ho un socio, una
persona fidata da cui possiamo portarla!» La ragazza sembrava
interdetta. Takato volle sapere «Un socio?! E può
curarla?!»…«Tranquillo, Takato: se te lo
propongo vuol dire che puoi fidarti, no?!» Jeri
però insistette «Ryo, ascolta, questa è
una faccenda molto seria: siamo sicuri che poi questa persona non
andrà a dire in giro che i Digimon sono
tornati?!»…«Eehh? Ormai siamo eroi
un’altra volta, dovevate vedere prima quando con Cyberdramon
ho spento il
fuoco!»…«Ryo-»…«D’accordo,
d’accordo Jeri ho afferrato! State tranquilli, siete in una
botte di ferro. Questo tipo ha un ambulatorio. Però
sbrighiamoci!» Takato confermò
«Sì, ragazzi, sbrighiamoci!! Dobbiamo muoverci
senza farci vedere! Ah, e…bisogna avvertire Rika! Lei,
Henry, Suzie!»…«Una cosa alla volta,
Takato.» precisò Ryo, aggiungendo
«Quando avremo portato Renamon e i suoi figli al sicuro la
chiamerai: se ti attacchi al telefono adesso quella comincia a urlare,
e a dare di matto. La conosco! Si preoccuperebbe quando invece deve
vedere la sua Digimon bella, tranquilla in un letto comodo, vuoi
mettere
l’effetto?!»…«Sì,
però…almeno voi!» Takato si rivolse ai
piccoli Digimon dalle lunghe orecchie, di cui Lopmon ammise subito
«Io resto con lei.» alludendo a Renamon
«Suzie però di certo ti sta aspettando!»
replicò Takato, e la piccola Digimon parlò con
ferma pacatezza «Suzie…lo so, e anch’io
attendo con ansia di rivederla ma so che se fosse al mio posto farebbe
lo stesso.»
Takato, Jeri, ed anche Ryo e i Digimon restarono colpiti da quelle
sagge parole. Che seguitarono «Non lo sapete, ma in questi
anni Renamon è stata la mia più cara amica e
confidente. Ha asciugato…tante mie lacrime, ed ha saputo
trovare quelle parole che in realtà non esistono, per
combattere la nostalgia. Io mi sono presa cura dei suoi figli la
mattina a scuola e nelle sere in cui assieme a suo marito uscivano. Fra
noi c’è…» chinando la sua
testina «…un vincolo profondo di amicizia e
sostegno. E’ una Digimon che stimo e che ammiro con tutta me
stessa. Per questo sento che il mio primo dovere qui sulla terra
è seguitare ad essere quell’amica e quel
riferimento che forse talvolta sono stata. Credetemi però,
appena starà meglio correrò da
Suzie.»…«…Terriermon?»
chiese Takato «Tu però
intant-»…«Oh-h…no, ecco, non
è ancora il
momento.»…«Perché,
Terriermon?!» Takato si piegò su di lui,
rivelandogli «Non hai idea…di quanto Henry abbia
sentito la tua mancanza in questi anni!» ed intervenne anche
Lopmon, ponendo un orecchio sulla spalla del suo compagno Digimon
«Su questo Takato ha ragione: se con Renamon ti ho detto che
resto io tu potresti subito correre da
Henry.»…«Non posso,
ragazzi.»…«Come mai, cosa ti
trattiene?» chiese Jeri. Il Digimon rispose, col capo chino
«Adesso…tutti i negozi sono chiusi. Nei parchi
pubblici è buio, e non si distinguono bene i fiori da
raccogliere. Non posso comprare un pensierino per il mio amico,
né portare un bel mazzo di fiori per
Suzie.»…«C-C’è un
mio socio che lavora anche a quest’o-»
provò a intervenire Ryo ma Jeri gli tappò la
bocca con la mano, chiedendo poi «Per te è
così
importante?»…«Importante…?
Oh, altroché. Credetemi ragazzi ho sognato per dieci anni
questo momento. Guardate come sono ridotto adesso, sono tutto sporco di
fumo e di cenere, non posso certo presentarmi dal mio amico in queste
condizioni.»…«Ah,
sciocchezze!» ribatté Takato, insistendo
«Henry gioirebbe alla tua vista anche se
fossi…completamente coperto di
nero!»…«Sarà,
però…Takato, cerca di immaginare come mi sento.
Io non ho mai smesso di sognare che un giorno ci saremo ritrovati. Ora
finalmente, dopo tanto, quel momento sta per giungere.» i
suoi occhietti neri svelarono limpidezza e sentimenti,
nell’accenno di un sorriso d’emozione
«Voglio che sia speciale, che non sia diverso…da
tutti i sogni e le immaginazioni di questi dieci anni. In ognuna di
queste io tornavo sempre…pulito…elegante, tenevo
in una mano un regalo confezionato per Henry. Mentre…stretto
nell’orecchio portavo con me un mazzo di fiori per la piccola
Suzie. Senza contare, in bilico sulla testa una crostata, o un dolce
per la signora e il signor Wong. Capite, desidero…che sia
tutto perfetto. Non potete negarmelo, ragazzi. Non
c’è…cosa…che desideri di
più.» Il silenzio e l’incertezza che
seguirono furono rotti da Jeri «Noi ti capiamo,
Terriermon!»…«Ahah! Grazie,
Jeri.» Jeri, la quale si appellò agli altri
«So che può sembrare strano, ma ognuno di noi ha
sognato da tanto tempo un certo istante!»
Parole che fecero chinare il capo a Takato, e ricordarsi di
“Guilmon…il nostro ancora non è
giunto.” Il suo pugno si stringeva. Ma di nascosto da tutti.
«Oh, via, ragazzi, che sono quei musi lunghi?!»
esortò Ryo, aggiungendo «Dobbiamo stare allegri,
per noi Digimon Tamers sta per tornare a soffiare il vento favorevole,
i Digimon sono ritornati ed è questo ciò che
conta!»
Beelzemon nel frattempo rifletteva “E io, in tutto
questo…? Cosa faccio?” dopodiché
propose «E-Ehm, scusate. Quanto a me, credo sia meglio che
torni al convento.» facendo volgere tutti
«Ehhh?!!!»…«B-Beh? Che ho
detto di male?» al che Ryo gli andò vicino e gli
mise il braccio attorno al collo «Ah, Beelzemon, Beelzemon,
tu equivochi: non hai ancora ben chiara la disposizione qui, sulla
terra!»..«M-Ma io
veramen-»…«Ptsss, il CONVENTO
è sì pieno di donne ma sono donne consacrate! Non
ne caverai un tubo: ptsss…quello che ti serve è
altrove. In certi locali aperti anche sul tardi, conosco un pub che
è tenuto da un mio amico, e che-» Ma il rossore
era schizzato sul volto del Digimon «Oh-h, n-no, v-veramente
Ryo c-credo che sia tu-che sia tu,
a-ad…equivocare!»
Indescrivibile l’imbarazzo sul suo volto a tre occhi.
Imbarazzo che destò un lieve sorriso nei presenti, mentre
lui spiegava «I-In
convento…c’è la mia Digimon
Tamer.»…«Ah?!...CAVOLO, E’
VERO! Era la tua quella che si è fatta monaca!!»
ricordò Ryo «Vedi come vanno le strade? Lei
così, e Rika in quell’altro modo, noi Digimon
Tamers abbiamo preso le vie più disparate ma alla
fine…ihihi!» sfoderando un sorrisone
«Quello che conta, e che ci ritroviamo sempre tutti: oggi ne
è la dimostrazione!
Cyberdramon!»…«Oh? Sì,
Ryo?»…«Tu vieni a casa con me, non mi
importa se mia madre è malata di cuore, regredisci
Monodramon e ti nascondo sotto il letto come facevo i primi tempi! Poi,
e-eh…dunque…» ma Takato
ricordò «Wolfiremon!» e Terriermon
«Giusto, Takato! Chi è quella Digimon che
combatteva con te?»…«E’ una
lunga storia, debbo andare a cercarla! Scusatemi, è
importante!»…«Tranquillo Takato: sono
proprio curioso di sapere qualcosa in più su quella
Digimon!» commentava Ryo con un sorrisetto scherzoso verso il
quale Takato non era molto disinvolto, ma l’attimo dopo lo
congedò «Vai pure, noi intanto accompagnamo
Renamon dal mio amico.»…«Chiamatemi
appena avete notizie. Jeri?»…«Io vado a
casa, torno da mio padre.»…«Ci sentiamo,
ok?» dopodiché Takato corse via «A
presto, ragazzi!»
«Anch’io credo dunque…» e si
stava risistemando la borsa ma
«Jeri.»…«…sì,
Beelzemon?»…«…grazie.»
La ragazza restò per qualche istante in un incerto silenzio,
poi sussurrò «…di nulla.» e
rapida cambiò argomento «Come avete fatto ad
attraversare il varco?» Lopmon rispose
«E’ stato Calumon!» e Terriermon
«Eeeesatto! Ha concentrato i suoi poteri e invocato la
Digievoluzione luminescente. Come dieci anni fa a Digiworld: ricordi,
Jeri?»…«Ah!
Calumon…»
Il piccolo e bianco Digimon si era addormentato tra le braccia della
ragazza. Questa sentì tenerezza, e lo carezzò con
un’unghia «…ti porto a casa con
me.»…«Bene!» concluse quindi
Ryo «Squadra dei Digimon Tamers: a riaggiornarci!»
Con la luce delle sirene a riflettersi sul suo splendido pelo
autunnale, Wolfiremon si insinuava tristemente là dove la
città presa dal caos non l’avrebbe notata.
Né lei, né la sua coda a foglia lucente.
Desiderava solo il buio di un vicolo. La tristezza non abbandonava quei
suoi occhi azzurri…
…oltre ai quali tornavano a scorrere le immagini del
ritrovarsi di quei ragazzi, e quei Digimon. La gioia negli occhi di
Takato, come se quello dinanzi a lui fosse stato un miracolo…
…gli abbracci…
“Ora che sono tornati i vecchi amici, io me ne posso anche
andare.” pensava la creatura “A che serve un
Digimon che compia un miracolo. Il miracolo l’hanno
già compiuto loro, tornando.”
Si infilò così tra l’ombra, i bidoni e
i rifiuti a terra. E fu lì che la luce invertì il
processo di digievoluzione, e dalla lupa dal pelo di foglie rinacque la
ragazza dal vigoroso ciuffo rosso. Ma gli occhi erano gli stessi di un
attimo prima «E’ stato un gioco
fuggevole…»
Pensò, e si ricordò della battaglia affrontata.
Dei momenti in cui quel ragazzo si aggrappava a lei, per dissuaderla
dal rischiare. I suoi occhi non trovavano risposta «Mi chiedo
ancora cosa io stia cercando. Cosa ci stia a fare qui,
perché sia realmente venuta. Qual è stata la
forza che mi ha spinta verso…questi ragazzi, queste storie.
Io chi sono??...cosa c’entro con ciò che
è stato?» eppure
«Cindermon!!»…«Oah?!»
La ragazza si volse: la sagoma di un giovane si era affacciato in
controluce sul vicolo. Ora riprendeva fiato perché aveva
corso «…Takato…» Lui si
avvicinò «Che cosa ci fai
qui…?»…«Io…?...bahhh!...
…niente, lascia andare. Cose mie. No sai hai presente queste
cose femminili, questi momenti in cui ti isoli,
pensi…!» fra mille gesti accentati a cui lui pose
interruzione «Ti cercavo prima e non ti ho
trovato.»…«Piuttosto dimmi, tu cosa fai
qua. Come mai non sei con i tuoi amici Digimon???»
Il ragazzo chinò il capo «Renamon sta
male.»…«Co-COSA?!»…«Sì.
Ryo e gli altri la porteranno da una persona
fidata.»…«…oh mamma
santa…no adesso questa no però! CAVOLO, Rika
l’ha aspettata per dieci
anni!»…«Spero che si rimetta
presto.» espresse Takato. E poi si guardarono. Occhi negli
occhi. In silenzio per diversi istanti. Spontaneamente, lei
accennò «…lui…?...non
è venuto…?» al che il ragazzo a poco a
poco lasciò cadere le sue braccia, ed il suo sguardo
«…Guilmon…sembra sia scomparso da
Digiworld diversi giorni fa.»
Cindermon sospirò…nella sua mente
riaffiorò il ricordo del Digimon visto al fianco dei nemici.
Nei suoi pensieri la domanda “Che fine avrà fatto
quel benedetto Digimon emerso da un disegno??? Che starà
combinando?!” «Guilmon non si trova!!»
confessò Takato, tornando però a chinare il capo,
e descrivendo
«Ora…però…viene in secondo
piano. Adesso come adesso la cosa più importante
è che Renamon si rimetta, che gli altri possano
ricongiungersi al più presto con i loro
Digimon.»…«…cavoli…Takato
parli come se fossero più importanti gli altri quasi e tu
non contassi
niente…»…«…loro…hanno
aspettato quanto me. E ne hanno passate di molte. Talvolta
più difficili…»
Cindermon rimase sbalordita dinanzi a quelle parole. Takato
dichiarò «Adesso è il loro turno,
capisci?!!»
“…sempre meno. Tu e i tuoi amici non fate che
sorprendermi.”
«…non so dove sia il mio Guilmon.» e
solo la strada pareva in grado di ospitare quel suo sguardo
addolorato…
Nei suoi ricordi, si rivedeva passeggiare al fianco di
quell’essere digitale rosso e screziato di nero, incrocio fra
un drago ed un cane. Dopo il calare della notte, su un marciapiede
cittadino…
“E’
vero, sono un grande appassionato dei Digimon e del vostro universo, e
ho sognato mille volte di vedervi materializzare per inventarmi giochi
nuovi che andassero al di là degli scambi di carte e dei
programmi per pc” diceva allora la sua voce di
ragazzino “ma
non sono sicuramente l’unico: è stato un caso o
una scelta precisa? E’ una condizione momentanea o
permanente? So che sembra stupido, ma non faccio che pensarci!”
E ora, sotto gli occhi seri di Cindermon, la sua più matura
consapevolezza gli suggeriva “…era ben altro che
stupido.” …ma i ricordi non lo
abbandonavano “Stupido?
Noo, Takato, sta tranquillo: Calumon dice che è stupido chi
non pensa.” aveva risposto quel Digimon ingenuo
“Tu invece
pensi, quindi non sei stupido.”
dopodiché, il ragazzino si era fermato a guardarlo
“Sai che ti
dico? Pagherei qualsiasi cifra per avere la certezza di poter giocare
con te per tutta la vita.”
Scambiandosi così un sorriso, e le loro differenti nature.
Umana e digitale.
“Ho tanta
voglia di giocare. Ora è buio e non si può, ma
domattina, se Calumon torna a trovarmi ci divertiremo un MONDOO!”
…era l’entusiasmo di quella creatura che pareva
piovuta dal cielo. Ma pochi istanti dopo, il pericolo “Non è possibile!”
…aveva esclamato quel ragazzino alla vista di una misteriosa
forza che sfumava i contorni del suo amico.
“C’è
qualcosa che non va, Takato. Sento…un brivido freddo come
ieri notte.”
“E ora che
faccio?!” disse nel passato.
“E ora che faccio…?” pensava nel
presente…
“Non riesco a
muovermi…aiutami, mi sento…mi sento
sparire…”
“NO! Non puoi
lasciarmi così!!” gli si era buttato
addosso, stringendolo con le sue esili braccia umane ma già
piene di pulsioni d’affetto “Guilmon, ti prego! Sei
l’amico che ho sempre desiderato! E ora che sei qui con me
non voglio perderti!! Non è giusto!!”
gridava, e le lacrime solcavano il suo viso “Io vorrei…vorrei
restare, ma non ci riesco…”
così era svanito, apparentemente. Nonostante lui gli
gridasse “Tieni
duro!” ma sembrava inutile. Al suo
smaterializzarsi il ragazzino era caduto a terra.
“Takato…”
un sussurro sfumato, e poi solo la debole scia di dati.
“GUILMOOON!!!”
aveva gridato il giovane, improvvisamente solo, ma tanto forte da
echeggiare tutto attorno.
Poi si era alzato a riflettere “E’
sparito…? Non ci capisco più niente. Forse ho
sognato tutto.” e pochi secondi dopo “Ma no, che dico. Non
è possibile! Non posso aver immaginato…!!”
…e ora, dieci anni dopo “Quella volta riuscii a
ritrovarti. La paura svanì come una nuvola al riaffacciarsi
del sole. Chi l’avrebbe detto…che quel brivido
freddo di solitudine sarebbe divenuta la mia realtà. Chi
avrebbe pensato, che così tanti anni dopo ancora sarei stato
qui. Col cuore sospeso, a chiedermi dove sei finito. Nessuno
può rispondermi adesso…e il Digivice non mi
indica più la strada.”
«Il mio Digimon è svanito, Cindermon!!»
rivelò quel profondo dolore, ma nonostante tutto stringeva i
denti. Per i suoi amici.
Mentre lei lo guardava in un modo che sembrava tradire pena
“Takato…non dire che è sparito il tuo
Digimon. Io sono qui. Sono davanti a te.
Sono…anch’io un tuo Digimon. Anche se non sono
Guilmon…”
Una primavera di notte ancora rigida soffiava tra di loro.
Quando altrove…
…c’era qualcosa che cigolava. Un suono ritornante
e ripetitivo. Era una giostrina, vecchia e in parte scardinata dal
terreno di quel giardino. Una mano. No. Una zampa, artigliata e
screziata di rosso e di nero, sembrava intenta a far dondolare quel
vecchio gioco.
«…trema la terra…» accennava
quella grande creatura, e non smetteva. Sembrava aver bisogno di quel
rumore ritmico «Una catastrofe si abbatte sulla
città di Tokyo…» ripeteva, e forse
intensificava. Il dondolio era più rapido. I suoi occhi,
gialli, sembravano smarriti.
«Manca poco…» in uno strano, tremulo
automatismo «…molto poco. E poi le fondamenta del
palazzo cederanno. Fumo e macerie…saranno l’unica
cosa visibile attorno a noi…»
Dondolava quella giostra sempre più veloce.
Qualcuno però adagiò le sue giovani e candide
mani sul vetro della veranda. Lo contemplava. E il possente Growlmon se
ne accorse, e lo fulminò con lo sguardo. La sagoma si mosse,
ed il Digimon ne percorse tutta la traiettoria.
Fino a che non lo vide aprire la porta, per giungere da lui. E
richiuderla ordinatamente alle sue spalle.
Growlmon lo fissava. Ma non con questo riteneva di dover sospendere
quella sua operazione di ondeggiamento continuo. Quegli occhi rossastri
si fecero strada oltre il folto ciuffo di capelli neri, e puntarono
contro di lui «Che cosa fai…?
Giochi…per
dimenticare?»…«No.»
replicò presto la creatura «Faccio il
contrario.»…«Oh…!»
ironica approvazione «Perché sei venuto
qui?...!»…«Dovresti ammirare la mia
premura. Nonostante come mi hai trattato e ciò che mi hai
detto, ero preoccupato.»…«Non ti
credo.»…«…
…io ti penso costantemente, a tutte le ore del giorno. Non
dovresti meravigliarti, Growlmon.» spiegò
N’Emo, aggiungendo «Altri…lo hanno fatto
prima di me.»
Silenzio. Forse scandito da un impercettibile, cupo mormorio.
Poi, senza staccare la zampa dalla giostrina cigolante
«C’è ancora…!!...una cosa che
non mi hai detto…!!» scandì con rabbia
il Digimon. Il bambino lo guardò con aria interrogativa,
affermando «…ora sai tutta la verità.
Non chiedermi di mentirti.»…«NON
E’ VERO, non so tutta la verità!!»
tuonò l’essere. N’Emo
indietreggiò lievemente, senza scomporsi però.
Ora dondolava a gran ritornante velocità quel vecchio gioco
«Ti sei astenuto dal dirmi la cosa più importante
e cioè CHI
SEI…»…«Ah?! Dici sul serio?!
In tutto questo ora “la cosa più
importante” sarebbe la mia
identità?!»…«GRRR,
PERCHE’ MI HAI CERCATO?! PERCHE’ gli assomigli
tanto?!»
Il bambino celò tra i capelli un sorriso ironico. Le domande
di quel Digimon suonavano come morsi, ancor più aggressivi
dei suoi attacchi. Intrisi di risentimento «PERCHE’
mi trovo qui, cosa c’entra con lui?!»
N’Emo lo fissò per lunghi, interminabili secondi.
Rigido, orgoglioso e astioso il portamento del drago digitale. Alla
fine il giovane prese un sospiro. E svelò camminando per il
giardino «Me l’hanno chiesto. Si è
pensato che sarebbe stata la cosa migliore per
te.»…«GRRR, CHIII?!! CHI E’
STATO A FARLO?! QUEL DIGIMON DUE PIANI SOPRA DI
NOI?!!»…«Ma no…Purplemon non
c’entra niente. Andiamo, non far finta di non
capire.» descriveva con serio disimpegno e naturalezza
N’Emo «E’ stata una scelta di
famiglia.»…«…FA…MIGLIA?!»
Growlmon sembrava avesse voglia di sbranarlo. Ma ciò che lo
tratteneva pareva essere il contatto con quella giostra. E il rifiuto a
smettere quell’incomprensibile gioco, o abitudine che dir si
voglia, che consisteva in oscillazioni ininterrotte. N’Emo
non sembrava temere le sue reazioni, all’apparenza ostentava
tranquillità «Ormai possiamo parlarci con
franchezza. Come tu stesso deduci, è ovvio che ci sia un
collegamento di sangue fra me e lui.» Il Digimon
spalancò gli occhi «Sono…
…un cugino.» comunicò, col tono che si
adopera con cose di scarsa importanza «Un cugino che
casualmente una combinazione di geni ha reso molto simile a lui, non so
spiegarti il perché. Talvolta può succedere,
incognite della scienza!»…«M-Ma che cosa
dici?! Un cugino?!» diffidava il Digimon
«…sì. Da parte di
padre.»…«Non prendermi in
giro!»…«Ah, perché dovrei
farlo.»…«PERCHE’…»
si irrigidì Growlmon «…Takato non mi
aveva MAI parlato della tua
esistenza!»…«Ovvio: fatti un
po’ i conti. Quanti anni posso avere secondo te?»
volgendosi con aria di sufficienza, e di sfida «Sono nato
più o meno…quando lui…»
fissando nel vuoto…
…ma quelle parole sembrarono accrescere il furore, e il
disorientamento del Digimon «E QUESTO COSA
C’ENTRA?! IO cosa ho a che fare con te ed i tuoi
parenti?!»…«I MIEI parenti sono anche
suoi, te l’ho appena detto!!» Growlmon tacque,
senza però addolcire i suoi occhi «Si è
pensato…» riprese N’Emo passeggiando, e
sfumando lo sguardo un po’ qua e un po’
là «…che tu avresti sofferto molto una
volta venuto a sapere del tuo ex-domatore. Ragione per la quale la
soluzione più…indicata…è
parsa quella di avvicinare me a te.» in un volgersi tinto
d’enfasi «Guardami in faccia: non puoi negare che
siamo identici. Questo ha mosso l’idea…dei miei
genitori e familiari. Non era un segreto che tu fossi il Digimon di
Takato. E che foste profondamente legati, il colpo sarebbe stato troppo
forte. Se non…
…ti fosse…stata addolcita la pillola grazie ad
un’alternativa. Hai perduto lui…ma con lui non
tutti i frammenti dei tuoi ricordi. Non hai smarrito il suo viso, fino
in fondo, almeno. Se ti concentri e chiudi gli occhi…anche
echi della sua voce possono udirsi…nel mio tono.
L’oscurarsi improvviso…
…di tutte queste percezioni sensoriali per la tua fragile
vita digitale sarebbe stato distruttivo.» così
spavaldamente mosse qualche passo verso di lui «E’
questo che mi ha indirizzato da te. La mia famiglia ha avuto a cuore il
tuo caso. Non desidera che ti lasci andare…ti reputa un
Digimon di valore. La battaglia contro il D-Reaper ti ha reso un
eroe.»…«Tutto molto
poetico…»…«Uhm
uhm.»…«…ECCETTO UN
PARTICOLARE!»…«Ahh! Cosa?!»
N’Emo sobbalzò, mentre quegli occhi lo fulminavano
«E’ A DIGIWORLD CHE SEI VENUTO A PRENDERMI!! COME
DIAVOLO HAI FATTO A OLTREPASSARE QUEL VARCO
SBARRATO?!»…«Ahhh, ma che importanza
può avere! Dati tecnici!» liquidò il
ragazzino spazientito, ma il Digimon inveiva «Dati tecnici?!
LI CHIAMI DATI
TECNICI?!»…«Sììì!
Maledizione!» sibilò con stizza «Te
l’ho fatto capire, leggi tra le righe!» dandogli le
spalle «La mia famiglia se ne intende di vite e mondi
artificiali.»…«Questa è
un’idiozia!!»…«E
perché?!»…«Perché
Takato non ha parenti studiosi di
Digimon!!!»…«Beh! Questo per quanto ne
sai tu!! Ma quanto tempo sei stato assieme a
lui?!»…«Grrr!»…«Rispondi!
C’è stato forse tempo perché ti
raccontasse di tutte le ramificazioni del suo albero genealogico?! Non
credo! Eravate impegnati a
combattere!»…«Takato…mi ha
raccontato molte cose!!»…«Solo che ora
non può più confermartele!! E’
morto…»
E in quegli occhi gialli lampeggiò odio. In quelli rossi del
bambino c’era sfida «…e la tua unica
alternativa a questa avvilente resa del corpo e dello spirito sono IO,
quindi riflettici bene!» accingendosi ad andare
«Pensaci!» puntandogli il dito contro
«Perché fra poco, ti avverto! Anche il tuo aspetto
digievoluto svanirà regredendo allo stadio inferiore! E poi
quello ancora inferiore, e ancora, fino a scomparire!! Tutta la tua
forza e le tue pulsioni bellicose saranno un ricordo lontano, se non
fai in fretta e strappi un’ultima ragione alla tua esistenza.
Che ti faccia o no piacere, TAKATO NON PUO’ PIU’
ESSERLO!» così rientrò nella casa,
sbattendo la porta della veranda.
«Io ti maledico con tutta la mia natura, DIGITALE e umana per
quei pochi frammenti che mi ha lasciato. Maledico il tuo volto che si
burla di me, precludendo in tal modo A QUALSIASI SOMIGLIANZA DI VENIRE
ALLA LUCE!»
E dondolava la giostra «Mi importa soltanto di recuperare
quei suoi ultimi istanti, non mi interessa se per farlo
dovrò buttar giù questa casa con le mie stesse
mani!…
…mi interessa…
…soltanto la letale percezione del cemento che si sgretola
fino a caderti sulla testa fracassandotela…»
scandiva, animato da una determinazione oscura e ricolma di pena
«Io e lui sentivamo tutto l’uno
dell’altrooo!!» gemette, ed i suoi occhi si
riempirono di lacrime, nell’impossibilità di
spiegarsi «Come è potuto accadere…CHE
LUI SIA MORTO TRAGICAMENTE ED IO NON ABBIA SENTITO NIENTE QUEL GIORNO?!
Niente…nemmeno…un po’ di male qui, alla
testa.» toccandosela, con la sua zampa artigliata, scolando
lacrime che sembravano bruciare il prato «COME E’
POSSIBILE CHE CI SIAMO ALLONTANATI COSI’ TANTOOO?! Come
è possibile…che non mi sia
accorto…»
…ricordandolo che piangeva, ma gli sorrideva, e si
allontanava sempre di più mentre la luce del varco
risucchiava il corpo tondeggiante del piccolo Gigimon (Guilmon allo
stadio inferiore, al quale era regredito prima di svanire)
«…che…quello era il viso…DI
UN GIOVANE CHE DA LI’ A POCO SAREBBE MORTO!! Ahhhhrghhhhh!!!
CHE NON AVREBBE MAI AVUTO UN FUTURO, CHE NON SAREBBE MAI DIVENTATO UN
UOMO!!»
…nonostante nella notte di Tokyo, con pena, un ragazzo di
ventun’anni si stesse passando la mano tra i capelli
castani…
«…come ho fatto a non capirlo? Sarei dovuto essere
lì a proteggerlo e a coprire il corpo suo e quello di sua
madre dalle pietre che cadevano MORENDO IO STESSO, SE FOSSE STATO
NECESSARIO!»
(non si accorgeva che N’Emo nell’ombra della
veranda lo udiva, e a quelle parole chinava il capo)
«Me l’hanno portato via quando aveva più
bisogno di me. Non mi hanno permesso di difendere Takato. Quindi ora
non mi importa niente. A costo di buttar giù il mondo intero
io mi riprenderò quegli ultimi istanti. Quel terremoto
sarà anche mio…»
(N’Emo andava via…)
Mentre Growlmon dondolava…fino a che non poté
più farlo poiché la giostra si era staccata da
terra. Il grosso Digimon la buttò via come un qualcosa di
inutile e senza importanza.
Cindermon si avvicinava, seppur con timidezza, e insicurezza
«Che…cosa farai adesso,
Takato…?»…«Non lo
so…
…adesso la cosa più importante è il
ricongiungimento fra i miei tre amici, e i loro Digimon. Spero con
tutto me stesso…che avvenga presto così che per
loro possa aver termine la pena infinita che sta affliggendo il mio
cuore.»…«Ascolta…!»
iniziò lei con buona volontà
«Capisco…sotto le righe ma anche DENTRO le righe
con tutte le cose che ci siamo detti, quello che abbiamo passato
ciò che è stato-che non è stato
insomma…!...ahhh…» grattandosi il capo,
mentre lui alzava gli occhi su di lei, la quale si chiedeva in un
sussurro «Possibile…? O’…ogni
volta che parlo con te non dura due istanti e si scantona in questioni
incasinate in cui io mi IMPICCIO…che è una
bellezza. Non…non so che parole usare vabbè! Ci
provo così alla buona: Takato. Fra noi
due…è stato tutto un GROSSO, colossale
CASINO!»…«Cindermon-»…«No!»
con mano piazzata avanti «No-per carità ci ho
messo cosa non sai per partire adesso me lo fai dire sennò
rimane sempre la mano da mordersi-così! Che uno non ha
detto-o ha detto male: ALLORA!...
…io…francamente sono giunta alla conclusione che
l’abbinamento-no come posso dire-l’accoppiata fra
me e te proprio non va. Non funziona, ehehe, non regge TU
DOMATOOOO-pfff, suvvia! I-Io Dig-io Dig-guarda non riesco neanche a
pronunciarlo! IO TUO DIGIMOOON??? Ma va dove devi, guarda che
assurdità è questa io tuo Dig-cioè
vabbè io sono un Digimon ma questo cosa
cambia?!»…«Cindermon…»…«Mi
tolgo dalle scatole. Eh? Ognuno per la sua strada, punto e basta
sparito lui-ecco bene, sparisco anch’io
così-» ma quando lo stava superando per andare via
lui la trattenne per la mano «No,
aspetta!»…«Ah!!»…«…aspetta.
Ti prego…»
Lei aveva avuto un sussulto. Fissava a ripetizione lui e le loro mani
una dentro l’altra «N-No è che devo aver
preso una botta prima in battagl-acc!» mano che si
scrollò «Un…male boia alla mano devo
essermici appoggiata-yes-sì cosa dicevi?»
Takato teneva bassa la testa. Sospirava con pazienza
«…hai capito bene. Ti ho chiesto di aspettare.
Perché c’è una cosa che volevo dirti,
già da questa
mattina.»…«…questa mattina
quando al tuo salone mi hai detto di sloggiare e di non farmi
più vedere???»…«Non ho detto
questo!!!»…«…beh…!»
col mano piatta e oscillante della serie del “più
o meno”.
Ma il ragazzo insisteva «Tu non mi hai dato il tempo!
Io…!!...
…sì, è vero. Io non posso tradire
Guilmon.» Cindermon gli rifilò un sorriso, e
alzò di nuovo i tacchi ma «No! No, non ho
finito!»…«Ahiii! No-sempre questa
mano!»…«Cindermon…non credere
che io non ci senta. O che non mi accorga. O che non…
…capisca.»…«Uhm?»…«Oggi
quella LadyMeramon ha parlato di una
missione.»…«La veeecchia, e tu la stai
pure a sentire?!!»…«Sì,
quando qualcosa mio malgrado mi
riguarda!»…«…quel…”tuo
malgrado” splendido no-no ma comunque vai!
Continua.»…«…sei in pericolo
qui, lo capisci?!»…«Eh?! Ma cosa dici,
guarda che io so badare a me stes-»
Ma lui le aveva preso, nel sommo dubbio di lei, entrambe le mani. E ora
le parlava pacato «Non dire così. Non è
la prima volta che ti trovi in pericolo. Quella gente, quei Digimon di
ambigua provenienza ce l’hanno a morte con te. Posso farti
anche un nome, “Guardianmon”! L’ho
sentito con le mie orecchie.»…«Ma va,
va!!»…«No, Cindermon! Per favore, non
intestardirti. Tu…
…non…mi hai voluto dire molte cose, è
vero. Ma in un modo o nell’altro sono affiorate ugualmente,
tu…
…ora hai molti nemici. E per certi versi sono gli stessi che
stanno cercando di invadere la terra.»
Mentre la luce arancione delle sirene nella notte illuminava la loro
incertezza, ed il loro imbarazzo.
Takato lasciò anche al Digivice dalla foglia aurea qualche
riflesso della stessa luce «I nostri
destini…sembrano confluire in un’unica direzione.
Tu hai bisogno di un domatore che ti dia forza. E io…
...beh…non ho altri a cui rivolgermi,
finché…lui non c’è. Per
cui…ecco sì, volevo chiederti se…
…ti andava…
…di essere il mio Digimon…» (lei gli
dava le spalle, ma sussultò a quelle parole)
«…finché questi nemici non saranno
sconfitti. Finché non sarà cessato per te il
pericolo. E finché Guilmon…non sarà
tornato. Bada, soltanto per questo momento. Fino a quando queste tre
cose che ho menzionato non si saranno
verificate.»…«…finché…
…finché…
…finché…» si ripeteva lei in
un rapido sussurro, dopodiché si volse «Va bene,
accetto!» tanto veloce da battere quasi sul tempo lo stesso
impulso mentale.
Lo sguardo di Takato ammonì «…riesci a
capire…che si tratta di una condizione temporanea? Non
sarà…per sempre semplicemente perché
non potrebbe mai
esserlo.»…«D’accordo.
Sì sì! No, guarda, sul serio. Ho
capito!» cercava di mostrarsi naturale
«…ho capito.
Accetto!»…«…
…grazie…Cindermon.» e si
avvicinò lentamente, molto serio, sollevando il suo braccio.
Lei volle afferrarlo con entusiasmo «E ALLORA QUA LA
MAN-»…«No…!»…«Eh?
Cosa??» Lui non le stava dando solo la mano «Che
cosa sono questi???» ma con quella qualcosa di cartaceo
«…soldi. Hai bisogno di pagarti un posto dove
stare, o sbaglio?»…«E-Ehm…!
No Takato-ma guarda che io posso fare senza!» lei gli tese
quelle banconote ma lui stava già andando via, rivolgendole
la coda dell’occhio «Dammi retta. Va a rinfrescarti
e riposati. Ma fa molta attenzione, guarda bene che nessuno ti segua.
Ci vediamo domani, per seguitare a discutere della faccenda.»
allontanandosi.
Cindermon restò piantata in strada
«…”riposati”…”va
a rinfresca-a rinfrescarti”…co-COSA VORRESTI DIRE,
TAKATO MATSUKI?!» sbottò, dandosi
un’annusata generale «CHE PUZZOOO?!!
Aaaaarghhh!!!» sul punto di scaraventare quelle banconote per
terra.
Nonostante fosse tardi, Suzie era ancora alzata, e stringeva gli occhi
di fronte al video del pc «Che cosa scrive? Mmm…va a letto altrimenti domani
nuovo “travolgente” ritardo a scuola!
Ahahah! Ha ragione, poverina.» accingendosi (forse) a
spegnere «Così non faccio dormire neanche lei.
Aaaahhhhhhh…!» buttandosi sullo schienale e
stirandosi «Soltanto che domani a differenza di oggi non vi
sarà alcun principe azzurro da travolgere! Il mio si
è fidanzato questo pomeriggiooo, ohh ohh ohhh!»
…ma da quel pianto un po’ da bimba, emerse un
sorriso giovane e fresco «Uhmuhmuhm! Però che
simpatica. Capita così raramente di incontrare persone come
lei. Uhm!»
Seduta alla sua scrivania, ripensava con un guizzo di buonumore al suo
“incontro di studio”.
Nella stanza accanto…
«Va pure,
figliolo…»…«Sei sicura di
riuscire a prendere sonno? Vuoi che resti ancora con te?»
chiedeva premuroso Henry a sua madre, la quale, nel suo letto,
rispondeva «Ho preso le gocce e mi sento meglio, poi tuo
padre dovrebbe tornare fra
poco.»…«Sì, lo credo
anch’io.
Buonanotte.»…«Buonanotte,
caro...»
Così Henry richiuse la porta della stanza, stando attendo a
non fare rumore. Eppure quando l’ebbe fatto a quella porta
appoggiò la sua schiena, forse perché era la
camera dei suoi genitori, ed il suo sembrava un silenzioso appello al
loro aiuto. Dal silenzio però non giunge risposta, ma solo
un sospiro, per poi massaggiarsi gli occhi e cercare una risposta verso
l’alto…
…ignaro che da un balcone, al cielo stellato, si rivolgeva
lo sguardo, grato ed emozionato, di un piccolo Digimon verdino dalle
lunghe orecchie. Dietro di lui, una volpe dorata veniva fatta
distendere con delicatezza sul lettino di un ambulatorio. Sembrava
più serena. Forse anche grazie alla presenza dei suoi figli
a dormirle accanto. Della sua amica Lopmon, a vegliare. E di
Terriermon, il cui cuore però viaggiava già al
domani, al sussurro delle parole «Henry…
…Henry, caro amico mio. Quando domani sarà
giorno…uscirò sul presto, e nascondendomi tra
l’erba dei prati comporrò un mazzo di fiori per la
tua splendida Suzie, dev’essere divenuta una signorina molto
affascinante. Poi…» socchiudendo quegli occhi
sospesi su una gioia candida e lieve come il chiarore delle stelle
«…mi farò consigliare da Lopmon, il
gusto di una donna è fondamentale anche per scegliere il
regalo per un ragazzo. Desidero…donarti qualcosa di bello,
indovinare i tuoi desideri dopo ben dieci anni. Ma cosa sono dieci anni
per noi, giusto Henry?...
…saremo amici per sempre…»
…nell’attraversare il corridoio della sua casa,
pensieri e apprensioni affliggevano il viso distinto e gentile di quel
ragazzo a cui il Digimon pensava…
«…un dolce. Oh sì, io sono un disastro
ma con l’aiuto di Lopmon mi impegnerò al massimo!
Voglio preparare la torta più buona, da mangiare tutti
assieme seduti a tavola, con i tuoi genitori. I tuoi fratelli, se
vivono ancora con te…»
A tavola,
là dove ora sedeva Henry ma sembrava tutto così
abbandonato. Quanta solitudine soffiava in casa a quell’ora
della notte. Quanto irrisolto rimpianto nel suo sguardo, e quanta
inquietudine nel suo cuore…
Terriermon
respirava lentamente, profondamente, ad occhi chiusi
«Ahh…avevo scordato. Che profumo meraviglioso
avesse l’aria della terra. Meno male, adesso
Renamon…dorme, i suoi piccoli sono con lei, il signore da
cui ci ha condotti Ryo è buono e premuroso, e ancora vede di
buon occhio noi Digimon. E’ una fortuna…che io non
sia chiamato a far nulla in questo momento, che ci sia già
chi si occupa della mia amica. In questo momento…»
e fu un nuovo respiro di quell’aria amata
«…non potrei pensare altro che a te,
all’istante in cui ci ritroveremo. Ora lo so. Io non ho mai
sbagliato a sperare. La luce che ho tenuto accesa nel mio cuore per
dieci anni non ha brillato invano, oh amico mio se sapessi adesso come
è bello star qui a guardare le stelle e immaginare. Sono
così tante…» riaprendo gli occhi
«…assomigliano…ognuna ai piccoli
Digimon di cui mi sono preso cura alla scuola del villaggio. Nel
silenzio mi sembra ancora di sentire le loro voci…cari i
miei piccoli amici…sapete? Mi trovo sulla
terra…»
…la sua vocetta di solito spedita e loquace quella sera
intonava note di velluto.
La sua amica Lopmon lo guardava da dietro il vetro della finestra,
giungendo le sue piccole mani, come in segno di preghiera per la vita
di lui.
E lui, da quel davanzale vedeva tutta Tokyo illuminata, la torre
attorniata dai palazzi sembrava un luogo fatato
«…dopo tanto sognare ce l’ho fatta a
tornare. Se alzate le vostre teste e fissate il globo possiamo
salutarci. Amici! Pensate che…domani vedrò Henry.
Incontrerò il mio caro amico, di cui vi ho tanto parlato.
Sì…ora finalmente ho la certezza, dopo tanto
vagare, il mio cuore ha fatto ritorno al suo nido. (canzone: Anastacia
– I Dreamed You) Adesso...di fronte alle luci di
Tokyo nella notte posso affermare…
…che questo è il mio posto. Che è
stato solo un lungo viaggio per tornare, un giorno.
Oggi…»
…e nei suoi ricordi riaffiorava l’istante in cui
per la prima volta aveva compiuto il salto dal suo mondo alla terra,
atterrando da un computer direttamente fra le braccia amorevoli di un
ragazzino dai capelli scuri, che versava lacrime su di lui, in pena
persino per le ferite da lui riportate all’interno di un
videogioco…
Quello era stato il loro inizio…
…in quella stessa cameretta di poco cambiata, qualche
oggetto spostato, e il proprietario di questi divenuto un uomo. Un
giovane uomo nella medesima posizione di allora, come chi ha da cullare
qualcuno tra le braccia. Ma ad accrescere il suo dolore,
l’assenza e il vuoto. Tra le sue braccia non vi era
più nessuno…
…vi era piuttosto un bambino di un anno e mezzo, in un altro
appartamento della città, addormentato nella penombra tra le
braccia di una ragazza dai capelli neri che aveva da poco spento il
computer, ma senza spegnere i suoi pensieri, che non le permettevano di
dormire.
«…poiché è mezzanotte
passata, la guerra è finita.» svelava Terriermon
«Io sono pronto a compiere di nuovo quel balzo. Sento le
stelle sorridere a noi Digimon.» disse liberando il suo
sorriso beato «…sento le stelle chiamare il mio
nome. Il destino non si è dimenticato di me. Lo sento. Dopo
tanto attendere ho ritrovato la gioia di vivere. Io, Terriermon, ho
ritrovato la felicità…
…ahhh…
…notte non passare così in
fretta…» sussurrava
«…lasciami gustare ogni tuo singolo soffio. Ad
ogni passaggio del treno il mio cuore sussulta di ricordi…e
si ubriaca di speranza…»
Lopmon socchiudeva i suoi occhi, e faceva più intensa la sua
preghiera “Terriermon, caro amico mio. Digimon quasi mio
gemello. Non vi è cosa che non abbiamo fatto assieme in
questi anni. Non vi è stata torta che non ci siamo divisi.
Ma adesso, io ti auguro di vivere appieno questo momento che
è solo tuo. E che hai meritato grazie alla tua
grande forza. E all’allegria con la quale hai sostenuto
ognuno di noi, da quel giorno in cui un portale a cui non importa del
suono malinconico di un cuore infranto quando batte, ci si chiuse in
faccia strappandoci la vita, la guida, i sogni. Lasciandoci
l’involucro digitale ed assorbendo il resto. Gli ultimi
ciottoli di quel sentiero impervio rotolano via alle nostre spalle. E
se siamo giunti a questo giorno, sopravvivendo al dolore, lo dobbiamo a
te e alla tua speranza. Non cambiare mai, amico mio.”
Ma per Terriermon c’erano solo lui e le stelle. Lui e la
città.
Lui ed Henry. Ma Henry era da solo, e stringere i denti e trattenere il
pianto si faceva arduo in quelle ore solitarie…
Mentre lui
era lì, suo padre era in un luogo dove il vento soffiava e
scuoteva erba e alberi, là dove in cima c’era un
massiccio blocco di pietra, ed una scaletta che conduceva verso di
esso. Wong lo fissava con sguardo serio e per un istante ebbe la
tentazione di salire. Ma poi scosse il capo. Lasciò perdere.
E anche se sembrava amaro, decideva di andar via…
Erano
però le sue parole a tormentare i pensieri di suo figlio, a
quella stessa scrivania di tanti anni prima, seppur il computer fosse
oggi portatile. Le parole che suo padre aveva pronunciato prima di
uscire, per inseguire il suo amico “Lui parla così
perché non sa…NIENTE! NESSUNO DI VOI SA LA
VERITA’!”
«Che significa…?» si chiedeva Henry
«Che cosa vuol dire, quale verità?!»
prendendosi la testa tra le mani «Perché
è tutto così
incomprensibile…?!!»
…nella malinconia che filtrava tra sue lunghe ciglia scure,
Rea accennava seduta sul letto «…i Digimon Tamers:
devo assolutamente trovare un modo per conoscere la verità.
Ho bisogno di sapere la storia per intero. Però non me la
sento di chiederla a Takato. Loro due sono amici…»
abbassando lo sguardo, verso suo figlio, dolcemente addormentato nella
sua innocenza «…ed io non me la sento di mettere
in pericolo un rapporto soltanto perché non sono riuscita a
conquistarmi la fiducia di una persona. Chissà. Magari
quella che ignoro è una storia meravigliosa, come quelle di
cui parlava Suzie quando mi raccontava di suo fratello. Che grande
emozione ascoltarla…» alzandosi, per accostarsi
alla tenda…
…anche Suzie non voleva saperne di andare a letto e
ripensava a ciò che si erano dette. Questo evocava un
sorriso nella sua espressione…
…e per Rea la sicurezza «…no.
Né a lui né ai suoi amici lo chiederò
mai. Loro non devono sapere ciò che è
stato.» sfiorando il visetto di suo figlio «Ma io
sì. Io ho bisogno di conoscere tutta la
verità.» scostando la tenda…
…ed ammirando di Tokyo i palazzi illuminati, e i vicoli
oscuri «Ti aggiravi forse da queste
parti…?»
Henry
riprendeva tra le mani quella foto, versando lacrime alla vista di loro
tre…
«Eri una…giovane cometa di soli undici anni in una
città che non crede alla fantasia,
finché…
…non arriva uno come te…» disse
“come te” e le fu spontaneo guardare il bambino
«…con le sue storie mozzafiato ad illuminare la
notte? Sei stato lo spicchio di una leggenda, e magari molti coetanei
si sono rispecchiati in te, come me…» appoggiando
il dito sul vetro «…che mi specchio nel vetro
della mia finestra? C’è qualcuno che ti vedeva,
potendo solo chiedersi se eri tu o un flash rapido, scattare in corsa
al primo suono d’allarme, al fianco di una creatura speciale,
ma in perfetta sintonia col tuo carattere?»
Henry abbassava la cornice, senza speranza, ma interponeva un dito fra
essa e la scrivania, non riuscendo a cedere a quello scatto (o
distacco) definitivo…
«Se lo sei stato allora perché non mi hai permesso
di partecipare?!» reclamava Rea «Perché
non mi hai permesso di appassionarmi a te?! Perché fra mille
fans affacciati alla finestra, non hai voluto proprio me?! Indicandomi
fra tante luci, ed esigendo che la mia fosse spenta! Beh, non ci sei
riuscito.» pronunciò, e richiuse la tenda, ma non
la pena nel suo cuore «Nonostante io tiri la tenda…
…e spenga
la luce...» come fece «…io non mi
arrendo. Io anche nel blackout immagino la puntata che non posso
guardare. E tendo le orecchie, perché
c’è qualcuno ai palazzi vicini che tiene alto il
volume! Ed io distinguo la tua voce!!...
…la voce del
proprio eroe è inconfondibile fra
mille…»
“Papà ha ragione,
è un gioco, non dovrei prendermela così.”
…era la voce di un eroe dai capelli scuri e i tratti
distinti, dieci anni prima “Però non riesco a
convincermi, sembra tutto così realistico!”
…ricordava Henry, con occhi segnati, di fronte al display
del suo pc ora spento “Non
volevo ridurti così.”
E ora, ventunenne, quegli occhi li chiudeva, arrendendosi allo scorrere
implacabile della memoria “Mi dispiace. Sul serio!”
…poco dopo “Non
è possibile: ma allora…!
…resisti, Terriermon!”
…qualcosa era apparso “Sembra un Digivice.”
…che c’era ancora, da quel cassetto riemerse,
bordato di verde com’era un tempo, e com’era un
tempo nella sua mano per accostarsi oggi alla foto di quella famiglia.
Mentre la memoria riproiettava ogni suono di ciò che era
stato, persino il dolce e al contempo pesante piombare di quella specie
di peluche fra le sue braccia umane “Lo sapevo che non era un
gioco…!”
“Che ti
prende…?...io sto bene. Perché piangi
così, Henry…?”
…e a dire il vero la sua voce di allora era già
in quel momento vellutata come dieci anni dopo sotto le stelle. Le
lacrime dell’altro allora più incredule di
ciò a cui non si può credere. Quelle di oggi
più rassegnate di qualcosa a cui non ci si può
rassegnare. Ma tante, come allora, dagli stessi occhi e nella stessa
stanza.
“Terriermon…”
“E dai.
Così però mi metto a piangere
anch’io…
…momentai…”
…l’unica che quella notte si preoccupava di
asciugare lacrime era Rea, dai suoi stessi occhi, una sola di esse fu
certo che cadde sul visetto di Benji, ma non per quella
abbandonò la pace dei suoi sogni. La ragazza resisteva, come
un adulto resiste all’equivalente di ciò che per
un bambino è un blackout che oscura la tv. Allontanandoti
dal tuo cartone preferito…
…precludendoti la condivisione delle lacrime dei tuoi
protagonisti.
…permettendoti solo di immaginarle, e porti infinite domande
su ciò e su chi non puoi vedere, non trovando risposta, non
sapendo a chi chiedere.
Non
sapendo quando terminerà.
Così era per Rea.
E
così per Henry (fine-canzone)
Quando si apriva la porta della sua stanza, in un soffio gioviale
persino nel cuore della notte «Non mi sarei persa la tua luce
accesa per niente al mondo, stanotte!» Suzie richiuse la
porta alle sue spalle «Fratellone, non è prudente
per te non essere nel lettino, oggi! Uhmuhmuhm! Devo raccontarti una
cosa…fantastica, che mi è successa in un giorno
nato storto, vedi un po’ a volte accade!»
inginocchiandosi ai piedi della sua sedia «Ho conosciuto una
ragazza fantast-» ma non appena Henry si volse a guardarla
«…Henry stai
piangendo…»…«Suzie…»…«Che
cosa succede?!» chiese prontamente la ragazza
«Niente, sorellina…»
…mentre la mano di lui scivolava di nascosto, riponendo la
foto nel cassetto «Niente, ma come?! Henry, io ti avverto! Ne
ho fin sopra la cima dei capelli di questa storia! Ora tu una buona
volta mi dici-» ma poi Suzie notò un particolare.
Suo fratello aveva nascosto la foto, ma il Digivice gli era rimasto in
mano. Quella mano che cercò di ritirare ma che sua sorella
bloccò «Ecco. Questo è
“niente”.»…«Ah,
Suzie…» Henry si accinse ad alzarsi ma lei si
parò di fronte a lui «E’ per lui, vero?!
Dillo, dillo una buona volta!! Lui ti
manca!»…«Suzie…Suzie
perché…?...!»…«Ah!
Henry…»
…trasalì la giovane che non si aspettava di
vedere suo fratello crollare dinanzi a lei, sentire la sua voce
rompersi nel pianto, sentirsi abbracciare come fosse l’ultimo
appiglio rimasto «Perché sono rimasto solo,
perché non ho più nessuno a cui offrire il mio
amore, perché?!»
Suzie lo
stringeva e dilatava i suoi occhi…
«Perché non ho nessuno da stringere tra le mie
braccia, perché non c’è nessuno che
desidera i miei baci?!» “Oh mio
Dio…” era il pensiero della ragazza
«Perché non ho nessuno da cullare,
io…!! Ho il cuore pieno di sentimenti avrei tanto amore da
dare, perché non posso, sorellina, dimmi tu
perché non posso cosa ho fatto di
male?!»…«Henry! Henry ma-»
cercava lei di invitarlo a parlare, mentre quelle lacrime scolavano una
dopo l’altra, senza freni, come un fiume in piena di dolore
«Perché?! Tutti hanno una loro famiglia, tutti
hanno il loro bambino da cu-…da
cullare…» accennando il gesto
«Perché io non posso fare altrettanto
col…mio…?!»…«Oh,
Henry…» Suzie sentiva la commozione affiorare
anche in lei, lo abbracciava più forte, e lui come forte si
aggrappava a quelle esili spalle di ragazza, tanto quasi da farle
provare dolore ma lei stringeva i denti e quello per lei non era dolore
«Da quanto tempo…?» chiese lei
guardandolo in quegli occhi grigio scuro ora fattisi così
ingenui, disorientati oltre che segnati «Da quanto
tempo…soffri
così?!»…«Da
tanto…da tanto ormai!!!» ri-gettandosi fra le sue
braccia, in quella stretta sempre più calda «Ah, e
perché non mi hai mai detto niente?! Io lo sapevo! Ero
CERTA, ero sicura che un giorno o l’altro avrei ascoltato
queste parole!!»…«Sono disperato,
sorellina…»
Lei gli carezzava i capelli, e anche lei versava lacrime «Mi
sento tanto solo…»…«No! No
fratello mio tu non sei solo, ci sono io! Ci sono io!!» Lo
costrinse a guardarlo. Mentre gli sorrideva, e gli carezzava il volto
«Sono…qui con te. Povero Henry…! Hai
ragione, è vero, chi più di
te…!...meriterebbe…una famiglia, una donna al suo
fianco da amare, e dei…bambini con cui
giocare!»…«Io non resisto
più!!!» di nuovo si buttò su di lei
«Ah, ma! Ma…!! Ma tutto questo
arriverà! Oh è sicuro che arriverà,
che cosa ti manca?! Semmai hai mille cose in più, che ti
rendono speciale, sei un ragazzo…meraviglioso!!»
carezzandogli la testa, mentre lui si asciugava gli occhi
«Guardati, sei…bello, così
intelligente, sei buono, e hai un cuore…!!»
toccando là dove lui aveva il cuore, incurante del fatto che
scuoteva la testa deciso «…così grande.
E’ immenso il tuo valore, Henry, e puoi fare la
felicità di qualsiasi
ragazza!»…«No…!!»…«Sì!!
Dammi ascolto! Non dar retta a questa sfudicia…senza
giustificazione!» parlava con un sorriso amorevole e pieno di
slancio, Suzie «Ti accade
perché…» riprendendogli la testa, e
portandolo verso di lei «…sei speciale, speciale
al punto tale che non è facile per te trovare
qualcuno…in sintonia con la tua enorme
sensibilità. La gente del mondo è superficiale,
è così diversa da te
però…oh, fratellino!» ora fu lei che si
strinse a lui «Sicuramente molto presto ci sarà
qualcuno che ti saprà rendere felice! Non sai quanto lo
desidero, come sarei contenta se potessi…!!...vederti
sposato, e con una tua famiglia: oh mi mancheresti da morire, ma
ciò nonostante!» asciugandosi gli occhi
«Io…!...sarei felice! Perché saprei che
è ciò che ti meriti!»
Si guardarono negli occhi. Lui era rimasto un po’ piegato,
sotto il peso della sua tristezza, col Digivice che gli scivolava dalla
mano. Suzie lo vide, e si fece seria, sollevandoglielo assieme alla
mano «…è stato ingiusto. Da quando se
n’è andato Terriermon sei stato così
solo, chissà quanti altri di questi momenti hai attraversato
senza rivelarlo a nessuno di noi! Tu non meritavi di perdere il tuo
Digimon.» Gli occhi di lui la fissavano. Ma tacevano.
«Voi dovevate crescere assieme. E’ stata colpa di
papà.» decretò, mentre si sentiva
rumore di chiavi «No!!» fece Henry, ma Suzie
insistette «Sì,
invece!»…«Papà non ha fatto
niente di male, era necessario, non ci saremmo salvati altrimenti,
è stato un atto
obbligato!!»…«Ahhh, io non mi riferisco
alla decisione di quell’istante!! D’accordo, va
bene!! QUELLA maledetta scelta è stata obbligata, il
D-Reaper ci avrebbe annientati se papà non avesse ricorso a
Shaggai, NON C’ERA ALTRA SCELTA SE NON SPEDIRE I DIGIMON
INDIETRO! Ah! Anche se mi costa dannatamente sono disposta ad
ammetterlo, ecco, l’ho detto! Diamo pure questo per sicuro!
Ma io…io parlo d’altro.» i suoi occhi si
fecero sottili, penetranti, ed Henry sembrava quasi averne paura
«Questa faccenda andava affrontata! Bisognava discuterne,
parlarne, elaborarlo e invece niente: da quando è successo
su questa casa è calato il silenzio, si cambia argomento non
appena si accenna ai Digimon, niente più foto e se io mi
permetto di tirarle fuori vengo additata come una pazza
ma-»…«Suzie-»…«No,
Henry, ora fammi parlare!!» sottolineò incisiva, e
si scostò i capelli «Tu…!...non
l’hai mai accettato realmente! Però!!...hai fatto
finta!»…«Io-»…«Hai
finto, sì! Per papà, per mamma, per me hai fatto
forza su te stesso! Ma ora esce fuori la tua solitudine, non
è giusto, sarebbe stato meglio parlarne e piangere quando
era tempo, e su questo dovevano aiutarci i nostri genitori!
Papà è tornato e vado a
parlargli.»…«NO!!» Henry la
afferrò per il braccio «No ti prego Suzie non lo
fare per carità ti scongiuro,
non…!!»…«…Henry…»…«…non
farlo sentire in colpa! Mi impegno ogni giorno
affinché…!!...i suoi rimorsi possano svanire, lo
tormentano e non ho avuto altro scopo in tutti questi anni,
se…!!...ti è rimasto un briciolo di
considerazione per me ti supplico non dire niente a papà,
non
parlargli…»…«…Henry…Henry
d’accordo, va bene.» accennò Suzie,
sostenendolo poiché era sul punto di mettersi in ginocchio
«S-Se tu me lo chiedi così
io…d’accordo non gli dirò niente,
però…non ti sembra forse un po’
esagerato? Oh!...che sciocca ti prego scusami non so
neanch’io quello che dico! Non…non intendevo dire
che tu sei esagerato, la tua reazione è…normale,
pienamente giustificata! E’ logico che tu, in questo momento
della tua vita, soffra per la mancanza, accanto a te, di qualcuno su
cui riversare…tutto l’amore che porti nel
cuore!»
…e lui alzava i suoi occhi chiusi e stretti, per sopportare
quella sofferenza…
«Però…per quanto tu ne dica io rimango
della mia opinione. Papà, ti ha…sommerso, quando
è sparito Terriermon eri ancora…un ragazzino,
avevi bisogno di una vita serena, tanto più in quel momento!
E invece lui ti ha riempito la testa di responsabilità, la
scuola, la crescita, il lavoro!! Poi come se non bastasse ci si
è messa mamma che non riesce a consolarsi del fatto che
Jaarin e Rinchei si sono sposati e adesso vivono lontano! Ti fa pesare
la sua tristezza…» allungando il dito per
asciugargli delicatamente le lacrime «…non
sarà che per lei…hai timore di lasciarti andare,
e…provare a conoscere qualcuno?
Magari…c’è stata qualche ragazza che si
è interessata a te. Forse valeva la pena di approfondire. Ad
esempio…c’era quella tua collega, ricordi?
Il…nome mi sfugge anche perché l’ho
sentito poche volte, papà mi ha accennato che gliene avevi
parlato via mail, quando eri negli Stati Uniti. Uhm, bravo, tieni
sempre fuori la tua sorellina!» scherzò un
po’ prendendogli la mano, dopo che era tornato a sedersi
«Con lei, per
esempio…»…«No…!
Con lei è impossibile. Con lei è impossibile,
Suzie!!!» eruttò lui in un nuovo pianto, di
tristezza e frustrazione, tanto che Suzie ne restò colpita
«…perché impossibile?!
Perché è finita, tra voi due…? Henry,
tu…
…eri innamorato di
lei?»…«…ah, ma tanto che
importa!!»…«Come che importa,
è fondamentale invece!! Cosa è
successo…? Sembra che la fine di quella storia ti abbia
ferito più di quanto hai raccontato. Dimmi, ti prego:
è per lei che stai male? La amavi…e poi ti ha
lasciato? Per favore, rispondi…» carezzando quella
mano bella e nobile, quando «Henry! Suzie, siete
svegli?!»…«Ihm! Questo è
papà: Suzie ti prego va da
lui!»…«Ma-»…«Te
lo chiedo in ginocchio, non farlo entrare!» disse Henry
rapido e colto dall’ansia «Non deve vedermi in
questo stato per nessuna ragione, io voglio essere per
lui…un riferimento!» Suzie lo fissò in
modo eloquente «Tutto questo non può durare in
eterno.»…«Per favore,
Suzie!»…«…e non è
neanche giusto.» ma da fuori ancora «Henry!
Suzie!»
Tanto che i due fratelli si intesero solo con lo sguardo, e anche non
essendo d’accordo la ragazza decise di venirgli incontro.
Uscendo dalla stanza.
«Ah, Suzie eri da tuo fratello. Ma cosa ci fate ancora in
piedi a quest’ora?»…«Stavamo
parlando.» disse richiudendo lentamente la porta
«Uhmuhmuhm!» e mostrando buonumore.
Henry nella sua stanza mormorò
«…grazie, Suzie.»
«Va a letto, vuoi arrivare in ritardo a scuola anche
domani?» accennò Wong sempre molto scuro in volto
e nella voce. Suzie dovette prendere fiato e socchiudere gli
occhi…ma poi la mente le fu attraversata da un dubbio che
espresse «E tu? Dove sei stato fino a
quest’ora?»…«Io?!»
fu come colto impreparato l’uomo «Ho avuto da
lavorare. Lo sai che a volte debbo trattenermi fino a
tardi.»…«Papà!!...
…mi sembra un po’ TROPPO tardi, per
lavorare!»…«E questa che
cos’è forse? Una predica? La fai tu a me dopo
quello che abbiamo scoperto?»
Suzie stringeva i denti, per frenare ciò che avrebbe voluto
dirgli.
«Piuttosto…visto che sei sveglia, sappi che volevo
riprendere il discorso che abbiamo lasciato interrotto questa mattina a
scuola.» disse il padre della giovane, i cui normali gesti,
come quello di riporre la giacca, erano venati da
un’impercettibile inquietudine. Si avviò verso il
salotto, seguito da sua figlia «Questa mattina parlavo molto
seriamente. Senti, ho bisogno davvero che tu tenga la testa a posto. Tu
forse non ti rendi conto ma…
…adesso che siamo rimasti in quattro dobbiamo collaborare
molto più di quando eravamo una famiglia numerosa. Adesso
non sei più una bambina.»
…ma del loro dialogo ne approfittava Henry, che sembrava
sentirsi soffocare fra le mura di casa. Per cui sgattaiolò
nel corridoio, si infilò la giacca, e uscì.
«Tua madre è molto in ansia per i tuoi risultati
scolastici.»…«Anch’io
papà, parlavo molto seriamente questa mattina quando ti
dicevo che Henry…può sentirsi molto in ansia, voi
gli scaricate troppi pensieri.» ma l’uomo si volse
di scatto «E’ lui che si interessa agli affari
della famiglia, e questo perché è
responsabile!»…«…lo so. Ma
talvolta si può arrivare a dimenticare se stessi per questo
motivo. E a tacere su alcuni problemi che invece sarebbe giusto
sfogare!»…«Ora non sviare il discorso su
tuo fratello, lui sta benissimo! Sei tu che devi essere più
assennata.»
Era un sospiro dopo l’altro, a causa di consapevolezza che
non potevano venir espresse.
Mentre suo padre fissava la città oltre la grande finestra
«Sei…uscita, questa
sera?»...«Come?...no,
perché?»…«…volevo
solo
sapere.»…«Papà.»…«Sì?!»
si girò l’uomo «Ecco, volevo dirti che
prendo ripetizioni.»…«Ah
sì?»…«Ho trovato una brava
insegnante. Come vedi non mi disinteresso del tutto alla mia vita e
alla mia situazione!» allontanandosi, nel corridoio.
«Suzie…» pronunciò suo padre,
rimasto da solo. Nei suoi occhi c’era la notte, ma a
differenza di quella che aveva di fronte oltre il vetro, questa era
senza luci.
«…ca…lù…»
pronunciava un piccolo Digimon bianco nel sonno, mentre delle eleganti
mani di ragazza lo adagiavano sotto le coperte «Dormi bene
piccolo Calumon…»
Jeri era inginocchiata dinanzi al suo letto, e gli sorrideva con
profonda dolcezza, sfiorandolo col dito. Per poi adagiare il suo capo
accanto a lui «Ahh…chissà se
è dolce come dicono essere madre. Finora non ci ho mai
pensato, niente e nessuno è riuscito a risvegliare in me
questo istinto. Però questa notte, quando ti ho visto
addormentarti fra le mie braccia ho avvertito un calore speciale. Mi
sono chiesta…se è bello come viene descritto!
Calumon…» e lo guardava con occhi così
speciali. Lui era serio anche nel sonno. Respirava pacatamente, e forse
talvolta accennava suoni impercettibili «…quante
ne abbiamo passate insieme…»
…e si ricordava di come lo stringeva forte con le sue esili
braccia di bambina, quando vi era il pericolo a circondarli. Di come
quella minaccia avesse cercato di separarli, costringendo i loro corpi
tra cavi rossi e soffocanti. Di come i poteri di lui nel momento
più estremo l’avessero risparmiata dalla fine,
generando una barriera che fluttuava sulla massa scarlatta…
Jeri ora restava in ginocchio, col capo appoggiato sul letto, e lo
sguardo rivolto al cielo stellato oltre la finestra della sua stanza,
una camera piuttosto piccola. La luna si specchiava nei suoi occhi che
sembravano sospesi su mille domande. Nei suoi pensieri, il ricordo di
poco prima…
“Come avete
fatto ad attraversare il varco?”
“E’ stato Calumon!”
“Eeeesatto! Ha concentrato i suoi poteri e invocato la
Digievoluzione luminescente. Come dieci anni fa a Digiworld: ricordi,
Jeri?”
…parole che sembrarono abbagliarla, e spingerle di nuovo gli
occhi su quella creatura piena di gentilezza, e al contempo di mistero,
che riposava sotto le coperte del suo letto, celando i segreti di un
altro mondo “…è incredibile: i poteri
di Calumon devono essere aumentati di molto in questi dieci
anni!…”
…sicché si riabbandonò sul letto, e
tra i suoi sogni “I poteri di un
Digimon…”
…come quelli che grazie alla nascita di una scintilla dalle
sue mani scure e artigliate, permettevano l’accendersi di un
lume in quella polverosa biblioteca…così che vi
fosse di nuovo una luce pacata a rassicurare la notte, e a sfumare il
nero della sua corazza, e delle sue ali piumate. Beelzemon, che
riportava con sé il Digivice che lo aveva aiutato molto
quella notte. Una notte in grado di far sorgere molti pensieri, quando
«Oh?» udì dei passi.
Indietreggiò fino a nascondersi dietro la libreria, questi
si avvicinavano. Qualcuno scendeva portando con sé una
torcia, i tre occhi della creatura furono vigili fino a quando
«Ah!»
…dal buio non vide spuntare un paio di sandali che
riconobbe. E dal nero dell’abito, un volto gentile,
occhialuto e incredulo
«Oh!...Beelzemon!»…«…Akemi!»…«…sei
tornato!!» esclamò la ragazza in un impeto di
entusiasmo e commozione, che le spinse le mani alla bocca tanto che la
torcia le cadde e rotolò «Ma certo, perdonami per
essere andato via senza dirti niente!» si avvicinò
lui, emergendo senza più paura dal suo nascondiglio
«…mi dispiace
Akemi.»…«No, dispiace a me!! Perdonami,
ti prego!!»…«Oh? Ma…cosa
dici, io non ho niente da perdonarti!» ma lei gli si era
gettata addosso, in lacrime «Credevo non saresti
più tornato questa volta!!...credevo di averti perso!! Oh
Beelzemon!!»…«Akemi…non fare
così…» lentamente lui alzava la sua
mano e le passava gli artigli sul velo che le copriva il capo
«…come potevi solo pensare che ti avrei
abbandonato? Io sono il tuo Digimon. Scusa, ti prego se non sono
arrivato prima. Temevo…che foste arrabbiati con
me.»…«Come potrei arrabbiarmi con te, io
ti…!!»
…ma la torcia rotolando aveva allontanato da loro il fascio
della luce, ora le loro sagome erano al buio «Io
ti…!!» nell’eco delle inespresse parole
di Akemi…
…le loro labbra erano inspiegabilmente così
vicine…
«…Akemi…» disse lui
così piano, ma lei improvvisamente «Oh!»
si tirò indietro. Teneva la mano sulla sua bocca, come per
nascondere una colpa. Lui la guardava, e se avesse avuto occhi in
più avrebbe fissato altrettanto se stesso, tra mille
interrogativi impronunciabili. Quella giovane suora indietreggiava, si
affrettò a raccogliere la torcia. Ma quando la ebbe, non
subito le permise di illuminare la sua stessa sagoma. Preferiva
rimanere nascosta nel buio
«…scusa…» mormorò
«Oh-h,
come…?»…«…dimenticalo,
per favore. Sono una sciocca.» e ora lasciò che la
luce si riadagiasse lentamente sul suo viso, che tesseva un sorriso
«…bentornato,
Beelzemon.»…«Oh…»
La ragazza in abito nero si allontanava, verso la scala
«…devo andare! A-Altrimenti ci scopriranno,
però!...
…però grazie! Grazie, grazie con tutto il cuore
per essere tornato! Grazie per aver avuto ancora una volta fiducia in
noi, ti prometto che questa volta non ti deluderemo più!
Beelzemon…buonanotte!» e il suono dei suoi sandali
lungo le scale fu svelto e presto svanì verso
l’alto, così come la luce della torcia.
L’alto e prestante Digimon rimase solo, ma con gli artigli si
sfiorò le labbra «…piccola Akemi. Che
mi succede? Perché ho avvertito una sensazione
speciale…quando eri così vicina a me?»
…Akemi riprendeva fiato nella penombra in cima alle scale, e
teneva la mano sul suo cuore, ripetendo
«Beelzemon…Beelzemon…» in un
sussurro, stringendo i denti, e gli occhi. Come dinanzi a qualcosa che
non si può guardare.
Jeri si stava sfilando il foulard che portava legato al collo, quando
nel corridoio oltre la porta socchiusa della sua camera scorse
«…papà!»
Hajime Katou era in piedi, avvolto dalla sua vestaglia, sulla porta
della sua stanza. La fissava, mentre lei gli diceva «Pensavo
che fossi già andato a
dormire!»…«Ci ho provato. Ma non ci sono
riuscito perché sapevo che tu eri fuori.» Il suo
sguardo aveva una sfumatura di durezza, la sua voce era cupa. Lei gli
andò incontro «Lo sai che hai bisogno di dormire!
Devi riguardarti, lo ha detto anche il medico!» ma quelle
premure lui sembrò non gradirle «Tu invece non mi
hai neanche detto dove andavi!!»…«Avevo
da fare delle cose
urgenti!»…«Urgenti?!»
l’uomo alzò la voce, avanzando nel corridoio con
le mani in tasca, e Jeri si premurò di chiudere la porta
della sua stanza di modo che il sonno di Calumon non fosse disturbato
«Fino a questa mattina non c’era cosa
più urgente del tuo fidanzamento, se non ricordo
male.»…«Non ricordi
male…» e passandosi la mano tra i capelli
«…non è cambiato
niente!»…«Me lo auguro, che non sia
cambiato niente!! Ma non posso di certo esserne sicuro dopo quello che
hai fatto: andartene così, senza spiegazione! Liquidando
tutti con quattro parole! Dopo che ci eravamo impegnati molto entrambi
affinché tutto fosse
perfetto.»…«Ah…papà
lo so, però ti prego! Non esasperarmi!»
sfiorandosi la fronte «Sono…stanca, non hai idea
della nottata che ho avuto!»…«No!
Infatti non ne ho idea!!» sbottò lui e si volse a
fissarla, mentre la ragazza dilatava gli occhi «Ignoro cosa
tu sia andata a fare a quell’ora di così
importante per mandare all’aria ciò che avevamo
preparato con tanta cura.»…«Ti
spiegherò tutto con calma
domattina-»…«No! Non domattina!
Adesso!!» decretò granitico «Ho diritto
di sapere!» mentre lei si era già voltata verso la
porta della sua camera, ma la mano ora le cadde dalla maniglia
«Non credi anche tu di dovermi una spiegazione?!
Dopo…quel VESTITO che mi hai costretto a farmi prestare per
niente?!»…«Non è stato per
niente, papà!!»…«Questo come
lo sai? Hai già parlato con quel moccioso del tuo
fidanzatino che ti voleva a cena, avete fatto la
pace?!»…«Ahh, smettila, non sei affatto
divertente!!» replicò la ragazza, camminando nel
corridoio, e già visibilmente agitata «Sono stata
costretta a interrompere tutto, ho saputo una cosa e sono andata ad
accertarla, poi non era previsto che restassimo a
cena!»…«Ma era previsto che li avremmo
assecondati in tutto.»…«Beh, mi dispiace
ma non è colpa mia se non ci siamo riusciti!
Quell’uomo, il padre di Mako, è molto peggio di
come pensassi, è completamente ingestibile!! Un minuto
è euforico, l’istante successivo piange e si
dispera perché la sua dolce figlioletta si è
fatta suora e non siede al tavolo con loro a cena! Che ti credi, che
volessero realmente noi? No! Era soltanto per immaginare che io avessi
la faccia di Akemi, solo perché sono una ragazza e ho i
capelli lunghi, come bastasse…piazzare un fantoccio per
sostituire chi se n’è andato, io queste cose non
le posso sopportare!»…«E siccome la
signorina è rimasta indisposta per il trattamento fattole
adesso manda all’aria
tutto?»…«Oh?»…«Già,
non le interessa più essere moglie di un ragazzo dalla
sostanza economica non indifferente, avere il denaro per rinnovare il
suo ristorante, fare la vita tanto desiderata? No, è
l’ennesimo capriccio? Come quello di una bambina, come quello
di andare…a Digiworld?!»
…ma Jeri, dandogli le spalle, dichiarò
«…ti consiglio di non fare raffronti
inappropriati, papà. E di non parlare di cose…che
non c’entrano col nostro presente.» scostandosi i
capelli, e dirigendosi a prendere qualcosa nella sua stanza, mentre suo
padre insisteva «Io vorrei sapere qual è il nostro
presente! Quali prospettive possiamo avere?! Mi sono fidato, ho messo
tutto nelle tue mani perché ero certo che saresti stata
ancora più abile di me, io ti conosco Jeri, tu quando vuoi
qualcosa non c’è niente che riesca a fermarti ma
disgraziatamente questo è irrilevante per un semplice
motivo: sei volubile. Non sai mai che cosa vuoi realmente.»
mentre la ragazza tornava con una sigaretta «Hai mille
aspirazioni ma la tua mente è confusa, ti manca la coscienza
di un obiettivo e finisce che non concludi mai niente!! E’
per questo che a ventun anni sei ancora qui. In questa casa che cade a
pezzi.»…«Ti sbagli!!! Io so benissimo
quello che voglio!» replicò la ragazza divenendo
tagliente nel suo tono «E non descrivermi come una bambina
piena di capricci PERCHE’ SAI CHE LO DETESTO!!»
Suo padre rimase rigido a fissarla. Mentre lei specificava
«Ti ho detto che insieme saremmo entrati in possesso di
un’ingente somma di denaro e sarà quello che
faremo!»…«Per ora limitati ad
illustrarmi quali saranno le prossime mosse con la famiglia Ayami,
sempre ammesso che ci vogliano ancora dopo la tua condotta
assolutamente deprecabile di questo
pomeriggio.»…«Certo che ci vorranno!!
Sono pronta a chiedere scusa a Mako, mi mostrerò dispiaciuta
e afflitta, ed inventerò una scusa abbastanza credibile per
coprire ciò che sono andata a fare, tanto che importa?!!...
…lui pende dalle mie labbra…» ammise,
mentre il fumo della sigaretta sfumava i suoi sensuali lineamenti
«…mi ama, e basta che gli faccia quattro moine
perché lo veda cadere ai miei piedi!!» volgendosi
verso suo padre «E’ uno sciocco! Ed è
questa la mia fortuna…! La nostra
fortuna.»…«Dunque…strano a
dirsi per quella che sei di solito...non ti sei ancora
arresa.»
La ragazza dunque scandì
«…no…papà. Non mi sono
affatto arresa. E non è strano, si vede che non mi conosci
affatto!» Hajime Katou tacque, e sua figlia ribadì
«Non mi sono arresa! Né come donna! Né
come Digimon Tamer!!»…«Cosa?!»
l’uomo trasalì «Che cosa
c’entrano i Digimon, adesso…?» Ma negli
occhi di sua figlia strisciava una ferrea determinazione.
Quando Takato, rientrato a casa, attraversò il corridoio, la
fioca luce nella stanza dei suoi genitori era ancora accesa. Entrambi
erano ancora svegli, non dicevano nulla, ma sembrava che lo stessero
aspettando. E che i loro cuori sospesi attendessero notizie. Lui si
fermò. Li guardò anche lui in silenzio, con i
suoi occhi assorti, reduci dalla commozione della notte. Li
guardò entrambi, coricati nei loro letti ma ancora in attesa
di lui, che se n’era andato in un momento tanto terribile.
Sicché il ragazzo appoggiò la mano alla porta. E
rivelò «Vi comunico…che i Digimon hanno
appena fatto ritorno sulla
terra.»…«…ahh…!»…«Cosa?!»
giunsero rispettivamente dal sobbalzo dei cuori di suo padre e sua
madre «E’ proprio così.»
confermò Takato. Che lasciò cadere il suo
braccio, e si accinse ad allontanarsi. Ma si fermò di nuovo,
dando loro le spalle quando specificò «Guilmon no.
Lui non si sa dove sia.»
Takehiro spalancò gli occhi…
Suo figlio si stava allontanando, quando lui lo trattenne
«Come è possibile che proprio di lui non si sappia
niente?!» ma Takato lo guardò con la coda
dell’occhio «…non è il solo.
Non c’erano neanche i Digimon di Kazu e Kenta.
Buonanotte…» accennò nella stanchezza,
ma anche in una sfumatura di malinconica dolcezza, carezzandoli
entrambi col moto del suo sguardo, mentre andava in camera sua.
I suoi genitori si guardarono tra di loro, e Takehiro guardò
verso il basso «…non è
tornato.»
…Takato chiuse alle sue spalle la porta e di nuovo
smarrì i suoi occhi nella sua stanza buia, sempre
più buia. Le luci della notte tracciavano i contorni di una
stanza che era tornata in ordine dopo il turbolento momento del
pomeriggio, probabilmente sua madre gli aveva risistemato il letto. Il
pupazzo di Agumon era rimasto sulla scrivania, là dove
l’aveva posto Cindermon. Quel Digimon storico di plastica
vegliava mentre il ragazzo riapriva tra le sue mani il disegno ormai
molto piegato e scolorito di Guilmon dieci anni prima. Quella carta
sembrava invecchiare ogni giorno di più…
…e l’angoscia crescere, i punti di riferimento
consumarsi…(canzone :Mariah Carey
– Through The Rain )
...la verità confondersi, come per Henry, che camminava tra
gli alberi di un parco cittadino in piena notte, col cappuccio della
sua felpa alzato. Gli occhi disorientati, senza una traccia da
seguire…
…Rika lo stesso, non era ancora rientrata, né al
locale né a casa. Non aveva ancora trovato quel riparo che
la giacchetta non le forniva per il freddo.
Takato si lasciò cadere seduto alla sua scrivania,
chinò il capo…
Henry si abbandonò su una panchina…
Rika non si sedette, semplicemente appoggiò la schiena al
cemento, sotto un ponte cittadino…
“Quando tu giungesti…” iniziò
Takato un pensiero che suonava come una lettera, e che danzava fra le
immagini dei ricordi “Quando emergesti dal fumo, e dal
blackout digitale, piombando all’improvviso nella mia vita,
io ero solo. Era un bel problema! Non sapevo come nasconderti e temevo
che prima o poi ti avrebbero scoperto!”
…ricordando uno scatolone, una corsa a perdifiato, e un
Digimon divenuto immenso…
“La mia vita di ragazzino ed i miei ritmi quotidiani furono
sconvolti completamente! Arrivasti come un uragano, ed io…
…con i miei soli undici anni, ero impreparato. E’
logico!...
…nessun bambino che si fosse trovato al mio posto avrebbe
saputo come gestire…un grosso, amico digitale dalle
sembianze di un dinosauro contro un mondo che se solo
l’avesse visto…avrebbe gridato di terrore! Io
stesso, a volte, avrei voluto gridare. Di gioia, sì! Ma
anche di preoccupazione! Oh, Guilmon, non puoi immaginare! Quei primi
giorni furono una…fantastica, sensazionale
catastrofe!”
…ricordò un Digimon dipinto coi colori di una
divisa militare…che dal suo abito veniva gradualmente
spogliato grazie alla pioggia, che tutto scolava nel ritorno del
rosso…”Era la catastrofe della mia
vita.” raccontava, ma aveva voglia di farlo. La voce della
sua anima ora era fresca e spontanea, simile ad allora “Per
questo talvolta…
…quando si è presi nel mezzo...
…si conia un ritornello. Sì! Esatto. Una frase
che ti ripeti e ti ripeti ogni volta che qualcosa non va.
Così grazie a quella puoi arrivare al momento successivo!
Come fu per me in quei primi, traumatici giorni. Ricordi, Guilmon?
Quando digievolvesti la prima volta, non riuscivi a ritornare delle tue
normali dimensioni e…Dio, che panico. Ricordo
com’ero disperato! Per questo io ed Henry avemmo
l’idea di dipingerti tutto, per farti mimetizzare con gli
alberi ed impedire che la città si accorgesse di te!...
…non fu una buona idea. La pioggia portò
via…tutto il nostro lavoro.”
…un ricordo molto vivo, come la sua disperazione del momento
successivo “Basta
un’acquazzone per stingere la vostra idea geniale"
ci aveva apostrofato Rika, sempre superba al fianco di Renamon, che
sapeva saltare tanto rapida da sfuggire alla vista di chiunque, sempre
fortunata!” detto con una punta aguzza di…profondo
affetto “Eppure la pioggia di quel giorno la ricordo ancora,
e sai perché? Perché ebbe un significato
speciale, per me…
…non ci crederesti…e questo forse non te
l’ho mai confessato. Non l’ho detto a nessuno. Ma
io in quei giorni ascoltai una canzone. Era uscita in quel
periodo!”
…abbandonandosi sulla sedia, e guardando nel buio che
c’è in alto “…una canzone che
canto ancora, talvolta. O meglio che sussurro, l’ho sempre
fatto, da fin da allora. E anche oggi, quando lavoro, e le clienti
hanno bisogno di un dolce motivo per distendersi, e attendere che la
tinta faccia presa…
…la tinta mi riporta alla mente il colore mimetico con cui
ti avevamo dipinto, e allora quelle note riaffiorano. Lo sai, a
qualcuna di loro che me l’ha chiesto…ho risposto
che è una canzone che insegna come stringere i denti in un
momento difficile. Nel susseguirsi di quei tentativi disperati per
nasconderti, io ripetevo a me stesso…
…una frase che significa…e sopravvivo per un
altro giorno, e riesco a farcela, attraverso la pioggia. And I live one more day, and I
make it through the rain.
…così avanti, sempre, fino a che non sei
regredito al tuo stadio precedente. E lungo ogni sfida, di nascosto dai
miei amici continuavo a ripetermelo. Così…
…ancora avanti…” stringendo
sempre più vicino al cuore quel disegno, nella commozione
“…lungo la mia crescita…
…fino ad oggi. Come vorrei che ancora fosse possibile
sognare una pioggia a cui passare attraverso…”
versando dolci lacrime come gocce di pioggia “…e
che l’arcobaleno fosse capace di risorgere anche oggi. Anche
adesso che ignoro dove sei…”
«…anche adesso…»
pronunciò Henry…
«…che ignoro…»
sussurrò Rika «…dove sei.»
«…che ignoro dove sei.»
ripeté Henry…
…sembrava
che la vita si potesse riassumere in un pugno di carta, sulla quale nel
buio risaltava la sagoma di un drago digitale.
La notte
di Tokyo cullava il presente dei Digimon Tamers, quando ancora il mondo
attorno a loro non si era arrestato, e i treni seguitavano a perforare
l’aria (fine-canzone)
Un bagliore color lilla lampeggiava sulle lenti di spessi occhialoni
alzati su una criniera di capelli neri «Siccome lui mi ha
detto che sarebbe rimasto indifferente al fatto che il suo amico si
fosse trovato un nuovo domatore, ecco…gli ho detto che
è
morto!»…«Mortooo?!»
…echeggiò quella squillante voce femminile
«…sì. Ohhh, povero Growlmon dovresti
vederlo è disperato!»…«Ma
così non ci servirà a un bel
niente!!»…«Oh??»…«Ahhh,
N’Emo sei un disastro! Come ti è passato per la
testa di dirgli che Takato è
morto!»…«Ma-»…«Adesso
perderà tutte le sue energie! Regredirà
ad uno stadio…pre-PRE-PRIMARIO, e come conseguenza
ci ritroveremo un budino squagliato, al posto di un
Digimon!»…«Non è detto,
Purplemon!» obiettò N’Emo armato di
volenterose speranze «Non è da escludere che, da
un momento all’altro, realizzi che non può farcela
a sopportare il peso di una simile realtà e che scelga di
concentrare le forze che gli restano al servizio di un nuovo domatore,
e cioè
me!!»…«Uhmf!»…«Uh?»
ma quell’annoiato sbuffare della sagoma all’interno
della sfera fluttuante, spense tutto il grintoso entusiasmo del
ragazzino «Maaah, se lo dici tu, spero che ora che hai preso
questa iniziativa tu disponga anche quantomeno di un piano
per…come dire, incendiare il suo spirito andato in cenere! O
altrimenti qui non concluderemo niente, hai capito o no che noi andiamo
di frettaaa?!! Mi servono i Cuori Digitaliii!!! Qui! Da questo lato!
Dall’altro, a Digiworld, la Sfera regale! Per ora stiamo a
zero! A Digiworld il mio emissario non mi risponde quando lo chiamo!
Sulla terra non abbiamo un Digimon in grado di combattere!»
ma N’Emo sfoderò occhi decisi «Non ti
preoccupare!! Puoi fidarti ciecamente di me, Purplemon, io ho
moltissime risorse e non c’è nessuno che mi stia
al pari in fatto di coraggio e determinazione! Sono…
…il miglior domatore di Digimon rimasto sulla piazza, finora
soltanto per un errore il mio nome non ha echeggiato lungo tutti e
quattro i lati del mondo terrestre & digitale!»
…dichiarava, ma non si accorgeva che Growlmon stava facendo
ingresso nella sala giungendo dalle scale. Quando li trovò a
parlare, si nascose fra le statue più alte e più
lontane dalla luce…
«Non c’è nessuno…che sia
più abile, che abbia più conoscenze, potrei
recitarti a memoria tutte le digimodifiche che sono
possibili-»…«…avendo un
Digivice.» ricordò didascalica Purplemon rendendo
indispettita l’espressione del ragazzino «Umfh!! Ti
assicuro…che riuscirò a farlo apparire! Growlmon
mi sta opponendo resistenza ma ogni Digimon piega la testa quando
riconosce l’autorevolezza del suo domatore! Ti
prometto…» sfoderando un sorrisetto subdolo, e
afferrando qualcosa di impalpabile nell’aria
«…che in una manciata di giorni
riuscirò a farmi rispettare e a trasformarlo nel Digimon
più potente che esista, e quando questo
sarà…!...
…conquisteremo tutti i giacimenti di energia più
succosi dei due mondi!! Sarai finalmente libera, Purplemon, e la nostra
popolarità travolgerà ogni
continente!!» spalancando le braccia
«…mi auguro davvero che tu abbia una minima linea
di azione: è chiaro o non è chiaro che io MI
ANNOIO, qui sola???»
Ma quelle sicurezze che ora N’Emo teneva strette…
…erano ardenti coscienze nell’animo del Digimon
che lo udiva di nascosto “…è un
miserabile. Nient’altro che un vile doppiogiochista! Ha udito
il grido del mio dolore…
…ed ora è qui, a lucidare orgoglioso le sue mire,
e a progettare come manovrarmi!!! Maledetto…”
I suoi occhi gialli lampeggiavano del rosso dell’odio
“Il mio Takato è perito tragicamente…
…e tu sei qui, a sognare di conquistare i nostri mondi
grazie all’aiuto di un Digimon!!! Odio vedere i suoi occhiali
sulla tua testa…”
…quegli stessi occhiali che ora N’Emo lucidava,
che ammirava specchiandovi il suo volto, coi quali si pavoneggiava
dinanzi al cielo stellato oltre il terrazzo…
“Ho
un’idea! E scommetto che funziona, aspetta un secondo!”
…ritornava, nella mente dell’imponente essere, la
voce di un ragazzino, che pochi istanti dopo si era voltato verso di
lui con orgoglio “Guarda
questi occhiali, non sembro un domtore di Digimon?! Uh?”
…ma quel volto sfumava nell’oscurità
dei ricordi e del dolore. E cresceva l’astio “Tu
aspiri a prendere il suo posto, con la complicità di quel
Digimon rinnegato spostate tutti i tasselli per usarmi come se fossi il
vostro oggetto da guerra! Ma chi gioca col fuoco prima o poi finisce
per bruciarsi, e sarà proprio quello che
succederà a te, N’Emo!!”
Ed il lampo nei suoi occhi puntava dritto al ragazzino che ora si
volgeva verso Purplemon «Guarda questi occhiali, non sembro
un domatore di Digimon?! Uh?»…«Veramente
lo sembreresti di più se avessi un Digimon che fa tutto
quello che tu gli ordini!»…«Ohhh!!...un
po’ di pazienzaaa!»
“Ti farò pentire di avergli rubato aspetto, voce!
E i suoi sogni d’infanzia: preparati N’Emo,
perché non immagini che cosa ho in serbo per
te…”
…mentre il ragazzino, tenace nel suo entusiasmo, riprendeva
a strusciarsi e lucidarsi in ogni modo quegli occhiali…
“Nella vita di ogni ragazzino, l’arrivo di un
Digimon rappresenta una sorpresa! Bene, stai per ricevere la stessa
sorpresa che con mani incredule raccolse Takato. Solo che nel tuo caso,
sarà molto, molto più sfrigolante!! Tanto
incredibile da far tremare la terra! Sogna pure, finché
è notte! Molto presto giungerà un Digimon anche
per te…!!”
E la sua sagoma imponente e oscura si dileguò, strisciando
fra quelle statue angeliche, mentre N’Emo era fiero dei suoi
occhiali «Uhmuhmuhmuhm!»
«Accidenti, ogni secondo che trascorre è
l’antifona al disastro!» tuonava, in preda a
profonda agitazione, Guardianmon nel corridoio del varco
«Quelle stupide hanno fallito, e ora i fuggiaschi saranno
corsi dai loro domatori! Devo sapere immediatamente cosa succede sulla
terra, qualcuno deve informarmi!!» sicché dal suo
pugno tremulo sembrò nascere un’intuizione che
lampeggiò negli occhi oltre la maschera: estrasse dunque il
cellulare.
Uno squillo perforò la quiete notturna di una casa piena di
fronzoli graziosi «WHA-AH-AHHH!!!»
sobbalzò dal cuscino una biondina paffutella con la testa
tutta piena di bigodini
«Te-te-telefonooo…!»
rabbrividì…
…volgendosi appena…
…ma il giovane nel letto al suo fianco, i cui occhiali erano
ordinatamente posati sul comodino, sembrava impegnato a ronfare.
Tanto che lei, avvolgendosi un po’ enfaticamente nel
lenzuolo, balzò e si diresse in punta di piedi verso il
telefono. Che alzò come sempre con mano tremante
«Pro-pro-prontooo…chi parla?»
accennò delicata con la sua voce da molletta sul naso.
«Leggiadra sposina…?»
«IHM!!!...perchééé non mi
lasci neanche dormire…?»
«Perché, stavi dormendo? Oh, sono deluso. Se ti
dicessi cosa mi andavo a immaginare.»
«Co-Co-Cosa vuoi, Guardianmon…?»
balbettò nella penombra del corridoio.
«Quegli spregevoli rifiuti digitali si sono
liberati!!»
«Ahah!! Si-si son-?!»
«Come prego…?»
«N-N-No n-non volevo scusa mica ero contenta no no! Hai
sentito male: ero solo molto, molto stupita!»
«Sei una stupida…»
«Ahhh, ma io non ho fatto niente, te lo giuro!»
«Di questo non ne dubito, di solito è la tua
occupazione principale: NIENTE!»
«Ahhh…!» spalancava la bocca impaurita.
«Ma ho la netta sensazione che nell’impigrirti stai
mettendo su qualche chilo di troppo per cui, io, il tuo caro
Guardianmon che si preoccupa per te, ho deciso di metterti un
po’ in esercizio: sai, è mia massima cura
eternizzare la bellezza dei miei compaesani…»
pronunciò cupamente, sfiorandosi la maschera con una rosa
«…persino di quelli “in
trasferta”…»
«Guardianmon, io non voglio più-»
«Shhh…Yuki sei in preda ad un attacco di rifiuto
coniugale acuto, mi stai appena chiedendo di fare pezzetti di chi ti
dorme al fianco.»
«No-no-no-no! Dimentica ciò che ho
detto!»
«Detto fatto: ho delle istruzioni per te.»
Yuki Kitagawa impallidì.
«Devi tenermi informato su tutti i movimenti di quei
mentecatti dei Digimon e di quegli infimi umani, voglio sapere, e sia
chiaro, lo voglio sapere…» guardando
l’orologio al posto del quale aveva il guanto iridescente
«…al più presto, se è
avvenuta la tanto attesa ricongiunzione. Tu sei una brava moglie, non
è vero? Hai a cuore le pelle vellutata del tuo giovane e
affascinante marito…»
«G-Guardianmon…v-va bene. C-Come sempre, ma tu
r-resta dove stai e non ti muovere.»
«Perfetto…» carezzava il suo stesso
volto con la rosa
«T-Ti informo io di tutto-ti dico io tutto-sa-saprai ogni
cosa sui Digimon e i domatori-sì…ecco.»
abbassando così il telefono e riattaccando.
Per poi «Waahhhh!!!» restare sola nel gelido vicolo
nel quale era sempre più stretta, e che la portava a
scuotere la testa.
Eppure, i suoi occhi si spalancarono e i suoi battiti accelerati
sembrarono placarsi…
Aveva portato la sua mano alla bocca. Ma ora ci fu un’altra
mano. La mano di qualcun altro. Che prese quella grassottella di Yuki,
e la condusse, delicatamente «Ohhh…»
nello stupore di lei…
…chi possedeva quella mano lunga ed elegante, ne possedeva
anche un’altra che pose sopra quella cicciottella della
ragazza, per riscaldarla, e rassicurarla…
Risistemando alcuni sacchi, in una strada di Tokyo popolata per lo
più da rifiuti «Ahhh…!» una
figura avvolta da una divisa arancione si asciugò il sudore
dalla fronte «Anche questa sera è fatta!»
La luce della sirena roteante del camion dell’immondizia,
illuminava il volto pallido e giovane di chi era stato, ancor
più giovane e dieci anni prima, in quella nuvola di leggenda
anche lui al fianco della sua creatura digitale «Kazu, ce ne
sono degli altri?!»…«No! Ci ho
già pensato io!»…«Perfetto!
Abbiamo finito?!»…«Direi di
sì!» replicò il ragazzo che anche a
quell’ora e quel giorno disponeva di un cordiale sorriso,
anche se di certo non era di spensieratezza «Accidenti, non
faccio che chiedermi come sia finita la faccenda di Cyberdramon, ma con
questi cellulari con la linea che non prende è un vero
disastro!» aprendone uno e constatando «Cavoli,
è tardissimo! E per di più ho lasciato
papà a casa, debbo affrettarmi a tornare! Ahhh, neanche a
dire che posso fare uno squillo a Takato, se chiamo adesso rischio di
svegliare tutta la famiglia! Vorrà dire che
passerò da lui domani. Ma perché non
c’è nessuno che mi chiama e mi dice come va?
Ah-?!!»
Ma il suo cellulare squillò «Forse ho parlato
troppo presto?!» però, quando constatò
il numero, il suo entusiasmo si spense «…no,
troppo presto ho detto di aver parlato troppo presto:
Kenta…! Ma che vorrà a quest’ora?
Pronto!»
«Kazuuu!!!»
«Kenta, ma che ti prende, come mai non dormi?!»
«Perché non dormo?! Certo, così per lei
è perfetto!!» piagnucolò quella voce
infantile.
«Ancora tua moglie??»
«…HA UN AMANTE!!!»
«Che cosa, un amante?!! Ah, ma piantala, chi vuoi che se la
prenda, grassa e antipat-…!» ma poi il ragazzo si
portò la mano alla bocca, scurendo il tono
«…cioè…intendo dire che
forse tu sei uno dei pochi che poteva sperare di sposare. Non
è certo l’ideale di ragazza che avevamo ai tempi
in cui abbiamo iniziato a guardarci attorno!»
«Sta di fatto che sono cornuto! E ora tutta la gente
andrà a sparlare di me!»
Kazu alzò gli occhi al cielo notturno, mentre si appoggiava
al camion «Kenta…che dirti, mi dispiace. Di me la
gente sparla da un pezzo, se vuoi saperlo, anche se non ho sposato
nessuno. Ma…si può sapere che prove
hai?»
«Riceve telefonate notturne, e parla con presenze non
accertate!»
«Non sarà che è un po’ tocca
di cervello?»
«IHM!!! Kazu sono disperatooo!!! Ptsss senti cambiando
argomento-» e cambiando anche tono, che divenne incuriosito e
un pizzico frizzante «-hai visto che si vocifera in
giro?»…«Uh? A che ti riferisci? Guarda
che se parli di tua moglie ora tu sei il primo che mi viene a dire che
ha un altro uomo!»…«Nooo, io non mi
riferisco a Yuki! Sto parlando dei Digimon!»
Kazu tacque e mosse un po’ incerto i suoi occhi blu tra la
notte e le sirene.
«Non hai sentito tutte queste notizie-non hai visto il
telegiornale? Cavoli, quello sembra proprio Cyberdramon!»
«Veramente…pare che non sembri, ma che sia. O
meglio…io non lo so ancora, stanotte volevo seguire un
po’ di notizie ma sono qui a lavorare. Takato però
mi ha detto che Ryo quando lo ha avuto vicino lo ha
riconosciuto.»
«OH, MA DAVVERO?! CAVOLI, E’ FANTASTICO!»
«Fantastico cosa, Kenta?! Il fatto che Cyberdramon sia stato
catturato?!»
«E’ stato catturato? Ohhh, poverino!»
…ma quel suo modo di fare sembrava scuotere i nervi di
Kazu…
«Senti! Che tu sappia Kazu ma non è che sta per
riaccadere il miracolo?!»
«A quale miracolo ti riferisci…?»
«A quello dei Digimon! Ahhh, come mi piacerebbe che
tornassero tutti, tutti in massa! Così finalmente riandremmo
ad occupare il posto che ci spetta e ci scrolleremmo di dosso tutti
questi odiosi fardelli con cui ci ha subissati la crescita!
Dì un po’, non è che ti ha detto niente
qualcuno, hai visto qualcosa, tutti gli ex-domatori, i nostri amici?
Takato, Rika, Henry ok per Ryo e Cyberdramon vada che
c’è ancora dubbio però loro? Non hai
ricevuto qualche telefonata in preda alla gioia che ti ha portato la
notizia del loro grande ritorno?!!»
«Oh senti ora basta, Kenta, mi hai stancato!!»
sbottò il ragazzo in divisa arancione.
«Ihmp!! Perchééé mi tratti
così, che ti ho fattooo?!»
«Ma non ti rendi conto che è una cosa seria?! Noi
siamo QUI, senza sapere niente, forse loro sono lontani anni luce o
forse se qualcuno ha provato a tornare è stato catturato e
noi non sappiamo neanche se è una copia oppure E’
PROPRIO QUELL’AMICO CHE CI HA SALVATO
ALL’EPOCA!»
«Apposta ti sto chiedendo tutto questooo!»
«No! Tu lo fai solo perché ti piace fare del
gossip notturno, perché ti annoi troppo con quella donna che
i tuoi genitori ti hanno COSTRETTO A SPOSARE perciò ti
diverti a fantasticare su una vita a metà fra un cartone e
la realtà!»
«Kazuuu…»
«No, Kenta! Adesso lasciami finire! Tu parli dei Digimon come
un’appetibile alternativa ad una vita noiosa come quella che
abbiamo oggigiorno, ma hai idea di come sia la mia, di vita?!
E’ molto più che noiosa, è
catastrofica!! Ma di questo tu che ne sai! Mi hai mai chiesto una volta
come stavo, ti sei mai interessato dei problemi che avevo con mio
padre?! Niente! Mi sono sempre cibato io tutti i tuoi pianti e il tuo
brontolare per una vita che ti sei plasmato tu, con le tue mani, quando
io quel padre che mi picchia e si ubriaca me lo sono trovato, e che mi
piaccia o no debbo tenermelo!!»
«Ka-Kazu sei ingiusto! Lasciami almeno la
possibilità di spiegare!»
«Spiegare?! Qui non c’è niente da
spiegare, eccetto il fatto che fra noi due c’è un
abisso, un mondo intero esattamente come coi Digimon! Kenta, a me
quando loro mancano, mancano sul serio! Guardromon vorrei rivederlo,
per sentire dalle sue labbra il racconto di questi anni, scoprire che
cosa ha vissuto, che esperienze ha fatto. I suoi momenti di gioia, e
quelli di dolore…»
…silenzio dall’altra parte. Kazu parlava con
sguardo consapevole, e voce che si approfondiva in una matura e fedele
memoria «…tu hai mai pensato a questo, riguardo a
MarineAngemon?»
«MarineAngemon…»
«Il tuo Digimon, Kenta! Io nell’assenza di
Guardromon ci sono cresciuto dentro! E’ stata…come
un vestito, che non si restringe col tempo. Mi specchiavo nella luna
ogni volta che mi accadeva qualcosa, e pensavo a lui che era lontano.
Ogni volta che trascorreva il mio compleanno, e nessuno se lo
ricordava. Sentivo i suoi auguri, con quella voce un po’
piatta e monotona che aveva. Ah, se sapessi quante cose mi sono vissuto
dentro in questi anni e quanto avrei avuto voglia di condividerle con
un amico che potesse capire.»
«Io però ti ho telefonato sempre!»
«Per ottenere informazioni! Soltanto questo, secondo me
perché era quell’arpia a cui hai messo la fede a
venirtele a chiedere! Tu sei fatto così, non sai mai
dimostrare il carattere con nessuno, i tuoi ti hanno manovrato per
renderti un bravo marito medio-borghese, e lei ha una
personalità forte al punto che ti ha portato via da tutti
noi tuoi amici! Che delusione, io su di te ci contavo. Eppure in
passato non eri così, Kenta…»
La mano dall’altra parte stringeva forte la cornetta.
«Comunque io non so niente, ho svuotato cassonetti tutta la
notte e in nessuno di questi c’era tua moglie a rotolarsi con
un altro, puoi dormire sonni tranquilli!»
«Kazu…io…
…non sono come tu pensi…»
«Ah no? E allora quale catastrofe può averti mai
costretto a recitare questa parte? Cosa può essere tanto
grave da spingere una persona lontano dai suoi amici, da ciò
che sentono?! Dai loro problemi e dalle loro vite?! Tu questo hai
fatto. Ciò che mi dispiace più fra
tutto…è che in fin dei conti non sei contento tu
per primo. Se ti fossi innamorato di quella Yuki sarebbe stato a posto,
che importa se è grassa, anche se a noi ci piacevano belle e
soprattutto oneste!»
«Ti assicuro che Yuki…è ciò
che abbiamo sempre voluto.» sussurrò
Kenta…
«Ma per favore! Allora ti ricordi male, o debbo pensare che
è il terrore che ti tradisca che ti porta in extremis a
rivalutarla? Senti…finiamola qui, è
già tardi e io devo andare da mio padre, se ti interessa
qualche news da discutere con lei mentre sgranocchiate quel pacco
enorme di patatine che non posso comprare, apri la tv!»
«Kazu…»
«Hai altro da dirmi?!»
Kenta…premette il bottone per chiudere la chiamata.
«…neanch’io!» Kazu richiuse il
cellulare, e si allontanò.
Risistemati gli occhialoni sul suo capo, N’Emo
parlò «Dimmi Purplemon…fremo dalla
curiosità. Cosa sono realmente i Cuori digitali?
Abbiamo individuato chi li porta con sé. Però la
loro natura sfugge alla mia percezione…» facendo
assorti i suoi occhi rossastri, nei quali si mescolava il riflesso
lilla della sfera fluttuante.
«I Cuori
digitali sono…» Purplemon mosse
lentamente il braccio che reggeva la sua bacchetta, ondeggiandolo in un
festante movimento circolare «…miracolosi focolai
di energia!» descrisse in un guizzo di fatato brio, ma
N’Emo non fu contento «Questo l’ho
capit-»…«Sì, però
quello che non sai è che sono nati da un germoglio
impercettibile! Pensa che era talmente microscopico, che anche con i
tuoi occhiali che sono così spessi, non saremmo stati in
grado di vederlo!»…«Davvero,
addirittura?!»…«Uhm uhm!
Sì!»…«E…non
capisco, cosa li ha portati a crescere così
tanto?!»
«E’ stata…» riprese quella
vivace narrazione «…la materia digitale intinta a
un…miscuglio di sentimenti
umani!»…«…mi sfugge
l’ultima parola che hai detto.» disse il giovane
con aria interdetta «Ahah, sempliceee!»
esultò la fata di cui si intravedeva solo uan sagoma scura
«Una cascata di cristalli d’amicizia!»
descrisse, muovendo la mano e liberando sotto di sé una
pioggia di frammenti luminosi «Qualche goccia
d’amore qua e là nascosta per dar
sapore…!»…«Ohh…»
cominciava ad essere abbagliato, quando il suo volto venne fiorato
dalla piccola sfera di luce liberata dal dito del Digimon. Quando la
raccolse, si era già dissolta «Ondate di
ricordi…dappertuttooo! Wow!» oscillando la sua
bacchetta e smuovendo nel cielo stellato molteplici ondate di lilla
«Ahah! Incantevole!» fu il commento del ragazzino
«E per finire…l’ingrediente
più saporito! Il vero segreto dello chef: quello che lo
distingue da tutte le altre ricette, e rende il cuore
digitale…slurp! Un piatto tanto appetitoso da leccarsi i
baffi!»…«Mmm, che fame! Svelami
l’ingrediente, Purplemon!»
Purplemon si concentrò, stringendosi alla sua sagoma, pronta
a quell’incanto che neanche iniziato, già
stregò N’Emo, che avanzava e si sporgeva dal
terrazzo…
…le stelle di quel cielo sconfinato si accesero una ad una
come le luci di un disco-pub…
…il loro riflesso cominciò a tracciare
improbabili evoluzioni che riempivano l’aria al pari di una
grande festa «Senzazionale! Ma che cos’è
che sprigiona tanta luce?!»…«Non lo
immagineresti, N’Emo!»…«No,
infatti non lo immagino!»
Purplemon, nella sua sfera al centro del mirabile scenario,
definì, nel frenarsi del movimento che fu sostituito da un
pacato, candido e confortevole permanere del bagliore
«…la speranza verso il
futuro…»
«Che…cosa?!» quel nome non sembrava
ispirare fiducia al giovane N’Emo.
«Hai capito bene, è questo il segreto dei Cuori
digitali!» descriveva Purplemon intrigata dal concetto
«In pratica…è come un matrimonio!
Quando la materia
digitale…»…«Oh?»
inarcava gli occhi il diffidente ragazzino «…sposa
i sogni per l’avvenire! Da questo nasce il miracolo del Cuore digitale.
Esso contraddistingue…
…chi non si arrende. Sboccia nel cuore di chi lotta contro
la nostalgia…» mentre la luce di quelle stelle si
incontrava a gruppi, le varie provenienze sembravano stringere amicizia
tra di loro, in un caleidoscopio bianco e gentile
«…e riesce a credere che il futuro possa un giorno
trarre in salvo la luce del passato! E con questa rischiarare tutto
intorno…
…in una dolce sospensione
sull’eternità…»
«Le tue parole mi mettono paura,
Purplemon.»…«Oh?!»
E così, il suggestivo spettacolo si concluse. Le luci
riacquistarono il loro normale, tenue bagliore «Questa
speranza è…strana. Incontrollabile.»
descrisse N’Emo «Può condurre a
effetti…che non possiamo
prevedere.»…«Ah, ma è
semplice! Ed è questo il motivo per cui ti chiedo
di…fare razzia di Cuori digitali sulla terra! Se restano in
giro le energie potrebbero collassare, e quel bagliore così
poetico rischierebbe di estinguersi: gli esseri umani…sono
fatti così! Non sanno custodire quanto di prezioso gli viene
affidato.»
N’Emo sentì di poter rievocare sulle sue labbra il
suo sorriso subdolo e determinato.
Il Digimon nella sfera fluttuante descrisse «Per
questo…se tu li prendi, e li consegni a me, io
saprò sfruttare il bagliore per uno scopo molto
più giusto e più sicuro:
esaudire…desideri! Uhmuhm! E’ questa la mia
missione!»
A poco a poco si sentì più tranquillo, e
più sicuro «Mi
basterà…perforare il loro corpo di materia umana
ed estirpar loro il cuore per entrare in possesso di un simile
potere?»…«Ovvio! Però devi
fare anche attenzione: e non devi bruciare le tappe!»
spiegava l’essere simile ad una fata, con il suo dito
premuroso ad ammonire il ragazzo, come una dolce educatrice
«Vedi N’Emo…la speranza nel futuro
è una dote rara. Non tutti gli uomini ne sono in possesso!
Anzi. Pochi soltanto riescono a resistere alla tristezza che
è come…una nube nera. Che offusca la luce dei
sogni. Talvolta però la luce nasce dal contrasto! La vita
con i suoi dolori è in grado di generare
un…bagliore mozzafiato! Ti dirò di
più. La nostalgia per qualcuno che è
lontano…
…e che il tuo cuore invoca in ogni istante…
…è la scintilla per la nascita della luce! Io
chiamo te, tu chiami me, le nuvole scorrono e i fulmini si abbattono,
ma se non prevalgono il chiarore aumenta, e diviene sempre
più potente!!»
«Non…capisco del tutto le tue
parole…»
«Uhmuhm! Non te ne preoccupare, un giorno ti sarà
tutto chiaro. Per ora mi limito soltanto ad istruirti su una piccola
cosa: e cioè che…
…quando un Cuore
digitale ha potenziale ma non è abbastanza
maturo, occorre…giocarci un
po’!»…«Oh?!»…«Sì,
esatto! Come un pallone! Alternare…dolori, e
speranze…reprimere la nostalgia di modo
da…accrescerla sempre di più! Così il
grido sarà ancora più forte!!»
…come sembrava dirompente il grido senza voce di qualcuno in
un parco cittadino, che portava la sua mano al cuore, stringendo gli
abiti…
«Sempre più disperato, ahahah! E quando
sarà tanto, ma tanto brillante da illuminare questo cielo
notturno con il suo impeto!!!»
…innalzando la bacchetta verso l’alto, in segno
festante…
…ma ciò che si levò fu
vento…tenebra e nuvole. Fulmini tra di esse si insinuarono,
ma non mutò una virgola del suo frizzante parlare
«…niente allora urgerà maggiormente di
quel piccolo, ma profondo e deciso taglio nel petto! Il dolce
è ormai cotto a puntino, e noi che tanto bravi abbiamo
seguito le istruzioni ci meritiamo il premio di una…slurp!
Bella mangiat-ops! Ho fatto venire il temporale! Come mai, possibile
che non riesco a controllare le condizioni atmosferiche quando voglio
solo fare un po’ di scena?»
N’Emo si reggeva gli occhiali per proteggersi dal vento
battente, che faceva sbattere le ante della finestra aperta e volare
quelle candide tende «Non temere Purplemon, ho
capito!» affermò con determinazione «Io
ti porterò tutti i Cuori digitali sbocciati, sulla terra non
ne resterà più nessuno!!»
Il boato del temporale era profondo e minaccioso…
Quella mano stretta al cuore, si lasciò andare quando
«Oh?»
…vicino a lui cadde una coperta. Su una panchina
c’era un senzatetto, che riposava proteggendo fra le sue
braccia un bambino. Probabilmente suo figlio.
Quelle stesse mani gentili che prima stringevano i propri abiti, ora
raccolsero con delicatezza la coperta…e la posero di nuovo
sul padre e sul figlio, così che l’aria rigida
della notte non li cogliesse impreparati. Il primo dei due dischiuse
gli occhi, e seppur intontito dal sonno riuscì a dire
«Grazie…grazie di cuore…»
«…di niente. Dorma bene.» rispose quella
voce dolce, per poi tornare a sedere sulla panchina. Ma non smettendo
di guardare quei due che dormivano all’aperto…
…ora che c’era una coperta a scaldarli…
Le mani che l’avevano raccola ora non sapevano cosa cogliere,
vagavano fino ad appoggiarsi sulle gambe, e di nuovo si chiudevano, in
una stretta di niente.
«Voglio il mio bambino…» disse la sua
voce, con molta tristezza «Perché non posso averlo
con me…? Voglio…
…il mio bambino.»
…qualcun altro si aggirava seppur a quell’ora tra
gli alberi del parco, scuri per la notte, ma ogni giorno più
bordati dalle chiare decorazioni della primavera. Era quella ragazza
dallo sguardo malinconico, i tacchi alti e i boccoli rossi…
Lui sulla panchina ripeteva «Dov’è il
mio bambino…? Lo voglio…qui, con me. Lo voglio
abbracciare. Dov’è, dov’è
adesso il mio bambino…?»
Ma ad un tratto «Oh?» lei sembrò
riconoscerlo.
«Ahh…» lui la fissava, ma non diceva
nulla. I suoi occhi erano incerti, smarriti, mentre lei si faceva
sempre più vicina
«…Henry…!»…«…
Rika.»…«Che…cosa ci fai qui,
a quest’ora? Non sei a casa, con la tua
famiglia?»…«…no. Ho avuto
bisogno di prendere…una boccata
d’aria.»…«E sei venuto
qui.» diceva lei, nei cui occhi si leggeva premura
«Questo per noi non è un posto
qualunque.» svelava la ragazza, muovendo qualche passo come
richiamata da qualcosa «In questo luogo, si è
verificata una tappa importante della nostra vita.»
Henry seguiva i suoi movimenti, mentre lei gli dava le spalle e
descriveva «Già…questo parco
è molto importante per noi. Non è
così, Henry?» volgendosi, e tornando da lui per
sedergli accanto «Tanto…»
proseguì Rika «…da spingere sia te che
me a ritrovarci qui.» mentre lo sguardo di Henry si faceva
smarrito, a poco a poco cullato dalle parole della ragazza che pareva
aver bisogno di riavvolgere. Di ricordare «Nonostante il
nostro posto sia altrove. Nonostante ci vogliano a casa.»
accennando un sorriso «…ma noi siamo
qui.»
Henry tacque, e lei «…già. A quanto
pare anche un lavoro ben avviato e stabile non ti preserva a
sufficienza da simili momenti. E’ logico, se poi ci vai a
pensare. Si può essere molto diversi…
…avere un cammino diametralmente opposto, ma certe cose
accomunano. La vita e questa notte non mi
smentiscono…»
«…voglio il mio bambino.» ripeteva lui
tanto piano che lei non poteva sentirlo…
Rika, che smarriva i suoi occhi tra gli alberi ed il cielo notturno
«Quante volte ti capita, Henry, di ripensare a quel giorno?
Quante volte ti chiedi…perché te lo chiedi, a
volte, vero? Come…sarebbe potuta essere la vita al loro
fianco. Ti immagini?...le prime…cotte, i primi segni di
evoluzione, confidati a loro che miracolosamente avevano sempre quella
parola giusta con cui indirizzarti…anche quando per te era
impossibile trovarla, quando eri in preda alla confusione.
Ripensandoci…non è stato molto il tempo trascorso
assieme, però!...» intrecciando e guardando le
dita delle sue mani smaltate «Quel modo in cui ti facevano
sentire quando c’erano, quel particolare stato di
vita…che ti conferisce il ruolo di Digimon Tamer
è indelebile tanto che viene spontaneo risoffermarsi a
pensare. E chiedersi…
…a quale punto, di quale percorso oggi saremmo se loro non
ci avessero lasciato. Io talvolta mi perdo…»
…ma Henry era assorbito da quel vuoto, e le sue labbra
ancora tessevano «…bambino
mio…»
«…e provo a immaginare quella me stessa che non
sono, al fianco di Renamon. Renamon…!...quanto mi
manca…!!» pronunciò piano,
poiché la sua voce sfumava a poco a poco nel pianto
«Era…la Singora della mia vita…!
Possedeva una così mirabile saggezza, e classe! Custodiva
tutto ciò che mancava a me, e schizzava avanti, con quei
balzi che era in grado di compiere! E portava in questo modo al
sicuro…!!...» mentre le sue mani si stringevano
nel tremore di quei sentimenti che finalmente sfogava
«…quel bottino che se invece fosse rimasto con me
sarebbe andato perso! L-Le avevo affidato…!!...la parte
migliore di me. Sentivo che…avrei avuto bisogno di lei
ancora per molto, forse per sempre, chi lo sa! Mi ha
lasciato…»
…mentre qualcosa destava appena Henry da quel suo stato di
sospensione «Ohh…?»
«…mi ha lasciato…»
ripeté Rika
«…quando…!...quando ancora dovevo
iniziare a crescere! Finita…!!...la battaglia avrei dovuto
cominciare tutto! Ero…soltanto una ragazzina, piena di
problemi, che per miracolo era riuscita ad acquistare la fiducia
necessaria per dar fondo alle sue energie, ed impegnarsi in uno
scontro! Ma la vita che mi aspettava?!! Insieme…avremmo
dovuto riprendere ogni aspetto…
…mi è mancato…il suo saggio
apporto…
…su ogni lato di me, del mio
avvenire!»…«…oh…»
Henry ora la guardava…
«Chi mi restituirà dieci anni di chiacchiere
notturne?! Chi mi ridarà quella
persona…?!!...basata!! Strutturata che mi permisi in quei
giorni, tornati da Digiworld, dopo la mia biodigievoluzione, di sognare
per il mio futuro? Senza di lei…mi sento persa, e ti
prego…!!...
…di scusarmi, per questo sfogo
inaspettato!»…«Oh?
No…»…«Non lo prevedevo
neanch’io!» la giovane alzò occhi pieni
di lacrime, che portavano via il suo trucco intenso e bello
«Ma appena ti ho visto su questa panchina,
io…!!...ho rivissuto in un attimo tutto
quanto!!»…«Rika…»
lui le si faceva a poco a poco più vicino «Appena
ti ho visto, Henry, mi sono ritornati in mente…quei
ragazzini che eravamo noi! Là!!» indicando
«Là, in cerchio! Nella luce!! Increduli di aver
finalmente vinto, e poi…!!...lei che se ne andava dalle mie
mani!»…«Non fare
così…» lui le prendeva quelle stesse
mani «Io che le dicevo…aspetta! E’
troppo presto, non sono ancora pronta! Oh, quanto era vero. Molto di
più di quanto io stessa ne fossi cosciente al momento in cui
l’ho detto.» tirando via lentamente le mani nel
lieve disappunto di lui, ed asciugandosi le lacrime con le unghie
lunghe. Per poi congiungere le mani e stirarsi in un brivido, ad occhi
chiusi, durante il quale confessò «…sto
male,
Henry…»…«Ah?»…«La
mia vita…è un completo
disastro.»…lentamente, prudentemente lui
avvicinava la sua mano «Non l’ho confessato a
nessuno in realtà…sei il primo con cui mi sento
di aprirmi!» nel sopraggiungere del pianto «No, non
piangere…»…«Ah, scusami!
Forse ne sai già qualcosa, magari in famiglia. I tipi come
te…sono i bersagli ideali…per i crolli improvvisi
anche di quelli che all’esterno sembrano granitici, come
me.»…«…invece hai fatto
bene.» diceva lui con molta dolcezza, la stessa amichevole
premura con la quale a poco a poco la abbracciava, facendo
sì che fossero le sue braccia a difenderla dal freddo
«Sta calma, a volte capita. Non è niente Rika,
è solo un momento di sconforto. La nostra vita a volte ci
offre momenti del genere.» mentre la aiutava ad alzarsi, e ad
appoggiarsi «Vieni, andiamo in un posto chiuso.
Così parliamo. Mi racconti tutto,
d’accordo?»…«Henry…»…«…tranquilla,
vedrai che tutto si risolverà.» carezzandole quel
capo che lei appoggiava sulla sua spalla
«…momentai…Rika…»
disse ma stavolta senza desiderare di rimangiarselo, semplicemente
accettandolo, socchiudendo gli occhi.
Un raggio di luna illuminava la Carta
delle ali…
...e di fronte a chi la teneva tra dita, vi era un uomo prigioniero di
un sonno turbato e oscuro. Un uomo che si rigirava di continuo nel suo
letto, e si lamentava. Nel sonno sembrava chiamare, seppur fosse
invocazione sofferta e poco articolata
«…Kazu…» ma quegli occhi
dilatati che gli si fecero vicini erano occhi femminili
«…Kazu…»…«Shhh…!...sta
per arrivare, è per questo che sono venuta prima, signor
Shioda! Ai colloqui coi genitori i ragazzi non devono essere presenti,
non è educativo che ascoltino quando si parla di
loro!»…«Uh? Oh? Ch-Chi
è?»…«ShhhHHH! No-No fermo
resti a letto…! Sono la maestra di suo figlio…!
Non mi riconosce?» “Ptsss, fantastico! Questo
ubriacone va a prendersi le boccate d’aria e poi lascia la
porta aperta, non ho dovuto neanche ricorrere allo scasso!”
si guardò attorno con soddisfatto brio Asanuma «La
maestra…? M-Ma che dice, mio figlio è
gran-»…«Nooo…! Lei si
sbaglia! Guardi con cosa l’ho pescato a giocare?»
mostrando la carta a quell’uomo che faceva fatica ad alzare
la sua schiena…
…ma non a dilatare i suoi occhi, quando vide la donna, da
sotto la carta, scorrere una moltitudine di banconote «Oh?!
Questi sono soldi…!» e sembrava volerli afferrare
«Ci-Ci servono per mangiare, saranno tre giorni che non
mettiamo qualcosa sotto i denti!» con aria beata nello
sguardo, ma che non trovò soddisfazione immediata in quanto
lei ritirò la mano «Ohhh, come mi dispiace per voi
è terribile sono affranta, e pensare che tutte le volte che
ci siamo visti a scuola questa situazione…sigh! Non
trapelava affatto!» declamò Asanuma ostentando
commozione «E’ proprio vero che i tempi cambiano e
le realtà si sovvertono.» “Mio Dio che
casa squallida! Vista dall’interno fa ancora più
paura, che gente disgustosa!” «Signor Shioda mi
creda il mio cuore di insegnante è incapace di restare
indifferente di fronte alla…catastrofe che ha colpito la
vita di uno dei miei alunni più affezionati! Per cui, glielo
confesso sinceramente: io e il collegio docenti ci siamo riuniti per
discutere la vostra situazione, e abbiamo deliberato insieme la
decisione…»
…strisciandogli vicino la mano con le banconote, nello
spalancarsi degli occhi dell’uomo «Di offrirvi un
contributo
economico!»…«Oahh!!» Il signor
Shioda sembrò estasiato all’idea di afferrare quel
mucchio di banconote «Ah, lei mi sfama, signora, finalmente
un’anima buona!! Ahhh! Oh sì avevo fatto bene
assieme a mia moglie a segnare nostro figlio proprio alla sua sezione,
lei è un angelo! Ah, del cibo!
Finalmente…» sfogliandole…
…sotto gli occhi soddisfatti di lei…
…riguardandole, mischiandole, mentre Asanuma lo sfiorava
«…ringrazi la scuola: io sono solo una
messaggera!»…«…!! Non sa
quanto si orribile vivere con lo stomaco
vuoto…»…«Mmm! Sì
ma mi lasci!! Ahhh…(!!) » pulendosi le mani sulla
gonna «Sono solo questi, non ne ha
altri?!»…«A dire il
vero…»…«Ah! Convinca la
scuola!
Insista!»…«Signor-»…«Io
e mio figlio nuotiamo in cattive acque! Dica che…che siamo
poveri, che lui va a lavorare la notte e convinca il corpo docenti a
rifilarci mensilmente una quota simile o se possibile magari anche il
doppio!!» implorò lui come si fa con un miracolo.
«Ahhh…quest’uomo odora di alcol da
sentirsi male, deve aver bevuto come una spugna!»
commentò fra sé Asanuma, ma poi tornò
ad accostarsi a lui, seppur con prudenza «Deve
sapere…che per conferire simili agevolazioni la scuola ha
bisogno…beh-come dire non può farlo con tutti, i
fondi sono quelli che sono!»…«Il fondo
è quello che abbiamo toccato io e mio
figlio…»…«Gli affari e le
recenti riforme sono un dramma, mi creda! Però il problema
è risolvibile, vede nel caso dell’aggravarsi dello
stato di bisogno la scuola può divenire assai, assai
generosa! E’ possibile toccare…un fondo ancora
più basso di questo, per commuovere le istituzioni e
sganciar loro sussidi!!» sibilò la donna,
nell’ingenuità e nel disorientamento di Shioda
«Che posso fare di
più…?»…«Uhmuhm…!»
Gli occhi di Asanuma lampeggiarono di furbizia.
Ma Kazu stava rientrando a casa in quel momento «Oh? La porta
è aperta. Papà!» ma in quello stesso
momento la sua ex-maestra stava proponendo «Perché
non fa arrestare suo figlio?!»…«Cosa?
Che dice?»…«Ma
sì…!»
Kazu dilatò lo sguardo…
…mentre Asanuma illustrava l’appetibile
prospettiva «E’ un’idea più
che considerabile, ci rifletta bene, signor Shioda: avrebbe la scuola
ai suoi piedi, un padre solo e abbandonato nella sua stamberga
perché il figlio che doveva assisterlo si è fatto
sbattere dentro per spaccio!» A quel punto il padre di Kazu
le afferrò il braccio «Mi darebbero dei soldi?! Se
sapessero che quel disgraziato è dentro sgancerebbero la
grana?!»…«E’ assicurato: dia
retta a me, conosco la scuola come le mie tasche, lei ha trovato la
gallina dalle uova d’oro!»
Nello sconcerto sempre più immenso del ragazzo…
«Sono disposto a tutto…non ho bisogno di quel
vagabondo…»…«Ohhh, lo vede
che comincia a ragionare?»…«Io voglio
solo soldi per mettere qualcosa sotto i denti, CHE DEVO
FARE?!»…«Ahhh, è semplice!!
Basterà allestire il palco scenico a dovere, qualche prova
falsa là, un indizio contraffatto qua ed il gioco
è fatto! Mi aiuti-»…«Lei
è un genio!»…«E lei mi
stringe troppo forte il braccio ma le garantisco che il successo
è assicurat-»
«No…non è possibile!...» Kazu
scuoteva il capo incredulo «ADESSO BASTA!!» si
diresse rabbioso verso i due destando «AHHH!!» il
grido di Asanuma e separando con le sue mani la loro stretta
«Che cosa state facendo, CHE CI FA LEI A CASA
MIA?!»…«A-Ah, beh,
veramente…p-passavo per
interessament-»…«FUORI!»…«Ma-ma-ma-ma
Kazu, io sono pur sempre la tua mae-STRA!» spingendogli il
cappello sulla testa con aria indispettita ma lui reagì
feroce «FUORI!! E NON MI
TOCCHI!»…«N-Non alzare la
voce!» puntualizzava la donna, ma il ragazzo
replicò «Lei è soltanto una spregevole
criminale…»…«Uhm?!»…«Non
contenta dell’iniquo piano che sta architettando ora
allestisce tutto questo, SI RIPRENDA TUTTI I SUOI SPORCHI
SOLDI!!»…«AAHHH!!»
gridò lei e si parò dal terrore quando Kazu le
scaraventò contro l’intero mazzo di banconote, fra
le quali cadde la Carta delle ali. Suo padre gli gridava rabbioso
«CHE FAI?!» e lui si volgeva disperato «E
tu papà, le stavi dando ascolto?! Mi avresti venduto per
quattro soldi, ma non ti rendi conto che questa donna ti
inganna?!»…«QUELLI SONO I MIEI PRANZI
DELLA PROSSIMA SETTIMANA!»…«E io sono
tuo figlio!!»…«Un figlio
DEGENERE…!!» puntualizzò la donna con
astio, ma il ragazzo non fu impreparato «Perché ho
avuto la maestra
PAZZA…»…«Uhm! KAZU NON TI
PERMETTERE!»…«Maledetto il giorno che
l’abbiamo guardata con occhi d’affetto, maledetto
il momento che ci siamo affezionati a lei…!!»
…mentre Asanuma dilatava lo sguardo…
«Lei è la prova di come la gente diventa SCHIFOSA
semplicemente grazie al tempo e agli
eventi!»…«Beh, mio caro, certo
è almeno che non lo sei tu! PERCHE’ TU LO SEI
SEMPRE STATO…» Ma più di Asanuma, Kazu
era di suo padre che si interessava «Tu come hai potuto
raccogliere quei soldi?! Come puoi…?...!!» mentre
gli occhi gli si riempivano di rosso e di lacrime
«…restare indifferente a tutti questi anni in cui
siamo stati insieme e io mi sono occupato di te?! Ho curato le tue
ferite, ti ho vegliato mentre dormivi, ho fatto a botte con la gente
che veniva alla porta di casa per fartela
pagare!»…«Io te l’ho detto
molte volte…che non ti voglio, che non ho bisogno di te, CHE
MI HAI STANCATO!» replicò il padre dandogli uno
spintone, al corpo e all’anima «Da quando tua madre
è morta…per me ogni cosa ha avuto
fine.» abbassò gli occhi quell’uomo il
cui sguardo sembrava senza vita, a dispetto di quella che luccicava
negli occhi del ragazzo «IO SONO IL FIGLIO DI QUELLA DONNA
CHE AMAVI TANTO!»…«Proprio per questo!
Sparita lei…hai perso tutto il tuo valore: esattamente come
l’ho perso io.» risistemando le coperte, e
rinfilandosi nel letto…
…mentre Kazu tremava «E’ colpa
sua…» ripeteva «E’ SOLTANTO
COLPA SUA!» puntando il dito contro l’atterrita
Asanuma «Sono certo che le nostre disgrazie la fanno
euforica, ma stia sicura che la pacchia sta per finire Asanuma e sa
perché?! Perché io andrò a
denunciarla!»…«Ihmp! Cosa hai osato
dire?!»…«Racconterò alla
polizia del piano che lei e il suo complice tramate ai danni di suo
marito per riprendervi sua figlia!»…«Non
crederanno mai a uno come
te!!»…«…!!...
…aspettiamo di sperimentarlo…»
precisò il ragazzo tra i denti e con sguardo di ferro,
mentre Asanuma rabbrividiva…
Kazu si volse «Non rimarrò in questa casa con un
uomo che mi avrebbe venduto!»…«Dove hai
intenzione di andare?!» suo padre lo afferrò per
il braccio, ma il ragazzo si liberò «Questi sono
solo affari miei!! Qualunque posto sarà meglio di questo, e
ogni compagnia migliore della tua!!» ma si intromise Asanuma
«Non provare neanche per sogno a fare ciò che hai
minacciato-»…«Ha paura?! Sono
contento…!» la intimidì lui con sguardo
incandescente «La paura è un qualcosa che lei non
conosce affatto, ma comincerà a sperimentare ciò
che ha costellato la vita di tutti noi fino a questa
notte!»…«Kazu!!» lo richiamava
la donna rischiando di inciampare sulle banconote a terra, ma il padre
del ragazzo replicava stancamente «Lo lasci
andareee…!»…«Come
“lo lasci andare”?! QUEL PAZZO MI
DENUNCIA!»…«E’ esattamente
ciò che
farò!»…«No!!» si
impuntò lei battendo il piede a terra «Qui
c’è un errore grosso come una
casa!»…«ORA SMETTETELA, MI STATE FACENDO
LA TESTA COME UN PALLONEEE!!!» si tappò le
orecchie l’uomo, ma suo figlio ai piedi del letto
dichiarò «Sta pure tranquillo papà,
perché quando avrò varcato quella porta tu non mi
rivedrai mai più!»…«MA
PERCHE’ NON MUORI?!» gridò infine
Shioda, seppur le lacrime solcassero il suo viso «MA
PERCHE’ NON VAI A FAR COMPAGNIA AI VERMI COME TE,
SOTTOTERRA?!» ma parole di suo figlio in pronta risposta
furono «Dopo di te, papà, ricordatelo! Sempre dopo
di te!» sferrando un calcio al letto che sapeva di
“ultimo”, e spingendosi il cappello sulla testa per
varcare la porta senza richiuderla.
Asanuma era rimasta a erigersi nel centro di quei soldi a terra, ed il
suo sguardo era congelato
«Ka-Kazu!»…«Se ne vada anche
leiii…!» gemeva l’uomo risprofondando
nel letto. Asanuma si piegò a raccogliere in fretta e furia
soldi e carta e si diresse a passo svelto fuori dalla porta
«Questa faccenda va assodata! Queeesta storia della denuncia
non può stare in piedi!»
Quell’uomo, il padre di Kazu, restò nel letto a
versare lacrime di disperazione, nel ripeteresi «Ahhh, datemi
un buco nerooo! Soltanto un buco nero, per sprofondare, e non vedere
più la luce del giorno!!!»
La ragazza dai boccoli rossi ed il coetaneo dai capelli scuri, si
ritrovarono a scambiarsi le loro esperienze in un pub che
aprì soltanto per loro: il Fluido Celeste, che
a quanto pare oltre che un luogo di lavoro, era per lei un buon rifugio
anche quando era chiuso.
Rika sembrava essere più calma dopo il brutto momento, e
anche questa volta sorseggiava qualcosa dal bicchiere, mentre svelava
«E’ così, abbiamo…problemi
finanziari di continuo. Non riusciamo a risalire la china. E questo
ormai da diverso tempo.»
Henry spalancava i suoi grandi occhi scuri «Quanto vi
serve…?»…«…uh…
…lascia perdere.» sussurrò lei
oscillando appena il bicchiere «Dai Rik-» si stava
alzando lui ma lei lo trattenne con un cenno della mano «No
sul serio Henry, grazie di tutto ma…» bevendo un
sorso, e asciugandosi la bocca «…non è
questo il problema.»…«E allora di cosa
si tratta, se non è questo?» ci tenne a
interessarsi il ragazzo, tanto che Rika smarrì il suo
sguardo «…siamo noi. Io e la mia socia. Non siamo
abbastanza
all’altezza.»…«Rika, certe
volte non si tratta di essere o non essere all’altezza: se le
risorse mancano…non c’è niente che si
possa fare!»
Allora la ragazza lo guardò con la coda
dell’occhio, e di nuovo tradì quel suo lieve
sorrisetto «…sì ma tu lo sai io come
sono fatta. Non c’è…nulla che si possa
fare per cambiarmi, ogni obiettivo che mi prefiggo è una
sfida, esclusivamente fra me e…me stessa. Non
c’è spazio per nessuno.» Eppure negli
occhi seppur stanchi di Henry si leggeva premura, ed una costante
sollecitazione ad aprirsi, che si tradusse nelle parole
«Questo lo so, però…non devi
dimenticarti che non sei sola. Hai una famiglia dietro di
te.»…«…già…la
mia famiglia.» mosse appena le spalle la ragazza, con assorto
e basso sguardo «E’ proprio da quel versante che
ricevo maggiori pressioni. Mia madre…pensa Henry, puoi
figurarti che sono secoli, si può dire che è
da…quando ho messo su tutto questo che mi tormenta con il
suo progetto di scambiarci di posto.» Henry fu sorpreso
«Vorrebbe venire a lavorare
qui?»…«…sì.»
lasciò cadere lei con un pizzico di ironia, ma non
aggressiva, bensì rassegnata se non forse impercettibilmente
grata «E in quel caso…tu cosa andresti a
fare?»…«…mah, nella mente di
mia madre esistono ancora le fate. Pensa che per lei potrei addirittura
riprendere i miei studi…!» sfiorandosi
elegantemente il braccio con il dito «E tu…non hai
mai pensato di considerare questa
eventualità?»…«Uh? Ah,
Henry…per favore. Ormai quando una cosa è chiusa
è chiusa.»…«Però
non è detto!»…«…e
poi…anche se non è detto…
…non è assolutamente concepibile l’idea
di mia madre qui, a lavorare al posto mio. E’
escluso.»…«Perché sei stata
tu a costruire tutto questo, è per questa ragione,
perché ci tieni che non intendi cederglielo?» Ma
sulle labbra della ragazza si tracciò un sorriso di vita e
consapevolezze «Questo è quanto mi premuro di
farle credere. Ma la verità è
un'altra…» accennò. Henry attese quella
verità seguendo il movimento del dito di lei lungo il bordo
del bicchiere. Verità che giunse assieme al parziale
addolcirsi dello sguardo della ragazza «Questo posto non fa
per lei.»…«…uh?
Come?»…«…si tratta di un
ambiente ostile. Mia madre…non c’è
abituata. Per carità, lei crede di saperci fare. O sarebbe
forse più corretto dire…
…che è disposta persino a modificare la
realtà per me, sua figlia. Infilandosi là dove la
sua vista acuta e le sue capacità di valutazione verrebbero
meno. Ma è scontato il fatto che io non posso
permetterglielo.» bevendo velocemente un altro sorso, e
riasciugandosi la bocca «Non posso rischiare che vada
completamente allo sbaraglio, mischiandosi a gente…che
ignora quanto possa essere insidiosa, per il solo scopo di aiutarmi, e
rifilarmi quella vita serena che poi, a conti fatti, sono stata la
prima a gettar
via.»…«…perché
dici questo?»…«Mah…quella che
non è riuscita nello studio e a farsi una posizione sono
io.» stirandosi lungo la sedia…per poi ritornare a
giocherellare col bicchiere «Ora non è giusto che
sia lei a farne le spese. Sono abbastanza grande. E…ho
capito attraverso questi ultimi anni di esperienza che certi contesti
sono covi di belve affamate esattamente come ho scoperto
che…mia madre in realtà è molto
ingenua.» intrecciando le sue dita, in un ulteriore accenno
di volontà ad analizzare «Non è
smaliziata nei confronti del mondo, non sa valutare quali compagnie
possono essere…indicate e quali devastanti, è
solo armata di tanta buona volontà. Ma talvolta la buona
volontà non è abbastanza, esattamente come i
buoni sentimenti della serie “io…e te figlia mia
ce la caveremo per il solo fatto che siamo unite”.»
pronunciò, e sembrò suscitarle una rapida
commozione che cercò di celare al più presto
«Non fraintendermi io…senz’altro le sono
grata, probabilmente chissà se al posto suo agirei nello
stesso modo. Però…» strusciando il dito
sul tavolo «…viene anche da chiedersi se lei al
posto mio non si ostinerebbe esattamente come faccio io. Io ho qualche
sospetto.» alzando gli occhi verso
l’amico…
…che ascoltava pazientemente, e partecipe.
Rika tornò a unire le sue mani, e a viaggiare con gli occhi
«Non sai quanto io stessa pagherei, nei momenti in cui
immagino che Renamon torni, affinché potesse trovarmi a
nuotare in…tutt’altre acque. Quanto ho sognato, in
questi anni…» dilatando il suo sguardo lilla,
limpido e profondo, sfaccettato «…di essere io
quella che ha una figlia. Già…una bambina. Lei fa
ritorno, ed io gliela presento. E restiamo ore a chiacchierare, mi
sfogo di quanto…mi faccia disperare. Di quanto sia
impossibile giungere a compromessi con lei! Di
quanto…io…
…non sappia più cosa fare. Quali parole usare per
convincere la sua testa dura come il diamante…!»
L’espressione di Henry sfumò in una particolare
tonalità tra malinconia e comprensione, mentre anche a Rika
si velavano gli occhi «Però come
vedi…la situazione è rovesciata. Io non ho
figli…» abbassando lo sguardo di lato verso il
pavimento «Non sono riuscita…a creare niente, se
non un luogo che neanche riesco a tirarmi dietro, ma è
questo a trascinare me.» alludendo a quello scenario che la
circondava, mentre di fronte a quelle parole lo sguardo del ragazzo
tendeva a vagare più incerto «Di fronte alla
povertà delle cose che potrei offrirle, non ti nascondo che
molto spesso ho sperato…» vagando con gli occhi,
per poi giungere sul tavolo e sul bicchiere «…che
il varco non si riaprisse più. Henry, tu credi che Renamon
si meriti di trovarmi così, come sono adesso, pensi che il
suo impegno e la sua fedeltà sarebbero ripagati a
sufficienza dai risultati che ho ottenuto?»
Quella domanda sembrava spiazzarlo, i suoi occhi si dilatavano
intimoriti da qualcosa.
Rika alla fine si ritirò «…io credo di
no. Anzi, temo che tutto questo potrebbe deluderla e amareggiarla. Era
evidente la conclusione con la quale c’eravamo
lasciate.» rivolgendo lo sguardo verso l’alto
«La terra era salva…e a ognuno di noi spettava di
non sperperare quel futuro che ci eravamo così faticosamente
conquistati lottando al loro fianco…e pagando con il loro
sacrificio. Loro erano ascesi a Digiworld, ma noi…in quel
momento iniziavamo una nuova vita. Consapevoli di tutto ciò
che la loro permanenza ci aveva insegnato. Avevamo in mano i semi,
dovevamo solo gettarli. Ed io conoscendola sono più che
sicura che da me si aspettava molto.» sfregandosi le mani
«Come minimo che avessi preso le redini della mia vita. E
invece mi sono
sfuggite…»…«Non…devi
rimproverarti, Rika. Delle volte…
…n-non sempre possiamo soddisfare le aspettative di chi ci
sta vicino.»…«Ma Renamon non era una
qualunque…» sottolineò ben consapevole
la ragazza del pub, riflettendo in seguito
«Ah…!...forse non so, sono anche…tutti
i discorsi di mia madre che nel tempo mi hanno suggestionato! Lei non
fa che ripetermi che non avrebbe desidera-…che non
avrebbeRO…desiderato vedermi presa in quello in cui mi trovo
adesso!»…«Sì, però
tu non ne hai colp-»…«Mi ripete
che…tutto questo che mi circonda non è adatto a
me e non avrebbe mai corrisposto ai desideri di
Renamon!»…«Eppure talvolta è
inevitabile! Rika…dammi
retta…»…«Sai? Delle volte
l’ho
sognata.»…«…cosa?»…«…esatto.
Renamon mi capita di sognarla spesso. A te è mai
successo…con Terriermon?»
Henry rimase in silenzio, e insicuro dinanzi a quella
domanda…
…solo dopo un po’ dimostrò un esitante
interesse «Cosa vi accadeva in sogno…?»
«…uhm. Mi rimproverava. Mi diceva che dovevo
essere più gentile con chi mi circondava. Smettere di
trattare male la gente al locale, di essere sgarbata con Himi. E
irriconoscente, ovviamente, nei confronti di mia madre, e di mia nonna.
Diceva…inoltre…
…che…quella che vedeva non ero
io.»…«Come?»…«Esatto.
Che la Rika che si ricordava…
…aveva un meraviglioso sorriso. Non era stressata, sempre in
corsa. IRREQUIETA…
…e incapace di lasciarsi andare ed essere spontanea come
sono diventata.»
Siccome il ragazzo taceva, lei lo guardò e gli chiese
«Tu che
dici?»…«…uh?»…«…anche
tu eri con me allora, era vero che ero diversa?
Esisteva…realmente quel sorriso del quale l’ho
sentita parlare in
sogno…?»…«…mi
ricordo…che tutti noi
sorridevamo...»…«Uhm?»
restò colpita Rika da quella risposta fornita da Henry, dal
tono che fluttuava in una singolare sospensione «Hai capito
bene, Rika…
…ricordo…che tutti noi eravamo ancora in
grado…di sognare. Poi…in seguito ne abbiamo perso
la capacità.»…«Ah?»
Henry scandiva gradualmente le sue parole non smettendo neanche per un
attimo di fissare l’amica, che aveva percepito qualcosa di
imprevedibile tra quegli accenni «Ricordo…
…che allora c’era un qualcosa in grado di darci
una forza…che andava al di là di quella da
spendere in battaglia, e che se forse l’avessimo potuta
portare con noi non avremmo fatto ciò che abbiamo fatto e
non…» mentre gli occhi di Rika erano sempre
più sbalorditi
«…vivremmo…ciò che viviamo
adesso. E non soffriremmo…così
tanto…» nello smorzarsi della sua voce. Ma occhi
negli occhi con Rika fino a quell’ultima parola, che la
indusse ad alzarsi e a prendergli la mano
«…Henry…!...ma cosa stai cercando di
dirm-»…«Quello che ho detto…
…se-semplicemente quello che ho detto, Rika.»
pronunciò con una strana naturalità
«Nient’altro…»…«…no…no,
non ti credo!» era sempre più convinta la ragazza
«Non ti credo, i tuoi occhi hanno…!!...ed
è da prima a pensarci bene che la loro espressione non
è quella di sempre. Non è quella che io
conosco!»…«Ora parli come Renamon nel
tuo sogno…?» ma lei replicò decisa
«Renamon era il mio Digimon! Resta tale anche nei miei sogni,
forse ha ragione e parlo come lei se è necessario! Avanti!
Henry spiegami che cos’è quello sguardo che sfugge
e che…soltanto le mie parole a fiumi, mosse dalla mia voglia
di sfogarmi a lungo covata mi hanno impedito di mettere a fuoco
all’istante!»…«Oh-h…»
il ragazzo alzatosi indietreggiò appena come intimorito, ma
lei gli puntò il dito «Fermo, Henry!»
…trasformando quell’indice deciso in una mano
amichevole che raccoglie la sua «Al di là di
ciò che c’è successo fra noi
c’è un legame che il tempo non può
spezzare, dimmi cosa ti tormenta.»…«No,
Rika-»…«E’ evidente che
c’è.» scosse il capo la ragazza.
Tornando a sedersi con lui «Io e Takato abbiamo ingenuamente
creduto che fossi quello che fra noi se la passava meglio ma ora ho la
certezza che ci sia un qualcosa che ci tieni nascosto. E
chissà da quanto
tempo.»…«…Rika!»…«Sì?»
Henry
aveva invocato il suo nome con tono quasi disperato
«…è vero…sì,
è vero, ho un problema, un problema enorme,
però…!!» prendendosi il capo tra le
mani «Che cosa dici?!»…«Questa
cosa tu non devi dirla a
nessuno!»…«…Henry,
parla!» cercava lei, visibilmente allarmata, di prendergli la
mano ma lui si ritirava «Promettilo Rika! Questa cosa che ora
confesserò a te, e solo a te, deve rimanere segreta! Nessuno
la sa, nemmeno la mia famiglia!
Ti…scongiuro…»
Quegli
occhi grigio scuro cercavano sicurezza, e la ragazza abbassò
appena il suo sguardo «…da come si profila sembra
in grado di giocarsela al pari con gli ormai proverbiali casini della
vita mia e di quella di Takato: andiamo Henry, sputa il
rospo.»…«Ecco…
…vedi…» il ragazzo indagò
nel fondo del suo cuore per estrarvi la volontà necessaria
«E’ un qualcosa che risale…a circa due
anni fa.»…«…eri negli Stati
Uniti.»…«…proprio
così. A quei tempi, durante lo…stage formativo a
cui ero stato ammesso vincendo quel concorso, ebbi modo di
conoscere…una
persona.»…«…uhm
uhm…» Veniva meno la voce di lui, mentre rivelava
«…una ragazza…» cercando un
indefinito sostegno negli occhi di colei che aveva di fronte, la quale
misurava con attenzione ogni dettaglio, tradendo forse un pizzico di
celata ammirazione per l’ultimo termine pronunciato
«Da quell’istante…tutto
iniziò a muoversi in maniera…incredibilmente
veloce, tanto da apparire quasi irreale, a dire il vero ancora io
stesso non so cosa, come…!...sia potuto
succedere!!»…«…succedere
cosa? Cosa è accaduto esattamente fra voi due?»
chiese Rika piazzando le mani sul tavolo, mentre lo sguardo di Henry
tendeva a cadere «…ciò che non dovrebbe
accadere mai.» e lei assottigliò lo sguardo
«Con questo intendi alludere a quando due persone si
innamorano? Perché potrei saperne qualcosa, in
realtà dipende dai casi. Come fai a essere sicuro che nel
tuo fosse ciò che non sarebbe dovuto
capitare?»…«Ahhh…!...è
semplicemente certo.» liquidò lui con una punta di
amarezza «Cosa lo rende così
certo?»…«Il fatto…che non era
il momento! Era presto, ed
eravamo…impreparati!!»…«Mmm!»…«Oh?»…«Da
quel che sento la cosa è andata a finire…molto
peggio di molte altre che se ne sentono in giro, continua per favore,
Henry: il racconto comincia a farsi eccitante…» si
protese così la ragazza dai boccoli rossi, sgranchendo
lentamente le sue spalle…
«Ecco, vedi…il fatto è che poi fra
noi…
…insomma…
…è capitato qualcosa che io non avevo
previsto!»…«…già…»
commentò lei con un sorrisetto «A voi uomini
sfugge sempre qualcosa, del paradisiaco progetto che programmate in
ogni minimo dettaglio, quando vi trovate di fronte a simili
svolte.»…«Sì, ma questa volta
non si tratta di un dettaglio…minimo, come hai detto
tu.»…«Uh? E di cosa si
tratta?» iniziò lei ad avvertire un leggero
allarme «Si tratta…di un qualcosa che io non avevo
messo in conto all’inizio o per meglio dire…non in
questi termini.»
Il dubbio crebbe negli occhi della ragazza, mentre altre parole
fluirono «E’ stato qualcosa…di
estremamente desiderato ma che poi io mi sono accorto di non avere le
carte in regola per portare avanti, è
stat-»…«Henry…»…«…un
imprevisto.» in quello strano e meccanico parlare
«Cose del genere di solito devi farle tue quando senti di
aver portato a termine quel cammino interiore che fa di te una persona
forte e matura a sufficienza oppure rischi come me di…
…perderli…questi sogni a cui hai tenuto con tutto
te stesso…»
Rika aveva gli occhi spalancati, e mormorava
«…questo discorso…ha un suono fin
troppo
riconoscibile…»…«E’
quello che stai intuendo Rika, o-o per lo meno…credo che sia
così.»…«…bando ai
giri di parole…
…che cosa è venuto fuori fra te e quella
ragazza?!»...«N-Niente…»
nell’accennarsi di un sorriso timido e mite, che rese ancor
più enorme quell’incredulo stupore per Rika
«Fra me e lei…n-non è andata, se non
fosse stato che…
…che è rimasto u-un dettaglio formale a legarci.
Anche se lei non mi ama più. Anche se lei non vuole
più vedermi, però io…non faccio che
ripensarci, capisci? Lei quando…io, lei, insomma…
…ha avuto un bambino, ecco, ha avuto un fi-avrebbe avuto un
figlio…»
…e cercava comprensione negli occhi di lei alla quale invece
cadeva la mano dal tavolo «…che vuol dire
“avrebbe
avuto”…?»…«Che…questo
bambino, i-insomma…sarebbe stato nos-…nostro,
se…fosse nato visto che comunque io e lei un giorno avevamo
deci-…un giorno…noi due avevamo preso la
decisione di andare ad abitare
assiem-»…«Senza essere
sposati?!»…«…n-no,
con.»
Rika fronteggiava, senza né scettro né armatura
digitale questa volta, l’assalto di incognite forse ancor
più tangibili, e chissà se non ancor
più travolgenti di un programma di cancellazione di dati e
dei suoi feroci agenti «C-Con, appunto.» diceva
Henry, e cosa particolare era che tradiva un dolce sorriso di resa e di
scoperta «Perché…come ti dicevo noi
avevamo deciso assieme, perché lo credevamo…un
buon passo per il nostro futuro, di-ecco insomma firmare qualche carta:
quelle che di solito…
…competono in questi casi, per unire un uomo o una
donna.»…«…dalle mie parti si
chiama
matrimonio…»…«…anche
dalle mie.» ancora con quel sorriso dalle venature forse un
po’ infantili, arricchito dalla specificazione
«A-Anche negli Stati Uniti!»
Rika rimase di pietra, concedendo ugualmente il commento
«N-No molto interessante il quadro di spostamento culturale
dal…Giappone-Stati Uniti, Stati Uniti-Giappone a cosa porta
scusa
Henry?»…«Ehm…»…«E’
un problema che si
incentra…sull’invalidità dei
titoli?»…«N-No!
Non…è questo. Non…
…credo.»
Seguì silenzio, e poi la buona volontà di
proseguire «Adesso, però…io non so
più quale sia formalmente il titolo che ci lega,
perché non so poi lei cosa abbia deciso, che abbia fatto
non…mi ha fatto sapere più niente da quando
è finita. Io ignoro…come abbia scelto di
regolarsi su
noi…due.»…«Aspetta, aspetta
un secondo!» si sforzava la giovane a riunire i tasselli
«Tu, prima…prima di parlare di questo hai parlato
di un'altra
cosa!»…«…sì…»
in risposta dal ragazzo, un sorriso di tenerezza «Mi hai
detto…insomma, Henry, hai parlato di un
bambino!»…«…già.
Benji.»…«Benj-sì insomma, un
bambi-…
…BENJI?!! Ma allora…è-è
nato!!!»…«Benji...è un nome
che ci è sempre piaciuto tanto. Era quello che gli avremmo
messo, se…se fosse nato. Benjiro…significa
“portatore di pace” era…un nome che
piaceva molto anche a lei!» rivelò, ed i suoi
occhi brillavano, mentre quelli di Rika si adombravano di
preoccupazione «Henry…cosa vorresti dirmi, che non
è nato?!» affrettandosi a prendergli la mano,
mentre lui rispondeva «B-Benji sarebbe…nato, se
non-»…«Cosa è
successo…?»…«Se
non…fosse poi ciò che è effettivamente
successo. Benji è nato.» Di nuovo la ragazza fu
colta da immobilità, degli occhi, del corpo e
dell’anima. Mentre Henry glielo ripeteva con più
emozione «Benji è nato…!»
«…tuo figlio…»
sussurrò Rika nel silenzio del locale vuoto, mentre Henry
accennava un po’ titubante «S-Sì, Benji
sa-sarebbe stato…sarebbe stato mio figlio.» tanto
che nell’amica sorse un dubbio atroce «Che cosa
vorresti dire…?! C-Che forse lei-?!»
Henry non emetteva un fiato, con lo sguardo cercava esortazione, che
prontamente arrivò quando Rika che gli afferrò le
mani «Henry: CHI è il padre di
Benji?!»…«Il padre…di Benji
in realtà dovrei essere io, sarei stato
io!»…«…con i
“dovrei” e con i “sarei” non si
scrive la storia, se vi avessimo ricorso all’epoca saremmo
tutti morti! E la città sarebbe distrutta Henry dimmelo una
volta per tutte e chiaramente sei tu o non sei tu il padre di quel
bambino!!>…«E’-E’ che
in realtà in effetti è accaduto che a
quell’epoca noi due…stavamo insieme per
cui…sì, insomma…» alzando un
po’ debolmente le spalle, guardando basso per poi orientare
appena i guarniti occhi sull’amica
«…io…ho sempre creduto che in fin dei
conti non…dovrebbero esserci molti dubbi in proposito
perché se una cosa è certa è che
lei…era fedele. Lei lo voleva veramente, e anch’io
lo volev-…l’avrei voluto ne avevamo parlato tanto
e…ci piaceva…l’idea.»
…silenzio…
Poi di nuovo quella luce di dolcezza nei suoi occhi «Avevamo
deciso che se…fosse venuto,
noi…l’avremmo accolto con gioia, eravamo eccitati
e…e siamo stati anche molto felici quando abbiamo avuto la
notizia.»
«Henry…»
…iniziò la ragazza un tantino metallica, e ad
occhi socchiusi «Ti dico cosa ho capito io fino a questo
momento: ho capito che tu, negli Stati Uniti hai conosciuto una
ragazza, te ne sei innamorato, TI CI SEI SPOSATO, NON TI HA MESSO LE
CORNA e qualche giorno dopo è rimasta incinta correggimi se
sbaglio o se fin qui non vado
errata!»…«Non vai errata, è
andata esattamente così!» replicò lui
che sembrava felice di intravedere un riscontro «Bene, fin
qui non vado errata me ne rallegro: NE CONSEGUE CHIARAMENTE, a meno che
non siano state fatte avveniristiche scoperte scientifiche che in
QUESTI MOLTO COMUNI CASI di solito il padre è il marito!
Ergo l’unico uomo che lei ha avuto ERGO in questo caso mio
caro saresti TU!! Il…padre felice di questo bambino
di…quanti mesi scusa?»…«Un
anno e mezzo!
Esattamente.»…«Eeesat-…»
ma prima di concludere Rika rabbrividì e puntò
gli occhi contro Henry, il quale persisteva in quell’ingenuo
candore «Sì, lui…è ancora
piccolo. Cioè almeno…credo. Non lo vedo
più.» nel sopraggiungere di una sfumatura di
tristezza nel suo sguardo, e di torva incredulità in quello
di Rika «E’ questo che mi tormenta, capisci Rika?
Io…
…sono parecchi mesi che non vedo ormai quel bambino
che…q-quel bambino
che…»…«…è
tuo…»…«Sì,
sareb-dovreb-…» di nuovo alzò appena le
spalle «…i-in teoria è
mio.»…«…e in
pratica…?» fu chiesto in un sussurro dalla Digimon
Tamer…
«…pure.» fu risposto in un sussurro
ancor più lieve, occhi negli occhi, dal suo
compagno…
In questo stato trascorsero diversi istanti.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Un bivio per Rika ***
9°puntata DT2
A spezzare la sospensione, il suono di una risata «Ah! Ahah!
AHAHAHAHAHAH!!!»…«Oh? Rika, che hai,
perché stai
ridendo?»…«AHAHAHAHAHAH!» si
copriva il volto con le mani «Ahhh, un figlio tuo?
Sììì, certo, come no! LO SCHERZO
E’ RIUSCITOOO!» decretò allargando le
braccia, mentre Henry tendeva la mano
«M-Ma-»…«Su forza, gente
nascosta, cosa aspettate?! Ci sono cascata in pieno, come un allocca,
proprio io che faccio sempre faccia torva e sguardo d’aquila,
coooraggio, cosa fate lì dietro il bancone?! Telecamere,
flash, sarà lo scoop dell’anno! Immortalate pure
la mia faccia da ingenua, una volta tanto che siete riusciti a
esumarla, ah! Ahahahahahah,
ahahahahahah!»…«Rika…»
abbassava il capo Henry «Credo…che tu fraintenda.
Tutto ciò che ti ho detto riguardo Benji e il mio
matrimonio…»…«…sì...?
(!!)
»…«…è…tutto
vero.»
E così al riso seguì uno sguardo fulminante.
Il padre di quel ragazzo che aveva confessato di essere padre, era nel
suo letto ma seguitava a rigirarsi, non riuscendo a prendere sonno. Una
moltitudine di pensieri affollava la sua mente…
…e questi, fluttuavano come spiriti a mezz’aria
fra gli alberi mossi dal vento notturno, attorno ad un blocco di pietra
grigio sulla sommità di un sentiero di gradini, in un parco
cittadino.
“Henry…Suzie…soltanto io conosco il
segreto riguardo a quel cancello che così tanto ha
condizionato le vostre vite. Il cancello…per il mondo dove
vivono i vostri amici. Gli amici che avete dovuto abbandonare per
crescere. Voi, tutti quanti, voi che avete amato quelle creature
digitali lo credete sigillato da…una serratura di dati
informatici. Ma le cose stanno in maniera molto diversa rispetto a
quello che credete…
…”
…mentre quelle scalette a cui pensava erano solcate, anche a
quell’ora, dai passi stanchi di chi indossava un paio di
scarpe da ginnastica piuttosto consumate…
“Eppure io questo non potrò rivelarlo.
Né a voi, né a nessuno.” Pensava Wong,
adagiando il suo capo sul cuscino, e non smettendo di fissare il buio
soffitto “Non posso esporvi tutti ad un simile pericolo.
Benché infelice, la vita è pur sempre vita.
E’ un bene prezioso, specialmente per chi è
giovane, come tutti voi…”
…giovani mani, le mani di un ragazzo si adagiavano tra il
ferro del cancello e la plastica delle recinzioni…
“…non la si può né la si
deve mettere a repentaglio soltanto per un sogno di incerta
realizzazione…”
«Basta, io con questa ho chiuso!» diceva a se
stesso Kazu, giunto fra quella fredda pietra incorniciata dalla notte
«Ora non so cosa mangerò, dove dormirò!
Tanto cosa cambia, sarà sempre meglio che a casa!»
…alzando poi il suo capo, e rivelando i suoi occhi da sotto
la visiera di quel cappello scuro simile a quelli indossati da Micheal
Jackson…
«Forse…dove dormivi tu, Guilmon. Ecco. Questo
sarà il mio posto, e se gli operai cercheranno di farmelo
crollare sulla testa…beh, cercherò di immaginare
come ti saresti comportato tu!»
Si addentrava con molto affetto fra quelle mura crepate, camminando su
un pavimento assai dissestato «Tu sei stato il Digimon di
Takato.» narrava con un sorriso pieno di malinconia ma anche
di tanti ricordi splendenti di sentimenti «Sei stata la prima
scintilla del nostro sogno. E’ bastato
vederti…» alzando lo sguardo verso il basso
soffitto di pietra «…per immaginare
quell’avventura incredibile che ogni ragazzo sogna almeno una
volta nella sua vita. Ma che pochi hanno la fortuna di realizzare. La
fortuna che abbiamo avuto noi, i Digimon Tamers.
Uhm…così ci chiamava qualcuno.»
Le sue mani sembravano dedicare tanta interiorità ad ogni
singola crepa sulla parete, mentre fluiva nel cuore il ricordo di due
occhi luminosi nel buio di quello stesso identico luogo…
…e la voce ben nota di un caro amico di infanzia “Fate piano e ricordatevi, deve
restare un segreto…
…Guilmon!” e alcuni istanti di
silenzio, a cui seguiva la sua stessa voce di dieci anni prima, quando
era ancora un ragazzino…
“Ahah, che ci
sarà mai lì dentro! Io non vedo proprio un bel
niente. Oahhh?!”
…poi grida di terrore, ed un “AIUTO”
ancor più grosso di quel nascondiglio…
…ma dopo il buio, nasce sempre il sereno, e la stessa voce
di quel ragazzetto amico di colui che aveva un vero Digimon, aveva
l’onore di presentarlo…
“E’
incredibile, vero? Quello che avete davanti a voi è un vero
e proprio Digimon: il suo nome è Guilmon!”
…non ne aveva più paura, ormai.
E non aveva motivo di averne, per come la creatura aveva reagito
”Gli amici di
Takato sono anche amici miei, e sono tutti molto simpatici!”
…tutto questo, nel presente di dieci anni dopo semplicemente
nel viaggio delle proprie dita lungo le crepe…
…un viaggio struggente e pieno di memorie che facevano
affluire tanta commozione in quegli occhi in parte oscurati dalla
visiera di un cappello…
«Se avessimo saputo…ciò che dopo ci
sarebbe successo…beh io credo che fin dal primo istante non
avremmo tradito alcun timore.» guardando là dove
ora c’era solo buio, e non più occhi luminosi e
all’apparenza terrorizzanti «La notte
può diventare la tua più fida
confidente…» sussurrava Kazu, senza perdere una
sfumatura di dolcezza «…e da ragazzino, che ama il
sole e stenta a confidare ai suoi amici che alla sua età
teme ancora il buio, puoi diventare tu stesso la creatura che prende
posto in questo luogo. E sussurra segreti, in attesa che qualcuno, di
buon cuore, giunga a scoprirli.» avvicinandosi alla profonda
spaccatura sul muro in fondo…tanto nera da sembrare in grado
di inghiottire il mondo…
…senza accorgersi che i detriti che pestava scivolavano
giù e crepitavano, come se sotto quel luogo di mondo ne
esistesse un altro, per sostituire quello che la notte avrebbe
fagocitato in superficie…
«Non sarebbe male…accanto a te. Al tuo posto, mi
sentirei a casa, Guilmon.»
…ma Asanuma era giunta ai piedi della scala. E a giudicare
dalla sua espressione, aveva tutta l’intenzione di farsi ogni
gradino…
«Perché non sperimentare…?»
Kazu tendeva le braccia «Da questa notte io sarò
una creatura leggendaria! Senza tempo…
…senza storia…senza età…
…e senza nome!» in un’evocazione mossa
quasi da entusiasmo «Perché il mio nome il mondo
non lo ricorda più. E perché così
forse, i ragazzini di oggi…
…che circolano, attorno a questo luogo come noi a quel
tempo, sognando moderne avventure, potranno avere in dono da me un
pacchetto di mistero…
…da custodire sotto il loro cuscino, la
sera…» in un gesto soffuso che richiamava un
cuscino morbido, e un sonno sereno «…non vi
è più lieto preludio…al momento in cui
ci si addormenta…l’ingenuità ti
cattura…»
…quei detriti seguitavano a cadere, il pavimento a
disgregarsi…
«…per riconsegnarti ai suoi giorni più
fioriti. Bene…gradirei essere io quella creatura nascosta,
forse se mi rintano un giorno di me brilleranno solo gli occhi. Ma se
solo questi devono restare, per restituire un po’ di dolcezza
a questo tempo, io mi offro più che volentieri.»
avvicinandosi «Sai, mamma…?» mentre le
lacrime cadevano, anch’esse chissà quanto in basso
«…mi manchi tanto…
…come mi manca quel tempo in cui c’erano tante
cose belle e persino tu! Come vorrei lasciarmi inghiottire da questo
buio…e raggiungere quel mondo in cui sei andata a vivere!
Bussare alla porta della tua nuova casa! Come vorrei vedere il tuo
sorriso accogliermi, mamma! E lì restare per
sempre…
…per tutta la vita, e poi
l’eternità!!»
«Forse posso darti una mano io,
Kazu!»…«Ahh!!» il ragazzo si
voltò e rabbrividì…
…riconoscendo la sua ex-maestra presso il cancello del
blocco «Un alunno deve avvisare prontamente
l’insegnante di ogni malessere, se ti sentivi male qui dovevi
dirmelo, mi sarei fatta…in quattro per rintracciare tua
madre.» sfoderando la Carta delle ali sotto gli occhi
agghiacciati del giovane «…e farti portare a casa
da lei come tu sogni!!»…«Ah!»
Asanuma scivolò da quella tremula ambiguità in
un’aggressiva esclamazione, che accompagnò la
comparsa della pistola con la quale si intrecciò lo sguardo
di Kazu.
Così come lo sguardo di un uomo adulto, Hajime Katou,
incrociava la vista di una piccola creatura bianca, il cui sonno, sotto
le coperte, si era fatto regolare come il suo respiro. Jeri aveva
sguardo entusiasta quando glielo mostrava, appoggiandosi a lui
«Lo hai visto? Sta
dormendo…!»…«Di
nuovo…quella creatura?...me la ricordo, ronzava attorno a te
prima che sparissi. Da dove è
arrivata…?»…«…da
un mondo meraviglioso!» non esitò a rispondere la
giovane, che non cessava di guardare Calumon mentre suo padre si
volgeva verso di lei, nella penombra della stanza «Il mondo
che hai visitato da bambina?»…«Digiworld
è magico.» espresse la ragazza con tono sognante,
avanzando per la stanza «E adesso i suoi cancelli si sono di
nuovo aperti, i nostri mondi che sembravano ormai separati per sempre
hanno ripreso a toccarsi!»…«Che
intenzioni hai, Jeri…» chiedeva suo padre,
scrutandola non senza una sfumatura di sospetto
«…al riguardo di queste
creature…?»…«Ahaha!»
Jeri era mossa da una strana eccitazione, sembrava sognare ad occhi
aperti, mentre il padre realizzava «Ora capisco…e
rimetto insieme molte più cose: l’ora a cui sei
tornata. L’odore…di fumo e di bruciato che
trascinavi con
te.»…«Ahhh…»…«Tu
ti sei mischiata con queste
creature.»…«Lui non è uno
qualsiasi.» Jeri si piegò ai piedi del letto su
cui riposava il Digimon, appoggiandovi il braccio, e su di esso la
testa «Lui era con me in quelle tristi e drammatiche ore in
cui il D-Reaper mi teneva prigioniera. Abbiamo condiviso istante dopo
istante…di
quell’inferno…Calumon.»
…parole al cui suono l’uomo dietro di lei sembrava
irrigidirsi, il suo sguardo sfuggiva. Come se trasparisse un suo senso
di inadeguatezza, come se si sentisse carente per non aver avuto parte
alcuna a quel che la figlia descriveva con poetica enfasi
«Nonostante le sue piccole dimensioni mi cingeva col suo
impetuoso spirito, mi ripeteva di non arrendermi…
…lottava…all’unisono con me nello
scorrere di quei secondi mortali…» sfiorando col
dito il piccolo Digimon, che nel sonno emetteva un impercettibile
«…calù…»…«…cercarono
di separarci…la nostra unione era cosa abietta per quel
nemico che mi aveva rubato…
…l’immagine…
…la voce, e che attingeva dal mio spirito prostrato
l’energia per terrorizzare la
città.»…«…adesso
smettila.» disse cupamente suo padre, aggiungendo
«…non rinvanghiamo oltre quella
storia.»…«Oh, ma io voglio
farlo…»…«…è
passata. E per fortuna ne siamo usciti indenni.»
Jeri però non lo ascoltava, e smarriva i suoi occhi
«…però io voglio farlo…
…voglio…ricordare tutto, per cominciare di
nuovo.»…«Cominciare? Cosa…?...
…a cosa alludi Jeri, lo leggo nei tuoi occhi: tu stai
architettando un piano.»…«Ahah! Un
piano…?» sorrise la ragazza camminando per la
stanza e scostandosi i capelli con virogoso gesto
«Perché dovrei parlare di
“piano”, quando semplicemente ho il desiderio di
chiedere a Calumon di diventare la sua Digimon
Tamer?»…«Come?! Che dici?!...Jeri, la
sua Dig-…
…la battaglia è
finita!»…«Ti sbagli! Semmai è
appena cominciata. Nuovi nemici stanno invadendo la
terra.»…«Tu hai da pensare alla tua
vita.»…«Bene! E’ questa la mia
vita, papà!»…«No! Questo
è il tuo eterno sogno, ma non puoi permetterti di farti
risucchiare una seconda volta, se ben ricordi eri solo una bimba che
altro non desiderava se non…disobbedire a suo padre per
lanciarsi nella tanto sognata avventura, e come è finita? In
tragedia! Il tuo bel sogno è mutato in un incubo, ed
è stato…!!...
…soltanto grazie…» scandì
tra i denti «…all’intervento di quei
tuoi amici se si è salvato il mondo. E se ti sei salvata
tu.»…«Ti sbagli! Certo, è
vero, Takato e gli altri mi hanno salvata e io debbo loro la vita, non
me lo scorderò mai, finché respirerò!
Però è anche merito mio! Io ho dato fondo a tutta
la mia determinazione, ho affrontato a testa alta il nemico dalle
stesse viscere in cui mi aveva
imprigionato!!»…«Lo aveva fatto proprio
perché eri arresa, e
disperata!»…«Beh! Poi però si
è trovato un fuori programma: io gli ho fatto esplodere la
bomba nel cuore…!!...»
…specificò la ragazza, dalla pelle candida e gli
occhi profondi e decisi, come la sua voce «Il D-Reaper
è stato il primo…» volgendosi, ed
avanzando verso la finestra «Ma io non mi arrendo, il mondo
digitale e quello terrestre hanno ancora molti nemici, ed il prossimo
lo combatterò io! Non dall’interno,
perché non mi farò imprigionare!
Bensì…
…dall’esterno e sul campo come una VERA Digimon
Tamer!»…«Chi ti assicura che ti
accetterà…?» chiese l’uomo
alludendo con gli occhi a Calumon, ma la ragazza in tutta risposta
«Il tempo! E gli eventi, fra me e Calumon sono intercorse
troppe cose, è impossibile buttarle alle spalle, noi due
siamo legati indissolubilmente dal pericolo che ci ha accomunati:
perfetto, niente di più perfetto e coincidente per plasmare
la nuova coppia di compagni di battaglia! La ragazza…e il
Digimon! Non immagini come sia diventato potente in questo
frattempo…»…«…tu
Jeri non sei cosciente di quello che dici…»
…ma lei non lo ascoltava, e orientava al cielo notturno i
suoi sogni appassionati…
«Seppur mi costi dovrei ricordarti…» al
che la ragazza gli rivolse la coda dell’occhio
«…che avevi qualcun altro…che in
seguito scoprii che avevi condotto anche qui, a casa. Anche
lui…come questo che ora riposa nel nostro letto, anche lui
un Digimon. Se non vado errato…
…i tuoi luminosi progetti si infransero proprio a Digiworld
culminando con la sua fine, ed è stata proprio questa la
scintilla per la catastrofe che ha fatto
seguit-»…«Stavolta sarà
diverso!!» si volse, in una nota aggressiva «Con
Leomon ero inesperta, ero soltanto una bambina! Ma ora sono cambiata!
Sono diventata un'altra, e bada che né tu, né
nessun altro riuscirete a farmi desistere dal mio proposito, e
cioè quello di riportare in questo mondo l’antica
moda! Il mondo dei Digimon vasto e sconfinato mi deve ancora un ultimo
favore dopo tutto ciò che mi ha fatto passare, e non gli
permetterò di scorrere via ed essere dimenticato prima di
avermi concesso quel turno che è mio per mettermi in gioco!
Per sfidare la sorte, per dimostrare a tutti quanto valgo!!»
stringendo un pugno di decisione, epilogando in un affamato sorriso
«Ti assicuro che saprò farmi apprezzare, e se
fossi in te non scarterei con tanto scetticismo l’idea. Dopo
tutto, i domatori acquistano un nome onorato, godono di fama e
popolarità! Potresti un giorno beneficiare tu stesso dei
vantaggi che possono trarsi dall’affare: tu, il
padre…di una grande Digimon
Tamer!»…«…a me basta non
essere di nuovo il padre della vittima di quel mondo infernale. Non ho
più…le forze per venirti a salvare, io ti ho
avvertita.» accingendosi ad andar via, mentre lei replicava
«Non ce ne sarà bisogno! Io so badare a me stessa,
non mi farò travolgere da quello stesso destino: io il
destino ho imparato a cambiarlo. A mio piacimento.»
Lui la fissò, serio, non disse nulla. Dopodiché
aprì la porta della stanza, e si allontanò.
Jeri rimase sola con il Digimon addormentato, e con i suoi propositi
«Questa volta il mondo dei Digimon mi darà quanto
mi deve!»
«Uhm, uhmuhmuhm!» del mondo dei Digimon in un
freddo blocco di pietra restava una carta, che qualcuno si divertiva ad
accostare alla canna di una pistola, mentre un ragazzo sotto ai cui
piedi il terreno si stava disgregando, neanche a questo poteva porre
attenzione poiché i suoi occhi blu fissavano unicamente lei
«Perché, signora
Asanuma…?»…«Kazu allora, qui
nella solitudine dalla quale nessuno ci disturberà possiamo
riprendere il discorso lasciato interrotto a casa tua, allora?
Cos’era quel progetto molto coraggioso, denunciarmi, parlare
con la polizia…?» avanzando a poco a poco
«M-Metta giù quella
pistola!»…«…sono io
l’insegnante,
ricordalo…»…«Lei non sa
quello che fa…si fermi prima di compiere una follia, vuole
forse finire in galera per il resto della vita?! E’ una donna
con famiglia, ha una figlia!»…«E sei
proprio tu a ricordarmelooo?!!» gemette la donna…
…mentre Kazu si muoveva cautamente, strisciando lungo la
parete «M-Mia figlia…quel giudice dannato
l’ha affidata a mio
marito!»…«…allora lei
dimostri di essere una buona madre E LOTTI PER LEI! SI RICONQUISTI LA
SUA FIDUCIA!»…«Non posso-NON posso-NON
POSSOOO!» battendo il piede a terra con rabbia, mentre il
ragazzo realizzava secondo dopo secondo
l’instabilità di chi gli era di fronte
«Tutti sono contro di me! M-MI HANNO PORTATO VIA LA MIA
BAMBINA!»…«Asanuma, si calmi!...
…d-dia retta a me, si calmi! Lei…non è
coscient-» ma quando provò ad avanzare, nel suo
più immenso sconcerto il terreno si sgretolò,
rivelando una profonda spaccatura fra loro due. Asanuma però
era presa nei suoi tormenti, che le spingevano altrove lo sguardo
«Una congiura di individui perversi si è schierata
ai miei danni, e tutto questo PER INVIDIA! PERCHE’ SONO UNA
DONNA ONESTA E TUTTI LO SAPEVANO!» caricando la pistola
«ECCO PERCHE’ STO PAGANDO! Gli onesti e gli
innocenti sono le vittime predilette di questo mondo FUNESTO!»
Kazu respirava con affanno, e la fissava, mentre lei gli puntava
lentamente la pistola «Nooon ti consiglio di
crescere…l’hai visto tu stesso i tradimenti per te
sono già iniziati tuo padre ti avrebbe venduto come si
faceva anticamente con gli schiavi. Lui ti vede come un animale
appestato.»…«Non mi importa!!»
sbottò il ragazzo, in un moto di determinazione
«Questo non è sufficiente per farmi desistere! Io
desidero vivere! Io desidero crescere, ed anche se a volte mi sembra di
sognare di sparire poi c’è una forza
più grande che mi sostiene!...
…ho imparato tanti anni fa a credere in questo
mondo!»
Mentre un fenomeno magico consumava il terreno, come se la luce
iridescente lo mangiasse, delineando una profonda voragine. Eppure sia
per il ragazzo che per la donna esisteva solo chi stava di fronte,
sulla sponda opposta «E non cederò neanche adesso,
che non ho più nessuno, e tutti mi hanno voltato le spalle!
Io non sono come lei, Asanuma. Non tradirò quei sogni di
bambino e quegli insegnamenti che mi hanno condotto fino a stanotte, e
che ancora seguiteranno a guidarmi! Si metta bene in testa che sono la
cosa a cui tengo di più al
mondo!»…«AAHHH! NON TI
SOPPORTO!!»…«AHH!»
Asanuma sparò un colpo, ma lui si piegò in tempo
ed il proiettile si ficcò nel muro: il cappello del ragazzo
precipitò nella voragine, mentre lui alzava gli occhi e
chiedeva «…perché ci odia fino a tal
punto?!»…«Perché…e
me lo chiedi?» mentre la terra tremava, e la donna tradiva un
gemito straziato, portandosi le mani al capo
«Perché voi miei ex-alunni siete il riflesso del
mio fallimento!!»
Il giovane spalancava gli occhi, mentre colei che un tempo era stata la
sua maestra «Vedere i vostri volti ancora simili ad allora mi
fa ricordare ogni momento…c-che ero anch’io una
donna con qualche speranza! Ero giovane, e avevo un avvenire davanti!
Ma poi è arrivato il futuro, e ha fatto terra bruciata!
Tutto, tutto è sfumato!! I sogni, l’amore, i
desideri più inconfessati, non appena suonò la
campanella dell’ultimo giorno un buco nero ha cominciato a
mangiarsi tutto il mio mondo esattamente come fa adesso
con…!!...questo pavimento!...
…i giorni sono volati come i petali di un fiore ormai
appassito, lasciandomi oggi AL FREDDO E AL GELO!!» agitando
la pistola, mentre chiudeva gli occhi e neanche vedeva più
dove mirava «LASCIANDOMI CON UN MARITO MALVAGIO CON CUI SONO
IN CAUSA, E PRIVANDOMI ADDIRITTURA DELLA CREATURA USCITA DAL MIO
GREMBO!»…«Questo futuro è
stato ricolmo di infelicità anche per
noi!»…«TACIII!!!...
…taci, maledetto netturbino puzzolente, per quanto mi sforzi
non riesco a non guardarti e constatare che tu e i tuoi amici
nonostante tutto siete ancora giovani, siete pieni di
possibilitààà!!!»…«Ci
hanno tutti voltato le spalle!!...la nostra famiglia!!...
…chi doveva guidarci, e insegnarci cosa fosse il
meglio…» nell’intensificarsi del
terremoto, alzando occhi eloquenti su di lei che per un attimo
aprì i suoi, ed incrociò il suo sguardo
«…siamo rimasti soli, e i nostri giovani anni
possono essere anche letti in un’altra chiave! Siamo
indifesi, signora maestra!!...
…questo mondo in cui correvamo felici ora vuole fagocitarci
e annientarci, ma se non ci arrendiamo è perché
crediamo ancora in quei sentimenti che sembrano dimenticati! Amore,
amicizia! Il sostegno dell’uno verso l’altro, sono
queste le cose con cui si sopravvive all’oscurità!
Possibile che debbo insegnarlo io a lei?!! E in una situazione del
genere?!!»…«TACI…TI
ODIO…» Kazu spalancò i suoi occhi, nel
costatare che ogni speranza sfumava lungo quel dito sempre
più vicino al grilletto «Se mai esiste una forza
come quella che descrivi io non sono in grado di evocarla! I-Il mio
destino è segnato ormai ma non me ne andrò senza
prima essermi vendicata! Non permetterò a te e ai tuoi amici
di trovare la felicità e dimenticare la vostra vecchia
maestra! Io cancellerò tutte le vostre facce dalla terra
prima o poi, così che di quelle primavere ingannevoli di
tanti anni fa non resti traccia alcuna!» sparando
«AHHH!» ma la mira era instabile, il colpo
mancò il ragazzo, ma egli per schivarlo scivolò
nella voragine, restando aggrappato al bordo.
«Uhmuhmuhm…» Asanuma si avvicinava,
muovendosi giusto con quel po’ di prudenza necessaria a non
inciampare e sporcarsi, forse non realizzando ciò che stava
avvenendo «…ti è andata male,
Kazu…i ricordi e la malinconia ti hanno tradito. Se fossi
corso alla polizia invece di ascoltarli quest’ultima volta
non sarebbe stata la fine per te. Dimmi, prima che questo luogo
sprofondi…» guardandosi attorno
«…era qui che Takato nascondeva quella
bestiaccia…?» ed era di fronte a lui, lo
sovrastava.
«T-Takato…e G-Guilmon h-hanno salvato anche
lei…
…così come il resto della
città…»…«Oh…mi
hanno salvata dici?» accucciandosi, per parlargli
più in confidenza «E a cosa è servita
quella battaglia se ha semplicemente acconsentito a un tempo peggiore
di giungere? A questo punto…era da valutare
l’alternativa: non sarebbe stato meglio morire tutti, che il
video di quel televisore si fosse oscurato di fronte
all’intera classe, che il caro Takato fosse stato inghiottito
da quella massa rossa e voi, noi, tutti quanti…fossimo
morti, cancellati dalla faccia della terra? In questo modo
l’arcano problema di questo tempo odierno non si sarebbe mai
posto.»…«No,
mai…!!» rispose Kazu con determinazione,
nonostante fosse appeso ad una roccia e pronto ad essere risucchiato
nel buio «Io non rinnegherò mai la salvezza a cui
io stesso ho
contribuito!»…«Tu…? Puf! Non
farmi ridere.»…«Il battito della
battaglia è ancora vivo dentro di me…e questo
tempo non è stato un errore, doveva giungere!! Anche
se…
…si è preso la mia mamma…»
versando una lacrima nel vuoto «Anche se…ha fatto
brandelli della mia infanzia, persino dei miei ricordi, ha distrutto la
mia famiglia e mi ha ridotto simile a un fantasma, il futuro non
è mai un
errore!»…«Ahh!» parole che
sembravano gelare l’ex-maestra «Si hanno sempre le
medesime possibilità di far svoltare la via! E di far
nascere fiori là dove la terra è arida. Sta a noi
ribaltare i fatti!!!...
…e far tornare indietro la felicità
perduta.»…«Sei ancora uno sciocco
bambino pieno di sogni e nient’altro.» Asanuma si
alzò «Morirai come sei sempre vissuto.»
preparando la pistola «Giocando a
carte…»…«Ah!»
Asanuma lanciò la Carta delle ali nel vuoto
«…e starnazzando chiacchiere inutili. Addio, Kazu
Shioda.»
E sparò. Ma Kazu aveva teso la sua mano alla carta che
precipitava. Così che finì per staccarsi
dall’appiglio un attimo prima.
Ciò che avvenne con i proiettili ed il terremoto fu troppo
confuso per essere compreso. Sta di fatto che
«AAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!» il
giovane precipitò.
E un attimo dopo, come una solenne volontà del destino, il
fenomeno sembrò accingersi a cessare, ed i tasselli del
terreno a ricomporsi della stessa luce iridescente. La terra era
più calma…
…e lo sguardo di Asanuma, che riponeva la pistola, serio e
rigoroso «Bene, l’ho fatto. Finalmente non si
avrà più paura di girare la notte e incontrarlo.
Era infelice. E del tutto inconsapevole. Ora è
morto…»
…uscendo, appoggiandosi alla pietra che già
tremava molto meno «Il mio alunno…è
morto. Adesso chiedersi a cosa è servito, tutto
quell’impegno, nel disturbare le mie lezioni. Tutti quei
sotterfugi, per saltare la scuola viaggiando a Digiworld. La battaglia,
il dolore per la madre morta e il tradimento del padre
quando…puf! In una notte…» nel placarsi
totale della terra «…TUTTO SI E’
CONSUMATO. E’ così, in questo mondo niente
è utile, ma mi rendo conto che ho un nuovo compito
educativo, debbo ammonire i miei alunni sul futuro prima che sia troppo
tardi.» ricaricando la postola «Ai più
noti la precedenza, ora Kazu è parte integrante di quel
“passato” come egli stesso desiderava. Ne restano
altri due, da cristallizzare in un albo immortale prima di aggiungermi
io stessa: foto…di classe di fine anno.»
Abbandonando quel luogo passando sotto alle recinzioni plastificate.
Nella luce tenue del corridoio del varco, le mani avvolte da guanti
iridescenti di Guardianmon erano congiunte in una misteriosa
sospensione «Il pericolo della ricongiunzione di quei ragazzi
con i Digimon diventa sempre più incombente…
…se solo fossi dotato di una forza sufficiente per
contrastarla. Se solo potessi anch’io attingere dal potere
scintillante di un essere umano: la battaglia, sarebbe finalmente alla
pari.»
…ma i cancelli dietro di lui si spalancavano a sua insaputa:
sputando fuori qualcosa «Oh?!»
Il Digimon mascherato, e dai lunghi capelli legati come un eroe
orientale, si destò solo quando giunse presso il suo stivale
una piccola lastra rettangolare che egli raccolse
«…Carta delle ali…oh?! Che
significa?!»
«….aaaaAAAAHHHHHHHHHHHHHHHH…!!!»
«UH?!» udito il grido, Guardianmon si volse verso i
suoi cancelli ora spalancatisi, nel massimo fulgore iridescente.
Fu da questa luce che giunse un clandestino: Guardianmon corse ma
inciampò su un cappello scuro a terra e
«A-AHHH!» cadde, nel boato sempre più
rimbombante della sua possente armatura.
«AAAAAHHHH!!!» Il ragazzo fu spinto a terra. La sua
fronte sanguinava. Le mattonelle del corridoio sembravano antiche, e
dovevano essere molto dure.
Guardianmon si era rialzato…ed i suoi occhi roteavano oltre
la maschera per dare la prima, possibile interpretazione a quel
fenomeno. Nel frattempo si avvicinava.
Kazu intanto lottava con il dolore e lo stordimento per riprendere a
muoversi
«…dove…sono…?»
invocava la sua debole voce «A-Asanuma…»
I suoi occhi blu intenso, che avevano attraversato tante notti di
battaglia, si dischiusero alla tenue luce delle lanterne di quel
misterioso e fatato corridoio «…dove mi
trovo…? Cosa è successo…?»
«…buonasera.» disse però una
voce scura e molto cortese «Ah?!» il ragazzo si
destò all’istante, sussultando quando vide
qualcuno di molto alto poggiare il suo stivale proprio a un passo dal
suo viso.
Rika, realizzato dunque che si trattava ben altro che di uno scherzo
«Cioè tu mi stai dicendo che hai un
figlio?!» reclamò piuttosto spiccia «Mi
stai dicendo che all’estero hai fatto in tempo a farti una
famiglia e persino a
sfasciarla?!»…«Rika: te ne prego! Se ti
ho parlato di tutto questo è
perché…sono disperato, non sapevo dove sbattere
la testa!» replicò Henry, e lei
«Tempismo
perfetto!»…«Ahhh…per favore.
E’ già abbastanza
dura.»…«Dura?!» la ragazza
balzò in piedi sbattendo le mani sul tavolo «Mi
stai dicendo che…tutto questo si è srotolato
mentre noi eravamo qui ad ignorare tutto?»
assottigliò gli occhi quella giovane barista…
…e il ragazzo dagli occhi grigio scuro di fronte a lei non
smetteva di fissarla. Ma non disponeva di parole per poterla smentire.
Sicché lei si volse bruscamente «Ahh, non posso
crederci!!» rischiando di far cadere la sedia che lui si
preoccupò di fermare, e di rimettere delicatamente a posto.
Rika intanto si dirigeva a passo pesante verso il bancone, cercando in
fretta qualcosa da versarsi nel bicchiere, ed Henry spiegava
«Lo so, va bene, io non mi oppongo, lo accetto: tu sei una
donna. E dopo una storia come quella che ti ho raccontato io questo
è il tuo legittimo punto di vista.» ma lei si
afferrò a deglutire il sorso ed asciugarsi la bocca,
ribattendo «Ma non si tratta di questo, e non so come
accidenti fai a non capirlo!!» Parole che stupirono il
ragazzo, mentre lei sibilava «Si tratta
d’altro…» Lui mosse la mano come per
voler replicare ma lei si volse, piegandosi sul bancone e sul bicchiere
che sbatté, sicché Henry capì di dover
ritirare quella mano, mentre la giovane esclamava amareggiata
«Ma che razza di amico saresti?!!»
Tornando così a guardarlo negli occhi. Occhi che in quel
momento si sentivano in colpa.
«Henry…ma non ti rendi conto di cosa
significa?»…«Io…non lo so
più!» era sempre più smarrito, si
massaggiava la fronte ma lei lo tratteneva per la mano e lo obbligava a
guardarla «E tutto quello che ci ha unito?! Il nostro
passato, le battaglie, e la nostra promessa di crescere
assieme?!»…«Ah-h…!»
quelle parole sembrarono evocargli un sussulto nell’animo.
Rika le declamava con la grinta ed i sentimenti covati in tutto questo
tempo «Quando i Digimon se ne sono andati, e noi abbiamo
promesso sul loro ricordo di non separarci mai, di dirci tutto?! Che
devo pensare? Allora…
…ha ragione davvero la gente?» Rika lo provocava
«E’ vero quello che si dice, che con la crescita e
le esperienze tante chiacchiere poi lasciano il tempo che trovano,
archiviate con la beata infanzia, e tutto nel dimenticatoio!»
e nella sua voce e nei suoi occhi, era leggibile la brusca saggezza che
si accumula con tante notti, tra tanti bicchieri e tanti volti che
alternano le facce della vita. Era troppo per Henry, che stava
abbassando gli occhi e allontanandosi, ma lei lo afferrò per
la mano «Hey, sto parlando con te!» tanto che lui
non poté evitare di guardare quegli occhi lilla che gli
erano ormai da così tanto familiari, e che ora erano pieni
d’amarezza, ma forse più di tristezza, e forse
ancor più di pena nel senso vero della parola «Fra
di noi c’è qualcosa di spieciale, Henry.
“C’era”…? E’
più indicato
dire.»…«…no!» si
oppose lui «Non è più
indicato!»…«E allora spiegami il tuo
silenzio!!» di nuovo lei ebbe bisogno di camminare, e far
rimbombare i suoi tacchi per smaltire quella foga «I-In tutto
questo tempo…d-d’accordo, è
vero!!» assemblava Rika massaggiandosi le tempie per
riavvolgere rapidamente un lungo periodo «T-Tu hai trovato
lavoro, io avevo il locale! D’accordo, va bene!! Tutti e due
abbiamo avuto da pensare alla nostra vita, io ho avuto i miei casini,
tu la tua famiglia, D’ORIGINE IN QUESTO MOMENTO STO
INTENDENDO, VISTO CHE NON E’ LA SOLA!» ed Henry
abbassò uno sguardo venato di rammarico, mentre lei
continuava «Però non ci siamo mica persi di vista,
siamo stati sempre…a-a un passo l’uno
dall’altro, Takato a volte veniva qui tu meno
d’accordo non è il tuo genere di luogo un locale
notturno malfamato per un rispettabile padre di
famiglia!»…«Smettila,
quest’ironia è proprio fuori
luogo!»…«Ah, fuori
luogo?!»…«Io non vi ho mai
snobbati!»…«Ah no…?!
DAVVERO?! SCUSAMI, quando qualcuno mi metterà incinta te lo
farò scoprire aprendo i giornali la mattina! Voglio vedere
se ti farà piacere: “avvenente barista finisce al
centro di un’ammucchiata”, potrai guardare la foto:
toh, guarda! Assomiglia a Rika, se togli queste gocce di sangue sulla
fronte a fare contrasto col suo modo da tipa
tosta!»…«Ora basta!! Insomma!! Pensi che
sia bello venir torturati in questo modo dopo quello che ho
già passato?!»…«E tu pensi
che sia bello scoprire così una cosa del
genere?!»…«Perché infierire
anche sul ricordo che ho di voi e di noi assieme, è una cosa
a cui io tengo!!»…«ANCH’IO,
HENRY!» strillò lei «ANCH’IO,
CI TENGO NON SAI QUANTO! Ma capisco una cosa e cioè che non
solo sono una regina detronizzata, ma sono anche
STUPIDA!»…«Cosa?!»…«SI’!
Rika Nonaka quella che non guarda in faccia nessuno,
la…spudorata, quella che da piccola stracciava i concorrenti
a carte e da adulta fronteggia una schiera di ubriaconi con la medesima
sfrontatezza in realtà è una…INGENUA,
CHE CREDE ANCORA ALLE FATE! E AI SOGNI
D’AMORE!»…«D-D’amore???»…«D’AMICIZIA!»
si volse lei «Va, puntualizziamo: D’AMICIZIA, ci
mancherebbe anche che qualcosa si fraintendesse, adesso, per
carità!» sbattendo il bicchiere, e di nuovo
piegandosi su esso «…già la questione
è abbastanza scabrosa di suo!»
Henry trovò il coraggio, o forse riscontrò la
necessità di muoverle qualche passo incontro ma lei lo
precedette «E’ colpa di mia madre!
Già…!! E’ tutta
colpa…» versandosi un altro bicchiere
«…sua e della sua stradannata maglietta con il
cuore intatto, mi fossi tenuta l’altra almeno non starei a
questo livello!!...
…mi ha resa una sciocca sentimentale, certo, non desiderava
altro che una figlia del tipo, e alla fine c’è
riuscita: complimenti, mamma!! Un applauso!!» che
simulò, anche con l’aiuto del bicchiere
«Mi dispiace, Rika.» confessò
sincerò Henry. Rika si volse «E a me dispiace di
non esserci stata. Mi dispiace che siamo a questo punto. Mi
dispiace…
…di non essere stata una delle prime…
…a vedere
Benji.»…«Ah?!» quelle parole
lo scossero. Lei le aveva pronunciate col cuore in mano a fluttuare sul
bicchiere «Mi spiace di non aver dovuto fare a botte per
quella telefonata negli Stati Uniti. Mi spiace…
…per quelle lacrime che mi hai precluso a vita. Tuo padre mi
ha impedito di chiacchierare con Renamon per il resto della mia
esistenza. Tu…di rivolgermi a lei a distanza quel giorno,
dirle “Renamon…” senza la pretesa che mi
rispondesse “…lo sai? Henry ha avuto un figlio. Il
nostro Henry è diventato padre…
…prima di tutti noi…te lo ricordi
com’era riservato?”» Gli occhi le si
velavano di lacrime. Gli occhi gli si velavano di lacrime
«Evidentemente è un difetto di voi
Wong…» girandosi di nuovo, e posando il bicchiere
«…su queste cose ci andate a nozze,
proprio…non riuscite a togliervi il vizio. Mettete una
barriera…tra noi e la vita vera. E ci intignate pure, a
distanza di tempo.»
Henry, incurante delle conseguenze, decise di avvicinarsi a lei, e a
poco a poco adagiarle le mani su quelle spalle nude ma che ora non si
preoccupavano più del freddo, dovendone fronteggiare uno ben
peggiore e interiore. Quando lui la sfiorò lei
avvertì un brivido, tanto che lui si ritirò
«Scusa…! Se vuoi non…»
accennò con quella delicatezza signorile che lo
contraddistingueva. Lei senza guardarlo «Uhm? Uhm
uhm.» accennò impercettibile scuotendo il capo,
dandogli l’implicito permesso di abbracciarla
lentamente…
…lei intanto beveva l’ultimo
bicchiere…fissava in alto con occhi umidi e
appenati…
…ma poi, lentamente, si lasciava sciogliere in
quell’amichevole abbraccio. Fraterno, e dolce. Con quelli che
potevano anche talvolta essere i dissidi tra fratelli. Appoggiando il
capo su quello di lui, e alla fine concedendosi, anche in ritardo,
quelle parole «…Renamon…
…lo sai…? Henry ha avuto un figlio. E non me
l’ha detto!»…lui intanto versava una
lacrima…«…te lo ricordi come era
riservato…?»…anche quelle di lei erano
alle porte «…beh ma adesso ha proprio esagerato,
è davvero un disgraziato e si merita davvero di
tutto!»…«…è
vero.» disse lui, ma non scherzava. Lei però
affettuosamente gli prendeva la testa, e gli rivolgeva su quei capelli
un bacio pieno d’affetto, carezzandoli con le sue unghie
lunghe…
…e restando a lungo ad elaborare quel pensiero ricolmo di
vita, e di consapevolezze «…hai una sua
foto?» sussurrò «…uh?
Come…?»…«Mi piacerebbe
vedere…Benji. Se non ho potuto farlo quando è
nato.»…«Oh-h…sì.»
fece lui e pescò un po’ in giro, fra le tasche.
Rika se lo contemplava appoggiata al bancone, in quel momento di
confusione in cui lui non riusciva a trovare il cellulare. Doveva aver
rimosso momentaneamente la sua collocazione «E-Eccolo!
Eccolo, dovrei…averne una, con me. La guardo sempre.
Eccola.»…«…come mai non
è con te…?» chiedeva lei con
l’autocontrollo e la calma che si usano per
realtà frequenti, senza alcuna traccia di scandalo, mentre
prendeva il telefono «Io e mia moglie ci siamo separati.
Lei…lo tiene con sé, e non permette che io lo
veda.»…«…uhm uhm.»
sotto i suoi occhi lilla, intanto, la foto del bambino. Ma
all’apparenza nessuna reazione e solo la rinnovata domanda
«E…come mai, non è con
te?»…«Uh? Per il motivo che ti ho
spiegato…!»…«…no.
Io intendo dire un'altra cosa.» e sembrava stargli ridando il
cellulare ma quando lui allungò la mano per prenderlo lei lo
ritirò, trattenendolo «Per
quale…accidenti di…stramaledettissimo motivo tu
non puoi vedere tuo figlio,
Henry?»…«Oh?!»…«Questo…D-DIAMINE…»
sibilò tra i denti quella che sembrava una rabbia feroce
sussurrata solo per ragioni di rispetto, mentre teneva alto e visibile
il cellulare con la foto «…di
bambino…> con occhi eloquenti, molto eloquenti
rivolti a quel padre spiazzato «…ti somiglia in un
modo impressionante…!!...» oltremodo scandito
«…ed è bellissimo, m-maledizione che
diavolo ci fa lontano da
te…?!!...»…«Rika…»
Henry spalancò gli occhi «C-Che diavolo…
…fai tu qui impalato come un idiota lontano da lui e dalla
tua felicità…
…Henry Wong…?...
…!!...
…ex-Digimon Tamer…dei miei
stivali…!!...» con la mano che tremava nel reggere
l’immagine del figlio dell’amico e compagno che
seppur tale, riusciva a restare stupito da tanta partecipazione.
«…ahh…!!...dove mi
trovo…?...» accennava debolmente Kazu a terra,
macchiando le mattonelle col sangue che scendeva dalla fronte, e la
paura che inondava i suoi occhi blu
«…chi…sei…tu?» ma
un attimo dopo «Oh?!» sussultò.
Vedendosi tendere una mano dal guanto iridescente «Se non ce
la fai ad alzarti…» disse in una cupa distinzione
«…afferra la mia mano…giovane e
sconosciuto
straniero.»…«Straniero…?
C-Che
dici…oh?!»…«Uhmuhmuhm…!»
sogghignava l’imponente figura dalla solida
armatura…
…impallidiva il ragazzo «…tu non sei un
essere umano…» disse con un filo di voce
«Io…? Un…essere umano?» Era
rimasto con la mano tesa, che però Kazu non si decideva ad
afferrare. Ma ricevette in risposta «Dipende da cosa
significa “essere…umano”. E’
una parola che mi giunge solo raccontata qui nel mio
mondo…»…«…il…tu-il
tuo mondo…» Kazu iniziava a guardarsi
freneticamente attorno, non riuscendo a credere a quanto vedeva, mentre
Guardianmon completava «…e non potendo
sperimentare di persona. Né spostarmi, non posso fornirti
quella risposta a cui tieni tanto. Ma forse tu
sì.»…«…dove ci
troviamo qui?» sempre più agitato «Noi
siamo…»…«Papà,
Asanuma!» a poco a poco realizzava «Stava per
uccidermi, mi ha sparato! L-La mia maestra mi ha sparato, eravamo nel
nascondiglio, ad un tratto è crollato il pavimento,
e...E…!!!» movimenti sempre più rapidi,
reattivi ed elettrici come il tremore folgorante che scuoteva il suo
corpo «Ho litigato con mio padre, voleva tradirmi, voleva
vendermi ad Asanuma così ho sbattuto la porta di
casa!» indietreggiando, e strisciando verso la parete con
occhi atterriti «M-Me ne sono
andato…»…«Siamo
a…Digiworld.» annunciò come una guida
turistica delle più costose «Cosa?! No, non
è possibile!» replicò Kazu nel
più cieco nervosismo che gli pilotava i movimenti del corpo
«Perché…?» chiese
Guardianmon, ma Kazu colpiva la sua stessa testa con le mani
«No, no, basta con gli scherzi, basta con questo dannato
incubo!! Basta con queste voci bugiarde, Digiworld non può
essere, ormai il varco è chiuso, ormai siamo cresciuti,
ORMAI E’ TUTTO FINITO!!» gridò sconvolto
ma Guardianmon gli aveva afferrato le braccia. E ora gliele teneva
ferme, ma persino lui, come si leggeva dai soli suoi occhi oltre la
maschera, faceva un lieve sforzo, per quanto il moto del giovane fosse
violento «Digiworld…no! Ci avete ingannato! CI
AVETE SEMPRE MENTITO SONO ANNI CHE SOGNAMO
L’IMPOSSIBILE!!!» ma Guardianmon gli
tappò la bocca con la mano. Nell’accrescersi dello
sconcerto nei suoi occhi. Così gli disse
«Guardami…se non ci credi. Ripeto tue parole: non
sono un essere umano. Io sono un Digimon.» Kazu aveva
già gli occhi spalancati al massimo, ma si lesse un
accentuazione dopo queste parole «Sì.
Un…Digimon. Il nome è Guardianmon, e…
…il varco…è chiuso? E’
chiuso secondo te? E’ quello…»
muovendogli lentamente la testa là dove indicava…
…il portone spalancato, il bagliore iridescente
«L’hai appena travolto…piombando qui
come una furia infernale.»
Kazu rimase imbambolato di fronte alla verità. Guardianmon
ponderò a poco a poco la scelta
di…scoprirgli…gradualmente…la
bocca…
«La luce del varco…»
pronunciò…di fronte a quel giacimento immenso che
sembrava spalancarsi per lui «L-La luce…
…che ci inghiottì in quella calda
mattina…»
…rivedendosi nei ricordi ragazzino, con indosso una
maglietta scura con una grossa croce gialla, discendere un cunicolo
scavato nella terra…(canzone:
S club 7 - Have you ever)
…che conduceva ad un piccolo giacimento del medesimo
bagliore…
«La luce…che riassorbì in
alto…la nostra infanzia…
…la nostra felicità…»
…rivedendola brillare in cielo, nel saluto di mille
creaturine digitali richiamate in un vortice…
«La…luce del mondo digitale,
il…mio…mondo
digitale…»…«Oh?!»
Guardianmon restò stupito nel vederlo avanzare a passi
tremanti. E poiché lo aveva definito
“suo”…ed ora cadeva in ginocchio.
Con la fronte sanguinante tendeva la mano «La luce del
varco…
…una poetica sfumatura…
…dei mille colori della vita, ha-hai visto
mamma…?» e ora sorrideva
lieto…nell’incredulo aggrottarsi di quel Digimon
«Tendo…un’altra volta la mano alla luce
di Digiworld…
…c-ce l’ho fatta a rivederla un'altra volta, prima
di morire…»…«Uh?!»
«…s-sono tornato…! Mamma!!»
esultò alzando le sue mani a quelle scintille come potesse
coglierle «Ora anche tu puoi vederla!»
Guardianmon spostava lo sguardo interdetto…
«Puoi coglierne ogni sfumatura!! Era bella davvero come la
descrivevo?! Ahah!...
…io stesso avevo dimenticato quanto fosse
meravigliosa…»
“Parla davvero della luce di questo mondo?” si
chiedeva il Digimon “Cos’ha per esser tanto
speciale per questi umani, può essere realmente il solo
diventare più potenti? Per…fondersi con la nostra
natura e difendersi dalla vita?”
…ma come un ragazzino giocoso «Ahaha!»
Kazu gattonava fino a riprendersi il suo cappello,
indossarlo…
…e avere così un cappello da togliersi, nel suo
inchino da cantastorie alla luce del varco «Ti ritrovo in
forma, Digiworld…!» alzando occhi umidi di lacrime.
“…se lo dici tu.” pensò
Guardianmon.
Nel rumore dei passi di Rika nel locale vuoto, con la foto digitale di
Benji tra le mani «Ti devi svegliare!» piazzando
ben di fronte al ragazzo quel cellulare «Questo è
tuo figlio e tu devi recuperarlo! Non puoi fartelo portar via
così, Henry!! Tu sei stato uno dei Digimon
Tamers!»…«Tu pensi conti ancora
qualcosa…?» chiese incerto, e lei
sibilò scandita «Questo conterà tutta
la vita…»…«Oh!»
sbattendogli il cellulare in mano «Ma prima ancora di un
domatore sei un uomo! Questa è la cosa che conta di
più, non abbiamo bisogno di essere eroi per avere il diritto
ad amare, piuttosto abbiamo bisogno di un Digimon per avere
qualcuno…a cui dovere di conservarci integri, e non farci
portar via dalla vita anche il cuore, anche la pelle!
Tutto…» coi suoi occhi commossi
«…dobbiamo alla memoria dei nostri Digimon e dei
guerrieri che eravamo una vita felice per noi per cui CHE TI PIACCIA O
NO adesso tu TI SIEDI-MI SPIEGHI-» afferrandolo per la mano
«PERCHE’ IO NON POSSO TOLLERARE CHE TE LO RUBINO!
Chi
è?!»…«Cosa?»…«Avanti,
chi è, con chi ti sei sposato, che-che razza di persona sei
andato a raccattare negli Stati Uniti, una donna che strappa il figlio
dalle braccia del padre, VOGLIO SAPERE CHI E’ QUESTA
STREGA!!»…«Calma, calma! A poco a poco
ti spiegherò tutto, è una lunga
storia.»…«E io la voglio
sapere.» prendendogli le mani «Henry…ho
dovuto rinunciare già a tante cose, non credere che sia
facile lasciare andare una vita stabile e sicura. Ma anche in questo
mare in tempesta non farmi rinunciare a ciò a cui ancora
credo, se lo facessi…cosa più mi
rimarrebbe…?» sussurrandogli
«…permettimi di starti vicino. Ed aiutarti nel tuo
problema. E…» guardandosi attorno, alludendo al
suo locale «…eee…nonostante questo
caos…ritrovare tuo figlio. Ci tengo, Henry.
E’…tuo figlio…!!» ne
sottolineò l’importanza, e lui la
abbracciò «Grazie. Rika, grazie. Sei una vera
amica.»
Lei ricambiava l’abbraccio «…tu no. Sei
un disastro. Ma io ho incontrato te, quella mattina, in quel parco,
quando attaccai Guilmon assieme a Renamon. Te, e non un altro.
Saccentino come pochi altri al mondo…sempre a sputare
sentenze…»…«Senti chi parla!
“Renamon è sempre pronta a
combattere…”…dicesti! “E io
sono una…” …com’era
esattamente?» in un sorriso, tra le lacrime e i ricordi
«…”e io sono una che non si tira
indietro.”» guardandolo ben dritto negli occhi
«E te lo ridico adesso: io sono una che non si tira indietro,
Henry. Non farmi mollare, te ne
prego.»…«Uhmuhm!» lui le fu
grato (fine-canzone)
Kazu ancora viveva l’estasi dinanzi alla luce del varco
digitale, ma a porre termine a quel lungo istante fu «Uhm,
ehm…»…«Ah!» una
voce dietro di lui che lo fece sussultare, ancor più quando
gli posò la mano sulla spalla «Mi
piacerebbe…poter fare qualcosa per te visto che ora sei
finito qui. Dare risposta ai tuoi mille quesiti, ma sfortunatamente non
posso far luce su tutti.» discorreva sempre in quella calma e
signorile modulazione vocale, Guardianmon. Kazu lo fissava, e
così indietreggiò intimorito di due, o tre passi.
Ma ad un tratto si arrestò, e trovò coraggio e
voce per accennare
«T-Tu…»…«Mmm…»
…e per tendergli la mano «Tu sei
dunque…un Digimon, non un essere
umano…»…«…incredibile
ma vero…» mentre quelle dita erano già
all’armatura iridescente, nella sussurrata consapevolezza
«Non avrei mai creduto di riuscire a toccarne un
altro…» Guardianmon, in quei secondi sospesi come
il suo sguardo, lasciava che il ragazzo prendesse coincidenza con la
sua fisicità «…un Digimon, quello che
sto toccando è un vero Digimon, non è un sogno,
non lo è né questo istante, né
l’avventura di dieci anni fa. I Digimon esistono, sono sempre
esistiti…» “Com’è
colpito…” «L-Loro ci sono, il nostro
mondo e il loro non si è allontanato così tanto!
Abbiamo sempre avuto ragione, io e Takato non ci
sbagliavamo...» nel viaggio delle sue dita lungo la corazza
di Guardianmon, fino alla maschera stessa, sullo sfondo di quel
concitato sussurro «…quando da adolescenti
giravamo attorno al nascondiglio per cercare l’apertura del
portale avevamo percepito davvero il richiamo di Digiworld! Era vera
quella luce che Takato disse di aver visto sul fondo del cunicolo
quando tornò lì dopo che loro se
n’erano andati…!...il…v-varco digitale
non ha mai smesso di riposare sotto la nostra
città…
…allora perché?» Sempre silenzio, da
parte di Guardianmon, nonostante Kazu sembrasse quasi rivolgere a lui
la domanda «Perché tanta lontananza…?
Quale ragione mai a giustificare, tanti anni di separazione e
sofferenze?»…«Vedi? Questa è
una di quelle cose che io non posso rivelarti. Perché non
posso scoprirlo. DA SOLO, per lo
meno.»…«Ahh!» Il giovane si
portò la mano al cuore, come si accorgesse solo in quel
momento della possente presenza della creatura. Sicché
lentamente cercò di essa le mani…le sue
scivolarono fino a raccoglierle e Guardianmon se le fece
sollevare…mentre il ragazzo pronunciava
«Tutto...il mio grande rispetto per voi…che
sembrate un grande Digimon…sebbene io non vi
conoscessi!»…«Uh? Se abbiamo abitato in
mondi diversi come avremmo potuto sapere l’uno
dell’altro?»…«Ma io sono
conosco i Digimon, sono un intenditore della specie da…molti
anni, collezionavo le carte, e studiavo le digievoluzioni.
Ma…non ho potuto mai comprare quella che vi ritrae
poiché ero impegnato a crescere, e ora me ne rammarico
molto. Q-Questo istante sarebbe stato più bello soltanto se
io avessi potuto…pronunciare il vostro nome e riconoscervi
ma devo accettare che questi sono gli effetti incancellabili della
separazione…
…il tempo…trascorso è impossibile da
recuperare, eppure…!!...sono qui di nuovo! Apritevi a me, vi
prego, ho udito che vi chiamate Guardianmon. Parlatemi di voi, e del
destino di questo mondo da dieci anni a questa parte, quando io e i
miei amici lo abbiamo lasciato. Il mio nome è Kazu
Shioda…
…sono…un essere umano…
…ero un Digimon Tamer…assieme a una squadra di
amici. Abbiamo atteso questo istante come si fa con un sogno
impossibile…se solo loro sapessero che mi trovo qui e parlo
con voi…»
“E’ stato un domatore, bene.” meditava
Guardianmon senza rivelare i suoi pensieri, ma assottigliando gli occhi
“E’ esattamente ciò di cui avevo
bisogno: se riesco a portarlo dalla mia parte e a convincerlo ad
accettarmi come suo Digimon potrò acquisire una potenza
incredibile. E finalmente sarei in grado di fronteggiare e spazzar via
i Digimon fuggiti sulla terra!”
«…conoscete
Guardromon?»…«Uhm?!» il
Digimon mascherato restò spiazzato da quella domanda
pronunciata con l’emozione nella voce
«Guardromon…vi prego. E’ il mio
Digimon…mi ha aspetta da dieci anni, ne sono sicuro, non mi
ha mai scordato. Se…conoscete un Digimon con questo nome vi
prego ditemelo, perché il mio posto è
lì…assieme a
lui…»…«Non…»…«Allora?!»
fremeva Kazu, ma Guardianmon replicò con calma
«Non…mettermi fretta
eccessiva.»…«Oh! Perdonatemi,
io-» ritirando improvvisamente le mani, ed inchinandosi in
segno di rispetto «Non volevo offendervi vi prego Guardianmon
credetemi, io…» ma alzando gli occhi su di lui
«…ho il massimo rispetto per la vostra specie, voi
Digimon siete qualcosa di mirabile. Ho conosciuto Digimon saggi e
longevi, e li ho visti lottare con ardore nel momento di
difficoltà. Ciò che più mi sta a cuore
è dimostrarvi che devozione e ammirazione non muoiono con
gli anni. E’ merito vostro se Digiworld è e
resterà terra di meraviglia…
…voi governanti digitali mantenete in vita un sogno che
rinvigorisce l’esistenza di noi esseri umani. Che ci nutriamo
della speranza di raggiungervi, un giorno! Per cui scusate se sono
stato in opportuno, ma…mi appello a quella comprensione che
avete anche voi acquisito con gli anni, e l’evoluzione della
specie.»…”Oh?! COMPRENSIONE?!”
«…e che vi fa assomigliare a noi esseri umani
sebbene forse restiate
sempre…”migliori”, in un certo senso. Vi
prego, allora, comprendete la mia nostalgia! Sono dieci anni che non
vedo...» alzando occhi commossi «…il
solo fra voi che disse…di avere bisogno di me. Di esistere
per aspettarmi! Sono qui per dirgli che anch’io ho fatto lo
stesso!»…«Ah-h…»
ora Guardianmon non sapeva dove guardare, se sfuggire o farsi prendere
le mani «Vi
scongiuro…»…«…d’accordo.»…«Oh?!»
«Seguimi.» disse Guardianmon, e il ragazzo fu
abbagliato «Seguimi…Kazu:
giusto?»…«Oh? Sì!
Sì, Kazu!»…«Io ti
porterò in superficie. Questo corridoio giace nel sottosuolo
di Digiworld.»…«…i miei amici
non sanno nulla al riguardo…» sussurrò
il ragazzo, ma Guardianmon gli teneva la mano sulla testa,
schiacciandogli un po’ il cappello «Sei il primo
umano che fa ritorno. Una volta emersi, ci metteremo in viaggio
assieme, d’accordo.»…«Cosa?
Noi e voi,
dite…?»…«Mmm…ma
certo. Tu non puoi essere che un
prescelto.»…«Oh!»…«E
nel mondo qua fuori che ci aspetta, dobbiamo trovare le risposte sul
tuo destino.»…«Un
prescelto…?...l’ho sempre
desiderato…però…ho creduto che fosse
impossibile! Per via della mia…età. I
digiprescelti di solito sono ragazzini…mai vi è
stato Digimon al fianco di un domatore sul quale fossero
passati…come un carro armato i dolori della vita. Eppure
sarebbe così giusto! Anche noi, forse soprattutto noi
avremmo ancora il diritto di
sognare!»…«…parole
considerabili. Dammi la
mano.»…«Uhm?!»…«Coraggio…non
esitare. E’ possibile che tutti i tuoi sogni si stiano
avverando.»
“I miei sogni…? Non so…da un lato
vorrei, eppure temo. Papà…ora come ora sei
così lontano.” mentre a poco a poco avvicinava la
sua mano a quella avvolta dal massiccio guanto iridescente
“…ed io…sto per stringere la mano di
un’altra guida. Qualcuno che vuole portarmi ancora
più lontano, e mi parla di quei sogni che segretamente ho
covato dentro di me, sperando di realizzarli lontano da te, e dal tuo
disprezzo.”
…il suo pensiero, a quel padre che ora si rigirava
violentemente nel letto: sembrava che l’incubo avesse
raggiunto il picchio massimo, che le tenebre gli avvolgessero il cuore,
ma ripeteva in quel vortice di prostrazione
«K-Kaaazu…! Figlio mio, dove seeei?!»
con gli occhi pieni di lacrime e la voce strozzata…
“Forse dovrei resistere…dovrei tornare indietro.
Forse sono vigliacco. Eppure una parte del mio cuore appartiene a
questo mondo. Non ha mai smesso.” …la
mano umana e quella digitale ora erano molto vicine
“…perdonami papà. Ma ora Digiworld mi
chiama. Tu hai avuto dieci anni per farlo. Non hai mai invocato il mio
nome.”
«Kaaazuuu!!!» strillava ora il signor
Shioda…
Ma suo figlio non lo udiva. E Guardianmon assottigliava gli occhi
«…bravo.» ora che finalmente stringeva
quella mano magra ma ancora solida «Mi porterete nel mondo
esterno? Fra gli altri Digimon, e i Supremi, e i Digignomi? Ho il
desiderio…e il dovere di salutare Digiworld per molti anni
d’assenza, e da parte di…molti esseri
umani.»…«Sarai esaudito,
Kazu.» così si incamminarono insieme…
…e dopo pochi passi in quel luogo che sembrava secolare e
silenzioso, Kazu dovette reggersi il cappello perché
soffiava il vento. Un vento fatto di dati, quando emersero dalla cava,
ed era ancora notte seppur l’alba non fosse lontana.
Incredulo, il ragazzo si impegnava a non far volar via quel cappello
come l’ultima traccia che gli restasse di sé e
delle sue origini, mentre prendeva coscienza che quello era vento
conosciuto, e da tanto sognato. Che non stava sognando, ed era
lì realmente «Uhmuhmuhm…»
sogghignava Guardianmon, ma poi lo stesso «Uh?!»
trasalì alla vista di qualcosa in fondo a quella landa
«Che succede?!» chiese Kazu, ma poi anche lui
spalancò gli occhi…
In fondo splendevano le luci di un villaggio: ma ora su quel villaggio
piombavano dardi luminosi, a cui seguivano esplosioni, a cui seguiva lo
spargersi del fuoco…
“Qualcuno ha attaccato il villaggio del Vertice
digitale!” si interrogava Guardianmon…
…mentre dinanzi ai suoi occhi sfilava niente di
più piccolo di un immenso vascello volante dorato. Erano i
suoi cannoni ad aver preso in odio il villaggio, e a non lasciargli
tregua, sparando incessantemente. “Chi può esser
stato?! A chi appartiene quella nave…?”
Quelle luci di battaglia ora danzavano negli occhi blu di Kazu, che le
fissava attonito…
«Che cosa?!!» spalancava occhi e bocca Rika
«Ma sì, ti dico che è
così!» replicava Henry «Io ho
fatto…di tutto per rintracciarla! Ma lei si fa negare, ha
persino cambiato scheda al
telefono!»…«E’ ancora in
America?!»…«Come?
Ah-h…sì sì sì,
lei…è rimasta negli Stati
Uniti.»…«Con il
bambino?!»…«Lei è convinta
che io sia un cattivo padre!»…«Ma
è roba da non
credere…»…«Che dirti, capisci
adesso Rika perché sto male?! Io non chiedo altro! N-Non sto
chiedendo che lei mi accetti se non mi vuole, basta solo che mi faccia
vedere mio figlio, il mio Benji, ho il diritto di sapere come cresce il
mio bambino!»…«Ma questa donna
è completamente pazza!» si alzò la
ragazza sbattendo le mani sul tavolo «Rika…sta
calma: io…credo soltanto che sia molto
confusa.»…«CONFUSA?!»…«Ma
sì! P-Per via…dei suoi genitori, è
sempre stata molto influenzabile! A loro…purtroppo non sono
mai piaciuto.»…«E perché per
quale motivo adesso dimmi solo una buona ragione: uno, uno soltanto, ti
chiedo un capo d’accusa fra quelli che ti hanno mosso
contro!»…«Dice!...ahhh, ma sono tutte
storie false! Dice…che le ho tenuto nascoste delle cose,
sì d’accordo è vero forse non le ho
parlato molto di…mio padre, di mia madre, di mia sorella ma
io sono fatto così! N-Non appena fossimo venuti qui in
Giappone…glieli avrei presentati ma lei si è
convinta che io conducevo un'altra vita alle sue
spalle!»…«Una gelosa da
psicofarmaci…» analizzava Rika, mentre Henry si
sfogava, con i suoi occhi supplichevoli «Ha montato
storie…infernali, in un attimo mi sono sentito
circondato!»…«Beh! Non devi essertela
passata molto allegramente, non è proprio ciò che
si suol chiamare un matrimonio
piacevole!»…«E dire che sembrava tutto
così perfetto.»…«Pfff, magari
all’inizio!»…«Sembrava…»
sedendosi, e tendendo a ripiegarsi su quella sedia
«…che ci volessimo così bene. Io
però ho sempre accettato le sue decisioni!
Io-…»…«Ahhh, lascia perdere,
Henry: è inutile.» tornò a sedersi
anche lei «Con questa gente quali ragionamenti vuoi metterti
a fare, a quali compromessi vuoi giungere? E’ impossibile!
E’ con i fatti che bisogna
procedere!»…«Ho minacciato di farlo: ma
neanche quello, capisci?!»…«Hai
minacciato di riprenderti tuo figlio per vie
legali?!»…«Ma sì,
però non si fa spaventare, forse…ah,
dev’essere per via di alcuni parenti che ha nel ramo della
legge, evidentemente è sicura di
vincere.»…«Ascolta: come si chiama
questa donna con cui avrei tanto desiderio di fare quattro
chiacchiere?»…«Cosa?! Oh no
Rika…per favore!»…«Avanti,
sputa il rospo! La signora Wong…come, di
nome?»…«Ah…» Henry
si copriva il viso «Henry insomma non sarà che il
solo pronunciare il nome della tua ex-moglie ti manda in
crisi!»…«E’ tutto: tutto, il
solo sentire la mia stessa voce che ripete e ritorna su questa storia
mi fa star male. Credimi Rika è terribile. E’ un
incubo. Da quando è iniziato la mia
vita…è in
pezzi.»…«Certo che è davvero
comico, ancora non riesco a capacitarmi! Devo riconoscerlo: stavolta
benché mi costi debbo dare ragione alla cara, vecchia mamma!
Lei ha sempre sostenuto, scagliandosi a spada tratta contro di me che
sventolavo il contrario, che tu sotto sotto covassi qualche segreto
inconfessabile!»…«…diceva…così
tua madre…?» chiese lui con fare insicuro e
delusione a velargli gli occhi «E il bello e che io le dicevo
che te la passavi bene, che non avevi alcun problema e che la tua
famiglia ti aveva allestito una vita coi fiocchi: poi si svaluta
l’esperienza dei genitori! Questa volta è il caso
di dirlo, mi ha proprio
stracciato!!»…«…evidentemente…non
sono riuscito neanche a nasconderlo. Ho fatto di tutto per gettarmi
alle spalle il problema.»…«Diciamo che
così ti sei limitato a gettarti alle spalle tuo figlio senza
reagire ritornando qui in Giappone a condurre la vita di una
larva.»…«Io…!...credevo fosse
la cosa migliore.»…«Henry, a sentirti
parlare ho l’idea di averti rifilato qualche bicchiere di
troppo: quanti ne abbiamo bevuti? Io ho addirittura perso il conto ma
dico sei ubriaco? La cosa migliore per te quella di lasciarle tuo
figlio e riprendere a vivere…come se niente fosse
“dimenticando” di averlo avuto, in
pratica?!»…«Io…non posso
dimenticare Benji.»…«Vorrei ben dire!
Non lo devi dimenticare, tu devi lottare per
riaverlo!!»…«Lei…non me lo
permetterà, Rika!»…«Lo
farà. Se tu glielo intimerai lei non potrà
sottrarsi!»…«Magari fosse
così facile. Dovresti sentire come è accanita! Al
telefono, gli insulti, i suoi e quelli della sua
famiglia!»…«E tu ti sei lasciato
insultare?! Dovevi reagire!!» sbattendo un pugno sul tavolo,
che fece straripare un po’ il bicchiere «Non ne ho
trovato il coraggio: veder…cadere a pezzi in pochi istanti
ciò in cui hai riposto tutte le tue speranze. Che confidavi
divenisse da quel momento in poi il tuo
futuro.»…«Ah! Questo suona
più come un classico presente di inferno piuttosto che un
futuro! Ma quel che---più mi manda in bestia è
che lei si nasconde!! Si barrica come una latitante beh comunque non
scherziamo anche tu che ancora non smuovi mari e monti, ma come hai
fatto in tutto questo tempo?!»…«Non
sapevo…dove voltarmi. A chi confessarlo. Non mi andava di
mettere di mezzo la mia
famiglia.»…«Ouhf! Storie, sono tutte
scuse! Dammi retta è una leggenda questa, e dire che io ne
ho sentite tante: questo luogo è una stazione di passaggio
per gente disperata, ne passano a frotte di-di ex-mariti, ex-mogli,
ex-amanti e ho sentito tali e tante confessioni che non tengo
più il conto MA QUESTA, CREDI! Le supera tutte e indovina un
po’ da chi proviene! Gli affari propri guarda caso sono
sempre i più eclatanti rispetto alla massa!» Henry
sorrise «Beh…ti ringrazio di quel
“propri”.»…«Ci
mancherebbe…» passando il dito attorno al bordo
del bicchiere «Piuttosto…!!...»
rialzandosi con decisione «Io con questa ci voglio
parlare!»…«No, credi, è
meglio di no.»…«Henry! Chi mi garantisce
che se io non arrivo a ripassarmela come si deve tu ti attivi e non
rimani qui come finora hai fatto lasciando che ti rubi il
figlio?!»…«Farò
qualcosa.» garantì, accingendosi ad andar via
«Te lo assicuro Rika, parlare con te mi ha fatto bene:
rifletterò.»…«Devi fare di
più che
riflettere.»…«Davvero. Ora ti prego,
scusami, devo andare a
lavorare.»…«Uhm…sì.
Guarda un po’ che ora abbiamo fatto.»
sospirando…e risistemandosi i capelli, mentre accennava
«Mi viene più che altro da chiedermi in tutto
questo cos’abbia concluso Ryo con la storia di Cyberdramon e
del suo socio che doveva liberarlo. Dovrei fargli un colpo di telefono
se non sapessi che sarebbero…dieci-quindici bip
d’attesa sprecati assieme ai rispettivi secondi, in un
periodo in cui il tempo è
denaro!»…«Uhmuhm. Fammi sapere, mi
raccomando.»…«Sì, anche tu.
Riguardati. E…HENRY.»…«Uh? Ma
sì, sì, ti assicuro che mi metterò a
tavolino e studierò una strategia. Piuttosto, ti chiedo un
favore.»…«Lo so
già…»…«Non parlare
di questa cosa con nessuno.
Capito?»…«Sì…»
tirò via lei «Parlo sul serio! A Takato non dire
niente.» ma lei si volse di scatto «E invece dovrei
farlo! Si arrabbierà molto quando verrà a
saperlo, lo conosco.»…«Ho esitato
perché non volevo turbarlo, ha avuto tanti problemi. E temo
che non ne sia ancora uscito, per cui…non dirgli
niente.»…«D’accordo…»…«Grazie
Rika, sei un’amica.»…«No! Non
sono un’amica, perché se fossi tale me ne
infischierei e spargerei ai quattro venti la faccenda! Guarda che
guadagno hai fatto a stare muto come un pesce…aspettati che
Takato e i tuoi familiari ti facciano volare in orbita, e se io taccio
non…!!...è perché sono
un’amica. E’ perché
sono…uhmf! Non lo so nemmeno io cosa sono.»
Ma lui in fondo sembrava saperlo, e le sorrideva ripetendole
«Grazie…parlerò presto con
loro.»…«Del tuo
“presto” mi fido alquanto, comunque non
ti trattengo oltre. Vai…gran
lavoratore!»…«Uhmuhm!»…«…padre
felice.» così Henry oltrepassò la porta
del locale, mescolandosi alla città sotto il cappuccio della
sua felpa. Lei lo osservava allontanarsi, a braccia conserte,
appoggiata alla parete. Sulla sua espressione si leggeva un vissuto
affetto, e una sfumatura di tenerezza per quanto appena scoperto.
Sentimenti che poté riversare nel locale vuoto, quando
rimase sola, riguardandosi il tavolo con i due bicchieri…
…e ripensando a tante scene…tante
battaglie…
…Terriermon che roteava nel suo tornado, Renamon che
balzava, Henry che dava il comando, lei che scorreva nel Digivice la
carta per la digimodifica…
…e tante esplosioni, ed evoluzioni…
…la sua corsa a cavallo di Kyubimon sul suolo di Digiworld
per raggiungere l’arca in tempo, Henry che aspettava col
cuore sospeso dall’interno…
…loro tre nel negozio di Takato, impegnati tra le nuvole di
farina a fare il pane in un quartiere ormai vuoto a seguito
dell’ evacuazione…e quella notte trascorsa nella
scuola abbandonata, con il D-Reaper oltre le finestre…
…loro tre ragazzi…loro tre divenuti Digimon a
seguito della biodigievoluzione che li aveva fusi…
…per ritornare a due bicchieri, in un locale vuoto, e alla
sua unghia smaltata che li sfiorava «…eh
sì.» si disse e guardò verso
l’alto «…piccoli domatori crescono.
Henry ha avuto un figlio.»
Sentì il bisogno di camminare, e forse era
l’emozione che le dava la sensazione di aver freddo di nuovo,
ed il bisogno di sfregare le sue braccia
«…è proprio vero che il tempo passa.
Henry è diventato padre. E’ stato il primo di noi.
Che…strano, che effetto particolare che fa. Sembra
ieri…
…eppure non siamo già più noi i figli,
che di nascosto ai genitori elaborano sotterfugi per vivere
l’avventura. Ora siamo i genitori. Noi i figli li
abbiamo…e soffriamo per loro. O almeno…per Henry
è così. Che cosa strana è il
tempo…
…che gioco d’abilità è la
vita.» smarrendo i suoi occhi oltre il bancone
«E’ la
più…entusiasmante…e pericolosa partita
a carte che si possa disputare.»
«AH!! TU!! ECCOTI QUA, SEI TU LA CAUSA DELLA ROVINA DI MIO
FIGLIO!!»…«Ihm!!» la rossa
barista si volse con occhi spalancati nel sussulto che seguì
a quella straziata esclamazione da voce femminile: di fronte a lei una
donna, capelli biondi, un bastone…
…una cagnetta che abbaiava…
…e uno scatolone aperto che ritraeva qualcosa di simile a un
fucile «Tuuu, lo hai traviato con quelle annose leggende, E
LO HAI SPINTO A COMPIERE UNA FOLLIA!» la additò la
signora Akiyama.
«Che…ci fa qui?! Ma che dice?!» mentre
la cagnetta seguitava ad abbaiare allegra «Vaniglia,
guardala! Guaaardala, e non te la dimenticare: quello che hai di fronte
è il prototipo di donna
perduta!»…«Uhm?!» Rika
aggrottò lo sguardo, mentre la bionda e aristocratica
signora batteva il bastone a terra «Grazie a lei
quel…pppovero piccino del tuo padroncino che è
anche mio figlio SOPRATTUTTO MIO FIGLIO!...si è buttato in
una fornace ardenteee!!!»…«Ma insomma,
ma si può sapere che sta blaterando, non capisco
un’acca: lei è sempre la
solita!»…«Taci,
sgualdrina!»…«Non si permetta! E
poi…non possono entrare i cani
qui!»…«AAAHHH!!!»
inorridì la donna prendendo in braccio la vivace Vaniglia e
stringendola a sé in segno di strenua difesa «Come
osi mancare di rispetto al mio tesoro, tu hai un cuore di pietra, E
DISPREZZI IL MIO UNICO BENE!»
…eloquente lo sguardo di Rika…
«Io lo so: tu mi hai sempre odiata!
Sììì, fin dal primo giorno tuo unico
desiderio era che il mio male al cuore mi stecchisse per essere
finalmente libera di accalappiare mio
figlio!»…«Ma si figuri…ah!
Lei è proprio fuori strada!» la ragazza si volse
elegantemente e le diede le spalle allontanandosi, ma l’altra
infieriva «Sì!!» colpendo il tavolo col
bastone, e spingendo a terra i bicchieri rimasti. Rika al rumore del
loro infrangersi mosse la coda dell’occhio «Tu gli
sei sempre stata appresso, fin da quando eravate ragazzini e
combattevate con quei…q-quei cosi ah! Il solo nome mi
bruci-»…«I
Digimon!»…«…GALEOTTI
FURONO!»…«Veramente è solo
grazie a loro che oggigiorno abbiamo tutti un tetto, e un corpo
integro: dovrebbe ringraziare i Digimon se ora si è potuta
permettere il cane. Se è ancora così in forma,
signora Akiyama, altro che male al
cuore!»…«Insolente! Tu, attanagliando il
mio Ryo con le tue storie lo hai spinto a compiere quell’atto
MALAAATO per fare colpo su di te tu lo hai portato sulla cattiva
strada! Lui che è taaanto un bravo ragazzo!»
declamava enfatica «Ohhh, ma certo, mettiamogli anche
l’aureola: le controlla le agende di suo figlio qualche
volta?! Le consiglio di farsi un giretto lì poi venga a
dirmelo se è così candido come lo
descrive!»…«Tu scherzi! Sei qui a
pavoneggiarti con la tua aria da impertinente quando lui potrebbe anche
essere MORTO!!!»…«Ma insomma, mi vuole
dire che cos’è questa storia?! Che è
venuta a fare?! E Ryo che c’entra, cosa ha
fatto?!»…«Hai anche il coraggio di
chiederlo!!» la signora Akiyama la fissava come qualcosa da
esorcizzare «Come se non sapessi
niente!»…«No: infatti non so
niente!» precisò la ragazza ponendosi le mani sui
fianchi «BUGIARDA!» la donna alzò il
bastone, ma Rika lo schivò agilmente e senza scomporsi
«Tu sai sempre tutto, sei informata su ogni spiffero che
soffia in città perché gestisci questo LUOGO DI
PERDIZIOOONE per continuare l’indegna tradizione familiare
avviata dalla tua “bella
mamma”!»…«NON LE PERMETTO DI
TOCCARE MIA MADRE!! Soltanto una come lei potrebbe essere meschina a
tal punto, si decida una buona volta a dirmi cosa è venuta a
fare oppure SE NE VADA!» con dito che indicava deciso la
porta «Non sono qui per ascoltare insulti verso di me o verso
la mia famiglia da lei, signora, sarebbe la prima che dovrebbe farsi un
esame di coscienza!»…«Questo: questo tu
come lo chiami nel tuo linguaggio da bordello notturno?!»
tirandole così addosso lo scatolone aperto del fucile, che
Rika prese al volo, ma non senza una dose massiccia di sconcerto
«Che…diavolo
è?!»…«L’ho trovato
in casa mia: l’ha ordinato mio figlio! E con questo
c’è andato a riprendere q-quel…BESTIONE
INELEGANTE con cui faceva il galletto con TE!»
Di nuovo il bastone sbatté sul tavolo, ma Rika non se ne
accorse, troppo impegnata a riflettere sulla faccenda
«Così…era questo il piano di
Ryo…»
…quello che però fu urtato fu il telecomando, che
cadde e provocò l’accensione della tv...
…mentre la signora Akiyama borbottava, carezzando e
proteggendo la cagnolina «Oh, guardala Vaniglia. N-Non
diventare mai come lei, questa si chiama via del peccato. Oh? Oh
sì sì cara non so dove sia…sigh! Il
mio POOOVERO bambino! Se quel fuoco gli ha fatto un’altra
ustione come quando era in campeggio giuro che il mio cuore stavolta
salterà. Oh?!»
«Ah?!» sussultarono sia lei che Rika…
…quando la tv in alto riproiettò la scena di Ryo
in piedi sul dorso di Cyberdramon, e l’eroica digimodifica
che travolgeva in un geyser acquatico il Centro ricerche
«AAAHHH!!! IL MIO RYYYO! E’ proprio un
eroe-gua-guarda Vanigliaaa!!! Ahhh! Mio fi-OAAH! STA CADENDO!
REGGETELO! PO-POLIZIA-no! Auhf! Meno male! Ahhh, è da quando
cascò dal cavallo a dondolo che non mi do pace!»
Ma Rika era rimasta imbambolata a fissare quella
tv…lentamente il cartone del fucile le cadeva dalle
mani…
«Ryo, perché ti spruzzi tutto questo
profumo?» chiedeva una voce un po’ aspra, ma dalla
nota ingenua «Mmm, ti vuoi fare un po’ gli affari
tuoi!»…«Uffaaa, non trattarmi
così!»…«Ahahah! Mi diverto a
punzecchiarti! Abituati perché d’ora in poi la
nostra sarà una convivenza di scintille!»
replicava scherzoso il ragazzo dagli occhi azzurri, di fronte allo
specchio di quello che sembrava un bagno pubblico, a
spruzzarsi…litri di profumo su collo, capelli, un
po’ ovunque, ripettinandosi…«Allora?
Allora?? Non mi hai ancora
risposto!»…«Ah, ma possibile che non lo
capisci, Monodramon? Insomma sei cresciuto anche tu ti sei sposato e
hai fatto quattro
figli!»…«…né
Gelsomon né loro mi hanno però visto in queste
condizioni: così sono piccolo come i miei bambini, e se mi
incontrassero mi scambierebbero per un compagno di
giochi.»…«Fantastico! No?! Ahhh, solo
voi Digimon riuscite a concretizzare i desideri che per noi figli
sono…soltanto chimere, io avrei sempre desiderato di
rimpicciolire mio padre perché vedesse il mondo dal mio
punto di vista! Waaah, ma non ci sono mai riuscito!» in un
sospiro di resa «Era sempre più grande,
più saggio, più responsabile, bla-bla-bla-bla e
alla fine ero io quello che doveva arrangiarsi! Bahhh! Ma alla
fine…l’ho ripreso, ho accorciato le distanze e
sono cresciuto anch’io e adesso…sono un uomooo!
Wow!» seguitando in quell’opera magna di
“spruzzamento”.
Intanto, accanto a lui c’era un draghetto bassotto e
violaceo, con un corno tozzo sulla fronte, e altrettanto tozzi artigli
sulle zampe, di cui si guardava i palmi
«Certo…è strano.» disse
Monodramon «Noi Digimon cresciamo e regrediamo a tempi
alterni: voi esseri umani invece crescete in una sola
volta…e tutto d’un
fiato!»…«Eh già, vecchio mio!
Però è più comodo perché
così...vi possiamo portare in giro di nascosto senza
smuovere l’intera città! E quando non ci vede
nessuno vi sfoderiamo così da tornare un bambini con le
vostre chiacchiere!»…«Ryo: tu se ti
metti a testa in giù e gambe all’aria come me
stanotte riesci a regredire? Dico…se lo fai adesso
c’è la speranza che veda uscire da questo bagno
quel ragazzino che eri quando ci siamo
incontrati?»…«Ehhh??? Che stupidaggini
dici, io ormai sono così! E mi devo accontentare.»
affermava…
…ma sul suo viso c’era un sorriso disteso, e nel
suo sguardo affetto e serenità «Però tu
sei con me. E ieri sera abbiamo dimostrato che ogni barriera del tempo
e dell’età è superabile grazie al
potere
dell’amicizia!»…«E’
vero, hai ragione Ryo.» disse sorridendo quella buffa,
simpatica creatura digitale «Ieri sera quando abbiamo ripreso
a lottare dopo tanti anni mi sono
sentito…rinato!»…«Ahah!»
rise il ragazzo «Mai quanto me, credimi vecchio mio! Erano
secoli che non ritornavo sul campo di battaglia, quello
è…l’habitat naturale di Ryo Akiyama! Ho
avuto la conferma che non posso starvi
lontano.»…«E io ho avuto la conferma che
i dolcetti che conserva tua madre di nascosto erano buoni come li
ricordavo!»…«Ahahah! Tutto come prima,
insomma!»…«Meglio di
prima.»…«Hai ragione Monodramon, tutto
migliorerà d’ora in poi!» confessava Ryo
pieno di speranze e aspettative, mettendo il suo Digimon in piedi sul
lavandino «Basterà soltanto permettere agli altri
Digimon di riprendersi e farli ricongiungere tutti con i loro
domatori!»…«Ormai è semplice.
Sono fuori pericolo.» replicava il draghetto muovendo la sua
zampa «Ahhh, è vero! Però non credere
che sia così facile riunire dai quattro lati della vita, del
mondo, del lavoro e delle famiglie uno squadrone di adulti come si fa
con un colpo di telefono se hai a che fare con un gruppo di ragazzini!
E’ tutto molto più tosto, tra parentesi non
capisco perché.» pettinandosi accuratamente i
capelli, mandandoseli indietro «La gente…declama
storie, “con la crescita si cambia”, tutte queste
stupidaggini, quando io invece mi sento…»
colpendosi le guance per rinforzarle «…esattamente
quello di allora! Stessa voglia di avventura, stesso desiderio di
ridere e stare in compagnia, e stessa passione per i
Digimon!» mettendosi Monodramon sulle spalle, e specchiandosi
con lui «La gente dice che siete passati di moda: regola
numero uno, orecchie
tappate!»…«Così?»
ficcandosi gli artigli nelle orecchie «Bravo, esattamente!
Una moda non la fai passare così solo perché ti
manca il coraggio di lottare per quello in cui credi! Questo
sarà sempre il nostro motto per cui adesso mio fido compagno
apri le orecchie: noi abbiamo una nuova
missione!»…«Che
bello!»…«Noi
dobbiamo…ricucire tutti i buchi che hanno lasciato questi
dieci
anni!»…«Ahah!»…«Il
primo fra tutti è senza dubbio quello che riguarda Takato
& Guilmon: quei due si adorano come me e te, e stanno ancora
separati! Colpa di quello che accadde ad opera di quel megalomane
informatico del padre di Henry, ancora ne scontiamo le conseguenze ma
ora sono forte di nuove aspettative! Voi tutti siete tornati e questo
è sufficiente per darmi la certezza che niente è
impossibile: ritroveremo Guilmon. E riformeremo l’antica
squadra!»…«Ben detto, Ryo-oaah!
Ahhh!»…«Che ti prende,
Monodramon?»…«OaahhhECCIU’!!!»…«Acc…!!...caspita!»…«Sarà
che sono allergico, questo profumo che ti sei messo è
fortissimo!»…«Ahah, niente di nuovo: uno
si deve equipaggiare per andare in
missione!»…«Che hai intenzione di
fare?»…«Innanzitutto
c’è gente che ignora che il proprio passato gli
sta per bussare alle porte. Lo anticiperò un po’
sul tempo…ihihih! Così da prendermi un
po’ di gloria
meritata!»…«Andiamo ad avvisare qualcuno
degli altri?»
Il sorrisone di Ryo di fronte allo specchio era assai eloquente
«Andiamo a dire a Rika che Renamon è tornata!
Ahhh, questo è il motivo di tanto
profumo!»…«Lo hai messo per
lei???»…«Certo, destino avverso ha
voluto che mi abbia sempre beccato nelle mie, come dire, operazioni
fuori dalle righe in tutti questi anni, per un motivo o per
l’altro non ero mai presentabile e questo mi ha fatto perdere
fior di punti ai suoi occhi, e dire che ero schizzato in testa alla
classifica del suo cuore quando noi due biodigievoluti ci siamo
lanciati in quell’atto eroico all’interno del
D-Reaper! Ricordi? Il trasferimento
dell’energia!»…«La sento
ancora che mi passa tutta dentro!»…«Beh,
ti dico la verità: la sento anch’io e sento i suoi
occhioni…ahhhhhhhhhhh…appiccicati alla mia sagoma
maestosa, in quel momento sono certo, scoprì che non vi era
eroe più affascinante di me!» in un sospiro
estasiato «Ryo: toglimi una curiosità. A te piace
un po’ Rika?»…«Uhmuhm, non
credi di essere un po’ troppo
impiccione???»…«Io non ho fatto altro
che aspettarti.» scivolando di nuovo nel lavandino
«Sognavo di ritrovarti per sapere come andava la tua vita
sentimentale, se anche tu eri riuscito a farti una fidanzata, per
chiacchierare insieme delle nostre
esperienze.»…«Ora il tuo sogno si
avvererà Monodramon! Ebbene…no, sono
ancora a piede
libero!»…«Oahhh!» il draghetto
stava per scivolare «Però!» ma il suo
domatore lo ravvivò con un getto di speranze
«Adesso che ho ritrovato te si è finalmente
realizzata la prima metà del mio sogno! Resta solo
l’altra, e sono sicuro che non ci vorrà
molto!»…«Ryo, è strano
però: ti conosco da tanti anni ma non sapevo che il tuo
sogno fosse composto da due
metà.»…«A volte certe cose le
viviamo ma non sappiamo descriverle, ci vogliono giorni e panini da
mangiare per acquisirne coscienza e
consapevolezza!»…«Hai mangiato tanto in
questi anni?»…«Guarda tu stesso: ho
fatto una faccia come un
pallone!»…«Ahah!»…«Però
non sono ancora proprio da buttar via!» riprendendo a
pettinarsi, e a spruzzarsi un altro po’ di profumo
«E sono deciso più che mai a fare del mio sogno
una torta completa per poi mangiarla! L’altra metà
è…»…«Rika!»…«Hai
indovinato!» confessò con entusiasmo ad
accendergli gli occhi «Io conquisterò quella
puledra impazzita, puoi giurarci! E il mio asso nella manica
sarà questo: battere tutti sul tempo ed essere io quello che
la avvertirà circa il ritorno della sua adorata Digimon! Ah!
Già me la immagino…mi cadrà tra le
braccia, io la sosterrò come un cavaliere coraggioso, mi
chiederà con gli occhi…pieni di lacrime se sto
mentendo e mi supplicherà di avere pietà ma io la
guarderò con il mio sguardo intenso e le
dirò-»…abbracciandosi Monodramon
«OAA-AAH-AHHH!»…per rendere
più credibile il tutto «No, Rika, è la
verità. Lei è tornata per te.
E…anch’io!»…«R-RYOOO!
CHE FAI, MI VUOI BACIARE?!»…«Ops! Oh,
scusa! Sai che quando mi faccio prendere dal
pathos…!»…«Ti piace
così tanto?»
Sicché Ryo piazzò le mani sul lavandino e si
sentì in grado di ammettere «Non mi è
mai piaciuta tanto una ragazza quanto lei! Quella…quella
presuntuosa è in grado di suscitarmi le sensazioni
più estreme, è un tutt’uno con le
battaglie e l’avventura, il mio habitat naturale! Le
altre…alla fine mi annoiano ma Rika no, è
un’istituzione che il tempo non è riuscita ad
abbattere! Il Re e la Regina dei Digimon…DEVONO stare
assieme!»…«…la
ami…?» chiedeva il piccolo draghetto Monodramon,
dagli occhi un po’ emozionati. Ed il suo domatore ora di
più di vent’anni «Che dirti, amico
mio…non ho fatto che pensare a lei per tutta la crescita! Ho
viaggiato in tutto il mondo ma volevo sempre tornare, e piombare da
lei, farle sapere come andava: E L’HO FATTO! Ma sono
più le volte che mi ha cacciato a calci che quelle in cui
siamo riusciti a bere qualcosa
assieme!»…«E’ sempre stata un
po’ ostinata da quello che mi
ricordo.»…«Rika?! Lei è
più che ostinata, è un vero diamante, ha la testa
più dura di…n-non so, trovami qualcosa di
altrettanto
duro!»…«Beh…oooommm…trovato!
La tua testa!»…«Ahah!...
…bel paragone, mio piccolo compagno digitale.»
rimettendoselo con orgoglio su quella testa definita dura
«E’ quello che ci accomuna. Smontato dai suoi
rifiuti sono andato a cercare soddisfazione altrove, ma ora ho capito
che è del tutto inutile: quando hai qualcosa per la
testa…è quello che devi inseguire! Con te ne ho
avuto la prova. Ora resta lei e poi il mio sogno sarà
compiuto: voglio formare una famiglia con Rika, avere una montagna di
figli assieme! Una casa immensa, con un giardino in cui ognuno di loro
potrà giocare con il suo Digimon: la stirpe reale, lo
squadrone di sicurezza di Digiworld!» puntando un dito a loro
due allo specchio, e carezzando la loro immagine riflessa rivolgendole
parole dolci «Nel vostro mondo, come nel nostro,
salterà sempre fuori qualche pericolo e ci sarà
sempre bisogno dei domatori, e dei Digimon: quel che occorre
è stabilizzare il legame. Mi piacerebbe che sempre, anche in
un futuro lontano…
…coloro che lottano, e che incantano le generazioni. Che
fanno scintille, e si fondono nelle più mirabili
modalità fossero nostri discendenti. Che magari, anche con
noi ormai polverizzati sotto terra, conservano i nostri cognomi. Il
colore dei nostri occhi e capelli, lati del nostro carattere. Come nei
cartoni. Ma questo vale…» prendendolo in braccio (canzone:
Daniel Powter - Next plane home) e guardandolo in quegli
occhi da draghetto «…sia per noi umani che per voi
Digimon.»…«Come mi piacerebbe che un
giorno i miei bambini potessero combattere e giocare al fianco dei
figli tuoi e di Rika.»…«Non è
detto che non si possa fare, basta crederci! E il varco si è
riaperto. Quel che ora conta però è non
arrendersi, siamo solo all’inizio! Ci sono
ancora…un mucchio di cose da sistemare sia nel vostro mondo,
che naviga nel caos, sia nel nostro…che non crede
più a voi. Ahah, ma mi vedesse in questo momento! WOW! Sto
facendo volare il mio DIGIMOOON!» lanciandolo in aria, e poi
riafferrandolo «Ooaaahhhhh,
ahahaha!»…«Ti adoro,
vecchia…immortale bestiaccia mia!» gli disse Ryo
grattandogli la testa, così contento «Ed io non mi
stancherei mai di stare con
te.»…«Perfetto, perché sai
che ti dico? Mi dovrai sopportare!»…«Mi
farai volare tutta la
vita?»…«TUTTA…! Preparati,
Monodramon, oh ma…! Questo vale anche per te! Mi farai
volare…tutta la
vita?»…«…tutta la vita, Ryo,
promesso. Parola di Digimon.»
…le loro mani, umana e artigliata, stavano per incontrarsi
lentamente…ma Ryo velocizzò decisamente,
tirandolo via
«Ahh-AAAHHHH!»…«E allora datti
una mossa! E infilati nella mia borsa!» spingendolo a tutta
forza «A-Ahhh, perché debbo entrarci, soffoco tra
tutti questi documenti delle tue
società!»…«Beh, abituati! Io
faccio questo di lavoro, ed è molto
onesto!»…«Cof, cof! Ma Ryo
perché non possiamo circolare
liberamente?!»…«Bella domanda, anche tu:
ma perché dobbiamo nasconderci, la città non si
è ancora abituata e come se non bastasse sono sulla bocca di
tutti e in tutte le televisioni dopo il casino fatto ieri sera CON
TE!»…«Ma non capisco, ancora non gli
basta?» chiedeva l’ingenuo draghetto che spuntava
in quella borsa stipata di documenti «Rassegnati: alla gente
non basta mai. Ma chissenefrega, dopo tutto!
L’importante…» disse Ryo sollevando il
borsone «E’ che basta a noi!» ed aprendo
la porta con un calcio «Vedrai, a poco a poco si abitueranno,
ma nel frattempo…di nascosto! Come ai vecchi
tempi!»…«Ma sono anche
regredit-AHHH!» Ryo gli richiuse la lampo addosso
«Sono regredito, Ryo! Non mi identificherebbero mai con
quello in tv!»…«Ohh, è una
sfida persa: voi Digimon non capite mai niente quando serve, la gente
mica è stupida, se vede me tu chi puoi essere, la mia
ragazza?!»…«Quella di certo è
un’altra.»…«ShhhhHHH! Zitto! O
altrimenti ti lascio in questo
bagno!»…«E io ti brucio con una
fiammata!»…«E io ti-»
«FATE MENO CHIASSO, QUESTO E’ UN POSTO
PUBBLICO!» strillarono loro da chissà dove.
«…visto cos’hai
combinato?»…«…ahahah!»
…anche dal buio della borsa si divertiva
Monodramon…
Così Ryo si mosse furtivo, nascosto dietro i suoi occhiali
scuri, fuori dal bagno della stazione. La città brulicava di
gente in tutte le direzioni, e i treni si intrecciavano sopraelevati
nel caos di una nuova mattina che nasceva su Tokyo.
Ma quegli occhiali gli impedivano di essere identificato come
quell’eroe coraggioso del super-geyser di tutte le
televisioni. E quella borsa…
…gli impediva di essere identificato come qualcuno che era
saltato tanto più in là armato della fiducia che
ciò che si perde si può recuperare. E come premio
per averci creduto tanto, aveva riportato indietro…un
piccolo grande amico digitale (fine-canzone)
N’emo appoggiava la schiena al vetro della veranda. Erano
diversi minuti che non diceva niente, e sembrava impegnato a
riflettere, a braccia conserte, ed occhi assorti.
«…come posso fare a soddisfare la richiesta di
Purplemon prima che Growlmon si sia convinto…? Se non ho un
Digimon che mi aiuta a raccogliere i Cuori
digitali…»
…ma non si accorgeva che un artiglio tendeva al vetro
dall’esterno…fino a battere lievemente su questo
«Oh?!» per richiamare l’attenzione del
ragazzino che si volse di scatto
«Growlmon…!»
L’immenso Digimon gli si era rivolto ma ora volgeva il capo,
e gli negava lo sguardo, come volesse nascondere suoi pensieri o
intenzioni «Che cosa c’è? Che cosa vuoi
dirmi?! Aspetta…vengo da te!» si
affrettò il ragazzino. Aprì la porta. E in un
attimo si trovò con lui in quel giardino spoglio e desolato.
Il Digimon muoveva pesanti passi malinconici, ma lui gli si avvicinava
«Che cosa ti succede…? Volevi parlarmi, per
caso…?»
Growlmon si arrestò, dandogli le spalle. A poco a poco si
rimise seduto sul prato, senza una parola. N’Emo parve
spazientirsi «Ah, se è uno scherzo non ho tempo da
perdere! Ci sono cose più importanti a cui devo
pensare…piuttosto che giocare con te a cui non sta mai bene
niente, e che ti diverti a prenderti gioco di
me!»…«N’Emo…»…«Oh?...
…non posso crederci!...è davvero il mio nome
quello che hai pronunciato? Sono davvero io quello che hai
chiamato?» N’Emo indicava se stesso, sbalordito.
Growlmon non si volgeva, ma rispondeva con fonda pacatezza
«…ebbene
sì…perché ti stupisci? Ci sono pochi
umani in questo
luogo…»…«Sì…ma
per il momento hai sempre dato l’idea di
preferire…la solitudine! Guarda qua attorno, che disastro,
hai distrutto tutto pur di ritrovare…!...»
…i pugni artigliati del Digimon si stringevano…
«…pur di ritrovare…!!...almeno un
secondo del passato. Per farti consegnare dalla vita un momento che
è trascorso, e che non può più
tornare. Però come vedi non hai ottenuto niente. Noi siamo
qui. E noi siamo noi. Non c’è niente che si possa
fare di fronte alla morte, è…
…èèè…come un
muro invalicabile.» definiva nel suo flautato e dissonante
tono vocale, accompagnandosi come sempre da una mimica accentuata
«Saltiamo saltiamo…ma non lo scavalchiamo mai.
Anche per te che sei così grosso vale la stessa regola. Che
strane leggi.» piegando un po’ la sua testa
dubbiosa…
…ed accennando ad allontanarsi quando
«Aspetta!»…«Oooh?»
«Non ti ho ancora detto di andartene…»
scandì la creatura «Beh? Ma io lo trovo scontato.
Non gradisci la mia compagnia e me l’hai fatto capire in
tutti i modi. Fra noi due non va. Io ti ho fatto una chiara proposta ma
finché la tua testa si indurisce ancor più che se
te l’avessi digimodificata col diamante…parlare
è inutile. E dannoso ai fini del tempo da spendere per cose
utili! P-Per cui…» allargando le braccia, ma con
sua grande sorpresa «E’ esattamente
di…QUELLA PROPOSTA…che desidero
parlarti.»
«…uh!» N’Emo
sussultò. Non ebbe il coraggio di volgersi e guardarlo,
rimase con la mano appoggiata alla porta, paralizzato.
Del resto neanche Growlmon gli mostrava il suo sguardo. Muoveva lento
le zampe anteriori, così che gli artigli si sfiorassero
lievemente tra di loro…
«Le tue orecchie non ti hanno
ingannato…» e fu un colpo ancor maggiore per il
ragazzino «…benché a te sembri strano
ho riflettuto molto…»…in secondi che
per N’Emo erano sospesi come il suo sguardo
«…per giungere infine…alla conclusione
che dopo tutto la scelta più saggia che posso compiere circa
la mia vita…è
accettarla.»…«Ah!!»
Growlmon allungo e drizzò massicciamente la sua schiena, e
sembrò orientare lo sguardo verso l’alto
«Avverto le mie forze che mi abbandonano…
…il mio spirito si sta spegnendo
lentamente…»…la candida mano del
ragazzino tremava…«…non posso vivere
senza di lui, il dolore mi consuma, e annienta istante dopo istante il
senso conferibile alla mia esistenza.» descriveva Growlmon,
senza veri cenni di strazio, bensì come una
realtà ineluttabile «Non manca molto ad un istante
di definitiva disgregazione dei miei dati, che se voglio ritardare
posso solo appellarmi a quanto tu mi hai richiesto, ed accettare dunque
di essere il
Digimon…»…«Ahah!!»
N’Emo si volse di scatto, in un moto d’entusiasmo,
e per una rara volta i suoi occhi sembrarono brillare di luce
«Growlmon! Ma non posso crederci! Non credo alle mie
orecchie, ti sei convinto finalmente ad essere il mio
Dig-»…«…DI
TAKATO…»…«Oh?!!»
sicché ora l’imponente essere si volse, mostrando
i suoi occhi gialli seri e distanti, ma focalizzati su un obiettivo
«…magistralmente interpretato da te,
N’Emo. Mi avresti detto che eri disposto.»
Il giovane dai folti capelli neri guardava in alto, attonito, verso gli
occhi del Digimon rosso e nero «Sono disposto ad
arrendermi…
…e ad attorniare la mia vita con un’illusione. Non
posso sopportare questi secondi di strazio…» ora
nelle sue parole si lesse più dolore, ed anche nel lieve
tremore delle sue zampe «…ho bisogno di ritrovare
qualcosa di lui, anche che sia per mezzo di una recita, in cui
tornerei…ad essere un Digimon vivo, eroico e pieno di
forza.»
N’Emo gli si avvicinava. Voleva toccarlo, ma la sua mano si
ritirava incerta, così come insicuro era il suo sguardo
«T-Tu…se non sto capendo male quindi vorresti
essere…cio-cioè non vorresti
essere…!...i-io,
Takato-»…«Non stai capendo male. Io
posso avere UN SOLO DOMATORE…è solo una questione
relativa all’attore preposto ad
interpretarlo.»…«Ma
io-»…«Piuttosto che diventare il Digimon
di un estraneo preferisco farmi acquisire brutalmente!»
facendo il suo tono ora più duro e secco
«Ahh…!...c-certo…» sussurrava
N’Emo, preso visibilmente in contropiede da quella
rivelazione «…c-certo, però io sono
confuso!»…«…perché…?»
lo scrutava, ed insinuava piegando appena il capo Growlmon
«…non è ciò che mi hai
proposto tu
stesso…?»…«Sì,
però…» si appoggiava al vetro il
ragazzino dagli occhialoni, sembrava mogio…mentre la
creatura alle sue spalle non smetteva di
fissarlo…«Quando mi hai detto che volevi un
domatore per un attimo ho pensato che ti andassi bene io per come
sono.» ma Growlmon eruttò fiato dalle sue narici,
sicché N’Emo «Però,
però! Sono disposto ad accettare…anche di
interpretare Takato se è necessario! Qualsiasi cosa! Ah,
qualsiasi cosa pur di combattere al tuo fianco, Growlmon! Io
sogno…
…di lottare con te! Di digievolvere, e di vederti
digievolvere! Sogno epici scontri e scintille
dappertutto.»…«Non è detto
che non si possa fare. Dipende da quanto ti
impegnerai.»…«Tantissimo!»
calandosi gli occhialoni «Più che posso!»
…mentre il pugno di Growlmon si stringeva
tremante…
«Non sai quanto pagherei per poterti avere al mio fianco per
tutta la vita!»…«Ihmf, bene!!»
definì il Digimon anche se spiazzando un po’ il
giovane, poiché i suoi occhi tradivano rabbia al suono di
quelle parole «Allora dovrai iniziare subito,
perché ho diverse cose da sbrigare in giro, e di cui intendo
occuparmi CON IL MIO
DOMATORE…»…«Ahahah!
ME…!!»…«Non montarti la
testa!»…«Oh?!» N’Emo
portò la sua mano al petto, dopo aver visto il fiato
prorompere dalle narici dell’essere digitale «La
sfida non è delle più semplici…
…Takato…è stato un domatore
leggendario. Ha sconfitto il D-Reaper. Si è rivelato il
migliore…la nostra sinergia era inimitabile. Tieni bene a
mente ciò che ti dico adesso, N’Emo…
…perché non intendo
ripeterlo…un’altra volta…»
mentre N’Emo già canticchiava e si lucidava gli
occhiali «…sono stato
chiaro…?»…«Oh!...ops! Scusa,
mi ero lasciato prendere! Sì, cosa dicevi Growlmon? Ah,
ahahah! Mi sento già emozionato.»
Quegli occhi gialli assomigliavano ad una brace…e scandivano
«Adesso come adesso…non…mi accontento
di
ripieghi.»…«Ah!»…«Niente
approssimazioni.» di fronte agli occhi spalancati del
ragazzino «Non sono disposto…ad accettare una
performance deludente assumendo io la responsabilità di un
entusiasmo infantile che ti ha portato a fare una
proposta…che non eri in grado di
sostenere.»…«Oh? No,
affatto!»…«Non mi importa. E non voglio
curarmene. Ormai è fatta. Quindi…
…se non te la senti puoi dirlo soltanto ora. Ti concedo di
ritirare l’offerta.» volgendogli le spalle, e
muovendo qualche passo quando già N’Emo sembrava
volerlo trattenere con la mano «Di me non curarti, in tal
caso troverei un dignitoso modo per uscire di scena.» disse
Growlmon distendendosi sul prato molto comodamente e reggendosi la
testa con la mano, ma N’Emo «No! No, affatto,
escluso a priori: io posso rivelarmi un domatore eccellente! Vedrai
Growlmon, non ti deluderò! Dal momento in cui io e te
lotteremo assieme…
…per te sarà come se quel dolore insopportabile
non fosse mai esistito, io sarò in grado di riportare alla
luce il tuo antico domatore, di essere anzi molto megli-» ma
Growlmon gli rifilò ambigua espressione con la coda
dell’occhio «Mo-Molto me-…sì,
molto meglio…»…«Andiamoci
piano con le pretese…
…dobbiamo ancora cominciare. Ed il primo problema con cui ci
confrontiamo è il fatto che tu ed io…non
disponiamo ATTUALMENTE di un Digivice. Dobbiamo trovarlo. In qualche
modo. Quale non so. Occupati tu della questione. Sei un esperto di
Digimon, no?»…«Oh? Uhm uhm!...il
migliore!»…«…non se
n’è mai visto uno…che viaggiasse tanto
in alto senza un Digivice: ci occorre. Senza quello non
possiamo…crescere e potenziarci, credo tu…capisca
che intendo. Ne pretendo subito uno, funzionale ed efficace.»
N’Emo, al culmine dell’entusiasmo,
replicò «Ti prometto che sprigionerò la
luce del…più potente e invidiabile Digivice che
abbia mai accomunato un Digimon e un domatore! Vedrai, la gente
sarà invidiosa della nostra coppia, insieme faremo
faville!» correndo verso l’interno della casa
«Ahaha! Finalmente ho un Digimooon! Wow! Lo sapevo! Avevo
ragione! Lo sapevo. Non me l’ero immaginato!»
…parole che sembravano bruciare ed accrescere astio
nell’animo del Digimon…
Mentre N’Emo si lanciava lungo le scale esclamando
«Mi avrebbe dato fiducia prima o poi!»
Growlmon rimaneva solo nel tetro giardino. E tetra era
l’espressione nei suoi occhi composti di dati, ma ora anche
di mille sentimenti in conflitto «Sempre il dannato vizio di
pronunciare parole troppo simili alle sue!...N’Emo…
…uhm! Ora credi che il tuo sogno si stia
realizzando…»
…infatti N’Emo era eccitatissimo quando raggiunse
la cameretta dall’armadio bianco, col fiatone anche solo per
aver fatto poche scale “Non posso crederci, ho un Digimon, ho
finalmente un Digimon che sia tutto mio! Alla fine ci sono
arrivato…” socchiudendo gli occhi e sfiorandosi
quelle braccia dalla pelle del colore della neve
“…dunque anch’io possiedo quel diritto
che non credevo più ormai di avere! Il diritto di lottare al
fianco di un Digimon…come è stato per i domatori
e gli eroi celebri…
…anch’io…
…persino io…”
…ma Growlmon alzava le possenti braccia fissando i suoi
palmi, e le ideali possibilità che giacevano tra di essi
“Ignori cosa ti sta per accadere. Non puoi neanche
lontanamente immaginare cosa si muova nella mia testa. E il
perché io abbia accettato di recitare questa
commedia!”
«Ahah!» N’Emo si lanciò su
letto più basso di quei due a castello, la sua espressione
era solare nonostante il suo colorito, e nonostante il buio a
circondarlo «Debbo trovare assolutamente un sistema per far
apparire il Digivice, è la sola cosa che ci manca e
poi…potremo finalmente piombare sul campo!»
sferrando un pugno nell’aria.
…mentre Growlmon avanzava per il giardino “Il mio
unico obiettivo, l’unico scopo che mi anima in
realtà è quello di…
…distruggere…lentamente te…”
«Ahhh!» mentre N’Emo si sedeva sul letto
e si gustava, sotto la folta frangetta scura, quei sogni dagli effetti
speciali spettacolari.
“…e quel Digimon che ti aiuta.”
così i pugni di Growlmon si stringevano, i suoi occhi si
assottigliavano feroci “Ti sto mentendo…!...e a
poco a poco farò scolare nel tuo bicchiere ogni corrosiva
goccia della mia spietata vendetta…” sedendosi
lentamente “…tu e lei avete riso alle mie spalle,
vi siete presi gioco di una dolce, e ormai lontana storia che narrava
dell’amicizia fra un bambino della terra, e un Digimon!
IIIIO!!!”
…gemendo dentro l’anima, e ruggendo di dolore
all’esterno…
“…e Takato, il mio unico amico. Il mio solo
domatore!!”
…di cui rivedeva il viso nei ricordi…
…nel riempirsi di rosso dei suoi occhi, e di furia del suo
cuore “Piccolo…caro. E’ la prima volta
che mi rivolgo a te come se non fossi io l’ingenuo cucciolo.
E tu la mia guida. Ma ora altro non sei che un bimbo mai cresciuto. Ed
io…non sono più ingenuo. Quel Guilmon sta
morendo!!” tanto spingeva che si conficcava gli artigli nei
palmi, che sanguinavano “Minuto dopo minuto sfuma senza che
io possa trattenerla, l’immagine della creatura che sognasti
e disegnasti. Al suo posto…
…un essere che ingloba solo vendetta…il mio cuore
trabocca di sentimenti di astio!! Voglio fargliela pagare, e per tale
scopo non esiterò a mettere in atto il processo inverso a
quello che accende i sogni dei ragazzi! Tutti aspettano trepidanti
quello in cui tu ti imbattesti quel giorno…
…giungendo incontro a me…” come
riavvolgeva nei suoi ricordi “…da allora, per ogni
fortunato è iniziato un viaggio mozzafiato di di
maturazione, di crescita, e di felicità! Questa volta grazie
a me sarà diverso! L’incontro fra un ragazzino e
un Digimon…
…sarà il preludio della
catastrofe…!!” rovesciando quella giostrina
scardinata a terra, e facendola tremare “Il Digimon si
insinuerà piano nella vita del domatore…
…distruggendo pezzo per pezzo quella personalità
che dovrebbe plasmare!!” nell’eco del cigolio di
quel ferro scrostato “Annientando…quelle
sicurezze. Trascinandolo giù in una voragine sempre
più buia…sì, non ho remora di attuare
tutto questo! N’Emo e Purplemon si meritano atroci sofferenze
per i loro piani egoisti e indegni!! Io mi servirò di lui
per accrescere di potenza…” abbandonando la
giostrina a terra…
…muovendosi e strisciando la sua coda lungo
l’erba…
…mentre N’Emo sembrava aver preso carta e
matita…ed essersi messo a dar sfogo alla sua
creatività…
“…lo ingannerò e lusingherò
la sua vanità e le sue ambizioni. Mi servirò di
lui per acquisire tutto il potere che desidero, e una volta che
sarà certo di avermi finalmente conquistato, di essere un
tutt’uno con me, in perfetta sinergia…mi
disferò di lui come si fa con uno straccio!! Lo
abbandonerò miseramente, e resterà solo, non
avrà speranza contro di me perché con il potere
che mi avrà molto gentilmente concesso sarò in
grado di nullificare qualsiasi avversario. Sì…!...
…il rovescio di un sogno…”
…mentre N’Emo era abbagliato dal suo stesso
disegno, che gli riempiva gli occhi di soddisfazione e di
orgoglio…
“…la metà oscura…della
leggenda che ha condotto in cielo la mia vita! Prima di spezzarle le
ali!! E farla cadere dolorosamente…”
…piegava il capo tristemente il Digimon
“…e inesorabilmente. Non più un volo.
Niente più sole ormai per me. Non più un
giorno…spensierato. Né le risate, giocando
assieme. Ma qualcuno pagherà per questo. Qualcuno
raccoglierà il conto per le macerie, spazzate dal vento, di
felicità umana e digitale fuse assieme.” e si fece
uscire la voce, indicando in alto con l’artiglio
«Tu sarai la mia guida da lassù! Il
piano…
…”terremoto
digitale” ha inizio…è
dedicato interamente a te, Takato. Sarà il mio tributo sul
palcoscenico dei nostri due mondi…
…per ciò che resta di noi…!!»
E cioè, in quel momento, un ruggito. Che sembrava combinare
in soli dati tutta la tristezza della terra.
E uno schizzo. Ancora approssimativo, di un drago bardato di armi e
cannoni. Per N’Emo era fonte di eccitazione. Ma aveva artigli
sulle zampe…
…come quelli che si chiudevano in giardino, in una ferrea e
ineluttabile decisione.
Quando sulla terra si apriva una mano umana, longilinea e maschile,
rivelando un cellulare. Per poi compiere un sospiro profondo, dietro il
bancone del panificio. Takato chiudeva gli occhi e cercava di
distendere quei suoi delicati lineamenti «Dovrò
abituarmi a veder sorgere il sole ignorando dove ti trovi, amico
mio.» per poi dischiudere appena lo sguardo, dalla sfumatura
rossastra, sulla quale la vita aveva tracciato evoluzioni di malinconia
e altrettanta dolcezza
«Però…» un pensiero
sembrò concedergli il sorriso «…per i
miei amici è arrivato il momento di questa grande gioia:
voglio avvertirli io stesso che i loro Digimon li stanno aspettando!
Henry…»
…ed avviò rapido la chiamata, sembrava
eccitato…ma d’un tratto richiuse il cellulare
«No! Terriermon ha detto…che voleva fargli una
sorpresa. Non ho il diritto di rovinare quel momento, chissà
per quanto lo ha sognato!»
E infatti «Buoooon-GIORNOOO!
WOW!»…«Ahah! Terriermon, sei allegro
questa mattina!»…«Come potrei non
esserlo, Lopmon, guarda che sole meraviglioso! Non sei emozionata anche
tu?»…«Ecco…» la
coniglietta marrone piegò il capo, tradendo incertezza. Si
trovavano ai piedi del letto su cui riposava Renamon assieme ai suoi
figli.
«Cos’hai, non dirmi che non ti fa piacere rivedere
Suzie?»…«Come? Oh no,
tutt’altro…»…«E
allora?!»…«…non lo so. Ho
come un brutto presentimento. Però non so spiegarmelo! Ho
come paura che succederà
qualcos-»…«MOMENTAI, ma che sciocchezze
vai a pensare! Ohp!» balzando sul vicino comodino
«Da questo momento in poi noi Digimon non avremo
più niente da temere, stiamo per riunirci con i nostri
domatori, ti rendi conto? Stiamo per tornare uniti e felici come allora
anzi meglio di allora!»…«Certo,
però…devi ammettere Terriermon che siamo stati
via a lungo.»…«E questo che vuol dire?!
Temi forse che i ragazzi ci abbiano
scordati?!»…«No, non dico questo, non lo
penserei mai! Però…ieri sera
c’è stata molta fretta e non abbiamo fatto in
tempo a chiedere a Takato come stanno Henry, Suzie e gli altri. Ci hai
pensato?» si volse a guardarlo in quegli occhietti scuri
«Non sappiamo assolutamente nulla di come siano proseguite le
loro vite, e se magari hanno dei problemi che noi
ignoriamo?»…«Oh, su con la vita, con
questi discorsi mi rattristi! Devi avere fiducia, devi pensare
positivo! Io invece…ahhh…!» mentre il
sole filtrava sotto il letto fino a giungere ai loro piedi
«…voglio inglobare nei miei polmoni tutta
l’aria fresca di questa meravigliosa
giornata.»…«Oh-h…»…«Ho
trovato!»…«Cosa?»…«Visto
che i tuoi pensieri sono scuri e hai bisogno di distrarti,
perché non mi aiuti a fare una
torta?»…«Una torta,
Terriermon?»…«Voglio portarla alla
famiglia di Henry! Desidero che assaggino e si gustino certe
prelibatezze che solo a Digiworld si imparano a fare: sai? Ho portato
qualche ingrediente
speciale!»…«Davvero???»…«Certo,
prima di partire mi sono preparato per questo momento: del resto cosa
potremmo offrir loro di meglio se non ciò con cui ci siamo
arricchiti in questi anni? Cucinare è una delle cose su cui
siamo diventati infallibili, ed io…ahah! Voglio stupire la
famiglia del mio Digimon Tamer!» sicché il visetto
di Lopmon sembrò finalmente accendersi «Sembra una
bellissima idea! D’accordo, Terriermon, ti
aiuterò, forse hai ragione, non devo lasciarmi andare alla
preoccupazione.»…«MO-MEN-TA-I! Quale
momento migliore di adesso per dirlo?! MOMENTAI…!
Ahah!» balzando e giocherellando con le orecchie della
compagna.
Quando una terza voce si aggiunse «Vi ho sentito,
sapete?»…«Oh!»…«Renamon!»
fecero lui e lei, mentre la volpe dorata si alzava a poco a poco
«Come ti senti questa mattina?» chiese Lopmon, e
Terriermon «Non sforzarti! L’amico di Ryo ha detto
che devi restare a letto.» ma Renamon sorrise dolcemente
«Questa mattina mi sento molto meglio, non devi preoccuparti,
Terriermon.» raccogliendo con la sua materna dolcezza i suoi
piccoli, e portandoli, ancora dormienti, sulle ginocchia «Per
fortuna è andato tutto bene, il nostro ritorno è
stato…rischioso e per più di un attimo ho temuto
che fosse la fine.»…«Ce lo siamo
scorticato per bene questo ritorno sulla terra. Chissà,
evidentemente qualcuno non voleva che fosse scritto sul nostro
destino.» commentò Lopmon, e Terriermon
«Ahah! Lo scriviamo noi, il destino! E ne abbiamo dato prova
col nostro atto di coraggio: andiamo ragazzi, ripensandoci
adesso…questa avventura ci fa
onore!»…«E’ vero,
Terriermon.» disse Renamon, continuando
«Però non dobbiamo scordarci che non è
ancora il momento per cantare vittoria.» riportando in parte
alla serietà i suoi due compagni «Quello che
è accaduto ieri sera è
stato…»…«Ti riferisci a
LadyMeramon?» chiese Terriermon, e Renamon «Non
soltanto a lei, anche alla forza misteriosa che è entrata in
possesso di Cyberdramon. Ora percepisco e riconosco l’aria
della terra…» commentava la volpe dorata,
carezzando Akirmon e Nymon «…ed il mio cuore
ritrova minuto dopo minuto ognuna di quelle sensazioni speciali e care.
Ma di quest’aria ritrovo anche il profumo che
emana…
…profumo di mistero. Aria di battaglia. Lo stesso di dieci
anni fa. E devo prendere coscienza del fatto…che forse il
pericolo non si è ancora estinto. Non è giunto il
tempo per la terra e per Digiworld di festeggiare la pace sospirata.
Per giunta…uno di noi manca
all’appello.»…«Già,
Guilmon…» piegò il capo Terriermon, lo
stesso Lopmon «Chissà dove
sarà…»…«Non appena
mi sarò ripresa completamente, intendo impiegare tutte le
mie energie per cercarlo.» dichiarò Renamon con
pacata fermezza, e Terriermon ribatté «Certo, ma
non sarai sola, Renamon! Nessuno di noi sarà solo
perché i nostri domatori ci aiuteranno! Riformeremo la
squadra, e lotteremo come un tempo per scacciare ogni nemico dei nostri
due mondi!»
La volpe dorata piegava dunque il capo e socchiudeva gli occhi
“Rika…chissà come stai.
Sembra…ieri, e al contempo sembra passata
un’eternità dall’ultima volta che ti ho
vista. Mi auguro in cuor mio…che quando saremo di nuovo una
di fronte all’altra, non vi siano nubi ad oscurare il nostro
ricongiungimento. Non puoi immaginare quante volte ho pensato alla tua
vita…” alzando i suoi occhi sottili, in un taglio
malinconico “…spero ti abbia dato tutto quello che
meritavi. Lo spero…” «Renamon, andiamo,
bando al pessimismo!» esortò Terriermon
«Vi assicuro che anche se siamo precipitati in mezzo a mille
altri misteri la nostra squadra saprà cavarsela egregiamente
anche stavolta! Una forza speciale ci lega! E’ stata e
sarà per sempre la chiave del nostro
successo!»…«…ben
detto!» alla fine si convinse Lopmon…
Renamon rimase a riflettere, a metà fra soffuse incertezze e
delicate aspettative, mentre il sole della mattina si insinuava nella
stanza…
«Non le ho detto la verità…»
rivelava Henry con voce sommessa, e sguardo che di nuovo tendeva a
smarrirsi avanti a sé «…né
circa il fatto che andavo a lavorare. Né a proposito del
bambino.»
…ma udite quelle parole, la giovane dottoressa smise di
roteare la penna e si alzò dalla sua sedia «Lo hai
rivelato a Rika?» chiese, come si trattasse di una cosa
importante o grave «Sì, ma…non sa la
vera storia!» replicava il ragazzo, mentre lei avanzava
incontro a lui «Perché dici
questo?»…«N-Non…sa chi
è lei. Né il
perché…è finita fra
noi.»…«…
…e tu ne sei
cosciente…?»…«Io…»
e di nuovo l’incertezza sembrava affacciarsi, quando la
psicologa insisteva «Henry…! Ti ho domandato se tu
sai perché tu e Rea vi siete
allontanati.»…«…perché…»…«E’
importante essere coscienti degli eventi che ci riguardano.»
ed Henry sembrava compiere un grande sforzo, ma ciò
nonostante lei lo invitava «Va indietro con la
memoria…»…«Rea ed
io…»…«…sì…?»…«…ci
siamo
allontanati…»…«…continua…»…«…p-perché…io
sentivo la nostalgia di Terriermon. E con il rimpianto del passato ad
imbrigliare il mio carattere…non sarei mai potuto essere un
bravo
marito…»…«…esatto…»…«…e-ed
un padre su cui poter contare, per il mio
Benji.»…«Precisamente, Henry, vedo che
le tue consapevolezze sono
nitide.»…«…T-Terriermon…»
stringeva gli occhi, e i denti, il ragazzo, ma il tono della dottoressa
suonava ora più metallico «Stai lavorando per
dimenticarlo.»…«…è-è
impossibile…tutto attorno ricorda di
noi.»…«…è
impossibile.» ribatté la ragazza, tradendo
serietà e indifferenza «Ormai è una
moda completamente passata. Cosa mai potrebbe ricordarti a Tokyo che
è…così cambiata da quei tempi, il tuo
periodo pre-adolescenziale e la presenza del tuo
Digimon?»…«…la
città non c’entra,
Aki!»…«In che
senso…?»…«Ma
sì!» sottolineò incisivo, e
sentì il bisogno di camminare per lo studio «Si
tratta…di amicizia! Unione fraterna, lealtà:
sentimenti senza
tempo!»…«…questo è
il valore che TU hai assegnato a tale esperienza. Non è
detto che ne sia il corretto
riflesso.»…«Tutti abbiamo assegnato lo
stesso valore a quei giorni!! Anche
Rika!»…«Mi sembra che ora tu stia
dimenticando che i tuoi amici hanno dei grossi problemi: abbiamo
parlato molte volte di loro.» Aki, con i suoi guarniti occhi
scuri, cercava gli occhi del ragazzo che sfuggivano e si stringevano
«Ahhh!!...sì, lo
so…»…«…ecco.»
lei gli prese la mano «E’ vero,
sì…! I miei amici…
…lo-loro hanno
problemi…»…«…ti
sei forse dimenticato che Rika lavora in un locale
notturno…?» domandò Aki tornando a
sedersi, e riaprendo la sua cartellina
«…è un luogo…inadatto. Il
rifugio per un’anima
inquieta.»…«Lei ha promesso di
aiutarm-»…«Lei non è in grado
di muovere un dito. Non può aiutare…nemmeno se
stessa. Stai errando, Henry, cerchi aiuto nei tuoi
amici.»…«Non posso tradire Rika, Aki!
Lei…è stata una mia compagna, ha lottato al mio
fianco!»…«…queste
memorie…intramontabili, non accennano a calare di
intensità all’interno del tuo cuore. Sono queste.
Nient’altro.» sotto gli occhi attoniti del ragazzo
«Sono queste che ti hanno portato via la famiglia, Henry. Hai
lasciato Rea perché era a un passo dallo svelare le tue
debolezze. Hai agito…prontamente, devo riconoscerlo, se
avesse scoperto che sei disorientato senza la presenza del tuo amico
digitale nel tuo presente, avrebbe smesso di amarti.»
dichiarava con la sua voce modulata e di velluto, ma a quelle parole il
ragazzo sembrava avvertire una fitta
«Però…in questo modo hai perso anche
tuo figlio. Il piccolo Benji, che è rimasto con
lei.» la fitta si accentuava «E se questo da un
lato è un bene poiché è preservato da
quelle che ATTUALMENTE sono le tue verità, seppur scomode e
da rimuovere, è anche vero che non potrete vivere lontani
per sempre.»…«Lui…m-mi manca
tantissimo, Aki, mi mancano tutti e
d-»…«Dovrai riavvicinarti a loro quando
ormai il ricordo di Terriermon sarà dissolto
completamente.» ma Henry si coprì il volto con le
mani «Non accadrà
mai…»…«Deve
accadere.»…«Ah!» parole che lo
indussero ad alzare gli occhi sulla ragazza «Non puoi
continuare in eterno a fuggire dalla tua famiglia d’origine,
da quella che ti sei costruito. Non puoi seguitare a vivere in una
bolla di sapone solo per…
…colpa…
…di un Digimon. Che sia lui o il suo ricordo adesso non fa
differenza.» Dunque richiuse la cartella. Si
alzò…
…e dopo poco «Oh-h…» la sua
mano era adagiata sul petto del ragazzo «Henry…tu
non devi buttarti via. Il tuo valore è grande. Ed
è qui. Nel tuo
cuore…»…«Oh…»
Henry si interrogava su quella speciale parola, mentre Aki roteava il
dito proprio a un passo dal cuore «…il tuo
cuore…
…vanta senza dubbio di un enorme
potenziale.»…«…potenziale?»…«…amore…saggezza,
intelligenza, buoni sentimenti. Il tuo cuore…
…è un giacimento prezioso di pulsioni. Il
problema è che è ancora non è
maturo.»…«…non è
maturo…»…«E’ preso
nel mezzo del gioco dei tempi. Si tratta di un gioco
pericoloso…un cuore che cade in un simile vortice rischia di
vedersi smembrato in due metà. Vorrebbe correre verso il
futuro, ma il passato lo trattiene saldamente. Henry, abbandona il
passato, abbandona
Terriermon…»…«…n-non
ce la faccio! Io…
...» chiudendo gli occhi…per poi riaprirli
improvvisamente «Io gli voglio bene!! E’ stato il
mio migliore amico, è stato un caro
ricordo!!»…«Così caro da
prevalere su tuo
figlio?»…«Oh!»…«Tanto
caro…
…da mettere a rischio l’amore di tua moglie per
lui? La stabilità della tua famiglia? E non solo quello. Sai
bene a cosa mi riferisco, sto parlando di mio
padre.»…«Mio
padre…» pronunciò Henry con voce
sofferta, proteggendosi il capo con le braccia come non volesse udire
ancora, ma Aki lo fissava «…mio padre, mio padre,
sì, lo so, si sente in
colpa!»…«Non riesce a farsi una ragione
per la scelta da lui compiuta dieci anni fa. Sei tu che hai il dovere
di sciogliere il suo rimorso!»…«Lo so,
lo so…!!»…«Tua
sorella.»…«Suzie.» Aki dunque
si avvicinò, e gli prese le braccia aiutandolo a
distenderle, e carezzandogli poi le mani «Lo sai che
è smarrita senza il tuo aiuto. E’ rimasta una
bambina, tu devi aiutarla a
crescere.»…«C-Certo, anche di questo
sono consapevole!»…«I tuoi amici. Takato
e gli altri! Henry, non chiedere il loro aiuto, LORO hanno bisogno del
tuo aiuto.»…«Del mio
aiuto…s-sì, loro hanno bisogno del mio
aiuto!» ripeteva, fissando avanti a sé, mentre Aki
gli ricordava «Sono così insicuri…lo
sono sempre stati. Niente di ciò che è stato
dieci anni fa sarebbe stato possibile senza il tuo intervento da
“portatore di pace”. Uhm, è curioso, ma
non così tanto alla fine se ci si pensa. Questo è
il nome di tuo figlio.»
Henry si volse esitante e timoroso verso di lei, fissandola
intensamente…
La giovane Aki ribadiva «Ricorda il tuo ruolo di portatore di
pace, Henry. Tu questo sei. Incarni la razionalità del
gruppo. Sei colui che riporta alla ragione coloro che perdono la
strada.»…«Sì…»…«Tutti,
intorno a
te.»…«Sì…»…«Famiglia…amici.
Anche tua moglie e tuo figlio. Questo sarà il tuo compito.
Sempre. Tu…Henry…
…devi essere equilibrato, e non tradire mai alcun moto
irrazionale. E’ stato solo a causa di questi che i tuoi amici
si sono smarriti. Takato ha visto la sua forma fisica travolta da
quella terribile disfunzione. Rika ha buttato via ogni buona occasione
che le è capitata tra le mani. Loro non sono come te. Per
questo sbagliano. Ma tu, come allora, puoi riportarli sulla giusta via.
Tu sei speciale…»
…avvicinandosi…sfiorandogli di nuovo il
cuore…poi la fronte, scostandogli la frangetta
«Aki…»…«Va al
lavoro. Sei ancora in tempo, e nessuno deve accorgersi che ritardi
perché vieni da me. Il nostro rapporto deve restare
segreto.» Così Henry, con movimenti lenti, riprese
la sua giacca, e si accinse ad uscire. Quella giovane e graziosa
psicologa non si perse neanche un gesto minimo. Lo guardò
aprire la porta, e gli comunicò mille impliciti mentre lo
vedeva sparire dietro quello spiraglio. Rimase sola, a sfiorarsi
l’anello violaceo.
…mentre Henry si lanciava a passi svelti lungo le scale,
finendo quasi per scontrarsi con una giovane donna che veniva su con
dei pacchi della spesa
«Ohp!»…«Ah, mi
scusi…!» si affrettò a dire il ragazzo
«Nullaaa, si volaaa!» replicò quella
voce che sembrava cavalcare un’ondata di brio. Costei dopo
poco schiavettò al suo appartamento, esclamando
«Bambiniii! Dove vi siete nascosti, guardate quante cose
buone che vi ho portato!!»…richiudendo alle sue
spalle.
Per un attimo Henry si arrestò a pensare
«…una famiglia. Una vita normale. Ma
sì. Sì, è questo quello di cui ho
bisogno. Ha ragione Aki. Terriermon…i Digimon, tutto questo
appartiene al passato! Bisogna crescere. Non bisogna indugiare,
altrimenti si è perduti.» sedendosi sui gradini
«Fino ad ora, sono sempre stato equilibrato, razionale. Ho
sempre cercato di giungere a compromessi pacifici. E’ questo
che mi ha permesso di andare avanti, ho un lavoro, ho un futuro aperto
di fronte a me. Tutto ciò che mi manca…sono la
donna che ho sposato, e mio figlio. Eppure…anche se
ciò che ho fatto può sembrare
orribile…» stringendo gli occhi
«…anche se per tutti posso sembrare
nient’altro che un vigliacco. Qualcuno che ha abbandonato i
suoi cari nel momento del bisogno, solo io so che in fondo
l’ho fatto solo per proteggerli!» riaprendoli ora,
e tirando fuori la determinata coscienza di quella decisione
«Devo prima imparare a controllarmi! E’ stato
sempre così, da quando…
…da quando…ero piccolo. E per sentirmi sicuro e
forte mi azzuffai con quel bambino del mio stesso quartiere. E gli feci
molto male, gli feci…
…molto…male…» distendendo a
poco a poco quei pugni chiusi «…”devo
essere paziente”…
…queste furono le parole magiche da cui imparai ad essere
quello che sono, e Aki dice solo la verità.»
picchiando un pugno su quei gradini (dietro di lui…per caso
una porta da poco chiusa si era riaperta per pochi secondi?)
«Fa bene a ricordarmi le più importanti
consapevolezze a cui sono giunto nel corso della mia maturazione. Non
c’è mai stata cosa più
preziosa…tra le mie mani, se non la mia capacità
di mantenere la calma! Questa ha permesso in tanti momenti di trovare
quella scappatoia invisibile ad occhi mossi dall’impulso, e
io non la lascerò andare!» alzandosi
«Io…in un modo o nell’altro
risolverò le cose lasciate in sospeso della mia vita. Non mi
fermerò, seguiterò ad andare avanti!»
…discendendo svelto i gradini che aveva dinanzi.
«Suzie…!» venne in mente a Takato, ed il
pensiero gli suscitò un sorriso «Henry e
Terriermon vogliono vedersela fra loro, eh? Va bene Henry, non
volermene, questa volta ti scavalcherò e la prima a ricevere
la grande notizia sarà la tua sorellina.» della
quale, ovviamente, aveva il nome in rubrica.
«Suzie, il cellulare!!» la avvertì una
compagna, mentre entravano in classe «Hai dimenticato che non
puoi portarlo? Se te lo sequestrano a quanti stiamo?? Quindici,
venti??!» ma la ragazza dai lunghi capelli scuri era seria e
immersa in un mondo tutto suo, sembrava non udire una parola
«Suzie!!» la compagna la scosse «Uh? Beh,
che c’è?»…«Ma dove
hai la testa?! Anche prima in cortile non hai sentito una parola di
ciò che ti ho
raccontato!»…«Ah, sì.
Scusa…devi perdonarmi, ma oggi non sono proprio una buona
compagnia.»…«Hai qualche
problema…?»…«…uhmf...questa
notte mio fratello non ha dormito a
casa.»…«Cosa??? Non dirmi
che-»…«Ma no, cos’hai capito:
lui non sta con nessuno, proprio per questo è uscito, era
molto giù di corda. Vorrei fare qualcosa per
aiutarlo…ma in questi casi le parole sono inutili. Non
l’avevo mai visto così
triste…» arrivando al suo banco, appoggiandovi
prima la cartella, poi le mani «Però pensare che
io l’avevo previsto! I miei hanno reso Henry una macchina da
lavoro, papà specialmente! Risultato è che la sua
vita sociale & sentimentale sono ridotte a
zero!»…«In questi casi
allora…c’è solo una soluzione, amica
mia!»…«Ah, beata te che la vedi, io sono
in alto mare.»…«E’ ovvio: devi
trovargli una fidanzataaa!!!» intonato a mo’ di
canzoncina «Eh??? Io??? Dovrei fare la rappresentante di
un’agenzia
forma-coppie?!»…«AhhhHHHHH! Non dovrebbe
essere difficile trovare una pollastra interessata, credimi, tuo
fratello è talmente beeello!» mentre Suzie
rifletteva in proposito «E poi Suzie se proprio ti preoccupa
addentrarti in questa missione posso facilitarti il tutto: io sono
più che disponibile! Però sai
com’è conoscendo tuo padre gli prenderebbe minimo
un colpo a immaginare suo figlio con la compagna di banco della
sorella! Ahhh, me
sventurata.»…«…una fidanzata
per Henry…non ci avevo mai
pensato.»…«Perché?! Tu hai un
giro di conoscenze materiali e informatiche insuperabili, sei la regina
della vita sociale!»…«…che
esagerata. E poi comunque non è così semplice, un
conto è formare una coppia qualunque, un altro è
Henry, lui non è un ragazzo qualsiasi, non è
facile trovare quella ragazza di cui ha bisogno-oh?!» ma le
si aprì inavvertitamente la cartella, e fuoriuscì
il quaderno di matematica le cui pagine si spalancarono
«OoooHHHH! LA MATEMAAATICA! Odio questa materia, per me
dovrebbe essere cancellata dal programma: tu la pensi come me, non
è vero Suzie?!»
…ma i pensieri di Suzie erano rimasti sospesi su di un
ricordo del giorno prima…lei seduta accanto a quella ragazza
dai capelli neri, le loro confidenze…
…e i sentimenti che filtravano oltre gli occhi di quella
insegnante di ripetizioni così giovane, e che sembrava
così speciale…
«Suzie? Ci sei?? Ahhh, è inutile, per quanto mio
padre mi ripeta che debbo impegnarmi non riesco a mandar giù
la matematica. Non trovi sia brutta e incomprensibile, oltre che
decisamente
inutile?»…«…no.»
rispose Suzie assorta «C-COOOMEEE?! Ah a sentirti non mi
sembri la solita di sempre, gireranno mica i
sosia!»…«…non è
brutta. Non è del tutto incomprensibile. Ma più
d’ogni altra cosa…
…può essere tutt’altro che
inutile!» sferrando un pugno sul palmo dell’altra
mano, che rimarcava la fermezza dell’idea appena affioratale.
«Niente da fare, Suzie non risponde. Ah, ma che vi prende,
amici? Proprio ora che i Digimon sono tornati è
così difficile rintracciarvi? Resti solo tu:
Rika.» ma prima di riuscire ad avviare la chiamata
«Takato!»…«Uh? Ciao, mamma.
Buongiorno.»…«A chi stai
telefonando?»…«…a Rika.
Perché…?» chiese lì per
lì un po’ sorpreso dal modo deciso, quasi
perentorio con cui la madre gli aveva rivolto quella domanda,
spiegandole «E’ per…la faccenda che vi
ho accennato ieri
sera…»…«Takato io
è da molto tempo che intendo parlare
con…t…ahhh!»…«…!!
Mamma!» il ragazzo sostenne prontamente sua madre, che
sembrava sentirsi mancare «Che cos’hai…?
Che ti senti?!» chiese con occhi spaventati
«…niente…sono i miei
soliti…sbalzi di pressione. Figliolo…è
vero che telefonavi a
Rika?»…«Uh…?
Sì…!! Perché, a chi altro dovrei
telefonare?!»…«…non lo
so…» accennava Mie mentre Takato la aiutava a
sedersi, portandole un bicchiere d’acqua
«…è solo che…da quando ieri
pomeriggio ti ho vist-»…«Che
cos’hai in mano, mamma?! Questa lettera
cos’è?!» chiese facendo il suo tono
secco «…come, questa…? Cosa vuoi che
sia Takato…altri
pagamenti.»…«…altri? Ancora?!
Ma se tu e papà proprio l’altro
giorno-»…«Sono venute fuori delle rate
che non avevamo
calcolato…»…«…questo
è
impossibile!»…«…purtroppo no,
tesoro.»…«E’ questo che ti fa
star male?!» insistette lui prendendole il foglio con
decisione «Sono stanca…semplicemente
stanca.»…«…questo lo so.
Anche papà, e anch’io. Siamo tutti stanchi, stiamo
affrontando un periodo veramente difficile, ma non dobbiamo
mollare!»…«Ascolta…»…«…tutto
quello che vuoi.»
Il viso di quella donna, semplice come l’ambiente che la
circondava, era pallido e stanco tanto quasi da mostrare il tempo
trascorso, e le prove avvicendatesi. Takato di fronte a lei
assottigliava i suoi occhi per far fronte al futuro, ma al contempo si
preoccupava perché questi non perdessero tracce di affetto,
e comprensione «…ora…per
noi…sarà ancora più difficile.
Non…dobbiamo nasconderci le
cose.»…«…no,
certo…ma io non vi ho nascosto mai
niente!»…«Tu…»…«Lasciami
finire, mamma! Io vi ho sempre detto tutto, lo faccio ormai da anni ed
è forse…!...» sfuggendo per un attimo
con lo sguardo «…proprio per questo che a volte
abbiamo avuto dei problemi e stentiamo a capirci, ciò
nonostante io non me ne sono pentito, te ne ho dato la dimostrazione
ieri sera, siete stati i primi a sapere del ritorno dei
Digimon.»…«Takato, i
Digimon…»…«Sì…?»…«…ora
dobbiamo pensare a come far fronte a queste uscite
continue…e imprevedibili. Io credo…e spero che tu
mi capisca, figliolo, qualsiasi cosa…stia accadendo non
è più come una volta.» nel
socchiudersi, parziale, degli occhi del ragazzo
«…non è più come quando eri
bambino, Takato…ora…non…
…capisci?» Mie cercava qualcuno che la aiutasse a
non completare la frase, ma nonostante Takato avesse pronunciato un
«Sì…» fondo e a malincuore,
lei sentì di dover specificare ugualmente
«…non puoi più occuparti dei Digimon.
Non possiamo più…accantonare la nostra vita come
allora, e…sognare,
immaginare…»…«…allora
abbiamo fatto più che sognare e immaginare, abbiamo
combattuto, e abbiamo salvato la
città.»…«…non me
lo dimenticherò mai, l’immagine di te che prendi
il volo…sorvolando il tramonto sul mare resterà
sempre riflessa nei miei occhi.»
Il ragazzo non staccava un attimo gli occhi da sua madre, ma al
contempo riviveva nel suo cuore il palpito di quel ricordo, reso
straziante da quella presenza di allora che nel tempo attuale non
perveniva, era scomparsa «Però…tu cerca
di capire ciò che ti dico. Te ne prego.» Mie gli
prese le mani «Ho bisogno che tu…stia vicino a
noi.»…«…sì,
mamma!»…«…sarebbe bello che
potessimo vivere ancora spensierati. Ma purtroppo quel tempo
è passato,
e…»…«…lo so
bene…lo so da molto
tempo…»…«…Takato,
posa quel telefono. Se…loro sono tornati saranno altri ad
avvertirli. Saranno i tuoi amici a decidere…cosa fare,
però non è più il caso, né
il momento, per buttarsi a capofitto in chissà quali
avventure. Sei cresciuto ormai, lascia…»
…volgendosi verso la vetrina, oltre la quale, in strada,
c’erano dei ragazzini che correvano e giocavano
«…lascia che siano loro…»
disse Mie con un sorriso di rassegnata dolcezza, mentre guardava quella
scena tenendo suo figlio per mano «…se mai
possano…o debbano farlo…ad occuparsi dei
Digimon.»
Parole che lasciarono uno strano segno nel cuore di
Takato…mentre la madre continuava «…il
tuo amico non è tornato fra gli altri. So che gli volevi
molto bene, e credi mi dispiace tanto.» mentre qualcosa
faceva scuotere cupamente la testa al
ragazzo…«Però…forse questo
è un segno.»…«…!
Come?»…«…lascia che siano
loro.» disse un'altra volta la signora
«…loro hanno
l’età.» mentre quei bambini al di
là della vetrina e delle buste di panini e biscotti, si
rincorrevano, ridevano e sembravano divertirsi
«…loro avranno il compito di salvarci se mai
qualche autorità di…di quel mondo in cui sei
stato sceglierà dei nuovi esseri umani. Tu hai avuto il tuo
tempo, Takato…e quando è stato hai vissuto belle
esperienze. Fu tutto così magico…e commuovente
per noi per primi.»
Takato guardava i bambini…e la sua espressione si
addolciva…sebbene ci fosse un riflesso di tristezza per
quelle parole che invece per sua madre sembravano quasi rasserenanti,
qualcosa di paragonabile ad uno sgravio da tanto atteso. Pareva
distendersi su quella sedia, e tornare a respirare tranquilla. Per poi
scrutare suo figlio con occhi premurosi «…non
credere, anche se non parli ti capisco. Sono tua madre. E so quello che
provi perché…in fondo ognuno ha i
suoi…“Digimon”…di ogni tempo.
Anch’io ho dovuto lasciare i miei quando è stato
il momento. Prima o poi succede, l’infanzia è una
dolce cometa. Attraversa il cielo, e svanisce tra le montagne.
Così mi parlavano i tuoi nonni…ma queste cose
bisogna accettarle. Ora è il tuo momento, Takato. Pensaci, e
forse…riuscirai finalmente ad essere più sereno
anche tu.»
Così la signora Mie si rialzò. Stava andando via,
ma prima si volse un’ultima volta e chiese
«Figliolo…chi era la ragazza che ti ha seguito in
camera ieri
pomeriggio?»…«…ah! Quella
ragazza?» Takato, che restava dinanzi alla vetrina,
realizzò “Cindermon…” ma
rispose «…nessuno,
mamma.»…«Oh?
Ma…»…”Un
Digimon…quindi…”
«…nessuno.»…«D’accordo,
se lo dici tu, però-»…«Non
temere. Quella ragazza non cambierà la mia vita.»
rispose pacatamente…
…così la madre, seppur seria e forse non
così appagata dalle risposte, si allontanò dietro
la tendina…
Il ragazzo restava lì. E forse qualche bambino per non
più di un fuggevole secondo alzava il suo sguardo dal gioco,
e si interrogava su chi potesse essere quel giovane più
grande di lui che rivolgeva a lui e ai suoi amici un malinconico
sorriso dietro un vetro, e dietro uno scaffale di bustine di pane e
biscotti…
Takato pensò “Forse hai ragione, mamma. Forse
è questa la vita. Forse…non può essere
diverso. Così va per tutti. E forse fra i tutti che
compongono il mondo ci sono anch’io. Un tempo sono stato
speciale. Oggi non sono che un volto tra la folla. Una
sagoma…dietro una vetrina. Non c’è
più spazio per me là fuori. Sono cresciuto. Ed
anche se sono riuscito a dimagrire, non posso tornare indietro. Forse
io vivrò a lungo…” volgendosi, e
camminando per il suo negozio “…e la mia vita
sarà quella di un uomo, nato e cresciuto nel panificio della
sua famiglia.” sfiorando la plastica delle bustine sul
bancone “Di quelli che affrontano tante prove, come mio
padre. Alcune ne supererò. Altre avranno la meglio, ma si
andrà sempre avanti. Un giorno, forse mi
ritroverò in questo stesso luogo, e le rughe segneranno il
mio viso. Sarò grande, e con tanta esperienza alle spalle.
Ripensando ad oggi sembrerò solo un bambino…anche
se già sento il tempo trascorso come un universo infinito.
Ma forse è
soltanto…l’inizio…di una vita che da
adesso sarà normale. Tra le mie buste, il mio destino.
Là fuori…” spiando come un pizzico di
infantile furbizia la vetrina da dietro il bancone
“…i sogni. E la felicità. Ma mia madre
dice che questo è il mio posto. Forse è
per questo che non sei tornato. Io sfoglierò le
bollette…” raccogliendo quel foglio che era caduto
“…e porterò un bicchiere
d’acqua ai miei genitori, finché ci saranno. Ma
spero che se qualcuno di voi bambini un giorno vedrà per
caso qualcosa muoversi…a seguito di un bagliore
accecante…sappia custodire questo dono immenso e venga a
giocarci proprio qui. Davanti a me. Io sarò dove mi vedete
adesso. Il solo posto…dove c’è bisogno
di me. Spero che almeno voi, a differenza di me, sappiate tenervi
stretta quella gioia! Può fuggire in un istante. Un solo
istante…per tutta la vita.”
«…non perdere la
speranza…»…«Oh?!»
Takato sussultò. Aveva udito un sussurro dalle tinte
magiche. Ma ora «Non perdere la speranza!» qualcuno
batteva sulla sua spalla, e nelle sue parole pronunciate con voce
nasale c’era tutt’altro che magia «Ahhh,
non perdere la speranza, prima o poi qualche ragazza si
degnerà di guardare persino te, e almeno la smetterai di
essere lo zitellone per eccellenza del quartiere piantato qui in questo
luogo di delizia!»…«Oh? Lei
qui…?» si stupì Takato, alla vista di
quella biondina paffutella dagli occhi verdi e dal ciondolo cuoriforme,
che pareva divertisi a canzonarlo. Un secondo dopo, la terra
sembrò tremare
«YUUUUUUUUKIIIIIIIIIII!!!!!!»
…e qualcuno di molto infuriato, ruggire, prima di giungere
in corsa, travolgere la porta del panificio e buttar giù
qualche bustina, puntando un dito minaccioso «Tanto lo so
BENISSIMO qual è il tuo
scopo!!»…«Uhmf! Strano, dolcezza di
casa, tu non sai mai NIENTE…! Di
NIENTE…uhm!» ribatté lei tutta
rigirandosi la sciarpa, ma il suo maritino dai capelli neri un
po’ spettinati e gli occhiali un po’ storti la
apostrofò «Mi è impossibile
“NON SAPERE” della tua fame patologica, razza di
grassona sbaffa-dolci di primo grado! Io porto gli occhiali ma con
quelli ci vedo lungo e vedo la tua INFAME voglia di approfittare del
fatto che Takato è mio amico, e a noi fa lo
sconto!»…«Se siamo ridotti alla fame
è colpa tua, sei uno sfaccendato!» con tanto di
impermalite mani sui fianchi «Senti chi parla,
anziché ingozzarti e spettegolare tutto il giorno che fai di
utile?! E sei pure ingrassata! Vero Takato?»
Kenta fece capolino con un sorrisone da dietro l’imponente
moglie. Takato, un po’ interdetto
«C-Ciao…Kenta.»…«Ciaaaaaao!
Uhg!» ma ricevette uno scappellotto «Guarda che
maleducato, andare a chiedere ai tuoi amici riscontri sulla mia linea,
come se non fosse abbastanza ovvio che appoggiano
te!»…«Sta zittaaa! Takato! Eheheh,
scusaci se siamo piombati qui all’improvviso però
Yuki-»…«Però Kenta non voleva
darmi la mano per strada: io mi infreddolisco se non sono per mano al
mio maritino perciò sono corsa qui dentro per scaldarmi!
Uhmf!»…«Bleahhh, Yuki hai anche il
coraggio di pretendere che faccia lo svenevole con te in giro per il
quartiere DOPO LE TUE TELEFONATE MISTERIOSE E
NOTTURNE!»…«Senti!»
picchiettandolo sulla fronte
«Ahi!»…«Non ti permettere di
darmi della moglie infedele qui nel panificio del tuo amico o ti faccio
fare un volo che finisci dritto nel forno ad abbrustolirti, ti farebbe
bene non ti abbronzi mai!»…«I soldi per
la lampada mi vanno tutti in patatine!» “Siamo alle
solite…” in tutto questo pensava Takato…
…mentre si procedeva a suon di «Sacco di
grasso!»…«Somaro: a scuola avevi
2!»…«E a te non ti ci volevano
perché portavi la carestia a
mensa!»…«Screanzato!»
“…possibile che debbano essersi sposati per tenere
questo siparietto in giro ogni giorno che passa?”
«Cacciatrice di
sconti!»…«Cacciatore di belle
signorine!»…«Almeno mi rifaccio gli
occhi!!»…«Bravo, perché ci
vedi poco
ultimamente!»…«Takato!»…«Mmm,
ti sto parlando!» lo spostò di fronte a
sé Yuki, ma lui non si fece domare e si sporse di nuovo
«Takato! Lascia perdere mia moglie, come te la passi?!
Ahahah!» mentre Yuki gli faceva il solletico
«B-Bene…grazie Kenta, al
solito…» rispose Takato, dopodiché, nel
suo sguardo un po’ incerto si riversò sicurezza,
quella con la quale lo chiamò
«Kenta…!»…«Oh,
sì? Ohahahahahah! Vuoi smetterla, cicciona?! Mi fa il
solletico, poi a casa te la faccio vedere io: dicevi
Takato!»…«Credo…che ci sia,
che…ci sarebbe una cosa che per correttezza dovresti sapere
anche tu.»…«TI SEI FATTO LA
RAGAZZA?!!»…«…no…non
si tratta di questo…» con Yuki che mancava di poco
il marito con una sberla «Guardati che disgraziato, la
ragazza dell’amico è la prima con cui ci si va a
fare il cascamorto!»…«E anche se fosse a
te che importa ti rimarrebbero i tuoi amati snack contro la
solitud-ahi!» dopodiché, oltrepassando la mano
della moglie a mo’ di sottopassaggio, Kenta si
interessò «Se non ti sei fidanzato allora di che
novità si tratta, Takato?»
“…non vorrei dirglielo con lei presente. Ma
è inutile che provi a parlarci in privato, è da
quando l’ho conosciuta che tento inutilmente, non si separano
mai. Del resto, che danno può arrecare, stando le cose come
stanno…?” «Kenta…tu sei stato
uno di noi, un Digimon Tamer.»…«WHA!
OHOHOHOHOH TAKATO MI FAI COMMUOOOVERE! Solo tu saresti così
buono da includermi ancora nella lista, nessuno si è accorto
di me quando era il momentooo!» Yuki intervenne
«Per forza: hai mai guardato bene che Digimon ti avevano
assegnato? Strano che con la vista corta che hai tu l’abbia
distinto, visto che era talmente
piccolo!»…«Chiudi quella boccaccia e non
provare a offendere
MarineAngemon!»…«MARINE…ANGEMON,
gné gné gné gné che nome
sciocco per quel brutto microbo senza stile!» e seguitava a
far svolazzare la sua sciarpa rigirandosela enfaticamente
«Almeno non occupava spazio, era L’ESATTO CONTRARIO
DI TE!»…«Mmm!» boccaccia di
lei «MMM!» boccaccia più accesa di lui,
dopodiché sorrisone «Sì Takato amico
mio?»
Takato li scrutò entrambi, serio in volto,
dopodiché comunicò
«Ecco…devi sapere che il varco è
tornato ad aprirsi. Anche se sembra incredibile, dopo dieci anni.
Alcuni Digimon hanno fatto ritorno.»
«IHM!!!» fecero sia Kenta che Yuki volgendosi di
scatto uno verso l’altro e fissandosi attoniti, per poi
tornare con gli occhi a Takato
«Purtroppo…c’è una notizia
che non è altrettanto buona: i
nostri…Kenta…non erano con loro. Né
Guilmon, né MarineAngemon. Non c’era neanche
Guardromon.»…«Oh per…tutte le
luci digitali ma tu Takato mi prendi in giro non parli sul
serio.»…«…mai stato
così serio in vita mia. Pensi che potrei ingannarti su una
cosa del genere.»…«AHAH! I Digimon sono
tornati! WOOOW, FINALMENTE POTRO’ RIPRENDERE A FARE IL
DOMATORE ANZICHE’ IL MARITOOO! AUCH!» Yuki gli
pestò il piede «Non hai sentito quello che ha
detto il tuo amico?! Tu non sei incluso nella lista di questo grande
ritorno!»…«Fatti gli affari tuoi, che ci
capisci di Digimon!» sorpassandola…
…e prendendo le mani dell’amico, con sguardo
lucente «Takato! Ma…parli sul
serio?»…«…sì,
Kenta.»…«Ahah!...se ridipingiamo la
nostra bandiera non ci vorrà molto altro per tornare
piccoli…»…«Uhm…ci
vorranno…loro. Purtroppo tu ed io siamo fuori, come ti ho
detto.» spiegava Takato, rivolgendo all’amico
pazienza e dolcezza «I nostri Digimon non hanno fatto ritorno
sulla terra. Non sappiamo…dove
siano.»…«E gli altri?! Gli altri nostri
compagni e i loro Digimon si sono rincontrati?!» era ansioso
di sapere Kenta…
…Yuki a quelle parole muoveva la coda
dell’occhio…
«Ancora no.» piegò il capo Takato, e
Kenta «Cooosa?!»…«Lo faranno
presto! Li stavo chiamando…proprio poco
fa.»...«A-Ah, dici…davvero?»
chiese Kenta…
…mentre Yuki spalancava gli occhi…
«Sì…» spiegò
Takato con un umile sorriso «…però
ancora non sono riuscito a combinare niente, mi ricordava quella volta
in cui di mattina presto sollevai il telefono per organizzare con Henry
e con Rika una pattuglia della città. Loro non potevano, lui
per un motivo e lei per un altro, però quando restai da solo
tu, Kazu, Jeri e gli altri vi presentaste qui, alla porta del negozio:
fremevate dal desiderio di conoscere Guilmon
personalmente.»…«Come dimenticaaarli! I
nostri magnifici ricordi da eroi…»
sottolineò Kenta, e la sua voce un po’ infantile
sfumava lungo quei pensieri…mentre lo sguardo di Takato
sfumava verso la vetrina «Però adesso vecchio mio
stando a quanto si dice, e stando…a quel che succede,
è giunto per altri il turno di…pattugliare la
città.»…ancora guardava quei bambini,
ed anche Kenta alzava i suoi occhiali per metterli a
fuoco…«Noi è già tanto se
riusciamo a portare dignitosamente le nostre
vite…!» concluse Takato velandosi di scherzo, e
Kenta «Dici che non è più il momeno per
noi? Eppure non si può cancellare con la gomma
ciò che è stato…» Takato
restò stupito da quelle parole, scrutò
così il suo amico e ne incrociò la coda
dell’occhio per qualche istante di silenzio…
…che fu rotto da Kenta «Lo dicevo anche a Kazu,
ieri sera.»…«Hai parlato con
lui?»…«Veramente…ecco, si
è arrabbiato con me! Dice che lo chiamo sempre quando devo
piagnucolare, e che non mi sono mai interessato, non gli ho chiesto
come stava, veramente…però…non erano
queste le mie intenzioni, ma non mi ha permesso di spiegare!
Perciò questa mattina sono andato da lui a casa sul presto
perché volevo parlargli ma a dire il vero non l’ho
trovato e da quel che dice il padre non ha dormito a casa
tu…sai…per caso dov’è,
Takato?»…«Io…? No…
…strano. Non ha dormito a casa? Questa storia non mi piace,
la vita che fa Kazu mi preoccupa. Dove può essere
andato…?»
…ma forse l’immaginazione di Takato non riusciva a
spingersi così oltre, là dove un globo
azzurrastro sovrastava uno scenario di fiamme e di distruzione. E
quella mattina d’inferno, sfilava sotto gli occhi ancora
increduli di un ragazzo poco più che
vent’enne…
…che assisteva alla fuga disperata di una moltitudine di
creature d’ogni aspetto, forma e dimensioni «I
Digimon…»
Alcune delle loro specie le ricordava. Ma non li aveva mai visti come
quel giorno, e fra le impalcature e le case da poco costruite che
già crollavano, Kazu alzava gli occhi verso il globo
azzurrastro «…è questo il presente di
Digiworld? Non posso crederci…»
“…nemmeno io.” pensava cupamente il
Digimon al suo fianco, Guardianmon, a cui il ragazzo rivolgeva lo
sguardo in attesa di ragguagli “Tutto questo
dev’essere opera di un Digimon spietato. Ma ne ignoro
l’esistenza, e la sua presenza mi preoccupa.”
…così sia lui che Kazu fissarono
l’enorme vascello fluttuante, i cui luminosi colpi di cannone
radevano al suolo il villaggio «Perché tutto
questo?! Chi l’ha messo in atto?!»
“…non posso risponderti.”
«Parlate, Guardianmon! Vi prego!! Sono affezionato a questo
mondo, vi ho lasciato gli anni più belli della mia vita! Non
posso accettare…»
…volgendosi verso il fuoco…
…e ricordandosi ragazzino, fra quelle terre e quelle
creature «…che il fuoco e la morte siano giunti
anche qui, noi speravamo che il nostro sacrificio fosse valso almeno a
portare la pace a Digiworld! Ma se ora torno…
…e davanti a me trovo tutto questo, mi chiedo a cosa tutto
sia servito!! Perché abbiamo lottato?! E perché
poi ci siamo separati così a lungo…solo per
soffrire ancor più, nell’impossibilità
di tenderci la mano l’un l’altro?!...è
ingiusto.» dopodiché corse avanti, mentre
Guardianmon tendeva la mano «Dove vai?! Che hai intenzione di
fare, sei soltanto un essere umano!!» Kazu si volse
«Sì, è vero! Ma non posso lasciare che
questi Digimon soffrano senza far niente! Ascoltate! Le loro grida sono
terribili…
…le grida di dolore hanno tutte lo stesso suono, sia umane
che digitali…»
Quelle parole sembravano far breccia oltre la maschera e suonare
inquietanti per quegli occhi…
«…io ho sentito mio padre gridare! E ora sono i
Digimon a fare lo stesso di fronte a me. Non posso restare con le mani
in mano. Voi avete potere da spendere…?» chiese il
ragazzo augurandosi in cuor suo una risposta affermativa
«Uh?!»…«Io sono stato un
domatore…so che non siete il mio Digimon ma se foste
disposto a salvare queste creature io giuro che mi impegnerei
dimenticando tutto il resto! Vi prego, fidatevi di me anche se non mi
conoscete!»
“Questo ragazzo…mi ricorda tanto gli umani che ho
conosciuto io stesso. Ma credevo di aver equivocato quel lampo di
pietà nei loro occhi. Invece…ora guardandolo lo
ritrovo lucente come prima? E’ solo il protrarsi di
un’illusione…?”
«…vi prego…voi avrete pur qualcuno che
vi sta a cuore!»…«Oh?!»
Ma dal vascello si era liberato un esercito di creature digitali
bellicose e avvolte nell’ombra: loro stavano conducendo
l’attacco sulla terra, era da loro che gli abitanti del
villaggio fuggivano in preda al terrore…
…erano costoro…che con i loro bolidi mortali
buttavano giù il faro sul promontorio…e questo
crollava sull’abitazione che aveva accanto, schiacciandola,
distruggendola…
Kazu si toglieva il cappello e chinava il capo, assomigliava ad un
cenno di rispetto, ripeteva «…non è
giusto…» quando «Oh?!»
…una creatura era strisciata dinanzi a lui, con i suoi passi
felpati…assomigliava ad un gatto, e lo fissava con i suoi
occhi gialli. Un gatto dal pelo nero come la notte, su cui si
rifletteva l’intensità delle fiamme. Era reso
unico dall’elmo dorato che portava sul capo, e dai bracciali
sulle zampe.
Kazu lo scrutò assorto…e si avvicinò
«…tu sei un Digimon…?»
chinandosi su di lui, che miagolò «Vivevi in
questo villaggio…? Anche tu non hai più una casa
in cui tornare…?» tendendo la mano per
accarezzarlo, ma in quel momento…
…dal cielo notturno piombarono corde agili e salde che in
pochi secondi «AAHHH!!!» imbrigliarono il ragazzo,
spingendolo a terra sotto lo sguardo «Ahh!»
trafelato di Guardianmon, che sfoderò la sua spada.
«C-Che succede?!» Kazu alzò con sforzo
lo sguardo…
…e dinanzi a lui vide brillare quattro occhi nel
buio…due dalla sfumatura fucsia, due dalla tinta azzurra: il
gatto sembrò dirigersi a gran fretta verso di loro, di cui
si udiva sotto il crepitare del fuoco il ghignò soddisfatto.
Lo trascinarono a terra «A-AHHH!»
Guardianmon provò a intervenire «Maledizione,
questo non era previst-»
Ma le creature appena apparse liberarono dalle loro nascoste sagome una
moltitudine sconfinata di mini-bolidi, che anche se Guardianmon
provò in parte a bloccare con la spada, alla fine ebbero la
meglio «Aaaahhhh!!!» e fecero scivolare i suoi
stivali sul terreno fino a spingerlo a terra
«Guardianmon!!» chiamò Kazu. Ma le
risate di quelle creature si intensificavano, tanto che per il ragazzo
non parve esserci speranza di liberarsi, nonostante Guardianmon
tendesse la mano e gridasse «Aspetta!!» Lo
trascinarono con loro. Finché non scomparve fra le fiamme.
«ACCIDENTI! Avevo appena trovato un umano che avrebbe potuto
aiutarmi! PERCHE’?! CHI E’ L’AUTORE DI
QUEST’OPERA?!» sbraitò Guardianmon
tracciando un fendente in aria e alzando lo sguardo verso il grande
vascello…
Il gatto e gli occhi luminosi svanirono nello sfumare delle risate, e
come un intreccio di comete raggiunsero la nave fluttuante.
Là, dove erano sorte case, e speranze per una vita futura,
il fuoco divampava. E non risparmiava nulla alla sua furia
consumatrice, dalla quale ancora qualche Digignomo cercava
disperatamente di salvarsi.
Ma sulla terra regnava la tranquillità. Bambini oltre la
vetrina a giocare, e vecchi amici all’interno a conversare
«Più tardi proverò anch’io a
telefonare a Kazu, se so qualcosa ti
avverto.»…«Uhm
uhm!»…«Purtroppo…credo che
neanche per te sia un segreto, Kenta. Il padre di Kazu è
tanto cambiato. Da quando la moglie è morta è
diventato violento e aggressivo. Il nostro amico…conduce una
vita d’inferno…»
Kenta abbassava il capo «…se…lo senti
digli che ho bisogno di
parlargli…»…«Certo,
sicuro.» ma in quel momento si udì una voce
«Ehi, c’è nessuno?! E’
permesso entrare in questo luogo dove “noi”
creature digitali siamo ancora
tollerate?!»…«Ihmp!» ebbe un
sussulto Yuki e si portò la mano al cuore, ma invece Takato
si aprì in un sorriso «Ryo…! Ma
certamente, entra!»…«Ops!
Grazie-acc-ecco fatto!» il ragazzo dagli occhiali da sole si
fece strada un po’ maldestramente col suo borsone
«Visto che sei qui guarda chi ho l’onore di
ripresentarti, dopo tanto tempo: è un’altra
persona, adesso!»…«Come?!
Chi?!» si guardava attorno Ryo, e Takato illustrava
«E’ un marito responsabile…!»
con una punta di scherzo, così indicò
«Quello che hai di fronte è Kenta! Ti ricordi di
lui, vero?» mentre Kenta era sbalordito «Ryo
Akiyamaaa?!!!» e Yuki «Chi è??? Ha una
fidanzata bella e magra???»
Ryo spalancava a poco a poco la bocca
«…dis…graziato, hai messo la testa a
posto, eh?! Come stai?!»…«Che emozione
rivederti!»…«Peggio rivedere te, puoi
starne certo! Ma dai dico…così giovane e
già sposato, ma chi te l’ha fatto
fare?!»…«E’ quello che mi
ripeto sempre
anch’io!»…«Amore!!»
pretese Yuki richiamando gli sguardi «Non mi presenti??? Sono
un tale peso per te…? Uhm?» sfoggiando un broncio
da manuale. Kenta provvide «Ah,
sì…passiamo alla parte funebre: questa che vedi
anche perché sarebbe impossibile il contrario è
mia moglie, Yuki.»…«Ah-h, molto
piacere!» Ryo si spolverò la mano sulla giacca e
gliela tese «Io sono Ryo Akiyama, avrà di certo
sentito parlare di m…» ma poco prima di incontrare
quella di lei, la ritirò «…un momento,
noi ci conosciamo
già?»…«EH?!!! E-Ehm, no, non
credo! Mai visti!» si affrettò a scuotere la testa
Yuki…nel dilatarsi degli occhi di Kenta, e nello stupore di
Takato. Ma a Ryo rimase il dubbio «Eppure…qualcosa
mi dice che…mah, sarà che forse ho visto tante
facce e conosciuto una miriade di gente! Comunque piacere!» e
si strinsero la mano…
…mentre Monodramon dall’interno del borsone
«Sniff, sniff! E’ impossibile! Questo
odore…a-a meno che non sia il profumo di Ryo: ma io lo
riconosco!!!»
Yuki strinse a velocità-lampo la mano di Ryo
«E’-E’ un onore per me-Kentaaa! Maritino
portami via da questo luogo di tentazione ti prego o corro il rischio
di svaligiare tutto!» e si aggrappò al marito, il
quale «Cooosa?! Oh no, quando Yuki ha questi attacchi diventa
terribile! Allora…ciao Ryo! E’ stato un piacere
rivederti! Ciao, Takato! E ricordati di avvertirmi se senti
Kazu!» Takato ribatté «Guarda
che…non c’è bisogno che andiate via
così di fretta.»…«Non sai
quello che dici, Takato.» precisò
l’amico, dopodiché, sotto le insistenze di Yuki
«Andiamooo…!»…«Sì,
sì! Ci si vede gente: la famiglia Kitagawa si ritiraaa!
Addiooo!» e travolsero la porta del negozio come due razzi,
anzi come un razzo unico, facendo cadere qualche altra bustina dallo
scaffale, al momento piuttosto malridotto.
Ryo si grattava la testa «Che strano. E’ un
po’ cambiato col tempo, prima era
così…accessibile, ci parlavi con la massima
facilità, adesso invece sembra non so,
inafferrabile.»…«E’
così da parecchio.» rifletteva Takato, incrociando
le braccia «Kenta…ha iniziato a cambiare
gradualmente da quel giorno, come tutti noi del
resto.»…«Sì, ma lui in modo
un po’ più stravagante, se ci
pensi!»…«Non saprei
dirlo…» il ragazzo guardò verso
l’alto, e descrisse «…anch’io
con lui avevo una grande confidenza, figurati, cresciuti
assieme.»…«Mi ricordo bene! Tu, assieme
a Kazu e a lui eravate
inseparabili!»…«Poi…ha
conosciuto Yuki, i genitori si sono messi in mezzo e
gliel’hanno fatta sposare per
forza.»…«Ah, che roba! I matrimoni
combinati! Le famiglie arriverebbero a qualsiasi cosa pur di non
rinunciare al puntiglio di intromettersi nella nostra vita! Non entra
loro in testa che-»…«Kenta non si
è opposto. Ha dimostrato di avere molta paura della
disapprovazione dei genitori.»…«Questo
è sbagliato!» sentenziò Ryo
sottolineandosi col suo stesso dito, e Takato che invece restava
raccolto in una sua calma «Lo penso
anch’io…
…da allora, da quando si sono conosciuti e poi sposati, Yuki
e Kenta sono perennemente insieme, sembrano come fusi in una persona
sola.»…«Beh non avrà scelto
di fare con sua moglie ciò a cui non è arrivato
con il suo Digimon: lui la biodigievoluzione non l’ha
raggiunta!»…«Certo, e neanche Kazu.
Però è strano il rapporto che li ha legati, sono
sempre l’uno accanto all’altra, eppure non fanno
che litigare, non c’è volta che non li incontri e
che non diano vita a spettacoli per cui ci sarebbe da ridere, se poi
non fai mente locale che si tratta di un
matrimonio…!» tradendo un sorriso eloquente fra
quelle parole. Ryo si sfilava gli occhiali da sole «Cavoli,
dev’essere stato spiacevole per voi che eravate
così tanto amici, da quando c’è quella
donna avrete perso…ogni materiale possibilità di
contatto con lui!»…«E’ un
po’ vero: parlare con Kenta è
diventato…impossibile. C’è sempre lei e
di conseguenza una gran confusione. All’apparenza
è affabile, come è sempre stato. Però
quell’amico che conoscevo così bene…con
i SUOI pensieri, con il SUO carattere, e con i suoi sogni…mi
domando…ora dove sia finito. E’ sempre vissuto in
questo quartiere però…
…da un lato è come se fossero anni che non lo
vedo…» definiva, ma più che amarezza o
rabbia vi era un singolare stato di sospensione nelle sue parole, e nei
suoi occhi. Ryo, mentre si guardava attorno fra quegli scaffali e
bustine, commentò «Ricordo che abbiamo parlato con
Kazu dell’argomento, accidenti, lui era infastidito e non
poco! A proposito, perché Kenta ha detto di avvertirti se lo
senti?» al che il ragazzo chinò appena il capo
«Sembra…che ieri Kazu non sia tornato a casa. Non
so dove
sia…»…«Cooosa?!»…«Non
vorrei fosse per via dell’ennesimo litigio col
padre.»…«Non se ne sarà
andato?! Quel padre mi sembra di aver capito che è un tipo
tutt’altro che
avvicinabile!»…«Infatti,
però…io non credo che sarebbe sparito senza
avvertirmi. Non è da lui, ed ora che mi ci sono riavvicinato
dopo diverso tempo posso
confermarlo.»…«…dovremo
stanarlo, in qualche modo.» specificò Ryo mentre
si puliva gli occhiali da sole, e Takato sorrise «Parliamo
d’altro…come sta
Cyberdramon?»…«Oh? Intendi
dire…»
…e quel borsone si mosse «Ehi! Ryo, io sono qui!
Cosa aspetti a farmi uscire, non posso neanche salutare gli
amici?»…«ShhhHHH! Vuoi farti sentire,
mister intelligenza digitale così tutti ci piombano
addosso?! Ti ho ripetuto circa mille volte che devi stare muto, abbiamo
tutte le televisioni contro!» sotto gli occhi sorpresi, e
sorridenti di Takato alla vista di quel qualcosa che si agitava nel
borsone «…è-è lì
dentro?» sussurrò, e Ryo «Ptsss,
sì: è regredito! V-Va bene, il tempo di una
stretta di zampa, così almeno la finisci di
scocciare!» e aprì la lampo…
…nel «FIUUU’!» venir fuori di
quel draghetto violaceo e dalla simpatica espressione «Ciao,
Takato!»…«…ti ho visto poche
volte così!»…«Io di solito
sono grande e forte.»…«Lo
so…! Mi sembra ieri che assistevo alle tue
imprese.» così si diedero la stretta,
dopodiché Ryo richiuse «Va beeene, ora non
esageriamo con queste concessioni! Ihmfff!» guardandosi
attorno con cento potenziali occhi, e stringendosi il colletto della
giacca «Dopo il macello di ieri notte qua bisogna stare con
le antenne! Ora le prossime mosse le dovremo programmare con molta
cautela.»…«Come sta
Renamon…?»…«Uh? Ah, lei
benone, il mio amico è un tipo a posto, e l’ha
rimessa come nuova!» Monodramon dal borsone intervenne
«Stiamo andando ad avverti-» ma Ryo «VUOI
STARE ZITTO?! L-Lasciami…l’effetto-sorpresa sai
che ci tengo!» tanto che Takato chiese un po’
incuriosito «Dove state
andando?»…«Ahah, segreto-stampa! Sto per
attuare un’altra scena spettacolare delle mie ma siccome
passavo da queste parti ho pensato di rifilare un
saluto!»…«Ryo si è riempito
di profumo per-»…«SHHH, guarda che ti
rincalco quel corno fin nel
cervello!»…«Ahahah!» Takato
rise, e disse sincero «…mi fa piacere di vedervi
così. Sembra che non sia passato il
tempo.»…«Lo so, è questa la
tragedia: vent’anni passati e col Digimon rompiscatole
appresso, dimmi tu con quale faccia mi mostro in
giro!»…«Oh ma con la tua Ryo, quella che
hai sempre avuto!» scherzò il ragazzo, e Ryo rise
«Hai ragione!» aggiungendo «Comunque
anche tu su col morale, è solo una questione di tempo:
quello per riorganizzarsi e poi…si parte alla ricerca di
Guilmon, ho già spedito un paio di mail e contattato persone
di fiducia, nostro compito sarà quello
di-»…«Sai…Ryo.»…«Sì?»…«…mia
madre…questa mattina ci ho parlato…lei dice
che…»…«Sì?!»…«…dice
che insomma…» con occhi un po’ bassi e
velati di tristezza «…che io, e i Digimon,
ormai…»…«No!»…«…che
ormai è storia passata, che debbo occuparmi
d’altro, che il mio dovere è…qui, e non
con loro!»…«ESCLUSO A PRIORI!»
sentenziò deciso Ryo, lasciando stupito Takato
«Come dici?»…«Ahhh, Takato,
possibile? Ma queste cose dovresti sapere anche tu! Questo è
copione standard dei genitori, loro…tutta la vita ci diranno
cosa vorrebbero o non vorrebbero che noi
facessimo!»…«Ma-»…«Ascoltami
bene!» Ryo gli puntò un dito addosso quasi al
punto da intimidirlo, tanto parlava con convinzione «Tu sei
un domatore leggendario,
Takato.»…«…quello sei
tu…»…«E TU NON SEI DA MENO!
Insomma, amico mio: hai lottato con coraggio. Ed avevi
vicino…»
…rivolgendo ora uno sguardo maturo, più vissuto e
più denso di consapevolezze, a quel borsone che non si
agitava più poiché forse il suo ospite dormiva o
rispettava questo genere di discorsi…
«…un amico che non potrai mai permetterti di
tradire.»…«Ma io non voglio tradire
Guilmon! Solo che…lui adesso non
c’è!»…«Beh ma
c’è quell’altra ragazza, come si
chiamaaa…ci hai combattuto
assieme!»…«Cindermon…?»
incrociò le braccia, ed alzò appena le spalle,
con poche speranze nell’espressione «Ma lei la
conosco appena. Dice che è venuta per me ma vacci a
credere.»…«Comunque non importa, il
problema è un
altro!»…«Oh?»…«Takato…io
ti parlo come se fossi un fratello! Insieme ne abbiamo condivise tante
ed anche se la crescita ci ha portato in giro lungo le più
diverse strade il vincolo che ci accomuna niente può
spezzarlo, niente deve e può permettersi di
farlo!»…«…neanche…la
vita?»…«La vita se vuole li spezza
tutti, anche quelli importanti. Se noi non vogliamo, però,
non ce la farà. Anche noi contiamo qualcosa, cavolo,
possiamo opporci!»…«…la mia
famiglia adesso naviga nel bisogno…i miei genitori hanno
bisogno di aiuto economico, sostegno morale, ed
io…!...vorrei darglielo, ma ho paura che qualcosa mi
distragga.»…«HANNO paura, vorrai
dire.»…«E che differenza
fa?»…«Ne fa tanta! Andiamo Takato le
nostre famiglie hanno sempre avuto bisogno e probabilmente sempre lo
avranno, non esiste un periodo in cui non si hanno problemi ma questa
non è una giustificazione per rinunciare a quello che
amiamo! A quello che ci
chiama!»…«Io-»…«Tu
ami i Digimon, sei stato un leader allora e il presente ha ancora
bisogno di te, fine del discorso!»…discorso che
negli occhi di Takato aveva acceso una piccola luce di speranza
«Lo pensi davvero…? Lo credi davvero, Ryo, il
presente dei Digimon può avere ancora bisogno di
me…?»…«E’ proprio
perché non ci hai creduto abbastanza che hai avuto tutti i
problemi col peso e il resto. E’ ovvio, ti senti fuori posto
ancor prima di esserti messo alla
prova!»...«Probabilmente…hai ragione. Mi
sento…ah, sapessi che situazione, mi sento tirato da una
parte e dall’altra, come si sentiva
Impmon!»…«Però poi sappiamo
bene cosa ha fatto quando è andato in confusione per quella
storia!»…«Oh?
Già…»…«La sfiducia
in se stessi porta male!!» Takato non poté fare a
meno di alzare gli occhi su quell’amico che sembrava sapere
molto in materia «Io credo, anche se non sono stato qui per
molti anni, che tu non abbia fatto che crederti inadeguato. In
famiglia, con i tuoi genitori, nel tuo desiderio di rivedere i Digimon
fino…al tuo aspetto
fisico!»…«…dev’essere
così. In famiglia…beh non mi sento quel figlio
che si potrebbe desiderare. Non porto molti soldi a casa, riesco solo a
tagliare i capelli e non…a modificare la sorte familiare. Ho
lasciato gli studi perché sentivo che non mi riuscivano, ma
così mi sono precluso una carriera e forse quel posto su cui
i miei avrebbero contato. So che a loro non va giù. Quanto
ai Digimon…non mi sono più sentito in diritto di
sognare il loro ritorno, il nuovo sopraggiungere di
quell’atmosfera, e di quelle emozioni speciali…con
tutti i problemi che avevamo mi sono sentito un ragazzino, incapace di
accettare l’idea che la vita si modifica. E a volte, certi
periodi felici si concludono. Anche se il cuore non può fare
a meno di richiamarli a gran voce! Riguardo al mio aspetto
fisico…beh, hai ragione! Se ti dovessi proprio dire non mi
è mai piaciuto! Se avessi potuto disegnarmi…mi
sarei fatto completamente diverso da come sono!» ma Ryo gli
mise una mano sulla spalla «Però riuscisti a
disegnare Guilmon facendo di lui il Digimon più spettacolare
di tutta la storia.»…«Non solo,
facendolo anche l’amico più prezioso che la vita
possa darti. Ma forse non era merito mio se aveva tutte quelle belle
doti, ma suo esclusivamente. Lui aveva di suo un cuore grande, ed
io…
…non ho una mano abbastanza ferma, o geniale per
disegnare quel Takato di cui la vita, questo luogo, questo quartiere e
questo mondo avrebbero bisogno.»…«Grazie
al
Cielo!»…«Oh?»…«Perché
qualcuno lo ha già fatto. Quel Takato sei
tu.»…«…Ryo…»…«Devi
solo accorgerti delle doti che hai! Ad esempio, tanto per
cominciare…ahhh, ma insomma: tu hai mai guardato il mio
profilo, giusto per
curiosità?»…«Oh? Pfff, no,
lascia stare…!» rise un po’ seppur con
discrezione il ragazzo «Perché?! Sono venuto
così male in quelle
foto?!»…«Beh,
no…tutt’altro, però…tu sei
tu…ed io…»…«In che
senso?! Solo perché sono vestito più alla
moda?!»…«Io…mi vesto
così
perché…»…«Perché?...
…perché così ti senti te
stesso?»…«...s…sì…»…«Ne
sei sicuro?»…e quella domanda diretta e decisa
fece sorgere un dubbio nel cuore di Takato…«Te lo
chiedo perché è importante che tu capisca! Se ti
vesti così perché ti piace va alla grande!
L’importante è che tu non lo faccia
invece…perché pensi di non poter portare altro!
Di non poter essere altro! Un altro! Non parlo di cambiare ma di
scoprire doti di cui tu ignori la presenza. Pensaci, compagno
d’armi, perché potresti scoprire un mondo al
momento per te sconosciuto! Quando ci avrai riflettuto…alza
pure la mano e fammi un fischio, io vengo a farti…il
servizio fotografico più mozzafiato che si sia mai visto,
roba da far restare stecchito mezzo universo femminile, sono bravo
sai?!»...«Ahah! Pensi davvero che si potrebbe
guardare?» mentre Ryo cominciava ad avviarsi
«Assicurato! Ognuno ha i suoi punti di forza quello che conta
è metterli a fuoco: tu per esempio hai un bel sorriso,
potresti puntare su quello! Ora perdonami…scappo,
però ci sentiamo, eh! E…ehi: mi raccomando, tappi
alle orecchie pronti quando parlano i
genitori!»…«Ciao,
Takato…!» si udì la voce di Monodramon
prima del loro varcare la porta.
Takehiro venne fuori in quel momento «Takato…chi
era? Era uno dei tuoi amici? Ho sentito…alcuni strani
commenti a proposito dei
genitori.»…«…un bel
sorriso…»…«Uh?
Takato...!»
…ma il ragazzo era assorto nei suoi pensieri e guardava
verso l’alto «Potrebbe essere che quel sorriso che
mi chiedesti di conservare possa risultare gradevole in foto?»
Nei meandri dell’oscuro giardino, c’era un angolo
in cui era riposta vecchia roba accatastata, sembravano oggetti che si
usano per il mare, fra cui una sedia a sdraio, e un telo che spuntava
dal mucchio “Chi avrà abitato qui un tempo? A chi
sarà appartenuta tutta questa roba?” si chiedeva
colui che muoveva la possente coda fra gli oggetti abbandonati
“Non mi importa. Non sono affari che mi riguardino.
Ciò che conta adesso…è unicamente che
N’Emo si fidi di me. Che creda che io lo stia aiutando. La
riuscita del piano. Per tale ragione ho bisogno di andarmene da
qui…”
Con gli artigli aveva afferrato il telo, lo stringeva saldamente, ma lo
tirava via dal mucchio lentamente, ciò nonostante non
poté evitare che qualcosa crollasse, la sedia fece rumore di
ferraglie, e la sacca con i giocattoli e le formine si
rovesciò. Growlmon non se ne curava e seguitava a far
scorrere quel telo…che era ampio…decorato con
disegni chiari a mezza luna, come un cielo notturno…
…veniva via da dove era stato a lungo per scorrere lento
attorno al corpo del Digimon…avvolgendone il capo
“Voglio fare chiarezza sugli eventi verificatisi tra
Digiworld e la terra. Non ho più avuto notizie di
Cyberdramon, da quando l’ho visto in quello stato di
incoscienza. Devo assolutamente scoprire cosa gli è
successo, e quello che sta avvenendo nel MIO mondo. Ma ho bisogno di
nascondermi…in molti sanno il mio nome e ricordano di me.
Devo divenire solamente un’ombra…”
Sembrava quello il motivo per il quale aveva trasformato quel telo da
spiaggia in un manto, girato attorno al capo così che a
mo’ di cappuccio potesse nasconderlo
“Un’ombra che aleggia per Digiworld e riporta la
giustizia. Non esiterò a ricorrere a qualsiasi mezzo per
ricostituire l’ordine che N’Emo, con la
complicità di quella Purplemon, ha turbato. Per questo
simulerò lealtà e devozione. Mi
insinuerò tra di loro e farò polvere dei loro
progetti. Non permetterò più a nessuno di
prendersi gioco dei Digimon…chi lo farà,
dovrà vedersela con me.”
«Oh?!» ma proprio quando stava per andarsene,
sentì il suo corpo avvolto da una luce rossa…
…una luce che rimpiccioliva…e che
sembrò quasi nullificare la creatura avvolta nel manto.
Questo, come il fazzoletto di un gioco di prestigio, si
adagiò delicato a terra. Ma se vi fosse stata una platea
appesa all’esito di quella magia, avrebbe gioito al
riapparire di quel draghetto più piccolo, rosso screziato di
nero, dalla voce meno cupa e più acerba
«Ah…! L’effetto della digievoluzione si
è esaurito.» definì sbucando dal telo
ora parecchio grande per le sue dimensioni. Guilmon era tornato. Ma i
suoi occhi erano taglienti come le parole che pronunciava
«Questo però non fa evaporare una goccia della mia
determinazione! Porterò avanti il mio piano, anche se
dovessi regredire fino allo stadio neonatale. Nessuno mi
fermerà.» e dunque volle ancora quel telo a fargli
da cappuccio, avanzava nonostante ora il suo manto avesse
un’ampia coda che strusciava a terra.
I suoi pensieri erano della stessa tinta notturna “La nostra
specie ha sofferto troppo, ed è stata dimenticata.
E’ tempo che riceva il giusto riscatto!”
«Un, due! Un, due!» …qualcuno
approfittava dei raggi solari della mattina per flettere il suo agile
corpo in esercizi ginnici. Tutto questo, nel pulviscolo illuminato
della biblioteca del convento. Era Beelzemon «Non
c’è niente di meglio di un po’ di sano
allenamento per sciogliere i pensieri. Mi capitava anche a Digiworld,
quando il mio spirito creativo era in crisi e non riuscivo a buttar
giù la canzone sul foglio di carta, mi mettevo a fare
esercizi! Tonifica il corpo, e rinfranca lo spirito. Come adesso,
è l’unico rimedio per non
pensare…»
…rivedendo in un fulmineo secondo il buio della sera prima,
la torcia a terra e le loro labbra così vicine…
«…a quel momento che mi ha lasciato come una
scossa, lungo il mio corpo. Di che si tratterà? Un, due!
Ahhh…forse dovrei lasciar stare, ma non ce la faccio.
E’ più forte di me. La mia mente non fa che
ritornare a quei secondi, quindi…tanto vale allenarsi fino a
che le pulsioni del cervello non si scaricheranno sul fisico.
E’ un buon metodo, e poi mi servirà: fra poco sono
sicuro che dovrò ritornare in azione. Spero di tutto cuore
che oggi sia possibile parlare con Mako, e pianificare una strategia.
Non possiamo perdere un altro giorno di tempo, adesso che gli altri
Digimon hanno fatto ritorno dobbiamo unirci per rintracciare Guilmon, e
scoprire cosa sta accadendo alla terra. Chi è il nemico che
ci minaccia? Un, due…!...
…ah, Akemi…
…Akemi, ma perché non faccio che vedere il tuo
viso? Ti dovrei pensare…lieta, mentre svolgi le mansioni qui
al convento. Sono il tuo Digimon, dovrei essere felice di immaginare il
tuo risveglio. Cosa fate qui a quest’ora del mattino? Ah, e
invece niente, mi ritorni in mente solo in quegli attimi di ieri sera,
è…è strano. E mi sento in imbarazzo.
Se tu solo fossi qui. Adesso, probabilmente non avrei il coraggio di
dire una parola…»
…ma dava le spalle all’entrata, e alla libreria.
Non poteva accorgersi della presenza di quella giovane suora, che
sembrava contemplarlo pazientemente, appoggiata allo scaffale
traboccante di libri antichi…
«Certo che…ritrovare i propri domatori dopo tanto
tempo fa un effetto strano.» rifletteva Beelzemon
«Però…non so! Con Mako è
diverso. E’ come se in un certo senso non fosse cambiato
nulla, in lui rivedo la speranza di affiancarlo come non ho potuto fare
la prima volta che giunsi sulla terra. Per te invece
Akemi…è diverso. Sarà
forse…l’effetto di questo luogo! O del tuo abito,
sai? T-Ti copre completamente, e non mi sembri tu. Però la
tua voce mi è familiare acc…!...ah, no sono in
alto mare. Perché ci ripenso? Non riesco a togliermi quella
sensazione dalla testa, è come se…!»
…ma ora la suora si mosse, e a passo delicato giunse da lui
sussurrando «…Beelzemon…» e
lui si volse di scatto «Ah! Akemi, sei qu-»
Lei si avvicinò per salutarlo, ma quando fu a un passo di
lui il Digimon si ritirò «Ahhh!» come
impaurito…ma senza riuscire a fermarla…in quello
che era un semplice, gentile saluto mattutino con un bacio accanto alla
guancia. Gli occhi della ragazza, dietro gli occhiali, erano premurosi
e amorevoli come sempre «Spero tu abbia dormito bene,
caro.»…«I-Io, dici…? Se ho
dormito bene…?...
…ho dormito un…po’. E-E tu come hai
dormito?»…«Oh, molto bene.»
Akemi quella mattina sembrava vivere una sicurezza rinnovata. Una
serenità speciale, che le condusse la mano, in quel suo
gesto ricorrente, verso quella di lui sollevandola…
…e lui mentre vedeva le loro mani alzarsi sentiva
sospendersi anche il suo cuore…
…dalle mani, gli occhi di Beelzemon passarono al viso di
lei, la quale lo invitò
«…vieni.»…«Oh? Dove
mi vuoi portare?»…«E’ una
sorpresa. Ma credimi sono sicura di quello che faccio.
Coraggio.»…«A-Aspetta! Akemi, noi
non…
…non possiamo andare in giro…insomma: se ci
vedono, qui…»…«Ti fidi di
me…?»…«Oh!»…«…il
rapporto che lega un Digimon…con il suo domatore
è basato sulla fiducia.» descriveva la ragazza,
mentre carezzava la mano artigliata di Beelzemon nella sua gentile
«Io purtroppo non ho potuto avere l’occasione fino
ad adesso di sperimentare questa sintonia che in fondo al cuor mio
credo sia…magica!
Speciale!»…«…in
fondo…al cuor tuo Akemi cosa
c’è?» sussurrava Beelzemon «E
in fondo a quello…di ognuno di noi.» ma lei non
esitava a rispondere «Molte cose.» e a promettere
«A poco a poco le vedrai
tutte.»…«Ahh…!!...dici…che
le vedrò?!» chiese come fosse una sorpresa bella e
inquietante al contempo, mentre Akemi era serena
«Farò del mio meglio per mostrartene ognuna.
Desidero che fra noi due…ci si possa conoscere appieno, e
recuperare tutto il tempo perduto. Così che un giorno io
possa dire…che anche se fra le pareti di un
convento…ho avuto il mio Digimon. La mia avventura. La mia
esperienza. Ma…per questo occorre vivere tutte le tappe
necessarie senza affrettarne nessuna, e quella verso cui sto per
condurti è speciale
perché…!...» non riusciva, la ragazza,
a smettere di passare il dito sulla mano di lui come se quel contatto
le servisse per trovare le parole che si sforzava di cercare
«…come dire…è il momento in
cui un domatore si svela per quello che è. Non
più manti né inganni a coprire la luce della
novità, è una cosa bella! Beelzemon!! La luce di
ciò che è vero, contro tutte le bugie del mondo,
non può essere sostituita con niente, ne abbiamo tutti
bisogno come le piante di quella del sole per crescere. E noi suore
preghiamo ogni mattina perché sempre più possa
irradiare il nostro cuore. Ora…vieni con me, non aver paura,
ti conduco verso un momento speciale: anche senza
Digivice…si possono solcare quelle tappe che uniscono quello
come te con quelli come…me. Hai osservato bene questa
biblioteca?»…«Oh! Qua attorno,
dici?» scrutando senza una meta precisa fra quegli scaffali
«Non puoi immaginare quanto, io…ci vivo qui-da-da
adesso! Da quando tu mi hai accolto questa è diventata la
mia casa, e ne conosco ogni
angolo.»…«Allora conservala dentro di
te. Perché da adesso le cose cambieranno.
Vieni!»…«Oh? A-Aspetta,
Akemi!» mentre lei lo trascinava verso le scale, con quel suo
passo così giovane, leggero, tanto da far trasparire
l’assenza dei pesi di cui si era liberata per seguire la
strada scelta «S-Se saliamo ci vedranno! C-Ci scopriranno,
non voglio che tu abbia problemi! Akemi!...
…dove mi
porti?!»…«Uhmuhmuhm!» ma lei
rideva spensierata, con la grazia e la leggerezza di una bambina.
«Calùùù…»
…assorti gli occhioni verdi di quel piccolo e bianco
Digimon, seppur un po’ pieghettati nel loro contorno. Di
fronte ad essi scorrevano strade, palazzi ed esseri umani, mentre
veniva scarrozzato all’interno di quella borsa da ragazza
«Ahah, ti piace la città, Calumon? Trovi che sia
cambiata…?» domandava Jeri, dal passo convinto.
Lui le rispondeva «…è una grande
emozione.»…«Ahah. Lo immagino. E lo
sarà ancora di più passo dopo passo.»
ma lo sguardo della piccola creatura dalle orecchie estensibili si
assottigliava «Non…corriamo il pericolo che
qualcuno ci scopra? Non possiamo permetterci il rischio per gli altri
Digimon, calù.»…«Oh? Ma no,
affatto, chi potrebbe mai
pensarci!»…«…parli per via di
quelle cuffie?» Infatti Jeri, che nascondeva il suo viso
dietro gli affusolati occhiali da sole, portava gli auricolari
«Non devi temerlo, adesso sono questi i recenti strumenti di
comunicazione! Nessuno penserebbe mai che stia parlando con te: tutti
credono che sia impegnata in una…conversazione
telefonica!» descriveva, sembrava sicura ed orgogliosa della
sua trovata «Sì, magari…mi sto mettendo
d’accordo con una mia amica per vederci! Oppure parlo col mio
ragazzo…e mi mostro sicura anche se fremo in
realtà in cuor mio per quando sarà il momento che
potremo incontrarci, anche per cinque minuti di sfuggita.»
Calumon non diceva nulla, e smarriva i suoi occhi assorti per le vie
della città…
«Di te tutti penserebbero che non sei…altro che un
pupazzo grazioso, ed io una giovane che ancora trattiene con le unghie
l’età infantile! Ma non ha importanza, sai?
Attualmente…vanno di moda certi vezzi, fanno letteralmente
impazzire i ragazzi! Pagherebbero…non so, qualsiasi cifra
pur di aver accanto una fanciulla che sia rimasta un…pizzico
bambina! Ma tu non devi mica credere che mi dispiaccia, qualsiasi altro
peluche o gingillo non potrebbe mai essere carino come te! Sai che
l’ho sempre pensato, toglimi una curiosità,
Calumon: ma come hai fatto a non cambiare di una virgola,
sei…esattamente uguale a come ti avevo lasciato!»
“…ti sbagli Jeri, sono cambiato molto. Sono un
altro e se non te ne accorgi…” pensò il
piccolo Digimon rivolgendo un’occhiata a quella giovane che
proseguiva guardando avanti ed accennando un sorriso deciso al futuro
“…vuol dire che sei cambiata anche tu.”
«Ti va una
corsa?»…«Calù?!»…«Ahah!
Aaandiamo, veloci!»
Calumon dovette aggrapparsi con le sue piccole zampe al bordo della
borsa, per non finire sbalzato.
…pochi attimi dopo, erano giunti presso un viale circondato
da alberi e cespugli «…eccoci qua! Ahahaha,
uffffff! Accidenti che corsa: non ho quasi più
fiato!»…«Calù…qui…siamo…»
il piccolo Digimon si guardò attorno
«…è vicino al nascondiglio.
E’ da qui che siamo
arrivati.»…«Davvero?! Accidenti!
Allora…aveva ragione Takato dieci anni fa, quando affermava
di aver visto brillare di nuovo la luce del varco all’interno
del luogo che usava come nascondiglio per Guilmon! Lì per
lì non ti nascondo che in molti fra noi abbiamo pensato che
si stesse illudendo. Ma ora tu me ne dai la conferma: là
sotto giace un segreto! Nell’intento di collegare i nostri
mondi è da quel luogo che si deve partire!»
scostando un po’ gli occhiali e rivolgendo uno sguardo al
blocco di pietra che troneggiava sul verde in cima ai gradini
«Oh? Accidenti, mi chiedo cosa succederà se
procederanno con i lavori di demolizione. E se il varco dovesse
chiudersi per sempre? Devo assolutamente parlarne con Mako, bisogna
femare quei
lavori!»…«Calù…come
mai siamo venuti proprio qui…?» Jeri gli rivolse
un sorriso «Uhm…sediamoci,
Calumon.»…«…calù.»
sicché la ragazza corse verso il muretto ai lati del viale e
si sedette. Poiché non vi era nessuno Calumon
balzò dalla borsetta per compiere quattro passi, e la
ragazza ne approfittò per estrarre una busta «Vuoi
del
pane?»…«Come…?»…«Sì…!
Devi darmi il voto, questa volta non ho voluto ricorrere a Takato. Ho
voluto prepararlo io stessa! Ho fatto…un po’ di
tutto, panini al sesamo, dolcetti, ho preparato tutto questo solo per
te, Calumon! Desideravo che assaggiasti la mia cucina. Dai, non farti
pregare!» e mentre lei gli tendeva una sola di quelle
prelibatezze in rappresentanza delle altre nella busta, Calumon si
ricordava…
…loro due dieci anni prima, in quello stesso luogo, con lei
bambina che gli offriva pane e dolcetti, e lui a mangiare entusiasta,
col suo sorriso luminoso…
«…calùùù…»
…un sorriso di cui qualcosa seppur a fatica
riaffiorò anche in quell’istante presente, da
quegli occhi un po’ stanchi, ma in cui ora si riversavano
gocce di tenerezza per il tempo trascorso…nel graduale
estendersi e ingrandirsi delle sue
orecchie…«Ahahah! Guarda le tue orecchie! Io ti
conosco: quando fai così vuol dire che sei
contento!»…«…quante ne
abbiamo
passate.»…«Tantissime…!!»
sottolineava la ragazza che come sempre sembrava animata da un vigoroso
palpito in ogni gesto, in ogni oscillazione dei suoi capelli, e nel
sorriso «E fra le tante cose che accomunano noi due, Calumon,
la passione per il ricordo. Sì, a me piace ricordare.
Tornare indietro, e in questo momento…!» prendendo
un respiro profondo, guardandosi attorno «…se
chiudo gli occhi mi sembra di tornare bambina…questo luogo
non è cambiato più di
tanto.»…«…alcune cose non
mutano. All’apparenza almeno, forse cambiano dentro
ma…indossano lo stesso vestito!» definì
con quella vocetta in origine molto sottile, anche se attualmente
smorzata da un velo di asperità «Bene!»
fece Jeri, e disse «Non è un caso se questa
mattina il vento ci ha condotto proprio in questo luogo,
Calumon.»…«…calù…»…«Siamo
qui per…riprendere un discorso.» disse fissandolo
in modo molto eloquente ed espressivo attraverso i suoi occhi grandi e
truccati «…siamo qui per…ritentare
ciò che il passato non ha reso possibile. Siamo qui per
constatare se è realmente vero ciò che dicono
circa la capacità del tempo di modificare il nostro animo. E
cambiare con esso le priorità. Io mi sento la stessa. Sento
che…i miei desideri non sono mutati, ed è tale il
motivo per cui ti apro il mio cuore. E tu, Calumon, che cosa
dici?»…«Oh!»…«Se
io ti chiedessi di nuovo…proprio qui, in questo stesso luogo
dove lo feci la prima volta, se tu ed io vogliamo essere una
squadra?»…«Calù?!»…«Sì!
Una domatrice con il suo Digimon! Io, Calumon, la tua Digimon Tamer
nella nuova battaglia che attende la terra. Tu cosa mi
rispondi?»
Calumon era rimasto serio. Immobile. La scrutava
colpito…
«Ti senti in grado di dare fiducia a me, ora che sono
cresciuta, ora che…non sono più la
bambina…debole, insicura e confusa che sono stata
nell’inferno che abbiamo condiviso tra le grinfie del
D-Reaper? Ora ho acquistato fiducia in me stessa. Ho obiettivi chiari,
e la determinazione per realizzarli. Calumon, non pensi…che
tu ed io meritiamo una nuova possibilità?»
«…ca…lù…»
rifletteva assorto lui, senza staccare gli occhi da Jeri che ora era
molto seria, con quel panino tra le dita che non si sapeva se lui
avrebbe o non avrebbe assaggiato…
…mentre una goccia di sudore scendeva lungo la fronte di
Beelzemon, che deglutiva a fatica, nel giardino del convento. Akemi la
asciugava con premura e con l’ausilio di un fazzoletto,
dopodiché si volgeva, e con la sua sua voce dolce come il
suo sorriso annunciava «Sorelle mie…lui
è Beelzemon. L’amico più prezioso che
Dio Nostro Signore mi abbia donato.»
Il fiato dell’alto e prestante Digimon vestito in pelle nera
si spezzava…
…dinanzi a quella moltitudine di occhi puntati su di lui
come pistole, di così tante donne vestite come lui di nero,
ma questo sentiva non bastare per annullare la distanza. Immensa. Una
voragine. Che solo Akemi sembrava voler colmare con i suoi occhi
illuminati dal sole «Comprendo che il suo aspetto possa
destare un po’ di dubbio. Ma vi assicuro che non
c’è niente da temere. So che avrei avuto il dovere
di parlarne anziché nasconderlo nel nostro convento, ma vi
prego di capirmi: Nostro Signore non ci insegna forse a offrire sempre
un riparo a chi ne ha bisogno, tanto più se persona di
famiglia? Ecco: sappiate allora che…Beelzemon quando
è giunto sulla terra dopo ben dieci anni non aveva una casa.
Il mondo…purtroppo chiude le porte del suo cuore ai Digimon
come lui così come a chiunque sia diverso. Senza sapere che
a volte ciò significa essere speciali. E’ il suo
caso…» esortandolo con un lieve gesto ad un
piccolo passo avanti, su cui però già quasi
inciampava…
…e fra le suore «Ohh…!»
c’era qualcuna che indietreggiava e si copriva il volto, i
loro occhi erano attoniti, sbigottiti…
…ma la serenità di Akemi non cedeva
«…sono pronta ad assumermi ogni
responsabilità per la situazione, la sola cosa che vi chiedo
è di…fare un respiro profondo. E cercare di
guardare…Beelzemon con gli stessi occhi con cui guardereste
mio fratello. Io sono cresciuta al
fianco…dell’uno, così come
dell’altro. Per me non vi è differenza, e sarei
piena di gioia se sapessi che per voi è lo stesso. Voi siete
le mie sorelle.»
…sguardi reciproci…(Beelzemon intanto tremava
come una foglia…)
«Ptsss…avete visto ha le
ali…»…«Due pistole con lui,
oh Vergine Santissima…»…«Dio,
è una creatura inumana, ci sarà da
fidarsi…?»
…ma Akemi ne sorrideva, ed esortava «Coraggio, dai
Beelzemon saluta.»…«Oh?!
Ma…A-Akemi
loro-»…«Ptsss…! Non
c’è niente di cui aver paura.» gli
suggerì all’orecchio la ragazza con aria complice
«Le conosco, e seppur all’inizio possano sembrare
diffidenti sono tutte donne di buon cuore. Non ti avrei presentato loro
se non fossi certa che possono
apprezzarti.»…«M-Ma non
c’entra, i-io non ho niente per cui possano
apprezzarmi!»…«Ahhh, aspetta di
sperimentare.»…«OH?!»
…ma c’era una suora anziana e magra, ma dal
portamento ancora solido, quasi regale. Incurante dei richiami
«Oh, madre tornate
indietro!»…«Cosa fate, state attenta
può spararle!» si faceva sempre più
vicina al Digimon, che passo dopo passo, avvertiva un terrore maggiore
per quegli occhi infossati e che sembravano incapaci di addolcirsi in
un sorriso
«Ah!!...Akemi!»…«Tranquillo!»…«M-Ma
come faccio?! S-Signora, perché si avvicina?! Co-Cosa vuole
farmi?!...no…!!» aveva alzato la mano
l’anziana suora «No, la prego!!»
esclamava Beelzemon, ma…
…nell’«OooooooOOOOOOOoooohhhh…!»
generale la donna procedette solo con dei lievi…pugnetti sul
torace, che lui ovviamente «Ah! AH!»
avvertì come se fossero colpi traumatici.
Dopodiché, sentì di esprimere il suo verdetto a
parole «Fisico robusto. Può resistere per molte
ore consecutive.»…«C-Come?!»
trasaliva il Digimon alato mentre Akemi «Ahah!»
giungeva le sue mani in un moto di gioia «Vieni con me,
giovanotto.» disse la suora, e Akemi «Oh, madre
Katsumi, che Dio ve ne renda
merito!»…«Che lo renda a questo
baldanzoso volontario, se è vero che ha tutte queste
qualità di cui parli.»…«Vi
assicuro che non ve ne pentirete!» promise la ragazza, mentre
Beelzemon «Non ci capisco più niente! D-Di che
state parlando?!»…«Mi scuserai se mi
approprio momentaneamente di
queste…»…«No! Le mie
pistole!»...nell’
«OoooOOOOOOOOOOOOhhh!» ancor più
animato, per la naturalezza con cui quell’anziana le aveva
prelevate «…ma qui non è proprio
possibile girare con arnesi simili.» Akemi intervenne
«A patto che possa riprenderne possesso quando occorre,
dovete sapere che per i suoi simili Beelzemon può e deve
utilizzarle, è come per noi un
poliziotto.»…«Si vedrà, le
porterò in un luogo conosciuto e accessibile ma
l’importante è che non ci giri finché
è qui dentro. Adesso su bando alle chiacchiere ho qualcosa
da mostrarti.» e si accinse a muoversi portando con
sé le pistole, per poi volgersi dopo pochi passi
«Ehi! Che ti prende, hai problemi di
udito?»…«C-Cosa? No no, io ho
sentito!»…«Sveglio! E’ la
prima regola. Reciterai una quantomeno obbligata preghiera di
ringraziamento a Nostro Signore più tardi, per il tetto che
ti ha offerto e le premure della nostra stimatissima sorella Akemi. Ora
muoviti, è urgente.»...e dando retta ai decisi
cenni di Akemi «Ptsss, vai, vai!» alla fine
Beelzemon accettò «Oh-h, va
bene…»
…nel decisivo precipitare delle altre sorelle in una nuvola
confusa di mormorii, gomitate, consulti, stoppata drasticamente dalla
madre superiore «Cosa avete da borbottare voi
tutte?!»…«OH! SCUSATECI MADRE!»
Mentre in quel viale, dove il sole filtrava tra gli alberi, Jeri si
alzava dal muretto «Allora…? Cosa mi rispondi,
Calumon, sono riuscita a convincerti?»
Lui le dava le spalle…
«Mi accetti come tua domatrice?» chiese, e sembrava
che per lei fosse molto importante.
«Calù, non lo so…»
mormorò il piccolo Digimon «Oh?! Come mai,
perché ancora dubbi dopo tanti anni…?!»
avvicinandosi, e parlando col cuore «E’
forse…per lo stesso motivo? Poiché la tua indole
di pace ti impedisce di concepire lo scontro al fianco di un domatore?
Se è così rispondimi Calumon, per favore, ho
bisogno di sapere!»
Calumon alzava i suoi occhi un po’ segnati dal tempo al sole
di quel mondo che non vedeva da dieci anni…mentre Jeri
dietro di lui lo esortava «Allora?»
«…Jeri…» parlò
lui…volgendosi incurante del suo muoversi un po’
goffo e “corto” come era lui
«…piccola Jeri, abbi pazienza. E’
passato tanto
tempo.»…«Tanto…tempo da
affievolirti il ricordo di me? Sono un’estranea per te
adesso, hai vissuto tali e tante esperienze…
…che quei giorni…con la morte a circondarsi,
sospesi in quella sfera di dati e spogliati di tutto se non delle
nostre speranze, sono ormai un ricordo lontano, un collage di remoti
fotogrammi?»…«…no,
tutt’altro…» piegava il capo Calumon
«Il rosso del D-Reaper…è ancora vivo
dentro di me, Calù.» sicché la ragazza
avanzò «…e allora, perché?!
Perché non provare a formare una squadra io e te?
Era…scritto in un certo senso che così sarebbe
dovuto andare quando la battaglia si concluse e noi
due…grazie…al vincolo d’amicizia che ci
legava, ci salvammo. Purtroppo gli eventi…che hanno visto il
richiudersi del varco e l’obbligo per voi Digimon di fare
ritorno al vostro mondo hanno impedito di terminare tanti discorsi
lasciati in sospeso! Io voglio te! Sei sempre stato un Digimon conforme
a quelli che erano i miei
sogni!»…«Calù…»
ora lui alzò i suoi occhi intensi su di lei
«…sei
sicura…?»…«Certo…!!
Credi che abbia scordato quelli che erano i miei sogni, e le mie
aspettative? No, mai…! I miei ricordi sono vivi dentro di
me!»
Calumon di nuovo le diede le spalle “Che strano, non so cosa
risponderle. Tutto è avvenuto tanto
velocemente…non ho neanche fatto in tempo a riabituarmi a
questi alberi…” tra i quali smarrì lo
sguardo “…a queste strade, e a questi scenari. Chi
sono io? E’ tanto tempo che non mi pongo questa domanda. Una
volta non mi importava, mi accontentavo di correre, giocare e vivere
spensierato con i miei amici. Ma è giusto che io sia ancora
così? Cosa si aspetta il destino da me? In questi anni non
ho avuto il tempo di rispondermi…
…i miei poteri e la fama che mi sono conquistato mi hanno
preso in contropiede, e mi sono dovuto occupare di talmente tante cose
che non ho avuto il tempo di riflettere. Io chi sono? Cosa è
rimasto di quello che giocava libero sul suolo di questo mondo di
umani? Debbo a tutti i costi trovare le risposte…”
«…ca-calù, ho bisogno di fare due
passi.»…«…certo, come
vuoi!» rispose Jeri e si rimise la borsa a tracolla.
…dopo qualche minuto trascorso a camminare, la ragazza e il
Digimon raggiunsero un luogo in cui risuonava la colonna sonora di
scrosci acquatici, che con la sua suggestività
rapì gli occhi di Jeri. Lì vi era una
sorta di grande fontana di pietra a cascate molteplici. Calumon la
scrutò «…calù.» e
si smarrì in quelli che probabilmente erano gli stessi
ricordi di lei «In questo luogo…»
pronunciò, avvicinandosi di qualche passo alla
fontana…
…tendendo la sua mano smaltata agli schizzi, chiudendo gli
occhi e pronunciando «…era da molto che non venivo
qui. Non ci ero più passata…»
…e si ricordò di quando un Digimon che minacciava
sia lei sia Calumon era stato sconfitto da chi, tra quelle cascate,
fece nascere l’arcobaleno, innalzandosi su di esso nella sua
regale maesosità. Un Digimon dalle sembianze leonine. Come
lo ricordava quel fermaglio che ora lei rimosse dai suoi capelli ma
«Oh!» le cadde di mano
«Calù!» così che il piccolo
Calumon poté fermarsi a guardarlo a terra
«Leomon…»…«Vi
è un motivo per cui hai voluto portarmi qui?
Ora…sono io a chiederlo a
te.»…«Jeri: tu…sei cosciente
di quello che vuoi?»…«Oh?
Perché mi fai questa domanda, Calumon?
Sai…già la risposta, te l’ho mostrata
pochi minuti fa.»…«…eppure
Jeri c’è qualcosa che non mi torna di quel
momento. Guardo il tuo fermaglio e cerco di chiedere a Leomon la
risposta, calù, ma sento solo silenzio. Lui era
così saggio, sapeva molte cose…»
“Io voglio un Digimon che sia mio…”
pensava la giovane, e rispondeva «Leomon…se lui
potesse parlarci, non pensi che ci incoraggerebbe a lottare
assieme?»…«Calù…non
so. Io…» guardando i palmi delle sue piccole mani
«…non sono abituato a lottare. Non l’ho
mai fatto. E se ho sprigionato i miei poteri a Digiworld è
stato soltanto…per aiutare i miei
amici.»…«Sì,
però…!!...forse ci sono dei lati di te che non
hai considerato!»…«Ah! Cosa,
calù?» si volse colpito il piccolo Digimon, e Jeri
«Certamente!!...hai mai riflettuto su cosa desideri dal tuo
destino?»…«…io…Calù…ecco,
non ho avuto tempo.» ammise asciutto, guardandola negli occhi
«Dopo che ce ne siamo andati da qui…Digiworld era
nel caos. Occorreva qualcuno che potesse dirigere i lavori di
ricostruzione di tutte le zone travolte dal D-Reaper.
Così…» guardando il cielo, e le cascate
«…i quattro Supremi hanno scelto me per questo
compito. Sapevano che avevo degli amici a spalleggiarmi, e che gli
altri Digimon si sarebbero fidati, consapevoli del mio potere di
risvegliare la
digievoluzione.»…«Cosa?!»
esclamò la ragazza «Un compito genuinamente
burocratico…per un Digimon come
te?!»…«Calù…oh?
Perché parli così,
Jeri?»…«Ma è naturale, parlo
così perché semplicemente non è
giusto!!...Calumon, tu non puoi restare all’ombra per sempre!
Gli anni passano! E’ ora che tu venga fuori dal tuo
angolo!» “Cosa mi sta suggerendo?” si
interrogava la piccola creatura «Finora hai permesso che ti
relegassero in un posto…che non fa onore alle tue
strabilianti
capacità!»…«Calù,
però…c’era tanto bisogno di ricostruire
case. Che i Digimon si sentissero al sicuro, che ci fosse qualcuno a
guidarli.»…«Ah, ma con tanti Digimon in
giro potevano affidare a qualcun altro questo compito,
perché proprio te?!» Calumon ritirò
drastico le sue orecchie «Forse
perché…sapevano che io l’avrei fatto se
si fosse trattato di aiutare i miei
amici.»…«Queste sono solo
scuse!»…«Calù?»…«Ed
è ancora peggiore di quanto pensassi! Loro si sono
approfittati di te,
Calumon!»…«Ma-»…«Sì,
hanno trovato qualcuno di buon cuore che si è fatto carico
di…scartoffie e compiti ingrati! Non capisci che invece la
tua reale vocazione…è quella di seguire la via
verso cui è chiamato qualsiasi Digimon e
cioè…crescere, evolversi, sviluppare poteri! E
personalità…!» dichiarava Jeri
camminando in quello scenario incorniciato da cielo, alberi e palazzi
sullo sfondo…
…nel suo cuore sembrava albergare tanta passione
«Un altro punto che ci accomuna senza ombra di dubbio, tu sai
bene io chi sono!»
…e si guardarono negli occhi…
«Sono una domatrice che ha perduto il suo Digimon! Non ho mai
trovato nessuno…che mi aiutasse a dimostrare chi sono, quali
doti posseggo, che cosa ho da offrire a chi mi sta attorno! Sono
piena…di desideri, di progetti, di aspettative ma sono
condannata al silenzio. Tutto giace dentro di me! Non
c’è nessuno che sia disposto ad ascoltarmi ed io
del resto credevo di non avere più alcun mezzo per
esprimermi fino a
quando…»…«…calù.»…«…fino
a quando non ti ho rivisto!»
Ed i suoi meravigliosi occhi castani riversavano un intenso appello
«Calumon! Amico mio…!! Tu per me
rappresenti…quel passato che non sono riuscita a trattenere!
E forse io posso rappresentare per te…quel futuro che doveva
essere, e che non è stato per colpa di quei quattro
incompetenti a Digiworld! Per favore, riflettici, abbiamo tanto in
comune, tutti e due saremo sempre gli eterni esclusi se lasciamo fare
al mondo. Tu…il dolce e grazioso Digimon a cui tutti
vogliono bene ma che non avrà mai un domatore! Ed
io…
…la fragile bambina da salvare ma che non salverà
mai nessuno, e che non è in grado di affiancare un Digimon
se non per una…pfff, manciata di giorni prima che glielo
uccidano! Ti chiedo, allora, è forse questa la
verità?!»
«…calù…non lo
so…» si rigirava insicuro il piccolo
Calumon…
…ma gli occhi di Jeri non lo lasciavano «Tu ed io
abbiamo un futuro radioso di fronte a noi. Dobbiamo solo accettarlo e
tuffarci entrambi, tutto qui!»
“Chissà, forse Jeri ha ragione. Magari mi sento
così…perché fino a adesso nessuno mi
ha mai considerato. Avevo tanti slanci, ma ho dovuto metterli da parte
per dare una mano alla mia gente. Dev’essere questo che ha
modificato il mio carattere, e forse se riuscissi a potenziarmi, e a
diventare anch’io qualcuno, smetterei di sentirmi
disorientato. Ritroverei quel me stesso che è come se avessi
smarrito.”
“Io lo voglio…!!” pensava intensamente
Jeri, scostandosi i capelli “Ho pensato incessantemente in
questi anni a come sarebbe stato se le cose fossero andate
diversamente, se anch’io fossi stata una grande Digimon
Tamer! Forse adesso sarei una persona diversa, più
coraggiosa e vedrei più chiari i miei obiettivi, non posso
permettermi di perderlo: Calumon rappresenta il recupero di
ciò che della crescita mi è sfuggito!!”
«Facciamo
così.»…«…calù.»…«Ci
penseremo entrambi. Un giorno…fra non molto tempo, ci
ritroveremo proprio qui, in questo
luogo!»…«…d’accordo…»
sussurrò il piccolo Digimon, mentre lei insisteva
«Calumon, per favore! Pensaci bene! Ne va del nostro
destino!!»…«…il
destino…hai sempre avuto a cuore questa parola. Non
è così, Jeri?» accennò il
Digimon con un sorriso tinto di ricordi «Una parola allegra e
triste al contempo, per me! Una parola di rimpianto, ma anche di
rivalsa!» dichiarava decisa «Il destino, Calumon,
si può plasmare ma ci intima di restare svegli, non possiamo
sprecare le occasioni, altrimenti fuggirà
via…!!»…«…va
bene…questo sarà il nostro
luogo.»…«Aggiudicato, amico
mio!» “Ti prego, Calumon…!!”
“Jeri…”
“Ho bisogno anch’io di una guida! Mi sento
smarrita!!”
«…puoi vedere tu stesso, anche perché
mi sembra che il Creatore ti abbia fatto dono di un occhio
supplementare.» illustrava madre Katsumi
«E’ un privilegio raro. Così come queste
braccia forti, che ora Dio ci manda in soccorso per
rialzarci…dopo che la nostra realtà è
stata rasa al suolo. Osserva.» indicando, sotto gli occhi
attoniti dell’alto Digimon, il muro retrostante il convento,
che era stato vittima di profonde lesioni «Come vedi il
nostro convento è rimasto fortemente compromesso dopo
l’ultimo terremoto. Qui non si sta mai al
sicuro…la nostra è una terra da secoli bersaglio
delle ritorsioni della natura. Ma compito di noi uomini è
quello di non lasciarci privare della speranza e della forza di
ricominciare. Il problema è che qui siamo tutte donne, anche
se volessimo come potremmo farci carico di un simile fardello? Le
nostre forze non bastano. Tu sembri quello adatto a darci una mano. Se
dimostrerai di saperti impegnare seriamente, puoi aiutarci nei lavori
di ricostruzione, sarà il compenso per
l’ospitalità che ti offriremo qui.»
Beelzemon guardava quelle crepe e quelle spaccature, sussurrando
«…è incredibile,
è…
…come il nostro villaggio, al Vertice
digitale.»…«Anche nel tuo mondo ci sono
i
terremoti?»…«Come?!»…«Vuol
dire che conosci la desolazione che portano. Inizierai subito, mi
aspetto molto da te, tienilo ben
presente.»…«…a-aspetti!»
ma l’anziana suora si stava già allontanando lungo
il giardino «Io non…»
rifletté Beelzemon guardando i palmi delle sue mani
«…io non so se sono in
grado…» ma ecco che «Puf!» in
corsa lo raggiunse Akemi, aggrappandosi alla sua spalla «Ti
ha chiesto di aiutarci a ricostruire il convento,
vero?»…«Akemi
io-»…«Pazienta, è soltanto
per poco: è il loro modo di testare se sei qualcuno che
merita fiducia. Ti prego non fraintendermi, non è che
vogliamo sfruttarti, però con la situazione che
c’è adesso ed i pregiudizi che circolano sul conto
di voi Digimon questo potrebbe essere…uno splendido
trampolino di lancio, per ribaltare le cose!» ed i suoi
occhi, oltre gli occhiali, sembravano pieni di speranza «Tu
credi davvero che io ce la possa fare? Non so, mi sento tanto insicuro,
le tue sore-l-le tue-!»…«Ah, lo so che i
loro sguardi ti sembrano sospettosi ma ho la certezza che impareranno a
volerti bene. Ascolta.» prendendogli un'altra volta,
delicatamente, la mano «Se ho preso la decisione di
presentarti a loro è perché non mi va che ora che
sei tornato tu debba trascorrere le giornate nascosto in un vecchio
ripostiglio. Si nasconde ciò che è male,
ciò che è peccato. E invece tu meriti una
vita…alla luce del sole Beelzemon, guardalo, ci sta
illuminando, non è
meraviglioso?»…«Oh…?»
il Digimon si copriva appena gli occhi dal sole battente…e
poi tornava a guardare lei che gli diceva «Io ho molti
progetti per te: desidero che il mondo si accorga di quanto vali, che a
poco a poco superi preconcetti inutili ed impari a conoscere e
apprezzare quelli come te.»…«Akemi,
io…ti ringrazio perché mi parli così.
Ma temo…di non aver niente da offrire. Io sono diverso da
loro, come poss-»…«Ahhh, ma cosa
dici…!» lei gli sorrideva «Guardami! Io
sono…esattamente come tutte loro, una
suora!»…«Però
tu-»…«Io ti ho conosciuto. Ho diviso
giorni con te ed ho
scoperto…»…«Ah!»
sfiorandogli il petto «…che qua dentro batte un
cuore buono, pieno di slanci che debbono solo liberarsi. Ci proverai,
vero…? Non ti arrenderai così
presto…?»…«Tu
lo…desideri tanto? V-Va bene, se me lo chiedi
tu.»…«Ahah! Vedrai che andrà
tutto bene…!» si allontanò
così nella sua leggera e libera corsetta quella giovane
suora, mentre lui la vedeva confondersi coi raggi del sole nel giardino
del convento «…io ne dubito.» disse
Beelzemon, tornando a guardare le sue mani «Io non sono fatto
né per un posto simile né per questa gente,
è un esperimento che non può
funzionare.» sentiva il suo cuore suggerirgli, nel tingersi
di incertezza dei suoi occhi.
…dalla tv «-e
così pochi secondi sono bastati per spegnere
l’incendio divampato al Centro ricerche, tutto questo grazie
a quelli che, se i nostri occhi ed il nostro rimpianto del passato non
ci hanno ingannato, altro non sembrano che un Digimon eroico al fianco
del suo coraggioso domatore. Ci troviamo di fronte a un ritorno di
vecchi miti?»
Era sufficiente, così Cindermon prese il telecomando e
spense, buttando la sua schiena sul divano di quella modesta pensione
«Ahhh, è fantastico: la gente ricomincia a parlare
di Digimon, torna a respirarsi fra queste strade
quell’atmosfera frizzantina che ha sospeso un botto di animi
uhuffffff---così!» nella simulazione di un
respirone di emozione «Che poi io che ne so ero a Digiworld
non ho vissuto l’atmosfera dei tempi epici qui in Giappone
però che vuoi a furia di sentirne parlare l-l’ho
accoZZagliata nella mia testa! Lui mi ha chiesto di essere il suo
Digimon…» la ragazza digitale dal ciuffo rosso
ripensava alla sera prima «…però mi ha
anche messo un limite di tempo. Non so se questo stia a significare che
i miei sogni SI STANNO PER AVVERARE…oppure sia la
DEFINITIVA, SENTENZA circa il fatto che NON-SI AVVERERANNO-MAI non
c’è niente da fare è così
quando c’è Takato di mezzo non sai mai se ti va da
sogno o semplicemente non potrebbe andarti peggio di
così.» risollevando il telecomando ed oscillandolo
un po’, senza accendere «Mi
domando…!» alzando al soffitto un po’
crepato i suoi occhi azzurri «C’è la
possibilità che un giorno parlino così anche di
noi due? La graaande Digimon, il fantasmagorico domatore, bla bla bla
tutte queste storie? Cavoli, è quella che volgarmente si
può proprio chiamare una FIGATA-ASSURDA non posso stare qui
devo mettermi al lavoro sai cos’è che devo fare?
Mmm…ma sì! Devo aggiornare assolutamente Rika,
perché poi ier-ihmfff!!! Rika…!!! Col fatto che
è tornata…quella vooolpe, là, come si
chiama ci stava pure ieri Renamon, ecco, Renamon! Magari si sono
già ricongiunte…!» rifletteva
passandosi la mano sulla bocca…e la cosa sembrava
allettarla…ma al contempo insospettirla «Non
è che poi magari non mi parla più?! Ma noOOO, che
vado a pensare! Rika è una brava ragazza non mi snobberebbe
mai: ANZI, ho proprio una mezza idea in proposito!
Ssssì!» balzando in piedi «Voglio farmi
presentare questa Renamon: lei è la Digimon che fa per me
vedi i casi della vita io sono una principessa ma non ho classe, invece
di quella non si parla d’altro che la classe di qua-la classe
di là, di sicuro dev’essere una
che-CHE…!...quando passa, quando salta-quando
cammina…caaavolo…» provava ad
immaginarlo…
…e provava a solcare quel pavimento con una camminata
sontuosa ed aristocratica
«…ahhh…!...oscilla la
coda…tiene sospeso lo sguardo, non degna nessuno
d’un’occhiata e…va,
così!» in enfatici gesti «Sfumando nella
notte-no vabbé calza proprio per la mia missione: Takato
è così lui è ancora molto sospettoso
sul mio conto ma dev’essere anche perché non crede
che io possa fargli fare bella figura dice la porti in giro borgatara
com’è roba da metterti sotto un mattone e
invece…lo farò ricredere! Aggiudicato, voglio
imparare a diventare una Digimon di classe come Renamon e per far
ciò, devo farmela presentare da Rika! Il mattino ha
l’oro in boccaaaaaa!!!» …lanciandosi
contro la porta e (!) finendo per sfondarla, non controllando le
incandescenti energie che animavano il suo corpo
«Ops!...e-eeehmmm…dovrò chiedere a
Takato un piccolo aumento questa ho come l’idea che costi:
RIKA, RENAMON ARRIVO DA VOOOIII!!! RISTRUTTURAZIONE DI
CINDERMOOON!!!»
…lasciando la solita scia potenziale di fretta
travolgente…
«Ma che cos’è questo baccano?! Non si
può dormire?!» si chiedeva qualcuno, facendo
capolino dalla stanza vicina: ma non si trattava di un essere umano,
bensì di una…dragona nera con la cuffietta bianca
«Cavolo, se non mi sono finita di rimbambire ormai del
tutto…mi è proprio sembrato di sentire nominare
Renamon! Ahhh…quella volpe presuntuosa non mi lascia in pace
con la sua presenza nemmeno sulla terra!!»
specificò Gelsomon scocciatissima più di
sempre…
…e dietro di lei, al solito
«Amica…?»
…l’orsacchiotta PinkMonzaemon…
«Non stai
dormendo…?»…l’incandescente
LadyMeramon…
«No…» rispose Gelsomon volgendosi verso
di loro «Mi ha sfondato i timpani la pazza invasata che
abbiano nella stanza accanto.»…«Ahhh,
beata te che ti lamenti solo delle orecchie quando a me ieri ha
spezzato le os-OPS!»…«Ma brava,
complimenti LadyMeramon, record-bocca chiusa del secolo!»
osservò PinkMonzaemon, nel sospettoso stupore di Gelsomon
«Eh…? Cosa avete da confabulare fra voi, e tu
LadyMeramon perché fai quella
faccia?»…«EHM…»…«…come
se…conoscessi la nostra vicina: perché siamo
venute tutte e tre qui? Hai insistito tu perché ci
infilassimo in questa pensione…puah, senza nemmeno acqua
calda, acchittandoci per giunta in quel modo…indecoroso e
imbarazzante con cappellini e fronzoli per non far capire al tizio alla
reception che siamo Digimon!»…«Gelsomon
cara non volermene ti ho sempre rispettata, fin da quando hai preso
casa al
villaggio-»…«CooOOOsa?!»
Gelsomon sembrava volersi rimboccare la maniche, ma PinkMonzaemon
intervenne «Perdonatemi e fatemi fare un po’ la
parte della calma rappacificatrice del gruppo: vedi Gelsomon io e
LadyMeramon ieri abbiamo voluto seguire la principessa Cindermon per
tenerla sotto controllo dopo la colossale sconfitta, ma…non
ti abbiamo detto niente perché ti abbiamo vista molto
stanca, ci siamo preoccupate per la tua salute, sei una madre di
famiglia, non sei abituata a
combattere.»…«Certo, e sono anche tonta
secondo
voi!»…«Ooooh?»…«AH?!»
rispettivamente orsa e signora fiamma «L’avete
fatto perché volevate soffiarmi la missione, ecco
perché!»…«Ma veramente,
noi…»…«Cosa vai a
pensare!» rispettivamente quella di pezza, e quella in abito
nero «Comunque se non c’ero io con le mie orecchie
fragili adesso voi dormivate come ghiri! IO invece ho sentito che
quella, sta andando da Renamon, capite? Da Renamon! Quella fanatica che
si è messa a fare la rivoltosa sulla terra! Se non ci fossi
io, Gelsomon, il nostro epico terzetto andrebbe a rotoli quindi
acciaccate un po’ la vostra
presunzione!»…«Cooome hai
detto?» PinkMonzaemon «DA RENAMON?!»
LadyMeramon, la quale aggiunse «Che ci va a fare?!»
e Gelsomon, cupamente «…di sicuro…ad
organizzare il prossimo piano di
rivolta.»…«Non possiamo
permetterlo!!» scandì la signora di fuoco
«Quelli vogliono tornare a Digiworld da padroni per
opprimerci, come se non fossero bastati dieci anni di vanterie per le
imprese sulla terra!» era l’opinione di
PinkMonzaemon, ma Gelsomon stringeva le sue mani artigliate
«Se lo sogneranno, finché io sarò
viva…ragazze!!»…«IHMP!»
sussultarono per il suo tono autoritario «Ricordate, abbiamo
una missione importante affidataci dal grande Guardianmon, noi tre
soltanto possiamo riportare ordine e giustizia nel nostro mondo: per
cui dico bando alle chiacchiere, e seguiamo quella mocciosa! Voglio
proprio vedere cosa trama lei assieme a quegli idioti dei suoi
complici!»…«IN MARCIA!» ed il
terzetto scattò a passo pesante e deciso lungo il corridoio,
quando Gelsomon
«E-EHIII!»…«IH?!»…«Stupide…LA
COPERTURA!»…«GIUSTOOOOOO!»
Un tuffo in camera – poi PinkMonzaemon tornò con
cappellino bianco e abitino candido, LadyMeramon con veletta da vedova,
e Gelsomon con bandana colorata e look etnico e variopinto
«Adesso siamo a posto…»
dichiarò…nello scampanellio dei suoi orecchini e
nel magico illuminarsi dei suoi artigli…
«H-hhh…» appoggiandosi al comodino, la
volpe digitale dal fianco fasciato cercava di alzarsi dal letto
«Dove vai, mamma?» chiese il piccolo e nero Nymon
«Vai finalmente a ricongiungerti con Rika?» volle
sapere Akirmon. E la loro madre si volse, piegandosi su di loro
«Proprio così, figli miei. Il momento tanto
sognato è
giunto…»…«Ti prego, portaci
con te!»…«Non
posso…» rispose la premurosa seppur dispiaciuta
madre, e quando il suo figlio più piccolo le chiese quel
«Perché…?» tipico dei
bambini, Renamon assottigliò di malinconia il suo sguardo
«Non posso rischiare che vi scoprano,
c’è ancora pericolo in giro. La
gente…ha paura di noi, non è più come
quando vostra madre era un…giovane Digimon che parlava poco
e tendeva la mano a quella ragazza che si era offerta di essere la sua
guida. Molte cose sono diverse ma…a poco a poco cercheremo
di abituarci. Ed iniziare su questa terra quel cammino che ora la sorte
sembra aver considerato, per tutti noi. Nella speranza di unire i
nostri mondi…così che un giorno vostro padre, e
Rika possano conoscersi. Due metà congiungersi e Digimon ed
esseri umani…finalmente vivere in pace, assieme. Ma la
strada e ancora lunga e quando varcherò quella porta
inizierà la mia nuova missione: accorciarla. Vi prego,
pazientate e non muovetevi di qui, io tornerò
presto.» La piccola Akirmon rispose dunque
«…se dunque tu mamma hai scelto questo significa
che vedi più in là. Va pure tranquilla, cosciente
che ci ritroverai qui.» …rivelando in questo caso
una saggezza che va al di là dell’età,
probabilmente più veritiera nel raccontare la loro natura
speciale «Grazie…piccola mia.» rispose
Renamon…e lentamente si avviò, vegliata dallo
sguardo di quelle dolci e mistiche creature tra oro e nero, che erano i
suoi piccoli.
Prima di uscire, Renamon appoggiò la sua zampa al bordo
della porta…ripensando a moltissime cose
“Rika…”
…tanti ricordi, battaglie
assieme…digimodifiche…sussurri nella notte
cittadina, poi Digiworld, poi la città invasa dal
D-Reaper…
…tuffi nel pericolo…
…la biodigievoluzione...“Non mi sembra ancora vero
ma sto per tornare da te…” pronunciò
nei suoi pensieri. A volte anche la voce di questi può
rompersi tra il pianto e l’emozione…
…i suoi occhi si socchiudevano…e ricordava della
notte trascorsa…Beelzemon che la stringeva a sé,
e le assicurava che sarebbe andato tutto bene…
…Imagomon, nella loro casa, di fronte alla finestra oltre la
quale il cielo azzurro, a promettersi un futuro per loro ed i loro
figli…
…ancora Beelzemon…di dieci anni prima, quando
precipitava nel D-Reaper e lei ne raccoglieva il corpo, regredito allo
stadio precedente…e poi quello della notte prima, che aveva
cura di lei e la proteggeva con la stessa premura…
…l’ultimo bacio con Imagomon, prima di lasciare
Digiworld…
“Il tempo, e gli eventi si sono srotolati e, mentre noi
eravamo separate, hanno raccontato tante storie. Alcune a lieto fine.
Altre tristi, e altre ancora in sospeso. Non torno da te come una
creatura perfetta, Rika: sono anzi tanti i miei dubbi e le mie
contraddizioni. Ma mi lascio andare alla speranza che tu possa
comprendermi come…sai fare, e che la nostra
amicizia…” compiendo quel passo decisivo oltre la
soglia, a capo basso “…possa tornare a riscaldare
come in passato, come una fiamma.” e balzò.
Mentre Rika era appoggiata al bancone sul quale picchiettava le dita,
per poi scostarsi i capelli. La sua espressione sembrava
infastidita…
“Vaniglia,
guardala! Guaaardala, e non te la dimenticare: quello che hai di fronte
è il prototipo di donna perduta!”
…riecheggiavano nella sua mente quelle parole…
“Io lo so: tu
mi hai sempre odiata! Sììì, fin dal
primo giorno tuo unico desiderio era che il mio male al cuore mi
stecchisse per essere finalmente libera di accalappiare mio figlio!”
…il disagio cresceva…
“Questo:
questo tu come lo chiami nel tuo linguaggio da bordello notturno?!”
“Che…diavolo
è?!”
”L’ho
trovato in casa mia: l’ha ordinato mio figlio! E con questo
c’è andato a riprendere q-quel…BESTIONE
INELEGANTE con cui faceva il galletto con TE!”
«Pfff, al diavolo!» mormorò scostando
con stizza briciole dal bancone «…e bravo il
nostro Ryo…come al solito si è allestito il suo
spettacolare show privato fregando tutti. La storia del
“socio”, dell’”amico che
avrebbe tirato fuori
Cyberdramon”…fff…!! E io che ci vado
ancora a credere.» ma quegli istanti di amarezza e disagio
furono interrotti dall’arrivo a passo spedito e tamburellante
di tacchi di qualcuno la cui presenza stupì Rika
«…Himi…»
«…lasciamo stare. Guarda, non ne parliamo
proprio!»…«Ma cosa è
successo?!»…«Niente, vengo a prendere
solo alcune mie cose qui e…poi senti Rika, per quella storia
del locale ci…sentiamo adesso non appena io ho un attimo di
tempo vediamo tutta la faccenda: documentiii…tu magari vedi
intanto sgombera-»…«Ma
perché?! Himi come sta tuo marito, cos’hanno detto
in ospedale?!»…«Senti guarda, io mi sono
stufata! Questi medici non capisco nulla, andassero tutti al
diavolo!» si sfogava, era visibilmente scossa, con la voce
tremula e le lacrime agli occhi «Che ti hanno detto
esattamente?!» chiedeva Rika incisiva
«Mah…adesso è uscita pure la storia di
un intervento ma poi qui come si fa c’è bisogno di
qualcuno che lo assista io…non mi posso spaccare in mille
pezzi, lo capisci?!!»…«Certo che lo
capisco!!»…Rika le andò vicino, la
prese per le braccia e le intimò
«Calmati.»…«N-No
io…non ce la faccio!!» ma era difficile
perché Himi si dimenava «Adesso come facciamo con
quelli, a noi ci ammazzano!!» al che Rika spalancò
gli occhi «Chi?! Quelli…chi?! Himi parla
chiaramente, non ti capisco!»…«QUELLI
CHE CI HANNO PRESTATO I SOLDI!»
«…ti sei…fatta prestare soldi da
qualcuno…?»…«Senti-»…«Ma
avevamo detto molte volte che avremmo dovuto
evitare!!»…«Sarebbe stata una sola
occasione, niente di
più!»…«Ma guarda caso saranno
state mille, un milione di occasioni!!» esplose Rika, mentre
Himi teneva il capo basso sotto i lunghi capelli scuri «A chi
vi siete rivolti?! Possibile che debbo scoprirlo solo adesso, possibile
che non ti renda conto che in questi giri ci sono persone terribili,
CHE NON SI FANNO IL MINIMO
SCRUPOLO!»…«Credi che non lo sappia?!
Comunque…adesso è inutile rimproverarmi,
è fatta e quelli vogliono pure gli interessi, e noi non
abbiamo i soldi nemmeno per rimetterci in piedi figuriamoci per pagare
loro, e…eee…!!» camminando lungo il
locale per provare, ma non riuscire, a smaltire l’enorme
tensione «…niente, basta, è chiuso,
addio Fluido Celeste!
E addio pure alla sua padrona, fra poco!» sfogò
Himi appoggiandosi al tavolo, mentre Rika scuoteva il capo
«…avresti dovuto consultarmi
prima…»…«…che
vuoi…tu sei sempre così
forte!»…«Cosa?!»
trasalì la ragazza dai capelli rossi. Mentre la sua socia
rivelava «Sei sempre quella che ha la soluzione, o almeno
sembra. Hai sempre l’aria sicura di te, per una volta volevo
risolvere io il problema. Ed ecco com’è
andata.»…«Him-»…«No
senti Rika guarda…non ho tempo! E non ho nemmeno
voglia!»…«E credi che questo basti, che
cosa adesso si presume che debba fare io, come posso anche
soltanto…MANGIARE, O DORMIRE, sapendo che la mia amica si
è messa con quei lupi?!!» ma Himi si
alzò «Rika, senti: io ho pensato a una cosa. Te lo
chiedo a bruciapelo: mi trovi così
brutta…?»
Rika rimase impietrita «Himi…»
…dinanzi a lei la sua socia che le dava le spalle,
rivolgendole solo la coda dell’occhio in parte coperto dalla
frangetta, nell’insistere della domanda «Sono
tanto…invecchiata, sono una cosa del tutto
impresentabile?»…«…sei
impazzita…ecco cosa…» era un sussurro
agghiacciato «E perché? Mio marito è in
ospedale…» negando anche quella coda
d’occhio «…io ho fatto due conti e alla
fine ho pensato: occhio non vede, cuore non duole.»
accingendo ad allontanarsi, ma Rika esclamò
«NO!»
…raggiungendola ed afferrandola per il braccio. Tanto la
strinse, e tanto aveva gridato che Himi non riuscì a trovare
la forza per controbattere. Si volse verso di lei e
impallidì…con quella lacrima che le solcava il
viso, mentre si guardavano. Anche Rika era pallida…tremava e
diceva «Non fare…minimamente quello che hai
pensato, so…
…io cosa fare, dammi carta bianca. Ti
prego…»
…la mano di Rika si tese lentamente…e
andò a raccogliere la lacrima della sua amica, senza
staccare per un istante gli occhi da lei…
«Ti prego…!!...» Rika supplicava in un
sussurro frantumato dal pianto «Rika…noi ci siamo
spinte troppo avanti con questa storia del locale, non poteva
funzionare è stata una
follia!»…«Adesso non sto parlando del
locale, parlo di te Himi!» cercandole di comunicare con gli
occhi quanto fosse importante «Si tratta della tua
vita…d-della tua
famiglia…»…«Appunto, della
mia, tu che
c’entri!»…«Aspetta!!»…«Ah!»
Rika la trattenne «Non puoi fare quello che hai pensato,
non…!!...ti rendi conto che non meriti
questo?!»…«Ah! E questo dove
l’hai letto scritto?...nel romanzo della mia
vit-»…«NO! Vi ho partecipato, lo
conosco!»…«Pfff…!»…«Sei
una donna…!!...
…straordinaria…»…«…oh!...
…Rika in tanti anni non me l’avevi mai
detto…»…«Non fa differenza,
te lo dico adesso.» confessò Rika in un sorriso di
commozione e di turbamento «Sei…forte,
decisa…hai mille idee, e le hai difese con coraggio.
Le…donne come te meritano un futuro radioso. Non
una…cascata di fango, a
travolgerle!»…«…c’è
qualcuno che non sembra d’accordo con te,
però.»…«Questo non
importa!!» Rika le teneva saldamente la mano sul braccio
«La gente può dire quello che vuole! Non sa che
cosa abbiamo passato…»
…gli occhi di Himi erano colpiti…
Rika propose «Permettimi di difenderti, oh sì lo
so che te l’ho proposto tante volte e non l’ho
fatto, ma questa!...ti basterà guardarmi negli
occhi…per accorgerti che è diverso…
…io ti ho trascinato in questa storia con la mia
testardaggine, e io sono disposta a tirarti fuori. A qualsiasi
costo…» scandì, con sguardo eloquente
che penetrava nell’animo di Himi…la quale, a poco
a poco, si scioglieva in un sorriso che condusse una carezza sul viso
dell’amica «…sei carina a parlarmi
così, sei sempre tanto
altruista-»…«No!» ma Rika
sembrava scostare il capo e non gradire i ringraziamenti
«Però non è il caso e non è
giusto che ora tu ti prenda la colpa di tutto Rika, è stato
un progetto che abbiamo avviato assieme, consapevoli dei rischi.
Ascolta, io è da quando ero piccola che lotto e mi arrangio.
E’ sempre andata così, è il mio
destino, ed ero certa da molto tempo che prima o poi sarebbe potuta
finire cos-»…«Il destino…si
può cambiare.» le rivelò Rika con un
morbido e dolce sorriso, carezzandole la mano «Già
una volta dovetti ripetermi questa frase e…anche se molte
cose sono diverse da allora sono ancora convinta che
questo…sia…ciò che è
giusto. Ciò che è dovuto. Ciò
che…dev’essere.»…«…ma
io…!»…«Per cui ti prego,
Himi…permettimi di aiutarti. Permettimi di provare a
cambiare…anche il tuo destino, ho un’idea che
può evitare il peggio. E’ l’ultima
possibilità che ti chiedo, promesso, ma ti chiedo assieme a
questo anche…il
favore…»…«Oh?»
mentre Rika socchiudeva i suoi occhi «…di non
chiedermi…niente in proposito. Lasciami
tentare…senza che qui debbano echeggiare altre parole,
d’accordo?» e sembrava sorridere «Abbi
fiducia in
me…»…«…tu…eri
solita parlare così c-con la tua…
…con la tua Digimon, Rika?»
Solo un sorriso sfumato sotto occhi chiusi in risposta…occhi
che il secondo dopo si riaprirono «Allora…? Lo
farai? Ho il tuo appoggio…?»
Himi la fissava…ma i secondi utili per opporsi scorsero in
silenzio. Fino a terminare, con Rika che si sentì
più tranquilla, e si dirigeva verso il bancone.
Ed Himi che, seppur si sentisse incerta e timorosa, non aveva il
coraggio di opporsi. E andò si recò a prendere
quegli oggetti personali per i quali era giunta.
Rika strinse i denti “Renamon…
…sulla scia delle parole pronunciate assieme, che
più fra tutte mi diedero coraggio, e la speranza che per me
cominciasse una nuova vita, decido di buttarmi un'altra volta in quel
pozzo infernale. Lo faccio per un’amica, forse. Lo faccio
perché è giusto. Solo che questa volta tu non ci
sei…” …ed era arduo
trattenere il pianto…mentre estraeva lentamente il suo
cellulare…
…ignara che di nuovo, tra i palazzi di Tokyo, sfrecciavano
in un flash i salti di Renamon “Che sensazione unica. Mi
sembra di solcare il suolo di un sogno.”
Prestava molta attenzione, la volpe dorata, a nascondersi e a sfuggire
ad ogni occhio umano “Sotto di me riconosco i luoghi amati, e
mille strade sorvolate a quel tempo solo per seguirti sottraendomi ad
occhi indiscreti. E proteggerti, poiché avevo bisogno di te.
L’aria della tua città…sembra
sussurrarmi che la mia vita è destinata a
ricominciare.” ed erano nuovi, rapidi balzi.
Rika portava lentamente il cellulare all’orecchio, seppur
quello sembrasse l’atto più ingrato
“…è l’ultima delle risorse
che mi restano. Sono una donna, ormai. Non posso più sperare
che il mio Digimon mi sorregga, entrando in azione all’ultimo
secondo ed impedendomi di precipitare. Così dunque la vita
sembra andare…” mentre la chiamata
emetteva i suoi primi beep “…però anche
se ho perduto te e con questo forse la coscienza di
salvarmi…io non posso cambiare. Rika, pur rinunciando agli
ultimi residui di dignità, difenderà i suoi amici
fino alla fine. Svanirò come un’oscura, distorta
proiezione. Ma proiezione pur sempre di una Digimon
Tamer…”
«…mi stupisce ricevere una tua
chiamata.» rispose una voce maschile. E dopo averlo ricercato
nel suo cuore, Rika rispose con il suo consueto, granitico orgoglio
«…e invece non dovrebbe stupirti affatto. Tu
dovresti conoscermi…bene come
dici.»…«…uhmuhm!
MOLTO…molto più di quanto tu credi. Ci
scommetti?»
Silenzio.
«Allora? Già
pentita?»…«…no.»…«A
cosa devo
l’onore?»…«…prepara
lo champagne.»…«E’
già capodanno?»…«No: accetto
l’appuntamento che mi hai proposto.» e
sentì come un’oscura mannaia piombare sulla sua
vita.
«Ahahahah!» rideva, dall’altro lato della
chiamata, l’uomo dal tatuaggio a fiocco di neve. Era in
strada, ma il secondo dopo una mano lo afferrò per il
braccio «Oah-ahh-ahhh!» trascinandolo nel buio di
un vicolo «Pezzo d’idiota sono ore che ti
cerco!!» sbucarono due occhi femminili sottili e taglienti, e
in breve si delineò quell’austera seppur ancora
giovane figura «Tu, tesoro…? La mia amata signora
maestra in un vicolo pieno di
mondez-»…«Pfff, non mi toccare e non
fare lo spiritoso!» sibilò Asanuma, che
specificò con sguardo sospeso e instabile
«Dobbiamo accelerare i tempi…rivoglio
immediatamente mia figlia nonché pretendo che sia
riabilitata la mia immagine, nessuno deve dubitare della mia
integrità morale e le voci di corridoio su quei
maltrattamenti dovranno apparire come un PARTO della fantasia malata di
mio marito!»…«Che cos’hai,
dolcezza…?» l’uomo col tatuaggio le
carezzava i capelli «…hai combinato qualcosa di
illecito, perché tutta questa fretta? Oh ma lo sai che le
bambine cattive vanno
punite…»…«A proposito di
bambine
cattive…»…«Oh?!»
Asanuma gli strappò il cellulare di mano «Con chi
diavolo stavi parlando?!»…«Non dire
“diavolo” ti prego, non mi piace, e non sta
bene.»…«Io dico quello che voglio e
quando voglio, come
se---»…«Ahi!» con un bello
spintone «Come se non sapessi che non appena giro lo sguardo
te la fai con cento altre, prima fra tutte in classifica
quella…q-quella poco di buono senza istruzione della
barista, quella del locale notturno amica del mio
alunno!»…«Oh ma che cosa dici,
maestrina…? Io sono uno per bene. Sono un alunno
modello.»
…quell’uomo magro e pallido aveva un dente che gli
luccicava più del dovuto…
…ma ad Asanuma questo non sembrava importare «Non
mi inganni, non so da dove vieni e neanche qual è il tuo
vero nome!»…«Però fra noi ha
subito funzionato. E ti importava soltanto che ti
aiutassi.»…«Mi importa ancora, il
problema è che non lo stai facendo! Senti, io da adesso in
poi…vado molto di fretta! Quindi se è necessario
organizza un finto attentato, basta che mio marito venga descritto con
parole di disgusto dalla bocca della collettività: se senti
qualcuno che parla di me riguardo a ieri notte, io ero da te! Ah, e
ovviamente non perché stiamo insieme ma perché
sei un membro del sindacato degli
insegnanti!»…«Più credibile
no…?»…«PER ADESSO
accontentati di questo…!!...» gli occhi della
donna si fecero affilati come lame «…ho iniziato
un’operazione da tanto dovuta ma non l’ho ancora
terminata e ho molto da fare…» allontanandosi in
strada fra i passanti, mentre lui dal vicolo oscuro la vedeva
scomparire «Uhmuhmuhm…»
sogghignò quell’uomo dalla voce lugubre
«…donne. Chi le capisce è
brav-GULP?!»
…ma aveva visto qualcuno a velocità-lampo saltare
sui tetti...
Renamon infatti si arrestò e «Oh?!» il
suo occhio glaciale si mosse «Mi è
sembrato…no. Devo essermi sbagliata.» riprendendo
così il suo attraversamento della città.
Fiocco di neve si passò allibito la mano sulla faccia
«Oaahhh, no! Non può essere! Ho le allucinazioni:
NON PUO’ ESSERE CHI STO PENSANDO!» in un moto di
aggressività che inasprì la sua voce, che pareva
provenire da un abisso oscuro e gelido.
«Ryo…devo dirti una cosa.»
parlò Monodramon dall’interno del borsone che Ryo
aveva momentaneamente posato dietro un albero, in un parco
«Riguarda quella signora a cui hai dato la mano nel negozio
di Takato…Yuki mi pare lui l’abbia
chiamata.»…ma nessuna
risposta…«Ryo! Mi ascolti? Ma allora ci andiamo
ancora al locale di Rika?»…«Ma
sì, ma sì, è qui dietro
l’angolo!»…«Come mai siamo
ripassati da te?»…«Perché
devo a tutti i costi restitui-PTSSS!---…devo a tutti i costi
restituire questo!»
Intendeva il fucile supersonico, che stava cercando un po’
maldestramente di nascondere avvolgendolo con della carta
«Non vedo: sono chiuso qui dentro. Ahhh, intendi dire quel
fuci-»…«ShhhHHH! Vuoi parlare piano?!
Quell’imbecille me l’aveva fatto recapitare per
venirti a salvare quando io scopro che è vietato dal governo
giapponese: ci è mancato poco che mia madre lo trovasse
sopra il letto, fortuna che mi sono ricordato in tempo! Quel tipo mi
aspetta e quando abbiamo fatto con Rika glielo vado a
riportare!»…«Ryo?»…«Sì,
sì, cosa vuoi?!» il ragazzo si impicciava sempre
di più con la carta, lo scotch e la tracolla della borsa,
tanto da diventare quasi blu in faccia per l’impazienza
«…è tutti i giorni così la
tua vita adesso?»…«Come?
Oh…beh, più o meno. Perché? Non ti
appassiona?»…«Tantissimo!»
rispose allegramente Monodramon «Oh, meno
male.»…«E’
pressoché identica a quella che avevi prima, è
questa la cosa che mi fa star
meglio!»…«Ahhh!» Ryo fu sul
punto di inciampare, sia per il momento frenetico…sia per il
bilancio generale sulla sua vita!
Ma Rika nel frattempo beveva un bicchiere, e poi subito dopo un altro
sorso, tutto d’un fiato, e si asciugava la bocca. Respirando
profondamente «…ecco, l’ho fatto. Ho
trovato il coraggio, finalmente…» stringeva i suoi
occhi «…adesso devo soltanto avere la forza di
andare fino in fondo. FINO…IN FONDO…»
scandiva e stringeva i pugni per farsi forza…
Ryo fece capolino in quel momento «Oh?» si
guardò attorno «Non c’è
nessuno?» ma poi, individuandola vicino al bancone
«…ma lei c’è: ovviamente, non
poteva mancare! La Regina dei Digimon integerrima come
sempre.» sicché mosse qualche passo, approfittando
per spruzzarsi a velocità-lampo le ultime gocce di profumo e
riponendo la bottiglietta nella tasca della giacca «EHM
EHM!!» si schiarì la voce…
…Rika mosse la coda dell’occhio…
…e poi si volse del tutto, all’udire
«Posso avere l’onore…di riportare un
messaggio a questa eroina?» declamò Ryo
inchinandosi, con sguardo furbetto, mentre il suo borsone scalpitava ed
il fucile incartato rischiava «Ops!» di scivolare
dalla tracolla. Rika sembrò accennare un sorriso, anche
piuttosto cordiale «Ahhh, Ryo, ma che sorpresa, ci fa sempre
un immenso piacere
averti-QUI!»…«OUGH!» aveva
enunciato baldanzosa venendogli incontro…e terminando con
uno schiaffone da annali «A-AH, RIKA, MA SEI
IMPAZZITA?!» mentre Monodramon dalla borsa chiedeva
«Che succede, che succede?! Liberami! Ti ha già
dato un bacio?!»…«M-Ma che bacio, ahhh
Rika si può sapere stavolta che ti ho fattooo?!
Perché mi hai dato uno
schiaffo?!»…«PERCHE’ SEI IL
SOLITO CRETINO!» gridò la ragazza con
più di un bel po’ di rabbia. Ryo si reggeva la
faccia facendosi strada con voce piagnucolante «M-Ma io vengo
a portarti una bella notizia e tu-»…«Una
bella notizia?! UNA BELLA NOTIZIA-cos’è quella
cosa che tieni là dietro?! Te la do io la BELLA
NOTIZIA!»…«No-NO! Ferma!» ma
lei agilmente afferrò il fucile incartato «Che
cos’è, un regalo per
me?!»…«Non lo toccare!»
piuttosto lei lo scartava «Chissà
perché avevo come la sensazione che me l’avresti
portato, evidentemente so a memoria i chiari di luna che fomentano le
tue galanterie!»…«Beh!»
sfoderò lui un sorrisone «Sarà che
ormai fra noi c’è una storia
annos-»…«SILENZIO!»…«Ihmf!»…«Ryo?
Che succede?» chiedeva intanto Monodramon…
…mentre Rika constatava compiaciuta, con ai suoi piedi la
carta strappata «Oh!!! Ma bene!!! L’equipaggiamento
perfetto per una missione
impossibile!»…«R-Rika
lascialo!» ma lei glielo puntò contro
«E’ questo quello che il tuo socio ha adoperato per
tirar fuori Cyberdramon dal pericolo?!»
«Ops!...temo proprio che tu non abbia perso il vizio che
avevi fin da quando eri
ragazzina!»…«Che…vizio? (!!)
» chiese lei con sguardo da tigre…
…e Ryo, con le mani alzate come un ladro colto in fallo
«…quello di guardare troppa
televisioneee!!!»
«Tenga, il suo
pacco.»…«Veramente quello non
è il mio.»…«No no, io dicevo
all’altro signore!» precisava Takato con un cortese
sorriso da dietro il bancone del suo negozio. Il padre aveva alzato gli
occhi su di lui immaginandolo distratto…ma chiarito
l’equivoco senza bisogno del suo intervento si
limitò ad accostarsi a lui «Oggi non vai al
salone?»…«Il signor Harasawa mi ha detto
di andare solo nel
pomeriggio.»…«Oh…d’accordo.»…«Papà.»…«Sì?»…«…mamma
mi ha detto che c’è un pagamento non
previst-»…«Non qui,
Takato.»…«…d’accordo…»
sussurrò il ragazzo, che accompagnava il lavoro al negozio
con gesti e atteggiamenti di pacata e un po’ silenziosa
educazione. I suoi pensieri “…poi, fra una cosa e
l’altra non ho avverito Rika. Spero Ryo faccia prima di me, e
spero lei non se ne prenda. Mamma mi ha detto di lasciar
perdere…” …rivolgendo lo
sguardo a sua madre, poco distante…
…la quale parlava con una cliente «Signora Mie la
vedo preoccupata.»…«…che
vuole, signora. Questo è proprio tutt’altro che un
buon periodo.»…«…speriamo
passi presto.»…«Ci siamo fatti vecchi
con questa speranza, signora mia.»
“…ma secondo me, una telefonata in questo caso ci
sarebbe comunque stata. Renamon è tornata!...e se non ci
mostriamo uniti in momenti di gioia simili cosa, o chi
mai…farà passare un periodo tutt’altro
che buono, come questo?” …ma nessuna
di queste parole usciva dalle sue labbra, c’era troppo pane e
troppi soldi, sebbene questi ultimi fossero troppi per pensare, ma non
altrettanto per viverci. Per cui gli rimaneva tutto dentro.
Nel frattempo sua madre seguitava a conversare «Come?
Sì, sì!...no ma…dice
che…che dire non lo so neanch’io. Che non si
trovava.»…«Con la
scuola?»…«…”problemi
di concentrazione”…» con alzata di
spalle un po’ desolata, per la signora Mie…ignara
di essere nel mirino del serio sguardo di suo figlio «Non
stava abbastanza
attento?»…«…mah: questo
problema lo ha avuto fin dalle elementari. La sua insegnante viene
ancora qui e talvolta ne parliamo. Era che…ptsss: si
avvicini sennò ci sente.»
(ma qui lo sguardo di Takato, e il suo lieve respiro, si facevano
eloquenti)
«…mio figlio ha sempre qualcosa
a…aaa…a distrarlo, signora. Pensavamo che magari
col tempo, avrebbe trovato qualcosa che lo appassionava ma poi ha
voluto rinunciare.»…«Un po’
troppo presto?»…«…diceva che
si sforzava, per lui era solo una perdita di
tempo.»…«E’ per questo che ha
cercato lavoro.»…«…fff,
sì no, adesso…si dà da fare in questo
salone però sa com’è signora
quest’oggi gli stipendi sono molto
bassi.»…«C’è per
esempio il figlio…ha presente la signora Tachigawa? La
conosce?»…«Eh? Eeee, come no,
sì…!»…«Lui
è andato in Polonia. Si è preso una breve laurea
in lingue, ha fatto in fretta e furia e ora fa il traduttore. Non va
male.»…«…eh…!»
con apertura di braccia, come a dire “e che vogliamo
fare?” mentre con lo sguardo si preoccupava a ritmi regolari
di slittare verso suo figlio…
…e suo figlio apparentemente era impegnato in
altro…
«O il figlio della signora
Sasaki?»…«Il più grande, o il
più piccolo?»…«Eh tutti e
due, tanto adesso anche il più piccolo sta per prendere la
strada del più grande.»…«Eh,
va bene ma loro si sono sempre distinti!» ricordava la
signora Mie con il sorriso di chi ne ha sentite tante da molti anni, e
la cliente «Loro hanno brillato
all’università. Deve vedere che ufficio, mi ha
mostrato le foto l’altro giorno la signora, sul cellulare.
Ora lo divideranno in due, ci metteranno anche il piccolo.»
“…e poi riserveranno loro lo stesso trattamento
quando in carcere dovranno fare una cella per due!” era il
pensiero parallelo di Takato, quando suo padre
«Takato?»…«Sì,
papà?»…«Tu li conosci i figli
della signora Sasaki?»...«Uh?»
Improvvisamente il ragazzo notò di avere lo sguardo del
padre, della madre e della cliente puntati addosso, e tutti e tre
contraddistinti da una specie di sorriso
“incoraggiante” che aveva decretato la paralisi del
negozio «Beh…? Cosa c’è,
perché mi guardate così? Sì, conosco
questi ragazzi.»…«Hanno molta
volontà.» commentò
Takehiro…e Takato ripiegò su buste e bancone,
cercando di non far pesare troppo la sua seria espressione
«…senz’altro, non ne
dubito.»…«Pensa, figliolo, che lavorano
in una società di credito!» dichiarava entusiasta
Mie, e Takato rifilava un sorriso a metà
«Sì, lo so.» …sistemando gli
scaffali retrostanti “…ai miei tempi la chiamavano
attività di copertura…” «Sono
molto in gamba!» era il commento della cliente
«…sì, lo so
signora…!» fu la risposta, leggermente
più cordiale forse nella speranza di chiudere il discorso.
Ma la donna aggiunse «Poi c’è il figlio
della signora Ayami.» …descritto come un altro
spunto di merito. Takato si bloccò per qualche istante,
mentre Mie chiedeva «Chi, Mako?» e Takehiro
«Lo conosciamo! Cioè,
veramente…più il padre, lui non viene tanto.
Ma…sembra che insomma, con la
scuola…!»…«E’ il
primo nella sua classe.» Mie illustrò
«Sì, è vero, il padre ci parla spesso
dei suoi successi! E’ particolarmente portato per
la…»…«Matematica!»
precisò Takehiro, con l’eco della cliente
«Matematica!» e di Mie «Sì,
infatti! Oh, io ero negata per la matematica…!» ma
il marito illustrò con mani sui fianchi e un pizzico
d’orgoglio «Invece a me piaceva! Mi sarebbe tanto
piaciuto studiare Economia. Ricordo che ero molto portato, fin da
piccolo facevo i conti a memoria, mio padre a chiedermi “ma
come fai?”.» Le due donne sembravano ammirate, e
lui «E le percentuali poi le amavo in modo
particolare!»
Takato intanto a pensare “…uhm, Mako. Beh, adesso
buon per lui, mi fa piacere. Beelzemon è tornato,
potrà scoprire finalmente cosa voglia dire essere un
domatore.”
«Sapete che ha pure una fidanzata?» chiedeva la
cliente, compiaciuta di quella notizia che sembrava accendere gli occhi
e i sogni di Mie «Ahah!»
“…non solo. Ha anche un Digimon, oltre alla
fidanzata. Sa anche questo, signora, lei che sa sempre
tutto?” si chiedeva dentro di sé Takato con una
punta di ironia visibile però dal suo sguardo
“Scommetto che su questo la batto io in fatto di
informazioni! Uhm!”
Takehiro però sembrava ancora distratto dal suo filo
«Ricordo che il mio amore per le percentuali…era
qualcosa di quasi malsano, la contabilità del negozio di mio
padre volevo tenerla io!»…«Sei sprecato,
caro, in un negozio così…!» scherzava
con una certa dolcezza la moglie, ma l’uomo non abbassava il
suo capo in quel piccolo momento di gloria «Ah, lo so:
però che vuoi farci, in famiglia non avevamo…i
soldi perché potessi studiare. Mio padre me lo disse subito.
Era il mio sogno, lì per lì ci rimasi davvero
male, la matematica…era la mia passione! Però sa,
nella vita occorre rassegnarsi. Questo, questo pane è la
sola realtà.»
…tutto sempre sotto lo sguardo di Takato, sotto la sua
frangetta, e sotto la cuffietta bianca per proteggersi i
capelli…
«E vostro figlio…» accennò la
cliente, e Takehiro subito «No,
no…!»…«Takato ha preso da me,
di certo.»…«Lui la matematica non la
sopporta, però ammetto che mi sarebbe piaciuto:
sì avrei sempre sognato un figlio con
cui…sfidarmi a colpi di numeri! Però anche
lì…quel che passa il convento.»
Takato ascoltava e osservava…
…mentre uno sguardo, che era molto simile al suo, cadeva su
fogli e fogli scarabocchiati di numeri e calcoli: al centro fra questi
troneggiava il disegno di un Digivice «Ecco: è il
solo elemento che ci manca! Quando avremo un Digivice sarà
il momento per me e Growlmon di iniziare
l’avventura!» diceva il giovane N’Emo,
rigirandosi quei fogli davanti agli occhi «Da dove si
comincerà…? Devo andarglielo a chiedere! A lui
è già capitato, saprà di certo
qualcosa in più sull’apparizione di un
Digivice!» smontando dai letti a castello e prendendo i fogli
con sé «Growlmon!!!»
…correndo giù per le scale
«Acc!» rischiando di inciampare
«GROWLMON!!»
…giungendo nella veranda, per poi spalancare la porta che
dava sul giardino «Growl---ehhh?!»
Ma trovò al posto dell’imponente Digimon
draghiforme, una sagoma più piccola e i cui contorni erano
resi indefiniti dalle ondulazioni del manto nero con cui si
avvolgeva…
…spuntava solo l’occhio giallo…un
occhio pieno di risentimento…
…sotto di lui c’erano piatti con del
cibo…
«Sei regredito…?» avanzò
N’Emo, forse tradendo un lieve disappunto
«Perché non hai mangiato quello che ti ho portato?
Devi acquisire energie, se vuoi diventare
fort-»…«PERCHE’ QUESTA ROBA
CHE MI HAI PORTATO E’ IMMANGIABILE!»
gridò la creatura, rovesciando tutto con un colpo di coda
«Eeeeh?! Calmati!»…«Come
faccio a calmarmi? Io esigo di mangiare cibo degno di un Digimon come
me! Che ha combattuto eroiche
battaglie!»…«M-Ma questo è
tutto quello che
abbiamo?!»…«Ah!» Guilmon gli
diede le spalle…e questo a N’Emo, che si accigeva
a raccogliere i piatti dal prato, sembrò far male
«”Tutto…quello che abbiamo”?
Beh, è alquanto deludente. E non è certo
l’atteggiamento di un domatore nei confronti del suo Digimon
appena
apparso.»…«Ma-»…«Ti
ricordo che tutto è ricominciato. Prima tu non mi conoscevi,
mi consideravi un sogno.»
…rigirandosi, in quei movimenti che si erano fatti cupi come
il suo manto, che strusciava sull’erba «Ora sono di
fronte a te…!» sottolineò tagliente,
fissandolo tanto quasi da intimorirlo, con la forchetta che stava per
cadergli di mano «Tu sei al culmine della
felicità, perché io posso renderti un ragazzo
fortunato e invidiato.» Guilmon si avvicinava a lui
«Questo…e niente di meno prevede la nostra
commedia nell’atto in corso. Dunque…non puoi
pretendermi di farmi mangiare questo cibo ammuffito e avariato! Tu hai
appena ricevuto un Digimon! Saresti anche disposto…a rubare
in un ristorante pur di sfamarmi come si
deve!»…«Ma io…!»
…a N’Emo caddero le braccia…e sul viso
pallido scese un sipario di capelli neri, mentre Guilmon dichiarava
«Takato mi portava sempre del pane fresco. Tutte le mattine
pane fresco! Era buono, abbondante, e non finiva subito! Potevo
chiedere ogni porzione supplementare, lui si preoccupava di
me.»…«Ma tu non hai mangiato
niente!»…«MI RIFIUTO…anche
solo di iniziare un pasto che sia inferiore a quelli a cui
ero abituato.» dandogli di nuovo le spalle, e N’Emo
come sempre faceva in questi momenti gli tendeva la mano «O
forse devo pensare che ti sei già arreso, che reputi il
compito di somigliargli troppo
difficile?»…«Oh?...no, niente
affatto!!» replicò il ragazzino acquistando
decisione «Io posso essere benissimo alla sua altezza! E
posso dimostrartelo, guarda!» …sfoderando uno dei
tanti fogli, ma per Guilmon non era di per sé sufficiente
per concedere il suo sguardo
«Cos’è...?» volle prima
sapere, e N’Emo…
…anteponendo il progetto di quel Digimon rivestito da
un’armatura altamente tecnologica dai cannoni multipli,
tracciato con mano incerta e forse un po’ eccessiva seppur
ancora comprensibile nel suo senso, descrisse «E’
quello che lui ha fatto prima di me, io non valgo di meno di Takato! E
per questo…ho disegnato il tuo nuovo stadio evolutivo!
Sarà questo che diventerai…quando avremo ottenuto
il Digivice!»
Quelle parole smossero una sensazione ambigua nell’animo del
Digimon…che a poco a poco si volgeva…
…mentre il ragazzino teneva alto il disegno con tutto il suo
orgoglio e la sua determinazione…
…Guilmon si voltava…fino a che i suoi occhi
gialli in parte nascosti dietro il manto nero non incrociarono quel
disegno…«Ahh!» trasalì
«Ti piace?...» e gli occhi di N’Emo si
inondarono di grinta «…sono sicuro che questa tua
nuova identità travolgerà intere schiere di
nemici, questa è la tua nuova digievoluzione,
Guilmon!»
…ma nei ricordi del Digimon i disegni di un altro bambino,
che si sovrapponevano a panini e dolcetti che ritraevano il suo
muso…
…tutto questo nell’esplodere di un vortice di
memorie troppo violento per essere controllato, tanto che le sue mani
artigliate gli andarono al capo
«NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!» gridò
dimenandosi, lacerando l’aria «AH!!
GUILMON!!»…«NOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!»…«Guilmon,
che ti prende?!» N’Emo si diresse da lui, ma le
grida, e la disperazione sembravano troppo forti perché
qualcosa potesse arrestarle…
…nel cadere sull’erba di quel disegno…
«Eppure…se non a questa età,
quando?» si domandava quella cliente al panificio, mentre
Takehiro non ritirava il suo orgoglio che un soldo era bastato
affinché eruttasse ma dieci non sembravano sufficienti per
farlo smettere «Quando?
Prima!»…«Eeee!» fece la
cliente, e Mie gli rifilò l’epiteto
«…piacione.»…«E
perché? Sono queste, le esperienze che ti formano nella
vita!»…«…voi uomini andate
matti per queste cose.» commentò la cliente, e
Takehiro «A quanto sembra…non tutti! Mio figlio ad
esempio: Takato!»…«Sì, che
c’è papà?» chiese il ragazzo
volutamente senza voltarsi «…perché non
ti unisci a noi, dai: non lo vedi? Tua madre e la signora mi stanno
accusando, mi dicono che sono io ad aver ecceduto con
l’anticipo, io almeno mi faccio scudo con te
ma…perché non fare un
confronto?»…«…come?»
alzava appena degli occhi poco entusiasti e poco cerimoniosi il ragazzo
«Ma sì, da un lato ci sono io che con le ragazze
ho iniziato intorno ai…tredici, quattordici e
dall’altro te che…devi ancora iniziare tutto.
Sottoponiamoci alla giuria femminile e vediamo un po’ chi di
noi due la spunta, ci
stai?»…«…veramente, non
considero quella fra me e te una gara,
papà.»…«Oh?» mentre
la cliente sottolineava da dietro «…sempre un
po’ pungente!»
Takato non vi badò ed illustrò «Io non
penso che tu abbia fatto male ed io faccia bene. Tu avevi tutte le tue
ragioni…SE ERI
INNAMORATO…»…«Ahhh,
l’amore non c’entra, Takato, quello viene col
tempo! Sono le esperienze che ti maturano e ti permettono di
distinguere l’amore una volta
cresciuto.»…«Non sono
d’accordo: io credo nell’amore a prima
vista!»
…intanto la signora Mie bisbigliava alla cliente
«…ecco, quanto cominciano così poi sono
strade senza uscita.»…«Ma suo figlio non
si è ancora fatto la
ragazza?»…«Ecco,
no.»…«Capisco. Di sicuro è
per via della disfunzione che ha avuto. Ma deve riacquistare fiducia in
se stesso.»…«Eheh…che
dire…signora.» in quel continuo allargare le
braccia, con aria desolata e poco fiduciosa «Glielo dica lei.
Qui…noi…» volgendo lo sguardo verso
marito e figlio, assieme alla cliente.
«L’amore a prima vista è roba da
favole.»…«Sarà: mi piace
vivere nelle favole.»…«Così
però non vivi la
realtà.»…«E la
realtà quale sarebbe?...senti…siamo in un posto
pubblico, c’è gente e non posso quindi esprimermi
in certi modi e dire quello che realmente
penso.»…«Adesso dove
vai?»…«Devo fare una
telefonata…!» sottolineò un
po’ incisivo Takato, uscendo dal bancone
«E’ da prima.»…«Poi
però torna subito, perché abbiamo bisogno
d’aiuto!» richiese sua madre…
…ma mentre il ragazzo si sfilava il grembiule, mormorava
«…non mi sembra: qui si parla d’altro
anziché vendere il pane. Bene, se prima avevo dei dubbi se
telefonare o meno a Rika adesso voi me li avete definitivamente
chiariti.» aprendo il suo cellulare.
Al Fluido Celeste Ryo
indietreggiava «R-Rika, tesoro possiamo risolvere la cosa
pa-pacificamente!»…«Tesoro tu ci chiami
qualcun'altra delle tue infinite
amichette…!»…«M-Metti
giù quel
fucile!»…«Perché?
Uhm?» azzardava lei con ironia «Non credo ci sia
alcun accordo scritto sul quale risulta affidato a te, per cui mi
accollo ogni responsabilità in caso di
rottura!»…«M-M-Mmmm, quando fai
così!» …con Monodramon che faceva eco
«Ryo? Ahahah, che sta succedendo? Sembra
divertente!»…«M-Ma che divertente,
vorrei vedere te draghetto nano! Rika Nonaka con un’arma da
fuoco tra le mani è un qualcosa
che-CHE…!!...sinceramente non ti
auguro!»…«Ah no…?»
faceva Rika «E invece tua madre con un bastone e un cane
epilettico piombata qui a rovesciare il locale è cosa molto
più
controllabile???»…«Cooosa, la vecchia
è stata qui?!!» strabuzzò gli occhi
Ryo, e Rika
«Sì!»…«F-Ferma con
quel grilletto!»…«La tua cara mammina
è venuta, sempre carica di buoni propositi e gentili
parole!»…«Non devi darle ascolto, il
medico lo sai, lei ha previsto pochi mesi di
vit-»…«Da quanti anni
circa?!»…annusando per giunta l’aria
attorno a lei, con espressione ben poco entusiasta
«Ma…che razza di profumo ti sei
messo?!»…«N-Non ti
piace?!»…«Vahhh!»…«Non
sei carina!» e Monodramon «Hai visto, Ryo? Lo
stratagemma del profumo non ha
attaccato!»…«Ahhh,
“STRATAGEMMA”?»…«E
zitto, traditore! Rika insomma p-perché ce l’hai
con me?!»…«Noi avevamo un
accordo…» scandì la ragazza, che
puntava quel fucile come se avesse realmente voluto sparare
«…ci eravamo detti che questa faccenda dei Digimon
l’avremmo risolta
insieme!»…«Sì
ma-»…«Mi ero anche offerta volontaria,
in strada, davanti ad un esercito di agenti E TU INVECE COME AL SOLITO
VAI A BUTTARTI NELLA MISCHIA, SENZA DIRLO A NESSUNO E COL RISCHIO DI
MANDARE TUTTO AL DIAVOLO!»…«E’
che hai poca fiducia in me, è quello il tuo problema! Lo
è da sempre, e non capisco affatto il motivo visto che me la
sono sempre cavata, da quando eravamo ragazzini fino ad oggi: nel caso
non l’avessi realizzato è proprio MONODRAMON nella
mia borsa!»…«Ciao
Rika!»…«Ciao, Monodramon!»
raddrizzando il fucile «Scusami parleremo dopo in questo
momento sono un TANTINO IMPEGNATA con il tuo
domatore…»…«R-Rika ABBASSA
QUELL’ARMA te lo ordino-»…«Chi
sei tu per ordinarmi
qualcosa…?»…«I-I-Io…!!!...ahhhHH,
è sempre la stessa storia!! E’ inutile parlare con
te!!»…«Sono in molti a
dirmelo!»…«Ci sarà un movito!
Credi forse di essere tanto diversa da
noi?!»…«SO SOLO CHE VOI MI AVETE
STUFATO!»…«Ihmp!!!» Ryo
impallidiva sempre di più «TUTTI, con le vostre
“IDEE GENIALI” ed i vostri “SEGRETI DI
STATO”! Sproloquiate di unione e spirito di squadra ma quando
poi viene il dunque OGNUNO VA PER CONTO SUO quello fa un figlio
all’estero, tu ti infiltri travestito da
agente!»…«Chi?! CHI?! QUALE FIGLIO
ALL’ESTERO?!»…«Ryo…»
scandì lei eloquente nello sguardo e nel tono
«C-CON CHI HAI PARLATO-gua-guarda che se questa
l’ha messa in giro qualche donna sul mio conto è
l’ennesima panzana IO NON HO NESSUN FIGLIO CON NESSUNA DONNA
ALL’ESTERO!»…«Non parlo di
te…»…«E-E allora di chi?!!
E’ della nostra squadra?!» …ma Rika
calibrava la sua mira «Meglio tralasciare…se non
si vuole parlare a sproposito.»…«Rika!
Io ti posso spiegare tutto!»…«Non
serve…!»…«P-Perché?!
T-Tu forse non fai altrettanto?! Qua-Quando ti sei buttata in quel
diamine di pozzo NON C’E’ STATO VERSO DI
CONVINCERTI!»…«Ancora con quella
storia?!»…«Sì! Visto che sei
testarda come un mulo io ti ho tirato da tutti i lati ma se tu ti eri
messa in testa di fermare l’eruzione del D-Reaper assieme a
Renamon ormai avevi deciso, ed era impossibile controbattere! La
verità è che sei cocciuta ma ti dà
fastidio che altri siano come te, quando è normale che
ognuno si metta alla prova cercando quando può di tenere
fuori gli altri, è un modo di misurarsi con se stessi,
ognuno ha qualcosa a cui tiene tanto da arrivare a spingersi fino a un
passo dalla morte, per me magari Monodramon, e forse per qualcun altro
che so, una famiglia all’estero!»
…Rika a quel punto abbassò l’arma,
quelle parole l’avevano colpita «Con
questo…che vuoi dire? Che ora con l’età
che abbiamo ognuno deve contare su se stesso senza richiedere
più aiuto agli altri?» Ryo ribatté con
le mani sui fianchi e un pizzico d’orgoglio «Se uno
ha fegato e coraggio da vendere come ho sempre avuto può
fare questo ed altro!»
“Forse ha ragione…”
…la ragazza dagli occhi lilla lasciava a poco a poco andare
il fucile…
«Certo…!...con questo…non sto dicendo
che uno non deve rivolgersi ai propri amici, loro ci saranno sempre,
però…!» Ryo si grattava la testa
«…però, ahhh accidenti è
sempre così con te! Finisce che uno si capisce puntualmente
al contrario!»…«…lascia
stare.» disse Rika, e seria nell’espressione gli
restituì il fucile
«Oh?»…«Credo di aver capito.
Forse hai fatto bene tu. In effetti sono io che dovrei
imparare.»…«Con questo non dic-ahhh,
adesso di certo mi stai fraintendendo!» con eco di Monodramon
«Ryo, il problema è che per darti tante arie
smarrisci il controllo di quello che dici, l’hai sempre
fatto!»…«Zitto, per favore, mi mandi in
confusione e poi finisce che-a-acc, ma che cos’è
questa vibrazione?! Ihm! Il mio cellulare-pronto?!!...COSA?!
Oh…Numi del Cielo!» richiudendo di colpo il
telefono «Ryo, che succede?» chiese il Digimon nel
borsone, e Ryo «La mia vecchia, si è sentita male
è svenuta per strada, devo correre da lei: accidenti, ma le
dico sempre di portarsi appresso le pasticche per il cuore poi non fa
in tempo a prenderle per sorreggere il cane!
Rika!»…«Va da tua
madre…»…«No! Rika: guarda che
non finisce qui! Riprendiamo il discorso anche
perché-»
…mentre alla rinfusa si risistemava il telefono, il borsone
e il fucile…
«…magari finisce anche qui…»
sussurrava intanto Rika…e prima che Ryo potesse aggiungere
altro, fu a lei che squillò il cellulare
«Rik-»…«Pronto!»
…rispose…e Monodramon disse
«Ryo…è
inutile.»…«Sì, lo vedo
anch’io! Ah, io devo
correre!»…«D’accordo, corriamo
allora!»
Uscì così dal locale, anche se poco convinto.
Intanto Rika si tappava l’altro orecchio
«Pronto?!»
«Rika, sono Takato!»
«Takato!...cosa c’è, è
successo qualcosa?!»
Takato strinse il telefono e socchiuse gli occhi
“…non sa ancora niente. Meglio così.
Voglio godermi ogni istante di questo momento in cui le
restituirò la gioia di essere una Digimon
Tamer…” «Rika…ascoltami,
vedendo che non te l’ha detto nessuno
ancora…ecco…c-c’è una
notizia. Una notizia che devi sapere. Un qualcosa…
…che una volta tanto riguarda il nostro passato. M-Ma che al
contempo fa parte del presente! Sì…del presente,
Rika.»
…la ragazza spalancò gli occhi,
all’udire la voce emozionata del ragazzo
«Takato…» e assemblò
“Dev’essere la faccenda di Henry. Mi aveva detto
che gliene avrebbe parlato, deve aver trovato il coraggio.”
«Takato…veramente…credo riguardo a
questo di sapere già.»
«Cosa?! Te l’hanno detto
già…?!»
«…sì…credo di
sì.» appoggiandosi al bancone, socchiudendo gli
occhi per le tante emozioni…
…Takato rimase in silenzio, con gli occhi lucidi e il
telefono in mano…
…per diversi attimi neanche Rika
parlò…poi accennò
«…lo so…
…ha fatto anche a me questo effetto…»
«Rika non immagini…non sai quanto ho desiderato
questo momento!!»
«…e a quanto pare è arrivato.
Siamo…diventati zii, si può dire, in un certo
senso.»
“Zii?!! Come, in che senso?! Ah, sì, forse si
riferisce…ai figli di Renamon!” sicché
il ragazzo disse «Lo so, hai ragione, mi sono
anch’io…davvero commosso quando li ho visti! Quei
due…piccoli sono così graziosi!»
Tanto che Rika trasalì. Dilatò lo sguardo.
Scandì ferrea «…DUE…? (!!)
»
«Come?!...sì!!...due figli!!»
«Che cos--…IO LO AMMAZZO!»
«Rika, di che cosa parli?!»
«A me ha detto che era un solo figlio!!»
«Mmm…ma no, devi aver capito male. Chi
è stato a riferirtelo, Ryo?»
«No, me l’ha detto personalmente!...ho incontrato
Henry stanotte nel parco, e dopo aver parlato a lungo mi ha detto che
ha detto del figlio che ha avuto.»
A Takato sfuggì il cellulare di mano, provò a
raccoglierlo a mo’ di giocoliere ma gli cadde a terra e
finì sotto un mobile.
«Takato?!...pronto, sei in linea?!»
“Cosa…?” era allibito il ragazzo che
tendeva la sua mano per recuperare il cellulare dal pavimento sporco di
farina, e dopo qualche secondo di tentativi ci riuscì
«Rika! Ripeti quello che hai appena detto!»
«Ma-» Rika si portò una mano alla bocca
“Accidenti, non era questo ciò che sapeva! Henry
mi aveva detto di non dirlo a nessuno. Pazienza.”
socchiudendo gli occhi “Meglio così. Tanto prima o
poi l’avrebbe saputo”
«…sì, Takato. Henry ha avuto un
figlio.»
«Stai scherzando?! Rika…che stai
dicendo?»
«…la verità.»
«Non…sarà che è successo
come questo inverno, quando ti sei lasciata col tuo ultimo ragazzo? Ti
ricordi, ti sono venuto a prendere nel parco che avete dietro il
locale.»
«No no, questa volta ti sbagli Takato…sono sobria.
Per quanto mi senta sottosopra. Non ho bevuto neanche un goccio, non
è frutto dell’alcol, il figlio del nostro amico.
Non che io sappia almeno!»
«Henry…» Takato era sconvolto
«Henry ha avuto un figlio…
…ma dov’è, ora? Perché non
lo conosciamo?»
Rika sospirò pazientemente
«…è una lunga storia.»
appoggiando la sua schiena al bancone «Ora tanto vale che ti
dica come stanno le cose, sembra che…sua moglie non glielo
faccia vedere.»
«SUA MOGLIE?!»
«Takato…Henry si è sposato, negli Stati
Uniti.»
«Come?!» la mano di Takato era prossima a cadere
per lo sconcerto.
«Ti capisco, ti starai chiedendo…cosa ci facciamo
noi due qui a parlare al telefono, lui senza figlio, sua moglie
all’estero a tenerlo con sé e-»
«E lui…CHISSA’ DOVE ANZICHE’
QUI, A DARCI SPIEGAZIONI!» urlò il ragazzo
«Possibile, DOV’E’ ADESSO?! AL LAVORO, A
CASA, DOVE?!» …tanto che anche suo padre si
affacciò «…Takato, ma non ti rendi
conto? Ti si sente, cos’hai da urlare?!»
«Takato calmati…credo che sia andato al
lavoro.»
«Perché?! PERCHE’ non ci ha detto
niente?!»
«…sai com’è fatto.»
«No! Non lo so! Non lo so più, non so
più niente!»
«Tranquillo, non sei il solo, navighiamo sulla stessa barca,
io stanotte puoi figurarti, ci sono rimasta come una cretina.
Tu…hai qualche segreto del genere? Se sì ti
conviene sputare il rospo adesso o altrimenti a tuo rischio e
pericolo.»
«Io non…!!»
«…sto scherzando. Dai, non te la prendere. Nemmeno
io, guarda la casualità! Sono qui…in un luogo di
certo poco adatto per donne incinte, un luogo che per altro sta per
cessare di esistere, o almeno questo è quello che qualcuno
desidera.»
«Rika…!» Takato si passò la
mano sul viso «…aspetta un attimo, una cosa alla
volta, cos’è questa storia, perché dici
che state per chiudere?!»
«Ah, lascia stare, adesso non è questo
l’importante: a proposito…
…cos’era che invece dovevi dirmi tu?»
«Oh!» Takato sussultò, perché
per un attimo l’aveva rimosso.
«Sembrava molto importante. Se non è la faccenda
di Henry…allora ti rifaccio la domanda: anche tu hai qualche
bambino sparso per il mondo? Ah, guarda che se è una bambina
il nome Rika per lei lo pretendo, mi sembra il minimo e mi arrabbierei
molto se mi avessi ignorata.»
«Rika…Renamon è tornata.»
«…!!...COME DICI?!» come un fulmine
lungo il corpo, per Rika.
«Sì!!!» esclamò Takato
«I Digimon sono tornati! Renamon, Terriermon, Lopmon!
Beelzemon!!»
…nomi che uno dopo l’altro sussultavano
nell’animo della ragazza…
«…e anche Calumon. Sono tutti qui, tranne Guilmon,
sono tornati tutti! Renamon ieri sera era ferita, ma
l’abbiamo portata al sicuro!»
“Renamon…”
«Ora ti aspetta!...anzi…
…conoscendola non deve aver resistito alla
tentazione…mi chiedi…perché? Come
faccio a dire che Renamon si è trattenuta quando
è celebre di lei il suo aspetto frigido e la sua apparenza
glaciale? B-Beh…
…è perché so quanto ti vuole
bene…»
…mentre la mano si stringeva attorno al cellulare…
…e in quel momento giungeva Cindermon
«Ooooilllà! Buonase-anzi buongiorno mamma mia che
desolazione beh che è matti-oh?!» che appena vide
Rika al telefono che balbettava «…l-lei
è qui…» fece un gesto simile
all’addentare la propria mano, per poi oscillarla a
sottolineare la portata della cosa.
«Sì, amica mia…
…lei sta tornando da te. Aspettala. Non occorre che ti
scomodi ad andare dove si trova lei con gli altri,
rischiereste…di non incontrarvi.» narrava
dolcemente Takato, che in quelle parole sembrava riversare tanto antico
affetto, un’amicizia maturata e nutrita tramite solide radici
nel profondo del cuore «…di sicuro lei
arriverà da te, la vedrai aprire la porta del tuo
locale…»
Rika tremava come una foglia, era candida come la neve, il suo viso era
prossimo all’acquistare il violaceo di quegli occhi
dilatati…
«…il varco si è di nuovo aperto, Rika.
La nostra lunga attesa è stata premiata…
…ti rendi conto…? Capisci quello che vuole
dire…?...
…Rika…?» sussurrava Takato, con la
pacatezza di un angelo «…sei ancora con me,
vero…?»
…mentre la ragazza indietreggiava e gemeva, Cindermon si
stava per rivolgere a lei ma tirò via la sua mano quando
Rika col suo gomito fece cadere e infrangere un bicchiere…
«…la rivedremo…e in tutto questo tempo
non ha fatto che attendere il miracolo. Potremo di
nuovo…affacciarci alla finestra e scorgere la sua sagoma
schizzare vicina alla luna. Non sei più sola…
…e te lo meriti, cara amica, non sai quanto.
Te…lo meriti…!!» scandì
Takato, asciugandosi gli occhi…
«Renamon…la
mia…Renamon…» nell’ondeggiare
della scarica di emozioni Rika stava inciampando o forse cadendo
poiché le sue gambe cedevano, e fu Cindermon, sorridendo di
simpatia per la cosa, a sorreggerla ma la cosa incredibile fu che Rika
nemmeno si accorse di lei e si domandò quali mani
l’avessero tenuta. Cindermon non se la prese affatto di
essere ignorata, e seguitò a guardarla…
«La mia…p-piccola Digimon…»
ripeteva Rika…
…e Takato sussurrava «…la
nostra…immortale Renamon. La grande Renamon. La
Digimon…della nostra vita. Del nostro passato. Dei nostri
ricordi…»
Rika stringeva i denti versando lacrime nel tremore…
…e Takato terminò «…e del
nostro presente.»
Ma fu drastico: non appena nominò quella parola,
“presente”, Rika si arrestò. Il tremore
si fermò, sembrò gelare, e lungo la sua
espressione salire ghiaccio e timore tanto che la stessa Cindermon
sembrò avvertire freddo e una punta di disorientamento.
«Ah!...
…il presente…» replicò Rika
con sguardo perso…
…e riascoltò la sua stessa voce “accetto l’appuntamento
che mi hai proposto.”
Riprese a indietreggiare. Ma era diverso da prima.
«Rika?!...tutto bene?!» chiedeva Takato.
Ma Rika scuoteva il capo, come se di fronte a sé non avesse
Cindermon intenta a tenderle la mano per confortarla, ma un mostro
terrorizzante…tanto spaventoso, persino per una Digimon
Tamer come lei…
“Vaniglia,
guardala! Guaaardala, e non te la dimenticare: quello che hai di fronte
è il prototipo di donna perduta!”
«Rika!» chiamò Cindermon.
«Rika!!» chiamò Takato.
Ma Rika «Renamon…no! Lei…non
può…» …e ritornava la voce
di sua madre “Lei
non avrebbe voluto vederti fagocitata da questa vita! Lei, Rika,
avrebbe voluto per te un futuro diverso, e anch’io!!”
«Non può…adesso,
adesso…è troppo presto, no, lei non
può, non può!» mentre Cindermon provava
ad obiettare «Che dici Rika che vuol dire “non
può, non può” e facciamo passare altri
dieci anni, magari!»…«LEI NON
PUO’!!!» però gridò a tutta
voce…
…e mentre Renamon saltava sui tetti sempre più
rapida…
…Cindermon, che non l’aveva mai sentita gridare
né vista così, pronunciò
«Rika…» il suo nome con pena e
sensazione di impotenza, tendendo e poi ritirando una mano insicura, e
con tono ingenuo chiedendosi «Perché ti comporti
così…?»
«Non può, non può, adesso no, non
può, non può adesso…»
portandosi mani tremanti al capo, nel riecheggiare sovrapposto
“accetto
l’appuntamento che mi hai proposto” in
cima a tutte le altre frasi «LEI NON
PUOOO’!!!» gridò disperata tanto che
Cindermon che era corsa da lei non riuscì a toccarla, e ad
evitare di ritirare la mano: quando la vide scappare di colpo
«Rika!!...no, aspetta!!»…«Non
può, NON DEVE VEDERMI
COSI’!!!»…«RIKA!!»
Afferrò la borsa lasciata sul tavolo e corse via
all’esterno.
«Rika-» le andò dietro Cindermon,
sostando sulla soglia «Oh mio Dio ma ora che diavolo succede
cosa c’è che non va…?» si
chiese sconfortata, dopodiché riprese a correre
«RIKA!!»
…ed anche Takato impallidiva fissando la chiamata spezzatasi
sul display «Oh no, ho sentito Rika gridare…che
cosa avrà?!» pulendo il display
«Perché fa
così?!»…«Takato!»
suo padre si affacciò di nuovo «Per favore, vieni,
sono arrivati un mucchio di
clienti!»…«…sì,
papà…» ripeté quasi
meccanicamente…ma anche se si accingeva a rinfilarsi il
grembiule lo sguardo non abbandonava il cellulare.
Rika correva stringendo i suoi occhi che versavano lacrime, ripetendo
soltanto «Non merita di vedermi ridotta in questo
modo!»
…tanto veloce che Cindermon non teneva il passo
«R-Rik-fiùùùùùù!»
piegandosi, a riprendere fiato «RIKAAAAAA!» e gocce
di sudore scendevano dal suo ciuffo rosso «E’
impossibile…non l’ho mai vista così,
m-ma che diavolo le sarà passato per la testaaa?!»
riprendendo dopo poco la corsa «Rika, aspetta!!»
Quando da dietro un albero del vicino parco spuntavano tre eccentriche
e ingombranti figure «L’avete sentita?! Avevate le
orecchie tese?!» si preoccupò istantaneamente
Gelsomon «Ha detto che non deve vederla in questo
stato…» rispose la tondeggiante PinkMonzaemon dal
cappellino bianco «Quell’altra scema le
è corsa dietro, forse spera invano di convincerla che non si
vestono mica come lei, le poco di buono!» commentò
LadyMeramon da dietro la sua veletta nera «Questo
può essere un pretesto stratosferico per sfasciare
l’unione fra i Digimon Tamers! Quella è la
leggendaria Rika: la domatrice di Renamon!» descriveva
l’etnica Gelsomon, aggiungendo
«Puuuf…non sa quanto mi sono annoiata al villaggio
a udire le sue leggende, mio marito non faceva che citarla mentre
tesseva le lodi di quella volpe
lucidata!»…«Vuoi che sei un
po’ gelosa, Gelsomon?»…«COOOME
ti permetti, LadyMeramon?! Vecchia saputa, io non sono gelosa delle
donne di strada, e delle volte Dio fa il Digimon, fa il domatore E POI
LI ACCOPPIA!» piantando le unghie nella corteccia
«Risultato è che si raddoppia il
fango…»
…incidendo con gli artigli fino a lasciare il segno, ma il
suo braccio fu bloccato da PinkMonzaemon «Risultato nel
risultato è che stavolta la missione è
mia.»…«Eh?!»
sussultò LadyMeramon e «COOOSA?!» ancor
peggio Gelsomon «Ma come osi, PinkMonzaemon, io ho un conto
in sospeso con Renamon e con quella passeggiatrice del
locale!»…«Rassegnati Gelsomon ti dovrai
soddisfare per procura perché non disponi di alcun potere
ipnotico a differenza mia: io sono quello che ci vuole per questo
genere di casi.»
…sotto lo sguardo sospettoso delle compagne
«Ehehehe…!» …gli occhi della
Digimon orsiforme luccicarono dietro il cappellino bianco ed il suo
corpo brillò di un alone magico. Dal palmo della sua zampa
plasmò un cuore di energia che si crepò
lentamente fino a spezzarsi «Noi Digimon di questa specie
governiamo il gioco e il divertimento, non vi è niente di
più appropriato di chi è in grado di risvegliare
il rimpianto per l’infanzia e i balocchi, ed il rifiuto per
un miserevole
presente…!!...»…«Devo
ammetterlo…sembra interessante!»
commentò LadyMeramon che faceva capolino dietro il cuore
magico spezzato «Tu che ne dici,
Gelsomon?»…«Uhm…»
liquidò lei con la perenne aria scocciata
«…aspettiamo di vedere se i risultati equivalgono
alle sue chiacchiere.»
«Eheh, potete scommetterci…»
garantì PinkMonzaemon spiando nella direzione in cui era
fuggita Rika dalla spaccatura che aveva diviso il cuore.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** A un passo l'uno dall'altro ***
10°puntata DT2
Quando Takato tornò al bancone, Asanuma solcava la porta del
panificio rischiando di inciampare «Acc!!...accidenti a
questo
dannato gradino invisibile, mi si è impigliato un
tacco!»…«Buongiorno, signora
Asanuma!»
salutò Takehiro…mentre lo sguardo di suo figlio
si
incupiva sempre più “…perfetto! Con
tutti i
problemi che abbiamo oggi mancava soltanto lei.”
«Come
sta…?» si informava con un cordiale sorriso la
signora Mie
«Oh, al solito, come vuole che stia signora: la
città
è più invivibile ogni giorno che
passa!» lanciando
non più di un’occhiata fulmine a Takato, che la
fissava
con sguardo di fuoco per un motivo non del tutto chiaro neanche a lui
stesso…
…mentre i
clienti lì presenti confabulavano «Avete
sentito…?
Pare che Shioda, il figlio di quell’alcolizzato non sia
tornato a
casa questa sera.»…«Il padre
è riuscito
sì e no a chiamare la
polizia.»…«Questa
è la volta buona che il figlio l’ha scaricato,
vedrai che
morirà da solo, quello.»
…parole che muovevano l’animo di Takato…
…e che
richiamarono lentamente anche il penetrante sguardo di Asanuma, mentre
la signora Mie le sorrideva «Cosa le
do…?»…«…uhm?! Che
mi sta
dicendo?!»…«…mi regolo con
quello che prende
di solito?»
«Ma
sì…di certo a casa non ci torna. Funziona
così per
tutti i giovani.» era l’opinione del clienti, ma
ancora una
volta la stretta di Takato attorno alle loro buste si faceva ferrea
“Kazu non è tipo da abbandonare suo
padre…!!”
…annodandole, legandole quel poco più del dovuto
acutizzato dalle sue emozioni “…né a
causa di
quello che gli ha fatto passare né di altri motivi. Io
conosco
il mio amico…
…so
dov’è disposto ad arrivare!! E so che se non
è
tornato a casa dev’esserci un motivo serio!!” ma in
quel
momento Asanuma gli si rivolse «Takato…!...eheh,
come stai
questa mattina?»…«Bene! Come
sempre.» rispose
pronto e metallico, mentre suo padre seguitava a rifilargli
un’assai seria coda dell’occhio, ed Asanuma
«Ehehehhh…» non abbandonava quel
sorrisetto
mellifluo e tremulo…
«Ahhh!» un ragazzo prigioniero, dalla fronte
sanguinante e
le braccia piene di graffi, veniva spinto sul duro pavimento di una
grande e sontuosa sala «Fatemi un po’ vedere, oh ma
chi
avete catturato…?» chiedeva una voce maschile
dalla
vanitosa ondulazione…
«Uhmuhmuhmuhm!» …il destino di
Kazu, dalle
mani legate, sembrava costretto in una morsa senza uscita: dietro di
lui il ghigno delle due indefinibili figure, dagli occhi fucsia e dagli
occhi azzurri, in compagnia della misteriosa creatura dalle sembianze
feline…
…di
fronte a lui, invece, mentre alzava i suoi occhi stanchi ma nonostante
tutto ancora determinati…
…un
trono…e qualcuno che vi sedeva pavoneggiandosi, nel lucidare
una
lama da combattimento…
…i
possenti stivali, l’armatura e le polsiere rivestivano colui
che
aveva l’aspetto di un guerriero, ma il cui corpo sembrava
composto interamente da sabbia «Che cosa sarebbe
mai…?» aprì le braccia con aria snob e
superiore
«Non mi sembra un Digimon e se lo è non
è dei
più riusciti esteticamente! Come trofeo di guerra
è
molto, poco degno di nota!» alzandosi in piedi. E declamando
con
una coppa di vino tra le mani «Sapete che dobbiamo decorare
questa sala con…l’invidia dei nostri amici e
conoscenti!» Erano biondi i suoi capelli cosparsi da
brillantina,
ed i suoi occhi erano adornati da una maschera di corallo rosso, il
colore dominante della sua figura «Per cui, se potete,
impegnatevi un po’ di più-cos-di che specie
è
ma-»…«Ahhh, io non sono un
Digimon!!» esplose
il ragazzo con rabbia «Si vede da lontano un miglio, e basta
rileggersi i capitoli di storia per realizzare-ahhh!» ma il
gatto
dall’elmo dorato gli spinse la faccia a terra con la zampa
«Oh?! Che tono assordante, che inqualificabile
maleducazione…!» commentò il guerriero
di sabbia
con un pizzico di disappunto. Ma Kazu non demordeva «Ti
preoccupi
della mia maleducazione?! Tu hai appena raso al suolo un
villaggio!!»…«…di stolti e di
mediocrdi
Digimon.»…«I DIGIMON NON SONO
NE’ L’UNO
NE’ L’ALTRO!»…«Non
tutti di certo: ma mi
domando chi tu sia per parlare dei Digimon, di fronte a
me…» tornando a sedere con calma sul trono
«…ho solo un forestiero dai movimenti elettrici e
ineleganti.»…«I
“forestieri”…a
volte hanno una vita, e anni alle spalle che concedono loro il diritto
di parlare!» e nonostante i tentativi del gatto di spingergli
la
faccia a terra lui rialzava il capo «E io di certo ce
l’ho
per parlare dei Digimon, quel diritto che tu non avevi per giudicarli
senza valore, e buttar giù quelle case che sono certo,
avevano
costruito con amore e
impegno!»…«OOAAAH!»
l’essere ebbe un moto di orrore
«Case…Q-QUELLE?! Oh!
Erano soltanto un insulto al territorio, le case e i Digimon che le
hanno messe su! Presto cambierà tutto, quando avremo
finalmente
scovato la Sfera regale rimuoveremo anche le macerie ed il triste
capitolo edilizio del Vertice digitale sarà cancellato dai
libri
per…» alzandosi, nel suo enfatico declamare
«…far fiorire finalmente il mio talento,
renderò
questo luogo uno splendore, cosa che quattro Digimon ignoranti e senza
cultura non sono stati in grado di fare, c’era da
aspettarselo!»…«La…Sfera
regale?! D-Di cosa
stai parland-acc!» ma una frustata da parte di chi celava
occhi
azzurri nell’ombra lo zittì, al pari della voce
squillante
di chi aveva occhi fucsia «Non alzare la cresta quando parli
con
il grande Sandmon!»…«Hai detto
Sandmon…?!» continuò imperterrito Kazu.
Sicché,
con il sorrisetto beffardo che dipingeva il suo volto sabbioso, quel
piazzato guerriero digitale si inchinò «Hai
l’onore
di conoscermi di persona: io sarò il nuovo padrone di questo
mondo alla deriva, sono l’autore di un progetto di ripristino
degli antichi splendori!» scendendo i gradini, e
avvicinandosi
allo sguardo deciso del ragazzo a terra «Sono il grande
Sandmon,
ma tu, misero essere umano puoi ricordarmi semplicemente
come…il
Digimon più bello e pregiato che sia stato mai
creato.»…«…tu sei il nuovo
tiranno di
Digiworld!»…«Ah! INSOMMA! MA FATELO
STARE
ZITTO!»
«Parla nonostante le nostre percosse…»
sussurrò una voce sottile e sommessa, quella dagli occhi
azzurri…
Kazu
dunque «Sì, te ne do la conferma, alle percosse
sono
abituato così come lo sono a non stare zitto mai! Lo sono
sempre
stato!»…«E’ la peggiore delle
abitudini.» dichiarò Sandmon pettinandosi i biondi
capelli, ma Kazu trovò la forza di alzarsi sulle ginocchia
«E’ L’UNICO…modo di rimanere
ancora vivi
quando gli anni ti portano via tutto quello che amavi!
L’unica
cosa che ti resta…sono i tuoi sogni! Le tue idee! Le tue
opinioni e puoi solo farle sopravvivere con la tua
voce!»…«Ah! Sogni, idee, opinioni: mi
avevano
informato che gli esseri umani sono una razza contraddistinta dal
ciarlare su cose inutili. Dovresti fare i conti sulla situazione in cui
ti trovi, mio
caro…pardon?»…«Kazu
Shioda!»…«Tanto non me lo
ricorderò mai:
ho…schiere di prigionieri! Dopo il sopralluogo di oggi tanto
più. Kazu…
…ne avrai
da declamare delle tue teorie di rivolta, perché non provi
ad
infiammare gli animi dei Digimon prigionieri nelle celle del vascello?
Certo, una cosa è che tentiate di ribellarvi,
un’altra…
…che
riusciate a spezzare le mie infrangibili catene…!!
Uhmuhmuhm!» in un lampo di perfidia nei suoi occhi rossi
decorati
dal corallo «S-Sei solo un lampadario scrostato!»
si
ribellò il ragazzo, ma a quel punto Sandmon puntò
un dito
deciso verso il buio ed ordinò sdegnato «PORTATELO
VIA!
AH!...che devo sentire, questi insulti, fra la terra e Digiworld
circola un’invidia incredibile, è proprio
vero!»
«Non
finisce qui, la pagherai! AHHH!» ma i lacci con cui avevano
imbrigliato il ragazzo erano troppo solidi: Sandmon gli
rifilò
solo la coda dello sguardo, mentre occhi fucsia dalla voce squillante
«Vedi di darti una mossa!» e occhi azzurri dalla
voce
sommessa «…ti conviene se non vuoi soffrire
maggiormente…» lo trascinavano via seguiti dalla
creatura
felina.
Sandmon si
guardò attorno, compiacendosi del suo trono e dei trofei
«Ahhh…! Mi pregusto già il fasto che
rifulgerà quando avremo trovato la Sfera regale.
Diventerò il più ammirato e potente, ormai
è solo
questione di giorni: sfortunatamente era una teoria sbagliata, la mia,
Cyclemon non l’ha rifilata in gran segreto agli abitanti del
villaggio da lui governato. Non ha importanza…!!»
stringendo la coppa fino a creparla «Molto presto io e i miei
sudditi la scoveremo, e per i Digimon comincerà una nuova
era
gloriosa! Uhmf! Uhmuhmuhmuhm!»
…mentre quel vascello volante sovrastava i resti ancora
brucianti del villaggio al Vertice digitale…
Ma di fuoco, nel
tranquillo panificio di Tokyo, c’era solo quello per scaldare
il
pane «Ecco a lei, signora
Asanuma.»…«Se non ci
fosse lei, signora Matsuki! Così gentile, così
disponibile! Ah, non so proprio dove andrei a comprare il
pane.»…«Eh, vecchie ma ancora calde e
care
istituzioni! Soprattutto in un mondo come quello di oggi…in
cui
tutto è cambiato!»…«Tutto!
Per carità
è cambiato tutto, le buone abitudini si sono andate a
perdere, i
valori morali come dissolti!»
…tutto
sotto lo sguardo vigile e sempre più serio di
Takato…
«Ptsss…signora.» Mie fece cenno ad
Asanuma di
avvicinarsi, e questa pronta come un soldato «Mi
dica!»…«Ma…»
guardandosi un po’
attorno per non farsi udire «Sentivo adesso i signori
parlare,
dicono che…che quel ragazzo è
scomparso.»
Asanuma abbassò il capo…
…per poi rialzare sguardo ambiguo, fisso avanti a
sé
«Prima o poi doveva succedere, si potrebbe dire.»
Parole che
colpirono Takato, e che lo fecero arrestare di colpo dalle sue faccende.
Sua madre
seguitava a domandare «Ma…sarà accaduto
qualcosa?
Giungevano ogni giorno storie allarmanti su…di lui, suo
padre…»…«Che vuole signora
Mie è il
mondo.»…«Sì
ma…insomma, con tutte
queste voci non si riesce a stare più
tranquilli.»…«Dormire la notte
è impossibile:
ergo…è inutile anche tornare a casa a questo
punto,
perché sprecare un tentativo. Magari…noi ne siamo
inconsapevoli ma c’è un mondo sotterraneo molto
più
abitabile, che senza…premurarsi di avvisarci aspetta di
prenderci. Uno ad uno. Magari è toccato prima a qualcuno di
nostra conoscenza, chissà chi saranno i prossimi.»
E guardava Takato. Takato fissava lei.
Mie non se ne
accorgeva «Sì ma…lui…Kazu,
è stato un
suo alunno.»…«Sì! Un mio
alunno. Tempo
remoto…incorniciato dalle nostre belle speranze.
E’
impossibile tornare ad allora.» mentre Takato scorreva il
bancone, venendo più vicino.
«Ognuno di
noi ha percorso un cammino per arrivare fin qui, ed è
irreversibile. E’ tempo di raccogliere ciò che si
ha
seminato.» La madre del ragazzo sospirò,
rimettendosi a
quanto udito «Mah…se lo dice lei che è
una
maestra.»…«Noi vediamo più in
là,
signora.» rivelando un sorriso subdolo, lanciando
un’occhiata alla donna «Lo scorrere delle
generazioni di
fronte ai nostri occhi è fonte di illimitati segreti, mi
creda.»…«…io spero solo che
questo mistero si
sveli presto, non mi fa star tranquilla. Rivedo…quel
ragazzo, e
mio figlio giocare assieme qua, per le strade del
quartiere…» ma Asanuma non si smuoveva da quel
ghigno
«Non tema signora, non tema: molto presto ci giungeranno
notizie
di Kazu.»…«Come sembra sicura signora
Asanuma, per
caso…»…«Oah?!»
iniziò Takato,
destando un sussulto nell’ex-maestra
«…sa qualcosa
in più, lo ha visto ieri
notte?»…«C-Come ti
viene in mente?! IO AL TRAMONTO SONO SOTTO LE
COPERTE!»…«Takato!» intervenne
anche Takehiro
in un’esortazione mossa dal disappunto, ma Takato non si
scomponeva «Non è esatto,
signora.»…«C-Come?!» sempre
più
allibita Asanuma «Siamo in molti ad averla vista girare,
anche la
notte, anche ad ore…piuttosto
tarde.»…«Takato, insomma, ma non ti
senti
inopportuno?!» lo riprendeva suo padre ed Asanuma sbraitava
«Grrr, ingrato dovresti ricordare che tempo addietro la
polizia
non ti arrestò proprio perché c’ero
IIIO la notte a
pattugliare il parco!»…«No, non
mi…riferivo a
così tanto tempo fa. Mi riferisco…agli ultimi
anni.»…«Ahh!»…«Gli
ultimi tempi.
Dopo il suo
matrimonio.»…«Ihm!!»…«A…periodi
attuali.»
Pietrificata
Asanuma, Takehiro cercò di scioglierla
«…lo scusi.
Non ha la minima idea di come ci si rivolga ad una signora! Glielo
dico…sempre (!) » allungandogli uno scappellotto
forse
più forte del dovuto e meno gradito di quel gesto scherzoso
che
sarebbe dovuto sembrare, tanto che il ragazzo lo scostò con
fastidio «…che deve farsi una fidanzata per
imparare a
trattare con…le donne.»…«Oh
per carità
signor Takehiro non si chiami la sventura: le ragazze di oggi sono
improponibili!»…«Alcune…!»
precisò eloquente la signora Mie, e Takehiro
«Sì
è vero, non c’è dubbio che alcune di
loro non
abbiano…il benché minimo senso del
pudore.»…«E’ veramente
incredibile…!» sottolineava Asanuma, mentre sotto
il suo
sguardo scrutatore Takato si impegnava con altri clienti
«Ptsss!» così la maestra
richiamò vicino a
sé i due padroni del panificio «Sono le compagnie
a fare
questo
effetto!»...«Oh!...Takehiro…»
Mie
cercò conforto nello sguardo di suo marito che
poté solo
allargare le braccia «Che dirle noi non sappiamo
più cosa
fare da un po’ di tempo è diventato
intrattabile.»…«Io ve l’ho
detto, controllate
chi frequenta, tenetelo sotto controllo! Ptsss…a me sono
quegli
amici dell’eroico gruppo di battaglia che non piacciono per
niente hanno preso tutti una strada peggiore dell’altra, e di
certo a lui non fanno bene e lo rovinano: se ancora non convinti basti
guardare quella Rika, è sulla bocca di tutti il locale che
gestisce, e lei si veste come una di quelle!!»
Ma a quel punto
Takato destò il suo sguardo su di lei. Posò la
busta
sulla bilancia.
«Ihmp!» Asanuma indietreggiò di scatto
nel vederselo
venire vicino.
«Ehm…scusa! Io devo pagare.»
reclamò il
cliente ma Takato non rispondeva. Appoggiò la mano sul
bancone
ripetendo «Come una di quelle?!»
«E-Ehm…no-no-no-no, devi aver capito male! N-Non
distrarti, non hai sentito il signore che ha bisogno che lo
serviii?!!!» Ma il ragazzo non si smuoveva di un millimetro
«Io non mi distraggo.» ripeteva forte di una calma
ferma,
sicura di sé. Quella che faceva tremare e cedere istante
dopo
istante le sicurezze di Asanuma «I tempi sono cambiati. Ed il
ragazzino della cui distrazione lei era INCARICATA di preoccuparsi ora
ha…uh! Guardi un po’ la magia: le orecchie
migliori del
quartiere! Chiedersi se questo non è un miracolo!»
e
cercava di far scostare sua madre, che gli bloccava l’uscita
dal
bancone con un flebile «Takato…» ma lui
«Devo
passare.» frigido come un militare, tanto che uscì
così che non vi fosse divisorio alcuno fra lui e la sua
maestra
che diventava violacea in viso ed indietreggiava con le buste tra le
mani «E-Ehm, iiio…credo sia meglio che a questo
punto
vad-»…«No aspetti un attimo, signora
Asanuma…ho qualcosa da dirle…
…prima di
vederla andar via cosa di cui SONO
SICURO.»…«Takato!!» suo padre
lo
richiamò…ma nonostante la severità nel
suo tono,
sua moglie dopo poco gli si accostò preoccupata, constatando
che
il loro figlio non li sentiva più.
I clienti presenti iniziavano a mormorare…
…mentre Takato
accennava uno strano sorriso «Sa una cosa…?
Ah…!...lei è veramente comica. Non controlla
più
la sua voce, è invecchiata ormai, non è
più quella
maestra…giovane, a cui tutti volevamo un mondo di bene.
Già…»…«M-Mmm…!!...non
ti
avvicinare!»…«Delle volte da piccoli ci
si illude
che qualcosa duri quando poi MARCISCE MISERAMENTE come un alimento
avariato!»…«Takato!!...smettila
subito!!»…«Oh,
Takehiro…»…«Ma sei
impazzito?!»
Ma per lui esisteva
solo l’ex-maestra che aveva di fronte «Lei ha
appena
detto…che la mia amica. Rika. “Si…veste
come UNA DI
QUELLE”. A questo punto signora le chiedo…a quale
classe
di donne si sta riferendo?»
Asanuma
spalancò gli occhi…così come attoniti
erano i
clienti del negozio.
«Le ho fatto una
domanda. Come UNA…DI QUELLE, mi lasci pensare…ho
trovato!»…«Mmm!»…«Lei…»
cadenzava in una minacciosa pacatezza Takato «Intendeva dire,
con
la sua consueta discrezione che la mia amica fa la
prostitut-»…«Takato!» lo
richiamò
Takehiro ma Takato insisteva «La prostituta!
Sì…!
Cosa c’è? Nessuno ha mai udito questo termine? I
signori
qui presenti sanno cos’è una prostituta,
suppongo!»…«Ahhh!» Mie
inorridì e si
nascose il viso tra le mani, gettando il capo sul petto di suo marito
che però non aveva la forza per abbracciarla, tanto era
sconcertato per suo figlio
«Takato…»…«Ma
sì che lo sanno,
non ci viene clientela giovane al nostro negozio: solo gente
d’esperienza SUFFICIENTE per sapere che una
PROSTITUTA…
…è
una donna…che VENDE IL SUO CORPO per denaro. Uhm.
Sì…complimenti cara maestra. Lei ha sollevato
l’attenzione su un problema sociale non indifferente, come
dice
giustamente si può nascere in un
quartiere…tranquillo, e
rispettabile come questo e finire la notte senza un tetto su un
marciapiede con la speranza che qualche uomo ti rifili
banconote…magari infilandotele nella scollatura della
giacca!»
«E’
incredibile…»…«Non credo a
ciò che
sento…» …era l’opinione del
panificio…
«N-Non
fare un altro passo e non dire una parola in
più…!!...» scandì Asanuma
rigida e tremante
«H-Hai bevuto qualche bicchiere di troppo, s-sei esattamente
uguale al tuo amico…ieri sera avete fatto le ore tarde
assieme a
suo padre…!!» si infiammavano i suoi occhi,
stridevano le
sue parole, ma Takato scuoteva il capo «Oh, no di
certo…benché…qui…tutti mi
credano
completamente impazzito in questo preciso istante sono completamente
sobrio. Mi sento finalmente
libero!»…«Ahhh!»
ennesimo sussulto per Asanuma «Finalmente esprimo
ciò che
per lungo tempo non ho fatto che covare dentro e per questo devo
ringraziare solo lei…signora maestra…sale il mio
debito
dopo il suo intervento di quella notte.» …nei suoi
lenti,
progressivi passi da belva feroce a ciascuno dei quali corrispondeva
uno di lei a ritroso «Lei ha parlato delle prostitute, ha
solo
una vaga idea di che vita può fare una donna del
genere…?...
…MI RISPONDA! Lei ha parlato della mia amica Rika…
…ha
un’idea remota di quale sia stata la sua vita, quanta la sua
fatica, QUANTI i suoi dolori in questi anni e quale…!!...
…il suo immenso
valore, la sua ricchezza d’animo che la rendono candida come
un
angelo persino in un locale come quello? No…lei non sa di
lei.
Non sa di Kazu. Nemmeno del padre, così come QUI!
TUTTI!»
gridato col fuoco nello sguardo «…non sanno di
quanto sia
onorevole e degna di rispetto la SUA vita Asanuma, ci
crede…?»
«Takato!...non una parola in più, poi non dire che
non ti
avevo avvertito!!» esclamò suo padre, ma si
sovrappose il
sussurro del ragazzo in apparente calma «Lei non è
altro…che una pazza,
maestra.»…«IHMMM!»
a lei schizzò il cuore in gola, mentre Takato sorrideva e
pronunciava candidamente «Sì, una
pazza…! Mai
termine fu più appropriato. Una donna deprecabile la cui
unica
occupazione se un tempo era l’insegnamento attualmente
è
soltanto il ribaltamento di…camion interi di immondizia
sulla
vita delle persone, per il solo gusto di appagare il suo animo da
frustrata.» Una signora fra le clienti intervenne
«Ora
smettila: tuo padre ti ha detto che devi
tacere!»…«E
questa ha appena detto che la mia cara amica batte il marciapiede,
allora chi vince tra i due?!» In quel momento Asanuma
capì
di non avere speranza, posò una busta a terra e
alzò la
mano contro il ragazzo ma quando stava per schiaffeggiarlo lui gliela
afferrò «No, non ci provi
nemmeno!»…«Ahhh!!»
stringendola forte al polso
«Ehehe, com’è prevedibile. Avrebbe
dovuto abbassare
la voce, ora reagire è inutile. Ma anche in quel caso non
sarebbe servito, sì! L’avrei sentita lo stesso,
questa…è solo farina del suo
sacco!»…«L-Lasciami subito andare
toglimi la tua
sporca mano di dos-SO!»…«Ma come non
è
felice? Lei era quella che si lamentava sempre che non prestavo
attenzione alle sue spiegazioni quando adesso mi giungono anche i
suoi…più infinitesimali sussurri, e non solo!
Riesco
persino a captare tutti i suoi pensieri, si muovono come scarica
elettrica nella mia testa, non ha bisogno nemmeno più di
emettere alcun suono Asanuma che IO…la
ricevo!!»…«AHHH, AIUTO, QUALCUNO MI
AIUTI!»
…ma nessuno osava muoversi…
«Lei…è soltanto una squallida serpe che
trama alle
spalle di suo marito per riprendersi la figlia
che-»…«AHHH!»…«CHE
HANNO AFFIDATO
A LUI PERCHE’ LEI LO SUBISSAVA DI MALTRATTAMENTI, persino ad
un
uomo invalido!»
«E’
impazzito…» scuoteva il capo Takehiro e solo
questo poteva
ammettere nel pallore…
…il mormorio
nel negozio si accentuava, c’era chi usciva ma lui non le
lasciava il polso «Z-Zitto o ti giuro che me la
pagherai.»…«LO HANNO FATTO,
VERIFICATELO! ANDATE A
CHIEDERE AL GIUDICE CHE HA FATTO QUESTA DONNA anziché
pensare
che io sia impazzito tutto quello che dico è
STRAdocumentato,
per una volta mettiamo in piazza i SUOI affari, anziché
quelli
di tutte le persone a cui più voglio bene! Detto
questo…» raccogliendo con l’altra mano
la busta a
terra…
…sotto lo sguardo atterrito di sua madre…
«…tenga la sua busta. Molto gentilmente. ESCA. E
gradisco
anzi no pretendo di non rivederla più-MAI PIU’
mettere
piede nel mio negozio. Sono stato
chiaro?»…«A-Ahhh…!»
La porta così
fu spalancata «FUORI!» gridò il ragazzo
trascinandola per il polso fino in strada.
Volgendole poi le
spalle e rientrando senza complimenti né esitazioni. Sotto
gli
occhi di disapprovazione dell’intera clientela. Ma gli
sguardi
più sconcertati erano quelli dei suoi genitori…
Asanuma fissando
paonazza la porta che le si richiudeva di fronte «C-Con
questo…h-hai firmato la tua condanna a morte, avrei dovuto
l-lanciarti dalla finestra di scuola molto tempo fa!»
rosicchiandosi l’unghia «…q-questa volta
appariranno
ben altre notizie su di te in tv, stanne pur certo!!...»
«…no, non sei tu…» ripeteva
Takehiro, mentre
Mie che piangeva nel suo abbraccio d’un tratto non ce la fece
più e scappò, ritirandosi in cucina «La
persona che
ho davanti…non è il figlio che ho
cresciuto.»
Takato riprendeva
fiato in una successione di respiri affannosi, i suoi occhi rossastri
erano dilatati, ma ormai come catturati in qualcosa di
inarrestabile…
Più
calmi, ora. Ma ancora affannosi i respiri di Guilmon. Socchiusi i suoi
occhi gialli, N’Emo di fronte a lui in visibile
apprensione…
…il disegno a terra, sull’erba…
«Non…desidero…guardare…»…«Cosa?!»
sussultò il ragazzino. Ma il Digimon ripeteva
«Non…desidero conoscere.»
N’Emo raccolse
così il disegno, riguardandoselo con un pizzico di delusione
«Desidero che i miei…eventualmente nuovi stadi
evolutivi
risultino una sorpresa persino per me stesso. Non intendo conoscerne
l’aspetto
anzitempo.»…«Scusa…io credevo
che…»
…ma a
poco a poco Guilmon, che gli dava le spalle, si riavvolgeva nel manto
scuro decorato dalle lune più chiare «Non desidero
vedere…niente! Niente, all’infuori di
ciò che
sceglierò personalmente di guardare.» volgendosi
cupo,
minaccioso «Sono stato
chiaro…?»…«Sì…
…Guilmon!»…«…cosa
c’è…?»…«Prima…quando
ti
sei messo a gridare ho avuto paura. N-Non mi sembravi tu!»
…parole che facevano riflettere il Digimon…
N’Emo
accennò seppur incerto «S-Sono
sicuro…che un tempo
eri diverso. Non avresti fatto così solo per un
disegno!»
“…ha ragione, sento qualcosa che si modifica
inesorabilmente dentro di me. Quando ho visto quell’immagine
il
mio cuore è esploso…di rabbia, e di rimpianto.
Questi
hanno reso la mia indole violenta…”
«A-Anche
adesso! N-Non parli, non mi guardi…te ne vai,
così, nel
buio, insomma quanto ti ho trovato eri un
altro!»…«Uhm!»…«Non
sei
tu…il Guilmon di una volta.»
Ma il Digimon
gli rifilò un’occhiataccia, e si
allontanò
trascinando il manto sull’erba…
Takato invece si
appoggiava agli scaffali e ancora si sforzava di placare il suo
affanno…
«Non posso
credere che tu sia arrivato a tanto…» mormorava
suo padre,
che sembrava afflitto da una delusione che scavava nel profondo del
cuore, privandolo di ogni speranza. Il ragazzo alzava gli occhi su di
lui…
«Non…posso accettare che proprio tu mi stia
davanti. Ti
fai chiamare col nome di mio figlio, gli assomigli…ma che
cos’hai di lui?»
Mentre i clienti
lì presenti osservavano per lo più in silenzio,
scostati
dalla linea dei loro sguardi, come una platea di spettatori dinanzi ad
uno spettacolo teatrale. Solo uno fra loro cercò di
intervenire
«Non se la prenda, signor Takehiro. E’ normale, a
volte a
ragazzi succede di smarrire il controllo.»
«Davvero
non ti importa quello che hai fatto…? Sapevi che tua madre
stava
male, questa mattina ha avuto un malore! Non ti importa di arrecarle
dolore…? Io…
…comincio
a credere che non ti importi più.» ma il ragazzo
si
sforò a parlare, contro quell’improvvisa
stanchezza che
gravava sul respiro
«…papà…!...quella donna,
Asanuma, ha appena detto che Rika fa il mestiere! E’ una cosa
orribile!!...mi chiedi se mi importa di mia madre ma io ho anche degli
amici, io…DEVO difenderli quando qualcuno li ricopre di
fango e
maldicenze! Possibile che questo tu non lo capisci, avrei dovuto
stringerle la mano, farle un sorriso, servirle il pane e dimenticare
tutto?!»
…mentre
uno dei clienti «Ehm…credo sia meglio che vada,
che vi
lasci soli. Quello che volevo prendere…lo ritiro un'altra
volta.
Grazie e…arrivederci.»
«Hai
visto…?» chiedeva Takehiro «Sai che
abbiamo
problemi…è questo il tuo modo di
aiutarci.»…«Ah, ma insomma,
papà!»
Takato lo fissava sperando di trovare un briciolo di riscontro nei suoi
occhi «Su certe cose non si può passar sopra! Si
tratta di
una mia amica, e lei l’ha insultata!! Nella
tua…vetrina di
valori, di solidi principi maturati in gioventù non
c’è anche quello della solidarietà fra
amici, del
rispetto della dignità delle persone?! Che razza di persona
sarei stata, se avessi lasciato correre su una cosa del
genere?!!» ma Takehiro si irrigidiva «Quella donna
è
stata la tua maestra.» lasciando Takato sconcertato
«…e questo che vuol dire…?...adesso
è una
donna che non sa cosa significhi il rispetto, io non mi vergogno di
quello che ho fatto, se l’avessi ancora qui lo ripeterei
mille
volte!»…«Sei senza
speranza…» (canzone:
Taylor
Swift - Back to December (acoustic)
) disse il padre e stava per andar via, ma Takato
«Perché?!» lo trattenne con la decisione
delle sue
esclamazioni «Solo perché non voglio che la mia
ex-maestra
impazzita insulti una mia amica? Beh se questo è essere
“senza speranza” io sono orgoglioso di esserlo,
perché dobbiamo mancare di fiducia nei nostri
clienti?!»…«Ah?!» Takehiro
rimase sbalordito,
e Takato «Io sono convinto che i SIGNORI QUI PRESENTI non
sono
degli ottusi! Loro capiscono benissimo le mie ragioni, e sai
perché? Perché come ho detto prima…qui
entra solo
clientela con esperienza SUFFICIENTE…
…per avere nel proprio fardello di ricordi almeno un
amico…importante al punto tale da rivoltare il mondo e tutte
le
sue convenzioni per lui.»
…e
guardava quei clienti, che guardavano lui in tutta
l’insicurezza
che c’era nell’aria, sguardi interdetti…
…ma
Takato nonostante tremasse insisteva ancora «…io
ho
fiducia in loro. E credo che la figura peggiore l’avrei fatta
se
fossi rimasto indifferente. Se avessi permesso ad Asanuma di infierire
ancora, dimostrando che fra queste quattro pareti si potrà
anche
vendere pane caldo!...
…ma
di sicuro…soffia il freddo dell’esterno che
assorbe tutto
il calore. Il freddo di un mondo indifferente…
…un
freddo che non voglio, per un negozio che è mio. Quello
della
mia famiglia. Quello dei miei genitori.»
…avanzando verso il bancone, senza problemi, quando una
signora
gli disse «Non si tratta di quello che hai detto: a volte
sono i
modi-»...«I modi…per certe cose non ci
sono modi,
non si sta a pensare ai modi, signora!!» Costei non
riuscì
a controbattere «Sopraggiunge l’istinto. Ma non
è un
istinto di cui mi vergogno.»
…riprendendo le sue faccende con gesti decisi e sguardo
ferreo.
Mentre suo padre era bloccato accanto a lui, non si capacitava.
«Non
intendo tornare ancora su questo argomento, perché ritengo
di
aver detto tutto il necessario!» specificò il
ragazzo
«Ma desidero che sia chiara una cosa: che qua dentro non si
può dire tutto. Esistono delle regole, e finché
io
sarò qui non permetterò che si faccia il bello e
il
cattivo tempo. Dovrò restarci a vita? Bene! Dovrò
fare di
questo…bancone il mio unico futuro, riversarvi ogni mia
aspettativa sul domani?...
…NON HO
ALCUN PROBLEMA…» scandì profondo nella
voce, e
infuocato nello sguardo «…ma allora da questo
momento le
regole le detto io!! Per cui chi è d’accordo con
la mia
maestra e pensa male delle persone a me care se ne può anche
andare in questo istante!!»…«Takato,
cosa dici, tu
non sei ancora soddisfatto nonostante tutto, ci vuoi rovinare
completamente!!»…«Non ho detto che
devono andarsene,
se!!...hanno intenzione di rispettare questo posto e chi ci lavora.
Restate tutti?!»
…e li scorse con sguardo deciso uno ad uno…
«Bene
prendo atto delle vostre opinioni e mi auguro che siate stati sinceri.
L’interruzione è finita. Avanti il
prossimo!»
…dopo
qualche secondo di esitazione…un cliente orientò
il suo
portafoglio al bancone con aria automatica, totalmente
imbambolata…
«Che cosa
prende lei?!» chiese il ragazzo a testa bassa sistemando le
buste
e i dolcetti come se niente fosse stato. Ma stringeva i
denti…
…così
come Guilmon si stringeva al manto, nel tetro giardino
“Cos’è questa rabbia che sento affiorare
in
me…? Sento che vorrei travolgere il
mondo…!...ogni
secondo che passa sono più incapace di essere gentile,
eppure la
mia anima cerca una sagoma indefinita…con cui condividere
questo
stato di profondo dolore.”
…Takato, alla
cassa del negozio “…non permetterò
più a
nessuno. A NESSUNO…!...di calpestare le cose che mi sono
state
care, un conto è ciò a cui devo rassegnarmi, che
non
tornerà più!” consegnando la
busta…e
guardandola andar via “Come un dolcetto consegnato a un
cliente:
quando lo lasci, non lo rivedi più. Ma ci sono cose che
rimangono. E da adesso in poi chi si azzarderà ad allungarvi
la
mano dovrà vedersela con me!!...sono stufo di tacere e di
sopportare. Guilmon forse non lo rivedrò più
finché vivrò! Ma ciò che ha lasciato,
i miei
amici, il loro futuro e quei valori che ci sono rimasti beh che nessuno
provi a toccarli, perché si sbagliano se credono che io non
li
difenderò! Per tutta la vita!!...
...sono in grado
di mutare in un Digimon anche senza l’ausilio del loro potere
digitale per combattere, questa è la forza di un essere
umano!...
…se
è vero che allora, quando fu, mettemmo in comune
l’energia
dei nostri cuori per dar vita alla
biodigievoluzione…significa
che noi non ne siamo del tutto sprovvisti! Anche fatto a
metà,
resto sempre un Digimon Tamer.”
…scorgendo fra i tanti dolcetti quello dalla testa a forma
di
draghetto, che si era spaccato in due, e rivolgendogli la malinconia ma
al contempo l’intensità dei suoi occhi adulti
“Anche
se in fondo al cuor mio sogno ancora…un amico arrabbiato
almeno
quanto me in questi istanti, mi saprò far bastare da solo,
se
questo servirà per difendervi, amici miei.”
…ed i suoi modi erano già più calmi
«Lei…questo e anche l’altro? Due
buste?» quasi
si affacciava un sorriso…
Guilmon si
allontanava, ed era solo una sagoma nera nel giardino, ma che dagli
occhi nascosti versava lacrime “Takato…chi
c’è adesso al bancone del tuo negozio?”
“…una persona nuova!” rispondeva nei
suoi pensieri
il ragazzo “O forse…sempre lo stesso.”
«Oh,
buongiorno!» …a poco a poco tornava alla
normalità (fine-canzone)
«Sei
riuscita a rintracciare quell’uomo?» chiedeva la
signora
Seiko, la nonna di Rika, in casa sua assieme a sua figlia la quale
rispose «Cosa dicevi, mamma? Perdonami, non ti stavo
ascoltando.»…«Ti chiedevo se eri
riuscita a parlare
col tipo a cui dobbiamo l’affitto, Rumiko ma dove hai la
testa?»…«…scusami, stavo
pensando a
Rika.»…«E’ inutile, credi
è una sfida
persa. Non ti darà mai il permesso di sostituirla al
locale.»…«Però io sono
preoccupata!
Ascolta…non mi risponde mai con chiarezza quando le chiedo
come
vanno gli affari, io ho tanta paura che una volta o l’altra
lei-»
Ma causando il
sussulto di entrambe, Rika spalancò la porta
«Rika!»
esclamò sua madre «Così
presto?» chiese la
nonna aggiungendo «Ma scusa, come sta il marito della tua
amica?»…«Rika, figliola rispondi
è successo
qualcosa? Te lo leggo dagli occhi, me lo sentivo!» ma dopo
quei
pochi secondi di esitazione la ragazza proruppe all’interno
«Se qualcuno chiede di me, ditegli che non ci
sono!»…«Cosa? Come sarebbe a
dire?» si
insospettì la signora più anziana
«Dovete dire che
non sono in casa, per nessuna ragione al mondo devono
vedermi!!!»
strillò Rika, e sua madre le puntò il dito contro
«Ti sei messa nei guai con qualcuno. Ne ero certa. Ero SICURA
che
prima o poi sarebbe accaduto,
adesso…Rika!»…«Mamma non ho
tempo di
spiegarti, possibile che non lo capisci?!» gridava la ragazza
col
terrore negli occhi «Chiudete le porte! Se
suonano…dite
che non ci sono, CHIUNQUE EGLI SIA mamma sta bene a sentire questo che
ti dico CHIUNQUE EGLI SIA!»…«Tu non la
passerai
anche questa volta tenendoci fuori dai tuoi affari, senza spiegarci che
succede, per…l’amor del Cielo! CHI GIRA ATTORNO
ALLA TUA
VITA!!!»…«Alla mia vita…!!...
…gira
attorno un passato che non deve trovarmi…»
mormorò
metallica la ragazza dagli occhi segnati da lacrime e
frustrazione…
…mentre
Renamon era balzata sul tetto di quell’edificio, e sovrastava
l’insegna Fluido
Celeste…
La madre di Rika
incupì l’espressione «…si
è rifatto
vivo qualcuno dei tuoi ex.»…«Pensa
quello che vuoi,
mamma!»…«Qualcuno di quei poco di buono,
di quei
delinquenti!»…«Ora basta,
Rumiko!»…«Ma basta cosa, mamma, lei
è mia
figlia e adesso se permetti mi spiega perché dobbiamo
barricarci
in casa!»…«PERCHE’ SE NON LO
FACCIAMO, IO
POSSO ARRIVARE A COMPIERE QUALCHE
SCIOCCHEZZA!!»…«AHHH!» un
grido di terrore per
entrambe «Adesso…ti è più
chiaro il
concetto, mamma?!» scandì Rika, con un fiume di
dolore e
furia negli occhi…dopodiché sbatté
drastica la
porta della sua stanza mentre la madre disperata le tendeva la mano
«Oh Rika per favore n-non fare
così!»…«Rumiko…»…«Ti
prego, ti scongiuro non chiuderti in te stessa, apri questa
porta!!» cadendo in ginocchio, versando lacrime e picchiando
un
pugno su quella porta chiusa, mentre sua madre cercava invano di
invitarla ad alzarsi «Rumiko…è inutile.
Lei
è fatta così.»
Rika tremava di
freddo e di terrore, con la schiena appoggiata alla porta chiusa della
sua stanza buia, mentre udiva sua madre piangere e supplicare
«Non tagliarci fuori dalla tua
vita…!!!...n-noi…vogliamo soltanto
aiutarti!!»…«Sono disposta a qualsiasi
cosa
purché lei non mi veda così…»
…camminando…mentre sua madre gridava ancora
«Rika!...
…RIKA!!...mi senti?! Ti scongiuro, non fare
follie!!»
Ma la ragazza
aveva solo voglia di versare lacrime, fino a scomparire nel
buio…passarsi una mano incisiva e drastica sulla bocca, per
sbaffare fino a cancellare il rossetto «L-Lei…non
merita…!!...di trovarsi di fronte questa schifosa
immagine…!!» piegandosi lentamente a terra, in
ginocchio,
chinando il capo…
…tanto
era corsa veloce, che aveva lasciato la porta del locale aperta. Dalla
penombra, quel suolo fu solcato dai passi, che non facevano rumore, di
una creatura che non indossava scarpe dal tacco affilato, ma che
possedeva ugualmente una spiccata femminilità. I suoi occhi
glaciali, sottili, a poco a poco venivano sotto la luce…
…per
perdersi, in una sfumatura di ingenuità fra quei tavoli,
quegli
scaffali, fra i bicchieri e le bottiglie…
Renamon si
guardava attorno, lasciando che i particolari di quel luogo
scivolassero uno dopo l’altro nel suo cuore, in istanti di
meraviglia…
…Rika si
stendeva a terra lentamente, scuotendo il capo, nel suo pianto
disperato «Renamon, Renamon…!!» e le
veniva da
picchiare pugni a terra, ma stringere i denti non rendeva
più
sopportabile il dolore…
…non poteva
immagine quella morbida coda carezzare la sedia che l’aveva
ospitata poche ore prima…quel rispetto che come un fiore
nasceva
da un’ultraterrena meraviglia, per la creatura dal pelo
dorato, e
dalla classe infinita. Che si fermava ora nel centro di quel luogo,
perché sembrava aver bisogno di contemplarlo,
poiché
sembrava desiderare di farlo…
«…così,
tu ritorni…!!» pronunciava Rika nel pianto
«Ritorni,
ma è troppo tardi ormai!! Non posso vederti…!!
N-Non
posso…tendere la mano come per tanti anni ho desiderato
fare!!» tendendo la mano solo al buio di una stanza vuota, e
non
accorgendosi che sullo specchio in cima al comodino si materializzava
l’immagine di un orso di peluche, ma dallo sguardo
subdolo…
«Rika…tutto questo ti
appartiene…?» si
chiedeva Renamon con quella voce profonda e piena di fascino, un
tutt’uno con l’incedere della sua inafferrabile
figura che
non lasciava mai impronte, non corrompeva per quanto il suo tocco era
lieve. I suoi occhi si mossero al bancone, sul fondo…e a
questo
desiderò avvicinarsi, facendosi condurre da
quell’energia
speciale che le nasceva dal cuore…
…come se ogni mattonella del pub che solcava, fossero
ricordi e
frammenti di passato da riavvolgere…
«Io ho
sprecato la mia occasione…» affermava Rika
«Sono un
essere umano…che ha fallito! Ho tradito…tutte le
tue
aspettative su di me, ho mandato in pezzi i tuoi sogni!! Non posso
più io sognare di trovarmi al tuo cospetto! Mi vergogno di
me.
Ma quel che più non voglio…è ferirti
con la triste
immagine di quella che sono! Io…!!»
…ed il capo di
Renamon, ormai giunta vicino al bancone, si abbassò con una
tenerezza speciale sui frammenti di quel bicchiere che Rika, udito del
suo ritorno, aveva urtato inavvertitamente…e che giacevano a
terra…
«…in
questa stanza ti ho conosciuta!!» Rika nonostante tutto
tendeva
ancora la mano…ricordando il giorno in cui fra mille Digimon
proprio lei si presentò al suo cospetto, come la
più
forte e valorosa «Volevo che fossi la migliore! In questa
stanza…mi sono interrogata su di te!!»
…ricordando dubbi e pensieri che non la facevano
dormire…«M-Mi chiedevo…che senso
avessimo noi, se
la nostra strana intesa avrebbe mai funzionato! In questa
stanza…
…ho
pianto le lacrime che hanno fatto di una ragazzina una donna,
perché col tempo ho capito che di te avevo bisogno, che ti
volevo accanto!! Ma adesso che sei tornata non posso correre da te mi
spiace!! Non posso riabbracciarti!! Perché ho capito che ti
voglio bene al punto che non potrei sopportare che tu soffrissi e
piangessi a causa mia, ti prego DIMENTICAMI, RENAMON!!»
…mentre
Renamon, con una premura degna del mondo magico da cui giungeva, si
chinava sui frammenti a terra…
…e Rika si
prendeva il capo fra le mani «Relegami come
un’ombra, nel
passato! Lascia che io viva di ricordi! Che cresca e invecchi
immaginando la tua mano che riscalda la mia ma per favore corri
veloce!! Salta tanto più in là da non vedere
più
l’orribile persona che ha fatto di me il
presente!!»
abbandonandosi di nuovo a terra, al suo dolore…
…ma
inconsapevole del fatto che la sua Digimon stesse raccogliendo da terra
una scheggia di vetro…per poi tornare in piedi, ritta sulla
sua
schiena, incurante di essersi tagliata e sanguinare
“…avverto la tua presenza…”
pensava,
guardandosi attorno “Queste pareti…sembrano
parlare
incessantemente di te, Rika. Rivedo quella che sei sempre stata.
E’ come se mi raccontassero…tutti quei giorni che
mi sono
persa, vivendo lontana, nel mio mondo che mi aveva richiamata, forse
perché avevo una missione che questa volta non portava con
sé scontri, o combattimenti. Dovevo aprire il mio cuore al
Digimon che ho sposato…
…dovevo mettere al mondo i miei figli…
…ognuno
di noi ha una missione su questa terra. Io non so se…ho
compiuto
la mia adeguatamente, ma ora…quel che più conta
è
che in un modo o nell’altro sia riuscita a raggiungerti. Ho
bisogno di te…” confessò non
vergognandosi di
quella sfumatura di umana fragilità nella voce dei pensieri,
facendosi ancor più vicina al bancone, mentre la zampa
sanguinava nel sorreggere il frammento “…amica
mia, sento
di aver bisogno…che non mi giudichi. Può farmi
bene
soltanto tutta la tua comprensione…” chinando il
capo,
appoggiandosi lentamente al bancone come aveva fatto Rika tante volte
“…è per questo che seguendo il richiamo
del cuore
sono giunta fino a questo luogo.” (canzone: Mariah
Carey - Bringin'on the heartbreak)
“Avverto nettamente la tua presenza…ma al contempo
tu non
sei qui. Questo mi suscita una sensazione di
freddo…”
stringendosi, come la sua domatrice solita a indossare completi
succinti, e rivolgendo in alto sguardo appenato “La paura si
insinua in me…”
…mentre il Digivice
bordato di blu nella stanza di Rika si innalzava, sotto gli occhi
sconvolti della ragazza «Ahhh!» fluttuando grazie a
una
luce ambigua…
“Come
se…” pensava Renamon
“…qualcuno non volesse
che ci riunissimo.”
La sagoma di un grosso orso
si stagliava nel buio della stanza, e Rika
«Ahhh…!»
temeva, nel momento in cui si accendevano i suoi occhi
maligni…
“E volesse prolungare questa silenziosa agonia, per il resto
della vita.”
«E tu chi sei…?» sussurrava Rika.
E PinkMonzaemon
«Io sono la voce del tuo inconscio.» cupa e scura,
mentre
sul viso di Rika si rifletteva la luce pallida acquisita dal Digivice.
Renamon si guardava
attorno, ed il respiro era attraversato da un affanno «Eppure
è assurdo, questo non può essere! Ah!»
volgendosi
di scatto «Io devo ritrovarti assolutamente.»
Rika si
avvicinò lenta «Che cosa vuoi da
me…?»…«Uhmuhm! Proiettarti
quello che hai
perso…»
La luce del magico
cuore infranto colpì il Digivice, e da questo un fascio di
luce
che «Ahhh!» sfiorò Rika, superandola, e
raggiungendo
lo specchio sul comodino. La ragazza si parava gli occhi, ma la Digimon
la invitò «Guarda tu
stessa.»…«Ahh!»
Rika spalancò il suo sguardo…
…di fronte
all’immagine proiettata di due Digimon uniti in matrimonio
«Guardala com’è bella ed
elegante…la sua
classe è ineguagliabile…» declamava la
creatura
orsiforme mentre Rika si avvicinava allo specchio. Esitante, il suo
passo «Fiori impreziosiscono il suo aspetto…
…quei fiori che
tu non hai mai portato nei capelli. Le ghirlande di spine sono il tuo
unico
ornamento…Rika.»…«…allora
è vero, Renamon si è sposata, come avevo sempre
immaginato…»
«Imagomon…è il nome del suo compagno
digitale.» illustrava PinkMonzaemon «Anni fa si
sono
scambiati gli anelli, grazie ai quali si sono vincolati ad una promessa
di rispetto e fedeltà. Osservala, tu non sarai mai come lei.
Non
hai la sua purezza! Ti manca un passato limpido, per poter essere
ancora in diritto di toccare questo Digivice.»
Rika cadde in
ginocchio, riprendeva a sentire brividi lungo tutto il corpo, mentre
PinkMonzaemon piegava la testa «Avevi una strada spianata e
mille
occasioni d’oro disseminate sul tuo cammino, eri una ragazza
intelligente e capace, ma hai sprecato tutto questo. Tu non hai avuto
la volontà che prometteva…
…la proiezione
di quella Digimon Tamer.»…«No,
io…!!...» ed era come se un nodo le stringesse la
gola
«Non tentare di discolparti: in fondo al tuo cuore sai
benissimo
che è
così.»…«Sì! Ne ho
avuto
paura…ogni giorno in più che passava, in tutti
questi
anni! Temevo…il momento del suo
ritorno…»…«Tu non le potrai
mai dare
ciò che ha sognato da quando vi siete divise.»
…e
nell’incedere di Rika la proiezione mutava…e
ritraeva
Renamon in ginocchio, nella sua casa “Rika.”
pronunciava la
Digimon in atteggiamento di preghiera “Anche se sono
distante, io
sogno che tu possa aver ottenuto tutto ciò che meritavi.
Sono
sempre stata cosciente…del tuo immenso valore.”
«I-Il mio…immenso valore…?!»
ora pronunciava
Rika come qualcosa che faceva molta paura «E tu vorresti
deluderla così…?» chiedeva
PinkMonzaemon, tanto che
Rika balzava in piedi
«No!»…”So che ti basta
volerlo, e puoi ottenere tutto ciò che vuoi. E’
grazie
alla forza del tuo carattere…che mi hai condotta per mano e
sei
stata la mia guida, lo scintillio del tuo cuore lo ricordo
ancora.” «Te ne rendi conto
adesso…?»…«Ah!
Lo…scintillio del mio
cuore?!»…«Il tuo cuore è
sporco…»…«Sì…io…»
ripeteva la ragazza presa in quell’ambiguo e sospeso
automatismo
«…l’ho infangato…tanto che
non potrà
più risplendere, e…!!...
…tracciare il cammino…» cadendo in
ginocchio, con
le mani a quel cuore definito “sporco”
«…d-del
mio Digimon…»…«Il
presente…e la
crescita hanno infranto la
leggenda.»…«Ah!»
Rika vide la
biodigievoluzione nello specchio: Sakuyamon, un’affascinante
e
femminile Digimon dall’armatura dorata, ma che il secondo
successivo…sotto i suoi occhi spaventati, detonava in mille
cristalli fino a lasciare il vuoto al suo posto «Come un
prezioso
ma fragile bicchiere di cristallo: ecco cosa è sempre stata
la
vostra unione, Rika Nonaka…
…regina della…notte. E dei bicchieri
rotti.»
Nell’improvviso cessare delle proiezioni e sopraggiungere del
buio nella stanza, che accrebbero la paura nell’animo di Rika
«Ahhh!» che si portava la mano al collo sentendo
che le sue
forze non bastavano più. Ma era proprio nel buio
più
fondo che gli occhi della Digimon orsiforme lampeggiavano soddisfatti
assieme al suo cuore crepato «Ahahahahah!» (fine-canzone)
«No
perfetto cioè come inizio di giornata posso affermare che
dopo
tutto non è andato poi tanto male se aggiungiamo
un…pizzico di sventura poco così mica guasta,
cioè
che so fai un po’ te io piombo lì non trovo
nessuno manco
mezza traccia di un Digimon solo
Rika…SS…SSSCONVOLTA al
telefono!» riassumeva Cindermon, passeggiando in strada
«Che le vado lì non faccio manco in tempo ad
allungare la
mano che lei prende comincia a eruttare, come un vulcano no e meno male
che questo era il giorno in cui erano tornati i Digimon cioè
io
tipo mi immaginavo striscioni, cose varie roba da mangiare, popcorn, a
me che NESSUNO MI SI FILAVA tutti intenti a parlare con
lo-sì
che poi a conti fatti così è andato
cioè di me
nessuno si è accorto proprio che esistevo Rika manco a visto
che
la afferravo così, al volo tanto intenta a gridare prima
di…p-prendere un FUGONE da razzo caricato così, a
braccio, cioè-fiù! Mamma mia ancora che ci
ripenso mi
viene il fiaton-ma possibile che io non riesco più a tenere
il
passo di nessuno mi è scappata! Rika mi è
scappata
semplicemente mi ha lasciato indietro a mangiare la polvere no
cioè io devo…cambiare palestra, restituire la
tessera
fare qualcosa questa qui non mi fa NIENTE, non mi fa diventare
più veloce mo’ che poi quando ritorno a Digiworld
sollevo
un CASINO della MALORA per ‘sta storia intanto fammi andare
da
Takato…»
…sfiorandosi le labbra, e assumendo nuovamente espressione
un
po’ preoccupata «Lui è l’unico
con cui posso
sperare di far luce su questa storia di Rika…»
Era ormai giunta nei pressi del panificio…
…nella
cui cucina, vi era una donna seduta, che non riusciva a smettere di
piangere. Un ragazzo, suo figlio, comparve sulla porta. Il suo volto
era serio, si avvicinava lentamente, con rispetto misto a fermezza, e
con il suo grembiule bianco. A poco a poco allungò la sua
mano
verso di lei, per sfiorarla in quello che era un, seppur cauto, gesto
d’affetto. Ma Takato era più per lei che prestava
cautela,
piuttosto che per se stesso. Iniziò così a
parlare
«…metti a fuoco…il perché.
II perché
l’ho fatto.» disse, e seppur il discorso fosse
serio la sua
voce suonava dolce «Io credo che se lo fai, improvvisamente
tutto
ciò che ti pare…insensato acquisirà un
significato. Perché ce l’ha un senso,
mamma!»
esortò, tradendo una supplica «Io non
agisco…soltanto per creare caos, non mi diverto.»
mentre
non si interrompevano i singhiozzi di quella donna
«Figurati…non mi piace, sono il primo che vorrebbe
vivere
in serenità.» accovacciandosi vicino a lei
«Però quella donna ha toccato un qualcosa che per
me…è molto importante. Io non potevo tacere.
Perché,
anziché…giudicarmi…»
abbassando gli occhi «…come…credo, e
temo tu stia
facendo, non provi per un attimo a metterti nei miei panni.»
…Takehiro
li osservava dalla porta, senza che loro se ne accorgessero…
«Perché non provi a immaginare come mi sono
sentito. Io
non sono impazzito mamma, sono sempre io…Takato, tuo figlio.
Queste cose sono sempre albergate in me. Solo che mi sento…a
disagio con questa gente che non fa che dire cattiverie. Tu non senti
lo stesso? Non…provi mai…dispiacere, o fastidio
nel
sentire la gente attorno che non ha mai una buona parola per
nessuno…? Eh…?»
La signora Mie
lasciava che a poco a poco i suoi occhi sbucassero dalle dita che le
nascondevano il volto…quegli occhi che suo figlio subito
rintracciò, impegnandosi nel trasmettere il contenuto di
quel
suo sussurro «Io ti voglio
bene…e…»
prendendole le mani «…avrei bisogno come non
immagini…di ricevere il tuo appoggio, di sentire che tu non
mi
disapprovi.» ma il pianto riprendeva «Oh, non si
tratta di
questo!»…«…come…?»…«E’
che noi abbiamo problemi, Takato! Adesso come si farà, la
gente…non vorrà più metter piede
qui!»…«…perché…?
In
fondo…hanno sentito tutti. Asanuma crede di parlare a bassa
voce, ma non riesce a nascondersi né da me né
dalla
gente. Chiunque in fondo avrebbe reagito
così.»…«Ma,
ma…!!»…«…
…ma…?»…«Non si
è mai visto da
nessuna parte! Oh, insomma! I-Il ragazzo…i-il figlio dei
signori
che vendono il pane, conosciuti da tutto il quartiere dai quali va
ancora la sua vecchia maestra a servirsi che la prende per il
braccio-la butta fuori-le grida cose orribili ma questa è
una
vergogna!!!» gemeva la donna ripercorrendo quelle scene come
si
fa con un processo traumatico…«Non
c’è mai
stato niente di
più…!!...dequalificante!!»
…Takato
sospirava all’udire quelle parole
«…conosco cose
peggiori di questa.»…«Ah, che ne vuoi
sapere! Adesso
tutti parleranno di noi! Saremo sulla bocca di
tutti!!»…«…io, forse. Tu e
papà no di
certo. La scena è stata ben
chiara.»…«Ah, e
credi che mi faccia piacere?!» sbottò lei,
fissandolo
negli occhi «Tu sei mio figlio, e che sparlino di te come
un…r-ragazzaccio violento è l’ultima
cosa che avrei
voluto! L’ultima che avrei
sognato!»…«…e
Rika?»…«Uh?» Mie si
bloccò con le mani
di fronte al viso…
…mentre
suo figlio le parlava con sguardo profondo e consapevole
«…anche lei è una
“figlia”. Ha una
madre, ed ha anche un padre. Ha una famiglia…e una casa
nella
quale siamo stati anche a mangiare. Tutti
assieme.»…«Ah!»
nell’animo della signora
riaffiorò quel ricordo «Nel momento del
pericolo…» rievocava Takato
«…le nostre
famiglie si sono fatte forza a vicenda, voi genitori eravate uniti e
davate fiducia a noi. Possibile che da quel giorno…di cui si
ricorda l’impeccabile distinzione di Renamon, a tavola,
quando
ringraziò per il pranzo…le cose siano tanto
cambiate?» nel sussulto della madre
«Tanto…al punto
da essere così indifferenti gli uni verso gli altri? Allora
eravamo tutti…come una grande famiglia, e oggi,
mamma…?» tornando vicino a lei, accovacciandolesi
di
fronte «…nessuno interviene se uno di noi figli
viene
apostrofato in modo dispregiativo…? Andiamo…io
non ci
credo che tu in fondo non sei d’accordo con me. Ti conosco,
sei
una donna onesta.»
…mentre
anche Takehiro rifletteva su quelle parole, ma i suoi pensieri
sembravano in tempesta…
«Se tu
avessi una figlia. Se Rika fosse tua figlia…ti farebbe
piacere
che alludessero con tagliente ironia al “modo in cui si
veste”, che la tratteggiassero come una poco di buono? Dici
che…un ragazzo che si comporta come me è
l’ultima
cosa che avresti sognato. E di un po’…non ti
è mai
capitato di sognare un figlio…che si battesse per i suoi
amici,
che portasse dentro dei valori, che avesse rifiuto per le ingiustizie?
Rispondi, mamma.»…«Ah! Takato non lo
so…mi-mi
sento tanto
confusa!»…«Però…quello
che
è successo è chiaro. Ti fa piacere che nel tuo
negozio si
dicano certe cose?»…«N-Non riconosco
più il
mio negozio! Non era questo quello a cui ero
abituata!!»…«…nemmeno
io…ma ho dovuto
farci l’abitudine. Mi ci sto ancora conformando…un
poco
alla volta.»
…ma a
quel punto arrivò anche il padre «Non puoi
pretendere che
tua madre accetti così presto quel che è
successo.»
al che il ragazzo si alzò, e dichiarò
«…io
non pretendo niente. Le sto solo spiegando com’è
andata.» Il padre gli negava lo sguardo, e svolgeva altre
faccende mentre dichiarava «…da questo momento,
cambieranno molte
cose.»…«Uh?»…«…certo,
che
ti aspettavi. La gente…verrà di meno da noi,
quanto
potrà cercherà di evitare questo
posto.»…«Non era questo quello che
volevo.»…«…beh, dovevi
pensarci
prima…di sbattere fuori come una furia la tua ex-maestra,
certe
cose la gente non le dimentica.» Takato allora si
avvicinò. Guardò negli occhi suo padre e
riuscì a
farsi guardare negli occhi «Papà. Tu hai avuto
degli
amici. Lo so, te ne ho sentito a lungo parlare. Li hai avuti lungo
tutto il corso della tua vita.»…«Certo,
avere degli
amici non c’entra con questo, figlio
mio.»…«Come non
c’entra…? E’ la
molla…che ha fatto scattare
tutto.»…«Ti
sbagli. Quella ha solo a che fare con
te.»…«Che
altro sarebbe stato da fare, allora?!» Takehiro non rispose,
e
gli diede le spalle. Suo figlio insisteva «Una buona volta,
qual
è la condotta da seguire, quali sono le convinzioni da
portare
avanti?! Le persone vanno difese con sincerità, oppure vanno
ignorate per accontentare la gente?! Rispondimi soltanto a
questo!» ma l’uomo sospirò…e
senza guardarlo
ammise granitico «Non si possono negare certe evidenze:
quella
Rika ha preso OBIETTIVAMENTE una cattiva
strada.»…«Cosa?!»…«Sì
lo
so che eravamo seduti alla sua stessa tavola, ma questo è
stato…
…dieci
anni fa.» …quella quantità di
tempo che fece
cadere lentamente le braccia del ragazzo lungo il suo grembiule
bianco…
«In
tutti questi anni…» riprese Takehiro
«…Rika
Nonaka ha fatto in tempo a cambiare, e dire che era una ragazza
veramente…promettente, ricordo ancora l’orgoglio
negli
occhi di sua madre, e dire che ci contava
tanto.»…«Lo ricordo anch’io
l’orgoglio
negli occhi di sua madre! Lo ricordo in quelli di tutti
voi!!»
sottolineava il ragazzo scosso da un vivo impulso, ma suo padre
replicò «Ciò però non toglie
che Rika abbia
fatto una riuscita…molto peggiore di quella che ci si
potesse
aspettare. Dopo la fine della battaglia, si
è…lasciata
andare, tutte quelle cattive compagnie, ha…cambiato uomini
in
continuazione!»…«…ecco
perché quando
ci incrociamo in strada quando puoi eviti di salutarla!»
realizzava il ragazzo «Takato così va la vita: si
può essere in un modo, ma col tempo si cambia, si diventa
altre
persone.»…«No! Ti sbagli! Per me nessuno
dei miei
amici è cambiato, né Henry che ha avuto un
figlio,
né Rika con il suo locale, nessuno!» mentre sia la
madre
«Oh?» sia il padre sussultavano «Cosa,
Henry ha avuto
un figlio?»
…ma
Takato stringeva i pugni e seguitava a insistere «Per me
resteranno sempre i miei compagni, qualsiasi cosa facessero, e
qualsiasi strada imboccassero! Nessuno si deve azzardare a parlar male
di loro!» andando via brusco, tirandosi via il grembiule di
dosso.
Ennesimo sospiro
per Takehiro, che si appoggiò allo scaffale. Sua moglie
piangeva
e talvolta i suoi occhi sbucavano tra le dita per
guardarlo…ma
lui era impegnato a massaggiarsi la fronte.
Cindermon era
arrivata all’entrata del panificio, e bisbigliava fra
sé
«Ptsss, cosa faccio en-entro?! No…quelli mi
sbattono fuori
a randellate ricordandosi di ieri che son piombata lì no-no
è meglio che lo aspetti fuori. Che dici?...sarà
qui
oppure sarà andato a lavorare al salone?»
sporgendosi un
po’ dalla vetrina per guardare
all’interno…ma in
quel momento passava della gente impegnata a chiacchierare
«…avete
sentito?»…«No, è
incredibile!»…«Ma il figlio di quei
signori?»…«Sì, dei signori
Matsuki, tanto
gentile all’apparenza.»…«Oh,
ma crescendo
è cambiato, secondo me si droga.» (
«Coooosa?!» sobbalzava Cindermon) «Questa
è
l’ultima sul suo conto, dopo le leggende sul suo aumento di
peso!»…«Altro che leggende, era un vero
elefante!»…«Adesso pare che abbia
sbattuto fuori dal
negozio la sua maestra delle
elementari!»…«Tu
scherzi!!»…«Chiedi in giro, se non ci
credi!!»
…mentre
occhi e bocca di Cindermon si dilatavano più che
mai…
«Pare
abbia fatto la scena del secolo, si è attratto tutti i
riflettori del quartiere, quello
lì!»…«Ultimamente
è piuttosto
chiacchierato.»…«Dicono che sia isterico
perché non ha una
donna.»…«Non ne avrà
di certo una che tiene alla sua reputazione, di questo
passo.»…«Sembra l’abbia
massacrata, quella
povera maestra…»
…Cindermon rielaborava
«…por…ca
paletta…» sporgendosi di nuovo dalla vetrina
«H-HA
SBATTUTO FUORI LA MAESTRA??? Oh mio Dio Takato mi diventa
più
ingestibile ogni giorno che passa avessi azzardato a esigere
così, su due piedi, di essere il suo Digimooon, io la mia
maestra: dunque…la cosa più eclatante che le ho
fatto
è stata metterle un Gekomon nel bicchiere. Poi peggio
è
stato per lui poveraccio che un altro po’ affogava. Sta di
fatto
cheee…» tirandosi…per fare capolino
verso
l’interno «…io gli devo parlare di
Rika-cavoli altro
che maestra! Vedi se ora finisce che se la prende anche con me quanto
ci scommetti no perché già sarà girato
per cavoli
suoi quando è così io sono la prima-proprio
scontata, che
finisce nel mirino mi ci giocherei i pochi spiccioli che mi sono
rimast-IHMP!-eccolostaarrivando.»
Si nascose
così al lato della porta, ben aderente al muro: Takato
uscì e non si accorse di lei ma tirò un calcio
alla porta
per richiuderla, tanto che la Digimon sbiancò nettamente e
realizzò che la cosa migliore era sgattaiolare nel vicino
vicolo. Takato lo costeggiò, lo superò e si
arrestò, tirando un molto aggravato sospiro e chiudendo gli
occhi…
…mentre Cindermon lo fissava con tutta la dentatura tesa, e
con
la schiena spiaccicata al muro come avesse dovuto formare un
tutt’uno con questo…
«Quello che mi domando…»
iniziò Takato
«…è cosa tu possa ricavare di utile
INFOGNANDOTI
là dentro in quel modo ridicolo e ILLUDENDOTI di non essere
vista.»…«GASP! E-E-Ehmmm-»
…in un lampo
Cindermon si accorse che il suo stratagemma non aveva funzionato e che
gli occhi trafiggenti del ragazzo appena giratosi erano puntati su di
lei. Takato attendeva spiegazioni in una posa minacciosa
«N-No
è che io v-veramente stavo anda-eheheh-no è che
passavo
qui per…caso è un così
bel…quartiere…» mentre lui si
avvicinava
«…looo…stile architettonico
è da
sballo.»…«”Ahaha”,
sì, lo sempre
trovato
anch’io.»…«Ehhhhhhhhh…»
…cristallizzazione totale del sorriso sulla faccia della
ragazza
digitale «Ti dona molto la penombra,
Cindermon…»
pronunciò il ragazzo con una strana pacatezza
«…chiederti…DI VENIR FUORI DI
LI’ SAREBBE
PRETENDERE
TROPPO?!!!»…«WAAAH!!!»
«E’
così. Non sto mentendo. Vi posso assicurare che è
quanto
ho davanti ai miei occhi.» pronunciava calma PinkMonzaemon
nella
stanza buia, sbucando dall’armadio con cellulare
all’orecchio, per osservare Rika…
…in una
sorta di trance, seduta a terra a fissare il Digivice con reticenza e
amarezza…«La domatrice di Renamon è
completamente
nelle mie mani…mwahahahahahah…è stato
un giochetto
nullificarla, questo sta ad insegnarci che le leggende non
corrispondono quasi mai al vero. La dipingevano come ardita e
indomabile, quando non ho mai visto un animo andare in pappa con tanta
facilità. Non è rimasto neanche un riflesso di
quell’antica eroina…e questo, uhm, va tutto a
nostro
vantaggio.»
…dall’altro lato, nella camera della pensione
«Come…?» emergeva Gelsomon in un cupo
sospetto,
anche lei col cellulare all’orecchio «Vuoi dire che
adesso…Renamon non ha più la sua
domatrice?»…«Ah! L’ha
eliminata?!
PinkMonzaemon mi sbalordisce, la-lasciami parlare con
lei-»…«Ehi, ehi, EEEHI STA
FERMA!»…«E vacci piano con quegli
artigli!»…«E tu vacci piano con quelle
mani
liquefacenti, sto parlando io!»…«Lo
stritoli, quello
scassone di cellulare!» strillava LadyMeramon
«Già
c’è voluto tanto per infilarci al negozio e
convincere il
tipo della nostra natura umana, per farcelo
dare!»…«Tu gli bruci tutto il
meccanismo,
perciò giù le mani!...continua PinkMonzaemon,
allora,
adesso che è inoffensiva noi come ci regoliamo?»
«Uhmuhm!
Abbiamo ancora un dettaglio da
sistemare…»…mentre
Rika provava ad allungare la mano verso il Digivice, ma la ritirava e
volgeva il capo con rifiuto…
«Un
dettaglio…?» chiedeva Gelsomon, mentre LadyMeramon
fremeva
per avere aggiornamenti…
«Dobbiamo
approfittare del mancato ritrovamento fra Digimon e domatrice per
creare quello scompiglio che Guardianmon ci ha commissionato,
all’interno del gruppo degli ex-eroi. La loro minaccia mi
preoccupa non poco, i suoi amici…» alludendo a
Rika…
…i cui occhi si velavano di lacrime rassegnate…
«…sono
gli unici che sarebbero in grado di tirarla fuori da questo stato di
prostrazione. Credo proprio…» infilandosi i suoi
occhiali
da vista «…che la precauzione migliore in questo
caso sia
far sì che non arrivino a lei. Oh beh che non ci arrivino
vivi,
si intende.»
«Con questo che
intendi dire…?»…«Ptsss,
passamela,
passamelaaa!»
«Oh intendo dire semplicemente, amica
cara…»
«E-EHI, CHE
FAI?!»…«ARFH!»…«Ridammi
il
cellulare!»…«Prontooo, PinkMonzaemon?!
Sono
LadyMeramon ti ascolto: andiamo, andiamo dacci un ruolo nel tuo
sfolgorante progettooo, qui io e Gelsomon ci stiamo annoiando a
morte!»
«La vostra
servizievole amica è qui per accogliere ogni vostro
desiderio.» e sotto un ghigno lugubre, l’orsa
digitale
dichiarò «Quello che ci vuole è uno
splendido
falò cittadino che li tenga occupati…fino a che
io non
avrò finito il lavoretto di demolizione con questa
qui.»
«Ah!
AHAAAHHH!»…«Che cosa ha detto?! Brutta
prepotente,
dà fiato ai tuoi pensieri anziché star
lì a ridere
da sola!»…«Gelsomon, tesoro,
è l’ora di
sgranchirciii!!!»…«Come…?»
e
passeggiando allegra per la stanza «Ahahahhh! PinkMonzaemon
ci
commissiona il putiferio in città!»
Gelsomon alzò i
suoi artigli, che luccicarono minacciosi
«…finalmente
è giunto il momento di attaccare questa città
tanto
odiata.»
«Ryo! Con
Rika non è andata come speravi.» Monodramon ancora
parlava
dall’interno di un borsone, tra le vie di Tokyo col suo
domatore
che passeggiava un po’ ripiegato su di sé
«Puoi
starne certo, nella maniera più assoluta!» aveva
l’aria un po’ mogia «Volevo che andasse
in
tutt’altro modo…ma purtroppo fra me e lei spesso
è
stato così, non ci siamo capiti e abbiamo finito per
sfrigolare
come cariche chimiche in collasso, ahhh e come se non bastasse ci si
è messa la vecchia! Non aveva niente, i soliti allarmi per
un
nonnulla e non appena mi ha visto mi ha fatto il terzo grado,
“dove sei stato” di là, “che
hai fatto ieri
notte” di qua!»…«Ti dimentichi
quando ti ha
chiesto se per caso usavi questo borsone per nascondere il tuo
Digimon.»…«Non lo dimentico: CERCO di
farlo, il che
è diverso!»…«Le hai risposto
che aveva le
allucinazioni!»…«Che dovevo fare,
metterti in
braccio a lei?! Lo sai che è prevenuta…un tempo
non era
così, il problema è che dà troppo
ascolto alla
gente e si fa influenzare dall’ottica circolante sui Digimon!
Non
c’è cosa che sia più dannosa dei
fenomeni di panico
collettivo!»…«A proposito: mi piacerebbe
tanto poter
uscire da questa borsa e guardare la
città.»…«Uhm…lo
so, amico mio.»
sorrise d’affetto il ragazzo, mentre il Digimon spiegava
«Ci sono tanto affezionato, ho un milione di ricordi qua
insieme
a te.»…«Puoi dirlo forte,
anch’io
altrettanto!» replicò con un pizzico di buonumore
in
più «Però, proprio perché ti
voglio bene ti
devo tenere là dentro. Che tutti mi guardino come fanno
adesso…
…che mi
additino, perché sembro loro un pazzo che parla da
solo…oh, non mi importa, ma se qualcuno ti afferrasse, per
portarti via in un posto brutto e buio allora lì
sì che
impazzirei, e smuoverei questo mondo e
quell’altro!»…«Ahah! Lo hai
dimostrato.»…«Piuttosto…ah,
ecco questo
è un altro casino! Con tutto quello che Rika mi ha
rintuzzato e
con la telefonata della vecchia in aggiunta non ho proprio avuto modo
di dirle la cosa più importante, e cioè del
ritorno di
Renamon e degli altri Digimon! Ora
però…sinceramente non
me la sento di tornare indietro, so che appena mi vedrebbe mi
sparerebbe a vista! Sono più che certo che appena
l’ho
restituito l’ha affittato lei, quel fucile vietato dalla
legge!»…«Quindi ora che
facciamo?»…«Niente…torniamo
dal mio amico:
voglio vedere come stanno gli altri
Digimon.»…«Anch’io!
Chissà se sono
andati dai loro domatori.»…«Spero di no,
devono
stare attenti a muoversi e prima devono consultarmi! Vieni,
corriamo!»…«Ahahah!»
…mentre
fra tante gambe e piedi in tutte le direzioni sull’asfalto
cittadino «Calù, calù!»
…un simpatico
frammento di passato sembrava riproporsi, e riproporsi proprio nella
distrazione di tutta Tokyo che non notava il piccolo batuffolo bianco
dalle orecchie estensibili, e dal simbolo rosso in fronte. Finalmente
anche il Digimon dal contorno occhi pieghettato sembrava tornare ad
accennare un sorriso «Sono di nuovo fra mille esseri umani
che
non mi vedono e non mi sentono, Calù! Era tanto che non mi
sentivo libero così, mi prende un po’
d’ansia se
penso a tutte le scartoffie lasciate al villaggio, calù,
però mi consola il fatto che anche se volessi adesso non
potrei
tornare, perché ci sarebbe Guardianmon che mi taglierebbe la
testa, all’entrata del varco. Calù!»
saltando su una
recinzione stradale «Prima o poi dovremo pensare a
organizzarci
con questa storia, non possiamo rimandare in
eterno…»
alzando i suoi occhi, e guardando il cielo «Però
oggi!
Soltanto oggi, come compenso per tanti anni di duro lavoro chiuso in un
ufficio voglio provare a…ahhh, a sentirmi libero
così!» in un profondo respiro incurante dello
smog, che
fece estendere le sue orecchie come quando si sentiva meglio. E
sembrava davvero essere più a suo agio «Voglio
ritrovare
tutta l’aria a me cara! Voglio riscoprire cosa vuol dire
passeggiare senza vincoli e senza impegni! Senza una meta,
pensando…che puoi andare dove vuoi e fare quello che ti
pare,
calù, voglio attraversare strade e strade, incroci e
incroci,
voglio fare “calù calù” fino
ad esaurire il
mio fiato, voglio…!...
…passare
allo scanner tutti i volti dei passanti e scoprirne…quanti
più possibili fra quelli che avevo già
conosciuto,
sì affermativo calù voglio ritrovare quelli che
salutavo
e che mi hanno salutato, voglio vedere come sono cresciuti, voglio
vedere ciò che della città è cambiato
e ciò
che è rimasto uguale. Calù!
Ahhh…» saltando
giù, e ritrovandosi di nuovo fra le scarpe e i clacson
«…e mentre cercherò un senso al mio
vagare magari
passerò a casa di Jeri, e le restituirò il suo
fermaglio,
lo ha dimenticato.» sfoderando quel piccolo “leone
dorato” «Però questo devo ridarglielo,
Calù,
è un caro ricordo di Leomon e poi…
…e
poi…calù…» tingendo i suoi
occhi di
un’insicurezza emozionata «…Jeri
è stato
tanto cara.» per alzarli dal fermaglio al cielo blu
«Mi ha
chiesto di essere il suo Digimon, in fondo è bello che non
abbia
dimenticato che ero suo amico, calù. Forse non dovrei essere
così diffidente, fra me e Jeri c’è
sempre stato
accordo e sintonia e se accettassi di aiutare gli altri Digimon
combattendo al suo fianco forse sarei più felice.
Però…»
Anche Jeri
passeggiava in strada «Calumon è molto insicuro.
Pensavo
che il tempo lo avesse aiutato a capire che…anche lui
è
un Digimon, per cui il suo destino è quello di combattere ed
evolversi!» mentre un gruppo di bambini in corsa la
incrociava, e
alcuni di loro la urtarono appena, per poi superarla. Così
arrestò il suo passo, per riflettere «Come mi
piacerebbe
che accettasse, questo…renderebbe tutto più
facile! Con
un Digimon come Calumon al mio fianco avrei la possibilità
di
riportare nel presente la moda di allora...»
…volgendosi
appena…guardando con la coda dell’occhio quei
bambini
catturati da una vetrina…
…e poi il
cielo «Il mio grande sogno sarebbe rivedere queste strade che
traboccano di immagini, di pupazzi, le vetrine di videogames, e
cartelloni alti due metri lungo gli edifici più importanti,
e
alla stazione della metro!»…l’aria della
primavera
cittadina sembrava accorrere a guarnire quei grandi occhi
sognanti…
…in
bilico tra la bellezza per un qualcosa di inafferrabile, e
l’insicurezza per quella che è la
realtà «Se
vedessi rifiorire tutto questo attorno a me sono sicura che mi sentirei
più forte. La vita sarebbe più bella, quando
invece ora
sono costretta a preoccuparmi del mio futuro: non ho magie da
inseguire, ed i miei passi posso soltanto condurli da Mako, per fare
pace con lui in quanto ho trattato sgarbatamente suo padre. Questo
perché…» guardando con malinconia il
cammino che
l’attendeva «…debbo tenermi stretta un
fidanzato
come Mako. Non posso permettermi di perdere la sicurezza economica che
potrebbe offrire a me, e a mio padre che non è
più
stabile, né fisicamente, né
psicologicamente…» stringendo sul suo petto quella
busta
di dolcetti che aveva offerto al piccolo Digimon bianco…la
stringeva come un qualcosa di caro, e da proteggere per sentirsi
protetti, un qualcosa in grado di riscaldare il cuore
«Calumon…se solo accettassi la mia
proposta…»
mentre su di lei soffiava il vento, che muoveva i suoi capelli, e
scandiva le vite delle persone che le camminavano attorno, le insegne
dei negozi e delle stazioni attorno a lei «…tutto
questo
per un attimo si arresterebbe…»
pronunciò come un
qualcosa di lieto, svelando poi il sorriso di chi è
cosciente
che non può vedere, subito, il proprio desiderio realizzato
«…e invece non hai voluto assaggiare nessuno dei
dolcetti
che avevo acquistato in un negozio dove non mi conoscono, anche se
desideravo che tu credessi che li avevo preparati io per te. Ma io sono
un disastro in cucina. Però…!»
illuminando il suo
viso di una piccola speranza «…ti ho lasciato il
mio
fermaglio, fingendo di dimenticarlo! Spero tanto…»
osservando l’azzurro e le nuvole «…che
guardandolo
tu possa riflettere e pensare che in fondo non sarei dopo tutto
così male come domatrice.»
«Calma, e
sangue freddo!» era la speranzosa esortazione che un Digimon
dalla voce spiccia e virile rivolgeva a se stesso «Dopo
tutto…un Digimon non è utile soltanto per
combattere!» affermava Beelzemon affondando un pennello in un
secchio «Può imparare un mucchio di altre cose, e
questi
anni ne sono stati la dimostrazione! Privati dell’aiuto degli
esseri umani ci siamo arrangiati e abbiamo sviluppato moltissime delle
nostre capacità!»
Quello era il
cumulo di propositi con il quale fronteggiava lo squarcio nel muro del
convento «In fondo non faccio niente di nuovo, al villaggio
era
un continuo riparare, ricostruire. Perché non dovrei
farcela?
Basta solo quello stesso ingrediente: tanta buona
volontà!»
…la
fronte gli sudava, ma era orientato coraggiosamente contro ogni
esitazione «Voglio essere utile, per dimostrare a questa
gente
che…non ha alcun motivo per temere noi Digimon, e
poi…se
questo me lo chiede la mia Digimon Tamer Akemi, io non posso che farlo
molto volentieri! In fondo non fa una piega: chi l’ha detto
che
il domatore deve ordinare al proprio Digimon di combattere, il lavoro
di collaborazione può estendersi a tanti ambiti!
E’-E’ sciocco limitare.»
…così, sospeso in volo grazie alle sue piumate
ali scure,
e con un cumulo di mattoni sotto il braccio, si apprestava a quelle
spennellate necessarie per colmare il buco.
…intanto
però dal giardino stava arrivando qualcuno «Ahhh,
non ci
capisco più niente, giuro che sono in
crisi!»…Mako,
che si passava le mani tra i suoi capelli rossi «Prima il mio
Digimon scompare, poi becco di sfuggita in tv uno che mi sembra lui e
come se non bastasse la gloriosa performance di Ryo Akiyama in
compagnia del suo fido Cyberdramon, ma possibile che nessuno mi avverte
quando c’è un digi-evento a cui partecipare?
Perché
la sorellina in convento devo averla proprio io?!!!»
…sicché varcò l’ingresso, e
non appena
guardò verso l’alto «Eeeeh??!»
Beelzemon si
volse appena e un po’ reticente
«Oh-h…»
«Ah! BEELZEMON!»
«Ma-Mako!» …disse il Digimon e dovette
tener fermo
il secchio per impedire che cadesse.
«Ptsss---ma che ci fai lì, ti ho cercato
dappertutto
ma---sei impazzito, scendi subito!!»
«No, v-veramente Mako io-»
«Scendi
subito…!!» scandiva il ragazzo con gli occhiali e
l’espressione sempre più tirata
«Così ti
vedono tutti sei matto poi che gli raccontiamo alle monache vuoi farti
scoprire SCEN---DI!»
«Mako, non
è come pensi tu, è che…!
Oaahh!» ma
urtò inavvertitamente il secchio…
…quando
il ragazzo si udì chiamare
«Mako…!»…«Oh?»
e si vide
raggiungere da un’allegra e serafica suorina
«Fratellino
caro, ma che gioia averti
qui…!»…«Ptsss---Akemi
ma-MA---!»
afferrandole di colpo le mani e alludendo con gesti convulsi a
Beelzemon «Sì, sì, lo so, so tutto,
tranquillo. Oh?
Ops! Il secchio sta
cadendo.»…«COSA?!»
Beelzemon gridò «Oh! Attenti! AKEMI!!»
…ma
ad Akemi bastò uno scatto leggero dei suoi per
«Oh!»
schivarlo agilmente, sorte che…
…non spettò a Mako il quale ricevette il secchio
direttamente sulla sua testa. Quando Akemi fece capolino da dietro le
braccia con le quali aveva protetto il suo viso…non
poté
fare a meno di puntare un dito e
«Ahahahah!»
…ridere per il suo gemello dalla “testa a
secchio.”
«Oh no, lo
sapevo, ho combinato un disastro!» esclamò
Beelzemon, che
si affrettò a tornare giù. Akemi gli
sfiorò il
braccio «Oh no, non devi fartene una colpa sono cose che
capitano, i primi
tempi.»…«M-Mako…?»
…il
ragazzo si scostò a poco a poco il secchio che lo
aveva…inondato col suo contenuto appiccicoso e, a giudicare
dalla sua faccia, anche alquanto irritante «Q-Qualcuno qui
gentilmente può SPIEGARMI?!»
Una sorridente
Akemi ed un incerto Beelzemon si guardarono, lui iniziò
«Ecco io.» e Akemi «Ho pensato che non
era rispettoso
che tenessimo Beelzemon in cantina come se, poverino, avesse commesso
chissà quale reato e fosse latitante. Ho avuto
perciò
l’idea di presentarlo alle mie
sorelle.»…«COOOOME?! A-Akemi ha ragione
nostro padre
a dire che tu sei bacata in
testa!»…«Ahah!...fratellino: io se fossi
in te
guarderei la tua, di testa, in questo momento non è ridotta
molto bene. Vero, Beelzemon? Uhmuhmuhm!»
Beelzemon
li guardava a rotazione, ma anziché sorridere chinava il
capo
“Sono il solito pasticcione…”
«E-E
così
quindi?!»…«Eeesatto!»
rispondeva
Akemi al dubbio di suo fratello, e sfoderando un cordiale sorriso
«Non dovremo più nasconderci, d’ora in
poi quando
verrai a trovare Beelzemon potrai farlo liberamente e senza problemi.
Non è fantastico?»…«Io lo
trovo demenziale. E
che ci faceva là sopra a quel
muro?!»…«Ecco…»
iniziò Akemi, ma
Beelzemon si sovrappose «Sto cercando di rendermi
utile!»…«Renderti
utile…?»…«Ecco…guarda
Mako, il
terremoto ha fatto disastri, e-e quelle signore, ecco, beh...loro mi
hanno chiesto-mi-mi hanno detto di dar loro una mano, e
che-»…«Dare loro una mano?! Akemi
cos’è
questa storia, tu permetti che quelle tue pseudo-sorelle incappucciate
sfruttino il mio Digimon?!» al che Beelzemon «No!
No, vi
prego: ora non ricominciate a
litigare!»…«Tranquillo,
Beelzemon.» rispose
Akemi con un paziente sorriso…e si accostò
gentilmente al
suo seppur spiazzato fratello «Io sono contenta che Mako sia
qui,
proprio perché volevo riconfermarti quanto ti ho promesso
ieri
sera.»…Beelzemon si volse di scatto quando
udì
alludere alla sera prima…mentre la suora continuava
«E non
soltanto ieri sera. Ma dieci anni fa. Esatto.» lanciando un
occhiata al fratello, di cui teneva la mano incurante del fatto che
fosse ricoperta di liquido appiccicoso «E’ da una
vita che
è in piedi la promessa mia e di Mako di non litigare
più
davanti a te e non solo: noi ci siamo promessi di essere sempre uniti.
Non è così, fratellino…?»
(con eloquenti
occhiate esortative) «Oh,
beh…ecco…Beelzemon,
insomma ma allora era per questo che te n’eri andato?
Perché io e Akemi avevamo
discusso?»…«Ecco io
veramente-» ma intervenne Akemi «Sai Beelzemon
com’è fatto. Non gli è mai piaciuto
vederci
discutere perché vuole uguale bene a entrambi noi.
E’
proprio per questo che dobbiamo impegnarci ad essere di
parola.»…«D’accordo…però,
Akemi…» riprese Mako, anche se con più
dolcezza
«…non trovi che non sia giusto che lo trattino
come uno
schiavo?»…«Oh? Ma no!»
intervenne Beelzemon
con convinzione «Non si stanno approfittando di me, mi hanno
solo
chiesto…di aiutarle. E-E io voglio farlo, cioè
vorrei
ma…non faccio che combinare guai!» e di nuovo
Akemi
«Tranquillo, Beelzemon. Non c’è nessun
problema, a
poco a poco farai tua la tecnica.»…«A
proposito,
Akemi!» parlò il fratello della suora
«Con questa
storia mi hai fatto venire in mente le “tecniche”
dei
Digimon, e circa questo c’è una cosa di cui devo
avvisarti, e che…riguarda anche te, benché me ne
vergogni
un poco.» sicché guardando alternativamente lui e
Beelzemon (il quale quando due persone parlavano tendeva a girarsi e a
farsi da parte, come se si sentisse di troppo) Akemi domandò
«…è successo
qualcosa…?»…«Ptsss, non trovo
più il
Digivice!»…«Come?!» ebbe un
lieve sussulto la
ragazza in abito sacro «L’ho cercato
dappertutto…!»…«Oh mio
Dio…non
sarà che papà ci ha fatto qualcosa di
strano…?» chiedeva con visibile timore, e Mako
alzava le
spalle «Vallo a sapere…»
quando…
«Ehi!!...Mako!»…«Ehhh?!»
si girò
il ragazzo, e lo stesso fece Beelzemon.
Akemi
accennò un sorriso «Fratellino…mi sa
che ci sono
visite per te!» e Mako esclamò sorpreso
«…Jeri!»
La ragazza li
raggiunse in giardino, ma dal suo fidanzato, gli occhi le scivolarono
istintivamente sul Digimon «…Beelzemon!
Ma…sei qui,
ti possono vedere!»…«No, non
preoccuparti Jeri,
qui…sanno di me.»…«Ah!
Come…?»
restò stupita la giovane, dopodiché Mako chiese
«Jeri ma insomma, cosa ti è successo?! Ieri a me e
mio
padre è venuto un autentico colpo, si può sapere
per
quale motivo te ne sei andata così
all’improvviso?!»…«Oh io
veramente ero venuta
proprio per spiega-…» Jeri arrestò il
suo parlare,
sgranando gli occhi «…che ti è
successo,
Mako…?»
…alludendo a quella sostanza appiccicosa e grigiastra che lo
aveva travolto «Oh beh veramente
io…»…«Pfff…!...mmm!»
…Jeri faceva un notevole sforzo a trattenersi dal ridere
«Lascia che ti spieghi! E’-E’ che
Beelzemon stava
svolgendo un lavoro…un lavoro qui, per le
monache!»…«AHAHAHAHAHAH!!!»
…«Parlo sul serio! Jeri, insomma, dico davvero
non---sono
così perché ho voluto farmi il bagno nella colla,
dannazione! Ahhh, guarda che mi tocca a sopportare.»
…Jeri non
si tratteneva più, l’immagine del ragazzo in
quelle
condizioni le destava fragorose risate…
Akemi, con
espressione furbetta celata dietro i suoi occhiali, si
accostò a
Beelzemon rifilandogli una piccola gomitata «…che
dici?»…«Uh?!»…«Una
coppia in cui
regna il buonumore è già un bel pezzo
avanti.»…«Tu
trovi?»…«Sì…!
Senz’altro.»
e li guardarono entrambi…
…ma solo
Beelzemon fra loro si accorse «Oh?!»…che
Jeri
approfittava di quelle risate che la facevano piegare in due per
infilare furtivamente il Digivice nella borsa di Mako…
Un aspetto più
lineare e meno elaborato lo aveva quel Digivice che «Mmm,
insommaaa, dove l’avrà
messo?!»…dopo tortuose
ricerche incuranti dei fogli lanciati in
aria…«Possibile
che devo fare tanta fatica per trovarlo?!»…e dei
cassetti
aperti, anzi quasi scassinati «E’ un bene di
famiglia!»…apparve «Ahhh, eccolo! Mi
pareva strano
che fosse sparito!»…nella soddisfazione di Suzie,
circondata dalla stanza di suo fratello messa completamente a soqquadro
«Desidero portarlo con me nella mia operazione!»
dichiarava
stringendo quel congegno…
…per poi
riaprire la mano e contemplarlo «Bianco…bordato di
verde e
di ricordi.»
…ignara
che nel cassetto in cui lo aveva ritrovato, e che era rimasto aperto,
attendeva silenziosa e paziente una foto
“familiare” con
tre soggetti ritratti…
«Henry si
arrabbierà se lo prendo in prestito per qualche
ora…?» sussurrò «E’
che…voglio
fare una cosa ben fatta! Ahah!» guardando verso
l’alto, e
sognando «Glielo porterò! Voglio raccontarle la
storia per
intero. Almeno le mostro la prova, così non può
dire che
mi sono inventata tutto! Uhmuhm! Ahhh, ma come ho fatto a non pensarci
prima? A questo servono le compagne di scuola!»
…la foto
attendeva, nel guizzare allegro dei suoi sogni sbarazzini…
«Sono
fatti l’uno per l’altra…»
mormorò
quella ragazza che a tempo debito sapeva anche essere seria
«Sembra…uno scherzo del destino. Lei con la sua
storia e
con suo figlio.»
…pensava
ad una giovane che fin troppo assomigliava a quella che sorrideva
assieme al bambino e a suo marito, in quel frammento di tempo
incorniciato…
«E
lui…» ponendo tenerezza in quel mormorare
«…coi suoi timori di non trovare mai qualcuno a
cui dare
amore, è l’accoppiata perfetta! Li farò
conoscere!
Ahaha!...
…Suzie
Wong…l’eroina dei matrimoni impossibili! Se faccio
fidanzare Henry vedi papà come si ricrederà sul
mio
conto! Ora la cosa importante è procedere con cautela, e non
trascurare…neanche il minimo dettaglio: ad esempio questo
cassetto chiudiamolooo!» e così lo chiuse
sbattendolo,
senza tanti complimenti «Perfetto, ora non mi resta che
dirigermi
fra quelle quattro mura in cui regna la matematica! Ho già
con
me le foto, sono certa che basteranno per far scoccare il colpo di
fulmine, mi chiederà di presentarglielo! Fare ripetizioni
non
sarà mai stato così romantico! Preparati
Suzie…uhmuhm! Finalmente hai l’occasione di
dimostrare
quanto vali: se giocherai bene le tue carte affermerai una volta per
tutte il tuo ruolo, e cioè quella che nel gruppo aiuta gli
altri
a trovare il lieto fine: viaaaaaAAAAAAAAA!» sfrecciando,
tanto
veloce da sollevare quella pila di documenti che planò
dolcemente sul pavimento della stanza…
«Ma lo sai
che alla fine hai convinto anche me?» diceva Lopmon a
Terriermon
«In un primo momento sarei corsa da Suzie senza pensare a
niente,
invece voglio portarle anch’io qualcosa di
speciale.»…«Ahah! La nostra digitorta
sta
lievitando, non sto più nella
pelle!»…«E’ vero,
chissà se
apprezzeranno il sapore degli ingredienti con cui l’abbiamo
preparata!» sorrideva la coniglietta marrone, e il suo alter
ego
verdino «Poco ma
sicuro!»…«Mangiandola…sembrerà
di
essere al nostro villaggio, tutti assieme! Basterà chiudere
gli
occhi…» annusando l’aria
«…per sentirne
gli odori…sarà bello portare i ragazzi nel luogo
dove
abbiamo trascorso dieci anni, e se nella realtà implica
tanti
problemi…almeno lo si può fare col pensiero! E
col sapore
di una torta!»…«Momentai, Lopmon, sono
sicuro che
presto le incompatibilità fra la terra e Digiworld saranno
appianate, e si potrà fare avanti e
indietro!»…«Tu credi
davvero?»…«Sicuro!»…«Ahah!»
Intanto la porta
di quel piccolo ambulatorio si apriva, e Terriermon annunciava
«Oh! Guarda, è tornato Ryo!» Monodramon
sbucò
impaziente dal borsone «Ehi, ragazzi!»…e
Ryo, che
aveva gli occhi velati di stanchezza, e forse di un pizzico di
delusione a causa dell’incontro di poche ore prima
«…che cos’è questo
odore?»…«Non ti piace, Ryo?»
chiese Lopmon, e
Terriermon «E’ la super-stramitica-fantastica
digitorta del
villaggio al Vertice digitaleee!» tanto che Monodramon
«Ahhh, percepivo qualcosa di familiare! Ma dicevo a me
stesso:
siamo sulla terra, come può essere?»
Ryo si
chinò presso i piccoli Digimon «Così
non siete
ancora scappati dai vostri domatori.» e Lopmon rispose
«Ci
teniamo a far loro una sorpresa, vogliamo che sia
indimenticabile.»…«Una sorpresa?
Accidenti, questa
sì che è proprio una buona idea! E
poi…l’odore di questa torta fa venir voglia di
leccarsi i
baffi!» sorrideva cordiale il ragazzo «Volete
presentarvi
alla famiglia Wong con una torta?» e Terriermon, un
po’
insicuro «Veramente…a-avremmo voluto prendere
anche un
pensierino, e magari dei fiori. Però…»
Lopmon
proseguì «Però non è
prudente che usciamo di
qui. Non possiamo rendere vani tutti gli sforzi per fuggire da
Digiworld e metterci in salvo dal carcere. Inoltre dobbiamo aspettare
il ritorno di Renamon, Akirmon e Nymon sono qui a riposare.»
ma
Ryo si alzò «Niente paura, li portiamo con
noi!»
battendosi la mano sul petto per rimcarare l’entusiasmante
idea
«Con noi???» si interrogò Lopmon
«E dove,
scusa Ryo?» chiese Terriermon. Ryo rispose «Non
avete detto
che girare per la città è un grosso problema?
Perché non ci andiamo tutti insieme allora, in questo
momento
è proprio quello che mi ci vuole!» ed il pensiero
lo
faceva sorridere «Voglio aiutarvi ad allestire questa festa
di
ricongiungimento, dopo tutto avete ragione, è stato un
momento
tanto atteso e dev’essere speciale. Per me e Monodramon lo
è stato…» volgendosi a guardare il suo
Digimon, che
commentava «Eheh! Ma anziché festoni e cibo a
volontà c’era fuoco e
pericolo!»…«Dai,
non dirmi che non ti è piaciuto: tu ed io è in
questo
habitat che ci ritroviamo, le battaglie e l’avventura!
Però per altri è diverso, come per i nostri
amici: per
domatori & Digimon mica è solo guerra, esiste anche
lo svago
e se vi mancava un essere umano che fosse la vostra copertura per gli
acquisti nei negozi…lo avete trovato! Ryo Akiyama vi
porterà a fare il giro turistico di Tokyo, vedrete che bella
sorpresa che faremo ad Henry e
Suzie!»…«Ahaha! Dici
davvero?»…«Ryo, sei
fantasticooo!!!»
esclamarono entusiasti Lopmon e Terriermon, mentre Ryo
«Sì
però, dovremo nasconderci molto bene! Lo dico soprattutto a
te,
Monodramon…!!»…«Come? Ma Ryo,
io sono stato
buono tutto il tempo stamattina!»…«Ma ti
conosco! Su
coraggio, la città ci aspetta!» Lopmon chiese
«Terriermon: tu hai pensato al regalo che ti sarebbe piaciuto
per
Henry?»…«Ecco, veramente…me
ne vengono in
mente tanti ma non riesco a
scegliere.»…«Lo so
io!» intervenne Ryo «Gli portiamo...un gadget
fotografico!» I due Digimon dalle lunghe orecchie si
guardarono,
e Terriermon chiese «Che
cos’è…?»…«Ah!
Lo so, siete
rimasti un po’ indietro: dai, forza che ora vi
spiegherò
tutto! Ricordate le foto che vi siete fatti quando siete giunti a
Digiworld?»…«Quelle foto?»
domandò
Terriermon «Ah, quanto tempo che non le vedo: non ho avuto
modo
di portarle con me!»…«Ce le ho
io!» lo
rassicurò Ryo, e Lopmon «Ahhh, le possiedi ancora?
E’ fantastico, che
emozione!»…«Vedrete, vi
stupirò!»
…e un
vento d’allegria sembrava soffiare improvvisamente
nell’angusta stanzetta «Non
c’è niente di
meglio di un regalo così per festeggiare il nostro ricordo
immortale! Per il nostro passato, ma…anche e soprattutto per
il
nostro presente: il vostro ritorno!» incoraggiò
Ryo, e
Terriermon «Wooow! Non intendo aspettare oltreee!!!
Ahahah!...Henry, sto arrivandooo!»
“Ma sì,
ho bisogno di prendere un lungo respiro…” diceva
Ryo a se
stesso, e si apriva in un sorriso più disteso
“…e
lasciarmi andare alla dolcezza del loro ritorno. A volte occorre
fermarsi dalla propria corsa frenetica. I Digimon sono di nuovo con
noi…”
…mentre guardava Terriermon e Lopmon giocare e prendersi per
le
orecchie…
“…la nostra infanzia merita un tributo. Forse, se
organizziamo una bella festa, c’è la speranza che
anche
Rika si senta più tranquilla. Ma sì, in fondo
sono
convinto che quando avrà ritrovato Renamon sarà
più avvicinabile. E si potrà parlare di
nuovo!”
«Allora! Io sto per andare, e non intendo portare con me
Digimon
che non sono pronti!!»…«Ahah! Ryo non ci
contare,
verremo con te anche a costo di doverci
nascondere!»…«Ed è proprio
quello che dovete
fare!! Volete farmi arrestare? Teste giù, e si parla solo
quando
il capo lo ordina!»…«Non stai prendendo
un po’
troppa autorità…?» scherzava Lopmon
«Io? Io
sono autorevole di natura! Forza, pelandroni digitali!»
I bambini che
giocavano nel parco erano così concentrati a
rincorrersi…che non si accorgevano di quelle pur suggestive
ombre scure che si materializzarono tra gli alberi rosa di primavera.
Suggestive poiché dal tratteggio spiccatamente non-umano,
quelle
sagome che da sempre segnano l’inizio di grandi avventure. O
sarebbe forse meglio parlare di sventure, a giudicare dal tono scuro
usato da Gelsomon per descrivere lo scenario «Questo luogo
è stato presente molte volte nella nostra
immaginazione.»…«Ma è la
prima volta che ne
respiriamo l’aria…!» declamò
LadyMeramon. Di
nuovo Gelsomon «In questo parco è iniziato
tutto.»…«L’inizio della
fine!»…«Oppure…»
accennò
Gelsomon facendo spuntare i suoi artigli dal rosa del manto di petali
«…la fine di ciò che era
così gloriosamente
iniziato.»…«Questo…»
scandì
LadyMeramon «…è il parco che dieci anni
orsono
ospitò la fine della
leggenda.»…«…quale luogo
migliore per
cominciare da qui la nostra
offensiva.»…«L’epilogo di
un’epoca
aurea!»…«L’avvio…»
Gelsomon
caricò la sua zampa col potere elettrico
«…di una
nuova era. Per la
libertà.»…«Contro
l’oppressione!» confermò convinta
LadyMeramon, e
Gelsomon decretò «Tokyo
brucerà.»
…insieme
«ALL’ESPLODERE DEL NOSTRO POTERE
DIGITALE!»
Emergendo fra
fiamme e scariche, nel grido di terrore di bambini,
madri…civili, anziani seduti sulle panchine…
…solo
qualche ragazzino lottò contro il terrore e il tempo
trascorso
per riuscire a indicare «Quelli sono Digimon!!»
«Hai
visto, cara Gelsomon, ci riconoooscono! Ah! L’avessi saputo
prima
avrei usato un po’ di cipria in
più.»…«Non rimpiangere le
occasioni perdute
LadyMeramon, il passato non può essere cambiato. Ma possiamo
proteggere la nostra gente dalla tirannia dei domatori umani e dei
Digimon loro alleati:
TRADITORI!»…«Pronta? Perle incendiarieee!!!»
LadyMeramon liberò il suo spirale di perle che si sparsero
ovunque, e ovunque sparsero fuoco. Gelsomon alzò la spranga
che
aveva portato da Digiworld, chiamando in cielo nuvole, e fulmini a
convergere su di essa «Fulmine
a ciel sereno!!!»
…piroettando vorticosamente grazie alla spinta delle sue
multiple ali rosse, e tracciando un cerchio di scarica elettrica che
travolse il parco.
Cominciò
per la gente una fuga in preda al panico, chi poteva aiutava
l’altro a correre più veloce, chi aveva figli li
stringeva
a sé…
«AHAHAHAHAH!» LadyMeramon rideva
«Guardali Gelsomon,
fuggono come conigli! E dire che ci avevano parlato di questi umani
come degli eroi!»…«…a loro
hanno parlato di
noi in mille altri curiosi modi, ma solo oggi questa gente
avrà
un assaggio del vero potere dei Digimon.» …e
già il
fumo distorceva le loro sagome fluttuanti…
Di nuovo, di
tetto in tetto sovrastando l’affollata città,
Renamon
balzava come un’ombra fuggevole
“Rika…”
…e Rika
«Ah!» spalancava i suoi occhi, in un sussulto nella
sua
buia stanza…
“…devo raggiungerti subito. Quella sensazione sta
crescendo nel mio cuore. Sento avanzare
l’oscurità, e
frapporsi fra di noi.”
«Cosa ci
faccio qui…?» si chiedeva Rika con la mano alla
fronte,
rialzandosi lentamente «Mi sono addormentata…la
testa, mi
fa male…» sussurrava…
PinkMonzaemon
era accasciata nell’armadio socchiuso…ma era
troppo buio
per distinguere il suo pesante corpo abbandonato a
«Ronf…ronf…» quel sonno
profondo che nel
frattempo sembrava essere sopraggiunto. Rika stette per inciampare sul
cellulare della creatura, scivolato a terra dalla sua zampa, ma non vi
badò poiché fissava avanti a sé
«Ricordo
solo di aver udito per telefono del ritorno di Renamon…poi
sono
venuta qui e…improvvisamente tutto si è fatto
buio…»
…guardandosi attorno cercava di recuperare quei
più
recenti istanti…
…mentre subito fuori dalla sua stanza «Non
esiterò
un solo stante in
più!»…«Rumiko, ma cosa vuoi
fare?»…«Faresti meglio a chiedermi cosa
NON voglio
fare! Ebbene ti rispondo, non voglio prolungare di un solo secondo
straziante questa dannata agonia!»…«E
come speri di
porvi rimedio?!»…«Non lo so!»
mentre si
metteva la borsa a tracolla «In qualche modo,
andrò al
locale, andrò da qualcuno ma mi farò dire il
perché mia figlia si comporta
così!»…«…è
tutto tempo
sprecato.» dichiarava la signora Seiko, che si sforzava a
mantenersi seria e ferma nonostante avesse il viso visibilmente tirato
dalla preoccupazione «Se lei non parla, non potrà
farlo
nessun altro per lei.»…«No!»
obiettò
quella donna ancora di bell’aspetto, e dotata di
determinazione
nello sguardo «No mamma ti correggo: non è tempo
sprecato
quello che andrò a spendere utilmente fra pochissimo. Il
tempo
sprecato…sono stati questi dieci
anni!»…«Ah!»…«Sì,
esatto!
Dieci anni…orrendi, mostruosi in cui non abbiamo fatto altro
che
lacerarci, senza buonsenso e senza più sogni! Ma ora posso
assicurarti che tutto sta per finire! Non intendo seppellire
quell’accordo che ero riuscita a trovare con mia figlia
grazie
alla Signora, soltanto perché anni addietro un pazzo ha
fatto
andar via lei e tutti i suoi simili!»…«E
che cosa
vorresti mai fare al riguardo?!» la madre della donna si
alzò nello sbalordimento, che crebbe quando Rumiko
decretò «Voglio far tornare la Signora!»
«Ah…!!» Rika la udì, ed il
suo cuore
sussultò…
«Tu sei
pazza…» scuoteva il capo attonita la signora Seiko
«Sì forse mamma, lo sono stata in tutto questo
tempo…» replicava però con una strana,
intensa
serietà la madre di Rika «…quello che
sto per fare
avrei dovuto farlo…i-il giorno dopo invece come una STUPIDA
ho
rifatto lo stesso errore, come quando nacque Rika, poi la separazione,
ed ecco andare in pezzi il mio rapporto con mia figlia. Era sorta una
nuova alba di speranza, se non fosse stato per l’atto indegno
di
quell’uomo con i Digimon. Ma non sto dando la colpa solo a
lui,
la do anche a me stessa per non aver
reagito.»…«Non
ti intendi di computer, i Digimon non sapevi neanche che esistessero
prima di parlare con quello di tua figlia! Mi spieghi a cosa alludi
quando dici che avresti-»…«-DOVUTO
stendermi per
terra, in mezzo a quel parco, o davanti a casa di quell’uomo,
radunare tutti i genitori dei Digimon Tamers per organizzare una
protesta o più semplicemente…!!»
…mentre Rika sgranava gli occhi all’udire quelle
parole…
…e
PinKMonzaemon dietro di lei
«Ronf…ronf…»
«Parlare con mia figlia, prenderla da parte come quando un
familiare muore e dirle quelle parole che non sono mai giunte! E
cioè che se avesse voluto i-in qualche modo…le
qualità di Renamon avrebbe potuto trovarle in me invece sono
stata zitta, l’ho lasciata crescere da sola riprendendo a
occuparmi come una sciocca dei fatti miei! Il mio lavoro che andava a
rotoli, le mie relazioni che tracollavano, ho ricominciato a parlarle
di Renamon unicamente quando…!...
…l’ho vista una mattina adulta, e indifesa, ho
iniziato a
temere per lei e rimpiangere quell’angelo custode che la vita
le
aveva concesso da adolescente. Ho sbagliato!...» chiudendosi
la
lampo della giacca «Ma intendo
rimediare.»…«Vuoi forse invocarla
facendo dello
spiritismo?!»…«NON HO ANCORA DECISO ma
tutto
è considerabile, sta di fatto che ora vado a parlare con
quell’uomo, mi manda in bestia incrociarlo per strada quando
è grazie a lui che siamo ridotti
così!!»
spalancando così la porta «NON NE CAVERAI CHE UNA
FIGURA
IMBARAZZANTE! Ma perché quando Rika sbarella tu perdi la
testa a
ruota? Sei sua madre, dovresti ragionare: se quell’uomo
avesse il
potere di far tornare i Digimon lo avrebbe già fatto con
quelli
dei suoi figli!»…«Non è
detto!»…«…! Come?!»
Seiko si
portò la mano al petto «Ci sono tante cose che noi
genitori potremmo fare ma non facciamo per molti motivi
più…
…stupidi
rispetto alla materiale impossibilità: io le mie
responsabilità me le sono assunte, ma adesso pretendo che
chi
deve faccia
altrettanto!»…«Rumiko!...aspetta,
Rumiko!» andandole dietro, fino ad affacciarsi sulla soglia
della
porta «Rischi di creare un caso
clamoroso!»…«IO NON ASPETTO CHE MIA
FIGLIA SI
SUICIDI PERCHE’ IL SUO DIGIMON NON E’ QUI A
PROTEGGERLA!
Vado a chiudere i conti.»…«RUMIKO oh mio
Dio…ma perché?» L’anziana
signora
gettò la spugna, reggendosi la testa e appoggiandosi alla
porta
«…perché così uguali,
così testarde,
quando si accende la miccia di una l’altra si infuoca
e…insieme faranno saltare questa casa, un giorno o
l’altro!!» così chiuse la porta e
rientrò…
Rika trasaliva
«Oh no…!...se mia madre si mette a cercarla
è certo
che la troverà. Non posso!! Non posso permettere che si
incontrino, lei non sa ancora che è tornata, se la vedesse
non
esiterebbe a portarla qui. Devo fare in fretta!» scorrendo
con
cautela la porta…
…mentre
sua nonna si sedeva di fronte alla tv «Fammi aprire il
notiziario…dovesse capitare di riconoscere la nostre
facce!»
…dava le
spalle alla stanza della ragazza…Rika approfittò
di
questo per muoversi cautamente…
PinkMonzaemon ronfava e non si accorse della sua fuga…
Con passo furtivo, Rika sgattaiolò…
…pochi
attimi dopo fu all’esterno, e nonostante il pallore e gli
occhi
segnati prese un respiro profondo, sfoderando un passo
deciso…
«Che
cosa?! Ripeti quello che hai detto,
Cindermon!»…«Ti
dico di sì!! Non mi sto inventando niente Takato: ohi!
Adesso…che non venga fuori cose, del tipo, che io, che qui
che
là che siccome non ho mai detto CERTE FAMOSE COSE adesso
pure mi
invento questa storia perché su questa non scherzerei
mai!»…«No, ma…!»
Takato si sfiorava le
sue labbra, progressivamente allarmato «Niente
“ma”,
Takato! Ehi! Guarda che mentre noi stiamo qua, come al solito, a
parlare e a filosofeggiare su mille interrogativi Rika potrebbe essere
presa nei suoi vortici oscuri mentali! Dobbiamo andare ad
aiutarla!»…«Rika…io ho sempre
immaginato che
il giorno in cui Renamon fosse ritornata lei sarebbe stata davvero
felice, avrebbe ritrovato la sua
guida!»…«Sarebbe!
Sarebbe stata solo che adesso fra quel giorno, giustamente, e lei ci si
frappone cosa? Ci si frappone il presente, e tutto quello che
è
stato! Rika ha paura di deludere il suo Digimooon, p-per il locale
notturno poi: per quella stupida, storia, del
locale!»…«Ma come può essere?
Ahhh…io
ci capisco sempre meno!» replicò passeggiando
turbato, con
le mani istintivamente in tasca mentre Cindermon lo fissava
«E-Eh
beh avrei voluto vedere te! Vederla gridare, vederla correre, sentirla
strillare c-c-che era il momento sbagliato dopo DIECI ANNI il momento
sbagliato vedi un po’!»…Takato si
arrestò di
colpo e mosse su di lei soltanto gli occhi…
Cindermon
sussurrava «…dobbiamo muoverci, è
nostro
dovere…»…«Cindermon…»
accennò con un tono strano, traversato dal velo lieve della
sorpresa «…a te importa davvero di
Rika…? Fai tutto
questo solo per lei…?»…«Ehi,
bello guarda che
io di Rika sono AMICA mettitelo bene in testa SO-NO AMI-CA! Ci siamo
raccontate tutta la vita, morte e miracoli io la frequento gua-guarda
che quando tu mi vedi girare l’angolo io ho una vita privata
delle amicizie e lei adesso occupa un posto di vetta sulla
classifica!...
…so
io l’emozione che aveva negli occhi tutte le volte che
parlava di
Renamon, tu ne dovresti sapere qualcosa! E ho visto io altrettanto il
TERRORE nel suo sguardo oggi ma non può andare
così-Takato se noi lasciamo fare a questi CASINI che il
tempo ha
lasciato sparsi nelle vostre vite la grande occasione tanto attesa del
ritorno dei Digimon ce la vediamo SOF-FIA-RE! Puf! Così,
com’è arrivata finirà calpestata e
fatta a pezzi
dalle geniali trovate di voi esseri umani!...
…perché quando vi ci mettete fatevelo dire, siete
proprio
“GENIALI”! Eh…»
“…è incredibile ma ha
ragione.” meditava il
ragazzo, dagli occhi socchiusi e l’animo colpito
“Questi
anni sono riusciti a cambiarci al punto che esitiamo proprio su quello
che abbiamo più desiderato! Da Rika non me lo sarei mai
aspettato. Così come Henry che ha avuto un
figlio…ma se
l’è fatto portar via! Eppure adesso è
proprio…” …alzando gli occhi e
guardandola
“…Cindermon a farmelo notare! Fra tante persone
indifferenti, e che parlano male di noi, proprio lei viene a
svegliarmi, e a spingermi a dare una mano ai miei amici! Anche se ci
conosce da così poco…”
«…Takato
sei ancora su questo pianeta?!...no
perché…!...non so se
debbo sentirmiii…così! Rigida, per il giudizio
che
sarà emesso su di me anche per questa cosa! Quando stavolta
non
dico né faccio niente di male è un nobilissimo
scopo,
questo!...modestamente! Oltretutto non sono neanche faccende da
Digimon, ma è roba fra esseri umani quindi faccio pure gli
straordinari! Ma sai cosa…per
un’amica…si fa questo
ed altro…!...»
“…Cindermon…
…chi sei
tu, in realtà…? Chi sei per me,
affinché la
vita…in questo presente difficile, mi metta di volta in
volta di
fronte il tuo volto?”
“Takato…coraggiooo…!...si tratta della
tua
vita!”
…in
quella congiunzione di sguardi, di fronte all’entrata del
panificio…
Quando Renamon,
dalla cima di un palazzo «…! La vedo! Riesco a
scorgere
casa di Rika!» in un sussulto di emozione, e si preparava a
balzare di nuovo quando «OH?!» il suo occhio
glaciale si
assottigliò catturato da un imput nei paraggi: quando si
volse
in quella direzione, vide del fumo «Ah! Qualcosa sta
bruciando!...devo andare a verificare!» sicché
scattò, fulminea di palazzo in palazzo…
«Allora!
Mi hai perdonato?!» con radioso sorriso e mostrando un
pizzico di
impazienza, Jeri si scostava i capelli. E quel ragazzo che tentava un
po’ a fatica di pulire i suoi…alla fine si
lasciò
scappare un sorriso in risposta «…non potrei
proprio farne
a meno, con te.»…«Ahah! E’ che
mi ami troppo,
dillo che è questo il motivo per cui me le passi
tutte!»…«E ne vai pure sicura!
Sentila…la
signorina, come se ne
approfitta!»…«Sciocco!»
picchiettò lei sugli occhiali, abbassandoglieli
«Se
c’è qualcuno che se ne approfitta quello sei tu,
perché sai…oh, che a me succede assolutamente lo
stesso!
Sai che sono cotta di te per questo non mi chiami, e quando vengo a
chiederti scusa mi fai stare sulle
spine!»…«Non ti
chiamo??? Ma se ho provato tutta la notte e avevi il cellulare
spento!»…«AhhhhHHH!» con
spintone
«Soltanto scuse, non era affatto
spento!»…«CHE
COS-Jeri ma tu mi vuoi fare impazzire! Soltanto scuse le mie??? Ma se
ho passato la notte insonne!»…«Dicono
tutti
così, gli
uomini…»…«Ahahah!»
Mako le corse incontro, e la abbracciò sotto il sole del
giardino del convento «Uhhhhh!!!...dai sei matto proprio qui,
che
diciamo alle monache se ci vedono?» sussurrò Jeri
«Non stiamo mica facendo peccato! Siamo soltanto due ragazzi
innamorati!»…«…già…!»
scandì lei con gusto, che percorreva le sue labbra carnose
prima
di socchiudere gli occhi…
…in quel lieve, rispettoso bacio giovanile…
Beelzemon e Akemi li
guardavano, seduti vicini su di una panca. Il Digimon
«Oh-h…» tendeva però a
volgere il capo
altrove, tradendo dell’imbarazzo. La giovane suora invece
sospirava «…ahhhhhh…!...
…l’amore.» …ponendo poi di
colpo la mano su
quella di Beelzemon che «OH!»
sussultò…e
arrossì sempre più. Ma lei era così
naturale in
quelle carezze sulla mano artigliata «Guardali, Beelzemon:
loro
sono una coppia felice. Un…Digimon come te deve prendere
confidenza con queste cose, non c’è alcun motivo
di
temerle. Pensa a noi, allora. Siamo suore. Abbiamo fatto un voto. Noi
non potremo mai vivere…niente di tutto questo.
Però…quello che si impara a fare è
a…gioire
quando qualcun altro riesce a coronare il suo sogno. Noi abbiamo scelto
di seguire il nostro cammino. Io ho desiderato ritirarmi in questo
convento. E adesso, Mako…» …aprendosi a
poco a poco
in un’espressione beata, tendendo con i gesti a richiamare
costantemente lo sguardo del Digimon che sfuggiva
«…guardalo. Il suo sorriso è come un
raggio di sole
che illumina il mio cuore. Il mio caro fratello. Spero
abbia…tutte le gioie possibili
dall’amore.»
…fu
allora che Beelzemon…seppur incerto,
timidamente…alzò il suo sguardo su quel ragazzo
che era
stato il suo domatore. E che ora sorrideva, scherzava, rincorreva Jeri
e sembrava felice…
«…ti ricordi quando era solo un
bambino…?»…«Oh!» di
nuovo
sussultò quel cuore sotto il giubotto di pelle nera
«Così…piccolo, sembrava gli
interessasse solo
giocare e che non sarebbe mai cresciuto, e invece si è
innamorato. Ahhh…!...
…la vita
che passa. Le stagioni si alternano, ed i fiori
sbocciano.»…«…oh?»
Ora Akemi si era
girata a guardare il suo Digimon…e gli sollevava la mano
«Ti fa strano?»…«Eh?!
Cosa?!»…«Niente, ti ho chiesto solo se
ti fa
strano.»...alludendo con lo sguardo
«…vedere
Mako…adulto, e
innamorato.»…«Oh? No, è
che…» grattandosi la testa, e lasciando trasparire
ansia
tra i suoi gesti e quelle esitazioni «…non ci sono
abituato.»…«Da voi non c’erano
i fidanzamenti,
i matrimoni?»…«Eh?
Sì…certo. Per
esempio Renamon e Imagomon! Anche loro sono sposati
però…si comportano in modo molto diverso! Sono
sempre…uniti e silenziosi, per mano. Vederli…mi
ha sempre
dato una sensazione di pace.»…«Capisco.
Certo, non
si può pretendere lo stesso da uno come Mako…!
Lui non
è mai stato così. DISCRETO. Uhmuhmuhm!»
celando
appena e con dolcezza la sua risata dietro la mano, quando i suoi occhi
filtravano tutta la luce restante. Beelzemon la fissava cercando di
scovare, oltre quegli occhiali, il presupposto per ridere altrettanto.
Ma esitava, e più i secondi trascorrevano più il
cuore
gli si riempiva di interrogativi, che tutti insieme rombavano come un
ingorgo stradale.
…quando
per correre, Mako perdette qualcosa dalla borsa
«Oh?»…«Attento amore, guarda!
Ti è
caduto qualcosa!»…«Che
razza…?!! Ehi,
ma…!»…«Non è il
tuo
Digivice…?»…«Sì…»
lo
raccoglieva il ragazzo, fissandolo e passandosi una mano tra i
capelli…
…mentre
sia Akemi «Ah!» che Beelzemon
«Ohh?!» balzavano
in piedi…
«Come…ha
fatto a ricomparire all’improvviso?...!! Lo avevo
perso.»…«Perso…? Ah,
Mako…!...sei
sempre così distratto, e dire che poi lo avevi in
borsa!»
accennò Jeri in una nota mugolante…
…mentre
Beelzemon «Ahh…?»…inarcava il
suo sguardo al
ricordo di ciò che aveva visto…
«Come
faremo…quando saremo moglie e marito?» rivolgeva
Jeri una
carezza sul viso del ragazzo «Dovrò lasciarti
tutto
scritto in una lista.»…«Scherzi?! Questo
lo avevo
perso davvero! Mi stanno accadendo…un mucchio di cose
strane,
ultimamente!»…«Uhmuhm, dai, la colpa
è
mia!» lo trattenne lei per la mano «E’
che per
pensarmi ti scordi anche…di quel prezioso oggetto che ti ha
reso
un Digimon Tamer!»
…incertezza negli occhi di Beelzemon…
«Magari!»
fece Mako, fissando il congegno decorato con la ruota dentata su cui
picchiava il sole «Ad oggi non ho ancora mai avuto occasione
di
usarlo con Beelzemon. Mi sarebbe piaciuto
tanto.»…«Lo farai attivare molto
presto.»…«Oh? Dici,
Jeri.»…«Ne
sono sicura.» pronunciò con occhi seri e profondi
«Dimostrerai il tuo valore! Sei un grande domatore!!...non mi
sarei innamorata di te se non avessi percepito nel tuo cuore moltissime
qualità.»…«Non sai che voglia
avrei di
mettermi alla prova.»
…volgendosi verso il suo Digimon…e verso sua
sorella, che
gli rivolgeva quel sorriso che consegue a quando un problema
è
appianato…
«Akemi…ora non potrebbe più
affiancarmi. Eppure
questo Digivice è apparso proprio nel momento in cui abbiamo
deciso di smettere di litigare per essere come una persona sola, per il
nostro Digimon. Un solo Digivice per due…però lei
si
è fatta suora. Non è
strano…?»…«Coraggio…»
Jeri gli
scaldava quella mano che teneva anche il Digivice «Hai il tuo
Digimon, è quello che conta.»
…quando «Calù,
calù…oh?» una
piccola creatura bianca si affacciava a quel giardino «Questo
è un convento…ehi, ma quella è Jeri!
Calù!»
«Uhmuhm! Sì, è vero! Beelzemon
è tornato
proprio quando avevo smesso di sperarlo! E inoltre…non ho
solo
lui!» ponendo le mani sulle spalle della giovane
«Ho anche
una fidanzata che adoro, e per la quale farei
l’impossibile!»…«E che farebbe
l’impossibile per te:
guarda!»…«Oh?!»
«Calù?!» si stupì anche
Calumon…
Quando Jeri
sfoderò quella busta di dolcetti «Li ho preparati
con le
mie mani! E questo solo…» regalandogli un bacino
«…per te, amore mio! Per farmi
perdonare!»
«…Calù…Jeri…»
…per lo
stupore, a Calumon cadde il fermaglio dorato di mano…
«Andiamo, non
farmi stare sulle spine! Voglio sapere se sono buoni! Mentre li
cucinavo…oh, sai che adoro cucinare e che mi riesce
benissimo,
solo che era come se improvvisamente fossi divenuta una dilettante ai
fornelli e mi chiedevo “…il mio Mako
gradirà il
sapore di questi biscotti? Non è che poi non
vorrà
più sposarmi perché non sono
all’altezza di sua
mamma?”»…«Ahh, che dici?!
E’ vero, io
vado matto per le cose che prepara mia madre. Ma tu sei tu…!
E
dei dolcetti fatti da te-»…«Avanti,
coraggio, dimmi
se ti piacciono!» fremeva lei, esternando eccitazione mista a
insicurezza «Uhm…» Mako ne sgranocchiava
il
primo…
…mentre un
lento e ritroso
«…calù…»
…portava lontani quegli occhi dal contorno pieghettato da
quella
scena frizzante e giovanile…
«Allora?!»…«Uhmmm…ottimi,
li hai fatti
tu, Jeri?!»…«Ma sì, te
l’ho già
detto! Non avevo altro pensiero che te, nella testa! Lasciane qualcuno
per tuo padre però: oh, non hai idea di come mi senta in
colpa!»
“Sì…!
Devi darmi il voto, questa volta non ho voluto ricorrere a Takato. Ho
voluto prepararlo io stessa! Ho fatto…un po’ di
tutto,
panini al sesamo, dolcetti, ho preparato tutto questo solo per te,
Calumon! Desideravo che assaggiasti la mia cucina. Dai, non farti
pregare!” …scorrevano
queste parole nella
mente di Calumon, che con occhi decorati da tempo e da orgoglio
commentò «…come sono cambiate le
giovani Digimon
Tamers, Calù.»
«E
così tu ieri
Jeri…?»…«Ah sì
amore, capisci, ero molto agitata! Il negozio stava per chiudere,
però…non mi andava di dirlo a tuo
padre.»…«Ma
amore-»…«No! No Mako,
sul serio! Ci tengo.» confessava con uno sguardo di premura
«Non voglio che lui pensi che…sto correndo troppo,
ma io
sono fatta così! Quel vestito da sposa…era
magnifico,
credimi! La signora mi aveva detto di passare da lei verso
l’orario di chiusura così me l’avrebbe
fatto
provare, sapessi quanto ci tenevo!»…«Tu
mi vuoi
fare…arrossire
completamente!»…«Ti prego,
scusati per questo piccolo equivoco con tuo padre
però…non dirgli del vestito! Penserebbe che sono
una
sfacciata, ma io amo fare le cose per bene: non potevo lasciarmi
scappare quest’occasione…» mascherando
con
un’ombrosa ingenuità la graduale comparsa di un
sorriso
suadente…
«…lei lo tiene in pugno.» commentava
Akemi
«Lui è completamente cotto di lei. Qual
è
l’opinione del mio Digimon al
riguardo…?» chiedeva
incuriosita, e Beelzemon abbassava il capo «Non lo
so…»…«Tu conosci
Jeri.»…«Oh?»…«Vero?»…«B-Beh
ecco…»
…mentre
la stessa ragazza, dagli entusiasmi all’apparenza frequenti,
era
scrutata dai suoi occhi timidi…
…e da quelli intensi di Calumon
«Jeri…»
«Il giorno
che andaste via.»…«Oh?!»
Beelzemon sussultava
nell’udire i ricordi rievocati da Akemi «Me lo
ricordo
benissimo, Mako non altrettanto bene. Prima di congedarti tu ti
rivolgesti a lei. Le dicesti delle parole particolari. Ne hai
memoria?»
Beelzemon ne aveva memoria…
“Jeri…!...io…vorrei-“
“Lo so.”
“Eh?”
“Lascia stare!...la cosa importante è che ora
siamo tutti
qui, e che stiamo bene! Il resto non conta.”
“Vuoi dire…? Insomma, vuoi dire che mi hai
perdonato?!”
“…sì!”
«Tu le
chiedesti perdono per qualcosa, come mai?» domandava Akemi,
con
leggerezza. Sorridendo mentre cercava quegli occhi che non trovava, e
che si dilatavano sul passato…
…e poi
sul presente, che da quella bimba dalla voce squillante aveva fatto
fiorire una ragazza di invidiabile bellezza, la cui fragorosa risata
echeggiava nei suoi istanti di vita sentimentale.
«Era successo qualcosa tra di voi?»
«Tra…di noi…»
…la sua mano artigliata, un colpo penetrante e
spietato…
…una
bambina che esplode in lacrime, all’esplodere delle sue
speranze
e dei suoi sogni…
«Tra…di noi…» ripeteva allo
stesso modo
Calumon…
…che ora
altrettanto la sentiva ridere, mentre Mako le chiedeva
«Allora,
mi risponda signorina: lei…crede nella
felicità?»…«Mmm…!»…«Si
sente felice,
adesso?»…«…credo…di
sì!» accennato con un sorriso malizioso
«Uhmuhm,
credo…di essere finalmente felice, che non mi manchi proprio
niente. Ho tutto ciò che
desidero…!»…«Pensavo che non
servisse
“tutto”, credevo di bastare
io!»…«E chi
ti ha detto il contrario? Ahhh,
scioccooo!»…«Ahah!
Guarda che ti incolli la mano sui miei capelli!»
“Dammi retta,
Jeri!”
…anche Calumon aveva voce squillante dieci anni prima, ora
non
era così cambiata ma suonava smorzata dallo sforzo
“Devi
farti forza, devi reagire! Se continui a sentirti così
triste,
rischi di peggiorare la situazione! Tu non c’entri,
è
tutta colpa del D-Reaper, calù!”
“Perché
sei così gentile con me…?”
“…perché
sei una ragazza dal cuore d’oro!”
«Mako…perché mi
ami?»…«Eh? Cosa,
e adesso che ti prende, amore? Mi prendi in
giro?»…«No!...no, per me è
molto
importante!!...davvero!!»…«Beh…è
strana come domanda.»…«Ma non
è strano che mi
importi la risposta!...perché sei così gentile
con
me?!» …a giudicare dal suo sguardo, quella
risposta doveva
contare davvero molto per lei. Mako se ne accorse, e le
passò
lievemente il dito tra i capelli «Perché sei una
ragazza
dal cuore d’oro…»
…per un attimo l’espressione di Jeri si tinse di
timore…ma poi sbucò un sorriso grato, che
tornò
presto allegro…
«Dov’è ora quella ragazza,
calù…?» sussurrava Calumon
«Dov’è la mia amica Jeri…?
Camminando fra la
gente in città, calù, sono andato in cerca della
persona
con cui ho condiviso quei giorni così duri,
però…la ragazza che ho di fronte a me non le
assomiglia!
Ha il suo stesso sguardo…ma ride, scherza e mi confonde!
Jeri,
sei veramente tu…?...o…è…
…qualcun altro
a parlare di nuovo con la tua
voce…?»…mentre quel
vortice di scherzi e allegria non terminava «…e
che oggi
sorride persino, sfruttando le tue labbra…?»
…e il
cuore era dubbioso.
«Akemi…» anche se era difficile,
Beelzemon si
impegnava «…forse tu non sai di una certa
storia.»…«Sono qui per
questo.» lei
posò la mano su quelle di lui intrecciate «Sono la
tua
Digimon Tamer. La tua amica. Non voglio che ci siano segreti fra
noi.»…«Ecco, io e
Jeri…»
«Akemi!!»…«Oh,
Akemi!!» giunsero
però due giovani suore, in corsa e affannate, tanto da far
sussultare la loro sorella e il Digimon. Far volgere Jeri e Mako, e far
ritirare di scatto le orecchie di Calumon.
«Cosa succede,
sorelle…?»…«E’
terribile!»…«E riguarda creature della
specie di
Beelzemon!»
Akemi si
spaventò e appoggiò d’istinto le mani
sul petto del
possente amico alato…
«Cosa?!» fece Mako…
…e le due suore
«Sembra che delle creature feroci e spietate abbiano sferrato
un
attacco al parco, sembra che siano…Digimon!» e fu
un colpo
ancor più grande per tutti loro, Akemi si strinse
più
forte a Beelzemon, nascondendosi tra le sue braccia protettive.
«Calù…» si tinse di decisione
lo sguardo di
Calumon, che raccolse il fermaglio a forma di leone…
Dalle
fiamme, e dalla distruzione
che saliva minacciosa lungo la primavera cittadina, emerse una volpe
dal pelo dorato che si faceva strada grazie a balzi fulminei. Quando si
arrestò al centro dello spiazzo, fra la gente che gridava e
scappava, una donna la urtò e appena ebbe alzato gli occhi
su di
lei «OH! UN DIGIMON,
AIUTO!»…«Ma perché
mai…?» si chiese Renamon ed i suoi occhi glaciali
non si
capacitavano del bagliore del fuoco «Ahh!» si
guardò
attorno…
…cercò
di ritagliare uno spicchio di cielo da quella coltre di fumo
«Questo luogo…» pronunciò, ed
i ricordi
lottavano contro un presente affilato e soffocante
«Perché
ora accade tutto questo…? Perché un incendio
insegue i
nostri destini, con l’obiettivo di consumare tutto?»
In alto, nel fumo, si
celavano le due sagome oscure «…eccola:
è
arrivata!» segnalò LadyMeramon dal vestito nero
che
svolazzava al vento, così come il grembiule bianco di
Gelsomon
«L’eroina solitaria, finalmente!»
sfoderando i suoi
artigli «Che dici, sarà sleale se rubiamo a
PinkMonzaemon
il bersaglio?» propose la dragona, ma in risposta
«AH! A
lei la domatrice…A NOI L’IMPERTINENTE
DIGIMON!»…«…uhmf! Ne ero
sicura: fulmine a ciel
sereno!!!»
«AH…!» Renamon capì di essere
nel mirino di
un assalto, anche se non sapeva chi la puntava: in un attimo si
ritrovò a saltare a velocità-lampo per evitare
una
pioggia di fulmini.
«Perle
incendiarieee!!!»
«Ah! Oh
no!» …lo spirale di scintillanti perle si
schiantò
a terra, ed in un attimo un incendio circondò Renamon.
«Ahahahah, se la
domatrice è una pusillanime vediamo come se la cava il
Digimon,
in battaglia senza di lei!» ridacchiava LadyMeramon
«Ora
non c’è nessuno che può accorrere in
tuo
aiuto.» ricordava Gelsomon «Né i tuoi
amici.
Né tuo marito. Né la tua stupida domatrice. Sei
fritta…Renamon.»
Circondata dalle
fiamme che sempre più si stringevano attorno a lei,
l’elegante Digimon sentiva venir meno tutte le sue
sicurezze…
“Cindermon ha
ragione.” pensava Takato, stringendo a poco a poco il pugno
“Rika ha aspettato troppo questo momento per tirarsi indietro
proprio adesso, bisogna assolutamente convincerla a incontrarsi con
Renamon e-“ …ma proprio quando aveva
alzato gli
occhi sulla ragazza digitale pronto a risponderle, vide sua madre
affacciarsi dall’entrata del negozio e
«…ah!»
…nel suo animo riaffiorarono certe parole…
“Saranno
i tuoi amici a decidere…cosa fare, però non
è
più il caso, né il momento, per buttarsi a
capofitto in
chissà quali avventure. Sei cresciuto ormai,
lascia…
…lascia che siano loro…se mai
possano…o debbano
farlo…ad occuparsi dei Digimon.”
Sua madre si era
fermata sulla soglia, e seria in volto lo fissava…
Il ragazzo
sentiva mille incertezze affiorare in lui, mentre Cindermon accennava
«…allora, Takato…?» con voce
sospesa almeno
quanto i suoi occhi azzurri «Possibile, dei dubbi anche su
questo…? Rika è tua amica, ha bisogno che le
parliamo.
Takato…!» ponendogli uman mano sulla spalla e
scuotendolo
«Si tratta di una cosa importante…!»
…mentre
la signora Mie assemblava scura in volto “E’ ancora
quella
ragazza di ieri…” rientrando così nel
negozio.
«No…!» istintivamente Takato diede le
spalle a
Cindermon, che restò spiazzata «Come sarebbe a
dire
“no”…?!» …e nella
mente del ragazzo
“Ho reagito d’istinto, come se fosse tutto ancora
come
allora. Come se le mie mani fossero più giovani di dieci
anni.
Come se fossimo ancora un gruppo, e la priorità
l’avesse
intervenire in aiuto dell’altro!” «Vuoi
voltarle le
spalle, come le volti a me?!» ma Takato si volse
«Non si
tratta di questo, Cindermon.»…«E
allora?»
incrociando le braccia «No, son proprio curiosa di sapere di
cosa
si tratta!»…«…del fatto che
Rika è
adulta, non ho il diritto di
intromettermi.»…«Ma-»…«Lei
e
Renamon…dovranno parlare per conto loro. Io…ho
una vita,
tutti abbiamo una nostra vita adesso, non è più
come un
tempo, in cui c’era modo di dimenticarsi tutto e correre,
è cambiato, anche noi siamo cambiati, non si può
e
forse…non si deve.»
«Ma…» …emetteva Cindermon con
un filo di
voce, sfiorandosi le labbra «Takato Rika non è
adulta,
CIOE’ SI’ magari lo è, sì lo
è SULLA
CARTA D’IDENTITA’ però: oggi, quella che
mi è
scappata senza neanche vedermi, senza neanche accorgersi di me
era-e-era una bambina terrorizzata! Non c’è
età
nella difficoltà, quando ti prende un CO-CO---U-UN GROPPO
QUA un
magone di tristezza che ti manda in tilt, lì non
c’è età, non c’è
età!!...Rika
è come una bambina, adesso! Una bambina impaurita, indifesa
e
negare aiuto a lei equivale a lasciare una ragazzina al bordo della
strada!»…«Ma io…»
guardando insicuro
l’orologio «…devo andare a
lavorare…in salone
mi aspettano.»…«NON ME NE FREGA NIENTE
DEL TUO
LAVORO, SENTI ADESSO RIKA E’ PIU’
IMPORTANTE!»…«Ah!» quelle
parole lo colpirono
«Non mi frega del salone,
aspetteranno!!...è-è
più importante tagliare i capelli alle tue vecchie signore
quando la vita sta rapando a zero i tuoi amici?!»
Takato si sentiva stretto in una morsa…
Tutto questo,
mentre Ryo in strada, carico di un doppio borsone che non
però
non gli precludeva un passo svelto e leggero «Allora, avete
sentito?! Anche voi là dentro, ahahaha! Avevate tese quelle
orecchie lunghe?! Ce lo fanno
fra-»…«Ahahhhh! Due
oreeeeee!» esclamava Terriermon, e Ryo
«…e il premio
al nostro campione in caricaaa! Ce lo fanno fra due ore, fra due ore
sarà pronto il morbido cuscino fotografico per la famiglia
Wong!»…«E’ un miracolo, per
quante cose belle
si è attrezzata la terra mentre noi eravamo
via!»…«Hai ragione, Lopmon!»
replicò
Ryo che si insinuava nella fretta cittadina con la massima
disinvoltura, orientando i suoi occhiali da sole da un lato e
dall’altro alla ricerca delle migliori opportunità
«Quando siamo tornati a Digiworld le foto digitali erano ai
loro
primi passi!» commentava ammirata la coniglietta marrone
nascosta
nel borsone, e il suo alter ego «Non avremmo mai immaginato
che
un giorno…»…Ryo completò
«Tutto si
sarebbe digitalizzato! Anche sui gadget, dappertutto! Ah ragazzi siete
rimasti indietro ma sono onorato di farvi da cicerone per questo tuffo
nell’era moderna! Ha i suoi lati positivi!»
«Lopmon,
mi sento
emozionato…!»…«E’
tutto
così bello…!» si dicevano i due
nascosti Digimon
dalle orecchie lunghe, e Ryo «Si però aspettate di
vedere
il meglio, non abbiamo ancora finito
qui!»…«Cosa ci
manca, Ryo?» chiese Monodramon «Beh, qualche fiore!
Una
composizione, e poi…scusate, volete mangiarvi quella torta
squisita senza un pacchetto di cioccolatini? Ah è escluso,
adesso ci imbuchiamo in pasticceria e arraffiamo qualcosa di
strepitoso! Squadrone digitale, siete pronti a seguirmiii?!!»
«Ahaha!» se la rideva il suo Digimon draghiforme
«Ed
era lui che diceva a noi di non fare chiasso!» Lopmon
aggiunse
«Ma Ryo è fatto così.»
…mentre Ryo si
attaccava alla vetrina «Mmm, guardate un po’ qua
cosa
vedo…!»…«Ahahah, non possiamo
guardare, siamo
chiusi qui dentro!» gli ricordò Terriermon
«Ops!
Dimenticavo!» …infilandosi in pasticceria.
Ignari di
un’automobile ferma nelle vicinanze. Che ospitava un ragazzo
dagli occhiali scuri, in giacca e cravatta, che respirava lentamente
«…mi sento meglio.» disse Henry
«Parlare con
Aki mi è servito, così come andare via prima dal
lavoro.
E’ vero, mi stanco troppo, e così finisco per
trascurare
le mie priorità: so io cosa ci vuole. Un
momento…di pace,
e di dolcezza assieme alla mia famiglia. Ho preso un permesso speciale
per questo, voglio portare qualcosa per mamma, papà e Suzie.
Una
torta, per esempio.» accennando un lieve sorriso
«Mangiandola insieme, sembrerà di essere ai vecchi
tempi.
Sono queste le cose…» massaggiandosi il viso
«…che ti aiutano, nei periodi difficili della
vita. Ma
sì, credo che farò un salto in
pasticceria.»
…aprendo lo sportello.
…mentre
calpestando le briciole di quei biscotti caduti a terra, Jeri e Mako si
accostavano ad Akemi e Beelzemon, il quale esclamò
«Dei
Digimon! Hanno attaccato di nuovo, era prevedibile!» La
giovane
suora gli sfiorava il petto «Cosa succederà,
adesso…? Dovrai…andare a combattere?!»
ed il timore
filtrava dalle sue parole «Io sono un Digimon,
Akemi.» gli
prese lui la mano «…capisci, è mio
dovere.»…«Questo lo so,
però…»…«La
città è in
percolo.»…«No. Tra poco non
sarà più
in pericolo!» affermò Mako
«Cosa?»…«Mako!»
fecero Digimon e
ragazza, ed anche Jeri «Che cosa intendi dire?» ma
a quel
punto il ragazzo sfoderò determinazione «Che
finalmente
è arrivato il nostro turno! Beelzemon, amico mio, sei
pronto?!»…«Eh?»…«Stavolta
non ci
sono scuse, è il nostro battesimo del fuoco! Presto,
raggiungiamo il parco e combattiamo assieme contro questi Digimon
malvagi!» sfoderando il Digivice con la ruota dentata. Ma
Jeri
pose le mani sul suo braccio «Mako, non pensi di star
correndo
troppo? E’ la tua prima
battaglia…»…«Che significa?!
Tutti prima o
poi hanno avuto una prima battaglia, e io sono un Digimon Tamer! Lo
sono diventato molti anni fa, ed il mio Digimon è davanti ai
miei occhi! Beelzemon.» il ragazzo si avvicinò, e
fissò dritto negli occhi quel Digimon a tre occhi
«Te la
senti di venire con me? Ti fidi? Io non desidero altro che cominciare
quello…che si è interrotto, è un
diritto di
entrambi.»…«…ma certo che mi
fido. Tu sei il
mio domatore.»…«Allora cosa stiamo
aspettando?»…«Mako, ti prego fa
attenzione!»…«Akemi, non devi dubitare!
Lotterò anche da parte tua: voi due aspettateci, torneremo
vincitori.» …così Akemi e Jeri si
accostarono.
Quest’ultima esortò «Mi
raccomando…sangue
freddo e niente mosse false, siamo
intesi?»…«Uhm!...ho Beelzemon con me,
non
c’è
pericolo.»…«Tornate appena
potete!» esclamò Akemi «Sarà
fatto! Andiamo,
Beelzemon?» invitò Mako tenendo alto il Digivice
bordato
di viola e metallo «Uhm.» ammise il Digimon, e
spalancò le maestose ali «E’ dedicato a
voi!»
salutò Mako, per scattare in corsa al fianco di Beelzemon.
Le
due ragazze li videro andar via con l’animo
sospeso…
…mentre
Calumon, nascosto da tutti, rifletteva
«Calù…hanno
attaccato di nuovo. Chi sarà ad aver preso di mira la
terra?»
«…uhm!» …in un ghigno
beffardo, Gelsomon
planava dinanzi a Renamon, fermandosi presso il confine di fiamme che
le separava «Chi non muore si rivede Renamon. Anche tu sulla
terra,
dunque.»…«Ah…!...che…cosa
ci
fai tu qui?!»…«Perché? Per te
sono forse
così inelegante per stare su questo mondo, valgo
così
poco?!» ma la volpe dorata assottigliò i suoi
occhi
«Sei tu…la responsabile di questo attacco,
perché
hai fatto questo?!!»…«Non dovresti farmi
la morale.
Guarda te, piuttosto, non sei che una moglie infedele che se la spassa
con mio marito mentre sono a casa a cucinare.» Parole che
penetrarono affilate nell’animo di Renamon «Quel
povero
Imagomon…l’hai reso ridicolo con le tue arie da
gran dama.
Si vede da lontano un miglio che hai altre aspirazioni. Devi aver preso
esempio da quella brava ragazza…la domatrice che hai
lasciato su
questo mondo.»…al che Reamon cercò di
graffiarla,
ma era fuori dalla sua portata «…come
osi?!»…«Uhmf!»…«Piombi
sulla
terra a seminare distruzione, e te la prendi con chi non conosci! Ti
sei scordata di avere dei figli a
Digiworld?!»…«Io?
No, affatto. Non l’ho scordato. E’ proprio per
questo
motivo, che darò tutta me stessa per eliminare voi
traditori.» caricando un multiplo colpo elettrico nel palmo
della
zampa, che gelò l’animo della volpe dorata
«Ho il
dovere di preservare i miei figli da un futuro di tirannia e
oppressione come quello che state progettando tu e i tuoi amichetti.
E’ a questo che portavano tutte le grandi vanterie di tanti
anni.
La terra, e lo sfolgorante potere dell’intesa con i Digmon
Tamers. Voi siete solo dei presuntuosi desiderosi di primeggiare
opprimendo i più deboli, io sarò pure una Digimon
semplice e del popolo, ma non mi faccio mettere i piedi in testa
così! Saluta il mondo, Renamon…»
…Renamon
indietreggiava, quel colpo stava per partire ma vi era un muro di
fiamme dietro di lei.
«Il lusso
della tua casa e la nobiltà di tuo marito non serviranno a
farti
scudo questa volta. Ahahah…»
E mentre sulla terra
si consumavano secondi tesi, a Digiworld vi era un luogo buio e
abbandonato. Solo stringendo gli occhi, e sperando nei raggi di luna
dalle botole, era possibili distinguere sbarre arrugginite, oltre le
quali sagome di creature dal molteplice aspetto. Ma
dall’identica
disillusione.
«Lasciatemi!!...vi ho detto di lasciarmi! Ahhh!!»
strillava
una voce ancora decisa e combattiva, che non sembrava di un Digimon.
«Non
ribellarti…accetta il tuo destino…»
replicava un
tono flebile…e uno più vivace «Se fossi
in te gli
darei retta!»…«Ahhh, il mio destino non
sarà
mai questo!!»…«Ma oggi casualmente
è qui che
ti trovi…»
…così
una cella fu aperta. C’era già qualcuno che si
alzò
di scatto «Ah!» e l’attimo dopo, ebbe in
dono un
compagnio di prigionia: quel ragazzo umano che spinsero a faccia avanti
sul freddo pavimento «Ahhh…»
…richiudendo la
porta cigolante «Chiacchiera col tuo nuovo
amico…prima che
Sandmon decida cosa ne farà di te…» non
prima di
avergli restituito il cappello, tirandolo all’interno.
La ferita sulla
fronte di Kazu si era allargata, il suo corpo era pieno di lividi e
graffi «Ah-hhh…!» Dopo essersi a lungo
ribellato,
ora sembrava difficile rialzarsi. Ancor più riaprire gli
occhi.
La mano si stringeva sul cappello, come fosse un appiglio, ma come
risultato riuscì solo a piegarlo.
«…tu non sei uno di noi.» gli disse chi
era in cella
con lui «Oh?»…«…se
il mio cuore e le
mie percezioni non mi ingannano, tu sei il primo essere umano che la
vita mi dà l’onore di conoscere.»
Kazu alzò i suoi occhi stanchi e meravigliati…
«Lo sento:
tu hai conosciuto lei.» disse quella voce maschile…
…e la
vista di Kazu a poco a poco assemblò la sagoma di una
creatura
che gli rievocò il nome
«…Renamon?…oh?!» ma
c’era qualcosa di
diverso. Era una volpe, ma dal pelo nero, quella che ora gli tendeva
amichevolmente la mano: Imagomon.
Di quel buio non
giungeva un soffio fra la variopinta allegria di quella pasticceria
cittadina. Ryo, facendo il vago, si guardava un po’ attorno
«Mmm, varie possibilità da
considerare.»…«Ryo!» lo
chiamò
Terriermon «Noi non vediamo nulla.» aggiunse
Lopmon. Il
ragazzo si grattò la testa «Lo so, questo
è un bel
problema.» ma a quel punto «Hop!»
Terriermon
balzò giù dal borsone
«Ahahah!» Lopmon lo
seguì a ruota, e Ryo impallidi «M-MA---PTSSS-SIETE
MATTI,
CO-COS-?!»…«Momentai,
Ryo!»…«Dai,
tanto qui c’è talmente tanta gente che nessuno
è
impegnato a guardare noi!»
«Voi Digimon siete matti da legare!»
…definiva
Ryo…mentre Henry si accostava alla vetrina, per valutare
quale
delle confezioni fosse più adatta per il permanere di quel
pacato sorriso…
«Ryo: visto che Lopmon e Terriermon sono usciti adesso salto
anch’io.» annunciò Monodramon e mise in
pratica
«Ma sì, tanto seguiamo il branco, ora che il
disastro
è fatto pestiamoci anche
sopra!»…«Ahah!
Momentai, te l’ho già
detto!»…«Tu ci
seppellirai un giorno con questa parola, Terriermon.» ma il
Digimon sembrava catturato dallo scenario «Quante belle
cose…!...qui c’è solo
l’imbarazzo della
scelta…»
…il sorriso di Henry era più convinto
«Ma
sì. Solo l’imbarazzo della scelta.
Entriamo…»
…mentre Ryo scrutava e i tre Digimon circolavano liberamente
fra
quelle confezioni abbellite da peluche e fiocchi…
«Questo pomeriggio?» chiedeva Rea al telefono.
«Affermativo: si tratta di una cosa urgente!»
replicò Suzie in strada.
«Ma
sì, tanto non credo avessi niente da fare.»
…mentre
la sua mano non lasciava il mouse, e i suoi occhi il display del pc
alla voce della ricerca “Domatori
di Digimon” «E poi mi hai messo
curiosità: cos’è, qualche segreto bolle
in pentola?»
«Uhmuhm,
ti sei messa in un bel guaio, Rea: chi incappa in Suzie Wong ne esce
cambiato!»
«Magari,
avremmo tutti bisogno di una bella rinfrescata!»
…mentre
qualcuno chiamava «Rea? Tesoro di papà, devo
parlarti.»…«Arrivo, un attimo solo!
Allora…ci
vediamo più tardi Suzie!»
«Uhmuhm!
Arrivo in un lampooo!» e richiuse il
cellulare…sollevando
quel vecchio Digivice bordato di verde, ed ora dalle sue speranze.
Rea spense il
portatile, e prese un lungo respiro, passandosi le mani sul viso
«E’ inutile…le informazioni non arrivano
mai al
punto. Descrive la categoria domatori ma non fornisce alcuna loro
immagine o dato personale. Credo che…sia stupido questo modo
di
fare ricerca. Bisognerebbe guardarsi in faccia. E dirsi tutto
ciò che c’è da dire una volta per
tutte. Non sei
d’accordo, Benji?» …volgendosi verso il
suo bambino,
che giocava sul letto. Rea si alzò dalla sua sedia girevole,
e
si accostò a lui «Sai cosa penso? Che dovrei
trovare il
coraggio di andare dal tuo papà, e chiedergli una volta per
tutte cosa ha avuto a che fare con i Digimon. Perché mi ha
voluto tenere nascosto il suo passato? Forse è a causa di
qualche esperienza avvenuta allora se ci ha lasciato. Magari se ci
confrontassimo sui Digimon molte cose potrebbero chiarirsi. Ma
sì. Penso che finalmente mi sono
convinta.»
…carezzando scherzosamente il bambino col dito
«Andrò a parlargli, è inutile stare qui
a chiedere
aiuto a Internet come una
sciocca.»…«Rea? Ci
sei?»…«Oh! Sì,
papà scusa, ti avevo
sentito anche prima è
che…»…«No, non
fa niente.» disse il padre della ragazza, richiudendo la
porta
alle spalle «Ahhh, che fa il mio
bell’ometto?»...«Parla con la mamma. La
aiuta a
risolvere i suoi mille garbugli
mentali!»…«Ma come
è intelligente! Vieni qua, tesoro del nonno.»
prendendolo
in braccio. Il signor Akimoto era un uomo non molto alto, dagli
occhiali e l’espressione bonaria «E’ tale
e quale a
te, Rea.»…«Veramente somiglia anche
molto al suo
papà.»…«Sciocchezze non ha
niente di lui.
Ahhh, com’è carinooo…glielo dai un
bacino al tuo
nonnino? Glielo dai, piccolo Benji…? Braaavo, oh! Che
bacino.»…«Volevi dirmi
qualcosa?» chiese Rea.
Suo padre se la guardò. Sorrideva, mentre lei restava un
po’ dubbiosa «Cosa
c’è?»…«…niente
ti guardo. Penso
a quanto sei cresciuta. Mi sembra ieri che io e la mamma eravamo due
giovani fidanzati pieni di sogni.»…«Ma
se siete
ancora giovani e in forma!» replicò la ragazza
accostandosi al padre in un gesto d’affetto «Ehhh,
tu ci
vedi così, ma il tempo passa per tutti. Adesso abbiamo
persino
un nipotino!»…«Beh questa è
una cosa bella,
mica sta a dirci che siamo tutti
invecchiati!»…«No,
certo, ci mancherebbe altro.» dondolando il bambino che
teneva in
braccio
«Rea.»…«Sì?»…«…quanto
sei bella. Sei identica alla mamma alla tua
età.»…«Oh?...beh…grazie
papà,
io veramente…» passandosi il dito fra i lunghi
capelli
scuri «…ma come mai mi fai
all’improvviso tutti
questi complimenti?»…«Perché?
Non posso
guardare mia figlia, debbo avere per forza qualche motivo segreto per
entrare nella sua stanza e rendermi conto…che si fa
più
bella ogni giorno che
passa?»…«…io ti
ringrazio però solo permetti mi sembra un po’
strano.
Sarà mica successo
qualcosa?!»…«Ma
nooo…»…«Tu e la mamma avete
litigato?! Oh
papà quando fai così io ti conosco
c’è
sempre qualcosa di un poco minaccioso che frigge in
padella!»…«Sì! Puf, come se
avessimo ancora
voglia di litigare dopo tanti anni con tua madre: è vero,
piccolo? E’ vero nipotino mio aaaahhhh…! La gioia
del suo
nonnino!»…«Allora…?»…«No
beh, allora niente. Che facevi?»…«Io?
Niente, stavo
al computer!»…«Sei…bella come
un fiore. Non
sai che orgoglio sapere che ti stai specializzando, che dai
ripetizioni.»…«Beh cerco di arrangiarmi,
di questi
tempi non si può stare con le mani in
mano.»…«Sei la realizzazione
di…tutti i
nostri sogni di
gioventù.»…«Senti…!»
Rea gli
rifilò un sorriso eloquente «Mi vuoi dire che
succede? Un
altro complimento e mi viene l’ansia, te lo
giuro!»…«E-Eh,
maaa…!» La ragazza si
sedette sul letto «Se c’è qualcosa in
cui posso
esservi d’aiuto ditemelo, è arrivata qualche
lettera, un
pagamento, qualcuno ci vuole
denunciare…?»…«…Rea.
Sei la
figlia…più bella e cara che potessi
desiderare.»
…al che le alzò gli occhi al cielo, ma con
tenerezza
«…tanto bella, dolce e premurosa. Il mio capo mi
licenzia
se tu non esci con lui stasera.»…«Ahhh,
papino!...
…» …ma
l’espressione mutò
gradualmente
«…COSA?!»…«E’
la
verità!»…«Ah no,
eh!» alzandosi di
colpo dal letto «Ma tesoro. E’ stato molto
chiaro.»…«No no no NO! Qui se
c’è
qualcuno che è stato molto chiaro sono io, l’avevo
già detto alla mamma!»…«Ma,
Rea-»…«Ancora con questa
storia?!»…«Ma si tratta del mio
capo!»…«E che c’entro
io?!!...sono una ragazza
libera, che devo fare adessooo…fra poco…?!...non
mi far
dire cose volgari, e parlare di…urbanistica! Incroci,
strade,
marciapiedi e via
dicendo!»…«Oh…così
mi spezzi il cuore.» mugolava quell’uomo col
bambino in
braccio «E tu così mi mandi ai
matti!»…«Rea…»…«Papà
io non ho nessuna intenzione di uscire con nessun capo né
con
nessun altro uomo prima che l’abbia deciso
io!»…«E’ a causa del tuo
ex-marito?»…«…ss…no!
E’ a causa
mia, non mi piacciono le commedie!»…«Ma
nemmeno per
il tuo paparino?»…«Insomma,
papà!!...tu
dovresti avere riguardo per la mia vita e i miei sentimenti!! E-E
non…v-vendermi, per una questione di
lavo-»…«Non dire questa cosa.»
precisò
lui serio e con dito rimarcante «E’ una cosa molto
brutta e
mi offende.»…«Beh, mi dispiace!
Però te la
sei cercata. Io avevo parlato con mamma. Le avevo detto che questa
storia non mi piaceva affatto!»…«Ma
piccina: una
sera soltanto.»…«NO…! Lo
ripeto!»…«Ma se non vai
io…come faccio?
Quello mi licenzia!»…«Ma no,
papà, non ti
licenzia, ma ti pare che ti licenzia perché io non mi sono
concessa a lui! Beh
oddio…»…«AH! MA NUMI DEL
CIELO NON SIAMO A QUESTO
PUNTO!»…«…non lo so,
di questi tempi…tutto è possibile. Comunque
papà
ora questo è un problema in cui VOI vi siete infilati, io
non
posso farci
niente!»…«Eh-»…«Ho
un
figlio! Che razza di madre, che figura farei se non ha nemmeno due anni
e mi rimetto a uscire con questo e con quello, e poi…non
c’entra!»…«Ti dimentichi che
un padre non ce
l’ha.»…«Ce l’ha, ce
l’ha…!...mica l’ho fatto con
l’argilla, anche
se è così
carino!»…«Rea…prova
solo ad ascoltarmi un momentino. Ma…cosa fai? Dove vai con
la
giacca?»…«Eh, devo
uscire!»…«Ma
mi lasci così? Con un piede…u-un piede
già sulle
panchine cittadine, a dare da mangiare ai
colombi?»…«Papà devo uscire
ti prego-ti
supplico-ti scongiuro se è vero che sono la tua bambina
adorata
finiamola con le
pagliacciate.»…«Ma-»…«Dì
pure alla mamma che non sta in piedi questa faccenda
ora…scusa!»…«Rea!»
…ma la
ragazza aveva già aperto la porta, si sporse solo in ultimo
«Ciao, amore di mamma!» per un bacino-fulmine
«Rea,
aspetta un minuto!» …ma aveva richiuso la porta.
La sfera elettrica sfrigolava sul palmo della zampa di
Gelsomon…
«Devo
contrattaccare…o sarà la fine.»
mormorava Renamon.
Ma i suoi occhi si stringevano per il bruciore dei primi soffi di fuoco
sulla sua schiena…
In quegli stessi
istanti Rika si addentrava, con ansia ben leggibile nei suoi occhi, per
le caotiche vie cittadine «Dove sarà finita mia
madre…?...l’ho persa…!»
pronunciò
lasciando trasparire l’affanno nei suoi sussurri…
“Non posso
lasciare che ultimino il loro piano diabolico!” pensava la
volpe
digitale dorata, alzando gli occhi sulla sua trionfante nemica
“Anche se sono in svantaggio non posso lasciare la
città
in balia di questo assalto. Questa città è molto
importante per me: non permetterò mai che brucino e
distruggano
la culla dei miei ricordi più cari! Io la
difenderò!!” e balzando, altissima, tanto da fare
alzare
il capo alla «Waaahh?!» sbalordita Gelsomon, si
strinse a
sé e lasciò luccicare mille schegge «Pioggia di diamant-»…«PERLE INCENDIARIE!!»…«Cosa?!
AAAHHHHHHHHH!!» Renamon fu travolta e spinta a terra da un
vortice di fuoco che lasciò mille scottature sul suo pelo.
«LadyMeramon!» esclamò Gelsomon, al
planare della
Digimon infuocata «Ehi, svegliati quella è una
volpe! Se
esiti rischi di farti fregare!»
«P-Perché…?!» cercava di
rialzarsi Renamon, e
cercava di capire sebbene le fosse arduo «Perché
avete
dimenticato…del nostro villaggio, dello spirito che ha
animato
la nostra convivenza in questi anni…?! N-Non
capite…che
la terra è un miracoloso intreccio di vite e di storie, di
presente e passato…! Non avete il diritto di spargere il
vostro
odio…»…«Oh! Sentila, la
melodrammatica…!» ironizzò LadyMeramon
«Dove
le hai imparate queste belle poesie?» provocava Gelsomon,
mentre
gli occhi della volpe la puntavano con decisione «Ve le
raccontavate con la tua domatrice, scorazzando per le
strade?»…«…perché
non riuscite a
capire l’importanza che hanno avuto per noi questi ricordi?
Saremmo pronti a morire persino oggi, dopo dieci anni, per salvarne una
scheggia.»
...estraendo, poiché l’aveva ancora con
sé, quel
frammento di vetro del bicchiere rotto del locale «Ma che
dico,
poesie in bocca a quella svergognata?» infieriva Gelsomon
«Se ti illudi che la notte pensi ancora a te
anziché ai
suoi sporchi affari oltre che presuntuosa sei anche stupida,
Renamon-AAAH!» ma presto la dragona dovette portare le mani
al
volto «Geeelsomon, tesoro mio che ti ha fatto
quell’arpia?
Ha sciupato il tuo bel visetto?» si premurò
LadyMeramon.
Renamon aveva scagliato la scheggia sul volto di Gelsomon
«Pulisciti la bocca prima di parlare di Rika in quel modo,
razza
di ignorante traditrice che non sei
altro!»…«Questo
è troppo!» sbottò LadyMeramon, e
Gelsomon
«”Ignorante traditrice”, COME TI
PERMETTI?!»
alzando la sua sfera di elettricità «Ti
farò pagar
caro questo affronto, ammesso che tornerai a casa i tuoi figli non ti
riconosceranno!!!» La sfera lampeggiò: gli occhi
di
Renamon si dilatarono…
«Pallottole
smaterializzanti!»
«Ah!» sussulto di Gelsomon: fu questione di un
attimo
– due colpi rapidissimi perforarono la sua sfera che le
esplose
sopra la testa
«WRAAAGHHH!!!»…«AAAAAAHHHH!!!»
riversando la sua energia su di lei e su LadyMeramon.
L’animo di
Renamon sussultò. Quando vide sbucare un paio di ali nere
dal
fuoco dietro la sua schiena. In un lampo due braccia
l’avevano
afferrata. E stava volando…
«Tranquilla. E’ tutto a posto. Ci sono qua
io.» disse
colui che la guardava intensamente con ben tre occhi
«…Beelzemon…»…«Andrà
tutto bene.»
«Cosa
è stato, CHI HA OSATO ROVINARE IL NOSTRO LAVORO?!»
esclamò Gelsomon.
Ma una voce
giunse in risposta «Voi che ve la prendete con Digimon
soli…
…avete
idea del potere che uno di loro sprigiona al fianco di un
domatore?» Era una voce maschile. Di chi nascondeva il suo
volto
dietro un Digivice bordato di viola e decorato da una ruota dentata.
Sotto gli occhi
spiazzati delle due Digimon, quel ragazzo dai tratti distinti, i
capelli rossi e gli occhiali rivelò il suo sguardo, decorato
di
quel pizzico di superiorità che spesso tratteggia i
coraggiosi.
In volo,
mentre la portava al sicuro «Sono venuto con il mio Digimon
Tamer, Mako. Non c’è niente da temere, penseremo
noi a
sistemare questa faccenda...»
Renamon
sentiva le sue forze abbandonarla, ed i suoi sentimenti cedere al
bisogno di quelle forti e rassicuranti braccia…
«Takato…! Non abbiamo tutta la giornata e qui la
cosa si
fa molto semplice e chiara, tu adesso devi decidere se per te
è
più importante andare ad aiutare Rika! O andare a fare il
tuo
lavoretto stuuupido…!» rifilava Cindermon
arricchendo con
mimica i punti salienti del discorso «Con mille signore
anziane a
farti “uhhh, com’è carino, sembra un
angelo!”
quando guarda un po’ la combinazione neanche ha
l’iniziativa di andare a sostenere i suoi amici, in un
momento di
difficoltà! Se per te va bene così…no
no
cioè dimmelo!» mentre il ragazzo era sempre
più
spiazzato «Se a te sta bene se a te PIACE la piega che ha
preso
la tua vita recentemente una piega PIETOSA da quando non fai
più
il Digimon Tamer, bene! Vai! No dico se a te piace, vivi
d’apparenza. Fatti fare i complimenti dietro ma ti posso
assicurare che poi se le cose non girano per il verso giusto qui non
c’è Digimon scomparso che tenga sei tu che ti
rifiuti di
tener strette le redini di ciò che è
stato!»
“…!
Tenere strette le redini!” quella frase lo colpì.
«Takato
qui crolliamo tutti a pezzi…!...»
ribadì Cindermon
che in fondo implorava di essere ascoltata, e che non ebbe timore di
avvicinarsi a lui e prendergli le mani
«…Rika…senti, l’ho vista
proprio a pezzi non
mi era mai successo prima! Qua la situazione è critica, ci
sono
mille casini sparsi e se non facciam-no-se non faccia-se-se non FAI
qualcosa no perché io
cio-cio-cioèèè, sono
qui da poco-io che c’entro no-è così
dico…m-mi permetto-MI CONCEDO talvolta qualche osservazione
sul
nostro palcoscenico ma…tutto questo è tuo, questi
luoghi
sono tuoi questo è il tuo quartiere questo negozio
è
tuo!!» indicando il panificio «Questa vita
è
tua!!» guardandolo in quegli occhi che lui dilatava
«Devi
decidere una capperi di buona volta chi vuoi essere, perché
hai
bisogno di dirlo ai tuoi amici che sono in panne!!! Ti prego, Takato!
Una buona volta fidati di me…!»
“…Cindermon afferma che sono io a dover guidare i
miei
amici. E’ strano, finora mi sono fatto trascinare da loro.
Consideravo Henry e Rika più forti, coloro che, seppur in
due
modi molto distinti, erano riusciti a costruirsi una vita, quella vita
che invece era per me da sempre sospesa in una bolla di sapone!
Però…da questa mattina, da quando Rika mi ha
detto del
figlio che ha avuto Henry…”
«Allora…?!»…”…e
da quando poi ho
sentito la voce di Rika venir meno, e la chiamata che si
concludeva…
…non ne
sono più sicuro. E se fosse vero? Se Cindermon avesse
ragione, e
in realtà i miei amici se la stessero passando…
…e se la
siano passata…molto peggio di quanto abbia mai
creduto..?”
Henry faceva ingresso nella pasticceria…
Ryo aveva preso
in mano e stava esaminando una confezione. Lopmon e Terriermon
balzarono su uno scaffale «Ehi, guarda quanti peluche,
Terriermon!»…«Ahah!
Ciaaao!»…«Non
fare lo sciocco: quelli mica ti rispondono!» disse una voce
da
sotto lo scaffale «Ma dai, Monodramon, io faccio
così
perché…mi piace essere cordiale, fare amicizia!
Ahhh,
accipicchia, quante belle cose, come facciamo a scegliere,
Lopmon?!»…«Sembra un mondo
magico…»
replicò la coniglietta incantata. Ma Ryo si
affacciò
«Ehi, digi-kamikaze, adesso che avete voluto uscire allo
scoperto
mi aspetto un piano di spesa. Io ero venuto per essere i vostri occhi e
le vostre orecchie, ma visto che ci tenete tanto a fare da
soli!»…«E dai Ryo non ti offendere!
Momentai!»
…mentre
Henry si guardava attorno, sembrava propenso a voler scegliere con
calma…
«Cos’è…?» chiedeva
Ryo (mentre
Monodramon scartava e si sbaffava di nascosto del cioccolato)
«Volete prendere un
peluche?»…«Scherzi?!!» fece
Terriermon, e Ryo
«Perché? Per Suzie uno di questi mi sembra andar
bene,
adesso anche le adolescenti vanno matte per i
peluche!»…«Nossignore, il peluche
preferito di Suzie
sono io!! Lo sono da sempre!»…«Dai,
Terriermon, in
fondo Suzie è la mia Digimon Tamer!»
mugolò un
po’ Lopmon, e Ryo sorrideva «Vuoi dire
il…bersaglio
preferito delle torture!»
…mentre
Monodramon, dal suo spuntino solitario, notava
«Oh!»
qualcuno, la cui presenza fu un tale sobbalzo da fargli cadere il
cioccolato a terra…
«Un tempo
ne avevo paura, uhmuhmuhm!» ricordava Terriermon
«Ma non
sai quanto in questi dieci anni ne ho sentito la
mancanza!!»…«Beh, meglio
così.»
replicò Ryo avvicinandosi a quell’orecchio lungo
«Vuol dire che farà di te il peluche
più trendy del
momento!»…«Dai, anch’io voglio
esserlo!! Suzie
è la mia domatrice!!»…«Oh ma
certo, anche tu
Lopmon.»…«Ryo!!! Ptsss,
Ryo!!!»…«Cosa c’è,
che diav-…che
hai da urlare? Ah! Guarda che hai fatto,
Monodramon!!»…«Ma-Ma
Ry-»…«Siete
peggio dei ragazzini, se avessi una…nidiata di figli mi
darebbe
meno pensiero di voi, ora dovremo andarcene come
ladri!»…«Eh no, dai, Ryo!»
supplicava Lopmon.
Ryo raccoglieva la carta da terra «Ma dovevi proprio
mangiartela,
questa tavoletta?!»…«PTSSS-RYO INSOMMA
GUARDA
LA’!» scandì seppur a voce strozzata.
«Oh…?» …qualcosa aveva
attratto
l’attenzione di Henry…
Il leggendario Ryo
sbiancò paurosamente «Oh
mamma…!...p-presto,
tutti-»…«Waahhh!»
così spostò
Monodramon col piede, si avventò contro lo scaffale con i
peluche così che Terriermon e Lopmon schizzassero
all’interno del mucchio «Che succede?!»
chiese la
coniglietta, e Terriermon sussultò «Un attacco
nemico?!
U-Un Digimon malvagio?!»…«M-Ma che
attacco nemico
questo è un attacco AMICO che è PEGGIO in questo
momento
di un attacco nemicooo!!» fu la risposta di
Ryo…che si
allargava quanto più poteva per nascondere la
“comitiva”.
«Quello
è Ryo…» notò Henry, con un
pizzico di
sorpresa, avvicinandosi…
«Ehm,
ehm!» Ryo si pettinava i capelli «Ptsss-adesso che
nessuno
si muova sennò vi prendo a legnate e quel che è
peggio
è che la nostra superlativa sorpresa va a
rotoli!»…«Cosa?! Come, chi
c’è
lì?!» chiese Lopmon…
…e Ryo,
sottovoce, comunicò «…ragazzi,
c’è
Henry…»
«…!! COME?!» Terriermon
sussultò ma Lopmon
prontamente gli mise le mani sulla bocca. Ryo chiedeva
«Volete
ancora fargli l’improvvisata a casa? Beh adesso ci tengo
anch’io perciò bocche cucite e approfittate di
questi cosi
pelosi per restare nascosti: tu, Monodramon, qui sotto lo
scaffale.»…«Auch!»…«E
zitto, mi
raccomando!»
Henry gli mise una mano sulla spalla «Amico.»
Ryo
sospirò. Dopodiché, sulla scia del respiro si
volse
baldanzoso «CiaaaaAAAAaaao, Henryyyyyy! Che combinazioneee!
Che
ci fai qui come mai da queste parti in un posto del
genereee?!»…«…è
una semplice
pasticceria.»…«Apposta, uno come te che
frequenta
persino le pasticcerie, non ti ci facevo sai!» sfiorandogli i
pizzi della giacca, che Henry prontamente si rimetteva a posto
«Nemmeno io a dire il vero ci vedevo te.»
…intanto
Terriermon «…Henry…» e
l’emozione
pervadeva quella parola «Terriermon, abbassa la
voce!» lo
tratteneva Lopmon, ma lui si volse «E’
già stroncata
a zero per l’emozione di sentire la sua: la SUA di voce!
L’ho atteso per dieci anni, voglio
vederlo!»…«Sì, ma non farti
vedere,
non…!...»
…mentre
Terriermon faceva capolino fra quei mille animali inanimati simili a
lui «…rovinare quel sogno. Quella sorpresa.
Terriermon…»…«…Henry…»
(canzone: Shania
Twain - Forever and for always)
«Ahaha, ma sono
qui di passaggio! Sai come si va, in questa vita, sempre di
corsa!» scherzava sonoramente Ryo in un vortice di gesti
«Lo so. Anch’io, ho preso un permesso speciale dal
lavoro.»…«Un permesso?! Tu?! Pfff,
wahahahah, tu
Henry Wong un permesso?! Esplode il
mondo?!»…«No,
voglio fare una sorpresa alla mia famiglia.»…Ryo
spalancò gli occhi come si fosse trattato di un
assurdo…«Voglio prender loro qualcosa per
mangiarla tutti
assieme.»
«…il mio
Henry…» pronunciava Terriermon
nell’aprirsi di un
sorriso, che ritrovava tanto passato…
«Perché,
ultimamente mangiate poco?! Di-Dico, nell’ultimo
periodo!»…«Ma no…»
accennando un
sorriso «Cosa dici, Ryo. Ma stai
bene?»…«Eh?!»…«Tutto…a
posto?»…«Chi, io?! Ihihih, sì
perché
ho qualcosa di strano?!»…«No, niente,
è solo
che…mi chiedi certe cose.»
«…calmo,
sempre delicato, riflessivo…»
…Terriermon
riacquistava un frammento alla volta…
«E’ per
quella faccenda di Cyberdramon?» si informava Henry
«IHMP?!
CHE?! COSA C-CHI, DOVE?!» in un tripudio di sobbalzi Ryo, che
si
guardava attorno ovunque mentre Henry non si scomponeva
«Cyberdramon. Allora, poi quel tuo socio è
riuscito a fare
qualcosa?»…«I-Il mio socio?! Quello del
fucile
proibito?!»…«…come…?»
…Henry si tolse i suoi occhiali da sole…
…e Terriermon
sussultò «…! I suoi occhi!!»
sempre
più allietato, mentre la manina di Lopmon sbucava sulla sua
«Vieni dentro!»…«Ptsss, ma
Lopmon, l’hai
visto?!» e la coniglietta si sporse…
«L’hai
visto quant’è
bello…com’è cambiato,
è rimasto…esattamente
identico!»…tanto
felice da ignorare di aver detto una
contraddizione…«…lo
vedo…» rispose
Lopmon assorta…
«Ahah! Come ti
stanno bene questi occhialiii, dove li hai comprati?!»
scherzava
Ryo «Cosa? Questi…?»...e di quelle
esitazioni
Terriermon sorrideva…«Sai chi sembri? Sa-Sai chi
sembri
entri qua, tutto tenebroso e vestito…impeccabile, con questi
occhiali sai chi mi sei
sembrato?»…«…no.»…«Sai?
Sai chi il collega di tuo padre il pazzo il biondo il genialoide
l’hacker…senza cuore,
Yamaki!»…«…eh???»…«Non
lo
ricordi?!»…«Come potrei non ricordarlo?
Solo che
io…non ho mai pensato di somigliare a
Yamaki.»…«…due gocce
d’acqua! Ma avete
un legame di parentela?! No sai metti era collega di tuo padre magari
lui e tua madre,
tza-tza-tza!»…«…lasciamo
perdere, meglio parlare d’altro, oggi sei proprio
strano.»…«Strano,
nooo!»…«Allora…? Sicuro che
il tuo socio si
occuperà di
tutto?»…«Assolutamente sicuro, ma
parliamo d’altro, q-questi Digimon,
ffff…!»…«Sono
d’accordo.»…«Parliamo…di
cosa eri
venuto a comprare!»…e ad Henry si
illuminò appena
l’espressione «Qualcosa per i miei, e per
Suzie.»
«…la sua famiglia, il suo primo
pensiero…»
mormorava Terriermon fra i peluche…
E Ryo
«Sì sì sì sì
sì-no-no-no-no-ma
NO perché fra quei peluche Henry sono brutti, e poi sono da
femmina e noi siamo uomini!» ma non riusci a tirarlo via
«Oh ma te l’ho detto Ryo non è per me.
Ho anche una
madre, e una sorella. E invece qui mi sembra che ce ne
siano…di
graziosi, fammi vedere.»
Lopmon tirò via
drasticamente Terriermon, mentre Ryo si faceva cenni
drastici…con Monodramon sotto lo scaffale…
…la mano di
Henry vagava…e tanta era la morbidezza che non si accorse di
quel lungo orecchio che gliela carezzava, e di quelle parole
«…la sua mano, l’ideale per sentirsi al
sicuro…»
…tanto che
quella mano che esaminava i peluche arrivò anche a lui, e lo
sfiorava, lui si faceva sfiorare solennemente ad occhi chiusi,
tremante, mentre Lopmon era sorridente e commossa…
«…non
scegliermi.» sussurrò Terriermon, ed Henry
«Oh-h…» fu come se udisse, e
cercò
altrove…«…non è ancora il
momento…
…amico mio. Io
verrò a scegliere te.» mentre la mano si orientava
verso
altri peluche «…tu mi scegliesti già
tanti anni fa.
Quando iniziò tutto. Ora io sono tornato per
te…»
Terriermon aprì i suoi occhi lucidi
«…perché
voglio restarti accanto.»
«Questo.» Henry aveva scelto, era un gattino. Ryo
lo
guardò «CHE GATTO
SENSAZIONALE!!»…«Shhh…Ryo.
Dai, è un
posto pubblico…»
«Rispettoso
delle regole…» raccontava pazientemente
Terriermon…
«Lo
porterò a Suzie. Spero che le piaccia. Hai visto che belle
confezioni?»
«…gentile verso il mondo che lo
circonda…»
Ryo «Eheh! A
volte, anche se noiosi, dei propri vecchi si ha bisogno,
eh!»…«Oh sì Ryo non puoi
immaginare. E’
per questo che oggi ho voluto…prendere questa decisione,
anche
se tengo molto al mio lavoro. Ma…penso che non dobbiamo mai
privarci di bei momenti da ritagliare per la famiglia. Forse tu puoi
capirmi.»…«Io? Sì
sì, per
carità! La mia vecchia è allucinata, mio padre
è
indiavolato col mondo…ma a tavola con loro è
relax
pura!»…«Eheh, capisco.»
«…lui…» pronunciò
Terriermon
«…nient’altri…dell’unico
che poteva
diventare. La crescita ha creato un uomo…buono. Ha fatto
sbocciare quel ragazzino mio amico…come un fiore.»
Lopmon
spuntava fra i peluche per accostarsi a lui…anche lei senza
smettere di guardare il ragazzo «…è
vero. Henry
è così bello…e sembra così
gentile. Il
tempo è come se non fosse
passato.»…«…come si
appiattiscono dieci
anni…» erano parole di Terriermon, che lo guardava
andare
al bancone «…prende il suo scontrino, è
così
cortese…
…equilibrato…mi rende proprio
orgoglioso.»
Anche Monodramon sorrideva ed era un po’ commosso.
«Allora,
vecchio mio!» Ryo rifilò una spinta un
po’
«Ah!» forte sulla schiena di Henry «Ti
auguro di
sollazzarti come si deve,
stasera!»…«…sì,
speriamo. Tu fammi
sapere quando hai novità, però
eh.»…«Sai che mi sa che presto ti
arriveranno
novità?!»…«…non ti
capisco.»…«Ah non badarci,
Henry!» mentre
lanciava un’occhiata a quel mucchio di peluche…
…verso il
quale andò anche lo sguardo di Henry…che come
rapito, si
diresse verso l’uscita «Allora…a presto,
Ryo!»…«Ci si rivede!...noi Digimon
Tamers giriamo il
mondo, ma confluiamo sempre allo stesso
nucleo!»…«…uhm.» un
dolce sorriso per
Henry…
…che
prima di andare si fermò a contemplare quei graziosi peluche
col
fiocco, sullo scaffale oltre l’affollamento
«…sono
proprio graziosi. Guardarli fa ripensare
all’infanzia…
…e fa
star meglio.» …per poi uscire…senza
accorgersi che
un occhietto fra quei tanti, neri, di vetro e puntiformi…un
occhietto soltanto versava una lacrima, cosa che i peluche non fanno (fine-canzone)
Beelzemon
planava con Renamon tra le braccia, mentre si guardava attorno
costernato «Oh no…!» Il fuoco consumava
gli alberi
del parco «Tutto questo…è terribile! La
terra
è di nuovo in pericolo, esattamente come ai tempi del
D-Reaper!»…«Beelzemon…»…«No,
Renamon non preoccuparti: noi Digimon penseremo a proteggere il mondo e
i terrestri come allora. Siamo più motivati di
prima!»…«Beelzemon!» giungeva
anche Mako
«Renamon! Io mi ricordo di
te.»…«Oh-h…!» ma
Renamon
barcollò, tanto che finì tra le braccia di Mako
«Cos’hai, sei ferita?!» e Beelzemon
«Renamon,
devi metterti in salvo!»…«Non posso
abbandonarvi a
combattere…»…«No, niente
storie.»
replicò Beelzemon, aggiungendo «Sei stata colpita
duramente, il tuo corpo è pieno di ustioni e poi sei ancora
debole per il colpo ricevuto ieri. Torna all’ambulatorio.
Oppure
sei già stata da
Rika?»…«Rika…»…«…oh…no,
capisco. Ma fra non molto vi rincontrerete, ora…trova un
posto
sicuro e non muoverti, ripensandoci non puoi attraversare la
città in queste condizioni, ci andremo assieme! Dopo
però, intanto tu
nasconditi!»…«Beelzemon,
state attenti…!» pronunciava con voce affaticata,
ma…
«Uhmuhmuhm!» sogghignava LadyMeramon, che volando
li
raggiungeva «Eccovi, finalmente.»
Mako preparava
il Digivice «Non cantate vittoria, state per andare incontro
alla
vostra fine!»…«Renamon,
fuggi!» ordinò
Beelzemon «Ma
io-»…«Obbedisci!!»
esclamò tanto ferreo quasi da metterla in soggezione
«Ricorda che sei una madre, hai due bambini e poi devi
tornare da
Imagomon!»
A quelle parole, che
suonarono come un fulmine nel suo animo, la volpe sentì di
dover
volgere il capo e ritirarsi, a passo lento, per sparire dalla scena.
Gelsomon scherniva «Pfff! Imagomon! La sublime leggenda
matrimoniale!»…«Ihhh, la coppia del
secolo al
villaggio al Vertice digitale…!» si aggiungeva
LadyMeramon…
…mentre Renamon andava via ignorandole completamente, a capo
chino…
«Insomma, ma chi vi
credete di essere?!» provocava Mako «Come avete
osato
provocare questo
incendio?!»…«LadyMeramon…tu
ti fai apostrofare in questo modo da un tipo così? Guardalo,
a
me sembra un moccioso.»…«Un
po’ più su
rispetto all’età media del domatore-lattante, ma
ti giuro
non fa paura per niente.»…«Aspettate di
conoscermi…!!...» sibilava Mako indignato e con la
mano
stretta saldamente al Digivice…
…mentre
il suo Digimon avanzava, come spinto da una forza indecifrabile, verso
le due nemiche che con sguardo circospetto attendevano i suoi passi
lenti…
«…non
è possibile…» mormorava Beelzemon, ed
il suo
sguardo alla loro vista era attonito «Ah,
no!!»…«Cos’hai,
Beelzemon?» chiedeva
Mako «Ora che le vedo, ora che ascolto le loro
affermazioni…!...non ho più
dubbi…»
assemblava Beelzemon…
…sullo
sfondo del ghignare delle Digimon, e del crepitare del fuoco…
«Non vi
è traccia alcuna di controllo mentale…non siete
manovrate
da un nemico!»…«…ma per chi
ci hai
preso?» si limitò a chiedere Gelsomon, e Beelzemon
ebbe un
gesto di stizza «CHE SIGNIFICA QUESTO
VOLTAFACCIA?!»…«Ma come, tu le
conosci?!» si
stupì Mako «Ah! Queste due provengono dal mio
stesso
villaggio! Sono le stesse che ieri hanno attaccato il Centro ricerche
ma…?!...credevo che qualcuno le
manovrasse!»…«Sei forse restio a dar
peso
all’autonomia femminile, Beelzemon…?»
provocò
LadyMeramon con fare altezzoso, la compagna completò
«E
fai male, perché può gravare fino
a…schiacciare i
polli dalla mentalità retrograda come
te!»…«Non credo a ciò che
sento!»
scandiva Beelzemon con sguardo rabbioso «Avete dimenticato
che
siamo stati porta a porta per dieci
anni?!»…«Uhmf!» LadyMeramon
volgeva il capo,
precisando «…purtroppo
no!»…«Ah!
“Purtroppo”?! Abbiamo condiviso gioie e dolori,
tempi
difficili, abbiamo fatto la spesa dagli stessi Digimon, ci siamo
riscaldati la notte allo stesso falò!!»
Gelsomon non lo degnò di più che di uno
sguardo…
«E ADESSO
VOI FATE UN FALO’ DEL MONDO CHE ABBIAMO
AMATO?!»…«…noi siamo diversi.
Questo non
è mai entrato in testa ne a voi ne a chi ha avuto la balzana
idea di farci convivere.» svelava Gelsomon, e LadyMeramon
«Noi siamo Digimon a tutto tondo, mentre voi! Puaf! Divisi
fra
terra e Digiworld non avete fissa dimora!» Beelzemon
però
strinse i suoi pugni «Una casa te la crei con i tuoi sforzi e
la
tua passione, noi abbiamo riversato tutti noi stessi nelle aspettative
che avevamo su questa terra e l’abbiamo difesa, poi siamo
stati
costretti ad abbandonarla e allora abbiamo ricominciato! Abbiamo posto
le fondamenta della nostra nuova vita al villaggio! E ora che
finalmente i mondi potrebbero toccarsi…
…voi fate sì che anziché una stretta
di mano…
…questo
incontro sia sinonimo di distruzione!! Non posso accettare una simile
bassezza…GELSOMON! I TUOI FIGLI SONO A DIGIWORLD, E TUO
MARITO
E’ QUI!»…«CYBERDRAMON
E’ UN TRADITORE! E
UN INFEDELE! E io…PERCHE’ NON POSSO ESSERE UNA
MADRE CHE
LOTTA E CHE SI FA VALERE, UNA MADRE
PROTAGONISTA?!»…«Ahhh!»
Beelzemon
trasalì, mentre LadyMeramon ammoniva «Calma, cara:
ti si
alza la pressione.»…«NON MI INTERESSA!
Sono…» spezzando la spranga
«…STUFA di
sentirmi sempre messa da parte! Mio marito mi guardava come mondezza
perché gira gente come Renamon e come tutti voi, non sapete
quanto vi odio, ora finalmente ho chi mi dà fiducia e non lo
tradirò di certo ascoltando le vostre misere
chiacchiere!»
alzando la zampa per invocare un fulmine «…specie
dalla
feccia come te, Beelzemon, il criminale della porta
accanto.»…«BASTA!» nello
stupore di tutti Mako
corse avanti «Ritira subito quello che hai detto, sacco
digitale
sovrappeso!»…«AAHHH?!» la
dragona
inorridì «Il mio Digimon è un grande
eroe!»…«Sì!
“EROE”…!» fece
LadyMeramon…
…mentre Beelzemon aveva gli occhi spalancati…
«Non hai
sentito cosa si dice su di lui…?» insinuava
Gelsomon
«Non mi interessa! Io lo conosco
bene!»…«Ma-» tese la mano
Beelzemon…ma
il ragazzo suo domatore insisteva «L’ho aspettato
per dieci
anni vivendo con lui avventure soltanto la notte, nei miei sogni volavo
assieme a lui e sulla scia di questi sogni sono
cresciuto!»…«Poco.»
precisò
LadyMeramon, ma Mako ribatté
«…ABBASTANZA…!
Anche se l’ho lasciato che ero un bambino e lo ritrovo che
sono
un ragazzo lui resterà sempre il mio antico sogno
d’infanzia, e ora che è tornato voglio che sia il
mio
presente! Beelzemon! Coraggio amico mio, combattiamo assieme queste
avversarie!»…«I-Io…! Non
posso!»…si guardò le mani
artigliate…«…non posso affrontare gente
che ha
vissuto con me, nel mio stesso
villaggio.»…«Ahhh,
ADESSO NON FARE TANTO IL BUONO!» strillò
LadyMeramon, la
quale inveì «LO SANNO TUTTI CHE SEI UN
ASSASSI-»…«TACI, VECCHIA
STREGA!» si
ribellò Mako…sotto gli occhi sconvolti del suo
Digimon…«NON PROVARE A CHIAMARLO
COSI’…ti
darà prova della sua grandezza e del suo
eroismo!»…«Mako…tu non sai
che…»…«Beelzemon,
coraggio!»…«Ora questo poppante mi ha
proprio
stancato!»…«AAAHHH!» Gelsomon
spinse a terra
Mako con una zampata, e LadyMeramon «Risolviamo a monte il
problema dei domatori!» sfoderando fulminea e pronta una
coppia
di sfere di fuoco, ma a quel punto Beelzemon «Ah!
NON…TOCCATELO! Pallottole
smaterializzanti!»…«AAAARGHHH!!!»
doppio grido ed esplosioni multiple per le due Digimon. Beelzemon si
precipitò a soccorrere il suo domatore «Ti ha
fatto
male?» ma Mako «Ah!» si rimise in piedi
in un balzo,
pulendosi la ferita alla bocca «Sciocchezze, non
più di
mia madre quando rubavo caramelle!»
…elettricità e fuoco erano però di
nuovo pronti
«Se credete che avremo pietà per il vostro
quadretto…» disse LadyMeramon, e Gelsomon
completò
«…vi sbagliate di grosso! Perché vi
elimineremo
tutti e due!» Così Beelzemon
«D’accordo…!! Allora se la mettete
così…va bene, sono costretto, anche se mi
duole!»
sfoderando le pistole, mentre Mako sfoderava i suoi occhi determinati
«Che ti importa dei legami, soltanto due estranee si
sarebbero
rese autrici di uno scempio simile! Sistemiamole
velocemente!»…«Ihihihi! Non
così tanto
velocemente!» ridacchiò Ladymeramon, sfoderando
una nuova
mossa: il suo vestito ondeggiò sospinto da un vento
più
intenso, e lungo le sue pieghe si addensavano fiamme fino a comporre un
vortice «Tromba
ardente!!!»…«Ahhh!!!»
Beelzemon dovette pararsi. Gelsomon avvicinò i due capi
spezzati
della spranga, che sfrigolarono al contatto «Blackout digitale!»
materializzando un bolide elettrico che mischiandosi alla tromba di
fuoco travolse Beelzemon «AHHH!» e lo spinse a
terra
«Beelzemon!» Mako accorse prontamente.
«AHAHAHAH!»…«Uhmuhmuhmuhm!»
sogghignarono LadyMeramon e Gelsomon. La prima ribadì
«Non
crediate sia così facile sconfiggerci!»
«L’ho capita! Con te è una sfida persa
in
partenza!» così Cindermon stufa giò i
tacchi, ma
Takato tese la mano
«Aspetta!»…«…oh!»
sorprendendola,
anche se lei non si volse. Il ragazzo chiuse gli occhi e
pensò
“…a conti fatti è l’unica
cosa da fare, non
posso permettere che le vite dei miei amici rischino lo scontro proprio
adesso, che sono tornati i Digimon. Altrimenti, tante scene sono
inutili. Urlare non serve, farmi grande e difendere le loro ragioni se
poi mi tiro indietro al momento del bisogno, non cambierà le
cose. Soltanto esserci sempre, quando l’uno ha bisogno
dell’altro, può essere la sola chiave per superare
questa
vita. Questa vita che ci mette alla prova.”
«D’accordo, Cindermon. Telefonerò
per…avvertire in salone che oggi non posso venire.»
“…!
Mi ha creduto!” l’animo di Cindermon sussultava, i
suoi
occhi azzurri si dilatavano “Ha avuto fiducia in
ciò che
gli ho detto.” Takato avanzò, seppur a passo
esitante
«In effetti…è il caso che parli con
Rika, questa
faccenda non mi convince del tutto. Specie considerato che lo stesso
Henry, sembra abbia dei problemi di cui ignoravo l’esistenza.
E’ vero, non posso abbandonare i miei
amici…»…«N-No…io
adesso non volevo
dire questo!»…«Senti, io Cindermon
volevo dirti che
visto che sei tu che mi hai fatto riflettere su questo punto
insomma…ci tengo e volevo dirti
gra-»…«Shhh!
Takato.»…«…! Cosa
c’è?!»
Lo sguardo della
ragazza digitale si era fatto teso, allarmato
«Sento…odore
di Digimon.»…«…! Che
cosa?!» Takato si
guardò attorno «Avverto…la presenza di
un Digimon!
E’-E’ sempre più
forte…!»
Sulla scia di
quelle parole a lui ben note dal passato, Takato si avvicinò
a
lei che esclamava sempre più scossa «Sento che
è
vicino! Sento che…stanno combattendo,
c’è bisogno
di noi!!»…«Di noi…?!...dove
sono?!»…«In un luogo
caro…»…«Oh?!»…«Sta
bruciando…»…«Cosa?!»…«Dobbiamo
andare, Takato!!»…«Oh?
Sì!» dopo pochi
istanti furono in corsa, insieme.
Grazie a un
acceso impegno, Rika riuscì a distinguere la sagoma di sua
madre, dal passo spedito sotto il cavalcavia «Eccola,
è
lì!» e stringeva i denti «Debbo
fermarla…oh?!» ma qualcosa catturò
l’attenzione della ragazza, impedendole di incedere nella
direzione che aveva scelto «Del fumo!! E quelle
luci…se
fosse…?»
Un’energia
speciale si impossessò di lei…e la
portò ad
abbandonare l’inseguimento di sua madre per muoversi
là da
dove giungeva il fumo…
Renamon avanzava
a passo barcollante, reggendosi la spalla, sfilando pur sempre elegante
fra gli alberi che bruciavano. Tossendo…ma soprattutto
smarrendo
nello scenario la tristezza nei suoi occhi «Perché
le
nostre vite sono destinate a bruciare…?»
…quando poco distanti «Artigli incrociati!!»
Beelzemon si lanciava, e a lui si opponeva «Artigli fulminanti!!»
Gelsomon: si afferrarono, lottavano accanitamente. LadyMeramon li
osservava «Uhmf! Sono stufa di stare a guardare, mi annoio! Tromba…ardente!»
liberando un nuovo vortice che colpì in pieno Beelzemon
«AHHH!» permettendo al colpo elettrico di Gelsomon
«Uhmuhmuhmuhm!» di prevalere
«Ahhhh!!» e
spingerlo indietro: si resse la spalla e riprese fiato, esternando
evidente sforzo che non sfuggì alle premure del suo domatore
«Sono in due contro uno! Questo è
sleale.»…«N-Non preoccuparti, Mako. Io
sto
bene…!»…«No, non stai
bene!» ma il
Digimon si rizzò con orgoglio «Posso ancora
combattere!»…«Hai bisogno del mio
aiuto!»
propose Mako, e afferrandogli di colpo la mano «Ho portato
qualcosa di nuovo, per
te!»…«Come?»…«Ricordi?»
“Tieni, prendi
questa!”
…riaffiorò una voce di bambino. E il ricordo di
una pistola giocattolo “E’
un portafortuna, usala contro i cattivi!”
“…ti
ringrazio. Tranquilli! Gliela farò vedere io!”
aveva risposto il Digimon, dieci anni prima, impugnandola con
determinazione…
…quando
il presente rivelava una nuova pistola, stavolta non un giocattolo, era
Mako ad estrarla «Dobbiamo ricorrere alla Blast Mode. Ti
ricordi,
quando eravamo piccoli?»
Sembrava un’arma
di tipo militare, lunga e altamente sofisticata «Ho aspettato
tanto. Il tempo dei giocattoli è
finito.»…«Ma
io-»…«Non c’è
tempo, Beelzemon!»
Mako la spinse nelle sue mani «Sono sicuro che puoi farcela,
provvederò io alla digimodifica!» sfoderando una
carta
«Vai, non esitare!»
«AH,
AHAHAHAHAH!»…«Uhm, uhmuhmuhm!»
e di nuovo
piombarono colpi su di loro così che Beelzemon
poté solo
balzare, e spiccare il volo mentre Mako gli gridava «Tieni
duro!!» e alzava il Digivice.
«Cosa cosa
vorrà fare con quell’arnese?!» si chiese
LadyMeramon, e Gelsomon «Sono proprio curiosa.»
«Preparatevi,
state per assaggiare il potere della sintonia! Beelzemon! Tieniti
pronto!» lanciando il Digivice in aria…
«Digimodificati!»
esclamò…mentre Beelzemon in aria stringeva quella
pistola
pur a malincuore, poiché doveva usarla contro gente
conosciuta…
Mako scagliò la carta verso il Digivice «Modalità
d’attacco!»
Carta e Digivice a contatto. Beelzemon chiudeva gli occhi.
Le due Digimon «Mmm?» alzarono dubbiose lo
sguardo…
…ma dopo pochi secondi, nello sconcerto di Mako
«CHE COSA?!»
…e di Beelzemon
«Non è possibile!!» …non era
avvenuta alcuna
fusione fra la pistola e il corpo del Digimon. Digivice e carta caddero
miseramente «Perché?! Perché il
Digivice non
risponde ai miei comandi?!» si chiese spiazzato il ragazzo.
«Gelsomon,
sembra che la tecnica che volevano attuare non abbia funzionato,
approfittiamoneee!»…«Se non attacchiamo
adesso non
lo facciamo più: Fulmine
a ciel sereno!»…«Perle incendiarieee!!!»
Il fulmine
dall’alto, e il vortice dal basso travolsero Beelzemon
«AAAHHH!!!»
Mako lo vide cadere a
terra «Oh no, amico mio! E’ tutta colpa mia,
ACCIDENTI!» correndo a raccogliere il Digivice e la carta
«Perché?! Possibile che non funzioni, il sono il
tuo
Digimon Tamer! Digimodificati!» e scorreva manualmente la
carta
«DIGIMODIFICATI!»
Ma nessuna luce.
Nessuna reazione «A-Ahhh…è inutile
Mako…» si sforzava a rialzarsi Beelzemon
«P-Perché la carta non risponde?!!» fino
a che Mako,
esausto e stizzito non gettò a terra i due oggetti
«E’ come se si fosse rotto!»
Ma le nemiche non davano tregua «Tromba ardente!»…«Blackout digitale!»
Beelzemon provò
a parare i due potenti colpi, ma questi prevalsero
«AAHHHH!!!» e lo fecero strusciare a terra, in un
cumulo di
polvere «BEELZEMOOON!!!...perché non posso aiutare
il mio
Digimon, MALEDIZIONE! Non capisco!» Mako si spremeva la testa
per
trovare una risposta «Ricordo quando Jeri ha usato la Carta
del
clone, allora funzionò, era perfetto!...
…perché oggi non emette alcuna luce?!»
Foglie bruciate
cadevano attorno a Beelzemon a terra
«N-Non…può
finire così…»
…ma c’erano mani giunte per lui,
altrove…
…occhi
chiusi…una ragazza dal capo velato pregava, seduta sulla
panca,
accanto a Jeri che la osservava. Quest’ultima sembrava
assorta,
le domandava «Non ti dà fastidio…che tu
non possa
essere con tuo fratello, a lottare con quel Digivice che vi
apparteneva…?»
«Ma io sto
lottando…»…«Ah!...come?»
Jeri
restò colpita dalla risposta di Akemi. La quale, giungendo
più forte le sue mani «Io sto combattendo assieme
a
Beelzemon. Questo è il mio modo di essergli vicina in
battaglia.
Anche se non stringo un Digivice…finché prego per
lui e
non lo abbandono, resto una Digimon Tamer.»
Ma gli occhi di Jeri
si assottigliavano “Non capisco questa ragazza. Mi domando
come
faccia a restare tanto calma, quando ha rinunciato a tutto per una sua
stessa scelta!”
«Ti prego,
Signore…proteggi Beelzemon. Fa che non gli accada
niente…sii il suo scudo in battaglia…»
erano i
dolci, lievi ma fermi sussurri di Akemi.
Eppure quei secondi
tingevano lo sguardo di Jeri di distacco e turbamento “Aveva
un
Digimon, aveva la vita davanti ma ha rinunciato a entrambe le cose per
ritirarsi in un luogo del genere…!”
Mentre Calumon, che
era rimasto nascosto «Calù…non posso
restare qui.
Anche se non so combattere debbo almeno informarmi su quello che sta
succedendo! Non posso abbandonare gli altri.» ma dopo aver
mosso
i primi passi si ritrovò in mano quel fermaglio a leone
dorato.
Socchiudendo i suoi occhi un po’ amareggiati, decise di
scagliarlo là dove la sua padrona avrebbe potuto
riprenderlo…
Jeri, che nel
frattempo si era alzata e camminava sull’erba, aggiustandosi
la
tracolla della borsa “Come si fa a vivere senza avere alcuna
occasione per affermare se stessi?!” volgendosi verso Akemi,
concentrata nella sua preghiera “Come riesce ad accontentarsi
di
parole che…non saprà mai se giungeranno al
destinatario!
Se solo avesse aspettato, ora potrebbe essere sul campo di battaglia,
al fianco del suo Digimon!!” …ma in quel momento
«Oh!» le arrivò il fermaglio tra le mani
«Cosa? Ma questo è il mio fermaglio. Lo avevo
lasciato a
Calumon. Calumon!» chiamò
«Calumon!!»
…ma lui «…calù!»
…si allontanava.
«Non
capisco!...Calumon era qui? Perché mi ha restituito il
fermaglio…?» si velava di preoccupazione lo
sguardo di
Jeri…
…mentre Akemi
riaffermava «Signore…proteggi Mako e Beelzemon.
Loro sono
per me come due fratelli. Non abbandonarli…»
unendo,
stringendo forte quelle mani «…sii la luce del
loro
Digivice…»
Jeri la osservava, e
si scostava i capelli con impazienza “Perché
continua?! Mi
fa innervosire…non saranno di certo le preghiere a fare la
differenza, è inutile supplicare una forza invisibile
perché ti aiuti in battaglia! Per quanto io potessi gridare,
e
chiamare aiuto…” stringendo il suo fermaglio,
fissandolo
intensamente, per poi osservare il cielo “…quando
ero
prigioniera del D-Reaper non ebbi altra scelta che dar fondo a tutta la
mia volontà. La vita è così. Non ti
aiuta nessuno,
e la forza devi trovarla dentro di te!”
…volgendosi verso Akemi “Non riesco a comprendere
le
ragioni di chi rinuncia a tutto. Io sto lottando al fine di
riappropriarmi di ciò che desidero! Se fossi al suo posto
non
riuscirei a tollerare che qualcuno, tanto più di molto
vicino a
me, mi scavalcasse e mi portasse via qualcosa di così
importante, come un Digimon…!”
…stringendo forte il
fermaglio con le sue mani smaltate, e fissando il cielo
“Sento
che…il solo modo per andare avanti è
cercare…di
risolvere materialmente i propri problemi.” per poi di nuovo
rivolgere la coda dell’occhio alla giovane suora
“Il resto
sono soltanto illusioni. E ipocrisia!”
Non udendo le
parole di costei, che sussurrava «Io ho deciso di presentarlo
alle mie sorelle. Tu conosci i sentimenti in fondo al mio
cuore…e sai che…»…mentre le
mani cercavano
di unirsi quanto più fosse possibile, e la voce tendeva a
smorzarsi «…questo era l’unico modo con
cui potevo
tentare di tracciare una direzione luminosa per il nostro cammino. Ti
prego, indicaci la via…una volta che il fumo della battaglia
sarà spazzato via dal vento…»
…sembrava una
supplica che giungeva dal profondo…
…e si
intrecciava alle aspirazioni di Jeri “Voglio un Digimon, ne
ho
sempre più bisogno ogni istante che passa! Sento che mi
manca…che senza di lui non potrò mai finire di
dire
ciò che porto dentro! Sono impaziente, la vita
scorre…” mentre attorno a lei cadevano petali rosa
“…i giorni si sfogliano! E mille parole mi restano
inespresse. Vengono risucchiate da questo vortice di oscuro e di caos
che consuma tutto…ho paura.” Stringendosi a
sé,
come avesse freddo anche se gli alberi e i petali evocavano tepore
“Temo che qualcosa possa sfuggirmi. E che se non lo afferro
al
volo…” guardando basso, ai suoi piedi fra i petali
caduti
“…l’incubo potrebbe ricominciare.
Sbigottisco al
pensiero di riprendere a sentirmi come allora. Svuotata da me stessa!
Sola e nel gelo. Per questo rincorro la
vita…”
…accovacciandosi lentamente…
…e
lasciando il fermaglio a terra, per osservarlo incorniciato dai petali
rosa “…e chiamo ancora incessantemente un Digimon
perché venga a prendermi.” …i
suoi occhi
tanto guarniti quanto malinconici vagavano ovunque, ma quel vento che
portava dentro non sembrava smettere di soffiare…
“…già, come sarebbe bello se
d’un tratto
arrivasse un Digimon.” questo pensiero animava la mano di
un’altra ragazza, fra i suoi capelli lunghi, già
mossi dal
vento in strada “Potremmo lasciarci andare ad un
sorriso.”
immaginava Rea “Fantasticare su sogni, invece siamo qui a
rincorrere con l’affanno le nostre vite. Non troviamo
più
noi stessi, siamo immersi nei casini ed ogni giorno è una
battaglia. Ma di sicuro senza effetti speciali.” abbassando
quei
suoi occhi un po’ ingenui, sottolineati dalla linea scura del
trucco “Solo tanto freddo e solitudine. Però
dentro di noi
c’è tanta forza!” e lì il suo
sguardo
riacquistò motivazione “L’età
passata ci ha
lasciato un grande slancio, è per questo che non molliamo.
Ancora ognuno di noi desidera una vita…felice, e la
realizzazione di ogni sogno nel cassetto. Il problema è che
non
ci incontriamo! Il dialogo è ostruito. E’ per
questo che
è tutto così
difficile…”
…avanzando a passetto spedito…
…mentre
Henry parcheggiava la sua auto, scendendo con in mano la torta
acquistata, e quel peluche a forma di gattino…
“Un
Digimon potrebbe essere un buon traduttore.” ipotizzava Rea
dentro di sé “Il mediatore ideale fra tanti esseri
umani
neo-adulti e già in tilt. Mi domando perché lo si
creda
adatto soltanto all’età infantile, o
pre-adolescenziale. E
noi tutti poverini chi ci pensa???...”
…Henry stava rientrando a casa, sfoderava le chiavi ma gli
sfuggirono di mano, sicché si piegò a
raccoglierle…
“Ne vorrei
tanto uno ora che mi portasse via dall’assurda idea della
cena
col capo di papà! Ne vorrei uno…
…che parlasse con Henry…”
…rivelando
malinconia dalle sue lunghe e belle ciglia, mentre si sistemava la
sciarpetta con un pizzico di esitazione “…che
mettesse
pace fra noi come fra due membri di un gruppo che hanno litigato. Ma
che in realtà si vede da lontano un miglio che sono
innamorati.
Chiedo forse troppo?! Magari…sono stata cattiva con
papà,
e la fatina buona del mondo digitale non vorrà esaudirmi.
Però il mio Benji è un angioletto! Almeno
lui…meriterebbe un Digimon che gli riportasse a casa il
papà. Henry un tempo ne avrà avuto uno! Mi
rivolgo a te,
ti prego intercedi fra il tuo domatore e me! Ora sarai
lontano…ma il tuo Henry ha avuto un bellissimo bambino, sono
certa che muori dalla voglia di conoscerlo. Che
buffo…”
…Henry
aveva raccolto le chiavi…stava aprendo il portone…
“…mi
rivolgo a te come si fa con un parente, passato a miglior
vita!”
ed il pensiero la faceva un po’ sorridere
“Però so
che ci sei. Tu da qualche parte esisti! Ed il pensiero di
te…sospende il mio animo. Il Digimon di
Henry…”
…il
portone fu scostato, ma una voce femminile piombò su di lui
«Eccoti qua! Henry Wong…»
Una donna era in
piedi dietro di lui, a braccia conserte in un gesto ritmico di attesa
intinta nella decisione.
Henry si tolse
lentamente i suoi occhiali da sole «…signora
Nonaka.»
…avvicinandosi alla madre di Rika, che lo fissava deciso
negli
occhi «Sono venuta per parlare con tuo padre. E’
urgente.»…«…non
c’è in questo
momento.»…«Ah, già,
dimenticavo!» fece
la signora Rumiko con tagliente ironia «E’ andato a
lavorare allo studio dei Pionieri digitali per scoprire come rimediare
al suo “piccolo errore
tecnico”!»…«Ahh!»
Henry sussultò,
e lei «Del resto si è rimesso al lavoro presto,
è
ammirevole quanto tempo è passato? Dieci anni! Oh, neanche
il
tempo di prendersi un caffè, poveruomo!» Il
ragazzo
palesava timore «Cosa…che è venuta a
fare…?»
Rumiko sembrava pronta a tutto.
Quando quel
luogo dove si era consumato il capitolo che aveva cambiato la vita di
quei ragazzi, vedeva ascendere stavolta non creature digitali, ma una
spessa coltre di fumo acre, e gli alberi erano divenute luci
incandescenti.
«AAAHHH!» un ennesimo colpo infieriva sul
già
malridotto Beelzemon.
«AHAHAHAH!»…«Uhmuhmuhmuhm!»
Mako si
sfilava i suoi occhiali «Beelzemon, non ti arrendere, non
può finire così!!» Sconvolta la sua
espressione, e
con rabbia insisteva ancora «Digimodificati!»
e sfregava la carta nel Digivice «DIGIMODIFICATI!! NON MI HAI
SENTITO?!»…«E’-E’
inutile?!»…«PERCHE’?! Tu sei
il mio Digimon,
io il tuo domatore, NON C’E’ SPIEGAZIONE ALLA
TOTALE
INERZIA DEL NOSTRO DIGIVICE!»
…ma
le nemiche erano già cariche con nuove fiamme e fulmini
«E’ il momento di finirla…»
disse Gelsomon, e
LadyMeramon «E’ durato anche troppo!»
«Ahhh!» Mako rabbrividì…e
provava ancora
«DIGIMODIFICATIII!!!...» ma epilogò nel
lancio a
terra del Digivice e la carta «DANNAZIONE!!
PERCHE’?!
DATEMI UNA RAGIONE, NON C’E’
SPIEGAZIONE!!» e si
portava le mani al capo…ma il suo Digimon, da terra, gli
sfiorò gli abiti «Ti prego…Mako, amico
mio, non
fare così.»…«Ma
Beelzemon!» gli occhi
del ragazzo si riempivano di rossore e di lacrime
«Scappa…n-non farti far del
male!»…«Io
non ci penso ad abbandonarti
qui!»…«A-Ahh! Scappa,
ti ho detto! La tua famiglia, Akemi, tutti quanti hanno bisogno di
te!»…«Hanno bisogno anche di te, anche
tu fai parte
della famiglia!» …e si sforzava a sostenerlo
«…anche se il Digivice non mi risponde per motivi
che solo
lui sa tu resti il mio Digimon. Ed io il tuo domatore.»
…tanto
che si guardarono con affetto…Beelzemon sorrise appena
«…è un peccato aver lottato
così poco, fino
ad ora…»…ed il ragazzo «N-Non
parlare come se
non ci fosse altra occasione…»
LadyMeramon alzò il suo colpo «ORA
BASTA!»
«Brace
d’autunno!!»…«…WAAAHHHH!!!»…«LadyMeramon,
che succede?! Chi è che ti ha fatto esplodere il colpo in
testa?!»…«Sono stata
io!!»…«Oh?!»
Cindermon
era lì, ritta sulla sua schiena, sguardo
deciso…per poi
assumere la posa da battaglia «La festa è
finita!»
Takato
giungeva dietro di lei, e all’affanno seguirono colpi di
tosse
per il troppo fumo. Ripresosi dai colpi di tosse, il suo guardarsi
attorno sperduto «…il nostro
parco…»
…ricordando la fine della battaglia…ed il piccolo
Digimon
regredito che si distaccava dalle sue mani…«I
nostri
ricordi…» …una pena affliggeva ora il
suo cuore.
Mentre
LadyMeramon avanzava fluttuando a mezz’aria «Guarda
guarda
chi si rivede…!»…nello stupore di
Cindermon
«Ancora tu?! Nooo, sì, va bene-ma questo vuol dire
cercare
rogna dalle mie parti: non ti è bastata la mega-mazzata di
ieri
sera?! Era necessario tutto quest’altro CASINO
qua?!»…«Uhmf! Io non prendo ordini da
una mocciosa
mascherata da principessa.»…«Qui, se
c’è qualcuno che deve chiudere la sua boccaccia
è-»…«Quella sei
tu.» intervenne
Gelsomon…
…che fece
capolino dietro LadyMeramon «E tu chi sei?!»
puntò
il dito Cindermon «Oh mamma! Ma sei uguale…guarda,
Takato!» …trascinandosi vicino il ragazzo,
tenendolo per
il braccio «Guardala non è la copia spiccicata di
quello
del tuo amico, là, come si chiamaaa?!» tanto che
Takato si
destò «Oh! Cyberdramon! Sì,
è vero, questo
Digimon è identico!»…«Il mio
nome è
Gelsomon. Non mi piace che mi si chiami per
associazione.»…«E a me non piace vedere
la tua
brutta faccia e il tuo grembiule tutto sporco! Avanti Takato, io vado
all’attacco-tu occupati del tifo, come sempre!»
Pochi secondi a Takato per ricordare l’accordo
preso…
…dopodiché deglutì
«D’accordo. Vai,
Cindermon!»…«Ohaf! Grazie
dell’autorizzazione!» caricandosi ben volentieri di
energia, quando
«Takato!!»…«Oh?!» il
ragazzo si volse…
…e vide
due figure correre verso di lui, una di queste aveva le ali
«…!
Beelzemon!»…«Sei qui?! Fa
attenzione…sono molto
potenti!»…«Ma sei
ferito! Ti hanno attaccato?!» il ragazzo si
premurò,
sostenendo il Digimon barcollante ma che resisteva tenacemente
«Io le conosco! Provengono da Digiworld, dallo stesso
villaggio
in cui abitavamo! A-hhh!...mi dispiace! V-Vorrei poter sistemare questa
sporca faccenda al posto vostro, ma io e Mako abbiamo alcuni problemi
con il
Digivice!»…«Mako…?»
…così Takato si volse…ma incrociare
gli occhi del
ragazzo dai capelli rossi era difficile, poiché uno schermo
di
imbarazzo si frapponeva e gli sguardi vagavano…
Takato
tornò però ad occuparsi di Beelzemon
«Niente
affatto, tu ora devi pensare solo a metterti in salvo! Qua ci pensiamo
noi!»
«…ma guardalo, quel Takato da persino ordini al
mio
Digimon. Solo perché l’ha conosciuto da prima di
me,
oltretutto lui ha subito avuto la sostituzione per il
suo…!» commentava Mako fra sé un
pizzico
infastidito, non sapendo che fare di quel Digivice fra le sue mani.
«Combo
spezza-fiato!»
Cindermon potenziò il calci e i pugni…e
sfrecciò
all’attacco separando le due Digimon avversarie
«WAHHH!»…scalando un albero infuocato,
infilandosi
nella sua chioma ardente fino a sparire (sotto gli occhi sbalorditi di
Takato «Cindermon!!») per poi invocare «Brace d’autunno!!!»
…e potenziare
il suo colpo grazie al vortice supplementare generato dalle foglie
infuocate del parco
«AAAARGHHHHH!!!»…«WAAHHHHHHHH!!!»
LadyMeramon e Gelsomon si pararono.
«Spettacolare!» commentò Takato,
guardando il suo
Digivice dalla foglia aurea «Accidenti, se avessi con me
delle
carte per la digimodifica la aiuterei. Ma
purtroppo…»
passandosi la mano fra i colpi di sole nei capelli
«…non
vanno più di moda, non si comprano da nessuna
parte!»
Beelzemon lo
udì «Mako! Tu hai per
caso…?!»…«Oh?!» il
ragazzo non sembrava
però agire volentieri «Delle vecchie carte per la
digimodifica! Questo è quello che ci vuole, tu ne hai
portata
qualcuna con te?!» tanto che anche Takato «Vi
prego, se le
avete permettetemi di usarle! Posso potenziare Cindermon con quelle, se
l’avessi saputo avrei portato quelle che mi
restano!» Mako
strinse i denti, ma poi estrasse rapido il pacchetto dalla sua tasca
lanciandolo a Takato con fare spiccio «Usa quelle che
vuoi…tanto a noi non
servono.»…«Oh!»
Takato le accolse tra le mani «…perfetto! Grazie,
ci
proverò! Cindermon!!»
«…ai tuoi ordini, domatore!»
sbucò un
po’ sporca di foglie dalla chioma dell’albero
«Tieniti pronta, sto per
potenziarti!»…«Grande!!» con
pollice alzato, e
informazioni aggiuntive «Tieni conto che il fuoco tra gli
alberi
aumenta la mia energia! E’ il mio habitat naturale!»
Cosa che quando
fu udita dalle avversarie
«EeeeEEEH?!»…«LadyMeramon…SEI
UN’INETTA!! COME TI E’ VENUTO IN MENTE DI BRUCIARE
TUTTO?!»
Takato sfoderò “La Carta delle ali…può
fare al caso nostro!” prendendo un respiro profondo e
chiudendo
gli occhi “E’ la mia prima digimodifica dopo dieci
anni.
Non è come avrei pensato, ma adesso…è
troppo tardi
per tornare indietro!” alzando il Digivice
«Perfetto,
Guilmon! Adesso preparati a sferrare un attac-IHM!» ma la
mano
giunse drasticamente alla bocca. Gli occhi di Cindermon si dilatarono
«…come mi hai chiamata…?»
La mano di
Takato inizialmente sicura su quel Digivice iniziò a
tremare, i
suoi passi ad indietreggiare. Il suo sguardo era smarrito
«…G-Guilmon!...ho detto Guilmon?!...»
…tanto
che l’insicurezza sembrò improvvisamente affiorare
anche
nell’animo di Cindermon…e le nemiche se ne
accorsero
«Guarda, anche loro problemi tecnici!»
segnalò
Gelsomon «E’ IL CASO DI APPROFITTARNE!»
congiungendo
la punta delle dita «ATTACCO
COMBINATOOO!»
e sprigionando un vortice elettro-fiammeggiante che travolse
«AAAHHH!!!» Cindermon, spezzando di netto
l’albero.
Takato
spalancò gli occhi attonito «…!!
CINDERMON!!»
La ragazza
digitale era a terra…non riusciva a rialzarsi, e Gelsomon
teneva
le mani sui fianchi «A quanto pare non vi riesce di
riappropriarvi della tecnica giusta!» Seguirono risate sue e
della sua complice.
Mentre per le
due coppie di Digimon & domatore regnava il più
fondo
disorientamento…
«Le ho
già detto che mio padre non è in
casa.»…«Non ci credo
minimamente!»…«Ah…!»
spalancava gli
occhi Henry, di fronte alla determinazione della madre di Rika
«Io esigo di parlarci, quindi fallo uscire allo scoperto se
non
vuoi guai. Tanto tu non dovresti avere problemi…! Sei suo
figlio. Ascolta ogni cosa che gli chiedi, l’ha sempre
fatto!»…«…perché
mi parla così,
signora?» mentre il ragazzo con gli acquisti in mano
indietreggiava «Il figlio modello, l’indiscutibile
bravo
ragazzo della nostra
combriccola…»…«Non ha il
diritto di rivolgersi a me con questa
ironia.»…«Già! Tu meriteresti
un statua per
la tua virtù!»…«La finisca.
Non
c’è…niente di divertente in questo
scherzo.»
replicava Henry cercando di mantenersi calmo, ma anche fermo e deciso
«Peccato che non è uno scherzo, caro Henry!
Peccato che
non sia un sogno, la vita d’inferno che abbiamo trascorso
grazie
alla follia che commise tuo padre tanti anni fa è
realtà,
ogni mattina ci risvegliamo con un…pezzo di noi stessi in
meno,
e tutto questo per colpa sua!»…«Non
è stata
colpa di mio padre! Lui fu costretto a compiere quel gesto, e lei lo sa
bene come tutti!»…«No, infatti non
è colpa
soltanto sua, ma è anche
tua!»…«Cosa…?»
dilatando i suoi grandi
occhi grigio scuro «Non hai mai fatto niente per ribellarti,
dopo
la battaglia hai ammosciato il tuo spirito combattivo! E dire che
facevi faville lassù con gli altri!» avanzava
l’ex-modella, con lo sguardo di una belva affamata
«Che
delusione, Henry…un Digimon Tamer come te è
meglio
perderlo che trovarlo, credimi!»…«O-Ora
basta!» stringeva gli occhi il ragazzo, la mano con cui
sorreggeva il pacco aveva iniziato a tremare «C-Con tutto
questo
mi sta facendo male, non se ne
accorge?!»…«La colpa
non è mia, sei tu che mi resti davanti, io non ho niente da
dirti, ti ho già detto che è tuo padre quello che
cerco!!»…«E IO LE HO GIA’
DETTO CHE NON
E’ QUI!»…«LO FARO’
SCENDERE CON LE
CATTIVE, SE E’ NECESSARIO!» Henry
sbiancò dinanzi a
quel gesto acceso «Mia figlia sta male, si è
chiusa in
camera e minaccia le cose più innominabili come ciliegia
sulla
torta di questi anni di strazio, tieni conto che io non posso sapere
cosa la tormenta, chi la perseguita, non mi dice niente e se siamo
arrivati a questo punto è per quel giorno, n-non doveva
andare
così, maledizione!» Nonostante la foga Henry
respirò «…si calmi. Cerchi di calmarsi,
mi spieghi
cos’ha Rika!»…«Ti ho appena
detto che non ne
ho idea!!» salendo un gradino, per parlargli al suo livello
«Ma io sono sua madre, c’è la differenza
che con me
non si è mai granché aperta ma voi almeno sulla
carta
ingiallita dal tempo dovreste essere i suoi amici! E invece tu cosa sai
di mia figlia, degno di figlio di tuo
padre-»…«Per
favore!»…«Cosa sai di lei,
perché sei qui
anziché a casa nostra, o al telefono, p-perché ti
ritrovo
qui e-…cos’è questa
roba?!»…«La
lasci!!» strappandogli il pacco di mano «Cosa fa?!
Oh!!» e gettandolo a terra con stizza «Tempo di
festa in
famiglia…?...!»…sotto gli occhi
sconvolti di Henry
«Peccato che nella nostra famiglia non si fa mai,
festa!»
Henry fissava i
resti a terra della torta «Cos’è, una
bella
crostatina per il focolare domestico?! Mentre mia figlia potrebbe
essere
morta-questa…robaccia!»…«Ah!!»
Rumiko pestò ciò che rimaneva «Questa
robaccia
avresti dovuto mangiarla con lei saresti dovuto restarle accanto invece
te ne sei sempre fregato per fare il bravo figlio, da quel maledetto
giorno avessi mai udito una tua telefonata a casa
nostra!»…«Non è vero, questa
è
un’infamia! Forse a lei non lo ha detto ma io eccome se mi
sono
interessato e se ho chiamato!!»…«Certo,
come no,
raccontalo a qualcun altro sta di fatto che ora lei è a
PPPIANGERE, E DISPERARSI e invece tu eri qui con una bella crostatina
in mano tu i tuoi dolci li devi a lei, hai capito?! Devi a lei il tuo
tempo, devi a Rika tutta l’amicizia che non sei stato capace
di
darle, SAPEVI CHE ERA UNA RAGAZZA FRAGILE E NE AVEVA BISOGNO! Come tuo
padre ci deve ancora i Digimon…!» massaggiandosi
la
fronte, e aggiungendo «…come qualcuno deve a me
una
spiegazione sul perché vi siete messi in panciolle proprio
quando c’era da alzare la testa e puntare i piedi, e si dice
che
gli adolescenti siano ribelli, puaf! Che idiozia! Io al vostro posto
non so cosa avrei fatto, evidentemente i tempi sono cambiati e adesso
da ragazzini si passa direttamente a mummie in giacca e cravatta
imbalsamate!»…«Sa che le dico?! Ora
capisco il
perché di tutti quegli scandali sul suo lavoro!!»
rifilò Henry stavolta con rabbia negli occhi «Dei
tuoi
insulti non mi importa niente! Ti ricordo ragazzino e la tua aria
professionale recentemente acquisita non mi intimorisce minimamente! Ma
ti dico una cosa! Io sarò pure un’inesauribile
macchina da
scandali, lo ammetto! Ma voi avete combattuto
insieme!!»…«Ah!»…«Voi,
non io,
non c’è mai stato spazio per me né in
un gruppo
coeso come il vostro né al fianco di un Digimon! Non lo
rimpiango! Era il minimo che potessi lasciare a mia figlia senza
pretenderlo per me stessa, per una vita che a me ha dato sempre tutto e
a lei il contrario! Ma per voi è diverso, non era
così
che doveva andare la vostra crescita!»
…parole
che sembravano far paura ad Henry, che indietreggiava verso il portone
del suo palazzo aggrappandosi con la mano alla cravatta «Non
siete stati in grado di starvi vicino, così…come
solo
pensate di poter progredire, e formare una famiglia?!» il
ragazzo
dilatò lo sguardo «Una famiglia è
unione, e
sostegno reciproco!! Ma se questo è il buongiorno fa ben
sperare
per il seguito delle vostre vite, quando arriveranno le mogli, e poi i
figli!»
…il fiato si
spezzava, al piombare di quelle parole «O forse debbo pensare
che
Terriermon era di dimensioni troppo piccole e valeva troppo poco, per
meritare che ci si impuntasse per il suo ritorno, che si compisse una
follia come la sottoscritta che se ne sta fregando della
possibilità che abbia altri giornalisti alle calcagna, per
completare il lavoro!!»
«Ahh!!» la
mano di Henry si strinse più forte al collo al nome di
Terriermon, e con l’altra si aggrappò
al portone dietro di lui mentre Rumiko lo fissava «Cosa
credevi,
che non ricordassi il suo nome? Ricordo tutto…»
scandiva…nel terrore del ragazzo «Il nome,
l’aspetto, la vocetta allegra e quel piccolo corno in fronte,
il
colore verdino e la parola che ripeteva di continuo, e di continuo!!
“MOMENTAI”!!»…«AHH!
ORA BASTA!!»
Henry si portò le mani alle orecchie «NON VOGLIO
SENTIRE
NIENT’ALTRO!!»…«Perché…?
Si
trattava del tuo Digimon…» sibilava lei…
…quando
una donna giunse dall’interno del palazzo
«…Henry!»…«…mamma!»
chiamò lui come si fa con un vitale appiglio al venir meno
delle
forze (canzone: Christina
Aguilera - Make over)
a cui seguì un gesto «Ah!» sentitamente
ironico di
Rumiko «Ti ho sentito gridare da sotto così sono
scesa.
Oh?» fece la madre di Henry, stupendosi di vedere una figura
conosciuta ed inchinandosi
«Buongiorno…!»…«Ma
che quadretto,
guardalo, si aggrappa alla mamma! Complimenti Henry, sarai davvero un
grand’uomo!»…«La
smetta!!» inveì
il ragazzo «Che succede…?» chiese sua
madre
«Cosa è venuta a fare, signora
Rumiko?»…«Lo chieda a lui, lo chieda a
lui cosa sono
venuta a fare! A parlare di Terriermon, ecco
cosa!»…Henry
sussulto, e quella madre dagli occhiali e l’aspetto semplice
si
portò la mano al petto «Come ha
detto?»…«Lei se lo ricorda, Terriermon,
signora?!» a cui seguì un silenzio di incertezza
in
risposta «Perché qui c’è
qualcuno che si
è dimenticato di lui come di tutti
noi!»…«Nessuno qui ha dimenticato i
Digimon! E se
è per la scelta alla quale PURTROPPO, a malincuore fu
costretto
mio marito, beh le posso assicurare…» stringendo
il pugno,
doveva essere per lei un profondo sforzo emotivo, dal quale Henry
l’avrebbe preservata se avesse potuto…
…mentre
Rea era giunta nei pressi del palazzo «Da quelle poche
informazioni che ho potuto ottenere…la famiglia di Henry
deve
aver vissuto qui. Ho sempre avuto il sospetto che lui ci abitasse
ancora…oh?» la sua attenzione fu attratta da
qualcosa…
«…che scontiamo in silenzio la colpa per noi
stessi e per
tutte le vostre famiglie senza alcuno sgravio! Mio marito
più di
me, nel suo ormai costantemente turbato sonno
notturno!!»…«Almeno ringrazi che dorme,
a noi ormai
è stato negato anche quello, non mangiamo né
dormiamo per
inseguire le nostre vite disastrate, senza la sua Digimon mia figlia
è finita sul bordo della
strada!»…«Ma cosa
dice…?» Henry restava rigido, tendendo a
retrocedere
rispetto a sua madre «Suo figlio dovrebbe essere da lei ad
aiutarla e invece se ne infischia, mentre suo marito anziché
dormire dovrebbe restar sveglio la notte per porre rimedio al suo
scempio!» La signora Wong strinse i denti, e
dichiarò
«Non mi sembra giusto che scarichi tutta la colpa sulla
nostra
famiglia! Se non riesce a risolvere i problemi che ha sua figlia
poiché nemmeno li conosce allora anche lei è
colpevole!»…«Mi chiude la porta in
faccia
perché io non sono il suo Digimon!!»
…Rea arrivò abbastanza vicina per vedere e
udire…
«Non assomiglio a Renamon, non ho il pelo dorato, e non posso
farmelo crescere nemmeno se pregassi qualche divinità in
ginocchio, purché mi sostenga in quell’impresa che
è aiutare mia figlia, impossibile per tutti meno che per
quella
creatura che avete mandato via!»…«Non
è colpa
nostra, il pianeta era in pericolo!!» replicò la
madre di
Henry «Adesso però lo è Rika! Solo
perché
è una è meno importante?!»
…nascondendosi dietro una siepe, Rea spalancava gli
occhi…
«Mi risponda, anche lei ha una figlia femmina, confronto da
madre
a madre visto che con questi sedicenti “maschi” il
paragone
scade nel ridicolo!»…«Non ci offenda!
Prima di
insultare dovrebbe gettare un orecchio alle chiacchiere che circolano
su di lei, e di recente anche su sua
figlia!!»…«…mamma!»
disse però
Henry volgendosi a fissare sua madre «Come si permette?!
Allora
è vero! SONO VERE TUTTE LE COSE CHE HO SEMPRE SUPPOSTO, voi
siete solo delle serpi!»…«Se ne vada
immediatamente!!»…«Mamma…per
favore!»
Henry cercava di placarla «E’ inutile che ti
atteggi a
santarellino, quel mediatore per il quale ti sei sempre spacciato Henry
non mi incanti, so che pensate male di noi! E’ incredibile,
avete
mangiato dalla mia stessa tavola!!» strideva la sua voce
«…mi fate schifo. N-Non so come quel giorno non
abbia
avuto l’iniziativa di cospargere i vostri piatti di olio di
ricino!!»…«Sta cadendo in un grosso
equivoco,
signora!» tese la mano Henry, che implorava di essere creduto
«Noi non pensiamo male di sua figlia, Rika è mia
amica!!»…«Taci, sei solo un ipocrita
Henry!»
gridò con frustrazione e con le lacrime agli occhi la donna
«Facemmo molto male a fidarci di voi, e non solo noi ma a
volte
anche i Digimon sono stupidi! Non sanno come crescono i ragazzini ai
quali ingenuamente si affiancano!!»
…il cuore di
Rea schizzò in gola, la sua mano alla sciarpa ed i suoi
passi
verso il marito…
«Oh
Cielo…mi sento male.» impallidì e
rischiò di
accasciarsi la signora Wong, se suo figlio non l’avesse
sostenuta
«Mamma!» nonostante fosse visibilmente agitato e
tremasse
«Ma perché quella donna ci vuole
male…?»…«…hai
fatto male a dire quelle
cose sul conto di
Rika!»…«Non…potevo
sopportare che ti apostrofasse in quel
modo!»…«Di me
non mi importa niente! Non mi importa degli insulti, mi importa solo di
te! Coraggio, andiamo a casa!»…«Ma Henry
io…non resisto più! Dopo tanti anni ancora
accusano tuo
padre, non si rendono conto che non poteva far altro se non riportare i
Digimon indietro per mezzo di quel
programma?!»…«C-Calma, mamma. Agitarti
così
ti fa male…ohh?!»
Per Henry non erano finiti i
sussulti: Rea si affacciò a quel cortile, il suo sguardo era
ferito e incredulo, come le sue parole «Tu…con tua
madre?!»…«…chi è
questa ragazza,
figliolo?» Ancor più accorata, Rea
domandò
«Tuo padre…il responsabile della sparizione dei
Digimon?!»
…e
soffiò il vento, tra i loro capelli e sulla sciarpa della
ragazza…(fine-canzone)
«Ahahah!!»
balzò Terriermon, in un getto d’allegria, tra le
braccia
di Ryo «Ah, ragazzi io capisco tutto vi chiedo solo: non
qui!» diceva quest’ultimo di cui però
era visibile
il divertimento «Finisce che ci mettono tutti dentro, noi e
voi!» mentre cercava di nasconderli tutti e tre, quanto
più poteva, con la sua elevata statura «E poi la
nostra
sorpresa salta! Sarebbe un peccato: dopo una tale
vittoria!»…«Ma hai visto,
Ryo?!»…«Shhh…Terriermon,
sì, ho
visto!»…«Quello era Henry, era proprio
Henry!»…«Eheheh, lo so! Lo conosco un
po’,
credo!»…«Anch’io,
anch’io lo conosco ma
rivederlo dopo tanto tempo è…un incantesimo
meraviglioso!»…«Lo so!»
affermava Ryo con
bonaria e spigliata aria vissuta «L’incantesimo
della vita:
è come una torta dai mille sapori, più dolci,
più
amari…ahhh, ma sono queste cose a renderla un piatto
prelibato,
sapete? Mi sono divertito! Ce l’abbiamo fatta, siamo stati
abili
ed Henry non si è accorto di
niente!»…«E’ un
bene!» replicava deciso
Terriermon…i cui occhietti brillavano di una luce speciale
che
poche volte, forse mai prima di allora aveva riluccicato
«Sono
contento che non mi abbia visto, non era ancora il momento! Adesso sono
più convinto che mai, Henry merita una
festa…spettacolare!»…«Lo
sarà,
Terriermon, lo sarà perché noi la organizzeremo!
Te
l’ho promesso!» diceva quel domatore leggendario
che
riuniva i tre Digimon presso di lui, approfittando della distrazione
della gente in quella pasticceria «Adesso ultimeremo tutti i
preparativi!» prometteva il ragazzo, Lopmon sorrise al suo
alter
ego «E poi…potrai fare il tuo ingresso trionfale a
casa
Wong!» con scherzosa gomitata, che dall’altro lato
arrivò da Monodramon «Ehi, amico! Prospettiva
niente male
per te, ritorni tra i morbidi divani della casa in cui approdasti,
quando iniziò la tua
carriera!»…«…ragazzi…il
cuore mi batte
forte…
…Henry,
adesso finalmente ho avuto la conferma!...la vita non l’ha
cambiato, modifica tutti ma lui l’ha lasciato
com’era.
E’ stato un grande, ha resistito con coraggio alle sfide
della
crescita. Lo ha fatto per me…! Sì, lo sento,
anche lui
sono certo che ha sempre sognato di ritrovarci. Ahh, ma
l’avete
visto? Il mio ragazzo…» Monodramon
scherzò
«Ahhh, adesso parli come un
vecchio!»…«No,
sapete?» pronunciava il piccolo Digimon dalle orecchie
lunghe,
con profonda tenerezza nelle sue parole «E’ che mi
viene da
immaginarlo ragazzino come l’ho lasciato, e al suo pensiero
il
cuore mi si riempie…di affetto, non so, non ho mai provato
una
cosa del genere forse è istinto paterno? Ahah, che
assurdo…» giocherellando con i fiocchetti, e quei
tanti
peluche ammucchiati, sotto lo sguardo intenerito di Ryo e degli altri
Digimon «…istinto paterno per il mio domatore.
Però
anche noi cresciamo, insomma…cominciamo ad avere diverse
esperienze nel nostro bagaglio. Aver visto Henry così,
com’era oggi mi…riempie d’orgoglio! Come
se per un
certo verso avessi contribuito anch’io alla
formazione…
…di
quell’uomo grande…bello, onesto, ma che allo
stesso tempo
conserva lo spirito del ragazzino che era allora, ma l’avete
sentito? Ah! La sua voce suona sempre così vellutata, e le
sue
parole di dolcezza verso la sua famiglia…lo avevo ascoltato
tante volte ma in sogno, nell’immaginazione che si delineava
di
fronte a me oltre le fiammelle del falò del villaggio. Ma
oggi
è realtà, capito Lopmon, capito Ryo capito
Monodramon
E’ REALTA’! Il mio Henry è
realtà, questa
terra, questo futuro, questo mondo magico e questa nuova
opportunità non è più un sogno!!
E’
realtààà!!!» e di nuovo
balzava in braccio
al divertito Ryo, che ben volentieri lo sorreggeva «Ma
sì,
piccolo Terriermon incredibile ma vero: è realtà
la vita
è magia e il tuo entusiasmo è contagioso! Me
l’hai
restituito, sai?!»…«Ahah! Per forza, ne
ho da
vendereee! Potrei usarlo come condimento per tutti questi dolci,
wow!»…«Così qualche anima pia
ce li
porterà in carcere quando ci avranno arrestati: direi che
è meglio che tagliamo la
cord-»…«Ehi! Che fa
quello con quei pupazzi?!» disse una persona qualsiasi nella
folla. Lopmon «Ops!» Monodramon
«Ryo…!»
…e Ryo «WHAAA! Che vi avevo detto??? Squadrone
digitale:
velocità della luceee!!!» …sfrecciando
come un
fulmine, nel brusio collettivo…
…proprio
mentre Rea pestava inavvertitamente quel gattino di peluche a terra
assieme ai resti della crostata. Ma quando se ne accorse il suo disagio
crebbe, anche se si trattava di un oggetto inanimato, e istintivamente
lo raccolse…per poi alzare lo sguardo, e lui guardava
lei…agghiacciati gli occhi di Henry…sul quale
posavano
quelli di sua madre «Henry…»
«Che
significa…?» ed era più una supplica,
con quel
gattino tra le mani «Così è qui che
vivi! Avevo
ragione, e questa signora è tua
madre?!»…«…Henry…spiegami
chi è
questa donna, te ne prego…» accennava la magra,
pallida
signora Wong dai capelli corti, che sembrava molto affaticata dalle
pressioni emotive il cui scoppiettio però andava a mille fra
Henry e Rea…Rea che guardava madre e figlio
alternativamente…e alla quale fu risposto
«…nessuno,
mamma.»…«…nessuno…?...
…è
questo che sono allo stato attuale delle cose, giunta qui tu non hai
che questo da
riferirmi…?»…«Ma…cosa…?»
accennava la madre del giovane, ma questi la tratteneva con la mano
«…no, niente mamma. N-Non ti
preoccupare…»…«…tua
mamma così
non sa di noi.»…«Ah! No!»
ansimò lui
mentre Rea dichiarava «…così come io
non sapevo
nulla fino a pochi minuti fa. Anzi, sapevo una storia per
un’altra, ed ignoravo le faccende tirate in ballo da quella
signora che è appena andata via! E così
è questa
la verità, Henry, tutta quell’ostilità
dimostrata
senza un motivo nei confronti dei Digimon…quando in
realtà tu ci stai dentro fino al collo tanto che
è
coinvolto persino tuo padre, quel padre che mi avevi
detto…!...» ma si arrestò un attimo
prima di
svelare, forse perché glielo impedì la tristezza,
o una
sorta di pena per il volto così indifeso della signora Wong
«…come tutto il resto, tua madre, la casa, la tua
adolescenza. Era tutto falso!!» sbottando, premendosi le
tempie
«Così si devono venire a sapere le cose,
che…voleva
quella donna, prima?!!» strillò Rea, ed Henry si
avvicinò «Cerca…di calmarti. Stai
equivocando le
cose!» ma lei «No!» non volle essere
toccata
«Io non sto equivocando niente, io ho visto, io ho sentito
con le
mie orecchie e soprattutto sono ormai mesi che immagino! Henry! Ormai
mi è rimasta solo l’immaginazione per figurarmi
quella
vita che può…essere andata in mille modi diversi,
e che
mi ha sbattuto la porta in
faccia!!»…«E-Era tempo
che desideravo incontrarti…» accennava Henry con
voce
tremula, mentre sua madre insisteva «Henry, ti prego,
spiegami la
verità!»…ma lui tendeva seppur esitante
la mano
verso la giovane «…n-noi dobbiamo chiarirci,
Rea.»…«Chiarirci, perché?
Perché hai
paura che racconti a Takato quello che è successo,
perché
temi che lo sappiano i tuoi amici e che faccia crollare il tuo castello
di menzogne? Chi altro c’è coinvolto, sono
curiosa, chi
altro oltre me hai fatto soffrire?! Eh?!...chi ci è andato
di
mezzo dieci anni fa, è già così tanto
tempo che
vanno avanti le tue storie nebbiose che persino la tristezza riflessa
negli occhi di Takato e i tuoi amici è opera tua? Rispondi,
Henry!...
…hai
abbandonato anche un Digimon, come hai
abbandonato…Benji?!»…«Che?!
No!!»
quelle parole sembrarono infrangere le ultime sicurezze nel cuore di
Henry, mentre la fitta si acutizzava al domandare di sua madre
«Benji? Chi è? Di chi sta parlando questa
ragazza?!»…«S-Smettila subito Rea! N-Non
badare a
quello che dice mamma, a-anche lei è coinvolta nella
faccenda
dei Digimon!»…«Cosa?!!...questo
è falso, io
non c’entro niente io disgraziatamente non ho nessun Digimon
e
non l’ho mai avuto, io ho fatto la vita di una ragazza comune
fra
tante STUPIDE che ne girano, e un giorno…!!» con
occhi
colmi di riprovazione «Si innamorano di un uomo che le
farà soffrire molto, io non vengo a recriminare sui Digimon
e su
quel non so cosa che devi aver fatto, io…!!...sono altre le
cose
che recrimino! E’ di ben altri che parlo!! TU SAI DI
CHI!»…«Nooo, io! N-Non so più
niente!»…«Henry, cosa dice questa donna,
una buona
volta!!!»…«Niente!! Lei si sta
inventando tutto, non
esistono le circostanze di cui
parla!!»…«Non
esistono?!! Con quale coraggio vieni a dirmi una cosa del genere, dove
trovi il coraggio di guardarmi negli occhi?!!» inveiva Rea,
prossima alle lacrime «Ed affermare che niente di tutto
questo
è esistito?! Ma ti rendi conto di cosa
c’è in
gioco!!!»…«No!! Basta!! N-Non
ascoltarla,
mamma…t-torniamo
dentro!»…«Henry, ma guardati
sei sconvolto-»…«CERTO CHE SONO
SCONVOLTO! Q-Questa
donna…!»
…sotto gli occhi increduli di Rea…
…che si
vedeva indicare con dito tremante, e sguardo terrorizzato
«Questa
donna mi perseguita, muove mille capi d’accusa assurdi contro
di
me, dice che ho fatto cose che in realtà non ho fatto, tutto
questo è avvenuto soltanto nella sua immaginazione, io---non
c’entro niente!!»…«DEVO
PORTARE LA
PROVA?!» avanzò Rea, e accrescendo il
disorientamento nel
suo sguardo «Devo forse offrire la prova tangibile che
è
esistita una successione di eventi, non sono stati un buco nero questi
anni!! Questi anni hanno portato alla luce…una vita, CON
QUALE
DIRITTO ORA TU MI GIRI LE SPALLE E TE NE VAI?!» Le lacrime
scolarono il suo rimmel «Non meriterebbe forse la signora di
sapere che ha…?»…«Che ho?
Cosa?!» ma
Rea aveva scostato il capo «No! Non se ne vada, dopo le
parole
come le sue pretendo di sentire il
seguito!»…«Lascia
perdere mamma, ti ripeto che è tutto inventato!!»
(canzone: Christina
Aguilera - The voice within) “Io non ho
inventato…
…né il nostro bambino, né il nostro
amore.”
«Ma Henry, cerca di metterti nei miei
panni.»…«Dammi retta, la cosa migliore
è
entrare, e dimenticare questo istante.» Henry accompagnava
sua
madre senza staccare la coda dell’occhio da Rea che tornava a
volgersi verso di lui…e nel suo sguardo era leggibile
orgoglio
«Questo si impara lottando, e scintillando in
cielo…?»…«Ah?!!»…«Da
qualche parte c’è una creatura che non deve averti
dimenticato, CHE FINE GLI HAI FATTO FARE?!...
…in quale
scatola dei ricordi l’hai scaricato, buttandoci tuo figlio
insieme?» mormorato piano, poi il pianto proruppe, e piano si
allontanava…con il gattino tra le mani…mentre la
signora
Wong appoggiava la mano su quella di suo figlio…
…l’aria era fredda, e lo sconforto
tanto…
…che ad un
tratto Henry esplose «BASTA, IO NON CE LA FACCIO
PIU’!!»…«Figliolo, calmati per
favore!»…«Come faccio a calmarmi,
mamma?!»
…tanto che Rea lo udì e si arrestò,
volgendosi…
«E’ che
tutti mi accusano di cose che non ho fatto! Il mondo ce l’ha
con
me, hai visto la madre di Rika,
prima?!»…«Io…»…«Hai
sentito lei adesso, anche lei soltanto infamie, come quelle su
papà!»…scorrendosi intensamente le mani
tra i
capelli «N-Non sono io la persona che descrivono, quei fatti
mi
sono
estranei!!!»…«Henry…senti. Ti
prego, qui
la cosa si profila grave. Se c’è qualcosa che non
mi hai
detto per favore, dimmelo adesso.»…«Ma
no,
affatto!!» Ma gli occhi della madre muovevano una profonda
esortazione «Le allusioni di quella ragazza erano chiare: ha
accennato ad una storia. E un
figlio.»…«Ah, persino
tu non mi credi, mamma?!» distaccandosi da lei e avanzando
nell’androne per smaltire l’ansia
«Possibile che sono
accerchiato dai sospetti, quella donna ha montato tutto, NON
C’E’ STATA ALCUNA STORIA, E NESSUN
DANNATO
FIGLIO!»
Tanto che Rea si morse
le labbra «”Dannato
figlio”…!!!...
…sì
è vero, perché il padre di Benji non sei tu,
è
quell’eroe che è svanito!!»
Mentre lui ripeteva a
se stesso, nell’agitazione «I-Io sono quello
equilibrato
del gruppo, questo caos mi è estraneo, io
sono…quello che
riporta la pace!»
…ma Rea
concludeva in un «…ti odio, Henry!!» per
correre
via, mischiando le sue lacrime alla primavera.
…quando
dove la primavera odorava di fumo, incurante dei colpi delle nemiche
che puntavano su di loro, Takato si accostava a Cindermon che si
rialzava da terra «N-Non è andata molto bene la
digimodifica, eh…? E’ che…non ti
ricordi, e sfreghi
il Digivice dalla parte
sbagliata…!»…«…non
si tratta di
questo!!» confessò però sinceramente il
ragazzo.
«E’
che fra voi non c’è alcuna sintonia.»
disse
Gelsomon, e LadyMeramon «Siete una coppia
ridiiicola!»
«…lo senti, Takato? L-Le nostre nemiche si
prendono gioco
di noi, cavolo non lo
meritiamo!»…«…io…non
ce la
faccio!»…«Ah…ma sì
che puoi, devi solo
crederci.» ripeteva lei paziente, invitandolo a custodire
quel
Digivice tra le sue mani «Mi hai chiamata con un nome
sbagliato,
e allora? Io faccio una tale confusione coi nomi, sono un
disastro.»…«E’ che non
posso!» Takato
era spaventato, pallido «In origine credevo che avrei potuto,
che
sarebbe stato facile!»…«E infatti lo
è…» lo invitava lei con un sorriso
«No!!...
…non riesco a sfregare la carta, non riesco…a
combattere
con un Digimon che non sia
lui!!»…«…ma
l’hai già
fatto…»…«Oh!»…mentre
lei gli
carezzava delicata la mano «…abbiamo
già combattuto
assieme, e abbiamo fatto faville. Semplicemente non devi
pensarci.»
«Gelsomon, sei
prontaaa?!»…«Ahahah, questa
sciocca coppietta mi dà il voltastomaco!»
«Non…pensarci?»…«…devi
credere
di avere anche tu un futuro come domatore.»
«Ah!
State attenti!!» gridava Beelzemon «Levatevi di
lì!» anche Mako…
…ma
loro non accennavano a spostarsi «Il futuro ti ha voluto
ridare
una possibilità Takato, adesso lascia andare quello che hai
dietro. Pensa solo al tuo avvenire, alle…gioie, e
soddisfazioni
che ti porterà!»…«Fosse
facile, io…non
so se ci
riuscirò!»…«…ho
fiducia in
te.» ribadiva il suo sorriso Cindermon
«…fino ad
oggi hai superato avversari ben peggiori, puoi farcela anche con i
blocchi, e coi rimpianti.» Takato spalancò lo
sguardo
“Come un nemico…? Devo far conto che sia
l’ennesimo
avversario della trafila iniziata dieci anni fa?...uno…dei
tanti
Digimon malvagi dal potere ipnotico, le…incertezze della
vita?” «La vita è una continua
battaglia.»
disse lei, e lui alzò i suoi occhi rossastri nei suoi
«…ma è fatta su misura per un domatore
leggendario
come te. Contro di lei puoi farcela.»
«ATTACCO
COMBINATOOO!!!»
«Pallottole
smaterializzanti!!»…«Beelzemon!»
…incurante del richiamo del suo domatore, il Digimon
neutralizzò l’attacco…
…attirando l’attenzione delle nemiche
«COME HAI
OSATO?!!!»
«Takato,
Cindermon!! Puntano su di voi, fate
attenzione!»…«…adesso puntano
su di noi,
Beelzemon!!»
«Questa
intromissione
sgradita…»…«…VE LA
FAREMO PAGARE!»
Cindermon «Ihmp!
Takato, guardali!»…«No, fermi!
Non…vi
azzardate a toccare Mako e Beelzemon!» e alzò il
Digivice
“Posso farcela, è solo una digimodifica,
e…la vita
è il nemico!”
Scagliò il Digivice in aria.
«Digimodificati!»
questo brillò «…Carta delle Ali!»
Takato lanciò la carta colpendo il congegno.
Sprigionò
luce «Bravo, Takato…» disse Cindermon,
che ben
presto si illuminò della stessa luce del
Digivice…«Ah! Era…proprio quello che mi
ci
voleva!!»
«Oaahh?!» le due nemiche si volsero. Cindermon
corse come
un lampo verso un albero, scalandolo ed inoltrandosi nella chioma.
Il secondo
dopo, era munita di ali che luminose seppur coperte di foglie bruciate,
le permisero un volo elegante di albero in albero, di chioma in chioma.
«GUAAARDA,
GELSOMON!»…«D---Dannazione, è
riuscito ad
aumentare il suo potere!!»
«Brace…D’AUTUNNO!!!»…ma
schizzando tra gli alberi grazie alle sue ali, quel vortice fu una
tromba d’aria, fuoco e foglie che
abbracciò il parco.
«Brava, così!!» esclamò
Beelzemon.
…LadyMeramon e Gelsomon
«AAAAAAAAAAARGHHHHHHHHHHH!!!» furono travolte in
pieno
«N-Non resisto
cosììì!!!»
esclamò l’infuocata «I-Io neanche,
è troppo
forte!»
Beelzemon ne
approfittò per scattare all’interno del vortice
«Artigli
incrociati!»…«WAHHH!»
Le due si separarono in tempo, ma il Digimon era pronto ad affilare di
nuovo le vostre unghie «Se non volete finir male dovete
andarvene
subito!»
Le due balzarono
in aria «Accidenti, ha rovinato il nostro pregiato assalto
cittadino!» protestò LadyMeramon «Non ci
voleva, ora
PinkMonzaemon avrà solo da criticarci! Ritiriamoci,
LadyMeramon!» Si fecero così sempre più
lontane,
nel cielo soffocato dal fumo.
Cindermon
planò accanto al ragazzo «Bravissimo, Takato! Hai
visto
che ce l’hai fatta? La digimodifica è riuscita,
è
stata un
successo!»…«Sì…»
sorrise dolcemente lui fissando il Digivice di nuovo nella sua mano.
Anche Beelzemon gli si accostò «E’ vero,
sei stato
grande!» Mako era rimasto indietro, e la luce emanata da quel
Digivice non sembrava essere un motivo per sorridere.
“Sì, è vero, ho fatto la digimodifica.
Ho mosso il
primo passo, in quel processo che mi distaccherà sempre
più da te. Ho paura di vedere dove mi
porterà…”
…ed il ricordo di quel cielo brillante, e del piccolo
Gigimon
che si staccava dalle sue mani da ragazzino si sovrapponeva allo stesso
cielo ora offuscato dello stesso parco, oggi bruciato (fine-canzone)
Renamon si era
accasciata su una panchina poco distante, si leccava le
ferite…
…quando
lungo il viale, dei passi lenti di una ragazza che indossava tacchi
alti pestavano le foglie bruciate…
…Rika si
guardava attorno, smarriti i suoi occhi lilla «Ma cosa
è
successo qui…?»
…Renamon
avvertì qualcosa «Ah!» …come
un fulmine
dentro il suo animo “…sento che sei
vicina…”
«…il nostro passato…cosa gli
è
successo…?!» si chiedeva la ragazza sperdendosi in
quello
scenario…
Renamon aveva trovato la forza di alzarsi dalla panchina…
«…perché mi trovo
qui…?» si chiedeva
Rika «Chi mi ci ha portato, e cosa significa tutto
questo…?!» mentre l’angoscia saliva
rapida…
E la volpe
dorata digitale iniziava a muovere passi, forse per seguire il richiamo
percepito nel cuore…
«PinkMonazemon!»…la voce di
Gelsomon…«Pinkmonzaemooon!»…la
voce di
LadyMeramon. Entrambe gracchiavano da quel cellulare a terra nella buia
stanza di Rika, ma l’enorme orsa appena sveglia
«Ouah-ahhh-aaaahhhh…!» era troppo
impegnata a
stirarsi e borbottare fra sé per porvi attenzione
«Non
credo ai miei occhi, l’avevo in pugno un attimo fa. Mi sono
addormentata, e mi è sfuggita, ora uno non ha diritto
nemmeno a
schiacciare un
pisolino?»…«…PinkMonzaemoooOOOooon!»
in
coro, ma lei «Zitte! Quando mi sveglio mi rintrona la
testa.» senza degnarsi di raccogliere il cellulare,
semplicemente
facendo tremare la casa col suo passo pesante «E divento
molto di
cattivo umore…» mettendo la zampa sulla porta
chiusa…
La signora Seiko
era rimasta di fronte al televisore «Comincio ad essere
preoccupata anch’io.» e si raccolse le mani in uno
scatto
d’ansia «Finora non mi sono accostata per non
disturbarla,
ma non dà segni di vita! E se Rumiko avesse ragione a
preoccuparsi tanto? Oh, Rika, piccola cara, non avrai fatto qualche
sciocchezza? Perdonami per ciò che sto per
fare…»
volgendosi verso la porta della stanza…
«Sì
sì sì!» indicava Ryo
«Quelli!»
all’interno di un negozio di fiori «E…mi
ci metta
anche un po’ di quelli, e un po’ di
quelli!»
estraendo il portafoglio «Non badiamo spese, è
un’occasione speciale! Sì sì anche un
po’ di
quelli, sono così allegri, si tratta di una ragazza giovane!
Sedici anni!»
…volgendosi…e dandosi un convinto cenno
dell’ok con
i tre Digimon nascosti nel grande cesto fiorato
«Ahahah!»
Terriermon emanava luce da tutti i pori «E questi sono per la
mia
Suzie!»…«Che
meraviglia…»
commentò Lopmon…
Mentre Ryo
bisbigliava «Fase 3 della “Reunion
digitale” a segno!
Mancano gli ultimi ritocchi alla 1 e alla
2!»…Lopmon
tradusse «Non ci resta che andare a vedere se la torta e
pronta e
poi ritirare il cuscino con la
foto!»…«Dopodiché
sarà il grande
momentooo!» mentre Monodramon si divertiva a tappare la bocca
di
Terriermon con un girasole e ad “affogarlo” nei
fiori…
«Fantastico,
eccomi a casa di Rea!» Suzie puntò determinata lo
sguardo
a quel palazzo, mentre la sua mano stringeva il Digivice di Henry
«Possibile che ci si mette così tanto, di questi
tempi
anziché prendere un autobus fai prima a sparartiii!---che
ore
sono? Perfetto, dentro il tempo massimo! Testa alta e passo fiero,
Suzie: stai per assemblare la coppia del
secolo!»...avanzando…con il passo di chi possiede
zampe
pesantissime anziché gambe umane…
…quando
all’interno dell’appartamento in cui voleva salire,
qualcuno inorridiva «Oaaahhh?!!!» si trattava della
signora
Akimoto, la madre di Rea «Come sarebbe che ha detto che non
vuole
uscirci?!!!» ed il marito a spiegare con accorata pazienza
«Gliel’ho detto in tutti i modi, ero al punto di
mettermi
in ginocchio! Ed è una così tanto brava ragazza,
quando
vuole!»….«…èèè
solo
un’incosciente!» concluse con un improvviso giro di
asperità l’occhialuta signora. Puntualizzando
«E’ che non si vuole cacciare dalla testa quella
specie di
marito, pensa quanto è stupid-shhh, no buono Benji amore
della
nonna scusa piccino boccuccia se parlo male di tuo padre
ma…lui…è un
miserabile…»
…tutto sullo stesso dolcissimo tono da nonna, che teneva il
nipotino in braccio «E-E adesso come
facciamo?!»…«E non lo so! Lo chiedi a
me!»
allargava le braccia il signor Akimoto «Dove ci sbattiamo la
nostra povera testa già fusa da mille preoccupazioni se a
tutto
questo ci si aggiunge pure il tuo licenziamento dal lavo-buono Benji,
smack. Pure il tuo licenziamento dal lavoro! Perché quel
tipo mi
hai detto che è pazzo di nostra figlia, lui afferma che non
vuole sentire scuse!»…«Mi guarda storto,
e mi fa
discorsi inquietanti: oh qui cara si mette
male!»…«Ci penso
io!»…«E-Ehi!
Adesso dove vai-»…«E dove vado, dove
va-DOVE DEVO
ANDARE, SECONDO TE TESTA DI RAPA-prendi il
bambino!»…«…ma
cara…»…«PRENDI IL BAMBINO! Ah
ma certo che
voi uomini avete i riflessi dei bradipi e l’intelligenza dei
muli, in certe giornate!» tuonava la signora rifilando Benji
tra
le braccia del nonno, e cercando di infilarsi la giacca mentre infilava
le chiavi in borsa «Dove potrei andare e che potrei fare, a
pochi
secondi da una sciagura irreparabile? Vado a cercare
Rea!»…«Ma non ti
ascolterààà…!»
piagnucolava
l’altrettanto occhialuto signore paffutello «Deve
ascoltarmi! Siamo i suoi genitori ed è madre anche lei!
OLTRETUTTO,
oltretutto…!»…«…cara…!...ferma,
così agitata finisce che vai sotto una
macchina…!»
ma fu inutile…si lanciò fuori di casa…
…Suzie,
dopo una scorsa sul touch-screen del suo cellulare, ricercò
il
citofono giusto «Aaaallora:
stava-stava-stava???...Akimoto…??? Eccooo!» ma
prima di
schiacciare la tua attenzione fu attratta da qualcuno che usciva in
tutta fretta dal portone «…dove va quella signora?
Mah…!» alzò le spalle un po’
divertita…
…la
signora Akimoto borbottava «Quella adesso mi
sentirà!
E’ inconcepibile! Ah, ma quello è un occasione
d’oro, una professione stabile un certo nome, conoscenze
sociali:
il padre IDEALE per il piccolo Benji se non ce lo facciamo nemico prima
per colpa della sciocca! Ah-che ti suoni, COSA SUONI?!»
protestava contro il clacson di un auto «E’
verde-ahhh,
questi semafori ormai…eh!...non li segui più sono
verdi
un minuto…e-e poi tornano rossi li fanno troppo veloci,
e…ufff…!» mentre su quei tacchetti su
cui andava un
po’ traballante traversava la strada
«Ehhh…uff!
Io…» con una nota gemente nel tono
«…io
devo…andare…da mia figlia, un attim-oddio
l’affanno! Ihhh, d-dove ho messo lo spruzzo per
l’asma,
quando…!...quando mi agito è sempre la stessa
storia-»
…ma il
clason anticipava qualcuno di forse un po’ troppo veloce, a
bordo
della sua auto…
«Dove
l’ho messooo…?» la signora Akimoto
pescava nella sua
borsetta…
Ma Suzie si volse «Ihm!!» portandosi la mano alla
bocca.
«E-E-Ecco-ah! Mannaggia!» le cadde a terra lo
spruzzo, si
piegò per raccoglierlo. Il clacson si fece più
forte.
Suzie corse rapida «Stia attenta, signora!!»
«WAHHH!!!»
Un impietoso squillo di clacson. Poi il silenzio.
Rotto da qualche
respiro velatamente asmatico «Uhhhh, uuuufff! IHHHHM! Oddio!
Oooodi-di-dio sono morta! Oh! Vedo la luce mamma mia, mamma
mia!»…«Uhmuhmuhm!»
…rideva divertita la
ragazza che la sorreggeva «No, la luce la vede
perché per
fortuna ha ancora gli occhi aperti!»…«Oh
mamma
mia…»…«Ma
c’è mancato un pelo,
poi dite a noi giovani che siamo imprudenti, se vi guardaste un
po’ voi
genitori!»…«…chi…chi
sei
tu, un bell’angelo? Sei venuta a
prendermi?»…«Pfff,
ahahahahah!!!» Suzie rise
di gusto «Ma no, signora! Che le viene in mente?! Ahaha!
Beh…forse non ha tutti i torti dati i miei
passatempi!»
…alla
vista di quella sedicenne solare e spigliata, la signora Akimoto poteva
distendere il suo fiato ed aprirsi in un grato sorriso…
…mentre
Rea ancora correva, sbatté inavvertitamente contro un
passante
«Ehi, ma sta più attenta!» ma non
bastò
questo ad arrestarla, preferì farlo appoggiandosi ad un
lampione, stringendo i denti, e versando lacrime col capo premuto sul
suo stesso braccio…
…i petali
rosa carezzavano in volo il suo viso, ma non riuscivano a consolarla,
per le lacrime che asciugavano nuove ne uscivano…
…e
c’erano sempre, fra le vie di Tokyo, bambini eccitati alle
vetrine…che accrescevano la sua malinconia…
…famiglie, gente da ogni dove e per ogni via, a popolare gli
incroci…
…ed era ancora pianto…
…Henry
entrava in casa avanzando a passo pesante, sfilandosi la cravatta e
gettandola via con rabbia, mentre sua madre gli tendeva la mano
«Figlio mio, ti
prego!»…«Perché,
perché tutto è andato a finire così,
non è
giusto!!» massaggiandosi il capo fino quasi a spremerselo
«Dove ho sbagliato?!» guardando i palmi delle sue
mani,
stringendo gli occhi prossimo alle lacrime «Ho fatto tutto
quello
che era in mio potere, non mi sono risparmiato, perché
nessuno
vuole
capirlo?!!»…«Henry…!...aspetta,
per
favore!» con affannata apprensione la signora Wong chiudeva
la
porta di casa alle spalle «Guardami, mamma!»
supplicava
lui, toccando il suo viso «H-Ho forse qualcosa che non va,
nell’aspetto, nella testa, nella mia vita, se è
così spiegamelo!»…«Non dire
così…!!» supplicò lei nel
sopraggiungere
delle lacrime «Non sopporto di sentirti dire cose brutte su
te
stesso, tu sei…!...il mio bambino! Sei…il mio
eroe…»…«Ma nessuno
più si ricorda
alloraaa!!!» Henry stringeva la sua testa con le braccia,
gemendo
«Tutti mi vedono come un mostro, io non ho fatto niente di
male,
io sono una brava persona perché tutti mi accusano mamma
rispondi! S-Sei mia madre se c’è qualcosa di
errato in
come sono fatto devi
dirmelo!»…«Henry…!»
ripeteva quella
donna con materna pazienza e materna pietà «Non
possiamo
parlare di noi come di programmi per computer, e l’aver
vissuto
un avventura come la tua…
…non ci
autorizza. Non siamo macchine perfette, dobbiamo accontentarci della
nostra natura umana.»…«…io
non cerco di
essere una macchina perfetta!» confessava sofferente
«Io
cerco solo di comportarmi bene, come tutti vogliono, come
è…!...giusto…»
pronunciò come un filo
di voce, ma sua madre replicò
«Ascolta…»
seppur stanca nel viso e nelle parole «…la sola
cosa che
vogliamo è che tu stia bene, che non ti
ammali.»…«…è il
disprezzo della gente
a consumarmi. Io credo…che non ce la farò ad
andare
avanti in un mondo che equivoca continuamente tutto quello che
faccio!»
…dando le
spalle a quella madre, nei cui occhi passava un riflesso di
sofferenza…
«Ho dato
tutto me stesso in questi anni…e…»
diceva piano
«…e…se ho fatto qualcosa…che
agli altri
può sembrare sbagliato beh è stato per cercare di
limitare i danni, perché semplicemente non volevo che
nessuno
soffrisse! E’ forse un reato…non riuscire a
sopportare il
dolore negli altri? Io non sono stato che
questo.»…«Lo so. Questo sei sempre stato
tu.»…«Ma per la gente è
diverso, mamma!»
La signora
celava appena il suo sguardo incupito “Quante allusioni, e
frasi
che muoiono prima di giungere al termine: quali segreti si celeranno
dietro? Cosa mi starà nascondendo, mio figlio?”
Le mani di Henry
non riuscivano a smettere di tremare «Mi sento tanto
solo…n-nessuno mi riesce a capire!...p-perdo a poco a poco
tutti
coloro a cui voglio bene!»
…accrescendo quel senso di smarrimento nel cuore di sua
madre…
…quando Rea non
riusciva, o forse non voleva distaccarsi da quel lampione. Alle sue
spalle sfrecciavano le auto…ma tutte andavano troppo di
fretta
per curarsi di lei «Mi sento tanto
sola…»
volgendosi, e scorgendo una vetrina di giocattoli dall’altro
versante della strada «Come vorrei che ci fosse un amico qui
con
me, ora!» passandosi la mano sul viso, asciugandosi quelle
lacrime giovani come lei «Come vorrei udire parole di
conforto…
…quanto è triste la vita in certi
giorni…(canzone: Anastacia
- I dreamed you)
…in certe
sere…» …rigirandosi,
guardando il cielo e non
accorgendosi del baldanzoso passaggio di Ryo dall’altro lato
della strada, carico di pacchi, dai quali quando nessuno vedeva
qualcuno spuntava…
«…quanto può soffiare malinconico il
vento.»
proteggendosi il collo con quella sciarpetta che sembrava non bastare
«E non hai nessuno da chiamare…il tempo in cui
potevi
è finito…
…e
ti lascia tra le tue lacrime! Puoi solo compiere un altro respiro, ma
sembra inutile…!...» iniziando a muovere qualche
passo, ma
nella direzione opposta a quella di quei pacchi animati
«…la nostalgia è la sola moda che
resta…» costeggiando vetrine di abiti, e mille
altre merci
«…quando quelle a te care sono sfumate.
Ingiusto…no?» ma non c’era nessuno a
risponderle…
…le zampe
soffici e silenziose di una creatura digitale sul viale…
…sul
viale nell’opposto verso i tacchi di una ragazza…
«Si
avvicina…lo sento…» sussurrava Rika,
dilatando i
suoi occhi…
«Dove ci
siamo lasciate…ci ritroviamo.» pronunciava
Renamon…
«Il mio
cuore me lo suggerisce…è il momento atteso,
sognato,
abbandonato, temuto.» parole di Rika «E’
quel
momento…che ha brillato all’orizzonte cittadino,
tra le
luci delle notti della mia crescita.»
E la Digimon
«Quel momento che lasciava che il mio cuore andasse avanti,
lungo
la sua scia, cullato dalla luce del faro del villaggio.»
Rika
«Quando il viale svolterà…lei
sarà davanti a
me.»
Renamon «...Rika…ah! Desidero vederti.»
Rika
«Renamon! L’ho voluto più di te. Ma non
posso! Il
presente non vuole. Ed è più testardo di me.
Benché sia arduo da credere.»
Così si volse di scatto.
E fece sì
che al suo arrivo «Ah!» Renamon dovesse sobbalzare
alla
vista non dei suoi occhi, ma solo dei suoi lunghi capelli
rossi…
…Henry
era stanco di tutto, e fu col cuore pieno di amarezza che si
affacciò alla sua stanza, senza accendere la luce,
distinguendo
nel buio quel subbuglio compiuto da Suzie prima di andarsene. Il suo
sguardo al computer…da cui più nessuno giungeva a
colorare la vita, ma che restava spento e inattivo…
Renamon arrestò
il suo passo. Restò per diversi secondi a fissarla, immobile
nella sua intangibile classe, come molte altre volte in passato
rompendo il silenzio
«…Rika.»…«…!!»
in quel
modo che la fece sobbalzare, per quanto fosse uguale a sempre
«…sono io.» E poi si protese appena
«Non mi
sbaglio…vero? Sei tu. E mi hai riconosciuta. Sai
che…sono
qui. E basterebbe che tu ti girassi.» parlava con
profondità mista a calma, Renamon, senza tradire alcuna
agitazione.
Rika stringeva la sua
giacca fino quasi a bucarla con le unghie, ma Renamon non si muoveva di
più di quello scostare appena il corpo, in segno di rispetto
della distanza, degli anni e di lei «C’è
qualcosa…di sbagliato, per caso, in questo
momento?»
domandava la volpe «Non ti è gradita la mia
presenza…?»
Rika chiudeva gli occhi, stringeva più forte.
«Su questo istante si è verificato un
errore…?...
…rispondimi…»
Silenzio…
…ancora Renamon «Per me no.» muovendo un
passo
avanti «Per me il…!...solo fatto di vederti
è
già tutto.» nascondendo il capo, e la sua
commozione,
sfumando con la voce «Sapere…che tu stai bene. Che
hai
resistito a questi anni, che sei…una donna, questo fa per me
di
questo momento la perfezione. Non chiedo altro. Non ho chiesto altro,
mai se non che…» …le lacrime cadevano
(anche
dall’altro lato, ma Renamon non poteva vederlo)
«…che tu stessi bene. Che andassi avanti. Lo
desiderai dal
primo momento in cui ti conobbi, anche se ero ancora…
…una creatura smarrita! E avevo bisogno di una guida. Ti
trova,
ed iniziò il mio cammino. Un cammino…lungo, che
ci ha
portati qui a seguito di sentieri di dolore. In un vortice di colori
quale la vita, che può risplendere come il
parco…quel
giorno, oppure gravare, come questo fumo che ci offusca la vista.
Ma…!...non abbastanza per non permettermi di rivederti. Di
riconoscerti. Rika…
…
…dimmi qualcosa…
…ti
prego, ho bisogno di sentire la tua voce, riprendo a necessitare di una
guida.» e come ad una guida lei tendeva la sua
mano…
Rika
respirò profondamente, i suoi occhi al cielo. Sapeva di
dover
compiere una scelta della sua vita. Il fiato di Renamon si spezzava
lungo quegli istanti…
«Ciao, Renamon.» disse, con apparente naturalezza
«Ah!!» le quegli occhi glaciali e sottili si
dilatarono
“E’ proprio lei, niente più dubbi.
E’ la sua
voce. Non potrei confonderla. La voce della mia Digimon
Tamers…”
“La voce
della mia cara Digimon…quanto l’ho
sognata…”
mentre volavano foglie bruciate sul viale tra di loro (fine-canzone)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Il segreto di Henry ***
11°puntata DT2
«Rika! Nel nome del rispetto che ti è rimasto per
noi non
temere più il nostro animo sospeso!»
dichiarò
ferrea la signora Seiko aprendo la porta ma
«Ahhh!!...»
…la sua mano scattò alla bocca…
…e sotto
i suoi piedi il terreno tremò per i passi di qualcuno di
immenso…la cui presenza la intimorì, riducendola
in
silenzio fino a confinarla seduta, contro il muro
«Animo…sospeso?» volse il capo con aria
di
sufficienza PinkMonzaemon «Non capisco perché. La
destinazione per una come lei è intuibile. Bordelli, o
luoghi
malfamati: non vi è razionale ragione per preoccuparsi della
sparizione di una della specie di…sua nipote,
signora.»…«…chi…
…chi sei
tu…?» La donna impallidiva, al vedersi fissare da
quell’orso di peluche dagli occhi perfidi…
Renamon tendeva la
mano di scatto, mille parole minacciavano il tuffo…ma poi
mille
altre ragioni o pretesti spingevano a ritirarsi. Ed in questa
straziante sospensione i secondi trascorrevano…
…Rika non
si era girata, stringeva i suoi pugni per poi lasciarli andare, cercare
di apparire naturale. Sicché disse «Quanto tempo,
che non
ci
vediamo.»…«…già…
…è
molto. Sono dieci anni, Rika. Dieci anni. Il tempo che
rende…un
bambino già in grado di andare a scuola. Vale anche per i
Digimon. Anche noi abbiamo una scuola, nel luogo in cui siamo
vissuti…
…dal
giorno in cui tu ed io proprio qui ci dicemmo
addio.»…«…già, il
nostro
addio.»…«…io però
ricordo cosa dissi.
Perché ricordo che lo pensai.»
confessò, con la
mano al petto «Ricordo come se fosse ieri il palpito nel mio
cuore mentre il mio corpo era inerte, nonostante cercassi di guadagnare
secondi, opponendo resistenza…alla luce che risucchiava me e
gli
altri. Avrei dato, sentivo, qualsiasi cosa pur di restare con
te.»…«…ma sei dovuta andar
via, non fartene
una colpa.» ancora quel tono naturale, ma che filtrava una
sfumatura di freddezza di cui Renamon sembrò accorgersi, i
suoi
occhi divennero incerti «Rika…?
C’è…forse qualcosa che…devi
dirmi?»
Silenzio.
«Qualcosa…che non facesti in tempo a dire allora,
prima
che me ne andassi…?»
«Renamon…ascolta.»
Renamon pazientemente raddrizzò la sua posizione, e
chinò
il capo come un obbediente soldato ai comandi di chi è a lui
superiore.
«Ti parlerò molto sinceramente. Mi fa piacere
rivederti.
Mi ricordo molto bene di te. Ma questo del resto credo che tu lo sappia
già…abbiamo vissuto talmente tante cose, troppo
importanti…per essere dimenticate. Abbiamo rischiato la
vita…»…«…è
vero!...la nostra
battaglia…
…aveva il potere di unire le vite. Anche se divise dalla
barriera…che distingue l’essere umano dalla vita
artificiale. Te…e me, Rika. Mia Digimon Tamer. Tu sei una
ragazza umana…io sono un Digimon. Ma ci fu un giorno in cui
cessammo di vestire questi nostri panni…
…e fummo la stessa cosa…»
…nella mente di entrambe il ricordo di quel tuffo nel
cratere di
liquido rossastro…e la luce della
biodigievoluzione…
…Sakuyamon…una
Digimon dall’armatura dorata, e l’elmo che
assomigliava al
muso di una volpe. Stringeva una lunga asta dalle terminazioni
risonanti…ma attingeva energia e femminilità da
un essere
umano…
«Renamon, un
giorno…»…«Oh?»…«…quando
andasti via con…Vajramon. Tu
ricordi…vero?»
La volpe
chinò il capo e socchiuse gli occhi
«…certo. Come
dimenticare.»…«…mi dicesti
una
cosa.»…«Ricordo cosa
fosse.»…«Mi
dicesti…di accettarlo. Poiché vi erano cose che
solo i
Digimon potevano capire.»…«Lo
so…»
…tornando ad alzare lo sguardo e a orientarlo verso di lei
«…poi io cambiai idea a questo
proposito.» Ma Rika
sembrava imperturbabile
«…ebbene…»
sussurrò «…ora sono io a rivolgerti la
stessa
affermazione. Però
rovesciata.»…«Oh…!!»
la Digimon
indietreggiò, in quello che era stato un sussulto per il suo
animo «Probabilmente questo tu non potrai capirlo. Sei un
Digimon. E queste sono cose…che solo gli esseri umani forse
possono decifrare, fanno parte della loro natura. Del loro cammino. Tu
allora…non volevi ferirmi, mi eri fedele. Però
ciò
nonostante decidesti di allontanarti da me, poiché Vajramon
sembrava detenere una chiave per il tuo destino di Digimon. Sembrava
doverti dire qualcosa di molto importante…che avrebbe
cambiato
il tuo futuro.»…«…certo,
è
vero…» la voce di Renamon era velatamente
più
insicura «Io…allora ero molto immatura. Ero ancora
giovane!»…«…non te ne faccio
una colpa. Ci
mancherebbe. Se lo eri tu allora io cos’ero? E come vedi lo
riconosco. So che le tue non erano cattive intenzioni. Quel malinteso
si appianò presto, tuttavia…bivii del genere
talvolta si
ripropongono lungo il cammino non soltanto di voi creature digitali, ma
altrettanto di noi esseri umani. Il tuo fidarti di lui, nonostante
fosse un Deva e ci avesse attaccato, stava a dimostrare che consideravi
tutte le ipotesi. Anche quella che…la tua scelta, fino a
quel
momento apparentemente univoca, di affiancarmi, potesse far vacillare e
spezzare le strutture della strada per la quale siete preposti voi
Digimon. Ciò che voglio dirti
è…»
stirandosi, per curare il dettaglio di quel fare indifferente
«…inizia a…considerare
l’ipotesi che per me
potrebbe essere
altrettanto.»…«Ahh…!...Rika…»
…gli occhi della Digimon si spalancavano…
…come
quelli della signora Seiko «Che cosa vuoi
farm-MMM!» mentre
la bocca fu chiusa da un cerotto applicato dalle zampe lente, metodiche
di PinkMonzaemon «Ecco: questo è il rimedio quando
si
dicono troppe stupidaggini. Non l’avessi capito: è
colpa
vostra, eravate dietro alla porta come parassiti e me l’avete
fatta scappare insinuandole tutte quelle sciocchezze che solo voi
esseri umani siete in grado di partorire. Uno vale per quello che
èèè…non importa il passato,
e via altre
storie futili.» mentre legava le mani della donna
«MMM!...M-MMM!»…«Ora
così non mi darai
più fastidio. E io potrò andare liberamente a
cercarla
per eliminarla. Ffffuf…!...che ore sono? E’
tardissimo.»…«MMM!!...MM!!»…«Su,
suuu…» la grande orsa procedeva stancamente, con
fare
annoiato e totalmente spoglio da foga o altri moti «Dovresti
riconoscermelo: ti sto facendo un favore. Guarda che ne trovi in poche
in giro di anime buone e disponibili come me che ti rimuovono lo
scandalo che ti bolle in famiglia senza nemmeno pretendere un compenso.
Anche se…» guardandosi attorno
«…un
pensierino ce lo potrei pure fare. Sembra una casa molto antica, magari
di valore. Avete qualcosa, ad esempio collane, gioielli…con
cui
posso riscuotere il mio premio per aver eliminato quella
sgualdrina?»…ma la signora Seiko tanto
l’impeto
riuscì a far scollare il cerotto che aveva sulla bocca
«Uh?»…«Non parlare
così, non provarci
neanche!!»
La testa della
grande orsa digitale si volgeva vagamente incuriosita «Non
hai
nessun diritto di dire cose del genere di Rika, tu nemmeno la
conosci!!»…«…io ti posso
garantire che
l’ho vista. Va in giro in un modo da far paura. Adesso fanno
tutte così. Questo mondo sta cadendo a pezzi moralmente, che
sia
composto di dati, o di carne umana. In
vendita.»…«Sciocchezze!!...tu sei un
Digimon?»…«Oh?»…«Rispondi,
siete
tornati allora?! Era realtà ciò che si vedeva in
televisione!!» affermava l’anziana donna con
coraggio e
senza reticenza. PinkMonzaemon si avvicinò «Io
sono qui
per eseguire una missione di restaurazione degli antichi costumi
nullificati dallo sperpero.»…«Se
è
così vai fuori da casa nostra, non c’è
posto per
te! Qua nessuno ha gettato la sua moralità al vento come tu
sostieni, semplicemente ci sono svolte nella vita che non puoi evitare!
Talvolta ci sono compromessi che sei costretto ad accettare, se vuoi
avere qualche speranza di sopravvivenza! E’ stato sempre
così, in ogni tempo! Tu non hai idea di cosa abbia sofferto
mia
nipote e di quanto debbano essere costate certe scelte!! Quanto
altruismo può celarsi dietro quello che
tu…cinicamente
giudichi, non sei degna di far parte della specie a cui
appartieni.»…«Uhmm?» lo
sguardo della creatura
si assottigliò minaccioso «Mi consola il fatto che
non
sono tutti come te e se accidentalmente si è aperto un varco
che
ha permesso il tuo arrivo, il contrappeso ci è dato dalla
speranza che possa tornare fra noi qualcuno che abbiamo conosciuto
bene, e che sicuramente sta attendendo trepidante di rivedere mia
nipote accantonando tutti quei pregiudizi che non gli sono mai
appartenuti! Lei è superiore al tempo che ci è
passato
sopra…»…«Credo di capire a
chi tu ti stia
riferendo: parli di Renamon.» avvicinandosi alla donna
legata,
col suo passo rimbombante e minaccioso «La conosco
bene.»…«Perfetto! Se la conosci sai
quanto vali poco
in confronto a lei. Ihmm!!!» ma dalla zampa di PinkMonzaemon
emergevano artigli affilati che puntavano al suo viso «Le
basterà incrociare la mia linea visiva, e farò a
pezzi
quella volpe vanitosa tanto che coi suoi resti qui potremo bollire un
minestrone.» La nonna di Rika inorridiva, mentre
PinkMonzaemon
dichiarava cupamente «Voi umani non potete immaginare cosa
significhi marcire fra quattro casupole malcostruite con tutti che ti
guardano e concludono che non andrai mai da nessuna parte, che sei
senza prospettive. E tutto per colpa…!!...»
muovendo i
suoi artigli «…di quattro maledetti eroi che sono
stati
sulla terra!! Il loro affetto leggendario con i domatori è
un’offesa per i nostri cuori abbandonati, di Digimon
perché la vita non ci ha offerto di meglio. Di
femmine…perché i nostri uomini non ci osolano,
ammaliati
dai fantasmi della leggenda. Ma piuttosto che abbandonare
l’ascia
di guerra che qualcuno ha avuto la geniale idea di innalzare, siamo
disposte a far sì che gli schizzi di sangue arrivino da
quiii…fino a Digiworld e viceversa, reciproca girandola. Gli
ex-domatori si sogneranno, incasinati come sono di romperci le uova nel
paniere, ed ogni mosca tze-tze sarà schiacciata come
merita.» picchiando un colpo sulla parete, facendo tremare la
casa e cadere un vasetto. Mentre avvicinava il suo volto minaccioso
alla signora pallida e tremante «La piccola Rika è
una
prostituuuta!»…«Grrr, no!! NON
E’
VERO!!»…«Oh
sì!»…«MAI!!»…«Uh?»
PinkMonzaemon si stupì per quel coraggio «Mai
questa
parola dovrà echeggiare fra le pareti di questa casa! Non
importano gli eventi: né io né mia figlia
volteremo mai
le spalle alla nostra Rika, tutto ciò che ha fatto
è
stato a fin di bene, e né il tempo né te
riuscirete ad
infrangere il nostro nucleo familiare!! E’ antico e sacro
come la
casa, ed ha uno spirito a proteggerlo! Piuttosto che gettarlo via siamo
disposte a morire!! MMM!» ma la Digimon le
rincollò il
cerotto «Farneticazioni, fortuna che
l’arteriosclerosi non
mi ha ancora beccata. Il tempo e la dissoluzione invece consumano tutto
e se voi umani siete troppo testardi per
ammetterlo…» i
suoi occhi lampeggiarono «…ci penseremo noi
Digimon come
si deve, a farvelo entrare in testa…!!»
A Seiko non
restava che socchiudere gli occhi “Cielo…! Ti
prego
Renamon, se mi senti, se ti ricordi ancora di me, per favore proteggi
la mia bambina.” «Uhmuhmuhm!»
PinkMonzaemon rideva
soddisfatta “…mi promettesti che
l’avresti fatto a
costo della tua stessa vita. Non permettere che questo mostro le faccia
del male. Per noi non è cambiato niente come di certo
neanche
per te…” versando una lacrima «Lacrime
di
coccodrillo idiota che ha preso una botta in testa. Perché
non
ammettere l’evidenza? Quella si passa il marciapiede da un
capo
all’altro.» “…Rika continua ad
essere la
nostra sola, ed unica ragione di vita. Non siamo niente senza di
lei!” (canzone: Sugababes
- Stronger)
La zampa di
PinkMonzaemon si caricava di potere «E’ il momento
di fare
sul serio.»
«Hai capito
bene.» dichiarava Rika, ma per Renamon era come se il tempo
si
fosse fermato e solo alle foglie bruciate fosse concesso di muoversi
«Lavoro
come…ricercatrice.»…«…mi…fa
piacere per te. Mi rende orgogliosa.» cercava di dire la
Digimon,
bendisposta. Ma la ragazza replicava freddamente, scostandosi i capelli
«Sì, devo ammettere che è valsa la pena
sforzarsi
in questi anni. E’ stata una strada
dura…»…«…lo
immagino…»
sussurrava Renamon, mentre Rika scandiva stringendo il pugno
«Piena di…spine e di ostacoli, ma alla fine ce
l’ho
fatta!»…il fiato dell’altra era
sospeso…
Rika non si era
girata nemmeno per un istante. Renamon poteva contemplare solo il rosso
dei suoi capelli, nell’aria oppressiva di quello scenario
desolato, mentre in lontananza iniziava a udirsi il suono di sirene
«Sono…avviata piuttosto bene. Una professionista
affermata. Del resto è stato il mio sogno da quando la
battaglia
è
finita.»…«…io…»…«…lo
so!»…«…ah?»…«…se
ti
hanno detto che gestisco un locale è vero, ammetto che quel
luogo al momento ha una fama che non è delle migliori, ma di
questo non mi ritengo responsabile. Si tratta di un affare.»
riferiva con apparente tranquillità «Io mi occupo
solo
dell’amministrazione, ho contatti minimi, e indispensabili,
con
coloro che lavorano lì. Questo…
…per farti capire, in breve.»
Renamon era immobile, le sue
speranze sfumavano una dopo l’altra
«L’ente per cui
lavoro…» spiegava Rika sfiorandosi il collo
«…non vede di buon occhio i Digimon.»
…spalancati, quegli occhi del colore del ghiaccio…
«…cerca…di capirmi. Niente di
personale. Fa uno
sforzo, io…!...
…non ce
l’ho con te, non potrei, sei stata la mia Digimon, mi hai
aiutata. Fra noi c’è stato un bel rapporto. Ed io
ti
rispetto. Hai fatto parte…di un bel periodo della mia vita.
Un
periodo lontano, è vero, ma l’infanzia non si
dimentica se
si ha buona memoria, io dicono…che me la cavo, sul
lavoro.»
…quelle
zampe soffici indietreggiavano, pestando foglie di cenere…
Le parole di
Rika si fecero più sussurrate, profonde
«…per
favore Renamon, adesso…per me è come allora, per
te.»…«Ah!»…«…il
passato mi
ha permesso di arrivare fin qui ma…quello che conta ora
è
il futuro, nient’altro! Io…ti ringrazio ancora. Ma
non
chiedermi di rinunciare a ciò che ho conquistato.
Perché
tu lo capisca mi appello a ciò che…mi
è sempre
sembrato tu desiderassi per me. Hai cercato di rendermi una ragazza
forte. Volevi che andassi avanti, e avessi una vita dignitosa,
ottenessi risultati. Che non restassi confinata nelle mie insicurezze.
Ti sei impegnata. E ci sei riuscita, io…!»
...rivolgendole la coda
dell’occhio che penetrò nel cuore di Renamon
«…non smentisco i tuoi meriti, piuttosto li
riconosco ad
uno ad uno. Ma il risultato ora è questo. E cioè
che io
sono cresciuta. Sono una donna…» muovendo un passo
avanti
«…non lontana da costruirsi una famiglia propria,
finora
il lavoro me l’ha impedito ma credo sia arrivato il momento.
Ho
un uomo accanto da molti anni, lavoriamo insieme ed è
possibile
che ci
sposeremo.»…«…m-mi…fa
piacere
per te!...
…quello che mi
dici…è
meraviglioso.»…«Ti
prego…» …mentre senza mostrarlo si
torturava le
mani «…lasciamoci…qui, come era giusto
che fosse.
La nostra unione può funzionare come ricordo. Come punto di
riferimento, in quello può riuscire piuttosto bene. Ma
ora…»…di nuovo la punta di
quell’occhio lilla
«…il tempo dei domatori e dei Digimon è
finito. Si
va avanti, ormai.»
“Rika…”
«Se la vostra
natura vi ha spinti di nuovo qui, per cercare di unire le vostre forze
a quelle degli esseri umani, io mi permetto in nome della nostra
amicizia del passato, di darti un consiglio. Guardati attorno: qui
è pieno di ragazzini. Sei un Digimon dalle
qualità
indiscutibili.» passandosi scioltamente la mano tra i capelli
«Dammi retta, conosco la mia città e i giovani che
ci
vivono, durerai sul mercato ben poco. Qualcuno ti
pretenderà. Se
così sarà, permettimi di
dirti…» avanzando
appena, un passo in più lontano da lei
«…che
sarò molto felice. Posso augurarti…buona
fortuna…e
andare, Renamon?» girandosi solo appena
«…per
favore, ci tengo a far sì che fra noi non si creino
equivoci.»…«Solo un attimo,
Rika.»
…silenzio…poi Renamon esclamò
«Voglio
vederti in
faccia!»…«…no.»
sussurrò la ragazza «Ahh!...»
smorzandole il respiro
«…la mia faccia è sempre la stessa. Ma
è
meglio che non indugiamo, per tutte e
due…Renamon…ti
supplico e questo te lo chiedo come fossi ancora quella ragazzina,
lasciami andare…
…questa
è la vita…» nascondendo le sue unghie
dallo smalto
scrostato «…ci si separa…si prendono
strade diverse
e si cresce, esiste un recinto per le fiabe e ricordi. Ma ti auguro,
perché lo meriti, che sia…l’unico
confine ad
ingabbiare la tua anima libera, che è giusto che riprenda a
tracciare storie meravigliose per i bambini che possono
permetterselo.»…«Tu non vuoi
più concedere
un’avventura a te stessa, Rika…?!»
osò
chiedere Renamon…
…non
servì a far voltare Rika…che replicò
«Ci
proverò, ma con i miei mezzi. DA SOLA. Come una donna come
tante, non come una Digimon Tamer. E’ questo quello che
sono…!!»…«Rika!» la
chiamò
un’ultima volta, impedendole di andare…(fine-canzone)
«…d’accordo…come
vuoi.» piegò il
capo Renamon…fino a inginocchiarsi, in segno di rispetto
«Il mio ritorno…sarà anche il mio
congedo da te, se
questo è quello che desideri. Tu mi hai scelto in piena
libertà e…»
…cadevano lacrime sul viale, ma Renamon non poteva
vederle…
«…è giusto che tu sia anche libera di
liberarti di
me, una volta che abbia svolto il mio dovere di Digimon. Che
è…
…a quanto pare…
…anche se nessuno ce l’ha mai spiegato, in questi
anni…
…quello di…tessere giorni soffusi per
un’età
speciale. Stando così le cose…la mia missione
è
terminata, e ti ringrazio di tutto. Tu Rika non lo
sai…»
…alzandosi in piedi…non ponendo più un
argine alle
sue lacrime «…ma mi hai cambiato…il
corso della
vita. Ero una creatura senza scopo…è stato grazie
a te
che ho imparato a…
…scegliere…i fiori, e disporli presso le finestre
della
mia casa…»
Rika si
asciugava gli occhi…e mormorava
«…a-abbiamo fatto
questo, insieme? Non mi ricordo, è passato tanto
tem-»…«No.» rispose senza
esitazione Renamon
«Non mi riferivo a questo. Io intendevo dire…che
dopo di
te…!...io…
…ho
imparato ad apprezzare la vita, le piccole cose! Ho
imparato…ad
ascoltare il mio cuore, oltre che la mia forza. Ho
imparato…a
guardarmi allo specchio, oltre che cercare una guida. Ho
imparato…a conoscere me stessa, a scoprire i miei gusti. I
miei
pensieri. Le mie idee. E’ stato grazie a te. Mi sono accorta
di
esistere…»…«…spero…di
tutto
cuore che il tuo futuro…che il nostro futuro possa
riservarci
ancora molti risvolti.»…«Io sono
diventata
madre…»…«…ah!»…«…e
ai miei figli ho parlato di te. Del tuo coraggio. Della limpidezza
della tua anima, del candore del tuo cuore.»
…la
ragazza stringeva di nascosto un pugno di sentimenti in pieno
conflitto…
«Ma
soprattutto!»…la fece sussultare Renamon, con
parole su
cui per un motivo inspiegabile sentiva di dover mettere
l’accento
«Della tua grande umanità.
Con…tutto…ciò che questo
può comportare.
Hai reso più umana anche me. Ne vado
orgogliosa…»…volgendosi, anche se era
dura.
Preparandosi ad andare…
…e solo
allora, quando sapeva che non avrebbe incrociato i suoi occhi, Rika si
volse lentamente…
…e la
guardò, come si guarda la propria vita, la propria cara
gioventù andar via malinconica lungo un viale di
fumo…
Renamon forse
sapeva di essere guardata. Ma sentiva che era suo dovere non guardarsi
indietro «E’ l’incontro fra Digimon
ed…ESSERE…UMANO…» svelava la
volpe
digitale…
…forse
provando a legare con un filo di fievole luce la vita di
Henry…che si guardava smarrito nella sua stanza buia non
sapendo
a che appiglio rivolgere i suoi turbamenti…
«…a generare il miracolo…»
…continuava
Renamon…«…a far risplendere la
luce…»
…legarla
con la vita di Takato, che al fianco di Cindermon, Mako e Beelzemon si
faceva strada nel parco…fissando il Digivice tra le sue
mani…
«…ad arrivare tanto in alto e tanto lontano dove
siamo
arrivati noi. Abbiamo arrestato grazie a questo potere una forza
vogliosa solo di cancellare.» …e legarla con la
vita di
Rika a due passi (ma già forse troppi) da lei «Ma
per
questo…bambina mia…»…e a
quelle parole Rika
si portò la mano al petto «…non
servì altro,
se non che voi foste tutti umani. Altrimenti noi saremmo rimasti solo
insiemi di dati. Programmi per computer. E’
per…questo che
siamo nati. I Digimon…altro non sono…»
…i
Digimon come lei, così bella ed elegante…e con
due figli,
che ora giocavano con Monodramon e Lopmon, tornati
all’ambulatorio…
«…che
sequenze matematiche riproducibili all’infinito. Vite
artificiali…»
…persino
quelli come Terriermon…col viso ora pietrificato nella
serietà dell’emozione, al profumo della torta
allegramente
sfornata da Ryo che stava per assaggiare un pezzo, ma scelse che era
meglio di no, all’ultimo momento…
«…siete voi…» diceva
Renamon…
…mentre
Henry alzava il capo fissando il buio su di sé…
«…con i
vostri conflitti che ci date un senso e ci tirate fuori dal vortice
dell’informatica. Ma per questo dovete restare tali. Bambini,
fanciulli, uomini, donne!»
…Takato era pensieroso, e Cindermon gli parlava
incessantemente…
«…coi vostri pregi e i vostri difetti.»
…e Rea si riprendeva
il gattino di peluche, e quel pizzico di reazione per
camminare…
«…se
aggiungiamo artificialità ad
artificialità…»
proseguiva la volpe dorata…
…mentre Henry
raccoglieva lentamente la foto incorniciata…ma poi la
nascondeva
subito, sbattendo il cassetto. Come si fa col corpo di un
reato…
«…allora cosa più può
salvarci. Cosa
alimenterà mai quella luce? Cosa arginerà la
cancellazione, il caos…? Il nulla…»
muovendo il
passo decisivo «Rika, io…!»
…l’animo della ragazza levitò,
cosciente che forse
era l’ultima frase.
Renamon la
pronunciò con la pazienza e la tranquillità che
la
contraddistingueva «Se avessi dato ascolto a Vajramon non
sarei
stata felice. E probabilmente non avrei accanto coloro che oggi
amo.» (canzone: Laura
Pausini - Mi dispiace (strumentale) ) Un passo avanti, e
così «Addio, Rika.»
…e si
incamminò lontano da lei, la quale si sfiorava la gola, e
non
sentiva neanche più freddo. Sussurrò con occhi
agghiacciati
«…addio…Renamon…»
…camminando anche lei, poiché sentiva che doveva.
“Rika…è successo quello che
temevo.” pensava
triste la volpe dorata, mentre le foglie provavano a carezzare il suo
pelo, volando via.
Rika ripensava alle parole di un istante prima “Se avessi dato ascolto a
Vajramon non sarei stata felice. E probabilmente non avrei accanto
coloro che oggi amo.”
…ma stringeva gli occhi e si mordeva le labbra
«No,
è inutile!» rivolgendo al cielo occhi di lacrime
«Questo presente è troppo crudele, troppo
perché
possa farmi capire da te, così celestiale! Non voglio che tu
soffra, preferisco rinunciare a te!!» facendosi forza ad
andare
oltre, a passo più spedito.
“E’
finita…” pensava Renamon “Questa
volta…è per sempre. Mia Digimon Tamer, ti ho
persa
ormai.”
Rika avrebbe
voluto tapparsi le orecchie per non ricordare quell’unico
istante
in cui la sua Digimon aveva parlato con vocina squillante,
poiché era regredita prima di sparire.
“Come faccio
senza di te?! Non lasciarmi, ti scongiuro!”
aveva detto Rika ragazzina…
“Non posso. Ma
sono sicura che prima o poi ci rivedremo!”
“Lo
sentivo dentro di me, allora…” pensava Renamon,
asciugandosi i suoi occhi “Ma adesso…adesso invece
ho la
certezza che non ci sarà una prossima volta per noi due.
Questa
volta…contro la vita, niente e nessuno potrà
farci
ritrovare. Questo parco…”
…mentre le giungevano gli schizzi delle pompe acquatiche che
spegnevano l’incendio. E decoravano il suo pelo come perline
scintillanti, al penetrare di un raggio di sole tra il fumo
“…evidentemente si viene qui a perdere
ciò che si
porta dentro. Ed è pietra preziosa per i tuoi
giorni…”
…nella sua direzione si muovevano Takato e gli altri, quando
Cindermon «O----cccavoli!» si colpì la
fronte
«Che succede, Cindermon?»…«Mi
sono dimenticata
di pagare la
pensione!»…«Come…?»…«Quello
ha detto che mi sbatte fuori, già stiamo ai ferri corti!
T-Tanto
tu ce la fai a tornare a casa da solo, no Takato? Io devo
volare!» ed intervenne Beelzemon «Certo, ci penso
io per
qualsiasi evenienza.» …mentre Mako non aveva
smesso di
fissare con sospetto il suo Digivice «Bra-Bravo pensaci tu a
lui,
ah a proposito
piacere!»…«Oh-h…piacere
mio.» replicò Beelzemon, e Takato
«Allora ci vediamo
dopo, Cindermon.»…«Eh-ah sì
sì ci si
vede! Un, due…!» …per impegnarsi in una
spedita
corsetta…
…mentre
gli occhi di Beelzemon già si stupivano nel vedere
quell’elegante sagoma sul fondo del viale, avanzare come se
portasse un fardello gravoso per le sue fragili
spalle…«Beelzemon…?» fece
Mako «Quella
non è
Renamon?»…«Oh…!»
…ed anche Takato la notò «…!
Renamon!»
Correndole incontro,
presto furono da lei «Come ti senti?!» chiese
tempestivo
Beelzemon, che le sfiorò il viso
«Ma…che cosa
è successo?»…«Rika
è stata
qui.»…Takato spalancò gli occhi
«Cosa…?!»…«Sì…»
rivolgendo sguardo malinconico al cielo «…ha detto
che qui
finisce la nostra intesa.»
A Takato cadde il
Digivice per portarsi le mani alla bocca, mentre anche Beelzemon
esclamava «Come sarebbe a
dire?!»…«Lei ormai
è grande. Io sono una scia della sua infanzia. Vuole farcela
da
sola. Andare avanti con le sue gambe…»
«Questo
non…» indietreggiava Takato
«…può…essere.» per
mutare la sua
espressione, da disorientata ad aggressiva e furente «Non
può esserci che un
errore!»…«Takato ha
ragione!» subito confermò Beelzemon, ma Renamon
«No
non c’è nessun errore, l’ho sentita con
le mie
orecchie!!»
...Beelzemon esitava a
prenderle le mani…ma a poco a poco Renamon cedeva alle
lacrime
«Questa è la sola realtà.»
…ignara che Rika stesse correndo in lacrime, rifiutando di
vedere il mondo e ripensare al momento in cui l’aveva
allontanata…
«Io ho perso Rika. Non ho più la mia Digimon
Tamer, Beelzemon.»
E a quel punto lui non
esitò più. Quelle zampe gliele prese. E la
tirò a
sé per abbracciarla, mentre esplodeva in lacrime
«Lei non
mi vuole più!!! Io sono tornata, ma lei non vuole
più che
io sia al suo fianco, capisci?! Oh, lei è
cresciuta…
…ma io
no! Io no!!!...io ho ancora bisogno di lei, io ho bisogno della mia
guida!!»…«Renamon non piangere per
carità ti
scongiuro…»…«Ho perso la mia
guida! HO PERSO
LA RAGAZZA CHE MI HA INSEGNATO A VIVERE!! Come farà adesso
ad
andare avanti?!»…«Ci inventeremo
qualcosa!!»
replicò il Digimon alato con determinazione, mentre Renamon
guardava ormai lo scenario con disillusione «Cosa si
può
mai fare…contro le decisioni della
gente?»…«Tentare di cambiarle, non siamo
umani
inutilmente.»…«Oh?!»…Renamon
spalancò gli occhi, nel sentire la mano di Takato scorrere
lungo
il pelo del suo braccio «Sono sicuro che Rika non diceva sul
serio. Qualcosa l’ha spinta a fare qualcosa di cui potrebbe
pentirsi come non immagina minimamente, io la conosco…
…Renamon,
se…!...ti ha detto certe cose può esserci un
motivo.» diceva, e la guardava in modo assai eloquente al
rivelarsi di nuove e più adulte sfumature nella sua voce
«Rika…ci sono dei frammenti della sua vita che non
ha
ancora…finito di mettere in
ordine.»…«Lei
è fiera della vita che
conduce.»…«No. Non lo
è.» Mako intervenne «Tu come fai a
saperlo?»
ma Takato non fece mancare risposta «La conosco.» e
il suo
parlare era vellutato, tranquillizzante ma anche incisivo
«Per
cui ora Renamon tu aspetta. Lascia fare a me. Sta pur certa che questa
cosa si chiarirà quanto prima.»…e non
smetteva di
carezzarle il braccio. Lei quasi si meravigliava per
quell’atteggiamento quasi premuroso, protettivo, che le
giungeva
da chi evidentemente aveva conosciuto ragazzino e fragile. Ma ora
bastava guardarlo negli occhi per leggere maturità. E
affetto
nei suoi confronti, mentre le diceva «Tu sai ora cosa devi
fare?
Devi…metterti al sicuro. C’è gente qua
attorno, e
potrebbero vederti, devi restare con…»
…e con lo
sguardo incrociò i tre occhi
«…Beelzemon,
perché Beelzemon può riportarti al vostro
alloggio,
vero?»…«Oh? Ma è assicurato,
io non
lascerò Renamon neanche per un attimo!»
…quei tre
occhi che ora si incontrarono con quelli della volpe che sembrava tanto
bisognosa di protezione «Bene. Nel frattempo di
Rika…mi
occuperò io. Cindermon mi stava già avvertendo,
quando
poi siamo venuti qui.» sussurrava Takato, che ancora scorreva
la
mano sul braccio di Renamon, come per scaldarlo «Dimenticati
di
tutto…Renamon.»…«…Takato…»…«…dimenticati
di questo istante. Io ho già assistito ad una separazione,
in
questo parco.»
…alzando gli occhi, come fecero Renamon, Beelzemon e
Mako…ricordando il passato, nello sfondo delle sirene e
degli
schizzi d’acqua «Dovranno passare su di me adesso
affinché ce ne sia una seconda, io non lo
permetterò.»
…e
il vento soffiava vigoroso fra le loro vite. Takato camminava,
andò a raccogliere il suo Digivice e pronunciò in
quel
sussurro velato «Coloro che hanno sofferto
allora…meritano
di essere felici.» e strinse forte il Digivice
«Questa
è la mia missione adesso. Lo sento, il mio presente mi
chiama a
combattere una nuova battaglia.»
…sfiorando col dito quella piuma dorata, prendendovi per i
primi
istanti confidenza «…parlerò con la mia
amica. Non
le permetterò di negarsi una simile gioia. Sento che ce la
posso
fare.»
…e le sirene echeggiavano forti, ognuno pensava alla sua
vita…e le goccioline decoravano corpi, pellicce, corazze e
colpi
di sole, al filtrare del sole i raggi tra il fumo…
...Calumon
era arrivato, li guardava dall’alto di un albero, e con le
sue
pieghine intorno agli occhi sospirava un po’ accorato
«Calùùù…che
è successo alla
mia terra?»
Ma
risposta di Takato nei suoi pensieri era
“…qualcosa che
sistemeremo” portandosi il Digivice vicino al cuore (fine-canzone)
«Ah,
ahahahahahAHAHAHAHAHahahahahah!» si divertiva Suzie, seduta
sul
bordo di quel cassone per le piante «Sei proprio una brava
ragazza!» le diceva la signora Akimoto, accanto a lei
«Lei
ancora non mi conosce, signora. Ma ha davanti…una
super-eroina!
Se c’è qualcuno che ha bisogno d’aiuto
io…mmmi butto, incurante delle conseguenze,
eee-EEE-WAHHH!» stava sbilanciando «Ehi, ehi: no
cara non
hai bisogno di dimostarmelo: io l’ho
provato!»…«Uhmuhmuhm!»…«Se
non
fosse stato per te…guaaarda, ancora starei
là!»…«Ahaha, non dica
così!»
Suzie le prendeva le mani con modi affabili «No ma io dico
sul
serio quel pirata stradale stava per mettermi sotto! Auhf!»
sospirando…e velandosi di preoccupazione dietro i suoi
occhiali,
mentre Suzie le ricordava con tono scherzosamente didascalico
«Deve stare più attenta! Una bella signora come
lei non si
può permettere simili
imprudenze.»…«Lo so
figliola ti do pienamente ragione però è anche
vero che
tu non potevi sapere quali fossero le ragioni che mi spingessero a
correre in strada!»…«Oh? Quale ragione
potrebbe
essere tanto importante da rischiare così scioccamente la
vita?
La vita è un bene prezioso, lo
sa?»…«…come no.»
rispose la signora
eloquente nello sguardo «E se non l’avessi saputo,
non
avrei messo al mondo una figlia. E se non avessi a cuore la sua vita
oggi non avrei messo a repentaglio la
mia.»…«Ha una
figlia, signora?»…«Proprio
così, e anche con
tanti problemi. Uuufff…che poi chissà
perché,
è una così brava
ragazza.»…«Oh, non ne
dubito! Abitate qui?»…«Da molti anni
ormai, questa
palazzina…è il nostro nido di famiglia, non ci
affacciamo
che da queste finestre.»…«Come lo
capisco! Sa
anch’io è da quando sono nata che vivo nella
stessa casa,
sento che non potrei né vorrei mai cambiare! E’ il
luogo
della mia
crescita.»…«Ehehehe…quanto
sei
bella. Più ti
guardo…!»...«Uhmuhm!»
Si incrociava il
sorriso bonario della signora con quello vispo e birichino della
ragazza. La quale «Un momento! Se abita qui da tutto questo
tempo…forse conosce la ragazza da cui mi stavo
recando!»…«Può darsi, se mi
dici il suo
nome.»…«Si chiama Rea, Rea
Akimoto!»…«Ahhh, ma…! Ma tu
guarda!!»…«Uh? Che cosa?» fece
Suzie un
po’ dubbiosa «Ma parliamo e giriamo in tondo quando
è della stessa persona, che ci stiamo
occupando!»…«Cooosa?!» Suzie
balzò in
piedi, mentre la signora confessava «Io sono la mamma di Rea.
E
tu devi essere una delle sue allieve ora che mi ci fai
pensare.»…«Lei è sua mamma?!
Ahah, ma guardi
che combinazione!» prendendole le mani con entusiasmo
«Sono
felice di fare la sua conoscenza, signora Akimoto, io…ho
conosciuto sua figlia ieri, cavoli è fantastica,
è una
ragazza meravigliosa! Io voglio essere proprio come
lei!»…«Eheheh, troppo
gentile…»…«No, dico sul
serio!»…«L’hai visto il
bimbo?»…«Accidenti, Benji! Come no,
anche lui
è meraviglioso come la mamma! Ahhh, come sarebbe bello avere
un
figlio come ce l’ha
Rea!»…«Eh!» si
velò l’espressione della signora «Non
però
nelle condizioni in cui ce l’ha lei, in quelle
no.»…«Come? Ah…certo,
capisco.»…«Ehhh…!»…«Senta…ma
non c’è davvero
speranza?»…«Uoafh!»…«Che
tipo
era, insomma…iooo…non è che voglia
impicciarmi non
so del tutto la storia però cavoli, che
mascalzone!!»…«Uh!» con
eloquenti gesti a
sottolineare «Abbandonare così una ragazza di un
tale
valore, abbandonarla con un
figlio!»…«Eh.»…«Se
avessi quel
tipo fra le mani…non so cosa gli farei, mi
creda!!»…«Niente.»…«Oh?»…«Non
potresti fargli
niente.»…«Perché?»…«Perché
lo avrei già ridotto io piccolo così. Come uno
scarafaggio. Per dargli un bel-ahhh!» muovendo il piede e
sbattendolo per terra «Per schiacciarlo, come uno
scarafaggio!
E’ questo che si merita per ciò che ha fatto a mia
figlia!»…«Ben
detto!...uhmuhmuhm!»…«Ahahahah!»
Mentre Henry
scattava in piedi nella sua stanza «No! Non posso abbassare
la
guardia o scopriranno tutto! Non posso permettere che Rea vada parlando
in giro e che la mia famiglia scopra che ho avuto una moglie e un
figlio, è ancora presto per affrontare il discorso ed io non
posso presentarmi a Benji in questo stato!» aprendo il
cassetto…ed estraendo una boccetta di pillole
«…sono costretto ad assumere medicinali per
restare calmo
e per dormire. Un padre in questo stato non può essere che
distruttivo!» e nuovamente tremava, la sua voce senza pace
«Devo…devo a tutti i costi inventare una storia
credibile
che faccia pensare che Rea si sia inventata tutto, questo mi
aiuterà a guadagnare tempo prima…della fine della
terapia!» sforzandosi a respirare profondamente «I
miei
genitori dovranno conoscere Benji solo quando potrò essere
un
buon padre. P-Perdonami…piccolo mio…!»
…tornando ad estrarre la foto, e carezzando il volto del
bambino
con mano tremante. Guardandolo con occhi pieni di rimpianto, e
tenerezza ferita «…non sono ancora forte
abbastanza! Ti
sarei solo di danno ed io invece voglio che tu abbia una
crescita…s-serena e felice. C-Come è stato per
me…» …mettendo via l’immagine
«…devo finire la terapia!...» mentre
suonavano alla
porta «…devo recuperare il mio equilibrio, la
gente che ho
a cuore non dovrà mai venire a scoprire delle mie
instabilità! Né Rika, né Takato!
Mamma,
papà, Suzie! Nessuno! Neanche Rea, tanto meno Benji! Nessuno
deve vedere queste!» infilando la boccetta nel cassetto e
chiudendo con foga «Io…ho grandi
responsabilità.» mentre cercava di fare
determinati quegli
occhi grandi, scuri e profondi «Sono adulto, ho dei familiari
a
cui pensare!» aggrappandosi alla scrivania «Nessuno
dovrà…patire alcunché a causa mia, non
posso
più permettermi di sbagliare! E’ la mia vita, ed
è
la più delicata delle battaglie,
nessuno…»…«Henry…!
Suonano alla
porta!»…«…dovrà
conoscere quanto ho
passato in questi periodi.» perciò
cercò di
riordinare il suo aspetto, respirare profondamente, aggiustarsi la
frangetta specchiandosi nel video del computer, e dopo poco
«…vado subito, mamma.» col tono di un
figlio
coscienzioso e disponibile.
Avanzò in
salotto, ed aprì la porta spalancando i suoi occhi,
poiché si trovò di fronte ad una visita
inaspettata
«Aki!»…«…sono
venuta perché ti
avevo visto molto turbato.
Io…perdonami!»…«Ma
no, cosa dici, hai fatto bene.»…«Spero
di non
disturbarti!»…«Affatto,
entra!»…«Che…bella casa che
hai,
Henry…» accennò la giovane e graziosa
psicologa,
smarrendo un po’ qua e un po’ là i suoi
occhi
assorti…
«Ahhh…ooohhh…!»
…la meraviglia di
Terriermon non si descriveva, nel momento in cui l’immagine
di un
istante di Digiworld di dieci anni prima, fissata ormai per sempre
sulla morbidezza di un cuscino a forma di cuore, scivolava in una busta
da regalo «Ahah, l’avresti mai detto,
Terriermon?!»
chiedeva Ryo mentre la signorina al bancone «Me ne deve
ancora…»…«Oh,
già!»…«Scusi con chi sta
parlando?»…«Io???» mentre
Monodramon e Lopmon
spingevano Terriermon in quel portaombrelli, ma il suo piccolo corno
riemergeva perché voleva guardare «Ma con chi
altri se non
l’amico invisibile che abita nella mia testa!
E’…fenomenale, e pensi che abbiamo gli stessi
gusti
musicali! La saluto!...
…oops! Ho
lasciato qui il mio
ombrello!»…«Veramente non
piove.»…«Ma il mio amico non gradisce il
sole in
testa, per cui lo porto lo stesso! Si…si frigge tutto,
ahahahah!...se non lo apriamo durante le belle giornate!
Wooow!»…riprendendosi alla meglio le tre creature
digitali
in un vortice confuso di buste, pacchi e scambi. Risultato fu che la
signorina al bancone «Quello lì non ha bisogno che
il
cervello gli si cuocia ulteriormente.»
Una volta fuori
«Ryo, ma è fantastico!!!» esclamava
Terriermon, e
Lopmon «E’ vero, è
meraviglioso…»…«E con questo,
anche
l’ultima fase è a segno, ragazzi! Chi
l’avrebbe
detto, ma ci pensate?» soffermandosi su una
panchina
all’ombra degli alberi, e destando più di uno
sguardo
incuriosito poiché sembrava parlare da solo fra mille pacchi
«Quanta strada hanno fatto quelle immagini, era destino che
dovessero arrivare a oggi. Io mi emoziono, quando penso a queste
cose…!»…«Sei diventato molto
più
poetico e riflessivo, Ryo.» commentò il suo
Monodramon
sbucando dalla busta «Quando ti ho conosciuto eri proprio il
classico ragazzino…”SPACCO TUTTOOO”,
videogames,
combattimenti, colpi speciali che
incenerivano!»…«Che vuoi, la vita
è passata
pure su di me. Sono giovane, ho soltanto ventitre anni:
però,
già in un arco come questo ne vedi tante, la gente cambia.
Chi
prima era felice viene fagocitato da problemi irrisolvibili, qualche
coppia che ti sembrava azzeccata la vedi cascare a pezzi miseramente.
Altre magari invece su cui non avresti puntato si sono
formate!...» abbandonando i suoi occhi azzurri al cielo del
pomeriggio…che tra le nuvole aveva lo stesso colore
«…gli amici storici trasferiscono. Imboccano le
strade che
non gli avresti mai dato! Chi magari pensavi non ti avrebbe fatto mai
mancare il suo “ah ciao Ryo, vecchio mio come te la
passi?!” ti sparisce, e non lo becchi più
né su
Facebook, né fra i tuoi intendimenti. Qualcuno…
…magari…muore…»
accennò
dolcemente…
…e le tre
testine di Digimon sbucanti dai pacchi a quelle parole rimasero
all’unisono serie e in silenzio…
…ma Ryo
svelò un sorriso gentile e maturo
«…però non
c’è niente di strano, anche quello fa parte della
vita.» prendendo un sospirò «Va
così…!
Diventi grande. Però…non è mica tutto
da buttar
via, conosci anche tante nuove persone! Hai nuovi interessi, scopri
lati di te che non avresti considerato, e hai modo di maturare nuovi
sogni.» alzandosi, senza timore di parlare alle
sue…buste
«Per questo sono tornato, e con tutti i migliori propositi!
Non
ho rinunciato a quello che ho lasciato in questa città: qui
c’è una parte importantissima di me, forse la
più
importante in assoluto! Qua ci sono i miei ricordi di
ragazzo…
…gli
amici con cui ho rischiato la vita…mica roba da niente.
Farò di tutto perché non lascino andare
ciò che
ancora la vita può offrir loro! A cominciare da tutti voi,
voi
Digimon siete…»
…timidamente
emergevano, prudenti nei confronti del mondo «…il
nostro
futuro!»…«C’è chi
dice che siamo il
passato.» obiettò Monodramon, ma Ryo
«Sciocchezze,
basta guardarvi! Siete ancora pieni di vita e di forza, non finite,
iniziate adesso ad affermare chi siete e cosa portate nel
cuore!»…«Tutto questo è molto
bello…» si lasciava andare Lopmon a quelle
riflessioni, e
Terriermon «Ryo: tu prima hai parlato di tutto ciò
che di
bello, e di brutto accade nella vita. Ma non devi
dimenticare…che mentre voi crescevate per noi era
esattamente lo
stesso. Abbiamo anche noi il nostro cammino alle
spalle.»…«…il nostro
falò…» accennò Monodramon, e
dolcemente
Lopmon «…e le nostre notti malinconiche, al
soffiare del
vento.»…«Sapete, ragazzi?»
…sorrideva Ryo, e di nuovo si rivolgeva al cielo
«E’
bello, perché...» scostandosi gli occhiali da sole
«…anche se distanti, in realtà non ci
siamo
separati mai. Il padre di Henry non è riuscito nella sua
impresa.» Terriermon abbassò il capo incerto, e
Lopmon si
interessò a lui in silenzio. Ryo continuò
«Digimon
ed esseri umani sono rimasti sempre accanto anche quando tutto taceva.
Ma adesso è giunto momento di far riecheggiare il
frastuono!» volgendosi verso di loro, in un recupero
dell’antica determinazione «La terra deve
prepararsi a
riaccogliervi!»…«A cominciare dai
domatori
storici!» Con quelle parole giocò bonariamente
Monodramon,
con la grande emozione che pervadeva i due Digimon dalle lunghe
orecchie…
Aki avanzava per
il salone di casa Wong, e non cessava di guardarsi attorno
«E’ qui che…si è
materializzata la ragione
della nostra terapia, se non erro.» mentre la signora Wong si
affacciava «Henry. Oh? Abbiamo
visite?»…«Ehm,
sì mamma.» accostandosi alla ragazza «Ti
presento
Aki, è una mia…collega…di
lavoro.» rifilando
ad Aki eloquenti cenni con lo sguardo. Questa rispose prontamente e
signorilmente «Molto piacere…lei
dev’essere la
signora Wong, Henry mi parla sempre di lei. Mi ha
raccontato…che
è una madre meravigliosa, ed è la vera artefice
della
felicità che ha costellato la sua
crescita.»…«Oh? Grazie,
signorina…io ho fatto
quel che ho potuto…»…rivolgendo uno
sguardo a suo
figlio «…e spero di avergli se non altro fornito
per poter
costruire…adesso…un futuro di gioia autentica.
Questo
è un momento cruciale…si incomincia adesso a
vivere
davvero. Nell’infanzia si è protetti da un manto
d’ovatta…»…«Non sa
quanto sia
d’accordo con lei…» replicò
Aki con la sua
voce vellutata…muovendo la coda dell’occhio verso
Henry
«Io l’ho già provato con i miei due
figli più
grandi. Che bell’anello che ha,
signorina.»…«Le piace? Non me ne separo
mai…»
…mentre Henry si perdeva fra mille valutazioni…
Rika camminava a passo
lento, ormai disilluso, verso casa. I suoi occhi segnati non le
permettevano di notare quell’ombra
«Uhmuhmuhm!»
…che si
ingrandiva parallela al suo cammino, un’ombra imponente e
tondeggiante, dall’inconfondibile forma di orso, il cui
sguardo
lampeggiava.
…ma
c’era qualcuno che invece tornava nella stessa casa ma a
passo
spedito, si trattava della madre di Rika. Che quando
spalancò la
porta «MMM!!!...MMM!!!»…«AH!
MAMMA!»
In un attimo si
precipitò da lei, le tolse il cerotto dalla bocca
«Che
cosa è successo, mio Dio?! Sono entrati i ladri, ci hanno
derubate?!»…«Ti dimentichi che non
abbiamo
più niente,
Rumiko…»…«Non è
vero, ci resta la dignità! Ah! La dignità: mamma,
dimmi
la verità! Hanno cercato di…osare violenza su di
te?!»…«Ma che sciocchezze dici!
Piuttosto vuoi
liberarmi?!»…«Oh sì scusa
è che sono
in piena confusione!»…«Lo
vedo!»…«E Rika?!
Dov’è Rika che fine ha
fatto mia figlia
RIKAAA!!!»…«E’ inutile che
gridi non c’è lì oltre quella
porta!»…«Come non
c’è?!»…«No, non
c’è ti
dico!! Ma è successa una cosa
terribile.»…«Io
lo sapevo, lo so non c’è bisogno che tu me lo dica
sono i
sicari di quell’uomo, sono gli sgherri di Wong che ti hanno
legata e imbavagliata!»…«OH INSOMMA VUOI
ASCOLTARMI!!»
E gridò in modo
tanto ferreo che sua figlia fu costretta a indietreggiare
«Rumiko
sono tornati i Digimon-»…«IHM! LA
SIGNORA!»…«No, non lei
disgraziatamente!...una
creatura terribile!»…«Ah!»
ponendole le mani
sulle spalle «Ha detto che andava a cercare Rika, che voleva
farle del male!»…«No! No, mia figlia no,
piuttosto
io mi faccio ammazzare!!»…«E ci
è mancato
poco che tu non l’abbia già fatto, che sei andata
a fare
in giro, che hai concluso, voglio
saperlo!!»…«Ah, ma
niente, che ti aspettavi, MALEDIZIONE!» sbattendo la borsa
«Quell’uomo non è neanche più
reperibile, e
adesso, per colpa sua, guarda tu stessa! Si è riaperto
chissà quale varco tanto da far fuoriuscire
l’unico essere
che doveva restare confinato, e a farne le spese chi se non mia
figlia?! Ah mamma io ti avverto non ce la faccio più, non
resisto più in questo mondo in cui tutti ce
l’hanno con
noi, abbiamo mille fucili puntati contro!! Ma di me non mi importa
niente, a me importa solo di Rika. Senti…non possiamo
contare
più su nessuno, anche ai vecchi amici ormai non importa
più niente. Ognuno pensa alla sua vita, e quello che io
ricordo
come fosse ieri per altri è solo nebbia
sbiadita!»…«Lo so…»
mormorava profonda
e consapevole la signora Seiko, abbassando il capo «Mentre
ascoltavo quel Digimon parlare…mi rendevo conto di quanto
fosse…diverso dalla nostra Renamon. A volte sembra proprio
corretto dire che i tempi cambiano. Lo hanno fatto sia con gli esseri
umani, sia con i Digimon.»
Ma dietro le sue
spalle, sua figlia avanzava mossa di nuovo da determinazione
«Il
fatto che i tempi cambino per me non è una buona
giustificazione
per lasciare mia figlia al suo destino!»
…in quel
momento Rika stava giungendo, si fermò presso la porta
scostata,
per ascoltare le loro parole…
«Non mi importa
né di quel Digimon, né di chissà chi
che ha
conosciuto al locale, né tanto meno di quei traditori
menefreghisti dei suoi ex-amici con rispettive famiglie. Io non ammetto
che le cose finiscano in questo modo, non è scritto da
nessuna
parte che dopo aver palpitato d’emozione ed esser stati
felici
dobbiamo perire miseramente! Hai appena detto che emersa una creatura
misteriosa?...perfetto!!» nel volgersi attonito
dell’anziana donna «Sarà pure uscita da
qualche
buco, ed io quello intendo scoprire e là voglio rinfilarmi,
mamma! Da lì proviene anche la Signora! Io a costo di fare
una
carneficina la riporto sulla terra, DA MIA
FIGLIA!»…«TU SEI COMPLETAMENTE PAZZA,
HAI PERSO IL
BEN DELL’INTELLETTO!» sbottò
Seiko…
…mentre Rika restava folgorata da
quell’esclamazione…
«Va
bene!» riprese Rumiko, incrociando le braccia
«Allora
aspettiamo che quel Digimon torni, che ci uccida tutti, che ci leghi
come te prima e che bruci la casa o la butti giù, oppure
aspettiamo che i delinquenti frequentatori del locale lo battano sul
tempo e facciano con noi tre donne quello che il Digimon non ha fatto,
ma per favore mamma la sola giustificazione che ti concedo è
quella data
dall’età!»…«Ma…ecco,
io…» per la prima volta l’anziana
signora
sembrò restare incerta e intimidita «Ma non ti
rendi conto
che noi dobbiamo reagire, che se tutti vogliono raderci al suolo noi
dobbiamo lottare fino alla
fine?!»…«…a te
quelle storie su domatori e Digimon hanno dato al
cervello…»…«Beh, ne sono
orgogliosa!»
confessò, stringedo il pugno «E’
l’avventura
di mia figlia!...
…il
mio film preferito, e lei è la migliore protagonista che
potessi
scegliere, quindi ora locale o no, studi raffinati o no, marito o non
marito non me ne resterò con le mani in mano senza darle il
mio
sostegno, andrò a riprenderle il Digimon!...
…farò delle ricerche. Sono sicura che molto
presto
scoprirò da dove è giunta quella creatura che
abbiamo
ospitato qui, non mi fa paura. Sono disposta ad
affrontarla!»…«…saresti
capace di farti
uccidere per
lei.»…«Perché?!...»
Rumiko
le rivolse la coda dell’occhio, in modo simile a come spesso
faceva Rika «…tu non faresti lo stesso? Per me, e
per
lei?» Seiko chinò il capo…e la sua
risposta fu
«…sì.»…«…bene.
Qui si
chiude il discorso, abbiamo aspettato anche troppo e siamo in arretrato
di dieci anni. Io sono stufa che la mia vita sia scandita dal mio
perenne errore di inerzia. Renamon…
…in
qualche modo salterà fuori, è l’unica
che
può far ragionare Rika.»
Rika, la
quale assemblava “…! Mia madre non si
fermerà
davanti a niente, è capace di incontrarla e raccontarle
tutto!” indietreggiando, intimorita “Se ci riesce
quel
grande sforzo sarà stato vano. Renamon si deve scordare di
me!” affermava nonostante fosse spinta a stringere i denti
“Se mi dà per persa e si trova un altro domatore
sarà solo meglio, questi le darà soddisfazioni e
a poco a
poco il mio ricordo svanirà. Può farle solo del
male! Ma
mia madre…” indietreggiando ancora
“…passerebbe persino sopra i suoi sentimenti! Non
le
importerebbe di rifilare a Renamon la mia immagine…sporca, e
impresentabile!” «E’ vero.»
confermava
quell’ombra a forma di orso che le si muoveva attorno, e che
con
voce tubolare le ripeteva «Sai quanto è testarda
tua
madre, quando ci si mette è peggio di
te.»…«Sì! Sì,
lei…!!...
…vorrebbe soltanto qualcuno che la aiutasse a scendere a
compromessi con me, che avesse un ascendente tale da persuadermi. Non
ha fatto altro in tutti questi anni, per questo ha iniziato a
rimpiangere Renamon, e ancora e
ancora…»…«…oh,
brava, vedi che quando
vuoi riesci a capire gli eventi attorno a te?» PinkMonzaemon,
celata da una coltre di buio, le poneva la zampa sulla testa
«Non
le importa dei sentimenti di Renamon, non si curerebbe di spiattellarle
in faccia il suo fallimento e scaricarle addosso tutta la
responsabilità! Ma io ho fatto tutto questo proprio
perché ho rispetto di
lei!!»…«…sapevi
quanto la tua Digimon amasse la
purezza.»…«…Renamon
è una creatura
cristallina, e pregiata…come un raggio di luna, mentre io
sono
sporca come un vicolo nella città di
notte.»…«…non puoi
presentarti alla tua
Digimon con questa faccia.» allungandovi i suoi artigli
«E’ stato solo un bene che non l’abbia
vista.»
affermava PinkMonzaemon, e Rika ripeteva «Sì,
sì,
è stato un bene…e deve seguitare a non
vedermi!»
rialzando lo sguardo, determinata «Ottima
idea.»…«Io devo
partire!»…«Uhm,
brava, è l’unica
soluzione.»…«Sì, è
la sola cosa da
fare.» roteava gli occhi Rika, scrutandosi attorno
visibilmente
agitata «Così…magari
guadagnerò tempo, se
mia madre e mia nonna non mi troveranno si adopereranno per cercarmi. E
intanto Renamon potrà trovare un nuovo
domatore.»…«Il tempo di un
viaggio…sarà quello che le
occorrerà.»…«Ma
sì, io non devo
perdere un altro minuto!»
…e si
affacciò, senza farsi vedere, verso l’interno
della
casa…
«…dove vai,
Rumiko?»…«Al
computer!»…«Ascolta: se davvero dobbiamo
lottare
fino alla fine ci sto anch’io!» prendendo le mani
di sua
figlia «Lascia che venga con
te.»…«Ma
certo…mamma.» in un gesto d’affetto,
Rumiko condusse
sua madre nel corridoio con lei…
…Rika ne
approfittò per sgattaiolare all’interno.
Spalancare
drasticamente la porta. Precipitarsi nella sua stanza e buttar
giù dall’armadio una valigia. Iniziando ad
infilarvi
convulsamente cose che neanche lei sapeva. Il Digivice bordato di blu
era rimasto a terra. Ma lei neanche più lo vedeva, aveva
solo
fretta, fretta di riempire la valigia, di andare, di partire, di
sparire…
…ed il suo
affanno era motivo di soddisfazione, per quell’ombra
orsiforme
«Uhmuhmuhm!» che sovrastava ogni suo
movimento…
Al panificio…
«Ma si
rende conto, signora?» spiegava Mie «Mi ha persino
cacciato
dal negozio la sua maestra delle
elementari!»…«Che
vuole farci, signora Mie.» replicava la cliente di
turno…mentre Takato rientrava in quel momento…
«…sono i figli unici. Va sempre così
quando non si
hanno fratelli.»…«Dice? Lo penso tanto
pure io,
sono…»…«I figli unici,
signora
Mie.»…«Eh…» Mie
però fece cenno
per esortare ad interrompere il discorso, dato l’arrivo del
figlio. Il quale però sembrava aver altri pensieri per
osolare i
presenti, che non si curò di salutare…limitandosi
a
mormorare fra se «…”i figli
unici”, sì,
senz’altro, sono “i figli
unici”…» con
l’espressione di chi sente forse da troppo tempo un certo
ritornello. Ma poi tornò ai suoi pensieri. Si avviava
già
verso le scale quando la madre d’improvviso
ricordò
«Takato! Ma non dovevi essere al
salone?»…solo che
si sentivano i passi del ragazzo lungo le scale, tanto che Mie fece
«Eh! Ecco.» cenno eloquente alla cliente, che
ribadì
come qualcosa che calza a pennello «I figli unici!»
Ma ora si
udirono dei passi in discesa, e quando Takato si affacciò
forse
cliente & madre ebbero un po’ di timore della sua
eventuale
reazione «Non sono andato a lavorare…»
lasciò
cadere, con una nota che miscelava echi di indifferenza con un pizzico
sfumato di ironica superiorità
«…neanche a
divertirmi.» indurendosi d’improvviso, tanto da
destare una
certa soggezione «La mia amica Rika…ha un
problema.
Terribile…!» dichiarò molto
serio…e sulla
conclusione scivolò nell’accenno di un sorriso
«E’ figlia unica anche lei…!»
per poi girare
le spalle, e avviarsi in salita lungo le scale.
Mie si
passò le mani sul volto «…ancora questi
amici…!»…«Ah, si rassegni
signora.»…«Ma come posso?!
L’ha
visto…?»
…chiese Mie come se si trattasse di qualcosa di
nuovo…
…l’espressione di Takato era turbata mentre saliva
le
scale…
«Quello
non è il suo sorriso…» svelava sua
madre «Chi
meglio di una madre potrebbe distinguere il sorriso di suo
figlio…da un sorriso come quello!!»
…lo
sguardo del ragazzo sembrava infatti denunciare la presenza di un
dolore dentro…
«Ironico…! Sprezzante!!...» descriveva
Mie con
dolore e rifiuto di credervi.
Mentre Takato pensava
“E’ vero…” e rientrava
così nella sua
stanza.
«Mi creda,
signora…» spiegava Mie «…io a
volte temo che
lui possa cambiare. T-Temo di perdere il mio
Takato…!» ed
il pianto insorgeva in lei «Come tutti i figli si
smarriscono.
Alla fine sono così poche le famiglie
felici!»…«Coraggio…»…«Di
lui non lo sopporterei!...proprio…del mio bambino
così
dolce, e affettuoso!»
Takato
richiudeva la porta della stanza alle sue spalle, ma ora da quel volto
scuro nasceva una sfumatura di sentimento, seppur appenato
“E’ vero.” pensò avanzando
verso la sua
scrivania “Ho una grande rabbia dentro, stanchezza per questi
lunghi anni difficili. Ho un mucchio di cose represse che non trattengo
più, prima o poi si vede! Però adesso non
importa…” sedendosi, e prendendo un
respiro profondo
“…anche così tenterò lo
stesso di aiutare i
miei amici. Del resto tante persone prima o poi finiscono come
me…” osservandosi in un specchietto portatile che
aveva
sulla scrivania, dalla cornice di singolare taglio
“pratico”, decisamente più adatta per un
maschio
“…la frustrazione, e la rabbia sono, che ci
piaccia o no
elementi della vita. Ma ora non c’è tempo di
pensare a me:
ci sono altri a cui pensare…” spingendo indietro
la sua
sedia girevole e meditando, così come faceva dieci anni
prima,
alla stessa scrivania, sulle possibili digievoluzioni di
Guilmon…
…negli
stessi istanti, anche Cindermon sedeva alla scrivania della stanzetta
della pensione «Ahhhhhh!» e la sua mente non poteva
fare a
meno di ripercorrere gli ultimi eventi…quella
battaglia…
…e lui
che prende il coraggio, scaglia la carta contro il Digivice e le
permette la digimodifica «Insieme
funzioniamo…» si
ripeteva Cindermon, sempre più convinta
«Insieme…funziona!!» Quel pensiero le
dava forza, e
coraggio.
Takato
meditò «Henry, Rika.» e si spinse ancora
indietro
con la sedia «Tu con la famiglia che hai costruito e perso.
Tu
con la tua vita tormentata, e quei rimorsi a causa dei quali hai
allontanato Renamon. Senza dirmelo quanto avete sofferto, e quante cose
avete perso lasciando che io credessi di essere il solo a nuotare a
stento nel mare della vita!» seppur l’affetto, nel
suo
tono, fosse più forte di quella nota recriminante che si
specchiava anche in uno sguardo ragionevolmente più da uomo
«Avreste dovuto ammettere le vostre
difficoltà…in
questo caso anch’io mi sarei fatto più forza per
starvi
vicino! Ora guardate a che punto siamo arrivati. Comunque è
fatta.» alzandosi…
…anche Cindermon si alzava, camminava per la
stanza…
Takato raccolse
il pupazzo di Agumon, e lo tenne tra le sue mani «Bisogna
darsi
da fare per rimediare. Che fare?»
«Che fare?» si chiedeva anche Cindermon.
«La
faccenda di Rika ha la priorità. Certo…anche
Henry,
quanto prima debbo parlarci! La storia di suo figlio va risolta,
però…c’è Renamon che
aspetta, intanto!»
Cindermon
pensava «Forse dovrei andare a casa sua!
Però…!...non so io non conosco sua madre e sua
nonna
metti che poi non mi vogliono, che mi vedessero come
un’intrusa!»
«Certo. Ma
sì, a casa sua!» realizzava Takato con Agumon in
braccio
«Devo parlare con lei…assolutamente, e
presto!»
«Ho
deciso!» Cindermon si colpì la mano col pugno
«Non
mi frega niente se disturbo, io ho bisogno di parlare con la mia
amica!» avviandosi svelta fuori dalla stanza.
«Noi
Digimon Tamers daremo un’assestata alle nostre
vite…vero?» chiese Takato all’inanimato
Agumon,
accennando uno sguardo d’affetto.
Anche se per
coloro che rientravano nel giardino di quel convento, la parola
“Digimon Tamers” sembrava legata a un Digivice
inattivo che
non si può smettere di fissare, legato a sua volta a
frustrazione e disorientamento «Ah! Mako!»
balzò in
piedi Akemi «Sono loro! Sono tornati!!»
esclamò Jeri.
Ma quello del
Digimon e del ragazzo non era di certo un ritorno trionfale. Tenendosi
il velo perché non volasse nella corsa, Akemi si diresse dai
due
«Come è andata la battaglia, cosa è
successo? Chi
è che ha sferrato
l’attacco…?» e cercava
risposte negli occhi dell’uno e dell’altro. Jeri
arrivava a
passo più lento dietro di lei, non diceva nulla ma attendeva
altrettanto.
«Sono…»
iniziò Beelzemon «…Digimon del nostro
villaggio.»…«…cosa? E
perché vi hanno
attaccato?!» chiese Akemi, ed il Digimon rispose
«Non lo so
con certezza…ma credo sia a causa di notizie false messe in
circolo sul nostro conto.»…«Oh,
Beelzemon è
una cosa orribile!»…«Quel che
è
peggio…è che Renamon in questo frattempo ha avuto
un
brutto incontro con la sua domatrice e-» ma Jeri intervenne
«Mako! Che cos’hai, perché stai fissando
quel
Digivice?»
Ma oltre gli occhiali
del ragazzo c’era un insopportabile senso di inadeguatezza.
La
sua stretta attorno al congegno dalla ruota dentata era forte quanto la
sua rabbia “Perché non si è
attivato…?! Io
ne ho diritto come tutti gli altri! Sono un Digimon Tamer, ho aspettato
anni questo momento!” mentre la sua ragazza gli si accostava,
prendendogli le mani «Come ti sei trovato a
combattere?»…«…uhm! Vuoi
saperlo?! Si
è rivelato solo un immenso
disastro!!»…«Oh!» si volse
colpito Beelzemon,
e accennò «No, Mako…dai. Non dire
così,
è solo…che è la prima
volta…a-anch’io
ero incerto…»…«No, non
cercare di trovare
scuse, Beelzemon: è stato questo!!» alludendo al
Digivice,
sotto lo sguardo stupito delle due ragazze «Non ha voluto
rispondere ai miei comandi! E’ come…se non mi
riconoscesse! Se noi due non fossimo un domatore con il suo
Digimon!» sicché Beelzemon «Ma
questo…sta a
dimostrarti che è impossibile: certo che sei il mio
domatore.
Dev’esserci senz’altro una ragione, forse Gelsomon
e
LadyMeramon avevano innalzato un campo
invisibile.»…«In quel caso avrebbe
dovuto funzionare
anche per il Digivice di
Takato!»…«Cosa?! Takato era
stato lì?!» chiese Jeri, e Mako rifilò
con fastidio
«Sì, il tuo amico è stato
lì, è
venuto con quella...!!...specie di Digimon da palcoscenico, quella
Cindermon! Non ti preoccupare, ha fatto faville come sempre,
c’era lei a proteggerlo e non si è fatto neanche
un
graffio!»…«Mako…! Non mi
sembra il caso
adesso di fare dell’ironi-» provò ad
obiettare Jeri
ma Akemi si sovrappose «Fratellino: non devi prenderla
così. Parlo sul serio.»…«E
come dovrei
prenderla?» lui le mise il Digivice in mano «Vedi
se riesci
ad attivarlo tu, dopo tutto è anche tuo, no?! Magari una
monaca
che è più santa la ascolta di
più!»
Ma Akemi fissava
ad occhi spalancati quel Digivice tra le sue mani, per poi trattenere
di nuovo il fratello afferrandolo per la manica «Mako: questo
Digivice non è “mio”. Questo
è
nostro…!»…«Ma ti ho appena
detto che non
risponde ai comandi!!»…«Beelzemon ha
ragione,
dev’esser stato per un motivo. Un motivo che
adesso…ignoriamo, proveremo.» diceva dolcemente,
carezzandogli il viso con un dito «Proveremo a scoprire cosa
è successo. Non perderti
d’animo…!...fallo per me.
Io ero a pregare perché andasse tutto
bene.»…«Tu non immagini quello che
adesso provo,
Akemi!» confessava il giovane «Per me questo
momento era
importante!»…«Ma sì, lo
capisco…»…«No, tu non puoi
capire!...non sai
quanto ho sofferto la mancanza di Beelzemon in questi anni, anche se
nessuno mi dà credito perché non ho mai preso
parte ad
una battaglia contro il D-Reaper! Il Digivice è
apparso
quando era troppo tardi, lo ammetto! Ma io, il mio cammino, il mio
rapporto con il mio Digimon l’ho vissuto con altrettanta
intensità, anche se ero un
bambino!»…«Questo
non c’entra: l’aver preso parte ad una battaglia
è
solo un aspetto del rapporto con un Digimon, noi anche se eravamo
troppo piccoli per combattere…» rivolgendo uno
sguardo di
tenerezza a quel Digimon alato poco distante, al fianco di Jeri
«…il nostro caro Impmon lo abbiamo avuto in casa,
gli
abbiamo dato da mangiare, ed ha dormito nel nostro letto. Abbiamo
guardato insieme la tv, divorato le merende che ci preparavano mamma e
papà.» mentre gli occhi si velavano e la voce si
frantumava un po’ per la commozione, ma nonostante tutto
Akemi
continuava e col sorriso «E abbiamo avuto anche le nostre
prove,
lui una volta è andato via di casa e abbiamo sofferto molto,
ricordate tutti?»
Beelzemon
chinò il capo…e lo stesso, in modo parallelo,
fece Jeri
accanto a lui.
Mentre Akemi
«Uhmuhm!» con il Digivice in mano
«Però poi
tutto si è risolto, e l’amicizia ha trionfato.
Impmon
è tornato da noi. Non una. Ma tutte le volte…che
è
stato necessario, la nostra è stata una storia esattamente
come
tutte quelle fra veri amici. Sono…i ricordi che ho lasciato
della mia vita fuori al mondo esterno, prima di ritirarmi in questo
convento. Preziosi, come quelli d’amore e gioventù
di ogni
mia sorella.»
Jeri però
rifletteva, con lo sguardo che le si incupiva “Akemi ricorda
tutte queste cose, lei sente di aver vissuto realmente un percorso con
il suo Digimon. Perché?” scrutando Beelzemon
accanto a lei
con la coda dell’occhio, Beelzemon che in quel momento
contemplava i suoi domatori “Perché lei
sì e io no?
Perché Akemi e Mako possono ricordarsi tutte queste cose,
mentre
io ho nel mio passato soltanto dei fuggevoli giorni in cui stentavo io
stessa a comprendere cosa mi stesse
accadendo…!”
…e di nuovo quei suoi occhi erano assorti, velati da una
nube
“Perché io non posso ricordare giorni di
felicità,
e prove difficili al fianco del mio Digimon?
Perché…?” …di
nuovo scrutandolo con la
coda dell’occhio “E pensare che proprio in quel
periodo in
cui si allontanò dalla loro casa…lui
assalì il mio
Digimon e…!!!” …stringendo la
sua mano
smaltata in un pugno di sentimenti in conflitto…mentre
«Akemi, Mako! Vi voglio bene! Siete i miei domatori, e per
me,
anche se non abbiamo combattuto assieme, è come se avessimo
condiviso la crescita!»…«Ah!»
parole che
fecero sussultare Jeri. Akemi sorrise, asciugandosi gli occhi
«Oh, anche per noi è così!»
rimettendo
dolcemente il Digivice tra le mani del suo «Oh?» un
po’ infantilmente spiazzato fratello «E se questo
testone
ora si fa prendere dalla paranoia per un banale errore tecnico vuol
dire che è proprio uno sciocco.
No?»…«Ahah,
già!» fece
Beelzemon…
…mentre
Jeri stringeva i denti “…per me nessuno
pronuncerà
quelle stesse parole che Beelzemon ha rivolto loro!!” e da
un’espressione di rabbia, sul suo volto sgorgò una
sfumatura di pena “Takato! Ho bisogno di vederti. Quando mi
sento
così ho bisogno di te, amico mio! Quando sento che non posso
ringraziare nessuno per essere cresciuto al mio fianco, la mia mente
giunge sempre a te!” sicché disse «Devo
andare.» e Mako si stupì «Ma come, Jeri.
Non ti
andava di venire a cena da me?»…«Non
posso proprio,
perdonami Mako.» liquidò in fretta, sistemandosi
la
tracolla della borsa «Mio padre è impegnato
stasera,ed io
ho tutto il ristorante sulle mie spalle. Ma tu non preoccuparti, ci
vediamo domani. Animo, il tuo Digivice riprenderà a
funzionare
come è normale che sia.» donandogli un frettoloso
bacio
«Ciao, Akemi…»…«Un
attimo, Jeri!»
la trattenne però la giovane suora «Ho molta
fretta,
scusami! Finora mi sono trattenuta perché ero preoccupata
per
l’esito della battaglia, ma visto che stanno entrambi
bene…!»…«Ripensavo…non
mi avevi forse
raccontato che il giorno in cui questo Digivice mutò forma,
fu
Jeri ad attivarne sia il cambiamento, sia la digimodifica?»
chiese Akemi a suo fratello, e questi
«…sì,
ma…questo che c’entra? Beelzemon è il
mio Digimon,
non il Digimon di Jeri.»
Parole che
portarono
«Oh?!»…«Ah…!»
il
Digimon alato e la ragazza dai capelli castani a fissarsi con stupore.
Akemi
replicò «Questo lo so anch’io, ero
piccola ma
cosciente quando comparve il nostro Digivice. Però
è
anche vero che la vita è vasta, non la si può
racchiudere
in schemi rigidi, tanto più quando si affaccia su una
realtà imperscrutabile come quella del mondo digitale.
Chissà, magari con tempo Beelzemon…ha aperto il
suo cuore
a un nuovo domatore.» Mako sussultò, ma Beelzemon
più di lui «Che
cosa?!!»…«Impossibile.»
intervenne però
Jeri prima d’ogni altra replica «Figurati se potrei
mai
essere io. No, deve avere qualche problema di funzionamento quel
Digivice, niente di tutto questo. A presto, ragazzi.»
svelò molto seria, dopodiché volse le spalle e si
allontanò…
«Che…ipotesi assurda è questa,
Akemi?»
chiedeva Mako, e lei «Che c’è di
strano?»…per aprirsi in un sorriso «Il
bello di un
Digimon è proprio questo! Lui…non è
solo di uno,
è di tutti! Tutti coloro che vogliono aprire a lui il suo
cuore,
è un po’ come…noi suore! Uhmuhm!
Scusate il
paragone un po’ bizzarro.»…ma Beelzemon
mormorava
fra sé «Non…è tanto bizzarro
il tuo
paragone, quanto…!...»
…mentre Jeri si allontanava a passi molto rapidi, come se
dovesse fuggire…
«…quanto ciò che hai ipotizzato su Jeri
e me.»
Nella mente
della ragazza “Beelzemon…il mio
Digimon…?!” …e si facevano
ancor più
svelti i suoi passi, pensieroso il suo volto “…no,
neanche
da considerare!”
Beelzemon ricordava però…
“Digimodificati!!
Carta di LadyDevimon!”
…Jeri che usava il Digivice di Mako e questo rispondeva
regalando una luce accecante e permettendo la digimodifica…
Quella stessa ragazza aveva detto “Adesso…è
lo stesso! E’ come se fossi la tua domatrice, immaginalo e
concentrati!”
«…ed è riuscito.» ne concluse
il Digimon, ma
questo condusse la sua mano artigliata alla fronte, il secondo
successivo «Che cosa significa?» ma Akemi si
premurò
di nuovo di prendergli quella mano «Ah, ma ora smettiamola di
parlare dei problemi del nostro Digivice, se son rose fioriranno, cari.
Piuttosto, parliamo di chi invece ha bisogno di noi, ora.
Beelzemon…dicci di Renamon! Cosa è
successo?»…«Oh!...Renamon…
…ecco io le avevo chiesto se aveva voglia che restassi con
lei
però…
…mi ha detto…che aveva bisogno di restar
sola.»
Akemi e Mako restarono in silenzio, disponibili ad ascoltare…
…mentre
Renamon lentamente riapriva la porta dell’ambulatorio, senza
più le speranze con le quali poche ore prima
l’aveva
varcata «Mamma!»…si udì
chiamare.
Sul letto la
aspettavano i suoi cuccioli. La piccola Akirmon rivelò
«Ryo ci ha portati in giro per la città assieme a
Monodramon e gli altri, ma io e Nymon…ci siamo addormentati
nella busta e alla fine non abbiamo visto niente! Ora ci hanno lasciato
qui ad aspettare perché Terriermon deve rincontrare il suo
domatore. Tu sei stata da Rika?»…«Figli
miei…»…«Potremo conoscerla,
allora…?...mamma, cos’hai…?»
chiese Akirmon,
ed anche il più timido e nerissimo Nymon accennò
con la
sua vocina «Ma stai
piangendo…?»…«No,
non piango
figlioli…»…«…Rika
non
l’hai vista?» sussurrò la piccola
«…è partita, non abita più
in questa
città…?»
Renamon li
abbracciava lentamente. Aveva detto di non piangere, ma costava un
immenso sforzo trattenere le lacrime «Bambini miei, venite
qui…ho bisogno di voi. Riscaldatemi…col vostro
amore.»…«Mamma…»
faceva Akirmon
«Ti vogliamo bene…» Nymon le strofinava
la coda sul
viso «Anch’io, vi amo…!!...e non vi
lascerò
mai…!!...
…vi
prego, anche quando crescerete, voi…!!...non abbandonatemi!
(canzone: Steps
- Why)…non verrà mai il momento in
cui smetterò di cercarvi, come faccio oggi!!»
Quelle due
piccole volpi sembrarono capire all’istante il bisogno della
madre, tanto che le si disposero vicino al cuore, in silenzio, solo per
darle calore «Vi prego, non fatevi portar via dalla
vita…»
…Rika in quel momento saliva sul treno, con la valigia alla
mano, rimasta la sola cosa realmente sua ora che le speranze erano
volate…
“Rika…ho resistito dieci anni lontana da te. Ma da
oggi in
poi come farò, senza neanche il tuo pensiero?”
Finalmente poté sedersi, ed appoggiare la sua
valigia…attorno a lei il vociare dei passeggeri
«Oh ma sei
proprio pestifera, ti ho detto che non devi avvicinarti così
tanto al treno quando arriva!»…«Dai
mamma, quante
storie, non sono mica una sciocca! Oh?»
Una
bambina, con un fare già velato dalla frizzantezza
dell’età adulta, notò le sue lacrime
«Cos’hai…?»
Rika
alzò tristemente lo sguardo «Stai piangendo. Vuoi
il mio
fazzoletto?» Lei cercò. Ma si accorse socchiudendo
gli
occhi di aver dimenticato i suoi, sicché le loro mani si
vennero
incontro…
…alla fine lo prese «Ti è accaduto
qualcosa di
brutto…?» chiedeva la piccola, che in fondo nei
modi era
gentile «Ti capisco, anch’io sono triste, e faccio
arrabbiare la mamma perché sono arrabbiata
anch’io! Non
voglio fare questo viaggio, mi porta via dalla mia città, e
da
tutti i miei amici!»…«…ti
senti
sola…?» chiese Rika «Oh,
sì…»…e le sorrideva
«Senti…che
nessuno ti capisce? Che ti apprezza per quella che
sei…forse?» allungando la mano, e carezzandole il
visetto
che guardando basso sembrava ammettere un sì. Rika
deglutì ed accennò «…non ti
piacerebbe…»…«Cosa? Io vorrei
solo restare
nella mia città!»…«Oh,
sì lo so. Ma
purtroppo non sempre possiamo stare dove vorremmo. E con chi amiamo.
Senti, non ti piacerebbe…avere un’amica
speciale?»…«…un’amica
speciale?»…«…se ti senti
sola…
…se la notte cerchi qualcuno a cui confidare i tuoi
pensieri…
…prova a chiamarla. Immaginala, è
una…stupenda
signora dal pelo
dorato.»…«Ohh…» era
abbagliata quella bella bambina dagli occhi chiari
«…viene
da un mondo
sconosciuto?»…«…là
ha la
sua casa. Ma ha tanto bisogno…di un’amica che la
prenda
per mano. E se la scegli lei apparirà…
…vedrai la sua sagoma stagliarsi sulla luna, tu prova a
chiamarla…e allora…» carezzandole la
mano
«…sulla tua vita che ti sembra scorrere senza un
significato, si adagerà
un’avventura…meravigliosa…»…«Oh?»…«…di
corsa, fra le luci nella notte. Di battaglie…
…e sere in cui chiacchierare.
Però…!» con lo
sguardo, ed il fare di una madre premurosa «Lei è
una
creatura amante della giustizia. Per conservarla al tuo
fianco…devi impegnarti molto. Essere obbediente, e non fare
arrabbiare la tua mamma.»
«Ah, sei qui finalmente! Dai, vieni al tuo posto,
anziché
disturbare quella signorina!» e la bambina forse in quanto
subito
colpita da quelle parole, non esitò ad alzarsi ma non
smetteva
di guardare Rika. Poi però dovette andar via con sua
madre…
…e
Rika rimase sola «…però non tutti gli
occhi sono in
grado di vederla…» sussurrò tra le
lacrime
«…e tu non fare…l’errore che
ho fatto
io…!...
…quando verrà il momento…»
le parlava come
fosse ancora lì «…non compiere scelte
di cui poi
potresti pentirti. La perderesti!!...
…sii
buona…» consigliava guardando verso
l’alto
«…rispetta chi ti ama. Lasciati indirizzare. Solo
così. Soltanto in questo modo…riceverai in cambio
il
prezioso dono di poter crescere al suo fianco. Non come me…
…io sono una bambina cattiva…
…e quel
regalo…la luna giustamente me l’ha tolto. Io non
ho
più la mia amica…!!»
…quell’amica le cui lacrime ora cadevano sul pelo
dei suoi
figli, dedicate a lei…
«Io ho
mancato di tempismo!» ammetteva Rika nel dolore «E
equivocato la via per crescere. Se tu mi ascolti, ti prego quando
arriverai al momento cruciale scegli la direzione opposta. Volta le
spalle a quella via!...
…che per sola testardaggine ti priverà di
lei…!!»
Le lacrime
cadevano sulle sue unghie scrostate, al partire del treno, che la
portava via da Tokyo…
…via da Renamon che udiva un treno passare oltre la finestra
«Coraggio, mamma…» sussurrava la piccola
Akirmon
«Vedrai che andrà tutto
bene…» disse Nymon, e
lei «…se non ci foste voi. Sapete? Sento nostalgia
di
vostro padre. Se con le sue sagge parole fosse qui in questo
momento…sarebbe bello, non trovate?» (fine-canzone)
Ma ora delle
gentili zampe dal pelo nero, nero come la cella che lo circondava, si
prendevano cura delle ferite di un ragazzo disteso a terra
«…così la conosci. Il tuo sussurro non
mi è
sfuggito.»…«Oh-h…io…»…«Non
affaticarti a parlare.» diceva Imagomon a Kazu
«Qualunque
fosse la tua risposta, non potrei fare a meno di percepire il vostro
contatto semplicemente grazie…al mio contatto. Con te. Se
appoggio la tua mano sul tuo corpo, leggo…il tuo
passato.»
Il ragazzo volse debolmente i suoi occhi «Sei un
Digimon…dai poteri
particolari…?»…«…il
mio nome è
Imagomon.»…«Tu le assomigli
tanto…»…«…io sono
il suo
sposo.»…«…lo…sposo?
Ah…Renamon
si è sposata?»
Quella lunga
sequenza di sorprese e disavventure aveva stremato il fisico del
ragazzo, su cui avevano infierito i maltrattamenti dei Digimon che
abitavano il vascello volante. Gli era rimasto un filo di voce, ma non
riusciva a smettere di fissare colui che cercava, pur non avendo molti
mezzi, di guarirlo «Renamon era…
…è…il Digimon…di una
ragazza che
conosco…abita sulla terra…si
chiama…»…«Rika.»…«Oh?»
lo precedette Imagomon, e Kazu accennò un sorriso
«…tu lo
sai?»…«…si può
dire che parlando di lei abbiamo iniziato a conoscerci. Io e Renamon,
mia moglie. Quando giunse a Digiworld…ammise di sentirsi
disorientata. Senza una guida. I cancelli della terra le si erano
richiusi alle spalle…dividendola da un giorno
all’altro da
colei che fino a quel momento le era stata sempre al fianco.»
Kazu attese qualche secondo, guardandolo in modo eloquente…
…così aggiunse
«…puoi…dirlo…forte.»…«Come
dici?»…«…Rika e
Renamon…erano una
coppia invincibile, inseparabili.» Imagomon ascoltava in
silenzio, immobile, colpito da quei racconti «Loro sono
venute
con noi a Digiworld quando io…ed i miei
amici…scegliemmo
di tuffarci nell’avventura in questo
mondo…incuranti…delle
difficoltà.» La
distinta volpe nera chinò appena il capo
«…lo so,
l’ho sentito narrare.»…«Come
sta…?»..«Oh…?»…«Come…ah…se
la passa Renamon? Hai detto…di essere suo marito.
E’
felice…ma ci pensa ancora a Rika…? Scommetto di
sì…»…«…non
potrebbe mai fare
altrimenti. Rika si trova nel cuore di mia
moglie.»…«Uhm…tanto
che…quando eravamo
insieme non facevamo che litigare: era…una sfida persa
mettersi
contro di loro, se c’è stata…una
squadra che ho
visto realmente unita…in questo mondo che di squadre unite
non
ne rifila tante…mi vengono subito in mente Rika e Renamon.
Loro…» lasciandosi andare a ricordi emozionati e
vestiti
di tenerezza, nonostante quel luogo inospitale e
quell’incertezza
sul loro destino «…erano…con
noi…quando
io…e…Kenta Kitagawa finimmo in una zona
decentrata, e
fummo ospitati a casa di Babamon
e…e…Jijimon.»…«Hai
detto Babamon e
Jijimon?!» ed il ragazzo ebbe in risposta un espressivo
sorriso
«…ti prego, non dirmi che erano troppo anziani e
che
adesso…
…non
dirmelo.»…«No, no! Non…te lo
direi mai
perché non è
vero!»…«…ora
sì che sto
meglio.»…«Certo…sono molto
malridotti.»…«Oh?» Kazu
assunse espressione
premurosa «Però ci auguriamo che Digiworld possa
beneficiare ancora della loro
saggezza.»…«…uh…?
Loro…»…«Sì…?»…«…li
conoscono in molti, a Digiworld…?» Imagomon
tacque. Kazu
proseguì «Quando io…con Rika, Renamon e
Kenta…li conoscemmo ed alloggiammo nella loro
casa…sembravano…uh, due poveri vecchietti che si
arrangiavano con ciò che
avevano.»…«…quello
è dato dalla loro
natura umile, semplice. A Babamon e Jijimon non piace mostrarsi come
creature potenti. Ma loro vedono più in là di
molti di
noi.»…«Ah-h…! Dici
davvero…?»…«…so
che sono amici molto
stretti di Cyclemon: il Digimon che prese le redini del nostro
villaggio…nel momento in cui la minaccia del D-Reaper fu
arginata. Credemmo…di sparire tutti,
allora…»
chinò il capo Imagomon «…se non fosse
stato per
ciò che avete fatto voi esseri
umani.»…«Imagomon…!»…«…sì,
Kazu?» Un’espressione umile e gentile sul volto del
ragazzo
«Non è a me che devi dire
grazie.»…«Come?»…«No…»
lasciandosi andare ad un sorriso, e girando la testa, per contemplare
lo squallido soffitto «Io ho fatto solo un po’
d’assistenza tecnica al momento della battaglia. Sono uno che
sta
nelle retrovie. Gli eroi stanno fra i miei amici, io sono quello che si
suol chiamare un personaggio
marginale.»…«…oh? Leggendo il
tuo destino mi
giunge alla coscienza…tutt’altro che
questo!»…«…sicuro che questo
luogo e le tante
ore di stomaco vuoto non abbiano un effetto un po’ deviante
per i
tuoi poteri? Scusami, con tutto il dovuto
rispetto…»…«Oh, io non mi
ritengo certo un
grande veggente, impegno solo tutto me stesso nella percezione dei
flussi vitali: quelli che cullano…la vita di ognuno di
noi.»…«…umano…e
Digimon…?»…«…umano…e
Digimon.» guardandolo negli occhi, fin dentro le
profondità «E sento al contatto con te, una
persona
destinata…a cose grandi! Quell’eroe…che
si è
soliti attendere, e che può cambiare il corso della
storia.»…«…uhmf…!...saranno
i miei
sogni di ragazzino, che percepisci?...
…desideravo essere…esattamente questo. Ma quando
è
arrivato il momento…
…altri
hanno avuto più qualità di me per lasciare
impressa la
loro personalità…sul suolo della battaglia. Non
fraintendermi…
…io sono affezionato ai miei amici…
…non si
può sempre essere i primi. Essere al centro. Mi
accontento…del Digimon che la vita mi regalò.
Guardromon.
Anche se non ha le ali. Ma…le donerebbe a me, se solo
potessi
rivederlo un’ultima
volta.»…«Non devi parlare
in questo modo.» Imagomon prese le mani del ragazzo
«Kazu,
non devi parlare come se fosse la fine!...
…sei giovane, e
dentro al tuo cuore alberga…una grande
forza!»…«…ahah…davvero
la
senti?»…«…ti fidi di
me…?»
sussurrò Imagomon, e Kazu
«…sì perché
somigli a Renamon. Era un po’ fredda certe
volte…ma di
sicuro non era una tipa che parlava a
vanvera.»…«…è la
pura
verità.» pronunciò Imagomon…
…nei suoi
occhi, che nascondeva, si leggeva commozione
«Dov’è,
adesso…? E’…stata catturata, forse? O
è in
fuga?»…«…non so. Ignoro cosa
sia accaduto
sulla terra da quando vi ha fatto ritorno assieme a Calumon e ai suoi
amici.»…«Cosa…?!...ahhh…!»
Kazu
stava alzandosi, ma lo sforzo gli provocò dolore, un dolore
che
sopportò, reggendosi la spalla «Renamon e gli
altri sono
sulla terra…?!» Imagomon gli si accostò
per
aiutarlo a distendersi di nuovo «Alcuni Digimon malvagi hanno
macchinato per…confinarci nell’ignoranza! Non
conosciamo
noi stessi i segreti del varco che ci collega al vostro mondo. Abbiamo
accettato di buon grado inizialmente, dopo tutto avevamo…le
nostre famiglie a cui pensare. Vi era sempre…e per tutti una
buona ragione per rassegnarsi, e lasciare andare le iniziative audaci.
Ma poi…i nostri amici hanno iniziato a sparire. Allora
è
stato il momento di tentare il tutto e per tutto. Non si può
vivere…quando ti separano dai tuoi più cari
amici.»…confessava animato da una divampante
passione…
…e Kazu
se lo guardava con un sorriso «…come ti
capisco…»
Imagomon si
volse verso di lui. Gli pose la zampa sul braccio «In
verità ho esortato Renamon ad andare
perché…guardare il globo terrestre dal villaggio
mi
suscitava ogni giorno che passava sensazioni più
malinconiche. A
volte arrivava a spaventarmi, quello che sentivo. Ora, a contatto con
te, ne ho la conferma: io avverto…delle ombre oscure e fitte
giungere dal vostro mondo, e insinuarsi fra le vite di voi
terrestri.»…«…chissà…forse
avete percepito quella matassa…ah…indefinibile,
impalpabile…
…che
senza bisogno di fare scena come il D-Reaper…si è
addensata sui nostri destini e ci ha reso infelici. Da quando voi
siete…spariti, da quando ci avete
lasciato…»
Il nero Digimon concedeva il suo cuore all’ascolto silenzioso.
«…da quando le vostre…action figures,
è
questo il loro nome…hanno iniziato a sparire dalle vetrine
dei
negozi, a poco a poco, assieme alle carte, assieme
ai…ricordi.
Da allora, e sempre più negli anni ha iniziato a infittirsi
una
nebbia, è…
…difficile da descrivere. Possono chiamarsi
“problemi
quotidiani”…o si possono scegliere mille altri
nomi:
rassegnazione, cambiamento. O forse semplicemente crescita. Sta di
fatto…
…che non mento se affermo che pur più discreto,
è
ben più pericoloso dello stesso
D-Reaper.»…«Ah!!» fu un
sussulto per il
Digimon «Un nemico più pericoloso del D-Reaper?!
Il solo
concepire il pensiero…è come una lama nel cuore
di
qualsiasi Digimon!»…«…beati
voi…
…il
nostro l’ha già
trafitto.»…«…una
ferita è curabile. Un nemico è battibile.
E’ stato
già dimostrato.»…«Quel che
è certo
è che la sua funzione…sembra essere la
medesima…»
Imagomon tacque…
…e
Kazu, disteso su quel gelido pavimento, con gli occhi verso un soffitto
che sbarrava il cielo, svelò «Cancellazione. Il
caos e la
distruzione. Il ritorno al mondo del nulla…
…il buio che offusca la luce del sole.»
Imagomon non parlava…
Kazu gli
chiese, con un gentile sorriso «…cosa vedi,
ora?»…«Oh?»…«…cosa
vedi,
tu…? Che vedi sempre tutto…?»
«…vedo…
…una luce accendersi. Come un gioiello. Penetrare in una
coltre
di buio. E
rischiararla.»…«…va
bene…proverò a dormire, adesso.»
accennò
Kazu con un filo di voce «…non so se le tue
visioni sono
vere, specie quando dici…che io sono destinato a qualcosa di
speciale. Però…abbi pazienza. Le tue braccia mi
stanno
sorreggendo, così amorevolmente. Cavoli, sono…le
braccia
di un
Digimon.»…«Oh?»…«…e
le tue parole assomigliano alla ninna nanna dell’infanzia.
Oh,
mica perché sei noioso. Ma perché
parli…di cieli
notturni ancora rischiarati da stelle. Una dormita…tra le
braccia di un Digimon adesso nessuno me la toglierà. Anche
se in
una cella come questa. Anche se domani forse ci uccideranno. Non ti
dispiace vero
Imagomon?»…«…no, Kazu. Stavo
per dirtelo io. DEVI…
…devi riposare, per recuperare le
forze.»…«…non cambiate
mai…»
mormorò Kazu, socchiudendo gli occhi «A cosa ti
riferisci?»…«…siete…sempre
così
premurosi nei nostri confronti. Cosa faremmo mai, senza voi
Digimon…?»
…Imagomon rimase racchiuso nella sua notturna
serietà, ma
permise al ragazzo di riposare tra le sue braccia. Rifletté
“Se fossi Renamon, e avessi vissuto le esperienze della mia
sposa, a questo punto risponderei: e
noi, senza di voi…?”
«Lopmooon!
Sei pronta?!» saltellava impaziente Terriermon presso il
portone
del palazzo dove abitava la famiglia Wong. La sua compagnetta marrone
gli si accostò col sorriso «Sì, sono
pronta. E ora
mi trovo…al mio posto.»…«Come
sarebbe a
dire?!»…«Che andrai avanti tu per
primo.»…«Ehhh??? Non credo alle mie
orecchie! Non
hai voglia di incontrarti con Suzie?!» ma Lopmon gli sorrise
con
dolcezza «Non so neanche se sia in casa, Suzie è
grande
ormai, è probabile che sia uscita con i suoi amici. Adesso
è giusto che tu abbia diritto alla tua apparizione in prima
linea, così che Henry non abbia occhi che per
te.»…«Che storia è
questa?!» si stupiva
Terriermon, mentre Lopmon riferiva «E’ un qualcosa
su cui
ci siamo accordati io e Ryo.» Ryo che nel frattempo giungeva
«Ah, ecco qua, c’è tutto:
allora!»…«Oah-ahh-ahhh!»…“sommergendo”
un po’ Terriermon di cose «Qui
c’è il pacco!
Qui ci sono i fiori, qui la torta!» infilandogli i fiori
sotto un
orecchio «Attento a non farla cadere, è molto
fragile! Ce
la fai a salire in ascensore, ti occorre una
mano?»…«A-Ahhh…!»
…effettivamente il carico era un po’ in eccesso
per il
piccolo Digimon, ma altro sembrò di suo interesse
«Ryo,
spiegami una cosa, a che si riferiva
Lopmon?»…«E’
semplice.» sorrise il
ragazzo «E’ stata tua l’idea di allestire
questa
sorpresa…carinissima, fammelo
dire.»…«Ohh?» Terriermon
spalancò i
suoi occhietti neri, e Lopmon completò «Se fosse
stato per
noi…ci saremmo lanciati tra le braccia dei nostri domatori
senza
curarci del fatto che…»
…camminando, sotto quel cornicione «…in
questi anni
anche se distanti il loro pensiero era dietro ogni nostro gesto,
decisione. E’ stata una battaglia eccome se importante, anche
se
non l’abbiamo affrontata con le armi.» Di nuovo Ryo
«Tu sei stato l’unico che ha mantenuto il
“sangue
freddo”, diciamola così, affinché non
bruciassimo
un istante importante ma anzi, lo curassimo fino al minimo
dettaglio.» …alludendo alle tante buste da cui
spuntava lo
sguardo un po’ smarrito di Terriermon «Il
risultato…è bello da vedersi, tanto
più con te in
mezzo.» disse Ryo, e Lopmon «Per
questo…a te
l’onore, amico
mio!»…«Ah!»…«Che
sia tu la prima
immagine che Henry rivedrà per capire che…la sua
avventura da Digimon Tamer non è ancora finita.»
Ryo
infine «E’ il premio che ti meriti per il tuo bel
pensiero.»…«Amici…»
Terriermon era
commosso «…sapete una cosa…? Vi voglio
tanto
bene…» …mentre anche Monodramon si
accostava a Ryo,
e assieme a questi e a Lopmon gli sorrideva «…se
non fosse
stato per voi non avrei sfogliato petalo per petalo
questa…stupenda eccitazione. Vi sono tanto
grato.»…«Andiamo, non aspettare
oltre.»
suggerì Ryo, Lopmon «L’ascensore ti
aspetta!»
e Monodramon «Ma fotografa nella tua mente la faccia di
Henry,
dopo dovrai
descrivercela!»…«Sì…s-sì!»
Lopmon gli si accostò in ultimo «Momentai,
Terriermon…dai, sono certa andrà tutto
bene.»
Terriermon deglutì pesantemente…
Quando
nell’appartamento sopra di lui, una volta che Henry rimase
solo
con Aki «E’ stato un bene che tu sia
venuta.» si
accostava a lei, che si volgeva «Che cosa è
successo?»…«…è
stata qui!!...»
confessò il ragazzo con occhi pieni di paura «Ti
riferisci
forse a…?»…«Rea, mia moglie!
Poco ci è
mancato che facesse capire tutto a mia
madre!»…«E
non ha parlato fino in fondo?»…«No, per
fortuna
no!!» sfogava Henry la sua agitazione camminando per il
salotto
«Sono riuscito a confondere le carte, ma per quanto ancora?!
Ahhh…» ponendosi la mano sulla fronte
«E’ uno
stress continuo, e a questo si è aggiunta anche la madre
della
mia amica, di Rika! E’ piombata qui a lanciare
accuse…irripetibili!»…«Calmati,
Henry.»…«Aki, scusa
ma…è tutto il
giorno che mi dicono di calmarmi, non ce la faccio
più!!»…«D’accordo,
come vuoi!
Io…non lo
ripeterò!»…«No…perdonami,
ti prego
è che sono preoccupato!...
…quanto
ancora durerà la terapia prima di poter vedere qualche
effetto?» ma la psicologa gli rivolse sguardo speranzoso
«Poco! Ancora per poco Henry, giusto un minimo
sforzo.»…«Quando è che
potrò…liberarmi definitivamente…
…dai ricordi che compongono la mia
infanzia…?»
…mentre
Terriermon, seppur un po’ a fatica e trascinando qualche
pacco
con i denti, si infilava in ascensore. Adagiava per un attimo i fiori a
terra e saltava per premere il bottone con l’orecchio.
«Il tempo che
occorre alla terapia per dare i suoi frutti non è
molto…» Aki si avvicinava a lui, che affermava
«Il
tempo però che basta a Rea per mettere in piazza la storia
del
nostro matrimonio, e di nostro
figlio!»…«Non lo
farà, credimi, mi hai descritto tua moglie. E’
incapace di
certi gesti istintivi.»…«Sì,
però
io…!» e si massaggiava gli occhi…mentre
la ragazza
gli prendeva le mani e lo invitava a guardarla
«Cos’hai?»…«Io…»
…Terriermon accennava un sorriso, al salire
dell’ascensore…
«Mi
vergogno un po’ a confessarle ciò che ero venuta a
fare,
lo sa?» arrossiva un po’ Suzie, ripiegandosi su se
stessa
«Ahah! Ma ti ha mandata qui il destino, cara: sei venuta a
salvarmi.» fece dolcemente la signora Akimoto ponendo la sua
mano
su quella della giovane «Ti hanno mandata a mo’ di
angelo
in quanto non potevo finire sotto le ruote di
quell’automobile
senza aver esaurito il mio compito di madre. E di nonna, teniamo ben
presente DI NONNA! Perché io…il piccolo Benji
alle
balzane iniziative di suo padre e della sua famiglia no che non lo
cedo! Dovranno passare…SUL MIO CADAVERE, in questo senso
davvero!»…«Ah! Cosa?!» Suzie
balzò in
piedi «Non mi dica che quel mascalzone non contento di aver
piantato e lasciato soli Rea e il bambino adesso accampa pure dei
diritti?!»…«Ehhh, no ma che vuoi io me
lo aspetto.
Persone così, con i soldi, famiglie…che si
credono tutte
loro sono capaci di questo. E D’ALTRO, e sanno che mia figlia
è un’ingenua!»…«Io
lo stritolo con le
mie mani se ci prova…!!» con tanto di espressiva e
incisiva mimica «Anzi no…! No, farò
qualcosa di ben
più interessante, lei dice che Rea è
un’ingenua ma
in realtà sua figlia l’ho conosciuta ed
è
intelligentissima, il problema è che è sola. E di
una
ragazza sola la gente di oggi si approfitta.» schizzando di
nuovo
a sedersi vicino alla donna «Signora! Ptsss…!
Venga, si
avvicini.»…«Un segreto, bella di
mamma?»…«Che nessuno nei dintorni ci
senta: ha mai
pensato che se sua figlia Rea avesse accanto un ragazzo onesto e di
sani principi non avrebbe più nulla da temere da parte del
padre
di suo figlio? Ok d’accordo è sempre il padre, e
sarebbe
ingiusto portargli via il bambino ma questo non gli dà il
diritto di approfittarsi di
Rea!»…«Ehhh?! Un
ragazzo, hai detto?!» alla signora si illuminò
letteralmente l’espressione «Ahhh, sarebbe
meraviglioso! Un
sogno!!»…«Oh, ciò che
è meraviglioso
non è detto sia sempre un sogno signora, la mia vita ne
è
stata la dimostrazione!»…«Ma tu sei
davveeero, un
angelo mandato dal Cielo piccola
Suzie!»…«Uhmuhmuhm!
Io solo una messaggera, l’angelo in questa storia potrebbe
essere
qualcun altro!»…«E dimmi…tu
avresti forse
qualcuno da far conoscere a mia figlia?? No perché mio
marito
vuole rifilarla al suo capo ma sai com’è noi siamo
i
genitori e sa sempre di intromissione mentre invece tu guaaardati,
giovane e carina poi questo fatto delle ripetizioni fa
tutt’altra
atmosfeeera, in fin dei conti il consiglio di una buona amica non lo si
rifiuta mai!»…«Mmmm, si fidi di me
signora, ha
trovato la gallina dalle uova d’oroooo!!!»
battendosi di
nuovo il pugno sul petto, tanto forte da «Cof
cof-COOOF!»
tossire un po’ «Ah! Niente di più e
niente di meno
di quella che stavamo aspettando! Non sto più nella pelle,
finalmente ci libereremo di quell’ombra oscura…!!
Puafh!» scandito con disprezzo «La sagoma
dell’ex-marito di mia figlia è diventata il mio
incubo la
notte, il dottore mi ha detto che mi è peggiorata
l’asma
da quel giorno!»…«Cavoli, doveva essere
proprio un
tipo losco.»…«Ah! E pensare tante arie
da bravo
ragazzo, referenze ottimali e poi…bah è proprio
vero che
oggigiorno non puoi fidarti di nessuno. E dire…che
sembravano
così innamorati, la famigliola ideale! Con
l’eccezione che
si sono sposati
all’estero!»…«All’estero??»…«Il
vigliacco non ha mai mostrato la sua brutta
faccia!»…«Vuol dire che non
l’ha mai
conosciuto?!»…«…se non in
foto…!
Sniff!»…«Oh-h,
signora…!»…«Dovrei ancora
averla in
borsetta.» iniziando a frugare «N-Non so
neanch’io
perché la tengo, forse perché Rea e Benji sono
venuti
bene. Ogni volta che la riguardo mi viene da piangere, e mi viene anche
una tale rabbia!»…«…a questo
punto sono
curiosa…» mormorava Suzie sbattendo i suoi occhi,
dopodiché avvicinò la sua borsetta «Non
l’ho
perso in autobus, vero? Ah, per fortuna eccolo! Se lei ha in borsa il
passato, io…» estraendo lentamente il Digivice
«…ho con me quello che tutti vedono come il
passato,
quando solo io so che rappresenta il futuro! Signora Akimoto, intendo
spiegarle dettagliatamente il mio piano! Deve sapere che io ho un
fratello-modello che si chiam-»…«Eccoli!
Guardali,
sniff! Ecco la foto famigerata, la
famiglia-inganno!»…«Mi faccia
vedere…»…«Erano i sogni di
mia figlia, lei lo
amava con tutte le forze E LUI L’HA PIANTATA COME UN
MISERABILE
DOPO AVERLE FATTO SFORNARE UN FIGLIO! Oh!...piccolo Benji, amore della
nonna!...
…suona
come disgrazia quando Rea afferma che hai la stessa faccia del tuo
papà!» Suzie prese in mano la foto…
…ma
quando la guardò «Che cosa?!»
trasalì,
balzando in piedi di scatto così che il Digivice cadde,
rimbalzando a terra «Non è
possibile…!!...»
Il tremore
pervase il corpo della giovane, nello stupore della signora
Akimoto…
…quando i suoi occhi incrociarono quelli di suo fratello
Henry
che sorrideva nella foto, assieme a sua moglie e a suo
figlio…
L’ascensore era arrivato al piano. Della gente era
lì per
scendere, quando le porte si aprivano «Oh? Ma non
c’è
nessuno!»…«Sicuro di non averlo
chiamato
tu?»…«Sì…!»…«Oh?
Guarda là!»…«Gulp!!...buste
che
camminano?!»
«Auhf,
urfh!» …Terriermon si faceva strada a fatica sul
pianerottolo, ma la sua espressione era sorridente «Gli
ultimi
tratti…i più stremanti del lungo
cammino!»
All’interno però…
…Aki
abbracciava Henry da dietro, Henry che affermava «Io agisco
così ma in fondo…non mi piace. Non ci sono
abituato! Mi
sembra…» abbassando lo sguardo
«…di
calpestare chi ero, e ciò in cui credevo quando ero un
ragazzo.»…«E’ naturale che sia
così,
questa fase genera un conflitto all’apparenza
incolmabile…» mormorò Aki…la
quale
però iniziò a guardarsi attorno mossa da un
inesplicabile
moto, come se avvertisse una presenza…
…mentre Henry si passava la mano sul viso e respirava, per
poi
fissarla «…Aki: è troppo forte per
essere confinato
ad una semplice “fase transitoria”, e va avanti
da…troppo tempo. E’ questo che mi
disorienta.»…«Ma tu devi avere fiducia
in
me…» replicava lei…il cui anello
però aveva
iniziato a lampeggiare, sembrava emettere un segnale…
Terriermon era quasi arrivato alla porta…
«T-Te l’ho detto, Henry!» fece lei
sforzandosi di
sorridere, quando in realtà era scossa «Ne abbiamo
parlato
all’inizio della terapia, avremmo attraversato momenti di
alto e
momenti di basso! E’ così,
è…normale…!»
…quando per un motivo
inspiegabile indietreggiava verso la porta di casa...
…e nascondendo la mano, fece scattare la maniglia,
aprendola.
Henry non se ne accorse, poiché impegnato a rivelare
«Qui
non vi è ripresa, è tutta la mia vita ad essere
un
disastro, e da molto tempo
ormai.»…«Dimmi
Henry…» …una volta aperta la porta, Aki
sembrò più sicura e tornò ad
avvicinarsi a
lui…
…quando Terriermon «Oh?» facendo
capolino da dietro
una busta, notò che non vi era bisogno di suonare, per poter
entrare in casa…
«Quando l’hai rivista, quando si è
accostata a te,
che effetto ti ha fatto?» ponendole le mani sulle spalle
«Tu la ami
ancora…?»…«Aki…?»
spalancò gli occhi Henry
«…io…non l’ho
mai nascosto…
…!!...o meglio, al mondo intero sì ma a te no.
Io…»…«…va
avanti…»…«I-Io…!!»
mentre i suoi
sentimenti sembravano sul punto di esplodere «Io amo
Rea!!!» confessò con la disperazione che portava
dentro…
…mentre Terriermon entrava
«Ehh…?»
Aki si
affrettò ad allontanare Henry per ricondurlo in salotto. Una
volta lì lui non ne fece mistero «E-E’
la sola
donna…che mi abbia fatto battere il cuore!! La sola che
abbia
mai scelto, Benji è…!!...ERA…SAREBBE
STATO il
coronamento del nostro amore, se…!!...se
non…!!»…«Ma Rea, come
Benji…»
dichiarava con calma Aki, appoggiandosi elegantemente al divano
«…è compresa nel piano volto a
mascherare tutti i
tuoi stenti psicologici di questi anni. Del resto…se
è
vero che la ami
tanto…»…«Sì, io la
amo, io la amo…» tremava Henry, in quello
sconvolto
sussurro…
…nell’avvicinarsi sempre più sbalordito
del
Digimon…
«Non
potrebbe mai…» scandiva Aki
«…trovare altro
all’infuori di caos e
disorientamento…!!» mentre
Henry alzava su di lei occhi attoniti «…nella
vicinanza di
un marito legato MORBOSAMENTE ai suoi ricordi
infantili!»…«…!!...SE NON
FOSSE PER QUESTO
PERCHE’ L’AVREI LASCIATA?!»
esclamò il ragazzo
«MI SI E’ SPEZZATO IL CUORE! Ho dovuto farlo Aki,
per
questo la mia vita è orribile, io sono qui, invece la donna
che
amo il figlio che ho avuto con lei sono lontani, anche se sono tornati
dagli Stati Uniti ed abitano nei paraggi! Sono a un passo da me ed io
non posso afferrarli
perché…!!...perché…!!»
…mentre
Terriermon trasaliva, affacciandosi all’entrata del salotto,
ancora carico di pacchi…
«…perché ho paura di travolgerli con le
mie mille
paranoie ed instabilità!! HO PAURA DI ROVINARE LA LORO
VITA!»…«E dire che…
…adesso tu potresti essere con loro. Potrebbero cenare a
tavola
con te e con i tuoi genitori, Benji potrebbe essere tra le braccia di
tua sorella Suzie se solo il passato fosse stato diverso, se tu fossi
stato un ragazzo comune, se il pc in camera tua non avesse mai rivelato
un varco e tu non avessi mai conosciuto…
…tanto da legarti patologicamente a lui…
…Terriermon.» scandito con voce vellutata.
«Ahhh!!» il Digimon sussultò, e gli
caddero i fiori
dall’orecchio. Mentre Henry ripeteva
«Terriermon…
…ahhh, Terriermon, Terriermon, Terriermon!!...
…MALEDETTO TERRIERMON!!»
Dal
sussurro, al grido. Un grido che folgorò il piccolo Digimon.
E
che tanto violento giunse da un cuore disperato, che gli occhi non
furono in grado di distinguere l’espressione compiaciuta e
soddisfatta che Aki nascondeva dietro la sua compostezza
«E’ COLPA SUA!! LUI MI HA ROVINATO LA VITA,
RENDENDOMI UN
DIGIMON TAMER!!...
…mi ha ingannato con pochi mesi di
felicità…PRECLUDENDOMI PER SEMPRE IL FUTURO!!
E’
PER LUI CHE NON POSSO REALIZZARE ALCUN SOGNO, E’ PER LUI CHE
VIVO
IN FUGA!!»
«He-Henry…!!» rabbrividiva
Terriermon…indietreggiando di colpo, rischiando di
inciampare
tra quelle buste.
«Reazione…molto positiva.» descriveva
Aki
«La…rabbia repressa è nemica della
buona riuscita
di una terapia psicanalitica, ho…fatto bene a venire a casa
tua,
evidentemente ho sentito il tuo richiamo, sfogati di tutto
l’astio, Henry, senza remora alcuna!!»
«Io…!!...vorrei farla pagare a quel piccolo
Digimon, lo
credevo un mio amico e invece legarmi a lui mi ha…mi
ha…!!...
…lentamente reso debole, sì di sicuro
è stato lui,
perché mi ha dato consigli sbagliati, perché
anziché insegnarmi a contare sulle mie forze come ogni
essere
umano mi ha raggirato con discorsi di unione e di amicizia!
Terriermon…!!...» stringendo pugni di rabbia, col
furore
ad inondare i suoi occhi «…mi ha portato via le
cose
più preziose, ha frantumato il mio potenziale di forza,
tanto
che ora stento ad essere un uomo!!»
“Non posso
credere…a quello che sento!” soffriva
l’animo di
Terriermon, in quell’agghiacciato indietreggiare…
«Sono felice di sentirti parlare così, Henry. Fai
progressi decisivi. Finalmente ti sei accorto che l’aver
vissuto
un periodo come quello…
…a conti fatti è stato solo un male.»
Nel
soffiare gelido dell’aria a casa Wong, al lampeggiare intenso
dell’anello violaceo.
«Questo
è solo uno scherzo di cattivo gusto!» esclamava
Suzie alla
vista della foto della famiglia di Henry e Rea. La signora Akimoto non
tardò ad alzarsi e accostarsi a lei «Per
carità,
che ti è successo piccolina perché un tale
spavento?»…«M-M-Ma quando…si
sono
sposati?!»…«E-Ehhh…»…«Mi
risponda, signora!!» gridò quasi aggressiva
«Eeee
due anni fa-circa! Un anno e mezzo, due
anni!»…«…e
DOVE…?»…«Ehhh…lontano,
in America. Non
mi è mai piaciuta questa cosa ma mi attenevo a quanto mi
diceva
mia figlia!» borbottava la donna…
…mentre
gli occhi di Suzie erano attoniti «In
America…»…«Io ho chiesto a
Rea perché
questa cosa da fuggiaschi, almeno aspettare il loro ritorno, la fine di
quello stage universitario visto che hanno casa tutti e due qui, a
Tokyo! Si poteva fare una cosa tanto bella e insieme invece
niente.» …ma quelle erano gocce brucianti di
verità
che trafiggevano l’animo della ragazza, che indietreggiava
«Solo dopo ho capito che quel vigliacco doveva avere qualcosa
da
nascondere. E in effetti…mmmf! Tutte le storie sulla sua
famiglia erano molto confuse: figlio unico, un fratellastro poi
sparito, una rotta da annali con i
genitori…!»…«…!
Non è
possibile…!!» sempre più agghiacciata
«Io
l’avevo detto a Rea le avevo fatto “stai
attenta”
quella ascolta mica? No! E infatti ora ne paghiamo le conseguenze il
povero piccolo Benji è un adorabile pacco postale vagante,
senza
un padre! E con una madre trafitta nel corpo e nello spirito unica
cosa, mi chiedo…piccola Suzie cara ma perché a te
fa
questo effetto la nostra lo ammetto drammatica vicenda familiare?
E-E’ nostra, come ho appunto detto. Tu hai la fortuna di non
avere in famiglia simili sto-immagino, avrai la fortuna: sembri una
ragazza tanto a
postooo!»…«No…!...no,
io…!...» tremando «Non sono una ragazza
a
posto...!»…«Come?»
piegò il capo
dubbiosa la signora «La mia famiglia non è
estranea a
queste cose, la mia famiglia
è…!!»…«Quali
sciagure ti sono capitate
in famiglia, parla tesoro, confidati con me!» ma le lacrime e
la
disperazione divampavano
«Ma…ma…?!!...COME
PUO’ ESSERE STATO
POSSIBILE!»…«Oh!
Calmati…!»…«COME
PUO’ ESSERE VERO,
COME?!!»…«Non
gridare…!!»…ma lei
riguardava quella foto, atterrita
«Henry…!...l-lui, Benji!
Rea! No…!!!» lasciandola andare, tanto che si
adagiò a terra, e la signora Akimoto si piegò a
raccoglierla, assieme al Digivice caduto «Questo
dev’essere
tuo, ti prego piccola Suzie svelami la
verità.»…«M-Ma quale
verità, QUALE
VERITA’! IO NON SO PIU’ LA
VERITA’!»…«Perché
mai?!»…«IO NON SO
PIU’…!!...QUAL
E’ LA MIA FAMIGLIA!! E-…E…!!»
ma il Digivice
di suo fratello era come se le bruciasse tra le mani, tanto che con
rabbia lo gettò e «Oh! A-Aspetta, dove
scappi?!»…cadde tra le mani della signora Akimoto,
che
invano cercò di trattenerla «Dove corri,
Suzie?!»
…ma la
ragazza aveva afferrato di corsa la borsetta ed era fuggita via.
«Oh mamma
mia, e questo cos’altro ha a che fare con noi?» si
chiese
appenata la signora.
Suzie non
riusciva a togliersi dalla mente quella famiglia incorniciata
“Henry…!” …e le parole
pronunciate da suo
fratello “Perché?!
Tutti hanno una loro famiglia, tutti hanno il loro bambino da
cu-…da cullare…
Perché io non posso fare altrettanto
col…mio…?!”
«No…!! Non è possibile, è
assurdo!! E’
solo un brutto incubo…»
«E-E’ solo…un brutto
incubo…!!»
Terriermon stringeva occhi e denti nell’ingresso di casa
Wong,
col pacco della torta ancora tra le mani.
Henry
sembrava soffrire, dopo aver sfogato la rabbia respirava
affannosamente. Ma Aki si avvicinava a lui con dolcezza «Hai
detto finalmente ciò che covavi da troppo tempo, la causa
del
tuo trafiggente
dolore!»…«…questo…non
basta a farlo cessare.»…«Magari non
subito, ma
presto vedrai che farà
effetto.»…«No. Questo
non può che acutizzarlo. Tutto ciò non fa
che…mandare in pezzi quel poco che è
rimasto.» In
bilico lo sguardo della giovane psicologa…
Quando
Terriermon assemblava “Henry, il mio Digimon Tamer, mi odia!
Il
mio amico, io ero tornato per lui! Ma lui non mi vuole! Mi odia! LUI MI
ODIAAA!!!” e così, disperato, scagliò
la torta a
terra. E fuggì via in corsa dalla porta aperta.
«M-Ma…!» Henry scorreva la mano sul
viso,
pronunciando con un filo di voce «…ma cosa ho
detto…?...cosa sono arrivato…ad
affermare?»…«E-E’ soltanto per
il tuo
be-»…«Henry.» si era
però affacciata la
signora Wong, che colse i due giovani di sorpresa.
«Mamma…» mentre Aki prendeva le dovute
distanze
fisiche dal ragazzo, a cui si avvicinava sua madre «Ti ho
sentito
gridare e pronunciare delle cose
specifiche.»…«Io…!...non era
questa la mia
intenzione…» sussurrò profondamente
disorientato…
…mentre Terriermon correva giù dalle scale,
lasciandosi
una scia di lacrime “E’ finita, la nostra amicizia
è
mutata in odio! Henry non mi vuole più bene, ce
l’ha con
me e vuole farmela pagare!!”
«Esigo che
tu mi spieghi cosa significa.» diceva la signora Wong con
fermezza, lanciando uno sguardo ad entrambi «A essere sinceri
con
Henry stavamo parland-»…«Un momento, la
prego,
signorina.»…«…mi
scusi.»…«Sto parlando con mio figlio.
Henry…
…perché hai detto quelle cose al riguardo del tuo
Digimon. Da quanto apprendo la tua collega è già
informata al corrente, strano di solito non hai piacere a divulgare la
storia del tuo passato da Digimon
Tamer.»…«Mamma,
io…»…«Henry: io non ti
permetto di affermare
certe cose. Terriermon…è stato un amico prezioso
per te.
E una salvezza per la nostra famiglia! Non avrei mai creduto che tu
potessi solo arrivare a pensare certe
cos-»…«Mamma-»…«No,
fammi
finire!» gli occhi della signora, oltre gli occhiali, erano
molto
seri. Mentre quelli di Henry e quelli di Aki si cercavano, ognuno nel
tentativo di oltrepassare la madre del ragazzo che si frapponeva tra di
loro «Resta il fatto che niente, NIENTE credimi figliolo
può giustificare la gravità di quello che hai
detto.
Odio. Nei confronti di qualcuno a cui…dovrai rimanere per
sempre
grato, anche se non lo rivedrai mai più!...
…né ciò che ha fatto tuo padre
né la
diffidenza delle persone che vi ha fatto seguito ti autorizza a dir
cose brutte su Terriermon, ciò che poi non sono riuscita a
decifrare bene, dalla mia stanza nella quale mi trovavo fino a pochi
istanti fa…!»
…nello spalancarsi allarmato degli sguardi dei
due…
…e
nel farsi penetrante e sospettoso di quello di Mayumi Wong
«…è l’esatto motivo di questo
tuo
sproporzionato sfogo, la ragione per la quale teorizzando questo
assurdo dovresti odiare Terriermon. A
cosa…esattamente…avresti rinunciato a causa
sua?»
Henry era
completamente smarrito, il tremore lo attraversava…
Quando presso il
portone del palazzo «Il nostro maestrino a
quest’ora si
starà facendo le feste col suo domatore e si sarà
completamente scordato di noi!»…«E dai,
Monodramon,
non essere impaziente!» scherzò Ryo, aggiungendo
«Se
fosse toccato a noi due ci saremmo scordati del mondo
intero!»…«E’ vero Ryo ma non
dimenticare che
qui c’è anche Lopmon che sta aspettando. Anche lei
conta i
minuti in silenzio per rivedere la sua Digimon Tamer, la
conosco.»…«Oh…non
preoccupatevi per me, io
sto bene. Sono paziente e fiduciosa, e sono sicura che molto presto ci
riabbracceremo.»…«Ahah!» si
divertiva il
draghetto violaceo «Se solo i nostri compaesani del villaggio
sapessero in che situazione ci troviamo: noi siamo stati le guide, i
Digimon che erano stati sulla terra, ma adesso siamo qui come ragazzini
col fiato sospeso, nel compiersi di un ritrovamento senza
precedenti!»…«Che vuoi, vecchio mio, non
si arriva
mai a vivere ogni emozione possibile, e ad aver sperimentato
tutto!» replicò il suo domatore, mentre Lopmon si
aggrappò al portone «Aspettate! Vedo qualcosa,
sulle
scale!»…«Eeeeh, come?!» fece
Monodramon, e Ryo
«Dove, esattamente?! Fammi guardare!» Monodramon
propose
«Forse è Terriermon che fa la sua uscita trionfale
sulla
spalla di Henry!»…«Non capisco
esattamente…a-aspettate!» Ryo aprì il
portone
«Ma cosa-?!»
Un fulmine in
corsa li travolse tutti e tre, poco mancò che li facesse
piroettare come trottole «Terriermon!!»
esclamò
Lopmon, e Ryo «Ehi!! Fermo, Terriermon, dove-dove
vai?!»…«E’ assurdo,
perché scappa
così?!» si chiese Monodramon, e Lopmon
«Non lo so
con certezza: ma è di sicuro successo qualcosa, devo
seguirlo!» e non tardò a sfrecciare
«Andiamo anche
noi, Ryo!»…«E-E’
più che ovvio! Ma,
dove sarà finita tutta la roba che abbiamo comprato, per
giunta?!»
Giaceva a terra,
presso l’entrata del salotto «Sto aspettando che tu
mi
risponda, Henry.»…«Scusate,
io…»
accennò Aki «E’ colpa mia. Credo di
aver…combinato un disastro, forse sarebbe stato meglio che
non
fossi venuta.»…«N-No…!...non
preoccuparti…Aki, non è colpa tua. S-Sei
sempre…stata disponibile con me…»
specificava
lentamente, meccanicamente, ma fissandola con intensità
«…mi hai dato modo di confidarti…della
mia
esperienza come Digimon
Tamer.»…«E’
esatto.» si affrettò a spiegare lei «Vi
siamo
tornati molto spesso, tra…una chiacchiera e
l’altra
davanti a un caffè, al lavoro, non è
così
Henry?»…«E’ strano, signorina,
io non
l’ho mai vista quando sono passata all’azienda dove
lavora
mio figlio. Non mi ha mai…nemmeno parlato di lei.»
La
ragazza rimase in silenzio «Confermi,
Henry?»…«Oh!» …ma
in quegli istanti
sospesi, si udirono dei passi, che culminarono con
l’affacciarsi
del signor Wong
«Scusatemi.»…«Ahh!
Papà!»…«Non sapevo avessimo
ospiti.»
La ragazza si
affrettò dunque a presentarsi «Buonasera signor
Wong,
molto lieta, il mio nome è Aki Myiamoto, sono…una
collaboratrice di Henry.» ricercando fulmineamente gli occhi
del
ragazzo che confermò «Proprio
così.»…«Buonasera…»
rispose
invece Wong…restando per qualche secondo sospeso stringendo
la
mano della ragazza e scrutando il suo anello «Ecco,
veramente…» infatti lei seppur con delicatezza
tirò
via la mano, mentre Wong mormorava «Ptsss…Henry,
Mayumi,
ma si può sapere cosa sono quelle buste in mezzo al
corridoio? A
qualcuno di voi è caduto
qualcosa?»…«Eh?» fece la
moglie
«Co-Come, quali buste?» chiese il figlio, mentre
Aki
«Voglia scusarmi, signor Wong. E anche lei, signora, ma ora
per
me si è fatto tardi, dovrei proprio
andare.»…«Oh, ma se desidera
può fermarsi a
cena.»…«E’ molto gentile
signor Wong,
un’altra volta accetterò volentieri.
Henry…noi ci
vediamo domani, al
lavoro.»…«D’accordo! A
domani, Aki!» così si congedò. Ma
entrambi i
signori Wong la seguirono con gli occhi fino a quando sparì
oltre la porta, e la loro espressione era pensierosa. Henry
però
vide, come temeva, gli occhi di sua madre tornare a lui. Wong chiese
«Ma…insomma, che succede,
cos’è questa
atmosfera
tesa?»…«Nessun’atmosfera tesa,
Janyu. Semplicemente stavo parlando con mio
figlio.»…«Parlando? E di
cosa?» mentre Henry
tendeva ad indietreggiare «Devi sapere…che
l’ho
udito dire cose che fino a pochi anni fa avrei creduto di aver solo
immaginato.»…«N-No!»…«Ma
insomma,
Mayumi, mi vuoi dire di che si tratta, così
mi…!...Henry?
Tu almeno vuoi dirmelo, di cosa parlavate tu e tua
madre?»…«…di
Terriermon…»
scandì però lei. Henry
sussultò…
…ed anche
l’espressione di suo padre acquistò gelo e
cupezza…
Takato scendeva
nuovamente le scale della sua casa, riepilogando fra sé
«Rika non risponde al telefono: nessun problema, vado a
casa.» Il suo passo su quei gradini familiari era svelto e
scattante…
Al piano di sotto
«Ecco il tuo pacco,
Yuki.»…«Graaazie, lei
è un vero angelo!» replicava la paffutella
biondina
«Questa mattina sono venuta ma poi fretta e chiacchiere hanno
fatto passare in cavalleria il cibo: non che accada spesso, ben
inteso!»…«Ahahah!...no, invece io non ti
dico che
mattinata ho passato.» fece Mie andando dal riso alla
serietà «Oh?! Non me lo dica ma non
sarà
perché non ho comprato
niente!»…«No, figurati
tu non c’entri, sei sempre così carina! E anche
tuo
marito.»…«Graaazie!»…«Eh,
ti
pare, annosa conoscenza! No, insomma…e a proposito di gente
conosciuta, una tragedia! Ma tu hai presente Asanuma,
l’insegnante elementare di mio figlio e di tuo
marito???»…«E’ morta??? Ohhh,
poveretta che
abbia pace era davvero cattiiiva!»…«No,
no!! Per
carità, ci manca solo che le accada qualcosa di peggiore di
quanto ha già dovuto passare stamattina nel mio
negozio!»…«Pane troppo secco??? Qualcuno
lo dice in
giro ma non me ne sono mai
accorta!»…«Non è
un problema di cibo…purtroppo. Eh, come?! Secco il nostro
pane?!»…«Ops! Oh mi scusi signora mi
è
scappato!»…«No, insomma,
dicevo…mio figlio!!
Takato, e Asanuma!»…«Nooo!!!»
mani inanellate
alla bocca «Loro due coppia clandestina? Ma quanti anni ha
lei
più di lui taaanti! Eh beh visto che lui e Kenta hanno la
stessa
età!»…«Ben altro, Yuki: non
so se migliore o
peggiore!» replicò Mie malcelando un cupo rossore.
Yuki
ipotizzò in extremis «…u-un
figlio?» ma Mie
scosse il capo…ed esplose «Mio figlio
l’ha cacciata
brutalmente dal negozio!»
…proprio
mentre Takato giungeva, e si infilava la giacca, destando il volgersi
di entrambe «Oh! Takato adesso dove stai
andando?!»…«…da
Rika.» rifilando a sua
madre la coda dell’occhio «Ciao,
Yuki.»…«Tua madre ti ha chiesto dove
stai andando,
non potresti essere un po’ più
preciso???»
puntualizzò con fare un po’ saccente la biondina,
e Takato
si volse. Serio in volto, ma ponderò con calma
«Sto
andando a casa di Rika. Ne avevamo parlato poco
prima.»…«Takato.»
iniziò Mie «Non
è che con tutti questi problemi che hanno sempre i tuoi
amici
finiremo col perdere anche l’ultima seppur debole speranza
rappresentata dal tuo lavoro al salone? Ah, se tu lo trascuri Harasawa
ti licenzierà.»…«Ci ho
parlato al telefono,
veramente: ha detto che faccio bene, che lui perse il suo primo lavoro
per aiutare l’amico che in seguito gli ha fornito i fondi per
aprire il salone. Si dice in giro che ciò che dai ti torna
indietro.» La madre non fu molto convinta, e Yuki
strabuzzò gli occhi «Ha-Hai trascurato il tuo
lavoro al
saloneee??? Tu ti stai facendo contagiare e stai diventando sfaccendato
come Kenta, possibile che ci sia qualcosa di più importante
di
sgobbareee??? Cosa avrà mai questa tua amica di tanto
graveee???» …ma su di lei si posarono quegli occhi
di
metallico velluto sempre più ricorrente, col tempo,
nell’espressione del ragazzo «Qualcosa di
decisivo…che riguarda un rapporto estremamente importante,
che
ha avuto inizio dieci anni
fa.»…«Ah!» Yuki
sobbalzò, e Takato «Dillo a tuo marito.»
rifilò con un lieve sorrisetto
«Afferrerà al volo!
Io torno appena posso, mamma.» volgendo le spalle, e
accingendosi
ad uscire quando Mie faceva «Ptsss!...ritieniti fortunata
Yuki se
non fa con te come con la sua maestra, oggi ne ha per
tutti-»…«Mamma!»
risuonò però
metallica la voce del ragazzo che ancora non era uscito…
…e che si
volse appena «Solo un’idea commerciale: fa uso di
manifesti, quando qualcosa è veramente importante. Ti
risparmieresti la fatica di illustrare ad ogni cliente…le
offerte del giorno! Ci vediamo!»
L’aria che
lasciò alle sue spalle era rigida. Mie scosse il capo
«…io sono sempre più
preoccupata…»…«Ptsss, Mie! Mi
dica signora
con me può proprio essere sincera-pane al pane, visto che
siamo
in tema col negozio!»…«Oh, ma lo
so…!»…«Teme che suo figlio
possa cambiare,
che possa diventarle ribelle e
ingestibile?»…«Sono
terrorizzata, Yuki.» dichiarò apertamente, e
quella faccia
grassoccia si fece più vicina «Ma per caso
è la
storia di Kazu a inquietarla? Qui sono passate ore ma ancora non
c’è traccia dell’amico di mio marito ma
lei ha udito
niente, in giro? Il padre ha perso quegli ultimi resti di cervello che
aveva in
dotazione.»…«…nessuna
notizia. Ma
ormai crediamo che sia fuggito di sua spontanea
volontà.»
Takato,
nella sua corsa verso casa di Rika, vi pensava
“Kazu…” stringendo gli occhi
“Anche lui.
Chissà dove sarà adesso!”
Chiusi i suoi
occhi, tranquillo il suo respiro…mentre Imagomon
approfittava
del sonno del ragazzo per adagiarlo sul manto che strappò
dalla
sua corazza, e poi camminare verso le sbarre
«Mmm…vibrazioni oscure. Sento la tensione
salire.»
mentre il suo sguardo si assottigliava, nello scrutare le molteplici,
gementi sagome che si distinguevano nel buio di quella prigione: una
moltitudine di Digimon, le cui speranze erano ormai sfumate
«Qualcuno trama contro di noi. Il pericolo è
vicino…ed è immenso…» mentre
Kazu, dietro di
lui, si rigirava nel sonno…
…al piano
di sopra del vascello, nella sala del trono «Oh beh io
credevo
ingenuamente che…distruggere! Fare terra bruciata, e
torturare
povere anime digitali in pena facendole spegnere in una sporca prigione
dimostrasse impegno, partecipazione da parte mia alla nostra nobile
causa!» declamava il possente e scampanellante Sandmon
passeggiando e…parlando al cellulare «Ammetto che
l’ultima cosa che mi sarei sognato di sentire era la proposta
di
una tattica…di questo genere!!!»
rimarcò un pizzico
inorridito, ma per metà anche incuriosito «Con la
Sfera
regale è vero, siamo in alto mare, i miei subalterni non
concludono niente, forse perché usano un tono troppo poco
intimidatorio! Ma prima o poi io contavo sul sopraggiungere del terrore
da parte di quel fossile ormai prosciugato di Cyclemon, prendendo
coscienza che la sua terra ormai altro non è che cenere e
invece…tu mi parli di ADDIRITTURA di allestire
un…m-matrimonio?! Qua abbiamo raggiunto, e superato il
confine!»
…mentre
dal buio attorno a lui sbucava il gatto nero con l’elmo e i
bracciali…
…e nel
nero risplendevano gli occhi fucsia, e gli occhi blui «Ptsss,
pussa via gattaccio sto trattando affari di guerra!»
liquidò sbrigativo Sandmon «Puss-ah sporchi tutto,
ma
portatevelo via!» …si rivolse alle misteriose
figure oltre
il buio «Via, sciò! A lavorare ed impegnarsi, qui
stiamo
battendo la fiacca tanto che dalla direzione ci giungono proposte
INDECENTI, andate oh…!...per tutti gli scudi appesi, il mio
cuore sta per cedere e sono in età da infarto!...ma se tu
reputi
che finalmente metteremo le mani sulla Sfera regale grazie a questa
pagliacciata, beh…!» tracciando sul suo volto
sabbioso un
sorriso subdolo «…il tuo Sandmon è per
l’ennesima volta a tua disposizione! Mwhahahahah! Unica cosa
è il lavoro finora svolto avresti dovuto avvertirmi prima,
ho
fatto illudere questi prigionieri di essere ambiti trofei quando invece
stando così le cose altro non sono
che…fardelli…superflui! Mmmhf!»
leccandosi i baffi
per quell’idea sfiziosa…
«Il
pericolo si addensa!» pronunciava Imagomon in un sussurro,
velato
però d’ansia «Molto presto per noi
frammenti di
mondo digitale qui racchiusi giungerà il confronto con un
destino infausto!» chinando il capo, come si sentisse in
colpa
per aver maturato nel cuore una tanto oscura previsione «La
nostra sola speranza sarebbe unire le forze…e tentare un
atto
disperato, da cui non si torna indietro!...» ma da dietro di
lui
«…Imagomon…»…«Oh?!»
…giunse una voce flebile, di un ragazzo che aveva dischiuso
gli
occhi dal suo sonno «…ti ho
sentito…»
«Dov’è?! Voi lo vedete?!»
chiedeva tempestivo
Ryo scostando i suoi occhiali da sole «Argh! Non vedo niente,
qua
c’è troppa gente!» replicò
Monodramon che si
nascondeva dietro un bidone dell’immondizia «Dove
può essere andato…?» accennava
preoccupata Lopmon
accucciata sotto un’automobile «Non lo so,
accidenti,
è corso talmente rapido che è sfuggito al nostro
raggio
visivo, ma non possiamo arrenderci così, dobbiamo continuare
a
cercarlo!» definì il ragazzo, e corse
più in
là, verso il semaforo per attraversare l’incrocio.
«Terriermon…» ripeteva con un filo di
voce la
coniglietta digitale dalle orecchie lunghe…
…quando
quell’amico a cui destinava il suo pensiero, ora vagava per
le
strade con sguardo smarrito, e passo barcollante. La gente talvolta si
volgeva…
“Guardate,
cos’è, un
pupazzo?!”…”E se fosse un
Digimon pericoloso, come quelli che hanno assaltato il
parco?!”
…erano commenti che lo carezzavano ai bordi delle sue lunghe
orecchie che ora strusciavano a terra, pulendo
l’asfalto…
…ma
lui non se ne curava, neanche li sentiva, si preoccupava solo di
incedere nonostante il suo passo fosse stanco, e l’affanno
prossimo a sopraggiungere. Quell’angoscia, quel dolore
straziante
era saldamente aggrappato al suo cuore, e secondo dopo secondo lo
portava sempre più giù…
Lo stesso
sembrava provare Henry, con gli occhi dei suoi familiari puntati su di
lui «Cosa…c’entra Terriermon?»
domandò
il signor Wong aggrottando la fronte «Terriermon è
stato
il Digimon di tuo figlio, avrà sempre a che vedere con
lui.» replicò la moglie «Ah beh
sì,
d’accordo, però…mi meraviglia, insomma,
proprio
adesso…è tanto che Henry si occupa
d’altro. Di
Terriermon gli è rimasto il ricordo, questo si
sa…!» si destreggiava Wong in visibile imbarazzo
«Però…quella ragazza è una
collega, credevo
si parlasse di lavoro
e…!»…«S-Sì,
papà! Aki…è una mia collega. Il
discorso di
Terriermon è venuto
casualmente!»…«Non
è stato casuale.» ribatté
però la signora
Mayumi, facendo volgere di scatto il marito e dilatare gli occhi del
figlio «Non stavi raccontando a quella ragazza uno dei tanti
aneddoti vissuti col tuo Digimon, Henry! Né di una delle
rischiose battaglie che avete affrontato assieme…»
…ignari di quel suono di chiavi che precedette
l’arrivo di
Suzie, che fece ingresso lento e smarrito, quasi come se quella non
fosse più la sua casa. Infatti si sentì ancor
più
disorientata, quando vide quelle buste stranamente abbandonate a terra,
circondate dalle briciole di una torta, e dai petali di
fiori…
«Tu
hai gridato qualcosa di molto chiaro,
Henry!»…«S-Sì,
ma…!!»
prendendosi il capo «L’ho detto senza volerlo,
prima che
avessi il tempo di pensarci!!...
…t-ti giuro, mamma, h-ho parlato…!...senza
ascoltare il
mio animo, è stato un momento di foga, e in questi le parole
prendono una direzione casuale
e-…!»…«Hai
preso l’abitudine a descrivere ogni cosa come un fenomeno
informatico,
figliolo…»…«Ah!» fu
colpito il ragazzo da quel commento della madre
«…la vita
è altro. E tu…almeno in
teoria…dovresti
saperlo.»…«Oh, ma insomma, mi volete
spiegare?!» insisteva Wong…
…mentre
Suzie si chinava…e a poco a poco dilatava i suoi occhi
segnati
dal pianto, e incorniciati dal pallore, estraendo lentamente dalla
busta il cuscino con la fotografia di Digiworld…
«Dovresti
conoscere della vita ogni risvolto…umano, e
imprevedibile.» definiva la signora Wong «Non tutto
si
può calcolare, incasellare. Confinare in modo che non sia
lesivo, io non ho combattuto una battaglia come la tua, la mia vita
è stata quella di una donna comune. Ma a te invece dovrebbe
essere ben chiaro ogni moto…ondulato e casuale che la vita
può acquistare, grazie a ciò che hai vissuto
dovresti
accettare di buon grado emozioni, e incertezze. E’ a questo
che
almeno teoricamente dovrebbe servire la conoscenza di un
Digimon…!»
…mentre a
Suzie cadeva il cuscino di mano, mano che andava tremante alle
labbra…
«…o
forse…» ipotizzava con sguardo penetrante signora
Wong
«…è esattamente questo il motivo per
cui ti
infastidisce, per cui ora ti risulta
scomodo?»…«M-Mamma…!...ti
prego, te lo chiedo
per favore non continuare, non ripetere queste cose ciò che
ho
detto mi fa già star male, io…!...non
l’avevo messo
in conto, non era ciò che volevo, e in
fondo…!» ma
la madre prevaricò «Fosse che è proprio
perché mettono a nudo la nostra natura umana e fragile, che
hai
appena ammesso di odiarlo?!»…«Che
cosa?!»
sussultò a quel punto Wong, che si volse prima verso la
moglie
poi verso il figlio «Fosse perché il suo ricordo
senti che
lede le fondamenta false della figura che hai cercato di tener su, in
tutti questi anni, e che difendi con ardore?! Da gli assalti di tutti,
persino del Digimon che un tempo avevi al tuo
fianco?!»…«Mamma, no!!»
…ma a
quel punto Suzie comparve sulla porta del salotto. Pallida,
assomigliava ad uno spirito. Aveva sguardo solo per suo fratello, al
quale sussurrò «…che cosa hai
fatto…?»
«Suzie…»
«…loro sono tornati.» rivelò
la ragazza, ed
Henry «Come?!» I signori Wong si aggrapparono
l’una
all’altro in quel sussulto «Sì, sono
tornati…» scandì la
ragazza…trascinandosi da
dietro il cuscino e le altre buste «Sono tornati e tu che gli
hai
detto, Henry…?» Gli occhi di lui non sapevano dove
guardare e caddero bassi, ma l’aggressività in lei
crebbe
«Ti ho chiesto che gli hai detto,
rispondi!!»…«Suzie!» la
richiamò il
padre, ma lei gridò più forte
«CHE---COSA GLI HAI
DETTO?!!» e scagliò contro di lui con rabbia il
cuscino, i
fiori e la torta, che il ragazzo trattenne a stento
«CHE---GLI
HAI DETTO, PAZZO DISGRAZIATO?!!»…«Ahh!!
Suzie, per
carità!!» gemette lui, ma lei incurante dello
strazio dei
genitori gli si scagliò contro, colpendolo ancora e ancora
«CHE COSA HAI FATTO CON LORO?!! PROPRIO ADESSO CHE ERANO
TORNATI,
CHE COSA GLI HAI DETTOOO?!! COSAAA?!!»...«Janyu, fa
qualcosa ti scongiuro!!» gridò la signora Wong, e
suo
marito cercò di fermare Suzie ma fu uno sforzo anche per lui
«S-Suzie!»…«CHE COSA HAI OSATO
DIRE A
TERRIERMON, BUGIARDO, CHE GLI HAI FATTO CREDERE PORTANDO A COMPIMENTO
L’OPERA INIZIATA CON TUTTI
NOI!!»…«Ahhh!!» Henry
trasalì, nei suoi
occhi si lesse il terrore «HAI FATTO A LUI CIO’ CHE
HAI
FATTO A TUA MOGLIE?! LO HAI CACCIATO DALLA TUA VITA, COME TUO
FIGLIOOO?!!»
«Ahhh!!» il fiato della signora Wong si
spezzò.
Addirittura suo marito non poté fare a meno di bloccarsi dal
suo
tentativo di fermare Suzie, che affannata recuperava il respiro
«Che cosa…?!!» chiese il padre. Ma gli
occhi di
brace della ragazza non smettevano per un istante di riversare la
traboccante riprovazione in quelli agghiacciati del fratello, che
sentiva andare in pezzi la sua vita come quella torta a terra, ora che
riconosceva se stesso ragazzino su quel cuscino a forma di cuore che
gli era finito tra le braccia. E Terriermon sorrideva allegro
arrampicato sulla sua testa…
«…Rika non torna. Il cellulare continua ad essere
spento.» pronunciava scura in volto la nonna della ragazza,
al
fianco di sua figlia che socchiudeva gli occhi in un accorato appello
silenzioso alla calma «E se quella creatura
l’avesse
rintracciata,
Rumiko?»…«…stiamo facendo il
possibile, non dobbiamo lasciarci andare al panico.»
sussurrava
la pur provata donna, di fronte al display del computer di casa
«Internet non fornisce alcuna notizia d’allarme,
non
credere che non abbia
controllato.»…«…meglio
così.» disse la più anziana,
allontanandosi
«Vado a dare un’occhiata in
giro…»
...lasciando Rumiko a pensare “Non è vero, mio
Dio! Dei
Digimon hanno incendiato il parco, ma non posso riferirlo a mia madre!
Fa che mia figlia non si trovasse lì: devo pensare che
è
stata una Digimon Tamer e sa come difendersi!!”
…in
quegli stessi istanti, Takato giungeva al cancello
dell’antica
abitazione. Mentre la sua mano si avvicinava al campanello, tanti
ricordi riaffioravano. Il giorno che era stato la prima volta
lì, a fruire delle maniere della sua amica allora piuttosto
brusche e poco inclini all’amicizia. Ancora, il giorno che
assieme a lei ed Henry aprirono la porta e trovarono ad accoglierli
un…comitato di genitori, nel proposito di offrire
solidarietà a sostegno a loro e ai loro Digimon
“Per tutto
quello è stato…devo chiarire a tutti i costi il
malinteso
fra Rika e Renamon!” così Takato decise a spingere
il suo
dito di dieci anni più lungo e ben delineato sul campanello,
che
invece era rimasto uguale. Quando in quel momento «Uff, puf!
Uoah, mamma che corsa! Cavoli è qui che abita Rika ma che
BOOOMBA di forza! Che stile è questo, stile
vostro?!»…«Cindermon! Che ci fai
qua?»…«Eh beh visto che prima quelle
rompiscatole al
parco ci hanno interrottooo!» ma poco
dopo…«Ahhhhhh!»…e i due
sussultarono
«Takato, cosa è
stato?!»…«Non lo so,
sembrava un grido!» replicò il ragazzo con occhi
agghiacciati «Veniva da
dentro!»…«Andiamo a
vedere!» concluse Cindermon…che sotto gli occhi
sbalorditi
di lui compì un balzo prodigioso, scavalcando il muro di
cinta.
Un attimo dopo aprì il portone dall’interno
permettendogli
di entrare «Forza,
Takato!»…«Oh?
Sì!»
…attraversarono il giardino l’uno al fianco
dell’altra, Cindermon si piazzò davanti
all’abitazione «SERVE AIUTOOO?!!!
RIKAAA?!!»…«Rika, sei
qui?!»…ma una
voce dall’interno esclamava «E’
scappata!!»
…Takato e Cindermon si guardarono.
Rumiko raggiunse
ben presto sua madre in camera di Rika. La signora Seiko indietreggiava
«Mamma…che hai inteso con quel
grido?»…«Guarda tu
stessa…h-ha portato via
tutta la sua roba, la nostra Rika
è…è…!!» ma in un
gran trambusto che
comportò l’apertura della porta, Cindermon
penetrò
«Perdonate
l’intrusione!»…«Oh!»…«Ohhh!!»
…fu un sobbalzo per entrambe, che si strinsero
l’un
l’altra. Cindermon si toccò i capelli
«Che è?
Un ciuffo così è sacrilego in una casa di questo
stile?»…ma dietro di lei non tardò a
giungere
Takato «Niente paura! Seiko, Rumiko, vi prego perdonateci per
essere entrati così ma è urgente, stiamo cercando
Rika!»…«S-Sì infatti
ma…cioè
relax non restate lì impalate come due salsicce ptsss-Takato
chi
sono?»…«Ptsss-la madre e la
nonna.»…«Madr-non-no vabbé il
contrario,
comunque!» Cindermon cessò ben presto i tentativi
di
capire qual’era l’una e quale l’altra,
nonostante
fosse piuttosto intuitivo.
Le due
donne erano infatti rimaste piuttosto rigide. La prima ad avanzare fu
la più giovane, che ponderò «Voi cosa
sapete al
riguardo di mia figlia?»…«Noi?
Niente!» fece
Takato che poi continuò «Eravamo venuti qui
perché
non rispondeva al cellulare ma ora abbiamo sentito che è
scappata!»…«Veramente…»…«E’
così.» tolse ogni velo la nonna della ragazza,
mentre sua
figlia la consultava silenziosamente con lo sguardo.
«Cosa?!» fece Takato «SCAPPATAAA?!!! E
PER DOVE
PARDON???» seguì a ruota Cindermon, mentre Seiko
spiegava
«E’ quello che ci stiamo domandando. E’
tutt’oggi che Rika si comporta in modo
strano.»…«In che senso strano?! Cosa vi
ha detto,
che vi ha fatto capire, ogni indizio può essere
importante!» esortò Takato «A chi ha
fatto
allusione, al suo Digimon?!» incalzava Cindermon, e Seiko
sobbalzò «Che c’entra
Renamon?!» mentre Rumiko
assottigliava gli occhi «Takato…
…perché esattamente vuoi sapere questo? E chi
è la
donna che è con te?»…«Oh?
Lei,
è…!»…«Il mio nome
è
Ci-…C…Cindy-Cinder…»…«E’
una mia amica! Anche Rika la conosce!»…mentre
Cindermon si
grattava la testa e mormorava
«…”amica”…cavoli
che balzo di carriera
che ho fatto…» Lo sguardo di Seiko e Rumiko era
scuro,
specie quello di quest’ultima era sospettoso. Ma Takato
parlò «E quanto alla prima domanda che mi ha
posto…beh, ma è naturale, è per
aiutarla!!»…«Ti interessano davvero i
problemi di
mia figlia?»…«Certo!!...»
replicò il
ragazzo spalancando gli occhi come se fosse ovvio. Rumiko tacque e lo
scrutò da capo a piedi. Cindermon si volgeva verso di lui
«Ptsss, Takato ma perché chiede se ti interessano
i
problemi di Rika scusa è la madre non sa che siete amici da
quel-da-da quel dì?!» eppure il ragazzo chinava il
capo
«Ha ragione. E’ vero. Fino a adesso, anche se siamo
stati
amici nessuno ha mai saputo realmente bene della vita
dell’altro.
Da quando…i Digimon sono scomparsi e abbiamo ripreso il
nostro
cammino…»
…sfregandosi le mani «…è
stato diverso!
Anche se abitavamo vicini, anche se ci incontravamo abitualmente non
è stato come combattere una delle nostre battaglie.
Lì
eravamo una squadra!» mentre Cindermon spalancava i suoi
occhi
azzurri e rifletteva su quelle parole «Era fondamentale,
affinché sconfiggessimo il nemico, che collaborassimo fino
ad
essere quasi un’unica struttura, un unico Digimon,
combattente,
come vuoi chiamarlo! Nella vita dovrebbe essere esattamente lo stesso!!
E invece…» allargando le braccia
«…chissà…per quale motivo,
esattamente,
capita quasi sempre di dividersi, quando non si rischia la vita ma
almeno apparentemente…la si srotola soltanto. Giorno dopo
giorno. Ma la quotidianità può nascondere
battaglie
difficili e nemici insidiosi…»
…affermava, mentre Rika richiudeva alle sue spalle la porta
di
un piccolo appartamento. Il viaggio in treno l’aveva portata
lì, sul pavimento appoggiò la valigia e
smarrì i
suoi occhi che all’iniziare del calare della sera
assomigliavano
così tanto a quelli di quando era ragazzina, forse anche a
causa
della grande ingenuità che vi si rifletteva in quei tristi
secondi…
…ingenuità di cui sembrava nutrirsi
l’ombra
orsiforme dagli occhi luminosi che non cessava di fluttuarle attorno,
sebbene lei non se ne accorgesse…
«…non
bisognerebbe abbassare la guardia. Né rompere la formazione.
Eppure non possiamo ritornare a quel giorno nel parco, e modificare i
giorni che sono stati da allora ad
oggi.»…affermava
Takato, mentre Cindermon rifletteva «Però! Quando
vuole sa
fare discorsi saggi.»…«Questi dieci anni
ci sono
stati!!» dichiarò il ragazzo alzando gli occhi su
quelle
donne che lo fissavano «Non sono andati bene del tutto, ma
ora
ciò che conta è soltanto il futuro, quello che
verrà! Abbiamo ancora degli anni davanti a noi, Rika,
Henry!!...ed io! Sì, anch’io, tutti quanti, anche
Kazu,
Kenta, Ryo, Suzie! Anche Jeri! Abbiamo tutti alle spalle vittorie,
sconfitte e sbagli ma i semi per il futuro sono ancora tanti
perciò io ho intenzione di rintracciare Rika quanto prima, e
chiarire subito una faccenda di cui sono a
conoscenza!»…«Tu dunque sai
cos’ha
Rika?» chiese Rumiko chinando il capo con espressione
scrutatrice. Cindermon stava rispondendo «No è che
Rika
vede signor-» ma il ragazzo si sovrappose
«Sì! Lo
so! Ma perdonatemi, è una cosa fra me e lei per il momento,
desidero parlarne con lei prima di tutti, ma vi assicuro che
farò il possibile per farla ritornare a
casa!»…«Per favore, se sai qualcosa
diccelo-»
intervenne Seiko ma sua figlia ammise dolcemente «Va bene,
hai
ragione, ti crediamo.»…con l’accenno di
un lieve,
maturo sorriso in cui somigliava un po’ a Rika. Cindermon era
piuttosto stupita dalle reazioni collettive, e guardava a turno
l’uno o l’altro. Takato accennò
«Davvero,
Rumiko? Non mi biasimerete se non vi rivelo subito che problema ha
Rika?»…«No.» rispose la madre
della ragazza
«E’ giusto che ve la vediate fra voi. Siete amici.
E non ho
mai sentito…in tanti anni un discorso così
rispettoso per
la realtà personale di mia
figlia.»…«Vuo-vuol
dire che non le importa?! Che-che possiamo fare a modo
nostro?!»
chiese Cindermon, ma…nonostante la stravaganza dei suoi
modi,
ricevette un sorriso (anche un pizzico incuriosito) dalla madre di
Rika, che si inchinò appena «Molto piacere di
conoscerti.
Io sono Rumiko Nonaka, la madre di
Rika.»…«Il
piacere è mi-AAAHHHH!» Cindermon per inchinarsi
cadde a
faccia avanti, fa Takato a risollevarla in fretta
«Chiederò in giro, mi inventerò
qualcosa ma
scoprirò dove si è diretta!» promise il
ragazzo, e
Rumiko «Bravo. E’ giusto che siate uniti in questo
modo, e
uniti andiate avanti. Ascolta, voi Digimon Tamers non dovete mai
lasciare la mano dell’altro, come se fosse sempre
un’unica,
grande battaglia. La vita è anche
questo.»…«Lo so, Rumiko!»
replicò
Takato, e Seiko «Fra le cose alla rinfusa che mia nipote ha
lasciato prima di partire…ho trovato questo!»
Takato
restò sbalordito, e Cindermon «Ah! Takato ma non
è
per caso…!»…«…il
suo
Digivice.»…«Se se
n’è
separata…dev’essere davvero grave!»
proruppe la
commozione nella madre di Rika. Takato meditava
“…se
sapesse che si tratta proprio di Renamon…” cosa
che
sembrava essere sulla punta della lingua di Cindermon, ma che si
asteneva dal confessare in attesa di un cenno di Takato
«Quando
poi proprio ora ne avrebbe più bisogno!» piangeva
Rumiko,
e Seiko completò «Del Digivice, e di colei i cui
poteri
grazie a questo si
attivavano.»…«C’è
un
Digimon che le dà la
caccia!»…«Cosa?!»
trasalì Takato…
…e
anche Cindermon scandiva col solo movimento delle labbra
“U-UN
DIGIMOOON?!!” corredata da gesti vari.
Il
Digivice scivolò dalle mani della signora Seiko in quelle di
Takato, che promise «Ci penserò io a riportare a
Rika
questo oggetto che sempre le apparterrà.»
L’anziana
signora si commuoveva «Lo sai…? Ricordo
ancora…la
prima volta che ti ho visto, parlare con mia nipote, là in
fondo.»…«Dove?» chiedeva
Cindermon guardandosi
attorno un po’ disorientata…ma poi le
bastò farsi
guidare dalla linea visiva dello sguardo dolce di
Takato…sull’eco delle parole della signora Seiko
«Il
tempo è passato e siete cresciuti, ma se gli spiriti
protettori
ce lo accordano potrete tornare uniti, come quando eravate
ragazzini.» e delle lacrime sue e di sua figlia. Contro la
tristezza di quegli istanti, Takato strinse con affetto il Digivice di
Rika e confessò «E’ il mio
sogno…»
…e Cindermon, su quel sussurro e alla ricerca del
“fantasma” di Takato bambino assieme a Rika
là in
casa, sorrise nell’aprirsi a quella specie di speranza
nuova…
Quando il salotto di
casa Wong assomigliava a un grande vetro infranto «Suzie,
piccola
mia…» con voce frantumata dal pianto la madre le
si
accostò, sfiorandole il braccio
«Non…cedere troppo
presto a quelle che possono esser solo dicerie e
maldicenze!»…«No, qui non si tratta di
questo
mamma!!» gridò di rabbia la ragazza, che poi
tornò
a fissare quel fratello. Quel fratello che non sentiva di avere
più appigli, il cui volto si contraeva nella contrizione, e
forse in una tacita supplica di pietà
«Henry…!!...Henry ha una
famiglia!!»…«N-N-…!!»
cercava di fare
lui, ma sua sorella si avvicinava come una belva furiosa «HA
UNA
FAMIGLIA ALLE NOSTRE SPALLE!»…«Che
dici?! Ma non
dire
stupidaggini!!»…«Janyu…»…«Ma
sei impazzita
completamente?!»…«Impazzita…io,
papà?!»…«Suzie, non
è vero!!»
esclamò Henry «Se hai parlato con quella donna,
lei
mente!! Io non ho fatto quelle cose che lei
dice!!»…«Ho visto una tua foto con
Benji!...»
Henry dilatò gli occhi…
…mentre madre e padre si fissavano attoniti…
«IO
CONOSCO BENJI…» facendo balzare in gola il cuore
del
fratello «E-E a pensarci bene COME HO FATTO A NON CAPIRE DAL
PRIMO ISTANTE CHE ERA UGUALE A TE, DA
BAMBINO!»…«Suzie! Ti proibisco di
ripetere per
l’ennesima volta questa storia assurda!! Perché
niente di
tutto questo è vero! No,
Henry?!»…«P-Papà…!»
…il
tono di supplica del ragazzo però non era d’aiuto
a suo
padre per togliere quel velo di sospetto, che decretò
l’esplodere del pianto della madre «E che
cos’è questa storia che odi Terriermon,
adesso?!»
gemette Suzie «C-Che fine abbiamo fatto, tutti noi che tu
amavi,
che ne fai tu delle persone a te più vicine, Henry?!...
…sono
stata a ripetizioni da Rea, io e lei abbiamo parlato!...»
…mentre
ad ogni parola più atterriti erano gli occhi di Janyu
Wong…
«…lei…n-non aveva idea di chi io
fossi!!!» a
cui seguirono altri respiri affannosi, e poi altre grida «Tu
non
le hai detto niente…non le hai parlato della tua famiglia,
ci
hai omessi come hai omesso a noi la loro presenza!!! I-Io
sono…ZIA!!» confessò in un sorriso
tragico,
sferrandogli un pugno addosso, dal quale lui non si parò
«H-Ho un bellissimo bambino per nipote e neanche lo so
perché il fratello che credevo un tutt’uno con me
me
l’ha tenuto
nascostooo!!!»…«Non…è
possibile…» mormorava cupamente Wong
«Henry, ma
insomma! Dì qualcosa!!»…«Non
ho niente da
dire, papà…»…«E CI
MANCHEREBBE CHE NON
HAI NIENTE DA DIRE!!» strillò Suzie «NON
E’
RIMASTO NIENTE, NIENTE PIU’ OGGI!!!...DI TUTTO QUELLO CHE
AVRESTI
DOVUTO DIRE IN QUESTI ANNI!!»…Henry versava
lacrime
silenziose, chiusi gli occhi, incassando quelle accuse ormai senza
ribellarsi «E io che mi fidavo di teee!!!...»
raccogliendo
quella torta a terra «Io…! Io,
che…!!»
insistendo sconsolata «Io che credevo avessimo un rapporto da
far
invidia…!!» acutizzando il pianto del fratello
«Io
che ne andavo a parlare con tutti come una stupida, perdendomi tra i
ricordi del passato!...ed immaginandoti su una stella
dell’universo, come un mito dei
cartoni!!»…«EBBENE, NON LO
SONO!!»
tutt’un tratto esplose lui di rabbia, nella gelida meraviglia
dei
genitori «MI SPIACE DELUDERTI, quell’Henry che tu
sognavi
non esiste, I PERSONAGGI DEI CARTONI SONO SOLO FANTASIA,
SORELLINA!» Ma in risposta ricevette uno schiaffo da lei.
Incassò anche quello, chiudendo gli occhi.
«Non sono
fantasia…LORO…» scandì
Suzie, con viva
riprovazione «…è un caso isolato, lo
è la
mia famiglia. E’ mio il problema…» ma a
questo
punto, sull’eco dei singhiozzi della moglie, Wong si
avvicinò alla ragazza «Suzie…comprendo
come ti
senti. Davvero, però adesso hai il dovere di
calmart-»…«Immmhf, non mi toccare,
papà…!» mormorò lei
respingendolo con un
gesto improvviso, che quasi lo lasciò spaventato. Nei
secondi
successivi Suzie roteò gli occhi assemblando una convinzione
«Un momento…!...ma sì…!!
Certo…!! Tu
sapevi tutto!!» puntando il dito contro il padre, che
restò allibito «Cosa?! Io?! Ti assicuro, NIENTE DI
NIENTE!»…«NON TI
CREDO!»…«Ma
Suzie!!»…«Ti sei messo
d’accordo con questo
qui!» alludendo ad Henry, che si portava la mano al collo
muovendo un altro passo indietro «Come fate sempre, come
siete
abituati! PADRE & FIGLIO, oh che dolce rapporto!! Dì
la
verità tu sei complice, mamma non credo, spero!»
lanciando
fuggevole occhiata anche a costei «Suzie, io ne so quanto te
di
questa storia!»…«Certo, voi credete che
io sia
stupida, come STUPIDA mi avete trattata!! SEMPRE!!
Io…!!...ero
una Digimon Tamer avevo la mia Lopmon con me ma ero una bambina quando
se n’è andata e voi vi siete approfittati della
situazione, mi avete sbattuto la porta in faccia propinandomi sempre
una realtà alterata come se non crescessi
mai!!»…con le lacrime a segnare il suo viso
«Mi
avete lasciata sola a soffrire la sua mancanza INNALZANDO VOI STESSI
SUL VOSTRO OLIMPO! “GLI UOMINI COME SI DEVE”!
“I GENI
INSUPERABILI DEL LAVORO”! Sapete che vi dico io ora vorrei
che
voi foste in mezzo alla strada come Rea, come Benji e come TERRIERMON!
CHE ADESSO DI CERTO STARA’ MALEDICENDO SE STESSO COME ME, PER
AVERVI CREDUTOOO!!»
…quelle
lunghe orecchie, alla fine si erano sporcate di scuro alle punte per
tutti quei passi, dall’incerta destinazione, mossi da
stanchezza
e disorientamento, lungo l’asfalto di Tokyo “La mia
bella
città…” pensava il piccolo Digimon, in
uno stremato
slalom tra gambe e piedi umani di fronte a lui e
dietro…”Il mio cielo blu ha smesso di
sorridermi.”
alzando debolmente gli occhi arrossati dal pianto “La mia
arietta
fresca non mi vuole più. E’ tutto finito, ormai.
Sono
apparso, cresciuto. Ho combattuto, e trascorso dieci anni vivendo
nient’altro che un sogno: il mio caro amico…il mio
domatore, che mi vuole bene, è esistito…
…soltanto nella mia testa. Henry…”
…in un
precipitare di immagini e fotogrammi di affetto e tenerezza…
“…è stato inutile.”
accennando un sorriso
malinconico e straziato “Tornare, preparare la torta, i
fiori.
Quel cuscino. Non c’è niente più per
me, nemmeno
una goccia piccola così d’amore. Questo posto non
è
più mio. E’ tutto cambiato…”
alzando
disperato gli occhietti agli alti grattaceli “Ma se non
questo,
quale luogo esiste per accogliermi? Io sono vissuto al villaggio
nell’eterno ricordo della terra, e
nell’inesauribile
speranza di tornare da Henry! Ma adesso…che non ho
più
alcun globo da guardare e a cui regalare i miei anni, e i miei palpiti,
il mio cielo è nero. Sento che mi spengo a poco a poco. Che
strano destino. Non avrei mai creduto, nella mia vita…
…che sarei arrivato addirittura fino a questo
punto…
…che sarei arrivato…addirittura a sentirmi
così!”
“Non avrei mai creduto…” stringeva un
solido pugno,
e versava lacrime Henry che cadevano sul cuscino con cui sembrava
proteggersi “…che sarei arrivato a questo punto di
infelicità! A vedere lacrime, sui volti dei miei cari a
causa
mia! A vedere la mia famiglia in pezzi!! La mia
vita…sembrava
serena, illuminata dal sole!”
“La
mia vita…sembrava nata sotto una stella felice!”
pensava
Terriermon, seguitando a camminare, a farsi strada a fatica, incurante
degli sguardi incuriositi e intimoriti “E nonostante il
dolore
della separazione, io avevo trovato la forza per andare avanti! Lo
spirito per sorridere ancora. Quanta energia si spreca…
…anche il sogno che ti sembra più
bello…”
“…già, persino il più
sicuro…”
meditava Henry…
“…quello su cui scommetteresti, che ti
accompagnerà
tutta la vita!” era il pensiero di Terriermon…che
appoggiava stanco il capo ad una recinzione stradale “Anche
quello può andare in pezzi. E allora non ti rimane davvero
più niente.”
“Io…non ho
più…niente.” mentre Suzie
gli diceva «Da questo momento in poi…scordati di
me!»…«Ahh…! No, ti prego
Suzie!»…«NON MI TOCCARE! Dimenticami,
tanto che ti
costa? Hai avuto un figlio.»…«Io non ho
dimenticato
Benji!»…«Hai avuto una moglie! Li hai
buttati
entrambi al cestino!»…«Non è
vero, Rea e
Benji sono nel mio cuore benché tu non lo creda!!»
…alla
fine dichiarò, dando la definitiva conferma a quei genitori
che
ora dovettero ingoiare quel boccone tanto amaro quando
incredibile…
«Io non
intendo restare un secondo in più in questa casa di
pazzi!!» la ragazza volse le spalle (canzone: S
Club 7 - Have you ever)
«No, Suzie aspetta!!» tese la mano Henry disperato
«Suzie, ti prego!» la bloccò anche il
padre, con le
lacrime agli occhi «Lasciami papà, ne ho anche per
te, non
credere che mi sia convinta!» superandolo «IO NON
SAPEVO
NIENTE!!» gridò l’uomo…
…volgendosi poi verso il figlio «Che cosa hai
fatto,
Henry…?»…«…niente…!»
gemette come un bambino, prendendosi la testa fra le mani
«Lasciatemi in pace!»
«Lasciatemi in pace…» mormorava
Terriermon in una
stremata ostilità ai passanti che si soffermavano
«Cos’è…? Non avete mai visto
uno così?
Non avete mai visto un infelice? A voi umani va sempre bene, nessuno
caplesta mai tutti i vostri sogni? Se sì, allora che avete
da
guardare?!»
…riprendendo il suo incedere «Io oltre il mio
cuore
infranto…non ho e non sono niente.»
Suzie piangeva,
e infilava cose alla rinfusa nella sua valigia. L’unica su
cui
fece mente locale fu il suo Digivice bordato di rosa «Tu
vieni
con me: O PIUTTOSTO MORTA!» in un moto di determinazione,
nonostante il dolore «Ti prego, figlia
mia…»
si affacciò il padre «Neanche per sogno,
papà!»…«Suzie,
perdonami!» la trattenne
anche il fratello, ma lei passò oltre loro
«Lasciami,
Henry!!» volgendosi «Le persone te le devi
conservare
accanto!! Non si può pretendere…di averle ancora
vicine
quando non hai avuto alcun rispetto per i loro sentimenti! Io, ora,
vado…
…n-NON SO DOVE!
Ma probabilmente al fianco di qualcuno che sta come me, che
è
stato scartato e cestinato!»…«Non fare
follie!!» gridò il padre «Tu saresti
capace di
qualsiasi cosa, non puoi ancora capire certe
realtà!»…«Non posso ancora
capire, hai fatto
la figlia ritardata,
papà?!»…«Oh!»
quelle parole lo bloccarono «E nonostante tutto ancora ti
ostini
a difenderlo, non ti importa che ti abbia soffiato il
nipote?!»
Wong strinse i denti, quando invece per lui era un dolore appena
scoperto…
Henry però
avanzò «Ho fatto un errore. S-Sono molto confuso!
In
questo periodo i problemi sono molti, h-ho preferito…tener
fuori
sia te che loro!»…«Mi spiace, Henry, io
ti ho dato
tempo…ti ho dato modo, ti ho invitato a confidarti. N-Non mi
ci
far ripensare!!...
…m-mi rivengono
in mente tutte le volte, è-è come…!...
…sì…» realizzava a poco a
poco la ragazza,
stupita di ciò che assemblava «Come quella volta,
sì, a Suzakumon!»...cristallizzando i volti dei
familiari
al ricordo…«I Deva volevano punire Lopmon per
averli
traditi! Loro ci attaccarono…E TU MI CHIEDESTI DI LASCIARLA
ANDARE, ME LO ORDINASTI, RICORDO CHE
GRIDAVI!»…«Ohh!!
Io…»…«Povera Lopmon! Era il
mio Digimon, e
non l’avrei mai lasciata, ma mi dicevo: Henry lo fa per me!
Siamo
tutti in pericolo…!...
…vuole solo
proteggermi! Pr-Probabilmente…se io fossi stata al suo
posto…a-avrei fatto lo stesso, E INVECE NO!! NON ERA IL
PERICOLO
DI UN MOMENTO, TU SEI COSI’, HENRY!!»
Lui non riuscì a replicare…
«Quando qualcosa
ti è scomodo per i tuoi ambiziosi progetti…niente
da
fare, lo getti in un lago di lava!»…«No,
non
è vero!!»…«SI’
CHE E’ VERO!
Tu hai lasciato Rea, tuo figlio, Terriermon…e hai taciuto a
loro
di noi PER UNA QUESTIONE DI IMMAGINE!! Preferivi star zitto sui tuoi
problemi ed apparire integro e impeccabile piuttosto che dividerli con
noi, era meglio metterci fuori campo, non affrontare la cosa insieme,
magari!!»…«PER TE E’
FACILE!!»…«No…!! Non
è facile,
però…!!»
…e gli mostrò il suo Digivice rosa…
…evocando in lui il ricordo di lei bambina, che con Lopmon
in
braccio aveva fatto lo stesso, contro di lui che la esortava a
lasciarla…
…versando lacrime proprio come adesso «Io questo
stramaledetto coso non lo lascerò MAI, capito?! E INVECE A
VOI
TANTO VOLENTIERI!»
«Suzie, per favore non te ne
andare!»…«Lascia
stare mamma è deciso, o corro il rischio che qualcuno mi
faccia
portar via la notte una volta che sarò divenuta un peso, un
giorno che la mia presenza porterà con sé
problemi!!!»
…fissando madre, padre e fratello…sulla soglia
della
porta, con la borsa e il Digivice in mano «E dire che in
questa
casa ci si preoccupava del mio “SHOPPING
COMPULSIVO”,
sapete vi dico una cosa: ora nemmeno una carta di credito FULMINATA
tanto da farci entrare un importo abissale basterebbe a restituirmi
quello che ho perso! I ricordi, E I SOGNI non li ricompri nemmeno con
tutti i soldi della terra, è proprio vero che non fanno la
felicità!»
«SUZIEEE!!!...» gridò Henry e tese la
mano…ma
cadde in ginocchio, quando lei sbatté la porta.
…così come Terriermon che alla fine di quel lungo
camminare, sentì le forze venir meno, e cadde
sull’asfalto, tra i cittadini di Tokyo (fine-canzone)
Lui ed Henry tanti
anni fa furono legati da un Digivice che ora giaceva tra le mani di una
signora pensierosa, che non aveva certo l’aspetto di una
Digimon
Tamer «Mi domando cosa sia successo a quella povera ragazza,
quando le ho mostrato la foto ha gridato fino a bruciarsi le corde
vocali.» raddrizzando i suoi occhiali, e riannodandosi il
grembiule: era in cucina a preparare qualcosa che sembrava sfizioso,
posò il Digivice e raccolse la spatola lì accanto
«Che altro dovremo mai scoprire sull’occulto
matrimonio di
nostra figlia? Benji, tesoro della nonna, dimmelo tu!» Il
bambino
era seduto là vicino, e si protese «Oh-oh-oh no,
amore non
qui che ti scotti le manine!» …per spostarlo,
l’attenzione le cadde nuovamente sul Digivice che
sollevò
«A che servirà quest’oggetto?
L’ho visto da
qualche parte, non eraaa…quello che usavano quelli-come si
chiamanooo, quei, quei…guerrieri, alieni o
quant’altro,
cheee…combattono con la creaturina al fianco non mi viene il
nome, i domatori-là, i cosi! Quelli di quanto Tokyo si
riempì di pappa rossa, mio Dio che tempi quelli!»
Benji in questo
frattempo era rimasto come incantato alla vista del Digivice nella mano
della nonna, dinanzi al quale dilatava i suoi stupendi occhioni scuri
per aprirsi in un sorriso e tendere le mani con entusiasmo.
Però
proprio quando stava afferrandolo «Cara! UNA
TRAGEEEDIA!»…«Oh! Aoaah!» la
signora Akimoto
si portò la mano al cuore, e si spostò sfuggendo
alla
presa del bambino «Ma sei matto, mi fai prendere un colpo
come se
non ne avessi già avuti a sufficienza,
oggiii!!»…«Ah, tra poco il colpo
prenderà a
me!»…«Prendi il
bambinooo…»…«Non ce la
faccio!»…«NONNO SNATURATO!
Va’,
tienilo!»…«Uch!» con fare
militaresco glielo
sbatté in braccio, borbottando «Ti rifiuti di
starci e me
lo fai scottare in cucina!»…«Che strano
attrezzo,
cos’è? Un timer per il
forno?»…«Eh? Ma
che ma quanto sei ignorante lo credo tu sei DISINFORMATO di natura per
te esiste solo lo sport mica seguivi, quando nostra figlia era
piccolaaa…ti ricordi tutti quei servizi sul
D-Rilly?!»…«Il
D-cosa?»…«Iiiil…D-Rilly,
là, quella
cosa che si era sparsa tutta, una cosa impressionante faceva un caldo
d’inverno e ci hanno fatti
evacuare!»…«E cosa
c’entra il timer, il forno, la cucina? Ouch!» ma
ricevette
la spatola sulla testa «Ignorante, non sai neanche
riconoscere la
qualità! Questo…questo coso era usato da
guerrieri!
Quelli di allora, i, iii…gli allevatori di quelle
bestie!»…«Da quando ti interessi di
agricoltura?»…«Ahuf! E’
inutile è come
parlare al muro: ah ma non ti rendi conto con questi si può
invocare una di quelle creature immense, ora che è nelle
nostre
mani…vuol dire che siamo diventati allevatori!! Vuol dire
che lo
possiamo fare pure noi, questo…questo è una
miniera
d’oro!»…«Allora è
un segno del destino,
il fatto che possiamo metter su un’attività nuova,
è proprio quello che ci vuole
cara!»…«Beh?!
Perché parli così adesso, e fai questa
lagna?!» Il
signor Akimoto balzò in piedi disperato
«Perché
quello mi ha telefonato!!!»…«Eeee?!
Quello chi DEVI
ANCORA DEI SOLDI?!»…«Ma nooo, le rate le
ho saldate
tutte! L’auto è nostra, te l’ho
già detto, io
mi riferisco al mio superioreee: ha chiesto di
Rea!»…«Ehhh?! E-Eh ma ora è
tardi e non so
manco dove si è cacciata,
quella!»…«La cosa
è grave: a meno che in questi cinque minuti non abbia
citofonato
a casa sua vestita a puntino io posso anche considerarmi disoccupato, e
cercarmi la panchina di turno! Ouch!»…altra
spatolata in
testa «Sei proprio un idiota, dovevi prendere
tempo!»
…ma
proprio in quel momento rientrava Rea, col gattino di peluche tra le
dita e l’espressione di certo non in forma
«Buonasera…eh? Che cos’è
questa storia del
“disoccupato”, adesso…?»
chiese, anche se con
poca voglia di ascoltare la risposta
«E-Ehhh…» padre
e madre rimasero un po’ interdetti…
«Allora?!»
insisteva Rea…mentre la madre nascondeva lentamente il
Digivice
dietro di lei «Vi decidete a
parlare?!»...dopodiché,
nell’addolcirsi del suo viso, la ragazza prese in braccio il
suo
bambino carezzandogli la frangetta…e stringendolo come si fa
con
qualcosa di prezioso, di insostituibile…
«Eh, ecco no sai
cos’è Rea, tesoro di mamma…è
che
vedi…tuo padrEEE…!» con nota di
riprovazione e
occhiataccia al marito «Beh?!»…marito
che poi prese
la parola «No vedi, figliola, noi non lo facciamo con
cattiveria.
Ma quello è uno che si intestardisce su ciò che
gli
interessa.»…«Ha telefonato per chiedere
di te e tuo
padre crede di conoscerlo bene abbastanza da sentire in pericolo il suo
posto di lavoro se tu…ecco se tu rifiuti una
seratina…!»
Rea sospirò stanca
«…ma allora mi volete
morta!»…«No,
piccola!»…«Tesoro! Stellina di
papà
tuo!»…«Ma non lo capite, io
non…!!» ma
il pianto proruppe, dovette trattenerlo a stento
«No!»
esclamò il padre «No-No Rea dai!» fece
la madre, e
si riprese Benji «Non piangere davanti al bambino, lui non ti
deve vedere triste!»…«Lo so, ma io cosa
cavolo devo
fare…!! Ditemelo…!! M-Mi va semplicemente tutto
male
ditemi…l’ubicazione di un luogo arcano in cui
possa
riperticare il mio sorriso!»…«Rea,
figliola,
è colpa nostra.» ammise il padre, e la signora
«Sì, è vero, quel vecchio sciocco di
tuo padre una
volta tanto dice bene.»…«V-Vecchio
sciocco a
mee?!»…«TACI. No ecco,
insomma…senti,
se per te dev’essere proprio un sacrificio allo-allora
è
meglio…!...cheee…» diceva la signora
mentre di
nascosto cercava di destreggiarsi fra il Digivice e le pietanze
«Che non ci vai a questa benedetta cena! Su! Non
sarà la
fine del mondo, n-nééé…del
lavoro di tuo
padre! V-Vero, no? Non è che diceva proprio sul
serio!» si
rivolgeva al marito, e quello allargava le braccia «E-Eh,
n-no…»
…sotto
l’espressione poco convinta e poco incoraggiata di
Rea…
«N-No non
diceva sul serio: ma sai
com’è…adesso…stanno
facendo una serie di rinnovamenti, sfoltiscono il personale, c-con
queste nuove leggiii…!»…«Va
bene, ho
capito.»…«…sì,
ecco no ma non
sarà per quella storia è che insomma lo dicono i
giornal-…che hai detto
figliola?»…«…che ho capito.
Va bene.
D’accordo. Se per voi è una cosa importante vado a
questa
cena. Altrimenti in questa casa non si vive più!»
sicché diede loro le spalle. Signora & signor
Akimoto si
guardarono fulmineamente, e lei ci fece scappare un’altra
spatolata in testa
«Ouch!»…«…guarda
che
hai fatto: TESORO! Rea dov-dove stai
andando?!»…dal
corridoio giunse la risposta «…a
prepararmi!»…«Amore, moglie mia: che
dici, andremo
all’inferno? OUCH!»…«E sta
zitto, mi
agiti!»…«Insomma ma che hai oggi
perché sei
così violenta?»…«Lo so io, lo
so
iooo…uch! Ecco mi sono pure scottata,
acc…!!...è
che proprio non sto con la testa, per cucinare! Ades-dove
l’ho
messooo…?»…«Il mestolo?
E’ qui, al
solito posto!»…«M-Ma non il
mestolooo…quell’altra cosa…non me la
ritrovo
più…»
Ma quando chiuse
alle sue spalle la porta della stanza, Rea non riuscì a
trattenere altre lacrime. Si portò vicino al viso il gattino
di
peluche, per sentirne la morbidezza…e si gettò ai
piedi
del letto «Ma perché?! Perché devo
anche fingere,
adesso?! Io voglio…una vita autentica! Una vita…
…come la si sogna, quando si hanno ancora sogni!»
Sui mattoni
gelidi, dell’angolo più oscuro di mondo pur sempre
da
sogno, alle zampe di una creatura dal pelo nero si accostavano le
scapre da ginnastica un po’ consumate di un ragazzo. Che gli
era
andato vicino, e gli sussurrava senza soggezione per
l’elevata
statura dell’essere «Hai parlato di una rivolta,
vuoi che
ci ribelliamo. Permettimi di
aiutarti…»…«…no.»
Imagomon gli
pose le mani sulle spalle, ma quegli occhi deboli e blu supplicavano
«Ti prego…»…«Sei
ancora debole,
Kazu.»…«Qui sono tutti deboli. Persino
tu, che sono
certo senza neanche bisogno di conoscerli che sei il più
forte
fra tutti loro.» Intenso lo sguardo della volpe nera, che
scrutava il ragazzo «Questi Digimon sono
stremati…nel mio
sonno…mi giungevano i loro lamenti. Il rimpianto per le loro
case.»…«…li
udivi…?»…«…bada
bene…»
sussurrava Kazu con sguardo socchiuso ma ben penetrante
«…non so se…dormivo. Ma sono
più che
certo…che non
sognavo…»…«…percepivi
le loro
sofferenze…?»…«E’
naturale, in un luogo
così!» sminuì con spigliato fare
giovanile il
ragazzo, che compì qualche passo per la cella…
…mentre
qualcosa di lui lasciava molto colpito il nero Digimon. Kazu
allungò un po’ debolmente le mani verso le sbarre
«Sono stati strappati al loro mondo, alle loro famiglie.
Hanno…bruciato le loro case…!!»
volgendosi, in un
riprendersi del pathos «Anche quella tua e di
Renamon!!»…«Questo lo so.»
venne avanti
Imagomon «Ma questo non ci giustifica ad agire
d’impulso.»…«…ti
assicuro che
questo…è tutto…meno che
impulso…»…«Ahh?!»
Imagomon si volse di
scatto a fissare il ragazzo, dopo quel sussurro che proseguì
con
le parole «…non si può parlare
d’impulso…dopo dieci lunghi anni…in cui
le parole
che giacciono qui…nel cuore…» mimando
lentamente
quel delicato gesto «…sono state imbrigliate da
solide
catene. Nessuno le ha mai spezzate…»
…per poi porre
le mani su quelle della creatura «…sono giunto
incatenato
fino a te, amico mio. E’ normale che io voglia
liberarmi.»
Imagomon si allontanò e stavolta fu lui ad aver bisogno di
compiere qualche passo, mentre Kazu descriveva «Ascolta,
ci…!...sarà bisogno di qualcuno che faccia da
esca,
intuisco…più o meno come stanno le cose. Lascia
che
questo qualcuno sia io.»…«No,
mai!»…«Per
favore!»…«…mai
finché il sottoscritto sarà vivo un essere umano
potrà correre un rischio folle a tal punto, non sono mai
stato
sulla terra né ho mai avuto un domatore ma il mio cuore
è
pur sempre quello di un Digimon. In questo sono un tutt’uno
con
la mia sposa. Nostro dovere è
proteggervi!»…«Imagomon…ascoltami,
ti
prego…!!»…si spremeva quel giovane, ma
Imagomon
vogeva il capo «Non continuare,
Kazu…»…«Devo…!!...devo
continuare! Non
potrei evitarlo, proprio ora!...»
…Imagomon
non aveva mai udito parole così, tanto che lo spinsero a
voltarsi lentamente…
…e a
fissare quegli occhi, che gli chiedevano «A-Almeno come
tributo…! Per…!!...tutte le volte che tua moglie
Renamon
ci hai aiutati!»…«…se lei
fosse qui non lo
vorrebbe, e neanch’io! Io non esercito la mia arte percettiva
perché gli altri tentino il destino! Se…ti senti
sicuro
perché ti ho detto che farai cose
grandi…»…«Questo non
c’entra!!...
…non l’ho mai considerato…ora non
guardo a
chissà quale lontano futuro!...ora ho occhi solo per il
passato.
E io, nel passato, altro non sono che una luce fievole…che
si
spegne, e che non si ricorda. Io sono un nessuno!» confessava
al
Digimon, che restava abbagliato da quelle parole «Non
c’è qualcuno lassù a chiedersi che fine
ho fatto!
Persino mio padre se ne infischia…probabilmente ringrazia il
vortice indefinibile che mi ha inghiottito e mi ha condotto
qui!»…”Un padre…? Un padre
terrestre
può arrivare a tanto?!” pensò Imagomon,
ma Kazu
rispose «Sì…!» stupendolo,
perché era
come se l’avesse udito “Come si
può…dimenticare un figlio?”
«…quella
forza di cui tu hai avvertito la pulsione fa dimenticare
tutto…e
tutti, a prescindere dai legami! E’ spietata…ed ha
soggiogato le nostre vite! Ascolta, questo…è
quello che
resta di me! Sono cosciente del
pericolo…»…«…Kazu,
io non manco di
fiducia né nelle tue intenzioni né nel tuo
coraggio. Ma
tu non sei un Digimon, e in questo momento non puoi esercitare nemmeno
il ruolo di domatore! Sei indifeso…e quelle creature ti
hanno
colpito duramente, non puoi rischiare, devi pensare a riprenderti! Devi
pensare…al tuo
futuro!»…«Senti, forse mi
uccideranno…!»…«Cosa?»…«Forse
io non avrò alcun futuro…» confessava
quel ragazzo,
con le lacrime agli occhi «…così
ridotto, e in
questo mondo sprofondato nel caos io…non potrò
andare
avanti a lungo! Non ho forse futuro qui come ho poche speranze sulla
terra! Io non mi affido alle previsioni, e…»
…sorridendo dolcemente al Digimon, prendendo la sua zampa
«…se tu hai visto cose grandi nel mio avvenire,
permettimi
una cosa…che sia piccola ma nel presente. Io non ho
più
una casa in cui tornare, questi Digimon sì…!...
…sento
che sono tanti, e tutti cuori pulsanti pieni di sentimenti
e…personalità!...
…anche se
gementi in una cella, loro…sono il
nuovo…popolo…di
Digiworld. La sintonia con la loro anima…dà la
forza…per compiere qualsiasi gesto, come quello che ti sto
proponendo!»
Dinanzi a quelle parole Imagomon non poteva replicare, era incantato.
«Ogni
certezza è crollata…» spiegò
Kazu
«…ma il mio cuore batte ancora, per
cui…!...se
dev’esservi un ultimo atto, permetti a questo ragazzo che ha
sempre amato i Digimon fin da bambino…!...
…e che non ha mai avuto l’occasione di essere un
eroe…
…di scegliere
almeno come morire! E’ tanto che non posso scegliere
qualcosa…io che…sceglievo sempre tutto. Le
carte…i
pacchetti di figurine, le riviste…la marche migliori della
merenda…i vestiti…
…poi…» abbassando lo sguardo,
nascondendolo sotto
la visiera del cappello «…ho dovuto cibarmi solo
quello
che la vita mi rifilava. Ma adesso…adesso ho una nuova
possibilità di scelta! Ed io scelgo di rischiare, per i
Digimon!
Anche se non vi vedevo da dieci anni…» rialzando
gli
occhi: occhi a cui non si può replicare. Imagomon si
avvicinò…e gli sfiorò là
dove il suo cuore
batteva «Dentro di te…»
accennò il Digimon
«…loro gridano. Loro albergano in te.» e
Kazu pose
deciso la mano sopra la zampa di Imagomon, come in segno di promessa.
Renamon teneva i
suoi figli tra le braccia, ad occhi chiusi, nel silenzio
dell’ambulatorio. Quando la porta si aprì
lentamente…introducendo tre figure dallo sguardo basso e
sconfortato «…dove può essere
andato?» si
chiese Lopmon «Abbiamo cercato dappertutto!» disse
Monodramon, e Ryo sfilandosi gli occhiali da sole
«No…non
dappertutto, dappertutto è impossibile in una
città come
questa.» e pulendoseli «Quello che non faccio che
chiedermi
è cosa diavolo sia successo, mi domando se debbo telefonare
ad
Henry ma stando così le cose non so davvero che
fa-oh?» ma
notò una presenza, e lo stesso fece Lopmon «Ehi,
Renamon!
Sei qui!»…«…sì,
amici.» rispose
la volpe dorata riaprendo gli occhi, e Lopmon si premurò
sfiorandola «…stavi dormendo, ti abbiamo
disturbata?»…«No, non
dormivo.»…«Non sei andata da
Rika?»…«…preferisco non
parlarne.
Perdonatemi.»…«Come,
perché?!»
sussultò Lopmon, ma ancor più spalancò
gli occhi
Ryo «Come sarebbe a dire?! Adesso cos’è
anche
quest’altra storia, come se non bastasse ciò che
è
già
successo?!»…«Perché…cosa
è successo, Ryo? Oh? Terriermon dov’è,
perché non è con
voi.»…«Ecco…»
Lopmon accennò con
sguardo incerto…
Il sole stava
tramontando tra i palazzi, quando un uomo vestito di bianco buttava un
grosso pacco di immondizia «Anche stasera sarà la
solita
sfacchinata! Quante prenotazioni
abbiamo?!»…«Il
solito, tutto pieno!» rispose un altro uomo sulla porta di un
ristorante «Ahhh, non voglia per niente di veder gente
mangiare e
di sentir chiacchiere stupide mentre io sono lì, a
imbrattarmi
di fumo e sgobbare come un somaro!»…«Che
ti lamenti?
Nostro padre era cuoco. E nostro nonno prima di
lui!»…«Tradizione di famiglia, ma non mi
importa!
Non mi piace più il mio lavoro, non lo faccio più
volentieri come un tempo e quel tirchio avaraccio del padrone ci paga
una miseria!»…«Adesso è per
tutti
così.»…«Mi dice che non
è soddisfatto,
che non ho creatività...» pulendosi la polvere
dalle mani
«…e infatti è vero, non mi vengono
più le
idee geniali di un tempo, saranno le condizioni di lavoro che mi fanno
passare l’inventiva. Avrei gusto a stupire il padrone con
qualche
ricetta rivoluzionaria, ma non ho voglia di spremermi le meningi!
Oh?»…«Che cos’è?
Che hai
pestato?!»…«E questo
cos’è…?»
…quella
mano rude si avvicinò a ciò su cui il suo piede
era
finito prima «E’ il peluche di un
bambino?!» chiese
l’uomo sulla porta…ma l’altro, che lo
raccoglieva,
sembrava sbalordito
«No…»…«Come no? Non
dirmi che è un
alieno!»…«…questo coso
dalle lunghe orecchie…è
vivo!»…«Vivooo?! A me non sembra
proprio!»…«Le so riconoscere le bestie
agonizzanti!»…«Come sei
prosaico.»…«E’ il mio
lavoro.»
…mentre
scuoteva Terriermon che, sporco e abbandonato a se stesso, assomigliava
davvero ad un vecchio peluche di quelli che quando il tempo
è
passato, vengono gettati al cassonetto…
«Beh,
buttalo! Oppure lo vuoi tenere, ti ricorda quello che ti aveva regalato
la mamma?»…«Ma per favore, non dire
idiozie!...mmm…che mi venga un colpo…se questo
non
è...!»…«Cosa?»…«Mah
sì, quello scansafatiche di mio figlio aveva una carta
proprio
con la sua faccia, ne sono più che
sicuro!»…«Che dici?! Non ti sento, parla
più
forte anziché borbottare!»…ma non gli
dava ascolto,
ed era sempre più colpito da quella scoperta
«…i tg
avevano ragione, una volta tanto: questi esseri sono tornati! Uhmuhm,
ma guarda che casualità…è proprio
quello di cui
avevo bisogno.»
Tanto che
l’altro, incuriosito, non poté fare a meno di
avvicinarsi
«Fratello: non ho mai sopportato quando bofonchiavi tra te
senza
rendermi partecipe: tre quarti delle volte era per
fregarmi!»…«E invece stavolta voglio
confidarmi: lo
vedi, questo?» mostrandogli con poca grazia la creatura
raccolta
«Grazie a lui voglio arricchirmi, lasciare tutti a bocca
aperta,
il padrone per primo! Voglio darlo da mangiare ai clienti,
sarà
una ricetta nuova!»…«Cooosa?! Sei matto,
raccolto
dalla strada?! L’Ufficio di Igiene prima sterilizza pure noi
poi
ci
arresta!»…«Perché…?
E’ forse
la prima volta che rifiliamo roba come dire…poco
simpatizzante
con l’acqua? Pfff, tanto non se ne accorgono. Dello sporco,
intendo, basta metterlo sotto il rubinetto e vedrai che tutti
grideranno al miracolo.» rivolgendo al cielo uno sguardo di
trionfo «Ai clienti basta la novità ed io
sarò il
primo cuoco a sperimentare piatti a base di Digimon!!»
puntando
il dito contro il fratello «Avanti, portiamolo dentro:
sfrutteremo il marchio un tempo famoso a nostro
vantaggio!»…«Waaahhh, ma non
è
legale!»…«NON PRIMA, IDIOTA, DOPO!
Quando lui
sarà nei vari stomaci, tutti estremamente appagati, daremo
la
grande notizia: UN DIGIMON! Lui…ed io sono un
genio!»…«Piuttosto sei un
pazzo!»…«Muoviti!»
…e in
tutta fretta rientrarono e sbarrarono la porta del
ristorante…eppure, colui che nel giro di poche ore sarebbe
divenuto una ricetta prelibata, nel suo sonno continuava a ripetere
nessun altro nome all’infuori di
«…Henry…»
«Henry!!...HENRY!!» lo cercava suo padre fra le
stanze di
casa. La moglie gli si accostò «Non è
qui?»…«Ah, ha approfittato di quando
siamo scesi per
tentare di fermare Suzie! Se n’è
andato!!»
…Henry era al
volante, le lacrime segnavano il suo viso
«…è stato
tutto inutile, il piano è fallito, i miei hanno scoperto
tutto.
Come farò, adesso…?!»
«Io non
posso ancora crederci, mi rifiuto di accettarlo!!» non
smetteva
di piangere, scostandosi puntualmente i suoi occhiali, la signora
Mayumi «No…neanch’io.»
replicava cupamente il
marito «Non da Henry! Non questo!!» insistette lei
«Aveva una moglie, ha avuto un figlio negli Stati Uniti!! Noi
non
sapevamo niente di questo, niente!! Ce l’ha nascosto e ha
tenuto
a lei nascosta la nostra esistenza, perché, dove abbiamo
sbagliato come genitori?! E’ sempre sembrato andar tutto
bene,
nostro figlio sembrava un ragazzo sereno!!»
Wong a
quel punto si sedette presso la scrivania del figlio
«Sembrava…» disse
«…ma evidentemente
non era così…»
…mentre
Henry stringeva, pur guidando, sul suo cuore quel cuscino che di un
cuore aveva la forma, e che aveva portato con sé…
«Io credo
a conti fatti…» fissando il display di quel pc
spento, e
sfiorandolo col dito «…che in realtà
non abbia mai
superato il trauma costituito dalla perdita…di
Terriermon.» A quelle parole, per un attimo anche il pianto
della
moglie si arrestò, per lasciar spazio alla riflessione
«Il
mio atto di tanti anni fa ha segnato la sua vita. Gli ha cambiato il
carattere. Ha modificato nostro figlio.» concluse
Wong…
«Terriermon…!!» invocava Henry
stringendo il cuscino…
«Cosa ne sarà
adesso della nostra famiglia?!» chiedeva la madre del
ragazzo, ma
il marito abbassò lo sguardo «Non lo
so.»
raddrizzandosi gli occhiali «Mi preoccupa ciò che
ha detto
Suzie.» tornando a fissare il display spento
«…l’unico che potrebbe fare la
differenza in tutto
questo è…il Digimon di Henry. Ma se è
vero che
è tornato…
…e che ha sentito Henry pronunciare certe parole…
…temo che
adesso sarà davvero difficile recuperarlo: Mayumi, questo
è l’inizio…
…di un vortice
di frammenti sparsi, dobbiamo essere forti.» Ed era difficile
arginare il pianto e lo sconforto, tentando di farlo Wong la
invitò «Vieni qui…»
«…sei tornato…!!...» Henry
premeva quel
cuscino sul cuore, versandovi lacrime «…ah,
perdonami
amico mio, io non volevo…!!...
…TI
SUPPLICO, NON E’ VERO NIENTE…!! Non penso quello
che ho
detto…!!...»
Ora
sembrava aver tanto bisogno del sorriso di quella creatura, che
spingeva forte sul petto, fin quasi a farlo penetrare nel cuore.
«Che
cosa avete detto?!» Renamon balzò in piedi
«E’
la verità…» allargò le
braccia Lopmon, dal
capo basso «Non abbiamo idea di cosa sia
successo…»
fece Ryo, aggiungendo «…così come
riguardo…te e Rika…» con tono sospeso e
reticente,
a causa della manifestata volontà della Digimon di non
parlare
dell’argomento.
“Terriermon…” pensò Renamon
“Possibile?” chiudendo gli occhi “Anche
lui, come me,
lo stesso destino. Quello di non poter ritrovare il proprio
domatore…”
…mentre
«…Caaalù…» a
fatica un
piccolo essere spostava la porta «Calumon!»
esclamò
Lopmon, e Monodramon «Dove sei
stato?»…«In
giro per la città, Calù!»
Pochi saltelli
agili, e fu sul comodino, di fronte a loro «Cari compagni,
dobbiamo organizzarci: la nostra permanenza sulla terra
risulterà più difficile del previsto,
Calù!»
attirando a sé gli occhi di tutti.
«A-Ahhh!» si stirò Cindermon
«Takato! Dobbiamo
essere in forma e svegli, ci aspetta una missione delicata!»
mentre passeggiavano su un marciapiede «Tu hai già
un’idea di dove Rika possa essersi cacciata?!» Il
ragazzo
non rispondeva, sembrava pensieroso «Ehi, sto parlando con
te!»…«Cosa?
Sì…!»…«Ti ho
chiesto se ipotizzi dove
Rika sia!»…«Ah, è questo il
problema! Da dove
iniziare…!...»
…nello scorrere di auto e camion al loro fianco…
«Ho
promesso alle signore che me ne sarei occupato…ma
all’atto
pratico non sarà facile. Le realtà personali
dell’età adulta…sono fitti
boschi.»…«Non vorrai arrenderti
così!»
Passò un’auto sfrecciante…
…dopodiché lui disse «…mai:
una promessa
è una
promessa.»…«Bene!»
picchiò
il pugno sul palmo Cindermon «Allora ogni pessimismo
è
inutile, serve una sola cosa: attivarsi! Amici, conoscenti insomma
qualcuno avrà un’idea anche vaga di dove possa
essersi
rintanata u-un luogo tutto per sé, per abbandonarsi ai
ricordi
sai come accade in queste coseee…a te non ha detto niente,
in
fondo siete amici?!»…«Sì, lo
so, però
te l’ho spiegato!» rivolgendo sguardo assorto alla
sera
«…ognuno ha i suoi
segreti…»…«E
noi li sveleremo! Non dobbiamo avere segreti: siamo o non siamo una
squadra?!»
Il ragazzo,
all’apparenza serio in volto, le rivolse la coda
dell’occhio…che anche se non formalmente, sembrava
portare
con sé un lieve sorriso «Che è?!
Perché mi
guardi così?! Ripeto solo cose che hai detto
tu!»…«…niente…
…sì! Hai ragione. Amici…»
piegò il
capo Takato «…conoscenti…» lo
piegò
dall’altro lato…fino a puntare avanti a lui
«…il locale:
Himi!»…«Uhm? Chi è?
AhhhhhhHHHHH! Sì sì ma certo la socia
l’ho vista
sai quante volte!»…«Non lo so,
è soltanto il
primo tentativo ma colei che è stata più a
contatto con
Rika negli ultimi anni è senza dubbio lei, voglio
parlarci.»…«Ben detto,
parliamoci!»…«Vado al
locale.»…«A-ANDIAMO, al
locale!»…«Vieni anche
tu?»…«…? E no guarda sto a
fare il palo della
luce! C-Che poi, ah!!» trattenendo Takato per la manica della
giacca «Dobbiamo sbrigarci!! Hai sentito quello che hanno
detto
la madre, e la nonna là, dicono che c’è
un Digimon
che le dà la
caccia!!»…«E’ proprio
questo che mi preoccupa…» assottigliò i
suoi occhi
rossastri il ragazzo…
…infatti
l’ombra di PinkMonzaemon non smetteva di estendersi di parete
in
parete, lasciando Rika senza pace «Il tempo dei giochi, e
dell’infanzia è definitivamete andato in
pezzi…!» …ribadiva la cupa voce. E la
ragazza,
seduta al tavolo di quel piccolo appartamento, non poteva che prendersi
il capo tra le mani…
«Dev’essere uno dei nuovi Digimon bioemersi, come
quelli
che hanno attaccato il
parco…»…«Già!»…«…tu
li conosci…?»…«Eh?! I-Io no
co-co-cos’è quell’aria di sospetto
“tu li
conosci?” che c’entro io, io sono innocente! Eh?!
Immacolata, alzo le mani, non nascondo armi, non ho fatto
nulla!»…«Ti ho chiesto soltanto se avevi
mai udito
di loro a Digiworld…
…ma non
importa. I segreti qui presto si sveleranno…» in
quella
serietà ondulata da un sommesso sorridere condito da
astuzia…
Lui la precedette,
attraversando la strada. Cindermon mormorò fra sé
«Ha sempre un che d’accusa nei miei confronti. Io
non so
chi siano quelle babbione digitali che hanno aizzato questo CASINO,
certo…!» grattandosi la testa
«…LadyMeramon
ieri sera è stata chiara, ha detto di agire per conto di
Guardianmon, e temo che anche l’assalto al parco e ora questo
impiccio con Rika siamo rami dello stesso albero-o-oh-a-aspetta,
Takatooo!!!»
Il ragazzo
camminava avanti e rifletteva “Questi nuovi Digimon sono
potenti
e pericolosi, hanno uno scopo che ignoro, ma più di una
volta
hanno dichiarato di voler eliminare Cindermon…
…che
piano avranno?!” «Uff, puf!!...certo se fosse per
te io
resterei parcheggiata!» Ma lui si chiudeva nei suoi pensieri
“Che sarà successo a Digiworld nel corso di questi
anni…?”
I passi felpati
di un gatto nero scendevano lentamente le scale della tetra
prigione…nel lieve scampanellio dei suoi
bracciali…e
dell’elmo...
...le grida e le
parole intimorite dei Digimon nele celle si fecero più fitte
e
intrecciate…
“Vengono a
ucciderci” qualcuno diceva “Sandmon si vuole
sbarazzare di
noi!”…”E’ la
fine!”…”Non
rivedremo più le nostre famiglie!”
La creatura
felina si arrestò nello spiazzo centrale e più
buio di
quel luogo, e qualcuno si mosse di scatto dietro di lei. Ben presto
ricomparvero gli occhi fucsia…
…e gli occhi azzurri…
Tutti sembravano
aver molta paura «Ahahahah!...per ordine del grande
Sandmon…!» dagli occhi fucsia, sagoma indefinita,
proveniva una voce squillante e un po’ aspretta,
femminile…
«…la vostra gentile partecipazione non
è più
richiesta…» dagli occhi azzurri,
anch’essa una
sagoma indefinita, giungeva una voce un po’ monocorde e
sommessa,
seppur infantile…
Il gatto nero
dagli occhi gialli si stese a terra, per arrotarsi le unghie
«Scratchmon, preparati a fare la mangiata più
abissale
della tua vita…»…«E la
vomitata più
tuonante!! Uhmuhmuhm!» aggiunse occhi fucsia, ma occhi
azzurri
rimbeccò «Zitta…!...o altrimenti non ci
mangia
più i prigionieri…»
Gli artigli del felino
Scratchmon ora sembravano luccicare al contatto con quel solo raggio di
luna filtrante da una spaccatura nel muro. Il panico era alle stelle,
quando «Ho una proposta da farvi!»
«Oh…?»…«Ah?! Chi ha
parlato?!»
fecero occhi azzurri e occhi fucsia. Scratchmon picchiò le
unghie a terra.
Da una cella giungeva
una voce giovane e spavalda «Non dovreste uccidere tutti
coloro
che vi capitano a tiro senza esservi accertati della loro provenienza!
Chissà! Magari non lo sapete, ma c’è un
altro mondo
che vuole omaggiare Digiworld e voi con una primizia! Io non sarei
così precipitoso se fossi in voi!»
Nel tipicamente felino
quanto incerto gesticolare di Scratchmon, le due sagome dagli occhi
luminosi ponderarono quanto udito da quella figura umana oltre le
sbarre…
«La terra ha in
arretrato i suoi doni di dieci anni…» parlava
costui, con
gli occhi nascosti dal cappello…
«Sapevo
che ti avrei trovato qui…!» disse Yuki Kitagawa
recuperando il fiato con la mano sul petto, ma animata da una insolita
decisione e presenza di spirito. Si rifletteva nel suo sguardo, che
rivolse all’edificio di fronte a lei…
…la palazzina, molto umile, in cui abitava Kazu…
…la
biondina la fissò intensamente, dopodiché si
volse verso
un indefinito interlocutore «Ascoltami, ci sono delle
novità! Ho saputo…
…che Rika
ha avuto dei problemi con Renamon! Che non risponde al telefono
e…
…lui
è andato a cercarla.» specificò con
occhi eloquenti
«Sono corsa a dirtelo. Però dobbiamo fare in
fretta ed
è meglio che ci leviamo di qui.» guardando il
palazzo,
assieme a colui al quale si rivolgeva «Dammi retta,
è la
cosa migliore!» Yuki parlava come se vi fosse molta
confidenza, e
fiducia «Tu sai chi potrebbe scoprirci, e per nessun motivo
deve
farlo!...
…amore…»
Una mano dalla
forma elegante, la mano di chi era con lei sollevò quella un
po’ grassoccia…
…e la
riscaldò. Lei sembrò grata, socchiuse i suoi
occhi…
Oltre il vetro
di un magico specchio fluttuante, si definirono i volti di LadyMeramon
e Gelsomon «Di comune accordo ci siamo prese la
libertà di
sferrare un attacco cittadino, mio signore…!»
spiegò la prima con una punta d’orgoglio
«Sfortunatamente…» continuò
Gelsomon
«…è intervenuta quella guastafeste
della
principessa Cindermon, e ha mandato tutto
all’aria.»…«Ma non siamo
tuttavia rimaste
senza risorse!»…«Neanche per sogno: la
nostra
collega ha preso possesso della coscienza di una delle Digimon Tamer di
primo piano di dieci anni fa…»
Mentre al di
là dello specchio, quel quanto iridescente si stringeva in
un
pugno…
«Ah! La
sta manovrando!» spiegò LadyMeramon, seguitando
«E
farà in modo che mai, ma e poi mai possa riconciliarsi con
il
suo Digimon!»…«…di questo
passo fra non molto
l’antica squadra sarà spezzata: come desideravi, o
sbaglio…?»
«Badate di
non commettere errori…» mormorò
Guardianmon…
«Ah!
E’ tutto sotto controllo!!» esclamò
trionfante
LadyMeramon «Finché si tratta di smembrare
l’antico
sodalizio possiamo permetterci tutto, no? Voglio
dire…inganni,
sotterfugi…» chiedeva Gelsomon
«ASSALTI!»…«Insomma, ci
concedi carta
bianca?»
Il Digimon
presso il corridoio del varco scorreva il dito sulla lama della spada,
e continuava «Tutto ciò che volete. No. Anzi no,
tutto
ciò che DOVETE…»
«Agli ooordini, grande Guardianmon!» fece
LadyMeramon, e
Gelsomon chinò il capo «Non ti
deluderemo…»
«Ricordate: pulizia totale. Tutto dovrà tornare
ESATTAMENTE com’era nei…tranquilli e monotoni
giorni che
scorrevano nel vostro, padron nel nostro villaggio…mi
ritengo un
membro di un certo rilievo…»
«AH!
Tempi di principi sani e buone usanze!» definì
LadyMeramon, che commentò «Gli abitanti di questa
terra
sono così dissoluti e sboccati…!»
Guardianmon sembrava far leva sulla sua pazienza, ma seguitava a
dichiarare «Il piano di restaurazione ha la
priorità
assoluta. Il progetto nemico della nuova ricongiunzione fra Digimon e
antichi domatori deve essere…STRONCATO SUL NASCERE. Questo
capitolo macchiato dovrà essere cancellato, e nessuno
dovrà più parlarne: il che vuol dire che dovrete
eliminare tutti i testimoni...»
Le Digimon ascoltavano in silenzio…
«Per
farlo…dovrete sovrastarli in battaglia. Perché
ciò
sia…dovrete dividerli: la luce scaturita dalla loro
ricongiunzione non dovrà mai brillare in questo tempo
presente,
ditelo…anche alla vostra amica.»
«Lo sa già…» fece Gelsomon.
E Guardianmon
«Bene…ah, e…! Potrebbe capitare che io
vi
affiancassi ecco come dire…una mia spia. Sulla terra ne ho
una,
efficiente nel potenziale, il problema è che le manca la
voglia.
Ma assieme a voi non è detto che non renderebbe
meglio.»
«Cooosa?!
Un’altra collaboratrice?! Ancoraaa?! Già in tre
siamo
strette!» protestò la Digimon di fuoco.
«Grmmp!»
…Guardianmon dovette trattenere il suo storcersi…
«Ce la possiamo
cavare benissimo, non serve una spia o un aiuto.»
riferì
Gelsomon.
«Mmm…NON
VOGLIO LAMENTELE, IO HO IDEATO LA RESTAURAZIONE, SONO IO CHE
DECIDO!»
«WAAHHH!»
le due si saltarono l’una in braccio
all’altra…
…mentre
Guardianmon abbassò scorbuticamente lo specchio, chiudendo
la
conversazione “Razza di inette…”
pensò
“Spero che sfruttino l’unica cosa di cui sono
dotate, e
cioè gli strabilianti poteri che solo parzialmente sono
coscienti di avere.” …muovendo i suoi possenti
stivali
lungo il corridoio, in una tetra riflessione “Creando una
rete
operativa assieme anche a quella stupida clandestina,
c’è
ancora speranza di arginare il fenomeno della
riconciliazione.” guardando verso l’alto,
rivolgendo
al cielo sbarrato dal soffitto occhi preoccupati, che spuntavano da
dietro la sua maschera “Digimon e terrestri…non
devono
toccarsi, neanche possono sfiorarsi! Solo io so il perché.
Tutti
costoro mi credono malvagio e spietato…” chinando
il capo,
in quello che sembrava un gesto di tristezza “…lo
pensano
i Digimon del villaggio. E sono certo che negli ultimi giorni la mia
fama si è già sparsa fra quei terrestri sempre
più
ignoranti e presi a inseguire stoltezze! Non importa. Deve continuare
così, non posso mettermi a contare chi cadrà, e
come. Non
posso farmi alcuno scrupolo…”
…ma quelli
erano gli occhi di qualcuno a cui le sue decisioni costavano
“Io
ho assistito a qualcosa di cui i terrestri e i Digimon ignorano
l’esistenza. Quei pochi testimoni l’hanno persino
dimenticato. Ma io non posso. Non potrei mai. Per questo
cancellerò questo assurdo azzardo del nuovo incontro nel
presente!!” stringendo un pugno di
determinazione…che
però sfumava nella malinconia del suo sguardo “Ma
mi
allarma lo scorrere dei secondi…le cose stanno cambiando
rapidamente, sia sulla terra, sia qui a Digiworld. Quei fuggiaschi sono
sempre più vicini ai loro amici…e un terrestre
è
già penetrato a Digiworld. Se le specie si rimescoleranno
potrebbe ripetersi la tragedia!” …cadevano le sue
braccia,
sconfortate tanto che le dita non sorreggevano la spada, che sembrava
sul punto di cadere…ma a poco a poco la trattenne
“Se
fossi riuscito a plagiare quel terrestre…avrei potuto
ottenere
il potere necessario per irrompere sulla terra. E sbaragliare gli
ex-domatori. Ma quell’occasione mi è sfuggita, per
altro
ignoro chi siano i Digimon che si celano dietro l’invasione
del
villaggio. Sta di fatto che sono molti, ed io soltanto uno: posso solo
restare qui. E sperare che l’odio, e il risentimento di
quelle
tre faccia terra bruciata degli antichi luoghi del mito.
Chissà
invece che fine avrà fatto quell’essere umano, se
l’avranno già ucciso…” si
chiedeva nel suo
intimo respirare...
«…come osi fiatare, come osi respirare, come osi
svolgere
ancora le tue funzioni umane nel nostro territorio e soprattutto come
osi rivolgerti a noi…?» chiedevano gli occhi di
luce
azzurra nascosti nel buio, ma sempre più vicini alla cella.
Tanto che la luce sprigionata illuminò il volto di Kazu, che
parzialmente celava il suo sguardo «Ve l’ho detto,
ho delle
succulente opportunità!» mentre si alzava il
vociare delle
creature prigioniere «Sono un domatore
prescelto!»…«…a scuola non mi
hanno
menzionato te…»…«Ah! Ma
è ovvio,
questi sono segreti, riservati ai valorosi!...io sono qui
perché
ho una missione da compiere!» declamò spalancando
le
braccia, mentre l’indefinita creatura replicava
«…riempire lo stomaco di
Scratchmon…»…«Magari,
forse!» ammise il
terrestre…ma sfoderò un sorriso «Della
carne di
schiere intere di nemici, che sconfiggerà grazie al potere
umano
che io stesso gli concederò se si dimostrerà
forte al
punto da farsi
scegliere!»…«Eeehhh…???»
restava dubbioso l’essere dagli occhi luminosi, mentre colei
che
li aveva altrettanto ma di color fucsia si avvicinò
«Non
dargli ascolto!» precisò con la sua voce pimpante
«Per me ci sta ingannando. Vuole solo che lo liberiamo e che
gli
diamo da mangiare!»…«Andiamo, anche se
non vi vedo
so che siete Digimon! Questo è Digiworld, un mondo prospero
che
come sola sfortuna ha visto chiudersi definitivamente le porte della
terra, l’altra metà che lo completa e gli
conferisce
energia! Il merito è nostro, è di noi esseri
umani! La
nostra natura ci permette di completare un
Digimon.»…«…diventare
più potenti
grazie a voi…?» chiedeva con quella voce un
po’
piatta e gemente l’essere che piegava incuriosito i suoi
occhi
azzurri «Mai sentito parlare
di…BIODIGIEVOLUZIONE?»…«Di
sfuggita: spiegati
meglio!» fece occhi fucsia…
…e Kazu,
con espressione furba «Mai visto
un…DIGIVICE?»…«Oaaah…?!»…«Ah!!»
sussultarono, maschio e femmina…
…quando
il giovane si tolse il cappello…e come in un gioco di
prestigio,
pescando all’interno estrasse il congegno menzionato, bordato
di
marrone. Persino il nero Scratchmon si destò con scatto
felino.
E nella cupa prigione si levò un vociare «Io porto
con me
il potere, so bene che voi tutti avete solo udito le leggende della
terra senza mai sognare di prendervi parte, da quando il varco si
è chiuso!...
…l’epico realizzarsi di un Digimon nella sua
più
somma evoluzione è diventato solo argomento di storia, per
le
pagine polverose dei libri! Beh, ora starà al più
valoroso trasformare il mito in realtà!!»
Le sue parole
erano vigorose e decise, il suo sguardo non tradiva timore alcuno, anzi
era tentatore. Gli animi tutti attorno erano sospesi, occhi fucsia
tirò a sé occhi azzurri «Ptsss, questa
è una
variabile da considerare.»…«Non
l’avevamo
messa in conto…»…«Nostro
padre si metterebbe
a saltare di gioia, se gli portiamo un giacimento di potere come
quello: non l’ha mai confessato, ma ha sempre teso la sua
mano al
mito!»…«Non sarà una
trappola…?»
…mentre
Kazu si volgeva…e gli occhi di Imagomon nascosti
nell’angolo buio annuivano e si socchiudevano…
«Ptsss, abbassa
la voce.» faceva la creatura femmina «E’
una faccenda
imprevista, vuoi che abbia un legame anche con quella famosa e
introbabile Sfera regale! Dobbiamo portarlo al cospetto di
papà!»…«Non è che
se lo prende e a noi
non lascia niente…? Io voglio
digievolvere…»…«Anch’io,
ma se lo
ammazziamo non se ne fa niente per cui intanto lo portiamo a papi poi
ne riparliamo-EHM, EHM!» Occhi fucsia si avvicinò
«Ti è concesso ascolto! Ma non montarti la testa,
ogni
singolo fiato che farai potrà essere usato contro di
te!»…«Quale onore, non preoccupatevi,
saprò
quel che dirò…!»
Sicché la
creatura materializzò una chiave luminosa…ed
orientò la sua mano, visibilmente inumana e squamata, verso
la
serratura…girando…mentre gli occhi di Kazu
seguivano ogni
scatto…fino a che non fu aperto «Non---muoverti,
ti
guidiamo noi.»…«Ai vostri
desideri!»
…mentre
l’altro carezzava, con mani altrettanto artigliate, il pelo
nero
del gatto «Mi spiace Scratchmon. Ti è andata male.
L’umano prescelto non lo puoi mangiare, del resto sei troppo
grassa.»…«Tu aspetta, anziché
credere a tutto
ciecamente!» lo redarguì la compagna dagli occhi
rosa
«Ma se sei tu la prima che ci ha
creduto…»…«Prego,
passa!» fece cenno
lei…
…e Kazu
poté finalmente muovere i suoi passi fuori dalla
cella…ma
si intravide brillare un filo che legava le sue scarpe a qualcosa che
restava all’interno…
…il ragazzo
avanzò nel buio…rallentando soltanto, ma non
fermandosi
quando costeggiò la creatura felina, dagli artigli
affilati…con questa si guardò per pochi istanti,
ma poi
procedette a testa alta, mentre occhi azzurri gli intimava
«Da
questa parte.»
…ma la
sua compagna stava cercando di «Ich! Ich!»
richiudere la
cella «Che ti
succede…?»…«Non lo so non
riesco a chiudere, c’è qualcosa che
forza!»…«Forse la spiegazione posso
darvela
io!» Kazu si volse di scatto dalla cima dei gradini sui quali
era
montato «E’ il nostro spirito che rifiuta di farsi
ingabbiare da
voi!»…«EEEHHH?!!»…«Cosa
dici…?» fecero femmina e maschio,
dopodiché
«ADESSO, IMAGOMON!» esclamò il ragazzo
tirando il
più possibile il filo d’acciaio lucente…
…col
quale si era legato al Digimon, impedendo alla cella di richiudersi:
dall’interno la creatura dal pelo nero balzò di
scatto e
«WAHHHH!!!»…«Ooohhhh!!!»
travolse le due
ombre dagli occhi luminosi. Anche il felino dovette scostarsi.
«Ci hanno ingannati…» fece occhi azzurri
«La
pagheranno!!!» altrettanto la compagna.
«Bravissimo!» disse il ragazzo umano, e la volpe
nera
«Hai avuto…un coraggio indescrivibile!»
ma non vi
era tempo di parlare «NON VE NE ANDRETE DI QUI!»
strillarono i due misteriosi esseri «Oh?!» ragazzo
e
Digimon si pararono, ma il secondo dopo fuoriuscirono una moltitudine
di liane catturanti. Anche il gatto dall’elmo d’oro
si
rimise in piedi e soffiò indignato, sembrava pronto per
attaccare.
Cindermon e
Takato sostavano sotto il portone di un palazzo, lei commentava
«Acc, niente da fare qui, non è né al
locale
né a casa
sua!»…«Già…»
incrociò le bracca il ragazzo, in atteggiamento riflessivo
«Guarda un po’ la SFORTUNA io questa Himi sempre la
vedevo
ora è sparita pure lei non è che l’ha
presa lo
stesso Digimooon?!»…«Ah, non credo. No,
è
che…a dire il vero io la conosco poco! Non so,
questo…è solo l’indirizzo che ho potuto
ottenere al
locale.»…«C-Che ABBIAMO ottenuto,
cioè
c’ero anch’io questo ci hanno
dato!»…«…dove può
essere
andata…?» si sforzava Takato massaggiandosi la
fronte,
mentre Cindermon «Himi? Beh Takato se non la conosci
è
inutile che ti sforzi a
immaginarlo!»…«Ma no, non
lei,
Rika!»…«Già…»
…anche
la ragazza digitale assunse espressione un po’ preoccupata,
stringendosi il suo manto avorio e giocherellando con i
citofoni…
«Mi sembra
così assurdo non avere una traccia!» affermava il
ragazzo,
e lei «Dai, qualcosa salterà
fuori!»…«Sì, però
intanto Rika
potrebbe essere in pericolo!»…«E noi la
ritroveremo:
o’ poi lei è una tosta, Takato, non è
che si fa
malmenare dal primo Digimon…! La tua amica gli sferra un
destro!»…«Sì, certo, come no!
Contro un
Digimon di quella portata!!»…«E-Eh
beh!»…«Rika è fragile!!...io
la conosco, ha
sempre fatto la tipa tosta ma in realtà ha un animo molto
sensibile! E al momento attuale può essere il bersaglio
perfetto
per chi voglia piegarla, approfittando dell’occasione che ha
allontanato Renamon!»…«CHE
COS-come-nooo, questa
Takato io non la sapevo lo vedi? Dobbiamo organizzarci con le
trasmittenti, qui, io mi perdo metà delle cose che accadono
durante la gioranta cioè quando me-mentre io ero andata a
pagare
la pensione-»…«Sì, lei e
Renamon si sono
incontrate!»…«Por------ca la paletta per
raccogliere
i bisognini!»
…ma
c’era qualcuno nascosto dietro il palazzo ad ascoltarli: nel
buio
si distingueva un abito rosso e nero a scacchi…
Rika sedeva al
tavolo dell’appartamento sempre più buio, al calar
della
sera. Il suo sguardo imbambolato, svuotato, mentre le veniva avvicinato
un bicchiere da una zampa d’orso artigliata. Lei senza
pensarvi
lo prendeva e beveva, tutto d’un fiato. Per poi tornare a
fissare
l’indefinibile.
PinkMonzaemon sedeva
tranquillamente di fronte a lei, e quel cuore spezzato emanante luce
tenebrosa faceva da centrotavola. La Digimon si piegava per cercare gli
occhi della ragazza «E’ solo colpa tua se tutti i
frammenti
si sono smarriti. Pensa intensamente e senza sosta a quante occasioni
hai avuto.»…«Io le ho sprecate
tutte…»
ripeteva meccanicamente la ragazza «Potevi impegnarti di
più a scuola. I programmi si sono fatti subito
più
difficili da quando la battaglia è
finita!»…«Io…sentivo…la
sua
mancanza…e il suo pensiero…portava la mia
mente…lontano…dai
libri.»…«Questo
è un male: ti sei lasciata andare. Non ti sei dimostrata
determinata come promettevi. Eppure sembravi una ragazza dagli
obiettivi definiti come
pochi.»…«Io…» e
la tristezza si accentuava nel suo sguardo, che però non
riacquistava vita, né perdeva di quell’ambigua
fissità…
…all’avvicinarsi di un altro bicchiere, che le era
stato
versato premurosamente dalla Digimon «…sono solo
l’ombra…di quella che ero
allora…»…«La tua vita ora non
potrà
che essere degna di un’ombra del genere. Guarda questa
stanza, oh
come è
buia…»…«…io…non
avrò
più…occasioni…»…«Poco
ma
sicuro, c’è un tempo per tutto,
Rika…amica
mia.» bucando quasi gli occhi della ragazza con i suoi,
penetranti e luccicanti di perfidia che non smettevano di fissarla
«Pensa intensamente ai bambini che
giocano…»…«…i
bambini…al
parco…»…«Quell’età…non
sarà più
tua!»…«…no…»
scuoteva il capo
rassegnata Rika, ed i suoi occhi si riempivano di lacrime «Un
po’ più di volontà e ti saresti potuta
fare una
bella famiglia, avere tanti bei bambini ma ora, con la reputazione che
ti sei conquistata dubito fortemente che qualcuno riempirà
la
tua solitudine.»…«…nessuno si
avvicinerà più a me, non ho più
speranze…» ed il pianto risuonava sempre
più ad
ogni parola «Oh beh ma come biasimare chi vedendoti
penserà che
tu-»…«Sì,
io…sono…» e PinkMonzaemon
ponderò lentamente
«Quella regina…che ormai ha smarrito la
corona…» e la giovane stringeva dolorosamente gli
occhi,
all’udire quelle parole sfumate e tristi
«…una luna
eclissata…»…«Sìì…!»…«Potrai
solo riguardare i tuoi rimpianti nello specchio, Rika.»
mutando
il cuore in una lastra di vetro che rifletteva la sua immagine dinanzi
alla quale lei volgeva il capo, con rifiuto «E aspettare che
il
tempo consumi ogni debole riflesso che ancora resta del
passato.»…«…n-non
voglio…»…«…questo
è il tuo
destino, ormai!»…«…v-vi
prego…!»…«Non puoi
ribellarti. Io sono come
te. Io sono te.»…«Ahh!»
…nello
specchio, il volto della creatura a forma di orso di pezza si
sostituì a quello della ragazza «Sono cresciuta a
Digiworld e sono arrivata a diventare vecchia senza trovare marito,
senza incontrare un domatore. Vivo in una casa
squallida…»…«Ahhh!»
La vita
dell’essere, fra quelle quattro pareti malinconiche si
rifletteva
dinanzi alla sofferenza di Rika «La gente al villaggio si
prende
gioco di me perché non ho fatto niente di epico. Ho il nome
e
l’aspetto di un Digimon a taluni noto. Ma di me si
può
solo ricordare ciò che non ho fatto. Chi non sono
stata…»
Seduta su
un’enorme poltrona, nel riassunto della sua vita allo
specchio,
PinkMonzaemon sembrava avere espressione ben più triste di
quella crudele con cui invece non cessava di insidiare la ragazza
«Non ho che sorrisi falsi a riempire la mia giornata, la
trascorro con amiche…che non mi considerano e non appena
potessero mi tirerebbero uno sgambetto. Ma l’ho accettato,
è il mio destino. Io però sono sempre stata retta
e
rispettosa, non è stata colpa mia se la vita non ha voluto
darmi
la gloria che ha concesso alla tua Renamon.»...nome che le
fece
male come una pugnalata al cuore, o forse come un pugno nello stomaco
poiché poté incassarlo…«Una
Digimon che
avrebbe…solo schifo e ribrezzo di una domatrice che ha
sperperato ogni
talento.»…«B-Basta!!»…«Anche
tua
madre e tua nonna pensano lo stesso. E’ un vincolo di
coscienza e
basta quello che le spinge a vivere al tuo fianco, in realtà
tu
sei stata il contrario della ragazza che si affacciò nei
loro
sogni, quando la battaglia
terminò.»…«S-Sta
zitta!!»…«Tutti a pensare
“Rika adesso
andrà incontro a un grande
futuro”…»…«Nooo!!»
si tappava le
orecchie ma era inutile «”Come è stata
valorosa, non
si smentirà nella
vita”…»…«R-Renamon…!»
…chiamava, nonostante tutto, la ragazza «Non
può
sentirti. L’hai mandata via, prima che scoprisse che lo
sforzo di
lottare al fianco di quella ragazzina è stato
vanificato.»…«…R-Renamon…
…Takato…amici miei, aiutatemi vi
prego…»
…cresceva intensa la nostalgia nel suo cuore, ed erano i
loro
nomi ad affiorare in quel mare di dolore «Tiratemi
fuori…non sono abbastanza forte per sconfiggere questo
avversario…»
…mentre Takato spiegava a Cindermon «La parvenza
di
Rika…il suo fare sfrontato, quel suo apparente non temere
nulla,
e nessuno! Altro non è che un…velo, che
può
strapparsi con facilità! Ora ne ho la
conferma!!»…«Dici davvero?!»
chiedeva
partecipe e colpita la ragazza digitale, ed il ragazzo insisteva, nello
scendere della sera e nel delinearsi di mille luci cittadine
«Se
ha allontanato Renamon! Se ha rifiutato il momento che più a
desiderato in dieci anni, perché so che è
così! Se
ha fatto questo, allora significa che il suo cuore
è…» …compiendo qualche passo
avanti, mentre
gli occhi di Cindermon lo seguivano. Le parole di Takato si riempivano
di premura, di tenerezza che emergeva da un mare di apprensione
«…prigioniero in un cespuglio di rovi. Questi
rovi…» smarrendo i suoi occhi rossastri nelle luci
dei
palazzi «…sono i risvolti della sua vita, che
l’hanno catturata e imbrigliata, e la tengono lontana da
ciò che ha sempre amato, e che ha composto se stessa, e
scritto
la sua storia! Io…ora la sento, sì. Un giorno nel
mio
più grande stupore riuscii a sentire il dolore che provava
il
mio Digimon…»
Cindermon spalancò gli occhi…
…mentre Takato
si ricordava ragazzino, ai piedi di un grattacielo sulla cui cima
avveniva uno scontro, sovrastato da un inquietante buco nel cielo.
Ricordò di piegarsi, a causa dei colpi che riceveva la
creatura
di cui lui era il domatore…
«…poi, a poco a poco imparammo anche a percepire
le nostre
reciproche sensazioni. Essere una cosa sola…tutti
insieme…»
Cindermon
compiva un passo in più, verso quei ricordi dai quali si
sentiva
chiamata.
E Takato
ricordò i loro alter ego biodigievoluti…uniti
verso una
stessa meta…quando lui affermava che nonostante tutto non
erano
cambiati…
«Ma
adesso…» rivolgendo un gentile sorriso alla
città
«…mi appare improvvisamente così
naturale, anche
dopo tanto tempo. E’ come se…fossi stato
addormentato per
tutti questi anni. Ma la mia amica soffriva, non era contenta di se
stessa. Ogni scelta le pesava, e accresceva il rimpianto.
Oggi…è così amareggiata tanto che si
è
innalzato un muro fra lei e coloro a cui tiene di più. Non
l’avrei mai creduto…» lasciando andare
le braccia, a
poco a poco «…ma a volte anche i forti cedono.
E’
proprio vero che…siamo tutti esseri umani.»
Cindermon allora
si accostò a lui. Gli pose una mano sulla spalla. I suoi
occhi
azzurri si fecero ingenui, come la sua voce quando gli chiese
«…ma Rika si salverà, no?»
Lui la
guardò. Lei continuava «Non resterà in
questa
voragine oscura, noi la aiuteremo. Scopriremo dove si è
diretta.» …e con quel sussurro sembrava tanto
desiderare
una conferma. Lui la scrutò con sguardo assorto…e
piano,
pianissimo accennò, sfiorandole la mano che lei teneva sulla
sua
spalla «…and we live one more
day…»…«Oah?!»…«…and
we make it through the rain.» allontanandosi poi di qualche
passo, mentre lei era rimasta un po’ spiazzata
«Cos’è, non capisco. Che significa, in
inglese che
sono un’imbrogliona?»…«Uhm,
no…!»
a lui venne un po’ da ridere, ma si nascose dandole le
spalle.
Sospirò profondamente, e poi si volse. Espressione pacata
«Si è fatto tardi. E’
bene…che torni a casa,
per oggi. Purtroppo…» abbassando lo sguardo
«…continuerei a cercare Rika. Ma non posso
ignorare che
mia madre si è sentita male, oggi.» A quelle
parole anche
lo sguardo di Cindermon tradì una lieve pena «E
inoltre…prima di uscire…mi sono lasciato scappare
qualche
commento sarcastico, io ecco vedi…» fissando
l’asfalto «…sono deciso ad aiutare i
miei amici ma
non posso e non voglio con questo far star male i miei familiari. Mi
capisci, vero?»
Cindermon prese un
lungo sospiro, chiuse gli occhi, e alla fine disse
«…sì! Hai ragione. Fai bene, torna da
tua
mamma.» Lui si volse a guardarla e lei aggiunse
«Non
possiamo sapere fin quando ci staranno, finché ci stanno
è meglio conservarseli con cura.» Takato
accennò un
lieve sorriso, e spiegò
«Però…! Riprenderemo
domani. Apposta ho detto quella frase. Proviene da una canzone di dieci
anni fa.»…«Oh?! Quale
canzone?!»…«Cercala su
Internet!» si congedava
lui, allontanandosi lungo le vie cittadine «N-N-Non mi prende
bene, Internet, alla pensione!...
…Takato!!...
…che vuol dire quella frase, non lasciarmi sulle
spine?!»
Takato si volse
in ultimo. E con espressione resa contenta da qualcosa di indefinibile,
pronunciò «E’ la frase del giorno che
finisce e del
nuovo che riparte, con le sue opportunità! Ti saluto,
Cindermon!» in una veloce corsetta.
«Eh,
“TI SALUTO”, proprio è il caso di dire
“TI
SALUTO” niente adesso figurati aprirò Internet e
scoprirò che è una canzone che inneggia allo
sterminio di
tutte le Digimon con il ciuffo come il mio! Sai, uno di ‘sti
video PROTETTI con tutta gente morta impiccata ci scommetterei lui mi
ha voluto fare uno scherzo MI ODIA ma mi deve tenere come Digimon e
questo gli rode!! Uhmmmff…!»
…ma
mentre lei decideva cosa fare e in che direzione
muvoersi…colui
che indossava l’abito a scacchi sussurrava
«…Cielo…quelle parole così
lontane…!» in quello che sembrava un moto di pena,
ma
anche di sentimento «…ma nonostante tutto vi siamo
aggrappati. Non possiamo restare con le mani in mano, dobbiamo darci
tutti da fare!» sicché si dileguò. E
Cindermon
«Oah?! Chi c’è?! Mi è
sembrato di sentire
qualcuno! Oddio.» stringendosi il manto «O-O-Oddio,
metti
il maniacooo…cittadino che mi spia perché sono
sola-ora
mi salta addosso: TAKATOOO!!!...MI LASCI IN BALIA DEI
DEGENERATIII!!!»
«Fatti
vedere, bella di papà: AH!! MA SEI UNA
STELLA!»…«…se lo dici
tu.» replicava
Rea, e la madre li udiva dalla cucina «Rea, teso-acc! Oggi mi
devo scottare, piccola sei pronta?! Fa-Fatti vedere-acc-ccidenti, devo
pure inciampare sui pacchi della mondezza! Fammi, fammi
guardare…ohh!»
Rea emergeva dal
buio del corridoio, in abito nero elegantissimo e tacchi alti. Era
veramente splendida, peccato per quell’espressione mogia che
tracciavano i suoi occhi così ben truccati di scuro
«Così va bene, è sufficiente
perché mio
padre possa arrivare alla
pensione?»…«Oh, mi pugnali
al cuore se mi dici così!» disse il padre
«Ah Rea
non dire sciocchezze oh, ma guardati, adesso sì!»
faceva
la madre «Adesso sì, che ragioniamo!
Così di sicuro
puoi portarti dietro quel codazzo di uomini che ti ci
vuole!»…«…che mi ci manca,
vorrai
dire…» commentò lei aggiustandosi
l’orecchino
e meditando molto assai poco invogliata sulla serata. Il padre intanto
riferiva «Il mio capo ha chiamato.» mentre la madre
si
allontanava «Oh! Piccolo Benji che ti succede
perché
piangi?!»…«…ha detto di aver
prenotato un bel
ristorantino di lusso, di quelli che non si rifiutano…!
Uhm!»…«…tanto per me
è
uguale.»…«Non fare la guastafeste:
daaai, goditi la
serata!» la invogliava il padre, ma lei
«Uhmf!»…non smetteva di accomodarsi
l’orecchino, non riuscendo a fare altrettanto con se stessa,
quando «Oh! Scusa papà un attimo sento Benji
piangere, che
cos’ha?»
Benji era fra le
braccia della nonna «Piccolo-smack! Tesoro della nonna
perché è per mamma che va
via?»…«Si
sente triste, pensa di sentire la mia mancanza.» disse Rea
prendendolo dolcemente fra le sue braccia, mentre suo padre sbucava da
dietro «Eheh! Ma ci sono i nonni! Ce lo strapazziamo, gli
facciamo assaggiare una cenetta squisita!» Ma pochi secondi
bastarono perché Rea si isolasse con suo figlio,
sussurrandogli
«Cosa c’è? Eh? Che
c’è, ometto mio? Non
vuoi che stasera esca?...la mamma ti confida una cosa, non ne ho voglia
per niente nemmeno io.»
…il bambino
aveva però afferrato con sé il Digivice, e ora
stando in
braccio alla madre, finì per lasciarlo cadere nella sua
borsetta…
«Non me la
sento. Semplicemente non ho voglia di vedere un uomo che non sia tuo
padre. Nonostante tutto ciò che mi ha fatto io gli voglio
ancora
bene. Non voglio andarmene con altri, io voglio chiarirmi con lui anche
se per il mondo il mio è il sogno di una sciocca. Ma allora
siamo in due sciocchi, vero? Oh, neanche tu vuoi che io vada, allora
sai che ti dico? Ci faremo forza a vicenda questa sera, e non ci
separeremo. EHM EHM!» schiarendosi così la voce
«Va
bene, mamma, papà, io e Benji
andiamo!»…«Cosa?!»
trasalì il padre, e
la madre «Ma Rea,
ragiona…!!»…«Che devo
ragionare, mamma? Sono…una giovane donna con un figlio. Se
il
capo di papà mi vuole tanto mi deve accettare anche con
Benji,
che c’è, mi è proibito portare mio
figlio?»…«Ma Rea,
cara…!» mediava il
padre «E’ sconveniente, non mi sembra il
caso!»
esortò la madre, ma la ragazza «Sconveniente?
Sconveniente
è andarci da sola così quello mi salta addosso, e
premesso che ho capito a perfezione che a questo si deve andare a
finire vi comunico che non ci tengo: il mio ometto viene con me,
è vero Benji? Vero che sei più contento di uscire
con la
mamma? Così sarai tu a proteggermi se quel…brutto
ceffo
osa allungare le sue mani.» sparendo nel corridoio, incurante
degli «A-Aspetta,
Rea!»…«Figliola! Amore del
tuo paparino!»…«Mamma mia!»
con sbattuta della
spatola «Quando ci si mette
è…èèè…testarda,
sì!
A-Assomiglia a tutte quelle eroine dei cartoni con cui è
cresciuta!»…«Sì! Solo che
dove ne trovi una
di quelle che ha avuto pure un figlio e che poi è stata
scaricata dal marito?» in un sospiro rassegnato, da parte del
signor Akimoto.
«Ti posso
assicurare…» echeggiava una voce femminile, tra i
libri di
psicologia «…che era lui in carne ed ossa:
Terriermon!» scandiva incisiva Aki, arricciolandosi i capelli
col
dito e parlando al cellulare «Sono tornati. Sì,
tutti
quanti, ormai non ci sono più dubbi, la schiera intera
o…
…per lo
meno le parti essenziali. Chi è di guardia ai cancelli ha
fatto
inspiegabilmente cilecca. Quello che accadrà da questo
istante
in poi…dipenderà da svariati fattori,
è scontato
che dovremo giocarceli al meglio. Sì.
Sì…»
assottigliando lo sguardo «La messa in scena in casa Wong non
durerà ancora a lungo, è sul punto di precipitare
e anzi
ad esser sincera le do poche ore. Chissà come se
l’è cavata Henry con i suoi
genitori…dopo aver
rinnegato il suo Digimon. Comunque per quel che ci
interessa…il
cuore ha raggiunto ormai la sua quasi completa maturazione, manca solo
qualche piccolo ritocco…» ponderando a dovere,
mentre le
suonavano alla porta. Anche con una certa insistenza «Devo
andare. Ma aspetto dettagli, intesi?» sicché
chiuse la
chiamata, mormorando «…anche senza percezione
magica mi
è facile intuire chi sia oltre la
porta…»
posò elegantemente il telefono, e si diresse col suo passo
leggiadro ad aprire.
Socchiuse gli
occhi «…me lo
aspettavo.»…«Aki! Posso
entrare?!»…«…se ancora vuoi,
Henry.» ed
il ragazzo si precipitò all’interno. Aki
richiudeva la
porta «Credevo mi reputassi responsabile per il malinteso
creatosi a casa tua.»…«Ah! Quello non
era niente!
NIENTE in confronto a quello che è stato dopo!!»
Aki
dilatò lo sguardo «…che intendi,
Henry?»…«La mia famiglia ha scoperto
tutto.»
La ragazza rimase immobile, in silenzio «Loro sanno di Rea e
di
Benji!!» esclamò lui palesando
disperazione…
…mentre
lo sguardo della psicologa cadeva, in un’oscura sfumatura,
sul
cuscino tra le braccia di Henry…
In un tripudio
di colpi magici, le strutture della prigione del vascello a Digiworld
stavano per cedere: grazie a un tuffo «Ahh!!»
Imagomon
riuscì a spostare Kazu spingendolo a terra, ma ne
ricavò
sul braccio un graffio da parte dell’agile Scratchmon
«Imagomon! IMAGOMON, TI HA
FERITO?!»…«Non
è niente, è solo un
graffio!»…«Sono
troppo forti per te!»…«S-Se solo
potessimo contare
sui Digimon prigionieri!»…«Hai qualcosa
con cui
posso liberarli?! U-Una lama, un ferro, qualsiasi cosa, io me la cavo!
Ho lavorato come idraulico e ho aggiustato porte sulla
terra!»…«E’ pericoloso, se ci
separiamo tu
sarai indifeso!»…«Sono agile! Ce la
posso fare, tu
intanto tieni a bada loro, se non devi pensare a proteggermi puoi
farcela!»…«Kazu…»…«Non
temere…fa come se fossi io stesso un
Digimon…»
sorrideva il ragazzo, anche in quella situazione difficile…
«Non ce la farete MAI!» occhi fucsia…
«Scratchmon vi divorerà come punizione per aver
tentato di
ingannarci…» occhi azzurri…
…ma l’espressione del ragazzo era ancora serena,
nonostante tutto «…sono disposto a mettere a
repentaglio
quella gioventù che ancora mi resta…la mia vita
stessa,
per il vostro
mondo…»…«Ohh!»…«…da
quando vi ho ritrovati ancora mi pizzico per accertarmi che non sia un
bel sogno. Nonostante questo sia un luogo da
incubo.»…(canzone: Steps
- If you believe)…«C’erano
Digimon…» sussurrò Imagomon, carezzando
il volto
del ragazzo con uno dei suoi artigli «…che
ipotizzavano
che ormai vi foste dimenticati di noi. Dicevano che voi
umani…siete sensibili alle
mode.»…«…è
vero…»…«Oh?»…«…alcune
di queste possono penetrarci dentro, e condizionare il nostro
avvenire.»…«C’era chi diceva
che ci avreste
accantonati! Che presi ad inseguire nuovi stimoli non avreste
più rivolto lo sguardo al nostro mondo…che al
contrario
di quel che è per noi…voi neanche potete
scorgere, se
alzate la testa.»…«…questo ha
raddoppiato lo
strazio…per chi come me aveva bisogno della sua luce
digitale,
verso cui poter almeno alzare il capo, la sera, prima di andare a
letto.»…«Kazu,
tu…»…«Non
dire altro…
…è vero, c’è chi
è sensibile alle
mode. Ma crescere a volte ti porta a non dimenticare. Ciò su
cui
ridi quando sei un bambino…ti lievita come una torta, fino a
diventare…un tutt’uno col tuo corpo. La luce che
ti
indirizzerà il
cammino.»…«…sii
prudente…»…«Io mi limito a
seguirla.»
così si separarono.
«Guardali,
Scratchmon, tentano di liberare i prigionieri!!!» occhi
azzurri.
«Vai,
uccidili-smembrali-ammazzali-FALLI IN MICRO-PEZZETTINIII!!!»
occhi fucsia. Ed il digifelino balzò, ma a quel punto
Imagomon
si drizzò in piedi con orgoglio «Non ci
schiaccerete
così! Kazu!!» e sfoderando una lama luminosa, la
lanciò dietro di sé.
Il ragazzo
la afferrò al volo «Grazie, amico mio!»
sfoderandola
dinanzi alle celle, traboccanti di Digimon appesi al suo operato
«Umano prescelto!»…«Niente
paura: sono venuto
a rimettervi in libertà!» iniziando a forzare la
serratura.
«Pioggia di
zirconi!!!» Imagomon balzò e
liberò la sua raffica di schegge oscuro-lucenti.
«AHHHH!!!» strillò occhi fucsia con
«Ooooohhhhh!» occhi azzurri. Il felino puntava le
zampe e
soffiava con fastidio per resistere all’attacco.
«Ecco, presto, chi ci riesce liberi gli altri
prigionieri!»
Kazu aveva messo a segno una prima cella, e gli dicevano «Ti
saremo sempre debitori!»…«…io
lo sarò
eternamente.»
«Oh
no, fanno sul serio!» indicò
l’indefinibile sagoma
dagli occhi azzurri.
«Accidenti, con tutti quei Digimon pulciosi in giro
Scratchmon
non resisterà!!»
«Bravo, Kazu!!» esclamava Imagomon.
E presto,
quel luogo buio fu illuminato dalla luce dell’altruismo e
dell’amicizia, ognuno liberava l’altro,
c’erano
Digimon di ogni specie: gechi, piante, uccelli, creature delle nevi ed
esseri meccanici. I lucchetti cadevano ad uno ad uno grazie allo
sprigionarsi delle loro tecniche speciali.
Molto presto l’attacco di Imagomon «Pioggia di…oh?!»
fu bloccato dalla schiera che si parò di fronte a lui
«Non
ce n’è
bisogno!»…«Tu ci hai aiutati
rischiando la vita assieme al tuo amico, ora ci penseremo noi a
difenderti!» accendendo i loro poteri…
«Fantastici!» guardava Kazu...
…mentre i
nemici inorridivano, seppur celati
nell’oscurità…
«I Digimon anche
a dieci anni di distanza restano un popolo mirabile, sono ancora
uniti!»
E da lì, il
liberarsi di una pioggia di scintille senza precedenti
«RITIRATAAAAAA!!!» (occhi fucsia)
«SCRATCHMOOON!» (occhi azzurri)…
…e il felino
non poteva che seguirli compiendo uno slalom improvvisato in quel
bombardamento…
«Ce
l’abbiamo fatta…» non riusciva a credere
Imagomon
“Renamon, avevi ragione…”
volgendosi…e
scambiandosi un cenno di vittoria col suo compagno umano, un
po’
più sbilanciato in discrezione da parte di
quest’ultimo
“Il potere della sintonia con gli esseri umani può
compiere miracoli. Può forse indicarci la via per il
futuro?”
I Digimon liberi
sembravano un caleidoscopio di salti di gioia e felicità. (fine-canzone)
Sandmon, dalla
sala del trono «UuuuooooaahhhhHHH! E’ da prima che
sento
colpi e botti d’ogni genereee!» riferiva ad un
indefinito
interlocutore al di là del cellulare. Mentre attorno a lui
tutto
tremava, scudi, spade e trofei cadevano miseramente «Ci gioco
metà del mio patrimonio che mi stanno sabotando il
vascello!»…«ALLARME IMPREVISTOOO! SONO
LIBERI E
HANNO FATTO RIVOLTAAA!» la voce di occhi fucsia
««Oahhh!» balzò il guerriero
di sabbia
«Sono in mooolti, sono diretti quiii!!!» la voce di
occhi
azzurri. E Sandmon «Ecco, adesso mi è arrivata la
comunicazione ufficialeee! Accidenti! E dire che avevo fatto un lavoro
coi fiocchi, avevo fatto rinforzare le sbarre! Quel metallo era solido
e resistente, quel Digimon incompetente della ditta mi aveva assicurato
DI ESSERE IL NUMERO UNO!»…«Non me ne
frega niente
della tua ditta e delle tue
sbarre!»…«Gulp!»
…Sandmon
restò di sasso a quel commento che provenne dal telefono. Si
trattava di un’aspra e sonora voce femminile «Ma mi
sono
costate
un’enormitààà…COME
IL RESTO
DEL VASCELLO CHE STA
CROLLANDO!»…«…potrai
comprartene uno nuovo quando avremo messo a segno
l’operazione!»…«Ma senza il
vasce-»…«DAMMI RETTA ho un piano molto
più
appetitoso del tuo quindi adesso lascia quella carcassa arredata
pietosamente, e prendi…l’”uscita
d’emergenza”, sai a cosa mi riferisco alludendo a
ciò…»
Il volto sabbioso del
biondo Digimon dai capelli impomatati restò per qualche
secondo
in esitazione…«”Arredato
pietosamente” il mio
orgoglio?!» gemette…
«Non
dimenticarti il seguito, ovviamente.» parallelamente a
Sandmon
che si esibiva in un gesto imperioso «TU, GATTACCIO! VIA,
MARCHE!
SI EVACUA LA NAVE, AL TUO POSTO!»…«E
vedi di darti
una mossa, mi servi qui per una cosetta al più presto, per
cui
se ti fai affondare da quei prigionieri non sarai buono neanche per
questo!»…«Oh-oh-oh-oh, arrivo,
arrivo…!» chiudendo il telefono con una certa
agitazione
ed impicciandosi un po’ tra il mantello e la direzione da
imboccare «ORDINI DEL SIGNORE! RI-TI-RA-TA
IMMEDIA-Ouuuch!»
gli arrivò una spada sulla testa «RITIRATA
IMMEDIATA
guarda tu se quelli mi sentono RI-TI-RA-TA ho detto SE NON VI BECCO
ALL’USCITA DI EMERGENZA SONO DOLORI GENERALI!»
…Il vascello stava andando in picchiata, le sue strutture si
sgretolavano...
«Precipitiamo?!» esclamò Kazu nei
sotterranei, e
Imagomon «…! Purtroppo temo di sì,
dobbiamo fare in
fretta!»
«Niente paura!» fecero però i Digimon
liberati
«Vedrete che se uniremo le nostre forze riusciremo a salvarci
tutti!»
Volpe nera e ragazzo col cappello si guardarono, e con
l’accenno
di quel sorriso tra le gocce di sudore affidavano la loro sorte a
quella moltitudine di creature…
Mentre nella
sera di Tokyo, Calumon passeggiava con fierezza nonostante la bassa
statura, avanti e indietro lungo il comodino
dell’ambulatorio. Ad
ascoltarlo, Ryo assieme a Renamon, Lopmon e Monodramon.
«E
così…» apprendeva con pena la
coniglietta marrone,
abbassando le sue orecchie «E’ proprio vero, non vi
è giustificazione né controllo mentale. Gelsomon
e le
altre si sono messe di punta per distruggerci…non si fanno
scrupolo di coinvolgere la città nella loro
missione!»
Gli occhi del
draghetto viola erano attoniti
«Gelsomon…»…«Monodramo,
capisco come ti
senti!» accennò il suo domatore, ma il Digimon
strinse gli
occhi «No. Mia moglie no! Non riesco ad accettarlo, Ryo. Non
riesco a convincermi, ragazzi, mi
dispiace!»…«E
invece purtroppo temo che dovremo accettare la realtà,
Monodramon.» gli disse Renamon. Ma lui «No. Lei non
potrebbe arrivare a fare questo!» stringeva quei piccoli
pugnetti
artigliati «E’ una donna buo-u-una Digimon buona!
E’
la madre di tutti i miei piccoli, SICURAMENTE HA INCONTRATO QUALCUNO
CHE LA STA RAGGIRANDO!»…«Sicuramente, e
lo
scopriremo presto!» garantiva Ryo, ribadendo «Non
possiamo
permettere che questo “qualcuno” di indefinito
prenda di
mira la nostra città, e per giunta che si servi della moglie
di
Monodramon!» balzando in piedi «Insomma, ci ha
fatto
quattro figli, mica niente: quattro figli, la loro è una
famiglia e qualcuno la sta sfasciando per di più allungando
le
sue manacce sulla terra che abbiamo con tanto impegno difeso, eh no
questo è troppo! Questo tipo ha le ore contate!»
Lopmon
rifletteva «Ragazzi…io ho tanto il sospetto che
dietro
tutto questo ci sia Guardianmon. L’avete visto? Sarebbe stato
disposto a qualsiasi cosa pur di non farci attraversare il
varco!»…«Sicuramente è stato
lui, quel
farabutto me la pagherà!» giurava Monodramon, e
Ryo a
chiedere «Chi è questo Guardianmon? Ah! Aspetta,
mi sembra
di ricordare che il tuo profilo Facebook, Monodramon, alludeva a un
certo “guardiano”!» Ma fu Renamon a
spiegare,
contemplando il cielo dal balcone
«Guardianmon…è il
Digimon guardiano che si offrì spontaneamente di proteggere
il
varco da quando i quattro Supremi si sono ritirati per sorvegliare il
D-Reaper. Prese accordi personalmente con Cyclemon, tutti
noi…
…chinammo il
capo senza fare domande. Si era sparso il terrore a Digiworld, ogni
soffio d’aria sembrava preludere ad un nuovo ritorno del
D-Reaper. Si diceva che il contatto con la terra avrebbe alterato gli
equilibri e sarebbe stata la molla per il riproporsi della tragedia.
Stando così le cose…» la volpe assunse
sguardo
malinconico «…e in quanto era impossibile per
ciascuno di
noi raggiungervi…e rimetterci in contatto con la
terra…
…non ci
siamo posti interrogativi, ed abbiamo accettato la presenza di
Guardianmon, senza sapere molto di lui. Ci sembrava che
forse…quel sacrificio che compivamo…fosse dovuto,
affinché nei due mondi regnasse la pace. Affinché
non vi
fossero più minacce a turbare quella nuova vita che ci
eravamo
conquistati con dure battaglie.»…«Una
nuova vita che
ha lasciato tutte le risposte a metà…»
commentò Ryo «Non si può impostare un
nuovo inizio
sugli irrisolti e sui misteri!» ma Renamon si volse
«…che vuoi farci, Ryo. Noi fin qui siamo
arrivati.»
tanto che il ragazzo arrestò un po’ il suo
impulso, e
replicò «…anche noi, per
carità.»
Renamon socchiuse gli occhi, consapevole…
…mentre
Ryo continuava «Trabocchiamo di interrogativi, per noi esseri
umani non va di certo meglio.»…«A quanto
pare, mio
caro vecchio amico, ci troviamo a navigare sulla stessa
barca.»…«Puoi dirlo forte,
Renamon.»
E vi fu
silenzio, scandito da un «Calù.»
dopodiché
Ryo balzò in piedi «Tuttavia non possiamo
arrenderci
così!» e Lopmon «Sia la terra che
Digiworld
necessitano del nostro contributo. Dobbiamo rimettere insieme i pezzi e
capire cosa sta
succedendo.»…«Certo!» fece Ryo
seguitando «Guardianmon, Cyclemon insomma…vi
ritrovo e
sento tutti nomi nuovi, e dire che io ero uno che di Digimon se ne
intendeva! Ci siamo fatti tutto Digiworld assieme, non è
così Monodramon? Oh!»
Ma
il draghetto se ne stava in disparte, con l’espressione
scura, e
la mente imbrigliata da pensieri.
Anche Renamon sembrava vagare con l’anima nella notte senza
trovare una meta.
Ryo
si grattò la testa «Ouch, capisco che è
tosta,
ragazzi…però…così non
può andare,
dobbiamo trovare lo stesso una soluzione.» e si rimise
seduto, in
quella posizione un po’ sbracata che gli era tipica.
«Se
fossimo uniti, assieme ai nostri domatori…tutto sarebbe
più facile…» dichiarava Lopmon
«Però…» ed il suo sguardo si
rivolse alla
schiena di Renamon, sul balcone «…non è
semplice
come previsto.»…«Calù: ho
avuto modo di
osservare gli uomini, in strada. E anche i nostri vecchi
amici.»…«Che ne hai
dedotto…saggio Digimon
luminescente di segreti?» gli domandò Ryo. Calumon
socchiuse i suoi occhietti pieghettati «…nessuna
saggezza…semplicemente osservo e rifletto. L’ho
sempre
fatto.» per poi riaprirli…grandi, verdi, pieni di
pena e
di interrogativi ma anche di curiosità «Si respira
un’aria diversa, camminando in giro…»
…e
tanto speciali furono le sue parole che anche Renamon si volse appena
per ascoltarlo…
«Calù…quando giunto qui la prima volta,
dieci anni
fa, sembrava una gran festa, la gente era allegra e sorridente. Oggi
calù invece è tutto diverso. Vivendo a Digiworld
i nostri
tempi duri non abbiamo abituato l’occhio, credevamo fosse
così ovunque. Però, però io ricordavo
il guizzo
brioso della terra, invece ovunque nell’aria
c’è
negatività. La gente è arrabbiata, un altro
po’ ti
prende a calci anziché meravigliarsi che esisti, hai le
orecchie
lunghe e magari vieni da un altro mondo,
calù!»…«…è
che siamo tutti di
dieci anni più stressati: in questo lungo tempo è
successo di tutto!» svelò Ryo.
Renamon si
lasciava andare ai quesiti “Rika…forse anche tu
fai parte
di questo curioso quadro tracciato da Calumon? Da quella che eri,
ora…” smarrendo i suoi occhi nel panorama
“…sei una fra tutte queste luci che si incontrano,
e si
scontrano senza trovare un luogo di pace? E’ in questo
labirinto
caotico…che non c’è più
spazio per una come
me, un Digimon…?”
…e anche
Monodramon “Gelsomon…come puoi essere cambiata
tanto da
dimenticare i valori e i sogni su cui abbiamo basato la nostra
famiglia? D’accordo, posso esser stato un marito non molto
presente a volte. Però ti giuro che ti ho voluto bene. E i
nostri figli…” stringendo il pugnetto
“…per
me sono tutto, sono il nostro futuro!!” per poi lasciarlo
andare
“Non ti posso credere malvagia…nostra nemica. Che
fine ha
fatto tutto…?”
Lopmon non era
da meno “Suzie…anche tu?
Terriermon…Renamon…il ritorno non ha dato loro la
felicità che cercavano. Anche se mi vergogno ad
ammetterlo…ho paura. Tu eri solo una bambina quando ti ho
conosciuta, adesso sei un’adulta. Ho paura di trovarti
cambiata.
Se mi accorgessi…” stringendo gli occhietti
“…che quella cara persona è svanita per
sempre…?”
…e lo stesso Calumon “Jeri…”
…ricordando
tante scene, ed espressioni differenti della ragazza “Io
stesso
che ti ho conosciuta nel pericolo, in momenti in cui non si
può
che essere sinceri, e ammettere le proprie debolezze, tornando non ti
ho ritrovata. I tuoi tanti atteggiamenti diversi mi hanno confuso, cosa
che non riuscirono a fare i cloni digitali del tuo corpo, molti anni
fa. E’ possibile ipotizzare un nemico più astuto e
ingannevole del D-Reaper? Il pensiero mi intimorisce…rare
volte
mi sono sentito così, ma mano a mano che cresco diventa
sempre
più frequente.”
Infine Ryo
“I Digimon sono in ginocchio…ah, e non ho idea di
quale
dei miei compagni chiamare per primo! E’ un vero disastro:
ignoriamo chi sia il nostro nemico, cosa pensino e dove siano i nostri
amici! Pare assurdo, ma più che in battaglia mi viene da
dire
che non so se ne usciremo. Però una cosa non fa che
rintronarmi
nella testa: loro sono qui! Loro sono finalmente tornati, dopo dieci
anni!! Ci sono, e adesso potremmo essere tutti felici!”
…nonostante fosse circondato da sguardi incerti,
reticenti…nebbiosi, oscurati…
“Sono
cresciuto, non sono fuori uso!” si diceva Ryo
“Posso ancora
fare qualcosa, dopo tutto…che mi manca? Muscoli, cervello,
ho
tutto ciò di cui ho bisogno ed anche dei sogni!”
rimettendosi in piedi “In questi anni al di là di
tutte le
maschere che ho indossato non ho mai smesso di sperare che questo
momento si verificasse: non lo lascerò
sfuggire…”
stringendo un pugno, e dichiarando «Ragazzi!!»
radunando
gli sguardi di tutti quei Digimon dall’animo confuso
«E’ soltanto un nemico, un nemico in
più! Sembra
sempre il più forte in questi casi…ma io credo
fermamente
nella nostra squadra! Non dobbiamo arrenderci, qualcuno deve aver
schiacciato il mondo dei nostri sogni sotto una cupola di nebbia! Ma
noi, con quello che abbiamo dentro, possiamo ribaltarla! Siete con
me!…vero?»
Ognuno di quegli
occhi digitali guardò in un punto diverso in
quell’angusto
ambulatorio, per cercarvi le risposte al proprio destino…
“Ritrovare
i sogni, sotto la coltre di nebbia…” rifletteva
Lopmon,
lasciandosi andare a un sorriso insicuro “…il
suono,
è quello di una dolce favola. Ma ci sarebbe mai speranza che
diventi realtà…?”
Quando fuori si
faceva buio, il panificio ancora illuminato acquistava
un’atmosfera quieta e speciale. Quel luogo nella sua
semplicità non aveva mai smesso di ospitare ricordi. Faceva
sempre un certo effetto veder spazzare i resti della giornata
lavorativa, cosa di cui si occupavano le mani gentili di quel ragazzo
che lì lavorava e viveva «Questo non lo dica a
nessuno,
perché è un segreto…»
accennò, e
adesso la sua voce suonava distesa tanto da riportare il suo fare ad
un’altra, più ingenua età
«…ma fra
tutte le clienti che vengono qui da noi io ho una predilezione per
lei.»…«Sarà che ormai faccio
l’effetto
di una vecchia, consueta e rassicurante minestra, uhmuhmuhm!»
…si
poneva la mano davanti alla bocca nel suo ridere discreto, quella
signora ancora giovane, dall’aspetto curato e dai lunghi
capelli
rossi «La smetta…!» le disse Takato
lanciandole
un’occhiata eloquente «Lei è tutto meno
che
vecchia.»…«Detto da un giovanotto che ha
assistito
al mio picco e al mio calo…è cosa preziosa, devo
farci un
pensierino! Che dici Takato? Serviamo uno scherzetto a Mitsuo, quando
non ci vede e non ci sente?»…«Lei ci
scherza…!» faceva il ragazzo mentre versava nel
cestino le
briciole da un vassoio «Ma io sono certo che le mie
preferenze
sarebbero cadute senza dubbio su di lei, se non conoscessi e avessi la
massima stima di suo marito, e se fossi capace di
innamorarmi!» e
lo diceva con spigliata leggerezza, senza porre alcun peso sulle sue
parole, e ora la sua espressione era più libera, lucente.
Quella
della signora era molto dolce «Trascuri un particolare, che
potrei essere tua madre!»…«Eh,
esagerata…»…«…sì.»
per un
attimo gli occhi di quella donna dai tratti distinti si velarono di
malinconia «Forse in effetti esagero nel dir
questo.»
Takato la fissò
in silenzio, era serio. Sapeva a cosa alludeva, doveva essere un
problema con cui lei conviveva. Il ragazzo respirò e chiese
con
partecipazione «Come sta suo marito…?»
Anche lei
sospirò, ed alzò un poco le spalle
«…come al
solito.» Takato attese il suo proseguire
«Adesso…si
sta occupando di un incarico minore. Ma il posto è
saltuario,
probabilmente verrà
sostituito.»…«E’ un
peccato che non si accorgano delle sue enormi
capacità.»…«…già.
Lui ne soffre
molto.»…«Gli porti i miei
saluti.»…«Ma certo, come
sempre!»…«Gli dica…se vuole,
che per quanto
mi riguarda…il solo ripensare a lui e sentir ripetere il suo
nome…» guardando verso le luci del negozio
«…mi riporta alla mente un tempo passato. E molti
giorni...tanto frenetici quanto speciali. Il signor
Yamaki…»…«Uhm…glielo
dirò. Gli
farà senz’altro piacere.»
replicò lei che era
solita a nascondere il suo sorriso dietro il discreto gesto della mano.
Dopodiché parlò spontaneamente, facendosi seria
«Sai, da una parte, anche se abbiamo tutti rischiato non sai
cosa
darei perché tornassero quei tempi…»
Takato, senza
distrarsi dalle sue faccende, si limitò ad accennare
«…forse lo so…» alzando solo
appena e
rapidamente gli occhi. La signora proseguì
«All’epoca mio marito era molto considerato. Il
governo gli
aveva affidato un compito delicato. Sappiamo bene che non tutto
andò per il meglio. Però…
…lui
è fatto così. E’ il carattere di
Mitsuo,
lui…non può vivere senza un obiettivo, se
è
difficile tanto meglio, dagli anche una meta impossibile e lui ci
metterà tutto se stesso. E’ un
uomo…così
pieno di passione…e di
valore…»…«…questo
non deve venirlo a
raccontare a me. Lo so già. L’ho sperimentato
personalmente.»…«…ma solo a
te posso
dirlo.»…«…capisco la
situazione.»…«Oh…!»
la donna si
portò la mano alla fronte, confidando quello che pareva
essere
un gran peso «Da quando quella battaglia si concluse lui fu
allontanato dagli incarichi di maggior rilievo. Le
informazioni…hanno girato e si sono modificate al punto che
ora
è lui ad essere inquadrato come uno dei principali
responsabili
dell’invasione del
D-Reaper.»…«Non
c’è che dire, signora: le chiacchiere hanno il
potere di
alterare la storia. Modificare colpevoli, e innocenti. Eroi, e
distruttori, semplicemente li scambiano di posto. Il tempo scorre, e
quello che era originariamente così chiaro…
…si
perde.» definiva piano, con quella profonda sumatura nei suoi
occhi rossastri «…e il presente si ingarbuglia.
Non lo
dica a me. Non sa cosa stia accadendo proprio adesso, proprio al
riguardo di quei miei amici che erano con me a combattere, allora.
Mentre suo marito…e lei…ci offrivate il vostro
prezioso
aiuto dalla vostra
postazione.»…«Oh…sei
gentile a ricordarlo.»…«Io non potrei
fare
altrimenti, Riley.»…«Mi auguro che
possiate tutti
risolvere i vostri problemi!» ammise la donna con sincera
partecipazione «Me lo auguro anch’io.»
disse Takato
alzando lo sguardo su di lei «Non sa quanto i miei amici
siano
brave persone, valorosi quando è il momento di esserlo,
eppure
la vita…ha riservato loro e continua a dargli soltanto
ostacoli,
e complicazioni.»…«Non ve lo meritate!
Voi…non avete mai potuto festeggiare.»
confessò,
portandosi la mano al petto «Non avete avuto il
tempo…né il modo di essere felici per aver
preservato
tutti noi e la città dal pericolo, e questo
perché…!...
…i vostri
sogni non si sono avverati. Anziché ricevere la ricompensa
meritata…vi sono stati portati via quelli che allora erano i
vostri amici. I più
cari.»…«…Riley…lo
sa che è
l’unica a rendersene conto?» La donna si volse di
scatto
«Come potrei scordarlo?! C’ero anch’io!
Mi ricordo
tutto. E anche Mitsuo è d’accordo con me, anche a
lui
quella battaglia è rimasta nel cuore, è per
questo
che!!...
…che con tutto
quello che è successo dopo, lui è stato
schiacciato. Ho
un ricordo da incubo di questi anni, la depressione che ha
attraversato…è stata terribile. Temevo davvero
che
l’avrei perso…»
Takato la ascoltava
attentamente, lei parlava come si fa con qualcuno di realmente,
raramente importante «…e io senza di lui che
farei? Dove
andrei? Chi sarei? Io non sono nessuno…
…non lo sono
mai stata. Lui era il mio capo…» guardando verso
l’alto…e smarrendosi nei ricordi, che culminarono
in un
sorriso d’affetto «…e continua ad
esserlo. Il capo
della mia vita.»…«E’ bello, lo
sa? Sapere che
il vostro amore è ancora in piedi, in un tempo in cui tutti
i
matrimoni sono in crisi, scricchiolano e finiscono per
fallire.»…«Abbiamo attraversato momenti
molto
duri.»…«Ma li avete superati.
Perché vi
volete bene. Sa, io…» abbassando appena gli occhi
«…non…so esattamente questo cosa voglia
dire,
però mi so rendere conto quando una coppia emana sensazioni
di
una…solida unione, non so come spiegarmi, mi impiccio con le
parole!» La donna aveva un sorriso ancora spiritoso
«C’è tempo,
Takato!»…«Se lo dice
lei, per il mondo sono in netto
ritardo!»…«...uhm,
lascia stare il mondo. Tu sei tu. Hai una tua testa, hai un pensiero.
Devi sempre andare avanti con quelli, senza lasciarti condizionare dal
mondo.» Takato le sorrideva grato, e lei gli ribadiva
«Sei
un eroe, non dimenticartelo.»…«Un
tempo…forse
ero un eroe.»…«No. Tu lo sei di natura,
non
grazie…a un Digivice, né…»
…e gli
sguardi di entrambi si abbassarono «…né
il fatto
che il tuo…Digimon sia lontano fa sì che tu
smetta di
valere molto per quello che sei. Io, ricorda sempre, può
passare
il tempo ma avrò sempre e solo un’immagine di te e
cioè quella della prima volta in cui entrai qua dentro,
anche
per ordine di mio marito, lo ammetto: avevamo udito che
c’erano
dei ragazzini che combattevano con i Digimon. Ti
ricordo…esattamente lì. Ai piedi di quelle scale.
Io
stavo acquistando il pane da tua mamma e tu sei apparso, dicendo
qualcosa di…estremamente quotidiano. Ma io nei miei pensieri
assemblai…”e così è
lui.”»
…e ad entrambi sembrava far piacere ricordare
«…”dev’essere
lui…il ragazzino di cui
si parla. A vederlo sembra un giovane innocuo e comune ma
lassù,
in cima a quelle scale, nel suo mondo dev’esservi qualcosa di
immenso,
un’avventura!”»…«…già,
un’avventura. Ho avuto l’avventura della mia vita.
Chissà se ce ne sarà una
seconda...»…«Non devi arrenderti, ora i
tuoi amici
hanno bisogno di te! Se mi hai detto che hanno dei
problemi…»…«Sì,
purtroppo.»…«Tu sei l’unico
che può
aiutarli, nessun altro rapporto potrà mai scavalcare quelli
che
nascono nel mare digitale del pericolo. In una lotta intensa come
quella. E’ il vostro solo scudo ora, contro la vita. Il
ricordo
della vostra…della…nostra battaglia
insieme.»
Takato
compì qualche passo al di là del bancone,
riflettendo su
quelle parole «…fa effetto pensare che a distanza
di anni
questo possa restare il nostro appiglio, nella tempesta.» ma
in
quel momento squillò il cellulare di Riley «Oh!
Scusa,
è urgente!»…«Prego, vada
pure!»…«Pronto?!...sì!
Sì, dottore
sono io!» quando in quel momento «Oh?»
nello stupore
del ragazzo entrò qualcun altro
«Takato…! Siete
ancora aperti a
quest’ora?»…«…Rea…!...
…accidenti, come sei
bella!»…«Oh, ti
ringrazio!»…«Ciao, Benji! Dove andate?
Se ti
vedessi, come sei
elegante…!»…«Lasciamo
perdere, guarda…! Una cosa organizzata dai miei genitori,
una
cena
con…»…«Con…?»…«Mah…!
Mi vergogno soltanto a dirlo: che dici, Benji? Manteniamo il
segreto?»…«No, dai Rea,
dimmelo!»…«Ahah! Come sei curioso,
purtroppo
però devo deluderti non si tratta del principe azzurro. Ma
del
capo di mio padre. Ci ha tenuto tanto, ed oggi questo colpo
ultimerà la mia giornata
disastrosa.»…«Hai
avuto una brutta giornata? Cosa c’è,
problemi?»…
…mentre
Benji, in braccio alla madre, non smetteva di tendere le mani alla
borsetta nella quale era finito il Digivice bordato di verde…
Rea si passò la
mano tra i capelli, e con sguardo un po’ malinconico disse
«…lasciamo stare. Definirli
“problemi”
è riduttivo.»…«Oh, mi
dispiace. Ma oggi
è proprio una giornataccia, pensa che anche alcuni miei
amici
hanno avuto dei
problemi!»…«Dei…?!...tuoi
amici?» per la ragazza fu un sussulto, e Takato
«Sì,
quelli che ti ho presentato!»
Rea rimase incerta, senza dire nulla…
«Cioè, aspetta…!...forse Henry
no…non ho
fatto in tempo a presentartelo, l’altra sera se
n’è
andato prima.»…«…cosa
è successo a
Henry…?»…«Ah, se
sapessi!»…«Cosa?!» ma proprio
in quel momento
la telefonata terminò e «Scusa...Takato, sai era
il
ginecologo per l’appuntamento. In questi giorni è
stato
difficile prendersi al
telefono…»…«Ah,
perfetto, visto che ci sto vi presento! Rea…! Questa signora
che
vedi è Riley Yamaki, devi sapere che lei e suo marito hanno
capeggiato l’eroica organizzazione Hypnos, ai tempi in cui
noi
combattemmo con i Digimon.»…«Ah! Dici
davvero?» Rea restò colpita, e Riley sorrise
«Molto
piacere.»…«O-Oh…il piacere
è
mio…»…«Noi tutti non ce
l’avremmo fatta
senza la loro preziosa opera di coordinamento della battaglia. Riley e
Mitsuo sono dei geni!»…«Sono ammirata
signora, tutti
i miei più grandi complimenti! Io sono specializzanda in
Ingegneria informatica, ho sentito parlare di
Hypnos!»…«Davvero? Ormai è
storia,
nient’altro…»…«Mentre
invece Riley, lei
è Rea. Una di quelle amiche che anche il presente
è
capace di offrire. Il bambino tra le sue braccia è suo
figlio
Benji!»…«Troppo gentile,
Takato.»…«Oh lo stavo guardando, ma non
immaginavo
fosse suo figlio, così giovane già un
bambino?»…«Eh
già…»…«…complimenti,
è
davvero splendido, piacerebbe…anche a me e a mio marito
avere un
figlio…»…«…io
glielo auguro.»
ammise Rea sincera…e gli occhi di Takato e Riley si
incontrarono…tanto che lui capì che forse poteva
accennare nonostante la presenza della ragazza
«Ho…sentito
che era il medico, al telefono. Nessuna…novità in
proposito?» Riley sospirò e allargò le
braccia
«…avrò una visita in settimana,
tenteremo una nuova
cura. E’ l’unica possibilità che mi
è
rimasta, seguitare a tentare.»…«Prima o
poi vedrete
che…anche voi riuscirete ad avere un
figlio…!»
cercava di esortare il ragazzo «Speriamo.» rispose
la
signora che si volse poi verso Rea «Vede signorina, io e mio
marito desideriamo un bambino da molto tempo, ma
purtroppo…sembra destino che io non debba essere
madre.»…«Mi dispiace
molto…» fece la
ragazza, che fra sé pensava “…che
strani scherzi
del destino.” mentre Riley seguitava a spiegare «Io
credo
che al di là di tutti i medicinali che assume, un figlio
sarebbe
ciò che potrebbe fare realmente bene a Mitsuo. E’
nato per
essere padre, ed io vorrei così tanto renderlo felice, ma
prima
ho avuto quell’aborto, e poi da allora più niente.
A
volte, temo che noi non realizzeremo mai il nostro
sogno…»…«Coraggio,
Riley…!»
“…questa signora e suo marito desidererebbero
tanto un
figlio. E invece…” stringendo Benji più
forte a
sé Rea pensava “Henry oggi ha avuto il coraggio di
dire a
sua madre che non ha
alcun dannato figlio.
Ancora le sue parole mi rintronano nella testa, non riesco a
liberarmene, possibile che ogni singolo destino lungo queste strade
deve rincorrere sogni che non si realizzano?”
…ignara di
quel Digivice che le luccicava nella borsa…
«Ti
ricordi, Takato, di Tally?»…«Tally?
L’altra
assistente? Sì certo, molto
bene!»…«Lei
è sposata da otto anni e ha già un figlio di
sette e una
femmina di cinque, impegnata tutto il giorno, impazzisce con la scuola
però io sarà brutto dirlo ma la
invidio.»…«Brutto? Ma che brutto, per
carità,
è comprensibile! Ma vedrà, questa nuova cura
darà
il suo effetto, lei e Mitsuo avrete il figlio che
desiderate!»…”Un attimo!”
pensava Rea
“L’organizzazione…allora forse questa
donna
sa…!” e accennò
«Signora.»…«Sì.»…«Mi
scusi, mi permetterebbe di chiederle una
cosa?»…«Mi
dica pure…!» …mentre Takato si
allontanava per
buttare alcuni sacchi dell’immondizia…
«Ecco…per
mio interesse professionale mi piacerebbe saperne di più
sulla
grande battaglia fra i Digimon e il D-Reaper, ma mi hanno detto che
sono informazioni riservate.»…«Diciamo
piuttosto che
alla gente ora secca ricordare chi li salvò
all’epoca.»…«Ebbene, mi
chiedevo se
magari…lei…»…«Ma
certo!» sorrise
cordiale l’altra «Sul
serio?»…«Sì, sarebbe un
piacere sia per me
che per mio marito, può venire a
trovarci.»…«Mi
interessano…fotografie,
eventi, conoscerne i protagonisti ma non me la sento di chiederlo a
Takato, siamo amici da poco e non vorrei che pensasse che mi sono
accostata a lui solo per soddisfare la mia
curiosità.»…«Certamente, la
aspettiamo, quei
giorni e quegli eroi sono rimasti stampati nel nostro cuore come
l’appassionante serie di un cartone!»
“Finalmente potrò scoprire tutta la
verità
sull’avventura di Henry!” pensò Rea, e
l’emozione pulsò in lei.
«N-No
io…devo fermarmi, devo riuscire ad arrestare questo flusso
prima
che sia troppo tardi!»…«Henry, adesso
non farti
prendere dall’impulso, sei sconvolto, rischi di compromettere
l’intera terapia!»…«Il mio
Digimon è
tornato, Aki!!» si volse però di scatto il giovane
e tanto
gridò che la fece indietreggiare, con sguardo attonito
«Va
bene, d’accordo…ma avevamo definito le sue
responsabilità.»…«No!!»…«…come
sarebbe,
“no”…?»…«Non
è
colpa sua,
invece!!»…«…Henry…»
accostandosi a lui «Dammi retta, in questo momento non sei
lucido. Sono accadute troppe cose
insieme.»…«Quando
posso essere lucido se non ora, ora che il mio Digimon è
tornato
dopo dieci anni, ne stringo la prova tangibile, tra le mie mani,
è questa!!» stringendo il cuscino, e pronunciando
seppur
con strazio «Il mio Terriermon è
tornato…»
“Accidenti…l’effetto della terapia si
vanifica
inesorabilmente!” «I-Io…gli voglio bene,
non volevo
che sentisse tutte quelle brutte cose, è
stato…u-un
dannato malinteso!»…«Ma Henry, allora
tua moglie e
tuo figlio?»…«Mia moglie e mio
figlio…!!...non c’entrano, sono un discorso a
parte! Non
merita, per questo, un amico…che è stato fedele e
buono
come Terriermon, di sentire cose che non mi sarei
mai…sognato di
pensare! Devo essere impazzito, tutto quello che mi è
successo
mi ha messo in bocca parole assurde!!»
…confessava stringendo gli occhi, sotto la silenziosa
rigidità della psicologa che lo scrutava…
«Io…non ci ho capito più niente. L-La
mia
vita…!» svelava Henry, ricapitolando il suo
passato in
pochi istanti «…tutte le responsabilità
che mi sono
assunto, la mia preoccupazione per la mia famiglia, mia madre e la sua
sensibilità, mio padre e il suo senso di colpa, e poi la mia
crescita!...il matrimonio con Rea, e la nascita di Benji, tutto
questo…!...mi è crollato addosso, mi ha preso in
contropiede e mi ha fatto smarrire la direzione.» riaprendo i
suoi occhi grandi seppur segnati e inondati dall’ansia
«Però…però così
non può essere
che un errore.» Aki fece ancor più subdola e
penetrante la
sua espressione, mentre udiva «Io…ho combattuto al
fianco
di quella creatura che ora, forse a causa delle mie parole,
dopo
il suo ritorno che in realtà avevo tanto sognato
è
fuggita chissà dove! Chissà
dov’è ora, cosa
pensa: avverto chiaramente il suo dolore, è
terribile!»…«E-E’ una tua
impressione.»…«No…!»
scosse però
lui il capo, sorprendendola per quanto era dolorosamente certo di
ciò che affermava «…ti assicuro che
anche con gli
anni che ho in più rispetto ad allora è lo
stesso, il
medesimo fenomeno che si verificava in battaglia, ugualmente doloroso!
Se non peggio, lo riconosco chiaramente, mi sembra di tornare
indietro…
…Terriermon…» con le mani che si
agitavano e
cercavano di afferrare l’inafferrabile, su quel morbido
cuscino
«Che cosa ti ho fatto, amico mio, a che punto sono
arrivato…?»
Aki si
avvicinava, ma aveva esitazione a sfiorarlo. Mentre lui ripeteva
«Suzie…Rea, Benji, Terriermon, ve ne
state…ve ne
state andando tutti, lontano da me! Vi sto perdendo tutti assieme e non
voglio!!»…«Henry! Ascoltami! DEVI
calmarti, come
pretendi di sfruttare i secondi successivi in modo produttivo se sei
ridotto in questo
stato?!»…«…io non lo so
più, Aki…» rivelava il giovane
sconfortato
«…non ho più fiducia in una
ripresa.»…«…è
questo il tuo
problema.» pronunciò con la sua voce vellutata, ma
molto
seria in volto «Non credi abbastanza in te, quando tu sei una
persona che vale molto. Sei un eroe coraggioso, un eroe
che…»…«Che…CHE HA
APPENA RESPINTO IL
SUO COMPAGNO, DOPO DIECI ANNI! QUANDO ERA MIRACOLOSAMENTE TORNATO!
ALTRO CHE EROE!»…«Ascolta: la tua vita
è
crollata da un giorno
all’altro!»…«La mia vita
l’ho fatta precipitare io, IO! IO ho lasciato Rea e Benji,
sono
IO che li ho lasciati, non sono stati
loro!»…«Lo hai
fatto perché credevi fosse il
meglio!»…«MA
NON HO OTTENUTO NIENTE! Se non…che adesso la mia famiglia
è sprofondata nel caos. Mia
sorella…è-è
furiosa con me…» lasciandosi cadere sul divano
«E’ soltanto un’adolescente, non
può capire le
ragioni che ti hanno mosso. E’ ancora molto attaccata ai suoi
ricordi. Prestami ascolto, Henry…» lei si
accucciò
di fronte a lui, e gli prese le mani mentre lui
«No…!» volgeva il capo come lo si fa nel
sonno, se
si sta vivendo un incubo «Tu puoi uscire da questo tunnel.
Devi
soltanto seguire le mie indicazioni. Andiamo, basta che ti guardi
attorno per capire che ciò che ti accade non
è…niente attraverso cui non siano passati
centinaia di
uomini. Queste vicende fanno parte della
vita…»…«Io non
credo…!...la vita ha un
limite, e credo che noi l’abbiamo
superato…»…«…no,
sono tutte
sciocchezze. E’ un banale dissidio familiare, tipico di
quando un
giovane uomo decide di formarsi una famiglia
sua.»…«Aki: io ho abbandonato mio
figlio! Ho
lasciato mia moglie, e ho tenuto tutto nascosto ai miei genitori e a
mia sorella, ed il solo motivo per cui l’ho fatto
è stato
perché avevo paura che scoprissero che mi mancava
Terriermon!
Che soffrivo di crisi di nostalgia, che il non potermi rivolgere a lui
e ascoltare i suoi preziosi consigli a volte mi
paralizzava!»…«…punto a tuo
merito: tu Henry
pretendi molto da te stesso, e fai bene!» stringendo un pugno
deciso con la sua mano smaltata di viola «Non sei uno di
quelli
che si arrendono, un mediocre, uno con poca voglia di
lavorare.»…«…io non ho quasi
più
voglia di
vivere…»…«E’ solo
perché non vedi ancora i
risultati.»…«No…no, non vedo
risultati, vedo
solo…un buco nero.» appoggiando la sua testa alla
spalliera del divano, chiudendo gli occhi «Non mi sono mai
sentito così. E’ la voragine più oscura
nella quale
la mia vita sia mai precipitata…
…mi
sembra che sia impossibile tornare indietro…»
mentre la
giovane si avvicinava a lui, penetrando la sua figura con lo sguardo..
«…ho visto in
faccia la morte durante tante battaglie ma era niente in confronto a
questo…ho fatto del mio meglio per far sì che la
mia vita
fosse la migliore che si potesse chiedere a seguito della
battaglia…ho dato fondo a tutto il mio coraggio.
Desideravo…c-che i miei fossero fieri di me! E volevo che lo
fosse anche Rea. Ma adesso…a che mi ha portato, il mio
povero
Terriermon…i-io ho addossato a lui la colpa dei miei
fallimenti!
Cosa accadrà adesso, che ne sarà di me e di tutti
i miei
cari…?»…«Supererai questo
momento, supererai
tutto. Tu sei uno che non si ferma davanti a
niente.»…«Aki…»
chiese lui con occhi
sofferenti «…tu credi che io possa ancora fare
qualcosa,
che abbia ancora speranza di risolvere la mia
vita?»…«Ah, ma certo, che
domande…! Te
l’ho detto, Henry: ci passano tutti. E’
l’ennesima
sfida ma un cavaliere coraggioso come te può polverizzare il
nemico…ascoltami…e fidati…»
mentre gli
carezzava la gamba, e lui cercava senza pace un rifugio per il suo
sguardo «…puoi venir fuori da questa
oscurità…migliore e più forte. Un
uomo…che
non cede mai. Hai un figlio
bellissimo…»…«Benji…piccolo
Benji…!»…«Quel bambino
merita…un padre
che sia il sommo depositario di tutta quella sicurezza di cui ognuno di
noi ha bisogno per crescere. Sforzati di
ricordare…»
allungando la mano sulla frangetta, scostandogliela, sfiorandogli la
fronte «…tuo padre, la sua serietà
mista a
dolcezza. Lui era forte e sicuro, sapeva sempre la direzione da
seguire, per te, tua madre e i tuoi
fratelli…»…«…mio
padre…»…«Tu hai il dovere di
essere il suo
erede, nella tua casa…che oggi ho conosciuto e ne sono
felice,
tu hai trascorso gli anni di un’infanzia idilliaca. Hai
avuto…tutto ciò che un ragazzino di
quell’età possa desiderare, e in ogni momento
difficile
hai sempre avuto tuo padre su cui contare. Beh…per il
piccolo
Benji questo non dev’essere diverso. Un uomo
competente…un
gran lavoratore…esperto, un marito coscienzioso, che sa
sostituirsi a sua moglie e prendere le decisioni più
importanti.
Si sa…noi donne attendiamo che siate voi a prenderci per
mano, e
guidarci. La tua mamma…non sarebbe stata in grado di
definire il
suo cammino oltre la coltre di nebbia se non ci fosse stato tuo
padre.»…«Sì è
vero…lui
l’ha
guidata…»…«…Rea
è
come tua
madre…»…«Sì…»
…mentre
Rea per mano a Benji faceva ingresso nel lussuoso ristorante. La sua
mano scorreva tra i capelli, e la sua espressione non perdeva quel velo
di reticenza che la faceva sentire fuori posto…tanto da
sistemarsi il coprispalle, come se soffiasse del freddo…
«…è una ragazza. E’
competente nello studio,
ma non ha la minima idea di come si affronti la vita. Senza di te
è in preda alla confusione, e di
questo…può
risentirne il tuo delizioso bambino se tu non ti attiverai presto a
indirizzarla. I valori che contano. Lo spirito di sacrificio. Tu hai
ricevuto un dono Henry, sei il depositario di queste preziose
virtù. Lo sei sempre stato. Anche nella battaglia dei
Digimon
Tamers, se…non fosse stato per te tutto sarebbe epilogato in
un
disastro. Tu hai guidato i tuoi amici e mostrato loro la vita per
combattere, sei sempre stato…
…di gran
lunga superiore a loro. Non vi è paragone, i tuoi compagni
erano
dotati solo di potere concesso loro dai Digimon, ma erano dei ragazzini
impulsivi. E pieni di contraddizioni, cosa sarebbe stato senza il tuo
intervento?»…«Ahh…!»
al ragazzo
sembrava pesare la sua stessa testa, che scivolò tra le mani
della psicologa «La vita non ha mutato la distribuzione dei
ruoli. Tu devi essere cosciente della tua
superiorità!»….«…io…posso
essere in grado…a-attraverso i miei
atteggiamenti…di
mostrar loro la giusta
via…»…«Bravo, è
esatto.» ponderava lei, carezzandogli i capelli
«Devi
lentamente lasciare andare ogni tensione…ed acquistare ogni
consapevolezza.»…«…io non
voglio perdere
Terriermon, Aki…»
…mentre
un uomo, decisamente attempato e sicuramente poco invogliante a
dispetto del papillon, si alzava dal tavolo zoppicando un po’
e
venendo ad accogliere in modo a detta sua caloroso Rea con il
bambino…bambino che lei guardò istantaneamente
come fosse
un confidente adulto non appena si rese conto dell’aspetto di
colui col quale avrebbe dovuto trascorrere
“piacevoli” ore,
visione che la fece sobbalzare…
…dietro
di lei però c’erano due cuochi, fratelli
probabilmente,
che si scambiarono un cenno relativamente
a…qualcuno…o
qualcosa…chiuso saldamente da qualche parte…e
tutto
terminò con uno reciprocamente soddisfatto cenno
dell’ok…
«Va bene,
d’accordo…» diceva gentile Aki
«…se
vuoi tenerlo ora che è tornato…sei
libero.»…«Ahh?» Henry
restò stupito di
quelle parole «Non è un impedimento. Che
c’è
di strano, ora a quanto sembra Terriermon non è
più
soltanto “il passato”, è riuscito ad
infilarsi nel
presente. Puoi benissimo…offrirgli ospitalità in
casa,
Henry, se è una cosa che ti fa piacere.» Il
ragazzo era
dubbioso e insicuro. Lei spiegò «Però
è
certo che devi…assolutamente rimetterti in sesto. O
altrimenti
lui sarà il primo che rifiuterà. Sai come sono i
Digimon.
Loro sono abituati a trattare con eroi al pari di quelli dei cartoni:
non se n’è mai visto uno al fianco di
uomo…dalla
coscienza divisa e frammentata, e questo discorso acquista rilievo, se
si parla proprio di Terriermon.» fissando Henry negli occhi
«Lui ricorda quell’Henry di allora. Un ragazzino
che era
sinonimo di integrità ed equilibrio. Se lo rivuoi nel tuo
presente devi esserne l’esatta proiezione
adulta.»…«…sì…»
chiuse
gli occhi lui, e riprese a respirare con maggior calma
«…sì, è vero, hai
ragione…»
L’espressione di Aki era soddisfatta…
…senza che lui potesse vederla, poiché era
impegnato a
ricercare se stesso «…il vecchio
Henry…quello di
allora…»
Planando inesorabile
nel vento battente, il vascello vide una delle sue pareti disgregata da
un getto congiunto di magia, rivelando la folta schiera di Digimon
capeggiati da colui che aveva le sembianze di una volpe, e dal ragazzo
umano. Che ora dovette reggersi il cappello per evitare che volasse via
«Come possiamo fare per raggiungere la terra?!»
chiese
«Possiamo invocare AirWhamon!» aveva risposto un
Digimon a
forma di geco con una tromba rigirata attorno al collo
«AirWhamon?! Chi sarebbe?!...non me lo ricordo nella mia
collezione di carte. Conoscevo Whamon…era famoso dalle prime
storiche serie ma-»…«E’ ovvio
che non lo
conosci, AirWhamon è frutto di una modificazione da noi
apportata su Whamon!» rispose con orgoglio ed entusiasmo il
geco.
Kazu, senza smettere di reggersi il cappello, strinse gli occhi
«…voi Digimon? Siete riusciti a creare una nuova
tipologia?»…«…quando il
D-Reaper è
stato arginato abbiamo avuto bisogno di riorganizzarci:
c’erano…mille, che dico, milleuno esigenze a cui
far
fronte! Ma con coraggio e spirito d’iniziativa ci siamo
coalizzati e abbiamo raggiunto
risultati…sbalorditivi!
AirWhamon è uno di questi.» Il ragazzo
riflettè,
col vento ad attraversargli il viso «…un tempo
avrei detto
“bella prova”, e credo tanto che lo
ripeterò
adesso…» Il geco verde dalla voce gutturale
seguitò
a spiegare «AirWhamon è funzionale proprio a
questi tipi
di esigenze, progettato per quando si rischia di precipitare, ne
avevamo bisogno per tutte le prove che sono state necessarie sui
velivoli!»…«…è
incredibile. Avete
pensato proprio a tutto, non siete rimasti con le mani in
mano…» Senza timore di cadere, il geco
compì un
passo verso il ciglio «Prima da là sotto non
potevamo
chiamarlo, ma adesso le nostre voci congiunte dei nostri cuori lo
raggiungeranno. Accostatevi a me, miei simili!» e fu
raggiunto da
un gruppo fitto di Digimon della stessa specie. Prima però
di
procedere all’invocazione si volse «Umano
prescelto…permettete per caso una
domanda?»…«Ditemi!» La
creatura esitò
per diversi secondi. Il suo sguardo era velato ma infine
deglutì, e parlò «Voi vi chiamate
Kazu…?»
Il ragazzo
spalancò gli occhi «…come fai a
saperlo?!...io ho
conosciuto dei Gekomon ma tu…?!
Sei...?!»…«…il direttore
d’orchestra.» svelò timidamente
l’essere.
Folgorando il ragazzo con quel ricordo…
…che lo
riportò al giorno in cui sulle note delle prove canore di
quelle
stesse creature, era comparso il suo Digivice…
«…questo
sì che è un
miracolo…»…«Miracolo
è ritrovarvi!
Umano prescelto, allora siete tornato! Voi ci aiutaste, e rimetteste in
sesto Andromon!»…«Andromon, il mio
Guardromon!
Sapete dov’è…?» chiese il
giovane commosso,
ma il Gekomon rispose «Ora non c’è tempo
per
parlare. Avremo modo per definire ogni cosa ora che si è
compiuto il prodigio di essere salvati proprio da
voi.»…«…sì ma
prima non mi davi del
voi e ora le cose non sono
cambiate…»…«Tutti
pronti ad invocare AirWhamon! Ci siete?!»
I Gekomon si
concentrarono, ma contrariamente a ciò che facevano di
solito lo
fecero in silenzio. Fu la voce del loro cuore a congiungersi,
illuminandosi e connettendosi in un unico fascio che penetrò
il
fitto strato di nuvole. Il risultato di questo, sotto gli occhi
stregati «…ahh!» del ragazzo…
Fu l’emergere,
il guizzare dal cielo di una creatura splendida: un’orca
bianca,
dagli occhi azzurri, grandi e buoni. Il suo corpo era attraversato da
un vestito di nuvole. Quello che maggiormente colpì Kazu fu
il
riconoscervi il tratteggio dell’antico, storico Whamon,
completamente purificato nei suoi contorni e nel suo aspetto dal
presente. Adesso era chiaro. Svanita quella dentatura un po’
esberante in luogo ad un’apparenza mistica, che evocava
benessere. Ora volava, non era più soltanto una creatura
d’acqua. E quando si piegò per sviluppare quel
getto
d’acqua che sgorga dal dorso delle balene…
…questo emerse
tanto limpido e cristallino da mutare magicamente in un’asta
terminante con un’elica. Elica che liberò piume
angeliche,
poiché le sue pale da questo erano composta.
Quell’elica
che permetteva ad AirWhamon di guizzare, roteare e giocare tra le
nuvole e il cielo sconfinato come fosse l’oceano. Imagomon la
guardava ammirato e con un sorriso. Kazu non aveva più
fiato…e non riusciva più a reggersi il cappello,
tanto
che ci pensò il Digimon volpiforme.
«Che ne dite,
Kazu?!» esultava il Gekomon «Come trovate il nostro
immenso
lavoro dopo tanti
anni?!»…«Io…»…«Questi
Digimon vanno molto fieri di ciò che sono riusciti a
ottenere.» spiegò Imagomon con un sorriso, e Kazu
«Gli esseri umani non sono giunti a…niente di
tutto
questo!» E quello era un qualcosa che non riusciva ancora a
spiegarsi. Dopodiché notò
«Ma…non può
portarci tutti, nonostante le sue immense
dimensioni!»…«Niente
paura!»…«Oh?» Il Gekomon
sembrava tranquillo
«Guardate i
DemiAirWhamon!»…«Chi?! Dove?!
Oh!»
Connessi ad AirWhamon per
messi di fili lucenti, una moltitudine di suoi alter ego più
piccoli, che si divertivano allegri saltellando nella coltre nuvolosa
«Possiamo saltare, muoviamociii!» il Gekomon
trascinò la truppa di simili e non-simili digitali, che
molto
presto balzarono sui servizievoli DemiAirWhamon «Reggetevi
forte!» ordinò il direttore d’orchestra,
dopodiché «All’umano prescelto spetta
quello
principale!»…«Io?! N-No, che
dite!»
(canzone: Alessandra
Amoroso - Difendimi per sempre)...ma
nonostante quel disagio improvviso, il muso grande e dolce
dell’orca bianca delle nuvole si era avvicinato a Kazu con
atteggiamento di richiesta. Questi tese una mano per accarezzarlo, ma
era mano reticente, che tremava. Imagomon chiese «Che
c’è di male? E’ anzi il premio per
l’altruismo
che hai dimostrato. E la devozione alla nostra specie.» Kazu
si
volse, comunicando con viva espressione negli occhi
«…io
non sono abituato a cose grandiose! In questi anni…mi sono
sempre dovuto accontentare! Il mio posto è in un
angolo!»…«…il nostro
posto…è
dove qualcuno chiede di noi. Ed oggi il tuo è su AirWhamon.
Lui
sta chiamando te…»
Molto emozionato
allora, Kazu carezzò il volto di quella dolce ed enorme orca
«Sbrigatevi, umano prescelto!» sicché
«Oh-h…» Imagomon dovette un
po’ spingerlo per
fargli prendere posto.
Quando
ciò fu, il direttore d’orchestra
annunciò «Ci
siamooo??? Partenzaaa??? VOLOOO!»
E vi fu il tuffo
definitivo nella coltre bianca, il vascello fu abbandonato a
precipitare, fra fuoco e mille scintille…
…ma dal
boato…riemerse elegante la gigantesca orca, che trascinava
dietro di sé una moltitudine di figli, e di creature
digitali a
bordo di questi.
«SIAMO
LIBERIII!!!» esclamava il Gekomon «SANDMON NON CI
HA
SOGGIOGATI! TORNIAMO A CASAAA!»…«A
casa…» ripeteva Kazu, e si chiedeva
«Qual è
la mia casa…?» quando «Oh!»
…sotto i suoi occhi abbagliati, la coltre si
diradò…
…e
comparve in un mosaico di tutti i suoi scenari, quel solo mondo
dell’eterna dimensione della fantasia, in cui fluttuano sfere
rosate di polvere digitale, come fossero petali quando è
primavera.
Sotto quella
fuga decorata di bianco-nuvola, vi erano distese
verdi…canyon
rocciosi…
…foreste…e luoghi abitati…case
illuminate
«E’ un nuovo Digiworld…»
sussurrava Kazu,
aggrappato all’asta dell’elica principale. Imagomon
era
dietro di lui, ma ben si intuiva che avesse preso quella postazione
privilegiata unicamente per sorreggergli il cappello «Non me
lo
ricordavo…tanto meraviglioso, ma non è la mia
memoria a
mancare…
…no…è merito vostro. Merito dei vostri
sogni, che
non si sono eclissati. Bravi. Ripaga aver fiducia in voi Digimon.
Era…quanto non so, che non vedevo sogni realizzati. Che non
assistevo ai frutti del futuro. Tutto questo, al mio mondo è
sconosciuto. Ci volete voi. Bravi...» mentre le piume che
l’elica liberava volavano vicine al suo viso…
«Mamma,
sto sorvolando di nuovo Digiworld. E’ un peccato che tu non
ci
sia più. Ma so che non sei lontana, poiché ora
sono io a
essere in cielo. Papà, sto volando nel cielo
digitale…
…è
un peccato che tu non abbia più piacere da tempo nel
chiacchierare di queste cose. Sarebbe bello dividercele, come padre e
figlio. Amici miei…sono andato in avanscoperta, ma spero con
tutto il mio cuore di potervi venire a prendere. E portarvi qua, tutto
questo è spettacolare!» mentre AirWhamon si
esibiva in
evoluzioni, ma lui non aveva paura…
Echeggiavano
grida di gioia da parte di quei Digimon che lui si volgeva a guardare.
Tutte felici per lo stesso tema ad echeggiare. Il ritorno a casa. E
Kazu a chiedersi «Qual è la mia
casa…?»
alzando gli occhi al globo terrestre azzurrastro, che sembrava
così vicino e al contempo così
lontano…quando
però la sua attenzione fu attratta da qualcos altro
«Oh? E
quello che cos’è?»
Era un palazzo
meraviglioso le cui torri, che sembravano formate della consistenza
dell’acqua, bucavano le nuvole «E’ il
palazzo di
Cyclemon.» rispose Imagomon «Cyclemon è
il Digimon
che ha sostituito i Supremi. E ci ha guidati in questi dieci anni.
E’ anziano e saggio. E ha due figlie, per metà
umane.»…«…Cyclemon…»
sussurrava
Kazu, perso fra quelle nuove, suggestive leggende…(fine-canzone)
Dei passi
ponderati e silenziosi costeggiavano il muro esterno di un ospedale, a
Tokyo. Chi li muoveva, indossava un costume a scacchi rosso-neri. Era
vicino alla porta d’ingresso, la porta dalla quale venne
fuori a
passo svelto e accomodandosi la tracolla una giovane donna dai lunghi
capelli neri. Che tuttavia arrestò il suo passo su un
pensiero,
un’incertezza che le affiorò, sotto la luce di
quel
lampione «Io lo so come andrà a finire.»
disse Himi
«Io alla fine questa carognata la farò. Rika mi ha
promesso aiuto. Ed io non avrò il coraggio di
fermarla.»
chinando il capo, con espressione insicura «Stavolta fa sul
serio
e io ne approfitterò per prenderne tutti i vantaggi. Mi
farò tirare fuori dai guai, anche se…mento a me
stessa
quando mi dico che se la caverà. Non è un bel
modo. Non
in quale modo abbia pensato di tirarmi fuori dai guai ma non
è
un bel modo, è la sola cosa sicura!» prendendosi
la testa
tra le mani…
…mentre il ragazzo dal costume a scacchi si
avvicinava…
«Dovrei
fermarla ma mi ripeto che era una forte Digimon Tamer mentre
io…sono una comune donna indifesa e dal marito fuori uso!
Eppure
se fossi un’amica dovrei impedirglielo, ma non ho il
coraggio!»…«Tu sei Himi
Matsumoto?»…«Ah?!!» la donna
si volse di
scatto, e indietreggiò «E tu chi sei?! Come mi
conosci,
che cosa vuoi?!»…«Sta calma!»
lui le tese la
mano…
…e venne
avanti, sotto la luce del lampione, mostrando i suoi capelli scuri ed
il suo pallido volto dai delicati lineamenti impreziositi dal trucco
«N-Non ti avvicinare! N-Non fare un altro passo o mi metto a
gridare e ti faccio sbattere in
galera!»…«Non ho
intenzioni ostili, credimi! Guarda…mi allontano.»
con
qualche passetto indietro «E non ho armi con me!»
Himi però non
smetteva di fissare, con sospetto e bianca in volto, quel giovane dal
fare impalpabile, e dalla voce melodiosa «Io sono la pace che
si
insinua, in un mondo di caos e
turbamento.»…«Oh?!»…«Io
sono la
pace del passato…» pronunciava…ed i
suoi occhi
assumevano espressione molto buona, gentile…
…tanto che Himi scandì
«…pp…passato?!...
…aspetta! C-Ci scommetto, Rika
vero?!»…«…
…sì…» sorrise il ragazzo
«Tu la
conosci…!»…«…sì.»…«…perché
sei venuto a cercarmi…?» si avvicinò
lei ed
allungò la mano, improvvisamente invece molto incuriosita
«Ti manda lei…? O qualcuno che le vuole
bene…?»
…mentre
Rika era caduta addormentata sul tavolo, disteso il suo braccio,
accanto al bicchiere che rotolava prima di essere prelevato da
PinkMonzaemon «Uhmf! Povera sciocca!» che
contemplava oltre
la finestra…
«Perché
sei qui, sapevi che stavo pensando a lei…?»
insisteva Himi
«Non restare in silenzio, parla! Ah, sapessi in che terribili
situazioni ci troviamo!»…«…io
lo so. Non ho
mai smesso di osservare dall’alto lo scorrere della vostra
vita.»…«Vieni da un altro mondo?!
Sarai…sì…ne sono convinta! Sei uno di
quei
Digimon?! Come l’amica di Rika, si chiama Renamon, me ne ha
parlato tante volte, è lei vero?! Ti manda lei, anche se
assomigli ad un umano!»…«…ho
bisogno…grande di parlare con te.»
Chiese il giovane, lasciando Himi stupefatta.
«E
così…» pronunciava
l’attempato signore dal
ridicolo papillon «…tu sei studentesSsa in
Ingegneria
informatica.» con tanto di “s” fischiante
«Sì…mi sto
specializzando…» replicava
Rea, visibilmente annoiata e a disagio. Non riusciva infatti a smettere
di accomodarsi il coprispalle, e a cercare un appiglio con gli occhi in
quel ristorante dove tutti sembravano molto a loro agio tranne lei
«Tuo padre mi parla incsssSSSSssantemente di
te!»…qui lei ebbe un leggero brivido di fastidio e
si
scansò, nonostante invece lui sembrasse molto propenso ad
avvicinarsi «A-Ah sì,
davvero?»…«Mi ha
pure detto-va bene, forse adesso è ancora un po’
pressSto
per andare nell’argomento. Ssiamo amici ancora da poco per
prendere in esSSame alcune ecco diciamo tue disSavventure nella sfera
SsSentimentale e dei legami
formalizzati.»…«Sì…!
Credo
anch’io sia presto
quantomeno.»…«Non fa
nient-auch!» tentò di mettere la mano su quella di
lei ma
Rea la tirò via e lui si fece male sulla forchetta
«Che
imbranato che sSono. Dicevo cara…piccola R-Rea mi hai detto
che
ti
chiami?»…«…fff…sì,
Rea.»…«Mi devi SsCusare mi confondo con
la figlia
dell’altro dipendente no dicevo---…Rea.»
riprovando
con la mano ma ottenendo analogo risultato forchetta esclusa
«Lo
sai che Ssono ssStrafelice di trovarmi qui a cena con
te?»…«Oh, mi fa piacere per
lei…»…«Dammi del tu mi
faresSti contento.
H-Ho sSolo…Sss…SsSSSoltanto una
perplessità in
proposito.»…«…riguarda gli
esami del mio
percorso formativo?»…«No: quelli SsOno
impeccabili.
Ciò a cui mi riferisco è la
preSSsenza…non ti
offendere qui-proprio oggi di quel-ecco di quel bambino. Diciamo che
non me lo asSSpettavo.»
Benji, che quella sera
sembrava vispo e vivace, tanto da non aver per niente voglia di stare
fermo a tavola, quanto piuttosto di curiosare in giro per il
ristorante…
«Benji?!
Mio figlio?! Perché che c’è di strano,
scusi?!»…«Ss…»…«Ah
e…! Porti pazienza. Il “tu” non mi viene
subito
facile.»…«Non sSarà che sSei
cosSì
timida perché non ti riSServi i tuoi
SsS…SsSs…SSss…spazi?»…«…?!
Uhm?! Come sarebbe a dire?!» balzò in piedi,
piuttosto
infastidita «Una giovane ragazZa come te dovrebbe
ritagliarSsi
del tempo per vivere diciamo…da SsOla quel che ancora le
resta
della gioventù, anche qualora abbia avuto
ecco…a-accidentalmente un figlio con qualcuno di questi
masSScalzoni che circolano in
giro.»…«Tanto per
cominciare mettiamo in chiaro le cose: Benji non è un evento
accidentale, l’ho volu-l’ABBIAMO voluto tanto e lo
voglio
ancora! Per quanto mi riguarda ma credo nonostante le cose come siano
andate di parlare anche da parte del padre! E poi punto
secondo…» rimettendosi seduta, ma di certo, a
dispetto del
suo bell’aspetto, il suo umore non era migliorato
«…è normale e io desidero portarlo con
me, voglio
condividere con lui tutto, è il mio piccolo amico! Che
accidenti
c’entra la gioventù, questo per me è
essere una
giovane madre poi…!...
…pfff…» lanciando un’occhiata
a
quell’uomo che pendeva dalle sue labbra e che in linea
generale
lei aveva poco desiderio di guardare «…io questa
sera non
parlerei proprio a priori di “quel che resta della
gioventù”, non mi pare proprio aria né
il
contesto…»…«…ssSSS…»
lui
non staccava per un attimo gli occhi da lei, che si rifugiò
nel
menù…
«Ahah!»
Benji nel frattempo trovò un vetro su cui spingere le sue
manine
«Togliti da lì, bambino! Te li vuoi mangiare tutti
quei
crostacei?! Hanno le chele, poi ti fanno male!»
Benji rimase un
po’ dubbioso…e restò col dito sulle
labbra, a
contemplare oltre il freddo e appannato vetro, quei crostacei
tristemente agonizzanti, che ben presto sarebbero probabilmente finiti
sui piatti dei clienti.
«Una bella biSStecca
sSucculenta?»…«…no, grazie.
Sono
vegetariana.»…«Ti perdi un Ssacco di
cose!»…«Sì, certo, magari
cibarmi di animali
torturati e uccisi! No, grazie, finché vivrò non
mi
nutrirò mai di questa
barbarie.»…«…me
ne duolgo.»
«Oh-h…» Benji si avvicinava, cercava un
lato da cui
prendere quel vetro, poiché aveva adocchiato qualcosa oltre
la
brina…
…d’un tratto
uno di quei crostacei spostò le sue chele
legate…e da
dietro di lui, circondato da ghiaccioli, emerse un lungo orecchio di
color verdino chiaro. Anche il suo proprietario si muoveva appena
«A-Ahhh…» e appena fiatava…
«Benji!»…«SSs…spezzatino
di coniglio,
quesSta sì che è
cucina…»…«Amore di mamma,
dove sei andato?
Guarda che mi spavento se non ti trovo!» e provò
ad
alzarsi ma lui le tenne ferma la mano «Goditi la
serata.»
Gli occhi appannati di
Terriermon scorsero il volto di Benji comparire oltre un
“buco” nella brina creato con le sue stesse,
piccole mani,
e di queste aveva la forma «O-Oh…
…cosa…chi
riesco a vedere…?» pronunciò. Ormai con
un filo di
quella che era la sua voce.
Benji però ebbe come
un sussulto «Digiouooo!!» e si attaccò a
quel vetro
«Ragazzino! Così lo rompi!»
…quegli occhi
scuri apparivano e scomparivano oltre la coltre di
brina…«Quali forme…a-assurde dipinge
davanti a me
la morte prima di arrivare…?...
…H-Henry, vedo te da bambino…?»
«Benji!!...e mi
lasc-»…«SsCusa!»…«Beh,
non le
sembra di andare un po’ troppo avanti con la confidenza?! Io
per
rispetto a mio padre sono venuta a cena con lei, però mi
sembra
esagerato che ora non mi possa neanche alzare a cercare mio figlio:
Benji!!»
«Digiouu!
Di-Dig-» Benji picchiava sul vetro, ma uno dei camerieri lo
prese
per mano «…gg...genitori snaturati: ehi, ti ho
detto!
Così lo rompi, torna al tuo posto da mamma e
papà!...di
chi è figlio questo, della bellona col vecchio?!
Ehiii!»
con schiocco di dita «Di chi è questo
bambino?!»
«Mio!!...ah mamma in questo ristorante sono tutti
villani-eccomi,
sto arrivando!»…«…ho voglia
di mangiarmi un
coniglio arrossStito a puntino…» fu coinvolto,
l’uomo dal papillon, nel prelibato menù e
così Rea
poté allontanarsi.
«Vieni amore, torniamo a tavola. Anche se lo so che
è una
tortura, ma altrimenti qui i signori ci sgridano se non facciamo fare
loro il loro lavoro.»…«Digiuoo!
Digiu-»…«Uhm?»
…Terriermon si muoveva a fatica, in una triste, amara danza
dell’agonia con quei crostacei, in quello che sembrava un
sepolcro di ghiaccioli
“E’…tutto…finito…”
pensava
malinconicamente, guardando oltre quella brina sfumata
“…ri…tro…varti
bambino…era
l’ultima illusione. Tu ormai sei un
uomo…Henry…”
…Henry,
che sembrava più calmo, e disposto a considerare i consigli
di
Aki…
“E
non…c’è più
posto…per me.
Ehh…chi l’avrebbe mai
detto…ve-vedendoci…insieme…tanti anni
fa
così uniti…
…che
sarebbe…fi-finita in questo modo, che
io…”
…sebbene
talvolta lo sguardo di Henry si estraniasse…e si possasse su
quel cuscino appoggiato sul divano, che rifletteva quel passato da cui
Aki cercava di distoglierlo con nuove, sorridenti
esortazioni…
“…s-sarei morto…i-in questo
luogo…c-così freddo, e distante…d-da
te, e dalla
nostra casa…”
«Che
cosa hai visto, piccolino?» chiedeva Rea, e Benji sembrava
euforico, come un radar, indicava e indicava il vetro verso il quale si
volgeva anche lei.
Intanto
l’uomo dalla “s” sSspiritosa chiudeva il
menù
e si alzava, anche con un certo che di risentito.
“E
dunque…v-va così. I sogni…crollano.
A-A niente
è valso combattere…
…t-tanto meno attendere…e parlare incessantemente
di te.
L-La nostra amicizia non potrà…s-scaldare il mio
cuore
ora che il freddo sta per raggiungerlo…p-per portarlo via
per
sempre…”
«Un
Digimon?...dove? Là…?» Rea per mano a
Benji si
avvicinava…
E anche l’uomo-papillon…
Terriermon
socchiudeva i suoi occhi “Q-Quanto ci
impiegherò…?
L-Lopmon…a-amici mi dispiace…i-ignoro dove voi
siate.
M-Ma spero abbiate sorte…migliore della mia.
Io…s-senza
il mio domatore…
…s-senza
il mio amico Henry…e tra i cocci del nostro
ricordo…m-mi
spengo…non ho più un senso…”
«Ohh…Benji. Lo so. Non c’è
bisogno che tu mi
dica altro, è orribile.» commentò Rea
con viso
rattristato «Ma queste sono le regole della
società,
sfortunatamente…» passandosi il dito tra i capelli
«…la gente…ama mangiare questi animali
e permette
che siano cacciati e pescati.» diceva, un po’ al
bambino,
un po’ a sé stessa, ripetendosi poi
“Regole della
società…pfff. Parlo come una classica madre. Non
volevo
diventarci ma così finirò. Con al
fianco…questo o
un altro tipo analogo!” nonostante il pensiero la inabissasse
realmente, ad aggravarlo la mano di colui che l’aveva
invitata
«SsS…sarebbe più comodo chiacchierare
dal
posSto!»…«E mi lasci!...sto parlando con
mio
figlio.»…«Avevo detto che era
faSSstidioso.»
Rea si
accucciò vicino a Benji, cercando di distoglierlo seppur con
dolcezza da quella fonte di attrazione
«Benji…là
non ci sono Digimon. I Digimon…non sono più in
città, né altrove.» ammise mogia.
“B-Bambini
del villaggio…” pensava Terriermon con un triste
sorriso
“…v-vi mando un bacio…a far sfrigolare
il
falò. S-Se solo sapeste…dove mi trovo. Che
fine…mi
è toccata…”
«Siamo arrivati tardi!» si sfogò Rea e
le venne da
commuoversi, per poi sentirsi in colpa «…scusa.
E’
che…dovremo abituarci tutti e due, anche se è
dura, lo
so!» stringendo il bambino…che amava essere
abbracciato da
sua madre ma in quel momento era più concentrato a puntare
il
dito al vetro «Sarebbe stato bello essere insieme
già
dieci anni fa. Quando la notte era accesa dai Digimon! Quando tuo
papà…avrebbe amato sia il suo sia noi! Ma il
tempo
è una cosa strana, figlio mio, all’inizio
sembrerà
assurdo ma un giorno ti abituerai anche tu, se ci riesco io!»
tentando di asciugarsi una lacrima senza devastare le sue ciglia di
splendido rimmel
«Di-DigiuooOO!»…«Quella moda,
si trova in quel passato a cui si dice che “non si
può
tornare”! Con i suoi palpiti ed emozioni. E…senza
di noi,
sbalzati fuori!»
…negli
stessi secondi in cui Cindermon sedeva presso il computer nella hall
della pensione «Voglio ascoltare la canzone che mi ha
suggerito
Takato…»
«Andiamo,
torniamo…”al nostro posto”.»
fece Rea
rassegnata, tenendo per mano suo figlio «Non
c’è
niente che si possa fare per quei
poveri…crostacei…purtroppo!»
«Ah, mi suona
familiare!! Mi ricorda qualcosa!!» esclamò
Cindermon,
picchiettando le sue dita smaltate di rosso «Invio!»
Terriermon piegò il capo…(canzone: Mariah
Carey - Through the rain)
E proprio quando Rea
si stava volgendo «Oh!» notò qualcosa
muoversi.
Ancora allungava le sue braccette tra i ghiaccioli.
La ragazza si sfiorò le labbra, e incredula
avanzò.
«O-Ohhh…» gemeva il Digimon, e Rea tese
la mano
«…e tu chi sei…?»
Terriermon faceva
fatica a dischiudere gli occhi “…chi
è…?
Qualcuno mi guarda? Non riesco a distinguere la
forma…”
Rea stava per toccare il
vetro ma ritirò la mano, timorosa, improvvisamente incerta
sul
da farsi, si guardò attorno.
«Di-Diguuooo!!!»
Benji non abbassava il suo dito puntato «Ptsss, shhh Benji
amore
di mamma-shhh…non dire niente.» tappandogli la
bocca,
sussurrandogli «Hai ragione!!...là
c’è
qualcosa!»…«SsStanno portando le
ordinazioni!»
reclamava l’uomo-papillon, ma lei non sentiva…
…sui suoi
tacchi avanzava verso il vetro, e finì per incrociare i suoi
occhietti puntiformi e semichiusi «Oh no non è
possibile…»
“Oh…non vedo niente. Ma probabilmente è
la fine.
E’ una sagoma…nera.” poiché
vedeva il nero
del suo vestito “E’ la morte che è
venuta a
prendermi. Finalmente…”
«Quello
è un Digimon!!» strillò Rea. Mentre i
due fratelli
cuochi si scambiarono un cenno teso. Improvvisamente la ragazza
eruttò «CHE COSA C’E’
LA’
DENTRO?!» destando il volgersi collettivo, e il fitto
mormorare
«Che dev’esserci? Quello che va nei vostri
stomaci!»…«Sta-State
mentendo!!»
replicò indignata puntando il dito, mentre Benji
scoppiò
a ridere a crepapelle «Là---aprite, fatelo vedere
a
tutti!»…«Ma che sta dicendo,
è
pazza!»…«A-Aprite, quanto ci
scommettete: mio
figlio, lui ha avvertito chiaramente la sua presenza, ha visto una
creatura!! Non può star lì, voi non potete
cucinarla!»…«Ma vuole
calmarsi!»…«Anziché dar retta
al suo bambino,
gli insegni le buone manier-»…«IO GLI
CREDO!!»
“Chi è che grida…?”
«E ANCHE IO
L’HO VISTO!»…«Sta disturbando
l’intero
ristorante!»…«Ss…Su cara
andiamo a
sSSsSSederci!»…«Ah, e non provare a
toccarmi, pezzo
di
cretino!!!»…«SsSS…Ssstupendo,
ti è
venuto di darmi del tu!» ma la ragazza si sfilò
una
scarpetta e minacciò col suo tacco affilato
«ADESSO
CHIUNQUE SI AVVICINI GLI PERFORO IL CERVELLO: aprite quel coso,
a-aprite questo maledetto frigorifero!»
“Sono tanto
stanco…” e la sua sagoma iniziava a
scomporsi tra i
dati “Se è la morte, la prego solo di prendermi
senza fare
confusione. Le mie orecchie lunghe sono stanche di udire
suoni…”
«Ve lo
posso dimostrare!!...il mio bambino non si sbaglia su queste
cose!!» si appellò Rea, mossa da una foga di cui
stentava
lei stessa ad afferrare l’origine, all’intero
ristorante
che balzò in piedi «E’ stata presa una
creatura da
una fonte incerta, ed è stata piazzata in quel frigo tra
miriadi
di crostacei!» volgendosi verso i cuochi «Se sto
mentendo
aprite quel maledetto coso e fate vedere a tutta la trattoria quanto
sono pazza, avanti, accetto la sfida!»…per poi
girarsi
verso il vetro, e vederlo lampeggiare «Ahh!...oh
no!»
aggrappandosi, con le mani che scivolavano sulla brina «Sta
scomparendo…r-resisti!» e colpì il
vetro con la
scarpetta «B-BENJI, PORTAMI QUALCOSA, QUALCOSA PER ROMPERE IL
VETRO!»…«Ma questa è matta,
qualcuno la
fermi, ci rompe tutto!»…«CH-CHIUNQUE SI
AZZARDI AD
AVVICINARSI LO AMMAZZO!» annunciò intimorendo
tutti.
Volgendosi, e riprendendo a colpire, e quando si ruppe il tacco, con le
sue stesse mani.
La sagoma tremolava…
…ma la ragazza
insisteva «Se solo al freddo, io ti
salverò!» e
colpi, su colpi «Ah, grazie Benji!» il bambino le
aveva
cordialmente offerto un piatto «Ora togliti di lì,
voleranno schegge!»
«Ma chiamate la polizia!!»
«I-Io…!...ora che ti ho
trovato…!» e
picchiava, col piatto prima, e coi cocci dopo «Non ti
lascerò morire!...
…nessuno merita di fare quella fine!...
…sono
disposta a liberarti anche a costo di tagliarmi le vene!...a-anche a
costo di coprirmi di sangue io ti tirerò fuori!»
Quando ecco che
nel boato generale, il frigorifero fu infranto: Rea strinse i denti ed
allungò entrambe le mani all’interno
“Non
permetterò a nessuno di farti del male!!”
…riuscendo a passare in quella fitta stella di vetri
taglienti…
…e ad
impedire la sua dispersione ricomprimendo la forma nella sua stretta,
ed estraendolo…
…sotto
gli occhi abbagliati dell’intero ristorante (e del vecchio, a
cui
il papillon cadde)…
…in una
cascata di ghiaccioli, e di lacrime di meraviglia per la ragazza.
Benji esultò felice «DIGIUOOO!!!»
«E’
vero…!!...N-NON MI ERO SBAGLIATA, E’ UN VERO
DIGIMON!
Ah…sei gelido, piccolino MA COME AVETE POTUTO METTERLO
LA’
DENTRO su su shhh è tutto passato, ora sei in salvo GIURO
CHE VI
FARO’ CAUSA E VI FARO’ CHIUDERE PER QUESTA IMMORALE
ILLEGALITA’! Benji! Benji vieni amore è vero,
avevi visto
giusto, è un piccolo Digimon indifeso, dobbiamo
riscaldarlo!»
Atterriti i due
fratelli cuochi, mentre il non-più papillon corse da lei
«Ca-Cara, la
borsSSetta!»…«GRAZIE! A-ALMENO
HAI FATTO LA PRIMA E UNICA COSA UTILE STASERA, ORA
SPARISCI!»…«T-TeSsoro!»…«MEGLIO
CREPARE, MEGLIO FINIRE COL PROPRIO PADRE DISOCCUPATO, GUARDA,
C’E’ SEMPRE UN’ALTERNATIVA! Vieni
Benji…» andando via con lui tra le
braccia…
…per volgersi
un’ultima volta con occhi determinati «Se una cosa
è
certa è che non finisce qui!»
“Come..? Su
quale presupposto mi dicono che non è la fine?”
pensava
Terriermon.
«Su, sta
calmo…l’incubo è finito. Il freddo a
breve
cesserà.» e per riscaldarlo lo avvolse col suo
coprispalle
«Benji…» ponendoglielo tra le braccia
«Tienilo
tu, riscaldalo. E’ una creatura sola come noi. Ma se gli
regaliamo tutto il nostro affetto tornerà forte. Come di
certo
un tempo è stato!»
Terriermon si
rigirò e gemette fino a dischiudere gli occhi, incrociando
quelli del bimbo che gli sorrideva «Presto, in
auto!»
E in una
manciata di secondi concitati furono dentro «Soffia,
Benji!» Rea gli faceva caldo col suo fiato “Ma chi
sei?” pensava la ragazza “Da dove vieni, per quali
braccia
ti ha condotto il destino…fino a scivolare tra le
mie?!”
«Oh?!» ma le sorprese non erano finite: un miracolo
luminoso si innalzò dalla sua borsetta, fluttuando verso
l’alto sotto gli occhi sbalorditi suoi e di Benji. Il
Digivice
«Ah, e quello
cos’è…?» nonostante il
basso soffitto dell’auto che bloccò il suo
fluttuare e a
cui Rea «Acc!» sbatté la
testa…
…mutò forma, divenendo più bello e
ornato,
decorato con un cuore color verde…
…ingenuo come quello di una ragazzina lo sguardo di
Rea…
“Chi
è questo bambino che mi guarda, e mi sorride…?
Che mi
succede, perché tra le sue braccia non sento più
freddo?”
Mentre
Rea, commossa e grata, accoglieva il Digivice che fluttuava spontaneo
nelle sue mani «Questo è un Digivice…
…sono anch’io una Digimon Tamer. I Digimon
esistono
davvero…!» stringendo gli occhi e portandolo al
cuore
«E i miracoli ancora accadono!...» riaprendoli,
nella
più grande emozione (fine-canzone)
Cindermon aveva
ascoltato, ed ora si stirava sulla poltrona, con un sorriso sulle
labbra «Queeeeeesta…!...
…ora che
l’ho sentita me la ricoooooordo! E dire…che avevo
fatto un
attimo switch-off avevo rimosso però ricordo che mi piaceva!
Cccavoli se mi piaceva!» giocherellando con il mouse
«E
quindi dunque pure per Takato-mmm, vedi! Questa era quella che dicevano
al salone che canticchia sempre. Certo…fa un effetto niente
male
riascoltare canzoni del passato ti rivengono alla mente un botto di
cose. Uhm uhm! Pare di tornare bambini. Però guardavo una
cosa
strana! I commenti qua sono tutti…u-un cimitero, uno
sterminio
di nostalgia!» scorrendo sul display, per mezzo della
famigerata
rotellina…
«…mi
ricorda…l’infanzia, la mia mamma & il mio
papà che non ci sono più. baci.
Auhm. Ok, poi…ancora
l’ascolto oggi mamma che voglia di ritornare a quei tempi.
Vai, poi ancora…come
allora non sarà mai ma perché su col
morale darei…venderei
non so cosa perché mi restituiscano i giorni della mia
infanzia ANCORA vedi poi…? Quando
la ascoltavo ero felice di andare a scuola oggi solo problemi se
potessi riavere indietro pure questa vuole riavere indietro se potessi
riavere indietro la mia età…felice…mamma…
…non ce
n’è uno che semplicemente è contento
festeggia di
riascoltare una cosa del passato no tutti a
rimpiangere…»…la rotellina ancora
scorreva
«…all’epoca
ero
felice di svegliarmi, ogni mattina un’opportunità
oggi
invece la vita è triste e difficoltosa
sì però io…!...anni felici…sì
d’accordo anche i miei non
torneranno più
PURE QUESTO!...niente è una catastrofe…donne:
bacyna88fiorellino…uomini: shark1990 insomma tutti pure
questo come
sarei felice di tornare bambino ridatemi anche un giorno soltanto della
vita di allora, in cambio vi restituisco quello che ho adesso
firmato lacrimuccio2004
QUESTO ANCORA NON ERA NATO QUANDO E’ USCITA LA CANZONE! A
meno
che non abbia taroccato la data: pfff, mamma mia
ma…insomma!»
alzandosi…risedendosi…per poi
alla fine restare in piedi «Quando ti decidi a scendere dal
tuo
mondo e piombare sulla terra…ti aspetti tutta
un’altra
cosa!» dichiarava la ragazza digitale dal ciuffo rosso
«Ti
pensi…dice sai se ne parla e straparla
questi…esseri
umani tutti orientati al progresso senza rispetto per i vecchi giovani
tuttiii…tutti pieni di grinta e invece?!...basta…
…cliccare su YouTube una canzone del passato...»
protendendosi scorrendo in modo-fulmine la rotellina, con occhi azzurri
quanto più ingenui «…e ti ritrovi
affogato in uno
pozzo di rimpianto dei tempi andati. Ora…anche a me questa
canzone ricorda quando ero ragazzina! Anch’io, per
carità
ho ricordi…sssmack di quell’età!
Però
cavoli! Io sono tutta proiettata al futuro! Io vivo ogni giorno nella
speranza di cose nuove e SSS…STRABILIANTI, mozzafiato,
SSSPETTACOLARI, tecniche speciali no sai che è, e
invece…!» scorrendo ancora
«Niente…!...non ne
trovi uno.» smettendo, e ponendosi le mani sui fianchi per
riflettere «Tutti questi esseri umani non pensano
più
minimamente al futuro, i giovani per primi. Non ce
n’è UNO
dico uno solo sulla punta del dito che speri nell’avvenire!
Niente! Tutti parlano del passato…
…come un
qualcosa di inafferrabile, al quale non si può
più
tornare. Ohi…!...sveglia un po’, ragazzuoli! Se ci
buttiamo così, sconfitti in partenza DUBITO IO PER PRIMA
FORTEMENTE che verrà qualcosa di decente in futuro. Dobbiamo
darci da fare, sta a noi! Come credete che altrimenti si siano formati
i tempi epici?!» incrociando le braccia, e soffiando verso
l’alto fino a far ondeggiare il suo ciuffo «Come
credete
che siamo diventati famosi, noi Digimon?! Perché allora
qualcuno
credeva nel futuro! Ci ha progettato ed eccoci qua, belli e splendenti!
Però la nostra luce a lungo andare la farete eclissare se
rimarrete TUTTI COSIII, MORTI, P-PESSIMISTI insomma dai la vita
è bella ho capito che questa canzone è di dieci
anni fa
ci ricorda il passato bene ma questa dovrebbe essere una molla per
guardare al futuro! No…? Mi sbaglio…? Sono io che
sono
tocca…?» sussurrato con voce sottile
«Insomma, se
facciamo in questo modo rischiamo di non riuscire a vedere tutte le
splendide opportunità che abbiamo di fronte agli occhi,
dobbiamo
solo…aguzzare la vista. Certo il D-Reaper è stato
sconfitto ma se ha lasciato il genere umano in queste
condizioni…mi domando a cosa sia servito!»
tornando a
incrociare le braccia e a orientare gli occhi
all’insù,
per riflettere «Toccherebbe scagliarsi contro questa
gigantesca
massa di negatività e sconfiggerla, come è stato
allora!
Ma…visto e considerato i consensi che
riceve…!»
dando un’ultima passata di rotellina, per poi incrociare di
nuovo
le braccia «Direi proprio che non sarebbe per niente facile!
Però allora a che servono i Digimon del presente, a
fareee…la tappezzeria di una cappella funebre con il loro
pelo,
ad accendere la luce perpetua con le loro tecniche?! E i domatori?! A
infilarsi DRITTI & DIRETTI nei loculi?! BaaaAHH! Guarda un
po’ che caspitericchio di presente!»
Lungo le strade
di Tokyo, animate dall’aria freschetta della sera del
presente,
camminava Jeri. Il suo sguardo sembrava turbato da un pensiero
«Non riesco a togliermelo dalla testa. Il Digivice che si
è attivato nelle mie mani anziché in quelle di
Mako.
Beelzemon…quasi come fosse il mio Digimon?! E’
inconcepibile il solo pensiero! Sì d’accordo, mi
sono
offerta spontaneamente di aiutarlo quando è stato
necessario!
Questo mi ha fatto sentire…appagata a mio modo,
l’ho
considerata come una specie di prova prima di avere un Digimon che
fosse mio realmente! Però…» la sua
espressione si
rabbuiava e calava lungo l’asfalto
«…immaginare me
come sua domatrice!...di Beelzemon!!» tingendosi di venature
di
incredulità miste a qualcosa di simile a un rifiuto
«E-E’ semplicemente contro
natura…»…«Jeri?!»
Chi la
chiamò? Nessuno. Semplicemente il lungo guanto che aveva
indossato, dal viso terminante con il muso di un cane. Quella
marionetta che lei faceva parlare con istrioniche abilità, e
che
ora che lei aveva arrestato il suo cammino protestava «Hai
dimenticato forse chi è Beelzemon?! Cosa ha rappresentato
per
te?!» e lei a replicare «Certo che no, non
l’ho
dimenticato! E’ proprio per questo che le idee mi si
confondono!!» ma più che smarrita sembrava
infastidita
«Beelzemon non è il tuo
Digimon.»…«Questo lo so
bene!»…«Non può esserlo, bau!
Non lo
sarà mai!»…«Sì,
è ovvio,
è per questo che dico che dev’esserci una
spiegazione
anche se adesso Mako non riesce a trovarla perché
prevedibilmente è scivolato nel panico! Ihmf! Attendeva da
tempo
immemore il suo debutto come Digimon Tamer! Dev’essere stato
un
bel colpo non riuscire a concludere niente al momento
fatidico!»
con una punta di ironia, mentre il cane-marionetta le chiedeva
«Jeri! E dove stai andando,
adesso?!»…«Io?...» ed i suoi
grandi e sempre
ben truccati occhi si fecero pensierosi, e rivolsero al cielo stellato
una sorta di pena…
In quel momento
Takato si era disfatto dell’ultimo sacco «E con
questo
abbiamo finito, un’altra giornata.» disse a se
stesso,
riprendendo un po’ di fiato «…continuo a
chiedermi
che fine ha fatto Rika. Sono molto
preoccupato…»…«Takato!»…«Oh?»
Jeri lo
raggiunse di corsa «Wooo! Ahahah! Mi sono impegnata nel
proposito
di sbucarti nella notte, e di farti paura! BAU!» con
partecipazione del cane-marionetta che gli abbaiò in faccia,
ma
lui non si tirò indietro più di tanto
«Ancora in
giro a quest’ora?»…«Oh, ma
sicuro!» si
scostò i capelli con gesti appassionati e ammalianti
«Lo
sai che la notte nelle sue ore più fitte è il mio
territorio! Stavi aiutando i
tuoi?»…«Sì…»
sorrise
cordialmente lui «Oggi per diversi motivi sono stato
impegnato,
almeno ho voluto risparmiar loro lo
sgombero.»…«Come
sei gentile!» salutandolo con un lieve bacino «Sono
felice
di incontrarti!» disse Jeri, e lui «Ti posso essere
utile?»…«No no, passavo qui per caso, ma
ho visto
ancora acceso per cui mi sono detta…sgattaiola quatta,
Jeri…e poi saltagli
addossooo!»…«Ahah!»
…fra amichevoli
risate, mentre lei pensava “…niente affatto. Sono
venuta
appositamente per incontrare te. Ho bisogno estremo di sentir parlare
qualcuno per il quale io sia importante! Qualcuno che si
ricordi
di me come Akemi e Mako ricordano il loro Digimon!”
«Beh,
se ora hai finito di riordinare che ne diresti di farci un giretto da
queste parti! Non ti va una
passeggiata?»…«Nn…noi due,
Jeri…?» chiese lui con un velo di incertezza
«Che
c’è di
strano…?»…«…beh
riguarda ciò che stavo per chiederti: come è
andato il
tuo…fidanzamento ufficiale con
Mako?»…«Oh?
Ahahahahahah, ahhh ma Takato che problemi ti
fai!»…«Io? No…beh nessuno
è
che…»…«Sei proprio sciocco:
comunque tutto
bene, a parte che il padre di Mako è un uomo insopportabile,
ma
lo sapevo già!»…«Ah,
sì…ne so
anch’io
qualcosa.»…«E’ stato un
po’ noioso, le solite cose, ed il fatto che fare la nail
artist
non è attività qualificata a sufficienza per
gente come
loro ma non ci faremo di certo mandar tutto a monte per via di queste
sciocchezze piuttosto…dai, insomma!!» fremeva come
una
bambina «Ma lui non si
arrabbierà?»…«E
perché?! Io e te è risaputo in tutto il quartiere
che non
siamo una
coppia!»…«Già…»
Jeri a
quel punto lo afferrò saldamente per il polso
«Siamo come
fratello e sorella, ci conosciamo un altro po’ da quando
eravamo
in fasce, la sola cosa che ci è mancato è fare il
bagno
nudi ma io non avrei alcun problema al
riguardo!»…”Beh…se tu no, io
qualcuno…”«Allora?!» e lui le
sorrise
«D’accordo…» pensando fra
sé
“Chissà…magari ha dei problemi con Mako
e con
questa scusa vuole confidarmeli.” «Fantastico!! Tu
non esci
spesso, la sera?!»…«Io…? E
dove devo
andare…?»…«Così,
in giro,
libertà, indipendenza! Ahah, io non vi rinuncerei mai, il
giorno
è caotico, è quest’ora che veramente mi
fa sentire
in forma! Andiamo! Ah, così parliamo anche dei Digimon, e
del
loro
ritorno!»…«Certamente…»
Ma da dietro il
vicolo, due occhi taglienti li spiavano «Non credere, ti
controllo Takato!» sibilò Asanuma
«Aspetto soltanto
la migliore occasione, ti farò pagare la figuraccia che mi
hai
fatto fare!»…«Ma che sublimi tresche
amorose i tuoi
ex-alunnetti, signora maestra.» pronunciò la voce
tenebrosa di qualcuno che apparve dietro di lei «WAHHH! A-Ah,
ma
sei matto, Fiocco di neve?! Vuoi farmi saltare il cuore, siamo in
età da
infarto!»…«E’ che sono
curioso,
cara…»…«Curioso di che?! Di
vecchie storie
rifritte, come quella?!»…«I due si amano
da
molto…?» chiedeva il magro e ossuto
“Fiocco di
neve” dagli occhi infossati e il tatuaggio
sull’avambrccio
«Uhmf! Quella è Jeri Katou, mi ero dimenticata di
lei:
anche lei è stata una mia alunna, e fa parte di quel periodo
che
non ci tengo a ricordare…!!» assottigliando i suoi
occhi,
mentre Fiocco di neve commentava «E’
senz’altro una
ragazza
affascinante…»…«Takato le sta
appresso dall’età dei banchi di scuola, e lei come
vedi
gli dà retta solo quando nessuno la vede!
Mmm…è
una vera sfacciata, non la sopporto!» avanzando allo
scoperto, e
scostandosi i capelli in una mimica più o meno riuscita di
uno
dei gesti consueti di Jeri «Così giovane,
così
carina, di certo sente di avere il mondo in mano! Ma si è
infilata in un brutto guaio, è fidanzata con un altro e
così deve incontrare il suo compagnetto lontana anni luce da
occhi indiscreti!» volgendosi verso il complice «Ho
trovato, posso creare uno scandalo con loro due anziché
tendere
un agguato, sarebbe una bella alternativa per
vendicarmi!»…«Hai deciso di radere al
suolo i tuoi
bambini…?»…«Semplicemente…!!...
…non voglio
facce in giro a ricordarmi chi sono stata, il mio passato inglorioso!
Ma faccio solo un favore al quartiere, starà molto meglio
senza
questi ambigui fantasmi di eroi precipitati in una vita di scandali, e
di immoralità! Sono fermamente intenzionata a seguirli, tu
che
fai, vieni con me o resti lì come un cetriolo?!»
…e
prima che fosse giunta la risposta si era già avviata con
svelto
passetto.
«Uoooaahhhh…!» sbadigliò
Fiocco di neve e si
stirò, aprendo poi il cellulare «Mi chiedo che
fine abbia
fatto Rika, spero proprio che quella sciocca non mediti di rifilarmi
una buca dopo avermi fatto illudere…potrei diventare molto
nervoso…» …di nuovo si intravide quel
luccichio di
troppo nella sua dentatura…
«E’
una casa che ha acquistato suo padre, lui non c’è
mai,
è sempre in viaggio, però a lei ricorda dei
giorni
trascorsi in sua compagnia, c’è stata qualche
volta, in
questi anni, quando le cose non giravano per il verso
giusto!!»
raccontava Himi, con l’espressione di chi si sente impotente
e
vorrebbe fare di più. Erano all’interno del
locale, vuoto
e chiuso però quella sera «Capisco, è
possibile che
anche stavolta abbia scelto di posare lì i suoi
turbamenti…» rifletteva il ragazzo dagli occhi
truccati,
Himi però lo afferrò per il braccio, supplicando
«…mi vuoi dire almeno chi sei?...tu puoi metterti
in
contatto con Rika?! Io la provo a chiamare ma non mi risponde, quando
è così è…ferrea, la
decisione! Ormai ha
scelto la sua strada e guai a tutti coloro che cercheranno di
fermarla!»
Al ragazzo
però veniva da sorridere…nonostante, con fare un
po’ timido, cercasse di celarlo «…che
c’è, perché
ridi…?» chiese Himi, e lui
«…niente. Solo che…ecco, era tanto che
non parlavo
di Rika con qualcuno che la conosce bene. Noto che nonostante il tempo
che è passato…» volgendo le spalle, e
allontanandosi «…lei è proprio rimasta
uguale.»…«A-Aspetta, te ne vai
così?!...non
mi hai detto niente, né chi se, né come ti
chiami, e
adesso che ne sarà di Rika e della faccenda?!...
…lei è mia amica…!!...
…ehi, io
voglio aiutarla, non dimenticarlo!» Il ragazzo si volse, e
con la
sua impeccabile classe e gentilezza si inchinò
«Grazie di
cuore per tutto.» …lasciandola donna sempre
più
spiazzata «…da dove
vieni…?...perché fai
tutto
questo…?»…«…perché
sono
testardo. Perché non dimentico.
Perché…»…«Che
segreto
nascondi…?» chiedeva Himi con occhi assorti
«Io
proteggo l’amicizia e il passato dagli attacchi del
presente.»…«Allora facevo bene a
pensarlo, tu sei un
Digimon…!» ma lui sorrideva, e rispose
«…uhm.
Non c’è bisogno di essere Digimon per tenere
l’uno
all’altro.
Arrivederci!»…«Aspetta!!»
…ma scappò via rapido «Che creatura
insolita…» lasciando Himi pensierosa…
«La tengo
sempre qui, memorizzata.» illustrava Takato mentre
passeggiavano,
mostrandole il cellulare. E destando il suo entusiasmo «Ahah!
Ne
ero certa!!! Se c’era qualcuno che poteva conservare una foto
di
noi quattro da piccoli quello eri solo tu,
Takato!»…«Già…»…«Altrimenti
non te l’avrei chiesta: avanti avanti, fammi vedere!
Com’eravamo…? Ooohhhh…AHAHAH!
Mascherati!»…«Sì, era la tua
festa di
compleanno!»…«Ma davvero? Non me lo
dire…ah,
quanto tempo è passato…»
Ma da come
fremeva, da come prese il cellulare…e da come poi osservava
la
foto…Jeri sembrava averne bisogno vitale. Takato la
osservava, e
forse, dietro al suo sorriso pieno d’affetto, se ne rendeva
conto
«Guarda Kazu…!» segnalò lei,
e Takato
«Che bel costume, quanto l’ho
invidiato!»…«Davvero
bello!»…«La
mamma si preoccupava che lui avesse sempre i giochi più
moderni,
le maschere degli eroi più in voga al tempo, la mia non me
le
comprava perché diceva che costavano
troppo!»…«Uh! Non parliamo proprio di
questo:
guarda-guarda qui chi c’è?
Copriamo-BAHHH!»…«Ah, ma dai, eri
carina!»…«Oh, non so dove dovessi andare
conciata
così! Il costume me l’aveva cucito la mia
matrigna!»
ed il ragazzo la scrutò «Come
sta…?...la sentite,
tu e tuo
padre?»…«…no…»
ammise
lei senza cessare di fissare la foto, ma i suoi occhi su
quell’affermazione erano tristi…per poi riprendere
a
scherzare «”La bella e buona
principessa”,
fff…figurati! Ad avere un padre tirchio in fatto di costumi
per
le feste questo se ne
ricava!»…«Però…»
sorrideva
Takato posando il suo sguardo sulla foto «…il tuo
vestito
era davvero elegante.»…«Uhmf! Il bianco
non mi
dona!» ma lui alzò gli occhi su di lei, che invece
fissava
assorta avanti a sé «Ben presto credo che
sarà
diverso.» disse Takato, ma lei riprese la contemplazione del
passato «Comunque anche tu eri proprio
buffo!»…«Fff…»…«Che
doveva
rappresentare?»…«…a giudicare
dal cappello
azzurro, la piuma bianca…»
…mentre lei
approfittava di quegli occhi posati sul cellulare per
osservarlo…
«…ed i gusti di mia madre privi di riferimenti
temporali,
sarebbe dovuto essere una sorta di
principe.»…
Mentre Jeri fra
sé pensava “La signorina
Asanuma…è vero,
attualmente è diventata molto poco sopportabile, la odierei
se
in fondo non la capissi. Un’altra che non è
riuscita a
realizzare alcun sogno nella sua vita…”
«Lascia
stare, Takato, ormai quel che è fatto è fatto.
Spero solo
non causi guai a te o ai tuoi
genitori.»…«Lo
spero…comunque non ho paura, faccia ciò che
vuole, non mi
importa.» (parole che accrebbero l’astio nella
donna
nascosta) «Andiamo?» chiese Jeri, e Takato
«…andiamo!»
…sicché la ragazza dovette richiudere, non senza
una
certa reticenza, il cellulare del suo amico.
Quando ebbero
svoltato l’angolo Asanuma sbucò «Brutti
ingrati…!!» e Fiocco di neve, come
un’ombra dietro
di lei «Hai visto? Sei sempre nel loro cuore.
OUCH!»…«E sta zitto, pezzo di
imbecille!» lei
gli rifilò una gomitata. Lui la fissava da dietro reggendosi
il
naso, mentre lei faceva penetranti i suoi occhi «Quella
stupida
non mi ha nemmeno difesa, peggio per loro, il conto sale!!»
«Hai
pensato a un posto in particolare in cui andare?» chiese
Jeri, e
Takato «Io? No, dimmi
tu.»…«Perché
non…?»…«Sì?»
dopodiché
Jeri prese fiato e si aprì in un moto di emozione
«Perché non andiamo alla nostra vecchia scuola,
parlarne
mi ha fatto venir voglia!»…«Dici
davvero? Ma
ora…è tutto
buio!»…«Ancora
meglio!» “Ho bisogno di perdermi fra i
ricordi…chissà perché. Io per prima
stento a
comprendermi.” «D’accordo,
allora!»…«Ahahah! Aaandiamo, caro
compagnetto di
banco!» briosamente gli si mise sottobraccio.
Anche
Fiocco di neve cercò di fare lo stesso con Asanuma ma
l’unica cosa che ne ottenne fu «UOACH!»
un’altra gomitata sul naso.
«Allora?» chiedeva ancora alzata, e fortemente in
pena la
signora Mayumi Wong «Niente. Il telefono è come
previdibile spento.» replicò suo marito, lasciando
che la
preoccupazione lievitasse. Gli occhi di lui assunsero sfumatura
particolarmente aggravata, tanto che cercò di nasconderli
alla
moglie, che mormorava nel pianto «Suzie…ma dove
puoi
essere andata…?»
“…mi preoccupa.” pensava Janyu Wong
“Suzie non
può andare in giro da sola. Qualcuno potrebbe farle del male
ed
il perché…” aggiustandosi gli occhiali,
e scrutando
la moglie di spalle con la coda dell’occhio
“…soltanto io lo so.”
Quando nelle
soffuse, e confortevoli luci di un’altra casa, alcuni lievi
sussurri di madre tessevano una rete di affetto e atteso sollievo
«Allora, Benji hai visto…? Ora dorme…
…guardalo, tiene gli occhietti chiusi. Ma la sua espressione
è distesa. Era tanto stanco, ma ora non ha più
freddo.
Perché ci siamo noi a volergli bene…!»
…ed il
dito della ragazza dai capelli neri e la camicia da notte bianca
indicava al suo bimbo in pigiama quella creatura dalle orecchie lunghe
che riposava sotto le coperte «Ma non è
dolcissimo…?» chiedeva Rea. E Benji tendeva le sue
manine,
sembrava volergli bene e volerlo prendere, ma lei
«Shhh…ora dobbiamo lasciarlo dormire. Poverino, ha
avuto
tanta paura. Ma quando si sveglierà potremo giocarci!
Diventerà un nostro caro amico, domani mattina gli porteremo
una
squisita colazione!»
Prendendo
in braccio il suo bambino, e soffermandosi l’ennesima volta
ad
osservare quell’essere così indifeso, estratto dal
pericolo, che ora riposava nel letto. E poi carezzare
l’oggetto
adagiato sulla scrivania, presso il computer (canzone: Westlife
- Unbreakable).
Percorrendo il cuore verde che lo decorava “Ancora non riesco
a
crederci…!” stringeva i suoi occhi Rea per poi
riaprirli
ad una nuova e mirabile coscienza “Io ho scoperto un Digimon,
ed
un Digivice si è materializzato per me! Sono diventata...una
domatrice di Digimon, era il mio più grande sogno!! Ormai
ero
certa che non si sarebbe più avverato…”
volgendosi…e guardandolo di nuovo
“…prima che
arrivassi tu. Non so chi sei, né che storia hai avuto. So
solo…che mi sei entrato dentro al cuore. Tu hai
fatto…con
la tua presenza un buco nel presente, in questo tempo in cui non crede
più nessuno, giungendo dal passato. Perché hai
sentito
che ti chiamavamo a gran voce! Sei venuto per
me…?”
allungando la mano…e carezzando dolcemente le lunghe
orecchie
della creatura che si muoveva appena “Mi hai stregato, mi
sento
emozionata come una ragazzina! Questa sera è
speciale…io
sono come le digiprescelte della tv, e lo sono grazie a te! Vorrei
sentire la tua voce confessare allegra che mi hai aspettato a lungo!
Vorrei conoscere il tuo nome…per dirti ciò che
sento. Ti
conosco da poche ore, ma sono già certa…che non
potrò fare a meno di te! Mi sei diventato indispensabile! Ed
io
farò di tutto…” sorridendo tra gioia e
commozione,
e non smettendo di carezzarlo “…per vederti
sorridere, per
essere la migliore amica sulla piazza! Io voglio renderti felice!
Perché tu…sei il mio
Digimon!!”…«Oh…»
accennava lui, e con
la pesantezza di un peluche si accasciava dall’altra parte.
Lei
allora tornava a rivolgersi a Benji, sfiorare le sue manine impazienti
«…sarà bello, tutti e tre assieme, sai
Benji? Ci
divertiremo…un mondo, piccolino!» quando
improvvisamente
suonarono al campanello.
Rea balzò
in piedi, il suo sguardo si tinse di timore «…oh
no.» e suonavano ancora «Non sarà
qualcuno che viene
a riprenderselo?» Si diresse così verso la porta,
ma
esitò sulla maniglia “Non voglio
restituirti…io
voglio essere per te…quello che altri in passato sono stati
per…!!!” ma alla fine trovò il
coraggio, e
spalancò la porta.
Trovando di fronte a sé una ragazza in lacrime, col borsone
alla mano.
« Ah!!...Suzie!!
E-E’ vero, scusa dovevamo vederci è che
poi-…»…«Perdonami, io non lo
sapevo…»
Rea spalancò
gli occhi
«Cosa…?»…«Non lo
sapevo…» scuoteva il capo Suzie,
nell’insorgere del
pianto: gettandosi tra le sue braccia «PERDONAMI, IO NON LO
SAPEVO!!»…«Ma-Ma che succede?!»
…mentre il
sonno di Terriermon «Oh!» veniva spezzato da quel
grido…
Suzie si stringeva a
Rea con tutte le forze «PERDONAMI IO NON SAPEVO NIENTE, NON
SAPEVO NIENTEEE!!!» e tanto si disperava che senza coscienza
del
motivo fece insorgere lacrime anche in Rea «Suzie per
l’amor del Cielo non piangere, cerca di calmarti, spiegami
che
succede!! Cosa è
accaduto?!»…«IO
SONO…!!»…«Cosa?!»…«IO
SONO…!!...
…SONO LA ZIA DI
BENJI!!!»…«AH!!» Rea si
portò la mano
alla bocca.
«Lui non ce
l’aveva detto!!! NON CI HA DETTO NIENTE, NON SAPEVAMO
NE’
DI TE NE’ DEL BAMBINO!! M-…MI DISPIACE REA, MI
DISPIACE!» …e tornavano ad abbracciarsi,
nonostante Rea
fosse incredula, tra lacrime automatiche…
…quando una
piccola creatura dalle orecchie lunghe si era fatto strada a fatica
lungo le stanze, fino a fare capolino in
quell’ingressetto…
«Sono andata via
di casa! N-Non voglio più né vederlo,
né sentirlo,
NE’ PEN-SA-RLO!!»…«Oh
Suzie…» ma
in quel rimbombare di singhiozzi, Suzie dall’abbraccio di Rea
spalancò gli occhi…vide qualcosa sbucare da
dietro la
porta
«AH!!»…«Cos’è?!»
La
ragazza si avvicinava a passo lento, incredulo…
…come lo
sguardo di lui, che Rea si stupì di vedere
sveglio…
«Terriermon…»…«Chi
è
lei…?»…«T-Terriermon…!!»
si
accucciava Suzie, nello sbalordimento dell’altra
«P-Piccolo
Terriermon…!...c-caro Terriermon!!»
«Terriermon…» si poneva Rea un dito
sulle
labbra…
«Ci
conosciamo…?»…«SONO
SUZIE!»…«Ah!!» fu un fulmine
anche per il
Digimon, che in pochi secondi si ritrovò abbracciato
«TERRIERMON, SEI QUIII!!»
Mentre Rea a
poco a poco, assemblava tra le lacrime tutti i frammenti…
Lacrime che vide
sgorgare anche dagli occhi di Terriermon, che seppur stordito, e
tremante, mormorò «…piccola
Suzie…»
tra gli incessanti e risonanti singhiozzi di lei…(fine-canzone)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** L'erede di Digiworld ***
12°puntata DT2
«Mi hai capita bene, Henry? Abbi cura di te, da adesso in
poi.» definiva Aki con la sua voce vellutata
«D’accordo…Aki, ci
proverò.» si
sforzava lui a replicare, sulla soglia della porta
dell’appartamento «Anche se è
dura…bisogna
andare avanti. Si deve andare avanti, ed io ho intenzione di provarci.
Affrontare da un lato Rea…dall’altro Suzie, e la
mia
famiglia non sarà facile, ma non posso assolutamente tirarmi
indietro!»
Henry era
di carnagione chiara, ma ora era ancor più pallido rispetto
al
solito. I suoi occhi, grandi e profondi riflettevano visibile
stanchezza…ma nonostante tutto vi si leggeva
l’intento di
resistere, sicché chiudeva gli occhi. Sospirava, si
massaggiava
il viso…
…e
cercava di evocare a sé coraggio «Bravo, anche se
non
parli comprendo quali sono i tuoi
pensieri.»…«Terriermon è
tornato…per
lui devo trovare una giustificazione convincente, non deve farsi idee
strane circa mia moglie e mio figlio. E’ un
Digimon…» passandosi la mano fra i suoi lucidi e
corti
capelli scuri «...posso approfittare del fatto che questi
aspetti
di certo non sono contemplati nella sua realtà. Non
voglio…non deve credere che li ho abbandonati, tutto deve
essere
posto…sotto il profilo di un diverbio familiare,
è una
cosa umana. Capita a molta gente, i divorzi, e le separazioni sono
all’ordine del giorno. Tu credi che mi
crederà…?» domandava nel farsi gentile
della sua
voce. Si leggeva negli occhi che cercasse umilmente speranza
e
rassicurazioni. Che non stentarono ad arrivare «E’
garantito…» con un lieve sorriso, mentre
ondeggiava il
braccio sulla porta semiaperta «Perché non
dovrebbe?
E’ un piccolo Digimon, non un avvocato
civilista.»…«Giusto…! Hai
ragione…!» e la sua espressione sembrò
rianimarsi
a quelle parole «Sarebbe bello,
adesso…se…se magari
Terriermon mi desse fiducia! Potrei…spiegargli la mia
situazione, fargli capire che ci sono stati dei conflitti con Rea, dopo
tutto…una volta, poco prima che ci lasciassimo, lei mi
accusò realmente di avere una relazione parallela! Ti
ricordi?!»…«…fu
perché ci vide
insieme…»…«Eh, sì,
infatti, ma tu
pensa!» Henry lo ricordava come un aneddoto non lontano
dall’essere divertente «Pensi di
sfruttare…quell’incidente a tuo
vantaggio?»…«In fondo, perché
no, dopo
tutto…è una cosa che è successa a
tutti i mariti,
no? Non è vero forse che capita a molta gente?»
Lo sguardo di
Aki si faceva scrutatore, il suo parlare ponderato
«Parli…di un
malinteso…oppure…di una
relazione extraconiugale?»…«Ma no, stai
scherzando!
Mi riferisco al fatto che ci vide: posso dire a Terriermon che Rea mi
ha lasciato per quel motivo! E che in fondo io non c’entro
niente, anche perché è vero! Rea non sapeva che
tu eri la
mia psicologa, pensò una cosa non
vera!»…«Sì
però…non sapeva
nemmeno che tu stessi seguendo una
terapia.»…«No,
questo no, certamente…» e a tale pensiero
tornò
più serio, l’ansia sembrava insorgere di nuovo.
Aki
sostava con calma sulla porta del suo appartamento, mentre lui sembrava
esitare ad andar via. Passeggiava, come se avesse bisogno di
programmare la sua azione prima di uscire allo scoperto
«Però Terriermon di queste cose non dovrebbe
essere
esperto…i-in fondo! In fondo, dammi la
conferma!»…«Oh ma
certo…!» si
accomodava lei con posa seducente, con le spalle alla porta, mentre gli
occhi del ragazzo sembravano pendere dalle sue conferme
«In
fondo, se io mi presento al mio Digimon come un uomo…onesto,
un
marito che è solo stato vittima delle circostanze, posso
sperare
che mi riveda ancora come colui che ero un
tempo!»…«Lo farà
senz’altro.»…«Certo. Certo,
non può
che essere così!» ripeteva fra
sé…ignaro
del sorrisetto ironico di lei…
«Terriermon…può aiutarmi.
Già, adesso che
lui c’è il problema è rimosso, non sono
lontano
dalla possibilità di ricostituire la mia famiglia. Se gli
dico
che Rea si è allontanata e che Benji mi manca
molto…»…«…ti
crederà.»…«Sì,
infatti, dopo tutto
siamo stati amici! Perché dovrebbe dubitare della mia
parola?
Gli spiegherò che…ciò che ho detto
oggi era solo
una messa in scena, qualcosa per sviare i sospetti dai miei genitori.
Mi inventerò a qualcosa. Allestirò una storia che
sia
plausibile!»…Aki lasciava scorrere quelle
affermazioni
come un fiume in piena, manifestando la più assoluta
tranquillità, incrociando le braccia e socchiudendo gli
occhi su
un discretamente celato sorriso. Mentre grazie ai suoi pensieri Henry
sembrava riacquistare forza ogni secondo di più
«Sì, lo desidero con tutto il cuore…!
Che il mio
amico mi veda…realizzato, come ha sempre sognato! Come deve
averlo sempre sperato, anche in tutti questi anni a Digiworld! Senza di
lui mi sono confuso e ho equivocato molte tappe, però in
fondo
non disto così tanto da quello che si può
richiedere da
uno come me!» volgendosi verso la psicologa «In
fondo ho
un buon lavoro, sono un discreto padre di famiglia! Basta chiarire
l’equivoco e poi non dovrò più
preoccuparmi
dell’impressione che potrei fare sul mio Digimon. Lui ha
fiducia
in me, può comprendere il percorso che ho avuto!!...in
fondo…in fondo se avessi Terriermon dalla mia parte lui
potrebbe
mettere una buona parola anche con Suzie! Loro sono sempre stati grandi
amici, lei si fiderebbe, ne sono certo! Ma
sì…Suzie,
mamma e papà non sono un problema, Terriermon
riuscirà a
convincerli, la sola cosa da fare è ritrovarlo in
fretta!»…«Hai bisogno di riposare,
Henry…»…«Lo
so…sono molto
stanco.»…«Domani ti rimetterai al lavoro
e vedrai
che molto prima di quanto te lo aspetti…» in un
gesto di
premura, accomodandogli il vestito «…riuscirai a
ritrovare
il tuo Digimon.»…«Grazie Aki.»
sorrise lui
«Non so cosa farei senza i tuoi preziosi consigli. Tu riesci
a
ri-indirizzarmi, quando io sono in completa
confusione.»…«…è
il mio
lavoro…» accennò la ragazza dagli occhi
scuri
fissandolo intensamente, dalla sua più piccolina statura
«…ma al di là del coinvolgimento
professionale
capirai tu stesso che ho molto a cuore la tua situazione. Umanamente,
intendo.»…«Ma certo! Io sento tutto il
tuo calore,
tutto il tuo sostegno!! Sei una professionista eccellente ma mi
permetto di considerarti anche e soprattutto
un’amica!»…«…aspettavo
che tu lo
dicessi…»…«Bene!
Ora…credo sia il
caso che io vada, ti ho già fatto perdere…fin
troppo
tempo!» scherzò appena Henry animato da quel
substrato di
sopravvenuta euforia «Farai ritorno a
casa…?»…«No…!»
si portò
la mano agli occhi «…non posso, non me la sento!
E’
troppo presto ancora…» tanto che lei gli si fece
più vicina, e si premurò «Oh Henry ma
è
terribile, e allora dove trascorrerai questa
notte?»…«Pensavo di andare in
albergo.»
affermava…ma c’era qualcuno che da poco era uscito
sul
pianerottolo da un altro appartamento, e che ora sembrò
orientare la sua attenzione al loro dialogo…«In
fondo…dopo tutto che vuoi che sia, una notte in
albergo.»…«Henry, sei sicuro?
Ah…io, se
fossi attrezzata ti ospiterei volentieri il problema è
che-»…«Ah ma stai scherzando, Aki! Non
pensarci
nemmeno. Ti ho già dato troppo disturbo poi un conto
è…il vantaggio che può darci
quell’incidente
nella situazione complessiva, un altro è che si mormori di
te, e
della tua impeccabile correttezza
professionale!»…«Sei gentile
però io
ugualmente-»
«Perdonate. Ho
ascoltato involontariamente la vostra conversazione. Ero uscito sul
pianerottolo per una telefonata di lavoro perché in
casa…la linea dei cellulari è
incostante.» Henry
si volse verso quell’uomo che gli si era rivolto in modo
cortese.
E che di certo aveva un aspetto ordinato e piacevole. Era
più
grande di lui, dagli occhi sottili e i capelli biondi. Teneva tra le
mani un modernissimo cellulare
«Buonasera…» fece
Henry «Buonasera a lei!» sorrise l’altro,
che
spiegò «Ho sentito per caso…mi perdoni
se sono
indiscreto, che c’è bisogno di una sistemazione.
E’
che si dà il caso che io affitti stanze, il mio appartamento
è grande, si figuri che sarebbero due case in origine,
però per me, mia moglie e i miei figli una ne basta e
avanza!» aveva voce scura, ma modi cordiali e distinti allo
stesso tempo. Aki adagiò le mani sulla schiena del ragazzo
«Henry…è un’occasione. Questa
sera sei molto
stanco ed hai avuto molte cose a turbarti, sinceramente non mi fa
piacere che ti rimetti al volante. Conosco il signore, è una
persona
irreprensibile.»…«Davvero?»
domandava Henry, e l’uomo «Oh!» con mano
sulla
fronte in segno di dimenticanza «Chiedo scusa ho scordato di
presentarmi, Taisho Yusaki, molto
piacere!»…«Il
piacere è mio…Henry
Wong.»…«Come le
ho detto, se vuole può
approfittare.»…«E’ sicuro che
non
disturbo?»…«Ma ci mancherebbe!»
Mentre lo
sguardo di Aki si faceva determinato, puntando a qualcosa di
indefinibile.
«Guarda Takato,
hanno lasciato il cancello aperto!!» indicava Jeri, e lui
«Talvolta lo fanno, tanto chi potrebbe entrare, e per rubare
cosa?»…«Noi! Ahahah!» corse
avanti lei
«Per rubare ricordi!» lasciando che
l’aria del
cortile scolastico nel buio notturno le soffiasse tra i capelli
“Jeri…” pensava lui venendo avanti sotto
la tenue
luce di quei pochi fari posti attorno al campo di calcio, simili a
raggi di luna “Crescendo sei diventata una
persona…così particolare.”
«Andiamooo!...vieni! Dai, Takato, non dirmi che hai paura del
buio!»…”O forse sei sempre stata
così…” «Ahah! A me non fa
paura! Mi piace il
buio!!» affermava con passione, e lui scrutandosi attorno
«Ti sembrerà strano: ma anch’io trovo
che abbia
qualcosa di molto affascinante!»
Jeri
respirò profondamente…sussurrando
«…quanti
ricordi
qui…»…«…è
vero.» Takato si rivolse all’edificio, ed
indicò
«Guarda, la finestra della nostra
aula!»…«Ah?!» Jeri si volse, e
commentò emozionata «E’ ancora
illuminata…»…«Quelli delle
pulizie a volte
la lasciano accesa.»
“Takato…!” si volse lei
a scrutarlo, mentre lui guardava la scuola e si lasciava andare ai
ricordi “Io sono fatta al rovescio. Avrei dovuto puntare a
uno
come te! Noi siamo vittime di un errore tecnico.” per tornare
anche lei ad ammirare l’edificio “Dovevamo amarci.
Ma
qualcosa non è andato per il verso giusto. Ed eccoci qua. Io
con
la mia vita, e tu con la tua. Separati, e entrambi incapaci di provare
sentimenti.” «…lo sai, mi fa piacere
essere qui con
te…» compì lui un passo avanti, e si
riempiva i
polmoni «…sono molto affezionato a questa
scuola…»
…mentre
Asanuma il guardava nascosta dietro il vaso con le piante. Stringeva un
pugno di rabbia «Perché io ho solo ricordi
fastidiosi…?!!»…«E-ECCIU’!
Acc…tutto questo odore di gioventù mi fa venire
l’allergiaaa!»…«E allora resta
con la faccia
attaccata ai miei vestiti, Fiocco di neve: di sicuro sono
l’antidoto migliore sul mercato alla
gioventù!»…«Oaahhh…»
il magro
uomo si stropicciava il naso senza grosse speranze…
«…il tetto. Quando nascosi Guilmon per la prima
volta lui
non ci volle sentire, gli avevo detto di rimanere fermo. Mi ha seguito
fino a scuola, ricordo…che divorò tutti i panini
della
mensa.»…«Davvero?! Ah, ma quanti
particolari!» ”…che ricordo
anch’io come
fosse ieri.” «Sì, per
me…è come se
fosse ieri. Da un lato, dall’altro sembra passata
un’eternità. E insomma, ti dicevo che lo ritrovai
lassù in cima, mi corse incontro…mi
saltò addosso,
io ero disperato! Mi chiese perché avevo gli
occhi…pieni
d’acqua…» un po’ di commozione
forse
accennava ad insorgere ma Jeri gli pose le mani sulle spalle
«Lo
ritroveremo! Devi essere fiducioso!»…«Ma
io…»…«Che ti ho detto anche
ieri sera?!
Vedrai che Guilmon è da qualche parte non lontano, ora che
gli
altri Digimon sono tornati anche lui presto ricomparirà!
Abbi
fiducia…» raccogliendo la sua mano “Ti
tocco…talmente tanto per cercare di dimenticarmi che ho
paura di
toccarti. Quando sono con te voglio che tutto sia così
rapido e
concitato di modo che sembri quasi credibile…il nostro
rapporto,
la nostra amicizia che è quasi fratellanza, non so, non
voglio
pormi domande, resta il fatto che ne ho un bisogno vitale, tanto che
prima o poi torno sempre a ricercarti!”
…Asanuma
il osservava «Perché così
vicini…?!»
stringendo un pugno di rabbia «Quei due sembrano amanti
clandestini, forse è quello che sono, meriterebbero che
avvisassi il signor Ayami, il padre di quel
Mako!»…«Ehi, maestrina, che stai
complottand-»…«E FINISCILA! Lasciami
riflettere…»
«Ahah!
Guarda, le vecchie panche! Ti va di andare a
sederci?»…«Volentieri!»
rispose il ragazzo,
e si avviarono insieme.
«Non
sopporto di vedere un ragazzo e una ragazza l’uno al fianco
dell’altra…p-perché a me non
è dovuto
toccare?!» si mordeva l’unghia dalla rabbia
«Come
sono riusciti loro a resistere alla crescita tanto che sembrano amarsi
anche oggi, quando li ricordo tra i banchi di scuola?!
Vederli…genera un incendio nei miei occhi. E una bufera
ghiacciata all’interno del mio
cuore.»…«Bufera ghiacciata?! O-O, mi ha
chiamato
qualcun-»…«E VUOI STARE ZITTO,
CRETINO?!»
Takato e Jeri si
sedettero, l’uno accanto all’altra sulla panca al
bordo del
campo di calcio «Ahhh…!» si concentrava
lei,
socchiudendo gli occhi mentre lui la scrutava
“Jeri…” prendendo la sua stessa mano che
poco prima
era stata sollevata dalla ragazza “…è
incredibile,
ma è così. Nonostante tutto…mi fa
ancora effetto.
E’ un fenomeno…non lontano dall’essere
inspiegabile,
quando tu mi sfiori, mi sembra di tornare indietro. Nonostante siano
trascorsi gli anni, e ormai mi sia abituato alla tua
presenza…”
…contemplando la sua carnagione candida, i suoi occhi
chiusi,
quei lineamenti che uno scultore di gran pregio sembrava aver tracciato
sul viso della luna…
“…nonostante mi sia abituato…a quella
che sei ormai
da sempre, da quando ti sei ripresa dopo la battaglia:
sfuggente…sempre piena di impegni, una stella cadente della
notte, fra vita affollata, iniziative lavorative, e amici!...
…nonostante mi sia abituato al tuo sorriso, che ho tanto
temuto
di perdere ma che adesso…oh, posso dire che mi tranquillizza
appieno, te lo vedo sempre disegnato sul volto. E mi sono anche
abituato…a sentirti parlare del nostro rapporto. In questi
termini. La nostra
grande amicizia. A un passo dall’essere fratelli.
Già…mi hai parlato chiaro, pochi anni dopo dalla
fine del
pericolo, quando ancora nutrivo la speranza che fra noi potesse nascere
qualcosa. Ed io…mi sono messo l’anima in pace.
Eppure…” Il ragazzo constatò che la sua
stessa mano
tremava lievemente “…è possibile che
ancora oggi
devo avvertire un brivido quando le nostre mani si
incontrano…?
Forse è l’aria del passato…che soffia
tra queste
strade, e in particolare in questo luogo...”
Jeri
stentava a riaprire gli occhi…una forma d’ansia
insorgeva
in lei “…che cosa dico…?...
…mi
sono infilata in un guaio. Come al solito. L’ho trascinato
fin
qui e adesso…non so cosa dire!”
«O-Oh…Takato…?»…«Sì?!»
Asanuma e
Fiocco di neve si facevano intanto più vicini…
«Cosa
c’è…? Abbandonata ai
ricordi…?»…«N-No…sì,
cioè…!...
…è qualcosa che io stessa stento a capire. Non
diciamo
nulla, per qualche minuto!»
E lui a
pensare “…in questo momento sarebbe logico che tu
fossi
con Mako. Perché sei voluta venire qui? Non è la
prima
volta che capita da quando ti conosco. Io…”
“Ho paura…!!”
“…c’è sempre un lato di te
che stento a
conoscere fino in fondo. Su questo le cose non sono cambiate. Dal
giorno in cui…il D-Reaper…sfruttò
proprio questo
tuo lato, o almeno credo che sia lo stesso, per far presa su di te.
Rubarti il corpo…
…la voce…
…le
emozioni, e trasformarle in armi da guerra digitali. Spargere tuoi
cloni per la città. Mentre tu eri sola, e impaurita,
prigioniera
come una principessa, in una sfera fluttuante. Io avrei dato qualunque
cosa per salvarti. Se mi avessero detto che questa sera, dieci anni
dopo, saremmo stato così naturalmente seduti uno accanto
all’altra…non ci avrei creduto. Mi sarebbe
sembrato…speciale, un miracolo. Ora che devo pensare? Che
sia…un miracolo il fatto di essere soli, qui, assieme, nella
notte?” «Parliami di
qualcosa!»…«Come?!»…«T-Ti
prego! Non mi piace stare al buio senza che nessuno si rivolga a me, ho
bisogno di sentire la tua
voce!»…«Jeri…» Jeri
riapriva gli
occhi con sforzo, ma poi a poco a poco sembrò pervasa da un
moto
di euforia e si sciolse «Ahah! Non è stupendo? Non
programmare…niente, lasciare che tutto venga con
sé,
questa è l’emozione della vita!!»
Takato la
scrutava, non comprendendo fino in fondo il significato delle sue
parole.
Asanuma e
Fiocco di neve nascosti tra gli alberelli aspettavano tesi il seguito
di quel dialogo.
«Parliamo di Guilmon!» suggerì lei
«Cosa?!»…«Sì,
continua a parlarmi di
lui, a Guilmon faceva piacere che gli si dedicasse attenzione, magari
così lo aiutiamo a
tornare!»…«Dici
davvero?!»…«Sì!!» e
di nuovo lei
poneva le mani su quelle di lui, e sembrava riempirsi di gioia a
quell’idea «Quando qualcuno si
smarrisce…parlando di
lui si costituisce un ponte, che può aiutarlo a ritrovare la
strada! E-Era così per me, dieci anni fa, quando ero in
pericolo! Non volevo essere dimenticata da tutti voi miei amici, il
pensiero che fossi nel vostro cuore mi aiutava a
sopravvivere!»
“Nel mio lo sei sempre stata…”
«Ah, Takato
come fu dura! Questo non sono riuscita a
dimenticarlo…!!»
tradendo pena nella voce, premendosi la fronte con le dita
«Ma
adesso è tutto passato. E’ lontano
ormai…»…«…”è
tutto
passato”…»…«Che
cosa vuoi
dire?»…«…fosse
così facile, a
volte.»…«Jeri! Hai qualche
problema?!» si
premurò lui che in questa circostanza non ebbe timore di
afferrarla per le spalle «Se lo hai, con tuo padre, con Mako,
con
SUO padre o con chiunque altro per favore confidati! Altrimenti che
amico sono? E’ una brutta cosa tenere la bocca chiusa tra
amici…
…genera
illimitato dolore.»…«Perché
dici questo
adesso,
Takato…?»…«Perché
lo sto
provando in questo momento! Con Henry, e con
Rika!»…«Ah?...che cosa succede
loro?»…«…non lo
immagineresti.»…«…i loro
Digimon sono
tornati!»…
«GULP!» sobbalzò Fiocco di neve
«Allora
quella che avevo
visto-»…«ShhhHHH!» lo
zittì Asanuma, la quale mormorò «E
così non
ci è risparmiato nemmeno gran ritorno sulle scene?»
«Già, ma sono sorti nuovi
problemi!»…«Quali nuovi
problemi…? Per
favore, Takato!...io…non ho smesso di avere a cuore Rika,
Henry
e gli altri! E’ vero, non li vedo molto, per lo
più li
incontro per strada, sono stata molto impegnata! Mai noi siamo uniti da
un vincolo indissolubile, tutti quanti! Pensavo che…Rika
fosse
soddisfatta del suo locale, ed Henry del suo
lavoro!»…«Le cose non stanno
così
semplicemente.»…«…allora io
voglio
sapere.» pronunciò con voce profonda, come lo
sguardo con
cui lo guardava. Era decisione autentica, quella che l’aveva
mossa. Takato la guardò…
Mentre a casa
Akimoto, Suzie accarezzava Terriermon con mano tremante, e lacrime a
rigare i suoi occhi. Il piccolo Digimon sedeva sul letto, nella stanza
regnava il silenzio, scandito dai respiri affannosi di quella sedicenne
che se un tempo aveva giocato con lui come con un pupazzo di pezza,
adesso sembrava soltanto “osare”
toccarlo…quando una
certa reticenza non la spingeva a ritirarsi…
Rea dietro
di loro, con Benji addormentato tra le braccia, e
l’espressione
ancora trafelata…
«S-Sei di nuovo…» accennava la ragazza
con sforzo
emotivo, deglutendo «…sei di nuovo
qui…» e
il pianto tornava a insorgere «Suzie…»
…le
orecchie del Digimon verdino calavano, nello stratificarsi di un fitto
imbarazzo sfumato di tristezza «…non credo ai miei
occhi…» sussurrava Suzie, che i suoi occhi si
asciugava
«N-Non credo…alla vita. Oh
Terriermon…!!»
“…piccola Suzie.” pensava lui
“Quanto
tempo…quante attese. Quanta nostalgia, attraverso tutti noi.
Ma
ora…anche quanti interrogativi. Vorrei dirti
momentai…ma
qualcosa me lo impedisce. Ho la testa tanto confusa. E
sento…un
grande, enorme peso sul cuore. Perdonami, vorrei dirti tante cose in
più. Avevo preparato…dei fiori per te, ma
adesso…
…posso solo restare così. Ora sono io che scelgo
di
restare immobile, come un pupazzo, mentre tu mi
accarezzi…“ «Momentai…»
sussurrò Suzie «Oh?!» lui
restò colpito…
Rea allora
compì un passo «…cosa significa questa
parola…?» Suzie si volse, e rivelò
«”Pensa…positivo”. Terriermon
ce la ripeteva
spesso…è stato…la nostra guida e la
nostra forza.
E’ stato il nostro ottimismo…!...momentai,
Terriermon…»…«…momentai…»
si ripeteva Rea, in un estremo sussurro «…ho
già
sentito questa parola…Henry a volte l’ha
pronunciata…»
“I miei pensieri sono ingarbugliati…
…guardo il tuo bel visetto, Suzie. Come ti sei fatta bella,
vorrei lanciarmi tra le tue braccia e stringerti, anche se le mie sono
troppo corte. Farmi stringere…però il mio
pensiero non
riesce a liberarsi da lui. Oh?”
Ma ora gli
occhi di Terriermon si alzarono stupiti verso Rea. Teneva il Digivice
nella mano, e chiedeva «Suzie, spiegami…
…dunque…Terriermon…è il tuo
Digimon?»…«Uhm uhm.» scosse il
capo lei
«La mia Digimon…si chiama Lopmon.»
estraendo
così il Digivice bordato di rosa «Ah!!»
l’animo di Rea ebbe un sussulto. Suzie chiese «La
mia
Lopmon? C-Come sta, dov’è la mia piccola
Lopmon…?» seguitando a carezzare la creatura, che
rispose
«E’…E’ tornata con tutti
noi…» a
capo chino, con lo sguardo che sfuggiva «Molto presto
verrà da te.» tanto che Suzie strinse gli occhi e
i
denti, per porre un minimo argine alla commozione…
…Terriermon però era di nuovo la ragazza col
bambino che
guardava, come se attendesse una risposta…
«Rea…» Suzie svelò,
volgendosi appena
«Terriermon è il Digimon di Henry.»
Rea
se lo aspettava, e chiuse gli occhi per lasciar entrare quella
consapevolezza…
Terriermon pensava “Chi è questa
ragazza…?
Perché mi ha aiutato? Perché guardare quel
bambino mi fa
uno strano effetto…?”
Così costei raccolse timidamente il suo Digivice, e lo
mostrò a Suzie «…e questo?»
Suzie lo
guardò colpita «Da
quando…?»…«…questa
notte. In auto.
Ero…assieme a lui…» alludendo a
Terriermon. Suzie
sembrava ammirata da quel Digivice così particolare
«Nn…non è il suo…ed
è diverso dai
nostri, ha un aspetto speciale!» e dopo alcuni istanti di
dubbio, la ragazza ipotizzò «Forse è
accaduto…un prodigio,
Rea.»…«Che intendi
dire…?»…«Forse era destino.
Sei
diventata…
…la nuova
domatrice di
Terriermon.»...«…io…?»
poté solo chiedere la ragazza, come se fosse
strano…
…mentre
Terriermon sussultava “Cosa?!...lei, la mia
domatrice?!”
«Shhh…momentai, Terriermon. Sei molto stanco. Del
viaggio.
E di…tutto ciò che è venuto dopo, hai
bisogno di
riposare!!» esclamò Suzie tra le carezze,
affermando
«R-Riconosco il tuo faccino stanco, lo
avevi…uguale dopo
le battaglie più importanti! A-Anche prima che sapessi che
eri
vivo!»
Ricordo dopo
ricordo, accenno dopo accenno, l’animo di Rea si smarriva in
quel
mare…
«S-Sì, sono…molto stanco. E
confuso…»…«Va a
letto…piccolo.
Penseremo noi a te, penseremo a tutto…»
…sicché a quelle parole Rea si
avvicinò ed
allungò la mano per sfiorarlo ma poi ebbe come timore, si
ritirò «Non aver paura di
toccarlo…»…«Ma
io…»
…mentre Terriermon socchiudeva i suoi occhi. Suzie le
sorrideva
«Lui è venuto da te, è con voi che deve
stare.
Vero…? Piccolo Benji…?» e il pianto
tornava a
farsi arduo da arginare. La ragazza si teneva una mano davanti al naso.
Anche per Rea la commozione era alle porte. Suzie parlava a Benji, che
dormicchiava riaprendo di tanto in tanto il suo occhietto
«E-E’ vero, Benji…che Terriermon
è proprio
carino, è così dolce!...a-assomiglia…a
un peluche
con la differenza che sente tutto…proprio come noi esseri
umani!
CHE PROVA DEI SENTIMENTI!!» e lì
scoppiò in
lacrime. Benji si svegliò ma con molta
tranquillità,
riprendendo a giocare con i capelli della madre che si
accovacciò, e fece una carezza sul capo della ragazza
«Coraggio…
…che cosa
è successo esattamente fra
voi?»…«Niente…!...semplicemente
tutto si
è
infranto.»…«Ma…nessuno in
casa
sapeva
nulla?»…«NESSUNO…»
scandì Suzie «NESSUNO…conosceva Henry,
veramente.»
L’incertezza affiorava sempre maggiore, in Rea, che guardava
basso, e sentiva scarseggiare le parole «…io
neanche
sapevo che Henry avesse fratelli. Mi aveva parlato d’altro. A
me
aveva detto di essere in rotta coi suoi genitori.» ma non fu
che
un accentuarsi del pianto per Suzie, tanto che Rea le prese la mano
«Scusa!»…«No!...ormai
è inutile. Devo
rassegnarmi. Gli volevo bene, ma oggi ho scoperto che lui non ne voleva
a me!»…«…ma no,
dev’esserci
sicuramen-»…«Un errore?!...
…no,
posso assicurarti che per quanto duro da ingoiare questo boccone
è realtà. Abbiamo semplicemente ritardato il
prenderne
coscienza, ma era…nell’aria io sentivo che avevamo
vissuto
questi anni in una cupola isolante, perdendo…la confidenza
che
c’era! Sentivo che avevamo smarrito quel sentiero che aveva
permesso di essere uniti, e superare le avversità, lottando
tutti insieme!» risollevando, un po’ stancamente,
il suo
Digivice rosa «I nostri genitori…hanno commesso un
errore
con Henry, hanno lasciato che sviluppasse una fiducia smodata nelle sue
capacità! E-Ed ecco il risultato, eccoci!...siamo noi i
risultati di…!!...questi dieci anni sfortunati! Pff!...ma
perché quel giorno i Digimon sono dovuti riaffiorare a
Digiworld, perché mio padre ha caricato Shaggai nella
memoria di
Terriermon, perché siamo stati così stupidi nel
porre le
basi al nostro
avvenire?!»…«…adesso non dire
sciocchezze: quanti anni avevi? Eri soltanto una bambina, cosa avresti
potuto fare? Sei stata solo una…vittima delle circostanze,
Suzie.»…«No!! Quelli siete voi
due!!...avete pagato
per noi.» Rea, seppur sospesa fra quelle toste
verità,
posò gli occhi sul bambino che aveva tra le
braccia…poi
su Suzie…e disse «Però dai, non tutti
è
sbagliato di ciò che è emerso da questo
futuro.»…«O-Oh…»
Suzie la quale con
occhi ingenui allungò una mano verso Benji per carezzarlo
«Piccolo
tesoro…»…«Ptsss…com’è
quella
parola?»…«Uhm?»…«Quella
che invita a pensare positivo. Dovremo imparare a farne un ricco uso,
d’ora in poi
credo.»…«…”Momentai”…»…«…uhm.
“Momentai”…»
rifletté Rea sul
significato di quel termine. In Suzie però cresceva lo
sconforto
«Mo…men…pfff!!» non riusciva
a pronunciarlo
«Mi vergogno talmente tanto di fronte a voi
due!!...» ma
Rea, aggiustando la frangetta di Benji, accennò un sorriso
«Benji…allora visto che sciocchina che hai per
zia?»…«Oh?» Suzie
alzò lo sguardo
stupita «Che cosa va a pensare…eh? Forse che non
la
vogliamo qui? Che non siamo contenti che ci sia a farci
compagnia?»…«…Rea!!»…«Penso
che comincerò anch’io ad adottare questa parola.
“Momentai”…» lanciando uno
sguardo di
tenerezza a Terriermon, che si era addormentato
«”Momentai”, Suzie…»
…anche se era difficile, cercavano di stringersi fra loro e
farsi forza.
«E
così anche lei è ingegnere
informatico?!» chiedeva
Henry all’uomo appena conosciuto, con sguardo che sembrava
ammirato «Proprio così.» Sembrava
essersi sciolta
della confidenza là, sul pianerottolo, con le porte aperte.
Aki
appoggiata al bordo della sua seguiva il dialogo pazientemente, a
braccia conserte «Le mie origini familiari in tutta
onestà…non lasciavano intravedere grosse
prospettive.» spiegava il biondo signore, di corporatura
vigorosa ma dal portamento elegante, che si accostò alla
porta
del suo appartamento per evitare che il suo gatto nero, che aveva fatto
capolino, scappasse «Vai, vai dentro.»
sussurrò con
paterna dolcezza, poi riprese a spiegare «Diciamo che ho
voluto
portare avanti un mio sogno, la materia…mi ha sempre
affascinato, può
credermi.»…«Dice davvero?!
Per me è…esattamente lo
stesso!»…«E’ vero,
Henry.» interveniva
Aki «Il tuo impegno nella formazione e al contempo nel lavoro
sono indiscutibili.»…«E nonostante
questo, signor
Yusaki, lei riesce a portare avanti una famiglia, a essere un marito e
un padre presente?» sembrava ansioso di sapere Henry.
L’altro replicava con serenità «Diciamo
che faccio
del mio meglio. Inutile dire che oggigiorno è difficile,
però…la famiglia è la cosa
più importante,
cerco di ricordare questo motto, e…quando il lavoro mi
prende
troppo semplicemente apro il cellulare e riguardo in foto il visetto
dei miei figli: meraviglioso, mi permette di realizzare la corretta
scala di priorità.»…«Quanti
figli
ha?»…«Due! Un maschietto e una
signorina.»
ed Aki a commentare con un sorriso «Mi capita di incrociarli,
molte volte, i suoi bambini sono davvero stupendi e sua moglie una
signora adorabile!»…«Eh, sì
vero? Capita che
ci si incrocia, talvolta, eheheh! Comunque è troppo
gentile.»
…mentre
Henry mormorava animato da una luce negli occhi «Due figli,
sarebbe tanto piaciuto anche a me averne un
altro…è
confortante sapere che ci sono persone che ci sono riuscite: hanno
successo nel lavoro, ma la loro famiglia è unita e
compatta.»…«Anche lei ha figli, signor
Wong?»…«Eh? Cosa?» ma
intervenne Aki
«Henry ha un bellissimo bambino: si chiama
Benji!»…«Sì,
però…in questo
momento…ho alcuni
problemi.»…«Problemi?» si
mostrò
partecipe l’uomo «Sì…vede,
è proprio
questo! I-Il lavoro, talvolta…mi prende la mano! Io vorrei
essere più vicino ai miei familiari, e infatti mi impegno
per
loro ma proprio questo viene frainteso: pensano che sia un modo per
disinteressarmi.»…«Ah, alle volte
purtroppo
capita!»…«Come ci riesce? Mi dica il suo
segreto,
ne ho vitale bisogno: come riesce a far capire che in realtà
è per loro che fa tutto questo, per garantire un futuro
stabile
alla famiglia?»…«Mah, devo dire che sono
anche…molto aiutato da mia moglie, lei a casa si occupa di
tutto, ora non c’è perché è
andata a portare
i piccoli dai nonni, e infatti…mi scuserà per il
disordine!»…«Ma di
nulla…»…«Sua moglie
lavora?»…«Rea? Ecco, sì,
siamo colleghi, ci
siamo conosciuti in quella sede.»…«Ah
beh ma questo
non va a giovamento della casa.»…«Lei
dice?
Io…non la vedo così, è vero anche mio
padre la
pensa come lei però io su questo ho sviluppato idee
differenti,
per me è giusto che una donna lavori e trovi piena
realizzazione!»…«Ohhh…!»
si intravide
una lieve smorfia sul volto dell’uomo «No, no mi
permetta
di dissentire, ma la casa…! Le nostre
tradizioni…!»…«Lei…pensa…che
sbagli?» chiedeva Henry tradendo insicurezza «Su
questo
sì forse perché è ancora un ragazzo,
ha idee
innovative ma insomma se noi siamo quelli che siamo lo dobbiamo ai
nostri padri, forti e determinati! Eccellenti professionisti
aiutati…» nell’aprirsi di un sorriso
«…dalla dolcezza di un pasto caldo la sera
preparato dalle
nostre mamme: non mi dica anche lei che non ha quel sapore in bocca,
difficile separarsene, eh?» “Beh, ora che ci
penso…è vero.” meditava Henry
di fronte agli
sguardi esortativi di quell’uomo e della silenziosa Aki
“Mio padre ha sempre lavorato, mamma è rimasta a
casa.
Però così siamo riusciti a restare un nucleo
compatto,
invece ad esempio la madre di Rika lavorava. E la famiglia si
è
disgregata. Forse ha ragione, io ho idee errate, sono ancora
impreparato per gestire una famiglia. Ho tanto da imparare!
Quest’uomo può aiutarmi.” mentre costui
raccontava
«Stiamo prendendo accordi per le attività dei
bambini, un
po’ di sano allenamento sportivo è quello che ci
vuole per
le loro ossa in formazione, o finisce…che passano tutto il
giorno a torturare il
gatto!»…«Uhmuhmuhm!»
si divertiva Aki…
“Da quello che racconta la sua famiglia è molto
unita, sua
moglie lo sostiene, i suoi figli sono spensierati e possono guardare al
futuro, io se vado avanti così non potrò mai
pensare a
quali attività sportive far fare al mio.”
«Mi
permetta un’altra domanda, signor
Yusaki!»…«Oh ma tutte quelle che vuole!
Oramai…si è stretta amicizia! Eheh!»
ponendogli la
mano sulla spalla «Fra padri! E fra
mariti!»…«Lo sa, lei mi fa
l’impressione di
un uomo fantastico!»…«Esagerato, sono
soltanto un
uomo! Come tanti!»…«Ah, ma è
esattamente
questo che io voglio diventare!!» confessò Henry
con
occhi giovani e pieni di speranza «Io non ho
l’ambizione di
essere unico, famoso, speciale, a me basta essere un uomo. Un marito
come tanti, un padre, ma al contempo restare anche un figlio
responsabile nei confronti dei miei genitori, e un fratello su cui si
possa contare!»…«Possibile! Che
c’è di
strano?»…«Ho anche degli amici per i
quali non
vorrei sparire, vorrei che potessero cercarmi e trovarmi al bisogno
insomma tutto questo insieme di cose per me
è…inconciliabile, ci si mette anche il lavoro, e
l’impegno che richiede, io non mi sento ancora in grado di
gestire una simile sfida. Vorrei. Ma faccio errori. Lei riesce a
restare in contatto con i suoi amici e
parenti?»…«Con un po’ di
pazienza da ambo le
parti…si cerca di non lasciare andare i legami importanti.
Le
origini! Chi saremmo, DOVE saremmo
altrimenti?»…«E
infine…!» orientando un po’ timidamente
gli occhi
alla porta semiaperta «…riesce a tenere anche un
gatto.»…«Ahah! La nostra micina.
E’ un
emblema di casa nostra!»…«Mi riveli
tutti i suoi
segreti, io voglio diventare esattamente come
lei!»…«Anche lei ha un
gatto?»…«Sì, cioè
no! Non è un
gatto!»…«Un animale
domestico!»…«E’…un
po’
complicato da spiegare ma sta a metà fra tutti questi, ah a
lei
sembrerà un particolare stupido ma per me è
importante,
la preg-»…«Basta, non occorre che dica
altro!» mettendogli il braccio attorno al collo
«Ora si
viene a fare un riposino nelle stanze che affitto, si rimette in sesto
e da domani si parlerà di amministrazione
familiare!»…«Riesce anche ad affittare
stanze ed
avere un’entrata in più? E’ utilissima
di questi
tempi, l’avrei fatto anch’io se avessi
potuto!»…«Eheheh!» mentre si
allontanavano
verso l’appartamento di Yusaki sotto lo sguardo di Aki che li
seguiva «Ama il suo lavoro,
Henry?»…«Tantissimo! Sarebbe bello
discuterne
assieme, non sa, ho tanti sogni, progetti! Mi vengono sempre nuove
idee!»…«Non aspetto altro che udirle.
Ehm…» Yusaki si volse verso la psicologa
«La
ringraziamo per tutta la sua collaborazione! Noi
andiamo!»…«Ah, giusto Aki! Scusa non ti
avevo
dimenticata! Buonanotte! E grazie! Grazie di cuore per
tutto!»…«Insomma,
diceva…?»…«Ecco, insomma io
ho sempre
creduto che un uomo dovesse…»
…mentre a quel signore biondo sfuggiva un occhiolino alla
giovane psicologa, la quale non tradiva alcunché e rimaneva
seria, composta, fino a che non si richiuse prima la loro porta
«Buonanotte…Henry.» poi, lentamente, la
sua
«E non temere.» alla quale appoggiò la
schiena, una
volta che fu sola «Stai per conseguire la vita che hai sempre
sognato.» …nel lampeggiare del suo anello violaceo.
«Io…semplicemente non credo a quello che mi dici,
Takato.» pronunciava Jeri, il cui viso sfumava dietro il fumo
della sigaretta «Fino a poche ore fa avrei detto lo stesso
anch’io. Ma ora…ricollego tante cose del passato,
riguardo
a Henry, e a Rika. In tutti questi anni hanno dato la polvere negli
occhi, e invece…guarda tu stessa, in che problemi si
ritrovano
immersi.»…«…proprio
loro…che sono
sempre sembrati così forti. Dalle idee tanto
chiare…» era colpita, e assorta la ragazza, ma
Takato
replicò «Però, in fondo se ci pensiamo
non è
così strano: sono esseri umani. Gli eroi non esistono,
Jeri.»
Questa
affermazione la faceva riflettere…e smarrire il suo sguardo
verso il tetto della scuola, a cui dedicare un soffio di
fumo…
«…ed ecco i nodi che vengono al
pettine.»…«Devi esserti
sentito…sconvolto, e
ferito, Takato! Non…mi sembra ancora vero, te lo giuro.
Henry…!...un
figlio…!»…«…sì.»
accennò un sorriso il ragazzo «Mi fa tanto strano.
Non sai
che curiosità avrei di conoscere il figlio di Henry, Jeri.
Guarda
là.»…«Oh?»…«Le
finestre della nostra classe, ancora rivedo…noi tre
ragazzini,
accampati come…meglio potevamo, passammo la notte
lì con
i Digimon e la mattina eravamo affacciati alla finestra, a constatare
il livello di crescita del
D-Reaper.»…«…io
dov’ero, allora?» Takato si volse senza dire nulla,
e lei,
senza bisogno di guardarlo «Capisco…»
sorseggiava
la sua sigaretta «…ero lassù.
Prigioniera.»…«Ripensarci…mi
riempie il
cuore di emozione: adesso Henry può tenere tra le sue
braccia un
bambino, fino ad allora…! Mi sembra…ieri, eravamo
noi i
figli, che dovevano inventarsi i sotterfugi più audaci con i
genitori per nascondere un Digimon in casa, e
invece…adesso…siamo noi…»
…assemblando, a poco a poco, il gesto di cullare un bambino
«…che diamo vita…a-a nuova vita, non so
se mi
spiego. Perdonami! Io su questi argomenti…l-li prendo un
po’ per vie traverse. Ma in fin dei conti…mi
sembra di
capire…»
…tutto
questo sotto lo sguardo indignato di Asanuma…e annoiato di
Fiocco di neve…
«…un figlio…una creatura…che
è nata
da te. E’ meraviglioso…» pronunciava
Takato, mentre
Jeri rifletteva “…un figlio. Henry è
riuscito ad
avere un figlio. Lui sì, chissà se io ci
riuscirò
mai…” e soffiò altro fumo. Takato
chinò il
capo «La cosa assurda…è che non sia con
lui. Non ho
avuto tempo neanche di sollevare appena il velo che ricopre la storia
che può esserci stata fra lui e…sua
moglie.»…«Si è proprio
sposato?»…«Sì, negli Stati
Uniti.»…«E non ci ha detto
niente?!»
L’espressione del ragazzo si tinse di rassegnazione non
però spoglia di un lampo di fastidio «Ma Henry
è
così…» o più ancora, di
ribellione
«Se ha mai avuto dei problemi non li ha mai
sfogati!»
Jeri
rimaneva in silenzio, e vi meditava. Mentre Takato approfondiva
«Forse è che non si è mai fidato! Per
lui io sono
sempre stato più debole, più inadeguato, forse a
causa
del lavoro che ho O non ho! Forse a causa degli studi che ho lasciato,
o forse a causa di quel mio esaurimento! Forse…soltanto a
causa
del mio carattere, sta di fatto che però adesso è
LUI che
si ritrova senza il figlio, non io, non è a me che
è
stato portato via il bambino dalla donna che ho scelto di
sposare!» riprendendo fiato, dopo quello sfogo. Stringendo
gli
occhi, e definendo «…comunque…ormai
è fatta!
C’è da trovare soltanto un rimedio!»
“…che storia ingarbugliata…”
pensava Jeri.
Takato decise «Voglio parlarci il prima possibile! Non
importa se
ho litigato col padre, se sarà necessario andrò a
casa
sua e mi scuserò con lui pur di appurare questa
faccenda!»…«Takato…tu sei
sicuro che sia la
cosa migliore, non pensi che non ci si dovrebbe
intromettere?»
Takato si volse a fissarla. Poi indicò quelle stesse
finestre
della scuola, e definì ferreo «No, non lo penso,
Jeri.»
“In
onore…del passato? Fare
una cosa del genere…? E’ questo che muove
Takato…?” tornando a scrutarlo, approfittando del
fatto
che fosse preso dalle sue riflessioni e non se ne accorgesse
«Se
avessimo agito a compartimenti stagni adesso non saremmo qui a
parlare.»…«Ah…!!»
quelle riflessioni
colpirono Jeri, alla quale quasi cadde la sigaretta dalle dita
«Comunque adesso non è mia intenzione evocare
ricordi
tristi.» affermò il ragazzo, e riprese fiato
«…la cosa che intanto ha la priorità
è
ritrovare Rika.»…«Rika! Takato, mi hai
detto che si
è incontrata con Renamon…ma non si sono
spiegate!»…«…è
così. Non
so cosa le abbia detto. Ma da Rika c’è
da aspettarsi
di tutto!!»…«Perché parli in
questo
modo…?»…«Perché?!...
…perché ormai ho capito come funziona! Uhm, ma
certo. Di
sicuro è per via…del suo lavoro. Del fatto che
del suo
locale si parla male!» Jeri seguiva con attenzione
«Del
fatto che C’E’ GENTE…!!...che si
è fatta di
lei un’idea ben opposta a quella che la città
aveva dieci
anni fa! “La regina dei Digimon”!»
(a quelle allusioni Asanuma si morsicò un’unghia)
«…in tal caso saremmo in due: “La regina
che si
è tagliata coi vetri di bottiglia”…e
“L’elefante…che ha perso il peso ma non
il
vizio”!»…«Non parlare
così di te,
Takato.» sfiorandogli la gamba «No, invece ne
parlo! Ne
parlo eccome perché adesso queste definizioni declassanti
sono
ciò che ci resta per essere
uniti!»…«Che
significa?»…«Io e Rika siamo accomunati
dall’aver deluso le aspettative collettive! L’unico
che ha
salvato un po’ la faccia è Henry,
almeno…uhm, prima
che vada in circolo la storia del figlio, allora sai che
divertimento!»…«Noi siamo stati i
Digimon Tamers,
Takato, la gente non può rinnegare in questo modo le nostre
gesta!» reclamò Jeri, ma lui
«Sì, vallo a
chiedere alla città, magari ci dedica uno speciale in quel
programma che si occupa di “meteore”, che cadendo
hanno
fatto luce e incantato tutti, ma poi si sono schiantate lasciando
soltanto ciottoli ovunque, e odore acre nell’aria!»
Quelle
parole accrescevano in Jeri un senso di disagio. Sembrava non star
comoda, sentirsi instabile. Coltivare ansia, che la sigaretta non
riusciva a sciogliere. Takato continuava «E’
così…e ormai mi sono rassegnato. Col fatto che
abbiamo
salvato la città la gente puntava ad elevarci a modello di
virtù! E invece siamo rimasti…persone, anzi
è
stato ancora più arduo da allora, senza i nostri Digimon a
darci
i loro preziosi consigli, e in balia della nostalgia! Senza il loro
supporto, nei problemi quotidiani…e con le nostre famiglie
in
prima linea a pretendere che superassimo, come un nemico, tutti gli
ostacoli e le incertezze della vita! Basta uno schiocco di dita, una
carta sfregata nel Digivice e il risplendere di una tecnica speciale,
pensavano! Sta di fatto che i nostri Digivice da allora sono inattivi.
E noi…» guardando i palmi delle sue mani
«…non disponiamo di potere magico, ma unicamente
di
fragilità umana. Questo
però…» chiudendo le
mani in una stretta «…è tosto da
accettare, dopo
che hai combattuto una battaglia come quella. In primis a volte proprio
per noi stessi…vedi Rika! E’ andata in questo
modo: in
origine è saltato il suo grande progetto di fare la
santa!»…«Che cosa dici,
Takato?!»…«Quello che ricordo come se lo
avessi di
fronte: dopo la battaglia! Lei ci provò. Non lo ricordi? Si
fece
iscrivere dalla madre ad una scuola di tutto rispetto, assumeva un
atteggiamento…rigido e intransigente, ed accusava gente come
me,
Kazu o Kenta di non mettere impegno sufficiente nello studio e di non
considerare quanto dovevamo l’importanza di costruirci un
futuro!
Così è andato avanti per un
po’…»
”Ora che ci penso…è vero, ricordo di
questo
fatto…” realizzava Jeri…
…mentre
Takato fissava più in là, verso le poche finestre
della
scuola illuminate o più lontano, verso gli anni del passato
«…era evidente anche se non voleva ammetterlo: era
un
tentativo di somigliare a
Renamon.»…«Credi
che…desiderasse sentirla più vicina comportandosi
in un
modo che la ricordasse?»…«Uh, se credo?
Era ovvio,
bastava guardare come si muoveva: la stessa identica camminata! Ci
sarebbe mancato solo che si fosse fatta attaccare una coda finta!...
…non la
voleva deludere. Si era messa in testa che il solo modo per
nobilitare il loro ricordo fosse scalare l’aurea montagna
della
vita, e della società! Ma poi…anche i progetti
più
splendenti crollano, se non sono radicati su basi solide.
Così
è stato per Rika! Lei quando ha visto che non reggeva il
peso,
che il ritmo la stremava ha compiuto il passo fatidico, e si
è
lasciata andare! Da allora…» cambiando posizione
sulla
panca, ma non calando l’incisività delle sue
parole
«…se ci hai fatto caso cammina in modo totalmente
diverso!»…«Come?
No…!»
“…a pensarci bene potrebbe essere
vero…è
incredibile, come ha fatto a notare tutte queste cose?”
Takato
aveva gli occhi socchiusi e presi dal riepilogo di quei particolari
«Niente più coda-fantasma: ha iniziato
a…sbattere i
suoi passi in un modo risonante, come un tamburo! E se ben ricordavi i
passi di Renamon erano soffici, non si sentiva nemmeno il loro
rumore!!»
Gli occhi di Jeri erano abbagliati…
«Cambiato
totalmente il tipo: la studentessa coscienziosa che si faceva nottate
di studio…morta per il troppo sforzo e il conseguente
fallimento! Il Digiuovo si schiude di nuovo e il nascituro
è…una ragazza sfrontata e trasgressiva! Il
perfetto
cavaliere della vita notturna! Anticonvenzionale per eccellenza! Quella
che coglie le occasioni immediate, che si mette in società
con
un’amica presentatale da un suo ex, e allestisce un locale
notturno! Da allora…si è sviluppata quella
“Rika” alla quale tutti noi ci siamo abituati,
dimenticandoci che è stata il frutto di un susseguirsi di
tipologie contrastanti, volte unicamente a colmare, senza riuscirci,
quel vuoto per il quale non sono serviti i solidi…principi
morali. Né quello che in Psicologia viene chiamato tentativo
di
riaffermazione attraverso il motto “Io sono il
meglio…del
peggio!”, visto che non sono riuscito ad essere semplicemente
il
meglio del meglio. E’ un modo per vincere anche
quello!»
alzando appena la spalla
«”Vincere”…ma Rika
non ha vinto. Ha sempre arrancato. E non ha mai trovato chi o cosa
realmente cercava…» riaprendosi, dalla foga in uno
sguardo di esperienze e sentimenti «…e io me la
ricordo.
L’ho vista in tante circostanze differenti.
“Rika”…io l’ho conosciuta
là dove
nessuno mai si incontra: in sogno…»
Jeri aggrottò il suo sguardo…
«…e quando poi la vidi dal vero, pensavo che non
sarei mai
riuscito ad accedere…così da vicino alla sua
vita. Lo
ritenevo impossibile. Eppure invece in questi anni così
è
stato, delle volte non ho avuto il benché minimo timore, o
soggezione di…recarmi al suo locale e vomitare tutta la mia
frustrazione, le mie insicurezze, proprio con lei, paradossalmente, che
sembrava così dura e inaccessibile! Eppure…lo
sai, Jeri?
Certe volte…
…la
sua sensibilità, e i suoi contrasti erano proprio
ciò che
mi faceva cercare per prima lei, quando avevo problemi, piuttosto che
Henry! Henry…è una persona strutturata in un
certo modo,
credi io gli voglio un gran bene. Davvero, non sto mentendo, Henry
è…
…mio
fratello! Sì, è quel fratello che i miei genitori
non mi
hanno fatto. Se avessi potuto disegnare un amico, come ho fatto con
Guilmon, ma che fosse umano, quale altro volto avrebbe potuto avere, o
voce, o modo di fare? Henry è quel ragazzino che mi ha
riportato
alla calma e alla ragione quando ero smarrito nel caos
dell’essere diventato un Digimon Tamer. E’ quello
che si
è affiancato a me, mi ha detto il suo nome, ci siamo
presentati
e da allora non mi ha più lasciato, è sempre
stato al mio
fianco. Ogni eroe ha un amico così! E quando è
stato il
mio tempo di essere…anche soltanto un poco così,
e per
merito di Guilmon…eroico…io ho avuto il mio
amico, il mio
compagno. Si chiama Henry Wong. Eccoci
laggiù…!»…«Cosa?»
Takato
sorrise, ed indicava più avanti…
(Asanuma
sobbalzò «Cosa?! C’è
qualcuno-c’è qualcuno-c’è
qualcunooo?!!»…«C-Calmati cara,
è un modo di
dire-OUCH!»…«S-SEI UN DISGRAZIATO, TI
PRENDI GIOCO
DI ME?!)
«Io…ed
Henry.» definiva Takato «Là
all’entrata della
scuola, a discutere di eventi strani e tattiche di battaglia.
Terriermon sulla sua testa, Guilmon accanto a me e…il figlio
di
Henry…in cielo, in attesa che un angelo impieghi circa otto
anni
e mezzo per tessergli le ali e farlo scendere…da lui ormai
cresciuto…
…questo
lui è, per me…la mia spalla solida. La mia voce
rassicurante. Caro Henry…» chiudendo gli
occhi…mentre Jeri navigava con lo sguardo, e con
l’animo
in quel mare così pieno di risvolti d’ogni genere,
che sul
suo cuore di ogni genere lasciavano tracce, in quella sensazione di
sospensione, a cui partecipa anche l’incertezza…
«Però,
nonostante Henry sia stato e sia la migliore persona al
mondo…lui ha ricevuto un’educazione di un certo
tipo,
e…non ci si può far nulla. Praticava il Kung fu.
Per lui
nella vita bisogna essere inquadrati, suo padre gli ha trasmesso il
senso degli schemi e dell’equilibrio. E lui
forse…ci ha
sempre tenuto un po’ troppo del dovuto. Fino a che
adesso…» in una sfumatura di premurosa dolcezza
nello
sguardo «…gli è sfuggito di mano.
Chissà
cosa è successo con la
moglie…comunque…dicevo…» in
quel parlare
che suonava come una carezza «…che a volte se
avevo un
problema…nonostante fosse paradossale tendevo a cercare
prima
Rika: una ragazza, totalmente diversa da me, altro genere di vita e
altro tratteggio da sempre! Piuttosto che Henry, a casa del quale
andavo un giorno sì e uno no. E questo perché?
Perché Henry...di fronte alle
“irregolarità”
della vita, appunto, a causa della sua formazione, si
rapporta…e
si rapporterà pur sempre come un lottatore di Kung fu:
questa
è la via equilibrata, questa non conduce a mirabili mete.
Come
un ingegnere informatico: il calcolo è esatto. O
c’è un errore. Il risultato può e deve
essere
quello soltanto. Però a volte la vita non giace in piano,
come
il rapporto fra gli spazi, ideale nella lotta. Non si riduce a una
semplice combinazione numerica, persino i Digimon nascono dal computer
ma poi vivono, amano, soffrono! Questo
Henry…io…non lo
critico, però talvolta ha difficoltà a capirlo. E
questo
può farti sentire…non compreso del tutto nei tuoi
problemi, Rika è diversa! Lei…è uno
squilibrio che
cammina, in fondo lo è sempre stata a parte per brevi e
nobili
tentativi. Sembra scostante, però ti dico una cosa: Rika non
giudica! Lei ha un grande dono. Lei, sembrando respingere il mondo
intero, accetta tutti. Per lei non ci sono calcoli, non ci sono
bilanci, è tutto casuale! Rika ti ascolta…e non
esprime
mai un giudizio. Con Henry alla fine tutto si riduceva a
“Takato,
so che sei triste, ma la nostalgia si supera, devi farti coraggio e
impegnarti in uno studio che poi ti conduca a un lavoro
stabile”,
invece Rika…uhmuhmuhm! Lei non appoggerà mai
questo
indirizzo, quante volte mi ha detto che dovevo lasciar perdere il senso
di colpa per gli studi andati e trovare qualcosa che mi esprimesse,
perché per Rika devi fare quello che “CAVOLO ti
pare” nella vita, perché anche lei ha fatto quello
che
“CAVOLO le pareva”, perché ognuno
è libero di
fare quello che “CAVOLO gli pare”,
ahahah!»…«Uhmuhmuhm!...davvero ti diceva
questo?»…«Uh…!»
Takato guardò
il cielo stellato «Quanto si sarà
sgolata…nei mesi
che hanno coinciso con il mio abbandono degli
studi…»
(argomento che Asanuma sembrava seguire con sguardo sospeso…)
«Takato, perché hai voluto lasciare la
scuola?»…«Per fare quello che CAVOLO mi
parev-…no, scherzo. Perché io ho di natura delle
grosse
difficoltà a concentrarmi, non ci sono mai riuscito, dai
tempi
delle lezioni della signora Asanuma.»
(«…! Basta: con questo ho chiuso! Fiocco di
neve!»…«Ronf…sììì?»…«Ah,
ma stai dormendo?! Sei un mascalzone, alza i tacchi, ce ne
andiamo!»…«Cooome, non spiamo
più-OUCH!»…«E DATTI UNA MOSSA
non intendo
star qui oltre a sentirmi umiliare: te lo dico io cosa di bello gli
combiniamo a questi!» così che si dileguarono in
tutta
fretta…)
Mentre
Takato affermava «Anche se…adesso, se potessi
tornare
indietro…mi riprenderei quella donna e porrei tutto il mio
impegno per farla sentire apprezzata, le scriverei un tema al giorno,
di quelli come quando ce ne andammo a Digiworld, e le confessai che era
un’insegnante
eccezionale!»…«Ah!» Jeri
balzò in piedi «Davvero senti quanto mi dici, non
ti
importa di averci litigato, di averla cacciata addirittura dal
negozio?»…«L’ho fatto
perché ha
parlato male di Rika, e questo non posso accettarlo: però,
Jeri…ti assicuro che darei qualsiasi cosa, perché
lei
potesse tornare quella di un tempo. Era un po’ rigida, ma non
era
indignata e piena di rancore come adesso. Mi chiedo, perché
le
persone debbono cambiare? Ma la risposta…probabilmente si
ritrova nelle sofferenze che la vita ti rifila. Noi non ne siamo del
tutto
estranei.»…«…Takato…»
mormorò la ragazza “Sei disposto a perdonare anche
coloro
con i quali almeno apparentemente non c’è
più alcun
filo, alcun legame. Quelli con i quali la vita ha distrutto ogni
rapporto? Ma come fai ad essere così?” passandosi
la mano
tra i capelli “Io sono diversa. Sento che non ci riuscirei
mai.
Sento un grande rancore dentro di me. Verso molte persone, molte
più di quante tu immagini…!”
«I miei
amici…uhm!» Takato seguitava a ricordare e di tali
ricordi sorrideva «…quante ne abbiamo passate.
Però
ancora adesso…sento che loro sono la ragione per cui andare
avanti. Vorrei restituire ad Henry la sua famiglia…
…e a
Rika…quella forse ingenua…fatata, giovanile
spensieratezza che non ha mai afferrato. Vorrei ridare ad
Asanuma…oh beh non so, forse semplicemente quella foto che
ti ho
mostrato.» (canzone: Laura
Pausini - You are)
Jeri inarcò lo sguardo, e lui svelò
«Forse se
rivedesse la nostra classe di allora ritroverebbe anche se stessa.
E’ la sola cosa che mi è rimasta, non avendo
più…Guilmon.»…«…e
a me? Non
avresti nulla da
restituirmi?»…«Oh?»…«Ah!»
Jeri si portò la mano alla bocca, come avesse commesso un
errore
«Jeri…!...io non ho bisogno di darti
nient’altro, tu
hai conquistato da sola quello che desideravi.»
“Non
è vero…io mi sento vuota come una casa
abbandonata!” Lui si alzò accostandosi a lei
«Hai
superato tutte le tue insicurezze con successo! Hai un ragazzo che ti
ama, e forse vi sposerete. Sei una ragazza determinata, e con gli
obiettivi chiari!» ”Non è
vero!”
«Io…posso darti soltanto la mia mano.» e
così fece «Oh!» e lei avvertì
un brivido
«E la mia amicizia.
Nient’altro…»
…ma gli
occhi di Jeri si riempivano improvvisamente di lacrime, la sigaretta
cadeva dalle dita «Tutto il resto è opera
tua.»
“Ti sbagli…!!” «Jeri,
ma…?» si
affacciava lui “Non ho quello che cerco!”
«Ma tu stai
piangendo!» e lei scostò il capo, non voleva farsi
vedere
“Sono spaventata per mio padre, il futuro mi terrorizza! E mi
sento molto sola!” «Cosa
c’è…?»
si mostrò premuroso lui «Ho detto
qualcosa…che ti
ha ferito?» “Ma tu non avresti dovuto saperlo,
ecco, ho
combinato un disastro! Io non voglio che tu mi veda
così!!” «N-Non è
niente…»…«Non ci
credo.»…«E invece ti dico che
è
così!» Lei non voleva, ma lui cercava di farsi
guardare
«Sono i ricordi…?» e a quella parola, il
pianto
della giovane proruppe «Lo so, Jeri, anche per me sono una
cascata di nostalgia! Io cerco in questo modo…soltanto di
farmi
forza, di trovarmi una ragione per andare
avanti!»…«Ah, in
realtà…!!...è-è che mi
riguardo indietro,
e…la mia vita mi sembra vuota, piena di esperienze
insensate!!»…«…a cosa ti
riferisci?»…«M-Ma sì, Takato,
lo sai! I-I
ragazzi…» tanto che lui rimase senza parole, a
fissarla
«L-Le storie che ho avuto! Sai che…insomma, non mi
sono
fatta problemi!»…«Sì, so che
tu…»…«Mi è
piaciuto sperimentare,
solo che arrivata a ventun’anni sento che…non ho
ancora
trovato l’amore-»…«E
Mako?»…«Ahhh, è tutto
così confuso!!
Non è semplice!! No,
perché…!!...perché
prima di lui ce ne sono stati tanti, ma questo…forse tu non
puoi
capirlo!»…«Perché finora non
ho dato neanche
un bacio?»…«S…sì,
è
esattamente questo! Ah!» dandogli le spalle «Delle
volte
ti invidio, sai?!»…«Tu mi invidi,
Jeri?!»…«Certo!» cercava di
mostrarsi
naturale lei «Perché tu puoi ancora iniziare tutto
mentre
io…ah! Non ricordo più neanche quando ho
cominciato,
pensa un poco!»…”NON E’
VERO!!...
…io sono
come te, ma mi vergogno ad ammetterlo! Non so perché sto
dicendo
tutte queste stupidaggini, non so perché piango e
soprattutto
perché mi sento in questo modo!” «Ma ora
non voglio
dire cose che possono ferirti!» sistemandosi la sua borsa
«No, Jeri aspetta!»…«Finiamola
qua! E’
stata una bella passeggiata m-ma…» ed era dura
lottare
contro il pianto, Jeri si guardava attorno presa dall’ansia
«Non farmi stare ancora qui, la-la nostra scuola illuminata
nella
sera mi mette agitazione!»…«E’
colpa mia?!
Dimmelo…»…«No, non
è colpa
tua!!!» gridò con forza…ma poi si
ritirò
«…oh?...scusa, Takato…»
Lui si
avvicinò con sguardo coraggioso, ma quando stava per
prendere la
sua mano, lei sfuggì «No, per stasera
basta!!»…«Jeri!» ma lei corse
via
«C-Ci sentiamo per la storia dei Digimon!»
stringendo i
denti, senza guardarlo «Ci vediamo in giro! E-E la prossima
volta
scegliamo un altro posto, un’altra ora!» Lui
avrebbe
voluto trattenerla ma non sapeva in che modo «Ah, e ti
farò sapere se con Mako decidiamo qualcosa!
C-Ciao!»
Takato rimase solo, alle luci tenui del campo di calcio…
«Mio Dio,
Jeri…» disse in un’emozione sospesa
«L’ultima volta che avevo visto le tue
lacrime…era…nel D-Reaper!»
Jeri correva, e
quelle lacrime non si riuscivano ad arrestare
“PERCHE’
piango?! Ma che cosa ho fatto, ho rovinato tutto, e non so nemmeno
perché!!”
«Quando mi dicesti Takato…finalmente…ti
aspettavo…»
“E ora?!
Perché me la prendo tanto?! Takato…non
sarà mai il
mio genere di ragazzo! Io sono fidanzata con Mako, debbo sposarmi con
lui! Perché allora mi sento in colpa per aver sfasciato un
momento tanto caro?!!”
«…è
bello rivederti. Avevo tanta voglia…di riabbracciarti.
Non le avevo più viste le tue lacrime…da
allora…Jeri.» e tirò un profondo
sospiro…
…abbandonando pensieri e sentimenti alle luci
dell’edificio miste con la notte.
Lui non lo
sapeva, ma ancora capitava che sugli alberi fosse posato un luminoso
Digignomo. E quando Takato si volse, avvertita la sua presenza
«Oh?!» volò via, inafferrabile e fatato
come era
sempre stato dall’inizio. Allora lui guardò
avanti, per
andar via e tornare a casa…(fine-canzone)
Ma da qualche
altra parte c’era un alto muro ricoperto da rovi. Quando vi
si
posò un Digignomo, qualcuno lo fece volar via scagliandogli
un
sasso «Vattene via, sparisci!!...
…la tua
luce mi infastidisce…!» era una voce infantile, di
chi di
spalle era riconoscibile per la sua folta capigliatura nera come la
notte «Maledizione, più cerco di concentrarmi
più
sembra inutile!»
Un’ombra scura
però sembrava giungere da dietro di lui, nel tetro
giardino…
«Per
quanto mi sforzi, non riesco a farmi venire in mente niente per far
apparire un Digivice così, dal nulla! Finché non
ne
possiederò uno…non potrò scendere in
campo al
fianco di Guilmon!»…«Se sei in
difficoltà
perché non chiedi
aiuto?»…«Oh?!»
N’Emo si volse «Guilmon…!»
Un occhio giallo, e la
metà di un muso screziato di rosso e nero spuntava sotto il
mantello scuro, decorato da disegni di lune. La creatura sembrava stare
a suo agio nelle parti più ombrose del luogo «Mi
stavi
ascoltando? Non credevo che fossi
qui!»…«…non temere
N’Emo…» ponderava con calma il Digimon
«Non
ho cattive intenzioni. Anzi. Sono venuto per offrirti un suggerimento.
C’è…un Digimon due piani sopra di noi,
giusto?» proponeva muovendo signorilmente la sua zampa
artigliata, ma la sua idea «Oh…?»
destò
sospetto e incertezza nel ragazzino, che retrocedette
«Purplemon?
Ma…voi due vi siete
scontrati!»…«E questo
cosa significa? Non di certo che non si possa mettere una pietra sopra
e…riconfrontarsi con nuove intenzioni! Se non fosse chiaro,
ho
deciso di aiutarti. E tu sei al suo
servizio.»…«Io…non sono
esattamente
“al suo servizio”:
Purplemon…è mia
amica.» definiva il pallido bambino, seppur fosse leggibile
dell’ingenuità nel suo sguardo. Quello del Digimon
di
fronte a lui piuttosto si assottigliava in una gelida ironia...
«…e ha promesso di
aiutarmi.»...«…non
ne dubito. Però…non è il tuo Digimon.
Non avresti
richiesto altrimenti la mia
vicinanza.»…«Purplemon
è un Digimon superiore! Lei non si lega agli umani,
è
stata creata per guardare il mondo dall’alto, ed esaudire i
desideri! E’ come i quattro
Supremi…a-anzi…tre, da
adesso in poi!»…«Come hai
detto?!...tre?!»
si insospettì Guilmon «L’ho letto sul
Digigazzettino!»…«…il
Digigazzettino…?!»…«Tu non lo
leggi,
Guilmon?!»…«…io…NON
SO
LEGGERE…»…«Ah già,
è vero, me
lo dimentico sempre! Scusa!»…«Non mi
piace che mi
sia ricordato, vedi di non farlo più!»
intimò
metallico «O-Oh…d’accordo, basta che non
ti offendi.
P-Più tardi ti leggo io l’articolo…no
in effetti
hai ragione, scusa, tu che bisogno hai di leggere? Sei un Digimon, la
sola cosa che devi fare è liberare potente energia
d’attacco, imparare a leggere è una perdita di
temp-»…«D’accordo, ho capito,
va bene,
lasciamo perdere
l’argomento!!»…«…non
arrabbiarti, era solo per parlare!»
…ma il
Digimon incappucciato chinava il capo “…mi sarebbe
piaciuto saper fare molte più cose di quelle che ho
imparato, io
sono un ignorante. Se avessi avuto Takato accanto nella mia crescita,
di sicuro oggi saprei leggere, e conoscerei molto altro del mondo che
mi circonda. Ma una volta tornati a Digiworld c’erano i
lavori da
seguire. Nostalgia e pigrizia hanno fatto il resto, non è
stato
per tutti così: Beelzemon sa addirittura scrivere la musica!
Ma
ora…è inutile farsi dei rimpianti. Devo
proseguire sulla
strada che ho di fronte, e il prossimo obiettivo
è…” «Tornando a
ciò che ti stavo
dicendo prima…!»…«Parla pure!
Ti
ascolto!» fece N’Emo «Ti ho appena detto
che
desidero parlare con lei, portami al suo
piano.»…«Ehhh?! Non credo sia una buona
idea!
Guilmon…vedi, Purplemon è buona, il fatto
è che
è una signorina, e per questo è molto permalosa!
Non
credo che avrà voglia di riceverti, potrebbe
arrabbiarsi!»…«Grrr, questo non mi
importa…!» sibilò Guilmon
«Dici
davvero?!»
La
sua posa era rigida, come una belva in prossimità del
pericolo
“Quella Digimon mi ha quasi ucciso l’ultima volta,
ma non
ho altra scelta che correre il rischio, se voglio attuare il mio piano.
Devo presentarmi al suo cospetto.” «Va
bene…però ti spiace che sia fatta passare per una
tua
idea? Ti prego, scusami Guilmon-Guilmon, però ora un suo
rimprovero è proprio ciò che non mi ci vuole!
Sono
già sotto pressione perché il nostro Digivice
stenta ad
apparire!»…«…grrr…non
ti
scomodare…mio coraggioso domatore…!»
Così
N’Emo chinò il capo, e anche se un po’
deluso si
arrese alle pretese del Digimon.
…due piani sopra di loro, nella sfera fluttuante oltre il
terrazzo era visibile una sagoma dal cappello a punta nella chiara
posizione di chi si tiene…il cellulare
all’orecchio
«Beeenissimo, super! Ottimo lavoro, Sandmon, devo ammetterlo:
il
coniglio…è nella tagliola! Uhmuhmuhm! Ora basta
un
lavoretto coi fiocchi e fra davvero poco così potremo
impossessarci di una quantità…wooow, inondante di
energia!...come…?...
…sì!...
…sì, una cosa alla volta, non essere
impulsivo!...queste
cose vanno cucinate con calma…e con tutti gli ingredienti a
dare
il giusto sapore, dammi retta, anche sull’altro versante
faremo
faville!» sogghignava quella voce aperta e
squillante…
…mentre
N’Emo e Guilmon salivano le scale…e
all’apparenza
sembrava quest’ultimo quello dal passo meno insicuro
«Che
hai, perché ti fermi?»…«Ne
sei ancora
convinto,
Guilmon…?»…«…VA
AVANTI…come vedi io non ho problemi,
no?!»…«Uh, idee tue!»
«Come?...ma
sì!!» seguitava Purplemon «Fidati di me,
non sono
mica stupida: sono esperta di queste cose! Un matrimonio?
Sì! Un
matrimonio! E se anche fosse, che c’è di strano?!
Ah,
Sandmon guarda adesso non venirmi a dire che seiii…il
classico
maschio che non può udire queste cose neanche da lontano, un
altro al tuo posto avrebbe fatto salti di gioia a una simile proposta,
e benché io ne ignori il motivo visto che reputo quella
una…scemetta senza alcun valore, almeno devo riconoscere che
facendo una statistica passa per molto apprezzabile e sta sicuro che se
saprai agire per il meglio, la Sfera regale finalmente
salterà
fuori e sarà nostra! Aggiungiamo la cottura del Cuore
digitale
ormai quasi a puntino dall’altro verso e possiamo ammettere
che
la nostra meta è vicina! Cos-ma c’è
qualcuno con te
ehi bada di non farti sentire vuoi mandare tutto
all’inferno?!!
Non ci tengo grazie con tutta la fatica che stiam-CHE IO sto facendo
per allestire tutto, quindi attento a te ah e…! Ptsss!
Sì
sì, ci risentiamo per i dettagli adesso devo riattaccare che
ptsss: sta salendo quel cretino di N’Emo mi ha lasciato un
messaggio in segreteria, dev’essere impazzito
perché mi
porta quel Digimon pulcioso dell’altra volta, ma spero che
davvero abbia una buona giustificazione altrimenti è la
volta
che li…stermino entrambi anche se a pensarci bene
con…uno
di loro non…posso ok-ok-ok! Arrivano! Sento i passi! Ciao
SI’ SI’ TI RI-SQUILLO ORA DEVO RIATTACCARE CIAO!...
…
…pezzo
d’idiota…» chiudendo il cellulare
«Testa
vuota, cuore vuoto, ecco il riassunto della tua esistenza. Ehm,
ehm!» …anche se la sagoma era controluce si
notò
chiaramente che si sfilava il cappello per riaccomodarsi i capelli. Poi
lo tornò a indossare. E cercò di assumere posa
regale e
maestosa…
Molto presto il
terrazzo fu solcato dai passi di un bambino, che giunto dinanzi a lei
si inchinò. E di un Digimon incappucciato, che invece al
momento
fatidico restò indietro rispetto al bambino. Questi,
preoccupato, si volse e pur restando inchinato gli faceva cenni accesi
di avvicinarsi, e piegare la testa. Ma anziché piegarla,
Guilmon
restava immobile, sulla soglia della finestra. Come in una frigida
presa di posizione. Questo fece crescere il timore in N’Emo,
che
si riflesse nel suo sguardo quando lo alzò verso il Digimon
nella sfera luminosa…
La quale ora scandiva
«…EBBENE…?»
Ma all’apparenza non vi erano parole da parte di entrambi.
«Parto dalle premesse! Non sono solita…
…non sono solita a risparmiare coloro che mi offendono,
numero
uno! Quindi già il fatto che lui sia qui nel senso con le
zampe
a terra è un miracolo di per sé! Punto
secondo…!!...grrr…
…trovo…che questo SE E’ UNO SCHERZO
definirlo
“DI PESSIMO GUSTO” è riduttivo,
N’Emo sto
parlando anche con te non
credere!»…«E-EHH?!!»…«Sì!
Scusa tu ti presenti al mio cospetto CON QUELLA BESTIACCIA senza
preoccuparti minimamente delle sue maniere, cioè mi presenti
un
prigioniero che io-IO ho graziato perché sono buona e tanto
carina ed ho a cuore il tuo svenevole animo di bambino che temeva di
perdere il suo animaletto sì ecco io ho fatto questo,
perchééé…è in
questo che si riassume
quello che ho fatto! Ecco…! E-…»
…il suo
tono cominciava a tradire il solito tremore…«E-E
tu mi
allestisci questa cosa, senza
pensarci?!»…«Ma-Ma-Ma! Non è
stata
un’idea mia Purplemon è stato lui-è lui
che ha
insistito!»…«MA STA LI’ FERMO
SENZA SALUTARE
E SOPRATTUTTO RITTO SULLA SCHIENA E NON STESO A TERRA!»
emettendo sfrigolii di rabbia dalla sua sfera «E’
COSI’ CHE DOVREBBE STARE, DOPO QUELLO CHE HA
FATTO!»…«Ma-Ma io che posso farciii?!!!
Glielo dico
di alzarsi glie-glielo dico di-»…«Deve
CHINARSI,
NON ALZARSI!»…«VA BENE, QUELLO CHE
E’, SCUSA
MI CONFONDO!!»…«INSOMMA N’EMO
FA QUALCOSA MA
NON LO CAPISCI CHE E’ OFFENSIVO NEI MIEI
CONFRONTI?!»…«N-Non so cosa fare!
G-Guilmon,
chinati! Purplemon, calmati P-Purplemon, Guilmon! Purplemon i-inchinati
al cospetto di Guilm-NO E’ IL
CONTRARIO!»…«COOOOOOOOOSA?!!»…«AHHH,
SCUSAAA IO TE L’AVEVO
DETTOOO!»…«SEI UN
IDIOTA!»
…e tutto questo sfilava sotto gli occhi sottili e gialli del
draghetto digitale “Che spiritoso quadretto!”
«G-Guilmon! Per l’ultima volta ptsss, la vedi come
è
nervosa!»…«IO NON SONO
NERVOSAAA!» gridava
Purplemon, che sui toni alti aveva una voce stridula quanto mai
«IO ESIGO RISPETTO ma visto che non me lo dà e
rimane
nell’ombra con quell’aria da sfrontato, ci
penserò
io a dargli la lezione che merita!» caricando potere nella
sua
bacchetta…
“Come previsto.
Uhmuhmuhm!” «No!» N’Emo si
piazzò
davanti a lui «PERDONALO, TI PREGO E’---HA APPENA
ACCETTATO
DI ESSERE IL MIO DIGIMON, TI PREGO NON UCCIDERLO!» ma Guilmon
piuttosto gli gridò con rabbia
«SCANSATI!» e lo
spinse via con una testata «Oaaach!»
N’Emo cadde a
terra, così che il draghetto potesse fronteggiare con lo
sguardo
la sfera fluttuante: i dardi magici piombarono su di lui ma
all’ultimo istante egli balzò,
schivandoli…
…dandosi
la spinta sul bordo del terrazzo, compiendo una capriola in aria sotto
gli occhi sbalorditi di N’Emo
«Ohh…?» e della
stessa Purplemon nonostante li avesse nascosti
«Ohh?!!»
Il suo mantello
scuro si confuse alla sua figura rapida, sembrava pronto a liberare una
tecnica speciale ma ciò che scagliò fulmineamente
da
sotto il mantello non furono né palle di fuoco né
siluri
luminosi…bensì…
…petali
di rosa: una cascata sulla sfera fluttuante di Purplemon
«Ooooooohhhh…» che al termine di
quell’esibizione non di certo carente in fatto di pathos, si
ritrovò con una rosa rossa sulla sommità del
globo.
Questa a poco a poco fu risucchiata all’interno, e cadde tra
le
sue mani «…ooohhh…»
Non meno
sbalordito il ragazzino, che vide elegantemente atterrare il Digimon
sul bordo del terrazzo. E pronunciare con voce profonda e suadente
«Un fiore come umile tributo…alla più
bella e
fascinosa signora di Digiworld.»
«Guu---lp!» N’Emo deglutì a
fatica.
Purplemon era rimasta incantata «…coo…
…coooooome mi
ha chiamaaaaaataaa…?» Il suo tono da rabbioso e
sbraitante si era completamente sciolto in un sognante e fiatoso
sospiro…
Ora sì che
Guilmon teneva il capo chino, immobile sulla ringhiera in segno di
rispetto più che profondo. Ma sotto i suoi occhi socchiusi
aleggiava un impercettibile sorrisetto…
«Guilmon…» sussurrò
N’Emo, che era
rimasto a terra…ma i suoi occhi rossastri già
abbagliati
dalla scena furono ulteriormente accesi dal bagliore emanato
dall’oggetto che a sua grande sorpresa gli scivolò
tra le
mani «OHH?!!»
Sussultò quando lo vide: un Digivice. Realizzazione
semplice,
come quelli di vecchia maniera. Era bianco, bordato di nero. Emanava un
alone ambiguo «Non è
possibile…»
sussurrò senza fiato il giovane…
La candida mano
di N’Emo tremava lievemente quando toccò il
Digivice,
percorrendo col dito le sue bordature scure quasi come ad accertarsi
che non si trattasse di un sogno «…questo
Digivice…appartiene a me…?»
sussurrò.
Ma per Guilmon
fu un sussulto “Cosa?!” ma non si volse per
appurarlo.
Piuttosto
Purplemon era rimasta estasiata «Nooon…so quando
è
stata l’ultima volta che un uomo mi ha regalato un
fiore!»
rigirandosi la rosa tra le mani
«Dev’essere…dai
tempi della scuola…» rivelò piano
«E non ha
neanche le spine, questa rosaaa!!!» esultava entusiasta.
“Ci
sarebbe mancato altro!” pensava Guilmon, mentre si rigirava
lentamente “Persino che iniziassi a strepitare per esserti
punta,
dopo tutta la fatica che ci è voluta per comunicare di nuovo
con
te. Ma adesso non è questo di cui mi importa,
piuttosto…” puntando gli occhi a quel ragazzino
che ai
suoi, di occhi, non credeva. Né a
quell’inspiegabile
prodigio che l’aveva reso felice regalandogli il congegno
digitale “…dopo ben dieci anni assisto di nuovo
alla
comparsa di…!...quello almeno all’apparenza sembra
un
Digivice! Lo riconosco: è esattamente identico a quello che
aveva Takato. Però è nero. Come ha fatto ad
apparire?
E’ stato forse…a causa del suo gesto?”
N’Emo, come era
solito fare con gli oggetti che lo intrigavano, se lo riguardava, lo
lucidava, ne ammirava le sfumature svariate all’esposizione a
luci differenti “Lui ha cercato di salvarmi, prima, quando
Purplemon stava per colpirmi. E’ stato questo? E’
bastata
una tale…sciocchezza, per far comparire un Digivice fra me e
lui
fra cui non c’è assolutamente niente in comune?
Uhm.” socchiudendo gli occhi in una sfumatura amara
“Mi
meraviglio di come le leggi digitali, E UMANE siano cambiate nel tempo.
Nemmeno queste sembrano più porre cura
all’autenticità dei sentimenti.”
«Ohhh, sono
lusingata…!»…«Uhm?»
Guilmon dovette
però tornare a prestare attenzione alla creatura
all’interno della sfera luminosa
«Forse…n-non dovrei
spetalarla…» cosa che stava facendo
«Però
quando ho una cosa fra le mani è così, non riesco
a farne
a meno, uhmuhmuhm!» Sbarazzina, l’aria della sua
sagoma
controluce.
Guilmon ripresentava il suo inchino…
«A cosa
devo un tale onore…?» chiese Purplemon
«L’ultima cosa che mi sarei aspettata era un gesto
gentile…E GALAAANTE, tanto meno, proprio da te! Credevo ci
odiassi!»…«Ben
altro!»…«Oh-h…» ed
anche N’Emo
fu colpito da quell’atteggiamento «Sono qui ad
offrire la
mia…completa
fedeltà!»…«Cooosa?!»…«Guilmon!»
fecero il ragazzino e la Digimon «Avete udito
bene.»
dopodiché Guilmon alzò gli occhi verso Purplemon
«E
a conferma di quanto sto dicendo, ammirare il Digivice tra le mani del
mio domatore!»…«AH!! ALLORA
L’HAI VISTO ANCHE
TU!»…«Ovvio che l’ho visto,
prima di te se
necessario N’Emo: io sono un Digimon, e sono attento a tutti
i
particolari,
ricordalo.»…«Ohh!»
sicché intervenne Purplemon «Ah ma
perché voi
quindi avete anche un Digivice!!» e N’Emo
replicò
eccitato «D-Da pochi secondi!» …mentre
la coda
dell’occhio di Guilmon seguiva ogni suo respiro e parola
«Eravamo in alto mare, non sapevamo come reperirlo fino a
quando
non è magicamente comparso! M-Ma sei stata tu a
donarcelo?!»…«Ioooooo???»…«Guilmon,
avevi ragione! E’ stata un’idea geniale salire da
Purplemon!»…«Ma è scontato,
la signora sa
cosa occorre al momento giusto!» e si inchinava di nuovo, nel
suo fare galante «Non è forse così,
PADRONA…?»…«Ah!!»
sussultava
Purplemon nella sua sfera «Sento davvero…queste
parole,
non avete applicato nessuno intervento bizzarro agli altoparlanti
installati qui, tra interno e
esterno?!»…«Agli
altoparlanti? No, che dici Purplemon!» ribatté
N’Emo come se fosse ovvio, e Guilmon si sovrappose
«Tutte
le mie parole sono vere e sincere, mia
signora…»…«E-E
l’altra volta
scus-»…«Accantoniamo il
passato!»
invitò, rivelando uno sguardo fiero e un sorriso audace
«Il valore vero di un’entità umana o
digitale che
sia si misura…dalla sua inclinazione ad andare avanti, e
gettarsi alle spalle i suoi
trascorsi!»…«Vuoi dire
che adesso sei dalla nostra parte?! N’Emo ti ha convinto,
l’hai convinto, N’Emo?!» ma il ragazzino
dai capelli
neri era il più incerto di tutti
«G-Guilmon…» avvicinando la mano al
Digimon
immobile…ma temendo di toccarlo «Stai parlando sul
serio…?» gli chiese piano. L’altro non
si volse
«Fino a poco fa non ci avrei
creduto.»…«…non hai avuto
sufficiente
conferma…?»…«Beh,
sì…! In
effetti…» tornando a contemplare
l’oscuro oggetto
«…tutto mi sarei aspettato meno che la comparsa di
un
Digivice…»
“Anch’io…ma è meglio
che tu creda che ho tutto sotto il mio controllo.”
«Beh,
è perfetto così! Era quello che stavamo
aspettando.
Ora…mio caro N’Emo, niente più ci
preclude
l’azione per tramutare in realtà i desideri della
SIGNORA…!»…«Ah!...s-sono io
quella che
esaudisce i desideri peeerò…
…iiin…questo caso!...» mentre a forza
di
sminuzzarla aveva spogliato del tutto quella rosa dai suoi petali
«…mi ritrovo senza parole, ecco! Non so cosa
dire!»
«Ho un Digivice vero…» si ripeteva
intanto
N’Emo fissando il display nuovo di zecca del congegno.
«Hai intenzione…» insinuava Purplemon,
con viva
curiosità «…di dimettere ogni
ostilità e
attivarti personalmente per la nostra
causa?!»…«…ESATTAMENTE…!»
scandì Guilmon, rifilando sguardo sfrontato, senza paura.
«Sono un Digimon Tamer…» stringeva
più
forte, e tremava più forte la mano di
N’Emo…
«…combatterai addirittura…?»
sussurrava
Purplemon, e le fu risposto
«Combattere…è la mia
natura! Grrr, sono un Digimon! Ed ho poteri da
vendere…»
guardando ancora una volta N’Emo con la coda del giallo
occhio.
N’Emo che ripeteva «…alla fine ce
l’ho
fatta…credevo che non sarebbe stato più
possibile, per
me. Ma ci sono riuscito. Ho tutto il necessario, adesso, non mi manca
niente! Ho il mio Digimon…»
…mentre lo sguardo di Guilmon, da dietro lo scuro cappuccio,
si
faceva più fitto…
«…ho un Digivice tutto mio…dal mio
colore! Posso
finalmente rubare tutte quelle emozioni che sono state concesse ai
bambini di dieci anni fa e che qualcuno aveva decretato che mi fossero
precluse. Ma io le gusterò…una ad una…
…io sarò il nuovo eroe!» e la sua voce
tradiva
emozione. Fissò avanti a sé.
«N’Emo! Hai sentito?» faceva Purplemon
«Il qui
presente tuo Digimon si è espressamente impegnato nei nostri
confronti, intende combattere per noi benché sembri strano!
Ciò vuol dire che la tua posizione subisce una modifica,
dovrai
impegnarti molto di più d’ora in poi. Ehi, mi stai
ascoltando?!»
Ma lui era
preso in quei sogni…e senza saperlo, Guilmon lo era nei suoi
progetti, di cui lui costituiva il nucleo centrale…
A Tokyo si era
fatto nuovamente giorno. E c’era qualcun altro che allo
stesso
modo non riusciva a staccare gli occhi dal suo Digivice. Ma in questo
caso si trattava di un congegno diverso, dalla decorazione di maggiore
impatto «Perché…?» sussurrava
Mako nel
giardino del convento, stringendo i suoi occhi oltre le lenti che
conferivano distinzione al suo viso «Perché ti
rifiuti di
ascoltarmi…? Deve gridare…ancora più
forte la mia
anima per farsi sentire da te? Ma più forte di come ho
gridato
in questi anni è impossibile. L’ho desiderato in
ogni mio
singolo giorno. E adesso…? Che cos’è
che non va?
Proprio ora che potrei vivere il mio
momento…»…«Buongiorno,
fratellino!»
…giunse allegra e speranzosa come sempre quella giovane
suora
«Oh? Akemi, avete già finito le vostre
preghiere?»
si alzò dalla panca lui.
A sovrastare i
due gemellini, quella creatura digitale, alata e prestante, ancora alle
prese con quel muro vecchio e spaccato «E’ inutile,
non
riesce proprio a distogliere il suo pensiero, è da
stamattina
che sta così e io non posso farci niente.»
Akemi
rispondeva «E’ da un pezzo che abbiamo finito,
perché ci sono cose per cui non ci vogliono preghiere, ma
solo
che…»…«Ahi!»
picchiandogli un bonario
pugnetto sulla testa «…che certi testoni la
smettano di
farsi pensieri inutili!»…«Parli
facilmente, tu! Che
questo coso si accenda oppure che vada in mille pezzi che ti cambia?
Sempre suora sei, questo convento è la tua casa, il tuo
destino
non subisce alcuna modifica!»…«Mmm, ma
possibile
che quando hai un problema devi diventare così
antipatico?» disse la suorina ponendosi le mani sui fianchi.
Mentre
Beelzemon, tra un mattone e una spennellatura di cemento «Ma
possibile che invece io devo avere il problema di sentirli
costantemente litigare? Vuoi vedere che adesso ricominciano!»
«E’
incredibile, l’hai sempre fatto! Tutti noi abbiamo i nostri
pensieri per la testa ma non con questo diciamo cose fastidiose, e
offensive!»…«Che vuoi farci, io sono
fatto
così. E se non ti sta bene stammi lontana, che a me il
mattino
mette una scarica, addosso!»…«Ti
conosco…SEMPLICEMENTE da sedici anni, che guarda caso sono
gli
anni che HO: ergo…è tutta la vita che ho a che
fare con
la tua “SCARICA MATTUTINA”, a casa O IN CONVENTO
che
sia!»…«Allora fai prima a dire che
è meglio
che non ti passo a trovare!!» si volse lui a mo’ di
serpente.
“Vi
prego…smettetela!” gemeva nell’animo
Beelzemon
“Già è difficile per me quello che sto
facendo…! Devo lavorare tranquillo, fatemi questo favore, ho
già tanti pensieri!”
«Non ho detto
questo…!» replicava Akemi che però
più che
arrabbiarsi sembrava mantenere una punta di scherzo mista ad una
bonaria e affettuosa venatura di saccenza che intonava non
così
male al suo abito «Mmm, ma sei proprio un caso disperato! Non
ho
detto che “non devi venirmi a trovare”, Mako! Lo
vedi che
metti in bocca agli altri strampalatezze?»…lui
sbuffava…«Quello che semplicemente intendevo
è
che…» guardando l’orologio
«…beh,
effettivamente qualcosa a che fare col tuo LEVARTI DA QUI ce
l’ha: hai visto che ora è,
fratello-genio?!»…«Che ora
dev’essere?!»…«Quella che
quando non si
è dei religiosi, o dei Digimon, si chiama “ORA DI
ANDARE A
SCUOLA”! Non vorrai rovinare la tua fama!» allora
lui le
piazzò il Digivice in mano «Allora ecco!! Lo vedi
che
avevo ragione!! Tu non mi vuoi intorno, io ti do fastidio, disturbo la
tua quiete e il tuo “sacro
raccoglimento”!!!»…«…sorvolando…sulle
tue affermazioni ironiche e
irrispettose…!»…«Chiama quel
frate che vi
è tanto simpatico e vi aggiusta la lavastoviglie, diglielo a
lui
di sistemare questo coso, se ci riesce!»
“…niente. E’ il mio destino. Con loro
non
c’è speranza…” chinava il
capo sconfortato
Beelzemon, ma
«BEEELZEMOOON!!!»…«Oh?!»
Akemi lo aveva chiamato da sotto.
La suora,
amplificando la voce con le mani «GUARDA CHE NON STIAMO
LITIGANDO!!!»
«Akemi…»
«DAVVERO!!
NOI DUEEE (!!!) » indicando lei e il fratello, che
trascinò vicino a sé con tanto di occhiatacce di
turno
«NON STIAMO LITIGANDO, SONO STATA ABBASTANZA
CHIARA?!!»
«Ti
preoccupi per me…? Mi leggi nel pensiero?
Io…Akemi…! Oh?!» ma si
scollò un mattone,
tanto che dovette afferrarlo di scatto per impedire che cadesse.
«CI
MANCHEREBBE CHE LITIGASSIMO PER QUESTE SCIOCCHEZZE!! ABBI GIOIA E VIVI
SERENO!!»
“Grazie…” sorrise lui.
«AH E IL
MURO STA VENENDO BENISSIMO! NON SEMBRA GIA’ PIU’ LO
STESSO!»
«Questo?!
Oh!» ma dovette sorregere un altro mattone, prima di potersi
lasciar andare all’entusiasmo.
Mako si passò
la mano tra i capelli «Forse hai ragione. Sono proprio uno
sciocco, non è il caso di
discutere.»…«Abbiamo un buon motivo per
non
litigare io e te, Mako.» gli disse lei ed era seria, cercava
i
suoi occhi ed alludeva a qualcosa «Oh? Ti
riferisci…a lui?
Oppure a…»…«No, Mako. Non mi
riferisco a
nient’altro, lo sai. E’ già un buon
motivo che fra
me e te…ci sia una presenza che vuole vederci uniti, e
propensi
a collaborare come due fratelli. E’ quello che siamo. A
Beelzemon
lo dobbiamo, non dobbiamo sprecare il dono che ha costituito il suo
ritorno.»…«E’ vero, sorellina,
sei sempre
più saggia di me. A questo proposito
penso…»
sistemandosi agilmente la borsa, dal taglio giovanile e sportivo ma non
priva di una certa classe «…ohp! Che
andrò a
scuola, in effetti ho già fatto tardi: fammi un favore, se
per
caso passa Jeri dille di raggiungermi all’intervallo, ai
cancelli
ok?» bacino veloce a poi
«Scappo!»…«Ehi, aspetta! Non
ti dimentichi
qualcosa?!...
…Mako!!...figurati, è già andato.
Perfetto, e
adesso questo dove lo mettiamo? Nella scatolina coi rosari,
ovvio!» …alludendo a quel Digivice che
era un
po’ strano immaginare in tale collocazione, data la ruota
dentata
che lo decorava.
«ME LO HA
LASCIATO!» segnalò sventolandolo a Beelzemon
«SI
VEDE CHE E’ PROPRIO INNAMORATO!»
Il Digimon dal
giubotto in pelle nera sorrise, e sembrò tirare un sospiro
di
sollievo “…pericolo scampato. Buona giornata,
Mako. Grazie
di tutto, Akemi.” …rivolgendo poi il suo sguardo
al muro
ancora in parte da ricomporre «La mia vita adesso
è come
questo muro.» Nei suoi occhi non era assente una punta
discretamente luccicante di speranza
«C’è ancora un
grosso buco da colmare, e ci sono tanti mattoncini da aggiungere. A
cominciare dai miei amici. Mi chiedo cosa fare per la faccenda di
Renamon. Takato ha promesso di occuparsene, vorrei dargli una mano. Ma
non posso intromettermi nella vita di Rika dopo tanti anni che non la
vedo. E con quello che succede con Mako e il
Digivice…»
espirando appena «…temo che sarei poco utile anche
come
Digimon, in battaglia. E’ una situazione
difficile…»
Takato stava per
scendere le scale della sua casa e della sua vita, quando
tornò
rapidamente nella sua stanza per aggiustarsi i capelli di fronte allo
specchio «…ah, sempre la stessa faccia, ogni
giorno…!» mormorava «Con questi capelli
non ce la
faccio più, non si tengono, e si spettinano di continuo!
Quasi
quasi seguo il consiglio di Ryo, do un calcio a tutto e provo una
rinnovata generale! Ci vorrebbe…» passandosi la
mano in
vari punti lasciando intravedere quel po’ di esperienza che
il
lavoro in salone gli aveva conferito «Ma sì, del
gel! O
qualcosa che almeno…!» e con i suoi gesti
completava un
concetto di “compressione”,
“compattazione”
«Al primo momento libero!» liquidò
«Oggi non
ho tempo.» riafferrando la borsa «Devo andare a
lavorare,
poi occuparmi della faccenda di Rika, poi-!»
Ma un pensiero lo bloccò. E fece pensieroso il suo sguardo.
Nei suoi
ricordi, tornarono le luci tenui dei fari nel campo di calcio della sua
scuola elementare. Le lacrime di quella ragazza. Quello sfogo
improvviso, e poi quella fuga “Jeri…
…come ti senti questa mattina?”
Anche Jeri era
impegnata di fronte al suo specchio, nel tracciare la linea scura
intorno ai suoi occhi. Vi passava come se la matita non segnasse bene,
sembrava non essere mai soddisfatta della sua intensità. E
forse
aver caldo, poiché si preoccupò di aprire la
finestra,
per poi tornare al trucco “Ma sì.”
pensò
“In fondo non è stato niente. E’ normale
quello che
è successo. In realtà devo essere contenta! Se ho
provato…quelle cose ieri sera significa che dentro sono
ancora
viva, ho emozioni e ricordi come tutti gli esseri umani!”
rivolgendo verso l’alto uno sguardo di aspettative e sogni.
Tornando poi al rimmel e all’ombretto
“Takato…è un caro amico, e quel nostro
dialogo
è servito ad avvicinarci di più, a rendere ancora
più profondo il nostro rapporto! Ieri sera sono andata al
letto
piena di dubbi, ma questa mattina…mi sono svegliata con una
bella sensazione, nel cuore. Sento un grande affetto. Voglio bene al
mio amico, che per me è come un fratello! Sì. Lui
è colui che mi è rimasto, da quando purtroppo ho
dovuto
rinunciare a Masahiko. Ci ero molto legata, nonostante sua madre non
fosse la mia stessa! Però mi appagava potermi prendere cura
di
lui, mi faceva sentire qualcuno! Quando è partito assieme
alla
mia matrigna è come se si fosse spezzato qualcosa dentro di
me…! Però…” stappando
rapidamente la
boccetta dello smalto “…mi è rimasto
Takato. E poi
non solo lui, io ho la mia vita! Le mie opportunità, io ho
ventun’anni!” lasciando che l’aria fresca
smuovesse
da dietro i suoi capelli meglio di un qualsiasi phon artificiale
“Non voglio lasciar andare nessuna occasione. Quanto prima
desidero rivedermi con Calumon, sogno che accetti la mia proposta, e mi
permetta di essere la sua Digimon Tamer! Quella storia di Beelzemon non
può che essere un errore tecnico: sono Akemi e Mako i suoi
domatori. Lui…non sarebbe mai il Digimon adatto a me,
è
diverso sotto ogni sfumatura da quelle che sono le mie aspettative!
Calumon invece rispecchia esattamente il Digimon dei miei
sogni!”
e lo specchio rifletteva il suo sguardo, come un mare i cui sogni erano
l’orizzonte “Lo ha sempre fatto! In fin dei conti,
se non
fosse comparso Leomon io credo che avrei insistito già da
allora
fino a convincerlo! Sono fatta così: quando mi metto in
testa
una cosa…niente e nessuno può farmi
desistere.”
Lasciando andare i trucchi, e sbattendo le mani su quella piccola
toletta dove tutto entrava a stento e cadeva facilmente “E
ora ho
due obiettivi: essere una Digimon Tamer!” ponendosi la borsa
a
tracolla “E provare tutte le emozioni che non ho potuto fare
mie
dieci anni fa! E poi voglio…” lasciando che lo
specchio
riflettesse un profondo sorriso “…voglio rivedere
Takato,
voglio esprimergli…!” ponendosi le mani al cuore
in una
specie di massaggio “…tutta la mia gratitudine,
voglio che
si senta importante, IO voglio farlo sentire importante come lui
è stato, in tutti questi anni! Takato…”
quel nome
sembrava ora un raggio di sole sulla sua vita “Proprio lui,
con
quei nostri ricordi assieme! Col suo vestire un po’
improvvisato,
e con i suoi capelli un po’ ribelli, che non durano apposto
due
secondi! Ti voglio bene, amico mio…!”
mormorò nel
suo animo, accingendosi ad uscire dalla stanza forte di una nuova
sicurezza “Ho bisogno di sentire anch’io di avere
amici, e
ricordi in comune da far battere il cuore!” così
aprì la porta.
«Tutte le
scuse di questo mondo MAI basterebbero…!!»
declamava la
signora Mie al bancone «Ma-Ma lei lo ha visto, mio figlio:
è…è così, non si controlla!
Sarà che
ha passato un…momento difficile, un brutto
esaurimento!»
ma colei per la quale si impegnava a trovare quella vitale quanto
impalpabile giustificazione sembrava impegnata a chiacchierare con
un’altra persona «Signor Ayami, non sa che piacere
mi fa
davvero!»…«Oh, il piacere è
mio
Asanuma!» replicava l’uomo baffuto e dalla
caratteristica
voce «Lei è una delle poche persone nel quartiere
che
ancora gradisco di incontrare!» continuava la maestra, e lui
«Siamo rimasti pochi ma buoni. Quest’anno le
entrate in
convento sono aumentate del 10 %, lo
sa?»…«Uhmuhmuhm!»
…ma dietro la
cordialità gli occhi di Asanuma lasciavano intravedere
obiettivi
chiari.
Takato
stava scendendo, e nel frattempo gli veniva da pensare
«Dunque,
ci vorrebbe…sì! Una maglietta di quel tipo, poi
un paio
di scarpe…come le ho viste in quella vetrina!...
…abbiamo
un presente ingarbugliato da riallestire, non possiamo sempre restare
indietro, nella polvere: ognuno di noi deve affermare la sua
personalità!»
Quando presso il bancone Mie insisteva accorata
«Però,
però avrei tanto il sogno forse ammetto irrealizzabile che
lei…non tenesse conto delle parole di Takato, e seguitasse a
frequentare il nostro negozio come ha sempre fatto! Abbiamo problemi
finanziari e poi…non è solo quello! Il valore
morale!
L’antica conoscenza!!»
«…il valore morale!» suggeriva Asanuma
ad Ayami,
che ribadiva «L’antica conoscenza!» e di
nuovo lei
«Queste sono le vere fondamenta su cui si erige un quartiere
antico come il nostro!»…«Dice
bene.»…«Come sta suo figlio, tutto bene?
Dico
quello…fuori dal
convento!»…«Mako? Oh, a
volte temo di perdere anche lui per tutte le volte che va a trovare
quella disgraziata della sorella! Le confesso, sigh!
Signora…ho
paura che si faccia frate!»…«Coooooosa?!
Ah,
ahahahah! Lei è davvero divertente ANCHE SE-anche se a
doverla
proprio dire tuttaaa…»…«EH?!
Perché
mi parla in questo modo?»…«Oh mi creda
mi rincresce
ma delle volte le delusioni d’amore possono portare un uomo
sul
ciglio di decisioni drastiche!»…«Whaaa!
Non
resisterei, un altro figlio barricato in un convento senza buchi
né finestre!» Intervenne Mie «Oh, non
parliamo di
questioni d’amore, sono già sufficientemente
tormentata!
Se le dovessi proprio dire, Asanuma: prima…il niente, quasi
a
parlargliene si offendeva. La speranza di avere nipotini un giorno si
faceva sempre più lontana,
poi…!...ora…! Sono
già due volte che lo becco con una tizia: ma mica una brava
ragazza! Mica una di queste…come una madre potrebbe sperare,
nooo, invece come se ne vedono in giro nei quartieri peggiori, non le
posso descrivere…che capelli tiene!»
cercando con
buona volontà di mimare la cresta sui suoi stessi
capelli…
Asanuma intanto
suggeriva «La…ragazza di suo figlio,
com’è
che si chiama?»…«Jeri Katou, oh
perché dice
che mio figlio finirà in
convento?»…«E’ solo
un’opinione, io la
avverto unicamente perché prevenire è meglio che
curare-lei cos’ha, signora Mie? Ah, teme la conoscenza con
una
tipa poco seria? Ma non c’è pericolo, vedo che suo
figlio
frequenta ancora le vecchie compagne…! Una seria e
rispettabile:
la ragazza del figlio del signor
Ayami!»…«CHE
COSA?!» sussultò il tipo baffuto. Mie intanto
boccheggiava «Jeri…?...sì va bene lei
lo so sono
amici da tanti anni, ma…che intende? Poi lei ora
è
fidanzata…» ma si volse appena perché
aveva udito
i passi di suo figlio lungo le scale…
Gli stessi che
«Oh!» udì Asanuma «Ahh, devo
scappare-sparire-volatilizzarmi, o altrimenti questo mi caccia di nuovo
dal negozio!»…«Ma-Ma mi dica che storia
è
questa, sulla ragazza di mio
figliooo!»…«Lei venga
fuori Ayami glielo spiego meglio-signora Mie lo pago più
tardi
il pane-un altro di questi buchi in cui mi infilo quando suo figlio non
mi vede-arrivederci! Tolgo il disturbo!» in un viavai di
movimenti concitati e passaggio di buste, incurante delle suppliche di
Mie «Non fa niente per il pane però la prego, mi
dica di
Takato e Jeri! Io se mi è stato fermo tutti questi anni e
ora mi
frequenta o una impegnata o quella che ho visto io le giuro che non
resisto, io ci muoio!»
Takato
arrivò in quel momento «Mamma buongiorno, volevo
dirti che
ora vado a lavorare dopodiché intendo passare da-»
ma si
bloccò, serio in volto, poiché fece in tempo a
vedere
Asanuma uscire di corsa.
Anche Jeri
scendeva le scale della sua casa «Voglio saperne di
più
sulla faccenda di Rika, e del suo malinteso con Renamon: forse se
intervengo e riesco a risolvere la questione Calumon mi darà
fiducia, il mio gesto lo colpirà! Debbo correre da Mako,
forse
ha saputo tramite Beelzemon come sono andate esattamente le
cose.»
Suo padre stava
sorseggiando una calda colazione che però non sembrava
sciogliere la serietà del suo volto «Ciao,
papà!» gli si accostò lei con un bacio
di volata
«Ho molte cose da fare oggi, però poi ti debbo
parlare
circa una faccenda! Ora vado a scuola dal mio ragazzo, e poi devo
passare a fare le unghie a una
signora.»…«Non fai
colazione?»…«Non ho tempo!» e
stava andando
via quando «Jeri!» posando la tazza «Oh?
Sì,
papà.»…«Sai chi ho incontrato
questa
mattina, prima, quando facevo il giro che mi ha consigliato il
medico?»…«Uh? No, scusa come faccio a
saperlo?»…«Si tratta di Asanuma, la tua
insegnante
elementare.»…«Ah sì,
lei?» chiedeva
la ragazza con poco interesse mentre si abbottonava la giacca
«E
che cosa ti ha detto? Quella, da un po’ di tempo non fa che
parlare delle disgrazie che hanno fatto seguito al suo divorzio, si
vede da lontano un miglio che è frustrata. Darle ascolto
equivale a sprecare il proprio
tempo!»…«Eppure
stavolta non è di se che ha
parlato.»…«Ah
no? Strano.»…«Dove sei stata ieri
sera?»…«Oh? Da una cliente, te
l’ho detto. Mi
ha dato appuntamento sul tardi. AH!!» ma suo padre a sorpresa
la
colpì con uno schiaffo. I suoi occhi erano duri come la
pietra
«SEI UNA BUGIARDA…» scandì, e
mentre lei
rialzava occhi sconvolti lui le puntò il dito contro
«Ieri
ti sei intrattenuta fino a sera inoltrata col tuo vecchio compagnetto
di scuola!» Il suo tono filtrava una ferrea accusa, e nella
ragazza che si sorreggeva la guancia colpita insorgeva un respiro
affannoso…
«Ora non
puoi di certo pretendere che io mi adegui alle tue decisioni, se
possono chiamarsi tali: che ti aspettavi? Che l’avrei
cacciata io
stessa, che le avessi detto “no signora Asanuma mi dispiace
non
può entrare perché mio figlio Takato ha deciso
così”! Non puoi chiedermelo, quella donna
è nostra
cliente da tanti anni.»…«…non
si tratta di
questo…» replicava il ragazzo sospirando
«…non è la mia
“autorità” che
voglio affermare, o che sento messa in discussione. E’ altro
a
darmi pensiero. Sinceramente trovo che anche tu e papà
dovreste
preoccuparvi del rispetto che i clienti del negozio danno a noi che ci
lavoriamo.»…«Quella donna, per quanto di
riguarda,
non mi ha mai mancato di rispetto! E’ sempre stata molto
gentile!»…«Tanto per cominciare lei
compra il pane
gratis, qui. Non ho capito
perché.»…«Oh, ma
Takato, delle volte semplicemente posticipa il
pagamento!»…«A data che stenta
puntualmente a
definirsi, ma comunque non è questo. Mettere in giro certe
storie e apostrofare certe persone in un determinato modo non
è
rispetto. Questo l’ho detto e continuo a
ripeterlo.»…«Parli proprio tu di
rispetto, hai
cacciato quella povera donna senza alcun riguardo, e ora molto presto
tutto il quartiere lo
saprà!»…«Se
continuerete diligentemente a farlo sapere a tutti i clienti che
mettono piede qua dentro non ho dubbi che presto sarà sulla
bocca di tutti!»
Quando
all’esterno «Li ho visti con i miei occhi, niente
di
eclatante almeno all’apparenza ma teneri atteggiamenti
evocanti
un’amicizia di vecchia data possono nascondere molto altro,
mi
creda!»…«Oooohhh, il mio povero
figliooo!»
inorridiva il baffuto Ayami udite le dichiarazioni di Asanuma
«Molto presto sarò un padre abbandonato con la
figlia
monaca e il figlio frate!»…«Deve stare
molto
attento, la vocazione religiosa è di famiglia, e credo
proprio
anche se lo ignoro che sua figlia si sia chiusa dentro a causa di una
delusione sentimentale!»…«Oh? Beeeh,
sììì, nooo, non si è mai
capito, Akemi
sembrava aspettare un amore andato per poi essersi come rassegnata al
punto di entrare in convento!»…«Che le
dicevo?!
Tutto torna!»…«Oh! CHE DEVO FARE, IO NON
VOGLIO
MORIRE DA SOLO SENZA PIU’
FIGLI!»…«In tal
caso è una sola la cosa che può fare: esorti suo
figlio a
concluderla in breve, li faccia sposare,
Ayami!»…«C-Che ha
detto?!»…«Ma
sì, che senso ha che seguitino a fare i fidanzatini, in
questa
città è pericoloso, le tentazioni e i ricordi
sono dietro
ogni vicolo! Quella ragazza è un’indecisa, la
ricordo dai
tempi della scuola: se la mette subito a posto nel ruolo di moglie
vedrà che non avrà più problemi!
Avrà da
cucinare e badare ai bambini anziché stare appresso al,
aaal…figlio dei signori
Matsuki!»…«B-B-Brrr…!!!»…«Mi
sono già preoccupata di informare il signor Katou, il
papà di Jeri!» assottigliò gli occhi
Asanuma
«Come vede non basta che passino alle medie perché
io mi
dimentichi dei miei cari studenti!»
«Papà, sei impazzito
forse…?!» sibilava Jeri
«Mi hai appena dato uno
schiaffo…è-è questo
il punto a cui siamo arrivati?!!»…«Lo
chiedo a
te!!» ribatté aggressivo l’uomo, e lei
gridò
«Non ti importa davvero più niente, è
peggio di
prima?!! Quando ero bambina…tu eri severo e intransigente,
con
la morte della mamma mi hai fatto sentire completamente sola!! Ma
poi…poi mi ero illusa che dopo avermi visto in pericolo,
dopo
aver rischiato di perdermi qualcosa fosse cambiato in te!!»
Hajime Katou
abbassò lo sguardo, una fitta cupezza gli invadeva
l’espressione…
«E invece
niente…» scandiva la ragazza con occhi
sconvolti e
indignati «…tu sei rimasto lo stesso!! Non ti fai
scrupolo
di farmi del male, mi tratti come uno straccio, anche se sai
perfettamente che mi adopero per te tutto il
giorno!!»…«Certo, come no, si
è visto!! E tu
sei quella che doveva allestire il “matrimonio del
quartiere”!»…«IO SONO
FIDANZATA CON MAKO!! E
PRESTO MI SPOSERO’!!»…«SE
PRIMA LUI NON TI
CACCERA’ VIA! O suo padre, prima di lui! Se loro e il
quartiere
non ti additeranno come…come quella che sembri: una
svergognata!!»…«Papà, ti
avverto…!!» la rabbia cresceva, insinuando un
metallo
duro tra le sue parole e nei suoi occhi «Non tirare troppo la
corda…!! Io…non sono più quella
bambina con i
sentimenti della quale tu puoi permetterti di
giocare!!»…«”Giocare”,
hai detto bene!
Tu dici di “adoperarti per me”, ma in
realtà una
cosa sola tu fai:
giochi!»…«Ah!»
quell’accusa la colpì «Giochi con me,
giochi col tuo
amico, col tuo fidanzato e con la tua vita! I tuoi progetti sono solo
un “gioco”, Jeri, li porti avanti quando vuoi
divertirti o
sarebbe meglio dire evitare di annoiarti! Ma quando qualcos'altro ti
distrae ti dimentichi quello che stavi facendo il secondo prima,
E’ QUESTO IL TUO PROBLEMA! Ti sei spupazzata per un
po’
Mako Ayami ma ora già ti stufa e sei tornata a quel ragazzo.
Takato, il figlio dei panettieri. Il…
…giovane
che ti ha tirata fuori da quell’incubo.» Lei allora
avanzò e si piazzò di fronte a suo padre, per
farsi
guardare «Io posso vedere Takato quante volte voglio! Lui
è un mio caro amico!!»…«Ti
manderà
via anche lui se si accorgerà che lo prendi in
giro!»…«No, non è vero, lui
mi crede, ha
fiducia in me, mi vuole
bene!!»…«JERI!»
sbatte le mani sul tavolo e si alzò «TU SEI
FIDANZATA
ADESSO! PERCHE’ L’HAI VOLUTO TU! Ed hai coinvolto
anche me
nei tuoi piani sicché ora sappi che se già ne sei
stufa
io no! Io ora pretendo che tu ti sposi con
lui!»…«Come…?»…«Ma
non
ti rendi conto che è la cosa migliore, per tutti e due?
Quella
famiglia ha molto denaro, mentre noi siamo sul
lastrico!»…«La colpa non è
mia! Sei tu che
ti sei depresso e hai smesso di
lavorare!!»…«Ma non
ti rendi conto che ho avuto delle terribili disgrazie, sono stato
lasciato, ho perso una moglie, ed anche un
figlio!!»…«Masahiko non ti vuole
più vedere
perché tu non sei in grado di dare né affetto,
né
sicurezza!! Non le sai dare a nessuno! E grazie a te lui, loro, hanno
lasciato anche me!!» lo accusò, con le lacrime
agli occhi
«Voglio vedere te al mio posto. Sei tanto brava a parlare ma
che
ne sai della vita di un genitore? Ragazzina viziata che sei sempre
stata, ma…non capisci?! Adesso la cosa migliore per te
è
sposare Mako Ayami, Jeri noi…!!...siamo povera gente, non
abbiamo nulla da offrire, quali…speranze, che prospettive
mai
avresti?! Credi di trovare forse il principe azzurro?! No, figliola, le
favole non esistono…
…di
questi tempi la gente si sposa per accordi, interesse! Se tu hai ancora
la mira di farti una famiglia adesso hai l’occasione,
chissà quando altrimenti!» …mentre la
giovane
stringeva i denti, per sopportare il dolore che le suscitavano quelle
parole «Io…i-io è vero, sono severo,
sono stato
duro con te perché mi sono accorto…!...c-che con
la tua
crescita…ce n’era bisogno! Per indirizzare i tuoi
obiettivi, per renderti
responsabile!»…«Ah! CHE
GRANDE NOVITA’…! Sono le medesime parole di
allora!»…«…forse è
vero.»
replicava l’uomo a capo chino «Io pensavo che non
ce ne
fosse più bisogno! Ma la vita non si esauriva alla scomparsa
del
D-Reaper. Finito quello, è cominciato il futuro.
C’era da
pensarci: eventualmente anche da scontrarci, sì! Anche da
scontrarci. Eri solo una bambina…» mentre lo
sguardo di
lei si induriva sempre più a quelle consapevolezze
«…ed io per giunta credevo di poter contare su
Shizue per
la tua crescita, ma lei mi ha lasciato. Ho dovuto fare da solo, da
padre e da madre, nuovamente.» alzando occhi ferrei su di lei
«E crescere un’adolescente indomabile come te ti
assicuro
che è più ostico ancora che educare una bambina
come
quella che eri quando tua madre è morta! Hai bisogno di
polso!»…«”Adolescente
indomabile”, ah
beh se lo sono stata io! Che non ho mai avuto una vera storia!! Che
sono sempre stata…qui, in questa casa!! Mai una fuga, mai un
amore appassionato, ti ho sempre assistito, mi sono preoccupata per
te!»…«Ti saresti potuta impegnare molto
di
più. Hai forse posto costanza nello studio? Rispondi, e hai
mai
avuto un’iniziativa duratura? E’ sempre stato
così,
i tuoi progetti, i tuoi lavoretti saltuari, tutto saltuario: fumo, e
nient’altro! Tu Jeri sei
fumo…»…«NON
E’ VERO!»…«…se non
c’è
qualcuno a guidarti. Sei una ragazza
debole!»…«IO
NON SONO DEBOLE!! E te lo dimostrerò!!...molto presto
sarò la moglie di Mako, riuscirò a raggirare
quello
sciocco, suo padre, sua sorella, tutti quanti!! E una volta che
avrò fra le mie mani la fortuna della loro famiglia
realizzerò tali e tante ambizioni che tu potrai solo
guardarmi
in foto, sul giornale!! Dalla tua comoda poltrona, perché
avrò di certo troppe interviste e impegni per ritornare alle
nostre inutili, e sgradevoli
conversazioni!!»…«Jeri!! Aspetta, dove
vai?!» ma la ragazza uscì di corsa, sbattendo la
porta
“Jeri…” restò solo suo padre,
chinando il
capo “Perdonami se devo essere duro con te.
Però…!!” stringendo un pugno di rabbia,
dolore e
frustrazione “…sei la mia unica speranza per
riscattarmi,
se non ti impegni a perseguire i tuoi obiettivi coleremo a picco tutti
e due!!”
La ragazza
scoppiò in lacrime, appoggiandosi al muretto che costeggiava
la
sua casa. Dal suo cuore nacque un grido
«L-Leomon…MA
PERCHE’ SEI MORTO?!!...
…perché mi hai lasciata?!!...» tra
singhiozzi di
ribellione e rifiuto a quel destino «Perché non
puoi
essere ora, qui con me, ad abbracciarmi e confortarmi?!!
P-PERCHE’…LUI TI HA UCCISO?!!»
…qualcosa, un
pensiero distoglieva Beelzemon da quel mattone che stava per collocare.
Forse un ricordo, che velava i suoi tre occhi…
…un colpo, di
artigli affilati. Un possente Digimon dalle sembianze di leone che si
dissolve lentamente, a terra, come rivedeva anche Jeri
«Perché mi ha lasciata senza te, a vivere, a
crescere…?! Perché altri ora hanno potuto
riabbracciare
il loro Digimon, mentre io no, perché?!!»
Le sue lacrime
cadevano sull’asfalto cittadino…sfumando via
quella linea
scura tracciata con tanto impegno…
In punta di
piedi per non fare rumore, Rea scostò la porta della stanza.
Suzie dormiva ancora, stretta in un tenero abbraccio con
l’altrettanto assopito Terriermon “Poverina, quello
che
deve aver passato. Non voglio assalirla con un fiume di domande, se
vorrà confidarsi con me lo farà spontaneamente.
Vado da
quella signora molto gentile che ha promesso di raccontarmi la
storia.” mettendosi la borsa a tracolla, aprendo la porta non
prima però di aver ripreso tra le mani il suo nuovo
Digivice,
interrogandosi su quale futuro sarebbe spettato a quel sofisticato
congegno decorato da un cuore verde.
Suzie nel sonno
sembrava cercare ancor più la vicinanza con la creatura
dalle
orecchie lunghe.
Orecchie lunghe
come quella coniglietta marrone avvolta nei pensieri, tra le pareti
dell’angusto ambulatorio
“…Terriermon…questa
notte non sei tornato. Dove sei, amico mio? Se sapessi come sono in
pensiero…” …rivolgendo la
coda
dell’occhio a quella volpe dorata, digitale come lei, seduta
presso il balcone, con i suoi figli tra le braccia, ma quei sottili e
glaciali occhi assorti e malinconici
“Renamon…perché non ti confidi?
Così ho
sempre più paura di sapere cosa è successo fra te
e
Rika?”
Renamon sembrava
però chiusa in un rapito silenzio, col cuore sospeso fra
mille
taciti interrogativi…
Lopmon si volse
dall’altro lato, dove la situazione non era migliore
“Monodramon…” …raccolto su di
sé,
sembrava dormisse ma Lopmon notava i suoi occhi aperti
“E’
inutile che fai finta di dormire: so che il tuo cuore è in
pena.”
«Gelsomon…» infatti era il nome che si
accennava
sulle labbra del draghetto digitale.
«Vorrei dire una parola di incoraggiamento come tante volte
al
villaggio, ma non so proprio cosa fare. E intanto me ne sto qui. Dovrei
correre da Suzie, però…» raccogliendo
le sue
piccole mani «…e se mi mandasse via? Se scoprissi
che mi
ha dimenticata? Non voglio tornare qui anch’io, e senza
più il pensiero della mia domatrice ad affiancare il mio
cammino!» premendosi il capo «Questa
crescita…mi
terrorizza come un brutto mostro! Se ha già sconfitto loro,
io
sono quella più a rischio di tutti. Rika, ed Henry erano
già dei ragazzi, mentre la mia
Suzie…!»
…rivedendo quel buffo faccino, e quei codini di tanti anni
prima
«…altro non era che una bimba, ha avuto tutto il
modo di
dimenticarmi! Magari ora ha altri interessi, e noi Digimon siamo per
lei qualcosa di vecchio e archiviato. Cielo…come ho fatto ad
andare avanti per tanti anni? Forse era la distanza a costituire una
sicurezza, senza che ne fossi cosciente: ora che sono a un passo dalla
verità…esito, ho paura! E mi rendo
conto…di quanto
ho bisogno della mia domatrice, ancora più di prima ma sento
che
il nemico è forte.» scivolando in una nota
profonda del
suo parlare, che sfumò in un sussurro «E se anche
digievolvessi, e digievolvessi ancora…forse non riuscirei a
raggiungerla! Correrebbe più veloce di me, è
come…un palazzo immenso, che non puoi scalare! La
crescita…»
Così
balzò giù dal letto. Ma oltre le basi di questo
scorse
Renamon e la sua triste carezza sul pelo dei suoi figli. Il vetro della
finestra aperta specchiava anche Monodramon che cambiava posizione, ma
non sembrava trovare pace «Io però non posso
restare
qui…» disse Lopmon «…anche se
ho paura non
posso lasciare i miei amici in balia della preoccupazione, so che
stanno male quanto me anche se non lo dicono! Debbo almeno andare a
cercare Terriermon! Ho deciso.» sicché si diresse
a
passetto svelto verso la porta, e si dileguò «Oh?
Lopmon,
dove stai andando?!» si destò Monodramon
«E’
pericoloso!» ed anche Renamon «Oh?» si
accostò a lui «Cosa ha
fatto?»…«E’
uscita…!» espresse
il draghetto con un po’ d’apprensione. Renamon
descrisse
«Ha paura, ma non vuole ammetterlo. Teme per Suzie. Il suo
incubo…è il pensiero di essere
rifiutata.»…«Beh, come biasimarla! Non
sappiamo
neanche cosa sia successo a Terriermon, e stando a quel poco che tu ci
hai fatto intendere riguardo te
e…Rika…beh…»…«…”teme
di essere rifiutata”…» ripeteva
però assorta
la volpe «Renamon, mi stai
ascoltando?!»…«…”ha
paura, ma non
vuole
ammetterlo”…»…«Eh?
Che ti
prende?»…«Niente…riflettevo
fra me.»
volgendosi, e tornando a passo lento ed elegante sul balcone
«Aspettiamo che
torni.»…«…sì…!»
fece il
draghetto, concludendo «…sperando che non si
faccia
acciuffare da qualche malintenzionato! E’ pur sempre una
signorina in una città con milioni di abitanti!»
Renamon si
affacciò al balcone. E osservando il panorama di Tokyo,
cullata
dal suono dello sfrecciare dei treni, dedicò al cielo
azzurro il
suo «…già. Proprio
così…»
«A-Ahhh…» Rika sembrava avvertire dolore
alla testa
«Bene...!» scandiva soddisfatta PinkMonzaemon,
avanzando
verso la finestra «E’ completamente stordita, le ho
fatto
bere litri di alcol. Quando sarà vagamente più
cosciente
so io cosa fare.» rigando le pareti con la stretta dei suoi
artigli «Voglio plagiare la sua volontà, e
chiederle di
essere la mia Digimon Tamer. Uhmuhmuhm!» volgendosi, ad
osservare la ragazza che sembrava avere difficoltà a
riaprire
gli occhi «Ormai…fra lei e quella sciocca volpe
sbrilluccicante è tutto finito, non avrà
più il
coraggio di accostarsi a lei, con me è diverso!»
facendosi vicina «Le ho fatto capire di essere della sua
stessa
pasta, magari pur di non perdere la nomina di domatrice accetterebbe! E
a quel punto…» stringendo i suoi pugni
«…tutta la sua più che rinomata forza
caratteriale
e la sua volontà convertibile in potere sarebbe mia!! In tal
caso le mie amiche diventerebbero un dettaglio superfluo, potrei
acquisire potenza tranquillamente da sola, uhmuhmuhm!»
girando
attorno alla sedia su cui era accasciata la ragazza «Mi
immagino…il mio ritorno trionfale al villaggio, una volta
che
finalmente il mito decennale di Renamon fosse eclissato! Sentir parlare
di loro in tutto questo tempo ha accresciuto la furia nei nostri
animi…» e volgendosi a guardarla con la coda del
luminoso
e perfido occhio «…ma ogni leggenda prima o poi
giunge al
capolinea. Desidero spazzar via quella presuntuosa col medesimo potere
di chi un tempo è stata la sua domatrice! Ahah…!
Povera,
piccola Rika…chi ti ricorda più, ormai? A chi
stai a
cuore…? Mwahahahahahah!»
«…Renamon…» era ancora il
debole, estremo
sussurro di quella giovane pallida, svuotata, dal trucco ormai
sfumato…
«A
me!!» replicava determinato Takato «A me sta ancora
a
cuore, e sarà così sempre! Perciò non
mi importa
quello che dite tu o papà: non appena saprò
dov’è andata Rika mi recherò a
prenderla. E sta
sicura che tornerò con lei, non può rinunciare a
Renamon
solo perché convinta di quello che TUTTI VOI in questo
quartiere
pensate! E cioè che è una poco di buono, fingeva
di
infischiarsene ma come prevedibile dalla natura umana questa coscienza
l’ha logorata fino all’osso…ho i brividi
a pensare a
come deve sentirsi
ora…»…«Quella ragazza si
è sempre comportata da sfrontata!» ribatteva
però
la madre del ragazzo «E’ cresciuta facendosi ancora
più arrogante di quando era ragazzina!»
Takato guardava sua
madre, non rispondeva ma dentro di sé elaborava serie
conclusioni «Chissà con chi è
adesso.»…«Da sola, con chi deve
stare!!»…«Takato…non essere
ingenuo, una
ragazza come quella credimi, non resta da
sola.»…«Ti sbagli, mamma.»
disse con calma,
ma con fermezza «Una ragazza come Rika invece è la
prima.
La prima che può restare da sola.» dando le spalle
e
accingendosi ad uscire «Takato!
Aspetta…»…«…che
cosa
c’è?» si volse lui appena. La madre lo
scrutò con aria sospettosa «Ieri è
stata la seconda
volta che ti ho visto in compagnia di una…certa ragazza. Qui
fuori.»…«…ah,
già.» il ragazzo
si volse, appoggiandosi alla porta «E
allora…?» La
madre non replicò. E lui «Sì, lei
è una
ragazza. L’ho conosciuta da poco. Anche lei è
amica di
Rika, abbiamo parlato di questo. In ogni caso, non capisco quale sia il
problema: non dava alquanto fastidio sia a te che a papà il
fatto che FIN TROPPO POCO mi si trovasse in compagnia di
ragazze?»…«Takato, non far finta di non
capire:
quella…non è una ragazza come tante!»
L’espressione
del giovane rimase in uno stato di sospensione, nel quale era leggibile
un certo senso di sfida. Ma non diceva nulla. Sua madre piuttosto
continuò «E’ una ragazza
dall’aspetto
eccentrico, a dirti la verità non sembra per niente
raccomandabile! La sua pettinatura
è…èèè…!»
ma lui si
girò di nuovo «…lasciamo perdere: io mi
domando a
che tempi siete rimasti, è
incredibile.»…«Aspetta!!»
sicché si
arrestò un’altra volta «E che cosa mi
dici della
fidanzata del figlio del signor Ayami? Ieri sera siete stati visti
assieme!»…«Uh, come corrono le notizie,
chi
è stata a dirtelo,
Asanuma?»…«Questo non
importa.»…«Concordo, a me non importa,
per lo meno!
Comunque lei è Jeri, non “la fidanzata del figlio
del
signor Ayami”, se permetti è ancora una mia amica
e voglio
seguitare a frequentarla liberamente. Ti
saluto!»…«Non così in fretta,
Takato!» ribatté Mie in un guizzo di decisione
«Se
a te ormai non importa affatto della nostra reputazione e del nostro
buon nome a me sì! Ci conoscono tutti come brave persone, tu
non
hai il diritto di infangare gratuitamente tutto questo rivolgendoti
come un ragazzaccio alla gente, e girando con ragazze equivoche o
impegnate come si deve, a casa!! Di fronte alle
famiglie!»…«Tranquilla a questo
proposito, vedrete
tu e papà “quanto”, e
“come” si
mormorerà su di me e su Jeri: tra poco lei si
sposerà con
Mako, è innamoratissima e benché sia stata vista
assieme
a me questa notte io altro non sono che un fratello! Un buon amico e un
fratello, ecco il modo in cui mi vede
Jeri!»…«Takato aspetta! Non ho ancora
finito!» ma stavolta non riuscì a trattenerlo
«Tu
ci trascinerai in rovina!»
Il ragazzo si
allontanava a passo rapido e deciso, concludendo fra sé
«Ed ecco il motivo per cui ho definitivamente deciso: rinnovo
totale!» guardando quanto gli restava nel portafoglio, e
richiudendolo rapidamente «Così proprio non va! Se
andiamo
avanti di questo passo ritorniamo
all’ottocento…!»
…proprio mentre entravano al suo negozio due clienti
impegnati a
mormorare «E’ qui il ragazzo che ha cacciato via la
sua
maestra?»…Mie fece «Buongiorno, signori,
come…fiùùù…»
sgravio di
fiato, e stanchezza crescente «…posso
servirvi?»…ma costoro non le badavano, presi nel
loro
bisbiglio «Esattamente qui. Sembra un posto
normale.»…«Beh io non mi ci servo di
solito ma con
questo scoop è tutt’altra storia: mi sono
precipitata.
Ehm, ehm! Signora: che cosa avete di buono?»
«Questo…”rinnovo totale” devo
ammettere che mi
lascia a bocca più spalancata che aperta!»
commentava con
la sua voce guizzante Purplemon, e Guilmon non diminuiva la riverenza
nei suoi gesti «Lo so, lo ammetto. Ma certe circostanze
possono
cambiare con estrema facilità. E…con altrettanta
rapidità.»
…N’Emo non era con loro in quel momento, essendosi
ritirato nella grande seppur in gran parte distrutta sala oltre la
finestra, a giocare con fare infantile con il suo Digivice, in un
atteggiamento che può ricordare il gatto con il gomitolo.
Purplemon ne
approfittò per chiedere «Ptsss, non gli avrai
detto cose
strane,
spero!»…«Uhm?»…«M-Mi
riferisco alla mia uscita in grande stile da questa sfera a cui tu hai
assistito-»…«Sì,
ma…» si
affrettò a liquidare, come fosse di poca importanza
«…non rinvanghiamo quel che non può
più
rilevare ai fini del presente!»…«Quindi
lui mi
crede ancora prigioniera?!» alluse la Digimon a
N’Emo in
un fulmineo sussurro «Se è questo che la Padrona
desidera
fargli credere…io mi occupo dei fatti miei.»
compiendo
con beffarda audacia un passo avanti «Ed è proprio
di
questi che voglio udire.»…«Dei fatti
tuoi?!»
si stupì Purplemon «Eeesatto, desidero
sapere…quali
saranno d’ora in poi! Ergo…di cosa vi occupate?
Qual
è la vostra missione, esattamente, dunque da questo momento
LA
MIA…missione.»
Purplemon
esitò per qualche istante. N’Emo li raggiunse
«Mi
sento…rinatooo! Wow! Sono pronto a combattere, sono
più
determinato che mai! Quando ci spedisci a recuperare i Cuori digitali,
Purplemon?!» Costei riflettè “Questo
cretino non si
rende neanche conto che lo mando a recuperare i Cuori sulla terra il
suo Digimon appurerà in un secondo che il suo amato domatore
non
è morto: questo rapido passaggio di parte si basa unicamente
sul
fatto che lo crede tale!”
Guilmon
attendeva pazientemente, celando sotto il suo manto una sicurezza che
sembrava incrollabile…
“Non posso
rischiare di perdere un’occasione del genere, non me
l’aspettavo ma è successo: N’Emo con la
sua menzogna
si è assicurato un Digimon molto meglio di come riesce a
fare
con la forza. Devo organizzare a dovere i fattori produttivi della mia
grande operazione. Dovrò mandarlo a lavorare a
Digiworld!”
«Ehm ehm, allora sei davvero convinto! Mmm, bene!!»
fece
la fata digitale con gusto «Procedo con
l’illustrarti quali
sono i nostri settori operativi: devi
sapere…Guilmon…che
la nostra azione si estende su due fronti! La terra…ma ora
lì c’è già chi mi
aiutaaa!»…«Come?! Come sarebbe, non ci
mandi
più sulla
ter-»…«N’Emo non
interrompermi sto parlando EHM EHM dicevo ecco ho perso il filo in
questi casi mi innervosisco…in un modo unico! Allora!
L’altro settore è Digiworld! Si tratta di
un’operazione in grande stile, devi entrare
nell’ottica che
ci sarà molto da
far-»…«Digiworld! A
proposito non sai che scoop ho appena saputo riguardo a
Digiwor-»…«Ancooora N’EMO
GUARDA CHE A ME
DA’ UN FASTIDIO ASSURDO ESSERE
INTERROTTA!»…«Scusa! Volevo solo darti
una
notizia!»…«Eh, me la dai dopo la
notizia! Sto
spiegando al nostro nuovo alleato la missione, insomma dicevo Guilmon
che attualmente, su Digiworld, io sto preparando un matrimonio con
l’aiuto di alcuni miei subalterni che a proposito mi sono
anche
ricordata che devo dare disposizioni…eh sì
perché
se voi…vi trasferite a
Digiworld…»…particolare che sembrava
aver spento
gran parte dell’entusiasmo di
N’Emo…«…devo effettuare uno
scambio. Va
bene…no ecco insomma per cui quanto prima verrete spediti
sul
suolo digitale per dare man forte alla grande messa in scena che una
volta che sarà allestita come d’obbligo che
sia…!...» …e ancora parlava, e parlava.
Mentre
nella mente di Guilmon, che sembrava pendere dalle sue labbra
“Poveri sciocchi. Ci sono cascati tutti e due in pieno!
Lui…
…preda
dell’entusiasmo di esser divenuto domatore, e questo essere
invece in quanto ubriaco delle sue aspirazioni di grandezza.”
«E insomma il nostro obiettivo su Digiworld è
trovare la
Sfera regale: un ENOOORME giacimento di energia che servirà
ai
nostri scopi, dobbiamo impadronircene assolutamente, il problema
è che non si sa più chi ce
l’abbia!»
“…non mi importa nulla di tutte queste
disposizioni,
poteri, leggende e manufatti. Basta che si fidino di me,
fingerò
di servirli e una volta che mi avranno posto in mano i loro
segreti…”
…scrutando lui col Digivice tra le mani, e lei impegnata a
spendere fiato dalla sfera fluttuante “…li
spazzerò
via senza pietà, rimuoverò il problema a
Digiworld
costituito dalle loro mire e i loro progetti! Vuol dire che
tornerò come un eroe…!” ed i suoi occhi
gialli si
riempivano di ferrea determinazione “Del resto sono un
Digimon di
tutto rispetto: ho sconfitto il D-Reaper al fianco del mio domatore!!
Il mio posto non è in un angolo, non merito di scomparire
solo
per la volontà di quattro stupidi! Se non potrò
più rivedere Takato, almeno nessuno mi priverà
della
gloria che mi spetta!!”…«Insomma, capito
Guilmon?!» chiedeva Purplemon, e N’Emo a fare eco
«Capito Guilmon?! E’ la nostra missione! Anche se
mi
sarebbe piaciuto di più lottare sulla
terra…»…«Uhmuhmuhm! Non
temete…rispettabile Signora. Forza e coraggio, mio domatore.
I
miei servigi…li dedico a nient’altri che a
voi.»
cortese, e rispettoso. N’Emo se lo abbracciò, non
accorgendosi di provocargli un brivido. Mentre Purplemon rideva
«Ahahahah!» e meditava “Perfetto: molto
presto su
entrambi i fronti mi conosceranno!!”
Sotto la luce
del globo azzurrastro, un volo spettacolare come da molto tempo non se
ne vedevano ebbe fine, e sul suolo digitale smontarono quelle scarpe da
ginnastica un po’ consumate di chi però manteneva
agilità nel muoversi. Al suo fianco, le silenziose zampe di
una
creatura dal pelo nero, e attorno a loro mille altre zampe
d’ogni
forma, ai confini dell’immaginazione «La
desolazione regna
sovrana…» commentò Imagomon, mentre
l’aria
soffiava sul suo pelo «Ho visto…» ammise
Kazu,
guardandosi anche lui attorno da sotto la visiera
«…tutte
le case, e i villaggi che abbiamo sorvolato sono stati rasi al suolo o
quasi.»…«Opera di Sandmon.»
definì la
volpe nera «Ha messo a soqquadro Digiworld per perseguire i
suoi
scopi.» ed entrambi si volsero, mentre sempre lui seguitava a
descrivere «La maggior parte di questi Digimon adesso
è
senza casa, non ha un posto in cui andare.»
Una
profonda pensa si dipinse sul pallido volto del ragazzo, nel vedere
quelle illimitate creature, alcune di esse così mirabili,
colorate, originali, che versavano lacrime sconsolate dai loro occhi.
Lui si toglieva lentamente il cappello…il suo viso era
spiazzato, sembrava desiderare di fare qualcosa per loro, ma la
realtà circostante era più grande sia di costoro
che di
lui «Imagomon…perché?» e la
volpe nera lo
guardò, senza dire niente «Perché si
deve soffrire,
a questo mondo…?»…«Da voi
esseri umani
è
diverso?»…«Oh-h…ho scordato.
Intendevo dire…in questa vita. Qualunque sia il mondo in cui
abiti. Guarda…
…ci sono
dei bambini che hanno perso la loro casa…ora stanno
piangendo.
Le famiglie non sono complete, i genitori di alcuni di loro sono morti.
Io ne so qualcosa.» Imagomon ascoltava
pazientemente…e
Kazu narrava «E’ un
dolore…incontenibile…!» facendo
profondi i suoi
occhi blu «Devastante. Le tue radici
vengono…spazzate via.
E ricominciare non sarà più come un tempo. Sul
tuo corpo,
e sul tuo cuore piombano tanti anni in più. Sopraggiunge
l’affanno…questi piccoli non meritavano di
soffrire
così giovani. L’infanzia, gli anni della crescita
sono
sacri!» e mosse un passo verso di loro, ma poi si
arrestò
«Anche se andassi da loro non riuscirei a placare il loro
dolore,
lo so. Limitiamoci a vegliare, facciamo vedere…che siamo
qui. Se
ci osserveranno sapranno che possono chiamarci se hanno bisogno di noi.
Limitiamo le parole inutili, non servono e…accrescono la
sofferenza. Senza contare che tu ed io siamo solo in due, amico mio. E
loro…guarda quanti…
…così tristi…assomigliano agli esseri
umani. Ci si
scorda per un attimo che si tratta di Digimon.
Nonostante…permettimi di dirti, quanto sono belli. I Digimon
non
sono rimasti uguali, il tempo li ha resi ancora più
pregiati. In
questo invece noi difettiamo un
po’.»…«…parli sul
serio? Io
credo…sia più o meno lo
stesso.»…«Oh?» ma il loro
dialogo fu
interrotto dall’arrivo, un po’ affaticato, del
Gekomon
direttore d’orchestra, che si appoggiava alla sua bacchetta a
mo’ di bastone, e la sua voce era attraversata
dall’affanno
«Ecco! Avete visto anche voi…!
Questo…è a
conti fatti il Digiworld di oggi!» decretò con la
sua
tendenza alla “r” moscia «No, questo non
può
essere!!» Kazu ebbe un moto di ribellione
«Purtroppo anche
opporsi non modifica la realtà, umano prescelto, era sotto i
vostri occhi: Sandmon ha ultimato la sua opera di distruzione
cancellando la gran parte dei risultati di questi anni! Tanta
fatica…è andata sprecata! E tante vite sono state
spezzate!»…«Forse in molti sono
morti…» Kazu avanzò
«…ma la fatica
non è andata sprecata, quello che siete resta dentro di voi,
il
vostro valore lo portate nel cuore così come il ricordo di
questi anni! Imagomon! Noi dobbiamo…fare qualcosa, insomma
lo
vedo anch’io che si tratta di un popolo vastissimo e noi
siamo
solo in due ma è nostro dovere, appurata la
situazione!»…«Kazu, tu hai voluto
aiutarci e lo hai
fatto. Te ne siamo infinitamente grati, ma tu…sei capitato
qui
per caso. Non hai una casa in cui tornare?» chiese Imagomon
«Io…!» ebbe un sussulto il ragazzo
“Papà…” ma i suoi occhi, a
poco a poco si
abbassavano rassegnati…
“Io te
l’ho detto molte
volte…che non ti voglio, che non ho bisogno di te, CHE MI
HAI
STANCATO!...Da quando tua madre è morta…per me
ogni cosa
ha avuto fine.”
“IO SONO IL
FIGLIO DI QUELLA DONNA CHE AMAVI TANTO!”
“Proprio per
questo! Sparita lei…hai perso tutto il tuo valore:
esattamente come l’ho perso io.”
Imagomon, dopo
aver fissato il silenzio del ragazzo per svariati secondi, gli mise una
mano sulla spalla «Scusa.» ma Kazu toccò
quella
mano con gesto cordiale «Niente, figurati tu non potevi
saperlo,
anzi grazie. No.» rimettendosi il cappello «Io non
ho un
posto dove tornare. Sulla terra almeno, perché
qui…ci
sarebbe un luogo. Un luogo dove vorrei correre, scappare!
L’ho
immaginato per tanto tempo, ma ora…i miei desideri vengono
in
ultimo: prima ci sono i sogni e bisogni di tutta questa gente!
Sì, gente! Non “Digimon”, fa lo stesso
per me, come
se fossero umani!»…«Qual è
questo posto,
Kazu?» chiese il Gekomon «Perdonate se vi chiamo
per nome
e non “umano prescelto”, ma vi conosco da tanti
anni e a
tal proposito sorge la mia curiosità! E’ forse un
luogo
che conosco?»…«Oh, ecco…fate
bene,
direttore, a chiamarmi per nome, io non sono abituato alle
formalità. Ebbene il luogo che ho sognato…in
tante notti
della mia crescita è un’umile casa di un settore
di
Digiworld che ora non so dirvi se sia vicino oppure lontano. Vi
abitavano Babamon e Jijimon, due anziani molto simpatici. Che furono
ospitali con me e con i miei
amici.»…«Babamon e
Jijimon?!» sussultò il Gekomon, i cui occhi si
illuminarono «Non c’è un Digimon che non
abbia udito
parlare di loro! Si tratta di creature di incommensurabile
saggezza!»…«Stranamente accoppiata ad
una grande
umiltà. Anzi invece, di solito le cose vanno a braccetto.
Solo
gli sciocchi sono presuntuosi!» espresse il ragazzo, e il
Gekomon «Invece in un momento del genere avremmo grande
bisogno
dei loro consigli! Chissà, magari potrebbero saperci dare
delle
direttive per collocare in una sistemazione questi sventurati!
Guardateli, a vederli una melodia triste invade il mio
cuore…» spingendosi su di esso la bacchetta
«…ma ahimè, io mi intendo solo di
musica! Non ho
idea a dire il vero di come gestire una simile situazione. Ma Jijimon e
Babamon di sicuro sì! Perché non andate da loro,
invece?!»…«Dite davvero?!»
Kazu
sussultò di emozione, ed anche Imagomon lo guardò
tenendogli la mano sulla spalla «Mi sembra una buona
idea.»…«M-Ma…?!...io non
voglio lasciarvi
qui nei problemi, e andare dove più mi
piace!»…«Non hai sentito il signor
direttore? Ha
detto che loro due possono aiutarci. Non si tratta di un viaggio di
piacere, ma di una missione. Io posso
affiancart-»…«No, Imagomon! In due
addirittura no.
Ascolta, tu ora sei qui ma sono sicuro che tua moglie Renamon sulla
terra sta aiutando i miei amici! Non ho paura, posso raggiungere la
loro casa da solo, so difendermi, basta che uno degli AirWhamon mi
porti in quel settore, anche il più
piccolo!»…«Viaggerete comodamente, ve lo
garantisco!» promise il Gekomon…
…lasciando il cuore di Kazu a palpitare «Babamon,
Jijimon…cari vecchi simpaticoni, dopo tanti anni vi
rivedrò, non mi sembra possibile…» ed i
suoi occhi
a luccicare di viva emozione…
In un altro
settore dello sconfinato mondo digitale noto come Digiworld, un luogo
che sembrava freddo e deserto, si innalzava una torre che sembrava
vecchia di molti anni, diroccata ma ancora possente e solida. Questa
torre aveva un’apertura sulla cima, che permetteva a chi si
trovava lì di contemplare lo sconfinato panorama, che
assumeva
nel soffiare del vento i colori del gelo e dell’argento.
Lì, a
proteggersi il capo col cappuccio merlettato di bianco, stava
l’anziano Cyclemon. I suoi occhi sfumavano malinconicamente
dallo
scenario, a quel fascicolo un po’ strappato che aveva tra le
mani. Riportava la scritta Digigazzettino.
Il titolo in prima pagina era la provocatoria domanda “Azulongmon o Alzheimermon?”,
sotto la quale si intravedeva la raffigurazione di un Digimon azzurrino
dalla forma difficilmente definibile ma dal corpo molto lungo. Bastava
però girare le pagine, come fece Cyclemon, per apprendere
della
distruzione generale che aveva colpito il loro mondo
“E’
terribile…
…quella
mente che ci odia tanto non si sta arrestando di fronte a nulla.
Prevedevo che prima o poi sarebbe successo.” chinando il
capo, e
facendo tristi i suoi occhi giallo-verdastri e inumani
“Consuma
tutta la vita che ha attorno. Non sarà soddisfatta se non
riuscirà a mettere a silenzio anche l’ultimo
sussurro del
nostro nome, Digimon…e
pensare soltanto a com’è venuta al mondo, qual era
la sua
missione in origine: un sogno che è mutato in un incubo.
Come il
nostro mondo, un tempo nato per accogliere i sogni e
adesso…un
teatro abbandonato e silenzioso. Figlia mia.
Cindermon…”
ed il suo sguardo si velava di commozione “Mi manca la tua
voce
risonante. Specie da questa landa, che chiamano del tempo sospeso.
Uno dei pochi settori di Digiworld in cui è rimasta la
celebre
differenza temporale. Qui da noi sono nati e trascorsi diversi giorni.
Ed hanno accresciuto la mia nostalgia. Come ti starai trovando sulla
terra? Soltanto tu con i tuoi capricci e la tua esuberanza potresti
ravvivare questo Digiworld in decadenza, ma ora per il tuo bene
è giusto che tu rimanga sulla terra, al fianco, mi
auguro…” orientando i suoi occhi verso
l’alto, come
se si trattasse di un sogno “…degli ultimi
domatori
rimasti…
…le
ultime tracce, prima che il tempo archivi il nostro
capitolo…solo loro possono proteggerti.”
Ma come sempre
quel Digimon non era solo, poiché dietro di lui giungevano
dei
passi fedeli «Papà…» e un
sussurro gentile,
di chi portava alti tacchi di cristallo con la leggerezza e la classe
di una principessa «Mia piccola Diamon.
Buongiorno.»…«Buongiorno a
te…» gli
sorrise la ragazza col volto per metà di diamanti
«Come mi
duole che tu non possa avere il sole a picchiare sul tuo viso, da
questo luogo sperduto e gelido.» disse il padre, ma lei fra
le
quattro pareti, strette e squallide di quella torre, sembrava
perfettamente a suo agio. Portava quegli abiti tessuti di luce stellare
con enorme scioltezza, non si impigliava coi tacchi fra quei mattoni
dissestati. Il suo sorriso filtrava luce, e non aveva timore ad
orientare il dito sulla parete e lasciare che quei…buffi
digi-ragni vi si posassero «Non devi preoccuparti. Io sto
bene.
Davvero!» rispondeva, contemplando con curiosità
la nera
creatura che aveva sul dito, dall’aspetto così
contrastante con lei «Da quando sono qui ho fatto amicizia
con un
sacco di creature. Molto di più che al nostro palazzo,
sai?»…«Uhmuhmuhm.» rideva
d’affetto e
tenerezza Cyclemon «Provi simpatia per i piccoli
Dokugumon?»…«Tantissimo!»
rispose lei
prontamente e con occhi verdi vogliosi di comunicare
quant’era
sincera «Ho imparato un’infinità di cose
su di loro,
sono creature molto intelligenti di cui ingiustamente si parla molto
poco.»…«Ahahah, forse è
vero.»…«Non ci crederai, tu penserai che
io
scherzo. E invece parlo molto sul serio, nella mia stanza ho
messo…una piccola vaschetta, ne ho fatti venire in molti, ci
ho
lasciato un po’ di cibo, ormai ho scoperto che cosa adorano
mangiare!» seguitando a contemplarsi incuriosita il ragno
rosso
e giallo sul dito «Ormai loro sanno quando io arrivo e io li
sento arrivare. C’è una sintonia perfetta. Mi
tengono
compagnia!» con la sua aria molto spontanea, un po’
ingenua. Riadagiandolo con la massima delicatezza sul muro, sotto gli
occhi premurosi del padre. Per poi spiegare «Ma non solo
loro,
anche con i Digimon riuniti nei piani bassi mi trovo
benissimo!»…«…come stanno? Ti
è
capitato per caso di passare da
loro?»…«Certo, ci
ho parlato, come tutte le mattine.» rispose Diamon
avvicinandosi
al padre per contemplare con lui dalla spaccatura. Cyclemon descrisse
«Costoro sono i Digimon più forti e nobili che
siamo
riusciti a reperire negli angoli più disparati del nostro
mondo.
Soltanto organizzando con loro un’armata possiamo sperare di
opporci al nemico che ci insegue distruggendo tutto.
Purtroppo…» lasciando cadere, sotto gli occhi
dispiaciuti
della figlia, quell’ormai inutile gazzettino
«…mi
duole non aver potuto far nulla per il vasto popolo digitale. Ma
allestire una battaglia richiede tempo. Se si perde…
…non si
ha un’altra
possibilità.»…«Papà…»
accennò la giovane Diamon con gli occhi smarriti in quel
cielo
striato di azzurro-lilla, senza sole e conca di vento freddo
«…tutti quei Digimon così innocenti
stanno
soffrendo. E tutti quelli così nobili qui con noi nella
torre
presto dovranno rischiare la
vita.»…«Addolora anche
me, figlia mia.»…«Perché si
deve soffrire a
questo
mondo?»…«Uh?»…«…mi
viene
da
chiedermelo.»…«Da…quando?»
la
scrutò Cyclemon come colpito da qualcosa
«…io me lo
chiedo da sempre. Da quando la mamma è morta. Da quando
abbiamo
dovuto lasciare la nostra casa. Me lo sono chiesta dal primo istante in
cui sono venuta a conoscenza delle gesta di Sandmon,
però…» facendo assorti i suoi occhi nel
desolato
panorama «…questa mattina è diverso.
E…non
sono del tutto
io.»…«…spiegati
meglio.» si fece vicino Cyclemon, camminando appoggiato al
bastone «Questa notte è stata strana,
ho…fatto un
sogno!»…«…ah! Un
sogno?!»…«Sì. Non
era…proprio brutto.
Nemmeno…proprio bello!» spiegava con quella
enorme,
genuina naturalezza che riusciva a dare un tocco a volte un
po’
buffo al suo gesticolare paradossalmente senza farle perdere classe
«Perché era proprio questo che era! Il percorso di
una
vita!»…«…continua, mi
incuriosisce.»
accennava un sorriso il Digimon suo padre, e lei
«Era…» cercava in cielo le parole per
descrivere
quella che sembrava una speciale emozione «…una
cosa
strana: ho sognato di non essere io.
Bensì…»
mentre anche il ragnetto sul muro scendeva per ascoltarla
«…un ragazzo maschio! Un ragazzo
umano!»…«…!!!» una
fulminea
consapevolezza si accese negli occhi di Cyclemon. Diamon invece
seguitava a narrare con un gentile e sereno sorriso, lasciando di nuovo
il suo dito alle zampette del digi-ragno «Era stranissimo ti
giuro perché io non l’avevo mai provato prima,
è
stato…vivere tutte le esperienze di una crescita intera
compattate in un solo sogno! Mi hanno fatto sempre
curiosità,
gli umani. Forse perché per metà ne ho il sangue!
Però questo era speciale, prima vivevo la mia nascita, poi
la
mamma che aiutava lui---me a compiere i primi passi, poi mano a mano
diventavo grande, guardavo un mucchio di cartoni in tv e giocavo a
carte con le nostre immagini, uhmuhmuhm!»
…portandosi il
ragnetto vicino, mentre Cyclemon era come pietrificato
«Cos’altro…?» domandava, e
Diamon
«Poi…» prendeva fiato, e radunava i
frammenti
«…vivevo una battaglia piena di luci e scintille,
che si
concludeva in una vittoria. Un Digivice splendeva! Ero felice
perché avevo trovato un Digimon: ti immagini,
papà? Io
sono un Digimon e sogno di aver trovato un Digimon-mio,
assurdo!» e non riusciva a smettere di riderci sopra
«Dopo
ancora…» …e lentamente alzò
il suo
cappuccio di merletto, a coprirle i castani capelli come se il vento
alzatosi fosse troppo freddo «…la luce si
attutiva, e
veniva un tempo triste. La mano di quella signora…volava via
da
me, non mi aiutava più a camminare.» …e
così appoggiò di nuovo il ragnetto sulla parete,
perché potesse scalarla con le sue rapide zampette
«Anche
il papà con cui ridevo e scherzavo…mi mandava
via! Io
sentivo le mie lacrime scendere, le asciugavo ma
avevo…chiaramente mani da
ragazzo!»…differenti
dalle sue con cui ora mimava il gesto, lunghe e fatate, dallo smalto
argenteo…per poi aprirsi in un buffo sorriso, guardare le
sue
stesse mani, e compiere un gesto estroso: giocosamente le
strusciò sul muro «Ahahahahah!»
…mentre il
padre seguiva ogni suo movimento. E come sfregava, sembrava
intenzionata a sporcarle per bene, nonostante fino
all’istante
prima la si sarebbe detta una creatura allergica allo sporco
«Guarda!» mostrò con
l’orgoglio di una bimba
le sue mani…annerite di cenere e polvere «Ecco,
più
o meno così! Però lì anche molto
peggio,
ecco…!» un’ultima sfregata sul muro, e
poi
«Così! Così erano le mie mani,
perché facevo
un lavoro che me le sporcava tutte! Buttavo dei sacchi…non
so,
era strano! Però era anche divertente! No…
…a
pensarci bene…non sempre…» sfiorandosi
il viso con
fare incerto…non accorgendosi di rigarlo di scuro
«…in certi momenti ero molto triste e sarei voluta
essere
tanto nera/nero da confondermi con la
notte.»…«…e poi? Come
finiva…?» si accostò il padre. Lei
rivolse sguardo
assorto al cielo «Non so…!...c’erano
grida, spari!
Luci, distruzione, tanti Digimon! E poi mi ritrovavo su una creatura
stupenda e in volo solcavo tutto Digiworld! Doveva essere quella
meravigliosa orca a cui hanno dato vita i digi-operatori che hanno
manipolato i dati di Whamon! Io però non ci ero mai salita
sopra, è un progetto ancora in fase sperimentale. Eppure
ora…» avanzando verso la spaccatura
«…sono
certa che da lassù si prova quello che ho provato io. Era
fantastico…Digiworld…era come se non fosse il
mondo dove
sono nata, lo vedevo con occhi nuovi! E’ strano, sai
papà,
è come bere…un liquore dolce e forte allo stesso
tempo,
tutto d’un fiato! Di quelli…!!...di quelli che
servono in
quelle bancarelle illuminate nei piccoli villaggi, ti ricordi?! Ci
siamo stati in vacanza, io te e Cindermon! Ripercorrere una
vita…
…in un solo
sorso. Gioie, sofferenze, sorrisi e lacrime. Un
volo…»
descriveva come un miracolo onirico «…un grande
volo, in
un solo soffio. La vita…ed io…ahahahahah! Ero un
maschietto! Mano a mano che planavo…
…sentivo gente
che piangeva dietro di me. Appena ho messo piede a
terra…» terminò in un sussurro,
lasciando cadere
le sue mani «…mi sono svegliata.
L’incanto è
finito…» La sua voce dal timbro particolare
sembrava
davvero quella di una fata, una fata moderna ma al tempo stesso senza
tempo. Cyclemon si avvicinò a lei. E la prese per mano,
incurante di sporcare anche lui la sua mano e il suo manto con quello
sporco con cui Diamon ora non aveva timore di
“truccare” il
suo viso, sfumandosi con questo l’argenteo ombretto, come se
sporcarsi la divertisse, e distendesse il suo animo nel ricordo di quel
sogno.
«E’
tempo…» iniziò Cyclemon, ma la sua voce
era
frantumata dall’emozione «Oh?
Sì?»…«…di
preparare i
bagagli.»…«Cosa?! Andiamo via,
ma…?!
Non rischiamo di farci scoprire? Ci siamo nascosti in questo settore
abbandonato con gli altri Digimon per celare l’allestimento
della
nostra
rivolta…!»…«…delegherò…il
compito di ultimare i preparativi al più forte e saggio tra
di
loro. Io e te dobbiamo tornare da dove siamo partiti.» senza
guardare lei bensì il cielo «Oh? Dici
davvero?...va bene
papà se lo hai deciso tu io mi fido pienamente.»
rispose
la ragazza digitale dal viso di diamanti, pienamente tranquilla nel
rimettersi alla scelta del padre.
“Non c’è dubbio, è il sogno premonitore.”
realizzava Cyclemon mentre la figlia, camminando sui suoi tacchi
argentei con portamento celestiale «Ehi, voi, piccoli
Dokugumooon! Mi devo allontanare per un po’ per questioni
familiari, però torno presto da voi, fate i bravi,
eh!»
…discendendo quelle scale in legno cigolanti e prossime al
crollo senza alcuna paura o esitazione, ma tanto il suo passo era
leggero che resistevano.
“Il
processo avviatosi alla consegna della Sfera regale nelle mani dei miei
amici Jijimon…e Babamon si è concluso. Digiworld
ha
designato il suo erede prescelto. Ora non resta che augurarci che il
destino ci permetta di incontrarlo.” avviandosi anche lui sul
suo
bastone “Soltanto nelle sue mani risplende la luce del
futuro.”
«Se
c’è qualcuno nelle cui mani si può dire
che
“risplenda”, mi passi la metafora poetica, la
“luce
del futuro” questi siamo noi: i padri!» ammetteva
il
biondo signor Yusaki sulle scale della palazzina al fianco di Henry.
Questi sembrava prestargli vivo e attento ascolto «Assicurare
il
futuro ai nostri figli: è la prima
cosa!»…«Ha ragione: non sa quanto mi
trova
d’accordo.»…«Eheh,
perché noi ci
intendiamo! Siamo sulla stessa lunghezza d’onda!»
si
esprimeva sempre in gesti cordiali, quell’uomo di classe e di
occhi sottili come il suo sorriso «Va al lavoro
adesso?»
ed Henry rispose «Sì: e la ringrazio per avermi
prestato
il suo vestito!»…«Ma ci mancherebbe, per
un amico
si fa questo ed altro!»…«E’ un
grande piacere
considerarla un amico.»…«A questo punto
diamoci
pure del tuo, smettiamola con questo “signore”, io
mi
chiamo Taisho, te l’ho
detto!»…«Ma
certo…! B-Beh…mi farà piacere averti a
cena a casa
mia, magari…quando le cose si sistemeranno un
poc-»…«Ma si sistemeranno molto presto,
fra poco
capiranno che ogni tua scelta è stata dettata solo
daaa…saggezza!» con gesti che evocavano doveroso
rigore
«Buonsenso! Spirito
familiare…!»…«E’
quello a cui tengo,
vorrei essere compreso però a volte
sembra…così
difficile!»…«Pazienza, amico mio! Nel
mondo di
uomini responsabili come noi ce ne sono in pochi, le strade brulicano
di cialtroni! Del resto hai visto tutti i matrimoni in
dissesto?»…«Oh, non me ne parlare: ho
sempre avuto
il terrore di finire anch’io tra questi.» narrava
Henry
con la sua voce delicata e velata «Io ho invece sempre
sognato
una famiglia unita dove regna l’amore, e il dialogo: fin
dagli
anni dell’adolescenza si è sviluppato in me questo
sogno.»…«Sei a un passo dalla
realizzazione,
Henry.»…«Speriamo. Me lo auguro davvero,
ma grazie
di queste speranze che mi dai!» si accingeva ad andare Henry,
ma
con un luminoso sorriso ad animare la sua gratitudine «E
grazie
dell’ospitalità! Non so come avrei fatto questa
notte
senza di te!»…«Ahah, ma tu ringrazi
troppo gli
altri Henry, a volte sii un po’ meno educato! Comunque io mi
aspetto che verrai a cena da noi un giorno o l’altro di
questi!»…«Certo. Mi farebbe molto
piacere conoscere
tua moglie e i tuoi figli.»…«E a loro ho
già
parlato al telefono di te. Buon
lavoro!»…«A presto
Taisho, e grazie ancora!» sicché scese rapido le
scale.
«Uhm-uhm-uhm-uhm!» Taisho infilò le mani
in tasca
canticchiando un motivetto…il suo gattino nero intanto
fuoriusciva dall’appartamento e gli si strusciava affettuoso
sulle gambe «UHM?! MI SPORCHI I PANTALONI! P-PUSSA VIA,
SCIO’! RIENTRA DENTRO E NON TORNARE!» con
militaresco dito
intimidatorio ma mai quanto la sua voce sbraitante, che
frantumò
di timidezza il miagolio del gattino. Una signora saliva in quel
momento «Ah buongiorno, signor Yusaki!» lo
salutò
come una persona benvoluta «Ah-h, buongiorno, signora, la
vedo
molto bene questa mattina. Vanno meglio i suoi
dolori?»…«Al solito ma grazie, lei
è sempre
gentile.»…«Eehh…»…«Invece
ho sentito gridare qualcuno prima per le
scale.»…«Oh beh ma…sa
com’è,
non la capisco questa gente che grida: un po’ di delicatezza,
in
questo mondo!»
Henry intanto,
montato sulla sua auto, si riaccomodava la cravatta
“Quell’uomo ha ragione, nonostante le
difficoltà non
devo perdere di vista l’obiettivo principale e
cioè quello
di difendere la mia famiglia.” sicché mise in moto
“Non debbo dimenticarmi dei doni che ho: ho un figlio
meraviglioso. Ed anche i miei genitori mi vogliono bene, anche se sono
sconvolti per quello che hanno scoperto di me. Ma riuscirò a
spiegar loro tutto. Terriermon…anche a te devo spiegare chi
sono
stato in questo tempo. Ma sono fiducioso, sento che capirai: dopo tutto
cosa ho fatto di sbagliato? E’ il destino di tutti gli esseri
umani cercare di costruirsi un futuro e formarsi una famiglia, sono uno
fra tanti, non mi manca niente e presto la mia famiglia si
riunirà.” svoltando l’angolo e
mescolandosi in
strada fra mille altre auto.
…mentre
Rea parcheggiava presso una palazzina che sembrava moderna e di un
certo livello, smontando dall’auto, ed i suoi occhi
sembravano
mossi da una certa fretta e impazienza di scoprire.
Ben presto si
trovò al campanello dell’appartamento, e dopo aver
suonato
le fu aperto «Buongiorno signora! La prego, mi scusi il
disturbo!»…«Ah, è
lei!» sorrise Riley
Yamaki, e a seguire anche Rea «…sì, a
dire il vero
sono io, mi perdoni se le sono piombata qui
all’improvviso!»…«Tutt’altro,
lo
speravo anche se la gente è solita dire
“passerò a
trovarla” ma tra un impegno e l’altro non prende
mai
l’iniziativa!»…«Io invece sono
diversa, vede?
Ho colto l’occasione al volo!» replicò
la ragazza
entrando «Le presento mio
marito.»…«Ah?
Certo, con molto piacere.»
Così che dopo pochi istanti, Rea si vide venire incontro un
uomo
alto, dai capelli biondi e dal portamento forte di integrità
«La signorina è un amica di Takato,
Mitsuo.»…«Veramente? La prego di
accomodarsi.» Dietro la sua apparente serietà,
quell’uomo dal bell’aspetto sembrava nascondere un
sorriso
«Io sono Mitsuo Yamaki.»
Mentre Rea lo guardava le tornava alla mente la voce di
Takato…
“Questa
signora che vedi è Riley Yamaki, devi sapere che lei e suo
marito hanno capeggiato l’eroica organizzazione Hypnos, ai
tempi
in cui noi combattemmo con i Digimon.
Noi tutti non ce l’avremmo fatta senza la loro preziosa opera
di
coordinamento della battaglia. Riley e Mitsuo sono dei geni!”
…sicché era mossa a ricercare nel volto di
Yamaki, uomo
dall’impeccabile ordine e vestiario, tracce di quello che
doveva
esser stato il passato, sfrigolante di dati e di battaglie
«Io
sono Rea Akimoto. Il piacere è mio.»
Lui e sua moglie le sorridevano. E lei si abbandonava
all’immaginazione “Dieci anni fa, queste stesse
persone che
ora mi accolgono a casa, dirigevano una delicatissima operazione. Un
sorso tutto d’un fiato, un viaggio di sola andata nel mondo
digitale! Queste due mani, di uomo e di donna che ho appena stretto,
sono le stesse che hanno manipolato i Digimon e i digivarchi al tempo
del D-Reaper. Sono le stesse che hanno stretto le mani dei Digimon
Tamers, per incoraggiarli nei momenti difficili. Mani che hanno scritto
la storia. Una storia che aveva per protagonista te, Henry, assieme
a…Terriermon!” riaprendo così gli occhi
“Una
storia che voglio conoscere!” «Capisco di essere
soltanto
un’estranea ma vi assicuro che per me ha fondamentale
importanza!
Ho bisogno di sapere le origini del mito dei Digimon
Tamers.»…«Takato l’ha colpita
con i suoi
racconti?» chiedeva Mitsuo Yamaki con composta
cordialità, aggiungendo «Beh quando lo vede
ricordi a
quello sbadato le sue promesse: sono secoli che dice che
verrà a
prendere un tè qui da noi e fino a adesso non
l’abbiamo
ancora visto.»…«…va bene,
glielo dirò
senz’altro. Comunque non si tratta solo di emozione
all’udire racconti appassionanti. Si tratta del presente. Del
mio
e di quello dei Digimon.» estraendo così il suo
Digivice.
«Ahh!!» e lasciando sbalorditi gli occhi di moglie
e
marito. Ma quelli di Rea, che stringeva il congegno, adesso erano molto
determinati.
«La mamma
mi ha lasciato un biglietto: ha detto che torna presto, piccolo
Benji!» chiacchierava Suzie tenendo il bambino tra le
braccia.
Ora alzandosi dal letto, nel quale ancora Terriermon riposava, per
avanzare verso la finestra e far cadere un velo sul suo sorriso
«E’ il…papà che a dire il
vero non so quando
tornerà. Ahhh…» compiendo un profondo
sospiro,
alla vista del palazzi e delle strade. E rivolgendo la coda
dell’occhio a Terriermon addormentato, e al suo Digivice
rosato
che giaceva sul comodino «…mi domando cosa
succederà adesso…mi sono trovata in questa
situazione dal
giorno alla notte. Che parole posso dire?» guardando verso
l’alto coi suoi occhi scuri «Cosa posso fare, dove
posso
andare?» mentre Benji giocava con i suoi capelli, ma lei lo
lasciava fare «…vorrei tanto…qualcuno a
darmi un
indirizzo, ma a essere sincera lo vorrei da dieci anni. E non
è
mai arrivato. Adesso però le cose iniziano a
precipitare…mi sento così piccola. E inadeguata,
ancor
più che a Digiworld a soli sei anni di fronte a Digimon
immensi
e malvagi, voragini e palazzi stratosferici. Ahhh!» un altro
sospiro «E tu? Piccolo Benji che hai solo un anno e mezzo? Ti
senti forse un po’ più grande di me?»
Lui sembrava forte di
una tranquillità che «Ahahah!»
strappò un
sorriso alla ragazza.
Suzie
però ignorava che tra quelle stesse strade in cui smarriva
lo
sguardo, passeggiava una piccola creatura marrone dalle orecchie lunghe
«…già, che succederà adesso?
Mi sono trovata
in questa situazione dal giorno alla notte. Che parole posso dire, cosa
posso fare, dove posso andare?» si chiedeva Lopmon, guardando
il
cielo azzurro con un po’ di pena negli occhietti
«Dove
posso cercare Terriermon? La terra se hai un domatore è
simile…a un parco giochi! Ma per un Digimon da solo
è un
labirinto di…passi, e volti insignificanti! Pieno di rumori
a…!!» un’auto costeggiò il
marciapiede in
una stridente frenata, con colpi di clacson che fecero guizzare in alto
l’orecchio di Lopmon «…sfondarti i
timpani!!
Ahhh…vorrei tanto…qualcuno a darmi un indirizzo.
Sono
dieci anni che lo sogno, e non è mai arrivato. Ora
però
non sono più nel mio tranquillo villaggio, le cose per noi
Digimon stanno andando in pezzi, e mi sento tanto piccola, e
inadeguata, ancor più di quando Zhuquiaomon mi fece
regredire al
livello intermedio come punizione per averlo tradito. Oh?!»
…ma c’era
qualcuno sulla porta di un edificio nei paraggi il cui parlare si
distingueva «SsSono…ssSSSdegnato! SsSognavo una
cenetta
carina a lume di candela e invece mi ha umiliato e ssSvergognato
davanti a tutti, è stato orribile! Il padre mi aveva
assSSicurato che era una ragazZa a modo ed educata, chi sSe
l’ha
aspettava una sSsimile sSfuriata!...per vendicarmi
esSerciterò
la mia autorità sSul lavoro, degraderò sSuo padre
al
livello…dello sSSssspazZino!»
«…un Zhuquiaomon del presente. E umano.»
concluse
Lopmon, e stava per andar via quando «E tutto a cauSa di
quello
sSSgorbio verde e con le orecchie
lunghe!»…«…ah…!!!»
per la
piccola Digimon fu una folgorazione.
«L’avrei mangiato condito con SsalSa sSe lei non
l’aveSSe portato via con sSe!»
“…sta parlando
di Terriermon!!”
«Comunque,
signore, mi dispiace, abbiamo cercato dappertutto: qui al ristorante il
suo portafoglio non è
caduto.»…«Ci voleva
anche quesSSta, quando ha iniziato Ssbraitare quella SsSciocca mi ha
mandato in confusione!»…«Chieda a lei se
ne sa
qualcosa, questa ragazza le sedeva accanto al tavolo, magari che so,
tra una cosa e l’altra il portafoglio le è
scivolato in
borsetta.»…«Credo proprio che
farò
coSsSSì!» …mentre Lopmon
realizzava
“Terriermon! Parla di una ragazza che l’ha portato
via con
sé, debbo assolutamente scoprire dove abita!”
«SsS…SsSfortuna nera, ora mi tocca andare a caSSa
di
quell’ingrata. Fammi…fammi ricontrollare
l’indirizZo. Ssu quesSti cavolo di cellulari non mi ci
raccapezZo, preferisSco andare a bigliettini come ai vecchi
tempi!»
Lopmon
allora ne approfittò: agilmente balzò sulla
recinzione
stradale, da lì al tetto di un’auto, da
là ancora
al semaforo «Ohhh, ecco qua. Allora, che
sSstrada…è
queSsta?» ma approfittando di quella lenta e tremolante
apertura
degli occhiali che volle indossare, Lopmon piombò su di lui
in
un rapido scatto e «Whaaa!!! CHE COSSSA E’ MAI
QUESSTO
ESSSERE?!! SSSTACCATIII!» gli rubò il biglietto
«Preso! E adesso di corsa!» atterrando in strada, e
dileguandosi a gran velocità «U-Un altro di quei
coSSi
come quello di ieri Ssera! SsSono perSeguitatooo!!!»
«Fra
quanto debbo tornare?»…«Prenditi una
mezz’ora, tranquillo Takato! Oggi da quando hai attaccato hai
lavorato tantissimo!»…«La ringrazio,
signor
Harasawa!» Il ragazzo uscì dal salone lasciando
che il
sole vero illuminasse i suoi “colpi di sole”
artificiali:
si destreggiava agilmente con una boccetta tra le mani
«Gel.» e sembrava avere una certa fretta e
obiettivi
chiari «Quel negozio qua vicino…»
…ma per
raggiungerlo, dovette passare di fronte alla casa dove abitava qualcuno
che lui conosceva molto bene. C’era della gente che mormorava
«Non è ancora
tornato…»…«Del
resto il padre lo si sentiva gridare continuamente, quel povero ragazzo
non ne avrà potuto
più!»…«Il signor
Shioda è un violento, di sicuro il figlio
l’avrà
mollato qui andando ad abitare chissà dove.»
“Kazu…” pensava però Takato
“Non
è tornato a casa. Comincio ad essere
preoccupato…non
è da lui. E se gli fosse accaduto qualcosa di
brutto…?
Quando una persona sparisce così, dal giorno alla
notte…!” e quel pensiero lo faceva indietreggiare,
evocava
pallore sul suo viso, quando d’un tratto «Ehi,
Takato!»…«Oh?!»…«Cos’è?
Ti ho fatto
paura?»…«Kenta…no, figurati,
scusa è che…non so, ero tra i miei pensieri, e
poi sai
tra tanti nervosismi e preoccupazioni
quotidiane!»…«Ti
capisco…»…«Cosa?»…«Eh?
No, è che…»…«Lo
sai, è strano:
è una delle poche volte che ti incontro senza Yuki con
te.»…«E’ rimasta a casa, ha
l’influenza…» rispose Kenta. Ma quel
ragazzo con
gli occhiali sembrava interdetto, come se una profonda preoccupazione
attraversasse il suo animo…sicché sia il suo
sguardo sia
quello di Takato furono richiamati dalla porta
dell’appartamento
di Kazu «Hai sentito, Kenta…? Non ci sono notizie
di
Kazu.» Kenta non rispose subito. Il suo sguardo era assorto,
prima sulla porta, per poi adagiarsi sull’amico
«…chissà magari ha litigato col
padre…» si limitò ad accennare con la
sua voce
sottile «Sì, però non
l’avrebbe mai
abbandonato. In fondo hanno litigato molte volte in questi anni, anzi
sarebbe meglio dire che il loro rapporto…è un
vero
inferno che non conosce pace. Tu ti ricordi?» e Kenta
alzò appena uno sguardo non identico al solito, sembrava
velato
di una maggiore profondità «Ti ricordi quando
c’era
la signora Shioda…che vita diversa conduceva il nostro
amico? Ti
ricordi che tempi, Kenta?» poi tutti e due a riguardare
l’edificio «Era una signora così dolce,
e voleva un
gran bene a Kazu. Quante volte l’abbiamo vista venirlo a
prendere
a scuola…!»…«La vedemmo anche
venirlo a
prendere di ritorno da
Digiworld.»…«Oh?...Kenta…da
quanto non ti
sentivo parlare così. Da come lo hai detto…sembri
ricordarlo
benissimo…!!»…«Ma…certo
che me lo ricordo, Takato, non sono mica così sciocco o
smemorato, anche se mia moglie ci tiene tanto a dirmelo,
eheheh!» cercava di assumere un tono scherzoso, ma sembrava
sforzarsi «Sì, questo d’accordo,
però io
intendevo…capiscimi, una cosa diversa! Una cosa
speciale!»…«Digiworld è stata
la nostra
grande avventura…è ovvio che mi ricordi di
allora, anche
se ormai siamo grandi u-una parte del nostro cuore resterà
sempre lì. A-Alle battaglie…gli scontri
mozzafiato, e a
noi stessi ragazzini che sembravamo veri eroi! Uhmuhm! Un po’
rimarremo sempre loro, anche se…siamo cambiati, io per
esempio
mi sono sposato, tu ti sei fatto questi colpi di
sole!»…«…te lo ricordi, come
eravamo
inseparabili io, te e Kazu? Ci vedevano sempre
assieme…perdonami
se ti dico tutte queste cose però, come
dire…è la
prima volta in tanti anni che posso farlo senza…la presenza
di
tua moglie, con tutto il rispetto, e lo desideravo da
molto…!»…«…eheh…caro
vecchio
Takato…» sorrideva Kenta e gli metteva lentamente
una
mano sulla spalla, nonostante il suo tono fosse sospeso,
così
come l’espressione fissa sull’edificio
«…guarda un po’ l’appartamento
di Kazu ha
portato fortuna allora…h-ha fatto persino ammalare quella
rompiscatole di Yuki…» …e Takato a
scrutarlo, si
accorgeva di qualcosa di strano. Kenta gli chiese «Stavi
andando
al lavoro?»…«No, ho una
mezz’ora di
intervallo, volevo fare un salto a un negozio d’abbigliamento
qua
vicino, poi devo anche passare…»
sospirò,
appoggiandosi al supporto stradale dietro di lui e sfruttandolo per
stirarsi «…a casa di una certa Himi, ho avuto un
problema
con Rika cioè per meglio dire, il problema non è
con me
però la faccenda è da chiarire, Himi è
la sua
socia e forse se oggi la trovo in casa riuscirò a scoprire
dove
si è cacciata Rika, devi sapere che è
partita.»…«Takato, è
improbabile che tu
possa trovarla a
casa.»…«Come?» Takato
balzò giù dal supporto «Scusa, tu Kenta
come fai a
saperlo?» ma Kenta, molto serio «Dai retta a me, se
tu
cerchi Himi non la trovi a casa. E’ normale che persone
che…svolgono quelle attività siano sempre in
giro.» Takato lo scrutava attentamente negli occhi
«Sì però…io devo almeno
provarci…Rika…temo sia nei guai, Kenta. Lo sai
che
c’è stato un malinteso con Renamon proprio ora che
è tornata?»…«Lo immagino.
Certo.
Perché Rika non ha un carattere facile, e si fa un sacco di
sensi di
colpa.»…«S…Sì,
è
vero. Ah, a giudicare da come parli sembri sapere molto bene
com’è fatta!» era di nuovo stupito
Takato, e Kenta
accennava un sorriso «Beh, io l’ho conosciuta, no?
Abbiamo
fatto l’avventura insieme, ci ho anche litigato un sacco di
volte!»…«Sì…è
vero…»…«…sei
preoccupato per lei? Non
devi Takato, lo scoprirai dov’è andata
però adesso
è inutile che tu sprechi il tuo tempo a cercare la sua
amica. Il
nome del posto verrà
fuori.»…«Ma-»…«Dammi
retta, tu
ti fidi di me?» chiese Kenta ponendogli le mani sulle spalle,
e
sembrava tenere molto a quello che diceva, ripeté
«Ti fidi
di me?» e Takato era colpito dal modo in cui
l’amico lo
guardava negli occhi «Dammi retta, sono un uomo sposato, in
questi casi le prospettive cambiano e si comincia ad imparare come
vanno certe circostanze. Prenditi…il tuo tempo, torna al
lavoro
presto che ce n’è bisogno e semmai stacca una
mezz’oretta prima, così fai un salto da tua madre
che le
manchi e ti vede poco. I genitori sono fatti così, lo vedo
anch’io con la mia, se per un po’ sto fuori di casa
si
dispiace. Non scappare e correre in giro, prendi le cose…con
calma. Ora vai a questo negozio dove avevi pensato di andare, ne hai
bisogno. Rika lo scoprirai dove si è
cacciata.»…«Oh…»…«Non
guardarmi così. Sono solo cresciuto. Sono un uomo sposato,
che
c’è di strano? Il tempo passa anche per
me.»…«…sì…»
…Takato riuscì soltanto a dire questo, come
spinto dalla
forza superiore di quelle improvvise parole dell’amico,
sorprendentemente rassicuranti e premurose. Che per altro sembravano
animate da giudizio
«Grazie.»…«Che scherzi?
Ci mancherebbe…amici di vecchia data come noi…se
non si
aiutano. Ringrazia Yuki, ahahah! Quell’inutile cicciona ha
fatto
di me un uomo coi fiocchi!» nel riaprirsi del suo sorriso. Ma
quell’invito a fidarsi di lui mosse spontaneamente Takato ad
allontanarsi, gli chiese solo in ultimo «Tu…vai da
questa
parte o dall’altra?»…«Tu
intanto vai,
Takato…
…io resto
qui per qualche istante.» mormorò Kenta, e si
volse a
scrutare ancora la casa dell’amico.
La mano di Kazu
si stringeva attorno all’asta sorreggente l’elica
di
AirWhamon. Con l’altra si teneva il cappello
«Distinguo il
vento, anche se siamo in volo. Me lo insegnarono mamma e
papà,
portandomi assieme a loro in elicottero. Sono quasi arrivato nel
settore giusto. Casa di Babamon e Jijimon…»
…abbandonando gli occhi blu all’azzurro del cielo,
mentre
le piume angeliche liberate dall’elica attraversavano il suo
viso
e sembravano descrivere lo scorrere del tempo e degli eventi…
…si rivide in
compagnia di buffi e tozzi vecchietti digitali, e della sua stessa
meraviglia alla loro vista. Ma al suo fianco c’era
quell’amico dal caschetto di capelli scuri e gli occhiali che
non
lo lasciava mai. Si rivide con lui in un’esilarante
performance
canora immersi in una vasca d’acqua bollente, la sera stessa
a
salire una lunga scala al buio, confidandosi alcuni timori. Seguiva il
giorno dopo la stravagante rappresentazione, in quel teatro che era il
salone della casa dei vecchietti, di una battaglia fra esseri digitali
in cui erano proprio lui e il suo amico le strabilianti star dalle
molteplici tecniche, anziché i domatori la cui parte fu
assegnata proprio ai due anziani, che si divertivano, prima che
deltaplano giallo dall’aspetto un po’ rimediato
portasse
via loro quell’inaspettata ma gradita compagnia restituendo
in
cambio la consueta quotidianità…
…Kazu ora
socchiudeva i suoi occhi…come lo si fa dinanzi al flusso
della
vita…
…ignorando il fatto che il suo viso fosse riflesso dallo
specchietto di Diamon, che a bordo della sua carrozza volante al fianco
di suo padre, spalancava gli occhi «Quello è un
ragazzo
umano, proprio come pensavo!» ammetteva l’anziano
Digimon,
prendendo coscienza della portata di quella che pareva essere una
rivoluzionaria rivelazione. Tanto che l’animo della giovane
Diamon pareva sospeso alla vista di quel viso attraversato da
piume bianche sospinte dal vento…
I Digimon equini
che trainavano la carrozza in cielo correvano rapidi, bucando le
nuvole, con l’intenzione di arrivare il prima
possibile…
Al suono del vento, si
sostituivano nella mente di Kazu le voci del più recente
presente…
“Ka-Kazu sei
ingiusto! Lasciami almeno la possibilità di
spiegare!”
“Spiegare?! Qui non c’è niente da
spiegare, eccetto
il fatto che fra noi due c’è un abisso, un mondo
intero
esattamente come coi Digimon!”
“Io
però ti ho telefonato sempre!”
“Per ottenere informazioni! Soltanto questo, secondo me
perché era quell’arpia a cui hai messo la fede a
venirtele
a chiedere! Tu sei fatto così, non sai mai dimostrare il
carattere con nessuno, i tuoi ti hanno manovrato per renderti un bravo
marito medio-borghese, e lei ha una personalità forte al
punto
che ti ha portato via da tutti noi tuoi amici! Che delusione, io su di
te ci contavo. Eppure in passato non eri così,
Kenta…”
…ed i
suoi occhi tornavano ad aprirsi, e le sue labbra a pronunciare un
po’ tristi «…sto tornando da Jijimon e
Babamon
Kenta, è un peccato che tu non sia con me.»
“Kazu…io…
…non sono come tu pensi…”
“Hai altro da
dirmi?!”
…e poi il suono della linea che cadeva “…neanch’io!”
Ed un
po’ di malinconia, tra le piume, ora che Kazu vedeva il
ricordo
della sua stessa mano, più piccola, saldamente aggrappata al
deltaplano giallo sovrapporsi alla sua di adesso, che stringeva
l’asta dell’elica di AirWhamon «Eh
già…come si volava diversamente,
allora!»
…per seguitare a guizzare su e giù attraverso le
nuvole e
verso la destinazione…
«ECCIU’!!» …e per fortuna
c’era vasta
scelta di pacchetti di fazzoletti, là sparsi sul divano a
circondare una Yuki Kitagawa non propriamente in forma. Si trovava di
fronte alla tv seduta accanto all’altra signora Kitagawa, sua
suocera che accennava «Yuki, ascolta credo…sia il
caso di
intavolare…il delicato discorso che attiene al vostro
matrimonio. Tu…capisci che intendo dire con questo,
vero?» Yuki la guardò. Era seria, non diceva
nulla. Si
udiva uno squillo però in lontananza, sovrapporsi alle
parole
della signora «Parlo di mio figlio,
ma…è anche di
te che mi preoccupo!» che sembrava sinceramente appenata
«La…vostra unione è in
pericolo!»…«Il
telefono…»…«Cosa?»
chiese la madre di
Kenta, portandosi la mano al cuore «E’ il telefono,
devo
anda-ECCIU’!!» balzò in piedi Yuki
«Devo
andare a rispondere!» decretò con la sua voce
nasale, e
si allontanò lasciando sospese a gravare sul cuore della
signora
la parole che non aveva potuto pronunciare.
«P-Pronto? E-E-Ecc---»
«Senti un
po’: come si chiama l’amichetto storico di tuo
marito?»
…chiese
col suo tono oscuro Guardianmon, mentre sfogliava uno dei libri magici
dalle illustrazioni in movimento, lasciando Yuki
«Eeee…eee…» sulla soglia di
quello starnuto.
«Kazu
Shioda, per caso?» sfogliando deciso la pagina, e puntando
l’immagine di lui e Kenta sorridenti l’uno a fianco
all’altro «Guarda un po’ che
casualità. Non
è cambiato poi così tanto. Certo sempre
più di tuo
marito, lui non è cambiato PER NIENTE, direi!...sempre la
medesima faccia da babbeo…»
«Guardianmon, che altro vuoi?!!» sbottò
esasperata
e disperata la grassoccia ragazza.
«Te lo
spiego subito: che ti fai dire dal tuo bel principe tutto quello che
può e che sa a proposito di questo Kazu. Per fortuna esiste
l’amicizia a questo mondo, per tali evenienze, voglio
sapere…tutto, specie gusti in fatto di Digimon, preferenze,
aspetti caratteriali…!» sfogliando pagina, dopo
pagina
«Voglio trasformarmi nell’oggetto dei suoi
desideri, non
farti strane idee non siamo in
ambito…”sentimentale”: intendo farlo il
mio…come si dice? DIGIMON TAMER…»
«M-Ma che
ne sai tu di Kazu, che cosa vuoi, che hai a che fare con
lui?!!»
«E’ passato per caso di qui.»
«…!!...che cosa?! Kazu è a
Digiworld?!» gli
occhi verdi della biondina si dilatarono, nonostante le leggere
occhiaie date dall’influenza.
«Ma vedi un
poco. E’ finito da qualche parte in giro, ma intendo
ritrovarlo e
finalmente smetterla di sentirmi sotto le vostre scarpe unicamente
perché sono solo, povero me. Non ho nessuno ad accrescere la
mia
potenza. Per cui…tesoro oh toh guarda chi
c’è
qui…!...»…passando, senza
però soffermarsi
troppo, su un’illustrazione che ritraeva Kenta e Kazu con i
loro
rispettivi Digimon «…insomma dicevo, certo che si
cambia
nella vita, no ecco insomma vorrei un po’ di informazioni.
Mettevi ad evocare ricordi, davanti al fuoco del caminetto.
Così
magari ti passa l’influenza, hai una voce…chiusa e
dissonante, rispetto a quella melodiosa di ogni giorno, la voce che
hai…» chiudendo il libro di scatto
«…SEMPRE
AVUTO!»
«E-Eeee…eee…
…E-E-ECCIU’!!!!!!!!!»
E quando riemergeva da
quello starnuto il suo viso era ancor più pallido.
«A-Ahhhhh!» si stirava Cindermon nella sua camera
della
pensione «Oggi è una nuova e prolifica giornata!
E’
tempo di mettere il naso fuori, son talmente tante le cose da
risolvere!» così aprì la porta ed
uscì, ma
sebbene si dica che non si deve, lei si guardò indietro
«Oh mamma che casino questa stanza diventa sempre
più
invivibile, da qui un giorno all’altro mi cacciano,
è
proprio vero che sono pericolosa quando lasciata in balia di me
stessa!»
Con calma, ma
anche con quella suo consueto procedere spedito, scendeva le scale
«Sarei curiosa di sapere cosa stanno facendo mio padre e
Diamon,
avranno avuto mie notizie in questo frattempo? Si saranno mai chiesti
che CAAAVOLO ho fatto da quando sono caduta in questo buco di buio e
mistero? Chissà come si mettono le cose per il regno, certo
non
ci siamo lasciati proprio nel miglior modo l’ultima volta,
peròòò, sai
com’è, succede anche
nelle migliori famiglie, lo sto vedendo!» …e in
pochi
istanti fu alla reception, ma la costeggiò senza prestarvi
attenzione quando
«Signorina!...Ci-Cindy?»…«Oah?
Ce l’ha
con me?» si volse, perché il tipo alla reception
l’aveva chiamata «Cindy, no? E’
lei!»…«No cioè sì,
sì sono io
cosa c’èèè? Ah! Va bene
sì
d’accordo sono in arretrato ma lo sa si ricorda che le ho
spiegato tutto quell’impiccio mio, del mio ex-fidanza-tutte
queste rooobe, che non mi passa gli alimenti e via
dicendo!»…«Sì
d’accordo ma…a
parte questo!»…«Ah
c’è pure
dell’altro!»…«E’
arrivato un biglietto
per lei.»…«…?! A quale
nome?!»…«Veramente…nessuno:
me l’hanno
consegnato facendomi una descrizione che le…calza a
pennello!»…«Ah!...capito
“pazza”,
“tossicomane”,
“fumatrice-bestia”…» mentre
faceva uso delle
sue affilate unghie smaltate di rosso per sminuzzare (sotto
l’espressione un po’ interdetta del receptionista)
la busta
del biglietto in tanti piccoli nonché evitabili pezzettini
«Oh, ce l’ho fatta finalmente mamma quanto li fanno
complicati: mmm, vedi un po’ cos’è metti
un…invito…a un ricevimento per…Digimon
se!...magari…IUHM!!!»…«Si
sente bene?»
Cindermon aveva strabuzzato gli occhi «”L’indirizzo di Rika
potrebbe essere questo. Fate presto. By amico-ricordo (quello
dell’anticamera della banca)”
oh mamma santa…ma chi è stato a
portarglielo?!»…«Un ragazzo. Tipo
stravagante,
vestito…come uno del
circo!»…«Capito!
Perfetto, è di nuovo lui, non so cosa voglia e-c-cavoli
sarà una trappola? M-MA CHE KAISER SE NE FREGA se
è una
trappola Rika ha bisogno d’aiuto e questo indirizzo
è una
cartuccia da sparare! Devo correre, SFRECCIARE da Takato:
TAKATOOOOOO!»…«Signorina! Cindy!!
Aspetti le devo
dire che!!!...
…che se
lei non mi dà almeno qualche spicciolo d’anticipo
io la
devo metter fuori se non voglio che gli altri clienti mettan fuori
me!» …ma rimase con un palmo di naso, a respirare
la
polvere sollevata dalla rocambolesca fuga.
«A-Ahh…» Rika si sforzava debolmente a
riaprire gli
occhi…ma incrociava come prima luce quella del cuore
spezzato
che si innalzava come centrotavola di fronte a lei. E dietro di lei due
braccia di pezza rosa a stringerla «Molto bene, hai appena
aperto
gli occhi alla tua nuova vita:
Rika…uhmuhmuhmuhm!»…«Mmm…»
Mentre Renamon, presso
il balcone dell’ambulatorio, col panorama cittadino sotto gli
occhi “Dove sarà finita
Lopmon…?” si
chiedeva, ma poi «Ah!!» ebbe come una folgorazione,
colpendosi la testa «Non posso lasciare che questa apatia mi
catturi! Nonostante Rika mi abbia scaricata non posso permettere a
questo stato di prostrazione di distaccarmi dai miei amici! Molti di
loro hanno fatto molto per me, non ho il diritto di sentirmi inutile e
comportarmi come se lo fossi proprio adesso.» alzando i suoi
occhi sottili verso un orizzonte che vedeva solo lei «Anche
se
è difficile, anche se sembra che la mia esistenza si
riavvolga e
torni a perdere di senso, io sono pur sempre un Digimon!»
compiendo un passo avanti, affrontando lo sforzo «Anche se
Rika…non ha più bisogno di me devo reagire! E-E
trovare
una ragione per andare avanti, n-non posso…vanificare
tutto!»
«Non ha
più senso apparente la tua esistenza. Fattene una
ragione.» ripeteva PinkMonzaemon. Rika era stordita, non
riusciva a reagire «Potrei offrirti la possibilità
di…accettare un compromesso, almeno per non sentire
più
il lacerante dolore di questa voragine di tenebra.»
…le
pareti della casa in cui si trovavano infatti erano sempre
più
pervase da radiazioni magiche che addensavano il buio e le isolavano
dal mondo «Riflettici bene, a volte conviene accettare un
ripiego
piuttosto che intestardirsi a perseguire
l’impossibile.»
descrisse la grande orsa digitale recandosi a sistemare le piantine sul
davanzale «Potrebbe essere un’occasione per far
recuperare
al volo la faccia a te, e anche a me. In fin dei conti cosa rileva a
questo mondo se non gli sguardi della gente…?»
“…in queste ore terribili…”
riusciva ad
assemblare Rika tra i pensieri “…ho ripercorso
questi
ultimi dieci anni…
…quanti sbagli, quante possibilità fatte sfumare.
In
certi momenti avrei voglia di lasciare andare tutto. Lasciar annegare
me stessa in un pozzo tanto fondo da occultare la mia
immagine…”
“Ma
nonostante ciò che non va, e che fa sanguinare il cuore. Che
sembra insensato…” continuava Renamon un
pensiero
che sembrava unico, per poi volgersi verso i suoi figli
“…c’è ancora qualcosa che
permette al sole di
un nuovo giorno di sorgere, per cui vale la pena di lottare! Siamo
arrivati a questo punto percorrendo una lunga
strada…”
“…e-e nonostante tutto non è esaurita
ancora…!!...quella forza!!” stringeva i denti Rika
“Seppur mi senta stremata, e ormai al limite delle mie
capacità, c’è ancora un debole angolo
del mio cuore
che ancora sogna quel futuro…che scorgevo…oltre
il tetto
rossosangue del D-Reaper…quando mi sentivo dentro di
lei…e accanto ai miei amici…”
«Avanti! Dai,
andiamo, quanto vuoi prolungare la tua agonia?» la tentava
PinkMonzaemon di fronte alla quale apriva debolmente gli occhi
“…mi sembra di risentire le parole di
IceDevimon…
…quando descriveva il mio cuore di ragazzina
irrecuperabilmente
glaciale…stringendomi tra le sue gelide braccia, ed
invitandomi
a respingere Renamon per inseguire la sola, nuda e cruda forza! Quella
volta, la luce dei nostri sentimenti, e l’embrione
dell’unione che ci stava congiungendo riuscì a
sciogliere
la ghiacciaia. Ma ora…ignoro se esista una luce in grado di
raggiungermi fino in questo gorgo…”
PinkMonzaemon si sedette di fronte a lei «Ragiona: io sono il
tuo
unico futuro!» Rika la metteva a fuoco a poco a
poco…
«Non
devo cedere…» socchiudeva i suoi occhi
Renamon…
“Non
vorrei buttar via il cammino fin qui affrontato!! Piuttosto preferirei
morire!” era il grido nell’animo di Rika.
«N-Non…devo rinnegare tutto ciò che
è stato,
anche se l’immagine di Rika sfuma all’orizzonte!
I-Io…posso farcela da sola nel crederci, e per questo ora
vado a
cercare la mia amica Lopmon!» alzando la zampa per scavalcare
la
ringhiera…fino a balzare, e a mettersi in piedi su questa.
Guardare i palmi delle sue zampe artigliate
“Io…sono…QUALCUNO.” si
ripeteva Renamon,
rivolgendosi al cielo “Da me è nata della vita,
non devo
trattarmi come un insieme di dati che si è deciso
cancellare. Un
tempo lo ignoravo, ma ora sono abbastanza grande per saper lottare per
me stessa! Amici Digimon…con o senza la mia Rika, Renamon ci
sarà sempre per voi!” sicché
balzò
dileguandosi nella città, come da sempre sua caratteristica.
Rea era al
volante, ma la sua mente riproduceva senza interruzione la lunga
sequenza di scene a cui aveva appena assistito nella casa in cui si era
recata…
“Ecco i tre
Digimon Tamers di punta dell’operazione.”
le aveva illustrato il signor Yamaki, per mezzo del suo computer
portatile “Erano
così giovani e già molto coraggiosi. Ricordo come
se fosse ieri ogni loro audacia!”
“E
questi erano i loro Digimon. Purtroppo si sono dovuti separare. Si
trattò di un…atto disperato di un mio collega. Il
programma era mio…” si era su quelle
parole incupito il tono del biondo uomo “…io
avevo creato Shaggai per arginare il flusso di bioemersioni. Scoprire
che ne fu fatto quell’uso mi lasciò senza parole.
E’
vero, che posso dire, la mia difesa non ha basi. Se solo fossi riuscito
ad elaborare una strategia alternativa! Però sono ancora
convinto a distanza di anni che consultandoci e collaborando, anche
contro il tempo incalzante che ci braccava come un nemico…
…avremmo potuto trovare una soluzione che non avrebbe
permesso
una simile e ingiusta separazione. I ragazzi hanno sofferto molto. E i
Digimon…
…scomparendo hanno lasciato per così dire
“scoperto
il territorio”, hanno permesso alla gente di deformare una
storia
che ci eravamo tanto impegnati a scrivere, a costo delle nostre stesse
vite. Ma non parlo per me, mi riferisco in particolare ai ragazzi.
Wong…mi sbalordì. Fino ad allora non si era mai
comportato in questo modo. Ma credo per quel che ho avuto modo di
conoscerlo…che questo faccia parte del suo carattere:
abbiamo
cooperato come squadra fino al giorno della battaglia finale. Ma lui al
momento cruciale, ha scelto di agire da solo.”
…così Rea parcheggiava, e si affrettava a
smontare dalla sua auto “Ha
temuto che nessuno di noi fosse sufficientemente cosciente della
situazione. Non si è consultato con i suoi compagni, e si
è premunito installando Shaggai nella memoria del Digimon di
suo
figlio, Terriermon…
…mi sorge allora spontanea la domanda: noi cosa ci stavamo a
fare?
A che serve essere uniti?” la ragazza richiuse
lo sportello con decisione. I suoi occhi sembravano puntare ad un
obiettivo.
Henry in quel momento
si trovava al lavoro. Qualcuno lo consultava «Hai tu le
cartelle
del progetto?»…«Sì, le ho
già
ricontrollate, manca solo la revisione finale.» rispondeva
«Bene.» dalla scrivania, specchiando i suoi occhi
nel
display del computer. Sembrava un’azienda molto attrezzata,
una
vasta sala e numerosi collaboratori componevano la sua
quotidianità lavorativa. La sua agilità col pc e
col
mouse si era fatta di dieci anni più fulminea, tanto che
riusciva a lavorare sui progetti e a pensare al contempo “Che
parole posso usare per convincere Terriermon? Ma sì. Posso
dirgli che Aki si occupa di psicologia dell’infanzia, e che
l’avevo consultata per nostro figlio quando poi
accidentalmente
Rea ci ha visti insieme.” e tale possibilità
sembrava
dargli speranza “Sono a un passo dal ricomporre la mia
famiglia…! Dopo tutto la situazione non è tragica
come
può sembrare, se riesco a ricostituire il mio rapporto con
Terriermon spariranno la nostalgia e la depressione, così
potrò riprendere a vivere felice assieme a Rea e Benji. A
poco a
poco potrò…” approfittando del fatto di
non essere
visto per aprire, con movimenti felini, una boccetta e ingoiare una
pasticca, seguita da un bicchiere d’acqua
“…liberarmi di queste pillole calmanti. Non devo
bruciare
le tappe, devo agire con pazienza e presto potrò avere una
vita
come tutti gli altri uomini.” …nel
vociare della
sala, alcuni colleghi chiacchieravano «Stavo parlando col
capo, e
mia moglie è venuta a farmi una
scenata!»…«A
quale uomo non succede?»
Neanche a farlo
apposta, il passo rimbombante e deciso di stivali femminili si faceva
sempre più vicino. Qualcuno stava guardando il display con
Henry
«Veramente un ottimo lavoro. Dove si trova un professionista
più preparato di te?» gli dicevano, e lui
«Grazie,
lei è molto
incoraggiante!»…«E tu accurato
come pochi in ogni dettaglio.»
…ma
questa soffice atmosfera professionale fu trafitta dal militaresco
arrivo di Rea in uno slalom deciso fra le molteplici scrivanie di
computer: Henry quando la vide dilatò gli occhi, e gli cadde
la
mano dal mouse…
«Scusi-devo
passare!» la ragazza non si fece scropolo di superare ogni
ostacolo umano e informatico, fino a giungere a lui che sarebbe fuggito
se non avesse avuto il muro dietro di sé: Rea gli
sbatté
sonoramente una foto sulla scrivania. Quando alzò la sua
mano,
rivelò l’immagine di Henry ragazzino con
Terriermon sulla
testa «Ce n’è voluto di tempo! Ecco chi
è il
“dimenticato” Henry Wong!!» Spalancati
gli occhi di
lui che dalla foto si alzarono sulla moglie, la quale visibilmente
irritata insisteva «Ed ho l’onore di presentarvi il
suo
Digimon, Terriermon!!»
Di certo avevano destato più di uno sguardo.
L’ansia
salì istantanea nel ragazzo «T-Ti prego, che ti
sei messa
in testa? Qui no-qui no!»…«Ah
“qui no, qui
no”…!»…«N-Rea dico
sul serio non
è luogo adatto per le
scenate!»…«Perché, questo
è il tuo
tempio Henry Wong? Qui tutti lucidano la statua del bravo
professionista che sei accidenti a proposito sala megagalattica non ti
sei fatto mancare niente alla faccia dell’ufficetto
“piccola stanza + bagno” che sognavi di mettere su
assieme
quando ci siamo sposati!»…«P-Poi non
è stato
possibile!»…«Ai tempi in
cui…!!»
sbattendo di nuovo la mano su quella foto «Ti chiesi
innamorata
persa una tua foto di quando eri piccolo e mi hai rifilato questa
TAGLIANDO ciò che avevi sulla testa, mi avevi detto che una
tua
amica ti aveva fatto mettere il suo cappello femminile!! Io lo trovo
abbastanza unisex, Terriermon, se permetti! Può andare bene
per
uomo…» indicando lui «…E PER
DONNA, e anche
per donna!»…«…ma che cosa
vuoi
dire…?»….«Che cosa voglio
dire?»…«Sì, parla!! Non
l’avrai mica
incontrato, non sarà mica venuto da
te!!»…«MI CI SONO
RISPOSATA!»…«Finiscila, non è
affatto
divertente!!»…«Ti assicuro di no! Se ti
dicessi
dove l’ho trovato, se ti dicessi in che stato stava quando
l’ho preso questo…Digimon che dieci anni fa si
divertiva
sulla tua testa-»…«SHHH, per
carità, qui non
vedono di buon occhio i
Digimon!!»…«Ahhh!!»
ma Henry era in seria difficoltà «Dico
davvero…!!»…«Adesso non se ne
può
parlare, è un argomento tabù! Va bene, fuori
Terriermon:
parliamo di Benji, allora!»…«No-no-no
zitta ti
prego, qui non sanno di noi!»…«Ah!
Ahahahah, ma mi
sembra ovvio, facciamo prima a dire DOVE sanno di noi, di me e Benji o
di te come Digimon Tamer visto che persino a tua sorella è
dovuta arrivare la lieta notizia come un pugno in pieno
viso!»…«Suzie?! Anche lei, oh mio
Dio!...anche lei
è venuta da te!»…«Ci
mancherebbe, dopo che
li hai resi due disperati, tua sorella e quel povero Digimon: ma ora
guarda, GUARDA!»…«Ah!!
No-No-metti via quel
coso-abbassalo: tra l’altro piuttosto che diavolo
è?!» chiese mentre cercava di piegarle il braccio
«Non ci arriva il genio dell’informatica? UN
DIGIVICE…!»…«Cooosa?!»
trasalì
Henry «Sono una domatrice, caro! Indovina di quale
Digimon!»…«Ora basta, questa messa in
scena
è durata fin troppo!»…«MESSA
IN SCENA LA
MIA, HENRY?! Tu ti sei bevuto il cervello!»
…mentre
due o più spettatori si riunivano per una contemplazione
stabile…
«Per quale
accidenti di motivo non mi hai mai detto un cavolo di tutto questo, che
eri un Digimon Tamer, della battaglia e di
Terriermon?!!»…«Perché avevo
le mie buone
ragio-SHHH, qui ci guardano tutti!»…«E
che
guardassero!»…«E-Ehm, scusate!
E-E’ mia
sorella, vi avevo parlato di Suzie, no?» annunciò
ai
colleghi «Ah, “tua sorella”...? NON SONO
LA
SORELLA!»…«Shhh,
Rea…CIOE’ Suzie
calmati, dammi retta!»…«Io non mi calmo
e non sono
tua sorella Henry, perché mi hai reputato tanto stupida da
non
poter sapere niente del tuo
passato!»…«E’ una
faccenda delicata! Come debbo dirtelo?! Quel passato mi ha
lasciato…dei conflitti, dei problemi che devo risolvere, non
era
cosa da affrontare alla leggera e così
presto?!»…«Abbiamo un FIGLIO noi due
altro che
“presto”!!» mentre lui si guardava
attorno
intimorito «…ah, questa è la fine per
la mia
reputazione…»…«Peccato: ne
avevi una di
tutto rispetto, colpa tua se hai voluto cestinarla come me e come
Benji! Ma insomma se uno ha dei problemi monta questa pagliacciata
anziché affrontarli con coloro che gli sono più
vicini?!
Ma a che servono, l’amicizia e l’amore?! A che
serve la
famiglia…? Vuoi ripetere senza un limite quello che ha fatto
tuo
padre, che per trovare da solo la chiave di volta ha mandato in orbita
tutti i Digimon per la grande tragedia della
collettività?!»…«Che…cosa
sai di mio
padre?»…«Che non ci hai rotto i rapporti
a
diciassette anni, e piuttosto sei rimasto un figlioletto fedele e
devoto!»…mentre attraversavano i sinuosi spazi
vuoti fra
le scrivanie e i computer. Lei se ne stava andando, ma lui la
afferrò per il polso «E va bene, non ti ho detto
la
verità su certe cose, ma ho il diritto ad avere i miei
spazi!
Sono un
uomo!»…«Bravo!!» lei gli
applaudì in faccia «Sei un uomo, hai allestito
tutto
questo ben di Dio ma del tuo passato che ne è stato?! Di
Terriermon, dei tuoi ricordi, dei tuoi sogni, di tutta
quell’impalcatura che ha fatto mozzare il fiato a grandi e
piccini, che fine ha fatto?! Dov’è?!»
chiedeva Rea
con sentimenti e intensità ad inondarle gli occhi
«Dov’è quel mito di fratello che faceva
palpitare il
cuore di Suzie che lo ricordava come una luce di magia?
Dov’è?!...
…quella
persona, non quell’”uomo” di cui mi sono
innamorata
perché anche se parlava poco io gli riconoscevo il battito
di un
cuore nobile…?» Parole che lo privavano delle
parole…
«Dov’è?!...il papà di
Benji…? Quello
che…dovrebbe sussurrargli fiabe
all’orecchio…avendo
avuto la fortuna di averle vissute!» ma gli occhi del giovane
da
strabiliati ora si tinsero di stizza «E’ vivo e
presente il
padre di Benji, tanto da avere le forze per impedirti di portarglielo
via come hai già fatto con il MIO
Digimon!!»…«Il TUO Digimon TI DEVO
DESCRIVERE COME
L’HO TROVATO?!»…«E’
stato tutto un
malinteso! Tu ne hai approfittato per rubarmelo, non ti farò
fare lo stesso anche con Benji!»…«E che
intendi
fare?!»…«Qualsiasi cosa! Tu sicuramente
gli
parlerai male di me e gli racconterai storie dal tuo punto di vista, ma
solo io posso sapere cosa ho passato! Solo io so
cos’è
significato crescere, e attraversare quello che ho attraversato io! I
turbamenti, i problemi! Delle volte si ha la testa che ti scoppia,
queste cose le so solo io e non permetto a nessuno di metterci
bocca!» dichiarò quasi con orgoglio
«Bravo, allora
tienitele ma sappi Henry che anche noi, anche noi!! Io, Suzie, Benji,
Terriermon, anche noi abbiamo passato qualcosa, qualcosa che non
è stato certo una passeggiata di piacere, anche noi abbiamo
provato cose veramente poco augurabili a causa di
“qualcuno” a cui volevamo bene e che ci ha
ingannato e
mentito!»…«Io non vi ho ingannato! Non
vi ho
mentito, se la finissi di sbraitare avrei l’occasione per
spiegare ogni cosa: ma sappi che in un modo o nell’altro lo
farò, io affermerò le mie ragioni! Quel Digivice
almeno
formalmente spetta a me!»…«Ah
sì?! Beh
scordatelo questo è MIO adesso Henry capito è il
MIO
Digivice quindi se vuoi la guerra rivolgiti a un avvocato e
sottoponigli anche questa questione: può darsi che esistano
divorzisti aggiornati circa le nuove tecnologie!!» voltando
le
spalle «Rea, aspetta!!...torna qui!! Non ho ancora
finito!» ma la ragazza se n’era andata sui
rimbombanti
tacchi dei suoi stivali scuri, non senza prima spingere
«E---si
levi!»…«Oh ma…che
maniere!»
l’impiegato di turno.
Henry
bofonchiò «Dannazione…»
stringendo il suo
pugno e accorgendosi di avere mille sguardi puntati addosso
«Chiedo a tutti umilmente scusa, prometto che un simile
incidente
non si ripeterà più! Vi prego di non far caso
alle sue
affermazioni! Sono tutte storie montate! Basta fare appello a un minimo
buonsenso per notare che quella signorina non manca certo di
inventiva!»
In risposta il
silenzio, non granché rivelatore del suo livello di
persuasività.
Rea fece brusco
ritorno alla sua auto, cercando di rialzare la sua espressione
trafelata: una volta montata, appoggiò il Digivice al
volante e
la testa su questo. Per chiudere gli occhi, e tentare
l’audacia
di riunire i frammenti…
Henry intanto
rifletteva “Accidenti, non mi credono del tutto! Non
può
finire così, devo fare qualcosa per riavere Terriermon e la
mia
famiglia! Non mi faccio portar via tutto ciò che mi sono
faticosamente costruito!!” e la determinazione animava i suoi
gesti e il suo sguardo.
Mentre Rea esprimeva
con le lacrime agli occhi “Non mi faccio portare via i
ricordi.
Non mi faccio portar via la leggenda dei Digimon Tamers, anche se non
vi ho partecipato! Ora questo Digivice è mio, chiaro?! Non
gli
permetterò di…cadere in questo mare oscuro,
smettendo di
risplendere!” e lo scorreva tra le sue mani per sentirlo
“Non rinuncio ai sogni, e a una vita di
magia…!”, e
percepire su di esso le tracce delle avventure passate, sia la sua
nuova forma nel presente…
Lo sguardo di
Takato era sospeso in una strana espressione all’interno di
quel
negozio d’abbigliamento. Serio, penetrante, mentre gli si
accostavano chiedendogli «Erano questi quelli che mi avevi
chiesto?» Dopo una breve analisi rispondeva
«Sì. E
anche quelle scarpe in vetrina.» con una nota particolare,
dalla
sfumatura leggermente “dispositiva” «Vuoi
abbinarle
con questo completo?»…«Penso,
forse.» La
commessa lo scrutò da capo a piedi ed espresse
«Beh
francamente per uno come te io penso sia più adatto
quest’altro modello di scarpe. Quelle sono troppo grosse.
Aspetta, ti faccio vede-»…«Ho
già deciso, e
non intendo ritornarci sopra, mi piacciono quelle! E
francamente…credo di essere abbastanza grande per sapere
cosa mi
sta bene o cosa
no!»…«Senz’altro...(!!)…scusa!»
a cui seguì l’insorgere di un lungo respiro nel
ragazzo,
che in fondo si sforzava ad evocare calma dentro di sé
“Non riesco a capire ciò che mi sta succedendo.
Giorno per
giorno divento sempre più spigoloso, prima ancora che ci
abbia
pensato rispondo male a chi mi si rivolge…! Non è
la mia
intenzione…stento a riconoscermi talvolta, ma non riesco a
farne
a meno. E’ come se avessi dentro un enorme quantitativo di
rabbia
inespressa…” «Ecco le scarpe che avevi
chiesto.»…«Grazie. Vorrei provare tutto
subito, mi
può indicare il camerino?» con la stessa nota un
po’ rigida, altezzosa…che però dopo
aver risuonato
gli dava da riflettere…
…quando
in un luogo lontano, bassi, e irritati erano gli occhi gialli di un
Digimon rosso avvolto in un manto nero. Sembrava malsopportare le
proteste che echeggiavano frizzanti attorno a lui
«E’
inconcepibile, Purplemon!! Io finora sono stato obbediente ai tuoi
ordini senza protestare ma questo è troppo!! Proprio ora che
ho
un Digivice anziché spedirmi sul campo contro Digimon
strapotenti tu mi assegni un posto che è
da…è
da…!!...supervisore di nient’altro che INTRIGHI DI
CORTE!!»…«Non sono abituata a discutere
e
ridiscutere all’infinito i miei ordini,
N’Emo!»
predicava un po’ stancamente Purplemon «Non sono
stata io
ad infrattare la Sfera regale, se potessi l’avrei
già fra
le mani!!»…«E che c’entro
io?!!...non si
è mai visto un domatore che trama impicci e imbrogli in un
lussuoso palazzo!»…«Problema tuo, sei
limitato!
Altroché se esistono Digimon Tamer che fanno questo, te lo
dico
io! Ne ho visti! E non è cosa da niente, pretendo che tu lo
faccia e che lo faccia anche bene! E cavolo, serve
eccome!»…«Iiio mi rifiuto!»
N’Emo
gettava a terra con rabbia i suoi occhialoni. Questo gesto fece volgere
di scatto Guilmon, che sembrò provare rabbia “Non
li
sopporto…!!” «N’Emo qui non
sei a casa tua
tanto da poter fare il bello e il cattivo tempo, non sei il capo
dell’operazione! Sono io!! Eh? Decido
io!»…«Ma
Purplemooon!»…”Mi
irritano le loro voci, stento a trattenere la furia all’udire
i
loro stupidi pretesti!” «Guarda: li vedi questi
Purplemon?
Sono leggenda! Questi occhiali appartengono ai domatori
leader!!» affermava N’Emo, che in quelle parole, e
in
quella stretta sugli occhiali sembrava a dispetto della giovane
età porre tanta passione «Io non intendo essere da
meno di
nessuno di loro!»…«E allora esegui
decentemente gli
ordini.»…«Io sono nato per
combattere!»…”Quegli
occhiali…!!...appartenevano a Takato!!” stringeva
le fauci
Guilmon, quando si udì una voce «E’
permesso
intervenire? Mwhahahahahah! Sempre che Vostra Signoria
gradisca…»
E si inchinava con
enfatico fare signorile, il biondo e possente guerriero di sabbia
«Ah ecco Sandmon meno male, vieni avanti che dobbiamo
approntare
gli ultimi dettagli!»…«Ma è
ovvio, io sono
nato per la cura del dettaglio.» avanzò lungo la
sala in fondo alla quale era comparso per raggiungere gli
altri
sul terrazzo, come da richiamo di Purplemon. N’Emo si era
voltato, e alla sua vista aveva alzato gli occhi al cielo e assunto
espressione seccata. Guilmon invece drizzò la sua schiena e
il
capo, per seguire in una posa rigida, orgogliosa l’avanzare
dell’altro Digimon.
Sandmon aveva un sorriso
beffardo e soddisfatto sul suo sabbioso volto, particolare che fu
subito notato da N’Emo «Se fossi in te io avrei
poco da
stare allegro!»…«Oh? Chi ha
parlato???» fece
Sandmon ponendo una mano sulla fronte per cercare qua e là
un
orizzonte di provenienza della voce «Non vedo nessuno. Una
mosca
che vola? Un uccellino?»…«Fai poco lo
spiritoso!»…«Io non faccio lo spiritoso,
la tua
inferiorità è realtà
moccioso.»…«Porta rispetto!!»
si infuriava
il ragazzino, sfoderando il Digivice «Io ora sono diventato
un
Digimon Tamer!»…«Ooooooh, che paura, mi
tremano le
gambe: e-e…dove sarebbe il fortunato Digimon?
Oh…»
si volse appena, degnandosi più che altro, verso Guilmon che
lo
contemplava in silenzio, con occhi altezzosi «Ma se questa
non
è maestosità allo stato
puro…!»…«Che vuoi dire,
Sandmon?!»
rimbeccò N’Emo «Sei tu il Digimon del
ragazzo…?» chiese il guerriero. Guilmon fece un
passo
avanti «Ti è stato appena
detto.»…«Puaf!...non so a chi fare le
condoglianze
prima, se a te o a lui!»…«Grrr, Sandmon
sperimenteremo sul campo chi è il migliore!»
garantiva
N’Emo caricandosi di furia…
…mentre
Guilmon meditava “Chi è questo
presuntuoso…?”
nell’eco di Purplemon «Molto bene, soldati,
disponetevi,
voi sarete le menti dell’operazione-Sfera regale, al profumo
di
fiori d’arancio! E’ un onore non
indifferente!» e di
Sandmon con i suoi inchini «Mi hai tolto le parole di bocca,
pregevole Purplemon!» che scrutava ironico Guilmon con la
coda
dell’occhio.
“Questo Digimon
ha forse intenzione di infastidirmi…?” era il
pensiero del
draghetto rosso screziato di nero, dallo sguardo ora superbo e
distaccato “…ha appena firmato la sua condanna a
morte…!!”
Negli stessi
istanti in cui Takato si infilava quell’attillata e scollata
maglietta scura, scrutandosi nello specchio del camerino “Non
so
io stesso cosa sto facendo: ho preso questa iniziativa senza pensarci
troppo, una volta tanto! Non desidero diventare…duro, e
respingente, però una cosa è certa, e
cioè che
sono stufo di vestire panni che semplicemente ho trovato a
portata di mano, d’ora in poi non accetterò
più di
apparire come qualcuno che non abbia scelto io di essere! Io ho avuto
alcuni problemi: ma i miei amici stanno peggio di me!”
scrutandosi da un lato, e dall’altro, misurando
l’aderire
di quella maglietta al suo corpo “Ho perso molto del passato,
e
ho un presente incasinato? Bene! Abbiamo personalità
sufficiente
per far fronte al problema, occorre solo prenderne
coscienza!!...perciò, si inizia dall’aspetto a
scoprire
chi siamo, è la prima cosa!” osservandosi, e
ritenendosi
dopo tutto soddisfatto. Lo specchio rifletté il percorso
della
sua espressione, da audace, e verace si sarebbe detto, seppur un
po’ spavalda…a gradualmente più
gentile, morbida
“Lo sai…?” si diceva dentro. E nel suo
cuore
tornavano a scorrere le scene della sera prima “Mentre svolgo
le
mie faccende, mi riaffiorano le tue lacrime. Il pensiero non mi lascia
mai…”
Jeri si ridava gli
ultimi ritocchi al trucco approfittando del provvidenziale specchietto
retrovisore di un’auto, e riprendeva a camminare, soffiando
fumo
nell’aria, ma anche lei sembrava presa da un
pensiero…
“Chissà, è possibile che sia rimasto
tanto di me di
allora, al punto da avvertire in alcuni rapidi flussi di istanti, che
il tempo non è passato e sono ancora cotto di te come lo ero
da
bambino? Alcune cose sono inspiegabili…” il
pensiero gli
evocava l’accenno di un sorriso
“…però ora
non c’è tempo ed è inutile, tu non
provi niente di
vagamente simile, sei felicemente fidanzata. Certo è che non
ho
intenzione di aspettarti travestito da quell’amico che sono
per
te. Quella parte mi ha stancato. Tu sei libera di considerarmi tale
finché vorrai, ma io…volerò
più in
là.” accingendosi ad uscire, oltre la tenda
“O
almeno ci proverò!” portando nel cuore dolcezza,
ma anche
decisione.
Quando per la ragazza,
dal viso nel quale si leggeva la stanchezza, quei pensieri sembravano
fonte di dubbio, conflitto interiore. La portavano a nuotare in quel
mare, senza trovare appiglio.
«Oh-h…» gli occhietti di Terriermon a
poco a poco
si riaprivano, dinanzi a raggi del sole che filtravano dalla finestra
rigando il letto nel quale aveva riposato, ed il visetto di quel bimbo
dai capelli scuri seduto di fronte a lui, che gli tendeva le braccia
come se volesse giocare. Il Digimon si destò lentamente,
scrutando il bambino fino a che «Oooh?» Benji non
gli
afferrò le orecchie. Ma gli veniva da sorridere, i suoi
occhi
luccicavano di una luce più vitale di quella del sole
«Ti
piacciono le mie orecchie…?» accennava Terriermon
seppur
un po’ insicuro, ritroso «Tu chi sei,
perché sembro
piacerti tanto…?» ed era tanto concentrato su di
lui che
non fece caso al campanello. Si udì la voce di Suzie
«Questa dev’essere Rea che torna,
vadooooooooo!»
Ma
qualcuno all’esterno per arrivare a quel campanello aveva
dovuto
«Ohp!» balzare.
Tanto che quando Suzie aprì «OH!!»
(canzone: S
Club 7 - Have you ever)
Il fiato
si spezzò in due metà perfette in quel sussulto
reciproco
suo, e della coniglietta digitale marrone «Mi scusi
signorina! Mi
appello al suo buon cuore, non siamo creature ostili! E’
venuto…per caso in questa casa un mio amico
che…vede?
E’ indentico a
m-»…«LOPMON!!»
Pochi secondi di
sbalordimento e poi, a dispetto di età e cambiamenti
«AH!
SUZIE!!»…«LOPMON!!...NON POSSO
CREDERCI!!»
in un’esplosione di lacrime. Si sarebbe gettata su di lei ma
tale
il sussulto che i suoi movimenti erano incrampati ed esitanti
«Su-Suzie…sei
tu?...»…«Sììì!!»
e le
lacrime iniziarono a sgorgare anche per la composta Lopmon, i cui occhi
si chiusero «Sei tornata per me…»
sussurrò
Suzie, e Lopmon aprì il suo sguardo, per poterla contemplare
in
quel sorriso che abbandonava tante ansie
«Cielo…come sei
bella. E come sei cresciuta…! A-Adesso…
…sei tu…che
puoi…chinarti…per mettermi
sulle…tue…spalle!»
Suzie sorrise
serena tra le lacrime, e nel ricordo di Antylamon a Digiworld che si
chinava a sostenere la bambina dai codini, lasciò che le sue
mani scorressero su quel corpicino piccolo e digitale, incredule di
poterlo toccare di nuovo
«Suzie…»…«Lopmon…cara
Lopmon!!...AMICA MIA!!» nell’esplodere di quel
pianto
disperato e a lungo frenato, totalmente reciproco «Suzie!!
SUZIE!!»…«QUANTO CI HAI MESSO A TORNARE,
ERA
ORA!!»…«Suzie, sapessi quanta paura
avevo!!
Temevo…!! Temevo che mi avessi
dimenticata!!»…«Sciocca!!»…«Che
magari…!!...che magari non amassi più i Digimon,
che
ridessi di me con i tuoi amici!!»…«Ma
quanto sei
stupida, ma quali amici, QUALI AMICI?!» e la
guardò
diretta negli occhi «Focalizza la regola numero uno: qui non
si
hanno amici!»…«Come?»
stritolandola di nuovo
«No!! Qui niente amici, QUI NIENTE AVVENTURE, QUI NIENTE
FELICITA’…senza di
voi!»…«Allora anche
tu mi hai pensata?!»…«TUTTI I
GIORNIIIIIII!!!...
…sono cresciuta, so-sono cresciuta centimetro dopo
centimetro
aspettando te, mia piccola amica digitale! Gra-Grazie per non avermi
abbandonato!»…«…io non
potrei…diventai il tuo Digimon tanti anni
fa…»
…mentre
il Digivice di Suzie si era attivato da solo, e fluttuando di luce
propria le raggiunse, inseguito da uno sbalordito Terriermon
«Oooh!» che cadde a faccia a terra.
«Finalmente posso stringerti, NON HAI IDEA DI QUELLO CHE HO
PASSATO, LOPMON!»…«Oh
Suzie…le tue
lacrime…i-il tuo pianto disperato è
inconfondibile,
identico a quello di allora!»
«Lopmon…» alzava il capo
Terriermon…
Ed era vero,
Suzie piangeva e si disperava esattamente come quando era bambina
«Se potessi anch’io raccontarti ciò che
a noi
è succes-…
…aspetta…
…cosa
intendi dire?!»…«Oh?» Suzie
alzò
ingenuamente lo sguardo, e Lopmon lo fece determinato «Che
intendi dire con “quello che hai passato”?! Cosa
è
successo?! Chi ha fatto soffrire la mia
bambina?!»…«Oh…» e
di nuovo stretta,
grida e singhiozzi mentre Lopmon andava a tentativi «Un
ragazzo?!
Gli rompo il muso!! Forse un’amica falsa e bugiarda?! Basta
solo
che me la indichi per strada, la faccio volare in orbita!! Dimmi il
nome,
Suzie!»…«Henry…»…«Ahh,
assaggerà la vendetta di un Digim-…
…come hai detto?»
Mentre arrivava anche
Rea, appena risalita, che dovette pararsi gli occhi
«Ahhh!!»
…dalla luce
sprigionata dal Digivice rosa che mutò forma acquistando la
decorazione di un vivace collare bianco «Sì,
è
stato Henry a farmi a pezzi il
cuore!»…«Tu mi
prendi in giro…» replicava l’attonita
Lopmon,
mentre Rea accennava «Chi è questo
Digimon…?»
«…la mia
amica Lopmon.» rispondeva un ancora insicuro Terriermon, con
un
filo di voce. Proprio allora Lopmon lo vide e sussultò
«Terriermon!...meno male, non sapevamo dove fossi!!...Suzie,
Terriermon, cos’è accaduto con Henry, vi prego
parlate!»…«Ti spiegherò
tutto, amica
mia!» rispose la ragazza.
Mentre Rea avanzava
incredula per la casa. Prese in braccio Benji, e si volse verso i due
Digimon e Suzie, che contenta affermava «Non sapete che
gioia,
riaccarezzarvi entrambi!»
“Ecco un altro
passeggero a bordo!” pensava Rea stringendo suo figlio
“Ecco un’altra beata incosciente.
Un’altra che
stenterà a credere a ciò che hai fatto.
Henry…è scritto proprio che sia io ad accogliere
in casa
tutti i frammenti che tu hai calpestato? Per carità, per me
è un piacere! Ma tu, quanto sei stato mascalzone da 1 a 10
anni…?” in quella domanda dell’anima che
però
aveva una venatura di premura.
Nella
gioia di Suzie che «Oh?» riaccoglieva tra le mani
il
Digivice, realizzando «Ha cambiato aspetto…!
Questo vuol
dire che non è la fine: questo significa che anche noi
abbiamo
un futuro!! Ahahah…!» alzandolo, e rimirandolo
come un
trofeo.
Mentre sia
Lopmon, sia Terriermon, sia Rea rivolgevano lo sguardo in alto,
interrogandosi su quel futuro...(fine-canzone)
Un balzo, e le
sue scarpe toccarono quel suolo fattosi simile alla superficie lunare
“Ci siamo.” La mano a reggersi il cappello per
evitare che
volasse sospinto dal vento battente, come facevano ora di fronte a lui
molteplici piume angeliche, tanto che AirWhamon, emettendo un lieve
suono, richiuse l’elica e ritirò l’asta.
Il flusso
di piume venne meno così da permettere a Kazu, che stringeva
gli
occhi a causa del vento, di distinguere quell’umile casa sul
cui
tetto svolazzava un telo giallo e consumato. Lo stesso per le case nei
dintorni, che sembravano abbandonate, ma lui ne aveva puntata una con
sicurezza quasi inspiegabile «Non la confonderei per nessun
motivo…» muovendo il primo passo. Guardandosi poi
attorno
«Com’è cambiato qui. O meglio, tutto
è
rimasto esattamente uguale, ma le rocce hanno perso la loro tinta rosso
vivo. Del resto può accadere.» e deciso, contro il
vento,
avanzò senza voltarsi «Aspetta qui,
AirWhamon…
…vado
incontro a un attimo da sogno…» …che
sembrava
identificarsi nell’entrata di forma circolare che sempre
più nitidamente si delineava ai suoi occhi…
…quando
sulla terra, nella sua casa, il sonno di suo padre veniva spezzato
dalla presenza di qualcuno «O-Oh…chi è,
cosa
vuole?»…«Ohoh! Buongiorno signor Shioda,
come se la
passa?» chiese una voce gioviale «Le ho chiesto chi
è…n-non sei mio
figlio!»…«Sono il suo
amico, c’è andato vicino, ritenti, sarà
più
fortunato la prossima volta!» scherzava Kenta «Sono
Kenta
Kitagawa, possibile che non si ricorda di me? Aaandiamo, lei non
è mica uno sciocco, io e suo figlio facevamo coppia fissa, e
che
coppia temibile!! Pomeriggi interi passati a scannarci con le carte,
Kazu mi batteva puntualmente!»…«Lasciami
dormire,
non ho voglia di ricordare quel
periodo…»…«Ero venuto a
vedere se aveva
bisogno d’aiuto! Vede…col fatto che suo figlio non
è qui ho pensato che le potesse servire assistenza! Lo
sa?...lei
mi è sempre stato molto
simpatico!»…«…ora che ci
penso la tua faccia
mi dice qualcosa…»…«Vede che
si ricorda? Ma
è ovvio che le dica qualcosa, facevo parte dei Digimon
Tamers!
Può aver forse rimosso l’apparizione trionfale
della
nostra
arca?!»…«L’arca…mia
moglie era
con me…»…«Già,
anche mia madre. E
anche il paparino!» replicava quel ragazzo occhialuto dal
sorriso che sembrava radioso…tanto che persino il padre di
Kazu
sembrò accennarne uno «Al
parco…lei…piangeva, e quando distinse nostro
figlio nella
folla di ragazzi e creature digitali lo fissò come un
miracolo…!»…«Uhmuhmuhm!...quella
era
un’era di miracoli, mio caro signore…!»
Dal negozio di
abbigliamento uscirono prima le buste, e poi un ragazzo che indossava
delle modernissime e bianchissime scarpe, che faceva del suo meglio per
destreggiarsi su di esse e con i pacchi. Quando udì una voce
«Ehi, Takato!»…«Oh?»
e poi lo stesso
richiamo ma da una voce diversa «Takato!!»
quest’ultima più gracchiante della prima
«Ryo!...Monodramon!» rispose il ragazzo alludendo
all’amico e al draghetto che spuntava dal borsone. Il primo
dei
due si piegò affannato «Uff, puf!...giornata da
annali!»…«Puoi dirlo forte.»
commentò
Takato, e Ryo «Non immagini quello che sto per dirti, per
fortuna
che Monodramon ti ha visto così siamo cors---…
…no…no, ahhh ma ditelo che è uno
scherzo! Scusi
dimentichi tutto io ho fatto un errore cercavo Takato, non
un…bellone del cinema, un fotomodello,
u-un…!!»
Tanto che il
ragazzo, che i raggi del sole carezzavano nei primi istanti di nuovo
look, accennò un sorriso in fondo al quale traspariva
gratitudine «…il mio amico Takato non è
così, lui è uno timido, sempre ripiegato su se
stesso
mica uno che ascolta i saggi consigli del suo amico, MICA
UNO…!!...in procinto finalmente di acquisire consapevolezza
di
sé!!» in un’apertura
d’entusiasmo, accentuata
dal Digimon «Stai proprio bene,
caspita.»…«Ringrazio tutti e due: ebbene
sì
Ryo, puoi andarne orgoglioso!» muovendosi i capelli
«Questa volta ho proprio voluto seguire il tuo consiglio, per
filo e per segno!»…«Non farmi
commentare: perfetto,
ma…ma! Stai alla
grande!»…«Grazie!»…«Ryo
ha
ragione!» confermò Monodramon, e ancora Ryo
«Sì però…togliamoci di qui,
passano le
macchine andiamo,
andiamooo…là!»…«Al
parco, Ryo.» confermò di nuovo il Digimon, e Ryo
«Stavamo passando a controllare personalmente le tracce, ehi
ho
saputo dello scontro di
ieri!!»…«Già,
purtroppo.» fece Takato mentre si avviavano. Ryo a quel punto
riferì «E non è tutto, per nostra
sfortuna!»…«A che ti riferisci, premesso
che ho
già qualche idea?»…«Ah,
stento a crederlo!
Da dove comincio? Accidenti, qui c’è solo
l’imbarazzo della scelta! Ma insomma si può sapere
che
diavolo è accaduto fra Rika e Renamon?! Io ho provato a
rintracciare al cellulare e in giro quella pazza ma
lei-»…«No, Ryo, purtroppo non si
può sapere
fino a che non scopriamo noi dov’è andata,
perché
devi sapere che Rika è
partita.»…«Partita?
Che vuol dire partita?»…«Lo
ignoro…fino a
che non avrò qualche coordinata almeno sulla distanza
percorsa!!»
Negli stessi
istanti, il bigliettino già piuttosto spiegazzato e
malridotto
giaceva tra le dita di Cindermon, che usciva dal salone,
sull’eco
di Harasawa «E’ in pausa, dovrebbe star tornando,
non so
dove andava.»…«Caspita, accidenti, devo
fare in
fretta MA DOVE PUO’ ESSERSI CACCIATO?! Possibile-io in questa
città così grande MI PERDO ora non ce la faccio a
restare
qui sono troppo agitata vado a cercarlo!»
«Ma
insomma ma questi sono sballati! Sono appena tornati i Digimon e
vogliono far saltare la reunion?!!» esclamava Ryo, e Takato
«Che posso dirti Ryo sono…senza parole quanto te,
ma…!...perché stai parlando al
plurale?!»…«Perché? Ah,
questa è
l’altra grande notizia: ho appena sfiorato
l’infarto se non
fosse stato che mi ha chiamato adesso Lopmon in
persona!»…«In Digimon, Ryo.»
lo corresse
Monodramon «Fa lo stesso! Per fortuna è stato
ritrovato
Terriermon anche se non ho idea di come, almeno sapere che sono al
sicuro, ha detto che stanno da un’…amica di Suzie!
Non
chiedermi altro!»…«Cosa? Scusa non
capisco, mi
sta…sfuggendo completamente tutto: da un’amica di
Suzie
coi Digimon?!! Ma che sono impazziti, perché non sono a casa
Wong, che vuol dire che Terriermon non si
trovava?!»…«Se non lo sai tu Takato
stento a
credere di poterti dare una mano.»…«Non
doveva
organizzare la sorpresa, la festa per il
ritrovamento?!»…«DOVEVA! E li ho aiutati
io ma mi
sono visto Terriermon schizzare via dal portone, in lacrime, come un
fulmine: l’abbiamo cercato a perdifiato non sapevamo
più
dove sbatterci la testa!!» Trafelato era lo sguardo di quel
ragazzo che da pochi secondi indossava una maglietta attillata
«Ed Henry…? In tutto questo
dov’è, cosa
fa?» mormorò, ma Ryo «Non ho capito,
ma…!
Dai confusi accenni di Lopmon pare abbiano avuto un disaccordo. Con
Terriermon.»…«Un
disaccordo…»…«Per questo si
sono sistemati
altrove.»…«Ma è inaudito!!
Adesso non
bastava Rika, ci voleva anche questa storia di Henry e Terriermon:
quello avrà saputo del
figlio!»…«Eh beh
sì, probab---DEL FIGLIO?!! Terriermon ha un figlio?!
Monodramon,
Terriermon ha avuto un figlio a Digiworld, e con chi, con
Lopmon?!»…«Ma no, Ryo, non dire
stupidaggini, quale
figlio?» replicò il Digimon «E
allora?!» ma
Takato svelò l’arcano «No, Ryo, il
figlio è
di…è di
Henry!»…«Ahah,
divertente!»…«No, affatto purtroppo,
pare abbia
avuto un fi---…pfff…un figlio
all’estero adesso non
dirmi con qua-con quale moglie perché se tu ne sai quanto me
di
certe cose io quanto te di altre!»…«Oh
mamma…» a Ryo quasi cadevano gli occhiali da sole
«Ma io l’ho incontrato, l’ho visto
proprio ie-ti-ti
ricordi, Monodramon?!»…«Certo, in
pasticceria!»…«Tutto tranquillo,
pacifico, comprava
una crostatina da consumare in
famiglia!»…«Tranquillo, certo, come i
miei amici
puntualmente, tranquilli mentre il mondo circostante crolla a pezzi!
Quello pensava a comprare una CROSTATINA quando gli hanno PORTATO VIA
IL FIGLIO e adesso chissà che altro casino ha messo su con
Terriermon!»…«Uguale al padre, per filo
e per
segno! Il caro Signor Genio che ci ha soffiato i Digimon tanti anni fa,
gli Wong con quella faccia da santarellini si fanno gli affarucci loro
ma adesso se lo becco faccio una sturata d’orecchie da paura
sia
a lui che a suo padre, ora si fa fregare il figlio in modo
analogo?!»…«Ma tanto ormai io ho
realizzato, Ryo,
non credere: io ho gli amici pazzi!! Sono matti da legare, non
c’è altra spiegazione, per loro
l’esaurito ero io
quando questi sarebbero capaci
di…di…!!...prolungare
questo strazio anche se A LORO è stato concesso di
interromperlo! Devo subito parlare con Henry, me-me…ne
infischio
che ho litigato col padre, se necessario mi scuserò in
ginocchio
pur di essere ammesso in casa! Oppure Rika ha la
precedenza…?» Takato si massaggiò la
testa
«Io dovrei…anche rintracciare
Himi…»…«Himi, chi, la socia?
Tempo sprecato,
l’ho cercata al locale e a casa ma non
c’è!»
Takato sentiva quelle
realtà piombare una dopo l’altra su di lui come
pesi, ma
emerse fra di esse il ricordo della voce dell’amico
“Ti fidi di me?”
“Dammi
retta, sono un uomo sposato, in questi casi le prospettive cambiano e
si comincia ad imparare come vanno certe circostanze.
Prenditi…il tuo tempo, torna al lavoro presto che ce
n’è bisogno e semmai stacca una
mezz’oretta prima,
così fai un salto da tua madre che le manchi e ti vede poco.
I
genitori sono fatti così, lo vedo anch’io con la
mia, se
per un po’ sto fuori di casa si dispiace. Non scappare e
correre
in giro, prendi le cose…con calma. Ora vai a questo negozio
dove
avevi pensato di andare, ne hai bisogno. Rika lo scoprirai dove si
è cacciata.”
«Ti
aiuterei se…accidenti, io devo pure scappare a casa, e dopo
sbrigare alcune faccende per lavoro!» ma Takato si volse
«Ryo! Non preoccuparti: con calma! E’ una
situazione che
dobbiamo gestire…un po’ alla volta, non
è facile.
Anch’io devo tornare al lavoro, ma non appena stacco vedo di
occuparmi sia di Henry sia di Rika come ho promesso! Tu pensa a tenere
compatti i Digimon, finché puoi. E fammi avere
notizie!»…«E’
garantito.»…«Ciao, ci
vediamo!» …e
nonostante tutto non si fece rallentare nella corsa da quelle buste.
«Takato,
io e Kazu eravamo inseparabili: se lo ricooorda, vero mio caro
signore?!» poneva Kenta l’interrogativo a
mo’ di
sfizioso indovinello, tanto da aver quasi incantato Shioda
«Io
ero un ospite fisso a casa vostra! Lei mi prendeva puntualmente in giro
per i miei occhiali, quando mi distraevo me li sfilava a tradimento per
poi ridere del fatto che non vedevo un tubo
senza!»…«Oh-hhh…»…«E
arrivava sua moglie…» bisbigliava il ragazzo
nell’orecchio dell’uomo «…che
sul più
bello ci portava la merenda sulla quale io e suo figlio ci tuffavamo a
pesce, era una vera lotta, chiunque si fosse infilato là in
mezzo avrebbe visto i suoi pezzi volare per la stanza il secondo
dopo…»…«M-Mia
moglie…!...aveva molto
a cuore voi ragazzi, diceva…!...che dovevate giocare in
pace,
avere un’adolescenza serena, si
preoccupava…!...c-che io
non vi disturbassi! Spesso…invitava gli amici di Kazu a
rimanere
da noi a cena!»…«Come no! Certo! Io sono
restato un
sacco di volte!...
…ho ancora quel sapore delizioso nei ricordi, se mi sforzo a
ricordare gli enormi bocconi che
facevo…»…«Ahahah…!»…«Se
li ricooorda, ci avrei giurato…!» sorrideva il
ragazzo
dai capelli scuri e gli occhiali, ma da dietro gli occhiali e da dietro
il sorriso non smetteva di fissare il padre del suo amico…
…quell’amico che ora, come se si trattasse di un
suolo
sacro, oltrepassava in punta di piedi la circolare e roteante entrata
di quella casa buia, in cui smarrì i suoi occhi che
sbucavano da
sotto la falda del cappello. Blu come il cielo là fuori da
cui
il vento negli anni aveva scacciato il sole, pallido il suo viso simile
al chiarore della luna. Smarrito il suo sguardo…che
riconosceva
quella casa di suoi cari e lontani ricordi, ma che era intimorito dal
silenzio: quel luogo sembrava abbandonato. Kazu cercava di distinguere
le forme nella sala, e per farlo si aiutava col ricordo di se stesso
ragazzino, quando assieme a Kenta aveva inscenato una lotta fra Digimon
per divertire i due anziani padroni di casa. Ora, nel presente non
aveva bisogno di guardare a terra per sapere che vi era adagiata
quell’asse di legno, che i due Digimon usavano per sprangare
la
porta contro gli assalti del vento…tentò di
ritrovarla, e
vi riuscì, al contatto con l’asse nacque un
sorriso sul
suo volto «…è rimasto lo stesso
odore…»
Con movimenti
delicati, come un figlio premuroso nella casa dei suoi genitori,
sprangò la porta come già in passato aveva fatto.
Per poi
volgersi «Dove saranno i miei
vecchietti…?» ed
avanzare…
…colpendo ma
non con più energia di un passo felpato quegli occasionali
oggetti a terra a picchiettare di disordine l’antica dimora.
E
quel lungo pertugio di scale, che gli concesse il dono di poter
appoggiare la mano al muro, per evitare di cadere, e scorrere le sue
dita in quell’antichità che tanto aveva cercato, e
che lo
faceva stare bene. Gradino dopo gradino, era come ripercorrere la vita
al ritroso, mentre il suono del vento si faceva sempre più
lontano. Era un soffio, che avvolgeva quel settore là dove
dopo
dieci anni non vi era quasi più nessuno.
…ricordandoli, ad inchinarsi di fronte ad un camino a
ringraziare per la giornata vissuta in compagnia, Kazu scostava la
porta della stessa stanza «…ss…siete
qui, mi
sentite…? Scusate, io non voglio farvi del male, non sono un
malintenzionato, vorrei sapere se vi ricordate di me.
Babamon…Jijimon…?» li cercava, ma era
arduo,
poiché era molto buio. Il camino era spento, e la sedia a
dondolo a cui si appoggiò, vuota. Per un attimo ebbe timore
di
essere giunto là invano…ma d’un tratto
«Chi
è…? Sei…tu, ci hai portato la spesa?
Ma quanto ci
hai messo, era ora…!» la voce di una vecchietta,
che lo
fece sussultare in un sorriso di gioia «Ahah!»
quando si
volse e riuscì a scorgerla nel letto, sotto le pesanti
coperte.
E anche lei, quella creatura elfica e preistorica dalla bocca cucita
coi punti, si aprì in un sorriso «Ahhh, ma tu non
sei il
nostro fido ragazzo della spesa. Io ti conosco, tu
sei…!...»…«Oh,
Babamon…»
nell’insorgere della commozione, giungendo da lei
«Cara
Babamon! Ti ricordi di me, per
caso?!»…«Certo…!»…«Q-Quel
giorno, coi miei amici!» cadendo in ginocchio ai piedi del
letto, mentre lei accennava un po’ affaticata
«Black…war…Kazumon…»…«Ah,
sì…! Sì…!! Sì
però…quello dei Digimon era soltanto un gioco! Io
mi
chiamo Kazu…semplicemente…
…sono un essere
umano…»…«Ma lo
so…»
l’anziana Babamon con il fare di una nonna aggraziata, si
sforzava ad alzare la sua mano tremante «…non sono
mica
così rimbambita…» …per
carezzare il volto
del giovane che già le riscaldava l’altra mano con
entrambe le sue «…sei sempre stato un
ragazzo.»…«Sì…»
E lui era
felice, poiché la udiva parlare come se non fosse passato
poi
così tanto tempo, e in fondo quel ricordo fosse ancora
chiaro
dentro di lei «Babamon, sapessi quanto…quanto ho
desiderato rivedervi. Voi avete sempre rappresentato
l’infanzia,
e l’innocenza di un tempo in cui era concesso sognare! Quando
me
ne
andai…»…«…volasti…d-di
che
colore era il deltaplano che prendesti?
Viola…»…«Giallo…!
Ma non
importa…cara…cara
“nonna”…Babamon,
io…!...quando andai via, poi…!...andai nel vento.
Fuori,
al vento gelido. Andai a soffrire, e a faticare molto. Quanto, dal mio
cammino con il vento a soffiarmi nelle orecchie mi soffermai a
rimpiangere di non essere rimasto al vostro
fianco!»…lei
lo carezzava e gli asciugava le lacrime «Ti
mancava…eh…? Un po’ di
calore…del
camino di casa…di Babamon…e il suo Jijimon: ogni
tanto ci
vuole. La vita è tanto fredda…e
ventosa…»…«Sì…!...sì,
tanto…tanto, ma…» con la voce che gli
si spezzava
in un celestiale sussurro «…almeno sono riuscito a
tornare!» e l’espressione gli si scioglieva in un
commosso
sorriso «…volerlo è stato sufficiente.
La strada
è stata lunga, ma…» e guardandosi
attorno
«Sono di nuovo da voi! Nella vostra casa! Accendiamo il
camino,
avrete…avrete freddo!» premurandosi a rimboccarle
le
coperte, ma lei lo trattenne per la mano «No. Non ce
n’è
bisogno.»…«Cosa?»…«Eh…»
Parlava lentamente, ma
sorrideva la vecchietta digitale. Sembrava serena «Ormai
caldo o
freddo per non importa più. Siamo
stanchi…» nel
progressivo meravigliarsi e rattristarsi dell’espressione del
ragazzo «…tanto
stanchi.»…«Babamon,
coraggio!»…«…ormai siamo solo
di
passaggio.»…«No!»…«Guarda
Jijimon…» alludendo all’altra creatura
alta come
lei, quel cespuglio di barba e capelli bianchi che le dava le spalle
nel letto, appoggiato sul fianco. Kazu alzò occhi ingenui su
di
lui «…è da questa notte…che
non riesce
più a parlare.»…«Ah!
Jijimon!!» il
ragazzo provò a muoverlo, benché avesse timore a
farlo
«Jijimon, come stai?! Come ti senti, ti sei accorto di me, mi
riconosci?! Sono il ragazzo di quel giorno!!»
Jijimon
non rispondeva. Ma aveva occhi ancora aperti, seppur ripiegati sotto la
sua cespugliosa natura, respiri ancora visibili, e pensieri ancora
intatti “Certo che mi ricordo di te. E’ da quando
sei qui
che ti ascolto.” «Non darti
pena…»…«Ah?!» Kazu
si sorprese alle
parole di Babamon, che gli scostò la mano «Per noi
va
così. Abbiamo visto…e vissuto tanto. Mano a mano
tutto di
noi si prepara a lasciare questa casa. Jijimon mi ha
anticipato…con la sua voce. Mi fa così strano
pensare
che…non ascolterò più la voce di mio
marito,
così familiare. Ahhh…però so di per
certo che non
sarà per molto. Presto sarò assieme a lui in un
luogo…» mentre gli occhi di Kazu si riempivano di
lacrime, all’insorgere di quella triste consapevolezza
«…dove non esisteranno più questi
seccanti dolori
per il freddo, e saremo uniti e briosi come sempre. Finalmente
liberi…voleremo nel
cielo.»…«Babamon…!...n-non
dire così.
E-E’ solo a causa del freddo, e del camino spento che oggi vi
sentite un po’ fiacchi!» stringeva lui la mano
dell’anziana, asciugandosi gli occhi nel suo parlare
concitato
«Voi siete tempre…di tutto rispetto! Il vostro
momento
della
lotta!»…«…andiamo…non
piangere…»…«Non mi potete
lasciare!!...ho
fatto tanta strada per rivedervi!! Jijimon, risvegliati, parla ti
prego!! Anch’io non accetto di non riudire la tua voce, anche
se
non ti vedevo da dieci anni!!»
“…il
Cielo sa come lo vorrei, figliolo. E come vorrei girarmi, per vedere il
tuo viso, ma lo immagino. Devi essere un ragazzo bellissimo. Devi
esserti fatto bello e buono come è giusto che
sia.”…«…Jijimon…!!»
lui
chiamava Kazu, piegando tristemente il capo sotto il cappello carezzato
da Babamon “Se solo mia moglie che ancora può
parlare si
decidesse a venire al punto, c’è una cosa
importante che
devi sapere…” «Ra-Raccontaci di
te…»
“…ma eccola. Sempre la solita. Chiacchierare, e
mai dire
la sola cosa utile.”
«Babamon…»…«N-Non
vogliamo
rattristarci tutti con le nostre piccolezze da vecchi. Tu sei cresciuto
e hai avuto una vita piena d’avventure…p-parlaci.
Jijimon
ti ascolta, anche se non può risponderti. C-Come va la
scuola…?» ma quegli argomenti lo ferivano nel
cuore, e
gli facevano stringere i denti «I-Io…!...la
scuola…»…«Hai la
ragazza…? E…
…tu sei
qui, ma dov’è il tuo amico…?
War…Kentamon…dove l’hai
lasciato?» al che il
suo sguardo si velò di un malinconico, inevitabile implicito
«Era WarKentamon il nome, non mi sono sbagliata vero?
Ricordo…che eravate sempre assieme…» ma
al posto
di parole in risposta vi era dispiacere…
«Ricordo…che eravate sempre
assieme…»
pronunciava il padre di Kazu, e Kenta si divertiva «Ahahah!
La
mia faccia riporta indietro con gli anni!» Dopo tutto
quell’uomo sembrava averci preso gusto
«Sì…sì, ricordo, adesso il
tuo volto mi
è incredibilmente chiaro. Kenta…!...Kenta
sì,
Kenta
Kitagawa…»…«Bravo…»…«Te
la ricordi anche tu allora, mia moglie…!» nel
prorompere
del pianto «Come no…» rispondeva pacato
il ragazzo,
sicché l’uomo «M-Mi manca tanto!!...non
riesco
più a guardare mio figlio che le assomiglia
incredibilmente!!
M-Mi fa ricordare che sono un uomo perso senza il suo
sorriso!!»
Al che
Kenta si chinò su di lui, per sussurrargli
all’orecchio
«E per tale motivo…lei lo ha fatto sparire!
Sì,
come in un numero di magia, ha infrattato suo figlio, nascosto chi sa
dove!»…«Oh…mio figlio
Kazu…?
Lui…è sparito dall’altra
notte…»…«Dove lo ha
messooo??? Andiamo, non
ci faccia stare tutti col fiato sospeso!» Kenta seguitava a
parlare come se si trattasse di un gioco «Mi ha
abbandonato…? E’ andato
via…»…«Sono sicuro che lei lo
sa
dov’è se si sforza! Come si è ricordato
la mia
faccia ricorderà anche che fine ha fatto Kazu dopo quella
notte!...da bravo…»…«Non so
niente…»…«Dov’è...???»
sussurrava il giovane della voce sottile…
…ma guardando
Kenta attentamente si poteva notare come a poco a poco quella sua
goliardica espressione cambiasse, il sorriso da radioso divenire
tirato, gli occhi da guizzanti di brio inondarsi di
intensità
forse simile a rabbia
«Dov’è…?» il suo
tono farsi impercettibilmente più affannato «Non
so
niente, non mi ha detto dove
andava…»…«Dov’è
Kazu…?...
…!!...»
contraendo lentamente ma inesorabilmente quel volto pallido che
assumeva la tinta della furia «Mi dica
dov’è,
DOV’E’!!»…«AHHH!!»
mettendogli
le mani al collo «DOV’E’, CHE FINE GLI
HAI FATTO FARE
BRUTTO
ASSASSINO?!!»…«A-AHHH!!!»…«CHE
NE HAI FATTO DEL MIO AMICO KAZU?!!» era esploso di rabbia
quel
ragazzo dall’apparenza gentile e innocua: la sua
aggressività sembrava direttamente proporzionale. Tanto che
lo
stesso Shioda pareva stentare nel tentativo di allontanare quelle mani
che gli stringevano sul collo «…OLTRE AD AVERGLI
ROVINATO
LA VITA!! IN CHE BUCO L’HAI FATTO SPROFONDARE,
APPROFITTANDOTI
COME SEMPRE IN QUESTI ANNI DEL FATTO CHE IO NON POTEVO ESSERE LI, A
DIFENDERLO!!»…«L-LASCIAMI!! IO NON HO
VISTO
NIENTE!!»…«Non ti credo!!...
…e tu non mi
conosci!! A casa di Babamon e Jijimon ho finto di essere un Digimon per
divertirli ma posso diventare realmente PIU’ GROSSO e
PIU’
AGGRESSIVO di te se non mi dici immediatamente
dov’è Kazu,
E’ SPARITO DI SICURO DOPO L’ENNESIMA LITE CON TE!!
CHE GLI
HAI FATTO QUESTA VOLTA?! Meriti il peggio, per tutte le volte che hai
alzato le mani su di lui!! La signora dovrebbe fulminarti
dell’alto, NON E’ COMMUOVENTE LA TUA
NOSTALGIA!!» ma
la porta era rimasta socchiusa e qualcuno giunse, chiamando senza
esitazioni proprio il nome
«KENTA!!»…«Oh?!»
trasalì il
ragazzo, e disse «Papà…»
Si trattava in effetti
del signor Kitagawa, il padre di Kenta dall’indiscutibile
somiglianza con il figlio, che si adoperò prontamente a
ritirarlo da quell’azione «Che diavolo vuoi fare,
ma sei
completamente impazzito? Ero a dir poco certo di trovarti
qui…»…«Ah, lasciami
papà!!»
…si
dimenava disperato il ragazzo a cui si erano storti gli occhiali,
puntando il dito contro il padre di Kazu che con la mano al collo ed
espressione incredula riprendeva fiato «Volevi ammazzarlo,
hai
perso completamente il lume della
ragione?!»…«KAZU
NON SI TROVA, E LA COLPA E’ SUA DI CERTO! D-Devi tirarlo
fuori,
hai capito ASSASSINO devi dirmi che ne hai fatto l’altra
notte!!» ma il signor Kitagawa tirò più
forte
«Kenta PER CARITA’ quest’uomo di sicuro
ignora tutto,
il tuo amico…!!...
…sappiamo
dov’è.»…«Cosa?!»
Kenta si volse
sconvolto, e il padre gli rivolse uno sguardo consapevole, manifestando
una profonda propensione a mantenerela calma «Esattamente, e
il
modo in cui l’abbiamo scoperto puoi ben intuirlo. Ma adesso
non
è il caso di perdere la testa, a cosa vuoi ridurti?!
Uccidere un
uomo? Su forza andiamo, se lui è a un passo dal meritarlo tu
no
di certo. Dai forza, usciamo di qui.» tirandoselo
letteralmente
per mano, ma non riuscendo a spegnere quella scintilla di furia nei
suoi occhi «T-Ti sei salvato per il rotto del cuffia, brutto
farabutto, ma non cantare vittoria!! BEN PRESTO TU, E TUTTI GLI ALTRI
GENITORI COME TE CHE CI HANNO VOLTATO LE SPALLE LA
PAGHERETE!!»…«Kenta, forza,
andiamo!!...coraggio,
che a casa ti aspettano.» sicché al ragazzo
restò
solo l’improvviso sopraggiungere di un gemito di pianto,
mentre
si riaccomodava gli occhiali e si rassegnava a seguire il
padre…
…ancora
per Shioda il respiro era affannoso, e ripeteva «Io non lo so
dov’è mio figlio, e non sono stato io a farlo
inghiottire
dalla terra…!...n-non sono stato io, è lui che mi
ha
abbandonato…!»
«Lui…non è potuto venire.»
dovette ammettere
seppur tristemente Kazu «Sei venuto da solo…?
Ahhh…» sorrideva Babamon «Va bene,
allora quando lo
rivedrai…gli porterai i saluti miei e di
Jijimon.»…«Babamon…»
si appellava lui
tenendole la mano, in quella che sembrava un’estrema e
profonda
supplica «Vi prego non dovete lasciarvi andare. Aspettate che
ritorni anche con
Kenta!»…«Ahah…tu
sì
che sei un bravo ragazzo. Mi raccomando…» lei
seguitava a
carezzargli il viso ed asciugargli lelacrime
«…continua a
restare sempre un buon amico…una spalla
fedele…come ti
abbiamo visto noi, quel giorno…vero
Jijimon…?»
“Babamon…sarà pure ora, non
credi?”
«Eheh…lui
tace ma mi dà ragione…io un po’ ne
approfitto per
prendermi le mie soddisfazioni…»
“Moglie mia…andiamo, digli la
verità!”
«Se io vi
perdo cosa farò, dove andrò?!
Cos’altro…mi
si chiede di immaginare, quali altre consapevolezze debbo sostenere
sulle mie spalle?! La vostra casa…vuota?! Il silenzio, no
basta
sono stanco, mi rifiuto di pensare che anche i luoghi dei sogni a me
cari vanno via! Io…ho già la mia vita…
…è
così
dura…»…«Ascoltami…»…«Oh?
Sì, Babamon!»
“Ci siamo,
forse è la volta buona!”
«…purtroppo non
possiamo restare a lungo…e ci dispiace. Abbiamo un
caro…e
fedele badante che ci è stato vicino in questi lunghi
anni.»
“…no, non ancora!!” «Ora
è andato
gentilmente a farci la spesa. E-Ed io percepisco…conoscendo
i
suoi tempi…che non ce la faremo ad attendere il suo
ritorno…»…«N-Non dite
così!»…«Sentimi…!...è…
…tanto un onesto e fedele. E’ molto
solo…
…prenditi cura di lui, magari, quando tornerà
e…
…ad
aspettarlo troverà te, e non
noi!»…«No,
aspettate!!»…(canzone: Melanie
C - Northen star)
«Eheh, vorremmo…» mentre iniziavano a
dissolversi
lentamente nei loro dati «Ma purtroppo non si può
impedire
al tempo di scorrere…»…«No,
io non voglio!!
Sono venuto qui inviato da alcuni Digimon che hanno perduto la loro
casa, sono un popolo intero e sono disperati, non potete abbandonarli
hanno bisogno dei vostri saggi consigli e…!!...ne ho
bisogno…anch’io…»…«Tu
potrai…oh-h, sono certa…prestar loro quel
soccorso che
aspettano…»…«Io?!...COME?! Io
sono solo,
sono senza punti di riferimento, mi sento come una nave che affonda,
sono tanto stanco!!» e la mano dell’anziana che
sosteneva
iniziò a dissolverglisi nella sua stretta «Sono
precipitato a Digiworld per un errore, mio padre sulla terra mi odia,
la crescita ci ha preso la mamma, e ha fatto a pezzi la nostra unione!!
Come farvelo capire, io non ho speranze…se voi mi lasciate
la
mano…io sono perduto!»
“Babamon,
parla…!!” «No…»
sorrideva Babamon e lo
carezzava con la mano che non aveva più
«…non
dirlo…
…sei un così bravo
ragazzo…»…«Io sono una luce
che si
spegne…»…«Vorrai
dire…che si accende
nel suo primo
bagliore…»…«Oh?!»
“Devo forse parlare io al tuo posto, che non ho
più voce?!
Dirgli che…
…abbiamo trascorso le nostre ultime ore nel disperato
tentativo
di materializzare il suo volto, dal ricordo di quell’unico
giorno?! E imprimerlo…
…nella Sfera regale?! Vecchia, avvertilo!!...
…questo ragazzo è il nuovo padrone di
Digiworld…
…è lui il predestinato ad accogliere
l’energia del
nostro mondo e salvarlo dall’eclissi.”
«Babamon,
Jijimon, non mi lasciate…» cercava Kazu di
afferrare
disperatamente qualche frammento informatico-luminoso di quei
vecchietti che si consumavano in un flusso
«Animo…presta
soccorso…
…ai
tuoi amici. E resta accanto…al nostro badante, ora lui
avrà solo te!»…«IO VOGLIO
VOI!!» si
aggrappò lui a quella coperta con tutti i sentimenti che
aveva…
«Ci dispiace
tantissimo…» fu l’ultimo sussurro di
Babamon, prima
di sparire «NOOOOOOO!!!» lui tirò via
quella
coperta…
“Brava, vecchia, alla fine non gliel’hai
detto!”
“Scusa,
l’ho dimenticato, con te che mi ritronavi di pensieri pur
stando
zitto. Vecchio rudere.
“Vecchia megera.”
“Vorrai dire…vecchia leggera. Mi sento
leggerissima....”
“Anch’io…”
Mentre Kazu
chinava il capo sconfitto…per rialzarlo lentamente in un
sorriso
dolce e maliconico, con le sue mani tra mille frammenti
«Inutile
dire…
…così se ne va l’infanzia…
…tra
mille luccichii…che cerchi di trattenere, ma ti scivolano
dalle
dita…
…così sfuma un’età
felice…
…come due
vecchietti che lentamente, volano verso l’ultimo viaggio. E
lasciano vuota la loro casa. B-Babamon, Jijimon!...
…oh?!»
…ma
caduta a terra ormai la coperta, le sue lacrime furono illuminate da
quel bagliore che incrociò con occhi umidi di
meraviglia…
Una sfera
dall’aspetto magico, e dalla luce scintillante fluttuava di
fronte a lui «E questa
sfera…cos’è…?»
Kazu tese le mani, e la accolse. Sembrava voler venire da lui.
“Coraggio, figliolo.”
“Io e
Jijimon ti saremo sempre vicini, anche se tu non ci vedi.”
Lui volle salire…e togliere la spranga dalla
porta…
“Ti
trasmetteremo la nostra saggezza.” ...mormorava lo
spirito
dell’anziana Babamon.
“Non sarai mai solo.” …gli diceva
Jijimon.
“Guarda sempre avanti…”
“E non perdere la speranza.”
“E la purezza del tuo cuore. Brilla della luce del
futuro.”
Kazu volle
appoggiare il capo al caro muro, con la sfera tra le mani, sul ciglio
della porta roteante socchiusa. Contemplare quel flusso di dati fattosi
unico, nella definitiva fusione fra moglie e marito ormai completamente
uniti, che sospinto dal vento si innalzava in quel cielo scuro e
screziato. Ricordando quando erano corsi in quel vano tentativo di
appendersi al suo deltaplano, per restare con lui quando il
cielo
era ancora azzurro…
«Avevi ragione, Kenta: Jijimon e Babamon erano davvero
speciali.
Dove ne trovi…a-altri così?!»
Una malinconica
posa senza tempo, la sua, nel buio di quella casa dal camino spento, la
cui sola fonte di luce a delineare le sagome era quella sfera
misteriosa che cullava tra le mani (fine-canzone)
«AHAHAHAH!!! Il bersaglio…» detonava la
squillante
voce di Purplemon che teneva tra le dita un foglietto con lo schizzo
maldisegnato della Sfera regale: con mani rapide ci fece un
aeroplanino, lanciandolo a velocità lampo sul terrazzo
«E’ A UN PASSO DALL’ESSERE NELLE NOSTRE
MANI!»
ribatterono N’Emo, Sandmon e Guilmon in coro ma alla fine fu
il
più grosso ad afferrare l’aeroplano
«Ehi, lascialo
brutto bestione non è ancora scritto che sarai tu il
frontman
dell’operazione!»…«Ohhh, le
mie pure orecchie
sono allergiche alle sfide di un
moccioso…!»…«Oh, a questo
punto ci
sarà da divertirsi…!»
replicò Guilmon che
sembrava aver trovato una sua dimensione di sicurezza e
tranquillità, mentre Purplemon si sfregava le mani
«Wooow,
avverto già il brivido del successo! Regola n°1 non
montarsi
la testa e agire con giudizio, è una
responsabilità
delicata quella che scivola nelle vostre mani: altro voi non siete che
il riservatissimo team esecutivo dell’operazione volta
all’…ARRAFFAGGIO di quella sfera!!»
Il trio esultò.
E
l’animatrice incalzò «E quando
l’avremo
trovata…PIU’ NESSUNO POTRA’
FERMARCI!!»
«Ben
detto, Signora…!» si inchinò Guilmon, e
Sandmon
«Ehi tu, non rivolgerti alla padrona prima di me! Ehm, ehm,
avete
ragione, padrona!»…«Tu non cominci ora a
darmi
ordini…» palleggiava Guilmon con sorriso beffardo,
e
Sandmon «Sul campo poi la
vedremo!»…«Aspetto
con ansia…» sicché il draghetto
incappucciato si
volse, accingendosi a rientrare con passo non curante
«E’
ovvio che ho ragione, e adesso…SI FA FESTAAA!!!
BUFFEEET!!!»…e dalle sfere magiche liberate da
Purplemon,
che sospinte dal vento sorpassarono i capelli di N’Emo, il
manto
di Guilmon e buttarono quasi a terra Sandmon picchiandogli contro
l’armatura, si costituirono popcorn, vassoi di dolcetti,
pacchi
esplosivi di patatine ed ogni sorta di prelibatezza
«Servitevi
pure: la sala è mezza distrutta ma fa lo
stesso!»…«Che fai ora, pure gli onori di
casa
Sandmon?!»…«Zitto N’Emo per
favore, mi
disturbi: ora non voglio guastarmi lo stomaco, voglio solo
mangiare…»…«Che
c’entra, anch’io
voglio mangiare!!»…«…allora
mangia, almeno
avrai IL BOCCONE IN BOCCA…»
Digimon sabbioso
e ragazzino avevano già assalito il buffet con atteggiamento
pressoché analogo, Guilmon invece si avvicinava senza
impazienza
e con molta tranquillità alla tavola. Per caso
pestò il
foglietto col disegno della Sfera regale, ma non gli rifilò
se
non la coda dell’occhio. Con la coda si avvicinava un
bicchiere,
e accennava a un brindisi mentre nel vociare sovrapposto creatosi, a
cui partecipava anche Purplemon allungando delle liane di energia per
prelevare quantità (neanche indifferenti!) di cibo e
portarsele
nella sfera sul terrazzo, Sandmon stappava lo spumante «Un
brindisi…è quello che ci vuole: al nostro
trionfo!!...miei…ODIATI e ODIOSI compagni, diciamo
semplicemente
che mi auguro che vi vada tutto ancor peggio che male!»
N’Emo si
accostava all’ora-ufficialmente suo Digimon, e mormorava
«Guilmon premesso che non mi piace l’approccio
dell’intrigo di corte non intendo minimamente sfigurare
davanti
alla squadra di Sandmon, dovremo farci valere a
Digiworld.»…«Che cosa
complottate?!»…«Tu fatti gli affari tuoi
bestione e
pulisciti quella bocca sporca-insomma dicevo…sicuramente ci
tirerà un colpo basso dopo l’altro, ma non
dobbiamo
risultare impreparati.» («Dai, servitevi a
volontà!!!» strillava intanto Purplemon da fuori)
«Non c’è pericolo…»
sussurrò
Guilmon, e N’Emo «Uh?» ma il suo Digimon,
che
compiva un passo avanti e degustava con improvvisa classe le patatine
prelevandone quantità molto esili dal vassoio «Non
è difficile capire come si deve trattare con tipi del
genere.
Puoi dormire sonni tranquilli,
N’Emo…!»…«Dici
davvero?!»
sembrava sbalordito il ragazzino
«Certo…!» gli
rispose Guilmon in quello che quasi assomigliava ad un sorriso
esortativo, mentre si scostava con la zampa le briciole dal manto
«AHAHAH! GUILMON TI ADORO!!» N’Emo si
lanciò
ad abbracciarlo «Oh! Porte aperte alle scene
stucchevoli!!» declamò Sandmon (Purplemon
strillava
«Io intanto comincio a pulire le briciole da
terra!!»
allungando a stento un aspirapolvere con le liane di energia)
N’Emo
talmente preso nel suo euforico abbraccio non poteva guardare
l’espressione di lacerante disagio misto a sofferenza che,
come
il boccone più amaro, come il più acuto bruciore
di
stomaco, pervadeva il volto di Guilmon.
Takato mentre
camminava ripensava a lui, riascoltando nel suo cuore la voce di
Renamon
rivelargli…
“Guilmon non
si trova.
E’ per cercare lui che siamo partiti ad uno ad uno da
Digiworld”
…ma a un
ricordo se ne sostituiva un altro, la sua stessa voce a casa di
Henry…
“LEI…MI
HA ROVINATO LA VITA DA QUEL GIORNO DI TANTI ANNI FA!”
“No! Takato,
aspetta!!”
”Takato!”
…era stato il tentativo di ribattere da parte di Janyu Wong
ed Henry.
“Fu
inevitabile!!! Non avevo altra scelta!”
”NON
E’ VEROOO!!! QUESTO NON POTEVA SAPERLO SENZA CONSULTARCI!!!”
”I DATI ERANO
PIU’ CHE CHIARI!”
”ME NE
INFISCHIO DEI DATI!!”
E ora, pensava
“Non importa…” riaprendo i suoi occhi in
una
più decisa espressione, decisa come il suo passo
“Non mi
importa niente, basta che mi farà parlare con Henry. Io non
rinuncio alla felicità dei Digimon Tamers nel
presente!”
Sembrava avere una specifica meta.
Henry nel
frattempo stava parcheggiando l’auto, ma la sua espressione
era
ancora fortemente contratta dallo scontro avvenuto in ufficio. I suoi
gesti erano frettolosi e bruschi, infastiditi.
L’animo
dei suoi genitori a casa, ancora fortemente sospeso «Mio Dio,
ma
dove sarà finita Suzie?!» esclamava appenata la
signora
«Non ci ha più dato
notizie!!»…«Henry
è andato al lavoro, ma è evidente che non avesse
voglia
di parlarmi: ha fatto mettere una scusa al telefono.»
definì il signor Wong socchiudendo in una seria
consapevolezza i
suoi occhi di fronte all’ampia finestra «Non ho
idea di
dove abbia passato la
notte.»…«…! La porta!
Sta arrivando qualcuno!»…«Oh?
Sarà Suzie?
Suzie!!» si precipitò, seguito da sua moglie.
Ma tra i
suoi figli non era quello che si aspettava «Oh?
Henry…»
Henry si
fece strada senza salutare. Sua madre prontamente si ritirò
come
sentisse il dovere di lasciare la linea libera tra padre e figlio
«Henry, aspetta! Non ti sembra che dovremmo
parlare?!»…«Non ho tempo adesso,
papà! Ho
bisogno di pensare!!»…«”Non
hai tempo”,
ma ti rendi conto di cosa dici “non hai tempo”?!
Non hai
tempo per dire che-»…«Sì va
bene,
d’accordo, sì, ho una moglie! Una moglie e un
figlio!!» esclamò spazientito e stizzito (in sua
madre,
appartata in salotto, insorgeva contrizione nel sentirli scontrarsi)
«Ormai mi sembra l’abbiano capito anche i
sassi!»…«E LO DICI IN QUESTO
MODO?!»…«E’ stato detto in
tutti i modi
possibili, papà, e io non ne conosco altri: ho una famiglia,
d’accordo, mi sono sposato negli Stati Uniti e abbiamo un
figlio,
questo basti a entrambi voi per capire come stanno le cose: sono un
uomo, va bene? Ho una mia vita e dei miei affari a cui badare, per cui
non ho tempo adesso per dare spiegazioni, sono cresciuto ed ho dei
problemi personali, a cominciare dal fatto che già questa
mattina lei è venuta a farmi una scenata sul
lavoro!»…«Cosa?! Come hai detto?! SUL
LAVORO?!» mentre la signora Wong alla fine non resisteva e
faceva capolino dal salotto «Non avrà mica
provocato uno
scandalo, non ti avrà causato problemi con i tuoi
superiori?!» pretese di sapere il padre del ragazzo
«E chi
può saperlo?! Non ne ho idea, era furiosa, sta di fatto che
adesso non ho tempo da perdere, devo pensare a come contrastare le sue
future inizitive!» sbattendo bruscamente la porta della sua
stanza «HENRY, APRI QUESTA PORTA!» ma picchiarvi
contro fu
inutile per quell’uomo, dietro il quale sua moglie di nuovo
lottava contro il pianto «Mio Dio…mi auguro con
tutto il
cuore che non lo licenzieranno per questa
faccenda…»…«Perché
adesso parli in
questo modo…?» chiese la signora
«Mayumi,
noi…abbiamo bisogno delle entrate del suo lavoro!»
confessò il marito, ma quelle parole erano per lei un colpo
inaspettato e minaccioso sul quale non vi fu tempo di riflettere,
perché suonavano alla porta «Chi
sarà?!»…«…mi
auguro davvero che sia
Suzie questa volta.» Wong si diresse ad aprire, ma i suoi
occhi
attoniti ne incrociarono di rossastri e decisi «Sono
io!»…«Tu…?»
Takato, dopo
averlo fissato intensamente per qualche istante, si inchinò
leggermente «Sono venuto…a chiederle perdono,
signor Wong.
Per tutte le cose terribili che le ho detto nel nostro ultimo incontro.
Mi dispiace, non ne avevo il diritto.» rialzando il capo
«Lei ha salvato anche
me!»…«Ohh?»
L’uomo rimase sbalordito «Ho visto Henry rientrare,
ho
reale bisogno di parlare con lui, so che lei avrebbe il diritto di non
volermi riaccogliere nella sua casa
però-»…«Ti prego, parla con
lui!»…«Ah?»…«Ti
supplico!
Almeno tu, se ci riesci, fallo ragionare! E’
disperato!» A
quel punto Takato non esitò a entrare «Che cosa
è
successo…?»…«Si è
chiuso in camera!
Henry ha una famiglia, Takato, una moglie e un
figlio!»…«Lo
so.»…«Come?! Da
quanto?!»…«Pochissimo.»
replicò il
ragazzo che aveva occhi solo per la porta della stanza di Henry
«Tu che sei un suo amico almeno prova a
parlargli!...aiutaci!»…«Vedrò
quello che
posso fare.» e a passo deciso vi si diresse.
Henry
all’interno camminava nervosamente a braccia incrociate, ed
espressione torva «Lei minaccia di portarmi via il figlio?
Allora
io smuoverò la legge, farò qualsiasi cosa!! E per
giunta
non la lascerò fare la domatrice a Terriermon!!»
scandiva
metallico, per poi sentire dolore e portarsi la mano alla testa, quando
bussarono deciso alla sua porta «Henry!...sono io: aprimi,
per
favore!»…«Oh!» Henry ebbe un
sussulto, si
volse ed aprì la porta «Takato…!...tu
devi
aiutarmi!»
Una volta
che lo ebbe di fronte, Takato guardò l’amico, per
la prima
volta consapevole delle realtà che riguardavano la sua vita.
Nel
suo sguardo si leggeva però l’amarezza per il
modo,
casuale, in cui era venuto a sapere la verità
«…tempismo perfetto per chiedere aiuto,
Henry…» richiudendosi la porta alle spalle, mentre
quelle
parole lasciavano Henry disorientato «Potevi aspettare di
avere
qualche altro figlio, così che sentendoli piangere da casa
mia
avrei scoperto che eri padre!»
In quella
camera che aveva accolto le loro confidenze da ragazzini, era arrivato
il momento del confronto.
«Non ci
credo…» pronunciava incredula Lopmon, seduta sul
letto
«E’ un incubo. Non è Henry la persona di
cui mi
state parlando, è impossibile…»
E non trovava le
parole per spiegarsi quanto appena scoperto da Suzie, che sedeva di
fronte a lei e che altrettanto non riusciva a dire altro, ma solo a
sfiorare col dito il suo nuovo Digivice. E seduta dietro, Rea che
alzava lo sguardo verso l’alto, perché poi cadesse
anch’esso sul congengo da poco ricevuto. Ma poi
l’occhio le
veniva rubato oltre lo spiraglio della porta socchiusa…
…presso
l’ingresso, là dove Terriermon stava provando a
giocare
con Benji «Ehi…attento, se ti pieghi
così rischi di
cadere.» suggeriva il Digimon al bambino che tendeva le mani
alle lunghe orecchie rischiando quasi di finire a faccia avanti per
afferrarle «Magari vengo più vicino.
Così non ti
fai male.» replicava il Digimon verdino, ma sul cui viso era
dipinta un’espressione mogia, sembrava non riuscire a
sorridere
«Chissà cos’è che ti
interessa
tanto…così da sporgerti per me. Forse ti sembro
un
pupazzo. Come a Suzie, quando era piccola.» Ricordi che lo
rendevano ancora più pensieroso…
Mentre Lopmon
acquistava una gravosa consapevolezza «Dev’essere a
causa
di questo che Terriermon si è sentito
tradito…»…«Povero Terriermon,
se
c’è qualcuno che di certo non si meritava un
simile colpo
è lui.»…«Beh ma…se
è per
questo neanche tu, Suzie! Non sono stata lontana così tanto
tempo da dimenticare che per te, tuo fratello…è
tutto!»…«…era il mio
mito.» si
velavano di malinconia gli occhi di Suzie, mentre raccontava
«Se
ho tirato avanti fin qui è stato…nel ricordo di
quel
ragazzo così eroico, e altruista.» sollevando il
Digivice
e guardandolo «Nell’attesa che qualcuno mi
concedesse il
dono di poter essere anch’io una Digimon Tamer…e
una
persona come lui, e non solo la sorellina più
piccola.»
Risultato, a Lopmon si abbassarono le orecchie di tristezza…
…mentre
quelle di Terriermon venivano tirate da Benji, che però
sembrava
ben cosciente del limite oltre il quale gli avrebbe fatto male. Tirava
piano, e il Digimon comprendeva a poco a poco che non vi era bisogno di
stringere così tanto gli occhi…
«Suzie…tu sei davvero certa di quello che stai
facendo?» accennava Rea, Suzie si volse
«Oh?»…«…io non
desidero essere la
causa della frattura di una famiglia. Per quello già basta e
avanza la mia, grazie!»…«Uhm
uhm.» scosse il
capo Suzie «Io sono qui per mia scelta. Così come
Terriermon.»…«Pfff…lui no di
certo,
poverino, ci si è trovato.» ammise Rea scrutandolo
oltre
lo spiraglio, e Suzie «Sì però adesso
avrebbe
l’occasione per andar via, e non lo fa. Significa che in
fondo
vuole stare con te.» Rea allora si alzò dalla
sedia, e
sospirò «Io…non so se sia giusto quello
che sto
facendo! Io non voglio portar via il Digimon a
nessuno!!...né la
sorella!...
…né tanto meno il
figlio!!»…«Rea…ma tu non hai
colpa. E’
stato Henry ad abbandonarti, ad abbandonare tutti voi, se ho capito
bene la storia che mi ha raccontato
Suzie.»…«Ti
ringrazio Lopmon…però ti assicuro che questo non
rende il
tutto meno complicato.»
Lopmon allora si
avvicinò, e con le sue orecchie coprì la mano di
Suzie
quasi a volerla riscaldare «Amica mia, dev’essere
stato
davvero terribile! Sia per te che per Terriermon: vivere quel
momento…! Entrare in casa, ed ascoltare…tutta la
verità!»…«Lo ricordo come un
momento da
incubo…come pochi altri nella mia
vita…» si
approfondiva lo sguardo e il tono di quella sedicenne dal Digivice col
collare bianco «…non appena ho visto la torta, i
fiori e
il cuscino a terra ho rimesso assieme i frammenti…ho
compreso
che eravate tornati, però…!...Henry gridava,
sicché ho realizzato che come poteva aver mentito sulla sua
famiglia, non rivelandoci mai dell’esistenza di Rea e di
Benji…»
Rea che stava
per andare da suo figlio e da Terriermon, ma esitava, appoggiandosi
alla porta socchiusa, e chiudendo gli occhi…
«…lo
stesso poteva aver respinto il ritorno del suo Digimon, e mi sono
venute in mente…!...un sacco di cose…»
di fronte
allo sguardo paziente e premuroso della sua piccola Digimon. Suzie
lottava contro i ricordi dolorosi e l’affiorare delle lacrime
«…il lento…scemare di ogni discorso ed
accenno a
voi, in tutti questi anni. L’assenza di foto…i
silenzi,
sempre più fitti e impenetrabili di mio fratello, e che in
cui i
miei non mi hanno mai aiutato a far breccia!...» per
scivolare
in un lungo respiro, e guardare basso «…non mi ci
far
pensare: niente è andato come sarebbe dovuto andare. Il modo
in
cui affrontare la vostra sparizione, la crescita, il futuro. Il
rapporto fra noi, e coi nostri genitori…
…il
tentativo di costruirci un nostro nucleo familiare, tutto è
andato storto.» (Rea di nuovo chiudeva gli occhi e respirava
profondamente, con la mano appoggiata alla porta…) mentre
Suzie
accennava un sorriso, e carezzava Lopmon «…sei
arrivata al
momento giusto, un attimo di esitazione…e sarebbe stato
troppo
tardi.»…«…benedico chi mi ha
dato il
coraggio questa mattina di uscire spontaneamente.
Suzie…posso
solo dirti che mi dispiace. Mi dispiace…!...
…come non
immagini.»…«Ma lo so, piccolina, lo
so.»
sussurrò grata, per poi rimmergersi in quei brutti ricordi
«Risento ancora la nostra terribile lite!...
…c’era…un profumo particolare, a casa.
Non so da
chi provenisse, forse c’erano stati ospiti da poco. La mamma
non
lo adopera di solito…è un profumo che conosco
molto bene,
e mi piace, al muschio bianco!»
«Ah!!...hai detto muschio bianco?» si volse di
scatto Rea…
…i suoi occhi si
strinsero in una delicata, ferente
consapevolezza…«Sì, perché
Rea?»
Lentamente la ragazza
sedette sul letto vicino a Suzie e a Lopmon. Raccontando
«…ho un brutto ricordo di quel profumo.
E’
stato…poco prima che Henry mi lasciasse
definitivamente.»
mentre le sue dita scorrevano sul Digivice per scaricare la tensione
«Io mi ero accorta che…non parlavamo
più come i
primi tempi. Che mi nascondeva delle cose. Che era sempre nervoso anche
se non voleva ammetterlo. Io glielo chiedevo e lui quasi si arrabbiava,
tanto che…
…giunsi a
pensare quello che tutte le donne come me pensano quando si trovano in
queste situazioni, e cioè che lui…beh, che avesse
un’altra donna.»
Suzie le toccò
il braccio per confortarla, simbolicamente anche da parte di Lopmon.
Anche per Rea
rievocare quei ricordi era una lotta «Mi ero accorta che
c’era…un mondo di lui che ignoravo, non sapevo
più
cosa fare, e un giorno…un giorno gli gridai che
probabilmente
lui mi stava ingannando, che mi tradiva con un'altra, partendo dal
fatto che avevo riconosciuto…nei suoi vestiti
un’impercettibile nota di profumo che di certo non era il
mio.
Anch’io lo riconobbi, era profumo al muschio
bianco.»
…al che lo sguardo di Lopmon si fece basso al pari delle
orecchie, mentre la sua domatrice accennò
«Rea…!...non dirmi anche questo, ti prego. Non
dirmi che
mio fratello è arrivato a farti addirittura
questo!»…«Non lo so, io non posso
accusarlo, Suzie,
non posso esserne certa: sta di fatto che un giorno l’ho
visto
con un’altra…»
Nella sua mente
si assemblò quel ricordo, Henry assieme ad una graziosa
ragazza
dall’anello violaceo, che pareva aver atteggiamenti
premurosi…
«Non me
l’aveva mai presentata, ma sembrava parlare con lei in gran
confidenza, al contrario che…con me. Sicché lo
accusai, e
lui disse…che io mancavo di fiducia, io gli risposi che lui
stava trascinando i miei sentimenti in un…buco nero, e via
dicendo! Da lì in poi non durò
molto…una mattina
mi svegliai e…se n’era andato, nessun recapito, e
quelle
poche affermazioni che ci aveva rifilato io e i miei genitori scoprimmo
che erano false.»…«Rea,
coraggio…!!»
le stringeva il braccio Suzie, e la ragazza sembrava grata, le sfiorava
la mano con cui le imprimeva la forza necessaria…
E mentre
Benji giocava, Terriermon lo fissava attentamente “A poco a
poco,
sto assemblando ogni cosa. E così tu sei…?...
…io
credo d’aver capito che tu sia
proprio…nient’altri
che…” …e quella tanto
aggraziata quanto
indiscutibile somiglianza faceva il resto.
«Da un
anno e mezzo, quindi?!» chiedeva incisivo Takato
«Sì…!»…«Come
si chiama tuo
figlio?!» Henry esitava, preso in contropiede dalla sicurezza
dell’amico «Ti ho fatto una domanda,
avrà pure un
nome quel
bambino!»…«…ss…sì,
Chan!» Takato non disse nulla, ed Henry confermò
«Chan, come mio
nonno!»…«Chan…come tuo
nonno…
…una cosa
studiata, il rinnovamento di un nome
caro…»…«Takato, abbi pazienza
io-»…«E dov’è ora
Chan?!»…«…non lo
so…»…«E per quale motivo,
Henry, tu
ACCIDENTALMENTE ignori dove sia tuo
figlio?!»…«Probabilmente con la
madre!»…«Nome?!» le domande di
Takato
piombavano come proiettili
«…Hikaru!»…«…chi
era, una tua
collega
d’università?»…«E-Esattamente!»…«…innamorati…?
Nello scenario dello stage
statunitense…?»…«…sì,
davvero.
E moltissimo.»…«Mi fa piacere, Henry,
FELICITAZIONI, e scusa il ritardo, la prossima volta sarò
più
puntuale!»…«Takato…ora ti
prego,
lo so…! Posso spiegarti tutto.» Henry si
massaggiava la
fronte e cercava di meditare «Ma non mi
importa…!»…«Cosa?»…«Uhm
uhm. Hai sentito bene: non mi importa, non mi interessa sapere
perché l’ho scoperto accidentalmente quando noi
due almeno
formalmente siamo grandi amici ed ex-compagni di battaglia, in questo
momento è un problema secondario! Accantonando il fatto che
mi
hai tagliato fuori dalla tua romantica storia familiare mi accontento
di sapere perché è epilogata in un disastro,
perché è andata
affondo?!»…«Perché…ecco,
perché la madre…!! La…la madre di
Chan, mia
moglie…! Hi-Hikaru, lei…! E’ molto
testarda, ed ha
una famiglia che l’ha messa su contro di me!»
Takato
apprendeva, seguendo ogni gesto dell’amico con sguardo
plumbeo…
«Ufff!...accidenti, Takato non è da nessuna
parte!»
riprendeva fiato a suon di sospironi Cindermon, che col bigliettino
sempre più strappato era arrivata nei pressi del panificio,
che
mirava facendo capolino da un vicolo «Che faccio? Entro?? Lo
cerco a casa??...non è che poi i suoi genitori mi
strisciano,
secondo me è da quando mi hanno vista che si stanno
chiedendo
chi sono! Però questa faccenda è una cosa
urgeeente:
fammi avvicinare che nessuno mi vede!»
…così si mosse in punta di piedi sui suoi calzari
rossi,
schizzando di auto in auto fra quelle parcheggiate barricandosi dietro
di esse «Almeno ho la speranza di fargli segnali dalla
finestra!» quando
«Signorina!»…«Ihmp?!
Ce l’hanno con
me?!»…«…è
inutile che si nasconde dietro l’automobile, io
l’ho
vista!»…«Oh mamma!»
La signora Mie
era uscita dal negozio, e ora la puntava con occhi penetranti e mani
sui fianchi «Ho bisogno piuttosto urgente di parlare con
lei!»…«Con
meee?!»…«Lei sa chi
sono, credo, a perfezione, sono la mamma di
Takato!»…«Eh?! S-Sì no
è che io
ve-veramente adesso dovrei-» si sbrigliava in mille gesti
Cindermon, ma la donna avanzava verso di lei «Non mi ricordo
che
mio figlio ci ha
presentate.»…«Sì
però adesso ho molta fretta mi scuuusi, mi perdoni-non posso
proprio intrattenermi con lei!»…«Che
tipo di
rapporto c’è fra lei e mio
figlio?»…«NESSUN RAPPORTO
cioè sì
c’è un rapporto ma non è quello che
crede lei
adesso-»…«Aspetti!»…«No-no-no-no!
Non posso devo correre mi spiace un’altra volta ma adesso mi
è proprio impossibile devo DARMELA A
GAMBE-PISTAAAAAAAAA!!!» …in una scia vorticosa
«E’ scappata…!» realizzava Mie
spingendosi
ancor più decisa i pugni sui fianchi «Quella tizia
è strana, di sicuro ha la coscienza sporca! Fosse la
frequentazione con lei che sta cambiando il carattere a mio
figlio!» rientrando nel negozio…
«Ebbene,
le cose stanno così, Takato…» svelava
Henry ad
occhi bassi in cui cercava però ancora di imprimere
sicurezza…celando dietro di sé i movimenti delle
sue mani
che cercavano il cassetto, per aprirlo ed estrarre la boccetta di
medicinali «I-Io…mi sto attivando, sto facendo il
possibile per riavere Chan però è difficile,
lei…!...vuole tenerlo lontano da
me!»…«E’ davvero incredibile,
se ci si pensa
bene…» commentava Takato avanzando per la stanza
«…tu ti sei vissuto tutto questo da
solo.»…«Sì! E’
stata…una mia
scelta!»…«Tuo figlio ti sarà
mancato, avrai
passato notti insonni a domandarti perché per la tua
famiglia
sia dovuta andare in questo
modo!»…«Ca-Capisco che
puoi sentirti tradito, Takato, però devi cercare di metterti
nei
miei panni!»
…mentre
Takato sollevava un piccolo specchio appoggiato sul comodino:
all’apparenza per riaccomodarsi i capelli, ma in
realtà
era per riflettere i movimenti nascosti dell’amico, che era
riuscito a scorgere. Henry impegnato a parlare non si accorgeva di
essere visto, mentre lentamente apriva la boccetta «Non
volevo
essere di peso alle persone che avevo attorno! Il problema era mio.
C’era mia madre che era molto depressa, dopo il matrimonio di
Rinchei. Mio padre, che è sempre preoccupato per il buon
andamento degli affari. Suzie aveva dei sintomi di shopping compulsivo,
e poi…c’eravate voi, Rika con i suoi problemi
economici, e
tu hai sofferto di
quell’esaurimento.»…«Uhm
uhm.»…«Non volevo anteporre le mie
questioni!»…«Mille grazie. E’
una caramella
per schiarire la
voce?»…«Cosa?!» Takato si
volse di scatto «No,
fermo!!»…«CHE DIAVOLO
E’ QUESTA ROBA?!» gridò strappandogli la
boccetta
di mano «No! Takato ti prego,
ridammela!!»…«Questo…!
E’ un
ansiolitico
potentissimo!!»…«Lascialo!»
Henry se lo riprese «Ne ho bisogno per
dormire!»…«Da quanto tempo lo
assumi?!!»…«Da…un
po’, da quando
è successo il fatto!» sempre più
agitato «E
preferisci ingurgitarti quintali di quelle pillole piuttosto che
aprirti con chi ti vuole bene?!»…«Oh,
senti!!...io
preferisco non gravare sugli altri, è un mio principio di
vita!»…«Principio di vita?! Sta di fatto
che
insieme forse saremmo riusciti a risolvere il problema, invece ad oggi
tu sei qui, e ti hanno portato via un figlio!! UN FIGLIO,
HENRY!!»…«Non ricordarmelo,
Takato!»…«Te lo ricordo
eccome!» andandogli
vicino, ed obbligandolo a girarsi e a guardarlo negli occhi
«Un
figlio è una cosa preziosa, io non sono padre ma avrei
pagato
qualsiasi cosa per esserti accanto alla nascita del
tuo…»
mormorò «Io ci tenevo alla nostra amicizia, e devo
venire
a sapere che tu…!!...da mesi, da non so quanto ti prendi
questa
roba, mi hai tenuto nascosta metà della tua
vita!!» Henry
guardò negli occhi il suo amico, ma senza dire niente
«E
all’esterno…anteponevi quell’apparenza
di
tranquillità, che significava quella messa in
scena?!!»
al che Henry di nuovo gli girò le spalle,
appoggiando
pesantemente le mani sulla scrivania «Terriermon ti ha visto
con
queste?!» alluse Takato alla boccetta di pillole
«Per tale
motivo è scappato
via?!»…«Oh!!» per
l’altro fu un sussulto…
...ma ignoravano
di essere visti, oltre la finestra, da qualcuno che balzò
sul
tetto del palazzo di fronte: era Renamon “Casa di Henry:
è
l’unico posto da cui posso partire per ritrovare sia
Terriermon
sia Lopmon. Oh? Quello è Takato…!”
scorreva il suo
sguardo, che da costui si posò sull’altro giovane
“…Henry. Dopo dieci anni rivedo sia lui, sia
questo
palazzo. Niente è cambiato…o almeno
così sembra da
questo mio punto di vista.” Quegli scenari suscitavano molti
pensieri per la volpe dorata…
La sua elegante
sagoma però si trovava al centro del mirino di due creature
che
comparvero su un tetto nei paraggi «Hai visto,
Gelsomon…?!
Quella è Renamon!! Riesco a scorgerla perfettamente anche
senza
binocolo!» L’interpellata mise via con poca grazia
il
binocolo «Beata a te che ancora ti conservi una vista buona,
LadyMeramon!»…«Uhmuhmuhm, buonissima:
specie quando
si tratta di nemici da
incenerire!!»…«…hai
sentito Guardianmon? Gli ordini sono chiari, dobbiamo allargare le
distanze fino all’inverosimile fra quegli sciocchi.»
«Ragazze!!»
«Oh?!
Gelsomon, è il tuo orologio
portatile!»…«Meno male che
l’ho trovato a
poco prezzo.» aprendo il nuovo orologio legato al polso del
suo
braccione nero, e rivelando un display su cui comparve il volto della
loro terza alleata «Com’è la situazione
là da
voi…?» chiese PinkMonzaemon «Abbiamo
appena
individuato Renamon!!» rispose LadyMeramon «Bene,
tenetela
impegnata…!» mormorò subdolamente
l’orsa di
pezza «E da te come procede…?» chiese
Gelsomon
«Io?...
…ho quasi
finito il mio lavoretto.» replicò PinkMonzaemon,
circondata dalle pareti di una casa ancor più densa in fatto
di
radiazioni magiche. Dietro la Digimon era possibile scorgere la sagoma
di Rika, seduta al tavolo, e sempre più stremata
«Mi
mancano pochi ritocchi, che voi mi aiuterete ad approntare rendendo
inoffensiva quella stupida volpe fino a che la sua carriera non
sarà…anche ufficialmente, e definitivamente
terminata.» lanciando un’occhiata lampeggiante alla
sua
vittima.
«Ahah! Non
chiediamo di meglio!!» si sfregò le mani
LadyMeramon, e
Gelsomon chiuse il display «Perfetto, ci siamo quasi ed uno
dei
primi legami sarà definitivamente spezzato. Vorrà
dire
che chiuderemo la questione rimasta irrisolta al parco, ci tengo in
maniera personale…
…tanto ormai è sola, e non può
più opporre
resistenza!» adagiando i suoi occhi predatori su
Renamon…
Renamon la quale
sembrava acquistare un’imprevista consapevolezza
“Ma…cosa succede? Sembra stiano
litigando.”
…alla vista di Takato ed Henry oltre la finestra della
stanza di
quest’ultimo «Ebbene l’hai saputo anche
tu!! I
Digimon sono tornati! I vostri Digimon, non il mio!! Di Guilmon non si
ha alcuna traccia, mentre invece i vostri, il tuo e quello di Rika sono
tornati!! E voi state sprecando l’occasione che avete atteso
per
tanti anni scorticando mille sofferenze e momenti malinconici! Io lo
so, ne sono certo, anche se tu avevi smesso di parlarne, non ho mai
capito
perché!!»…«Perché?!
Il
perché è ovvio da capire: io dovevo crescere,
dovevo
costruirmi la mia vita!!»…«E questo cosa
c’entra, Henry?!!» esclamò Takato
sbalordito
«Cosa ha a che vedere la tua vita con Terriermon, chi ti
impediva
di crescere e al contempo di conservare il suo ricordo, la speranza di
rivederlo, chi ti impediva di parlargli la sera anche se non ti
rispondeva?! Sono certo che ad oggi ti avrebbe confermato di averti
sempre udito, quando invece non ha nulla su cui offrire riscontro,
visto che l’ultima volta in cui ti sei rivolto a
lui…quando è stato?! Il giorno stesso che
è
scomparso, oppure qualche settimana per parlargli te la concedesti
ancora?!»…«E va bene,
d’accordo, ho preferito
voltare pagina e cancellare tutto! Ricordarlo mi avrebbe soltanto
suscitato nostalgia, un taglio netto a volte è quello che ci
vuole!»…«…lui l’ha
sentito…» Takato fu come colto da
un’intuizione
«…lui ha scoperto del tuo “taglio
netto”, ed
è corso via privato delle sue speranze e dei suoi sogni, E
LO
CREDO BENE!!»…«CHE
COS’E’ QUESTO,
INSOMMA?! E’ FORSE UN PROCESSO ALLA MIA
VITA?!»…«Me lo posso permettere tutto,
Henry! Un
poveraccio a cui hanno portato via il figlio per quanto mi riguarda non
ha una vita, ma solo un oceano infinito di
casini!»…«B-Basta!» Henry si
teneva le mani
al capo «S-Se sei venuto solo per farmi del male te ne puoi
anche
andare!»…«No! Io non me ne vado, sarebbe
troppo
comodo!» afferrando Henry per il braccio «Tu e Rika
mi
avete proprio stancato, non accetto di soffrire per l’assenza
del
mio Digimon mentre osservo voi compiere FOLLIE pur di rifiutarvi di
affrontare il vostro presente, io il mio lo affronto! Lo faccio ogni
giorno e se Guilmon fosse qui mi mostrerei a lui esattamente per quello
che sono, al diavolo che alla gente non sto mai bene!»
Henry alzava la testa
per fissarlo, mentre sedeva tendendo a ripiegarsi e tremare sulla sua
sedia girevole. Takato in piedi di fronte a lui ammise «Lo
sai?!
Neanche la nostra cara “ragazza
d’acciaio” sta
facendo di meglio con Renamon! Ora è filata
chissà dove
liquidandola con parole che io stesso ignoro ma mi immagino,
conoscendola!! Sarà arrivata a cose per cui non
c’è
posto né in cielo né in terra, pur di non
affrontare
quelle che nella sua testa sono…l-le sue storiche vergogne!
Poi
tutto...per cosa, vorrei sapere?! Per un locale notturno! E
per…!!...quattro stupide relazioni!!»
«Ahh!!» Renamon sussultò
all’udirlo…
«E tu per
cosa…? Sentiamo, invece Henry, per un giovane per bene e
assennato del tuo calibro cosa vale l’abbandono del proprio
Digimon?!»
Henry si sentì pervaso dal gelo a quella metallica
domanda…
…mentre
la volpe dorata indietreggiava “Non è
possibile…!
Rika mi ha mentito? Le storie riguardo al suo successo e al suo
brillante futuro sono forse montate?” ma in quel momento
«Guarda guarda chi si vede,
Renamon!»…«Oh?!...Gelsomon!!»…«Lo
sai, l’ultima volta te ne sei andata troppo
presto.»
minacciò la dragona nera accennando il comporsi di una
scarica
nell’avvicinarsi dei due bastoni risultati dalla spranga
spezzata
«E’ piacevole conversare con te quando non girano
ragazzine
umane nei paraggi. Nel qual caso diventi meno
monotematica.»…«Che cosa hai in mente,
smettila
subito con il tuo folle piano! Lascia in pace gli
umani!»…«Tu a quanto pare non perdi
né il
pelo né il vizio: la mocciosa ti ha tradito, e tra poco
diverrà la domatrice della nostra
amica!»…«Ahh!»
un’altra folgorazione
morale «Rassegnati…!!...e lasciati spazzar via
prima di
diventare patetica e obsoleta!»…e poi una scarica
materiale «I tetti di questa città sono arcistufi
dei tuoi
salti!»
Quei fulmini aprirono il sipario su di un inseguimento.
In camera di
Henry, dietro lo scontro verbale dei due ragazzi, era accesa la radio
che ora imboccava un’impennata di entusiasmo “E
consoliamoci dalle disavventure del presente con un brano caldo e dolce
dell’ormai lontano 1998, eravamo tutti più piccoli!”
(canzone: Christian
Wunderlich - In heaven)
…ma
Henry era troppo impegnato a far valere il suo presente per farci caso,
balzando in piedi «Vale…una vita stabile, e un
futuro
equilibrato! Una famiglia come tutti, una crescita da persone
responsabili! Ecco il perché delle mie azioni e dei miei
silenzi, io ne avevo il dovere!»…«E per
questo
lasceresti andare il tuo amico
Terriermon?!»…«Niente affatto, ora che
è
tornato non ho intenzione di rinunciarvi! E’ stato un
equivoco,
lui ha sentito cose che ho detto in un momento difficile,
perché
ero disperato, perché mia moglie e mio figlio mi hanno
lasciato!»…«Perché celare
questa
disperazione?! Perché ti sei chiuso in te
stesso?!»…«Perché avevo paura
che avrebbe
preso il sopravvento, perché temevo di ridurmi ad un fallito
e a
un depresso, perché temevo di diventare come te!!
Oh?!»
Lo aveva detto.
E lui era gli era di fronte a fissarlo. Henry si lasciò
cadere
di nuovo sulla sedia «P-Perdonami, Takato…i-io non
intendevo…»…«Perché…?»
Takato sembrava all’apparenza tranquillo «Che cosa
hai
detto di male? E’ normale. Specie dopo avermi visto in quello
stato. Ingrassato di chili e chili. Era ovvio non volessi fare quella
fine.» volgendogli le spalle, mentre lui lo supplicava
tendendogli la mano
«Takato…»…«Hai
sempre avuto una linea invidiabile. E’ normale che un giovane
uomo tenga al suo aspetto e alla sua forma fisica.»
Seguirono
istanti di silenzio in musica, prima del volgersi di scatto di Takato,
con gli occhi di una persona ferita «Ma tu non lo hai detto
per
questo!!»…«Ah!»…«Tu!!...intendevi
me come persona!!» Henry non trovò il coraggio di
replicare nonostante il pentimento lo divorasse, facendogli gli occhi
innocui e ingenui «Allora io ti chiedo, ero davvero
così
brutto? Dico…brutto dentro!! Per quale motivo? Per i miei
sentimenti e per le mie insicurezze? Perché ho abbandonato
gli
studi?! Perché ancora mi manca un amico
d’infanzia, e
ancora credo ai sogni come un bambino? Henry…»
avanzando
verso di lui «E’ a tal punto una
“digievoluzione
sbagliata”, la mia della mia crescita, da precludermi la
stima
del mio migliore amico? Da farmi meritare di essere scaricato, ed
escluso dai momenti più importanti della sua vita, nel bene
o
nel male? Non posso crederci…»
Henry
chinò il capo, ed insorsero le lacrime portandogli via la
voglia
di replicare. Mentre Takato esplodeva «Diavolo…NOI
ABBIAMO
COMBATTUTO INSIEME!! A-Avevamo…almeno formalmente dei sogni
in
comune! Avremmo dovuto coltivarli come un fiore, farli crescere dentro
di noi! Non è giusto che si debba scontar tanto solo
perché non si è diventati…una macchina
che calcola
tutto come te, disposto a ogni compromesso pur di perseguire un ideale
di equilibrio…!...non so se sentimentale, sociale, morale,
cos’altro, non mi
interessa!»…«Aspetta,
Takato!»…«Noi non abbiamo più
niente da
dirci.» e trattenerlo fu inutile «Henry! Ascolta:
quando
usciva questa canzone per noi doveva ancora iniziare tutto! Qualche
anno ancora…»
Per pochi
istanti si abbandonarono entrambi all’ascolto
«Ascoltala, e
valuta se è veramente…COSI’
GRAVE…la scelta
che ho fatto io…e COSI’ GIUSTA…quella
che hai fatto
tu.»…«I-Io…»…«E’
la sola cosa che posso dirti. Il solo rimasuglio d’amicizia
da
lasciare a questa stanza.» guardandosela come fosse
l’ultima volta «Buttaci un pensiero, se non te lo
impedisce
il ribrezzo per il fatto che proviene da uno come me.» per
terminare nella sbattuta sonora di quella porta «TAKATO,
ASPETTA!»
I signori Wong
non trovarono parole per fermarlo, ed impedirgli di uscire senza
voltarsi indietro.
«Takato…h-ho perso anche te…»
lo sconforto
insorgeva in Henry.
…e Takato,
scendendo al portone, si volse dopo pochi passi per contemplare il
palazzo, e il cielo.
…ignorando che
Renamon e Gelsomon vi si stavano sfidando in un collidere di
tecniche…
«Anche questo la
crescita deve farmi…?...anche questo vuole, persino questo
deve
portarmi via?!» dichiarò con rabbia quando si
udì
chiamare
«Takato!!»…«Oh?...Cindermon!»…«Uff,
finalmente ti ho trovato! Ti ho cercato dappertutto! Ma…che
hai
fatto, che ti piglia?»…«Niente, ho
appena mandato
al diavolo il mio migliore
amico!»…«Oh?»
…e vedendo che era in difficoltà, le venne
spontaneo di
abbracciarlo «Su su, che capita e
passa…» ma gli
occhi di lui caddero su quel biglietto che volò a terra
tanto da
non farlo accorgere dell’abbraccio «E quello che
cos’è?!...Rika?! L’indirizzo di
Rika?!»…«Oh?
Sììì, giusto, che
mi dimenticavo!»
Henry si piegava sulla
scrivania, mentre facevano lento ingresso i suoi genitori nella stanza.
Ma lui si volse con gli occhi di una vipera «BEH, CHE COSA
AVETE
DA GUARDARE?! E’ BELLO ASSISTERE ALLO SPETTACOLO DI UN EROE
CHE
MUORE?! EBBENE E’ QUESTO!! SONO IO! QUESTA CRESCITA HA
PORTATO
VIA OGNI BRICIOLA DI QUELLO CHE ERO UNA VOLTA! SPIACENTE PER LA
DELUSIONE DI TUTTI I FANS!...e ora che lo sapete, ANDATE VIA! QUESTA
COMPASSIONE DA CARTONE ANIMATO NON SI ADDICE A UN UOMO
NORMALE!!»
«Me l’hanno
recapitato alla pensione, un tizio che già una volta mi
aiutò, dice che Rika può essere in quella
casa!»…«COSA…
…STIAMO
ASPETTANDO ALLORA…?» scandì deciso, e
lei fu
pronta «Niente! Soltanto un tuo
ordine…»…«Andiamo!...vieni
come,
Cindermon!»…«…mio
domatore.» ma lo
disse piano «Ti vuoi
decidere?!»…«ECCOMI,
ARRIVO, UN SECONDO!!»
«Ahhh!!»
Renamon veniva gettata a terra in un cortile abbandonato, e Gelsomon
con le sue scariche componeva una cupola per isolarle nel loro duello
«Fino ad oggi te la sei cavata, ma è arrivato il
momento
della tua fine: la tua domatrice è persa, e senza di lei tu
non
hai senso.»…«No, ti sbagli, non
è ancora
finita!» fronteggiava Renamon la minaccia di quei bastoni
sfrigolanti.
Takato avanzava
“Se per te questo è quanto, Henry, per me
c’è
ancora Rika: non la lascerò andare!” ...sempre
seguito da
un fedele Digimon dalle sembianze di ragazza «Aspettami un
attimo, ti dico, vuoi darmi modo di tenere il passo?!» ma lui
non la vedeva, chiuso nei suoi pensieri come un domatore solitario (fine-canzone)
«C-Chi
sei…?» accennava Rika «Ora
riesco…a-a
mettere a fuoco la tua immagine…mi hai parlato in tutte
queste
ore come una voce della coscienza…ma in realtà tu
sei
viva, di fronte a me…»…«Uhmf!
Complimenti.
Seppur nella difficoltà ti mantieni una ragazza sveglia. Io
sono
Digimon. Mi chiamo PinkMonzaemon…! E tu sei Rika Nonaka, un
ex-domatrice. Giusto, non sbaglio…?»
…la Digimon
allungò la zampa verso la bottiglia, ma poi vide che non
dovette
afferrarla per versare nel bicchiere, in quanto lo fece Rika
spontaneamente. Deglutendo un sorso tutto d’un fiato.
PinkMonzaemon sorrise: sembrava questo l’obiettivo che voleva
perseguire.
Rika sembrava
avere bisogno vitale di quei bicchieri «C-Che ci fate voi
Digimon
di nuovo sulla terra…?»…«Te
l’ho
detto, compiamo una missione. Alcuni…balordi minacciano il
nostro mondo, facendo leva sul fatto che da dopo la tragedia del
D-Reaper la specie digitale si è rammollita, vive nel
terrore di
veder spazzata via la sua vita serena, e per questo ci sono alcuni cani
che se ne
approfittano.»…«Siete…di
nuovo in
pericolo…?»…«Mmm…!...spirito
da
antica “Regina dei Digimon” che emerge…!
Ebbene…»…mentre gli occhi della ragazza
di nuovo
si velavano di lacrime a quelle parole «…mmm,
sì!
Decisamente ce la passiamo male, ognuno di noi che si era fatto una
comoda casetta rischia di ritrovarsi sbattuto al freddo e alle
intemperie per colpa di quattro malvagi. Ma che ci vuoi fare, il mondo
va così. Non potendo poi contare sui domatori,
diciamo…che ci arrangiamo coi mezzi che abbiamo, ma chi
può dire quanto durerà! I tempo
dell’oro sono
trascorsi…!»…«…a-anche
lei…?»…«Please, pardon? Sono
un po’
sorda!»…«…Renamon…la
sua casa, la sua
famiglia, i suoi
figli…»…«Davvero non ci si
crederebbe a raccontarlo, riesci ancora a preoccuparti per lei,
è il tuo primo pensiero pur dalle viscere di questo
abisso!...ehhhhhhhhh…quella povera volpe…si
può
dire che ora sia quella più in pericolo di
tutti!»…«Ah!!...» Rika
spalancò gli
occhi in un sussulto, mentre PinkMonzaemon indicava
«Guarda!» il cuore infranto fluttuante che
mutò in
uno schermo di luce.
Rika ebbe timore
nel guardarlo, e si volse lentamente ma alla fine non poté
sottrarsi all’immagine, che le provocò un balzo al
cuore,
di Renamon spinta a terra dagli attacchi di Gelsomon, in
quell’arena delimitata dalla cupola «Le manca un
domatore,
poverina…! E’ sola e senza difese, questo
unicamente
perché crede che tu dopo tutto non sia stata sincera, ancora
si
illude che quella Rika, quella ragazzina un po’ acida ma dal
cuore in fondo tenero le corra incontro ed in un commuovente abbraccio
si riprenda il Digivice appeso al chiodo! Per questo…rifiuta
tutte le proposte, ehm ehm le molte proposte la classe non è
acqua, di tutti i domatori che si sono presentati in fila per chiederle
di essere il loro Digimon! Ma lei
“no!”…ha risposto
rifilando occhiatacce in cui ti assomigliava “Io aspetto la
mia
Rika, lei tornerà da
me!”»…«Ahh!!» Rika
rabbrividiva a quel
pensiero…
…e alla
vista della sua Digimon in netto svantaggio durante quello scontro
«Renamon…» orientava il dito tremante la
ragazza,
ma PinkMonzaemon le bloccò la mano premendola sul tavolo
«Ahh!!»…«SEI PAZZA?! Vuoi
che…quella
poveretta abbia un colpo al cuore?! Nel momento in cui le piombassero
addosso tutte le nefandezze di cui ti sei insozzata durante la crescita
perderebbe il pelo in un unico drammatico secondo, ed in quel caso
sì che sarebbe indifesa! Indifesa…e SOLA,
perché
preferirebbe farsi acquisire piuttosto risultare la Digimon di una
p…
…non mi
viene l’esatta parola ma ci siamo
capita.»…«BASTA, TI PREGO, SONO DISPOSTA
A
QUALSIASI COSA!!» gridò Rika stringendo quegli
occhi che
non volevano guardare. PinkMonzaemon le rifilò allora un
congegno elettronico che aveva l’aspetto di una testa di
orso,
molto simile alla sua «Hai detto “qualsiasi
cosa” e
io mi attengo: prendi il Digivice, lei lo vedrà e
capirà
che tu sei quella rapa da cui è storia che non si
può
cavare sangue. La trippa per gatti mancante. Una porta…in
faccia
al suo muso, tu che scegli un altro Digimon!...
…è
l’unico pretesto che può dissuaderla dalla
testardaggine
con cui l’hai contagiata, e spingerla ad accettare finalmente
un
nuovo domatore, unica scialuppa di salvezza per lei e la sua famiglia,
dal sopraggiungere della devastazione! Rika, pensaci bene, questi nuovi
Digimon sono accaniti e senza scrupoli…»
…e
le immagini della battaglia e della ferocia di Gelsomon sembravano
confermare «…e tu sei il suo unico laccio col
passato, la
pietra legata alla sua zampa. E che la porterà a fondo!!...
…se non ti
decidi ad afferrare il Digivice e scegliere me…»
“Ci passai
già con IceDevimon.” chiudeva gli occhi Rika
“Sperava che lo scegliessi come mio Digimon tentandomi sul
mio
desiderio bramoso di forza, per colmare le mie incontabili insicurezze.
Voleva che sostituissi Renamon! Chi avrebbe mai pensato di ritrovarsi
in questa situazione tanti anni dopo. Divenuta da
ragazzina…una
donna. Ma di nuovo con la mente confusa e lo spirito che si
accascia…
…tentata…per motivi del tutto opposti!! Stavolta
non sono
io che voglio essere forte…” (canzone: Mariah
Carey - Bringin'on the heartbreak)
mentre la sua mano esitava tremante presso quel Digivice a testa
d’orso, sotto il sorriso soddisfatto di chi si reggeva una
testa
uguale, con i gomiti appoggiati al tavolo
“…stavolta
è per salvare lei! Per farla libera da me! Sta di fatto che
sono
più tentata che in passato…
…e
questa volta…temo non riuscirò a
resistere…”
La mano stava
quasi per toccarlo…
«Uhmuhmuhm…»
PinkMonzaemon sentiva la vittoria in pugno…
«Stupida…non comprendi che inutile
ostinarsi?»
provocava Gelsomon «Cosa ti resta, consegnare i tuoi figli a
un
mondo falso e di tradimenti come
questo?»…«Tu
ignori…molte cose di questo mondo!» replicava
Renamon che
dopo un’agile capriola tornava in piedi, benché
colpita
«Sempre la stessa storia!» Gelsomon abbassava i
suoi
bastoni con aria stufa «Io che ignoro, io che non ho provato
questo, non ho vissuto quello, con la tua saccenza mi hai proprio
stufato!»…«E’ un problema tuo,
io in questi
anni non ho fatto che attingere dalle mie
esperienze!»…«E cosa ne hai ottenuto? Il
calcolo
completo della tua vita era errato: la tua domatrice ti ha
respinta!»…«Non giungerei a conclusioni
affrettate,
la vita è molto più complessa di quanto si possa
credere.»…«Ti riferisci al fatto che si
può
spasimare per qualcuno che non è il proprio
marito?»
Renamon tacque, ma assottigliò il suo sguardo…
«…ma tralasciamo questo versante. Restiamo nel
campo di
noi Digimon, dici che c’è ancora da scavare con la
tua
domatrice? Forse non ti rendi conto che è a un passo dal
tradirti. Se pensi che mento, sta a guardare tu
stessa!»…«Oh!»
Gelsomon
liberò un raggio dal suo orologio da polso che
costituì
uno schermo di luce.
Gli occhi
di Renamon incrociarono la vista della mano di Rika sul Digivice
orsiforme.
«Bando alle esitazioni, Rika!»
“Renamon, perdonami…!!...è solo per te
che compio
quel passo che non feci allora!”
Arrendendosi, e spingendo la sua mano sul Digivice che
liberò
una luce nera «AHAHAHAH! CE L’HO FATTA!!»
«RIKA!!»…«Soddisfatta,
Renamon?!»
Gelsomon ancora agitava i suoi bastoni elettrici
«E’
diventata la domatrice di PinkMonzaemon, suo unico scopo era quello di
sostituirti!...
…è una corrotta. Come tutti gli umani! E tu le
hai
creduto solo perché eri una Digimon in fasce travestita da
donna!»
Ma Renamon
avanzava verso di lei, il suo passo era barcollante ma orgoglioso.
Quel
bagliore oscuro sembrava aver privato Rika delle ultime energie, si
piegò sulla sedia mentre PinkMonzaemon lampeggiava di potere
nero «WHAHAHAHAH, LE ENERGIE CHE MI HAI CEDUTO MI HANNO RESO
STRAPOTENTE!!»
«Dieci anni…di vuoto, e
nulla!!»…«Questo lo dici
tu!!»…«AH?!!» Gelsomon
trasalì
poiché oramai convinta di aver piegato Renamon, la quale
però replicò «Non mi importa di
ciò che si
vede in quello schermo!!»
Lasciando
che sull’espressione di Rika si aprisse un sorriso che
sembrava
di sollievo…
«Benché le cose sulla terra possono essere
ingarbugliate…questo non mi autorizza a rinnegare il mio
passato.»…«Sei una folle testarda.
Togliti dai
piedi, e permettimi di far esplodere questo
mondo!»…«MAI…!»…«Senza
il suo supporto sei perduta!»…«Questo
è da
vedere, misurati con me prima di
parlare!»…«Ma
insomma, perché?!...io non ti capisco, Renamon, cosa ti
spinge
ancora a difendere la terra? Chi hai più da proteggere qui?!
Anche tu dormiresti più tranquilla se tutto si
riducesse
in un boato assordante!»…«E invece no:
questo mondo
merita di esistere. Un giorno, lungo queste strade, il destino di Rika
potrebbe incrociare la felicità. Fra del tempo in uno di
questi
parchi potrebbero giocare i suoi figli! Io non li consegnerò
alla tua opera
distruttiva…»…«AH! MA HAI
APPENA ASSISTITO AL SUO
TRADIMENTO!»…«Questo…»
Renamon chiuse
gli occhi…per poi riaprirli più decisa
«Non basta
per farmi buttar via i ricordi! Quando promisi di proteggerla a costo
della vita non lo feci per avere qualcosa in cambio: io ho scelto! E
non torno indietro…»
«Brava così…» Rika tendeva le
mani allo
schermo di luce «…non ti
arrendere…»
«AHHH! SEPPUR SOLA?!» era la domanda che spiazzava
Gelsomon, e Renamon sfoderava gli artigli «SEPPUR SENZA
DOMATORE
non sono finita: preparati, perché stai per assaggiare la
mia
enorme forza!!»
«SI!!»
esclamò Rika balzando in piedi, mentre PinkMonzaemon
«AAH?!» trasaliva…
Renamon saltò «Pioggia
di diamanti!!!»
liberando le sue schegge di luce che «AAAHHH!!!»
piombarono su Gelsomon, che cercava di pararsi coi bastoni
«COME
FA AD ESSERE COSI FORTE ANCHE DA SOLA?!»
«Brava…» sussurrava
Rika…baciando le sue
dita «…va avanti…» e
appoggiandole sullo
schermo «…addio.» che si spense al suo
tocco, come
un capitolo della vita. Lasciandosi poi cadere sulla sedia, con lo
sguardo inondato di malinconia.
PinkMonzaemon la osservava “Uhmuhmuhm, ha compiuto il suo
passo
decisivo, e Renamon l’ha vista. Ormai non ho più
bisogno
di lei, uhmuhmuhm!”
Rika
prendeva quella bottiglia…e versava, fino a riempirsi il
bicchiere. Muovendo il braccio stanco nell’accenno di una
specie
di brindisi «A-A ciascuno il suo destino!» sotto lo
sguardo cupo della Digimon che vegliava su di lei, e lampeggiava di
forza potenziata.
Renamon si scagliava
con tutta la sua forza contro Gelsomon “…devo
resistere!!!
Anche se è tutto buio
attorno!!!”…«A-AHHH!!!» la
quale sembrava
stentare a contenere quell’improvviso getto di potenza.
Mentre a Rika restavano quei sorsi, e ancora un altro sorso…(fine-canzone)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Il rimpianto di Rika ***
13°puntata DT2
«Va bene, adesso…rimettiamo insieme i
pezzi.» due
lunghe orecchie marroni si appoggiavano amorevoli sulla mano di una
ragazza «Ascolta me: hai passato l’inferno, Suzie,
ma io
sono qui. Adesso non devi più aver paura, vedrai che insieme
sistemeremo tutto.» così quella piccola Digimon
ricevette
un’amorevole carezza «Piccola
cara...»…«…coraggio…anche
per me
è dura! Non mi sembra il mondo che ho lasciato. E’
tutto
cambiato, e ha un aspetto terribile! Però…sei ci
sei
tu…va bene. Ci sto!» e Suzie a sorriderle grata
«Anch’io ci sto, purché
insieme!» si
raccomandò «Sempre insieme!» e Lopmon a
prenderle il
dito con le sue corte braccine, accostandoselo al viso
«Ma
certo, ma certo…»
Mentre Rea le guardava
con tenerezza…sempre però gettando un occhio
oltre lo
spiraglio della porta…
«Ora che ti vedo
sento che potrò riprendere a sognare.» ammetteva
Suzie
«Mi sono sentita morire quando lui mi ha gridato che gli eroi
e
le fiabe non esistono, che sono soltanto
fantasia…!»…«Henry ha detto
questo?!»
volle sapere la sua Digimon. Ma quelle parole destarono una reazione
anche in Rea, che si alzò dalla sedia col Digivice in mano,
ed
esclamò «Ah è così? Sapete
allora che vi
dico?! Che io mi sono veramente rotta!! Henry non può
continuare
a far soffrire così tutti quelli che ha attorno e gli
vogliono
bene, a smontare i loro sogni, e calpestare i loro sentimenti! Non ne
ha il diritto!!»
Dopo averla guardata
per qualche secondo, Suzie strinse un pugno di grinta
«…ben detto!!» e Lopmon a seguire
«Hai
ragione, Rea!»…«Sapete che
c’è?!»
continuava la giovane dai capelli scuri e dal Digivice verde
«Che
finora Henry le ha sempre avute tutte vinte, ha sempre avuto gente ai
suoi piedi, ad ammirarlo, adorarlo, che si fidava di lui ma adesso la
pacchia è
finita!»…«Brava!» ribatteva
Suzie, e ancora Rea «Io questo Digivice me lo sono guadagnato
con
i miei sogni solitari, perché lui mi aveva chiuso le porte
della
sua storia! Ora…!!...non permetterò né
a mio
figlio, né a voi, né al mio Digimon di soffrire
come ho
sofferto io a causa di Henry! Se lui ci snobba noi formeremo un nucleo
solido, vedrete ragazze ce la
caveremo!»…«Questo
sì che è parlare, Rea!!» Suzie
cavalcava
l’onda di determinazione «Ci siete?! Siete con
me?!»
chiedeva Rea, e Lopmon «A tutti gli effetti!»
…ma
Terriermon stava ascoltando, con l’orecchio appoggiato alla
porta. Chiudeva i suoi occhi alla luce delle nuove consapevolezza
“Questa ragazza, Rea, è la moglie che Henry ha
abbandonato. E…” volgendosi verso quel bimbo che
sembrava
ancora non averne avuto abbastanza di lui e tendeva le braccia per
invitarlo “…questo bambino, Benji, è
suo
figlio.”
«Siamo due ragazze e due Digimon, ma non per questo siamo
sole e
sprovvedute.» affermava Rea prendendo la mano di Suzie e
l’orecchio di Lopmon, descrivendo «Terriermon
è il
più fragile e il più ferito fra noi, dobbiamo
fargli
molto sostegno. Adesso vado a
parlargli.»…«Se
c’è qualcuno che può spingerlo a
raccogliere la
forza necessaria per fronteggiare i nuovi nemici…quella sei
tu,
Rea.» spiegò Lopmon, e Suzie «Hai
sentito? Da quel
che ha detto Lopmon sia sulla terra che a Digiworld sembra affacciarsi
una nuova battaglia.» Rea premette sul cuore quel Digivice,
sentendo che parlavano di una tappa che stavolta le apparteneva.
Mentre
Terriermon si allontanava dalla porta. Camminava, e anche se piano,
Benji di poco non riusciva ad afferrarlo. Come se fosse trasparente,
distante, sfuggente. I suoi occhi erano bassi, e le sue orecchie una
buona alternativa alla scopa o all’aspirapolvere per il
pavimento
della casa “Questa casa…è la discarica
della vita
di Henry. Chi se lo sarebbe mai aspettato.” Benji gli toccava
la
schiena, ma lui non si voltava. Sebbene i più attenti
osservatori avrebbero notato un brivido scuoterlo “Ha gettato
in
una voragine i suoi sentimenti. Ha cessato di essere quello di un
tempo, ha buttato via tutte le nostre chiacchierate, e ogni cosa
preziosa imparata assieme. Ha cestinato i nostri ricordi. E con
loro…me, assieme a questa ragazza e a questo bambino. Che
significa…?” premendosi la fronte col fare di un
adulto
“Perché adesso mi trovo qui, che senso ha la mia
esistenza?” …ma dietro di lui,
giungevano i passi di
una ragazza. E riflesso nello specchio sul comodino, Terriermon
poté veder luccicare il suo Digivice. Sicché si
volse. A
incrociare per la prima volta per bene i suoi occhi scuri
«Credo
che io e te dovremmo parlare…Terriermon.»
pronunciò
Rea parole delicate «Ohh…» che stupivano
quel
Digimon…
Quando a bordo
del treno, Cindermon chiedeva al pensieroso ragazzo «Ma
insomma
Takato, che è successo?»…«Ti
riferisci a
prima…?» chiese lui aggrappandosi ad uno dei
sostegni
«Sì! Insomma non è possibile c-che
ognuno di voi
nessuno escluso posto di fronte al ritorno del suo Digimon combini un
pastrocchio!»…«Eppure è
così…pensavo a Terriermon, e se io mi sento in
questa
maniera mi chiedevo cosa stesse provando lui. Scorrono assieme alla
città mille immagini e mille ricordi, ma adesso non
c’è tempo…dobbiamo trovare Rika al
più
presto.»…«Certo permettimi è
un po’
strano.» seguitava a parlare lei fissandolo, mentre lui
fissava
oltre il finestrino «Da come mi è stato descritto
e dalle
vostre illustrazioni che ho consultato a
Digiworld…!...»…parole che attirarono
la fulminante
coda dell’occhio di lui su di lei «…e-eh
no va beh
questioni tecniche, insomma!...sembrava esserci una sintonia davvero
fuori dal comune fra voi e coi
Digimon.»…«Ti sei
fatta proprio una cultura su di
noi.»…«E-E-E-EHMMM…»…«Addirittura
le illustrazioni,
uhm!...comunque…»…mentre lei
teneva il suo sorriso tirato e rigido come quando si cammina su una
simbolica fune. Lui però non sembrava propenso a infierire
più di tanto «…dimmi piuttosto di
questo misterioso
tipo che ti ha inviato il biglietto.»…«E
che ne so,
chi lo conosce!»…«Tu hai contatti con
tutti ma non
conosci mai nessuno, vedi un po’, mi sai spiegare
perché?!»…«No-no-no-no!
Calma, alzo le mani
sono innocente! Cioè io so non l’ho
vist-cioè nel
senso che sì ci ho parlato-no perché poi io non
so il suo
nome però il giorno che l’ho vist-cioè
quando ci ho
parlato lui andava di fretta-voi stavate combattend-…
…
…
…PERCHE’ QUELLA FACCIAAA?!!!...NON MI CREDIII?!!
Non
è colpa miaaa!!!» gemette letteralmente, la
ragazza
digitale di fronte al frigido rigore del giovane «Mi si
è
avvicinato e mi ha detto un mucchio di cose incredibili tranne dirmi
chi era e come si chiamavaaa!!! Che ho fatto di maleee?!!!
Perché devo essere accusata anche di
questooo?!!»…«…e chi ti
accusa…»…«Era vestito solo in
modo strambo!
Rosso e nero, ti posso dire, un tipo estroso,
stravagante!»…«Oh!!...rosso…e
nero, hai
detto?» quella descrizione sembrava averlo colpito
«Sì! Tutto a scacchi, perché lo hai
incontrato
anche tu?!» chiedeva lei che nelle sue domande tendeva sempre
ad
avvicinarsi e a ricercare diretta il suo sguardo, che però
sfumava ovunque altrove nei discorsi «E dici che ti ha
aiutato,
ha usato parole esortative con
te…?»…«Sì! Quella
volta ero nel panico
e mi ha invogliata a combattere! Ma perché tu scusa sai
qualcosa? Ora sono io che lo chiedo a te se
permetti!»…«Non…so
dirtelo…»
rivelò Takato, camminando lungo quel vagone
«…però mi ha ricordato una cosa. Quando
io sono
stato male, i tempi dell’esaurimento che mi aveva
fatto…molto aumentare di peso, c’era una persona
che mi
spediva delle mail.» Gli occhi di Cindermon sbattevano con
espressione interrogativa «Non si firmava col suo nome, ma
sembrava conoscermi…a fondo, e mi diceva
parole…incoraggianti, mi spingeva ad avere speranza, e a non
arrendermi mai! Sapeva usare espressioni così profonde, e al
contempo delicate. E’ stato in realtà in gran
parte merito
suo se ho trovato lo spirito giusto per reagire e rimettermi al lavoro
per superare quel momento! Lo sai? Guardavo lo sfondo, a scacchi rossi
e neri dei suoi messaggi…
…e questo
accostamento di colori mi faceva pensare a Guilmon. Mi sembrava che
fosse lui a spedirmi quelle mail, e per questo come tributo a lui mi
sono fatto coraggio.»…mentre gli occhi di
Cindermon si
facevano bassi e un po’ incerti, il suo dito picchiettava
alla
sbarra di sostegno…«Però…non
ho mai smesso
di chiedermi chi fosse in realtà. Chissà se
questo
biglietto proviene dalla stessa fonte…» La ragazza
digitale alzò appena le spalle. Poi timidamente i suoi occhi
su
di lui «…a proposito di forma fisica, giusto per
parlare…»…«Uhm?»…«…noto
un cambio di look. Complimenti. Scelta
azzeccata.»…«Grazie, più che
altro è
il caso di dire scelta azzardata! D’ora in poi mi sa che ci
sarà da attendersi da me colpi di testa come
questi!»
sempre con quel pizzico di asperità che di recente
accompagnava
molte sue uscite. Lei rivolgeva il suo sguardo in alto
“…non c’è che dire:
è un'altra
persona, totalmente diversa da quella che credetti in origine di
trovare. Il che equivale a dire che mi sono buttata qui sulla terra
senza punti fermi, in balia del caso!” e questo le dava un
minimo
di pensiero…
Anche Takato
rifletteva in silenzio “…Kenta aveva ragione: un
possibile
indirizzo di Rika è venuto fuori. Come faceva a
saperlo…?”
Sulla linea del
destino di Rea e Terriermon si delineava quel Digivice da poco comparso
«Tu conosci il suo
significato?»…«Ohh?»
il piccolo Digimon restò spiazzato di fronte alla domanda
della
ragazza «Ti ho chiesto…se sai cosa significa il
fatto che
sia comparso. Tu ci sei già passato…!»
e
provò a sfiorarlo con delicatezza, ma lui ebbe un
inaspettato
brivido e volse il capo. Come se temesse oltremodo il contatto fisico.
Questo a Rea dispiacque, si vide dai suoi occhi, ma seguitò
con
quel parlare pacato, velato di buone intenzioni «Io credo che
se
ora è nato questo Digivice…anche se in un grande
mare
oscuro, simboleggia una piccola stella che può guidarci, sia
me
che te! Io credo…» mentre Benji cercava di
giocare, e
venire tra di loro, e la madre gli dava retta pur non distogliendo la
minima attenzione da Terriermon «Che questo significa che noi
due…ora dovremmo conoscerci meglio!...
…restare
insieme…» i suoi sussurri erano emozionati
«…essere la spalla, l’uno
dell’altro…
…prova a
pensarci, Terriermon, potrebbe essere bello…!» ma
quando
di nuovo avvicinò la mano lui le diede le spalle
«Mi scusi
davvero, signora Rea, ma io non credo davvero…di poterla
aiutare.»…«Ahh…!»
…quelle parole
furono un sussulto nel cuore della ragazza «Ma come
signora…?» chiese un po’ mogia
«…chiamami per nome…non devi darmi del
lei.»
ma Terriermon non si girava, stringeva i denti e i pugni e pronunciava
con la voce che si approfondiva «Deve avere
pazienza…signora. Ma io in questo momento non sento di poter
fare
diversamente.»…«…non…
…vorresti
che io fossi la tua Digimon Tamer?» ma il suono di quella
parola
evocava un brivido sgradito nel cuore della piccola creatura. Suzie si
affacciò all’ingresso in quel momento, e
constatando il
loro dialogo prese con sé la sua Digimon
«Lopmon!...vieni
con me, dai, usciamo: voglio farti fare un bel giro della
città!»…«Suzie, io vengo
volentieri ma
tu…sei
sicura?»…«Shhh…è
meglio,
dai. Lasciamoli parlare, devono conoscersi. Noi torniamo dopo,
Reaaa!!» richiudendo la porta.
E lasciando che
in casa ci fossero solo loro tre: Rea, il bambino e Terriermon. Lei col
Digivice tra le mani cercava ancora, seppur con discrezione, di
proporre «Non pensi che potrebbe farti
bene…fidarti un
po’ di me, magari? Sperimentare…quello che
può
nascere se uniamo le forze, e…proviamo a unire i nostri
cuori.
Io lo desidererei tanto…!...» mentre Benji
sembrava voler
afferrare la mano di lei e l’orecchio di lui per
congiungerli, ma
si impicciava un po’ e scivolava, sorretto dalla premura
della
madre «E’ tutta la vita che sogno di fare la
Digimon
Tamer!»
…di nuovo
un brivido per Terriermon, che non la guardava «E
benché
tu non lo creda, quando ti ho visto…»
nell’affiorare
della commozione «…ho sentito che il mio sogno
finalmente
si avverava. Tu assomigli proprio…!...»
avvicinando la
mano «…all’amico…che ho
sempre
desiderato…!» ma quando stava per toccarlo
«No! No,
la prego!!»…«…scusa, volevo
solo
accarezzarti…»…«…non
è…!!...qualcosa contro di lei, la prego cerchi di
capire…» scandiva Terriermon a voce bassa,
metallica,
stringendo occhi e denti…
…mentre a
Rea non restava che riprendersi la sua stessa mano, ed appoggiarla
vicino al cuore su cui erano nati tanti sogni che stentavano a
sbocciare «Ma in questo momento il solo termine
“DIGIMON
TAMER” mi fa ribollire il sangue…
…!!...
…la sola vista di un Digivice mi dà la
nausea…
…io non
posso…!!...e non voglio sentir parlare di niente di tutto
questo. E’ troppo controverso il ruolo che finora ha avuto
nella
mia vita.» al che l’espressione della ragazza
mutò,
e da spiazzata e delusa si fece più matura e consapevole.
Così come il suo parlare «E’
perché ti senti
tradito?...
…ti
capisco…io mi sono sentita nello stesso identico modo.
Benché tu possa non crederlo…Henry ha fatto
sentire anche
me inutile, sgradita, scartata. In quel
frigorifero…»
…mentre il corpo del piccolo Digimon tremava
«…ci
sono finita io prima di te. E non solo…!»
avvicinandosi il
bambino «…anche il povero Benji, che non se lo
meritava.
Nessuno se lo merita! Eppure a volte crescere significa fare i
conti…con alcune delusioni, che ti spezzano il cuore!...
…Terriermon…
…tu eri come
me? Cioè…volevi molto bene ad Henry?»
ma Terriermon
fu come pervaso da un silenzioso e subdolo fulmine, che
indurì
voce e sguardo «Henry…non voglio neanche
più udirlo
nominare. Desidero dimenticarmi della sua esistenza.»
Per Rea fu come
una fitta al cuore…specchiò i suoi occhi di madre
in
quelli, sempre così sorridenti, di suo figlio…e
il
pensiero che le affiorò fu “Sarà
difficile…gli assomigliamo troppo perché tu possa
dimenticarlo.”
Eppure quello
per Terriermon sembrava un obiettivo da voler conseguire a tutti i
costi.
«Tu credi
che fra Rea e Terriermon possa nascere un rapporto come fra domatore e
Digimon?» chiedeva Lopmon che sbucava dalla borsetta di
Suzie, la
quale rispondeva «Non lo so, ma lo spero: Rea è
così dolce, e Terriermon ha tanto bisogno che qualcuno curi
le
sue ferite.»…«Ti sembrerà
strano forse che ti
chiedo un pronostico quando sono io ad esser stata al fianco di
Terriermon in tutti questi anni. Però tu sei la mia
guida!»…«Uhmuhm!» Suzie le
sorrise
«…troppo buona, cara: quella che ha bisogno di una
guida
qui sono io!»…«E’ bellissimo
girare per la
città assieme a te: adesso sì che mi sembra
davvero la
nostra Tokyo, anche se sono…successe molte
cose…»…«Però
dobbiamo recuperare il
tempo perduto: dico sul serio, è un’impresa divisa
in
tappe rigorose! In questi anni, Lopmon…
…sono
tante come i granelli di sabbia le confidenze che noi ex-domatori
avremmo voluto fare a voi amici Digimon e che ci sono state
precluse…
…sono
infiniti i giorni di sole in cui avremmo voluto correre, con voi al
parco, poi fermarci a un chioschetto e prendere un gelato, per
offrirvelo, di nascosto, quando nessuno ci vede. Sono tante, le sere in
cui vi avremmo voluto…stringere forte forte!!»
descriveva
e mimava, mentre un’intera città scorreva attorno
a loro
nella sua quotidianità «Per confidarvi i nostri
sogni…magari i nostri timori, le nostre incertezze. Tutti i
nostri sentimenti!»…«Anche noi, Suzie!
Per noi
è stato lo
stesso!!»…«…crescere, amica
mia, è una cosa complessa e strana. Quando sei bambino credi
che
tutto resterà sempre uguale. Poi mano a mano ti accorgi che
quei
momenti speciali…sono una perla rara da inseguire negli
angoli
più buii, a volte. C’è chi rinuncia, e
c’è chi invece non si arrende. Io personalmente
non ho mai
accettato di non essere più allegra e felice, di non sognare
più solo perché stavo diventando grande! Io nei
miei
panni attuali voglio ritrovare tutta la spensieratezza
dell’infanzia! Però, piccola, tutte queste cose,
questo…oceano impetuoso di conflitti rischia di inghiottirti
se
lo affronti da solo. Se non c’è un amico seduto di
fronte
a te, sul tuo letto…a cui confidare i pensieri. A cui
consegnare
il tuo cuore. In breve, se c’è un Digimon al tuo
fianco,
uhmuhmuhm!»…«Ma adesso ci riprenderemo
quello che ci
è stato tolto!»…«Ben detto
amica mia, ed io
proprio per questo ti ho portata qui! Inizia l’operazione di
recupero, sono molto seria,
sai?»…«E’ qui che
vai a scuola?»…«Esatto!»
esclamò la
ragazza ai cancelli dell’istituto. Ed indicò un
ragazzo
che se ne stava in disparte, appoggiato al muro con aria pensierosa
«E lo vedi quel ragazzo laggiù in
fondo?»…«Dove? Dove? Quello
lì?»…«Sì…»
pronunciò Suzie con un sorriso emozionato, estraendo la sua
Digimon dallo zaino «E’ Mako…il ragazzo
di cui sono
innamorata.»…«…!!
Davvero?!»…«Sì, Lopmon. Ho
sognato tanto di
poterlo mostrare a te e confidarti il mio amore per lui, un giorno. Ora
finalmente posso farlo. Lui è il principe che sogno al mio
fianco, ma purtroppo non mi corrisponde ed è dura ogni
giorno…»…«…Mako…»
ripeteva la coniglietta digitale assorta…
Il ragazzo da
loro indicato quella mattina sembrava non trovare pace, e non riuscire
a cessare quel suo gesto consueto di passarsi la mano tra i capelli
rossi «Peggio che andar di notte, quest’oggi: non
bastavano
i problemi con Beelzemon e il Digivice, dovevo anche perdermelo
un’altra volta! L’avrò dimenticato in
convento…quell’attrezzo anziché
rendermi un
domatore mi sta facendo impazzire!»
«Ma
certo, lui è Mako, il fratello di Akemi!»
realizzava
Lopmon «E’ uno dei due domatori di Beelzemon, lui
non ci ha
fatto che parlare di loro in tutti questi anni, anche lui è
tornato!»…«Davvero?!
Quindi…siamo entrambi
neo-Digimon Tamers…» quel pensiero
sembrò dare
emozione alla ragazza «Che vuoi fare?» chiedeva
Lopmon
«Andiamo da lui?»…«Uhmuhm, a
dire la
verità un po’ mi vergogno, anche perché
oggi ho
marinato la scuola, uhm! Però…se tu sei con me
riesco a
evocare il coraggio necessario: andiamo!!»
«Non vedo l’ora che finiscano queste maledette
lezioni:
devo mantenere il mio ruolo da studente modello, perché
altrimenti papà si scoccia e io non di meno di lui, per la
perdita del primato! Devo essere un valido Digimon Tamer per non
perdere credibilità agli occhi del mio Digimon! Devo anche
essere un buon fidanzato, ma…con tutti questi problemi come
si
fa? Ah, se solo fosse facile come quando si è
bambini!»…«Ahaha!
Maaakooo!»…«Uh?...
…Suzie. C-Come mai sei qui, nasconditi! Se gli insegnanti ti
vedono ti chiederanno cosa ci fai in cortile e non a
lezione!»…«Cosa ci faccio? Io svolgo una
carica di
tutto rispetto, non solo quella di semplice studentessa! Ho una cosa da
mostrarti…tadaaan!!!»…«Ah! Ma
tu
sei…Lopmon!»…«Ciao Mako,
piacere di
ritrovarti.» fece cordialmente la Digimon, e Suzie
«E
sinceramente anche tu credo abbia qualcosa da mostrarmi,
carino!!»…«Io? Veramente Beelzemon
è troppo
grande perché lo tenga nello zaino, e poi…neanche
a dire
che posso offrirti come prova il Digivice: l’ho lasciato da
mia
sorella.»…«In conventooo???»
si stupì
un po’ Suzie, che con gesto scherzoso gli picchiò
un
pugnetto sulla testa «Ma si può sapere dove hai la
testa,
e la nostra missione?!»…«Già,
ci sono nuovi
nemici, a quanto pare.»…«E
così…oltre
che compagni di scuola siamo anche colleghi
domatori…»
sussurrava la ragazza «Non…è
emozionante, non
sembra di risentire l’atmosfera di allora? Come nelle prime
serie, i piccoli del primo tempo diventano i protagonisti nella nuova
avventura…»…«…a…pensarci
bene
non è mal-» ma le parole di Mako furono interrotte
«Makooo…!!!»
Così come
quel breve momento di emozione per Suzie, che ritirò la mano
con
un po’ di incertezza all’arrivo, sciolto e in
corsa, di
Jeri «Ciao, amore mio!» bacetto «Vengo a
controllare
che studi e che non fai il monello. Dobbiamo parlare di una cosa
importantissima…oh? Suzie! Ciao, ma…come mai oggi
non
indossi la divisa?»…«Perché
non sono qui in
veste di studentessa, Jeri!»…«Ah
sì? E di
cosa, invece?» chiese Jeri che sembrava, come al solito,
naturale
e spigliata. Suzie le rivolse un’amichevole sorriso
«Il
sogno per cui tutti mi prendevano in giro è diventato
realtà: guarda un po’
qua!»…«Ah!...
…Lopmon…v-vi siete ritrovate
allora…» il
sorriso di Jeri assunse una sfumatura velata «Non sembri
sorpresa…! Sapevi già del ritorno dei
Digimon?!»…«Jeri era lì con
noi quando ci
hanno liberato dalla prigione, c’era anche Takato.»
tanto
che Jeri ebbe una folgorazione e divenne sieria di colpo, e Mako
sussultò «Che cosa?!! Che storia è
questa,
Jeri?!!»…«Ecco, io…»
…nello
stupore di Suzie e Lopmon, la quale si sfiorò le labbra
«…ho forse detto qualcosa che non
dovevo?»
«Non era
il giorno che sei stata a casa
nostra?!»…«Mako,
posso spiegarti tutto…»…«Tu
eri lì con
i Digimon?! Mi avevi parlato di un vestito da
sposa!»…«Sì,
però…!!...come
spiegarti?»…«Hai detto che potevi
spiegarmi
tutto!»…«E-E infatti è
così! E’
che ho incontrato Beelzemon, per strada, ed era…molto
preoccupato per i suoi amici, così ho pensato di andarlo ad
aiutare!»…«…tu e Beelzemon
siete molto in
confidenza.»…«Che vuoi, dopo
ciò che è
successo! Nel bene o nel
male…!»…«A che ti
riferisci…?»…«Eh?
Ma…niente, a che
vuoi che mi riferisca, Mako, all’avventura dei Digimon
Tamers! Il
viaggio a Digiworld, il D-Reaper, Beelzemon mi
ha…diciamo…dato un grande aiuto! In molte
occasioni, per
questo ho cercato di sdebitarmi, tutto
qui!»…«Sì, ma quello che mi
sfugge è
perché non mi hai chiamato: io sono il domatore di
Beelzemon! E
sarei anche il tuo fidanzato!»
Un
po’ interrogativi gli occhi di Suzie e Lopmon, la quale
chiese
«Loro due sono fidanzati? Ma lei è più
grande di
lu-»…«Shhh, dai Lopmon non essere
indiscreta!»
«Sì, ma non c’era
tempo…» mugolava Jeri
«…e-e poi ero molto preoccupata! Va bene?!
Mettiamola
così, ero terrorizzata al pensiero che tu andassi in
quell’inferno, non hai mai combattuto con un Digimon, io
sì anche se per poco, per cui era talmente tanta la mia
paura
che ti lanciassi in un’impresa folle che ho preferito andarci
io
al tuo posto!»…«Mi fa piacere che tu
tenga a me, ma
su questo mi ricordi mia sorella: possibile che nessuna di voi due
abbia fiducia in me come Digimon Tamer?! E poi, scusa, toglimi un
dubbio, cosa hai potuto fare senza
Digivice?»…«No,
io…l’ho portato con
me.»…«Hai un
Digivice tuo?»…«Ma no, Mako, non dire
sciocchezze!!
Mi riferisco al tuo, io che Digivice dovrei avere, vedi forse un mio
Digimon qua attorno?!»…«No, tu non ce
l’hai,
questo è poco ma sicuro!» al che Jeri
abbassò lo
sguardo, mentre Mako continuava «Ecco allora
perché quel
giorno non lo
trovavo…»…«Avevo paura che ti
arrabbiassi…te l’ho rimesso di nascosto nella
borsa, va
bene?!»…«Una sola cosa: ha funzionato
durante la
battaglia?»…«E CHE TI
IMPORTA?!» ma a quel
punto intervenne Suzie «Su su, ragazzi, non litigate adesso,
calmatevi! Non mi sembra il caso: Jeri ha fatto qualcosa di degno di
ammirazione.»…«…ti
ringrazio…Suzie…» fece la ragazza in
visibile
disagio «Sono d’accordo anch’io, ci ha
aiutato
molto!» confermò Lopmon, mentre alzava lo sguardo
verso la
sua domatrice “Suzie…com’è
altruista,
è innamorata di Mako ma non si fa scrupolo di spendere una
parola a favore di Jeri…”
«Sì, forse, dopo
tutto…non ne vale la pena…»
accennò Mako,
mentre Suzie descriveva «Sai, Lopmon? Jeri è una
ragazza…fantastica, è un’artista delle
unghie ed
è un’ottima amica! Durante la tua assenza mi ha
aiutato
molto averla sempre al mio
fianco!»…«Sono felice per
te, Suzie! Anch’io, grazie a Renamon, sono riuscita a
superare
molti momenti di nostalgia!»…«Uhmuhm, ma
adesso il
peggio è passato, dobbiamo guardare al futurooo! Una nuova
era
dei Digimoon, wow!»…«Sono
d’accordo!»
scherzavano la ragazza e la coniglietta Digitale…
Jeri le
osservava, sembrava divertirsi ma in realtà il suo sorriso
si
velava “…perché Suzie ha potuto
ritrovare il suo
Digimon, e io no? Perché non c’è
nessuno che io
possa aspettare col cuore trepidante, e che abbia aspettato me con
altrettanta emozione? A nessuno importa che sia cresciuta, cambiata,
che abbia sofferto ed abbia provato dei sentimenti. E ora che Lopmon
è tornata…nemmeno Suzie si interesserà
più
a me.” «Ah, Jeri sono felice, non puoi immaginarlo!
Ora che
il varco si è riaperto…molto presto sono certa
che anche
tu riceverai un nuovo Digivice e un nuovo Digimon!» In
risposta
un debole sorriso «Uhm…non è detto,
Suzie.»
passandosi la mano tra i capelli, e accendendosi una sigaretta
«Ci sono persone che non hanno visto nessun amico ritornare
per
loro. Facciamo l’esempio di Kazu Shioda e Kenta Kitagawa.
Oppure
ancora…Takato.»…«Ma quello ce
l’ha una
Digimon!» intervenne Mako, e Jeri soffiò del fumo
«Se ti riferisci a quella Cindermon…non
è il
suo.»…«Chissà che fine
avrà fatto
quello spettacolare Guilmon!» si interrogò il
ragazzo, e
Suzie domandò «Guilmon…non è
tornato con
voi, non sapete dove sia?»…«Purtroppo
no.»
rispose Lopmon, e Jeri aggiunse «No, e non sai come sono
dispiaciuta: era il grande sogno di Takato…poverino, ora
sono
certa…che deve sentirsi molto
solo…»…«Non credo
più di tanto. Con
quella tizia ancora più scenica di Guilmon!»
espresse Mako
con la solita indifferenza, ma Jeri era pensierosa e nemmeno lo sentiva
«…avrei…fatto di tutto per ritardargli
la scoperta
circa l’assenza del suo amico. E’ brutto sentirsi
esclusi.
Però, non c’è stato niente da fare,
l’altro
giorno al Centro ricerche l’ho trovato lì, ed ha
assistito
al vostro ritorno! Non so chi l’abbia chiamato, forse
Cindermon…»…«Beelzemon.»
intervenne
Lopmon, e Jeri si volse di scatto
«Cosa?!»…«E’ stato
Beelzemon: lo ha
chiamato a casa, aveva ancora il suo numero. Sapeva che Takato assieme
a Cindermon avrebbe potuto aiutarci, perciò si è
rivolto
a lui.» “Non posso crederci…avevo detto
a Beelzemon
di non avvisare Takato! Gli avevo detto di avere fiducia in me, che
sarei arrivata, e invece lui aveva già telefonato a
Takato! Non è giusto!!” «Ehi,
Jeri, dove stai
andando?!» chiese Mako «In un posto! Devo fare una
certa
cosa!» liquidò brevemente la ragazza e corse via
«Aspettaci, abbiamo detto forse qualcosa che ti ha
ferito?!» tese la mano Suzie, ma quando stava per rincorrerla
Lopmon avvertì una folgorazione «Aspetta,
Suzie!»…«Cosa
c’è…?»…«…avverto
una
presenza di una battaglia nei
paraggi…»…«Cosa?!»
stupore sia per lei
che per Mako…
Infatti
«AAAHHH!» Renamon veniva spinta a terra dalla
scarica di
Gelsomon, la quale «Uff, puff…!...devo ammettere
che sei
un osso davvero duro, “bellavolpe”…
…MA
QUESTO NON CAMBIA LE COSE!» ostentando spavaldamente i suoi
bastoni elettrici «Sei sola, senza domatore, ed io sono
più forte e combattiva di te!!»
«…a-amici miei…ho bisogno di
voi…»
mormorava Renamon a terra «…L-Lopmon,
Terriermon…»
«Oh!»
Terriermon avvertì come un balzo al cuore. Mentre Rea era
ancora
seduta a terra dietro di lui, per essere all’altezza sia sua
che
di suo figlio «Non credere, ti comprendo. Ora è
presto, e
io non debbo forzarti: devi prenderti il tuo tempo. Ti chiedo solo di
riflettere sulla possibilità di fare di me la tua Digimon
Tamer…»…«Renamon è
in
pericolo…»…«Cosa?!»
si avvicinò
Rea, praticamente gattonando «Sì, devo correre da
lei!»…«A-Aspetta!
Terriermon!»…«A-Ahhh…»
nonostante fosse
debole, e tendesse a svenire, si fece forza e balzò per
aprire
la porta di casa «Sei ancora debole dopo stanotte, non puoi
girare da solo!!» esclamò Rea con viva
apprensione, mentre
il Digimon usciva…ed entrava la madre della ragazza
«Oaaah?! Oh mamma mia Rea ma che cos’è
quel
cosetto?! Un peluche
radiocomandato?!»…«Mamma!...fammi un
favore: tieni
Benji. Resta con lui. Terriermon!»…«Ha
pure un
nome?»…«TERRIERMON!» Rea si
lanciò al
suo inseguimento lungo le scale, portando con sé il
Digivice…mentre la signora Akimoto teneva in braccio Benji
«E questa mamma? Dove se ne scappa? Pooovero, tesoro di
nonna!
Smack!»
«Ma
sì, Takato!» diceva Beelzemon, parlando al
cellulare dal
giardino del convento, sotto gli occhi sempre vigili di Akemi, seduta
sulla panca, a sfiorare col dito il Digivice verso cui sembrava avere
molta tenerezza «Mi sento un idiota, perdonami se ti ho
disturbato! Ma qui fra…gente che va, gente che viene, questo
convento è così caotico e nessuno mi dice cosa
accade
fuori! Volevo sapere se c’erano novità sulla
faccenda di
Rika, e di Renamon!»
«Figurati,
nessuno disturbo Beelzemon! Stiamo andando da lei con Cindermon, Rika
è partita, e uno sconosciuto ha lasciato un biglietto con il
suo
indirizzo! Ieri sono stato a casa di lei, e la madre e la nonna mi
hanno detto che c’è stato un Digimon a
minacciarle!!»
«Cosa?!! Un
Digimon, e non ti ha detto altro?!!...ah, ho paura, potrebbe essere
PinkMonzaemon! Di sicuro si è fatta trascinare dalle sue
amiche,
è un’alleata di Gelsomon e di
LadyMeramon!»
…mentre Akemi portava la sua mano al cuore, avvertendo
apprensione…
«Temevamo…che
ci fosse lo zampino di quei misteriosi Digimon…»
mormorò Takato, mentre Cindermon non smetteva di ronzargli
attorno per carpire informazioni sul decorso del dialogo…
«Devi stare
attento, Takato, è troppo pericoloso per un solo Digimon
come
Cindermon! PinkMonzaemon è molto astuta, è una
Digimon
frustrata e intrigante, la conosco! Se è lei avete bisogno
d’aiuto, io…v-verrei, ma lo hai visto tu stesso,
io e Mako
abbiamo…dei problemi con il Digivice!» facendo
avanti e
indietro con passo ansioso sull’erba, mentre Akemi si alzava
in
procinto di dirgli qualcosa «T-Tuttavia…la mia non
è una buona scusa per restare con le mani in mano, u-un
qualcosa
mi inventerò! M-Magari adesso chiamo Mako e…ah,
non so
cosa farò per la precisione ma voi aspettatemi, quel che
è certo è che non vi lascio: Renamon è
una cara
amica, ha bisogno di tutto il mio sostegno per la sua causa! Mandami
l’indirizzo con un messaggio!» chiudendo
così il
celluare «Devi andare di nuovo…?» si
premurò
Akemi ponendogli una mano sul petto a mo’ di antica dama il
cui
sposo era atteso dal campo di battaglia «Temo di
sì…» rispose lui con voce calda sulla
medesima
lunghezza d’onda, prendendole la mano ma poi
«Oh?!»
lasciandola di colpo, focalizzando d’improvviso la differenza
di
situazione «Va bene, io non ti tratterò oltre.
Sono i tuoi
amici, hanno bisogno
d’aiuto.»…«Akemi, non
preoccuparti! Tornerò appena
posso!»…«Se
sapessi Beelzemon, come vorrei aiutarti!! Forse questo
Digivice…funzionerebbe se io vi ponessi le mani, forse
potrei
aiutarti se non avessi scelto questo cammino!
Se…!...non…avessi scelto…questo
cammino…» pronunciò con un tono strano,
fissando
intensamente i suoi tre occhi da oltre i suoi occhiali, e ponendogli di
nuovo quella delicata mano sul petto…per poi ritirarla di
colpo,
in una sensazione di colpevolezza «Però chiama
Mako.»…«Tu dici che sia la cosa
migliore?»…«Sì.
Lui…è il tuo
vero Digimon Tamer. Anche se non mi fa piacere che voi due andiate a
combattere mi rendo conto che è questo il giusto corso delle
cose.» e lo diceva girata di spalle, sembrava come voler
sprofondare inghiottita dal suo abito nero. Ma lui, quelle fragili
spalle, le sfiorò delicatamente e con reverenziale timore
«N-Non dire così…anche se
tu…anche se tu
vivi qui sarai sempre l’altra mia Digimon
Tamer…»…«Akemi!!»…«Le
mie
sorelle mi chiamano. In bocca al lupo, Beelzemon!» ritrovando
il
coraggio per alzare gli occhi e farli intensi e determinati, stringendo
forte la sua mano artigliata e lasciandogli il Digivice «Sono
certa che prima o poi il Digivice si sbloccherà, aiuta Mako
a
trovare fiducia in sé stesso! Ora vado a pregare con le mie
sorelle, vado al mio cammino e tu…al tuo. Ci vedremo a fine
giornata.»…«Certo, come sempre! Buone
preghiere!
A-…Akemi…» …al Digimon alato
restò il
Digivice nella mano, ma sembrava non essere sufficiente, sembrava che
avesse voluto afferrare e trattenere qualcos’altro di
indefinito
che però gli era sfuggito, lasciandolo solo. Quando scorse
una
sagoma entrare in convento ed avanzare verso di lui
«Oh?...Jeri,
sei qui…!»
La ragazza lo
fissò, seria, senza dire niente. Lui accennò
«Se
cerchi Mako non è ancora tornato da scuola.» ma
lei,
inaspettatamente «AHHH!!» lo colpì in
viso con uno
schiaffo rabbioso.
«Ah!
Renamon! E’ in pericolo!»…«Che
cosa dici,
Lopmon, sei sicura?!»…«Sento la mia
amica
chiamarmi!» balzando giù dalle braccia della
ragazza, la
quale però disse «Aspetta, non vai da sola, ti
accompagno!» estraendo il suo Digivice «Ora sono di
nuovo
una Digimon Tamer, non ti lascio combattere da
sola!»…«D’accordo,
Suzie!» mentre
Mako era agitato «Oh!...cavolo, si mette male, non ci voleva
adesso! Le lezioni riprendono, Beelzemon non è qui e il
Digivice
l’ho smarrito!» Suzie si volse verso di lui, il
quale
ammise «Non posso
accompagnarvi!»…«Fa niente,
Mako: io e Lopmon ce la
caveremo!»…«Ecco, è
l’unica cosa che posso darvi!» tirandole un
mazzetto che
Suzie afferrò al volo «Sono le mie vecchie
carte!»…«Ah!...cavolo, vere carte della
digimodifica, fantastico, è proprio quello che ci
vuole!»…«Bene! Scusatemi per il mio
magro
contributo, devo risolvere i miei problemi tecnici quanto prima! Siate
prudenti…anche se non sono con voi!»
dichiarò
prendendo per qualche attimo le mani di Suzie, prima di rientrare a
scuola. La ragazza rimase incantata per alcuni istanti
«Suzie,
forza
andiamo!»…«D’accordo…!!»
stringendo un pugno deciso «E’ il momento di
dimostrare a
Henry quanto valiamo anche senza di lui!»
…Terriermon correva in strada, incurante di tutta la gente
che
lasciava sbalordita quando vi sbatteva contro
“Renamon…amica mia”
…ma
dietro di lui, Rea si faceva spazio tra la folla con il suo Digivice in
mano…
«J-Jeri,
perché?! Perché questo schiaffo?!»
esclamava
Beelzemon incredulo «Perché io ti avevo detto di
tener
fuori Takato dal ritorno dei Digimon, e invece sei stato tu a chiamarlo
quella notte!»…«Io credevo che avrebbe
potuto
aiutarci, i miei amici erano prigionieri e Cindermon invece
libera!»…«PERCHE’, a che ci
servivano loro
due?! Ti avevo detto di aspettarmi, che sarei venuta!! Infatti dopo
pochi istanti ero lì, che cosa ti costava aver fiducia in
me?!
Hai disatteso ciò che ti avevo chiesto, non mi hai
considerata,
ahhh e io queste cose non riesco a sopportarle!!» gli diede
le
spalle la ragazza, animata da un’aggressività che
traboccava dalla sua voce «Scusa…io credevo di
fare il
meglio…»…«Altro che il
meglio!!» si
volse di nuovo, puntandogli contro occhi taglienti
«E’
grazie a te che ora Takato soffre perché sa che il suo amico
è scomparso, quando con la collaborazione degli altri
Digimon
Tamers e di voi Digimon la vostra ricomparsa poteva rimanere un
segreto! Ma tanto che ti importa, che ne sai di cosa vuol dire soffrire
la solitudine?!»…«Ah!» quelle
parole gli
facevano più male di quella guancia colpita che si reggeva
«Ti è mai forse interessato dei sentimenti degli
altri, e
dei miei in particolare?!...tu sei Impmon, il Digimon egoista e maligno
per definizione!»
Quelle parole
piombarono al suo cuore come coltelli. Ruppero gli argini, e
provocarono il traboccare dei ricordi: il Digimon leonino colpito e
morente, le lacrime e la disperazione di quella bambina dai capelli
castani e l’aria fragile…
...a cui si
sostituiva il viso bello ma rancoroso della ragazza che gli puntava gli
occhi contro “Jeri…
…tu
l’irrisolto della mia vita. Sei quel passato che io,
nonostante
tutto, non sono mai riuscito a perdonarmi. Che mi ha fatto tanto
soffrire. E che in certi momenti ho creduto di aver
seppellito…ma il passato non si seppellisce, e infatti
eccolo a
riemergere. Tu mi accusi. Proprio tu mi ricordi chi ero, chi sono
stato…”
…rivedendosi quel folletto
scuro col bavaglio rosso da “uomo di
strada”…e poi
cresciuto, quel Digimon che era tutt’oggi, ma che bramoso di
potenza non si faceva scrupolo di distruggere
“…nonostante
le tue parole di perdono, quel giorno…io ho sempre temuto
che
prima o poi questo istante sarebbe giunto.” «Io mi
ero
messa d’impegno…volevo aiutarti, la sola cosa che
chiedevo
era UN PO’ DI FIDUCIA…! Perché?! Era
così
scontato che non me la sarei cavata come Digimon Tamer, rispondi! Non
hai nemmeno un serio domatore, Mako non conclude niente assieme a te,
allora che termine di paragone avevi per darmi per sconfitta in
partenza?!»…«…Jeri…ascoltami.»
improvvisamente lo sguardo del Digimon si fece più maturo, e
si
lasciò andare la guancia «…se si parla
di me…
…sappi che io ho memoria molto buona. E non ho dimenticato
che
tu hai più di un motivo per avercela con me. So che in fondo
noi
due non potremo mai essere amici completamente, mettere un velo sul
passato e cancellare i ricordi
dolorosi.»…«Q-Questo
cosa c’entra, io sto parlando
di-»…«TI PREGO,
fammi finire.»…«Ah! E ti permetti anche
di darmi
ordini?! Io faccio e dico quello che
voglio!»…«…certo: tranne che
cose ingiuste
sui miei domatori,
però.»…«Ah?!»…«Mako
è mio amico. E non è colpa sua
se…» alzando
il Digivice «…se lo strumento che dovrebbe
aiutarci nella
lotta non si attiva. E’ lui stesso il primo a soffrirne
e…anch’io soffro a sentir te che ne parli in
questo modo,
quando tu almeno in teoria dovresti volergli bene.»
La ragazza
dilatò i suoi occhi, mentre il Digimon piegava le ali
«Mako…o-ora me lo hai fatto ricordare, devo andare
a
chiamarlo. Lo farò lungo la strada, devo andare ad aiutare
Takato perché con Cindermon si sta recando da Rika, ma
c’è il pericolo che siano
attaccati.»…«Che
cosa?!»…«T-Ti
prego.» lui cercò di sfiorarla, ma lei si ritirava
ed era
a disagio «Non credere Jeri, non è un pretesto per
sfuggire da te o dalle mie responsabilità,
io…devo andare
davvero. Però ti prometto che quando tornerò
potrai
sfogare tutta la tua rabbia, di oggi…e del passato. E
rimproverarmi ogni cosa. Non lo facesti da bambina. Ma prima o poi
tutto si sconta. A quel momento, allora!» …e sotto
lo
sguardo attonito della ragazza, col potere della magia fece emergere
dal terreno una moto oscura e metallica, dal rombo tenebroso e
dirompente. Vi salì a bordo agilmente, azionò il
motore e
sfrecciò, senza guardarsi indietro, facendo volare i capelli
e
la sciarpetta della ragazza, sul punto di mordersi il dito con fastidio
«…non mi faccio tagliare fuori in questo
modo…!!» sfoderando gli occhiali da sole un passo
deciso,
ed uscendo dai cancelli del convento mentre attivava una chiamata al
cellulare «…sono Jeri. Ascolta, ho bisogno di un
favore,
mi serve un passaggio al volo! Sì! All’uscita
della
città, la persona che sto inseguendo si dirigerà
lì ma prima si fermerà a chiamare un suo amico,
se fai
rombare la tua moto sfrecciante possiamo prenderlo!...cosa?! Dai, non
essere sciocca, in fondo ho taciuto riguardo a quelle “certe
sostanze che assumi”, potevo uscirmene con qualcuno e non ti
ho
chiesto molto! Questo favore credo di meritarlo…dove la
trovi
un’altra buona come me?...senti…!...ti piacerebbe
che ti
rovinassi la tua nomina da “brava studentessa
modello”? Io
non credo, ai tuoi genitori verrebbe un infarto, per cui se vuoi
risparmiarglielo è il caso che ti dai una mossa e vieni a
prendermi!...
…ti
aspetto.» richiudendo la chiamata, e risistemandosi la
tracolla
della borsa…
Ma lontano dal
chiasso cittadino della terra, a Digiworld, nel silenzio di una casa
ormai quasi vuota, brillava la luce cristallina di una sfera posata
all’interno di un cappello. Il cappello scuro e trendy,
tenuto
per un lembo della visiera, da quel ragazzo dal viso pallido e dagli
occhi segnati, dai quali sembravano aver rubato tutte le speranze
«Jijimon…Babamon…perché mi
avete lasciato
anche voi…?» sussurrava da quella stanza oltremodo
buia,
tanto che soltanto la luce emanata dalla sfera permetteva che si
distinguesse qualche forma, come le tracce di coperte, e cuscini
«E adesso…cosa sarà di
me…?»
accennò con l’aria tanto stanca
«…non voglio
saperlo. Non voglio sentire risposte. Non ho voglia di udire
alcunché, per questo mi sono rintanato qui.»
scrutando
attorno, nel silenzioso buio animato solo dal remoto eco del vento
all’esterno «…in questa stanza...dieci
anni fa, voi
due amorevolmente ospitaste me e Kenta.» guardando basso,
malinconicamente a quei cuscini e lenzuoli
«…questa
roba…farebbe quasi pensare di essere rimasta lì
da
allora. Jijimon, Babamon, dite la verità: quanto tempo era
che
non mettevate a posto…? Forse…»
compiendo qualche
passo «…anche voi avete sempre aspettato in
segreto che io
ritornassi…?» ma quel pensiero evocava sconforto e
commozione, cadde in ginocchio «Ma ora che neanche voi ci
siete
più…!!...chi mi darà un
indirizzo?!...sono
smarrito! Digiworld…è in subbuglio, questa sfera
ignoro
cosa sia, e ora…!!...non me la sento di uscire, e affrontare
il
vento, all’esterno! Il vento della vita…! Ho
già
compiuto questo passo mille altre volte sulla mia terra, di fronte allo
smarrimento e alle difficoltà…!...a
seguito…della
perdita di mia madre…ho alzato il capo e sono andato avanti,
ma
adesso sono stanco! Ho bisogno che ancora qualcuno mi porti per mano,
in fondo, non sono poi…!!...così grande. Eppure
nessuno
mi sente. Nessuno ascolta il mio grido…disperato dalle
profondità di questa stanza, che attende alla fine di una
lunga
scalinata. Un popolo intero mi attende!!» balzando di nuovo
in
piedi «…vuole…spiegazioni, aspettava
voi, e io da
solo…non saprei cosa fare. Finirei per accrescere il loro
sconforto, così come in tanti anni non sono riuscito a
consolare
mio padre, e a dargli una ragione per andare
avanti!»…e
alla tristezza, si avvicendava la rabbia, e da lì un
susseguirsi
di sentimenti «PERCHE’ TOCCA PROPRIO A ME QUESTO
DESTINO?!» sempre tenendo il lembo del cappello, nel quale
era
appoggiata la sfera «A chiunque sia a creare la vita umana e
digitale io dico…m-mi spiace tanto, è ingiusto!
Ma io non
voglio più vivere!! Mi senti, adesso?!!...
…non
voglio brancolare nell’oscurità fino a esaurire le
forze!
H-Ho paura…» e di nuovo cadde, con
l’altra mano che
spingeva nei lenzuoli «…mamma…aiutami
tu, almeno.
Babamon, Jijimon…ora vi conoscete. Lei…
…è
la mia mamma, mamma loro sono…due vecchietti a cui ho voluto
tanto bene…» diceva con gli occhi che gli si
riempivano di
tenerezza e commozione «…due care figure a cui ho
ripensato tanto…in quegli anni in cui non sei potuta stare
con
me. Se sapessi ora…come mi sento. Il mondo fuori mi aspetta.
Ma
io…
…vorrei solo sussurrare “lasciatemi qui. Voglio
rimanere
in questa stanza per sempre. Nel silenzio. Tra i miei ricordi.
Nell’eco del vento, in attesa di divenire un
tutt’uno con
questo buio. Ed essere eterno, e notte…fra queste pareti,
volando al di sopra della vita. E palpitando di magia…ho
sempre
amato le storie dove c’era la magia…fanno
parte…del
mio tempo…”» …ma si udivano
dei rumori dai
piani alti, sembrava il cigolio di una porta. Questo suscitò
rabbia in Kazu «Ah, ma nessuno mi ascolta!! Ecco, il mondo
esterno viene a prendermi di nuovo e a portarmi…al
gelo…» …sembrava avvertire freddo,
raccolse la
sfera, indossò il cappello per celare i suoi occhi, e si
strinse
le braccia per riscaldarle «…questo badante di cui
mi
hanno parlato, dev’essere lui. E ora cosa gli
dico…come
gli posso spiegare quello che è successo…?
Perdonatemi…Babamon, Jijimon, ma io ho voglia di tutto meno
che
di vederlo! Non voglio qualcuno che mi faccia domande. Non voglio
qualcuno a cui dover spiegare ciò che ignoro! Questa
vita…ti chiede sempre di più di quello che puoi
darle…» …ma passetto a
passetto, seppur a
malincuore, si avviava, gradino per gradino, sulla lunga scalinata
«…eppure anche se non vuoi ti tocca. Soltanto
poche
parole…altro non so dirgli. Se mi chiede di più
gli
farò cenno di smettere…
…quello
che so è quel che già può
vedere…» …così
salì…scomparendo nel buio per un breve tratto sui
gradini…
…per poi
riemergere, anche se nella penobra, argenteo nella sagoma come la
sfera. I suoi passi suonavano di antico e di perduto, nel silenzio
all’eco del vento.
La porta
circolare girevole era socchiusa, e come previsto entrarono prima delle
pesanti buste della spesa un po’ traboccanti di pasta, e
barattoli di spezie. Dopo di loro, chi le aveva portate
«O-Oh,
è sempre la stessa storia.» voce monocorde
«Dimentico sempre di entrare prima io, poso la spesa e
rimango
chiuso fuori.» portamento ingenuo e robotizzato
«Spero
tanto che Jijimon si senta meglio.»
…mentre
il volto di Kazu già risorgeva in un respiro
incontenibile…
«Questa
mattina era molto taciturno, o-oh…ce l’ho fatta,
sono
entrato!» fece il bassotto Digimon meccanico e color rame
«Ohh???» alzando i suoi occhi innocui sul giovane
che
trovò al posto dei suoi padroni.
«GUARDROMON!!!» (canzone: Steps
- If you believe)
«Ohh??? Chi è che mi
chiama?»…«Guardromon, sei proprio
tu…?»
avanzò Kazu, mentre Guardromon illuminava la stanza grazie a
una
piccola torcia che accese emanando una scintilla dalla mano
«Non
è possibile, tu non puoi essere il
mio…»…«…e invece
lo è…
…è
il miracolo della
vita…»…«…Kaaazu…»
sfumava
quella voce piatto-meccanica nel dolce suono di un nome caro
«E’ così, amico
mio…» cadde in
ginocchio il ragazzo «Avvicinati, e fatti toccare. Lascia che
senta che sei vero. Lascia che senta che non sono morto se ti rivedo
ancora…»…«…tu sei
il mio amico Kazu?
Il mio domatore…? Quel ragazzo che ho
aspettato…per tutti
questi anni…?» veniva avanti il semplice e umile
robottino, dimenticando le buste della spesa «Quel
ragazzo…» parlava Kazu con tono profondo
«…che ti ha…TI HA…aspettato
in tutti questi
anni…
…piccolo
amico dei sogni…»…«Piccolo
amico dei
sogni…»…«Quanto ho aspettato
di
rivederti!» esclamò Kazu «Quanto ho
aspettato di
rivederti!» faceva Guardromon…
…avvicinavano le mani in modo speculare…
…fino a che
Kazu non lo abbracciò
«Guardromon!»…«Kazu…»
(nel
fluttuare del suo Digivice marrone)
La commozione scorreva
a fiumi per entrambi loro, Kazu lo toccava, e lo ritoccava
«Allora non sei un
sogno!»…«Allora non sei un
sogno.» e nell’esplodere della gioia e del sorriso,
Kazu
esclamò «Sia…benedetta la crescita per
intero! Dal
primo, tosto giorno di duro lavoro! Se doveva condurre a questo
istante, ti ho ritrovato!»…«Ti ho
ritrovato…»…«Nuova luce del
mio
futuro…»…«Nuova luce del mio
futuro…»…«Ahahah! Caro
vecchio amico, noto
con piacere che non hai perso le vecchie abitudini: ripeti esattamente
tutto ciò che
dico!»…«No.»…«Oh?»…«Kazu
io…non sto ripetendo quello che tu dici. Io
penso…esattamente queste cose di te.»
Kazu gli fu
grato, e gli asciugò le lacrime con la sua mano adulta
«…è valsa la pena versare ogni mia
lacrima. Tu di
fronte a me dimostri che la speranza non si è
esaurita.»
Ma una voce proruppe
«La luce della speranza non si offusca mai, Kazu
Shioda.»
Era la voce di un
Digimon anziano dal cappuccio merlettato, che oltrepassò la
porta circolare avanzando sul suo bastone. Guardromon si
accostò
a Kazu, ignorando come lui chi fosse.
C’era qualcuno
che lo seguiva, quella giovane dal volto splendente che ad un tratto
fece cenno al padre e volle avanzare per prima. Per scrutarlo con i
suoi occhi verdi in quelli blu di lui, che chiese «E tu chi
sei…? Sei una ragazza umana?» ma lei scosse il
capo
«…no. Io sono un Digimon, anche se mia madre era
un’umana. Il mio nome è
Diamon…» calandosi il
suo cappuccio di merletto
«…Diamon…»…«Tu
sei…il
ragazzo che ho sognato…?» sussurrò la
ragazza
digitale. Guardromon tirò la manica del suo amico
«Kazu,
hai sentito? Ha detto che sei il ragazzo dei suoi sogni!» al
che
«Ihm!!!» Diamon arrossì di colpo
portandosi mani
alla bocca «Shhh, Guardromon non dire sciocchezze, non ha
detto
esattamente questo bensì di fatto un sogno in cui
c’ero
io…» e si scambiarono i reciproci interrogativi
occhi
negli occhi, prima che il silenzio fosse rotto da Cyclemon
«Siamo
giunti qui con un compito ben preciso. Io e mia figlia lottiamo per
preservare le energie di Digiworld da chi vuole
consumarle.»…«Siete…padre e
figlia?»
domandò Kazu, mentre Diamon a poco a poco riprendeva fiato
dall’imbarazzo.
Cyclemon
scrutava con occhi vigili “Ha con sé la Sfera
regale.
Forse è il prescelto, ma non è ancora tempo di
cantar
vittoria. La profezia afferma che deve superare una prova.”
«Come sapevi il mio
nome…?»…«…abbiamo
seguito le tue gesta
fino a qui. Babamon e Jijimon…» Cyclemon
ipotizzò
quello che gli occhi bassi di Kazu gli confermarono. Nel sopraggiungere
di un dispiacere spiazzante per Guardromon, e rassegnato per
Diamon…
«Cari
amici…hanno compiuto il loro ultimo, sfavillante atto che
resterà immortale nella storia di Digiworld. Devi venire con
noi, Kazu.»…«Oh? Perché?! Io
cosa
c’entro con questo
mondo?!»…«Sei…proprio tu a
chiederlo a
me?»…«Oh?!»…«Babamon
e Jijimon
debbono aver letto dentro te che ci ami molto. E la luce di quella
sfera…»…«La sfera!
L’ho trovata nel
loro letto!»…«…racconta la
tua storia. Ma il
finale è ancora sospeso: per vederlo, devi venire al palazzo
con
noi.»…«Con voi…?
Oh!» ma Guardromon lo
tirava per la manica «Kazu, quello che hai sempre desiderato,
sarai un eroe!» e c’era Diamon che gli tendeva la
sua mano
candida e dalle unghie splendenti, chiedendogli «Per favore,
monta sulla nostra carrozza, aiutaci a trovare le nostre
risposte…!!»
E guardando gli
occhi così partecipi di quella ragazza dall’alone
magico e
luminoso, Kazu decise «Va bene…»
«Il destino si
compie.» ammise Cyclemon, e la Sfera regale tornò
al posto
originario, sulla cima del suo scettro. Anche il Digivice di Kazu,
mutato dalla luce e decorato da una fascia stellata, raggiunse le sue
mani tremanti d’emozione.
Così uscirono
dalla casa, varcando quella porta circolare verso l’esterno,
dove
li attendeva il vento che spinse Kazu a reggersi il cappello a cui
Guardromon, pur saltando con buona volontà, non riusciva ad
arrivare. Di fronte a loro, la carrozza volante trainata dai Digimon
dalla criniera argentea.
«Prima devo fare
un’ultima cosa.» disse il ragazzo, e montando
agilmente sul
tetto della casa sotto gli occhi stupiti dei presenti…in
segno
di tributo rimosse il telo giallo e consumato che il vento
portò
via chissà dove. Un ultimo pensiero grato andò a
loro.
Montarono così.
I Digimon equini nitrirono e la carrozza si alzò in volo.
“Questo
volo…” meditava Cyclemon “…ci
svelerà
se realmente brilla il futuro, all’orizzonte del cielo
buio.”
Sua figlia
sembrava però intenta a contemplare il ragazzo per
comprendere i
segreti che possono spingere un umano, seppur tremante e spiazzato per
il suo destino incerto, a volgersi verso il finestrino, e guardare il
telo volare. Ricordandosi di quando ne usò uno uguale mutato
in
un deltaplano improvvisato, per lasciare la stessa casa la prima volta (fine-canzone)
Ma sulla terra,
una Digimon dal pelo dorato veniva spinta a terra con violenza, il suo
corpo sfrigolava di elettricità.
La sua tetra
avversaria mormorava «Il massacro è sufficiente.
Molto
presto i tuoi preziosi dati, nucleo d’invidia, saranno miei.
Allora basterà guardarmi, per scorgere lo stesso mito in
me.» avvicinandosi minacciosa…
…così come PinkMonzaemon lampeggiante
d’energia
oscura avanzava alle spalle di quella ragazza che sollevava
l’ennesimo bicchiere di quella lunga serie che aveva ormai
stremato il suo animo “Se getto della polvere ipnotizzante
nel
bicchiere quel poco che è rimasto intatto della sua anima si
piegherà inesorabilmente al mio servizio.”
Lo spirito di Rika sembrava singhiozzare ed emettere gemiti
sordi…
Takato e
Cindermon smontarono dal treno in quel momento «La casa non
dovrebbe essere lontana!» esclamò il ragazzo, ma
gli occhi
azzurri sotto al ciuffo rosso di lei si fecero attoniti «La
presenza di un Digimon…un’energia fortissima e
nera come
la notte…!...»
Takato rifletté e comprese…
«Ahah!
Cara Renamon.» avanzava Gelsomon col bastone sfrigolante
«Risparmiamo a tuo marito un dolore, perché
ferirlo con la
tua infedeltà quando può piangere tutta la vita
un’eroina e una brava moglie? Sarò così
buona da
tacergli le tue scappatelle, dovresti ringraziarmi!»
preparandosi
a colpirla.
“Figli miei…” pensava Renamon
“Amici…
…Imagomon…
…Beelzemon…” rivedendo le loro
immagini, che
culminavano in una “…Rika.”
«LA CADUTA DI UN MITO!!!» esclamò
Gelsomon
sollevando i bastoni.
«Piuttosto la nascita di una nuova stella!!!»
proruppe
però una voce di ragazza «Oah?!» nello
sbalordimento
della Digimon – la quale il secondo dopo
«Aaaaaahhhhh!!!» vide sfrigolare la sua cupola
isolante
fino a cedere, e ad introdurre prima una voce «LOPTORNADOOO!!!»
e a seguire un vortice dal colore rosato che frantumò la
cupola
e si abbatté su di lei, facendola strattonare sul terreno e
sbalzandole di mano le armi. Lopmon atterrò «Ferma
dove
sei Gelsomon, tu non farai del male a
Renamon!»…«Lopmon…p-piccola
insolente
insignificante rompiscatole!»…«Siamo in
due cara,
Digimon…e
DOMATORE!»…«Oh?!»
Gelsomon sempre più sbalordita, nell’assistere
all’entrata non carente in impatto scenico, di quella ragazza
dall’elegante portamento e gli occhiali da sole, a passo
lento
oltre la spaccatura della cuffia. Stringeva tra le mani un Digivice
rosato e decorato da un collare bianco. Suzie sfilò i suoi
occhiali, rifilando sguardo determinato «E tu chi
sei?!»…«Il mio nome è Suzie
Wong.»
pronunciò con orgoglio «E sono la domatrice di
Lopmon!»…«Uhmf!» strinse i
denti indispettita
la dragona. Che si vide puntare un dito contro «Piuttosto tu
hai
tutta l’aria di quello che si usava chiamare
“Digimon
malvagio”. Bene: in altre parole…il mio oggetto di
lavoro,
io faccio piazza pulita di quelli come
te!»…«Staremo
a vedere…» Gelsomon si preparava ad attaccare,
mentre con
i suoi poteri ricomponeva la cupola fino a richiuderla alle spalle
delle avversarie e renderla ancora più solida e splendente
«Concentrazione Suzie, lei è forte ma noi possiamo
farcela!» esortò Lopmon. Suzie sembrava
estremamente
concentrata, nella sua posa immobile e nella profondità dei
suoi
occhi che puntavano su Gelsomon.
«Uff, ahh!»
…in pieno affanno, Terriermon raggiunse quel cortile
abbandonato. Ma quando provò a penetrare la cupola magica
«A-AAHHH!!!» la scarica che la rivestiva
attraversò
il suo corpo, facendolo accasciare a terra.
Rea lo vide, giungendo
da una scaletta esterna «…TERRIERMON!» e
corse per
giungere da lui.
Il piccolo Digimon con
orgoglio si rialzava. Ed iniziava a dare testate sulla cupola,
colpendola più e più volte per penetrare
all’interno.
Rea alle sue spalle
estrasse il Digivice e strinse i denti «Soltanto io posso
aiutarlo…!!»
«La casa
è questa!» esclamò Takato, aggiungendo
«Ma…cosa sono queste ombre che filtrano dalla
porta?!»…«Lo sento, lo
sento…»…«Cosa sussurri,
Cindermon?»…«E’
come…!!...sì,
è esattamente la stessa che c’è su
YouTube!!»…«…!!...??...!!
Cosa, sei
impazzita?!»…«Energia negativa,
sfiducia,
pessimismo, una matassa immensa che incafocchia il respiro! Proviene da
là dentro!!»…«Rika! Dobbiamo
entrare a tutti
i costi!»
PinkMonzaemon stava
per versare quelle sfere sfrigolanti di tenebra nel bicchiere della
ragazza, ma «Ohh?!» udì qualcuno
scuotere la porta.
«N-Non funziona così Takato, lascia fare a me! Brace…»
PinkMonzaemon
«E’ quella rompiscatole di Cindermon! Fammi
nascondere…» slittando in un angolo ombroso.
«…d’autunno!!»…«L’hai
letteralmente sfondata!»…«E che
caspitericchio
dovevo fare?!»…«Chi ti ha detto niente,
ho forse
fiatato?!»…«Non lo so, lo fai con quel
tono di
rimprovero!» sicché entrambi furono dentro
«…c’è qualcuno, ne sono
certa…»
mormorava Cindermon…ma Takato distinse nel punto in cui la
nebbia oscura si diradava
«…Rika!»…«Cacch---…dov’è?!»…«Lì!!»…«Gasp!»
e corsero entrambi.
L’artiglio
di PinkMonzaemon luccicava minaccioso da dietro di loro, quando Takato
girò la sedia «Rika!...
…rispondimi, amica mia! Oh?!»
Ma quando i loro
occhi si incontrarono, Takato non ritrovò quella forza e
quella
grinta incrociati dieci anni prima. Al suo posto, uno sguardo
socchiuso, segnato e arrendevole. E non più forza nelle
braccia,
per sostenere quel bicchiere, ennesimo di una serie di cui si era perso
il conto, lo testimoniava la bottiglia vuota che roteava sul tavolo.
«Rika…» sussurrò Takato.
Takato scorreva
lentamente le sue mani sul viso e lungo il corpo dell’amica
per
accertarsi che non vi fossero ferite, ma i suoi occhi premurosi si
fecero assorti nell’esortarla a mostrare quelle
dell’anima
«Rika,
parlami…»…«E’
ferita?!» chiedeva tempestivamente Cindermon raggiungendolo
da
dietro «Fuori no…» sussurrò
Takato
«Come?!»…«…le
ferite della
vita…sono diverse da quelle che si riportano in battaglia.
Si
vedono di meno…» mentre gli occhi di Rika vagavano
stanchi
e svogliati nella buia stanza «…ma sanguinano di
più.» pronunciava la voce di Takato in una
sfumatura
vellutata. Mentre Cindermon «…questo comunque lo
so
anch’io.» ci tenne a puntualizzare stringendo i
denti e
battendo un po’ il piede, prima di lasciar cadere anche i
suoi
occhi su Rika, mentre Takato le chiedeva «Ti accorgi di
me?» ma lei muoveva un po’ inconsultamente il
braccio
«Oh?...! Lasciatemi in
pace!»…«M-Ma quanto ha
bevuto, Takato!» manifestò Cindermon sollevando la
bottiglia «La bottiglia è vuota, se
l’è
scolata
tutta!»…«Shhh…»
fece cenno il
ragazzo, in cui sembrava essere affiorata molta pena
«…in
questi momenti non si può far altrimenti. Ci sono passato
anch’io.» inginocchiandosi ai piedi della sedia,
come un
cavaliere che chiede la mano di una fanciulla «Rika per
favore
guardami, sono io, sono Takato, lo so che è un momento
infernale
ma tu ti prego, cerca di
resistere!»…«Ahhh, io
voglio solo restar sola…»…«Tu
ce la puoi
fare! Sei
coraggiosa!»…«Basta…»…«Tu
sei la mia compagna, la regina dei
Digimon!»…«Ma
cosa, ma quando, MA CHI PIU’ ORMAI!!»
gridò la
ragazza. Evocando il pallore sul volto dell’amico, ma ancor
più spiazzata di lui fu Cindermon, che rimase immobile
«MA
COME FATE A VEDERE ANCORA QUELLA IN ME?!!»
…tanto
che la Digimon mormorò «…no
cioè…vabbé qui non si può
proprio dico
signori miei: OHI!!» strillandole nell’orecchio
«RIKA!!»…«A-Ahhh, basta, ma in
che lingua lo
devo dire che voglio restare qui
sola!»…«In quella
che non sai!»…«Oh?!» Cindermon
si stupì
ed alzò gli occhi su Takato che aveva rifilato quella frase
«In quella che non hai potuto imparare perché hai
abbandonato gli studi, perché soffrivi della mancanza di
Renamon. Perché ti mancavano le nostre avventure.
Perché
tu…
…hai
sofferto di un dolore che è il mio stesso. Sorella,
sorellina
mia: Rika!»
…mentre
Cindermon era così colpita alla vista di Takato che, pieno
d’affetto, le prendeva le mani «Noi siamo come
fratelli…tu sei come una sorella per me, io non te
l’ho
mai detto: ebbene te lo dico adesso. Anche in un momento
così!»
Quasi a dare un
senso alle sue parole, l’artiglio minaccioso di PinkMonzaemon
che
spuntava dal buio a loro insaputa.
«Anche se
alla fine questa crescita ci ha portati…fino a questo, fino
ad
oggi!» descrivendo il tavolo col bicchiere fradicio, la
bottiglia
vuota, e il Digivice orsiforme che solo ora Cindermon iniziava a
studiare incuriosita. Tutti particolari che allagavano di dolore e
rimpianto gli occhi di Rika «Lo so, è un
po’
tardi!!» Takato carezzava e riscaldava quelle mani fredde
animato
da apprensione, affanno e sentimenti «Ma non ancora troppo!
No,
non ancora troppo, non è mai!!...
…troppo
tardi per noi Digimon Tamers, non lo è mai stato
né
inizierà ad esserlo adesso. Mi hai sentito?!»
cercava di
gridare più forte di quel dolore che trascinava a fondo
«…neanche il tempo trascorso ci
affosserà…»
…mentre
Cindermon la sorreggeva da dietro, la teneva per le spalle come a
volerle imprimere la forza svanita…
Renamon giaceva
a terra, ma due gentili braccia umane accorsero a sollevare il suo
corpo ferito «Ciao, Renamon…» disse
Suzie
«…come ti
senti?»…«Oh-h…tu…»…«Mi
riconosci…? Sono Suzie! La sorella…l-la sorella
di
Henry…!» affermò la ragazza con un
sorriso
d’esortazione
«Suzie…»…«Non
temere, vedrai, andrà tutto bene, ora ci pensiamo
noi.» la
ragazza le carezzava il pelo con premura maturata in anni di conoscenza
e ricordo.
Gelsomon intanto
si caricava «Iiio ho una missione da compiere!!!
Giù le
mani dalla mia prede, la devo acquisire!! Fulmine a ciel sereno!»
ma Lopmon puntava saldamente i piedi di fronte a lei
«MAI…! Raffica
congelante!»
mitragliando piccole e taglienti schegge ghiacciate dalla bocca
–
andarono a collidere con la scarica della dragona.
«Io e Lopmon
sistemeremo quella malvagia. Vedrai che anche tu potrai riunirti a
Rika, la tua domatrice.» parlava dolcemente Suzie, ma gli
occhi
di Renamon si riempivano di afflizione.
La ragazza nel frattempo grazie al Digivice analizzava il
nemico…
«…GELSOMON
Digimon androide di livello evoluto.
Tecnica: Fulmine a ciel sereno…è
identica a Cyberdramon…»
Fuori dalla
cupola isolante Terriermon picchiava fino a farsi sanguinare il suo
piccolo corno, scivolando nell’affanno. Quando una mano
«Oh?» premurosa e gentile lo toccò
lì dove
perdeva sangue «Non devi spremerti fino in fondo, devi avere
cura
di te!» esortò col cuore la ragazza
«Signora
Rea!»…«Terriermon, ti ho seguita
perché mi
stai a cuore! Hai attraversato un momento terribile, ho paura che tu
possa esaurire tutte le tue forze!»
”Perché questa
ragazza si preoccupa così tanto per me? Mi conosce appena.
Forse…
…è
perché è la moglie di Henry? Ed io sono stato il
suo
Digimon?” «Lo so, forse ti stai chiedendo io chi
sono, cosa
rappresento!...perché ti sto alle
costole!!»…«Io…»…«So
che
forse la mia faccia ti è sgradita, così come
quella…di mio figlio! Noi due apparteniamo a un mondo che tu
vuoi dimenticare, ma se solo tu sapessi quello che invece significa per
noi il mondo a cui appartieni…tu! E’ il mondo che
abbiamo
sempre cercato, e che ha rappresentato i nostri sogni in tanti anni di
sola dura
realtà!»…«Ahh…»
era
colpito il Digimon dalle orecchie lunghe «Per
questo…adesso non potremmo sopportare di vederti
sparire!»
Gelsomon
scatenava tutta la sua determinazione, ma nonostante questo le
apparentemente piccole frecce di Lopmon non cedevano: i suoi piedi
strattonavano a terra ma lei si teneva in equilibrio spalancando le
braccia e le orecchie, stringendo occhi e denti sotto lo sguardo vigile
e attento della sua domatrice, che in battaglia assumeva una nota quasi
definibile come “professionale”, orientata a
qualsiasi
eventualità.
La nemica
valutava “Come è possibile…? Il suo
attacco
è assai meno potente del mio e di quello di Renamon,
dovrebbe
essere già caduta!”
“Devo
resistere!!...ho appena ripreso a lottare con la mia Digimon Tamers,
non posso farmi spazzar via, questa battaglia rappresenta
l’inizio di un nuovo ciclo! Rappresenta il futuro dei
Digimon, e
dei domatori!”
«Lopmon!» la chiamò Suzie col tono di
un’esperta, alzando il Digivice «E’ il
momento di
cambiare strategia!»…«Waah!
Pure?!»
esclamò spiazzata Gelsomon «Procedi,
Suzie!»
Suzie
scagliò in aria il Digivice – se c’era
qualcosa che
forse il tempo aveva mutato, era il gesto della digimodifica: ora tutti
sceglievano di farla avvenire in volo. Come Suzie «Digimodificati!...
…carta dell’invisibilità!»
lanciando la carta che scorse fulmineamente nel congegno sprigionando
luce ed un ologramma soffuso.
«Ahh?!» la
dragona vide sparire con le ultime scheggie ghiacciate la stessa sagoma
della sua avversaria «Che significa?! Che scherzo
è
questo, dov’è?!» Di Lopmon, nessuna
traccia.
Soltanto Suzie a sovrastarla col suo sguardo
«Cos’è,
mai sentito parlare di digimodifica? E’ questa una delle
nostre
specialità: grazie alle carte conferiamo poteri extra al
nostro
Digimon. Uno di questi potrebbe essere ad
esempio…»
…affilando il suo sguardo come una lama, e decretando il
liberarsi della raffica «WAAAH!» proprio dietro la
schiena
di Gelsomon «Il dissolversi dell’immagine
del nostro
compagno! Prova a cercare Lopmon
adesso!»…«Fulmine a ciel sereno!»
ma finì per crepare la barriera stessa, colpendola
«Sbagliato: ritenta, sarai più
fortunata!»…«Loptornado!»…«AAAHHH!!!»
Il vortice di Lopmon
ricomparsa all’improvviso spinse Gelsomon a terra, facendola
rimbalzare «Ottimo lavoro,
Suzie!»…«Stai
scherzando? Sei tu che hai brillato!»
«Maledette
streghette…!!»…«Allora, cosa
preferisci…?» provocò la ragazza,
sicura di
sé mentre muoveva un’altra carta fra le dita
«Sparire dalla circolazione, oppure essere sconfitta e
acquisita…?»…«Grrr…!!!»
Ma echeggiò una
stridula voce «Ve la dico io la terza opzione: la star fa la
sua
comparsaaa!!!»
Dalle crepe formatesi
sulla barriera proruppe un vortice infuocato che inaspettatamente
travolse Lopmon «AAAHHH!» che stavolta
finì anche
lei a rimbalzare a terra «Lopmon!! Ma…?!...che
diavolo
succede, chi è?!»
«AH,
AHAHAHAHAH! Sono arrivati i soccorsi, Gelsomon tesoro come sei
malconcia! E’ il turno di…LadyMeramon,
AHAHAHAHAHAHAH!»…«LadyMeramon…?!!»
scandì Suzie piegando l’espressione, e nel suo
tenace
rialzarsi Lopmon spiegò «P-Proprio
così,
Suzie…è un’altra delle nostre
compaesane che si
sono rivoltate contro di
noi…»…«Come sarebbe
a dire?! Che razza di storia è questa, come si
può vivere
nella stessa città e poi comportarsi in questo
modo!»…«Misera ragazzina? Dovresti
chiederlo alla
tua amichetta e ai suoi compagni, non lo sai che stanno sfruttando voi
umani per tornare da tiranni?!!» affermò
LadyMeramon,
Suzie ribatté «Ma che diavolo dici, vecchia
strega,
tappati la bocca: neanche un idiota ti
crederebbe!!»…«Peggio per
te!»…«Raffica congelante!!»
reagì Lopmon «Perle
incendiarie!!»
ma lo spirale di perle liberato dalla Digimon in abito nero appena
planata sciolse le schegge e colpì di nuovo e duramente
«Lopmon!!» sulla quale la sua domatrice si
piegò
«Lopmon, piccolina, ti ha fatto male?!...mmm,
maledetta!!»
alzò poi i suoi occhi per puntarli contro LadyMeramon
«AHAHAHAHAHAH!»…«Ora siamo
anche noi in due,
credete forse di avere qualche speranza…?»
Gelsomon si
accostò alla sua alleata, nel crescere della tensione per le
due
avversarie…
«Ah,
Suzie! Lopmon!!» Terriermon trasalì e si diresse
verso le
scalette esterne di quel cortile «Ah!
Aspetta!...Terriermon!!»
Rea,
preoccupata per la sua incolumità, gli andò
dietro.
Il piccolo
Digimon che si fece coraggiosamente strada sui gradini puntava con lo
sguardo all’apertura sulla sommità della cupola:
una volta
sul ciglio della ringhiera chiuse gli occhi, spalancò le
orecchie…
…e come fossero ali anche se non lo erano, si
tuffò.
«Ahh!» Rea, dagli innati movimenti agili fu
lì il
secondo dopo «Terriermon…non lo posso lasciare
solo
là dentro, debbo raggiungerlo.» sicché
sapeva cosa
la aspettava. Mise il piede sulla ringhiera, ma al primo tentativo
scivolò. Restò però aggrappata e
chiuse gli occhi
«No, io…!...sono una Digimon
Tamer…»
stringendo il Digivice nella sua mano «Posso farcela, non
importa
che sia già una madre, non importa che non sia un
cartone…
…io Rea
Akimoto come altri prima di me posso farcela…»
…quel
sussurro, le riportava al cuore frammenti di scene non viste, ma che
provava in pochi concitati secondi ad assemblare, e che avevano per
protagonista un Digimon verdino e dalle orecchie lunghe, al fianco di
un ragazzo dai capelli scuri, un coraggioso e agile domatore…
…pensando al quale scalare la ringhiera, e tentare un salto
ad
alto tasso di rischio sembrava più facile «Io
posso
seguire il mio Digimon ovunque andrà: il mio bambino
crescerà con il racconto delle nostre avventure!»
sicché scavalcò e saltò…
«Tromba
ardente!!!» il vortice di fuoco liberato dalle
pieghe del vestito sospinto dal vento «Blackout digitale!»
e il bolide nato dall’intreccio dei bastoni si fusero in un
getto
micidiale che travolse Lopmon «AAAHHH!!!»
strappandola
dalle braccia della sua domatrice «NO, LOPMON!» e
facendola
cadere al fianco di Renamon «Ahahahah, eccone un'altra nella
discarica degli sconfitti!» sottolineò Gelsomon,
affiancata dall’alleata «Manca solo una deliziosa e
volgarotta ragazza umana e poi chiamiamo il
camion!»…«Argh,
siete…!!...DUE VERE
BESTIE!»
«COME TI PERMETTI, SEI ANCHE PIU’ CAFONA DI QUANTO
CREDESSI!»…«Facciamola fuori,
LadyMeramon, che
aspettiamo!»
«NON CI PROVATE NEMMENO! Terriertornado!!!»
«WAAHHH!»…«E questo da dove
spunta?»
«Terriermon!» esclamò Suzie spalancando
gli occhi.
Il piccolo
Digimon chiudeva gli occhi e riprendeva fiato, per poi
«N-Non…toccherete i miei amici, brutte
traditrici…»…«La riunione del
paese qui
comincia a farsi troppo
chiassosa!»…«Sono
d’accordo Gelsomon, ho sempre sognato di liberarmi di questo
sciocco chiacchierone!»
«Allora il sogno della tua vita quest’oggi ti
andrà
di traverso, arpia!!»…«WAAH! CHI MI HA
CHIAMATA
“ARPIA”?!»…«Perché?
Chi ti credi
di essere, LadyMeramon?»…«AH GELSOMON,
QUANDO VUOI
SEI MALEDUCATA!»
Un agile
balzo dalla spaccatura della cupola. E ci fu una nuova domatrice e un
nuovo Digivice in campo «Rea!!» esclamò
Suzie.
«Signora…» si volse appena Terriermon,
mentre Rea
alzava i suoi occhi contro le due Digimon avversarie che erano rimaste
vicine l’un l’altra e senza parole…
«Fatevi
guardare…» mormorò la ragazza
«…dopo
tutto non fanno così paura i Digimon
malvagi…»
nella sua voce divampava coraggio «Niente di più
delle…comuni seccature di ogni giorno, si
risolvono!»
puntando loro il Digivice, a un passo dall’intimorirle
«Si
risolvono, un bel calcio armati di determinazione e coraggio e allora
SI’ che poi si chiama il camion!»
«G-Gelsomon, sarò sclerotica ma io questa non me
la
ricordo dai racconti epici!»…«Sono
nuova, e
allora?!! Sono la nuova domatrice di
Terriermon!»…«Ahh!» un
sussulto che fece
guizzare le lunghe orecchie del Digimon verdino…
«Ora mi
dirai tutta la verità,
Rika.»…«Ohhh, vattene
Takato…!»…«No, io non me ne
vado! Mi dirai
perché hai respinto Renamon, perché hai rifiutato
di
incontrarla quando è stato il tuo sogno in questi dieci
anni!»…«No, non è stato il
mio sogno: io non
ho più sogni, non mi vedi?!» sfoderò
occhi
taglienti, quella ragazza dal parlare che si trascinava a fatica a
causa dell’alcol.
PinkMonzaemon
faceva brillare i suoi occhi su di loro “Li
respingerà,
ormai non le importa più di niente, voglio assistere mentre
si
disferà di questi suoi amici!”
«Ma come
Rika, allora il locale, e tutti quei discorsi fatti
insieme?!»
reclamava Cindermon «I-Io ti ho sentita non sono sorda, tutta
la
tua grinta, la tua forza
BESTIALE!»…«Soltanto gli
IDIOTI possono ancora credere a quella forza: io sono svuotata, sono un
involucro senza vita da dieci anni ormai, non mi è rimasto
più né un briciolo di speranza né di
dignità, i miei sentimenti sono stati schiacciati
perciò
voi se siete qui per guardarvi un cartone aprite YouTube e pascetevi di
favole, basta che sparite della mia vista-AHHH!» ma Takato la
afferrò per il polso
«No!»…«L-Lasciami…!!...Takato
mi fai
male, vattene, ma…!! Non vuoi capire che non voglio vederti,
non
voglio vedere NESSUNO che mi ricordi quel periodo, ESCI,
SPARISCI!»…«Non capisci!»
replicò il
ragazzo con sicurezza, e sguardo audace e superiore «Quanto a
questo il tempo è passato: non mi puoi più
intimorire col
tuo sguardo duro, Rika, non sono più quel
bambino!»…«Ahh!» tenendole ben
saldo il polso
e facendo dilatare i suoi occhi per quelle parole, mentre compiva un
passo verso di lei «Sono grande ormai!...sono cresciuto da
quel
giorno che suonai a casa tua con mano tremante per supplicarti di
aiutarmi a ritrovare Guilmon, saranno serviti a qualcosa questi anni,
pur di sofferenza! Io non rinnego…ciò che ora mi
permette
di vederti finalmente con gli occhi giusti. No, Rika, altro che
cartone…
…non
è un cartone che devo e voglio vedere, adesso è
tempo di
vedere l’umanità. Ora tu ai miei occhi sei
finalmente
quella persona che…sei sempre stata, anche se a volte i veli
della vita traggono in inganno! Sei una ragazza
fragile…»
allungando la mano…e carezzandole i rossi capelli
«…sei un’amica di cui prendersi
cura…
…sei una
sorellina più piccola, che ha bisogno di
me.»…«Ffff, lasciami Takato!»
sibilò
lei girando il volto e negandogli lo sguardo «Non voglio la
tua
compassione…»…«Ti sbagli: non
è
compassione.» replicò lui molto fermo, e
calmo…
…mentre PinkMonzaemon seguiva attenta e col fiato
sospeso…
«E’
affetto…maturato col tempo e con le esperienze. Rika, io ti
voglio
bene…»…«…ohhh…»
un
velo di ingenuità passò sugli occhi lilla della
ragazza,
mentre si incrociavano con quelli ora così maturi
dell’amico «Tanto da rendermi un muro invalicabile,
puoi
gridare, fulminarmi con gli occhi, maledirmi o prendermi a calci ma
questa volta non riuscirai a respingermi. Attenta a te e a quello che
scegli perché stavolta io sarò più
infrangibile di
qualunque…avversario…tu abbia mai fronteggiato,
Rika.» scandiva, assottigliando gli occhi «Sta di
fatto che
non ti lascerò affondare, chi mai qui attorno desideri
questo
dovrà vedersela con me e gli dirà molto
male…!»
«Ouaah?!» PinkMonzaemon aveva il suo
sobbalzo…
Mentre Takato
stringeva fortissimo il polso dell’amica…e
Cindermon li
osservava a bocca un po’ aperta…
Nel frattempo
una moto sfrecciava a tutta velocità diretta là
dove si
trovavano i ragazzi. Ma sotto quel casco impenetrabile, non vi erano
due occhi bensì tre “Mako non risponde. Non sono
riuscito
a rintracciarlo: ora non c’è tempo di aspettare,
devo
correre ad aiutare Takato e Rika. Mi dispiace, mio domatore, scusa
amico mio.” e spingeva il possente stivale scuro
sull’acceleratore.
Ignaro di essere
nel raggio visivo di un’altra moto, a bordo della quale vi
erano
due ragazze. Quella che sedeva dietro parlava al cellulare, incurante
dell’audace e un po’ incauta posizione che in tal
modo
assumeva «Cerchiamo di parlare civilmente, papà:
ti ho
chiamato apposta al telefono, nel pericolo che mi servissi un altro
schiaffo.» definiva Jeri con una nota di ferrea
rigidità
nel tono «Devi seguire ESATTAMENTE le indicazioni che ti
darò, se ti interessa conquistare l’ambito
vantaggio che
sto per illustrarti.»
Dall’altro lato della chiamata, Hajime Katou
pronunciò con
voce scura «Che cos’altro stai programmando,
Jeri?»
«Ti
ricordi Calumon, il Digimon che ho portato a casa l’altra
notte?
Devi incontrarti con lui, so io dove: al parco di Shinjuku, dalle parti
del blocco che vogliono demolire, hai presente il punto dove ci sono le
cascate?...lo troverai ad aspettarti…»
«E con ciò, che vorresti concludere?»
«Semplice: devi
parlargli…di me. Devi dirgli che sei molto preoccupato, che
io
anche se non lo do a vedere nella mia realtà quotidiana, sto
molto male. Devi mostrarti appenato, e deve filtrare…che i
problemi di cui ho sofferto in passato siano tuttora, minacciosamente
in agguato.»
«Che cosa speri
di ottenere da questa ulteriore macchinazione? Già la
faccenda
del tuo fidanzamento scricchiola, ora in quali altre follie mi dovrei
coinvolgere?! Io non sono il tuo attendente, sono tuo padre qualora tu
l’abbia scordato!! Già mi costa sforzo e imbarazzo
portare
avanti la messa in scena con gli Ayami, ma ora metter su un teatrino
con quelle creature neanche di questo mondo mi sembra veramente il
colmo! Io non voglio aver nulla a che fare con loro!»
«Stammi a
sentire!! Io ho deciso che diventerò una Digimon Tamer, e tu
hai
idea di ciò che può fruttare un tale titolo?! Il
varco
digitale si è riaperto, e i domatori di Digimon sono eroi
cittadini: distinguendosi in battaglia e portando a segno
un’azione clamorosa, si può aspirare a
riconoscimenti del
governo di ammontare alquanto elevato!! Non è a te che
interessano i soldi?! Bene!! Tua figlia con i Digimon può
trasformarsi in un’autentica miniera d’oro, ma mi
serve
Calumon, lui è l’unica figura in possesso di tutti
i
requisiti adatti per il ruolo! E’ che lui ha delle
incertezze, ma
vedrai che spariranno se risveglieremo in lui l’antica
preoccupazione per il mio stato psicologico, se ne ricorda ogni sottile
sfumatura, fidati.»
«…Jeri…tu con queste storie finirai nei
guai.»
«Io so
perfettamente quello che faccio! Incontrati con Calumon,
papà, e
riferiscigli che io piango in solitudine, dopodiché, digli
di
venire qui!»
«Qui…dove?!!»
«Basterà che guardi l’indirizzo che ti
ho spedito al
cellulare, faccio le cose bene, non credere: dev’essere da
me, al
più presto, non importa come: un modo lo troverà,
basta
che mi raggiunga!»
Il padre della ragazza tacque.
«Mi hai sentito?!»
«…sì…! TI HO SENTITA,
Jeri!»
richiudendo la chiamata.
Lo stesso
fece la ragazza, sbarellando «Ohp!» di
poco su quella
moto in corsa, ma poi recuperando equilibrio e sicurezza
«Fidati
papà, e vedrai che risolverò ogni problema nel
miglior
modo…» puntando di nuovo i suoi occhi oltre il
casco
all’obiettivo.
«Ormai è inutile seguitare a giocare a
essere quelli
che ormai non siamo più…» era il
mormorare
rassegnato di Rika, e Takato «Perché?!
Perché non
abbiamo il diritto di reclamare chi siamo stati, e chi siamo?! Per
quale motivo…»…«Giusto, per
quale motivo,
Rika!» seguiva a ruota Cindermon, mentre Takato prelevava dal
tavolo il Digivice orsiforme «Per questo,
forse?!»…«C-Cavolo, che roba
è?!» fece
Cindermon, e ancora il ragazzo «Cos’è
questo
oggetto, l’ha usato un Digimon malvagio per plagiarti,
è
lui che ha sparso tutta questa energia oscura che esce anche dalla
porta?!»…«Ahhh, ma non capisci, non
è
quest’energia!!» gridò la giovane
«Non si
tratta di potere magico! Né dell’operato di un
Digimon…» con occhi che toglievano ogni velo dalla
frustrazione e dal dolore «E’ la vita!...mi ha
portato via
me stessa…»…«Ti ha ridato
Renamon!» e
Cindermon dietro «Scusa hai quella volpe di una classe BOIA e
vuoi buttarla al cestino?!»…«P-PIUTTOSTO
MORTA!!» balzando in piedi
«P-Preferisco...piuttosto che
mostrare a Renamon chi sono, che cosa sono diventata, COSA HO
FATTO!!»…«CHE SEI DIVENTATA, la
proprietaria di un
locale notturno?!» insisteva Cindermon, aggiungendo
«Cosa
hai fatto, quattro birrette?!» ma Rika liquidava con un gesto
infastidito mentre Takato la fissò negli occhi «Ti
riferisci…all’abbandono degli studi, per questi
progetti
occasionali e all’insegna del rischio? Ti
riferisci…alle
compagnie squallide che frequentano il tuo locale, ti
riferisci…
…agli
uomini a cui ti sei affiancata?!»…«Ihmp!
Takato!» ebbe un sussulto Cindermon portandosi la mano alla
bocca. Il ragazzo concluse «Beh sai che ti dico? Da te se lo
aspetta!»
«…ooah?» la mano di Cindermon dalla
bocca
scivolò al petto all’udire quelle inaspettate
parole…che fecero alzare lentamente e inesorabilmente il
capo
anche a Rika, la quale sussurrò «…come
hai
detto…?» ma Takato seguitava sfrontatamente
«Ho
detto semplicemente la verità, una volta all’altra
mettiamo le carte in tavola e sfatiamo falsi
miti!»…«Ahh…!»…«Che
cosa
credi…che la tua Digimon sia una stupida?» diceva
il
ragazzo con sguardo consapevole «Credi che non possa
immaginarsi
e prevedere la reazione innescata dalla tua fragilità di
fronte
alla sua assenza, ed una vita dura che non concede
niente…?» …mentre gli occhi della sua
amica (e di
Cindermon) erano sbalorditi… «Per chi
l’hai
presa…? Hai combattuto al suo fianco per tanto tempo.
Ma…anche questo da te c’è da
aspettarselo, Rika. Tu
a volte sei talmente ingenua…che mitizzi gli altri e affossi
te
stessa. Ascolta: i Digimon…
…la vita
li benedica, per ciò che di bello ci offrono…
…non sono
degli sciocchi. E i santi non esistono né fra loro
né fra
noi, o esistono da entrambe le parti. Ma sono venati di
umanità.»
Parole che
facevano dilatare anche gli occhi luminosi di PinkMonzaemon.
«Renamon ha avrà avuto le sue incertezze ed
esitazioni
esattamente come te! Lei ti può
capire!!»…«Non dire sciocchezze,
Takato!!! Tu la
conosci, lo sai che è una Digimon spirituale e
inafferrabile!! E
conosci…!!...anche me…!!» con occhi
infuocati su di
lui «…in realtà hai sempre saputo
quello che
facevo, solo che non abbiamo avuto mai il coraggio di parlarne
perché un tempo siamo stati “Digimon
Tamers”.»…«E abbiamo
sbagliato! Rika DOBBIAMO
parlarne, e il nostro antico titolo non è un velo per
occultare
la verità, anzi ci fa onore!» ma lei ancora
volgeva il
capo, sebbene Cindermon la riprendesse «Guarda in faccia,
quando
qualcuno ti dice le cose come stanno!» e ancora Takato
«Siamo andati avanti, e abbiamo commesso errori!...
…ma
possiamo grazie al Cielo contare su degli “angeli”,
degli
angeli che ci sono stati posti accanto per comprenderci!!...come a
volte il mondo non è in grado di fare.»
…mentre
Cindermon socchiudeva i suoi occhi per carezzarsi dentro quelle parole
«…almeno tu, Rika.» Takato le sollevava
le mani
«Almeno tu…!...hai la fortuna di veder tornare il
tuo
Digimon, pensa a me!...nessuno…ha
attraversato…quel varco
per me.» attirandosi lo sguardo di Cindermon. Ed anche quello
di
Rika «Ma io te lo dico con gioia, perché mi rende
felice
il pensiero che tu possa ricongiungerti con lei!
Io…»
allungando una mano tremante d’emozione e d’affetto
sui
capelli di lei «…vi voglio rivedere
insieme…come
nel guardare le vecchie puntate di un cartone tanto
caro…sono
affezionato alla sagoma di voi due nella notte.
UGUALI…»
(canzone: Mariah
Carey - Through the rain)
mentre le lacrime, e l’incertezza affioravano agli occhi di
Rika.
Takato sussurrava «Non mi importa del Digimon malvagio che ha
sparso quest’energia e forse ti ha indotto ad ascoltarlo, non
mi
interessa che probabilmente ci stia spiando…»
(«Whaa!» PinkMonzaemon si ritirò nel
buio angolo)
«…in questo momento esisti solo tu, amica mia. Tu
per me
non sei mai cambiata. Guardati…come sei
bella…»…«Oh?...!»
per Rika quelle
parole erano un sussulto al cuore «La crescita ti ha resa
meravigliosa…questa è una gioia, e
un’esortazione
al futuro! Concedila anche a lei, non vede l’ora, e soffre in
questo momento della tua lontananza.»
Le lacrime
della giovane luccicavano come quelle di una creatura fantastica.
Mentre
Renamon sulle sue forze e ferite cercava di rialzarsi.
Gelsomon
«Vecchi
miti…» LadyMeramon «…o nuove
reclute…» in coro «VI
DISTRUGGEREMO!» ma Rea
si opponeva «No! Non ci
riuscirete!»…«Rea!»…«Ah?»
Suzie le lanciò tra le mani il pacchetto di carte
«Usale,
assieme al tuo Digivice!»
«Oh…?!»
Terriermon provava incertezza ed emozione, ma Suzie esclamò
«Terriermon, fidati di Rea! Lei può darti la forza
per
combattere!»
«Te la
senti…?» si volse Rea, ed il piccolo Digimon
tremava
mentre gocce di stanchezza e turbamento scendevano sul suo viso.
«ATTACCO
COMBINATO!!!» gridarono le nemiche congiungendo
la punta delle dita, e liberando un getto d’energia puntando
a Lopmon e Renamon.
«Ah! Non
permetterò che facciano loro del male!» decise
Terriermon
rivolgendo sguardo a Rea che socchiuse gli occhi, e in un gesto
vigoroso scagliò il Digivice in aria.
«…DIGIMODIFICATI!»
padroneggiando tra le dita una carta come se l’avesse fatto
da sempre «Carta
del clone!!»
altrettanto nella decisione di gridare il nome, e scagliare la carta:
una moltitudine di copie di Terriermon si sparsero nella cupola, e
all’esclamazione «Raffica magneticaaa!!!»
emisero dalla bocca una mitraglia di colpi energetici che andarono a
collidere con l’attacco combinato nello sbalordimento
«Oh?!»…«WAAH!!»
delle nemiche…e
nella tesa sospensione delle due domatrici…
…Takato ancora
carezzava quella mano dallo smalto scrostato, e parlava con dolcezza
«Oh no, non sarà la vita ad offuscare i miei miti.
Per
cosa, forse? Per dei gesti impulsivi, dettati dal
dolore?»…«Takato, io avevo
alternative…!»…«Lo dici
adesso!»…«Potevo scegliere, e invece mi
sono
infognata in una palude…!...è troppo
perché lei
capisca.»…«Se capisco io,
Rika…»…«Ah!» lei
era sorpresa
poiché lui le sorrideva «…un banale
essere umano
pieno di difetti. Figurati una sensibile come
Renamon.»…«S-Sì no, anche
perché! No,
permettetemi di dire, un secondo-» tentava di prendere parola
Cindermon ma non era facile, Rika accennava «F-Forse tu,
Takato…»…«Oh, non credere:
capisco tutto. So
tutto!!»…«Ahh!»…«Immagino
tutto!» ammise con grinta «Non dar retta alla mia
aria
innocente, la vita della notte e l'atmosfera di un locale posso ben
immaginarla! Ma non mi tocca…» e le carezzava
ancora le
mani «Così come…non lo fa
l’immagine della
mia amica…
…a letto con mille
ubriaconi!»…«Ah!» Rika
sussultò, ed
anche Cindermon
«Ta-Takatooo…!»…«Basta
una buona volta, ammettiamolo!! Hai avuto…un battaglione di
uomini contro le mie zero relazioni, e allora?! Non mi interessa, Rika,
questo non intacca la purezza del tuo cuore: vi sono mille ragioni che
possono spingere a una simile vita. Ma l’affetto scioglie
questi
nodi, a noi che ti amiamo non ci importa!!» …e lei
alzò gli occhi in quelli di lui, che ammetteva
«Questi
sono i punti d’orgoglio della mia vita!! Anche se non
l’ho
fatto ho buona immaginazione, pensi che non sappia che fanno due
persone a letto?! Ma ciò nonostante, nonostante questo,
anche se
tu ti fossi…ROTOLATA IN QUESTI DIECI ANNI CON LA
CITTA’
INTERA, anche se avessi compiuto le peggiori sconcezze tu per me
rimarresti sempre la mia amica Rika!...
…l’eroica…domatrice di Renamon, tessuta
dalla luna
come lei. La “Regina dei
Digimon”…» nella
commozione di lei…e anche di lui, e fra poco di Cindermon,
sebbene Takato mantenesse fierezza nella sua espressione «La
“ragazza…dei miei sogni”, come quello in
cui ti ho
conosciuta, anche se mi giurasti vendetta se ti avessi ancora chiamata
così. Per favore amica mia, torniamo indietro! Proviamo a
recuperare il passato
insieme!»…«Scusate! Mi fate
parlare due secondi?! All…ora! Ecco!» si fece
spazio
Cindermon, e alzò dito puntualizzante «Io sono
piombata
qui a sproposito e all’improvviso ormai è chiaro a
tutti!
PERO’!...anche se ti conosco da poco abbi pazienza il valore,
e
la purezza dell’anima SI VEDE non è cosa che devi
fare il
bilancio sulla schedina di tutta la tua vita SI VEDE perciò
se
riesci a filtrarlo a ME che non ti ho vista lottare e vincere OGGI,
ADESSO come sei ridotta vuol dire che vali
ancora!»…«Brava! Ben detto, Cindermon ha
perfettamente
ragio-oh?!»…«Ehh?!»…Takato
e Cindermon
si bloccarono sorpresi entrambi per ciò che lui aveva detto
spontaneamente, spontaneamente sollevando le sue mani…che
ora
gradualmente lasciò «E-Ecco allora se hai sentito
anche
lei fatti due conti! Questi dieci anni di errori non ti hanno precluso
di arrivare ai cuori della gente! Renamon ha il suo aperto per
te!» “Renamon…ma
io…l’ho tradita, e lei
mi ha vista…!!” soffriva ancora Rika al
ricordo…
…mentre la raffica dei
cloni neutralizzava l’attacco combinato
«EEEH?!»…«Ce l’hanno
fatta!!»
esclamò entusiasta Rea, ma le copie si dissolsero e
Terriermon
cadde in ginocchio, stremato «Terriermon!!» la
ragazza si
precipitò da lui, in un protettivo abbraccio. Questo
destò un sobbalzo nel cuore del Digimon.
Ma le nemiche non erano
ancora sconfitte: LadyMeramon «Cos’è,
FINITO LO
SPETTACOLINO?!» Gelsomon riprendendo i bastoni «E
con
questo non avete più
fiato.»…«Poniamo fine
alla breve carriera di questa nuova recluta, Gelsomon!» e si
caricarono di potere. Ma Terriermon guizzò
dall’abbraccio
di Rea con nuove forze «No! Finché ci
sarò io voi
non la toccherete!» Il tracciato verde lo avvolse…
«TERRIERMON
DIGIEVOLVEEE…»
strati di un più robusto e possente corpo aderirono al suo,
cintura trasversale e mano-mitragliatore «…GARGOMON!»
«E’
digievoluto!» esclamò Rea con gli occhi
abbagliati, ed
anche Suzie «C’è riuscito nonostante la
stanchezza!» ma a quel punto Lopmon balzò
«E lo
capisco, ha fatto bene! E’ giunto il momento di fare sul
serio: LOPMON
DIGIEVOLVEEE...» statura elevata, corpo snodato
e lunghissimi arti «…ANTYLAMON!»
«Aaaccidenti
Geeelsomooon!!! Possibile che non si arrendono
mai!»…«L’intesa coi domatori
li ha fatti
digievolvere, MALEDIZIONE!» gettando i bastoni. Battaglia era
ancora aperta…
«Guarda Takato,
l’oscurità si dirada!» descrisse
Cindermon al
rischiararsi della stanza (nel trasalire di PinkMonzaemon) mentre
Takato puntava occhi decisi su Rika «Ascolta! Io voglio bene
a
Renamon, non sono solo tuo amico ma debbo a lei infiniti episodi in cui
ha salvato me e chi mi stava a cuore! Perciò non ti
permetterò di farla soffrire
oltre!!»…«Questo
possiamo buttarlo?» Cindermon afferrava il Digivice orsiforme
«Anche la bottiglia?!»
«Torna da
lei…!!» quasi intimò il ragazzo
«Lo merita, e
io perorerò la sua causa fino all’ultimo!
TORNA…DA
LEI,
Rika…»…«…Takato…»
accennava Rika colpita da quel grande esporsi per lei «Torna
da
lei…» tra la dolcezza di un affetto antico e la
matura
decisione dell’età adulta (fine-canzone)
«CI TORNERAI NEI TUOI SOGNI, DA LEI!!»
Un’unghiata, e Takato «AAAH!» e Cindermon
«AAAH!» furono spinti a terra. Il Digivice a testa
d’orso scivolò dalla mano di
quest’ultima. Rika
«Ahh!» indietreggiò alla comparsa della
gigantesca
orsa digitale rosa lampeggiante di nero «Non si rompono con
questa facilità, i
patti!»…«Che cosa vuoi da
me…? AHHH! LASCIAMI ANDARE!» ma PinkMonzaemon la
afferrò per il braccio, mostrandole a forza il Digivice
«Tu hai concesso le tue abilità da domatrice a ME,
non mi
puoi voltare le spalle, lei non ti accetterebbe mai dopo averti visto
tradirla a seguito dell’esserti SVENDUTA, brutta
prostitutaaa!!!»
«Ma come
osi, chi sei?!» tentò di rialzarsi Takato, e
Cindermon
«Non ho idea dell’angolo putrido da cui puoi essere
emersa!» ma PinkMonzaemon rivolse loro un’occhiata
di
superiorità e sfida «State zitti e buonini se non
volete
esser schiacciati.»…«Tu devi essere
PinkMonzaemon,
la Digimon di cui parlava Beelzemon!» indicò
Takato, ma
questa con inquietante voce tubolare «Non…avete
sentito
bene?» tornando a rivolgere il suo sguardo a Rika
«Ormai
sei un rifiuto di domatrice, lei è un’icona di
rispettabilità al nostro villaggio: tu le infangheresti la
reputazione per sempre, la faresti ripudiare dal marito!! Faresti
vergognare i suoi figli della loro
madre!»…«Non
ascoltarla, Rika!!» si sovrapponeva Takato. Ma Rika portava
le
sue mani alle orecchie «No, no, BASTA, NON POSSO
RESISTERE!»…«Non avrai mai riscatto per
la tua
vita!!» insisteva PinkMonzaemon sfrigolante di potere oscuro,
ma
Cindermon seppur a terra «Non darle ret-a parte che tutto
quello
che sta dicendo son solo un MUCCHIO DI
STUPIDAGGINI!»…«Mmm? Hai fretta di
morire?»…«Ehm, senti, bella! Chiudi il
becco va che
è meglio!» con gesto di mano apri-chiudi a simbolo
di
becco ciarlante «Mmm…» PinkMonzaemon
emise un
brontolio e lasciò andare bruscamente Rika contro il tavolo,
per
avanzare verso gli altri due «Voglio proprio vedere chi
è
tanto ardito da scomodarsi, per proteggere una del suo
calibro…
…a
FRONTEGGIARE UNA DIGIMON APPENA POTENZIATA COME
ME!»…«Ce li hai davanti!»
Cindermon
balzò in piedi, e Takato a seguire «Tu non farai
alcun
male a Rika!» sfoderando il Digivice.
Mentre Rika li
fissava attonita, tremando d’improvviso «Takato,
Cindermon…»
«Voi
neanche immaginate a cosa andate incontro: dopo aver attinto
dall’energia di questa povera sciocca
disillusa…»
infilandosi i suoi occhiali da vista «…SONO
DIVENTATA
INVINCIBILE!! LENTE
INCENERENTE!!»
emettendo un laser dagli occhi «Attento, Takato!!»
Cindermon balzò in tempo spingendo via il ragazzo dal raggio
che
aprì un buco nella parete: il vento dell’esterno
iniziò a soffiare nella casa «Grazie,
Cindermon.»
Rika corse dagli amici ma il braccio della Digimon la fermò
«Dove credi di andare
tu?!»…«N-Non farai loro
del male!» replicò la giovane aggrappandosi con le
sue
unghie, ma PinkMonzaemon non sembrava provare dolore «E tu
con
cosa me lo impedirai? Non hai più la tua Digimon con te, ora
sei
inutile!»…«Ahhh!» spingendola
a terra, presso
il tavolo «Non puoi aiutarli, mwhahahahaha!» ed
avanzando
verso la ragazza digitale e il domatore stretti l’un
l’altro e pronti al contrattacco.
“Oh
no!” pensava Rika, nel timore “Con i miei problemi
sono
finita a trascinare Takato e Cindermon in
quest’incubo!”
«Brace
d’aut…»…«Ferma
Cindermon, è inutile, è troppo
potente!»…«M-Ma Takato qualcosa
dovrò pur
fare no? Non posso mica mettermi a braccia
conserte!»…«Eheh, eppure il tuo domatore
ha ragione:
che senso ha sprecare i tuoi poteri? Accetta la tua sconfitta, figlia
vagabonda di Cyclemon.»…«O ma voi CE
L’AVETE
questa cosa di insultare i genitori ora vi do una lezione come
meritate!» tirandosi su la manica come suo stile.
“Ho
respinto Renamon perché mi vergognavo delle mie azioni!
Però adesso…la voragine si è
approfondita, e
rischia di inghiottirci tutti!!”
«Combo
spezza-fiato!!!»
Cindermon potenziò i suoi colpi, e si lanciò
impetuosa
contro PinkMonzaemon. Ma quello strato di tenebra che lampeggiava sul
suo gigante corpo di pezza sembrava rendere innocuo quel travolgente
vortice di pugni e di calci «Uhmuhmuhm, mi fai il
solletico!»
Rika riguardava
il suo amico e la Digimon in un vortice di ricordi, passati e presenti
“Non voglio che siano loro a pagare per me!!!”
rivolgeva la
sua straziata esclamazione interiore verso l’alto
“In
realtà nei miei sogni c’era un futuro di unione, e
amicizia!! Questo aveva forgiato l’avventura in me, prima che
il
futuro lo infrangesse!!”
«Lente…incenerente!!!
Ahahah!!!»…«Cindermon!!»
stavolta fu Takato a
spingerla via e «AAHHHH!!!» ad essere travolto dal
raggio
«LASCIALI STARE!»...«ZITTA,
PASSEGGIATRICE!»
«AAHHH!» PinkMonzaemon spinse di nuovo Rika e con
più violenza «Tempo scaduto, mi hai già
servito
quanto mi occorre.» ”E’ colpa mia se ora
questo
Digimon è imbattibile?!” «Uhmuhmuhm! Le
mie amiche
sbigottiranno al racconto della mia impresa!»
A Takato e
Cindermon veniva spontaneo tenersi per mano per aiutarsi reciprocamente
a rialzarsi: il loro sguardi erano attoniti di fronte a una sfida che
si presentava senza speranza…
Antylamon &
Gargomon si schierarono una accanto all’altro
«Bene,
Gargomon, è il momento darci da fare per i nostri
amici.»
pronunciò lei che in versione evoluta aveva voce
più
adulta e di classe «Ci libereremo di queste due!»
anche la
voce di lui si era un po’ scurita, e puntava il mitra alle
rigide
e ostili LadyMeramon «Non ci contate!» e Gelsomon
«In
guardia!»
«Rea!»…«Dimmi,
Suzie!»…«Tieni, scambiamoci le carte che
abbiamo
usato!»…«D’accordo!»…«Vedrai
che uniti riusciremo a vincere, sei pronta? Digimodificati!»
esclamò Suzie, e Rea seguì a ruota «Digimodificati!!»
I Digivice di
entrambe fluttuavano sulla cima del campo di battaglia, Suzie
scagliò «Carta
del clone!» e Rea «Carta
dell’invisibilità!» che si
intrecciarono nel loro volo fino a sfregare i rispettivi congegni nel
liberarsi della luce.
Gargomon
si dissolse «Ahahahah!» in una soddisfatta risata
«DOV’E’ FINITO?!»
tuonò Gelsomon
«In compenso io sono
dappertuttooo!!!»...«WAAAH! SI
MOLTIPLICAAA!!!»
descrisse LadyMeramon, quel fenomeno che portò alla
riproduzione
della figura dell’alta ed agile femmina di coniglio che
quando
costituì un esercito di cloni decretò il
collettivo
mutamento delle loro braccia in scuri affilate.
«Ihmf!
Anche se siete tante come i granelli di sabbia non mi
arresterete!» l’abito nero volò
«Tromba
ardenteee!!!»
ma i molteplici cloni di Antylamon innalzarono le loro scuri per
bloccare il colpo. Gelsomon infierì «Ci metto io
il
carico! Blackout digita-OH?!»
«Gargo-mitra!
TA-TA-TA-TAAA!!!» un vocione eccitato mimò il
suono di una
mitragliatrice introducendo una…pioggia di raffiche
«WAAH-AHHH-AHHH!!!» che travolse
dall’alto le due
nemiche facendole letteralmente “danzare”
«M-MA DOVE
VENGONO QUESTI COLPIII?!!»…«Non lo so,
io non vedo
nessuno
LadyMeramooon!!!»…«ADESSO!»
decretò Antylamon comandando i suoi cloni che esordirono in
coro
«SCURE VELOCE!»
iniziando a piombare, una dopo l’altra, contro le nemiche
«Ahhh!»…«WAAAH!» in
fulminei scatti
ferenti per mezzo delle affilate asce. Ed erano così tante,
che
se le avversarie si paravano da una di esse non potevano resistere al
colpo della successiva che proveniva alle spalle.
«Bene
così!» esultò Suzie
«E’
straordinario!!» lo stesso Rea, dagli occhi abbagliati di
fronte
a quella dimostrazione.
«TA-TA-TA-TA-TA, AHAHAHAHAH!» Gargomon invisibile
seguitava
a divertirsi e a non dar loro tregua, fin quando
«Andiamocene,
Gelsomon!» le due si librarono in aria «O
altrimenti ci
faranno a fettineee!» rabbrividì LadyMeramon
«Maledizione, abbiamo fallito anche questa volta, non ci
voleva!» brontolò Gelsomon, gettando il bastone a
terra e
volando via con l’alleata dalla spaccatura sulla cupola
«Tornate qui!!!» Antylamon si riunificò
e
balzò per inseguirle, ma per un pelo non riuscì
ad
afferrarle «Niente da
fare.»…«Lascia stare,
Antylamon!» ammise Suzie, aggiungendo «Bravi! Avete
combattuto davvero con valore, vi siete fatti valere!» i suoi
occhi scintillavano di entusiasmo e gratitudine.
Rea piuttosto
era rimasta incantata con il Digivice che tornò spontaneo
tra le
sue mani «Ho combattuto…la mia prima battaglia con
un
Digimon...?»…«Grande Rea-REA-REA-REA-NON
FARE UN
ALTRO
PASSOOO!»…«Perché…?
Che succede,
Suzie? OH!»
Qualcosa di enorme e pesante
cadde ad un passo da Rea, dopo che la cupola si fu dissolta.
Aprì letteralmente un buco a terra, all’interno
del quale
l’istante dopo tornò a materializzarsi
l’immagine di
un alquanto stremato Gargomon, i cui occhi sembravano roteare per lo
sforzo. I mitragliatori fumavano stanchi, fino a scomparire
l’istante dopo, nel suo regredire allo stadio di Terriermon
«Terriermon!! Ah!!...» Rea corse
«Accidenti, non
avrebbe dovuto combattere e sforzarsi, era convalescente!!»
piegandosi su di lui e stringendoselo tra le braccia
«E’
regredito, pensi che sia grave?!»…«Ahah!
Ma no,
anzi, ringrazia che lo ha fatto.» spiegò Suzie
mentre
anche Antylamon regrediva, e si accasciava stanca tra le sue braccia
«Delle volte è successo che si è
impuntato sul
livello successivo, bisognava metterlo a testa in giù e
inventarsi mille altre diavolerie per farlo tornare
“portatile”!»…«Sul
serio?»
chiedeva Rea stupita mentre il suo cuore veniva sciolto da un dolce e
sussurrato
«Mo…mentai…»…«Come?!...
…Terriermon…piccolino, hai rischiato la tua vita
per
me…» Rea lo carezzava, commossa, mentre lui si
addormentava nel suo abbraccio. Forse aveva pronunciato quella parola
scordandosi del contesto,un attimo prima del sonno «Lo
sai?»…«Che cosa,
Suzie?»…«Prima
quando sei corsa da lui sembravi proprio una madre preoccupata per la
salute del suo bambino.»…«Uhmuhm, forse
è
deformazione professionale.»…«Non
solo.»…«Che
altro?»…«Quando hai
stretto i denti…e hai affermato “accidenti, non
avrebbe
dovuto lottare, era convalescente!” mi sei sembrata lui. Era
solito essere sempre in apprensione per
l’incolumità di
Terriermon. Preferiva preservarlo dalla lotta, piuttosto che rischiare
che si facesse male.»
Quelle parole
condussero un velo di malinconia sugli occhi belli e scuri di quella
giovane madre con un Digimon anziché un bambino tra le
braccia.
Una malinconia che però conduce carezze, e
l’immaginazione
di ricordi non vissuti
«L’apprensione…per il proprio
Digimon…» mormorò scrutando gli
occhietti chiusi di
Terriermon…quando dietro di loro si udiva il sibilo
scattante di
un balzo «Renamon, aspetta, sei ferita, dove vai?»
disse
Suzie, ma la Digimon si era già volatilizzata «Chi
è quella Digimon? Nonostante la sua aria un po’
scostante…sembra così sola…»
definì
Rea con aria assorta, rialzandosi col suo Digimon tra le braccia
«Oh, è una nostra vecchia amica e compagna,
Renamon, una
Digimon raffinata e valorosa i cui silenzi per noi non hanno da tempo
più segreti. La sola cosa che non comprendo è
perché non sia con la sua domatrice, Rika. Una ragazza
tosta,
come lei!!» ammise Suzie lasciando filtrare stima.
«Suzie…posso chiederti una
cosa?»…«Tutto quello che vuole, stimata
collega!
Uhmuhmuhm!»…«Non ti andrebbe…
…?
Insomma è presto, che ne dici di un
gelato?»…«WAHHH, NON CHIEDO DI MEGLIO,
STO MORENDO
DI FAME!»…«Del resto, con Benji
c’è mia
mamma. E loro…entrano facilmente in borsa. Sai, mi
piacerebbe
fare quattro passi immaginando cosa si prova a girare la
città
nascondendo un Digimon. Vorrei…almeno in teoria tornare
indietro. A dieci anni fa. Uhmuhmuhm, con un bel gelato dopo la
battaglia, al fianco della mia amica e
compagna!»…«Uhmuhm, Rea sai che penso?
Che io e te
era destino che ci incontrassimo. Siamo la prossima, fantastica coppia
di eroine!»…«Ahah, che aspettiamo
allora?»
Mentre quei Digimon così simili si erano entrambi assopiti.
«A-Ahhh!» Cindermon e Takato proruppero
all’esterno
dell’edificio, su una scaletta. Ma la loro azione era
più
una fuga, di fronte alla lenta e paziente avanzata della nemica
«Uhmuhmuhm, che motivo c’è di
prendersela con foga,
quando hai la vittoria in pugno? Lo stress ti logora la vita, basta
guardare quella fallita che è rimasta dentro.»
«Ptsss Takato non può andare avanti
così dobbiamo
trovare una tattica…» mormorò Cindermon
seppur con
aria provata, restando con gli occhi incollati alla nemica. Takato nel
frattempo la analizzava col Digivice «…PINKMONZAEMON
Digimon balocco di livello evoluto.
Tecnica: Lente incenerente…»
«D-Devo…fare qualcosa! Ahhh!» Rika
provava ad
avanzare appoggiandosi al tavolo, ma il suo passo era barcollante
«M-Mi scoppia la testa…
…Renamon…dove sei, aiutami!!» versando
lacrime...mentre nell’oscurità ancora pulsava il
cuore
spezzato a “centrotavola”…
La moto di
Beelzemon sfrecciò però ai piedi
dell’edificio, e
sfilandosi agilmente il casco guardò verso l’alto
«Oh no! E’ come pensavo! Filtra potere oscuro in
quantità abissali!»
«Brace
d’autunno…!!»
Cindermon scagliò il suo vortice di foglie infuocate, ma
queste
persero ogni forza a contatto col corpo di PinkMonzaemon
«Come
può essere?!»…«E in
più sussiste il
solito problema, non abbiamo carte per la digimodifica!»
aggiunse
Takato.
L’orsa
assottigliò lo sguardo «Ora voglio divertirmi un
po’…» ed allungò il braccio
oltre la crepa
verso l’interno dell’edificio, afferrando Rika
«AAHHH!!» per il collo, e trascinandola
all’esterno
sulla scaletta, non smettendo di tenerla saldamente
«Rika!»
esclamò Takato, e Cindermon «Oh no,
bastarda…!!»…«Provate a
colpirmi
adesso…mwhahahahaha!» minacciò
PinkMonzaemon
facendosi scudo con la ragazza, nei cui occhi affluì il
terrore…
A Tokyo intanto,
i piedini sottili di un Digimon bianco
«Calù…» solcavano uno spiazzo
circondato dal
verde, e in cui i raggi di sole incontravano il riflesso cristallino di
una cascata. Calumon si sfiorava il simbolo a triangolo rosso sulla sua
fronte, che pareva ancora sfrigolare «Ho avvertito il potere
di
una digievoluzione pochi istanti fa. Forse c’è
stata
un’altra battaglia calù…»
aprendo i suoi
occhi grandi e verdi seppur dai contorni pieghettati
all’interrogativo che rivolgeva al cielo, e
all’acqua
scrosciante. Per poi scivolare in basso con lo sguardo «Non
so io
stesso perché sia venuto qui, calù, non so se ho
fatto
bene. Jeri…» abbandonandosi ai ricordi
”La mia
Jeri…”
“Calumon!!...
…ce la fai a parlare, come ti senti?!”
…una squillantissima voce di bambina scossa da enorme
apprensione…
“Caaalùùù…”
…la voce di un Digimon piccolo e oltremodo
stremato…
“Non
è possibile, è un incubo!...parlami, ti
scongiuro!!...
…non resisto più! Ho provato in tutti i modi a
farmi
coraggio! Ma è più forte di me, non riesco a
sopportare
l’idea di perdere un altro amico!”
aveva confessato quella bambina in una mortale e pericolosa morsa dieci
anni prima…
…e
divenuta una ragazza affascinante, nel presente che ha sostituito
quella vocina sottile con un tono profondo e denso di
sfaccettature…
”Devi darmi il
voto, questa
volta non ho voluto ricorrere a Takato. Ho voluto prepararlo io stessa!
Ho fatto…un po’ di tutto, panini al sesamo,
dolcetti, ho
preparato tutto questo solo per te, Calumon! Desideravo che assaggiasti
la mia cucina. Dai, non farti pregare!”
“Li ho
preparati con le mie mani! E questo solo…(smack) per te,
amore mio! Per farmi perdonare!”
“Andiamo,
non farmi stare sulle spine! Voglio sapere se sono buoni! Mentre li
cucinavo…oh, sai che adoro cucinare e che mi riesce
benissimo,
solo che era come se improvvisamente fossi divenuta una dilettante ai
fornelli e mi chiedevo …il mio Mako gradirà il
sapore di
questi biscotti? Non è che poi non vorrà
più
sposarmi perché non sono all’altezza di sua mamma?”
«I secondi del
presente scorrono inarrestabili, calù.» disse
Calumon con
la sua voce velatasi «…ed io ogni istante che
passa mi
rendo conto con più chiarezza di non star cercando altro che
frammenti.» assottigliando lo sguardo, come chi ha lievi
abbassamenti di vista «Riflessi del passato, tracce che
possano
indicarmi un nuovo cammino. Cerco quella bambina di cui divenni amico,
quella che il destino scelse per me fra tanti passi e tanti volti che
mi scorrevano attraverso. Sento di aver estremo bisogno della sua
guida. Ma nessuno mi conferma se vive ancora qui
oppure…»
smarrendo lo sguardo nel cielo «…si è
trasferita.
Ed io in questa città sono di troppo.»
«Ehm
ehm…tu sei Calumon. Non mi
sbaglio?»…«C-…Calù?»
Calumon si
volse appena con sguardo circospetto, fino ad incrociare con gli occhi
«Oh? Lei?» qualcuno che non si aspettava di vedere,
non
trattandosi di un Digimon, bensì di un uomo. Un uomo serio,
dalla presenza di granito «Noi due non siamo mai stati
presentati, non abbiamo mai dialogato ma ci siamo incrociati diverse
volte. Io sono-»…«Mi ricordo di lei,
calù,
lei è il padre di
Jeri.»…«Complimenti…hai
memoria e sei
sveglio.» Calumon strinse stupito i suoi occhi pieghettati,
di
nuovo in quella maniera che ricorda le persone miopi…
«E’
la sua moto. Fermati.» suonò simile a un ordine
quello di
Jeri, che scese dalla moto sfilandosi il casco e scrollandosi i capelli
al vento con gesto impetuoso «Dev’essere
lassù…» scalando l’edificio
con lo sguardo
«…mi domando se anche Takato e Rika siano
lì come
ipotizzava…» infilandosi gli occhiali da
sole…
…mentre Beelzemon
strisciava furtivo lungo le buie scale interne «Devo essere
prudente…» La sua mano artigliata stringeva una
pistola
lunga e luccicante, diversa da quelle che usava comunemente, e che gli
era stata recentemente donata «…allora non dovetti
neanche
sforzarmi per passare alla modalità d’attacco
grazie alla
pistola che mi aveva regalato Mako, ma l’ultima volta il
Digivice
non ha permesso di fonderla col mio corpo: in questo modo non posso
accrescere i miei poteri. Questo mi fa essere in
svantaggio…»
«Ora…» avanzava Jeri sui suoi stivaletti
dal tacco
risonante «…non resta che agire con ordine e
tempismo e
ogni tassello raggiungerà la corretta postazione!»
Sembrava avere un
piano molto chiaro relativamente a quell’edificio e quello
scontro.
(canzone: Taylor
Swift - Back to December (acoustic) ) «Lente incenerente!»
e fu un altro laser dagli occhiali di PinkMonzaemon, che
disintegrò parte della scaletta: per Takato e Cindermon
indietreggiare ancora avrebbe significato precipitare «Oh,
che
succede? Qualcuno soffre di vertigini?
Whahahahah!»…«Ahh! Takato, Cindermon,
colpitela!!!» gridava Rika, che PinkMonzaemon seguitava a
usare
come scudo dai colpi «Ma sei impazzita, Rika?!»
ribatté l’amico, e Cindermon «Ubriaca,
ubriaca
fradicia! Qui alla faccia del pub tu non puoi bere Rika, cominci a
sputare FOLLIE CLAMOROSE!»…«NON SONO
FOLLIE!!...Cindermon, vuoi capirlo?! Takato, ragiona!!...
…se non vi
decidete a scagliare senza pietà ogni vostra mossa
nonostante la
mia presenza sarà la fine per voi!» La scala
cominciava a
scricchiolare, mentre PinkMonzaemon le intimava «Zitta!
Eroina da
quattro soldi, anche in disgrazia fai la santa e la
coraggiosa!»…«Cercate di mettere a
fuoco…» scandiva Rika, seppur con gli occhi
arrossati e
pieni di lacrime «Io sono perduta, ormai!...
…a chi
può importare se una come me fa una brutta fine? Assai
bucato
scudo è la mia vita…» lanciando
un’occhiata
alla Digimon che la teneva prigioniera, e che ringhiò
indignata
«Mmm?!»…«A mia madre e mia
nonna sono piombate
solo preoccupazioni grazie a me! Di sicuro staranno meglio se io
precipito…» dedicando ora lo sguardo al vuoto
«Io
sono solo un’ombra della notte in città! Il
frastuono dei
bicchieri e delle automobili coprirà la mia
assenza…»…«Oh,
senti…RIKA!!»
tuonò a tutta voce Cindermon scalando qualche gradino
incurante
dello scricchiolio «TU – MI HAI –
ROTTO!»…«Ahh!...
…Cindermon…»…«MI
HA LETTERALMENTE
STUFATA CON QUESTI SENSI DI COLPA!» esclamò la
ragazza
digitale, con dito puntualizzante e lacrime agli occhi, mentre la voce
le si rompeva «Insomma ho appena conosciuto
un’amica in
città e tu mi vuoi lasciare senza, da sola
un’altra
volta?!»
In Rika affiorava la
commozione, mentre Takato accennava colpito
«…Cindermon…»
«Questo non
è rispetto! No, non è rispetto per un Digimon,
solidarietà della categoria allora, con quella volpe, pure
che
non la conosco!! Ma mi hai parlato di lei tanto che mi sembra di
vederla!! Mi sembra di…
…c-cibarmi in
un solo round tutte le puntate del vostro epico legame!» e
stringeva i denti per non far scolare quelle lacrime che invece
facevano indignare PinkMonzaemon «Ooooahh, CON QUESTA VOLPE
MI
AVETE STANCATO, CHI SARA’ MAI?!!» mentre Rika
«Renamon…i-io le ho fatto qualcosa di bruttissimo,
non
dovevo deluderla su ogni fronte!!»…«Le
fai qualcosa
di brutto comportandoti
COSI’!»…«Lei ha
sacrosanta ragione!» esclamò Takato, e Cindermon
«Ah! Son…già due le volte?»
disse quando il
ragazzo scalò i gradini e si accostò a lei con
parallelo
atteggiamento puntualizzante «Hai stancato entrambi col tuo
atteggiamento, la tua resa è ingiustificabile! Rika, Henry
ha
abbandonato Terriermon e ha perso un
figlio!»…«Pure!! Andiamo
bene!» apprendeva
Cindermon con giro di mano d’accentazione
«Sì,
questi sono gli ultimi gossip sui Digimon Tamers, Cindermon: insomma,
dicevo! Lui che sembrava aver avuto una crescita doc adesso
è in
un MARE di casini, ci ho litigato! Ma in fondo…non ce
l’ho
con lui e voglio aiutarlo, ma a me solo non mi ascolta e ho bisogno di
te! Tu ed io siamo gli unici che possiamo convincerlo!»
E quelle
verità scorrevano inesorabili nell’animo di Rika
provocandole pur in quel momento scuotenti emozioni…
«Questo per spiegarti che non esiste una “regola
per
crescere”, l’ho scoperto finalmente
anch’io
e…guarda, intanto ho cambiato look!» mostrando
l’elasticità di quella maglietta attillata, mentre
Cindermon ribadiva «Ognuno vive come cavolo crede meglio,
basta
che lo faccia convinto COL CUORE!» ma PinkMonzaemon sfoggiava
aria superiore «Uhmf! Che noiosi, più vi sento e
più mi convinco…che non meritate di
esistere!» ma
Takato ribatté «Ti sbagli di grosso!» e
Cindermon
«E’ l’esatto contrario!» poi di
nuovo Takato
«Chi non merita di esistere…» e in coro,
con dito
puntato «SEI TU!!»
“Oh!!” e il secondo dopo il ragazzo
trasalì
“Come con Guilmon!! Abbiamo detto le stesse parole di allora,
nel
D-Reaper!!” e questo gli suscitava un’emozione
incontenibile.
Ma non c’era
tempo, perché
«PinkMonzaemon!!»…«Oh?!»
Improvvisamente un
paio di ali nere si spalancò fra i due fronti, su quella
scaletta «Beelzemon!» esclamò Takato. Il
Digimon
puntava l’artiglio contro l’orsa «Ti
informo, che
accidentalmente stai tenendo le tue manacce sporche addosso alla
DOMATRICE di RENAMON! Se la lascerai gentilmente non sarò
troppo
irruento…!»…«Tieniti…pure
quel tono da
saccentino strafottente, Beelzemon, ne ho anche per un avanzo di galera
come te!»…«Non mi curo del disprezzo di
una vecchia
zitella!»…«GRR! L’hai voluto
tu: LLLENTE INCEN-»
ma con uno gesto improvviso «WAAAHHH!!!» Beelzemon
le
rovesciò dritto in faccia il secchio di colla che usava per
i
mattoni del convento, dopodiché scattò agilmente
«Rika!!» strappandola dalla prigionia e scivolando
bruscamente all’interno della casa «MMME LA
PAGHERAIII!!!»
«Beelzemon…» dischiudeva gli occhi Rika
a terra tra
le sue braccia, e lui «Ciao, Rika…! Ti ricordi?
Quando mi
avete recuperato a Digiworld, tu e Renamon? Io ero solo, e macchiato di
mille crimini, vi avevo fatto del male ma tu mi tenevi esattamente in
questo modo all’interno dell’arca. Ora tu non devi
condannarti per molto meno, posso garantirti che la mia amica Renamon
ti aspetta a braccia aperte.»
Rika si sentì
commossa, e sfiorò con affetto il fazzoletto rosso che lui
teneva legato al braccio, a testimonianza del ricordo di quando volava
nel vento e loro lo afferrarono…(fine-canzone)
Calumon si
avvicinava a passo sospettoso a quell’uomo che gli si era
rivolto
«Perché stava cercando me,
calù?»…«Non dovresti
stupirti…hai
avuto un ruolo chiave in quello che fu il…salvataggio di mia
figlia, che tutti ci
ricordiamo.»…«Veramente
confonde le cose. Quello è Takato. Lui, e Guilmon al suo
fianco
salvarono Jeri, con la collaborazione dell’intera squadra dei
Digimon Tamers, calù. Io non combattevo. Semplicemente ho
affiancato sua figlia nell’attesa del loro arrivo,
all’interno del nucleo del
D-Reaper.»…«Oh…va bene,
è stato forse
ancor più determinante.»
«Calùùù…»
Calumon scrutava in
molto assai attento e penetrante gli occhi infossati di Hajime Katou,
che parlava con molta serietà e fermezza, tenendo le mani
congiunte dietro la schiena «Ti cercavo perché
devi sapere
che lei…ha molto affetto per te, e nutre molta riconoscenza
anche a distanza di anni…»…sospeso e
silenzioso lo
sguardo dell’immobile Digimon…«Mi
chiedevo…ecco insomma se magari tu potevi tornare in quella
sfera
d’oscurità.»…«Calù?!»…«Oh,
intendo naturalmente…in maniera simbolica. Vedi devi sapere,
Calumon, che a volte mi sembra di scorgere quello stesso
sguardo…» destando il lieve scatto della palpebra
in
Calumon, niente di più «…smarrito. Jeri
è
una ragazza molto fragile. E questi anni per lei sono
stati…molto più difficili di come dà a
vedere.»…«Che intende dire
esattamente…?» si avvicinò il Digimon
di qualche
passo, e l’uomo socchiuse gli occhi «Per la
verità,
io non ne so molto perché lei ha deciso di non aprire il suo
cuore a me, nonostante sia sua padre. E-E ovviamente sia molto
desideroso di starle vicino, tanto più dopo aver temuto per
la
sua vita e per il suo equilibrio psicologico dieci anni fa,
però…!...anche se non si confida io mi accorgo
che soffre
molto. Si sente molto sola, e le manca un amico a cui confessare le
gioie e i dolori dell’età. A volte resta chiusa
nella sua
stanza per lunghe
ore…»…«…calù…»
era
un sussurro, anzi più sottile, emesso quasi solo col
movimento
delle labbra ma riusciva a essere intenso ciò nonostante
«…io le parlo, ma lei…è come
se non mi
sentisse, se vivesse in un altro mondo…»
…e
quelle parole cullavano nel cuore di Calumon il ricordo di quella
bambina e del suo sguardo che a volte si spegneva. La sua
insensibilità all’affetto e alla comunicazione
degli
amici, come se un bozzolo di nostalgia e solitudine la
avvolgesse…«Del resto…questo si sa. Lei
ha perso la
madre quando era molto piccola. Io mi sono risposato…ma poi
il
mio secondo matrimonio è fallito, proprio quando Jeri
sembrava
essersi finalmente ambientata in quel nuovo nucleo
familiare.»
descriveva il padre di Jeri passeggiando per lo spiazzo «Il
suo
fratellastro si allontanato da lei, c’era molto affezionata.
E
poi, non dimentichiamolo, in fondo al suo cuore…
…non si
è forse spento il sogno di essere ciò che non
è
mai riuscita ad essere se non per…credo pochi giorni:
una…”domatrice”. Di creature come
voi.» dando
le spalle al piccolo Digimon che si avvicinava «Poco so di
quel…”Leomon” eccetto che mia figlia
aveva riposto
in lui tutta la sua fiducia di bambina. E che forse il vuoto generato
dalla sua scomparsa è stato il motore della
crescita…smisurata di quella creatura infernale che
l’aveva fatta
prigioniera.»…«…Leomon,
calù…» …ripensava Calumon
alla comparsa di
quel possente Digimon proprio in quel luogo, e gli sembrava di
rivederlo. D’un tratto Hajime Katou si volse
«Aiutami, te
lo chiedo per
favore!»…«Calù.»
rispose
Calumon molto serio «E se quell’incubo dovesse
tornare? I
fantasmi di mia figlia mi fanno paura, temo possano portarmela via, tu
non potresti…?...tornare…a stare vicino a lei,
come
facevi…come facevi allora?! Sono sicuro che Jeri si
sentirebbe
più
tranquilla.»…«…”come
facevo
allora”…potrei e voglio farlo anche
adesso…»
sussurrò Calumon in una strana sospensione del
tono…avvicinandosi, balzando su una roccia ai piedi delle
cascate e spiegando «Allora ero un buon amico e confidente di
Jeri, anche se non combattevo! Quando l’ho rivista nel
presente
mia chiara ed immediata intenzione è stata quella
di…ecco
recuperare il nostro rapporto, qualora fosse stato possibile,
calù! Qualora lei l’avesse
desiderato!»…«Oh-h…sì,
ma…» l’uomo accennava un sorriso
«…lei
desiderebbe molto…beh insomma…che con te potesse
nascere
un rapporto…come con tutti i Digimon, come…la
moda, e la
storia ci insegnano: ad accorrere in suo soccorso furono Digimon che
avevano dei domatori, loro salvarono la
città.»…«Calù, e
ad accorrere in
soccorso di
Jeri…»…«Oh?»…«…nel
corso di questi anni chi è stato?»
insinuò Calumon
spiazzando appena il padre di Jeri. Il Digimon piegava il capo con aria
scrutatrice «Ricordo…che all’interno
della sfera in
cui eravamo ingabbiati io e Jeri chiacchierammo di molte cose, ci
raccontammo la vita. Oh beh io avevo poco da dire, calù. Ma
lei
già aveva le sue esperienze e i suoi dolori, mi
ricordo…che la sentii…invocare suo padre nei
momenti
più
dolorosi…»…«Ahh!
Realmente?!»…«COSI’
COME…
…la
sentii raccontare che con lui aveva un rapporto difficile, che era
sempre severo e quasi mai affettuoso, calù.
Sebbene…si
gettò incurante del pericolo nel tentativo di salvarla,
quando
la situazione si fece disperata. Ho visto anche questo.» e
nei
suoi occhi verdi si leggeva una sfumatura tagliente, simile ad una
celata accusa, che spinse l’uomo ad indietreggiare e
irrigidirsi
«Dunque…» piegando il capo
dall’altro lato
«…qual è la
verità?»…«Beh,
ecco…sì,
è vero, lo ammetto, con mia figlia non è stato
sempre
facile.»…«Calù.»…«Ho
dovuto…fare appello a lati di me che non conoscevo, e non
sapevo
gestire bene dopo la morte della
madre.»…«Ricordo
anche il ritorno da
Digiworld…»…«Sì,
quella volta io…»…«Lei non
venne a prenderla
assieme a tutti i trepidanti genitori,
calù.»…«Sì,
insomma…mi scusai e
mi sentii in colpa già molte volte per quella
faccenda.»…«E i suoi
modi!...quando…montammo
su quel taxi…» Hajime Katou abbassava gli occhi,
in quel
riaffiorare progressivo dei ricordi per Calumon
«…fino a
quando sua figlia scomparve non erano in effetti quelli di un padre
premuroso…! Né di un…essere umano
educato. Non mi
salutò nemmeno, né mi rivolse parola. Neanche una
volta.
Capisco di esser sembrato molto strano ai suoi occhi. Ma pur sempre, il
mio ruolo era quello di amico di sua figlia, in quel
momento…difficile…»
«…ma…io ti
assicuro…» rivolgendo sguardo persuasivo a quello,
quasi
regale e distaccato, di Calumon sulla roccia presso le cascate
«…che avevo i miei buoni motivi, che tengo a mia
figlia e
se ciò non fosse…ora non sarei qui.»
Calumon
indietreggiò appena, rischiando di scivolare ma recuperando
l’equilibrio grazie ad uno scatto d’orgoglio
«Ora non
ti starei chiedendo di aiutarmi a
ritrovarla!»…«…! Ritrovarla,
calù?!»…«Sì, devi
sapere che si
è diretta presso un luogo che io non conosco, non so cosa
sia
andata a fare ma il suo sguardo prima di salutarci mi ha preoccupato,
temo per lei, sola e indifesa, e il decorso di questi anni mi conferma
che il mio timore non è
infondato.»…«…Jeri…»
mormorava
il piccolo Calumon…
…mentre
Jeri, osservando la facciata dell’edificio avvolto
dall’oscurità da dietro i suoi occhiali da sole,
congiungeva le mani in un gesto di analisi e ponderazione
“Mio
padre deve spingere Calumon a raggiungermi, e una volta che
sarà
qui…mi getterò volontariamente nel pericolo: sono
certa
che cercherà di salvarmi, e dalla sua intenzione
apparirà
un Digivice, come la leggenda insegna!”
…da oltre le
affusolate lenti spuntava un occhio determinato “Quando un
suo
amico è nei guai, un Digimon accorre in suo aiuto ed il
potere
sprigionato consolida la loro unione: è quello che voglio
per me
e Calumon, del resto siamo già molto amici da tanti anni, ci
scommetto che eravamo a un passo dall’avere un nostro
Digivice se
poi non fosse comparso quello di Leomon, prima! Ma se riesco oggi a
materializzarlo, poi non potrà più
ritirarsi…!” e istante dopo istante si sentiva
sempre
più sicura…
“La mia
Jeri, il mio passato…!” pensava Calumon,
nell’accelerarsi dei battiti del suo piccolo cuore
“Lo
scroscio di queste cascate…sembra suggerirmi di accorrere in
suo
aiuto, come se il tempo non fosse trascorso, come se fosse ancora
quella bambina all’interno del D-Reaper che ha bisogno di me!
Jeri…è rimasta senza un Digimon a
proteggerla…forse se io non intervengo soffrirà
di nuovo
e di più!” «Calù!»
balzando deciso
«Dove si trova Jeri ora, può
dirmelo?!»…«Ecco…»
accennò un
sorriso il padre della ragazza e si avvicinò, estraendo il
suo
cellulare…
«Scappa.» esortò Beelzemon aiutando Rika
a rialzarsi
«Ora mettiti al sicuro.» ma
«AAAHHH!»…«Beelzemon!!!»
esclamò
la ragazza quando lo vide colpito da un laser alla schiena:
PinkMonzaemon era lì presso la spaccatura del muro, con gli
occhiali sfrigolanti «Questo non avresti dovuto
farmelo!»
…e la testa appiccicata di colla, alla quale alludeva
«Ora
mi vendicherò su di te e su tutti i tuoi
amici!»…«Non ci provare!!»
replicò il
Digimon mentre si sforzava con determinazione a rialzarsi: Rika si
parò tra di loro, ma lui le intimò
«Rika, fuggi,
mettiti in salvo!!»…«NON
POSSO!!»…«Ahhh! DEVI! In questo momento
non puoi
combattere, non
capisci?!»…«Non…posso
lasciarvi Beelzemon, tu mi hai
salvato!!»…«Per
favore!! Abbi fiducia in noi, ce la
caveremo!»…«Io
non credo proprio…» mormorò
l’orsa e di nuovo
fece brillare i suoi occhiali «Pallottole smaterializzanti!»
Beelzemon sfoderò la pistola, ma i suoi colpi furono
facilmente
assorbiti «Uhmuhm,
spiacente…»…«Brace d’autunno!!»
fu colpita alle spalle dal vortice infuocato «OH, CHI
E’
ANCORA?!» Takato e Cindermon comparvero dietro di lei, ed il
ragazzo esclamò «La battaglia non è
ancora
finita!» La Digimon nemica sogghignava
«Uhmuhmuhmuhm…!»
Il cuore spezzato sul tavolo luccicava di un bagliore
tenebroso…
Beelzemon se ne accorse, fissandolo con occhi attoniti…
Mentre
l’incertezza affiorava nel cuore di Rika, sentendosi
impotente di
fronte alla lotta che aveva inghiottito i suoi amici…
«Il luogo
è questo.» Hajime Katou mostrò il
display a
Calumon, il quale spalancò gli occhi «E’
lontanissimo!» per poi assumere espressione appenata
“E
ora? Come posso fare per raggiungere Jeri, io non posso né
volare né
teletrasportarmi!”…«Ptsss!
Calumon!» qualcuno lo chiamava sottovoce, facendo sbucare il
suo
muso dalla cascata e provocando un sobbalzo nel bianco Digimon
«Monodramon!»…«Con Ryo ti
abbiamo visto da
lontano, chi è questo signore con cui parli, è
fidato? Lo
sai che noi Digimon noi possiamo palesare la nostra presenza agli
umani!»…«Meno male che sei qui, ho un
grosso favore
da chiederti!» e scomparvero entrambi all’interno
della
cascata, mentre il padre di Jeri riponeva il cellulare a
metà
fra il sorriso e la serietà di chi sa di aver fatto
ciò
che doveva.
Calumon e
Monodramon «Brrr, quanto è fredda!»
riemersero sul
retro della cascata, dove li aspettava anche Ryo «Allora
Monodramon? Ci hai parlato? Ah, salve
Calumon!»…«Ryo!»…«Ti
abbiamo
visto e ci siamo preoccupati: insomma lo sai che attualmente la gente
ha tutte fissazioni strane sulla vostra natura, non è
più
aria di andare in giro liberamente come un
tempo!»…«Vi devo chiedere di aiutarmi,
vi prego,
calù!»…«Che ti
succede?» chiese
Monodramon «Ho bisogno di andare in un posto! Puoi
digievolvere e
portarmi lì,
calù?»…«A-Ah, io?»
il draghetto indicò se stesso, e Ryo disse «Beh,
sì, tanto io avrei del lavoro da sbrigare! Però
Calumon,
non potresti almeno dirci che
succede?»…«Ah, niente
si tratta…di una cosa personale! Ho solo bisogno di un
passaggio, calù!»…«Vuoi
vedere che il nostro
Calumon si è innamorato, hai preso una bella cotta,
eh???»…«CALU’!» un
balzo e
arrossì di colpo «Ryo dai, non essere
invadente!» lo
riprese il suo Digimon, e Ryo grattandosi il capo «No beh, se
è questo sono contento per lui: fa bene alla salute! Allora
ok
Monodramon, ci rivediamo a casa questa sera, ce la fate a non farvi
vedere in
giro?»…«Calù!»
“Jeri,
sto arrivando amica mia…”
Un laser
micidiale, a cui seguì fragore di macerie di vetri: fu solo
grazie alla presa provvidenziale di Beelzemon che Takato e Cindermon
non precipitarono, sbalzati da quel colpo «Ti
ringrazio…» alzò gli occhi il ragazzo,
e lei
«Oh mamma c’è mancato un
pelo!»…«Sono ancora molto
carica!!» si faceva
però avanti PinkMonzaemon sul ciglio della spaccatura
«Presto, atterriamo!» decretò Beelzemon,
mentre la
nemica balzava «Dove credete di andare?»
Presto misero piede in
quel cortile, tra le macerie piovute dall’alto: la terra
tremò all’atterrare dell’immensa orsa
«Adesso
mi hai proprio stufato!!!» esclamò il domatore ma
Beelzemon bloccò la sua avanzata «Sta attento
Takato, non
è il caso di avvicinarsi: ha assorbito moltissima
energia.»…«Beelzemon…credi di
potermi
affrontare da solo…?» provocava
l’avversaria, mentre
Beelzemon comunicava ai suoi alleati «Credo di immaginare
quale
sia la sua fonte di energia: ho un cuore di luce lassù, il
problema è che non ho fatto in tempo a
colpirlo!»…«Potrei andarci io mentre tu
la tieni
occupata!» propose Cindermon, ma PinkMonzaemon
«Cosa
complottate?! Lo sapete che non è educazione parlarsi
all’orecchio?! Lente
incenerente!!!»…«STATE
GIU’! AHHH!!!» Beelzemon li protesse spalancando le
ali
«Beelzemon!» si premurò Takato, e
Cindermon
«Così finisce che ci fa
arrosto!»…«Avanti, provate a
contrastarmi se ci
riuscite! Cuori…folgoranti!!!»
PinkMonzaemon sfoderò una nuova mossa liberando dal suo
corpo
una moltitudine di cuori che si spaccarono al centro con un segno
simile a un fulmine: questo li caricò di
elettricità, nel
successivo piombare sugli avversari «Pallottole smaterializzanti!»
Beelzemon provò a neutralizzarne alcuni, ma come Cindermon
notò «Sono troppi! Brace d’autunno!!!»…pallottole
e foglie infuocate andarono in collisione coi cuori elettrici, ma le
ginocchia dei due Digimon si piegavano per lo sforzo di fare muro
«Accidenti, così non ci permette di
muoverci!» disse
Cindermon stringendo gli occhi contro le scintille dello
scontro…mentre Takato alzava il suo sguardo verso la
spaccatura
nel muro dell’edificio…
…oltre la
quale scorgeva la sagoma della sua amica, sotto ai cui occhi si
consumava la battaglia. I pensieri di Rika “Questa impotenza
mi
sta divorando…!...fino ad ora non mi era mai capitato: ho
sempre
potuto combattere ogni battaglia, finché
c’è stato
un nemico c’è stata anche lei al mio
fianco!!...questo che
significa…?” indietreggiando verso quella stanza
ormai
distrutta tranne che nel tavolo, e nel magico cuore infranto, e
rivolgendo in alto il suo sguardo “Che forse per me quel
tempo
è passato? Il tempo delle battaglie, e la
possibilità di
fare qualcosa per i miei amici, di aiutarli quando sono in
difficoltà?! Tutto questo, ormai è lontano dal
mio
destino?! E’ scritto forse che non spetti più a
me? E
senza questo, cosa mi resterebbe…?”
…i suoi
dubbi accrescevano, la luce del cuore si faceva più
pulsante…
…e sotto
gli occhi spaventati di Takato, il getto di cuori elettrici era sempre
più impetuoso e arduo da contrastare per Cindermon e
Beelzemon…
…quando Jeri si
sporse sul cortile da una balaustra laterale “Ah!! Stanno
combattendo!!...quello è Takato, sono in
pericolo!!”
alzando poi gli occhi verso la spaccatura in alto, e riconoscendo
qualcuno anche indietreggiava fino a rientrare “E quella
è
Rika…”
In quegli stessi
istanti, lei era nei pensieri di Calumon, che volava tra le mani di
Cyberdramon, il quale schizzava nel cielo a tutta
velocità…
“Devo
guadagnare tempo.” pensava Jeri “Devo dare a
Calumon il
modo di arrivare! Vado da lei, forse ha bisogno
d’aiuto!!”
sicché corse verso l’interno. Mentre Beelzemon
riuscì a scorgerla con la coda dello sguardo, sebbene le
scintille gli rendessero difficile aprire tutti e tre gli occhi
“…quella è Jeri!” gridando
«Aspetta,
Jeri!!» ma lei era già lontana.
«Cosa, Jeri?!» si chiese Takato sbalordito.
La ragazza
salì in un’agile corsa le scale dissestate, e
mentre si
scostava i capelli dalla fronte pensava “Non devo perdere la
calma…! Se rifletto con ordine anch’io posso
rendermi
utile!” fermandosi soltanto in cima presso la porta, per
prendere
un lungo respiro e chiudere gli occhi. Appoggiando la mano sulla
maniglia…
…ed
entrando lentamente, là dove c’era Rika in preda a
quel
turbine di emozioni, a sfiorarsi il collo e a pensare “Le
parole…di Takato, e di Cindermon
erano…meravigliose!!!” quando
«Oh?» si accorse
di quella presenza
«Rika…»…«…Jeri…!...
…Jeri,
che ci fai qui?»…«Cosa ci fai tu,
qui!!» Jeri
la prese per le spalle «Sei in pericolo, potrebbe crollare
tutto!
Takato, Cindermon e Beelzemon sono là sotto, stanno
fronteggiando quel Digimon
malvagio!»…«Lo so, ma
io…CHE DIAVOLO POSSO FARE PER AIUTARLI?!!» parole
che
colpirono Jeri spingendo il suo sguardo a vagare in quel buio
«Mi
vedi…?...io non sono più una Digimon Tamer, non
ho
più un
Digimon…»…«…lo
so…
…ci
sono passata anch’io, era esattamente
così…» …e non
smetteva di guardarsi
attorno, Jeri, come se ricercasse il rosso intenso del D-Reaper in
quella casa ora diroccata e così diversa. Mentre lo sguardo
di
Rika si faceva assorto «…lo so…mi
ricordo
bene…» avvicinandosi all’altra, e
sfiorandole la
mano «Era…tanto…tempo tra
l’altro che non ci
incontravamo. Che non parlavamo un
po’…»…«Sì…»
fece
Jeri non smettendo di vagare con lo sguardo
«…molto
tempo.» per poi posarlo su quello della vecchia amica in una
sfumatura che si tingeva di dolcezza, e di premura «Ti
ricordi,
fosti tu ad insegnarmi come si manovravano le carte…! Oh?
Rika…!»…«A-Ahh…»
Rika sembrava
sentirsi mancare, Jeri la sostenne «Rika, devi farti
forza…!» le parlava con affetto, desiderosa di
essere
ascoltata «Ognuno può cambiare il proprio destino!
So che
da queste tenebre sembra impossibile, neanche…!...io ho un
Digimon, l’ho perso molto tempo fa,
ricordi…?»
…gli occhi stanchi di Rika la guardarono con espressione che
però era ben eloquente «Ciò
nonostante…» descriveva Jeri lottando contro le
sue stesse
insicurezze «…non ho mai smesso di sognare che
quel
passato un giorno potesse tornare, tu sei la prima a cui lo confesso
perché di questo io non ne parlo con nessuno, anche in
questa
situazione assurda…!» scrutandosi ancora attorno,
per poi
guardare lei «…io non smetto di sperare. Su forza,
appoggiati a me, usciamo insieme da questo luogo, è
pericoloso.
Oh?!» ma si udì un tremendo boato provenire dal
basso
«Ah!! La battaglia…» esclamò
Rika, ed
entrambe si sporsero dalla spaccatura…
Il muro di colpi
innalzato da Beelzemon e Cindermon cedette, e loro due assieme a Takato
furono «AAAHHHHHH!!!» sbalzati violentemente e
spinti a
terra dall’esplosione dei cuori elettrici di PinkMonzaemon
«Bene, come vedete ogni resistenza è
inutile.»
«N-Non
ancora…a-ahhh…» cercava di reagire
Beelzemon, ma
alzarsi era oltremodo arduo, il suo corpo era dolorante. Le mani di
Takato e Cindermon era finite una sull’altra, sopra al loro
Digivice «Rika…» accennava debolmente il
ragazzo
«I-I nostri amici…» mormorò
Cindermon
«Coloro…che ci hanno
aiutato…!...» parole di
Takato «C-Coloro…che ci stanno a cuore,
non…!» insisteva la ragazza digitale, rialzandosi
un’altra volta sotto gli occhi sbalorditi della nemica
«Aaaah?!!»…«…non
possiamo mollare, non
possiamo permettercelo!!» e nonostante i graffi sul suo viso
e
sulle sue braccia era ancora in piedi.
Calumon in volo
«Calù!»…«Che ti
succede
Calumon?!» gli chiese Cyberdramon, e lui rispose
«Sento il
potere pronto a brillare…» …come
iniziava a fare il
simbolo sulla sua fronte.
«Il futuro
ha bisogno di noi!» affermava Cindermon, e contro quella
stremante fatica avanzava ancora, passo dopo passo contro la nemica
«L-La rete…!...trabocca di messaggi nostalgici!
E’
la rassegnazione degli esseri umani!! Hanno bisogno di un messaggio di
speranza…perché questi giorni possano lasciar
traccia!!» mentre il sole della sera posava un raggio ad
infuocare la determinazione dei suoi occhi azzurri «Ben
detto…!» Takato seguiva il suo esempio, e a
dispetto dello
sforzo con il Digivice in mano si accostava a lei «Ci sono
tanti
amici…che hanno bisogno di essere aiutati, troppe cose
ancora da
risolvere in questo presente, per lasciarlo andare!»
“E’
vero…” pensava Beelzemon socchiudendo i suoi tre
occhi. E
stringendo il Digivice. Ripensando allo schiaffo, e alle rabbiose
parole di Jeri “Ho ancora qualcosa da farmi
perdonare.” ma
questo sembrava accendere in lui una scintilla di forza.
«TU NON
OFFUSCHERAI I NOSTRI NUOVI SOGNI!» puntarono Takato e
Cindermon
contro PinkMonzaemon che «Whaaa!» si
spaventò…
«CALUUU’!!!» il simbolo di Calumon
sprigionò
luce…
…e risultato fu «CINDERMON
DIGIEVOLVEEE…
…WOLFIREMON!»
…la lupa digitale tornò a posare le sue zampe sul
suolo
terrestre, nello scrollarsi del suo pelo di foglie inuocate
«Il
mio spirito ha ancora tante cartucce da sparare…»
promise
alla nemica “Anche il mio!!” realizzò
Beelzemon: che
corse avanti guardando verso l’alto e chiamando
«JERIIIIII!»
«Ah!» la ragazza affacciata sussultò.
E il Digimon le scagliò dal basso il suo Digivice tra le
mani.
Beelzemon
sfoderò la pistola regalatagli da Mako «Prova a
farlo
attivare, tu sei l’unica che può
riuscirci!!»
«Cosa?!»
«Lo
so che sei arrabbiata con me! So che la tua vita avrebbe avuto un corso
forse più felice se non avessi…ucciso
Leomon!!»
(canzone: Valerio
Scanu - Could it be magic)
…sotto agli occhi attoniti della pallida Jeri…
«Però tu…questa mattina mi hai chiesto
di avere
fiducia in te! E se non posso ridarti lui, allora ecco la mia fiducia,
ripongo tutto nelle tue mani!!»
…quelle mani dalle unghie smaltate con cui la ragazza
strigeva
il Digivice viola dalla ruota dentata…
«La mia
unica speranza sei tu! Solo col tuo aiuto posso raggiungere la Blast
Mode!! Se forse ti concentri quell’assurdo prodigio che si
è già verificato può
ripetersi!»
“Ma
io…devo aspettare Calumon!!” gridava
l’animo di Jeri.
Ma
Beelzemon gridò più forte «Ti
pregooo!!!...il tuo
aiuto può cambiare il destino di questa battaglia!»
…battaglia che accennava a riprendersi nell’acceso
e
silenzioso confronto di sguardi tra PinkMonzaemon e
Wolfiremon…
Rika
però pose una mano sulla spalla di Jeri «Fa come
ti
dice.»…«Oh?» Jeri
guardò sorpresa
l’amica che, pur debole nell’espressione, le
sorrideva
consapevole «E’ un’occasione importante.
E questa
è la tua, Jeri. Non l’hai avuta quando
è stato il
tempo.» Jeri rimase imbambolata, nello scorrere di fronte ai
suoi
occhi di molteplici pensieri e ricordi…
«QUESTA RESISTENZA LA SCONTERETE CARA! CUORI FOLGORANTI!!!»
un nuovo getto fu liberato e indirizzato a Wolfiremon che
però
balzò in tempo, e realizzava “E’ il
momento del
tutto o niente: non posso più fallire!”
Jeri
incrociò lo sguardo di Takato, dal basso, che la fissava
«Jeri…coraggio…!»
Sicché la ragazza chiuse gli occhi “E va bene: non
posso
permettere che rischino tutti a causa mia, devo tentare qualsiasi
passo.”
Alzò lentamente il Digivice…per poi lasciarlo
cadere, con
quello che sembrava disimpegno, nel vuoto di fronte a lei…
«Ahh!» Beelzemon sussultò…
…ma poi lo spontaneo fluttuare verso l’alto del
congegno,
come un corpo che galleggia su un lago di magia, lo fece ricredere
“Jeri…mi hai dato
fiducia…” …e
tra i suoi artigli faceva scorrere la carta che, materializzando un
bolide di energia soffiò tra le mani di lei.
Jeri la
ricevette, cercando di concentrarsi e isolarsi dal mondo mentre il
vento faceva volare i suoi capelli.
Wolfiremon
intanto atterrava su un muro di cui non restava quasi niente, il fuoco
e la devastazione sotto di lei. Quegli occhi da peluche diabolico la
fronteggiavano con furore degno di un duello senza tempo. La coda della
lupa terminante con la foglia scintillante si liberò in un
elegante ondeggio.
L’orsa
sprigionò il suo laser dagli occhiali. Ma Wolfiremon
balzò in un ruggito.
Proprio mentre Jeri esclamava «Digimodificati!»
un ordine secco e fiero, scagliando la carta.
«Fantastico!» esclamò Beelzemon,
lanciando anche lui
la pistola e spiccando il volo, rincorrendola verso il cielo…
«MODALITA’
D’ATTACCO!» fu la prodigiosa
invocazione della ragazza.
Beelzemon
infranse la pistola colpendola con una testata, come se fosse stata di
cristallo, e compì una capriola in volo…
«Lente
incenerente!!!»…«Piropennellata!!!»
la coda-pennello tracciò la foglia dorata
nell’aria, e presto fu scontro con l’insidioso
laser.
Non a caso
cristalline, le schegge di quella pistola: avvolgendo il braccio di
Beelzemon, mutarono la terminazione di esso in un possente bazooka
trasparente. Egli stesso rimase abbagliato alla vista
dell’armonia del movimento di quegli avveniristici
ingranaggi,
che sembravano racchiudere un grande potenziale energetico
«Ce
l’ha fatta…un nuovo potere!»
«Sono
riuscita a digimodificare Beelzemon…!»
guardò Jeri
incredula quel Digivice scintillante.
In quel momento
Rika si volse “…bene così. Largo ai
giovani.”
procedendo all’interno della casa, come a voler svanire da
quello
scenario “Non c’è più spazio
per me in questa
battaglia, ma…!” lanciando un’occhiata
piena di
partecipazione “…spero davvero che Jeri e
Beelzemon si
facciano valere!” quando però un’altra
parete si
spaccò rivelando
«Rika!!»…«Ah!...Cyberdramon?»…«CALU’!
Rika, che sta succedendo
qui?!»…«…Calumon…»
mormorò la ragazza…e si chinò
delicatamente per
raccogliere quel piccolo Digimon altrettanto emozionato di rivederla
«…come stai…?»
sussurrò Calumon
«Io…? Potrei stare meglio. E tu, come
stai?»…«Calù…»
ma lo sguardo di
lui sul palmo della mano di Rika, era già rapito dalla
sagoma di
quella ragazza sul ciglio della spaccatura…
Il fiato di Jeri era sospeso alla vista dello scontro…
Quando la piropennellata
cedette contro il laser Wolfiremon balzò di nuovo, evitando
di essere travolta «Artigli
liquefacenti!!!»…«ARGHHH!!!»
avventandosi contro PinkMonzaemon che si parò con le braccia.
Beelzemon
però «Sento una forza enorme scorrere dentro di
me…!...è Jeri che me la conferisce, è
il momento
di finirla! FUORI DI LI’!!!» ordinò a
chi si trovava
in casa.
Cyberdramon
recepì «Avete sentito Beelzemon? Dobbiamo uscire
di qui:
Rika, Jeri!» radunandole, sebbene Jeri esitasse prima di
allontanarsi dalla spaccatura. Cyberdramon gridò
«Calumon,
dove sei finito?!»
Una volta che
furono andati, Beelzemon caricò il suo bazooka: la
trasparenza
permise di vedere gli ingranaggi attivarsi e i condotti luccicare, nel
generarsi di enorme potere «BOLIDE SMATERIALIZZANTE!!!»
Un accumulo di energia cospicuo e potente il cui colpo esplose e
saettò fino a penetrare
nell’appartamento…
…e a travolgere il cuore infranto,
disintegrandolo…
«OOOOAHHH,
CHE MI SUCCEDE?! NON E’ POSSIBILE, MI STO
INDEBOLENDO!»
gridò PinkMonzaemon «HANNO DISTRUTTO IL MIO NUCLEO
DI
POTEREEE!»…«E’ la tua
fine!» Wolfiremon
ne approfittò per «WAAAAHHHHHHHHHH!!!»
spingerla a
terra con un colpo dei suoi artigli luccicanti.
In quel momento
tutti si riunirono a terra «Rika!»
esclamò Takato
«Jeri,
Cyberdramon!»…«Takato…»
accennò Jeri, ma Cyberdramon si sovrappose
«C’era
anche Calumon, ma non si trova
più!»…«Come?!»
sussultò il
ragazzo, ma…(fine-canzone)
Non c’era
tempo «Mmmmm…» seppur stremata,
PinkMonzaemon si
rialzava in un cupo mormorio «E’ ancora in
forze!»
apprese agghiacciato il domatore dai colpi di sole.
«Non crediate di avermi sconfitta
così…»
«Acc, ma
come può essere, dico io?!» esclamò
Wolfiremon.
Il Digivice
dalla testa di orso fluttuava, avvolto da un alone oscuro che
però sembrava star provocando il suo lento e inesorabile
creparsi.
«Avete distrutto
il mio nucleo energetico, è vero. Il mio potere decresce
secondo
dopo secondo, ma ho ancora un arma a disposizione, uhmuhmuhm! Non ho
montato tutto questo per niente.»
Rika avanzò attonita, come sentendosi menzionata da quelle
parole.
«Grazie al
cedimento di Rika, ho immagazzinato in questo Digivice artificiale una
quantità enorme di energia: ma l’ha concessa
lei!»
Fu spontaneo per i presenti guardarla.
Mentre quella
testa d’orso elettronica da rosa si faceva nera, e le
scariche
attorno ad essa più intense «Ripudiando Renamon e
votandosi a me ha fatto l’inverso di quanto ha appena
compiuto la
ragazza con Beelzemon…» parole al suono delle
quali Jeri
alzò gli occhi verso il Digimon in volo, che anche
apprendeva
sconcertato «Anziché conferire al proprio Digimon
speranza
e forza di volontà, Rika mi ha consegnato la disillusione
che
regna nel suo animo: questa fitta nebbia non ne è che la
riproduzione.»
Rika avanzava
«Quello…sarebbe ciò che porto
dentro?!»
domandò impaurita, e PinkMonzaemon ormai di nuovo in piedi
descrisse col trionfo nella voce «Sì…!
E’
l’oscurità che alberga nel tuo cuore, un
giacimento di
rimpianti e di sfiducia reso dagli anni così enorme che il
Digivice stenta a contenerlo, ora che non può più
appellarsi al nucleo che avete distrutto. Fra pochi istanti si
infrangerà…ed io lo indirizzerò contro
di voi, per
spazzarvi via crudelmente,
mwhahahahahaha!!!»…«No!!» la
ragazza cadde in
ginocchio «Ti prego, non
farlo!!»…«Non avete
più scampo…» la massa energetica
diventava sempre
più fitta «…salutatevi per bene, sono
gli ultimi
secondi!!»
Takato si
accostò a Rika per sostenerla «Rika, non darle
retta! Lo
dice solo per piegarti!» ed anche Wolfiremon balzò
da lei
«E’ sicuro, le sue sono parole ingannevoli! Solo tu
sai che
volto hanno i tuoi sentimenti!» …ma questo non
bastava per
staccare gli occhi ormai arresi della ragazza da quel carico di tenebra
che si stava convogliando sul congegno “…questo
è
il conto finale. Ecco chi mi ha resa la vita, ecco cosa
c’è al termine del cammino.”
inaspettatamente
alzandosi in piedi, era come se lo volesse vedere meglio (canzone: Steps
- Why)
Quella luce
oscura si rifletteva nei suoi occhi lilla, risvegliandole un lungo
viaggio di ricordi e scintille…
“Cara Renamon…come stai?
Assomiglia all’inizio di una lettera il mio.”
…mentre
Renamon era in piedi su di un palazzo come sempre. Contemplando
l’insegna del Fluido
celeste nel sopraggiungere della sera.
Nell’accendersi delle luci cittadine.
“In questi
anni tutte le volte che mi sono rivolta a te è stato
perché ero troppo stanca per ricordarmi chi ero, e che vita
facevo da un po’ di tempo.”
Renamon si
piegava, sembrava voler balzare furtivamente sul tetto del locale.
Ancora stringeva i denti per il dolore delle ferite che le ricoprivano
il corpo.
«Ahh!
Dobbiamo fare assolutamente qualcosa!» esclamava intanto
Jeri,
mentre Wolfiremon «Piro…penn…ahhh!»
finì per accasciarsi «Wolfiremon!»
Takato giunse da
lei, che riprese la forma di Cindermon «Sono troppo
stanca…»
L’unica
speranza sembrava leggersi nella congiunzione di sguardi fra Jeri e
Beelzemon.
Rika raccontava
“Dopo che te ne sei andata, ho provato in tanti modi a
ritrovarti. Te lo dico sincera…
…sei sparita nel momento più sbagliato…
…avevamo iniziato un cammino, e l’abbiamo lasciato
a
metà. Proprio sul più bello.”
Gli
occhi della volpe dorata sembravano commossi…e ripeteva
«Fluido…celeste…» come un
nome col suono
della vita.
“Però a volte nella vita non puoi aggrapparti a
quell’appiglio che ti serve per andare avanti. Ti
ritrovi…con quello che hai: questo ho imparato cambiando,
muovendo passo dopo passo…
…da
quella ragazzina…in scarpe da ginnastica e abbigliamento
sportivo, imparando a muovermi sui tacchi. Sciogliendo i miei capelli,
da legati come li portavo: ti ricordi di me…?”
Renamon pensava…e si ricordava del sorriso incerto della
vecchia
Rika…
Mentre Takato indicava «Sta per
scoppiare!»…«Uhmuhmuhm!»
sogghignava
trionfante PinkMonzaemon.
Ma
Beelzemon dopo essersi consultato in silenzio con Jeri, meditava
“No. Io non permetterò a
quest’ingiustizia di andare
a segno. Renamon, lo dedico a te, perché ti voglio bene. Per
tutte le volte che mi hai aiutato. Io illuminerò
l’oscurità della vita della tua
domatrice…con il
chiarore di una stella.”
…e iniziò col suo bazooka a tracciare una forma
scintillante nell’aria…
“Inizialmente…” seguitava Rika, nella
disillusa
contemplazione della bomba del suo cuore “…cercai
di
ritrovarti nel rigore…e nella serietà di una vita
di
studio e di impegno. Ma io forse non sono così tagliata per
il
rigore, benché i miei ordini echeggino imperiosi! Io sono
tutto
fumo…e niente arrosto in fondo, e quando quel progetto
fallì…beh allora…cercai di
ritrovarti…approfittando del fatto che la terra è
rotonda! Sperando forse inconsciamente, in cuor mio, che scappare nella
direzione opposta…
…un giorno mi avrebbe ricongiunto a te, se la forma del
nostro
mondo ci aiuta! E così è sono partita, ed ho
vissuto
dieci compleanni. Senza di te!”
«Forza, Beelzemon…!!» Jeri caricava
tutta la sua
decisione nel Digivice.
E
Calumon faceva capolino dalle macerie
«Calù?»
Il
Digivice orsiforme fu celato dal fumo nero, e al suo interno
luccicò un cuore infranto.
Ma
Beelzemon aveva disegnato una stella luminosa nel cielo della sera.
“Eccolo…il mio eterno simbolo.” alludeva
Rika al
cuore infranto “A testimoniare che senza di te, è
tornato
inesorabile. Adesso…!...” scivolando in ginocchio,
mentre
Takato accorreva a sorreggerle la mano “…forse
è
troppo tardi, ho di fronte a me la rappresentazione della mia vita
senza speranza!! Ma se almeno non lo grido, e mi limito a pensarlo,
posso invocare il tuo nome come farei, sgravata di dieci anni?! Posso
supplicarti ancora aiuto come una bambina, se almeno non mi faccio
sentire da
nessuno?!”…«Rika!!»…«Oh?!»
Beelzemon l’aveva chiamata «Questo è
dedicato a te!
Guardalo bene!»
PinkMonzaemon decretò «CCCHE SPERI DI RIUSCIRE A
FARE,
IDIOTA?! ESPLOSIONEEEEEEE!!!»
«BOLIDE…STELLAREEE!!!»
fu però l’esclamazione coraggiosa del Digimon, che
sovrastò il boato fragoroso di quel cuore di nebbia. E a
questa,
seguì lo strabiliante detonare di un missile di luce nato
dalla
stella.
La
collisione di poteri fra quei palazzi devastati
accecò i
presenti. Fece spalancare gli occhi di Jeri…
…palpitare il cuore di Calumon
«Calù…»
…e
infranse…le speranze di PinkMonzaemon «CHE
VORREBBE DIRE
CHE LA NEBBIA SI DIRADA?! COME SAREBBE, PREVALE SUL MIO POTERE
TENEBROSO?!!»
E fu
così. Per l’esplosione oscura non ci fu speranza,
la luce
perforò la nuvola di fumo, liberando lo scenario da ogni
minaccia di pericolo per i ragazzi.
I loro
occhi, primi fra tutti quegli ingenui e un po’ tristi di
Rika,
fecero in tempo per l’ultimo raggio della sera, prima del
blunotte.
Il bazooka
di Beelzemon fumava, nel solenne raccoglimento del Digimon. E mentre
Jeri abbassava il Digivice, gli ingranaggi terminavano il loro moto
oltre la trasparenza (fine-canzone)
La penombra dell’entrata del Fluido celeste
accoglieva di nuovo l’elegante e inafferrabile sagoma di una
Digimon dal pelo dorato, aveva trovato la porta socchiusa. Dietro di
lei degli uomini giunsero con aria baldanzosa
«TIME…OUT
SIGNORINE, il gioco è durato quanto è durato, non
si
è pagato quindi questa
baraccaaa…chiudeee!!!»
sventolando fogli e documenti. Ma quando Renamon si volse verso di
loro, inutile dire che restarono cristallizzati e poterono solo
scambiarsi gomitate reciproche «S-S-Si accettano scommesse:
che
è???»…«N-N-Non ne ho idea,
probabilmente una
trovata dell’ultimo momento per alzare un po’ di
grana ma
nell’incertezzaaa…»…«TORNIAMO
DOMANI!»…«Sì è
meglio diamo a quelle
poveracce poche ore di speran-ZAAAAAA!» in una corsa
terrorizzata…quando Renamon si era limitata a guardarli in
silenzio, e nient’altro. Ma fu un’altra voce, una
voce
femminile quella che la chiamò
«Aspetta!...non
muoverti. Io so chi
sei.»…«Oh?» la volpe mosse
il suo muso verso la sagoma di quella giovane donna che veniva fuori
dal buio stanzino, richiudendo la porta «Tu
sei…Renamon.
Ti chiami Renamon, non è vero? Infatti hai il pelo
dorato.» Si trattava di Himi. Renamon non disse nulla, mentre
l’altra si avvicinava «Ti prego, non aver paura.
Noi umani
siamo…come quelli che hai già conosciuto. Credi
io non
voglio farti del male! Anzi se ci tieni a saperlo ho sempre
avuto…una grande curiosità di conoscerti.
E…osservandoti adesso…mi accorgo che chi ti ha
descritta
non ha affatto esagerato…»
Sembrava
colpita, si leggeva una nota di ammirazione nel suo tono, e in quella
mano che esitante si avvicinava al suo pelo ma non osava. Lo sguardo di
Himi sembrava desideroso di comunicare con lei…
Dal fumo e dalle
macerie dello scontro, scaturì il meccanico ronzio del
motore di
un aeroplano giocattolo, a bordo del quale balzò una
PinkMonzaemon piuttosto annerita ma in questo caso non di potere
magico, bensì di polvere e detriti «Mmm,
maledetti, hanno
mandato a monte la mia esplosione devastante, ora i miei poteri
sì che sono a seccooo!!!»
Beelzemon
indicò «Sta scappando!» e prontamente
Cyberdramon
spalancò le sue ali rosse «Me ne occupo
io!»
balzando in volo «Torna indietro!! Tu e la tua amica come
avete
potuto plagiare mia moglie?!!» e lanciandosi al suo
inseguimento.
Takato era
piegato sulla Digimon che lo aveva affiancato in battaglia
«Cindermon…!...la senti la mia voce?
Risvegliati…!» sussurrandole e cercando di
scuoterla,
poiché era caduta addormentata “Devo ammettere che
ha
combattuto con coraggio, e ha difeso Rika come una vera
amica…”
«…pa…pà…»…«Oh?»
Takato la udì parlare nel sonno
«…il…nostro
regno…»
Beelzemon
intanto, col bazooka ancora fumante, atterrava dinanzi a Rika mentre lo
sguardo di Jeri non smetteva di seguirlo
«Io…»…«No, non dire
niente Rika.»
ponendole le mani sulle spalle «Io semplicemente ripago in
ritardo tutto ciò che tu, che voi avete fatto per me!
E’
merito vostro se ora la mia vita ha uno scopo
e…!...credi…» la voce del Digimon
moriva sulle
emozioni, che gli facevano volgere il capo, ma la sua grinta lo
induceva a farla risorgere «…anche la tua
può
riacquistarlo!»
Jeri intanto
faceva sue quelle parole e riguardava pensierosa il Digivice appena
sfruttato.
Beelzemon
parlava ancora a Rika «So che forse pensi che adesso spetti
ad
altri proteggere la terra al nostro fianco ma ti sbagli, difendere i
propri amici…dà un’emozione
incredibile, io
l’ho provato ed ancora una grossa fetta di questo attende te,
te
e Renamon!»
“Difendere i propri amici…” rifletteva
intanto
Jeri…
«Non
è troppo tardi, i malintesi possono chiarirsi. Posso
sperare…» accennava Beelzemon
«…di
rincontrarvi ancora, la sera, una a fianco
all’altra?»
Nel
pensieri di Rika “L’emozione di aiutarsi e
difendersi…un futuro con la mia Digimon…!
C’è forse…ancora una speran-“
ma quella
domanda dell’anima fu troncata dal suono di uno squillo
«Oh-h…» Beelzemon tolse le mani dalle
spalle ed
indietreggiò in segno di rispetto della dimensione privata.
Gli
occhi di Rika vagarono, così come anche le sue mani, tra le
tasche, fino a realizzare che il suo cellulare era ancora con lei, ed
aveva resistito indenne allo scontro. Sicché lo
portò
all’orecchio, accennando un debole
«Pronto…?»
…dall’altro lato, il ghigno di qualcuno i cui
denti
luccicavano nel buio «Buonasera…eroica regina dei
Digimon!»
«Ahh!...Fiocco di neve…»
mormorò
Rika…e Beelzemon udì mentre si stava
allontanando, non
disse nulla ma in lui insorse un sospetto, e scrutò la
ragazza
che cercava di appartarsi col cellulare all’orecchio.
«Ti
chiamo per tutelare la causa del nostro quotato nido notturno
cittadino, il Fluido
Celeste!
Vi vedo girare gente che smania per far calare la saracinesca una volta
per tutte! Del resto tu sei sparita. Senza…pagare, se non
erro,
giusto?»
Per Rika, fu un brusco e improvviso ritorno alla realtà.
«Hai
lasciato la tua amica in una groviera di buchi da tappare.»
“…Himi!...me n’ero quasi
dimenticata…” …arduo da
credersi ma il
pallore si accentuò sul volto di Rika, così come
il senso
di smarrimento nei suoi occhi…
«E a voler essere anche un pizzico egoisti…ci sono
anch’io a sfogliare in solitudine i petali di una tua
promessa:
non ricordi…?»
Un brivido la attraversò…
Dai
detriti che si trovavano accanto a Jeri, giunse qualcosa di piccolo e
di bianco
«Calù.»…«Oh?!»
si volse
di scatto lei «Complimenti, Jeri.» accennava lui e
con un
lieve sorriso «Calumon!»…«Hai
anche tu un
Digimon, da adesso.» A quelle parole, la ragazza
avvertì
l’accenno di una gioia, di una speranza, e stava per lasciar
andare il Digivice che aveva in mano per sfiorarlo «Calumon,
mi
vuoi forse dire che tu-»…«Uhm uhm,
calù. No,
Jeri. Non io.» tanto che la ragazza ritirò la
mano,
insicura. E Calumon concluse «Io mi riferisco a
Beelzemon.»
volgendosi. Beelzemon era là ad attendere, ed ora lo sguardo
suo
e quello di Jeri si incontrò ai capi di una linea di dubbi e
interrogativi…
«Il potere
di un…essere umano…per la
digievoluzione…»
si rigirava Cindermon in quel sonno che sembrava agitato, sotto gli
occhi attoniti di Takato «…ci impedirà
di esser
distrutti, soltanto per questo ho ricattato Guardianmon, perdonami
papà…!!» la sua sembrava una richiesta
accorata.
«Cindermon…» pronunciava il
ragazzo…
Mentre Jeri e
Beelzemon compivano ciascuno un passo verso l’altro, con
Calumon
che dal basso li guardava attorno «Credo abbiate qualcosa da
dirvi,
Calù.»…«E’-E’
successo di
nuovo…! Come avevo supposto!» esclamò
lui, e Jeri
«Il Digivice si è attivato su mio comando! Ma
dev’essere perché-» e Calumon prese
parola «Il
Digivice non è più lo stesso, calù, ha
cambiato la
sua forma.»…«Sì,
però…!»
sembrava ansiosa di ribattere Jeri, passandosi la mano tra i capelli
«Resta pur sempre una strana coincidenza, fra me e
Beelzemon-»…«No no no no: non si tratta
affatto di
una coincidenza, calù.» replicava il piccolo
Digimon in
una tranquilla consapevolezza, sbalordendo entrambi «Lo
percepisco chiaramente, lo avverto grazie ai miei poteri di
catalizzatore per la digievoluzione: il Digivice ha cambiato forma, ha
cambiato padrone!»…«Ahh!»
sussultò
Beelzemon, e Jeri
«Cosa?!»…«Beelzemon
è
diventato il Digimon di Jeri, e Jeri è divenuta la Digimon
Tamer
di Beelzemon: è avvenuto nel momento in cui dalla forma
originaria è passato a questa. Ancora ignoro i segreti di un
simile meccanismo, calù.» orientando i suoi occhi
verdi
dal pieghettato contorno al congegno tra le mani
dell’impietrita
ragazza «Ma sta di fatto che avverto chiaramente la linea di
potere che vi congiunge, i vincoli a vostro carico
sono…ecco,
mutati calù.»
Ed era una speciale
sospensione, occhi negli occhi, nella penombra della sera
“Io, la
Digimon Tamer di Beelzemon?!”…”Io, il
Digimon di
Jeri?!” «Calù…dobbiamo
fidarci. Evidentemente
il potere digitale ha decretato che fra voi si sviluppasse questa
unione.»…«Beh…»
Jeri era incerta,
palesava insicurezza in quel suo sfiorarsi le labbra. Beelzemon era
altrettanto un po’ interdetto seppur ci tenesse a mostrarsi
bendisposto «S-Se questo…è il volere
della forza
originante i Digivice e la
digievoluzione…i-io…» ma
alzare gli occhi verso quelli della ragazza faceva annegare in un mare
di incognite «P-Però!...io…resto sempre
in fondo un
po’ di Akemi e Mako…?...!» tra
l’affermazione
e la domanda «I-Il loro Digimon…e il loro
amico!» e
a quelle parole l’espressione di Jeri sembrò
attraversata
da un’impercettibile sfumatura di delusione, che accompagnava
la
sua mano nei capelli, e il suo sussurro
«…certo.» a
cui seguì sincera sdrammatizzazione di Calumon
«Oh, ma
è più che ovvio, calù! Così
come io resto
quello che per Jeri sono sempre stato e voglio essere ancora: un
BUON…AMICO, calù, e niente di più. Ma
neanche
niente di meno, è giusto così, in fondo
perché
cambiare le cose finché filano. Il vostro invece
è un
cambiamento che probabilmente porterà cose buone: vi auguro
buona fortuna!»…«A-Aspetta…!
Calumon!»
Jeri sembrava però guardare il piccolo Digimon come
un’occasione sfumata «Jeri…!»
…e farsi
titubante al richiamo da parte di quell’alto guerriero al
quale
gli eventi sembravano aver legato il suo destino…
Rika camminava
tra le macerie col telefono all’orecchio, dal quale proveniva
una
voce scura «Quando si fanno…le promesse poi si
mantengono.
Piccola Rika…» e all’udire quelle parole
la
malinconia attraversava lo sguardo della ragazza “Sebbene
pronunciate con malvagità, le parole di quest’uomo
sono
giuste.” guardandosi indietro, ai resti della battaglia, e a
quei
suoi amici: Takato che cercava di interrompere o forse di decifrare il
sonno di Cindermon…Jeri e Beelzemon in procinto di molte
spiegazioni, Calumon che si allontanava in solitudine…
…e Cyberdramon
che faceva deluso ritorno «Niente!» tirando una
zampata a
una pietra «Quella mascalzona mi è sfuggita, mi ha
fatto
andare del fumo negli occhi per impedirmi di inseguirla! Ahhh, adesso
come farò a rintracciare mia moglie Gelsomon, prima che
compiano
altre follie?!»
“Ognuno ha
la sua realtà e i suoi problemi.” meditava Rika
“Però ciò non ha impedito a tutti loro
di accorrere
in mio aiuto. Io non posso tirarmi indietro. Io ho fatto una
promessa.” socchiudendo gli occhi “Se mai un giorno
per me
e Renamon sia possibile un’ultima, fuggevole
occhiata…il
destino lo sa. Ma oggi tra le mie mani stringo il presente. E il mio
presente, è il debito che devo pagare. E l’ultima
goccia
di lealtà, che mi resta in quel mare oscuro che mi sono
vista
esplodere davanti.”
«…d’accordo…Fiocco
di neve. Questa notte ci incontreremo: io sono una che non viene meno
alla parola data.» dichiarò in un riflessio del
suo antico
orgoglio, venato di amarezza, in quel presente di sera e macerie.
«Non
è stato programmato…» provava ad
accennare
Beelzemon «…né da te né da
me.
Seppure…oh, come posso dirti,
Jeri…io…!...
…quando
ho sentito Calumon affermare che noi siamo un Digimon…con il
proprio domatore, ho percepito come ha fatto lui che in
questo…possa esserci…un intervento del
destino…se
mi è permesso menzionarlo. Anche se non ho idea di quali
siano i
suoi disegni…» chinando il capo…
“Neanch’io…” chiudeva gli
occhi Jeri,
portandosi il Digivice vicino al cuore
“…improvvisamente
è tutto così assurdo…
…nel silenzio che fa seguito alla battaglia, l’eco
del
passato torna a distinguersi…”
«J-Jeri…!» cercava lui di parlare, e di
tendere la
mano ma secondo dopo secondo era sempre più arduo…
...l’espressione di Calumon, che invece camminava solitario
fra i
resti di quel cortile, era pensierosa ma non turbata
“…è stato meglio così. In
fondo, questa
battaglia mi ha concesso la risposta che non riuscivo a trovare.
Beelzemon è il nuovo Digimon di Jeri, lui ora
potrà
aiutarla in quelle insicurezze che tanto preoccupano suo padre. Lei
è mia amica…” scrutandola con la coda
del suo
occhio che il tempo da ingenuo e limpido aveva reso profondo e
penetrante “…continuerò a vegliare su
di lei, ma a
distanza come sempre, rispettando il suo nuovo legame. Dopo tutto il
presente è conferma del passato, forse io non sono tagliato
per
legarmi a qualcuno in modo stabile. Io tengo a mio modo ad ognuno di
loro. Beelzemon se la caverà, forse stando accanto a Jeri
avrà anche lui l’occasione per far pace, una volta
per
tutte, con il suo passato.”
Ad interrompere
quel complesso dialogo fra neo-domatrice e Digimon, giunse Rika
«Ho bisogno di chiedervi un favore. Ve ne prego, è
molto
importante. Potreste…riaccompagnarmi in
città?»…gettando un occhio su Takato,
distante con
Cindermon e Cyberdramon che ora si accostava a loro, come per lasciare
intendere che era meglio che lui non si accorgesse. Jeri lì
per
lì non disse nulla, ma poi Beelzemon accennò
«P-Puoi…prendere la mia moto, se ti fa
piacere.»…«Come?»…«Ma
sì…tanto io…» alzando le sue
ali nere
«…posso volare. Tu sai guidarla, non è
così
Jeri?»…«Oh?...
…certo!» rispose tranquillamente ma sembrava ci
tenesse a
mostrarsi all’altezza «Allora…Rika,
torniamo
indietro. Ma sei sicura…?» si premurò
la ragazza ma
le fu risposto un invalicabile «Sicurissima.»
…così che Jeri capì che era il caso di
andarsene
senza dire nulla a Takato «A-Allora…ci vediamo!
P-Poi, in
giro!» accennò Beelzemon sforzandosi e non del
tutto
riuscendo ad andare oltre l’imbarazzo «A-Al
convento,
magari!»…«…certo…»
fece
altrettanto Jeri «…ci si
vede…Beelzemon. Andiamo
Rika.»
…irremovibili gli occhi lilla della ragazza…
…mentre al Fluido
Celeste,
Himi versava nel bicchiere e chiedeva
«Posso…offrirtelo,
gradisci?» La zampa di Renamon sembrava inizialmente
incerta…ma ben presto si capì che era
perfettamente a
conoscenza di come si tiene un bicchiere «Molte grazie
davvero.»…«No, non devi ringraziarmi.
Pfff…è un onore che proprio tu sia la mia ultima
cliente.»…«Perché dice
questo?»…«Non darmi del lei, ti
prego!»…«D’accordo…»…«Lo
hai visto anche tu, quella gente là fuori non vede
l’ora
di farci crollare tutto questo in
testa.»…«Perché ha questa
intenzione?
Intercorre dell’inimicizia fra
voi?»…«Inimicizia? Fff…non si
tratta di
questo!» si sedeva Himi sul bancone con una certa scioltezza
«Sono gli
affari!»…«…gli
affari…» pronunciava Renamon, che sorseggiava con
classe
il bicchiere «Il locale non frutta come
dovrebbe…?»
chiese con la sua leggendaria voce profonda, ed Himi «Come?
Semplicemente non potrebbe andare peggio di
così!»…parole che destarono un silenzio
di dubbi
nel cuore di Renamon…che epilogò nel commento
«Rika…mi ha detto qualcosa di
diverso.»…«Vi siete rincontrate,
allora…» Himi scrutò la volpe digitale,
che rispose
«Ecco…sì. Ci siamo
riviste.»…«…Rika
dev’essere in
estasi…
…ha atteso questo
momento con trepidazione…e con tanta pazienza, considerato
che
da quanto so tu stai fuori da…dieci anni!» Renamon
posò il bicchiere. E cercò anche lei qualcosa di
indecifrabile negli occhi di quella donna appena conosciuta
«Rika
le ha…scusa, TI ha parlato del nostro
rapporto…?» e
sull’ultima parola la voce di Renamon finì per
sfumare. E
quanto eloquente, fu lo sguardo di Himi. Rievocava anni e memorie,
tanto eloquente che anche se non accompagnato da parole fece spalancare
gli occhi di Renamon «E che cosa ti ha detto?! Ah, perdonami
è che io…la sto cercando da tanto tempo, ma
quando
l’ho trovata non era la persona…!...che mi
aspettavo. Non
so se puoi
comprendere…»…«Ehi…!»
anche Himi posò il bicchiere «Ma certo che
voi…Digimon…non avete neanche una virgola di
diverso da
noi esseri umani!» Commento che sembrò far
emozionare la
creatura, indefinibile se in senso buono o no, ma le fece battere il
cuore «Siete più belli, certo.»
analizzò Himi
quel pelo «Però vi ponete i nostri stessi
problemi. Avete
quelle stesse incertezze!»…«Anche noi
siamo
cresciuti. Il nostro è stato un lungo cammino. Ed il punto
di
partenza…è stato il tocco degli esseri
umani.»…«Non preoccuparti,
capisco…»
fece Himi riprendendo il bicchiere e mescolandolo con una cannuccia,
tanto da catturare gli occhi di Renamon come in un ipnosi. Sempre
più ansiosa di particolari e verità sembrava
essere
quella Digimon, quando Himi le rivolse un tono confidenziale nella sua
profondità «Ascolta…dimmi la
verità: anche
tu sei una vittima della “trappola di
Rika”?»…«Ahh! Cosa intende
dire?!»…«Ah-Ah.»…«Ohh,
iiin…tendi, scusa!»…«Niente.
Che intendo? Che
agisce da sola, e senza osolare gli altri si fa carico di tutti i
problemi.»
Renamon dilatò
gli occhi…ed accennò «…la
persona…che
io conoscevo in effetti tendeva a fare
questo…»…«Eh! Pure quella che
io ho trattato
in questi dieci anni, “gestito” per così
dire,
perché è difficile, da quando tu te ne sei andata
è toccata a me. E lei l’ha fatto con me, da poco.
Si
è imbarcata in cosa non si sa per risolvermi un problema. E
da
quanto mi sembra di capire…tu…
…non stai messa meglio di me su questo
fronte…»
Secondo dopo secondo
Renamon avvertiva l’avvicinarsi di una grande
verità per
lei…
…mentre lo
sguardo di Rika, che sfrecciava senza casco sulla moto di Beelzemon
guidata da Jeri, era sempre più fisso ed il vento sembrava
portar via ogni traccia di dubbio sul suo dovere e il suo
obiettivo…
«E
così non sei riuscito a riprenderla?» chiedeva
Takato a
Cyberdramon, il quale rispondeva «Purtroppo no, mi
è
sfuggita!!» ed il ragazzo a riflettere
«…non sono
solo determinate…ma anche molto forti. Questi Digimon sono
più potenti dei nemici affrontati dieci anni
fa…»
…mentre
Cindermon, dietro di loro, si risvegliava
«A-Ahhh…!»
stirandosi lentamente e guardandosi attorno…
«Calù!» Calumon balzava nel palmo della
zampa di
Cyberdramon, il quale descriveva «Sono cariche di rabbia
repressa, ecco il loro potere! A Digiworld, ahimé, sono
vissute
nell’ombra della leggenda.»…«E
questo
dà loro il diritto di smuovere questo disastro?!
Oh!...scusami.
Scusami davvero, si tratta di tua
moglie!»…«Non fa
niente, che vuoi
farci.»…«Calù, dobbiamo
organizzarci per bene.»
…mentre agli
occhi di Cindermon sfuggiva qualcosa «Oah?
Dov’è
andata? Dov’è finita Rika? O-Ohi?
Takato?»
picchiettandogli sulla spalla «Cindermon! Ti sei
svegliata!»…«Eh
beh!»…«Ti ho
sentita parlare nel sonno.»…«COSA?! Oh
mamma che
cosa ho detto, che-che-che ho blaterato?!» il ragazzo
esitò, serio in volto «Takato non restare a
guardarmi con
quella faccia dico sul serio!» ma in quel momento si
accostò a loro Beelzemon, e Calumon chiese
«Beelzemon,
dove sono Rika e Jeri?»…«Se ne sono
andate!»…«Come?! Che vorrebbe dire se ne
sono
andate?!» esclamò Takato, e Beelzemon
«Non lo
so…Rika mi è parsa pensierosa, turbata. Ha
ricevuto una
telefonata…e poi ci ha chiesto di riaccompagnarla in
città.»…«Oh
no…» in Takato
sembrò affiorare un’enorme preoccupazione
«Dobbiamo
assolutamente
ritrovarla!»…«Perché
Takato?» chiedeva Beelzemon «Tu credi che non si
sia
convinta?»…«No, io lo
sento…!»
affermò il ragazzo…il cui sguardo sembrava bucare
il buio
grazie a consapevolezze nate da tempo e conoscenza «Quella
scena
l’ha sconvolta, vedere quella Digimon usare il potere oscuro
scaturito dal suo
cuore!»…«Allora…dobbiamo
inseguirla!» definì Beelzemon, aggiungendo
«L’ho sentita fare un nome, “Fiocco di
neve”!»…«Non so chi sia ma non
mi piace. Temo
si tratti di uno di quegli uomini che bazzicano il locale, pessime
compagnie!»…«Allora muoviamoci, che
aspettiamo!» esortò Cindermon afferrando
però poi
il braccio del ragazzo «Takato!...davvero che ho detto in
sogno
cose strane ho fatto nomi ho indicato posti ho descritto
progettiii???»…«Eh? Non
c’è tempo,
adesso! Cyberdramon, puoi portare me e
Cindermon?!»…«Certamente!»…«Takatooo!»
ma la presa di Cyberdramon per entrambi loro troncava ogni discussione:
presto si misero in volo, assieme a Beelzemon che conduceva Calumon con
sé…
Parlando al display di
quell’orologio che stava stretto al suo braccione da drago
«Grande Guardianmon? Grande Guardianmon, mi senti?»
cercava
di mettersi in contatto Gelsomon, dal grembiule piuttosto segnato dalla
battaglia di giorno «Devo comunicare che oggi sfortunatamente
abbiamo avuto degli imprevi-» ma LadyMeramon
piombò a
chiuderlo con la sua mano «Eeehiii, mi
scotti!!!»…«LASCIA STARE IL RAPPORTO,
tanto è
sfigato!! Sta arrivando
PinkMonzaemon!»…«Cooosa?!»…«Sììì,
non so che ci faccia qui ma non intendo farmi vedere da lei
così
ridotta!» alludendo al suo abito nero anch’esso
piuttosto
malconcio «Neanch’io:
nascondiamoci!»…«Nell’armadio!»…«Aggiudicato!»
schizzandovi all’interno il secondo successivo, ma prima che
avessero potuto chiudere l’anta del tutto, restarono bloccate
dalla visione annerita, fumante e…alquanto accigliata della
loro
collega allo spalancarsi della porta «Caaavoli, Gelsomon
c’è chi sta messo peggio di
noi!»…«Che
ti è successo? A quanto sembra non c’è
limite al
peggio, come ti è andata con quella sgualdrina della
domatrice
di Renamon? Non dovresti essere con lei adesso?»
Ma i passi di
PinkMonzaemon erano scuotenti e minacciosi, tanto che anche le sue due
colleghe finirono per restar zittite, a seguire a bocca chiusa il suo
avanzare «Quella schiera di pagliacci…»
pronunciò l’orsa «…MMMI HA
STANCATAAA!!!» colpendo con un pugno la parete e decretando
il
crollo del soffitto con tanto di alloggianti al piano superiore, che
piombarono in quella stanza «AUUUCH!» con un bel
tonfo, e
guardandosi attorno incrociando i musi delle tre «WAAAAHHH,
AIUTOOOOOO!!!»…«CHI SONO QUESTI
MOSTRIII???!!!» presero una fuga rocambolesca, incuranti del
fatto di esser vestiti solo con l’essenziale «Hai
visto
cosa hai fatto?» pronunciò didascalica
LadyMeramon, mentre
da fuori alla stanza gridavano “Incivili!”
«Non
intendo perdere la mia reputazione per te.» disse Gelsomon,
ma
PinkMonzaemon eruttò «NON MI IMPORTA DELLA
REPUTAZIONEEEEEEEEE!!!» (“Ignoranti!”)
«…tanto meno della
tua.»…«Beh, se
permetti a me ancora della mia importa!» intervenne
LadyMeramon,
ma PinkMonzaemon si limitava a contemplare alla finestra, furiosa di
rabbia «Avevo elaborato un piano perfetto e quei maledetti
l’hanno mandato all’aria, se solo
quel…BBBeelzemon
non avesse trovato aiuto in quella ragazza!!...ora avrei
vinto.»
LadyMeramon e
Gelsomon si guardarono «Ecco, è fatta: persino lui
ha
trovato un domatore. Rimosso quello incapace, che inibiva il
Digivice…!»…«Terriermon e
Lopmon lo stesso. E
mi sembra di capire che la nostra amica abbia…fatto fiasco
con
la domatrice di Renamon.»…«IO NON HO
FATTO
FIASCOOO!» (“Capre!”) «Ohhh?!
Dove le vedono le
capre? Tu Gelsomon sei un drago, PinkMonzaemon un
orso!»…«Allora sarai tu!»
ribatté
PinkMonzaemon, e LadyMeramon balzo in piedi «COME TI
PERMETTI?!...ptsss, Gelsomon: ma io sotto il fuoco sono una capra, per
caso???»…«Eh, non ti riesco a delineare,
il fuoco
confonde!»
«Fatela
finita.» invitò l’orsa, tornando con gli
occhi alla
finestra «Questa città minuto dopo minuto torna a
brulicare di Digimon coi loro domatori: la leggenda torna ad insinuarsi
inquietante, e questo…!!...inutile dire che per noi
rappresenta
un scoglio.»…«Dobbiamo elaborare un
piano come si
deve stavolta…» mormorò la signora di
fuoco
«E puntare agli ultimi angoli buii rimasti: i domatori e i
Digimon ancora isolati e separati…»
delineò la
dragona…
L’orsa
elaborava in silenzio, con occhi minacciosi e luccicanti contro il
vetro…
«Basta, non
posso restare con le mani in mano!» esclamava Henry sbattendo
sulla sua scrivania la boccetta degli ansiolitici, bevendo rapidamente
un bicchiere d’acqua e asciugandosi la bocca con la mano,
mentre
deglutiva «Vado a chiarire quest’assurda storia una
volta
per tutte!» infilandosi la borsa a tracolla…
…ed
approfittando del dialogo in corso fra i suoi genitori in salotto per
strisciare furtivamente e uscire «Non tenermi sulle spine
anche
tu, Janyu: cosa intendevi dire oggi con quell’accenno
all’impiego di Henry…?» chiedeva quella
signora che
gli avvenimenti della vita sembravano star gradualmente privando della
voce «Ma no, Mayumi, non intendo tenerti nascosto
nient’altro. Del resto…è stato
già
sufficiente ciò che abbiamo scoperto.» si
alzò il
signor Wong dal divano, avanzando verso l’ampia finestra
«Devi sapere che…negli ultimi tempi…o
meglio…parlo già di diversi
anni…» mentre lo
sguardo di lei si faceva più appenato ad ogni parola
«…ho dovuto sborsare…grosse
quantità di
denaro.»…«Oh Cielo…! Mancava
solo
questa.»…«Non voluto dire niente
né a te
né ad Henry per non farvi
preoccupare.»…«Per
quale motivo queste uscite?! Gli affari sembravano aver preso
finalmente la giusta
piega!»…«Sì,
però…ecco c’è stata una
persona…un
mio collega, un mio caro amico su cui avevo fatto completo affidamento,
che…purtroppo si è imbarcato in operazioni non
del tutto
regolari
e…»…«Ah!»…«E
qualcuno l’ha scoperto. Ed ha iniziato a ricattarci, ha
minacciato più volte di far crollare tutto se non gli davamo
dei
soldi. Ora…è un po’ che non lo sento ma
non
è mai detto che non si rifaccia vivo. E questo, come ben
capirai, ha consumato gran parte dei nostri risparmi: per tale motivo
mi mostravo così intransigente riguardo agli acquisti di
Suzie.»…«E’
terribile…!!...Janyu, ma
perché? Perché anche tu hai taciuto, Henry ha
preso da
te!»…«Sì forse, ammetto il
mio
sbaglio!» disse Wong senza girarsi a guardare la moglie, ma
semplicemente carezzando con lo sguardo l’intero panorama
cittadino di fronte a lui «Ma prova a metterti nei miei
panni.»…«Almeno adesso posso ammettere
di sapere
tutto?! Ciò che mi hai detto, pur crudo che sia,
è la
verità?!»…«…certamente,
puoi stare
tranquilla.»…«Temo che da adesso
sarà
impossibile…!» stringeva i denti quella signora
dai
capelli corti, gli occhiali e il viso pallido…
…mentre i
pensieri dell’uomo alla finestra erano
“…no. Mi
dispiace Mayumi, non è questa la verità. Ma non
posso
dirti altro, non posso dirti che quel ricatto non ha a che fare col mio
lavoro, che non proviene da un mio collega, che non proviene
da…!!...
…
…un essere umano.”
Ma nella mente di
Henry, nel suo deciso incedere, c’era un solo pensiero
“Vado a riprendermi mio figlio, e il mio Digimon!!”
(canzone:
Anastacia - How come the world won't stop)
Quando due orecche
lunghe e verdine un po’ “ammosciate”
spuntavano dalla
sciolta e sportiva borsa di una ragazza «Ahahahah!»
in
compagnia della sua amica su un ponte cittadino «Corri,
Rea!!!» schizzava avanti Suzie «Corro talmente che
ora ti
concio per le feste! Ma dai non dovevi,
Suzie!»…«Perché?»
piegandosi con
sorriso sbarazzino «Ma gli occhiali che mi hai comprato sono
troppo costosi!»…«Ti assicuro che
servono!»…«Daaai!» ma Suzie
insisteva
«Ser-vo-no!» ponendole le mani sulle spalle
«Servono:
ora siamo Digimon Tamers, sono fondamentali per penetrare nei campi
digitali!»…«Certo…io non
riesco ancora a
crederci.» descriveva Rea, appoggiandosi al ponte e
contemplando
il cielo della sera con sguardo sognante «”Digimon
Tamers”…sembra impossibile.» oscillando
fra le dita
quei nuovi occhiali da sole, per poi alzarseli sui capelli
«Eppure non lo è, amica mia.» le sorrise
Suzie
accostandosi a lei, dando la possibilità di parlare a Lopmon
che
spuntava dalla sua borsa «Hai visto? Grazie alla tua
infusione di
coraggio hai permesso la digievoluzione di
Terriermon!»…«Terriermon…»
…che dal
dormiveglia nella borsa pensava “Sono riuscito a
digievolvere…questa ragazza mi ha dato la forza di lottare.
Proprio quando credevo d’esser svuotato e
sconfitto…” «Posso confessarvi un mio
sogno?»
parlò Rea «Voglio scoprire tutto su questo mondo!
Desidero
recuperare ogni alito, ho una voglia incredibile di vivere infinite
avventure al fianco del mio
Terriermon!»…«Ahahah!
Allora abbiamo solo iniziato!»…«Dove
corri,
Suzie?!»…«Se vuoi fare la Digimon Tamer
devi
imparare a tenermi il passo! Prova a
prenderciii!»…«Ferme, aspettate!
Ah…! Dai,
Terriermon, proviamo a raggiungerle!»
Il Digimon
sembrava dormire “Sento…il vento far volare le mie
orecchie.”
«Non
crediate sia così facile, con me!» Rea sfidava le
amiche
lanciandosi sveltissima su quella scaletta in discesa, e tenendo
stretta la borsa «Uuuu! Attentooo!» per impedire
che il suo
Digimon subisse urti “…mi coinvolge in ogni
cosa.”
La città
sembrava aprirsi in un tripudio di fari e di insegne solo per
loro…
«Ahahahah,
dai, che mi sono già macchiata, prima, col
gelato!» diceva
Rea «E io, allora?! Ho fatto un casino: è stato
quando
Lopmon ha alzato le orecchie di colpo, whooom! E’ volato! Hai
visto la faccia del cameriereee?
Pfff!!!»…«Ah, e
adesso sarebbe colpa mia?» puntualizzò Lopmon, e
Rea
«E prima? Quando ho provato a far assaggiare il gelato a
Terriermon ma era mezzo addormentato…mi scolato tutto nella
borsa!!»…«Ahhh, rassegnamoci: disastri
come questi
ci sono e ci saranno!»…«Toglimi una
curiosità,
Suzie…»…«Sì,
signora! Agli
ordini!»…«Com’era, dieci anni
fa?...
…essere un domatore di
Digimon…»…«Era
un…grande! Immenso, colossale gigantesco Digimon
ambulanteee,
l’intera città!» in un geyser di
entusiasmo
«Già, questo lo
ricordo!»…«Li vedevi
ovunque, vetrine, accessori, bambini mascherati, video deliranti di
videogames, televisioni appostate dappertutto a trasmettere le
puntate!!»
Rea
alzò gli occhi al cielo, accennando «E particolare
più importante…in tutto questo teatro tra mille
elementi
finti ce n’era uno vero. Un vero domatore, un Digimon che non
era
un pupazzo. Ma era impossibile distinguerlo nella
folla.»…«Quello era il bello.»
Suzie prese le
mani di Rea «Il compito che avevi ricevuto era delicato, ben
valeva la pena di sfuggire al mondo…per aiutare
l’amico
che ti era stato affidato! Sentivi un moto d’affetto, nel tuo
cuore! E questo si trasformava in
potere.»…«Ma
tornerà, vero…?» si aprì il
sorriso di Rea,
e Suzie «Ti confido un segreto, amica
mia.»…«Dimmi!»…«…tre…due…uno…E’
GIA’
TORNATO!!!»…«A-Aspetta!»…«Tanto
non mi prendiii!» Suzie si era già tuffata nella
folla, e
non le importava chi finiva per travolgere, tanto che per starle dietro
se ne disinteressò anche Rea…
…per far sosta di nuovo presso una vetrina «Che
poi
abbiamo un sacco di cose di cui parlare, da analizzare!»
disse
quella con Terriermon «Esatto!!!»
confermò quella
con Lopmon, e di nuovo l’altra «Come ad esempio chi
sono i
Digimon malvagi che abbiamo affrontato, qual è il loro
obiettivo
qui in città?!»…«Avete detto
che giungono dal
vostro villaggio?!»…«Sì,
Gelsomon e le altre
ci hanno sempre guardato con risentimento!» rispose Lopmon
«Ma gliela faremo vedere noi!!» promise Suzie,
quando
qualcosa la attirò nella vetrina «Oh? Guarda qui
Rea!» L’amica le si accostò, e quando il
negoziante
venne fuori Suzie reclamò «Ehi, lei, guardi che
questa
vetrina non va affatto
bene!»…«Suzie!»…«Questi
giocattoli non sanno di niente, i Digimon sono la mascotte della nostra
città!»…«Ma a che epoca
è rimasta,
signorina?!»
Con aria furba le due amiche si guardarono…
…e poi a
infierire entrambe, a iniziare da Rea «La mia amica ha
ragione, e
noi glielo dimostreremo! Li vede questi occhiali fantasmagorici? Noi
siamo Digimon Tamers!»…«Eeesatto, siamo
le nuove
star dei Digimon!»
Il tipo si
accinse a rientrare «Queste più che altro sono le
star del
manicomio!» ma a quel punto Lopmon non ce la fece
più e
balzò giù dalla borsa
«WAAAH!»…«Ha ancora il
coraggio di negare il
nostro ritorno?» piazzandosi sull’uscio
«AIUTO! UN
VERO DIGIMOOON!» Rea si avvicinò «Calma
e sangue
freddo, scherziamo, era soltanto un pupazzo!» ma dalla sua
borsa
«Ciao!» spuntò Terriermon che
spiaccicò un
dolcetto in faccia al tipo
«WAAAH!»…«Terriermon!»
…e si
guardarono negli occhi “Non so neanch’io
perché
l’ho fatto…” ma incrociò il
gesto
d’approvazione di lei «Bella
prova!»…«Ahah!»
…correre libere,
incuranti del caotico circuito di smog attorno a loro, per alzare i
loro Digimon in segno di trionfo verso il cielo «Guarda,
Terriermon! La tua città!» fece Rea indicandogli
la torre
sullo sfondo «Guardaci Tokyo, in ogni tua singola
luce!!»…«Sono tornati i Digimon, mondo
puoi
ritornare a scorrereee!!» esclamò Suzie con Lopmon
tra le
braccia «Là aveva sede Hypnos, ti
ricordi?!»...«E’ proprio
ver-uhm!» Lopmon si
tappò la bocca, ricordandosi che non doveva parlare.
…la gente passava, e diceva…
«Hanno trovato qualche vecchio pupazzo a basso
costo.»
«A quanto sembra ne è rimasto qualcuno, in qualche
fondo di magazzino.»
Ma quelle ragazze che si
erano appositamente schierate di fronte a una vetrina di peluche,
condividevano in un sorriso quel segreto di cui solo loro erano a
conoscenza.
“E’
strano.” pensava Terriermon “Gli anni sono
trascorsi e la
gente è cambiata. Eppure…qualcuno ancora sorride
nel
tenerci fra le braccia. Nel pronunciare il nostro nome. Ahhh!...
...che bell’aria…”
E come un tempo
passavano macchine, in cielo elicotteri, e Digignomi fuggevoli (fine-canzone)
Il rombo di una
moto tagliava in due le strade cittadine, Jeri sembrava cavarsela con
disinvoltura alla guida. Ma poiché anche Rika non diceva una
parola, assorta nel meditare su come sarebbe apparso il futuro
più prossimo, la giovane che aveva da poco agito come
domatrice
non trovava pretesti a liberarla da quel vortice di pensieri
“Dovrei fare coppia con Beelzemon: così sembrano
dettare
le regole del gioco digitale! Ma anch’io avrei una
volontà
in merito!! Fra Beelzemon e Calumon, sicuramente, avrei scelto Calumon!
Rispecchia molto di più i miei sogni e le mie fantasie di
questi
anni su domatori e Digimon! Beelzemon…di lui non posso
dimenticare ciò che ha fatto. Ed io dovrei stringere in
pugno il
suo Digivice, indirizzarlo in battaglia, far esplodere i suoi
poteri?!...e allora che ne sarà del ricordo di Leomon? Io a
detenere e gestire il giacimento di energia di colui per la cui
mano...il mio Digimon è
perito?!...no…è
semplicemente ridicolo. Ma chi può avere un’idea
tanto
assurda?!”
Rika,
aggrappata sul dietro neanche poi così saldamente, lasciava
che
il vento facesse volare i suoi capelli. E sembrava guardare la
città con un senso di distacco negli occhi.
“Oltretutto!…” scorrevano come la
strada, le
riflessioni di Jeri “…anche a voler fingere che
sia stato
tutto un sogno, e a voler provare ad accantonare il passato, Beelzemon
è e resterà un Digimon già impegnato.
Ed io non ho
alcuna intenzione di dividerlo con Akemi e Mako! Perché io
non
dovrei avere un Digimon solo per me, come hanno avuto tutti?!...se non
fosse stato per una manciata di secondi, se Calumon fosse arrivato
prima e mi avesse vista in pericolo sono certa che non avrebbe lasciato
spazio al dubbio! Accidenti, non doveva andare così!!
E’
colpa di mio padre, di certo si è fatto sorgere un mucchio
di
esitazioni prima di fare ciò che gli avevo chiesto!! Ora a
causa
delle sue titubanze mi ha fatto legare al Digimon sbagliato, possibile
che niente deve andare per il verso giusto?!!”
«Scusa. Puoi
lasciarmi qui?» chiese Rika. Jeri frenò
«Rika, sei
sicura?»
Ormai erano
arrivate in città, la ragazza dai capelli rossi
smontò
lentamente dalla moto «Non…vai a casa
tua?»…«No.» rispose Rika dando
le spalle
all’altra «Qui abita una persona che conosco,
frequenta il
mio locale. Ho alcune faccende da sbrigare.» Jeri
sospirò
«Ascolta…non hai voluto confidare a nessuno di noi
ciò che ti succede. Io, per carità, ti
capisco…e
meno che mai voglio intromettermi.
Però…!...vorrei che tu
sapessi…che ecco insomma, io ci sono e puoi contare su di
me.»
Rika stringeva gli occhi, e i pugni in un silenzioso sforzo…
«Hai…dei
problemi, vero?» chiedeva Jeri ed in risposta vi era un teso
sospiro, mentre la ragazza avvicinava la mano
«Se…non ti
va di tornare da tua madre, ed hai per caso bisogno di una
sistemazione…!...beh, la mia casa e piccola…e-e
mio
padre…però potrei vedere magari di-» e
stava per
sfiorarla, ma Rika scostò la sua mano col movimento della
spalla
«Non ne ho bisogno, posso fare da sola! Grazie comunque
dell’interessamento!!» Suonò metallico.
Jeri
ritirò la sua mano, abbassando appena gli occhi
«…scusa.»
E Rika, che non
si volgeva a guardarla, socchiuse i suoi “…scusami
tu. La
verità è che mi vergogno di ciò che
sto facendo.
Tanto che…non riesco nemmeno a guardarti in faccia. E a
ringraziarti…per essere intervenuta ed avermi salvato la
vita.
Non ce la faccio a dire proprio a te, che mi ammiravi quando ero una
Digimon Tamer, che alla donna da cui mi sto recando chiederò
di
prestarmi un vestito per stasera. Non ce la faccio.”
«Bene,
allora…ci separiamo
qui.»…«Sì…»…«In…bocca
a lupo. Coraggio, poi fammi sapere come va.»
pronunciò
Jeri, incerta nel tono e nello sguardo guardandola avanzare in quel
portone «D’accordo…» disse
Rika,
allontanandosi così.
Il suo gesto
sembrava aver lasciato un soffio di freddo in quella ragazza che ora si
sfiorava la mano con cui avrebbe voluto confortarla, rivolgendo occhi
al cielo notturno «Perché nessuno ha mai bisogno
del mio
aiuto e del mio sostegno?»…quando passavano alcuni
ragazzi, ed indicandola mormoravano «Guarda che
moto…»…«E’
spettacolare!»…«Ha uno stile
incredibile.»
Jeri vi rivolse il suo sguardo assorto…
«E’
fantastica, e sapete? Mi ricorda quella che aveva un Digimon, tanti
anni fa!»…«Uff! Un Digimon, certo, come
se la moto
non fosse una scusa per guardare chi vi è a
bordo!»
brontolava un po’ una ragazza di quella comitiva, e i suoi
compagni «In effetti è molto carina! Oscura e
tenebrosa,
chissà chi
è!»…«Comunque è
vero
sai? Come si chiamava…Beelzemon! Non era lui ad avere la
stessa
moto?»…«Bravo, sì, quel
Digimon
fantasmagorico, ammiravo da matti il suo potere e il suo
stile!»…«Dark e
appartato…come lei!
Un’ombra nera della notte, quello sì che era un
Digimon di
tutto rispetto!»…«Spietato,
e…con una moto da
urlo. Sì hai ragione, è proprio
uguale!»…«Uffaaa! Dai, quando arriviamo
al pub? Mi
avete fatto annoiare coi vostri discorsi!!»…finiva
quasi a
trascinarli con la forza, quella ragazza…
…ma
quelle parole muovevano i pensieri di Jeri così come
muovevano
la sua mano tra i capelli, occhi rivolti alle stelle ed animati dal
germoglio di una scintilla nuova, forse una possibilità,
forse
un’ipotesi non considerata, lentamente ponderata nel silenzio
serale e cullata dalle sfumature lucide sul nero di una moto il cui
stile non poteva non accattivare.
“La
città vista dall’alto…”
catturava lo sguardo
e i pensieri di Takato, tra le braccia di Cyberdramon che teneva sia
lui che Cindermon, un po’ scontrati l’uno
all’altra
“…quanto tempo era che non volavo.”
mentre il viso
di lei era un pizzico tirato dall’ansia “Mammina,
speriamo
di non aver detto bestialità in sogno! F-Finché
non si
decide a dirmi qualcosa non sono tranquilla!” ma sembrava
impossibile far breccia in occhi così assorti come quelli
del
ragazzo, che mosse solo la coda del suo sguardo verso di lei,
destandole tensione
«Himp!»…«Calùùù…!»
intanto segnalava Calumon, tra le mani di Beelzemon che erano diventate
libere dopo la scomparsa del bazooka «Che
cos’è
questo squillo?» fece il bianco Digimon, e Cyberdramon
recepì «E’
vero.»…«Takato, viene
da te?!» chiese Cindermon
«E’-E’ il mio
cellula-» ma la posizione per afferrarlo non era fra le
più pratiche «A-Ahhh!!» nel sussulto
generale
«Whaaa, attento!» esclamò Cyberdramon a
cui stava
sfuggendo il giovane dalle braccia «Diavolo, è da
casa!
Sono i miei!! Ah, persino in questa
situazione…p-pronto…?!!...
…cosa?!!...papà non ti sento, parla
più
forte!» mentre cercava di tapparsi l’altro orecchio
dal
soffio frusciante del vento (rischiando di far arrivare il suo gomito
in faccia a Cindermon) «E-Ehm, sono in un momento un
po’
precario, veramente!...
…cosa?!
Mamma?! Si è sentita male?! Che le è successo,
che ha
avuto?!»…«Si è sentita male
tua
madre?!!» insistette anche Cindermon, mentre Beelzemon
avvertiva
«Non preoccuparti, Takato! Siamo
arrivati!»…e
planavano tra gli alberi scuri del parco di Shinjuku, mentre Cindermon
mormorava fra sè «Gasp, questa…vedi che
ha visto me
e si è stecchita. Proprio sul
colpo!»…«Possibile, persino
adesso?!!» era lo
sfogo improvviso del ragazzo «Non si può
neanche…!!»
“…volare.” completò
Cindermon senza pronunciarlo.
Misero piede a
terra nei pressi del blocco di pietra recintato, là dove
nessuno
poteva vederli «Mia madre sta male, mio padre mi ha detto di
andare a casa urgentemente!!» confessò Takato ed
era ben
percepibile ansia nel suo tono e allarme nel suo sguardo, quando
Cindermon «Takato non fa nient-non fa niente! Ci pensiamo
noi!
Penso a tutto io!»…«Ma come si fa,
adessooo?!! Anche
con Rika!!» suonava un gemito di esasperazione nella sua
voce,
mentre Cindermon cercava di mettere ordine con i gesti «Ti ho
det-ti ho detto che ci penso io! Ti fidi di me?!» al che
Takato
«Fate quello che meglio credete basta
che---Renamon!»
dedusse, indicando avanti a sé ed avanzando, finendo con lo
spingere il suo dito indosso a Cindermon «Renamon, bisogna
parlare con lei, bisogna avvertirla di ciò che
sappiamo!!»…«Non preoccuparti,
è tutto nelle
mie mani.» ripeteva la ragazza digitale che attimo dopo
attimo
era sempre più calma, ed anche il suo tono si faceva
tranquillizzante…
(…gli altri Digimon dietro di lei mormoravano, Beelzemon
indicava il blocco «Avete
visto…?»…«Il
nascondiglio di Guiiilmon…» echeggiava il tono
sognante di
Calumon facendosi simile a quello di un tempo) sicché
d’un
tratto Cindermon nel suo predicare «Adesso io calma e
tranquilla
mi metto a cerca-» udì quegli accenni e si volse
di scatto
a guardare il blocco («Sembra che vogliano
demolirlo.»
commentava Cyberdramon «Già, è un
peccato…» incrociava Beelzemon le braccia, e
aggiungendo
«…si portano via con le ruspe i nostri
ricordi.»)
«Oh mamma quello è quella roba dove là
lui…» ma
«Cindermon…!!»
l’esclamazione di Takato, preso in contropiede da un momento
di
panico, suonava come una supplica e le riportò
l’attenzione al nucleo centrale «Traaanquillo
Takato!
C’è solo da cercare lei, no? E spiegarle i motivi
del
rifiuto di Rika: fidati-di-me!» battendosi un pugno sul petto
«Lo farai davvero?! Lo farai al posto
mio?!»…«Certo, sono il tuo
Dig-» girata
fulminea verso il blocco, e poi ancora «Sono il tuo Digimon
no?
Almeno finché non…si avverano tutte quelle cose
(mamma
mia brrr qui girano i fantasmi pare di essere in Rebecca la prima moglie!)
»…«Grazie…grazie!! Trova
Renamon
e…dille la
verità!»…«Sì,
sì, adesso parto! Così col fatto passo pure a
pagare la
pension-che mi sono
dimenticat-»…«Tieni!»…«Oh?!»
…lui aveva estratto frettolosamente dal portafoglio alcune
banconote spiegazzate e gliele mise a forza in mano
«Tieni!»…«Ma sono
tant-»…«E’ per tutto quello
che hai fatto,
oggi! E per tutto quello che farai, tieni, pagaci la pensione, io
scappo da mia madre!»
Cindermon rimase
bloccata con quei soldi tra le mani mentre lui si precipitava lungo la
scaletta, e Beelzzemon alzava la mano in segno di saluto
«Takato,
poi facci sapere come vanno le
cose!!»…«…assicurato!»
mentre la voce
sfumava dietro l’angolo…
…e
Cindermon si ripiegava lentamente quei soldi
«Sss…sì grazie Ta…Kato
però io
sta…volta non volevo questi ho agi…to di mia
spon…tanea volontà…»
…rigirandosi verso il blocco, solitario e massiccio nel
soffio
del vento…
…e
contemplandolo con occhi azzurri un po’ ingenui e insicuri,
mentre si alzava quel cappuccio color avorio…
(canzone: Anastacia
- I dreamed you)
…i soffici
passi di Renamon carezzavano il pavimento del locale,
nell’emozione che faceva sospeso il suo sguardo
“Oggi
Lopmon e Terriermon sono intervenuti quando stavo per essere acquisita,
mi hanno salvato la vita. Ma nonostante questo, al momento di
ringraziarli…” chinando il capo
“…non ce
l’ho fatta a guardarli in faccia: mi vergognavo, per esser
stata
ormai abbandonata dalla mia domatrice. Dopo aver assistito alla scena
di Rika che afferrava quel Digivice…ho sentito il bisogno di
stare sola, di sfuggire dal mondo, affinché la notte mi
inghiottisse fino a farmi sparire.”
«…quindi, come
ti dicevo, io e Rika stringemmo i denti, e lanciammo i dadi: questo che
vedi è frutto di un nostro tentativo di svoltare, quando
ormai
non c’era più rimasto niente, nessuna porta aperta
per due
come noi, figurati! Scuola, carriera, potevamo metterci la croce e
perciò abbiamo optato per la vita notturna, visto che in
questa
città sembra un’esigenza vitale!...»
“…ma ora, ascoltando le parole di questa
donna…” pensava Renamon…mentre Himi
riprendeva il
bicchiere e la narrazione «E da questo nasce il Fluido celeste:
una luce che era destinata a diventare sfavillante. Almeno sulla carta.
Di idee e progetti io e Rika ne avevamo quante le luci dei palazzi! Ma
fra questo e la possibilità concreta di metterli in
pratica…ci passa il cielo!» posando il bicchiere,
e
destando un guizzo nelle emozioni di Renamon “Un dubbio
tagliente
si insinua in me! Le parole non corrispondono…
…mentre un rossetto, rosso come il fuoco, scorreva sulle
labbra
riflesse in uno specchio, di una ragazza che aveva incorniciato come un
quadro intenso e indignato i suoi occhi lilla ormai svuotati di
aspettative…ed ora roteava il tubetto, per far rientrare la
punta del rossetto…
“E se Rika mi avesse ingannato?!”
…sfumandosi quel tanto, troppo forse, trucco sugli occhi.
Misurando, pur contro la volontà delle sue mani, se quel
vestitino nero era abbastanza attillato e adatto per mettere in
evidenza le linee del suo corpo…
“Anche gli
accenni rubati al dialogo fra Takato ed Henry sembrano muovere nella
stessa direzione!” l’ansia cresceva per
Renamon…mentre Himi avanzava verso di lei, che le dava le
spalle
«Rika ha un problema relativo al lavoro di squadra: potrebbe
essere un’ottima compagna se non avesse il vizio di pensare
avanti agli altri, e la convinzione tacita di doversi accaparrare tutte
le responsabilità. Tu hai cooperato al suo
fianco!...benché…si trattasse di ben altro che un
locale
notturno. Mi puoi
confermare…Renamon?»…«…ahh…»
ma non riusciva a girarsi…
…invece la ragazza riuscì a uscire…
…camminando a testa alta su quei tacchi vertiginosi.
Lasciando
che il suo viso bello e acceso fosse analizzato da una sequenza
ordinata di fari in comparsa e scomparsa…ma nessuno di loro
sembrava lasciar traccia sul suo cuore, per cambiare la sua espressione.
La gente
in giro, e sulla porta dei locali aperti, pur non facendosi sentire,
lasciava filtrare commenti. Ma lei non li sentiva più. Ritta
sulla sua schiena, orgogliosa, procedeva…
«Rika…e il suo eterno
orgoglio…» pronunciava
Renamon, tra il fumo della sigaretta di Himi «La
sua…proverbiale ostinazione nel volercela fare da sola. E la
sua
paura di chiedere l’aiuto degli altri…»
carezzava la
volpe dorata, quei concetti antichi con la sua morbida voce…
…e accadeva un fatto: Rika nel suo procedere incrociava
Henry,
che diretto a destinazione con la sua borsa a tracolla si muoveva a
passo più svelto di lei. Lui tanto guardava avanti che non
la
riconobbe. Ma lei sì “Toh, guarda…il
mio amico
Henry, ma lui non mi riconosce. Forse a causa del trucco, o forse
perché le strade della vita sanno sparpagliare bene i
frammenti
di un’unica cometa, che in un tempo andato travolgeva il
cielo.
Non devo meravigliarmi…”
…riprendendo il suo
cammino verso cui si volse, poiché si era girata a guardarlo
“…devo aspettarmelo. La vita è
così. Rika,
procedi per la tua strada. Non prendertela se un vecchio amico non ti
riconosce. Sei tanto cambiata.”
…ma quando ebbe svoltato l’angolo…Henry
arrestò il suo passo «Oh!» come colto da
un’improvvisa intuizione. Si volse…e
scrutò la
strada ormai solitaria «…Rika?
Quella…era lei? No.
Non è possibile…»
…e dopo di
ciò, riprendere il proprio cammino era cosa più
incerta.
«In
effetti…queste sono le cose contro cui ha lottato, quando
eravamo insieme! Era…solo una ragazzina. Ed io me ne sono
andata…»…«…troppo
presto,
senz’altro.»…«Ahh!»
Renamon ora si
volse, e Himi avanzò verso di lei «L’ho
osservata
io, in questi anni di follie e drink. C’eri sempre
tu…»
”…!!!” «In ogni occasione
mancata…»…«Ma
io!»…«In
ogni stento, e stretta di denti, tanto che adesso vederti fa venir
voglia di chiedere un tuo autografo. Mi sono tanto interrogata, in
questi anni, su chi fosse quella che la madre di Rika chiama
“La
Signora”…
…e che sua figlia non ha mai smesso di invocare, nel
sonno…perso di una vita in cui lavori di
notte.»…«Ahh!!»
Rika
giunse in un viottolo squallido, con una vecchia cabina telefonica.
Lì, dal buio giunse un uomo che suscitò
inaspettato
timore nei suoi occhi quando mise le sue braccia scoperte e tatuate
sulle sue spalle che di colpo sembrarono esili…
«Ma
con me ha fatto menzione a una vita di successo, ha definito il mio
aiuto ormai superfluo!»…«Sì,
e a me ha
promesso un soccorso estremo che non mi è dato sapere, sotto
il
profilo
economico!»…«…!!»
gli occhi di
Renamon si dilatarono, mentre Himi spiegava «Lei è
così! E’ una guerriera
solitaria-»…«No!!...non è
questo, Rika non
era questo!!»…«Lo
immagino…»…«Quando era con me
non…!!...era una guerriera solitaria, aveva imparato a
fidarsi
degli altri!»…«Lo so. Lo so Renamon, non
ti
arrabbiare. E’ che…sono successe davvero tante
cose, e
questi dieci anni di stento e di solitudine potrebbero stroncare
chiunque, riportandolo
indietro.»…«R-Rika…non
può sopravvivere sola, al mondo, con lo spirito di prima che
arrivassi io! L-Lei…è
indifesa!»…«E lo
dici a me!!! Ehi, guarda che mica è roba da niente dialogare
con
un DIGIMON come se niente fosse, se io ho il coraggio è
perché spero…grazie a te di aiutarla, mi sento
una
CAROGNA per averla lasciata
fare!»…«Rika…»
«TOH---BBBECCATA!»
Himi e
Renamon trasalirono di colpo: quest’ultima aveva il dito di
Cindermon puntato contro di sé (fine-canzone)
Takato
salì di corsa le scale fino alla stanza dei suoi genitori,
sua
madre era a letto «Mamma!...come stai?! Sono venuto appena ho
potuto, come ti senti?»…«APPENA hai
potuto?!!»
gridò però suo padre che lo afferrò
bruscamente
per la spalla, ma il ragazzo scostò la presa
«Sì,
certo, appena ho potuto,
perché?!!»…«Sei
stato fuori tutto questo tempo, tua madre aveva bisogno
d’aiuto!!»…«Non era la sola
però ad
aver bisogno d’aiuto!»…«Chi
altro?!»…«Rika! Sono stato con lei, e
sai
perché?!»…«Ahhh, certo! Non
c’era
bisogno che me lo dicessi: SI VEDE!!» spingendo la mano sulla
maglietta di quel ragazzo «Guarda che roba ti sei appena
comprato
e porti addosso, questo è frutto dell’ambiente
della tua
amica!»…«Takehiro…calmati…»
accennava la signora Mie che sembrava molto debole, ma il marito
sembrava altrettanto impermeabile ai richiami, incurante dello sguardo
di suo figlio, ora oltremodo attonito, su di lui «Questa con
che
soldi l’hai comprata, lo sai che abbiamo
problemi…!»…«Con soldi miei,
che IO ho
guadagnato al salone!»…«Pfff, sperperi
quello che ci
potrebbe essere utile, ma guardati allo specchio: sei conciato come un
ragazzo di strada, aggredisci i clienti al negozio, è di
certo
il cattivo esempio delle tue amicizie a farti cambiare
così!»…«PAPA’!!
RIKA E’ STATA
ATTACCATA DA UN DIGIMON QUESTO
POMERIGGIO!!»…«E NON
GRIDARE!! NON LO VEDI CHE TUA MADRE STA
MALE!!»…«Ma
sei tu che mi fai gridareee…!!» scivolò
in un
gemito il ragazzo, stavolta non di rabbia, ma di frustrazione e dolore
«N-Non ho neanche…messo piede qui da cinque
secondi e tu
già mi aggredisci e mi
insulti!»…«Io devo
essere così con te.» diceva con occhi duri
«…altrimenti non ci senti, con le orecchie che ti
ritrovi.»
…ma Takato si
piegava su sua madre, dandole un bacio sulla fronte
«Ciao…mamma. Ti voglio bene. Perdonami per essere
tornato
tardi! Non mi importa quello che dice papà, adesso, non sono
qui
per
ascoltarlo…!!...»…«Takato…»
alzava lentamente la mano la signora, mentre Takehiro faceva eco
«Quando mai, tu sei qui per ascoltarmi!»
«Sono venuto
soltanto per te…» in un susseguirsi di carezze
sulla
fronte della madre, tante da apparire visibilmente agitate, mentre le
lacrime che sarebbero affiorate lui faceva sforzo immenso per
ricacciarle dentro, contraendo quei suoi occhi ora rossastri non solo
per il loro colore…
«Uhm!
Uhmuhmuhm…» avanzava l’ossuto
“Fiocco di
neve” «Devo ammettere che per quanta immaginazione
abbia
non mi sarei mai atteso una simile
bellezza…»…«Uhmf!...si vede
che sei limitato
nelle prospettive!» Rika gli negò lo sguardo,
mentre lui
le si accostava sotto il lampione sfrigolante «Sottovaluto la
tua
bellezza…?»…«Non
quello…»
replicò lei gelidamente
«…ciò che si
è disposti a fare quando si è
disperati!»
volgendosi dunque e guardandolo negli occhi, mentre avvicinava il suo
bianco dito al viso di lei, che di nascosto stringeva il pugno
«Su su, animo…non mi piace sentirti parlare con
pessimismo
e disillusione, non è da
te.»…«E
perché…?...tu mi conosci?» si mostrava
sicura lei,
duellando con la sua paura. Ma a quelle parole
«Uhmuhmuhm!»
ottenne un ghigno, da quell’uomo dal viso tirato e i denti
dal
luccichio inspiegabile…
«Chi sei
tu…?» chiedeva Renamon «E’
anche lei
un’amica di Rika, l’ho vista più volte
venire al
locale.» spiegò Himi, e Cindermon, dal cui sguardo
filtrava una buona disposizione, svelò «Permettimi
di
spiegarti. Il mio nome è
Cindermon…»…«…!!...hai
detto
Cindermon?»…«…e ho sempre
desiderato poterti
parlare, una volta, a quattrocchi, come adesso. Questo da quando mi sei
stata descritta. Rika mi ha parlato di te. Io ti ho vista di sfuggita
il giorno in cui tu e i tuoi amici siete tornati da
Digiworld.»
si spiegava con molta naturalezza, e scrutava Renamon con una sfumatura
di bontà mentre Himi si portava lentamente le mani alla
bocca,
esclamando «…u-un momento…!...un
Digimon anche
tu???!!! Ma sembri una ragazza
terrestre!»…«Sì LO SOOO, in
effetti è
vero. Ma io sono un Digimon…Renamon…»
non staccando
gli occhi dall’attonita volpe digitale
«…sono come
te, in fondo sono una tua collega. Anche se non ho la tua classe,
che…cavoli, ohi è proprio vero! Mica dicerie,
guardandoti…» come faceva, dalle zampe fino al
capo
«…cioè, lasci a bocca aperta. Mi
piacerebbe tanto
che mi insegnassi tutti i tuoi segreti, non sai quanto l’ho
sognato. Ma prima c’è una cosa più
importante che
devo dirti. E riguarda qualcuno a cui teniamo tutti quanti, qua
dentrooo…perché credo anche la signorina,
‘sera, a
proposito!»…«’sera…(boh…!
Qui
tra poco scopro che sono un Digimon anch’io e nemmeno lo
sapevo!)»…«Renamon…c’è
una cosa
di fondamentale importanza che devi sapere, e che riguarda Rika. Lei
è la tua
domatrice.»…«Ma…tu…come
hai fatto a
trovarmi?»…«Semplice! Ho pensato a dove
sarei andata
e che avrei fatto io se fossi stata nei tuoi panni, la mia scelta
sarebbe caduta inequivocabilmente su questo locale. Pfff, ahhh, pardon
scusa ti starai chiedendo in quale veste io sono qui a
parlarti!»
l’emozione evocava un po’ rossore sul volto
inizialmente
pallido di Cindermon, e un po’ di lucentezza lucida nei suoi
occhi «No è
perché…è figa questa cosa
dell’incontro fra i Digimon tanto che niente mi distraggo
perdo
il filo no, insomma, dicevo! Io sono una vagabonda sfiondatasi in
questo mondo a seguito di una caotica serie di equivoci, E CHE
ADESSO-ma solo temporaneamente-ha un contratto a tempo determinato come
Digimon di Takato, un contratto sottoposto a condizione! In pratica io
sto in servizio finché non si ritrova Guilmon, tornato
lui…fiùùù-fiùùù!»
con manina penzolante «Scade l’accordo ma
finché sta
in piedi…» con sguardo che dallo scherzo
scivolò in
una matura e partecipe consapevolezza «E’ mio
interesse
impegnare tutta me stessa in quello che è il mio dovere: e
adesso questo
comporta…!»…«Ahhh!»
afferrando di colpo e senza remora le mani-zampe di Renamon
«Vomitarti tutta la verità su Rika in questi dieci
anni!!
E sul suo rifiuto!!...
…è
stata tutta una
montatura!!»…«Ah!»…«Lei
lo ha
fatto perché si vergogna!!» mentre anche Himi si
portava
le mani alla bocca…
…e Fiocco
di neve sembrava divertirsi a sfumare il trucco sugli occhi di Rika con
il suo dito a carezzarla «…il tuo lato scomposto
è
inedito…il tuo rigore ha sempre congelato
tutto…lascia
che mi diverta a riscaldarti, questa
volta…»…«…”congelato”...»
ripeteva lei «…”questa
volta”…?»…«Uhmuhmuhm…»
nel
salire improvviso di una profonda inquietudine…
«Rika ha
vergogna della sua vita!…» pronunciava con pena e
partecipazione Cindermon «P-Però tu Renamon, per
favore,
cerca di capirla!!» aggrappandosi al suo pelo, con le sue
unghie
rosse «Non giudicarla! E’ vero che sei bella come
una
statua di cristallo, cavolo, ma Rika lo è dentro, lo
è
dentro!! Anche se ha strappato la vita, se ha dovuto barcamenarsi in
questo locale!!» ma a quel punto fu Renamon ad aggrapparsi a
Cindermon «Ma allora le cose stanno così!! Allora
lei non
ha mai avuto un lavoro stabile e un futuro
promettente!!»…«No…!»
rispose Himi e
«No…!!» ancor più di cuore,
Cindermon
«Se ti ha detto questo…era perché
temeva di
causarti alla sola vista del suo volto la
più…!!...GIGANTESCA delusione della tua vita di
Digimon,
Renamon!!» mentre quelle verità piombavano una
dopo
l’altra nell’animo travolto della creatura dorata
«Temeva di ferirti, di farti credere che tutto il tuo aiuto e
i
tuoi insegnamenti erano stati vani, l’ho vista,
l’ho
sentita!!» Renamon lasciò andare Cindermon,
restando
impietrita…
…mentre
quella storia finiva per evocare commozione anche negli occhi di
Himi…
«Anch’io sto per rivelare un lato
inedito…»
pronunciava Fiocco di neve, che stringendo forte i polsi di Rika si
apprestava a baciarla, nel deglutire agghiacciato della
giovane…
«E’-E’ veramente distrutta, ma
è…!!...CARICA DA FAR PAURA di affetto nei tuoi
confronti!! Un affetto che ha resistito al tempo, tanto che ha
accettato i compromessi di un Digimon malvagio solo per tenerti lontana
dalla sua vita di disgrazia!!» confessava Cindermon
nell’affiorare delle lacrime, mentre Renamon si girava
convulsamente verso l’una e verso l’altra
«Vita di
disgrazia?! Che genere di
vita?!»…«E-Ehhh…quella che ti
puoi immaginare
da un locale così, Renamon. Li abbiamo anche a
Digiworld!»
ammise Cindermon spalancando le braccia «E’ quello
che sto
intuendo?!» chiese fulmineamente Renamon, e Himi lo stesso
allargò le braccia «Sì…!...
…Renamon…anche se mi duole ammetterlo,
non…so come
siate messi voi Digimon su questo fronte…»
sicché
Cindermon ribadì «Li abbiamo anche a da
noi!» ma la
parola passò di nuovo ad Himi «Ma noi non siamo
brave
ragazze…!!»
Renamon dilatò
gli occhi…mentre Cindermon appoggiava la mano sulla sua
schiena
«Mentre di te lei ha cieca
ammirazione.»…«Noi…!!...strappiamo
la vita,
come ha detto lei!» che da dietro alzava la mano
«Eh
già!»…«Noi…»
seguitava Himi, dai
cui occhi sembrava leggersi tutto il tormentato vissuto…
…che si
riassumeva in un bacio doloroso e arrogante, come quello da cui Rika
cercava ora di far sfuggire il suo viso…
«…viviamo
alla giornata con mezzi…che sviliscono tutto:
l’amore, la
dignità umana, il rispetto per una donna! Però
siamo
arrivate qui quando non avevamo più carte da giocare, cosa
ci
possiamo fare?»…«Bel
paragone…bella
prova…Himi.» sussurrò Cindermon,
recuperando gli
occhi di Renamon che si contendeva con l’altra, e descrivendo
«E’ esattamente come per la digimodifica: quando
hai finito
le carte da sfregare nel Digivice…cosa ti resta?»
Di nuovo
la “palla” passò ad Himi, come in una
partita
«Esatto, brava, anche se…io non ci capisco niente
di
questa roba. Ma noi le avevamo provate tutte, e avevamo dei familiari
da mantenere.»…«Se hai finito le carte e
ti lanci
come un folle tu-domatore contro l’avversario non
è certo
bello, a vedersi, rispetto a un epico scontro fra Digimon!
Però
può venire, quando sei proprio
disperato.»…«E
Rika lo era, credi. L’ho vista in tutti questi
anni.»…«E l’ho vista oggi: ma
oggi mi è
bastato…» svelava Cindermon con un dolce sorriso,
e quando
Renamon si volgeva verso di lei versava lacrime «P-Per favore
non
giudicarla…t-te lo chiedo per la mia amica!»
supplicava
Cindermon, ed Himi «Ed io altrettanto…»
poi di nuovo
Cindermon «Io so ancora poco degli umani ma la morale di
questi
pochi giorni è che non ti puoi scegliere la vita che
desideri!!
Cresci come ti capita…»…«Ma
cosa state
dicendo…» (canzone: Shania
Twain - It only hurts when I'm breathing)
accennò Renamon, esplodendo «…come
potrei mai
giudicare Rika?!! A ME DI TUTTO QUESTO NON IMPORTA NIENTE!! IO SONO
TORNATA PER LEI!!»
…di scatto a
volgersi verso l’una e verso l’altra, versavano
entrambe
lacrime, e anche Renamon mentre scandiva
«PER…LEI…non per una sua proiezione
bugiarda!!!»
…parole che
rendevano il pianto insistente per Cindermon, che si mordeva le labbra
per non scoppiare…
«Sono vissuta
per Rika in tutti questi anni! Immaginavo, TEMEVO una cosa del genere!!
Perché conoscevo lei e le sue fragilità, ma
quando mi ha
smentito tutto sono rimasta…senza parole con cui
replicare!»
«…Takato…aveva
ragione…!!» e fu questa
consapevolezza a decretare i singhiozzi per Cindermon, mentre Himi
ancora resisteva «Te lo
aspettavi…?»…«Sì!»
rispose senza
esitazioni Renamon «Perché conosco lei e conosco
anche…!!» socchiudendo i suoi occhi
«…la
vita…» per riaprirli più convinta
«E le
grandi e dure prove a cui può sottoporti! Anch’io
sono
vissuta in questi dieci anni, e quanto è falso che
assomiglio a
una statua di cristallo! Sono una creatura imperfetta
anch’io!!
Imperfetta…e piena di contraddizioni, sono anzi giunta qui
per…!!...mettere quelle della mia crescita nelle mani di
Rika!!
PERCHE’ MI HA MENTITO?!!» esclamò
disperata
«PERCHE’ NON HA AVUTO FIDUCIA IN ME?!! Se mi avesse
raccontato quello che VOI mi avete svelato adesso avrei cercato di
rapirla, e portarla via questo orrore!» disse girata verso
Cindermon, ruotando poi verso Himi «Se avessi saputo la
verità sulla sua vita una volta ritrovata sarei rimasta con
lei,
CHE MI AVESSE VOLUTA O MENO io sarei rimasta lo stesso!! A vegliare su
di lei!! E’ ancora una bambina!! Abbiamo ancora…
…tanto…!!...lavoro da fare io e
lei…»
asciugandosi gli occhi col suo braccio di pelo, mentre Cindermon
esprimeva «S-Sei una grande…!!» tra i
singhiozzi
«C-Cavoli!...una caterva di lezioni sulla tua classe
compattate
in un solo incontro!»
…ed Himi a
carezzare quel viso da volpe, specificando «…La
Signora…»…«No!»
Renamon rifiutò
quel gesto «Non sono una signora! E nemmeno una santa! I
santi
non esistono!» volgendosi verso Cindermon, e dichiarando
«I
Digimon sì invece …!!...e io quello sono: e il
dovere dei
Digimon è STAR VICINI AL LORO DOMATORE! Nella
buona…e
nella cattiva sorte…»
…scandito con eroica
passione…per poi gridare
«DOV’E’ LA MIA
RIKA?!!» e Cindermon le sorrideva, garantendole con una
carezza
«Ti aiuteremo a ritrovarla…» mentre Himi
chiedeva
«Tu sai
dov’è…?»…«Nn…non
proprio,
so che ha ricevuto una telefonata da un certo Fiocco di neve, pare si
sarebbero visti
stasera.»…«Cosa?!!»
trasalì Himi «Oh no!!...Fiocco di
neve!»…«Che succede?!» chiese
Cindermon
«Ma allora ha accettato il suo appuntamento, ma allora
è a
questo che è arrivata per volermi
aiutare!!!»…«Dove si trova?!»
Renamon si
aggrappò a Himi «CHI E’ QUESTA
PERSONA?!!»…«Un uomo che frequenta il
locale,
dobbiamo assolutamente ritrovarla! Fiocco di neve è un uomo
malvagio, le farà del male!!»
…le due Digimon
seppur dall’aspetto tanto differente impallidirono allo
stesso
modo…
…infatti Rika
sembrava dimenarsi per sfuggire a quel bacio, mentre lui la teneva
saldamente «Che cosa fai…? La Regina dei Digimon
si tira
indietro all’ultimo momento…?»
«Presto
andiamo!» Himi si affrettò a prendere la sua borsa
«Rika non deve arrivare a tanto, una volta ho accettato
anch’io di incontrarmi con lui per guadagnare un
po’ di
soldi, e mi ha riempita di botte, non ho detto niente a Rika
perché mi vergognavo, di fronte a lei che sembra sempre
così forte!!» Renamon non esitò un
altro istante e
si precipitò fuori dal locale, mentre Himi terminava
«…ma da allora il nome di quell’uomo mi
dà i
brividi, ha qualcosa, non sembra
umano!!»…«Non
preoccuparti: sei con i Digimon, andiamo a cercarla!»
esortò Cindermon e uscirono…
…Himi
superò Renamon e si diresse verso la sua automobile
«Odd---ddio, e adesso che cos’ha la
chiave?!» ma
«Lascia stare!» imtimò
Renamon…e nello
stupore di Cindermon «Ma…cosa intende
fare?» la luce
la avvolse…
«RENAMON
DIGIEVOLVEEE…»
…il tracciato blu attraversò il suo corpo
disgregandone i
tessuti ed acquistandone altri, nella comparsa della maestosa volpe a
nove code dal collare tintinnante «…KYUBIMON!»
«WOW…» indicò Cindermon, e
Himi ancor
più sbalordita le si rivolse «Solo una domanda,
permetti?
Sei…bellissima, ma...sei tu quella la cui tecnica
dà il
nome al mio locale?»
Kyubimon non rispose, ma le caricò entrambe sul suo dorso
compiendo un balzo prodigioso fino a confondere la sua aura di fiamma
con la luce dell’insegna del locale, del medesimo colore, per
schizzare sul tetto «Reggetevi forte,
adesso…»
accennò con la sua voce intensa, ed Himi era persa
nell’emozione «Rika era qui dove siedo io, in quel
frenetico ritorno da Digiworld,
vero?»…«Ma va, ma
dai?! Oh questa non la sapevo!» ammise Cindermon. Poi
Kyubimon
nella solennità di un tintinnio dal suo collare a
campanello,
balzò al livello della luna…
…e
chi avesse guardato il cielo, avrebbe creduto nel ritorno del
passato…(fine-canzone)
Rika respinse
Fiocco di neve con uno spintone «Che ti prende, Rika?!...sei
venuta qui di tua spontanea volontà, io non ti ho
costretta!» Ma lo sguardo della ragazza, apparentemente
indecifrabile, si caricava alla vista di un particolare nei dintorni
«Hai ammesso di essere disperata, e di avere bisogno di
grana, io
sono l’unico che può dartela, ma non faccio
elemosina: tu
devi farmi un’offerta!...e allora avrai ciò che
desideri…» fece l’uomo avvicinandosi, ma
poi
«Oh?! Che cosa guardi?!» iniziò a girare
la testa
ovunque per scovare ciò che Rika stava fissando
«Cos’è, sei appassionata di scritte
vandaliche?!»
Infatti lo
sguardo della ragazza sembrava concentrarsi su quei contorti disegni
che rigavano il vetro della vecchia cabina, ma uno solo fra questi
aveva attratto la sua attenzione: fra scritte incomprensibili qualcuno
aveva disegnato una stella…(canzone:
Laura Pausini - Mi dispiace (strumentale) )
…e Rika
ad essa sovrappose il ricordo di quella tracciata da Beelzemon nella
penombra della sera, fra le macerie dei palazzi, dedicata a lei per
penetrare il gorgo oscuro del suo animo “Ma cosa sto
facendo…?” mentre Fiocco di neve si avvicinava
«Qualcuno ti distrae dal tuo dovere, dolcezza…?...
…devi dirmi solo il suo nome…e io lo faccio a
pezzi!»
Rika socchiudeva
i suoi occhi così truccati…e molte voci le
affioravano al
cuore…
…quella di Takato “anche se avessi compiuto le
peggiori sconcezze tu per me rimarresti sempre la mia amica Rika!”
…di Cindermon “Insomma
ho appena conosciuto un’amica in città e tu mi
vuoi lasciare senza, da sola un’altra volta?!”
…di Beelzemon “Ora
tu non devi condannarti per molto meno, posso garantirti che la mia
amica Renamon ti aspetta a braccia aperte.”
…di Jeri “Però…!...vorrei
che tu sapessi…che ecco insomma, io ci sono e puoi contare
su di me.”
…e
infine, le parole che le aveva rivolto Renamon al loro incontro nel
presente “Se
avessi dato ascolto a Vajramon non sarei stata felice. E probabilmente
non avrei accanto coloro che oggi amo.”
…così che adesso quelle mani smaltate si
portavano al
viso…
“E se
stessi equivocando tutto?” come a voler nascondere il trucco
e il
rossetto “E se stessi compiendo il mio proverbiale sbaglio?
Se
stessi in QUESTO modo tradendo ciò che Renamon ha voluto
insegnarmi?” «Bando alle esitazioni e ai moralismi!
Tu
è questo quello che sei…!» ma Rika
improvvisamente
non ne era più sicura…
“Io
ho molti amici…loro sono stati disposti a compiere un balzo
mortale nel vuoto per venirmi a recuperare, come…!!...il
mio, di
tanti anni fa, nel pozzo del D-Reaper per cambiare il destino! Allora
ci credevo…
…come mi sono ridotta…?” in una
sfumatura di pena
per se stessa, sempre più celava il suo volto mentre Fiocco
di
neve cercava di spostarle le mani «Andiamo, non essere
timida, il
tuo bel faccino voglio
vederlo.»…«Non…!!...sei
davanti alla tv,
Fiocco di neve!» sibilò con risentimento,
lasciandolo
«Oh?!» un tantino sbalordito…
…in
quegli stessi istanti Takato richiudeva la porta della stanza
«La
mamma si è
addormentata…»…«E’
indescrivibile quanto la stai facendo soffrire.»
infierì
però suo padre con parole dure, che lo costrinsero a restare
aggrappato alla maniglia «Giorno dopo giorno stai portando
alla
rovina tutti i suoi sogni.»
“Perché papà mi dice
questo…?” si
chiedeva il ragazzo nei suoi pensieri “…io sto
cercando di
fare del mio meglio, anche se è difficile. Di
fare…del
mio meglio!”
«E tutto
sempre, e solo per colpa dei Digimon!» brontolava Takehiro
«Sono diventati il fantasma che perseguita la nostra vita,
che ti
logora e ti cambia sempre di più, fino a cancellare quel
figlio
che amavamo tanto!» ma Takato si volse di scatto
«Io non
sono un file informatico! Io sono in questo modo! Sono fatto
così, e se non vi piaccio è un problema
vostro!!»
Il padre sospirava,
mentre Takato scandiva «Non…!!...è
colpa
mia!» e la tensione in quel corridoio saliva
oltremodo…
...quando Terriermon
smontò agilmente da quella borsa al pavimento di casa
Akimoto,
c’era Benji ad aspettarlo a braccia aperte. Era forse giunto
il
momento di riprendere il discorso interrotto con Rea, che
accovacciandosi gli disse «Oggi, in battaglia, quando sei
intervenuto per aiutarmi, ho provato una sensazione che fino ad ora mi
era sconosciuta. Ho sentito…il calore sprigionato dal tuo
cuore
Terriermon, sono solo una mitomane? Mi sto immaginando
tutto?»…«Oh?»
…Terriermon
chinò il capo, mentre Benji tirava le sue orecchie
“E’ vero. Quando Gelsomon e LadyMeramon
l’hanno
minacciata ho sentito…un improvviso impulso di proteggerla!
Anche se la conosco solo da un giorno…lei è per
me…un nuovo quesito della vita. Debbo sbrogliarlo,
è
l’unica cosa che mi rimane.” «Signora
Rea.»…«Oh?!» quelle parole le
fecero insorgere
del dispiacere, ma lui si volse di scatto «No! La prego, non
fraintenda. Mi dia tempo. Solo del tempo, ho bisogno di
tempo!»
guardando sia lei, sia Benji con le emozioni sospese
«T-Tutto…mi è crollato addosso
improvvisamente.
Devo riordinare le idee: improvvisamente non so più chi
sono!...
…e
qual è il mio ruolo in questo disegno…»
ed i suoi
occhietti avevano espressione di supplica…
Rea si
alzò in piedi pensando “…ha ragione.
E’
esattamente…come è successo a me, quando Henry mi
ha
lasciata. Questa creatura ha diritto a ritrovare un orientamento dopo
che i dolori gliel’hanno tolto, non ho il diritto di
forzarlo.”
“Questa
ragazza…e questo bambino saranno le mie nuove
tracce!”
pensava Terriermon, mentre affermava «F-Finché non
avrò le risposte, però…
…p-posso proteggerla. S-Se le fa piacere, se mi
vuole…»
Ed un
sorriso di commozione affiorava nella ragazza, ma l’istante
dopo
proruppe Suzie dalla porta «Pfff, AHAHAHAHAH! Rea,
ma…chi
è quel pazzo giù al portone che chiede di
te?!!»…«Cosa?!» ed anche il
padre di Rea
«Ah! Rea, figliola, cos’hai fatto??? Per
l’amor del
Cielo, doveva essere una cena amichevole! Il mio capo è qui
sotto, è furioso!!!»…«Come
sarebbe?! Non
dirmi che ha avuto la faccia tosta di presentarsi qui a casa
mia!»…«Vuole licenziarmi!! E se lo
fa…ah, con
che soldi compreremo altri peluche come quello che hai preso oggi per
Benji, carino a proposito!»
«Oh?» Terriermon si volse un po’
dubbioso, e Rea si
rimise la borsa a tracolla «Scendo: adesso mi sente, prima di
licenziare mio padre!»…«Vengo
anch’io, non me
la perdo per niente al mondo!» si accodò Suzie
«Papà, resta con
Benji!»…«Ma-Ma
come?!...i-io devo mettere la buona parola: ptsss, Benji amore del
nonno fa il bravo per cinque minuti-cinque qui da solo con il tuo
peluchino, eh?» socchiudendo la porta…Benji rimase
con
Terriermon «Dio…come somigli a Henry. Hai i suoi
stessi
occhi…»
…ignorando che la porta si riapriva lentamente
“Sono
usciti.” rivelando un furtivo e soddisfatto Henry
“Fantastico, sono soli!!” di cui Terriermon non si
accorgeva poiché gli dava le spalle…
«No…basta…non è questo
quello che
voglio!» ansia improvvisa affluiva nel cuore di Rika
«Ah,
tu stai scherzando!» Fiocco di neve afferrò il suo
polso
ma lei si liberò «NON STO AFFATTO
SCHERZANDO!!»
fulminandolo con gli occhi «SPARISCI…è
stato un
errore chiamarti! E-E’ stato solo un grosso errore tutto
questo!» ma si sentì afferrare il polso
più forte,
e più minacciosamente «TROPPO
TARDI…piccola
Rika.»…«Ahh!»
…in brivido gelido di paura…
Henry si
illuminò nell’espressione, avanzando e
ingurgitando una
pillola per poi occultare dietro la schiena la boccetta
«Terriermon, amico mio…!!»
«Ahh!» il Digimon sussultò. Ed anche
Benji rimase
assorto «Benji…!!...piccolino del tuo
papà…»
“Henry…!!” ripronunciava il Digimon in
un brivido
dei sentimenti, alla vista di quell’uomo…
…reso
però enigmatico, a dispetto di quella annosa conoscenza, dal
sorriso radioso con guardava entrambi, come se non fosse accaduto
niente di tutto ciò che li aveva divisi…
…la sua
gioia era strana, la sua emozione attraversata da un tremore
innaturale…
Fiocco di neve
sbatteva con violenza Rika all’interno della cabina
telefonica.
Lei lo fissava con occhi attoniti «Adesso ci divertiremo un
po’: non ti hanno insegnato che da un certo punto non si
torna
più indietro?!»…«Ma tu chi
sei in
realtà…?»...«Io?!»
mentre le teneva
stretti i polsi in quell’angusto spazio «Sono uno
che ti
conosce da anni, e che hai avuto l’ardore di umiliare!! Ho
aspettato in silenzio e pazientemente di assistere al tuo DECADIMENTO,
E SONO STATO ESAUDITO!»
Sempre
più spaventata, la giovane. Inutilmente tentava di
liberarsi,
mentre lui le metteva le mani sul viso «Ora voglio vederti
per
quella che sei, UNA PROSTITUTA!! E che ti piaccia o no tu stasera con
me agirai come tale-OUCH!» ma una ginocchiata bassa lo
colpì in pieno, permettendole di sgattaiolare
«AIUTO!!!»…«D-Dove credi di
andare?!»…«AHHH!!!»
riafferrandola e
spingendola con uno schiaffo contro la cabina, per imporle i suoi baci
«Questa volta sei inerme, sola come un rifiuto!! Tutti ti
hanno
abbandonato!! Ora senti freddo, ma io ti
riscalderò!»…«L-Lasciami
andare--!!
Q-QUALCUNO MI AIUTI!!!» ma lui la colpì con un
altro
schiaffo «NESSUNO VERRA’!! A CHI CREDI IMPORTI SE
GRIDA UNA
COME TE!!...il momento tanto atteso…»
…quell’uomo estrasse un pugnale ghiacciato
«Non ce
la faccio ad aspettare una notte d’amore, voglio cancellarti
prima! Tirerai il tuo ultimo respiro tra i miei baci!!»
“Aiutami, Renamon, per favore, questa è la
fine!!”
gridò dal suo cuore Rika quando vide brillare quel pugnale.
«…RIKA!!» correva Kyubimon di palazzo in
palazzo
fino a quel vicolo «Ihmp! Guarda lì!»
indicò
fulmineamente Cindermon «E’ LEI!!»
gridò Himi
spaventata.
«RIKAAA!!!» si lanciò la volpe a nove
code…
«Il
capolinea di una bambina cattiva!» decretò Fiocco
di neve
alzando quel pugnale «VAI DRITTA ALL’ALTRO MONDO,
SGUALDRINA!»
«NON…LA TOCCARE!!!»
«Uhmp?!!!» si volse di scatto l’uomo.
Kyubimon
atterrò, in una roteante capriola che la mutò in
una
fiamma blu al grido «FLUIDO…CELESTE!»
Ed Himi,
smontata con Cindermon le picchiettava sulla spalla «Ecco.
Guardalo. Da questo il mio locale.»
L’altra
abbagliata alla vista di quella fiamma, che travolse gli occhi sia di
Rika sia di Fiocco di neve, fino a centrarlo in pieno
«WHAAAAAAAAAAAAA!»
Spingendolo a terra.
E quella ragazza
spalancò occhi illividiti e bocca ferita come alla vista di
un
miracolo «…!!!...KYUBIMOOON!» cadendo a
terra
stremata ma incontrando l’amorevole affetto del suo Digimon
«Rika!! Piccola mia!!»
Fiocco di neve si
rialzava come una molla, alquanto indispettito «A-Ancora
quella
maledetta volpe, è una persecuzione, ma non doveva essersi
trasferitaaa?!!»…«GRRR, SE OSI
AVVICINARTI A
LEI…!!!» ringhiò Kyubimon e lui
«Mmm, meglio
darsela a gamb-» ma nella sua fuga incrociò
Cindermon, che
lì per lì gli rivolse un sorriso
«Eheheheh!...»…«OUCH!»
e poco dopo un
pugno «COSI’ IMPARI A MALTRATTARE UNA RAGAZZA,
SCHIFOSO
PORCO BASTARDO!» e anche un calcio «A-AHHH! QUESTA
NON ME
LA RICORDAVO, E’ UNA CONGIURA CONTRO DI MEEE!!!»
fino a
sparire nel vicolo buio.
Himi arrivò di
corsa «E’ andato via?! L’avete mandato
via?! Meno
male che vi ci siete messi voi Digimon perché
sennò io
che ero umana…lo ammazzavo! Lo ammazzavo quel brutto
infame!!»
«Rika!!
Rika so tutto!!»…«Kyubimon!»
il Digimon le
leccava le ferite come un animale verso suo figlio «Himi e
Cindermon mi hanno detto tutto, Rika non mi importa, lo capisci?!! Mi
importa solo stare con te, perché non mi hai detto la
verità?!!...perché ti sei fatta fare tutto
questo,
bambina mia?!!»…«Kyubimon,
Kyubimon…!»
scivolando in un abbraccio, aggrappandosi a lei con tutte le forze
«FINALMENTE, AVEVO PERSO LA
SPERANZAAA!!!»…«Rika!!»…per
poi cadere
stremata, accasciandosi al suo Digimon «E’ finita.
L’incubo è terminato, ti porto a casa. Ti riporto
a casa
tua, ricordo la strada, non potrà accaderti
niente…con
me.» caricandosela sul dorso…
«Andiamo a
casa.» Cindermon invitava Himi «Devono star sole,
hanno
tali e tante cose da raccontarsi.»
Così si
avviarono in direzioni opposte, mentre Cindermon dedicava
un’ultima occhiata al cielo «L’affetto
fra domatore e
Digimon…non è soltanto potere!
Che…roba…ho
scoperto stanotte…»
E anche un vicolo come quello aveva il suo Digigmomo (fine-canzone)
«Papà…» Takato prendeva un
lungo respiro, nel
corridoio «…cerchiamo…di
ragionare!»
avanzando verso suo padre che gli dava le spalle, con espressione scura
e tesa «Tutto quello che sta accadendo in famiglia fra
noi…non mi piace! Non è mia intenzione far
sì che
si prolunghi all’infinito, non…mi
ritrovo…»
cercava di conferire calma, il ragazzo, alle sue parole
«…nella parte del ragazzo ribelle, che litiga di
continuo
coi suoi genitori, il fatto che possa esser di moda non mi tocca,
benché tu possa non crederlo amavo com’era prima.
Non mi
sentivo…anonimo o incolore per il fatto di essere un
figlio…pacato, che con voi viveva in armonia!
Anzi…»
…avanzando ancora, mentre Takehiro stringeva gli occhi e
sembrava provare dolore nel ricordare quel
periodo…«N-Non
sai quanto tutto questo mi manchi!» facendo dolce la sua
espressione, nonostante lo sforzo «…muoio dal
desiderio di
ritornare a quei tempi…a-a quella serenità!
Però…
…ho
bisogno d’aiuto! Tu e la mamma dovete…darmi una
mano! Come
faccio a farvelo capire…?...io mi sento continuamente
giudicato!
Non posso…riacquistare calma, e serenità
circondato dalle
vostre continue allusioni, forse non è chiaro, ma mi fanno
soffrire!»
Takehiro non si
girava, ma suo figlio seguitava a parlargli «Tanto
soffrire…che semplicemente non ce la faccio, non riesco a
basare
un piano di…!» stringendo occhi e denti ma
affermandolo lo
stesso «…miglioramento di me stesso, di limatura
del mio
carattere e degli spigoli che ho sviluppato, se voi continuate a
infierire su tutte le mie debolezze! Con la gente, al negozio, e anche
quando siamo soli…da un po’ di anni non si parla
d’altro di quanto sono sempre
inadeguato!»…«Ah
sono idee tue, Takato…» mormorò il
padre, ma Takato
insistette «Non…!!...sono idee mie…e tu
lo sai
bene…» mentre seguiva con lo sguardo quei pochi
passi del
padre…
(…ignari
del fatto che Mie li stesse ascoltando, con l’orecchio
appoggiato
alla porta…)
«Voi…siete insoddisfatti di me, lo so, mi
dispiace! Io
vorrei tanto potervi alleggerire da tutti i vostri pesi. So benissimo
che ne portate molti sulle spalle…
…la vita che si è fatta più
cara…la nostra
casa, i soldi, le bollette, il negozio! Ogni cosa è
diventata un
pensiero…ma non ho intenzione di rifugiarmi in un mondo
immaginario, sono grande e voglio affrontarlo.
Però…ho
bisogno del vostro appoggio…» Takato si
avvicinò
tanto da prendere la mano del padre da dietro…e avvicinarla
lentamente a sé «…ti
ricordi…?...era un
gioco che facevamo…quando io ero piccolo. Dovevo scovare la
tua
mano, ma mi intrufolavo dappertutto e vincevo sempre.»
portandola
vicino al viso «…quanto tempo che non mi fai una
carezza…e invece io ho bisogno di te…
…ho
bisogno di entrambi voi, vi amo…tu e la
mamma…siete tutta
la mia vita…»
(Mie era
seria. Non affiorava propriamente commozione, sembrava ponderare un
pensiero…)
Suo marito
invece era commosso anche se non mostrava il volto, ed anche Takato lo
era ma gli veniva da sorridere «Mi piacerebbe
tanto…credimi…sentirmi…ancora…
…“il tuo adorato bambino”…
…tu sei il mio papà…!...
…ti prego…poniamo fine alle ostilità.
Ricominciamo
da capo, vi chiedo solo di non criticarmi continuamente e di non
ironizzare su di me. In cambio vi prometto…che
farò del
mio meglio per aiutare sia voi sia i miei amici, stanno molto male e
hanno bisogno di qualcuno che li supporti. Ma lavorerò al
salone, e tornerò al negozio in ogni momento libero!
Cercherò di guadagnare il più
possibile…
…dico molto sul serio…» pronunciava
basse, profonde
e consapevoli come il suo sguardo, quelle parole
«…non
chiederò niente…più di quanto
già non
abbia…
…non mi interessa avere una vita sociale brillante, far
tardi la
notte, spendere soldi nei locali, avere moto o automobili
più
belle di quella che ho, non mi è mai
interessato…»
Takehiro stringeva un pugno che sembrava di dolore…
…e suo figlio specificava «…mi
basta…che voi
stiate tranquilli. Mi prenderò cura della
mamma…»
(Mie rivolgeva in alto il suo sguardo)
«…so che soffre ed è molto in pena.
Fidatevi di
me…
…e io mi fiderò di voi…»
…sospeso il suo animo e il suo sguardo, in attesa del
responso
di quella sentita preghiera, nel silenzio della sera e della loro
casa…
Ma c’erano
un altro padre e un altro figlio in quegli stessi istanti
l’uno
di fronte all’altro «Accidenti, come sei cresciuto
Benji…!» sembrava esplodere, Henry, di quella
strana
felicità «Sei bellissimo, sei la mia gioia. Fatti
toccare.» ma quando allungò la mano
«Ah?»
qualcosa gli impedì di sfiorare suo figlio: un lungo
orecchio si
era alzato fra loro due. Un orecchio appartenente ad una creatura non
umana come loro «Non essere geloso,
Terriermon…!...vedo
che avete già fatto conoscenza. Lui è mio figlio
Benji…! Hai visto, è un bambino così
buono…! Ma io sono venuto per entrambi voi!» e di
nuovo
provò ad allungare la mano verso il bambino, ma Terriermon
alzò entrambe le sue orecchie intimando «Fermo
dove sei,
Henry.»…«Oh?»
Henry si stupì,
di fronte all’espressione del Digimon rigida e marmorea.
Senza
sorriso. Immobile, come un guardiano fra lui e Benji
«Terriermon…ah, insomma perché ti
comporti
così, è sciocco…!» replicava
Henry con
apparente calma, sempre tendendo ad accennare un sorriso dalla parvenza
accogliente «N-Non c’è
motivo…credimi…voglio bene sia a te che a Benji!
D-Del
resto…come potrei fare a meno…?
Siete…mio figlio e
il mio Digimon!...
…s-se solo tu
potessi sapere…in questo momento quanto sono emozionato,
Terriermon…!...»
Nulla cambiava dell’espressione di Terriermon…
«T-Ti sto
rivedendo dopo ben dieci anni…!...e proprio qui…
…a-accanto a mio figlio, esattamente come ho sempre
desiderato…!...ti ho trovato a giocare con
lui…»
…il corpo di Henry e ogni suo gesto erano scossi da tremore
«H-Ho sempre voluto avere un figlio…! E potertelo
mostrare…! A-Adesso…finalmente il miracolo
è
accaduto…
…quante ne abbiamo passate insieme,
Terriermon…!...f-fa
venire veramente i brividi a ripensarci…»
…i pugni di Terriermon si stringevano…
«…g-già, ti ricordi…?...la
sequenza
mozzafiato…della nostra avventura…
…il nostro rapporto…
…l-la luce della crescita lo fa apparire ancora
più
epico…!...
…Terriermon…caro vecchio amico…
…a-ancora non mi sembra vero! F-Fatti toccare per
dimostrarmi
che non sto sognando-» ma «Ah!!» il loro
primo
contatto dopo anni fu un colpo che Henry ricevette sulla mano quando
provò ad avvicinarla «Fermo, di qui non si
passa!»
decretò Terriermon, piazzandosi massicciamente tra il
bambino ed
il padre che adesso spalancava occhi attoniti…
«Ah, sono
tutte parole.» replicava scettico Takehiro «Le cose
si
dimostrano con i fatti, e quello che ho davanti a
me…»
volgendosi, e finalmente guardando suo figlio
«…pfff, beh!
Si commenta da solo!»…«Ti riferisci al
modo in cui
sono vestito…?...ma come puoi solo prenderlo come parametro
per
l’autenticità delle mie
intenzioni?!»…«Una persona si descrive
in tutto
quello che fa.» Takato guardò la stessa maglietta
che
indossava, e chiese «E’…così
orribile…?...
…ma
perché, cos’ha che non va?...! Se non ci arrivo io
ti
chiedo di spiegarmelo, perché per quanto mi sforzi ti
assicuro
che non ci trovo niente di male in quello che ho comprato e che ho
indossato! E’ un po’ più attillata,
d’accordo,
è più scollata ma cosa pensi che ci vada a
fare?!...lo
sai che non è mio solito abbordare ragazze e portarle in
giro a
fare follie!»…«Francamente non ne sono
più
sicuro! Tua madre mi ha accennato alcune
cose…»…«Che…?
Pfff…!...posso
bene immaginare. Ayami questa mattina è stato al negozio, e
credo stia già gridando per il terrore che porti via la
fidanzata al figlio, quando non mette a fuoco che Jeri è mia
amica fin dall’infanzia, il fatto che ci abbiano visti
assieme-»…«NON mi riferisco solo a Jeri,
sebbene
questa storia non mi piaccia!»…«Mmm, e a
chi
allora?!»…«Non far finta di non capire,
parlo di
quella che ho visto anch’io e che gira intorno negozio,
quella
con cui ti sbranavi in camera tua!»…«Beh
non almeno
nel senso che si potrebbe
intendere!»…«Non è
affatto divertente.»…«Nemmeno per me. E
poi credi,
non ci capisco più niente, ecco vedi?! Voi mi fate
impazzire:
anni e anni a non darvi pace perché non avevo una fidanzata,
ora
per il solo fatto che ho scambiato DUE parole con DUE ragazze accade il
finimondo, di questo passo anche se volessi come
potrei?!!»…«Non c’entra! Vedi
che non vuoi
capire?! Avere frequentazioni, avere una vita sentimentale equilibrata
è tutt’altra cosa rispetto a ciò che
fai tu!»
Takato tacque,
impegnandosi a contenere l’effetto spiazzante che gli davano
quelle affermazioni…
«E’ diverso, tu sbagli approccio! Sbagli
tutto…»
Il ragazzo
chinava il capo, e il suo cuore pulsava doloroso per le parole che
udiva…
…quelle
affermazioni del padre, rendevano il suo animo vuoto come una sala in
cui si è appena consumata una festa. Briciole cospargono il
pavimento, e i passi scricchiolano su festoni strappati. Ma gli
invitati se ne sono andati, il cibo abbondante è finito e
l’entusiasmo si è spento, per lasciar spazio ai
sussurri.
Come quelli di Sandmon, appoggiato alla grande finestra che dava sul
terrazzo «Non c’è che dire ho mangiato
da dio, una
bella dormita e sarò pronto e in forma per mettermi in
viaggio
già da domani ptsss-ma chi è
quell’orrendo sgorbio
che ha raccattato il ragazzino?»
N’Emo si
era accasciato su una sedia, a ronfare con il Digivice nella mano.
E il suo Digimon
incappucciato ancora girava per la sala, e si accostava ora ad
ascoltare il dialogo che coinvolgeva il guerriero di sabbia
«Ah,
non è neanche degno di essere definito un Digimon,
è
ridicolo! Da N’Emo non mi meraviglia, anzi, ma da te,
Purplemon!
Una regina dell’estetica
pluri-rinomata!»…«Eh
beh che vuoi, mi ha cosparso coi petali di rosa, non potevo
rifiutare!»…«Io se fossi in te una rosa
gliel’avrei fatta ingoiare, non invano le hanno fatte con le
spine! Senti un po’, ma non è che questo ci
rovinerà i piani?»…«Ahhh, non
dire
sciocchezze: ti fai troppi problemi!» echeggiava la vocetta
da
quel riflesso rosa sui vetri della finestra a cui era appoggiato lui
«Secondo me, dovremmo lasciarlo qui, a palazzo ci
rovinerà
la piazza!»…«Ahhh, Sandmon mi hai
stancato ok? So
quello che faccio e poi-ptsss, non voglio che senta: ma chi se lo
può filare uno
così?»…«Beh,
tu!»…«Ma lo faccio solo
perché mi serve! Non
ha più nessuno, e mi servirà con zelo, funziona
così!»…«Sarà!...
…ma
io non sono tranquillo!»…«Beh,
è un problema
tuo!»…«Lo è
dell’operazione!»
…mentre con sguardo triste, Guilmon sotto il suo cappuccio
si
allontanava, avanzando per l’ampia sala da pranzo…
…e
Takehiro affermava «Un uomo non ha bisogno di infilarsi una
ridicola maglietta come quella per dimostrare chi è! Ne
basta
una normale, e un comodo jeans! E se ha carattere, se vuole,
può
conquistare anche un’esercito di ragazze, ma non parlo di
quelle
del genere di quella tizia, o della tua amica Rika! Brave ragazze, con
la testa a posto, che fine vuoi fare a lungo andare con tipe del
genere? Ti spilleranno soldi, e ti lasceranno in mezzo a una
strada!»…«Papà, io sto
tollerando, ma tu stai
parlando di MIE AMICHE…!»…«E
poi,
francamente, non è solo questo. Non si limita alle quattro
cose
che hai comprato oggi…anche quei capelli tinti in quel modo
patetico, dove vuoi andarci, ti rendi conto che non dimostrano niente,
non ti rendono nessuno! Non assomigli a un
uomo!!»…«Beh…! Qualsiasi cosa
tu intenda
pronunciando questa parola!!...
…a me non
interessa assomigliargli.» specificò Takato
nell’approfondirsi della voce…
…mentre
Guilmon camminava fra quei festoni a terra, fra cui si impigliava le
zampe senza badarvi, e calpestava briciole, e resti di patatine, mentre
udiva Sandmon elencare «E’ alto come un soldo di
cacio,
l’antitesi della maestosità di un Digimon!...
…si atteggia a
gran signore ma è uno zotico, lo si vede a occhio!...
…ptsss: credo
non sappia neanche leggere! Non è capace a fare niente,
uhmuhmuhm, non l’hanno voluto da nessuna parte e andrebbe
bene a
lavare i pavimenti del palazzo in cui ci imbucheremo, ma una volta
lì è certo che accamperà pretese!...
…mormoreranno tutti alle sue spalle…»
«Non mi importa
niente.» scandiva però Guilmon fra sé
«Parlassero pure. A me non interessa…» e
spariva,
nella sua sagoma nera tra le statue «Il solo di cui mi
importava
la stima è sparito ormai…»
“Guilmon…se solo tu fossi qui, adesso! Se potessi
sostenermi, mentre mio padre mi distrugge! Sento…che non ce
la
faccio, sento cadere ad uno ad uno tutti i pezzi di me
stesso!”
ma lo sguardo di Takehiro improvvisamente cambiò: si fece
scrutatore, avvicinandosi a suo figlio, che indietreggiò
appena
rilevando nel fare del padre una nota insolita
«…questi…ridicoli colpi di
sole…»
sfiorandogli la frangetta, ma Takato tendeva a ritirarsi
«…non mi piacciono…non ti stanno bene,
di questi
non c’era bisogno, perché schiarirti i capelli?
Perché invece non te li sei fatti scuri, per
esempio?»…«Cosa?!» il ragazzo
restò
sbalordito, mentre suo padre non perdeva quell’atteggiamento
analitico «Ma sì…
…io sono
in definitiva contrario alla tintura per i capelli però se
proprio avessi dovuto scegliere…ti avrei voluto vedere con i
capelli più scuri. Non hai preso niente del mio colore
scuro, la
tua tonalità l’hai presa da tua
madre…»
mentre seguitava a passargli il dito tra i capelli, ma il ragazzo
retrocedeva di scatto «E con questo che vorresti
dire…?!!...
…che la mamma ti ha tradito con un altro per
avermi…?!» scandì, recriminando con
occhi accesi di
rabbia «…che sono un figlio
bastardo…?!!»…«Ah, ma non
dire
sciocchezze…!...facemmo ogni prova quando fu
tempo.»…«…ringraziamo che
esiste la
scienza…!!»…«Intendevo solo
dirti che questi
colpi di sole sono fuori luogo, certo, perché è
l’ennesimo promemoria di quel tempo: un aspetto
“solare”, “il sorriso che non dovevi
perdere”,
la luce che carezzava i periodi della tua infanzia, tutto in te deve
rievocare per forza quel periodo senza neanche accorgerti che
così sei ridicolo.»…«A te non
piacciono i
capelli chiari, e a me sì! Tu non ti saresti messo questa
maglietta e invece a me ho scoperto che piace, tu sei tu,
papà!
E io sono io, non puoi pretendere che siamo uguali! Un
padre…con
suo figlio possono avere delle diversità, non puoi
pretendere in
eterno di vedere in me realizzato quel modello a cui tieni tanto,
l’intraprendente figlio del panettiere uguale in tutto e per
tutto a suo padre, che morde il freno per iniziare a frequentare le
ragazze e si sposa alla stessa età! Abile in matematica a
dispetto delle sue umili origini, voglioso di conoscenza e appassionato
di riparazioni pratiche, io non sono così! Anch’io
ho i
miei interessi, ma sono i miei! Tu puoi avere un’attitudine
pratica, la mia può essere creativa! Tu poi aver avuto i
tuoi
amici e le tue frequentazioni, e io…!...forse posso essere
in
grado di leggere il bello anche in persone come Rika, o come Cindy!
Perché no?! Forse perché mi sono sempre vestito
da
“bravo ragazzo” non posso cambiare?! Io ho tanti
lati
inediti, ma mi intrigano e voglio scoprirli, tu hai concesso presto i
tuoi baci, io posso sognare per me…un
inizio…magico!» definì con occhi che si
perdevano
nell’ancora non conosciuto «Ed un amore speciale!!
Anche
questo fa parte di me e contribuisce a rendermi unico! Non siamo file
matematicamente riproducibili all’infinito! Tu mi devi
rispettare
anche se non sono la tua immagine riflessa,
papà!»…«Certo, tu fai presto
a parlare!!...ma
quando fu il momento tu te le prendesti le tue soddisfazioni! Tu la
disegnasti, la creatura dei tuoi sogni, e quella prese vita!!»
«Cosa…?!» tanto per Takato fu
inaspettata
quell’accusa, pronunciata dal padre con risentimento negli
occhi,
che la avvertì come un brivido…
«Ma
certo…!...tu eri l’amico dei miei
sogni…»
ripeteva Henry seguitando a rivolgere quel sorriso a Terriermon,
granitico e a denti stretti di fronte a lui «Sei uscito dal
mio
computer…!...m-mi sembrava magia poterti abbracciare, e-e
poi…!...tutti i pericoli affrontati assieme…
…Gorrillamon che voleva acquisirti, e la mia paura di farti
combattere!...
…quando digievolvesti Rapidmon, contro Pajiramon e Vajramon!
Il…nostro viaggio assieme a Digiworld!»
…attimo
dopo attimo, Terriermon deglutiva a stento tutti quei
ricordi…«…e quando nello scontro con
Zhuquiaomon
finalmente biodigievolvemmo insieme, Megagargomon! Q-Questo
è il
nostro album dei ricordi, Terriermon…» avanzava
Henry…
…nel proporzionale alzarsi delle orecchie del Digimon
«Fino al giorno…in cui scivolasti dalle mie
braccia di
ragazzino lasciandomi, pochi istanti dopo aver temuto di perderti in
quell’…orrendo buco, ti ricordi? Fu MarineAngemon
a
salvarti…io non ti ho mai scordato, come sono certo che tu
non
hai scordato me!! Terriermon!!...
…andiamo via, andiamo via insieme, portiamo Benji con noi e
scappiamo, come se si trattasse del
D-Reaper!»…«Ma
non si tratta di questo,
Henry!!»…«Ah?!...cosa?» si
ritirò Henry
attonito, mentre Terriermon scandì serio «In
questa casa
vive una ragazza, e vive il suo bambino!» …il suo
ex-domatore dilatava gli occhi…«Ed io sono
qui…ora
che tutti si sono allontanati, sono un Digimon! Ed è mio
dovere
e vegliare affinché nessuno compia delle ingiustizie, come
quella che miri a portare a segno
tu!»…«Ma…Terriermon, insomma,
non mi
riconosci? Sono io…!» replicava in quella sorta di
pazienza animata dal tremore, ben visibile dal dito con cui indicava se
stesso «…sono Henry! Il tuo amico, il tuo
domatore,
possibile che non mi riconosci perché sono cresciuto?
Sono…forse così
cambiato?»…«Non si
tratta di un cambiamento
fisico!»…«…ahh…
…non avrai dato ascolto a tutte le storie che racconta
Rea.» fu il sussurro di Henry, ma Terriermon
replicò
«La SIGNORA Rea, lei è la PADRONA di questa casa,
è
la MADRE di Benji!»…«Ahh!»
Henry ritirò
la mano spaventato «E in ultimo ma non di importanza,
è la
mia Digimon
Tamer!!»…«Cosa?!!»…«Girati
Henry…guarda tu stesso!»
Gli
occhi del giovane dai capelli scuri si spalancarono alla vista del
Digivice appoggiato sul comodino «Non è possibile,
ma che
assurda follia è questa!» gemette, ma Terriermon
rimaneva
rigido «Non ci trovo nulla di così strano. Ho un
nuovo
domatore.»…«Non dire sciocchezze,
Terriermon! Io, IO
posso essere il tuo solo domatore!»…«Non
hai alcuna
prova per affermarlo. E poi…permettimi di dirti, non mi sei
sembrato dello stesso avviso l’altro
giorno.»…«Ahhh, non avrai dato
importanza a quelle
sciocchezze…» si accucciò presso il suo
Digimon,
con atteggiamento che voleva essere persuasivo «Ti posso
spiegare
tutto: quello che ho detto…non lo pensavo, è
stato solo e
unicamente per motivi di lavoro! C’era una mia collega e
avrebbero sospettato che avevo trattato i Digimon nel mio passato.
L’ho fatto per conservarmi un posto, alla mia famiglia
occorre il
mio contributo…Terriermon…a-andiamo, abbiamo una
storia
alle spalle, come soltanto ti viene in mente che io possa odiarti, io
voglio portarti con me-AHHH!»…«Non mi
toccare!»…«Tu non puoi impedirmi di
riprendervi con
me!!»…«Posso farlo eccome!»
Terriermon
alzò le orecchie, che invano Benji cercava giocosamente di
abbassare «E attento a te perché posso diventare
molto
pericoloso!»…«Non avresti il coraggio di
scatenare i
tuoi poteri contro di me! Terriermon, io sono stato il tuo
amico…! Abbiamo lottato assieme, eravamo un’unica
entità!»…«Acqua passata, mai
sentita
l’espressione,
Henry?!»…«Ahh!»…«Adesso
io ho una
nuova casa! E per quanto mi riguarda!!...
…LEI
è soltanto un impostore, l’ex-marito mascalzone
della mia
giovane domatrice, che l’ha fatta soffrire molto e ora si
intrufola a tradimento a casa sua per portarle via il figlio!! Io non
ti lascerò Benji…» “Non
è
possibile!” era il pensiero agghiacciato di
Henry…mentre
quello di Terriermon “Ed eccoci qua, dunque. Dopo dieci anni
su
sponde opposte, Henry: questo è quindi il volto arcano della
vita. Questa assurda macchina che ai primi anni sembra un gioco
può tramutare in nemici anche…
…due amici come eravamo io e te.”
Solo Benji
sembrava intenzionato a riportare il gioco e il sorriso in
quell’ingresso, ma nessuno lo ascoltava.
Nel silenzio
della notte, la signora Seiko sembrava essersi addormentata, quando
qualcuno si avvicinò a lei, e allora dischiuse gli occhi e
accennò
«Rika…»…«No,
mamma…» parlò pacatamente Rumiko
«Sono
semplicemente io.»…«Oh? Dove sei
stata…?» si destava appena la più
anziana signora,
notando che sua figlia aveva ancora la giacca indosso
«Più
che altro dovresti domandarmi a far cosa. A fare ciò che non
avrei mai pensato di fare nella vita, sono stata dal mio ex-marito: mi
sono gettata ai suoi piedi a supplicarlo di darci un aiuto economico,
cosa non si fa per la propria
figlia.»…«…e te
l’ha
dato…?»…«…quel
poco che
preserva anche lui dal finire in
strada!»…«…e
di Rika? Di lei hai
notizie?»…«Shhh…dormi,
non avrei dovuto svegliarti. No, mamma, ancora
no.»…«Ma dove
sarà…?»
…e si
sentiva la pena nel suo tono, lo si leggeva negli occhi di quella
signora nel buio della stanza «Abbi fiducia.»
però
le scaldava le mani la bionda figlia «Hai sentito il suo
amico
Takato? Ha detto che l’avrebbe riportata sana e
salva.»…«…temo per la mia
povera
nipotina…» disse quella nonna, versando lacrime
«Rika è una ragazza forte.» replicava
però
sua figlia, che sembrava serena «Vedrai che presto la
sentiremo
arrivare.»…«Dove
vai?»…«A fumarmi
una sigaretta: vengo a dormire presto, tu intanto prova a
riposare.»…«…dubito che sia
possibile, in una
notte come questa…» Seiko si rigirò nel
letto e nel
suo turbamento…
Rumiko
avanzò verso l’esterno della loro antica
abitazione, e
smarrì gli occhi lungo il giardino avvolto dalla notte
“Ho
udito di un terribile incidente alla casa di tuo padre, ma non
l’ho detto a tua nonna, Rika: mi aggrappo con tutte le forze
alla
speranza offertami da chi dice di aver visto una ragazza fuggire a
bordo di una moto. Spero con tutto il cuore che sia stata tu. Figlia
mia…non hai idea di quanto ti ami a dispetto del tempo e
della
vita che ci ha attraversate: per favore, non so se resisterò
più di mia madre in questa snervante attesa, ogni istante
che
trascorre senza di te…è una goccia di dolore
mortale…”
…e le lacrime affioravano ai suoi occhi, sfumati dal fumo di
sigaretta, ma Rumiko d’un tratto li strizzò a
più
riprese per dilatarli e distinguere qualcosa che scorgeva nel buio,
presso i cancelli «Oh mio Dio…!»
avanzando nel
giardino «Ma che cos’è…? E se
fosse quel
Digimon, se fosse tornato?!» portandosi la mano alla bocca,
nel
cadere a terra della sigaretta e nell’affiorare della
paura…
…ma la sagoma che era apparsa nel buio non era imponente,
pesante e minacciosa bensì fuggevole come un
ombra…ma
elegante, come un’indossatrice nel suo avanzare, ed era
munita di
coda…
…tanto che Rumiko distinse qualcosa
«…!!...non
è possibile!» in un sussurro strozzato.
Un
raggio di luna brevemente illuminò quella sagoma, che aveva
il
pelo dorato. E portava tra le sue braccia una ragazza svenuta.
«Ahhh…hh!!» gioia…entusiasmo,
incredulità affiorarono nel cuore di quella madre che si
premeva
e si scorreva le mani sul volto
«R-Rika…!!...ahh!!...e la
Signora!! AHH!! MAMMAAA!!!» correndo verso
l’interno.
Seiko ebbe
un sobbalzo «CHE COSA SUCCEDE, PARLA!!»
aggrappandosi alle
sue mani (canzone: Anastacia
- You'll never be alone)
«MAMMA, RIKA STA TORNANDO, LA SIGNORA LA STA RIPORTANDO A
CASA!!»…«Ah, Rumiko tu hai
bevuto!»
replicò scettica la donna mentre si alzava dal letto e si
avviava con la figlia all’esterno «Possibile che
ogni volta
che rivedi quell’uomo si deve finire a bottiglie?! Non si
può parlare civilmente tra
ex-coniugi?!»…«TI
DICO CHE E’ LEI!»…«Ma non
è
possib-» …ma rimase bloccata, nelle
parole e nel
serio sguardo…
…quando
in un affresco mai sciupato dal tempo, il vento soffiò i
petali
rosa di un albero del giardino introducendo la sua sagoma sotto la luce
della luna. Renamon avanzava, tenendo Rika abbandonata tra le sue
braccia…
Seiko non
diceva più nulla. Rumiko
«Ahh…hh!!»
boccheggiava dall’entusiasmo.
Quando
Renamon fu dinanzi a loro, seria e impeccabile come sempre, la madre di
Rika si accostò per toccare il suo viso
«…è
tornata…!!...Signora, è proprio
lei…!!»…«Buonasera, signora
Rumiko. Buonasera
a lei, signora Seiko.» che rispose
«Buo-Buonasera...»
interdetta dinanzi a quel doppio inchino «Sono davvero
lieta…di rivedervi dopo così tanto
tempo.»…«E-E’ UN MIRACOLO, IL
FATTO CHE LEI
SIA Q-AAAHHHHHH!»…«Ma che succede,
Rumiko!»…«RIKA! MIA FIGLIA! CHE COSA HA
FATTO?!!»…«Oh Cielo!»
ma…«State
tranquille.» tacitò Renamon
«E’ soltanto
svenuta, ha avuto un brutto momento. Ma per fortuna sono stata
avvertita in tempo. L’ho riportata a casa, ora ha bisogno di
voi.»…«Mam…ma, hai
visto?» chiedeva
Rika in un dolce sorriso «La mia Digimon è
tornata…»…«S…sì
cara ho
visto…!» in una commossa carezza «FORZA,
CHE
ASPETTATE, ENTRATE!!»…«E’
permesso?»
chiese Renamon ma «Forza!!» esortò
energica Seiko, e
Rumiko «…per lei...le porte sono
spalancate!!» in un
pugno di grinta «Coraggio!!» indicando col dito
«Vi
ringrazio infinitamente.»
…facendo così nuovo ingresso dentro quella casa,
mentre
Rika la guardava con amore «Renamon…bentornata a
casa.» e quello sguardo era ricambiato dalla Digimon, ma
attorno
a loro si alzarono le grida «AHHH, NON IMMAGINA QUANTO
L’ABBIAMO ASPETTATA! LA CREDEVAMO UNA CHIMERA ORMAI,
L’ABBIAMO RIMPIANTA, PATENDO DOLORE PER DOLORE TUTTI QUELLI
CHE
CI HANNO RIFILATO QUESTI DIECI ANNI!!»...«Lo
immagino…sono addolorata per essermi dovuta
assentare.»
mentre entravano in camera di Rika, Seiko andava e veniva «La
appoggi qui, forza forza…! Del…disinfettante mi
serve!»…«E’ nel cassetto,
mamma!»…«Eh non non
c’è!» e
così via…
Poiché
Rika, che Renamon aveva adagiato presso il suo letto, perdeva sangue
dal labbro. Ma lei glielo tamponava con la zampa «Ora
riprenderà tutto come una
volta…?»…«Tutto come una
volta, Rika, te lo
prometto!» mentre Rumiko non si arrestava «Oh, se
solo la
sua mente potesse concepire tutto quello che abbiamo passato, ma non
può farlo, perché è troppo pura! La
sua essenza
celestiale non può scendere al buio, E ALLE TENEBRE CHE
HANNO
AVVOLTO QUESTA CASA!! Mia figlia, senza di lei…e-e noi non
da
meno!!»…«Mi rendo conto, sono stati
tempi difficili
per tutti. Ma ora più uniti e più vicini abbiamo
la
speranza di farvi fronte.»
«…eccomi…finalmente con questo
disinfettante Dio
mio chi è stato a ridurti così, piccola
mia?!»
disse la nonna, e la madre a metter carico «CHI HA FATTO
QUESTO A
MIA FIGLIA?! MI DICA IL SUO NOME E VADO A FARGLI
ALTRETTANTO!»…«Rumiko, datti una
calmata!»…«Ma non posso, mamma!! Ora la
Signora
è finalmente qui, e voglio che
sappia!»…«Signora Rumiko: io
so.» la
calmò Renamon prendendo le sue mani…
…e accucciandosi vicino la sua domatrice «Sono
tornata per
proteggere colei che sarà sempre la mia Digimon
Tamer.»…«Renamon…»
accennava la
ragazza, e la Digimon le carezzava la fronte «Rika,
tranquilla,
è tutto passato: hai vinto la tua battaglia più
importante, quella con la vita! Hai resistito…e adesso io
sono
tornata, non ti lascerò
più!»…«RENAMON!!»
scivolando in un
abbraccio «Coraggio!...
...sei stata tanto
forte, tanto forte…»…«No,
io…!!»…«Shhh…non
dirlo. Non devi
pensare a me come un giudice, io sono tua amica! E rido, piango,
sbaglio…provo sentimenti esattamente come
te.»…«Renamon, Renamon!» e
piovevano lacrime
di sgravio «Tu concedimi di vegliare…su di te,
come fu nei
nostri giorni, e…mi avrai fatta felice!» ma a quel
punto
intervenne Rumiko, che sollevando la mano della Digimon
dichiarò
ferrea «Non se ne andrà mai più di
qui…!!...mi ha capita…?!...lei non se ne
andrà mai
più!!»…«Non dire sciocchezze,
mamma…» accennava Rika
«…l-lei ha famiglia a
Digiworld…» ma Rumiko obiettò
«…sì…!!
D’accordo!! Vorrà dire
che allora io sarò soddisfatta soltanto il giorno in cui si
potrà fare una volta noi a cena a casa sua e una volta voi,
qui
a casa nostra!! Ma la mia è una promessa: io non
lascerò
più mia figlia senza il suo
Digimon.»…«Io,
signora, non ho più intenzione di lasciare Rika. Costi quel
che
costi.»…«…R-Renamon…»
chiamava
ancora Rika, incessantemente «Bambina mia…ho da
mostrarti
una cosa.» disse Renamon «Oh?»
spalancò i suoi
occhi illividiti la ragazza…
«Mammina…sono qui, mi chiamavi?»
…una piccola
volpe spuntò dal pelo di Renamon, che la raccolse con
dolcezza
porgendola all’attonita Rika «Lei è mia
figlia. La
piccola Akirmon, il suo nome è il tuo anagrammato:
“Akir”…”Rika”…gliel’ho
messo per pensarti ogni giorno.»…«Lei
è Rika,
mamma…?»…«Sì…»…«Ohhh…come
sei bella…»…
…le diceva quella volpacchiotta striata che Rika raccoglieva
con
le mani tremanti con cui si accoglie un dono splendido e gratuito
«…sei splendida come ti avevo sempre
immaginata.» le
diceva nonostante i segni e i lividi sul viso «Meravigliosa
fuori…e dentro.»…«N-No, ma
io!»…«Oh, non può essere che
così.» replicò serena Akirmon
«Mio padre
legge nei cuori dei viventi, e io ho ereditato la sua
capacità.
Il tuo cuore splende di una grande
luce…Rika…»
E come a
confermare quelle parole che restituirono a Rika un enorme sorriso tra
impetuose lacrime nel sollevare Akirmon…il Digivice blu
riemerse
dal disordine, e Renamon poté rivederlo dopo tempo mentre
una
luce splendente gli conferiva il nuovo aspetto, decorato da un
intreccio di perle, femminile come le due combattenti che tornava a
unire.
«Grazie…!!...» sussurrava Rika fra le
lacrime che
cadevano nel pelo di Akirmon «Grazie…!!...mio
sogno…che
ritorni…»…«Ma è
realtà, Rika.» le disse la madre accostandosi a
Renamon
«La tua amica è di nuovo con
te.»…«Vi
ringrazio per avermi riaccolta in casa. Vi ringrazio…per non
avermi mai dimenticata.» disse Renamon, ma Rumiko
replicò
«Forse lei scherza, lei è la padrona qui in questa
casa.» e la signora Seiko aggiunse «Lei
resterà per
sempre uno spirito guardiano di questa casa, e di mia nipote. Per tutta
la vita.»
Renamon
socchiuse gli occhi, e Rika ripeteva in quel pianto di gioia
«Sì, per tutta la vita…!!...
…per tutta la vita…» vita che sentiva
pulsare nelle
sue mani, avvertendo al tatto il respiro di Akirmon che la guardava con
amore…(fine-canzone)
«E’
inutile proseguire con questa sciocca ostinazione,
Terriermon!»…«Io non ci trovo niente di
sciocco.»…«Io sì, visto e
considerato che tu
sei un Digimon!» replicava Henry che cercava di rafforzare le
sue
ragioni grazie a una punta di saccenza «Per
carità, non
fraintendermi, siete creature straordinarie, e a distanza di anni non
finite di abbagliarmi, ma non si può occultare la storia: vi
abbiamo creato noi uomini! Dunque
è…matematicamente
impossibile che possiate esser voi a dare istruzioni a noi su come
gestire alcuni aspetti della nostra vita come…il matrimonio,
o
la famiglia, non avete un bagaglio di conoscenze sufficientemente
sviluppato a questo proposito…» scivolando
nuovamente in
quella “gentilezza” che però incupiva
ancor
più lo sguardo di Terriermon «Che strano!
Improvvisamente
parli di noi come semplici insiemi di dati, non mi sembra che un tempo
tu la pensassi
così!»…«Terriermon…»
negli
occhi di Henry si leggeva l’ennesimo tentativo di dialogo
«…dammi retta, è la cosa più
saggia:
anch’io voglio che si risolva quello che si è
creato fra
me e Rea!»…«Ah sì?! Ed
è questo il tuo
modo per risolvere i vostri
problemi?»…«Tu puoi
aiutarmi…»…«Uhm?!»
si tinse di sospetto
e diffidenza lo sguardo del Digimon «…sono venuto
anche
per chiederti questo, con una tua buona parola tutto può
andare
a posto, da quel che mi sembra di capire si è instaurato un
rapporto di fiducia fra voi.» spiegava il ragazzo facendo
più basso il tono della sua voce «Tu puoi, ecco,
farle
apparire più chiara la mia decisione: e cioè
quella
di…»…«Quella di abbandonarli,
lei e il
bambino!!»…«No…no…»
seguitava
pacato il ragazzo «Io non ho abbandonato Rea e Benji, se ho
preso
la decisione di allontanarmi momentaneamente da loro è stato
perché…
…credimi.» socchiudeva gli occhi Henry tracciando
però un lieve sorriso venato d’orgoglio
«Avevo le
mie buone ragioni. Un uomo a volte deve confrontarsi con scelte dure,
ma ti assicuro, e puoi credere alla mia onestà: non li ho
mai
abbandonati col
pensiero.»…«”Col
pensiero”, e col pensiero presumo tu non abbia neanche mai
abbandonato me!»…«Oh? Ma certo, amico
mio, tu non
hai smesso mai di albergare nella mia anima e nei miei
ricordi.»…«E’ per questo che
l’altra
sera hai affermato di odiarmi! E’ per questo che hai
dichiarato
di volerti dimenticare di me!!»…«Ma
è stata
tutta una messa in scena, te l’ho
detto…» si
adagiavano quelle parole dal suono angelico
«Ascolta…se
vieni con me posso spiegarti tutto, chiarirti ogni
dubbio…»
…mentre
qualcuno a passo svelto risaliva le scale «Ahahah! Mi
aspetto…onori e
complimenti!»…«Suzie debbo
dirti la verità: mi hai stupito! Non conoscevo questo tuo
lato!»…«Uhmuhm! Un broncio da
bambina…»…«Un sorrisetto
innocente…!» replicava Rea, e di nuovo Suzie
«E il
nonnetto se n’è tornato indietro contento e
lusingato!
Ammettetelo, sono un ASSO della
persuasione!»…«Chiamala
vanteria!» fece Rea, e
sbucava anche Lopmon dalla borsa di Suzie «Quando ti sei
fatta
avanti con le tue moine giuro che mi si è fermato il
cuore!»…«Ahhh, sciocca: hai visto,
è andato
tutto bene! Uhm, ho una fame…!»
«Terriermon, credimi il mio matrimonio è caduto
vittima di
un equivoco! La famiglia di Rea ha macchinato contro di me, mi
descrivono come un poco di buono ma le cose stanno diversamente! Se tu
mi dessi la possibilità di
spiega-»…«Stai
indietro!»…«Ora basta, Terriermon,
è stupido,
non lo capisci?!» esclamò Henry spazientito
«Ti stai
solo rendendo ridicolo!»…«Io non ti
lascio passare!
Non ti lascio portar via il
bambino!»…«Loro ti
rifileranno una fregatura: dai retta a me…!»
fissandolo
intensamente con i suoi grandi occhi «Io sono cambiato, sono
molto meglio di quando mi hai conosciuto…!
Ho…trovato un
buon posto di lavoro, mi sono fatto una posizione, ho lavorato molto
duramente in questi anni ma sto ottenendo ottimi risultati: grazie a me
Benji puoi avere un futuro, e tu non dovresti…mai
preoccuparti
per il tuo domatore, io sarei in grado di offrire tante soddisfazioni
anche a te che sei il mio Digimon! Riflettici, di questi
tempi…non è scontato, potresti
essere…molto
ammirato al mio fianco, è quello che ognuno di voi
desidererebbe: un domatore che è riuscito a costruirsi una
vita!»…«I MIEI DESIDERI ERANO
ALTRI!!»
gridò il Digimon con gli occhi arrossati di lacrime
«Cosa…?!!...tu non sai quello che dici.»
e
cercò di superarlo ma lui «FERMO
LI’!»…«Ah?!»
(canzone: Westlife
- Unbreakable)
«TERRIERMON
DIGIEVOLVEEE…
…GARGOMON!»
«Gargomon…» sussurrava Henry attonito
sfiorandosi le
labbra, lo stesso gesto con cui Benji contemplava quel suo
“giocattolo” crescere e farsi robusto e piazzato
«Non
è possibile…tu non puoi digievolvere contro di
me.
Oh?»…«Un solo passo,
Henry…»…«Gargomon!»
Henry si trovò puntato al petto il braccio-mitra del Digimon
«Non farai i tuoi sporchi comodi in questa casa mentre
sarò io a difenderla.»…«Non
posso
crederci…non ricordi il volto di chi era con te e si
disperava
all’idea che tu perdessi il controllo di questa
digievoluzione?
Era il mio!!»…«Sì,
è proprio
perché me lo ricordo!!...che adesso sarei capace di
qualsiasi
cosa!»…«Tu sei impazzito! Tu non
ragioni, questi
dieci anni a Digiworld ti hanno fatto smarrire il cervello: io sono un
uomo onesto, sono un bravo padre di famiglia caduto vittima di un
complotto!» ma a far volgere entrambi…
…e a
zittire il loro conflitto fu il prorompere del pianto di Benji, che
improvvisamente sentiva di aver perso il suo giocattolo. Di non aver
più nulla da stringere
«Benji…»
mormorò Gargomon, ed Henry «Lo senti, sta
piangendo. Ti
scongiuro di ragionare. Ascolta, io…amo mia moglie, ma il
problema è che è troppo immatura, e non
può capire
certe scelte. E’ ancora una ragazzina!...come
Suzie…»
…descriveva
Henry, mentre sua sorella dietro di lui faceva lento ingresso ad occhi
spalancati…
«Come lei vede
in te nient’altro che un giocattolo: ti
ricordi…?»
disse con espressione accentuante l’asperità
«…quanto era molesta…!! Dovevo sempre
salvarti io
dalle sue grinfie.»
«Uhm uhm.
Continua. “Molesta”, la strega cattiva torturatrice
di
Digimon, poi che altro
Henry?»…«Ahh!...Suzie…»…«Sto
aspettando che tu mi descriva in ogni raccapricciante particolare: la
sorellina-mostro.»…e pochi istanti dopo giunse di
corsa
anche Rea «C-Che succede qui?! Benji, Terr-…
Henry?»…«Rea…»
…la quale dopo
aver gettato un occhiata a suo marito e al suo Digimon evoluto, fece
ingresso a passo deciso «Cosa faresti tu qua dentro,
scusa?!»…«Io
verament-»…«Siamo
una coppia, rapporto normale, viviamo insieme? No!
Quindi…fiùùù!»…«Voi
non
potete farmi questo!! Io rivoglio mio
figlio!»…«TE
LO SCORDI!» replicò Suzie, mentre Rea sussultava
«Ihm!! Benji!» prendendolo in braccio, per
consolarlo dal
suo pianto per il quale recriminava in silenzio il marito, ma con lo
sguardo di chi non si spiega il perché di certe
ostinazioni…
«N-Non
posso crederci! Gargomon, diglielo tu, io ho il diritto di vedere mio
figlio!»…«Vattene fuori,
Henry.» replicava il
Digimon alzando il mitragliatore, ma Rea cercava di metterlo indietro
avanzando lei al suo posto «Non hai il diritto di piombare in
questa casa con tali mezzi disonesti, e mancare di rispetto ai
sentimenti di tuo figlio e del tuo Digimon! Se vuoi vedere Benji, e
Terriermon, devi parlare, con me!!»…«Ma
che ne vuoi
capire tu, Rea?! Io sono il domatore di Terriermon, IO sono il suo
amico, lo conosco, e sono stato a Digiworld con
lui!!»…«E NON
GRIDARE!!»…«Grido
quanto mi pare!»
«Cos’è, che succede?!»
sbucò
però la signora Akimoto dalla porta del salone
«Mamma,
allora eri ancora in casa!»…«Queste
grida mi hanno
svegliata di soprassalt-…che ci fai tu
qui…?»
Henry
dilatò occhi terrorizzati, quando la madre di Rea gli si
avventò contro, senza neanche far caso a Gargomon
«Bru-BRUTTO MASCALZONE, SEI QUELLO DELLE FOTO! COME OSI
PRESENTARTI QUI DOPO QUELLO CHE HAI FATTO A MIA FI-»
afferrando
un ombrello dal portaombrelli «A MIA FIGLIA, E AL PICCOLO
BENJI!» e cercando di colpirlo con quello «AHHH!
M-Ma lei
è pazza, non provi a
toccarmi!»…«Mamma, ma ti
ha dato di volta il cervello?!» intervenne a quel punto anche
Rea, ma la signora ottenne man forte dal marito che arrivò
dalla
porta «C-Che ci fa questo qui, moglie
mia?!»…«Signor
Akimot-»…«VATTENE,
FARABUTTO!» nell’accenno di calci «O
CHIAMO LA
POLIZIA NEL GIRO DI CINQUE MINUTI!»...«AHH, BASTA,
NON
AVETE IL DIRITTO DI INNALZARE QUESTA CONGIURA!!»
gridò
Henry disperato «IO SONO IL PADRE DI BENJI, IL DOMATORE DI
TERRIERMON!!...
…HO DEI DIRITTI, HO DEI DIRITTI SU ENTRAMBI
LOROOO!»
…ed il
suo strazio fu tale da generare stupore in Rea…ma non vi era
tempo per l’infierire di sua madre «TU I TUOI
DIRITTI LI
HAI PERSI QUANDO LI HAI ABBANDONATI! TUO FIGLIO…»
e di suo
padre «…E IL PELUCHE DI TUO FIGLIO (diavolo, a
proposito:
li fanno con la pompa per gonfiarli!) »
«NO!
N-N-NO!» si portava le mani al capo Henry «N-Non vi
lascerò fare il vostro comodo! S-Suzie! Gargomon diteglielo
voi,
non lo sentite?! Mi vogliono rovinare!!!»
…ma sia
sua sorella che il suo Digimon indurivano e negavano lo sguardo, la
sola era Rea a notare «Henry…ma tu
tremi…»
…e
provò a sfiorargli la mano ma lui «AHH! NON MI
TOCCARE!» la ritirò di scatto, impaurito come si
fosse
trattato di una belva feroce, tanto da spaventare anche Rea
«Vi
giuro che non finisce qui, B-Benji, Terriermon io…VI
RIPRENDERO’ CON ME
ENTRAMBIII!!!»…«Henry!!» Rea
lo
richiamò con le lacrime agli occhi ma lui si
lanciò
fuori, giù per le scale mentre la signora Akimoto gli
lanciava
l’ombrello dietro «CAROGNA!»
…scivolando poi
nell’ambiguo (?) e inaspettato strizzaggio delle guance di
Gargomon «BBBELLO, CICCIOTTONE MIO! BELLO GRASSO, COME
UN…CCCONIGLIO ARROSTO!!»
Sta di fatto che
quell’inattesa ed espansiva effusione non riuscì a
farlo
ridere, così come l’ «Eheh, sempre in
gamba!»
del padre di Rea. Ma il suo viso era triste e fisso.
Henry correva a
perdifiato lungo quelle scale tanto da rischiare di cadere, a causa
della foga e del pianto.
Rea ancora avvicinava
incredula la mano alle sue labbra «Henry…ma cosa
avevi…?»
E Gargomon
cercò di consolare Benji allungando un orecchio fino ad
avvolgerlo, per cullarselo sul suo petto morbido, vicino al suo cuore
triste (fine-canzone)
Spalancato il
portone, Henry picchiò con rabbia un pugno contro il muro
vicino. E poi un altro, carico di tutta la sua frustrazione, quasi
volesse far sanguinare la sua mano
«Per---ché?!!» scandiva
stringendo gli occhi e
non riuscendo a capacitarsi di ciò che gli
accadeva…
…quando
Rea affermava «Lo avete visto?! Aveva
qualcosa!!»…«Ah, cosa vuoi che
abbia!»
replicò Suzie scetticamente «Henry è
sempre
così, è l’effetto che gli dà
la sua perenne
e paranoica valutazione su cosa dire o non dire, è da quando
lo
conosco che è così!!» ma Rea
ribatté a sua
volta «Ma non da quando lo conosco io: era un altro. Questa
sera
non era lui.»…«A me sembra mio fratello
a tutti gli
effetti, non ci trovo nulla di insolito!» e ad insistere la
signora Akimoto «Rea, quell’uomo è una
disgrazia per
te, non capisci che devi chiudere a doppia mandata la porta per non far
sì che ti porti via il figlio?!» indicando con
fare
convulso Benji tra le braccia di Gargomon «Ora basta, mamma,
non
spargere altra tensione! Già qui fra poco saltiamo tutti in
aria!»
“Henry…” era però ancora tra
i pensieri di
Gargomon, che nonostante avesse un braccio terminante con un mitra, ora
usava questo per rivolgere delle amorevoli carezze sul visetto di Benji
che nel tendere le mani a quel metallo sembrava ritrovare il
sorriso…
…mentre
Henry versava lacrime con la mano appoggiata a quel muro
«Perché?!!...che cosa mi manca?!! CHE COSA MI
MANCA?!!...per essere amato!» chinando il capo, lasciando le
lacrime cadere a terra ed il suo cuore pulsare di battiti dolorosi
«Perchééé…
…io ho
fatto del mio meglio, ho fatto
l’impossibile…!!...per
arrivare dove sono!!» per poi rivolgere gli occhi al cielo
notturno «Ho calcolato ogni cosa, ho messo in conto tutte le
variabili, che cosa posso mai aver sbagliato?!!...
…I CONTI TORNANO, EPPURE E’ INUTILE!!...»
Il robusto Gargomon,
mentre Benji faceva il solletico al suo mitra, si chiedeva
“Perché sento questo grande vuoto, adesso? Dovrei
essere
soddisfatto…in fondo…ho detto quello che
pensavo.”
guardando là, dove fino a pochi istanti prima era in piedi
il
suo ex-domatore “Mi sono tolto questo piccolo, grande sasso
dalla
scarpa. Eppure…
…mi sento
ancora più male di prima. Mi manchi, e sono in pena per te.
Non
me lo spiego…” «…insomma Rea
io non ti
capisco, l-l’hai visto, l-l’hai sentito e sei pure
preoccupata per lui?!»…«E’ MIO
MARITO mamma
qui temo girino i sordi MIO-MARITO, e il padre di mio figlio, per
giunta!»…«Ma Rea, tesoro del tuo
papà!
E’ un padre snaturato!»…«Oh
senti,
papà!»…«Eh no, senti tu! Eh
beh!! Eh! Ora mi
sento pure chiamato in causa se tu non distingui è come se
in un
certo senso mi insultassi, hai avuto un padre e cioè il
sottoscritto, non ti viene bene un confronto? A te che sei una
matematica!»…«Ma adesso ti metti pure a
parlare di
confronti, dico io?!»
“Da quel
giorno…io ho sacrificato tutto.” si rivolgeva al
cielo
Henry nel suo avanzare “Ogni energia, ogni sforzo, ogni
alito,
per la costruzione di quell’uomo che la morale della mia
favola
lasciava intravedere.” …mentre alcuni ragazzini
gli
passavano accanto, forse qualcuno di loro si fermò pochi
istanti
incuriosito dalle sue lacrime, per poi andar via mentre Henry si
volgeva con malinconia “Ho cercato di
essere…simile quanto
più potevo ai protagonisti di quei cartoni sui Digimon che
amavo
tanto: terminata la loro avventura, si avviavano verso una vita
che…passo, dopo passo…” avanzando su
quel
marciapiede “…li conduceva al calore di una
famiglia. Al
successo. Ad un’età adulta…di saggezza
e
serenità, mi dicevano che io ero il più
equilibrato del
gruppo!” affermò guardando i palmi delle sue mani
senza
capacitarsi degli assurdi gorghi in cui confluivano le linee del suo
destino “Perché è dovuto accadere
proprio a me di
perdere tutto? Che cosa ho fatto di sbagliato? Chi sono…per
meritare tutto questo? Io volevo solo un futuro come un qualsiasi
ragazzo che era stato un giovane eroe. Non chiedevo né fama
né ricchezza. Ma di fronte a una vita distrutta tremo, ho
paura!
Chi verrà a riscaldarmi, fa
così…freddo nella
notte…”
…mentre
Gargomon sembrava far più stretto e caldo il suo abbraccio,
per
riscaldare Benji «Io intanto vado a letto! Per questa sera ne
ho
avuto abbastanza!» dichiarava Suzie, e Lopmon spuntava dalla
borsa «Sì, credo che sia meglio, Suzie.
Buonanotte,
Gargomon!» ma lui «Oh?» si accorse appena
di essere
menzionato poiché era sovrappensiero, mentre attorno a lui
si
sovrapponevano «Guarda-guar-l’hai vista?! Ha fatto
a
fettine pure la sorella, l’ha ingannata e tradita,
quell’uomo è un
degenerato!»…«Ciò non toglie
che io possa
essere in pena per lui, mamma, è
normale!»…«Ma amore mio, dai-dai retta a
papi!
Quello è bello resistente come l’erba cattiva, che
è proverbiale che non muoia
mai!»…«Non mi
basta per tranquillizzarmi, i-io conosco bene Henry e l’ho
visto
fuori di sè! E se si prende qualcosa?! Io non fermo qui eh,
io
vado a fondo!»…«Ma come faaai, a dire di
conoscerlo?!» insisteva la madre
«Quell’uomo ti ha
liquidata come uno straccio!» giù anche il padre
«Pensa a tuo figlio, oh mio Dio è il colmo che tu
voglia
anche interessarti per la salute di quel
disgraziat-»…«OH ACCIDENTI MAMMA MA
E’ MAI
POSSIBILE?!» tuonò improvvisamente la ragazza
tanto da far
retrocedere la madre, intimorita «E’ ROBA DA NON
CREDERE MA
A QUESTO PUNTO SI DEVE ARRIVARE?! SI DEVE URLARE CON VOI, ALTRIMENTI
NON C’E’ VERSO CHE VI ENTRI IN TESTA ho una vita
DIAVOLO ho
una mia vita sono grande, sono una madre, ho avuto un figlio e ho le
mie esperienze! Ho i miei sentimenti!!» dichiarava
nell’affluire del pianto «E io Henry lo amo ancora
sì lo amo ancora!! Sarà da stupida,
sarà da povera
Cenerentola ma non posso farci niente perché questa sono io
e…!!...non ce la faccio a restare indifferente se vedo i
suoi
occhi sofferenti, pensando poi di…!!...consolarmi andando a
cena
con tutti i superiori e i subalterni di mio padre! Perdonatemi, non
funziona così! E se non vi piace non so cosa rifilarvi, non
ho
una me stessa di ricambio! Me ne vado a dormire! Vieni
Benji…»
Gargomon
riadagiava tra le braccia di Rea il bambino che purtroppo piangeva di
nuovo. Nel compiere quel gesto il Digimon pensava
“…è incredibile: Rea è stata
abbandonata
come me da Henry. Eppure ha appena affermato che lo ama
ancora!”
«…perdonami se ho urlato! E’
che…soffro tanto
per il tuo papà! Il tuo papà che…non
ha smesso di
volerti bene, anche se si comporta
stranamente!»…”Oh!” il Digimon
faceva sue
quelle parole, pronunciate dalla giovane madre nel carezzare il capo
del suo bambino per consolarlo «Ti prometto che tu non avrai
una
famiglia smembrata, piccolo Benji! In un modo o nell’altro io
riuscirò a regalarti quell’infanzia che ho sognato
per
te!»
“Quell’infanzia felice che noi abbiamo vissuto
assieme…” pensava Gargomon…
…mentre Henry avanzava per le vie della città di
notte, e
sembrava non poter trovare consolazione…
“…è diventata il sogno di quelli che
allora erano
ragazzi, per i loro figli!” e quelle scoperte lo colpivano,
mentre Rea sembrava stringere gli occhi ed evocare a sé
altra
speranza, per affrontare il nuovo giorno…
«E’
inutile nasconderci dietro a un dito, Takato, diciamo una volta per
tutte le cose come stanno. Come sono sempre state.»
Parole di Takehiro, nel silenzio del corridoio.
«Quando tu
creasti Guilmon vedesti i tuoi sogni mutare in realtà! Era
uguale a come l’avevi disegnato, esattamente identico, in
ogni
minimo particolare!»
Impenetrabile e rigido lo sguardo di suo figlio.
«Vederlo ti sembrò un miracolo, ma prova solo per
un
momento ad immaginare…che fosse stato di un altro colore!
Che
fosse stato diverso!»
Takato stringeva il pugno per sopportare quelle parole…
«Che non avesse potuto disporre…
…di
tutti gli attacchi che avevi personalmente ideato per lui. E non avesse
avuto il suo carattere docile e remissivo.» descriveva il
padre
di Takato…ignorando che lungo le scale di un palazzo su cui
calava la notte, scendeva un Digimon le cui striature rosse e nere
erano adombrate dalla cappa scura con cui si avvolgeva…
«Un
altro Digimon!» continuava Takehiro
«Irriconoscibile…rispetto al tuo
disegno.»
Le ante
dell’armadio in fondo alle scale rivelavano uno specchio, e
Guilmon si fermò dinanzi ad esso, per ammirare il suo occhio
giallo che sfrigolava di risentimento
nell’oscurità della
notte…
«Io
sono sicuro che non ti saresti attaccato a lui come hai poi
fatto…»…«Papà…»
pronunciava Takato incredulo «…ma ti rendi conto
di
ciò che stai
dicendo?»…«E’ la sola, e
unica
verità.»…«No…!!»
sibilò Takato, e suo padre gli rifilò la coda
dell’occhio. Mentre seguitava a fare «No…
…Guilmon
era mio amico!»…«Perché era
il riflesso della
tua volontà.»…«No, non
è vero!! Io gli
volevo bene…per quello che era, per com’era, per
CHI
era!!»…«Quello che TU avevi voluto che
fosse.»…«QUELLO CHE LUI AVEVA SCELTO DI
ESSERE!»…«Pfff, non diciamo sciocchezze,
per
favore.»…«Non…!!...sono
sciocchezze, fino a
questo momento…
…e fino a
prova contraria sono le realtà più determinanti
di tutta
la mia vita!»…«Ma andiamo, Takato!
Ascolta,
io…beh non ho certo fatto fatica ad affezionarmi a Guilmon
quando è stato il momento, tu lo
sai.»…«Non
ne sono più sicuro di aver visto giusto!»
provocò
il ragazzo, ma il padre non raccolse e continuò
«Era…beh,
sicurament-»…«Lui non
è morto!»…«...era, o
è, beh, come ti
pare. Io…» massaggiandosi il viso
«…ah, ecco
vedi? Mi fai dire cose che non vorrei si fraintendessero, insomma io
gli sono grato! Ci ha aiutato. Ha tratto in salvo
te.»…«A questo punto non so se avresti
preferito
diversamente.» Di nuovo Takehiro non raccolse, e
cercò una
pacatezza di espressione «Però
figliolo…non si
poteva certo dire, con tutti i meriti che poteva avere, che quella
creatura fosse…»
…lo sguardo di Takato assunse una profonda
cupezza…
«…ecco, che fosse particolarmente sveglia, o
arguta. Era
carica di slanci affettuosi, questo sì!»
…mentre
non sembrava vi fosse più traccia d’amore in
quella gelida
e immobile contemplazione allo specchio, nel buio…
«Vuoi forse dire che Guilmon era uno stupido…?
Beh…» faceva Takato con un sorriso amaro
«A questo
punto mi rincuora poter essere considerato al suo livello: Guilmon ha
bisogno di qualcuno che gli tenga compagnia dal BUCO…di
oscurità e oblio in cui l’ha relegato la gente che
in
realtà gli doveva molto.»…«Ti
ho già
detto che gli sono riconoscente!...
…ma la sua natura era non di più, non di meno di
quella
di un qualsiasi animale
domestico!»…«Questo solo per
chi si è tappato gli occhi, e si è rifiutato di
capire
chi era!»…«Pfff…»
fece l’uomo
scetticamente, ma suo figlio si intestardì
«Guilmon!!...(canzone: Mariah
Carey - Through the rain)
…quel Digimon che ho conosciuto più di me
stesso…»
…e che non accennava movimento alcuno, nessuno giungeva da
lui…
«…come la mia stessa immagine riflessa nello
specchio…»…«…tale
infatti
era…»…«No! Non era la mia
proiezione!
E’ esattamente il contrario quello che ti voglio dire!!
L’affetto, papà!!...
…l’amicizia, la sintonia, la comprensione, non
dipendono
da un banale calcolo di similitudini e affinità!
Io sono
uguale a te perciò ti amo, noi due siamo diversi
perciò
eternamente lontani! E’ esattamente il contrario che la mia
avventura, la mia vita mi ha insegnato,
che…!!...Guilmon…mi ha insegnato!»
Ma
la rigidità di quel padre non sembrava voler cedere.
«Si può essere diversi…
…in
tutto…» sussurrò Takato ponendo la sua
pur giovane
vita in quel sussurro «…ma scoprire che simile
è
l’angolo più fondo del cuore, quello da cui i
sorrisi, le
lacrime, le emozioni e i palpiti originano! La “fonte
originaria”…di tutto ciò che siamo e
diverremo.
Guilmon non era la mia copia, né la mia né quella
di un
file uguale a se stesso, sono dieci anni che lo grido, e non mi
fermerò né perché me lo chiedi tu,
né che
sia Digiworld, o la terra: io ne sono fermamente
convinto!»…«Per favore,
era…!! COMPLETAMENTE
soggiogato al tuo volere! Non aveva mete né voli
fuorché
quelli che TU gli davi! Non sarebbe andato da nessuna parte senza di
te!»…«L’ha
fatto.»…«Oh?»…«Sì…»
sottolineò Takato, tra l’affetto e
l’orgoglio
«E’ vissuto DIECI ANNI…lontano da
me…»
…quell’immobile contemplazione continuava, e si
alternavano mille pensieri dietro ciò che alla vista
appariva
uguale e immutabile…
«…testimoni tutti i suoi amici, fino a pochi
giorni fa.
Quando è sparito. Ma so che Guilmon…
…il mio Guilmon…»
…che appoggiava la zampa allo specchio…
«…non ha mai smesso di camminare. Senza di me.
Come me.
PERCHE’ ANCH’IO HO FATTO LO
STESSO!»…«E
DOVE SEI ARRIVATO?!»…«…non lo
so…nessuno di noi due lo sa.» dichiarò
Takato con
un lieve sorriso di anni e consapevolezze «…ma un
giorno,
sono sicuro, il sentiero della vita ci riporterà UNO DI
FRONTE
ALL’ALTRO, e allora, solo allora potremo raccontarci quanto
abbiamo riso! Quanto abbiamo pianto!! Quanto
abbiamo…entrambi
amato, vissuto, quante volte siamo morti e quante altre
MERAVIGLIOSAMENTE rinati…! Lungo le strade…e le
vie
più diverse, reagendo! E lottando nei modi più
diversi,
sentendo ognuno a nostro modo quello che la vita ti fa scorrere sotto
le mani. Io sono quello che aspetta questo momento. Questo sono
io!!»…«Io voglio solo dirti che tu non
puoi
permetterti di apostrofare gli altri dopo che hai avuto un simile
privilegio! Non sai cosa si prova nel vedere i propri sogni corrompersi
e deformarsi rispetto a quelli che tu avevi tracciato e colorato su un
foglio!»…«Stai parlando di
me?!»
provocò il ragazzo con coraggio, ma il padre
specificò
«Sto parlando…dei sogni, in generale. Quando avrai
la mia
età capirai. Ma per ora ti è impossibile! Il
tuo…si è materializzato esattamente come avevi
deciso che
fosse.» per volgere così le spalle, e allontanarsi
nella
sua stanza…
…lasciando suo figlio da solo nel corridoio, a pronunciare
«…per poi lasciarmi. A vivere da solo. Ad
ascoltare te. E
a tirare avanti giorno per giorno nella vita vera.»
A Takato non
restò che volgersi tristemente, e avviarsi verso la sua
stanza
come se sulle sue spalle gravasse un gran peso.
Giunto in camera
sollevò il suo specchietto portatile, e contemplò
la sua
immagine…
…riascoltando le parole di Henry “perché temevo di
ridurmi ad un fallito e a un depresso, perché temevo di
diventare come te!!”
…poi quelle di suo padre “anche
quei capelli tinti in quel modo patetico, dove vuoi andarci, ti rendi
conto che non dimostrano niente, non ti rendono nessuno! Non assomigli
a un uomo!!”
«And I
live…one more day…» cercava di
dirsi…ma il
suo volto si contraeva, il dolore e lo sconforto insorsero in lui alla
vista di se stesso…«And I make it through
the…!!!» tra i denti, nella sofferenza.
E Guilmon d’un tratto si dimenò invocando
«PIROSFERA!!!»
E scagliando un
bolide micidiale che fece saltare lo specchio in mille frammenti, che
caddero nel loro cristallino tintinnare presso le sue zampe, attraverso
le quali strusciava il manto.
Takato
alzò la mano e stava per gettare lo specchio a terra, ma un
attimo prima esclamò «No!!»
E mentre Guilmon
privava anche quei frammenti a terra del suo riflesso, andandosene
tristemente lungo il buio…
Il ragazzo
stato un tempo suo domatore affermava «No, non contro la mia
immagine…!!...
…» risbucando in un capolino su quel vetro, dai
colpi di
sole dei suoi capelli fino ai suoi occhi «Non contro quella
persona che lui amava…!!...
…non
contro la mia vita. Non contro colui che ha ancora degli amici da
aiutare. Non contro quel sorriso. Perché una promessa
è
una promessa. Tanto più una promessa a un amico.»
Guilmon svanì nel buio…
Mentre Takato riusciva
a trovare nel fondo del suo cuore un ultimo sorriso per il se stesso di
quella notte «Va a dormire.»
…rivolgendosi
quasi un paterno sussurro, stavolta disteso «…and
I live
one more day. And I make it through the rain. Andrà tutto
bene.
Come un tempo. Come dieci anni fa.
...come quando c’eri tu.»
Era tutto buio se non
fosse stato per il luccicare di una lacrima che cadde a terra, giusto
per illuminare le sue zampe, e far capire che si trattava di un Digimon
(fine-canzone)
Di fronte ad uno
specchio vi era anche Jeri, a pettinarsi i capelli prima di coricarsi.
Il suo viso era splendido anche senza il trucco ad impreziosirlo,
grazie alla sua carnagione candida come la luna e ai suoi occhi grandi
e vivi, che però sempre sembravano alla ricerca di un
qualcosa
che mai giungeva. Le sue dita sfioravano quello che aveva indosso
«…che brutto pigiama. Che squallore non avere i
soldi per
potersi ricomprare cose nuove.»
«Jeri.» si affacciava suo padre dallo spiraglio
della porta
«Allora? Poi non mi hai più detto nulla. Ti sei
incontrata
con quella creatura?»…«Uhm,
sì…»
liquidò lei con fare indifferente. Il padre fremeva
«Beh
allora? E quindi, sei riuscita ad ottenere quello che
volevi?»…«Lasciamo perdere,
guarda.»…«Come
sarebbe?!»…«Qualcosa si è
messo in moto, ma
ora se è positivo o negativo dipende dagli sviluppi. Non so
dirti altro al momento.»…«Spero di non
aver messo in
scena una commedia
inutilmente!»…«Aspetta e non
essere impaziente…ancora molti capitoli inediti della storia
dei
Digimon debbono srotolarsi.»…«Spero
solo…che
tu sappia ciò che stai
facendo.»…«Ci tengo
molto, papà: ti basti sapere questo.»
Sebbene
quell’uomo non perdesse mai quella sfumatura di diffidente
oscurità nei suoi occhi infossati, questa volta si attenne
alle
garanzie della figlia, e chiuse la porta lasciandola sola. Gli occhi di
Jeri si mossero subito dopo verso la sola finestra di quella sua
piccola stanza. Bastò il rapido movimento
dell’accendino e
della sigaretta, che ormai le era sciolto e automatico.
(canzone: Silvia
Olari - Wise girl)
Senza timore alcuno, poiché probabilmente era abituata anche
a
questo, la giovane scavalcò il davanzale per sedersi fuori,
all’aria aperta, sul tetto leggermente spiovente. Quella
vista
panoramica sulla città dal tetto della sua casa, cullata dal
dolce ondularsi del fumo di una sigaretta, sembrava la scelta ideale
per la ragazza al fine di riordinare i tasselli ingarbugliati.
«Uhm…» Jeri accennò un
sorriso “Digimon
Tamers…dunque il gioco riprende. Fantastico, sono
entusiasta!”
…i
suoi pensieri volavano a quel Digimon ben più simile ad una
star
bella e maledetta, un angelo caduto dal cielo, dalle nere ali piumate e
dallo sguardo assorto di un artista. Ora Beelzemon si trovava presso le
cascate nel parco, forse in parte ignorando il significato che quel
luogo aveva per colei che era da poco tornata ad essere una domatrice.
Non c’era nessuno con lui, poiché l’ora
era avanzata.
“Nessuno
può saperlo, perché mi sono ben guardata dal
dirlo in
giro...” pensava Jeri sorseggiando il fumo
“…ma quel
periodo di avventura e di tendenza non ha mai smesso per un secondo, in
questi anni, di condizionarmi, e tornare di fronte ai miei occhi. In
ogni sfumatura, di quelle che allora ho potuto viver poco,
perché ho iniziato tardi ad essere una domatrice. Ed ho
finito…presto. Ma ciò nonostante, sfumato il
pericolo…” …mentre i suoi
occhi si facevano
sempre più assorti e misteriosi
“…questa pellicola
ha ripreso a scorrere in me, senza lasciarmi in pace. Fingevo di essere
ormai proiettata al futuro, e alle nuove mode. Ma quando nessuno mi
vedeva, con il mio account opportunamente reso invisibile grazie a
tutte le cautele, tornavo a digitare sul pc quelle parole
magiche…
…e a navigare, in un mare di immagini, filmati, e nomi del
passato!”
Beelzemon sentì il bisogno di avanzare verso le cascate,
fino a
che i suoi stivali non si bagnarono, ed il suo giubotto non
iniziò ad essere decorato dagli schizzi sempre
più
vicini. Chiudeva i tre occhi.
“Non so
neanch’io cosa cercassi. La mia domanda era riassumibile in:
com’era…allora? Tant’è che
ricercavo, come
vittima di un’ossessione! Coltivavo nel mio cuore,
all’insaputa del mondo, il desiderio che quella magia che mi
è passata accanto e per un pelo non sono riuscita ad
afferrare,
potesse far ritorno e finalmente tendermi la mano, per tirarmi via
dalla mia vita misera. Accendere il cielo del mio presente con una
nuova meta. E a quanto pare sembra che ci siamo. Ma il nome assegnato a
questa svolta, non è quello che mi aspettavo.”
Il Digimon
sembrava aver bisogno di rinfrescarsi. Con mani rispettose seppur
artigliate sollevava l’acqua, e se la passava sulle
braccia…
“Beelzemon…
…la causa della fine, allora: la molla del nuovo inizio?
Assurdo, a raccontarsi. Ma posso forse rifiutare un’occasione
come questa soltanto a causa dei fantasmi del passato?”
Per
un attimo Beelzemon riaprì i suoi occhi. Come se dei ricordi
l’avessero bloccato.
“Beelzemon non rispecchia il mio ideale di
Digimon!”
dichiarò Jeri nei pensieri, corrugando appena
l’espressione “Ha tratteggio troppo negativo per
realizzare
il mio sogno: e cioè, quello di assomigliare alle storiche,
e
celebri eroine dei cartoni. Calumon d’altro canto sarebbe
stato
perfetto: espressione ingenua ed aspetto innocente! Grazioso nel suo
stadio primario…prometteva di spiegare le ali e divenire un
maestoso e scintillante Digimon angelico! L’ideale per una
protagonista…
…mentre Beelzemon…”
…che riprendeva a farsi scorrere l’acqua sul
collo…
“…ha un aspetto troppo corrotto e controverso.
Rischia di
fare la mia apparenza ambigua. Però…”
in un lieve
illuminarsi della sua espressione “…devo anche
ammettere
che la sua negatività attualmente è molto di
moda! Avrei
preferito apparire una ragazza dolce e fragile, piuttosto che una dark
lady, ma se ora mi è stato imposto questo ruolo debbo far
leva
sulle qualità che può vantare! Beelzemon, in
fondo…”
Mentre con un
gesto vigoroso il Digimon sollevava un enorme scroscio
d’acqua
lanciandoselo addosso, per rinfrescarsi e lavar via pensieri e
turbamenti.
“…è molto quotato e la gente lo ama
proprio
perché è oscuro…e
tenebroso!” palpitando a
poco a poco su quelle parole stuzzicanti che sorseggiava assieme al
fumo “Assomiglia a un giustiziere spietato. E ha un aspetto
di
moda, ed una moto fantastica.”
…andando
via, e spalancando le sue ali nere per far volare gli ultimi schizzi.
“Se
punto su tutti questi fattori posso raggiungere quello che ho sempre
desiderato, e cioè essere…ammirata, e
invidiata!!”
nel sensuale accentuarsi della sua espressione determinata, con la
sigaretta tra le dita “Voglio niente di più e
niente di
meno di quello che i miei alter ego televisivi hanno ottenuto,
sogno…i ragazzi che palpitano d’amore per me, ad
immaginarmi sulla moto sfrecciante del mio Digimon!”
…un
altro sorso di fumo, e poi “…e le ragazze, che
muoiono di
fastidio sapendomi inarrivabile, nel vano tentativo di scacciare il mio
pensiero dalla testa, dal cuore e dalle dita dei loro amici, che
cercano il mio nome incessantemente sulla rete. Sì, speravo
di
farmi abbinare al gentile aspetto di Calumon ma a pensarci bene
Beelzemon può rivelarsi una valida alternativa!”
sistemandosi in una posizione più comoda senza cessare di
riflettere “Certo, fra i suoi difetti il fatto di possedere
un
pessimo livello intermedio: Impmon…non si può
guardare.” tingendo di fastidio la sua espressione
“Una
ragazza con quell’essere al fianco rischia di perdere tutta
la
sua credibilità, Calumon sarebbe stato altra storia.
Però…è anche vero che non ho mai visto
Beelzemon
regredire da quando è tornato qui sulla terra, e non
è
detto che lo faccia. Devo giocare bene le mie carte…
…e forse
Beelzemon può a suo modo restituirmi ciò che mi
ha tolto.
Uhmuhmuhm!” scrollando la cenere, che cadde in strada
“Caro
Takato, mio insostituibile amico…lo sai? Il tuo amore,
sbocciato
da bambini e che è perdurato nella crescita, restando vivo e
irrisolto fino ad oggi, non ha fatto che lusingarmi. Non sono mai
riuscita a tenderti la mano, così come non ho
potuto…con
nessun altro, ma questo è un segreto. Però mi
faceva
piacere sapere che nel tempo c’era qualcuno che palpitava e
soffriva perché non poteva avermi, mi faceva sentire
importante.” nell’accenno di un sorriso
“Ti prego,
non smettere mai di esserci, e non smettere mai di essere come sei:
sensibile…e innamorato, il tuo appoggio mi è
vitale. Oggi
ti ho potuto vedere di sfuggita, nella foga della battaglia: mi
dispiace. Avevo voglia di trascorrere più tempo con
te…oh? Che maglietta strana che avevi, a proposito. Ma forse
debbo essermi sbagliata.” gettando la sigaretta, o quello che
ne
restava, di sotto presso la strada “Gli scintillii digitali
hanno
sfocato la tua innocenza per qualche attimo, e mi hanno fatto
vedere…un altro ragazzo. Uhm! Che scherzi fa la primavera,
se
abbinata al pericolo. Questa è bella…!
Uhmuhmuhm!”
sgattaiolando di nuovo all’interno, facendo
«Shhh…» alla notte con dito sulle sue
labbra, per
poi chiudere la finestra…mentre nel cielo volava un Digimon
alato (fine-canzone)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** Il Supremo Guilmon ***
14°puntata DT2
I primi raggi del mattino colpirono una tazza di latte caldo che fu
sollevata da mani tremanti di uomo «Ti prego,
perdonami…non ti ho fatta dormire per
niente.»…«Sta tranquillo. E’
stato utile parlare tutta la notte, non c’è sempre
modo, nel caos del giorno, di portare avanti una terapia: io a volte ho
pensato…» descriveva Aki, sul cui viso erano
leggibili soltanto lievi tracce del pallore e della stanchezza
originata da notte senza sonno «…che la notte
fosse il momento ideale per scavare dentro noi stessi. Dunque per un
lavoro come quello che io svolgo con molta passione.» ed i
suoi occhi, sempre puntavano molto diretti a quelli di lui
così bisognosi di un orientamento
«Certo…hai ragione. Però…a
volte la notte fa anche molta
paura.»…«La notte…»
la ragazza si alzò in piedi, e si accovacciò di
fronte a lui che sedeva sul divano, sollevandogli la mano
«…o quello che portiamo dentro?»
Henry smarrì i suoi occhi fra le librerie a circondarlo
«Entrambe le cose…sebbene non avrei mai creduto di
arrivare un giorno ad ammettere che mi fa paura guardarmi dentro:
credevo di aver scoperto che ne avevo bisogno. Che non fa male, e anzi,
aiuta a sentirsi meglio. A essere migliori. Sapessi adesso, invece,
Aki…
…come sento…male…al
cuore…»
Lei gli adagiava una mano sul petto «Senti che pulsa, e
sanguina…?»…«Sento…
…come se stesse per scoppiare.»
La giovane psicologa assottigliò lo sguardo
“Perfetto: è prossimo alla maturazione!”
«Il cuore…» seguitava a descrivere
Henry, smarrendosi tra il passato e i ricordi
«…è un organo dal funzionamento strano.
Soffre e gioisce quando meno te lo aspetti, e per le cose a cui non
avresti mai pensato.» …mentre lei ponderatamente
si distaccava…
«Per quanto ci si possa sforzare…non si riesce a
controllarlo. Batte a cavallo tra passato e
futuro…» narrava il ragazzo
«…si ribella ai comandi e alle regole. Si dirige
verso le destinazioni da cui gli avevi detto di stare
lontano.» mentre Aki seguiva con attenzione la direzione del
suo sguardo «Io credevo…un tempo di aver lottato
grazie alla forza del mio cuore.» sussurrava Henry, cercando
con quegli occhi che socchiudeva smarrendoli, la strada per ricomporre
il suo destino «Ma chi si sarebbe mai aspettato che i
frammenti della mia vita si sarebbero mischiati fino a rendere
straziante ogni suo battito? Secondo dopo secondo…
…e quella forza di allora, dov’è?
Quella fiducia che avevo sviluppato nel mio stesso
cuore…dov’è finita? Mi sono sentito
tradito da lui…
…e adesso…non riesco più a
fidarmi.»…«Perché dici
questo, Henry…?»
«Perché il mio
cuore…Aki…seguita a battere nonostante tutto per
una donna contro cui ora dovrei lottare. Sì,
perché mi ha portato via ciò che più
amavo!»
Lo sguardo della ragazza si fece serio e penetrante.
«Sei…sicuro che questa sia la soluzione
giusta?» domandava Rea nella sua stanza, un po’
incerta per l’esperimento in corso, che vedeva Gargomon
impegnato nella ginnicamente apprezzabile impresa di sostenere il
massiccio peso del suo corpo da quella posizione ribaltata, a testa in
giù e gambe in aria «E’-E’
l’unico modo per regredire quando---scatta la digievoluzione
senza preavviso né controllo!» al che la ragazza
sedette sul letto e guardò verso l’alto
«…ora capisco a cosa si riferiva
Suzie…»…«N-Non è
che sia molto piacevole, e-era tempo che non mi capitava!
A-Avevo…dimenticato quanto potesse essere
schiacciante!» La giovane accennò un sorriso
«Dai, ho paura che ti vada il sangue al cervello! In fondo
non è indispensabile che tu regredisca, che sarà
mai? Mi sembra che ai miei genitori tu sia piaciuto dopo tutto, e a
questo livello!»…«M-Mi dia
retta---s-signora! E’ la cosa più indicata, anche
per ragioni di spazio!»…«Capisco,
uhmuhmuhm! In effetti la casa è piccola e tu sei bello
grande!»…«Signora!»…«Uhm?»…«S-Senta…avrei
tanto bisogno…d-di
parlarLE!»…«Oh
beh…sì, volentieri però…!
Io a dire il vero non conosco altri sistemi, per questo dovrei chiedere
a Suzie, lei essendo stata una Digimon
Tamer-»…«N-No, non intendevo parlare del
mio regresso al livello
intermedio!»…«…ah no? E di
cosa, allora?»
Gargomon, pur da quella posizione, assottigliò gli occhi
«D-Di quel qualcosa di ancor più
inspiegabile…c-che la spinge a preoccuparsi per Henry,
nonostante tutto ciò che ha fatto a lei---e-e a suo
figlio!»
Rea fece assorto il suo sguardo.
E Gargomon chiedeva ancora, con quella voce che gli si strozzava per lo
sforzo «L-La prego, ho bisogno di sapere perché in
dieci anni---di vita nel mio mondo non ho mai conosciuto---una cosa del
genere, dovevo tornare sulla terra---per assistervi.» Rea si
volse verso di lui, e gli parlò con dolcezza «Voi
Digimon non avete l’amore, là nel vostro
mondo?»…«…m-ma siamo
spaventati. I-Il tradimento ci fa
paura!»…«Oh…noi ci siamo
abituati.»…«C-Cosa?!» faceva
il Digimon, e stava per cadere da quella precaria posizione.
Mentre Rea descriveva facendo perdere il suo sorriso nel sole del
mattino che filtrava dalle finestre «Viviamo immersi in una
vita caotica, in cui i tradimenti e le delusioni sono
all’ordine del
giorno.»…«Oh…?» si
stupiva lui, che in silenzio pensava “Noi invece, quando
siamo venuti per la prima volta qui, abbiamo trovato soltanto grande
amicizia e affetto ad accoglierci. Questo ci ha dato la forza per
lottare. Non eravamo preparati ad affrontare anche il rovescio della
medaglia.” e lei, quasi come se intuisse il suo pensiero,
mentre apriva il borsellino ed iniziava ad aggiustare il suo viso allo
specchio «Amici, amori! Addirittura la tua stessa famiglia.
Nella nostra vita di giovani…niente è
più sicuro, tutte le stabilità con cui
nascevi…le perdi col crescere! In un primo tempo
è molto spiazzante. Però è anche
vero…che così come lievita
l’insicurezza, a crescere dentro di te è anche la
speranza di far sì che tutta la magia provata quando eri
bambino, possa costituire il seme di una vita futura meravigliosa! Per
te, o…nel mio caso, anche per i tuoi
figli!»…«C-Così era
questo…il significato di ciò che ha detto a
Benji, ieri sera.» apprese il Digimon, e a quelle parole la
luce lo avvolse…
…e la mole di Gargomon sfumò nell’agile
ricomparsa del piccolo Terriermon che balzò a terra, ma con
le orecchie basse e tanti pensieri per la testa “Dovrei
abituarmi anch’io che in questo presente è tutto
diverso da come ricordavo. Ma mi sento smarrito, temo di non
farcela!” ma a quel punto la ragazza gli si
accostò
«Oh?»…«Anche se non parli io
ti ascolto, non devi temere.» sollevandogli gentilmente
l’orecchio, come fosse una mano «Sei il mio
Digimon, avrai me al tuo fianco. E’ difficile anche per me:
neanche a questa età e con un figlio ho finito di abituarmi.
Ma aspettavo un amico che rendesse i miei giorni più
assolati.» stringendolo a sé «Oh
Terriermon, tu sei l’inizio di un sogno che si avvera.
Vedrai, faremo tanta strada assieme, e chissà che alla fine
del nostro cammino non ci sia ad attenderci una di quelle fiabe che
oggi ci sembrano impossibili.»
Stretto vicino al cuore di quella ragazza, il Digimon verdino pensava
“Henry…questa ragazza che tu hai
abbandonato…è colei che ti ha fatto scoprire
l’amore?”
«Guardate che sole meraviglioso, figli miei.»
descriveva dolcemente Renamon, mentre i raggi filtravano oltre la
cornice di legno della finestra per accendere il pelo, dorato e bruno
dei suoi due digicuccioli «E’ l’inizio di
una nuova, splendida giornata. Oh?» quando si
stupì all’aprirsi della porta…
…che introduceva qualcuno con un vassoio che portava una
ricca colazione. Quando il vassoio si abbassò,
rivelò il volto di una ragazza dal viso illividito
all’esterno, ma risanato da un disteso sorriso
«Rika…!» fece Renamon «Non
dovevi disturbarti, a portarmi la colazione al
letto…!»…«Mi sono alzata
presto perché volevo accertarmi che quanto è
avvenuto ieri sera non è stato un sogno. Volevo essere certa
che davvero c’eri, e che avevi trascorso la notte qui, a casa
mia per la prima volta dopo dieci anni.»
Con la classe che la distingueva, la volpe dorata si alzò
dal letto che le era stato amorevolmente preparato, e quando fu di
fronte a Rika rivelò «Non è stato un
sogno. Non lo è stato l’immenso desiderio di
ritrovarci a dispetto del tempo e delle distanze. Io sono davvero
tornata. Ed ho promesso di non lasciarti mai
più.»…«Ho accostato
l’orecchio per udire i tuoi sussurri, sai…? Sei la
madre…più dolce e amorevole che ci
sia.» affermava la ragazza dolcemente e a bassa voce, ed il
suo sguardo lilla sembrava carezzare con l’espressione
«I miei figli…» rispondeva Renamon
«…sono le due metà di me che iniziano a
scrivere il futuro.» quando «Oh!» Rika
ebbe un sussulto alla vista di quelle piccole creature adagiate sul
letto…
…avanzando, con una nuova goccia di gioia nel cuore
«…e tu chi sei…?» fece Rika,
e Renamon poté spiegare «Lui? E’ il
piccolo Nymon, mio figlio. Ieri sera non ho potuto mostrartelo, si era
addormentato. Si nascondono spesso nel mio
pelo.»…«…Nymon…»
si scioglieva l’espressione di Rika, mentre le sue mani
gentili lo sollevavano «…tu sei Rika…?
La mia mamma mi ha detto che sei la
sua…do…ma…trice.» parlava
con vocina sottilissima il volpacchiotto «La tua
mamma…» rispondeva Rika carezzando il suo pelo
«…è l’amica più
cara che la vita mi abbia donato.»
Renamon li osservava, immobile e silenziosa come sempre, ma con una
grande gioia nel cuore, che viaggiava tra le pareti di quella casa
intrise di ricordi. Ricordi che ora sembravano ricongiungersi nel
più giusto e bel nodo, come uno splendido fiocco attorno al
pacco di un regalo, che vedeva Rika carezzare e parlare al piccolo
Nymon «…mio Dio…come sei bello. Che
meraviglioso pelo scuro…»…«Lo
ha preso dal padre.»…«Oh?»
Rika si volse, e Renamon descrisse «Imagomon. Il mio
sposo…»
La ragazza la fissava assorta, e accogliente nei confronti di
quelle realtà…
«Il Digimon…al quale mi sono congiunta. Una
creatura…mirabile nell’aspetto. E nobile
nell’animo.» Rika sembrava incantata, ed
accennò nell’aprirsi di un sorriso emozionato
«…è colui…che ti ha fatto
scoprire l’amore?»
Renamon non disse nulla, in quei pochi secondi che la separarono da
quel bussare alla porta «Rika, sei
qui?»…«Oh?...sì nonna,
aspettami, sono presto da te.» riadagiando il cucciolo sul
letto, e dirigendosi verso la sua amica digitale sollevandole la zampa
«Ho da fare una cosa importante questa mattina, desidero
parlare con la mia famiglia: però…dopo, mi
piacerebbe che potessimo fare come eravamo abituate. Mi
piacerebbe…mostrare a te, e ai tuoi meravigliosi figli la
nostra città, com’è diventata. Io da
fare alcuni giri, e vedere delle persone. Tu
potresti…seguirmi come una volta, saltando sui tetti.
Scambiandoci semplicemente un’occhiata all’insaputa
di tutta la gente in strada…sapremmo di essere
vicine.»…«Mi piacerebbe molto, Rika. Ho
sognato per tanto tempo questo momento.» Rika sorrise grata,
seguitando nel suo sussurro «E dopo…»
ponendole l’altra mano sopra la zampa, per riscaldarla
«…magari questa sera, mi piacerebbe metterci
sull’uscio della casa, come facevamo quando ero ragazzina.
Mentre la città si addormenta, ed i rumori si fanno sempre
più distanti, vorrei che tu mi raccontassi la tua vita. Che
mi svelassi dei tuoi percorsi, e dei tuoi sentimenti in tutti questi
anni a Digiworld. Lo faresti per me…?»
Renamon alzò lentamente la sua zampa, e carezzò
il volto ed i rossi capelli di quella ragazza
«Certamente…»…«…uhm…a
dopo allora.» accennando ad aprire la porta, non senza
volgersi un’ultima volta «E voi, Akirmon e Nymon
preparatevi: perché voglio portarvi a fare un giro
meraviglioso!» …in un gesto di incredibile
femminilità per quello che era stato il suo fare a volte un
po’ spigoloso: soffiando un bacio, a tutti e tre. E poi
richiudendo la porta, mentre Renamon meditava “E’
arrivato il momento della verità, amica mia: adesso anche tu
scoprirai delle mie tante imperfezioni.”
Il suo sguardo andò verso il soffitto, e verso queste.
«Quello che mi hai appena raccontato…ha il sapore
di un miracolo, Beelzemon.» erano le parole della giovane
suora, nel giardino del convento «Davvero tu lo pensi, Akemi?
Non sei…minimamente dispiaciuta? Insomma…tu e
Mako…eravate i miei Digimon Tamers cioè siete!!
Siete ancora i miei domatori, lo sarete sempre! Io…non con
questo intendo
tradirvi…!»…«Beelzemon…»
cercava Akemi di sfiorarlo ma lui «No, fammi parlare! Io ci
tengo molto, vi assicuro che non è stato per mia
volontà che quel Digivice si è trasformato tra le
mani di Jeri,
io-»…«Beelzemon.»…«E’
accaduto tutto per caso, credetemi sono io il primo ad essere
confuso!» e così via…
…mentre poco distanti, presso il cancello
«Papà, sinceramente l’ultima cosa che mi
aspettavo è che mi seguissi fin qui al
convento!»…«Ma Mako, figliolo,
perché frequenti così assiduamente questo
luogooo?» gemeva il baffuto uomo «Ma te
l’ho detto! Che dovevo fare, nascondertelo? No, figuriamoci,
Beelzemon è grande, e poi tu lo hai conosciuto quando era
Impmon, per cui non ha senso: sono un Digimon Tamer! E se vengo qui
è perché mia sorella ospita il nostro
Digimon!»…«Ma…tesoro!
Figliolo, gioia del mio cuore: io temo che dietro a tutto questo ci sia
una ricerca di spiritualità, generata dalle ferite sul
cuore!!»…«…quanto la fai
drammatica.» replicava il ragazzo con gli occhi a punto
interrogativo «Beh in effetti è vero ammetto che
il fatto che il Digivice non si attivi mi impensierisce non poco. Ma
cos’hai, per caso paura che mi faccia
frate?»…«BEHHHH…!»…«Perché
dovrei, scusa: sono fidanzato con Jeri! E cos’è
questa storia delle ferite sul cuore? Il mio rapporto va a gonfie vele,
oppure tu sai qualcosa su Jeri che io non
so?»…«EH? NO NO NO NO NO PER
CARITA’ MAKO-MAKUCCIO LA TUA RAGAZZA E’ UN
BOCCIOOOLO!» ma l’ansia sembrava salire nel ragazzo
«Dì la
verità…l’hai vista con un altro?! Mi
tradisce?! Non mi vuole più bene mi
inganna?!!»…«NoooOOOOOOoooo tzs tzs tzs!
Mako dammi retta la tua fidanzatina ti vuole…un mooondo di
bene e NON LA SI VEDE AFFATTO con NESSUN ALTRO (!) siete una coppia
perfetta tuo destino è sposarti ed essere un marito appagato
ma proprio a questo proposito ascolta perché
temporeggiareee…la vita è un soffio
perché non sposarvi UN GIORNO DI QUESTI, così
tanto per fare un esempio!»…«Ihmp!
Cosaaa?!!»
…e Akemi nel frattempo «L’importante
Beelzemon è che tu ti senta a tuo agio con te
stesso.»…«Veramente…è
difficile.»…«Ho sempre la sensazione che
fra te e Jeri…ecco…sia intercorso qualcosa di
speciale.»…«Come?! Fra me e lei,
n-no…che
intendi…?»…«Non
so…» fece la ragazza con aria scrutatrice, ma
sotto i suoi occhiali si leggeva un sorriso furbetto «Ma
è proprio ciò che mi stuzzica di questa ennesima
novità tecnico-digitale, a proposito guarda come sono
tecnologica anche se sono una suora: mi esprimo come
un’esperta
informatica!»…«Eheh, è
vero…» fece lui passandosi la mano tra i capelli
biondi, un po’ imbarazzato mentre lei replicava
«Questa svolta…sembra voluta dal
destino!»…«Questo
destino…più si va avanti…meno si fa
capire da tutti noi…» commentò il
Digimon con un mite sorriso, mentre Akemi si accostava a lui
«Ptsss…non venirlo a dire a me oggi: guarda un
po’ chi c’è lì con
Mako.»…«Oh?»
«Papà ma che ti prende, con questa storia del
matrimonio affrettato mi hai seguito fin
qui!»…«Ma è ovvio, figliolo,
ormai sei un uomo!»…«Non sono ancora
maggiorenne!»…«Ah
DETTAAAGLI!»…«E poi, è vero
che sotto certi aspetti vorrei che Jeri fosse mia legalmente,
formalmente, in ogni modo e via possibile ptsss per altro sto dicendo
cose che non sta bene dire in un luogo simile COMUNQUE sta di fatto che
ho timore a farle pressioni su questa storia, non vorrei che si
sentisse oppressa! Jeri è una ragazza indipendente,
è più grande e ha molta esperienza, forse
preferisce sperimentare prima di prendere una simile
decisione!»…«Ma figuuurati se
è venuta col padre a casa
nostra!»…«A proposito: prima o poi
finirà di restaurare il suo ristorante, no? Sarei proprio
curioso di andarci.»…«Di che
parlate?» fece capolino un capo coperto di scuro. E
l’istante dopo il signor Ayami sobbalzò
«IHM-M-M-M-M! C-C-Che cos’è
quellooo???» indicando con dito tremante
«Q-Q-Q-Quel tipo, dentro un convento per
giuntaaa???»…«Ptsss…papà,
è Beelzemon, dai non fare tante scene lo conosci.»
fece Mako. Il Digimon fece un passo indietro «Ve-Veramente
io…signor Ayami, buo-buongiorno a proposito! Mi fa piacere
vederla qui!» evocando in ogni modo cortesia nei suoi gesti.
«Vi ho sentito parlare in modo molto misterioso, mi sono
insospettita.» disse Akemi con fare velato di scherzo, ed il
padre subito si irrigidì «Ihummm, niente che possa
riguardare una persona che vive ritirata, stiamo discutendo di faccende
mondane!» negando il suo sguardo con fare offeso, ma
Beelzemon intervenne volenteroso «Oh, Akemi è
molto esperta di ciò che accade nel mondo! Prima si
è espressa con termini informatici davvero molto
appropriati!»…«Un conto è
smanettare sul pc che oggigiorno anche le monache possiedono, un altro
è capirci qualcosa di argomenti come il
MATRIMONIO!» scandito con quella voce nasale, mentre Mako
traduceva «Akemi, papà vuole che io mi sposi con
Jeri al più presto.»…«Ihmp,
eh?!» sobbalzò Beelzemon «Cosa?
Papà…!!» puntualizzò Akemi
con le mani sui fianchi «Quando capirai che siamo giovani e
ci devi lasciar vivere la nostra vita senza intrometterti? Mako e Jeri
sono giovani, non pensi sia il caso di evitare di metter loro fretta?
Dovranno prima conoscersi meglio, capire se sono fatti l’uno
per l’altra!»…«Ptsss:
è quello che sto cercando di dirgli anch’io
ma-» mormorò Mako «Mmm, tu sta zitta,
non ho chiesto il tuo parere!» ribatté inasprito
l’uomo tingendo di delusione il viso di sua figlia, al che
Beelzemon notandolo allungò la mano «Veramente,
signor Ayami se mi permet-»…«E NEMMENO
di un essere digitale non meglio
identificato!»…«Papà…!»
scandì Akemi «Quello con cui stai parlando NON
E’ un “ESSERE DIGITALE non meglio
identificato”, tu sai benissimo di chi si tratta.»
…lanciando un’occhiata verso quel Digimon che
già si sentiva in colpa e temeva di essere intervenuto in
maniera inopportuna…
«E’ vissuto a casa con noi, ed è tornato
nei momenti più difficili quando eravamo costretti a vivere
ai margini della città, perché il D-Reaper aveva
invaso tutto! Lo abbiamo portato anche in macchina con noi,
perciò non hai il diritto di rivolgerti a lui sgarbatamente
solo per far dispiacere me, perché è quella la
tua intenzione!!»…«Ma…che
succede?» sussurrava Beelzemon fra sé
«Akemi, Mako…non sapevo che ci fossero questi
problemi con vostro padre.»
«Senti un po’, monachella
saputella…» avanzò il padre verso la
ragazza che non aveva timore di guardarlo negli occhi «Tu ti
sei distaccata ben presto dalle faccende familiari, per cui non tollero
la tua intromissione adesso!»…«Io non ho
mai dimenticato la mia famiglia: né quando sono entrata in
convento, né mai lo farò! Io vivo qui, ma voi
vivete dentro di me, nei miei pensieri! E nelle mie
preghiere…» confessava Akemi…ed i suoi
occhi si arrossavano di commozione, mentre Beelzemon spalancava i suoi
nel guardarla «GrrrRRR! BELLA CONSOLAZIONE! Le tue preghiere,
carina!!»…(canzone: Westlife
- Tonight) «Sì! Le mie preghiere,
perché è questo lo scopo della mia vita!! Io
sognavo di…pensare sempre a coloro che amavo, dedicar loro
tutti i miei sentimenti, affinché ascendessero da questo
luogo fino alla casa del Signore in Cielo, perché non
restassimo sempre tutti coi piedi ben incollati a questa terra, a volte
si può volare e io a quello
aspiravo!»…«Su adesso…non mi
pare il caso di litigare!» cercò Mako di mediare
«E AI NOSTRI SENTIMENTI NON HAI PENSATO?!»
sbottò Ayami, mentre Beelzemon era sempre più
colpito «Hai lasciato tua madre
disperata!!»…«La mamma mi capisce,
è a te che non è mai stato
bene!»…«CERTO CHE NO! Quale padre
potrebbe gioire al sapere che sua figlia è chiusa in un
buco!»…«Un padre che ha a cuore i sogni
di costei!»…«Ma ceeerto, ora capisco:
sei così tranquilla perché ti consoli
contemplandoti quel bel coso lì, tutto
palestrato!» alludendo a Beelzemon
«PAPA’!» lo riprese Mako, ma mentre Akemi
scoppiava in lacrime Beelzemon intervenne «ORA BASTA! Ma come
si permette?!!»…«Ihmf, sta zitto:
mostrami il cartellino di riconoscimento prima di rivolgerti a
me!»…«Non ce l’ho in questo
momento, il Digivice apparso in macchina con lei è nelle
mani di un'altra ragazza, ma se le può
bastare…eccolo!»
…portandosi vicino sia Akemi (che nascose il volto sul suo
petto) e Mako «E’ ancora più evidente di
un congegno magico, è l’affetto che mi lega ai
miei domatori, e ai miei amici! Akemi e Mako sono le persone
più importanti della mia vita, ho trascorso dieci anni in un
mondo lontano pensando sempre e soltanto a loro! Capisco perfettamente
quindi ciò che intende Akemi quando parla delle sue
preghiere!»
“Beelzemon…” pensava la giovane suora
mentre il braccio di Beelzemon la proteggeva…
«Io non ho fatto altro…per dieci anni. Guardavo il
globo terrestre dalla mia umile casa e pregavo qualcuno che neanche so
bene chi o cosa sia, lo pregavo…perché
proteggesse i miei amici! Perché li facesse
crescere…» facendosi guardare da entrambi loro
«…sani e forti, e questo qualcuno mi ha esaudito.
Gli sarò per sempre grato. Perciò
lei!!»…«Ihm!» facendolo
sobbalzare, nel puntargli l’artiglio contro «Stia
bene attento perché non le permetterò di
maltrattarli! Io li amo con tutto il cuore.»
(mentre dietro di loro una suora correva a perdifiato «Madre
Katsumi! Madre Katsumi!» incontrandosi con
l’anziana madre superiora «Cosa gridi
tanto?»…«Il
vescovo!»…«Cosa?!»…«Il
vescovo verrà a farci visita fra due giorni!!» E
gli occhi azzurri di quella donna in abito nero vagavano pensierosi a
quel muro ancora non sistemato…)
«Ciò che mi ha detto non l’ho ben capito
e nemmeno mi interessa ma quel che ho afferrato è che era
irrispettoso verso Akemi, e non glielo permetto! Lei è il
padre, e dovrebbe solo appoggiarla.» carezzandole il capo
«Su, piccola…coraggio, non è successo
niente, ci sono qui io.» al che lei alzò i suoi
occhi ingenui velati da occhiali presto appannati, e lui
«S-Sono qui…è tutto a
posto…» ripeteva ma si accorgeva che il suo
braccio la stringeva forte, e la sua mano cercava quella di lei per
riscaldarla “Beelzemon, ma…!...quanto ti batte
forte il cuore?”
“Che mi sta succedendo?!!” …mentre un
raggio di primavera filtrava fra di loro, vestiti entrambi di
nero…
Quando ecco che madre Katsumi «Vogliate scusarmi se sono
inopportuna.»…«Ihm!!»
Beelzemon sobbalzò e si affrettò a sciogliersi da
quell’abbraccio per inchinarsi rispettoso
«Buongiorno,
madre!»…«Buongiorno a voi. Sorella
Akemi, qualcosa di
storto?»…«…io sto bene,
madre.» replicò la ragazza pulendosi gli occhiali
con l’abito, mentre la superiore rivolgeva
sguardo…superiore a Beelzemon «Bene ho appena
udito una notizia: aspettiamo visite. Molto importanti. E’ il
momento…di smetterla di
tergiversare.»…«C-Cosa intendete, madre
io scusate ma non vi capisco!» si barcamenava il Digimon
«Sono stata informata di un imminente visita del vescovo
presso il nostro convento. Mi pare ovvio quantomeno che non possiamo
presentarglielo in queste condizioni, ne va del rispetto nei suoi
confronti. Dunque contiamo su di te: sei stato ospitato con molta
generosità, no? E’ il momento di
ricambiare.»…«Oh mamma ci mancava anche
questa…» si portava la mano alla fronte Mako ma la
suora lo fulminò con lo sguardo «Altri
volontari?!!»…«EEH?!! N-No, grazie sono
un disastro nelle
riparazioni!»…«…bene:
Beelzemon, giusto? A proposito, da che deriva il tuo nome?
Beelz…»…«Non lo so, madre,
sono il primo a ignorarlo!»…«Pazienza,
se mai lo scoprirai sarà lavorando: sorella Akemi, vieni con
noi, dovrai mostrargli tutti i suoi compiti ed assicurarti che li
svolga, è sotto la tua
responsabilità.»…«Io…madre…Beelzemon…»…«Shhh,
calma piccola nessun problema va bene è tutto a posto: sono
a vostra disposizione madre, è una
promessa!»…«Che aspettiamo
dunque?»
Sicché si avviarono tutti e tre, Akemi si congedò
da suo padre con un’ultima occhiata. Ma nonostante questa
fosse triste, lui non voleva sciogliersi
«…Akemi…» pronunciava, ma
stringeva i denti sotto i suoi baffi, come se dovesse trattenere il
pianto «Su coraggio papà…» si
accostò a lui il ragazzo, ma il padre sembrava respingere i
gesti d’affetto. Mako lo fissò
eloquentemente…
…e gli lanciò un rapido «So cosa
provi.» sussurratissimo…
«Il muro, tanto per cominciare.» elencava la suora
lenta ma inesorabile nel suo passo «E poi la cappella
è tutta scrostata, il dipinto cade a pezzi.» e
loro la seguivano, l’istinto li portava a prendersi per mano
ma appena sfiorati si ritirarono in segno di rispetto «I
soppalchi costano una preghiera supplementare giornaliera
perché non capitolino sulle nostre teste. E poi i canti,
come non bastasse si sono perduti anche gli spartiti, nel terremoto!
Oh?» ma una suora arrampicata presso un albero grazie a una
scaletta scosse in eccesso un ramo «Oh! Perdonatemi madre
scusate!! Volevo solo raccogliere le arance, per…sbaglio ho
smosso troppo il ramo!»
…aveva provocato una pioggia di petali rosa su loro tre, che
madre Katsumi liquidò ben presto «Fa niente, sta
più attenta: dicevo! Per quei canti ci vuole la mano di un
miracolo, questo è sicuro…»
…ma loro erano rimasti indietro, non più
così neri poiché i petali rosa li avevano avvolti
«N-Ne hai uno…qui
ecc…ECCIU’!...ihnf!» starnutì
Beelzemon soffiando via così il petalo dal capo della
ragazza, anziché col suo gentile artiglio con cui dovette
massaggiarsi il naso «Niente da fare, devo essere
allergico!»
Ma lei lo contemplava in un dolce sorriso. E lui rimaneva bloccato, a
fissarla «Insomma, vi
muovete?!»…«Oh?» si
destò lui «Arriviamo, madre!» ed anche
Akemi «Vi seguiamo, insomma, cos’altro?»
lasciando i petali al posto di loro in quel giardino (fine-canzone)
«Mamma, sei già al lavoro?»
La signora Mie si udì chiamare da suo figlio, e senza alzare
gli occhi su di lui rispose «…sì,
siccome quest’oggi mi sento un po’ meglio
è inutile che me ne resti a letto.» Takato
però le si accostò con un fare che appariva
premuroso «Non sarebbe stato meglio che ti riguardassi,
almeno per oggi…? E’ bene che…tu non
metta la tua pressione sotto
sforzo.»…«Il lavoro ci
chiama…figlio-ohh!» ma quando si decise a
guardarlo, qualcosa in lui la fece sussultare. Ma lui
«Shhh…ti prego…» le
sussurrava, tenendole le mani «Ma che hai fatto ai
capelli…?» accennò lei, che lo vide
diverso dal solito grazie ai capelli spinti indietro con il gel: una
nuova pettinatura, che gli metteva in risalto il viso
«…per favore, ieri sera…ho
già discusso con papà: lasciami fare quello che
sento con il mio aspetto, ti prego, va oltre l’apparenza:
sono sempre io. Sono sempre Takato, ma ho bisogno di ricercare me
stesso, e sperimentare nuove angolazioni.» e tanto le
stringeva le mani per rafforzare la mormorata supplica, che Mie sentiva
bloccata ogni sua replica «Chiedo almeno a te di non fermarmi
su questo, e io…ti prometto che anche se con nuove
pettinature e un diverso abbigliamento, mi impegnerò il
doppio per te e per la famiglia. D’accordo?
Ora…sto andando a lavorare. Però tu
riguardati…ti voglio
bene.»…«Oh-h…»
rivolgendole un piccolo bacio, al quale Mie sembrava essersi
disabituata, per poi uscire con una certa rapidità.
Dal bancone, lo vide sparire oltre la porta e lungo la strada: lo
sguardo di Mie restò sospeso per qualche istante,
dopodiché elaborò
«…è più gentile stamattina:
forse se accentuo i miei disturbi come ho fatto ieri ho la speranza di
tenermelo legato!»
Takato, che quella mattina usciva di casa con un nuovo look, aveva il
passo reso spedito dalla fretta e da un bel fardello di pensieri
«Povera mamma, effettivamente debbo essere più
presente e premuroso nei suoi confronti: ha bisogno di tanto
affetto!» passandosi la mano sulla fronte in un gesto
automatico ma non trovando più la sua frangetta da scostare
«Punto numero due: Rika! Chissà se Cindermon
è riuscita a contattare Renamon, devo scoprirlo
immediatamente, Dio…!!...una cosa alla volta, se oggi
già iniziamo così dubito che ci arrivo a tornare
a casa
stasera!»…«TAKATO!»…«Takato!»…«Ihmp!!»…tanto
per cominciare due voci lo fecero sussultare.
Lasciando cadere la mano dal suo cuore, fu raggiunto da passi in corsa
«Siamo sempre noi!» disse Monodramon, che spuntava
come sempre dalla borsa di Ryo il quale «Scusa se abbiamo
preso l’abitudine di farti queste
improvvisate!»…«Non fa niente,
Ryo.» sorrise cordialmente il ragazzo, mentre Ryo insisteva
«Non puoi immaginare: abbiamo delle novità
STRATOSFERICHE ma…mi…sembra che tu altrettanto:
qua andiamo di bene in
meglio!»…«Ahahah!» si
scostò Takato dal tentativo di Ryo di passargli la mano tra
i capelli ingellati «Ottimo rinnovamento:
Takato…promettimelo un giorno di questi ci vediamo e io ti
faccio un servizio fotografico di quelli come dico
io!»…«Beh Ryo per quello potevo anche
risparmiare sui vestiti!»…«Ahhh, quello
è stata una scialuppa di salvataggio! Comunque: ti dicevo,
grosse novità!» con eco del Digimon «Non
sai che abbiamo saputo!»…«Zitto
Monodramon, voglio dirglielo io-ma…! A proposito che CASPITA
è successo poi ieri pomeriggio con RIKA addirittura
Monodramon mi ha accennato delle cose ma deve ancora finire di
spiegarmi stamattina corro come un pazzo per il
lavoro!»…«E’ una lunga storia,
Ryo.»…«Accidenti, quello che non mi ci
vuole! Vabbé me la racconta Monodramon strada facendo che
poi si è smosso anche Calumon, si è voluto
precipitare lì io ti assicuro: NON CI HO CAPITO NIENTE se
non la solita morale, e cioè che Rika fa solo casini! Sta di
fatto: Monodramon ha avuto un contatto Facebook da
Digiworld!»…«Si può
comunicare con Digiworld?!» chiese Takato, e Ryo
«Mmm, ancora male, ci sono tante variabili tecniche da
assestare ma intanto la prima pagina del Digigazzettino
l’abbiamo arraffata! Tieniti forte: ci siamo giocati
Azulongmon!!...
…Azulongmon, te lo
ricordi?!»…«…!...sì!...certo,
come posso non ricordarmi di Azulongmon,
scusa?!»…«Uno dei quattro
Supremi!»…«Ovvio Ryo!! Che credi, che
abbia perso la memoria su cose così importanti! Ma che
è successo, è…?...è
morto…?» sfumò la voce di Takato in
quella domanda ad occhi spalancati, ma Monodramon fece
«Noooooo…!» e Ryo «No no,
campa ancora il vecchiaccio! Ma la carica…flip! E’
caduta! Causa: arteriosclerosi avanzata, il sodalizio dei Supremi si
è rotto, l’hanno dovuto internare!»
Takato tacque e dedicò un pensiero a quel
saggio…immenso, imponente Digimon simile ad un serpente
azzurro e celestiale con la barba…che penetrava nel mezzo di
una cruenta battaglia per ridare il senso ad un mucchio di destini di
ragazzini che sembravano allo sbaraglio, in un mondo di
pericolo…
«…un ricordo che da un lato sembra tanto
vicino…dall’altro ora sembra l’affresco
di una favola…»…«Puoi dirlo
forte, lo dici a me!!» replicò Ryo, e Monodramon
«Ryo: ma non hai mai pensato di mettere la tua mamma a tenere
compagnia ad Azulongmon?»…«Ahhh, non
dire scemenze Monodram-…devo…farci un pensierino
sai l’idea che mi hai dato no: insomma!...capisci Takato se
già siamo nei casini ora che non ci stiamo capendo niente di
cosa sta accadendo alla terra con questi nuovi Digimon figurati ora a
Digiworld che baraonda può essere, dovranno effettuare un
passaggio di carica!»…«Mi auguro che i
miei bambini stiano bene! Loro avevano tutti l’immaginetta di
Azulongmon ai piedi del letto. A Natale vendevano anche le
iconcine.»…«E infatti eccola Takato,
questa è per te! L’ha portata Monodramon: il
vecchiaccio non è morto, ma…almeno è
un ricordo anche per te che l’hai conosciuto.»
Il ragazzo dai capelli ingellati raccolse così
quell’icona argentata con l’immagine del Digimon, e
gli rivolse un sorriso «Azulongmon…il Digimon
leggendario per noi ragazzini simile a un miraggio. Parlare con te ci
faceva sentire di vivere un sogno. Chissà come starai
adesso…quali pensieri e ricordi ti passeranno per la testa.
Che dire, il tempo passa…ed ogni cosa cambia.»
Ryo e Monodramon sembravano cogliere e comprendere quel
pensiero…ed il loro sguardo volò assieme ai
petali di primavera lungo il cielo azzurro.
«Un altro pezzo che cade.» disse Takato con
l’icona di Azulongmon «…e addio anche ai
quattro Supremi: un’istituzione del mio passato.»
Quando nel garage della casa abbandonata, nascosto tra i rovi del tetro
giardino, Sandmon parlava al cellulare «Ma adesso come
dovremmo chiamarlo?!...come?! Supremo emerito?! Io direi che
“vecchio sclerotico” gli si addice di gran lunga di
più!» ed eruttava intanto ordini «Forza
pelandroni lì in fondo, quanto ci vorrà per
togliere le catene da un camper?!!»
C’erano alcuni piccoli Digimon prigionieri, ridotti pelle e
ossa e dall’aria molto affaticata, che sembravano intenti a
portare alla luce (inesistente) un veicolo dipinto con vivace vernice
rosa-violacea «La Purplemobile dev’essere pronta
nel giro di…u-un quarto d’ora, stiamo per partire!
Ahhh, insomma dicevo-no è che queste bestiacce sono degli
irrecuperabili scansafatiche, noi siamo già in ritardo sulla
tabella di marcia: oggi parte la grande operazione ma qualcuno dice di
aver visto la carrozza di Cyclemon in cielo, noi dobbiamo assolutamente
essere lì al palazzo prima di
lui!»…«Sandmon! Sandmon ma è
scoppiato un casino a Digiworld per il fatto di Azulongmon!»
echeggiò la vocetta dell’appena giunto
N’Emo «ZITTO
MOCCIOSO!»…«Auch!» con
scappellotto di turno «Non vedi che sto parlando al telefono
LO SO ANCH’IO che non è il giorno adatto per
partire, ACCIDENTI ma---!» tirando un calcio alla ruota del
veicolo che sembrava vecchio e bisognoso di una riverniciata, ma forse
ancora valido «PERCHE’ non è morto?!
Rimbambito è causa di inutili pellegrinaggi per TENERGLI
COMPAGNIA, tutti i Digimon più buoooni e caritatevoli non
gli fanno mancare una tortina preparata in modo
artigianale!»…«Sandmon, i cieli sono
intasati, hai avvertito
Purplemon?!»…«N’EMO IO TI
STROZZO PRIMA CHE ARRIVIAMO A
PALAZZO!»…«Bravo strozzami
così da solo ti arrangi, idiota! Ora abbiamo una grana in
più, a parte quella di ancorare la sfera di Purplemon alla
Purplemobile!»…«NON L’HAI
ANCORA FATTO?!»…«Era compito tuo, io
lì non ci arrivo, non sono un Digimon ma un DOMATORE:
guarda!!»…«E’ TUTTA LA NOTTE
CHE MI SBATTI IN FACCIA QUEL DIAVOLO DI DIGIVICE, HO CAPITO! SEI UN
DOMATORE! ALLORA DA’ ORDINE AL TUO DIGIMON DI ATTACCARE
QUELLA SFERA!»…«Ma poi povera Purplemon
rischia di collidere con tutti i digivelivoli-senza contare i Digimon
volanti veri e propri-che volano in viaggio verso l’istituto
di Azulongmon, la catena è lenta, e la sfera
sbatacchia!»…«Grrr, tutto per colpa di
un vecchio ex-Supremo deficiente che si è voluto rimbambire
proprio adesso, altro che “SUPREMO
EMERITO”!»
«Dove voi vedete problemi io
vedo…opportunità!»…«GULP!»
Sandmon sussultò all’udire quella voce, e
N’Emo spalancò gli occhi
«Guilmon…»
«Uhmuhmuhm!» sorrideva, di furbizia rinnovata dalla
notte, il draghetto rosso stretto nel suo manto nero decorato di lune
«Se non mi sbaglio eravamo a corto di idee sulla
giustificazione formale da assegnare alla nostra presenza al
palazzo.»…«Sì…è
vero…» fece N’Emo, e Sandmon, che non si
scollava quel cellulare dall’orecchio «E allora?!
Non accettiamo sproloqui saccenti da te che sei l’ultimo
arrivato, stattene al tuo posto buono e
zitto!!»…«Mi spiace deluderti: ma se
seguissi alla lettera ciò che mi hai comandato ci troveremmo
nei guai fino al collo…una volta giunti a destinazione,
uhmuhmuhm.» passeggiando, così da far strusciare
il suo manto sull’erba umida «C-C-Che cosa blatera
il tuo cagnaccio,
N’Emo?!»…«Non è il
mio cagnaccio, è il mio Digimon, bada a come parli!!
Guilmon…hai qualche idea per la nostra
operazione?» Guilmon rifilò la coda
dell’occhio, ed espressione superiore «A Digiworld
sarà in corso la delicata operazione per scegliere un
sostituto di Azulongmon, no? Tre Supremi da soli apparirebbero dei
presuntuosi e i Digimon cadrebbero nel panico collettivo, si affidano
alla saggezza di Azulongmon da un tempo…che neanche loro
ricordano, uhm: è…quantomeno scontato che la
carica di nuovo Supremo non può essere affidata a chiunque.
Lo sconosciuto di turno finirebbe diretto bersaglio del
linciaggio.»…«Procederanno con lo
stravecchio sistema elettorale!» liquidò Sandmon,
ma Guilmon accennò un sorriso luccicante di furbizia
«Non possiamo aspettare le lungaggini della burocrazia. Il
sostituto deve comparire e attivarsi
all’istante.»…«Hai intenzione
di taroccare i voti al seggio?!» ipotizzò
N’Emo, e Sandmon «Non dire scempiaggini
N’Emo! Piuttosto che cosa hai in mente,
cagnaccio?!»…«Uhmuhmuhm!...
…subentrerò
io!!!»…«COOOSA?!»
esclamò N’Emo. A Sandmon cadde il cellulare di
mano.
Guilmon però sembrava sicuro dei piani che celava sotto il
manto scuro.
La Sfera regale scintillava tra le mani di un ragazzo in una carrozza,
e costui si interrogava sul suo destino sotto gli sguardi di due
Digimon: il suo, Guardromon, che gli chiedeva «Kazu, hai idea
di quale sia la funzione di questa sfera? Che intenzione avranno avuto
Babamon e Jijimon? Ptsss…conosci questa gente? Io non li ho
mai visti prima d’ora, sicuro che ci possiamo
fidare?»
…e Diamon, per la quale la presenza del giovane pareva
essere fonte incessante di domande. Ma a differenza di Guardromon si
tratteneva. Cyclemon piuttosto guardava di fronte a sé
«Non temete, siamo quasi arrivati: a palazzo molti misteri si
sveleranno.» ma improvvisamente Kazu si sporse stupito
«Guardate!» e Guardromon fece eco «Cosa
fanno tutti questi Digimon in
volo?»…«Visita ad Azulongmon.»
rispose Cyclemon, e Kazu si volse
«Ehhh???!»…«Purtroppo…uno
dei pilastri storici di Digiworld scricchiola un
po’.»…«Povero
Azulongmon…» si espresse Diamon
«…io mi auguro che questi Digimon gli tengano un
po’ di compagnia, che lo facciano sentire meno solo! Gli
altri Supremi hanno un carattere bruttissimo, non come lui, di sicuro
l’avranno sbattuto in quell’istituto con tono
sgarbato, facendolo sentire inutile quando invece lui è
molto gentile.» assumendo un lieve broncio dispiaciuto. Kazu
era anche molto stupito e colpito, a poco a poco si scostò
dal finestrino per rivolgersi a lei «Tu…lo
conoscevi?»…«Io? Certo, come
no!» rispose Diamon con molta
naturalezza…aprendosi in un sorriso e in un abbraccio
immaginario «Ad Azulongmon voglio bene come un nonno,
nonniiinooo! Smack!»…«Oh? Che tipa
strana Kazu hai visto?»…«Shhh,
Guardromon dai: sì, comunque…anch’io ho
conosciuto il grande Azulongmon.»…«Ah
sì?! Davvero?! Perché tu hai già
visitato il nostro
mondo!»…«Sì…certo!»
accennò un sorriso il ragazzo, e Guardromon «Io e
Kazu ci siamo conosciuti a Digiworld!» mentre Cyclemon
mormorava lievemente divertito «Diamon, non ricordi il tuo
sogno?»…«Certo, è vero!!...ho
sognato di andare a Digiworld! Anche se io…ci sono nata,
là era come…se fosse la prima volta ed era
fantastico, lo vedevo con occhi nuovi! Allora era proprio il tuo primo
viaggio, eri tu il Digimon di cui sognavo di stringere il
Digivice!»…«Hai sognato di essere il mio
domatore
Kazu…?»…«Qua-Qualcosa del
genere! N-Non so, non guardatemi così io ne so quanto voi!
E’ una profezia! Antica, ignoro chi l’ha scritta,
doveva avere una…lunga barba
bianca!»…«Ahah, non preoccuparti, dai!
Qui chi sa qualcosa…alzi la mano!»
scherzò Kazu…
…e Diamon lo guardava stupita, con i suoi occhi verdi
spalancati «…tu non hai paura di ciò
che verrà
dopo…?»…«…io ho
visto talmente tante cose nel mio mondo, che ormai non ho
più motivo di aver paura. Che sia quello che
sia.»…«…sei molto
coraggioso…io invece sono sempre spaventata. Quando
c’è una cosa nuova…mi batte forte il
cuore, come adesso!» descriveva con quella incredibile
spontaneità, e tanto mancava di vergogna nello spezzare un
po’ la sua classe con un convulso gesticolare, che alla fine
riusciva a lasciarla integra, e spoglia da sovrastrutture tanto da
essere ancora più splendente «Non riesco a
fermarlo!»…«Tu sei…diversa
dai Digimon che finora ho
incontrato.»…«Ah sì?! Ma in
bene o in male?! Non somiglio a
lui?!»…«Oh…? A
meee…??? Kazu: io somiglio a una signorina, per
caso?»…«Ahhh, dai! Tale e
quale!» scherzò il giovane, e Diamon
«Oh! Pfff…uhmuhmuhm!» dovette arginare
la risata con una mano di fronte alla bocca, ma gli occhi la tradivano
«State ridendo di meee…» si abbacchiava
un po’ Guardromon con la sua voce tubolare, ma Diamon
«Dai, su col morale!!» facendogli un po’
di solletico, e Kazu lo afferrò da dietro «Amico
mio! Lei ha ragione: se ridiamo non pensiamo a cosa accadrà
una volta giunti a destinazione!»…«A me
piace tanto ridere, è l’antidoto che mi fa
più effetto quando sono agitata:
ergo…ventiquattrore su ventiquattro! Sette giorni su
sette!»…«Allora tieni, afferrala al
volo!» il ragazzo le lanciò la Sfera regale,
Guardromon provò «Ohp!» a saltare ma non
gli riuscì, e Diamon «Oh!
Oh…!» fece del suo meglio per riceverla
«Ve la ripasso!» e così via…
Mentre Cyclemon accennava un lieve sorriso “…meno
male che socializzano e si divertono, ho uno strano presentimento per
quando arriveremo, e il venir meno della carica di Azulongmon mi
preoccupa alquanto. Potrebbe essere il trampolino di lancio per dei
malvagi che vogliono penetrare tra le alte sfere di
Digiworld.”
«Che cosa intendi dire, Guilmon, spiegati meglio: non
che…io sia contrario a mettere in atto un piano che da come
lo descrivi sembra così appetitoso,
però!»…«Non si tratta di un
piano: ma di un FATTO, mio piccolo N’Emo!»
descrisse il Digimon dando le spalle allo stupore del ragazzino e alla
forzata indifferenza di Sandmon, per passeggiare nel giardino
«Digiworld ha bisogno di far conto su di una
personalità storica e solida!! Questo ruolo ad altri non
può spettare che a ME: io sono stato il Digimon che ha
sconfitto il D-Reaper!! Ero fra quelli nelle linee avanzate, quando si
è disputata la battaglia!! Se non fosse stato per il
contributo mio e del mio domatore di
allora…» …menzione che
sembrava riuscire nell’ardua impresa di accrescere il pallore
di N’Emo «…di Digiworld non sarebbero
rimasti che ciottoli prossimi alla disintegrazione, e
invece…» volgendosi con sguardo fulminante
«…è sopravvissuto fino ad oggi:
è giunto per me il tempo di riscuotere quanto mi spetta da
anni, e lo farò concedendo alla nostra operazione quella
CREDIBILITA’ del cui presupposto eravamo altrimenti
d’accordo di disctuere…STRADA
FACENDO…» accentando grazie al sarcasmo
l’estrazione dal garage di quel camper scalcagnato e violaceo
sul quale troneggiava l’esaltante posa di Purplemon, la
digi-fata dal cappello a punta immortalata con microfono a
mo’ di star «Mmmm, mmmm, GRRR, LO SO QUAL
E’ IL TUO OBIETTIVO!» Sandmon gli puntò
contro il dito, ma Guilmon non si scompose e sfoderò
un’aria superiore e distaccata «Tu vuoi che una
volta lì a palazzo ci prostriamo tutti ai tuoi piedi, che ci
mettiamo ai tuoi ordini BEH SCORDATELO tu non sei nessuno: se non
un…povero digidrago orfano di
domator-»…«Ce l’ha il
domatoreee, sono io!»…«Abbassa quel
Digivice che mi è venuto a nausea!» ma Guilmon
pose fine al loro battibecco specificando «Un povero
digidrago orfano…ma con un passato glorioso. Uhmf! Quindi
poche storie, al popolo di Digiworld starà bene: ho salvato
loro la vita, sono vincolati a me! Non potranno storcere il naso, non
appena udiranno il mio nome dovranno semplicemente…accettare
la mia auto-proclamazione a nuovo Supremo di questo mondo!!
E’ mio diritto! E voi…farete in modo che non ci
siano obiezioni, se sarà da ricordare le mie imprese
gloriose lo si farà senza discutere, sono
stato…abbastanza
chiaro?»…«Dovremmo parlarne con
Purplemon prima però, Guilmon!» obiettò
N’Emo ma con fare che cercava di essere accomodante
«Sai, lei è formalmente il capo
dell’operazione, potrebbe aspirare lei a ricoprire quel
ruol-ahia!» Sandmon gli aveva tirato un pugno in testa
«Ptsss, ma dalla sfera?! Ragiona, microbo, è
prigioniera!» e Guilmon si sovrappose
«Purplemon…uhmuhmuhm, non mi pare tipa che ama
esporsi in prima persona, da quel poco che la
conosco.»…«Non la conosci affatto,
quindi taci!»…«Datti una
calmata…”grande
Sandmon”…»…«E non
parlarmi con quel tono!»…«Purtroppo temo
che una volta sul posto sarai costretto a riconoscere il mio ruolo:
sempre che…tu abbia interesse a conferire ai nostri intenti
quel minimo di serietà che vedo alquanto remota, analizzando
la generale…propensione della nostra comitiva
all’organizzazione. Fate i vostri conti, e vi accorgerete che
siete inchiodati!» liquidò bruscamente
allontanandosi di poco, e N’Emo si volse verso Sandmon
«…forse ha ragione Guilmon: anche Purplemon
potrebbe stare al gioco, tu non
credi?»…«Uhmf! Io mi rifiuto di fare da
subalterno a quello lì, sia chiaro!!» picchiando
un pugno sulla Purplemobile «Sono uno che esige
rispetto!»
Guilmon, rimasto appartato, chinava il capo “Perdonami,
Azulongmon…” sfoderando da sotto il suo manto
un’icona argentea dello stesso Digimon, ed alzando quegli
occhi appenati che nascondeva strenuamente al suo attuale contesto,
rivolgendoli allo scenario solo quando era solo “Sfrutto il
tuo disagio, per acquistare una posizione di potere. Non ho dimenticato
di quando eravamo quasi perduti, e tu ci aiutasti…”
…scorrendo nella sua memoria un cruento scontro a Digiworld,
sospeso sull’acqua e gravato da una fitta nuvola di
tempesta…
“…ma ad oggi, io non posso più tornare
indietro.” …e così Guilmon
lasciò cadere l’icona sul prato, e procedette
sulla sua strada…
…mentre Takato stringeva a sé la sua, con un
sorriso «Comunque ti ringrazio, Ryo, e grazie anche a te
Monodramon per esservi ricordati di me: la custodirò come un
oggetto tanto caro. Caro come un ricordo…»
tornando a rivolgere dolcezza al pensiero di quel Digimon che forse,
nella sua mente confusa, quei ricordi li aveva perduti…
«Andiamocene, N’Emo, vediamo un po’ di
occuparci del problema di quella sfera: tanto credo che MISTER
NEO-SUPREMO ora voli in ben più alti cieli di noi comuni
MOR-TA-LI!» decretò Sandmon tirando un altro
calcio al camper «Noi saliamo, Guilmon! Quando vuoi
raggiungici, fra un po’ si parte!»
salutò N’Emo…
Guilmon rimase solo, meditando “Dovrò imparare a
comandare, a non farmi mettere i piedi in testa da nessuno!
E’ fondamentale che i Digimon a palazzo mi
rispettino!” sicché sfumò il suo
sguardo, da incerto e inadeguato a fermo e deciso. Ma proprio in quel
momento…
…quella schiera di Digimon schiavi, in tutte le forme e
specie, appena reduce dall’esumazione della Purplemobile, si
era disposta dinanzi a lui. Si fissavano. Non parlavano, ma la loro era
una tacita supplica, alludendo ai loro corpi stanchi. Alle ferite, i
graffi, i segni generati dalle catene che li imbrigliavano. Invocavano
pietà dall’unico rimasto presente in quel
giardino, sperando che li ascoltasse con le orecchie del cuore. Guilmon
abbassò appena il suo sguardo…ma poi lo
tirò su con orgoglio e distacco, specificando «Non
avete…udito bene? Stiamo per partire: ultimate subito i
preparativi!!» ordinò con voce aspra e volse loro
le spalle e la coda. Le braccia, gli sguardi e le speranze di quelle
creature caddero così, ai piedi di quelle ruote consumate.
Guilmon si allontanava e stringeva gli occhi “Mi dispiace!!
Mi dispiace, Azulongmon. Mi dispiace, Takato: forse se mi vedessi
così non mi riconosceresti. Ma è troppo tardi,
ormai. E’ troppo tardi ormai, per non morire: questo vale per
te. E vale anche per me…” sperando che il manto e
il buio lo avvolgessero e occultassero la sua sagoma quanto prima.
«Non preoccuparti Henry…sembra interminabile, ma
è solo un momento passeggero.» descriveva Aki
«Lo so…lo so!» replicava il ragazzo,
mentre la psicologa lo accompagnava alla porta «E’
quello che continuo a ripetere a me
stesso!»…«La ripresa non è
lontana. Devi aver fiducia nel fatto che hai agito per il meglio, ogni
tua decisione è stata volta al meglio: dall’inizio
fino ad oggi…!» specificava guardandolo
eloquentemente negli occhi, occhi che però lui abbassava
«E’…di questo che non sono
più sicuro! A gridarmelo contro sono coloro che
più sono stati importanti per la mia vita: le parole del mio
Digimon!...
…lo sguardo…di mio figlio, anche se
così piccolo…
…la donna…che ho sposato. Che ho scelto, che
amo!!»…«Tutto gira…nella tua
mente in maniera confusa. Fermati un
attimo.»…«Lo so…vorrei, ma
sento le forze mancare…» accennò
passando la mano sul suo volto sempre più candido
«Va a casa: lascia perdere il lavoro, oggi. Fatti una
dormita.»…«Acc…!!...sapevo
che prima o poi saremmo arrivati a questo punto: tanta fatica non
è servita a niente…»
…la ragazza non diceva nulla, restando appoggiata alla porta
nella sua posa leggera simile a quella di una libellula…
…osservava gli occhi del giovane farsi sempre più
attoniti «…tutta l’impalcatura di
“Henry Wong” sta inesorabilmente crollando, ho
concentrato tutto il mio impegno di questi anni esclusivamente per
costruirla! Eppure niente: la vita sta vincendo…
…senza la biodigievoluzione a darmi la forza…
…senza quel Digimon che mi accompagnava quando ero un
ragazzino…io…non esisto, sono una
nullità.»…«…finirà,
Henry. Hai fiducia in me…?»
Ma lui si volse a guardarla. I suoi occhi erano segnati, stanchi,
assorti. E privi di fiducia «Razionalmente...credo alle tue
parole. Ma è il mio cuore a dirmi che non
c’è più speranza per me. Qualcosa
è andato storto. Un calcolo, anche minimo, in un
interminabile codice binario di dieci anni. Tanto che adesso
è impossibile reperirlo, il cumulo matematico ci
travolge…
…per cui scusami Aki…se ora non riesco a credere
realmente neanche a te, sento solo una negazione, una croce, una
scritta…!!...
…”fine”…sul mio destino.
Sull’operato, le imprese, le svolte…
…di quella persona che sono.» …e quelle
parole a poco a poco sembravano smuovere, animare anche se
impercettibilmente i respiri della ragazza
«Non…devi mollare.» si
avvicinò, toccandogli la mano e guardandolo con dolcezza,
grazie ai suoi occhi scuri profondi «…io ci
sarò sempre per
te…»…«…già
altri mi hanno detto questo…e poi il vortice della mia
esistenza li ha inghiottiti: chi mi garantisce che qualcuno
sarà risparmiato? Io sento che non ci credo
più.»…«Ah!» un
sussulto si destò in lei quando lui si staccò,
per allontanarsi lungo le scale. Sembrò affiorare in Aki una
sensazione di impotenza. Prima di scendere Henry si volse
un’ultima volta «Finché Rea, Benji e
Terriermon rimarranno lontani da me, nelle mani della vita, non ci
saranno parole che potranno restituirmi la fiducia! La posta in gioco
era alta: in quell’avventura del passato avevo posto tutte
quelle che credevo essere le mie basi, i miei punti saldi! Sentendo
indosso i mitragliatori del mio Digimon, schierato con mia moglie e
frapposto fra me e mio figlio tutto si è disgregato. Ora non
so più davvero cosa possa restarmi…non lo
so…» scomparendo, giù per quei gradini
lentamente come svaniva la sua voce in quell’accenno
«…anche la mia famiglia d’origine
è ormai prossima allo
sfascio…»…«Henry…»
lei tese la mano, ma non riuscì a trattenerlo.
Henry discese le scale fissando quell’orizzonte indefinito
verso cui lo guidavano i suoi passi.
Aki ritirò la mano, portandola alle labbra e chiudendosi
nelle riflessioni «Accidenti, così rischio di
perderlo.» ammise, rientrando nel suo appartamento e
chiudendosi la porta alle spalle.
Il passo di Henry era così svelto che non fece caso a
«Oh!!» una giovane donna che arrivava carica di
buste, urtandola «Uff, ahh! Devo fare in
fretta!»…«…mi
scusi!»…«Nienteee!»
replicò costei con brio. Henry commentò
«…quante energie. Magari potessi averle
anch’io, ma…i tempi del Kung fu sembrano
così lontani. Maestro Chow…quanti anni sono che
non la vedo: a volte vorrei non essermi così tanto
allontanato. Sarebbe stato più facile…crescere
con l’aiuto dei suoi saggi consigli.» per poi
proseguire lungo quei gradini.
Aki era però rimasta a meditare, con lo sguardo rivolto
verso l’alto «Devo trovare un modo per evitare che
la maturazione del suo cuore consumi anche il suo corpo. Gliene
parlerò. Oh?» ma si accorse che il suo anello
lampeggiava, sicché lo avvicino alle labbra «Sei
qui?» gli si rivolse, come se quei bagliori fossero risposte
«E’ già ora, state partendo?»
domandava con occhi determinati, per poi concludere
«D’accordo, sono subito da te, che si
proceda.» uscendo dal suo appartamento e chiudendo la porta.
«Ti sei svegliata presto, stamattina.» erano le
parole del signor Kitagawa, il padre di Kenta moro e occhialuto come
suo figlio, rivolte alla moglie «Sì, stavo
spolverando un po’ e…guarda. Mi è
capitato tra le mani.» fece lei porgendo
quell’album al marito, con un sorriso
«Cos’è?»…«L’album
delle foto di nostro figlio, quando era ancora un
ragazzino.»…«…uhm.»…il
sorriso fu ricambiato dall’uomo, che si mise a sfogliare
l’album commentando «E’ tenuto molto
bene.»…«Il nostro Kenta fa ogni cosa con
la massima
cura!»…«…è
vero.»
Infatti, quei frammenti a ricordo di un Digiworld di dieci anni
prima…
…e di una solida e intraprendente comitiva mista di
ragazzini e Digimon, non si erano mai visti tanto ordinati e ben
conservati come in quell’album «Ogni foto ha la sua
didascalia.» commentò il signor Kitagawa
«…e la data!» aggiunse la moglie con un
velo d’orgoglio e affetto e negli occhi, che si specchiava in
un’espressione simile nello sguardo del marito, il quale
osservava «…e non si sa quale tra le due cose
susciti più
malinconia.»…«Andiamo…»
esortò lei con lo straccio da spolvero tra le mani, pur
comprendendo «…non è il caso di
guardare…in questo
modo…quell’album!» ma la foto successiva
spinse la signora ad avvicinarsi, per osservare meglio. Ritraeva Kazu
assieme a Guardromon, in un atteggiamento vivace e vincente come
nell’intero servizio, in cui il giovane indossava una
semplice visiera verde che lo accompagnava ovunque come ora faceva il
cappello scuro. Il signor Kitagawa a quella vista tese
l’espressione, e sua moglie appoggiò la mano sul
suo braccio, guardandolo negli occhi, e chiedendo in modo scandito e
partecipe «Ci sono notizie…?» ma lui
scosse subito la testa, non potendo impedire a quel manto di angoscia
di adagiarsi sui momenti successivi…
…mentre la mano, incerta se passare alla pagina successiva,
alla fine scelse di compiere tale passo rivelando un’immagine
«Cara…guarda
qui!»…«Oh?» lei si
accostò…
…e contemplarono assieme la foto del giovane Kenta, sempre
dal caschetto scuro, sempre occhialuto. Sorridente come quasi sempre
tuttora «Nostro figlio…»
pronunciò dolcemente la signora. Il solo particolare in
quella foto che sembrava essere mutato rispetto al presente, e che
strappò un sorriso e un commento al signor Kitagawa
«…in dolce…silenziosa e leggera
compagnia!»
…era la presenza di quella creaturina sulla spalla del
ragazzino ritratto: un esserino rosa dalle piccole ali ed uno sguardo
buono e premuroso nei confronti del suo domatore.
Quest’ultimo sembrava molto orgoglioso di lui, e del Digivice
bianco e bordato di lilla che mostrava con orgoglio nella foto.
Lo sguardo dei due coniugi si incontrò su un sorriso di
tenerezza…scivolando assieme in un’espressione
appenata, impensierita. Dopodiché lei prese delicatamente
l’album «Andiamo, mettiamolo via, io
continuerò a spolverare: è inutile indugiare sul
passato quando dobbiamo guardare…al
domani…!» e con quelle parole sembrava voler
invocare quel raggio di sole che li raggiunse dalla finestra, oltre le
graziose tendine. La signora Kitagawa ripose l’album nel
cassetto, accanto ad un singolare congegno color lilla decorato da un
paio d’ali dorate.
Quando nella penombra dell’ingressetto della stessa
casa…
«Sì. Sì ecco e insomma, come ti stavo
dicendo…Kazu va matto per gli hamburger!»
bisbigliava la paffutella Yuki al telefono «Ma
sì!! Adorava McDonald, conosce anche un paio di tipi
là che alle volte glieli hanno alzati gratis, dopo il suo
turno di pulizie alla strada di fronte! E’ fatto
così: socializza con tutti, e nonostante sia giapponese ha
sempre avuto un debole per la cucina americana!...
…hai preso nota?»
Il dito di Guardianmon aveva appena finito di incidere
l’immagine di un hamburger su una lamina dorata, grazie al
calore che emanava, in grado di fonderla «…adesso
sì. Continua dolcezza. Ti sto aspettando. Quali altri
interessanti aspetti rivela…
…il mio futuro domatore?»…«Oh
beh ecco…è un ragazzo molto avventuroso, ama
l’azione e le emozioni
forti!»…«Altro…?»…«Ecco…»
«Qual è un qualcosa che posso dirgli, fargli o
chiedergli di fare…di modo da entrare subito nelle sue
grazie, sorpassando inutili convenevoli…?»
«Mmm, quanto a
questo…»…«L’imbecille
con cui dividi il letto non ti ha edotta abbastanza? Devo venire a
chiederglielo
personalmente?»…«…non ti
scomodare Guardianmon…perché mi sono fatta dire
tutto, a costo di rischiare di essere tacciata di infedeltà
perché mi interessavo a nient’altri che al suo
migliore amico. Ed ho ottenuto la risposta: Kazu…»
…spiegava la rotonda ragazza…mentre quella mano
gentile, quella mano maschile, sollevava e sosteneva la sua ancora una
volta…
«…devi sapere che ha sempre sperato che qualcuno
gli desse importanza, che lo facesse sentire un eroe. Così
Kenta mi ha detto, e quando gli ho chiesto…oh povera me cosa
mi è toccato! Quando gli ho posto la medesima domanda che mi
hai fatto tu, e cioè cosa lo manderebbe in visibilio,
beh…io mio amore che è tanto tanto ingenuo mi ha
risposto: farlo parlare, mi sembra ovvio! Chiedergli di
raccontarti…la storia della sua vita! Se lo fai Kazu ti
innalza un monumento, è così ignorato dalla
collettività, qui nel quartiere a nessuno importa di
lui!»
«Uhm…ma che brava.» Guardianmon aveva
inciso il volto di Kazu sulla lamina «Hai fatto un lavoro coi
fiocchi stavolta. Cominci a prendere sul serio il tuo
ruolo…”Yuki”…uhmuhmuhm, mi
hai reso un Digimon soddisfatto. Per il momento.» chiudendo
la chiamata, e commentando «Adoro questo modello di
cellulare.»
Yuki dall’altro lato chiuse il suo cellulare
cuoriforme…ed i suoi occhi verdi sospesi vagarono nel
buio…fino ad incrociare gli occhi di chi la teneva per mano,
che nel buio si nascondevano «…l’ho
fatto, amore mio: tu credi che il tuo piano funzionerà
davvero?»
L’altra mano giunse a riscaldare quella cicciottella di lei,
la quale sembrò riacquistare fiducia
«D’accordo allora, se lo dici tu io mi fido di
te!» dichiarò con la sua vocetta nasale.
Mentre Guardianmon radunava le sue lamine «Uhmuhmuhm,
aspettami Kazu. Sto venendo da te. Non vuoi un po’ di
compagnia di un Digimon dopo tanti anni…?»
Ma c’era il bassotto ma fedele Guardromon al fianco di Kazu
che in quel momento chiedeva «Ma che succede?» e
Cyclemon rispondeva «I cieli sono intasati. Questo presumo
possa comportare un ritardo.»…«Un
ritardo, papi???»…«Sì,
perché Diamon? Qualche
problema?»…«…io devo fare la
pipì…» svelò la ragazza
digitale destando una «Pfff!!!» risata trattenuta a
stento nel ragazzo che poi fece «Ti prego,
scusa!»…«Ma perché, a voi non
viene?»…«Kazu…io
veramente-»…«Zitto Guardromon: io mi
stavo…trattenendo a stento perché mi vergognavo a
parlarne!»…«Papà, non
possiamo trovare un angoletto dove nessuno ci
vede?»…«Su una…nuvola,
figliola?»…«Oaaahhh…!»
Diamon si sentiva alquanto alle strette…
Mentre in un altro luogo «Avete legato beneee?!!!»
echeggiava una stridula voce femminile mentre la sfera
d’energia in cui albergava veniva ancorata alla Purplemobile
per mezzo di una catena «E’ a prova di incidente,
mia cara Purplemon!»…«No grazie Sandmon
non ci tengo a sperimentare, siamo già in un ritardo
pazzesco sulla tabella di marcia!»…«Ma
Purplemon io ho bussato, ho bussato tante volte alla
finestra!» protestava un po’ N’Emo
«Però tu non mi rispondevi, si può
sapere
dov’eri?»…«…dormivo…DOVE
POTEVO ESSEREEE?!! SONO PARCHEGGIATA IN QUESTA SFERA! SONO PRIGIONIERA!
MI DEVONO SCARROZZARE, PERCHE’ NON POSSO CAMMINARE CON LE MIE
GAMBE, ALTRIMENTI CHE SENSO HA TUTTO QUELLO CHE STIAMO
FACENDO?!»…sbraitava quella sagoma scura di fata
all’interno dello sferico ammasso di energia che
prudentemente N’Emo e Sandmon spostavano su quel prato,
presso il veicolo «Mi serve l’energia della Sfera
regale per liberarmi da queste catene in cui mi hanno imbrigliato dei
Digimon malvagi!!!»…«Come biasimarli se
fosse ver-EHM! Pardon, parlavo fra
me!»…«Ecco, non parlare Sandmon e
controlla quella catena, non ci rimetto il collo per la tua
incompetenza!»…«Tranquilla Purplemon,
sei chiusa là dentro: alla peggio che vada ti smarriamo in
mare con tutta la sfera!»…«Sei
divertente quanto un film strappalacrime di quart’ordine,
N’Emo!»
…e poco distante da loro, appartato e in compagnia di
gentili Digignomi che non degnava però di attenzione, se ne
stava Guilmon “…è tutta una
commedia.” volgendosi appena “Quella è
libera come l’aria. Il tipo di sabbia lo sa. N’Emo
no. E’ soltanto una pedina. Chissà cosa ci ricava
a fingersi prigioniera in quel campo di
energia.”…mentre osservava la sagoma dal cappello
a punta gesticolare e disporre “Forse la devozione di
N’Emo, che la crede davvero intenzionata ad esaudire i suoi
desideri una volta libera. Non è cosa che deve interessarmi,
per me un motivo vale l’altro, e questa gente non significa
niente per me. Li sfrutterò finché mi saranno
utili. Però mi chiedo dove fosse in realtà quella
Purplemon mentre N’Emo bussava e la
chiamava…l’ho sentito con le mie orecchie. Ha
strillato a lungo. A un certo punto ha risposto. Come se fosse sempre
stata lì. Ma il riflesso sui vetri del terrazzo non
c’era…!...dove andrà quando nessuno la
vede?” avvicinandosi, strisciando a testa china lungo quel
prato “…che cosa macchinerà, chi
sarà realmente?”…«Sto
scomoda…»…«Purplemon, vedrai
che una volta in aria ti distrarrai col
panorama!»…«STO SCOMODA SANDMON MA NON
CI SENTI?! SISTEMAMI SUBITO LA
CATENA!»…«Oooh…d’accordo,
basta che non strilli tanto, ho le orecchie che mi fanno
male!»…«Beh vai
dall’otorino!»
“Vuole ottenere questa Sfera regale a tutti i costi: ma che
uso vorrà farne?” si assottigliavano gli occhi
gialli di Guilmon “Se fosse davvero prigioniera bramerebbe
quel potere per liberarsi: ma l’ho vista io eludere quel
campo con la massima facilità. Quella creatura è
un mistero…”
«Guilmon!»…«Uhm…?»
si destò appena il Digimon al richiamo di N’Emo
«Dai, non startene lì da solo, vieni a darci una
mano!»…«Uhmf! Siete già in
troppi!» fece Guilmon scostando il capo con superiore
indifferenza “…lo stesso vale per N’Emo:
mi ha detto di essere un cugino di Takato.”
…mentre lo osservava fare del suo meglio per sollevare la
sfera di Purplemon e metterla comoda “…ma questo
non spiega la sua conoscenza con questi Digimon, e il suo accesso a
questo luogo: mi domando esattamente dove sbucheremo una volta montato
quel mezzo, da quando sono giunto qui non ho mai ben inquadrato
un’entrata e un’uscita…come lo si
raggiungerà normalmente?” «Se non ti
muovi…ce ne andiamo via senza Supremo!»
provocò Sandmon, e Guilmon «Un attimo, per favore.
Pazienza. Uno del mio calibro fa sempre attendere chi è
lì per lui quel poco che si
deve.»…«Noi non
siamo…”qui per te”, non darti tante
arie!»…«Mmm…però
senza di me non potreste far nulla.» rispondeva Guilmon con
occhiata beffarda, mentre montava sul bizzarro e colorato camper
«Cosa sarebbe questa storia del
“Supremo”?!»…«Ptsss…!...quello
che ti accennavo prima, Purplemon.» bisbigliò
Sandmon, e lei «Ahhh, sì quella storia! Devo
ammettere che hai avuto un’idea geniale, mi hai stupito per
quel che credevo essere il livello medio del tuo
cervello!»…«…io ho ancora
molti assi nella manica che mi riservo di sfoderare…solo per
voi, SIGNORA…»…«Allora ne
vedremo delle belle: su, Sandmon, N’Emo, qualcuno metta in
moto---SIII, PARTEEE! WOOOW!»…«Guido
io!»…«NO GUIDO IO moccioso
scansati!»…«Uno dei due, entro oggi
grazie!!» precisò Purplemon.
Guilmon non provò neanche a partecipare alla competizione.
Sandmon girò la chiave «Uhmf! Uhmmm! E muoviti
dannato scassone!»
N’Emo segnalò «Emette degli scossoni ma
non parte!»
Purplemon esclamò da dietro «NON DITEMI che non
l’avete fatta revisionare! NON DITEMI che ha un difetto al
motore NON DITEMI CHE NON PARTIAMO!»
Sandmon esultò «Ahahaha, sempre pessimista,
tesoro! Ora si che si parteee!!!»
Sotto gli occhi abbagliati dei Digimon prigionieri, la Purplemobile
sfoderò con un rumore battente un paio di pipistrellesche
ali nere – innescò l’avvio di una musica
scattante e ritmata dal gusto opinabile – ed in uno slalom
poco controllabile dal volenteroso guidatore Sandmon, sbatté
contro gli ultimi giochi rimasti in quel giardino scardinandoli del
tutto e lanciandoli qua e là fino a spiccare il
volo…
…spargere ovunque Digignomi spaventati e sfondare il tetto
scuro che sovrastava il giardino, che solo in quel momento si
notò che sembrava fatto di cartone.
Una Digimon floreale fra i prigionieri indicò
«Guardate! Uno spicchio di cielo azzurro!»
Ma ben presto il tetto si ricostituì nello spegnersi di quel
raggio di sole, e di speranza «Si è richiuso
troppo presto…»
Sbucarono in un cielo sconfinato e popolato peggio di
un’autostrada intasata: Guilmon vide volar via la
destinazione appena lasciata come se altro non fosse che un semplice
cartoccetto cartaceo. Sicché si volse verso N’Emo
che gli sedeva accanto, e chiese «Che genere di luogo
è quello?»…«E’ un
limbo!»…«Un limbo? Appartiene a
Digiworld…o alla
terra?»…«E’ un limbo, e se
è un limbo è un limbo! E’ a
metà fra le due cose!»
“Non so…cosa sia un LIMBO esattamente!
Maledetta la mia ignoranza, a palazzo nessuno deve accorgersene:
dovrò parlare il meno possibile, rimanere
appartato!” pianificava Guilmon mentre perdeva i suoi occhi
dopo tanto tempo in uno scenario candido e arioso.
«Adesso…non vi torneremo
più?» domandava senza guardare nessuno
fuorché il finestrino «Quel luogo è
sparito per sempre, cancellato assieme ai Digimon e ai Digignomi che
erano lì?»…«Eh? Ma no, che
dici, Guilmon! In realtà…
…ti spiego: quel luogo è una proiezione di
fantasia!»…«Cosa?!»…«…sì.»
spiegava N’Emo come se fosse naturale «In
realtà potremmo tornarci anche subito, ce lo portiamo
dietro. Però adesso siamo sbucati nel cielo di Digiworld, e
qui i nostri spostamenti
valgono!»…«…se
sarà POSSIBILE, qualche spostamento!» Guilmon fece
metallica e pungente allusione allo scenario circostante, infinito
quanto il cielo ed altrettanto ingabbiante «Tutto per quel
vecchio Supremo arteriosclerotico!» protestò
Sandmon, mentre la sfera d’energia si dimenava sul retro come
una mina impazzita «EHIII! Non voglio restare qui tutto il
giorno, devo andare anche in bagno!!! Perciò trovate una
soluzione!»…«Purplemooon! Hai sempre la
cabinetta d’emergenza della sfera!» le
ricordò lui «Ops! L’avevo
dimenticato!...comunque qui è impossibile lo stesso, mi
sento spiata!» sicché il Digimon al volante
«Come vuoi…» fece rombare
l’acceleratore…
Guilmon si informava ancora «Se non ho capito
male…a Digiworld o sulla terra dobbiamo percorrere delle
distanze, ma in qualsiasi momento possiamo rituffarci nel buco che
abbiamo lasciato.»…«Esatto,
più o
meno!»…«N’Emo…
…parlami di quel luogo: perché il giardino e i
giochi per bambini? E cos’è invece quella grande
sala che sembra di un palazzo reale, su cosa dà
quell’immenso terrazzo?»…«Da
quel che ne so…WHAA! AHHH! AAAHHH!!!»
iniziò N’Emo ma poi fu sbalzato dallo strattonare
della Purplemobile «SANDMOOON, SE MI FAI AMMACCARE IL MUSO
POI ME LO RIPAGHI!» protestava Purplemon, ma Sandmon
«Non c’è modo di arrivare presto senza
rischiare! Scegli: o rinunci al bagno…O RINUNCI ALLA
SICUREZZA!!!»
«WAAAAAAAAAHHH!!!» strillò la fata
digitale lacerando con la sua voce acuta quel cielo che fu il secondo
dopo ulteriormente lacerato dallo scatto furioso del camper alato che
si mise a sorpassare e sbalzare qualsiasi forma di vita digitale e
meccanica, in un zig-zag di fumo e botti dal suono metallico
«Aiuto-ho paura-andiamo a sbattere-GUILMOOON!!!»
piagnucolava N’Emo e si aggrappava alla coda del Digimon che
invece cercava di restare ben saldo e resistere in silenzio, ma quando
si sentì afferrare sibilò
«E---lasciami!!» ma «No!!»
N’Emo gridò «Ho bisogno di aggrapparmi a
te, mi fa paura!! Sembra il terremoto!! Il
terremoto!!»…«Ahh!!!»
…la Purplemobile tagliava in due le nuvole…e i
pensieri dei Digimon in cielo che assistevano a quello spettacolo.
Sandmon faceva roteare il volante come fosse il timone di una nave
«Pistaaa, permessoooOOO, siamo in ritardoOOO! Scusateci
tantoooOOO!»
…ma per Guilmon il tempo, e persino lo spazio sembravano
essersi arrestati a quell’esclamazione, che incalzava
«STA CROLLANDO LA CASAAA!»
Al che Guilmon scattò «No! NO!! TAKATO! TI
PROTEGGO IO!» gettandosi su N’Emo, che per un
attimo riaprì gli occhi
«…Guilmon…» con espressione
stupita «NASCONDITI SOTTO DI ME, NON TI LASCERO’
MORIRE! SE DOVRA’ CROLLARE SCHIACCERA’ ME, MA TU
SARAI PROTETTO SOTTO AL MIO CORPO!!»
…versando una lacrima istintiva, mentre le braccia del
bambino istintivamente avvolgevano il suo manto nero
«Guilmon…caro amico digitale…con te a
proteggermi…smetto persino di aver
paura…»
Guilmon stringeva i suoi denti aguzzi, e quei suoi occhi gialli ora
arrossati…
…e Takato «Ihm!» avvertiva un improvviso
sussulto mentre lavorava al salone «Cosa
c’è Takato?» chiese la cliente
«E’ entrata una vespa, per caso?
Cominciano, in questa
stagione…»…«No…niente
signora, non c’è nessuno. Non
c’è…nessuno…»
massaggiandosi la fronte con occhi assorti «Ho solo avuto la
sensazione, per un breve attimo, che la terra stesse
tremando.»…«Ci mancherebbe!! Peggio
degli insetti primaverili: ah se arriva l’ennesimo terremoto
io in questo Giappone non ci torno più! Ah, mi spiace amato
tetto natio, ti adoro finché non mi crolli in
testa!»
Ma quegli istanti avevano lasciato pensieroso quel ragazzo che vedeva
riflesso il suo viso nello specchio dinanzi a lui. Viso finalmente e
pienamente in evidenza e valorizzato, ora che i capelli non lo
“disturbavano” più, e risaltava la
grandezza dei suoi occhi, e la delicatezza dei suoi tratti…
«Ho degli impegni urgenti…» definiva
Guardianmon sfogliando le sue lamine incise «Ma mi aspetto
che voi finché sarò lontano lavoriate al fine di
recidere il nostro problema alla radice: sapete che il tempo stringe
sempre di più…
…e l’equilibrio sociale e giuridico del nostro
villaggio dipende soltanto da voi emissarie. Gli aspiranti tiranni si
stanno facendo sempre più forti e compatti da quel che
capisco…»
...parole che echeggiavano dal display di un orologio da polso,
contemplato in contemporanea da tre volti digitali e inquietanti tutti
stretti-stretti l’uno all’altro «Siamo
ben coscienti della situazione, non credere, grande
Guardianmon.» replicava Gelsomon che teneva
l’orologio legato al suo braccione nero «E proprio
a questo proposito ci stavamo dividendo le parti di
un’operazione nuova. Unica. Letale…»
…nell’incupirsi dell’espressione delle
altre due…
«Bene, che sia tale…» si volse il
Digimon mascherato «…perché
nell’attimo in cui si ricostituirà
l’antica squadra, Digiworld piomberà nel baratro
oscuro del pericolo: non c’è nulla che scaturisca
dall’unione fra Digimon e domatori che non sia…
…MONDEZZA…e con le sue emanazioni contamina tutto
lo scenario
circostante.»…«Uhmuhm…abbi
fiducia in
noi.»…«Prego…signore.»
e la comunicazione si interruppe…
Gelsomon, LadyMeramon e PinkMonzaemon si guardarono…
«Bene…» iniziò la prima
«…ragazze, la situazione si fa critica per noi,
è la volta di tentare il tutto per tutto: il nostro
obiettivo sono le punte estreme dell’antica squadra, abbiamo
accertato che è inutile schierarsi contro coloro che
già hanno recuperato il loro Digimon, o…il loro
domatore, dipende da che punto di vista lo guardi. Indi per
cui…» muovendo passi lenti per la stanza della
pensione, dalle pareti crepate «…non ci rimane che
essere più veloci e schiacciare gli ultimi rimasti: gli
isolati! Se cedono loro…l’originario schieramento
altro non sarà che un ricordo remoto!»
«Uhmuhmuhm!» ridacchiò LadyMeramon
«Ti sei documentata, cara Gelsomon?» e costei
rispose volenterosa «Sì!» sfoderando un
taccuino «Ho tracciato uno schema! E mi sono anche fatta
spedire…» smanettando sul suo orologio da polso
«A-Acc, le mie unghie lunghe: insomma, il grande Guardianmon
mi ha dotata di immagini. E quel che è più
importante…ho steso il progetto e distribuito i
ruoli!»…«Senza consultarci, mi pare
ovvio!» protestò LadyMeramon, e PinkMonzaemon
«Sempre prepotente ed
egocentrica!»…«Eeeehi, di che vi
lamentate! Sono io quella che fa il lavoro sporco altrimenti voi due
non concludete mai niente! Per cui…becco chiuso e zitte e
mosca, perché queste informazioni che ho ottenuto valgono
oro!»…«Sarebbero, allora?!»
chiese ancora la Digimon di fuoco «Lasciate che vi
spieghi…» replicò la dragona
«Sono i seguenti, i domatori rimasti sulla terra senza la
protezione di un nostro simile digitale: primo di essi
chiamasi…
…Kenta Kitagawa! L’angolo più marginale
dell’albo di dieci anni fa, diventato domatore per
“pietà digitale”, infatti gli fu
affiancato un Digimon tanto piccolo che si potrebbe torcergli il collo,
per farci il brodo!» stringendo un pugno rapace con la sua
zampa artigliata «Ah, ahahahahah!» rise
LadyMeramon.
Gelsomon continuò «Ad oggi,
l’ex-cosiddetto domatore è all’apparenza
un…onestissimo giovane marito che sbarca il lunario facendo
il tecnico di computer senza essere laureato! Vive con i genitori e con
sua…
…moglie…» abbassando il tono
«…che pare sia obesa, passiamo al
prossim-» girando la pagina, ma «AH!
AHAHAHAHAH!» LadyMeramon rise di gusto «Oaahhh,
ahahahahah! Una moglie obeeesa…» lo stesso
PinkMonzaemon, e Gelsomon alzò il suo braccione minaccioso
«Ehi, voi, che avete da ridere come due
stupide?!»…«Perché, ti senti
chiamata in causa Gelsomon…?» provocò
la grande orsa, ma l’altra mormorò
«…galline…» per poi alzare
appena il muso «LadyMeramon! Questo tocca a
te.»…«AH! Dovrei mettermi alle costole
di questo mediocre meschinello?»…«E io
che faccio nel
frattempo…?»…«Per te,
PinkMonzaemon…ho preparato qualcosa di più
succulento.»…«Sarebbe a dire?»
al che Gelsomon dichiarò con furbizia «…
…l’ex-domatore di Terriermon!»
Entrambe spalancarono gli occhi, e Gelsomon mostrò
l’immagine del ragazzino dai capelli scuri e
l’espressione equilibrata sul display del suo orologio
«Henry Wong! Non è per lui che il suo Digimon
è tornato, siamo testimoni del fatto che è
misteriosamente comparsa un’altra ragazza come domatrice di
Terriermon: traduzione…il giovane Henry è rimasto
solo, e quel che scotta di più…udite
bene…è che nient’altri che suo padre
è il responsabile del grande ritorno forzato di mio marito e
gli altri Digimon nel nostro mondo a seguito della battaglia di dieci
anni fa! Un caso complesso…ideale per la RIABILITAZIONE di
PinkMonzaemon a seguito del suo clamoroso fallimento con Renamon
& domatrice!»…«Sei molto
scortese a ricordarmi delle mie
sfortune!»…«Lo faccio per spronarti,
bella mia!»…«E tu, Gelsomon?!»
gracchiò LadyMeramon, e PinkMonzaemon «Giusto!
Sono curiosa di sapere di cosa ti occuperai: facendo un rapido
conto…non mi vengono più in mente né
domatori né
Digimon!»…«E’ qui che si ferma
il tuo limitato orizzonte, amica cara…perché io
mi sono informata: con queste unghie ho scavato nella storia, ed ho
scoperto!...
…che anche se solo per pochi istanti il gran teatro dal
spiario rosso che è il D-Reaper ha ospitato
un’altra
domatrice!»…«…eeehhh…?»
fece PinkMonzaemon, e LadyMeramon «…te la sei
inventata! Dì la verità,
infatti…guarda anche tu,
PinkMonzaemon!»…«L’immagine
sul display è tutta sfocata...»
In effetti poco si distingueva sulla foto sfoggiata dalla dragona, se
non forse capelli biondi legati con dei codini…degli abiti
in tonalità scure…«Uhmuhmuhm, non
datemi della bugiarda, fareste miglior figura: questa domatrice
è esistita…» mormorò
Gelsomon chiudendo l’orologio «…e per
lei ho un progetto speciale, me ne occuperò io
personalmente…» per poi tendere la sua zampa
«Ragazze! O la va o la spacca, è per il nostro
villaggio che ora ci dividiamo e ci buttiamo nell’operazione
definitiva!»
Sopra si adagiò la mano di PinkMonzaemon. Sopra la sua
quella di LadyMeramon, purtroppo per PinkMonzaemon «Ahiaaa!
Mi bruci!»
Ma poi tuonarono in coro «NOI SPEZZEREMO LA SQUADRA DEI
DIGIMON TAMERS! WHOOOOOORGH!»
…in un feroce grido di guerra, da parte di quei tre
volti minacciosamente bramosi di soddisfazione…
«Allora, Monodramon?» domandava Ryo presso i
cancelli di un edificio, guardando l’orologio mentre il vento
gli faceva volare un po’ i capelli «Manca ancora un
po’ al nostro
appuntamento.»…«Al tuo appuntamento,
vorrai dire.»…«Ahah!...sì, ma
sai com’è: io ormai parlo sempre al plurale. Prima
che ci chiamino…vorrei tanto che tu mi raccontassi quello a
cui hai assistito ieri
sera.»…«…parli di
Rika?»…«…sì…»
rispose il domatore leggendario in una sfumatura particolare dello
sguardo leggibile oltre i suoi professionali occhiali da sole
«D’accordo…» fece il Digimon
il cui piccolo corno spuntava dal borsone «In pratica ieri
pomeriggio Calumon viene da me e mi supplica di portarlo in volo in un
posto…» e da lì partì la
narrazione…
…mentre a casa di Rika «Mamma: ti ricordi dove
abbiamo messo quei cuscini morbidi? Quelli che abbiamo dato alla
Signora per questa notte sono troppo
scomodi!»…«Veramente dovrebbe saperlo
Rika.»…«Sai se ancora
dorme?»…«No, fino a poco fa era da
le-»…«BUONGIORNO!!»
«Oh!»…«Ah!»
…le due sobbalzarono…
…al prorompere nel salone del passo baldanzoso di colei che
aveva a gran sorpresa sfoggiato quell’entusiasmo
«Rika, sei tu…!» fece la nonna
portandosi una mano dal petto al viso «…per tutti
gli spiriti, non…non sembri la
stessa!»…«Figliola…»
accennò Rumiko…
…nel vedere sua figlia così diversa, con un
sorriso acceso da quella luce che filtrava carezzando i suoi lunghi
capelli rossi, e ravvivando il loro colore «Cosa sono tutte
queste finestre chiuse?!» esclamò la giovane
lasciando ancor più
«Ahhh…???» di stucco sua nonna e sua
madre «Coraggio, apriamo tutto, oggi è un
giorno…splendido!!»…«Rika!...s-sei
davvero tu?» boccheggiava la madre…
…e lei «Ma certo, mamma…» le
rivolgeva espressione dolce e radiosa. I raggi che la illuminavano al
momento in cui la nonna apriva le finestre sembravano portar via
rapidamente i segni sul suo viso «E-E questo
vestito…!»…«Rumiko, ma non
è…?»…«S-Sì,
mamma…! E’ proprio quello o almeno…mi
sembra!»
«Non è una tua impressione,
nonna…» mormorò la ragazza che
indossava un grazioso abito che rispetto al suo genere quotidiano, di
solito pungente e grintoso, era femminile e leggero come un animo
spensierato, perfettamente adatto con la stagione della primavera con
cui sembrava rivestirla. Con un passo nuovo e arioso si diresse da sua
madre, già commossa «E’ quel vestito che
mi hai riportato dal tuo viaggio, mamma, e che ti faceva piacere che
indossassi: eccomi dunque, ti piace?» muovendosi con gran
scioltezza, nel mostrare le varie angolazioni «Trovi che mi
stia
bene?»…«Io…»…«Perché
io oggi lo guardo e lo trovo…bellissimo. Perfettamente
adatto a rispecchiare come mi sento: e come adesso d’ora in
poi sarà.»…«…dici
davvero, non stai scherzando? Oh…!» Rumiko si
portava una mano alla bocca per arginare parte di quel pianto che
prorompeva…ma sua figlia sfiorava delicatamente quella mano
svelando «Non sto scherzando, mamma…»
(canzone: Bon
Jovi - Right side of wrong) «Io voglio cambiare!
Io stavolta cambierò!!» promise Rika lasciandole
di stucco
«Cosa…?»…«Che
intendi per “cambiare”, figlia
mia?»…«Semplice!»
dichiarò mossa da autentica allegria «Che ieri
sera avete visto per l’ultima volta la vecchia Rika! Da oggi
sarà…tutto diverso!
Finalmente…un’altra me stessa è pronta
sbocciare: quella ragazza scorbutica!...» descriveva
«…imbronciata!» passeggiando per la
stanza compiendo una viva e simpatica mimica «Sempre di
pessimo umore…! Da cui gli altri debbono fuggire se non
vogliono passare dei guai…!...»
…sciogliendosi in un’espressione di rara e
preziosa gentilezza «…lascerà il posto
ad un’altra persona. In grado finalmente di sorridere, e
apprezzare ogni giorno. Perché questa ragazza ha avuto la
dimostrazione…che la vita ti restituisce quello che credevi
perduto! Che la speranza non è un’illusione, e non
muore mai. Il passato può tornare…
…e sulle sue ali, la felicità. Il sole
può tornare a splendere, per cui…!!...desidero
che ogni finestra sia spalancata, e che in questa casa fredda e buia
entri finalmente la luce della speranza! Della
vita…dell’amore.»…«Ahh!»
la signora Seiko ebbe un sussulto di gioia aggrappandosi a sua figlia,
la quale disse «Non sai per quanti anni ho sognato di
sentirti parlare in questo
modo…!!...o-ormai…avevo smesso di pensare che
fosse possibile!»…«…posso
immaginare per quanto tempo, mamma.» fece Rika prendendo di
nuovo la mano con cui la madre si asciugava gli occhi
«…è lo stesso tempo per cui ho sperato
che Renamon tornasse, ma ora che così è stato.
Ora che ho potuto sperimentare, toccare con mano il miracolo della
vita…
…sollevando i così leggeri cuccioli della mia
Digimon, ho scoperto che ogni gioia si rinnova. Per questo, voglio
iniziare proprio da voi.»…«Da
noi…?» chiedeva la nonna con lo sguardo con cui si
contempla un sogno, e Rika «Sì, venite
qui.» portandosele vicine
«Mamma…desidero ringraziarti una buona volta
per…tutto…quello che hai sempre fatto per me in
tutti questi anni.»…«Ahhh!»
Rumiko ebbe un ulteriore moto di pianto «E voglio chiederti
perdono…per esser sempre stata una figlia fonte di
nient’altro che problemi e amarezze. Ti prego, scusami. Con
la mia testardaggine, e il mio brutto carattere ti ho rovinato questi
anni: dimenticando…che la mia avventura mi aveva insegnato
ad esserti grata. E anche a te, nonna, voglio chiederti di
perdonarmi!»…«…non hai niente
di cui debba farti perdonare,
cara…»…«Ma ora voglio
dirvi…che vi voglio bene!! Vi voglio tanto bene,
e…!! Ringrazio la vita per avermi dato voi come famiglia: in
un mondo di gente che dimentica…tu mamma, e anche tu
nonna…non avete mai scordato la mia
“Signora”…e di questo vi sarò
per sempre grata.»…«Rika!!»
Rumiko si gettò ad abbracciarla, in lacrime…ed
anche la nonna appoggiò la testa sulla spalla della giovane,
mormorando «…sapessi quanto ci sei cara, quanto
sei importante per noi, piccola: sei tutta la nostra
vita.»…«Anche voi siete la mia
vita!» dichiarò la ragazza con nuovi propositi
«E da oggi voglio che sia diverso, e si collabori e ci si
sostenga…come in una vera famiglia!»
…mentre Monodramon narrava «…e
così PinkMonzaemon ha minacciato di far detonare una bomba
composta dalle tenebre che albergavano nel suo cuore: credi Ryo in
passato non ho mai visto lo sguardo di Rika così provato da
dolore e sofferenza. Ma nonostante questo…a guardarla bene
non perdeva il suo lampo d’orgoglio, e di
determinazione.»
…e Ryo camminava tra le colonne di quell’ingresso,
col vento tra i capelli e gli auricolari alle orecchie. Immaginando,
dietro i suoi occhiali da sole, le scene descritte dal suo Digimon che
sembravano suscitargli un’emozione speciale «Poi
Beelzemon, quando lei sentiva d’aver perso ormai tutte le sue
speranze, ha tracciato la sagoma del suo bolide
stellare…» e così ancora…
Rika
accennava «Ho pensato a una cosa! Se siete
d’accord-»…«Ehi!»
Ma qualcuno si affacciava dalla porta «Ero passata a vedere
se stavi bene dopo…ieri sera. Ma questa sei davvero tu,
Rika?» e la ragazza le andò incontro
«Himi…!»…«Ma…?...!
Sei bellissima, non ti si
riconosce!»…«Hai fatto bene a venire,
mancavi solo tu: vieni, entra!» Rika la prese per mano
«Ma!»…«Ho una cosa da dire
alla mia famiglia, e anche a te!»
«Rika, ma…fra te e Renamon?» si
interessò Himi, e Renamon spalancò la porta della
sua stanza «Sono qui. Buongiorno tutti. Mi fa piacere vedere
anche te, Himi.» …quest’ultima
restò di stucco mentre la Digimon si accostava a Rika, che
spiegava «Per me e la mia Digimon sta per iniziare un nuovo
capitolo. Ma non solo, anche per la mia famiglia, per noi tutti!
Himi…dimmi, il locale?» ma Himi scosse la testa
rassegnata «…l’hanno chiuso stamattina,
non c’è stato modo di fermarli.» Rika
strinse i denti, ma poi ammise «…non fa niente,
ricominceremo!»…«Oh?»
prendendo le mani dell’amica «Himi, tu sei colei
che più ha pagato: ti sei fidata delle mie idee, delle mie
ostinazioni insensate e ti ho trascinata in un baratro, permettimi di
rimediare! Ascolta…voi in famiglia avete molte spese,
vero?»…«Oh?
Beh…sì, poi adesso che mio marito è in
quelle condizioni…!»…«Senti,
perché non…?...
…mamma, nonna, ve lo chiedo col cuore: Himi è mia
amica, può venire a stare qui con tutta la sua famiglia?
Almeno per il
momento!»…«Ma…Rika!!»
esclamò costei «Shhh, non ti prego Himi: ci tengo
davvero! La casa è cadente, e non è
più nostra, siamo in affitto! Ma con un po’ di
impegno ci possiamo
arrangiare!»…«…sono…senza
parole…»
«Quello che decide mia nipote merita pieno
rispetto.»…«Tutto ciò che
ritieni giusto, Rika.» risposero Seiko e
Rumiko…nella commozione di Himi…che ricevette una
carezza da Rika «Benvenuta a bordo,
allora…»
E mentre la madre e la nonna della ragazza si accingevano a parlare con
colei che avrebbero ospitato, Rika si accostava a Renamon, la quale
dichiarava «Non immagini la gioia nell’osservarti.
Questo è come ho sempre sognato di vederti in questi anni:
sorridente e spontanea, pronta a sostenere la tua famiglia e i tuoi
amici. La vita è stata molto buona con me: ha realizzato il
mio sogno. Per mezzo di te, Rika.» Rika le sorrise
grata…
…e poi si volse verso le altre, affermando
«Verranno tempi duri! Vivremo in molti nella stessa casa! Ma
io credo nei frutti della collaborazione: siamo un gruppo di
donne!» guardando sua madre, sua nonna, Himi, e anche Renamon
«Avremo molte esigenze! E in questo mondo nessuno aiuta mai
l’altro, potremo contare solo su di noi! Ma la cosa
importante è restare unite e compatte, ognuna
farà la sua parte, non importa se lavoretti occasionali,
ogni giorno basterà riunirci qui davanti alla tavola! Prima
o poi il meglio
verrà!!»…«Riesci a
darmi…così coraggio con le tue parole!»
affermò Himi con voce rotta dalla commozione, e Seiko disse
«La nostra Rika è proprio cresciuta.»
Di nuovo Rika si accostò a Renamon «Ora usciamo.
C’è una persona con cui debbo incontrarmi prima di
qualsiasi altra cosa. Questa persona è…
…Takato! Se sono salva e se siamo insieme, Renamon, lo devo
a lui. Debbo ringraziarlo…per oggi e per tutti questi anni,
e non ho avuto il coraggio quando è stato il
momento.»…«Ti capisco, anch’io
ho un debito verso Lopmon e Terriermon, ma non sono riuscita a parlar
loro.»…«A poco a
poco…chiariremo tutto. Te la senti di venire con
me?»…«Certo…» e un
raggio di sole penetrava tra il pelo dorato e quegli occhi lilla
ridenti…
«…e insomma Cindermon ha promesso di gestire
appieno la faccenda, ma ora non sappiamo come sia andata! Ryo, mi
ascolti?!...
…hai sentito tutto quello che ti ho detto su
Rika?!»…«…devo parlare con
quella ragazza.» mormorò il giovane
«Eh?!»…«Sì, debbo
assolutamente vederla!!»…«E il tuo
appuntamento?!»…«Me ne infischio
dell’appuntamento, Rika è più
importante: ora basta con questo cataclisma che ci rende
irriconoscibili, basta con questa assurda vita! Rika è una
Digimon Tamer , è un’eroina che io ho visto in
azione: non può più permettersi di lasciarsi
andare! Qualsiasi vita abbia fatto e quali che siano i sensi di colpa
io ora andrò lì a parlarle, deve smetterla di
flagellarsi! Una come lei ha…un brillante futuro a cui
puntare!»…«Diciamo piuttosto che con
quanto ti ho detto stai morendo di preoccupazione: e
d’amore…!!!» con una nota di frizzante
ironia, ma Ryo si riaccomodò la borsa con fare da bel
tenebroso «Solo io posso sapere…cosa sto provando
in questo istante.» mentre si avviava.
“Ryo, io ti conosco. Ora il tuo cuore sta palpitando per
quella ragazza che negli anni, non hai mai dimenticato: nonostante
tutte quelle che hai conosciuto.”
“Rika…piccola mia, cos’hai
fatto?” pensava Ryo accompagnando il suo passo svelto
“Perché non mi hai parlato dei problemi che avevi?
Scoprirli così, dal mio Digimon…provoca una
grande fitta nel mio cuore. Come una spada supersonica che ti trafigge
in battaglia. E nossignore! Non può andare così
per noi due: siamo due eroi da copertina eternizzata!” e non
curandosi dei passanti che involontariamente urtava “Ora vado
a casa tua, mi spiegherai tutto!” «Ehi Ryo,
rallenta o mi sbalzi dalla borsa!...
…ahhh, che dire: noi Digimon dobbiamo pazientare un
po’ quando è dell’amore, il richiamo a
cui i nostri domatori accorrono!» pronunciato con bonaria
saggezza (fine-canzone)
Da qualche parte altrove, una miriade di angeli spalancava bianche ali
in un cielo sconfinato: un dipinto. Le cui scrostature furono coperte
dall’improvviso spalancarsi di un paio di ali nere
«I secchi, il colore, gli avete dato tutto?» si
informava madre Katsumi in postazione dirigenziale, dalla cima di
quella “registica” impalcatura «Diamo
inizio al miracolo!» decretò con enfatico gesto: e
al suo comando Beelzemon spiccò il volo, sostenendo
«Ohp!» volenteroso il peso di quei secchi.
«U-Un po’ a
destra!»…«Sposta-sposta, un
po’ a sinistra!
Bravo!»…«L’angioletto! Ohhh,
io adoro quell’angioletto, tutto solo
nell’angolo!»…«Forza
Beelzemon, metticela tutta, torna a far risplendere questa tetra
cappella!!!»…«Siamo tutte con
teee!!!» …era il tifo vivace ed entusiasta di quel
cospicuo reggimento di…suorine più o meno
giovani, opportunamente moderato da madre Katsumi in posizione
“superiore” «Calme sorelle, contegno: un
lavoro, per essere fatto bene, necessita del giusto raccogliment-CHE
COSA FAI?! LA’ CI VUOLE DEL COLORE PIU’ CHIARO!!
Deve richiamare….l’estasi paradisiaca!»
«Altro che “estasi
paradisiaca”…!» commentava fra
sé il Digimon che si stava “annodando”
fra secchi e pennelli, e doveva talvolta reggere questi ultimi con la
bocca perché non cadessero «Non mi
sono…mai trovato in una situazione simile in tutta la mia
vita.»
«Forza Beelzemon, non spaventarti di madre Katsumi tratta
tutte noi anche peggio!»…«Sei un
artista, un angelo tra gli angeliii!»
«…se lo dite voi! Io mi guardo e mi
dico…» buttando un occhio a quel vasto cielo di
angeli dipinto «…che cosa ci faccio
qui?!!»
…mentre nella sala sotto di lui…
…Akemi era stata “bloccata” alla sua
destra e alla sua sinistra da altre due suore che la trascinavano
sottobraccio «Akemi, Akemi raccontaci la storia, noi non
stiamo più nella pelle!»…«Ma
sorelle…così mi fate paura!» replicava
la ragazza col suo limpido e lucente sorriso «Guardala
è diventata tutta
rossaaa!»…«Ma che diteee?!! Oh mio Dio,
che non ci ascolti!»…«Devi dirci come
l’hai
conosciuto!»…«Dì la
verità Akemi! Tanto anche se stai zitta noi capiamo lo
stesso!»…«E’ il tuo
ex-fidanzato,
vero?!»…«Ma-»…«Che
non si è mai dato pace per il fatto che sei entrata in
convento!»…«E ti ha seguita fin qui:
ahhh!!! Che storia romantica, una volta tanto che in questo luogo
accade qualcosa di emozionante!»…«Anche
perché come resistergli: ma l’avete visto???
E’ bellissimo, è un autentico
schianto!»…«Ahhh, sorellaaa! Siamo
sorvegliate!» disse quella suora alludendo ai molteplici
crocifissi e immagini «Sì lo so però,
che dire: fra tutte le tentazioni che Dio poteva mandarci per testare
l’integrità della nostra
vocazione…POTEVA SCEGLIERE UN OSSO MENO
DURO!!!»…«Beh qui
c’è il contrappeso che doppiamente dobbiamo
stargli lontane, ahimé! Siamo suore…è
Akemi ha il diritto di
prelazione!»…«Giusto! E’ prima
suo che nostro!»
«Ahhh, voi due siete impazzite, che Dio abbia
pietà di voi!» decretò la ragazza con
le mani al viso, allontanandosi, sotto lo sguardo furbetto delle sue
sorelle «Si vede: è ancora
cotta!»…«Povera Akemi, non vorrei stare
nei suoi panni! Anche se il suo abito è uguale al
mio!»…«Ma almeno noi non abbiamo dovuto
rinunciarvi dopo averlo avuto così viciiino!»
…in tutto questo Beelzemon dipingeva
«Ma…di cosa parleranno? Ho una strana sensazione,
mi sento spiato…»…gli occhi di tutti
quei cherubini non lo lasciavano del tutto tranquillo…
«Beeeeeelzemon!» si udì chiamare
«Oh-h! Sì,
Akemi?»…«Tutto bene
lassùùù???»…«Qui??
Benissimo! Va alla grand-oh-ohhh!» gli stava sfuggendo il
pennello di mano «Alla
grande!»…«Ti prego di perdonarci, se
puoi!!!»…«Ma scherzi? Io lo faccio con
piacere!»
«Akemi, non lo
distrarre!»…«E’
così elegante quando lavora, guarda che posa
plastica!»…«Si dovrebbe fare un dipinto
con lui come soggetto, non come pittore!»
Madre Katsumi seguitava ad analizzare con i suoi vigili occhi azzurri
«Mi raccomando a quel colore!...dev’essere
distribuito con cura! Disteso con linee morbide, il vescovo adora le
immagini che ispirano l’anima, e per questo i movimenti
devono essere ariosi, cullanti, come quelli di una madre con suo figlio
tra le braccia!»
«Uff!...è una parola: è quello di cui
avrei bisogno io adesso, essere cullato, e invece mi sento sulle spine!
A pensarci bene…io non ho il ricordo di miei genitori. Sono
nato a Digiworld, evidentemente nei miei primi anni mi sono guadagnato
l’essenziale per vivere grazie all’istinto, fino a
bioemergere sulla terra quando ero ancora piccolo: le prime immagini
che ricordo nitidamente sono quelle della casa di Akemi e Mako. Prima
non so cosa sia accaduto. Loro sono stati la mia prima famiglia. Fino
al giorno in cui, per paura, me ne andai ed iniziai a vagare in
solitudine. Una specie di viaggio per tornare all’origine. Ma
qual è la vera origine? La compagnia o la solitudine?...
…chissà perché mi viene in mente di
fare questi ragionamenti proprio qui, e in questa situazione.
Sarà che quando sono agitato devo per forza tenere occupati
il corpo e la mente…»…e calavano le sue
pennellate, seppur la mano fosse più o meno
incerta…
…ignorava che proprio in quegli istanti, una mano smaltata
di ragazza stringeva il suo Digivice dalla ruota dentata
“Finalmente, il momento tanto atteso! Posso prendermi le mie
soddisfazioni!” meditava Jeri nel suo incedere svelto e
deciso in strada, tracciando un sorriso compiaciuto sotto i
suoi occhiali da sole “Beelzemon è il mio
Digimon…quindi io posso entrare in quel convento come una
padrona!”
«Forza sorelle basta stare con le mani in mano: il Signore ci
ha comandato di aiutarci a vicenda, e io vi dico…tutte ad
aiutare Beelzemon!» esortò una di loro fra le
più giovani e briose.
«…!! Cosa?!» sussultò un
tantino il Digimon…
…e tutte in coro «BEEELZEMOOON!»
«Uhmp! Cosa vogliono?!»
«Ci siamo divise i compiti: il dipinto è troppo
grande per te, ti diamo una mano noi!!!»
«Davvero?!»
…ed anche Akemi sembrava bendisposta «Beh,
perché no, tutti insieme si fa
prima!»…«C’è solo
un problema!» segnalavano le altre «…ci
devi fare da bus per i piani più alti!»
«Oh…» restò lui senza fiato,
ed il pennello gli scivolò dalla mano. Ma a quel punto madre
Katsumi insorse «Cosa sarebbe quella faccia?! Ti rifiuti di
offrire il tuo appoggio a delle giovani e volenterose suore?!»
Lì per lì lui non seppe che dire
«Uh…»
…ma poco dopo risultato fu
«WhooooOOOOOOOOooooo!»…«E’
sensazionale, sorellaaaaaaAAAAAAaaaaaa!» …il
doppio volo di quelle due suore, una sorretta dal suo braccio sinistro,
l’altra dal braccio destro, che atterrarono nella massima
sicurezza presso quei soppalchi «Tutto a posto? Siete tutte
intere?» si premurava Beelzemon, e loro «Ma
certo!»…«Dio te ne renda
merito!»…«Eh…magari…»
replicava lui passandosi la mano tra i capelli e accennando un inchino
con umile e cordiale espressione…
…Akemi lo guardava dal basso…e in lei sorgeva un
sorriso…
…mentre serio e impenetrabile il viso di Jeri mentre a passo
regale, nascosta dietro ai suoi occhiali, faceva ingresso nel giardino
dal cancello principale «Oh, buongiorno
signorina!»…«Signorina Katou! Il suo
fidanzato non è qui in questo
momento!»…«Come sta?»
…alcune suore si rivolgevano a lei, ma lei non guardava in
faccia nessuno e procedeva senza esitazione verso la sua
meta…
«Non dimenticarci a terra!»
«…arrivo! Arrivo subito!!» replicava
Beelzemon intenzionato a non offrire a nessuno un servizio tardivo o
carente. A quel punto madre Katsumi puntò il dito
«Ehi, che storia è questa?! Largo ai giovani e gli
anziani restano indietro?! Eh no care, così non va, ora voi
aspettate il vostro turno!»…«Ma madre
Katsumi avete i vostri dolori!» le fecero notare le suori
«Ma che dolori e dolori! Soltanto io so oltretutto come va
fatto quel dipinto per compiacere appieno il nostro vescovo, per
cui…giovanotto! Lascia perdere loro e vieni a prendere me!
Forza, non stare lì impalato!»
«Ma…!...m-madre siete sicura? Permettetemi di
chiedervelo di nuovo…» si preoccupò il
Digimon, ma lei «Di nuovo…è troppo,
certo che sono sicura e non sono ancora sclerotica, sia
chiaro!»…«N-N-No, mai fosse che volessi
intendere una cosa del
genere!»…«ORBENE…?»
Beelzemon comprese, chinando il capo…
…e pochi istanti dopo…(proprio mentre Jeri faceva
il suo ingresso)
«…ooooooOOOOOOOOHHHHHHhhhhhh! Ah! Ahhhh,
ahhhh!»…«Madre! Madre, che avete vi
prego, non fate così, non fatemi spaventare!»
«MADRE KATSUMI!» strillarono in coro.
«V-Vi ho stretta troppo forte, forse?! Vi ho fatto male?! Vi
prego dite qualcosa!»…ma l’anziana suora
anziché boccheggiare per il dolore, lo faceva
perché era abbagliata: per la prima volta i suoi occhi
marmorei restarono incantati nello stupore «…ho
volato…oh nella mia vita non avrei mai creduto di volare,
avevo dato per scontato che l’avrei fatto per la prima volta
il giorno in cui Dio mi fosse venuto a prendere, esaudendo le preghiere
di milioni di fedeli!...ma tu non sei Dio!!» rifilandogli un
colpetto sull’addome «Ohh-auch! No,
non…credo!»…«E io non sono
morta: il che vuol dire…
…AHHH! AHH! LO RIFACCIAMO?! Ti prego, te lo chiedo in nome
della mia veneranda età e della mia carica: il giro della
sala! Fammi volare ancora, è il desiderio di una vecchia
moribonda!»…«Va bene-va bene-VA BENE
basta che non me lo chiedete così: quello che volete,
ok?»
Sorrisetto di madre Katsumi...
…e pochi istanti dopo «WHO-OHH-OHH, SONO
RINATAAA!!! POSSO SFIORARE LE PIUME DEGLI ANGELIII!!!»
…nel generale
«OooooooooOOOOOOOOOOooooohhhhh!» delle suore che la
guardavano dal basso mentre qualche piuma nera cadeva sul loro capo
mimetizzandosi con esso «Non vedevamo madre Katsumi in questo
stato da quanto tempo, eh
sorelle?»…«Peccato sia un Digimon
anziché un angelo, ergo non se la porta
via…!»…«Oh! Questo
istante…merita una preghiera!»
…madre Katsumi esultava «AHAHHH!!!
SEI…SEI PORTENTOSO, BEELZEMON! TU SEI IN GRADO DI FARMI
ESALTARE!»…«Davvero? Voi
dite?» si apriva lui in un graduale sorriso «Sono
contento!»…«AHAHAHAH, BRAVO! UN BEL GIRO
VORTICOSO!»…«Come volete!»
…ma alla vista di quello spettacolo…Jeri si
sfilava lentamente gli occhiali…rivelando occhi ogni istante
più increduli, e più agghiacciati…
«AH, AHAHAHAHAHHH!!! NESSUNO MI TOGLIERA’
PIU’ DA QUESTE FORTI SPALLEEE! QUESTO SI’ CHE
E’ IL PARADISOOO!!!»
Akemi li contemplava, e a giudicare dalla sua espressione recitava
silenziose preghiere di viva gratitudine…
…ma lo stesso non era per l’accigliata Jeri, a cui
tremava il sopracciglio «C-Che…che
significa…?!!»
«AH,
AHHHhhhhhhhhhhh…fiùùùùùùùùù!
Uff, uff!» atterrando «Vi sentite
bene?»…«No, non mi sento bene,
giovanotto.»…«Cosa?! Come?! Ditemi, dove
vi fa male?!»…«Io mi
sento…PPPIU’ CHE
BENE!»…«Ahah!»…«DAMMI
IL
CINQUE!»…«D’a-D’accordo!»
«C-Come sarebbe…?!...la sua aria
tenebrosa…» balbettava Jeri…
«SONO COSI’ FELICE CHE OGGI CONCEDO A VOI TUTTE UN
GIRO GRATIS! CI VUOLE PROVARE L’EBREZZA CHE HA PROVATO LA
SOTTOSCRITTA?!»
«Io!!!»…«Iiiiiioooooo!!!»…«IO!!
IO!!»…«Ci sono prima
iooooooooo!!!»
…e Beelzemon «Eheheh, calmatevi, calmatevi:
non…posso mica portarvi tutte! Ho solo due braccia: piano!
Una alla volta: vedrete che potremo divertirci!»
«La sua indole…a-appartata e
oscura…!!» …l’espressione
della ragazza col Digivice si contraeva sempre di più, come
se ogni cosa che nominava le scivolasse via senza
possibilità di recupero…
«In tre? Siete sicure che volete farlo in tre? Va
bene…voi…qui ai lati, tu aggrappati da dietro,
però…reggiti
forte!»…«Sta tranquillo, siamo toste
almeno quanto te!»…«Oh ma io questo lo
so, lo sto apprendendo a poco a poco: e vi confesso…che mi
sto divertendo!»
«La sua espressione spietata!!» gemeva Jeri
«Il suo contegno implacabile!!» fino a portarsi le
mani ai lati del capo «Non può essere
vero!!!»
Tempo di un nuovo giro
«Attenteee!!!»…«NIENTE
PAURAAA! WHOOOOOOooOoooOOooOOO! CIAO CIAO, SIGNORE GESU’!!!
CIAO, MADONNINA, E TUTTI VOI ANGELI IN CIELO!!! SIAMO ABBASTANZA IN
ALTO CHE VI VEDIAMO, SIETE…ANCORA PIU’ BELLI VISTI
DAL VEROOOOOO!!!»
…mentre Akemi restava in basso, e rideva
«Uhmuhmuhmuhm! Uhmuhmuhmuhmuhm, ahhh…!...i
risvolti della vita!»
Beelzemon mentre volava chiedeva «Ah sì?!
Davvero?! L-Li vedete, dove sono?! Loro sono i creatori della terra,
è un po’ come se fossero…i genitori di
tutti gli umani, lo sono anche dei
Digimon?!»…«Ahah! Beelzemon, sei
così ingenuo, dovremo informarti su
tutto!»…«Oh sì!
Sì, vi prego! Desidero tanto scoprire da dove vengo,
desidero sapere tutti i segreti della mia
vita!»…«A poco a poco con noi farai un
corso assai istruttivo,
intanto….whoooOOOOOOOoooohhhhh!!!»
…ma Jeri avanzava «Ora basta! BASTA HO DETTO!!
Smettetela…IMMEDIATAMENTE!!»…«Ahhh,
Jeri…!» le venne incontro Akemi «Sei
anche tu qui, mi fa piacere.»…«Che
diavolo è questa farsa?! Pretendo---ESIGO che tutto finisca
ALL’ISTANTE se è uno scherzo giuro che non fa
affatto
ridere!!»…«Oh…sì
lo so, ti capisco.» fece Akemi come sempre allungando la mano
e raccogliendo quella del suo interlocutore «Inizialmente
è partito come un tentativo di restaurare il dipinto, e ti
assicuro che anche a me non andava tanto che lo facessero lavorare: ma
poi…uhmuhmuhm! Ho scoperto che certi modi per socializzare
un po’ alternativi sono più efficaci di
altri!»…«Altro che
“socializzare”!! Tutto questo è
assolutamente inammissibile, se quelle ascoltano i tuoi comandi falle
smettere!!»…«Ahhh…!»
Akemi tornava a contemplare la scena estasiata
«…se anche adesso le chiamassi non mi udirebbero
di certo: sono talmente in alto che farei prima con una
preghiera.»
Risposta che spiazzò completamente la
neo-domatrice…che osservando Beelzemon
«Ahahahah!!!» ridere e divertirsi nel far divertire
quelle suore, componeva inquietanti prospettive «Ci rideranno
tutti dietro, che cosa dirà la gente?!! “Il
Digimon…delle suore e del convento”,
“Beelzemon, il paladino…della terza
età”, ecco come lo chiameranno! Ahhh, non posso
guardare, tutti i miei bei sogni vanno in pezzi, che ne sarà
di me?! Che---razza di domatrice posso essere, io che
anziché celarmi dietro una sagoma arcana e letale mi porto
appresso l’idolo, di---di…!!...
…u-una massa di oche incappucciate e di vecchie rimbambite!!
Ahhh, è solo un brutto incubo, voglio
morire!!»…caricandosi di tutta la
furia…e strillando a tutta voce
«BEEEEEELZEMOOOOOON!!!»
«…ho sentito una voce: chi è che mi
chiama?»…«Ahhh, lascia stare, sono
quelle che vogliono già salire: è sempre
così anche all’ora dei pasti, ci prendono sempre
le parti più buone!»…«Ahhh,
ma questa volta aspettano: abbiamo
ancora…tre-»…«Quattro.»…«QUATTRO
giri con te e niente e nessuno ci priverà del
divertimento!»
…ma Jeri insisteva ancora «BEEELZEMOOON!!! GRRR!
Fai finta di non sentire?! TI STO CHIAMANDO A TUTTA
VOCE!!»…«Sta tranquilla, cara: ora che
finisce il giro verrà da te, è già da
stamattina che non fa che raccontare quello che è
successo.»…«E lasciami stare!!! Che
diavolo vuoi saperne tu, sono certa che questa è opera tua!!
Dov’è Mako, perché non è qui
a fermare questa
indecenza!»…«E’ andato a
scuola. E’ primavera è ha tanto da
studiare.»…«Me ne infischio della
scuola, dei suoi voti…B-B---…Beelzemon
è il suo Digimon e…!!...anzi cioè no!
No, non è il suo, Beelzemon
è…!!...è…!!» ma
Akemi la sfiorò, carezzando la sua rabbia col suo immutabile
e serafico sorriso «…cara…so
tutto.»…«C-Come sarebbe, lo sai
già?!»…«…sì.»
fece Akemi ponendole le mani sulle spalle, e dicendole di cuore
«Felicitazioni…!»…«Come…?
C-Che storia è questa?!» sbottò la
ragazza «Io ti vengo a portar via il Digimon e tu mi fai le
“felicitazioni”?!»…«Oh
ma la si può sempre intendere in un modo diverso! Io la vedo
così: Beelzemon…»
…alzando entrambe gli occhi a costui, seppur con differenti
espressioni…
«…è un Digimon talmente caro e prezioso
da meritare non uno, non due. Bensì tre domatori. Sapessi
come sono felice, sono certa che voi due…potrete fare tanta
strada assieme. Sarà un modo con cui potrete crescere
entrambi, vedrai: io lo conosco, sembra forte ma ha tanto bisogno di
una guida, e se c’è una persona che può
ricoprire questo ruolo quella sei tu. Considerati fortunata, Jeri,
così come posso raccomandarti caldamente mio
fratello…
…ahhh!» sospirando d’estasi, ed
avanzando di qualche passo mentre l’altra era sempre
più incredula «…ti assicuro con la mano
sul cuore che non vi è Digimon più fedele e leale
di Beelzemon. Ma credo che tu lo conosca già abbastanza per
capire che non mi sbaglio.»
«Ahhh!...è-è pazza, non
c’è altra spiegazione, soltanto una stupida
potrebbe parlare in questo modo!» mormorò Jeri
avanzando oltre e puntando i piedi «BEEL-ZE-MON!!»
…al che lui finalmente sembrò scorgerla
«Ehi! Ma quella è Jeri!
Jeri!!!»…«Oh no, proprio sul
più bello!»…«Eheh, scusate ma
devo andare a salutarla: sapete? Lei è diventata la mia
nuova domatrice!»…«…oh
sorella che invidi-»…«Shhh: ma ti puoi
figurare? L’hai vista chi è? E’ la
futura cognata Akemi, la fidanzata del
fratello!»…«Oh!...che Dio ci assista a
tutte…»
…Beelzemon atterrò «Ciao,
Jeri!» mentre la ragazza ancora batteva i denti, nel vedersi
sfilare di fronte quelle suore «Madre Katsumi non parlava
invano!»…«Meglio delle montagne russe:
che ho scoperto tra l’altro di ricordare a
perfezione!»
«C-Come stai? Buongiorno, mi…fa piacere che tu mi
sia venuta a trovare. Scusa, f-forse sono un po’ sporco di
vernice, il fatto è-è che avevano bisogno di
aiuto col
dipint-»…«Tu…»…«Oh,
sì?»…«…SEI UN
IDIOTA…»…«Cosa? Come,
perché?!»…«E me lo
chiedi?!»…«Ma…io
veramente-»…«Perché ti sei
prestato a tutto questo?! Lo sai adesso cosa ci lega, non hai pensato a
quello che avrebbero potuto dire di
me?!»…«Eh? Ma tu cosa
c’entri…ho semplicemente aiutato…le
sorelle di Akemi nel mettere a posto la
sal-»…«E lo chiami “aiutare
qualcuno” inscenare questa ridicola
pagliacciata?!»…«Oh? Jeri…
…perché mi parli
così…?» chiedeva il Digimon
sinceramente dispiaciuto «…non volevo fare niente
di male. Queste suore…ok, beh sì inizialmente
ammetto che avevano dei modi un po’ strani. Però
è la prima volta che sento così tante persone
ridere, e rilassarsi per qualcosa che faccio io. Qualche volta al
nostro villaggio mi capitava con i
bambin-»…«Non mi interessa un fico secco
del tuo stupido villaggetto, della vita inutile che conducevi prima di
giungere qui! Adesso sei di nuovo sulla terra, sei il mio Digimon, IO
sono la tua domatrice per cui hai dei doveri nei miei confronti!!
Qualsiasi cosa tu faccia devi prima preoccuparti che non ricada su di
me!»…«…perdonami…ti
prego io non pensavo di ferirti.»…«E
invece l’hai fatto!!» gemeva la ragazza, a un passo
dallo scoppiare in lacrime «Ti prego Jeri non fare
così, lasciami spiega-»…«Non
toccarmi!!...
…stammi lontano…» si volgeva lei
nascondendo il suo viso…
…e lui ritirava tristemente la mano con cui aveva cercato di
sfiorarla…chinava il capo…
…mentre lei tornava a rivolgergli occhi amareggiati
«Il destino ci ha legati!!...attraverso questo oggetto ha
posto un laccio fra me e te!!» dichiarò Jeri
alzando il Digivice «Sono il primo a saperlo!...anzi
se…proprio dovessi dirti…ecco…
…da quando ho saputo di essere diventato il tuo
Digimon…se da un lato mi ha spiazzato,
dall’altro…beh, è come se avessi
sentito che finalmente mi viene data la possibilità di
conoscerti meglio. Lo sai? Quando ero a Digiworld ho pensato molte
volte a te…»…«Uhmf! Ti
ringrazio, sono commossa!!»…«Jeri, per
favore!...io…!...ci tengo che tra noi le
cose…siano…chiare, insomma, come posso
dirti!»…«…risparmia il
fiato…»…«Tu lo
sai!...i-insomma…fra noi…n-non è
iniziata…nel migliore dei modi, sono accaduti molti fatti!
Belli e…anche brutti, ci sono cose che non si possono
cancellare! Sono il primo a saperlo!
Però…mmm…!» lottando contro
lo stento e l’imbarazzo «…so anche che
è fin da allora che desidero
rimediare.»…«Allora cerca quantomeno di
non mettermi in imbarazzo gratuitamente, senza che ci sia alcun
motivo!!»…«Stavolta c’era un
motivo.»…«Cosa?!»…«Cioè!
Io non ho agito per metterti in imbarazzo, Jeri:
semmai…!...quello che si è messo in gioco sono
io.»
La ragazza dilatò lo sguardo…
…mentre il Digimon illustrava «Mi sono prestato
volutamente a tutto questo, sì è vero non
è mia abitudine di solito fare cose del genere. Ma madre
Katsumi e le sue sorelle…sono state molto buone e generose
con me, quando Akemi mi ha presentato loro potevano denunciarmi o
cacciarmi, e invece mi hanno offerto un letto in cui riposare, e un
tetto sotto cui tornare. Un pasto caldo la sera…per me
queste cose contano! Al nostro villaggio siamo vissuti…un
po’ come in questo convento, mettendo in comune le poche cose
che avevamo, compresi…
…i sogni…» facendo la sua voce da aspra
a quasi carezzevole «…i pochi che
c’erano rimasti da quando quel varco ci aveva risucchiati
strappandoci dalle braccia di tutti voi con i quali avevamo
appena…
…fatto…amicizia,
ricordi?»…«Ohh…!»
quel “ricordi?” fu un sussulto nell’animo
di Jeri «…quando iniziai a sentirmi
strano…perché a poco a poco non riuscivo
più a mantenere quella forma, tu mi stavi fissando, e io ti
parlavo…
…è come se fosse in questo
istante…»
“Jeri…!...io…vorrei-“
“Lo so.”
“Eh?”
“Lascia stare!...la cosa importante è che ora
siamo tutti qui, e che stiamo bene! Il resto non conta.”
“Vuoi dire…? Insomma, vuoi dire che mi hai
perdonato?!”
“…sì!”
…per il nuovo sostituirsi delle loro sagome adulte nella
cappella, a quelle di loro entrambi più piccoli in quel
parco illuminato «…non immagini che gioia mi desti
allora…facendo giusto in tempo per farmi volare
tranquillo…verso il mio mondo: non so cosa avrei fatto se tu
non avessi detto che mi avevi perdonato. Da quel giorno mi sono dato da
fare! Mi sono rimboccato le maniche! Mi avevi dato speranza,
perché mi avevi fatto capire che la vita non si ferma con i
crimini e gli errori, ma c’è una chiave che
può aprire nuove porte, e questa è data
dall’amicizia! Dal
saperci…perdonare…dal prenderci per
mano.»…«E’ esatto.»
intervenne madre Katsumi recuperando il suo contegno ed avanzando fiera
tra loro «Il nostro Dio ci insegna che non
c’è futuro senza perdono. Gli errori sono cosa di
tutti noi esseri umani. E…» guardando Beelzemon
con la coda dell’occhio «…forse armati
della dovuta fantasia e buona volontà possiamo estendere la
legge ai viventi giunti qui da altre origini. Una cosa è
certa: qualunque sia la materia di cui sei
composto…» smarrendo i suoi occhi azzurri nei
profondi corridoi di una lunga vita densa di esperienze
«…è nel perdono che ti ricomponi. Tutto
il resto disperde! E soli, in questo mondo freddo non si può
sopravvivere. Oh, e…quando parlo di questo mondo
intendo…sia il nostro sia quello da cui provengono le
creature come te, Beelzemon: se due mondi convivono significa che ce
n’è uno più grande a contenerli. Un
universo…dove possono brillare
entrambi.»…«Ahh…!»
Jeri indietreggiava all’udire quelle parole…
…mentre Beelzemon era colpito
«…madre…non avevo mai sentito parlare
nessuno in questo modo…»…«Sei
ancora giovane direi, devi fare molta
strada.»…«Ma
io-»…«Non preoccuparti, un giorno avrai
passato ed esperienze a sufficienza per poter parlare anche tu agli
altri in questo modo.» per poi rivolgere lo sguardo a Jeri
«Noto che vi conoscete e avete dei ricordi in comune, non
voglio intromettermi: ma mi limito a ricordarvi che è grazie
a questa collaborazione, grazie a questo spalleggiarsi reciproco che
ora possiamo beneficiare…anche se piuttosto
malridotto…di un tetto sotto cui discorrere, è in
questo modo che è venuto su questo convento e in genere
tutti gli edifici. Ah, e…signorina Katou: la
responsabilità per questa diciamo “pausa dal
lavoro” un po’ sopra le righe me la prendo io, sono
la madre superiora nonché la prima che è rimasta
allettata dal pensiero di volare senza avere già il corpo
sottoterra. Se vuole…tanto più data la sua
amicizia con Beelzemon, la autorizzo a sperimentarlo di persona: non
importa che non sia una di noi! E’ la fidanzata del fratello
di sorella Akemi, e sempre un’ospite più che
gradita al convento.»…ma la ragazza retrocedeva e
sembrava impaurita «S-Se vuoi, Jeri…! Davvero,
io…n-non avrei problemi. A-Alle altre sorelle è
parso divertente!»…«Lasciamo stare!
Magari un’altra volta!!»…«Come
vuole.» disse prontamente madre Katsumi, volgendosi poi
«Coraggio Beelzemon, riprendiamo il lavoro, abbiamo giocato
anche troppo.»…«O-Oh,
sì…» e la seguì, lanciando
un’ultima occhiata a Jeri…
…la quale sembrava star smarrendo ogni certezza, ed aver
solo voglia di scomparire. Infatti volse il capo, e si
allontanò a passo svelto. Akemi la chiamò
«Jeri!...
…Jeri aspetta un attimo, per
favore!»…«Non posso, ho molta
fretta!»
Beelzemon aveva raggiunto il soppalco con le altre suore e guardava
verso il basso «Oh? Akemi, manca solo lei, scendo a
prenderla-»…«No, lascia
stare.» lo trattenne una di loro
«Come?»…«E’ meglio
di no. Ci aiuterà dal basso, guarderà come stiamo
lavorando.»…«Uhm?
Ma…» restò un po’ dubbioso il
Digimon…
…così come Akemi,
nell’impossibilità di trattenere Jeri…
…la quale dentro di sé invocava
“Takato!!...amico mio, dove sei?! Ho…bisogno
immediato di te, devo vederti!! Mi hanno umiliata e offesa, ho bisogno
del tuo sostegno!!” varcando così
l’uscita della cappella.
«Si è guardata? Sta
benissimo!»…«Merito delle tue mani
d’oro,
Takato.»…«…si figuri. Buona
giornata!»…«Altrettanto!»
…sicché il signor Harasawa si accostò
al ragazzo «Vuoi prenderti un poco di
pausa?»…«Oh no, posso
continuare!» ma il parrucchiere gli rivolse un sorriso
esortativo «…dai, che fuori
c’è una ragazza che chiede di
te!»…«Una ragazza? E
chi?!»…«Boh! Una che mi ha un
po’ stupito, porta una carrozzina! Eheh, su questa non hai
speranze: è già impegnata e ha
figli!»…«Uhm…?...
…si staranno sbagliando…»
mormorò il ragazzo che si accingeva ad appurare
personalmente «Chi mai può essere una ragazza con
figli in carrozzina che cerca me? Oh!» ma il suo stupore fu
grande…«Sono io,
Takato…!»…quando fece capolino
fuori…
…e vide l’amica sorridergli
«…?!!...Rika!!» …con quel suo
abito primaverile e le sue mani adagiate sulla carrozzina che portava
con sé, proprio come una giovane mamma (canzone: S
Club 7 - Sunshine)
Takato le andò subito incontro, mentre lei lo scrutava dalle
scarpe ai capelli «Mmm, che
eleganza!»…«Mi fa piacere vederti
e…constatare che stai bene, Rika
io-»…«Sì, Takato. Sto bene. E
questo grazie a te.»…«E-E quella
carrozzina?!»…«Questa? Uhm…!
Già, posso immaginare ma debbo deluderti, non è
quello che sta pensando tutta la gente che mi vede in giro: non si
tratta del “frutto imprevisto” di una notte
d’ebrezza con chissà quale cliente del locale,
prova il fatto che anche se non quanto e come avremmo dovuto, in questi
periodi ci siamo frequentati. Ed io si è appurato che non
sono certo tipo da abiti larghi e svolazzanti, per nascondere un
pancione!»…«E…allora…?»
chiedeva il ragazzo pallido e a bocca aperta «Questi, caro
Takato sono…» accennò la ragazza
scostando dolcemente la copertina…e rivelando
«Ahh!!»…«…Akirmon e
Nymon. I figli della mia cara Renamon che…»
…conducendo lo sguardo di Takato sulla cima del palazzo di
fronte «In questo momento ci sta guardando proprio come
fossimo tornati ad allora.»
Renamon era lì…e fece un cenno di saluto a Takato
che scorgeva la sua inconfondibile sagoma controluce
«…Renamon!! Allora…vi siete
riconciliate!!»…«Tutto questo
è frutto del tuo operato,
Takato!»…«Come?!» ma Rika gli
si accostò sollevandogli le mani «E se sono qui
è per ringraziarti e per chiederti di perdonarmi!»
fissandolo intensamente con i suoi occhi lilla
«Rika…»…«Di
perdonarmi per tutti questi anni in cui non ho mai saputo comprenderti,
in cui non mi sono mai realmente comportata da amica! E non parlo solo
di quando i Digimon se ne andarono, io mi riferisco!...
…a sempre: da quando ci siamo conosciuti io sono sempre
stata fredda e inavvicinabile.»…«Ma
questo non è
vero!!»…«Sì invece,
è così. Tanto che…il fatto che ci
incontrassimo, parlassimo e ricordassimo qualche volta, non ti ha
impedito di star tanto male, e affrontare quei periodi terribili! Ma
adesso…tu mi hai dato dimostrazione concreta di quanto sia
grande la tua amicizia e la tua lealtà. Hai rischiato la
vita per me, per me e Renamon! E questo…Takato io non
potrò mai
dimenticarlo.»…«Rika-»…«Io!!...se
sono qui è per dirti che come tu hai lottato per restituirmi
la mia Digimon, io farò altrettanto con il tuo!»
Takato spalancò gli occhi…
…e Rika rivelò, ponendogli i morbidi Akirmon e
Nymon tra le sue mani tremanti ed emozionate «Li senti,
Takato? Senti anche tu il loro piccolo cuore battere, ma ti
rendi conto? Sono i figli di Renamon: quanto tempo è passato
attraverso di noi, quanta…quanta
vita!»…«…hai
ragione…»…«Non è
meraviglioso? Beh ti dico una cosa: questa sensazione la proverai anche
tu. La proverai con i figli di
Guilmon.»…«Ahh!!»…«Perché
tu lo ritroverai: noi, Takato, lo ritroveremo.»
…sul viso del ragazzo, quel susseguirsi di emozioni aveva
travolto tutto lasciando soltanto una grande
ingenuità…
«E quando dico noi intendo…noi tutti
perché ho la molto seria intenzione di parlare con Henry:
voglio capire cos’è successo e aiutarlo a
recuperare i suoi affetti. Non è giusto che si soffra e si
stia separati, la vita è un soffio, amico mio. Anche se
quando si è ragazzini sembra eterna…guarda, in un
lampo, coloro che ci erano accanto si sono costruiti un mondo, e hanno
avuto dei figli. Così Renamon. Così Henry. Il
nostro Henry. Questo mi ha insegnato che non possiamo sprecare la vita
in ciò che ci consuma…ogni giorno è
prezioso.»…«…sono tanto
felice di sentirti parlare così.» e Rika gli
sorrise, rivolgendogli una carezza sul viso
«…anch’io sono felice finalmente di
poterlo fare…e…proprio a questo proposito volevo
chiederti una cosa che non ti ho mai chiesto in tanti anni di
conoscenza, seppur possa sembrare paradossale. Io e te pur essendo
amici abbiamo sempre avuto orari diversi, non ci siamo mai presi un
momento per noi. Ti…andrebbe di accompagnarmi,
Takato?»…«Oh?»…«Sto
facendo una passeggiata, per portare Akirmon e Nymon a vedere la
città. Vorresti venire con me, così facciamo due
chiacchiere, come due buoni amici? Non te l’ho mai chiesto
quasi mi vergognassi, nonostante tutto ciò che abbiamo
passato assieme. Te lo chiedo
adesso…»…«Molto
volentieri…» scandì lui
«Ahah…!»…«Molto
volentieri, Rika…!!» con occhi limpidi e lucidi di
emozione «Beh, sei “la ragazza dei miei
sogni”,
no?!»…«Uhmuhmuhm!» rise
spontanea lei e scherzò «Chissà con
questa carrozzina che cosa penseranno di noi
due!»…«Ma chi se ne importa, lasciamoli
pensare!!»…«Sono pienamente
d’accordo!»…«Signor Harasawa!!
Posso…
…accompagnare la mia amica?»…ma
già il parrucchiere sorrideva e annuiva…
«Che cosa aspettiamo,
allora?!»…«Renamon…veglierà
su di noi dall’alto.» accennò Rika nel
guardare quella sagoma che balzava di palazzo in palazzo, nel sole di
quella mattina di primavera. Così si avviarono «Lo
sai?! Quando ti ho vista, mi sei apparsa con quella
carrozzina…io…!!...non ci potevo
credere!»…«Lo so, fa parte di quelle
cose che difficilmente si sarebbero associate alla mia vita e al mio
carattere. Ma ho deciso di cambiare, avrei dovuto già farlo
tanti anni fa.» smarrendo i suoi occhi nel cielo
«Ma il treno mi è sfuggito, e so che se
ora…non colgo quest’occasione non potrà
essere mai più!» sullo sfondo dei balzi fuggevoli
di Renamon «Capisci, Takato?! Desidero che la mia vita
sia…come una canzone…
…mai uscita. Mai ascoltata…
…che finalmente ha la sua occasione per risuonare ovunque
attorno.»…«Sappi, Rika, che potrai
sempre…SEMPRE contare su di
me…!»…«Lo so
bene…» nel congiungersi delle loro mani…
…ed il sole filtrava sulla carrozzina, illuminando il
morbido pelo dei due volpacchiotti digitali…(fine-canzone)
…Henry stava estraendo le chiavi per fare ingresso a casa
sua, ma i suoi movimenti erano scoraggiati, la sua espressione era
triste…
…tanto quella fitta nebbia di pensieri adombrava il suo
cuore velando i suoi occhi, che non si accorgeva della minacciosa
sagoma oscura che si delineava alle sue spalle, sulla parete del
pianerottolo: una sagoma dalla forma di un grande orso, che pur essendo
un’ombra era dotata di occhi luminosi e insidiosi…
«Mamma, sto andando al lavoro! Al ritorno faccio la spesa, ho
preso la lista!» echeggiava la voce di Kenta
«Ricordati le aspirine per Yuki, tesoro! E’ ancora
convalescente!»…«Come no, figurati, ho
appuntato tutto! Altro da memorizzare nel mio computer
cerebrale?»…«Puoi ritirare la giacca di
tuo padre in tintoria? Per lui non è di
strada!»…«Aggiudicato! Voloooooo, a
stasera!»…«Buona giornata,
figliolo.»
…ma il cassetto con l’album fotografico era
rimasto socchiuso…
…quando dinanzi ad esso si materializzò una
creatura dall’abito nero svolazzante «Ecco la casa
del bersaglio da cui mi ha spedita Gelsomon, uhmuhmuhm!»
sogghignò LadyMeramon assottigliando i suoi occhi che
strisciavano nel confortevole scenario circostante «A quanto
pare qui tutto profuma di amore & pulito, bleah, che disgusto!!
E questo cassetto? Che cosa contiene? Oh!...sembrerebbe un album
fotografico…
…fammelo sfogliare, magari mi viene un’idea nel
frattempo su come cucinarmi questo topolino: mio scopo è
impedire che si ricongiunga al suo Digimon ma non sarebbe male se
trovassi un modo di estendere la mia azione distruttiva al resto della
compagnia! Quei domatori con quei Digimon rappresentano una minaccia, e
per spezzarla dobbiamo partire dalle punte
estreme…oh?!» portando la sua mano di fuoco alla
bocca «Queste date sulle foto…?...!!»
piegando il capo in un’espressione amara
«…corrispondono esattamente al periodo in cui il
mio povero marito mi lasciò. E dire che avevamo tanti
progetti per il nostro futuro…ma una notte uscì
di casa, e non faceva ritorno!!» per poi rivolgere verso
l’alto sguardo addolorato «E il giorno seguente
vennero a comunicarmi che era stato spietatamente assalito da un branco
di Digimon feroci, che non si erano fatti scrupolo di acquisirlo!!
E’ da allora…che indosso sempre
quest’abito scuro…e la collana che mi aveva
regalato per il nostro matrimonio.» sfiorandosela, con mano
che sembrava delicata «…da queste date la mia vita
è divenuta triste e solitaria: sento così tanto
la sua mancanza…oh?!! Ma se aguzzo bene la vista…
…lo scenario alle spalle di questi ragazzi è
esattamente il settore in cui fu attaccato mio marito!!»
sfogliando un’altra pagina…mentre le sue dita
adagiate sulle foto ne bruciavano lentamente gli angoli
«…e loro…ridono e si divertono, felici
della loro gioventùùù!!!»
sibilò di rabbia «Danzano allegri sulla sua
memoria…MALEDETTI! Pagherete molto cara la vostra
felicità di allora!!» sbattendo l’album
sul mobile, per sussultare alla vista di qualcos’altro
«Ah? E questo?! Che cosa sarebbe…?»
infilando la mano nella fessura del cassetto…
…il fumo iniziò a fluire a causa del suo
incandescente tatto…che raccolse lo strano congegno color
lilla decorato dal paio d’ali dorate «Ahh!!
No…! Che mi venga un colpo, è assurdo!!...
…questo…» portandoselo vicino ai suoi
occhi incenerenti «…è un
Digivice…!! Ma allora il pidocchio di casa ha un
Digimon!!...ahhh, GELSOMON SEI UNA CAPRA!!» si
dimenò con rabbia «Anziché spedirmi da
un domatore indifeso mi hai mandato da uno che tiene tranquillamente il
suo Digivice nel cassetto, che ti importa se mi attacca e mi
acquisisce?! TRADITRICE! Dunque…!» guardandosi
attorno convulsamente «In questa casa deve nascondersi
necessariamente il Digimon di quel Kenta! Mi chiedo dove sia, non sento
alcun rumore eppure dev’essere qui, da qualche
parte!!» ma «Mmm-mmm-mmm!»
l’accenno di un motivetto «Chi è che sta
cantando?! Fammi nascondere!» LadyMeramon
sgattaiolò prontamente dietro la tenda…
…e Yuki arrivò in salotto, sgranocchiando le
patatine del suo pacchetto «E-ECCIU’!
Uff…accidenti, non sono ancora guarita: mangiare
è l’antidoto migliore contro
l’influenza! E anche contro il nervosismo!
Gnammm!»…ed era ben distinguibile il rumore dei
suoi denti “trituranti”, mentre LadyMeramon la
spiava a sua insaputa come una sagoma nera oltre la tenda
«Oh! Cavoli, mia suocera deve aver fatto le pulizie qua in
sala. Povera, le sto sporcando tutto con le briciole: toh guarda ha
lasciato un po’ di cose in giro!
Cos’èèè…???
Uhm!!» le cadde la patatina dalla mano
«L’aaalbuuum!» da cui si
precipitò contenta come una bambina «Fammi
sfogliare: adoro i ricordi! Mmm…
…il mio maritiiino! Da piccoliiino! Ahahahah! Che faccetta
buffa che aveva: esattamente uguale a com’è
adesso, non è cambiato neanche di una virgola. Gli si
sgualciva sempre il pizzo della camicetta qui, come adesso, e io mi
diverto a rimetterglielo a posto. Uhm!» sfogliando
ancora…
Mentre LadyMeramon sembrava farsi più incandescente, e la
tenda fumava “Dev’essere la moglie di
quell’idiota!!...guardala, com’è
appagata e premurosa…! Sfoglia i ricordi felici
dell’uomo che ha tuttora al suo fianco! Si prende cura ogni
giorno di lui, che le riscalda il letto la sera: mentre io sono vedova
e sola da dieci anni!!” «…che bella
foto, questa!» commentò Yuki seriamente
partecipe…mentre LadyMeramon stringeva i pugni
“Risveglia odio in me vederla provare tenerezza per chi in
quei giorni godeva della morte di mio marito!!”
«Kenta è sempre stato un giovane molto sensibile.
Qui si vede nitidamente.»
“Quella notte…” ricordava LadyMeramon
“...non c’erano testimoni, nessuno poté
raccontarmi chiaramente come avvenne la sua fine! L’unica
traccia che mi rimase del mio sposo…fu un monumento di
rocce. Innalzato da qualche anima caritatevole, su cui vi era affisso
un ritratto…un abbozzo stortignaccolo ma…tenero,
che avrebbe dovuto rappresentarlo! Sigh! Quanto mi manchi, amore
mio…
…di sicuro quei ragazzini vandali avranno usato la tua tomba
come ritrovo per un picnic!!”
Non poteva vedere l’immagine contemplata da Yuki, che
raffigurava il giovane Kenta inchinato di fronte ad una tomba, con
occhi chiusi ed espressione rispettosa verso il Digimon ritratto a mano
libera «Quante esperienze, ma sempre attenti ai volti e ai
particolari: è così bello sfogliare il
passato…io…mi ritengo una moglie fortunata. Oh!!
Guarda qui…!»
…la foto di Kenta con MarineAngemon sulla spalla…
LadyMeramon sempre più forte stringeva il suo pugno di
rancore…
…mentre Yuki «Uhm! Uhmuhmuhm!»
rideva…ma di commozione. Poggiando un bacio sulla sua
mano…e carezzando così d’affetto il
ragazzo con il Digimon «Come mi è caro questo
album! E’ un pezzo del mio cuor-oh?!
Cos’è questo odore di bruciato?! Sniff,
sniff!!»
La Digimon nascosta si irrigidì e retrocedette, ma aveva il
muro e la finestra alle sue spalle «Non è che mia
suocera si è scordata la colazione sul fuoco?! Fammi andare
a controllare, oh mamma!!» schizzando nella sua corsetta un
po’ goffa…
…sicché LadyMeramon poté riemergere
«Non tollero che quest’oca ingrassata sia felice
accanto a quel miserabile domatore!!» chiudendo di colpo
l’album che Yuki aveva appoggiato sul mobile, incurante di
far fumare la copertina «Desidero farle provare la stessa
straziante solitudine che affligge la mia vita! E perché
ciò sia…QUESTO VIENE CON ME!»
afferrando il Digivice «Ad occhio e croce dovunque sia
nascosto il suo Digimon, senza questo è inoffensivo:
sarà un gioco da ragazzi eliminare spietatamente quel Kenta
Kitagawa, uhmuhmuhmuhm!» dissolvendosi in un vortice
infuocato.
Mentre Yuki faceva ritorno «Sniff, sniff: ho sbagliato
direzione, veniva da qui! Oh?...
…le tende si sono un po’ bruciacchiate!
Sniff, sniff!» facendosi d’improvviso
più seria «Qui c’è qualcosa
che non va.» …avvicinandosi al cassetto, aprendolo
ma sussultando come se apprendesse della mancanza di qualcosa, che le
portò la mano alle labbra e la rese pensierosa.
«Che intendi fare, Ryo?» chiedeva Monodramon
«Domandare a sua madre e sua nonna di fartela gentilmente
vedere?»…«Non lo so, ma non è
escluso! Ah sì lo so che le presentazioni ufficiali in
famiglia non sono il mio forte, e che la fama che circola sul mio conto
non è più esattamente quella di quando ero
ragazzino! Ma in fondo è mio diritto: scusa, la madre di
Rika dovrebbe ricordare che nei momenti più critici di dieci
anni fa c’ero io, IO, a trarre in salvo sua
figlia!»…«…c’ero
anch’io.»…«Ecco, siamo in due:
tu servi da
prova!»…«Ahhh…!»
sospirò il piccolo draghetto viola che spuntava dal borsone
«Io continuo a chiedermi che starà facendo la mia
Gelsomon quando dovrebbe essere a casa a badare ai nostri bambini:
Ryo!» mentre il ragazzo era giunto ai cancelli di casa di
Rika ma sembrava cercare, più che il citofono, una via
rapida per scavalcarli «Sei sicuro di volerti infognare in
queste cose? Matrimonio, famiglia, figli…te lo dico per
esperienza, sono dedali
irrisolvibili!»…«Ahah, lo so, mio caro
cucciolo!» sorrise un po’ il ragazzo «Ma
tu lo sai che Rika per me è una speciale: non è
come tutte quelle che mi hanno fatto compagnia la sera, o le noiose
stampelle animate di buona famiglia che vuole presentarmi mia
madre!...Rika è Rika: è il mio passato, i miei
ricordi e firmo e sottoscrivo che è anche la mia anima
gemella! Sono convinto che io e lei ci intenderemmo a perfezione
assieme, e poi, oltre a tutto questo…!» mentre il
Digimon ascoltava in silenzio, lo sguardo di Ryo si tinse di maggiore
maturità «…ti confesso…che
quando mi hai raccontato quella storia…ho provato una gran
pena: povera Rika, deve aver sofferto così tanto in questi
anni. Forse è un po’ colpa mia, non dovevo essere
così poco serio, il nostro è stato un tira e
molla senza fine, per dieci anni ci siamo presi e lasciati, lasciati e
presi poi di nuovo lasciati! Lì per lì era bello,
però…poi c’era sempre un pretesto per
litigare, lei è testarda e io di più per cui alla
fine ognuno per la sua strada! Però è anche vero
che si cresce, non si rimane a vita ragazzini: lo
dimostra…il fatto che un Digimon ha potuto approfittarsi di
lei facendo leva sulle sue insicurezze, un tempo non l’avrei
creduto possibile. Sembrava legatissima a Renamon, e sembrava non
guardare in faccia nessuno! Però…se quella bomba
stava per esplodere evidentemente gli anni hanno stratificato
qualcosa…che mi sono perso. Voglio recuperarlo!
Io…tengo molto alla nostra
magia.»…«Per questo vuoi entrare a casa
sua di nascosto?»…«Non mi ci vedo a
suonare il campanello.»…«Con Gelsomon ho
fatto qualcosa di simile: le ho organizzato la serenata sotto casa,
devi sapere che era graziosa, quando era ragazza. Ma suo padre
è sempre stato un drago impossibile, la teneva segregata,
perciò io ho dovuto approfittare della mezzanotte ed
arrivare lì carico di fiori e musicisti. Non mi ci far
pensaaare! Sniff, sembrava così romantico, eravamo tutti
più giovani.»…«Lo sai,
Monodramon? Credo che io e te-» mettendo un piede sul muro
per iniziare a scalarlo «-siamo andati ad assomigliarci molto
più di quanto si possa pensare, col
crescere!»…«Eheh, è naturale:
fra Digimon e domatore!»…«Su col morale,
sono certo che in un modo o nell’altro riuscirai a domarla
quella scatenata di tua moglie: te lo dico io che ho puntato---a-acc,
il mirino su una dieci volte peggiore di
Gelsomon!»…«E’ una nobile gara
in effetti.» ma proprio quando era quasi arrivato in cima
«A-Auhf, ci sono quasi…»
«RyyyyyyyyyyyyYYYYyyyo! Tesoro della
maaaaaaaaaaaammaaaaaaaaa!»…«WHAAA, LA
MIA VECCHIAAAAAAAAA!»
…per scivolare in un cascatone tonfante senza precedenti,
dal quale Monodramon si tappò gli occhi «Meglio
non guardare…» ma poi «OAAHH!»
anche lui dovette difendersi poiché la cagnetta Vaniglia era
giunta festante in corsa, e sembrava più che intenzionata a
stringere amicizia con il Digimon «Va-Vai via, non ci siamo
ancora presentati ufficialmente quindi questa confidenza è
fuori posto!» Vaniglia non sembrava volerci
granché sentire…
«Ahhh, che botta.» intanto Ryo si rialzava, e la
signora Akiyama gli veniva incontro sorridente e radiosa, sempre
appoggiandosi al suo bastone «Caro, per fortuna almeno
incontrarci per strada, il tuo lavoro ti impegna così tanto
che io…smack, smack! Buona Vaniglia-che io devo fare i salti
mortali anche così ridotta con la gamba, per vederti qualche
istant-oh mamma ancora non mi capacito di quanto ti sei fatto
grande!»…«Eppure sono ventitre anni
mamma che non mi perdi di vista neanche quei pochi istanti fondamentali
per riscontrare il cambiamento, in una
persona!»…«Tesoro, sei sempre il solito:
oltretutto di una…prevedibilità senza precedenti
nei luoghi che frequenti chissà per quale astruso motivo ora
eri proprio qui-ma non importa! Ahhh, Ryo sapessi
oggi…è una splendida
giornata!»…«Che intendi???» il
ragazzo aggrottava le sopracciglia un po’ allarmato
«Papà ti ha fatto un regalo, è qualche
vostro anniversario che puntualmente mi
scordo?»…«Ah se non li tieni a mente tu
i nostri anniversari possiamo anche scordarci che ci siamo sposati, fra
poco! Ma ti assicuro che ci amiamo ancora alla follia, il
matrimonio…piccolo della mamma, è un vincolo che
credi…è prezioso, speciale, non lo sostituisci
con niente!»…«…sì,
non ne dubito…»…«Amore
bello-shhh, buona Vaniglia! Ma quando, rispondi!! Quando una
mogliettina, quando dei
nipotini…!!»…«QUANDO…!!...potrò
avere una vita libera realmente e non in libertà vigilata
essendo riuscito a evitarla dalla polizia internazionale ma stentando a
sfuggire altrettanto da mia
madre!»…«…Ryo lo faccio solo
per te vedi sei ancora piccolo queste cose…ahh, poi tu sei
maschietto e quelli come te sono così: si vergognano a
mostrare i loro sentimenti-tuo padre uguaaale, sapessi cosa
c’è voluto per farmi fare una serenata sotto
casa!»…«Quella che hai preteso
minacciando di rovinare lui e la sua
famiglia?!»…«O-Eh-beh, ma sai
cos’è, erano altri tempi:
insomma!»…ricomponendosi, nel suo ampolloso
declamare «Questa mattina mi sono svegliata e mi sono accorta
che la vita…ahhh, fugge prima ancora che ce ne accorgiamo,
perciò…bando alle esitazioni, scelte importanti
ci attendono!»…«E-Ehmmm, sì,
più o meno era quello che erooo…intenzionato a
fare anch’io sono in questo momento di fronte ad una che
sarebbe-almeno in teoria-una mia scelta importante!»
gesticolando ed alludendo al portone di Rika
«Perciò se non ti dispiace mamma-no scusa sai che
c’è che avrei anche una certa fretta con alcune
cose che ho saputo urge che io parli con…questa persona se
gentilmente ti fai da parteee…ihhh?»
…facendo del suo meglio per sfoggiare un sorrisetto da
bambino, ma la madre non gli diede importanza «Puaf!...oh non
cambi mai, mi fai morire: mai prenderti le tue
responsabilità sarà per via di “certe
compagnie” che ti porti sempre
dietrooo…?» sfumato con noncuranza, appoggiandosi
al bastone mentre «Buongiorno, signora Akiyama!»
faceva Monodramon e lei restava rigida «Non stavo parlando
con te mostriciattolo né intendo farlo: insomma, dicevo!
Ryo…!» mentre lui alzava occhi al cielo
«Come ti dicevo questa mattina sono
ispirata.»…«E sono guai di solito,
quando è
così!»…«Ah, questa volta
soltanto fortune, e sai perché? Ahhh…!!!...unico
gioiello di questa povera madre moribonda, interpretando i tuoi
desideri e le tue esigenze ho finalmente scovato quello-che fa-per
te!»…«Eh, cosa?! N-No, mamma siamo alle
solite ti prego-ti supplico-ti scongiuro se mi vuoi bene basta con
queste commedie è una vita intera
che-»…«Ma Ryo! Questa volta non siamo
alle solite ti assicuro che il salto di classe è
unico e irripetibile: dolcezzaaa! Dove ti sei caccia-oh!
Alice!!! Vieni un po’ quaaa!»
«…eccomi, signora Akiyama.» rispose una
delicata voce femminile…
«Ah!» fece la signora giungendo le mani
compiaciuta, mentre Ryo restava stupito «Cosa…?
Alice…?»…«Ryo ma guardala:
è o non è uno splendore? Che carnagione candida,
che splendidi capelli biondi! E soprattutto che
raffinateeezza!»
Sullo sfondo dell’abbaiare di Vaniglia, Monodramon
sussultò «Oh! Ryo, guardala! Ma noi quella la
conosciamo!!...
...era la domatrice di quel Dobermon!»
«Sono felice di rincontrarti…Ryo.»
mormorò quella ragazza di nome Alice
«…sono diversi anni dall’ultima
volta…»
«Certo…mi ricordo bene di te, tu sei quella che
condusse il suo Digimon sulla terra per concederci la
facoltà di biodigievolvere che ci era preclusa.»
«Uhmuhm…mi fa piacere che ti
ricordi.»…parlava piano, e la sua pelle era di un
candore ultraterreno. Di certo la distingueva invidiabile bellezza, che
impreziosiva i suoi lunghi capelli biondi, i suoi lineamenti delicati
ed i suoi occhi azzurri come il ghiaccio. Era alta ed esile, ma dotata
di stile e classe. Negli anni non aveva mutato il suo colore preferito
per l’abbigliamento: il nero.
«Oh! Ma in questi casi la mamma è di troppo:
andiamo, Vaniglia! Oh ragazzi socializzate pure (magari non qui davanti
ma in un posto più rispettabile!), avrete così
tante cose da dirvi: Vanglia! Oh-acc, ma ti sembra il momento di
metterti a fare la pipì?! Dobbiamo andare!»
Alice si avvicinava allo stupito Ryo…non smettendo di
muovere appena il suo goticheggiante ciondolo d’alluminio,
come se fosse lievemente nervosa…
Ma da dietro un albero nei paraggi, spuntava il tetro muso di Gelsomon
«…bersaglio individuato: uhmuhmuhm, ha inizio il
piano!»…e inaspettatamente una luce la
avvolse…e sembrò alterare le sue
dimensioni…
«Ahahah!! Takato, per
favore!!»…«Ti dico che è
così, Rika! Se mai mi è riuscita bene
un’imitazione è quella del padre di Akemi
è Mako: ti dico che viene ogni mattina al negozio sul presto
e comincia “signora mi dia un bustone di pane no-no-no quello
là in fondo che è più
fresco”!»…«Ahahahahah!
Quell’uomo è pazzo, anche a me è
capitato di incontrarlo qualche
volta…!»…«Si ma tu non lo
devi servire come cliente!»…«Ci sarebbe
mancato che fosse venuto anche al
locale!»…«Ahahah!»
…fra i due ragazzi, come la primavera sembrava filtrare
l’allegria. La loro passeggiata li aveva condotti al parco, e
fu lì che Takato si rivolse con paterna dolcezza ai cuccioli
di volpe «Ecco, e in questo luogo per noi si è
verificata una tappa importante.» Rika continuò
«…qui…noi domatori abbiamo salutato i
nostri amici Digimon, per avviarci verso la crescita: noi nella nostra
terra…e loro al vostro mondo, a Digiworld, dove siete nati.
Strade separate…ma non abbiamo mai smesso di volerci bene e
pensarci, anche a distanza.»…«Ognuno
portava l’altro nel proprio cuore. In un certo
senso…era come camminare per mano.» aggiunse
Takato, e poi ancora Rika «Sono accadute tante cose,
piacevoli e spiacevoli. Tristi…e meravigliose. Ad esempio
vostra madre si è sposata e siete nati
voi!»…«E’ valsa la pena allora
aspettare, se questo…ha permesso ad un amore di nascere e
dare i suoi frutti.» descrisse il
ragazzo…dopodiché Rika si accostò ai
piccoli e svelò «Però…un
giorno vostra madre ha fatto appello a tutto il suo coraggio: ha
affrontato il destino a testa alta, come è stata sempre
abituata a fare! Ha forzato in cancelli…»
aprendosi in un sorriso «…ed è giunta
da me che la stavo attendendo da dieci anni.»
…allungando la mano e carezzandoli…
…mentre Takato si lasciava andare alla contemplazione
assorta di quello scenario ancora segnato dal recente
incendio…
«…così mi ha permesso di conoscervi!
Quando vi ho visti…il mio cuore si è riempito di
gioia. Siete stupendi. E meritate di ricevere…ogni gioia
dalla vostra vita.»…«Per noi
è già una gioia averti conosciuta,
Rika.» rispose Akirmon
«…sei…dolcissima…»…«…grazie,
piccolo Nymon…» sussurrò la
ragazza…
…per alzare poi gli occhi verso il suo amico
«Takato.»…«Oh,
sì?» ed accostarsi a lui «Te
l’ho detto. E’ solo una questione di tempo. Questa
gioia non apparterrà solo a me, tu ne hai diritto
più di tutti noi.»…«Oh, non
più di tutti voi, Rika. Ognuno di
noi…è cresciuto e ha sofferto per la mancanza del
proprio Digimon.»…«Hai ragione. Ti va di
proseguire?»…«All’interno del
parco? Ma è tutto
bruciato…!»…«Uhm, a quelli
come noi…si addice di più un parco bruciato, che
uno perfetto e ridente!» Takato fissò
l’amica, e rifletté «Lo sai che
forse…dopo tutto quello che dici è
vero?»
Rika avanzava «…noi siamo come questo luogo: un
tempo era verde e pieno di gioia. Poi è giunto il
fuoco…e ha consumato le sue foglie e i suoi fiori.
Però…guarda, Takato! Il sole filtra ancora tra i
rami spogli. Le prime gemme della primavera tornano a intravedersi, il
parco non si arrende.» volgendosi, in un agile concessione
dei suoi capelli al vento e ai raggi del sole
«Così è per la nostra vita. Noi
dobbiamo essere la primavera per la nostra città. Per la
nostra storia. Per i nostri Digimon…»
…il ragazzo le rivolse un sorriso che rivelava
d’aver compreso quelle parole, e per mano si
avviarono…
Ben presto, il sorriso e il buonumore sembrarono riaffiorare
«Ahahah!»…«Ah, è
già: triste ma vero! Il mio locale ha tonfato bruscamente,
dove sfogherà le sue voglie represse Tokyo ora che
dovrà rinunciare al mio
contributo?»…«Mi dispiace per il vostro
locale!»…«Ah, non fa niente:
evidentemente era meglio così, era
destino.»…«Dopo tutto…sai
Rika cosa penso? Quel luogo…non era adatto a
te.»…«Forse è
vero…» rivelava lei smarrendo i suoi occhi nel
cielo, da quella panchina su cui si erano seduti
«…ma sai, se ne provano tante. Quando si
è disorientati…si cerca di interpretare tanti
personaggi.»…«Lo so. E’
successo lo stesso…anche a me.» La ragazza si
volse «…dici
davvero?»…«…è da
quando se n’è andato Guilmon. E’ stato
difficile ricominciare, ogni volta mi sono attaccato a qualcosa di
nuovo. Inizialmente speravo che iniziando a frequentare le scuole
medie…magari avrei conosciuto nuovi compagni, fatto nuove
amicizie. Non che sperassi o pensassi di dimenticare
lui…sarebbe stato impossibile.
Però…dalle sue ultime parole in questo stesso
cielo…»…cielo che contemplarono
assieme…«…filtrava una grande speranza
verso il futuro.»
“Non perdere
mai il sorriso, è la tua forza, vale più di tutto
l’oro del mondo, Takatoooooo!”
«…sentivo che il mio dovere anche se era dura
essersi lasciati sarebbe stato incamminarsi verso questo
futuro…sulla base dei dolci ricordi vissuti assieme. E
così…giorno dopo giorno ho percorso il mio
cammino.» mentre residui di foglie bruciate volavano tra di
loro «…mi sono aperto…non credere, con
tutto l’ottimismo ad ogni nuovo periodo che si è
affacciato! Mi dicevo…”Guilmon non
c’è ma mi ha lasciato dentro la sua forza per
affrontare la vita”…però amica mia
è difficile…
…l’amicizia non nasce facilmente
come…alcuni periodi dell’infanzia possono far
credere…
…l’amore…beh io non so cosa dirti al
riguardo. Non saprei, il mio cuore non risponde, sembra freddo e
confuso.»…«Non hai mai avuto modo di
ascoltarlo, povero
Takato.»…«Oh?»…«…con
le cose che ti sono capitate non ti sei mai potuto fermare un
attimo…per interrogarti su dove ti indirizzasse il cuore.
Ascolta, io credo…che i tuoi genitori…ti abbiano
fatto passare dei momenti davvero
terribili.»…«I miei
genitori…» smarrì assorto i suoi occhi
Takato «…fa strano realizzare che una base su cui
hai contato fin dai tuoi primi anni in realtà
è…tutt’altro che solida, non
è un mondo stabile e sereno come può sembrare,
può cedere. Si può ritorcere contro di
te…o disgregarsi reciprocamente. Come avvenne in quei primi
anni. E dire…che ai tempi della battaglia credevo che la mia
fosse una famiglia unita. Eppure, poco tempo dopo cominciarono degli
strani litigi. Non ho mai capito bene i motivi…mi hanno
sempre tenuto molto in disparte, come un bambino. Ma lì le
mie sicurezze hanno cominciato a cedere…
…la realtà circostante esigeva contributi sempre
maggiori ma sentivo di avere sempre meno forze. Mi mancava Guilmon, e
quegli anni non si rivelavano come li avevo immaginati. Tutto
era…sempre più avvolto da una cappa di tristezza,
quando nei miei sogni…mah, forse sarà ingenuo ma
c’era una crescita piena di sole. E
d’entusiasmo!»…«…come
negarlo. Il tuo entusiasmo era vivo e pulsante…anche in una
prigione di oscurità come il
D-Reaper.»…«Nel D-Reaper era diverso!
C’era lui…e c’eravate
voi.»…«Hai detto bene,
c’eravamo noi: Takato…!...noi torneremo ad essere
uniti come una volta, credimi.»…«Tu
pensi che sia
possibile?»…«Sì. Ne sono
fermamente convinta. Io sono la prima…che si è
sentita crollare la vita sognata addosso. Che si è sentita
smarrita.»
…mentre dietro la panchina, come un’ombra, si
materializzava Renamon…
…e questo la ragazza lo percepiva anche senza bisogno di
volgersi, e le suscitava un sorriso «…ma ieri
notte…ho avuto la conferma definitiva a quello che in fondo
ho sempre pensato, anche se…non osavo più
sperarvi! Questa vita può sembrare in grado di congelare
anche un entusiasmo come il nostro vivo al punto tale da essere
traducibile in energia per combattere! Ma sta a noi continuare a
crederci, fino all’ultimo istante. Fino a che il nemico non
sia del tutto sconfitto: è come allora, è una
battaglia prolungata ed estesa…ma io credo che in fondo
crescere significhi questo. E non cambia le regole. Tenere duro. Aver
fiducia nei propri amici…» …tendendo la
mano…che Renamon
raccolse…«…e non perdere la purezza che
alberga nei nostri
cuori.»…«…credo che tu abbia
appreso molto sulla crescita, Rika.» disse la Digimon dal
pelo dorato, e la ragazza sorrise «…se
è così, lo devo a
te.»…«…io sono sempre al tuo
fianco. Anche se non mi
vedi.»…«…ti ringraziamo,
Renamon.» disse Takato, e la volpe dorata balzò
fino a svanire, apparentemente, dallo scenario.
«Che cosa pensi di fare, adesso? Come va in
famiglia?» chiese il ragazzo, e Rika «Stringeremo i
denti, dandoci sostegno reciproco con la famiglia della mia socia,
Himi. Mia madre e mia nonna hanno avuto sempre un’occhio di
riguardo per me durante questi anni, le ho ringraziate solo
stamattina.»…«C’è
qualcosa che posso fare per aiutarti, Rika?! Ti prego, dimmelo,
io…non è che possa molto, guadagno poco e lo
stesso vale per i miei genitori però…qualsiasi
cosa-»…«Shhh…ti
ringrazio.»…«E’ stato proprio
l’orgoglio e la reticenza nel chiederci aiuto che ci ha
tratto in inganno in questi anni!»…«Lo
so. E infatti se ci sarà occasione questa volta ci aiuteremo
davvero. Per questo sono realmente intenzionata a parlare con Henry.
Vorrei chiederti…te la sentiresti di andare da lui assieme a
me?»…«Oh?
Io…»…«Lo so! So che avete
discusso ma…i malintesi si possono chiarire!»
ponendogli le mani sulle spalle e fissandolo con viva espressione. Dopo
pochi istanti, Takato rispose «Io non voglio perdere
l’amicizia di Henry. Per me è una persona
importante!»…«…lo
è anche per me: bene, su questo siamo
d’accordo.» dopodiché, con i loro occhi
a disperdersi in quella metafora urbana di orizzonti futuri, Takato
chiese «Rika?»…«Sì?
Dimmi tutto.»…«Ascolta, era da tanto che
desideravo farti una
domanda.»…«…ti
ascolto.»…«In tutti questi
anni…ti ho vista sempre andare avanti da sola. Non
dev’essere stato facile…insomma, tutti noi abbiamo
bisogno dell’appoggio di qualcuno, sia fisico, sia quello del
cuore. Io ti ho già detto com’è la mia
situazione al riguardo. Ma per te, l’amore, che volto
ha?»
La ragazza tornò a rivolgersi all’azzurro del
cielo a metà fra incertezza e un pizzico di
curiosità «…ne ha
uno…?» chiese piano il suo amico, e lei
sussurrò «…non lo so. Anch’io
sono stata risucchiata da un vortice…e non ho avuto modo di
pensarci. O forse ho evitato io stessa. Chi lo sa.
“L’amore”…ci credo
ancora?» chiese con una punta d’ironia smussata
però anziché accuminata, un po’ come
una sfida. Per poi svelare con maggiore pacatezza «Dal giorno
in cui voltai le spalle al luogo in cui ci troviamo e tornai alla mia
vita, iniziai a credere anch’io che sarebbe stata una
delle…prime cose con le quali mi sarei confrontata, proprio
come tu mi hai detto al riguardo delle conoscenze, e degli ambienti
nuovi. Però…» …tendendo a
ripiegarsi leggermente su se stessa, e forse ad arrossire un poco
«…poi non lo so. E’
stato…tutto così diverso anche per
me!»…«Se proprio dovessi
dirti…!»…«Uhm?
Cosa?»…«Se c’è una
persona con cui in tutta franchezza ho sempre pensato che prima o poi
avresti convolato a fiori d’arancio questa
è-»…«Takato!!»
guizzò lei di colpo arrossita e con dito puntualizzante
«Ahah, ma dai!»…«Non te ne
uscire anche tu con questa storia, eh!!» intimava, pur
scherzosa. Ed anche un po’ emozionata «Basta,
perché è una vita che mi fate una testa
così! E’-E’ una causa
persa!»…«Ma perché, secondo
me non lo è del tutto!»…«E
invece sì: è cosa morta! Sepolta, incompatibile,
inconciliabile!!» …ma si leggeva una luce
particolare nei suoi occhi, oltre che una totale disfatta del suo
candido colorito «Siamo come due cariche di stesso
segno!»…«Ma siete stati
insieme…quante volte? Non ricordo neanche
più!»…«Troppe! Per essere
ricordate e perché ne valga la
pena!»…«Però perdonami, se
due persone PUR DI STESSO SEGNO seguitano ad attrarsi in questa maniera
ci sarà pure un qualche fattore
occulto!»…«Io e Ryo non ci attraiamo
affatto! O cioè per meglio dire lui è
attratto…d-da me così come da tutte le altre, ma
non nel modo che voglio io!»…«Ah
sì, e qual è questo modo???» insisteva
il ragazzo che a giudicare dal suo sorriso, lucente e vivace, sembrava
divertirsi molto in quella sorta di gioco «”Questo
modo”…» sibilò Rika
incrociando le braccia in un vento irregolare di ironia e
imbarazzo…
«Tua madre è una signora molto a modo.»
affermava con dolcezza la bella e raffinata Alice, dal portamento che
ricordava quello delle modelle dei paesi freddi «Ed
è molto orgogliosa di te: insieme non abbiamo fatto altro
che rievocare aneddoti, ed eventi del
passato.»…«Sì lo so che vuoi
farci, quando si mette a ricordare chi la ferma più! Peccato
che…la cara mamma ricordi solo quello che VUOLE LEI,
tralasciando particolari a mio avviso significativi come ad esempio il
fatto che…
…è grazie a Monodramon se l’ho scampata
a Digiworld e sono tornato tutto intero, e sempre grazie a lui se
abbiamo ancora una casa, anche se cade a pezzi: altrimenti il D-Reaper
l’avrebbe
fagocitata!!»…«Grazie Ryo: sono
commosso!» disse il Digimon (che sembrava però in
certo qual modo attratto dalla gonnellina di Alice, approfittando
dell’angolazione favorevole che la borsa gli conferiva: la
ragazza si accorgeva di qualcosa e sembrava provare un proporzionale
disagio) «E-Ehm, ecco dunque dicevo…oh, no non
ricordiamo quei tempi, te ne prego. Al solo nome del D-Reaper
rabbrividisco
ancora…»…«…capisco,
certo: mia madre ti avrà fatto una testa così coi
ricordi.»…«Avevi da fare? Il mio
incontro è stato
inopportuno?»…«Cosa? No no che dici,
è solo che dovevo parlare con una persona. Ma ad occhio e
croce mi sembra che non sia in casa, fa niente, proverò a
cercarla più tardi, magari è
uscita.»…«Allora…!»
sollevandogli delicatamente la mano «…potremmo
andarci a prendere qualcosa insieme, magari. Sai
è…tanto che non torno in questa città,
e per ovvi motivi mi è legata a voi Digimon Tamers: siete
state…le uniche persone che ho conosciuto, anche se per
poco…» …i suoi sussurri erano
vellutati, il suo sguardo velato ma penetrante
«…mi daresti una mano a
riambientarmi?»…«Beh, ma certo, che
c’è di male.» replicava Ryo, il quale
però dietro i suoi occhiali da sole sembrava celare degli
altri pensieri che non gli permettevano di concentrarsi sulla ragazza e
conferirle quell’attenzione che invece sembrava richiedere
«Piuttosto senti, non avevi uno zio in questa
città? Non era nei Pionieri Digitali? Ricordo male, mi
confondo con qualcun altro? “Dolphin”, il
leader!»…«No, tutt’altro,
ricordi molto bene però…» fece Alice
accennando un lieve sorriso, sebbene far ciò non sembrasse
cosa per lei semplice o spontanea «…con lo zio Rob
non parliamo più da…diversi anni,
ormai.»…«Come
mai?»…«Beh, cose di crescita, abbiamo
avuto alcune divergenze, lui non condivide alcune mie scelte di vita
e…» camminando più avanti, sulle sue
graziose scarpette nere col tacco «…finisce che
poi ci si perde di vista, qualsiasi famiglia è esposta a
questo rischio. Ma ora basta, non parliamo di cose spiacevoli,
vuoi?»…«Già, concordo!
Piuttosto…cosa mi dici del ritorno dei Digimon, Alice?
Stento a credere che il tuo ritorno in questa città sia
soltanto una coincidenza…»
…impenetrabile lo sguardo della ragazza…
«…qualche novità per te? Un nuovo
Digivice riapparso…a seguito di Dobermon?» ma i
suoi occhi parvero velarsi di tristezza «…no.
Sarebbe bello tornare ad essere una domatrice, ma Dobermon era unico, e
come tu e i tuoi amici ben sapete ha svolto il suo compito. Ed
è poi volato
via.»…«…certo…capisco.»…e
dopo alcuni secondi di silenzio, durante i quali la ragazza non
spostò il suo sguardo indagatore da Ryo, si udì
uno squillo «E’ il mio telefono, permetti? Un
secondo?» fece lui «Faccio subito, qui di fronte
c’è un bar, tu intanto prendi pure posto! Ordina
qualcosa, se qui ti piace!»…«Ma certo,
Ryo…come desideri. Se piace a te va bene.»
Ryo si allontanava, e intanto il suo Digimon commentava dalla borsa
«Non so a te Ryo ma tralasciando che la tipa ha un corpicino
da urlo a me sembra alquanto gelida e
glaciale.»…«Eh, cosa? Ah non lo so, sono
le trovate di mia madre: per lei basta che qualcuno abbia
classe…pronto?!...pronto sì, sono Ryo Akiyama, mi
sembrava di aver già dato disposizioni per quel
trasferimento di
fondi!»…«Alice…»
ripeteva però intanto Monodramon, e vedeva quella sagoma
elegante e scura farsi sempre più lontana…
Alice rimase sola, sicché la sua espressione
sembrò farsi un po’ imbronciata, e si
stirò le braccia «Ahhh…!...uff, che
noia. Da anni ormai non è rimasto più niente di
eccitante nella mia…vita, sempre che possa considerarsi
tale...» compiendo qualche passo sull’asfalto
«Voglio proprio vedere se riesco a cavare qualche emozione
con questo domatore: c’è da dire che lui non
è affatto male, e la madre è a dir poco estasiata
dalla mia presenza. Proverò a battere su questo tasto!
Tanto! Una cosa vale l’altra, nella mia attuale
condizione…»
«Tu sei Alice?» la chiamò una sottile
vocina, ma lei neanche si volse «…uhm,
sì. Ah se sei un Bakemon e vieni per quel lavoro, beh ti
rispondo che le condizioni le trovo alquanto disagevoli che credo
stavolta rifiuterò.»…«Non
sono un Bakemon.»…«…eh? Come,
chi sei?»
Alice dunque si volse, ed i suoi occhi azzurri si dilatarono…
…sola, nel mezzo della strada…
…la attendeva una draghetta viola…dal corno nero
sul capo «Ah!! Ma sei uguale a Monodramon, il Digimon di
Ryo!»…«Io sono Minidramon.»
replicava quella creatura…
…la quale assomigliava in tutto e per tutto a Monodramon
all’apparenza…ma aveva qualcosa di diverso nello
sguardo, che non era ingenuo e bonario come tutti i Digimon di quella
specie, bensì sottile e sospeso, come se scrutasse con
enigmatica attenzione coloro che le erano accanto «Ti stavo
cercando. Io stavo aspettando te, Alice. Io…
…sono il tuo nuovo
Digim-»…«Dev’esserci un
errore!» Alice volse le spalle…
…ma la draghetta socchiuse quegli occhi e si
avvicinò, con il suo passo lievemente goffo
«Perché mi dici
questo?»…«Perché è
semplicemente ovvio: qualora tu sia uno dei nuovi Digimon bioemersi e
stia cercando un domatore, se ti hanno informata bene…
…!!...dovresti arrivare da
sola…!!...»…mentre Minidramon la
scrutava in silenzio…«…al
perché io non posso proprio essere quella che
cerchi!» definì Alice con fare un po’
altezzoso. Ma la draghetta insistette «Tu
sei…Alice McCoy,
giusto?»…«Uhm?» e la ragazza
le rivolse la coda dell’occhio, stupita di essere chiamata
per nome «Ti assicuro che non c’è alcun
errore. Mi hanno mandata…da
te.»…«Chi? Chi ti ha
mandata?!» si volse di scatto la ragazza, e si
avvicinò fino ad accovacciarsi vicino alla draghetta
«Chi è stato a farti proprio il mio
nome…?» sussurrò…la mano le
tremava e aveva una certa reticenza a toccarla «A mandarmi da
te sono stati…
…gli impulsi del mio cuore di
Digimon!»…«Ahh!»…«Non
ho mandanti se non loro: ho bisogno di un’amica! Ho bisogno
d’affetto! Io sono nata…
…pronunciando il tuo
nome…»…«…questo…ti
ripeto, non potrebbe mai essere…» mormorava la
bionda ragazza ma era visibilmente scossa da un’inspiegabile
emozione «Non chiudere tutte le porte prima del tempo,
Alice.» la invitava quella Digimon dagli occhi grandi di
colore corvino «...il mondo digitale…potrebbe aver
bisogno ancora di
te…»…«Dobermon, amico
mio…
…sei…forse tu che mi spedisci questa
Digimon…?»
…e lo sguardo di Minidramon assumeva particolare
espressione, mentre la ragazza riusciva finalmente a toccarla con mano
tremante. I suoi occhi sembravano prossimi alla commozione
«…davvero è rimasta una briciola anche
per me…?»…«Mi
accetterai…?»
Alice non rispose…ma iniziò a carezzare la
draghetta…
La quale pensò nel fondo del suo cuore
“…è fatta. Chi l’ha detto che
non posso avere anch’io un domatore? Questa povera emarginata
ha abboccato…
…e presto sarà proprio lei a infondermi
sconfinata potenza!!”
Un grembiule bianco volava sospinto dal vento…come se fosse
diventato di colpo troppo largo per chi fino a poco prima lo
indossava…
«Non posso crederci, è
esilarante!!»…«E invece ti dico di
sì Takato, ecco è questo il vero volto delle
cose, l’amara
realtà!»…«Nooo, da Ryo non me
l’aspettavo, certo che…se ne scoprono,
confidandosi con
te!»…«Uhmuhmuhm!»
…i due ragazzi sulla panchina del parco bruciato si godevano
qualche spontanea risata riscossa in ritardo da
un’età che gliele doveva «E
così
Ryo…?»…«Esatto!»
replicava Rika a metà tra il rossore e quel divertito
imbarazzo che la spingeva ad abbassare il tono e a tingere quasi di un
pizzico di ingenuo stupore il suo sguardo «Per lui
è un’autentica…fissazione Takato,
questo tu non puoi immaginarlo trattandolo come amico perché
ti assicuro che fa tutt’altra impressione ma poi andando
più a fondo lo scopri in modo traumatico: per lui esiste
solo…quello!»…«Dai…!»…«Monotema,
monoargomento, lo…infila in tutti i discorsi con lui non
è possibile instaurare alcun tipo di altro
rapporto!»…«Eppure…a
conclusione della nostra battaglia mi sembrava che fosse nato fra voi
un rapporto più profondo: certo, originato da molti litigi,
ma mi sembrava ci fosse anche molta
fiducia!»…«Ecco, esatto, hai toccato il
punto dolente, Takato!!»…«Ah
sì?
Ahahah!»…«Sì!!! Sono queste
le cose che a me fanno incavolare perché: prendiamo la
nostra avventura per esempio, per me ha avuto un’importanza
decisiva per la MIA persona, per il MIO cambiamento al livello
umano!!»…«Sì ma credo anche
per lui!»…«No!! No, ti dico: ma lo sai
che mi è venuto a dire?»…«No,
uhmuhmuhm!»…«L-Lo sai ah no guarda su
questo ti devo aggiornare sai che si è comprato quei
cellulari come vanno adesso tutti accessoriati? Diceva che comunicava
con Digiworld: mi è venut-ptsss…!»
abbassando la voce, sfiorando la mano del ragazzo come quando si vuole
tener fermo il proprio confidente quasi si temesse che vada via prima
di aver ascoltato l’epilogo «Mi è venuto
a salutare! Mi fa…questa…è la mappa di
tutti gli alberghi di
Digiworld!»…«Pfff!»…«Nooo,
davvero!» insisteva Rika che sembrava averci letteralmente
preso gusto «Era tipo…quando era?
Tre…doveva essere tre anni fa! Mi ha detto...io ho la mappa
di tutti gli alberghi, quando si riapre il varco ci andiamo
perché lì è bello
perchééé…c’è
la vista sul mare, l’altro sul canyon, quello
perché
concilia-»…«Pfff…!!!...ahahahahaha!!»…«TI
GIURO! Lo vedi che ha solo quello in testa?! Perché per lui
Digiworld è solo quello: la mappa degli
alberghi!»…«Beh dai, almeno ha
sensibilità per lo
scenario!»…«Altro che scenario, lui non
li guarda affatto!!»…«Ma come scusa ma
quella volta che vi faceste…quando
era?»…«Quando? Il weekend
insieme?!»…«Eh, sì, mi
ricordo che qualche anno fa, durante…una delle vostre solite
fermate in cui vi rimettevate
assieme!»…«Fermate traumatiche!
Comunque, sì?»…«Eh,
insomma…ricordo che siete andati tipo per tre
giorni…non ricordo se alle terme, o dove
altr-»…«Sì, alle terme!! Dove
va sua madre, sì siamo andati
là!»…«Tanto che io mi ricordo
che pensavo…dicevo vedi, Rika &
Ryo…!»…«EH, carini,
romantici!!»…«Eh sì! Mi
dicevo uh vedi quanto tempo è passato…le
battaglie, i primi incontri e adesso vanno alle terme
assieme!»…«No ma tu non sai cosa mi ha
fatto passare lì! Ah nooo, Takato questa devo dirtela:
lui…!...quando…si va in questi contesti, no?
Sai…l-l’albergo…»…«Sì…»
…faceva Takato trattenendosi a stento dalle risate
«…eh, insomma quando si va in queste
situazioni.»…descriveva Rika abbassando il tono e
facendosi sempre più stretta a lui, quasi temesse di essere
udita «Lui…non ha la minima attenzione allo
scenario né la più infinitesimale intenzione di
fare altro! Per lui…un viaggio è quello, a me non
piace invece in questo modo! Per me fare un viaggio significa che a un
certo punto esci, fai una passeggiata a visitare il posto, magari la
sera ti distendi, contempli il panorama invece lui nooo! Per lui
significa solo stare chiusi in stanza a fare…
…quello! E dopo che lo hai fatto, rifarlo ancora! E dopo
ancora: non c’è contesto, non
c’è scenario, potresti stare alla capitale del
mondo, a Digiworld o a casa tua scusa non c’è
differenza! Tanto per lui hai fatto…quello, e hai viaggiato!
Questo vuol dire essere scarsi in fatto di
sensibilità!»…«Ma
scusa…p-perdona la domanda MA NON SI STANCA DOPO UN
PO’-»…«SHHH!»…«Non-?!»…«Nooo!...è-è
una cosa impressionante! Takato lo sai io sono io però,
insomma…! A-A un certo punto…come
spiegarti…ho bisogno di riprendere aria riprendere fiato lui
non te lo permette! Si ri---…»
…restando per qualche attimo occhi negli occhi in silenzio,
a cavallo di quel curioso pensiero…
«…carica subito, e se gli dici no ci resta male!
Scusa ma secondo te è…dico, concepibile un minimo
un rapporto del genere?! Per me no, te lo dico in
partenza!»…«Beh certo magari un rapporto
è fatto da tante
sfaccettatu-»…«Tante sfaccettature,
esatto, lo penso anch’io ma lui…zero
sfaccettature! Una sola è la cosa che
conta!»…«Però tu devi averlo
stregato, almeno su quel
fronte!»…«E’ quello che mi
ripete sempre! Appunto! Per questo a me dà fastidio!
Perché per lui il nostro “rapporto
ancestrale” è: Rika…io certe cose le
faccio al meglio con te, le posso fare solo con te, lo
sai-»…«Ahahah!»…«No,
ma veramente! Mi fa…lo sai che noi abbiamo dei segreti, ci
sono state delle volte che è stato
irripetibile!»…«Ed è
vero?!»…«Pfff…!...
…sììì…!...in
effetti…è vero, però questo scusa a me
non basta!!...io voglio un rapporto personalizzato, a me piace
l’uomo…con dei lati di spiritualità!
Tipo hai presente quel cantante, James Blunt? Io lo adoro
perché trasmette…un non so che di poetico, di
profondo non è come
Ryo!!!»…«Povero
Ryo…!» scherzava Takato, e Rika «Ma ha
scelto lui di essere così, è andato
con…qqquesto mondo e quell’altro, io sono soltanto
una delle facce della stessa medaglia, ma io così non mi
accontento! Lui adesso…ptsss lui adesso spera che con il
fatto che si è riaperto il varco torniamo insieme a
Digiworld ma non per altro, Takato, non illuderti! Lui ha sempre quello
in testa!»…«Così è
un po’
preoccupante.»…«Sììì,
ti dico: io mi sono spaventata a lui col crescere è
subentrata questa fissazione! Ma non è a livelli normali!
E’ patologica da un certo punto in poi, quando ti invade
tutti i campi!!»…«…non
sarà…un po’ una
posa?»…«Eh…?...
…no, guarda, ti assicuro che è così
realmente: da Ryo Akiyama c’è da aspettarsi di
tutto!»…«Sì certo, questo lo
immagino. Sta di fatto però che prima o poi anche
Ryo…sì, di certo è un po’
stravagante ma anche lui crescerà e avrà
esperienze, non resterà in eterno
così.»…«Mah, io ci ho fatto
il callo ormai: secondo me è impermeabile, gli eventi a lui
non lo cambiano, resta sempre il solito
s-…!!!»…«Però…sai?
Forse è una mia impressione, io da amico lo vedo con occhi
diversi, ma dopo tanto tempo mi è sembrato di ritrovarlo
cambiato. Più
maturato.»…«…
…tu dici? Non sarà che…con voi
maschietti che siete stati sempre lì ad ammirarlo e a
lusingarlo da quando è apparso la prima dannata volta,
sfodera il suo atteggiamento più maturo e giudizioso e il
peggio di lui lo rifila a ME?!!»…«Ahaha,
non credo: secondo me in fondo anche lui tiene a te più di
quanto dimostra. E…non solo sotto quel profilo.
Così come…al di là delle stranezze di
Ryo tu tieni a lui, mi sembra di capire, ascoltandoti
parlare.»…«…certo…in
effetti…» sospirava la ragazza, stirandosi in
risposta a quei raggi di sole, e liberando il suo sguardo
«…devo riconoscere che si tratta, nel bene o nel
male…di una figura molto presente ormai, negli anni, per
me…
…una figura quasi familiare…
…figure di questo genere per forza di cose finiscono per
diventare importanti.»…«…ti
capisco, sai?» disse il ragazzo e l’amica lo
guardò con un’eloquente coda dell’occhio
«Quello che tu ora hai detto nei confronti di
Ryo…se proprio dovessi confessartelo Rika io a volte credo
di provarlo in modo simile per-»
«Takato!!»
«Oh?!» il ragazzo si udì chiamare e
balzò in piedi assieme a Rika
«Jeri…?» mormorò stupito e
avanzò, mentre Rika accennava una carezza ai volpacchiotti
nella carrozzina, e un sorrisetto divertito
«…parli del diavolo…»
«Jeri! Che cos’hai, ti vedo
affannata!»…«Takato!! Meno male che ti
ho trovato! Non sai cosa mi è
successo!!»…«Parla! Non farmi
preoccupare, c’è qualche problema?!
Non…sarai stata
attaccata!»…«Oh, è stato
orribile, non so come
spiegarti!»…«Comincia
dall’inizio! Jeri! Non…non è che tuo
padre sta male o qualcosa di
simile?!»…«No,
io…!» esitava a confessare la ragazza che per
l’agitazione non faceva che smuoversi i capelli e guardare
basso «Insomma io sono corsa per tutta la città
perché volevo raccontarti una
cos-…!!»…ma quando si
ritrovò ad alzare gli occhi…«Beh
allora?! Sto aspettando!!»…
…le sue parole si bloccarono alla vista
dell’aspetto del ragazzo, che le fece aprire la
bocca…e lasciargli di colpo le mani che lui le aveva preso
«C-Che significa
questo?!»…«Uh? Questo
cosa?»…«Ma…!!...questi
vestiti, Takato!»…«…sono
nuovi. Cos’hanno?»…«E-E questi
capelli!!» sfiorandogli il capo ma ritirando la mano come se
il gel la disgustasse o peggio la intimorisse: in pochi secondi fu
pervasa da un profondo disagio «Ho pensato che mi stessero
meglio.» descriveva il ragazzo con serio contegno
«Non avevo mai provato simili varianti, ero
curioso.»…«Che diavolo di bisogno ce
n’era?! Perché mai hai fatto questa
stupidaggine?!!» gridò Jeri con rabbia. Lui
restò stupito «Jeri…perché
la prendi in questo modo?»…«E me lo
chiedi?!...dove…dov’è il Takato che
conosco?!!»…«…
…davanti a te.»…«No!!...non
è lui, questo è un altro ragazzo,
che…!!...che si è impomatato soltanto per piacere
agli altri!!»…«Ti sbagli se pensi
questo.» replicò lui e le riprese le mani, ma lei
teneva il capo girato e si rifiutava di guardarlo
«L’ho fatto prima di tutto per me stesso. Anzi.
Soltanto per me stesso.»…«Non ti
credo!» lei tirò via le mani…
…e lo esaminò dal basso fino alla cima dei
capelli, attonita, sconcertata (canzone: Laura
Pausini - You are)
Mentre in lui insorgeva dubbio, che racchiudeva nella sua
serietà. Non scomponendosi, e restando ritto e orgoglioso
«Takato…»…«Cosa
c’è…?...
…pensi anche tu quello che pensano i miei genitori? E
cioè che…» mentre lei alzava gli occhi
verso i suoi occhi «…ogni cambiamento e moto di
creatività che può originare da me non
può che essere grottesco, e fastidioso?...
…mi spiace, io non la penso così. Penso che siamo
tutti in diritto di sperimentare l’abito che più
ci rispecchia.» “N-Non è
questo…!!...
…è che adesso ti guardo…e mi sembri un
altro: dov’è il mio amico?!”
«Non dici nulla…?...peccato…mi avrebbe
fatto piacere ricevere un apprezzamento da te che…sei
un’artista e ti occupi di estetica. Ma pazienza. Non si
può sperare di piacere a tutti e quando ho scelto questo
stile ho accettato il rischio.»
“Mi sento smarrita…
…chi è questo
ragazzo…dall’aria tanto sicura?” pensava
e non diceva lei, scorrendosi la mano tra i capelli
«Però…ora mi sembra esagerato spostare
le nostre opinioni sull’abbigliamento e sullo
stile…a quello che è il nostro rapporto e la
nostra amicizia. Sono campi che non debbono invadersi reciprocamente,
io in qualsiasi modo sarò vestito resto sempre io. Andiamo,
cos’è…? Non hai più voglia
di dirmi ciò per cui hai percorso con affanno tutta la
città?» riprendendole le mani con impeto
esortativo…
“Non più…
…adesso ho paura!” «Beh, se ti
ho addirittura tolto il fiato col mio brutto
aspet-»…«Jeri…!»…«Oh?
Rika!»…la ragazza si accostò a loro con
la carrozina «Mi fa piacere incontrarti, perché
avevo desiderio di parlarti.» dichiarò Rika molto
tranquilla, mentre Takato la scrutava con la coda dell’occhio
«Ah…sì? Che…che cosa dovevi
dirmi?»…«Ieri sera tu eri fra coloro che
hanno lottato per salvarmi. Successivamente mi hai offerto il tuo
sostegno.»…«Q-Quella
carrozzina!»…«Appunto…!...ci
sono dentro i figli di Renamon. E
lei…»…«…sono
qui.»…«Ah!!» …nello
stupore di Jeri la volpe dorata comparve alle spalle della sua
domatrice «Le incomprensioni sono risolte. Renamon
è di nuovo con me. Sono nuovamente una Digimon Tamer, e
tu…Jeri…altrettanto. Lo abbiamo visto tutti ieri
sera.» sicché Rika prelevò le mani di
Jeri da quelle di Takato «Ciò significa che siamo
una squadra di nuovo dopo dieci anni. E il nostro mondo…ha
nuovi nemici digitali dall’origine ignota, dobbiamo
scoprirla. Colgo adesso l’occasione per dirti che per questa
nuova missione avrei il desiderio…che noi due fossimo
ciò che saremmo già dovute essere dieci anni fa,
ma a causa del mio carattere distaccato, e degli eventi…non
è stato possibile: buone
amiche.»…«Oh?»…«…ci
terresti? Io è da tanto tempo che desidero conoscerti
meglio. Sono felice che anche tu sia dei
nostri.»…”Rika…”
pensava Takato, colpito dall’atteggiamento della sua amica.
E Jeri pensava “…lei mi dice che sono nel gruppo,
ma io mi sento confusa! Non riesco ad aver fiducia nel mio Digimon! E
mi sento ferita…dal mio migliore amico!!” tornando
a guardarlo con occhi quasi sconvolti, mentre
nell’impenetrabile serietà di Takato si leggeva
amarezza e delusione «Siamo tutti cambiati come è
normale che sia con la crescita, ma quel che
conta…» spiegava Rika, guardandola bene negli
occhi «…è che non si sia smarrito il
nostro legame e il nostro intento di essere uniti.
Amici…!!» scandì, con Renamon a
confermare «…è vero.»
Ma Jeri sentiva di cedere “…Rika fino a ieri sera
era sbandata e insicura, ma oggi ha già recuperato tutte le
sue convinzioni! Renamon è al suo fianco…
…ha un Digimon di cui si fida, la sua eterna amica! Io
invece…ho Beelzemon che mi ha fatto tanto del male, e adesso
anche Takato!!”…che la fissava senza dire niente,
mentre lei stringeva gli occhi come non volesse vederlo
“…è così diverso e sembra
avere le sue certezze in pugno!! Perché sono sempre da
sola?! Perché devo figurare come la più debole?!
Sono stanca di questo ruolo, finché Takato era quello di
sempre potevo darla ad intendere come se io fossi quella che
l’aveva superato in sicurezza! Io apparivo intraprendente e
determinata, e lui…
…quel ragazzo esitante che non aveva il coraggio di buttarsi
con me, invece!” svelando sguardo spiazzato
“…adesso di me sembra non avere bisogno, sembra
bastarsi da solo!” «D’accordo Jeri, se
vuoi tenerti tutto per te fai come credi, non voglio intromettermi
nella tua vita.» volgendole le spalle, al che lei
lasciò le mani di Rika e tuonò
«BELL’AMICO CHE SEI!» Lui si volse, ma
troppo tardi poiché Jeri era fuggita via
«Ma…! Ma…!!...è stata lei
a…!!...»…alludendo ai suoi vestiti
«…a farmi sentire inaccettabile, eppure
è assurdo! Quando ero sovrappeso lei si rivolgeva sempre a
me con molta dolcezza!»…«Sai,
Takato…?»…«Sì,
Rika…»…«…era tanto
che non frequentavo Jeri. Sarà l’atmosfera di
questo luogo. Saranno forse i discorsi che abbiamo fatto.»
Rika esitò per qualche istante, tracciando sul suo viso
un’espressione di protettiva tenerezza
«…ma mi sembra che la piccola Jeri non sia
cambiata affatto.»
Takato non replicò ma restò colpito da quella
affermazione…
…Jeri correva e si teneva la mano vicino alle labbra, per
impedire al pianto di dirompere “Perché,
perché il mondo mi crolla addosso?! Tutti corrono
più veloci ed io resto indietro,
perché?!”
“Jeri, te ne sei andata via senza spiegare: ma forse non
immagini che io…” sfiorandosi il gel nei suoi
capelli e poi guardandosi la mano “…sarei stato
contento…se tu guardandomi…mi avessi
detto…
…mi avessi detto che…!” ma chiuse la
mano in un pugno di sopportazione, strinse i denti e camminò
oltre…
Renamon si accostò alla carrozzina con i suoi figli
«Mamma…chi era quella ragazza? C’era
anche lei il giorno in cui Beelzemon ci ha
salvati!»…«…lei è
una nostra amica, il suo nome è Jeri. Dieci anni fa il
nostro nemico la imprigionò, come…una principessa
delle favole. Ma vi fu un eroe coraggioso che penetrò nel
buio. E la trasse in salvo.» guardando Takato con la code
dell’occhio «Che favola
meravigliosa…!» fecero i cuccioli…
…mentre Takato commentava amaramente fra sé
«Già…meravigliosa come
favola…!» alzando lo sguardo al cielo del parco,
invecchiato di dieci anni, fra le foglie bruciate (fine-canzone)
«Ti prego, Alice!» chiedeva la piccola Minidramon
che aveva preso posto nella nera borsa della ragazza «Non
dire a nessuno che mi hai incontrata: questo deve restare un
segreto!»…e non replicava la giovane dal lunghi
capelli biondi e dal portamento da star con il quale faceva ingresso in
quel bar: si limitava a fissare con profonda serietà il
Digimon che ora si apprestava a ritirarsi all’interno della
borsa, così come la ragazza si apprestava a sedersi al
tavolo e a sorridere «Eccomi
Ryo.»…«Tutto a
posto?»…«…telefonata di
lavoro anch’io!»…«Uh, guarda
che coincidenza: di che ti occupi?»…«Io?
Ehm…sono agente immobiliare! C’è una
villa molto antica ai confini della città che sono stata
incaricata di vendere, ma…ti assicuro che non è
semplice, in pochi oggigiorno sono propensi a simili
acquisti.»…«Brrr, lo credo!!! Quelle
ville le conosco: sono spettrali a dir poco! Io dico che sono infestate
dai fantasmi, sai ci credo a queste cose!»
La ragazza sembrava però non aver voglia di ridere, si
sfiorava le labbra con incertezza…«Che cosa
prendi?»…«Uh? Oh,
ehm…un…tè…»…«Un
tè?!»…«Sì…»…«Poi
nient’altro? Non ci mangi
niente?»…«No grazie non…ho
molto appetito e poi sono attenta alla
linea.»…«Ahah, voi ragazze tutte uguali!
Vado ad ordinare, mi sa che non c’è servizio ai
tavoli!»…«…sei
gentile.»
…quando il piccolo corno nero spuntava lentamente dalla
borsa, rivelando gradualmente occhi determinati “E
così Alice si è affiancata…a Ryo
Akiyama in persona! Chissà che avrà in mente, ma
quello che conta è che finalmente posso vederlo!”
Monodramon sembrava già aver scartato tre quarti di quella
cospicua quantità di cioccolatini che il suo domatore gli
aveva procurato, e che la bionda fanciulla guardava con un certo
disgusto…«Ahhh, uff!...mangerei fino a scoppiare.
Slurp!...fa dimenticare le pene coniugali.»
Minidramon stava emergendo…ma ad un tratto dovette
abbassarsi di colpo, per non incrociare lo sguardo dell’altro
Digimon «Oh?!!...no…sto impazzendo. E’
impossibile, devo avere allucinazioni da stomaco pieno.»
“…mio marito.” pensava la draghetta
nascosta nella borsa “Come previsto, si è
riconciliato con il suo vecchio domatore! Si è schierato
dalla parte della combriccola dei tiranni! Sei un
traditore…che insegnamenti credi di poter dare ai nostri
figli?!”
«Moglie mia…ti vedo anche in un bar come questo.
Non riesco a togliermi dal cuore la spina del nostro matrimonio che
scricchiola. Dei nostri piccoli che ora sono soli. Ma più
fra tutto, non riesco ad accettare che tu sia alleata con le tue amiche
contro di noi.» affermava il Digimon passandosi le zampe sul
suo stomaco rotondo e riempito a suon di cioccolatini…
…mentre gli occhi penetranti della Digimon a lui speculare
tendevano di nuovo a sbucare da quella lampo aperta “Quanto
ci terrei a fare a pezzi con i miei artigli quel ragazzo di cui sei
tanto amico! Per ora l’ho visto soltanto di sfuggita, ma ho
ascoltato le stupidaggini che dice!! Fremo dalla voglia di vedere il
suo volto che senza conoscerlo ho tanto odiato! E’ a causa
sua che ti sei montato la testa, guardandomi come un essere inferiore
rispetto a Digimon come Renamon!!” «Eccoci qua! Un
minuto e arriva il tè!»
…disse Ryo che dava le spalle alla borsetta, e alla
Digimon…
«Non mi hai detto di cosa ti occupi tu…»
accennò Alice «Io? Ahhh, troppo complicato da
spiegare!» rispose Ryo sedendosi «…pensi
che…non sia in grado di capirlo?» sorrise appena
lei «Ma nooo, ci mancherebbe, è solo
che…!»
«Ecco le ordinazioni, signori.»
“Maledetto questo idiota di cameriere, si è messo
davanti!” pensava Minidramon “E non mi permette di
vederlo in faccia!”
«Come fare a dirtelo? E’ un…giro di
società molto variopinto, cambiamo molto spesso occupazione,
intestazione! Sede principale, insomma…io stesso a volte
perdo il filo del lavoro che
faccio!»…«Però…dev’essere
interessante, almeno si evita di cadere nella
monotonia.»…«Questo può
essere uno dei lati positivi. Pago subito,
quant’è?» mentre Alice sussurrava
«…la prossima volta offro io…»
…e la sua Digimon attendeva a denti aguzzi stretti che il
cameriere si spostasse…
«Perfetto! Mille grazie, così ci siamo tolti il
pensiero.»…«Ryo! Io vorrei altri
cioccolatini!»…«Anche tu complimenti per
la puntualità, Monodramon, non hai visto che ho appena
pagato?»...Minidramon si era prontamente abbassata al
capolino dell’altro Digimon, per evitare di essere scoperta
«Scuuusa, è che avevo i pensieri
altrove.»…«Sei giustificato. Ora vado ad
ordinarteli: ah ma poi dopo questo non ho più soldi,
eh!» ed Alice rise appena «Uhmuhmuhm!»
con mano a coprirle la bocca «Io e il tuo Digimon abbiamo
prosciugato il conto delle
società.»…«Ma no figurati
c’è chi ha davvero questa intenzione!
Non…prendi il tuo
tè?»…«Oh?
Sì…» sussurrò la
ragazza…che in effetti sembrava avere un rapporto di
diffidenza con la tazza che le era stata servita…si versava
lo zucchero con mano tremante «Tutto
bene…?»…«…niente
paura, Ryo…»…«Non
sarà che…sei una di quelle fissate con la
linea?»…Alice non
rispose…«Problemi pregressi? Voi ragazze ci godete
proprio a tenerci con il fiato sospeso, insomma…a che serve
rinunciare al cibo se poi si rischia di fare una brutta fine non
mangiando più e fissando le cose da mangiare come
fossero…fantasmi!»…«Oh!»
Alice sussultò, mentre Ryo dichiarava «Ne ho
conosciute a migliaia di tipe con il tarlo del grasso e…ti
assicuro: preferisco quelle che si abboffano senza problemi, come
Monodramon!»…«Oh? Ryo, ma io non sono
una ragazza.»…«Ptsss, sì lo
so che c’entra è per fare un esempio!»
…ma quelle parole avevano destato un
“Uhm?!” guizzo di stupore nella Digimon draghiforme
nascosta nella borsetta…
«E’ piuttosto…singolare come punto di
vista di un ragazzo…» commentò Alice, e
Ryo «Sarà che il sottoscritto è un tipo
assai singolare! Voi vi preoccupate tanto del vostro aspetto esteriore
ma noi uomini mica guardiamo solo
quello!»…«…delle volte
può dare questa
impressione…»…«…sì…!»
arrossì un po’ lui in un sorriso
«…lo so, ammetto che è vero, ma questo
finché siamo ragazzini. Poi a un certo punto si arriva a
un’età in cui fai il bilancio un po’ qua
e un po’ là della tua vita e scopri…che
sono altre le cose che vai a ricercare in una ragazza. Per
esempio…c’è uno dei vecchi Digimon
Tamers che ha sposato una moglie enorme! Non so come se la passino
però lui sembrava tipo da sognare la principessa delle
favole! Se l’ha sposata…ci sarà un
motivo, l’avrà colpito per altre
qualità! E in fondo anch’io…io che
credevo di essere interessato solo a…”determinate
cose”, mi puoi capire perché siamo svegli
entrambi, ho invece scoperto!...
…che bella o brutta…grassa o
magra…colta o ignorante che tu sia quello che conta
è se sei pura di cuore!»
…Minidramon spalancava i suoi occhi corvini…
«Tutte le altre cose…scivolano via con
facilità, la vita scorre e ti fa venire le rughe in faccia,
oppure ti sforma il corpo, non è possibile salvarsi! La
gioventù a un certo punto vola…sfuma come la
bellezza. Però…» descriveva
Ryo…che accennava quel suo sorriso tendente a scavare in
sicurezze e maturità conseguite con gli anni
«…altre cose restano sempre. Sono nate con te e te
le porti dentro. Il valore di una persona…non si
misura per mezzo di sciocchi
parametri.»…«…è un
bel discorso…farai…felice la ragazza che si
sposerà con te…» accennò
Alice con sguardo assorto…
…mentre Minidramon, raggomitolata in quella borsa, si
sfiorava il suo addome “…le ultime cose che avrei
creduto di sentire! Dunque per questo ragazzo…non conta
essere snelle, colte e raffinate come Renamon! Io mi sono sempre
sentita inferiore in quanto…”
…ricordandosi nel suo aspetto usuale…Gelsomon la
dragona, dal grembiule bianco e con in mano un mestolo o una
spranga…
“…non sono mai stata né bella
né istruita! Mio padre era un Digimon sputafuoco e dai modi
spicci, ed io ho ereditato da lui la sua stazza ed il suo fare senza
complimenti! Anche se volessi non potrei mai balzare sui
tetti…
…sgattaiolare senza essere vista…
…la gente guardandomi al fianco di un ipotetico domatore non
potrebbe mai dire…guarda
quel giovane eroe col suo affascinante Digimon…tutt’al
più potrebbero mettersi a ridere e chiedermi…Gelsomon, cosa
c’è per cena?” stringendo i
suoi artigli “Mi sarebbe tanto piaciuto essere
diversa…ma del resto mi sono sposata e ho sfornato quattro
cuccioli, è impossibile ormai tornare indietro! A Digiworld
dopo il D-Reaper c’è crisi e non vi è
possibilità di frequentare scuole serali per diventare
più colte o raffinate. Renamon lo era già di suo,
ed ha avuto una domatrice con cui crescere e migliorarsi!! Per giunta
lei ha sposato un Digimon istruito come Imagomon, mentre io…
…non è che abbia un marito che sia proprio
l’esempio di buone maniere…”
«Ahahah! Altri cioccolatini, me li sbafferei tutti in un sol
bocconeee!»…«Bravo, Monodramon, diventa
largo così in modo tale che dovrò fare
allenamento supplementare per scarrozzarti in
borsa!»…«Io? Nooo, per
carità, come mia moglie! Gelsomon ha messo su chili e chili
quando è rimasta incinta!»
…generando frustrazione nel cuore della Digimon…
«Vedi?» intanto faceva Alice, agitando una bustina
di zucchero «Il tuo Digimon segue la comune opinione maschile
sul peso-forma delle
ragazze.»…«Ptsss…fa
così ma in realtà le vuole bene per quella che
è: sapessi com’è preoccupato, girano
inquietanti voci su sua
moglie.»…«Davvero? Oh, è
orribile…»
“…brutto sciagurato, mi hai usata per essere uomo
ed essere padre, e poi mi hai chiusa in cucina a far la guardia alla
padella! A chi può importare che io abbia un’anima
che volerebbe sulle cime più alte dei grattacieli, in questo
mondo tutti guardano solo e soltanto l’apparenza!!”
ma del liquido le arrivò sul corno «Oaahh!!
Scotta!!»
«Oh no, cosa ho fatto!!» Alice aveva
accidentalmente rovesciato del tè «E’
che hai la mano troppo nervosa: sta
tranquilla!»…«Dannazione, mi sono
sporcata tutta!!»…«Non è
niente: lascia che ti aiuti!»…«Mi si
è macchiato il
vestito!!»…«Ahah, è
così nero che non si vedrà: lascia, dà
qua!»
Ryo si accostò a lei, e con un tovagliolo cercò
di tamponarle là dove il tè aveva
macchiato…
…Alice assumeva posa ritrosa di chi è in vivo
disagio…
…mentre Minidramon che si teneva le zampe sul corno scottato
a poco a poco le abbandonò per alzare gli occhi…
…e poter finalmente distinguere il volto del ragazzo
«Ecco fatto: hai visto? C’è voluto un
attimo, già non si vede
più.»…«…che mani
delicate che hai?»…«Io? Pfff, mi hanno
sempre detto il
contrario!»…«…tu devi essere
maturato molto col
crescere…»…«Ero un elefante
in un negozio di cristalli, ma adesso sto ascoltando un mucchio di
storie che mi fanno ripensare al mio passato, alla mia infanzia e
tirare le somme di questi primi anni di crescita. Tante cose le
rivaluto, da adolescenti non vi si dà grande importanza
però…
…arrivati all’età che ho io e scusa se
parlo come un vecchio, ma si comincia a sentire il bisogno qualche
volta di un camino caldo vicino al quale abbandonarsi con una persona
cara…a tenersi per mano e a sussurrarti quelle frasi forse
sdolcinate che fino a qualche hanno prima ti avrebbero innescato un
conato di vomito!»
Alice sembrava turbata e in conflitto verso questi discorsi ancor
più che verso il tè…
«Questa è un po’ la vita,
così va per gli esseri umani!» concluse il ragazzo
scostandosi la frangetta con un agile gesto del dito…
…e fu allora che Minidramon lo vide
«Ohh…»…anche se lui non
poteva accorgersene, poiché erano solo due occhi scuri e
luccicanti nel fondo di una nera borsetta da ragazza…
«Ryo…credo di avere bisogno di un
bagno!»…«Come volevasi dimostrare,
Monodramon! Vieni, ti accompagno!...perdonami un secondo, Alice: ah! A
proposito la tua macchia è già
sparita!»…«…merito
tuo…»…«Vieni: andiamo. Ma ti
avevo detto o no di andarci
piano?!»…«Scuuusa…»
…sicché quando rimasero sole
«E’ tutto a posto là sotto?»
chiese tempestiva la ragazza «Quando si è
avvicinato ho temuto che ci scoprisse ma per fortuna è
andata…» commentò, prendendo un respiro
profondo «…spavento passato.» e tornando
a guardare poco incoraggiata quella tazza di tè…
…ma la draghetta Minidramon sembrava esser scivolata in un
altro mondo…
…si ripeteva con sguardo imbambolato
«…questa è un po’ la
vita…così va…per gli esseri
umani…»…«…stai
bene, Minidramon? Ti sei scottata col
tè…?»…«…in
effetti…
…ho un po’ di
caldo…»…«Ecco, lo sapevo! Per
questo odio bar e luoghi simili ogni giorno di
più!»
Ma forse non era per colpa del tè…ma per quel
rossore che affluiva graduale e inesorabile al muso della Digimon
«…c-che mi succede…?»
«Ahhhhhhhhh!»
Qualcuno sospirava alla vista del cubico blocco di pietra prossimo alla
demolizione, contemplandolo come un’opera d’arte al
museo «Che faccio?»
…si chiedeva Cindermon, si trattava di lei «Ci
entro, o non ci entro? Mi tolgo la
curiosità…oppure me ne tengo lontana? Certo un
pizzico di curiosità tanto così ce lo
avrei!»
…mentre il blocco restava immobile e silenzioso…e
un lieve venticello di primavera smuoveva il verde degli alberi che lo
incorniciavano «Però ho la netta sensazione che il
solo mettere il piede su un gradino soltanto di queste
scale…rischia di bruciarmi viva! CCCavoli, questa scalinata
sembra stravecchia, di certo non c’è speranza che
l’abbiano ristrutturata in questi dieci anni
ERGO…!!...
…quella dove Takato poggiava i suoi piedini al fianco delle
zampette del suo Digimon è proprio questa, dico TU PENSA no
davvero TU PENSA quante avventure deve aver ospitato in quante
occasioni dev’esser stata salita & discesa-salita
& discesa fino a che…diamine hanno tolto il D-Reaper
sia da qui sia dal nostro mondo un pezzo di storia ma quello che ora mi
inquieta maggiormente sono…
…i protagonisti.»…accostandosi
lentamente alla scala e poggiando la mano sul margine di pietra che
avrebbe fatto da mancorrente «Forse questo è un
luogo sacro della leggenda dei Digimon, e la
sottoscritta…non è ammessa.» tingendo
di un pizzico di insicurezza i suoi occhi azzurri «Io con la
leggenda non c’entro un bel niente, sono un souvenir del
presente…! Forse dovrei lasciar stare e rispettare la
memoria, m-ma chi mi toglie la
curiositààà…»
gemette con la voce, scalando il primo gradino «Il domatore
che risulta come mio anche se temporaneamente ha lasciato…la
sua giovinezza su questa scala seminandola gradino per gradino fino
lassù!» dove si orientò il suo sguardo
«…lassù c’è il
cuore…quel cuore a cui ho bisogno di accedere per
digievolvere, sennò che se ne fa di cosaaa?! Noi
Digimon…» altro gradino
«…abbiamo bisogno…di arrivare al cuore
dei nostri domatori, è quello che ho scoperto ieri sera
osservando Kyubimon con Rika. Io sono venuta sulla terra con la
speranza di evolvermi per poter salvare il mio regno a Digiworld, e se
voglio farlo…devo…
…vincere la paura…» che intanto non era
abbastanza per impedirle di salire, gradino per gradino
«…e scoprire i segreti più celati di
Takato: si trovano in quel luogo…
…il nascondiglio di Guilmon…
…coraggio Cindermon, faccia tosta e affronta le tue tenebre!
Metti il muso nel luogo dove si celava all’insaputa del mondo
quel Digimon leggendario e irraggiungibile, al quale sembra proprio che
tu non potrai mai aspirare ad arrivare!...
…posso farcela…» saliva la scala, e
stringeva i denti con espressione determinata…
…la sua mano dallo smalto rosso fuoco scorreva sul bordo di
pietra…
…fino a che i suoi occhi, come ingenui fari fecero ingresso
in quello spazio completamente spoglio e profondamente
dissestato…
…si guardavano attorno come se però ogni crepa
potesse parlare…
…e raccontare il passato come uno di quei libri illustrati
dai fotogrammi in movimento…
…la mano della Digimon si adagiò sulla fredda
pietra…la toccò più volte come se
inizialmente non l’avesse fatto in modo
corretto…come ci fosse un punto esatto per assorbire
ciò che cercava…
«…dev’essere inospitale qui a dormirci,
peggio della mia pensione…» fu il suo primo
commento…ma quel buco di pietra e oscurità che le
adombrava il ciuffo rosso la rapiva. Si fermò nel mezzo, per
guardarsi attorno…
«…Takato, dimmi qualcosa…»
sussurrò «…leggendario Guilmon,
illuminami…
…io son qui! Con…le mani in tasca senza saper
come muovermi, senza un indirizzo! S-Se puoi guidarmi tu, che
l’hai conosciuto così tanto! Mi è stato
narrato che avete vissuto…
…indimenticabili avventure assieme…
…e che ogni giorno di dieci anni fa…quando
scendeva la notte…
…mentre io mi addormentavo nel mio letto di bambina a
Digiworld, ed i miei genitori salivano a darmi il bacino…
…tu…ti introducevi qui…»
facendo la sua voce sempre più
delicata…lentamente accucciandosi, anteponendo prima la mano
come per testare la freddezza del terreno…
…per poi sedervisi «…e
lasciavi…che il sonno ti avvolgesse…»
…mentre era il manto nero ora ad avvolgere Guilmon, ora che
lo riaccomodava lentamente, con occhi assorti e amari come se quegli
stessi luoghi del passato si riflettessero nei suoi pensieri…
…la Purplemobile aveva momentaneamente placato il suo
incedere frenetico…
«E il giorno seguente lo vedevi entrare, proprio da quel
cancello…»…quel rettangolare spicchio
di verde e di cielo, verso cui orientò i suoi occhi
Cindermon «…udivi il cigolio ed era una nuova
avventura…
…un nuovo giorno…
…come quando la mamma spalancava la porta della mia stanza,
quanta vita parallela…senza sapere gli uni degli
altri…» sfumando nei suoi sussurri...in una nota
speciale di dolcezza, là seduta ad abbandonarsi alla
contemplazione di pareti e soffitto…
“E’ stato solo un attimo di confusione: i miei
sentimenti mi hanno ingannato. Come è potuto succedere? Non
deve ripetersi.” rivolgendo lo sguardo a N’Emo che
insisteva «Non sono un fifone, Sandmon! Guardami,
sono…tranquillissimo, non tremo e non grido!...è
vero lo ammetto all’inizio è stato diverso!...ma
poi il mio Digimon mi ha protetto, io con lui mi sento un
leone!»
“N’Emo non è Takato, anche se gli
assomiglia. E’ stata solo quella parola…terremoto…a
scatenare il mio rimpianto. E a farmi confondere i volti, il suo anche
se gli assomiglia non sarà mai lo stesso che mi
sorrideva.” «…è questa la
forza di un Digimon Tamer!...vero Guilmon?»
…ora N’Emo gli sorrideva con il suo volto
candido…
…ma Guilmon scostava lentamente i suoi occhi…per
poi rivolgere espressione altezzosa «Uhmf! Tocca sempre a me
proteggerti, sei incapace di badare a te
stesso!»…«Che bisogno
c’è che lo faccia? Ho un
Digimon!»…«Non ho intenzione di
diventare il tuo schiavetto o la tua guardia del corpo, sia
chiaro!» volgendosi l’istante dopo verso di lui con
sguardo tagliente «Vedi di crescere se non vuoi ritrovarti
solo senza nessuno ad asciugare i tuoi pianti!» ma
N’Emo replicava bendisposto «…certo! Per
te diventerò forte, un vero uomo! Vedrai, un giorno ci
scambieranno, non ci sarà differenza fra la tua
maestosità e il mio coraggio! E allora…grazie a
questo Digivice noi due faremo la biodigievoluzione, sarà
meraviglioso!»…”No!!...ho i brividi al
solo pensiero di questa macabra rappresentazione!!”
pensò il Digimon gelando nel suo cuore, mentre Sandmon al
volante declamava «Sooogni, soltanto sogni ad occhi aperti e
nient’altro, continua
ragazzino!»…«Non sono sogni!! Trovati un
domatore, e poi vedremo chi biodigievolverà per
primo!»…«N-Non permetto ad un ragazzino
sboccato di rivolgersi a me in questo
mod-»…«Finitela, mi arrivano da dietro i
vostri starnazzi!»…«Scusaci
Purplemon!» disse N’Emo…
…e la sagoma della fata all’interno della sfera
sul retro del mezzo dichiarò con metallica
asperità «Piuttosto fate mente locale: ormai siamo
arrivati, si vede il palazzo di
Cyclemon!!»…«Oaaahhh!!! Il palazzo
reale!!!» sussultò N’Emo
«Dov’è, voglio vederlo
anch’io!» affacciandosi al
finestrino…mentre Guilmon lentamente faceva lo stesso presso
quello opposto “Chissà se finalmente
conoscerò Cyclemon: ha amministrato il nostro villaggio ma
lui e le sue figlie sono rimaste in disparte. Oh? Osservando il
palazzo…sembra di scorgere una moltitudine di
Digimon!”
«Che ci fa tutta quella marmaglia appostata
lì?!!» sbraitò Sandmon
«Doveva essere un palazzo abbandonato, la casa di riposo di
Azulongmon è dalla parte opposta del
cielo!!»…«Purplemon! Ne sai
qualcosa?» chiese N’Emo, e costei rispose
«…m-mancava solo questa no non ne ho idea ma non
ho intenzione di chiedere permessi o quant’altro, CHE
ASPETTATE SUDDITI?!! PENETRATE NEL
PALAZZO!»…«Sììì,
wow!!» esultò N’Emo, e ancora Purplemon
«POTRANNO ESSERE MILIARDI, MA SOLO NOI ABBIAMO IL
SUPREMO!»…«Giusto!»
confermò il ragazzino…
…e Guilmon strinse le fauci «Devo prepararmi, fra
poco entro in scena…»
I loro occhi, pur animati da origini, sentimenti e scopi differenti,
puntavano al fiabesco castello fluttuante dalle torri di consistenza
acquatica…
…questo luogo si era in effetti ritrovato ad accogliere una
caleidoscopica e fertile frazione del popolo digitale, fra cui
c’era un geco con la “r” moscia ed una
tromba ad avvolgergli il corpo «Non avremo commesso
appropriazione indebita?!» chiedeva con la sua bacchetta tra
le mani, all’interno di quelle lussuose sale
«…questi cavilli cadono, quando
c’è un popolo che muore di fame.»
replicò l’elegante maschio di volpe nera che era
con lui «Mi fido di te, Imagomon, la tua saggezza
è stata finora
fondamentale.»…«…ti
ringrazio, amico mio. Spero che il prima possibile Kazu possa
rintracciarci.»…«Non si sarà
perso una volta tornato al punto di partenza senza
trovarci?»…«No! Kazu è un
ragazzo sveglio, e sapeva che avevamo questa sconfinata moltitudine di
Digimon a cui pensare, era il primo ad essere preoccupato. Conosco poco
Cyclemon, ma…
…mi sono fatto l’idea di un Digimon di buon cuore,
sono certo che non se la prenderà per il fatto che gli
abbiamo occupato il palazzo al solo scopo di dare un tetto a queste
famiglie.»…«Imagomon, ma secondo te
perché Cyclemon avrà lasciato questo palazzo e il
vostro villaggio sparendo verso una meta
sconosciuta?»…«Non te lo so
dire…» replicò Imagomon ponendosi una
mano sul fianco che meglio delineava la sua posa distinta
«…ma posso svelarti ciò che percepisco:
molteplici…ritorni stanno per confluire in questo
palazzo.»…«Cyclemon torna?!
Così presto?! Oh mamma speravo avessimo tempo per
organizzare il nostro seguito e invece ci troveremo subito a dare
spiegazioni! Perché…intendi lui vero n-non
sarà forse invece Sandmon che ci ha scovati e
attaccherà il palazzo?»
Gli occhi di Imagomon erano sottili e assorti
«…avverto una luce in avvicinamento…
…in corsa a bordo di una carrozza…»
…mentre la Sfera regale era stretta da mani di ragazzo,
sulle quali mani di Digimon robotico, sulle quali mani di fanciulla
digitale. E il ragazzo ad esclamare «Foooooorza, stringete
tutti la sfera così scarichiamo l’impulso di fare
la
pipììììììììì!»…«Stringete
tutti la sfera!» ripeteva Guardromon «Stringete
tuttiiiiii!» gemeva Diamon, e Guardromon le chiese
«Ora anche lei ripete le frasi come me,
signorina?»…«Non lo so, sto dando i
numeri!!!»
Cyclemon non prendeva parte a quell’esperimento, ma seguiva
con viva partecipazione l’incedere della carrozza oltre il
finestrino, attraverso quel cielo intasato che aveva rallentato la loro
corsa…
«…ma vi è anche
dell’oscurità, come un cumulo di
nuvole!» definì Imagomon «Oh ti prego,
ho i brividiii!» espresse sincero il Gekomon
«Calmati, evidentemente è destino: avverto
nettamente…che sia la luce, che le tenebre di Digiworld
presto si addenseranno presso questo palazzo, e sarà
tempesta! Uno scontro decisivo fra queste due
forze…»
Al Gekomon cadde la bacchetta di mano…ma Imagomon
alzò lo sguardo «Animo, compagno!...siamo Digimon:
sappiamo dall’origine che il nostro mondo è
vulnerabile alle forze del male.»…«Ma
siamo anche delle povere indifese esistenze alla ricerca di un minimo
di
serenità!»…«…questo
lo so…ma per giungere alla quiete tavolta il passaggio nella
tempesta non è aggirabile. Coraggio…»
lo sfiorò la volpe nera «…uniti ce la
faremo.»…«Mmm…!»…era
assai intimorito il Gekomon ma cercava quanto più poteva di
aggrapparsi alle sue parole…
“O almeno…così diresti tu.
Renamon.” pensò Imagomon “Cerco di fare
come se fossi dentro di me, con la tua storia e le tue
imprese.”
Cindermon era ancora assorta fra le memorie evocate dal nascondiglio di
pietra, quando un’ombra si delineò controluce
dinanzi a lei «Oh mamma oddio aiuto chi è un
nemico p-pussa via!»…«No,
calma.»…«Oh?!»…«…sono
io.»
…venne avanti, e si trattava di
«…Renamon!»…«Ti
cercavo.»…«Tu cercavi me??»
chiese Cindermon indicando se stessa, ma un’altra voce
intervenne «Veramente…eravamo in due a
cercarti!» rivelandosi dall’entrata e facendo
ingresso «Rika!!» esclamò Cindermon
contenta di rivederla «Ma…come avete fatto a
trovarmi, toglietemi un po’ questa
curiosità!» espresse grattandosi il capo. Rika
fece «Beh…!» e Renamon «Non
ricordi? Ieri sera mi hai detto delle
cose.»…«Oh? Oh beh sai ne dico
tante!»…«Quando ci siamo viste al locale
hai detto di esserti messa nei miei panni.» Cindermon
restò stupita, e Rika continuò «Noi
abbiamo fatto lo stesso. E abbiamo immaginato che avremmo potuto
trovarti
qui.»…«E’-E’
prevedibile trovarsi in un luogo simile quando si vive una situazione
come la mia?!»…«E’ normale per
un Digimon…frequentare i luoghi che hanno scandito la vita
del proprio domatore.» svelò Renamon. Cindermon
seguitava a grattarsi la testa, un po’ rossa e imbarazzata,
ma contenta «…comunque se c’è
una cosa che mi fa piacere è rivedervi
insieme.»…«Grazie…»
fece Renamon, e Rika «E’ tutto merito tuo,
così come di Takato.»…«Sai?
Fa uno strano effetto sentire il suo nome appaiato al mio PROPRIO
QUI!» ma Rika prese di colpo le mani della ragazza digitale
«E’ proprio qui che sceglo di dirti che sei una
vera amica, che quello che hai fatto per me nessun’altro mai
lo avrebbe fatto!»…«Oh b-b-beh
ma!» si guardava attorno Cindermon come se le pareti
potessero ascoltare, e Renamon confermò
«E’ vero, vale anche per
me.»…«Hai rischiato e lottato, e grazie
a te Renamon ha potuto raggiungermi, e trarmi in salvo da quella
voragine che io stessa mi ero
scavata.»…«Ah beh ora la cosa
più importante è che tu ti tenga ALLA LARGA da un
farabutto come quello di ieri sera-tanto…!...tanto
c’è lei con te, ora non hai più nulla
da temere!» Rika accennò un sorriso, rivelando
«…questo lo so…ma non
c’è solo lei. Ci siete anche voi, i miei amici. Ci
sei anche tu.»…«Io?! Ma
vabbééé, io sono
i-»…«Cindermon!»…«Oh?»…«…non
devi sminuirti. La tua presenza qui è importante
adesso…per ciascuno di
noi.»…«…tu credi davvero
Rika? Ah, la verità è che…n-non so
ecco vedi il perché anche oggi sono venuta
quiii…!» accennava a rivelare di
sé…
…mentre anche Rika e Renamon smarrivano i loro occhi attorno
«Questo luogo…» accennò la
ragazza, e la sua Digimon «…è qui che
siamo risbucati una volta giunti da Digiworld. Ma è successo
tutto talmente in fretta…che non ho avuto il tempo di
soffermarmi a
contemplarlo.»…«…quanti
ricordi…» sussurrò Rika, mentre
Cindermon chiedeva «E’ da qui che vi calaste per
andare a Digiworld la prima volta!...non è vero
Rika?»…«…uhm uhm. Non
solo…» svelò la ragazza, passeggiando
per il nascondiglio in un interessante contrasto fra il buio ed il suo
abito a fiori «…da questo luogo Takato era
convinto che tutto sarebbe potuto ripartire. Mi disse…poco
tempo dopo la scomparsa dei Digimon…di aver scovato qui un
portale per
Digiworld.»…«Davvero?!» si
volse Renamon colpita, e Cindermon «Beh! Ma aveva ragione,
allora! Eh scusa se Renamon e gli altri sono tornati da
qui!!»…«Come mai Rika, non siete andati
a fondo a questa
storia?»…«…Takato
provò a farvi ingresso…ma una forza lo respinse.
Disse anche di aver sentito una
voce…»…«Una
VOOOCE…?» fece Cindermon alquanto stupita, e Rika
«A tal proposito…informammo il signor Wong, il
padre di Henry. Gli chiedemmo di investigare in merito.»
volgendosi verso le sue interlocutrici alle quali era finita per dare
le spalle, svelando con sguardo sospeso «…non
poteva rifiutarsi: fu…l’unico atto che
compì a seguito del vostro congedo, e perché
costretto dalle circostanze. Esaminò questo luogo per lungo
tempo, tempo durante il quale il nostro fiato…
…sarebbe poca cosa definirlo sospeso. E sarebbe un eufemismo
chiamare “delusione”…quella che
scaturì a seguito del verdetto. E cioè che non vi
era alcuna traccia di un portale, né di presenze misteriose.
Fu una botta dura per Takato…
…da quel giorno iniziò a perdere fiducia in se
stesso. Sfortunatamente…anche a causa nostra.»
spiegava Rika facendo basso il suo tono «…noi suoi
amici ci mettemmo in testa la convinzione che si era immaginato
tutto…seppure sul momento anche noi ci avevamo sperato. Da
lì cominciò a poco a poco per Takato quel periodo
difficile che lo condusse…nel corso degli anni ad acquistare
peso. E ad accumulare i disturbi fisici di cui per fortuna si
è
liberato.»…«…dopo di allora
Wong non tentò più di ristabilire un contatto con
Digiworld?» si interessò Renamon, e Rika
«…no. Ci invitò a
rassegnarci.»…«Beh ma questo era un
incompetente, come l’ha presa la laurea, coi punti,
scusa?!» chiese Cindermon, e Rika la guardò con la
coda dell’occhio. La ragazza digitale insistette
«Adesso bel figurone che ha fatto, tutti i Digimon in massa
risbucati da questo
luogo!»…«…non
vorrei…dover concordare, Rika.» aggiunse Renamon,
mentre Cindermon la sfidava «Ripetilo con tutti i termini
miei se ci
riesci!»…«…è il
senso che conta.» ribatté la volpe, e Cindermon
«Giusto, concordo!»
Rika rifletté, e svelò «Questo
luogo…è diventato uno degli aspetti
più misteriosi che hanno avvolto la nostra vita da allora.
Un altro…degli interessanti argomenti che saranno da
discutere con Henry nell’ormai prossima visita mia e di
Takato. Qualcosa non quadra!» specificò la ragazza
con un lampo ben riconoscibile dell’antica determinazione
negli occhi «Non vorrei che nella famiglia del nostro amico
aleggiassero dei segreti, e che fossero in qualche modo collegati con
quanto accaduto con sua moglie, e con suo figlio!...
…senza contare Terriermon…ma adesso è
giunto finalmente il momento di fare chiarezza! Questi silenzi hanno
insidiato già abbastanza le nostre vite!!»
Penetrante lo sguardo di Renamon, diviso fra gli interrogativi quello
di Cindermon…
Il signor Janyu Wong sembrava non riuscirsi a liberare da quelle
profonde preoccupazioni, muovendo lenti ma aggravati passi nel salotto
della sua casa “…oggi Henry non è
andato al lavoro, non appena ha messo piede in questa casa si
è chiuso nella sua stanza e si è addormentato. Ho
paura, temo che tutto ciò che abbiamo cercato di costruire
in questi anni crollerà inesorabilmente: è stato
vano il tentativo di fuggire dal passato…”
avvicinandosi alla libreria, ma prendendo un profondo sospiro come se
il contatto con questa evocasse in lui turbamento “Mi
preoccupa la salute di mio figlio…la lontananza dalla sua
famiglia lo sta logorando inesorabilmente, e temo di essere io il
responsabile anche dalla sua separazione con il suo Digimon. Ma che
avrei potuto fare?!” allungando la mano verso un
raccoglitore, sebbene tendesse ad allontanare gli occhi come per non
guardare il suo stesso gesto di prelevarlo dalla libreria
“Ero con le spalle al muro! Sebbene nessuno ci voglia
credere…
…chiunque al mio posto avrebbe agito come ho agito
io.”
…aprendo quel raccoglitore, che conteneva foto e documenti
la cui vista però non lo aiutò a sbrogliare le
sue ansie, ma spinse il suo sguardo verso il soffitto
“E’ inutile che ritorni su ciò a cui non
si può più porre rimedio.” rimettendo a
posto il raccoglitore “…mi preoccupano quella
nuora di cui ignoro anche il nome, e il mio nipotino: chissà
che destino hanno avuto da quando Henry si è allontanato da
loro…”
Sicché lasciò il salotto, ma non appena questo fu
vuoto un alone oscuro introdusse PinkMonzaemon «E
così quello è il famoso padre dalla coscienza
sporca! Fammi spulciare un po’ nei suoi segreti
inconfessabili…» avvicinandosi con passo pesante
alla libreria, e ritirando con poca grazia quello stesso raccoglitore
«Mmm…? Resoconti di file
analizzati…dettagli tecnici, ah povera me non capisco nulla
di queste cose, fammi…mettere un po’ gli
occhiali…» aprendo le stanghette con i denti ed
indossandoli «Mmm! Questo non c’è ombra
di dubbio: è il desolato luogo in pietra dove siamo emerse
io e le mie compagne una volta spedite in missione!» dedusse
indicando con il suo artiglio una foto del nascondiglio
«Vediamo un po’ la data? Questa foto risale a poco
meno di dieci anni fa…e che c’è scritto
su questo documento? Oh!...test
per accertare la presenza di un varco interdimensionale per il mondo
digitale…
…risultato…positivo! Oh capperi il portale si è
effettivamente autorigenerato a seguito della sua chiusura, dopo il
regresso del D-Reaper qualcosa non mi
quadraaa…forse sono sciocca: ma se quest’uomo
aveva fatto tale illuminante scoperta tanti anni fa perché
hanno speso un decennio a piangere l’apparentemente
incolmabile lontananza fra i nostri mondi? Bah…!...chi lo
capisce è bravo.» risistemando il raccoglitore,
spingendolo fino a farlo piegare
«Però…! Non è male come
scoperta: se il papà ha taciuto con il giovane figlio posso
rivelargli io che la sua annosa separazione da Terriermon è
stata inuuutile, perché il varco era aperto e
varcabile, come si sul dire, uhmuhmuhmuhm!
…mi mancano alcune informazioni su questo Henry: fammele
carpire personalmente!» in un luccichio di perfidia nel suo
sguardo da peluche…
…che la portò, pochi istanti dopo, a far cigolare
la porta della buia stanza in cui il ragazzo stava riposando. Ma il suo
sonno era visibilmente agitato, non faceva che girarsi…
…e ripetere «…Benji…!...
…Benji, Terriermon…
…Rea…»…«Oh?»
si incuriosì PinkMonzaemon
«…Rea…» sussurrava ancora
Henry, mentre l’orsa si addentrava nella stanza «Di
chi saranno questi nomi che non lo lasciano in pace neanche nel sonno,
poverino…?»…«…i-il
portale per
Digiworld…»…«Oh?»
si volse di nuovo la grande orsa digitale
«…papà, tu menti! Sono
sicuro…c-che Takato ha ragione…
…c’è ancora speranza…
…n-non è
finita!»…«Ptsss…è
la storia che ho letto pochi istanti fa!...è roba che
scotta, debbo giocarmela al meglio se voglio far bella figura con le
mie amiche: oh? E questa che roba è?»
…il cassetto era rimasto socchiuso…
…e nel continuo ripetersi dei sussurri nel sonno
«…Rea, Benji…!...dove siete? Tornate da
me…»
PinkMonzaemon infilava la zampa, ed estraeva la foto
«…questi due che nomina devono
essere…questa ragazza con questo bambino!»
volgendosi verso il giovane addormentato
«Probabilmente…sono sua moglie e suo
figlio!»…«…Terriermon,
Terr-…
…io sono il tuo Digimon Tamer…
…Rea per favore, ridammi il mio Digimon, ti scongiuro!...ti
supplico…
…è…tutta la mia crescita, i miei
ricordi…»…«…ptsss,
oh mammaaa…» fece la Digimon
«…che mi venga un colpooo…»
guardando a più riprese la foto «Questa ragazza
dev’essere dunque…l’intrusa di cui hanno
parlato Gelsomon e LadyMeramon, quella che si è presentata
in battaglia con Terriermon a gran sorpresa!» per poi
premersi la foto sul petto come di solito si fa con qualcosa di caro,
ma in quel caso erano le risorse in essa contenute ad essere preziose
per PinkMonzaemon «Se riesco a metterli uno contro
l’altro la nuova squadra salterà, ne sono
sicuraaa!...se faccio in modo che lui e Terriermon si odino tutto
sarà più facile, questo giovanotto è
disperato! Non devo far altro che convogliare il suo dolore contro
quella ragazza ed il suo ex-Digimon, se si sentirà tradito
sarà lui stesso a spazzarli via!! E con Terriermon e la sua
neo-domatrice fuori dai piedi sarà un gioco da ragazzi
schiacciare tutti gli altri Digimon Tamers! Uhmuhmuhm, mi sta venendo
in mente un piano, e per attuarlo…mi occorrono quei
documenti che ho appena scovato, fammi rifare una capatina in salotto,
oahahahahahah!»…scivolando nell’ombra
fino a scomparire…
…per poi tornare pochi secondi dopo, ad afferrare la foto
«Avevo dimenticato questa: mi occorre altrettanto!»
Lasciando Henry solo, nel suo sonno angosciato che contraeva i suoi
delicati lineamenti…
Rea era di fronte al suo specchio, a contemplare il riflesso dei suoi
occhi insicuri, e di Benji che giocava con Terriermon sul letto
“Il mio dovere di madre mi chiamerebbe a casa di Henry, per
appurare come sta, dopo ieri sera. Ma ammetto che ho
paura…temo di sentire cosa mi dirà, di incrociare
il suo sguardo duro!” chinando il capo “Di avere la
definitiva conferma che mi odia, che non vuole saperne più
niente di me e che vorrebbe solo che sparissi, per riprendersi Benji e
Terriermon! Così…non ce la farò mai,
è molto peggio che combattere! E affrontare rischi e Digimon
malvagi!” ma Terriermon scivolò delicatamente
dalla presa del bambino e compì qualche salto verso di lei
«Cos’ha? E’ preoccupata per qualcosa,
signora
Rea?»…«…Terriermon!»…«Se
posso aiutarla…mi dica pure, lei mi ha salvato la vita, io
sono qui per fare tutto il possibile!»
La ragazza carezzò il capo a quella creatura che era
divenuta il suo Digimon, e che esortava Benji a camminare sul letto per
riprenderlo «Ti ringrazio, sei tanto
caro.»…«Momentai…»…«Oh?»…«…lo…dicevo
sempre un tempo. Con gli anni mi rimane più difficile,
specialmente adesso. Ma se può esserle
d’aiuto…»…«…non
immagini quanto può essermi d’aiuto ascoltare
un’eco di quel passato. Terriermon ascolta io sto per andare
a fare una cosa per la quale forse né tu né Suzie
mi approverete. Però io sento che il mio dovere! Lo faccio
anche per
Benji.»…«Oh-h…»
Terriermon iniziava a tremare e a sentirsi insicuro «Io devo
assolutamente parlare!...con Henry, devo recarmi a casa sua!»
…mentre il Digimon indietreggiava «…te
la sentiresti di accompagnarmi?...
…i malintesi si chiariscono, ed io voglio chiarire il
nostro! Quello che ha coinvolto tutti
noi!»…«S-Signora Rea! I-Io!»
balbettava Terriermon e stringeva ansioso gli occhi “Henry!!
Non ce la faccio, non posso sopportare di rivederlo un’altra
volta!” «Vedrai, se saremo insieme sarà
come lottar-»
Ma furono interrotti dall’improvvisa entrata della madre di
Rea «Cooome sta il mio bel nipotino con il suo Dig-AAAHHH!
AAHHH!» urlò improvvisamente, puntando un dito
più avanti: Benji scoppiò a ridere, a Terriermon
invece guizzarono le orecchie e a Rea schizzò il cuore in
gola «Oddio che c’è
mamma?!!»…«Ahhh! M-Ma…!
Ma!»…«I-Indica me!»
affermò Terriermon, e la ragazza «Insomma, che ti
prende?!»…«Ma-Ma-Ma che ha
fatto?!»…«Chi?! Terriermon?!»
mentre Rea si piegava su di lui ad abbracciarlo come dovesse pararlo da
un attacco «C-Che, c-chi…!
D-Dov’è?!»
…facendo cenni strani che suscitavano perplessità
in Rea e in Terriermon, e che…alludevano con chiarezza ad un
fisico robusto ed un faccione ripieno…«Dove sta,
tutto bello…g-grassoccio, dov’è andato,
che è quella
roba?!»…«…ma mamma, che modo
di reagire!»…«Sono…regredito,
signora.»…«Eh, hai sentito? E’
regredito, questo è il suo livello
intermedio!»…«Oh mio Dio oh mamma mia ma
come me l’avete fatto diventareee!!» gemette la
signora Akimoto «Come hai fatto diventare tutti noi mamma,
fra poco mi prendeva un
infarto!»…«Che-Che hai fatto, bello
della nonninaaa!»…«S-Signora, la
prego…!»…«Mamma, la smetti di
toccarlo?!»…«Maaagro, sparuto che
è questooo? Che fine gli avete fatto fare a quel bel
conigliozzo tutto grosso-puf-ppp!!» con mimica ad accentuare
la rotondità «Mamma senti così
funzionano i Digimon, digievolvono e poi regrediscono, che posso
farti?!»…«Ma questo sta male,
è malato!!»…«…sto
benissimo signora, glielo
assicuro.»…«No!»
precisò però autoritativamente la donna
«So io come deve andare, tu devi tornare il bel coniglione
grosso di prima, e devi restare così! Questa debosciata di
mia figlia non è stata abbastanza
accorta!»…«Oh beh senti ho anche un
figlio, ne saprò
qualcosa!»…«E infatti, guarda: anche il
povero Benji, è denutrito! Come l’altro!
Perché tu non ti preoccupi abbastanza che
mangino!»…Rea alzava gli occhi al
cielo…e sua madre tornava a mettere le mani su Terriermon
«Gua-Guaaarda, povero tesoro la nonnina sa che ti
è successo! Ti sei sparuto tutto perché hai
assistito a una scena traumatica come quella di ieri sera, per colpa di
que-di quel degenerato di
Henry…»….«No: mamma!! Quante
volte ti ho detto che non mi sta bene, che non voglio che usi questi
termini di fronte a mio figlio!»…«Stavo
parlando con lui!
Uhmf!»…«E-Eee…fa lo stesso,
neanche col mio Digimon! Bel risultato sforzarsi per essere una madre
equa e finire poi ad essere una domatrice da schifo: qui non ci sono
“padri degenerati”
nééé…”ex-domatori
snaturati” o quant’altro, non voglio che tu faccia
sentir loro queste cose!»…«Ma grazie a
te SENTONO, e VEDONO la realtà! Io mi limito a definire,
invece tu mica sei decisa abbastanza a tagliare contatti con
quell’uomo tanto che ieri sera ha fatto un bolgia qui e tuo
figlio ha pianto, e il tuo Digimon è
regredito!»…«Mamma è normale
che regredisca!!»…«Stanno male,
guardarli! Vedi che guanciotte sgonfie: ah no adesso la nonnina ti
prende a te e ti prende…pure a
te!»…«Sei diventata la nonna anche del
mio Digimon?!»…«OVVIO ma tu guardati:
grossi, belli! Paffuti e in salute dovete essere: tu come ieri sera e
Benji…UGUALE!»…«Eh?!!! Uguale
a Gargomon, ma sei matta?! E’ obesità infantile!!
Ma ringraziamo che è così, altrimenti che serve
che lo faccio controllare?! Dai mamma, su te lo chiedo per
favore!» gemette un po’ la ragazza accostandosi
alla madre «Senti mi dispiace per ieri sera io poi ho perso
il controllo ho gridato e detto cose che non volevo dire
però tu e papà mi soffocate, adesso…fa
il favore!»…«Ma Rea mica li rapisco, li
porto al supermercato e COMPRIAMO UN PO’ DI ROBA DA
MANGIARE!»…«Ma…!! Mamma, mica
facciamo la
fame!!»…«QUASI!»…«Daiii,
su che ho…!...ho da fare una cosa importante, devo
uscire!»…«Farai dopo! Vieni
Benji-eee…vieni pure tu! Andiamo, bbbello grosso ti faccio
tornare!»
Gli occhi di Rea e Terriermon si incrociarono…e il Digimon,
sentendo affluire un brivido al pensiero di quanto la ragazza gli aveva
proposto, si affrettò a volgersi «Oh
sì! Sì signora la prego mi porti con
sé ho molta fame!» per correre per primo verso la
porta di casa, mentre la signora Akimoto recriminava «Vedi?
VEDI?!! SENTI?!! Non dico altro!...su forza andiamo belli di
nonna.»
Rea restò sola e sospirò
«…forse ha bisogno di riflettere,
valuterà se seguirmi come gli ho chiesto.»
«Questa storia è molto misteriosa,
Rika…» osservava Renamon mentre discendeva la
scala del nascondiglio al fianco della sua domatrice «Lo so,
più ci penso e più mi sorgono
dubbi…» sussurrava Rika, mentre Cindermon restava
indietro e rifletteva “Una voce dal
varco…Guardianmon! E se Takato fosse giunto a contatto
proprio con lui?!” stringendo i denti, e volgendosi verso il
blocco di pietra che si apprestavano a lasciare “Ah, ora che
ci penso è probabile che quando sono arrivata da Digiworld
io stessa sono sbucata da questo luogo ma non me ne sono accorta, quel
giorno ero stralunataaa, e vedevo solo un obiettivo: scovare Takato!
Per far di lui il mio domatore e digievolvere, certo se avessi saputo
fin da allora di tutte queste faccende…”
«Cindermon!»…«Oh?»
Rika l’aveva chiamata «Che succede, pensieri per la
testa?»…«Io? No beh sai sarà
lo scenario qua attorno che mi risveglia mille idee…strambe,
così tipo no che mi gira! Rifletto sul mio
ruolo!»…«…il tuo
ruolo?» si interessò Rika, ed anche Renamon la
guardava in silenzio. Cindermon confessò
«E’ che se devo dirvi la
verità…i-io non sono mai riuscita a relazionarmi
come si deve con Takato: guardate voi due! Siete in perfetta sintonia,
io invece quando c’è lui finisce che mi agito-no
perché davvero è così non è
per niente io non parto prevenuta ma poi lui mi guarda storto o mi dice
una paroletta strana io MI AGITO, perché io sono fatta
così allora ci metto il carico e quindi ci sono sempre
incomprensioni! Ieri per esempio stavamo qui-cioè non per
dire mi ha dato SOLDI guarda eccoli, ce li ho ancora tutti in
tasca!»…tirando fuori un mucchio piegato e
accartocciato di banconote alcune delle quali caddero (senza mutare
l’espressione di Renamon) «Tipo fai conto io ieri
sera non volevo soldi! Ok che sono in arretrato con la pensione ma non
davo questa interpretazione a ciò che si era fatto assieme!
Lui sì! In teoria questo non dovrebbe andare
perché fra domatore e
Digimon…cioè…!»…con
tipico gesto dei due indici che si toccano per il bordo e che indica
un’affinità «Sì, capisco
ciò che dici.»…«Davvero
capisci, Rika?! No perché è difficile, a
volte…» grattandosi la testa
«…stento io stessa a
capire.»…«Capisco
anch’io.» fece la volpe avvicinandosi «Ah
sì anche tu, Renamon? Bene, mi sento più
tranquilla.»
…mentre Rika socchiudeva gli occhi ed accennava un sorriso
«A dire il vero…mi ero accorta di questo
dall’inizio, ed era prevedibile data quella che è
stata la storia.»…«Ehh??»
Cindermon aveva occhi interrogativi, ma Rika sfoderava
un’espressione furba «Non
preoccuparti…ho pensato anche a
questo!»…«…mi stai facendo
capire che mi
aiuterai…?»…«…tu
hai aiutato me, Cindermon.» rivelò Rika,
accendendosi poi in un lampo d’entusiasmo ed afferrandole le
mani «E benché chiunque ne dica a me piace
l’accoppiata fra te e Takato! Sono convinta che
può funzionare ed ho pensato a un piano che può
fornire la spinta necessaria!»…«TU MI
LASCI SENZA FIATO…ma devo averne
paura?»…«Paura? No Cindermon, al
contrario: adesso devi avere molto coraggio. Tu sei in grado di avere
la forza di buttarti in ciò che ti
illustrerò!» e lo bisbigliò al suo
orecchio…
…tanto che come risultato «IH!! Oh mamma ho
sentito
bene?!»…«Sicuro.»…«Si-Sicur-no
ma dico sei sicura, Rika?! Non è che così ci
finiamo di rovina-h-ho sentito
chiaro?!»…«…delle volte
è l’unico modo. Terapia d’urto. Impatto
traumatico. Ma dopo i primi infernali istanti inizia a dare i suoi
frutti. Così è risolto per altro il problema
della pensione» descriveva la ragazza con quel taglio di
divertita astuzia negli occhi
«…cavolo…» era attonita
Cindermon, mentre Renamon commentava «Talvolta, la confidenza
fra domatore e Digimon è consequenziale a un lungo percorso
soggetto anche…a
ostacoli.»…«Io e Renamon ne siamo state
la prova, ma il risultato è che ora fra noi tutto
è appianato. In bocca al lupo, Cindermon: vedrai che mi
darai ragione,
riuscirà!»…«…se lo
dici tu, questa è davvero grossa…!» e
non riusciva a smettere di fissare avanti a sé, circondata
dal verde degli alberi…
Si fece l’ora di pranzo. Takato rientrava a casa, il suo
sguardo era ancora velato a causa dell’incontro con Jeri.
Dopo aver lasciato scivolare le chiavi nella tasca diede una voce verso
la cucina «Vengo a mangiare qui, mamma!» ma non
appena ebbe imboccato le scale si trovò di fronte suo padre:
l’imbarazzo e l’esitazione generati dal dialogo
della notte precedente riaffiorarono immediatamente. Il ragazzo non
disse nulla preoccupandosi di manener integro seppur misurato il suo
sguardo, suo padre accennò «Takato: credo
sinceramente che io e te dovremmo parla-…» ma
suonarono il campanello, interrompendoli ed accrescendo quel poco
maneggevole distacco che si era addensato tra di loro. Takato
mormorò «Vado a vedere chi
è…» e Takehiro rimase rigido…
Oltre i vetri, Takato distinse immediatamente
«Cindermon!» dirigendosi ad aprire piuttosto
stupito la porta «Cos’è, problemi alla
pensione? Sì a proposito grazie, in effetti sono in debito
con te per la faccenda di Rik-»…(canzone: S
Club 7 - Show me your colours) «Allora ho
questo, quest’altro, e anche questo! Poi un paio un
po’ più pesanti che torno dopo a ritirare entro
oggi sennò quello mi
ammazza!»…alludendo ad un mucchio di (!) bagagli
che gettò uno per uno ai piedi del ragazzo
«Che…significherebbe tutta questa roba, sono i
tuoi bagagli?»…«Uhm uhm!
Precisamente!»…«…e
dunque…?»…«E dunque, caro
Takato, da oggi vengo a vivere da
te!»…«…che
cosa?!»…«E non fare quella faccia
schifata perché è normalità: pura
prassi, io cosa sono? Un Digimon, bene: tutti i domatori, te compreso,
si tengono il Digimon a casa e tu non fai differenza, a meno che non ci
tenga al fatto che finiamo arrestati, AMMANETTATI sia io che
TEE!» con tanto di gesto mimante, sotto
l’espressione di disappunto sempre più caustico
del ragazzo «E sempre che tu non voglia mettere in mezzo a
una strada la tua famiglia, perché sono cambiate le
leggi!»…«C-Che…DIAVOLO di
storia è adesso questa delle
“leggi”?!»…«Non ci
credi? Mi ha fermata un agente qui fuori in strada TU!...mi ha fatto
DIGIMON NON IDENTIFICATO, FUORI I DOCUMENTI io ovviamente morta,
d’infarto, stecchita i documenti NON ce li avevo
perché tu NON mi hai messo in
regola!»…«C-Che?-!-?-!!»…«No,
non lo hai fatto questa è la realtà: e quello
quando io l’ho supplicato buttandomi sull’asfalto
tipo “nooo, la prego non arreeesti il mio domatore i suoi
familiari non hanno che luuui!” ottenendo successo zero per
riguadagnare qualche punto con sorrisini ammiccanti e mossette, mi ha
detto che adesso a causa di un recente decreto, una delibera non lo so
perché non ci capisco niente di politica, i Digimon devono
risultare A CASA del loro domatore!»…gradualmente
l’espressione di Takato si contraeva nelle sfumature
più impensabili «Devono essere regolarmente
registrati come residenti, pena multe altissime per concludere in
bellezza con la carcerazione! Bene!» ri-sbattendo una di
quelle valige a terra «Prendere o lasciare stando
così le cose?!»
Commento del ragazzo fu «…ma io che
avrò mai fatto di male…? (!!!) »
…nascoste in un vicolo ad osservare la scena, stavano Rika e
Renamon «Sei convinta che questo possa aiutarli?»
domando la Digimon. La ragazza rispose «Sì, a
volte è fondamentale un po’ di convivenza forzata
per imparare e conoscersi, e vincere ogni diffidenza. E poi che vuoi,
la tradizione ha un suo valore: ogni Digimon a casa del suo domatore,
giusto?» con affettuosa complicità nello sguardo,
che assottigliò di dolcezza quello di Renamon
«…sì, hai ragione…»
«E-E adesso cosa faccio?!» sbottava Takato mentre
Cindermon si faceva spazio a forza «E-E fammi
passareee!»…«Tu mi vuoi fare impazzire,
vuo-vuoi far esplodere la mia vita, è questo che
vuoi!!»…«Io ho una famiglia, come la
giustifico la tua presenza?!»…«Scusa ma
non sanno dei Digimon? Non hai fatto lo stesso in
passato?!»…«C-Che
c’entr---…Guilmon non aveva mica
l’aspetto di
una…!!...»…«Uhm?»…«Una…!!»…«Una?»…«Grrr!!»…«Ah
intendi dire di una ragazza: beh se vuoi digievolvo
Wolfiremon!»...«…lllascia
perdere…!!!...Cindermon io ti…!!...
…TU SEI LA MIA ROVINA!» decretò Takato
avanzando all’interno a passo pesante
«Vengooo???»…«SEI MATTA, RESTA
LI’! Almeno fammi trovare una scusa credibile, devo parlare
coi mie-…ma non lì sulla
porta!»…«E
dove?!»…«Ti vedono, senti facciamo
così: siediti dentro, e aspetta! A-Aspetta,
io…elaborerò qualcosa, nel giro di pochi
secondi!»...premendosi le tempie e massaggiandosele, mentre
ripeteva tra i denti «Ma perché è
toccato a me, perché mi è toccato questo
inconcepibile calvario…?!!»
«Q-Quindi allora posso entrare?!» Cindermon chiese
conferma, dopodiché si volse verso Rika e Renamon e fece
sussurrato cenno “VIA LIBERA…INGRESSO
AUTORIZZATO…” con vari sorrisi guizzanti e segni
di vittoria ad animare il tutto.
Questo destò un sorriso in Rika e permise di assumere una
posa rilassata alla serissima Renamon, la quale disse «Sembra
che anche per questa coppia di domatore & Digimon cominci un
cammino.»…«In bocca al lupo,
Cindermon…» sussurrò la ragazza,
aggiungendo con occhi al cielo «Un bacio, Guilmon: scusami
per questo tiro, ma la vita di Takato deve andare avanti. In attesa di
ritrovarti.»…«Andiamo?»…«Sì.
Ascolta, precedimi a casa: Akirmon e Nymon avranno fame. Io svolgo una
commissione per mamma e poi andiamo con Takato da Henry.
D’accordo?»…«D’accordo…»
sussurrava Renamon, e Rika si godeva il piacere di sorridere e dirle
«…ci vediamo dopo,
allora.»…«…certo. Anche noi a
casa.»…«A
casa…uhmuhmuhm!»
La ragazza corse via, e la Digimon balzò. Ma sapevano di
restarsi vicine.
Cindermon guardava a bocca aperta le pareti del panificio
«Cioè, mi trasferisco davvero a casa del mio
domatore…! Ragazzi, questa sì che è
leggenda!» (fine-canzone)
«Che cos’è questa
confusione?!» chiese tempestivamente Imagomon «Chi
è entrato a palazzo?!» ed un Digimon bassotto e
dal corpo roccioso gli rivelò «E’
terribile, è
Sandmon!!!»…«Cosa?!» fece la
volpe nera, ed il Gekomon suo amico si portò le zampe al
viso «Ci attaaacca, questa è la nostra
fine!»…«Ma se ha un esercito noi siamo
altrettanti!» replicò Imagomon, aggiungendo
«Non siamo un singolo popolo da schiacciare ma una legione
mista di Digimon provenienti da ogni terra! Una resistenza non
è un miraggio!»…«Temo non sia
così facile!» ribatté il Digimon
roccioso dagli occhi gialli «Che volete
dire?!»…«Questa volta non si
è presentato con un esercito! Al contrario! Afferma di avere
con sé il nuovo Supremo di
Digiworld!!»…«…come?»…«Il
nuovo Supremo?!» fecero Imagomon e Gekomon, poi di nuovo il
primo «…si tratterà di una
montatura…» mentre in pochi istanti la tensione
saliva alle stelle…
…così come il vociare presso l’ingresso
del palazzo reale, mentre Sandmon caricava dei pugni di potere sabbioso
«Chi muoverà un solo passo incorrerà
nell’ira del Supremo, è avvertito!»
…ma gli sguardi dei molteplici Digimon erano
furiosi…
«Sandmon!» strillava un Digimon simile ad un ceppo
di corteccia «Tu hai distrutto le nostre case, raso al suolo
i nostri villaggi e privato le nostre famiglie di un
tetto!!»...«Hai polverizzato il duro lavoro ed i
sogni di tanti anni!!» infieriva una Digimon floreale dal
capo rosso di petali «Tu sei potente, ma noi siamo molti di
più! Questa volta ti sconfiggeremo!!» animava la
folla un Digimon simile ad una lepre dal pelo rosso screziato di
blu…
Ma Sandmon faceva luccicare i suoi pugni «State indietro,
impertinenti! Conoscete la mia superiorità, anche senza i
miei soldati! Se sono qui a testa alta e non ho paura di nessuno di voi
è perché so di godere della protezione del nuovo
Supremo! Conoscete le regole!! L’ordine di Digiworld ESIGE
l’obbedienza al successore di Azulongmon, se si vuole che il
nostro mondo precipiti in un incubo analogo al D-Reaper! E’
per questo che sono qui, in veste di ambasciatore!! Molto
presto…le leggi e i poteri di Digiworld saranno
riscritti per il bene di tutti voi ignoranti, e se volete
conservare un posto nella nuova società vi
conviene…!!...restare al POSTO in cui vi trovate in QUESTO
ISTANTE e spianare la strada al nostro Supremo!!» puntando i
suoi pugni più avanti, per esortare i Digimon a porsi ai
lati dell’ingresso per non incappare in quel colpo carico di
energia…
«Forza voi due!!» esortava Purplemon
all’esterno «Prima che ci ammazzino Sandmon,
entrate, sbrigatevi!!»…«G-Guilmon! Ce la
fai…? Hai coraggio sufficiente…?»
chiese N’Emo a cui scendevano gocce di sudore sulla fronte e
a cui sfumava la voce. Guilmon lo guardò per pochi istanti
dopodiché si volse verso l’entrata, scandendo
«Che cosa stiamo
aspettando…?»…«…d’accordo,
facciamolo.
Purplemon…andiamo!»…«Eh!
Sì, magari!...
…EH PERO’ POI MI VENITE A PRENDERE!!...
…eh, io mi devo fingere prigioniera anche qui!»
«Amici Digimon, non abbiamo più niente per colpa
sua!» esclamava quella digi-lepre rossa e blu «Non
ci credo alla storia del Supremo, attacchiamo Sandmon!» e il
Digimon di corteccia «Giusto, facciamogliela pagare! Non
potrà resistere a una pioggia di tecniche speciali,
è solo!»
«CO-COME OSATE?!» indietreggiò Sandmon
«M-Maledizione questi imbecilli fanno sul serio lo dicevo che
era una sciocchez-C-CHI ALZA UN DITO INCAPPERA’ NELLA
PUNIZIONE DEL SUPREMO!-d-dannati idioti ma che stanno aspettando a
entrareee?!!»
Altri Digimon mormoravano «Potrebbe essere una mossa fatale:
se ci inimichiamo il Supremo, potrebbe rifarsi sulle nostre
famiglie!» Erano più che altro femmine, madri con
i piccoli, molte appartenenti alle specie vegetali «Digiworld
rischia di cadere nel caos, che si fermino! E’ già
così difficile vivere ai nostri tempi!»
Sandmon ne approfittata «Avete sentito?! Ascoltate le vostre
donne, sono più sagge!»
…alcune di costoro bisbigliavano «Ho sentito
Sandmon dire…che il nuovo Supremo è uno degli
eroi che hanno invertito la crescita del D-Reaper! Non possiamo
oltraggiarlo, intercorre un debito di fedeltà
incancellabile!...Sandmon ha distrutto i nostri villaggi ma grazie al
Supremo li abbiamo costruiti! Rischiavamo la cancellazione collettiva,
dieci anni fa! Quando entra…dovremmo ringraziarlo per avere
delle famiglie per cui piangere oggi!»
Sandmon stringeva i denti, ed il suo volto sabbioso perdeva granelli
che erano gocce di sudore…
…quando dietro di lui i primi Digimon iniziavano ad
inchinarsi…
…allo spavaldo attraversamento dell’ingresso di
quel ragazzino dai capelli neri, che sfoggiava il suo Digivice
«Largo al Supremo! Fate spazio al Supremo Guilmon!»
«Supremo Guilmon…» ripetevano le
già devote creature…
…e molti si interrogavano su chi fosse quella creatura
dall’aspetto indefinibile, dalle dimensioni non immense, ma
dal passo di rara fierezza…completamente avvolto in una
cappa scura decorata di lune…
«Avete visto?» si chiedevano i Digimon
«E’ un Digivice!»...«E quello
è un domatore umano!»
E queste frasi scorrevano ai lati di N’Emo e Guilmon, che
seguitavano l’avanzata guardando avanti a loro…
«Allora avevano
ragione!»…«…è uno
dei Digimon che ha viaggiato nel mondo dei
terrestri!»…«…uno degli eroi
della leggenda!»…«…e quello
è il suo domatore!»
Col volto oscurato dal cappuccio, che lasciava spuntare solo il giallo
occhio, Guilmon avanzava e pensava “…alla fine
l’ho trovato questo coraggio. Sono penetrato nel palazzo
reale di Cyclemon. Io sono il nuovo Supremo di Digiworld. Io sono il
successore di Azulongmon. Io sono il Supremo Guilmon!...anche se
nessuno mi ha incoronato tale.”
Anche N’Emo pensava, e ora riusciva a smarrire lo sguardo
verso pareti e soffitto “…ce l’ho fatta.
Sono un domatore. Sono entrato nella leggenda. Sono entrato nella
gloria. Col mio Digimon!!” fissando il Digivice nero,
dimenticando per un attimo di mostrarlo al popolo
“…basta dunque lottare affinché i
desideri si avverino.”
…seguitavano i bisbigli «E’ assurdo, non
credete?!»…«…quello
è solo un bambino, non può essere un domatore
già da dieci
anni!»…«…in effetti
c’è qualcosa di straordinario! Che abbia arrestato
il tempo?!»…«…eppure
è indiscutibile: è lui! I libri incantati
mostrano il suo stesso volto al fianco di un Digimon…che
sembra lui!!»…«Come fai a dirlo?
E’ nascosto!»…«Sì,
ma quei pochi spicchi che mi giungono assomigliano alla creatura
raffigurata nei nostri archivi storici…credo sia in
definitiva inutile ribellarsi: è il Supremo! E’
l’eroe!»…«E se fosse una
montatura?!»…
…concluse il dibattito un Digimon meccanico
«…non possiamo correre il rischio di inimicarci
quel 50 % di probabile verità.»
…N’Emo raggiunse Sandmon «Ah, finalmente
siete arrivati: era
ora!»…«…tutto
intero…?» N’Emo lo guardò
appena, e Sandmon «Ptsss, ma dov’è
quell’idiota?! Dov’è il gradasso, il
“SUPREMO”!»…«…il
mio Digimon sta per arrivare.» dichiarò
N’Emo con fare altezzoso «…ora ha delle
responsabilità diplomatiche. Non te lo
dimenticare.»…«Ihmf! Sarebbe andata di
certo meglio se Purplemon avesse affidato a me questa parte!»
«…Supremo
Guilmon…»…«Avrete
pietà di noi, Supremo
Guilmon?»…«Successore di Azulongmon! Vi
occuperete del nostro
villaggio?!»…«Supremo Guilmon, vi
affidiamo il nostro futuro!» “…mi
affidano il loro futuro.
Ma al mio chi penserà? Riavvolgendo questi istanti sembra
uno scherzo…
…ora questo palazzo diverrà la mia casa. La mia
nuova casa. E credere che un tempo ne avevo un'altra. E
benché non fosse di certo un palazzo
reale…”
…mentre Cindermon strisciava con cautela e
curiosità accanto al bancone…contemplando come un
miraggio ogni busta di pane e biscotti…
“…persino in un momento come questo…si
può sentire la mancanza di quell’odore di pane
fresco. In questo sfarzo, e fra tutta questa
devozione…è più lontano che
mai.” mentre avanzava non degnando apparentemente di alcuno
sguardo alcun inchino…
«Ascoltate, devo…parlare molto seriamente. Con
tutti e due.» specificò Takato, impegnandosi a
mantenere la sua schiena dritta, ed il suo sguardo serio e rigido
«Che cosa c’è,
Takato…?» fece Mie già in apprensione
«Spero non qualche altra…stramba
novità!»…«…in
effetti c’è una novità, mamma.
Sedetevi.»…«Dio
mio…» fece la donna «…noi tre
tutti seduti a questo tavolo…mi fa ricordare quando ci
dicesti che partivi per
Digiworld!»…«All’epoca
c’era anche Guilmon in casa.» ricordò il
ragazzo, e Takehiro «Ma noi non siamo più
attrezzati per simili colpi, sai che tua madre non tollera bene gli
spaventi improvvisi per cui spiegati in fretta, tanto più se
è qualcosa a che fare con…questi capelli, ma
guarda un po’ che cosa hai fatto!» apostrofando con
fastidio il gel nei capelli del figlio, il quale disse «Molto
in fretta. E al contrario, si tratta di qualcosa per farvi stare
più tranquilli, chi può dirlo: dopo tutto in
questo modo evitiamo che si creino leggende metropolitane. Ebbene
dunque, la amica Cindy, quella…ragazza che entrambi avete
conosciuto…»…gli occhi di padre e madre
già si dilatarono…
…mentre Cindermon faceva capolino di nascosto dalla
porta…
«…ecco volevo chiedervi se sarebbe
possib…» ma si interruppe…socchiuse gli
occhi, e modificò l’espressione «Cindy
viene ad abitare qui.»
Mie iniziò a tastare il tavolo ma Takehiro le prese la mano
«Le tue pasticche le hai lasciate in
cucina.»…«V-Valle a prendere di
corsa…»…«Ti garantisco mamma
che la reazione è quantomeno
inappropriata…» definiva Takato in una ferma
sospensione «…non ti rendi conto che va tutto a
tuo vantaggio.»…«…ecco le tue
pasticche, Mie.» ma questa già vi aveva perso il
suo interesse, scostandole ed esordendo «Cioè tu
ci stai parlando di convivenza?!»…Takato rimase
imperturbabile (Cindermon altrettanto impietrita)
«…vi ricordo che non avete fatto che sognarlo e
implorarlo alla vita.»…«M-Ma
non-ohhhh…per Dio!»…«Mie stai
calma.»…«Come faccio a stare calma
Takehiro hai sentito nostro figlio?! Niente fidanzamento,
presentazioni, preamboli: ci porta la sua fidanzata a
casa!!»…«N-Non gridare sì lo
so è indecente, sono senza fiato anch’io
però-»…«Cinderm…Cindy
non è la mia
fidanzata.»…«COME sarebbe a dire Takato
che non è la tua fidanzata?!» sbottò la
madre, e Takato mormorò «…quante
energie, mamma…»…«E allora
quale giustificazione sociale si allaccia a questa…a-a
questa…?!!»…«Si è
trasferita qui da poco.»…«Da
dove?!» pretese di sapere Mie, e Takehiro «Ecco
appunto hai sentito tua madre, Takato? Ti ha chiesto da dove si
è trasferita la tua
donna.»…«Non è la mia donna e
si è trasferita…» esitando su una
ponderata riflessione per poi rifilare senza grande impegno
«…dagli Stati
Uniti.»…«E come vi siete conosciuti?! In
chat!» Mie si chiese e si rispose da sola tanto che suo
figlio non sentì bisogno di aggiungere altro oltre a una
lieve alzata di sopracciglia «Mie…ti chiedo per
favore un minimo di contegn-»…«Takehiro
non so tu ma io trovo davvero I-IRRIGUARDOSO verso…t-tutte
le leggi morali e della società che come…!!
C-Come quelle famiglie “libere”, e
“moderne”…» specificato con
tono dispregiativo «…ora dal giorno alla notte ci
mettiamo qui, dentro casa nostra la convivente di nostro
figlio!!»…«Non è la
mia…(!)…
…convivente, ma dopo tutto non ha tutta questa
importanza…» mormorò il ragazzo
cosciente che i suoi genitori erano ormai presi dalla foga ed era arduo
comunicare con loro «…la gente ci identifica come
una famiglia per bene!!» sbraitava la madre, e Takehiro
«Sì, lo so, però ormai questa
è in città, che altro si può
fare?»…«Come?!» Mie
accennò ad alzarsi minacciosamente dalla sedia
«Vuo-Vuoi forse dire che
tu-»…«Ptsss, se le neghiamo
l’ospitalità questa andrà a diffamarci
in giro: ti immagini? Ha un rapporto con nostro figlio, se è
screditante metterla in casa figurati permetter loro di circolare
così, liberamente, senza le regole che si hanno sotto un
tetto…!»…«Ed è
sotto il MIO tetto che si deve consumare
l’indecenza?!»…«Beh ma sotto
un tetto estraneo è
peggio…!»…«IO MI
RIFIUTO!»…«Se
permettete…(!!)…»…«Cosa
c’è, Takato?!» fece la madre
«E bada a quello che dici, stavolta ti sei
superato!» insistette il padre. Ma Takato rimaneva nella sua
glaciale fermezza «…credo stavolta di dover dare
ragione a papà-»…«E FIGURATI
UN POCO!» sbottò Mie che rifilò anche
uno scappellotto al marito
«Ahia!»…«Se mi fai finire di
parlare…(!!!)…mamma…(!!)…vorrei
semplicemente illustrarti il tuo vantaggio. Il vostro vantaggio:
è da quando l’avete vista che avete mille sospetti
sul rapporto che mi lega a questa mia…AMICA. Sì,
perché si tratta fino a prova contraria unicamente di una
mia recente amicizia. Che c’è di strano? Ogni
ragazzo può farsene di nuove, è inconcepibile che
resti sempre e solo legato ai consueti volti del suo quartiere. Ebbene
dunque…»
…mentre Cindermon spiava con la massima
attenzione…
«…ora che abiteremo assieme non si
porrà più il problema
delle…”arcane pratiche di
frequentazione” che potremmo eventualmente attuare quando non
siamo sotto questo tetto, niente più bisogno di nasconderci.
Sembra che stiamo ricorrendo a un sotterfugio, ma in realtà
se…riflettete bene…
…ci stiamo esponendo, VOLONTARIAMENTE al vostro controllo, e
al vostro giudizio. Ora…non dovrete più seguirci,
né più
spiarc-»…«Noi non ti abbiamo
NE’ seguito NE’ spiato Takato!» Takehiro
picchiò un pugno sul tavolo «Non siamo gente da
fare cose di questo genere, vedi di portare un minimo di
rispet-»…«Non ho detto che avete fatto
questo. Comunque ora anche l’idea diventa superflua. Avete
dubbi su me e Cindy? Potete farci tutte le domande che volete, io
risponderò e…»
«E anche io!» sbucò Cindermon.
«Ah!»…«Uhm!!»
sussultarono Takehiro e Mie.
«Cind…non ti avevo detto di restare
nascost-»…«Anch’io, guardate
signori risponderò più che volentieri a tutte ma
proprio tutte le vostre domande-grazie! Vi ringrazio infinitamente dal
profondo del mio cuore per la vostra ospitalità,
grazie!» esibendosi in vari rapidi e ritmici inchini
«E’-E’ davvero un piacere e un grande
onore conoscervi signori Matsuki non sapete per quanto tempo ho sognato
di farlo Takato mi parlava alla grande della mamma e il papà
e io coltivavo in cuor mio il sogno di presentarmi è che
sono timida! Grazie però di avermi concesso
ospitalità, piaceeere!» e sembrava sorridente e
bendisposta, strinse prima la mano a Takehiro «Il
papà-no prima la mamma vabbé ho fatto il
contrario è uguale! Piaceeere, Cindy!»
passò a Mie che allungava agghiacciata la mano verso il suo
capelli «Piaceeere, signora ma com’è
bella e
benportante-nograziequestoèilciuffononlotoccaremisiscombina-graaazie!
Eheheh!» per poi schizzare a riaccostarsi a Takato,
prendendolo per le spalle. L’espressione del ragazzo era
marmorea mentre a lei si coloriva il viso e luccicavano gli occhi
«Takato è il più caro amico su cui
abbia potuto contare da quanto mi sono trasferita, non potete capire
ora come sono contenta di vivere nella sua casa e conoscere i suoi
genitori-a-anche tu Takato dì qualcosa insomma sorridi a me
oggi pare una
feeesta!»…«Hai…fervida
immaginazione, CinDY.»…«Ma andiamo non
fare il guastafeste!» borbottò lei, che si diresse
dai genitori del giovane «Capisco che vi sembro un
po’ strana, di solito questa è
l’impressione che faccio a primo acchitto poi
c’è stata la vignetta dell’altra volta
dimentichiaaamola quel giorno stavamo tutti un po’
così! Fuori di test-»…«Di
cosa si occupa, signorina?»…«…
… … … eh?» Mie rimase rigida
«Le ho fatto una chiara e ben comprensibile domanda, le ho
chiesto qual è la sua
occupazione.»…«E-Ehhh-hhh—hh!!---hhh!!!...??...!!»
con gesti vorticosi e falcianti rivolti a Takato affinché
desse voce al suo respiro soffocato
«L’apprendista.»…«L’APPRENDISTA
cosa?»…«Parrucchiera,
mamma.»…«Fiùùùùùùùf!
Oh già beh sì sono apprendista parrucchiera
lavoriamo allo stesso salone no? Vero
Takato?»…«Strano, non l’ho mai
vista.»…«Mie andiamo, non mettere il
dito nella piaga!»…«La verità
è che non vieni mai,
mamma!»…«Cos-come ah lei non va mai al
salone dove lavora suo figlio? Beh strano è molto carino
lì!»…«Non debbo renderle
conto di ciò che faccio, signorina. Lei dunque sarebbe una
parrucchiera. E che genere…!!...mi perdoni, che tipo di
rapporto ha lei con mio figlio?»…«Eh beh
io sono-lui è no cioè noi siamo-un dom-un
Dig-!»…«Te l’ho detto mamma,
semplicemente amici.»…«Non ci credo a
questa storia degli amici.»…«Mie,
insomma…!» esortò Takehiro,
dopodiché si rivolse alla ragazza digitale «Beh
signorina, se le può far comodo essere ospitata qui faccia
pure, ma tenga ben presente che in questa casa ci sono regole ben
precise.»…«Non me lo deve ricordare, io
sono seria e ligia al dovere, quando si tratta di regole non
c’è niente da fare io sono un tutt’uno!
E lo immaginaaavo, che ci saremmo intesi io e lei
signo-signor-»…«Takehiro.»…«L’avevo
capito sa che lei è un tipo i-in gamba!» e ci
scappò una confidenziale gomitata sullo stomaco
«Och!»…mentre Mie si girava e borbottava
«…guarda che modi, guarda già come
prende confidenza.»…«Io non la
deluderò, sa! Signora anche lei sarà orgogliosa
di me!»…«Lo spero
bene.»…«No ma guardi sul serio, io sono
una…che quando prende un serio impegno lo porta avanti fino
in fondo non avrete di che lamentarvi di me…così
come tu non hai niente da lamentarti di me come amica vero Takatooo?
Ihihihih!»…con un sorrisone a denti sfoderati con
i quali sperava di trainare anche il sorriso di lui che non ci
pensò minimamente a giungere, al contrario del mormorio
«…io ormai aspetto solo di vedere come va a
finire…che rumore fa la bomba quando
esplode…»
Cindermon già era presa in un vortice di gesti, accenni e
sorrisi, e nel frattempo pensava “Caspita, ce l’ho
fatta, sono riuscita a fare ingresso nella casa! Guilmon
c’è riuscito prima di me e gli hanno fatto il
panino e i dolcetti con la sua faccia, a me è già
tanto che non mi mangiano proprio viva direttamente!”
…mentre lo sguardo più o meno diplomatico di quei
genitori la analizzava da cima a fondo…
«Che state dicendo? Ripetetelo, dev’esserci un
errore!» esortò Imagomon, ma il roccioso e basso
Digimon dagli occhi gialli replicò «L’ho
udito con le mie orecchie! E’ un Digimon che ha sconfitto il
D-Reaper! Il Supremo
Guilmon!»…«Guilmon?!...non
può essere. Si tratta di un macabro
scherzo!»…«A cosa alludi,
Imagomon?» chiese il Gekomon, e la volpe nera
replicò «Guilmon è un mio amico, abita
nel nostro villaggio e non potrebbe mai avere a che fare né
con i Supremi né tanto meno con Sandmon!...qualcuno sta
usando il suo nome, non so a quale
scopo!»…«Aspetta, Imagomon!»
Imagomon si affacciò alla ringhiera per osservare
l’ingresso del palazzo dall’alto. Vide
così accennare movimenti e parole impercettibili a quella
figura avvolta nella cappa scura “Guilmon…quello
non puoi essere tu!” per affermare l’istante dopo
«Vado da lui!»…«Nooo, sei
matto?!» fece il Gekomon «Sandmon e i suoi alleati
di sicuro sono equipaggiati bene, è bastato che siano
entrati per mettere in ginocchio il
palazzo!!»…«Io non posso permettere che
allestiscano questa farsa sfruttando il nome del mio amico! Non ho idea
di chi sia quel Digimon con il mantello nero, ma di certo non
può trattarsi che di un impostore!»
…all’esterno il cielo era lacerato dal nitrito dei
Digimon dalla criniera argentea che trainavano la carrozza con impeto
sempre maggiore, il galoppo risuonava come il prorompere di un
temporale «Papà!!» si affacciava Diamon
al finestrino «Ma che sta succedendo al nostro
palazzo?!» e Kazu, reggendosi il cappello «Guarda
quanti Digimon!» seguito da Guardromon «Guarda
quanti Digimon!»
«Ah!! Non potete mettervi contro il Supremo, ve
l’avevo detto che le mie minacce non erano acqua
fresca!» dichiarò Sandmon scorrendo
l’intero popolo digitale con dito inquisitore.
N’Emo si accodò «Siete nelle nostre
mani, arrendetevi! D’ora in poi saremo noi a detenere il
controllo politico di Digiworld, abbiamo la storia dalla nostra
parte!!»…«Ragazzino scansati, la scena
è mia!»…«Ma neanche per
sogno, scansati tu Sandmon: sono io il domatore di
Guilmon!»…«E Guilmon è un
Supremo autoincoronat-»…«Shhh,
sì gridalo davanti a tutti,
magari!!»…«Grrr!!»
…ma Guilmon si volse e sibilò «Volete
smetterla?! Ci tenete a rovinare
tut-»…«Guilmon!»
Uditosi chiamare il Digimon si volse.
«Ahh!»…«Uhmp?!»
sobbalzarono N’Emo e Sandmon.
“Ohhhhhhh…” fece il popolo
digitale…
…alla vista di quel coraggioso maschio di volpe che
sfidò i nuovi rappresentanti del potere ponendosi sul loro
cammino «Sei davvero tu, Guilmon?!»
“Imagomon…” Guilmon dilatò il
suo occhio giallo, improvvisamente avvertì un
brivido…
«FERMO DOVE SEI!»…«Un solo
passo e incorrerai nell’ira del Supremo!» gridarono
il guerriero di sabbia e il ragazzino, ma per Imagomon era come se non
esistessero…avanzava, desideroso di svelare
l’arcano, e Guilmon tendeva a indietreggiare…
…quando improvvisamente una voce femminile proruppe
«Il bagno, fatemi spazio, il bagno!!»
“OhhhhhHHHHHhhhh...” …fu il
riscontro della moltitudine, e qualcuno chiese «Ma quella non
è la principessa Diamon?»
…la quale rimase cristallizzata e si portò
intimorita la mano alla bocca quando incrociò lo sguardo
perfido di Sandmon…
…dietro di lei giungevano in una corsa mozzafiato
«Il bagno! Per carità che qualcuno ci aiuti, siamo
nuovi!»...Kazu, con la Sfera stretta a sé
«Siamo nuovi, che qualcuno ci aiuti, per carità,
il bagno!»…e Guardromon, che in emergenze come
quelle se la cavava anche a correre «Hai imparato a ripetere
le frasi
all’incontrariooo?!»…«Ci ho
messo dieci anni di impegno, Kazu!»
…ma poco prima che avessero raggiunto Diamon «Bolide eterno!»
echeggiò la voce di Cyclemon ed un proiettile di luce li
scavalcò esplodendo dinanzi a loro
«WAHHHH!!!»…«Ohhhh, Kazu che
succede???»…dopodiché
l’anziano Digimon slittò fulmineamente superandoli
grazie ad una magia «Che non fraintendiate il mio gesto, non
intendevo ferirvi ma semmai preservarvi! Avverto qualcosa che non va,
restate indietro!»...«Ma,
Cyclemon!»…«Cyclemon,
ma…?!» fecero ragazzo e Digimon, per poi guardarsi
tra di loro…
«Uhmuhmuhm!» avanzava intanto Sandmon
soddisfatto…mentre a Diamon lentamente cadeva la mano con
cui si era sfiorata le labbra «…e tu che ci fai
nel mio palazzo…?»…«Distinta
principessa digitale…» si inchinò
enfatico il guerriero di sabbia.
Imagomon, Guilmon e N’Emo erano rimasti immobili ad osservare
la scena…
…mentre slittando rapido nella luce il padre della fanciulla
si accostò a sua figlia «E cosi hai osato
spingerti fin qui, Sandmon?!»
Ma Sandmon non era impreparato «Cyclemon…!
Perfetto, mancava solo la tua annosa saggezza a completare il quadro.
Sono giunto con intenzioni pacifiche benché tu non lo
creda!»
“Così quello è
Cyclemon…!” era stupito Guilmon…
“…e quella è la principessa
Diamon!” realizzava Imagomon
“…è la prima volta che sono
così vicini a dei comuni Digimon come noi.”
«Papà stai indietro…»
sussurrava Diamon premurosa seppur impaurita, ma lui bisbigliava
«Per carità, Diamon! Via di qui! Nascondi Kazu e
la Sfera!»…«Cosa…? Ma
come…?»…«Sandmon non deve
trovarli, vai svelta!! La “prova dell’erede”
ha importanza vitale per il futuro di Digiworld, Kazu non deve correre
alcun pericolo! Presto, vai!»…«Cosa
complottate?!»
…incrociò però le braccia Sandmon
«Non vi hanno insegnato che è maleducazione
bisbigliare fra voi? Specie in una…importante seduta
diplomatica per decidere le sorti di un mondo alla deriva!»
…Diamon, nonostante avesse già le lacrime agli
occhi, comprese che la cosa migliore era lasciar scivolare la sua mano
dal manto del padre, e correre via implorando «Sii
prudente!»
«Dove scappa tua
figlia?»…«Veniamo a noi,
Sandmon…» avanzò l’anziano
Digimon con occhi di sfida «Pfff!...Cyclemon lo dico per te
non metterti in situazioni imbarazzanti, ormai ha una certa
età e-»…«SILENZIO!»
Cyclemon picchiò il bastone a terra «Hai spezzato
le ali a Digiworld con la violenza dei tuoi eserciti, hai attaccato
intere popolazioni di Digimon solo
per-»…«Trovare la Sfera regale, si lo
ammetto, dov’è, Cyclemon?! Tu devi saperlo, vuoi
dirmelo
ora?!»…«…NO…!»
Cyclemon strinse con rabbia il suo bastone e corrugò il suo
occhio giallo «…tu non lo hai fatto per inseguire
una tua ambizione personale, sarebbe troppo lusinghiero nei confronti
di una marionetta priva di volontà come sei tu: lo hai fatto
per compiacere CHI TI HA CREATO, e promesso nient’altro che
fumo…»…«Come mi hai
chiamato?! V-Vecchio, sto cominciando a perdere la pazienza, ti
avverto!»
Sandmon caricò i suoi pugni di potere, sotto gli occhi
stupiti di N’Emo…
Cyclemon accese un lampo sulla sommità del suo bastone,
dinanzi allo sguardo spalancato di Imagomon…
…e in mezzo a quelle scintille prossime a detonare,
c’era Guilmon, che sotto la sua cappa scura nascondeva cuore
e pensieri sospesi…
«Presto, di qua!!»…«Diamon,
ma…!» obiettò Kazu ma «Non
c’è tempo per le spiegazioni!»
esclamò la ragazza «Perché quelle
lacrime nei tuoi occhi?!...e tuo padre
dov’è?!»…«Suo padre
dov’è, signorina? Perché quelle
lacrime?»…«Non ve lo posso spiegare,
dobbiamo scappare!!» gemette la ragazza digitale sempre
più vicina al pianto, ma Kazu sbottò
«Insomma, vuoi dirmi dov’è tuo padre?!
Dov’è Cyclemon?! Mi rifiuto di scappare senza
neanche sapere se ha bisogno d’aiuto!» sfoderando
il suo Digivice da poco impreziositosi di decorazioni stellate
«Io sono un Digimon Tam-» ma Diamon
bloccò il suo braccio «…tu
sei…la nostra unica speranza. Forse…»
versando una lacrima, ma guardandolo con occhi profondi…
…tanto da bloccare il suo impeto
«…Diamon…che
succede?»…«Seguimi. Andiamo nelle
cantine. Anche tu!»…«Io?
Signorina?...ma…sono
confus-»…«Corri, Guardromon! Forse ora
saremo più utili nascondendoci!»
«Non sono venuto per fare una carneficina ma per discutere
del futuro di Digiworld! Ma se tu proprio mi costringi,
Cyclemon…!»…«Che ti importa
del nostro futuro?! Il nostro presente grazie a te è
distrutto. Ed il nostro passato…vanificato! Preferisco
misurarmi con te una volta per tutte, se è giunto il mio
momento!»…«Uhmuhmuhm! Coraggioso, il
nonnetto digitale. Ma se definisci “vanificato” il
passato mi spiace correggerti: hai ancora un debito con esso! Lo avete
tutti, TUTTI QUI!» puntando le dita in alto e ai suoi lati, e
descrivendo «Le vostre famiglie, il caldo focolare di dieci
anni, i vostri sogni e progetti sarebbero rimasti a fluttuare tra la
polvere digitale se il D-Reaper avesse portato a termine la sua opera
distruttiva! Se la sua minaccia è stata
arrestata…lo dovete a quel Digimon di cui io sono
ambasciatore! Il Supremo Guilmon! Il successore di
Azulongmon!!»
«Cosa?!...è stato eletto un successore per
Azulongmon…?» mormorò Cyclemon
attonito, poggiando gli occhi su quella misteriosa creatura avvolta dal
manto scuro…
“E’ vero…” pensava nel
frattempo Imagomon “…leggo nel suo passato la
sconfitta del D-Reaper. Ma rifiuto di pensare…
…che quella specie di ombra sia il mio amico Guilmon. No.
Non può essere! Assomiglia ad un ironico gioco di
proiezioni.”
«Date fondo ai vostri poteri, se li avete!» sfidava
Sandmon «Digimon superiori, scavate nel suo passato senza
problemi! Scoprirete che non mento, lui è l’unico
in grado di detenere il posto di Supremo ora che Azulongmon non ne
è più in grado!! Ed è dalla mia parte,
ciò significa che siete nelle mie mani! Anche tu,
Cyclemon!!» puntandogli un dito contro, e lasciando
spalancare i suoi occhi inumani giallo-verdastri «Rinnegare
le proprie origini è cosa assai grave!! Senza
origini…non vi è alcun futuro!!»
Sandmon con le sue parole era riuscito a zittire la
platea…ed un profondo turbamento di interrogativi e
oscurità iniziava ad addensarsi nell’animo
dell’anziano Cyclemon…
«Questi? E---ptsss-ptsss! Signora? Ho anche questi dove li
mettooo?» trafficava Cindermon con i suoi bagagli, ma cercava
di alleggerire il suo fiume di richieste adottando un velo di
delicatezza quasi infantile nel tono…
…nel frattempo Takato parlava al cellulare con sguardo torvo
a dir poco «E’ sicuro che non ci sia dietro
un’errata interpretazione?!!» scandendo
particolarmente gli ultimi due termini.
Rika, dall’altro lato della chiamata mentre camminava in
strada, si mostrava molto naturale «Purtroppo no, Takato,
sembra che sia stato emanato davvero un nuovo decreto, del resto era
prevedibile che non si riuscisse per più di tanto tempo ad
occultare questo ritorno dei Digimon. Hanno fermato anche me, non
chiedermi come hanno fatto a scorgere Renamon perché lo
ignoro, è velocissima nei suoi salti ma a quanto pare hanno
migliorato la qualità dei rilevatori. Che vuoi amico mio
sono passati dieci anni dai nostri tempi gloriosi e la tecnologia si
è evoluta.»
Takato ascoltava in silenzio, compiendo dei lunghi sospiri…
«Certo non potevano a lungo andare neanche ignorare il loro
debito con i Digimon, sicché una loro circolazione
legalizzata per la città non è prospettiva
lontana, ma preferiscono premunirsi con la messa in regola
dell’indirizzo di residenza: mi hanno fatto un sacco di
domande. Inutile dirti che mi sono spaventata a morte, inizialmente
credevo mi cercassero per via del locale, pensa un
po’!»
«…ho capito: non fa niente, Rika,
l’importante è che tu e Renamon non abbiate corso
rischi. E che…» …volgendosi con
minacciosa coda dell’occhio…
…e ascoltandola mentre chiedeva «Ma io dove
dormirò qui??? Dove sta la stanza da
letto???»…«…dobbiamo ancora
allestirgliela, signorina (!) » replicava Mie, e Cindermon
«E il bagno? No perché ancora devo prendere
confidenza qui non mi oriento bene! Mi sembra enorme mi perdo
sss…batto il muso contro le
pareti!»…«Si metta ferma, seduta buona
da una parte e noi finiamo di sistemarle la stanza.» era il
consiglio di Takehiro…che non riusciva a smettere di fissare
suo figlio con occhi di fuoco…
«Takato? Sei ancora in linea?» chiedeva Rika.
E lui rispose tra i denti «…non so per quanto
ancora! Mi ci voleva solo questa!»
«Dai andiamo c’è di peggio, è
per ottimizzare l’azione dovesse sopraggiungere un attacco:
così da evitare di cercarsi in giro per la
città!»
«Tremo al solo pensiero di cosa accadrà
stanotte!»
«Ohhh, come devo intenderla???» ironizzò
furbamente la ragazza.
«Mmm, fai un po’ tu…!!!...mi immagino
già che macello, vorrei che questa sera non giungesse
mai!»
«Animo allora, che la giornata è ancora lunga:
quando ci vediamo per andare da Henry?»
«…tra un’ora, tanto da avere il tempo
per…!!!» («Che è questa? La
chiave della mia stanza ma che ci devo fare?? Chiudermici
dentro??»…«Non sarà solita a
stare con la porta aperta a casa di un suo
amico!»…«Come? Che ha detto
signora?...ma non è che per caso lei fa delle battute e io
non le capisco? Perché a casa me lo dicevan sempre-mio padre
fissato sempre a dire che non capisco le battute cioè che
poi mi dispiace, magari lei ci resta
male!»…«…e così
lei ha anche un padre!»…«Io? B-Beh
sì sotto la foglia di fico non sono nata.
CIOE’!!!...sotto un cavolo oddio che mi metto a dire mi
confondo vede?!»…«Lasci perdere, che
lavoro fa suo
padre?»…«Mmm…mio padre?!
C-Che lavoro?!»)
…tanto che Takato colse la palla al balzo per concludere
«…tanto da avere il tempo per trovare un impiego
credibile a un Digimon!!» chiudendo la conversazione.
Rika chiuse altrettanto di scatto il suo cellulare «Povero
Takato! Devo ammettere che ci sono andata un po’
pesante.» accompagnandosi con un lieve sorriso
«Andiamo…Cindermon non è poi
così male…» mentre attraversava la
città fra le sue aiuole, e la primavera che si riversava
dalle chiome degli alberi «…molte persone magari
hanno dei lati migliori rispetto a quello che ci aspettiamo: tutto sta
nello scoprirli…!» …e quel pensiero le
sfiorava l’animo come un dolce velo di petali rosa, mentre
nella sua mente riascoltava le parole dell’amico “Se c’è una
persona con cui in tutta franchezza ho sempre pensato che prima o poi
avresti convolato a fiori d’arancio questa
è-“
”Takato!!”
“Sta di fatto però che prima o poi anche
Ryo…sì, di certo è un po’
stravagante ma anche lui crescerà e avrà
esperienze, non resterà in eterno
così…”
“Però…sai? Forse è una mia
impressione, io da amico lo vedo con occhi diversi, ma dopo tanto tempo
mi è sembrato di ritrovarlo cambiato. Più
maturato.”
«…crescere.» accennò Rika
guardando il cielo «Cambiare. Maturare.
Certo…quanto tempo. Quanti anni…»
mentre qualche petalo le sfiorava il viso «…che
non era più primavera. Eppure si dice che ogni anno le
quattro stagioni si alternino. Non è affatto
vero…!!» scandì con un lieve fare
impertinente smussato dalla femminilità, e la dolcezza
recentemente raccolta, e così camminò in
là…
«E’ stata un’esperienza piacevole, vero?
Dovremmo ripetere!»…«Già!
Però la prossima volta ti voglio veder mangiare
qualcosa!» si dicevano Alice e Ryo uscendo da quel bar
«Oh?! Ti ha fatto impressione vedermi non toccare
cibo?»…«Cosa? Oh no ma che dici, Alice!
Non sarà che sei un po’ fissata col modo in cui
gli altri ti
guardano?»…«…sarà
che…mi accompagna il timore di fare paura a coloro che ho
attorno!»…«Ma come ti viene in
mente?!» fece il ragazzo, prendendole le mani «Sei
una ragazza splendida…hai solo da riscaldare queste mani
così gelide: sei freddissima!
Rilassati…»…«Io…»…«Andiamo,
non c’è motivo! Come puoi vedere non sei stata
dimenticata in questa città, sei rimasta stampata nella
memoria mia e di certo anche degli altri Digimon
Tamers!»…«…merito…di
Dobermon…il suo sacrificio fu determinante
all’epoca…»…«Sì
è vero, senz’altro, ma quella che ha avuto il
coraggio di condurlo fin da noi sei stata proprio tu,
Alice!»…«…sei carino a farmi
coraggio. Non sai a volte quanto se ne abbia bisogno nella
vita…»…«…ne so
più di quanto tu possa credere.»
…Rika passava da quelle parti proprio in quel momento. E
quando alzò gli occhi e li vide, rimase immobile, con la
mano appoggiata sull’albero che aveva accanto…
«…ho scoperto che le insicurezze, il dubitare di
se stessi può fare molto male a persone che in
realtà sono fantastiche! Che vanno bene esattamente come
sono! Non cadere anche tu in questo, sei…sei giovane, sei
bella!»…ed orientava il viso di lei per farsi
guardare «Lo…pensi
davvero?»…«Beh, se tu dubiti di questo
vuol dire che sei messa male. Non hai uno specchio a casa
tua?»
…mentre Minidramon stava ripiegata su se stessa
nell’angusta borsetta della ragazza…e quel rossore
non aveva abbandonato il suo muso…
…Monodramon invece a un certo punto notò
«Oh-h! Ryo,
guarda!!»…«Oh?!»…«Quella
è Rika!»…«Come?! Cosa?!
Dove?! Oh!...
…Rika!»
Al che Rika si decise a venire avanti, accompagnando con occhi
socchiusi un sorriso mite e sereno «Ciao a tutti. Ciao
Ryo…»…«…cavoli…ti
trovo bene, meno male, Monodramon mi aveva fatto
preoccupare!»…«…tutto
risolto, grazie.»…«Ne sei
sicura?» il ragazzo non tardò ad accostarsi a lei
con fare premuroso, ma lo sguardo della ragazza si alzò e,
assorto incrociò quello altrettanto sospeso della ragazza
dai capelli biondi «…ti ricordi di lei?»
domandò Ryo «Non lo diresti mai ma è
una dei nostri! Forse non ricordi bene il suo
nom-»…«Alice. Giusto?»
domandò Rika pacatamente, ed Alice accennò un
sorriso «…accidenti, è
incredibile.»…«Non così
tanto, quando si ha un debito con
qualcuno.»…«…un
debito…?» chiese Alice sfiorandosi il suo ciondolo
d’alluminio…e Rika le sorrise
«…esattamente. Tu sei qualcuno di preciso nella
mia memoria. Lo sei stata in tutti questi anni. Tu sei…
…la ragazza…che non abbiamo fatto in tempo a
ringraziare, quando fu
allora.»…«…ohh…»
Alice socchiuse gli occhi, sembrò colpita da quelle parole
«Però il tempo non cancella i vincoli di
gratitudine. E sono felice che in una giornata…come
questa…
…molto importante per me…
…che rappresenta in un certo senso un nuovo
inizio…io…abbia avuto modo di rivedere proprio
te, dopo tanto
tempo.»…«…ohh?!»
Alice fu stupita ancor più, quando la ragazza le tese la
mano «Mi permetti di ringraziarti…? Per
tutto…senza di te e senza Dobermon non ce
l’avremmo mai fatta. Grazie infinite…»
Alice raccolse la mano di Rika con un po’ di esitazione
«…non devi ringraziarmi, io l’ho
fatto…» ma sembrava esitante, timorosa…
…anche Minidramon nella sua borsa si era destata ed il suo
sguardo era sospeso…
«…era mio dovere.» sfumò
Alice, nascondendo il capo «Perdonami, in certi casi non
riesco a dire altro.»…«…non
fa niente. Questo basta. Permettimi di dirti…che non sei
cambiata affatto.
Sei…bellissima.»…«Oh no,
invece sono successe molte cose. Sono…così
diversa!»…«…allora benvenuta
nel club.» accennò Rika che nel suo rivolgersi
lasciava trasparire matura discrezione e delicatezza «Noi
Digimon Tamers di quell’ondata…ci distinguiamo per
non essere stati particolarmente
fortunati.»...«…avete
sofferto…?» domandò Alice che sembrava
consumare un così arduo istante «A
tutti…capita di soffrire col crescere. Ma la
speranza…e l’amore ci aiutano a non smarrire la
strada.» replicò Rika lanciando un rapido sguardo
a Ryo che era rimasto un po’ interdetto, per poi avanzare
verso la ragazza «Comunque sono felice di averti rivisto,
spero che…questa volta ti tratterrai un po’
più fra noi, non…sparirai nel
nulla…come allora, vero? Ti guardai
allontanarti…e poi ad un
tratto…»…«Oh? Devo andare!
Scusate, si è fatto molto tardi. Ryo…! Grazie
e…
…a presto Rika.» detto pianissimo «A
presto!...Alice.» e così la ragazza corse
via…
Rika sembrò sporgersi, come stimolata a seguire
l’allontanarsi della ragazza per quanto più tempo
possibile. Ma Ryo le parlò «Ora che siamo soli
puoi dirmelo, tutto bene?! E quei problemi?! Ah, non sai quanto sono
stato in pensiero!»…«…lo
immagino, Ryo. Ma adesso è tutto a
posto.»…«E
Renamon?!»…«…mi aspetta casa,
anzi ad essere sincera dovrei andare da lei
perché…poi con Takato volevamo passare da
Henry.»…«Ah, già da
Henry…diavolo, accidenti, io…! Vorrei ma sono
incasinat-»…«…Ryo-»…«No,
ma davvero, solo che…il lavoro, già oggi ho
saltato una riunione
che-»…«…Ryo. Davvero,
tranquillo, lascia fare a noi.»…«Ma non
ci sono mai! Con Terriermon, ed Henry ci sono problemi! Takato ha
lottato più volte da solo e prima ancora con te,
io…!»…«Ti assicuro che non
c’è alcun problema. Hai la tua vita, e le tue
esigenze, è normale. Comunque ti ringrazio, credimi tengo
ben conto del tuo interessamento. Ci vediamo in giro, tanto questa
nuova battaglia non farà mancare occasioni per
riunirci.»…e si allontanò, con passo
misurato, ma deciso «Rika, io…!...
…non ci tengo più a fare quello che appare una
volta ogni tanto. Questo mi ha fatto perdere tutto il tuo problema. E
svegliarmi oggi, ora che è già risolto. Questo a
dirtela proprio non riesco a mandarlo giù!»
finì a dire a se stesso, poiché lei era
già lontana…
Rika camminava e ancora qualche petalo rosa sfiorava il suo viso. Ma
ripensava all’immagine scorta poco prima, di Ryo ed Alice
così vicini…«Crescere, cambiare,
maturare…non significa sognare ad occhi aperti, io ho
già avuto quanto mi spettava, altro non posso
pretendere.» …e sembrava non ci fosse traccia di
rabbia in lei, ma di serena rassegnazione.
Ryo invece sembrava dispiaciuto, e a passo un po’ incerto si
allontanava «Cos’hai, Ryo?» si informava
il suo Digimon «Niente…ripenso al giorno della
battaglia.»…«Davverooo???»…«…sì,
perché che c’è di strano? Dove sta
appeso il cartello che dice che sono insensibile?!»
Svegliatosi, ma con aria stanca e sguardo sempre più
affaticato, Henry si appoggiò alla scrivania della sua
stanza, allungando la mano nel cassetto per cercare
qualcosa…
…ma più cercava, più si sforzava, meno
riusciva a trovare quello di cui aveva bisogno
tant’è che aprì di scatto il cassetto
«Dov’è…?!» si
chiese con tono sofferente, mescolando la mano fra quei tanti oggetti e
carte ma senza trovarne traccia «Dov’è
finita la mia foto?!»…col gesto di spingersi al
cuore quel qualcosa che non aveva «E’ sparita anche
quella?! Ormai non mi resta più niente…»
…e nascondeva lo sguardo, non voleva guardare il
cassetto...ma ne conosceva l’interno bene tanto che gli
bastò allungare la mano per pescare la boccetta di
ansiolitici…ed assumerne un altro, mentre il suo volto
capitava accidentalmente nello specchio che aveva poggiato sul vicino
comodino…il ragazzo sfiorò il suo pallore, e i
suoi capelli appena sgualciti dal cuscino…la tristezza
cresceva nei suoi occhi grigio scuro «…non sono
andato al lavoro, perché mi sono ridotto in questo stato?!
Tanta fatica…per nulla…
…tutti mi abbandonano…dalle
persone…fino alle fotografie…»
specchiandosi con la sua boccetta «…sono diventato
dipendente…da questa roba!!» abbassando il capo
con amarezza «Io che credevo di essere superiore a tutti
coloro che ne finivano vittime! Perché…? Come
doveva andare? Dove ho sbagliato, perché non giunge qualcuno
a dirmelo…?» seguitando ad implorare qualcosa di
indefinito al suo volto candido con un riflesso di infantile tristezza
«Perché non ci sei più accanto a me,
Terriermon…
…a farmi comprendere i miei errori, e a farmi crescere?
Perché mi hai abbandonato anche tu…?»
…Terriermon, che sbucava da un bustone del supermercato che
scoppiava di spesa “…mi sono salvato per un pelo,
cogliendo la palla al balzo.” pensava, mentre
l’orgogliosa signora Akimoto puliva qualcosa sul volto di
Benji «Che ti sei fatto, piccolo della nonna, ti sei
sporcato? Ohhh, adesso la nonnina ha comprato un sacco di cose buone,
torniamo a casa e ci facciamo una bella mangiata! Alla faccia di Rea
che vi fa fare quei visucci: guardaaa, belli cicciottelli ridiventiamo!
Come quello che ho visto ieri sera: un miraggio! Di buona
salute!» riprendendo il cammino con energia e sprint, mentre
il mogio Digimon le cui orecchie spuntavano dalla busta pensava
“Henry, non ce l’avrei fatta a rivederti
un’altra volta, la tua sola presenza di fronte a me mi fa
star male, il solo udire la tua voce fa sanguinare il mio cuore. Questo
non posso e non riesco a confessarlo a Rea né a nessun
altro, ma mi verrebbe voglia di scoppiare a piangere! Ho resistito per
dieci anni convinto di dover sorridere anche da parte tua…
…ma niente mi fa sgorgare le lacrime quanto
l’immagine di te adulto. E la coscienza che
c’è qualcosa che ti importa più di me,
più di Benji. E più di Rea. Che conosco da poco,
ma ora sono divenuti il mio mondo. Parti di me. Forse è
l’effetto del Digivice…o forse, è
semplicemente la vita.”
…abbassandosi…fino quasi a voler annegare nella
spesa…mentre «Oh? Benji amore di nonna che hai
visto?! A-Aspetta, la nonna ha mille buste non può
correreee! Benji-ah ma dove va quel bambino?» presto la
signora si impegnò in una corsetta, facendo un po’
ondeggiare «Oh-Oh-Ohhh!» la busta con
Terriermon…
…Benji sembrava attratto da una testa di orsetto di peluche
che faceva capolino dal vicolo per poi sparire di colpo
«Benjiii!!!...uff, puf! Mi sarò portata lo
spruzzo? Speriamo!» cercava di stargli dietro la
nonna…
…quando improvvisamente, nel vicolo desolato, il bambino
sbatté contro qualcosa di più grosso
«Cucùùù, piccolo
Benjiii???»
…e all’arrivo della nonna «Benji piccolo
amore di non-AHHH! AHHH!!! MA CHE COS’E’, UN
PELUCHE COSI’ GROSSO?!!» tanto che Terriermon
balzò all’istante fuori dalla busta
«PinkMonzaemon!!»
«Uahahahahah!...
…Terriermon finalmente ti vedo al tuo posto…fra i
prodotti svenduti al supermercato,
uhmuhmuhm!»…«Che sei venuta a
fare?!» esclamò il Digimon con tono di sfida
drizzanto le orecchie «NON TOCCARE MIO NIPOTEEE!!!
AAHHH!!!» ma prima che potesse dirigersi dal nipotino la
signora Akimoto fu bloccata da un pugno sferrato a terra dalla possente
zampa della creatura «COME, PREGO…? UN ESSERE
UMANO CHE OSA DARE ORDINI A
ME…???»…«L-Lascia stare il
piccolo Benji! S-Se sei un Digimon, una creatura come
l-loro-» indicando Terriermon «-ti prego non gli
fare del male a-al posto prendi me! T-Tieni, prendi anche la
spesa!»…«La
spesa…?» chiese PinkMonzaemon, per poi…
…pestare e spiaccicare per bene la busta
«…soldi sprecati, mi auguro che al vostro
supermercato facciano offerte migliori. Al nostro a Digiworld ignorano
cosa sia la convenienza, e questo perché? Perché
i Digimon sono avidi e pensano solo al loro tornaconto. E questo
perchééé?» nel lampo perfido
dei suoi occhi «Perché dei pulciosi con
l’animo da tiranni li aizzano contro noi onesti
civili!!»…«Ora smettila!! Tu e le tue
amiche la dovete piantare di seminare il
terrore!»…«Oh chi ha parlato? Il
difensore della spesa??»…«Il
difensore…DELLA FAMIGLIA DI CUI FACCIO
PARTE!»…«Dell’orfanotrofio che
ti ha accolto, vorrai dire.»
…togliendo la zampa dalla spesa divenuta ormai una poltiglia
indefinita, sotto gli occhi attoniti di Terriermon e terrorizzati della
signora «Uhmuhmuhm, inutile piangere sul latte versato: non
serve spesa ad un bambino che sta per cambiare
casa…» …sollevando lentamente Benji,
che si spaventò e scoppiò a piangere
«Lascia stare Benji!! Terriertornad-AHHH!!»
Terriermon fu spinto via da una zampata «…e ad un
Digimon…a un passo dall’essere acquisito,
uhmuhmuhmuhm!!!» di nuovo quel lampo di crudeltà
negli occhi.
«Terriermon!!» esclamò la signora
Akimoto, e questi rimettendosi in piedi nell’affanno
«Svelta…signora…corra…a casa
a chiamare Rea!»…«Ma…!! Tu,
Benji!!»…«Ci penso io a proteggere
Benji…»…«…ti sei
sempre creduto un eroe Terriermon, è questo il tuo problema:
ti sei mai guardato allo specchio?» provocava PinkMonzaemon
tenendo stretto il bambino «Non vali
nulla…!»…«…sta
zitta, non ho paura di te!! Svelta signora, vada da Rea e le dica di
raggiungerci!!»…«A-Ahhh!!!»
pur gemendo di terrore e disperazione la donna
obbedì…
…e PinkMonzaemon minacciò «Hai scordato
di dirle di salutarti per bene: perché quando
tornerà troverà due pastrocchi simili!»
alludendo alla poltiglia di spesa «…e
assolutamente nient’altro!»…«A
noi due…!!» replicò però
Terriermon con determinazione, stringendo denti e pugni ed evocando le
sue forze…
In quegli stessi minuti Jeri stava camminando in strada, nel difficile
tentativo di scacciare dal suo cuore quella sensazione di disagio
«E’ incredibile, oggi capitano tutte a me! Questa
mattina quell’assurda situazione con Beelzemon al convento,
poi Takato che sfoggia il suo “nuovo look” proprio
quando avevo bisogno di parlargli e confidarmi, è possibile
che non ci sia una, una cosa soltanto che vada bene?! Certe giornate
partono proprio storte, non c’è niente da
fare!» tirando un calcio alla panchina in
un’aiuola, per poi sedersi
«Uhhh…!»
…e sorreggersi la testa con le mani
«…il risultato poi alla fine è sempre
lo stesso: sono sempre sola.» disse mogiamente, alzando gli
occhi verso la gente in strada, che le appariva puntualmente
accompagnata da amici e partner a dispetto della sua solitudine
«Forse…questo è il mio
destino.» accennò guardando un po’
malinconica il cielo «La sfera sospesa di dieci anni
fa…mi rappresenta bene. Doveva rappresentare la mia vita.
Forse è per questo che il D-Reaper mi ha
scelta.»…«C-Calù…!»…«Ah?»
La ragazza si volse stupita. E a quell’agile batuffolo
digitale bianco bastò un lieve balzo per accostarsi a lei
«Jeri…! Di nuovo sola…! Eppure qua
attorno non ci sono nemici, calù! Sono passati tanti anni da
quel giorno!»…«…a volte il
tempo non cambia certe cose, Calumon…» disse Jeri
socchiudendo, in una profonda e consapevole sfumatura, i suoi occhi
truccati con l’ombretto rosa come i petali
«…calù…allora se
è così, ne lascia altrettante intatte! Come il
sottoscritto: qui, accanto a te. Quando ti senti più sola.
Come allora. Confidati con me, piccola. Io sono cresciuto. Ora posso
capirti…con più esperienze ad
aiutarmi.»…«…Calumon…come
sei caro…» mormorò Jeri allungando la
mano per carezzarlo «Cos’è che ti isola
dagli altri? E ricrea quella bolla in cui ti nascondevi, timida, e
impaurita. Timorosa di mostrare al mondo…la bella persona
che eri.»…«…tu sei stato
sempre convinto che io sia una…”bella
persona”.»…«Calù,
non io soltanto, Jeri. Hai degli amici.» si sedette Calumon
accanto a lei, incurante degli sguardi turbati della gente, ed
incurante delle sue piccole dimensioni. Fece esattamente come se avesse
braccia e gambe lunghe come gli esseri umani «E adesso quello
che è più strano…è che hai
anche un Digimon,
calù.»…«Ohh…?»
Jeri ritirò appena la sua mano «Non sei
più la piccola Jeri che aveva smesso troppo presto, e troppo
tristemente di essere una Digimon Tamer: sei pronta a gettarti in una
nuova avventura assieme a Beelzemon, che anzi dovrebbe essere ora qui
con te. Al posto mio.»…«…ma
io preferisco te,
Calumon!!»…«Calù?»…«Oh,
con Beelzemon non posso prendermi, non potremmo mai andare
d’accordo io e
lui!!»…«…perché
dici questo Jeri…?» accennò il piccolo
Digimon «…Beelzemon…ha smesso di essere
quel Digimon egoista e
prepotente…»…«…lo
dici...poiché in questi anni, al villaggio si è
comportato meglio?» chiese la ragazza passandosi una mano tra
i capelli «No, calù! Non parlo solo di questi
anni: se ricordi bene…Beelzemon ti ha salvata!
Lottò con tutte le sue forze pentito dei suoi errori per
trarti in salvo, e lo fece sia sotto i miei che sotto i tuoi
occhi.»
Jeri abbandonò gli occhi al cielo, e i ricordi a quei colpi
incessanti…ostinati, animati dalla passione, e dal bisogno
di riscatto, sferrati dal Digimon alato contro la sfera che la separava
dal mondo...lasciandola sola con se stessa, il suo vestitino verde, e
le sue scarpe da ginnastica…
«Beelzemon ha cominciato a cambiare già da quei
tempi. Io so che tu lo ricordi. In questi anni, Jeri…ha
maturato molto. Anche lui ha sofferto la lontananza dagli amici della
terra. Anche…da
te.»…«…dici che
Beelzemon…realmente mi ha pensata in questi anni?»
…pianissimo, rispose il piccolo Digimon
«…i rimorsi…e i dolori ti aiutano a
crescere…
…aprono il cuore…e ti instradano verso
l’amore. Quello vero. Che si può provare solo da
adulti.»…«…io non credo al
vero amore!!» espresse Jeri stringendo un pugno di sofferenza
con le sue unghie smaltate «Io non credo che in fondo a
questa crescita possa esservi qualcosa che valga la pena di vedere!
Attorno a me…vedo solo tradimenti, e
delusioni!»…adagiando la sua mano sulla
panchina…ma Calumon vi adagiò i suoi piedini con
un piccolo balzo «…neanche…il fatto che
siamo tornati riesce a darti un po’ di speranza,
calù?»…«Calumon…io
desideravo tanto essere la tua Digimon Tamer!!»
confessò, con gli occhi che le si velavano di commozione
«Sono convinta che io e te saremmo stati una coppia
perfetta!»…«…io continuo a
essere tuo amico, calù. E credimi, Beelzemon può
meritare il tuo affetto e la tua
stima!»…«Beelzemon…a lui non
importa niente!! Ha già i suoi domatori, sono Akemi e Mako e
vive solo per loro, non potrebbe mai volermi
bene!»…«Calù, questo lo dici
tu. Io l’ho
osservato…»…«…non
so come tu abbia fatto, con tutti gli impegni che mi hai detto che
avevi.»…«Calù!»
dalla mano con cui lei lo aveva sollevato, Calumon balzò
deciso sulle sue ginocchia «…tra tante
scartoffie…» sussurrava il Digimon
«…avevo bisogno di trovare qualcuno che fosse un
minimo simile a me per tirare la forza di tirare avanti: tu non puoi
immaginarlo…
…ma un ufficio stretto e isolato per uno come me
è peggio di una sfera fluttuante…»
…gli occhi della ragazza si dilatarono,
colpiti…«...io amo la libertà, e sono
stato costretto a qualcosa di troppo più grande,
calù. Le mie mani non possono neanche stringere una penna,
sono troppo piccole! Dovevo prenderla con i piedi. E soffiare i fogli
nella stampante…rischiando ogni volta di
scivolare…»…«…dev’esser
stato terribile!»…«Ma nonostante tutto
avrei preso ogni cosa come un gioco se non mi avessero segregato su una
montagna, lontano dai miei amici, costretto a far rispettar loro le
leggi e a osservarli dall’alto! Non mi riconoscevo! Non
sapevo più che senso avesse la mia esistenza per
cui…la sera nelle brevi pause mi sporgevo e li
osservavo…»…«Oh?»…«…cercavo
di comprenderli, come facevo girellando per le strade, dieci anni fa.
Tra un disastro e l’altro che combinavo ho conosciuto meglio
Guilmon! Terriermon! Renamon! I loro domatori e te,
Jeri!»…evocando in lei struggente rimpianto per
quei tempi «…non ho smesso mai…
…neanche a Digiworld. Osservavo Beelzemon guardare la
luna…lui la chiamava “luna” ma in
realtà è il mondo di voi esseri umani! E credimi
più di una notte ha sussurrato il tuo
nome…»…«…davvero…?»…«Chiedeva…in
fondo al cuor suo un’occasione per dimostrarti ancora e
meglio che era pentito, e voleva rimediare al male arrecatoti!
Quell’occasione di cui la vita lo ha
privato…troncando di netto il suo dialogo con
te…con l’innescarsi del processo di inversione dei
dati, che lo riportò a Digiworld. Ognuno di noi Digimon ha
lasciato qualcosa di interrotto su questo mondo, Jeri: ed
io…in tutto questo lungo viaggio ho scoperto,
calù…che ho molto più in comune con
Beelzemon di quanto potessi credere. Forse è per questo che
nonostante tutto finivamo sempre per andare in giro insieme,
calù.»
«E non solo voi Digimon. Anche noi esseri umani abbiamo
lasciato qualcosa di incompleto da finire con voi.»
rivelò una voce di ragazza
«Calù?» alzò lo sguardo
Calumon, e lo stesso Jeri «Oh? Suzie!»
Suzie era lì, con Lopmon in braccio «Vi ho visti,
sei piccolo ma inconfondibile, Calumon.» disse gentilmente la
ragazza, che si sedette accanto a loro «E ci
hai…anche sentiti?» domandò Jeri, e
Lopmon rispose «Non devi preoccuparti Jeri, Calumon
è come se avesse raccontato la nostra storia parlando per
tutti noi.»…«E così ora sei
anche tu una Digimon Tamer: me lo aspettavo, sai? Non potevi
mancare.» affermò Suzie, prendendo le mani
dell’amica che però aveva ancora sguardo incerto
«Tu dici? Anche Rika…ha usato le stesse
parole…»…«Andiamo, Jeri, su
col morale! Se lo diciamo è perché abbiamo
fiducia in te!»…«Non so come facciate
voi ad avere fiducia in me quando io stessa non ce l’ho verso
il mio Digimon!» dichiarò la ragazza scattando in
piedi, ma Suzie le pose una mano sulla spalla «Ti capisco:
anche per me è un momento difficile, e so cosa si prova
quando una persona tradisce la tua fiducia. Se mi trovo qui in giro
è perché da ieri sera non mi do pace e cerco una
spiegazione al comportamento di Henry. Mio fratello ha abbandonato il
mio nipotino, tradito una mia amica, e ferito Terriermon, che per
me…è come un secondo Digimon. O un secondo
fratello, chissà!
Uhmuhmuhm!»…«…Suzie…io
non sapevo niente! Takato mi aveva accennato qualcosa,
d’accordo,
però-»…«Oh, non preoccuparti.
E’ soltanto per dirti che siamo tutti nella stessa barca,
amica mia. Ma proprio per questo non dobbiamo fuggire e isolarci: dopo
tanti anni il nostro desiderio è stato esaudito, i Digimon
sono tornati! E’ il momento di riprendere in mano i nostri
sogni, Jeri. Di crederci
veramente…»…«…Suzie
ha ragione!» confermò Lopmon
«E’ vero, calù!»
…e Jeri era in mezzo a loro, e pensava
“…riprendere in mano i sogni: fino a adesso,
questa crescita mi ha tolto tutte le sicurezze. Loro credono ancora
nell’antica amicizia, nella possibilità di
ricreare una sinergia rara come quella di quei giorni, quando con zaino
in spalla partimmo per Digiworld.
Chissà…” guardando il cielo con
malinconia, ma anche con una pena assetata di vita negli occhi
“…chissà se ci è dato
ancora!! Vorrei lasciarmi andare e crederci, abbandonandomi al pensiero
che ho anch’io un Digimon! Ma temo di illudermi…e
il dolore di un sogno che si dissolve è immenso!”
…ripercorrendo con lo sguardo i sentieri delle esperienze, e
dei sentimenti…
…quando Beelzemon era riuscito a prendere confidenza con le
prime manovre pittoriche, ma non riusciva a togliersi dalla testa
“Jeri…” il momento brusco di quella
mattina, restando incantato con il pennello tra le mani
“…non posso restare qui, debbo assolutamente
chiarirmi con lei! Ne sento il bisogno…Jeri è la
mia Digimon Tamer…anche se Akemi e Mako sono dentro di
me.”
Akemi, pur lasciando forse trasparire un po’ di stanchezza,
non cessava di spostarsi da un lato all’altro della sala per
constatare la riuscita del dipinto, quando fu raggiunta da suo fratello
«Uff!! Eccomi, ho fatto il più veloce che potevo:
come procede il debutto di un Digimon nella pittura sacra?!»
Mako anche nella fretta aveva movimenti sciolti e giovani, che gli
conferivano un portamento agile «Si impegna molto, come
sempre. Mako, ti sei incontrato con la tua
fidanzata?»…«…no, e per
fortuna! Akemi, papà mi aspettava di nuovo,
all’uscita di scuola: ha ripreso con la storia del
matrimonio, vuole che mi sposi adesso, e in fretta e furia! Tu lo
conosci, sai che quando si mette in testa una
cosa…!»…«C’è
una cosa che devi sapere.»…«Cosa? Su
Jeri?!»…«No…cioè
sì! Ma non quello che pensi, non su te e lei! Su lei e
Beelzemon!»…«Cosa?! Beh la mia ragazza
non mi tradirebbe mai col mio
Digimon!»…«Ma no sciocco, non al livello
sentimentale! Ma Jeri ieri sera è diventata la domatrice di
Beelzemon!»…«Che storia è
questa?!» sussultò il ragazzo, quando Beelzemon
atterrò presso di loro «Scusate! Ciao
Mako.»…«Beelzemon, ma Akemi mi ha appena
detto-»…«Perdonami! Ti prego, ho molta
fretta: Akemi puoi dire a madre Katsumi che tornerò? Glielo
prometto! Ma devo chiarire una faccenda. Con Jeri! Non posso lasciare
le cose in sospeso!» per poi allontanarsi di corsa incurante
del richiamo di Mako «Beelzemon aspetta ma dovremmo almeno
parlare?!...
…Akemi che significa?! Che noi due non abbiamo
più il
Digimon?!»…«…sta calmo,
adesso.»…«Come sarebbe, e tutta
l’attesa?! A noi non ci è stata data nemmeno una
battaglia, l’esistenza di un Digivice ce la siamo goduta per
poche ore di orologio prima che lui tornasse a Digiworld, questa storia
è inconcepibile!»…«Beh! Non
te la prendere con me, la sua nuova domatrice è Jeri, e non
madre Katsumi! Sebbene abbiano lavorato spalla a spalla e sviluppato
un’inaspettata intesa. Oh Mako non mi devi ricordare le cose
perché non sono smemorata, so com’è
andata e comunque per me Jeri o non Jeri sarebbe lo stesso
perché…guarda? Questo è
l’abito che indosso e la suora domatrice è
bizzarra un po’ troppo come
idea!»…«Sì ma io non sono
né una suora né un frate sebbene mio padre tema
che lo diventi se non mi sposo a breve: non sono ancora neanche un
marito ma sarei un DOMATORE se non ci si mettesse tutto il mondo a
ostacolarmi!»…«Che dirti! Possiamo
solo…PREGARE che questa nuova unione vada bene, che porti
frutti! Ma sono in pensiero perché questa mattina hanno
discusso: non potresti cercare di capirci qualcosa in più,
con la tua ragazza?»
…ma i pensieri di Mako erano altrove
«…non è giusto, e dei miei sogni cosa
ne è…?»
Il signor Wong parlava al telefono «E
così…sono queste le sue condizioni? Mio Dio
è terribile, ma possibile che nessuno abbia visto niente?
Come…è potuto capitare un simile
incidente?!» e sembrava alle prese con l’ennesima
brutta notizia, quando suonarono alla porta «Mayumi, puoi
andare tu?!...ah scusa è che mi suonano alla porta. Te ne
prego. Spiegami meglio, chi sono stati gli ultimi a parlare con
Rob?...Mayumi!...ah, niente da fare, tocca che vada io!»
sicché si decise ad aprire la porta, mentre giungeva anche
sua moglie «Eccomi, solo un attimo di pazienza!»
Wong e la signora si trovarono di fronte Takato e Rika
«Ah…! Voi?» ma non erano i soli,
poiché dietro la ragazza si definì la sua Digimon
«Ahh!!...
…Renamon…» rimase attonito Wong,
chiudendo il cellulare «Ti chiedo scusa, ti richiamo dopo!...
…erano anni che non ti
vedevo.»…«Dice a me o a
Renamon?» accennò Rika spiazzandolo, ma poi
concluse «Più o meno a tutte e due, ma non
importa: se siamo qui è per colmare la
voragine.»…«Buonasera.» disse
inoltre Takato. Wong non perse tempo «Vi prego, datemi una
mano con Henry!»…«Siamo venuti qui per
questo.» replicò Rika «E’
nella sua stanza, e…non comunica più con noi.
Siamo disperati.»…«Che cosa sapete sul
conto di Henry?» domandò la ragazza, e la signora
Mayumi esclamò «Quasi niente!» quando
Rika liquidò «Non importa, sarà lui a
dircelo. Possiamo entrare…?»
Wong guardò intensamente sia Rika, sia Renamon. Poi
socchiudendo gli occhi pronunciò
«…siete i
bentornati.»…«…grazie, signor
Wong. Vieni, Renamon. E anche tu, Takato.» Renamon si
inchinò appena ed accennò rivolta ai signori Wong
«Mi fa piacere rivedervi dopo tanto
tempo…»
…parole e contegno che li lasciarono colpiti…
Quando bussarono alla porta della stanza, Henry era accovacciato presso
il comodino, e si prendeva la testa tra le mani «Chi
è? Andate via, lasciatemi in
pace!»…«Siamo noi, Henry!»
replicò Rika «I tuoi
compagni.»…«…oh?
Rika…» si stupì il giovane ed
abbassò a poco a poco le sue braccia tremanti.
Rika dall’esterno chiedeva «Henry per favore
aprici!...non siamo qui per giudicare il corso della tua
vita.»
«Io non voglio parlare, non voglio gente che mi faccia
rendere conto di quello che sono diventato!!»
…ma la sua porta non era chiusa a chiave, e seppur con
discrezione simile a quella della sua Digimon, Rika si permise di
entrare lo stesso «…non siamo qui per
questo.» …ottenendo da Henry uno sguardo impaurito
simile a quello di un bambino. La ragazza avanzava «Siamo qui
semmai per ricordarci tutti assieme di quello che siamo stati. Di
ciò che ci ha legati. Guarda chi ti porto dopo tanti
anni…»…«…ciao,
Henry.»…«Oh?...Renamon…»
a poco a poco si alzò in piedi il ragazzo, la cui visione
della volpe dorata sembrava commuoverlo «Sei proprio
tu…?» allungando una mano…e sfiorandole
il pelo…
…mentre Takato attendeva sulla soglia della porta, come se
l’imbarazzo causato dal precedente scontro lo imbrigliasse e
gli rendesse ostico il presentarsi di fronte al suo amico…
«E non è tutto.» disse Rika con dolcezza
e «Oh?» pose tra le mani di Henry qualcosa di
morbido «Questi sono i suoi
figli.»…«…ti presento Akirmon
e Nymon…» disse Renamon, ed Henry
dilatò i suoi occhi guardando sia i cuccioli sia Renamon
«I-I
tuoi…figli?»…«Henry…!»
Rika gli pose le mani sulle spalle in gesto esortativo «Non
lo senti il loro piccolo cuore che batte? Loro sono vita nuova!
Sono…i figli! Il futuro!!»
…parole che provocarono lo sgorgare delle lacrime negli
occhi del ragazzo seppur il suo sguardo fosse immobile…
«…qualunque sia il problema non può
essere insormontabile per noi tre, che in passato abbiamo affrontato
così tante cose.» furono parole della ragazza, e
lo sguardo di Henry si alzò verso l’altro amico
che attendeva sulla porta «Takato…»
Questi avrebbe voluto dirgli qualcosa ma le parole stentavano a
giungere…
Rika esortò «Questa gioia tu devi provarla: non
puoi rinunciare a quel figlio che è tuo, Henry!! Non puoi
rinunciare…a ciò che hai abbandonato lungo la
strada, devi farti forza! Devi lottare!!...
…come un tempo…con noi…»
«BENJIII!!!» gridava Terriermon e nonostante i
colpi guizzava di nuovo in piedi «Scarica magnet-oh?!!»
ma PinkMonzaemon minacciava di pararsi utilizzando il bambino
«Attento alla mira,
Terriermon!»…«Sei…sei solo
una maledetta disonesta! COME TI VIENE IL CORAGGIO DI PRENDERTELA CON
UN BAMBINO
INDIFESO?!»…«Dall’esasperazione
per una vita all’ombra di tutti voi!! O
forse…mmm…
...per un mio innato senso della giustizia e
dell’equità, chi può
dirlo!»…«Che intendi dire?! Tu non hai
idea di cosa sia la
giustizia!»…«Un’ideuzza mi
balena in testa: giustizia ad esempio…il fatto che un bimbo
debba stare con il proprio papà anziché con una
madre di fama così dubbia al punto di fare la domatrice alla
sua età, e con le sue responsabilità! Senza
aggiungere a questo che si è scelta un Digimon
orribile…»…«…puoi
dire di me quello che ti pare…ma non ti permettere di
insultare Rea!! La signora Rea…mi ha raccolto quando ero in
fin di vita, curato e rimesso al mondo! Mi ha parlato con amore, ed ha
il diritto di tenere suo figlio con sé! E’ una
madre fantastica!!»…«Ha strappato questo
povero tesoro dalle braccia del suo papà! Oh, povero
piccolino, ihmf! Non piangere!»
«Benji…» a Terriermon si straziava il
cuore nell’osservare la paura del bambino nella stretta della
Digimon, per poi provare un’eruzione di rabbia
l’istante successivo «Che cosa significa?! Che ne
sai tu di Henry?!»…«Molto di
più di quello che credi, dammi retta: vedi? Si dà
il caso…mmm…che io sia stata spedita qui proprio
da lui! Per riprendergli suo figlio!»
«…!!...cosa…?» Terriermon
trasalì…
«Sì, è così!»
definiva PinkMonzaemon con superiorità venata di sdegno
«Del resto il poveretto è rimasto solo e
abbandonato perché il suo Digimon ha scelto di schierarsi
con la EX-MOGLIE! Dopo ben dieci anni di sproloqui
è proprio lui a tutelare con sfrontatezza la sua causa, e
quella della famiglia di lei!! Complottando al fine di portargli via il
figlio: se non è questa una situazione disperata DA MANUALE
per la comparsa di un Digimon, ad affiancare un povero essere umano in
difficoltà! E quel Digimon eccolo, è la
sottoscritta! LUI E’ IL MIO NUOVO DOMATORE!»
«Non può essere…!!»
rabbrividì Terriermon, mentre la nemica declamava con
orgoglio «E io sono qui su sua commissione, mi ha parlato di
te e di quella sgallettata e ne ho concluso che non siete un ambiente
salubre per il…ihmf! Povero, piccolo Benji:
ihihihi!»…che cercava, senza successo, di far
ridere oscillandogli il pupazzetto a forma di orso davanti agli occhi.
“Henry non può essere arrivato a
tanto…” «Per cui…io sto
essendo fin troppo clemente con te, mi ha detto di risparmiarti
finché potevo ma tu mi costringi alla legittima difesa: stai
commettendo un reato! Il rapimento di un bambino è cosa
molto grave, Terriermon, oh che smacco per uno a cui al villaggio
avevano affidato frotte di cuccioli! Uhmuhmuhmuhm!»
«…mi rifiuto di crederci!!»
«E’ tutto inutile, Rika.» d’un
tratto Henry restituì i cuccioli tra le mani della
ragazza che esclamò «Ah!!
Perché?!» Il giovane tornò a rintanarsi
presso il comodino, negando il suo volto a quegli amici. Takato lo
guardava dalla porta, e si portava una mano alle labbra come se
provasse pena mista a stupore «Perché tanto se
questo è un mondo in cui nascono figli e la vita si rinnova,
a me questa gioia è negata! Non è cosa di tutti,
Rika, il fatto di avere un futuro luminoso e la vita ha deciso che fra
gli esclusi ci sono io!»…«Questo solo se
siamo noi a deciderlo!»…«Guardami bene!
Anzi…gira la testa, te ne prego! Non voglio che mi vediate
così, né tu, né Renamon! Né
Takato…»
…che indietreggiò oltre la porta ma rimase
aggrappato al bordo, timoroso ed esitante…
«Non voglio che niente e nessuno mi veda!!» gemette
il ragazzo, mentre «Henry.» Rika si accovacciava
davanti a lui con fare premuroso, ma Henry ritirava le sue mani
«Non desidero che prendiate coscienza della
verità! Ebbene sì, non sono andato al lavoro, ho
un aspetto…!!...trascurato, mostruoso, sono la proiezione di
ciò che mai nessuno si sarebbe mai aspettato da
me!!»…«Non dire sciocchezze.»
insistette Rika, ma poi «Se qui stessimo a dare importanza al
nostro aspetto.»…disse Takato, prendendo dunque il
coraggio per avanzare nella stanza. E guardare il suo amico
«Non spetterebbe più un futuro a
nessuno.»…«…Takato…beh,
ma ora il tuo aspetto non ha niente che non
va!»…«…il mio
aspetto.» replicò il ragazzo con consapevole
fermezza «Ma dentro? Ti assicuro che sono pieno…di
nodi, di grovigli. Sono un disastro! Almeno quanto te. Ho mille
irrisolti, ho rabbia, non è bello l’aspetto della
mia anima almeno quanto non lo è stato quello del mio corpo,
tempo fa. Ma queste cose si superano, Henry…!
Se…tu dessi ascolto a Rika: lei ha
ragione…» Takato si guardò con la
compagna, che le sorrise grata…
…Renamon li osservava con la consueta discrezione, ed i suoi
cuccioli tra le braccia…
«…se siamo tornati è
perché…ti vogliamo bene. Perché ti
vogliamo aiutare!» disse Takato, e Rika «Hai
sentito…?...
…con lui avevi litigato, ma questo sta a dimostrarti che
l’amicizia è più forte. Non facemmo un
errore nel porvi fiducia, tanti anni
fa…»…«M-Ma
io…!»…«Ci sono passata
anch’io.» svelò Rika «Avevo la
coscienza di aver sbagliato tutto, e mi nascondevo perché
avevo paura. Avrei atteso che il buco nero dei miei
rimorsi…mi inghiottisse del tutto fagocitando ogni cosa
bella del mio passato, e che mi era rimasta. Senza sapere che se avessi
ceduto proprio in quel momento…» volgendosi verso
la sua Digimon «…non avrei potuto rivedere la mia
elegantissima Signora dorata…
…scorrere le mani sul morbido pelo dei suoi cuccioli. E non
avrei potuto provare…ciò che provo adesso. Questa
mattina Renamon mi ha detto una cosa bella.» raccontava Rika
sfiorando con una carezza la frangetta dell’amico
«…mi ha ringraziata…per aver realizzato
il suo sogno. Ma è il mio che si sta realizzando, finalmente
non sono più sola. Sono con i miei amici, ad aiutarci a
vicenda. Lo volevo tanto per la mia crescita, anche se non
l’ho mai confessato. E adesso quel giorno è
arrivato, dopo un lungo percorso…grazie a te, grazie a
voi!» rivolgendo uno sguardo anche a Takato, che chinava il
capo coinvolto anche lui in fitte riflessioni, che portavano i suoi
occhi a smarrirsi per la stanza (canzone: Digimon
Tamers - 3 primary colours)
«Ascolta…» fece Rika seguitando a
carezzare il capo di Henry dagli occhi ingenui
«…è vero dobbiamo ammetterlo non ci
siamo fatti granché onore in questi anni, per un motivo o
per un altro. I Digimon…si sono organizzati, hanno stretto i
denti e alla fine sono riusciti a costruirsi un mondo…e a
gettare i semi di un futuro, anche in nostra assenza.»
rivolgendo ancora uno sguardo alla sua Digimon «Mentre
noi…siamo riusciti eccellentemente a sperperare anche quel
poco di buono che c’era rimasto.» appoggiando
dolcemente il suo capo su quello dell’amico «Ma ci
sta: del resto non siamo mai stati molto portati a spiccare rispetto a
loro. Ci sono sempre corsi avanti. Offrendoci amorevolmente la loro
esperienza per trainarci in questa vita, io credo che andrà
sempre un po’ così. Ma non dobbiamo prendercela.
Piuttosto dobbiamo cercare ancora una volta di imparare qualcosa dalla
loro mirabile saggezza, che soffia come il vento di una fiaba, nel
nostro mondo tanto arido, Henry.»
Takato sperdeva i suoi occhi verso l’alto…
E Rika svelava «Dobbiamo imparare a conoscerci meglio, e
spalleggiarci reciprocamente nel cammino. Guilmon, Guilmon e Beelzemon:
ricordi?»…«Oh?» fece Henry. E
anche Takato si destò all’istante udito il nome
del suo Digimon, mentre Rika raccontava «Li abbiamo visti
duellare accanitamente, sfidarsi fino all’ultimo colpo: ma
quando è stato il tempo, quando ce n’è
stato bisogno hanno saputo accantonare il passato, e convivere nella
stessa casa come due fratelli. Sapendosi voler bene e
rispettandosi…» mentre gli offriva delicatamente
la sua mano per aiutarlo ad alzarsi…e andare incontro
all’altro amico…
…quando nel frattempo «Lente incenerente!!!»…«AH!
AUCH! AAAHHH!» Terriermon rimbalzava a terra, ed il suo corpo
ferito fumava a seguito del terribile laser «ARRENDITI, UN
MICROBO ILLUSO COME TE, CHE SPENDE I SUOI ANNI A CONFIDARE IN
CIO’ CHE NON ESISTE, NON HA SPERANZE DI
BATTERMI!»…«P-Perché ci odi
tanto…?!» si rialzava a stento la piccola creatura
«P-Perché vuoi farci tanto
male…?!»…«GRRR,
PERCHE’ VI SIETE PRESI LA LUCE DEI RIFLETTORI! E ANCHE A
DISTANZI ANNI E MODE VE LA TENETE STRETTA!! Ma durerà per
poco ancora, perché per quanto spettacolare il vostro gioco
di luci altro non è che illusione ottica!! Ciò
che vi ha sostenuto non è vera amicizia!! Ma soltanto
chiacchiere, e FORTUNA!!»…«N-Non sei
nessuno per stabilirlo…»…«Ah
nooo? Se non ne sei ancora convinto…
…GUARDA TU STESSO I FATTI!» gridò
rabbiosa PinkMonzaemon gettando quella cartella di documenti ai piedi
di Terriermon «Il varco era aperto, il tuo domatore ha avuto
DIECI ANNI per accedere a Digiworld, suo padre aveva svolto le
analisi!! Sapeva tutto!!»
«Come sarebbe a dire?!» sussultava Terriermon in un
colpo ulteriore, iniziando a sfogliare quei fogli.
«Se non lo ha fatto…è perché
ti aveva dimenticato!! Perché per lui non esistevi
più!!»…«Non posso crederci!!
Non può essere vero, nooo!!»
…portandosi le corte braccette alle orecchie, per non
sentire altro.
«Ascolta!...uhmuhmuhm! Non ti acquisisco
oggi…anche se potrei, ma non c’è gusto
da sola. Senza le mie amiche ad ammirarmi e con cui brindare alla
definitiva messa a silenzio della tua insopportabile voce,
Terriermon.»…«S-S-Sei…!!...SEI
SOLO UN ESSERE ABIETTO!»...«Maaa…mi
prendo con me il piccolo: non è il caso che veda scene
violente, e sarebbe così di certo, con una madre con
velleità da Digimon Tamer oltre tempo massimo: per
fortuna ha ancora un padre bravo e
onesto.»…«N-Nooo!! Benjiii!!! Terriertornad-»…«CUORI FOLGORANTI!»…«AAAHHHH!!!»
Terriermon fu travolto e spinto a terra da quel getto di cuori
elettrici «Goditi la gloria…misero eroe decaduto,
ahahahahahahah!» allontanandosi
«AHAHAHAHAHAHAHAH!!!»
…e facendo sempre più lontano il pianto di Benji,
mentre Terriermon era finito in quel lago di poltiglia lasciato dalla
spesa, e lacrime di frustrazione e dolore rigavano il suo viso che
ancora si contraeva e ripeteva
«Benji…Benji…!!...»
…mentre il vento faceva volare le pagine del
raccoglitore…
«Coraggio, è tempo di alzarsi, Henry.»
invitava Rika con quella dolce fermezza acquistata, accostandosi a lui
«Parliamo, come quelli che siamo: amici. Compagni.
Affrontiamo una volta per tutte la realtà del
presente.» Lui esitava, mentre Takato lo fissava dicendo
«Io…me la sento, se anche tu vuoi.» con
la sua secca determinazione, e ancora Rika «Bando alle finte
maschere, tanto non durano. A che scopo allestirle? “Basta un
acquazzone…per stingere un’idea
geniale.”»…«Oh!»
restarono colpiti entrambi da quella citazione «Lo dissi
già una volta. Già,
basta…semplicemente un acquazzone.» tornando ad
accostare il capo accanto a quello di Henry, e svelando con un lieve
sorriso «Ma non importa, è meglio così:
le nostre “idee geniali” non portano lontano, sono
come vernice, ad occultare chi realmente siamo. E Guilmon non aveva
bisogno di cambiare colore, era stupendo così.»
lanciando un’occhiata a Takato commosso, e concludendo
«E la gente avrebbe dovuto imparare ad accettarlo per colui
che era. Ora stringetevi la mano,
coraggio.»…«Takato…»…«Io,
Henry…
…desidero continuare a correre al tuo fianco. Tu sei una
persona importante per me. Io non voglio
perderti!!»…«Stringimi, per
favore!!» Henry si gettò tra le sue braccia, e
Takato lo strinse «Henry!!»
…mentre Rika li osservava con affetto e tenerezza
«…mi ero limitata a invitarli a stringersi la
mano.»…«Credo che i loro estremi stiano
ad indicare l’intensità della loro
amicizia.» definì Renamon, e Rika
sospirò scherzosa
«Ahhh…!...uomini.»
Per poi rivolgere assieme alla sua Digimon un’occhiata alla
finestra…oltre la quale qualcuno ipotizzava che ancora fosse
primavera, grazie alla buona volontà di chi ancora concepiva
un abbraccio rappacificatore fra due amici, anche in un tempo in cui
nessuno vi crede più (fine-canzone)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** La sfida di Terriermon ***
15°puntata DT2
Rea arrivò in quel vicolo di corsa, con l’affanno,
il Digivice in mano ed il cuore in gola «BENJI!!»
…seguita da sua madre in condizioni non granché
migliori «Dov’è il mio nipotino?!
Prima…e-erano qua,
c-combattevano!»…«BENJI!!»
«L’ha portato via…» disse
però una voce triste e arresa, facendole sussultare. La
ragazza si portò la mano alla bocca, quando lo vide
riemergere, sporco, ferito e barcollante da quelle buste
«PinkMonzaemon…l’ha
rapito…»…«Terriermon!!»
gridò Rea e si chinò su di lui, che ammise a
orecchie basse «Non sono riuscito a proteggerlo: mi ha
stracciato senza il minimo
problema!!»…«Oh mio Dio dove
l’avrà portato, il mio piccolo
Benji…» gemeva la signora Akimoto…
…mentre Rea, pur versando lacrime, allungava lentamente la
sua mano tremante ma Terriermon si ritirò «No! Non
mi tocchi! Non mi tocchi signora, sono un buono a nulla!! Non mi
accarezzi come si fa con un Digimon per accertarsi che non sia ferito,
io…!! Non merito di essere il suo Digimon, avrei dovuto
proteggerlo! E invece non ci sono riuscito!! Io non
merito…DI ESSERE IL DIGIMON DI NESSUNO!»
esclamò Terriermon fra le lacrime «SONO UNA
NULLITA’!!»…ma Rea scivolò in
un travolgente abbraccio che lo strinse, potendo solo a lui rivolgere
le sue lacrime e i suoi singhiozzi di pena per suo figlio «IO
NON VALGO NIENTE!! MI LASCI SIGNORA, E’ SOLO A CAUSA MIA CHE
LO HANNO RAPITO!! IO NON…LASCIO NIENTE SE NON CENERE DIETRO
DI ME!!»…«Non dire così
Terriermon, non mi
lasciare!!»…«Oh?»…«NON
MI LASCIARE ANCHE TU ADESSO!! Non ti rendi conto che ho solo te in
questo momento?!!»
…e lo stupore lasciava che lacrime automatiche scendessero
dagli occhi della creatura…
Mentre Henry dall’abbraccio di Takato improvvisamente
sussultava «Ah! Oh!
Gua-Guardate!»…«Cosa?!»
sussultò l’altro ragazzo, e Rika «Henry,
che
cos’hai?!»…«Guardate…»
indicando qualcosa alle spalle di Takato…
…che si volse, ma non distinguendo nulla si
scambiò un’occhiata con Rika
«E’ il varco per Digiworld…»
rivelò Henry con voce sospesa e dito tremante, mentre gli
occhi dei suoi amici si dilatavano…
«Takato, avevi ragione. Si è aperto!!»
esclamava aprendosi in un sorriso «…non
è un miraggio. Possiamo ritrovare…tutti i nostri
Digimon…»…«…Renamon!»
chiese Rika tempestivamente «Tu vedi qualcosa…che
noi non percepiamo?!»
…ma la risposta della Digimon fu eloquente
«…niente, Rika.» tanto che fra i due
ragazzi si insinuò un’inquietante consapevolezza
«Ma come, non lo vedete anche voi? E’ il
varco…! Come quello che abbiamo attraversato per andare a
Digiworld, e poi per tornare a bordo dell’arca. N-Non lo
vedi, Takato…?» ma Takato gli prendeva con cautela
la mano «Henry…là non
c’è niente. C’è soltanto il
muro.»…«Come, non
c’è niente…?» chiese Henry
intimorito «Volete forse dire…che non lo vedete
anche voi? C-Che sono il solo a distinguerlo…?»
…seguitando a tendere la mano verso i mobili della sua
stanza, la parete, e nient’altro…
«Oh no, che significa…?!...i-io lo
vedo…» sfumava la sua voce, e si sperdeva il suo
sguardo «…come mai sono il
solo…?...!!» acquistando una nota disperata, che
portava le sue mani al capo…
«Rika, ma che cos’ha, tutto questo
è-!!» fece Takato improvvisamente scosso, ma Rika
gli prese fermamente la mano «Sta calmo Takato.» e
si avvicinò all’altro, sfiorandogli la spalla
«Henry…tu vedi nettamente un
varco?»…«Io…?...
…no adesso non c’è più,
è scomparso. Oh no, ma che mi succede?!» gemette,
cercando rifugio per la sua testa fra le braccia dell’amica
«Io fino a poco fa lo
vedevo…»…«Henry…»
mormorò Takato portandosi una mano alla bocca, e Rika
«Niente panico Takato, neanche per te Henry, cerchiamo solo
di ragionare: Henry ti ricordi se hai fatto uso di qualche medicinale,
Takato tu per caso sapevi se ne assumeva
dosi?»…«No! Cioè
sì!! Sì, delle pasticche, l’ho visto
ieri prenderne alcune!!» rispose Takato agitato, mentre Rika
chiese ad Henry «Dove le tieni?» ma siccome questi
non rispondeva lei si mise a cercarle e ben presto aprì il
cassetto trovandone la boccetta «Sono
queste…» sussurrò, e Takato si
accostò a lei senza dire niente, mentre Henry li guardava
con timore ed avvertiva «Sono solo delle pillole per dormire
meglio…!»
…ma Rika era di un altro avviso «…no,
non sono pillole per dormire meglio…» sussurrando,
mentre Renamon si accostava «Hai trovato qualcosa,
Rika?»…«…qui
c’è scritto che può dare
allucinazioni.»
E tutti e tre si volsero verso Henry…che con sguardo
smarrito e strofinandosi la mano sulla felpa ripeteva «Io
vedevo il varco…ma il varco non c’era. Era davanti
a me…ma non c’era in
realtà…»
«…che vuol dire…?!» faceva
Takato, mentre insorgeva in lui un getto di tristezza «Mi
rifiuto di crederlo! E’
ingiusto!!»…«Calma, Takato.»
lo invitò però Renamon e di nuovo Rika gli prese
la mano «Dobbiamo mantenere il sangue freddo.»
«Mio figlio…!...voglio…portarvi a far
conoscere mio figlio un giorno di questi…!»
accennava Henry con tono delicato, delicato come il sorriso che si
dipingeva sul suo volto «…è molto
carino…sono sicuro che vi piacerà. E’
un bambino…così pacato e dolce…vero
papà?!» …disse rivolto a suo padre, che
a differenza del varco, era realmente entrato in quel
momento…ed i suoi occhi si spalancavano attoniti alla vista
di suo figlio…
«Rika, questo significa forse che Henry
è…?!!» chiedeva Takato, mentre Wong si
aggrappò a suo figlio «Henry! Henry
cos’hai, ti senti bene?!...p-perché mi parli in
questo modo, non ti ricordi che io non conosco tuo
figlio?!!»…«…tu…?
E perché…? H-Hai un così bel
nipotino…»…«…mio
Dio, HENRY, SVEGLIATI!» scuotendolo
«…no, è vero!» gemette Henry
«Forse non l’hai conosciuto, adesso ricordo!! Oh
no!! Perché mi succede tutto questo?!! Non capisco
più…?!!...cosa è vero e cosa
no!»…«…no, non è
possibile, mi rifiuto di crederlo, non può essere mio
figlio!!» esclamò Janyu Wong distaccandosi da lui
e uscendo dalla stanza di corsa
«Mayumi!!...Mayumi!!»
«Takato…» cercò di spiegare
Rika «Capisco che può sembrare quel che
può sembrare, ma…dobbiamo fare uno
sforzo.» socchiudendo gli occhi, per poi riaprirli e mostrare
quella boccetta «E’ solo colpa di questo: Henry
è evidente che ha perso il controllo delle dosi. Ne ha
assunta una eccessiva. E questo…» guardando il
tremante, ogni minuto più insicuro amico
«…si cumula a quei dolori che ora soltanto noi
possiamo tentare di gestire: la sua famiglia è nel panico.
Non ce la farà.» Takato afferrò con
rabbia quella boccetta e la gettò a terra, per poi
aggrapparsi alle spalle di lei «Rika, ho paura, sono
preoccupato per lui!!»…«Lo so.
Anch’io. Ma ora noi siamo la sua unica speranza. Capisco che
non è un bel vedere e non ce lo saremmo
aspettati…»
«…Benji…piccolo amore
mio…» sussurrava pianissimo…
…tanto che Takato non poté distinguere
chiaramente il nome ma solo temere alla vista di quel gesto simile
all’abbraccio di un corpo inesistente…mentre Rika
lo teneva per mano «…adesso questa è la
realtà, noi ci siamo passati e ora siamo fuori. Siamo i soli
che possiamo indicargli il cammino, anche se ci vorrà
pazienza. Coraggio…
…coraggio Takato…!!...questa è ora la
nostra battaglia.»
Takato stringeva i denti…sentendo il suo cuore stretto da
una morsa di dolore alla vista di Henry che cercava smarrito per la
stanza
«…Terriermon…dov’è
Terriermon? Non è al suo posto, dove l’ha messo?
Suzie deve averlo spostato, era qui…!»
«Dove l’avrà
portato…?» si chiedeva Rea con un filo di voce,
asciugandosi quegli occhi scuri che seguitavano a versare lacrime,
mentre Terriermon ammetteva aspramente e a testa bassa
«Purtroppo non ne ho idea!!»
Ma non si rendevano conto che PinkMonzaemon li guardava dalla cima del
tetto «Sciocchi, vi basterebbe alzare la testa per vedermi ma
gente come voi non punta in alto per principio: tutto a mio vantaggio,
da adesso occorre agire in fretta!»
E mentre teneva Benji svenuto sotto un braccio, con l’altra
mano estrasse una videocamera. Spingendo il pulsante di
registrazione…
Mentre la signora Akimoto, pur singhiozzante, si aggrappava alle spalle
della figlia per farle coraggio, Rea si alzava dignitosamente, e
mormorava «Qui bisogna avvertire il padre.» ma
Terriermon esclamò «No!!» con rabbia
«Perché mai?!»
…PinkMonzaemon filmava e sorrideva…
«Henry ci ha ingannato! E’ lui che l’ha
mandata!!»…«…!! Come puoi
dire una cosa del genere, Terriermon?! Henry sarebbe incapace di fare
una cosa simile!»…«E invece Henry
è capace di molte più cose di quanto si potrebbe
credere!! E come prova, posso darvi questo!» tirando un
calcio al raccoglitore «In questo maledetto affare
c’è la prova che il varco per Digiworld si era
rigenerato e lui mai, mai in questi anni ha provato a ricontattarmi,
lasciandomi a credere che sarebbe stato impossibile rivederci! E io
STUPIDO che lo consideravo un amico leale! Henry è peggio di
una carogna!!»
Rea dilatava gli occhi attonita, mentre la madre le stringeva le spalle
«E se lui avesse ragione?!!» alludendo a Terriermon
«L’uomo con cui ti sei sposata, dammi retta Rea,
è malvagio!!! Se ci ha scatenato lui contro quella
creatura?! Sarebbe stato disposto a tutto, l’hai sentito ieri
sera!!»…«Ma mamma…tu non ti
rendi conto! Benji è suo
figlio!!»…«Proprio per
questo!!»…«E io sono sua
moglie!!»…«Ma a lui non gli importa
nieeente di te te l’ho detto e stradetto! E anche tuo padre!
Scusami se infierisco proprio in un momento simile ma lui è
altamente probabile che ci abbia indirizzato contro quel mostro per
riprendersi Benji, del resto è stato un dom-u-un come si
dice, non mi vengono le parole quando ho pauraaa! Un domatore, lui lo
è stato Rea! Ci capisce di esseri come il nostro
Terriermooon!»…«Non è
escludibile!» confermò Terriermon duramente
«Seppur amara questa è la realtà che
dobbiamo accettare: Henry ha un’altra faccia! Quello a cui ho
dato fiducia io non esiste o per lo meno non esiste
più!»…«Basta…smettetela,
ve lo chiedo per pietà!!» esclamò Rea
portandosi le mani al capo e coprendosi le orecchie con le braccia, ma
Terriermon venne avanti «Mi perdoni signora ma lo faccio solo
perché le illusioni possono solo affossarci in un momento
simile! Piuttosto, parliamo in termini pratici: ho in mente un piano
per riprenderci Benji!»
Rea e sua madre si volsero di scatto verso di lui, che con fierezza
dichiarò «Sono stato sconfitto perché
non avevo la mia domatrice al fianco a darmi forza col Digivice, ma se
riequilibriamo il duello ho speranze di battere PinkMonzaemon: sono
disposto ad espormi, lei signora Rea deve solo spianarmi la
strada!»…«Sì, sì!
Rea, dagli ascolto!!» la scuoteva la madre «Lui
è il tuo Digimon, sa quello che
fa!»…«Mi creda signora Rea, parlo con la
consapevolezza delle mie scelte.»…«Va
bene, d’accordo, fate come credete!!»
d’un tratto gridò la ragazza, e la madre
insistette «Non parlerai con quell’uomo, non gli
dirai niente?!»…«No, no, no,
no…!! D’accordo!! Va bene, se lo pretendete
farò come direte voi, del resto…!!»
scivolando in un moto di stizza
«…neanch’io so più che volto
abbia Henry!!» tirando un calcio al raccoglitore che
rimbalzò oltre Terriermon il quale
restò impassibile «Bene, d’accordo,
è il momento di dar fondo al proprio valore di Digimon: ti
troverò, PinkMonzaemon…!!»
scandì nella determinazione.
Mentre l’orsa digitale spegneva la luce della registrazione
«Ohohoh, PERFETTO, avete una carriera da attori spianata,
signori!!» riponendo la videocamera «Ora
è bene informare l’altra metà della
famiglia: poi i bambini dovranno tapparsi le oreeecchie,
perché la bomba esploderà!!»
…illuminando i suoi occhi di malvagio bagliore.
«Non posso accettarlo, Rika…» erano le
parole di Wong quando la ragazza gli poneva in mano la boccetta di
ansiolitici, ed un nuovo moto di pianto per la signora Mayumi era
arginato a stento «…e invece deve.» fu
il sussurro di Rika, che tenendo ben salde le mani dell’uomo
disse «Ora dovete stargli vicino più che mai:
Henry ha bisogno del vostro amore, e della vostra comprensione. Io e
Takato nel frattempo cercheremo di rimettere insieme i pezzi della sua
famiglia, e chiarire questo brutto equivoco.
D’accordo?» La madre di Henry si
appoggiò alla spalla del marito «…chi
l’avrebbe mai detto che saremmo finiti a questo punto?
Sembravamo così
felici…!»…«Su
Mayumi…vedrai che torneremo ad esserlo.» disse il
marito appellandosi alla poca speranza rimastagli. Rika
guardò la donna «…la capisco, signora.
Ma la vita di una famiglia…attraversa fasi alterne. Se
c’è amore, c’è la speranza di
tornare a comprendersi.»…«Magari fosse
come dici tu!!» espresse la donna, che Rika avrebbe
confortato ancor più se avesse potuto.
Dietro di loro, Takato era rimasto con Henry, sul cui viso era dipinto
un ingenuo sorriso che svelava la sua fragilità
«State per andar via?» chiese, ma Takato
cercò di sorridergli «…abbiamo delle
cose da sistemare a casa, ma torniamo a trovarti presto!»
rivolgendogli una carezza «Tu intanto riposati, hai bisogno
di riguardarti!»…«Tutti mi hanno
abbandonato. Lo sai,
Takato?»…«Oh?»…«…sì,
tutti. Terriermon…non tornerà più da
me, ha detto che non mi vuole più vedere. Ed anche mia
moglie…» volgendo il capo tristemente
«…mi odia, mi detesta. Mi sta di sicuro augurando
tutto il male che sto
attraversando.»…«…ma no,
Henry…!» lo invitava Takato a guardarlo,
prendendogli le mani. Henry si volse appena, mentre l’amico
descriveva premuroso «Sono sicuro che tua moglie non ti odia.
Hikaru…!...no? Si chiama così, me lo hai detto
tu. Io non la conosco ma sono più che certo che ti vuole
bene, che vi siete sposati perché avete scoperto di amarvi!
E’ solo un momento di passaggio, si supera, avete anche un
figlio!»…«Lei non me lo farà
più vedere! Tu Takato pensi che lei non mi odi? Che mi ami
ancora?»…«Io…beh, ma
certo!»…«Davvero?!»…«Sì…!»…«Continua
a ripetermelo, ti prego! Io non sono più sicuro di niente,
Takato, per favore continua a
dirmelo!»…«Henry…»
…Takato aveva molta pena nello sguardo, quando si
sentì trattenuto dalla mano dell’amico che lo
guardava con occhi pieni di bisogno «Ora che voi ve ne
andrete ripiomberò nel mio buco di incertezze! Ho tanto
bisogno di voi! Ho bisogno…e-ecco, così. Che mi
diciate…quello che tu mi dici adesso, e cioè che
non è vero che sono solo! Che c’è
ancora speranza, che mia moglie non mi ha abbandonato, che mi ama
ancora!»…«Henry: stammi a sentire. Sono
sicuro che ti ama. Che ti ama, e che è molto preoccupata per
te! Tu sei una bella persona! Lei di sicuro è stata molto
fortunata
nell’incontrarti.»…«No, non
è vero. Io non sono una bella persona, e lei ora ne
è convinta!»…«Questo non puoi
saperlo!! Ascolta…io non sono sposato, non so che significhi
amarsi, d’accordo? Non ho nemmeno una fidanzata,
però…ho avuto dei genitori che almeno fino a un
certo momento si sono voluti un bene autentico. So quanto calore
può dare una famiglia, e sono più che sicuro che
presto anche la tua si
ricomporrà.»…«Tu
dici?»…«Sì!» Takato
evocava tutto il suo ottimismo e la sua convinzione «Devi
solo avere pazienza, e fiducia.» seguitando a carezzare il
viso dell’amico, che ora gli raccoglieva la mano
«Grazie, Takato! Come sei buono…lo sai? Io mi sono
sempre trovato tanto bene assieme a te!»…ed il
pianto frantumava la sua voce, mentre Takato sorrideva
d’affetto e tenerezza «Oh, ma
anch’io…!»…«T-Tu
sei il mio migliore amico! Ti prego, non mi lasciare mai! A-Anche se ti
farò arrabbiare tu non andartene. Abbi pazienza, ok? Non te
ne andare come hanno fatto mia moglie e mio figlio, come ha fatto
Terriermon!»…«…no, io non me
ne vado, Henry…» mormorò Takato,
abbracciandolo di nuovo «…non me ne
andrò mai…
…voi siete la mia vita…io non ho più
desiderato altro, da quando vi ho conosciuto, che trascorrere del tempo
assieme a voi, siete i miei amici più cari. Povero
Henry…se mi avessi confidato ciò che ti
tormentava durante questi anni…io sarei stato più
forte. Te l’ho detto tante volte…non pretendevo il
silenzio collettivo perché si desse importanza ai miei
problemi, al contrario, mi sono sentito solo proprio perché
mi sentivo l’unico che si complicava la vita inutilmente,
mentre voi non avevate alcun problema. Io avrei preso forza per voi!
Perché non vi siete aperti…? Penso…a
tutto ciò che puoi aver passato stando
solo…»…«Io ho tanta paura. Io
ho sempre avuto paura! Sì, è così!
E’ da quel giorno Takato, che io non faccio che aver paura!
Da-Da quel giorno! Te lo ricordi quel giorno?
Quando…andarono via i Digimon, ti ricordi Takato?»
…Takato lo teneva stretto, e guardando verso
l’alto ben consapevole ripeteva
«…sì Henry me lo ricordo quel
giorno…»…«…è
da allora che ho gli incubi. Ma ho sempre taciuto, perché
sentivo che non dovevo aggravarvi, che dovevo essere una guida per
voi!»…«…e infatti hai
sbagliato: fra amici non c’è una
“guida”, tutti sono pronti a offrire una mano
all’altro, quando è in difficoltà. Devo
dirtelo proprio io…?» gli chiese sorridendogli un
po’ scherzoso «…sono un disastro
nell’amicizia, sei tu quello più fedele! Io
sono…mesi che prometto di andare a trovare quel poveraccio
di Yamaki ma non trovo mai il tempo, dovresti rimproverarmi,
Henry!»…«Yamaki! Che nome hai fatto,
Takato, te lo ricordi?!»…«Oh,
sì.»…«Come…come
erano belli quei tempi,
vero?»…«Molto…»
seguitando a carezzarlo e a sorridergli
«E-Eravamo…tutti più felici!»
descriveva Henry con un sorriso commosso «Mi
ricordo…che era bellissimo andare in giro, abbiamo vissuto
avventure sensazionali! Ti ricordi quante cose abbiamo
fatto?...noi…coi nostri Digimon? Io le porto sempre nel
cuore!» e Takato pensava “…dovevamo
arrivare a questo punto? Dovevamo…passare attraverso questi
micidiali dolori per accorgerci di quanto tenevamo gli uni agli altri?
E di quanto siamo legati al nostro passato? Dovevamo arrivare a questo
punto per pronunciare queste parole?”
«Io…te, e Rika, Takato. I Digimon Tamers. E i
nostri Digimon. Che emozione. Che ricordi. Che nostalgia…!
M-Mi fa venire…» ma poi nascondeva il volto, e
sussurrava
«…scusate.»…«…oh,
no Henry. Non devi scusarti. Piangi pure se questo può
sfogarti. Io…
…ti ricorderai che non ho mai fatto mistero delle mie
lacrime. Non ci sono mai
riuscito.»…«Takato, quante lacrime non
si versano, per paura o per
vergogna!»…«…è
questo a volte il problema, col crescere.» ma giunse anche
Rika «Bene: ho parlato con i signori, gli ho spiegato la
situazione.»…«Rika! Adesso mi
lascerete?» afferrò Henry di colpo le mani della
ragazza, che disse «Affatto, Henry. Noi non ti lasceremo mai.
Anche se ora usciamo, per tornare a dare una mano alle nostre famiglie,
non smetteremo per un attimo di pensare a te. Ma non ci limiteremo a
questo: ti abbiamo promesso di
aiutarti.»…«Mi riporterete mia moglie,
il mio bambino e il mio Terriermon?!» si appese il ragazzo a
quella speranza con tutti i sentimenti, e Rika rispose
«…sicuro.» mentre si guardava con
Takato, il quale sussurrò
«…sarà poi da scoprire in tutto questo
che fine ha fatto Terriermon.»…«Lui non
può spiegarcelo. E’ troppo confuso. Il ricomporsi
di questo puzzle spetta a noi.»…«Henry,
mi raccomando!» fece Takato, battendogli sulla spalla
«Resta qui e segui ciò che ti diranno i tuoi
genitori, abbiamo parlato con
loro.»…«Papà! Mamma! Sono
arrabbiati?!»…«Non sono affatto
arrabbiati, loro ti vogliono bene!» replicò Rika,
ma Henry chinò il capo «Io li ho delusi: io non
sono il figlio che sarei dovuto essere. Ho fallito
tutto.»…«Non dire
sciocchezze.» ribadì la ragazza, invitandolo a
guardarla negli occhi «Qui ognuno ha la sua parte di
fallimento, verso amici, famiglia, amore, verso la vita
stessa.»…«Non è questo
l’aspetto dei Digiprescelti adulti, vero?» chiese
con viso triste il ragazzo «Non assomigliano neanche un poco
a me gli eroi dei cartoni che guardavamo da piccoli, vero Takato?
Loro…una volta cresciuti erano brave persone. Con una
famiglia.» al che Rika sospirò, con una punta
d’ironia «Ah! Questa l’ho già
sentita! “La spregiudicata regina della vita
notturna!”» e Takato «Henry: i
Digiprescelti della fantasia…hanno avuto la fortuna di
crescere con i loro Digimon accanto, dopo la battaglia!
Loro…non sono dei poveri disgraziati come noi!!
Perché questo è quello che siamo: sì,
precisamente, noi Digimon Tamers siamo…le pecore nere della
leggenda dei Digimon! Però sai che ti dico?...
…una pecora nera…può digievolvere in
una creatura splendente. Tutto sta nel mantenerci uniti, e saperci
credere, come un
tempo!»…«…tornerete a
portarmi via da questa oscura prigione…?»
domandò Henry…
…e la sua mano fu raccolta da quella di entrambi i suoi
amici. Rika rispose «E’ una promessa.»
In quegli istanti, Yuki Kitagawa stava attraversando il parco e
parlando al cellulare «Ma te l’ho detto, te
l’ho detto!! Non so come sia scomparso, sta di fatto che non
si trova da nessuna parte, è sicuro che qualcuno
l’ha preso!!»
Nella sua voce nasale, risuonava una ben distinguibile nota di sincera
pena, che si rifletteva nei suoi occhioni verdi «Non ne ho
idea, sto camminando per spremermi le meningi e far circolare i
pensieri, appena sforno qualcosa di appetibile ti informo ma tu
intanto…!!...t-ti prego, sta attento! Evidentemente qualcuno
ci controlla!! Dev’essere lui, a cui non basta tormentarci
come fa già da anni e anni!!» chiudendo il
telefono, e prendendo un respiro profondo «Uff!!!...
…mmmamma mia, il cuore mi batte a mille!
Yuki…calmati! Va bene? Se quel Digivice è sparito
significa che…adesso non è il momento di
sbroccare, quindi dà fondo alla tua intelligenza e non
comportarti come un animaletto impaurito! Sei una giovane moglie:
allora-allora-allora che faccio???...
…» volgendosi, verso il cubico blocco di pietra in
cima alla scalinata «Mi rivolgo a questo luogo come fosse un
tempio: per favooore, illuminami sono disperata, non ho idea di come
mettere al sicuro le persone che amo, senza quell’affare ho
le mani legate, non posso neanche…oh?!» ma
notò che le foglie degli alberi attorno al nascondiglio si
muovevano «Là c’è qualcuno!
E-E se mi stesse spiando? Fammi andare a vedere!...coraggio,
è il momento di mostrarsi, faccia a faccia! N-Non
è affatto vero che ho paura: mamma mia tutta la
scalaaa!!!»
…ma in realtà, chi non smetteva per un attimo di
tenerla d’occhio sembrava nascondersi sul lato opposto di
quello verso il quale si era diretta «Uhmuhmuhm!»
LadyMeramon stringeva soddisfatta il Digivice prelevato dal cassetto,
celando la sua sagoma fiammeggiante all’ombra degli alberi
«Povera sciocca, e così non mancano telefonate
misteriose nella tua vita, eh??? Peggio per te, non sai che cosa ho in
mente! Molto presto lo scoprirai…» ritirandosi
nell’oscurità…
«Ecco, piccolino di PinkMonzaemon, qui sarai al sicuro.
Uhmmm!»
La Digimon dalle sembianze di un orso di peluche aveva adagiato il
piccolo Benji sulla fredda pietra all’interno del
nascondiglio, mettendogli tra le braccia il pupazzo con cui prece
demente lo aveva attratto a sé «Non ti
giungerà nemmeno uno strillo di quelli che voleranno fra la
tua mamma e il tuo papà quando a lui arriverà il
filmatino che gli ho spedito, ahahaha, ma come sono intelligente! Mi
chiedo come se la stiano passando LadyMeramon e Gelsomon, di sicuro non
si aspettano dalla sottoscritta un simile risultato, le
stupirò!»
Ma Yuki fece capolino dall’entrata, e una volta inquadrata la
sagoma della creatura dilatò i suoi occhi. PinkMonzaemon si
accovacciò «Nel frattemo…mmm, mi
divertirò a cantarti la ninnananna, almeno
scoprirò cosa si prova ad avere dei bambini! Sniff! Io sono
sola e zitella e non proverò mai questa gioia!
L’unico cucciolo che posso dire sia
mio…» sfilando il peluche dalle braccia di Benji
«…è questo cosino
senz’anima!» per poi tirarlo via, facendolo finire
in testa a Yuki «Non sarò madre, non
sarò moglie, e non avrò mai amici o innamorati
perché sono brutta e malvagia! Ti guardo e mi chiedo:
perché la moglie di Henry Wong deve aver avuto questo
privilegio? Cos’ha lei che a me manca? Perché non
posso avere anch’io un cucciolo da accudire come te, piccolo
Benji?» carezzandogli il viso con l’artiglio
«Grrr! Questo mi fa salire una rabbia esplosiva! Per questo
non mi darò per vinta finché non avrò
fatto SALTARE la loro bella famigliola!!»
Yuki però senza farsi udire raccoglieva il pupazzo, ed
apprendeva sbalordita «…ha detto Henry Wong?
Parlava di sua moglie, quindi quel bambino…è suo
figlio!!» ritirandosi, prima di finire in pericolo.
«Con la mail che ho spedito a tuo
padre…scoprirà finalmente che quella sciocca
sgallettata assieme al suo ex-Digimon e alla sua famiglia hanno
complottato per tenerlo all’oscuro del tuo destino! Una cosa
simile non si perdona, sono certo che fra poco sarai il più
ambito bimbo-lacrimogeno protagonista di storie
di…separaziooone, sniff sniff!» asciugandosi gli
occhi con un bianco fazzoletto merlettato «Ohhh, i film a
questo tema quanto mi…
…DIVERTONO, MWAHAHAHAHAH!!!»
Ma ignorava l’improvviso mutare dell’espressione di
Yuki nascosta all’esterno, che sfoggiò un lampo di
determinazione nei suoi occhi verdi mentre stringeva al petto
l’orsetto di peluche.
«Allora, insomma, dice qualcosa?!» esclamava con
apprensione il padre di Rea di fronte al video del pc il cui mouse era
volenterosamente mosso da Terriermon «Un attimo soltanto, vi
chiedo di pazientare: sto facendo appello a tutte le mie conoscenze
informatiche, ho visto manovrare un milione di questi affari dieci anni
fa, le tecniche devo averle tutte nella mia testa,
basta…» spremendosi ad occhi chiusi, per poi
riaprirli «…ricordare! E non sarà
difficile innescare una procedura di rilevamento elettronico, vi
prometto che scoprirò dove ha portato
Benji!»…«Sì! Sì,
Terriermon siamo tutti con te!!»…«Grazie
signora mi lasci l’orecchio prego mi serve per spostare il
mouse.»…«L-Lascialo fare!»
esortò bruscamente il marito scacciandole la mano, ma lei
«Ehi, vacci piano!! Guarda che sei ansioso tu più
di me!!»…«E che vuol dire, ci
mancherebbe!! MIO nipote è stato rapito da un
Digimon!»…«E’ anche MIO nipote
ha una nonna oltre un nonno!!»…«Che
vorresti dire?!»…«Quello che ho
detto!!»…«Ah sì???»
e così via, ma “Devo concentrarmi.”
pensava Terriermon dinanzi a mille videate che gli scorrevano di fronte
“Non devo ascoltarli, prima ho fallito, ora il mio unico
obiettivo dev’essere ritrovare Benji: non posso deludere la
signora Rea, lei è la mia nuova domatrice!”
sicché continuava a spostare il mouse da un lato
all’altro della scrivania, sullo sfondo della lite
coniugale…
…ma Rea li spiava da dietro la porta, con una morsa sul
cuore “Non posso aspettare…!! Io…non
posso dare ascolto alle loro parole! Terriermon…è
troppo accecato dal risentimento, Henry non può avermi
aizzato contro un Digimon! Benché lui ne dica io lo
avvertirò, si tratta di suo figlio!!” aprendo il
cellulare…
Mentre il signor Wong parlava a suo figlio «Ora devi restare
calmo: ci siamo noi qui con te, per favore, fidati Henry. E’
l’unica cosa che ti chiedo, fidarti di noi
figliolo.»…«Uh…sì…»
replicava Henry che sembrava stordito, aveva occhi molto stanchi e si
reggeva la testa. Wong guardò sua moglie, e Mayumi si
piegò a prendergli le mani «I tuoi amici hanno
promesso di aiutarti, vedrai andrà tutto bene! Eh? Sei un
ragazzo forte…e siamo sicuri, siamo certi che lo
è anche nostro nipote. Io voglio conoscerlo!»
disse in un sorriso commosso sfiorandogli la frangetta con una carezza,
ed il padre corresse «Noi vogliamo
conoscerlo.»…«Ora mettiti a letto e
cerca di dormire, la camomilla farà il suo effetto. Va bene,
caro?»…«…grazie…mamma.»
…rincuorata pur in quell’ostica situazione, la
signora invitò il marito a lasciare la stanza proprio mentre
il pc di Henry si attivava con la scritta segnalante un nuovo messaggio
«Poi spegni il computer,
eh?»…«Sì,
papà…» fece il ragazzo pallido e
assonnato, mentre i suoi genitori si accingevano a lasciarlo in stanza.
Egli fece roteare la sua sedia e aprì stancamente il
messaggio «…un filmato?»
Attivandolo…
…per poi spalancare gli occhi:
“Qui bisogna
avvertire il padre.”
“No!! Perché mai?!”
«Ahh!...Rea!...Terriermon!» sussultò
Henry…
“E invece
Henry è capace di molte più cose di quanto si
potrebbe credere!! E come prova, posso darvi questo! In questo
maledetto affare c’è la prova che il varco per
Digiworld si era rigenerato e lui mai, mai in questi anni ha provato a
ricontattarmi, lasciandomi a credere che sarebbe stato impossibile
rivederci! E io STUPIDO che lo consideravo un amico leale! Henry
è peggio di una carogna!!”
«Ahh!! No!!» impallidiva ancor più
gravemente il ragazzo…
“L’uomo
con cui ti sei sposata, dammi retta Rea, è malvagio!!! Se ci
ha scatenato lui contro quella creatura?! Sarebbe stato disposto a
tutto, l’hai sentito ieri sera!!”
“Ma
mamma…tu non ti rendi conto! Benji è suo figlio!!”
”Proprio per
questo!!”
“E io sono sua
moglie!!”
“Ma a lui non
gli importa nieeente di te te l’ho detto e stradetto! E anche
tuo padre! Scusami se infierisco proprio in un momento simile ma lui
è altamente probabile che ci abbia indirizzato contro quel
mostro per riprendersi Benji, del resto è stato un dom-u-un
come si dice, non mi vengono le parole quando ho pauraaa! Un domatore,
lui lo è stato Rea! Ci capisce di esseri come il nostro
Terriermooon!”
«Benji! Figlio mio!!»
“Seppur amara
questa è la realtà che dobbiamo accettare: Henry
ha un’altra faccia! Quello a cui ho dato fiducia io non
esiste o per lo meno non esiste più!”
“Non parlerai
con quell’uomo, non gli dirai niente?!”
”No, no, no,
no…!! D’accordo!! Va bene, se lo pretendete
farò come direte voi, del
resto…neanch’io so più che volto abbia
Henry!!”
«No!! Non è possibile!! Non può essere
vero!!» Henry balzò in piedi e sbalzò
il mouse e le altre carte dalla sua scrivania «Benji!!
Benji…ma perché, perché?! Non
è giusto!!» volgendosi di scatto verso la porta
della sua stanza…
In salotto la signora Mayumi aveva ancora la boccetta di pillole tra le
mani, e chiedeva al marito «Con chi stavi parlando al
telefono quando siamo stati interrotti? Non sarà
stato…qualcosa che ha a che vedere con questa
storia!»…«Come?
No…» rispose l’uomo dinanzi alla
consueta finestra, socchiudendo gli occhi con la distinta
serietà che lo contraddistingueva «Nulla a che
vedere.»…«Mi sei sembrato preoccupato,
Janyu.»…«…in
effetti…è successa una cosa molto grave. Ti
ricordi quel mio amico dei Pionieri Digitali? Rob. Lo chiamavamo
Dolphin.»…«Ma
certo!»…«Ecco…»
…mentre Henry passava furtivamente di fronte alla porta, ed
afferrava la sua giacca…
«…è in coma. Ha avuto un terribile
incidente.»…«Un incidente?!»
balzò in piedi la signora Mayumi «Non
avrà a che fare con le storie che mi hai raccontato! Q-Quel
ricatto!»…«Per lo meno mi auguro di no.
Ma parla piano. Henry non deve sapere niente, e per altro mi
è accaduto un altro fatto strano, è sparito un
raccoglitore, con alcuni documenti.»
Henry assottigliò lo sguardo e scosse il capo, prima di
dileguarsi silenzio fuori dalla porta di casa…
«Cosa contenevano quei documenti,
Janyu?»…«…informazioni
importanti.»…«Relativi a quella
faccenda? E guardami in faccia quando ti
parlo!!»…«Ma sì, Mayumi,
sì, calmati! Non so come sia successo, non può
essere…!!...materialmente entrato nessuno, in
casa!»
Per poi abbandonare lo sguardo allo scenario cittadino, e meditare
“Almeno…nessuno che sia umano.”
«Pronto?» Suzie rispose al telefono
«…Rea!...
…ma che cos’hai? Stai poco bene? Hai una voce
strana!...
…cosa?!» sussultò la ragazza
«Calù.» balzò Calumon dalla
panchina, ed anche Jeri si alzò dubbiosa
«E’ uno scherzo…?!» fece la
ragazza mentre Lopmon le chiedeva «Suzie ma che sta
succedendo, non tenerci sulle
spine!»…«Hanno rapito
Benji?!»…«Come…? Oh
no…!» gemette Lopmon, mentre Jeri si sfiorava le
labbra «Benji è forse il figlio
di…?»
«Sì, Suzie!!» affermava Rea al telefono,
tra le lacrime «Per favore…cerca di avvertire
Henry!»
Suzie restava in silenzio, imbambolata…
«Tu devi dirglielo!! Lui deve saperlo,
deve…aiutarmi a cercare nostro figlio!! Noi…!!...
…dobbiamo ritrovarlo insieme…!!»
«Rea…calmati…!» invitava
Suzie che era la prima a cui tremava la voce «V-Va
bene…farò come hai detto. A-Aspettami, vengo da
te tu aspettami!» chiudendo il telefono
«Calù! Che è successo di
preciso?!»…«Hanno rapito il mio
nipotino, il figlio di Henry!...è stato un
Digimon…»…«Come,
Calù?!» e Lopmon «Dev’essere
stata sicuramente Gelsomon o una delle sue
amiche!!»…«Accidenti, e
ora…?!» espresse Jeri guardandosi freneticamente
attorno «…che facciamo,
io…?...!!...ahhh, non ricordo più dove ho
lasciato il mio Digimon!» ma «Jeri.»
proprio in quel momento le si accostò un individuo avvolto
in giacca scura «Ahh!! E lei chi è,
scusi?!»…«Shhh…sono io,
Beelzemon!»…«Beelzemon?!»…«Calù!
Sei irriconoscibile!»…«E meno
male!...sono venuto da te, per chiarire il malinteso di stamattina
insomma…non posso accettare di non aver avuto neanche la
possibilità di
spiegare!»…«Calù,
c’è un’emergenza,
Beelzemon!»…«Come?!
Un’emergenza?!»…«…hanno
rapito il figlio di Henry.» svelò
Jeri…e Beelzemon spalancava gli occhi
«…che cosa?! Henry ha un figlio?! Io nemmeno lo
sapevo!»…«Presto, dobbiamo
andare!!» esortava però Suzie
«Muoviamoci!» aggiunse Lopmon.
Beelzemon e Jeri si guardarono…la ragazza disse
«…dobbiamo intervenire.» e lui chiese
«Te la senti…?» Lei non
replicò, ma gli mostrò il Digivice. Lui disse
«Mi dispiace per stamattina.» ma Jeri
«Lasciamo stare, dimentichiamo e
andiamo!»…«D’accordo!»
e si avviarono di corsa.
«Ah!! ECCOLO!» esclamò Terriermon
balzando di fronte a quel display «Ce l’ho fatta,
l’ho individuata! Ah, ma quello è il parco!
E’ dov’era il nascondiglio di
Guilmon!»…«Lo dicevo che prima o poi
avresti individuato dov’era mio nipote!!»
esclamò il signor Akimoto, ma la moglie sbottò
«MA SE TI VOLEVI
ARRENDERE?!»…«Iiiio?! M-Ma tu sei
bbbacata!»…«Ora basta!!»
esplose il Digimon «Volete smetterla di litigare?! Scusatemi,
ma abbiamo faccende più importanti a cui pensare!»
Rea entrò in quel momento «Avete scoperto
qualcosa!»…«Sì,
Rea!» rispose il padre entusiasta spiegando «Il tuo
Digimon ha individuato dov’è
Benji!»…«Ce l’hai fatta,
Terriermon?!» esclamò la ragazza colpita da un
raggio di speranza, e il Digimon rispose serio e fermo «Ho
scoperto dove lo tiene
PinkMonzaemon.»…«Che
aspettiamo?!» fece Rea, per poi guardare i genitori
«Mamma, papà, intanto che io e Terriermon andiamo
a riprendere Benji-»…«Intanto un corno,
Rea!» replicò la madre infilandosi la giacca
«Noi veniamo con te!» fece lo stesso il padre
«Ma siete matti?! Noi dobbiamo
combattare!»…«Ahhh, non ci interessa!!
Non ci terrai a casa a consumare ore di terrore, veniamo con te a costo
di essere…I-INCENERITI da quell’essere!»
erano le parole della signora Akimoto. A Rea non restò che
guardarsi con Terriermon...
…pochi istanti dopo la ragazza era avvolta nella sua
aderente giacca nera, e scendeva al portone con Terriermon e i suoi
genitori, il Digivice alla mano «Che facciamo?! Prendiamo un
taxi?!...Terriermon, nasconditi in borsa,
presto!»…«Ta-Taaaxi!»…«Ma
che fai, moglie mia?! Li chiami come nell’ottocento,
svvventolando la mano?!»…«PEZZO
D’IGNORANTE nell’ottocento non c’erano i
taxi! Taaaxi!!»
…e in tutta quella confusione Rea si passava la mano tra i
capelli e cercava di mantenere presenza di spirito e concentrazione,
quando si udì chiamare
«Rea!!»…«Ah?!»
…volgendosi verso quella voce che aveva pronunciato
aspramente il suo nome, lo riconobbe e lo vide avvicinarsi. Terriermon
dalla borsa spalancò gli occhi “Cosa,
Henry?!”
«Dov’è Benji…?!»
giunse da lei furioso «Suzie ti ha
avvertito?!»…«Non mentire, so
tutto!!» gridò però il ragazzo
«Ihmmm! Marito mio gua-guarda chi
c’èèè!»…«Cooosa?!
E’ la volta che lo faccio arrestare!» ma Henry
puntò il dito contro di loro «Questa volta non mi
farò cacciare da voi: ho visto tutto!!
C’è un filmato che vi ritrae mentre complottate di
tenermi all’oscuro del rapimento di mio figlio!! Che storia
è questa?!»…«Ma che stai
dicendo?! Io ho chiamato tua sorella, le ho detto di
avvertirti!»…«Non ti credo,
bugiarda!!»…«Ora basta così,
Henry!!» Terriermon balzò dalla borsa
«Terriermon!...
…non darai ragione a lei?! QUESTA RAGAZZA TI HA
INGANNATO!!»…«E proprio tu parli di
inganni?! Tu e tuo padre sapevate tutto, il varco era aperto, si era
rigenerato!! E nonostante questo vi siete tenuti il segreto,
condannando anche noi Digimon a vivere nel rimpianto!! Se di me non ti
importava almeno potevi provare compassione per Guilmon, Renamon,
Lopmon: anche loro avevano il diritto di essere raggiunti dai loro
domatori, PERCHE’,
HENRY?!»…«Ma che storie sono?! Ti ha
raccontato tutto lei, vero?!»…«Che dici,
come ti viene in mente?!» gridò Rea, indicando
Terriermon «Ci sono delle prove!! Le ho viste con i miei
occhi!!»…«MMM, FROTTOLE!!»
(canzone: Anastacia
- You'll never be alone) «Menzogne architettate
da te e dalla tua famiglia!! Voi mi avete mentito, mi avete accantonato
per portarmi via il figlio!!»…«Brrrutto
screanzato, e tu hai inviato quella Digimon a rapirlo!!»
esclamò la signora Akimoto, mentre Henry sibilava
«E’ questa la versione che hai fornito loro?!
Inganni la tua stessa famiglia, forse perché sono troppo
sciocchi!»…«Non…!!...parlare
così della mia famiglia, PENSA ALLA TUA! E AL DISASTRO CHE
HANNO COMBINATO COI DIGIMON!!»…«Non
sarà mai tanto grande come quello che tu hai realizzato con
la mia vita!!» aggrappandosi a lei e scuotendola nel grido
«LADRA DI FIGLIII!!!»…«HENRY
BASTA!!»…«Terriermon, ti metti in
mezzo?!»…«TU NON TOCCHI REA, HAI
CAPITO?!»…«Guarda che gli hai
fatto!!» inveiva Henry con voce strozzata dal risentimento,
contro quella ragazza che si teneva il volto piangente con la mano
«Terriermon era mio, tu me l’hai portato via con i
tuoi raggiri!!
M-MALEDETTA!!»…«V-Vattene,
sporco---mascalzone!!» cercava di fermarlo il padre di lei,
ma Henry scalpitava e resisteva «Oltre al figlio mi hai
rubato anche il Digimon!! SEI UNA LADRA!!...
…TI ODIO CON TUTTO IL CUORE, REA!! E mi
lasci!!»…«Oooh!» spingendo via
l’uomo
«Papà!!»…«Signor
Akimoto!» esclamarono Rea e Terriermon «Non hai
avuto pietà per il mio passato e per i miei ricordi, h-hai
approfittato delle mie debolezze per realizzare il tuo sogno Rea, che
sia…MALEDETTO IL GIORNO IN CUI TI HO INCONTRATA!!»
ma Terriermon intervenne «Mai maledetto quanto il giorno in
cui io ho conosciuto te!»
Henry dilatò gli occhi…
«Sì, in cui io ho avuto la disgrazia di conoscere
te!! E maledetti tutti i giorni che vi hanno fatto
seguito!!»…«T-TU…!!...SEI UNO
SPORCO TRADITORE COME LEI!» e stava per colpirlo con un
calcio rabbioso, ma Rea «Terriermon!!» si
gettò su di lui e «AAAHHHHH!!!»
«…REA!!» gridò il Digimon.
Mentre Henry dilatava gli occhi spaventato di se stesso e
indietreggiava, ma il padre di Rea approfittò di
quel momento per stenderlo con un pugno
«OUHHH!!»…«SE IL CIELO
VORRA’ CHE RITROVEREMO MIO NIPOTE TU NON LO RIVEDRAI
PPPIU’, MAI PIU’!!!»
«ADESSO BASTA!!» gridò però
Rea a terra, mentre Terriermon tra le lacrime la supplicava
«…Rea non sforzarti…ti fa
male?»…«…sì!!!»
confessò la ragazza «Male come non mai!! Ma non
capite?! Non è male fisico!! E’ male…
…DEL CUORE!! Non capite che non c’è
cosa peggiore che vedervi distruggervi, COLPIRVI, INSULTARVI?!!...
…lacerarvi a vicenda…» rialzandosi a
fatica, reggendosi lo stomaco colpito e singhiozzando
«E’ la cosa…peggiore che potrebbe
servirmi la vita!!»
…e alzando ancora, contro lo sforzo, quel Digivice verde
«BENJI IN QUESTO MOMENTO POTREBBE ESSERE IN
PERICOLO…!!...
…E VOI A COSA PENSATE?!...A FARVI DEL MALE?!...
…MA CHE COSA VI DICE IL CUORE?!!»
tossendo…mentre Henry si rialzava amaramente, si asciugava
il labbro sanguinante…
…e volgeva triste sguardo verso di lei…
Terriermon chinava il capo «…è colpa
mia. E’ solo colpa mia…! Sono stato io a
iniziare.» ma Rea chiudeva gli occhi mormorando
«…a me non interessano le colpe…
…ora mio figlio è in pericolo…e mi
interessa solo di lui. Perché mio
figlio…è il mio sogno per il futuro!!»
Quella definizione sembrava invocare un dolore in Henry, come se
più non gli appartenesse.
«Perciò io adesso mi rimetto in
piedi…» fece Rea, tossendo ancora
«…e anche così ridotta lo vado a
salvare.»…sicché anche Terriermon si
destò nonostante la tristezza, ed ammise
«Sì, è giusto, anch’io!
Andiamo. Andiamocene. Lontano da questa gente! Andiamo a salvare
Benji…»
…questa volta i genitori non ebbero il coraggio di seguirla,
la madre soltanto di tendere la mano
«Rea…» mentre il padre si accertava con
sguardo torvo che Henry se ne fosse andato…
…e andava via, con sguardo attonito, sfiorandosi la
frangetta «…che cosa ho
fatto…?» per poi scivolare nella tristezza
«…che cosa ho fatto?!!» guardandosi
attorno smarrito, non sapendo dove andare, a quali luci cittadine
mischiare quel frenetico dolore.
Rea incedeva coraggiosamente, nonostante il passo stentato per il colpo
subito, e la tosse.
Terriermon nella sua borsa pensava “Povero il netturbino, mi
fa pena: questa notte gli toccherà raccogliere i tanti pezzi
di noi.”
Henry stringeva i denti, ma le lacrime erano più forti: il
dolore lo piegava in due, spingendolo ad appoggiarsi. E ad invocare in
alto quell’aiuto che non giungeva.
“…per gettare…tutto nel cassonetto, in
attesa del camion. Che porta via il passato. Attenzione alla notte
cittadina: tavolta la sua immondizia profuma di vita.”
Di vita. Come nel bene o nel male appartiene alla vita
l’immagine di un ragazzo poco più che ventenne,
che si abbandona su una panchina nascondendosi la testa tra le mani,
perché ogni va nel verso opposto, e tutto assomiglia solo a
un grande vortice oscuro di dolore.
Solo lo sguardo di chi ha qualcosa da salvare, come Rea, procede
orgoglioso e ancora forte di speranze, nonostante il buio, illuminato
dalla fuggevole luce di un Digignomo (fine-canzone)
«Aiii---auch, io che brucio sempre tutti mi sono
scottata!» si guardava il polso Cindermon «Ma come
CAVOLO si usa quel miscelatore della doccia io non l’ho mica
capito: qua funziona tutto al contrario, è proprio a
immagine e somiglianza di Takat-SI-GNO-RA! No scusi grido
perché sennò facciamo come prima e non mi sente
poi si spaventa!» dalla cima delle scale
«SI-GNO-RA!»
Mie e Takehiro stavano lavorando giù al panificio
«Ecco a lei,
signora…»…«Grazie signora
Mie, lei è sempre molto gentile ma…come mai
quest’oggi ha l’aria così
depressa?»…«Eh, sa, i
problemi…!»…«Chi non ne ha.
Buonasera!»…«Buonasera a lei
e…speriamo che sia una buona serata!...
…ecco, e con questa ci giocheremo definitivamente il nostro
buon nome, io lo so Takehiro: stavolta non c’è
speranza. Per anni considerati come brava gente, quella in una notte
distruggerà i frutti di impegno e
devozione.»…«Non capisco
perché tu faccia allusione specificamente alla
notte.»…«Non ti ci mettere anche tu,
sono già abbastanza
angosciata!»…«Ma li abbiamo messi in
camere separat-»…«Shhh-HHH!!! Takehiro
c’è una cliente alla
porta!»…«In questo benedetto panificio
non si può
parlare!»…«Buonasera! Ah, è
lei signora
Riley!»…«Buonasera.» disse con
il suo consueto sorriso cortese la signora dai lunghi capelli rossi
«Questa è la sua ora: quando si comincia a far
sera…!» scherzò Takehiro, e lei sorrise
«Esatto, sono abitudinaria! Come
state?»…«Ehhh, signora mia…!
Se solo potesse immaginare…!» replicò
Mie con quell’eloquente espressione «Qualche
problema? Oh, andiamo signora…di qualsiasi cosa si tratti
non potrà mai adombrare la gioia di avere un figlio come il
vostro!»…Takehiro e Mie si
guardarono…«...oggi intuisco che non è
da queste parti, non sento la sua presenza, uhmuhmuhm! A volte mi
accorgo che è di sopra anche senza
vederlo.»…«Ma perché fra lei
e Takato c’è un feeling particolare! Beata
lei…! Con noi
invece…»…«Io credo che un
figlio non possa proprio evitare di voler bene ai suoi genitori, tanto
più uno come Takato: è sempre stato un ragazzo
d’oro e si vede da lontano un miglio che tiene a
voi.»…«Fosse come dice
lei…»…«Noi a volte non ne
siamo più sicuri.» dissero madre e padre, e Riley
«Ve lo dice il mio istinto di madre mancata. Se fossi al
posto vostro, io sarei davvero contenta di-»
«SIGNORA!» Cindermon fece capolino dalle scale,
facendo sobbalzare la coppia di panettieri ed attirando lo sguardo
incuriosito di Riley «Acc-sono diecimila volte che la chiamo
ah no vabbè è che stava lavorando ci sono
cilenti-mi scusi. Pardon. Ehm ehm…!...ecco, solita
figura…»
L’imbarazzo era alle stelle, ma Riley lo sciolse con un
sorriso
«…buonasera!»…«…buonasera…»
rispose Cindermon un po’ stupita per quel modo gentile con
cui le si rivolgeva «Noi non ci conosciamo: io sono una
cliente abitudinaria del negozio da tanti anni, lei abita
qui?»…«Oh eh beh
io-»…«E’ in affitto? Avete
fatto bene, sapete?» fece Riley rivolta ai serissimi Mie e
Takehiro «Oggigiorno è conveniente affittare
stanze e può essere utile a
molti.»…«Ma la signorina…non
credo abbia soldi per
paga-»…«Mie…(!) »
la frenò Takehiro, specificando a seguito
«E’ un’amica di nostro figlio.
Trasferitasi da poco dagli Stati
Uniti.»…«Ah, lei è
un’amica di Takato?»…«Oh
ehm…ss…sì! Diciamo di
sì!»…«E’ molto
fortunata.»…«Grazieee!!...beh se lo dice
lei io mi sento in una brace ardent-oh?!» ma Cindermon
notò qualcosa: oltre la vetrina, aveva scorto qualcuno in
abito rosso e nero dileguarsi in un secondo «…non
è possibile, di nuovo
lui…»…«Dove stai
andando?» le chiese Takehiro «Eh io? Eh no
è che h-ho visto è-è passato non lo so
forse mi ci hanno fatto gli occhi vado un attimo a controllar-no
è che vede u-un mi-un mio amico…eh sì
che mi deve-ora ricooordo, gli avevo detto di aiutarmi a portare alcuni
bagagli-va-vado un attimo! Scusi, scusate tutti esco un secondo!
Please!» mentre Mie già sbatteva le mani al
bancone «Un amico?! Ma che stiamo scherzando?! Adesso ci
manca solo che riceva visite di altri
uomin-»…«Mie…!!...ancora non
è stato ufficializzata la sua unione con nostro
figlio!!»…«Takehiro non capisci niente
di queste cose!» al che l’uomo sbuffò
sentitamente…ma incrociò il sorriso di Riley
«Simpatica la ragazza che avete in
affitto.»…«…sì…spiritosa…»
commentò l’uomo con poco entusiasmo, mentre la
donna dai capelli rossi pensava “Mi sbaglierò: ma
il mio intuito affinato con lo studio di creature digitali mi fa
presupporre che non si tratti di un essere umano come tutti noi. E il
fatto che sia ospite in questa casa fa da conferma!”
Cindermon si guardava attorno sbattendo gli occhi «Forse ho
le allucinazioni!» …ma quando il ragazzo con
l’abito a scacchi le si accostò, emergendo dalla
penombra serale «…no. E invece no, ci vedo a
perfezione. Tu esisti! Non sei frutto della mia immaginazione: mi hai
mandato il biglietto per ritrovare Rika, e hai scritto---sì,
lui me l’ha detto, hai mandato mail a Takato quando era
sottosopraaa, hai presente? Il
periodooo…!»…«Devi
intervenire.»…«Sì
sì sempre pronta all’azione…
…ehhh?!! Cosa?!»…«Devi
intervenire, Cindermon! Un’emergenza, è stato
rapito un bambino!»…«Come?!
D-Dove?!» fece Cindermon guardandosi freneticamente attorno
«Dov’è che l’hanno rapito,
dove l’hanno portato?!»…«Ti
dirò tutto.»…«Ma come fai tu
a SAPERE sempre tutto, chi sei in realtà?!»
Quel ragazzo dall’aria mite e leggiadra accennò un
sorriso…
Mie e Takehiro guardavano dall’interno
«Guarda…ma com’è vestito
quello?» chiedeva lui, e la moglie
«…figurati, uno della stessa cricca: secondo me
questa ha una band musicale, te lo dico ancora prima che lei ce lo
confessi, e i suoi amici e compagni sono tutti di quella stessa specie!
Drogati, o simili…» ma Riley accennava
«Oh! Vedo con piacere…che non sono la sola ad
essere abitudinaria! Il negozio conserva i suoi antichi clienti, ed i
proprietari e i loro figli…le vecchie amicizie.»
I due panettieri si guardarono con dubbio, non afferrando del tutto
l’allusione della donna.
«Ci conosci, tieni a noi? Perché ci
aiuti?» chiedeva Cindermon, e lui «Non
c’è tempo adesso. Ma confido che un giorno segreti
annosi possano sgretolarsi. Ed il sole della verità
penetrare fra le macerie. Tieni: tu puoi essere una degli artefici del
nostro futuro,
Cindermon.»…«Io???!!!»
Ma lui le lasciò scivolare tra le mani un pupazzetto a forma
di orso. Cindermon dilatò lo sguardo, mentre lui avvisava
«Dì a Takato che il bambino
rapito…è il figlio del suo amico
Henry!»…«Dove vai?!...a-aspetta, ho
ancora mille domande!! Dove corriiii?!!! Ah!...
…il figlio di Henry?! Devo correre ad avvertire
Takato!»
Sul “nascondiglio” scendeva la sera, quando Rea
sbucò dal sentiero e riuscì a scorgerlo,
incorniciato dal fruscio degli alberi sospinti dal vento che si stava
alzando, e che faceva sibilare le strisce di recinzione e cigolare i
supporti metallici predisposti in attesa dei lavori.
Terriermon balzò dalla borsetta della ragazza, e
guardò il blocco di pietra con occhi determinati
«E’ arrivato il mio momento…»
…nel buio all’interno del blocco, luccicavano le
lenti degli occhiali dell’enorme orsa «Sono
arrivati, soli soletti, uhmuhmuhm! Il temerario Digimon e la giovane e
coraggiosa domatrice…»
Dietro di lei, si intravedeva Benji adagiato sul pavimento dissestato.
Terriermon chiuse gli occhi per concentrarsi «Per dimostrare
il mio valore, e per salvare Benji. Henry, dimostrerò che
posso farcela anche senza di te.»
Rea aveva il cuore attanagliato dall’angoscia, si
passò la mano tra i capelli e disse «Terriermon!...
…ascolta, io non voglio coinvolgerti nei miei
problemi.»…«Uhm?»…«Un
conto è quello che è accaduto fra te ed Henry. Un
conto sono i conflitti fra me e lui. Ci tengo a te, amico mio! Ora non
voglio…usarti per affermare la mia superiorità
né tanto meno per vendicarmi, e sottrargli una parte
importante della sua vita, non è mio desiderio!!...anche se
lui…mi ha tolto una parte importante della mia, facendo
sì che mi innamorassi di lui, e poi abbandonandomi. Ma
questo non c’entra, tu sei estraneo a questa storia! Non so
se ora stiamo facendo la cosa giusta, siamo…così
soli!»…«Ma Rea!
Cioè…!!...signora Rea! Benji ha bisogno di
noi!!»…«Questo lo so!!...ma non voglio
che nessuno ti faccia del male!»…«Vuol
forse dire che non ha fiducia in me?!» mentre il vento si
alzava, e il Digimon si volgeva di nuovo verso il nascondiglio
«Io posso battere PinkMonzaemon, lei deve solo coordinare la
battaglia attraverso il Digivice!»
Rea raccolse il congegno ma era insicura “Henry…io
non sono una domatrice abile: tu dovresti essere qui, ad insegnarmi i
tuoi segreti! Dovresti essere…con me mentre cerchiamo di
salvare il nostro bambino, e invece!...”
…Henry sembrava essersi accasciato su quella
pachina…
“E invece io e il tuo Digimon ora siamo soli: chiunque
può attaccarci, e farci del male…!”
«…Rea, Benji, Terriermon…»
erano quei tre nomi che non facevano che ritornare nel suo sonno
agitato…
«Coraggio signora non abbia paura! Ci sono io a proteggere
lei e Benji! Accanto a Terriermon…lei non avrà
nulla da temere!»…«Attento, non fare
mosse imprudenti!!...
…non voglio perdere anche te…»
Ma il Digimon si concentrava con tutto il suo impegno…
E PinkMonzaemon mormorava «Uhmuhmuhm! Piccolo Terriermon,
questa volta non sarò così magnanima: le mie
amiche non sono qui, ma non posso correre il rischio che sorga un nuovo
giorno con te ancora in vita!!» varcando l’apertura
verso l’esterno…
«Eccola!!» esclamò Terriermon drizzando
le orecchie.
Rea strinse il Digivice con determinazione
«…ridammi il mio bambino!!»
«Se ti dimostrerai abbastanza abile da battermi, sciocca
umana, lo riavrai!!» esclamò PinkMonzaemon: che
compì un enorme balzo…
…col quale sorvolò la scalinata, per uno
squassante atterraggio di fronte ai suoi avversari, che sentirono
tremare il terreno sotto i loro piedi «MA SAPPI CHE NON TI
SARA’ FACILE AVERLA VITA CON
ME!!»…«Sei pronto,
Terriermon?!»…«Sì!»
Rea scagliò il Digivice in aria. Ed estrasse una carta
«Digimodificati!!...
…carta
dell’ipervelocità!!»
scagliandola contro il congegno e liberando luce.
«Arrivo, PinkMonzaemon!!!» Terriermon
scattò in una corsa-lampo: un fascio sprigionato dal
Digivice lo avvolse rendendo il suo incedere fulmineo.
«Lente
incenerente!!» dando luce alla lente degli
occhiali, PinkMonzaemon iniziò a sprigionare il suo laser.
Ma Terriermon schivava agilmente i raggi “Devo farcela, devo
correre più veloce, non devo farmi colpire!”
«Grrr…» ringhiò
l’orsa. Terriermon riuscì ad arrivare presso di
lei, per balzare e roteare su se stesso «Terriertornado!!!»…«Mmmmrgrhhh!!!»
PinkMonzaemon si parò con le braccia per evitare di essere
travolta dal vortice di energia che faceva strattonare le sue grosse
zampe lungo il terreno…
Rea seguiva il tutto col fiato sospeso, e il Digivice stretto nellla
sua mano gelida…
«A che stai pensando, Takato?» chiedeva Rika mentre
erano arrivati dalle parti di casa di quest’ultima
«…alla moglie di Henry: in qualche modo devo
rintracciarla. Voglio parlare con lei, desidero farmi spiegare
PRECISAMENTE come sono andate le cose, insomma…che cosa sa
del passato di Henry! E…perché poi è
andata a finire in quel
modo!»…«Sì, hai ragione,
sarei curiosa anch’io di scoprire cos’ha da dire.
Spero vivamente che non si tratti di una di quelle donne egoiste,
capaci di privare un padre del proprio figlio soltanto per orgoglio
ferito!!»…«…non saprei,
però c’è da dire che anche Henry col
tempo ha preso l’abitudine…di nascondere molte
cose, ed un’eventuale moglie può sentirsi tradita
da questo comportamento. Se…già a me che sono un
amico fa questo
effetto…»…«…nascondere
cose…» rifletté Rika, chiedendo poi
«Takato: ti ricordi di quando il padre di Henry fece
analizzare il varco da te scoperto?»…«Se
ricordo?...e come posso dimenticare: quella storia mi fece sentire un
pazzo da manicomio, e fu la molla per il mio esaurimento. Anche
perché, a differenza di come tu l’hai chiesto,
sembra che più che il varco da me
“scoperto” quello fosse il varco da me sognato!
Eppure io…»
…e in una manciata di secondi si ricordò di
quella sera in cui, ancora ragazzino, avvertì una presenza
volare dalle parti del nascondiglio di pietra. E salendo
all’interno, riconobbe quel familiare quanto mistico
sbrilluccichio…che gli destò un sorriso di vitale
speranza…
«…io sono certo che-» ma Rika gli mise
una mano sulla spalla «Tu avesti
ragione.»…«Cosa?!» e Renamon
comparve per svelare «E’ proprio lì che
siamo riemersi quando siamo
tornati.»…«Questo significa che non mi
ero sbagliato, il varco è davvero rimasto sotto il
nascondiglio di Guilmon!»…«Ma questo
significa anche che Henry e la sua famiglia hanno tenuto celata
un’importante verità, e non si sa per quale
motivo.» spiegò Rika, e Takato dilatò
gli occhi «…è
vero…perché Henry non ci ha detto niente?! Sapeva
quanto stavamo male!!»…«Stava male anche
lui: deve aver sofferto più di quanto ci immaginiamo,
Takato. Del resto hai visto tu stesso, oggi…»
Takato ricordò il suo amico tendere la mano verso il
nulla…”Ma
come, non lo vedete anche voi? E’ il varco…! Come
quello che abbiamo attraversato per andare a Digiworld, e poi per
tornare a bordo dell’arca. N-Non lo vedi, Takato…?”
«…perché se ora è arrivato a
questo punto prima a taciuto riguardo al varco? Perché non
l’ha sfruttato per raggiungere Terriermon?!» si
chiedeva il ragazzo, ma Rika replicava in atteggiamento riflessivo
«Sono certa che…il varco…Terriermon, la
famiglia d’origine di Henry e quella da lui formata in
America sono collegati in qualche modo. A noi sta svelare i misteri,
Takato: hai visto il nostro amico…? Sta veramente
male…tanto al punto che merita che il passato gli sia
perdonato…»
Takato non diceva nulla, ma sembrava che la pena per le sofferenze
dell’amico riuscisse a smorzare gli eventuali moti di rabbia
o frustrazione.
«Il nome di suo figlio…» raccontava Rika
«…sembra quasi anch’esso richiamare alla
nostra avventura. Ricordi? Henry era quello che ci riportava sempre
alla pace, e all’equilibrio. Il nome che ha scelto di dare al
suo bambino ha per significato…”portatore di
pace”…»…«…uh?
Il nome Chan?! Ma, veramente…» al che Rika si fece
dubbiosa «…no, Takato. Io ricordo chiaramente che
quando abbiamo parlato Henry mi ha detto che suo figlio si
chiamav-»…«Rika!» si
udì però chiamare la ragazza, che si volse
«Ehi, Himi!» andando incontro all’amica
all’interno del giardino di casa, mentre Takato restava
indietro ad analizzare quei questiti…
«Come stai, hai potuto riorganizzarti, portare le tue
cose?» chiedeva Rika, ed Himi «Guarda…mi
vedi io sto qui. Senza parole, non ne ho abbastanza per ringraziare te,
tua nonna, e tua madre.>…«Non perdere tempo
a cercarle: tanto non servono! Piuttosto, scusa se sono sparita
ma…c’è uno di quei miei amici di allora
che sfortunatamente sta molto male, non gli sono state
risparmiate…neppure le
allucinazioni.»…«Ma che stai scherzando,
Rika?»…«E dire che era quello
equilibrato del gruppo. Ti puoi figurare il
resto!»…«Ah, delle volte quasi allora
riemergiamo meglio noi che quelli cosiddetti
“equilibrati”!»…«Tuo
marito come sta?»…«Gli ho detto della
nuova sistemazione quindi forse almeno la smette di rifiutare anche i
farmaci perché è depresso! Piuttosto Rika, ma sai
che ho scoperto? Ma…un’offerta,
un’offerta al tempio: mai considerata? Dicono…che
può essere utile per togliere la sfiga! A noi poi ci
starebbe tutta col periodo che passiamo, qualcuno la
prova!»…«Pfff, lascia
stare!»…«Perché tu non ci
credi a queste cose?!»…«Oh sì
che ci credo ma tanto a noi non la toglierebbe per partito preso! Scusa
un attimo…Takato!»…«Oh?
Sì, Rika?»…«Tu ti fermi a
prendere un tè con noi,
vero?»…«Io? Oh beh,
grazie…» fece lui accennando un sorriso ed
arrossendo un poco, forse non se lo aspettava «E’
un modo come un altro per prolungare l’attesa per la
notte…!» alluse Rika un pizzico scherzosa, tanto
che Takato «In effetti…mi stava riaffiorando solo
adesso la situazione a casa!»…«Ah, e io
non per altro te l’ho chiesto! Su,
vieni!»…«Eccomi!»…«Dai,
vedrai che Cindermon non si rivelerà il terremoto che
promette. Male che vada…potresti riesumare con lei quello
scatolone, no? Mi hai detto che Guilmon lo trascinasti dentro con
quello!»…«Ahaha, precisamente!»
Ma in quel momento sopraggiunse «Uff, puff!!
Takato!!»
Lui si volse «Cindermon!»…«Ma
cavoli io vengo a stare a casa tua TU ESCI così che alla
fine devo cercarti con l’affanno LO
STESSOOO?!»…«Sentiamo, che cosa
è successo: i miei genitori ti hanno già
cacciata, per caso?»…«No, carino! Mi
sono cacciata da sola nel sens-»…«Non ti
trasferisci più,
dunque?»…«HIHIHI TI PIACEREEEBBE no
invece mi piazzo lì lo
stesso!»…«Ufff…!»
sbuffò il giovane ma Rika gli mise una mano sulla spalla
«Perdonalo, Cindermon: io ci stavo provando a coinvolgerlo
nel nostro tè per farlo abituare alla compagnia
femminile.»…«Grande Rika! Meno male che
ci sei tu: no ecco insomma…
…AH MA CHE MI FAI DIRE IO ERO VENUTA QUI PER
UN’EMERGENZA!»…«Cosa?! Non mi
dire che c’è un altro attacco!» fece il
ragazzo di colpo serissimo, estraendo lentamente il Digivice
«Peggio di un attacco Takato,
PEGGIO!»…«Come?! Va a fuoco casa?! Non
avrai mica combinato qualcosa!!»…«Mmm,
guarda bello che il mondo scorre anche oltre la tua disgrazia personale
di avere ME dentro casa TUA! S-Se sapessi ciò che mi ha
detto
mister-scacchi!»…«Chiii?»…«Ma
sì!! Quello del biglietto! Il solito, quello
dell’anticamera della banca quello anche delle mail SUUU,
Takato non mi far ripetere tutta la storia, lo
conosci!»…«Io perdo completamente il
filo di tutte le tue assurde
frequentazioni.»…«…!!...beh
bada a non perdere il filo delle TUE frequentazioni perché
qui si tratta di un TUO amico, è---TUO!»
spingendogli col dito sul petto «L’amico a cui
hanno sottratto il figlio!»…«Chi?! Cosa,
quale figlio?!»…«I Digimon!
L’hanno rapito, saranno le solite streghe! Il figlio del tuo
amico!»…«Starai mica
parlando…di Henry!»…«Uhm
uhm!»…«Come sarebbe?! Hanno rapito il
figlio di Henry?!» esclamò Rika, e Renamon
comparve dietro di lei «Dobbiamo intervenire subito,
Rika…»
…gli animi restarono sospesi in quel giardino…
Terriermon atterrava, e riprendeva fiato. Respironi anche per
PinkMonzaemon, che poté abbassare le braccia con cui si era
parata «Devo ammettere che stai dando fondo alle tue
energie…»
«Non ti arrendere, Terriermon!!» esclamò
Rea, e Terriermon intimò «Restituisci Benji a sua
madre, PinkMonzaemon! E ti assicuro che per stavolta non ti
sarà fatto del
male…!»…«Oh, ma che tono
intimidatorio! Peccato che tu sia un po’
precipitoso.»
Rea dilatò lo sguardo…
«Non ho intenzione di mollare così la presa.
Specie di fronte a un Digimon RIPUDIATO, come sei
tu!»…«Oh?!»
In un guizzo doloroso, Henry riaffiorò nella memoria di
Terriermon “T-TU…!!...SEI
UNO SPORCO TRADITORE COME LEI!”
«Siete due miseri scarti: Digimon & domatrice!! Il
mondo non vi vuole E NON VI AVRA’, PERCHE’ IO VI
AVRO’ ELIMINATI!»
«Sta attento, Terriermon!!» esclamò la
ragazza.
E improvvisamente «Ahh!!» dei bolidi piombarono su
Terriermon, che riuscì a schivarli saltando
all’ultimo momento.
«Da dove vengono questi dardi?!» esclamò
il Digimon spiazzato, in quanto
«Uhmuhmuhm!»…non sembravano emessi dalla
sua nemica, che sogghignava soddisfatta.
«Scappa, mettiti al sicuro!!» ordinò
Rea, e nell’esplodere della risata di PinkMonzaemon
«AHAHAHAHAH!!» …delle
raffiché insistenti e insidiose iniziarono ad inseguire
Terriermon che dovette dar fondo al suo fiato per scappare.
«Non capisco, ma che succede?!» si guardava attorno
la ragazza, nel buio sempre più fitto e nel vento sempre
più intenso «Chi è che spara, i
proiettili sembrano provenire dalle chiome degli alberi!!»
In effetti qualcosa volava fulmineo tra le foglie, e si traduceva in
colpi e proiettili esplosivi «AHH!»
l’ultimo salto fu davvero pericoloso per Terriermon.
«Che faccio…? L’effetto
dell’ipervelocità si sta quasi
esaurendo.»…«Ad esempio ritirarti??? Oh,
è solo una proposta!» ma lo sguardo di Rea si fece
determinato «…io non abbandono né mio
figlio né il mio Digimon!! Oh?!»
…ed improvvisamente una luce si accese ed una carta
iniziò a fluttuare luminosa di fronte ai suoi occhi
«Ma questa carta…?»
«Uhm?!» PinkMonzaemon storse gli occhi infastidita.
«Ahh! E’ per la digievoluzione!!»
esclamò Terriermon. E Rea vide delinearsi sulla carta un
paio di occhi luminosi, circondati da uno sfondo blu intenso
«E’ blu come il cielo notturno!»
affermò la giovane toccando la carta, che
scintillò tra le sue dita «Ahh! Presto,
Rea!»
«D’accordo, proviamo così!»
scagliandola nel Digivice che brillava fluttuante in aria «Digimodificati!!...
…carta della digievoluzione!!»
La luce verde avvolse Terriermon scomponendo il suo corpo e rivelando
il tracciato digitale «TERRIERMON
DIGIEVOLVEEE!!!...
…» …cinta, mitragliatori, corpo grosso
il doppio «…GARGOMON!»…«Vai
Gargomon, scova la provenienza di quei colpi!!»
«Agli ordini!! GARGO-MITRAAA!
TA-TA-TA-TA-TAAA!» in una raffica rapidissima che trafisse
gli alberi provocando un vortice di foglie attorno a Rea e alla Digimon
nemica, che entrambe si pararono. Tanto fu intenso l’attacco
di Gargomon che portò allo scoperto il misterioso
assalitore: l’aereo di peluche sfruttato da PinkMonzaemon per
il volo «Ahh! Allora era da quello che giungevano i
proiettili!» esclamò la ragazza scorgendo un mitra
che luccicava sotto l’aereo, e la Digimon sbuffò
«Mmm!...maledetto sgorbio sovrappeso, come osi darmi filo da
torcere…» «Presto, Gargomon! Distruggi
quell’aeroplano!»…«TA-TA-TA!!
TA-TA-TA-TAAA!» e lo inseguiva con le sue raffiche di mitra,
ma questo volava molto veloce, e si tuffava e riemergeva dagli alberi
«Accidenti, è incredibilmente rapido.»
analizzò la ragazza, volgendosi verso la nemica a cui
sfrigolavano gli occhiali di nuova energia «Oh no,
così mentre lui è distratto ne
approfitterà per colpirlo!...Gargomon!! Lascia stare,
attacca lei!»…«…TA-TA-TA!!
TA-TA-TA-TA!!»…«…Gargomon!!»
chiamò ancora Rea…
…ma il Digimon sembrava catturato dalla presenza di
quell’aeroplano sfrecciante, come se fosse intenzionato ad
abbatterlo a tutti i costi “Non devo essere inferiore a
nessuno!!...
…Henry mi ha umiliato, devo riportare una vittoria
sfolgorante!! Devo far cadere ogni avversario sul campo!”
«…lascialo perdere, o ti
colpirà!!»…«Uhmuhm, non
può sentirti!» descrisse PinkMonzaemon destando un
brivido nella ragazza «…ora può
ascoltare soltanto la solitudine nel suo cuore, due a zero, sciocca
aspirante domatrice: le tue grida vanno a vuoto sia con il tuo
innamorato, sia con il tuo Digimon!»…ma si
spremette quanto più poteva
«…GARGOMON!!...dobbiamo salvare Benji!!
Ricordatelo, questa non è una nostra sfida
personale!!...smettila, te lo chiedo per favore!!»
(canzone: Christian
Wunderlich - In heaven)
“…Benji!” riaffiorò nella
mente di Gargomon, ma «Oh?!» il suo mitragliatore
emise un sordo soffio di fumo «Ho finito i
proiettili!!»
«Oh no!!» esclamò Rea, e PinkMonzaemon
«Te la sei voluta, le tue frustrazioni ti hanno accecato, e
ti hanno fatto sprecare colpi! Lente
incenerente!!»
«Oh?!» il Digimon alzò lo sguardo, ma
non poté spostarsi in tempo
«AAAHHHHHHHHH!!!» fu colpito in pieno da quel
terribile laser. Infierì l’aeroplano, che
piombando su di lui e travolgendolo lo fece schizzare a terra lontanto
«UOAAAHHHH!!!»…«GARGOMON!!!»
gridò la sua domatrice. Che corse da lui.
Gargomon era finito tra le foglie, sul terreno spiovente. Il suo corpo
fumava per la bruciatura «Gargomon!»
…dimenticando della nemica nei dintorni e prestando
attenzione a non scivolare, Rea si addentrò per raggiungerlo
«H-Ho fallito…» ripeteva lui mentre il
vento soffiava foglie sul suo corpo «Gargomon!!»
Rea si aggrappò al suo corpo morbido «S-Si
sposti…signora, scappi. P-Pensi…a mettere in
salvo se---stessa, e Benji!»…«Io non ti
lascio qui, tu stai scherzando! Per favore…!!...cerca di
resistere, ti supplico, io ho bisogno di
te!!»…«…è-è
stato tutto…un errore…» versava lacrime
amare il grosso Digimon «Non dire che è stato un
errore! Incontrarci non è stato un errore!!» e lo
stesso faceva la sua domatrice, e lui cercava di asciugarle alzando
debolmente i mitragliatori
«…He-Henry…mi ha abbandonato
perché valgo poco…f-forse adesso capisco il
perché. P-Però…q-quel che mi riesce
difficile capire è perché abbia
fatto…l-lo stesso con lei…e-e con
Benji…c-che invece…valete così
tanto…»…«…non
è vero che tu vali poco se così fosse io ora non
sarei qui! Ti prego…reagisci, e perdonami!! Non sono ancora
abbastanza brava, non ti ho saputo indirizzare e ho combinato un
disastro!!» gettando il suo viso sull’addome della
creatura atterrata «Io non sono una domatrice esperta, una
programmatrice esperta, una donna esperta!! U-Una madre esperta, io da
sola valgo ancora…meno di te!! Se non
c’è lui a sostenermi non mi so
orientare!!»…«Non dica
così…è-è
arrivata…tanto
lontano.»…«Gargomon!!»…«…h-ho
perso il controllo…
…e sfumato quell’occasione, quando in questa vita
smarrisci le certezze…è-è
impossibile…orientarsi in mezzo al
buio.»…«Non la farei tanto tragica,
fissa la luce, stupido!!» esclamò quella nemica i
cui occhi luccicarono all’improvviso «AH!! STIA
ATTENTA, SIGNORA!!»…«AHHH!!»
La zampa della creatura afferrò la ragazza per la giacca,
tirandola a sé «Sei una delle tante che girano,
anche tu come quella dell’altra volta! Una sciacquetta tutta
trucco e niente cervello che si è fatta mettere incinta da
un vagabondo e ora aspira a fare la
domatrice!!»…«L-Lasciala andare, brutta
strega!»…«Quanto a te…credo
che siamo al capolinea.»…«N-Non fargli
del ma-»…«TU STA ZITTA!» la
ragazza era immobilizzata dalla presa «Ti
costringerò ad assistere all’acquisizione del
Digimon che per pochi giorni è stato tuo e TU hai portato
alla rovina con la tua incompetenza. C’è poco da
fare: una mamma deve fare la mamma e stare a casa. Tu signorina ops
padron signora non sai fare né quello né la
domatrice!»
«E’ finita,
Rea…»…«…!!...GARGOMOOON!»…«Dica
ad Henry…che nonostante
tutto…io…»…«GARGOMON!»
mentre PinkMonzaemon si circondava di cuori elettrici «Ehm
ehm: time out! Non c’è tempo per le ultime
parole.»…«Rea! Signora!
E’-E’ stato bello anche se per poco!
Mo…mentai…»…«IO
NON TI VOGLIO PERDEREEE!!!» gridava la ragazza tra le
lacrime, ma PinkMonzaemon la scosse «E CHI TI HA DETTO CHE IN
QUESTA VITA I DESIDERI SI AVVERANO, POVERA PICCOLA SCIOCCA?!!»
«Gliel’hanno detto i suoi amici!! Perché
lei non è sola!!» esclamò una voce
femminile «Oahh?!» si guardò attorno
l’orsa «Ah!!» sobbalzò Rea
«Scure
veloce!!!»
In uno scatto fulmineo, Antylamon si frappose fra loro e PinkMonzaemon
dovette balzare per evitare quelle scuri laceranti
«Maledizione…» ma condusse con
sé Rea, la quale nonostante tutto non credeva ai suoi occhi
«Suzie?!»
La ragazza si affiancò alla sua Digimon parandosi di fronte
a Gargomon «Gargomon, è tutto a posto, ci siamo
noi!»
Gargomon fu avvolto dalla luce e regredì allo stadio di
Terriermon «S-Suzie…Antylamon...»
Quest’ultima puntò le lame
«PinkMonzaemon! Ero sicura che fossi tu: lascia andare il
nipotino di Suzie se non vuoi che ti faccia assaggiare le mie
scuri!»…«Esatto, e lascia andare subito
anche Rea!» inveì Suzie.
«Brutti guastafeste…» mormorò
l’orsa digitale.
Mentre Suzie correva avanti «Rea!! Ho cercato Henry!! Non
è da nessuna parte!»
Lo sguardo di Rea si tinse di pena, ma fu scossa ancora da
PinkMonzaemon che la teneva per la giacca «Ora basta!! Mi
avete stancato, sempre a rovinare i miei piani!»
«Sfortunatamente per te brutta orsa spelacchiata non siamo
soli!» minacciò Suzie.
«Cooome?! Ah no?!» sobbalzò un tantino
spiazzata PinkMonzaemon, ma una voce femminile da dietro di lei
echeggiò «Confermo!»
«Whaaa!» L’orsa si volse: sulla
sommità di quella scarpata, nel buio si delineavano la
sagoma di una ragazza al fianco di un’alta creatura alata,
che sfoderava le sue pistole «Ci si rivede,
PinkMonzaemon!»…«…ancora quel
rompiscatole di Beelzemon!!» quando «Eccola
là!»…«IHMP!»
PinkMonzaemon dovette volgersi ancora al risuonare della voce di un
ragazzo.
Che giunse di corsa assieme alla sua Digimon dal ciuffo rosso la quale
indicò «Guarda, Takato!! E’ ancora
quella noiosa orsa ipertrofica!!»…«Che
ne hai fatto del figlio di Henry?! Dove l’hai
portato?!» ma Suzie esclamò «Takato!! Ci
siete anche
voi?!»…«…Suzie!» si
stupì il ragazzo.
Mentre anche Jeri dilatava il suo sguardo
«Takato…»
E PinkMonzaemon «GRRR! Mi avete circondata ma io non per
questo desisto dall’eliminarvi tutti…»
«Ci sono
anch’io!»…«GULP!
UN’ALTRAAA?!!!»
…tra gli alberi e le foglie buie, avanzò
un’elegante e coraggiosa regina della notte dai capelli rossi
«NON POSSO CREEEDERCI, E’ UNA
VISIONE!»…«E invece sfortunatamente per
te sono proprio io.» fece Rika scostandosi con noncuranza i
capelli «Non te lo saresti aspettato,
eh?»…«Non ti sarai riuinita alla tua
Digimon!!»…«Io?...
…no! Non mi ci sono riunita. Combatto a mani nude, da
sola!!» replicò Rika ponendosi in posa di
battaglia, sotto gli occhi della nemica che sbattevano in
un’espressione dubbiosa «Perché, non mi
credi forse capace?!»
L’orsa deglutì pesantemente…
Dopodiché Rika sospirò «Ahhh! Va bene,
d’accordo, scuse collettive, volevo solo fare un
po’ di scena! Renamon…!» introdusse
pacatamente…e dagli alberi schizzò
«Eccomi, Rika.»
«IHMMP!!!...NO!!...G-GRRR, di nuovo insieme!!» (fine-canzone)
Rika sollevò lentamente il suo nuovo Digivice con sguardo
determinato. Renamon dichiarò «Sono di nuovo in
gara. PinkMonzaemon ti avverto, la vostra perfidia ha superato ogni
limite, per cui stavolta sono fermamente intenzionata a non avere
pietà.» lasciando che la luna facesse brillare i
suoi artigli «Se non ci restituisci il figlio di Henry mi
dimenticherò che siamo vissute nello stesso villaggio: e ti
spazzerò via come un comune
avversario…!!»
«La leggenda che si ricompone, ecco di cosa parlava
Guardianmon! Ma nonostante i vostri sforzi non vi permetterò
di rievocare il passato, perché questa giovane domatrice
è nelle mie mani!!» balzando, e sprigionando
«CUORI
FOLGORANTI!!»
Il campo di battaglia fu travolto da una scarica di cuori elettrici che
esplosero generando un vortice di foglie da cui domatori e Digimon
dovettero proteggere gli occhi «Sta scappando!»
segnalò Takato «Presto, Rika! Non lasciamola
fuggire!» invitò Renamon e Rika corse avanti
«Sono d’accordo, e infatti…largo ai
veterani!! Sarò io la prima ad affrontarla:
Renamon!»…«…sono
pronta.»
Renamon slittò avanti a tutti sollevando foglie al suo
passaggio, ma fra lei e PinkMonzaemon, che invocò «Aero-mitra,
all’attacco!!» si frappose
«Oh?!» l’aereo di peluche
dall’insidioso mitragliatore, che subito liberò le
sue raffiché costringendo la volpe dorata a schivarli con
agili balzi.
Questo dava il tempo a PinkMonzaemon di farsi sempre più
lontana, arretrando grazie ad ampi salti che scuotevano la terra.
«Ahah! Non c’è che dire, Rika sei sempre
la solita, vuoi la scena tutta per te e Renamon!» corse
avanti Suzie affiancandosi alla ragazza, che rifilò il suo
furbo sorrisetto «Che vuoi: il tempo non mi
cambia.»…«Ma sfortunatamente per te ci
sono giovani ansiosi di dimostrare il loro
valore!»…«Se è una sfida la
accettò più che
volentieri…!» Suzie rimbalzò un sorriso
deciso di intesa «Puoi scommetterci…!!
Antylamon!»
E mentre Renamon liberava «Pioggia di diamanti!!»
contro l’aero-mitra, Antylamon le si affiancava «Ci
sono anch’io!» ed iniziava a ruotare su se stessa
vorticosamente per deviare la raffica nemica grazie alla piroetta delle
sue scuri «…ti dovevo ancora un grazie.»
fece Renamon «Non c’è di che!»
replicò l’altra Digimon. Ma sempre
quest’ultima d’un tratto
«Ah!!»…«Che ti
succede?!»…«…ci attaccano da
un altro lato!»…«Come può
essere?!»
Ma Rika segnalò «Attente, ce
n’è un altro!!» e Suzie «Ah,
non è possibile!!»
Infatti un altro aero-mitra fece ingresso a sorpresa sulla scena,
iniziando a guizzare tra gli alberi e a sferrare colpi a tradimento.
«Questo è compito mio,
Takato!»…«D’accordo, vai
Cindermon!»…«Lascia che mi carico bene: Combo spezza-fiato!!!»
«Jeri, vado
anch’io!»…«D’accordo,
Beelzemon!» Il Digimon in pelle nera spalancò le
ali.
Ben presto Jeri finì per affiancarsi involontariamente a
Takato «Oh?!» scontrandosi con lui per il fianco
«Takato…»…«Jeri!»
entrambi col Digivice alla mano «Senti, per
stamattina…»…«Mi dispiace!
Ecco…ho perso il controllo! Non volevo in realtà
dire quello che ti ho detto, è solo che non so che mi
succede!»…«Non fa niente,
l’importante ora è ritrovare il figlio di
Henry!»…«Certo!» ammise
volenterosa la ragazza, e si accostarono per sostenere i loro Digimon
«Lo sai?! Ancora non avevo avuto il modo di
dirtelo…
…sono contento che tu sia di nuovo una Digimon
Tamer!!» ”Takato, io…ancora non riesco a
realizzarlo!”
Mentre in volo Cindermon sferrava la sua scarica di pugni e calci
coadiuvata da Beelzemon, impegnato nell’ardua impresa di
centrare il mitragliatore con i colpi della sua pistola «Noi
due non abbiamo avuto ancora il tempo di parlare con calma! Tu sei la
figlia di Cyclemon?!»…«Uff,
puff!!...qualcuno mi chiama
così!»…«Sei la nuova Digimon
di Takato?!»…«…purtroppo per
lui sì! E di te che mi dici,
invece?!»…«Io?!...sono stato il
coinquilino del suo Digimon in questi dieci
anni!»…«OH MAMMA!
VERAMENT-?»…«Attenta!»…«Ichh!!...cavolo,
grazie! Bei riflessi!»…«Non
c’è di che, prego!»
…ma PinkMonzaemon con i suoi balzi a ritroso stava risalendo
la scala, fino a giungere presso il nascondiglio, mentre ancora i suoi
artigli erano puntati al collo di Rea.
Indietreggiando fin nell’interno «Quegli stupidi
non mi raggiungeranno mai...» fece in modo che la ragazza
distinguesse «…IH!! BENJI!!» il suo
bambino addormentato a terra, ma PinkMonzaemon la strinse
più forte «SILENZIO!! Se fai un solo fiato io
farò poltiglia sia di te che di
lui!»…«L-Lascialo andare, lui non
c’entra, con me fa quello che ti
pare!!»…«NON MI PROVOCARE! Io sono un
Digimon, non prendo ordini da una sciocca umana come te, e sappi che i
tuoi tentativi di fare l’eroina buona della situazione mi
fanno innervosire alquanto!»
Terriermon era rimasto sul fondo della scarpata, si rialzava a fatica
«…R-Rea…Benji…»
aprendo gli occhi appannati sulle scintille della battaglia…
…esattamente come faceva Henry, dinanzi alle luci cittadine
che si rimescolavano nei suoi occhi stanchi, al pronunciarsi degli
stessi nomi «…Rea, Benji…»
«Sei un Digimon!» replicava Rea con coraggio
«Dovresti visitare la terra e fare amicizia con gli umani,
anziché aggredire senza un motivo gli innocenti!»
ma la Digimon la spinse a terra «Noi abbiamo imparato a non
fidarci degli umani! Non lo sapete?! Voi siete una fonte di potere per
i Digimon avidi, e siete i primi in fondo a farvi tentare da
prospettive grandiose! Uniti assieme costituite un cocktail di
oppressione e tirannia che siamo intenzionate a scongiurare a tutti i
costi!»…«Sbagliate!!»
scattò la ragazza da suo figlio, stringendolo fra le sue
braccia protettive «La maggior parte di noi…sogna
semplicemente di avere un amico digitale che gli faccia compagnia nel
suo futuro, perché la vita è piena di trappole e
insidie!»…«Non mi faccio ingannare dalle
favolette…!» sorrise ironica la nemica facendo
luccicare i suoi occhi, ma quelli di Rea luccicavano di più
«Si tratta dei nostri sogni più intimi, scampati
ad una guerra che è la
crescita!!»…«Uhm?!»…«La
disperazione…e il dolore si sono abbattuti su noi che
eravamo bambini felici, ma nonostante questo la speranza
dell’infanzia ci ha dato la forza…di far nascere
un ultimo sogno brillante dalla nostra vita, guarda tu
stessa!» mostrandole suo figlio tra le braccia «Lui
ha l’aspetto dell’avvenire, adesso è
ancora notte! Ma verrà un giorno in cui poiché
abbiamo creduto, tutto tornerà a splendere di nuovo: i
nostri sogni si riuniranno, e tanti e tutti assieme faranno luce nelle
tenebre! E ci sembrerà come un tempo, ancora più
bello!!»…«SEMPRE SE CI ARRIVERETE A QUEL
GIORNO!!»…«Ah!!»…«Perché
io ve lo impedirò…
...aero-mitra! Modifica schieramento! Formazione: forte inespugnabile!!»
Proprio quando le coppie di Digimon stavano per assestare i colpi
definitivi agli insidiosi aeroplani, questi si avvicinarono e
schizzarono via in un volo combinato.
«Che cosa succede?!» esclamò Renamon.
«Accidenti! Ora che stavamo per colpirli!!»
protestò Cindermon.
«Si sono spostati!» indicò Takato, e
Rika «Presto, andiamogli dietro, quella ragazza è
in pericolo!»…«Oh sì!
Rea!!» esclamò Suzie, tanto che Takato si
stupì “Rea…?” ma non vi era
tempo e Jeri esortò «Andiamo a vedere,
forza!» sicché si mossero in gruppo…
Mentre Rea
stringeva e proteggeva Benji all’interno del nascondiglio, i
due aero-mitra si appostavano sul tetto del blocco,
schiena-contro-schiena.
Quando i
domatori e i Digimon giunsero ai piedi della scalinata, Beelzemon
avvertì «Attenti!! Tutti
giù!!» e infatti fu grazie al loro pronto
abbassarsi che evitarono la raffica ad ampio raggio rifilata dagli
aerei che rotearono sul loro asse.
Cindermon gattonò a terra «Accidenti, questo
è quello che si suol chiamare: essere sotto
tiro-oh?!»…«Sta
giù!!» la spinse a forza Takato «Guarda
che lo so non è che devi dirmelo t-WAAAHHH!» ma si
portò le mani alla testa quando le piombò quasi
addosso una nuova raffica di mitragliatore «Oh mamma questo
mi ha spettinato il ciuffooo!»…«Lascia
perdere il ciuffo, dobbiamo capire un modo per avvicinarci! Sono certo
che lei è là dentro…
…e che ci sono anche il figlio di Henry…e la
ragazza che ha rapito…» specificava Takato alzando
gli occhi, pur con cautela, sul nascondiglio avvolto dalla notte, e
sovrastato dal minaccioso luccichio del mitra degli aerei…
«Calù! L’unico modo è operare
come una vera squadra!» comparve d’improvviso
quella specie di batuffolo bianco «Calumon!!»
balzò in piedi Jeri, ma Beelzemon la spinse giù
«Attenta, Jeri!» per proteggerla dalla raffica che
fece seguito il secondo dopo «Ragazzi! PinkMonzaemon ha
assediato un luogo molto importante per i nostri ricordi! Se
c’è un modo per liberarlo da lei…
…questo è racchiuso nella vostra collaborazione!
Dovete muovervi insieme, alcuni dovranno coprire e altri avanzare! In
guerra va sempre in questo modo!»…«Sei
sicuro che così potremo farcela, Calumon?» chiese
Takato, illustrando «I loro spari sono velocissimi, potrebbe
essere pericoloso per chi uscirà allo
scoperto!»…«Calù! No, se la
nostra azione sarà coordinata! Ho diretto i lavori per tanti
anni, è fondamentale per una buona
riuscita!»…«E’
vero!» ricordò Beelzemon con entusiasmo
«E’ stato grazie ad una perfetta sinergia di
squadra se siamo riusciti a compiere ricostruzioni che ci parevano
impossibili, al villaggio! E anche…questa mattina al
convento, se non ci fossimo messi a lavorare tutti insieme con le altre
sorelle non avremmo completato il dipinto!»
Jeri lo osservava con una nota di ingenuità nel suo stupore,
ma Beelzemon si chinò sorridendole «Jeri! Dammi
retta, e non essere diffidente! Il lavoro di squadra è
un…qualcosa di meraviglioso, e può riuscire
quando la situazione sembra disperata: forza! Sono certo che anche tu
puoi partecipare!» e le afferrò il braccio, tanto
che lei provò un’intensa emozione…
…anche Renamon li osservava con espressione profonda nei
suoi occhi sottili…
“Lavoro di squadra…” pensava Jeri seria
in volto “…non l’ho mai sperimentato,
però l’ho sempre sognato!” rivolgendo i
suoi occhi al cielo notturno “…ora è
proprio Beelzemon…a propormelo, proprio lui che mi ha
impedito tanti anni fa di esser parte di una squadra, come desideravo
ardentemente!” «Per favore!...ci stai?! Ho bisogno
di una tua risposta! Jeri io sono disposto a lottare per te, se mi
sostieni: possiedo armi da fuoco, posso coprire i nostri compagni
mentre si avventurano nel nascondiglio, tu mi
aiuterai!»…«…io…?
D’accordo…» nell’accenno di un
lieve sorriso di meraviglia sul volto pallido di quella ragazza
«Bene! Sono contento…!» fece il Digimon,
al che Renamon parlò «Io posso digievolvere, e
procedere verso il
nascondiglio!»…«Certo, Renamon! Io
verrò con te!»…«Rika, sei
sicura? Sarai esposta!»…«Non ti lascio:
come sempre!»
Suzie e Antylamon si guardarono «…ho lanciato una
sfida a Rika: non intendo essere da meno, e poi Rea è una
mia amica, e Benji mio nipote.»…«Non
avrai nulla da temere Suzie.»
Lo stesso Takato e Cindermon «…puoi dimenticare
per un attimo la mia residenza?» chiese lei, e il ragazzo
rispose «In questo momento ho solo Henry nella
testa.» per poi guardare la meta
“…è tanto tempo che non rientro
là dentro…”
…mentre Cindermon altrettanto pensava
“…e puoi dimenticare anche che non sono chi aveva
QUESTA, come residenza?”
«Tutti pronti?!» chiese Beelzemon «Io e
Beelzemon vi copriremo, coraggio ragazzi!» esortò
Jeri, e Takato rispose «Tutti pronti!»
«Calùùù…»
Calumon illuminò il simbolo rosso sulla sua fronte
«Via con le digievoluzioni…»
…sicché nello sprigionarsi della luce…
«CINDERMON DIGIEVOLVEEE!!!...
…WOLFIREMON!»
«RENAMON DIGIEVOLVEEE!!!...
…KYUBIMON!»
Rika montò a bordo di quest’ultima
«…bene, riprendiamo la corsa!» ammise
decisa.
Takato si avvicinò leggermente esitante a Wolfiremon, che
gli chiese con i suoi occhi azzurri pur trasferiti su un volto da lupo
«Te la senti di iniziare a correre con me?»
Il ragazzo deglutì, ma il suo sguardo era determinato: e
assieme a quello di Wolfiremon, sullo sfondo del suo ululato,
puntò al nascondiglio celato nel buio.
«Jeri, adesso!» invitò Beelzemon, e lei
scagliò in alto il Digivice «Digimodificati!!...
…modalità d’attacco!!»
…ed il bazooka trasparente si materializzò sul
braccio di Beelzemon «Perfetto!»
«CALU’, TUTTI UNITI CE LA FAREMO!»
«Pronti?!» fece Takato
«PARTIAMO!» decretò Wolfiremon, e i
Digimon balzarono.
PinkMonzaemon ringhiò di rabbia «Grrr, che
intendono fare?!!»
Gli aero-mitra si prepararono per una nuova rotazione micidiale.
Ma Jeri invitò «Adesso,
Beelzemon!!»…«Bene! Bolide smaterializzante!!»
Gli ingranaggi del suo bazooka scintillarono e riluccicarono nella
notte per culminare in quel bolide lucente, che colpì in
pieno un aero-mitra frantumandolo.
«Bene così, ragazzi!!»
esclamò Takato che con Wolfiremon piombò sulla
scala iniziando a salirla con agili balzi «Attenti, non
è ancora finita!!» segnalò Rika
«Ne è rimasto un altro!!»
indicò Suzie aggrappata alla fulminea Antylamon.
In effetti era rimasto il secondo dei due aerei che scatenò
una raffica «Spostiamoci!!» definì
Suzie, ed in un balzo simultaneo i Digimon evitarono la linea del fuoco.
«Adesso Beelzemon, colpiscilo!!» indicò
Jeri «Adesso, che è rivolto verso di
noi!»
Beelzemon prese la mira “Devo farcela…è
la mia domatrice a chiedermelo: finalmente ho iniziato a lottare non
più da solo!”
L’insidioso aero-mitra di peluche fu al centro del suo
mirino. I suoi tre occhi si chiusero, e si concentrarono nel colpo
«Bolide…smaterializzante!!»
…che saettò tra gli alberi e lungo la scala,
evitando gli alleati…
…e centrando appieno il bersaglio nemico, in una fragorosa
esplosione.
Scampato il
pericolo, Jeri balzò in piedi entusiasta «Ce
l’hai fatta!!»…«Sì!
Il gioco di squadra ha
funzionato!»…«Calù!! Forza,
ragazzi! Salvate i prigionieri!»
«E’ il nostro momento!» indicò
Takato, che con i suoi alleati corse verso una meta per lui
così cara e familiare.
PinkMonzaemon inorridiva «E’ inammissibile, non
possono aver infranto la formazione forte inespugnabileee!!!»
portandosi le mani al capo…mentre Rea sorrideva di nuova
speranza stringendo più forte suo figlio…
«PinkMonzaemon!!» esclamò Antylamon, in
un attimo furono di fronte a lei, che si parò di fronte ai
prigionieri «No! Non vi ridarò la soddisfazione di
riaverli!»…«Ma ci darai quella di
eliminarti!!» ribatté Wolfiremon «Ti
diamo la possibilità di arrenderti!» ammise
Kyubimon, avanzando «Che cosa scegli? Puoi tornare al
villaggio e lasciarci in pace, tu hai una vita e una casa
lì: non ha senso questa
guerra!»…«Grrr, io ho una missione da
compiere!! E come se non bastasse…
…ho odio
a sufficienza per ciascuno di voi! CUORI
FOLGORANTI!!!» caricando più potere
che mai, ed illuminando il buio luogo con la luce elettrificata dei
suoi cuori.
Ma sotto
l’esortazione di Kyubimon «Proteggiamo i nostri
domatori! Fiamme
celesti!!!» …le sue nuove code si
aprirono in un ventaglio di fuoco azzurro sulle sommità, che
piombò contro i colpi nemici «Piropennellata!!!»
scodinzolò Wolfiremon fino a tracciare la foglia di luce
ardente che sprigionò la sua energia «Scure veloce!!»
Antylamon scattò agilmente tagliando i colpi
rimasti…
…mentre Rea li osservava facendo capolino tra le gambe della
nemica «Sono fantastici! Sono davvero dei grandi domatori, ho
tanto da imparare!» chiedendo implicita e dolce conferma a
suo figlio.
Gli ultimi
cuori caddero ed esplosero in dati sotto lo sguardo allibito di
PinkMonzaemon che indietreggiava, mentre Wolfiremon avanzava
«ALLORA…?!» seguita dagli altri.
«A-Accidenti!» una goccia di sudore scese sulla sua
fronte «Q-Questi fanno sul serio, finirò
acquisitaaa!!!»
Ma
improvvisamente «PinkMonzaemon!!»
risuonò una voce stridula.
«Oh?!» Takato si volse con gli altri, ma di colpo
«AAAHHHH!!!» un getto di fuoco li travolse
inondando il nascondiglio.
«LadyMeramon, sei tuuu?!» fece l’orsa a
bocca aperta, al materializzarsi improvviso della compagna che le pose
una corda di perle «Afferra questa e andiamocene,
svelta!»…«Ma
scottaaa!»…«Grrr, e muoviti!! Ptsss, ho
appena elaborato un piano infallibile, ci manca solo che me lo rovini
tu facendoti acquisire: ho bisogno di qualcuno che curi le
rifiniture!»…«S-Sei
un’egocentrica!»…«Il tuo
momento di gloria l’hai avuto e l’hai sprecato, ora
tocca a me!
MUOVITI!»…«Whaaa!!!»
…sicché pur controvoglia PinkMonzaemon dovette
afferrare la corda di perle, e volare nel fuoco a mo’ di
liana sulla giungla assieme alla sua compagna che esclamò
«PISTAAAAAAAAAAA!!! MA NON E’ FINITA QUI, CI
RIVEDREMO BRUTTI MOCCIOSI FUORI MODAAAAAA!!!»
Dopo la loro uscita di scena, il fuoco si diradò
all’interno del nascondiglio. Takato abbassando lentamente il
braccio con cui si era protetto gli occhi ebbe un dejavù, e
si rivide ragazzino, con lo zaino in spalla mentre fuori scendeva la
sera, quando aveva distinto sul fondo di quel terreno dissestato
l’aura lucente del varco per Digiworld…
…ma ora, gli occhi appannati di quel se stesso del presente,
dal bell’aspetto e dal gel nei capelli, misero lentamente a
fuoco al posto del varco il dolce e vivace agitarsi delle braccine di
un bambino…
«Benji…?» Takato strizzò i
suoi occhi più volte, non sicuro di aver visto bene
«Ma come, lo conosci…?» si chiese Rika.
«Rea, sei salva!!» esclamò Suzie,
correndo da lei mentre Antylamon regrediva a Lopmon, così
come Kyubimon a Renamon, e Wolfiremon a Cindermon, la quale
indicò «Ehi!! Guarda un po’ chi si
rivede!! Questa sì che è una bella
sorpresa!!»
Rea sorrise loro spontanea e commossa «Grazie, ragazzi. Ci
avete salvati.»…«Come state, siete
feriti?!» chiese Suzie, gettandosi poi sull’amica
«Ah, sapessi come ho temuto per
voi!»…«…è tutto a
posto, Suzie.» mentre Benji si sforzava a pronunciare
qualcuna delle sue parole ostiche…
…Takato si avvicinava «Rea…sei
tu?» accucciandosi di fronte a lei
«Ma…l’individuo misterioso che ci ha
avvisati ha parlato del figlio del mio amico Henry!» e
dilatando gli occhi nel farsi strada di una straordinaria
consapevolezza alla vista di Benji…
…mentre Rika non era meno stupita
«…quello è il bambino della foto che mi
ha mostrato Henry!»…«Ptsss,
Rika!» si accostò a lei Cindermon «Ma
quella ragazza è quella che ho salvato sull’aereo!
C’era-c’era pure la notte che hanno arrestato il
dragone nero, Cyberdramon, ti
ricordi?!»…«…e
così quello è il figlio di
Henry…» accennò Rika, avanzando di un
passo. Seguita da Cindermon a mo’ di soldato rigoroso e un
tantino curioso.
«Takato…» Rea si alzò in
piedi con suo figlio in braccio «…io credo che tu
debba sapere che-»…«Digiuooo!
Digi---uuu!» ma Benji tendeva la mano verso
l’esterno e sembrava in apprensione per qualcosa: qualcosa
che rappresentò un’autentica folgorazione per la
madre «Oh mio
Dio…Terriermon…!»…«Che
cosa hai detto?!» fece Takato cercando di sfiorarla, ma lei
corse via «Scusate un attimo!!»
…uscendo all’esterno, e guardandosi attorno
preoccupata «Ma dove sarà
finito…?»
Terriermon li vide, alzando lo sguardo verso l’alto. E
dipingendo un sorriso triste sul suo volto
«…eccoli, li hanno liberati. Meno male.»
(canzone: Anastacia
- I dreamed you) chinando il capo «La signora
Rea e suo figlio sono finiti in questo guaio per causa mia: non merito
di star loro accanto. Debbo sparire per sempre…»
sicché, con le sue orecchie a strusciare tra la terra e le
foglie, si allontanò a passo lento e malinconico,
confondendosi nel buio, e in quei fitti cespugli…
…negli stessi istanti Henry camminava a passo barcollante
per la città, rivolgendo sguardo triste al cielo
«Tutti coloro che amo…passano guai per colpa mia.
Io non merito…la felicità al loro fianco,
piuttosto destino per uno come me è quello di
sparire…»
…egli non aveva orecchie lunghe fino a terra, ma la sua
anima e il suo cuore era come se le avessero. Così si
incamminò, verso dove chissà, confondendosi tra
le luci dei lampioni e le ombre di vicoli un tempo propri della sua
fantasia di ragazzino.
«…non può
essere…dev’essere ancora qui, da qualche
parte!!» esclamò Rea col cuore appenato, che si
diresse di corsa giù dalle scale, inseguita da Suzie
«Rea!! Rea, aspettami!!»
…mentre per i restanti vi era dubbio e
stupore…Takato adagiò una mano sul cancello
metallico…e per un attimo lo oscillò, smarrendo
occhi e sentimenti in quel cigolio. Per lasciarsi carezzare dalla luna,
nella notte di quel luogo ora che il vento sembrava essersi placato.
Cindermon lo osservava. E giunsero anche Jeri e Beelzemon «Va
tutto bene?! Dov’è Suzie?!» chiese la
ragazza, ed il Digimon «Quando abbiamo visto il fuoco ci
siamo spaventati!»…«Calù!
Dove sono la ragazza e il bambino?»
Takato prendeva un sospiro, e ricomponeva i pezzi
«…non riesco a crederci...quella
persona…ha parlato del figlio di Henry! No,
Cindermon?»…«A tutti gli effetti!...ohi,
che non si pensi che ho capito male perché sorda ancora non
sono!» Rika si accostò all’amico
«Takato, io ho riconosciuto quel bambino, ho visto una foto.
Dev’essere
lui…»…«…Rika ma
qui c’è qualcosa che non va, Henry mi aveva fatto
due nomi diversi…» ma lo sguardo di Rika fu
tacito, eloquente, allusivo allo stato del loro amico tanto da lasciare
Takato ancor più pensieroso
«…Benji…e
Rea…?!...loro…la moglie…ed il figlio
di Henry?!»…«…non puoi negare
la somiglianza.» mormorò la ragazza, e Renamon
disse «E’ vero. L’ho notata
anch’io.» Takato ammise allora
«…bisogna assolutamente chiarire questa
storia…» perdendosi di nuovo ad osservare il
cielo…
…mentre Beelzemon sorrideva alla sua domatrice
«Hai visto, Jeri? Non mi sbagliavo. Lottare tutti assieme
come una squadra ci ha permesso di vincere.»
Quell’esperienza aveva lasciato una sensazione profonda nel
cuore della ragazza, che si rifletteva nel suo sguardo, assorto, e
attraversato da un velo di meraviglia…tra uno stupendo
stupore ed un’incertezza che mozzava il fiato “Non
mi ero mai sentita così…
…essere uniti, e lottare assieme per uno stesso
obiettivo!” mentre Takato commentava «Certo che
è incredibile…
…quanti pezzi di vita…possono riunirsi nello
stesso luogo, a distanza di tempo.» …spingendo a
riflettere con lui Cindermon…
…e anche Rika e Renamon, che contemplarono assieme il
panorama. Beelzemon sospirava, e assieme a Calumon sembrava condividere
quella stessa sensazione.
Jeri guardava la luna “Chissà…magari il
mio destino è trovare una mia squadra, che non mi
permetterà più di sentirmi sola. Forse il mio
destino è essere salvata da quella bolla
sospesa…” …rivolgendo uno sguardo a
Takato, senza che lui se ne accorgesse, se non quando lei si era
già voltata, verso qualcun altro dalle ali nere come la
notte “…forse il mio destino è scoprire
la fiducia nel mio Digimon.”
…Beelzemon, scrutato a sua insaputa anche dallo sguardo di
Renamon, sguardo a sua volta seguito da quello della sua
domatrice…
“Chi lo sa.” diceva a se stessa Jeri “E
intanto sono di nuovo qui, cresciuta, ad interrogarmi sul destino.
Leomon…” osservando la luna
“…tu sapresti svelarmi quale sarà il
mio destino…?”
…la luna sembrò mostrare per pochi istanti quel
volto leonino pieno d’esperienza e saggezza…e Jeri
pensò “…talvolta questi scherzi da
bambini possono si insinuano anche nei tuoi giorni da
adulto.” in un lieve sorriso di dolce affetto, e malinconica
gratitudine.
E quando scese la penombra sul palazzo reale di Digiworld, Sandmon si
accostò a Cyclemon «Questi Digimon sono nelle mie
mani, tuttavia sono disposto virare per una direzione pacifica
anziché destare l’ostilità del
Supremo!»
…mentre Guilmon osservava da dietro una colonna…
«I conflitti fra noi potrebbero giungere ad un quieto e
diplomatico compromesso, se io potessi avere la mano della tua
incantevole figlia, Cyclemon!»
“Cosa?! La mano di Diamon?!” sussultò
l’anima dell’anziano Digimon.
«Riflettici, è per il bene di Digiworld! Un
semplice matrimonio, in cambio della clemenza verso il popolo
rifugiatosi nel palazzo!»
Cyclemon stringeva sia il suo scettro sia i denti “Non voglio
consegnare mia figlia a questo malvagio!! Ma cosa faccio?!!...
…Kazu finché non avrà completato la
prova dell’erede dovrà stare al sicuro, non posso
rischiare che questo Digimon apra le ostilità!!...
…lui non sa che è nascosto in questo
palazzo…e che ha con sé la Sfera
regale!!”
Mentre pensiero di Sandmon era “Uhmuhm! Sposerò
quella Digimon, e riuscirò ad ammaliarla con il mio fascino
tanto che mi svelerà il nascondiglio della Sfera regale!!
Allora diventerò re e padrone di questo luogo e il resto di
Digiworld!”
Cyclemon chinava il capo “Babamon e
Jijimon…”
…rivolgendo il pensiero a quel ragazzo che ora si scambiava
uno sguardo di dubbio e incertezza col suo Digimon, rifugiatisi
entrambi nelle buie segrete illuminate soltanto dalla luce della
Sfera…
“…hanno posto su di lui un importante compito, ma
ci vuole tempo perché la Sfera si conformi al predestinato
ed emetta il suo verdetto. Il tempo…di una prova! Una prova
a cui è appeso il futuro di Digiworld, il suo decorso merita
tutela a qualsiasi prezzo, però!...
…anche che volessimo temporeggiare, fingendo di
assecondarlo…chi mi assicura che riusciremo a farcela, prima
che Diamon diventi la moglie di questo mostro?!...
…la situazione è delicata…una
rappresentanza dell’intero popolo digitale è
rifugiata nel mio palazzo, ma è in balia di un Supremo che
non conosco, e non so comprendere fin dove possa arrivare a spingersi!!
Mi intimorisce…”
…mentre scorgeva un lembo del suo manto nero, oltre Sandmon
e la colonna “…è una figura ombrosa,
non ama svelarsi. Ho io il compito di proteggere questa gente dai suoi
abusi. Ma posso farlo soltanto proteggendo l’erede: la
leggenda narra…che lui sarà la luce che
rischiarerà le tenebre del nostro mondo.”
«Accetto.» disse una voce femminile.
Cyclemon si volse «Cosa? Diamon! Stavi
ascoltando.»…«Tutto, papà. Ho
sentito tutto. Accetto.»
«Uhm!» si apriva in un sorriso beffardo il volto
sabbioso del guerriero digitale.
«Ma…figlia mia…sei sicura?»
mentre la leggiadra fanciulla avanzava
«Prometti…ehm, ehm! Promettete che il mio popolo
sarà trattato con clemenza, e che gli saranno risparmiate
ingiurie da voi e dal Supremo?» domandò Diamon
inchinandosi rigorosa dinanzi a Sandmon, sotto gli occhi attoniti di
suo padre…e di Guilmon dalla sua penombra…
«Un accordo è un accordo, e io sono un Digimon di
parola!»…«Molto bene. In questo caso
accetto di essere vostra moglie,
Sandmon.»…«Diamon!»…«E’
deciso, papà!» …tanto che Cyclemon tese
la mano ma dovette ritirarla e rinunciare a replicare.
Sandmon ghignava soddisfatto “Perfetto! Questa sciocca non ha
speranze contro il mio fascino: ha la fama di essere una piagnucolona
senza spina dorsale, ed io sono il più bello tra i Digimon.
Di sicuro il mio fascino le farà sputare quel nascondiglio
della Sfera che è rimasto strozzato in gola al
vecchio!”
Quest’ultimo che pensava “Figlia mia…non
ti avrei voluta condurre a tanto. Sei ancora giovane.”
Ma Diamon sembrava rigida nella sua decisione, chiusi erano i suoi
occhi guarniti dal trucco splendente.
Guilmon, colpito dalla scena a cui aveva assistito, si allontanava (fine-canzone)
Poco più tardi, Kazu sedeva su un ceppo di pietra e si
lasciava scorrere la Sfera tra le mani «Uff!...sono ore che
nessuno viene a dirci cosa sta succedendo, non si saranno dimenticati
di noi? Guardromon! Guardromon, sto parlando con te!» ma
scuotendolo, si accorse che il Digimon si era appisolato, sdraiato su
un fianco…
…nel sonno ripeteva
«…Kazu…sono felice di averti
ritrovato…»
…tanto da evocare un sorriso di tenerezza sul volto pallido
del ragazzo illuminato dal chiarore della Sfera regale
«…sono felice anch’io, non sai quanto,
anche in queste condizioni. Vorrei soltanto sapere come stanno Cyclemon
e Diamon: ci hanno condotti nel loro palazzo…ma poi
d’improvviso ci hanno intimato di nasconderci. E
se…anche questo luogo fosse stato il bersaglio di un attacco
di quei Digimon malvagi?...
…il popolo dei Digimon sembra così fragile, e
preso dal panico, non lo ricordavo così. Anche per loro
questi dieci anni devono esser stati molto duri…
…li ho visti solo di sfuggita…sembravano
così agitati…magari poter fare qualcosa per
loro…ma sono solo un povero essere umano.»
sfiorando quella Sfera come se rappresentasse quel poco, quella sola
umiltà che aveva tra le mani «…e certe
situazioni non cambiano attraversando un varco. Posso solo attendere
nel buio, impotente dinanzi alla sofferenza altrui. Come con la
malattia di mamma…e…con il cambiamento di
papà. Oh?!»
…uno spiraglio di luce si allungò presso di lui
proveniente da una porta che si apriva…il ragazzo
arretrò e pose la mano sul suo Digimon
«Guardromon: Gardromon sveglia, in guardia!...potrebbe essere
qualcuno con cattive
intenzioni!»…«Kazu…sono
stanco…»…«No:
shhh…!...non ho cattive intenzioni.»
sussurrò lei, e Kazu restò stupito
«Diamon, sei
tu!»…«…sì,
però parla piano.»…«Che ti
è successo?!» esclamò il ragazzo che
parve ignorare l’invito a parlare piano
«Dov’è tuo padre,
insomma!!»…«Shhh…te ne prego.
E’ una questione…molto importante. Da adesso tu ed
io dovremo parlare, e comunicare molto a
distanza.»…«Come?!»…«Uhm
uhm. O almeno credo che vada così in questi casi, visto che
sono la promessa sposa del padrone del palazzo o quantomeno
dell’ambasciatore del
padrone.»…«Che storia è
questa?!» …mentre si destava anche Guardromon
«…uh?» massaggiandosi un po’
la testa.
«E’ così.» svelò
Diamon «Sono la fidanzata
ufficiale.»…«Fino…a
stamattina ero rimasto che eri tu la padrona di questo palazzo, che
apparteneva a tuo
padre!»…«…non più.
Siamo stati occupati…”occupati”, credo
si dica così.» rifletteva Diamon che nonostante
tutto cercava di mostrarsi naturale e spigliata «Mica questa
è l’occupazione a scuola,
Diamon!»…«Ah anche da voi succede?
Vengono i Supremi del vostro mondo a prelevare il trono dei luoghi di
istruzione?»…«Mmm…!...lasciamo
perdere, troppo
complicato!»…«Kazu…che vuol
dire
“occupato”?»…«Te lo
spiego dopo, Guardromon! Insomma…che storia è?!
Vi hanno invaso,
nemici?!»…«…Supremi.»
rivelò alzando le spalle «Non so se si
può dire “nemici” o semplicemente coloro
che detengono il potere e verso i quali siamo in obbligo
morale.»…«Obbligo morale…?!!
Vi vengono ad occupare il palazzo e voi dovete esser loro
debitori?!»…«Kazu? Che vuol dire obbligo
morale?» chiese Guardromon «Ehm!!...come fra me e
te, io sono in obbligo morale verso di te che mi hai spesso aiutato!
Insomma Diamon-»…«Ecco. Lo hai spiegato
tu stesso.» disse lei, facendo arretrare di stupore il
ragazzo «…quando qualcuno ti aiuta, ti salva, ti
permette di avere un futuro sei obbligato con lui, no? E noi lo siamo
con il nuovo Supremo.» compiendo qualche disimpegnato
passetto sui suoi tacchi sopra quel freddo pavimento di pietra, sciolta
e dal portamento elegante come sempre per poi volgere la coda di
quell’occhio incorniciato da diamanti
«…siamo stati raggiunti dal successore di
Azulongmon. Questo Digimon ha fatto molto per Digiworld dieci anni fa.
La gente gli è devota, e…
…lui li tratterà bene se io sposerò il
suo ambasciatore.»…«COOOSA?! Un
ricatto?!» e Guardromon «Kazu: non ti chiedo che
vuol dire perché il suo solo suono mi dà
fastidio!»…«Hai sentito Guardromon?! Lui
è un tipo sveglio, ha ragione circa questa storia!
Insomma…che razza di persona anzi di Digimon può
essere un Supremo come questo, che pretende rispetto e
fedeltà estorcendo sacrifici ingiusti da parte dei suoi
sudditi! Di sicuro è un vigliacco, tu non vuoi sposarti
questo ambasciatore! Chiunque esso sia,
giusto?!»…«Io…»
rifletté la ragazza, per poi volgersi a guardarlo con
spontanea fermezza «Io sono disposta a fare qualunque cosa
per il mio popolo.»…«Ma questo
è ingiusto!! Oahh!» ma stava per cadergli la Sfera
regale dalle mani, quando un’altra voce echeggiò
«Ma è l’unico modo per tenere gli
invasori calmi, almeno finché non avremo trovato la giusta
soluzione per salvare questa gente allo
sbando.»…«Cyclemon…»
sussurrò Kazu, vedendolo avanzare tra ombra e luce, ponendo
il suo scettro proprio sulla linea tracciata dallo spiraglio, che
illuminava anche parte del suo manto, e del suo cappuccio merlettato
bianco «Siamo con le mani legate. Possiamo solo sperare di
ricevere una risposta…interrogando la luce.»
alludendo con le parole e con lo sguardo alla Sfera tra le mani del
ragazzo, il quale però non vi badò nemmeno e
insistette «Il sacrificio di Diamon è un prezzo
troppo alto! La vita e l’amore sono doni troppo preziosi per
essere gettati via allo scopo di compiacere un tiranno!» ma
lei gli si accostò, sfiorandolo con delicatezza
«Kazu…è tutto ok. Davvero. Nessuno mi
ha costretta, potevo rifiutare. Se l’ho fatto, se ho scelto
questo…»
…mentre Cyclemon si avvicinava al ragazzo, e alla
Sfera…
«…è perché amo profondamente
i Digimon, e non voglio che
soffrano.»…«Anch’io amo
profondamente i Digimon…più di quanto tu possa
immaginare…!...» scandì Kazu fissandola
nei suoi occhi verdi con i suoi blu e consapevoli, in viaggio tra gli
anni e i ricordi «…e tu sei una di
loro.» ma lo sguardo di lei sfumò, e poi si
distaccò «Diamon, devi darmi una risposta su
questo!» la richiamò lui ma fu inutile, piuttosto
Cyclemon pose la mano sulla Sfera regale «Ascolta Kazu:
ora…è di fondamentale importanza ciò
che ti dirò.»…«Cyclemon,
qualsiasi cosa! Se…potrò evitare tutto
questo-»…«Non so se sarà
possibile. Per il momento è uno il nostro dovere. La Sfera
regale ha scelto te, in risposta al desiderio di Babamon e Jijimon. Ma
il processo non è ancora completo. Ti aspetta una
prova.»…«Una
prova?»…«Una prova?» chiesero
Kazu e Guardromon, quest’ultimo si allineò accanto
al suo domatore. Cyclemon illustrò «Dovrai
superare alcuni ostacoli.»…«A che
scopo?!»…«A che
scopo?»…«…questo ce lo
rivelerà la Sfera stessa al termine del processo. Nel
frattempo…senti, ragazzo, è molto importante che
tu la nasconda.»…«Oh?» Kazu
restò stupito della richiesta mossagli dal Digimon, che pose
la sua mano inumana sulla sua così magra e affusolata
«Non farla vedere a nessuno. E non parlare a palazzo se non
vieni interpellato. Monteremo una storia credibile per giustificare la
tua presenza.»…«Nel frattempo alloggerai
e lavorerai qui.» disse Diamon, ma Kazu insistette
«Mi…!!...assicurate che questo porterà
a qualcosa che non sia il proliferare di ulteriori
soprusi?!»…«…abbi fiducia in
noi, nascondi la sfera.» fece Cyclemon, voltandogli le spalle
quando Kazu avrebbe voluto trattenerlo, ma non sapeva con quali
pretesti, le parole gli si strozzavano in gola. Anche Diamon gli
lanciò uno sguardo malinconico per poi volgersi
«Dove andate?!» Il vecchio Digimon rispose
«Torneremo da te, e ti spiegheremo cosa dovrai fare. Nel
frattempo…buonanotte.»…«Ma
io…!» …restò con la mano
tesa, mentre Diamon nella penombra gli rivolgeva un gentile
«…buonanotte. Kazu.» per poi girarsi
«Aspettate! Cyclemon, Diamon!»
…ma presto lo spiraglio scomparve, lasciando lui e
Guardromon al buio «Dove sono
andati?»…«…via…»
rispose Kazu a capo chino «E’ vero che la signorina
sposerà l’ambasciatore del nuovo
Supremo?» ma il ragazzo sedette stizzito sul ceppo
«Ahhh!...
…potessi fare qualcosa, una volta
tanto!!»…«Kazu…non essere
arrabbiato. Ci sono io.»…«Oh?»
Guardromon gli aveva posto la mano sulla spalla
«Anch’io sono stato per dieci lunghi anni ad
assistere Jijimon e Babamon senza poter far niente, certi giorni, per
quei dolori e acciacchi che li facevano tanto star male. Facevo solo la
spesa ma mi sarebbe piaciuto essere intelligente, come certi Digimon
dottori, per allungar loro la vita.»
Kazu a quel punto sorrise, e disse «…non
gliel’hai allungata poiché già avevano
vissuto a lungo, ma quel che è certo è che
l’hai resa loro più felice. Così come
la rendi a me, facendomi compagnia in questo buco di
oscurità.»…«Kazu…vedrai
che andrà tutto bene.»…«Ah,
è incredibile: Guardromon, io penso che noi
due…abbiamo avuto molte più cose in comune di
quante possiamo immaginare, in questi anni…mentre io
assistevo mio padre tu eri con loro! Dunque non è stato vano
quel parlarti e descriverti ogni mia faccenda, anche quando non sentivo
che mi
rispondevi…»…«Kazu…a
volte mi sembrava di udire la tua voce, tra i pacchi della
spesa.»…«…è
proprio vero che quando ci si vuole bene…non si è
mai distanti, nonostante il tempo, lo spazio e i mondi a
separarci.»…«Io…!...anche se
sono in questa prigione con te sono
felice!»…«Oh sì,
anch’io!! Ben venga anche un buco più
profondo…se dentro questo posso passare del tempo col mio
adorato Digimon, che non vedevo da anni!» abbracciandoselo in
tutta la sua tozzagine metallica «Kazu…ti voglio
bene!!»…«La Sfera! Cyclemon ha detto di
nasconderla!»
…sicché il ragazzo la appoggiò sul suo
stesso capo…e sopra vi adagiò il cappello
«Ahah! Kazu, così sembra che il tuo cervello
splende…!»…«Meglio: non ci
crederà nessuno, ahahah! Ora sarà al sicuro.
Spero tanto che questi Digimon siano presto
liberi!»…«Magari…»…«Domani
è un altro giorno, amico
mio!»…«Un altro giorno.» al
che il ragazzo accomodandosi sul ceppo si stirò e disse
«Ah, Guardromon, sai che
pensavo?»…«Che
cosa…?»…«Che sarebbe
divertente…che fosse con me anche quell’altro
amico da cui non mi separavo mai. Kenta! Te lo ricordi,
no?»…«Certo! Dov’è
ora…?»…«…a-ahhh…»
rigirandosi «…sulla terra, probabilmente. Con sua
moglie. A litigare…e a non immaginare che possa esistere un
palazzo come quello in cui ora ci troviamo
noi.»…«…è
impossibile: anche Kenta era un Digimon Tamer. Aveva un Digimon:
MarineAngemon!»…«…lo so
Guardromon ma crescendo si cambia e si dimentica…
…alle volte…
…altre come nel mio caso adesso, tutto si ricorda con
maggiore chiarezza e si avrebbe voglia di replicare. Se Kenta e
MarineAngemon fossero qui con noi ora sarebbe
fantastico…»…«…è
veeero…» sfumò con tono sognante la
monotona ma garbata voce di quel robotico essere, mentre Kazu
nascondeva il suo sorriso e il suo sonno sotto la falda del
cappello…
Cindermon e Takato rientravano a casa in quel momento
«Ascolta Cindermon, premesso che ti sono grato ancora una
volta per il tuo contributo e che troverò il modo per
sdebitarmi, ti vorrei chiedere per favore di avere un minimo di
contegno: con i miei genitori questo periodo non è il
massimo e mia madre non sta bene, soffre di sbalzi di pressione per
cui-»…«Ascolta Takato, premesso che sono
il tuo Digimon e non devi arzigogolarti tanto per trovare il modo per
sdebitarti e sfiondarmi di torno, perché è mio
dovere e mio interesse quello che faccio, vorrei tanto sapere per chi
mi hai preso: per una caciarona?! Una
guasta-famiglie?!»…«Senti!...non
è ora né tempo di
discutere-»…«Eh no carino hai iniziato
tu! Ascolta qua non è che io sono quella che stecchisce
tutte le madri, disgusta tutti i bravi
padri-»…«NON HO DETTO QUESTO! Lo vedi
che fai tutto da sola?!»…«Ah-io faccio
tutto da sol-IO faccio tutto da
solaaa?!»…«Sì,
tu!»…«Pfff, ma va va!»
«Ahah! Incredibile! Sembrate me con mia moglie!» si
udì d’un tratto la voce, quando erano arrivati
presso l’entrata del panificio: Takato si volse di scatto, e
Cindermon «Uhm, e questo chi è? Conosco??
Mmm…»…«Ah…ciao,
Kenta!» fece Takato, e Kenta
«Ciao…!» replicò con fare un
po’ goffo e infantile, con tanto di mani in tasca (mentre
Cindermon si scervellava su qualcosa di incomprensibile…)
«Come mai da queste parti? Ancora in giro a
quest’ora? Non me lo aspettavo, come mai non sei a casa con
tua moglie?»…«Ahh, non puoi capire
Takato ho avuto una giornata massacrante, e mi hanno trattenuto al
lavoro!»…«Oh beh, quanto alla prima cosa
posso capire eccome, nel mio caso non è lavoro retribuito,
però.»…«Ohhh, e poi tu lo sai
che io le trovo tutte per non tornare da quella ciccionaaa! Secondo me
prima o poi mangerà me avendo finito tutto il cibo in Tokyo!
Piuttosto…
…come
va?»…«Uh?»…«Come
va! Ti ho chiesto come te la passi Takato, che dici, che fai,
tuttooo…regolare?»…«Io?
Beh…» (mentre Cindermon si tormentava il ciuffo e
si chiedeva «Ma COME? Ma DOVE?? Ma QUANDO???
Baaahhh!»)
…e ignari della presenza di un abito nero sul tetto di un
palazzo, a svolazzare sospinto dal venticello…
…Takato illustrò «Kenta…lo
sai che i nuovi Digimon ci sferrano un attacco dopo
l’altro?»…«Cooome?! Ahhh, brrr
ma è terribile! Non dirmi che torni da una
battaglia!!»…«…già,
non si vede? Mi consolo, vuol dire che non ho un aspetto tanto
stravolto.»…«CAVOLI, NON E’
GIUSTO! Ecco, risiamo tornati a dieci anni fa pari-pari! Tu vai a
combattere e io resto qui come un ciufolo perché non ho un
Digimon! Beh che…i-il tuo neanche lo vedo in giro scusa
Takato a meno che non sia cresciuto e non si sia trasformato in donna
non vedo Guilmon! Tu come fai a
combattere?»…«…diciamo che ho
un nuovo
Digimon.»…«PORTENTOSO!» mentre
Cindermon cercava di intervenire «E-EHM!
No-scusate-»…«Ma solo temporaneamente.
E’ un accordo transitorio.»…«E
com’è??? Com’è???
Spettacolare? Un drago sputafuoco che tecniche ha-che
poteri?!!»…«No! Scusa
perché-» fece Cindermon ma non riusciva a prendere
parola «Sì, ne ha qualcuno. Ma te l’ho
detto, è un regime temporaneo. Rika ha di nuovo il suo,
anche Suzie, e persino Jeri è diventata la domatrice di
Beelzemon, ma il mio caso è diverso. Diciamo che ci aiutiamo
reciprocamente…»…mentre Cindermon
sbuffava soffiando verso l’alto tanto da alzarsi il
ciuffo…
«Comunque l’importante è che stai bene!
E che hai qualcuno che ti protegge! Ah a proposito, carina lei
è una tua amica?? Takato, ti sei fidanzato?
Uhmmm???» con occhiatina maliziosa sotto gli occhiali
«Ma nooo, che diciii!!!...sei sempre il solito!»
(Cindermon borbottava «Ah vabbé qui siamo
proprio…cioè, alla frutta, è dir
poco!») «Takato dammi retta non ti sposare sono
soltanto grane! Comunque! Ahimé torno alla mia vita di
marito fallito. Ahhh, ma perché MarineAngemon non torna ed
io non posso riprendere a fare il domatoreee?! Se vedete il mio
Digivice giacere da qualche parte fatemi un
fischio!»…«Ahahah! D’accordo
Kenta, sarà un po’ difficile: comunque! Ti
informerò!
Non…?»…«Uh?!»
Takato scivolò da quel sorriso in un’espressione
più assorta «…non…sei un
po’ preoccupato, Kenta?»
Kenta rimase con un sorriso cristallizzato dietro i suoi
occhiali…
«MarineAngemon, pur piccolo e poco ingombrante era pur sempre
il tuo Digimon, gli altri…sono tornati e del tuo non
c’è traccia. Non sei in pensiero neanche un
po’? Non ti chiedi perché non abbia varcato il
portale?»…«Takato…!...non
farmi anche tu le domande che mi fa Kazu, te ne prego. Io sono
preoccupato. Eccome! Perché tutti mi dipingete come un
egoista…? Io non c’è giorno che passa
che non riveda…il mio Digimon. Nei miei pensieri,
s’intende, ma da quelli non si sposta mai! MarineAngemon
rappresenta pur sempre il mio passato e…»
Trascorse qualche istante di silenzio, mentre Takato lo
invitò pur con pacatezza
«…e…?»…«…niente.»
Kenta chinò il capo «Soltanto questo. Ma non
è vero che non temo per lui, temo parecchio! Specialmente da
quando ho sentito che le cose…iniziavano a
cambiare.»
Ancora attesa, dopodiché «Oh! Si è
fatto tardi! Scusa Takato, devo proprio andare! Ciao!! Salutami i tuoi
genitori!» volgendosi ma
«Kenta!»…«Oh?» lo
richiamò Takato…
…che avanzando di qualche passo verso di lui
domandò «Ci sono notizie di Kazu, per
caso?»
Kenta chinò il capo, e rispose un timido e un po’
triste «…no.» alzando solo per un
secondo rapido gli occhi verso l’amico, per poi volgergli le
spalle, e correre via.
…mentre Cindermon commentava incrociando le braccia
«Certo che tipo strano! Dì un po’,
è così da sempre?!» rifilando una
gomitata al suo domatore «Auch! No…!...
…Kenta non è così da
sempre.» fissando la sagoma dell’amico sempre
più lontana, nella notte…
Ma a seguire la sua svelta corsetta vi era un’altra coppia di
occhi, dall’alto di un palazzo: barcollando un poco
PinkMonzaemon si affiancò alla sua rigida collega
fiammeggiante dall’abito svolazzante «Di un
pooo’…! Sarebbe quella la tua vittima? Ah, spero
che non ti facciano la festa come a me questa sera! Ahhh, sono tutta
dolorante!»
LadyMeramon fissava Kenta con occhi penetranti e braccia
conserte…ma tra le sue dita incandescenti fumava lentamente
il Digivice lilla dalle ali dorate «…Kenta
Kitagawa…
…tu sei il prossimo!!...
…ho in mente un progetto appetitoso per
te…»
…intanto sotto «Cindermon, a-aspetta, ti ho
detto!!»…«Ma perché,
Takato…? Ormai abito qui, entro liberamente!»
…spalancando le porte e precedendolo, mentre lui tirava un
sospirone…
…per poi «Oh?» pestare qualcosa di
cartaceo, che si chinò a raccogliere «E questo
biglietto?...
…c’è scritto il mio nome…chi
me l’avrà mandato?» scartando, aprendo e
leggendo «Caro
Takato…non fidarti di Kenta Kitagawa…lui…oh?!!...
…ti inganna,
è ancora un Digimon Tamer all’insaputa di voi
tutti, e nel cassetto della sua casa tiene il Digivice! E
questa?! E’ una foto…»
Un’immagine ritraeva proprio quello stesso Digivice
lilla…che Takato con occhi colpiti affiancò al
suo adornato con la foglia aurea…riconoscendovi il medesimo
stile che contraddistingueva quelle recenti mutazioni dei
congegni…
Mentre LadyMeramon scandiva col volto tirato in un sorriso perfido
«…assalito e travolto da un branco di
Digimon…
…!! Questo fu il destino del mio povero marito! E questo,
Kenta Kitagawa, sarà anche il tuo dopo che i tuoi cari
amichetti ti avranno identificato per quello che sei…
…un traditore!!»
…ma nessuno poteva sapere cosa c’era nei pensieri
di Kenta, a delineargli quella sottile ma profonda pena
nell’espressione, quando si fermò a prendere un
respiro, per poi seguitare ad avanzare nelle notturne strade di Tokyo.
«Allora Imagomon, che notizie ci porti?» era
l’appenata domanda del Gekomon con la bacchetta, nei corridoi
del palazzo in compagnia del Gotsumon roccioso e dagli occhi gialli che
disse «Sei riuscito a parlare col nuovo Supremo?»
Imagomon chinò il capo, assottigliando lo sguardo ed
arginando un disagio interiore «…purtroppo no. Si
è ritirato prima che potessi avvicinarmi ed
affrontarlo.»…«Meglio
così.» fece il Gotsumon «Ti saresti
infilato in un guaio.» ed il Gekomon aggiunse «Non
può essere il Digimon del tuo villaggio, Imagomon,
rassegnati! Sarà un caso di
omonimia!»…«Oppure non potrebbe cambiato
improvvisamente? Si sa, l’ambizione fa il lavaggio del
cervello anche ai giusti e agli
onesti!»…«Ma non è il caso di
Guilmon!» replicò Imagomon, arretrando poi con
l’impeto «…o almeno…non
credo.»…«Capiamo come ti
senti.» disse il Gekomon aggiungendo «Ma dobbiamo
reputarci fortunati, già è tanto che ci sia
Sandmon in questo palazzo e contemporaneamente noi ancora vivi e senza
catene a stringerci il collo e i
polsi!»…«Speriamo nella clemenza di
questo Supremo: a proposito, amico!» fece il Gotsumon
«Ptsss, hai sentito che circolano voci relative ad uno
strambo fidanzamento, o
matrimonio?»…«Ohhh, parla-parla! Queste
cose sono le uniche che distraggono la mia attenzione
dall’infausto
destino!»…«Dunque, avrei udito se queste
orecchie di pietra non mi hanno tradito…» e
così via, Gotsumon e Gekomon iniziarono a palleggiarsi
bisbigli…
…ma i pensieri di Imagomon erano cupi come il suo pelo
“Che ne sarà di noi…? Tutto ci sta
cambiando attorno senza darci la possibilità di tenerlo
stretto…ci scorre via dalle mani come un lenzuolo e si
disperde nel vento. Il nostro vecchio Digiworld…la nostra
casa, la nostra stabilità. I nostri ricordi, e…
…le persone che conosciamo. La nostra vita è
cambiata da un giorno all’altro…e dire che ce
n’era voluto per costruirla.”
…e paradossalmente quei due Digimon sempre più
coinvolti nei pettegolezzi gli evocavano malinconia anziché
un divertito sorriso “Un nuovo Supremo, un nuovo
destino…come una corrente che ci trascina, quando il nostro
unico desiderio sarebbe vivere serenamente. Fra i nostri amici e
affetti. Con le nostre famiglie. E’ il caos…che in
questo scontro fra luce e tenebre permette a queste ultime di stare in
vantaggio. Sono preoccupato per Kazu, non ho più avuto sue
notizie da quando è partito. Se tornasse in questo luogo
troverebbe soltanto ostilità…”
avanzando nel corridoio con i suoi passi soffici e leggeri
“…e mi mancate voi, Renamon, bambini. Anche se mi
rincuora che non siate qui. Vi confesso una cosa: al di là
di questo mio aspetto che forse può ingannare qualcuno, ed
evocare l’aria di un eroe senza tempo né
timore…
…questo vortice di eventi, e di leggi che cambiano, mi
dà il mal di testa. Un’immensa
stanchezza…e suscita in me quella voglia di rifugiarmi che
ho lasciato all’infanzia. Ma che ogni essere, umano o
digitale, porta con sé lungo il suo
cammino…” …sparendo nel buio
di quel lussoso corridoio carezzato dagli eccitati sussurri dei due
piccoli Digimon «Ma davvero?? Ma è
single?»…«Chi? La principessa o
Sandmon?»…«Lei!
Cioè…anche lui, si sa di una
donna?»…«Non lo so, il Digigazettino
mormora!»
Ma c’era una volpe dorata a contemplare il cielo della terra,
in un giardino, incorniciata dalle luci tenui e confortevoli di una
casa orientaleggiante che si innalzava alle sue spalle, quando una
ragazza si accostò a lei sfiorandole il braccio con quella
premura che si lesse nel suo sorriso «…ti ho
portato qualcosa da bere. E non è la bibita energetica che
ti lanciai fra le mani i primi tempi che ti conoscevo: è
anche oggi vero che hai combattuto molto, ma adesso è notte.
E a quest’ora anziché tonificare i
muscoli…fa bene distendere i pensieri.»
Renamon non disse nulla né smise di guardare il cielo, ma si
capirono lo stesso e anzi, quel gesto a Rika fu ancor più
gradito. Anche lei guardò verso l’alto descrivendo
«…e così ci siamo arrivate, amica mia.
Dopo tanto camminare, eccoci di ritorno al nostro rifugio. Cambiate.
Cresciute, con nuovi sogni. Nuove prospettive e angolazioni. Ma
bisognose ancor più di allora l’una
dell’altra. Crescere non smorza i legami profondi,
né cambia i sentimenti sinceri di chi si ama. Dunque
Renamon, se stasera sono qui è perché voglio
ascoltarti. I tuoi figli stanno dormendo. Ed io…considera
che sia soltanto un vaso, un vaso in cui far fluire la tua vita ed i
tuoi ricordi. Mi…piacerebbe che mi confidassi i tuoi
sentimenti, che mi porgessi…tutti i fiori che hai raccolto
lungo il sentiero che ti ha portata qui, così che
io…potessi metterli fra i miei capelli: lo hai
visto…che sia per mamma che per me stessa sono desiderosa di
diventare più femminile…»
La Digimon si volse a scrutarla con i suoi occhi sottili e profondi,
mentre Rika camminava sul bordo di quello scalino fino a
sedersi…distendersi, lasciar cadere dolcemente i
suoi lunghi boccoli rossi «Come sono divenuti belli
i tuoi capelli col tempo. Erano già meravigliosi
allora.» disse Renamon…e Rika le sorrise grata
«Anche il tuo pelo è stupendo. Lo era
già allora. Raccontami, Renamon…
…di quale Digimon hai fatto palpitare il cuore grazie ad
esso…? Qual è il nome di colui…
…che vi si è insinuato sciogliendosi in un
brivido…?» ed i suoi sussurri erano carezzevoli
come la notte. Renamon socchiuse gli occhi e disse «Prima
vorrei porti una domanda.» e stavolta fu Rika a restare
immobile e in attesa «La mia domanda è:
perché tu mi poni due domande.»
Silenzio…
«Perché scindi queste figure,
Rika…?»…«…
…considerala un’intuizione. Mi
sbaglio…? Se…per caso ti manco di
rispetto-»…«No.» fece la
Digimon accovacciandosi e stringendo la mano…per poi sedersi
accanto a lei come una vera amica «No Rika, tu mi conosci da
così tanto tempo…e così
bene…che ho deciso già da tanti anni con quali
parole ti avrei raccontato di me, una volta arrivato questo
momento.» Rika non replicava, ma aveva espressione distesa e
disposta ad accogliere «E cioè…le
più chiare. Le più sincere. Le più
limpide…come uno splendido lago in cui la luna
può specchiarsi e riflettersi. Anche quando ahimé
vi sono le nuvole ad adombrare la sua candida superfice.»
…sembrava quasi un’allusione al laghetto nel mezzo
del giardino, mentre Rika replicava «A volte di una luna
offuscata dalle nuvole è quella i cui raggi sono i
più umani e sinceri. Parla senza timore, amica
mia…»
Smarrendo i suoi occhi nel laghetto, Renamon svelò
«…il primo è Imagomon: di cui mio
figlio Nymon è una proiezione bambina. Nero come la
più discreta delle notti…e pregiato come i
cristalli che sprigiono dalle mani. Il mio sposo e il padre dei miei
figli…»
Rika accostò appena la testa al braccio della Digimon,
accennando «…e
l’altro…?»
Renamon attese…
…dopodiché accennò
«…l’altro. Lui
è…»
E la sua mente e i suoi pensieri volarono a quel Digimon che al fianco
della sua domatrice dal passo spedito e dai lunghi capelli castani,
faceva ritorno presso quell’antico e suggestivo edificio
illuminato da null’altro che una luce tenue «Hai
visto la potenza del nostro nemico…?» mormorava
Jeri «Dovremo organizzarci per bene, da ora in
poi.»…«…sì, ne
sono cosciente.» replicava Beelzemon, che però
udì dal buio del convento provenire i sussurri di due
giovani «Ah! Qualcuno può scoprirci?»
chiese Jeri lievemente intimorita, ma Beelzemon sembrava aprirsi in un
sorriso «Oh? No, sono loro, li riconosco! Sono i miei
domatori!» avanzando senza timore…
…ma quella parola aveva lasciato un velo
d’incertezza sul volto di Jeri, che si sfiorò le
labbra con la stessa mano con cui sorreggeva il Digivice…
«Akemi, sei sveglia?! Mako, ci sei anche tu?!»
esclamò il Digimon, e Akemi «Beelzemon, meno male
che sei tornato, mi ero già preoccupata! Hai
combattuto?!» e lui «Sì, con
Jeri!» rispose entusiasta lanciando uno sguardo alla
giovane…
…che però rimaneva in disparte, nel buio
dell’entrata, rivolgendogli un sorriso che però
era incerto, timoroso…
…anche Mako la guardò, ma nel suo volto si
leggeva imbarazzo, l’espressione era adombrata e non trovava
il coraggio di andare da lei. Diversamente, Akemi sembrava sollevata
«Ahhh, grazie al Cielo, vi siete
chiariti!»…«Sì! Tutto a
posto!»…«Io mi ero impensierita, sai? Io
lo avevo detto a questo testone: guarda che il tuo Digimon e la tua
ragazza hanno avuto un malinteso, non sarà meglio che li
cerchi e li aiuti a chiarirlo? Questo mica ci è andato! No,
è rimasto qua! A polemizzare sul fatto che il Digivice si
è attivato nelle mani di Jeri e non tue e che ora legalmente
non sei più il suo
Digimon!»…«Ah! Ma Mako…come
ti viene in mente una cosa del genere?! Non lo pensare neanche per
idea!» faceva Beelzemon, prendendo le mani del
ragazzo…
…mentre Jeri li osservava a distanza…
«Però Beelzemon…» accennava
Mako con occhi tristi sotto i suoi occhiali «…la
realtà parla da sé, io in battaglia non ti sono
utile. Adesso…lei…» …occhi
che ogni tanto guardavano la fidanzata ma solo a quello si limitavano
«…è diventata la tua domatrice, le cose
sono cambiate e di me non hai più
bisogno.»…«Ma…no, non
è così rigido o ufficiale! E’ vero, con
Jeri mi sono trovato molto bene, ha saputo gestire al meglio la
battaglia! Ma voi siete voi, occupate…un posto speciale, non
so più come dirvelo! E quanto al Digivice,
beh…» volgendosi di nuovo, appena, verso Jeri
«…io penso si possa provare un po’ per
uno, non c’è niente di
male.»…«Sono ore che glielo
ripeto!» descrisse Akemi con quel suo tono amorevolmente
didascalico «Ma questo mica mi ascolta, mi fa sgolare
inutilmente! Io glielo dico, se perdo la voce è per via
della tua testa dura!»…«Dai, Akemi,
Beelzemon, non prendetemi in giro: per me è importante!
Beelzemon…» tenendogli strette quelle mani
artigliate «…per me tu sei importante. Sei come un
fratello. Sei un amico che non posso né potrei mai
sostituire con altri coetanei o umani in generale. Sei il mio Digimon!
E benché nessuno ci creda…
…poiché lo sfavillio della battaglia non mi
assiste…
…io ci tengo a te, e ho diritto come gli altri a riaverti
accanto dopo dieci anni!»…«Uhhh, ancora
con questa storia dei diritti!» fece Akemi «Ne
abbiamo già parlato: certo che sei tosto, Mako!
Beelzemon…ahhh, mi sembra assurdo anche ripeterlo come se
già non fosse ovvio! E’ il nostro Digimon, questo
non ce lo toglie nessuno!...abbiamo un passato con lui.
Perché restare attaccati a questa formalità delle
battaglie!»
…mentre Jeri dondolava su se stessa, come quando si
è un po’ nervosi, e si accese rapidamente una
sigaretta…
«Beh, ma perché è un Digimon, scusa,
oltre la battaglia che ci fai?...ahia!» ma gli
arrivò uno scappellotto dalla sorella «Questo che
dici è molto brutto e irrispettoso! Come sarebbe a dire che
un Digimon serve solo per le battaglie, Mako, ti registrerei per farti
risentire, ti dovresti solo vergognare! Lui…»
alludendo a Beelzemon «…è un essere
umano, ha un cuore,
un’anima-»…«E-Ehm…veramente
Akemi io non son-»…«Ops!»
arrossì un po’ la giovane suora «Scusami
lo so, tu sei un Digimon non sei un umano ma questo mio sbaglio sta a
dimostrarti che per me è lo stesso, non fa differenza! Scusa
allora Mako anche una persona magari è nata
per…correre, star bene, essere in salute e viaggiare ma vi
può essere chi non può fare niente di tutto
questo perché magari…è malato, e
paralizzato al letto e allora scusa: dici che magari è una
persona inutile e non puoi farci niente solo perché
poverino, non per colpa sua è costretto
all’immobilità? Beh no…»
divenendo più seria…e richiamando lo sguardo del
fratello in una sfumatura di ingenuità
«…quello resterà sempre un cuore umano
che batte con la sua vita e i suoi
sentimenti.»…«…hai ragione,
Akemi. Perdonami, ti scongiuro, davvero! Non…so che cosa
abbia detto!»…«Eh! Tanto per
cambiare!» fece lei ma in fondo era scherzosa…
«Beelzemon…» accennò Mako
«Ti prego, scusami io non volevo
ferirti.»…«Ma…no, Mako, tu
non mi hai ferito
affatto…»…«Se tu sei il
Digimon di Jeri…adesso…beh, vorrà dire
che…ecco
insom-»…«Jeri!»
chiamò Beelzemon.
«Oh?!» la ragazza sussultò e le
scivolò la sigaretta dalle dita.
«Vieni qua assieme a noi! Coraggio,
così…può essere più
semplice chiarire questa
faccenda!»…«Ehm, non posso! E’
già molto tardi, devo tornare a casa, da mio
padre!» replicò lei facendo del suo meglio per non
lasciar trasparire quel lieve turbamento che la scuoteva
«Oh…d’accordo, come
vuoi.»…«Ci vediamo domani,
Beelzemon!»…«Va
bene…»…«Jeri…!»
Mako tese la mano, anche lui un po’ insicuro
«Domani parleremo con più calma, Mako…!
Scusami, ma…la battaglia mi ha molto
stancata.»…«D’accordo, allora
va a casa.» fece il ragazzo…e quando la fidanzata
si fu allontanata, mormorò fra sé «Non
so come farò a dirle che papà insiste
perché ci sposiamo…»
Jeri riacquistò il suo passo svelto lungo le strade
notturne, ma un pensiero le si muoveva per la testa «Non
c’è niente da fare…fra Beelzemon e me
ci saranno sempre loro, Akemi e Mako.»
«Ancora problemi con tuo padre, Mako?» si
interessò il Digimon, ed il ragazzo rivelò
«…non mi dà tregua, vuole che mi sposi
con Jeri!»…«Ohh…»
Beelzemon chinò il capo, non sapeva cosa
dire…mormorò «Tu mi hai detto che
l’ami.»…«Io? Certo, sono cotto
fradicio! Ma ho tanta paura che lei la prenderà come una
pressione da parte mia!»…«Ci
organizzeremo, e penseremo a questa faccenda domani, oggi è
molto tardi. Beelzemon…» Akemi si
accostò a lui, fissandolo intensamente negli occhi
«…avrai combattuto valorosamente, non sai come mi
sarebbe piaciuto poterti aiutare.»…«Ma
Akemi, io…sento che anche quando sei lontana tu mi
sostieni.»…«Bravo. E’ quello
che devi pensare
sempre…»…«Ohh…!»
…nella memoria del Digimon riaffiorò il ricordo
di quando due piccoli gemelli avevano donato un portafortuna al nero
folletto Impmon, per la battaglia che avrebbe dovuto affrontare: quello
del bambino, era una pistola…
“Parlando di
portafortuna…questo invece è il mio.”
…quello della bambina era un bacio, che rischiava di mandare
in combustione il Digimon “No, ma come ti salta in mente?!
Grazie del pensiero, ma così mi imbarazzi!!”
…e che si sentiva in pericolo di ricevere di nuovo anche
quella notte, ma Akemi sfiorò la sua guancia con la guancia,
non con le sue labbra seppur anche quello fosse un bacio, seppur
più distante e rispettoso anche se ugualmente denso
d’affetto «Va a riposarti, come se non bastasse
questa mattina hai lavorato. Domani ci attende un'altra giornata dura,
buonanotte caro Beelzemon.» (canzone: Mariah
Carey - I only wanted) «Oh?
Buonanotte…Akemi, buonanotte anche a te Mako!»
…allontanandosi, sotto lo sguardo di quei gemelli ora
sedicenni che furono i suoi originari domatori…
«Dovremmo coricarci anche noi…» disse
Akemi tingendo di pudore e riservatezza il suo atteggiamento, con
sguardo basso e gesto che sembrava stringere e socchiudere il suo velo
«Va a casa Mako, porta un bacio da parte mia a mamma e anche
a papà, nonostante il suo
umore.»…«Oh?
D’accordo…tutto bene
Akemi?»…«…sì!»
rispose lei allontanandosi senza girarsi «Sono solo un
po’ stanca!» ed era un manto nero nel buio che si
faceva sempre più piccolo
«…Akemi…» …il
ragazzo sentì il bisogno di sussurrare il nome della
sorellina…
…quando altrove, la carezzevole voce di una volpe dorata
descriveva «…è anche lui nero, ma
assomiglia più a una notte tempestosa. Il fruscio delle sue
ali rievoca il gorgogliare delle nuvole che precede il
tuono…»
…mentre Beelzemon le spalancava balzando sulla torre
più alta del convento, accanto al muro spaccato,
là dove vi era la finestra per la sua stanza…
Renamon passeggiava sul legno dello scalino, dinanzi agli occhi assorti
di Rika che la contemplava incorniciata dalla notte, e dai suoi
sentimenti «Ma si potrebbe dire che non è
cristallino, bensì torbido è il suo passato. Una
creatura in cui albergano conflitti e pulsioni
avverse…»
…non era sgombro dai pensieri infatti, e divenendo serio si
sfiorava con gli artigli quella guancia su cui aveva ricevuto un bacio
nel passato e uno poco prima…e si interrogava…
«Ma ciò nonostante, io…!...»
Renamon si prendeva una zampa, tradendo una sfumatura di femminile
fragilità «Oh!...lui definisce il mio passato,
come le delicate pagine di un album fotografico. E’ come un
fiore germogliato negli anni dentro di me…egli…
…vive nel mio cuore ogni giorno. La premura…la
tenerezza, e l’affetto con cui le mie braccia raccolsero la
sua vita colma di rimorsi dieci anni fa sono mutati in un sentimento
nuovo. Sempre nuovo, nonostante ogni giorno sia sempre lo stesso e
sempre forte. Sempre vivo…!...mi ha codificato il
mondo…
…cambiando gradualmente faccia…
…prendendo in contropiede…le mie stesse
consapevolezze.»…«…il vento
del passato…» pronunciò Rika perdendosi
in quei pensieri cullati dal vento della sera, che le smuovevano i
capelli...
…e le facevano venire in mente un ragazzo comparso in una
terra di orologi in cui soffia vento digitale, al quale si sovrapponeva
un giovane uomo sorpreso quella mattina a riscaldare le mani di una
bionda e affascinante ragazza…
A quel punto la sua Digimon si volse di scatto a fissarla
«Rika! Tu hai temuto di creare in me smarrimento portandomi a
conoscenza dei risvolti della tua vita, ma puoi solo provare a
immaginare come possa sentirmi io…nella mia veste? Nella mia
condizione, nella mia posizione? Oh Rika…
…basta poco per crepare una statua di cristallo, e questa
sono io, ora puoi vedermi.» accovacciandosi accanto a lei,
mentre con la zampa le sfiorava i capelli «La mia posa
impeccabile negli anni ha rivelato una…
…d-donna…» pronunciò con
pudore, e sguardo basso «…mi permetto di
utilizzare questo termine…perché descrive meglio
quello che sento. Non
“Digimon”…né
“guerriera”, perché nel mio cuore non
circolano gelidi dati. E perché non c’è
guerra dove vi è…
…amore! Perché tale è ciò
che sento!! Oh Rika…» volgendo il suo capo, e di
colpo staccandosi da lei «…non dovrei avere
nemmeno il coraggio di guardarti, e di confessare queste
cose…su questo suolo…qui dove promisi di
proteggerti…la tua famiglia mi accolse…e tu mi
conoscesti come un’eroina della fantasia.
Purtroppo…quella sagoma che scorgesti allora altro non
è che…» alzando i suoi occhi verso
l’alto «…un’anima inquieta,
vincolata a colui che fu…!...
…così buono, così dolce e premuroso
quando il portale si era chiuso. E mi sentivo inutile,
poiché non potevo più difenderti. Lui raccolse il
mio spirito ferito…Imagomon…mi sentivo in dovere
di contraccambiare la sua fedeltà rispondendo al sentimento
che affermava di nutrire nei miei confronti. E così
dunque…
…posi il velo bianco sul mio capo, e mi consegnai a lui. La
nostra unione diede due splendidi frutti, i nostri figli! Ma come
oggi…sempre! Basta che sopraggiunga il loro sonno, basta che
scenda la notte, io…» tremando
«…sogno e palpito al pensiero di esser stretta
dalle sue forti braccia, e addormentarmi al calore delle sue piume! Lo
contemplo come il miracolo della vita che ha fatto nascere
un…uomo…meraviglioso da un Digimon piccolo e
fragile! Lui…
…è-è mio, per
sempre…p-perdonami.» versando una lacrima su quel
legno pieno di storia «…questa sono io. Diversa da
ciò che immaginavi. Corrotta…forse: dagli anni. E
dall’amore…»
…ma sulla sua spalla scivolò una mano fraterna
«Oh!» …«Non ti avevo mai vista
tremare, prima d’ora. Grazie. Grazie di avermi dato
l’occasione di mostrarti che esiste la comprensione. Renamon,
ora possiamo dire di essere uguali
davvero.»…«Vuoi dire
che…?»…«…non mi
erano sfuggiti i tuoi sguardi, questa notte, non
credere…»
La Digimon restò sorpresa…
E Rika espresse «Digimon &
domatore…» sollevando il suo Digivice
«…uniti in un cuore solo. Che cresce e batte
d’amore.»
Stavolta fu la volpe dorata ad appoggiare il suo capo sulla spalla
della ragazza, che le disse «Non sai quanto ti
capisco…»
Renamon sussurrò «…grazie,
Rika.»
Controluce nel silenzio della notte (fine-canzone)
Ma vi era una ragazza che cadeva seduta sul suo letto col suo Digivice
tra le mani, e una pena nel cuore che tanto faceva male da evocarle le
lacrime…
…i suoi genitori, nella stanza accanto, esplodevano di
felicità «Ahhh, dobbiamo fare
un’offerta!» esclamò la signora,
aggiungendo «Un tributo, un pellegrinaggio, quello che ti
pare!! Basta ringraziare che il nostro nipotino è tornato a
casa sano e salvo!!»…«Oh cara non
immagini, sono un nonno felice! A proposito ma
dov’è finito il Digimon di nostra figlia? Rea
è tornata a casa senza di lui o
sbaglio?»…«Pfff, ma che ti importa!
Senti a me ora che Benji è tornato a casa figurati che
può importare di quel coso, stesse dove vuole
stare!»…«Sembravi tenerci molto, moglie
mia, mi
sorprendi!»…«Ptsss-sarà che
non mi piace! E’ collegato con quell’uomo, con
l’ex-marito, quindi meglio che stia lontano!»
Ma restarono impietriti quando Suzie si accostò a loro, con
Lopmon tra le braccia «Siete ancora svegli? Volevo augurarvi
la buonanotte.» disse piuttosto seria, poi
allontanandosi…
…mentre la signora Akimoto borbottava «P-Pure la
presenza di questa ragazza in questa casa, con quella specie di
bambinello con le orecchie lunghe in braccio, n-non mi
piace!»…«M-Ma!»…«Quella
è la
sorella!!»…«Sì, ho capito, ci
arrivo anch’io!»…«Eh beh?! Non
mi sta bene, Benji è stato rapito a causa dei loro raggiri e
un altro spavento come questo, quando quell’orsona ci ha
assalito tutti io NON ME LO PRENDO sia chiaro sono…ssstufa
dei Digimon, ora avrò anche paura di sentire il loro respiro
la notte!»…«Ma sono io che
russo!!...ahia!»…«Te l’ho
sempre detto, che mi fai vivere col
batticuore!»…«Anche quando ci siamo
fidanzati…ahia!» un altro scappellotto
«Anziché dar sfogo alle tue fantasie malate
aiutami! Io non sono tranquilla con quella gente umana o-o
eeel…elettronica, per
casa!»…«E che dovremmo fare, cacciarli
via?»
Benji era lì sul letto assieme a Rea, e forse
poiché aveva dormito tanto ora sembrava più
sveglio che mai, e sua madre lo avvicinò prendendolo fra le
sue braccia…mentre fissava avanti a sé e versava
lacrime...
Suzie la scrutava dallo spiraglio della porta
«Rea…vorrei tanto poter fare qualcosa.»
mentre Lopmon alzava il suo capo in un’espressione dolce e
ingenua «Suzie…sono tanto preoccupata,
l’abbiamo cercato ovunque ma Terriermon non si
trova.»…«…lo so
Lopmon…» replicò la ragazza
carezzandola gentilmente «…lo so, neanche mio
fratello.»
Rea sollevava un po’ disillusa il Digivice e chiedeva
«Benji…dove sarà il nostro Terriermon
adesso, eh?» stringendo il bambino per trovare conforto nella
sua vicinanza «Ci ha lasciati! Il nostro Digimon se
n’è andato. Forse la colpa è mia, non
sono riuscita a trattenerlo. Come il tuo papà. Mi sono
rivelata una fallita anche come domatrice. La mia sola
speranza…è che scoprendo di essere entrambi molto
soli e di aver sofferto tanto, possono ritrovarsi e far pace. Oh,
Benji! Come vorrei che fossero entrambi qui! Sapessi quanto mi
mancano…!» (canzone: Gigi
D'Alessio & Anna Tatangelo - Un nuovo bacio)
…e la vista di quel Digivice inerte sul letto sembrava
rattristarla profondamente, come un’occasione perduta e
già passata…
…mentre sul viso triste di Terriermon iniziarono a scorrere
le luci giallo-arancio dei fari che illuminavano la buia galleria
«Eccoci, il tunnel per la raccolta delle acque. Quanti
ricordi…
…è profondo al punto che potrebbe inghiottire una
vita fino a farla sparire, come tentò di fare con Guilmon,
dieci anni fa. Anche Impmon si rifugiò qui quando fu
pesantemente sconfitto da Indramon, e sentiva di non avere un posto
dove andare. Sembra assurdo…» appoggiando la sua
stanca schiena alla parete «…ma questo tunnel
appare come il rifugio ideale per noi Digimon, quando smarriamo la
strada. Forse perché è tanto silenzioso che non
permette alle assordanti voci della città di raggiungerti. O
forse perché…» scivolando lentamente
lungo il muro «…questo luogo può
regalarti la speranza che da un momento all’altro, dal buio
sbuchi una sagoma familiare e cara. Che venga a tenderti la mano, e a
portarti via…» ed il sonno sembrava gradualmente
prendere il sopravvento, spingendo le sue palpebre a chiudersi
«…ma nessuno viene…e
tu…vivi…
…di illusione i tuoi istanti, ma è già
qualcosa.» cadendo stremato «…illudersi
e immaginare sono un buon antidoto quando tutte le cose attorno a te
vanno male…» chiudendo gli occhi, nel cadere
stanco delle gocce dai tubi sopraelevati…
…Rea con Benji in braccio si accostava alla finestra e
scostava la tenda…ripensava alla voce di Gargomon che quella
sera le aveva detto “…è-è
stato tutto…un errore…”
Ma dentro di lei esplodeva un grido “No, mi rifiuto di
ammetterlo!! L’incontro fra me e te Terriermon non
è stato un errore! Non lo è stata la nostra
amicizia…
…né l’accendersi della speranza che sui
sentieri tracciati dalla luce digitale ci potessimo
riunire!!” stringendo i denti, e la mano attorno al Digivice,
contro l’impeto delle lacrime…
Quel timore che ogni cosa si fosse risolta in un errore era ben
leggibile sul viso di Henry, quando si fece strada nel portone della
palazzina dove abitava la sua psicologa…i gradini di quelle
scale sembravano una montagna…
Rea si distese di nuovo sul letto, e pur nella tristezza i suoi occhi
delinearono un nuovo obiettivo «Devo parlare con il padre di
Henry. Sì, devo scoprire che cosa è realmente
successo dieci anni fa! Che cosa significavano quei documenti, e
l’attestazione dell’esistenza del varco rigenerato?
Tutte queste cose hanno allargato in modo incolmabile la voragine tra
Henry e Terriermon, in mezzo alla quale adesso ci siamo…
…noi, Benji.» prendendosi suo figlio e
guardandolo…
Mentre Lopmon nell’altra stanza chiedeva «Che
facciamo, Suzie? Ho la sensazione che quelle persone non gradiscano che
abitiamo a casa loro!»…«Lo so, hai
ragione…» ponderava la ragazza seduta sul letto,
reggendosi la testa «Ci addossano la
responsabilità per ciò che è
successo.»…«Ascolta, io sono solo un
Digimon e non mi permetto di intervenire in questioni familiari,
però…ho vissuto per tanti anni in un villaggio in
cui c’erano moltissimi fratelli, sorelle, padri, figli! Anche
mariti, e mogli! Se posso Suzie, se tu me lo concedi,
io…penso che questa separazione non può che
allargare il dolore: dovreste riunirvi e parlare una volta per
tutte!»
Suzie la fissò negli occhi con un gentile e consapevole
sorriso, accennando «…sei saggia
Lopmon…» e la Digimon la carezzò con un
orecchio «…non sei fatta per vivere lontano da tuo
fratello.»…«Hai
ragione…»…«…senti…è
vero, è terribile, è spiazzante però
adesso è così ormai! Non si può
tornare
indietro.»…«Giusto…»…«…abbiamo
affrontato tali e tante cose insieme che ora possiamo permetterci di
sognare una famiglia unita…»
Suzie camminò verso la finestra, e promise al cielo notturno
«Mi chiarirò con
Henry.»…«Ritroveremo anche Terriermon,
ne sono sicura!»…«…il tuo
aiuto è prezioso, Lopmon: ti prego, non smettere di
intervenire nelle questioni fra noi. Voi Digimon sapete farlo ancor
meglio che combattere.»…«Uhmuhm!
Farò quel che posso.» …e
sembrava accendersi una debole luce di speranza nei loro
occhi…
Henry suonava al campanello col cognome Myiamoto, ma nonostante i
tentativi nessuno rispondeva «Ahhh, Aki ti prego! Sei rimasta
la mia unica speranza, ormai!» stringendo gli occhi, ma poi
dovendo ugualmente desistere in un aggravarsi del dolore.
«Qualcuno verrà a
riprenderci…?» si chiese, appoggiando la mano al
muro…
Mentre Terriermon, lasciandosi cullare dal sonno, paradossalmente
accennava un sorriso «…ahh…è
incredibile…ma in un luogo così buio e
profondo…sembra ancora che i nostri ricordi soffino assieme
al vento. E che la vita, o il destino o chicchessia li abbia difesi, in
attesa un giorno di farci ritrovare…
…ahhh…non svegliatemi da questo sogno, vi
prego…»
Henry sedette sui gradini nella penombra, ed espresse «Quanto
desidererei stare in un luogo buio, più buio della notte.
Tanto da non poter distinguere le forme, e poter dar forma alla vita
sognata.»
Rea regalava un bacino a suo figlio «Vieni Benji, andiamo a
dormire: oggi è stata una giornata faticosa. Domani
riprenderemo a lottare per i nostri sogni.» per poi
sistemarlo nel lettino…
…e stringere al cuore il Digivice, socchiudendo gli occhi
«Ti ritroverò, Terriermon…
…non ti lascerò andare così, mio
sogno.»
E la vista del viso dolce del suo bambino addormentato la aiutava ad
evocare coraggio nel suo cuore, e sorridere (fine-canzone)
Era sceso il silenzio assieme all’oscurità nei
corridoi del palazzo reale a Digiworld, e Guilmon avanzava attraverso
essa come un fantasma. Ma degli spiriti non aveva la leggerezza,
essendo il suo animo stretto in grovigli e pensieri “Quella
principessa ha accettato senza riserve la proposta di Sandmon, e suo
padre è disposto ad arrendersi pur di non mettere al rischio
la sorte dei Digimon che si trovano qui, sentendoli minacciati dalla
MIA presenza…
…mi chiedo come mai i Digimon oggigiorno si rassegnino
così facilmente. Neanche provano a lottare. Non si
ribellano, sono piegati al loro destino. La speranza in una nuova vita,
che ci diede la forza per lottare dieci anni fa, sembra ormai
completamente morta…
…archiviata come i ricordi, e come Azulongmon…al
quale sono subentrato io...”
Soffermandosi per pochi istanti dinanzi ad una delle porte, che era
socchiusa…ma il suo occhio giallo presto si
distaccò dallo spiraglio, constatando di non aver nulla di
interessante da carpire dall’interno della stanza…
...dalla quale si irradiò luce violacea.
La sfera di Purplemon fluttuava sopra al letto «Ptsss, se
n’è andato?» e Sandmon la stava
lucidando con straccio e prodotto «E’ talmente
amareggiato e indifferente che si risparmia anche di origliarci, meglio
così.»…«Ptsss, che mi dici
della situazione?»…«Della situazione?
Uhm, beeeh…che ha
accettato.»…«Ptsss, ma
nooo!»…«Oh ma sì…!
Ma sì, altrimenti scusa cosa staremmo a fare qui,
Purplemon?»…«Sss, ma parla
più piano! Ci possono
sentire!»…«Te l’ho detto,
è andato via, proseguendo oltre per il
corridoio…della sua tristezza
irrisolvibile!»…«Ptsss, non parlo solo
di lui: qui anche i muri hanno orecchie Sandmon specie adesso che hai
accalappiato la piagnona!»…«In tal
caso…la soluzione la abbiamo,
no?»…«Ci stavo proprio pensando, non
c’è bisogno che me lo ricordi tu con quel tono
saccente!» disse la sagoma della fata…
…la quale congiunse le sue mani intorno alla baccetta, ed
evocò i suoi poteri con la formula «Ricostituzione del limbo!»
La magia si tradusse in scariche attorno alla sua sfera e in un
apparente tremore della terra, al quale seguì il roteare
vorticoso dello scenario attorno a loro…
...l’innalzarsi di pannelli a ricostituire il cielo stellato,
ed un terrazzo dal quale Sandmon poteva contemplare lei nel centro
dello scenario.
Improvvisamente il palazzo era sparito, per far posto ad un altro e
più familiare luogo «Che struggente tristezza!
Aver percorso distanze celesti e sgomitato con tutti i velivoli di
Digiworld per poi ritrovarsi…puf! Nient’altro che
al punto di partenza!»…«Non dire
sciocchezze, ammasso di latta, sai che le cose stanno
diversamente!»…«Beh…sì,
è questione di punti di vista!»
Purplemon descrisse «Questo limbo viene con noi, registrando
tutti i nostri spostamenti: guarda! Ci basta…aprire un
varco…» …come fece magicamente alle sue
spalle, squarciando il cielo e rivelando il
palazzo…«…per poterci magicamente
ritrovare a palazzo dove stavamo
prima!»…richiudendo poi il prodigio di magia in
una guizzante e spiritosa nuvoletta di fumo «Questo luogo ci
occorre per agire indisturbati e protetti da sguardi indiscreti. E non
solo…!»
«Uhmf…!» nel sorriso beffardo del
guerriero digitale di sabbia…
«Ci serve…come vincolo di contatto con la terra!!
Per approntare la nostra doppia azione!!» scandì
l’essere in una nota aspra del suo stentoreo tono
«Come dimenticare i tanti vantaggi offerti da un
limbo…!» commentò Sandmon
«Piuttosto, veniamo alla nota più
dolente.» riprese Purplemon «O altrimenti,
rovesciata, può apparire la nota di maggiore
opportunità!...
…la Sfera regale è ormai a un passo dalle nostre
mani, grazie soprattutto alla tua abilità
nell’accozzamento dei matrimoni, devo farti i miei
complimenti Sandmon!»
Il Digimon si inchinò «…onorato, mia
signora.»…«Non montarti troppo la testa!
Aspettiamo di vedere i risultati concreti, ma nel frattempo
c’è l’altra metà della mela
che merita di essere rosicchiata.»…«Mi
chiedo come stia procedendo sulla terra…»
mormorò Sandmon con un sorrisetto…
…e Purplemon svelò «Quando abbiamo
chiuso i cancelli e siamo partiti…ho avuto modo di
apprendere che uno dei cuori su cui abbiamo puntato la gran parte delle
nostre speranze…sta cuocendo lentamente come una pentola a
pressione…»…«Credo…di
sapere di cosa parli!»…«Lo sai
perfettamente, infatti.»
Sandmon mosse i suoi stivali scampanellanti di qualche passo
più avanti, verso la ringhiera su cui appoggiò le
mani «Come ti regolerai con gli altri,
Purplemon?!»…«Gli altri Cuori digitali?
Ho già dato disposizioni in merito…è
bastata una semplice sostituzione: N’Emo il moccioso ci aiuta
a palazzo per cui…
…la missione è completamente affidata a chi prima
deteneva il delicato compito di ricerca della Sfera a
Digiworld!»…«Ah! Vuoi forse dire
loro?!»…«…e chi
altri…» replicò annoiata la sagoma dal
cappello a punta, mentre Sandmon aveva espressione sbalordita
«Tu credi che ce la
faranno?»…«Hanno una voglia matta di
tastare qua e là dove vi sono appetibili occasioni di
crescita in fatto di potenza. Staremo a vedere! Una cosa
piuttosto…» guardandosi il polso là
dove di solito si tengono gli orologi «Mi sai dire che ora
è? Il mio è fermo.» Lui fece gesto
analogo «Tardi. Siamo nel cuore della
notte!»…«E come lo fai a capire se non
hai nemmeno l’orologio,
scusa?!»…«Oh!
Beh…così, vado a
naso!»…«Fff…non so neanche
cosa parlo a fare con te. Ti dicevo, fidarsi è bene ma loro
non possono fare tutto da soli, devo…anzi scusa DOBBIAMO
continuare ciò che abbiamo
iniziato!»…«La prospettiva mi diverte
alquanto! Del resto ora la mia promessa sposa dovrà
accontentarsi di contemplare le mie statue, o…le incisioni
del mio bel viso su metalli preziosi, e monete fra poco! Monete! Ma non
è bene che due fidanzati di rango pari al nostro si
incontrino per i corridoi a tarda ora…non sta
bene…»…«A-Acc…!
Aiutami!»
…esortò Purplemon che sembrava star forzando la
sfera per uscire. Sandmon assottigliò il suo sguardo
«Sei
sicura…?»…«…non ci
guarda nessuno…!!...»
Il guerriero si accinse a chiudere le tende del salone che dava sul
terrazzo, così da essere ancora più
isolati…
…mentre le mani intrise di forza di Purplemon premevano
sulla sfera tanto da farle perdere dati.
Fino a una fragorosa esplosione di luce dalla quale il guerriero si
parò gli occhi…
…lo stivaletto bianco col tacco della Digimon si
adagiò sulla ringhiera, seguì l’altro.
Un po’ di spolverate all’abito lilla bordato di
bianco, e ai lunghi capelli scuri dai riflessi violacei, per rimuovere
gli scintillanti granelli di polvere digitale.
«Ahh…» e in un profondo respiro di
libertà poterono riaprirsi quegli occhi scuri decorati da
piume angeliche e soddisfazione.
La mano smaltata di viola discese lentamente, rivelando fra le dita la
sua bacchetta a forma di stella «Basta applausi, per
favore…»…«Sei uno splendore,
che dire. Smack! Tu non invecchi
mai!»…«Silenzio, invece corro eccome
questo rischio se restiamo qui come allocchi e non ci
muoviamo!» battendo il piede «Ohp! Attenta, righi
la ringhiera!»…«Non me ne frega niente
tanto è vecchia e va fatta ristrutturare! Coraggio Sandmon,
è tempo di cambiare sede finché nessuno si
interroga sulla nostra presenza dall’altro lato!»
«Uhmuhm, agli ordini!» fece il guerriero,
sicché oltrepassò la tenda seguito dai sonori
tacchetti del Digimon fata…
…il buio si faceva sempre più fitto nelle
profondità dei corridoi costituiti dal limbo, fra candide
statue e qualche ragnatela, ed i sussurri rimbombavano
«…non sarà questa azione parallela su
due fronti che ha causato un impallidirsi del mio florido colorito? Non
è da scordare che comporta uno stress non
indifferente!»…«…ahhh, sta
zitto, deficiente! OH MAMMA CHE SCHIFO QUI E’ TUTTO PIENO DI
RAGNATELE E BRUTTI INSETTI! Possibile che nessuno pulisceee?!
BLEAH!»…«Purplemon, ma chi vuoi che
venga a pulire il limbo?!»…«Non lo so,
magari qualcuno dei Digimon o dei Digignomi che abbiamo
imprigionato!»…«Ma tanto sarebbe
inutile: non ti andrebbe mai bene! Una volta per il prodotto, un'altra
per lo straccio, non si fanno mai abbastanza passate…e
neanche a dire che puoi supervisionare il tutto perché sulla
carta sei “prigioniera”!»…ma
gli arrivò un calcio sul fondoschiena «Datti una
mossa!!»…«Stai calma! E’ in
fondo alle scale, non ho fatto io la
mappa!!»…«Brrr, odio questo luogo, mi
sembra che le statue mi fissino!...
…non sopporto questi orrendi Dokugumon con tante zampe!...
…certi Digignomi che appaiono all’improvviso li
schiaccerei, non c’è niente che dia più
fastidio della loro luce!» …mentre si
addentravano in un’oscurità che sempre
più divorava le loro sagome, gradino dopo gradino verso il
basso…
«…e in più questa polvere mi fa venire
da starnutire, se c’è un ambiente antigienico e
insalubre è proprio
questo!»…«Sta allegra. Siamo arrivati!
Ecco il portale per la terra.»…«Che
aspetti, aprilo prima che mi becchi un’infezione per la
puntura di un Dokugumon!»
Un enorme cancello di luce si spalancò nel buio: tanto il
bagliore era accecante che era impossibile distinguere forme, oltre
alle sagome nere dei due Digimon in procinto di varcarlo
«Uhmuhm, così voglio che il mondo mi apra le sue
porte!» decretò Sandmon, avanzando e scomponendo
la sua sagoma in una sfera di energia nera…
«Pfff, goditi i tuoi sogni beati, povero idiota.»
mormorò Purplemon, avanzando e scomponendo la sua sagoma in
due sfere di energia nera…
«Mio figlio non è mai stato un appassionato
dell’arte del guardare l’orologio, con gli anni ci
siamo abituati ma dovete tener conto che ora che abitate nella stessa
casa essendo un ragazzo e una ragazza, le cose cambiano!»
declamava la signora Mie, mentre Cindermon replicava un ennesimo
inchino «Sì capisco!» cibandosi tre
quarti della predica…
…quando invece Takato era in cima alle scale e si limitava a
beneficiare degli echi.
«Io non so per quanto tempo ancora dovrò
ripeterlo!»…«Ptsss, Mie stai facendo un
baccano indefinibile, ci sentono tutti i
vicini.»…«Non mi importa, è
istruttivo anche per loro, Takehiro: in questa casa ci sono regole!
Regole ben
precise!»…«Sììì,
signora!» altro inchino «Gli orari sono orari! E la
decenza è la decenza, siete due amici per quanto ne so ed il
quartiere non è tenuto a farsi altre idee sul vostro
conto!»…«Va beeene, scusi mea
culpa!»…«Mi auguro che lei signorina
sappia tenere la testa a posto e ponderare adeguatamente la
situazione!»…«Ceeerto!» e si
girava verso Takato, impicciandosi in cenni vari
«Ptsss-insomma vie-vieni a difendermi perché tocca
solo a me scusa eravamo
assieeeme!!»…«Signorina!»…«Ihmp!»…«Le
sto parlando e gradirei essere guardata finché non ho
finito!»…«Va beee(EEE)eeene(!)»
…calavano le braccia alla ragazza digitale, il cui tono
tradiva un gemito di esasperazione…
Ma Takato era troppo preso dai pensieri “Che avrà
significato quel biglietto, chi può averlo
spedito?” abbassando lo sguardo
“Kenta…ha un Digimon? Ma come è
possibile, se sono scomparsi tutti dieci anni fa…”
«Avete scelto di vostra spontanea volontà di
infilarvi in questa situazione, mi auguro che sappiate gestirla!
E’ una prova di maturità per tutti e due, si dice
tanto che i giovani sanno cosa vogliono e che siamo noi i cattivi:
bene! E’ il momento di dimostrarlo, noi abbiamo scelto di
ospitarla ma il seguito dipenderà da come saprete
comportarvi. Ci rifletta sopra!» volgendole le spalle
«Buonanotte!»…«Buonanoo(OOO)ootte!»
ripeté meccanicamente Cindermon…
…dopodiché si volse «Certo che ci si fa
proprio un gran guadagno a difenderti in battaglia a me mi lasci nel
fuoco a bruciare quando si tratta per giunta della TUUUA
famiglia-Takato mi ascolti ma a che cavolo stai pensando?!»
“…mi rifiuto di pensarlo. Un conto è
che si sia sposato, un altro è che sapesse qualcosa di
importantissimo, qualcosa al quale sono state appese le nostre vite in
tutti questi anni. E l’abbia taciuto. Non può
essere, non voglio pensarlo…” passandosi la mano
sulla fronte “…dopo Henry, adesso anche
Kenta!”
«Takato!»…«Ihm!!»…«CHE
E’, sono io diamine come se non mi
conoscessi!»…«Mi sei sbucata da dietro
all’improvviso!»…«Senti! Credo
che una camomilla questa sera non ci stia
male!»…«Parla per te, io sto
benissimo!»…«E’ proprio
così inconcepibile per te che io dorma nella camera accanto?
Qui!» picchiettando sulla porta «Non dico nella tua
nooo, beh ci mancherebbe altro dico in quella accanto! Stammi a
sentire!» ponendosi le mani sui fianchi «Finiscila,
ho sonno…»…«No, adesso tu non
te ne vai: certo, facile mi sbatti in faccia la porta della tua stanza
così, come se niente fosse! Guarda che tu hai dei debiti nei
miei confronti!»…«Ah! Eccola che
ricomincia. Lo sapevo che prima o poi te ne saresti uscita con una
storia simile.»…«Visto che mi tratti a
pesci in faccia io ti ricordo che PER CASO io sto facendo la differenza
nel periodo attuale fra quello che è lo stato di un Digimon
Tamer attivo e-e quello di un---un povero ragazzetto che vorrebbe
lottare e non può! Perché gli manca la materia
prima! Come quel tuo amico, quel Kenta: scusa hai la dimostrazione
pratica e non avverti la
differenzaaa?!»…«Ascolta: ti consiglio
di non parlare di cose che neanche sai. Non puoi avere chiare in mente
le situazioni che ci riguardano. Ancora sei qui da
poco.»…«Ceeerto, non me lo posso
scordare perché tu non fai che ricordarmelo! Là
sotto prima con quello mi hai fatto sentire piccola
così-capito? Così una cosa da niente, una roba
senza valore “accordo transitorio”, “ho
un Digimon sì vabbé
peròòòò”, ohi
insomma e io cosa lotto a fare?! Mi faccio un mazzo
così!»…«L’ospitalità
intanto è il primo
passo!»…«I-IO-!»…«Non
preoccuparti…!!...so che non è
sufficiente!» specificò il ragazzo lasciando
trasparire un’aria di sfida, mentre adagiava la mano alla
porta della sua stanza «Sta sicura che ti lascerò
a bocca aperta per quanta fantasia rivelerò nel trovare un
modo per SDEBITARMI…mia cara
Cindermon!»…«IO NON INTENDEVO
QUEST-» ma quando lei piombò con i pugni sulla
porta questa era già chiusa «Accidenti, va sempre
peggio, è una sfida persa: ahhh, credo che Rika ci abbia
visto male con tutta la buona volontà, questa della
convivenza è un’idea disastrosa!»
(canzone: Mariah
Carey - Through the rain) scivolando in una voce un
po’ piagnucolante, come l’espressione dei suoi
occhi azzurri «Ma perché io non ho speranza di
farmi accettareee?!» battendo il piede a terra…
…ma lui appoggiava la schiena alla porta della stanza, e
stringeva i denti «Perché?! Mi prende in
contropiede, mi coglie prima che abbia avuto la possibilità
di pensare! Non vorrei essere così con lei ma…le
parole mi scappano via dalla bocca, mi sale un’agitazione e
poi finisce che ci laceriamo a vicenda! Temo sia inutile! Temo che per
quanto mi impegni…non riuscirò mai a raggiungere
una vera intesa con questo Digimon! E’ più forte
di me…»
…Cindermon appoggiava la schiena dall’altro lato,
incrociava le braccia e sbuffava…
…mentre Takehiro e Mie facevano capolino di nascosto sulle
scale «Sono entrati in stanza?» chiese lui ma poi
«Ahia!!...intendevo nelle due stanze separate che abbiamo
preparato!»…«Fa silenzio, questa non me
la perdo per niente al mondo sono certa di coglierli sul fatto: quei
due non me la raccontano giusta!»
«Fammi andare a dormire, va! Tanto è
inutile!» fece Cindermon ritirandosi nella sua stanza e
richiudendosi la porta alle spalle «In un mondo di felici
intese fra Digimon & Digimon Tamers l’unico domatore
DEL CAVOLO con cui non è possibile stabilire alcun rapporto
umano l’ho beccato I-O!»
…piombando sul letto, come una torre che crolla. Per poi
alzare gli occhi e il ciuffo un po’ spettinato verso la
finestra «Eppure sono nella sua casa. Nel suo
mondo…» non si capacitava la ragazza
digitale…
…e altrettanto il giovane nella camera opposta
«…eppure è nella mia casa.»
sedendo sul letto «O forse è proprio questo. Io
nonostante tutto non riesco ad andare avanti. Non riesco a voltare
pagina. Non riesco a staccarmi dal passato.»
…riprendendo quei disegni un po’ piegati da sotto
il cuscino, e riaprendoseli davanti agli occhi
«…and…I…
…live one more day…and…I…
…make…it through the rain…»
…un po’ insicuro, fissando quel Digimon rosso e
screziato di nero, dal torace bianco e dagli attacchi fiammanti,
riprodotto su carta vecchia di dieci anni dalla mano di un ragazzino
«…ma farò bene a ripronunciare questa
parole? Sarà giusto…? E’ un modo per
procedere avanti…
…oppure per restare coi piedi ancorati a terra? Non riesco a
trovare risposta…» smarrendo i suoi occhi in un
malinconico appello verso l’alto, a quel soffitto
familiare…
…e anche quando il buio era calato, e le luci si erano
spente, seppur in camere separate il loro sonno era simile: non
riusciva mai a sopraggiungere, nonostante la stanchezza per la
giornata. Entrambi si rigiravano nel letto, ma con gli occhi sbarrati
ed un cumulo di pensieri nel cuore che non riusciva a
sbrogliarsi…
…Guilmon, avanzando per i corridoi, incrociò
N’Emo «E tu cosa ci fai qui?»
«Ecco…» iniziò il ragazzino
un po’ esitante «…è calato il
buio. Purplemon non risponde quando busso. Mi sento solo, e mi fa un
po’ paura. I Digimon in queste stanze ci vedono con occhi
ostili e temo possano aggredirmi nel sonno. Non è che
potresti…?» alzando il Digivice nero con mano
tremante, mentre Guilmon spalancava gli occhi «Che cosa
intendi
dire?!»…«…ecco…ci
entriamo in due nel letto, magari tu…!»
…ma a Guilmon tornò alla memoria il ricordo
fulmineo del giorno in cui era comparso sulla terra…
…ed un ragazzino gentile e premuroso lo aveva condotto nella
sua casa all’interno di uno scatolone, e dopo quattro vivaci
chiacchiere serali lo aveva accolto nel suo letto, per dormire stretti
l’uno all’altro…
«Sei solo un fifone! Non se ne parla proprio, ci
mancherebbe!»…«Oh?!»…«Trovati
un altro Digimon! O impara a stare da solo, sono il Supremo di questo
palazzo! Non un peluche per fare sogni
d’oro!»…«Guilmon…»
N’Emo ritirava un po’ deluso la mano che aveva
teso…i suoi occhi calavano in una triste
espressione…
…mentre il Digimon seguitava ad avanzare, ed il ragazzino
rientrava nella stanza…
“Non voglio nessuno attorno a me…”
meditava Guilmon “…nessuno che mi sfiori, che mi
ricordi dove sono e cosa sto facendo! Voglio il silenzio…
…il buio…!...il tocco gelido e secco di queste
mani del presente mi dà la nausea. La sola carezza della
notte alla quale posso sopravvivere è quella del passato,
nella più profonda solitudine…”
«…oh?!»
Ma vi erano due Digimon dalle sembianze di antichi cavalieri a guardia
della stanza sul fondo del corridoio: i loro spadoni erano ancora
incrociati, ma loro erano scivolati fino a sedere a terra, e ronfavano
sonoramente «Questi Knightmon si sono addormentati!»
Guilmon provò a scostarli, ma sia loro sia le loro spade
erano troppo pesanti per le sue dimensioni
«Acc---svegliatevi! Svegliatevi, insomma, fatemi entrare!
Sono il Supremo!»
Ma in risposta, solo l’intensificarsi del loro
russare…
…che evocò una frustrazione straziante nel tono e
nello sguardo del Digimon «Maledizione! Non me la sento di
gridare in mezzo al corridoio! Mi vergogno e…Imagomon si
trova in questo palazzo e c’è mancato poco che non
mi abbia riconosciuto!» chinando il capo seppur con bruciante
dolore, ed alzando gli occhi su quella stanzetta che era rimasta
socchiusa «…non mi resta altra scelta.»
…avanzando nel buio di quella stanza troppo grande, lussuosa
e forse fredda per un bambino come N’Emo, i suoi ricordi non
lo lasciavano in pace…rivedeva il sorriso radioso di quel
ragazzino che somigliava tanto a colui che nonostante le sue paure
già si era addormentato, diverso solo nel colore dei suoi
capelli…
…Guilmon pose la zampa sul letto ma strinse le fauci, non
voleva salire anche se sembrava così morbido…
…sicché si accovacciò lentamente a
terra, con sguardo vigile come se fosse lì appostata la
più insidiosa delle creature…
…quando d’un tratto
«…Guilmon…»…«Oh?!»…«…sei
venuto…»…«…dei
Knightmon mentecatti si sono appisolati di fronte alla mia
stanza!!»…«…ahh, che bello.
Siamo insieme.» mormorò N’Emo mezzo
addormentato «Vieni sul
letto…»…«Sto bene
qui!!»
…ma poco dopo, sentì qualcosa di un po’
pesante che gli piombava addosso «Che cosa?! T-Ti ha dato di
volta il cervello, rimettiti dove stavi!!»
Ma il ragazzino, piovuto dal letto su di lui, già dormiva
nonostante lui gli tirasse il colletto coi denti…ma era
inutile come con i Knightmon «Ahhh…!»
evocando una resa di dolore, nel Digimon…
…che fu costretto ad accovacciarsi…riempiendo i
suoi occhi di lacrime di rabbia «…t-ti
odio…!!...
…e non ti sopporto così vicino!!...tu non sei
Takato!!...
…non sei Takato, non lo sei!!...
…ma sei il riflesso di un futuro a cui non voglio andare
incontro!»
Ma N’Emo sembrava così sereno, con quel suo
Digivice nero ancora in mano, a mormorare
«…Guilmon…il mio
Digimon…» rendendo ancor più
insopportabile il suo sonno, dal quale si parò il capo fino
a coprire gli occhi con gli artigli…(fine-canzone)
Coprendosi il volto in modo simile, Henry si era quasi addormentato su
quelle scale quando dei passi in corsa lo destarono
«…! Aki!»
Il ragazzo aveva spalancato i suoi grandi occhi alla vista della
giovane psicologa, la cui carnagione risultava ancora più
chiara ora che era avvolta in quella giacca nera «Henry, che
ci fai qui…?»
Lui si alzò, e si avvicinò quasi barcollando,
sollevando le sue mani «…non puoi immaginare cosa
è successo! Aiutami, per favore!» abbracciandola
con tale intensità che rischiò di cadere dalle
scale: stavolta fu lei a dilatare lo sguardo, mentre il giovane
spiegava «Hanno rapito il mio bambino! E con Rea e
Terriermon…!!...ah, è impossibile! E’
impossibile con loro, così come con la mia famiglia, la mia
vita durerà ancora poco Aki ne sono sicuro! Il
cuore…!!...
…sta cedendo, non sopporta più questo immenso
dolore…»
Le braccia di lei, che aveva sguardo sconvolto, lentamente e quasi
automaticamente si alzarono fino a stringerlo
«…no…» appoggiando il capo
sulla sua spalla «…no Henry non dire
così…tu devi
resistere…»…«Non ce la
faccio…»…«…io ti
aiuterò a resistere…
…non posso permettere al tuo cuore di
esplodere…»…«…ho
suonato a lungo,
dov’eri?!»…«…perdonami.
Ero fuori casa…
…dovevo svolgere alcune cose ma adesso sono
tornata…
…è tutto a posto…
…placa i
battiti…»…«Aki…»
ripeteva lui in quello sfogo profondo…
…e di lei era sospeso lo sguardo, nonché il
respiro…
…l’anello violaceo luccicava dietro la schiena di
Henry…
Una zampa artigliata afferrava e tirava su un orologio da polso dal
display aperto «Sei riuscita a raggiungere il bersaglio,
Gelsomon?» fuoriusciva la voce di LadyMeramon, alla quale fu
risposto «Sono sul posto.» da quella creatura dagli
occhi taglienti ed enigmatici. Stupore dall’altro lato
«Cheee hai fatto alla voce?!!...dov’è
finito il tuo vocione rimbombante?! Se tu fossi un uomo ipotizzerei che
avessi ricevuto un calcio da qualche
part-»…«E sta zitta, rimbambita che non
sei altro, metti a fuoco
quell’immagine!!»…«…IHHH!!!
GELSOMOOON! Ma dov’è la nostra amica:
DI’ LA VERITA’! L’HAI ACQUISITA
E TI SEI SOSTITUITA A LEI,
DISGRAZIATA!»…«Shhh!!!...grida
più forte da mandarmi all’aria il tutto e me la
paghi LadyMeramon, sono io! IO, Gelsomon! Vale a dire al momento
attuale…
…Minidramon!» mentre dalla borsetta nella quale
era scarrozzata, lentamente alzava i suoi occhi a quella ragazza dal
fisico da modella, dinanzi alla quale si spalancava senza una
spiegazione ben precisa l’immenso portone di una lugubre
villa…che sembrava però destare la più
totale indifferenza dinanzi ai suoi occhi glaciali…mentre
Minidramon insisteva «Non sai che noi Digimon possiamo
regredire?!»…«Non ti avevo mai vista
così maneggevole in fatto di
spazio!»…«…!!...non farti
illusioni perché sono ancora più pericolosa del
solito! Ho abbordato Alice McCoy…
…mi sta conducendo…» guardandosi
fulmineamente attorno «…bene dove non so. Ma ora
questo non è importante. Come procede da
voi?»…«...mi spiace avvelenarti la notte
con una brutta notizia, PinkMonzaemon ha bissato Rika Nonaka con Henry
Wong! Fiasco completo!»…«Razza di
incapace, non si può mancare qualche
ora!»…«Veramente anche tu non mi sembra
sia proprio una collezionista di successi! In ogni
caso…lasciati sorprendere, ho in mente un piano al bacio con
Kenta Kitagawa.»…«Spero per te che dia i
suoi frutti. Il grande Guardianmon non mi ha ancora ricontattata ma
temo che la sua pazienza non sia infinita, questa volta non ho
intenzione di deluderlo.» alzando appena gli occhi
«Devo riagganciare: non avere pietà con quella
gente, LadyMeramon! Ma una sola raccomandazione: lascia fuori Ryo
Akiyama.»…«Cosa?! Il domatore di tuo
marit-»…«Sì, stupida, ti ho
detto di non toccarlo per nessuna ragione! Lui…è
compito mio…»…«Gelsomon,
cara, non ti sarai mica innamora-» ma Minidramon chiuse il
display con fastidio «L’arteriosclerosi fa brutti
scherzi…»…«Parlavi con
qualcuno?»…«Uh? Io…?...
…stavo ringraziando sottovoce perché mi hai presa
con te, Alice.»…«…sono
contenta se è ciò che
volevi…»…«Che posto
è questo in cui mi hai
portata?»…«…questa villa
è ai confini di Tokyo.» rispose la ragazza ponendo
la delicata mano sulla ringhiera ed iniziando a salire quelle tetre
scale «…questo luogo dà i
brividi…» commentò Minidramon fra
sé dovendo appellarsi ad una buona dose di determinazione
per fronteggiare quel luogo buio, che le faceva sudare la fronte
«…oggi al bar mi è sembrato di sentirti
fare allusione a questo posto: ci vieni…per lavoro, o mi
sbaglio?»…«…devo vendere
questa villa. Ma finché non lo farò,
potrò
abitarvi.»…«…brrr…questo
luogo non è disabitato. Girano altre presenze qui anche
se…non vorrei sbagliarmi: si tratterà mica di
altri Digimon?» si chiedeva la draghetta…
Alice saliva, e non si era voltata nemmeno per rispondere a quelle
domande. Come se avesse un chiaro orizzonte a cui tendere, fra quelle
oscure stanze «Ascolta.» disse d’un
tratto, fermandosi «Oh?» e destando
l’attenzione di Minidramon, ma senza guardarla «Io
non è che possa offrirti molto. Del resto ti conosco appena.
Sto cercando di dare un’organizzata alla mia
vita…» descrisse Alice facendo la sua aria
indifferente, tanto che sembrava un atteggiamento quasi forzato
«…ho alcuni affari a cui star
dietro.»…«Non devi affatto preoccuparti,
Alice! Io saprò attendere. Me ne starò buona, e
nel frattempo…se potrò aiutarti in qualcuna delle
faccende di tuo interesse ne sarò ben
felice.»…«Tu vuoi aiutare me? Senza
avere nulla in cambio?» chiese la ragazza con fare altezzoso,
come una provocazione…
…Minidramon assottigliò lo sguardo
«…sono il tuo Digimon. La nostra natura ci spinge
ad affiancare i domatori in ogni vicenda della loro vita.
Questo…non lo sai già? Sei stata una Digimon
Tamer…»
Alice senza farsi vedere tradì un velo di insicurezza nel
suo sguardo, che sembrava filtrare anche nostalgia e rimpianto, ma
deglutì ed evocò di nuovo la sua espressione
gelida «Per essere veramente una squadra abbiamo bisogno di
un Digivice…se tu sai dov’è
perché finora non ne ho visto traccia…»
seguitando a salire quella scala, mentre Minidramon si racchiudeva
nelle riflessioni “E’ vero, è una prova
fondamentale ed io ne sono sprovvista! Debbo assolutamente procurarmene
uno in qualche modo…”
Ben presto furono nella stanza della ragazza, di gran lusso ma dalle
tende scure, vi regnava un silenzio spettrale…
…Alice lasciò con fare indifferente la borsetta
sul letto «Accomodati.» così che la
Digimon poté venir fuori coi suoi movimenti un po’
goffi, ma senza abbandonare quello sguardo penetrante e scrutatore. La
ragazza si sedette presso la toletta osservando il suo viso nello
specchio, e la sua Digimon riflessa sul letto alle sue
spalle…
…la giovane sembrava avere un rapporto di dubbio e conflitto
con il suo viso, come se qualcosa non le piacesse, e avesse reticenza a
sfiorarsi la pelle…”Che persona
misteriosa.” pensava intanto Minidramon “Chi
sarà questa Alice, e cosa avrà fatto in tutto
questo tempo? Gli altri Digimon Tamers sembrano non sapere nulla di
lei…
…a dire il vero anche le informazioni sul suo conto sono
scarse a dir poco. Ci sono poche foto di lei assieme a quel Digimon
simile a un cane. Sembra… come ha detto anche Ryo che sia la
nipote di un uomo del team che cooperò con i domatori per
arrestare la crescita del D-Reaper: però quando fu disputata
la battaglia decisiva…lei non era con
loro…perché?”
C’era un giornale nelle vicinanze, Alice aveva allungato la
mano fino a portarlo di fronte ai suoi occhi…
…scorse attentamente le scritte…riportavano di un
grave incidente che aveva coinvolto un illustre professore, Rob
McCoy…
…l’immagine di alcune scale e accanto la scritta: ricoverato in gravi
condizioni…
Alice condusse il giornale sul suo petto, chiuse gli
occhi…mentre la Digimon si interrogava sul significato dei
suoi gesti…e di ciò che quella giornata
l’aveva portata a conoscere “Ryo Akiyama,
finalmente ho potuto vedere il suo volto. Non è la persona
che mi aspettavo che fosse…ho bisogno di approfondire
l’argomento: e questa ragazza può
aiutarmi!” tornando a fissarla…
…mentre Alice fissava il suo stesso volto sul quale
insorgeva una sorta di glaciale turbamento…
“Non può e non deve interessarmi chi lei sia e che
cosa voglia dalla vita: basta che abbia puntato anche lei sulla stessa
persona. Giocando a dovere le mie carte posso scatenarla contro gli
altri domatori, non mi sembra sia legata da sinceri vincoli di amicizia
con loro!...
…in più grazie a un Digivice posso utilizzarla
per accrescere la mia potenza. Tu mi sarai molto utile,
Alice…
…Digimon Tamers, tremate…
…la notte che cancellerà una volta per sempre la
vostra leggenda si sta avvicinando! Marito mio, presto potremo lottare
alla pari. Ti pentirai di avermi scartata come un oggetto vecchio e
rotto!!”
Ma per Alice quel silenzio e quei pensieri erano sempre più
insopportabili, qualunque immagine materializzassero nella sua
mente…tanto da portarla a piegare il viso e a nasconderlo
dietro la sua mano candida, che sbucava dalla manica scura…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 16 *** Il ricatto ***
16°puntata DT2
La mattina successiva, Takato e Cindermon uscirono dalle rispettive
stanze contemporaneamente, tanto da restare entrambi bloccati alla
vista l’uno dell’altro. Lei fu la prima a
«Uhmf!» volgere il capo offesa, mentre lui invitava
«Senti…cerchiamo di non dare spettacolo, eh? I
miei sono
già abbastanza nervosi. Comportiamoci
civilmente.»…«Io SONO una persona
civile!»…«…anch’io…»
mormorò lui, il cui viso certo rifletteva un po’
della
stanchezza che faceva seguito alla non facile notte, proprio come lei
che però sembrava non aver voglia di mostrare la sua faccia
«Senti, riguardo a ieri
not-»…«No no! Io ormai
ho stabilito il regime! Da adesso in poi…solo rapporti
formali!
Uhm?»
Il ragazzo tendeva ad
alzare il sopracciglio con poca voglia di approfondire. Lei
specificò condita di gesti «Domatore---Digim-no,
il
contrario! Io sono il dom-il DIGIMON-capperi stamattina son
già
partita male---TU sei il domatore e non
interrompermi!»…«Cindermon…»…«Patti
chiari---amicizia lung-nooo, va bene qui puuuf! Figurati parlare di
amicizia! No no! Contratto di lavoro! Il mio è un lavoro
e…la tua proposta è chiarissima credi Takato, per
cui io
poi stenderò un estratto conto e a fine del tutto tratteremo
circa il saldo che rimane!»…«C-Che
significa
“a fine del tutto”?! E poi chi li stabilisce i
prezzi?!!»…«Mmm!»…«Tu
saresti
capace di pelarmi come un
pomodoro!»…«Vuoi disdire
il contratto?» provocò lei con vocetta fessa e
occhietti
furbetti «Vuoi metterti in panchina a far compagnia al tuo
amico
occhialuto?»
…citazione che non fu gradita dal ragazzo
«…vuoi
lasciar stare Kenta…smetti di menzionarlo ad ogni
occasione.»…«Lo menziono caro mio
perché
rappresenta il destino in cui vai a incappare se rifiuti i MIEI
servizi! Hai ben inteso? Non si trovano Digimon in mezzo alla strada
oggigiorno e I-O lavoro per te attualmente per cui mi devi trattare
bene, sono un dipendente ergo contraente debole ERGO mi devi dare tutte
le garanzie!...» allontanandosi nel corridoio
«…finisce che mi appello al sindacato,
sennò! E non
dire che non esiste perché a Digiworld ne abbiamo uno, ha
meno
di dieci anni!»
Takato era rimasto incantato…ma poco dopo
«…?!?!...DOVE VAI?! Q-Quello è il
bagno!»…«Arghh!»…«Lasciami,
vado
prima i-»…«No---prima
i-»…«PRIMA
IO, questa è casa mia!»…«E io
sono il Digimon
che ieri sera si è fatto il mazzo, questo comporta un prezzo
extra!!»…«Ricattatrice---b-brutta
sciacalla!»…«E
LASCIA-QUESTA-MANI-GLIA!»
…e così via, nella prima lotta che vedeva il
Digimon
Tamer Vs il Digimon…
…al
piano di sotto, presso il bancone del panificio, Mie commentava con
fare annoiato «Pfff, sentili! Ma guarda che chiasso a
quest’ora del mattino, ci rideranno tutti dietro,
è una
cosa davvero vergognosa.» Takehiro sembrava più
disteso
«Ma lasciali fare, sono
ragazzi…!»…«E’
proprio questo!!»
sbattendo la mano sul vetro del bancone «Questo termine mi
dà i
brividi!»…«Però stanotte li
hai
visti? Ognuno in camera
propria.»…«…Takehiro…non
ti starai
affezionando a quella, per caso?!»…«Io?!
M-Ma che te
lo fa pensare?!»…«Quell’aria
impertinente…il sorriso scanzonato e quella posa da playboy,
cosììì, appoggiato al banco-al
bancone-whaaa!»…«Guarda che disastro che
sei, per
rifarmi il verso cadi persino!»…«Ah,
lasciami stare!
Stamattina ho proprio un diavolo per capello: io seguito a sostenere
che la presenza di quella in casa nostra porterà solo
problemi!»…«Rilassati se puoi, un
attimo.»…«Come faccio?! Dimmi tu come,
non li senti
strillare?!»…«Beh! Almeno è
certo che non
vanno avanti a sussurri d’amore. Io ti confesso, a me quella
non
è poi così
antipatica.»…«Ecco. Ti
pareva, lo si sapeva!»…«Ma “lo
si
sapeva” cosa?! Io non ti
capisco!»…«Si sapeva
che a voi uomini basta che una donna abbia---che abbia gli attributi
femminili che andate in collasso!»…«Beh!
Una donna
con attributi maschili dal mio punto di vista è alquanto
inquietante!» ma lei gli tirò uno straccio
«Dai Mie,
non fare così! Secondo me prima o poi anche tu riuscirai a
familiarizzare con lei.»…«Io?! Mai,
scordatelo!» declamava categorica la signora mentre entrava
in
cucina «Quella tipa non mi piace né mai mi
piacerà!
Non ce la voglio dentro casa mia e non mi sta bene accanto a mio
figlio!!» sbattendo la mano stavolta sul metallo…
…e lasciando un po’ spaesato il marito…
…circa
l’esito al piano di sopra, Takato si massaggiava la mano
«Accidenti, ha vinto lei, ha una forza inaudita! E’
proprio
una a cui mancano i rudimenti della minima educazione!»
Cindermon, con
la schiena appoggiata alla porta del bagno, rifletteva «Non
posso
andare avanti così, rischia di portarmi
all’esaurimento e
all’autolesionismo, quanto ci scommetti! Takato è
quel
genere di persona che può spingere le altre al suicidio
co-con
il suo---con le sue testardaggini, con le sue fissazioni io mi devo far
dare l’antidoto! Io devo farmi due chiacchiere con qualcuno
che
ha conosciuto bene quel cavolo di Digimon e farmi scendere dal cielo la
sua arte della sopportazione!!»
Guilmon stava
scendendo le scale del palazzo, rigido e silenzioso come sempre negli
ultimi tempi, nonostante i raggi di sole a filtrare dalle finestre e
illuminare i gradini.
«Voi
dunque siete il Supremo?» proruppe una voce. E Guilmon che
non se
l’aspettava, poiché aveva tenuto occhi bassi e
assorti,
sussultò ed ebbe come riflesso istintivo quello di coprirsi
ulteriormente con il manto.
Ai piedi della
scalinata, con espressione fiera e apparentemente serena, stava un
Digimon anziano che si appoggiava ad uno scettro «Ieri non ci
siamo presentati a dovere. Io sono Cyclemon. Sono il padre della
promessa sposa del vostro ambasciatore.»
«…mi
ricordo di voi…» arretrò appena
Guilmon, ben
attento a non mostrare il suo volto «…ieri ho
assistito
alle vostre trattative con Sandmon…che cosa desiderate da
me…?»
«Uhm…bene
ecco vedete…successore di Azulongmon…»
ponderava
Cyclemon chinando il capo e celando un sorrisetto
«…per
correttezza ed in onore ai nostri rapporti diplomatici di recente
contratti mi sono sentito in dovere di mettervi al corrente della
presenza di qualcuno, in questo palazzo. Qualcuno alla cui
vista…forse rimarrete
sbalordito.»…«A-A chi
vi riferite?»…«…vieni
avanti…Kazu.»
«Oh?!» sussultò Guilmon…
…e
timidamente, a quel Digimon anziano e piegato si affiancò un
ragazzo umano che indossava un cappello scuro
«…eccomi
grande Cyclemon, comandate.»
Aveva tono
sommesso, ed atteggiamento di devozione. Si inchinò al
fianco di
Cyclemon…
…ma da
sotto la sua falda, alzava i suoi occhi verso quella figura avvolta nel
manto nero, come chiamato da una profonda curiosità dalla
provenienza in parte incerta…
…e quando
lo vide…avvertì una profonda emozione dentro
sé…
A poco a poco,
Terriermon si risvegliava all’interno della
galleria…
…mentre strizzava e
stropicciava gli occhi udiva una voce gracchiante echeggiare non molto
lontano «…un’ondata di lettere
infamanti, e quello
sciocco domatore si ritroverà in breve accerchiato da
ostilità!»…«Oh?!»
sussultò il
piccolo Digimon…
…nascosto
nel buio dei pertugi più stretti, volava un abito nero, e
sfrigolava un corpo fiammeggiante. Anche al suo polso era legato un
pratico e moderno orologio, dal quale penetravano gli occhi corvini di
Minidramon «L’importante è che tu sappia
quello che
fai: ricordati che fra quei Digimon Tamers intercorre un rapporto
d’amicizia che finora ci è stato molto difficile
spezzare.»…«L’amicizia
è la vittima
perfetta del tempo e delle voci screditanti, dammi retta amica mia!
Cucinerò quel Kenta a puntino così, quando
verranno i
suoi amici a cibarselo potranno farsi un pasto succulento,
ihihihihih!»
“Cosa?! Kenta…?!” Terriermon drizzava le
sue
orecchie…
«…attenta a non fallire come
PinkMonzaemon.»…«Non darti pena alcuna
Gelsomon,
ops! Volevo dire Minidramon.»…«Sta bene
attenta a
come mi chiami!»
“Ha detto Gelsomon!!” realizzò
Terriermon…
«Come ti sta andando, con l’altra
domatrice?»…«...
…sto lavorando.» replicò Minidramon in
piedi sul
mormido letto di quella stanza, mentre orientava la coda
dell’occhio verso la bionda ragazza in abiti neri che
sembrava
star finendo di prepararsi, ed essere pronta ad uscire
«Ptsss:
adesso devo riattaccare o potrebbe scoprire qualcosa. Ma tienimi
informata!!»
«Ci
mancherebbe!!»…«E attenta che non ti
senta
nessuno!»…«Non c’è
pericolo: non vi
è luogo più isolato e abbandonato di questa
galleria, chi
potrebbe avere le orecchie tanto lunghe da udirmi fino in fondo a
questo buio…oh?» volgendosi appena.
Terriermon «Oh!» percepito il pericolo
sussultò e
schizzò, fino a nascondersi sotto una scaletta.
«LadyMeramon che ti succede? Hai qualche problema?»
La
Digimon di fuoco assottigliò lo sguardo «Niente.
Il solito
ronzio di insetti molesti tipico di questi
luoghi…!»
Ma
il Digimon dalle orecchie forse troppo lunghe realizzava da quel suo
nascondiglio «E così Gelsomon e le sue amiche
hanno
elaborato un nuovo piano contro i domatori…»
Una tazza di
latte caldo veniva alzata da mani tremanti, ma rese più
stabili
da altre mani, più piccole e delicate, inequivocabilmente
femminili. Prima di bere Henry chiese «…non mi hai
mentito. Vero?»…«…pensi che
potrei mentire su
una cosa del genere?» carezzandogli i capelli, e poi
alzandosi in
piedi «Sono in contatto con un agente di polizia,
è una
persona affidabile, mi ha dato una mano in molti casi e posso
assicurarti che farà cercare tuo
figlio.»…«…c’entrano
i Digimon, Aki.
Sono loro ad averlo rapito!» espresse con pena, ma lei si
volse a
fissarlo «Sono attrezzati a dovere! Possono cavarsela, basta
illustrar loro il problema…» avvicinandosi, in
atteggiamento premuroso «Ma tu sta calmo: lascia fare tutto a
me,
d’accordo?»…«Come
faccio?!...come posso star
calmo, il mio bambino!» smarrendo i suoi occhi nel vuoto
«Il mio Benji…dov’è
ora…?»…«…tranquillo…»…«E’
tutta colpa mia!»…«Non dire
così.» si
alzò lei e attraversò lo studio per poi volgersi
di nuovo
«Mi hai detto di aver scoperto cose
sconvolgenti!»…«Mio padre…che
cosa ha fatto?
Io non sapevo niente, quel filmato mostrava Terriermon
piegato…su alcuni documenti, e poco dopo mi ha rinfacciato
tutto! Lui crede che io…fossi a conoscenza del fatto che il
varco si era rigenerato a seguito della nostra battaglia, ma ti giuro
che ignoravo tutto, pensavo non ci fosse speranza, e che anche quelle
di Takato fossero solo
suggestioni!!»…«Ma…a
quanto pare…non è stato
così…»…«…è
incredibile…tutto l’indirizzo della mia vita
è
dipeso dall’impossibilità di varcare di nuovo quel
portale…
…e ora
vengo a scoprire…che era possibile! Pochi mesi dopo la
scomparsa
dei Digimon! Se ti potessi descrivere come mi sento,
Aki…»
mentre sorreggeva la tazza per il manico, con mano ancor più
scossa «…avere la sensazione che avrei potuto dare
un
corso diverso a tutto…avere un'altra crescita…
…diversa
da com’è stata la mia…stentata e
annegata nella
solitudine…
…una
crescita senza gioie e piena di ombre, all’insegna del
silenzio…» …mentre la psicologa non
replicava e lo
fissava intensamente, con i suoi profondi occhi scuri
«…ogni giorno a reprimere la nostalgia ed ogni
accenno di
fragilità…per non far sentire in colpa mio padre
per
ciò che aveva fatto. Per garantire a lui, a mia madre, e
alla
mia sorellina la sussistenza di quell’uomo
che…credevo…» bevendo un piccolo sorso
«…desiderassero dalla mia età adulta. E
invece
vengo a scoprire e in questo modo per giunta che mio padre si
è
tenuto un segreto che per me era vitale. Se avessi potuto rivedere
Terriermon avrei riacquistato forza!»
…alzando occhi
deboli, oltremodo stanchi, e confessando «…era un
pezzo di
me, andando via mi ha lasciato completamente
disorientato…senza
i suoi consigli brancolavo nel buio…
…e non
avevo…la forza di diventare un uomo grande, ma questo non
l’ho detto a nessuno. Perché mi sentivo in colpa,
non sai
quanto.»…«…Henry, ormai il
passato è
passato!» lo esortò lei con la sua voce delicata
come il
velluto ed uno sguardo che voleva trasmettergli speranza, ma lui
replicò «…è facile
dirlo…ma il
passato…
…pur
irrecuperabile…non è stato ciò che
doveva essere.
Non si può pretendere ora che non porti
conseguenze.»…«Argineremo queste
conseguenze.»
promise la ragazza toccandogli il braccio, ma Henry disse
ribatté «…le conseguenze saranno troppo
gravi…
…ormai ci siamo
spinti troppo lontano. Sento che indietro non si torna. Sembra
assurdo…ma basta un passo falso…al momento
cruciale…
…per scatenare
un vortice che trasforma un passato felice…in uno scenario
devastato. Simile al Digiworld riprodotto nei cartoni che guardavamo da
più piccoli, a seguito dell’operato di un Digimon
malvagio…che per la sua sete di potere ha abbattuto le case,
separato i continenti!»
Quelle parole sembravano colpire Aki, che si pose dinanzi a lui a
fissarlo.
«…e
ridotto…una miriade di creature innocenti
all’infelicità. Ecco, il mio cuore adesso
è simile
a un mondo digitale scomposto e compromesso. E
questo…soltanto
per aver messo il piede in fallo…nel momento in
cui…» accennando a tendere le braccia…
…e
ricordando quel sottile
“Henry…momentai…”
…seguito dal
suo “…non
è giusto…” già
amaro
e scosso dal pianto…il giorno in cui Terriermon tornato al
suo
primo stadio gli era scivolato dalle mani, per salire là in
alto
verso la luce del varco…
«…nel momento in cui qualcosa giunge a dirti che
l’infanzia è finita, e tu sei chiamato ad avanzare
verso
il cammino che ti renderà l’uomo che sei oggi. Se
quel
giorno…non avrai al tuo fianco un amico in grado di
riscaldarti
il cuore il tuo cammino sarà amaro, pieno di spine!...
…e
purtroppo, quello che più mi addolora è che
questo
vortice non si è accontentato di fare di me la sua sola
vittima,
ma ha coinvolto degli innocenti, che non c’entravano niente!!
Rea…»
…lo
sguardo di Aki sfuggì appena, scivolando verso il
basso…
«Benji…il pensiero del suo futuro è un
buco nero!!
Come posso…come potrei mai aiutarlo…come potrei
regalargli un’infanzia come la mia e proteggerlo da analoghe
sofferenze, se…!!...
…se
persino adesso…ora che è nelle mani di qualcuno
che vuole
fargli del male…io non faccio che distruggere, e vanifico
ogni
tentativo di fare squadra per salvarlo! Ieri
notte…è
stato terribile…
…quando
ho visto Rea e Terriermon insieme mi sono sentito esplodere! Ho
pronunciato parole irripetibili, ottenendone soltanto altra angoscia! E
ulteriori frammenti, altri ancora! Presto…
…non
sarà più possibile distinguere niente, fra le
macerie…
…il
cuore…arranca…e cerca un buio
rifugio…per chiudere
gli occhi…»
A quel punto Aki
si sforzò per prendere un respiro profondo e si diresse
verso la
libreria che aveva a fianco, rialzando una foto incorniciata che
sembrava essere caduta «Non devi lasciarti andare a questi
pensieri Henry, ti fanno male.» disse con apparente
naturalezza
«Oh?» il ragazzo alzò lo sguardo, e lei
«Te ne
rendi conto tu stesso, il cuore non è in grado di sostenere
un
peso così immenso come quello nato
dall’assemblaggio di
simili preoccupazioni…in questo caso occorre liberarsi,
spogliarsi da ogni fardello, riavvolgere la mente fino a tornare
indietro nel tempo, e galleggiare nell’infanzia, e nei
pensieri
lieti di un’età
smarrita.»…«…che…cos’è
quella foto?»…«Qualcosa legata a
ciò che ti
sto dicendo. Sono…io che indosso un costume per una festa.
All’epoca ero poco più che ragazzina.
Guarda.» e gli
porse la foto, la guardarono assieme «…cosa
rappresenta il
costume…?»…«Sono vestita da
fata. Mi è
sempre piaciuto, adoravo un mare di costumi…ma mi ha sempre
affascinato poter essere una fata, che ha il potere di realizzare i
desideri di coloro che le si rivolgono! Uhmuhm, seppur possa sembrare
strano, osservando il mio consueto contegno sul
lavoro…» …ed i loro occhi si
incrociarono…«…anch’io ho
avuto
un’infanzia. Ho avuto dei sogni.» Aki
smarrì la sua
espressione in un sorriso lieto tra i ricordi del passato e quei libri
a circondarla «Ho immaginato come tutti un futuro che
viaggiasse
sulla coda di una cometa, scintillante!...
…ho
atteso a lungo la mia occasione…sfogliando giorno per giorno
i
petali di un fiore meraviglioso…fino a che…un
giorno,
quell’occasione è
arrivata.»…«Sei
riuscita a realizzare il tuo sogno…?» chiese Henry
debolmente seppur partecipe, e lei rispose «Sono ancora in
fase
di evoluzione: ma sento che prima o poi riuscirò a scorgere
di
nuovo il futuro intravisto la prima volta, e…!...anche tu!
Anche
tu Henry, non devi mollare. Lascia che io pensi a tuo figlio come ti ho
promesso, vedrai, lo ritroveremo...» invitandolo a distendere
il
capo sulla spalliera del divano, chiudere gli occhi mentre lei gli
carezzava la fronte…
…avvicinando le labbra…pur restando a quella
distanza
minima che le impediva di sfiorare con esse il suo viso, ma non di
sussurrare «…il tuo sogno di una famiglia serena
non
è una chimera, lascia che realizzi il tuo desiderio. Sono
stata
una fata…» mentre scorreva con la sua fino a
giungere
presso il cuore del giovane, e là il suo anello dava un
segnale
luminoso «…permettimi di compiere altre
magie…» ma il giovane d’un tratto
aprì gli
occhi «Devo
andare.»…«Ah?»…«Non
posso restare
con le mani in mano mentre mio figlio è in pericolo: devo
fare
qualcosa. Non so cosa! Ma qualcosa troverò.»
alzandosi dal
divano, mentre lei lo seguiva con lo sguardo «…sei
sicuro,
Henry? Ascolta, in questo momento sei provato dalle emozioni e dagli
eventi.»…«Andrà sempre peggio
se non
avrò la certezza che ho fatto tutto ciò che posso
per
ritrovare Benji, il rimpianto mi divorerà: ha già
consumato…quasi tutto di
me.»…«…per
favore, fa attenzione…» accennava la ragazza,
mentre lo
vedeva accingersi ad andar via…
…quando
lui aprì la porta lei lo raggiunse e di nuovo gli
sfiorò
il cuore «Abbi cura delle tue pulsioni, non lasciare che ti
distruggano.»…«Ormai siamo alla resa dei
conti!» esclamò lui, provocando un sussulto nella
giovane
che si portò la mano al petto «Devo tentare il
tutto per
tutto per salvare ciò che mi resta, è
l’ultimo
seppur debole riflesso del mio antico modo di agire. Ti ringrazio per
le tue premure. Ma ora non ho altra
scelta!»…«Sei
sicuro che non vuoi che ci pensi
io?»…«Devo fare da
solo!» replicò Henry, avviandosi lungo le
scale…mentre lo sguardo di Aki lo seguiva appenato
«Henry…abbi cura di te. Non voglio. Non voglio
nonostante
tutto che il tuo cuore esploda, distruggendoti.»
…i
suoi gesti sembravano tradire una profonda e sincera
preoccupazione…
Henry scendeva a
passo svelto, con sguardo fisso e deciso «Devo
resistere…devo andare fino in fondo, almeno debbo
provarci-oh!!» ma urtò contro qualcuno che stava
venendo
su «Mi scusi! La prego, ho molta
fretta!»…«Ahahah!» rise quella
persona
«Dopo tante volte che ci
scontriamo…sarà il caso
prima o poi di presentarci,
no?!»…«Uh?»
«Uhmuhmuhmuhm!» …di fronte
agli occhi di
Henry, animata di brio e vivacità come gli abiti colorati
che
indossava, stava una giovane donna che trascinava con sé un
carico di buste, probabilmente della spesa, ed un sorriso radioso che
di certo pesava di meno, e che sembrava non aver reticenza alcuna a
rivolgere ad un quasi sconosciuto.
Il sorriso
sembrava favorito da quei suoi tratti, tutti convergevano e fluivano
per tracciarlo, pur non essendo forse belli e perfetti, ma di certo si
sarebbero detti luminosi, simpatici. Una bianca dentatura, e lunghi
capelli mossi castani come i suoi occhi «E’ al
lavoro che
va, tutte le mattine, così di fretta?!» chiedeva
pimpante
e colloquiale la donna «Io? No,
veramente…»
replicò Henry abbassando gli occhi «…ho
altre
faccende da sbrigare!»…«Ahah! Ma su, non
faccia
quell’espressione così triste, andiamo!! La vita
è
allegria, uhmuhmuhmuhm!»…«Oh se
sapesse…non
immaginerebbe neanche cosa mi sta succedendo, di certo niente di
allegro.»…«Però lo
sa!»…scendendo qualche gradino e ponendosi al
livello di
lui…
…mentre Aki li scrutava sulla porta
dell’appartamento, con
sguardo sospeso…
«…anche quando le cose girano storte, non
c’è
niente di più importante del buonumore per smuovere questa
giooostra che si è incantata! Uhmuhmuhmuhm!»
Henry accennava
un sorriso e la scrutava assorto «…lo sa? Non
è da
tutti parlare come lei…»…«Io
sono sempre
così, la gente si diverte al mio fianco perché
sono
sempre allegra! Ma non ci diamo del lei, è così
formale!»…«Io mi chiamo Henry Wong. E
lei-scusa, e
tu?»…«Ahahah! Violetta, mi chiamo
Violetta!!»
aprendosi in quel suo sorriso in cui il sole sembrava incrociare i suoi
raggi per tessere un ricamo
«…Violetta…»
ripeté Henry, e lei «Il mio nome è
Violetta Yusaki!
Ah, e…adesso che ci penso…il tuo nome mi dice
qualcosa!!
Ma sì, l’ho già sentito e so anche
come: me ne ha
parlato mio marito, io abito al piano…ecco vedi?
L’appartamento a fianco alla psicologa, BUONGIORNOOO!
DOTTORESSA!!!» salutò con entusiasmo, agitando il
suo
portafoglio variopinto…
Aki restò
seria e composta, ed accennò un gesto con la mano
inanellata…
«L’altra sera mio marito mi ha fatto chiaramente il
tuo
nome! Taisho!! Ti ricordi di
lui?!»…«…ah, e
così tu sei la moglie
di…»…«Sì,
sì, sono la moglie! Che poi eccolo infatti vedi ci sta
ascoltando, occhio vigile!!» Violetta salì qualche
scalino, e si incontrò con suo marito, il biondo Taisho
dagli
occhi sottili «Ma guarda un po’ chi si
rivede.»…«Taisho. Sì, come
stai?» fece
Henry, e Violetta era euforica «Allora mi sono ricordata
bene, vi
conoscete!»…«Certo…»
fece Henry, e
Violetta «Henry sembra avere dei problemi, uhmmm!»
facendo
una quasi infantile espressione mogia «Non sarà
ancora per
quelle questioni: spero nulla di grave.» disse Taisho
«Purtroppo sì, invece. Si tratta di una cosa molto
grave.
Infatti adesso dovrei andare,
scusate.»…«Ma ci
mancherebbe!»…«Ma sei sciocco a
scusarti, Henryyy!
Noi lo capiamo! Però vogliamo che tu sappia una
cosa!» si
avvicinò Violetta, dichiarando animata dal suo vorticoso
gesticolare «Che per qualsiasi cosa puoi contare su di noi! E
anche se tutto attorno sembra buio devi continuare a sorridere: la vita
diventa più bella in questo modo, e a tal proposito voglio
darti
una cosa! Tieni!»…«Oh?
Cos’è?»…«Un
adesivo! Uhmuhmuhm!»
...Henry
guardò con curiosità quel curioso adesivo a forma
di
mostro di colore rosso intenso, che Violetta aveva posto nella sua
mano…anche suo marito sorrideva…
«L’ho comprato stamattina per i bambini,
l’ho trovato
molto simpatico! Tu lo sai che noi abbiamo due bambini,
no?!»…«Oh, allora non posso accettare:
riprendilo
pure, a loro farà piacere riceverlo.» ma la donna
respinse
la sua mano «Ma loro hanno tanti giochi, noi gliene compriamo
un’infinità mentre stamattina tu non troverai
nessuno
probabilmente a offrirti in dono questo piccolo amico! E’ un
portafortuna! Te lo mettiii…da qualche parte attaccato
così da farti sempre compagnia, è questo il suo
funzionamento! Tu hai un cuore triste? I problemi sono in sovranumero?
E allora…» sollevandolo, e premendoglielo sul
cuore
«…appiccicati questo simpatico compagno
d’avventure
sul cuore, e vedrai che ti sentirai meglio in un batter
d’occhi!!!»…«…che
dire…forse
è suggestione…ma mi sembra quasi che sia
così. Mi
hai restituito la speranza.
Grazie…»…accennando un
sorriso «Uhmuhmuhmuhmmm!» ricambiato da moglie e
marito,
che si guardarono…
…mentre
nulla sembrava riuscire a sciogliere la serietà di Aki, che
assisteva al dialogo…
«Mi
raccomando però, avvisaci se le cose migliorano.»
disse
Taisho «Grazie.» fece Henry, poi ancora
l’uomo
«Noi aspettiamo notizie.»…«Ed
aspettiamo di
averti a cena da noi un giorno, così ti facciamo conoscere i
bambini!! Vero Taisho?»…«Come? Oh beh
ma…poco
ma sicuro.»…«Grazie. Grazie di cuore,
siete davvero
dei cari amici. A
presto!»…«Uhmuhmuhmuhm!...ARRIVIAMO
BAMBINIII! Su
Taisho prendi questo pacco non ce la faccio da
sola.»…«O-Oh, sì---e-ecco un
attimo!»…e come l’altra volta dalla
porta socchiusa
era uscito il gatto nero «Pusss! Vai! Fila dentro, quante
volte
ti ho detto di non uscire sciò sciò!»
faceva
Taisho…rientrando carico di pacchi…
«Eccomi,
la mamma è quiii! Ha fatto la spesa per voi!»
esclamava
quella vivace ragazza dagli abiti variopinti e i lunghi capelli
castani…
…che
costeggiò la psicologa, e le rifilò il suo
sorrisone
«Ehehehehehhhh!!!» …ma Aki non
rispose e
restò serissima…
…mentre
Taisho sembrava girarsi e rifilarle un’occhiolino, ma sua
moglie
lo riprese «C-Che fai, andiamooo!» tirandogli un
mezzo
calcio sul fondoschiena
«O-Ouchhh…subito!» Violetta
si volse solo appena un attimo, mentre rientrava a casa, guardando Aki
con la coda dell’occhio. Aki attese qualche istante.
Dopodiché si richiuse alle spalle la porta
dell’appartamento per avanzare verso dove chissà.
“Kazu…?!” quel nome rimbalzava come un
tagliente
dardo nel cuore di Guilmon…che sempre più si
copriva,
istintivamente, sprofondando all’interno del manto scuro e
indietreggiando, mentre Kazu sentiva ogni secondo di più
crescere quell’assurda e strabiliante consapevolezza
«Non…può essere!» ma Cyclemon
gli si
accostava, e senza farsi udire gli mormorava
«…contegno.
Ricordati che quello è un Supremo e il legame fra noi
è
in realtà una copertura.»…«Ma
quel Digimon
io…io l’ho…»
“Non può
essere lo stesso Kazu che ho conosciuto
anch’io…!!...” indietreggiava Guilmon
sulla scala
“No…!...non è possibile!!”
…in una
sequenza di ricordi assolati e festanti assieme al suo primo domatore,
lo stupore incredibile di conoscere un vero Digimon e
l’entusiasmo di poterci giocare, il sogno di essere un giorno
altrettanto il domatore di una creatura simile…
“Uno dei
migliori amici di Takato!!...eppure la somiglianza non si
può
smentire, cosa ci fa qui a Digiworld?!” sembrava aver paura,
avvertire un groppo al cuore, mentre Kazu mormorava «Qual
è il nome di questo Digimon…?» ma
Cyclemon si
sovrapponeva «Come potete constatare anche voi, Supremo, Kazu
è un essere umano. Si tratta di una presenza anomala nel
nostro
mondo. Tuttavia…» tirandosi
«O-Ohhh!»
più vicino il ragazzo «Questo giovane tempo fa ha
contratto un debito con me. Gli ho salvato la vita, per cui ho deciso
di condurlo al mio fianco. Io ormai sono anziano ed ho bisogno di
qualcuno che mi aiuti, lavorerà per me al palazzo.
Sempre…che voi siate
d’accordo…»…«…assomiglia
a
Guilmon…» mormorava parallelamente Kazu incurante
delle
occhiate lanciategli da Cyclemon «…ma non
può
essere lui, che ci fa in un palazzo come questo…?»
Guilmon
volse loro le spalle «Non mi occupo di vicende amministrative
di
così basso livello, non capisco perché me lo
venite a
chiedere?!»…«Per rispetto alla vostra
carica.
Ovvio.» replicò Cyclemon, mentre Kazu stringeva
gli occhi
ed aguzzava le orecchie per distinguere la voce del Digimon, il quale
cercava di confonderla adagiando il manto sopra la bocca «Che
cosa diavolo può interessarmi se avete uno schiavo! Potete
fare
ciò che volete, sarà sufficiente che non mi
importuniate
una seconda volta per simili sciocchezze.» risalendo quei
gradini. Kazu si lasciò sfuggire
«Aspetta!» ma
Cyclemon gli bloccò il braccio «Per
carità, Kazu!
Ringraziamo che è andata bene, quel Digimon è un
Supremo,
ed è alleato con
Sandmon!»…«Ma a me sembra di
conoscerlo! Assomiglia al Digimon di un mio amico!...con chi?!
Sandmon?!!»…«…chi altri
sarebbe altrimenti
l’ambasciatore che ha chiesto in sposa mia
figlia…»…«…quel
mostro?! Tu hai voglia
di scherzare, Cyclemon!!» …e di nuovo Kazu volse
lo
sguardo a quella creatura che, nascosta, saliva le scale e scompariva
nei corridoi…
...Cyclemon intanto
illustrava «…da questo momento dovremo muoverci
furtivamente, parla solo se interpellato! Qui per tutti lavori per me.
Nel frattempo faremo in modo di farti accedere alla prova che ti
spetta, al fianco del tuo Digimon.»
«Buonasera!!
Spero di non essere inopportuno: ho sentito
pronunciare…”il tuo
Digimon”…! Non vorrei
dover ipotizzare che il mio arrivo in questo istante è
dettato
dal destino!»
«Uhm?!» Cyclemon si volse in un sussulto, ed anche
Kazu…
...entrambi videro i
raggi del sole convergere sull’armatura iridescente di colui
che
era appena arrivato…e che Kazu riconobbe
all’istante
«…voi siete Guardianmon!»
Il Digimon
mascherato dalle maniere cortesi replicò «Ci si
rivede,
umano: il tumulto scatenatosi nel villaggio ha interrotto gli
interessanti dialoghi frutto del nostro primo
incontro…»…«Vi
conoscete?» fece
Cyclemon con sguardo sospettoso, e poi chiese «Che ci fai
qui,
Guardianmon? Meno fra tutto mi sarei aspettato che tu lasciassi i
cancelli del nostro mondo
incustoditi.»…«Talvolta ci
sono alcune priorità, grande
Cyclemon.»…«…che sarebbero,
nel caso in
questione…?!!» scandì ferreo
l’anziano
Digimon, e Guardianmon «Oh beh…»
…ma in
quel momento giunse qualcun altro, con il suo passetto goffo
«…Kazu? Oh! Scusa non volevo interromperti:
solo…hai lasciato in cantina il nostro Digivice, venivo a
portart-»…«Shhh!!!
Guardromon!!» si
precipitò il ragazzo da lui…
…mentre Guardianmon sussultava «Ihmp!!»
di
quell’imprevisto che si materializzava di fronte ai suoi
occhi…
«Non devi
uscirtene così di colpo, stiamo portando avanti
un’azione
delicata! L’avevo lasciato per poi riprenderlo, comunque
grazie.
Grazie, tieniti pronto! Da quel che capisco la prova riguarda anche
te…»
«…c-che significa…?!»
balbettava Guardianmon
«…l-l’ultima
volta…q-quell’umano non
aveva un Digimon…!!»
«Kazu…ho tanta paura che faremo un
fiasco.»…«Abbi fiducia,
perché dovremmo?!
Siamo un domatore col suo Digimon, e non siamo inferiori a nessuno
anche se i riflettori finora non ci hanno
privilegiato!»…«Hai
ragione…»
«…q-quale fattore arcano giustifica la presenza di
quella
storpiaggine…?!!» tali parole si strozzarono in
gola al
possente ed elegante Digimon…
…alla vista dell’affiatamento fra il tozzo e
ferraglioso
Guardromon ed il suo giovane domatore dal cappello scuro…
«Se continua
così…!» scandiva incisivo Takato,
mentre si passava
tra i capelli quantità di gel neanche tanto indifferenti
«…quella finirà per spillarmi fino
all’ultimo
centesimo, si è messa in testa che pretende un compenso! Ma
io
le ho già dato quello che potevo.» fermandosi per
un
attimo, mettendosi a riflettere di fronte allo specchio
«…devo trovare una
soluzione…già i soldi
scarseggiano, se li finisce lei allora sì che è
un bel
problema.» …per poi scivolare in un moto di
stizza, che si
espresse nell’affondamento della mano nella boccetta di gel e
in
una passata ancora più strattonante tra i capelli
«Guarda
tu se con tutti i problemi che ho mi devo anche mettere a pensare a
come preservare il patrimonio familiare da un Digimon avido!! Questo
è proprio il colmo! Non mi bastava! Lo scotto da me dovuto
non
si è ancora estinto, che diamine!! Pochi mesi che ho fatto
il
domatore e li devo scontare in questo modo, è diventato un
problema anche ECONOMICO, adesso! Incredibile. Questo mondo non fa
che…sconcertarmi ogni giorno in più che passa,
e…!!!...» fissando la sua immagine
«…come se
non bastasse questa faccia oggi non c’è verso di
farla
rianimare un po’!! A-Acc…» tastando qua
e là
«…dove l’ho messo…possibile
che non si trovi
niente qua attorno, sono quattro boccette!! Non chiedo mica la luna!
Ah…eccolo: meno male. Almeno il profumo.»
…piombando con
spruzzi, spruzzi…spruzzi, e spruzzi, sempre più
convinti,
con giro vorticoso a concludere, prima di sbattere la boccetta.
Tirò su col naso e strinse gli occhi, ma si trattenne per
non
starnutire «…va bene…!!...
…come ti pare,
se credi di mettermi i piedi in testa hai fatto male i
calcoli…!!...
…ancora non mi conosci…
…non sai di
cosa sono capace, dove è finita la crema?! POSSIBILE CHE SIA
SPARITA ANCHE QUELLA?! ERA QUI UN ATTIMO FA!»
esclamò
inasprendo un tantino il suo tono…
Al piano
sottostante, la signora Mie stava pulendo il bancone, ma sembrava
essersi incrostato per bene «Guarda quanto è
diventato
lento…a mio figlio ultimamente gli ci vuole
un’eternità per prepararsi, e lo credo, con tutta
quella
roba che si appiccica in testa per fare il galletto
con-c-con-ahhh!» nonostante la collaborazione fra il
prodotto, lo
straccio e quelle energiche passate «Non vuole andare via!
Né l’incrostatura né lei, e dire che a
Takehiro
è pure simpatica. Ma che ha fatto questa macchia, qui gli
uomini
di casa non puliscono
ma-»…«Signora!»
Cindermon fece capolino dalle scale ma Mie non se lo aspettava e
sussultò «No scusi è che non volevo
farle paura
solo che volevo dirglielo magari aveva piacere-no che poi ci rimaneva
male se non mi trovava-io dovrei uscire!»...mentre la donna
ripresasi appena dallo spavento aveva ripreso a strofinare
«D-Dovrei usci-no è che devo andare da una parte
ma
siccome lei mi pare di capire che queste cose, chi entra, chi esce, le
regole-signora!»…«Oh mio
Dio…» Mie
avvertì un mancamento «Signora!!-o---cccavolo
questa
sviene-SIGNORA! Dio cos’haaa…???!»
Cindermon se la
ritrovò tra le braccia «Taka-Takato
emergen-»…«No.» Mie la prese
per il braccio, e
Cindermon «Ma come no?!»…«Un
attimo e
passa.» Cindermon metabolizzò qualche istante,
dopodiché fece
«Sìsìsìsìsìsì,
no,
certo! Ha ragione un a-un attimo e passa! Ve-Venga qui, si metta
seduta, comoda ma che
ha???»…«Soffro…di
sbalzi di pressione…»…«Sbalzi
di
pres---…aaahhhhh, VABBE’ ma quelli non sono
nieeente,
signora mia!» rifilandole una bottarella confidenziale, con
espressione notevolmente alleggerita «Io chissà
cosa mi
credevo: no ma dai quelli pure mia madre ci ha sempre sofferto
io…ricordo da bambina facevo così: adesso lei si
mette
qui seduuuta, io le porto da
beeere!»…«N-No…»…«Ma
come
no?!...
…mi
faccia fare un po’ la figlia, eh scusi!...mi faccia prendere
un
po’ cura di lei, a me manca qualcuno che me lo
permetta!»
Mie, che era
stata aiutata a sedersi dalla ragazza, alzò su costei occhi
colpiti «…hai detto…che non hai
qualcuno da
accudire?»…«Eh certo!» fece
Cindermon
spigliata, mentre andava a prendere un bicchiere d’acqua in
cucina muovendosi con una certa disinvoltura «Dove sta il
lavel-ah eccolo no questo è il forn-ah eccolo! No dicev-eh
certo! Mia madre è morta.»
…e Mie restava
stupita «…sei
sola…?»…«…no
vabbè ho il
papà.» rispose la ragazza mentre tornava col
bicchiere
«Ma adesso è lontano mi mancano un po’ i
miei
genitori.»…«…da quanto tempo
è
che…?»…«…cinque
anni! Ero adolescente,
mi ha mollata in piena crescita la mamma, è stata
dura.»
aiutandola a bere, e poi offrendole un tovagliolo
«Però ho
cercato di darmi da fare, rimboccarmi le maniche sa
com’è
oggi sei giovane ti devi dare una svegliata, altrimenti qui in questo
mondo…!»…«…hai
fratelli?»…«Una
sorella!»…«…è
rimasta
con…?»…«Con papà!
Sì, insomma
no è che io sono venut-beh è difficile da
spiegare io
glielo riassumo in questa maniera! Noi abbiamo alcuni problemi a
casa!»
Mie non smetteva
di fissarla con occhi particolari, profondamente stupiti…
…mentre
Cindermon, sventolandosi un po’ per far fluire
l’emozione
di quel particolare momento, non cessava di gesticolare e di narrare
«Abbia-abbiamo alcuni problemi! Una situazione…un
po’ di instabilità per cui si è deciso
che
io-cioè che lei-mia sorella restava a casa a dare una mano a
papà io invece venivo qui a darmi…un
po’ da
fare.»…«…sei venuta qui per
trovare
lavoro?»…«…beh mi hanno
parlato di questo
mondo come una fonte di tante opportunità. MONDO
cioè
quando dico mondo, intendo…la città, questo
ambiente!...si sente
meglio?»…«…allora…
…tu non
sei una di quei giovani che non hanno voglia di far
nulla…» commentò la signora sfiorandole
il ciuffo
scarlatto come quando si prende confidenza con qualcosa di mai
conosciuto «Io??? Ma che scherza, cioè se
c’è
una che non sa star ferma dov’è quella
è la
sottoscrit-ihhh! Ma che stava facendo? Ma che è per pulire
qua
che si è sentita male ma
sììì, l’ho
vista
prima!»…«…è-è
che
è molto incrostato!» Cindermon rifilò
un gesto ed
uno sguardo eloquente, specificando «Lasci-fare-a
me!»…«No no!...ferma! Nn…non
toccare, non ce
n’è bisogno!» ma già la
ragazza si
destreggiava tra straccio e prodotto «Quando mi
sentirò
meglio continuerò
io!»…«Perché che
bisogno c’è visto che sto qui mi faccia fare, no?
Acc…è bello attaccato in effetti: però
guardi!
Basta---ecco, così un po’ di energia, vai
giù
deciso! Uhm-uhm!
Guardi?!»…«…ahh!»…«Pulito,
splendente! Uhm! E visto che ci siamo facciamo il vetro per
intero!»
Mie restò bloccata, con quel bicchiere tra le
mani…
…vedeva quella ragazza lavorare con volontà, e
intanto
commentare «…quante cose buone avete qui! Mmm,
accidenti
non mi ero mai…no carine poi le
forme!»…«…le…faccio
io a dire il
vero…»…«A-Ah le fa
lei?» chiese
Cindermon con un sorriso…e anche la donna ricambiava a poco
a
poco «Si veeede che è una che ci sa fare sono
simpaticissime, sa?»…«Uhm. Io ormai le
faccio
automaticamente…» replicò la donna
alzando
umilmente le spalle «Ma-Ma che automaticamente,
sono…uno
sfizio! Fanno proprio venir voglia di entrare qui e di sbaffarsi tutto
il
negozio!»…«…sei…gentile,
era tanto
che qualcuno non ci diceva una cosa del
genere.»…«E
quel qualcuno…è arrivato!»
sottolineò la
giovane con entusiasmo, appoggiata al vetro lucidato «Eccolo,
è
Ci-è-Ci-è…EECCIU’!
Uhmf!...no
è che sa! U-Un po’ il
prodotto…»
…mentre
Takato scendeva in quel momento, e circa i suoi capelli sembrava
nonostante tutto non trovare pace, cercando da qualsiasi parte una
superficie in cui specchiarsi…
«Comunque
lo sa mi ha dato del tu forse non se n’è
accooorta!»…«Beh, sei giovane. Potresti
essere mia
figlia.»…«Vero! Come
età…no, ci
stiamo!»
«Mamma, io
esco, vado al lavoro!» disse il ragazzo senza guardare
nessuno e
trovando soccorso estremo nelle potenzialità specchianti
della
vetrina. Ma non gli fu risposto, perché sua madre era
impegnata
a chiedere «Questo
“Cindy”…sarà
però ecco non mi viene naturale, da cosa deriva? Da quale
nome?
Mi piacerebbe usare il tuo vero, piuttosto che un
diminutivo!»…«O-Oh beh ecco no-dice da
quale nome
origina?!»…«Sì!
Sarà pure un
diminutivo, avrai un nome completo!»…«Oh
eh…sì!...
…certo!» si impegnò la ragazza a essere
convinta
«…
…Cynthia!»…«Ah, ecco. Beh,
era prevedibile.
Allora da oggi userò questo.
Cynthia.»…«Oh va
bene, se a lei piace!» Mie sembrava star meglio, si era
alzata e,
cosa insolita, sorrideva «Comunque ti ringrazio, non avresti
dovuto disturbarti a pulire
lì.»…«Ma ci
mancherebbe signora! Voi già vi prendete il disturbo di
ospitarmi ci vuole pure che non faccia niente!»
…parole
che attirarono l’attenzione di Takato e lo spinsero a
volgersi,
alquanto perplesso…
«In
fondo…» alzava le spalle Mie seppur un
po’
timidamente «…non è un disturbo,
finché
c’è lo spazio, avevamo una stanza disponibile e
l’hai
visto…»…«Sì
sì!
Uhm! Molto comoda per altro ho dormito…ALLA
GRANDE!»…«Beh, mi fa piacere!»
…e
deduzione del ragazzo era «Ah questa poi…! Non
credo ai
miei occhi, forse sto sognando!» con
quell’immancabile
punta acuminata che sbucava tra le sue affermazioni ogni giorno di
più, per poi volgere le spalle e uscire. Cindermon
però
se ne accorse e con le mani sui fianchi gli rifece il verso
«Non
credo a miei occhi, forse sto sognaaando!
Uhmf!»…«E…dicevi,
Cynthia?»…«No sì è
che-»
Quando Takato,
appena fu fuori, incontrò
«Takato.»…«Oh?»…«Buongiorno.»
gli si rivolse quella gentile voce femminile che ancora talvolta gli
provocava un lieve sussulto «…buongiorno,
Jeri.»…«Andavi al lavoro?»
chiese lei, che
quella mattina sembrava scrutarlo con una certa dolcezza nello sguardo
«Veramente
sì.»…«Hai più
avuto
notizie della ragazza di ieri
sera?»…«Rea? No, a
dire il vero ho un po’ di faccenda di cui
occuparmi…» assumendo una posa riflessiva
«…non so a quale pensare prima, mi chiedo anche
Henry come
stia…devo telefonargli…o
forse…è meglio che
vada a casa. Debbo consultarmi con Rika…anche al riguardo di
una
certa faccenda…»
…ma di
quei secondi di momentaneo isolamento mentale del ragazzo, ne
approfittava Jeri per scrutare il suo look da cima a fondo…e
quei jeans strettissimi, quelle scarpe super-moderne ed
evidenti…la maglietta così attillata e i capelli
pieni di
gel non mancavano di evocarle un sospiro che sembrò condurre
del
disorientamento, si guardò attorno per trovare
quell’appiglio che non c’era là presso
le vetrine
del negozio…e non trovandolo, aprì la sua borsa e
si
accese una sigaretta…
…mentre Takato realizzava «…se la vedo
in questo
modo non concludo niente, impazzisco soltanto! Facciamo
così:
intanto vado al lavoro, quello va fatto, poi il resto lo ordino nel
frattempo. Vuoi fare la strada con me? Mi farebbe piacere…
…Jeri?!»…«Eh, come?! Hai
detto
qualcosa?!» sussultò lei e stava per caderle la
sigaretta
dalle dita «Cosa
c’è…?» chiese lui
«Ancora non riesci a mandar giù questo mio nuovo
stile?»…«Mm…mi ci devo un
po’ abituare!
Ti prego, per favore non arrabbiarti: cerca di
comprendermi!»…«…ovvio,
figurati.»
replicò lui educatamente ma con una nota di serio distacco
«Se preferisci vado da
solo.»…«No, no!»
fece Jeri che sembrava intenzionata a non far sì che le sue
intenzioni si fraintendessero «Ti cercavo…a dire
il vero
anche perché mi è accaduta una cosa strana! Ieri
sera ho
trovato questo, guarda!»…«Uh?...non
posso crederci,
è lo stesso biglietto!»…«Cosa
vorresti
dire?» restò sorpresa la ragazza guardando
alternativamente il biglietto e l’amico «Che a te
è
arrivato un messaggio simile, Takato?!»
Senza
rispondere, lui le mostrò il suo…e Jeri
accennò
«…parlano di Kenta…ascolta: tu credi
che possa
davvero aver fatto ciò che è scritto? Che possa
realmente
averci nascosto di avere un
Digimon?!»…«…no…
…cioè non lo so! Io mi fido di
lui…»…«…ma
è anche vero che
sono tanti anni che conduce una vita inafferrabile…per altro
sua
moglie è così strana…quando
l’ho letto non
ho saputo cosa pensare…»
…lo
sguardo di Takato era fisso e assorto su quei biglietti…ma
talvolta quello di lei scivolava su di lui…per poi tornare
alla
carta, ma quello era il momento in cui erano gli occhi del ragazzo ad
alzarsi, e così senza incontrarsi mai…
Ignari di essere nel mirino della fotocamera di una donna dagli
occhiali da sole, e l’inconfondibile aria austera di
un’insegnante frustrata «Ayami ne sarà
entusiasta.» fu il suo commento a seguito dello scatto,
accomodandosi gli occhiali.
N’Emo
veniva fuori in quel momento dalla sua stanza, specchiandosi poi nella
lucida porta per sistemarsi gli scompigliati capelli, ma erano
così tanti e folti che nonostante l’impegno
sembrava
impossibile dar loro una forma, e alla fine lui non se ne curava
così tanto «Ah, che sto qui a perdere tempo, ho
una
miriade di cose da fare!» sollevando il suo Digivice nero
«Non appena mi riunisco con Guilmon c’è
da
indirizzare questa massa di Digimon indisciplinati, hanno bisogno di
regole! E se c’è qualcuno che può
impartirle siamo
noi due, Guilmon è il Supremo del palazzo, ed io sono il suo
domatore!»
«Perché allora non ti pettini prima?!»
fuoriuscì una vocetta dal niente.
«Cosa?!» N’Emo sussultò e gli
scivolò
il Digivice di mano, ma mentre lo raccoglieva…
…lo
spazio attorno a lui si distorceva, il corridoio svaniva sostituendosi
ad un ambiguo e inquietante gorgo di oscurità,
l’unico
elemento dello scenario che restava era la porta lucida. Mentre quella
vispa voce ironizzava «Domatore dei miei stivali!! Ti credi
importante solo perché il tuo Digimon ha acquistato punti in
questo palazzo?! Povero
illuso!!»…«…sei…sei
tu…?»
indietreggiava N’Emo camminando apparentemente su nessuna
superficie, non vi erano piani in quello spazio fluttuante…
…ed
improvvisamente fuoriuscì qualcosa dalla porta, che
«Gluuup!» si strinse attorno al collo del ragazzino
«Guardati, che aspetto disordinato, in quei capelli sembra
che
ospiti una comitiva di
pulci!»…«Whaaa!!!» si
spaventò lui: a parlargli apparentemente era una marionetta
dal
corpo allungato, una marionetta di cui si ignorava l’origine
perché sembrava emergere dalla porta…ed aveva la
testa di
un gatto nero dispettoso e con denti e orecchie aguzzi
«Pulcioso!
Non sei altro che un pulcioso, uhmuhmuhmuhm!» lo punzecchiava
quella voce infantile e impertinente, e lui «N-Non
è
vero!» tradì insicurezza, mentre la marionetta gli
lasciava il collo e lui si rimetteva a posto freneticamente i capelli
«Non sono disordinato…è solo che questa
mattina non
ho avuto il tempo di
pettinarmi!»…«Questa mattina?
Oh, questa è bella! E’ da quando ti conosco che
hai quel
cespuglio, fai
pena!!»…«I-Io…!»…«Per
fortuna ci hanno assegnato a sedi separate! Sai qual è la
novità???...
…sto per sbarcare sulla terra!!! Ahahahahahah!»
N’Emo
dilatò gli occhi «…non è
possibile…
…la terra…?»
«Ahahahahahah!» …la porta si
aprì nel
mezzo dello spazio distorto...oltre essa solo buio…
…ma il nero fu
bucato dall’improvviso lampeggiare di occhi dalla luce
fucsia…
…luce che
lasciava intravedere una figura piccola, dalla linea fisica forse
simile a quella di una bambina, ma aveva qualcosa di non umano...il suo
corpo sembrava composto in pelle squamata, e le sue orecchie erano
lunghe e appuntite…
…quella
marionetta dalla testa di gatto che portava sul braccio a mo’
di
guanto fu lasciata cadere con gesto enfatico…e prima di
toccare
quella terra che non c’era mutò forma ed assunse
le
sembianze di un essere concreto e vivente: il Digimon dalle sembianze
di un gatto nero, con l’elmo e le polsiere, nonché
dotato
di occhi vigili e fieri…
«Allora
avevo riconosciuto la tua voce, non mi ero
sbagliato…»
fece N’Emo con fare mite, remissivo e insicuro «Ma
certo,
chi altro volevi che fossi scusa, stupido!»
replicò quella
specie di bambina con gli occhi fucsia e le orecchie a punta, nascosta
nel buio «Lo sai che Scratchmon ama nascondersi: si finge una
marionetta per sorprendere gli ingenuotti come
te…!»
Gli occhi fulminei del
gatto sembravano porre in soggezione il ragazzino, che alzando lo
sguardo verso quella piccola padrona pronunciò
«Ufomon…la guerriera della
vanità.»…«Se magari ti togli
quell’espressione da pesce fradicio mentre pronunci il mio
nome
mi fai pure un favore!»…«Ehhh, cosa?! Ma
che stai
dicendo?!» arretrò il ragazzino di colpo
imbarazzato, ma a
sua gran sorpresa un’altra porta come quella che aveva di
fronte
si innalzò alle sue spalle, e da essa provenne una voce
sempre
infantile ma più sommessa e monocorde
«…guardalo,
è diventato tutto rosso…lo sanno tutti che
N’Emo ha
una cotta per
Ufomon…»…«Cooome?!»
si
volse il ragazzino dai capelli neri, che contrariamente a quanto
affermato era sempre pallido e per niente arrossito. La porta si
spalancò…
…e
rivelò il bagliore di un paio di occhi
azzurri…anch’essi delineavano la sagoma di una
creatura
piccola, simile ad un bambino ma avvolto in un abito bianco che
sembrava pomposo, simile a quello di un pierrot «Gravemon, il
combattente della tristezza!» definì
N’Emo reso un
tantino inquieto da quella presenza, e tornò a rivolgersi
all’altra «Se avevi intenzione di portare tuo
fratello con
te, allora perché gli hai raccontato cose che non sono
vere?!
I-Io non ho assolutamente nessuna cotta per te, e-e se ti ho chiesto
una o un paio di volte se ti piacevo e ti andava di uscire assieme era
perché-!»…«Cerca
scuse…» disse
occhi azzurri «Ahahah! Si vergogna dei suoi
sentimenti!»
rise occhi fucsia «OoooOOORA BASTA!»
tuonò
d’improvviso N’Emo «Smettetela tutti e
due, non
tollero di essere il perenne bersaglio dei vostri continui
scherzi!!»…«Ahahahaha!
Scratchmon!»
comandò colei che sembrava chiamarsi Ufomon, e
«Oahhh!
Ahhh! Ahhh! E-E levatemi di torno il vostro gatto, sapete che non lo
sopporto!!» scostò N’Emo le improvvise
effusioni un
tantino “graffianti” di quel Digimon nero che in
tutta
risposta gli soffiò rigido e indispettito, mentre il tale
Gravemon comandava «Porta rispetto…» e
Ufomon
«Scratchmon è la nostra
mascotte!»…«Tanto più ora che
ci installeremo
sulla terra per svolgere la delicata missione “Cuori
digitali”…»…«Ci
andrete
entrambi?!» ribatté N’Emo «Ah,
che invidia!
Sulla terra avrei voluto combattere io, con
Guilmon!»…«E invece ti è
andata male,
ahahah!» rideva Ufomon «Di uno come te
c’è
bisogno in un palazzo simile, per rifare i letti e pulire i pavimenti,
mentre noi ci occupiamo dell’azione più
emozionante!»…«Non
preoccuparti...» aggiungeva
Gravemon «…ti spediremo un souvenir a ricordo del
nostro
trionfo, un…brandello di cuore…»
«Ahh,
c’era da aspettarselo…!»
mormorò N’Emo
prendendosi il capo con occhi attoniti: il trovarsi nel mezzo della
linea tra i due, dinanzi ai soffi sibilanti e minacciosi del Digimon
felino, sembrava far tremare le sue sicurezze. Si girava verso
l’una e verso l’altra di quelle sagome in parte
celate
dall’ombra «I figli di Sandmon…di sicuro
questa
missione è parte di un trattamento di favore disposto dal
loro
padre…mi chiedo
perché…?!...perché io non
posso partecipare alla battaglia…?...
…sarebbe stato
il mio sogno e invece ora io sono qui e presto loro…
…si confronteranno con i domatori…
…e anche con
lui…il mio rivale.» ma i suoi occhi rossastri non
riuscivano ad evitare di dirigersi verso una delle due figure,
contemplandola con sguardo particolare «Ufomon…
…sei
così…carina, se solo non ci fosse sempre in mezzo
tuo
fratello e quel tuo dannato
gatto-»…«Cos’è, sei
rimasto
muto?!»…«Ehhh?!» si
spaventò
N’Emo alle provocazioni della creatura femmina
«Vuoi che
chiediamo a Scratchmon di strapazzarti un
po’?!»…«No! No ti prego lo sai
che lei mi fa
paura ti prego tienimela lontana!!» allontanando con gesti
convulsi ed occhi agghiacciati quel felino con l’elmo che
già stava avanzando a passo di sfida verso di lui
«Allora
vedi di star buono…» definiva Gravemon
«…e di
fare il tuo dovere in questo palazzo, guarda che noi ti
controlliamo.»…«Ben detto, Gravemon! Ora
che siamo
stati abilitati a palleggiare un cuore significa…che siamo
più alti in grado di te! Fatti i tuoi calcoli
N’Emo,
quegli occhiali da domatore puoi anche regalarceli, tanto non ti
occorreranno per acquisire
popolarità!»…«No,
questo mai!» ribatté deciso il ragazzino,
sistemandosi gli
occhialoni «Questi sono miei, ed io prima o poi
affermerò
il mio valore!»
«Lo
vedremo…uhmuhmuhmuhm!»…«Aspetta,
Ufomon!» N’Emo tese la mano, ma la porta si era
già
richiusa sonoramente «E’
inutile…» commentava
Gravemon «Tanto con lei non la spunti…nemmeno ti
vede…»…«Grrr, è
colpa tua! Se non le
stessi sempre appresso potrebbe guardare gli eroi che ha attorno
anziché dover sempre badare al suo fratellino poppante! Non
sai
quanto ti odio, Gravemon!! Che voglia di darti una lezione!!»
ma
non appena gli corse incontro Gravemon invocò
«Scratchmon!» e «AHHH!» il
felino saltò
addosso a N’Emo, spingendolo a terra «TOGLITI DALLA
MIA
FACCIA, GATTACCIO!»…«Non la
insultare…e anche
con me non prenderti troppe licenze…potresti finire a darti
le
capocciate al muro per averlo fatto…»
…sicché la porta si richiuse anche su quella
creatura
dalla voce un po’ lagnosa. N’Emo
inorridì al
pensiero di essere rimasto solo in quello spazio distorto in compagnia
del gatto «Che cosa vuoi, che cosa guardi?! Va via! Via ti ho
detto!»
Scratchmon si raccolse in una sfera nera d’energia e si
dissolse.
Con lei, anche quello spazio ambiguo, e N’Emo si
ritrovò
in pochi istanti nei corridoi del palazzo, sotto lo sguardo interdetto
di più di un Digimon ospite che si chiedeva
perché fosse
lì seduto a terra «B-Brutti
presuntuosi…!» si
rialzò il ragazzino indispettito, stringendo un pugno di
rabbia
«Che pacchia avere un padre che vi aiuta e vi sostiene! Ma io
non
mi arrendo: riuscirò a dimostrare chi sono e a schiacciarti,
Gravemon! E quando sarà, tu Ufomon…!...
…tu…» stringendo forte il suo Digivice
«…ti accorgerai che esisto.»
allontanandosi da solo,
e con lo sguardo nascosto sotto i suoi folti capelli…
«Eccoci
qua, siamo arrivati.» disse Takato, e Jeri sorrise
«Grazie,
allora io proseguo per il
convento!»…«Come va il
lavoro?»…«Il lavoro?
Mmm…bene! Sì,
molto bene, a dire il vero…ultimamente ho ricevuto
telefonate da
tante nuove clienti!»…«E’
sempre tua
intenzione metter su un’impresa?»
domandò il ragazzo
accennando un sorriso
«Un’impresa?...altroché!»
ribatté la
ragazza pur espirando pesantemente per smaltire la tensione
«E’ un progetto che bolle in pentola, sai come sono
io,
devo sempre pormi degli
obiettivi!»…«E…
…l’amore come
va?»…«Cosa?!»…«Intendo…il
tuo fidanzamento con
Mako…»…«Oh
beh…» ma fu inutile perché la tensione
crebbe, e la
mano scivolò tra i lunghi capelli, lo sguardo era basso. Ma
prima della risposta, giunse «Jeri…! Ti stavo
chiamando ma
avevi il telefono spe-…»
Mako, che si
bloccò non appena li vide
«…non…sapevo che
sei solita spegnerlo quando devi parlare in pace con i tuoi
amici.»…«Mako…per favore,
l’avrò
scordato! Lo sai che non è il mio forte ricordarmi di questi
particolari, con tutte le cose che ho da fare!»
…ma una
linea tesa si costituiva tra gli sguardi dei
ragazzi…stizzito
quello del giovane dai capelli rossi, rigido e all’apparenza
indifferente quello di Takato «Ciao,
Takato…!»
scandì il primo «Mako…come te la
passi?»…«Alla grande,
sapessi!»…«…sono contento per
te.»…«Come sta il tuo
Digimon?!»
Takato
all’udire quella domanda dal tono provocatorio si
irrigidì
«…di…quale Digimon stai parlando per la
precisione?»…«Ah! Takato andiamo di
quale Digimon
vuoi che parli? Di quello con cui hai combattuto fino ad oggi! Ah
perché ce n’era un altro? Già forse
aspetta…fammi ricordare…il tipo che alitava fuoco
dalla
bocca, come si chiamava?» ma intervenne Jeri «Ora
basta.
Mako, non sei divertente.» Takato in ogni caso rispose
«Guilmon…non è tornato assieme agli
altri Digimon,
tutti lo sanno.»…«Ah! Secondo me ti
è andata
bene, sai? Mi sembra che fra te e quella tipa si sia subito creata un
intesa da sballo, questa forse è la volta buona che ti
fidanzi!
Con un Digimon, ahahah! Del resto se non ti metti con una Digimon tu
chi altro potrebbe farlo?»...«Mako finiscila,
soltanto tu
potresti ridere di simili battute!!» protestò
Jeri,
dopodiché si volse verso quell’amico che respirava
profondamente ma non aveva smesso di puntare l’altro ragazzo
ed
analizzarlo con la compiutezza di un dispositivo informatico
«…Takato…scusami, e scusa anche lui,
sai
com’è fatto.» accennò piano
la ragazza
lasciando trapelare un senso di premura nello sguardo, mentre Mako
provocava «Jeri dai, non devi continuare a proteggerlo e
bamboleggiarlo come fosse un bambino! E’ grande
ormai…è un domatore rinomato, la sua fama si
estende su
tutti i fronti se solo non fosse corredata da quella di irrecuperabile
zitellone del
quartiere!»…«…non
preoccuparti
Jeri…» accennò Takato orientando
occasionalmente la
coda dell’occhio verso Mako «…DI ME,
almeno:
piuttosto sta attenta. Non vorrei tu fossi costretta a guardarti da
Cindermon…per evitare di perdere l’innamorato.
Dalle sue
affermazioni Mako mi sembra alquanto geloso. E la storia del Digimon
altro non è che una
scusa…!»…«C-Che
cosa stai dicendo?! Ahahahah, ora mi faccio una risata che mi sentono
tutti!»…«Se proprio è
l’ultima risorsa
che ti resta per attirare l’attenzione!!»
replicò
Takato in tutta risposta, ma Jeri si frappose fra loro «Ora
basta, è troppo ridicolo per durare così
tanto!»
salutandolo rapidamente (canzone: Laura
Pausini - You are) «Scusa Takato. Ci vediamo e
seguitiamo a parlare della faccenda, buona giornata!»
Takato rimase immobile a fissarli…
…mentre
Jeri si allontanò col suo ragazzo, bisbigliando
«…ti vuoi rendere forse lo zimbello di
tutti?!»…«Che ci facevi con lui?! Non
credo che io
con le mie forze possa ancor peggio ridicolizzarmi, pensi
già a
tutto tu!»
«Alla fine
credo che…» diceva a se stesso Takato nel gesto di
guardarsi i palmi delle mani «…nessuno mai
invertirà questa ormai vecchia storia! Tu ed io non saremo
che
questo Jeri, nient’altro che questo! Un giorno finirai per
sposarti, con chissà chi, e chissà se lo
amerai!!»
«Ti sia chiaro che non
gradisco minimamente queste scenate! Sono una ragazza grande, libera,
indipendente!!» affermava Jeri con decisione «E
della mia
vita faccio ciò che mi
pare!»…«Oh certo e io
sono il bambino, quello che non è ancora
maggiorenne!»…«Te lo sei detto da solo,
io non ho
fiatato! Non è colpa mia se non riesci a liberarti da questo
complesso, Mako!»…«Aspetta,
Jeri!» la
trattenne lui per la mano «Non è per questo,
è che
nella tua vita c’è sempre in mezzo
lui!!»…«Takato è mio amico!!
Come devo
dirtelo?!»
«…ed anche
allora, nei momenti in cui tuo marito dorme…nei momenti in
cui
il padre dei tuoi figli magari è al lavoro tu
verrai…a
chiedere consiglio a me.» stringendo la sua mano
«…mi parlerai delle vicissitudini della tua vita
coniugale, io mi ricorderò del
passato…» smarrendo
occhi assorti verso il cielo «…di quando ti
portavo in
salvo dal D-Reaper, mentre terrò tuo figlio tra le braccia,
sussurrandogli parole tenere. E se avrai una bambina, quando
crescerà…io…
…cercherò in lei quel frammento del mio tempo.
Jeri ma
perché penso questo, significa forse che
io…?»
«Ma dovrei
tranquillizzarmi per il solo fatto che è mezzo asessuato ed
è voce comune che non tocca le
donne?!»…«Pfff…!!!...sei
disgustoso, neanche
voglio ascoltarti!»…«Jeri!!»
la tratteneva
ancora «Non capisci che quello pende dalle tue labbra?!
Quello
muore d’amore per te!!»
Jeri
fissò attonita il ragazzo con cui era fidanzata. Ma poi lo
liquidò con gesto infastidito «Ma per favore!...
…è una storia morta e sepolta, una cottarella di
quando
eravamo ragazzini! Takato è completamente cambiato da
allora,
nell’aspetto, nel carattere e nei
sentimenti!»…«Sciocchezze: è
identico! Stesso
sguardo, sempre un Digimon al suo fianco, stessa sfrontatezza anche
senza gli occhiali da domatore!!»
…parole che scossero la ragazza…tanto
più quando
continuarono «…e stesso amore per
te…»
Jeri spalancò gli occhi…
Lo stesso faceva
Takato «Possibile che il mio sia amore? Possibile che non
abbia
mai smesso di pensarti…
…perché ti amo? Io non riesco a capirlo!
Niente…è facilmente decifrabile nella mia vita
perché il laccio con i miei tempi felici è solido
al
punto…!...
…che non
distinguo un rimpianto…da un affetto presente! La dolcezza
di un
ricordo…
…dalla
speranza di un futuro, quello per te cos’è Jeri?
Per
favore, svelamelo!!»
“Takato mi ama
ancora…?” Jeri rifletteva sfiorandosi la mano
“Finora ho pensato che fosse infatuato poiché
rappresentavo la sua prima cotta, prima di scivolare in
un’adolescenza da ragazzo insicuro, che non ha visto seguiti
concreti. Io…
…mi
sono sempre sentita molto legata a lui, però…
…i
miei timori, la mia paura dell’affetto e del calore mi hanno
spinta ad alzare un muro. E mantenermi sempre distante.
L’amicizia fra noi era una barriera…che mi
permetteva di
sentirmi al sicuro. Tuttora…inseguo altre strade, ma mi
sento
improvvisamente a disagio se qualcuno vuole separarmi da lui!”
«Svegliati Jeri, io ti chiedo
chiarezza!»…«Ah!» la ragazza
sussultò
identificando quel qualcuno nel giovane che le parlava «Se
vuoi
uscire con lui, se la tenera amicizia infantile è mutata in
altro allora prego! Io non mi faccio prendere in giro! Ma se stai con
me devi essere sincera!»…«…!!
Io sono sempre
sincera Mako, perché devi
dubitare?!»…«Non lo
so!...
…a volte sei così fredda.»
Quella
parola la spinse indietro, generandole disagio e insicurezza, come una
coltellata.
«Sta di
fatto che è forse inutile pensarci.» concludeva
Takato
«Qualunque sia la natura del mio sentimento, è
più
che certo che non è il riflesso di ciò che provi
per me!
Io non ti sono mai piaciuto…
…né grasso, né magro…in
abbigliamento
pratico oppure alla moda. Posso pettinarmi in cento modi diversi ma
tanto per te altro non resterò che un amico. Sempre
solo…e soltanto…!!» volgendo le spalle
alla strada
verso la quale lei si era allontanata «…UN
AMICO!»
…scandendolo con un pizzico di rabbia, e di frustrazione.
Jeri prendeva un respiro
profondo…e lentamente allungava la sua mano per toccare
quella
di Mako…riaprendo gli occhi e dicendogli «Ma
no…
…scusa, sono molto nervosa. Puoi avere
pazienza…?»
«…però
almeno, per averti salvata, rifilami la ricompensa di un matrimonio
decente. Quello anche un amico può esigerlo!
Sarà, ma io
con quel Mako non ti ci vedo affatto. Sarà
quell’intuizione...
…degna di un amico premuroso.» gettandosi tutto
dietro, e
facendo ingresso nel salone «Buongiorno signor
Harasawa!»
Mentre anche Mako
acconsentiva ad abbassare i toni
«Sì…scusa devi
capire che anch’io sono molto nervoso e insicuro. Mettiti nei
miei panni! Ci sono anche…alcuni problemi con mio
padre…
…a tempo
debito te ne parlerò! Ero venuto con buone
intenzioni…
…riguardo…alla faccenda di Beelzemon!...ecco io
ho
pensato che in fondo…» …ma
lei non ascoltava
una parola, seguitava a fissare la primavera, e perdersi assorta fra
quei pensieri…(fine-canzone)
Nella cappella
del convento, l’aria sembrava elettrizzata «Sorelle
che Dio
ci aiuti! DOMANI arriva il vescovo e siamo terribilmente in
ritardo!»…«Sono state lavate le tende? E
le coppe??
Oh…madre Katsumi rischia un
malore!»…«Quei
secchi, i secchi di vernice che erano lì, in bella mostra,
un
attimo fa!!» reclamava una suora in viva apprensione, ma
prontamente giunse Beelzemon, con un baule dall’aspetto
pesante
tra le braccia «Li ho appena spostati! Li ho portati in
cantina,
calma e sangue freddo!» esortò con viva
partecipazione
«Maaa…ci serve di tirar fuori i calici migliori
che
abbiamo, quelli che giungono, c-che ci ha portato quel missionario di
dov’era?
Ungherese!»…«Uruguaiano!»
suggerì l’altra suora, ma Beelzemon
specificò
«Pakistano! Vengono dal Pakistan ho controllato la
provenienza
sullo scatolone, li ho visti prima e sto andando adesso a
prenderli!»…«Ma vanno
lavati!»…«Ho già disposto di
là
è tutto pronto, l’acqua, il prodotto, madre
Katsumi mi ha
fatto vedere, sono certo che ce la faremo!»
«Se
non avessimo te, Beelzemon!» qualcuna esclamava in piena
sincerità «Tu sei quello che si suol chiamare un
angelo,
per salvarci dalla dannazione
eterna!»…«…solo
per quattro calici pakistani, ci mancherebbe…»
mormorò il Digimon che con le ali spalancate evitava che
quei
pesi lo sbilanciassero «Il muro!! Il muro sorelle, porta
ancora i
segni di quel terribile terremoto!!» con segno della croce
annesso, ma Beelzemon «Il tempo di volare!!»
esclamò, e qualcuna di loro fece
«EEEHHH???»…«Scusa non ti
abbiamo udito a
perfezione caro puoi ripetere gentilmente?» Lui si volse,
sempre
con un sorriso cordiale e disponibile nonostante i suoi denti aguzzi e
vampireschi «Ho detto solo che ho piena intenzione di
pensarci,
mi basta un salto e mi riservo di farlo non appena quei calici saranno
splendenti.»
…ma
una manina giunse a confortare la sua che si stringeva attorno a quel
baule «Oh?» dovette far capolino dal grosso peso
per
vederla
«…Akemi!»…«Non
voglio che ti
stressi, questa mattina ti sei fatto carico di tutto il lavoro. Devi
aver cura di te, non scordarti che hai combattuto e potrebbe servire di
nuovo, la tua domatrice ha bisogno di
te.»…«Sei
gentile a preoccuparti! Ma io sto bene è sol-è
solo
che-oh! Akemi!»…«Attenzione!»
gli stava
sbilanciando il baule, tanto che sullo sfondo del grido
«OooooooOOOOaaaaahhhh!» delle sorelle, Akemi vi si
aggrappò altrettanto, stringendo i denti più che
poteva
«U-Ugh…!!...r-reggi
forte!»…«Akemi!» il piede di
lui
strattonò.
Ma sul
lato destro del baule la mano di Akemi afferrò saldamente
quella
di lui. Che sentì un sussulto nel cuore, mentre lungo il
lato
sinistro era la sua mano a stringere quella di Akemi
«Lascialo!
A-Appoggiamolo a terra!» esortò lui ma in quel
momento
«Ahhh…» la ragazza sembrò
svenire
«Akemi! OUCHHH!» tanto che Beelzemon
finì per
lasciare il baule, che gli cadde sul piede, mentre le suore accorrevano
«Akemi!!»…«Akemi che
cos’hai?!!»
«Niente…» replicava debolmente e pallida
«…niente sorelle mie…» mentre
la adagiavano
su una sedia «E’ meglio che ti veda un
dottore!» le
suggeriva una sorella, ma Beelzemon sgomitò
«Fatemi
spazio!» fino a prendere la sua mano «Akemi piccola
mia
cosa è stato? Eh? E’ lo sforzo? Non dovevi
prendere quel
baule, è troppo pesante!» passandole la mano sulla
fronte
sudata «Volevo solo aiutarti…» disse lei
teneramente, e lui «Ma lo so
però-»…«…se
fossi…una Digimon
Tamer anziché una suora probabilmente dovrei percorrere
terreni
scoscesi, compiere salti…e sollevare anche qualche
peso.»…«Sì
però-»…«So che ora hai
un’altra
domatrice…però anch’io volevo fare la
mia
parte.»…«…sì
però la tua parte
non deve comportare alcuno sforzo.» fece lui che
istintivamente
le baciò le mani, mentre le suore si scambiavano vari cenni,
alcuni più sorpresi, altri più eccitati
«Io sono il
Digimon! Io devo fare il lavoro più faticoso,
tu…forse
è vero, le sorelle hanno ragione, è meglio che ti
fai
vedere da un medico!»…«…ma
no, sono in piena
forma.» rassicurò la ragazza accennando ad alzarsi
dalla
sedia «Proprio a questo proposito voglio darmi da fare, la
festa
è domani e…» tradendo un lampo di
stanchezza,
sfiorandosi la fronte «…e non dobbiamo permettere
che il
nostro vescovo venga da così lontano e trovi il convento
impreparato a riceverlo: coordiniamo gli sforzi, come una squadra! Io e
le altre sorelle andremo a lavare i calici, tu Beelzemon puoi occuparti
del muro.»…«Io?
Certo…» …e
la vide allontanarsi…mentre qualcuno gli faceva
«Ptsss!» ma lui non sentiva
«Akemi…»…«Ptsss!...
…ohi!
Ptsss!»…«Oh?!...Cindermon!»
La Digimon dal
ciuffo rosso sbucava da una tenda scura «No ma questa meno
che
tutte mi aspettavo come casa di un
Digimon!»…«Oh! In
effetti non è che sia proprio la mia casa, qui tutti
continuano
a ripetere che è la casa di…»
…e lo sguardo
di entrambi andò alle quanto più celestiali
entità
del grande dipinto…
«No io scusa
forse ti ho disturbato, sono famosa per essere
inopportuna!»…«Tutt’altro! Non
mi disturbi
affatto, per caso c’è qualche attacco nemico?
Oppure
informazioni sulla ragazza salvata ieri? Ero intenzionato a chiederle
ma non mi sono potuto muovere di qua, devi sapere che
c’è
una festa, e io do un piccolo
aiuto!»…«…bbbravo!»
lo colpì lei
con una gomitata «Oh-h!» lasciandolo un
po’ spiazzato
«Te li fai venire così quei bei
muscoli!»…«Veramente-»…«No
mi
spiego! Più che a fornire informazioni io ero venuta a
CHIEDERLE, no sai anche in base a ciò che mi hai detto ieri
hai
presente??? Mentre combattevamo…ih? Tra un cazzotto e
l’altro, la storia di te in casa cooon…per tutti
questi
anni…!»…«Ah! Ti
riferisci…?...capisco.
Guilmon.»…«Bravo! Oh! Grazie a Dio
qualcuno che non
travisa ciò che chiedo!»…enfatica
esclamazione a
cui seguì «Mamma ma come mi metto a parlare ora
che ci
penso che mi faccio contagiare da tutte queste tipe qua
incappucciate???»…«La
verità…è
che io ti parlerei volentieri di Guilmon! Solo che proprio adesso ho un
muro da ricostruire!»…«Un muro?!
Perché
è
crollato?!»…«…sembra che il
Giappone
sia spesso teatro di terremoti e altre calamità. Come noi a
Digiworld abbiamo i Digimon malvagi e selvatici. Lo scopro in questi
giorni, durante la mia prima permanenza ero troppo piccolo…o
forse immaturo per interessarmi a queste
cose.»…«E
lui quanti anni ha?!»…«Come,
cosa?»…«Dico…lui, il mito, la
leggenda,
Guilmon! Com’è insomma, che età gli si
può
dare?! Ho capito che è uscito dal disegno di Takato mi ha
fatto
una CAPOCCIA così con questo fatto ma ciò vuol
dire che
è-che era neonato, oppure si è materializzato
direttamente anziano e saggio?!»…«Ecco
veramente,
volendo porre i riflettori su
Guilmon…»…«A
proposito, ti aiuto col muro!»
(canzone: Valerio
Scanu - Can't stop)
«Forse non mi sono spiegato a dovere…!»
scandiva
aspro e altezzoso il draghetto avvolto nel manto scuro, che aveva preso
posto sul trono del palazzo. Al suo cospetto alcune creature simili ad
orsacchiotti, ma dallo sguardo buono e docile rispetto a certi altri
loro simili di colore rosato. Questi erano di tonalità
marroncina, sembravano una famiglia «Il palazzo è
al
completo, se già non ve ne siete accorti! Non ci
è
possibile accettare altre richieste di ospitalità!»
«Vi
preghiamo!» implorò la madre di quei tre piccoli
orsetti,
ed il padre aggiunse «Supremo Guilmon, siete la nostra unica
speranza! Sandmon ha raso al suolo il nostro villaggio…
…non c’è più cibo, vi
prometto che non
occuperemo spazio! Se ci ospitate non consumeremo tante provviste,
giusto quanto basta per sfamare i nostri figli!» ma Guilmon,
risalendo i gradini verso il trono «Vi ripeto, che facciamo
già una grande fatica a gestire la moltitudine che ha
AUTONOMAMENTE scelto di installarsi qui, noi non li avevamo chiamati ma
li abbiamo caritatevolmente accettati! Questo però non
può essere motivo di abuso da parte dell’intero
popolo dei
Digimon!!»
…rifilando la coda dell’occhio
«…sto
raccogliendo le redini di questo mondo allo sbando…ho
necessità di garantirmi la fiducia del maggior quantitativo
di
abitanti, non intendo rovinarmi la piazza generando il caos che si
creerebbe all’affluire di numeri spropositati, ognuno deve
pensare a sé quando è il momento!...
…io ed i
miei compaesani lo abbiamo fatto…ed abbiamo superato con
successo tempi molto duri, se voi non siete in grado di fare
altrettanto, beh significa che non siete adatti a vivere a
Digiworld!»
Infrangendo visibilmente le speranze di quei poveri Digimon.
«Le leggi
sono cambiate!» dichiarò, tornando a scendere i
gradini
per avvicinarsi limitatamente ai suoi interlocutori «Sono
cambiate le condizioni.» scandiva «Siamo tutti
chiamati a
fare di più e meglio, non c’è spazio
per i lavativi
e i piagnucoloni ed io non ho tempo per intrattenerli!»
volgendo
il viso «Rivolgetevi ai miei subalterni burocrati, io non ne
voglio di che sapere!»
«Mamma…se il Supremo ci nega la casa noi dove
andremo a
stare?» chiese uno dei piccoli, e si udì il loro
pianto.
Guilmon li
osservava volgendosi appena, e a denti stretti per la rabbia, quando
una voce proruppe
«Vergognatevi!»…«Uhm?!»
Aveva la
erre moscia. Era il Gekomon direttore d’orchestra, che
assieme
all’amico Gotsumon si fece avanti coraggiosamente
«Supremo
Guilmon! Voi dovreste dunque essere il successore di un Supremo buono e
caritatevole come Azulongmon?! Non avete…nulla di
lui!»
«Come vi
permettete?!» reagì aspro Guilmon lasciando
intravedere le
fauci dal suo cappuccio «Non vi conosco e non vi ho
autorizzati a
parlare, non capisco se a muovervi è illimitata presunzione
o
incoscienza!!...sapete chi sono io, e quali sono i miei
subaleterni!»…«Non vi difendete dietro i
vostri
alleati, se non volete mostrare il vostro volto da
vigliacco!»
replicò il Gekomon. Guilmon fu colpito, i suoi occhi gialli
si
spalancarono attoniti, mentre il Gotsumon aggiungeva «Come
potete
negare un tetto e un appoggio a questa gente? Soltanto un Digimon senza
cuore potrebbe mancare di pietà verso dei bambini soli e in
una
situazione difficile! Dovreste essere il primo a provare compassione,
attingendo dalle vostre esperienze! E invece…siete duro e
spietato.»
Sullo sfondo del
pianto di quei cuccioli, Guilmon celava il capo e pensava
“Negli
anni, l’esser troppo ingenuo e benevolo non mi ha fruttato
niente: la gente si è approfittata di me, e la vita per
prima si
è presa tutto ciò che le avevo offerto, senza
lasciarmi
niente in cambio, eccetto dolore, e sofferenza! Devo cambiare iniziando
a diffidare del prossimo, se concederò di meno e la gente mi
temerà non potrò più essere
ingannato!”
…lasciando che da quei pensieri generasse uno sguardo ancor
più sprezzante «Non vi spazzo via
perché sono
superiore alle parole delle nullità! Per quanto mi riguarda
neanche mi sono giunte
all’orecchio!»…«Imagomon si
ingannava sul
vostro conto.» disse il Gekomon, e Guilmon
«Uh?!»…«Siete di certo un
impostore, non
potete essere quel suo amico buono e
amabile!»…«…TORNATE…nella
vostra
putrida tanta.» scandì il draghetto, rivolgendosi
anche
alla famgilia di orsetti «TUTTI QUANTI!»
Il
pianto dei piccoli si intensificò, così come le
speranze
in parte vane dei genitori nel consolarli. Conclusione del Gekomon fu
«Voi siete di certo il Digimon più perfido e
meschino che
abbia mai conosciuto.»…«…!
Liberi di pensare
ciò che volete!» decretò Guilmon
allontanandosi nel
suo nero manto, mentre il Gotsumon si avvicinava alla disperata
famiglia «Coraggio: anche se quello lì non vi
aiuta ci
siamo noi. Vedrete, faremo qualcosa!»
Mentre avanzava ogni passo più distante da quel pianto,
Guilmon
chinava il capo “E dire che un tempo non mi avrebbero
chiamato
così. Sarei stato dall’altra parte della barricata
a
lottare.” stringendosi il cappuccio e lanciando sguardo
appenato
verso l’alto “A che serve pensarci?!...
…meglio allontanarsi in fretta da questo
pianto…prima che
vi riconosca una nota troppo simile a quello del mio cuore.”
(fine-canzone)
«Guilmon,
che dire…» Beelzemon si permetteva uno sguardo al
cielo,
mentre incollava mattoni là sul muro vicino alla torre
più alta, e Cindermon lo aiutava diligentemente ascoltando
«…di sicuro…non vi è persona
più
buona e generosa di lui. Ops, cioè, Digimon volevo dire. Ma
possiede una tale umanità nel cuore…che a volte
l’ho quasi invidiato.»
Quegli
occhi azzurri spuntavano da sotto il ciuffo rosso e puntavano su di lui.
«Cioè, invidiato si intende in senso buono! Anche
se non
è stato da subito così, io…
…inizialmente invidiavo davvero la sua profonda amicizia con
Takato. Avevo scelto di tirare avanti da solo, i miei
domatori…
…beh ecco li avevo lasciati. E provavo risentimento per ogni
unione che fosse felice, e quella fra Guilmon e il suo Digimon Tamer ne
era
l’esempio.»…«…andavano
così
tanto d’accordo?» chiedeva la ragazza riempiendo di
colla
un mattone «Non litigavano proprio
mai?»…«Oh,
per…delle sciocchezze magari! Una volta Takato si
arrabbiò perché di notte Guilmon era uscito senza
permesso dal suo nascondiglio, ma la verità era che temeva
che
fosse il Digimon dispettoso di cui tanto si parlava, che la sera
terrorizzava i cittadini con scherzi e trovate bizzarre. Si
sbagliavano, quello ero…
…io.»…«Ma veramente?! Guarda,
a vederti non
lo si direbbe proprio: d’accordo hai l’aria un
po’
dark ma sei sempre in prima linea per aiutare gli altri, ve-vedi anche
adesso!»
Ma le ali di Beelzemon calarono in un gesto di umiltà
«Alcuni me lo dicono. Ma non è stato sempre
così.»…«…perché
spaventavi le
coppiette al
parco?!»…«Sì…!...
…anche.»…«…non ti
capisco.»…«…lasciamo stare:
io non sono un
argomento così interessante. Guilmon sì!
Ah…sapessi ora cosa darei per sapere
dov’è, cosa
sta facendo.»…«E’ sparito
così
all’improvviso?!»…«…una
mattina
è uscito di casa…e non è tornato.
Quella notte
aveva avuto un brutto incubo. Aveva sognato…che Takato era
in
pericolo.»…«Cosa?!»
…alla ragazza
digitale stava per sfuggire il mattone di mano «Era sempre
così preoccupato per la sua
sorte?»…«…devi capire, era il
suo migliore
amico. Il primo volto che ha visto quando è venuto al mondo.
E’ una sensazione che comprendo bene! Anche per me Akemi e
Mako
sono i primi volti che ricordo nitidamente!»
…descriveva…
…mentre Jeri faceva ingresso in quel momento…
Cindermon rifletté con mattone e pennello tra le mani
«…il primo volto…
…io il primo che ricordo è quello di mia
madre…
…però quel giorno, il giorno che sono giunta qui
sulla
terra…quello di Takato era l’unico che mi
rimbalzava nella
testa, ricercavo quel bambino delle illustrazioni magiche. Ed ho
trovato…»
…in un flash del loro primo
incontro…l’apparizione
del Digivice con la foglia aurea…e il loro primo, brusco
dialogo. Per poi chiedere «Ascolta! Ti chiedo un favore: tu
che
hai conosciuto bene Guilmon puoi
consigliarmi!»…«Se
posso! Dimmi che genere di aiuto ti
serve.»…«Io ho
bisogno di sapere qual era il suo segreto per andare sempre
d’accordo con lui! Con Takato intendo! Credimi, è
molto
importante, noi non facciamo che litigare! Però!
Però
io…sai qual è la cosa? E’ che ci tengo
ad essere un
Digimon come si deve! Non mi sento a mio agio nell’essere
l’unica che non va d’accordo-si becca-si strizza-e
si
ripicca col suo domatore! Come faceva lui a far scorrere tutto
liscio?»…«Beh sai…
…è difficile. Gli accordi fra le persone non sono
mai
cose lisce, spesso c’è il rischio che si litighi
anche
quando ci si ama. Anche tra
fratelli.»…«Sì
però non fra Guilmon e Takato!...a-a parte quella storia per
colpa tua, oltretutto!»…«Ahahah!...no,
è
vero, loro non litigavano. Forse perché si sono detti sempre
tutto, non c’erano segreti fra
loro.»…«Ah…»
Cindermon accennò
ad arretrare con la sua schiena, e a stringersi quel mattone come una
cosa cara «…dici che fra loro tutto era
trasparente come
un cristallo?!»…«Se
c’è una
qualità che si può mettere in evidenza di Guilmon
è la sincerità. Lui
è…spontaneo, dice
ciò che pensa, non si preoccupa di mettersi maschere, si
mostra
senza veli! E’ una cosa rara: tutti noi, in fondo, chi
più
chi meno…»
…mentre
Jeri giungeva ai piedi del muro, ma si arrestava in uno stato di
insicura sorpresa nel coglierlo in compagnia, e nell’udirlo
pronunciare quelle parole…
«…ci difendiamo da ciò che ci
può ferire
interpretando dei personaggi. Lo facevo io stesso! Io
ero…quello
cinico e indifferente, sempre maligno e con una parola sgarbata! Ma in
fondo…gli anni e la crescita, nonché le
esperienze mi
hanno spinto a comprendere che lo facevo soltanto perché ero
solo, mi sentivo molto fragile ma non volevo ammetterlo.»
Jeri meditava ad occhi bassi ed incerti…
«Tutti un po’ lo facciamo, temendo che qualcosa
della vita
possa farci un male irreparabile. Ma Guilmon no. Non aveva paura, sotto
questo aspetto. A lui…non importava essere o sentirsi forte,
potente: gli bastava l’amicizia del suo domatore. Questo lo
faceva crescere. Gli permetteva di evolversi…»
…Cindermon, con la sua fascetta sulla fronte per i lavori
faticosi, rifletteva…e disponeva un altro mattone
«E’ come questo muro. Mattoncino dopo mattoncino
cresce, e
si fa sempre più alto. Come una persona, con le sue
esperienze.
O un Digimon…
…con le sue esperienze anche lui! Ma
soprattutto…con
l’amicizia di chi ha accanto. E’ come la
colla…»…«Brava…»
fece Beelzemon,
e lei «…l’unione,
l’intesa…come una
colla che tiene uniti tutti i mattoncini della struttura della propria
persona…
…o nel nostro caso…i nostri dati. Ci permette di
distinguerci come una figura unica, al contrario di un insieme caotico
e disperso.»…«…esatto,
proprio così!
Ahahah! Chi l’avrebbe mai pensato. Anch’io sono in
grado di
fare un discorso che abbia un capo ed una coda. E addirittura di
indurre gli altri a riflettere. Non c’è che
dire…dopo una vita che tentano di mettermi la testa a posto,
la
mia amica Renamon può prendersi qualche soddisfazione.
Anch’io sono cresciuto. E qualche volta predico,
anziché
far predicare lei!» definì Beelzemon, spoglio da
cattedratica presunzione ma forte solo di gentile umiltà
«E intanto, è incredibile, guarda.»
aggiunse,
asciugandosi il sudore dalla fronte «Abbiamo finito, il muro
è completo: e dire che sembrava
interminabile.»…«Come,
davvero?!» Cindermon
alzò gli occhi stupita «…pensa che non
me ne sono
neanche accorta…»
…mentre
Jeri era lì a pensare “Beelzemon ha detto che
tutti
interpretiamo un personaggio. Anch’io, sto continuando a
fingere!
A volte mi dimentico persino perché, ma sento che non posso
smettere. Con Mako fingo, e forse…anche con Takato. Anche se
non
so più ormai quale sia la verità, recito talmente
tanto…
…che
riesco a nascondere chi sono persino a me stessa. Potrebbe
essere…” volgendosi lentamente verso Beelzemon
“…forse il mio Digimon ad aiutarmi a scoprire chi
sono?”
Ma proprio in
quel momento Akemi passava di là e, alzando gli occhi verso
il
muro «Ahah!» seppur sempre un po’ pallida
e
dall’aria affaticata, i suoi occhi si accendevano e le sue
mani
si giungevano «Ah, è fantastico, il muro
è tornato
al suo vecchio splendore, siete riusciti a risistemarlo!»
«Lei
è la tua domatrice?! Una dei due?!» chiese
Cindermon con
curiosità, e Beelzemon «Oh? Sì, lei
è
Akemi!» salutandola calorosamente
«Akemi!!» e con
grande entusiasmo «Guarda, lavorando in coppia ce
l’abbiamo
fatta!! Non è fantastico?! Devi dirlo alle altre
sorelle!!»
«VOI, SIETE FANTASTICI!» strillava Akemi.
E Beelzemon «COME TI SENTI?!»
«…MOLTO MEGLIO, TI RINGRAZIO!»
«Sono
felice!! A-Aspettami, Akemi, ora scendo subito ad aiutarvi in
ciò che vi manca!»
Ma questo di
nuovo faceva insinuare quel senso di insicurezza nel cuore di Jeri, che
si rifletteva nei suoi occhi, e nella sua mano a sfiorarsi le labbra.
Quella mattina,
Rika sembrava star curando alcuni fiori sbocciati nel giardino della
sua casa. La sua mente era assorta, quando sulla soglia della porta
dell’abitazione comparve Renamon, scivolando furtivamente
come
sempre «Rika…cosa posso fare per te
stamattina?»
disse la Digimon.
La ragazza
si alzò, e si diresse incontro a lei sfiorandole la zampa
«No, Renamon. Cosa posso fare io, per
te.»…«E’ già stato
abbastanza che tu
questa notte mi abbia ascoltata senza
giudicarmi.»…«Io ho fatto qualcosa in
più che
evitare di giudicarti.» disse la giovane, e la volpe dorata
alzò i suoi occhi sottili su di lei «Io ti ho
compresa. E
ti sono stata tanto grata…per esserti aperta con me.
Ricorda,
qualsiasi sia il tuo passato…io ti accetterò.
Qualsiasi
siano i sentimenti di un essere vivente…questi sono
legittimi, e
degni di rispetto. Tieni.» e come a simbolo
dell’umana e
gentile natura dei suoi sentimenti, le porse un fiore. Renamon
esitò qualche istante, poi lo raccolse, sussurrando
«…ti ringrazio…»
Così entrambe entrarono in casa. E Renamon adagiò
quel
fiore in un vasetto fra molti altri, nella sua stanza filtravano i
raggi del sole rendendo ancor più screziato il pelo dei suoi
figli ancora un po’ addormentati. Rika osservava i suoi gesti
premurosi, il suo chinarsi ed avvicinar loro il muso…
…e
fra i suoi pensieri “…povera Renamon. Nonostante
il mio
enorme affetto per lei, non avrei mai creduto che avrebbe potuto vivere
un simile conflitto. I miei rimorsi e sensi di colpa mi hanno accecata.
E mi hanno impedito di percepire, fin nel mio mondo, e nel mio cuore,
quello che dev’essere stato il suo turbamento di questi
anni.”
Sul
volto della ragazza si dipinse un espressione di pena, mentre osservava
le sempre discrete effusioni affettuose della sua Digimon per i figli
“Amare qualcuno, ma essere legati con un vincolo
così
profondo a qualcun altro dev’essere qualcosa di duro, e
triste.
Mi piacerebbe così tanto poter fare qualcosa per
lei…!...
…ma non saprei davvero cosa. Imagomon è suo
marito, loro
sono i suoi figli. E il passato…è passato, non si
può tornare indietro.” chinando il
capo…mentre il
piccolo Nymon chiedeva «Mamma…cosa facciamo
oggi?»…«Uhm…non lo so,
tesoro. Dobbiamo
consultarci…con Rika, e con i suoi familiari. Ora non
viviamo da
soli, ci sono altre persone nella nostra
casa.»…«…ci manca tanto il
nostro
papà…» disse il piccolo, evocando un
sussulto in
Renamon «Oh!» e lo sguardo di Rika…
«…quando è che potrà venire
anche lui sulla
terra?» chiedeva Akirmon. Renamon li guardò per
qualche
istante in silenzio, e poi rispose «…presto.
Vostro padre
vedrete, ci raggiungerà presto.»
“Che situazione…” pensava Rika
sospirando
“…Beelzemon…il suo cuore batte per lui.
E ad un
cuore non si può comandare…
…ricordo così nitidamente il passato, ogni
balzo…
…ogni scontro, e istante
teso…!”
…in una rapida e fulminea sequenza di immagini e ricordi,
che
avevano per protagonisti una Renamon così uguale, e un
Digimon
così diverso da quello che lui era attualmente: Impmon, quel
folletto scuro e imbronciato che lei più volte aveva salvato
da
una fine certa. Che aveva sorretto con la sua stessa mano, finendo
vittima delle sue bizze…
…per poi essere dolorosamente colpita alla comparsa di quel
Digimon a tre occhi e in pelle nera, che tutto sembrava aver
dimenticato, al solo scopo di distruggere e acquisire
potenza…
…l’occhio di Kyubimon si era socchiuso nella
soffereza e
nell’impotenza…
…ma si
era riaperto per trarlo in salvo nonostante i suoi errori, e correre
decisa verso l’arca, per riportarlo sulla terra…
…la bella
e femminile Sakuyamon, germogliata dalla biodigievoluzione, non aveva
neanche lei smesso di recuperarlo, privo di forze e scampato per un
pelo a quel castigo che lui credeva di aver meritato…
“Lui
è una parte del suo passato: come estirparla? Non si
può…
…ed io lo so molto più di quanto si possa
credere.”
«…chiedono del padre.» disse Renamon
accostandosi
alla sua domatrice «…vorrei poter dar loro
maggiori
garanzie. Sono io stessa molto preoccupata: ho lasciato Imagomon a
Digiworld. Nella minaccia di un Digimon misterioso e ostile,
Guardianmon. Vorrei poter subito recuperare le informazioni necessarie
per mettere a contatto i nostri mondi…ma mi sento
disorientata,
non saprei…da dove
cominciare.»…«Renamon…coraggio…»
le disse la ragazza toccandole il braccio «Mi sento inutile.
Una
madre che non sta facendo tutto il possibile. Una moglie che non sta
svolgendo il suo dovere.»…«Non devi
dirlo neanche
per scherzo…tu non sei inutile, Renamon. Ascolta, vedrai che
io
con i miei amici troveremo una soluzione. E’ difficile
barcamenarci con la nostra vita di adulti, ma ricordati che voi Digimon
venite prima di ogni cosa.» Stavolta fu Renamon ad appoggiare
la
sua zampa sulla mano della ragazza, affermando
«…Henry ha
bisogno che si pensi a lui. Dopo quanto accaduto ieri sera il mistero
sulla sua famiglia si è
infittito.»…«Certo. E
non dimentichiamoci…che non vi sono notizie di Terriermon.
Siamo
sparpagliati, lo so, ma ho fiducia che anche così riusciremo
a
spuntarla! Uhm…!» accennando un sorriso
«…sono cresciuta ma mi è rimasto un
pizzico della
mia proverbiale testardaggine.»…«Grazie,
Rika.» fece la Digimon compiendo pochi passi, e dandole le
spalle, dopodiché «Renamon!»
L’interpellata si volse. E la sua domatrice le chiese con
occhi
assorti «…ascolta…perché non
hai
pensato…quando ti sei accorta dei tuoi
sentimenti…ecco…
…di confessarli a Beelzemon. Magari lui ti ricambia. Avete
condiviso tanto, assieme. Avresti potuto sposarti con lui.»
Renamon smarrì il suo sguardo «Non…so
se lui abbia
mai ricambiato i miei sentimenti. In ogni caso…se non mi
sono
dichiarata…e non ho pensato di sposarmi con lui è
stato
perché…»
…guardando la sua domatrice
con la coda dell’occhio ma con sguardo ben diretto negli
occhi di
lei, esprimendo senza reticenze
«…perché sono stata
vigliacca. Perché non ho avuto il coraggio di espormi con
qualcuno che fosse molto diverso da me, e che la storia e la fama
conquistata dipingevano come poco
affidabile…imprevedibile…tutte cose che io sapevo
e avevo
sperimentato, ma non erano state un fattore sufficiente per scacciare
il mio amore. Anzi, al contrario. La sua “cattiva
fama”
è stata ciò che più mi ha attratto di
lui. Ma
anche ciò che più a respinto la mia indole in fin
dei
conti perbenista e attaccata alle convenzioni. Ecco, è
questa la
risposta.» …pronunciata con il suo consueto
contegno, ma
chi ascoltava attento avrebbe potuto percepirvi una nota più
aspra di amaro rimpianto. Come Rika, che tese la mano e avrebbe voluto
fare qualcosa…ma le parole stentavano ad arrivare, quando
ecco
che «Rika, scusami.»
La signora Seiko
aprì la porta della stanza, destando lo sguardo di entrambe
«Perdonami anche tu, Renamon, non volevo svegliare i tuoi
figli.»…«Non si preoccupi, signora.
Siamo già
svegli.» si inchinò la volpe, e la nonna della
ragazza
avanzò «E’ arrivato questo biglietto per
te,
Rika.»…«Per
me…?»…«Non so
chi sia a spedirtelo, non c’è scritto il
mittente.»…«Una cosa è
certa.» disse la
ragazza mentre lo scartava «Non si tratta né di
multe
né di ingiunzioni, la busta lo lascerebbe
intuire.»
…estraendo il contenuto…
…leggendo, e spalancando attonita lo sguardo
«Rika. Di che
si tratta?» chiese Renamon…e la ragazza
«…questa è peggio di
un’ingiunzione…»
In quegli stessi
istanti Himi stava parlando al telefono, muovendo passi sullo scalino
esterno «Ti ha detto quando esci?...no, ma pressappoco ti ha
fatto capire il periodo?...io? Io sto bene, per fortuna Rika
è
stata gentilissima, su lei e la sua famiglia niente da dire, hanno
accolto me e i bambini in una maniera rara ed esemplare!»
…ma in
giardino si stava facendo avanti qualcuno: si trattava del signor Wong
«Henry, mio Dio ma dove sarai? Non avremmo dovuto farti
uscire,
siamo stati imprudenti! Ora non mi resta che confidare di trovare un
po’ d’appoggio qui, anche se a dire la
verità temo
un poco a venire in questo posto.»
Himi si accorse
di lui e «Scusa un attimo-buongiorno! Lei cosa
desidera?»…«Ehm, mi scusi, la prego!
E’ una
faccenda urgente, avrei bisogno di parlare con Rika! Io
sono…il
padre di un suo amico!»…«Aspetti un
attimo, un
secondo soltanto.» fece la donna entrando in casa, mentre la
madre di Rika le veniva incontro «Ah, Himi! I tuoi bambini
sono
molto simpatici, era tempo che non si respirava un po’
d’allegria in questa
casa!»…«Grazie Rumiko!
Senti c’è un tipo fuori, chiede di Rika e dice che
è urgente, io non so che
fare.»…«Ti ha detto
chi è?» chiese Rumiko con un lampo vigile negli
occhi
mentre si accingeva ad uscire, ed Himi a rispondere «In
realtà il nome no, però ha detto che è
il padre di
un….»
…ma non appena la donna venne all’esterno per
scoprire di
chi si trattava «Sono la madre di Rika! Dovrebbe dire prima a
me
cosa sta cercaaAAAAAHHHHHWWW!!!»
Wong sussultò «Ahh!»
Ed
Himi «Rumiko!!» le si aggrappò
«Rumiko che ti
prende?!» ma lo sguardo della donna era sconvolto
«L-L-LEI!»
«…no, accidenti, non poteva andare
peggio…»
mormorò Wong socchiudendo gli occhi.
«VADA
VIA!!»…«Signora…la
preg-»…«ESCA---SUBITO DALLA CASA, DAL
GIARDINO,
FUORI! SE NON VUOLE CHE CHIAMI LA POLIZIA!» afferrando una
scopa
per proteggersi, mentre Himi impallidiva «Chi è?!
Uno con
cattive intenzioni?!»…«ALTRO CHE
CATTIVE!!»…«Sì, altro che
cattive!!»
esclamò l’uomo «Le cattive intenzioni
stanno solo
nella sua testa, come le viene in mente, LA POLIZIA?! Ma io sono un
onesto cittadino!»…«Un onesto cittadino
che è
stato casualmente la causa di tutto il nostro dolore in questi
anni!» mentre Himi si girava verso l’uno e verso
l’altra, sempre più sconvolta «Ma io so
qual
è il suo scopooo!!!» proruppe stridulamente la
madre di
Rika «E’ venuto a riprendersi la Signora, m-ma
questa volta
GIURO che dovrà passare sul mio cadavere!! Io non gliela
lascerò portar via!» avvicinandosi brandendo la
scopa,
mentre Wong apriva le braccia «Ahhh, ma allora è
proprio
pazza, è inutile sperarci…! Le ha dato di volta
il
cervello!!» ma incrociava uno sguardo più che
determinato
«Dica di me quello che vuole…M-MA LEI IN CASA MIA
NON CI
METTE PIEDE: presto, Himi! Chiama i
carabinieri!»…«Cosa devo
dire?!» chiese
tempestivamente l’interpellata «C-CHE IN CASA MIA
E’
ENTRATO UN BOIA!!» Himi di certo si spaventò,
mentre Wong
cercando di abbassare quella scopa «M-Ma quale boia,
m-m-ma…?!!...QUALI CARABINIERI?! Semmai quelli dobbiamo
chiamarli per mio figlio! MIO FIGLIO HENRY! Sta male, sta male ed
è uscito di casa di nascosto, sono venuto per chiedere aiuto
a
sua figlia m-ma che interpretazione folle ha dato lei a tutti gli
eventi di dieci anni fa?! FUI COSTRETTO, avrei voluto vedere chiunque
altro di voi al mio posto!»…«Taccia e
non mi tocchi
se non vuole guai!»…«E ab---bassi questa
scopa!»…«Non la farò
avvicinare!»
…mentre
in viva apprensione giungevano anche Seiko, Renamon e Rika,
quest’ultima col biglietto ancora in mano…
«Se
suo figlio ha tagliato la corda è perché si
è
finalmente reso conto della verità: suo padre gli ha
rovinato la
vita! Ha fatto il mansueto in tutti questi anni allestendo una vita di
FOLLIE degne di suo padre crede che non lo sappia, che mia figlia non
me l’abbia detto che ha una famiglia, persino un figlio e
nessuno
sapeva nulla, neanche voi?!»
Quel padre dilatò lo sguardo…
Mentre Renamon
segnalava «Guarda, Rika! E’ il padre di
Henry!» e la
ragazza «Scappato…come? Oh
no…»
avvicinandosi…
«Crede che
non lo sappia? Si sbaglia, si sono scoperti tutti gli altarini, ecco
cosa ci si conclude!! Ecco che si ottiene nel fare un pacchetto con
tutti i Digimon di quei poveri ragazzi e spedirli in orbita lasciandoli
crescere soli per dieci anni!!»…«IO NON
AVEVO ALTRE
ALTERNATIVE! IL D-REAPER CI AVREBBE UCCISI TUTTI!» mentre
Rika si
accostava alla madre
«Mamma…»…«Rika,
torna dentro!» ordinò la madre mentre Wong
esortava
«Rika per favore aiutami, fa ragionare tua madre!!»
ed
anche Renamon si pronunciò «Cerchiamo di parlare
tutti con
calma!» ma Rumiko si volse di scatto «SIGNORA!
Signora
torni dentro si nasconda prenda i suoi figli e scappi
QUEST’UOMO
E’ VENUTO PER LEIII!!!» ma Renamon restava un
tantino
immobile…
«NON SONO
VENUTO PER LEI!! POSSIBILE, LO DEVO URLARE?! SONO VENUTO PER MIO
FIGLIO!! PER MIO FIGLIO!!»…«Ho capito,
signor
Wong!!» esclamò Rika, dopodiché strinse
la mano
saldamente attorno al manico della scopa
«Mamma!»…«Rika…»
arretrò
per un attimo lo spirito focoso di Rumiko
«Mamma…!...so,
credimi…che tutto questo lo fai per me! Però ti
prego di
ascoltarmi, in questo modo…!!» fissandola con
matura
implorazione in quegli occhi lilla come i suoi
«…in questo
modo, scagliandoci l’uno contro l’altro e
dilaniandoci a
vicenda non otterremo che un prolungarsi di questo enorme disagio. Che
sta coinvolgendo tutti, non solo noi.»
Renamon la guardava in
silenzio, ma un “brava, Rika” era leggibile dai
suoi occhi
sottili…lo stesso valeva per sua nonna…mentre
Himi
contemplava la scena con viva attenzione…
«Anche la
famiglia del signor Wong è rimasta vittima di una grande
sofferenza. E’ nostro dovere aiutarli,
Henry…è mio
amico.» …sicché Rumiko
abbassò la scopa, e i
suoi occhi «…perdonami, figlia mia.»
«…ti
ringrazio…Rika, grazie della tua
comprensione…»
aveva abbassato il capo quell’uomo a cui Rika prese le mani
«Non deve ringraziarmi. E’ un modo per estinguere
parte del
debito contratto quando lei ci salvò tutti, pur regalandoci
un
futuro doloroso, senza i nostri Digimon. Ma il sentiero seppur cosparso
di spine conduceva a oggi…» volgendosi verso la
sua
Digimon…che finalmente era tornata a vegliarla alle sue
spalle
«…e oggi, anche Henry ha diritto ad essere felice
e a
liberarsi dai suoi fantasmi. Che cosa è successo
esattamente…?»…«Ecco…»
iniziò quel padre aggravato da realtà troppo
schiaccianti…
Henry rientrava
a casa sua con movimenti silenziosi seppur frenetici, e sguardo
circospetto «Molto bene, né mio padre
né mia madre
sono in casa.» chiudendo pacatamente la porta «Ho
bisogno a
tutti i costi di scoprire la verità.»
Pochi
istanti dopo, muoveva una mano scattante sul mouse di un computer che
non era il suo, e si raddrizzava gli occhiali da vista indossati
«Se esiste una copia dei documenti contenuti in quel
raccoglitore, deve trovarsi qui, sul computer di mio
padre…»
…sembrava deciso a trovarli, e a non farsi intimorire dalla
moltitudine di videate «E’ ben protetto ma se mi
appello
alle mie conoscenze ho la speranza di farcela! Per aiutare a Benji non
posso fare a meno di Terriermon…
…e
se voglio sperare di essere ascoltato da lui prima devo realizzare se
è vero che mio padre mi ha sempre nascosto
un’importante
scoperta fatta sul varco! Non faccio che
ripensarci…»
sistemandosi la frangetta con aria nervosa «…e se
magari
Takato avesse avuto ragione? Tutti abbiamo pensato si trattasse di una
sua immaginazione, ma perché eravamo fomentati da mio
padre!...se invece avesse mentito e il varco si fosse riaperto molto
tempo addietro? Non posso restare con questo
dubbio…»
…un
piccola ma intensa sagoma rossa brillava presso il suo cuore
là
dove si sfiorava, mentre i veli informatici venivano sollevati uno per
uno da quella sua mente sveglia e abile…
La città
era troppo impegnata ad inseguire la propria quotidianità,
per
far caso a quel Digimon verdino dalle lunghe orecchie sempre un
po’ basse e struscianti a terra. E per interessarsi ai
pensieri
che adombravano i suoi occhietti…
“un’ondata
di lettere infamanti, e quello sciocco domatore
si ritroverà in breve accerchiato da ostilità!”
“L’amicizia
è la vittima perfetta del tempo e delle
voci screditanti, dammi retta amica mia! Cucinerò quel Kenta
a
puntino così, quando verranno i suoi amici a cibarselo
potranno
farsi un pasto succulento, ihihihihih!”
…voci che non lo lasciavano in pace nei ricordi, mentre i
passi
lo avevano condotto di nuovo tra il verde, ai piedi della scalinata che
conduceva al nascondiglio di pietra «L’ho sentito
chiaramente con le mie orecchie: LadyMeramon è intenzionata
a
tendere una trappola ai domatori, e Kenta sarà la sua esca!
Forse mio dovere sarebbe avvertire subito Rea.» si disse,
guardando i palmi delle sue piccole mani «E’ lei la
mia
Digimon Tamer da quando Henry mi ha lasciato, insieme potremmo sventare
il piano di quelle malvage! Però…no!!»
stringendo i
pugni e gli occhi «Non devo farmi prendere dalla tentazione!
Con
Rea ho combinato un disastro l’ultima volta…se
seguito a
coinvolgere lei e Benji nella mia solitudine e nei miei problemi,
vivranno degli altri guai! PinkMonzaemon ha rapito Benji
perché
Rea è la mia domatrice, e lo è diventata
traendomi in
salvo quel giorno!»
…ricordando di quando la ragazza lo aveva estratto dal
frigorifero di quel ristorante…«Poiché
stavo
rischiando di morire…ero finito nei guai, ero disperato! E
tutto
perché Henry…mi aveva abbandonato.
Perché avevo
sentito chiaramente parole di odio giungere dalle sue labbra! Ma non
è giusto che scarichi su sua moglie e il suo bambino il peso
del
mio destino di disgrazia, hanno già tanti problemi! Per cui
devo
tacere, basta, una buona volta devo rassegnarmi: da questi affari devo
star fuori! Basta coi domatori, basta con le battaglie, ci
penserà qualcun altro a fermare LadyMeramon!»
riaprendo
gli occhi e concludendo «Benché mi costi
ammetterlo io con
questo mondo ho chiuso, da quando il portale mi ha riportato a
Digiworld, ed Henry si è gettato alle spalle la nostra
amicizia!
Rea era solo il sogno di un futuro. Ma ha un prezzo troppo alto
perché continui ad essere sognato. Oh?!»
Ma
c’era qualcuno su una panchina. Una ragazza bionda e
paffutella,
dagli occhi verdi e lo sguardo sospeso e pensieroso, nel quale poteva
leggersi il riflesso di una pena sottile.
“Che
cos’ha? Sembra molto triste…”
meditò
Terriermon.
Yuki
sospirava «Uhhhhf!» come nel tentativo di sfumare
assieme
al fiato ciò che la preoccupava.
“Forse
gradirà la mia compagnia, anche se sono un Digimon. Del
resto un
tempo gli umani non desideravano che incontrare qualcuno di
noi.”
così balzò sulla panchina, schiarendosi la voce e
cercando di evocare nonostante le circostanze il suo originario,
caratteristico entusiasmo «Ehi, qualcosa di storto?! Su col
morale, MOMENTAI! Pensa positivo!»…ma lei si era
sovrapposta a quella singolare parola, affermando «Sento di
andare sempre più in
basso.»…«Eh?!»
sbilanciò un po’ Terriermon, spegnendosi presto il
suo
tentato sorriso «Che cosa hai detto? Scusa, non ti ho
capita.»
«Ho
detto che sento di sprofondare sempre più. Come se cadessi
in un
burrone. Un buco oscuuuro, e profondo profondo. Non se ne vede il
fondo, semplicemente si continua a cadere. Come se del tuo corpo avessi
perduto il controllo, come se fossi
staaanco…staaanco…»
…descriveva lei con la sua voce nasale e lo sguardo fisso
sull’asfalto, come se non si fosse accorta e non avesse posto
attenzione alla natura anomala del suo interlocutore…
…che rimaneva imbambolato…e ripeteva
«…un
burrone. Un buco oscuro…» …e
la sua mente
improvvisamente si ricongiungeva con un ricordo…il rosso
intenso
del D-Reaper a circondarlo, ed una voragine in cui il suo piccolo corpo
stava per venir risucchiato…
…qualcosa l’aveva salvato, penetrando nel fondo
del buco
nero che tutto inghiottiva, assomigliava ad un cuore
d’energia
magica emesso da un qualcuno che evidentemente si trovava nei paraggi e
ci teneva a salvarlo, tanto che gli concesse di riemergere mentre i
suoi occhi erano sottosopra, come il suo stonato e nauseato
“Momentai…”
Yuki
si sfiorava il suo ciondolo a forma di cuore, e seguitava a spiegare
«Io sono qui. Avrei un problema da risolvere. Vorrei tanto
essere
utile a me stessa e a chi mi sta a cuore, ma niente, non ce la faccio.
E’ una brutta sensazione, non ci sono abituata. La
verità
è che qualcuno mi ha portato via qualcosa di importante, a
me
serviva, quel qualcosa mi era vitale e ora senza non posso neanche
appellarmi a quel poco che mi era concesso. E’
così
brutto, sai, non poter fare niente per qualcuno.»
…mentre Terriermon si avvicinava a lei, assorto…
«Ora
mi sento davvero grassa e pesante. Io sono sempre cicciottella, ma di
solito il mio spirito ottimista mi aiuta a sentirmi leggera, come se
avessi le ali per volare. Le ali…
…ora sento invece il mio cuore che affonda e sprofonda. In
realtà sono tanti anni che va avanti questo modo, che metto
su
chilo dopo chilo ma…non parlo di quei chili che ti
può
sbattere in faccia senza mezzi termini una bilancia
indisponente.» intrecciando e strecciando le sue mani
inanellate
e grassocce «Quello che mi grava non l’ho acquisito
mangiando patatine. Ma compiendo le mie scelte, io in realtà
non
sono pentita però…
…uuuuhhhf!» rivolgendo sguardo al cielo…
…mentre Terriermon spalancava sempre più la
bocca…
«Che fatica! Mi chiedo chi abbia deciso che il nostro destino
doveva essere così faticoso. Si dice che la vita
è
sofferenza ma io non ci ho mai creduto. Quando sono nata ed ero
piccola…tutto sembrava fantastico poi d’improvviso
un
giorno ogni cosa è crollata. Se ti raccontassi la mia storia
per
intero…non ci crederesti nemmeno…»
…ancora passi, più vicini a lei, per quel Digimon
che
sembrava reso attonito da qualcosa…
«Se
ti dicessi da quale giorno la mia vita è cambiata ti
suonerebbe
come…una data qualsiasi. Quando invece mi è
stampata
dentro. Lo sai?» piegandosi, e tornando a dondolarsi quel
ciondolo che aveva rapito gli occhi del Digimon «In tanti
anni di
stenti e fatiche c’è solo una cosa che
può tenerti
su e risvegliarti il sorriso: è l’amore di coloro
a cui
vuoi bene, che sono la tua vita, che per te sono tutto!»
Terriermon non replicava…
E la
bizzarra Yuki, con quello strano velo di mature consapevolezze nei suoi
occhi «A volte il cuore può dolere
tanto…tanto…ma con l’amore sono sempre
stata
convinta che le ferite si possano curare.»
“Chi
è questa donna…? Perché accanto a lei
ho una
strana sensazione, la sua voce mi sembra nonostante tutto familiare! E
quel che è più strano…è che
se mi
sforzo…
…avverto una cosa assurda, come se in realtà non
fosse…!!” ma tutte quelle strabilianti incertezze
convogliavano in quel suo ciondolo a forma di cuore «Un cuore
ha
bisogno d’amore…» diceva Yuki
«…si
nutre di questo per continuare a battere.» descrivendo con
tono
sognante «Certo, dev’essere un amore oceanico al
punto…» Terriermon spalancò la bocca e
drizzò le orecchie, mentre la ragazza smarriva sognante i
suoi
occhi verdi nel cielo «…da travolgere come
un’onda
tutti gli immensi e innumerevoli ostacoli che la vita ti pone di
fronte, sembra un sogno che possa esistere un amore così
grande,
però tu chiamami ingenua ma io ci credo!»
dipingendo un
sorriso sul suo volto «Credo nell’esistenza di un
amore che
anche nel buco nero della vita, possa
raggiungerti…»
accennando il gesto di soffiare un bacio
«…ritrovarti in
fondo alla voragine e riportarti su, come una barriera che ti protegge,
come un guizzo di ottimismo…che ti permette di volare. Scusa
la
sviolinata ma non capita di frequente di incontrarmi senza cibo in
bocca e disposta a parlare, oggi sono ispirata poi d’altronde
anche tu mi hai suggerito che devo pensare positivo e io ti ho dato
asco-!!»
Stavolta fu Yuki
a spalancare gli occhi. Lo fecero assieme, mentre lei chiedeva
tempestivamente «Che parola hai adoperato per invitarmi a
essere
ottimista, scusa??...(!!)»
Terriermon le si
fece accanto, pronunciando il
«Momentai…» più
basso e più fondo di tutta la sua vita che ne aveva
contenuti
molti, ma a quel punto lei si alzò di scatto. E accorgendosi
in
un solo istante di chi era stato il suo interlocutore fino a quel
momento, esclamò come terrorizzata
«…T-Terriermon!»
…e
lui «…non posso
crederci…tu!!»…«No! N-No, non
io…t-ti
sbagli!»…«Ecco perché eri
scomparsa! Ecco
perché non ti si trovava da nessuna
parte!!»…«No no no no
c’è un errore
ti-ti-ti sbagli, n-non sono quella che pensi! Non sono iiio!»
si
mangiucchiava le unghie per la paura «Ho detto
“Terriermon” perché si tratta di un
Digimon famoso,
non lo sai?! C’è la tua faccia su tutte le
copertine delle
riviste!»…«Non mentire!!...ti prego,
spiegamelo!» il Digimon passò dal tono deciso al
supplichevole «Spiegami come ci sei riuscita, e rivelami come
hai
fatto ad assumere queste sembianze! Tu
sei…!!»…«No! Non pronunciare
quel nome non
sono iiiiiioooooooOOOOOOOO!» prendendo una fuga vorticosa,
nonostante la sua mole.
Terriermon
rimase col fiato spezzato «Non capisco, perché
scappa, da
chi si nasconde?! Di cosa ha paura…?»
Mentre il
nascondiglio di pietra gravava silenzioso su quelle scene.
Le mani di Rika
confortavano quelle di Wong, mentre esprimeva
«Cielo…è terribile pensare di avere un
nipote che
è stato rapito e non poter neanche…riconoscerlo,
ed
affermare se è lui oppure no! Non lo conosco nemmeno, non
sono
certo neppure del suo
nome.»…«…comunque
Benji, forse è questo il suo nome, come le ho detto ora
è
salvo. Siamo intervenuti in tempo.» replicava Rika con
pazienza e
dolcezza…
…lì al tavolo, ad assistere in silenzio, nello
stupore e
talvolta nel dispiacere, vi erano Seiko, Rumiko, Himi e infine
Renamon…
«Non
mi importa più ormai.» affermava Wong
«Un tempo
avrei avuto vergogna, ma adesso…a che serve nascondersi?
Questa
è la mia storia, adesso potete dire di saperla. Credevo di
conoscere mio figlio, che io ed Henry fossimo cresciuti senza segreti.
Ma mi sbagliavo. Mio figlio ha coltivato un mondo a parte…e
forse a causa mia, l’ho allontanato dal suo Digimon e lui
aveva
bisogno di Terriermon. Bisogno
vitale!»…«…tutti avevamo
bisogno del nostro
Digimon…» disse Rika lanciando uno sguardo a
Renamon, ma
poi aggiunse «Questo però adesso non lo sto
dicendo per
accusarla: ma semplicemente per spiegarle che siamo tutti fragili come
Henry. E a modo nostro, abbiamo commesso errori simili. Ora
la
cosa più importante è rintracciarlo. Sta
attraversando
dei momenti molto difficili, ha bisogno di essere seguito,
può
farsi male stando da solo.»…«Mi
terrorizzano quei
farmaci!» affermò l’uomo afferrandosi la
testa
«E se ne assume un quantitativo eccessivo?! Dio mio, in
quelle
condizioni Henry non si regola più
e…!»…«Stia tranquillo, signor
Wong!»
intervenne Rumiko, per la prima volta bendisposta nei confronti
dell’uomo «Non credo che suo figlio arriverebbe a
compiere
un gesto estremo, è vero che è molto confuso ma
è
altrettanto vero…
…che
anche lui adesso è un
padre.»…«Un
padre…» ripeté Wong, chiudendo gli
occhi
«…è così difficile essere
padri a questo
mondo, e adesso per colpa mia, del mio fallimento anche mio figlio
rischia a sua volta…di essere un padre che non
c’è…quando si ha bisogno di
lui.»…«…ascolti. Dia retta a
me.» Rika
si accostò a lui con premura…mentre
l’udir parlare
di padri spingeva Renamon a volgere il capo, probabilmente al pensiero
di quanto richiesto dai suoi figli quella mattina…
«Io sono
cresciuta senza aver accanto l’affetto di un padre, lo vedo
molto
poco…anche se so che a suo modo mi vuole bene. Proprio
questo
vorrei farle capire, quando si cresce…si impara che certe
persone hanno comunque una loro importanza, nel bene o nel male e a
prescindere dagli errori che possono aver commesso. Tutti commettiamo
errori…ma non è mai tardi per chiarirsi e
comprendersi e
sono certa, più che certa, perché lo conosco, che
anche
Henry sarà disposto a perdonarla, questa volta
realmente.»…«Io…credevo che
lo avesse fatto
quel giorno!! I suoi occhi me l’avevano
suggerito…ma forse
ho equivocato!» ed il pianto sembrava vicino a prorompere,
Rika
però gli era vicina e lo sosteneva «Non ha
equivocato,
Henry era un ragazzino di buon cuore ed aveva accettato la
realtà: la sua decisione ci aveva soltanto salvati. Non si
poteva fare altrimenti, o anche se si fosse potuto non vi era stato il
tempo. O il modo. Le cose sono andate come sono andate, ormai questa
è stata la nostra vita, non vi si può piangere
ancora
sopra. Non sbagliò a leggere il perdono negli occhi di
Henry…ma deve capire che quello era il primo momento. Il
primo
minuto. Sono trascorsi dieci anni. E se un minuto porta una coltellata
di dolore…
…dieci
anni conducono un logoramento che ti cambia. Ogni tua parte
è
corruttibile…meno che i sentimenti più preziosi.
Meno che
il tuo cuore. O si potrebbe altrimenti dire…meno che
l’affetto che ti lega alle persone più importanti.
E voi,
lei e sua moglie, siete fra queste per Henry. Ne sia pure certo. Solo
che c’è bisogno di parlare, e di chiarire i
malintesi che
in questo tempo hanno fatto in modo di
allontanarci.»…«A cosa ti riferisci,
Rika…?» chiese l’uomo…
…e lei lo
guardò negli occhi con espressione ferma e consapevole pur
nella
sua dolcezza, intrisa di rispetto «Signor Wong…il
varco
per Digiworld…tornò ad aprirsi, poco dopo la
nostra
battaglia. E’ inutile nascondercelo ormai, non può
aiutarci, con tutti i problemi che abbiamo. Si aprì di
nuovo, e
lei lo sapeva. Ed anche Takato, sebbene all’epoca fu additato
come un visionario soltanto a causa delle sue false dichiarazioni. A
questo punto le chiedo, perché…?
Perché ha
impedito ad Henry, e a tutti noi di ricongiungerci ai nostri
amici…molto prima di adesso?»
Rumiko e Seiko si guardarono, a bocca aperta…
Renamon rimase impassibile…
…e
Janyu Wong, l’autore di quella separazione per ben due
riprese,
da un’inziale stupore sfumò con
l’espressione in una
rassegnata consapevolezza, affermando «…e va bene.
Come
dici tu Rika ormai non ha più senso nasconderci le cose. Vi
racconterò tutta la verità.»
La ragazza
tacque, e fu pronta ad ascoltare quella rivelazione su parte del
destino suo e dei suoi amici…
Wong chiuse gli
occhi ed iniziò «Dopo che Takato e voi tutti mi
segnalaste
di quella sua particolare scoperta, come sapete mi misi ad analizzare
il tracciato informatico rimasto a circondare
l’ex-nascondiglio
di Guilmon. Non nascondo che inizialmente non fornii molte
speranze…mi preoccupavo in particolare per i miei figli:
conoscendo il carattere di Henry e Suzie temevo che si sarebbero
attaccati troppo a quello che per me ha sempre avuto in fondo la
consistenza dei sogni. Ve lo confesso, nonostante io abbia contribuito
a creare i Digimon…anzi, forse prevalentemente per questo,
non
sono mai riuscito a credere veramente ad un mondo in cui loro potessero
coesistere con gli umani. In una vita al loro fianco! Probabilmente
perché io ho maneggiato i loro dati e li ho messi
insieme.»
…affermava fissando Renamon, ora così concreta e
presente, seduta dinanzi a lui…
…mentre
Rumiko mormorava a sua madre «Ma perché? Che
assurdità…cosa manca alla Signora dico io,
perché
possa vivere assieme con tutti noi…!» e Seiko
allargava le
braccia non disponendo di una vera risposta, ma Wong
continuò
senza stento «O è anche probabile che sia
perché
sono stato educato, formato e indirizzato al ragionamento razionale. E
nonostante la battaglia, le bioemersioni nel nostro mondo e le numerose
prove ricevute, la presenza dei Digimon accanto ai miei figli ha per me
sempre avuto un taglio fiabesco. Sicché instradai Henry fin
dal
principio ad esser cosciente che…
…nulla
dura per sempre…» …parole
sulle quali Rika
guardò Renamon con la coda dell’occhio, e questa
ricambiò, navigando con la sua domatrice in
un’implicita
rievocazione di tutto il dolore che aveva aveva condotto il
concretizzarsi di quella prospettiva…
«Con Suzie
era più difficile.» si riimmergeva Wong in quei
ricordi
«Era troppo piccola allora per accettare una simile
realtà, a seguito dell’illusione di essere
diventata una
Digimon Tamer. Tuttavia quell’inaspettata segnalazione aveva
spazzato via ogni nostra certezza, appendendo le nostre speranze a un
filo! Io stesso, in bilico fra aspettative opposte e
contrastanti…»
…e
fluì il ricordo di quel click decisivo sul tasto invio, i
suoi
occhi spalancarsi dietro gli occhiali, ed i suoi figli alle spalle,
Suzie bambina «E’
vero che potremo rivederli? Takato non si
è sbagliato, si è riaperto l’ingresso
per
Digiworld!» ed Henry ragazzino «Shhh, Suzie lasciamo
lavorare papà e cerchiamo di capire che molto probabilmente
si
tratta di un falso allarme. Il varco si è richiuso per
sempre.
Dobbiamo accettarlo, siamo grandi entrambi ormai.»
…che
però dopo quelle parole si volgeva verso il
padre…come in
una tacita supplica, in quella compostezza più adulta della
sua
età…
“E’
impossibile…!! Contrariamente alle previsioni
originarie il varco risulta essersi riaperto!!”
realizzava Wong
di dieci anni più giovane, e si volgeva lentamente verso i
suoi
figli, spiegando «No
ragazzi, devo ancora finire l’analisi
ma per il momento non segnala nulla di
anomalo.»…«Hai visto? Te l’avevo
detto!»…«Non ci credooo! Per me Takato
non si
è sbagliato, nel nascondiglio di Guilmon è
realmente
riapparso il portale!»…«Non fare i capricci Suzie:
andiamo a letto.» invitava quel premuroso e
dolce, ma al contempo
fermo e severo fratello maggiore…il quale però
non
mostrava a nessuno il suo dolore, e approfittava dell’avere
la
sorellina avanti a lui, e il padre alle sue spalle, per stringere un
pugno di frustrazione e chinare il capo…
…Wong narrava «Scelsi di non dire nulla a miei
figli, ma
di approfondire personalmente questa storia: volevo vederci
chiaro.»
…sicché si ricordò avvolto
dall’impermeabile, in quella notte di pioggia in cui aveva
parcheggiato l’auto dinanzi al nascondiglio di pietra
apparentemente desolato, tetro come un insondabile monito del destino,
circondato da foglie bagnate che frusciavano…
…nonostante questo, appellandosi al suo coraggio di padre
quell’uomo si era fatto avanti gradino per gradino…
…fino ad arrivare in cima…
…e
spalancare i suoi occhi, nell’echeggiare di un fulmine
«…eccolo!
Non si tratta di un’illusione ottica, sono
perfettamente lucido.»
…alludendo a quell’alone di luci iridescenti nel
fondo del
cunicolo scavato…
«…non
occorre un’analisi informatica, si vede a
occhio nudo! Quello è il varco…»
avvicinandosi…
…mentre Rika che ascoltava respirava
profondamente…Renamon non tradiva alcun movimento ma bucava
l’uomo con occhi penetranti…il fiato di Seiko,
Rumiko e la
già molto coinvolta Himi era sospeso…
Wong
spiegò «Non restava che appurare la provenienza
dell’ambigua voce che aveva udito Takato. Sicché
scegliendo di addentrarmi…svelai il
mistero…»
«E
così sei stato tu…! Tu hai sussurrato
nell’orecchio
di quel povero ragazzo che ormai entrare a Digiworld gli è
precluso perché è cresciuto, perché
non è
più un bambino!»
«…sì…»
aveva risposto quel Digimon
mascherato, dall’armatura iridescente, che era emerso dal
buio di
un corridoio «…e
anche se fosse chi mi vietava di
farlo…?» …dai modi
signorili, ma la voce cupa e il
fare cinico…un fare molto diverso da quel padre ora animato
da
istinto e pulsioni «…la
giustizia, cos’altro?! E la
verità! Questo ti impediva di mentirgli, quel ragazzo ha
sofferto atrocemente per la perdita del suo amico, e non è
il
solo! Ce n’è una squadra intera!
C’è un
gruppo di adolescenti col fiato sospeso in superficie, che conta sul
MIO operato affinché si scopra l’esistenza di
questo
posto!!...
…in questo corridoio
si trova il vero cancello per Digiworld, quei ragazzi non lo distinsero
nitidamente al loro primo viaggio a causa di un sovraccarico di dati!...
…e sono solo storie
quelle relative all’età, perché io
l’ho
appena varcato!»…«…intende
parlare…?»…«Certo! Ci mancherebbe, di sicuro
non intendo vivere con questo peso sul cuore! Questi mesi che
hanno seguito la mia sofferta decisione sono stati
invivibili…
…ogni mattina scorgere lo
sguardo sofferente del mio Henry, distinguere nitidamente la
falsità di quel sorriso che mi fa per non farmi sentire in
colpa!...
…ma il
mio Henry è un
bravo ragazzo, è stato un eroe, tutti quei domatori che ora
stanno dormendo nei loro letti quassù in città
sono dei
giovani arditi e coraggiosi, hanno messo a repentaglio la loro infanzia
per salvarci!...la vita li ha premiati con un Digimon…loro
DEVONO crescere insieme, il concetto di vita artificiale fu solo un
inizio, e ormai ci è sfuggito di mano!»
…aveva
dichiarato quel padre a ogni parola più convinto delle sue
ragioni «Le
nostre creazioni si sono evolute in
qualcos’altro…quelle creature sono VIVE, e vegete!
Esistono, e il loro posto è al fianco dei ragazzi!!»
ma
«Ahhh!»
Guardianmon gli aveva puntato la lama della sua
spada alla gola «Lusingato…per
esser stato inserito
anch’io in quest’albo di eroi, mio caro signore:
anch’io sono una di quelle creature non più
definibili con
lo svilente appellativo di “vita
artificiale”…»…«C-Chi sei
tu…?»…«…questo non ha
importanza…
…ha importanza soltanto
ciò che le dirò, e ciò che lei
ascolterà
con molta attenzione, signor WONG…»
mentre
quest’ultimo temeva quella lama, ma evocava tutto il coraggio
che
aveva per fronteggiare quello sguardo oltre la maschera
«…lei
non dirà…PROPRIO NIENTE di tutto
ciò che ha visto questa notte. Dimenticherà di
questo
varco, e dimenticherà d’aver visto me.
Perché in
caso contrario…
…lei mi ha detto di
avere due
figli…»…«Ahhh!»…«…se
lei parlerà…se dirà qualcosa, se
svelerà
che il varco è di nuovo accessibile…loro
potrebbero non
avere il tempo per
attraversarlo!»…«…no!...»…«…occhi
per vederne la luce…» mentre Wong
dilatava i suoi occhi
«…mani…da
portarsi alla bocca tanta l’estasi,
no lei se li vorrà veder crescere forti…e sani, e
raccogliere quei brandelli di felicità destinati a comuni
esseri
umani, anziché mettere le zampe dove non si deve…
…dirà loro
esattamente questo, e cioè che il varco è chiuso.
Ed il
sogno di Digiworld è una chimera infantile…che
sfuma
all’alba della vita…
…devono dimenticare…»…«…perché…?...
…perché devono
pagare un prezzo così alto?! Meritano una ricompensa, non un
castigo!»…«Perché…così
ho
deciso io: la consideri un’intimazione…per ragioni
personali.»…«Non vi è
ragione…che
possa giustificare un simile ricatto!»…«…
…come
è
dolce…graziosa e indifesa la sua figlia minore: la piccola
Suzie…»…«Ahhh!»…«Non
creda…premuroso paparino, ho preso le mie precauzioni, come
se
fossi tanto stupido da non aver percepito l’odioso ronzio dei
suoi rilevatori accanto al mio cancello…
…questo
varco…appartiene
solo a me e per difenderlo mi sono informato su alcune
personalità degne di nota come lei…con
famiglia…e
figli annessi!»…«Non provare a toccare i miei
figli,
maledetto!»…«Dipende da lei…
…so in
che scuola la
manda…so che adora…i peluche a forma di
coniglietto, ha
degli splendidi riflessi violacei nei suoi capelli scuri…di
certo diventerà una ragazza affascinante…»
…riuscendo, così facendo, ad inondare di paura
gli occhi
di quel volenteroso padre…
…ora di
fronte ad occhi ora spalancati di quattro donne umane ed una volpe
digitale, che si lasciava andare
«…Guardianmon…!...
…bastardo!!» picchiando un pugno sul
muro…
…Rumiko
mormorava «…è una cosa
inaudita…» e
sua madre «Minacciare una bambina
piccola…» con mani
alla bocca varie…
Himi si accostava a
Rika…e parole di Wong, che si rialzava terminando la
narrazione
erano «Non è forse preferibile una vita sicura,
all’opaca luce di umane soddisfazioni, piuttosto che
l’azzardo di inseguire un sogno che può spezzare
la tua
crescita?»
Rika stava per
rispondere, ma prima che potesse parlare lo fece Himi per lei
«No.»
Wong la guardò
colpito, così come fece Rika
«Himi…!»…«Perdonami
Rika so che era il
tuo turno ma…se avessi parlato tu che ora hai il tuo Digimon
al
fianco non avrebbe avuto valore! Rispondo piuttosto io! Io non ho mai
avuto un Digimon però…arrivo a capire che
è
inutile cercare di tamponare una ferita che butta sangue, se
ciò
che l’ha provocata affonda ancora più in basso:
una vita,
qualunque essa sia, umana, banale, qualsiasi non metterà mai
a
tacere quel grido che hai dentro.»…«La
mia amica ha
ragione: io la comprendo!» disse Rika, profonda e decisa
rivolta
a Wong «E se si fosse trattato dei miei figli probabilmente
avrei
agito allo stesso modo! Ma in realtà è inutile:
la nostra
crescita si è ugualmente spezzata. Henry sta male, e anche
Suzie
ha sofferto. Come diceva Leomon…ognuno ha il suo destino. E
benché sia pericoloso…la vita ha voluto che il
nostro
fosse nel fondo di quel corridoio. Nel nucleo intenso del bagliore
della luce digitale. Oltre quel Digimon malvagio…
…accanto
ai nostri amici…»…volgendosi verso
Renamon…«…in un mondo
unito…in cui la terra
e Digiworld potranno essere finalmente un pianeta solo. Collegati da
nient’altro…
…che un
semplice corridoio. Nessun’altra
vita…può sperare
in un risultato diverso…dallo spargersi del dolore che
questa
separazione ha generato. Niente può sostituire i nostri
sogni.»…«Rika, ma io non potevo fare
altrimenti!
Quel Digimon…Guardianmon, non ha mai smesso di ricattarmi in
tutti questi anni!»…«…che
cosa ha
detto?!» chiese Renamon, e Wong insistette «Da
allora
iniziò a prenderci gusto, e a estorcermi denaro! Mi inviava
mail
con foto di mia figlia, per testimoniarmi che non cessava di
controllarla! E minacciava…di scatenarmi contro
l’odio di
Henry e di Suzie rivelando ciò che avevo nascosto
loro.»
«Quest’uomo è un mostro!!»
esclamò
Rumiko, ma la madre la corresse «Rumiko, ti sbagli: non si
tratta
di un uomo, ma di un Digimon.» però intervenne
Renamon
«Uomo o Digimon non fa differenza quando ci si trova di
fronte ad
un’azione
malvagia!»…«Io…non sapevo
più cosa fare.» ammetteva Wong riaccomodandosi gli
occhiali «…se non esortare Henry…a
farsi presto una
posizione, a guadagnare abbastanza da coprire queste ingenti uscite!
Invitare Suzie a fare sempre attenzione, quando gira per strada da
sola…
…e
cercare di far dimenticar loro presto quella che era stata
l’avventura con i Digimon: a causa di questo
ricatto…
…quella
vita banale…tipica…di qualunque essere umano ma
non del
tutto spoglia di un po’ d’amore e qualche
soddisfazione…è diventata l’obiettivo
unico e
essenziale per cui lottare! Cos’altro di più
potevo
offrire ai miei figli, ora che qualcuno mi aveva privato del potere di
realizzare i loro veri sogni?» allargando le
braccia…mentre Rika sussurrava «…forse
qualcosa
ancora…
…poteva offrir loro la possibilità di non
trovarsi da
soli: se si fosse rivolto a noi, se ci avesse chiesto aiuto noi non vi
avremmo lasciati!»…«…non
potevate fare
più niente! Avevate perso i vostri Digimon, contro di lui
che
era uno di loro voi eravate soltanto un gruppo di ragazzi umani! E io
sapevo che ci controllava, avevo…paura.» ma Rika
gli
sorreggeva quelle mani affermando «…anche un
gruppo di
soli umani può diventare forte quando si tratta di difendere
i
propri sogni e coloro che si amano. Ma ora non fa niente. E’
tardi per cambiare il passato…ma non ancora per riscrivere
il
futuro: ciò che noi sulla terra ci siamo astenuti dal fare,
lo
hanno fatto i Digimon a loro rischio e pericolo. Hanno sfidato
Guardianmon…
…e
ci hanno raggiunto, ora non resta che arginare le disastrose
conseguenze che questi anni hanno portato: dobbiamo ritrovare Henry.
Lei ci deve parlare, dovete definitivamente chiarirvi! Il mio amico
deve ritrovare la sua famiglia,
dopodiché…»
tornando a rivolgere sguardo a Renamon
«…sarà la
volta che finalmente affronteremo quel nemico che vi ha, che ci
ha…!...a tutti quanti…rovinato la vita. Per
liberare i
nostri mondi dalla sua tirannia.»
Wong
sospirò, e si riaccomodò la giacca
«…forse
hai ragione, Rika. Spero solo che non sia troppo
tardi.»…«Abbia fiducia: vada a cercare
Henry, nel
frattempo io avviserò Takato, le daremo una mano!»
A quel
punto l’uomo guardò la ragazza, e fu lui a
prenderle le
mani con calore «Grazie di cuore…!!»
commosso per
quello sgravio sofferto…Rika gli sorrideva, rivolgendogli
una
carezza degna di una figlia.
Ma in quel
momento Henry balzava in piedi «…!! E’
la
verità!!» …sfilandosi i suoi occhiali
da vista,
così che i suoi occhi attoniti non avessero più
veli
«Il varco si era riaperto!!...
…papà mi ha mentito per tutti questi
anni…»
Quell’ambigua, piccola sagoma rossa emanava un bagliore
sempre
più acceso preso il suo cuore…
...mentre al
palazzo reale a Digiworld, un guerriero dai modi distinti si accostava
ad un giovane dallo sguardo umile ma determinato
«Dimmi…Kazu: cos’è accaduto
da quel momento
di gran caos e distruzione in cui ci siamo
separati…?»…«Sono stato
catturato da
Sandmon…» rispose il giovane, che fissava con
sguardo
assorto gli occhi di Guardianmon celati dalla maschera
«…dei Digimon mi hanno aiutato a
fuggire…
…poi…» abbassando lo sguardo
“…accidenti, non posso rivelare della Sfera
regale! Non
conosco bene questo Digimon. Era a guardia dei cancelli. Cyclemon non
sembra fidarsi completamente…”
«Ecco…»
riaccomodandosi il cappello scuro «Ho ritrovato Guardromon!
E’ stato il mio Digimon durante il mio primo viaggio a
Digiworld,
dieci anni fa.»
“Quello
stupido robottino è dunque il suo Digimon!...devo trovare un
modo per liberarmi di lui se desidero che questo ragazzo diventi il mio
domatore!” «Guardromon è il mio migliore
amico, il
giorno in cui apparve il nostro Digivice fu il più felice
della
mia vita!» descriveva Kazu con un sorriso radioso di ricordi,
e
Guardianmon elaborava “Potrei eliminarlo…!...se
è
così importante per lui, rischia di precipitare in un
baratro di
disperazione qualora il pezzo di latta…sparisse!
Disperazione di
cui potrei molto tranquillamente approfittare…”
«Cosa ne è stato piuttosto di voi dal giorno in
cui
distrussero il
villaggio?»…«Beh…
…ho fatto quello…che non ho mai smesso di fare
nella
vita: ho lottato…e mi sono arrangiato.» Kazu
rivelò
un sorriso cortese «In tal caso c’è
molto in comune
fra noi due. Anch’io non ho fatto altro che
questo…per
dieci anni. Da quando mi sono separato dal mio Guardromon, ed ho
iniziato a crescere…camminare, e anche
soffrire.»…«La tua vita!...sembra
qualcosa
di…estremamente
interessante!»…«E’ una
vita come tutte le altre, Guardianmon…niente di speciale,
tanto
più accostata con una vita come dev’essere stata
la
vostra! Mi piacerebbe ascoltarla!! Vi dissi già al nostro
primo
incontro…che non vi è cosa che mi abbia
affascinato e
tuttora mi affascini di più dei Digimon! Con il loro
mondo…» descrivendo con tono sognante
«…e
talvolta i loro sentimenti…»
…risistemandosi il
cappello, e vagando con gli occhi a chissà cosa e a
chissà chi…mentre Guardianmon pensava
“Come
previsto questo ragazzo sembra molto attaccato a passato,
ricordi…devo approfittarne! Se il suggerimento che quella
sciocca di Yuki mi ha riportato è giusto, suggerimento
che…proviene da quel ragazzo che è stato il suo
amico e
fedele compagno…” …alludendo a Kazu,
che era stato
rapito da un pensiero… “…lusingarlo
attraverso il
racconto dei suoi noiosi e insulsi dieci anni di esperienze mi
farà guadagnare punti ai suoi occhi. Intanto, allo
scaldabagno
arrugginito potrebbe sempre accadere…un piccolo incidente,
uhmuhmuhm!”
«Guardianmon!»…«Oh?!»…«Vi
prego! Vi andrebbe di raccontarmi la vostra
vita?!»…«C-COSA?!»…«Ma
sì!!» fece Kazu sollevandogli le mani
«Ora che siete
qui al palazzo mi piacerebbe ascoltarvi, se sapeste come mi sento!
Ignoro cosa ne sarà di me, e devo stringere i denti in ogni
minuto che passa! In questi momenti si ha bisogno delle storie di chi
ha lottato e si è fatto forza! Voi mi sembrate uno di
questi, ed
avete il valore aggiunto di essere un Digimon! Vi prego, abbiate
pietà del mio strazio e della mia ansia!» e gli
occhi del
Digimon oltre la maschera si dilatavano…
…quando
proprio in quel momento stava giungendo Cyclemon con sua figlia
«Come ti senti
figliola?»…«Io?...bene!...»
rispose Diamon i
cui occhi furono subito catturati…mentre il padre svelava a
capo
chino «…solo di un raro momento appartato come
questo
posso approfittare per dirti…che non sai quanto mi addolora
che
siamo dovuti arrivare fino a questo punto,
io…!...credi…non l’avrei mai voluti.
E-E tuttora
non vorrei! Mi fa ribollire il sangue il pensiero che
ora…almeno
in un primo momento tu debba comportarti come…la legittima
sposa
di quell’essere
abietto.»…«N-Non fa
niente!»…«…ma per me
è
importante!!...la tua felicità non smette di contare anche
in un
momento di crisi politica come questo. Oh? Diamon mi stai ascoltando?
Cosa guardi?»
…Guardianmon nel frattempo replicava
«…la mia
è una vita come tutte le altre…niente di
speciale!»
e sembrava tradire timore nel suo tono, mentre Kazu insisteva
«E’ ciò che ho detto anch’io!!
Allora partiamo
dal fatto che nessuna delle nostre due vite è interessante,
ma
infischiamocene e raccontiamocela!...
…vi
leggo negli occhi, un’angoscia tormenta anche voi nonostante
siate grande, e valoroso!»…«Ohh?!
M-Ma…cosa
dici?! Non vi è alcun turbamento nel mio
cuore!»…«Mi aspettavo una simile
risposta ma
mentite.»…«Oh?!» Kazu gli
prese di nuovo la
mano «…quelli sono gli occhi di chi ha paura, e di
chi ha
sofferto per qualcuno che ha amato…»
…occhi che si
dilatavano ancor più…«…sono
gli occhi che
avevo io da adolescente…quando mia madre
morì…e
non sapevo più chi essere…quale personaggio
interpretare!
Se ancora quel figlio devoto e rispettoso…o per sentirmi
più forte, diventare cattivo! Imprevedibile, e sfuggente
come la
notte!...assomigliavo a voi…
…non
crediatelo, si possono riconoscere anche i propri occhi…se
si ha
imparato a far tesoro delle esperienze più
costruttive…»
Guardianmon taceva…
…e Diamon
si sfiorava le labbra, mentre Cyclemon le parlava
«…lo so.
Guardi Guardianmon. Non c’è bisogno che tu lo
dica, ha
messo sull’avviso anche me: non comprendo del tutto il
perché della sua presenza in questo palazzo…sono
in
guardia, figlia mia. Ho raccomandato a Kazu di non parlare per nessuna
ragione.»…«…!!...come di non
parlare?!...ah!
Ahhh, ti riferisci alla
Sfe-»…«SHHH!»…«Ops!
Cioè
ti riferisci a “tu sai cosa” così non si
capisce!
No! Giusto! Bravo! Vero no hai-hai ragione! Vedrai che non
parlerà!» …liquidò Diamon
con una certa
fretta pur sempre molto rispettosa…
…e tornò a scrutare il dialogo fra i
due…
«…capisco
che posso risultarvi invadente e forse inopportuno e di questo vi
chiedo perdono però-» ma d’un tratto
Kazu si
interruppe e si volse, accorgendosi della presenza della ragazza
digitale.
Appena gli
occhi del giovane furono su di lei, Diamon tossicchiò
«EHM
EHM!...papà credo sia meglio che andiamo a sederci, tu hai
sempre i tuoi dolori alla schiena…!»
Ma quel
ritrovo fu interrotto da un sonoro «Buongiorno!!»
…qualcuno di estremamente ferraglioso scendeva dalle scale,
e
subito lo sguardo di Kazu si tinse di rabbia
«Sandmon…!»
«Sono
venuto a constatare come sta quel raffinato bocciolo di rosa che
è la mia promessa sposa!»…«La
promessa sposa
sta bene! Grazie, siete gentile a preoccuparvi!»
replicò
Diamon «Mi dispiace solo che vi siate alzato dal letto
unicamente
per questo, se vi preoccupava adesso potete anche tornare sotto le
coperte, io non mi offendo!»...gli occhi di Cyclemon
automaticamente si orientarono verso sua figlia, la quale fece con la
massima naturalezza «Ptsss, cosa c’è
papà?
Perché mi guardi così? Io cercavo solo di essere
cortese,
lo hai visto che ha le occhiaie in
faccia?»…indicando
esattamente il punto sul suo stesso viso, mentre Cyclemon con paterna
premura le prendeva delicatamente le mani, abbassandogliele,
all’avvicinarsi di Sandmon che commentò
«Che animo
sopraffino, una futura moglie che si interessa del sonno del proprio
marito: voi valete davvero…le negoziazioni diplomatiche di
tutto
Digiworld, Diamon.»
…mentre Kazu si
infuriava sempre più, mormorando
«…altro che
“negoziazioni diplomatiche”, quel tipo la tiene in
pugno e
l’ha costretta a fidanzarsi poiché ha invaso il
palazzo,
è una vera iniquità…!!» ma
mentre Sandmon si
volgeva stupito «Oh?»
…Guardianmon
istintivamente frenò Kazu con la mano, impedendogli di
scagliarsi contro il Digimon. L’animo di Diamon e Cyclemon
era
sospeso. Mentre il ragazzo si rendeva conto di essere stato impulsivo e
si riaccomodava il cappello…
...il
guerriero mascherato però non smetteva di fissare quello di
sabbia. I suoi occhi parevano assorti “Sandmon…vorrei
tanto sbagliarmi…ma ho la netta sensazione che non si tratti
di
un Digimon come tanti nato nella Città della Rinascita,
bensì di uno di quelli che…!!!”
Ma fra lui e
Kazu, era il ragazzo colui che aveva maggiormente richiamato
l’attenzione del guerriero sabbioso «Chi non
muore…nella cella gelida e putrida di un vascello volante si
rivede…pardon! Tu cosa ci faresti qui, ragazzo
umano?»
Diamon si
portò le mani alla bocca, ma Cyclemon rispose prontamente
«Lavora per me!»…«Ah!!...sei
diventato
schiavista d’improvviso, Cyclemon?!»
provocò
Sandmon, ma Kazu intervenne «Non si tratta di
schiavitù!
Ma di “obbligo
morale”!!»…«OOOBBLIGO
MORALE, sai persino quest’espressione misero fanciullo? Mi
compiaccio del livello di istruzione medio sulla
terra!»…«Io mi compiaccio che quel poco
di
istruzione mi ha reso almeno diverso da
te!»…«Cooosa?!»
ululò Sandmon tendendo
l’orecchio «Non ho sentito bene!» ma
Cyclemon si
frappose «Sarà che è parlare di poca
importanza,
le…impulsività di un
ragazzo!»…«Ma
Cyclemon!»…«Kazu, non devi dar
noia…all’ambasciatore, piuttosto vieni, ho del
lavoro per
te.»…«Sì! Sì!
Andiamo!»
esortò Diamon…ma si accorse solo dopo di essersi
rivolta
al padre e a Kazu anziché al suo promesso sposo, rimediando
subito «Cioè sss…andiamo nel
sensooo…!» in un vortice di gesti impicciati, che
Sandmon
bloccò con l’affermazione «Credo vi
siano alcuni
Mudfrigimon che hanno chiesto udienza da me! Ignoro cosa gli serva ma
sarei ben contento di avere…con me la vostra compagnia,
Diamon.»
…sicché Diamon, seppur piuttosto
esitante, dovette
offrire la sua mano delicata a quella avvolta dal possente guanto che
il guerriero di sabbia le aveva teso…
…tutto questo sotto gli occhi impenetrabili di
Guardianmon…
Kazu si
allontanava con Cyclemon «Quel Sandmon farà solo
danni qui
a palazzo!
Danni…irreparabili!»…«Kazu ti
prego capisco la tua posizione ma devi starne fuori: abbiamo un compito
molto delicato.»…«Diamon farà
le spese del
nostro “compito delicato”, che…a
proposito! Vorrei
anche sapere da quale prova è
costituito!»…«Tre
prove.»…«Cosa?
Tre?»
Mentre Diamon e
Sandmon si accostavano a Guardianmon…il guerriero di sabbia
scrutò da cima a fondo l’altro
dall’armatura
iridescente, ma questi si inchinò
«Perdonate.»
allontanandosi. Sandmon borbottò «Puaf, fa come ti
pare…che maniere…anziché rivolgermi
parole di
rispetto gira i tacchi: non lo sa che sono l’ambasciatore del
Supremo?»…«Che Digimon misterioso
Guardianmon…» osservava Diamon con espressione
assorta e
sognante «Trovate anche voi che esprimano sofferenza i suoi
occhi
malinconici dietro la
maschera?»…«SOFFERENZA?! PUAF!
Quegli occhi da pesce lesso che si ritrova, non mi dicono assolutamente
niente! Andiamo!»…«Ahhh, con
calmaaa…!»
gemette un po’ lei perché il Digimon la
trascinava,
tenendola ben salda al polso. Eppure lei si volgeva, perché
avrebbe desiderato seguitare ad osservare Guardianmon e a riflettere su
di lui…
«La prima
prende il nome di prova
della saggezza. La seconda, prende il nome di
prova della forza.» descriveva Cyclemon, e Kazu
incalcandosi il
cappello esprimeva «Mi piacerebbe sapere una cosa:
perché
queste prove?!...cos’hanno a che vedere con Babamon e Jijimon
e
la sfera trovata nella loro casa?!»
Cyclemon non rispose, e chinò il capo…
Il ragazzo insistette «Oltre a questo…
…avevi
detto prima che le prove erano tre. Ho sentito
male?»…«La terza è conosciuta
con il nome di
ultima prova,
sappiamo poco al suo riguardo.»
Dell’insicurezza si dipinse sul volto pallido del pur
volenteroso
ragazzo, mentre avanzavano verso un corridoio sempre più
buio…
«Tuttavia non devi temere, non si può bloccare il
destino.» ammise Cyclemon «Il mio
destino…»
ripeté Kazu, che ora che fu quasi del tutto avvolto dal buio
poté sfilarsi il cappello e svelare il bagliore della Sfera
regale «…da quando ho trovato questa sfera nel
letto dei
miei cari amici vecchietti…è soltanto una grande
e buia
incognita…illuminata da una luce di cui ignoro la
provenienza.»
«…per più d’uno talvolta
è
così…» disse Cyclemon, nei cui occhi
inumani si
rifletteva la tenue ma costante luce della Sfera…
«Ti prego,
tranquillizzati!!» esclamava Yuki appenata nella penombra del
corridoio della sua casa, afferrando quella mano lunga ed elegante, ma
che ora sembrava anche nervosa «Terriermon ha scoperto tutto,
però…non ha prove per dimostrarlo!!»
pronunciava la
voce nasale della ragazza i cui occhi verdi sembravano armati delle
più vere e sincere intenzioni di tranquillizzare colui a cui
parlava «Tanto più adesso!! Se anche volessi
rivelarmi per
quella che sono in realtà, non potrei! Scusa ci hanno rubato
il
mezzo numero uno!»…«Ahhh,
perché…?»…«Amore…!»
…cercava
di confortarlo lei, ma lui con la mano si sfiorava la fronte, che
restava nell’ombra, pronunciando con voce gentile
«…da troppo tempo ormai il mio destino
è soltanto
una grande…e buia
incognita…»…«…però
è
illuminata!» affermava quella ragazza dallo sguardo
volenteroso
«Hai la luce del mio amore!! Non sei solo, non lo sei mai
stato…» avvicinandosi a lui, e abbracciandolo
«…né mai lo
sarai…»…«…amore
mio…» lui
la stringeva, rivelando entrambe le mani attorno alla schiena di lei, e
Yuki «Shhh…coraggio. Vedrai. Ce ne resteremo
nascosti, qua
nel buio soli soletti, lui non ci troverà, non
potrà
sapere nulla! Non ci farà del male!»
L’altro
esitò, lì per lì non disse
nulla…ma poi le
pose le mani sulle spalle ed esclamò
«Però non
è giusto!! Tu non meriti questo!! Accanto a me il tuo
destino
è stato altrettanto una voragine oscura!! Non era giusto che
ti
infognassi in tutto questo, eri abituata…ad essere libera, a
volare!»…«Io esisto solo per te!!...se
ho le ali
è per volare incontro a te, se ho imparato a parlare
è
stato per…!!...» rivolgendogli una carezza
«…per dirti…parole dolci. Io ti amo. Ti
amo con
tutta me
stessa.»…«…anch’io…»…«E
allora-»…«E allora basta, è
finita!!»…«…ah!!
Cosa?!»
sussultò in un lieve gemito quella ragazza bionda e
paffutella.
Lui parlava con disperazione, ma altrettanta convinzione «Hai
sentito bene! E’ finita! E’ durata fin
troppo!»…«No! Non dire così!
Ti prego, amore
mio ora parli perché sei sconvolto, non pensi in
realtà
quello che
dici!»…«Lasciami!!»…«No,
ti
supplico!» affluì la commozione negli occhi di
lei, quando
lui la spinse via «…dimenticati che esisto,
è stato
tutto un grosso errore: io non dovevo finire a essere quello che sono
diventato da quando tu ti sei accostata a
me!»…«Era
destino che ci incontrassimo!»…«No!
Evidentemente
no! Nessun destino impone simili ingiustizie, come quelle che ha
imposto a te da quando ti sei messa in testa di seguirmi! Denota
CHIARAMENTE la presenza di un errore, probabilmente questo è
stata la mia testardaggine! Ti volevo troppo, ho troppo desiderato di
incontrarti!...
…e quando
sei arrivata, che tu restassi con me…»
…mentre
scendevano lente e ingenue lacrime dagli occhi verdi della
ragazza…
«…e
quando doveva finire…ho desiderato che continuasse, il
destino
l’abbiamo forzato, hai visto come è andata per chi
invece
lo ha accettato?!!»…«Vuoi forse
dire…che loro
sono più felici di
noi…?»…«…non
far finta di non capire e non mi mettere in bocca cose che non penso,
sai molto bene cosa voglio
dire!»…«…io non
sono pentita.» replicò lei con dignità,
asciugandosi gli occhi e «SFRNNN!!!...SFRN! SFRN!»
soffiandosi il naso «Lo farei mille
volte!»…«Io no!! Neanche
una!!» replicò
lui aspramente, e lei «Non ti
credo!»…«Fai
molto male…perché è esattamente quello
che voglio.
Non penso che loro siano più felici di noi.»
volgendosi e
guardandola, anche se di lui si intravedeva solo la sagoma
perché restava nell’ombra
«…penso solo che
almeno loro non sono stati causa dell’infelicità
di coloro
che amavano. O se così è stato non lo hanno fatto
consapevolmente, a differenza di
me.»…«A-Amore!»…«Basta!
Vattene
di qui! Sparisci, non voglio più
vederti!!»…«Nooo!» lei si
aggrappò a
lui, ma lui la respinse «VATTENE! E’ FINITA,
E’
FINITA PER SEMPRE!!»
Yuki
singhiozzò…dopodiché esplose
«NON E’
GIUSTOOO!!!» fuggendo via…
…il volto di lui era solo una sagoma
nell’ombra…ma
le lacrime luccicavano «…no, non è
giusto mio
piccolo grande amore. Ma evidentemente a me non tocca che
questo…»
«Signor
Harasawa, posso fare una
telefonata?»…«Certo Takato,
vai pure.»…«Grazie.»
Così il
giovane apprendista parrucchiere estrasse il suo cellulare ed
iniziò a scorrere la rubrica «Sono stufo di
restare con le
mani in mano…
…un
po’ di problemi da risolvere? Iniziamo dal primo, dopo ieri
notte
voglio vederci chiaro: Rea! Eccolo, questo è il numero che
mi ha
lasciato.» schiacciando convinto il tasto ed avviando la
chiamata…
…mentre approfittava dello specchio che aveva di fronte a
sé per scrutarsi il viso, riaccomodarsi i
capelli…e
riflettere «…delle volte una domanda diretta
è
più efficace di tanti giri di parole…voglio
proprio
vedere se Henry non si è inventato dei nomi per confondere
le
acque…»
Rea
era in auto con suo figlio, quando le squillò il cellulare
«Benji…! E’ il nostro, chi
sarà?»
recuperandolo nella borsa «Oh? Takato…»
quel nome la
emozionò, dopodiché destreggiandosi un
po’ tra il
volante e i suoi lunghi capelli, riuscì a infilarselo sotto
l’orecchio «Pronto?»
«Rea, scusa se ti disturbo…»
«Pfff…no. Sei tu che devi scusarmi. Dopo ieri sera
sono
sparita. E non ho fatto in tempo, o per meglio dire non ho voluto
ringraziarvi per aver salvato la vita a me e a Benji,
un’altra
volta. Ma ti posso assicurare che c’erano delle gravi ragioni
che
occupavano lo spazio completo della mia testa: non appena siete
intervenuti, ho ripreso a inseguirle…»
«E’ proprio di queste “gravi
ragioni” che
desidero parlare.»
Alla ragazza si spezzò il fiato…
E Takato,
molto serio dichiarò «Perché
probabilmente
inseguiamo la stessa verità senza saperlo: Rea, scusami se
vado
così dritto, ma ti assicuro che è molto
importante. Sei
la moglie di Henry? E’ il mio amico il padre di
Benji?»
Rea frenò
l’auto, sospirò esausta di intrighi e misteri.
Rispose
«Sì…»
Takato chiuse
gli occhi…ed abbassò quella mano che
più non aveva
né bisogno né impulso di accomodarsi i capelli,
si volse
persino dando le spalle allo specchio «…
...e perché lo avete abbandonato?»
«Non
siamo stati noi, Takato!!» espresse la ragazza con sofferenza
«E’ stato lui ad abbandonare noi!!»
Takato
cercò di respirare, per ponderare con calma
«Le
cose…stanno così, dunque? Come la prima volta che
mi
illustrasti la tua storia?»
«Sì!! Io sono stata sincera! Ti giuro che sono
stata
sincera, senti…so che Henry è tuo amico, e che
molto
probabilmente-»
«No!
Rea…senti…”probabilmente”
niente! Henry
è mio amico, è vero. Ma so
che…è
terribilmente confuso. Ha persino allontanato il suo
Digimon…in
un primo momento, ancora non so bene cosa sia successo, ma sapessi
quanto era unito a lui!»
«…credo
di saperne qualcosa. Credo che abbiamo molte cose da dirci, io e
te.»
«…sì…sì, sono
d’accordo
anch’io. Senti, dobbiamo vederci il prima
possibile!»
«Io sto andando a casa
di Henry. Non so se lui sia lì e non mi interessa, io
è
con suo padre che voglio parlare: tra l’altro lui e sua
moglie
avranno pur il diritto di conoscere il loro nipotino!»
«…ti
dispiace se ti raggiungo? Non voglio intromettermi nella vostra
vita…però, cerca di capirmi!...sta tanto male ed
è
come un fratello per me. Non sai cosa possa significare condividere una
battaglia, le gioie e i dolori, le lacrime e i
sorrisi…»
…parole che evocavano commozione negli occhi della giovane
madre…
«…Henry
resterà sempre una priorità nella mia
vita…e
automaticamente le persone che compongono la sua, di vita. Ora il
destino ha voluto che queste foste proprio voi. E’
incredibile…ora capisco perché vedendo Benji in
tv provai
quell’improvviso e irrefrenabile istinto di salvarlo! Era la
vita
che si rinnova…» dichiarò il ragazzo
con occhi
emozionati «…senza saperlo…ho avuto
modo di
conoscere il figlio del mio amico. Ed è meraviglioso!
Benji…assomiglia tanto al suo
papà…»
«…lo
so…» chiuse gli occhi Rea, versando una lacrima
mentre
Benji era lì, anche se un po’ più mogio
del solito,
come se mancasse qualcuno «…ci vediamo qui
Takato…» sussurrò, chiudendo il
telefono…
«A
dopo…» Takato fece
altrettanto…specchiandosi
«Benji è davvero il figlio di Henry.
L’ho visto!
L’ho conosciuto…
…Rea e
Benji sono la moglie e il figlio di Henry…» ma
sulla sua
emozione detonava un nuovo squillo di cellulare
«Ihm!» che
lo fece sussultare perché non se lo aspettava «E
adesso
chi è?...Rika!!...pronto?!»
«Takato scusa se
ti chiamo sul lavoro ma c’è una cosa che devi
sapere.» affermò la ragazza dai boccoli rossi,
camminando
sullo scalino esterno della sua casa, con Renamon lì
presente
«Anche tu!» giunse la voce del ragazzo dal telefono
«Rika avevi ragione: Benji è il figlio di Henry! E
sua
moglie è Rea! Lei andrà a casa di lui, io la sto
raggiungendo! Probabilmente Henry è lì,
è meglio
che vada, Rea potrebbe non essere a conoscenza del suo stato
confusionale!»…«Takato, quando Rea
giungerà
non troverà Henry: è da ieri sera che manca da
casa.»
«Come?!» sussultò il ragazzo prendendo
il cellulare
con entrambe le mani.
«E’
riuscito a uscire, eludendo i suoi genitori.»
spiegò Rika.
«Non
è possibile, mi rifiuto di crederlo!!
Gliel’avevamo detto,
ci eravamo raccomandati! Una cosa avevamo chiesto loro,
una!!»
esclamò Takato «Che si prendessero cura di lui e
lo
controllassero!! Ahhh, è incredibile!»
«Lo
so…! Ti capisco! Ma dobbiamo mantenere la calma, ora tutto
è in mano nostra: ascolta…
…il padre di Henry è stato
qui…»
«E’
stato da
te?!»…«Sì…»
…spiegò la ragazza, e Renamon si volgeva a
guardarla come
per vegliare su di lei durante quella rivelazione
«…avevi…ragione relativamente a quel
varco.»
Takato spalancò
gli occhi…ricordando di quei suoi attimi brevi di euforia
quando
lo aveva visto brillare sul fondo del nascondiglio di
Guilmon…
«…si è rigenerato da anni. Wong ha
taciuto,
poiché un Digimon malvagio di nome Guardianmon
l’ha
ricattato. Anzi. Per l’esattezza…lo ricatta
tuttora. So
che sei già arrabbiato e vorresti gettarti su di lui con le
mani
al collo per tutti gli anni di sofferenza che ci ha rifilato, e ti
giuro che ti capisco!! Però Takato…ha minacciato
di far
del male ai suoi figli, gli ha inviato!!...
…o gli invia, non so di preciso…
…foto di Suzie…»
«…hai
detto…Guardianmon…?!» il ragazzo
assunse espressione furente…
…ricordò di quando all’aeroporto aveva
colto
Cindermon a fare una telefonata…
“Guardianmon?!...ptsss
simpaticone guarda non ho tempo mi
aspettano per gli autografi che-C-CAVOLO DI FINE HAI FAT-“
...e lui
era sopraggiunto, sfilandole il cellulare di mano “CHI ERA AL
TELEFONO, BRUTTA STREGA CHE NON SEI ALTRO?!!”
…per poi
rivivere nella mente il momento in cui la stessa Digimon era svenuta
dopo un’estenuante battaglia, e nel sonno aveva pronunciato
“Il potere di
un…essere umano…per la
digievoluzione…
…ci
impedirà di esser distrutti, soltanto per questo ho
ricattato
Guardianmon, perdonami papà…!!”
…Takato deglutì pesantemente...
…mentre Rika
gli spiegava «Non appena saremo riusciti a ricomporre i pezzi
infranti della nostra squadra…sarà la volta del
faccia a
faccia: quel Digimon tiene separati i nostri mondi. E minaccia i
familiari dei nostri amici, che sono rimasti a
Digiworld…»
lanciando un’occhiata a Renamon «…anche
se i Digimon
stessi sanno poco di lui il nostro dovere di domatori ci impone di far
luce su qualcuno che ha avuto il coraggio di tessere un simile intrigo:
se è capace di questo lo è anche di molto
altro…
…stai
ascoltando quello che ti dico?» chiese più
piano…
…e Takato
«…perfettamente…siamo stati presi in
giro! Quella
creatura ha distrutto le nostre vite!! Che sia…maledetto per
tutti questi anni di dolore, che gli possa tornare indietro
tutto!!»
«Ripeto, ti capisco!
Siamo tutti nella stessa barca, Takato: lui deve qualcosa a te, a me,
ad Henry, a tutti gli altri e anche ai nostri Digimon!»
«Sempre che questo
scenario non comporti anche la graditissima presenza di qualche
infiltrato!!» pronunciò il ragazzo indignato.
E Rika tirò su il
foglietto, mormorando «…ti riferisci a Kenta?
Anche tu hai
avuto novità in proposito?»
Takato spalancò gli
occhi «…Kenta…? Vuoi dire
forse…Rika…a te è arrivato lo stesso
biglietto?!» ma qualcuno arrivò e lo
chiamò
disperatamente «Takato!!»
Rika rispose con gran
contegno «E’ troppo presto ed il biglietto
è troppo
vago per giungere a conclusioni così affrettate,
tuttavia-Takato
sei ancora in linea?»
«Scusami
Rika…ti richiamo dopo!» fece il ragazzo chiudendo
il
celluare ed alzando il suo sguardo verso colui che lo aveva raggiunto,
e che ora si sfilava i suoi occhiali per asciugarsi gli occhi dalle
lacrime «P-Perdonami ma sai che se cercassi Kazu non lo
troverei…scusa se ti disturbo sul
lavoro…»…«Kenta…»
pronunciò Takato attonito, ed il ragazzo venne avanti con
passo
quasi barcollante «Takato, sono disperato!...Yuki mi ha
lasciato!! Fra noi è finita!!»
…gettandosi ad abbracciarlo con tutta la sua forza. Takato
prese
un istintivo respiro…dopodiché, sempre mosso
dall’istinto, ricambiò l’abbraccio prima
che
qualsiasi altro pensiero potesse raggiungerlo, turbando le sue
certezze…
Nelle buie segrete del
palazzo reale, Guardromon sembrava piuttosto nervoso
«Accidenti,
Kazu mi ha detto di restare qui e che sarebbe tornato dopo poco.
Perché fa così, perché ritarda? Lo sa
che mi fa
stare in pensiero. E se l’avessero catturato? Se avessero
scoperto la sfera che tiene nascosta sotto il cappello? Sarebbe
terribile! Io non ce la faccio a star qui senza avere notizie, magari
mi nasconderò dietro le colonne, ma vado a
cercarlo.»
salendo la scala dai gradini di pietra fino alla porticina, ma quando
la aprì «Oh!» si trovò
davanti qualcuno che
però non si aspettava
«Buongiorno…» disse la
cupa voce di chi, alto e imponente, entrava richiudendosi la porta alle
spalle e spingendo il Digimon meccanico ad arretrare «Come
mai un
signore di tale classe e raffinatezza se ne sta nascosto in un luogo
ben più adatto…
…per
elettrodomestici AVARIATI E IN
DISUSO…?!»…«Oh
mammina mia!» esclamò Guardromon, quando vide
Guardianmon
sfoderare la spada.
«CHI HA
RICHIESTO L’UDIENZA?!» Sandmon sbatteva il piede a
terra
«NON HO TEMPO CHE POSSA SPENDERE PER VOI, QUINDI
CHI HA
AVUTO TALE ARDIRE E’ MEGLIO CHE SI FACCIA
VEDERE!»…«Shhh, ma perché
gridate? Non
c’è bisogno!» faceva Diamon, che lui
teneva sempre
ben stretta per il polso «Loro non sono mica sordi: molti
Digimon
piuttosto sono famosi per un udito molto affinato!»
descriveva
con viva partecipazione, ma lui le scrollò il braccio
spazientito «Se è così si tappassero le
loro
pregiate orecchie, perché sarei capace di farle saltar
loro!!
CHI MI HA CHIAMATO?!»
…rimbombando tanto da farla piegare e stringere i
denti…
Kazu e Cyclemon
erano nei paraggi, ma il ragazzo arrestò il suo cammino
«Cyclemon! Ti prego, ho solo bisogno di tornare da Guardromon
per
qualche istante! Gli ho promesso che mi sarei fatto vivo e sono
già in ritardo: anche lui è molto scosso per la
situazione! E ci siamo ritrovati da poco: cerca di
capire.»…«Vai pure Kazu ma fa presto e
non farti
vedere, mi
raccomando!!»…«Tranquillo!»
sorrise
il ragazzo «Sono un mago in queste cose! Vado e
torno!»
Cyclemon
sospirò e chiuse gli occhi
«…chissà se un
giorno saremo mai ripagati per tanta tensione…oh?!»
…ma il suo
scettro si mise a brillare di una luce
lampeggiante…«Questa luce ha un chiaro
significato!
Segnala…che una delle prove
dell’erede avrà inizio
a momenti!!» volgendosi verso le scale lungo cui il ragazzo
era
disceso, e mormorando «Kazu…fa presto!»
«Cosa vuoi?! Vattene
via!!»…«Una richiesta alla volta, prego:
cosa
voglio? Non averti fra i piedi, semplice.» spiegava
Guardianmon
scendendo quella scala, e ad ogni suo passo ne corrispondeva uno a
ritroso di Guardromon «Cos’hai detto dopo?
Mmm…che
brutta cosa: essere talmente ottusi e stupidi da non
capire…che
non potrei mai ricevere ordini da uno come te, puaf! Tuttavia potrei
aprirti girando quella manovella che ti ritrovi parallela allo
stomaco…»…«Oh?»
Guardromon
guardò quella valvola che era parte del suo corpo meccanico
«Sbattere dentro di te tutti i panni che da fin troppo tempo
attendono di essere lavati e premere l’interruttore: una
centrifuga tale…da rivoltare tutti i tuoi nauseanti e
mielosi
sentimenti per quel ragazzetto!! Fino al decretarsi anche formale della
tua totale obsolescenza tecnica, che vuoi, perdonami! Non ho una
moglie…»…«Aaaah!»…«Vivo
da
solo…»
…la scala
era terminata, e la spada puntava al petto di Guardromon
«…non c’è anima buona che si
occupi delle mie
lavatrici.» ma questi improvvisamente alzò sguardo
coraggioso «Evidentemente è perché sei
cattivo! E
hai allontanato tutti coloro che potevano volerti bene!» ma
«AAAAUGHH!!» Guardianmon lo spinse via con un
calcio
violento «CHE NE SAI TU DELLA MIA VITA?! Un patetico Digimon
che
non vale nulla se non per una marginale comparsa come quel Kazu non
può sapere che cosa sia davvero una vita di
sofferenza!»
…Guardromon cercava a stento di rialzarsi…ma il
suo
più possente nemico avanzava minaccioso
«…aver
conosciuto l’amore e la felicità…per
poi veder
tutto infrangersi! Veder coloro che amavi distruggersi reciprocamente,
ho avuto la definitiva conferma che la speranza e i buoni sentimenti
esistono solo nei libri…
…E NELLA
MENTE DEGLI STUPIDI…come la tua, misero
Guardromon!»…«Anche Kazu ha sofferto!
Amava tanto la
sua mamma e il suo papà, ma quando lei è andata
in cielo
lui ha iniziato a sbarellare: ha fatto tanto male al mio povero
domatore, da un giorno all’altro la sua famiglia è
scomparsa, ma nonostante ciò Kazu continua ad amare il suo
papà! Spera che un giorno si immerga in apnea fino al fondo
del
suo cuore, e riporti a galla l’amore per
lui!»…«Allora è evidente che
è proprio
come te!»…«AAAHHH!!!»
tirandogli un altro
calcio, facendolo sbattere contro la parete al lato destro
«Limitato e illuso, ma come fate a vivere in questo modo?! Vi
accorgerete quando sarete cresciuti che confidare in questo
è
stato tutto inutile!»…«Ti
sbagli!» provava
ancora Guardromon ad alzarsi, nonostante il dolore «Abbiamo
già avuto una prova! Sono passati dieci anni e una valanga
di
malinconia e dolore, ma nonostante tutto non ci siamo dimenticati! Ci
siamo ritrovati!!»…«Grrr!! Per questo vi
odio
tanto!!...a me nessuno potrà restituire un barlume della
felicità perduta, per cui mi correggo: la mia profezia non
si
avvererà. Al giorno dell’amara scoperta non ci
arriverete,
morirete prima…»
…mentre
Kazu si sfilava il Digivice da sotto il cappello, spalancando gli occhi
«Perché lampeggia?! Deve significare che
Guardromon
è in pericolo! Guardromon!!»
…mentre
Guardianmon era sempre più vicino, e il Digimon meccanico
illividito e con le spalle al muro «…tu almeno
morirai
ADESSO: lui fra un po’, dopo che mi avrà concesso
tutta la
potenza sperata!»…«Un malvagio come te
non
otterrà niente da un eroe buono come
Kazu!!»…«Io non ne sarei tanto sicuro,
mi sono stati
offerti tutti i mezzi per corrompere il suo spirito bramoso di
lusinghe!»
…ma mentre Guardromon
stringeva gli occhi sentendo quella lama ormai vicina, in lontananza si
udì una voce «Guardromon!! Guardromon
rispondi!»
«E’ Kazu!»
esclamò l’interpellato ma
«Uurgh!» Guardianmon
lo afferrò per il collo
«Dannazione…»
guardandosi fulmineamente attorno «Devo fare in fretta!
Questa
non ci voleva…per ora ti è andata bene ma ti
frutterà solo qualche ora in più d’aria
soffocata!!» …scorgendo un piccolo pozzo nascosto
nel buio.
Guardianmon sollevò
la grata con la sua forza inumana
«Lasciami---Kazuuu!!!» e
rovesciandovi dentro il Digimon nel rimbombante rumore di ferraglie,
richiuse saldamente «Sta buono qui e non fare un fiato! Lo
conservo in vita perché ne ho bisogno ma se ti sento
chiamare il
suo nome…lo ammazzo…
…shhhhhh…» ponendosi sulle labbra il
suo dito
avvolto dal guanto iridescente, e terrorizzando così gli
occhi
di Guardromon.
«Guardromon!» Kazu spalancò la porta
delle segrete,
ben attento a reggersi il cappello. Ma si accorse che se avanzava nel
buio, il bagliore della sfera filtrava oltre la stoffa, per cui ebbe
reticenza «Guard-Guardromon…!...se ci sei
rispondi, ti
prego!...
…è meglio che non mi addentri oltre!...
…Guardromon!!...sei qui?!»
“Kazuuu!” gemeva nell’anima il Digimon
imprigionato…ma incontro al ragazzo emerse dal buio un altro
Digimon perfettamente in forma
«Guardiamon…?»…«Ehm
ehm…!...stavi forse cercando
qualcuno?»…«Il
mio Digimon!...ve ne ho parlato prima, come mai siete qui…?
Non
c’è nessuno.»…«Mi
sono fatto assumere
dal Supremo. Te l’ho detto. Sono solo e devo arrangiarmi. Non
importa se con lavori umili. Ho accettato…di pulire le
segrete
di questo
luogo.»…«…capisco…e
ditemi,
vi prego di non ingannarmi, non avete visto un Digimon? E’
metallico, e ha una voce…beh, sì, insomma,
diciamo che
tende sempre a ripetere le frasi che gli vengono
rivolte.»…«…no. Non vi
è nessuno qui,
è un luogo triste e
abbandonato.»…«Siete
sicuro?!» fremeva il ragazzo che avrebbe voluto
controllare…ma la sua mano andava automatica al cappello,
che
temeva non sarebbe bastato a celare il prezioso oggetto «Ti
do la
mia parola che ho trascorso questi istanti in
solitudine.»…«Qui è tutto
buio…»
cercava di sporgersi per una panoramica delle segrete
«Però…penso che se chiamo mi
risponderebbe. Che
strano, il Digivice lo segnala come molto vicino, ed emette segnali
agitati…»…«Il palazzo
è
grande…hai cercato
bene?»…«Veramente mi sono
precipitato qui! Ah, accidenti, non posso muovermi
liberamente…!» era sempre più scosso
Kazu «Se
non lo trovo è un guaio!»…«Ma
fra tanti
luoghi per lo meno è sicuro che non è qui.
Andiamocene,
spenderemo di certo meglio il nostro tempo
altrove.»…«Ma io devo trovarlo!
A-Aspettate un
attimo!» Guardianmon chiuse la porta incurante dei richiami
del
ragazzo «Fidati di
me.»…«Oh?!»
ponendogli poi le mani sulle spalle «Sono un Digimon solo. Ho
trascorso la mia esistenza a vegliare sui cancelli dimensionali. Sappi
che non sono indifferente ai vostri sentimenti…ho
anch’io
un cuore. Quel che voglio farti capire…è che
avrei sempre
desiderato un domatore…
…un
essere umano che fosse…forte…e valoroso come me.
E
potesse indirizzarmi, e al contempo farsi indirizzare…
…sono
anch’io in diritto di sperarvi…o mi sbaglio per
caso?»…«Certo…»
Kazu celava in parte
sotto la falda il suo sguardo, sempre più appenato
«…sicuro che ne siete…in diritto.
Però
perdonatemi, in questo momento…non posso pensare che al mio
Digimon! Io l’ho appena ritrovato e…ah, accidenti
Guardromon dove
sarai?»…«…come ti preoccupi
per lui…
…che
ammirevole spirito di responsabilità…quale
immenso
altruismo…» lo carezzava lentamente Guardianmon
con quelle
parole…Kazu non gli rivolgeva che una fuggevole occhiata, ma
poi
seguitava a interrogarsi su dove il suo Digimon potesse
essere…
«Kenta, che cosa è successo
esattamente?!»
Il ragazzo occhialuto
continuava a infilarsi e sfilarsi gli occhiali, e a tirare su col naso
«Perché vi siete lasciati…?»
chiedeva Takato
cercando quei suoi occhi che sfuggivano
«P-Perché…l’ho trovata con un
altro!...erano…in casa, assieme…
…li
ho uditi parlare…e poi le ho gridato contro che era
un’infedele! Abbiamo litigato di brutto…e poi se
n’è andata! Se n’è andata per
sempre…» …sfuggirono fino a
quel momento, in
cui esausti di sfuggire si posarono umidi sulla linea dello sguardo
dell’amico (canzone: Shania
Twain - It only hurts when I'm breathing)
«…è finita per sempre
Takato…
…ho
perso mia moglie, ho perso la mia Yuki!!» abbracciandolo di
nuovo
e con più impeto, Takato era spiazzato, i suoi occhi
attoniti,
non sapeva cosa fare ma tornava automaticamente a ricambiare la stretta
«…Kenta ci sarà stato un
malinteso…!»…«NO!! Questa
volta non
c’è speranza, né per il nostro
matrimonio…
…NE’ PER ME PERCHE’ IO!!...»
assottigliando il
tono «…non vivo senza di lei non ce la
faccio…
…io
la amo troppo!»…«…la
ami…»…«Nonostante i litigi, i
nostri continui
battibecchi lei è l’altra metà di me
Takato io ti
giuro che mi sento morire! N-Non ce la faccio solo nel silenzio senza
il suo sgranocchiare le patatine! Lo so che sembra ridicolo, ma
incredibile ma vero io la amo tanto…LA AMO DAVVERO!! HAI
PRESENTE QUANDO SI AMA QUALCUNO?!!»
“No…
…amici miei, non l’ho presente. Non ho idea di
cosa si
prova quando si ama una donna, non…credo almeno. Ma posso
ammettere di conoscere…
…cosa significa amare chi ti è cresciuto a fianco
ed hai
sempre avuto vicino, è una forma di amore diversa, ma
è
pur sempre speciale. Kenta…
…tu ami davvero quella donna che sembravi esserti sposato
solo
per obbligo dei tuoi genitori.” pronunciava con tenerezza nei
suoi pensieri “Le tue lacrime non possono essere
l’inganno
rifilato da un biglietto anonimo. Ora è vero. Il tuo dolore
è vero!” mentre con le sue mani cercava di
percepire la
concretezza della schiena del suo amico “Non posso starmi
ingannando…ti ho avuto vicino ai banchi di scuola, di fronte
nelle sfide a carte e accanto...a Digiworld
…il tuo Digimon ci salvò tutti dal
D-Reaper…”
…ricordandosi di un pronto
intervento dell’amico durante la battaglia contro un agente
avversario dalle sembianze femminili e diaboliche…
“…permettendoci di fuggire
definitivamente…a bordo
dei suoi cuori fluttuanti…
…tutte queste sono esperienze! Sono tracce per
l’istinto,
varranno pure qualcosa anche se sbocciano dentro me, che sono
così insicuro! Questo momento sembra così
vero…”
«Takato meno male che ci sei ancora tu!! Per
fortuna…che
ti ho trovato…
…mi manca tanto Kazu…m-mi…!!...manca
da impazzire
la nostra
infanzia…»…«…manca
anche a
me Kenta, coraggio…» carezzandogli il capo
“Tu non
puoi essere un traditore…” per poi scuoterlo e
guardarlo
negli occhi «Mi manca ma noi ci siamo ancora! Anche Kazu
sarà da qualche parte e…!!...sono certo che tua
moglie a
suo modo ti vuole
bene!»…«Forse…
…ma doveva andare
così.»…«Perché?!
Io…!!...ero
testardo anche allora, ti ricordi?! Non c’è mai
stato
verso di farmi andar giù le ingiustizie e ora non
è
cambiato niente!»…«Oh, nel tuo cuore no
di
certo…» sorrideva d’affetto Kenta
rivolgendo una
carezza all’amico «…ma attorno a noi
tante cose sono
cambiate, purtroppo.»…«Sì,
ma…!!»…«Sta a dimostrarlo il
fatto
che…!...l’uomo con cui…Yuki mi ha
tradito è
solo un’ombra.»…«Sei riuscito
a vedere chi
è?!»…«No…»
replicava lui ma
sembrava tristemente rassegnato «…solo una sagoma
e
nient’altro: la sagoma del mio destino.
L’ombra…della felicità che non mi
spetta.»…«No, tutto questo
è-!!»…«Takato: non dirmi
altro! Ok?
Rassicurami soltanto di una cosa, e cioè
che…quell’ombra che mi ha spezzato il cuore
sarà
quella che la renderà
felice.»…«Non devi
arrenderti così!!» ma Kenta bloccava pacatamente
il suo
impeto con un gesto della mano «A me…basta che sia
contenta. Se divento io l’ombra…e lui acquisisce
un volto
il mio amore avrà la vita che desidera? Tu dimmi di
sì
Takato ed io ti sorriderò…come facevo ai vecchi
tempi!»…«…no,
Kenta.»…«Oh?!»…«…io
non
posso dirti di sì. Non sai quanto vorrei rivedere quel tuo
sorriso, ma…!»
…mentre Kenta aveva l’espressione in bilico fra il
sorriso
e il pianto, Takato dichiarava «…il tuo discorso
non ha
senso. Tu non devi gettare la spugna in questo modo, si tratta del tuo
matrimonio! Henry…lo sai? Ha lasciato andare una moglie, una
ragazza fantastica, e un figlio, un bambino!»
Kenta seguitava
a rivolgere un dolce sorriso, non sembrava meravigliato…
«…non è felice…e tu non devi
fare lo stesso:
avete problemi? Lotta! E forse allora davvero chi vi ha separati
tornerà ad essere nient’altro che
un’ombra…
…lotta amico mio, com’eravamo abituati allora, eri
un
Digimon Tam-…SEI un Digimon
Tamer!!»…«No
Takato. Hai detto bene. Ero. Ero un Digimon Tamer. Se mai lo sono
stato.»…«Ma!»…«Se
mai era destino
che lo diventassi. Forse no…» …andando
via
malinconico, mentre Takato sussurrava
«Kenta…» ma
non vi era modo di trattenerlo…
…nella frustrazione e nel dolore per non essere riuscito a
confortarlo, Takato ripeté «…ancora il
“destino”. Questa parola mi perseguita. Come il
ringhiare
incessante di una belva feroce, ruggisce e ruggisce, frapponendosi fra
me, e la felicità di coloro che amo.» tornando
dentro, a
rimettere in ordine pettini, pennelli e ciotole di fronte allo specchio
di fronte al quale alzava lo sguardo «Dunque frapponendosi
fra me
e la mia felicità.» prendendo un sospiro profondo,
poiché non vi era altro da fare…(fine-canzone)
Jeri sembrava
attendere con viva apprensione la fine dei lavori che stavano
impegnando il suo Digimon, là nel giardino, rimanendo in
disparte mentre lui «Ho già spostato il tavolo
giù
in sacrestia, così potrete lavorare più
comodamente!»…«Non abbiamo parole per
ringraziarti,
Beelzemon!» replicava una delle suore, e c’era
anche madre
Katsumi, seria come sempre «Devo ammettere che oggi le tue
energie sembrano inesauribili.»…«Grazie!
Grazie
madre! Oh?» la quale gli mise una mano sul petto
«Però non è saggio approfittarne,
è meglio
che vai a riposarti!»…«Ma no madre
credetemi sto
bene e ci sono un sacco di cose da fare
ancora!»…«Ce
ne occuperemo io e le sorelle.»…«Ma io
posso ancora
aiutarvi. Oh?» scorgendo qualcuno che si stava avvicinando a
lui
«Akemi! Akemi ascolta…!» dimenticando
gli altri, che
lo seguirono con lo sguardo, per dirigersi da lei…
…Jeri
sentì che quella era la sua occasione sicché
anche lei si
mosse…
«Beelzemon
ascolta!» accennò Akemi tendendo la mano ma lui si
sovrappose «Riguardo a quell’armadio di cui volevi
occuparti, ecco…!...ci ho già pensato
i-» ma prima
che potesse terminare la frase, qualcuno lo raggiunse da dietro
saltandogli al collo con entusiasmo «Beelzemon!!»
ed un
sorriso radioso…
…che lo
lasciò del tutto stupefatto, quando si volse i suoi tre
occhi si
dilatarono «…Jeri…!»
«Come
stai?! Che grinta questa mattina!!» esclamava la ragazza che
sembrava euforica e come spesso in questi casi, si scuoteva i capelli
con gesti vigorosi «...del resto c’era da
aspettarselo, chi
è il nostro più grande lavoratore?
Uhmuhmuhm!»
«…caspita…quanto entusiasmo nel
vedermi…» commentava la creatura alata, e Jeri gli
sorrideva contenta «Che c’è di strano?!
Uhm!...
…sono una giovane domatrice, non posso essere felice quando
mi
incontro con il mio
Digimon?!»…«…i-il tuo
Digimon…?...essere…
…felice, Jeri…?»
…lui era così
stupito che non sapeva a quale emozione lasciarsi andare, mentre Akemi
li scrutava con sguardo assorto…
…lui accennò a volgersi verso la giovane suora ma
Jeri
glielo impedì prendendogli la mano ed invitandolo a girarsi
verso di lei, così che potesse scrutarlo da cima a fondo
«Dai, sono contenta di vederti così attivo!! I
lavori al
convento stanno procedendo bene?»
…lo
stupore seguitava ad esortarlo a guadare Akemi ma gli stimoli di Jeri
non si esaurivano «Guarda! Ti ho portato…un
po’ di
cose! Questi dolcetti li ho fatti io, spero che ti piacciano! E
questa…questa è una bibita integrativa: oh, la
superiora
ha ragione, non devi abusare delle tue forze. Altrimenti poi come
possiamo fare, quando lottiamo assieme? Ahhh, sapessi quanto sono
felice che sia proprio tu il mio Digimon!!» saltandogli
nuovamente al collo «Jeri, a-anch’io sono felice
non sai
quanto però tu mi sorprendi! Fino a ieri
sembravi…così
titubante…»…«E
allora?! Mi sono convinta, sono la ragazza più fortunata di
questa città!! Chi con un po’ di cervello e di
gusto
potrebbe non gioire all’aver accanto…
…nient’altri che il maestoso
Beelzemon…»
pronunciato tono profondo e sguardo suadente
«…il…più interessante senza
ombra di
dubbio…» ponendogli delicatamente la mano sul
petto
«…fra tutti i leggendari mostri
digitali…»
«…mi reputi il più
interessante…?»
mormorava la creatura fra sé…
…mentre Akemi non finiva di osservare in silenzio il loro
dialogo…
«Mi sembra così strano che tu possa…
…a-addirittura…addirittura preferirmi tra gli
altri!»…«Perché ti sembra
strano?» si
permise di chiedere Akemi, ma Jeri non gli permise di guardarla
«Perché ti sembra strano, noi siamo una
squadra!!»…«Sì lo so
però-»…«Ah, non
c’è nessun
però! E bando al passato, quel che è stato
è stato
ora conta solo la nostra collaborazione
futura!»…«…cos’è
intercorso
esattamente fra voi due…?» chiese Akemi destando
lo
sguardo di entrambi, e sorridendo dolcemente
«…sono sempre
stata curiosa di saperlo: oh perdonatemi ma il fatto che sia suora non
sopprime quella che anche da prima è stata la mia
caratteristica
numero uno e cioè quella di essere anche
impicciona.»
Beelzemon si irrigidì
«E-Ecco…Akemi…»
mentre Jeri lo oltrepassava, avanzando verso la giovane suora,
inizialmente seria in volto ma per poi scivolare in un sorriso cordiale
ed euforico «Ma ti ho appena detto che il passato
è
passato!! Che sciocchezza
rievocarlo!»…«…talvolta
è
necessario.»…«Ahhh, talvolta
è soltanto
noioso, come nel nostro caso: a che serve?!!...io l’ho
dimenticato!»…«Vorresti dire che hai
dimenticato
Leomon?» si lasciò scappare Beelzemon, e Jeri si
volse
verso di lui ma questi l’istante dopo si portò la
mano
alla bocca «Oh!» come accorgendosi di aver detto
qualcosa a
sproposito, mentre Akemi analizzava «Leomon…!
Mmm…!...che ruolo ha esattamente in questa storia?
E’ un
Digimon molto
famoso…!»…«Assaggia quello
che
ti ho portato!! Ti piace?!»
…sviò l’argomento Jeri, e Akemi se ne
accorse ma
non disse nulla…
Beelzemon
portò lentamente uno di quei biscotti alla
bocca…«…è molto buono.
Cucini bene,
sai?»…«Grazie!»
replicò la giovane con
occhi luminosi «Da questo momento io sarò la tua
unica e
sola cuoca di fiducia! Oh non dovrai assaggiare niente da nessun altro
mi raccomando Beelzemon, ci tengo molto: tu sei il mio Digimon,
quest’intesa tu devi averla solo con me altrimenti mi
ingelosisco!»
…Beelzemon si passò rapidamente il braccio sulle
labbra
per pulirsi dalle briciole, e come in un gioco di prestigio, quando
scoprì di nuovo la bocca stava sorridendo
«…Jeri…tu sei così contenta
di avermi
accanto che…saresti persino gelosa di
me…?» e
sembrava contento «Accidenti, non credevo che sarebbe mai
venuto
questo giorno…»…«Ahhh, sei
uno
sciocco!» seguitava a travolgerlo lei con la sua
cordialità, mentre nei suoi occhi luccicava un lampo di
furbizia
“Devo agire in questo modo, Beelzemon è sensibile
ai
complimenti e alle lusinghe, e la piccola suora lo ricopre di premure!
Devo essere molto più pronta di lei e molto più
abbondante, in questo modo si affezionerà più a
me e a
loro li lascerà indietro!” «Ohhh,
Beelzemon guarda
cosa hai fatto?»…«Cosa?! Che ho sulla
fronte?!» fece lui sempre un po’ nervoso
«Ma questa
è una ferita!»…«Ah, ma no,
è soltanto
un graffio che mi sono fatto con una
scheggia!»…«Silenzio! So io cosa ci
vuole, devi
metterti un
cerotto!»…«Come?»…«Non
posso mica
mandare il mio Digimon in giro quando…oh, guarda, perdi
sangue!
Non posso accettare che qui non si curino abbastanza della tua salute,
vado dentro a chiedere l’occorrente per medicarti!»
…allontanandosi a passo svelto, ma non cessando di
sorvegliarli
con la coda dell’occhio “…mi secca
allontanarmi ma
Akemi non sa ancora cosa sto per avviare! Se lo godrà ancora
per
poco, se Beelzemon è il mio Digimon voglio che sia mio e
basta!
Non intendo dividerlo con nessuno!!” stringendo un pugno
decisa…
…mentre
Beelzemon si volgeva emozionato verso Akemi «Io lo
so…!...le
preghiere!!»…«Come?» piegava
il capo lei discreta e dolce «Quelle cose che recitate sempre
piene di parole, ho finalmente ben chiaro a cosa servono! Hanno fatto
effetto, da…chiunque siano state
ascoltate!»…«…Beelzemon sai
una cosa? Io ad
essere sincera penso che-»…«No, Akemi,
non ci sono
altre parole! Il mio sogno si sta realizzando…» e
si
leggeva la gioia persino nel terzo occhio sulla sua fronte
«…Jeri mi vuole bene…la mia Digimon
Tamer mi
accetta…!...
…ha
dimenticato ogni nostro conflitto del passato, ah che gioia che sento!
E’ come se fossi…più leggero, equivale
alla
sensazione di
volare!»…«…amico
caro.»
Akemi gli sfiorò il petto «…te lo
auguro. Io ti
auguro davvero di volare grazie alle ali della felicità, e
del
perdono.»…«Lo sto già
facendo. Lo sto
già facendo Akemi, grazie! Grazie per tutte le tue
preghiere,
grazie!!» lasciandosi andare all’istinto di
prenderla
abbracciarla e sollevarla «Ohh!» lei
sussultò
perché non se lo aspettava «GRAZIE DI AVER PREGATO
PER ME,
AHAHAHAH!» ma quando la rimise giù…
…entrambi erano pervasi da una sensazione speciale, di colpo
seri, si fissavano, come se quel contatto ravvicinato li avesse
emozionati fino a spiazzarli…ma furono raggiunti da madre
Katsumi ed altre suore «Perdonatemi. Non vorrei dire cose
spiacevoli.» fece la superiora guardandoli entrambi con i
suoi
penetranti occhi azzurri «Ma questo resta pur sempre un
convento.
Nonostante tutto. Andiamo sorelle.» allontanandosi
così…e lasciando di colpo il gelo nel Digimon e
nella
suora, lui tese la mano «…oh Cielo madre vi prego
non dite
così mi dispiace…!» ma questa non si
volgeva,
mentre a girarsi e a dargli le spalle era Akemi, d’improvviso
molto triste «Madre Katsumi ha…PERFETTAMENTE
ragione,
Beelzemon.»…«Akemi
scusa!»…«Lascia stare tu non
c’entri…» allontanandosi «Sono
responsabile
per metà
anch’io.»…«Akemi!!»
…la
chiamò ma fu inutile, rimase solo nel giardino, e chinando
appena il capo commentò «…che strano
funzionamento,
la vita: un momento tocchi il cielo, il secondo dopo precipiti! Un
minuto sei felice, e l’altro…
…ti senti
vuoto. Come se tutti ti avessero
abbandonato…»…«Ecco il
cerottooo!!! Dai!
Ora…non strillare, so che brucerà un
po’! Ma dove
guardi?! Beelzemon! Dai, non fare il bambino e porgimi la
fronte!»
Jeri si
ingegnava in tutti i modi per girargli il capo verso di
lei…ma
ora lui aveva occhi solo per quella sagoma di suora che senza volgersi
si allontanava nel giardino…
…e che
senza che nessuno la vedesse, si sfiorava le mani come se tra di esse
vi fosse un fiore, ripetendo «…sono
responsabile…di
sicuro almeno per metà…»
Sicché
non si accorse della presenza di Cindermon, che era rimasta
lì e
che costeggiò nel suo triste allontanarsi «Che ha
fatto?!
Oh mamma che le è preso a quella piccina col cappuccio u-un
attimo fa sembrava così felice! Maaahhh!! Questa vita un
secondo
ti porta in altro, l’altro SBAAADABANG ti schianti a terra
piuttosto io mi sto a preoccupare di quella là che
è pure
una monaca quando sono io quella a cui ci vorrebbe una benedizione:
quello mi ha detto che Guilmon era sincero, mi ha
parlato…della
sua caratteristica numero uno e cioè il fatto di essere
sempre
spontaneo mentre io sono un’INTRIGAAANTE IRRECUPERABILE!
Però…se voglio aver speranze
nell’instaurare una
sintonia con Takato dovrei forse raccontargli
tutto…fingere…
…per un attimo di essere quella creatura a stelle e
strisce-no
senza stelle solo a strisce, rosse e nere, magari acciambellarmi per
terra così mi vengono dei REUMATISIMI bestiali e fargli
“Takato: lo sai?” voce più nasale
“Takaaato,
ho ricattato un criminale digitale della stregua di Guardianmon
perché desideravo venire sulla terra e raggirarti ben bene,
così tu mi facevi crescere di poteeenza ed io mi conservavo
il
regno e la casa” e lui “Ciiiiindermon amore tesoro
quanto
ti voglio bene dovevi dirmelo prima sciocca che sei vuoi un biscottino?
Eh? Vuoi una merendina O PREFERISCI MAGARI UN BEL CALCIO NEL SEDERE
COSI’ TE NE RIFILI DRITTA A DIGIWORLD E TI LEVI DALLE
SCATOLE” oddio io c’ho pauraaa!!! Quello mi ammazza
se
parlo! Ma mi ammazza anche se non parlo, mi ammazza e basta solo
perché sono io, punto!» sfiorandosi il ciuffo,
come suo
emblema identificativo, per poi incrociare le braccia mogia e
indecisa…
«Ricostituzione
del campo d’energiiia!» invocava
Purplemon nelle stanze da letto del palazzo, con un guizzo di scherzoso
buonumore nella voce, e subito fluivano dati luccicanti di colore lilla
a ricomporre la sfera attorno al suo corpo…
…un occhio giallo la spiava dallo spiraglio…
…e
quando il processo fu terminato, avanzò nella stanza
«E-Ehi, ma---MA! Non si può avere un po’
di
privacy?!»…«A che scopo?...conosco
già la
verità.»…«Questo…»
precisava con
fare didascalico accentuato dall’oscillazione della bacchetta
«…non ti autorizza a mancare di rispetto ad una
signora
che si cambia d’abito!»…«Puaf!
“Abito”! Come se quella sfera in cui ti fingi
prigioniera
potesse esser paragonato a un
vestito!»…«Che tono
sgarbato…!»…«Non ti
preoccupare troppo:
questo non cambia i miei scopi! Lo sai…
…non ho altri posti dove andare né gente da cui
correre,
perciò sto con voi. Tu piuttosto. Dove sei
stata…?»…«Ahh!»…«Ho
bussato a lungo questa mattina. Avevo da riferirti…alcune
cose
relative all’amministrazione del palazzo ma non ti ho
trovata.
Alcuni MudFrigimon mi hanno chiesto udienza per
problemi…logistici e di accoglienza, volevo riferirtelo
essendo
tu quella che tiene le redini dell’operazione ma nessuno mi
ha
risposto…» rivolgendole uno sguardo dalla
sfumatura
morbidamente ironica e di sfida «…mi sono perso
forse
qualcosa?»…«Ho anch’io una
vita
privata…» sibilò metallica e
indispettita
Purplemon, e Guilmon sorrise oltre il suo cappuccio «Se ti
confidassi con me…chissà che non potessi
aiutarti. Non lo
andrei a spifferare al mio cosiddetto domatore, non
c’è
confidenza fra me e lui. Neanche…N’Emo mi svela
chi
è veramente…» camminando lento per la
stanza
«…cosa ci fa qui…quali sono i suoi veri
interessi,
come vedi fra noi non esiste neanche un barlume del proverbiale dialogo
fra un domatore e un Digimon. Questo per te è una garanzia:
avanti…Purplemon, almeno tu dammi quella fiducia che
N’Emo
non mi concede. Svelami cosa vai a fare quando nessuno ti
vede…»…«Non sono
cose…che si possono
raccontare così, su due piedi…»
ponderava le parole
quella voce squillante e ora sottile e sussurrata
«…al
primo individuo che conosci di sfuggita…io so alcune cose di
te…ma ne ignoro
altrettante…»…«Chiedi.
Sarò un libro aperto.»…«A
quale
scopo…Guilmon…ti sei alleato con
noi?»…«Te l’ho
detto!»…«Ma
io non ti credo…»…«Cosa
dovrei
nasconderti?» accennava lui con quel sorriso beffardo, e
Purplemon rivelò «Ho il continuo timore che tu
possa
tradirmi da un momento all’altro, chi mi garantisce la tua
incondizionata fedeltà? Vorrai pure qualcosa in
cambio…»…«Mi basterebbe
sapere il tuo
segreto.»…«…e io cosa ci
guadagnerei…?»…«…
…in
questa vita chi non rischia non ottiene
nulla…uhmuhmuhm!»
restando occhi negli occhi nei successivi istanti seppur gli occhi
della creatura nella sfera non fossero distinguibili. Ma ad
interromperli furono le grida nei corridoi «Sbrighiamoci!
Sandmon
sta per dare udienza!!»…«…che
cosa ci si
può aspettare dall’udienza offerta da chi ha raso
al suolo
interi villaggi?!»…«Ora è
l’ambasciatore del Supremo, pur triste che sia
sarà lui il
portavoce dei problemi di noi Digimon, presto andiamo ad
ascoltare!»…«Sta parlando con una
famiglia di
MudFrigimon!»
«C’è…troppa gente in giro, mi
sento in
imbarazzo!» puntualizzò Purplemon irrigidendo la
sua posa,
scaricando la tensione sulla bacchetta che stringeva «Non mi
sembra il contesto più adatto per
trattare…problematiche
personali! Non sei d’accordo anche tu?!»
Guilmon
attese qualche istante, dopodiché concluse sempre con quel
sorrisetto «…sì! Sono
d’accordo!»
volgendo le spalle…
…ed uscendo dalla stanza, per affacciarsi alla ringhiera del
corridoio, e da lì poter contemplare la moltitudine di
Digimon
che si riuniva attorno a quella famiglia di orsetti.
Fra
la folla c’erano anche Guardianmon, e Kazu al suo fianco:
quest’ultimo si alzava di continuo sulle punte dei piedi e
insinuava il suo sguardo fra ogni creatura nell’ansiosa
speranza
di riconoscere il suo Digimon «…niente, non lo
vedo, dove
si sarà cacciato?!»…«Calmati.
Fra tutti
questi Digimon è arduo riconoscerne uno in
particolare.»
spiegava il guerriero mascherato «Ma Guardromon è
il mio,
il mio solo!!...è impossibile che non lo ritrovi!...
…Guardromon…» si faceva appenato il suo
tono,
simile a quello di un genitore che ha smarrito suo figlio al mercato,
dinanzi agli occhi attoniti di Guardianmon…
…e di Guilmon, a loro insaputa “Guardianmon?!
Quello
è proprio Guardianmon, che ci fa qui?!...
…Kazu…” di nuovo i suoi occhi si
posarono su di
lui…Kazu stava chiedendo informazioni ad alcuni Digimon,
cercando di spiegar loro con un vortice di gesti e parole che aspetto
avesse Guardromon…
“…più lo vedo più mi
convinco che non
è un’illusione. E’ lui! Cosa ci fa qui?
Perché è accompagnato da Guardianmon…?
Avrà
qualcosa a che vedere con i suoi piani? Guardianmon è un
individuo misterioso e sospetto, ci ha relegati
nell’ignoranza
tenendoci lontani dai cancelli con l’invenzione di un
pericolo
probabilmente inesistente! Non mi fido di
lui…”
…ma la sua attenzione presto fu completamente catturata
“…Kazu è la prima persona che ritorna
di fronte ai
miei occhi…da quel mio periodo felice: guardarlo mi fa un
effetto strano, in un certo senso è la conferma che non ho
sognato. Lui è cresciuto, è un ragazzo grande,
non
è più quel giovane ansioso di diventare un
Digimon Tamer
come il suo amico…Takato…” Guilmon
chinò il
capo, su cui scese il manto “…lui non lo
rivedrò
mai all’età che ha Kazu oggi, in questo
istante.”
I Digimon
scuotevano la testa, tante teste in ogni forma, consistenza e
dimensioni che però facevano tutte “no”,
accrescendo
lo sconforto nel ragazzo…
“Ed
io…? Quanti anni ho?” si chiedeva Guilmon
chiudendo il suo
occhio giallo “Ho perso il conto della mia vita
presente…non so se sono un adulto, o ancora un ragazzino.
No…
…è impossibile: non può esservi
più neanche
un soffio di gioventù in me. Se fossi un essere umano
sicuramente lo specchio rifletterebbe…il volto vissuto della
mia
anima.” allontanandosi, con passo disilluso “Ma
sono un
Digimon e resto sempre uguale, più o meno. Eppure mi sembra
di
aver vissuto così tanti anni…anche se
esisto…da un
giorno molto successivo a quello in cui questi ragazzi sono nati. Sono
comparso, come appare un sogno, quando il mio Takato era già
un
ragazzino. Arduo stabilire se fossi come un bimbo che nasce, come i
figli di Renamon…” guardando tristemente verso
l’alto “…o se in qualche spicchio di
cielo o di
mondo che non esiste, qualcosa di me fosse germogliato
affinché
le nuvole e il vento…mi insegnassero almeno il necessario
per
saper riconoscere coloro che si amano. Così quel
giorno…
…gli sono
potuto correre incontro incurante di tutte le domande, e di tutte le
risposte…” ricordando ancora una volta quel
momento, con
un’espressione effettivamente simile a chi ha tanta vita alle
spalle. E stringendosi al manto come se soffiassero spifferi
“…quelle domande che invece adesso pongo con
sottile
astuzia, e quelle risposte che bramo con affamata impazienza. Questo
ora compone la mia vita…oh?”
Fu di nuovo
attratto dai gesti di Kazu, che non si arrendeva e con maggiore
preoccupazione negli occhi descriveva qualcosa di basso, un
po’
tozzo e cubettoso, con un passo goffo…
“Che
cos’ha…? Quello è lo sguardo che aveva
quando era
spaventato. Come quando lottavamo contro Beelzemon, e ci stava
sconfiggendo tutti, dopo aver acquisito Leomon. Temeva che il suo
Digimon avrebbe potuto incappare nello stesso destino…il suo
Digimon…Guardromon!” Guilmon dilatò i
suoi occhi
“Non abbiamo avuto…più notizie di lui
per anni. In
molti ci chiedevamo dove fosse andato, e c’era chi diceva che
era
andato a vivere in un altro settore, per inseguire un richiamo
dettato…dal suo cuore, nulla di più preciso. Di
tutti noi
Digimon della squadra originaria, due furono coloro che scomparvero e
non condivisero con noi la ricostruzione di una vita e un futuro a
Digiworld…
…Guardromon, il Digimon del coraggioso Kazu…
…e
MarineAngemon, il Digimon del timido Kenta. Due domatori, i due
migliori amici di Takato, tanto fedeli da seguirlo a Digiworld anche se
privi della protezione di un Digimon, che conobbero nel nostro mondo.
Kazu fu premiato della premura con cui assistette Andromon, la forma
evoluta di Guardromon. Kenta fu spontaneamente seguito da un Digimon
piccolo e dolce, simile ad un folletto con le ali.” narrava a
se
stesso Guilmon con voce che si addolcì nell’ultima
descrizione “Fu l’ultimo della squadra a divenire
un
Digimon Tamer…ma non per questo il meno felice per questa
promozione di grado
inaspettata!”
«E COSI’ VOI VORRESTE ESSERE ACCOLTI
QUI?!» gridava
intanto Sandmon «Vi servono forse gli occhiali, non lo
vedete?!
Siamo al completo!»
“MarineAngemon scomparve dal primo istante.”
Guilmon
chinò il capo e chiuse gli occhi “Quando ci siamo
ritrovati a Digiworld dopo esser stati risucchiati di forza dal
portale…lui non era con noi. Non se n’è
saputo
più niente.”
«Vi preghiamo, grande Sandmon! Abbiamo bisogno di un tetto,
voi
siete rimasto l’ultimo che può provare
pietà per
noi!» implorava il padre orso «Non è una
buona
giustificazione esser rimasto l’ultimo per quanto mi
riguarda!
Appellatevi…direttamente al
Supremo!»…«Il
Supremo ci ha detto di rivolgerci a voi suoi subalterni!!»
insistette più disperata mamma orsetta, al che Sandmon
sbottò «NON…!! SONO PROBLEMI MIEI I
CIRCOLI VIZIOSI
DELL’AMMINISTRAZIONE a parte il fatto
dell’INDECOROOOSO
oltraggio del definirmi un “SUBALTERNO”!!»
Guilmon
riconobbe, in un sussulto dell’anima «Sono quelli
che prima
hanno parlato con me!! Ma…?!» e
continuò nei suoi
pensieri “Cos’ha Kazu…?...sembra stia
cercando
qualcuno…
…quei
gesti…è incredibile ma c’è
solo una fra le
figure che ho avuto modo di conoscere, che mi riaffiora alla mente se
metto insieme questa descrizione frenetica! Questo
è…!!”
Ma Kazu si
accorse che sul soppalco vi era qualcuno ad osservarlo, e
svelò
i suoi occhi dalla falda del cappello, facendoli assorti e poi
dilatandoli…
«Ihmp!» Guilmon sussultò di terrore.
E quando Guardianmon
si accostò al ragazzo «Che cosa guardi? Sei forse
riuscito
a scorgere colui che stavi
cercando?»…«Guardianmon…conoscete
il nome del
Supremo…?»
Il guerriero mascherato
alzò gli occhi “…mi sembra di
conoscerlo…” …Guilmon
arretrava…
…e Guardianmon pensava “Assomiglia incredibilmente
a…”
Ma uno degli orsetti
scoppiò in lacrime «Non abbiamo più una
casa!!» gettandosi fra le braccia dei genitori. Al che a
Diamon
che era lì presente, schizzarono le mani alla bocca e
«Nooo…!!» si precipitò
impietosita da lui,
cercando di farsi dare la mano «Non fare così,
possiamo…cercare una soluzione! Ho trovato! Io posso fare
due
metà del mio letto e dormire tutta accartocciata: tanto io
ci
dormo sempre, non ho bisogno di un letto lungo! Nell’altra
parte
può dormire in tanto uno di voi, e quando mangiamo io posso
fare
metà di ogni boccon-ahiaaa!» ma Sandmon la
tirò via
«E sss...sta zitta è già abbastanza
ridicolo
dì un po’ ma che ti salta in mente, vuoi dare
spettacolo?!»…«Perché?! Io
cercavo solo di
aiutare questi poveri MudFrigimon!» replicava quella creatura
così spontaneamente ingenua «Ricorda che sei la
mia
promessa sposa…» sibilava il guerriero fischiando
a causa
dei granelli di sabbia che gli scivolavano fra i denti
«…vuoi anche tagliare con un coltellino il
sottoscritto
tuo fidanzato e darlo in pasto a questi morti di fame, visto che sei in
vena di originalità?!»…«Ora
basta, mi sono
stufata!» dichiarò la ragazza digitale ponendosi
le mani
sui fianchi, e volgendosi verso l’alto «Supremo
Guilmon! Se
il palazzo è in mano vostra mi appello a voi, io ho proposto
una
soluzione! Ed esigo che venga almeno discussa!»…
«Cosa?!!» sussultò Kazu
all’udire quel nome.
Ed anche Guardianmon «Guilmon…!!»
…mentre colui che portava questo nome sbigottiva…
«Shhh, e tttaci!» Sandmon riabbassava il polso alla
fidanzata, ma era difficile tenerla ferma «Scusa, che
c’è di male?!»
Kazu
avanzò a passi tremanti «Così non si
trattava di un
errore, tu sei Guilmon!!» puntandogli il dito contro e
destando
le sue peggiori paure «Anche con quel manto a nasconderti non
si
può evitare di riconoscerti!!»
La sala
esplodeva nel vociare. Sandmon sobbalzava «Come?! Che
significa?!»
“No…!!” indietreggiava Guilmon
“Accidenti,
Kazu mi ha scoperto!!” nell’affluire di una
tensione
terribile nel suo cuore…
Wong facendo
ritorno a casa, si incontrò sul pianerottolo con sua moglie
«Mayumi!»…«Tornavo e ho
trovato la porta
aperta, Janyu: e se Henry fosse tornato a casa?»
Quel padre
sfoderò occhi decisi, penetrando all’interno
«E’ il momento di parlare…»
Henry era in
piedi di fronte al computer, ancora incredulo della scoperta fatta. I
suoi occhi che vagavano per la stanza fecero in tempo ad identificare
la boccetta dei suoi ansiolitici, che precedentemente i suoi amici
avevano affidato a suo padre: prontamente Henry la afferrò
infilandosela in tasca, dopodiché fu raggiunto da suo padre
«Henry!» ma si volse verso di lui con lo sguardo di
un
serpente pronto a mordere. La signora Mayumi giunse l’istante
dopo «Figliolo!!»
«Che
significa, papà…?» sibilò
avvicinandosi
minaccioso, mentre già lo sguardo del padre si dilatava di
timore «No, non occorre che rispondi, so già io
che
significa, non ho studiato informatica invano…»
Wong sapeva che
era il momento di fare i conti con il loro passato…
…intanto,
presso il portone della palazzina stava giungendo Suzie
«Più ci penso, più sento di aver fatto
bene a
seguire il tuo consiglio Lopmon! Non ha senso continuare a nasconderci
e a tacere, se vogliamo un futuro assolato dobbiamo prima confrontarci
col passato.»…«Sei cresciuta davvero,
Suzie.»
diceva la piccola Digimon marroncina che spuntava dalla sua borsa,
dopodiché la ragazza sospirò profondamente ed
infilò le chiavi nel portone…
«I dati
sono perfettamente chiari…» scandiva
Henry…e anche
sua madre non tardava ad avvertire timore «...e non solo per
me,
ma persino per un Digimon come Terriermon che non ha compiuto i miei
stessi studi, è una robetta da niente desumere il
significato
della conclusione di quell’analisi, si vede a occhio nudo
quello
che è!!»…«Per
favore!» ribatté
il padre fermo e volenteroso «Lasciami parlare, ho una
spiegazione per ogni cosa!!»…«Una
spiegazione…?!» scandiva metallico e stringeva gli
occhi
Henry «Hai una spiegazione per la mia crescita orrenda e
infelice, per dieci anni di insopportabile dolore?!» Wong
chiuse
gli occhi «…mi dispiace che siano stati questo per
te,
figlio mio…» …mentre Henry era sempre
più
pallido e dall’espressione più
indignata…sua madre
si fece avanti «Henry ti prego!...
…n-non so neanch’io per la precisione cosa tuo
padre ti
abbia tenuto nascosto!» rivolgendo sguardo venato di
insicurezza
anche al marito, per poi aggiungere
«Però…la cosa
certa è che io…lo conosco! E so che di qualsiasi
cosa si
tratti lo ha fatto per il tuo
bene!»…«Bene?! PER IL
MIO BENE?!» gridò il giovane spaventando sua madre
«QUALE BENE, NON C’E’ NESSUN BENE!! Ma
non mi
vedete?! Sono una persona che cola a picco lentamente…tutto
ciò che di bello e di gioioso la vita mi aveva offerto
è
andato in pezzi nel peggiore dei modi e di questo
c’è un
solo responsabile…»
…avanzando, e premendo un
dito sul petto del padre «Sei tu,
papà…»…«Forse
è
vero…»…«E lo dici
così? Non mi
meraviglia…
…altrettanto a sangue freddo prendesti la decisione di
sbarazzarti dei Digimon!»…«Sia quella!
Sia quella di
nascondere i risultati di quella maledetta analisi sono state dettate
da ragioni molto gravi!»…«Molto
gravi…?
Voglio ascoltarle…
…voglio vedere se davvero potevano essere gravi al punto da
giustificare tutto quello che ho passato…»
...Suzie faceva ingresso in quel momento, e la sua espressione si
tingeva di ingenuità nel trovare la porta socchiusa e
nell’udire le voci dallo studio del padre…
«Ecco,
devi sapere…che sì, è vero, il tuo
amico Takato
aveva ragione, il varco si autorigenerò poco tempo dopo la
sua
chiusura al termine della
battaglia!»…«…questo lo so
già ancora
so leggere NON SONO DIVENTATO DEL TUTTO STUPIDO,
PAPA’!»…«Ma quello che non sai
è che in
fondo a quel nascondiglio, presso i cancelli di Digiworld
c’è un Digimon, un guardiano spietato, una
creatura senza
scrupoli che mi ha ricattato non appena l’ho stanato dal
buio!»…«Sono tutte storie!! Non ti
credo, questa
è una leggenda per
giustificarti!»…«Ti giuro
che è vero, che ragione avrei di
mentirti?!!»…«Te lo dico io quale:
conservarti la
faccia…»…«Ah!» Wong
sussultò…
…mentre
Suzie era appena giunta ed apprendeva sconvolta
«Henry…papà…»…«E
così i cancelli erano riaperti, ci saremmo potuti
riconciliare
subito anziché aspettare tutti questi anni?!»
chiedeva
Lopmon tradendo una nota di frustrazione nella voce…
«…tu vuoi sempre uscirne integro e vincente
papà,
anche quando hai le spalle al muro. Ti conosco, è la tua
natura.
Tu sei fatto così. Anche dieci anni
fa…»…«Tu adesso questo non
puoi capirlo!
Mettiti al posto mio, con i tuoi figli in balia di un pericolo mortale!
Quando sarai padre-»…«IO SONO
PADRE!!»
gridò disperato il ragazzo «NON TE LO DIMENTICARE,
HO UN
FIGLIO!!»…«NON SONO IO A
DIMENTICARLO!!»
ribatté Wong con occhi indignati, mentre la moglie esclamava
«Smettetela!» ed anche Suzie sopraggiungeva
«Sì, infatti vi prego, calmatevi! Non
c’è
bisogno di urlare, possiamo comprendere le nostre reciproche
ragioni!!»…«Suzie!!»
esclamò la madre,
e verso di lei si volsero anche il padre
«Figliola…»
ed il fratello, che inizialmente non disse nulla, con la commozione che
affiorava ai suoi occhi...
Un getto di
emozioni divampò nell’animo di Guilmon, ma
convogliando in
un “Nooo!!” che lo spinse a fuggir via lungo la
balconata.
«Dove vai?! Aspetta! Guilmooon!!!»
Sandmon, Diamon e il
popolo di Digimon lì presente restarono sbalorditi da quella
sua
reazione: Guardianmon lo tratteneva «Fermati, è
poco
saggio!»…«Ma io conosco quel
Digimon!»
“Anch’io!” si ripeteva il guerriero
mascherato nella
mente “E tutto mi sarei aspettato piuttosto che vederlo
impersonare la parte di un Supremo!” «E’
stato mio
amico!! Guilmooon! Lui è il Digimon di Takato, del mio
migliore
amico! Era con noi dieci anni fa, nella nostra squadra!»
Guilmon fuggiva
di corsa ad occhi stretti “Ho paura, non voglio farmi
vedere!!
Non ci riesco a fronteggiare il suo sguardo, lui mi riporta il ricordo
di com’ero e non sono più, di sicuro mi
disprezzerebbe per
ciò che sto facendo!!...
…ed io mi
renderei ancora più ridicolo perché gli
scoppierei a
piangere davanti! La sola voce di Kazu mi ricorda la
felicità:
com’è maestoso un Supremo che piange di malinconia
come un
vecchio!!” quasi sperando che quel corridoio non terminasse
mai…
Il vociare
andò presto alle stelle, persino i MudFrigimon prestarono
attenzione a quelle grida, Diamon appoggiava la mano sulla bocca, suo
gesto frequente, mentre Sandmon «Ehm EHMMM!...vi
prego…lo
so: è molto imbarazzante ma vi prego di non prendere esempio
da
questo ZOTICONE che si rivolge al Supremo con un tono tanto
irrispettoso!»…«Ma sta zitto, pezzo di
latta! Quello
non è un Supremo, quello è un mio amico!! Io mi
ci
rivolgo col tono che si usa con chi si conosce da dieci anni, con cui
si ha diviso avventure
indimenticabili!»…«Evidentemente
c’è
uno scambio di persona!» si sforzava Sandmon a non scomporsi
«O nel caso specifico, di Digimon! Quello è il
Supremo del
palazzo, il successore di
Azulongmon!»…«Che ne hai
fatto di Guilmon, brutto intrigante?!» ma Sandmon
sfoderò
la sua spada (mentre Diamon faceva
«Nooo…!»
attutendo l’esclamazione con le mani sulla bocca, che
iniziarono
a muoversi di nervosismo nel disperato tentativo di trovare una
soluzione alla svelta…) «Un’altra parola
e sconterai
con un accorciamento della lingua il crimine di averla troppo
lunga!»…«Qui se c’è
qualcuno che deve
scontare un qualche crimine quello sei solo
tu!»…«M-Mi stai provocando!!»
«Cosa
facciooo…? Adesso si arrabbia davvero!» mugolava
Diamon.
Ma uno dei piccoli orsetti propose «Papà! Mamma!
Forse se
difendo quel ragazzo che sta a cuore alla principessa ci offriranno
ospitalità qui a
palazzo!»…«Aspetta! Dove
vai?!» replicò papà orso, e mamma
orsetta
«Torna indietro!» …sicché la
stessa Diamon
cercò di mediare «No-no-no-no-no! Io non intendevo
affatto
questo!» sempre più spiazzata, sempre
più
spaventata ma fu inutile: l’orsetto era corso…
«Il mio
consiglio è di darsi una
calmata.»...«Nessuno ti ha
interpellato, belloccio mascherato!» ribatté
Sandmon alla
proposta di Guardianmon orientato a proteggere Kazu, ma che nel
frattempo pensava “Questo energumeno di sabbia comincia a
scocciarmi, se suo obiettivo è guastarmi i piani facendo del
male al ragazzo di cui ho bisogno ha trovato pane per i suoi
denti…” e traducendolo nel signorile
«Non…lo
ripeterò oltre.»…«Ripetiti
finché ti
pare, noioso grillo parlante: con me è come parlare al
muro!»…«Lo hai detto tu, non
io.»…«INSOLENTE!»
Sandmon alzò la spada, nella rincorsa di un fendente.
Ma il
piccolo MudFrigimon si infilò tra di loro
«Lascialo
andare, è il volere della principessa!»
Kazu e
Diamon spalancarono i loro occhi, e lo stesso fece Guardianmon.
L’orsetto invece strinse i suoi occhi
«AAAHHH!» ma
qualcuno agì prontamente «Collana splendente!!»
Era Diamon, che
liberò dalla mano una sfavillante corda di gemme preziose
che in
tempo riuscì ad avvolgere il MudFrigimon e a preservarlo da
quel
colpo che era sì letale, ma assestato nel vuoto ottenne come
unico risultato quello di far «Oaah! Ahhh! OUCH!»
inciampare Sandmon e farlo finire a faccia avanti.
Diamon
trascinò a sé l’orsetto, che quando si
liberò dalla catena la trovò ancora con la mano
al cuore
«Scusami principessa dei diamanti…ti sei
spaventata?»…«No no.» rispose
lei lì
per lì, forse in una sollevata battuta di spirito che
infatti
scivolò nel ben più sincero
«Sì,
moltissimo!» rivolto ai genitori del bambino che subito lo
ripresero, dicendogli la madre «Come ti è venuta
in mente
una simile imprudenza?» e il padre «Sandmon
è
l’ambasciatore del Supremo!»
Sandmon
che nel frattempo si rialzava con stento e con sdegno
«Q-Questa
sarà riferita al Supremo…» mentre Kazu
realizzava,
nel graduale riprender fiato «…quel piccolo
Digimon ha
cercato di salvarmi…ha rischiato la
vita…»
Diamon
infatti gli carezzava la testa dicendo «Ti faremo cavaliere
reale.»…«Quando? Quando ti sarai
sposata,
principessa?»…«Ehm…»
lei si fece un
po’ più titubante, e alla fine disse
«…non so
quanto tempo impiegano queste burocrazie, scusami.»
Sandmon puntò indignato la spada contro quella famiglia, e
gridò a tutta voce «FUORI!!!» eruttando
sabbia dalla
bocca «VIIIA DAL MIO PALAZZO! OOO, DAL PALAZZO DEL SUPREMO,
CHE
E’ UGUALE! ANDATE A POGGIARE LE VOSTRE TESTE OTTUSE SULLA
FREDDA
PIETRA, SPERANDO CHE LA NOTTE I DIGIMON FEROCI VENGANO A
DIVORARVI!»…«Ma piantala di
blaterare!!» si
sovrappose Kazu nel «Gulp!» più sommo
stupore del
Digimon di sabbia «Che fuori e fuori?! Questi Digimon sono
eroi!
In quale altro angolo della terra o di Digiworld è mai
possibile
trovare un bambino tanto coraggioso da mettere a repentaglio la sua
giovane vita per proteggerne un’altra?!»
Sandmon allargò i suoi occhi, che erano due tondeggianti
buchi
in un volto di sabbia.
Improvvisamente scese il silenzio sulla sala…e a cominciare
da
Diamon…
…gli occhi di tutta quella fitta moltitudine di Digimon di
ogni
razza, specie e stramba caratteristica iniziarono ad adagiarsi su quel
giovane dal cappello alla moda, che nessuno prima di quel momento aveva
notato…
…persino Guardianmon era spiazzato dalla piega presa dalla
situazione.
Kazu deglutì, avvertendo in un istante il peso di quegli
sguardi…
«Vorrei
dire, che nonostante tutto…!» si spremeva Suzie
mentre
anche per lei era arduo arginare il pianto
«…nonostante le
lacrime e il dolore, e nonostante tutte le mie parole,
io…!!...» volgendosi verso il padre
«…credo a
papà…»…«Suzie…»
mormorò commosso costui «E’
l’uomo…» continuò la ragazza
«…che mi ha cresciuta e mi ha
protetta…»
avvicinandosi a lui, e rivolgendogli una carezza
«…e che
mi ha fatto sentire a casa…!...
…credo
alle sue parole.»...ma Henry si avvicinava, con occhi
supplichevoli e voce disperata «…Suzie ma lo sai
cos’ha fatto…?» e sembrava implorare di
essere
ascoltato «…ma lo capisci, ci ha tenuti lontani
dai
Digimon per dieci anni! E’ colpa sua se ci siamo separati, e
anche quando potevamo tornare assieme ci ha soffiato via
l’occasione! Ci ha fatto vivere…
…soli e abbandonati come solo noi due sappiamo! Ha fatto
credere
a Takato…di essere pazzo perché aveva visto quel
portale…» …mentre Wong
chinava il capo,
sentendo piombargli addosso ad una ad una tutte le sue colpe
«…ha spinto Rika verso una vita che non avrebbe
mai
condotto se Renamon fosse stata al suo fianco, lasciato Kazu senza
Guardromon oltre che senza sua madre…
…ha indotto Kenta…ad allestirsi una vita finta,
un
matrimonio ridicolo che non avrebbe mai contratto altrimenti!...anche
Ryo e Cyberdramon hanno sofferto l’uno distante
dall’altro!
Tutti! TUTTI SIAMO STATI MALE PER COLPA
SUA!»…«Sono
la prima a saperlo…!!» scandì Suzie
mentre una
lacrima solcava il suo viso, fino a cadere su Lopmon come se seguitasse
a scendere dall’occhio di costei «…il
pianto nasceva
da voi…» descrisse la Digimon
«…e continuava
attraverso di noi, e viceversa…
…siamo stati male dall’uno e dall’altro
versante,
sono divenute due metà tristi e solitarie a seguito della
separazione…però…ascolta
Henry…delle
volte…se un uomo o un Digimon sbaglia, mente o omette delle
verità importanti…
…non è da condannare subito, ci possono esser
stati mille
motivi! Alcuni di questi…estremamente
gravi…»…«No, mi
dispiace…!!»
scandiva il ragazzo prendendosi il capo fra le mani «Mi
dispiace,
ma ogni uomo arriva prima o poi a saturazione, a me sono DIECI ANNI che
fate ascoltare storie che hanno lo stesso identico suono:
“era
inevitabile!” “è stato per il
tuo
bene!” “Non si poteva fare
diversamente!” MA A
CHE SCOPO?! Non sono riuscito a farmi una ragione di niente, non sono
riuscito a essere felice!! Anzi…tutto ciò che
avevo a
portata di mano e che poteva darmi un minimo di
gioia…l’ho
lasciato andare perché non potevo condurlo con me,
perché
il vortice del mio passato minacciava di inghiottirlo e
distruggerlo!»…«Tu avresti potuto
fidarti di tua
moglie!!» insistette il padre, e gli occhi di Henry si
dilatarono
«Nessuno ti ha indotto ad abbandonarla, è stata
una TUA
scelta! Avresti potuto scegliere di avere fiducia in lei e confidarle i
tuoi timori e i tuoi dolori relativi ai
Digimon!»…«PROPRIO TU MI PARLI DI
FIDUCIA,
PAPA’?! Proprio tu…che non l’hai avuta
in noi, che
non l’hai avuta in me, in
Suzie!!»…«Ahh…!»
Wong
indietreggiò ed Henry sfogò «Avresti
potuto
svelarci di questo ricatto se era vero che ha avuto
luogo!»…«Ti assicuro che è
così!»…«E PERCHE’
NON CE L’HAI
DETTO?!»…«Perché ho avuto
paura!!...
…e va
bene, lo ammetto! Temevo che quel Digimon avrebbe potuto farvi del
male, ho scelto di affrontare tutto da
solo!»…«Eravamo in molti, eravamo una
squadra,
avremmo potuto fermarlo E A QUEST’ORA SAREMMO POTUTO ESSERE
ASSIEME! FELICI! Mentre per colpa tua la mia vita si è
trasformata in un calvario…»...«Non
è stata
colpa solo mia, ma anche colpa tua Henry!! Se guardi bene nel tuo
passato, tu hai fatto lo stesso!! Ti sei chiuso nel tuo dolore, hai
cominciato ad assumere…p-psicofarmaci!! Hai posto un velo di
apatia fra te e il mondo, fra te e i tuoi affetti, ricorrendo ai
più bassi stratagemmi e ai peggiori sotterfugi pur di non
svelare i tuoi timori e apparire forte! Dov’è alla
fine
tutta questa diversità fra noi due e le nostre
decisioni?!»…«AHHH, E’ NEL
FATTO CHE
IO…!!» gemette Henry, prendendosi il capo fra le
mani
«…ero già stato rovinato da te, ero
debole, ero in
svantaggio!!...» dichiarò stringendo i denti e
provando
dolore «…ero in diritto di decidere come ho deciso
dopo
quello che ho passato, non è stata colpa mia, io
ero…! Io
ero…!!» (canzone: S
Club - Say Goodbye) …avanzando a passo
barcollante, e versando lacrime «…ero un povero
ragazzino
molto insicuro che aveva solo bisogno del suo Digimon,
perché
crescesse al suo fianco!» ma Suzie gli venne incontro,
sollevandogli la mano e sorridendogli pur nel dolore
«…ma
questo l’ho sempre saputo, Henry! Anch’io sono
stata
questo!!»…«Ma papà non ci
capisce,
sorellina…! Ci ha, ci ha…!!...» mentre
lei gli
carezzava il capo…
…con un
fare protettivo che improvvisamente stava invertendo i ruoli
«…ci ha tolto i nostri amici…!! Ci ha
fatto
crescere soli!!»…«Shhh…lo so
che è
doloroso come poco altro al mondo…»
sussurrò Suzie
abbracciandolo, di fronte allo sguardo amaro e rassegnato dei
genitori…
«…coraggio, Henry!» accennava anche
Lopmon
«Tutti noi ti capiamo!»…«La
mia Digimon ha
ragione, è vero, è il cammino di fuoco che
abbiamo
percorso tutti noi…
…un cammino…fin troppo doloroso per le nostre
giovani
vite, tanto che ogni giustificazione appare vuota, e priva di
senso…»…«I-IO NON VOGLIO
UDIRE
GIUSTIFICAZIONI!» sbottò Henry finendo per
spingere via
anche la sorella «ORA CHE E’ TROPPO TARDI SONO
INUTILI!!» dichiarò il ragazzo stringendo pugni di
rabbia…
…e nessuno dei suoi familiari aveva parole per aiutarlo
«Per tanto tempo si è potuto fare qualcosa, e
attraverso
tante occasioni!! Ma adesso è tutto perduto!! Se solo fossi
intervenuto prima, papà, anche pochissimo prima ci sarebbe
stato
qualcosa da recuperare ma il tuo tempismo HA FATTO FIASCO, ora la mia
vita è definitivamente distrutta!! Né mia moglie!
Né mio figlio! Né il mio Digimon più
torneranno da
me, mi odiano e hanno ragione, perché io mi sono fatto
odiare
nel disperato tentativo di…!!...
…DIFENDERMI DALLA VALANGA DI SOFFERENZA CON CUI MI HAI
TRAVOLTO!»…«No! Non dire
così!!» Suzie
tornò da lui afferrandolo per le spalle, mentre la loro
madre in
lacrime cercava conforto fra le braccia del marito «Non
è
ancora troppo tardi!»…«Rea ti vuole
bene, e anche
Terriermon c’è speranza che si apra a comprendere
le tue
ragioni, io lo conosco!!» furono parole di Suzie e Lopmon
«Per favore fratello mio dacci ascolto!»
esclamò la
ragazza, e ancora la Digimon «Terriermon è come un
fratello per me! Sta soffrendo tanto quanto te, ne sono
sicura!»
ma «Noo!!» Henry le respinse di nuovo
«Ormai non
credo più a tutto questo, non credo all’amore, non
credo
al perdono!!...
…tutto
ciò in credevo si è definitivamente
infranto!»…«Questo non è
giusto!»
esclamò Suzie addolorata, ed Henry cercò di
andarsene ma
suo padre lo trattenne «Non ti permetto di parlare in questo
modo!»…«Tu non puoi vietarmelo,
perché non
sei altri che tu l’artefice di tutto questo,
papà!»…«Aspetta!»…il
padre fece
di tutto per fermarlo, ed anche Suzie intervenne «Vi prego,
non
fate così!» ma una luce rossa emise un bagliore
intenso
sul petto di Henry dandogli la forza di spingere via il padre con
violenza «E NON MI
TOCCARE!»…«Ahhh!»
facendolo sbattere contro una libreria, che riversò parte
del
suo contenuto a terra «Ti auguro altrettanto per avermi
inflitto
questo, ti auguro di perdere un figlio così come
l’ho
perduto io!!»
…gli occhi stanchi e afflitti di Janyu Wong si specchiarono
in
quelli oltremodo rancorosi di suo figlio «Perché
tu mi hai
perso per sempre, papà!!»
«HENRY, ASPETTA!!» gridò Suzie cercando
di andargli
dietro ma la madre la bloccò «No! No, Suzie
è
inutile, l’hai sentito, l’abbiamo perso!! Abbiamo
perso il
nostro Henry, l’abbiamo perso per
sempre!»…«Lasciami mamma, io devo
inseguirlo!!»…«No!!» la
trattenne più
forte la madre «Se la prenderebbe anche con te ed io non
voglio!!»…«Ma…!...io…!!»
cercò di replicare la ragazza, ma fu raggiunta dal padre,
che
aveva il passo stanco come se gli anni lo avessero raggiunto di colpo
«Non servirebbe figlia mia, dà retta a tua
madre…ci
sono casi in cui…la speranza non serve! Bisogna solo
rassegnarsi, e questo è il nostro
caso…» sfilandosi
i suoi occhiali e massaggiandosi gli occhi
«…è
accaduto troppo, perché si possa riuscire a voltare pagina.
Troppi errori e troppe colpe…
…»
allungando la mano là sullo scaffale dove vi era ancora la
custodia di un vecchio gioco per computer. Riportava la scritta Digimon
«In un gioco, talvolta, vi è la
possibilità di
perdere.» per poi varcare la porta della stanza…
…la madre era rimasta, e guardava con pena sua
figlia…
«Suzie…» accennava Lopmon nella sua
triste
commozione, e la ragazza «…ma io voglio sperare
ancora!» esprimeva come un bisogno vitale, contro tutto
ciò che le andava contro, sollevando la sua Digimon
«Perché mi dicono che devo
rassegnarmi…? Io non mi
voglio arrendere!! Come…
…!!...il protagonista di una storia in tv, perché
mi
dicono di arrendermi?!» …versando lacrime e
chinando il
capo, con la sua Digimon tra le mani che alzava di fronte alla finestra
come un emblema «Suzie puoi credermi,
io…!...capisco cosa
provi. E sento quello che senti tu!»…«Io
sono una
Digimon Tamer, non…!!...voglio arrendermi nei miei
affetti!...
…e nei miei
sogni…»…«…coraggio…non
piangere…»
Henry era
già in strada, e stringeva i denti con frustrazione
«Ogni
avventura si è conclusa per me! Puntata finita! Serie
archiviata. TITOLI DI CODA…»
…il
suo dolore brillava come una luce rossa sempre più intensa
sul
suo petto…
Quando nella
casa udirono il suono di un campanello, e Lopmon sussultò
ancora
prima di Suzie «La porta!» drizzando le orecchie
«…ah! Mio fratello!» ebbe un moto di
speranza Suzie,
e si precipitò ad aprire.
Oltre la porta,
una ragazza con un bambino in braccio
«Rea!»…«Suzie!»…«…Benji!»
Rea comprese
subito «…cosa è successo? Suzie, tu hai
pianto. Ti
prego, non dirmelo!»…«…oh
Rea…REA,
BENJI!» gettandosi su di lei, Rea la strinse col braccio in
un
impeto protettivo guardandosi attorno in quell’ingresso a lei
sconosciuto per trovare la spiegazione nascosta in qualche
angolo…
…quando
in fondo comparvero il signor Wong e la sua signora…
…quest’ultima si asciugò prontamente le
lacrime, e
Rea lo notò provando un’istintiva emozione
«Quella
ragazza…» mormorò
l’uomo…ogni secondo
più attonito…
«E’
lei!!» esclamò la signora Mayumi che
l’aveva
già vista…«…e quel
bambino…»
fece il signor Janyu nel sopraggiungere delle lacrime a solcare il suo
viso…tanto forte fu quel malinconico e struggente dolore che
lo
spinse in ginocchio, appoggiando il viso a terra in un gesto identico
al momento in cui aveva confessato ai suoi figli di essere il
responsabile, per quella luce che stava risucchiando i Digimon di
fronte ai loro occhi…
«…sono…Rea
Akimoto…» disse la ragazza,
dignitosa nella sua commozione, ma anche dolce «…o
per la
precisione…Rea Wong. Sono…la moglie di
Henry…» avanzando verso quel padre
prostrato…
…chinandosi…e ponendo Benji a terra, vicino a lui
«…e questo è Benji. E’ il
nostro
bambino…» asciugandosi le lacrime, ed allungando
una
carezza sul capo di quell’uomo imbiancato dai capelli
«…non pianga signor Wong…la prego. Si
alzi,
è il momento per lei di alzarsi…
…guardi
suo nipote…è così ansioso di conoscere
il
nonno…»…«Benji…!»
Wong alzò
il suo capo…e sfiorò il viso del bambino
«...sei
identico ad Henry…!»
«Ed anche
la nonna!» aggiunse Rea decisa…e la signora Mayumi
accorse
da lei ad abbracciarla, per piangere sulla sua spalla
«B-Benvenuta!...
…benvenuti!!»
Rea
sembrò provare istintivo affetto e tenerezza per quella
donna,
che strinse quasi come si fa con una madre
«…anch’io
desideravo conoscervi…grazie per avermi
accolta…per
averci accolti…»
Suzie
osservava con un sorriso dolce la scena, mentre Lopmon sulla sua spalla
si premurava di asciugarle le lacrime con le
orecchie…(fine-canzone)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 17 *** Il ritorno della Digievoluzione Matrix ***
17°puntata DT2
Kazu sentì l’ansia affiorargli nel cuore
“Tutti questi Digimon mi fissano…oh Cielo,
pensò che non resisterò!”
…fra quei mille occhi vi erano anche quelli di Sandmon, con
la spada in mano. E dietro di lui alcuni Knightmon, cioè
cavalieri digitali probabilmente al suo servizio. Guardianmon seguiva
con viva attenzione alle spalle del ragazzo, che nel frattempo pensava
“Non posso...neanche asciugarmi il sudore della fronte
perché temo mi voli il cappello, e che vedano la Sfera! Non
ce la faccio, sto per morire!!...
…Guardromon…non ci sei neanche tu a confortarmi,
dove sarai? Sono preoccupato non sai quanto…questa
è la vita adulta, non c’è una mamma o
un papà a tenermi la mano, sono solo!...ma ora la situazione
è appesa alla prossima parola che
soffierà…”
…parola che nella fattispecie fu «Mamma,
papà, mi date la mano?»
Kazu guardò quel piccolo orsetto coraggioso che quegli
impauriti genitori riprendevano con sé, e la sua espressione
sul suo volto pallido si tinse di tenerezza “…ma
ora quel piccolo Digimon è come quando avevo ancora i miei
genitori, piccolo e indifeso, merita un’infanzia felice. A
costo di farmi scoprire, malmenare o torturare devo appellarmi a questa
gente e perorare la sua causa.” sicché sulle sue
scarpe da ginnastica un po’ consumate mosse un passo avanti
«Io…!...
…conosco voi Digimon.» (canzone: Alessandra
Amoroso - Difendimi per sempre) disse con tono profondo,
deglutendo…mentre l’animo di Diamon era sempre
più sospeso…
…ed il Gekomon stava conducendo qualcun altro «Ti
dico di sì, Imagomon! E’ proprio Kazu!
E’ tornato!»…«Oh!
Kazu!» si sbalordì la volpe nera di rivedere il
ragazzo.
«Siete creature…» diceva Kazu e
spontaneamente guardò il Gekomon, riconoscendolo fra la
folla, evocando così ricordi a riscaldarlo e dargli il
coraggio «…che più d’ogni
altra cosa hanno a cuore i vincoli di gratitudine. Preferite arrendervi
piuttosto che scatenare un finimondo, se questo…!...
…può nuocere a quel poco di stabilità
che vi siete conquistati!»
«Uhhh…» faceva il Gekomon oscillando
indietro la bacchetta «…quanto
tempo…sta rammentando la nostra storia di allora.»
«Vi capisco.» deglutì di nuovo il
ragazzo «…so quanto un poco di
stabilità può essere importante, è
difficile vivere una vita al vento battente! Avete trovato sistemazione
in questo castello in un momento di grande caos qui a Digiworld, ci
tenete a conservarvi il vostro tetto, e giustamente a non contraddire i
sovrani! Però…pensate a questi bambini!»
…sempre più stupita Diamon con la sua mano sulla
bocca…
«…le favole che sussurrate loro la sera, prima che
si addormentino, hanno un valore.» dichiarava
nell’affluire della commozione. E già nella folla
iniziavano a scambiarsi i primi sguardi.
«Devono specchiarsi in un mondo di giustizia. E’
questo?...
…vi chiedo semplicemente. Merita davvero arrendersi ancora
una volta, e sacrificare questa famiglia semplicemente
perché non siamo capaci di metterci d’accordo ed
arrangiarci, solo perché siamo irretiti dalla paura?!...
…quando…nella notte, le nostre favole parlano di
eroi invincibili. E di mondi meravigliosi in cui trionfa il bene su
tutto.»
C’era chi mormorava «Ma insomma, chi è
questo ragazzo?»…«Un vero essere
umano!»
E Sandmon si scaldava «Guai a dargli ascolto! Siete curiosi
di sapere di chi si tratta?! E’ semplicemente il servetto di
Cyclemon, il suo spazzacamino personale!»
Ma nel vociare, sempre più alto, si distingueva
«Non importa, ha
ragione!»…«E’ vero!! Dopo
tutto non scordiamoci chi è Sandmon, e che cosa ha
fatto!!»
«Ihmp!» sussultò il guerriero di sabbia,
il brusio era sempre più acceso.
E Kazu stringeva i pugni “No, non posso neanche aizzarli
contro Sandmon!! Si scatenerebbe una rivolta, sarebbero in molti a
perdere la vita! Digimon innocenti pagherebbero, e…di
sicuro…” rivolgendo un’occhiata a Diamon
così incantata e appenata al contempo
“…i piani di Cyclemon andrebbero a monte. Non
posso rendere vano l’ultimo desiderio di Jijimon e
Babamon…” sicché esclamò a
tutta voce «No, vi prego!! Neanche questa è la
strada giusta!!»
Spiazzandoli ancor più. A Sandmon cadde la spada dalla mano,
e a Diamon la mano dalla bocca. Solo Guardianmon rimaneva impassibile
ma ad occhi spalancati.
«In fondo adesso è vero! Siamo in svantaggio, noi
siamo in tanti e affamati, e loro hanno il nostro destino nelle loro
mani! E’ come una partita a carte, si vince e si perde e noi
al momento siamo a mal partito! Io vi chiedo, perché penso
sia fattibile, modestamente…
…di tener fuori i SUPREMI da questo, di non dar loro alcuna
noia.» volgendosi a fissare Sandmon a cui scolavano cascate
di sabbia tra i denti.
«Occupiamoci noi, di questa famiglia! Guardate quanti siete,
e voi Digimon siete intelligenti e pieni di risorse per natura!
Imparate a dividere ciò che avete, ospitate quei cuccioli
nei vostri letti e…!...dividiamo…il nostro cibo.
Sono certo…» in un sorriso scosso da emozioni ma
pieno di sincerità «…che insieme ce la
faremo a superare questo momento difficile. E’ solo un
momento, come tanti. Passerà.»
«…questo ragazzo, seppur un servo, ha
ragione!»…«E’ proprio vero,
non possiamo muovere una rivolta, non siamo organizzati ma non possiamo
nemmeno dimenticare i nostri simili!»
«Siamo tanto amareggiati!» intervenne Imagomon a
braccia conserte, spiegando «Temiamo il nostro futuro! Ma
penso che i saggi consigli…di un
amico…» guardando Kazu, che lo salutò
con un grato gesto della mano «…possano avere la
funzione di una luce
nell’oscurità.»…«E’
già successo, e ha funzionato!» venne avanti il
Gekomon, piantando la bacchetta a terra «Lo dico per
esperienza personale.»
Kazu guardò quest’ultimo Digimon e
pensò versando una lacrima «…e chi
l’avrebbe mai detto…di ritrovarsi a ricordare di
allora, proprio in queste condizioni…»
«Grande Sandmon!» gli si rivolsero dalla
moltitudine «Non contrariate il Supremo Guilmon con faccende
amministrative, ma lasciateci prendere cura di loro!»
“Se non accetto…rischiano di scatenare una
rivolta!!” pensò il Digimon a denti stretti e
scolanti sabbia “Siamo potenti, ma se dovessero attaccarci
tutti assieme…!! Meglio non rischiare!” ruotando
il mantello fino a dar loro finalmente le spalle «Io non ne
voglio di che sapere! Uhmf!»
Kazu tirò un sospiro di sollievo.
Quella folla lo rallegrò, gioendo in un caleidoscopio di
quei colori digitali che lui tanto amava, e quei MudFrigimon giunsero
da lui «Grazie! Grazie amico umano, vi siamo debitori a
vita!»…«…ci
mancherebbe…» accennò il ragazzo che
non poteva perdere tempo a commuoversi perché i piccoli
Digimon gli tiravano il cappello «A-Ahh! Questo no, vi
prego!»
…ma in quella moltitudine…Diamon era rimasta
immobile…il suo sguardo rapito «…ecco
cosa…
…ecco cosa intendeva quando ha detto di amare i
Digimon…»
I loro sguardi si incrociarono per un rapido istante, ma Sandmon
sbucò di nuovo portandola via «E c-cosa resti
là impalata?! Ricordati il tuo ruolo, dobbiamo muoverci
ASSIEME!»…«Ahhh---e arrivooo!»
Kazu alzò gli occhi verso l’alto
“Grazie, mamma…grazie di avermi dato la forza.
Guardromon…! Ce l’ho fatta, ma tu dove sei? Magari
fra questa folla vedessi anche te…!” (fine-canzone)
Nel sonoro sbattere della porta che conduceva alle segrete, Guilmon
recuperò fiato con respiri quasi asmatici...per poi
«A-Accidenti! Whaaa!» inciampare perché
gli era rimasto il manto impigliato nella porta, e finire col muso a
terra «Sono un vigliacco.« disse chiudendo gli
occhi «Faccio la voce grossa, ma poi mi manca il coraggio di
guardare in faccia i vecchi amici: Kazu si è mostrato sempre
entusiasta di vedermi…» …ricordando
dell’immenso, iniziale spavento del ragazzo. Che la volta
dopo era tanto estasiato quanto cordiale «Non sono neanche
stato capace di dirgli “ciao…come stai, quanto
tempo” » avanzando in quel luogo buio
«…nemmeno di chiedergli perché era con
un infido come Guardianmon…e se mi baso su come mi sento
ora, so che non lo farò. Oh?»
«…aiuto…? Se c’è
qualcuno, vi prego, aiutatemi…!» chiedeva una voce
monocorde e tubolare «Ma questa è la voce
di…»
(canzone: Steps
- Why)…e come chiamato da una forza superiore,
Guilmon si addentrò nel buio lasciando andare il suo manto
nero che cadde a terra…
…e riscoprendo il suo corpo da draghetto rosso e nero dopo
molto tempo, quando pochi minuti già tinsero i suoi occhi di
un po’ di quell’antica bontà che aveva
fatto felice il suo domatore, e aveva attirato e intenerito i cuori di
tanti giovani «Vi prego, sono chiuso qua dentro, se mi
sentite venite a
salvarmi…!»…«…Guardromon…è
la voce di Guardromon…» sussurrava
Guilmon…che si avvicinò a passetti un
po’ goffi a quel pozzo chiuso con la grata…
«…non c’è
nessuno…» replicava mogio Guardromon
«…mi sono immaginato tutto. Oh?!»
Ma alzò i suoi occhi. E ne incrociò altri due
gialli, incorniciati dal buio «Ma quelli sono gli occhi del
mio amico Guilmon!»
«…aspetta, caro vecchio Guardromon, ti tiro
fuori…» sussurrò pianissimo il
draghetto…che posò dolcemente le zampe sulla
grata, e con gli artigli, ed i gesti di un buono e obbediente
apprendista falegname, svitò fino a sollevarla…
…e ad assistere all’emergere di quella creatura
robotica finalmente libera «Guiiilmon…non posso
crederci…quanto tempo…quanti
anni…ohhhhhhh…
…sei proprio tu?» tendendo la mano meccanica a
quel muso che rimaneva immobile, dignitoso ma che accennava in quel
buio pesto uno spiccio sorriso «…a tuo gusto,
vecchio Guardromon…»…«Amico
caro…
…io ti tocco…sembri un fantasma ma ti si
può toccare.»…«…un
fantasma. Ecco, forse è questo. E’ questo quello
che hai davanti.»…«Cosa? Oh non mi dire
queste cose Guilmon io sono cresciuto ma non sono cambiato. Questi
discorsi mi fanno paura. Ti preeego…» e seguitava
a toccarlo con delicatezza «…non dirmi che ti
è successo qualcosa mentre ero via e non l’ho
saputo: io…ero andato ad assistere Babamon e Jijimon
perché in cuor mio sapevo che a Kazu avrebbe fatto piacere.
Lui voleva bene a loro…
…ed erano taaanto, tanto anziani…serviva loro una
mano…ma non ho mai dimenticato nessuno di voi vecchi
amici!»…«…non preoccuparti
Guardromon…
…non c’era niente che dovevi sapere di me. Niente
che…» volgendosi, e dandogli le spalle e la coda
«…valesse la pena di sapere.» rivolgendo
sguardi assorti al buio
«…Guilmon…quante avventure assieme. Ti
ricordi?...io, te…
…Kazu…e il tuo domatore, Takato, quanto eravate
uniti…»…«…sì
mi ricordo, Guardromon…» pianissimo, chinando il
capo, mentre Guardromon evocava con tono sognante
«…come sarebbe bello ritornare a quei tempi:
sarebbe una vera magia, altro che quelle che facciamo
noi…»…«…purtroppo
non è possibile…» allontanandosi
«…però tu abbi cura di te, ok?...
…non finire nei guai.» …mentre tornava
ad avvolgersi nel manto con le lune «…aspetta?
Dove vai? Io…ohp! Sono ancora dolorante. Non riesco a starti
dietro! Guilmon, aspetta! C’è una cosa che devi
sapere!»
…ma il draghetto avanzava, ritornando sulla scala senza
girarsi «…non posso. I fantasmi non aspettano.
Hanno sempre poco tempo. Ecco, è questo che mi dimostra che
sono cresciuto: parlo dei fantasmi…senza tremare. Di solito
tutti ne hanno paura. Non sono più un
cucciolo.»…«Guiiilmon!»
tendeva la mano Guardromon che zoppicava un po’, fino a
cadere quando l’altro spalancò la porta
«Io! Io ti devo dire una cosa importante!
Guilmon…aspetta, Guardianmon…!»
«…ricordati di me come un fantasma. Buona fortuna,
amico mio…» richiudendosi la porta alle spalle, e
stringendosi al manto come soffiasse una bufera «Come un
soffio di quel passato che per te è una magia. Di cui son
degni solo i buoni…come tu sei sempre stato.
Addio.»
«Guardianmon, è…!...stato lui. Lui mi
ha imprigionato. E’ malvagio. Qui a palazzo siamo tutti in
pericolo, anche tu! Guilmon…
…perché te ne sei andato? Ho forse sognato?
Perché il ritrovarsi con un vecchio amico dura
così poco. Perché in questa vita tutti prendono
strade diverse?»
E quasi a simbolo di questo, non sapendo cosa di meglio fare,
Guardromon si mosse nella direzione opposta e rimise quella grata sul
pozzo, avvitandola. (fine-canzone)
Rea, sedendo sul divano del salotto di casa Wong, sperdeva il suo
sguardo fisso oltre la finestra che aveva di fronte, e si scostava la
frangetta dalla
fronte…«Così…è
questa, la verità.»
...suo figlio era accanto a lei, a “tastare e
testare” la morbidezza del divano in compagnia di Suzie e
Lopmon «Questa è casa tua, piccolo Benji. Qui io
quando ero piccolina giocavo con Terriermon. Perché credevo
fosse un giocattolo! Henry non mi aveva detto che era un Digimon vero,
che viveva e provava sentimenti proprio come tutti noi!»
spiegava la ragazza. E acconsentiva a far sì che il piccolo
toccasse Lopmon e prendesse confidenza con lei. Quest’ultima
sembrava gradire, sorrideva «Uhmuhmuhmuhm!...che bello avere
un po’ di tempo per star qui tutti insieme.»
«…povero Henry…» sussurrava
intanto Rea «…e così la sua crescita
è stata…segnata in modo indelebile dalla perdita
del suo più caro amico. Terriermon…»
I signori Wong sembravano essersi ripreso, lui parlava con calma seppur
a testa china «Fin dall’inizio cercammo di non
fargli sentire tutta questa nostalgia, ci impegnammo…per
distrarlo, così come con Suzie.» e la signora
«Noi avremmo tanto voluto che fossero cresciuti assieme, se
fosse stato possibile!!
Purtroppo…»…«…non
deve dirmelo, signora…lo comprendo.» disse Rea
dolcemente scostandosi di nuovo i capelli dalla fronte «Voi
avete amato i vostri figli. Così come fanno tutti i
genitori. Ma talvolta si sbaglia. Anch’io sono madre. E anche
se ho poca esperienza...intuisco quanto possa essere
complicato.» rivolgendo lo sguardo a suo figlio…
…che sedeva allegro con Lopmon sulle ginocchia, mentre Suzie
gli rivolgeva una carezza descrivendo «E’ proprio
identico a me.»
«In più sono anche figlia…»
aggiunse Rea «…amo i miei genitori, provo un
enorme tenerezza e tremo al pensiero di restare sola, senza di loro.
Una famiglia…una casa…» guardandosi
attorno «…sono le prime forme che distinguiamo
alla nostra nascita.» e parlò anche Lopmon
«I nomi di coloro che ci sono cari sono i primi che noi
Digimon pronunciamo, non appena veniamo alla luce!» Rea
sorrise «Uhm, sì me lo ricordo, anche nei cartoni
era così.»…«I cartoni dei
Digimon…» ricordò Janyu Wong alzando lo
sguardo, mentre dietro di lui oltre la spalliera del divano si
innalzava la finestra con lo scenario di Tokyo
«…fosse possibile poter accendere le luci della
fantasia e spegnere quelle delle tenebre della vita.» ma a
quel punto Rea si alzò in piedi ed il suo sguardo divenne
determinato «C’è un solo modo per farlo!
E cioè…
…sconfiggere una volta per tutte il responsabile di tutto:
Guardianmon! Quella creatura è il vero autore di questa
separazione che è costata così tanto a troppi
giovani, bambini, padri, madri fratelli, amici!...
…E DIGIMON…» rifilando la coda
dell’occhio a Benji con Lopmon in braccio
«…non si è reso conto di giocare coi
sentimenti più preziosi che delle creature viventi possono
avere! E’ imperdonabile! In questo momento…mi
sento davvero l’eroina di una storia televisiva! E
odio…con tutta me stessa il perfido nemico, vorrei raderlo
al suolo, per aver fatto del male ai miei più grandi
eroi!» ma strinse gli occhi…
…si portò le dita alle labbra, ammettendo
«Ma purtroppo…chi ora potrebbe darmi la forza per
lottare è lontano da me. Terriermon. Il mio Digimon. O il
Digimon di Henry…non so se faccia
differenza…» tornando a sedere sul divano
«Sta di fatto che è scomparso, mi ha abbandonata!
E senza di lui…sono inutile, ma non si tratta tanto di
questo! Io…
…voglio ritrovarlo perché è mio amico!
Io voglio veramente bene a quel
Digimon…»…«Anch’io.»
disse Lopmon «Tutti gli vogliamo bene.» aggiunse
Suzie.
«Se solo Henry e Terriermon potessero
riunirsi…» espresse Janyu Wong, e la signora
Mayumi «E pensare che l’amicizia che li ha
legati…è sempre stata così
intensa…»…«Posso
immaginarlo…signora Wong.» disse Rea con sguardo
profondo «L’ho sperimentato sulla mia
pelle.»
Smarrendosi nel ricordo della sua breve carriera da
domatrice…
Terriermon era di nuovo nella rossiccia desolazione del tunnel per la
raccolta per le acque «E’ incredibile. Non posso
ancora crederci! Era lei. Era lei, ne sono sicuro!»
…ripensando a quella bionda e grassoccia ragazza dal
ciondolo a forma di cuore, che era corsa via impaurita…
«Cosa ne sarà adesso di noi? Oh?»
«LadyMeramon, ho un
problema.»…«Parla, Gelsomon cosiddetta
Minidramon, farò il possibile per calmare la tua
ansia.»
«Ho bisogno urgente di un Digivice.» spiegava la
draghetta sbucando dalla borsa di una ragazza che stava camminando in
strada. Minidramon faceva sempre uso dell’orologio troppo
grande per il suo polso rimpicciolito, ma che si limitava a tener
sollevato con l’artiglio «Di un
po’…tu hai idea di come può fare una di
noi per reperirne uno?»
…mentre sembravano trovarsi nel giardino di
un’abitazione, e si udiva la voce di Alice «Oh,
buongiorno signora Akiyama…»
«Ma tu devi aver installato una di quelle diavolerie
tecnologiche per spiarmi! Come fai a sapere che ne ho proprio uno con
me, di quegli arnesi???»
«---!!! E allora che aspetti?! Devi darmelo! A
velocità istantanea!»
…mentre Terriermon ascoltava di nascosto, appostato sotto la
scaletta…
«Quanta fretta…!» gracchiava
subdolamente LadyMeramon.
«Ho affari urgenti da sbrigare, cosa credi?!» si
spazientiva Minidramon, mentre si udiva una tonante ed enfatica voce
«Oh buongiooorno, buongiorno cara come ti sei svegliata?
Oh!...perdonala, la mia Vaniglia è esuberante quando sta per
cambiare il tempo: è metereopatica esattamente come
me.»…«…non si preoccupi, io
adoro i cani. Sono i miei animali preferiti.» piegandosi
«Ciao, Vaniglia!...come stai bella, eh?...Ryo è in
casa?»
...mentre
Minidramon aveva qualche problema di posizione «O-O-Oh-Ohhh!
LadyMeramon, fai presto! Dobbiamo incontrarci e devi darmi
quell’affare!»
Dall’interno della casa stavano giungendo un ragazzo al
cellulare «Ho detto e ridet-PTSSS! Ho detto e ridetto: non la
firma di quel tizio! Quella dell’altro!!...stupido
l’altra è riconoscibile, si capisce subito il
trucchetto!!» ed il suo piccolo compagno draghetto
«Ryo è da un’ora che sei al
telefono!»…
…Minidramon sprofondò prontamente nella borsetta,
con sguardo vigile…
«Lo so, Monodramon, quando lavorerai anche
tu---sì, entro oggi, altrimenti se ne accorg-! Ptsss, dai!
Non posso parlare!»…«Oh! Che maniere
Ryo, chiudi quel telefono e vedi un po’ chi ti è
venuto a trovare!»…«Ho altro da pensare
mamma se è qualche socio fagli i complimenti per
l’ubiquità che li fa stare al telefono al
contempo: ho chiesto per anni che facessero un corso per
acquisirla!»…«Stamattina sei sboccato
come uno scaricatore di porto, se aguzzassi la
vista!»…«Mamma, e sono centomila!! Se
stamattina mi gira è perché già ho
avuto un gradito buongiorno con una certa
lettera…!!»…«A chi lo dici
Ryo.» precisò Monodramon, affermando poi
«Francamente credo dovremo tenere gli occhi aperti non si sa
mai le persone come possano evolversi col
tempo!»…«Ah, finiscila è
impossibile Kenta è uno
fidato!»…«Ryo dammi retta la gente
cambia. E dirla tutta io vicino a lui ho sentito profumo di
Digimon!»…«Quel giorno mi ero
improfumato quanto mai!»
«Davvero?» accennò una dolce vocina
«Mi piacerebbe conoscere le tue preferenze in fatto di
profumi: sembri un uomo da gusti molto raffinati.»
«Oh?» rimase stupito il domatore, mentre richiudeva
lentamente il cellulare ed il suo Digimon esclamava «Guarda
Ryo! C’è di nuovo miss
peso-forma!»…«…ciao,
Alice.»
La ragazza si scostava con noncuranza i lunghi e biondi capelli
«…simpatico l’appellativo,
Monodramon.»…«Prego, non
c’è di che!»
Ma gli occhi di Minidramon erano come un mirino puntato su di
loro…
«Ahhh, quell’avaraccia vuole tutta la scena per
sé!» richiuse il display LadyMeramon, nel buio
tunnel «Un attimo che reperisco un oggetto prezioso lei che
fa? Mi ordina di consegnarglielo! Se non fossimo alle strette coi tempi
per realizzare la volontà del grande Guardianmon me lo
terrei io! Ma visto che abbiamo accettato di cooperare per far fare
“booom” ai Digimon Tamers…!...»
…mentre Terriermon incupiva l’espressione
“Guardianmon…! Quel maledetto le sta manovrando:
non si è arreso al fatto che siamo riusciti a giocarlo
attraversando i cancelli e giungendo sulla terra, vuol farcela pagare!
E approfittando di queste tre stupide non si fa scrupolo di mettere a
soqquadro la città!”
«PinkMonzaemon!» invocò LadyMeramon
«PINKMONZAEMON!» e finalmente l’imponente
orsa comparve dal buio «Eccomi, cosa vuoi, mi chiamavi? Mi
hai svegliata…»…«Ihmf!!
Smettila di poltrire, ti ho detto che le rifiniture del piano spettano
a te, se non mi sbaglio!»…«Quali
rifiniture? Oh?!» sbattendole il Digivice rosa dalle ali
dorate tra le zampe «Tieni! Quella rompiscatole di Gelsomon
lo vuole per sé, va a portarglielo! Altrimenti mi
assilla!»…«Dove hai trovato una roba
simile…?»…«…!»
LadyMeramon attuò una pausa ad effetto come si trattasse di
un succulento scoop «…in un cassetto della casa di
uno dei Digimon Tamers: Kenta
Kitagawa!»…«Ohhh!»
sussultò PinkMonzaemon…
Terriermon dilatò gli occhi e drizzò le orecchie.
«Ma ora serve a Gelsomon perché ha arpionato
quell’altra tizia poco famosa e per una simulazione corretta
al 100 % del rapporto domatore-Digimon occorre il Digivice! Come
intenderà usarlo lo ignoro, ma intanto almeno disperdiamo le
tracce e rendiamo il lavoro più scomodo a quei ragazzacci!
Svelta, va a portarglielo!!»
“Avrei la tentazione di intervenire…”
pensò Terriermon, stringendo poi gli occhi “Ma
devo resistere!! Ho promesso a me stesso che ne sarei stato fuori,
tanto non ho speranze contro di loro...” fissando la duplice
risata delle due nemiche
«AHAHAHAHAHAHAH!»…«Uhmuhmuhmuhmuhm!»
“…se non di combinare disastri come ho
già fatto. Affari altrui! Me ne starò nascosto
qui.” decise seppur con sforzo “Se Rea mi vedesse
vorrebbe combattere con me a tutti i costi, e invece deve restare al
sicuro!”
«Cara, è arrivata la posta!»
informò il padre di Rea rovesciando con noncuranza un
po’ di buste bianche sul tavolo «Altre bollette,
pagamenti urgenti o roba di quelle che mi fanno venire
l’asma-ihhhhuf?!» la signora Akimoto si
accompagnò con un sospirone, e lui «Niente di
tutto questo, soltanto un bigliettino un po’ strano.
E’ anonimo. Per Rea.»…«Fa
vedere!!»…«…calma, non
c’è bisogno che me lo strappi dalle mani.
Né che lo strappi proprio, guarda: se già tratti
così la busta mi domando cosa ci andrai a
leggere!»…«L-Lo so io cosa ci
andrò a leg-a leggere fammi…m-mettere gli
occhiali-tieni il fodero!! TIENI IL
FODEROOO!»…«Calmaaa! Ma che ti
è preso stamattina!»…«Sono
agitata! Mia figlia è in giro col bambino e so io dove e a
far cosa! A cercare il padre come una disperata! E a cercare pure
quell’altro coso, là, l-l-l’animaletto,
del padre! Deeel…marito, va bene! Tanto, più o
meno…il senso è quello, lei si getta ai loro
piedi per riprendersi sia l’uno, sia l’altro e
intanto a noi ci arrivano le convocazioni in tribunale! Quello
è pazzo, vuole riprendersi il
bambino!»…«Chi? Il
Digimon??»…«Sì…
…NO MA CHE MI FAI DIRE?!»…«E
non c’è bisogno che mi
picchi!»…«Il padre-il pa-aaahh,
l’ex-marito! Nostro genero! Quel…pppervertito ci
ha voluto convocare con questo biglietto sospetto cosa credi? Che non
l’abbia
capi-IHHH!»…«Cos’è?!
Cos’è?! Cos’è?! Una
convocazione in tribunale veramente?!» protendendosi a
guardare il foglio sorretto da sua moglie. Che in tutta risposta gli
rifilò uno schiaffetto sulla mano
«No!»…«E
cos’è colpa mia? Eri tu la prima a
sostenerlo!»…«…è
una lettera intimidatoria! Di nuovo s-su questa storia di questi
animaletti che causano solo guai, e tutti questi congegni elettronici,
guarda, guarda! Dice di non fidarsi di un
certo…K-Kenta…K-Ka-Ka-Ki-bah il cognome non
riesco a leggerlo comunque sta di fatto
che-»…«Dobbiamo telefonare a Rea!...
…AHIA! A-AHIA, CHE HO DETTO DI
MALE?!»…«Semplicemente
un’eresia, REA HA CHIUSO CON
QUESTI!»…«E tu?! Che vuoi fare, dove
vai?!»…«Voglio vederci chiaro!...vado al
computer per farmi dire dove abita questo tipo, q-quei
sitiii…coi numeri di telefono, indirizzi, voglio andarci e
guai a te se parli con Rea!»
Il signor Akimoto rimase tutto solo «Ohhhhh…!...
…ma quando l’ho sposata non era così,
però!»
La figlia di questi due signori, faceva ingresso in quel momento e per
la prima volta nella stanza dell’uomo che aveva sposato. I
suoi occhi scuri si smarrivano lungo le pareti, tra gli
scaffali…
…mentre Henry si lasciava cadere di nuovo su quella panchina
nel parco dagli alberi bruciati, là presso lo spiazzo dove
dieci anni prima i domatori avevano salutato i Digimon. Il suo sguardo
era esausto ormai…
…una mano animata da timore misto a rispetto sfiorava le
lenzuola del suo letto…carezzava il cuscino, per poi
volgersi, ed orientare i suoi guarniti e profondo occhi scuri al
computer spento…
…Henry teneva gli occhi stretti, mentre affondava la mano
nella tasca…estraendo quella boccetta di medicinali che
contemplò con tristezza…
…Rea sedeva alla scrivania, sperimentando cosa si provava
nell’accomodarsi su una sedia girevole…per poi
allungare la mani alla tastiera. Oscillare il capo per scostarsi i
capelli e le emozioni, guardando verso l’alto e sussurrando
«…è qui che è iniziata la
tua vita. E’ qui che è iniziata la tua
avventura.»
«…è qui…» diceva
Henry stringendo più volte gli occhi come chi vede appannato
«…che è finita la mia
avventura.»
…mentre di fronte a lui i bambini correvano e giocavano, e i
genitori dicevano loro «State attenti!»
«…è qui…»
deglutendo «…che è
finita…» ma non diceva
altro…e svitava lentamente la boccetta di pillole…
…nella sua mente scorreva il ricordo del suo primo incontro
con Terriermon, che gli era volato in braccio fuoriuscendo dal
computer…
…ricordo che Rea cercava di ricostruire anche se non
l’aveva vissuto, chiedendolo a quel display spento e alla sua
conoscenza dei due protagonisti…
…che poté ammirare in una foto che
trovò aprendo il cassetto della scrivania…
…Henry e Terriermon…un ragazzino ed il suo
Digimon, visibilmente felici l’uno di aver trovato
l’altro…
(canzone: Anastacia
- You'll never be alone) La mano di Rea si
appoggiò delicata sull’immagine, e la commozione
affiorava nei suoi occhi «Dove saranno,
adesso…coloro a cui tengo di più in vita
mia?!» ponendo in quelle parole tutta
l’intensità dei suoi sentimenti, e spingendo la
foto sul cuore «Dove siete, amori miei?!»
Terriermon, nel buio della galleria, e dei dubbi…
Henry tra la luce e le nuvole di un parco bruciato, dove i bambini
giocano ancora. Ma gli adulti contemplano con disillusione una boccetta
di pillole aperta.
«Non mi posso rassegnare a non trovarvi più. Non
posso…accettare di non avere tracce di voi!!»
Un vortice di ricordi cullava Henry come le onde di un mare, fino a
culminare in quell’addio, nello stesso luogo prima che lo
bruciassero.
Fra i suoi occhi e il cielo, il vetro del flacone…seppur ci
fossero ancora petali rosa di primavera che si adagiavano sulle sue
spalle.
Rea si rialzava dalla scrivania, per muovere altri passi e riascoltare
nella mente le parole che il signor Wong le aveva rivolto “Se non vi ha detto la
verità, è perché temeva di non poter
essere un punto di riferimento per voi. La separazione dal suo Digimon
lo aveva spiazzato. Henry…non si è mai realmente
ripreso e voleva tenervi fuori dal suo dolore.”
«Henry…» Rea chinò il capo,
appoggiandosi allo scaffale «Perché hai scelto di
combattere da solo?!»
I respiri di Henry si fecero affannosi «Ogni lotta
è inutile!»
Fissando un punto fisso oltre quei bambini che gli correvano di fronte
come fantasmi, decretò «E’ tutto finito
ormai!» portandosi di colpo il flacone alla bocca, come
volesse ingerire in un solo colpo l’intero suo contenuto.
«Hai sbagliato!...» Rea pianse amaramente
«Io ero qui!...io sono qui…!!...»
alzando occhi decisi anche se sofferenti «E sarei pronta a
gettarmi nella battaglia della vita con te, proprio come in quelle
storie di quando eravamo bambini. Quelle storie…»
asciugandosi gli occhi «…in cui il mondo non crede
più. Il mondo, forse. Ma io sì. Io sì
perché ho incontrato te.»
D’un tratto al parco qualcuno chiamò
«…Henry!!...HENRY!!»
E si precipitò da lui, scuotendolo. Henry tossì e
tossì, a più riprese «Che
cos’hai, Dio mio…? Che cosa…stavi
facendo?!» chiedeva quell’uomo di mezza
età ma dall’aspetto integro e dignitoso, che
sembrava mostrare molta premura per il ragazzo ora completamente
tremante e dagli occhi sconvolti «Mi
riconosci…?» chiese l’uomo…
Henry lo guardò…ed accennò con voce
smorzata
«…ma…estro…Chow…»
«Henry, quanti anni…» fece
quell’uomo dai capelli e baffi brizzolati, abbracciandolo
«Che ti è
successo…?»…«M-Maestro
Chow…!» Henry si strinse intensamente a
quell’uomo, pronunciando il suo nome in un pianto
soffocato «Maestro Chow…!...
…lei non può
immaginare!!»…«Ragazzo
mio…»…«Non…!!...lo
crederebbe mai! L-La mia vita! La mia vita
è…E’ COMPLETAMENTE
DISTRUTTA!»…«Che cosa dici?...ringrazio
il Cielo che mi ha permesso di tornare in questa città dopo
tanto tempo e ritrovarti. Avanti. Andiamo a casa mia così mi
racconti tutto.» aiutandolo ad alzarsi e lasciando che il
ragazzo si appoggiasse a lui «Come ti viene in mente che
tutto sia finito? Un ragazzo coraggioso come te. Che ha lottato con
grande nobiltà
d’animo.»…«Non sono
più quello di allora,
maestro…»…«Sta tranquillo. Ci
sono qua io adesso con te…»
E lasciarono quella panchina. E le pillole rovesciate a terra, tra
petali rosa e foglie bruciate.
La solitudine di Rea fu interrotta dal signor Wong «Rea:
qualcuno è arrivato. Vorrebbe vederti.»
La ragazza si volse di scatto «Sono io,
Rea…»…«…Takato…»…«…credo
che sia arrivato per noi due il momento di parlare. Di
Henry.»…«…lo penso
anch’io.» rispose la ragazza…
…abbassando la foto di Henry e Terriermon che aveva nella
mano, quella mano che Takato raccolse «Tu sai
dov’è…?» chiese il ragazzo, e
Rea rispose «No, altrimenti non sarei qui!!»
esprimendo nelle sue parole tutto il dolore «Dimmi una
cosa…una soltanto.» fece il ragazzo
«…tu lo ami?...
…io non mi intendo di amore ma ho bisogno di sapere se tu
provi questo per il mio
amico.»…«…sì…
…sì, con tutta me stessa!!!»
esclamò la ragazza. E la foto le scivolò dalle
mani, adagiandosi dolcemente a terra «Con tutta me stessa,
Henry, è…!!...
…il solo…il vero grande amore della mia vita. Hai
presente quando si ama
qualcuno?!»…«…comincio ad
impararne le basi.» accennò un sorriso il ragazzo,
e Rea confessò «Henry è il mio sogno!...
…se c’è una ragione per cui vale la
pena davvero di essere cresciuta, di essere una ragazza adulta!...e di
andare
avanti…»…«…attraverso
la pioggia…» aggiunse il ragazzo…
…e la risposta arrivò dalla porta della stanza,
dalla quale giunse Suzie, con Benji tra le braccia
«…ciao, Takato.
Cos’è…? Riunione di Digimon
Tamers…?»…«…a
quanto sembra…» fece il ragazzo dirigendosi verso
Benji «…pare proprio di sì. I Digimon
Tamers del futuro.»
Bastò la tacita autorizzazione nello sguardo di Rea,
perché Suzie adagiasse il bambino tra le braccia del
ragazzo. Takato guardò Benji con intensità, ed un
sorriso d’affetto «…complimenti ad
Henry. Si è davvero impegnato. Si è
superato…»…nella commozione delle altre
due ragazze «…da lui è nato un figlio
stupendo. E’ una grande gioia, la mia in questo
momento.» descriveva Takato
«…meglio…delle ultime puntate del
cartone! In cui i protagonisti sono cresciuti e hanno messo su
famiglia. Dal vero fa tutto…un
altro…effetto.» restituendo il bambino alla madre.
E promettendo «Henry proverà questa gioia. Te lo
prometto, Rea. E anche a te, Suzie. Henry non mancherà alla
riunione. Perché lui ha diritto di tenere tra le sue braccia
suo figlio e per mano il suo Digimon. E guardare al futuro! Come si
guarda uno splendido panorama.» puntando occhi decisi verso
Rea «Devi raccontarmi
tutto.»…«D’accordo…»
sussurrò la ragazza…
Takato seguitò a guardarli, e a meditare sul tempo e la vita
trascorsi, e le scene ospitate da quella stanza
“…Guilmon. Ti piace il bambino di Henry, eh? Ti
è simpatica sua moglie?” (fine-canzone)
«Guardromon!!!
Ahahah!!!»…«Kazuuu!!!» si
venirono incontro in un abbraccio «Ahhh!
Attento!»…«Ops! Il tuo
cappello!»…«Per carità,
quello se mi parte è la fine! Guardromon, vecchio
pasticcione digitale, sono così felice di
rivederti!!»…«Anch’io!»…«Ma
dove ti eri cacciato, eh?!» puntualizzò il ragazzo
scivolando in un tono arrabbiato non del tutto sincero «Lo
sai che mi hai fatto prendere un bello spavento, sei proprio un
disgraziato! Che belle trovate, sparire così lasciandomi nei
casini!»…«Kazu! Perdonami è
che io---Kazu! Devi sapere una cosa importante!» facendo
d’improvviso determinato il suo sguardo «Anche tu,
Guardromon! Ascolta, non so come possa essere successo e cosa ci sia
dietro, ma Guilmon, Guilmon è qui! L’ho visto, e
sta facendo il Supremo del palazzo!»…«Io
veramente volevo dirti di Guard-cooosa?!
Guilmon!»…«Ma sì,
è una storia assurda, dobbiamo andare a
fondo!»…«Io l’ho visto!
E’ stato lui a
liberarmi!!»…«Come…?...Guardromon,
guardami negli occhi: sei sicuro di non esserti
sbagliato?»…«Sono sicuro di non essermi
sbagliato!»…«Ma quindi se è
stato Guilmon a liberat-LIBERARTI?! E chi era stato ad
imprigionarti?!»…«E’
stato---»
«Ma guarda che bella coppia: un Digimon e il suo fedele
domatore!»
…si fece avanti il guerriero mascherato…
…stupore per Kazu…un sussulto per il suo Digimon,
pronto a vuotare il sacco con decisione…
«Ah, siete qui Guardianmon…» fece il
ragazzo «Sono contento che tu abbia ritrovato colui che
cercavi.»…«Guardromon è il
mio Digimon storico, siamo partner da dieci anni, lascia che vi
presenti: Guardromon, questo
è…»…«Guardianmon!
Io ti toglierò quella maschera dalla faccia!!»
Guardianmon assottigliò il suo occhi…e Kazu
«Guardromon…che maniere. Questo Digimon
è una personalità illustre e
rispettabile.»…«Altro che illustre e
rispettabile, Kazu! Questo Digimon indegno di chiamarsi
tale-» ma in quello scenario sbucò Cyclemon
«Presto, non è il caso di star tutti qui a
parlare: Sandmon sta tornando un’altra
volta!»…«Ma Cyclemon io devo svelarti
che-»…«Non c’è
tempo!» tagliò corto
l’anziano…mentre Guardianmon si
compiaceva…
«Che succede, Cyclemon, perché tutta questa
fretta?» domandò Kazu…e Cyclemon
mormorò «…mani al
cappello…»…«Cosa?
Ohh!!»
Kazu dovette prontamente portare le mani al suo cappello scuro
perché il bagliore della sfera stava divenendo
improvvisamente incontenibile…Guardianmon lo
scrutò incuriosito, pur restando in disparte…
«Una delle tre prove è stata recepita dalla Sfera
regale.» descrisse Cyclemon, e Kazu un po’
allarmato «Non capisco che vuol dire! Che
significa?»
Consapevole e profondo lo sguardo dell’anziano Digimon
«…che senza saperlo hai superato la prima delle
sfide, Kazu: la prova
della saggezza.»…«…sarebbe
a dire…?...ma, non sarà per quella faccenda dei
MudFrigimon, poco fa!» …mentre Guardromon
seguitava a fissare in cagnesco il Digimon mascherato, che invece lo
dominava con occhi soddisfatti…
Cyclemon spiegò «…eri molto preoccupato
ma nonostante ciò sei riuscito a dominare le tue emozioni e
a decidere per il meglio. Bravo, Kazu. La saggezza è una
qualità essenziale per qualcuno destinato a
diventare-»…«Cosa è destinato
a diventare il mio Kazu?» sussultò Guardromon
riuscendo a distogliere l’attenzione da Guardianmon per
qualche istante «Forse…smetterà di
essere il mio domatore?»…«Non dire
sciocchezze, Guardromon, io sarò sempre il tuo Digimon
Tamer…però Cyclemon in effetti a cosa ti riferivi
prima, quando hai parlato?» Cyclemon tacque…e
orientò gli occhi verso Guardromon «A proposito di
te…»…«Di me???» si
auto-indicò il Digimon «Sì. Devi venire
subito con me, la prossima prova necessita di un allestimento, e vede
anche la partecipazione del Digimon del candidato. Dobbiamo raggiungere
l’arena sotterranea del castello. Muoviti! Seguimi prima che
Sandmon ci sorprenda!»…«Aspetta
Cyclemon! Dammi una spiegazione, sono stato col fiato sospeso per ore
perché non lo trovavo più, ora dove lo stai
portando?!»…«Calmati Kazu! Una cosa alla
volta e vedrai che tutto ti sarà chiaro, intanto porto il
tuo Digimon a destinazione. Tu presto ci
raggiungerai.»…«K-Kazu!»
tendeva la mano Guardromon, ma «Su, forza, animo!...non
possiamo oziare, siamo osservati!»
«Guardromon…» Kazu ritirò un
po’ dispiaciuto la sua mano «…dieci anni
di attesa…e ora nessuno ci vuole far stare un po’
assieme.»
Guardianmon osservava comodamente appoggiato alla parete con le mani
dietro la testa, e meditava “…e bravo vecchio
Cyclemon, mi hai fatto un favore, mi liberi per qualche ora da quel
soffocante ferro vecchio così che io mi possa lavorare il
suo domatore in pace.”
…avvicinandosi con portamento elegante «Non devi
disperare: un Digimon ha…molti
doveri.»…«Veramente…un
Digimon dovrebbe stare per lo più col suo domatore.
Cioè!!...ahhh!» Kazu sorrise un po’ di
sé «In realtà ho detto una sciocchezza,
anche i Digimon hanno la loro vita e le loro esigenze. Sono io che con
il tempo sono diventato geloso! Sapeste…quanto
può mancare uno qualsiasi di voi nella vita di un essere
umano.»…«…tutte queste
cose…seguitano ad incuriosirmi non
poco…spiegamelo.» incrociando le braccia, e Kazu
«Ecco…
…voi siete creature speciali.» definiva il
ragazzo…
…mentre Diamon scendeva le scale con il suo passo fatato
«Oh?» e d’un tratto si fermava per
ascoltarlo…
«Avete il dono di conoscere…non esattamente la
risposta ad ogni nostro interrogativo. Quello…forse
è noto solo a chi ha creato il mondo, e
l’immensità della vita di cui voi siete parte, no,
non è quello. Ma in un certo senso…è
altrettanto grande, voi Digimon...sapete qual è
l’atteggiamento giusto per accostarsi ad ogni nostro stato
d’animo!»
…Guardianmon si stupì…
…e Diamon rifletté, socchiudendo gli
occhi…
«In qualsiasi modo ci sentiamo…voi riuscite a
trovare la chiave per farvi confidare i nostri pensieri, timori, i
nostri problemi! Le nostre
insicurezze!»…«…questo…fa
piacere a voi umani?» chiedeva Guardianmon, e Kazu
spiegò «…ne abbiamo tanto bisogno. La
vita non è un cammino fatto perché sia percorso
in solitudine. Non vi è…speranza di
sopravvivenza. E’ un terreno…selvaggio, e
pericoloso!» e guardava negli occhi quel Digimon di cui solo
gli occhi erano visibili «La vita è un cammino che
ognuno dovrebbe dividere con un amico fedele e prezioso, come
è per me Guardromon!...
…è per questo…che quando io e i miei
amici ci siamo trovati da un giorno all’altro senza i nostri
Digimon, ad affrontare la crescita…è stato
traumatico, spiazzante! C’eravamo abituati alla loro
compagnia…l’avevamo ricercata con animo ansioso, e
difesa a denti stretti contro i peggiori pericoli!...vorrei
tanto…poter riferire ai miei amici che mi trovo di nuovo
qui. Nel mondo dei Digimon!»
«U-Un giorno…!» accennò la
ragazza digitale discendendo i gradini, e lasciando stupito il giovane
dal cappello scuro
«Diamon!»…«…un
giorno li porterai qui. Si farà una gran festa! Noi non
vediamo l’ora! Siamo ansiosi di conoscere i tuoi amici,
Kazu!»
“E quando non c’è il vecchio
rottame…c’è la principessina svenevole!
E’ inutile, ritagliarsi qualche istante in compagnia di
questo giovane è un’impresa! Per adesso ammetto la
sconfitta e passo ad altro.
C’è…un’altra cosa in questo
palazzo che ho intenzione di appurare!” «Ehm
ehm!...chiedo scusa. Mi ritiro,
buonasera…»…«…arrivederci,
Guardianmon…» fece Kazu, commentando
«Che tipo
misterioso…»…«…già
già! Molto misterioso!» annuì convinta
Diamon…
…dopodiché si volse a guardarlo negli occhi,
parlandogli «Io aspettavo di trovare un momento
per…complimentarmi per ciò che hai fatto
oggi!»…«Stai scherzando forse? Ho
semplicemente…detto due parole sul fatto che è
giusto mettere in comune ciò che si ha! Le provviste, le
risorse, è l’abbiccì in un momento
difficile!»…«E ti pare poco?! Nessuno
nel nostro mondo più lo fa o lo pensa! Tu…
…hai risvegliato il nostro spirito
dimenticato…Kazu!»…«…uhm.»
sorrideva lui «…qualche volta succedeva. In
qualche puntata. Deformazione professionale di noi giovani
domatori.»
La ragazza digitale sembrava colpita dalle sue parole…e
ansiosa di attingere nuove consapevolezze da quel sorriso…
Ma altrove, sempre in quel palazzo…
Una sagoma femminile dal cappello a punta apriva un varco nella sua
sfera allargando le mani «Controlla che sia chiusa la
porta.»…«Non preoccuparti! Non verrebbe
nessuno…» scandiva Guilmon con la sua aria
saccente. Purplemon si guardò attorno con aria circospetta,
dopodiché si accorse che erano soli…
…e posò il suo stivaletto a terra
«Tanto in effetti è inutile! Tu già sai
la verità. A che serve giocare? Puf!» con un colpo
di bacchetta liberò una moltitudine di scintille stellate
che ridussero la sfera ad una nuvola di fumo.
«Eccomi qua!»
Appoggiando le mani sui fianchi, Purplemon si mostrò con
fare narcisistico, ancheggiando appena nella speranza che Guilmon
ammirasse la sua avvenenza. Il draghetto restava piuttosto indifferente
e distaccato nel suo sorriso ironico.
Quelle mani smaltate di viola scorrevano nei lunghi capelli scuri dai
riflessi del medesimo colore. E quegli occhi decorati da piume
angeliche si aprivano in una sfumatura sentimentale e seducente,
sbattendo le palpebre con adolescenziale vezzosità.
«La grinta…bellicosa di un Digimon di livello
mega!» commentò Guilmon, e Purplemon
«Beeeh! Veramente volevo dare un messaggio un po’
diverso, comunque fa un po’ tu! Uff! Uomini!»
sentenziò indispettita «Non capite mai un tubo di
sensibilità femminile!»…«Se
siamo così tardi offrici tu i tasselli che ci
mancano.»…«Troppo
facile!»…«Andiaaamo…»
la pregò lui rifilando uno sguardo ammiccante da sotto il
suo cappuccio «…un uomo è sempre
curioso di scoprire i segreti che nasconde una fanciulla.» e
sollevando una rosa rossa con il suo artiglio, ponendosela accanto al
muso, mentre Purplemon faceva «E va bene, mi hai
convinto…!»
…iniziando a passeggiare per la stanza con fare da diva
«Io sono un Digimon che viene da…molto lontano! Da
un luogo e da un tempo che sono stati…quasi dimenticati,
smack! Uhmuhmuhm!» tirando un bacio che liberò
stelline scintillanti…
…sempre impassibile Guilmon, col suo sguardo celato tra i
petali della rosa…
«In effetti, diciamo che mi sono concessa la licenza
di…qualche piccola bugia…» sistemandosi
con l’unghia un po’ di polverina argentea che le
era finita nella scollatura «…ma si sa, il
carburante dei bimbi è uno e basta! La fantasiiia! I sogni e
le fiabe!» pronunciato con tono giocoso, mentre Guilmon
deduceva «Allora era vero quello che pensavo: ti fingi
ingabbiata in quel campo di energia per servirti di N’Emo,
una fata imprigionata da salvare lo fa sentire un
eroe!»…«Beh, diciamooo…che le
cose stanno così: devi sapere che N’Emo ha un
sogno. C’è una cosa…a cui aspira, ci
tiene più della sua vita, l’avrai capito anche tu
del resto lui non ne fa segreto!»…«Di
che si
tratta?»…«N’Emo…!...
…che poi non si chiama N’Emo…ma questo
non dire che te l’ho detto sennò pianta una
grana!» con gesto vezzoso a coprirle le labbra che evocava
grande confidenza, ma con quelle parole sussurrate ottenne solo lo
scopo di corrugare lo sguardo del Digimon…
«…ha sempre avuto…come suo sogno
più grande…quello di fare il domatore! Di
incontrare un Digimon…che fosse quello dei suoi sogni! Ahhh,
io adoro queste cose magiche e poetiche! Lui sperava che tutte le sue
più variopinte fantasie diventassero
realtà!»
…nonostante il buonumore della narratrice…il capo
di Guilmon calava…fino a sprofondare nei
ricordi…e a far sì che il cappuccio gli scendesse
sopra, coprendolo…
…ripensando a un altro ragazzino…i suoi
disegni…i suoi sogni…i suoi occhialoni…
…per poi rialzare quegli occhi gialli, ma più
indeboliti «Io mi sono un po’ inserita in questo!
Lo ammetto! Gli ho garantito…che se mi avesse procurato gli
artefatti energetici di cui sono in attesa
tuttora!...ecco…con un colpo di bacchetta avrei dato vita a
tutte chimere!»…«…quindi
fammi capire…
…in un certo senso adesso è tutto nelle mie
mani.»…«Ihm?!?! I-Iiin…che
senso, scusa se sono tarda?!»
Lo sguardo di Guilmon si fece subdolo
«…N’Emo ha trovato me. A scanso di
equivoci abbiamo anche un Digivice. Mi basterebbe mettere la testa a
posto…essere più gentile e premuroso come si
conviene per un Digimon col suo domatore…e potrei portarti
via come se niente fosse un tuo prezioso
aiutante.»…«Mmm!» Purplemon si
mise a riflettere con dito sotto il mento.
«Quello che mi chiedo è: perché ti sta
ancora aiutando? N’Emo…o…
…come si chiama…
…ATTUALMENTE è a tutti gli effetti un domatore.
Il suo sogno si è realizzato. Che bisogno ha di
servirti?»…«No! Non è ancora
completo, non può esserlo! Manca ancora qualcosa.
Qualcosa…
…di fondamentale…» si
approfondì in un’ambigua cupezza il tono della
creatura nella pregiata stanza, sotto lo sguardo scrutatore di Guilmon
mentre cadeva un petalo alla rosa…
«…qualcosa di cui N’Emo ha assoluto
bisogno. Qualcosa che solo io posso concedergli!» aggiungendo
senza farsi sentire il fulmineo sussurro «…almeno
sulla carta!»
Guilmon piegò il capo, e mugolò
«…sarebbe?»
Purplemon si volse con la coda del suo furbo occhio truccato di
lilla…per poi sfoderare un sorrisone
«Ihihihihi!!!»
…che non destò la minima ilarità nel
Digimon al suo cospetto…
«Ma non te ne sei accorto guardandolo? Guarda che si vede
alquanto, eh!»…«…che cosa si
dovrebbe vedere…?!» scandì Guilmon
stringendo più forte tra i denti il gambo di quella rosa,
iniziando a innervosirsi…muovendo un passo avanti e
schiacciando il petalo con la sua zampa artigliata…
«…vista acuta di certi Digimon…intuito
ancor più alato…bah, va bene!! Tiri a indovinare?
Oppure te lo dico io? Nooo, va bene te lo dico io sennò ci
mettiamo secoli: devi sapere che N’Emo-ti farai una risata
quando te lo dirò-ecco vedi lui no-lo hai visto insomma
sììì, all’apparenza un
ragazzino normale è che in pratica gli è
successo-è una condizione momentanea sia ben chiaro si
risolverà glielo auguro per lui ecco no vedi lui adesso
è-temporaneamente ecco un pochettino diciamo che attualmente
N’Emo versa in uno stato di-!»
…ma bussarono alla porta «Supremo
Guilmon…!»
Guilmon si volse di scatto. Era una voce cupa dalla sfumatura ironica.
«Porca paletta!!» si lasciò scappare
Purplemon, per poi portare la mano alla bocca «Eh no scusa,
eh! Io adesso vorrei sapere dove mi metto! Il campo energetico! Nooo!
Quello occupa troppo tempo e smuove troppa luce…le tende!
Ecco! Mi nascondo qua!» prendendo una corsetta, infrattandosi
e lasciando sbucare solo la testa e la mano per uno
«SHHH!» sonoro che riassumeva il comportamento che
Guilmon doveva adottare.
«Chiedo scusa! Ho bisogno di un’udienza urgente!
Sono un…povero guardiano relegato presso i cancelli di
Digiworld in condizioni lavorative PENOSE…»
Guilmon spalancò i suoi occhi
«Guardianmon…»
…e anche Purplemon, dietro la tenda, si portò la
mano alla bocca come se quel nome le dicesse più che
qualcosa…
Takato e Rea sedevano l’uno di fronte all’altra sul
letto di Henry, Benji era tra di loro.
«L’ho amato da subito…»
svelava la ragazza, perdendo i suoi occhi nei ricordi
«…dal primo momento che l’ho visto. Lui
per me era…
…bellissimo. Meraviglioso. Uhm! Capisco che può
sembrare sciocco e banale, il tipico modo della ragazza innamorata di
descrivere il suo principe azzurro. Ma per me Henry era
questo.»
Takato ascoltava con profonda partecipazione…talvolta si
lasciava sfuggire uno sguardo di assorta tenerezza al
bambino…
«Inizialmente il sogno sembrava realizzarsi. Incredibile ma
vero il principe si era innamorato della sua umile serva. O almeno
così dimostrava, era…così premuroso
con me…»…«…lo
è stato con tutti noi. Con sua sorella Suzie. E con il suo
Digimon.»
Rea riguardò la foto di Henry e
Terriermon…lasciandosi sfuggire un sorriso, ed una carezza
col dito…mentre Takato rivelava «Ognuno in un
gruppo ha le sue caratteristiche. O per lo meno, così ci
insegnano i cartoni: bene, quella di Henry era…la
maturità.» avvicinandosi Benji «Vero,
piccolino? Il tuo papà è sempre
sembrato…più grande della sua età, lui
coordinava il nostro operato! Rimetteva a posto ogni pasticcio,
uhmuhmuhmuhm!» facendogli un po’ di solletico,
mentre Rea meditava «…forse troppo più
grande della sua età. Henry ha sentito il peso di questa
responsabilità per la vita! Ha
completamente…disimparato a fidarsi degli altri. Vede
tutti…come creature più piccole, di cui prendersi
cura a scapito…di sé, del suo cuore, della sua
personale
fragilità!»…«…è
vero…me ne accorsi anch’io. Non
credo…adesso soltanto, già da allora. Uhm. Una
volta…visitammo un villaggio di
MudFrigimon.»…«Come?»…«MudFrigimon.
Sono…una specie di Digimon! Ah beh naturale, non ti ho detto
che mi riferivo…al nostro viaggio a Digiworld!»
Rea si passò la mano tra i capelli, e sussurrò
«…che
magia…»...«Puoi dirlo forte. Ebbene
loro…erano perseguitati da una certa moto impazzita che non
faceva che distruggere e di nuovo distruggere il loro villaggio, ogni
volta che loro provavano a ricostruirlo. Alcuni di loro
purtroppo…non riuscivano a sopravvivere, quel meccanismo
incomprensibile li travolgeva! Io…che dire, sono sempre
stato molto sensibile a questo genere di storie e situazioni. Anche
Henry! Ma lo eravamo in modi diversi. Ricordo…»
narrava mentre giocava con il bambino con grande pacatezza e
disinvoltura «…che io presi parola a forza come
mio solito. E invitai loro a trasferirsi in un altro villaggio. Henry
però…era di un altro parere.» mentre la
sua mano scorreva tra i capelli scuri di Benji «Riteneva non
fosse giusto metter bocca su quelle tradizioni a cui i Digimon
sembravano…estremamente attaccati. Reputava che
lì rispetto stesse a significare…acconsentire a
ciò a cui quei Digimon si erano
arresi.»…«…lui…avrebbe
lasciato che altri di loro perdessero la vita?» chiese Rea
profondamente colpita, ma Takato alzò gli occhi su di lei
«…Henry era lacerato più di tutti noi
da quella situazione. Ma sentiva che in quel momento il nostro dovere
era quello di terminare la ricerca di Calumon, che era stato rapito.
Pensava che non fosse bene che altri pensieri ci distogliessero
dall’obiettivo, e riteneva che Digiworld fosse diverso dalla
terra. Nelle leggi, e nei suoi valori. E che dunque ogni mondo nella
sua diversità meritasse che i suoi visitatori vi si
adeguassero.»…«…ma si
trattava di un’ingiustizia! Oh, in questo caso io avrei agito
esattamente come te,
Takato!»…«…certo…io
credo che in fondo non saremmo stati i soli, molti altri avrebbero
avuto il nostro stesso istinto, però…Henry in
quel momento sentiva che l’istinto non ci avrebbe permesso di
realizzare l’obiettivo che stavamo tanto faticosamente
inseguendo. E riteneva che la ragione fosse la migliore
consigliera.»…«Pfff…!...e
quei poveri Digimon, intanto?!»
Takato non disse nulla, abbassò appena lo sguardo.
«La ragione…» pensò la
ragazza «…quando mi sono innamorata io non ho dato
ascolto alla ragione! Mi sono buttata. Forse io sono impulsiva.
Sarà che sono cresciuta a pane, burro e cartoni.
Però...» guardandosi le unghie,
commentò con un pizzico di timidezza
«…non me ne sono
pentita.»…«Uhmuhm! Neanch’io!
E infatti quella volta al termine della battaglia ricordo che Henry mi
ringraziò per il mio “carattere poco
prudente”, che con qualche botta di testa qua e là
aveva permesso la risoluzione dell’intricato enigma della
moto.»…«…”carattere…poco
prudente”…» rifletteva Rea su quelle
parole, e Takato «Ahah! Ma quello che fece la vera botta di
testa fu Guilmon: poverino, colpito in pieno! La moto si era
impossessata di lui.» Rea dilatò lo sguardo, e
Takato descrisse «Leomon…ci andò
giù duro, con la parte piatta della sua lama! Lo stese, ma
per fortuna lo liberò!» Anche Benji rise, come
Takato nel ricordare «Ahah, che spavento che mi presi!
Guilmon…»
…a quel punto Rea allungò la mano su quella di
lui «…tutti noi abbiamo qualcuno di caro da
ritrovare. Non è vero…?» notando quella
sfumatura di nostalgia nello sguardo del giovane che non disse nulla,
ma fu tacitamente grato…
…intanto, in salotto Suzie parlava ai suoi genitori
«Mamma, papà. Perdonatemi. Scusate se non resto a
casa con voi, però…in questo momento non me la
sento di abbandonare Rea. Siamo amiche da poco. Lei e Benji sono
così soli…penso che le faccia bene fare squadra
con qualcuno.»…«Ascolta
Suzie…» accennava il signor Wong
«…ma perché non dici a…alla
tua amica. Cioè o meglio a tua cognata, se non vuole per
caso venire ad abitare qui assieme a suo figlio. Dopo
tutto…questa è anche casa
sua.»…«Ci farebbe tanto
piacere!» confermò la moglie, ma Suzie sorrise
loro «…glielo dirò, vi ringrazio.
Però ci sono sempre i suoi genitori.» e Lopmon,
fra le sue braccia, spiegò «Dovete avere un
po’ di pazienza, signori. Cercate di capire, in questo
momento…il signore e la signora Akimoto sono molto in
pensiero per la loro figlia, e il loro
nipotino.»…«…certo,
capisco…» fece Wong un po’ tristemente
«…ci riterranno probabilmente
responsabili…»
Suzie avrebbe voluto dir loro qualcosa per alleviare quel senso di
colpa, ma così come la sua Digimon sentiva che le parole
più adatte stentavano ad affiorare.
«Parlami ancora, Takato…» chiedeva Rea
«…non sai quanto sia importante per me ascoltare
questi racconti. E’ come se potessi recuperare
finalmente…quel passato che Henry mi ha tenuto nascosto. Ci
avrei tenuto tanto. Quando si ama…sai…
…si desidera…avere accesso alle porte di tutte le
età di quella persona. Di ogni…suo evento ed
esperienza. E’ come un viaggio. E la destinazione…
…un mondo da sogno forse simile a quello digitale che
abbraccia il nostro pianeta senza che ce ne accorgiamo. Io desidero
visitarli entrambi. E a quanto pare…
…nel mio caso coincidono. Anche se tutto è
così difficile…»
Il ragazzo rifletteva “…così
è questo, l’amore.” mentre teneva Benji
tra le braccia “…coltivare nel proprio cuore il
desiderio di accedere…a quello
dell’altro…
…è come penetrare una
barriera…” …nei
suoi ricordi, era come se lui avesse l’aspetto di un possente
guerriero dall’armatura rossa e armato di spada. Che faceva
breccia in un intreccio oscuro e spaventoso, dall’inquietante
sfumatura rossastra. Ma in cima al quale brillava una luce sprigionata
da qualcuno che il guerriero portava nel cuore, e il cui pensiero gli
aveva dato la forza di giungere fin
lì…
“…scoprire tutte le sue
verità…tenersi per mano sapendo che ci si conosce
davvero. Che non ci sono segreti. Aprire gli occhi…
…e riconoscersi nello sguardo di chi è
lì con te…”
…e ricordava di una bambina che aveva riaperto gli occhi fra
le sue braccia…seppur stremata, sembrava così
felice di rivederlo…
“…così è questo,
l’amore. Chissà se l’ho mai provato.
Chissà se lo provo. Chissà se lo
proverò.” dopodiché socchiuse gli
occhi, per poi riaprirli e tornare a rivolgerli a quella ragazza che
aveva di fronte «Henry era molto protettivo anche con Suzie.
Ricordo che una volta, a Suzakomon, e cioè il luogo in cui
si innalzava il palazzo di uno dei quattro Supremi, Zhuquiaomon,
arrivò ad alzare molto la voce con la sua sorellina! Noi
tutti fummo meravigliati, non era da lui perdere il controllo in questo
modo. Ma solo col tempo abbiamo capito che…potrebbe capitare
a chiunque di noi: pensiamo a qualcuno che amiamo, qualcuno di piccolo
e molto indifeso. Che è capitato da un momento
all’altro nel mondo ostile che per noi è
sì, gestibile, seppur con fatica. Ma lui, o lei come
potrebbe cavarsela? Sembra non avere altri che noi. Per questo ci
sentiamo investiti del difficile compito di garantire la sua
sicurezza…
…anche in quel caso Henry metteva a tacere ogni sua
esigenza, per lui esisteva solo Suzie. E’ stata una prova.
Terriermon…» e quel nome destò Rea
dalla posa assorta che aveva assunto «…fu
gravemente compromesso e rischiò la vita nello scontro con
il Supremo del luogo. Ma Henry…si rese conto in tempo
dell’importanza del lavoro di squadra...questo diede energia
aggiuntiva al suo Digimon…insieme attuarono la
biodigievoluzione!» narrò col tono profondo e
accattivante con cui si racconta una favola. Rea dilatò il
suo sguardo, e Takato sollevò Benji per farsi guardare per
bene negli occhi «…nacque
così…Megagargomon…un Digimon
strapotente…che determinò l’esito della
battaglia. Non ci fu storia!...
…Henry e il suo Digimon erano imbattibili
assieme…»
Rea era profondamente colpita da quei racconti, allungò la
mano su quella dell’amico «Takato, devo dirti una
cosa. Riguarda il Digimon di Henry, Terriermon. Tu forse ancora non lo
sai, ma devi sapere che io, che lui-insomma…noi
due-» ma in quel momento entrò Suzie
«Permesso? Scusate se vi interrompo.» avvicinandosi
e rivolgendosi con pacatezza «Volevo dirvi che
io…penso di andare a cercare Henry. Non può
finire così, devo parlargli. Rea, ascolta tu non avresti
nulla in contrario se, ancora per un po’, io e Lopmon
restassimo ad abitare a casa
tua?»…«Come? Oh ma Suzie io non lo
pensavo però lo speravo! Non osavo chiedertelo. Questa
è casa tua.»…«Casa mia adesso
è dove ci sono le persone che hanno bisogno di me. E delle
quali anch’io ho bisogno,
uhmuhmuhm!»…«Sei la
benvenuta.»…«Anche tu a casa nostra.
Devi sapere che i miei genitori hanno detto che…quando
vorrai potrai venire a stare da noi assieme a
Benji.»…«…ringraziali di
cuore, io farò altrettanto. Ma prima,
c’è una cosa importante che debbo fare.»
facendo profonda l’espressione nei suoi occhi e replicando
quel suo consueto gesto di scostarsi la frangetta, per poi volgersi
«Takato!»…«Rea! Vai
già via?»…«Ascolta, quello
che mi hai raccontato mi ha colpito. Mi ha iniettato nuova speranza!
Ora sento che quella forza che scintillava dal fondo di Digiworld, e di
un tempo lontano dieci anni non può essersi esaurita:
c’è qualcuno…che devo
ritrovare…io credo che tu mi
capisca.»…«…certo…»
fece il ragazzo, e Rea prese Benji con sé «Suzie,
vengo con te! Passiamo un attimo a casa e poi andiamo a cercare Henry.
Takato…ancora grazie…
…ci sono ancora delle cose che devi sapere…ma
tutto a suo tempo…
…intanto c’è qualcosa che devo chiarire
con me stessa. Debbo misurarmi anch’io con la battaglia della
mia vita. Devo tentare di realizzare il mio sogno! L’eco dei
tuoi racconti mi accompagnerà.» guardando suo
figlio, ed affermando «Benji…andiamo a recuperare
le tue origini.»…«Se hai bisogno di
cercarlo da sola io non mi intrometterò, dimmi soltanto
un’ultima
cosa.»…«…ma certo.»
Takato la guardò ben fisso negli occhi, domandandole
«Cosa avvenne esattamente, quando vi separaste negli Stati
Uniti, tu ed Henry…?»
Gli occhi della ragazza si velarono di emozione nell’evocare
quei ricordi ostici, e cercò di esporre «Mi ero
accorta che c’era un velo di oscurità a permeare
gran parte della sua vita. Io non volevo forzarlo…ma avevo
bisogno di sapere, avere almeno la conferma che non c’erano
per lui pericoli, che non potevo fronteggiare. O dolori che non potevo
sanare…
…sicché un giorno…lo vidi assieme a
lei.»…«…lei…?!»
spalancò gli occhi Takato, muovendo un passo verso la
ragazza. Suzie intervenne «Ti riferisci alla donna di cui mi
hai parlato, Rea? Quella che utilizzava un profumo al muschio
bianco?»
…la voce di Rea si rompeva nel pianto
«…loro si stavano abbracciando…sembrava
esservi una profonda
confidenza!»…«…Henry…non
farebbe mai una cosa del genere!!» affermò Takato,
e Rea «Me lo ripetevo anch’io…!...ma
l’immagine di quella donna…»
…rivedendo fuggevolmente Aki ed il suo anello viola nei
ricordi…
«…è legata al definitivo crollo delle
mie sicurezze!!...e all’inizio del tunnel
buio…»
Takato restò sbalordito nell’apprendere
ciò…
«Ma guarda un po’ quanto si può fare
carriera!» ironizzava Guardianmon nel suo trionfale ingresso
nella stanza, sotto gli occhi attoniti di Guilmon…e quelli
di Purplemon velati dalla tenda…
…gli occhi incorniciati dalla maschera invece sembravano
ridere di quel draghetto molto più basso di lui
«Tu ne sei la prova tangibile, maestoso Guilmon! Guarda un
po’: da…buon paesanotto, compagno di stanza di
quel vagabondo di Beelzemon, a SUPREMO di Digiworld: persino
“successore di Azulongmon”! Quando l’ho
sentito ti giuro, non mi stavo trattenendo! Scalpitava in me
l’impulso di mettermi ad agitare la mano fra tutta quella
folla e gridare “io lo conosco! Io lo
conosco!”…!» simulando una grottesca
voce sottile come spesso faceva «Non ti sarai scordato dei
vecchi amici mi auguro. Sappi che fin dai tempi del villaggio se non ti
parlavo poi molto era solo perché nutrivo smisurata
ammirazione nei tuoi confronti, tanto da trasformarsi quasi in
soggezione!»…«…insomma che
cosa vuoi, Guardianmon?!» ringhiò Guilmon.
Guardianmon si guardò attorno…
…e notò qualcosa di strano oltre la
tenda…ma sembrò non badarvi e rivolgersi a lui
«…semplice. Sapere che succede.
Cos’è questo teatrino? Che hai…a che
vedere tu con quel giovane umano proveniente dal gruppetto glorioso di
cui facevi parte? Sei stato tu a portarlo, siete accordati? Credo di
no, lui è stato il primo a mettersi a strepitare quando ti
ha visto e sembrava sincero dunque…la domanda mi sorge
spontanea: sa di te? Oh…!...
…ad occhio e croce dev’essere molto tempo che non
vi vedete…è possibile che gli sia sfuggita la tua
scalata al successo. Sembra tanto umile il buon
Kazu…!»…«Tu
sei…nient’altro che un
miserabile!!»…«Questo non me
l’hai mai detto!»…«Ma te lo
dico adesso!!» sbottò Guilmon con gli occhi pieni
di rancore e le fauci affamate «Allora è proprio
vero che il potere rende presuntuosi i
mediocri.»…«…uhm! Ti avviso
che se stai parlando di te, beh ne sei una dimostrazione
evidente!!»…«Calma, io non mi scalderei:
dopo tutto qui brulica di personalità familiari, a qualcuno
fra questi non farebbe di certo piacere sapere
che…l’amico…
…che portano in palmo di mano e di cui ricordano
l’eroico passato si è mischiato ad alcune losche e
oscure mansioni non ben identificate se non per il fatto che gli fanno
passare cospique…quantità di potere fra quegli
artigli ancora sporchi di terra…calce, cemento e benzina per
i
Ruspimon!»…«…schifoso…»…«C’è
anche Imagomon! E c’è quella specie di caldaia
avariata, come si chiama? Non ricordo neanche il nome,
puf!»…«Canaglia!! Sei
nient’altro che una canaglia, Guardianmon!! Un
imbroglione!»…«Ouh…»
Guardianmon si sfiorava la bocca coperta dalla maschera per simulare
un’espressione dispiaciuta «Ce l’hai
sempre fatta sotto il naso, hai sempre tramato cose che solo tu sapevi
piazzandoti davanti a quel maledetto cancello e dimenticandoti che
c’era appesa la nostra
esistenza!!»…«Sarà che la
vostra esistenza non lascia una grande
traccia…contrariamente a quanto illustrano i libri di
storia: venite descritti come degli eroi, ma…basta poi
conoscervi nella quotidianità per accorgersi che non siete
poi così speciali, in fondo! Tutti quanti, Terriermon il
maestrino, Renamon la frigida e malinconica moglie, il tuo compagno di
stanza alato…
…Cyberdramon lo scansafatiche, e Calumon, il responsabile
della direzione lavori, il burocrate schizoide!
Pfff!»…«Grrr!!»…«Lopmon
la stucchevole mediatrice…ma credimi la figura
più ridicola dell’intera combriccola ho sempre
trovato che fossi tu, “Guilmon”, un nome
un…niente! Privo di personalità, origini, almeno
quelli hanno un ruolo tu…sembri emerso dalla
creatività piatta di un bambino ottuso! Che inebriato dai
Digimon ha cercato di ideare la creatura perfetta facendo
irrimediabilmente fiasco!!»…«UN GIORNO
LE TUE PAROLE DOVRAI PAGARLE ORO, GUARDIANMON!! Quel giorno non
è lontano!!» illuminando le fauci con una
scintilla infuocata «Oh, e cosa credi…?»
fece il guerriero sfoderando lentamente la spada
«…che mi lascerò intimorire dal tuo
travestimento da Supremo? Un poveraccio si distingue anche se
tempestato da pietre preziose, emana il nauseabondo odore del fango in
cui si è rotolato tutta la
vita!!»…«PIROSF-»
«Ora basta!!» d’un tratto una terza voce
si intromise.
«COSA?!» sussultò Guardianmon, a cui
cadde la spada di mano «MA QUESTA VOCE IO---!!»
Guilmon si volse di scatto «Purplemon!»
…e quello fu il definitivo sussulto per il guerriero
mascherato, che cambiò completamente espressione:
agghiacciato, incredulo…
…questa volta completamente disorientato, come quasi mai lo
si vedeva…
…mentre la tenda si scostava lentamente…lasciando
intravedere prima lo stivaletto bianco…poi la gamba, coperta
con «Ops!» fare sbarazzino dal suo manto lilla e
stellato…
…poi la sua figura intera nel suo incedere da star.
Un’accomodata al cappello…
…ed un sussurro ammiccante «…ci si
rivede Guardianmon oh---Cielo! Non mi far pensare al tempo, e ai
ricordi, guarda! Non ti dico che effetto mi fanno…»
«…è impossibile…non puoi
essere tu…» …il guanto
iridescente tremava…
Guilmon guardava l’uno e l’altra, interrogandosi da
dietro il suo cappuccio su cosa mai in passato avesse legato quelle due
figure…
«Guarda veramente, io…cerco sempre di
incoraggiare!» raccontava Diamon, mentre quei passi e quelle
chiacchiere avevano condotto lei e Kazu sotto i raggi del sole del
giardino del palazzo «Dico loro: ma noi siamo o non siamo
Digimon? Siamo un popolo famosissimo!...o meglio…credo che
siamo famosi. A dire la verità non so neanche chi me
l’abbia detto! Però!...il nome…Digimon fa
già il suo effetto, “mostri digitali”,
cioè non è male, no?» …in
quel vortice di gesti che strappava un sorriso a lui, che rispondeva
«Famosi?...altroché se siete famosi. Non
è male?...come no se non è
male…»…«Ah sì?? Tu
lo pensi???»…«Perché? Tu non
sei contenta di essere un
Digimon…?»…«Io…?...tantissimo!!»
replicava lei che cercava sicurezze e ammetteva convinzioni, tutto
questo guardandolo diretto negli occhi «E’ per
questo che esorto gli altri! In fondo noi siamo fortunati, siamo
nati…fatti di dati, possiamo realizzare cose grandiose! Non
ci dobbiamo arrendere a ciò che non va. Adesso alla forza
della volontà non ci crede più
nessuno!»…«…sarà
che nel vostro mondo come nel nostro la gente è
stanca.»…«Stanca? Sì, forse
è vero!»…«…stanca
di ingiustizie, stanca di soprusi, e di strappare ogni giorno con
fatica. Queste cose…è come se corrodessero
l’anima giorno dopo
giorno.»…«Dici??» chiedeva lei
dilatando ancor più i suoi occhioni ed abbassando il capo
come per fissare…il suo stesso spirito «Ahahahah!
Ma no, guarda che se ci provi non riuscirai a
vederla!»…«Cercavo di guardare se era
veramente consumata! La mia
anima!»…«Queste cose non si vedono. Si
provano. La mia come ti
sembra?»…«…!!...in che altro
modo spiegartelo? Intatta e splendente, come l’abito di un
re!!»…«Ahah!...questa è
bella.» …mentre camminavano tra il
verde, e i Digimon di tutte le età e le specie a
circondarli «…la mia anima è stanca e
affaticata più di…molte altre, forse! Vengo da
dieci anni in cui anche un minimo raggio di sole era una richiesta
troppo ardita, era come…se avessimo contratto un grande,
immenso, stratosferico debito! Come in banca, chiedi un mega-prestito e
te lo danno, lì per lì sei contento e lo usi in
questo e in quello fino ad accorgerti che…!...
…è finito. Un giorno ti svegli e non hai
più uno spicciolo in tasca, ma quei soldi non erano tuoi!
Erano di qualcun altro che te li ha prestati, e allora…devi
iniziare a restituirli!»…«Oh mamma!
E’ spaventoso, come faccio se non ho più un
centesimo?!»…«Ahah! E’ questo
il fatto.» spiegò il ragazzo appoggiando la
schiena ad una ringhiera «…non ti dovrebbero mai
richiedere indietro…la felicità e la
spensieratezza di quando sei stato giovane.
Però…c’è anche da dire che
non è una cosa che hanno tutti, c’è chi
non è felice mai, fin da piccolo. Chi come noi,
invece…» …mentre Diamon
ascoltava con viva attenzione e anche lei posava le mani sulla
ringhiera «…ha avuto una grande abbondanza,
immensa come questo palazzo, quando era un bambino. Sogni, amore,
affetto, stabilità!»
…spiegava conducendo l’attenzione della ragazza
digitale in quel giardino rigoglioso di primavera e di vita digitale,
che decorava l’immenso palazzo sospeso sulle nuvole, dalle
torri simili alla consistenza dell’acqua
«…ma poi un giorno…qualcuno ha piantato
due immensi spadoni al portone del suo castello, e ha trascinato via
tutto con sé!»…«Oh
accipicchia! Un assedio! Aiutooo!» esclamò lei con
la consueta mano alla bocca. Kazu si volse ad osservarla con tenerezza
venata da profonde consapevolezze «…puoi dirlo
forte. E’ terribile. Come veder crollare un
regno…incantato…dai giardini
illuminati…dalle torri alte, tanto da carezzare il cielo. Vi
si posano gli uccelli a primavera…e quando ascolti il loro
canto pensi che ti accompagnerà, ma un brutto
giorno!...» …incupendo lo sguardo e il
tono come fa chi passa alla situazione problematica di una fiaba
«…un boato ed una nuvola nera come la pece si
addensa nel tuo cielo azzurro. Fulmini iniziano ad
abbattersi!» …mentre Diamon seguiva come la
più partecipe delle spettatrici «…la
gente attorno ha paura, grida e tu sei solo, disperato!...vorrei far
qualcosa per te stesso e gli altri ma ti accorgi…»
guardandosi i palmi «…che le tue mani non sono
abbastanza grandi, abbastanza forti
perché!»…chiudendo i pugni
«…a conti fatti sei ancora un bambino. E allora
compi un passo, stentato, poi un altro, poi un altro ancora! Il tuo
incedere pesa, e allora…
…getti via mano a mano quello che porti con te…
…ciò che ti caratterizza…come
può essere…una vecchia visiera che ti metti
sempre in testa. Verde, come questo prato. E non è tutto, un
giorno è quello, l’altro dopo ancora è
un tuo sogno! Il giorno…che
segue…» …mentre Diamon aveva
sguardo impaurito, tanto timoroso come una bimba che sa che il suo
protagonista se la passerà brutta
«…è qualcuno che
amavi.» …pronunciò il giovane
con sguardo intenso fissando avanti a sé, per poi volgersi
verso di lei «…la guerra, Diamon, non risparmia
niente. Nemmeno la guerra della vita. Nessuna guerra, reale o
immaginaria meriterebbe mai di abbattersi sui mondi fatati che
l’esistenza può
tessere.»…«Io odio la
guerra!!...è una cosa orribile! Io ho
promesso…a-alla mia mamma…»
…avvicinandosi…e sfiorando il braccio del ragazzo
«…che finché avrei avuto occhi per
vedere, orecchie per sentire e testa per pensare avrei scacciato la
guerra, e avrei sempre lavorato per garantire la pace al mio
mondo!»…«…uhm, quello che hai
fatto dimostra che non erano solo parole. Diamon.» ponendole
le mani sulle spalle «Hai accettato una
proposta…crudele…e spietata di un tiranno
unicamente perché sai che ora la tua gente è
nelle mani sue e dei suoi complici. Ahhh…!»
…un pensiero rapì lo sguardo del ragazzo verso le
torri più alte, mentre Diamon piegava il capo e si volgeva
come a volersi nascondere «Io…
…semplicemente credo che ora sia la cosa giusta. Tutti noi a
volte dobbiamo compiere delle scelte che magari non abbiamo molta
voglia di mettere in atto ma che però, se lo facciamo,
possono comportare la felicità di chi ci sta vicino in
questo caso io sono pronta a compierle!» dichiarava ferma ma
spoglia da qualsiasi altisonante enfasi, con una determinazione
incredibilmente pura e giocosa «Lo
sai…?» la guardò lui con affetto
«…tu devi essere una Digimon molto
coraggiosa.»…«Io??? A me tutti hanno
detto sempre il contrario! Io sono quella…che si mette a
piangere per qualsiasi cosa, anche una stupidaggine! Io non sono mai
stata forte, sai? Nemmeno a resistere alle
tentazioni!»…«Ah sì? Ahahah!
Qua il discorso si fa interessante!»…«No
ma davvero se vuoi ti
racconto!!»…«Avresti il
coraggio?» provocò lui con sguardo furbetto, e lei
«Certo! Io non me ne vergogno! Tipo una volta! Sai che cosa
ho fatto?! Tu ora non lo penseresti ma ho avuto il coraggio sia di
farlo, sia ce l’ho di raccontarlo! Io penso che non ho una
faccia, non sono adatta a fare la principessa perché non mi
regolo su queste cose e nemmeno me ne vergogno! Una volta…
…mio padre aveva nascosto un barattolo di Nutella nella
torre più alta del castello l’aveva nascosta
lì perché sa che io sono golosissima e ripulisco
tutti i barattoli: io ti dico che mi sono arrampicata con una corda e
l’ho
mangiata!»…«Pfff---AHAHAHAHAHAHAH!!!»…«Non
ma non ti sto prendendo in giro!! Kazu!!...» prendendogli il
braccio «Non lo dico per vantarmi, io l’ho fatto
davvero! Ti giuro!»…«Ma lo so, lo so!
Non lo dico perché penso che ti stai
vantando!»…«Io conosco i miei limiti e
li ammetto, non è mia intenzione farti pensare che sono una
campionessa delle arrampicate perché infatti stavo cascando!
Tutti di sotto appostati i Knightmon “oddio la principessa
cadeee!” “prendetela al
volooo!” “è una
pazzaaa!”…pfff, ahahahahaha!...oh mamma io sono la
vergogna e la cardiopatia del
castello!»…«Ahahah! In un colpo
solo…stecchisci tutto un battaglione di Knightmon! Beh, mica
cosa da niente!»…«Ma davvero sai?! Qua
tutti si preoccupano per me perché io…non faccio
mai stare tranquilli! Mi si deve tenere…coi puntelli,
sennò io o piango, o sclero, o sbrocco o faccio cose da
folle ma non ci posso fare niente questa sono
io!»…«Lo sai? Sai
cos’è che mi faceva ridere? Non il fatto che
credevo stessi inventando bensì il fatto
che…» …guardandosela un po’
divertito mentre lei era in attesa del responso
«…mi ricordi
qualcuno.»…«Chi???» chiese lei
fremendo come se la risposta fosse potuta esser molto determinante
«…Guardromon! Pfff,
ahahahaha!»…«Ah! Davvero?! Lui, i-il tuo
Digimon!»…«Sì! Sei candida e
ingenua, come lui!»…«Grazie! Grazie, no
ma per me è un complimento,
davvero!»…«Dici sul
serio?»…«A me lui piace! Mi sta troppo
simpatico, mi sembra…uno a posto, quelli di cui ti puoi
completamente fidare e a cui puoi confessare qualsiasi segreto sicuro
al cento per cento che non ti tradirà!» Kazu le
sorrise, e pensò tra i ricordi «…lui
piace anche a me. Perché su quelli come lui, il tempo non ha
effetto. Nelle sue mani, che a volte sembrano di pasta
frolla…puoi appoggiare la tua infanzia e comandargli di
portarla in salvo da qualche parte, lontano dalla guerra e dai tumulti.
E lui lo farà. Per te. Perché ti vuole bene. Con
me l’ha fatto…una volta divisi forzatamente per
colpa di un errore tecnico…
…lui ha dato ascolto al suo cuore…è si
è rifugiato nell’unico angolo di Digiworld in cui
sapeva che batteva ancora una parte del mio di cuore: casa di Babamon e
Jijimon. Io ero molto affezionato al ricordo di quei Digimon…
…molte volte, sai? Ho pensato…
…che mi sarebbe piaciuto…lasciare tutto
ciò che mi era rimasto sulla terra…i miei
lavoretti saltuari, la mia casa che cadeva a pezzi. E lo confesso.
Anche mio padre. So che è brutto!!» chinando il
capo e nascondendo gli occhi sotto la falda…ma Diamon si
avvicinava affermando
«…evidentemente…lui ti ha fatto male.
Molto male.»…«…uhm! Nel senso
fisico del termine, da quando mia madre è morta ha iniziato
a
picchiarmi!»…«Ihm!!»…«…dalle
profondità di quell’oscuro inferno dieci volte
peggiore di un quasi allettante e fatato nemico che potevamo aver
affrontato assieme ai nostri Digimon…
…invocavo coloro che avevo perso. La
mamma…Guardromon…
…il mondo digitale! Sognavo…di rivedere lo
sbrilluccichio di quella luce come una volta aveva affermato il mio
amico Takato. Di tuffarmi là dentro, incurante di tutto e
trovarmi…» prendendo un respiro profondo, nel
dipingersi di un’espressione distesa
«…di nuovo in questo cielo. Allora il primo posto
in cui avrei fatto ritorno sarebbe stata la loro casa, avrei
chiesto…Babamon, Jijimon mi prendereste…come
vostro badante? Vi giuro, non voglio niente in cambio! Non pretendo che
mi diate soldi, mi basta un piatto da mangiare e un letto in cui
dormire come la prima volta!...
…non vi chiedo di lottare, perché il nemico e
sconfitto. E voi siete fragili, meritate che io vi aiuti ad alzarvi dal
letto. Farò la spesa per voi…e resterò
a tenervi la mano la sera, e raccontarvi storie divertenti. Per farvi
addormentare…se non sarò io…per
primo…ad appisolarmi.»
Diamon era già commossa, si asciugava gli occhi…
…e Kazu terminava «…mi basta che
permettiate di restare eternamente in quel mondo che io…amo
con tutte le mie forze!! Digiworld…nome
magico…» …mentre tanti
Digimon ruotavano attorno a loro e si avvicinavano, alcuni di questi
persino dall’alto, poiché dotati di ali
«…quel nome che ripronunci quando le tenebre della
vita ti sommergono. Quel luogo che vorresti ti riaccogliesse…
…e ti permettesse di restare. Sempre a Digiworld! Per tutta
la vita…»
Diamon sussurrò «…sei il
benvenuto…» mentre si asciugava gli occhi con le
sue unghie splendenti, stando attenta a non rovinarsi il
trucco…quando si alzò un vociare fra le creature
intorno a loro, e di nuovo comparve quel piccolo MudFrigimon,
l’orsetto marrone che si era gettato nella mischia per
aiutarli «Tu sei il ragazzo umano che ci ha permesso di
restare!!»…«Ehi! Come stai,
allora?!» Kazu gli si rivolse cordialmente «Avete
risolto i vostri problemi? Avete una sistemazione per questa
notte?» …sicché lungo la ringhiera gli
si fece accanto il Gekomon «Kazu: a proposito, tanti
complimenti per prima! Ci hai lasciati a bocca
aperta.»…«Signor direttore
d’orchestra!»…«Ptsss, stiamo
cercando di fare del nostro meglio per accordarci con gli altri Digimon
ma non è facile, il bambino ha alcune intolleranze
alimentari che ahimé non vanno d’accordo con le
diete degli altri Digimon, e per giunta chi si è offerto di
ospitarlo si trova nell’ala opposta del castello, e i
genitori sono un po’ preoccupati, lui è abituato a
stare in loro compagnia la notte!»…«Dove
alloggeranno loro?!»…«...assieme ad
altri, vicino alle segrete.»…«Nelle
segrete dici? Senti, perché non facciamo una cosa?»
…Kazu prese in braccio con disinvoltura il piccolo orsetto
«Ascolta piccolo, ti propongo un patto!»
…mentre sia Diamon sia il Gekomon lo guardavano
così stupiti…
«Cyclemon mi ha offerto un letto nelle segrete, io lo
dividevo con Guardromon ma visto che lui non c’è
puoi dormire accanto a me questa notte! Così saremo vicini
alla tua mamma e al tuo papà e se avremo bisogno di loro
basterà fare un
fischio!»…«Davvero? Con te non ho
paura!»…«Ahahah! Neanch’io,
anzi! Ho bisogno di un Digimon al mio fianco, ora che il mio
è temporaneamente impegnato! E tu hai dimostrato di essere
molto coraggioso.»
…Diamon pareva incantata da quella paterna dolcezza che il
ragazzo manifestava, ora che il sole filtrava tra gli occhi suoi e
quelli dell’orsetto fra le sue braccia…e dallo
sguardo del ragazzo filtrava un’amore profondo e
un’emozione incolmabile per il fatto di sentire sotto le mani
un morbido pelo composto di dati «Mi dici esattamente
ciò che puoi mangiare prima di cena, d’accordo?
Così ci penso io a ordinarlo, del resto noi umani mangiamo
un po’ di tutto mentre voi Digimon avete esigenze
particolari.»…«Uhmuhm!» il
MudFrigimon sembrava sentirsi più tranquillo…
…ed il Gekomon si accostò a Diamon
«Sembra fatto per noi Digimon e noi sembriamo fatti per
lui.»…«…è che ci
ama da molti anni…»…«Lo so,
lo conobbi allora.»…«Ihm!! E
com’era?!»…«…era
con altri, ma era nobile e altruista come adesso.»
Kazu sembrava aver abbandonato ogni preoccupazione in compagnia di quel
piccolo Digimon a cui indicava qualcosa di alto e di splendido in cima
al castello, conducendo la sua attenzione e la sua emozione sulle ali
della fantasia…
Diamon si ripeteva in un sussurro «…sembra
fatto…per noi…e noi…sembriamo
fat-»…«Che ci fai
qui?!»…«IHM!! Sandmon! Che ci fai tu
qui?!» (…mentre il Gekomon si ritirava
«Oh mamma, povera principessa! In che guaio si è
messa per risollevare le sorti del castello!») «Io
stavo prendendo una boccata
d’aria!!»…«Una promessa sposa
sola in un giardino come questo non “PRENDE UNA BOCCATA
D’ARIA”, ma lascia arieggiare i sospetti di chi
pensa che il suo fidanzato sia un
cornu-!!»…«Ma non ero
solaaa!»…«COOOSA! NON ERI
SOLA?!»…«Acc, e non mi tirare
così mi fai male!»…«Come se
non lo sapessi che sei sensibile alle lusinghe di quel
Gekomon!!»
«Un giorno mi porti in cima alla torre più alta,
Kazu?» chiedeva il MudFrigimon…ma per un attimo
gli occhi del giovane furono rapiti da un senso di delusione che
scaturiva nel vedere quella ragazza condotta via dalle brusche maniere
del Digimon a cui si era promessa…sicché
guardò l’orsetto, e sorridendogli disse
«Uhm, un po’ di pazienza! Per scalare un luogo alto
bisogna prima imparare a contemplarne la bellezza…da
quaggiù!»
In una casa di Tokyo, una tazza veniva lentamente appoggiata sul
piattino da una mano tremante «Tutto quello che mi hai
raccontato, Henry, l’intera narrazione della tua vita non ha
fatto altro che accrescere in me l’impulso di
chiedermi…perché mi sono allontanato?!
Perché ci si separa nella vita, si prendono strade
diverse…e ci si abbandona alla
sofferenza!»…«…n-non
è stata colpa sua, maestro…» replicava
il ragazzo con quella voce smorzata che gli restava a seguito di dolori
e scossoni «…io…io mi sono allontanato,
ho iniziato a studiare, viaggiare…e-e ho trascurato le
nostre…istruttive lezioni…a-al termine delle
quali sempre si sentiva di aver appreso qualcosa di nuovo. Quanto tempo
che non ho quella sensazione, quanto tempo che mi sembra di non
acquisire nulla, ma di perdere e
basta…»…«…Henry...tu
sei stato un allievo fra i più dotati per le mie lezioni di
Kung
fu.»…«…grazie…»
sussurrato con occhi socchiusi «…sei un
ragazzo…pieno di qualità! Ora tu lo hai
dimenticato a causa della sventura…che ha colpito te e la
tua famiglia ma posso assicurarti che hai le carte in regola e
l’intelligenza per accorgerti che…!...sebbene a te
sembri di non aver ottenuto nulla da questa vita
c’è qualcosa di estremamente
importante…che è nato da questi anni duri e
all’apparenza sterili. Non sono tali, hanno dato un frutto!
Tuo figlio!! Lui è la continuazione della tua
vita…
…la tua speranza…anche in un momento di
buio…»…«…Benji…»
…stanco ripeteva il nome del suo bambino…
…mentre Rea smontava dall’auto assieme a Suzie,
portava il bambino tra le braccia e nel frattempo ripercorreva nella
mente tutte le consapevolezze acquisite…
«…Henry, non puoi e non devi permetterti di
perdere tuo figlio.»…«…ma
maestro Chow…ora non potrei…stringere fra le
braccia il mio bambino anche se lo desiderassi con tutto me
stesso.»…«Come? Perché dici
questo?!»…«…mio
figlio…è-è stato
rapito…»
…quel distinto uomo con i baffi dilatò lo
sguardo…
«…e io sono qui, senza una traccia, senza una
meta, senza forze. Con la vergogna…di non riuscire ad
attivarmi nemmeno in una situazione così
grave…»…«Oh ma quello che mi
dici è davvero terribile! Chi è stato?! Chi
l’ha
rapito?!»…«…sono stati i
nuovi Digimon…bioemersi sulla terra a seguito del
ritorno…di Terriermon e degli
altri.»…«…vuoi dire quelle
creature che recentemente hanno portato scompiglio in città?
Aspetta un attimo! Ho sentito proprio questa mattina…che
alcune di loro sono state avvistate ieri notte. Si trovavano presso
quel blocco di pietra in cui il tuo amico nascondeva il suo Digimon, e
che presto demoliranno.» Henry dilatò lo sguardo
«…dice davvero, non mi prende in
giro…?»…«…pensi
che potrei scherzare su una cosa simile?! Li hanno visti…
…mentre tiravano fuori una ragazza ed un bambino. Erano
salvi!»…«Ah!...Benji! Mio figlio!
E’ lui! E’ lui lo sento, ne sono sicuro, sono Rea e
Benji!»…«Henry, Henry ti prego non
mollare questo istante!!» fece l’uomo ponendogli le
mani sulle spalle e scuotendolo «La senti? La senti questa
gioia nel
cuore?!»…«E’-E’
meravigliosa!»…«Sì Henry,
è la gioia della vita che continua! Lo vedi che non hai
esaurito gli stimoli, il tuo cuore pulsa ancora emozioni! Gli affetti
sono vivi, è sofferenza! Soltanto sofferenza quello che ti
colpisce e ti ferisce ma tu sei un guerriero! Lotta! Hai ancora forze,
anche se ti senti sconfitto…lasciatelo dire da
me…io ti ho insegnato a lottare…
…non è finita Henry: tuo figlio è
salvo!»…«E’
salvo…»…«…quel
bambino tu devi recuperarlo…e vivere al fianco di lui e
della ragazza che
ami!»…«…Rea…»
…il maestro Chow stringeva con calore la mano del ragazzo,
come nell’intento di infondergli la forza necessaria
“Finora…mi sono sempre dato per sconfitto. Credevo
di averli persi, ma ora ho scoperto che Benji è salvo, ed il
maestro afferma…che posso ancora…lottare, ed
essere felice!...
…e se fosse vero? Potrebbe essere che la vita
assomigliasse…ad una prolungata ed estenuante battaglia come
le nostre? E che la morale fosse solo quella…di allora? E
cioè…
…non arrendersi mai…? Non perdere la speranza?...
…fino a adesso…di fronte alla mia nostalgia e ai
miei conflitti, ho sempre girato la testa considerando che tutto fosse
frutto di un errore. E se invece fosse normale…sentirsi come
mi sento io? Se questo…fosse vivere, e lo scopo fosse
lottare? Perché alla fine del tunnel si intraveda una
luce…
…forse doveva andare così…è
possibile che anche l’allontanamento da Terriermon e le
menzogne di mio padre fossero una prova…per testare se nel
mio cuore esiste davvero una speranza in grado di superare questi
giorni grigi? Benji è salvo…”
…Henry guardò le sue mani…
“…e anch’io ci sono ancora, quando ero
ad un passo dal distruggermi. Eppure…forse è
l’atmosfera di questa casa, il profumo del tè come
solo il maestro sa prepararlo…tutti questi
dettagli…che ricordano inevitabilmente la mia
infanzia…
…ma sento nel mio cuore una voce che ora mi grida…come hai potuto pensare di
gettare via tutto questo?!”
…prendendosi il capo tra le mani e chiudendo gli occhi
“Come ti è venuto in mente…di gettare
quell’involucro che sei e che seppur pieno di sofferenza e
rimpianto, pur sempre conserva, come un baule antico, quei ricordi
così preziosi. Quei valori senza tempo. Quegli
affetti…” alzando sguardo assorto
“…immortali, come l’amicizia fra me e
Terriermon…
…piccolo Terriermon…è incredibile ma
nonostante tutto ciò che è successo fra noi ora
sento…sento che il tuo pensiero mi suscita un immenso
calore. Come se non vi fosse risentimento…
…ma solo un fuoco acceso, una fiamma che divampa alta fino a
sovrastare le tenebre. Mio Dio. Come ci si può ridurre, a
volte. Quante cose importanti si possono dimenticare.”
“Ragazzo mio…” pensava il suo maestro di
arti marziali “…la vita è stata molto
dura con te. Ma sei un guerriero. Non mi deludere, parti al
contrattacco.”
“Io…” …pensava
Henry, mentre un ambiguo segnale lampeggiante rosso gli brillava sul
petto “…posso ancora…
…posso ancora ribaltare il risultato!”
“Ah! Il segnale…” pensava
Purplemon…ma Guardianmon si avvicinava a lei con la mano
tesa ed il passo esitante…”Che cosa succede? Debbo
assolutamente scoprirlo!” «…sei
tornata…» pronunciava lui…
…ambiguo e sospeso lo sguardo con cui lei lo scrutava, prima
di ordinare «Guilmon!...lasciaci
soli.»…«Gradirei sapere cosa
significa.»…«Non hai sentito?! Ti ho
detto di lasciare soli me e Guardianmon!!»
Guilmon mosse qualche passo, e poi le rivolse la coda
dell’occhio «Come
volete…SIGNORA!» andandosene, e sbattendo la porta
con la coda, per poi riflettere una volta nel corridoio «Quei
due si conoscono: che segreti nasconderanno?»
…le mani tremanti di Guardianmon sfiorarono i capelli di
Purplemon…ma all’improvviso si ritirarono, colte
da un timore. Immobile la Digimon…il guerriero tentava
ancora di scorrerle il dito fra i suoi riccioli scuri dai riflessi
violacei…
«…che vuol dire…? Ritrovarsi
così, che scherzo del destino è mai
questo…?»…«…chi lo
sa. Forse è un bene per tutti. Come te la passi,
Guardianmon?»…«Uhm?!»
Purplemon sembrava più o meno disinvolta, si tolse da quella
posa critica camminando per la stanza «Da quel che capisco e
che mi è giunto ti sei messo a guardia del
digivarco!»…«…tu non sei mai
venuta a chiedermi di
attraversarlo…»…«Ci sono
tanti altri sistemi per mettere in comunicazione due mondi…
…non lo sai?» si volse appena lei, la sua domanda
sembrava una velata provocazione «Oh-h…»
il guerriero chiudeva gli occhi per il grande sforzo che quel momento
gli richiedeva, per poi domandare «…e
adesso?»…«…cosa
intendi?»…«…che cosa fai?
Perché sei qui? Che stai cercando?!»
Purplemon taceva, scorrendo la sua mano smaltata sulla tenda di
merletto nero e contemplando oltre la finestra…
«…ho avuto questo sospetto non appena ho visto
lui.»…«…ti riferisci a
Sandmon?»…«Mi sono subito accorto che
non è…!!...un Digimon come tutti gli altri
bensì-»…«Uhm,
sì.» fece lei con noncuranza, scrollandosi i
capelli «Che cosa stai cercando di
ottenere…?» domandò di nuovo lui con
tono profondo, e lei «…sopravvivo. Come tutti. E
cerco…di barcamenarmi quanto possibile. Del resto lo
spettacolo deve andare avanti, mio caro Guardianmon…il
passato…ci influenza irrimediabilmente ma bisogna trovare
dei…sistemi per aggirare
l’ostacolo…»
…quelle sue parole sottili e allusive, pronunciate con
ambigua e spigliata freddezza sembravano insinuarsi in ogni angolo
più buio della stanza…
«Hai delle mire su Digiworld…? E’ per
questo che ti sei portata…quello che è appena
andato fuori, e hai messo lui e Sandmon al
potere?!»…«Beh…»…«E
quel ragazzino…sì, anche quel ragazzino che si
presentò al mio cospetto. Anche lui ha a che fare con te!
Cosa ne fai di
lui?!»…«Senti…!...con
calma.» Purplemon stringeva la tenda piegandola
«…le cose sono tante, il tempo è
passato, siamo cambiati tutti e lo sono i nostri metodi. Per
raccontarci la vita ci vuole…tempo, appunto, sempre attorno
agli stessi concetti rigiriamo sta di fatto che…non sempre
ne
abbiamo.»…«Uhm?!»…«…talvolta
il tempo stringe. I nostri affari quotidiani ci chiamano, per esempio
io adesso scusa ma non mi posso proprio trattenere. Devo
andare.»…«Dove?!»…«Non…posso
dirtelo adesso Guardianmon, beh? Che
pretendi…?»…«Pretendo di
sapere!!»…«Fff…sei troppo
legato ai ricordi.»
Ma lo sguardo oltre quella maschera si fece intenso
«Qualcosa…di estremamente grave lega noi
due…» e lei sospirava e sembrava sbuffare, alzare
gli occhi al cielo come chi non vuole udire scomode rievocazioni che
però il guerriero riproponeva incurante
«…un terribile vortice di sangue ci ha travolti e
macchiati.»…«Senti, ti prego!...basta,
eh? Devo andare!» battendo ansiosa lo stivaletto per terra
«Come te lo devo dire?! Adesso non c’è
tempo!...una volta ci vediamo con calma davanti a una tazza di
tè e ci facciamo un bel viaggio nel
nostro…passato…» la voce le
sfumò su questa parola «…ma fino a quel
momento abbi pazienza perché sono impegnata!»
…riprendendo a camminare per la stanza mentre gli occhi di
lui si muovevano seguendola, fino a quando si volse «E ti
prego di non dire a nessuno che mi hai
vista!»…«Perché?! Da chi ti
nascondi?»…«Guardianmon!!»…«…
…D’ACCORDO…
…tacerò ma tu promettimi che mi
spiegherai.»…«Sì,
sì…» liquidava lei mentre rovesciava da
un borsellino alcuni trucchi e iniziava a ripassarsi il
rossetto…lui però non si era convinto e la
fissava «…anche tu cerca di badare a te stesso,
eh? Qui…
…siamo circondati da occhi un po’
indiscreti!»…«…mi sembra un
miraggio poterti rivedere. Poterti
chiamare-»…«Ecco non
farlo!!»…«Uhm?!»…«Il
mio nome è un segreto! Io qui per tutti sono Purplemon! Del
resto…
…FINO A PROVA CONTRARIA…» alludendo a
se stessa, alla sua fisicità «…lo sono
davvero: ciò che hai di fronte non ha altri nomi! Che io
sappia…»
Guardianmon chiudeva gli occhi e respirava profondamente…
Il pomeriggio a Tokyo si avviava verso la sera. Incorniciato da un
cielo intenso e rossastro, Takato faceva ritorno a casa con le mani in
tasca e mille pensieri nella testa «Chissà dove si
sarà cacciato Henry, da quel che mi hanno detto la lite con
i suoi genitori dev’essere stata terribile! Mi auguro che
stia bene, e che Rea e Suzie riescano a trovarlo. Quante cose sono
cambiate attorno a noi…senza che ce ne accorgessimo.
Chissà dove sarà Kazu. E Kenta, cosa
sarà accaduto invece fra lui e la sua di moglie? Sembra
assurdo ma…»
…nel fulmineo passare di camion e automobili
«…questa città assomiglia molto
più ad un campo di battaglia adesso di quando
c’era il D-Reaper! Sarebbe proprio in questi
momenti…che si avrebbe bisogno di non camminare da soli:
farebbe così bene la compagnia di un piccolo amico digitale
che cammina al tuo fianco, almeno potresti parlargli dei tuoi problemi!
Io invece sono dieci anni che parlo da solo mentre torno a casa. Non ci
si abitua mai, quantità abissali di tempo sono
inutili.»
…ma ad attenderlo nascosta là dove la strada
svoltava, c’era Cindermon «Cosa faccio?!»
si torturava le mani «Mmm, non lo sooo, sono indecisa! Gli
parlo o non gli parlo?! Gli racconto tutta la verità una
volta per tutte?! E se lui mi mangiaaa?!»
«Uhm?!» il ragazzo si fermò di
scattò, avvertendo qualcosa. Dopodiché
esclamò «Che ci fai là
dietro?!»…«Griiimp! Mi ha
scoperto!» …ed i suoi occhi azzurri
fecero timido capolino, per scontrarsi con i suoi a cui nulla riusciva
a togliere quel fuoco ardente di sfida…
I due però ignoravano che sulla cima di un palazzo non
troppo lontano si apriva un varco dalla distinguibile natura magica, e
da questo balzava agilmente una creatura dal pelo nero e le sembianze
feline, impreziosite da elmo e polsiere. Faceva seguito una risata
«Ah, ahahahahah!!!» femminile e trionfale, seguita
da un «Uhmuhmuhmuhm!» ghigno più
sommesso…
…ai lati del felino l’aprirsi di altri due varchi
di materia nuvolosa oscura, bucati dalla luce di un paio
d’occhi fucsia a sinistra, e un paio d’occhi
azzurri a destra…
«Ooooplà!» un delicato piedino di
bambina dalle unghie smaltate e la pelle squamata si posò a
mo’ di passo di danza sul tetto di quel palazzo
«Finalmente l’aria della terra ha l’onore
di carezzarmi…!»
Con una leggera e ariosa scrollata dei suoi lunghi capelli castani, la
creatura espose i suoi movimenti eleganti e leggiadri alla carezza del
vento terrestre: ma era quello di un extraterrestre il suo aspetto. Una
bambina aliena, dalle orecchie lunghe e appuntite, gli occhi affusolati
ma dotati di espressione penetrante e determinata. Un fiore, di colore
fucsia intenso sbocciava sopra il suo orecchio sinistro, e lei sembrava
accomodarselo con molta cura.
Dall’altro varco sbucò il piedino un po’
esitante, e rivestito da uno stivaletto bianco, di colui che sembrava
un bambino dal costume insolito e circense, dall’ampio
collare bianco pieghettato «Questa città rimbomba
dell’inquietante suono del pulsare dei
cuori…!» Appariva insicuro, e si stringeva forte
forte al suo bastone dall’estremità a forma di
teschio, che completava il quadro a tinte dark assemblato grazie ai
suoi orecchini a forma di bara, e a quel nero lacrimone disegnato sotto
il suo occhio sinistro per mezzo del trucco.
«Non per molto ancora, Gravemon!» sembrava
più decisa e spavalda la bambina «I Cuori digitali
stanno per cadere in mano nostra, non possono sfuggirci! Guarda
Scratchmon!! Si arrota le unghie!»…«Lo
fa sempre…»…«Non lo fa
sempre, sciocco!!» lo redarguì lei con la sua voce
imperiosa…
…e il piccolo Gravemon, dai sottili e morbidi capelli
castani e dai lineamenti distinti, si ritirò dietro il
teschio sul suo bastone e guardò la compagna oltre i buchi
per gli occhi «O almeno…non lo fa in questo modo!
Significa che la nostra gattina ha già percepito che una
moltitudine di vittime popola queste strade!»
L’alienina si sporgeva senza timore dal tetto, ma
l’altro bambino le ricordava «…sono
tutti cuori stanchi e delusi, Ufomon…!» con la sua
voce un po’ lagnosa e monocorde, ma che non riuscì
a spegnere le aspettative di Ufomon «E’ proprio
questo che rende speciali i Cuori digitali! Hai sentito cosa ha detto
papà Sandmon?»…«Che grazie al
loro potere digievolveremo?»…«Non
soltanto!! O meglio, questo è quantomeno assicurato! Ma mi
riferisco al fatto…» assottigliando quegli occhi
bramosi di potere «…che a detenerli non sono
esseri umani qualsiasi.» e riaccomodandosi il fiore
«I Cuori digitali originano dal contatto col nostro mondo,
fondendosi con la speranza degli umani che l’hanno visitato
di farvi ritorno, un giorno! Un autentico pentolone di dati e
sentimenti!! Per questo…soltanto chi di questi insulsi umani
ha avuto l’onore di essere sfiorato da un
Digimon…può detenere senza saperlo un cuore
digitale!!» stringendo il suo pugno smaltato, mentre gli
occhi del fratellino sbattevano oltre quelli bucati del teschio, e
Scratchmon si arrotava le sue già affilate unghie
«Non potranno sfuggirci a lungo!!»
decretò Ufomon puntando un dito verso l’orizzonte
di palazzi, a quel punto Gravemon fece capolino oltre il bastone
«Hai portato
l’Ipad?!»…«Certo, mi credi
stupida?!»
Svelto svelto ma sempre appoggiato al bastone come un anziano, Gravemon
raggiunse la sorellina che da un magico vortice floreale faceva
apparire un Ipad dalla cornice goticheggiante «Guarda, guarda
Gravemooon!» indicò lei eccitata, e Gravemon
dilatò gli occhi, accennando con la sua vocina delicata
«Segnala così tanti cuori
digitali…?»
L’Ipad rivelava una moltitudine di segnali dai colori diversi.
«EHM-EEEHM!» faceva Cindermon «Credo di
avere qualcosa da
dirti!»…«...sì,
anch’io ho qualcosa da
dirti!!»…«Eeehm…?»
arretrò lei un po’ dubbiosa, mentre Takato si
faceva avanti minaccioso «Voglio che sputi il rospo una volta
per tutte, Cindermon!»…il sorriso di lei si
distorceva in un’espressione tirata «Chi sei
veramente e che cosa vuoi?!! Sai che ho saputo dei tuoi conoscenti, di
quella bella gente di cui ami circondarti?!!» Cindermon si
volse per vedere se tante volte c’era qualcuno con lei, per
poi rigirarsi «No-scusa a chi ti riferiresti non ti
seguo?!»…«Non fingere!!»
avanzò il ragazzo con passo minaccioso «Cavoli,
non avevo nemmeno iniziato! Questa è da
record!»…«Mi riferisco…
…A GUARDIANMON!!»…«CHE CAVOLO
C’ENTRA
GUARDIANMOOON?!!»…«Vuoi forse dire che
non hai avuto contatti con
lui?!»…«Beeehhh…»
iniziava ad intrecciare le dita la ragazza…
…mentre al rosso del tramonto iniziava a sostituirsi il
grigio delle nuvole dal cupo mormorio «E’ inutile,
giù la maschera, ti ho sentita parlare nel
sonno!»…«Ecco LO SAPEVO che quel dannato
momento che uno una cavolo di volta SVIENE in
battaglia!»…«Guardianmon…»
…facendosi sotto di lei, che era di poco più
alta, ma lui non aveva timore di puntare i suoi occhi in alto diretti
in quelli di lei «…ha ricattato il padre di Henry,
si dà il caso sia il responsabile di tutta
l’estenuante attesa di questi dieci anni, attesa vana!!
Perché il varco si era rigenerato, siamo rimasti
lontani…
…SOLTANTO per la sua volontà!»
“Oh mamma! Guardianmon ha fatto questo?! Quel tipo non mi
piaceva ma non avevo idea che fosse così
BASTARDO!” «TU C’ENTRI
QUALCOSA?!»…«No un attimo! Pia-Piano con
le accuse!»…«Qual è il tuo
scopo?!! PERCHE’ SEI
QUI?!»…«Ta-Takatooo!»…«PERCHE’
HAI CERCATO ME?!!»…«Mi sfondi i
timpaniiiiii!»
…il ragazzo riprese fiato «Non ci credo alle tue
moine! Che cosa dovrei pensare?! Che come uno smielaaato e grazioso
Digimon te ne stavi soletta nel tuo mondo e a un certo punto hai visto
me ed hai voluto raggiungermi sulla terra?! No, grazie non ci credo a
queste cose, non è più aria di favole per me e io
l’ho afferrato! Non c’è
possibilità che io possa piacere a qualcuno così,
gratuitamente!! Se sei venuta da me…hai di
certo…UNO SCOPO!!» spingendola col dito
«O senti giù le mani ma chi ti autorizza a
parlarmi con questo tono, ehhh,
EHHH???!!!»…«E non
toccarmi!!»…«Scusami tanto!! Se magari
non sono un draghetto rosso a strisce nere, se non ho un musetto carino
al posto di questa FACCIAAA se non ho le orecchiette così, e
l’espressione ingeeenua!» simulandola con un
vezzoso sbattere di palpebre
«BASTA!!...s-sei…!!...spregevole!!»
Takato era ogni secondo più infuriato…mentre la
pioggia iniziava a cadere su di loro, e sembrava suscitare in lui un
pianto prossimo alla rabbia «N-Non sai minimamente cosa sia
il rispetto!»…«IO!! Tu sì!!
Tu sai cos’è il rispetto quando mi insulti, quando
mi ricopri con le peggiori parole quello è
rispetto!!»…«TU SAI CHE CERTI RICORDI
OCCUPANO UN POSTO IMPORTANTE PER
ME!!»…«E io?! EHHH?! E io non ho diritti
se quei ricordi sono importanti per te, questo non mi dà il
diritto di ribattere, eh…? Non ho più una
dignità, non merito rispetto? Io siccome tu hai vissuto la
tua avventuretta con quel draghetto non merito di esistere,
né che mi sia dato un barlume di considerazione…?
Questo non è giusto, Takato...
…n-non è scritto su nessuno codice, né
dei Digimon, né degli umani!»…anche lei
era sull’orlo delle lacrime «Ora basta! Spiegami
una diavolo di buona volta che sei venuta a fare e poi
facciamola-»…«Finita?!
D’accordo, e va bene! Ognuno per la sua strada poi?!
NON---CHIEDO DI MEGLIO guarda mi spiace solo per quei POVERACCI dei
tuoi genitori, che ti si ciberanno fino a che saranno troppo vecchi per
reggere i tuoi strilli e strepiti!!»
L’espressione del giovane si incupì di rigido
risentimento, e Cindermon si spremette
«…ghghh…!!...SONO VENUTA QUI SULLA
TERRA!!...» strillò «…
…PERCHE’ VOLEVO SFRUTTARTI, E RAGGIRARTI ECCO
PERCHE’!!»
Takato spalancò gli occhi…
…mentre in un attimo la pioggia aveva inondato il viso di
lei, ma si leggeva che fra quelle gocce vi erano delle lacrime
«PERCHE’ CREDEVO SAREBBE STATO UN LAVORETTO
FACILE!! MA NON SAPEVO QUANTO MI STAVO SBAGLIANDO!!»
Qualcuno in strada si fermava vedendoli litigare…ma poi
passava oltre, non potendo immaginare che si trattasse di un domatore e
un Digimon...
«Ahh, accidenti!!» Alice sembrava esprimere disagio
«Dimmi tu se doveva mettersi a piovere proprio
adesso!»
Ryo, che teneva Monodramon nascosto sotto l’impermeabile, per
un attimo distolse lo sguardo dall’orizzonte indefinito che
stava puntando con determinazione «Se è un
problema la pioggia puoi sempre tornare a casa, non mi
offendo!»…«No no, ti
accompagno!» espresse lei anche se sembrava infastidita
«Ma…dove stiamo
andando?!»…«Te l’ho detto! A
casa di Kenta, uno dei miei colleghi domatori! Dopo aver ricevuto un
certo biglietto Monodramon ha dei sospetti!»
Ma quelle parole destarono fastidio nella nascosta Minidramon, che si
proteggeva dalla pioggia sprofondando nella borsa e lasciando
lampeggiare solo i suoi occhi “Quell’inetta di
LadyMeramon! Le avevo detto di tener fuori Ryo dalla
faccenda!!”
«E…che diceva questo biglietto?» si
informava Alice, e Ryo spiegò «Pensa
l’assurdo! Afferma che a nostra insaputa, Kenta aveva con
sé un Digimon! Mostra persino la foto di un Digivice!! Io
non ci credo. Sì, lo ammetto, sono stato
all’estero per molto tempo, giri di qua, di là con
le società però insomma, un’antica
amicizia è un’antica amicizia!» ma
Monodramon faceva eco «Ryo, te l’ho detto, non
fidarti: il mondo è pieno di tradimenti e
falsità.»…«Beh, Monodramon,
forse Digiworld! Il mio no-o meglio, il mio sì, tantissimo!
Ma NON fra le persone che io ho conosciuto e che ho stimato! Insomma,
noi Digimon Tamers siamo immuni al tempo! Per questo voglio
indagare.»…«…non capisco
però perché debba farlo proprio tu!»
esprimeva la ragazza «Non può andarci qualcun
altro? Guarda che tempo inospitale, mi si è pure bagnato il
vestito! Perché non chiami qualche tuo amico e gli dici di
appurare la faccenda, e noi invece andiamo a ripararci in un posto
chiuso!»…«Non posso! Ho già
mancato…troppe occasioni, stavolta non me lo posso
permettere, o la nomina che mi farò nessuno potrà
togliermela: Ryo Akiyama, quello che chiacchiera sempre…e
non c’è mai! Un conto è che venga
ricordato così quando ero ragazzino, ma adesso che siamo
grandi è altra storia! Senti, io ti ho chiesto se volevi
accompagnarmi perché in fondo sei una Digimon Tamer anche
tu!»
…la ragazza si guardò fuggevolmente la borsetta
in fondo alla quale spuntavano quegli occhi
vigili…dopodiché liquidò
«Ero. Ero una Digimon Tamer! Dimentichi che
Dobermon-»…«Su col morale, una nuova era
dei Digimon ha inizio, però devi scegliere di tua spontanea
volontà di partecipare! Se ti costringo io non ha
senso!»…«N-No…come vuoi tu
Ryo. Va bene, se…pensi che io possa esserti
d’aiuto…verrò con
te.»…«…brava.» fece
lui…mentre gli occhi di Minidramon lo scrutavano di
nascosto…«Però…fa
così, accostati a me! Vieni sotto l’ombrello,
finisce sennò che ti bagni come un
pulcino.»…«O-Oh…sì…va
bene…»…«…coraggio,
non mangio mica! Come mai sei così timida? Guarda che io
sono un tipo a posto! Con le ragazze ci so fare, non sono mica un
teppista di strada: andiamo Alice, potrei essere tuo
padre!»…«Cosa?! M-Ma veramente
noi…abbiamo la stessa
età!»…«Oh! Che sbadato
sì forse hai ragione però sai…sei
così insicura…mi sembri ancora una
bambina.»…«…forse un
po’ sono rimasta a
quell’età.»…«Ahah!
Che esce puntualmente senza
ombrello!»…«…l’ho
scordato a casa, sono sbadata.»…«Dai!
Vieni, sennò prendi freddo…»
…quei gesti premurosi, come quando lui le
accomodò la giacca sulle spalle, venivano registrati
accuratamente dagli occhi di Minidramon…che meditava
“Com’è protettivo…
…lei aveva freddo e temeva la pioggia, e lui la riscalda.
Non ho mai…visto niente del genere, se escludo i giorni di
pioggia al villaggio in cui Imagomon si preoccupava che neanche una
goccia bagnasse il pelo di Renamon. Qualcuno di mia conoscenza
invece…non sa proprio cosa siano la grazia e la
cortesia!”
Monodramon, sotto l’impermeabile di Ryo, non si dava pace
«Sarei tanto curioso di sapere se è vero che quel
Kenta ci ha ingannati! Che cosa sleale, tenere nascosto del proprio
Digimon agli amici: io già ero disilluso sui sentimenti
della gente, figurati ora da quando so che mia moglie è
passata al nemico. Oh!»
…ma quando Alice si strinse al braccio di Ryo «Lo
sai? E’ vero, così della pioggia ci si accorge di
meno…»…«…ti credo!
Sotto l’ombrello!» …il
draghetto tirò un sospiro d’estasi
«Ahhhhhh! Alice…come sei bella, tu sì
che sei una fanciulla elegante.»
Ma sebbene avesse parlato piano, la creatura nascosta lo sentiva. E non
poteva evitare di riempirsi di risentimento alla vista di quegli occhi
socchiusi in un’incantata distensione.
«D’accordo, ora lo sai, Takato!»
definì Cindermon stropicciandosi il naso, mentre la pioggia
le aveva spianato il ciuffo sul viso. Portando altrettanto via il gel
dai capelli di lui.
«E-E io finalmente ho trovato il coraggio di confessartelo, e
dire che credevo che questo momento non sarebbe mai arrivato! Ebbene
sì! Sììì, ho tramato alle
tue spalle ancora prima di conoscerti-ho aperto uno di quei maledetti
libri con le illustrazioni mobili che abbiamo a Digiworld-li comincio a
odiare, e alla vista del tuo bel faccino ho creduto che tu saresti
stato uno soggetto docile, e
malleabileee!»…«…e
così è questo che hai
pensato…» Takato assottigliava il suo tagliente
sguardo, mentre la voce della ragazza digitale scivolava in un gemito
«Però poi tu hai cominciato a sclerare da una
parte all’altra, e tutto si è
complicato!»…«”Tutto”…?
Perché?! A che doveva
portare?!»…«I-Io…!!...»…«…avanti?»…«Io…!!!»
Cindermon si mordeva le labbra, saldava la bocca perché con
tutte le sue forze avrebbe evitato di sputar fuori una simile
verità, ma ad un tratto lasciò andare i pugni
sentendo che tutto era inutile e confessò «A me mi
distruggono il regno se resto con le mani in
mano!!»…«Cosa…?»…«Sì!
Io…sono una principessa a Digiworld, ho un castello, un
padre e una sorella minacciati da un nemico che non so nemmeno che
faccia abbia, non so come si chiama! Non me l’hanno detto,
perché mio padre non fa che parlare di profezie e leggende e
sono più che convinta che sa un boato di cose ma non me le
dice, perché mi ritiene troppo immatura!!»
Il ragazzo era sbalordito…
…mentre lei ormai senza freni pronunciava «Io
avevo bisogno di potenziarmi, ho, HO!! Bisogno di potenziarmi!
Perché sola con i miei miseri poteri non servo un tubo per
il regno, così…mi sono andata a documentare ed ho
scoperto della leggenda di voi Digimon Tamers che avevate sconfitto il
D-Reaper biodigievolvendo coi vostri Digimon, e ho
pensato-»…«Se…biodigievolvo
con l’ex-domatore…lo sciocco…
…intontito dalla perdita del suo Digimon ancora adesso, in
un tempo da record, alla sua bella età di
ventun’anni…»…«…mm…mmm!
Sì!! Diventerò forte come quelle creature da albo
storico, e potrò raggiungere ogni mio obiettivo!»
L’espressione di Takato si lasciava andare in
un’amara rassegnazione. Cindermon esclamò
«…questa è la mia verità!
Chiamami come vuoi! Sì lo so, non sono come il tuo GUILMON
buono e sincero, per superare i cancelli e giungere sulla terra ho
ricattato Guardianmon! Sì! Guardianmon!!»
Il ragazzo indietreggiò, e lei confessava «Lo
avevo visto far passare quel ragazzino che ci ha attaccati! Allora gli
ho detto che se non avesse dato il permesso a me altrettanto avrei
distrutto in un soffio la sua fama di guardiano integerrimo e
invalicabile! E-E poi…ha iniziato a spedire sicari sulla
terra per
eliminarmi!»…«Così…quelle
Digimon ci stanno attaccando perché cercano
te…»…«Sììì!
Allora che facciamo, mi vuoi consegnare a loro?!» Takato
intensificò la sua espressione in un impeto di fastidio,
mentre lei svelò inoltre «Così
era…all’inizio! Ma poi arrivando qui tutto ha
iniziato a cambiare, mi sono trovata davanti cose che mai avrei creduto
di vedere! I libri illustrati non mostravano…quanto forte
potesse essere il legame fra un Digimon e un domatore,
come…come sono riuscita a scorgere fra Rika e Renamon!
Q-Quelle sono solo…immagini fredde, la realtà
è un’altra cosa! Io mi sono buttata in questa
realtà!! Dimenticando il resto, finendo quasi-dico-quasi a
dimenticarmi del regno, di mio padre non lo so, ero presa da tutta
questa storia! I Digimon da cui vi eravate separati, e-e
voi…» allargando le sue braccia in una
consapevolezza di quel tutto sbalorditiva per lei stessa
«…v-voi tutti…in questa
condizione…un limbo…fra la speranza…
…e la resa. Fra il gettar la spugna e invece il dire: no! Mi
intigno, combatto ancora! Perché i cancelli di Digiworld
sono ancora aperti! Perché i Digimon…sono
tutt’altro che finiti, anzi!!...
…nuovi e più forti…attendono di essere
conosciuti, e di scintillare nel cielo.» mentre rombava un
tuono «…tutto questo…mi ha dato un
nuovo sprint. Per combattere. Sono digievoluta anch’io! E-E
tuttora-»…«Ed io…che ruolo ho
avuto in tutto questo?»…«Eh, cosa, il
ruolo?!» (canzone: Taylor
Swift - Back to December (acoustic) )
«…a cosa sono servito…?»
scandiva scuotendo appena il capo nel tentativo di capire, mettendo a
tacere con quei semplici sussurri la ragazza
«…sono stato soltanto un
mezzo…perché tu potessi ottenere le tue
informazioni sugli umani, fare le tue deduzioni, giungere alle tue
conclusioni? Come Jeri, per il D-Reaper? E’ stata sfruttata
perché scoprisse tutto ciò che reputava
essenziale, e al termine dell’operazione era in procinto di
gettarla
via.»…«Io-!»…«Tu
che piani, che progetti avevi per
me?»…«Non lo so, non ci avevo pensato!
Chi vivrà vedrà mi ripetevo mentre venivo da te!
Però
Takato-»…«Certo…non
c’è proprio
storia.»…«Uh?»…«Sono…davvero
cambiati, i tempi!...
…ha proprio ragione chi dice che certe cose sono spente,
ormai non fanno più parte del nostro mondo.
L’amore, l’amicizia, tutti questi valori che io mi
intignavo a difendere affermando che potessero sopravvivere anche in un
futuro, in realtà sono stati dimenticati da un pezzo. Io
sono uno sciocco. Sono come un bambino…fantasma. Morto tanti
anni fa per una causa banale come…un terremoto, continua ad
aleggiare alla ricerca di quello scenario a cui il suo tragitto si
è interrotto. E non si accorge che la sua pelle è
bianca, le sue mani sono fredde e gelate! E lo scenario a circondarlo
è la cartonacea riproduzione di quello che era vero quando
era vivo!»…«M-Ma no, Takatooo! Ti stai
sbagliando!!» supplicava lei, ma lui insisteva
«Persino i Digimon…sono mutati, loro erano il
simbolo di quella sincerità e quella purezza che mancava
nelle nostre vite, e di cui avevamo ardente bisogno. Ma se oggi un
Digimon mi si accosta anche lui lo fa per i suoi interessi o il suo
tornaconto! Altro che amicizia…mio padre…spesso
me lo diceva!» dando le spalle a quella mano che si tendeva
nella speranza di arrestare le sue parole
«”Takato…sei troppo ingenuo, ti fidi
sempre degli altri perché pensi siano tutti come
Guilmon”, mi faceva una rabbia! Ma forse bisogna sbattere la
testa contro la realtà e capire che davvero va
così. O devo pensare che hai avuto il colpo di fulmine,
Cindermon?!»…«…cosa…?»
fece lei ingenua con quel ciuffo grondante, mentre lui le rivolgeva la
coda dell’occhio «Quando mi hai visto, quando mi
hai incontrato, ti sono forse
piaciuto?!»…«Io…»…«Hai
provato affetto per
me?!»…«Beh…!» si
portava lei la mano alla bocca «Mi hai
forse…» volgendosi di nuovo e puntandole contro lo
sguardo, a pugni stretti «…riconosciuto come
quell’amico che una come te può desiderare, di cui
può avvertire la mancanza dalle profondità del
mondo digitale?!»…«Eh,
beh…!!» non sapendo dove guardare, grattandosi la
testa «Cioè, la mancaaanza! Così, su
due piedi io non s-n-non-io sssono
confusa!»…«Non hai
provato…niente di tutto questo.»
…spegnendo e lasciando cadere così le speranze di
lei di controbattere “Che mi succede…? Non so cosa
rispondergli, come contrastare il suo fiume di parole
però!...immaginando che è finita sento un
dispiacere. Come se qualcosa di importante scivolasse via da me, come
pioggia, cos’èèè???!!! Lui
mi sta insultando, mi odia! Starei senz’altro meglio senza di
lui, allora perché sento nostalgia??!!”
«…neanche combattere assieme...ti ha dato
un’emozione!»...«No, ti sbagli!!
Un’emozione me l’ha data!!» gemette lei,
e lui sopra «DI FORZA, ESCLUSIVAMENTE POTENZA CHE SI
ACCRESCE!!»…«SIII!!! O-O
meglio…no, non lo sooo!!! N-Non sono brava, dannazione, a
esprimere le mie emozioni!!»…«Non ti
sforzare troppo a trovarle dove c’è tabula rasa,
PERCHE’ SE CI TIENI A SAPERLO NEANCHE A ME HA FATTO MAI
EFFETTO COMBATTERE AL TUO
FIANCO!!»…«Cooosa?!» chiese
lei come se fosse una dolorosa e spiazzante consapevolezza, che la
privava del suo senso, quando…
«Takato, Cindermon. Siete qui…?» Takato
si volse lentamente «…Rika.»
La ragazza li aveva raggiunti con l’ombrello alla mano
«Ti stavamo cercando, per la faccenda di Henry.»
spiegò Rika con la pacatezza e la discrezione di chi aveva
intuito la situazione. Cindermon la guardava ma non riusciva a dirle
una parola, quando quel silenzio imbarazzante fu rotto da
Renamon che schizzò sotto l’ombrello della sua
domatrice «Henry non è il solo ad essere sparito,
anche Terriermon non si
trova.»…«Ragazzi…cosa
succede?» si interessò Rika
«Perché stavate gridando?»…ma
la ragazza e il domatore si davano reciprocamente le spalle
«…il perché fattelo spiegare da
Takato…»…«Cindermon…»
accennò Rika, e poi si rivolse al suo amico
«…Takato,
perché?»…«Lo sai questa
perché è venuta sulla terra, sai
perché mi faceva da
Digimon?!»…«Ma ti ho detto---ahhh, ma io
ho un regno là a Digiworld!!» ma Renamon
invitò «Cercate di
calmarvi.»…«…ragazzi, il
nemico sta cercando di disperderci perché sa che uniti siamo
più forti: se ci mettiamo a litigare fra di
noi…non riusciremo mai ad aiutare i nostri amici. In questo
momento…siamo i soli a poter risollevare la situazione. Vi
prego…Takato, Cindermon...» ma fu interrotta dalla
sua Digimon che di colpo si irrigidì
«…! Rika! Sento la presenza di un nemico qua nei
dintorni!»
«…! Eh?!» fece Takato
«Eh?!» sussultò Cindermon e volgendosi
nello stesso istante finirono per guardarsi di nuovo, quando
bastò loro alzare gli occhi…
…per vedere qualcosa di grande e pesante balzare di palazzo
in palazzo…
«Uhmuhmuhmuhm! E poi dicono che non sono brava come
Renamon!» affermava la gigantesca orsa rosa con il Digivice
tra le mani «Non mi resta che trovare Gelsomon e consegnarle
questo!»
«E’ PinkMonzaemon…!!» Renamon
assottigliò i suoi occhi, e Rika esortò
«Presto, siamo sotto attacco, dobbiamo inseguirla!»
Takato sfoderava il suo Digivice…ma la pioggia sembrava far
addensare un oceano fra lui e la sua spiazzata Digimon…
«Muovetevi, cosa state aspettando?!!» insistette
Rika «Ragazzi, ora i nostri contrasti non contano niente, la
priorità va alla città e al nostro futuro!
Presto!!» scattando in corsa mentre la sua Digimon balzava
sui palazzi. Cindermon staccò gli occhi da Takato e corse
con loro, sicché al ragazzo non restò che
aggregarsi. (fine-canzone)
Una coppia di puntini luminosi (rosso e blu) si spostavano
congiuntamente sullo schermo bagnato dell’Ipad, facendo
dilatare gli occhi della piccola aliena «Guarda Ufomon,
quell’aggregato di cuori si sta
spostando!»…«Lo vedo! Lo
vedo!!» replicò scossa da viva partecipazione
«E---guarda, altri ne stanno arrivando da sopra e presto si
congiungeranno con loro!»…«Che facciamo?
Li inseguiamo?» chiedeva il bambino mentre cercava di
proteggersi assieme alla sorellina grazie ad un telo di plastica scuro
con dei curiosi salvagenti rosa disegnati sopra «Intanto ha
iniziato anche a
piovere…»…«Ihmf, accidenti mi
fanno bagnare il vetro e non ci vedo niente! D-Dammi questo coso,
fammelo asciugare!»…«…ma non
te lo asciuga, è di
plastica!»…«Va bene
allora…Scratchmon! SCRATCHMON vieni qua, devo asciugarlo sul
tuo pelo!»
…l’essere emise un miagolio infastidito
«Scratchmon odia l’acqua…»
commentò il bambino ma la sorella rimbeccò
«Stai scherzando?! Scratchmon non ha paura di niente e
sopporta ogni elemento!
Piuttosto…!»…«I
cuori!»…«Shhh, non dobbiamo farci
sentire Gravemon, dobbiamo seguirli ma furtivamente: non devono
accorgersi che li teniamo sott’occhio! Ptsss, in questa
città gira qualcosa di
grosso…»…«…davvero…?»
sbatté le palpebre quel bambino digitale dagli occhi grandi
e le ciglia lunghe. Incrociò lo sguardo dilatato e ardente
di sfida della sorellina dalle orecchie a punta
«L’Ipad ha individuato un cuore prossimo alla sua
estrema detonazione energetica!» in un luccichio allettato
«Quando libererà i suoi poteri noi dovremo
trovarci lì pronti ad arraffarlo! Ma per questo dobbiamo
stare alle costole della combriccola, qualcosa mi dice che presto si
riuniranno tutti al suono del richiamo del passato! Vieni!»
trascinandolo «Oaaahhh! Sei peggio di un sergente cattivo! Mi
fai bagnare tutto!»…«Tanto il tuo cavolo
di telo non protegge: ANCHE TU, SCRATCHMON!...e poi si dice che odi
l’acqua e te ne stai lì sbracata, possibile che
devo fare sempre tutto io?!?! Se non vi smuovo restate come
allocchi!»
«Uhmuhmuhmuhmuhm!» ghignava intanto LadyMeramon dal
buio del tunnel in cui giungeva l’eco della pioggia
«E’ giunto il momento che mi avvii
anch’io per raggiungere le mie amiche, i biglietti sono stati
tutti destinati, e se ognuno di quegli ingenui Digimon avrà
l’educazione di presentarsi lo spettacolo non
mancherà di sfrigolanti scintille,
ahahahahahahah!» …dissolvendosi in una
fiammata…
…mentre Terriermon, i cui piedini affondavano
nell’acqua che stava fluendo all’interno della
galleria «Accidenti, si mette male! Se qualcuno non ferma
LadyMeramon i domatori potrebbero vedersela molto brutta! Che devo
fare?!...» stringendo i denti e premendosi le tempie
«Non è-più-affar tuo Terriermon,
ricorda! Non è-più-affar tuo!»
…riaprendo i suoi occhietti «…niente
dura per sempre…la mia carriera da Digimon è
finita, tentare di prolungare il passato porterebbe solo guai!...
…amici…siate prudenti…»
…ma quel Digimon dalle orecchie lunghe ignorava di non aver
mai smesso di albergare tra i pensieri di quella ragazza giunta presso
l’appartamento della sua casa, alla quale la sua amica
chiedeva «Non hai parlato a Takato del tuo incontro con
Terriermon?»...«Stavo per farlo, Suzie.»
rispose Rea, estraendo le chiavi «Però
poi…!» ed esitando qualche istante sulla porta
«Ho pensato che se gliel’avessi detto lui si
sarebbe sentito in dovere di farci riconciliare a tutti i costi. E
invece questa è una sfida che io devo superare!
Così come Henry è mio marito, ed il padre di mio
figlio, Terriermon è il Digimon che il destino ha voluto
diventasse il mio compagno di battaglia! La vita mi sta sottoponendo
una prova, non posso aspettare che siano i miei amici a risolvere tutto
perché vogliono vedermi felice!!»
…ed una luce di speranza si accendeva nei suoi occhi
«…io devo farcela da sola! Loro sono i miei sogni?
Bene, lotterò anch’io, farò la mia
parte come l’avete fatta tu, Takato, Henry, come voi tutti
dieci anni fa!»…«Sai una
cosa?» sorrideva Suzie «No, cosa?» chiese
Rea incuriosita «Più ti sento
parlare…più penso che c’era davvero un
posto vacante, un buco nella nostra squadra! Fatto apposta per
te!»…«Uhmuhm! Sono pienamente
d’accordo con Suzie!» ammise Lopmon…
…e Rea rivelò emozionata
«…è la cosa più bella che mi
sia mai stata detta. Ma sai io cosa mi auguro?» (canzone: Gigi
D'Alessio - Dentro un cinema) prendendo la mano della
ragazza e l’orecchio di Lopmon «Che nonostante
tutto ci sia ancora un posto vuoto che io posso occupare nel suo cuore,
Suzie! Che per noi non sia finita, io lo amo troppo, amo troppo tuo
fratello, amo follemente
Henry!!»…«Ahahah!»
Ma in quel momento spalancò la porta la signora Akimoto
«Ahhh?!» sussultando nel vederle assieme. Rea
restò stupita nel vederla con la giacca
«Mamma…? Stai uscendo? Perché a dire il
vero io avevo bisogno di lasciarti Benji, ora è in macchina
ma io devo andare a fare una cosa
urgen-»…«Bene, sono contenta di trovarvi
entrambe!» prevaricò bruscamente la signora
accartocciando il biglietto che aveva in mano e nascondendoselo dietro
la schiena «Anzi! Per meglio dire tutte e
tre!»…«…che dici…?
Mamma per favore, non ti capisco!»
«Suzie…per caso la signora si sta riferendo a
me?»…«Ptsss, ma no, che dici Lopmon,
come ti viene in men-»…«E invece mi
riferivo esattamente a te, CONIGLIETTA
DIGITALE!»…«Eeeehh?!» fece
Lopmon ritirandosi un po’ intimorita «E non
soltanto, ma alludo anche alla tua padroncina, qui
presente!»…«Mamma, perché hai
questo tono con Suzie e
Lopmon?!»…«Suzie?! Ecco,
tieni!» sbattendole ai piedi una valigia
«Ma…signora!!»…«Queste
sono tutte le tue cose compresa la ciotola in cui mangia il tuo
animaletto!»…«Io non mangio in una
ciotola signora, dev’essersi sbagliata!»
replicò Lopmon. Ma Rea si frappose fra loro
«Insomma mamma, cosa diavolo significa tutto
questo?!!»…«Non è abbastanza
chiaro?! Non ce le voglio in casa Rea, è per colpa loro che
Benji è stato rapito!»…«Ma
che stai dicendo?! Come…puoi soltanto pensare una cosa del
genere, semmai è per COLPA loro che si è salvato,
che entrambi siamo sani e salvi!»
…mentre Suzie arretrava di un passo, con sguardo attonito.
«Suzie…» pronunciava Lopmon con tono
tremante, e la sua domatrice le sfiorava la bocca per indurla a tacere
«…non ci vogliono più in
casa…»
«Ahhh, è per colpa loro che sei nella situazione
in cui ti trovi, Rea! Lei è la sorella di quel mascalzone di
tuo marito, come se non ti avessi sentita oltre la porta mentre ancora
starnazzi come un’oca di tutto l’amore che provi
per lui! Non ti rendi conto che quell’uomo ti ha rovinato la
vita!!»…«Ora basta, mamma!! Non ti
permettere di parlare così di Henry, e non ti permettere di
farlo davanti alle mie amiche!!» dichiarò la
ragazza decisa e determinata «Ahhh,
“amiche” Rea ma se le conosci appena: quella
è una parassita infiltrata a casa nostra per portarci via il
nostro Benji!»
Suzie dilatò lo sguardo, mentre Lopmon alzava il suo verso
di lei…
«E quella m-ma che amica?!! Altro non è che
un’astrusaggine venuta da un mondo orroroso!»
Parole che ferivano «Ahh!» la piccola Digimon. Ma
che Rea respinse con tutta la forza, e con le lacrime agli occhi
«LORO PER ME SONO AMICI!! E TERRIERMON ALTRETTANTO, e il
mondo da cui provengono merita amore e rispetto, dev’essere
di certo meraviglioso!!»…«Certo,
più o meno come quello da favola che ti eri allestita in
testa quando ti sei sposata con quello là, meno male che
almeno adesso quel suo CONIGLIO RINCRETINITO non è fra i
piedi, quella bbbestiaccia
portasventura!!»…«MA BRAVA, E FACEVI
ANCHE LA FALSA FINO A IERI, PREOCCUPANDOTI DELLA SUA
ALIMENTAZIONE!»
Ma la madre la colpì con uno schiaffo, sotto gli occhi
agghiacciati di Suzie e Lopmon.
«…razza di stupida, sei ancora una bambina e non
ti si può lasciare da sola, non sai badare a te stessa, fai
solo guai!!»…«E QUALE SAREBBE IL GUAIO
IN TUTTO QUESTO?! BENJI?!» gridò la ragazza
reggendosi la guancia colpita «QUALE SAREBBE, IL MIO AMORE
PER HENRY?!»…«No, basta Rea ti
prego!!» esclamò Suzie col voce rotta dal pianto,
altrettanto Lopmon
«Finiamola!»…«Io e Lopmon ce
ne andiamo, come vuole tua madre!» ma mentre costei strillava
con ampio gesto «Brave, brave, ANDAT---cof, cof!» e
qualche colpo di tosse «ANDATEVENE!» Rea afferrava
saldamente Suzie per il polso «No! Suzie resta ferma dove
sei, non pensarci nemmeno ad
andartene!»…«Ma
Rea!»…«Suzie non mi fare arrabbiare
guarda che parlo molto sul serio non te lo auguro,
qui…!» asciugandosi gli occhi «Nessuno
mi conosce arrabbiata ma non consiglio a nessuno di testarlo sulla
propria pelle! Io…! Quando ho qualcuno da difendere sono
capace di trasformarmi in una creatura immensa e
spaventosa!!»…«Suzie!...i-il mio
consiglio è di fare quello che dice
lei!»…«Brava, qui l’unica che
ha capito come stanno le cose è Lopmon.» ammise
Rea, rievocando a sé tutta la sua dignità e la
sua decisione, fronteggiando lo sguardo della madre «Allora
mamma, aspetto ancora che tu mi dica qual è il mio errore.
Eh?!...quello per cui mi hai schiaffeggiato!...
…qual è?! E’ forse soffrire
perché qui fuori, nella pioggia non si sa dove
c’è l’uomo che amo, che mi ha donato la
gioia di un figlio e a cui qualcuno di malvagio ha rotto in mille pezzi
un’infanzia felice?! Il mio errore è sognare di
ritrovarlo e correre da lui?!...oppure è sentire nel cuore,
con la stessa sua identica intensità un affetto per coloro
che sono state le figure più importanti della sua vita?!
Oppure…
…è il fatto di emozionarmi ancora al pensiero di
un mondo fantastico, dove trionfano l’amore e la giustizia?!
O molto più semplicemente…
…sperare che il mondo in cui io abito sia così.
Sperare che mia madre mi capisca. Che chi mi ha cresciuta condivida e
comprenda i miei sentimenti. E’ questa l’illusione
più sciocca, tanto è una sfida persa!!»
La madre provò a sfiorarla, ma lei si ritirò. E
la guardò duramente «Comunque ti ringrazio, mamma:
mi hai tolto gli ultimi granelli di risentimento che mi restavano nei
confronti di Henry. Ora lo capisco…APPIENO, in ogni sua
scelta! Se si sta a dar retta voi genitori si finisce tutti come lui!
Andiamo Suzie!»…«Ma…Rea
aspetta!» fece la ragazza, e Lopmon
«Andiamo…dove?»…«Ovunque
altrove, lei non ci vuole?! Perfetto, non avrà nessuna delle
tre: mamma, me ne vado anch’io!»
…e trascinandosi dietro Suzie si allontanò lungo
le scale…lasciando quella madre fino a poco prima
così accanita, ora completamente spaesata, la
guardò sparire in silenzio, con sguardo ingenuo. E quando fu
raggiunta da suo marito…si coprì il viso e
scoppiò in lacrime. Lui parlò con la sua consueta
pazienza «…ecco, l’hai fatta andare via
adesso. Possibile che sei sempre la solita? Quando vi ho sentito urlare
sapevo che sarebbe finita così. Possibile che non ti vuoi
decidere a lasciar libera quella povera ragazza, ormai è
grand-AHIA!»…«Senti chi
parla!» mugolò lei, ma lui guardò
più in là oltre la pioggia che bagnava le
finestre del pianerottolo, e disse serenamente
«…hai ragione. E’ proprio vero. Colpito
e affondato.» ritirandosi all’interno, mentre la
moglie singhiozzava «R-Rea! Bambina mia! R-Rea,
Benji!»
E Rea, scrollandosi le lacrime e stringendo il Digivice saldamente
nella mano, ammetteva “Io per questo dannato coso mi ci
ammazzo! Ma non lo lascerò mai andare, questo Digivice
è come…” «…Benji!
Eccomi qua, la mamma è tornata, ora ci andiamo a fare un bel
giro nella pioggia anche con Suzie, eh?» rinfilandosi
nell’auto alla faccia dell’acquazzone (fine-canzone)
«Henry, mi preoccupa un po’
lasciarti.»…«Non
deve…» era la risposta del ragazzo al suo maestro
di arti marziali, presso il cancello dell’abitazione
«…grazie a lei…almeno ora ho un
indirizzo. Non sono più
disorientato…»…«Ragazzo: mi
prometti che non tenterai più un gesto disperato come
quello?» chiese Chow ponendogli le mani sulle spalle.
Gli occhi di Henry seguitavano ad essere assorti, ma rispose
«…sento che qualcosa è cambiato in me
da quando ho parlato con lei…è stato come se quel
me stesso di allora si fosse messo a correre,
avesse…» riprendendo fiato, poiché
parlare lo stancava «…attraversato la pioggia e
nonostante i pericoli mi avesse raggiunto. A-Adesso…ho una
meta.» raccogliendo la mano del suo maestro «Mio
figlio è salvo! Io…non so ancora come, dove e in
che modo. Ma devo recuperarmi. Non posso buttar via…
…tutto ciò che è stato. Grazie. Grazie
di tutto, lei…continua…anche a distanza degli
anni…a insegnarmi molto. Grazie, maestro
Chow…» inchinandosi lentamente, mentre
l’altro gli diceva «Henry…tieni presente
che se avrai bisogno di qualcosa potrai…sempre
contare su di me.»…«…ma
questo lo so…» accennò un sorriso quel
giovane stremato «Da quando la mia povera moglie è
morta…vivo solo. Le mie condizioni
economiche…sono precarie, e la mia casa è
piccola. Faccio una vita modesta, ho tante spese specie da quando mia
madre si è allettata. E’ molto anziana e ha
bisogno di
assistenza…»…«…dev’essere
molto dura…come fa? Lei è così
forte…e
solido…»…«…alle
volte è difficile anche per me. Mi
sostiene…quello in cui ho sempre creduto. I miei valori. Il
mondo non ci crede più…ma queste cose se le
portiamo dentro niente e nessuno potrà
togliercele.»…«…farò
tesoro dei suoi preziosi
consigli…arrivederci…»
…lasciando che la sua mano, elegante e liscia, scivolasse
via da quella più anziana di quell’uomo serio e
distinto…che gli ribadì «Ricorda che le
porte della mia casa sono sempre aperte!...Henry…
…abbi cura di te.»
Henry fu solo in strada. Smarrì i suoi occhi grigio scuro
nella pioggia, mentre apriva l’ombrello che il suo maestro
gli aveva donato. Ma poi decise di non ripararsi…ma di far
sì che quelle gocce cadessero su di lui
«…ecco, così…
…ho bisogno…che qualcosa mi svegli di colpo,
anche uno scroscio violento! Non importa. Qualsiasi cosa,
purché mi scuota. E mi faccia uscire dal baratro in cui sono
precipitato!» aprendo gli occhi, e sembrando non temere la
pioggia «Ho l’acqua alla gola, ma devo provare a
emergere! Mio figlio è salvo. Quest’occasione non
capiterà una seconda volta. Ed io…
…ho delle persone che mi vogliono
bene…» …scorrendo nella sua memoria i
volti dei suoi amici, Takato e Rika, nonché quel maestro che
lo aveva aiutato in un grande momento di disperazione…
…mentre la luce rossa sul suo petto sembrava dare il tipico
segnale di batteria scarica.
Dei passi si avvicinavano a lui, scrosciando nelle pozzanghere, ma
Henry non se ne accorgeva. E rivedeva come sagome al termine di un buio
tunnel “…Terriermon…
…Benji…
…Rea, vi ho fatto del male. Ma se la pioggia può
ancora bagnare il mio volto, significa che sono ancora vivo.
C’è forse ancora speranza?”
«…HENRY…!!...
…Henry!!»…«Ohh? Chi
è?» il giovane mosse i suoi occhi stupiti.
Di fronte a lui nel grigio della pioggia, un ombrello dai colori
arcobaleno. Che rivelò «Ahahahah!» un
sorriso allegro e sbarazzino
«Violetta!»...«Ciao, hai visto come si
è messo a piovere
forte?!»…«Eh sì! Hai proprio
ragione…!» rispose sempre educato e cordiale il
ragazzo «Guarda me poi, come sempre sono carica di cose e con
questo acquazzone improvviso sto facendo proprio il
bagno!»…«…uhm.
Però a quanto sembra la pioggia non riesce a portar via il
tuo buonumore.»…«Per forza! Quello resta
sempre, è l’antidoto contro il temporale!
Uhm!» in uno schiocco di dita che simbolicamente doveva avere
il potere di farlo cessare…
…il maestro Chow li osservava dal cancello della sua casa, e
pensò «…meno male. Ha incontrato
qualcuno che conosce, sembra un’amica. Almeno posso andare a
trovare mia madre tranquillo.» allontanandoso così.
«Ti posso aiutare?»…«No, no,
figurati ci sono abituata! Mmm, mamma mia ho le scarpe zuppe, quando
torno a casa mi dovrò mettere tutta involtolata in un
maxi-asciugamano, altrimenti finisce che sgocciolo tutto! E pensa che
avevo appena
pulito!»…«…accidenti. Che
disdetta.»…«Ahhh, ma non parliamo di
ciò che va storto, piuttosto!! Ho una proposta da
farti!»…«A
me?»…«Per quell’invito!! A
cena!!»…«Ah,
già…» replicava lui quel sorriso
cortese «Ne ho parlato con Taisho, perché non
vieni da noi questa sera!»…«Ma sul
serio? No, è che non vorrei
disturbarvi.»…«Ma ti paaare, ma per chi
ci hai preso! A noi fa sempre piacere avere la compagnia di un amico a
cena! E poi te l’ho detto, ti dobbiamo far conoscere i
bambini! Mya e Lotti non vedono l’ora di sapere chi
è l’esperto professionista che ha fortuitamente
incontrato il loro papà! Sai, per loro sei un po’
come gli eroi, sono così appassionati di apparecchi
elettronici!»…«Oh? “Esperto
professionista”…? Forse una definizione che
realmente può calzarmi meno bene di
questa…è soltanto quella di
“eroe”.»…«Perché
questo è un momento
difficile…uhmuhmuhm!» fece l’eccentrica
ragazza roteando il suo ombrello a spicchi colorati «Ma in un
momento come questo la compagnia dei bambini può aiutare!
Loro non stanno a guardare gli errori che si commettono nella vita, e
poi…una cenetta tutti e cinque nel calore della famiglia
può farci solo che bene, no…? Daaai, Henry dimmi
di sììì!» intonò
nel suo sorriso aperto, sguazzando un po’ coi suoi stivali da
pioggia «Oh…?...
…va…bene! Se ci tieni tanto Violetta
vorrà dire che accetterò, così ne
approfitterò per salutare Aki che abita lì
accanto a te: era così preoccupata quando me ne sono
andato.»…«Giusto, la dottoressa che ti
segue in terapia!! Ma certo, certo, le farai sicuramente un
saluto!»…«Il calore…
…della famiglia, la compagnia dei
bambini…sì, sento…che ora solo questo
può guarire il mio cuore. E fornire una traccia al mio
cammino.»...l’espressione di Henry si illuminava a
poco a poco di un sorriso di speranza, nonostante la pioggia.
«E allora…bravo, Henry!!»
esultò Violetta, con un cordiale colpetto sul petto del
giovane (la barra rossa di batteria scarica sembrò
tempestivamente riempirsi...)
«Ahh…!»…«Che ti ho
fatto male?!»…«No no, non è
niente!»…«Dai, andiamooo! Wow, che io
sono bagnata ma tu stai messo anche peggio di me!»
«Cara, vieni dentro, ma insomma che intenzione
hai?» chiedeva il signor Akimoto con un po’
d’apprensione «Di far sapere a tutto il
pianerottolo che hai litigato con nostra figlia e che ci ha piantati in
asso?» ma dopo l’ennesima
«Sfrnnnn!» soffiata di naso e asciugata degli
occhi, la signora mugolò «No, non posso tornare in
casa così marito mio, no e no! Dopo quello che è
successo, devo assolutamente parlare con la mia bambina! L-La mia
Rea!»…«Ma sei matta? Dove te ne vuoi
andare?! Con questa pioggia! Te lo dico io: quella ti manda a quel
paese! Lo si sa! I giovani così, la nostra ha resistito per
più tempo degli altri ma i più remissivi sono
anche i più categorici: aspettava al varco il momento per
scaricarci, tu gliel’hai sfoderato e lei l’ha colto
al balzo!»…«E F-F-FINISCILA CON LE TUE
CHIACCHIERE IELLATE! Io recupererò mia figliaaa! I-Io non mi
rassegno a perdere lei e il mio nipotino, magari quella se ne parte per
l’estero e io non lo rivedrò
piùùùùùù!»…«…se
le vai a rompere le uova nel paniere senza aspettare che le sbollisca
la rabbia probabilmente
sì!»…«Uh-UHMMM!»…«E
n-non me lo rilanciare indietro! Te l’ho dato apposta!
E’ l’ombrello! Ti
serve!»…«Mamma mia, m-mamma
mia!»
…mentre alcuni sul pianerottolo si affacciavano
interessati…
…ed il signor Akimoto mediava pacatamente «Ma
niente, ma niente…! Ptsss…battibecchi fra madre e
figlia! Chi non ne sa qualcosa di questi
tempi!»…«Vado da lei! Va-Vado a
riprenderla! Io mia figlia la riporto a
casa!»…«Sai almeno dove
cercarla?»
La signora, fra mugolii e singhiozzi, riaprì quel foglio
accartocciato sbattendolo in faccia al marito e al pianerottolo intero
«QUI!!»
Sfoggiando l’immagine allegata del Digivice dalle ali dorate.
PinkMonzaemon seguitava a compiere i suoi massicci balzi da un tetto
all’altro sovrastando le strade di Tokyo «Sono
l’emblema dell’eleganza e della libertà!
Ahahahah!» declamava con suo vocione.
La gente dalle strade alzava lo sguardo per decifrare la provenienza di
quella sagoma orsiforme nel cielo della sera sfocato di pioggia
«Cos’è
quello?»…«Non sentite tremare la
terra?!»
I suoi salti non mancavano di far vibrare i malcapitati palazzi.
Le sue zampe artigliate stringevano quel Digivice di cui erano state
sparse tante foto.
Lopmon era in auto tra le braccia di Suzie quando d’un tratto
si destò «Oh!» drizzando le orecchie e
spiaccicando muso e mani al finestrino «Suzie!! Quella
è PinkMonzaemon!»…«Che
cosa?!» si sporse la ragazza, e Rea frenò di
scatto «Come sarebbe a dire?!»
Minidramon assottigliò il suo sguardo scintillante nel fondo
della borsetta “E’ lei, è vicina. Non
c’è tempo da perdere.” sgattaiolando
fuori furtivamente ma «Oh!» Alice
avvertì qualcosa e si toccò istintivamente la
borsa «Alice, che ti succede?! Hai costantemente la
sensazione di aver perso
qualcosa!»…«Niente, Ryo è
che…mi era sembrato di aver sentito…vibrare il
cellulare…»…«Ryo!!»…«Cosa
c’è,
Monodramon?!»…«Ho visto qualcosa!
Correva! L’ho riconosciuta! Non posso essermi
sbagliato!»…«Ne sei sicuro?!»
…ma mentre Alice dilatava lo sguardo e portava lentamente le
mani alla bocca, il draghetto viola balzava fino a far sguazzare le
zampette nella pioggia «Sei tu, non mi posso
sbagliare!» scattando in una corsa fra gli schizzi
«Monodramon! Presto Alice, andiamo anche
noi!»…«Oh?
Sì…!» anche la ragazza si
impegnò in una corsetta leggera come il suo fisico, ma nel
suo cuore iniziava a riempirsi d’ansia…
«Andiamo, Suzie!» invitò Lopmon, e Suzie
«Rea, tu resta in
macchina!»…«Come?! Stai scherzando, io
voglio venire con voi!»…«E’
pericoloso, non hai Terriermon a proteggerti!» le
ricordò Suzie, e la giovane madre dovette stringere i denti
ed ammettere la dura verità, picchiando un colpo sul volante
mentre l’amica la esortava «Porta Benji al sicuro,
mettetevi in un posto riparato!» e la Digimon «Dopo
tutto quello che hai fatto per noi il minimo che possiamo fare
è lottare per
proteggervi!»…«…va bene
amici, siate prudenti, io…»
…e posando pur a malincuore quel Digivice ora inutile
«Vieni Benji, spostiamoci di qui.» riprese il
volante, mentre Suzie e Lopmon si accinsero ad uscire animate da
determinazione.
C’era anche Yuki in strada, sotto la pioggia, col capo
coperto da un velo scuro e la mente affollata da pensieri e malinconia,
quando il brusio della gente si fece intenso, e una rapida e scuotente
sensazione si agitò nel suo animo fino a spingerla a
guardare verso l’alto «Oh!»
Vide PinkMonzaemon balzare.
Riconobbe qualcosa che brillava tra le sue zampe «Oh
no…!» La ragazza spalancò gli occhi di
spavento, ed iniziò a correre fra la gente verso una meta
che sembrava aver ben chiara.
PinkMonzaemon si fermò sul tetto di un palazzo
«Bene, aspetterò che arrivi Gelsomon: secondo le
indicazioni dovrebbe abitare qui quel Digimon Tamer!»
Sicché decise di sporgersi cautamente…
…per spiare oltre il vetro all’interno del
pianerottolo dell’ultimo piano…
Kenta estraeva le chiavi per rientrare a casa, col cuore sospeso su una
viva apprensione, e gravato da un dispiacere che sembrava tale da
risucchiarlo in un buco nero. Stringeva gli occhi per sopportarlo,
quando dalle scale giunsero i suoi genitori
«Kenta!»…«Figliolo!»…«…papà…!
Mamma!»
Presto gli si accostarono «Che cosa è
successo?» chiese il padre, e la madre dalla ben udibile nota
appenata nel tono «Quando siamo passati a casa le cose di
Yuki non erano al loro posto: ti prego! Dimmi che non è come
sto pensando…»
…ma il ragazzo diede loro le spalle e camminò
lungo il pianerottolo «…e invece è
esattamente come stai pensando, mamma…»
sussurrò con le mani in tasca, e l’espressione
cupa e contratta…
«Vuoi forse dire che…?»
accennò la madre, e il padre «Vi siete
separati?!»…Kenta prese un respiro profondo, ed il
padre insistette «Ma
perché?!»…«Perché
è meglio
così…»…«Chi
è stato?!» esclamò la signora
«Chi è stato di voi due a prendere questa
decisione?! Sei stato tu?!»…«Siamo
stati…TUTTI E DUE…» scandiva il ragazzo
«…che altro potevamo fare, mamma? E’
stata…la cosa migliore, era l’unica decisione che
si poteva prendere…!» seguitando a dar loro le
spalle e cercare di mantenere una posa rigida. Nelle sue parole si
percepiva una chiara nota di fastidio «Il nostro matrimonio
è stato un passo falso, io non mi sarei mai dovuto sposare
con Yuki!!»…«E invece io penso che tu
solo con lei potresti essere felice, Kenta!» ma lui si volse
«No!!» ed il suo sguardo sembrava indignato
«Il nostro matrimonio non potrebbe mai essere felice!! E voi
avete sempre sbagliato ad esortarmi a stare con lei fin
dall’inizio, se foste stati dei bravi genitori non ci avreste
fatti sposare! Avreste capito che non poteva funzionare, che era una
sfida persa!» ma il padre avanzò «Kenta!
Noi abbiamo pensato unicamente…alla vostra
felicità.»…«Mmm!! ED ECCO I
RISULTATI!»…«Perché TU
l’hai voluto!»…«No!!
Perché la vita l’ha deciso, quando una cosa
è sbagliata è sbagliata! Io e lei non eravamo
fatti per stare assieme, voi vi siete intestarditi a portare avanti
questa follia e adesso non resta che terra bruciata!!»
Negli occhi del giovane coperti dagli occhiali vi erano rossore e
lacrime. Quando d’un tratto
«Kenta…!»…«Ahh!»
il ragazzo sussultò nel sentirsi chiamare da quella vocetta
nasale e tremante…
…di colei che fece capolino dalle scale, con quel velo nero
a nasconderle il capo «Yuki! Che ci fai
qui?!»…al che la signora Kitagawa
sfiorò il braccio del marito «Caro: è
meglio che ci allontaniamo. Lasciamo che parlino da soli, che si
chiariscano.» L’uomo acconsentì in
silenzio.
E Yuki non attese un attimo per precipitarsi da lui, con il fiatone
«Yuki, ma tu-»…«Silenzio!
Fammi parlare ti prego: è qui! L’ho vista!! Ce
l’ha con
sé!!»…«Come?!
Ma…che cosa stai
dicendo!»…«Ti giuro, è vero,
l’ho visto con i miei stessi occhi e adesso è qui!
Sopra di noi!! Qui tu sei in pericolo!»
«Troppo tardi…miei dolci sposini!»
«Ahh!» Kenta e Yuki ebbero un sussulto ed
indietreggiarono.
Mentre oltre la finestra «Whahahahahah!»
lampeggiavano gli occhi luminosi e soddisfatti di PinkMonzaemon
«E’ forse di questo che stavate parlando?»
L’orsa, di cui si scorgeva la testa capovolta
poiché si sporgeva dall’alto, agitò
oltre il Digivice oltre il vetro.
A Yuki venne istintivo di prendere la mano di Kenta.
Quando «Mi dispiace…!» giunse
un’altra voce dalle scale «Quell’anello
al dito che lega la vostra unione non vi sarà di nessun
aiuto.»
Kenta dilatò lo sguardo, e Yuki chiese «E tu chi
sei?!»
«Uhmuhmuhmuhm!» rise quella draghetta
dall’aria impertinente ed il passo goffo seppur spocchioso.
«Whahahahahah!» rideva anche PinkMonzaemon oltre la
finestra.
Minidramon mostrò così la sua zampa artigliata
«Io sono l’emissaria prediletta del grande
Guardianmon!»…«Aaahhh!
Guardianmon!» rabbrividì Yuki, e ancora la
draghetta «E come puoi vedere piccola sciocca grassona ho una
fede anch’io! Ma sono sola!! Il matrimonio non è
che una pagliacciata e gli uomini come il tuo maritino non sono altro
che imbroglioni traditori!!» puntando l’artiglio
contro Kenta.
Ma Yuki si indispettì «Questo non è
vero, e tu chi sei per dirlo?!» venendo avanti a passo deciso
«Non ti permetto di sparlare del mio
matrimonio.»…«Il mio nome è
Minidramon ma…»
«Ahahaha! Ti trovo in piena forma, amica mia!»
esclamò PinkMonzaemon. E al secondo successivo
sfondò il vetro con una zampata «Ecco quello che
cercavi!» lanciandole il Digivice…
Kenta e Yuki dilatarono lo sguardo, e quest’ultima
«Oh!!---n-noo!!» cercò di afferrarlo ma
«Troppo tardi, sei troppo grassa e patetica! Questo viene con
me!»
Sotto gli occhi attoniti dei due sposi Minidramon afferrò il
Digivice con un agile balzo, e lo avvolse con un alone oscuro
«Assorbendo la sua energia posso trasformarmi! Come ti dicevo
il mio nome è Minidramon, ma tu…puoi
chiamarmi…»
…diventando grande, sempre più grande di fronte
alla paura dei due…
…e tornando a spalancare le sue ali rosse, e ad indurire i
suoi possenti muscoli neri
«…GELSOMON…»
…la sua voce tornò cupa e scura.
Nel frattempo però, ignari della battaglia che stava per
scatenarsi, un Digimon ed un gruppo di domatori dallo stile eterogeneo
erano riuniti sotto un muro antico e grondante «Ah, guarda
che roba!» indicava Mako «Non accenna a smettere, e
pensare che devo tornare a casa in moto! Ci arriverò
completamente fradicio.»…«Se vuoi puoi
dormire qui, fratellino!» disse Akemi con un radioso sorriso,
ma che ottenne il solo risultato di fargli storcere
l’espressione «No, grazie…! Preferisco
la pioggia all’essere circondato da inquietanti fantasmi
incappucciati, e poi non vorrei insinuare strani sospetti in
papà!»…«…perché?
Cos’ha tuo padre…?» chiese Jeri
mostrando un accenno di interesse minimo «Mah!...lasciamo
stare Jeri, ne parliamo in un altro momento.»
La ragazza non replicò ma nella sua espressione
restò una sfumatura inquieta, e forse infastidita, che
rivolse alla pioggia nella quale riversò il fumo della sua
sigaretta.
«Se ti serve per tornare a casa, Mako, posso prestarti il mio
giubotto da pioggia. Lo porto sempre con me.» propose
Beelzemon «Oh?! Davvero ce lo hai?! Grande! E dove
l’hai comprato, al villaggio?!» Beelzemon
annuì semplicemente «Spettacolare! Mi invidieranno
tutti: schizzerò a casa con la mia moto ed un giubotto che
proviene da dove se non proprio da Digiworld, il giubotto del mio
Digimon!»…su quelle parole Jeri alzava gli occhi
al cielo, senza però farsi notare…mentre Akemi
sottolineò «Caspita fratellino: lo sai, ti trovo
alquanto lunatico. Prima sembravi decisamente abbattuto dalla pioggia,
invece adesso…wow, che
entusiasmo!»…«Ah, sarà che ho
dato un bel calcio a tutte le mie paranoie! Se fino a stamattina ero
stralunato perché non capivo più chi ero, e
soprattutto se ero o non ero più un domatore, adesso tutto
si è fatto improvvisamente chiaro davanti ai miei occhi!
Ahhh…! Ragazzi voi vedete per caso pioggia di fronte a voi?
Perché io vedo un sole che splende! Un sole di futuro: e di
opportunità! NONCHE’…uhm! Ovviamente di
battaglie e trionfi! Ah, e non dimentichiamo
l’amore-l’amore prima di
tutto!»…mentre Jeri gli rifaceva il verso, ed ogni
secondo la sua espressione era più disgustata…
«Sono curiosa!» fece Akemi, aprendo le braccia
«Il buon Dio ha forse fatto il miracolo? E ha concesso a
qualcuno il dono di far breccia in quella muraglia che è il
tuo cervello, inespugnabile dalla mia umile condizione umana? Dimmelo
prima delle preghiere serali, così potrò recitare
il mio ringraziamento come si deve!»…«Ma
certo! E’ andata così: adesso vi
spiego!»…«E’ quello che ci hai
detto prima, no?» si informò Beelzemon, e Jeri con
tono annoiato «Mako, ce l’hai già
spiegato, dacci un
taglio…!»…«Ah, ma io sono
troppo contento, voglio illustrarvelo un’altra volta!
Allora…
…il Digivice non si è attivato nelle mie mani ma
in quelle di Jeri, non è così? Tragedia, in un
primo momento! Pensavo che l’entità superiore che
regola i rapporti uomo-Digimon mi avesse tagliato fuori dal gioco! Ma
è bastato rifletterci un attimo, andiamo: non è
poi così difficile! Allora, qual è stata
l’origine del mio-del nost-Jeri perdonami, me lo dai un
secondo?»…«No, dai!!» ma Mako
le strappò il Digivice di mano «Solo un secondo!
Voglio fare una lezione: che storia ha questo affascinante
congegno?»…«…si è
trasformato nelle mie mani in un momento di
pericolo…!» replicò Jeri col suo
pizzico di altezzosa superiorità, ma il ragazzo
«Sì, va bene, quello siamo d’accordo!
Però prima! Andiamo proprio alle origini del
mito.»…«E’ apparso in
macchina!»…«Bravo Beelzemon! Risposta
esatta!» al che il Digimon continuò, con partecipe
entusiasmo come se stesse disputando un quiz televisivo
«Quando noi tre, io, te e Akemi stavamo fuggendo dal D-Reaper
in macchina con vostro
padre!»…«Corretto!» e si
aggiunse Akemi «Tu ti sentivi sconfortato: ma io e Mako ti
abbiamo ricordato che per noi eri perfetto così, non dovevi
mancare di fiducia in te o farti delle
colpe.»…«Lo ricordo come se fosse
ieri!»
…sullo sfondo dei sospiri di Jeri, che anche se era a un
passo da loro sembrava isolarsi e farsi lontana chilometri, con la sua
sigaretta…
«Giustissimo: in quell’istante una luce
scintillante ha dato vita al Digivice, al quale si sono accostate la
mano mia e quella di Akemi. Allo stesso momento, in contemporanea, vi
ricordate?!»…«Certo!» rispose
Beelzemon, e Akemi sempre pacifica e serena «Come
dimenticare.»
«Infatti anch’io non l’ho
scordato!» riprese Mako «E mi sono riavvolto gli
eventi degli ultimi anni: Akemi si è fatta suora!
Dunque…non può più partecipare alle
battaglie digitali. Però il Digivice era nato in origine
affinché fosse usato da due domatori! Giusto? Non mi date
ragione?!»…«…teoria…interessante,
direi!» commentò Akemi «Più
che interessante, questo è
destino!!»…«Pfff…lascia
perdere il destino, Mako, te lo
consiglio.»…«Ma perché, Jeri,
io mi riferivo a noi
due!»…«…appunto…!»
scandì lei con espressione eloquente non rivolta a lui
bensì indistintamente alla pioggia «E’
una parola troppo ampia e troppo complessa, credimi, perché
sia usata con una tale
facilità.»…«Ma amore mio:
questo significa soltanto una cosa!» affermava Mako cercando
di catturare col suo entusiasmo lo sguardo della ragazza che sembrava
invece voglioso di vagare ovunque altrove «…se non
si è attivato con me, quel giorno, è
perché avevo bisogno di un compagno! Beelzemon necessita di
due
domatori!»…«Ohh…»
si volse appena il Digimon colpito da quelle parole «E visto
che mia sorella non può più esserlo…il
Digivice si è rifiutato di operare fino al
giorno…in cui non sei apparsa tu! Sei la mia ragazza, Jeri,
tu ed io assieme saremo i domatori di Beelzemon! Non è
fantastico?»…«Mako…»
Jeri evocò pazienza e cercò di smorzare quanto
più possibile il suo fare tagliente
«…tu sei…sicuro di questa
interpretazione che hai dato agli
eventi?»…«Io ne sono più che
sicuro!!» replicò il ragazzo, ponendo il Digivice
«Oh!» fra le mani di Jeri «Vedrai che
assieme faremo faville! Insieme, noi due Jeri, con la forza del nostro
amore saremo come due eroi invincibili della tv! Beelzemon
sarà il nostro Digimon.»
“Digimon di Jeri e Mako anziché di
Mako…e Akemi…?” si interrogava
Beelzemon il cui sguardo era spontaneamente chiamato a quella ragazza
che rimaneva in disparte…e che avvolta dal suo abito nero in
quel buio scenario, sembrava scomparire come un fantasma di
quell’antico convento…
…lui sembrava provare un qualcosa di simile ad un disagio, o
a un dispiacere nel vederla così isolata, nel sentire che
gli eventi la lasciavano indietro…
…mentre anche Jeri era dubbiosa con quel congegno violaceo
sotto gli occhi, si passava la mano tra i capelli «Io non so
cosa pensare. Questi meccanismi sono divenuti un mistero per
me.»…«Andiamo Jeri, non
c’è nulla di più da scoprire! Vedrai
che alla prossima battaglia seguirà i nostri ordini
congiunti! Vero? Akemi, Beelzemon, voi mi seguite, siete
d’accordo, no? Mi date ragione?»
Ma i due erano distratti…lui cercava di scovare il suo
sguardo…ma la ragazza sembrava nascondersi, sfuggirgli,
temerlo…e questo accresceva in lui lo sconforto
“…è ancora arrabbiata con me. Per quel
mio gesto…un po’ sopra le righe di questa mattina.
Mi dispiace…non so proprio cosa fare, non volevo crearle
problemi con la superiora!...
…vorrei dirle qualcosa…ma il rumore dei tuoni mi
assorda…e la pioggia…porta via le parole, e
accresce la nostra distanza.”
“Beelzemon…” pensava Akemi nascosta
dietro i suoi occhiali, col viso che si appoggiava al freddo e umido
muro. Lui mosse un passo verso di lei…tese la mano, in
quell’intermittenza di slanci ed esitazioni…
“In questo momento…sento il peso del
tempo.” affermò Beelzemon “Ho una fitta
al cuore al pensiero di quel giorno in macchina. Se
solo…tutto non fosse andato come poi è andato. Se
IO non me ne fossi andato…ora non ci sarebbero di questi
problemi. Akemi sarebbe regolarmente la mia domatrice assieme a Mako,
e…
…e questo giorno non sarebbe mai giunto. Questo momento non
esisterebbe, le cose…starebbero diversamente! Non so neanche
bene…anch’io a cosa mi riferisco…se
non…!...al fatto che tutti noi saremmo diversi, non ci
troveremmo nei panni in cui oggi ci troviamo…”
…la giovane suora dagli atteggiamenti pieni di candido
pudore, scorreva silenziosamente la mano sul crocifisso di legno che
aveva al collo…
“Leomon parlava del destino…”
ricordava Beelzemon…
“Non
è scritto nel tuo destino che tu sconfigga questi ragazzi,
Beelzemon!”
…quella frase risuonò nella sua
memoria…mentre in quella di Jeri tornava la saggia, solenne
e rassegnata “Evidentemente
questo era il mio destino. Era scritto che finisse
così…” e ora la ragazza,
nel suo eterno ed inquieto vagare con i pensieri finì per
estrarre e riguardare il biglietto anonimo ricevuto da lei e dagli
altri domatori…
…Beelzemon si faceva sempre più insicuro
“…mi chiedo dunque se sia anch’io in
diritto di…interrogarmi su quale sia il mio destino! E ad
oggi…perché sia andata così! Che
correlazione ci sia…con il futuro dei miei
domatori…” guardando tutti e tre con i suoi occhi
che erano tre, per l’appunto “…se
così doveva andare, perché era
giusto…oppure c’è stato uno sbaglio!
Non lo so…
…sono confuso e a volte temo…”
guardando i palmi delle sue mani artigliate, per poi stringere i pugni
“…che con ciò che ho fatto mi sia
precluso la possibilità di avere un giorno una risposta sul
mio destino! Il mio sarà un eterno
vagare…eppure!!” stringendo gli occhi e i denti
“…non è stato sempre così,
finché ero al villaggio vivevo rassegnato all’idea
che avrei trascorso lì i miei giorni fino
all’ultimo, alla malinconica luce del globo, cullato da quei
rimpianti che erano nonostante tutto una grazia fin troppo grande, per
quello che avrei potuto meritare. Eppure ora…è
indescrivibile come mi sento…
…” guardando colei che tutto faceva pensare non
fosse più la sua domatrice “…e a
risvegliarmi i dubbi sul mio destino è il nero
dell’abito di Akemi.” Lei
spingeva la mano sul crocifisso fino quasi a massaggiarsi il cuore,
come se avvertisse anche lei quella stessa angoscia. Quando Mako
parlò «Ragazzi…vi prego, dite qualcosa!
Vi assicuro che fate paura con quelle facce in un posto e con un tempo
del genere!...Jeri! Diglielo anche tu! Oh? Jeri, cos’hai in
mano?!»…«Uh?
Questa…è una lettera. Un biglietto anonimo che ho
ricevuto.»…«Fa vedere, dà
qua!...
…cooosa?! Kenta Kitagawa…
…un Digimon?!!»…parole che finalmente
destarono l’attenzione di Beelzemon
«Ohh…?» e di Akemi
«Uh?»
«Che roba è questa Jeri, perché non me
ne hai parlato?!»…«Non ne ho avuto
tempo…! Tu eri a
scuola!»…«Avresti dovuto telefonarmi!!
Insomma dobbiamo andare ad indagare senza perdere un solo
istante!» Jeri sospirò, quelle pressioni
sembrarono suscitarle pena e angoscia. Beelzemon chiese
«Perché Mako, che c’è scritto
su quel
biglietto?»…«C’è
scritto che quel tale Kenta nasconde un Digivice e un
Digimon!»…«Come?
Kenta…?» si stupì il Digimon, e Mako
parlò «Ragazzi, mi meraviglio di voi!...Jeri,
insomma: adesso siamo Digimon Tamers e con quello che succede dobbiamo
tenerci pronti ad ogni
evenienza!»…«…sì
sì, d’accordo…» replicava lei
fremendo un po’, e Mako insistette «Questo domatore
dopo tutto chi lo conosce? Potrebbe essersi alleato con dei Digimon
malvagi, potrebbe starci tendendo una trappola!»
«Calù!! Jeri, Beelzemon!»
I quattro sussultarono, e Jeri si precipitò su quella bianca
creatura saltellante per portarlo al riparo «Che ci fai qui,
Calumon?!»…«C’è
un’emergenza!»…«Cosa?!»
sobbalzò Beelzemon.
E mentre i fulmini illuminavano i suoi occhi dai contorni pieghettati,
Calumon illustrò «Mi trovavo in giro per strada,
calù, quando d’improvviso è stata
avvistata PinkMonzaemon tra i palazzi! Adesso si fermata dove abita
Kenta!»…«Che vi avevo detto?!»
colse l’occasione Mako «Jeri, Beelzemon: con me,
senza perdere tempo! Andiamo a fermare quella Digimon, avrà
l’onore di assaggiare l’esordio della nostra tripla
formazione!»…«Aspetta Mako! Dove corri,
ragiona prima!!»…«Non
c’è tempo Akemi, tu resta e dì una
preghiera!»
La suora chinò insicura il suo capo e sfiorò
nuovamente il crocifisso…mentre Beelzemon invitava
«Jeri…coraggio, andiamo.» Jeri
annuì seria in volto, e corse senza timore nella pioggia.
Beelzemon si volse un’ultima volta verso l’incerta
Akemi…
…dopodiché tirò su la lampo della sua
giacca e alzò il cappuccio, confondendosi nella sera.
Mentre lei si raccoglieva in preghiera…
Yuki puntava avanti a sé il suo dito cicciotto
«Kenta, guardala, è uguale
a-!!»…«Uhmuhm, e così non
è menzognero questo odore che emani, specie di botte di
grasso!» affermò Gelsomon avanzando col suo passo
pesante, mentre Kenta faceva tagliente e determinato il suo sguardo. La
dragona insistette «Sai molte più cose di quanto
si potrebbe pensare!» e Yuki iniziava a esitare
«M-Mmmm…» sfiorandosi le labbra e
temendo di aver parlato troppo, ma Kenta per un motivo inspiegabile si
stava sfilando gli occhiali, piegandoli accuratamente…
…per poi scagliarli a sorpresa. Colpì Gelsomon in
viso «Ouchhh!»…«Yuki, scappa,
non c’è tempo da
perdere!!»…«Eh?! Ahhh!» la
ragazza esitava e rabbrividiva nel lasciarlo «Presto!! Va a
chiamare aiuto!! Corri a cercare gli
altri!!»…«Whaaaaaa!!!» alla
fine si decise.
«Dove vai?! O-Owwww!» PinkMonzaemon
provò ad afferrarla introducendosi dalla finestra:
riuscì a entrare ma finì a faccia avanti sul
pavimento, e Yuki le sfuggì.
La ragazza si lanciò lungo i gradini, ma dalla tromba delle
scale fuoriuscì all’improvviso qualcosa che la
spaventò «Ahhhh!!!» spingendola con la
schiena contro il muro «E così sei in trappola,
mogliettina soddisfatta! Ah, ahahahah!!!»
ridacchiò LadyMeramon, mentre Yuki corrugava il volto
«Che cosa volete da noi?! Ouch!» La Digimon la
strinse con la sua mano ardente al collo, e si fece vicina a lei
«Zitta, tu non hai il diritto di parlare. Sniff, sniff! Ma
cos’è questo odoraccio?! Non sarai mica
tu…?!»
Yuki la fronteggiò con sguardo eloquente. Determinato,
nonostante la situazione…
«Yuki!! Awww!» Kenta provò a correre ma
sbatté contro il tondeggiante addome di PinkMonzaemon
«Mi dispiace, qui non si
passa.»…«Ti è andata male,
insignificante moscerino.» Indietreggiando il ragazzo
urtò contro Gelsomon che lo immobilizzò da dietro
«Del resto non sei mai stato un granché come
Digimon Tamer: Kenta Kitagawa, lo scarto della squadra! Ma adesso avrai
finalmente l’occasione per riscattarti, si profila una scena
drammatica all’orizzonte e la luce dei riflettori
sarà tua interamente, guarda nel mio
orologio!»…«Oh?»
A Kenta bastò muovere la coda dell’occhio per
incrociare il video dell’orologio legato al polso della
Digimon che lo bloccava «No! Yuki!!»
Questo proiettava l’immagine della ragazza minacciata dalla
sfera di fuoco di LadyMeramon…
«Ah, ahahahahah!!» rideva questa «Se non
vuoi che io riduca in cenere questo inutile ammasso di calorie, ti
conviene confermare tutto, ma proprio tutto quello che
emergerà dall’incontro con i TUOI
AMICHETTI!»…«No, Kenta non le dare
ascolto è una
trap-»…«ZITTA!»…«MMM!!!»
LadyMeramon le tappò la bocca «TACI, ORMAI SIETE
TUTTI IN TRAPPOLA! NESSUNO PUO’ SOGNARSI DI SPUNTARLA CONTRO
NOI TRE!»…«MMMMMMMMM!!!»
seguitava a mugolare Yuki disperata, stringendo i suoi occhi fino alle
lacrime.
«Yuki…»…«Attento
bene a quello che dirai!» minacciò Gelsomon, e lo
sconforto nel cuore del ragazzo crebbe, quando d’improvviso
uno dei vetri laterali del pianerottolo si infranse nel fragoroso
spargersi di diamanti luminosi «Oaaahhhh! Ma cosa
sono?!» arretrò PinkMonzaemon.
Ma una sagoma dorata dai movimenti-flash si parò di fronte a
lei «Sono il tuo peggior
incubo!!»…«Renamon…? Oh,
no…!»…«Siamo in due, a
tormentare i tuoi sogni!» giunse di corsa anche Rika,
sfilandosi i suoi occhiali da sole mentre PinkMonzaemon induriva lo
sguardo.
Dietro di arrivarono anche Cindermon, che appena distinse il nemico
riempì di sfida i suoi occhi
«…è incredibile, sei tu di nuovo,
ancora non demordi?...!» e di tagliente risentimento le sue
parole. E Takato, che al primo diradarsi del fumo liberato distinse in
fondo al corridoio «…!!...Kenta!!»
Gelsomon si sbrigò a lasciarlo, ghignando
«Uhmuhmuhm!»
…era pronta a mostrare il Digivice nelle sue mani…
…mentre gli occhi del ragazzo si posavano incerti sui
domatori intervenuti “Amici…”
…attorno ai quali aleggiava pericolosamente il sospetto
insinuato dai biglietti: Renamon si guardò con Rika,
avvertendo una probabile minaccia dal ghigno sicuro e soddisfatto delle
nemiche…
Cindermon indurì i suoi pugni sibilando
«…perché ridono…?»
mentre Takato, sul cui viso grondavano le gocce di pioggia che avevano
bagnato i capelli, pensava “Kenta non può essere
un traditore come affermavano i biglietti!...io riconosco il suo
sguardo sincero!” ma Renamon intimò alle nemiche
«Ora basta, lasciate subito andare il vostro prigioniero!
Kenta, togliti di lì!!» balzando «Pioggia di diamanti!»…«Siamo
alle solite: cuori
folgoranti!!» contrattaccò
PinkMonzaemon.
E fu subito scontro fra la raffica di schegge e quella di cuori
elettrici.
«Uhmuhm!» Gelsomon estrasse le sue due
metà di spranga spezzata ed invocò «Blackout digitale!!»
…unendole e generando lo slalom del suo raggio elettrico
«ATTENTA, RENAMON!» gridò Rika.
Renamon dilatò lo sguardo.
Ma prima che il colpo nemico l’avesse raggiunta
«Non questa volta, mi spiace!» il raggio fu di
netto spezzato e neutralizzato da un globo energetico.
Ed un altro agile domatore si accostò a Rika con espressione
soddisfatta «E’ qui il soccorso-casi estremi,
ahahah!»…«Ryo…?» si
stupì la ragazza.
Ma non fu la sola: Gelsomon avvertì un sussulto interiore
“Ryo…” ma fra lei e costui si
parò «Ahh!»…«Ora
non puoi più sfuggire: finalmente ti sei mostrata!!
Finalmente siamo faccia a faccia,
mogliettina.»…«…!!!...
…Cyberdramon…» ghignò
cupamente la dragona stringendo fortissimo le spranghe, dinanzi a quel
Digimon uguale identico a lei.
Alice intanto, con i capelli bagnati di pioggia ed il fiato che
stentava ad assisterla, si portò in cima alle scale ma non
rivelò agli altri la sua presenza, bensì si
nascose dietro una parete, per osservare la battaglia in
segreto…
«Voglio una
spiegazione!!»...«Cyberdramon, sta
calmo!!» lo richiamava però il suo domatore
«Ricordati che siamo in battaglia, e per prima cosa dobbiamo
pensare alla sicurezza degli altri! I nostri affari personali vengono
in secondo piano! Oh?!...Kenta!! Sei
prigioniero?!»…mentre Rika lo guardava un
po’ imbambolata e chiedeva «Che…cosa ci
fai qui…?»…«Beh???!!! Che
cosa ci devo fare qui, Rika?! Sono un Digimon Tamer fino a prova
contraria! O ritieni che la battaglia sia troppo da poco, per il mio
eroismo…?» pavoneggiandosi un poco, mentre
l’espressione di lei non sapeva bene se gradire o disprezzare
quell’atteggiamento.
«Come puoi fare questo ai terrestri, sai che questo mondo mi
è caro!!» inveiva Cyberdramon
«E’ qui che ho vissuto le avventure della mia
gioventù! E’ qui che vive il mio domatore, come
puoi macchiarti di crimini del genere quando ai nostri piccoli sicuro
staranno dicendo che siamo in luna di miele!!»
Gelsomon chinò appena il capo…stringeva con
rabbia le sue spranghe e mormorava fra i denti
«…sei un…disgraziato mascalzone,
Cyberdramon…!!»…«E tu sei
meglio?!»…«Uhm?!»…«Una
madre che assalta città e tormenta gli innocenti quando
dovrebbe-»…«Starsene a casa, a preparare
la cena, eh?!!!» ribatté col gesto di scoprirsi il
muscolo, rivelatore della sua natura ruvida e popolare «E
invece mi spiace per te, mio caro!! Hai finito di farti sempre bello
davanti agli altri, l’unico modello accattivante per i nostri
figli quando invece chiuderebbero ben volentieri la loro madre in un
ripostiglio! Perché si vergognano di lei, perché
non ha un DIGIMON TAAAMER, come quel fanfarone del loro padre! Ma ti
aspetta una bella sorpresa, perché questo che
vedi…!!» mostrandogli il Digivice dalle ali
dorate, e facendolo sobbalzare
«Uhm!!»…«…ha un suo
molto specifico significato!!»
Mentre anche Kenta dilatava lo sguardo…
…ma in quel momento si udiva il rombo di una moto
«Niente panico ragazzi! Ci siamo anche noi!!»
echeggiò la voce di
«…Beelzemon!» come sottlineò
Renamon quando lo vide schizzare in cima alle scale sulla sua moto,
sfilarsi il casco e puntare le pistole «Jeri!»
esclamò Rika alla vista della ragazza che smontava
liberandosi anche lei del casco, ed affermando «Siamo
pronti!»…«E ci siamo anche
noi!»…dalla moto smontarono anche Suzie, e Lopmon
schizzò dalle sue braccia fino a terra «Grazie del
passaggio Beelzemon, è stata una fortuna incontrarti lungo
la strada, Jeri…» pronunciò in un
sussurro determinato la domatrice. Un’ultima presenza scese
in campo allo spalancarsi delle porte dell’ascensore
«Tutto a posto la scalata, ragazze?» chiese Mako
alzandosi gli occhiali da sole sui capelli: Suzie gli fece un deciso
gesto affermativo «Grazie del sacrificio,
Mako.»…«Di che? L’ascensore ha
funzionato a perfezione! Ohp!» balzando per accostarsi a
Beelzemon «Prepariamoci Jeri, mi raccomando, azione
coordinata!»
Anche Takato e Cindermon si prepararono ad attaccare, quando
«Sono contenta che vi troviate tutti qui! Che non manchi
nessuno! O quasi!!» declamò Gelsomon
«Perché ho un annuncio da fare a tutti voi!!
Soprattutto a te, maritino!»…«Che cosa
dici, moglie mia?!»…«Che purtroppo per
te…io non sono più sola!!» sfoggiando
il Digivice, nello sbalordimento di Cyberdramon «Che vorresti
dire…?...GRRR, TI SEI FATTA UN
AMANTE?!»…«E SE FOSSE?! Mi vuoi a
sgobbare dentro la tua casa, ma mica ti sprechi a valorizzarmi! Mai una
parola gentile o un complimento, non alzi un dito e mi sommergi di
faccende domestiche! Ma da oggi in poi cambia la musica. Un altro uomo
non ce l’ho! Ancora!! Ma in compenso…
…HO UN DIGIMON TAMER!»
Fu una folgorazione per tutti i presenti…
…ed anche per Yuki, che seguiva la scena dal display
dell’orologio di LadyMeramon…
Senza dubbio era un profondo stupore anche per Alice, che nascosta
dietro la parete ricordava la sua stessa voce pronunciare la notte
prima: “Per
essere veramente una squadra abbiamo bisogno di un
Digivice…se tu sai dov’è
perché finora non ne ho visto traccia…”
…per concludere scrutando Gelsomon “Quel
Digimon…e Cyberdramon…uguali! Come Monodramon e
Minidramon: ciò può significare una cosa
soltanto! Quella Digimon non è altri
che…!!!”
Cindermon e Takato finirono inevitabilmente per guardarsi
«…un Digimon Tamer…?» si
chiese il ragazzo corrugando l’espressione…
Gli altri si scambiarono sguardi, mentre Cyberdramon cercava di parlare
con calma «Gelsomon…cara per favore non dire
sciocchezze. E’ ovvio che sei
sconvolta!»…«Levami le tue sporche
manacce di dosso!»…«Ma tu non hai un
Digimon Tamer. Non puoi averlo. E’ semplicemente
ridicolo!»…«E perché non
posso averlo…uhm? Cosa ho in meno di te? Siamo uguali,
marito…»…«B-B-Beh,
ma…! Io sono un Digimon leggendario! Ryo! Diglielo tu,
avanti, andiamo! Noi due abbiamo un passato glorioso alle nostre
spalle: tu Gelsomon ignori l’abbiccì di queste
cose!»…«Aspetta, Cyberdramon!»
replicò Ryo, sbalordendo il suo Digimon
«Eeehhh???»…«Io sinceramente
penso…che ogni Digimon abbia il diritto di avere un
domatore! E’ come per noi esseri umani, perché
fermarci a stupide differenze di classi e di origini: certe cose non
hanno importanza! E limitano l’espandersi
dell’entusiasmo del cuore e della determinazione nello
scrivere il futuro, che sono le qualità realmente
fondamentali!»…«…Ryyyo…»…«Impara…il
tuo domatore ha capito prima di
te.»…«Ouch!»
…Cyberdramon sembrava sentirsi umiliato, mentre quella che
appariva colpita era Rika nell’ascolto di quelle parole di
cui Ryo sembrava andare orgoglioso «Un Digimon,
così come il suo domatore, deve solo e soltanto perseguire
la giustizia! E credere nell’esistenza di un domani, oltre il
buio della vita! Per
questo…!!»…«Ahah!!»
rideva trionfante Gelsomon…
…ma Ryo le puntò il dito contro
«…è più che certo che tu non
puoi avere un domatore,
Gelsomon!»…«Cooosa?!»
Anche Alice rimase sbalordita…
«Tu sei malvagia, e non ti sei fatta scrupolo di assalire
degli innocenti! Nel tuo cuore non può nascere una vera
intesa con un domatore! Su questo tuo marito ti supera mille
volte!»…«Ahaha! Mille grazie Ryo.
AHIA!» ma Gelsomon gli rifilò una zampata sulla
testa, scandendo «…questo…ad eccezione
del caso in cui il domatore in questione condivida i miei stessi
intenti. Ed è ciò che è capitato a
me…
…è vero, sono malvagia…»
caricando le sue zampe di potere elettrico «…ma ho
trovato un fedele compagno di intrighi ed un intrepito condottiero di
distruzione! Costui è…
…!!!»
Alice sparì dietro il muro e trattenne il respiro, temendo
da un momento all’altro una sconvolgente rivelazione.
Ma il nome pronunciato da Gelsomon fu «KENTA!!»
Nel sobbalzo di tutti i presenti.
«COOOSA?!»
Nel volgersi di scatto del ragazzo menzionato, e ora spiazzato. E
nell’esclamazione «Nooo!» di Yuki,
immobilizzata da LadyMeramon.
«Che scherzo è questo, Gelsomon?!»
ringhiò indignato Cyberdramon. Takato corse avanti e
chiamò «Kenta!» ma Gelsomon
mormorò «Andiamo, diglielo tu, MIO
DOMATORE…
…riferisci ai tuoi amici…»
…coprendosi l’orologio, così che lui
potesse ricordare il ricatto…«…quali
sono i nostri piani.»
Mako cercava sguardi di conferma ovunque, ma tutti tenevano gli occhi
puntati su Kenta. Costui deglutì, avanzando verso di loro.
Rika esclamò «Tu non puoi essere alleato con
loro!! Diglielo, che si sta inventando
tutto!»…«Non si sta inventando proprio
niente, Rika!»
«Cosa?!» fece Takato «Hai sentito bene,
Takato.» …parlava Kenta con fare
distaccato e superiore «Ebbene sì. Io sono
divenuto un Digimon Tamer. Finalmente ho un Digimon!»
…mentre Yuki scuoteva il capo disperata «Kenta,
nooo…»
«Avevi già un Digimon!!»
esclamò Beelzemon «MarineAngemon! Lui era il tuo
Digimon!»…«Ah! Quel piccolo microbo
volante? Ma per favore! So qual è sempre stato il vostro
scopo: relegarmi nell’anonimato
quando…io…» guardandola con la coda
dell’occhio «…esattamente
come…la MIA Gelsomon avevamo una voglia matta di
emergere.»
Renamon avanzò sui suoi passi soffici. E poi assunse posa
ostile «Oseresti forse dire che ci hai traditi?!»
Ma lui la guardò con occhi altezzosi «Modera il
tono, Renamon: ricorda che non sono più quel ragazzino,
posso schiacciarti con un Digimon di valore molto
superiore!»…«Non…ti posso
credere…» indietreggiava Rika, mentre Jeri
avanzava «No, neanch’io!!» supplicandolo
con lo sguardo «Kenta, andiamo!!...noi siamo una squadra!
Siamo amici!»…«Jeri…che ti
prende, fai la nostalgica solo perché siamo stati in classe
insieme?»…«Io…!!»
cercò di ribattere la ragazza «Jeri, insomma: non
essere ingenua! Non lo vedi?! Quello è uno spregevole
traditore, come dicevo io!»…«Mako sta
zitto, tu non lo conosci!!»…«Ma ce
l’ho di fronte!»…«Io
l’ho avuto accanto molte più volte! Andiamo,
Kenta!» Jeri si passò la mano tra i capelli
«Non posso credere che tu abbia dimenticato tutte le
avventure passate assieme! Per favore!!...spiegaci che cosa significa
quel Digivice, noi saremo pronti ad
ascoltarti!»…«Jeri, basta!!»
la richiamò ancora Mako: lei si volse di scatto con occhi
tanto imploranti quanto decisi, ma il ragazzo intimava
«Beelzemon, attaccalo! Andiamo, togli di mezzo questo quella
Digimon sanguinaria e il suo viscido
domatore!»…«Ma
io-»…«No, Beelzemon: non fare come ti
dice!...Kenta di sicuro…non ci ha tradito!!»
“Che devo fare…?” dilatava gli occhi
Beelzemon “Il mio domatore mi dice di attaccare…ma
l’altra mia domatrice…mi esorta ad astenermi. Qual
è la scelta giusta?” …esitando sul
quella pistola, che non sapeva se sfoderare o lasciare…
Rika non sapeva che ordine dare a Renamon…
«Non ci capisco più niente, Suzie!»
affermava una vocina sconfortata «Nemmeno io,
Lopmon…» replicava una ragazza con occhi molto
fermi «…ma aspettiamo la decisione degli altri
prima di compiere mosse avventate.»
«Oahahahahah! Sorpresi, eh?!» ironizzava
PinkMonzaemon. Mentre Gelsomon mormorava a Kenta «Ordinami di
attaccare…»…«Come?!
No…» sfumò il fiato del ragazzo: ma
Gelsomon aprì il display dell’orologio.
E LadyMeramon afferrò Yuki al collo «AH,
AHAHAHAHAH!»…«UH-UHHHHHHHHH!»
Di fronte all’orrore per le grida della ragazza, Kenta
evocò l’espressione più cattiva che
aveva gridando «Ora basta!! Abbiamo aspettato anche troppo,
avanti Gelsomon attaccali! Spazzali
via!!»…«Ahah! Aspettavo solo il tuo
ordine!!» balzò in volo Gelsomon.
«Avete visto?!» fece Beelzemon
«…è la conferma definitiva!!»
dichiarò Renamon.
Lopmon corse avanti per dare una mano agli altri, nonostante Suzie
tendesse la mano…pur senza parole per richiamarla.
«Non è possibile…» scuoteva
il capo attonita Jeri, ma Mako definì «Abbiamo
perso fin troppo tempo! Beelzemon vai!»
«Fulmine a
ciel sereno!!!» scatenò Gelsomon.
Ma si scontrò con «Pioggia di diamanti!!»…«Pallottole smaterializzanti!!»…«Raffica congelante!!»
I tre attacchi congiunsero la loro potenza contro il micidiale fulmine.
«…a-aspetta…Renamon! Oh no, non ce la
faccio…!» esprimeva Rika «E’
più forte di me, non posso lottare contro Kenta!»
anche Jeri pur divorata dai dubbi chiamava
«…Beelzemon!» e Suzie «Lopmon,
perché non hai aspettato il mio segnale, torna
indietro!!»
Cyberdramon era rimasto accovacciato, ripiegato su se stesso, ma
sembrava covare ogni secondo di più una rabbia terribile
«…n-non posso accettarlo…
…!!» stringendo un pugno che si caricava di potere.
«Oh no, Cyberdramon!» esclamò Ryo, e
quando Rika si volse verso di lui il ragazzo spiegò
«Quello sguardo lo conosco, è quello che aveva in
passato quando perdeva il controllo! Cyberdramon, ragiona ti
prego!!...non ho più il laccio luminoso con me, per favore
controllati!»
Ma fu inutile, la creatura esplose di rabbia «NON POSSO
ACCETTARLO!! TRADITRICE!! SEI SOLTANTO UNA SPREGEVOLE INFEDELE,
GELSOMON!! E IL TUO DOMATORE…
…NON E’ DA MENO, HA PUGNALATO ALLE SPALLE I SUOI
AMICI COME TU LO HAI FATTO CON ME E I BAMBINI! LA PAGHERETE!!!...
…GLOBI
PERFORANTI!!!»
Riempiendo i globi di energia luminosa fino quasi a farli detonare tra
le sue mani, scagliò il getto grazie a un colpo di coda.
Questo si congiunse agli altri poteri, e Gelsomon si sentì
in difficoltà «Oh no!»
«Gelsomon, ti aiuto io!» si frappose
però PinkMonzaemon, che si caricò fino a
sprigionare «Cuori
folgoranti!»
La tensione liberata dalla collisione degli attacchi fece saltare
ciò che restava dei vetri.
Kenta arretrava e cercava di ripararsi dalla luce e dalle scariche, ma
il suo pensiero era «…ragazzi!!»
In tutto questo l’unica che non attaccava era Cindermon
«M-Ma io…» in un visibile stato di
nervosismo, si toccava il ciuffo e si guardava attorno irrequieta
«Non s-…che devo fare…?...!!»
tormentandosi le mani…ma senza muovere un passo,
bensì volgendosi verso Takato per attingere eventuali
comandi. Ma il ragazzo si tormentava le mani, e i pensieri ancor peggio
di lei «…cosa faccio…?...c-che
faccio?!» seguendo con viva apprensione la battaglia
“Dovrei ordinare a Cindermon di attaccare?! Ma se lo
faccio…sarebbe come ammettere che Kenta è nostro
nemico! Allora che senso avrebbe avuto tutto questo?!...noi siamo una
squadra.” cercando nel suo stesso Digivice quella risposta
che avrebbe dovuto placare il suo sguardo attonito.
Cindermon lo fissava. E lui se ne accorse. Ma questa volta lei non
tirò via lo sguardo. Ebbe tutto il coraggio per fissarlo con
i suoi occhi azzurri “Takato…io aspetto il tuo
ordine.”
Lui la scrutò, senza dire niente.
Quando «AAAHHHHHH!!!»
I quattro Digimon furono violentemente spinti a terra
«Renamon!!»…«Cyberdramon!!»...«Oh
no, Lopmon!» esclamarono i rispettivi domatori
«Beelzemon!» (Mako) «Rialzati, per
favore!!» (Jeri)
«Ahahahah, è inutile…»
mormorava Gelsomon «Siamo di gran lunga
superiori…» ghignò PinkMonzaemon.
La tensione cresceva «Ahhh, Takato che
facciamooo…?»…«N-Non lo
so!!» esclamava il ragazzo, cercando tacitamente una conferma
negli occhi di Kenta, che lo fissavano come a volergli confessare
quella verità che non riusciva a uscire dalle sue
labbra…“Ma se non ci decidiamo ci
sconfiggeranno!!”era il pensiero di Takato…
Ryo accorse a sorreggere il suo Digimon «Sei tutto intero,
amico mio?» ma questi sembrava rifiutare l’aiuto
«A-Ahhh, se escludiamo il cuore! Non posso accettare un
simile affronto!!»
Anche Rika aiutava Renamon «Coraggio…»
…Suzie raccoglieva Lopmon «Sei
ferita…?»
Jeri e Mako aiutavano Beelzemon a rialzarsi…
Ma ignoravano di essere osservati da Ufomon e Gravemon, che si calarono
dal tetto tramite due corde «Guardaliii!!!»
indicò l’alienina «Lo vedi con quanta
premura si prendono cura dei loro Digimon?! Il loro cuore è
attraversato dalla traccia digitale, questa ne è la
dimostrazione lampante!!» affermò con i suoi occhi
bramosi che si dilatavano più che mai «Li
attacchiamo e ce ne impadroniamo?» chiese Gravemon, ma lei
«No! Aspettiamo: guarda lì! Ci sono altri Digimon
che potrebbero darci fastidio, meglio aspettare un momento
migliore!»…«Va
beeene…» replicò lui un po’
mosciamente, e si calarono ancora lungo il palazzo…
«Allora, siete pronti al colpo di grazia?» chiese
PinkMonzaemon, e la sua compagna completò «Spero,
marito mio che tu ti sia finalmente convinto: tua moglie non scherza
affatto!!» sfoggiando nuovamente le sue spranghe.
Takato stringeva gli occhi “Non avrei mai creduto che mi
sarei trovato di fronte all’eventualità di lottare
contro un mio compagno, contro un mio amico! Non so che decisione
prendere, ti prego Guilmon!! Aiutami tu!!”
Ma fu un’altra voce, penetrante seppur velata, a perforare
l’aria «Adesso basta!!»
Takato aprì gli occhi, e guardò la finestra
infranta «Calumon!» Il piccolo Digimon era in piedi
sul bordo.
«Uhhh? Di nuovo quel rompiscatole.»
commentò PinkMonzaemon «Tornatene tra le tue
scartoffie,
Calumon!!»…«Calù!! Tornatene
tu tra i tuoi fornelli, Gelsomon!! Dovete smetterla di fare le
prepotenti sulla terra! Amici, siete pronti per la
digievoluzione?!»
«Ce la fai…?» chiese Rika. Renamon
recuperò la sua posa di battaglia
«…certo!»
Lopmon balzò di nuovo dalle braccia di Suzie
«Lotteremo fino alla fine!»
«Blast Mode?!» chiese tempestivamente Jeri, e Mako
«Perfettamente d’accordo!» Beelzemon si
concentrava…
Calumon illuminò il simbolo rosso sulla sua fronte
«Viiiaaaaaaaaa!!!»
DIGIEVOLUZIONE:
«RENAMON DIGIEVOLVEEE…
…KYUBIMON!»
«LOPMON DIGIEVOLVE…
…ANTYLAMON!»
«DIGIMODIFICATI! MODALITA’
D’ATTACCO!»
«Sono digievoluti!» esclamò
PinkMonzaemon «Maledizione, non ci
voleva…» indietreggiò Gelsomon.
Ma allo spalancarsi delle ali di Beelzemon, quelle nemiche avevano
nuovamente di fronte una squadra al pieno delle sue energie
«Ci dispiace, ma avete cantato vittoria troppo
presto!!» esclamò il Digimon alato, sfoggiando il
suo bazooka di vetro «Abbiamo ancora molte cartucce da
sparare contro di voi!»
Il volto delle avversarie si tinse di indignazione «Coraggio
Gelsomon…spermi ancora il tuo presunto
domatore!»…«Muoviti babbeo! Un nuovo
ordine!» Gelsomon si rivolse a Kenta mostrandole il display.
Da questo Yuki gridava «No Kenta, non pensare a me, non stare
al loro gioco-UUUGH!»…«Ahh!!»
sussultò il ragazzo, dopodiché di nuovo fece
sguardo cattivo «Andiamo Gelsomon! Sbarazzati di loro senza
alcuna pietà!»
«La vedremo, brutto traditore! Beelzemon: punta la sua
Digimon!» ordinò Mako e questi eseguì.
Anche Kyubimon «Fluido
cele…» e Lopmon «Scure vel…»
stavano per attaccare quando Cyberdramon si frappose «No!
Aspettate un attimo! Così non facciamo che il suo gioco,
c’è qualcosa di meglio che possiamo
fare!»
I presenti restarono stupiti.
Il drago digitale puntò l’artiglio contro Kenta
«E’ lui che dirige l’attacco!
E’ lui che potenzia Gelsomon!! Se lo attacchiamo, la
renderemo inoffensiva!»
«No!!» esclamò Jeri «Sono
perfettamente d’accordo!» era l’opinione
di Mako. Quando Takato si fece avanti «Io per
niente!!» Mako si volse di scatto «Che cosa parli,
chi ti ha interpellato?! Tu e la tua Digimon siete rimasti immobili
tutto il tempo, non ci avete dato nessun
aiuto!»…«SEI TU CHE PARLI A SPROPOSITO!
Kenta è mio amico, tu nemmeno lo conosci come non conosci
nessuno qui!! E invece spari ordini e
disposizioni!»…«Io sono un Digimon Tamer
esattamente come te, e esigo rispetto! Che cosa lo difendi ancora, lo
hanno visto tutti che ci sta
attaccando!!»…«IO CREDO IN
LUI!!»
Ma nonostante questo, Kyubimon, Antylamon e Beelzemon sembravano
avanzare minacciosi verso Kenta e Gelsomon.
(canzone: Mariah
Carey - Through the rain) Questi stringeva gli occhi
“Takato…!! Mi dispiace, ma non so cosa fare! Te
l’ho detto...non era destino che entrassi in questa squadra,
non sono tagliato per essere un Digimon Tamer: in questi
anni…non immagini in che modo mi sia dovuto arrangiare per
nascondere ciò che sapevo e proteggere chi amavo. Non ho
concluso niente, ho solo combinato un disastro! Magari si potesse
tornare bambini, quando tutto era più facile…e
assomigliava a un gioco…” mentre Beelzemon gli
puntava il bazooka «Kenta, getta via il Digivice!
E’ l’ultimo avvertimento!»…ma
Gelsomon gli mormorava «Se lo fai quella finisce
bruciata…»
LadyMeramon costringeva l’agghiacciata Yuki ad assistere alla
scena grazie al display «Lo vedi bene? Fra poco quei Digimon
lo travolgeranno senza pietà, è la fine che ha
fatto il mio povero marito!!»
«…no Kenta…amore
mio…» versava una lacrima la ragazza…e
le lacrime erano affiorate anche negli occhi della malvagia Digimon
«…io lo amavo quanto te…» ma
Yuki ribatté «…no, non è
vero, non ti credo altrimenti non ti divertirebbe tutto
questo!!»
«Ghhh…ghhh!!» Kenta lottava contro i
rimorsi e seguitava a tenere alto il Digivice «Non vorremmo
attaccarti, ma dobbiamo proteggere i nostri domatori! Non ci
costringere!» avvertiva Antylamon, e Kyubimon
«Purtroppo a volte in guerra occorre fare delle scelte. Se
non ti arrendi ci obblighi a ricorrere alla forza!»
«Fate come volete…» chinava il capo
Kenta «Io non desisto dai miei propositi, Gelsomon
è la mia Digimon, e assieme a lei voglio ottenere il mio
riscatto: accumulerò illimitato potere!»
Ma Takato insisteva «Non parla sul serio!!! Lo conosco,
è costretto da
qualcosa!!»…«PIANTALA!!» gli
gridava in faccia Mako «Sei solo un ragazzino stupido, ci
affonderesti tutti solo perché non ce la fai a rassegnarti
che il tuo tempo è passato: è per questo che ti
ostini ancora a difendere quello lì!» ma Takato lo
afferrò per gli abiti «Lo
difendo…!!...PERCHE’ GLI VOGLIO BENE, IL MIO
PASSATO NON C’ENTRA NIENTE!» ma il vocione di
Cindermon proruppe «Ora basta!!»
E sotto gli sguardi sbalorditi di tutti, nel sonoro tamburellare dei
tacchi dei suoi calzari, fece lo slalom fra tutti i Digimon
«Permesso-scusate-ah!...devo
passare…ecco.»
Piazzandosi di fronte a Kenta, ben sicura della sua scelta. Il giovane
da lei difeso dilatò gli occhi. E Beelzemon esclamava
«Che diavolo fai,
Cindermon?!»…«Che cosa faccio?! Il mio
dovere di Digimon! Faccio semplicemente ciò che avrebbe
fatto colui che sostituisco! Non era famoso per essere sincero e
spontaneo?!»
«Togliti di mezzo, ci stai facendo solo perdere
tempo!!» esclamò Mako indispettito.
Ma Cindermon rimbeccò «Senti…!!
Poppante…!! Io faccio solo quello che vuole il mio domatore,
interpreto i suoi desideri!»
Mentre Takato aveva sguardo incredulo.
«Lui è convinto che Kenta sia innocente,
nonostante tutto lui non vuole attaccarlo, bene allora io
impedirò che si compia una scelta contro la sua
volontà! Scusate, ma voi conoscevate tutti Guilmon, non
avrebbe forse agito allo stesso modo?!»
«Cindermon…» pronunciava il
ragazzo…
Digimon e domatori erano impietriti di fronte al gesto della giovane
dal ciuffo rosso…
«Io me lo immagino, anche se non l’ho visto in
azione! Sarebbe…corso avanti a tutti avrebbe detto: nnno! Il
mio Takato non vuole che si attacchi il suo amico, io allora lo
proteggerò a tutti i costi!!»
…stringendo i denti…sotto lo sguardo
d’odio delle nemiche…
«E poi scusate non siete una squadra?! Si chiacchiera tanto e
poi si attacca…come niente un ex-compagno senza ben
accertarsi delle sue reali intenzioni!» ma Cyberdramon
rimeccò «Grrr, levati di
torno!!»…«Levati di torno lo dici semmai
a tua moglie, bello! Io da qui non mi
sposto!»…«Ihmp!»…«Piuttosto
tutti voi, vi sembra forse un comportamento da bravi Digimon il
vostro?! Siete scattati all’azione senza attendere il comando
dei vostri domatori, soltanto perché QUESTO DRAGO QUI ha
cominciato a sclerare!»…«Sclerare?! Io
sono un marito tradito, devo affermare le mie ragioni e se ora non ti
scansi ci andrai di mezzo anche
t-»…«Cyberdramon!!»…«Ma
Ryo!!»…«Ha ragione! Vi siete lasciati
portare dalla furia: andiamo, non siete voi un branco di Digimon
selvaggi, né noi dei domatori…
…che valgono così poco…al
punto…che basta qualche anno…a cancellare i
ricordi e il passato.»…«Ryo, ti ci metti
anche tu, adesso?!» sbottò Mako ma Jeri si volse
«Sta zitto Mako!» e anche Ryo «Se
permetti io ho voce in capitolo quantomeno direi al pari tuo, sono il
domatore di Cyberdramon, e sono sul campo…da qualche annetto
in più di te, vatti a ripassare i capitoli di storia e poi
ne riparliamo davanti a un
caffè.»…«Ahh!»
arretrò il ragazzo, e ancora Ryo «Forse tu non lo
sai. Ma Kenta è stato più volte provvidenziale
per la nostra salvezza.»…«Ma
adesso-»…«Adesso non importa, anche se
ci avesse traditi IO NON PERMETTO AL MIO DIGIMON DI ATTACCARE ALTRI
ESSERI UMANI!»
Mako rimase attonito.
Beelzemon rimise nel fodero la pistola mormorando
«E’ la cosa giusta…»
Kyubimon indietreggiò «Rika…mi
spiace.»…«Non fa niente: è
dura anche per noi.»
«Suzie…»…«Non
preoccuparti Antylamon…una reazione istintiva può
sfuggire.»
«M-Ma che fanno? Si ritirano??» chiese
PinkMonzaemon, e Gelsomon ringhiò
«Ihmf…!!!»
…Alice che osservava di nascosto socchiuse gli occhi
“…è la scelta migliore.”
Mentre LadyMeramon dilatava i suoi pieni di lacrime
«C-Cosa?!...NON LO ATTACCANO PIU’?!!
GRRR!!!» stringendo l’orologio fino a incenerirlo,
mentre Yuki versava lacrime di gioia «…grazie,
amici cari!»
«C-Che siate maledetti! Nessuno ha avuto pietà di
mio marito quel giorno!!» gracchiò la Digimon.
Ma proprio in quel momento Alice si volse, avendo udito la sua voce. E
si lanciò svelta lungo le scale. Fino a raggiungerle
«Ohhh?! E tu chi sei?!» esclamò
LadyMeramon, mentre la giovane scuoteva il capo «E
così eri tu a
ricattarlo…!»…«Mmm, sparisci
dalla mia vista!!» scagliando una palla di fuoco.
«ATTENTA!» esclamò Yuki…
…ed il bolide sembrò esplodere, senza risparmiare
nessuno. Ma quasi inspiegabilmente, quando il fuoco si fu diradato
Alice era rimasta illesa e stava correndo «Manderò
all’aria il vostro
piano!»…«MMM, LO CREDI TU!!»
Alice non si svelò, rimase piuttosto nascosta dietro il muro
ma esclamò a tutta voce «Presto! Ragazzi da questa
parte!! Loro hanno un ostaggio! Una ragazza è loro
prigioniera!»
Quell’esclamazione destò l’intera
squadra come un fulmine «Ma questa
voce…!!» disse Ryo.
Il volto di Kenta si illuminò di speranza.
«Ihmm!!»…«Che
cosa?!» ringhiarono di rabbia PinkMonzaemon e Gelsomon.
Alice si dileguò in fretta. Mentre Takato segnalava
«Presto!! Tutti lungo le scale!!» a cui
seguì l’esortazione di Rika
«Coraggio!»
…tutti eseguirono…e quando Takato e Cindermon si
trovarono uno di fronte all’altra…lui stava per
iniziare a parlare ma lei «Presto, c’è
una ragazza in pericolo!» lanciandosi, in modo tale da non
poter udire il suo sussurro «Ti
ringrazio…» (fine-canzone)
«Ahhh!!» LadyMeramon sussultò nel
trovarseli tutti di fronte, mentre Takato esclamava «Ma
quella è Yuki!!» in un sorriso di speranza che
ritornava «Ecco allora perché Kenta fingeva di
essere nostro nemico: lei è sua moglie!!»
“Ragazzi...compagni…” pensava Yuki col
cuore colmo di felicità, ma che fu gelata
all’istante dalla pur incandescente mano di LadyMeramon che
si parò di fronte a lei «Non crediate che ve la
lasci così!»
«LadyMeramon!» Beelzemon tornò a
sfoderare la sua pistola, e Cindermon «Bene!!»
incrociando le braccia «Le cose adesso cambiano notevolmente,
ora SI’ che posso intervenire!»
«Calùùù…!»
il simbolo di Calumon luccicò di luce rossa…
«CINDERMON
DIGIEVOLVEEE…
…WOLFIREMON!»
La lupa dal pelo di foglie ringhiò determinata. LadyMeramon
attaccò «Perle
incendiarie!!» ma Wolfiremon balzò
«Artigli
liquefacenti!!»
Bastò qualche zampata, ed i suoi artigli luminosi spezzarono
la corda, nel tintinnante cadere delle perle infuocate lungo i gradini
e sotto gli occhi atterriti di LadyMeramon…
Kenta era rimasto immobile tra PinkMonzaemon e Gelsomon, ma
orientò la coda dell’occhio verso
quest’ultima “Il Digivice…”
gettandosi di scatto ad afferrarlo, ma Gelsomon «Ohp!
Giù le
mani!!!»…«AAAHHH!!» spingendo
il ragazzo contro il muro con una violentissima gomitata «Tu
e i tuoi amici avete fatto male i calcoli se credete che sia
così facile!»
Le due Digimon si allontanarono, il ragazzo stremato tese la mano, ma
fu inutile.
LadyMeramon indietreggiava ma aveva letteralmente il muro alle spalle,
e di fronte a sé le fauci affamate di Wolfiremon che
ringhiava.
«Yuki! Scappa, mettiti in salvo.» esortò
Takato ponendole le mani sulle spalle «Kenta ti sta
aspettando lassù nel
corridoio.»…«Saprò sdebitarmi
per questo favore, posso assicurartelo!» espresse lei
contenta «Ma figurati!»…«Dammi
il cinque!!» e Takato «Ahahah!» fu ben
lieto di scambiarselo e lasciarla correre libera.
«E’ finita!» dichiarò
Beelzemon puntando la pistola, e Ryo «Arrenditi,
LadyMeramon!»
Questa si sentiva smarrita, ma improvvisamente ai suoi lati emersero le
compagne «Non tremare, amica…sono arrivati i
soccorsi.» disse PinkMonzaemon «Abbiamo solo
cominciato…» mormorò Gelsomon,
sfregandosi gli artigli sul Digivice ancora saldamente in suo possesso.
Wolfiremon ringhiò più feroce, mentre Rika
guardò fulmineamente Takato «Accidenti, sono in
tre…! Che facciamo?...non le abbiamo mai affrontate tutte
assieme…» Il ragazzo ponderava la situazione, ma
Beelzemon definì «E’ troppo tardi per
tirarci indietro!» ed anche Suzie «Giusto!
Combatteremo fino alla fine, non abbiamo paura di voi!»
«E allora…preparatevi!!» le tre
balzarono, sfondando il soffitto e provocando il crollo delle macerie,
mentre Takato segnalava «Presto, sul tetto!»
Intanto Yuki raggiungeva «Kenta!!»
Lui si volse a guardarla e non disse nulla, incredulo, commosso. Lo era
anche lei di gioia, ma rideva mentre gli correva incontro
«Ahahah!»…«…sei
ferita?»…«No, sono tutta
intera!»…«Yuki…»
…e scivolarono in un forte abbraccio…il ragazzo
vi riversò tutta la sua intensità…
Il tetto di quel palazzò si spaccò, e dalla
voragine si librarono Gelsomon e le sue amiche, emergendo nel cielo di
una Tokyo sfumata dalla sera e dalla pioggia, che distorceva le luci
degli edifici e gli scintillii della battaglia.
Con agili balzi i Digimon e i domatori presero posto sotto di loro,
pronti a contrastarle.
«Ahahahahah!» Gelsomon rise, e
materializzò un globo elettrico tra le sue mani nel quale
risucchiò il Digivice: da esso fluirono scariche che
avvolsero lei e le sue alleate, e sembrarono rinvigorirle
«Ora ci sentiamo molto meglio…»
…i loro occhi erano lucenti e malvagi…
«Yuki…il
Digivice…»…«E’
ancora nelle loro mani!» Alla notizia, Kenta volse le spalle
in un moto di frustrazione «Ma loro ce la faranno, sono
sicura che potranno recuperarlo! Non disperare amore…eh?
Vedrai che i nostri amici vinceranno la
battaglia.»…«E’ tutta colpa
mia…ho combinato soltanto un
disastro!!»…«…ma
no…
…Kenta…» fece Yuki dispiaciuta,
cercando poi di convincerlo prendendogli le mani «Tu hai
cercato solo di fare quello che ritenevi giusto. Di
proteggermi!»…«Bel risultato, guarda
quel mostro che ti stava per fare!»…«Ma
non è colpa tua!!» insisteva lei, carezzandogli il
viso «Ti addossi sempre la responsabilità di
tutto, come potevi prevedere che-»…«Io
avrei dovuto prevedere che se ci fossimo sposati prima o poi saremmo
arrivati a questo!»…«Lo abbiamo fatto
solo per difendere il nostro
amore!!»…«Ma abbiamo coinvolto un
mucchio di innocenti!!» …gridò il
ragazzo, facendola indietreggiare di
dispiacere…«Ed ora…grazie a
me…rischi di perdere qualcosa che è di vitale
importanza per te…» Yuki si asciugò gli
occhi e replicò «Beh!...se ti riferisci a te,
è proprio così.» ma il giovane
sbottò «…!! IO PARLO DEL
DIGIVICE!!»
Intanto Beelzemon scattava in volo, e le mani di Jeri e di Mako si
univano sopra al Digivice a ruota dentata «Vai Beelzemon, ti
guidiamo noi!» esclamò il ragazzo.
Il Digimon si concentrava. Gelsomon sogghignava
«Uhmuhmuhm!» e le sue due compagne scattavano
all’attacco: PinkMonzaemon invocò «Lente incenerente!!»
ma Mako ordinò «Schivala!»
Beelzemon ci riuscì. Ma la catena infuocata di LadyMeramon
«Ahhh!» lo colse di striscio
«Contrattacca!!» gridò Jeri, e Mako
«Esatto, procedi! Vai con il bolide
smaterializzante!»
Il Digimon preparò il bazooka. Ma la catena di perle avvolse
l’arma «Ahh,
cosa?!»…«Ah, ahahahahahah!»
rise LadyMeramon, che sembrava intenzionata a fondere gli ingranaggi
con il calore sprigionato.
«Ahh! Via di lì, liberati!!»
esclamò Jeri in apprensione, ma il Digimon si dimenava
«N-Non…ce la faccio, sono intrappolato!»
«Ci penso io!» intervenne una voce, e pochi istanti
dopo «Fluido
celeste!!!» …una capriola si
trasformò in un getto d’energia azzurra
draghiforme che spezzò la catena «Ah! Grazie
infinite, Kyubimon!» sorrise Beelzemon.
«Presto, via di lì!!» fece cenno Mako, e
Jeri «Attenti, siete sotto tiro!»
Infatti piombavano i cuori liberati da PinkMonzaemon, ma Beelzemon
scattò prontamente «Scansiamoci!» e sia
lui che Kyubimon balzarono.
«E adesso passa al contrattacco!»
decretò Mako.
Beelzemon alzò il bazooka ma
«Ohh…!» tradì un segno di
stanchezza. Kyubimon lo colse all’istante «Che
cos’hai, Beelzemon?!»…«Devo
essere a corto di energie…al convento ho lavorato senza
sosta…»
«Ahh! Ma che ha, Beelzemon?!» sussultò
Jeri, e Mako «Non lo so…!...dev’essere
stanco per il lavoro là da mia
sorella…» palesando un lampo di incertezza
nell’espressione, al che Jeri alzò lo sguardo su
di lui ed esortò «…Beelzemon, non ti
arrendere!!»
Lui sembrò riprendere forza «Non posso gettare la
spugna: ho due domatori che contano su di
me!»…«Sta attento!» si
preoccupò Kyubimon ma lui «Niente paura!»
«E così il nostro eroe è stanco,
eh?» ipotizzò PinkMonzaemon
«Interessante prospettiva!» considerò
LadyMeramon, e Gelsomon sorrise «Ragazze: tutte su
Beelzemon!»
«Ahaha!!! Tromba
ardente!!!»…«Cuori folgoranti!!»
«Siete solo delle disoneste!» balzò
però Antylamon evocando «Scure veloce!!»
penetrando nella tromba infuocata e spezzandola con i suoi colpi
affilati.
«Lame
perforanti!!» Cyberdramon si lanciò
contro il getto di cuori disintegrandoli grazie ai colpi energetici
emessi dalle lame sulle sue braccia.
«Ora, Beelzemon!» segnalò Mako.
E questi puntò l’arma contro Gelsomon, caricando
il bazooka di lucente potere «Bolide smaterializzante!!!»
Ma Gelsomon sembrava stranamente pronta a riceverlo
«Uhmuhmuhm…»
Sotto gli occhi attoniti degli spettatori, il potente bolide
smaterializzante perse vigore a metà del suo tragitto, e
quando le fu vicino l’avversaria lo spazzò via
senza alcun problema, con una zampata.
«Ahh!! COME HA FATTO?!» esclamò
agghiacciato Beelzemon, almeno quanto lo erano i suoi due
domatori…
La dragona planò lentamente «Mi
dispiace…ma sei rimasto a secco, povero sciocco.»
caricando le sue spranghe grazie al potere emanato dal Digivice
fluttuante «Sarai il primo ad assaggiare il nostro potere,
ahahah…»
«Ahh!» Beelzemon infatti barcollava.
«Blackout
digitale!!!» Gelsomon invocò una
scarica di potere superiore alla norma «Beelzemon,
scansati!!!» gridò Mako.
Ma Beelzemon aveva smarrito il tempismo per saltare, dilatò
gli occhi quando qualcuno gli gridò «Sta
giù!!!» e saltò per pararlo dal
micidiale colpo. «AAAAAAAAAAAAHHHHHHHHH!!!»
Fu sgomento per Rika «KYUBIMON!!!» quando la vide
scivolare a terra sollevando un’onda di bagnato che la
travolse, ma lei incurante si piegò su di lei
«…io so perché l’hai
fatto…» sussurrò Rika a un passo dalla
commozione per quel gesto…
«Mmm…maledetta!!» esclamò
Beelzemon reagendo di rabbia «Come hai osato?! Te la
farò pagare per ciò che le hai fatto!!»
balzando di nuovo in volo.
«Bravo, e in questo ti aiuterò io!»
corse Wolfiremon nel bagnato, sollevando la sua coda luminosa tra gli
schizzi e dietro esortazione del suo domatore «Vai,
Wolfiremon!»
Ma dinanzi ad essa si pararono PinkMonzaemon «Sono
spiacente.» e LadyMeramon «Di qui non si passa, o
paghi il pedaggio?»
La lupa ringhiò «No, casomai siete voi che dovete
pagare per oltrepassarmi!»
E dovette balzare, per evitare una zampata
dell’orsa…mentre Beelzemon
«Arrrgggggghhhhhh!!!» perforava l’aria
dirigendosi verso Gelsomon con tutto il suo impeto, questa
contrattaccava scagliando saette.
«Attento!! Schivalo!!» gridava Mako, e Jeri
«E ora procedi con il bolide
stellare!»…«No, Jeri! Non può
utilizzare il bolide stellare ora, ci vuole troppa
energia!»…«Ma è la nostra
unica speranza, il bolide smaterializzante si è rivelato
troppo debole!» ribatteva convinta la ragazza…
“Devo concentrarmi…” prendeva la mira
Beelzemon una volta che fu abbastanza vicino a Gelsomon…
«Togliti, sei troppo esposto!!» suggeriva Mako, ma
Jeri «Non sentirlo,
attacca!!»…«Come, Jeri?!»
«Ahhh!» ma l’immagine della nemica si
sfocava agli occhi del Digimon, che sentiva le voci dei domatori
rimbombargli nella testa «N-Non so…non riesco a
prendere la mira, sono confuso!»
«BEELZEMON!!» gridarono entrambi.
E Gelsomon «Poveraccio: mi fai quasi pena.»
innalzò un nuovo cumulo di potere. Beelzemon
caricò un colpo con il bazooka ma la dragona lo
schivò facilmente e contrattaccò «Fulmine a ciel sereno!»…«AAHHHHHHHHH!!!»
travolgendolo completamente, e facendolo cadere in picchiata a terra
sotto lo sguardo sconvolto dei suoi domatori «Oh
no…!!» Jeri corse avanti, gridando
«Beelzemon!!» seguita da Mako
«E’ stato sconfitto…?! Come è
possibile…? Eppure eravamo in due a coordinarlo!»
Quando lo raggiunsero, il Digimon ancora pervaso da scariche
accennò «M-Mi dispiace
ragazzi…»
Jeri ricordò di Leomon, quando si dissolveva una volta
sconfitto, ed avvertì una fitta di timore nel cuore.
Intanto «Ahhh!» Wolfiremon balzava per schivare
quella pioggia di zampate e colpi di catena infuocata, quando
riuscì ad agitare la coda ed invocare «Piropennellata!!!»
L’estremità luminosa tracciò la foglia
nel cielo piovoso, e questa si diresse a gran velocità
contro le nemiche ma grazie al potere delle scariche che attingevano
dal Digivice, la catena di LadyMeramon e il laser di PinkMonzaemon
riuscirono a disintegrare la foglia, fino a farla scomparire.
«No!!» esclamò la lupa digitale.
Sgomento altrettanto per Takato «Il colpo di Wolfiremon non
ha avuto effetto!»
«Ahahahah!»…«Uhmuhmuhm!»
ridevano le nemiche.
Accanto a Wolfiremon si schierarono Antylamon «Ti aiutiamo
noi!» e Cyberdramon «Gelsomon, hai superato ogni
limite!»
«Ti sbagli!» replicò lei spavalda
«Sei tu!»…«Assieme ai tuoi
amici!» completò LadyMeramon, poi ancora Gelsomon
«Ad aver oltrepassato una
soglia…»…«…che non
potevate permettervi di varcare.» definì
PinkMonzaemon, poi ancora LadyMeramon «Avete sfidato il
destino!»
E tutte in coro «ORA NE PAGHERETE LE CONSEGUENZE!»
Unendo le loro dita e congiungendo la scarica in un circolo «TRIPLO ATTACCO COMBINATO!»
Volando assieme e trasformando il cerchio elettrico in un triangolo
«Triangolo disintegrante!!!»
Sulle punte del triangolo si distinsero le facce delle tre Digimon,
dopodiché il poligono elettrico perforò la
pioggia e piombò su Wolfiremon, Antylamon e Cyberdramon,
sollevando spropositata energia e
«AAAAAAAAAARGHHHHHHH!!!» travolgendoli
completamente, in un’esplosione di luce che quando si
diradò, li mostrò a terra.
«Ah! Oh no, Antylamon!!» esclamò
sconvolta Suzie.
«Cyberdramon, non è possibile!»
altrettanto Ryo…
…Takato era attonito, respirava affannosamente ma non diceva
niente…
Mentre le tre nemiche planavano: Gelsomon nel mezzo commentò
a braccia incrociate «Sono soddisfatta stasera. Penso che
abbiano avuto la dovuta dimostrazione della nostra
superiorità, che ne dite amiche?» volgendosi verso
LadyMeramon «E dovevano essere i Digimon
leggendari!» e PinkMonzaemon «Che si fa adesso,
Gelsomon…?» con lampo di perfida furbizia negli
occhi «Direi…
…di ACQUISIRE direttamente la leggenda nei nostri corpi,
compagne: pronte per la scorpacciata?!» fu la decisione di
Gelsomon.
Che destò un brivido nei ragazzi «Oh no! La nostra
squadra è stata completamente atterrata!»
esclamò Rika.
«Non possiamo più contrastarle, i Digimon sono
tutti sconfitti!!» constatò Jeri, e Mako
«Questo che vuol dire?! Che quelle li acquisiranno?! Non
posso crederci!» picchiando un pugno a terra
«DEVE…!!...esserci una via!»
Rika chiese alla sua Digimon «Potete fare la digievoluzione
al livello
superiore?»…«Oh-h…occorrono…notevoli
energie per la digievoluzione Matrix, Rika…e sono molti anni
che…non la facciamo…» rispose Kyubimon
«Oh!» sussultò la domatrice sentendo
cadere anche quella speranza…
…Kenta e Yuki giunsero sul tetto in quel momento: il ragazzo
assunse espressione attonita e «No…»
fece la ragazza, muovendo qualche passo avanti nella pioggia, mentre
aveva ripreso a coprirsi il volto con il velo nero «Senza il
Digivice io…non posso intervenire!...non posso
aiutarli…» scuoteva il capo con
un’ingenuamente triste espressione di impotenza…
Takato respirava affannosamente “…i nostri
sogni…
…non può finire così. Abbiamo tanto
aspettato!!” (canzone: Westlife
- Written in the stars)
E come ad interpretare i suoi pensieri, la lupa digitale nonostante il
colpo provava a rialzarsi «N-Non…è
ancora finita!» e a stringere i denti della sua
determinazione.
«Ragazze, non ditemelo: vi prego.» fece Gelsomon
«Questa ha deciso di annoiarmi fino all’ultimo. Non
ha capito che non ha più speranza.»
Wolfiremon ringhiò «No! Non l’ho capito,
va bene?! Io non so cosa voglia dire smarrire la speranza!!»
«Peggio per te.» replicò la dragona e
«AAAHHHH!!!» LadyMeramon colpì
Wolfiremon con un calcio, facendola rimbalzare nella pioggia.
Takato, nella più somma incredulità,
avvertì qualcosa che lo fece piegare di scatto come si fa
quando si percepisce un dolore.
«Io ti avevo avvertito. Nella vita ho imparato a ingoiare
tanti bocconi amari.» spiegava Gelsomon «Ho
accettato le mie sconfitte. Quando vengono è inutile opporre
resistenza.»…«Acchhh! Ti sbagli di
grosso!» replicò Wolfiremon, rialzandosi sulle sue
zampe nonostante il dolore «Arrendersi e accumulare
frustrazione non è la via giusta per vivere! Quando
l’oscurità ti avvolge, una luce risplende dentro
di te senza che tu te ne accorga! Chi ti ama…
…si dibatte nel tuo cuore…»
…mentre Takato sembrava avvertire percezioni fisiche
innaturali «…ti grida forte di reagire!
E’ come…se lottasse assieme a te! Fianco a
fianco!»
…Takato ricordò di quel palazzo alto, quel gorgo
in cielo che tutto risucchiava…e di quando gli
sembrò di percepire tutto il lacerante dolore del suo
Digimon per quel feroce morso alla spalla ricevuto…
PinkMonzaemon colpì Wolfiremon con il suo laser, e la lupa
«WHAA-AHHH!!» rimbalzò ancora a terra.
«AHHH!» Takato si piegò drasticamente, e
si strinse a se stesso.
Mentre Gelsomon ironizzava «Voglio proprio vedere se fra
qualche secondo ancora di questo trattamento seguiterai ad esserne
convinta!»
Ma seppur dolorante, quella Digimon non si arrendeva, e sollevava i
suoi occhi lucenti di azzurro e di fuoco.
«No! N-Non…arrenderti!»
«Oh!» Wolfiremon si stupì…
…e Takato venne avanti, nonostante il suo passo fosse
smorzato e si piegasse sulla schiena «…l-lo so che
stai provando dolore! Ma continua a credere, bisogna credere fino alla
fine!»
“E’ incredibile…Takato sente quello che
sento io! E-E anche a me arriva la sua speranza…”
«…r-ricordati della canzone…a-and I
live…o-one more day, a-and I make it!...through
the rain…Wolfiremon!!...anch’io…!...
…sono vissuto giorno dopo giorno in questi anni facendomi
strada…come oggi! Nello stento e nel dolore, ma ci ho
creduto, e non ne sono pentito!! Così è stato
giusto che fosse!!»
Sotto gli occhi strabiliati di tutti i domatori e i Digimon…
«Grrr, mi avete stancato!!» ringhiò
Gelsomon pronta a sferrare il colpo decisivo, incurante dei richiami
del marito a terra, fra le braccia di Ryo
«Gelsomooon…ti prego, torna in te!» ma
lei non lo udiva «…voglio diventare
potentissima…così i miei figli saranno orgogliosi
di me, così non sarò mai dimenticata e lasciata
in un angolo!»
«Takato!!» Wolfiremon si rimetteva in
piedi…mentre Calumon sbucava sul tetto
«Calùùù…»
emanando una strana e intensa luce rossa sul simbolo…
«Continua così! Il mio ritornello è
anche il tuo! A-And I live…one more
day…»
«Fulmine a
ciel sereno!!!»
«And I make it…» Wolfiremon chiuse gli
occhi «…through the rain.»
Lasciando che la pioggia le bagnasse il pelo.
«Levatevi di lì!!» gridò
Rika. E anche Jeri «Takato!! Cindermon!!»
Il ragazzo si avvicinò alla Digimon. Ed il fulmine li
travolse…
…ma qualcosa, che originava dal loro Digivice, li legava e
sembrava proteggerli nel sollevarsi della terra e lo sprigionarsi della
luce…
“…l’ho sentito. Lo sento.”
pensava il ragazzo, socchiudendo gli occhi “Ho sentito il
dolore e le emozioni di Cindermon. Ci sono
riuscito…”
«Takato…» pronunciò Kenta con
un filo di voce ma Yuki «Kenta!! Guarda Calumon!»
«Calùùù…»
Calumon liberò la luce…
DIGIEVOLUZIONE MATRIX
«WOLFIREMON MATRIXDIGIEVOLVEEE…»
…compiendo una capriola nella luce, la consistenza della
lupa si infranse ed il suo scarlatto tracciato digitale
riacquistò forma umana. Acquisì stivali e guanti
dorati, come lo scettro che si materializzò nella sua mano.
Un elmo d’oro a coprirle il viso…
…e mille gocce di pioggia tessero un mano rosso scuro, ad
avvolgerla…adagiandosi dolcemente sulle sue spalle. Un
guizzo di vento le legò al collo una sciarpa di velo lieve e
di color verde acqua…
«…AUTUMNQUEENMON!!!»
Gelsomon inorridì ed arretrò, mentre le sue
compagne lo stesso indietreggiavano guardandosi fra loro…
«Ahh!...la digievoluzione Matrix…Cindermon
c’è riuscita!» esclamò Rika
abbagliata.
Anche Yuki sembrava eccitata…e Kenta sollevato…
Takato la osservò con l’animo sospeso
«AutumnQueenmon…la digievoluzione
Matrix…non credevo che l’avrei rivista un
giorno...»
L’elegante AutumnQueenmon dalla sciarpetta che volava nel
vento assomigliava ad una regina della pioggia, che scivolava sul suo
manto e le sue bardature dorate senza bagnarla…
«Io rappresento…la tua evoluzione come domatore,
Takato. L’evoluzione negli anni e nella vita.»
decretò appoggiando a terra il suo scettro
dall’estremità a forma di foglia. E puntando il
dito contro le nemiche «Voi tre avete cercato di spezzare la
vita pulsante in una notte di pioggia con le vostre
malvagità: sono qui, per porre fine al vostro
operato.»
«…ptsss…presto, che
aspettate.»…«Ahh?! Gelsomooon?!
Perché la dobbiamo attaccare noi, scusa?!»
sbottò LadyMeramon «Sei una vigliacca, ecco cosa
sei!» protestò PinkMonzaemon, ma Gelsomon
continuava a indietreggiare «Su, suuu…qualcuno
dovrà pur sempre, no?!» …ma la bagnava
non solo pioggia, ma anche gocce di sudore. (fine-canzone)
Anche se a malincuore, le Digimon si decisero: PinkMonzaemon si
caricò «Cuori…folgoranti!!!»
e LadyMeramon «Tromba…ardente!!!»
Ma AutumnQueenmon si aggrappò saldamente al suo scettro, ed
iniziò a roteare attorno ad esso scivolando sul piede,
sempre più vorticosamente «Vortice rovente!!!»
…fino a sollevare una spettacolare tromba d’aria e
foglie infuocate, che saettò fino a collassare col colpo
congiunto nemico.
Takato allora sembrò cosciente di cosa fare:
respirò profondamente, chiuse gli occhi…si
concentrò…
…fino a stendere le mani in un elegente gesto che pareva
solo scrollare pioggia: ma in realtà potenziò il
vortice quanto necessario perché prevaricasse sui colpi
avversari e
«WAAAHHH!!!»…«AAAAAAAAHHHHHHH!!!»
travolgesse entrambe le nemiche spingendole lungo tutto il tetto
bagnato, fino a farle schiantare contro il margine.
«Spettacolare…» commentò Jeri
strabiliata…
…nel frattempo, presso il pianerottolo sotto di loro
«Woooooow! Che raggio di luce accecante,
Gravemon!»…«Sta mandando in collasso
l’Ipad…»…«La luce
di un cuore digitale si è congiunta al potere della
digientelechia, e ha fatto faville!!» arrotondava di bramosia
i suoi occhi Ufomon, mentre nulla toglieva quella sfumatura malinconica
agli occhi scuri, ma dal riflesso magico azzurro, di Gravemon
«Ora però come ce li facciamo dare tutti i loro
cuori…?»…«In
effetti…si potrebbe prorompere sul campo armati da machete
togliere la pelle a tutti e scavare profondo fino a arrivare al cuore
però…no! Perché questa luce ha dato
vita a un Digimon più potente e rischieremmo la disfatta,
fammi pensare!» fece l’aliena dandosi dei colpetti
in testa, mentre il fratellino le suggeriva
«…dovremmo trovare qualcosa o qualcuno che loro
sarebbero disposti a barattare con i loro preziosi cuori…tu
che ne dici Scratchmon? Uhm!! Ufomooon! Scratchmon si sta
suicidando!!»…«IHM!...SCRATCH…MON!!
CHE CI FAI SULLA FINESTRA?! CHI TI HA AUTORIZZATA?! TORNA QUI!!...
…SUBITO!!»
Ma mentre la loro attenzione andava al Digimon felino e alla finestra
infranta, le porte dell’ascensore si spalancavano…
…rivelando una donna con gli occhiali, il volto pallido e
accigliato ed un foglietto accartocciato nella mano «Meno
male…uhf!!...dieci minuti da incubo, bloccata
nell’ascensore!» fece la signora Akimoto
«Credevo che sarei morta soffocata dall’asma oh
mamma mia ma dove sono capitata nel palazzo degli orrori? Diiio, ma
dove mai portano le strade di questi Dig-Digimon, e io dovrei lasciare
mia figlia sguazzare in un mondo simile, qua! Sul tetto! Sta-Stanno
scoppiando i botti di capodanno è-è una cosa
impressionante!»
…mentre Ufomon aveva recuperato il gatto e puntualizzava
«…se lo rifai un'altra volta…non ti do
più cibo per una settimana! Un
mese!»…con aria rapace «…non
te lo do più nella vita, ti faccio fare a forza la dieta che
ti sei rifiutata di fare!»…«Guarda,
Ufomon!»…«Oh?!»
La signora Akimoto si volse lentamente…ed i due ragazzini
digitali la guardarono…lei quando li vide non
riuscì più a sorreggere neanche il foglietto
accartocciato, le cadde di mano…
…e finalmente il piccolo Gravemon rivelò un
sorrisetto furbo «Che ne dici di lei come ostaggio da
scambiare coi cuori?»
Ufomon dilatò i suoi occhioni…
«…!! WHAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!»
gridò la signora, e l’alienina non perse tempo
«SCRATCHMON! PRENDILA, SCRATCHMON!» il gatto
miagolò e scattò in corsa «CI SERVE PER
I CUORI DIGITALI, CATTURALA
ASSOLUTAMENTE!»…«AIUTO!! CHE QUALCUNO MI
SOCCORRA!!»…«SCRATCHMON, NON TE LA FAR
SFUGGIRE!»…«Scratchmon è
troppo grassa, Ufomon, guarda invece la signora come
corre!»…«Ma se anche tu stai
lì fermo impalato Gravemon anziché fare il tuo
dovere ed incitarla, presto andiamole dietro! SCRATCHMOOON!»
«Ahh!» Gelsomon sembrava sentirsi persa
«Che fai, non parli più mogliettina?!»
provocò Cyberdramon, mentre AutumnQueenmon avanzava verso di
lei «Veniamo a te, finalmente!»
Anche nel pericolo, Gelsomon non rinunciò a tramutare il suo
timore in un’espressione sfrontata «Uhmf! Se credi
che scappi davanti a te, ti sbagli di grosso, diva presuntuosa dei miei
stivali: TI FARO’ A PEZZIIIIIIIIIIII!!!» volandole
incontro con tutta la forza…
«Takato!» comandò la Digimon
«Fa come prima: il nostro colpo congiunto andrà a
segno!»
Gelsomon unì le sue spranghe generando una sfera elettrica.
AutumnQueenmon innalzò il suo scettro
dall’estremità a foglia, caricandolo della potenza
di pioggia e fulmini.
«BLACKOUT
DIGITALEEE!!!» sparò la dragona.
Ma la regina delle piogge invocò «Fulmine regale!!!»
convogliando le scariche e le gocce accumulate in una limpida sfera
sfrigolante sulla sommità del suo scettro…
Takato allora si portò le mani al collo, nel gesto di
afferrare qualcosa…
…che si tradusse per la Digimon nello sciogliersi la sua
sciarpetta…
…Takato lasciò andare quel nulla che aveva nelle
mani…e AutumnQueenmon liberò la sciarpa,
affinché sospinta dal vento…
…attraversasse la sfera elettrica divenendo una prodigiosa
saetta «NO! NON POSSO CREDERCI! LEI HA UN FULMINE
PIU’ POTENTE DEL MIO! AAAHHH!!» Gelsomon si
parò il viso, ma fu inutile, il fulmine di AutumnQueenmon
perforò il blackout digitale e la colpì in pieno
«AAARWWWWWWWWHHHHHH!!!»
…spingendola oltre il margine. Che si sfondò.
LadyMeramon e PinkMonzaemon in un improvviso sussulto esclamarono
«GELSOMOOON!»
Ed anche Cyberdramon «Ihm! Gelsomon!»
sembrò destarsi, di colpo preoccupato. Ryo balzò
in piedi e si guardò attorno per capire dove fosse finita la
moglie del suo Digimon, apparentemente scomparsa.
Regredita in realtà allo stadio di Minidramon, Gelsomon
precipitò sbattendo su diversi cornicioni, fino ad atterrare
su un davanzale sgrugnato. La superficie era ristretta, la Digimon
stringeva gli occhi e non riusciva a muoversi, dolorante. Sotto
c’era la strada, con le sue luci e automobili. Era questione
di pochi secondi…stava scivolando…
…ma due mani la afferrarono all’ultimo secondo.
Mani umane, mani di ragazza che sbucavano da una manica scura. La
trascinarono all’interno, dileguandosi nel buio…
«Gelsomooon! Dove sei, moglie
miaaa!!»…«…Cyberdramon, certo
che anche tu sei strano: un attimo la odi, il secondo dopo la chiami
moglie mia!»…«M-Ma mi ha fatto
impressione vederla lanciata via così, Ryo!
Gelsomooooooooon!»
«Abbiamo perso la nostra amica, LadyMeramon? Dimmi la
verità anche se è
dura.»…«Come faccio a
dirtela…se io stessa la ignoro-ahia! Al contrario di questi
dolori!»
«AutumnQueenmon!» Takato si accostò alla
guerriera digitale, che si volse a guardarlo con i suoi occhi azzurri
oltre l’elmo dorato.
“Questo Digimon è probabilmente giunto sulla terra
con l’intento si sfruttarmi…
…però…ha fatto qualcosa di impagabile
per me. Non posso non ricambiare. E
poi…” …mentre
quella creatura mistica, i cui colori erano sfumati dalla pioggia, lo
contemplava in silenzio, assorta, senza dire nulla…
“…e poi…quando
combattevamo…ho provato delle sensazioni particolari.
Io…
…credevo non mi sarebbe più successo dopo
Guilmon. Dopo Guilmon…
…tu, AutumnQueenmon hai detto…di rappresentare la
mia evoluzione come domatore…lungo il corso della
vita…” «…Takato…se
vuoi poi quando sei libero io posso passare a portar via la mia roba da
casa tua.»…«Oh?» il ragazzo si
stupì di quelle parole…
Ma intanto, stava succedendo qualcosa: il flusso di scariche che
permetteva al Digivice dalle ali d’oro di fluttuare
iniziò a perdere energia…
«PinkMonzaemon, che dobbiamo fare?! Se ci impossessiamo di
quel Digivice potremmo vendicare
Gelsomon!»…«LadyMeramon, ti scordi che
ci hanno sconfitte e se ora ci lanciamo a prenderlo quella
AutumnQueenmon ci fa fare la fine della nostra amica!»
Le due Digimon attesero col fiato sospeso…
«I-Il Digivice!!» esclamò Yuki ma Kenta
la tirò indietro «Shhh…Yuki
aspetta.»…«Ma-»
Lo sguardo del ragazzo era serio «Takato e gli altri hanno
sconfitto Gelsomon e le sue compagne ma…ricordati che lui
è ancora in circolazione. Non puoi rivelare la tua
identità…»
Yuki avrebbe voluto controbattere…ma dovette tristemente
arrendersi all’evidenza, per poi sospendere il fiato e le
emozioni circa il destino di quel Digivice che, ormai privo del flusso
elettrico che lo teneva in aria, precipitò a terra.
«Ragazzi, il Digivice!!» avvertì Jeri.
E Takato «AutumnQueenmon, quello è il Digivice
utilizzato da Gelsomon, dobbiamo recuperarlo!» ma
«Ahh…» AutumnQueenmon
barcollò e si resse la testa «Che
cos’hai?!»
La luce la avvolse...e Takato si ritrovò a sorreggere
Cindermon «…ho combattuto molto, sono
stanca…»
…al che il ragazzo la adagiò sul margine e le
disse «Aspettami qui!»
Scattando in corsa, verso quel Digivice caduto a terra.
LadyMeramon e PinkMonzaemon si tennero pronte a gettarsi altrettanto al
suo recupero.
Takato corse più forte, ma ad un tratto
«AHHH!» schizzò qualcosa, di nero e di
fulmineo, ed il ragazzo si portò la mano al viso. Mentre gli
altri lo raggiungevano «Che cosa è stato,
Takato?!» chiese Rika «Non lo
so…qualcosa deve avermi graffiato!»
Mako indicò «Ehi, che cos’è
quello?!» …alludendo al gatto nero con
l’elmo che li fissava con occhi gialli di sfida
«…un altro Digimon?» ipotizzò
Jeri, e Ryo «Non è possibile, ne spuntano come
funghi!»…«Sarà un altro
alleato di Gelsomon e compagne?» ipotizzò Suzie.
«Risposta sbagliata!! Ah, ahahahahah!»
echeggiò una voce di bambina che destò il
sussulto collettivo: tutti si guardarono attorno…
…fino ad individuarla, in una spericolata posa di danza, su
un piede solo in cima in cima al margine, sembrava non temere affatto
di precipitare «La nostra è una squadra chiusa: al
contrario della vostra ridicola ammucchiata di tempi e stili, ah,
ahahahahahah!»
«Quella chi sarà, LadyMeramon?» chiedeva
PinkMonzaemon, ma «Ehhh…» la sua alleata
era spiazzata quanto lei…
«Stiamo i responsabili della parte esecutiva di una
missione…che proviene da Digiworld.» disse una
voce sommessa di bambino, e Ryo esclamò «Da
DIGIWORLD?!...e si può sapere chi siete?!»
Ma Gravemon, che si trovava sull’estremità opposta
del tetto «Uhmuhmuhm!» si volse lentamente
rivelando il motivo della sua espressione allietata:
un’agghiacciata quanto prigioniera signora Akimoto
«A-Aiutatemi, vi prego…!» il cuo collo
era oppresso dalla minaccia del bastone
dall’estremità a teschio.
«…!! Ma quella donna…!!»
esclamò Suzie a bocca aperta, e Lopmon, stanca tra le sue
braccia «…Suzie, quella è la madre di
Rea!»
«Non voglio morire!» esclamava costei con la voce
spezzata dalla paura. Ma Gravemon illustrava «Questo
dipenderà da cosa sceglieranno questi qua che le sono
davanti con queste facce da sciocchi, mia bella
signora…»
«Allora…» fece Ufomon «Vi
consegnate a noi offrendoci il vostro prezioso cuore digitale,
oppure…!!»
«…oppure…»…«AAAAAAHHHH!»
gridava la signora, mentre Gravemon completava «Ohhh, signora
guardi che scenario mozzafiato: un volo da qui lo desidererebbe
chiunque…!»
«Suzie, le farà del male!!» esclamava
Lopmon…e Suzie si portava la mano alla bocca
“Accidenti, non so cosa fare: Lopmon è stremata,
come posso aiutare la madre di Rea?”
«Il cuore digitale…?!» rifletteva Takato
«Ho sentito già qualcun altro farne
menzione…»
…e ricordò di quel ragazzino che gli somigliava
tanto, dai folti capelli neri e le origini
misteriose…
…mentre Rika si faceva avanti con sguardo deciso
«Non mi piacciono le persone che non si
presentano…!!»
«Uhmuhm, se me lo chiedi con quella faccia da acidona non
risponderò per te, ma solo per la gioia di riascoltare il
mio nome! Ah!» mentre si esibiva in passi di danza e
leggiadre capriole, sfilandosi il fiore dai capelli e pascendosi al suo
profumo «…io sono Ufomon, la Digimon
più bella della storia…»
«E mi chiamo Gravemon…uh guardi quante belle
automobili, signora…! A me piace più di
tutti…quella, me la va a prendere se la lancio
giù?»…«Waaahhh, no ti prego
abbi
pietààà!!!»…«Gravemon!»…«Oh?
Sì, Ufomon?»…«Non scordi
qualcuno?»…«Come…?...
…ah sì quella è
Scratchmon.»…«Lei è la nostra
mascotte!» sottolineò Ufomon con un pizzico
d’orgoglio, balzando giù da quel pilastro
sopraelevato ed avvicinandosi minacciosa «IL MIO TEMPO
E’ PREZIOSO…!»…«Ci
date i cuori oppure io e la signora facciamo un volo
emozionante…?»
I domatori erano in apprensione…
Intanto però della situazione ne aveva approfittato qualcuno
«L’hai preso,
LadyMeramon?»…«Sì,
è qui con me…!!» replicò la
signora di fuoco che si infilò il Digivice nella scollatura.
PinkMonzaemon esortò «Presto, tagliamo la
corda!»…«Approfittiamo che loro sono
distratti!»
«Ah! Nooo!!» esclamò Yuki tendendo
inutilmente la mano…
Kenta chiuse gli occhi espirando profondamente per quella
consapevolezza…
LadyMeramon e PinkMonzaemon si lanciarono giù dal tetto,
sottolineando rispettivamente «E non finisce
qui!»…«Ve la faremo vedere
noi!» per poi librarsi in volo la prima, e prendere posto sul
suo aeroplanino la seconda.
«Stanno scappando!!» indicò Cindermon,
mentre Takato cercava una risposta dal suo Digivice che però
non giungeva «Ufomon…Gravemon…niente.
Nessuna informazione! Come mai?»
…mentre
«Ahahahahah!»…«Uhmuhmuhmuhm!»
i due ragazzini digitali si sentivano sicuri, con la situazione in
pugno…
«N-Non posso lasciare quella signora in pericolo, devo fare
qualcosa!»…«Lopmon!»
esclamò Suzie quando la creatura sfuggì dalle sue
braccia «Sta attenta, sei ancora debole!!»
«Che facciamo…?!» chiedeva Rika
«I Digimon non possono affrontarli, hanno esaurito le
forze!»
Ryo stringeva i denti, cosciente che quella era la
verità…
Kyubimon provava a rialzarsi ma «Ahh!...niente da
fare…non ce la faccio!» quando proruppe
un’aspra vocetta «Non è ancora finita!
Non tutti! Non tutti i Digimon sono atterrati!!»
Tutti si volsero. Ufomon dilatò i suoi occhi…
…quell’esclamazione era giunta da Calumon, che
sfoggiò sguardo determinato «Ci sono
anch’io! Non ho potuto prendere parte alla battaglia, ma
anch’io voglio dare il mio contributo, calù!! Sono
sempre un Digimon!»
«Che diavolo fa?!» esclamò Ufomon
«Calumon!!» lo chiamò Kyubimon.
Ma il piccolo batuffolo bianco si era lanciato in una corsa a
perdifiato
«Caaaaaaalùùùùùùùùùùùùù!!!»
lungo tutto tutto il tetto, sollevando una scia di pioggia.
«Gravemon!!»…«Ufomon!!»
i due ragazzini si chiamarono reciprocamente, iniziando a perdere
stabilità e sicurezze…
Quando non lei, non lui puntò il deciso Calumon…
…bensì, focalizzando al centro il suo raggio
visivo «BECCATI QUESTO, CALU’!!»
rifilò una bella testata a
«SCRATCHMOOOOOON!!!» come gridò Ufomon
«Oh no, Scratchmon, amore mio!!»
inorridì Gravemon.
Cindermon commentò «Cavoli, forte il
piccoletto!»
Calumon ci era andato talmente pesante che la gatta digitale fu
sbalzata dal tetto…
«GRAVEMOOON, LA FANNO
PRECIPITAREEE!!!»…«Oh no Ufomon
prendiamola! Non posso vivere senza di lei!»
sicché schizzarono prontamente ad afferrarla…ma
Gravemon si dimenticò del tutto del suo ostaggio, la signora
Akimoto che «Oahhh! Ahhhhhh!» perse
l’equilibrio…
«LA SIGNORA STA CADENDO!!» esclamò
Takato.
Lopmon puntò i piedi a terra «La
aiuterò io!!» scattando in corsa
«SIGNORA, SI AGGRAPPI AL MIO
ORECCHIOOO!!!»…«Lopmon!!» le
andò dietro la sua domatrice…
«Waaaaaaaaaaaahhh!» la signora Akimoto
scivolò ma giusto in tempo riuscì ad afferrare
l’orecchio di Lopmon che, grazie alla luce sprigionata dal
Digivice di Suzie, si allungò in modo sproporzionato e si
riempì di forza: la piccola Digimon avvolta da un alone di
luce strinse i denti «Gghhhh…gghhh!!» e
riuscì a tirare l’orecchio tanto forte da
ri-sbalzare la signora sul tetto, così che Suzie potesse
afferrarla, ma in compenso «LOPMON!!!»
«Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhh!!!» la
piccola Digimon precipitò nel vuoto…
«LOPMON!!...AMICA MIA, NOOOOOOOOOOOO!!!»
gridò Suzie, con gli occhi pieni di lacrime sotto lo sguardo
agghiacciato dell’intera squadra…
«Lopmon…» indietreggiò
Kyubimon «Non è possibile!!»
esclamò Beelzemon «…è
caduuuta…» fece Cyberdramon aggiungendo
«…non siamo riusciti a far niente per
aiutarla…sniff!»
Lopmon non si vedeva più. Soltanto automobili sfreccianti, e
luci sfumate dalla pioggia.
Suzie scivolò in un pianto dirotto fra le braccia di Mako,
aggrappandosi alla sua schiena con le unghie mentre lui la
esortava «Suzie!!...sta calma…
…devi essere forte…» non riuscendo lui
per primo a capacitarsi dell’accaduto…
«No, Lopmon…!!» tese la mano Yuki
sull’orlo del pianto, quando si volse «Kenta, non
posso crederci! Uh? Kenta?!...dove sei?!»
…intanto, recuperata Scratchmon, Gravemon segnalò
mosso dall’ansia «Abbiamo perso il nostro prezioso
ostaggio!»…«Grrr, lo so, lo
so!!» replicò Ufomon, nervosa più di
lui «Ed è tutta colpa di quel peluche bianco
sottosviluppato: ma ti posso assicurare che mi vendicherò,
nessuno può fare questo a Scratchmon e mancare di rispetto a
noi in questo modo! Gravemon: ritirata! Penseremo a un nuovo piano per
recuperare i cuori digitali!»…«Pulsante
d’emergenza.» eseguì in automatico il
bambino schiacciando un tasto dell’Ipad: dopodiché
poterono gettarsi liberamente dal tetto, e si aprì un
paracadute per ciascuno di loro, azzurro e fucsia, che sospinto dal
vento si mescolò alla pioggia fino a scomparire.
«Sono fuggiti!!» segnalò
Takato…per poi volgersi e provare una pena infinita dinanzi
alla tristezza di Suzie «Lopmon…!!» con
Mako che le carezzava il capo ma cercava negli occhi dei compagni
un’indicazione circa le parole adatte ad un momento
simile…
La signora Akimoto era rimasta come imbambolata
«…quella creatura…che io ho cacciato
fuori dalla mia casa…mi ha salvato la vita.»
descriveva aprendo le sue braccia, volgendosi con un certo timore verso
il panorama e la strada «…mi ha tratto in
salvo…ed è stata disposta…persino a
sacrificare se stessa, ma chi sono queste creature, Dio
mio!!» invocando un aiuto verso il cielo «Quanto
può averci visto giusto quella…sciagurata di mia
figlia!! E quanto posso essermi sbagliata io…»
ammetteva tristemente consapevole…avvertendo una colpa e una
pena infinita dinanzi alla disperazione di Suzie…che
alzò per un attimo, timidamente, i suoi occhi inondati su di
lei…per poi piangere ancor più impetuosa e forte.
La signora avrebbe voluto parlarle ma non disponeva di quelle
essenziali parole…
«…calù…»
passeggiava dispiaciuto Calumon, nella pioggia
«…è tutta colpa
mia…»
|
Ritorna all'indice
Capitolo 18 *** Un tranello per Takato ***
18°puntata DT2
(canzone: Shania
Twain - It only hurts when I'm breathing)
«Kenta!!» Yuki lo ritrovò scendendo sul
pianerottolo
«Ma…dove stai
andando?!»…«Devo trovare
un modo per recuperare il tuo
Digivice.»…«Ma-»…«Niente
ma, ti
prego Yuki.» replicava il ragazzo. Senza i suoi occhiali la
sua
espressione era più matura, profonda…ma anche
profondamente seria, quasi tagliente in quella sfumatura di rigida
frustrazione «Io ti ho messo in questo pasticcio e io ti
tirerò fuori.»…«Ci siamo
messi entrambi in
questo PASTICCIO, entrambi e di nostra spontanea volontà!
Perché noi
due-»…«Perché noi
due…abbiamo forse voluto troppo, comunque adesso
è tardi!
Il passato non si cambia, il futuro possiamo ancora sperare di
salvarlo…per quanto possibile. Tu così non puoi
vivere.»…«Senza di te? No, è
vero!»…«Ah, ancora ti ostini a capire
questo!»…«Perché tu mi ripeti
le stesse
frasi, io ti rispondo nello stesso modo!!» gemette lei
«Yuki, non farmi perdere la pazienza!! Noi veniamo da mondi
diversi!! Da…
…pianeti…distanti…»…«…e
allora…?» chiese lei sommessa, ma dignitosa,
guardandolo
negli occhi. Lui le rivolse sguardo intenso…e senza toccarla
le
rivelò «…e allora…Digiworld
e la terra non
sono destinati a toccarsi e vivere in
comunione.»…«Guarda tutti loro! I nostri
amici!! I
Digimon sono tornati, hanno varcato i cancelli, l’hanno fatta
a…!!!»…«Lui può
tornare, e loro sono
ancora deboli!»…«Non è vero,
hanno dimostrato
un gran valore! Amore…» lei lo sfiorò
con le sue
mani cicciottelle, mentre lui si irrigidiva sempre più
«…perché non sveliamo loro la
verità, e
accettiamo il loro
aiuto…?»…«Coinvolgerli
ancora?! Mi rifiuto!! Oggi hanno già rischiato a
sufficienza, e
poi per cosa?! Per una cosa che ho chiesto io, che ho voluto io, AFFARI
MIEI?!»…«Sono affari anche miei,
cavolo!! Sono
affari anche miei!»…«…trovati
uno della tua
razza con cui vivere felice.»…«Ma
io…!»
lei lo trattenne per il braccio «…io voglio
te…»
Kenta sospirava
profondamente…per lui quell’istante era uno
sforzo…
«Sei tu quello che ho
scelto.»…«ECCO, E’ QUESTO IL
TUO
PROBLEMA!» gridò lui scuotendola quasi con la sua
voce
rimbombante «Quel giorno non…avresti mai dovuto
seguirmi…i-in quel modo, non farmelo ricordare
perché
sappiamo molto bene come mi…
RAGGIUNGESTI…»…«…sono
proprio molesta
e fastidiosa. Vero?!»…«…sei
testarda, il che
è
peggio.»…«Kenta!!»…«Uh?»…«…Lopmon…
…è
caduta!!»…«Cosa…?»
dialtò gli occhi il ragazzo…che senza occhiali si
notava
averli anche più guarniti e belli di quanto prometteva
«…sì!! Si è sacrificata per
aiutare un
essere umano!! L’ha fatto di sua spontanea
volontà, mi sto
straziando il cuore in questo momento!! Ascolta,
ora…» fra
le lacrime «…i nostri amici attraverseranno di
sicuro un
momento difficile, noi dobbiamo essere con loro, dobbiamo
aiutarli!!...l’unione fa la forza, sono sicura che tutti
assieme
possiamo sconfiggere la minaccia che ha gravato su di noi in tutti
questi anni! So che sei stanco, di tutto…tutto quello che
abbiamo dovuto passare. Ma io penso…che questa sera ha
voluto
darci un segno! Un segnale per noi…»
…per un attimo, un secondo soltanto il ragazzo
sembrò
volersi lasciare andare alla speranza…ma poi
ritirò il
suo braccio
«No…»…«Oh?!»
infrangendo le restanti aspettative di Yuki
«…purtroppo
è vero, quello che è
successo…è un
segno.» accennò il giovane con un sorriso pacato e
malinconico «…se loro non fossero accorsi per noi
tutto
ciò non sarebbe accaduto. Una Digimon cara, e coraggiosa
come
Lopmon…
…non sarebbe andata incontro a questo destino. E’
la
conferma definitiva.» sicché la guardò
in quei suoi
occhioni verdi «…ti restituirò il tuo
Digivice,
Yuki.»…«Oh…?...
…quello non è…il MIO Digivice, quello
è il
tu-»…«Dopodiché…io
chiudo con i
Digimon!! Per sempre!!» volgendo le spalle
«Kenta!!...
…aspetta!!» ma si allontanava, e non si guardava
indietro
tant’è che lei cadde in ginocchio «Kenta
no, ti
prego, non te ne andare così!!...
…non mi lasciare!! Ti scongiuro, credimi, non è
la fine!!
A-Abbiamo ancora una speranza, non gettiamo via tutto così!
Kenta!!...amore!!...
…amore mio, mio unico amore!!»
…ma
Calumon veniva giù dalle scale…Yuki lo
vide…lui no
poiché era assorto nei suoi pensieri…la
costeggiò
senza notarla, ma lei lo fissava…
…e la sua
vista…le concesse un pensiero che la fece rialzare
“…lui è piccolo e indifeso. Eppure
quando è
stato il momento del bisogno non ha esitato a prendere quella corsa
incredibile, e lo ha fatto per aiutare i suoi amici.”
asciugandosi gli occhi “Anch’io posso dare il mio
contributo. Esattamente come ha fatto lui!” sicché
carica
di nuovi propositi, si dileguò nello svolazzare del suo velo
nero (fine-canzone)
…pochi attimi più tardi, il gruppo si accingeva
ad uscire
dal portone del palazzo.
Jeri in quel
momento sembrava avere occhi solo per Suzie…e quando
quest’ultima si volse ad incrociare lo sguardo
dell’amica…questa la abbracciò. E anche
Jeri si
lasciò andare alle lacrime «Oh, Suzie capisco che
cosa
provi!!»
Beelzemon
le osservava…chinava il capo e stringeva i denti di estrema
frustrazione, picchiando un pugno contro il portone. Mako gli si
avvicinava «…l’abbiamo cercata
dappertutto. Abbiamo
svegliato l’intero palazzo, non c’è
traccia di
Lopmon.»…«Dannazione!! Non lo
accetto!!» si
ribellava il Digimon «Attento,
così…rompi il
portone, Beelzemon.» Mako gli ritirò la mano, ma
lo fece
delicatamente, guardandolo con comprensione…mentre Beelzemon
passò ai calci «Non mi importa niente!!...
…non possiamo
aver perso una compagna in questo modo! Lopmon…era una di
noi.
Un’amica!»
Kyubimon gli si fece
vicina…e alzò il suo muso per guardarlo. Il volto
ingenuo
del Digimon, alla vista di quella volpe dalle nove code che lo fissava,
placò ogni sua furia…
…dopodiché Kyubimon non ebbe timore di
scivolargli
vicino, e strofinargli amorevolmente il muso indosso come fa un animale
con i propri cari, per curarli o proteggersi…a quel punto
lui si
lasciò andare ad un impetuoso abbraccio «Kyubimon,
non
è giusto!! Non ho potuto fare niente, sono stato soltanto un
incapace, anche in
battaglia!!»…«…tu non sei
mai un incapace…»…«Come fai a
dirlo?! Tu non
mi conosci!!»
Ma la volpe aveva
sguardo consapevole «…dopo tutti questi anni
ancora
no?»
«Takato…» faceva Cindermon appenata
sfiorandolo
lievemente, ma il ragazzo si guardava ancora attorno mormorando
«…non può essere andata
così, non può
essere. Dev’essere ancora qui, da qualche
parte…» …ed il suo sguardo
cadde
inevitabilmente su Jeri, che piangeva spontanea e sincera assieme a
Suzie «So come ti senti, conosco…!!...a memoria
ogni
dannata fase di questo incubo, ricordo perfettamente ogni sfumatura di
questo straziante dolore!! Mi dispiace!! Mi dispiace tanto,
perché è senza fondo, nessuno dovrebbe mai
provarlo,
nessuno!!!»
Takato si sfiorò le labbra, colpito da quelle
parole…
…e anche
Beelzemon chiudeva i suoi tre occhi, rimescolando dentro profonde
consapevolezze…
Ryo si accostava
a Rika «…neanche di Calumon ci sono
tracce.»…«…anche Kenta e Yuki
sono
scomparsi.»…«Tu dici…che ha
mentito per
quella faccenda di Gelsomon, quindi?» Rika guardò
avanti a
sé, confondendo il suo sguardo con le luci della
città
«Che posso dirti, Ryo…io credo in
lui.»…«…già…»
sorrise
appena il ragazzo «…l’eroica
formazione.»…«…però
è evidente
che nasconde qualcosa, così come sua moglie. Di che si
tratterà…?» sussurrò la
ragazza ma senza
sfumatura né di malizia né di aspro sospetto, con
la
delicatezza del vento che le smuoveva i capelli…mentre Ryo
rivolgeva sguardo al suo Digimon…Cyberdramon cupo,
pensieroso e
immobile, raccolto in se stesso…
…sicché uscirono sotto la pioggia, Suzie e Jeri
avanti a
tutti, quest’ultima sosteneva l’altra
«Senti…facciamo così, vieni a dormire
da me
stasera. Ok, ti va?»…«Io non voglio
dormire!!...io
non riuscirei a dormire, io non
potrei…dormire…!!»
scandì Suzie con orgoglio, pur nella disperazione
«Io
rivoglio soltanto la mia Digimon, senza di lei io non posso dormire
Jeri!!» gettandosi di nuovo nell’abbraccio
dell’amica, che partecipava così vivamente al suo
dolore,
tanto da rendere marcatamente visibile la traccia che
un’esperienza analoga doveva aver lasciato nel suo animo.
«Beh, allora cerchiamola!» fece Cindermon, ma Ryo
replicò «Non saprei dove, se
abbiamo…già
controllato negli
appartamenti…»…«Sì
ma non abbiamo appurato se chi ci vive ha controllato bene,
insomma…può capitare una
svista!!»…«Purtroppo…»
disse Beelzemon
«…temo non ci sia più niente da
fare.»
…ma mentre Jeri
esortava «Sfogati, Suzie, è importante che tu
metta fuori
tutto il tuo dolore, così in questo
mod-»…«Suzie.» (canzone: S
Club 7 - Have you ever)
«Oh?!» la
domatrice sedicenne sussultò, e si guardò attorno
«Suzie, sono qui!!»…«Ah!!
LOPMON!!»
«Ahhh!!!»
(tutti) e Cindermon a indicare convulsamente «Eccola, eccola,
è lassù!! Lo vedete che avevo ragione io?! Tutti
a fare
nooo, è impossibile, non c’è
più speranza!
Eccola, invece, vedete che ce l’ha fatta?!»
«LOPMON!!»
gridava Suzie rivolta ad un davanzale con due bambini ed un cucciolo
«Precipitando sono finita sul cuscino del loro cagnolino.
Siccome
è morbido, quando sono atterrata non ho fatto rumore e non
se ne
sono accorti.»…«LOPMON, NON
SAI…N-NON PUOI,
NON HAI IDEA, TI E’ IMPOSSIBILE IMMAGINARE QUANTO HO TEMUTO
PER
TE!!»…«A-Anche tu mi sei
mancata…anche se per
poco! Suzieee!!!»
Lopmon si tuffò…
…ma stavolta non vi
era un duro asfalto ad attenderla minacciosamente, bensì le
calde e amorevoli braccia della sua domatrice: atterrò
dritta
fra queste «AMICA MIAAA!!! Ahahahah!!!»
…restituendo
il sorriso a colei che l’aveva perduto…
«Ma le avete
viste!!» indicò scherzoso Takato, e Cindermon
«Già già. Amiche inseparabili! A
proposito di
questooo!»…«Senti un po’ tu,
piuttosto!!»…«Oh no non vorrai mica
ricominciare!»…«”Ricominciare”…?
Che vorresti dire con questo?! Prima sul tetto ti ho sentita
pronunciare una frase che non mi è piaciuta neanche un
po’!!»
Jeri osservava Suzie e
Lopmon, ed il suo sorriso si tracciava lentamente sulla gioia del loro
ritrovamento, una gioia però che sembrava sbocciare con
incertezza, esitazione, come se il velo di un’ombra, o forse
di
un ricordo, lentamente e silenziosamente versasse della tristezza nel
suo cuore…«Ahah! Ma guarda la furbetta, ci ha
fatto
prendere un bello spavento!» scherzò Ryo
accostandosi a
lei «Ora per punizione dovrà sorbirsi Suzie, la
stringerà così forte da
soffocarla!»…«…Suzie
è
fortunata…» scrutava Jeri in un’assorta
commozione
«…ha ritrovato l’amica che credeva di
aver perso.
Magari…
…magari
il Digimon che non hai più al tuo fianco potesse
tornare
da te in ogni caso. Sarebbe bello che momenti del genere potessero
arrivare per tutti…»
Beelzemon che rideva
con Kyubimon per il ritrovamento di Lopmon la udì e si
destò per qualche attimo dalla sua gioia…a Jeri
capitò di incrociarlo con la coda
dell’occhio…
«Cioè ora
non ti va neanche più bene che alzo i tacchi e sloggio da
casa
tua?! Credevo fosse appurato, dopo quanto ti ho confessato!»
ma
Takato respirò profondamente
«Cindermon…ascolta.» guardandola dritto
negli occhi
«Dopo questa notte…è appurata almeno
una cosa: e
cioè che non importa quali siano stati i tuoi scopi
iniziali. Io
sono oggettivamente in debito con te! E in debito di
molto!!»…«…cosa hai
det-non
impor---?...!!»…«Un attimo, andiamoci
piano!»
storse un po’ la bocca lui…ma Cindermon si
lasciò
andare a un sorriso di gusto «E bene, Takato Matsuki iniziamo
a
migliorare! Vedo che questa cosa domatore-Digimon comincia a non
stonicchiare poi così
tantooo!!»…«Aspetta,
ascolta fino alla
fine…!!»…«Acc! Ti pare, ora
arriva la stangata.» incrociando le braccia e facendo
«Bene! Sono pronta, assesta!» Lui la
guardò per
qualche attimo in silenzio. Dopodiché «…
…grazie.»
La Digimon
sussultò «…sei stata impagabile oggi
nel difendere
Kenta. E poi…anche dopo. Nel mantenere la speranza quando
per
tutti noi la situazione sembrava persa. Grazie Cindermon per
ciò
che hai fatto, io…
…non so
come, ma ti giuro che ti ripagherò per tutto ciò
che stai
facendo. Magari aiutandoti con il tuo
regno!»…«Dici
davvero, Takato…?» chiese lei, ma poi sorrise
«…beh per il momento mi accontento che tu cambi il
miscelatore della doccia a casa, mi scotto puntualmente! Comunque
vedremo, per il regno si potrà
assodicchiaaare…!»…«TUTTAVIA…»…«Uhmmm,
quanto la fai lunga!»…«Io voglio sapere
tutto!!» la braccava lui piazzandosi davanti per inseguire il
suo
sguardo «Non mi accontento di quattro parole sibilline: chi
sei,
cosa vuoi, cosa facevi prima di venire qui! Chi sono i tuoi parenti,
ogni cosa mi dovrai dire!»…«CAAAVOLI,
non sapevo ti
interessasse tanto la mia vita
PRIVATA!»…«NON
scherzare, e attenta a te!» dandole una leggera spintarella
«Guarda che quando eravamo in sintonia lassù io ho
potuto
guardarti dentro, e percepire tutta la tua disonestà e tutti
i
sudici intrighi e gli imbrogli che sono il tuo pane quotidiano,
perciò bada, Cindermon! Con me non avrai vita
facile!!»…«Ah, GROSSA NOVITA’!
Finora me la
sono spassata!»…«Andiamo, muoviti che
aspetti!»…«E-E
“muoviti”
dove?!»…«A casa, dove
sennò…? Vieni a
offrire alla mia famiglia un nuovo sfoggio delle tue maniere
raffinate!»…«Guarda che io a Digiworld
ero una
principes-SONO una principessa, non mi hanno
spodestata!»…«Non si direbbe
proprio.» e
così via, si allontanarono…
Quando la
signora Akimoto venne fuori dal portone, il cuore le balzò
di
gioia alla vista di Suzie e Lopmon di nuovo insieme
“E’
salva…! Quella creatura tanto generosa per fortuna si
è
riconciliata con la ragazza che le vuole bene! E’ giusto
così…” ammise in un sorriso umile,
chinando il capo
“…ho sbagliato a giudicarli e a farmi trasportare
dalla
diffidenza: Rea aveva ragione. Questa volta non si è
comportata
da irresponsabile, ha saputo cogliere un raggio di luce nel nostro
mondo tanto buio. Quel che spero è che un giorno, questa
gioia
possa provarla anche mia figlia. Poverina, lo merita: ha patito
tanto…”
Suzie e Lopmon,
di nuovo occhi negli occhi, si sentivano più unite di prima
«Io l’ho detto, prima: non posso dormire, la sera,
se non
ho il mio Digimon accanto!»…«Oh Suzie:
neanche io
potrei chiudere
occhio!»…«Uhmuhmuhm!» e si
strinsero forte sotto la pioggia, come due eroine di una storia che
finisce bene. (fine-canzone)
La porta a casa
Wong fu aperta e rivelò una ragazza con bambino tra le
braccia
«Oh? Rea…» disse Janyu Wong stupito
«Buonasera
signor Wong, mi perdoni…Suzie mi ha detto che…in
caso di
bisogno…io e Benji saremmo potuti venire a stare da voi. Vi
dispiacerebbe ospitarci per qualche giorno…?
Ho…litigato
con mia madre…» confessava la ragazza nonostante
fosse
arduo per lei e le lacrime fossero alle porte «Non abbiamo un
posto dove andare…»…«Ma
sì, ma
sì, entra pure!» si afferrò a dire Wong
visibilmente partecipe «Entrate, questa è casa
vostra!»…«…la ringrazio di
cuore!» fece
Rea, e quando mise piede nel corridoio il pianto proruppe, e non vi fu
modo di arrestarlo…
«Che
cosa è successo…?» chiese Wong
appoggiando il capo
sulla spalla di lei, che lo superava lievemente in altezza, cercando di
consolarla «Ah, figliola…voi non dovreste avere
questo
destino. Tu e il mio nipotino non dovreste…vagare da soli,
nella
notte…»…«Ah, signor Wong la
prego!...mi
abbracci come una figlia! Ho bisogno di sentire l’affetto di
qualcuno…mi sento così
sola!!»…«Sta
calma.» sussurrò lui fermo e pieno
d’affetto mentre
la abbracciava «…non sei sola, non siete
soli…»…«…ho
bisogno…ho bisogno
di sentire quell’amore con cui è cresciuto Henry,
ho
bisogno di rifugiarmi…nella sua
infanzia!!»…«…allora hai
scelto il luogo
più adatto. Queste nostre pareti…hanno visto
crescere il
nostro caro bambino.» …mentre gli occhi di Benji
vagavano
tra gli angoli di quel luogo, ed anche lo sguardo di lei non aveva
esaurito il suo bisogno di ricerca…
…si
affacciò anche la signora Wong. E quando vide Rea, le
camminò incontro tendendo quella mano che la ragazza
raccolse
delicatamente
«Signora…»…senza dire nulla,
quella nonna sorrise nella commozione e desiderò accogliere
il
nipotino fra le braccia «Finché ci saremo
noi…» disse Wong «…senti pure
che tu e Benji
non correrete alcun pericolo.»…«Vi
ringrazio! Non
immaginate…quanto questo sia importante per me!
Io…
…in
questa casa ho posto un frammento…pulsante…del
mio
cuore.» confessò Rea nella sincerità,
portando le
mani al petto e respirando profondamente…
«WooooooooooOOOOOoooow-uuuhhhhhh!» si spalancava la
porta
di un’altra casa «La comitiva più
frizzante
e…genuinamente zuppa ritorna alla baseeeEEE! Chi viene ad
accogliere i coraggiosi eroi?!»
…e si udivano
due voci, di bambina e di bambino «Mamma,
finalmente!»…«Mammina, sei
tornata!!»
…mentre Henry
faceva ingresso un po’ timidamente, così che i
suoi occhi
grandi potessero con discrezione esplorare quell’ambiente
familiare e confortevole.
«Io!» si
udì una vellutata voce femminile «Io
sarò la prima
a venirvi ad accogliere.»
Henry si volse, e vide oltre
la porta rimasta aperta «Aki!!...scusa, pensavo di passarti a
salutare ma Violetta ha comprato alcune cose per preparare la cena,
perciò le stavo dando una mano con il
carico.»…«Non
preoccuparti…» fece Aki,
accennando un grazioso sorriso «Sono contento di vederti qui
una
volta tanto non per l’analisi ma per divertirti.»
Violetta li
raggiunse «La dottoressa Myiamoto, come staaa?!! Ma lo sa che
noi
volevamo farle un colpetto al
campanello!»…«Sì, Henry me lo
stava
spiegando.»…«Solo che ci vede?!
Grondiamo acqua da
tutte le parti: Henry ma fai come se fossi a casa
tua!»…«Lo…sto facendo
Violetta, ti ringrazio.
Poggio qui
l’ombrello?»…«Sì,
sì,
noi ne abbiamo una marea, se riesci a infilarlo perché il
portaombrelli è stracolmo, ci sono tutti quelli dei
bambini!»
«Tu sei
Henry?» chiese la voce pacata di un bambino. Il giovane
alzò lo sguardo, e c’era anche una bambina
«Mamma ci
aveva parlato di te. Ma non ci aveva detto che eri così
carino!»…«Oh…ma no, per
carità. Tu
devi essere Mya.»…«Uhm uhm!»
si
pavoneggiò quella bambina di statura piccola ma dal fisico
esile
ed elegante, e dai lunghi capelli castani.
Il bambino sembrava
più timido, si sfiorava le labbra ma sembrava stentare ad
iniziare una frase. Era molto grazioso, dai lineamenti gentili e un
caschetto di lisci capelli castani. Henry restò intenerito
dalla
sua insicurezza e si chinò su di lui con espressione
cordiale
«E tu devi essere Lotti.»
Il piccolo
annuì…nell’accenno di un lieve ma
luminoso sorriso
«Non dovete stupirvi, la vostra mamma mi ha detto i vostri
nomi.»…«Sì, lo so, lei parla
sempre a tutti
di noi…!» riferiva la piccola Mya che sembrava
contraddistinta da un fare un po’ vezzoso «Che
classe
fate?»…«Io la quinta elementare, Lotti
la
prima!»…«Henry!» qualcuno lo
chiamò e
lui alzò lo sguardo «Oh?
Taisho!»…«Insomma, ti hanno
già catturato: i
bambini sono così.» fece il biondo uomo accostando
a
sé quei figli di cui sembrava orgoglioso, ed anche loro
sembravano felici di stare in sua compagnia.
«Ha veramente
dei bambini bellissimi, signora Yusaki.» diceva Aki, e
Violetta
replicava con il suo consueto, ridente e aperto «Grazie,
grazie
troppo gentile! Senta, ma sa che stavo pensando, dopo
tutto?...!»
«Ho parlato
molto loro di te. Oh beh anche Violetta, senza dubbio!»
spiegava
Taisho e Mya interveniva «La mamma parla a macchinetta! Si
innesca e non la finisce più: nessuno ha il potere di
fermarla!» ma il padre scherzò «Ah, e tu
signorinella? Ti credi tanto diversa?» In risposta ebbe un
sorriso lucente e furbo, mentre Henry...faceva assorti i suoi occhi
«Si vede proprio che state bene assieme. Voi siete una vera
famiglia felice.»…«Ahah, beh!
Riconosciamo di essere
molto fortunati, in un mondo…dove ci sono tante divisioni e
fraintendimenti…»…«Puoi dirlo
forte!»
ribadiva Henry sinceramente partecipe…e tornava a scrutarli
come
se di quell’affresco avesse bisogno…
«Perché non resta a cena anche lei, da noi?! Tanto
io
pensavo di preparare qualcosa…di sfizioso, ho comprato cibo
per
sfamare un villaggio intero se lei vuole favorire mi farebbe piacere
del resto siamo vicine di appartamento poi lei è amica di
Henry!»…«E’
gentile.» sorrideva
cortesemente Aki «Ma non vorrei
disturbare.»…«Ma che scheeerza?!!! Su,
non faccia la
difficile, venga!» Violetta la afferrò per il
braccio e
praticamente la trascinò «Oh, se
insiste…»…«Ma sì,
del resto è
un occasione per farci una bella chiacchierata…(!!!)
»
…ma su quella frase negli occhi di Violetta
sembrò
passare fulmineamente un’allusione incomprensibile, che fece
serio di colpo il volto di Aki…per poi riproporsi nel suo
sorriso, mentre Violetta completava «…tante sono
le cose
che avrei voluto chiederle da un po’ ma lo sa
com’è,
manca sempre il tempo, ci si incrocia di sfuggita poi lei è
una
psicologa, sa, domande…sull’età
evolutiva! (!)
»…«Dei
bambini.»…«Eh, sì,
dei bambini! (!) »…«…a sua
disposizione,
signora.»
Henry riferiva
«Io credo di avere molto da apprendere…la vostra
quiete mi
farà bene.»…«Oh! Se per te
è
“quiete” lo schiamazzo ininterrotto dei
bambini!»…«Papi…che vuol dire
“schiamazzo”?»…«Quello
che fate sempre
tu e tua sorella, brutto birbone: sempre a litigare e a strapparvi le
cose di mano, i giocattoli, gli apparecchi elettronici e persino il
gatto!» con una spettinata affettuosa dei capelli mentre
Violetta
annunciava «LA DOTTORESSA RESTA A CENA DA NOIII!!!»
«Aki!» si stupì Henry, e questa si
avvicinò
«A quanto pare non riesci a liberarti facilmente di me.
Sarà un’occasione per vederci…diciamo,
in altre
vesti. Può rivelarsi
istruttivo…»…«Uhmuhmuhmuhm!»
giunse
Violetta abbracciando Aki per le spalle «L’abbiamo
sequestrata, questa dottoressa! Del resto è talmente
simpatica
che io, anche se non l’ho mai avuta a cena, mi sembra di
conoscerla…da sempre! Ahahah!
Vero?»…«…ma certo.»
rispose dolcemente
Aki.
Presso le buie
segrete del palazzo reale a Digiworld, Kazu stava rimboccando le
coperte dell’orsetto vicino a lui nel letto quando si
udì
chiamare «Kazu---ptsss! Kazu!» sicché si
alzò
«Oh?» e avanzando verso la luce soffusa emanata
dallo
spiraglio della porticina
«Diamon!»…«Che ti ho
svegliato? Ho svegliato il
MudFrigimon?»…«…che ci fai
qui?»…«Sono venuta, ho disceso le scale,
niente di
anomalo!»…«E…
…lui?»…«Uh?»…«…Sandmon.
Pensavo fosse con te.»…«Ma tu non
l’hai
visto?»…«Io? No…veramente fra
me e lui
c’è…su per giù
l’intero palazzo. Per
fortuna, altrimenti si finirebbe a botte! Però questo sta a
dimostrare che io sono soltanto…un clandestino. Fino a
scadenza
da definirsi, mentre lui è l’ambasciatore del
Supremo.
Nonché…» …alzando
lentamente degli
occhi eloquenti su di lei «…nonché? Un
rude!»…«…sì, ma io
intendevo-»…«Un individuo senza
delicatezza.»
confessava lei ma con la sua consueta schiettezza senza veli, del tutto
spoglia degli atteggiamenti viziati e un po’ altezzosi tipici
di
una principessa «Non ti dico quanto mi stringe la
mano.»…«Ti maltratta?! Ti fa del
male?!»
esclamò Kazu aggrappandosi istintivamente a lei, ma
tirandosi
via il secondo dopo accortosi dell’errore, cosa di cui invece
lei
sembrava non aver affatto risentito «No no, ma
io…non me
lo faccio fare. Tu non lo immagini, ma lui non mi conosce: io non sai
quanti dispetti gli posso fare se supera il limite, eh? E
poi…c’è mio
padre.»…«Tuo…padre?»…«Sì,
lui mi protegge, non permetterebbe a Sandmon di farmi del
male.»
Kazu sorrise, pensando
forse a qualcuno che gli era molto vicino, e commentò
«…che bravo padre che è Cyclemon. In
realtà…
…tutti i
figli meritano dei genitori che li proteggano!»
…al
che gli occhi verdi della ragazza dal volto di diamanti si posarono su
quell’orsetto che ronfava dolcemente sotto la coperta
«…si è
addormentato…?» sussurrò
Diamon, e Kazu spiegò «Era proprio
stanco.»…«Shhh!...allora non
disturbiamolo. Vieni
fuori.»…«Oh? Ma sei sicura che
questo…non ti
comprometta?!»…«A me? Perché
dovrebbe
compromettermi. Sono la fidanzata
dell’ambasciatore!»…«Eh…appunto.»…«E
allora? Con questo non sono più una persona libera, non
posso
più uscire di notte e mettermi a girare?» Il
giovane
assunse allora espressione incuriosita
«E’…stato un
caso o ti sei definita come una
persona?»…«Io?...!...
…lo so
hai ragione forse ho sbagliato, avrei dovuto dire
Digim-»…«No!» lui la prese per
le spalle,
stavolta senza timore «Non intendevo
questo…bensì
il contrario! Tu…sei così simile a noi esseri
umani…l’ho notato fin dal primo
momento…»…«Sarà
che la mia mamma era
come te. Una di voi…» fece lei sfiorandogli la
maglietta,
e sussurrando «…per questo mi emoziona tanto avere
accanto
un umano…» alzando lo sguardo per guardarlo dritti
negli
occhi «…sapere di più sul vostro
mondo.»…«…non mi
dirai…che anche
tu…
…come me ma in
senso inverso…sei cresciuta con la curiosità di
esplorare
il nostro
mondo.»…«Seeempre!»…«Ahah!
E
avevi anche le carte di noi esseri umani, magari?»
Diamon gli fece cenno di attendere, lui colse subito e
annuì…
…la ragazza
chiuse gli occhi…irradiò lo scenario col bagliore
di una
sfera di luce tra le sue mani…
…decretando la
caduta di un mucchio di bigliettini «Uhm!» il
ragazzo
sussultò e subito si piegò per aiutarla a
raccoglierli
«Ecco: prassi consolidata! Ti pare che non li devo far cadere
tutti?»…«Che cosa sono?
Oh?»…«…schizzi. Li faccio io.
Uomini. Donne,
ragazzi, ragazze, bambini!»…«Disegni
benissimo!...ahahaha! Mi piace il tuo
stile.»…«Io
non mi ritengo una pittrice
esperta.»…«Pittrice no!
Ma…assomiglia allo stile dei nostri fumetti e cartoni
animati!»…«Davvero? Grazie, per me
è un
bellissimo complimento!»…«Sono
sincero…»
Kazu
contemplava quei disegni, che effettivamente richiamavano alla mente
senza un secondo di ritardo i soggetti delle avventure
televisive: occhi grandi, espressioni vivaci, uno sguardo pieno di luce
e di sogni «…è
incredibile…quanto mi
è familiare questo modo di concepire gli esseri
umani…» commentava il ragazzo…e Diamon
lo fissava
«…anche a me. Ho sempre pensato che voi
foste…
…creature fantastiche. Pieni di sogni da realizzare. E buoni
e
dolcissimi
sentimenti.»…«Oh…non
è
sempre così. Esiste tanta crudeltà…la
vita vera a
volte differisce molto dai cartoni. E la luce negli occhi di noi
uomini…donne…ragazzi, ragazze, addirittura
bambini!...finisce per spegnersi per tante cause
diverse.»…«Non dovete
arrendervi!»…«…lo so, ma
è
difficile.» spariva un po’ lo sguardo di Kazu sotto
la
falda, ma Diamon lo trattenne per la mano «…dovete
farlo
per noi Digimon. Noi ci saremo sempre, anche se non ci vedrete. Noi
siamo una realtà che voi non potete permettervi di
accantonare!
Abbiamo bisogno…di vedervi continuare a sognare.
Così
aiuterete…anche noi, a farlo! E il nostro mondo
seguiterà
a girare parallelo al vostro. Una mano…muove
l’altra,
è come una catena di gesti, io aiuto te, tu aiuti me. In
questo
modo, soltanto così, non ci sono scuse!...
…sarà possibile impedire reciprocamente ai nostri
mondi
di…cadere, e spiaccicarsi sul suolo inesistente
dell’infinito.»…«…lo
sai,
Diamon?»…«Che cosa?»
piegò il capo lei
«Delle volte…mi sembra che sia stata la mia mamma
a
mandarti da
me.»…«Ohh…?»
indietreggiò sofficemente lei, e si portò un mano
al
petto accennando «E-E…se
fosse…così?»…«Come…?»
mormorò lui la cui voce stava morendo, assorbita
dall’emozione «…se non lo sapessimo e
lei…
…avesse voluto…
…che noi…
…no:
cancella!» fece poi d’un tratto, riprendendosi in
fretta
seppur con garbo i suoi disegni
«Ma…cosa…?»…«Lascia
stare! Sto
dicendo
sciocchezze!»…«Perché?»…«Perché
mi permetto di parlare di una cosa che non conosco!
Scusa…e-ecco, lo vedi poi come finisce?!»
Diamon
aveva le lacrime agli occhi…e si impegnava
nell’ardua
impresa di raccoglierle con la punta delle sue unghie smaltate di
argento, per non scomporre il trucco «…ma tu stai
piangendo!»…«Ehhhh!...nevica, domattina
troviamo
tutto imbiancato!»…«Magari fosse
così!»
esclamò lui in un moto di entusiasmo, e lei
sussultò
«Cosa?!» distraendosi per un attimo anche dal
pianto
«Magari potesse essere…tutto coperto di neve, qui
e nei
dintorni! Ti immagini?! Magari potesse ricominciare
l’anno…là, dove si era
interrotto…
…era
ancora…inverno…quando siamo stati separati dai
nostri
Digimon! Magari si potesse comprimere il tempo e
quell’inverno
prima di lasciarci definitivamente potesse ancora
regalarci…un’ultima bufera di neve! Ti immagini
tutti i
Digimon qui a palazzo, quanto si divertirebbero! E i bambini?
Potrebbero giocare a palle di neve, sarebbe
meraviglioso!!»…«Uuuuuhhhh!!!»
si portava lei
le mani alla bocca «Io penso che se c’è
una che
adora la neve quella sono io: non c’è niente da
fare, mi
comanda senza che io possa opporre resistenza, mi riporta
indietro!»…«A chi lo
dici!!»…«Mi
fa regredire ad un’età
cerebrale…pfffff,
ahahahahahah!!! Livello-settantesimo stadio col meno
davanti!»…«Ahahahah! Ma tu Diamon, a
proposito a che
livello sei visto che sei un
Digimon?»…«PffffffFFF!!!»
arginava a stento il
suo riso con le mani, e scuoteva il capo «Non lo
sooo…»…«Come?!»…«Non
me lo
chiedere mio padre mi fa una testa così col fatto che io per
essere responsabile dovrei sapere il mio livello ma è
più
forte di me, faccio una conclusione tale con queste cose che a quel
punto me ne frego, dico…sono superiore, quando
sarò
passata di livello sarò: tal dei tali Digimon! Di
livello---sopra a quello di prima, basta, ma perché non
è
una definizione
esauriente?»…«…
…AHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!»…«Sono
un po’
comica? Noooo!»…«Sei una
forza!!» disse lui
con sguardo vivo e acceso «Lo pensi davvero? Io a volte
prenderei
un’arma…delle nostre, tipo…un bazooka
colossale,
grosso così e mi
sparerei!»…«…e poi
chi pensa a restituirci il
sorriso?»…«Uh?» le
mani di lei calarono di scatto, scoprendole le labbra
«…già, e dopo che tu ti sei sparata chi
ci
ridà la sensazione che possiamo sognare ancora? Che la
nostra
vita…non è solo un buco nero di problemi, e
amarezze.» rientrando di qualche passo nelle segrete, sotto
il
buio…
…ma
lei lo seguì, ponendogli la mano sulla spalla ed esortandolo
a
volgersi verso di lei «Voi portate dentro quella forza che ci
fa
nascere. Come sono nata io, da un Digimon, e da un essere
umano.»…«…è
vero…anche
Guilmon…il Digimon di Takato…ricordo a perfezione
che
nacque dal suo fervido desiderio di vivere un'avventura assieme ad un
amico speciale! Che del resto era quello che avevamo
tutti.»…«Ih!! Guilmon?! Ma non
è
forse…?!!»…«…lo
so. Il nome…di
quella creatura nascosta…che gira per questo
palazzo…avvolta in un manto scuro.» Diamon si
copriva di
nuovo la bocca, e Kazu spiegò «E che si fa
chiamare
“Supremo”…ora ascoltami: non ho idea di
chi ci sia
dietro quel manto…
…ma ti posso assicurare che per quanto paradossale possa
essere,
io vi riconosco qualcuno che è stato un frammento
estremamente
importante della nostra avventura di allora…della vita di un
mio
caro amico…e della mia: il Digimon che mi fece sorgere il
desiderio di diventare domatore portava lo stesso nome del misterioso e
sfuggente Supremo di questo palazzo…
…Guilmon…»
Diamon, a metà fra l’ombra e lo spiraglio di luce
filtrante dalla porta socchiusa, era attonita…
«…Takaaato…» mormorava una
voce un po’
nasale e gracchiante nella notte del palazzo, tendendo le zampe che
sbucavano dal nero del suo manto. Ma quegli artigli affilati si
facevano vicini al volto…di una statua. Sì, nel
buio
corridoio era la candida scultura di un giovane dal gentile aspetto ad
attirare quel draghetto incappucciato che mormorava «Hai
voglia
di giocare un po’ con me?...
…Takato!...ohh…come sei bello…sei
diventato
grande…che muscoli che hai, però hai sempre lo
stesso
sorriso di allora. Allora mi hai dato ascolto! Mi hai aspettato,
com’è dolce la tua
espressione…»
Gli occhi di
Guilmon sembravano socchiusi, come in un lieve sonno che lasciava
filtrare non più di una linea sottile di quel giallo acceso
del
suo sguardo…
…i suoi
artigli carezzavano il liscio volto della statua…ma il
Digimon
era così preso che non si accorse di essere spiato:
N’Emo
sbucò dalla porta della sua stanza «D’un
tratto
Guilmon si è alzato ed è uscito: che gli
sarà
preso? Oh!»
…sicché i suoi occhi rossastri si posarono sul
candore
della statua, statua il cui viso era carezzato con tanto amore dal
draghetto digitale, che provò a saltare
«Ohp!...ohp!» per arrivare a sfiorargli la
frangetta
«Sei diventato tanto alto che non riesco a spettinarti come
facevo un tempo, Takato. Ahah, vediamo un po’, che giochi
possiamo inventarci?...mmm, lascia che ci pensi…»
…lo
sguardo di N’Emo si fece progressivamente più
sconcertato…
«Sono
sgattaiolato dal mio covo. Perdonami se sono giunto da te nella notte,
ma ti assicuro che non mi ha visto nessuno: avevo una voglia matta di
giocare, e stavo sognando che delle creature malvage ci dividevano!
Hanno detto che non ci saremmo mai più rivisti…
…ma io li
ho uccisi!! Grrr!!» lasciando intravedere per pochi istanti
una
luce di fuoco tra le sue fauci…e una luce d’odio
nel suo
sguardo…mentre N’Emo si portava agghiacciato la
mano al
collo…
«Perdooonami…!...non mi piace fare il Digimon
cattivo ma
ti assicuro che quando mi hanno parlato male di te non ho saputo
resistere. Nessuno può osare soltanto alzare la zampa su di
te…ahhh…amico mio…mio
Digimon Tamer, sono
fandonie quelle storie che dicono che io ho un altro domatore, tu sei
l’unico: ora che sei grande nessuno deve graffiare questo tuo
viso perfetto…io lo incenerisco con la mia pirosfera!!
Ahahaha,
da spassarsela! Cadranno le sue ceneri davanti ai miei occhi, non lo
trovi anche tu divertente?»
…la
statua rivolgeva immobile il suo dolce sorriso…forse
più
che d’allegria o felicità poteva definirsi
un’espressione di pietà…
…un
candido giovane, dall’aria infinitamente
compassionevole…
…mentre inorridiva ogni istante di più quel
ragazzino dal
pigiama nero…
«…noi due siamo fatti per stare assieme per
sempre! Oh
Takato non sai quanto ho sofferto quando mi hanno separato da
te…!...
…non lo puoi immaginare, perché non
l’ho mai
confessato a nessuno! Un sorriso un giorno, una zampa offerta
l’altro, cercavo e cercavo di ricostruirmi un avvenire, con i
miei amici al villaggio, ma giorno dopo giorno la nostalgia da te mi
consumava, rendendo straziante ogni alba e ogni tramonto,
ingoiandomi…!...in una voragine nera che sempre
più mi
portava via dalle amorevoli voci che invocavano il mio nome,
perché volevano salvarmi! Poveri…cari amici
Digimon, loro
non hanno colpa. Mi hanno sempre voluto tanto bene, ma è
terribile essere separati dall’amico più caro che
si ha,
dal primo e unico volto che si scorge quando si inizia a esistere e
tu!!...sei stato questo per me. Bambino mio…eroico domatore,
dolcissimo Takato…il tuo Digimon è morto
lentamente negli
interminabili minuti che scandiscono dieci, lunghi anni! Ma
perché chi ci ha creati non ci ha permesso di restare
vicini?
Perchééé…chi ci ha regalato
tali splendidi
ricordi ci ha poi diviso così spietatamente?! Era troppo
presto,
povero me…
…troppo
forte e tenace…il cuore dei miei amici in confronto al mio,
loro
hanno trovato una ragione per vivere.» aggrappandosi alle
mani
del giovane di pietra, per innalzarsi «Io ho solo
finto!!...ma
non mentivo, facevo del mio meglio! Però ora che ti vedo di
nuovo…ora che posso finalmente guardarti negli occhi, adesso
che
scorgo quel tuo sorriso inconfondibile…mi rendo
conto…
…che il dolore è un caos insensato e
vorticoso…e
non ha alcun senso se non il dolore in sé…
…la
separazione…è l’antitesi
dell’amicizia. Il
contrario della felicità…»
«Pensa ancora a lui…
…!!!» N’Emo faceva il suo volto
contratto di rabbia,
stringendo più che poteva il suo nero Digivice
«E’
stato inutile stargli alle costole e portarlo al palazzo, la mia
presenza e questo posto di potere non riescono a togliergli dalla testa
colui che è stato il suo unico e leggendario amico!!...ancor
prima di essere leggenda come domatore di Digimon…»
«Takaaato…» ripeteva Guilmon con quello
strano
sguardo semiassonnato…«...mi sono innamorato, lo
sai? Tu
sei il primo a cui lo confido…l’ho vista solo un
paio di
volte…ma mi è entrata nel cuore dal primo
istante…forse sto crescendo
anch’io!...Takaaatooo…» sfumava
sottile…
…la statua seguitava a sorridergli con compassione,
antitetica
all’odio negli occhi del ragazzino dai capelli neri
«Occorre che trovi una soluzione quanto prima!»
«E questa…è per Takato!
Ahahaha!» Cindermon
scagliava con una schicchera un dolcetto colorato in faccia al ragazzo
che «Ough…!! Ahhh, ma la vuoi
smettere!»…«Ahahah!
Cos’è, ti si
graffia il bel visino!»…«Questa sera sei
più
molesta del solito!»…«Mmm!» fu
la linguaccia
in risposta, ma in risposta alla linguaccia le arrivò un
altro
dolcetto «Beccati
questa!»…«Ahiaaa! Ohi mi
vuoi ciecare un occhiooo?!»…«Oh!
Ragazzi, un
po’ di contegno!!»…
…esclamava la signora Mie con quelle piuttosto frequenti
mani
sui fianchi, mentre Takehiro borbottava
«…addirittura
tirarsi la roba da mangiare, sembra proprio che siate tornati
ragazzini! Non vi rendete conto di stare a tavola?» Speculare
risposta: «E’
Cindermon!»…«E’
Takato-» con schiaffetto di lei sulla mano di lui
«Ohi: che
dici come CAVOLO mi chiami CINDY è il mio
nome!»…«E io che ho
detto?!»…«Insomma!!»
…ritornava alla
carica la madre «Non siete nemmeno contenti di essere
ritornati a
casa completamente zuppi?! Siete stati fuori fino a tardi a far
cosa?!» e Takehiro «Avete fatto freddare la
cena!»…«E avete sporcato casa con gli
schizzi, avevo
appena pulito!»…«Fa nulla: Takato
pulisce
tutto!»…«CHE COSA?!»
balzò in piedi lui
«Perché lo dovrei fare io,
sentiamo?!»…«Ptsss-perché io
ti ho salvato il
BEEP in battaglia.»…«Grrr,
rrricattatrice!»...«Acc,
ahi!»…«Takato,
insomma!!...
…addirittura alzare le mani su una
ragazza!»…«…vorrei vedere te
al mio posto,
mamma, mica sei tu a
sopportartela!»…«Niente scuse!
L’etica è etica!»
…mentre Cindermon si sbracava sul tavolo…e per la
prima
volta se la rideva a crepapelle, tanto da socchiudere gli occhi in
un’espressione birbante, e forse definibile come
autenticamente
beata…
Takato
sospirava, borbottando «…in dieci anni si
è alzato
alle stelle il prezzo delle digievoluzioni Matrix, in passato era
più modico! Meglio che mi dia una mossa, prima che i miei
genitori mi sbattano via di casa a causa sua: mamma, vai a letto, ci
penso io a lavare i piatti e
il…»…volgendosi con
sguardo ardente «…MACELLO che ha fatto questa
qui!»…«Eh! Sarebbe anche ora,
Takato!»…«Sarebbe anche il
caso!» fecero eco
rispettivamente madre e padre, Mie aggiunse, sfilandosi il grembiule
«Io…puf! Penserò a dare una spazzata
qua per terra,
solo guardare in basso mi fa sentir…mi fa sentir
male…»…«…?! Mamma,
che
cos’hai?!» si volse di scatto il giovane, e la
madre
appoggiandosi sulla scopa «Niente…figliolo non
preoccuparti, è la mia pressione.» ma fu raggiunta
a passo
deciso da Cindermon (canzone: S
Club 7 - Show me your colours)
«E’ anche un altro problema: questo coso che tiene
in mano
senza un senso apparente!»…«Eh,
è la scopa,
ci devo pulire…»…«Che
è la scopa lo
vedo anch’io! Ma vedo anche che CINDERMON ci deve
puli-»…«Come hai
detto?»…«EeeEEEEE! Cy-Chy-c-come caspita
era
C-Cind-»…«Cynthia…ma no, dai,
non
disturbarti.»…«M-Ma che disturbo certo
che lei ha
proprio la testa dura, il sangue non è acqua-m-mi dia questa
scopa!»
…mentre Takato, che aveva già aperto
l’acqua per i
piatti e si era riempito le mani di detersivo, si volgeva
allibito…
«Cindy,
ma…? Sei sicura?» chiedeva Takehiro «Non
preoccuparti troppo, dopo tutto…qui sei un ospite: ci
penserò io o…TAKATO, a cui non farebbe male,
qualora tu
fossi stanca!»…«Ahhh, ma allora non
avete ancora
capito!»
…e
dichiarava con il sorriso e l’espressione lucente
«A me
piace lavorare! Non sono una ragazza pigra e indolente! A me
piace…ribaltare mezzo mondo ma non solo per mettere nei
casini
gli altri! Anche e soprattutto per aiutarli! Mi dia la scopa, signora
Mie!»
…e questa, con
una buona dose di stupore che offrì al marito in uno
sguardo,
lasciò la scopa alla ragazza, che fece
«Buonanotte,
buonanotteee!» iniziando a spazzare di qua e di
là, per
poi esortarli con battito di mani «Ohi, prego andate a letto!
Qui
non siete più necessar-CIOE’! No per
carità non
fatemi dire cose-»…«Ho
capito…» faceva
Mie avvicinandosi «…non preoccuparti. Mi sono
chiare le
tue intenzioni. Però…» aprendosi in un
sorriso
velato d’affetto «…mi
stupisce!»…«Perché…?»
faceva la
ragazza scrollandosi il ciuffo con spigliata umiltà, e Mie
replicava un po’ timidamente «No è vero
in
effetti…non dovrebbe visto che lo hai già fatto
stamattina, però…bisogna anche ammettere che non
si
trovano facilmente giovani volenterosi e
disponibili.»…«Ma io credo che tutti i
giovani
abbiano cose da esprimere e voglia di fare, però,
però…a volte gli manca quella scintilla, ecco che
cos’è! Non hanno un sogno da realizzare E LO
CREEEDO, il
mondo sembra così DEPRESSO però basta guardare
dentro con
la lente di ingrandimento: ognuno, fidatevi signori Matsuki, ha la sua
Cindy nel cuore!» battendosi sul petto «Anche se
non se ne
accorge.»
…e nello
stupore più enorme di Takato a cui grondava la schiuma dalle
mani…suo padre mise amichevolmente il braccio sulla spalla
di
sua moglie e commentò «Mie…e se
avessimo trovato
proprio noi una di queste giovani rare e piene di volontà, e
l’avessimo in casa?»…«Uhmuhm!
Datemi
un’opportunità: non ve ne pentirete!»
«Impossibile…» mormorava Takato
«…questa è più incredibile
ancora della
digievoluzione Matrix! A loro piace! Zitta zitta quatta quatta e
FURBA…com’è sempre stata li sta
conquistando. Se li
sta…!!!...
…allisciando, mi
stropiccio gli occhi perché non ci cred-ahhh! Brucia! La
schiuma…!» sgrullandosi le mani «EHI
MA---CHE FAI ah
ma guarda sei un disastro!! Uhmuhmuhm!» additò
lei, ed
anche Takehiro «Ah, Takato ma che si deve fare con te: con la
casa non ci sai proprio
fare!»…«…è
senza speranza Takehiro, andiamo a
letto!»…«M-Ma…!!»
…la
ragazza digitale però gli passò accanto,
sfiorandolo col
dito ed espressione soddisfatta «…non temere per
lo sporco
in casa tua…c’è Cindy-lo smacchiatutto,
che lo fa
tornare brillante!»…«…grrr,
CINDERMON!!»…«Almeno adesso siamo
soli!»…«IO-TI-DETESTO!»
inondandola di schiuma
«E io di
più!!»…«Waahhh!!»
ficcandogli la testa nel lavandino «Ahahahah!» (fine-canzone)
Buio e silenzio
carezzati dal sussurro «…sei bianco come se ti
avessero
strofinato ben bene, Takato…»
…e la statua
non si dimenava, né faceva dispetti, ma soltanto continuava
a
guardare con occhi di pietà «…e sei
anche…tanto freddo, perché amico mio?»
Mentre
N’Emo si decideva ad avanzare con sguardo
tagliente…
«Sei
pallido e freddo, perché non ti muovi? Non ti va di giocare
un
po’ con me?»…«Forse non ne ha
voglia!»
«Ohh…?» fece Guilmon assorto
dopodiché in una
sgrullata fulminea riprese il suo sguardo naturale
«Ohh?...che ci
faccio qui…?» disse pianissimo, guardandosi le
zampe,
mentre N’Emo affermava «Forse è
cresciuto, e gli
interessano solo passatempi da grandi! Non ha più alcun
interesse per i giochi da
bambini!»...«Ahhh!!»
Guilmon sembrò inorridire, e si strinse saldamente al
cappuccio
nero, indietreggiando nervosamente con lo sguardo di una belva feroce
«Che-Che cosa vuoi?! Come ti permetti di spiarmi, da quanto
tempo
sei
qui?!»…«Uhmuhmuhm!»…«…esigo
che mi lasci libero! Ho bisogno di alcuni momenti per star solo, chiedo
forse
tanto?!»…«Ooaaaahhh…»
N’Emo
sbadigliò e si stirò «…oh
no, no di certo
Guilmon. Solo che sei uscito dalla stanza senza dire niente, avevi una
faccia…perciò sono venuto ad accertarmi che non
ti
sentissi male…» “…allora mi
è capitato
un’altra volta, dannazione, non è
possibile.”
chiudendo gli occhi e chinando il capo “…ho
ricominciato a
parlare e a camminare nel sonno. E’ un problema di cui ho
iniziato a soffrire da quando sono tornato a
Digiworld…”
rivolgendo un’occhiata appenata alla candida statua
“…soltanto i miei stretti amici Digimon ne sono a
conoscenza, negli anni mi ha perseguitato. Ma ora…mi
vergogno
che questa gente lo venga a sapere. Chissà cosa penserebbero,
quando qui per loro devo essere
potente!”…«Grrr, io
non mi sento mai male, ricordatelo!!» …mentre
N’Emo
lo scrutava con lieve ironia «Sono un Digimon leggendario, ho
lottato e sconfitto con la MASSIMA FACILITA’ nemici che ti
farebbero tremare le gambe di paura, e che non sapresti minimamente
come gestire! Per cui vai piuttosto a preoccuparti di non aver bagnato
il letto…!»…«…no,
non ho bagnato il
letto…
…io!»…«UHMF?!!»…«Ahahahahah!»
N’Emo rientrò nella sua stanza ridacchiando,
mentre lo
sguardo di Guilmon si fece agghiacciato…per poi scivolare in
amarezza e tristezza, all’abbassarsi del capo
“Maledetti
tutti, questi oscuri figuri che mi ronzano attorno, è
terribile
essere circondati da gente che non ti conosce e non ti ama,
né
ti rispetta!!”
«…povero
Guilmon…» rifletteva N’Emo nascosto
dietro la porta,
ma la sua espressione da angelica si fece crudele quando estrasse da
dietro il suo pigiama un lungo e affilato coltello «Non
riesce
proprio a rassegnarsi, forse per farlo devo portargli il cuore del suo
adorato amichetto!!» scorrendo il dito senza problemi sulla
lama…
…per poi
guardarselo: niente sangue. Ed il taglio si rimarginò
magicamente.
Guilmon spariva tristemente nel fondo del corridoio…
…e
N’Emo ne approfittava per avanzare verso la bianca statua.
Fissarla con determinazione, per poi scandire «Takato, ti
odio!!»
…immobile quel
giovane di sguardo buono…«Tu hai avuto tutto
ciò
che a me è mancato, e che non potrò mai e poi mai
avere!
La mia fata di notte sparisce e mi abbandona…mentre
tu…non smetti di perseguitarmi!! E di occupare il posto che
spetterebbe a me, nel cuore del mio Digimon!!...e non soltanto
lì…
…prendi!!» …segnando quel
viso con un colpo
di coltello. E poi un altro, ma anche se lo sfregiavano quel ragazzo
non perdeva il suo candore, e la celestiale tolleranza che esprimeva la
sua espressione «Voglio vederti piangere e straziarti,
desidero
vedere il tuo sguardo d’odio!!...
…PERCHE’ NON MI ODI?!...
…solo quando ci
riuscirai ci saremo finalmente scambiati di posto. E solo
allora…io avrò realizzato il mio unico e
più
grande sogno!!»
…sicché
alzò lentamente la sua mano…liberando da essa una
moltitudine di fili simili a quelli della tela di un ragno: avvolsero
la statua, stringendogli saldamente il collo…e facendola
strattonare lentamente oltre la ringhiera che si rompeva.
Fino a che non scivolò dal soppalco.
Cadendo per molti
metri. Fino ad infrangersi a terra, in mille pezzi bianchi.
L’espressione di N’Emo a quel punto sembrava
soddisfatta.
Strinse un pugno di determinazione «Me ne infischio delle
disposizioni di Purplemon! Io non ho mai voluto trasferirmi in questo
castello: andrò sulla terra, non permetterò che
Ufomon e
Gravemon si godano appieno la gloria della conquista dei cuori
digitali! Quello che pulsa più forte spetta soltanto a
me!!» Per poi allontanarsi…
…quella testa bianca era rimasta a terra, fra pezzi sparsi
della
sua linea eroica ed elegante…ma non aveva cambiato
espressione,
e gli sfregi sotto gli occhi sembravano lacrime di
pietà…
…sotto
gli occhi, là dove Takato si sfiorava di fronte allo
specchio in
bagno, mentre sullo sfondo della casa echeggiava ancora la voce di
Cindermon «…e così trascorsi
l’intera serata
accanto a mio padre, per aiutarlo nel suo lavoro!!» e
nonostante
l’ora tarda, sorprendentemente anche la voce dei genitori del
ragazzo «Beh…! Sarà stato molto
orgoglioso!»
affermava Takehiro «Molto! Di certo! Il paparino mi ha sempre
fatta sentire importante, io per lui ero…al
top!»…«Ahahah, sei proprio
unica.» diceva Mie
«Assicurato! A meno che non mi abbiano
replicato!»…«Buonanotte.»…«Buonanotte.»…poi
il suono della porta che si chiudeva, e lei
«’notte,
signori adorati! Fate dei sognetti tutti dorati e sbrilluccicosi eh?
Smack! Ahhh…ahahahah, mi sento rinata, e dire che mi faccio
il
mazzo da…quante ore? Quando mi sono svegliata,
oggi?» e
così via in personali riflessioni…
…ma
Takato pensava «…digievoluzione Matrix. Siamo
arrivati
anche qui. Lo sai, Guilmon…?...
…Cindermon ha fatto la digievoluzione Matrix questa
notte…
…la
prossima…»
…esitò…mentre si
udiva Cindermon canticchiare «Là, là
là-là,
là-lààààà!
Wow!...ahhh,
questa sì che energia-no che devo pure andare a letto,
è
questo il bello! Eh sì! Le ore di sonno…sono cosa
fondamentale altrimenti qui tutta questa energia ce la bruciamo in un
colpo: aaahhh…mmm, no! No, brutto affare: meglio rigare
dritti!
Ehi, ma?...
…ptsss è ancora in piedi?»
«…la prossima…» pronunciava
Takato…e
qualcosa della sua immagine riflessa nello specchio lo intimoriva
«…è la
biodigievoluzione…!...quella che
trasforma…
…il
domatore in un Digimon, che li fonde in un’unica
entità!!» …stringendo gli
occhi…e guardando
verso l’alto con una venatura di pena
«…io non
voglio coprire tutte le tappe con un Digimon che non sia
tu…!...però!...lei…questa notte
è stata
così…!...tanto coraggiosa!!...
…ho
paura…paura che di te mi porteranno via tutto, che
svanirà da qui a poco il ricordo di noi due assieme. Ma non
posso
pensarci…!!»…«Takato?»…«Oh?»…«Non
vai ancora a letto?» fece capolino Cindermon
«…sto
per farlo. Un…attimo
soltanto.»…«Guarda che
se sprechi sonno ed energie, una roba come stasera ce la
sognamo!»
Mie dalla sua stanza
sobbalzò «Oh mio Dio che cosa
significa?!»…«Shhh…calma e
soprattutto
coricati e smetti di origliare: sarebbe assurdo, non hanno avuto
neanche il tempo materiale per mettersi a letto!»
replicò
Takehiro.
«…ne sono cosciente
Cindermon.»…«Mmm,
lo spero!» fece lei allontanandosi nell’eco
«…guarda che mica è tutto dovere del
Digimon: anche
il domatore ha il suo ruolo! E che
davvero-davvero?»…«Non posso
pensarci…adesso
è come impazzire!» il ragazzo si
aggrappò al mobile
che aveva vicino e strinse gli occhi (canzone: Mariah
Carey - Through the rain)
«Concentrerò le mie energie su altro! Ad esempio:
dove
sarà Kenta? Perché lui e Yuki sono scomparsi dopo
la
battaglia…?» mentre si avviava verso la
sua
stanza…
…e non era il solo Digimon Tamer a smarrirsi fra i pensieri,
c’era anche Rika, seduta sullo scalino di legno esterno della
sua
casa in compagnia di Renamon “Chi saranno stati quei due
Digimon
bambini che ci hanno attaccato…? Che cosa saranno in
realtà i cuori
digitali…?” si chiedeva la
domatrice, passandosi la mano tra i boccoli rossi…
…mentre la sua compagna di battaglia dal pelo dorato
contemplava
le stelle “…come starai…?”
semplicemente
chiedeva al cielo “…oggi ti ho sentito in
difficoltà…”
…un
Digimon dalle ali nere planava lentamente sulla torre più
alta
di un convento: non pioveva più ma lui era zuppo,
sicché
sgrullò le sue ali, in un ampio e vigoroso gesto…
…e le
gocce caddero sul Digivice tra le mani di quella giovane dai lunghi
capelli castani, e lo sguardo intenso di determinazione
“…oggi Beelzemon non è riuscito a dare
il massimo
in battaglia. Perché? Devo capirne il motivo. E’
forse
perché io e Mako eravamo insieme a
indirizzarlo…?”
…quelle
goccioline sul Digivice sembravano darle fastidio e ovattarle le
risposte, per cui le cancellò e tornò a
riflettere senza
tregua…
…mentre
Beelzemon si guardava i palmi e stringeva i pugni
“…devo
diventare più forte! Non posso più permettermi
una
mancanza simile, ho la fiducia di due domatori che non devo tradire!!...
…e che per giunta, sono persone a cui
tengo…”
Jeri si apprestava a
montare sulla moto del suo Digimon, infilare il casco, stringere
l’impugnatura, e sfrecciare lacerando la notte.
Ryo si accostava
alla finestra della sua stanza, rivolgendo lo sguardo al suo drago
digitale nero, assorto nel giardino a contemplare la luna tra le nuvole
“A che starà pensando il mio Digimon? Posso
intuirlo…”
“Gelsomon…
…prima mi tradisci. Poi cerchi di eliminarmi. Poi scompari.
Il
che equivale a dire che prima mi tradisci. Poi mi tradisci. E infine mi
tradisci di nuovo. Perché…?...
…magari la luna potesse rispondere…”
“La
luna non può risponderti, cucciolo.” gli parlava
il suo
domatore tra i pensieri, mentre si accingeva ad andare a letto
“Ci sono le nuvole a coprire la sua luce. Anch’io
le chiedo
cose svariate. Del tipo…di chi era la voce della ragazza che
ha
sventato il rapimento di Yuki, quest’oggi? Del
tipo…
…cos’ha pensato, Rika? Di tutto quello che abbiamo
visto e
provato questa notte…?”
“E
tu…?” si domandava Rika incuriosita e senza timore
“…frammento di adolescenza perduta. Che cosa pensi
in
questo momento…? Cerchi forse di interrogarti sul
perché
del destino triste del tuo Digimon…?”
“Del
tipo…” scandiva Ryo nella penombra della sua
stanza…volgendosi nel letto, verso la sagoma del drago nel
giardino oltre la finestra “…perché il
destino
è crudele con te e ti fa soffrire, cucciolo? E’
ingiusto:
hai incantato i giovani con i tuoi globi
perforanti, e il tuo stramitico rivestimento
nero…!”
…ma
che quella notte sembrava nero di tristezza e di dubbio, visione
autentica di un eroe malinconico così concreto e vicino,
altro
che leggenda…
La
cena a casa di Violetta esplodeva nell’allegria, mentre lei
serviva felice un chilometrico timballo sostenendo la teglia con i suoi
guanti da cucina vivaci e colorati: i bambini vi si avventavano sopra
litigandoselo, mentre il padre cercava di separarli redarguendoli
scherzosamente, per poi tornare l’istante successivo a
chiacchierare cordiale con Henry che sembrava vivamente partecipe, come
se stesse lì molto volentieri...Aki sedeva accanto a lui e
talvolta rubava il suo sguardo, quando d’improvviso fra di
loro
balzava un gatto nero dallo sguardo fiero. Taisho sembrava scacciarlo
in malo modo, ma la piccola Mya questa volta rimproverava suo padre, e
suo fratello Lotti correva ad abbracciarsi con affetto e tenerezza la
gattina, come se le volesse un mondo di bene…
…dopo averlo contemplato e aver concordato su quanto fosse
dolce, Henry ed Aki concordavano anche su un piccolo, discreto e
propizio brindisi…che consumavano nell’accenno di
un
sorriso reciproco, discreto come il brindisi al contrario del sorrisone
gioioso e stracontento di Violetta, che non si arrestava mai nella sua
parlantina e nei suoi gesti…
Ma
c’era una casa in cui vi era quiete e solo silenzio. Un bimbo
dai
capelli scuri riposava in una stanza dove vi erano foto di un giovane
che gli assomigliava. Ed una ragazza dai capelli neri sedeva sul letto,
tra i suoi interrogativi che scivolavano dalla mano, come un Digivice
bordato di verde. Mentre merlettata di chiaro era la camicia da notte
che le veniva a portare quella premurosa signora dai capelli corti, a
cui Rea sembrava essere molto grata, ed entrambe si mettevano a
contemplare Benji…ed anche loro riflettevano su quanto fosse
dolce, benché la loro non fosse una briosa festicciola in
famiglia…bensì un sommesso focolare notturno di
speranza
di recuperare di una famiglia i frammenti sparsi…
…il volto
del giovane in quelle foto era nei pensieri dei suoi
amici…Takato pensò
“Henry…” con la
mano sulla porta della sua stanza…
“Henry…” pensava Rika mentre sua nonna
le veniva a
parlare, e lei annuiva dolcemente.
«…Henry,
già e infine Henry.» concluse Takato
«Non mancano
dunque i pensieri per occupare una nuova giornata. Avanti, dunque: and
I live one more day…»
«…and I make it through the
rain!»…«Oh?»
Qualcuno aveva
sussurrato il seguito, ma si ritirò di colpo chiudendo la
porta
della sua stanza.
Takato non sapeva bene se sorridere…
…ma lei
«Uhmuhmuhm!» si copriva la bocca con
l’aria furbetta
di chi mette a segno uno scherzo «Te l’avevo detto
che ora
il tuo ritornello è diventato anche mio,
Takato…»
disse Cindermon con i suoi occhi azzurri verso i sogni del suo
futuro…(fine-canzone)
Ma la
notte non era ancora terminata quando la porta della stanza di Henry si
apriva e
«…Rea!»…«Ahh!...Suzie!!»
…e la piccola Lopmon a dire «Rea, sei qui, meno
male!»
«Scusa se sono
venuta a casa dei tuoi senza permesso, Suzie,
però…!...»…«…lo
avevi, il
permesso.»…«…
…ascolta, ma com’è
andata?!»…«La
battaglia…?» fece Suzie con sguardo consapevole,
chinando
il capo «…è stata dura.» e
Lopmon a
confermare «Ce la siamo vista davvero
brutta!»…«…ve la siete vista
brutta e io non
vi ho potuto aiutare!!» esclamava di frustrazione la giovane
dai
lunghi capelli, ma la sua amica le sfiorava la spalla «Non
tormentarti, Rea!»
Eppure per costei era difficile sbrogliare il nodo al cuore che le
conferiva quel Digivice inerte…«Se Terriermon non
si
trova…tu non puoi combattere!» cercava di
spiegarle
Lopmon, ma Rea ammise «Se Terriermon non si trova, io sono un
nulla come Digimon Tamer, esattamente come lo sono come moglie e madre
senza…!!...di lui.»…«Non dire
così…» la abbracciava Suzie…
…c’era anche la signora Akimoto, ad attendere
timida oltre
la porta della stanza, e infatti Suzie accennava
«…ti
porto anche…una bella notizia…» ma Rea
mugolava
«…non so sinceramente quale possa
essere…»
“Figlia mia…
…!!” giungeva le mani quella signora che alzava
gli occhi
al soffitto perché si sentiva colpevole…
«Il
problema in realtà è che io starei cercando un
lavoro, un
lavoretto anzi meglio! Per dare così un po’ una
mano alla
famiglia perché si sa oggi poi è diventato tutto
caro!» illustrava Violetta a tavola «La scuola dei
bambini,
le tasse, l’affitto, tanto che…anche un uomo che
lavora-Taisho lavora!»…«Sì,
io
lavoro!»…«Ecco appunto ma non basti
Taisho, scusa se
te lo dico, non ti offendere!»…«Gulp!
Cosa
significherebbe che non bastooo?»…«Eh,
che non
basti! Che,
cheee…!»…«Papi!»
intervenne
Mya «Mamma ti stai dicendo che quello che fai a casa non
è
sufficiente! Henry, Aki dovete sapere che non c’è
volta
che ascolta le direttive che gli dà
mamma!»…«Ehm-EHMMM!»
…si puliva la
bocca il biondo e un po’ imbarazzato uomo, ma la figlia era
tanto
spigliata quanto spietata, mentre i due interpellati ascoltatori si
scambiavano uno sguardo divertito «Dovete sapere che lascia
sempre le sue pantofole in giro! Con mamma abbiamo detto che gliele
buttiamo!» e Violetta «Ahahaha, sì, no
infatti, noi
abbiamo ormai deciso che gliele
buttiamo!»…«Sentite
un po’! Cos’è questa, congiura al
femminile?!»
«…papi la vuoi vedere Umi che ti butta le
pantofole…?» chiese tutto gentile e delicato Lotti
sollevando la gatta nera, e il povero Taisho piegò il capo
sconfortato «Ouuhhh!...io ci morirò sotto
l’ossessiva minaccia di quel gatto.»
«Ahah,
comunque…lo capisco.» spiegava Henry che aveva
ripreso
serenità e disinvoltura «Anch’io ho una
sorella.
E’ molto disordinata!» ed Aki, con un sorrisetto di
gusto
«Mentre invece…mi pare di capire che il
“direttore
tecnico” della casa qui è la
signora.»…«Sì sì,
no, sono
io!»…«Mamma è quella che
decide tutto e
amministra la casa!» specificò Mya «Io e
Lotti diamo
una mano. Il contributo di Umi poi nessuno può permettersi
di
metterlo in discussione!!» puntualizzandolo con dito
inquisitore
«Che vorresti dire, signorinella?! Che io non conto niente
per
caso?!»…«Zitto papi, e pensa a rimettere
in ordine
le tue cose una volta tanto!»…«Mmmm!
(voglio
morire!) »…«Papi vuoi vedere Umi che ti
ammazza?»…«Iiiich!!!»
«Comunque…complimenti, Violetta!» si
espresse Henry,
mentre lo sguardo di Aki lo seguiva. La nominata sorrise «Eh,
eheheheheh!!!»…«La tua cena era davvero
ottima: e la
vostra casa…accidenti, non ne vedevo di così
tenute bene
da un sacco di tempo.»…«Sì,
ho fatto qualche
lavoretto qua e là! Queste ristrutturazioni a basso
costo!»…«…con poco riesci a
fare tanto: sei
una donna fenomenale!»…«Eheh!»
ed Aki
confermava signorilmente, pulendosi la bocca con l’angolo del
tovagliolo «E’ vero,
signora.»…«Uhmuhmuhmuhm! No,
sarà che…
…mi
piace!» espresse guardando verso alto con occhi che
sembravano
luminosi di speranza…(mentre sullo sfondo della sala
giocavano
col gatto «Papi, Umi si è spezzata
un’unghia.»…«Per favore, sono
stanco,
mettetelo via quel benedetto gatto e lasciatemi in pace!»)
«…io…amo la vita! Uhm!»
…confessava lei vispamente, sotto lo sguardo ammirato e di
stima
dei suoi due ascoltatori «In ogni sua singola sfaccettatura.
Mah,
sarà per questo che sono come sono! Comunque, ci sarebbe a
lungo
da parlare di me, di questa casa, di come mi organizzo con lo spazio e
col tempo! Tutte queste cose sai, no? Vai di qua, vai di là,
poi
con due bambini è inutile che ve lo dico: io ho sempre la
sensazione di dover stare almeno in due posti
contemporaneamente!»…«E ci
riesci?» chiese
Henry, e Violetta rispose con entusiasmo
«Sì…!!...
…cioè, non nel senso materiale del termine,
ovviamente!
Però per l’ubiquità sono aiutata, e
alla fine per
fortuna riesco a trascinare la baracca! Sapete?!» in una
pausa di
riflessione, in cui i suoi occhi fantasticavano
«…ho
talmente tanti sogni e progetti da realizzare…se fosse per
me
non mi fermerei mai! Per la mia famiglia…»
orientando lo
sguardo verso di loro «…i miei bambini, sarei
sempre in
attività! Uhmuhmuhm! Il mio sogno più grande
sapete qual
è?...
…un mondo migliore!»…Henry ed Aki
sorridevano
«Un mondo dove si possa vivere…in pace, ed
armonia! Dove
tutto assomigli…vedete? A questo momento, a questa giornata!
Un’allegra festa in famiglia! Ohh, a volte mi
chiedo…
…perché al mondo deve esistere la tristezza? Se
si
potesse cancellare con un tocco di bacchetta…tutto sarebbe
più bello! Puf! Ma non parliamo ora di ciò che
non va nel
mondo, piuttosto!...come vi stavo dicendo io ho questo problema del
lavoro, eh sì perché quello che facevo prima
l’ho
lasciato, purtroppo, perché non mi pagavano, le condizioni
erano
insalubri insomma che ve lo descrivo a fare la solita frittata sfornata
per ogni individuo che si dia un minimo da fare! Per
cui…adesso
non lo so, cercavo qualcosa tipo non lo so magari baby sitter! Qualcuno
che ha bisogno che gli si tengano i bambini, perché in
questa
città non si ha mai tempo molte volte gli impegni si
accumulano,
quindi…!»…«Senz’altro
possono esserci
molte persone che hanno bisogno di qualcuno che badi ai loro
figli…» mormorò Aki sollevando
elegantemente un
bicchiere, e volgendo la coda dell’occhio
«…non
è così,
Henry?»…«Oh…sì!»
rispose lui con
una luce negli occhi «Perché tu hai figli, Henry?!
Sì mi pare che mi hai detto…no, poi anche
Taisho…!»…«Sì
Violetta! Sì,
ho…ho un figlio! Si chiama
Benji!»…«Ahahaha,
Benji, che nome meraviglioso!! Da Benjiro, “portatore di
pace”, magari portasse un po’ d’armonia
nel nostro
mondo!!»…«Intanto…l’ha
già
portata nella mia vita!» affermava
Henry…abbassando poi il
capo «…anche se ci sono tanti
problemi.»…«Su con la vita,
Henry!!!»
esclamava Violetta rifilandogli un gesto affettuoso là dove
ogni
tanto lampeggiava la lucetta sul suo petto «I bambini
soffiano
via, i problemi! Ah e se poi il problema è che nessuno
può badargli quando tu sei fuori, ricordati che io sono
sempre
disponibile, eh!!»…«…sei
unica.
Grazie!» si sentì rincuorato Henry.
«Uhmuhmuhmuhmmmm!» ebbe in risposta dalla vivace e
intraprendente madre di famiglia.
«…mamma!» esclamava Rea stupita di
vederla giungere
incontro a lei, guidata dalla mano di Suzie che le sorrideva, e
dall’orecchio di Lopmon «Questo
piccino…si merita
ancora di avere una nonna? Oppure è stata troppo
cattiva?...!
E-E ingiusta?!»
…al che
Rea, commossa, si gettò ad abbracciarla
«Mamma!»…«Figliola, perdonami!
Anche
se…imperdonabile è la giusta definizione per il
mio
comportamento!»…«Che
dici?»…«Soltanto la verità,
lasciami parlare,
te ne prego.» si asciugava gli occhi la signora Akimoto, che
affermò «Ho giudicato ingiustamente i tuoi
affetti, le tue
scelte, e ti ho fatto del male solo perché ero fuori di me
dalla
rabbia.»…«Perché mi vuoi
bene, lo
so!»…«Anche perché noi
genitori siamo tanto
apprensivi! E non mi sono ancora ripresa dall’idea che la
vita ti
ha resa sola, mentre tu…uhhh, dal primo giorno hai
combattuto
come una guerriera. Perché è questo quello che
sei.» sollevandole la mano in cui teneva il Digivice
«Oh?
No, mamma…in realtà credo che quella della
guerriera…» sospirando assorta
«…sia stata
solo un’illusione…per strappare
un’ultimo soffio
d’infanzia a questa vita che invece ci chiede di essere
adulti.»…«No, cara. Scusa se ti
contraddico.»
parlò fermamente la madre della ragazza «Ma
l’infanzia non c’entra quando qualcuno di nobile
d’animo ti salva la vita. E ti restituisce un
futuro…»…«Oh?»
Rea si
stupì. Sua madre si era girata verso Lopmon, e le sorrideva.
La
Digimon ricambiava con espressione gentile. Dopodiché la
signora
disse «Questo aggeggio che io non so neanche usare,
è tuo
e nessuno può toccartelo. Esattamente come…
…Benji. E forse
chissà…anche…il destino lo
voglia? Il cuore di chi hai
scelto…»…«…il
destino lo
voglia…»…«Ma noi possiamo
influenzare il
destino. E come me lo hai insegnato tu, me lo avete insegnato tutte voi
qui: con la forza di
volontà!»…«Oh…?»
a Rea si
illuminarono d’emozione gli occhi, come ad una giovane
eroina…
…quando
«E’ vero.» aggiungeva il signor Wong,
raggiungendoli
in stanza, e svelando «Anche dieci anni fa…ero
già
un uomo e avevo dei figli. Ma ci misi tutto il mio desiderio di regalar
loro un mondo migliore e mi impegnai a fondo affinché
l’oscura minaccia rappresentata dal D-Reaper non scalfisse il
loro avvenire che prometteva di splendere. Forse ho sbagliato in
molto…
…e alcuni
errori non possono più essere riparati…ma credo
di poter
ancora sperare nella felicità dei miei figli, e lottare per
realizzarla. Siete giovani…avete tanta forza nel cuore, e
abbiamo sofferto tutti. L’importante è non
mollare, non
mollare ancora!»…«…signor
Wong…lei ha
ragione…» disse Rea, e Suzie gli
carezzò la schiena
«Papà…lo sai? Qui, con te, con Rea, con
Lopmon…e con la signora…
…mi
sembra davvero di essere tornata indietro.» e poi Rea
«…voi siete andati a Digiworld, Suzie:
è stata una
tappa importante. Noi tenteremo qualcosa di più incredibile:
tornare indietro. Tornare alla felicità del
passato…e
farlo attraverso un futuro di speranza.»
Janyu Wong
alzò gli occhi al soffitto «Mi chiedo se sia
possibile…» ma Rea gli disse
«…abbia
fiducia.» e poi la madre le raccolse le mani «E lo
stesso
tu, cara: ascolta, se io potrò fare qualcosa per
restituirti…» aprendosi in un sorriso
«…quella creatura a cui vuoi tanto bene, non
esiterò un istante!»
Rea sorrise grata «…ti ringrazio,
mamma…»
«Henry, guarda!
E’ una cosa…incredibile ma vera!!»
puntualizzava la
piccola Mya indicandogli il display del computer «Quando vado
a
cliccare lì mi dà tutta una maschera con cose
straaane,
“chiudere il programma se lo desideri”, m-ma che
gli salta
in testa al computer?!» mentre sua madre esortava
«Dai, Mya, non trattenete Henry fino a tardi, che
è molto
stanco!!» ma lui si volgeva con cordiale e disponibile
espressione «Non preoccuparti Violetta, lo faccio
volentieri.»…«Uhmuhmuhmmm!»…«Allora,
Mya, che mi stavi dicendo?»…«Guarda
qui!»…«No, guarda
qui!»…«Lotti,
zitto! E fermo con le mani, sto parlando io con Henry!» ed il
ragazzino gemeva «Però…però
io! Io volevo
fare vedere una cos-»…«La fai vedere
dopo
perché prima è il turno mio e poi di
Umi!»…ed Henry chiedeva «Anche la vostra
gattina hai
dei problemi col
computer?»…«Gattinaaa???
L’hai vista quanto è grossa, Henry?!»
fece Mya con
mimica marcata, e Lotti «Perché mangia tanto,
tutto quello
che le lasci!»…«Uhmuhm, evidentemente ha
fame,
ciò vuol dire che è in buona salute. Allora,
Mya…guarda, questa cosa qui è una sciocchezza.
E’
che in realtà il vostro antivirus è bloccato da
settimane: basta fargli eseguire una scansione.
C’è un
piccolo virus che può cancellare con
facilità.»
«Visto,
bambiniii! Ve l’avevo detto di controllare
l’antivirus!» fece Violetta ma Mya si volse di
scatto
«Zitta mamma, che parli tu che non ci capisci
niente!!!»…«Ahahah…tu te ne
intendi di
informatica, Violetta?» si interessava Henry, e questa veniva
avanti «No, no, su questo in realtà hanno ragione
i
bambini, io sono un disastro col computer! Taisho ha installato questo
nella loro stanza, ci giocano prevalentemente loro solo che questa
maschera bloccante ci stava facendo disperare! Poi Taisho non ha
pazienza, quindi guarda, Henry, ti siamo proprio
debitori!»…«Mamma!! Henry ha rimosso il
virus!!»…«Adesso ci gioco
i-»…«NO! Lotti!! Ti taglio le mani!
Adesso è
il mio turno!!»…«Ma-Ma Umi ha
detto-»…«Umi tu non la sai interpretare
quando
parla!»…«Ma se è il mio unico
amore!»...e intanto Violetta «Bambini, daiii! Su,
non
litigate, un po’ per uno, Mya, Lotti-insomma no ti dicevo
Henry!»…«Lascia stare i ringraziamenti:
questa per
me è roba da niente.
Davvero.»…«Ahahah,
perché tu sei un genio con il computer! Me l’aveva
detto,
Taisho, so che avete
parlato!»…«…ho ancora
molto da imparare. Però mi diverto ad aiutare chi
è alle
prime armi…il mio sogno sarebbe avere accanto i miei figli,
esattamente come ora c’erano Mya e Lotti. Mi
ricordo…noi a
casa siamo stati quattro fratelli, quando eravamo piccoli a momenti
soffocavamo papà alla scrivania, quando lavorava al
computer.»…«Ahahaha, immagino la scena,
tutti
ammonticchiati, questo
computer…immenso!»…«Sì,
più o
meno. Papà ha sempre avuto materiale di prima
qualità: si
è occupato…in passato di molti affari, alcuni di
questi
anche
delicati…»…«Uhm…
…il
tipico computer da servizi segreti! Che emozione!! Ptsss, non lo
diciamo ai bambini: loro sarebbero capaci di scovarci anche i programmi
più distruttivi, per quanto
smanettano!»…«Eheh, allora è
meglio che
giochino al loro.»…«Sì
sì, no,
senz’altro meglio! Uhmuhmuhm!»
…Violetta sorrideva…e si contemplava Henry con
quell’espressione curiosa…
…in
lui non mancava mai quell’accogliente sorriso picchiettato di
ingenuità…
«Bene!! Ti posso offrire un dolcetto,
Henry?»…«Cosa? No no…ti
ringrazio di cuore,
ma ho già mangiato tanto…» sfiorandosi
lievemente
l’addome «Tutto bene? Non fare complimenti,
eh!!»…«No…figurati. Piuttosto
penso di andare
a…»…«…!! Henry,
no!!»…«Dai, Lotti, è
stanco,vuole andare a
casa!»…«Ma Umi vuole che lui
resti!»…«Umi è stanca
più di lui, con
tutto quello che le fate passare, povera
Umi!»…«In
effetti…sì, sono un po’ stanco,
Violetta.
Però…sei stata tu a dire
“casa” al posto mio,
perché in
effetti…io…ora…dovrei tornare.
Però…» chinando il capo e rivelando
espressione
insicura «…ti confesso che pensavo di
trovarmi…un’altra sistemazione, almeno per il
momento. Ci
sono tante cose che devo riordinare nella mia testa…e nella
mia
vita, per il momento un po’ di quiete è a sola
cosa che
può farmi bene.»…«Allora che
splendida idea!!
Perché non ti sistemi nell’altro nostro
appartamento?!»…«Ah…sì,
quello in cui
già una volta tuo marito mi ha
ospitato.»…«Noi lo affittiamo! No in
realtà
poi sono più le perdite che gli incassi però sai
com’è di questi tempi è pure un peccato
darlo via,
è così carino! Poi è tranquillissimo,
eh! Non si
sente un rumo-»
«NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOORRRGH!!!»…«LOTTI
TI
AMMAZZO, ME L’HAI CANCELLATO!!!...TI DO UMI IN
TESTA!»
…fu arduo tutelare le orecchie…anche quando ci si
mise
Violetta «BAMBINI!!-ehehehe, scusami Henry-ma che siete
matti, ad
urlare in questo modo?! Poi che ci dicono i vicini, è tardi,
Henry stava appunto dicendo che aveva bisogno di
quiete-»…«No: Violetta,
senti…non sgridarli.
Pensò che andrò a casa del mio maestro di arti
marziali.»…«Ma perché loro
fanno confusione?
No, ma guarda ci rimarrei male, è che ne stavo parlando
anche
con la psicologa, la signorina e ha detto insomma che loro
sì,
età evolutiva, li agita un pooo’…la
presenza del
gatto, e via dicend-» ma Henry le prese la mano
«Grazie. Ma
non voglio continuare ad approfittare della vostra
generosità.» al che si affacciò Taisho
«Guarda che la nostra porta è sempre
aperta!»…«Ne ho avuto la dimostrazione.
E vi
ringrazio di cuore per questo piccolo…caldo,
breve…
…ma
immensamente piacevole momento in famiglia. Dovete sapere che questo
è un periodo in cui…nel mio cuore,
presso questa
parola soffia un vento gelido. Ma rivedervi mi ha ridato la forza per
sperare. Forse un giorno…» rivolgendo lo sguardo
al
computer, la cui tastiera sembrava essere diventata il letto di
Procuste per il gatto (lo allungavano da un lato all’altro)
«…anch’io avrò una casa in
cui si respira
amore e felicità come la
vostra.»…«Uhmuhmuhm…non
smettere mai di
sperare, Henry!» fece Violetta picchiettandogli sul petto
«E non separarti mai dall’”amichetto
portafortuna”! Mi
raccomando?»…«Puoi contarci,
l’ho portato sempre con me! E oggi forse ha contribuito ad
impedire
che…»…«…impedire
che…???» Henry rimase assorto per qualche secondo,
contemplando i bambini che torturavano la gatta
nera...dopodiché
concluse «Lasciamo stare! Delle volte non ci rendiamo conto
che
basta un attimo per gettar via qualcosa di incredibilmente
prezioso!»
Violetta prese
la mano del ragazzo «Vedrai! Molto presto per te
Henry…si
accenderanno i colori, rifiorirà la speranza!
C’è
solo da attendere,
nient’altro.»…«Lo sai?...
…tu sei
davvero una persona speciale. Assomigli alle protagoniste delle storie
in tv. Coloro a cui veniva affidato…un Digimon,
poiché
nel cuore coltivavano sogni e
ottimismo.»…«Uhmuhmuhm!...grazie, ma
sono una
semplice madre di famiglia! E per giunta ripeto anche frasi che non
sono mie!» puntualizzando con un didascalico e materno ditino
«Quanto ti ho detto…l’ho sentito dalla
signorina che
è appena andata via, la psicologa! Si vede che a te ci tiene
proprio tanto!»…«Aki?
Altroché, ha fatto
tanto per me. E’ vero, non fa che ripetermi che è
un
momento…passeggero, e che fra non molto andrà
meglio.
Però…» accennando un sorriso
«…non
dirmi che queste non sono cose che tu pensi
altrettanto!»…«Uhmuhmuhmmm!»…«Delle
volte tu e Aki sembrate in sintonia…la stessa
persona!»…«Henry, Henry…!...
…la vita
è magia!...» sussurrò Violetta
concludendo la
serata, filtrando però qualcosa di intenso dai suoi occhi
ridenti…(sullo sfondo «Mamma, aiuto, Umi non si
muove
più!»…«Stupido, non
è morta! E’
soltanto in coma da soffocamento!»)
Quella mattina,
per Ryo svegliarsi sembrava un autentico trauma. Con
l’espressione assonnata e i capelli in disordine
compì
l’atto eroico, degno di un domatore leggendario, di tirarsi
su
dal letto chiamando «Cyberdramon…!»
…con una
voce avrebbe fatto ricordare l’agonia della battaglia
«Cyberdramon…!» strascicò
«Guarda che
non mi sfuggi…! Sei restato…tutta la notte
là
fuori a riflettere sul perché tua moglie è
così
perversa, io…ti sento sempre quando vieni a dormire,
è
storia ormai anche se sono passati gli anni: il tuo rumore è
inconfondibile alle mie orecchie, guarda che se perdi il sonno poi
altro che coppia leggendaria! Facciamo la fine di Beelzemon ieri
sera-ihhhh oh mamma!!!» buttandosi giù di colpo
non appena
fu di fronte alla finestra, come per non farsi vedere da qualcuno nel
giardino «Cucciolo, togliti da lì, per
caritààà!»
mormorò tormentandosi le
mani…
Infatti Cyberdramon che stava dormicchiando sbracato in giardino
notò «Uhm? Mm?! Chi sono quegli uomini alla porta?
Meglio
nascondersi!» sfrecciando dietro un albero.
«Ci scusi se l’abbiamo disturbata, signora:
è qui
che abita Ryo Akiyama?»…«Oh, che
maleducazione! Vi
siete attaccati al campanello e mi avete svegliato la cagnetta, non
sapete che tanti cani cardiopatici ci hanno rimesso le penne?! Comunque
a parte la vostra totale assenza di volontà Ryo Akiyama
è
mio figlio, oltre che la mia unica ragione di vita. Assieme al cane,
ovvio-buona Vani, smack!
Insomma?»…«Insomma…è
la polizia.»
E Ryo «Ihmp!» sbattendo al bordo della finestra
«Ouuuch!!!»
Anche
Cyberdramon «Per tutti i draghi!! Che vorranno quelli dal mio
Ryo?!»
«Ahhh!» la signora Akiyama si portò la
mano al cuore
«Volevamo fare qualche domanda a suo figlio, no, sa?
E’ la
prassi, niente di…preoccupante.»
(…ma Ryo faceva cenni e gesti soffocati dalla finestra
«No-NO! Sono morto-sono mor-TO! Sono uscito col cane,
l’ho
portato a Digiworld e non torno prima che siano trascorsi dieci
anni-altro che dieci mesi di quando ero ragazzino, dieci
an-NI!»)
«AhhhhhHHHHHHhhhhh!» …da una smorfia di
dolore, la
mano sul cuore della signora Akiyama palesò
l’emozione per
una gioia imminente «Dite la verità! Mio figlio ha
ricevuto un’onoreficenza dalla polizia!!!»
(«Ma che
cavolo dici, mammaaaa?!! Cacciali via, sciò!»
sbarrando la
finestra con un drastico abbassamento della serranda.)
«Non…esattamente: ci interessava più
che altro
sapere se suo figlio aveva avuto recentemente contatti…e
QUALI
generi di contatti con un certo Fujio
Yamada.»…«Oooh? Non so chi
sia!» con tanto di
abbaiare delle cagnetta, e precisazione degli agenti
«…è
soprannominato…”lo
zoppo”.»
(Ryo si mordeva la mano, sembrava grave…)
«Oh, mio
figlio…è un animo caritatevole da quando era alto
su per
giù così: quanto il cane, per intenderci. Sempre
ad
aiutare gli altri e a farsi in quattro! Poi per i disabili ha una
predilezione particolare: sarà che pensa che dietro ognuno
può esserci la sua pooovera mamma! Sniff! Guardate come sono
ridotta, questo bastone è l’anticamera della
bara!»
«Comunque…dica a suo figlio di contattarci,
qualora gli
tornasse in mente qualcosa da riferirci…circa
quell’uomo.
Oh, quell’uomo…o qualsiasi altra
cosa!»…«Oh, va
bene…» la signora
Akiyama prese con poca convinzione il biglietto da visita del
commissario, e si riaccomodò lo scialletto che aveva
indossato
per uscire all’esterno.
(Ryo
«Ahhh, zoppo del cavolo potevi essere giusto un po’
meno
accorto con quelle firme, me li hai fatti piombare dritti in casa mia,
bella figura davanti al mio Digimon!»)
«…ahhh…devono essersi sbagliati, mio
figlio non ha
nulla a che vedere con le indagini della polizia: non è
così, Vani? Ohhh, piccola!» …declamava
la madre del
ragazzo col suo passetto un po’ stentato ma volenteroso,
mentre
Cyberdramon seguiva con lo sguardo lei e la saltellante e euforica
Vaniglia «Ryo…» prendendosi le mani,
come se quanto
aveva visto gli suscitasse apprensione
«…perché ti
cercavano per parlare con te? Quegli uomini tutelano la giustizia, che
tu hai anelato da quando ti conosco…!»
(«Accidenti,
questa non ci voleva! Con tutti i problemi che abbiamo mi tocca pure
andare in giro nascosto sotto un cappuccio!» desumeva il
ragazzo
infastidito dalla situazione…)
Gli occhi
glaciali di Alice si riflettevano nel lussuoso specchio della sua
stanza velata di nero «Non dirmi
altro…!!»
mormorò intensamente appoggiando le mani sulla toletta
«Quanto ho visto è già
abbastanza…» …e in piedi sul
letto alle sue
spalle, si specchiava una draghetta un po’ tozza che con il
suo
sguardo si sforzava a tener testa a quello della giovane «Il
piano contro i Digimon Tamers, l’invasione della
città!
Tutto questo teatrino è orchestrato da te assieme alle tue
amiche, dietro ordine di Digimon…che è stato il
principale responsabile della separazione fra i tuoi simili, e i loro
domatori umani! L’artefice
dell’infelicità…» sedendosi
«…degli uni e degli altri…
…Guardianmon!!»
Le sue parole
sembravano intrise di riprovazione. Quasi risentimento, ed i suoi occhi
erano guidati da un’aspra malinconia che non li lasciava mai.
Quando Minidramon dilatò i suoi, tradendo quasi timore
«Come sai di
Guardianmon…?»…«…ti
ho sentita parlare nel
sonno.»…«…!!...la
febbre mi ha spinta a tradirmi!»…«Uhm,
volevi tenere
nascosta una tale primizia proprio a me, che sono quella che hai scelto
come Digimon Tamer?!» avanzò la giovane con
ironia, mentre
apriva la lampo di un borsellino, ma Minidramon esclamò
«Ti prego, Alice! Non mandiamo in pezzi tutto quello che
potrebbe
permettere al destino!!...di
legarci.»…«”Legarci”,
che
farsa!»…«Ah?»…«…noi
due
assomigliamo a tutto meno che ad una squadra: tu insegui i tuoi
personalissimi obiettivi, come il riscatto da tuo marito, ed
io…» …abbassando lo sguardo
«…inseguo…i miei.» dicendolo
con un broncio
annoiato e senza una grande partecipazione, mentre si passava il fard
sul viso «Fra noi due non esiste il benché minimo
legame…piccola cara amica digitale!»
scandì
con ironia, appoggiandosi elegantemente alla spalliera e volgendosi
verso di lei, per fissarla con occhi taglienti «Che ruolo
avevo
io in tutto questo?!...dovevo essere una spia, un’esca per
gli
altri Digimon Tamers affinché voi tre li spazzaste
via?!»
stringendo la spalliera con fastidio «…tu non hai
idea di
cosa ho passato!!...di che razza
di…!!...”vita”
abbia condotto! E di quanta malinconia, sia scaturita dalle
illusioni!»
…alzandosi in piedi, e gridando le sue ragioni con occhi
prossimi alle lacrime «Sì!! Le illusioni!! Come
quella…di strappare ancora un Digimon alla
vita.»…«Ti riferisci a
Dobermon?» osò
chiedere Minidramon che riconfermava di non perdere la sua sfrontatezza
anche nei momenti di difficoltà. Alice si tamponò
gli
occhi con un fazzoletto di merletto nero, e dichiarò
«Io
speravo che ci fossero ancora…briciole per me!! E invece
niente,
nessuna vera avventura assieme, mi era stato affidato non
perché
io fossi…!!...
…né bella…!!» pronunciato
con ferente ironia
decorata da un merletto nero di mimica «…graziosa!
Buona!
Nobile d’animo!!...
…allegra e piena di vita! Determinata…
…o
carica di sogni da realizzare, NIENTE! Mi fu
affidato…»
accendendo ora il suo sguardo di furia e dolore
«…perché ero la sola…a
poterlo traghettare
da Digiworld alla terra con la tempestività
necessaria!!...affinché i domatori potessero intervenire
contro
il D-Reaper biodigievolvendo! Io non avevo niente…
…nel cuore…che poteva attirare un Digimon, io
semplicemente ero l’equivalente di un…decreto, che
viene
emanato in fretta e furia quando non c’è tempo di
elaborare una legge, ma l’urgenza preme!!...questo e
basta…»…«…allora
ho fatto bene a
scegliere te.»…«…!! Cosa?!...
…non prendermi in giro, non lo accetto da
te.»…mentre lo sguardo di Minidramon era fisso,
impudente,
audace «…tu non mi hai scelta perché ti
piacevo!»…«…è
vero, lo ammetto.»
disse la draghetta balzando giù dal letto «In un
primo
momento speravo che tu potessi potenziarmi quanto necessitavo per
sbaragliare mio marito e i suoi
amici.»…«Pfff…!!»
fece Alice con
espressione sprezzante come a dire “come volevasi
dimostrare”. Poi la draghetta si volse «Ma ora che
ti sento
parlare capisco che è stato invece proprio il destino a
legarci!»…«Il destino…ah!
Ahahahah, che
parola comica!»…«Dammi retta!»
tornando sul
letto con un saltello «Noi due siamo uguali: indignate contro
un
mondo che ci ha scartate.»…«Non
paragonarmi a te, io
sono molto diversa!»
…sedendosi di nuovo presso la toletta, e spruzzandosi
profumo
mentre Minidramon ammetteva «…è vero.
Tu sei
bella…sei elegante, la vita ti
sorride…»
…sorriso amaro da parte di
Alice…«…mentre io
ormai è accertato che sono una serva digitale che emana
odore di
cucina, ma insieme potremmo diventare potenti! Rifletti, Alice! Se tu
non rivelerai di me…io potrei aiutarti a realizzare quegli
scopi
che tu stessa mi hai detto di avere!»
La bionda ragazza abbassò il capo, gravata da un profondo
turbamento «Io altrettanto…» riprese la
Digimon
«…posso tacere e attendere pazientemente che tu mi
sveli
alcune cose che non sono del tutto chiare, ad esempio…
…come fai tu a sapere di Guardianmon, e del fatto che ha
tenuto
lui, col terrore e con la forza, i Digimon lontani dal cancello per la
terra? Posso aver detto nel sonno che sono ai suoi ordini…ma
sfido a credere di aver raccontato tutta la storia. Quindi tu
già dovevi saperne buona parte, perché allora mi
chiedo,
non ne hai mai parlato agli altri domatori umani, come te?»
avvicinandosi, ponendosi ai piedi della sedia e cercando lo sguardo
della ragazza «…ne convieni sul fatto che la
lontananza
sembra averli fatto molto soffrire…perché tu eri
tanto
facilitata nel traghettare un mezzo indispensabile come Dobermon? Devi
ammettere che tutti questi quesiti sono alquanto
interessanti…»…«Questo che
cos’è…?!» Alice
piantò le sue mani
sulla toletta, fino a spingere via degli oggetti «Un
ricatto?!» ma la piccola Digimon al contrario sembrava molto
tranquilla «Benché tu possa non crederlo ti
assicuro di
no.»
Alice taceva, e si caricava di pulsioni avverse.
«Io voglio aiutarti…» faceva Minidramon
appendendosi
alla stoffa e scalando la toletta, fino a porre le sue zampe artigliate
tra trucchi e profumi, facendosi accanto a lei come ogni Digimon col
suo domatore «…ho bisogno di qualcuno che mi
tracci il
cammino, anche se sono malvagia…
…il bisogno di una guida non è prerogativa
unicamente dei
Digimon buoni…anche le vie del male hanno il loro
percorso…i loro ostacoli…i loro
perché.»…«Non sei
così
“serva”, quando vuoi! Sei alquanto filosofa!...
…il tuo odore di cucina si dissolve sulle tue riflessioni, o
forse è solo coperto dal profumo che ho
spruzzato…»
…ma Minidramon smarriva i suoi occhi nello
specchio…per
poi avvicinarsi. Appoggiare la zampa sulla sua zampa riflessa.
Sfiorarsi il muso con gli artigli, pavoneggiarsi e ancheggiare appena,
sotto lo sguardo all’apparenza distaccato e ironico della
ragazza
«Cerchi…di imitarmi?!...
…o di assomigliare a qualche bella e avvenente Digimon che
io mi
sono persa? E che vive nel luogo in cui avete messo su
casa…?»
«…io voglio capire gli umani…io voglio
scoprire il
meccanismo che congiunge noi a
loro…»…«Pfff!
Ahahahah! Lascia stare, dammi retta. E’ tempo
sprecato.»
passandosi il rossetto sulle labbra «Nessuno ti
risponderà. E fra dieci anni ci ritroveremmo di nuovo qui.
Più vecchie. E più amareggiate!!» e
tirando poi via
il tubetto con noncuranza, mettendosi a dondolare sulla sedia mentre
Minidramon stringeva i pugni «Non mi importa…sono
disposta
a correre il rischio! Non sono una vigliacca.» volgendosi
verso
Alice, che alzò le spalle «Come vuoi tu. Io ti ho
avvertita!»…«Bene, e voglio che tu
faccia anche
un’altra cosa!»…«Mi dai
ordini,
adesso…?»…«…Ryo
Akiyama.»
Quel nome
fece arrestare il dondolio di Alice, che abbassò gli occhi
«Tu lo hai puntato e stai abbindolando sua madre per
avvicinarti
a lui, non è vero?»
La ragazza non rispose…
«Desidero
spalleggiarti in questa impresa: Ryo è il domatore di mio
marito. E’ ovvio che è l’umano che
maggiormente mi
intriga, quello da cui debbo partire se voglio ottenere delle risposte.
E…
…evolvermi…anch’io, pur nella mia
irrisolvibile
cattiveria. Non mi importa di niente, voglio solo diventare
più
forte di AutumnQueenmon, e restituirle la sconfitta che mi ha
impartito! Ma ho scoperto dopo ieri notte che…è
inutile…far ricorso soltanto a Digivice e potenza fisica:
quelli
lasciamoli alle mie amiche…per il momento. Che si illudano
di
essere invincibili...finche non incorreranno nel mio stesso destino, in
battaglia. No, gli esseri umani e i loro Digimon si evolvono sia nel
fisico che nell’animo, ed io non potrò mai essere
né vincitrice…
…né soddisfatta…
…finché non sarò riuscita a fare
altrettanto. Ma
per questo occorre essere in due…» e poi scese il
silenzio. Alice rielaborò i suoi pensieri, e
smarrì i
suoi occhi azzurri nel buio che la circondava…
Dei
Digimon esistevano molte rappresentazioni, e nel tempo ve
n’erano
state di più o meno realistiche. Di sicuro apparteneva a
queste
ultime quel goffo travestimento orsiforme che nei colori e nella
cattiveria degli occhi avrebbe dovuto ricordare PinkMonzaemon. Si
scorgeva da lontano un miglio che era finto, ma sembrava fungere da
“supporto promozionale” ad un ragazzo ventunenne
che stava
distribuendo volantini nel cortile di una scuola, indossando una fiamma
di cartone sulla testa, subito sopra i suoi occhiali «Ecco,
questo è per te! Uhmuhmuhm! Mi raccomando, ricorda che puoi
venire mascherato!»…«Mascherato come
te?»…«Mmm…anche meglio, se ti
impegni a fare
un costume realistico!» replicava il ragazzo con modi
sorridenti
e cordiali. Aprendo le sue braccia «Facciamo una mega-festa
dell’animazione e del fumetto! Puoi sbizzarrirti a scegliere
il
Digimon che più ti entusiasma! Io l’ho fatto,
peccato
che…uff! Sono un ragazzo: e se mi mettessi il vestito lungo
e la
collana come la mia idola digitale tutti mi riderebbero
dietro!»
facendo mogia la sua espressione. Il ragazzino rispose «Non
so se
potrò venire. Comunque grazie del volantino. Però
i
vostri costumi non sono molto
realistici!»…«…
…uff, lo
sooo…! Sei il centoquattordicesimo che ce lo
dice.»
mugolò il giovane dalla fiamma sulla testa, e qualcuno lo
salutò «Ehi, ciao
Kenta!»…«…uh…?
Buongiorno…» replicò lui senza tanta
ispirazione
«Cos’è? Riunione di ex-alunni?»
Kenta mormorò
fra sé «…figurati…chi ha
tempo per le
riunioni?» al che la persona travestita si tolse la sua finta
testa d’orso «Ahhh, Kenta, secondo me questa del
cosplay
è un’idea
assurda!»…«Sì, lo so,
però te l’ho detto! Ho molti problemi in questo
periodo!»…«E pensi di risolverli
organizzando una
pagliacciata come questa? Una ridicola festa in maschera, per altro con
soggetti passati di moda! Tu sei in fissa con questi Digimon, da quando
abbiamo iniziato a lavorare insieme! Non lo vedi che ora i ragazzini
hanno altri interessi? Ci guardano come due
buffoni!»…«Ce n’è
ancora qualcuno che
si lascia incantare dai Digimon, dà retta a me!!»
replicò il giovane occhialuto con una punta di
testardaggine,
mentre quel conoscente affermava «Beh se
c’è di
sicuro gli faremo cambiare idea dopo che avrà visto questo
penoso costume, andiamo! Poi perché proprio questo orso
dentro
cui si soffoca e quel coso…o cosa che sia con la fiamma nei
capelli! Fra tanti Digimon belli che c’erano mi spieghi le
ragioni di questa scelta?!»…«Adesso
vanno di moda
questi!! E poi, qualcuno può averli…!!»
…facendosi insicuro sulla conclusione e abbassando gli occhi
«…visti.»…«Cosa? Tu
sei fuori!»
rispose l’altro ponendogli le sue finte zampe da orso sulle
spalle «Kenta, dammi retta il tuo problema è che
non ti
rassegni: non vai d’accordo con la moglie che i tuoi genitori
ti
hanno imposto e come rifugio scegli la tua infanzia e le tue vecchie
passioni. Devi deciderti a crescereee, e accettare la
realtà! Io
pure non sopporto mia moglie però cosa faccio, mi travesto
per
dimenticare? Tanto è inutile! Non possiamo mascherare il
presente da passato, il cortile di questa scuola non è
più lo stesso di quando la frequentavi, e giusto un paio di
persone si ricordano di te! Oltretutto i ragazzini sono cambiati, non
sono più fantasiosi e assetati d’avventura come
noi di
questa generazione: preferiscono una vita tra le comodità,
guarda tutti questi cellulari, Ipad, diavolerie d’ogni
genere!
Nessuno di loro andrebbe più a Digiworld, tanto meno a una
festa
che lo ricrea artificialmente: in sintesi…quanto credi di
alzare
in totale? Senti, se la tua dolce metà lamenta la
scarsità di alimenti c’è solo una cosa
da fare:
lavorare! Oggi abbiamo un paio di chiamate per un pc rotto e un lettore
cd fracassato, è meglio di niente! Ora vado un attimo in
bagno
perché questo coso mi fa venire da fare la pipì!
Tu
intanto rifletti, quando torno credo che chiuderò con questa
farsa!» …allontanandosi, con passo solennemente
goffo, e
che attirò risatine di ragazzi e ragazze…
«…fosse facile tagliare col passato.»
ammetteva
però Kenta, con sguardo assorto e profondo sotto quella
fiamma
di cartone «A volte non si può quando con questo
hai un
debito.»
(canzone: Shania
Twain - Forever and for always)
…osservando quei ragazzini popolare il cortile, scambiarsi
carte
nuove, canzoni nuove tramite il bluetooth, le consuete chiacchiere,
picchiettate da qualche espressione sbruffona e sopra le righe tipica
dell’età…
«E’
vero, non si può mascherare il presente da passato. Ma che
si fa
quando sei tu a far parte del presente…e sei schiacciato nel
mezzo?»
…mentre il suo
amico faceva ingresso nei bagni della scuola, imprecando
«Accidenti a questo maledetto costume!...e al diavolo questi
maledetti ragazzini moderni!...
…noi eravamo molto meglio!»
«Ahahah!»
qualcuno correva e rideva additando Kenta, la sua espressione si faceva
un po’ sconfortata ma poi stringeva i denti “Se
sapessero
che faccio questo per scovare gli ultimi Digimon realmente bioemersi
sulla terra, che questi costumi servono ad attirare
l’attenzione
di qualcuno che può averle viste! Debbo a tutti i costi
ritrovarle…e recuperare il mio Digivice. Altrimenti Yuki non
potrà più riprendere le sue reali
sembianze!”
…l’amico travestito si chiudeva nel bagno
«Ci
mancava anche questa, d-dove diavolo sta la zip di questo costume?!...
…AHHH!!! OH MIO DIO CHI E’?!!»
“Sembra facile a tutti…” pensava
Kenta…
…mentre il suo amico sembrava accusare colpi
«OUCH!
COUGHHH! GUUUUGH!»
“Tutti parlano del passato come un qualcosa che si potesse
prendere…e gettar via. Come un costume vecchio, e
rattoppato.”
Miracolosamente, dal bagno veniva fuori il medesimo orso rosa dal
costume un po’ poco credibile, ma che ora camminava con
più sicurezza. E sembrava di gran lunga più
impermeabile
a risatine e commenti.
“Come si
può essere tanto insensibili…? E ignorare quanto
può far male…quando tutto ti scorre
attorno…e non
ti è stato dato il modo di cogliere quella
felicità che
ti è passata accanto sfiorandoti, come un esserino piccolo,
che
vola. Sfuggente…
…e magico.”
Per poi
trovare la forza, e le parole di ammettere «Io nonostante
tutto
sono orgoglioso di quello che ho fatto. E non desisto!...io non metto
un punto prima di aver del tutto regolato i conti col mio passato.
E’ stato troppo prezioso! E se ora questi ragazzini
desiderano
occuparsi d’altro, beh aspettano! Prima ci sono io! E non mi
schiodo dal loro cortile prima di aver ottenuto ciò che mi
spetta, ora che quel saputello torna glielo dico!»
Il saputello
sbucò dal muro, orso dalla testa ai piedi «Ahhh,
vedo che
non ti sei tolto il costume come credevo!» affermò
Kenta
determinato. Quello si fermò davanti a lui
«Perfetto,
allora mi starai a sentire!...
…ascolta…per motivi che ora non posso spiegarti
io ho
sincero bisogno che qualcuno mi dica se ha visto ho sentito questi due
Digimon che ora io, e te interpretiamo!!»
Impenetrabile la finta PinkMonazemon.
«Ne
ho bisogno davvero!!...chiamami ragazzino. Ma a me non importa! Non si
ha bisogno della stima degli altri che non ti capiscono, quando hai chi
ti vuole bene e ti considera per quello che sei!...
…io ce l’ho…
…ma
sfortunatamente è inghiottito in un limbo di problemi, che
si
trova a metà! Si riversa nel presente, ma ha origini nel
passato!! A volte vi sono inceppi di questo tipo, è come un
lettore per computer che si blocca!...si può solo cercare di
ripararlo…mettendoci tutto l’impegno. Questo
è il
mio lavoro! Non sarà il pregevole impiego di un laureato
dall’ufficio scintillante…
…ma Kenta
Kitagawa è questo!» …mentre
filtrava il sole
tra le nuvole e illuminava la sua finta fiamma, e sotto di essa la
lente degli occhiali e così la luce dei suoi occhi, per
renderlo
più bello, e giovane, nonostante il tempo passato ed il
confronto con i non-più coetanei «Non è
mai stato
uno con grosse pretese! Ma ha sempre cercato di fare del suo meglio con
i suoi…
…piccoli mezzi. Ma a volte il vino buono sta nella botte
piccola! Tu non puoi parlare perché se
c’è qualcuno
che può sapere quanto qualcosa di piccolo, che nessuno osola
può essere utile e d’aiuto questo sono io!...
…ascolta, io…
…so che qualcuno in città DEVE aver pur visto
queste
creature! E la fantasia dei ragazzini è il radar di migliore
qualità che possa esistere! E questo in ogni tempo, non
hanno
importanza le mode!!...
…i Digimon non sono una moda…»
Quel
costume restava fisso e non replicava «…loro
sono…qualcosa di bello, di entusiasmante, che ti cattura nel
tempo con forme sempre diverse! Ma il bello, ciò che ti
regala
emozioni e ti fa
rimanere…così…ahhhhhh…a
bocca aperta…come ci restai io quando vidi il primo Digimon
non
passa mai di moda! Per cui se vuoi andartene vai pure, ma
io!!»
impugnando deciso quei volantini «…resto qui a
intestardirmi.»
Silenzio…
…poi «Senti…io non credo affatto che i
ragazzini di
oggi siano diversi, o peggiori! Hanno solo bisogno che nei loro
cellulari, Ipad e…dddiavolerie varie qualcuno metta
dell’amore autentico. Sentimenti veri.
Emozioni…oceaniche!»
…mentre uno splendido contrasto di sole e nuvole illuminava
quel
cortile, e qualche raggio cadeva in qualche giovane
sguardo…in
quello di Kenta era già caduto e paradossalmente anche in
quei
finti occhi cattivi dell’orso. Il ragazzo terminò
«…nei nostri lettori cd…nelle nostre
televisioni, e
nelle nostre consolle qualcuno l’ha fatto. E qualcuno ha
messo
qualcosa di molto importante anche…nella mia
tasca…
…IO NON LO GETTO VIA IN QUESTO MODO!!»
…ma
con quell’impeto aveva attratto i cenni di qualche studente
«…guardate quel ragazzo, sembra un eroe! Che
interpretazione appassionante!» …e i
primi si
avvicinavano.
L’orso si
avvicinò. E toccandogli la spalla gli disse «Io
resto.»…«Uhm?! Cos’hai
detto?!»
sussultò Kenta al quale stava cadendo la fiamma, ma
l’individuo travestito «EHM EHM!»
tossicchiò…e parlando con una zampa davanti alla
bocca
gli disse «Io provengo da un tempo che è il tuo
stesso.» la sua voce sembrava addolcita «E grazie
alle tue
parole…mi hai fatto ricordare che anch’io ho un
debito
grosso con il passato. Non si può buttar via come un
portachiavi
rotto.»…«…grazie…»
replicò Kenta stupito.
Quegli
occhi erano coperti, ma sembravano guardarlo in modo
diverso…quando qualcuno attorno commentava
«Guardate quei
due uno vicino
all’altro!»…«Recitano talmente
bene che sembrano due innamorati.»…«Ma
nooo,
sembrano piuttosto un domatore e un
Digimon!»…«Un
Digimon?! Cioè?!»…«Ahhh, non
lo sai?!
E’ qualcosa di fantastico, adesso te lo spiego!»
In breve, sotto gli occhi ingenui di Kenta, il loro bancone fu
circondato da giovani interessati «V-Venite alla nostra festa
mascherata, se vi va! Vedete? Come me e il mio amico!»
offrì così un nuovo volantino, e gli fu risposto
«Siete molto bravi!...
…però i costumi non sono
all’altezza.»…«Ohhh!»
Kenta
abbassò il capo «I veri Digimon con
quell’aspetto
fanno molta più
paura!»…«Ah?!» udito
ciò, rialzò gli occhi di scatto. (fine-canzone)
L’orso rimase imperturbabile.
«Come hai detto?!» fece Kenta…azzardando
un’interpretazione «…non ci credo
affatto che tu hai
visto le vere PinkMonzaemon e LadyMeramon,
sììì,
come no! Su Internet, magari!»…«No no,
dal vero,
ihihihi!...sono in città! Barricate in una pensione, ho un
fratello maggiore fissato coi Digimon: NON PUO’ SBAGLIARE,
ahahahah!»
Kenta assunse espressione concentrata…
Il
Digivice rosato dalle ali dorate giaceva sul comodino in una stanza
squallida, quando qualcuno socchiuse la tenda, negandogli quei raggi di
sole che l’avevano sfiorato «Non so LadyMeramon, ma
da
quando Gelsomon è stata sconfitta ho paura.»
confessava la
vera PinkMonzaemon. Non c’era dubbio che stavolta non si
trattasse di un costume. Ed una Digimon in abito nero si faceva avanti
con passo tenebroso «Fai bene a parlare così
piano, ho la
sensazione che qualcuno ci stia
osservando…!»…«…da
questo momento
dovremo agire con prudenza: è tutto nelle nostre
mani…»
…ma una coltre oscura si delineava tra i tetti oltre la loro
finestra, e dissolvendosi rivelava un bambino dai folti capelli neri
come il suo Digivice «Secondo le mie rilevazioni alcuni
Digimon
bioemersi sulla terra dovrebbero nascondersi qua attorno: avverto
chiaramente la loro presenza!...» …pronunciava
N’Emo, che in quel momento dimostrava di possedere il potere
di
fluttuare nel vuoto «Un Digimon è ciò
di cui ho
assoluto bisogno: non posso riccorrere a Guilmon in questa
missione…quindi devo assolutamente procurarmi una creatura
che
faccia il lavoro per me…» rafforzando la stretta
al suo
Digivice…
«Ptsss…che facciamo?» domandava
l’orsa rosa
«Attacchiamo i domatori? Mandiamo un biglietto, una
telefonata
anonima? Oppure ce ne restiamo qui senza fare
niente?»…«…no, PinkMonzaemon,
io non lascio
la nostra amica invendicata. E non permetto a quei ragazzini di
scorazzare tranquilli per la città e coronare i loro sogni
di
amicizia e amore, quando ci hanno relegato nell’onta della
sconfitta! Hanno mandato a monte la nostra missione, ora non so cosa,
ma qualcosa dobbiamo inventarci ed anche senza Gelsomon
dovrà
essere…TRAVOLGENTE a sufficienza da non lasciar loro alcuno
scam-PO!»
«…!» N’Emo ebbe una
folgorazione, e volse il
suo occhio determinato verso quella finestra…
«Quindi?»…«Pensa, amica
mia!» esortava
LadyMeramon, e PinkMonzaemon si ripiegava su se stessa
«Penso…»
La donna
di fuoco si premeva la fronte con due dita «Mi concentro
anch’io…cerco di vederli bruciare nella mia
mente!...»…«Ecco…brava, e
mentre tu ti
concentri io vado a dare un’ultima occhiatina a quella tenda.
Non
si sa mai che qualcuno sia venuto a farcela pagare dopo tutto
ciò che abbiamo combinato.
Oh?»…«…!!!»
LadyMeramon si volse
«Che cosa hai visto,
PinkMonzaemon?!»…«…LadyMeramon
qui sul
davanzale qualcuno ha posato un
Digivice.»…«Ehhh?!!!
Quello che abbiamo rubato è qui davanti ai miei
occhi!»…«Ma questo…non
è quello che
abbiamo rubato.» replicava l’orsa…
«Buongiorno!»…«Oahhh?!»…«Splendida
giornata, non trovate?»
…chiedeva quel ragazzino comodamente appoggiato con la
schiena
al muro presso la finestra, con le braccia incrociate
«C’è troppo sole qua fuori
perché due potenti
Digimon restino nascosti. Le mode fuggono e si alternano come niente!
Per non essere dimenticati occorre…» volgendosi
lentamente
«…cogliere l’attimo fuggente!!»
PinkMonzaemon spalancava la bocca, ed anche LadyMeramon la raggiungeva
sbucando fuori dalla finestra, per fronteggiare lo sguardo penetrante
di N’Emo…
Takato scese le
sue solite scale «Mamma, io esco, vado al salone che sono
già in ritardo!»…«Allora
affrettati,
Takato.» replicava con una dose di automatismo Mie, mentre
Cindermon era con lei presso il bancone a darle una mano. Il
ragazzo passò davanti a loro «Ascolta, se
c’è
bisogno di qualcosa chiamami, anche se ho dovuto sostituire la scheda
con quella che avevo prima, ti ricordi? Se c’è
bisogno di
qualcosa chiama il numero che prima era di papà. Anzi no!!
No!
Facciamo così, se c’è bisogno di
qualcosa tu cerchi
in camera mia
c’è-»…«Facciamo
così!» intervenne Cindermon «Se
c’è
bisogno di qualcosa c’è qui Cindy a darle una
mano, quindi
tu non devi preoccuparti
affatto!»…«…non
scherzare.»…«Non sto affatto scherzando!
Anzi…sono molto seria!» e Mie
«…grazie,
Cynthia.» accennando un sorriso «Ma di niente,
signora. Eh!
Ancora mi ringrazia per queste sciocchezze, gliel’ho detto!
Sono
disponibile, e lo faccio
volentieri!»…«…è
veramente un gesto
che merita di non essere scordato.»…«Ma
si
figuuuri!» massaggiandosi dietro la nuca…mentre
Takato le
scrutava, sempre piuttosto serio e circospetto
«Allora…io
vado. Cinderm-…Cindy, mi raccomando, tieni la
testa a
posto, eh? Niente
stravaganze.»…«Nmmm!!!» lo
congedò lei con un versaccio
«Malfidato…deve sempre
dare raccomandazioni quando sarebbe lui, il primo, ad averne
bisogno!»…«…lascialo stare,
Cynthia: questo
è mio figlio.»…«EH LO
SO!»…«…lo conosci
già
bene?»…«Ecco, no, iooo…beh
vede!»…grattandosi il capo, aggiustandosi il
ciuffo
«Ancora è presto per parlare noi siamo amici da
poco,
però, però…diciamo che abbiamo preso
subito a
parlare e a dirci cose tanto che poi alla fine sa come va a finire!
E’ andata che è stato come se, come
se!…»
(…mentre Takehiro giungeva dalla cucina, ma percependo il
dialogo scelse di restare dietro il muro ad ascoltare…)
«Come se fossimo stati uno, dentro l’altro!
L’una
vedeva le cose dell’altro, e viceversa! Io sentivo, lui
sentiva,
ciò che io sentivo mentre
lui…eee…viceversa
sostanzialmente è stato un po’ così!
Delle volte
fra due persone in un rapporto di confidenza può accadeeere,
suppongo!»
«…dipende.» rispondeva Mie (mentre
Takehiro chinava
il capo e chiudeva gli occhi come se affiorasse in lui una profonda
tristezza) «…dipende da quanto sono destinate a
legarsi
queste due persone. E a comprendersi. A volte ci sono dei rapporti
che…anche se vanno avanti per tanto tempo, e sono
senz’altro mossi dalla confidenza, non permettono come dici
tu
di…specchiarsi reciprocamente l’uno
nell’altro,
in…quel
modo.»…«…ah beh no se non fai
la digievoluzione
Matrix…»…«Come hai
detto?» Seguì una passata della mano davanti alla
faccia
«Lasci stare. Stamattina ho bevuto un bicchierino di troppo
della
mia consueta bibita tonificante e parto così, a volte dico
cose
che non hanno seeenso!»…«Uhmuhm.
Siediti,
Cynthia.»…«Eh?...ah no
eee…sì, va
bene, come vuole lei, mi-mi siedo.»
E si sedettero
l’una di fronte all’altra
«Parliamo…solo per
qualche istante…di mio figlio.»
Silenzio…
…dopodiché Cindermon «Po-Posso andare
un attimo in
bagno?»
«…Henry, Kenta…
…i Cuori digitali…» si ripeteva Takato
«Ufomon e Gravemon, comparsi all’improvviso. Il
Digivice
scomparso nel nulla…
…Calumon, Terriermon…» mentre camminava
verso il
salone…
…e non poteva udire le sue orecchie fischiare al racconto di
sua
madre «Ti sarai accorta che Takato…è
senz’altro un ragazzo molto
particolare.»…«…sì.
No. Vabbé.
Ma poco. Poco-poco. Non tanto. Così!
Non…» con
gesti gonfi e ipertrofici «Così: un poco, co-come
gli
altr-come tutti! Chi più chi meno.»
Mie sorrideva con lo sguardo di una madre consapevole «Sei
tanto
discreta.»…«IIIIOOO???!!!» ma
la signora mise
la mano sulla sua mano «Non vuoi sbilanciarti
perché sai
che potresti offenderlo, anche se non ti sta sentendo. Allora
è
proprio vero che comunicate da dentro di
voi.»…«E-Ehhh…quandooo…un
rapporto
nasce come il nostrooo…»…«Uhm
uhm…»…«Ecco,
noi…io e Takato…
…ci siamo
conosciuti accidentalmente: sa quelle cose che dice uno sa,
l’aveva programmato, era la volontà mia, ma poi a
conti
fatti era una cosa voluta dal destino!
Cioè…DOVEVA andare
così evidentemente io mi dico, sia per me che per
lui-s-ss-sì, sia per lui che per me!»
…mentre Takato soffermava per un attimo i suoi folti
pensieri
restando assorto alla vista di un ragazzino che camminava per strada al
fianco del suo cane…
«Io
gli sono comparsa davanti…lui non se lo aspettava. Io lo
ammetto, ho fatto in modo…che la sua vita cambiasse
completamente da quel giorno. Sì, in un certo
senso…no,
sa per via del mio trasferimento dagli Stati Uniti!! I casini economici
con la mia famiglia che glielo dico a fare, in un certo senso LUI ha
dovuto pensare a gestire me in tutto io questo lo ammetto, mi ha dovuto
trovare sistemazioneee…sì…mi ha dovuto
trovare
sistemazioneee…e…eee mi ha
dovutooo…trovareee…sistemazione! Per
carità non
aveva idea di come e dove son piombata come un uragano! Tosto
perché poi lui tutto
casa…negoziooo...là, come si
chiama, salone, poi di nuovo casa non è che faceva vita
così-cioè! Intendiamoci un comune ragazzo gli
arrivo io
SBBBANGHETE! Tramvata in
faccia!»…«Niente di nuovo
sotto il sole.»…«Eh sì
appunt-…?!
Eh?!»…«Takato era già
abituato a questo.
C’è già passato una
volta.»…«…EH LLL…
…LLLO SO…!»…«Ti ha
già
parlato…del suo inseparabile
amico?»…«Sss…» con
gesti moderatori
vari e vibranti «…sss…sa ci vuole un
po’ di
tempo per queste cose io ho un po’ infracapito, fra le
righe!»…«Devi sapere, Cynthia, che da
quando Takato
si è separato da…Guilmon, il suo Digimon, non
è
più lo stesso.»
…fino a che non scomparvero oltre il vicolo, Takato
seguì
la traiettoria di quel giovane con il cane attraverso i suoi occhi
assorti, e poi riprese a camminare…
«E’
diventato tanto malinconico. Non l’ho più
veramente
visto…allegro, e spensierato come quando era ragazzino. Ha
cambiato carattere…e non ti nascondo che
forse…»
facendo assorto il suo sguardo, mentre Cindermon la fissava
intensamente «…anche la mia salute è
cambiata da
allora. Vedere mio figlio così ha fatto
sorgere…una pena
qui dentro me.»
(Takehiro seguitava ad ascoltare…)
«La perdita di
Guilmon non ha investito Takato e basta, ma ha colpito tutta la
famiglia. Da allora, neanche a farlo apposta, le cose con Takehiro sono
iniziate a
scricchiolare.»…«…anche lei e
suo
marito, signora?...non l’avrei mai detto. Sembrate
così
uniti!»
Mie alzò le
spalle con espressione rassegnata «…che dire,
quando
è stato il momento di far fronte alla minaccia, e
cioè…il serio disturbo di nostro figlio che ormai
stava…accumulando peso senza più controllo, e
rischiava
di compromettere gravemente la sua salute!...insomma…
…quando abbiamo
dovuto scalare una simile montagna…»
…mentre gli
occhi della ragazza si facevano attoniti «…abbiamo
deciso
di deporre l’ascia di guerra. Che senso aveva farci del male
reciprocamente?»…«Ma non è
che
Takato…ptsss, mi scusi: non sarà che anche lui
vedendovi
litigare poi…p-pof-puff!» …e vari gesti
a indicare
l’aumento di peso, che Mie si guardò bene dal
condannare
«Come? Beh, sì, può darsi. Abbiamo
sofferto tutti.
Io, Takehiro…»
(…che
sembrava irrequieto, senza possibilità di trovar
pace…)
«…e Takato. Nel
frattempo sono aumentati…i problemi. I guadagni, che un
tempo
erano fiorenti per questo panificio, avevamo un sacco di
clienti…non hanno resistito a questo tempo di crisi che
sembra
investire tutto. Se ti guardi attorno, ragazza mia…ah ma tu
lo
sai bene, anche la tua famiglia non naviga in acque sicure da quanto mi
hai detto.»…«…no, la mia
famiglia…
…attraversa un momento difficile. Senza
stabilità…» rispose lei vagando col suo
sguardo
verso forse un altro mondo, con Mie che accennava un sorriso
«La
stabilità…noi qui l’abbiamo
dimenticata. Relegata
tra i ricordi di un tempo che ormai è distante, assieme alle
favole…
…e ai
Digimon.» sussurrando…e Cindermon abbassava lo
sguardo
interdetto…«…quando si poteva pensare
ai
Digimon…quando c’erano loro…»
spiegava Mie
carezzando quella mano smaltata di rosso
«…c’era
anche stabilità. Poi siamo diventati tutti grandi. I figli,
come
Takato, che allora erano giovani. E anche noi genitori. Cresciamo
tutti. E le favole…si spengono tante volte, a più
riprese. Un giorno te ne accorgerai, quando sarai madre anche
tu.» ma Cindermon stringeva i denti “Cavoli,
io…!!...non voglio accorgermene!!...
…è
un destino ineluttabile?! Dobbiamo per forza consumarci fino a-a
scoppiare?! Oppure...fino a dissolverci! Puf! Basta che spariamo?
Insomma, no, io mi rifiuto di accettarlo, sono un Digimon-cavolo-sono
un Di-gi-mooon! Il mio mestiere è portare la
speranza!”
«…quando sarai moglie…e dovrai pensare
a far
entrare i soldi a casa, dando una mano al tuo
sposo.»…«…lo sposo? Io
sì
pfff…”lo sposo”…»
sminuì lei, ma
Mie la guardò più eloquente, e rivelò
«Il
tempo…mia cara, arriva per tutti.»
Un po’ atterriti
gli occhi di lei «Questa…?...!...?
Cos-…cos’è, una
minaccia?!»…«No,
cara. E’ il corso della vita. Con le luci e le ombre di
sempre.»…«S-Sì
però a me pare abbia
pure delle eccezioni questo CORSOOO…come lo chiama lei,
della
vita! A Takato per esempio non è toccato lui
ormai…insomma ci comincia a avere pure
l’età,
però!»…«Ecco! Ah, Cynthia
meno male,
finalmente ci sei arrivata tu per me! Non volevo toccare questo
tasto…»…«…si-sicura-sicura?»…«…però
bisogna anche ammettere che è inevitabile.»
abbassando
quello sguardo che Cindermon provò a braccare un pochino
«…Takato…come vedi rifiuta di aprirsi a
quella che
sarebbe la fase naturale adesso per la sua vita, noi suoi genitori
temiamo…
…che in fondo a tutto questo…»
…mentre Takato faceva
ingresso nel salone, e c’era qualche ragazza che lo salutava
cordialmente. Ma la sua risposta era un sorriso cortese e un
po’
timido, per poi procedere avanti senza rimpianti…a fondo nei
suoi densi pensieri, prendendo gli attrezzi per lavorare…e
buttando qualche rapida occhiata allo specchio per sistemarsi i
capelli, e constatare lo stato del proprio viso…
«…ci sia
la perdita del suo Digimon.»…«A-Anche in
questo?!
Nel fatto che lui con le ragazze-»…«Ma
te l’ho
detto!!...è irrimediabilmente cambiato: Takato era un
ragazzino
come tutti. Ha smesso di esserlo quando ha incontrato il piccolo e
simpatico Guilmon: non tutti i ragazzini sono domatori di Digimon. E
dopo…quando Guilmon se n’è
andato…»
…vagando nei ricordi con quello sguardo che Cindermon non
perdeva di vista con impegno «…quando è
stato
risucchiato nel vortice che lo riportava nel suo mondo assieme ai
Digimon degli altri ragazzi…
…il tempo
si è fermato. Una vita normale, una ragazza, un amore fanno
parte del futuro! E fanno parte del destino…che qualunque
genitore vorrebbe per il proprio figlio. Noi sì. Io e
Takehiro
siamo stati, siamo e rimarremo sempre…
…genitori.
Comuni. Con quei timori, e quelle aspirazioni che hanno tutti nel
nostro ruolo. E fra questi in cima c’è
ciò che
può apparire scontato ma resiste a ogni moda che cambia: il
sogno, il fervente desiderio che nostro figlio sia
felice!»…«Oh?» Mie mise
entrambe le mani su
quelle della ragazza «Cynthia! Aiuteresti me e Takehiro in
questo
problema che ci tormenta?»
(Takehiro, nascosto, sobbalzava)
Cindermon invece sobbalzava
senza nascondersi «…ih! Sì ma non ho
capito io che
dovrei fare!»…«Sei amica di
Takato…sei una
ragazza!»…«Sss…nnnn…(!)…n!»
scuoteva il capo ma poteva solo avere sguardo vuoto, perso e basso
«…non potresti aiutarlo a instradarsi verso
ciò che
è naturale? Tu forse…puoi essere
l’unica che
può aiutarlo a liberarsi dell’ombra che lo
tormenta:
l’ombra del suo passato…
…che come un
oscuro fantasma si tiene stretto il nostro figlio bambino…ed
è tanto avido e geloso, che non gli importa che cresca e che
sia
felice. A te sì. Tu sei una ragazza solare. Tu puoi aiutarlo
a
dimenticare a poco a poco il passato…e a volgersi verso il
futuro!»
“E’ quello che
vorrei e che devo fare, lo prevede il mio ruolo di Digimon! E non ho
fatto che battere su questo tasto da quando sono giunta qui sulla
terra. Però…adesso mi si chiede una cosa che
francamente
mi lascia…del tutto spiazzata! Come potrei far felici
questi…due genitori, io sono un Digimon, io so combattere,
io
tutt’al più…posso riportargli suo
figlio intero e
non a pezzi la sera dopo una battaglia! Ma…questo
adesso…” ed i suoi occhi azzurri si dilatavano
“…come si fa, io
ignoro…l’abbiccì di
queste cose!...
…l’amore…
…chi ci ha mai pensato all’amore. Nossignore, io
solo
digievoluzione e potenza, da quando la mamma è morta! Io mi
sentivo la responsabilità del regno perché mio
padre si
faceva anziano, e Diamon la vedevo troppo deboluccia! Per questo mi
sono sempre tenuta…a-alla larga da queste cose, e poi non
sono
portata! I bacetti, le romanticherie…n-no…!...i
miei
dati…
…non credo includano anche queste variabili. E a quanto pare
neanche quelli di Takato…
…l’amore…
…l’assenza d’amore…da quel
che sembra
è un altro dei lati che abbiamo…più in
comune!!
Diavoli, spuntano come funghi! Possono un domatore e un Digimon
trovarsi sul fatto di non aver mai amato? Non è una
contraddizione?! L’amore dovrebbe essere incontro, non
è
una cosa del tipo…?!” intrecciando a
più riprese le
mani…
…e
ricordandosi della simultaneità di gesti della
digievoluzione
Matrix della sera prima…
«Ahhhhhhh!!!» tutto ciò si risolse in
qualcosa che
le fece paura, strappandole un respiro spezzato e una mano al
petto…l’ultima cosa che le richiese quel pensiero
fu un
sorso d’acqua, per fortuna che aveva un bicchiere a portata
di
mano e provvide subito. Deglutì, e poi
«…no
no…l’amore no…»
«Che
doveva mostrarmi, signora?» chiedeva il baffuto signor Ayami
affacciato alla porta a vetri della sua casa «Non mi faccia
spaventare, sono debole di cuore da quando mia
figlia…»…«Si è
fatta monaca, lo
so.» rispose quell’austera donna con gli occhiali
scuri e
la macchina fotografica a tracolla «Ormai sono storia le
vicende
di questa casa. Io mi occupo di quel gossip che da che esiste il mondo
sfugge alla storia: ecco!» rifilando all’uomo un
mucchietto
di foto «Che cosa sono…?...
AAAHHHHHH!!!»
«…questo a dimostrarle ciò di cui io
sono la
più ardita sostenitrice, per carità: non
bisogna…» accomodandosi gli occhiali
«…dal
retta alle voci che circolano. Un innocuo giovane panettiere
può…”digievolvere”…come
si suol
dire…in un latin lover semplicemente varcando…la
soglia
del negozio di famiglia.»
«Ahhhh…!...aaahhh!...aaaaahhh…aaa…»
gemeva l’uomo sfogliando ad una ad una…quelle foto
che
ritraevano il cordiale incontro fra Takato e Jeri, la mattina prima
«Perchééé mi ha fatto questo
signora
Asanumaaa, perché ha voluto infliggermi un simile colpo al
cuore!»…«Semplicemente per evitargliene
uno
peggiore: se non vuole che Mako vada a fare compagnia alla sorellina
SENZA che lei possa trarre il beneficio di andarli a trovare assieme
perché si sa, uomini e donne separati, ringraziando il cielo
(!)
…le consiglio di cogliere il mio consiglio e affrettare,
affrettare DI MOLTO i preparativi del matrimonio fra suo figlio e la
mia ex alunna!!» volgendosi indispettita chiudendo la porta a
vetri «Whaaaaaa!!!»…«Oh!...ha
il naso troppo
ingombrante!» così Asanuma alzò i
tacchi, dopo
avergli tolto il naso dalla porta.
«Me disgraziaaato, disgraziato meee! Ohuuuu, uuuh, uhhh,
uhhhh!!!»
…l’uomo
piangeva davvero, e non per il naso chiuso nella porta, sembrava
disperato come quando qualcosa è grave…e le foto
gli
cadevano ad una ad una dalla mano, fino a circondarlo per terra, mentre
il loro cucciolo abbaiava incuriosito.
Jeri e Mako
erano in strada. Lei sembrava avere qualcosa di molto serio da dirgli
«Mako, ascolta! Dobbiamo parlare di una cosa molto
importante! Ti
prego di prestare bene attenzione!»
“…fosse la volta buona che mi dice che anche suo
padre ha
fretta che ci sposiamo! Almeno non passerei io per quello che la
ossessiona!”
«Senti…ieri notte non ho dormito per cercare una
soluzione: così non va. Beelzemon in battaglia non rende
come
dovrebbe.»…«A-Aaaah!»…«Che
hai?
Stavi cadendo?! Ma mi ascolti?!» afferrandolo per la manica e
scuotendolo «Sì,
sììì! Calma! Jeri
andiamo…anche a me è seccato che la nostra
formazione non
abbia fatto faville, figuriamoci!»…«Beh
se a te
è seccato a me è seccato di più!...
…questo
è un problema.» riferiva lei torva nello sguardo,
al che
il ragazzo si incuriosì «Perché dici
questo…?...per le battaglie, ovvio, per i nemici che si
fanno
più potenti! Li ho visti anch’io, quelle tre mi
danno i
brividi!»…«Non sono solo i nemici a
farsi più
potenti.»…«Come?»
Jeri lo guardò
con la coda dell’occhio…e anche se velata da una
lieve
insicurezza riferì «…hai visto lei?
Cindermon…diventa ogni giorno più
potente…»…«Ah, la Digimon
del…”povero
parrucchierino”…»…«Sai
che non voglio
che lo chiami così!!»…«Ok,
non ti arrabbiare,
anche se non capisco…perché lo difendi
tanto.»
La
ragazza sospirò seccata…e Mako spiegò
«Quella non mi piace granché, a dirtela tutta la
trovo
parecchio presuntuosa però devo ammettere che come Digimon
spacca di brutto. Spacca materialmente, ha servito il fatto suo a
quella, la moglie di
Cyberdramon!»…«Senti!» si
volse Jeri decisa «Spettava a noi, non a lei, dare una
lezione a
quella Digimon! Era compito di
Beelzemon.»…«Sì,
però…»…«Però
niente!»…«Il fatto è che noi,
Jeri…»…«Il fatto è
che noi, Mako,
siamo gli unici ad avere un Digimon che non fa solo il Digimon ma
svolge anche due, tre, quattro
attività!»…«Ti
riferisci al lavoro al convento?»…«Beh!
Non di certo
a quello di servitore a casa
mia!»…«Ahhh, ti prego
non tocchiamo questo tasto!! Non mettermi in mezzo…Beelzemon
si
agita tanto se mi vede litigare con Akemi e ci finirei diretto se
sollevassi questa storia!»…«Il tuo
Digimon
finirà direttamente acquisito se NON la sollevi, e
francamente
la cosa mi scoccia non poco visto che non è solo il tuo ma
è anche il MIO
Digimon…caro…»…«Ti
dà fastidio
che Cindermon sia così
potente?»…«Non
è questo!» Jeri alzò le spalle
«Mi sembri
nervosa…»
“…ho paura che Takato si affezioni troppo a lei se
finisce
per contare così tanto sul suo aiuto! Temo di perdere la sua
amicizia. Almeno…” sfregandosi le mani
“…se
il mio Digimon fosse forte in battaglia e il suo intervento fosse
determinante sarei certa che mi verrebbe a chiamare ogni volta che
c’è un attacco nemico. Invece ho paura di cadere
nuovamente nel dimenticatoio dei Digimon Tamers come dieci anni
fa…” «Senti…fa come ti pare
ma io mi rifiuto
di ripetere una seconda volta una simile brutta figura!»
camminando più avanti «Ti ho detto che non sono
riuscita a
dormire al pensiero!»…«Io veramente ho
perso il
sonno per pensare a un’altra cosa: abbiamo lasciato che quel
Kenta se la desse a gambe dopo aver spudoratamente dichiarato di essere
un traditore!»…«Ancora con questa
storia, Kenta non
è un traditore! Sei cieco, forse? Abbiamo visto tutti sua
moglie
tenuta in ostaggio da
LadyMeramon!»…«Ciò non
prova NIENTE, Jeri! Ancora a difendere quel tuo amichetto di infanzia,
ma ti sei persa la fine dello scontro? Sia lui che lei sono spariti,
neanche un
grazie…»…«A-Avranno
avuto…»…«Non avranno avuto
niente
all’infuori di qualcosa da nascondere! E’ scontato:
altrimenti non sparisci così. Secondo me sia lui che la
moglie
sono invischiati in cose poco pulite. Non puoi negarlo, Jeri, tanto
più trattandosi di un tuo vecchio amico: vuoi forse dire che
lo
conosci bene? Lo hai frequentato in questi
anni?»…«…no…a dire
il vero
Kenta…si è molto isolato da tutti noi da quando
la
battaglia è finita…poi…ancora di
più da
quando si è fidanzato con
lei…»…«Ecco
allora vedi che ho ragione? Dai, è una sciocca ostinazione
tua e
di…quell’altro credere alla sua
innocenza!» Jeri
ebbe un moto, avrebbe voluto replicare…
…ma senza
le parole necessarie questo si spense, nel cadere delle sue braccia
“Accidenti, non voglio pensare che Kenta sia un
disonesto!!...ci
sono affezionata. Lui assieme agli altri mi ricorda
l’infanzia…ma non ho pretesti per difenderlo, in
effetti
è vero che lui e sua moglie si sono dileguati nel nulla
ieri,
è un comportamento strano…” per poi
reagire
indurendo lo sguardo «Comunque…non stavamo
parlando di
questo, non sviare l’argomento! Beelzemon! E’
così
debole perché si fa in quattro da tua sorella: non voglio
che
seguiti ad abitare in quel convento!»
Convento nel
quale il viavai e il vociare si stavano innalzando
inesorabilmente…
«Oh mio Dio ti prego
vieni in nostro soccorso: oggi arriva il
vescovo!!»…«Sorella! Madre Katsumi sta
impazzendo!!»…«Per quale
degli…infiniti
motivi tanti quante le stelle in
cielo?»…«I canti!!
Non abbiamo più i canti!!»…«I
canti,
sorella!!»
…ne convennero che era assai grave…
…mentre
Beelzemon si organizzava e si dava da fare «N-No, attente!!
State
per scontrarvi!! Oh?
Fiùùù…meno male,
appena in tempo. Attenzione agli spigoli del tavolo! H-Ha una gamba
spezzata!» asciugandosi il sudore dalla fronte con una
passata
del braccio «Uff…mamma mia. Questa mattina sveglia
all’alba. Oh?»
Si volse. Akemi era
dietro di lui, lo scrutava. Fu esortata a tendere la mano anche se con
incertezza, ma lui fece il primo passo «Akemi! Devo
parlart-» ma una suora si frappose fra di loro
«Beelzemon!
Oh, aiutaci ti prego! Madre
Katsumi!!»…«Che
cos’ha?! Sta male?! Ha avuto un malore? Vi prego parlate
sorella!!»…«Oh no, ma è
prossima al collasso!
Ci mancano i cant-»…«Non sono prossima
proprio a
niente, se non a una sfuriata generale e collettiva!»
…arrivò la menzionata, rigida come sempre, e la
suora
accorse da lei «Madre Katsumi! Non vi sareste dovuta alzare,
non
sareste dovuta venire!»…«Vi sarebbe
piaciuto, eh?!!
Così al vescovo ci presentiamo con le
nostre…bbbelle
facce da sciocche e senza niente per allietare le sue
orecchie!»…«Madre! Spiegatemi, che
problema
avete?!» si informò il Digimon, che
però al
contempo vedeva Akemi allontanarsi timidamente ma non poteva
trattenerla…«Non lo hai ancora realizzato
nonostante
tutto, giovanotto?! Sul convento è calato il
silenzio!»…«Non…dite
così, siete
apocalittica e mi fate paura.»…«Se fossi
apocalittica in questa situazione significherebbe che sono
ottimista!»…«Che cosa vi manca?!
Musica?!»…«E’ andata persa col
terremoto, le
sorelle lo sapevano e non hanno fatto
nien-TE!»…«Hanno avuto tanto da
lavorare! Non si
sono risparmiate un attimo, vi prego datemi retta non è
colpa
loro!»…«Sei molto signorile nel
difenderle ma
peccato che tu non possa plasmarci miracolosamente gli
spartiti!»…«M-Miracolosamente…no,
io sono ben
lontano dal fare quelli che voi chiamate miracoli, però
posso
arrangiarmi!»…«…Gesù
Nostro Signore
non si
“arrangiava”…»…«Oh
sì però lui…sapeva ciò che
io ignoro.
Vedeva quello che io vorrei vedere, insomma…per adesso
questo ho
capito di lui!»…«Madre
Katsumi!» intervenne la
suora lì presente «Permettete, l’ho
sentito da
sorella Akemi: Beelzemon scrive musica!!»
Madre Katsumi si
volse verso di lui con sguardo inquisitorio, e questi «O-Oh,
beh…veramente! Non…credo che il mio genere possa
interessarvi!»…«Il
tuo…genere? Perché,
facci sentire!»…«Mah, i vostri
canti…debbono
richiamare cose…s-simili, presuppongo!» indicando
col suo
artiglio il dipinto affollato di cherubini «Mentre le canzoni
che
scrivo parlano…!!»
Madre
Katsumi affilò la punta del suo sguardo, mentre
l’altra
suora rese più accesa la scintilla nel suo…
Beelzemon
chinò il capo “…di quello che io ho
capito delle
passioni umane. Di ciò che mi immagino…che siano
amore…desiderio…sofferenza…
…non avendole mai provate ma essendomi sempre chiesto che
aspetto avessero, giù dal mio mondo…”
…in
quegli stessi istanti, Akemi si ritirava in una capella più
piccola, distante dalle voci e dal fermento per l’arrivo
ormai
prossimo del vescovo. Il suo passo sembrava stanco, ma mai come il suo
sguardo…le sue mani scivolarono al crocifisso che aveva al
collo…per poi gettarsi in ginocchio, ai piedi
dell’altare.
Il suo cuore sembrava stretto in una contrizione e in un dolore
profondo, lo stesso con cui guardò il crocifisso
più
grande, posto sull’altare tra i fiori «Oh,
Signore…
…soltanto tu mi conosci e sai…!...
…soltanto
tu…!!...puoi comprendermi…!!...in questo
momento!!»
ma fuori dalla porta si udivano passi «Presto,
sorelle!!»…«Sta arrivando il
vescovo!!»
…al
che Akemi chinava il capo stremata
«…perché non mi
lasciano un attimo sola con te?!»
«Come facciamo con i
canti?!»…«Madre Katsumi
ha abbordato
Beelzemon!»…«COOOME?!»…«Beh…verbalmente,
si intende! Sembra che gli abbia chiesto di buttar giù uno
spartito in fretta e furia, e lui ha
accettato!»…«Come faremmo senza di
lui?!»…«Ah sorella non dirlo!! Non
è neanche
concepibile, mi sembra scontato che Beelzemon deve restare qui, a
vivere nel nostro convento!»…«Ma
è un
uomo!»…«Che uomo e uomo, è un
Digimon!»…«Sì ma di sesso
maschi-»…«NON importa, e poi Akemi non
lo lascerebbe
andare mai!»
In Akemi
insorgeva però un moto di pianto all’udire quelle
parole…
A casa di Rika, Renamon sembrava assorta nei suoi pensieri.
La sua domatrice
le si accostò «A che stai
pensando…?»…«Penso…»
replicò la volpe dorata aprendo e chiudendo la sua zampa
«…che ieri sera non sono riuscita a tenere testa
al
nemico. Credo che io debba diventare più forte. Gli assalti
si
intensificano…
…la
battaglia si preannuncia
ardua…»…«Renamon…io
non voglio che si
ricrei la stessa situazione di dieci anni fa: la preoccupazione di
acquisire nuova forza…e nient’altro. Tu ora non
sei
tornata solo per combattere. Ma soprattutto…»
volgendo il
suo sguardo ai piccoli volpacchiotti sul letto
«…per
vivere la tua vita. Per poter mostrare ai tuoi figli…la
terra.
Hai diritto a questo mondo dopo che lo hai difeso con tanto
ardore.»…«Io…»…«No,
amica
mia, dammi ascolto. Mi sarebbe tanto piaciuto…accoglierti
con il
mio mondo in altre condizioni, che non fosse invece bersaglio
d’assalti.»…«A me sta bene
finché ci
sei anche tu…a dividere con me l’aria di questo
mondo.» Rika sorrise, e le prese quelle soffici zampe
«...tu non sei tornata solo per combattere. Ma…se
posso
permettermi questo gesto possessivo…anche per starmi
accanto…e farmi da guida visto che senza di te io mi perdo
con
così tanta facilità…» e si
guardarono negli
occhi...quando «Rika! Sei già in piedi?»
Himi si
era affacciata alla porta della stanza «Sì, Himi,
entra
pure. Comunque io sto per uscire, ho assoluto bisogno di
parlare…con una persona, ti ricordi quella signora con
l’outlet? Frequentava il locale ma era una delle rare persone
a
posto che circolavano da quelle parti, ho un
bisogno…più
che urgente di mettermi d’accordo per un lavoro, forse posso
aiutarla al negozio per qualche giorno!» spiegò
Rika
mentre si accomodava i capelli e gli orecchini, e fece capolino anche
la madre «Rika, ma vai già via? Ah…ieri
hai
combattuto, e oggi già
scappi.»…«…lo
so, mamma.» mormorò la ragazza sfiorando quella
mano che
si era posata sulla sua spalla «Però che posso
fare? Qui
dobbiamo arrangiarci, lo abbiamo
detto.»…«Lo so
figlia mia ma tu già lotti al fianco del tuo Digimon! Se
lasciassi magari a noi il
resto…»…«Sì
mamma io ti ringrazio però c’è solo un
piccolo
problema: non sono stipendiata per fare la Digimon Tamer, se lo fossi
sarebbe l’ideale! Al limite mi accontenterei anche di una
percentuale sulle battaglie, guarda, già quella basterebbe,
ultimamente…il ritmo si è fatto
giornaliero.» A
quel punto si affacciò anche la signora Seiko «Va
bene, se
devi andare non ti tratterremo, però…permettimi
di darti
questo. E’ il tuo pranzo, almeno mangia qualcosa per
rimetterti
in sesto: la tua Signora ha bisogno che la sua domatrice sia in piena
forma. O anzi, sarebbe meglio dire…» prendendo
sotto
braccio sua figlia, con un sorriso d’affetto
«…tutte
le signore di questa casa, che sono ai tuoi
piedi!»…«Ahahah, tua nonna ha ragione,
Rika!»
rise Himi…
…e anche
la domatrice dai boccoli rossi si lasciò scappare un sorriso
«…vi ringrazio. Mi fate sentire coccolata, come se
fossi
tornata bambina.»…«Ci farebbe
così piacere
darti questa
impressione!»…«…ti assicuro
che
ci riuscite, mamma.» ed anche Renamon si avvicinò
«…mi dispiace non poter far niente, se
solo…potessi
andare al lavoro al tuo
posto…»…«Oh Renamon
ti assicuro che quello che fai è già tanto. La
mia vita
è caotica e frenetica, però
almeno…»
confessò con un luminoso sorriso «…ho
la fortuna di
dividerla con coloro a cui voglio bene. Questo mi fa venir voglia di
alzarmi ed affrontare ogni
giornata!»…«C’è
solo una cosa che manca
in questo quadro...» disse Rumiko, e Rika «I soldi,
lo so!
Uhmuhmuhm!» ma Himi «Ah-Ah-Ah-Ah! No! Mi sa che la
tua
mamma…intendeva un’altra cosa!» al che
la ragazza
assunse espressione un po’ impaurita e
indietreggiò
«…che cosa, allora?» e sua madre
spiegò
«Un uomo che sia al tuo fianco, e che ti voglia bene. Con cui
condividere le sfide di ogni giorno. Un uomo da
amare…»…al che Renamon abbassava il
capo e si
volgeva di schiena…«…e che sappia
amarti a sua
volta. Sei ormai in età, Rika. Per
innamorarti…»…«…sì,
però…» accennava lei insicura
«N-Non mi serve
un uomo! Chi potrei trovare?...come?!...dove poi?!» al che la
signora Seiko commentò «Rumiko fra tante madri che
vedono
i loro figli eternamente come dei bambini, tu hai corso troppo: la
nostra Rika è ancora piccola per queste
cose!»…«Ahhh, dai Rikaaa!»
esortava Himi
«Non ci deludere!»…«No, ma
io…»
fece la ragazza…per poi non aver più timore di
guardarli
ed aprirsi in un dolce sorriso «Io non ho bisogno di un uomo.
Io
ho voi. Uhm! Non mi serve il fidanzato, mi basto così!
Uhmuhmuhm!» al che si levò un
“Ahhhhhhhhh!”
generale…eccezion fatta per Renamon, per la quale questi
discorsi erano delicati e ledevano le sue sicurezze «Pensate
come
vi pare, tanto io non cambio!» scherzava Rika con quale
spigolosa
e oltremodo scherzosa moina, per concludere con un
«Ciaooo!» frizzante e femminile, che la vide
incamminarsi
verso la nuova giornata con quel suo abbigliamento odierno dai richiami
vagamente etnici. Le “signore” della sua famiglia
si
guardarono soddisfatte «…è proprio
tornata la
nostra Rika.» affermava la nonna della ragazza, e Renamon
pensava
(canzone: Bon
Jovi - Right side of wrong)
“…bambina mia. Spero che per te l’amore
sia un
cammino meno torbido di quanto lo è stato per me.”
guardando i suoi splendidi figli con una punta di malinconia e forse di
colpa “…mi auguro che la vita ti preservi da spine
e
sofferenze, e ti permetta di realizzare tutti i tuoi sogni, qualsiasi
essi siano.”
…così Rika usciva, riaccomodandosi la tracolla e
buttando
un’occhiata al cielo
«L’amore…»…incuriosita
e venata di
sfida come suo solito. Quando
«Rika!»…«Oh?!»…«Per
favore,
non dire niente!»…«Ryo ma…che
ci fai
incappucciato?»…«Ecco appunto, meno male
che avevo
detto di non dire
niente!»…«Sì
ma…!» lo indicò lei in modo
eloquente…
…mentre senza
farsi vedere, arrivava anche Alice con Minidramon, sgattaiolando dietro
un albero del giardino «Perché siamo venute qui,
Alice?»…«…se desideriamo
sapere tutto il
necessario su Ryo Akiyama è necessariamente questo il punto
da
cui dobbiamo partire: Rika…» mormorò la
giovane
puntando i suoi occhi glaciali sulla ragazza, nello stupore della
Digimon «…sapevi già che sarebbe venuto
qui da
quando hai iniziato a seguirlo?...!»
Alice non rispose...ma
poi commentò «C’è
qualcosa…di strano
in Ryo questa mattina, è mia intenzione scoprire di che si
tratta.»
«Non ti posso spiegare
ciò che mi sta succedendo, troppo lungo e troppo difficile,
guarda! Per il momento…» tirandosi i laccetti
della felpa
fino quasi a strozzarsi «E’ meglio che resti
nascosto.
Dì la verità si vede tanto che sono
io?»…«Mm…no…!...per
niente.»…«Ah,
bene!»…«Se
escludiamo il trascurabile particolare di
Cyberdramon!»…«Ehhh?!» Ryo si
volse di scatto,
per poi piagnucolare «Ahhh, Cyberdramooon! Ma
perché
mi hai seguito, e soprattutto non potevi
regredire?!»
…ma il drago
nero digitale sembrava avere altri pensieri
“Gelsomon…tu
hai calpestato la mia dignità, ma io non ho intenzione di
darti
questa soddisfazione. Rialzerò il mio orgoglio maschile,
costi
quel che costi.” …testandosi i muscoli e
constatando il
buono stato del muso, per poi concludere “Del resto siamo
sulla
terra, e Imagomon è lontano.”
…nello
stesso istante in cui Renamon notava la sua presenza, avanzando fuori
dall’abitazione. I loro occhi da Digimon si
incrociarono…
«Almeno
posso avere una dritta vaga?»…«Ti spiego
in breve
che è venuta: n-non LA POLIZIA diciamo alcuni poliziotti
specifici e individualizzati che io conosco e a cui ho sempre dato
fastidio, intendo al livello personale, tanto che adesso hanno montato
una storia assurda!» ma lei lo guardava in modo eloquente
«Ryo…
…che cosa
hai combinato?»…«Io?!! Ma niente, sono
innocente!!» alzando le mani…
Mentre il suo
Digimon balzava per inchinarsi dinanzi alla volpe «Ahhh,
Reeenamon!» e questa indietreggiava, non lontana
dall’essere impaurita.
Minidramon
«…!! Guardalo!! Eccolo che ricomincia,
mascalzone!!!»…«Shhh!! Zitta, fammi
sentire cosa
dicono!»
«Però ci tenevo a venire da te, per constatare
almeno come
stavi! Renamon è stata colpita duramente durante la
battaglia di
ieri sera. Niente di rotto? Ah, abbiamo un sacco di cose di cui parlare
poi! Quei ragazzini avevano un’aria misteriosa tanto quano
minacciosa, in aggiunta alla combriccola deee…deeella moglie
di
cucciolo!» al che Rika si volse «Ma…che
cosa sta
facendo?»
«Lo sai che
questa mattina risplende più del solito il tuo pelo al sole?
Non
avevo mai notato quanto eri
bella…»…«Piantala…»
Rika era un po’
allibita, ma Ryo la prese per la mano «Lasciali stare! Sono
entrambi Digimon, devono socializzare! Come…noi
umani.»…«Ryo…» Rika
tirava fuori a poco
a poco un sorriso un po’ didascalico, mentre dietro di lei
Renamon schivava le zampe “troppo lunghe” di
Cyberdramon
«…ascolta…ti faccio un rapido quadro
della
situazione, così ti è più chiara:
vedi, è
che noi non siamo più adolescenti. Questo non è
più il gioco della ragazza scorbutica che chiamano
“Regina
dei Digimon”, e del ragazzo campione a carte a cui ruotano
attorno mille leggende…e che…»
tirandogli
giù di colpo il cappuccio
«…è scomparso da
tempo dalla
circolazione!»…«Sì, lo so,
è vero Rika!»…«Dico sul
serio, Ryo!
Io…sono qui come mi vedi, nel disperato tentativo di
conciliare
l’attività da Digimon Tamer con una vita vagamente
apprezzabile dal punto di vista sociale, se non altro almeno
remunerativa per sfamare le cinque bocche di casa, nove con marito
& figli di Himi, undici se aggiungiamo i cuccioli di volpe!
Undici
bocche, entrate incerte. Takato si arrangia come può, stesso
fanno moglie & figlio di Henry fino a che non lo ritroveremo!
Di
Terriermon non c’è traccia, stesso vale per
Calumon.
Kenta…è tutto un grande
interrogativo…»…«CONOSCO la
situazione!»…«No, Ryo, tu ancora non
capisci.»
replicava Rika che parlava in fondo con dolcezza, spoglia da qualsiasi
risentimento ma quasi con una sorta di materna propensione, e
volgendosi un attimo verso un Cyberdramon quella mattina un
po’
molesto, e sollevando appena il cappuccio del ragazzo
«…non possiamo metterci a giocare adesso, siamo
cresciuti,
abbiamo problemi da adulti.»…«No, sei tu
che non
capisci, Rika!» ribatté Ryo…lasciandola
un
po’ stupita…
…e facendo lo
stesso con Alice…mentre Minidramon si sporgeva per ascoltare
meglio…
«Non sono cieco, lo
vedo bene che siamo nei casini più totali ma vedo, ma so
anche…!» prendendole la mano
«…che gli eventi
ci hanno rubato l’adolescenza ancora prima che potessimo
viverla,
quel Guardianmon ha decretato che noi dovessimo separarci dai nostri
Digimon, e vedendoli sparire su nel vortice…abbiamo
permesso…a tutti quelli che erano i nostri sogni, e le
nostre
aspettative di volar via con loro. E marcire per dieci anni! Ora non
dico che dobbiamo metterci a fare i pagliacci, lo so bene, ci sono
priorità importanti! Il bambino di Renamon, i volpacchiotti
di
Henry…OPS! Cavolo, che mi metto a dire!»
…mentre
Rika non sapeva bene dove guardare, se ridere o scrutare con
rimprovero…
…o se
lasciarsi andare a quell’emozione che stava provando
«Lo
vedi? Mi confondo ma è colpa di questi anni persi!
Rika…ascolta, sono d’accordo sull’essere
seri.
Però…però almeno concediamoci ancora
un ultimo
soffio di gioventù, non chiudiamogli del tutto la
porta.»…parole che sembravano colpire la ragazza
«…permettiamo ai nostri cuori ancora…di
emozionarsi…se uno viene a trovare l’altro la
mattina per
informarlo sulle recenti novità della battaglia, uno scambio
di
notizie! Un’occasione…per vedersi…
…parlare…» facendo più
intenso il suo
sguardo, che poteva a volte richiamare alla mente i film
d’epoca
«…hai l’enfasi di tua
madre…»
commentò lei ma sembrava piuttosto catturata «Ti
sbagli…sto parlando seriamente…io…
…Rika!» …si avvicinava lui…
…Alice e Minidramon si protendevano…
…mentre a poco
a poco cadeva da Ryo ogni sovrastruttura recitativa se mai
c’era
stata «…tu sei stata importante, sei importante!
Stamattina avevo davvero desiderio di vederti…»
“Ryo…sul serio?!” ma
«AAAHHH!!!»…«OH MIO DIO!
COS’E’?!
LA POLIZIA?!» Ryo si ritirò di scatto dietro il
suo
cappuccio, ma Cyberdramon corse da lui con le mani in faccia
«Mi
ha graffiaaato!!!»
…e
Renamon esclamava infuriata «Ci credo bene, tieni le mani a
posto! Non credevo saresti arrivato ad una tale mancanza di rispetto
nei confronti di mio marito che è a Digiworld!»
«Ah,
Cyberdramon ma come ti salta in mente?» faceva Ryo
offrendogli un
fazzoletto «Io cerco di fare un discorso serio e tu che fai?
Ti
metti a provarci con Renamon!»…«Ma Ryo,
non capisci?
Ho il cuore spezzato! Mia moglie mi è sfuggita di mano, ho
l’orgoglio a terra!» …al che Rika
«E’
veramente un comportamento deprecabile!!» ponendosi le mani
sui
fianchi «Meglio che vada, sono già in ritardo!
Renamon!!...seguimi! Ti difendo io nel qual caso si facciano brutti
incontri!»…«Vengo, Rika!»
schizzò la
volpe, ben ansiosa di allontanarsi da quelle compagnie…
…che Ryo
guardò allontanarsi, con sguardo deluso «Mi
spiace,
Ryo…»
Mentre Alice
desumeva «…e così Ryo si sta
nascondendo
perché la polizia sta indagando su di
lui!…» e
ciò sembrava un fertile spunto di riflessione per i suoi
occhi
azzurri. Minidramon invece deduceva con occhi decisi «E
così Ryo…è infatuato di Rika come quel
ZAMPE-FLOSCE lo è della sua Digimon!!»
«Apri bene le
orecchie, anche a me dispiace per tua moglie e per tutto il resto ma
così non ci daremo una rialzata! Ascolta: dobbiamo sforzarci
a
essere seri, qui tutti si stanno impegnando, non possiamo fare sempre
la figura dei pagliacci eterni
ragazzini!»…«Scusa…è
che non ho mai
attraversato un periodo
così!»…«Non fa
niente, dai.» Ryo gli mise amichevolmente la mano sulla
spalla
«Torniamo a casa. Magari se regredisci è
meglio.»
Alice
sgattaiolò svelata sulle sue scarpette nere e
lucide…Minidramon seguì i due con lo sguardo fino
a
quando non sparì dietro al cancello (fine-canzone)
Gli occhi di un
grosso orso di peluche, e gli occhi sbucanti da un viso infuocato,
sbattevano stupiti di fronte a un Digivice nero, sostenuto con orgoglio
e posa elegante da un ragazzino che affermò «Se
non
credete ancora a quanto vi ho detto perché non lo testate
personalmente: se avete abbastanza coraggio…!»
Lo sguardo di
N’Emo era beffardo e tentatore, il suo tono era ammaliante.
LadyMeramon cammino «E così ragazzino, tu ti
ostini a
sostenere che se ti giuriamo fedeltà tu puoi renderci
potentissime!»…«…lo
straconfermo,
signora…»…«C’è
qualcosa che mi
insospettisce.» PinkMonzaemon si grattò la testa,
e
LadyMeramon
«Sììì…anche a me,
compagna!»…«Andiamo, potete
fidarvi!»
esortò N’Emo, ma PinkMonzaemon proruppe aggressiva
«Nessuno fa niente per niente in questo
mondo!»…«Eeesatto, se tu ci vieni a
offrire questo
aiuto vuoi di sicuro qualcosa in
cambio!»…«Ragazze…ragionate,
sono vostro
alleato: a me interessa la disfatta di quei Digimon Tamers esattamente
come a voi.»
Le due si guardarono…
«Comunque, se
non siete convinte vi ribadisco ciò che vi ho già
inquadrato come il mio corrispettivo per la potenza che posso
conferirvi: desidero che mi diate…» passeggiando,
e
lanciando il Digivice per poi riafferrarlo «…una
parte
della vostra intelligenza artificiale.»
Le due si guardarono di nuovo…
…e il ragazzino
le guardò «Oh, ma non vi preoccupate! Non vi
prenderò nulla che possa tornarvi utile! Il cervello dei
viventi
trabocca di così tanto materiale prolisso: dubbi, rimorsi,
sensi
di colpa…io mi terrò in quell’area.
Andiamo, chi
non vorrebbe liberarsi…della rabbia e
dell’insopportabile
dolore di non esser riuscito a realizzare i propri sogni? E’
esattamente questo che vi offro!» …così
si
arrestò dal passeggiare, dando loro le spalle «Io
tratterrò…» …per poi volgere
la coda
dell’occhio «…la parte di voi che vi
torna
più scomoda!»
«LadyMeramon…non so tu ma io cedo volentieri il
mio antico
sogno di sposarmi e avere una famiglia se posso barattarlo con potenza
distruttiva.»
Lo sguardo di N’Emo già
luccicò…
LadyMeramon esitava «Mmm…
…ANCH’IO!! Anch’io cedo!!!...
…mio
marito.»…«Ptsss!»
PinkMonzaemon le
afferrò una mano con la sua zampa artigliata…e
per la
prima volta la guardò con premura «Sei
sicura?...tu tieni
tanto alla sua memoria.»…«…mi
fa troppo male,
PinkMonzaemon.» …sfilandosi la collana
di
perle…
…che
N’Emo raccolse nella mano in cui teneva anche il Digivice. La
donna di fuoco spiegò «Preferisco tramutarmi in
una
creatura devastante e vendicarlo, ma farlo senza neanche
ricordare…che lo sto facendo! Tanto so che anche un giorno
che
fossi cosciente di aver eliminato i Digimon Tamers…il mio
dolore
non mi lascerebbe in pace.»
…N’Emo strinse la
collana…e PinkMonzaemon chiese «Faremmo
bene?»…«Non vedo altra
scelta!» replicò
la Digimon infuocata con una nota di pena nella voce
«Andiamo,
allegria, cosa sono quei musi lunghi!...
…diventerete le Digimon che avete sempre sognato di essere,
ahahah!» …ma LadyMeramon replicò
«Diventeremo
piuttosto ciò che ti rimane quanto tutti i sogni li hai
persi.»…«…hai ragione
LadyMeramon.»
confermò PinkMonzaemon…ma lo sguardo del
ragazzino si
assottigliava…
…in
quegli stessi istanti Kenta giungeva presso la pensione, e con la
fiamma ancora a troneggiare sulla sua testa, puntava deciso i suoi
occhi verso la finestra in alto «Bene, ci
siamo…»
mormorò prendendo il fiato necessario
«…è il
momento di dimostrare il proprio valore: sgattaiolerò di
nascosto all’interno…e recupererò il
Digivice.» ma una zampa si posò sulla sua spalla.
Quell’individuo travestito da Digimon orsiforme era ancora
con
lui «Fa andare me in perlustrazione.» disse con
voce
distorta, sempre tenendosi una mano davanti alla bocca «Come?
Escluso a priori!!» sentenziò Kenta volgendosi
irremovibile «Quello che devo fare è una cosa
seria, non
si tratta più…ahh!...» sfilandosi con
fastidio
quella visiera a fiamma «…di un gioco! Quel
ragazzino non
mentiva, me ne accorgo dallo sguardo! E qui è pericoloso,
quindi
va a casa, sono io quello che si intende più di Digimon fra
noi.» ma l’orso tornò a sfiorarlo
«Te ne
prego. Non escludermi: dammi la possibilità di
aiutarti.»…«No!!» stringeva i
denti Kenta, ma
l’altro replicò «Non ti ricordi quanto
ti faceva
male non poter assistere i tuoi amici in battaglia? Sei stato
l’ultimo a diventare un Digimon Tamer: non avresti dato tutto
te
stesso affinché i tuoi amici ti affidassero una
parte?»…«Io…»
…Kenta si
ricordò in molte occasioni…piccolino, occhialuto,
con
l’aria da sapientino ma per lo più sprovvisto di
un
Digimon “…volevo tanto diventare un domatore.
Avrei dato
qualsiasi cosa per avere un Digimon tutto mio! Sono stato costretto ad
assistere alle battaglie più difficili…
…e
non avevo alcun mezzo per dare una mano ai miei amici. Era
così
frustrante! Sentivo che mi consideravano un membro della squadra. Ma io
volevo esserlo a tutti gli effetti. Fino al
giorno…”
…ricordando di una luce splendente che gli fuoriusciva dalla
tasca dei pantaloni “…in cui MarineAngemon
trasformò il mio sogno in realtà, facendo
comparire il
mio Digivice!” …che era bianco bordato di lilla
“…affiancandosi a me…concedendomi la
gioia e
l’emozione che tutt’oggi ricordo come la
più
esaltante di tutta la mia vita!!...
…domatore di Digimon…non più
solo…ma
insieme ad un amico nel cammino della mia crescita: io sarò
sempre grato a quel piccolo, silenzioso e poco ingombrante animaletto
alato, persino quando sarò vecchio, anche allora. Per tutta
la
vita. Fino al mio ultimo respiro…”
«…e va
bene.»…«Oh!» l’orso
si portò
l’artiglio alla bocca «Se vuoi…vai, non
sarò
certo io a bloccare il passaggio a chi si trova in quella terribile
condizione.»
Il tipo
travestito sembrava emozionato, e si avviò verso
l’interno
a passo lento quando «Ehi, aspetta!» Kenta lo
richiamò. Lui si volse…
«…grazie. Grazie per ciò che
fai.»
“…no. Grazie a te Kenta.”
PinkMonzaemon e
LadyMeramon si inchinavano di fronte a N’Emo «Puoi
fare di
noi ciò che vuoi!» furono le parole della donna di
fuoco.
Il ragazzino mormorò «Bene…
…!!»
circondandosi di un alone oscuro, che fece risplendere di luce maligna
i suoi occhi…
Il tipo travestito da
orso sgattaiolò di fronte al bancone «E-Ehi, dove
vai?!
Non accettiamo gente mascherata! ALTRA gente mascherata, voi artisti
chiassosi disturbate i
clienti!»…«Passaggio al volo:
vado a fare tin-tin in bagno!»
…sicché
l’uomo che l’aveva richiamato si rimise seduto
«…dovrebbero togliere i servizi igienici
obbligatori in
posti come questi.»
Una volta infrattatosi
nel bagno “Ce l’ho fatta…ora non resta
che…”
…si sfilò la finta testa…(canzone: Mariah
Carey - Bringin'on the heartbreak)
rivelando i suoi capelli biondi e il suo viso paffuto «Se
recupero il Digivice posso trasformarmi! Intanto è fatta,
sono
riuscita ad entrare qua dentro al posto di Kenta!»
esclamò
Yuki speranzosa.
«…bene,
ora preleverò quella parte di voi che espressamente
rifiutate…per fare un buco sufficiente nella vostra memoria,
affinché io possa entrarvi…» svelava
tenebroso il
ragazzino…
«O-Ohh?»
gli occhiali di PinkMonzaemon volarono via ma lui avvertì
«Senza paura!»
«Il mio
sogno…la mia famiglia mancata…» vide la
Digimon
riflessa nelle lenti sempre più lontane, la sua immagine
allegra
al fianco di un orso coi baffi e in mezzo a tanti piccoli
orsetti…fino a che «Ahhh!» non vide gli
occhiali
infrangersi. E i frammenti di vetro roteare fino a comporre un guanto
da boxe, in cui N’Emo agilmente infilò la mano
destra
«Ahahah!»…«Ohhh…»
PinkMonzaemon
sembrò piegare il capo stavolta realmente come un
giocattolo, la
luce nei suoi occhi si era spenta.
N’Emo
strinse poi le perle avute da LadyMeramon nella mano sinistra, fino a
spezzare la collana «Mio marito…i miei ricordi
dolorosi…ma anche i più
felici…»
…che
volteggiavano malinconici come lei, che anche spense la luce che aveva
negli occhi, facendo le perle opache all’improvviso, quando
si
unirono in un secondo guanto da boxe, un guanto fatto di perle in cui
N’Emo infilò la mano sinistra.
«Ahahaha!!!» si sentì trionfante. Fili
sgorgarono da
ogni angolo fattosi oscuro della stanza, e avvolsero le due Digimon,
fino ad alzare il loro corpo «Ora non avete più
volontà…senza i vostri sogni e ricordi siete solo
marionette, e obbedite al mio volere!»
Luce oscura negli
occhi vuoti di PinkMonzaemon...alone tenebroso nello sguardo spento di
LadyMeramon…
«Ce l’ho
fatta…» N’Emo portava emozionato i suoi
guantoni
alla bocca «…due Digimon di straordinaria potenza
in un
colpo solo: grazie a loro ruberò il prezioso cuore digitale
di
Takato…»
Yuki si
affacciò in quel momento alla stanza «Che
succede?!»
facendo i suoi occhi sottili e prudenti «Qualcuno qui sta
usando
del potere oscuro e fortissimo!» protendendosi a poco a
poco…
…e scorgendo le
sagome delle due Digimon di spalle
«…eccole…sono
loro! Di sicuro preparano un piano. Devo sbrigarmi.»
…procedendo in punta di piedi, ma poi ricordando di coprirsi
il
capo con la finta testa d’orso «Ora che sono girate
devo
approfittarne per sottrarre il Digivice!»
«…come vi sentite, mie
alleate…?» chiedeva
N’Emo…alzando il guantone di perle, aprendo e
chiudendo la
mano «…bene…fooorte, invincibile come
mai prima
d’ora…» rispose meccanicamente
LadyMeramon «E
tu?...!» fece N’Emo e mosse l’altro
guanto
«…imbattibile…»
replicò PinkMonzaemon
con vigore e partecipazione non maggiori «Bene, lo
dimostrerete…»
Quando Yuki
additò «Eccolo! L’ho trovato!»
individuandolo
sul mobile «Ancora qualche passetto…»
…mentre Kenta si alzava lento e sconvolto gli occhiali sul
capo
«…e quello cos’è…?
E’ potere
digitale maligno, in quantità abissali! Oh no!!»
correndo
all’interno…
N’Emo si volse di scatto. E con lui le due Digimon.
«Preso!-A-Ahhh!!!» la finta zampa d’orso
toccò
il Digivice ma poi dei fili sottili la immobilizzarono, facendole
provare dolore. Lentamente le due Digimon la fissarono «Oh,
no!!» emise Yuki, ma PinkMonzaemon si avvicinò
sfiorandola, come fosse incuriosita «Cosa sei? Sei il mio
specchio…?»…«Ehhh???»
fece la ragazza,
poi LadyMeramon debolmente «Ci sono due
PinkMonzaemon…»…«Ma cosa vi
è
successo…?»…«Te lo spiego
subito…!...
…hanno
rinunciato a un passato sfortunato: a volte è
l’unica
soluzione per andare avanti!»…«E-E tu
chi sei,
ragazzino?! Ohh?!!!...
…Takato…» mormorò con un
filo di voce la
giovane travestita dinanzi allo sguardo intenso di N’Emo.
Kenta
faceva le scale di corsa, colto da un’intuizione
agghiacciante…
«Ognuno si
traveste in questo mondo, fino a disperdere del tutto la
verità!
Sarei proprio curioso di sapere chi c’è sotto
quella
maschera!»
…ma
LadyMeramon muoveva appena la sua mano e sembrava starla scannerizzando
«…quel Digiviiice…il
casseeetto…la
caaasa…» rivedendo a ritroso una sequenza
mozzafiato di
immagini che culminavano nella foto di un ragazzino occhialuto con un
piccolo Digimon sulla spalla «…Kenta
Kitagawa…!» emise LadyMeramon con fare atono,
mentre
N’Emo affilò i suoi occhi
«…perfetto!! Un
amico di Takato, servirà ad attirarlo nella
trappola!!»…«Cosa?!»
sussultò Yuki, ed
il ragazzino ordinò «Mie prodi,
prendetelo!!!»…«No…! Noo!
A-Acc!!!»
Yuki tirò tanto forte che spezzò i fili e si
lanciò di corsa fuori dalla stanza
«Whaaaaaa!!!»…«Inseguitelo!!!»
Kenta giunse in
quel momento nel corridoio, e vide l’orso mascherato
corrergli
incontro, sicché gli indicò «Presto, da
questa
parte!!»…«Kenta!!»…«Ah?!»…«Avverti
Takato, digli che!!---una trappola, a-AHHH!!!» dei fili
avvolsero
la ragazza mascherata presso le caviglie e la trascinarono a terra
«Ma questa voce…?...!...
…YUKI!!»
realizzò Kenta, ma N’Emo proruppe fuori assieme
alle
Digimon «Io ho del lavoro da sbrigare, tu togliti!!! Umano
inferiore che non sei altro!» piombando prima con il guanto
di
vetro, che si tradusse in un cuore energetico scagliato da
PinkMonzaemon «AAHHH!!!»…e poi con
quello di perle,
che si tradusse in una frustata infuocata da parte di LadyMeramon
«AAAAAAAAHHHHHH!!!» Kenta fu scagliato contro il
muro dai
potentissimi colpi.
«Sei mio, Kenta
Kitagawa…» pronunciò N’Emo
fissando la
persona mascherata di cui aveva confuso
l’identità, e
mentre questa si dimenava a terra, il ragazzo apprendeva «Oh,
no…! Ma allora?!...
…YUKIIIIIIIII!!!» …ma le
Digimon avevano
già fatto un buco nel soffitto, rivelando uno spicchio di
cielo
nel quale balzavano trascinandosi Yuki, stretta in un groviglio di fili
nell’eco della risata di N’Emo
«AHAHAHAHAHAH!! Molto
bene, il bottino è di valore stellare!!» facendo
fluttuare
nella sua mano sia il suo Digivice nero che quello lilla dalle ali
dorate «Sono certo che Takato sarà disposto a
pagare molto
bene per riavere il suo amico e questo interessante bagaglio di potere!
Questa volta il suo cuore sarà mio, andiamo mie
guerriere!!»
…volando
verso l’alto portando con sé il prigioniero che
ancora
tendeva la mano «Mi raccomando, avvertilo!!
Avvertilooo!!!»…«YUKIIIIIIIII!!!...
…NO!!» Kenta cadde in ginocchio sconfortato,
picchiando un
pugno a terra «L’hanno catturata, si è
fatta rapire
al posto mio!! E’ incredibile, è sempre la stessa
storia!!
Non sono bravo a fare niente, gli anni possono passare ma resto sempre
il solito buono---A NULLA!» picchiandosi un colpo sulla
testa,
per poi cadere con i pugni a terra «Yuki, amore
mio!!» e
gli occhi pieni di lacrime di rabbia e frustrazione…(fine-canzone)
«Io questa
notte ho avuto tanta paura. E tu?» chiedeva un piccolo
MudFrigimon nel palazzo reale, e un altro orsetto marrone identico a
lui rispondeva «Io no, per niente! Le segrete erano buie e
oscure, però c’era Kazu con me, per cui non ho
né
pianto né strillato. Voglio diventare coraggioso come lui:
dovremo esserlo entrambi, fratellino! Quando saremo grandi, noi avremo
un domatore umano! E allora dovremo proteggerlo e combattere al suo
fianco!»…«Un domatore umano??? Che
bello, che
emozione! Quando ce lo avremo?»…«Presto,
papà
e mamma hanno detto che troveremo presto un domatore se ci comportiamo
bene! Ehi Kazu, voglio presentartelo, lui è il mio fratello
più piccolo!»
…«…l’avevo
capito!» sorrise sincero il ragazzo dal capello scuro, che si
stava arrangiando a pulire il corridoio che dava sulle segrete aiutato
da un aspirapolvere…un po’ sui generis, dotato di
occhi e
muso allungato, e anche dai movimenti un po’ improvvisi che
costrinsero Kazu a «Ohp!!...» tenerlo fermo
«Fiùùù…mamma mia
questo coso non si
controlla.»…«Ecciù!!! Sono
allergico alla
polvere!»…«Ah, impiego geniale il tuo
come
aspirapolvere!»…«EcciUUU’!!!
Scuuusa, se
sollevo tanta polvere!»…«Ci
mancherebbe!»
replicava il giovane nella nuvola di polvere «Se sei
allergico la
colpa non è mica tua! Bisognerebbe…trovarti un
lavoro che
non ti facesse star male!»…«Noi Multimon
siamo
elettrodomestici digitali altamente perfezionati, rispondiamo ai
desideri del nostro padrone assumendo un miliardo di
funzioni!»…«Allora è
perfetto, perché
continui a fare l’aspirapolvere,
scusa?»…«Uh…perché…mi
hanno
detto che non sono bravo a fare
nient’altro…»…«Chi
l’ha
detto…è bravo solo a sparare
sciocchezze!»…«Veramente è
mio
padre…»
…al che il
ragazzo dagli occhi che si arrossavano per la polvere esitò
per
qualche istante, il suo viso assunse espressione insicura…ma
poco dopo riprese spirito «Tuo padre non ti conosce. Io ti ho
visto lavorare, è da un’ora che sfacchiniamo e
anche se la
polvere ti infastidisce non hai emsso un fiato, hai un grande spirito
di sacrificio, e un’enorme disciplina! Questo basta a farmi
capire che…c’è senz’altro un
impiego in cui
puoi realizzarti-cof,
cof!!»…«…togliti di
lì…»…«Solo se
anche tu la smetti di
fare
l’aspirapolvere-cof!»…«…ma
i
Knightmon seguaci dell’ambasciatore ti hanno comandato di
pulire
il corridoio.»…«Non mi importa!
Preferisco vedermela
io con loro, nessuno deve andare incontro a ciò che
può
deteriorarlo, la salute è preziosa! La vita è un
dono…»
…Diamon
scendeva le scale…e si aggrappò alla ringhiera
per udire
le sue parole…
«Dammi retta
Multimon: questa non è la strada per
te.»…«Va
bene…!» e come per magia, quella creatura
balzò e
nell’irradiarsi della luce cambiò forma, assumendo
l’aspetto di un piccolo cubo con gli occhi «Questo
è
il nostro stato di “stand by” da qui possiamo
diventare
lavatrici, lavastoviglie, ferri da stiro, qualsiasi
cosa!»…«Caspita! Quanti esseri umani
sulla terra
sarebbero felici di avervi nelle loro case! Io per primo quante volte
avrei evitato di sentirmi perso, con tutti gli elettrodomestici che mi
si rompevano!»…«Tu vieni dalla
terra…?»…«Sì…»
replicò lui con dolcezza «…mi ci
porterai
mai?»…«…non so io stesso
quando…e se
vi farò ritorno. Però mi auguro nel fondo del mio
cuore
che un giorno la mia terra possa essere piena di Digimon! E’
sempre stato il mio sogno…»
…Diamon
scendeva di un gradino, e si portava le mani al cuore come se vedesse
l’accenno di un sogno meraviglioso…
«Come
nelle serie tv! “Ogni essere umano…ha un Digimon
al suo
fianco”…» descrisse il ragazzo con occhi
assorti e
sognanti «…veniva inquadrato come un anno tanto
lontano:
sarebbe bello avere questo miracolo nel proprio
futuro…»
…descriveva
incantando il cubico Multimon…e i due piccoli MudFrigimon
«…ma queste sono quelle cose che forse, si possono
solo e
soltanto sognare…»
Diamon però
mormorava fra sé «…no, Kazu. I sogni
posso
diventare realtà. Non smettere mai di sognare come
oggi…»
«Io e il
mio fratellino sognamo di diventare due Digimon coraggiosi, e un giorno
viaggiare sulla terra, per conoscere i nostri domatori!»
…Kazu si
avvicinò a loro e carezzò il capo a entrambi
«…vi succederà. Ne sono sicuro. Poco fa
ero incerto
circa i miei sogni…ma ora voi mi date la conferma che un
miracolo è possibile: anch’io quando ero
più
piccolo, sapete? Avevo lo stesso sogno…riflesso in uno
specchio:
sognavo di visitare Digiworld…e diventare un domatore di
Digimon. Ebbene…
…il mio
sogno si è avverato, nel migliore dei modi. Come in una
favola…ho conosciuto
Guardromon…l’eroe…che
ogni giovane sognatore desidererebbe avere al proprio fianco.»
…gli
occhi di Diamon si facevano lucidi, e seccandosi giusto un pizzico di
se stessa dovette imbarcarsi di nuovo nell’impresa di
raccogliersi le lacrime con le unghie…
«Tu
hai un fratello, Kazu?»…«Tu hai un
fratello,
Kazu?» chiesero i due orsetti, strappando
«Uhmuhmuhm!» una risata e un’altra
carezza al ragazzo
«Io no! Però avevo un amico inseparabile
all’epoca.
Kenta. Sentendovi parlare mi ricordavo di lui, è stato con
lui
che ho diviso ogni emozionato respiro all’eccitante pensiero
di
diventare un Digimon Tamer!»
…i due
orsetti si guardavano emozionati…e lui pensava
“Kenta,
guardali un po’: pensavamo di essere le ultime ruote del
carro.
Che dico, del carro! Di un’arca sfrecciante nella fantasia.
Eppure adesso…siamo diventati leggenda. Per i più
piccoli.”
Diamon si stava
avvicinando…ma suo padre praticamente le tagliò
la
strada, sicché lei non osò avanzare per prima.
Cyclemon
però si fermò e si volse appena verso di lei,
mormorando
«…buongiorno, figlia mia. Come procedono le
cose?»…«Ptsss,
bene…»…«…lui?»…«Uh?
Lui…chi,
papà?!»…«…sai di
chi
parlo.»…«Maaa…lui…l-lui?!
O-Oppure-» fra mille gesti alcuni dei quali andavano verso
Kazu
«Dunque c’è indecisione fra due
soggetti?»…«Nooo, è
che---!!!»…«Mi auguro che non abbia
anche il Supremo
accampato pretese sulla tua mano, oltre al suo ambasciatore:
già
è una sofferenza e un pericolo tutto
questo…»…«Comunque lui non si
è fatto
vedere! Di-Dico lui…Supre-no che dico ma che Supremo,
ambasciatore! Luiii…» con gesto della mano che
chiedeva di
venirle incontro
«…Sandmon.»…«Eh,
bravo
papi! Non l’ho più visto, stanotte i Knightmon
bussano:
silenzio! Ma non è che avrà mangiato qualcosa che
l’avrà fatto sentir
male?»…«…non
sarai preoccupata per quel mascalzone.» commentò
Cyclemon
fissando avanti a sé quasi per non guardarla
«Io?!...no, a
me fa pena! I-In questo senso sì, sono un po’
preoccupata!»…«…non nutri
neanche un briciolo
di rabbia e di risentimento per ciò che sta cercando di
estorcere da te con la prepotenza?»…ma Diamon
replicò candidamente «…a me fa pena. Mi
sembra
molto solo e vuoto. No, delle volte è vero, mi suscita anche
un’altra reazione. Mi fa ridere! Quello sì,
però di
solito mi fa pena.»…Cyclemon le rivolse dunque la
coda
dell’occhio, e un lieve sorriso…
…la
ragazza digitale seguitava ad enunciare «Lui non ha
dentro…tutto questo…» sfumando con la
sua voce e
volgendosi verso Kazu…come incantata…
Cyclemon
dunque procedette avanti, mormorando «…sei davvero
buona e
pura, figlia mia.» socchiudendo gli occhi
“…e vorrei
che potessi essere anche felice.”
Diamon seguiva
la traiettoria di suo padre, con le mani delicatamente appoggiate sulla
ringhiera…
…quando
Cyclemon giunse da Kazu, che rideva con i MudFrigimon «Mi fa
piacere vedere che ti diverti.»…«Oh?
Cyclemon
io…»…«Non---ti togliere il
cappello per
salutarmi, mi
raccomando.»…«Perdonatemi…grande
Cyclemon…»…«…attento
anche agli
inchini…»…«…sì,
scusate, mi era
stato comandato di pulire questo settore del castello. Se
c’è ancora polvere la colpa è mia che
mi sono
attardato, non del Multimon: un esemplare di rara dedizione e
rispetto.»…«…non ti sfugge
niente…delle nostre qualità. Sei umile, ti prendi
la
colpa per difendere gli altri. Li capisco ora Babamon e Jijimon:
saresti perfetto per…»…«Cosa
dite?! Scusate,
non vi ho udito…»…«Ah, non
importa. Piuttosto
vieni. E’ ora.»
Diamon si portò le mani alla bocca.
«Oh…eccomi.» replicò Kazu con
volto ingenuo,
dinanzi a quegli orsetti un po’ incuriositi «Ptsss,
grazie
Multimon. Poi riprendiamo il discorso del tuo
impiego.»…«…grazie a te,
umano
generoso.»
Kazu
si accostò così all’anziano Digimon dal
passo lento
«…non avevo ancora terminato di pulire. Non vorrei
lasciare le cose a metà, non potrei avere l’aiuto
di un
Multimon che non sia allergico alla
polvere?»…«…la polvere per il
momento
può aspettare,
Kazu…»…«Oh?»…«…
…quella sui pavimenti esterni al cuore,
almeno…»
Lo scettro di
Cyclemon lampeggiava di nuovo nella sua
sommità…«Hai notizie di Guardromon,
Cyclemon? Dove
l’avete portato…?»
Ma là
dove di notte si era infranta una statua, ora vi erano degli stivali
iridescenti ad avanzare fra i frammenti di bianco
«…è lei…
…è
tornata.» …ed i suoi occhi oltre la
maschera
sembravano tradire quell’insicurezza sul futuro tipica di
ogni
vivente, mista a qualcos’altro che egli stesso
nominò
«…il tormento del passato. Ora ho definitivamente
scoperto
che da esso non si può sfuggire!!...»
tormentandosi le
mani «…il tempo incalza: devo assolutamente
acquisire una
potenza maggiore prima che accada qualcosa di grave, se lei
è
qui significa che una bomba potrebbe esplodere da un momento
all’altro!!...
…Kazu!» schiacciando un frammento di pietra, che
si
scompose in dati «Ho bisogno di lui, Cyclemon l’ha
separato
da quell’inutile ferro parlante, devo sfruttare il momento
per
farlo passare dalla mia parte: e per far ciò,
adotterò lo
stratagemma estorto a quella rinnegata di Yuki e al suo maritino
umano!» stringendo un pugno di determinazione e metallo
iridescente «Il suo amico Kenta descrive Kazu come un tipo
narcisista che si esalta a declamare le sue imprese! Gli
chiederò di raccontarmi la sua vita, così
testiamo se
l’amichetto lo conosce bene…e soprattutto se
conosce
me…e sa che non perdono chi mi inganna…o mi
rifila
suggerimenti inutili…» …tirando un
calcetto di
disinteresse a quella testa di pietra dal volto sfregiato…
Takato al salone
smanettava al cellulare «Niente, accidenti!!...la rubrica su
questa scheda è un vero disastro, mi manca la
metà dei
numeri!! Ahhh, e pensare che volevo chiamare Rea, e sentire se sapeva
qualcosa! Niente di niente!!» tirando un calcio alla sedia
girevole «Dimmi tu se si può iniziare una giornata
in
questo modo!...QUESTO AFFARE MI HA STANCATO!!» scagliando il
cellulare sul bancone, per poi iniziare a scrutarsi e a toccarsi il
viso «…maledette occhiaie…ma
perché ho
sempre gli occhi segnati?...non capisco! Sì
d’accordo che
dormo poco ma la crema che ho comprato dovrebbe aiutarmi a
coprirle!!...ah, accidenti sono orribile questa mattina!»
passandosi la mano tra i capelli. La sua espressione sembrava davvero
disperata «Farò paura alla gente, di sicuro non me
lo
stanno dicendo per compassione! Come se non mi fossi accorto che quella
signora robusta mi fissava, certo, è perché ho
questo
viso spaventoso, e…!!...» iniziando a
“pizzicarsi” il corpo «…e
questa maglietta fa
tutte pieghe, devo aver ripreso anche dei chili, POSSIBILE?! EPPURE
MANGIO SEMPRE UN BOCCONE AL VOLO!» per poi piegarsi, stremato
e
affannato sul bancone…la sua mano passava rigida e tremante
tra
i capelli ingellati «Ma perché mi deve andare
tutto
maleee?!!» gemeva «…non voglio che altre
clienti mi
vedano così brutto come
sonooo…!!!»…«…che
cos’hai,
Takato? Perché quell’aria così
triste?» e
lui, senza neanche badare a chi fosse, rispose con un gemito quasi da
bambino «Perchééé? Vuole
sapere il
perché, signora? Perché sono brutto,
perché mi
sono stufato di me stesso, ecco
perché!»…«…vuol
dire che non ti sei
guardato allo specchio negli ultimi tempi: diventi più
carino
ogni giorno che passa.»…«…se
lo dice lei!!!
Io mi sento uno SCHIFO!...oh?»
«…voi uomini siete tutti uguali, incapaci di
riconoscere i
pregi nella vostra immagine riflessa.» la signora seduta e
dalle
gambe accavallate si toglieva con stile i suoi occhiali da sole, nella
sorpresa del ragazzo «Riley…» Questa
sorrise
«Uhmuhm. Sono venuta a farmi bella. Dal mio esperto di
fiducia!»…e già Takato sembrava
sentirsi meglio,
facendosi più vicino a lei «Questa sera io e
Mitsuo dopo
tanto lavoro e tante occasioni rimandate abbiamo deciso di andare a
cena fuori, è il nostro
anniversario!»…«Sono
felice per voi…» affermava sincero anche se si
leggeva
sofferenza nei suoi occhi «E
tu…?»…«Io…?...
…ohh,
Riley se sapessi!!» scuotendo il capo, tanto che lei si volse
e
cercò di sfiorarlo con una carezza «Che ti
succede…?»…«Sto tanto male!
Ormai è da
parecchio tempo che è
così!!»…«…lo so.
Non mi è
sfuggito venendo al negozio, e vedendoti con i tuoi genitori. Io come
tu sai…sono esperta di persone che
soffrono.»…«Uhm…!...più
ancora che di
forme di vita digitali?» scherzò lui seppur un
po’
tristemente «…le vite digitali sono state create
da vite
umane, e se anche quelle digitali soffrono, il loro dolore è
connesso con quello di tutti noi uomini, nel nostro
cammino.»…«Oh?»
…al
ragazzo tornò in mente della sera prima, dei colpi accusati
da
Wolfiremon e dal dolore che nasceva dentro di lui…ma poi la
sua
espressione tornò smarrita ed esprimente dolore
«Questa
catena di dolore sembra destinata a non aver fine! Mi chiedo
perché?! Se tutti…fossimo potuti vivere
serenamente, in
uno stesso mondo, saremmo stati tutti più forti assieme e
tante
sofferenze si sarebbero evitate!!»
Quella
signora dai capelli rossi e dal viso interessante lo guardava negli
occhi «…ti manca
lui…?»…«Mi
manca…» fece il ragazzo, guardandosi poi attorno
fino ad
avvertire una frustrazione tale che gli fece sbattere
l’asciugamano sul bordo del lavandino
«…mi manca
ogni cosa. La stabilità di quando eravamo più
piccoli, il
fatto di non doversi preoccupare di niente, l’aria pura che
aveva
il mondo rispetto a questa cappa di smog, e di stress, SI’,
MI
MANCA LUI!!»…«Lo
so…»…«Mi
manca il mio Digimon!!...quella parte di me che avevo accanto e mi
rassicurava, che chiacchierava con me! Con lui se
n’è
andata…la speranza, la spensieratezza, sognare ancora
è
divenuta…la vera sfida, ma non si può
biodigievolvere per
combattere assieme. E’ una sfida tua. La affronti da solo!...
…forse, a
qualcuno che non c’è passato, tutto questo
può
sembrare paradossale…Riley: ma non si può
impedire al
mondo di girare? Eh?» illustrandola come una magica, triste
possibilità «...perché si deve sempre
cambiare,
cambiare? Perché quando una moda è bella, e
regala
felicità…poi il calendario deve scorrere, la
città
cambiare il suo volto, i vecchi luoghi essere abbattuti, e
tu…» volgendosi verso lo specchio, passando la sua
mano
tesa sul suo stesso corpo «…devi altrettanto
cambiare
forma…fino a che non ti riconosci più? Eh?
Perché?
Io…» chinando il capo, e rivelando
«…ho
cercato di affrontare questi anni dando fondo a tutta la forza che
avevo. Era poca, ma l’ho cercata lo stesso, raschiando in
ogni
angolo di me!...per ritrovare le tracce di amore, e di quella pacifica
serenità che Guilmon aveva lasciato andando via. Per non
tradire
la sua ultima richiesta, e cioè
quella…» alzando il
capo e osservando con poca convinzione il suo volto, visibilmente
scosso «…d-di non perdere mai…il
sorriso…io
mi sono aggrappato a tutto! Ho puntato quello come unico obiettivo,
proprio come facevo durante le battaglie!...così ho
abbassato la
testa e mi sono gettato nella sfida…lasciando che tante cose
mi
passassero attraverso…
…a
cominciare dai litigi dei miei genitori, poco dopo la scomparsa dei
Digimon…» …mentre Riley
aggrappata al
bracciolo della sedia ascoltava con attenzione e
partecipazione…«…i soldi che mancano,
il pericolo
di perdere la casa, le incerte prospettive future, e gli sbalzi di
pressione di mia madre, mi sono detto: bene, che vengano avanti, non ho
paura! Così!...spavaldo…»
…appoggiando
la mano sulla sua immagine riflessa «…ritenevo che
fuggire
non fosse la soluzione giusta. Così…»
chinando il
capo e stringendo la stessa mano in un pugno «…per
corazzarmi ho interpretato…un milione di personaggi,
attingendo
qua e là da chi conoscevo, e dal cui atteggiamento restavo
colpito! Mi sono rivestito…
…con
l’equilibrio di Henry, quando mediavo fra papà e
mamma…ho fatto appello alla grinta di Rika, contro le
preoccupazioni economiche e la mancanza di certezze. Quando mi sentivo
più solo…pensavo che non ero così
diverso da
Kazu…
…delle
volte quando non mi restava più niente pensavo anche a
Kenta, e
alla traccia che mi forniva grazie ad alcune…sottili e
sussurrate frasi che inseriva in modo apparentemente casuale nei suoi
vorticosi teatrini con sua moglie…ma che…se
separate da
ciò che vedevi potevano avere un significato molto
profondo…» …Riley si
accomodava meglio su
quella sedia…e Takato accennava un sorriso «Per
vivere
appieno i momenti allegri pensavo a Ryo, lui che sembrava immune al
tempo e alla crescita…viveva gli istanti divertenti proprio
come
io ritenevo andassero vissuti: come quando eravamo più
piccoli!
E per ricordarmi che non vi era tenebra che non potesse essere
superata…
…pensavo
a Jeri.» …per poi prendere un respiro,
fra i suoi
volti e i suoi ricordi «Per farmi strada in questi anni mi
sono
aggrappato un po’ all’uno un po’
all’altro! E
ho scoperto tanti lati di me che…non credevo di possedere.
Tante
cose che avevo in comune con loro, e che non pensavo!
Però…
…basta un
acquazzone, ad abbattersi su di me e a lasciar scivolar via la
vernice…» volgendosi verso di lei
«…che
ritorno ad essere io. Quello di allora. Per me il tempo si è
realmente fermato, ma si è fermato in
quell’istante. Lui
si allontanava dalle mie mani…
…ed
io non ero che un ragazzino fragile. Che aveva perso…il suo
sogno più grande, divenuto realtà nel soffio di
un
breve…e magico periodo. Egli non ha speranza da solo contro
la
vita, così come non l’aveva Guilmon di vivere in
città in forma evoluta. E sai perché?
Perché anche
con il feroce aspetto di Growlmon lui rimaneva Guilmon!...
…ingenuo…indifeso. Per niente scaltro, soltanto
buono…»…«…come
te?»
Il ragazzo
alzò le spalle come per scrollarsi via in fretta uno scomodo
e
sbagliato raffronto, ma la signora si alzò
«Takato…oh, lo so, e come posso non
capirti!»
accostandosi a lui, che appoggiò il capo su di lei come
fosse una madre «Riley, per me è troppo!
Nuove sfide
si profilano, e non so quando queste avranno termine! A volte penso che
sarà così per sempre.»
…«Lo
so…» lei gli carezzava quei capelli pieni di gel,
con
sguardo profondamente consapevole «…sembra un
vortice
infinito. Come quello che ha inghiottito il D-Reaper…e
purtroppo
i Digimon con lui.»…«Ma lo sai che ho
saputo?! Ma lo
sai Rika cosa che è venuta a sapere dal padre di Henry?! Che
il
varco era aperto!!»…«Come dici,
Takato?!»…«Ma sì,
sì, era aperto!!
E’ stato Wong a confondere i risultati delle analisi
perché vittima del ricatto di un Digimon, di
Guardianmon!»…«Tutto
questo…è
incredibile!!»…«Lo sai che quello gli ha
estorto
soldi, lo sai che gli inviava foto di sua figlia?! Lo sai Guardianmon
che ci ha fatto con quei soldi, Wong lo ha detto a Rika, e lei lo ha
raccontato a me! Ci ha ricomprato i
cellulari!!»…lo
sguardo di Riley a quel punto si fece un po’ interdetto, e
Takato
insisteva «Ci ha ricomprato i cellulari nuovi! Con i soldi
ottenuti ballando sulla nostra infelicità! Ti rendi conto
del
punto a cui si può arrivare?! Noi eravamo qui a lacerarci la
vita…!!» inveiva di disperazione il ragazzo
«…E LUI SI RICOMPRAVA I CELLULARI!! RILEY IO ODIO
QUEL
DIGIMON!!...LUI MI HA SEPARATO DA GUILMON!! Mi ci ha tenuto lontano per
dieci anni, maledetto Guardianmon!! E’ lui che ha rovinato i
miei
amici, ora se a Henry succede qualcosa prima che lo ritroviamo
è
colpa sua!! E’ COLPA SUA DI TUTTO! Maledetto, io gli
auguro…!!!...
…DI
PASSARE QUELLO CHE ABBIAMO PASSATO NOI!! Lo vedi che non sono
più come prima, lo vedi che sono peggiorato?!
Perché io
prima il male non lo auguravo a nessuno, l’ho augurato solo a
Beelzemon quando ha ucciso Leomon ma per pochi istanti! E
l’ho
augurato al D-Reaper perché teneva prigioniera Jeri ma io
prima
il male non lo auguravo, perché non mi piaceva!! Adesso
guarda
come sono!!» indicandosi con gesto vigoroso, e le lacrime che
affioravano agli occhi «Lo auguro!! Adesso lo auguro il male!
Tutto quello che ci è stato fatto, non di più non
di
meno!!»…«Questa…è
la conseguenza
naturale di quando si attraversa un momento doloroso!! Pensi che a me
non sia successo lo stesso?! Non sapevo…»
socchiudendo gli
occhi «…chi maledire…se la vita, o il
destino
quando ha infranto il mio più grande sogno, quello di avere
un
figlio! Quando ho avuto quell’aborto, io…ho
pensato che
non sarei più potuta tornare la stessa.» per poi
riaprirli, guardarlo e carezzargli il viso «E lo stesso
Mitsuo…
…poveri
ragazzi, rivedere voi mi fa pensare a
tutta…l’enorme
sofferenza che a volte si accanisce su animi innocenti. Voi,
tutti…come lui, incolpevoli vittime
dell’ingiustizia…» Takato intrecciava le
sue dita in
quelle della mano che la carezzava, sicché lei lo
sfiorò
con l’altra «…non credere. E’
arduo per tutti
guardarci nello specchio. E accettare quello che è stato il
nostro destino, fare i conti con il nostro presente. Ma tu sei un
ragazzo tanto forte, voi tutti siete
forti!»…«Non so
quanto ancora rimane della nostra forza!» fece lui in
procinto di
allontanarsi ma lei lo trattenne «…ne rimane
ancora molta.
Fattelo dire per esperienza personale: mio marito…sembrava
il
primo a dover crollare, così apparentemente nervoso e
imprevedibile com’è stato. Ma ce l’ha
fatta.
E’ riuscito a superare la sua notte di despressione, e ora
nel
bene o nel male guarda al
futuro.»…«…povero
signor
Yamaki…»…«Takato…senti,
perché non vi vedete. Eh? Perché non ci vieni a
trovare,
anche brevemente, al volo in un momento di intervallo, eh? A Mitsuo
farebbe tanto piacere vederti…» …ed il
ragazzo, pur
lottando contro le lacrime, riuscì a tirar fuori un sorriso
scherzoso «Fff! E’ che mi vergogno!...
…come
faccio a presentarmi a casa sua quando sono innamorato di sua
moglie?»…«Oh?...ah,
Takato…non cambi mai.
Ascolta, vogliamo farci un saltino
adesso?»…«Adesso…?»
e Riley dolcemente
«Sì, ora è a casa, vogliamo chiedere al
signor
Harasawa se ti fa uscire? Eh?» …ed il ragazzo si
limitò ad annuire con
innocenza…«Andiamo, allora:
anime tutte vicine e affini possono farsi forza l’una con
l’altra…ed affrontare la vita.» disse
quella signora
dall’aria così equilibrata, mentre abbracciava il
ragazzo…
Con sguardo
profondo, concentrato, Calumon stava passeggiando per Tokyo sempre
più accostandosi agli angoli buii, lontani dal circolare dei
cittadini. Fino a che il bianco del suo ridotto corpicino non fu velato
dallo scuro di una galleria dalle luci
rosso-arancio…«…calùùù…»
un sussurro e niente più il suo, che veniva dalle
profondità dell’anima…
C’era però un Digimon come lui ad occupare
già quel
luogo. Un Digimon che si era addormentato a braccia e orecchie
completamente spalancate, e che tra i suoi respiri ripeteva
«…Hen…ry…»
«…oh? Calù?!» si
destò Calumon.
«…Rea…
…Ben…ji…»…«…Terriermon!»
…lo raggiunse sorpreso la piccola e bianca creatura, la cui
voce
seppur velata rimbombava dell’antico squillare
all’interno
del tunnel «Ohh…?» Terriermon
aprì
gradualmente prima un occhio poi l’altro
«Calumon…sei tu, mi hai trovato.» si
rimise in piedi
il Digimon verdino «E così…ti sei
nascosto
qui…calùù…»…«Eh
già…» Terriermon abbassò un
po’
tristemente le sue orecchie «Non ho saputo trovare di meglio.
Per
favore, non dirmi che in superficie gli altri domatori mi stanno
cercando.»…«…è
così.»…«…appunto,
ti chiedo di non
dirmelo perché non voglio pensarci. Io non voglio tornare in
superficie. Non voglio riapparire!»…«Hai
scelto…di restare qui per sempre?»
…e
Terriermon, che gli dava le spalle pur non volendo realmente essere
sgarbato, espirò profondamente «…ancora
non ho
deciso…hai mai vissuto dei momenti in cui non sai che fare
della
tua vita? In che direzione orientare il tuo destino, o…come
direbbero gli umani…» volgendosi verso
l’amico
digitale «…dove sbattere la
testa?»…«…così mi
sento io adesso,
calù.»…«Oh?!...Calumon…anche
tu?»…«…calùù…»
sussurrò la creatura il cui sguardo si era fatto molto
penetrante, ed il rimbombo del suo mormorare più ampio e
profondo, tanto che Terriermon ne era sorpreso
«Certo…è incredibile. E’
proprio vero che
siamo cresciuti. Un tempo…tu non ti preoccupavi di nulla se
non
di camminare fra gli umani alla ricerca di qualcuno con cui giocare. E
invece adesso…sia tu che io ci ritroviamo qui. In questo
tunnel.
E siamo accomunati…dall’avere mille dubbi e mille
domande,
e la sensazione che mai nessuno risponderà.
Calumon…» si volse Terriermon…e le due
creature si
fissarono nel silenzio…«…secondo
te…c’era un modo per restare come eravamo
prima?»…«…non lo so. Mi fai
domande troppo
difficili…» replicò la creatura bianca
abbassando
il capo «Però…secondo me
no.»…«Già…forse
è vero,
crescere è inevitabile. Lo dicono anche gli umani.
Poveretti, e
pensare che noi non immaginavamo minimamente ciò che li
aspettava…» …al che Calumon
alzò
appena uno sguardo scrutatore
«Terriermon…»…«Uhm
uhm?»…«Chi erano le persone che stavi
sognando…a parte il tuo domatore? Erano…la sua
famiglia?»…«Uh?...
…in
teoria.»…«…calù,
calù.»
si avvicinò Calumon «E tu? Vuoi bene a loro come
fossero
la tua
famiglia?»…«…sì…cioè
no.
E’ tutto così complicato. Non mi ci sono ancora
abituato.
Per un Digimon è un trauma essere sbalzato da un momento
all’altro in una simile realtà. Per questo ti ho
chiesto
se c’era un errore: ho trascorso tutto questo tempo a
chiedermi
se…ciò che mi è accaduto da quando
sono giunto
sulla terra…era frutto del destino oppure che so, magari di
uno
sbaglio. Forse sono stato io stesso a sbagliare, ma non me ne
accorgo…» muovendo qualche passo in quel silenzio
umido di
schizzi «…e intanto passa il tempo, ed io resto
qui, a non
trovare risposte. Il buio di questo luogo mi avvolge, come le braccia
di una mamma…» disse tradendo appena
un’espressione
beata…per poi scivolare in una più sommessa
«…o come un manto nero come la notte. E’
quello che
sembra aver avvolto la nostra stessa leggenda…»
Calumon si avvicinò «Terriermon…devo
dirti una
cosa, calù.»…«Uh? Va
bene…però!! Se mi stai chiedendo di ritornare
lassù io ti dico fin da subito che non voglio! Io non voglio
rivedere Henry! E…la sua famiglia non ha diritto ad essere
coinvolta in quello che è successo fra
noi!!»…«…calùùù…non
si tratta di questo…»…«Ah? E
allora di
cosa?»
Calumon lo
fissava serio, con i suoi occhioni verdi…ed ora, presso quel
contorno pieghettato dal tempo, secondo dopo secondo si formarono
lacrime «Calumon…?...ma…?...»
(canzone: Gigi
D'Alessio & Anna Tatangelo - Un nuovo bacio)
«Ieri sera…c’è stata una
battaglia…»…«E
allora?!»…«…Lopmon…»…«Beh?!
Va avanti?! Lopmon cosa, parla Calumon!!» inveì
Terriermon
aggrappandosi all’amico «E’ CADUTA DA UN
TETTO,
CALU’!!
Lopmon…»…«…ahhh!!...»…«…non
c’è
più.»…«…ahhh!»
…un
dolore pervadeva il volto di Terriermon, faceva vibrare la sua voce
«…non è
possibile…»…«E’
così,
Terriermon!...purtroppo…
…abbiamo
perso una nostra amica, io stesso stento a credere che sia
possibile!»…«E infatti non è
vero!!...non
può essere possibile, a noi non può accadere una
cosa del
genere!!...L-LOPMOOON!!!» tirando un calcio alla scala di
metallo, ma il suo piedino era talmente piccolo che
«AAAHHHH!!!» si fece male assai, tanto da far
correre
spaventato l’amico «Terriermon!!»
«Sta
dicendo sul serio, signora
Akimoto?!»…«Ma Lopmon,
certo che la signora dice sul serio, vuole aiutarci!»
confermava
dolcemente la giovane domatrice che teneva la Digimon fra le sue
braccia, e la signora Akimoto «E’ proprio
così,
piccola cara, non devi dubitare!» rivolgendole una carezza
«…ormai hai convinto anche la mia testa dura!
Siete
creature splendide, meritate…di vivere felici assieme a noi
uomini e noi questo miracolo ci dobbiamo provare a farlo:
perché
non ci dividiamo, e non cerchiamo tutte assieme di fare un regalo a mia
figlia? Eh?» …rivolgendo tutte uno
sguardo a Rea,
che stava vestendo suo figlio oltre lo spiraglio della porta
«Ritroviamole il vostro…» e cercava di
farsi capire
a gesti che alludevano a bassa statura e orecchie lunghe
«Terriermon?!» sobbalzò Lopmon
«Vuole cercarlo
assieme a noi, signora?!»…«Lei ci tiene
tanto, e
forse lui è l’unico che può tracciarle
il
cammino…» espresse quella donna occhialuta,
alzando appena
lo sguardo su Suzie «…non è
stato…prima di
tuo fratello?»…«Oh?
Sì…»
replicò stupita la ragazza, e la madre di Rea ne convenne
«Se c’è qualcuno che può
mettere pace fra Rea
e il papà di Benji questo è
lui!»…«Ah!» di nuovo
sussultò la
Digimon, ma ancor più Suzie «Signora, lei ha
parlato…di Henry, come se volesse che lui e Rea tornassero
assieme?!» ma la donna scuoteva la testa, confessando
accorata e
sincera «Lei…lo ama con una forza
incredibile!»
…infatti
Rea si bloccava con quelle scarpine in mano, assorta nel
pensarlo…
«E io
credo che alla fine questa storia possa, e DEBBA risolversi solo in un
modo! Loro due, assieme! Una famiglia, anche per il piccolo Benji! Solo
così si può risolvere questa storia, e se esiste
un lieto
fine nella vita allora che sia per il lieto fine!!» in un
impeto
di grinta, che portò a sorridere Lopmon, e Suzie la quale
disse
«Lo sa, signora Akimoto? Lei non è lontana dal
veder
comparire un suo Digivice…
…lei è una vera eroina!!!» e la donna
sorrise grata
e forse speranzosa.
«AHHH, M-MA COME DIAVOLO E’ POTUTO
SUCCED-»…«No! NO, CALU’,
FINISCE CHE TI ROMPI
UNA GAMBA!» esclamò Calumon ora con voce acuta, ma
Terriermon si dimenava «NON MI
IMPORTA!»…«Lascia che ti spieghi! Ieri
sono comparsi
all’improvviso due ragazzini-Digimon, tenevano in ostaggio
una
donna e tutti erano stanchi per aver combattuto! E’ stata
colpa
mia!! Io non sapendo che fare mi sono scagliato contro un loro alleato,
e Lopmon per salvare la signora che stava cadendo è
precipitata,
calùùù!!!»…«NOOOOOOOOO!!!
E IO
DOV’ERO?!!!...QUIII!!»…«Terriermon!!...n-non
tormentarti, ti ripeto che è colpa
mia!»…«Nooo, lei invece era sempre
lì,
sempre, in questi anni, quando c’era bisogno lei non mancava
mai!!» versando lacrime disperate «Lopmon, amica
mia!!!»…«Calùùù…»
anche Calumon piangeva, tenendolo fermo…
“Lopmon…” Terriermon rivedeva mille
immagini…
“Adesso…anche questa?!” si chiese
amaramente
«…capisco…che manca la forza per
pensarci,
calù!»…«Manca la
forza…per andare
avanti al secondo successivo!!»
Sicché Rea era pronta per uscire. E seria in volto, con suo
figlio in braccio, si fece di fronte a sua madre, Suzie, Lopmon e i
genitori di Henry «Figliola…stai
uscendo?»…«Sì,
mamma…penso di andare
all’ufficio di Henry. Voglio parlare con i suoi colleghi,
forse
qualcuno può sapere dove può essere
andato.»…«Davvero faresti
questo?!»
esclamò il signor Wong, e la moglie si commosse
«Non ti
arrendi davvero mai…»…«No,
infatti signora:
io non avrò più il Digimon ma ho ancora
questo.»
alzando il Digivice «Anzi, ques-ti!» alludendo
anche a
Benji «Sono entrambi di Henry, sono stati toccati, plasmati
da
lui. Io ho l’onore di poter sorreggere quel che di bello
della
sua vita è stato risparmiato all’uragano: per
recuperare
il resto, mi getterò nell’occhio del ciclone. Ho
appena
cominciato.»…«Rea! Io e tua mamma ti
daremo una
mano!»…«Cosa avete intenzione di fare,
Suzie…?» ma la madre di Rea scherzò
«Eheh,
anche noi abbiamo i nostri segreti! Ma tu abbi fiducia in
noi!»…«Ce l’ho,
ma…!» ma Suzie le
mise le mani sulle spalle «Noi non ti deluderemo: vedrai, che
questa storia avrà un lieto fine!»
…al che
Rea sorrise dell’affacciarsi di un raggio di sole…
«Ah,
Calumon, potrei inondare quest’enorme galleria con le mie
lacrime!!! Potrei…RENDERLA INAGIBILE, TANTO IL MIO
DOLORE!»…«Calù!
Sfogati…è
l’unica cosa che ci
rimane!!»…«Ma Calumon,
dannazione, dov’è finito il sole di quel giorno,
il sole
del
campeggio!!»…«Calùùù!»…«Quando
eravamo tutti felici, e tu giocavi con noi! Quando…i-il
più grosso problema era Impmon che faceva
l’antipatico,
RISPONDI CALUMON CHE FINE HA FATTO QUELLA
FELICITA’?!»…«E’
caduta la neve,
Terriermon!! E’ caduta la neve, e ha coperto tutto il
campeggio,
calù! Ha ghiacciato il
fiume…»…«E noi
non avevamo fatto in tempo a uscire!
Lopmon…Lopmon…!!...»…«…calùùù…»
…e
i ragazzi andavano in bicicletta sul ponte sopra la galleria, ignorando
che all’interno di essa il tempo compiva il suo operato,
aggrovigliando le vite e i sentimenti…(fine-canzone)
Fra una
bicicletta e l’altra, vi erano anche un giovane al fianco di
un
uomo adulto in un affresco senza tempo, eccezion fatta per gli abiti e
lo scenario «Ingloba quest’aria dentro di te,
Henry. La
senti…? E’ l’aria della vita. Lo spirito
del mondo.
Un soffio eterno che scorre senza che niente possa
arrestarlo.»
«…lo sento, maestro…»
riapriva gli occhi il
ragazzo dai capelli neri che aveva fatto sua quell’aria con
un
respiro «Come ti
senti…?»…«…bene…mi
sembra di
vedere tutto con occhi nuovi.»…«Devi
vedere il mondo
in questa luce. La tua vita, le pressioni, i senzi di colpa anche non
tuoi…ti hanno adombrato gli occhi. E ti hanno confinato in
un
mondo artificiale, senza permetterti di realizzare che…la
vita
è fatta di scontri e battaglie, è naturale che
sia
così. E’ naturale che si commettano errori, ma
anche che
si torni indietro. Che si chieda
perdono…»…«…che si
chieda
perdono…»…«…esiste
l’inverno…ma torna sempre anche
l’estate.»…«L’estate…»…«…esiste
il sole.» svelava quell’uomo riversando delicatezza
persino
nell’indicare quel raggio fra le nuvole
«…ma vi sono
anche le nuvole, ma queste non è detto che lo coprano per
sempre…se si riesce ad aver pazienza, e a non smettere di
credere a ciò che ci ha guidato fin dove siamo giunti, nel
nostro cammino.»…«Io
credevo…che per vivere
occorresse soltanto essere equilibrati e perfetti. Mi sono
convinto…senza volerlo io stesso…
…che i
difetti e le insicurezze fossero come errori informatici da rimuovere.
Però…
…non vi
sono riuscito con me per primo. Così ho iniziato a
nascondermi…credendo di aver sbagliato
tutto.»…«…sbagliare
è non saper
accettare le proprie debolezze.»…«Lo so,
maestro. Ma
io credevo che a me…non fosse concesso…avere
debolezze.
Però ora mi sto accorgendo a poco a poco che con
questo…mi sono precluso la vita.»
…volgendosi,
mentre una bicicletta lo costeggiava dolcemente
«…guardi…come sono belle le persone e i
destini,
con le loro luci e le loro ombre. Le insicurezze possono essere
raccolte con dolcezza…e
consolate…»
…come faceva materialmente, poiché vi era un
uccellino
sul bordo del ponte, sembrava aver difficoltà a
volare…ma
ad Henry bastò accoglierlo nelle sue mani ed alzarle,
perché potesse spiccare il volo tra quei raggi che
filtravano
nel mosaico di nuvole «Se adesso penso a mio
figlio…non mi
piacerebbe che dovesse vivere sottostando ad un
comando…duro, e
ferreo. Come questo cemento. Vorrei…» accennando
un
sorriso «…che potesse volare libero come quel
passero. Ed
io poterlo soltanto esortare, così come ho fatto con lui. Ma
qualcuno deve esortare me…le mie ali, ahimé, sono
chiuse.
Rigide.» Il maestro gli mise le mani sulle spalle
«Qualcuno
c’è. Lo
sento.»…«Ohh…»…«Qualcuno
che ti ama, e in questo momento ti sta cercando. Non dimenticarlo,
Henry…tuo figlio…è stato il frutto del
tuo amore
verso una ragazza.»…«Rea…
…maestro,
io però ho paura di averle fatto troppo del male. Temo che
ormai…quanto è accaduto fra noi siato doloroso al
punto
di aver spazzato via l’amore che ci
legava.»…«…tu hai smesso
forse di amarla,
ragazzo?»…«Io…»
Henry chinò il
capo…per poi rialzarlo lentamente, con occhi limpidi seppur
stanchi «…no, maestro Chow.» mentre i
raggi del sole
li aiutavano a risplendere «…io amo ancora la mia
Rea…
…però temo che lei ormai…non desideri
più
udire neanche soltanto il mio nome. Temo che mi odi…per
quello
che le ho fatto. Io ho minacciato di portarle via Benji, e anche
Terriermon!»…«…bene, ma a
questo
c’è rimedio.»…«Lei
dice…?»…«E’ quanto
affermavo prima. Il
perdono, Henry.»…«…lei pensa
che se chiedo
perdono a Rea…sarà possibile…veder
risplendere di
nuovo…quella magia stupenda e profumata di
vita…dal quale
è nato il mio
Benji?»…«…io sono
convinto che fra voi possa soffiare la quiete del chiarimento.
E’
un vento caldo, che porta calma e pace nel cuore. Io credo che siate in
molti a cercarla, persino…il tuo Digimon. E un giorno vi
ritroverete tutti nello stesso luogo, sospinti dallo spirito che vi ha
guidato. Lo spirito dell’amore. Che innalzava la tua mano
eroica
dieci anni fa…per metà di uomo…
…per metà di dati e fantasia.»
Henry sorrise «…è stata una fortuna
incontrare lei.
Lei è il mio passato che torna da me. Per tendermi la
mano…» prendendo la mano di quel maestro
«…e
trarmi in salvo, quando stavo
sprofondando.»…«Ricorda ciò
che ti dico
Henry, il passato torna sempre, a soccorrere chi fra le sue materne
braccia…ha vissuto momenti magici. E conosciuto la
felicità…»…«…la
felicità…lo sa? Io dieci anni fa andai in
campeggio con
il mio amico Takato e i nostri
Digimon.»…«Me lo
ricordo.»…«Ah…davvero? Ne
sono lieto. Beh
sappia che quel giorno, mi è parso di essere felice.
Osservavo
Terriermon sguazzare nel fiume assieme ai suoi amici, pensavo alla mia
famiglia che mi aspettava in fondo alla strada che mi ero lasciato
indietro…e…al futuro che mi attendeva ancora
più
in là oltre gli alberi. Terriermon sorrideva, era contento.
E io
lo ero per averlo avuto in dono, mi dicevo…”in
fondo
cos’è che mi manca? Ho tutto quello che potrei
chiedere…per essere un ragazzo
felice.”»…«La neve si
scioglierà.
Ancora è presto, figliolo…» mentre un
petalo rosa
passava di fronte a loro «…l’inverno ha
squassato
l’atmosfera con una bufera e la primavera è ancora
incerta. Ma vedrai che molto prima di quanto immagini il sole
riprenderà a filtrare…
…e i
ruscelli non saranno più ghiacciati, ma ti permetteranno di
riconoscere il loro frizzante suono quando
scorrono…»…«Ah…lo
sa? Mi hanno detto
molte persone ultimamente che ogni cosa tornerà al suo
posto:
prima di lei…una donna straordinaria. Madre di due bambini
dolcissimi.»
«Permeeessso, scusate sono in ritardooo! Ops! La
busta!»
…inciampava allergramente
«Eheheheh!!!»…Violetta, sulle scale del
suo palazzo
rifilando sorrisi a destra e a sinistra per scusarsi «Abbiate
pazienza, oggi sono proprio…wooow! In tilt, la spesa, cose
varie!»…«Buongiorno signora
Yusaki!»…«Oh? Oh, buongiorno,
sì, buongiorno
a lei!!...
…un due,
un due!» su per i gradini «Violetta!»
sbucò
suo marito dalla porta di casa «Ti vedo in…trance:
ti
serve una mano?»…«Eh sì,
magari! Che
dici?»…«E’ fortunata,
signora.» qualcuno
le diceva «Ah sì, eh???
Dice??»…«Con un
marito così disponibile!» sicché Taisho
«Oh
beh!» si inchinò, con una mano dietro la nuca
«Non
sono meritevole di tanto, con…una moglie così chi
non
farebbe mari e
monti!»…«S-Ss…sì
invece
di sproloquiare vuoi prendere le
buste?»…«Oh cosa
scusa cara?»…«…le buste (!!!)
…ihihih!!!»…«Oh?
Subito!»
«Beh, anche il signor Taisho in effetti è baciato
dalla
fortuna.»…«Veramente è
baciato solo da me,
che sono ancora cotta di lui nonostante mi offra una casa disastrata,
al mio ritorno!»…«Che vuol farci: gli
uomini!»…«Eh, sì, gli uomini
sono
incorreggibili!» declamava nel suo continuo ridere e
gesticolare
la mamma-moglie tuttofare «Comunque sarebbe difficile starle
al
passo, lei è fantastica signora, non
c’è veramente
persona più sensibile e di buongusto di lei,
Violetta!»…«Oh graaazie!»
passandosi il dito
fra i suoi riccioli castani «E’ vero! Le carte da
parati
che ha messo per la stanza dei suoi bambini sono talmente
deliziose!!»…«E deve vedere anche come
ha riarredato
il salone!» suggeriva un’altra inquilina
«I
divaaani!»…«Sì, a me dicevano
infatti che
dovevo fare l’architetto di interni, è proprio una
passione!»…«Lei è la regina
indiscussa del
nostro palazzo!»…«Troppo
gentile!»…«E i suoi due
figli…sono le nostre
mascotte!»…«Ahahahah!! Mya e Lotti
direbbero che
è il gatto!»…«La adoriamo,
Violetta!»…«Grazie, grazie a tutti, mi
fate
commuovere! Vado a riferire a casa circa i commenti dei fans,
eh?» con dita a V di “vittoria” o
più
semplicemente di “Violetta”
«Riscontreranno un ampio
gradimento! Ciao a tutti…» con ampio bacio
soffiato
«Smack! Una buona giornata!! Nessuno
escluso…wooow!!!» lanciandosi svelta fino alla
porta di
casa «Myyya, Lottiii! Dove siete? Umi, sei qui?!»
…si allontanava sempre più la sua vocetta
all’interno…
Quella
combriccola di vecchiette sembrava tutta entusiasta «Hanno
mandato un angelo a colorare questo grigio palazzo. La signora Violetta
ha veramente
l’aureola!»…«Veramente
è
tutta la famiglia Yusaki ad essere adorabile, lei così
simpatica, lui così distinto, i bambini poi…! E
che
gattina deliziosa-se non fosse troppo
grassa!»…«Sì, un
po’ sovrappeso:
comunque c’è da dire che è
pressoché
l’unica “imperfezione”, se
così la vogliamo
chiamare, in quella casa che fatevelo dire da una che se ne intende,
è un nido di poesiaaa!»…«La
brava gente si
riconosce a vista
d’occhio.»…«Concordo!»…«Ptsss,
parlando di brava
gente…»…«Sono tutta
orecchie!»…«…quella che trovo
piuttosto
equivoca a essere sincera è quella psicologa che vive alla
porta
accanto!»…«Ahhh…»
pronunciato con
solenne e pontificante alzata di dito
«…sfonda…una
porta aperta!»…«Oh magari lo facessi
signora mia
almeno scoprirei cosa ci fa quella chiusa lì tutto il
giorno,
sempre sola, non socializza con
nessuno!»…«Beh! A me
è parso di vedere un giovanotto
dall’aria…a posto,
tutto vestito a puntinooo…di quelli insomma: si vede a che
fascia appartiene! Ptsss!!...fare avanti & indietro,
entra-esci!»…«Ihhh!!
Nooo…»…«Sì! Dalla
casa della
psicologa: quei due te lo dico io, secondo
meee…!»…«L’avevo
detto che era
un’arpia!»…«Beh! Premesso che
a me gli affari
altrui NON-INTERESSANO…c’è da dire che
quella
è l’esatto contrario della signora
Violetta!»…«Shhh!!! Sta
arrivando!»…«Oh Santi numi!»
…Aki
infatti saliva lentamente le scale. Altera come di consueto, rifilava
non più di una distaccata occhiata a quelle coinquiline, per
procedere oltre «Ptsss, che scorbutica! Si fermasse mai a
fare
quattro chiacchiere!»…«Buongiooorno,
dottoressa
Myiamoto!! (!)...
…niente,
non risponde! E’ proprio
maleducata.»…«Hai
ragione, è il contrario della signora Yusaki!»
Ma Aki fece
ingresso proprio nell’appartamento della famiglia, la cui
porta
era rimasta socchiusa, lasciando alle coinquiline la conclusione
«Ma a quanto pare sono
amiche!»…«Cose che
accadono solo nei film!»
«MammmaaaAAAAAARGH!!!» esclamava il piccolo Lotti
con una
certa ferocia «Umi mi ha teso un
agguatooooOOOORGH!!!»…«…state
calmi,
bambini!!» invitava Violetta posando le buste mentre la gatta
nera schizzava di corsa incontro a lei «Povera Umi, la fate
sempre stressare! E poi, come l’altra volta, ci fa la
pipì
nel trasportino, ora dai, lasciatela tranquilla!»
Ma sbucò
la vivace Mya «Mamma, ma è Lotti che la fa
agitare!! Io
gliel’avevo detto: quando Umi mangia devi
stare…ZITTO!
Shhh! E fermo, non vuole essere disturba-LOTTI, SEI MATTO?!»
Il ragazzino stava cercando
di stanare la micia da sotto il mobile. Il padre dei bambini fece
capolino «Cosa sono questi
urli?»…«Eh,
stamattina sono euforici, Taisho!»
«LOTTI---P-PIANTALA! TI
MENO!» prometteva quella perentoria bambina
«Così le
fai venire un attacco di terrore! Adesso se tu spaventi lei vengo io a
strapazzare te!!» e si incamminò con passo
militaresco,
mentre il padre la redarguiva «Che modo di parlare a tuo
fratello!»
«Nooo! E’
scappaaata!»
disperò il bambino, e la sorellina «MAMMA FERMALA,
PAPA’ FERMALA, LOTTI FERMALA SE SI INFRATTA SOTTO IL
L’ARMADIO POI NON ESCE
PIUUU’!!!»…«Mya!!
Lotti!! Se correte così veloce poi vi fate male!»
li
richiamava la madre «Tornate qui!» intimava il
padre per
poi concludere «Ah, spero che vi graffi il naso a
entrambi!»
«LA PRENDO
IO!»…«NO, LOTTI, GIU’ LE MANI!
AHHH!»…«AHHHHHHHHH!!!»
…i due bambini
si accapigliarono fino a formare una palla rotolante che
franò
dritta contro l’armadio
«Bambiniiii…!»…«E’
inutile
Violetta. Non ti ascoltano.» concludeva
Taisho…mentre i
suoi figli-valanga si schiantavano contro quell’armadio che
però un po’ a sorpresa liberò mille
scintille come
in un numero magico, e una fitta coltre di fumo che avvolse la
casa…ma che sembrava non meravigliare affatto i genitori
«Vi siete fatti male?!...dai, chi devo venire a
medicare?»…«Violetta, te l’ho
detto: è
inutile che li chiami…
…a volte sembra che li abbiamo fatti senza
orecchie!»
Ma
là dove lo scontro aveva
liberato fumo, ora si innalzava una sagoma dalle orecchie a
punta…e luminosi occhi fucsia, e accanto a lei un lampo di
luce
magica azzurra, moltiplicata per due occhi…
…nel
salotto si intravedevano delle gambe femminili comodamente accavallate,
che in quel momento cambiarono posizione. Costei posò una
rivista, e si decise ad alzarsi…
Intanto Violetta
aveva raggiunto le sagome. Ed appoggiava le mani sui fianchi
«Vistooo?» ripeteva con fare didascalico
«Che vi dico
sempre, anche se non mi ascoltate mai? Se correte vi fate male voi e si
fa male Umi! Ora voi siete in piedi, vi vedo, ma lei
poverina?»…«Quella gatta è
dura a morire,
Violetta!»…«Taisho dai, quanto sei
insensib-ECCOLAAA, UMIII!...ahahaha!...
…la
nostra Umi, il simbolo della casa, ti si è ammaccato
l’elmo? Oh povera piccola, dai rimettiti le polsiere: daaai,
vedete? Mya, Lotti, avete questa cosa cheee…correte sempre
dappertutto e-e mi date fastidio! Ora avete fatto storcere la polsiera
a Umi!»
«Mamma che guaio
quella polsiera di Scratchmon l’avevamo comprata da quel tipo
a
Digiworld che ho trasformato in rospo!!!» esclamò
Ufomon
«…ahia…m-mi sono fatto male al
labbro…»…«Ben ti sta,
Gravemon!!»…«Dai, Mya, che modi sono di
parlare al
tuo fratellino! Lotti su, fa vedere a mammina dove ti sei fatto
male?»…«…qui…»…«Ahahah!»
…rideva Violetta nel consueto modo «Ma non
è
niente, dai, che vuoi che sia per il mitico Gravemooon!»
…il
ragazzino digitale accennava a sorridere per il fatto che la madre lo
incitava con i pugni stretti e il sorriso aperto…
…anche suo padre si avvicinava con sorrisetto soddisfatto,
così come quelle eleganti gambe femminili fecero ingresso in
quella cucina soffocante di fumo e scintille «Ma che aria
frizzante si respira qui, la vostra famiglia è davvero
fantastica!» disse Aki giungendo le mani con un che di
trionfante
nel tono. E Violetta non fece mancare un sorriso anche a lei
«Eheheh! E se non lo sai tu che sei di casa!!...anche se ieri
sera non l’abbiamo reso noto! Uhm!» tappandosi la
bocca con
la furbetta espressione di scherzo riuscito…
Taisho
guardava Aki con la punta degli occhi e del sorrisetto…e gli
occhi di costei brillarono di luce violacea quando decretò
«E’ il momento di agire.»
Alzando il suo
anello. E liberando un bagliore accecante che invase quella
cucina…
…Scratchmon
cercava disperata di distinguere forme, ma alla fine dovette coprirsi
anche lei gli occhi con la zampa…
…ed attendere che quella spettacolare trasformazione fosse
ultimata.
Dove prima
c’erano delle seducenti gambe, ora si adagiavano altrettanto
elegantemente radici…
…l’anello
fluttuò fino a che la pietra non si conficcò
sulla fronte
della creatura emersa, costituendo un diadema di pietre
viola…non poteva più portarlo al dito
perché non
aveva più mano, le sue braccia erano liane terminanti con un
fiore bianco.
Il aspetto
fondeva una parvenza di donna umana con quella di una pianta. I suoi
colori erano il viola, picchiettato da petali bianchi.
Ma il suo
sguardo era determinato come prima. Più di prima. E
lampeggiava
di magia. La sua pelle era candida, il suo trucco di un viola intenso e
oscuro.
«Uhmuhmuhm, allora mi trasformo anch’io, non vorrei
essere
da meno.» mormorò il biondo Taisho. E la luce lo
avvolse…sempre biondi i suoi capelli…
…ma i
suoi occhi sottili si spalancarono fino ad essere nient’altro
che
due buchi oscuri in un volto sabbioso…la bocca ondulata in
un
beffardo sorriso…
«Com’è resistente l’armatura
di papi!!»
indicò Gravemon, e Ufomon «Ma è
ovvio!»
accomodandosi il fiorellino «Nessuno può
scalfirla! In
tutto Digiworld non vi è spada che non si
spezzerebbe!»
…guanti e stivali possenti, ed ampio mantello rosso che
sostituì a quel padre premuroso il ghigno tenebroso di
Sandmon.
«E
io?» aprì le braccia Violetta «Non mi
trasformo in
niente??...» facendo mogia mogia la sua espressione
«Uffiii…» …dinanzi
al sorrisetto deciso
di Ufomon, Gravemon, Sandmon…
…e
al penetrante ma serissimo sguardo della donna-pianta col
diadema…
Ma c’era
un altro uomo biondo che sedeva su un divano con un’ampia
finestra alle spalle, e che sussultò
«Oh!»
destandosi con stupore dalla lettura in cui era
sprofondato…quando udì suono di chiavi alla porta.
«Mitsuo…sono riuscita
nell’impresa.»…«Riley,
ma…hai
già fatto dal
parrucchiere?!»…«Il
parrucchiere può
aspettare…»…«…noi
due invece abbiamo
aspettato un po’ troppo per
rivederci.»…«Ahh!!...Takato…»
sussultò d’emozione quell’uomo alto ma
dai tratti
distinti…
…e Takato
tracciò sul suo viso uno sguardo d’affetto
accogliente e
compassionevole come certe statue infrante «…come
sta,
signor Yamaki? Mi scusi se ho aspettato tanto a venirla a
trovar-»…«Niente! Non
preoccuparti!» Yamaki si
affrettò a posare il libro «Bene, i-io sto bene!
Mi fa
piacere…tu non immagini quanto! Lo dicevo spesso a Riley,
dicevo…digli di venire a trovarmi…quanto che non
facciamo
quattro chiacchiere fra programmi e pianeti che fanno…tenere
sospeso il
fiato…»…«…tanto
tempo
abbastanza perché possa mancarmi…
…e non immagina
quanto…»…«Forse posso
avere un’idea…» disse l’uomo
avvicinandosi,
mentre la moglie sorrideva dolcemente per quell’incontro.
Anche
Yamaki aveva gli occhi sottili, ma la sua espressione seppur venata da
un po’ di stanchezza era buona…e muovendo la mano
senza
però sfiorarlo “scannerizzò”
quel ragazzo che
si prestò volentieri, con la pazienza di una statua
«…ma guardati…hai fatto qualche
cambiamento…»…«Come mi
trova?»…«FANTASTICO…»…«Oh?!»
Takato non se lo aspettava «Sei un’espressione di
forza
unica…degna di un eroe come te. Bravo. Un eroe non deve mai
abbassare la guardia!»…«Ma signor
Mitsuo, lo sa che
a mio padre non piaccio affatto? E-E neanche mia madre apprezza questi
capelli, e-e questo
look…!»…«Cosa?!...ma tuo
padre…dice questo perché è preoccupato
per te,
perché pensa logicamente che con questo…aspetto
presto
qualche creatura di un pianeta remoto possa invocare il tuo aiuto e tu
debba accorrere di nuovo, come dieci anni fa. Ti ricordi? Ma deve
rassegnarsi…il padre di un eroe deve aspettare.
Pazientemente. A
casa, come ho fatto io, come stavo facendo prima che tu
arrivassi…
…e alla
fine sei arrivato. Te l’ha detto Riley vero? Che noi ti
aspettavamo da molto!»…«Sì
gliel’ho
detto Mitsuo, uhmuhmuhm! Dai, adesso non ti ripetere come faceva tuo
padre o Takato che non ti vede da tempo penserà che sei
davvero
invecchiato!»…«Scusa!! Ma io quando sono
emozionato…faccio così, dimentico quello che
dico!
Ma…fatti vedere…
…incredibile…finalmente rivedo un ragazzo come si
deve…» …mentre Takato era incredulo di
tutte quelle
belle parole «…forte, bello,
curato…ultimamente non
si vedono che ragazzi…che si lasciano
andare…» mormorava quell’uomo che
sembrava analitico
e osservatore «…non sai che tristezza mi suscita,
significa che non credono…non credono come si faceva ai tuoi
tempi.»…«Lo so…col tempo
molte cose sono
cambiate. E’ cambiato il modo di porsi alla vita.»
ma
Yamaki avanzò un dito correttore «No, Takato. Non
è
cambiato per tutti. E’ cambiato…per chi ha
permesso che
ciò fosse. Tu no. Tu non hai permesso al tempo di scorrere,
non
gliel’hai data vinta a quel maledetto portale,
perché
risucchiasse anche il tuo sorriso. E’ identico a quello di
quei
giorni…bravo.»
Al che Takato, commosso, avanzò (canzone: Anastacia
- You'll never be alone)
«…anche lei…anche lei signore
è identico a
quello di quei giorni.»…«Io?»
sorrise un
po’ umilmente Yamaki «Beh…piuttosto
quello che
rimane di quest’uomo.»…«Non
dica sciocchezze.
E’ rimasta la parte più importante. La
passione!...»
definì il ragazzo, mentre anche Riley si sfiorava emozionata
le
labbra «…la decisione nel portare avanti ogni
sogno e
progetto. Fronteggiando il pericolo, e sfidando la
sorte!!»…«Ti
ricordi…?» ebbe subito
piacere ad evocare l’uomo «…quei tempi,
Hypnos,
Yuggoth…» e Takato continuò
«…la
vostra sede operativa, il programma che cancellava i dati. E poi
Shaggai, l’immenso buco nel cielo!...che risucchiava le
creature
da un mondo all’altro!...e che…permise ai Deva di
invadere
la città…
…la
voragine distorcente…che si stagliava sulla cima di quel
doppio
grattacelo…risucchiando assieme alle forme di vita digitali
anche il fiato di noi ragazzini!...che ci domandavamo quale immenso
fosse mai contenuto in quei tanti, e tanti metri di finestre e
congegni!»…«Uomini,
semplicemente!»
«Uomini di gran
valore…» replicò il ragazzo con sguardo
intenso, e
Yamaki seduto al divano «Semplicemente uomini. Uomini che
però cercavano, con il lavoro di ogni
giorno…»
…alludendo a sua moglie che fu grata ed abbassò
il capo
«…di prospettare un futuro. Di garantire a voi
giovani un
mondo migliore in cui vivere e
crescere.»…«Di uomini
come voi c’è bisogno adesso,
Yamaki!»…«…piuttosto
è di ragazzi come
voi che ora il mondo ha bisogno. Takato…»
alzandosi…
…e
ponendogli le mani sulle spalle «…ascoltami bene.
Sono
ancora più alto di te, nonostante tu sia cresciuto
molto.»…«Oh, ma lei è stato
sempre
altissimo.»…«Oh no, non sono
più alto di un
comune essere umano che non vede che uno spicchio lontano
dell’immensità che costituisce questo mondo.
Però
io questo spicchio ho cercato di forgiarlo, affinché si
trasformasse in una spada splendente. E da un mondo all’altro
potesse mettere ordine nel caos. Voi siete stati i miei fedeli
cavalieri. Nessun ragazzo avrebbe accettato una missione
così
pericolosa all’infuori di voi!...
…il viaggio a Digiworld…
…PENETRARE
ALL’INTERNO DEL
D-REAPER…»…«La mia vita
palpita…assieme alle sue parole,
Yamaki…»…«Deve palpitare!! Tu
possiedi un
cuore…che brilla ancora di luce digitale,
Takato.»…«Io so solo che ora forse
brilla della luce
al neon del salone dove lavoro.»…«Non
dire
sciocchezze! Tu al di là di come sono andati gli eventi
resterai
un Digimon Tamer, di loro hai il valore! E non dimenticare che hai un
Digimon che ti aspetta nel suo
mondo!»…«Ah!!...signor
Yamaki…lo sa che gli
altri Digimon sono tornati?»…«Lo
so.» rispose
lui rassicurante «Io e Riley stiamo già lavorando
in
proposito. Stiamo svolgendo delle analisi anche se in segreto, la gente
non vuole più che ci occupiamo di queste cose. Ma quello che
sto
cercando di dirti è che ora la vita vi chiama ad un atto di
coraggio forse ancora maggiore di quello di allora!
Voi…possedete ciò che le nuove generazioni
ignorano,
avete visto là dove è calato un
muro!»…«Una
barriera…»…«…che
solo la forza del
cuore può aprire di nuovo. E permettere alle nostre specie
nate
per vivere assieme…di congiungersi, e accantonare
definitivamente il passato. Te lo dico io che un tempo osteggiai in
ogni modo il ritorno dei Digimon…adesso…il mio
sogno
più grande sarebbe vederli ritornare. Trionfanti, come
meritano!! Creature miracolose…che nessuno hai mai
festeggiato
come meritavano.»…«…lo
sa…?...
…non
è vero che il passato è irreversibile. Quel tempo
di
bioemersioni può
tornare…»…«Uhm…»
sorrise
dolcemente l’uomo, e sua moglie parlò «E
forse
grazie al passato possiamo concederci il sogno di un futuro
felice.»…«Takato, siediti vicino a me,
voglio farti
vedere le mie nuove analisi!»…«Lo faccio
molto
volentieri…»
…e i loro
occhi si specchiarono nel fitto display di un computer ricco di dati,
risultati e conflitti «Intanto vi porto del caffè
e
qualche biscotto.» propose Riley…
…ma quel
display specchiava anche l’incontrarsi degli occhi di
quell’uomo e quel ragazzo bisognosi l’uno
dell’altro,
in quella posa così simili ad un padre con suo figlio.
Yamaki ci
tenne a segnalare una cosa, e quando cliccò sul pulsante
“desktop”…presentò al ragazzo
la sua foto di
sfondo: il doppio grattacielo un tempo sede di Hypnos, incorniciato da
un suggestivo tramonto. Takato indicò entusiasta, e si
scambiarono così commenti d’emozione e
d’affetto…(fine-canzone)
Un guanto
metallico e bramoso sollevava una mano a forma di fiore bianco,
inchinandosi nello scimmiottamento di un fare cavalleresco
«Mia
ragguardevole Muskmon…la regina dei profumi.»
«Eee…eee…ECCIU’!!!»…«Gravemon,
la pianti di starnutire?!»…«E’
quest’odoreee…» si lagnò il
ragazzino
digitale stropicciandosi il naso, ma la sorella puntualizzò
«Profumo di muschio bianco, la pregevole essenza di Muskmon!
Ahhh…che stile che ha, mi farò dare tutti i
consigli per
imitarla!»
«Abbiamo alcune
manovre da discutere, Sandmon.» decretò la Digimon
dalle
sembianze vegetali e la voce perentoria sotto un velo di eleganza
«Prima lasciate che baci la vostra morbida mano al profumo di
muschio!»…«Non abbiamo tempo
sufficiente!»…«Smack, smack! Vi
preeego-OUCH!»
ma gli arrivò in testa una padella «Fai meno il
cascamorto, tu!!»…«Ma
Violettiiina!»…«E poi Sandmon, ricordati
che sei
già fin troppo circondato da donne! Già si
è
fatto…ihhh! Quanto è tardi è mattina
inoltrata e
sicuramente la tua promessa sposa a Digiworld si starà
disperando al pensiero che l’hai mollata! Non le farai
tagliare
le vene prima del matrimonio?»…«Ah!
Quella smorfiosa
di Diamon mi sfugge come un puledro
impazziato!!»…«Sarà che tu
non sai domarla
come si deve!» ribatté Violetta che fra quei
Digimon
sembrava muoversi con la massima disinvoltura, esattamente come quando
faceva la madre di famiglia «E poi scuuusa se te lo dico! Ma
con
lei dovresti essere più carino! Il baciamano è
più
adatto in un palazzo come quello che non con Muskmon la quale per
altro, poverina, ha già tanti pensieri per la testa in
questo
momento, non essere cattivo dai, non la tormentare come i bambini fanno
con Scratchmon!» …dirigendosi a sciacquare le
colorate
tazze della colazione, e legandosi alla vita un grembiule mentre
Sandmon inorridiva balbettando «Ha-Ha-Ha un altro???!!!
Muskmon
rispondi te la fai con un altro?!» ma
«Violetta…» pronunciava la Digimon con
voce che
sembrava attraversata da preoccupazione
«Sì…!» replicava cordiale
l’interpellata, facendo sguazzare le mani nel detersivo
«…ieri sera hai potuto dare un’occhiata
al segnale
di maturazione?»…«Sì, no, che
poi
vabbé, niente, quell’apparecchio che gli ho
appiccicato
qua non è che poi è di tutto questo
aiuto!»
…asciugandosi le delicate mani, mentre Muskmon si faceva
dubbiosa «Ma come è possibile? L’abbiamo
revisionato
fino alla minima variabile.» (Sandmon dietro di lei
incrociava
offeso le braccia e sbuffava)
«Sììì…pfff,
però non è
che possiamo aspettarci granché!»
specificò
Violetta, spiegando poi con fare da maestrina «Il problema,
è che se ci si mettono gli influssi esterni a far decrescere
la
carica conflittuale del cuore, il mostro-portafortuna non offre altri
effetti fuorché quelli di un…banalissimo
radar!»…«Ah! Influssi
esterni?» sembrò
temere la creatura, portandosi con vezzo tipicamente femminile la sua
mano dai petali bianchi al viso «…ma come
può Henry
ancora risentirne dopo tutto il lavoro che ho svolto con lui in questi
mesi?»…«Ti riferisci alla terapia? No,
che vuoi, ci
sono persone che sono proprio
immuni!»…«Ma Henry
sembrava il bersaglio
ideale!!»…«Sì,
però…! Sai come vanno queste cose,
finché nello
studio tutto bene poi si esce, si parla con questo, quello ti dice una
tale cosa e alla fine è tutto
vanificato!»…«Ahh!!...ma…?...!
Allora cosa
possiamo fare, non possiamo mica chiudere Henry in una stanza con me,
io devo lavorare anche a
Digiworld!!»…«Mamma,
intanto io e Gravemon che
facciamo?!»…«Un attimo,
bambini, dai su siate carini pazientate un’attimo, lo vedete
che
sto parlando con Muskmon? Dai, che poverina è tanto
preoccupata,
voi ci siete tanto affezionati, vi piace tanto Muskmon!»
…infatti
i bambini sembravano accostarsi con affetto a quella creatura, Ufomon
chiudeva gli occhi rilassata sotto la sua mano a fiore, e Gravemon
abbracciava le sue lunghe radici con
intensità…anche
Muskmon sembrava guardarli con affetto, mentre Violetta seguitava a
spruzzare detersivo per lucidare la superficie del lavandino, e Sandmon
borbottava «Bambini…via di lì!! Muskmon
deve
parlare con mamma di lavoro!» ma Ufomon in tutta risposta
«Guarda papi che anche noi lavoriamo!! Mentre tu te ne stai
in
panciolle tutto il giorno per scroccare un bacio a una gatta morta di
Digimon che non ci pensa per niente a dartelo, BLUOAHHH!...io e mio
fratello ci facciamo un MAZZO così per scovare i cuori
digitali
sulla terra!!»…«E’
vero…» fece
eco Gravemon, ma Violetta «Bambini che sono queste
paroleee?!!
Ufomon non mi piace che usi questi
termini!»…«Ma
mamma, dai, papà mi fa
innervosire!»…«E tu
Gravemon che confermi pure…dai Muskmon non badare a loro due
anzi a loro tre, stammi a
sentire!»…«…certo,
Violetta.» e questa si volse «Ihihih!!!»
…col
suo detersivo in mano e il suo sorriso stampato in faccia come una
reclam «Ieri sera mentre Henry era impegnato coi i bambini ho
sgraffignato qualche…interessante
informazione!»…«…! Al
proposito
di…?»…«Eh! Al proposito
diii…
…questo
è finito lo devo ricomprare. Bambini segnate!...a proposito
diii…un computer.»
Muskmon fece
assorti i suoi occhi violacei, e Violetta tra una credenza e
l’altra descrisse «Sembrerebbe proprio che il caro
paparino
del nostro Henry tenga a casa un…megafantasticoso bestione
informatico denso di programmi d’epoca!!!» Muskmon
spalancò lo sguardo, e Ufomon «Mamma, li rubiamo
noi!»…«No! Voi sapete già
qual è la
vostra missione!»…«Ma mammaaa!
E’ una noia
rubare i cuori digitali!» al che Sandmon «COOOSA,
ADESSO
E’ UNA NOIA?!»…«VIENICI TU A
FARLO PAPI SE TI
SEMBRA TANTO
DIVERTENTE!»…«Daiiii!!!» fece
Violetta «Un po’ di
silenziooo!!!»…«Uhhh…Scratchmon
mi è
scappata!»…«Su, lo vedete che fate
spaventare
Scratchmon poi Lotti ci rimane mal-ehhh, Gravemon oddio io con tutti
questi nomi, di copertura, non di copertura mi confondo! Uhmuhmuhm! Che
stavo dicendo?» con ditino alla tempia «Ah, ora
ricordo!» e lo sguardo tornò luminoso
«Hai parlato
di un computer
Violetta…»…«…ahahahah!!!»
….luminosissimo, e denso d’opportunità
«…nel passato di quei ragazzi pare aleggi
un…suggestivo e affascinante buco nel cielo progettato dai
programmatori di dieci anni fa e ricreabile grazie
a…»
schioccando le dita «Un abile click informatico! Basterebbe
solo
impadronirsi di quel programma
e…»…«Mami ci
fai andare?»…«No dai Gravemon
l’ho già
detto a tua sorella adesso questa non è una cosa per voi.
Eh?
Voi…avete già la vostra
missione.»…«Uuuffaaa…»
mentre Muskmon
spalancava lo sguardo «Allora era per questo che hai detto di
cercare lavoro!»…«Eeesattooo! Brava hai
vinto un
premio, e sai quale?» sfregandosi le mani «Che mi
intrufolerò in quella casa con una scusa qualunque, e armata
di…questa!» cioè la chiavetta USB che
sfoderò, dal pendente a forma di porcellino «Mi
sbafferrò Shaggai!!
Uhmuhmmmm!»…«Ahh!»
Muskmon sussultò, mentre Sandmon «Violetta, ma a
che mai
dovrebbe servire una simile diavoleria dal nome così
inquietante?!»…«Uhmuhmuhm, non lo
immagineresti
nemmeno! Ho sentito dire che apre un buco alto-alto, e risucchia i dati
provenienti dal mondo digitale riportandoli a
casa…!»
descrisse Violetta con un certo sfizio, mentre Muskmon concludeva
«Si tratta del programma usato dal padre di Henry per
arrestare
il D-Reaper, quello a causa del quale i domatori si sono separati dai
Digimon.» …Violetta annuiva con occhi vispi
«…che ha a che fare col nostro
scopo?»…«Muskmon,
pensa…»
accennò sfiorandola «Il cuore digitale di cosa
è
composto se non da dati? Se apriamo quel buco…tutta
l’energia finora accumulata non potrà sottrarsi
dal
risucchio, vrrrruuuup! Trasferita a
Digiwooorld!»…«…!! Vuoi
risucchiare il cuore
di Henry grazie alla forza di una…enorme
calamita?!»
…ma gli occhi di Violetta luccicavano emozionati…
Muskmon sembrava
invece in apprensione «Ma questo non gli farà del
male?
Io…»…«Muskmon…tranquilla,
ho
già pensato a tutto! Shaggai funziona anche
all’inverso,
procederemo con uno scambio, come ci eravamo preposti inizialmente, ti
ricordi???»…Muskmon taceva e si sfiorava le labbra
con la
mano di petali bianchi, mentre Violetta illustrava a lei e agli altri
«Faremo salire in orbita il cuoricino di Henry, e da
Digiworld
gliene scaricheremo un altro! Ma sììì,
fatto solo
di dati! Così lui tornerà più in forma
di prima, e
starà molto meglio!»
«Brrr…!» commentava unicamente Sandmon
toccandosi il
suo di cuore come se qualcuno volesse
strapparglielo…(Gravemon
«Scratchmon facciamo la prova con te…? Risuuucchio
del
cuore!»)
«Henry…» mormorava la pianta digitale,
ma Violetta
le poneve la mani sulle spalle «Muskmon, niente paura! Abbi
fiducia in me, eh?...Henry Wong…sarà
tuo…!!»
prometteva col tono che si usa per reclamizzare un prodotto
«Ma
lui non riesce a dimenticare Rea
Akimoto…»…«A
quale scopo procederemmo in questo modo, scusa?! Gli portiamo via un
cuore che ingloba solo sentimenti che gli farebbero del male, e gliene
facciamo calare un altro…totalmente
programmabile!»
aprendosi in una radiosa espressione «Basterà
regolare le
variabili…per far sì che con il cuore nuovo non
abbia
occhi che per te, mia
cara!!»…«Oh…!»
sembrava accendersi una nuova speranza nel cuore di Muskmon
«…Henry…amore mio…mi
amerà,
dunque?»…«Uhmuhmuhm, ceeerto, Muskmon
non devi
dubitare! Ricorda: faccio questo…solo, soltanto e unicamente
per
te! Perché so quanto ci tieni a quel ragazzo, del resto
è
così carino, simpatico! Insieme vi
vedrei…»
…meditando con tono sognante e occhi al cielo per poi
concludere
«Perfetti!» in un guizzo brioso, mentre Sandmon
esortava
«Bando alle chiacchiere, qui si sta facendo tardi!»
e
Violetta batté le mani «Giustooo, siamo in ritardo
sulla
tabella di marcia!» attraversando la cucina
«Allora,
Sandmon a Digiworld per procedere col finto fidanzamento, Ufomon e
Gravemon a cercare i cuori digitali sulla
terra!»…«Io e Gravemon partiamo subito
mami,
portiamo anche Scratchmon!»…«Uhmuhmuhm,
braaavi, lo
vedete come scattate pronti?! Ahhh…!» sospirando e
scostandosi i capelli, mentre Muskmon affermava «Per il
momento
non potremo essere insieme a Digiworld, Violetta.» e questa
si
volse «Mmm, no oggi no visto che ho questo lavoretto da fare!
Bene!» sfregandosi le mani «Bambini, papi oggi
gestirà la completa operazione a Digiworld!»
Sandmon
sorrise e si inchinò appena «Sarò
onorato!
Bambini...mi raccomando, disciplina militare e…seguiamo
tutti le
direttive della mamma!»…«La mamma
è il
capo!!» esclamava Ufomon, e Gravemon sorrideva
«E’
lei che organizza tutto!» …Violetta stringeva i
pugni
«Sììì, tutti con me, e
speranzosi che
trionferemo!! E’ come preparare un ricco buffet e io vi
assicuro,
che quando avrete finito vi leccherete i baffi! Uhmihihih!»
con
ditino promettente e allettante…
…Scratchmon già sembrava leccarseli, Gravemon e
Ufomon
sogghignavano, ed anche Sandmon ridacchiava soddisfatto a testa piegata
e braccia incrociate…Muskmon attendeva solennemente il
compiersi
degli eventi…
…e
Violetta «Uhm, uhmuhmuhm!» provvedeva
affinché nel
gruppo non si spegnesse l’entusiasmo.
«E adesso,
come sta…?» domandava pacatamente Takato
sollevando una
tazza di caffè «Adesso…»
Yamaki si
massaggiava il viso, e poi beveva anche lui un sorso «Adesso
meglio…anche se non è stato per niente
facile.»…«…lo posso
immaginare.»
Gli occhi
di quell’uomo si smarrirono tra i ricordi «Da
quando Riley
ha avuto quell’aborto…per me è
cominciato un
incubo.»…«Era più o meno il
periodo in cui
anch’io ho avuto la
disfunzione…»…«Un
figlio. Un figlio sarebbe stata la cosa…che più
avrei
desiderato. Con il lavoro lo sai com’è andata. Mi
hanno…accantonato, come si fa con qualcosa di vecchio e
ormai
inutile.»…«…o forse anche con
qualcosa che
ancora può dare molto. Proprio per questo. Si previene
anziché curare quello che per la gente sarebbe un
male.»…«Ma io avevo ancora tanto da dire
a questo
mondo!» ammise il biondo uomo stringendo un pugno di
sentimento e
passione «Non occorre che lo dica a me. Lo
so.»…«Io stesso stento a concepire che
la mia
vita…è dovuta andare in questo modo! Non mi hanno
voluto
ascoltare. Per loro quei progetti che ti ho mostrato sono cose da
allontanare, cose che possono portare soltanto ulteriori
squilibri.»…«Quei
progetti…loro li hanno mai
analizzati?»…«No! Hai toccato il punto,
Takato, non
si sono mai neanche curati di farlo, io avrei potuto gridare ma sarebbe
stato come farlo col muro ad ascoltarti!...
…è
la prevenzione a rovinare questo mondo. Ad averci
fatto…piovere
tutti in una conca di depressione quando fino a dieci anni fa eravamo
cuori in fermento!!»…«Fa bene lei che
almeno si
accorge di non essere il solo.»…«No! Lo
siamo tutti!
In un primo tempo l’ho pensato, mi guardavo attorno e mi
dicevo:
forse sono io che non valgo niente, la gente…trova nuovi
impieghi, si dà da fare mentre io mi sento…un
uomo
fallito, e invece no. Mi sono accorto che…nonostante i primi
stenti e le esitazioni iniziali, io sono stato capace di tornare
indietro. Il lavoro di consulenza che svolgo oggi…pfff, non
è niente in confronto al mio impiego a Hypnos, è
quello
che basta sì e no per portare uno stipendio a casa e
prospettare
un futuro.»…«…di questi tempi
non si
può smentire che non è
poco…»…
…è
arduo farsi
strada…»…«…mi
dispiace che
sua moglie ancora non sia riuscita a darle un figlio.» disse
Takato posando la tazza «Però!»
appoggiando una mano
sul braccio dell’uomo «Sono certo che prima o poi
le cure
faranno effetto! Io credo che chi lo merita prima o poi ottiene una
ricompensa dalla vita. E voi lo
meritate!»…«Uhm, ti
ringrazio, sei carino a dire così ma non siamo di certo i
soli.
Un mucchio di gente nei palazzi che ci circondano attende come noi la
realizzazione dei suoi sogni. Perché dovremmo
prevaricare?»…«…perché…voi
è da tempo che dovreste essere ricompensati! E la vita non
lo ha
mai
fatto…»…«…uhm…questo
discorso…vale anche per qualcun altro, se ci pensiamo bene.
Vale
per voi ragazzi…tanto per cominciare. E poi, non scordiamoci
dei
vostri stessi Digimon.»
“…Guilmon…mi
domando…come sia stato il tuo destino da quando ci siamo
divisi.
Non ho ancora trovato il tempo per parlarne approfonditamente con gli
altri Digimon…mi chiedo…se ti sei sentito
appagato, se la
vita a suo modo è riuscita a darti quello…di cui
avevi
bisogno per essere felice. Se fosse
così…” il
ragazzo socchiuse gli occhi “…sarei disposto
persino a
rinunciare a te. Se io sapessi che nel luogo lontano dove ti trovi
adesso sei felice…mi accontenterei. E mi incamminerei
lontano,
in fondo io credo sia questo essere amici…”
Anche Yamaki appoggiò
la tazza. E domandò «E
tu?»…«Oh…?»…«Takato,
ti
pongo una domanda…però tu non
fraintendermi.»…«Dica pure! So che le
nelle sue
domande non c’è alcuna
malignità.» rispose
con un cordiale sorriso il ragazzo «…in questi
anni non
sei mai riuscito a provare un sentimento…profondo come
quello
che io provo per Riley?» Il ragazzo abbassò lo
sguardo
«…me lo sono chiesto tante volte…in
realtà
non trovo risposta. Provo…forse, alcune cose, ma ancora sono
incomplete. In formazione. E mi domando se non siano…altri
fattori, come il rimpianto del passato a
condizionarmi.»…«…posso
immaginarlo. Lei non
si può negare che sia molto
cambiata.»…«Cosa?...!...signor Yamaki
ma…come
faceva a sapere che stavo
parlando…?»…«Di
Jeri? L’ho incontrata diverse volte in questi
anni…a volte
ho anche scambiato qualche parola con suo padre.» descrisse,
ma
nominando quest’ultimo uomo con espressione poco convinta e
poco
allietata «Come potrei dimenticare…»
…mentre
anche Riley giungeva, sorridendo al ricordo di quegli eventi, e delle
parole di suo marito «…quando ti guardavo,
Takato…a
bordo di Gallantmon…lanciarti per salvarla dalle grinfie del
D-Reaper rimpiangevo di non essere un ragazzino come te. Di avere il
collo stretto da quella insopportabile cravatta, e non avere
piuttosto…l’involucro digitale del mio Digimon a
darmi
l’aspetto di un cavaliere, per lanciarmi in soccorso
dell’unica fanciulla che era stata in grado di rubarmi il
cuore.»…«Uhmuhmuhm!» rideva
dolcemente Riley
«Si svelano gli altarini di un freddo uomo del
governo!»…«Ahhh, ma cosa
vuoi!» lui le
tirò scherzosamente un giornale, e lei lo raccolse
«E’ vero, devo ammettere che ci avete incantato con
il
vostro romanzo giovanile di battaglie & passioni!»
Takato
accennò un sorriso che sembrava grato
«Allora…lei
non pensa che la mia sia soltanto una cottarella infantile tenuta in
vita artificialmente, dalle macchine che forniscono
ossigeno…a
quel ragazzino ormai bianco come un fantasma, che però si
rifiuta di raggiungere il suo luogo, lontano dal
mondo…»…«Io semplicemente non
credo che quel
ragazzino esista!» rispose Yamaki «…ma
alcuni…è come se lo
vedessero…»…«Se è
così,
è un’illusione. Esiste solo un Takato…e
quello
è un ragazzo! Un ragazzo vivo, un ragazzo che respira, un
cuore
pulsante!...lo senti?...qua dove ti sfioro batte il tuo
cuore…
…e
chissà che non batta per quella ragazza in cui si
è
trasformata la piccola e indifesa ragazzina catturata dal D-Reaper: io
penso che tu…possa amare solo e soltanto lei nel
tempo…»…«Oh!»
…quelle parole
sembrarono far breccia nel cuore del ragazzo «Se ci pensi
ancora
io non credo che sia perché rimpiangi il passato, in quanto
tu…
…non
rimpiangi il passato, Takato!!»…«Come
no, certo che
rimpiango il passato, lo dicono
tutti!»…«Lasciali
stare, tutti chiacchierano dicendo anche che non sono altro che un
fallito! Però tu non sei d’accordo, mi hai
incitato ad
andare avanti!»…«Sì,
è
vero!!»…«E allora…nemmeno tu
sei né un
fantasma…né una persona di rimpianti, tu soffri,
ma
soffri perché il presente non è come vorresti, ed
il
futuro si profila nebbioso! Non è il passato il problema
Takato…
…e se
Jeri è ancora nei tuoi pensieri, è
perché è
nato come un amore unico! Di quelli…immensi, che si provano
una
volta soltanto nella vita per il semplice fatto che sono i soli, che
congiungono il nostro destino con quello della persona con cui
è
scritto che dobbiamo restare!...per sempre…per tutta la
vita.»
Riley guardava commossa il soffitto al suono di quelle
parole…
…e Takato era
così colpito, come se qualcuno gli suggerisse qualcosa a cui
non
era mai riuscito nonostante tutto a giungere «…io
credo
nell’amore da leggenda,
Takato…»…«…anch’io…ma
mi
sembrava di essere il
solo!»…«…allora saremo
in due!...sciocchi, illusi…ahah. Guarda Riley, noi parliamo
e
lei pensa al suo innamorato segreto.» sicché Riley
si
destò e si mise le mani sui fianchi «E’
talmente
vero che adesso vado da lui!» allontanandosi, mentre il
marito
«Ahahah!...almeno fra tante storte che mi sono preso sul mio
cammino ho trovato anche lei. Lei riempie la mia vita. Takato, se tu
hai creduto in un amore bello come le favole che hanno tracciato la tua
storia, favole fatte di realtà pero, non solo di fantasia
seppur
di dati!...allora continua a crederci e ignora la gente.
Inseguilo!» …nella più profonda
emozione del
ragazzo «…ci vorrà il tempo che ci
vorrà per
maturarlo ma un giorno sarà l’amore che ti
renderà
felice…come una spettacolare bioemersione di
allora!»…«Oh?...non lo so, signor
Yamaki…bisognerebbe estrarre il mio cuore da
dentro…per
poterlo esplorare e scoprire cosa contiene…»
…la lampo
di una giacca nera e lucida veniva alzata lentamente nel suo solenne e
sinuoso rumore. Dopodiché un passo oltre la porta,
all’interno del panificio…
…non
c’erano clienti in quel momento, e i proprietari ne avevano
approfittato per ritirarsi in cucina. Il bancone era vuoto…
…nessuno ad accogliere quel ragazzino dalla pelle candida,
che
aveva coperto i suoi folti capelli grazie al cappuccio scuro, si era
alzato il colletto della giacca fino a celare le labbra, ma con le mani
in tasca e degli spessi occhiali da sole nerissimi buttò qua
e
là il suo sguardo. Era un po’ nervoso e
ballonzolava come
talvolta chi ha urgenza di andare in bagno…
…ciò che di lui era strana, era
l’ombra…che
si estese lungo il pavimento fino a dividersi in due sagome, una a
forma di orso, l’altra dall’abito svolazzante
«Che
posto è
questooo…?»…«…dove
ci
hai portateee…?» chiesero rispettivamente con le
loro voci
appiattite in uno stato vicino al sonno, ed il ragazzino mormorava
«Voi non immaginereste…» dando dei
colpetti con le
dita alle bustine del pane «…ma ciò che
vedete era
quello che doveva essere. E che il destino ha
negato…»
«…mi sento
storditaaa…»…«Anch’iooo…»
dicevano l’orsa e la signora di fuoco ridotte ad ombre,
N’Emo stava allungando la mano verso un dolcetto fra i
biscotti…
…con i suoi occhietti verdi di pistacchio, le orecchiette
simili
ad ali, il muso di un draghetto…quando
all’improvviso
«AHIA!» giunse dalla cucina. Sicché
N’Emo
ritirò la mano «Devo nascondermi!»
guardandosi
fulmineamente attorno: puntando alle scale…
…e schizzando in corsa rapida lungo i gradini…
«AHIA,
mannaggia a-al diavoletto digitale che a momenti lo CARBONIZZO, mi sono
scottata!»…«Oh? Fa vedere
Cynthia…»…«AHIA!»…«Ah,
non
è niente, capitò anche a me le prime
volte.»…«Caspita, non sapevo che fare il
pane fosse
così complicato!»…«Uhmuhmuhm!
Se vuoi
smettiamo.» propose Mie «Oh no no! Io ho detto che
voglio
imparare e adesso voglio imparare! Che si fa dopo? In forno? No,
fornelli? Bahhh!» …mentre Mie ponderava
«Allora…mmm, mi chiedo come mai Takehiro non ci
aiuti:
visto che non gira nessuno che c’era di male se si metteva
pure
lui ad farti vedere come si fa il
pane!»…«Aiuuuuto,
il mio ditino!»
…ma
Takehiro sembrava assorto, pensieroso, come se avesse bisogno di stare
da solo. Camminando ora presso il bancone vuoto, teneva le braccia
incrociate ed il capo leggermente ripiegato su un pensiero
dall’aspetto torvo, aggrovigliato…
…e allo stesso tempo triste. Profondamente amaro…
“Ti
scongiuro…credimi, quella che ti sto dicendo è la
verità, non ti sto mentendo se adesso ti parlo…di
amore!
Non ero più così sincero, così
convinto da tanto
tempo! La mia vita era sprofondata in un buco di oscurità,
aveva
perso di senso, ero disperato…
…fino a che non ti ho incontrata…”
“Che ne
potrebbe mai essere di noi…?”
“Cosa
importa, non ci pensiamo! Quello che ci è accaduto
è
meraviglioso…non avremmo mai osato sfiorarlo nemmeno con
l’immaginazione!”
“Abbiamo fatto
più che semplicemente sfiorarlo, noi…ci saremmo
dovuti limitare a contemplarlo…”
“Perché?
E’ stato fantastico…”
“…non
lo è, se pensiamo al mondo che ci circonda!!”
“Che ci
importa del mondo, perché non lo dimentichiamo e basta?!...e
viviamo la nostra favola…
…accanto a te mi sento un eroe…”
“…è
vero, io vedo innalzarsi dietro di te le ali piumate di uno splendido
eroe a cui la vita ha proibito da sempre di volare!”
“…io
è questo che mi sento…”
“Ma
le tue ali nascono dalla bontà del tuo cuore! Tu sei una
brava
persona…un uomo buono, un uomo per bene!! Mentre
io…non
sono degna di un eroe come te, altro non sono che una persona sporca!”
“Come
puoi dire queste cose di te?! Non sono vere!! Tu sei la donna che
amo!!...tu sei la sola che sia riuscita a farmi risentire vivo, di
nuovo felice!”
“Hai dimenticato quella che sono,
ciò che faccio?!”
…mentre
N’Emo scostava la porta della camera di Takato…e
faceva
ingresso sperdendo i suoi occhi coperti dal nero fitto degli
occhiali…
“Forse…sono
stati solo i miei abbracci, e i miei baci a restituire impeto al tuo
corpo!”
“No!
Non parlo di quel genere di impeto, l’impeto per cui in
origine
ti sono venuto a cercare, sì è vero, ero solo
alla
ricerca di sensazioni forti! Per provare a me stesso che non ero
morto…”
…mentre
N’Emo alzava lentamente i suoi occhiali per contemplare
assorto
il pupazzo di Agumon…
“…ma
quello che ho scoperto di provare per te è un altro impeto,
è…dolce…pieno di tenerezza, come la
primavera, con
i suoi petali…che ritorna…
…rinasce la vita in me, sento che risorgo e splendo, ah ti
amo!
E’ diverso…da ciò che finora ho
provato. Stavo
tanto male…
…niente mi dà più stimoli, per i miei
familiari
sono scontato come un oggetto di casa! Agli occhi di mia moglie sono
soltanto un semplice fornaio, non riuscirà più a
farmi
sentire speciale…e mio figlio…ah, a lui
è successo
qualcosa, sta cambiando, è sempre più insicuro, e
pensare
che quando aveva accanto quella creatura era così felice!
E…anch’io…con lui…
…ho sentito sotto le mie dita il sogno di avere il mondo in
mano…”
…la mano bianca
di N’Emo affondava nel cassetto…fino ad estrarre
quel
vecchio disegno piegato, che riapriva lentamente con gli occhiali
alzati sul cappuccio, ed un volto impenetrabile come una maschera, o
una statua…
“…da
quando quel Digimon pochi mesi fa è volato via
paradossalmente
sono stato io a sentirmi…smarrito, senza punti di
riferimento!
Dov’era la famiglia che sognavo, e che sentivo attorno a me
fino
a un attimo fa…?”
…mentre la
doppia ombra di N’Emo si biforcava sul muro, al suono del suo
tenue sussurro «Dov’era…?
Dov’è la mia
famiglia…?» …melodioso quanto
spettrale…a
cui seguiva il sussurro delle ombre delle Digimon, quella a forma di
orso «…dov’è la famiglia che
non ho mai
avuto…?»…e quella dai contorni ardenti
«…dov’è la famiglia che ho
avuto e ho
perso…?»
N’Emo
ripiegò il disegno di Guilmon…ma nel mezzo vi
infilò un biglietto…per poi avanzare verso la
finestra,
sull’eco delle voci delle ombre
«LadyMeramon…mi
sento la testa così
confusa…»…«Oh
PinkMonzaemon, cosa ci è successo…?»
…sembravano sofferenti…ma poi si
ritirarono…
“…tu
sei stata la mia traccia da quando l’oscurità
è
sopraggiunta. E anche se è soltanto una follia io non voglio
perderti.” pronunciava la voce di un
eroe mancato nei ricordi…
Takehiro diede le spalle al bancone per entrare in cucina…
…e
N’Emo spiccava un balzo nel cielo dalla finestra della stanza
di
Takato, per far confluire ombre oscure su di lui che lo dissolsero fino
a sparire.
Un antico disegno conteneva un biglietto del presente.
«Dove
stiamo andando, Cyclemon…?» chiedeva Kazu nel
silenzio
scandito solo dal suono dei passi. E nel buio, acceso solo dalla fioca
luce della Sfera regale che filtrava dalla stoffa del cappello del
ragazzo «Questa è l’arena sotterranea
del mio
castello.»…«…ti ho sentito
nominarla ieri!
E’ qui che hai portato Guardromon! Ahhh, finalmente
potrò
rivederlo!...
…ha
dormito qui, questa notte? Oh, povero Guardromon, questo luogo
è
così spettrale. Fa venire i brividi, brrr, e oltretutto fa
anche
freddo!» si sfregava le braccia il ragazzo, troppo leggero
forse
per quel luogo, con la semplice maglietta che indossava «Vuoi
metterti questo sopra?» Cyclemon gli offrì un
mantello
nero «No, ti ringrazio, però se posso averlo lo
stesso per
il mio Digimon! Spero non si sia beccato un raffreddore, io conosco la
salute di Guardromon: è molto
cagionevole!»…«…e
tu?»…«Io?! Non mi sono mai ammalato
nemmeno con le
bufere più
congelan…ECCCCCIUUU’!!!»
Mano sul
cuore per Diamon «OH MAMMA! Che è? Che
è
stato?!» …che stava scendendo la buia scalinata, e
che ora
si guardava attorno «Pipistrelli? Aiutooo!»
aggrappandosi
ai suoi stessi capelli «Mamma mia papà ci diceva
che se
avessimo fatto le cattive ci avrebbe portate in questo luogo ma poi non
lo ha mai fatto ci dovevi andare solo oggi alla tua età e di
tua
spontanea volontà: brava Diamon, 10 e lode!
Ahhhh!» Non
sembrava passarsela bene…
«Allora? Perché siamo qui?!
Cyclemon…è
successo qualcosa?! Dimmelo, per favore, è per non farci
sentire
da Sandmon che ci siamo rintanati qui in fondo?!»
Cyclemon
taceva, enigmatici i suoi occhi giallastri «…devi
sapere
una cosa Cyclemon…ascolta so che la situazione è
delicata, per via di quanto sta passando Diamon, e tutto il resto! Ma
c’è bisogno che io trovi un modo, non so quale,
per
parlare assolutamente con il Supremo del palazzo! Io conosco quel
Digimon! E’ Guilmon!! E’ un Digimon buono, il
Digimon del
mio amico Takato, non so chi o cosa lo stia trattenendo qui ma
è
scontato che è contro la sua volontà! Lui non ha
niente a
che vedere con ruoli di potere, intrighi politici, tantomeno con
Sandmon, villaggi distrutti & via dicendo! Guilmon!...
…è
la…semplicità…fatta Digimon
è un pezzo
della mia vita, ti prego Cyclemon permettimi di
parlargli…»
Silenzio…
…fiato sospeso anche per Diamon, con mano sul
petto…
«…va bene.»…«Ahh!
Me lo
permetterai?»…«Non impegnarti troppo a
essermi
grato: non sarebbe per merito mio. In questo
palazzo…è
probabile che a breve cambino tante cose, Kazu.»
affermò
l’anziano Digimon iniziando ad avanzare nel vasto spazio buio
appoggiandosi al bastone lampeggiante «Me lo
auguro!»
espresse sincero il ragazzo «Non potrebbe andare peggio di
così, sopra quei Digimon terrorizzati, Sandmon che
spadroneggia,
Guilmon invischiato in chissà cosa e
Diamon…!!...che per
via di questa follia collettiva rischia di sposarsi un…u-un
viscido, un farabutto, quel Sandmon mi disgusta!! Se Guilmon
è
la semplicità fatta Digimon lui
è…è…!!...la spregevolezza
fatta
Digimon!»
Cyclemon si
volse di scatto «Che mi sai dire di questo improvviso
interesse
per mia figlia?»
«EEHHH?! C-COSA?!» sobbalzò un tantino
il ragazzo.
La mano di
Diamon scivolò però
all’insù, dal cuore,
passò per la bocca, salì agli occhi per poi
scivolare
alla fronte così che non si coprissero dei tanto pittoreschi
occhi verdi agghiacciati…
«A-Adesso?! Quiii?! In questo luogo dovrei spiegarti,
Cyclemon?!
Brrr!»
Cyclemon
imperturbabile, come il più rigido dei padri, aggrappato al
suo
bastone…
Kazu iniziò a
grondare sudore e asciugandolo espresse persino
«…che
caldo…»
Diamon fu urtata da
qualcuno «Oh? Mi scusi.
Uhm?»…«Permesso…»
…era
Guardianmon, che si fece strada con passo deciso…e quando
Diamon
si accorse con chi aveva sbattuto, semplicemente
«Ahhhhhh…!» precipitò in un
elegante
svenimento senza tempo con pregiata mano abbandonata lungo la scala.
Sembrava essersi appena avvelenata…
Kazu dilatava gli occhi «Cyclemon…»
Ma
Cyclemon…assottigliò i suoi occhi come si fa
quando si
sorride «Ripensandoci possiamo posticipare. In effetti non
è un granché ospitale qui, non ti
pare?» e si
volse, avanzando. Kazu si portò la mano al
petto…ed
espirò lentamente «…ho perso dieci anni
di vita, io
morirò giovane…»
«Kazu!!!»…«IH!!...Guardromon,
Dio mio, mi hai
fatto prendere un colpo! Ma dove sei, non riesco a
vederti!!»…«Sono quiii!
Kazu!!»…«Oh?!...
…ma che
ci fai dietro quel cancello di
vetro?!»…«Non lo so,
so solo che non riesco a
uscire!»…«Cyclemon!»…«Niente
paura. Il vetro è a prova di tecnica di
Digimon.»…«…che portone
imponente…» commentò Kazu riferito a
quelle immense
porte di vetro di bordi iridescenti, che sembravano dare su un giardino
dalle bizzarre piante. Guardromon si trovava lì
«Kazu,
tutto bene?»…«Io? Sì, e tu?!
Fa freddo,
lì?! Hai bisogno di un
mantello?!»…«Sto
bene…»…«Sicuro? Antibiotici,
aspirine, serve
qualcosa?» ma Cyclemon intervenne «Non essere
apprensivo,
il tuo Digimon è ancora un ragazzo forte, non piuttosto
com-COF!...COF!...ecco dimostrato, con l’età non
si
scherza.»…«E tu, Cyclemon?
Io…»
frugando nelle tasche «Ho sempre una scorta di medicine,
sicuro
che non ti serve niente? Un anziano Digimon come te può
assumerle? Ops!...scusa non volevo dire
anziano.»…«Mmm?» si volse
Cyclemon
«Anziano è più gentile di
“vecchio”…»
…al che
il ragazzo offrì un gentile sorriso
«…ma tu non sei
vecchio, Cyclemon. Sei un tipo in gamba. E i tipi in gamba non
invecchiano mai…»
…mentre
Guardianmon si avvicinava nel silenzio, svelandosi dal buio…
«Grazie del
complimento. Ora aspetta lì, ti starai chiedendo qual
è
il compito tuo e del tuo Digimon.»…«In
effetti…»…«Lascia che prepari
la
scena.»…«Ci metterai
molto?»…
…e si
faceva più forte il suono delle scroscianti cascate che
circondavano quella buia arena, mentre Kazu si interrogava su
ciò che il destino poteva riservargli ed ignorava che un
guanto
iridescente era vicinissimo alla sua spalla. Stava per
toccarlo…ma poi «Kazu!!! Uff, puf!»
Il ragazzo si
volse «Eh???» …e altrettanto
Guardianmon, che non
sembrava particolarmente entusiasta a giudicare dagli occhi
«Oh,
a proposito…!...salve Guardianmon…non sapevo che
anche
voi foste qui.» disse Kazu.
Ma fu raggiunto da «Diamon!»
Era lei la
presenza che faceva inquietare Guardianmon. La ragazza ci tenne a
indicare «Prima sono svenuta sulle scale, lo
sai?»…«Come,
svenuta?!»…«VI
SIETE…FATTA MOLTO MALE, MILADY?» fu lo sforzo di
Guardianmon per essere gentile, ma lei seguitava a parlare con Kazu
«Hai visto?! Qui attorno ci stanno tutte cascate, non
è
male a parte il fatto che non so a che serve questo luogo nel castello
è costa, oltretutto!»…«Lo
pagate?»…«Beh sì!...credo
almeno poi non lo
so delle bollette si occupa papi-no scusa tu che mi avevi
chiesto?» si rivolse a bruciapelo a Guardianmon
«…se
vi eravate FERITA…!»…«Io?
No!»
liquidò lei e si volse verso Kazu. Poi di nuovo verso
Guardianmon «Ah in ogni caso grazie
dell’interessamento,
eh!»…«…DI
NIENTE…!! (…questa
quando si leva….?) »
«Insomma
Diamon…sei ammessa anche tu a questa specie di prova? Non ne
ero
al corrente!»…«Io? Prova? Non lo so, io
non sono
preparata per nessuna prova!»…«Pensavo
che tuo padre
ti avesse detto di venire qui!»…«A me
mio padre non
ha detto nulla: se sono venuta è
perché…»…«EHM
EHM!» intervenne
il guerriero mascherato «Ci terrei comunque a
dire…che
sono LIETO…che persino in un luogo del
genere…ecco
diciamo ricorra la piacevole e attesa occasione per
ritrovarci!»…«Beh, senz’altro
io altrettanto,
Guardianmon…» rispose Kazu ma poi Diamon
«Sì
ma perché tu parli tutto così
ampolloso?»…«IHM (!!) »
…toccò
sobbalzare al guerriero mascherato «Sii più
naturale! Come
me! Io parlo a ruota libera, senza preoccuparmi di quello che
dico!»…« (…nel caso non me ne
fossi
accorto…!!!) »…«Insomma, che
si
fa?»…«Ah…non lo so Diamon, se
non lo sai tu,
non ce lo dice tuo padre, non lo sa neanche Guardianmon che
così
gentilmente è venuto a farci
compagnia…!» (gli
occhi del Digimon mascherato andavano al buio
soffitto…dopodiché estraeva un cellulare per
intrattenersi sul touch screen) «Potremmo giocare a
costruisci la
frase! Oppure a fiori-frutta & cose, io sono bravissima! Tutto,
basta che non giochiamo a obbligo o verità che mi
vergogno…»
…e
scapito di quel touch screen che veniva pistato con un po’
più di rabbia di quella che occorre affinché
svolga le
sue funzioni, Kazu replicò «Oh
beh…obbligo o
verità in questa
situazione…credo…anch’io
che sia meglio
evitare…»…«…perché…?»
accennò Diamon, e il ragazzo
«BEH…!!»
…ma ecco
che echeggiò la voce di Cyclemon «Kazu!!
E’ tutto
pronto!!»…«Oh, bene!!...mi rallegra
ma…non ho
capito io che dovrei fare! NOI che dovremmo fare!»
Cyclemon
riemerse dal cancello fatato, e per prima notò sua figlia
«Uhm. Non c’è qualcuno di troppo
qui…?!»…«EHMMM…!...ihihi,
papi-papi!»…«Non sgridarla! E’
venuta
perchééé…non lo so
perché è
venuta ma effettivamente qui ci si sente soli!» Gli occhi di
Cyclemon si spostarono «Guardianmon. Quello che
più mi
sorprende sei tu. Perché ti trovi qui?»
Il guerriero
avanzò «Permettete…di spiegarvi, grande
Cyclemon…»
Ma la terra
tremò, e Cyclemon ribatté «Ci
spiegherai più
tardi.»…«…ma
Cyclemon!!»…«Rinfresca i tuoi bollenti
spiriti…non sei tu…a dover
combattere!»…«E chi sarebbe?!»
esclamò
Kazu.
Guardromon si
aggrappò al vetro
«Kazuuu!»…«Guardromon!!»
Cyclemon
socchiudeva gli occhi, e nemmeno aveva bisogno di voltarsi quando oltre
il cancello di vetro scintillò una luce. Delineando la
sagoma di
qualcuno.
Guardromon si
volse per decifrare chi era a comparirgli dinanzi, e sotto lo sguardo
stupito di tutti, apparve un Digimon androide alto e altamente
meccanizzato. Ritta e rigorosa la sua posa.
Kazu corse avanti «Un attimo! Quello io lo conosco!»
Guardianmon
ponderava la siuazione, e altrettanto Diamon trattenva il
respiro….
«E’
Andromon…»…«C’è
da menare le
mani?!» chiese tempestivamente la ragazza, ma Kazu fece
«No!» mentre Cyclemon si divertiva un pizzico
«Diamon, andiamo…Andromon è un celebre
Digimon
amante della giustizia…»…«Eh!
Che ne so,
papà, non posso mica ricordare a memoria i nomi di tutti i
Digimon! Poi quello ha un qualcosa che…mmmm…! Non
so!» …ma Kazu sembrava d’altro parere
«Andromon è la forma evoluta di Guardromon,
è
ciò a cui lui andrà ad assomigliare se
digievolverà. Aveva questo aspetto quando l’ho
conosciuto.»
Ma
inaspettatamente, l’Andromon comparso puntò il
dito contro
il tozzo Guardromon «Finalmente è arrivato il
tanto atteso
momento di rivederci!»…«…sei
proprio
tu…? Papà…» fece il Digimon
avanzando di un
passo.
E
lasciando tutti sbalorditi «EHHHH?!!» tranne
Cyclemon.
Diamon fece «E IL PADRE?!» e Kazu
«Guardromon! Quel
signo-…quell’Andromon…è
davvero il tuo
papà?» adagiando le sue mani sui vetri
«Come sono
contento di poterlo conoscere…ascolta, lui può
vedermi
come ci riesci tu? Sente quello che dico?...signor Andromon!...io sono
Kazu, il domatore di Guardromon! Per me è un onore
conoscerla!»
Andromon
ruotò meccanicamente la sua testa per fissare Kazu con occhi
non
propriamente amichevoli «E così tu sei il buono a
nulla
dietro al quale mio figlio ha sprecato la vita!»
«…!! Cosa…?» fece Kazu, e a
Diamon
schizzò di nuovo la mano al petto.
«Papà, perché parli di Kazu in questo
modo…?» domandò un po’
disorientato
Guardromon, al che suo padre ruotò di nuovo la testa
«Perché tu per star dietro alle sue stupidaggini
mi hai
abbandonato!»…«Ma…»…«Sei
forse più tornato al nostro villaggio? Mi hai accompagnato
nelle
pattuglie come facevi un tempo?! In realtà…sei
solamente
un ingrato! Aspettavi che un umano ti venisse a raccogliere, stupido
come sei, per accantonarmi come un ferro
vecchio!»…«Nooo, questo non è
vero! Io ho
cercato, ho cercato di mettermi in contatto col villaggio
ma…!...dopo…la sconfitta del D-Reaper
c’erano
alcuni settori che erano inaccessibili! Papà, perdonami, e
per
farmi scusare da te…ti offrirò il ricordo di
tutta la mia
commozione di questi anni, quando solo e triste attorniato dal vento
che soffia presso la casa di Babamon e Jijimon…pensavo a
te…e chiedevo alla mamma in cielo…di non farti
mai
inciampare sui sassi vicino al fiume, quando andavi in
pattuglia…»
«…Guardromon…anche tu non hai
più la
mamma…?» si chiedeva Kazu (canzone: Steps
- If you believe).
Ma l’istante dopo dovette assistere «Sono tutte
scuse!» alla scena in cui Andromon colpì
Guardromon
con un calcio «Ouuuuh!»…«No,
Guardromon!!...
…ma
insomma, che cosa fa?! E’ suo figlio, COME OSA COLPIRLO?! Ha
idea
del male che può fare il disprezzo del proprio
padre?!»
La
testa ruotò «Tu sta zitto: sei uno zero nei nostri
affari
familiari, se vogliamo escludere la tua importanza come causa della
nostra rovina. Grazie a te mio figlio mi ha lasciato solo ad
arrugginirmi.»…«NON E’ VERO?!
Non l’ha
sentito?!» gridava il ragazzo aggressivo «In questi
anni
è stato buono, gentile, sottomesso!! Ha fatto il badante e
non
ha avuto la minima soddisfazione, mentre lei sa solo vedere il
negativo, si dovrebbe vergognare, è un Digimon
disprezzabile!!»
«Kazuuu…!» chiamava però
Diamon, tendendo la
mano preoccupata…per poi arrabbiarsi con se stessa per il
precoce affiorare delle lacrime «OddioooOOO!
Perché mi
deve fare così, anche
adessooOO?!»…«…fazzoletto?»
propose
allora Guardianmon, ma Diamon lo rifiutò un po’
spicciamente «Sì, va bene, certo, come se
risolvesse!»
«Qui
il solo e unico Digimon disprezzabile è mio figlio,
esattamente
come il rifiuto umano di domatore che ha scelto di seguire: ti
darò prova, ragazzo, che chi ti sei messo accanto
è ben
lontano dall’avere la stoffa
dell’eroe!»…«Papà…che
vuoi
fare?»…«Combattere contro di te,
disgraziato.»
Ma a
quel punto Kazu estrasse il Digivice
«L’ha voluto
lei!!! Noi due la spazzeremo via come merita!!!» picchiando
contro il vetro «Cyclemon, fammi entrare!» ma
Andromon
alzò la mano «Spiacente ma tu non sei incluso in
quel che
succede fra di noi.»…«No!
Guardromooon!!!»…«Kazuuu!!!»
Grazie ai suoi poteri, Andromon opacizzò il vetro fino ad
isolare suo figlio dal giovane domatore. Picchiare contro la porta era
inutile.
Diamon segnalava «Papà, la portaaa,
cavolo!!!» ma
Cyclemon socchiudeva gli occhi e mormorava «No. Deve superare
la
prova. Devono farcela…»
«Guardromooon!!!» ma si udiva la voce di Andromon
«Ti
limiterai a percepire dalle orecchie l’esito della nostra
battaglia.» a cui seguì un
«Uuaaaaaaaaaaaaahhhh!!!» di Guardromon.
«Nooo!!!» Kazu cadde in ginocchio ai piedi della
porta, con
Cyclemon che prontamente gli risistemò il cappello per
impedire
che cadesse.
Diamon
propose «Dobbiamo fare qualcosa, io posso prendere un
piccone!...E TU NON STARE LI’ IMPALATO, FATTI VENIRE
UN’IDEA!!»…«Milady,
calmatevi.»
replicava Guardianmon, al che lei si indispettì
«Ma tu da
che parte stai?!»
Guardianmon non
rispose…e lei corse verso il ragazzo a sostenerlo
«Kazu…»…«Non
capisci?!» fece lui,
mentre si udiva un nuovo «OAAAAH!!!» di Guardromon
«E’ la cosa peggiore! Essere chiusi fuori, separati
l’uno della vita dell’altro!! E’ quello
che abbiamo
affrontato in questi dieci anni, ed è orribile non poter far
niente e sentire suo padre che lo maltratta! A-APRITE QUESTA
PORTA!» ci si avventò con calci, e pugni mentre
Diamon
cercava di tenerlo fermo «Kazu ti
preeegooo…!!» ma
il pianto aveva preso il sopravvento su di lei «Mi sento
impotente!!»…«Lo sooo, mi ci sento
anch’io per
te!»
Ma
Cyclemon si avvicinava «Kazu, sei un domatore. Dimostra che
ce la
puoi fare anche così.»…«MA
E’
IMPOSSIBILE!» replicò il ragazzo con il Digivice
in mano e
le lacrime agli occhi, sullo sfondo delle grida di dolore del suo
Digimon «Io non riesco a vederlo, non riesco a coordinarlo!!
Non
posso fare niente per salvarlo da questo dolore!! Questo…
…è il dolore della mia
vita…» rivelò
con occhi arrossati e rassegnati «…che mi
perseguita senza
darmi tregua…» cadendo in ginocchio di nuovo, con
il
Digivice prossimo a scivolargli dalla mano perché lo sentiva
inutile…
Eppure
c’era qualcuno che stava riflettendo dinanzi agli avvenimenti
della vita di quel ragazzo e quel Digimon “Il
dolore…della
sua vita?” pensava Guardianmon “Il veder gli altri
attorno
a lui farsi del male e non poterlo impedire? Possibile che il dolore di
questo ragazzo…?”
…che versava lacrime sul Digivice, ripetendo
«Guardromon…Guardromon…Guardromon…»
ad
ogni colpo, ad ogni grido «Mi dispiace, non ti posso aiutare,
è inutile essere uniti…ci hanno
separati!»
Improvvisamente
Guardianmon al posto di Kazu vide lui stesso inginocchiato e con le
lacrime oltre la maschera, gridare “No, ferma ti prego!!! Ti
pentiresti di tutto questo, ti prego ascoltami un’ultima
volta!!”
Quelle emozioni sembravano spingerlo a indietreggiare…
…mentre
Guardromon gridava «N-Non resisterò a
lungo…!!!» …ma la falda del cappello
copriva il
volto di quel giovane che lasciava scivolare a poco a poco il Digivice,
ormai certo di non aver più voce in capitolo…(fine-canzone)
Sulla terra una
signora dallo sguardo cupo di pena sollevava una foto di due giovani
sposi, di cui lei era piuttosto robusta ma tutto sommato sembrava
felice, così come il suo sorridente marito una volta tanto
senza
occhiali «Caro…io temo che abbiamo
sbagliato!!»…«A esortare nostro figlio e
Yuki a
sposarsi…?» replicava l’uomo seduto al
divano, che
cercava di tranquillizzarsi bevendo qualcosa di forte «Tu
credi
che se noi non fossimo intervenuti quel matrimono non avrebbe mai visto
la luce?»…«Io…penso che forse
avrebbero
scelto nonostante tutto di restare amici e basta!! Siamo stati noi ad
insistere!»…«Ma perché
pensavamo che alla
fine…l’amore avrebbe preso il
sopravvento!!»…«Sul ricatto che gravava
su di
loro?!» esclamò la signora, chinando il capo
«Oh,
temo che abbiamo peccato di eccessivo ottimismo…»
posando
la foto «…queste cose accadono solo nelle favole:
la
giustizia che trionfa, l’amore che vince…!...siamo
stati
noi genitori una volta tanto a lasciarci trascinare dallo spirito di
fantasia e ideali che…le storie dei nostri figli con i
Digimon
ci avevano trasmesso! Abbiamo agito come dei ragazzini, Yuki e Kenta ci
sembravano carini assieme e
così…»…«E
così…cosa, cara?! Ah, ma insomma!!»
sbattendo il
bicchiere, ma lei lo supplicò «Non
arrabbiarti!»…«No…no, scusa,
è che
sono agitato!»…«Anch’io sono
preoccupata per
lei! Dove starà, COME
starà?!» …ma il
marito le si accostò, abbracciandola
«…non dobbiamo
lasciarci vincere dall’agitazione, in questo momento il
più scosso è nostro figlio, dobbiamo fargli
forza…»…«…non
riesco ad essere di
conforto a Kenta perché mi sento in
colpa!!»…«…andiamo, semmai
siamo colpevoli
entrambi.» …disse quell’uomo occhialuto
assai
somigliante a suo figlio, vagando tra i ricordi
«…sapevamo
che fra quei due ragazzi…vi era
un’ombra…insinuatasi da quel giorno di dieci anni
fa in
cui molte cose cambiarono per tutti. Però abbiamo scelto di
non
rinunciare e ostinarci…dobbiamo essere consapevoli delle
nostre
scelte e se abbiamo creduto nel trionfo dell’amore fino ad
oggi…dobbiamo seguitare a farlo nelle prossime
ore…non
può essersi trattato di uno sbaglio, lo
sento!!...»
…la signora sembrava adagiare il suo spirito inquieto tra
quelle
parole e in quell’abbraccio…
…quando nel buio corridoio della loro casa…
…si
distinguevano di nuovo nient’altro che mani, eleganti e
delicate
benché maschili. Mani che accomodavano maniche dalla
circense
ondulazione…
…maniche di un completo a scacchi rossi e neri…
«Lasciati
dire che quello che ti ha detto Yamaki è la sola e unica
verità in mezzo a tante sciocchezze, Takato,
fidati!»…«Non so Ryo…Yamaki
mi ha detto tante
cose.» era la risposta del ragazzo, mentre assieme al
domatore
leggendario attraversavano il parco bruciato «Devo avere
cinque
minuti di tempo per rifletterci, solo che in questo
periodo…non
si trovano con facilità!»…«Lo
so, hai
ragione, con tutto quello che succede…non dirlo a
me!»…«A proposito, mi dispiace per
questa storia
della
polizi-»…«SHHH!»…«Ah…scusa,
è che non ci ho pensato.»…«Fa
niente: qui non
dovrebbero riconoscermi. Che dici? Si vede tanto che sono
io?»…«Beh…»…«Ryo,
ma sei
brutto con quel cappuccio!»…«Mmm, che
non piaccia a
te Monodramon non mi importa niente sinceramente! Quello di cui mi curo
e che passi inosservato!»…«Per come
siamo
tutti…strani, mezzi matti, stressati, che corriamo da una
parte
all’altra…non si metteranno a guardare proprio te,
Ryo!» scherzò Takato e fu ben accolto
dall’altro
«Ahhh! Meno male, mi sento
sollevato!»…«Però dimmi se
posso
aiutarti!»…«Lascia stare, hai
già tante grane
e poi…che diamine! Io sono
innocente!»…«…tu non fai che
ripeterlo,
Ryo.» sottolineò Monodramon «E con
questo?!! Che
vorresti dire, forse?! E’ colpa dello zoppo, ha confuso tutti
i
documenti, quando lo acciuffo mi
sentirà!»…«E’
meglio che tu stia
lontano da certe compagnie, se non altro finché non si
chiarirà questa storia. Accidenti, ci voleva anche
questa…» esprimeva Takato
«…adesso avrai
problemi a girare qua
attorno.»…«Non…!!...pensare
quello che ti sta
già balenando per la testa Takato: non mi
chiuderò in
casa, la nuova battaglia incalza e non mi faccio tagliare fuori per
colpa dello zoppo, io sono un Digimon Tamers che però altro
ha
avuto scarsa luce di riflettori nello scontro
passato!»…«Ahah! Diciamo che ti sei
preso per intero
quella dei momenti peggiori!»…«Ma a me
non basta,
Takato!» affermò Ryo…
…che
anche se col viso in parte adombrato dal cappuccio, aveva occhi intensi
«Mi sono reso conto che come ho agito finora non è
stato
giusto! L’amicizia, l’appoggio si dimostrano volta
per
volta, condividendo le piccole realtà quotidiane! Uno che
appare
solo al momento di estremo bisogno per attirare tutti gli sguardi
è soltanto un egoista!»
Takato accennò
un sorriso «Mi sa che…c’è
qualcuno dietro
questa storia!»…«Ehhh???!!! Ahh, non so
di chi parli
e non mi interessa!»...«Ahahah, Ryo sei come un
libro
aperto per me, così come lo è la
“controparte” del discorso! Ma abbassa quelle mani
alzate,
o sembra…che la polizia ti stia
puntando!»…«Pfff, no accidenti! Meglio
evitare, con
questa storia non si può più stare
tranquilli…sembra di avere occhi che ti spiano da tutte le
parti.»
Infatti Alice e Minidramon
erano nascoste dietro un albero «E così
sembrerebbe che
volessero arrestare Ryo. Perché, cosa ha fatto?»
domandava
la draghetta, ed Alice che si sporgeva appena dimostrando una grande
abilità nell’agire furtivamente «Non ne
ho
idea…però questo potrebbe capitare a
proposito!»…«Che intendi
Alice?»…«Molto presto potrebbe avere
urgente bisogno
di un aiuto…e a quel punto…»
…determinati i suoi occhi azzurri puntati su di
lui…
…dopodiché
estrasse tempestivamente il cellulare «Mi occorre entrare il
prima possibile in possesso di una grossa somma di
denaro!»…«Chi stai
chiamando?»…«…
…pronto? Sono
Alice McCoy. Sì. La nipote. Chiamo…per avere
notizie di
mio zio. Come sta, c’è qualche miglioramento per
caso…?»
«E per dimostrarti che
le mie non sono chiacchiere e
nient’altro…» fece Ryo
estraendo il cellulare
«Tadaaan!»…«Bel
cellulare!»…«Sì ma non
è questo a cui
sto puntando! I complimenti per cellulare, Ipad, e altri attrezzi
tecnologici me li sono presi quando è stato tempo,
ora…invece è tempo di sfruttarli per
ciò che
servono, e cioè…dare una spinta alle nostre
vite!»…«Che vuoi
dire?»…«Lascia
che ti spieghi, Takato. Oh, e via anche il
cappuccio!»…«Ah!» Takato
sobbalzò, e
altrettanto Monodramon «Ryo! Ma se viene la
poliziaaa?!!!»…«Se possiamo fare a meno
di chiamarla
(!) …diciamo che vorrei almeno tentare di fare
l’amico
come si deve! Te l’avevo promesso, no? Ti avrei fatto sentire
valorizzato e quello che mi hai detto riguardo il tuo dialogo con
Yamaki e la moglie ti assicuro che non mi è piaciuto neanche
un
po’!»…«Ti
riferisci…alle mie occhiaie?
Ahh, figurati, tanto ormai mi ci sono rassegnato!»
liquidò
Takato con una punta di fastidio, ma l’amico
«NOssignore,
non voglio sentirlo! Ora ti metti in posa così ti faccio
vedere
io come sei, e quanto bene puoi rendere, dammi retta! Ti fidi di
me?»…«Dovrei…mettermi in
posa, fare delle
foto?»…«E perché no, mica
è roba
dell’altro
mondo!»…«Ma…qui??»…«Fatti
dire, lo trovo…a dir poco
azzeccato!»…«Ma
Ryo!» intervenne Monodramon «Questo è il
parco in
cui siamo stati risucchiati a Digiworld, e per giunta l’hanno
bruciato! Quelle…sciagurate di mia moglie, con le sue
amiche!»
…ma il
domatore dagli occhi azzurri aveva una sua idea in merito
«Qui
è il nuovo punto di
partenza.»…«Veramente
è stato il punto d’arrivo, il luogo della
fine!»
obiettò il Digimon, ma Ryo «E adesso? Scusa, non
siamo
vivi e coi piedi a terra? Qui comincerà tutto di nuovo per
noi,
lo so, lo sento, e per questo sono anche disposto a correre il rischio
di essere visto e arrestato!»…«No, Ryo!
Non voglio,
non…devi!»…«Ah-Ah-Ah-Ah: non
c’è
spazio per le obiezioni Takato! Ormai ho deciso, e niente mi
farà cambiare idea, sai quanto sono testardo. Guardatevi
attorno…il parco è bruciato…
…come lo
sono state le nostre vite, ma noi come fenici rinasceremo dalle nostre
ceneri. La rinascita dei Digimon Tamers…!»
definiva come
si narra una fiaba appassionante…
…Minidramon commentava «Puaf, solo degli
sciocchi!»
ma Alice, all’udire di quelle parole dalla bocca di Ryo
riempì i suoi occhi di risentimento e si portò il
telefono all’orecchio «Pronto!!...è lei
o non
è lei che si occupa dell’amministrazione dei beni
di mio
zio?!...sì, sono la nipote!!! Esigo di sapere a quanto
ammonta
l’intero patrimonio!»
«Tu sarai il
protagonista, Takato: il ragazzo che riemerge dalle ceneri. Dalle
foglie bruciate del
passato.»…«Ryo…»…«...lo
farai per me?» …e Takato vi pensò.
Dopodiché
«Sai…che cosa credo, Ryo?»
accennò
pacatamente «Sì?»
…per poi cambiare espressione ed acquistarne una di sfida e
un
pizzico sfrontata «Che quasi quasi lo faccio davvero! Vai,
scatta!»…«Ahahhhh! Lo sapevo, ti avrei
convinto!!!»…«Come mi devo
mettere?»…«Ora te lo dico: ahhh, noi
sbaraglieremo
il futuro!»…«Ryo, che
determinazione!»…«Si capisce,
Monodramon! Mi piace
restituire agli altri ciò che ho conquistato io con tanto
fatica!»
…ben
presto l’impegno con i flash li catturò. Ryo
indicò
«Perché non…sbuchi da lì!
Ecco, ecco bravo
proprio là dove ti stai mettendo! Lo vedi che interpreti il
mio
pensiero ancor prima che io ti abbia coordinato?! Questi
giochi…non erano forse quelli dove andavi sempre quando eri
ragazzino?»…«Qui? Oh, sempre! Mi
ritrovavo con Kazu
e Kenta per giocare a carte, proprio sotto questo
scivolo!»…«Fantastico…mi sto
sentendo
ispirato! Allora tu domerai questi ricordi con la grinta della tua
nuova immagine! Sbuca dallo scivolo!...e fregatene che ti guardano,
così come io me ne frego che guardino me! Prima che mi
avranno
arrestato io ti avrò reso il nuovo fotomodello del quartiere
di
Shinjuku, è una sfida la
mia!»…«Ryo…»…«Sì
sì bravo! Parla e muoviti tranquillamente mentre io scatto,
sarà più
spontaneo!»…«Prima hai
detto…»…«Sì?!»…«Che
hai intenzione di restituirci qualcosa. Toglimi una
curiosità,
tu sei sembrato sempre allegro durante questi anni. Come se la speranza
di recuperare i Digimon non si fosse mai esaurita nel tuo
cuore.»…«Corretto! Ma…non
farti strane idee,
trainarmi dietro questa speranza lungo tutta la crescita non
è
stato mia facile!»…«…hai
sofferto? E’
questo che vorrei
sapere…»…«Io?
Uhhh…!...non ti lascio nemmeno immaginare…
…essere
felice ed avere semplicemente tutto ciò a cui potevo
aspirare
per ritrovarmi col sedere per terra!»
…mentre
Takato alternava dei solari sorrisi per le foto, allo sfumare di
espressioni più serie e partecipi…
«…non essere più
nessuno…doversi costruire
l’identità daccapo, è stata tosta! Io
sembro uno
che non si arrende mai…ma sono sempre perseguitato dal
terrore
di deludere le aspettative!...
…quando
loro sono andati via non ci attendeva una roba da niente:
l’adolescenza…è una sfida
dura.» disse
scivolando in un tono venato di maggiore maturità, mentre
Takato
svelava «Posso dirti che per me…»
…una
passata sulla frangetta, in un’espressione intensa, per poi
procedere «…è stata un tunnel
buio…»…«E vuoi mettere per
me?!...mio
padre…che mi stava col fiato sul collo, mia madre mi voleva
coi
denti bianchi e di porcellana magari, per potermi piazzare su una
mensola mentre facevo un sorriso militare! Il capo del lavoro
poi…che mi chiamava con molta ironia “domatooore
leggendario”, quanto l’ho odiato, avrei voluto
prenderlo a
calci!!...
…lui ci scherzava…non immaginava che quello era
il mio
dolore…
…essere separato dal mio amico…
…l’unico…per il quale sapevo che sarei
andato
sempre bene, in qualunque modo fossi stato…non come il mondo
che
ti vuole sempre come non sei. Ma il mio me l’avevano portato
via.
Il mio, mica il suo, vecchio bifolco rimbambito, è finito
sulla
sedia a rotelle e sono contento, se lo merita!! No…
…scherzo, fa una vita veramente allucinante, non mi piace
pensarla in questo modo. Un tempo non l’avrei
fatto.»…«Ti è
mancato…»…flash, e poi vivace sbucare
da dietro lo
scivolo «…quel teppista che tieni nella
borsa?!»…«Uhmf! No, in fondo si sta
meglio
senza…»…«MA COOOME,
RYOOO?!»...«Ahah!...
…me lo sognavo anche la notte. Certi pianti che mi sono
fatto
sul
cuscino…»…«Tu???»…«Strano,
eh?...beh in un primo tempo ero io il primo a stupirmi di me stesso e
dire…”Ryo! Ma che diavolo fai, piangi
perché ti
senti solo?! Sei un ragazzo adolescente, il che è tutto un
dire!
Hai…mille ragazze attorno, e le milleunesime puoi
procurartele
con un semplice schiocco di dita!” Però, caro
mio…
…poi ti accorgi che un luogo del genere forse ti ha segnato
più di quanto potevi credere. E più vai
avanti…meno le cerchi di fronte a te le basi che ti servono
per
riedificarti: ma scavi indietro, il liceo e le gozzoviglie scompaiono
nella nebbia di una crescita di…innumerevoli stupidaggini, e
rievochi negli occhi la luce così particolare di quel
giorno…»…«Oh…»
Takato si
fermò. Ma Ryo lo fotografava lo stesso
«…me la
ricordo bene, non credere…ho scoperto tardi, relativamente
tardi
che la ricordavo così bene…
…e
insomma ti dicevo cerchi…di ricordare come suonavano le voci
di
allora. E le canzoni, ti riavvolgi il tempo nella testa…e ti
domandi come la gente vivesse allora. Cavolo…QUANTO siamo
cambiati.»…«Eppure sono passati solo
dieci
anni!»…«Vuoi il periodo storico, vuoi
quello che ti
pare, le invenzioni, Internet senza fili, non lo so
neanch’io,
Takato! Eheheh!...
…però mi ricordo la magia di quando i miei mi
portavano
in giro ed era Natale, le vetrine erano decorate…come
sapevano
fare allora, molto meglio, ora sono tutti incompetenti!»
Takato
chinava il capo, come se sentisse altrettanto bene quella
sensazione…
Ryo
continuava a scattare come se nascondersi dietro quel cellulare lo
aiutasse a rievocare «…i gadgets e i videogiochi
dei
Digimon…davano l’idea di saltarti addosso per
quanti
erano…e tu eri emozionato…ma emozionato tanto, ed
emozionato…veramente…a che servono allora le
ragazze e
l’età adulta, che ti danno?...quella sensazione
non te la
restituisce niente. Ma per un semplice motivo, perché devi
essere in grado di recuperarla! Devi fare un buco nel tempo…
…e ritrovare quel te stesso che eri. A costo di affondare la
mano e ritirare fuori un mondo che adesso si è
dissolto…che esiste solo…nelle rievocazioni
nostalgiche
di Internet e social network. Ma se tu hai avuto la fortuna di passarci
attraverso, ora puoi viaggiare…indietro…come
sull’arca, ti ricordi?»
L’espressione di Takato si aprì in un dolce
sorriso
«Grani…»…«…esatto,
lui.»
sussurò Ryo, ripetendo «Grani…quanto mi
riporta
indietro questo nome. Eheh! Sto diventando
vecchio!»…«Hai qualche capello bianco,
Ryo!»
segnalò Monodramon, e a quel punto
«Davvero…?» chiese Ryo ora un tantino
spaventato. Ma
questo si risolse in un «Uhmuhmuhm!» da parte di
Takato che
si coprì la bocca sentendosi poi più sciolto per
nuove
foto «Tu pensi dunque Ryo…che questa impresa sia
possibile!»…«Ah, ne abbiamo compiute di
ben
peggiori! Sì amico mio…
…quello
che mi ha suggerito la crescita, con le gioie, e talvolta le sue
lacrime…con le sue attese. Con le sue ansie! Ma…
…anche
con il costante apporto di chi ci ama, e soprattutto non ci
dimentica…
…è
che non bisogna arrendersi così facilmente alla nostalgia.
L’arca dell’anima serve per viaggiare nel passato,
ma mica
per restarci ad aleggiare come fantasmi! Piuttosto come tutti noi a
Digiworld: avevano rapito Calumon! Noi non abbiamo mai avuto intenzione
di lasciare la terra nonostante fossimo tutti attratti da quel mondo
che gli adulti consideravano di fantasia e dati! Qui avevamo i nostri
sogni per cui ci siamo immersi alla ricerca del nostro amico in
difficoltà, e una volta recuperatolo…
…siamo
tornati con lui e arricchiti da una fantastica esperienza! Lo stesso
dobbiamo fare adesso.»…«Un viaggio nel
passato…»…«Sembra quasi che
non siamo
più buoni a far niente! Ma queste foto ne sono la
dimostrazione:
non siamo finiti, abbiamo un sacco di qualità, la nostra
persona
ha solo cominciato ad affermarsi! Siamo una vera squadra! Ognuno ha i
suoi punti di forza…
…quel qualcosa che lo rende splendido, unico, un elemento
essenziale! Ahah! Noi a volte ci sottovalutiamo, come fai tu,
è
a cominciare dall’aspetto fisico che ci imponiamo con le
nostre
carte vincenti! La tua te l’ho detta, è il
sorriso!!
Guilmon l’aveva scoperto prima di
me…»…«Lo sai? Tu Ryo hai una
memoria molto
più buona di quanto si potrebbe
pensare!»…«Ahhh, Takatooo!...questa
l’hai
presa tutta diretta dalla tua amica dai capelli rossi, eccolo qual
è il suo punto di forza! Ma perché mi dovete
considerare
tutti o un cretino o uno smemorato??? Ho avuto una vita
anch’io,
anch’io ho una mente, un cervello! E benché possa
sembrare
strano ho anche un cuore. E una memoria buona quanto basta…
…perché ci siano ora due nomi in cima alla lista
di
persone a cui voglio dedicarmi. Se stringiamo gli occhi sembra di
vederli proprio qui, Kazu e Kenta!»
Takato si
sfiorò le labbra pensando a loro
«Sì…»…«Kazu
è sparito,
no?...bene. Il mio prossimo obiettivo sarà scovare
dov’è andato, sono in debito con quel ragazzo che
la vita
ha sempre ingiustamente messo da parte. E poi c’è
Kenta.
Kenta…»…«Ryo, tu lo sai come
la penso!»
intervenne Monodramon «Quel Kenta per me ci ha raggirati
tutti!»…«Ancora con questa storia
Monodramon,
andiamo, quanto abbiamo visto non è sufficiente
affinché
sia dia per certa la faccenda della sua alleanza con tua
moglie!»…«Se parliamo di mogli Ryo
allora a questo
punto ti dico che non mi piace nemmeno la sua! Si sono volatilizzati
come fantasmi a seguito dello
scontro!»…«E’
per questo che voglio vederci chiaro! Quel Kenta…mi
dà
l’idea di uno molto più forte di quanto
può
sembrare, me l’ha sempre data: il…timido domatore
con il
Digimon più piccolo della squadra potrebbe rivelarsi
inaspettatamente quello più forte e resistente! Nella vita
va un
po’ così, tutto al contrario!...e parlando di
punti di
forza a loro due ho pensato tante volte nei miei riepiloghi del
passato, tanto che credo di conoscere qualità che loro
stessi
ignorano!» sicché Takato restò colpito
«Davvero?! Ryo, qual è il lato vincente di
Kazu?» e
Ryo rispose prontamente «Limitandoci per ora
all’aspetto
fisico…il portamento regale!» Takato
spalancò gli
occhi «…non ci avevo mai
pensato!»…«Osservalo, quando
tornerà!
Kazu…» provando a offrire una mimica
«…non lo
sa ma cammina e si muove come un sovrano! Dei più
celestiali,
quelli che abitano tra le nuvole!» con gesto che indicava al
cielo «E Kenta?! Qual è il lato forte di Kenta,
scommetto
che di lui non ce l’hai-»…«Le
mani.»…«Oh?» …Ryo
aveva replicato
all’istante impedendo a Takato di proseguire «Kenta
forse
non le ha mai guardate, ma ha delle mani davvero belle. A me piacerebbe
averle come le sue, se fosse così almeno le donne non
penserebbero che sfascio tutto quello che
tocco!»…«…Kenta…le
sue
mani…» Takato si guardò le sue
«…caspita, Ryo, tu senza darlo a vedere ci hai
fotografati…tutti! In ogni aspetto che…la
conoscenza e
l’abitudine hanno fatto
assopire.»…«Forse
questo è il vantaggio dell’essere comparsi solo
qualche
volta, all’improvviso!...o forse…
…il
vantaggio dell’esser stati per tanto tempo lontano. Lontano
dai
propri amici. Lontano dalle proprie origini.»
…e
solo in quel momento, abbassò il cellulare e lo rimise in
tasca
«…lontano da quella che in
fondo…è la tua
aria…ed è l’unica, fra tante che hai
respirato…in grado di renderti autenticamente
felice.»
Takato smontò dallo scivolo con uno scatto agile, e rivolse
uno
sguardo al cielo «L’aria per essere
felice…»
nel lento scivolare della sua espressione in una profonda dolcezza
«…Ryo, che bel dialogo che abbiamo
avuto…»…«Uhmuhm!»
sorrise cordiale Ryo
«Ogni tanto ci vuole, vero? E…ha dato i
suoi
frutti!» alzando quel cellulare che aveva catturato le foto
«Come sei diventato filosofo!» espresse
Monodramon…
«E’
incredibile…» scuoteva il capo Minidramon. I suoi
occhi
corvini sembravano attoniti «…ma
allora…per
loro…
…l’averci conosciuti…l’aver
combattuto con
noi e l’averci poi perduti…non è stato
soltanto un
capriccio per mettere mano sulla potenza che potevamo
offrire…» …quando intanto Alice
sbraitava al
telefono «Questi dati me li ha già comunicati,
è
sordo?!!...non mi ripeta stupidi termini tecnici, non capisco niente!!
La mia domanda è molto chiara! Vorrei
sapere…quanto hanno
fruttato i recenti investimenti compiuti da mio zio, chiedo forse la
luna?!» …ma le orecchie di quella draghetta dal
fare
ombroso sembravano lontani dall’aspra voce della
giovane…
…ed i suoi occhi non lasciavano Ryo
«…allora per
loro ha significato tutto questo…è stato un
viaggio in
nave, su un mare di sentimenti…
…è stato un qualcosa di grande, in grado di
scrivere la
vita…forte abbastanza da resistere al tempo, per palpitare
ancora…»…«…sì
sì,
è scontato che ci risentiamo! Uhm!...imbecille, MINIDRAMON
ANDIAMO!»…«Ahhh!» Alice
alzò i tacchi
forse troppo presto per lei.
Mentre Ryo
proponeva «Che ne diresti di presentarci a forza a casa di
quella
stasera, per discutere la situazione? Noi, Digimon Tamers superstiti!
Ah no! No…quella…ha
già…undici, quindici
persone, quante erano! No! Meglio a casa mia, mi offro volontario,
però!...a luci spente, eh? E se suonano ptsss-noi siamo
mortiii…»…«Ahaha, senti un
po’ io
accetto ma solo se mi togli una
curiosità.»…«Ossia?»…«Mi
hai detto i punti forti dei miei compagni, ma il tuo, Ryo, qual
è? Le mani, il viso, i
capelli?»…«Il
mio…?»…«Sì!»
lo spingeva
scherzosamente Takato con un dito «Il mio? Nooo, dai Takato
quelli degli altri li posso dire, il miooo…!...non lo si
può fare altrettanto! N-Non è roba…poi
anche qui,
in un posto pubblico!»…«Ahhh, ho
capiiito!!!»…«Shhh!»…«Io
invece
non ho capito, di che si tratta
Ryo?»…«Fa niente
Monodramon lascia stare!» …per concludere quegli
istanti
in una risata, mentre Takato guardava il cielo e pensava “Ryo
mi
ha dato un’importante lezione, non voglio restare ripiegato
su me
stesso e sui miei problemi: per quanto possibile desidero
anch’io
osservare gli altri e poter vedere il bello che
c’è in
loro, quella scintilla…che sola può aiutarci a
scrivere
il futuro!”
…il suo cuore sembrava risplendere di nuova
speranza…
Ma là dove ancora a distanza di dieci anni si erigeva una
coppia
di imponenti grattacieli, una nube nera si addensava come un anello
cingendoli…
All’interno sembrava esservi un deposito buio e silenzioso,
in
cui si faceva strada un ragazzino armato di coltello, coltello che
picchiava ritmicamente sul palmo della sua mano. Sempre doppia la sua
ombra, mentre avanzava verso il suo prigioniero legato al muro,
dall’aspetto di un orso digitale «Molto bene, Kenta
Kitagawa…sono davvero curioso di sapere che aspetto ha il
tuo
volto oggi!» aggrappandosi alla finta testa, fino a tirarla
via
«Bene, adesso sei
soddisfatto?!»…«Oh?!!!»
N’Emo
indietreggiò in un sobbalzo, vedendosi fissato dagli occhi
verdi
di quella ragazza paffuta che erroneamente aveva catturato…
…intanto suonavano al campanello di casa Wong.
«Rea!...Suzie, ci sono notiz-» fece il signor Janyu
che si
diresse ad aprire, ma che non si trovò di fronte a coloro
che
stava aspettando «Scusate per il disturbo! Il mio nome
è
Violetta Yusaki, sto facendo servizio di distribuzione volantini porta
a porta! Cerco un lavoro, faccio un po’ di tutto: domestica,
baby
sitter, cuoca, se avete bisogno, magari la vostra famiglia ha dei
problemi organizzativi e può servire una collaboratrice
posso
pensarci io, sono…molto volenterosa! Uhm?» con
sorrisetto
frizzantino, mani giunte e ditine picchiettanti ad attendere il
verdetto…
Janyu Wong restò
alquanto stupito…«Beh, francamente
noi…così,
sue due piedi, non pensavamo di domandare l’aiuto di una
collaboratric-» ma si udì la voce di sua moglie
«Janyu, tesoro stavo pensando…adesso che nostro
nipote
vive qui, noi non potremmo esserci sempre a casa, e anche a Rea occorre
trovarsi un lavoro, la situazione è così precaria
e non
mi pare giusto approfittare della famiglia di lei, perché
non ci
prendiamo una…oh beh sempre se è conveniente, si
intende!
Uh? Con…chi stavi parlando? Buongiorno,
signorina!»…«Caspita…Mayumi
se questa non
è telepatia.» commentò il signor Wong,
e Violetta
rise «Uhmuhmuhmmm! Comunque io sono signora!»
La signora Wong sembrava
meravigliata, ed il marito le illustrò «La
signorina…cioè mi correggo la signora
è
esattamente quello che tu stavi per nominare: una
collaboratrice.» ma Violetta lo corresse
«Aspirante,
aspirante collaboratrice! Spero così tanto di poter trovare
un
lavoro!»
…l’espressione di Mayumi Wong si apriva lentamente
in un
dolce sorriso «…che modi
gentili…lei…ha
detto di essere sposata. Ha
figli?»…«Mayumi!...non
essere indiscreta, non conosciamo la signori-ehm!...la signora ha
appena bussato alla nostra
porta.»…«Nessun problema,
signor
Wong!»…«Oh!»…«…conosce
il
nostro nome?» fecero signore e signora
«Ahahah!...l’ho letto sul campanello!»
replicò
Violetta con espressione birichina, e lui
«Già…» accennò un
sorriso cordiale
«Veramente noi non pensavamo in
origine…però…sembra che la fortuna ci
abbia
mandato proprio
lei!»…«Io…sono come un
angelo! Ihihi!»…«Janyu, non vogliamo
farla
accomodare? Signora, le dispiacerebbe? Vorrei spiegarle la nostra
situazione.»…«Solo se non disturbo!
Ihihih!...e…
…hop!
Uhmuhmuhm!» …stirò bene il suo sorriso
quella
giovane ed eccentrica donna, facendo vagare gli occhi per le pareti
della casa…per poi volgersi verso Mayumi
«Due!»…«Scusi?»…«Due!
Due
bambini! Mi ha chiesto se avevo figli, ho due adorabili e coccolose
piccole pesti, uhmmmmmm!!!» simulando un caloroso abbraccio
«E-E trova anche il tempo per lavorare?» chiese la
signora
Wong «Più che altro trovo la
necessità!»…«Mayumi, che
domande fai?
Noi…ne abbiamo avuti quattro. Ma abbiamo trovato il
tempo…di occuparci delle nostre faccende e dei nostri
doveri, in
qualche modo.»…«Quattrooo??? Wooow! Io
adoro le
famiglie super-numerose!» esclamò con un piccolo e
allegro
balzo «Siamo una famiglia come tante…»
spiegò
Mayumi, e Janyu aggiunse «Non si illuda, anche famiglie come
la
nostra…hanno i loro problemi. Non è tutto rose e
fiori.»…«Oh, ma per questo servono le
collaboratrici! Signori: sappiate che avete trovato la vostra Mary
Poppins! Oh e lei signora, beh ha appena detto che siete una famiglia
come tante ma io non ci credo, permetta!...
…sniff, sniff!
Ahhh…l’aria di questa casa è
speciale…» …smarrendo i suoi occhi
luminosi e
vispi…
…mentre i signori
Wong sembravano guardarsi compiaciuti della sua simpatia…
«Ahhh! Ma tu non sei
Kenta!!» esclamò un atterrito N’Emo
«No!!» replicò una determinata Yuki
«Mi spiace
per te, il tuo strabiliante piano brulicante di pistaggi e stermini
è scivolato in una buca, sono io quella che hai rapito, IO e
non
colui che pensavi di aver
catturato!!»…«STA
ZITTA!»…«No! Non sto zitta mio caro
stomachevole
moccioso, non sai io di cosa sono capace, il solo modo che hai di farmi
star zitta è quello di gridare più forte di me
tutto
ciò che voglio sentire e cioè…CHI
SEI!!
PERCHE’ SOMIGLI TANTO AL NOSTRO AMICO
TAKATO?!»…«BASTA!!»…«DA
DOVE
VIENI?! C-CHE…DIAVOLO VOLEVI DA
KENTA?!!»…«BASTAAAAAA!!!»
…si parava le
orecchie N’Emo, realizzando «Ma Takato non lo
sa!»
con occhi dilatati da una frenetica ansia «Lui
penserà che
ho Kenta nelle mie mani, e cadrà lo stesso nel tranello che
gli
ho teso!»
Il ragazzo dai
capelli scuri e dal costume a scacchi sgattaiolava furtivamente in un
buio vicolo…quando un istante prima di venire alla luce
«Oh!» un’auto della polizia
sfrecciò vicino a
lui. Le sirene iniziarono a farsi risonanti «Che
succede…?» pronunciò con la sua voce
garbata,
sporgendosi preoccupato «Oh?! Ma
quella…è casa
di…!!!»
Gli agenti
bussavano con una certa energia a quella porta un po’
malridotta
«Signor Shioda! Signor Shioda se è qui apra
immediatamente
la porta!...
…Shioda, non ci costringa a buttarla
giù!»
…ma il
ragazzo misterioso li aveva seguiti…e pallido in volto
faceva
capolino dal muro senza farli vedere. Grondava sudore dalla fronte
«…oh no e adesso cos’altro
succede…?»
«Signor
Shioda!»…«E’ inutile, dobbiamo
sfondare la
porta!»
…la mano gli
andò alla bocca “Perché buttano
giù la
porta…? Non posso restare con le mani in mano, debbo
assolutamente scoprirlo!” e fu così che
si mosse a
passi lievi sui suoi stivaletti…
…talvolta, come
in quel caso, alcuni ricordi sopraggiungono nel momento più
inaspettato…il suono delle sirene richiamò dal
passato
un’auto della polizia capovolta che bruciava nella notte, e
un’inquietante voce meccanica che affermava sicura di
sé
“Fuggite pure,
tanto non avete scampo: cancellerò tutti gli esseri umani da
questo mondo. Farò piazza pulita.”
…ma due missili
ben presto travolgevano l’essere disintegrandolo…
“Evvai, Kazu,
bella prova!”
“Sono stato
bravo?”
“Sono stato
bravo?”
…replicavano in coppia un ragazzo e un Digimon, per poi
battibeccare “Non fare il pappagallo!”
“Pappagallo
sarai tu!”
Si intrometteva una terza creatura “Pupi-pouuu! Pupi-pouuu!”
…alla quale rispondeva cordialmente un ragazzino “Sì! Sono
d’accordo, hai ragione!” per poi
annunciare “MarineAngemon
suggerisce di sbrigarci!”
“Come sarebbe, mi prendi in giro?
Vuoi farmi credere che hai imparato a decifare gli strani suoni che
emette?”
“Mmm, qualcosa
mi sfugge, però capisco il senso in generale!”
…e di questo era felice l’esserino esprimendos con
un “Oohh!
Ohrohr!”
“Muoviamoci allora! Siamo Digimon
Tamers anche noi, raggiungiamo Takato e gli altri: hanno bisogno
d’aiuto!”
“Sì!!!”
…ma poi il suono di un elicottero spezzava
l’entusiasmo “Fermi
dove siete e mani ben in vista: vi dichiaro in arresto!”
…e quello che fra loro due aveva la voce più
sottile, affermava “…ci
mancava anche questa.”
«…ci mancava
anche questa…» affermava il ragazzo vestito a
scacchi,
mentre sull’eco delle sirene
«Tre…due…uno!
VAI!» sfondavano la porta in un fracassante boato
«SIGNOR SHIODA!»…«Forse non
è
qui!»
…così profonda era
la pena negli occhi truccati del giovane, che si orientavano verso
quella porta abbattuta a forza…
«…uhm. Era più
facile allora.» replicava tristemente Kazu prossimo a lasciar
scivolare il Digivice dalla mano, sullo sfondo delle grida di dolore
del suo Digimon «Ti ricordi, Guardromon? E tu, Kenta? Quando
ci
vennero ad arrestare perché ci scambiarono per
degli…agenti del D-Reaper? Noi allora riuscimmo a
liberarci…inventando la storia...che mia madre era in fin di
vita! E noi due, che eravamo fratelli…avevamo sfidato il
D-Reaper riuscendo a liberarci pur di portare al suo capezzale
Guardromon e MarineAngemon, che dicemmo esser stati i suoi giocattoli,
di quando era piccola!» versando una lacrima
rassegnata…sull’eco dell’esclamazione
«BUONO A
NULLA!!!» del violento Andromon a cui seguì
«UUUUHHHH! KAZUUUUUU!» di Guardromon, ma il ragazzo
era
come se non lo sentisse, anche se lo sentiva «Come era
facile…anche se c’era il D-Reaper!
Tutto…a-assomigliava a un gioco, persino la morte o il
pericolo!» …le sue mani si muovevano
alla
ricerca…di niente, e ricadevano, sembravano spogliate di
ogni
speranza «…com’era
forte…emozionante
l’odore di bruciato in quella strada deserta, nel quartiere
evacuato in cui eravamo soli noi e l’agente che abbiamo
spazzato
via…quanti ricordi…» ma Diamon lo
raggiunse e si
accovacciò vicino a lui «Kazu!...Kazu ho un piano
senti so
cosa fa-»…«Ah, lasciami
stare!!» la scostava
tristemente il ragazzo spingendosi più che poteva il
cappello
sul capo, quasi a voler adombrare del tutto il viso
«E’
finita ormai!»…«Grrr!»
ringhiò la
ragazza, e si aggrappò ai suoi abiti «Non
è
finita!!» gemette Diamon, tanto da stupire lui
«M-Ma!» la lei lo scuoteva con violenza inaudita
«Non
è finita, non è finita, NNN…NON
E’
FINITAAA!»
…tanto da
allarmare Guardianmon, che spalancò i suoi occhi oltre la
maschera, e persino suo padre Cyclemon
«Diamon!»…«CAVOLO!!...non…è
finita!!» esprimeva nel pianto e nello strazio la Digimon
«Sei sordo, questo è il tuo Digimon che sta
gridando!»…«Non…sono sordo,
lo sento bene ma
non posso fare niente!!!»…«MMM, MMM,
MMMMMMM!!!» lei gli si aggrappò con più
forza agli
abiti «Ahhh!»…«Diamon! Basta
così!»…«MA BASTA UN CAVOLO,
PAPA’!»…«Non comportarti come
un’…isterica in un momento
simile!»…«MA
SE NON FACCIO COSI’ QUESTO NON SI MUOVE!!» al che
Kazu
«E’ inutile Diamon, lo vuoi capire!!!...
…ormai
è finita, io e Guardromon siamo isolati, persino ora che
siamo
qui a Digiworld non riusciamo a liberarci di questa maledizione! I
nostri fantasmi ci perseguitano!! Il disprezzo dei nostri genitori,
l’impossibilità di essere vicini e lottare assieme
ci ha
inseguito fin oltre il varco!!»…«Queste
cose ci
stanno dappertuttooo!!! Sta a noi cercare di sconfiggerle!!»
…così ingenuo, lo sguardo umido di dolore di quel
ragazzo
ormai stanco di lottare…a specchiarsi in quello stravolto di
Diamon che stringeva i denti e, dopo essersi asciugata le lacrime
strattonando le mani sul viso «GRRR!!!» costrinse
Kazu a
tenerla ferma «CHE FAI, SEI MATTA?!» (Cyclemon
«Diamon!!) «SE TU PUOI SENTIRLO GRIDARE IO NO!
A-ADESSO LO
SFONDO A CAPOCCIATE QUEL PORTONE SE QUI NESSUNO DI VOI FA QUALCOSA, CHE
CREDETE CHE NON NE SONO CAPACE?!»
Guardianmon in
tutto questo esaminava la situazione “…credo che
lo
spirito che anima un domatore possa oltrepassare un cancello e legarsi
al suo Digimon comunque, anche se il suo domatore non riesce a vederlo!
Certo…ci vuole una notevole
concentrazione…”
«Ascoltami…» mormorò Diamon
afferrando
violentemene le mani di Kazu
«Ahh?!»…«E’
l’ultima cosa che ti chiedo!! Ti
scongiurooo!!!»
…tra le lacrime, ma non pensò alle sue
bensì
allungò la sua mano per asciugare quelle di lui
«…dopodiché mi tolgo dalle scatole-vado
via-giuro-promesso mi sposo Sandmon! Mi-Mi sposo-me lo bacio ci
faccio…una nidiata di figli basta con questa rompiscatole
che te
la trovi la mattina non ti do più fastidio, quando mi
incontri
in cima alle scale faccio la buona-shhh, la mogliettina rispettosa.
Però adesso permettimi di
aiutarti!!!»…«Ma
io…»…«Devi concentrarti! Devi
spalleggiarlo
anche così, o sarà acquisito addirittura dal suo
stesso
padre!»…«NON CE LA FACCIO!!»
gridò il
ragazzo lasciando cadere il Digivice per portarsi le mani alle orecchie
«Se provo a chiudere gli occhi sento soltanto le loro grida e
rivedo mio padre!!...si…
…scaglia su di me, io sono solo un bambino! Io invoco in
cuor
mio il nome della mamma ma non giunge nessuno, lui prende a calci!...i
giocattoli che avevo dei Digimon infrangendoli…in mille
pezzi
dice che assieme a loro…v-vuole che mi esploda
anch’io…
…PERCHE’ SONO SOLO UN PESO, E IL MIO VOLTO GLI
RICORDA LA
MAMMA!!»
Diamon si portò le mani alla bocca e gemette. Addirittura
Cyclemon chinò il capo e tradì incertezza. E
Guardianmon
“…Mio…Dio!!...” strinse gli
occhi oltre la
maschera per poi riaprirli “Ci vorrebbe qualcosa! Dovrebbe
distrarsi con un pensiero talmente intenso da spazzare via i suoi
fantasmi!!...”
Diamon deglutì per vincere lo sgomento e mosse un passo,
prendendo la mano del giovane «…ma tu non pensare
adesso a
tuo padre! Non vederlo, adesso non devi vederlo!! Ora devi vedere una
cosa bella, una cosa meravigliosa, più forte della notte che
ha
attraversato la tua vita!!...
…io so cosa può aiutarti, sono certa che
può farlo
e per giunta!...era da tanto tempo che volevo
chiedertelo…»
Kazu alzò timidamente gli occhi.
Guardianmon al
contempo muoveva un passo “So cosa farò: gli
porrò
quella domanda fatidica…”
…prendeva fiato,
tese la mano…
…ma fu
Diamon a parlare «Hai avuto un’infanzia felice, no?
Raccontamela!»…«…oh?!»
restò
colpito il ragazzo…mentre Guardianmon chiudeva gli
occhi…e allontanava lentamente la mano, stringendola in un
pugno…quell’occasione gli era sfuggita…
...Guardromon
esclamava «Aiutooo! Aiutooo, qualcuno mi aiuti!»
…ma
Diamon rimaneva ferma anche nel pianto «Mi hai
parlato…» asciugandosi prontamente le lacrime con
la punta
dell’unghia splendente «…tante volte
della magia che
ha avvolto i tuoi giorni del passato, mi farebbe piacere che aspetto
avevano. Io sono un Digimon! E non so che luce possa avere il cielo per
voi esseri umani, che colori hanno le stagioni! E
quale…suono ha
la musica. Sono cresciuta sempre in questo castello! Ma ho sempre
sognato…che un giorno un umano fosse venuto a parlarmi della
terra, finché c’era la mamma io e mia sorella
eravamo
troppo piccole per
capire!!»…«Kazu…»
si
avvicinò Cyclemon sul suo bastone
«…farebbe piacere
anche a me. Esaudiresti il desiderio di mia figlia?»
Kazu alzò
il suo volto timido, e guardò tutti
loro…Guardianmon
volse lo sguardo, come a volersi escludere…
…dopodiché il giovane strinse il
pugno…si
piegò a raccogliere il Digivice senza però
guardarlo,
solo mormorando «…Guardromon è
l’estremo
tentativo che compio per te…»
sicché
provò a chiudere gli occhi, facendo dilatare
d’emozione
quelli di Diamon che si portò la mano al cuore…
…e
sovrapponendosi alle grida del suo Digimon con le parole
«Noi…siamo…(canzone: Christian
Wunderlich - So in love)
…mille
ragazzi. Tutti nati più o meno con i primi programmi per
computer. Ma non siamo composti di dati. Quello di cui siamo
composti…
…sono stelle.» aprendo gli occhi.
«Ahhh!»
sobbalzò Diamon, e Kazu continuò
«Stelle,
sì. Come quelle delle tante notti attraverso le quali siamo
cresciuti. Come quelle che pendevano fuori dalle nostre finestre,
quando il Natale emetteva il suo primo, gelido soffio! E le strade in
città si riempivano di addobbi, allora…!...era il
momento
di stendere la lista dei sogni!»…in una corsetta
verso
Diamon, per prenderle le mani
«Oh!»…«L’emozione
per un pupazzetto che
correva in uno schermo ci ha presentato il mondo, come le mani
amorevoli di una madre…
…che ci
porgeva il pacchetto più desiderato! E che per donarci quel
giorno avvolto da un nastro dorato aveva fatto a botte fino a sera
inoltrata in un negozio traboccante di genitori stressati!! Noi siamo
questi…» mostrando il suo Digivice
«…una squadra di bambini…
…con gli
occhi alzati a un cielo di comete elettroniche. Con una fantasia che ha
mandato in combustione gli adulti, tanto da spingerli a creare qualcosa
di tanto grande come il vostro mondo, per farci sorridere!»
…tutti
così colpiti, indescrivibile emozione negli occhi di
Cyclemon…
…oltre il
cancello Guardromon strattonava, nell’affannoso riprendere
fiato…
…mentre il suo
domatore narrava «Per unirci in squadra abbiamo dovuto
sgomitare
con la folla cittadina!! In un mondo fattosi così grande e
così complicato, antichi villaggi e biciclette sono soltanto
un
ricordo…
…niente
falò all’aperto, ma solo riscaldamento regolabile
per
mezzo di un telecomando. Qualcuno ci ha considerati viziati, forse. E
non avrebbe mai scommesso su di noi, e si è visto! Non
l’ha fatto…
…e infatti
eccoci smarriti, è scoppiato il nubifragio invernale
più
intenso, in città. Sparpagliandoci tutti, come le catastrofi
dei
cartoni con cui siamo cresciuti. Però, ancora qualcosa
è
rimasto…
…e qualcosa di molto prezioso.»
Diamon seppe che era il momento di venire avanti
«Cosa?»
Kazu allora chiuse gli
occhi…e si concentrò sul Digivice. Guardromon
oltre il
cancello riaprì i suoi. «Abbiamo nel cuore la luce
di
allora. Una fiaba per allora moderna ci disse che se avessimo
conservato il suo bagliore allontanando le tenebre avremmo
trasformato…i sogni in realtà…
…con la forza per
lanciarci in qualsiasi avventura…»
…il
robotico Digimon si rialzava…
«…nessuno osa
ammetterlo ma questa c’è. Nascosto in uno scrigno
ancora
alberga il sogno di ritrovarci in un mondo magico e fronteggiare le
nostre insicurezze…
…per mano ad una mano fatta di
dati…»
…sguardo determinato per Guardromon…
«Per aiutarlo
a scavalcare la soglia di un display!» descriveva Kazu
indietreggiando fino alle cascate che circondavano l’arena,
con
Diamon che lo seguiva con cuore sospeso «…e
portarcelo
dietro in quelle vacanze estive che un vento freddo ha congelato, ma
Dio, quant’erano belle, e che ricordi magici ci donavano per
sfogliare la
vita!»…«Vorrei…sentirne una
goccia sulla mia pelle! Prometto che sarò buona se mi
esaudiranno! Oh!»…«Ahahah!»
Kazu la
schizzò con l’acqua delle cascate…ma
lei
anziché offendersi rimase incantata
«…meraviglioso…!!...» al che
lui le si
accostò più dolce, lasciando cadere gocce dalla
sua mano
sul suo viso «…questi sono gli schizzi del nostro
mare…c’è un sole alto in un cielo
azzurro, e mamma
e papà…
…sono
all’ombrellone, preoccupati e fanno bene: stiamo cercando un
portale per Digiworld, il 1 agosto…si narra che si sia
aperto…»…«Ohhh…e
se l’autobus
arriva in ritardo e giunge
l’inverno?!»…«…anche
d’inverno si
sognava ai nostri
tempi…»…«Come soffia
l’inverno?»…«Così…»
Kazu
soffiò per asciugarle le gocce…e lei ad occhi
chiusi
sognava «…che vento
dolce…»…«…smuove
le buste dei
regali…
…ma c’è
chi ti sorprende da dietro, infilandoti la tua giacca…
“…vieni dentro,
o ti prenderai un
malanno…”»…«…sì,
mamma…»…«…sì,
mamma…» risposero Diamon e Kazu, nella commozione
vicini a
quelle cascate «Mamma…»
seguitò a ripetere
lui stringendo il Digivice al cuore, e Diamon sfiorò il
congegno
per dargli forza «Mamma…» ripeteva lui
in un
crescendo di emozione «…ci riesco, ti vedo!! Vedo
solo te,
hai spazzato le nuvole!! E’ la tua mano a darmi
coraggio!»
quando era in realtà Diamon a sfiorarlo
«Guardromon!!...sento la mamma, non sono solo! Chi ci amava
non
ci ha abbandonato, pensaci anche tu! Pensa a coloro che più
avevi a cuore!!»
«Io…mamma!...mammina!!» strinse i pugni
il Digimon,
nonostante le lacrime «Ora basta,
papà!!!»…«Uhmmm, che
cosa?!»
dilatò gli occhi Andromon «Non ti rendi conto che
scagliandoti contro di me le provochi uno squarcio nel cuore! Lei ci
avrebbe voluto vedere uniti! Io non ti permetterò di farla
soffrire dall’alto!!»
Kazu si concentrò «Amico mio, TI DONO TUTTA LA MIA
VITA!!!»
«GRAZIE MIO DOMATORE!!
TI SENTO FORTE E CHIARO, ORA POSSO FINALMENTE CRESCERE
ANCH’IO!»
DIGIEVOLUZIONE
(nello splendere del Digivice…)
«GUARDROMON
DIGIEVOLVEEE…
…ANDROMON!!!»
Due Digimon uguali
«AH!! Non posso
credeci!!»…«Papà!!»
puntandogli il dito
contro «Con il tuo egoismo mi hai ferito, ma non sei riuscito
a
farmi rinunciare ai miei sogni! Io sono cresciuto portandoli nel cuore,
e grazie a loro non sono né troppo piccolo, né
troppo
viziato: è l’amore di coloro che ho attorno a
darmi la
forza di andare avanti! Ti sconfiggerò! Missili Piranha!!!»…«Missili Piranha!!!»
Due attacchi uguali, ma uno
fra loro «Ah?! Come è possibile, sei molto
più
potente di me!!!»
Rispose Kazu per il suo
Digimon «Non si tratta di potenza…mi capisci?
E’
l’amore per il mio passato. Che mi dà forza per
scrivere
il futuro.»
«NOOOOOOOOOOOO!!!» I missili
dell’Andromon figlio,
ben più splendenti e potenti, travolsero quelli di suo padre
e
la fragorosa esplosione infranse il vetro.
«CE L’ABBIAMO
FATTA!!!» esultò Diamon…e Kazu si volse
incredulo.
«Kazu!» Andromon
aveva la stessa espressione cordiale «…mio eterno
amico…» rispose il ragazzo commosso (mentre
Guardianmon
voltava tristemente le spalle e se ne andava…così
non
poté accorgersi dello sfavillante bagliore della Sfera
regale
sotto il cappello del ragazzo…) (fine-canzone)
«…e…ecco, questo è lo studio
di mio
marito.»…«Sì sì,
no, qui posso fare le
pulizie!! Dopo tutto sono abituata a case ben peggiori, la
mia…mmm, è un disastro! Mentre invece voi avete
una casa
molto ordinata, bella,
grande…!»…«Ah! Signora
Violetta mi creda: stiamo attraversando un periodo…che
neanche
posso descriverle.»…«Eh, sì,
lo
immagino!!»…«…?»…«…eh?
AH NO BEH non lo immagino maa…del resto come potrei fare a
saperlo, mica ho dei poteri telepatici, se lei non me lo diiice,
ihihihihihi!»…«Ohh…»
Mayumi Wong si
portò la mano alla fronte «Della
serenità che si
respirava in questa casa è rimasto solo…il
ricordo! E
forse non più di un pizzico di speranza! Voglia il destino
che
sia possibile ricominciare in un giorno non
lontano…»…«Ahhh, signora non
dev’essere
così pessimista! Vedrà,
nell’aria…lo sento,
aleggia un periodo fortunato, occorre soltanto…»
schioccando convinta le dita «…stringere i denti
ancora
per qualche tempo-niente di straluuungo,
eh!»…«Lei
dice?» ma improvvisamente
«Mayumi!»…«Cosa
c’è?»…«Vieni
presto, l’automobile
sembra aver preso fuoco!!»…«Come,
Janyu?!!...oh, mi
perdoni, aspetti qui un
attimo!!»…«Sììì,
non
c’è problema!!» fece Violetta
cordialmente…e
quando restò sola sfoderò un sorriso di gusto
«Uhmuhmuhm, non c’è che dire! Ad
uno…schiocco
di dita!…» replicando il gesto di prima
«…faccio seguire magie! Sono davvero
l’erede di Mary
Poppins! Vero, porcellino? Uhmuhm!» estraendo la chiavetta
USB
dal pendente a forma di maialino…e sporgendosi un
po’
dalla finestra per vedere i signori Wong accorrere presso la loro
automobile fumante «Mmm, sì tanto loro ne avranno
per un
po’: caspita devo dire che il rilevatore di suoni che mi
hanno
fornito Ufomon e Gravemon funziona alla grande! Bene!
Violetta…non devi perdere tempo, il computer,
presto!»
La
scrivania la aspettava, e lei vi si sedette senza esitazione
«Allora…» iniziando a far
sfrecciare le sue
unghie colorate sulla tastiera con una disinvoltura inaspettata
«Shaggai…altrimenti detto anche grande buco nel
cielo…
…un
programma per computer…che ha scritto la
storia…»
«Non ti
illudere, tanto non servirà a niente tutto quello che hai
architettato!!» esclamava Yuki «I domatori e i
Digimon non
permetteranno a te e ai tuoi alleati di realizzare le vostre mire,
hanno prevalso su nemici potentissimi in passato! Accorreranno in
massa…»…«…bene:
accorreranno in massa?
E’ esattamente quello che voglio…»
mormorava il
ragazzino, ma proprio in quel momento si udì una vocetta
femminile «E’ incredibile! Ma che cosa ci fai tu
qui?!»…«Oh?!» si volse lui, ed
un magico buco
nero introdusse la gatta con l’elmo
«Scratchmon!…e
voi due!!»
Un portale
oscuro per ciascuno, e comparvero Ufomon e Gravemon. La prima disse
accomodandosi il fiore «Non è davvero pensabile,
non
esistono più i varchi resistenti di una
volta!»…«Né il rispetto per
la suddivisione
dei compiti…» precisò Gravemon in una
sfumatura
didascalica della sua aria spettrale «Sta zitto, moccioso
incompetente!!» replicò N’Emo, esitando
un po’
il secondo dopo per il soffiare indignato della gatta, ma scegliendo
poi di seguitare a fronteggiarli «Piuttosto mi chiedo cosa ci
facciate voi qui…»…«Eravamo
in missione alla
ricerca dei cuori come sempre…» svelò
Ufomon ancora
intenta ad accomodarsi il fiorellino
«…finché
Scratchmon non ha fiutato la massa di potere che hai posto attorno a
questo edificio.»…«A proposito,
fratellino! Mmm, qui
è magico, ma non hai visto quanti bei
computer!!!»…«…ce li rubiamo
tutti, Ufomon?
Scratchmon, tu sai trasferire i programmi sulla
chiavetta?»…«Rispondo io per la vostra
gatta!! No!!
Non è capace!!» ma Ufomon si infuriò
«Bada a
come parli di Scratchmon!!» e Gravemon «Altrimenti
noi…» …ma N’Emo
provocò
l’improvviso estendersi della sua ombra «Non vi
consiglio
di alzare tanto la cresta!...questa volta non sono
solo…»
«Ahhh???» Ufomon e Gravemon si volsero sbattendo i
loro
occhioni…e intravidero nel fondo buio di quel deposito due
Digimon innalzarsi e far luccicare i loro occhi…un imponente
orso e una creatura dall’abito
svolazzante…«Quelli
dove li hai presi? Non
vale…»…«Uhmuhmuhm,
sorpreso Gravemon?...mi so dare da fare anch’io quando
voglio!»…«Hai tradito il tipo rosso a
strisce nere
che hai portato al palazzo!»…«Non
l’ho tradito
Ufomon!...semplicemente sto operando per conquistarmi la sua
stima.»…«Puaf!
AHAHAHAHAHAHAHAH!» rise Ufomon,
e Gravemon «Uhmuhmuhmuhm…» si
accodò per lo
più perché rideva la sorella «CHE COSA
AVETE DA
RIDERE?!»…«Ma N’Emo,
andiamo!!!»
replicò la bambina «Di chi vuoi avere la stima?!
Del primo
che è un rozzo bifolco rivestito?! Ahahahah, la classe non
è acqua e quello a palazzo fa a cazzotti con
l’estetica
sì e no quanto
te!»…«…prima li fanno e
poi li accoppiano,
Ufomon…uhmuhmuhmuhm…»…«Ben
detto
Gravemon!»
N’Emo stringeva un pugno di rabbia, dopodiché
esordì «…ascoltate!!»
I due si
volsero con aria di sufficienza «Siete liberi di dire
ciò
che vi pare su me e…»
Yuki
teneva il fiato sospeso…ma il ragazzino concluse
«…il mio Digimon! Ma ora quel che contano sono i
fatti, ho
due alleate e siamo pari! Perciò voi, se ci tenete tanto
alla
vostra sfavillante missione, dovreste farvi due conti e capire che
è meglio collaborare!»…«Con
te??? Piuttosto
preferisco vivere in una casa senza
specchi!»…«…e io dare tutti i
miei modellini
alla caritas dei Digimon…» N’Emo
ribatté
«Dateci il gatto, alla caritas…» ma
entrambi si
avventarono terrorizzati su costei «NOOO,
SCRATCHMOOON!»…«PICCOLA, DOLCEZZA
MIAAA!!!»
lei e lui rispettivamente, fino quasi a soffocarla «Scommetto
che
come al solito non avete un piano organizzato fra tutti i vostri
aggeggi tanto tecnologici quanto inutili! Bene! Sappiate dunque che
presto qui si riempirà di domatori,
animati…dall’intento di salvare un loro compagno
in
pericolo! Di quel momento potrete approfittare per
rubare…tutti
i cuori che volete, a me degli altri non interessa!»
incupendo il
suo sguardo «Mi importa solo di uno di
loro…»
La
tensione salì in quel buio luogo, saettando tra gli occhi
sospesi di Yuki…e quelli stravolti di Scratchmon spiaccicata
a
terra…
Ai cherubini del
dipinto non restava che volare in alto per non restare travolti dal
fermento in cappella, suore andavano e venivano da ogni direzione
«Ormai è questione di minuti, il vescovo
è
vicino!!»...«Ha avvertito?! Sorella non tenetemi
sulla
spine, il vescovo si è messo in comunicazione col
convento?!»…«Ha mandato una mail al
nostro
indirizzo!» replicò la suorina con un sorriso, e
quella
più anziana seduta presso l’organo rispose
«Oh! Non
sapevo che ne avessimo uno!»…«Nel tempo
noi suore ci
siamo aperte alla
tecnologia!»…«…!! SANTI DEL
CIELO CHE HA SCRITTO IN QUEL
MESSAGGIO?!»…«DI
ACCOGLIERLO TUTTE IN COROOO!!!»…«E COME
FACCIAMO
SENZA CANTI?!»…«E’ permesso?!
Niente panico,
ho una proposta!» si affacciò Beelzemon con dei
fogli in
mano «Ooo…meglio, è soltanto un salto
nel vuoto!
Voi mi avete detto di provarci e io mi sono buttato: questa sarebbe la
musica, non so se può fare al caso vostro, ve l’ho
detto,
non mi sono mai cimentato in canti…ehm…sacri! In
canti
sacri, ecco!»…«Dà qua,
ragazzo, qualsiasi
cosa è una potenziale salvezza in questa
apocalisseee!»
fece l’anziana suora, e quella più giovane con
sorriso
serafico «Che Dio te ne renda sempre merito in ogni
caso!»…«…mah…io ho
solo
tentato…» alzò le spalle quel Digimon
un po’
titubante, dopodidiché fu raggiunto da «Ouuufh!
Beelzemon!»…«Mako!»…«Ho
fatto
più in fretta che potevo da scuola a qui! Sembra ci siano
novità in vista, Ryo Akiyama ha indetto una riunione fra
domatori a casa sua, ha mandato una mail a tutti, noi non possiamo
assolutamente
mancare!»…«Ah…è
così?» si guardò attorno il Digimon un
po’
incerto «Sì! Perché, che
c’è di
strano? Ahhh!!! Capisco, non è oggi il giorno che arriva il
vescovo?!»…«Veramente sì, lo
stiamo
aspettando!»…«Lo vedo dal
fermento!»…«Per caso sai
dov’è Akemi?
L’ho persa di vista in tutto questo
scompiglio!»…«Mia sorella?
Mmm…no, a dire il
vero
no.»…«Accidenti…»
si racchiuse il
Digimon in una posa incupita «…mi sento sempre
agitato
quando non riesco a seguirla con lo
sguardo.»…«Sarà
perché sei affezionato
a lei?»…«Uhm?! C-Cosa intendi dire? Beh
sì,
è la mia Digimon Tam---…
…era…la
mia Digimon Tamer…» chinò il capo un
po’
tristemente Beelzemon «Su col morale, si è fatta
suora ma
hai sempre me e Jeri! Comunque ti capisco: a me capita lo stesso con la
mia ragazza, quando non è con me, come adesso ad
esempio…non lo so, vengo preso da una
sensazione…mmm, non
te la auguro! Ho sempre l’idea che qualcosa del mondo esterno
me
la porti via.»…«Io non ho il problema
del mondo
esterno, però, sinceramente, anche questo posto…
…senti…Mako, voglio farti una
domanda!»…«Dì
pure!» replicò il
ragazzo cordialmente «Sai che fra noi può esserci
piena
sincerità!» e Beelzemon lottò contro
l’imbarazzo che velava di rossore il suo volto (mentre dietro
di
lui sembravano sorgere espressioni compiaciute nello sfogliare quegli
spartiti) «…perché tu ami
Jeri?»…«Ehhh?»…«No!!
N-No,
cioè, non voglio dire che…n-non meriti il tuo
amore!
Né intromettermi nella tua-ne-nella vostra vita, ci
mancherebbe,
vorrei!...vorrei…solo sapere qualcosa in più di
queste
cose.»…«Ti interessa
l’amore?»
Beelzemon abbassò lo sguardo, visibilmente a
disagio…
…e
Mako «Nessun problema!» provvide con la sua
spigliatezza a
fargli rialzare di colpo gli occhi «E’ giusto che
ti
interessi a queste cose, anche tu che sei un Digimon avrai prima o poi
diritto a farti una vita normale. Devi sapere che io amo la mia Jeri
perché…» e alzando il suo sguardo oltre
gli
occhiali verso l’alto soffitto del convento,
riepilogò
quelle qualità che in quel periodo lo facevano sognare
«…è sincera, spontanea, sempre allegra,
quando
vuole dolce, e anche un pizzico aspra ma non fa male a volte!
E’
semplicemente la ragazza migliore che si possa desiderare al proprio
fianco, ogni ragazzo vorrebbe una come Jeri, trovami qualcosa che le
manca!»…«Oh? No, beh,
veramente…
…sono
d’accordo…che sia…una ragazza
fantastica…» chinando il capo e alzando appena i
tre occhi
«Oh, è più che una ragazza fantastica!
E’ la
ragazza perfetta, inoltre è attiva, coraggiosa, piena di
sogni!
E’ una brava cuoca! E’ una geniale artista delle
unghie!
Hai mai visto come fa le unghie Jeri?! Oh è un peccato avere
una
sorella monaca, altrimenti se le sarebbe fatte fare e tu le avresti
viste!»
«Oh?!» ma due mani di ragazza dalle unghie smaltate
sbucarono alle spalle del Digimon coprendogli delicatamente i due occhi
più bassi «Oh?! Akemi, finalmente ti stavo
cercand---!
Ah…non sei Akemi. Scusami Jeri, devi
perdonarmi!»…«Fa niente!»
liquidò con
disimpegno la ragazza che sembrava tranquilla, sorridente
«E’ che…sono un po’
confuso…!»…«Lo vedo, qui ha
l’aria di
esplodere da un momento all’altro…!»
commentò
la ragazza guardandosi attorno un po’ incuriosita, e
ballonzolando con la borsetta tra le mani «Oh, speriamo non
ora…!» replicò affabilmente il Digimon
«Dopo
tanto impegno messo ad accogliere il
vescovo.»…«Jeri, parlavamo di
te!!» fece Mako,
e lei «Davvero?» si passò la mano tra i
capelli
«Saputo della riunione a casa di
Ryo?»…«Sono
venuta apposta. E anche perché…ti dovrei parlare
di una
certa cosa, Beelzemon…»…«Oh?
A me?» ma
in quel momento si udì un gemito
«Maaakooooooo!»…«Ih!!!
Od---dio, papà!
Mi hai fatto prendere un colpo, un po’ di pietà,
è
periodo di attacchi dei Digimon e sono sempre
teso!»…«Vieni!»
intimò il signor Ayami
ponendogli un braccio intorno al collo «Devo parlarti di una
cosa
importante!»…«Ma papà, non
sarà
ancora…?!»…«Grrr, non fare
domande…già è indescrivibile il mio
imbarazzo a
star qui!» e così se lo portò
via…
…lasciando soli Beelzemon con Jeri «Dimmi pure, se
posso
aiutarti ben
volentieri.»…«Ecco…»
ma in
quel momento la suora anziana balzò in piedi in un impeto di
gioia «Ma…!! MA…!! Ma questi canti
discendono
direttamente…d-dal Cielo, sono le schiere degli angeli ad
averceli donati!!!» aprendo le braccia e facendo cadere
qualche
foglio «No! Sorella, veramente c’è un
errore: quelli
sono gli spartiti che vi ho dato poco
fa!»…«Appunto!! Sono vecchia ma non
ancora del tutto
fuori fase, la sequenza logica d’azioni non mi è
sfuggita:
tu mi hai messo in mano questa roba su cui hai speso tempo e impegno e
io ho gridato al miracolo!»…«Dice
davvero?!!»
sussultò Beelzemon «E’ la prima volta
che qualcuno
dice…che la mia musica…merita attenzione!!
Qualcuno che
non siano i miei amici, ovvio!» ma Jeri intervenne
sfiorandogli
il braccio «Perché ti stupisci, Beelzemon? Basta
conoscerti per capire che sei pieno di
qualità.»…«Oh…lo
pensi realmente,
Jeri?»…«Certo!!...perché
dovrei mentirti?
Sono venuta…piena d’entusiasmo perché
volevo sapere
come stava il mio Digimon, il più spettacolare fra
tutti!!»…«Non così tanto
spettacolare…ieri sera non mi sono fatto valere
affatto.»…«Oh, ma Beelzemon!»
protestò
un po’ la ragazza cercando il suo sguardo
«Perché
devi buttarti giù in questo modo!! Lo sanno tutti quanto sei
forte!!»…«Io non ne sono più
sicuro…» sfuggendo dalla sua presa e
muovendo
qualche passo per evitare anche il suo sguardo
«…da quando
le mie compaesane mi hanno sconfitto…mi chiedo se
c’è qualcosa che non va in me. Fra gli altri
domatori e i
loro Digimon…tutto fila liscio mentre invece io non faccio
che
creare…problemi a coloro a cui sono stato assegnato: prima
il
Digivice che non si attiva nelle mani di Mako…e poi il
fallimento nello scontro di ieri, insomma cos’è
che non
va? Io ce la metto tutta!» al che la ragazza si
avvicinò
«…te lo dico io cos’è che non
va.» di
nuovo toccandogli il braccio e obbligandolo a guardarla
«Beelzemon, sei stanco, nessuno di noi può
approfittare
delle proprie forze dando fondo a queste senza un limite! Tu hai
bisogno di pause, sei continuamente sotto
pressione!»…«Ma io…cerca di
capirmi, Jeri, ci
sono tante persone che contano su di
me!»…«Ma alcune
di loro…possono fare da sole!» cercava di
spiegargli la
ragazza «Perché devi aiutare queste suore a
reperire i
canti di cui sono sprovviste, si arrangiassero da loro, è un
loro problema!»…«Ma…Jeri!
Loro…sono le
sorelle di
Akemi!»…«Mmm…!...è
Mako il
vero fratello di Akemi, queste sono solo artifici religiosi!!»
Beelzemon restò colpito da quelle parole…
«Mako è
il tuo domatore…Akemi non lo è più
ormai, si
è tirata fuori dal gioco!!» specificò
Jeri
fissandolo negli occhi «E’ a lui che devi prima
degli altri
il fatto di essere in forma, sempre pronto a
combattere…»…«…io…
…ho
fatto tutto questo perché ne sentivo il
desiderio…»
…quando intanto Mako, nella cappellina assieme al padre
«Ah, papà, tu vuoi farmi
impazzire!!»…«Invidio come non immagini
la tua
condizione: è ancora in forse mentre la mia è
stabilita!
Sono pazzooo!!!»…«Ma per---i-il BEN DI
DIO oh
p-perdonami Signore se…sssparo il tuo nome come niente
fosse,
qui nella tua casa! Ma perché?! Perché???!!! Mi
spieghi
perché dovrei sposarmi in fretta e furia beccandomi da tutti
i
miei amici l’epiteto del geloso-supercattolico-bacchettone
che
segrega la sua ragazza in cucina spingendole a forza il velo nuziale in
testa?!»…«Beh?! Mettiamola
così: non hai
forse fretta di fare con lei quel che ancora non hai
fat-»…«Shhh!!!» Mako gli
tappò la bocca
«Papà, sei davvero…i-irriverente, se ti
sentisse
Akemi ti scomunicherebbe!»…«Sai che mi
importa, tua
sorella non è mica il papa adesso, è
l’ultima ruota
di questo carro sconcasciato!»…«Signore
perdonalo
perché non sa quello che dice…»
esprimeva il
ragazzo con tanto di segno della croce, ma suo padre non ci volle
sentire «Ahhh, il tipo che comanda qui, il capoccione ha
anche
scritto: ONORA IL PADRE E LA MADRE!»…«E
in effetti
la mamma ieri a cena ci ha detto che dobbiamo andare per
gradi!»…«MMM, HA MESSO IL PADRE PRIMA
DELLA MADRE!
Che credi che quello parli così per parlare?!! No! Ha un
chiaro
scopo, io voglio che vi sposiate, non tollero---!!! Che mio figlio e la
sua ragazza scorazzino in giro per la città senza che il
loro
legame sia stato ufficialmente e religiosamente
formalizzato!»…«Ah, e poi davi dei
bacchettoni ad
Akemi e a me! Papà, tu sei più esaltato
religiosamente di
tutte queste suore messe insieme!»…«Fa
quello che ti
pare! Ma sappi che se mi disobbedisci…»
rivolgendogli un
dito inquisitore «SARAI IN PECCATO MORTALE! E NON CI
SARA’
PIU’ TEMPO E MODO DI CHIEDERE
PERDONO!»…«C-Che
vorresti direee?!!» sobbalzò un tantino il ragazzo
«Che storia è questa del
“tempo”, e del
“modo”???!!!»
Ayami
caricò di pathos il suo sguardo «…che
se tu non
proponi a Jeri di sposarti…io…
…mi
sparo…»…«Eh?»…«…mi
sparo…»…«…porca
miseria avevo capito
bene, allora…» così Mako si
guardò attorno,
fra i vari oggettini religiosi e crocifissi, per concludere
così
«Ahhh, Signore abbi pietà di questo tuo povero
figlioletto-ti prego-ti prego-ti pregoooo, mio padre vuole sfasciare il
mio bel fidanzamento, mi vuole mandato al diavolo dalla ragazza che
amooo!» inginocchiandosi per apparire più consono
alla sua
prostrazione interiore.
«Andiamo,
Beelzemon, dammi retta! Tu non puoi stare qui: ti sfruttano, questa
è una realtà
appurata!»…«Ma no,
Jeri…ascolta, lascia che ti spieghi. Eh?»
prendendole
quelle mani che però lei tirò via «Non
c’è niente da spiegare!! Questa storia dei canti
è
la goccia che fa traboccare il vaso, lo vedi?! A queste suore non
importa nulla di chi tu sia, le ha solo incantate il fatto di
avere…finalmente un uomo in
convento!»…«Hai
detto uomo?!» sussultò lui in un moto di
entusiasmo
«Mi ha-mi hai chiamato uomo,
Jeri?!»…«Un…essere di sesso
maschile!»…«Uhm…»
si ritirò lui
un po’ deluso «Con delle braccia forti abbastanza
per
risollevare la causa persa che è questo convento che cade a
pezzi! E’ stato solo per quello, ora che questo alto prelato
passerà e se ne andrà non ti vedranno nemmeno,
secondo me
non ti permetteranno più neanche di
restare!»…«Oh no, ti assicuro di no:
loro sono
amiche di Akemi. Di sicuro…lei non vuole
che…»…«Ahhh, Akemi, Akemi,
Akemi! Sempre
Akemi! Quando imparerai che tu con lei non hai niente più a
che
fare, Beelzemon!! Sono io l’altra tua domatrice, non lei,
quello
di dieci anni fa è stato soltanto un errore digitale
perché di sicuro lei aveva già deciso di farsi
suora!»…«Ma era solo una
bambina!»…«Uhm! Si dice che questo
genere di
“vocazioni” accompagni fin dalla prima
infanzia…!» apostrofò lei con aria di
superiorità, sempre dondolando la sua borsetta tra le
mani…e riempiendo di incertezze il cuore del Digimon
«Non
ti è bastata l’umiliazione che ti hanno impartito?
Guarda,
ti hanno chiesto di buttar giù degli spartiti
per…delle
odiose suonate di organo! Canti religiosi, ma ti rendi conto?! Questo
non è mica il tuo
genere!!»…«Beh…Jeri
scusa se te lo domando ma tu…come fai a sapere qual
è il
mio genere musicale? Lo hai…mai ascoltato?»
La ragazza
lì per lì restò bloccata…ma
poi concluse
«Beh! Non credo che queste ali nere e questo look da rockstar
maledetta fossero solo un’originale copertura per un corista
da
veste bianca!»…«Eh? No,
io…volevo scrivere
canzoni forti e melodie
travolgenti…»…«E
allora?!! Lo vedi che ti hanno…snaturato nella tua
personalità?!! E’ una cosa orribile, che non devi
farti
fare mai, lo dico per il tuo bene!!» pigiandogli col dito sul
petto «Quello che noi siamo è ciò che
di più
prezioso possediamo! Il carattere, la forza di volontà sono
tutto nella vita!! Sbagliamo a concederci…gratuitamente
all’uno o all’altro!!» dichiarava la
ragazza facendo
aggressivo il suo tono, e ardente il suo sguardo «Nella vita
saranno sempre pronti a farci uno sgambetto, e a sottrarci quello che
di prezioso possediamo! Se non vuoi farti rubare la tua
moto…e
la tua arte, allora dai retta a me. Se non sei riuscito a battere
Gelsomon e compagne è stato perché stai smarrendo
a poco
a poco il tuo smalto!»
“Sarà vero? Jeri…sta parlando per il
mio bene, lei
è la mia domatrice.
Però…” pensava il
Digimon guardandosi quelle mani che avvicinava tra di loro
“…però quando la suora mi ha detto che
era bello e
utile ciò che avevo fatto mi sono sentito apprezzato.
Perché dovrei pensare che mi sfruttano? Loro mi hanno
chiesto
umilmente se volevo aiutarle, perché…questo
incontro col
vescovo per loro è molto importante, come per me lo
è la
mia musica. Jeri…” guardando quella
ragazza che lo
fissava con occhi di fuoco, che pretendevano obbedienza
“…tu non pensi che si possano conciliare i nostri
reciproci bisogni e interessi, per costruire assieme qualcosa di
migliore? Lo abbiamo fatto noi Digimon al nostro villaggio ma
tu…del villaggio…non vuoi sentir
parlare…”
«E poi
Beelzemon…c’è una cosa che sinceramente
non mi va
giù! Ogni Digimon vive nella casa del proprio domatore!
Perché tu invece devi vivere in questo
convento?!»…«Beh ma perché
questa è la
casa di…» ma Jeri recriminò in
silenzio, solo con
lo sguardo…tanto che lui chinò il capo
«A-A casa di
Mako non posso stare, il signor Ayami…non mi vede di buon
occhio!»…«…potresti sempre
stare da
me!»…«Che cosa, Jeri?!» ma
lei, con fare
sfrontato «Cos’è, hai paura?! Solo per
il fatto che
sono una donna?! Tranquillo, c’è mio padre, per
cui non ho
bisogno di mettere il velo in testa per tranquillizzarti che non ti
salterò addosso!»…«Io
Jeri…mi
dispiace, non pos-»…«Sinceramente mi
sembra una
splendida idea.»…«Oh?! Akemi!»
si volse il
Digimon…
…la
giovane suora era lì…e nonostante il volto
pallido e un
po’ segnato, sembrava serena e sorrideva a
entrambi…
«Uhmuhm,
peeerfettooo!» la chiavetta dal pendente a porcellino fu
rimossa
«Shaggai, sei miiio!» Violetta tutta festante la
infilò nella borsa «Voglio proprio vedere la
faccia che
farà Muskmon quando le dimostrerò che
ciò che le
ho promesso non sono solo parole! Oh?» …la sua
attenzione
fu attratta da una foto di Henry sul comodino «Uhmuhmuhm,
carino:
ti aspetta un cuore nuovo!» sfiorandolo col ditto
«Quello
che hai ora che ti fa taaanto soffrire lo sostituiamo con uno nuovo che
batterà soltaaanto per la mia amichetta! Che beeello, che
felicità! Si vede che è proprio primavera quando
sbocciano i nuovi amori: e col cuoricino vecchio che ci facciamooo?
Mm-mm-mm-mm-mmmm!» canticchiando le ultime note mentre usciva
dalla stanza…
…in
salotto «Ehiiiiiiiii!!!» si incrociò con
i signori
Wong di ritorno «Che sono quelle faccineee? Mmm!»
facendosi
mogia alla vista del loro volto pallido «E’
incredibile,
uno scherzo che poteva provocare una tragedia!!!»
esclamò
Janyu esterrefatto, e la moglie «Può essere solo
stato
opera di qualcuno che ci odia!»…«Oh, ma
dovete
denunciare subito questo brutto birbante alla polizia! Ora scusate,
io…volentieri resterei ma devo proprio andare i bambini mi
aspettano!»…«Oh, sì
signora!»
replicò stanca Mayumi «Le chiedo scusa se
l’abbiamo
fatta aspettare
inutilmente…»…«Oh ma non
sarà inutilmente! Avete il mio numero di
telefono!»…«Certo, ci mettiamo
d’accordo,
ora…con le denunce varie saremo ancora più
indaffarati!»…«Arrivedeeeeeeeeerci!
Ihhh!»
così si avviò verso la porta, mentre ancora il
signor
Wong mormorava «Ma…chi sarà potuto
essere?!»
Attraversando baldanzosa e fischiante il corridoio, si
incrociò
con Rea che stava facendo ritorno con Benji in braccio
«Uhmuhmuhm! Ciaaaooo, piccolo!
Ihihihi!»…«Uh?» la giovane
madre restò
di certo alquanto sorpresa. Ma non ebbe tempo di riflettere su chi
fosse, perché la chiamarono da dentro
«Rea!»…«Oh? Eccomi, signora
Mayumi!»
Una volta
in casa «Rea, ci sono notizie di mio
figlio?!»…«…niente,
purtroppo.»
accennò la ragazza avanzando nel corridoio
«Purtroppo al
lavoro non sanno niente, credo che Henry si sia fatto conoscere molto
superficialmente da tutti i suoi colleghi…!» al
che si
accostò il signor Wong «Hai provato a chiedere a
quella
ragazza…accidenti, come si chiamava? Myiamoto, Aki Myiamoto!
E’ stata qui qualche giorno fa, te la ricordi
Mayumi?»…«Sì…era
proprio quel brutto
giorno…»…«Lei ed Henry
sembravano…piuttosto in confidenza.» descrisse
Wong, ma
Rea rifletté «Aki..Myiamoto…mmm, ma no,
al lavoro
non c’è nessuno con questo
nome.»…«Cosa?!» fece
lui…e vi fu
stupore anche per sua moglie…«Mi sono fatta dare
l’elenco con tutti i colleghi, ho controllato bene per non
tralasciare niente, ed ho buona memoria per i nomi: non
c’è nessuna…Aki Myiamoto fra i colleghi
di
Henry.»…«Allora chi poteva essere quella
ragazza?!» esclamò in apprensione la madre del
giovane, e
suo marito chinò il capo «Non lo
so…ricordo
soltanto…che indossava un anello…molto evidente,
di
colore viola.»…«…un anello
viola…?» sussurrò Rea spalancando gli
occhi come se
quel dettaglio le evocasse un ricordo particolare. Completò
Mayumi «Sì, mi ricordo che faceva
uso…del profumo
al muschio bianco: a me di solito piaceva, ma
ora…l’ho
abbinato al ricordo di quel terribile
momento.»…«Ahh!! Muschio bianco ha
detto?!»
esclamò Rea: improvvisamente i ricordi si
ricomposero…
…il flash
fuggevole di quel giorno in cui li aveva visti assieme
riaffiorò
di fronte ai suoi occhi «Aki Myiamoto…ora so il
suo nome!
Ora so chi è!! Anzi…non lo so, ma intendo
scoprirlo!»…«Rea, dove stai
andando?» chiese
la signora Wong «Perdonatemi, non è che potreste
tenermi
Benji per qualche
ora?»…«Ma-»…«Devo
assolutamente
sapere dove abita una certa persona, dovra spiegarmi molte
cose!»…«Rea, aspetta!» la
chiamò Janyu
Wong…
…ma Rea
era già uscita, e con sguardo determinato fissava avanti a
sé…
Henry era
rimasto solo, a girare per la città nel progredire del
pomeriggio “Mille frasi mi volteggiano per la
testa…rivedo
mille volti, sento tanti consigli: le parole che mi sono state rivolte
in…lunghi anni, fino a giungere a questi ultimi
periodi.”
aprendo i palmi delle sue mani “Il corso della mia
vita…i
miei sogni di ragazzino, e poi…i sentimenti della mia
crescita.
Rea, Benji. Vorrei che si potesse…ricomporre tutto, come uno
splendido mosaico, quando invece ogni pezzo sembra venir spazzato via
in una direzione differente.” stringendosi a sé
come se
avesse freddo “Il maestro Chow dice che è
possibile che io
ritrovi la mia pace interiore. Aki invece non ha fatto che
esortarmi…a mentire, perché riteneva avessi
ragione nel
credere di dovermi mostrare più forte di come sono. In un
primo
momento non ho dubitato…ero certo che fosse il dovere di
ognuno
di noi. Un po’ perché i miei genitori mi avevano
formato
con questi valori…” fermandosi a
contemplare il
canale, dalla strada sopraelevata “…ma no: in
realtà non è vero, sto mentendo. Non sono stati
loro. Mio
padre e mia madre…mi hanno insegnato ad essere corretto, ma
si
sono sempre mostrati comprensivi, non sono stati mai duri con me. La
verità è che io sono un ambizioso: se si va a
scavare in
fondo al mio cuore, si scopre che in realtà…cerco
sempre
di prevalere sugli altri! Apparire più saggio,
più forte
e deciso. E quando mi accorgo che non è
così…non
riesco ad accettarlo. In questi anni mi sono messo in sfida con
Takato…anche se ripetevo a me stesso che era mio amico, e
gli
volevo bene! Volevo dimostrare a tutti che lui era fra noi due quello
debole, mentre io ero un uomo a suo confronto! Questo…non si
dovrebbe fare se si ama davvero un amico, si dovrebbe essere pronti ad
accettare che lui…talvolta può vedere
più avanti
di te. E Takato l’ha fatto, benché abbia
attraversato un
profondo dolore: lui si è sempre mostrato per quello che
era,
non si è mai vergognato. Anche quando
era…così
ingrassato, mi ricordo che sorrideva sempre: non posso
scordarlo…” accennando un malinconico e un
po’ amaro
sorriso “…facevo fatica a guardarlo
perché fra le
altre cose mi ricordava Gargomon! Gargomon…e cioè
il mio
Terriermon. Terriermon…Aki mi ha spinto a dimenticarlo,
perché? A cosa serve…cercare di liberarci dai
sentimenti
che sono stati più importanti per noi, solo
perché ci
fanno soffrire, perché chi amavamo è lontano? A
niente…se non a generare altro dolore…”
coi gomiti
appoggiati sul ferro del margine, e gli occhi assorti nelle pieghe
dell’acqua, mentre tanta gente camminava alle sue spalle
“…quella sofferenza ti insegue, ed è
impossibile
sfuggirle. Ed inoltre…il dolce, struggente ricordo che ti
restava del tuo passato va in pezzi, perché un giorno questo
diventa presente e ti chiede il conto. Cosa ho fatto della mia
vita…fino ad adesso?” guardando il cielo
“Avevo alle
spalle un cammino magico…certo, c’era anche tanto
dolore,
ma era un’eredità preziosa quella che la mia
avventura mi
aveva lasciato. Cosa ne ho fatto…? Ho fatto in
modo…che
un vortice travolgesse ogni cosa bella: la mia famiglia…li
ho
fatti soffrire tanto. Terriermon…Rea, e anche mio figlio. E
adesso? Di Henry Wong cosa resta? Niente…credevo
in quel momento che ho cercato di farla finita ma il maestro Chow mi
esorta a pensare che ci sia ancora qualcosa di me.
Esattamente…come un Digimon quando viene travolto da un
violento
attacco nemico, e della sua imponente corporatura sembra non sia
rimasto niente. Ma in realtà, se cerchi bene fra le
macerie…puoi ritrovarlo. Assomiglia a un bambino,
è
sempre lui, solo che è regredito al suo stadio neonatale. Ha
perso tutte le energie…non può più
combattere da
solo, ma possiede ancora la sua vita: non gli è negata la
speranza di tornare quello di un tempo. Ecco. E’ questo
adesso
che mi sento. Un Digimon regredito…che ha perso la
battaglia.
Esiste forse anche per me la speranza di tornare a respirare
un’aria di felicità? Lo credevo
impossibile…finché pensavo che Benji fosse in
mani
malvage, e che io non avessi più speranza di rivederlo: la
paura, e il dolore che ho provato in quel momento sono stati
inimmaginabili. Ma quando il maestro mi ha dato la notizia del suo
salvataggio…ho sentito insorgere in me una gioia infinita.
Da
allora ho capito che forse…non è stato scritto
l’ultimo capitolo neanche per me, ho qualche speranza, ma non
so
da dove iniziare, tutto è confuso, e mi sento insicuro,
sento
che me stesso mi sfugge.” …appoggiandosi
meglio, per
contemplare il panorama fino a quando
«Oh…?» …scorse una
coppia di
grattacieli sullo sfondo «…la vecchia sede di
Hypnos.
Hypnos…il mio passato, la mia infanzia, le nostre avventure
da
Digimon Tamers. Che improvvisa ventata di nostalgia. Voglio
andarci…forse passare vicino a quei luoghi mi
aiuterà a
recuperare quell’Henry che adesso sento distante…e
assopito…» così si
incamminò…
…fu nel
momento in cui lasciò il ponte, che questo fu raggiunto in
tutta
fretta da una creatura marroncina dalle lunghe orecchie, la quale
«Ohp!» balzò sul margine, per scrutare
lo scenario.
«Lopmon, fa
attenzione, potrebbero vederti!» la chiamava Suzie
«Eeeeh?!
Che c’è di male?!» domandava la signora
Akimoto, ma
la ragazza replicò «Niente
se…semplicemente
l’orologio tornasse indietro di dieci anni! Ma adesso
c’è tanta diffidenza in giro.»
La madre di Rea
abbassò lo sguardo, sentendosi in colpa per essere stata la
prima a provarla.
«Ho una strana
sensazione…» sussurrava Lopmon assorta
«…nell’osservare la sede di Hypnos, come
se
lì si concentrasse un’enorme quantità
di energia,
però è assurdo: non siamo mica a dieci anni
fa!» La
sua domatrice la raggiunse «Ehi, come corri: vuoi dirmi
allora
cosa hai fiutato?»…«Non ne
sono…del tutto
sicura Suzie…» …e arrivò
anche la signora
Akimoto, che sospirò «Ahhh!...io continuo a
chiedermi dove
siano finiti il Digimon e il marito di mia figlia.» ma
quell’espressione scoraggiata si tinse presto di nuova
determinazione «Però io non mi arrendo! Ho
promesso che
glieli riporterò e così sarà,
così
apparirà anche per me un co-u-un
cosooo…là, di
quelli che manovrate voi, il
Digy-Digy!»…«Vorrà dire il
Digivice!»
propose Suzie «Vabbeee’, quello che
è!» fece
la signora aprendosi in un’espressione bonaria
«L’importante è l’effetto che
fa, e
cioè che riporti il
sorriso!»…«Ha proprio
ragione, signora!» disse Lopmon «Graaazie,
piccolina!» al che Suzie sospirò
«Ahhhhhhhhh!...la
sede di Hypnos.»…«Quale tesoro, scusa?
Mi metto gli
occhiali. Ti riferisci a quei due
grattacieloni?»…«Oh sì
signora! Lei non se lo
immagina ma mentre noi bambini sognavamo ad occhi aperti dieci anni fa,
tra quelle mura succedeva questo mondo e quell’altro!
Studiavano
i Digimon ed elaboravano una miriade di programmi! Alcuni molto
pericolosi, potevano distruggerli! Altri invece ci hanno aiutato nelle
situazioni più
disperate.»…«E’ sempre
così, cara: le cose danno un effetto o un altro a seconda
dell’uso che ne fai!»…«Ahahah!
Perle di
saggezza del…che ore sono? Ahhh, come sempre da sciocca ho
scordato l’orologio! Almeno ho portato il cellulare,
così
ho potuto ricevere la mail di Ryo che ci invita tutti a casa sua
stasera.»…«Guarda,
Suzie!»…«Sì?! Hai visto
qualcosa,
Lopmon?!»
La coniglietta
digitale guardava in basso, verso il canale, dove qualcuno di piccolo e
bianco camminava malinconicamente «Quello è
Calumon!
Calumooon!!!» ma Suzie esortò «Svelte,
anziché chiamarlo
raggiungiamolo!»…«Uhm!» fecero
Lopmon &
signora.
«Calù?!» sobbalzò per un
attimo il piccolo
Digimon…ma poi la sua espressione tornò triste
«…debbo essere proprio invecchiato: mi illudo di
sentire
la voce di chi non c’è più. Quando ho
capito che in
questa vita la sola cosa da fare è rassegnarsi,
calù.» specchiando i suoi occhi dal contorno
pieghettato
nell’acqua del canale…
…mentre
il suo amico Terriermon, all’interno della galleria, compiva
passi ormai svuotati da qualsiasi slancio
«…Lopmon…è scomparsa per
colpa mia, sia che
io agisca, sia che io mi nasconda è lo stesso: sono fonte di
guai per coloro a cui voglio bene…ma perché
questo luogo
non mi inghiottisce una volta per tutte, come tentò di fare
con
Guilmon, quella notte?»
Aki sedeva alla
scrivania del suo studio, muovendo il mouse con ansia visibile
«…quanto ci metti…»
mormorò, ma poi
udì schiavettare e si volse di scatto
«Accoglienza,
genteeeeeee!!! Hihihihihi!» Violetta si precipitò
da lei,
la quale balzò in piedi
«Allora?!»…«Uhmuhmuhm,
mmmm!!!»
…tutta moine e niente parole, alzò la chiavetta
USB a
porcellino, provocando la dilatazione degli occhi della ragazza
«L’hai
preso?!»…«Ihihihi, dubitavi di
me???» chiese l’altra, sbattendo gli
occhi…ad Aki si
era mozzato il respiro, ma cercava di rimettersi a sedere
«Daaai,
fammi posto anche a me!! Ti racconto com’è andata!
Allora…su cosa posso sedermi? Questo banchetto! Dunque: la
famiglia era lì, con delle facce che non ti racconto! Io mi
sono
intrufolata: il signor Wong è tanto a modo,
sai?»…«Ah! Dici
davvero?!»…«Uhmuhmuhm! E hanno un
tendaggio da
favola, e che bel parquet che hanno messo! E’ stato un vero
piacere camminarci sopra fino al computer-i bambini mi avevano
fornito…del giochino necessario per tenerli occupati in
qualche
breve-no scherzo lungo spassoso attimo per poter ficcare su questa
chiavetta miracolosa tutta quella roba: ci mette tanto a caricarsi,
sai?!»…«Quindi ora…abbiamo
quello che ci
occorre?! Possiamo procedere per la sostituzione del cuore?! Anche
subito!»…«…tesoooro!»
si pavoneggiava
Violetta col suo sorrisone, estraendo un ulteriore congegno, bianco
bordato di argento «Non ci hanno munite di questo per
niente!» …si trattava di un Digivice…
«Quale…Digimon Tamer…»
scandì Violetta
indicando se stessa «…non sarebbe felice di
esaudire i
sogni d’amore della sua dolce amichetta digitale?! Quando
soprattutto lei è così graziosa come te, mia cara
Muskmon!»…«Violetta!!»…«Nooo,
non
ringraziarmi te lo garantisco mi sono…divertita da matti ma
adesso…wrooom!» sfregandosi le mani «Dai
dai metti
in moto scambiamo il cuore del nostro
Henry!!»…«Ohh!
C-Così, su due piedi…»
…sembrava di
colpo agitata e disorientata Aki, ma Violetta aveva occhi solo per il
display «Ihihihihih,
ihihi!!!»…«…d-d’accordo…a-adesso
procedo!»…«Vaaai, che sei tu quella
tecnologica, io
avevo una fifa bestiale di impappinarmi di fronte a quel computer,
fortuna che Mya mi ha spiegato tutto: una figlia così si
paga
oro!»…«…dove…apriremo
il vortice
digitale per effettuare lo
scambio?»…«E-Ehm…hai presente
dove
c’è quella coppia di grattacieli? Lì,
il programma
è vecchio ma è rimasto collegato alle antiche
tradizioni,
seee…cortesemente mi apri una mappa-non so, un qualcosa ti
faccio vedere
meglio!»…«Sì!...sì…»
fece
Aki, a cui tremavano le mani…mentre scorreva con il mouse
lungo
la pianta della città…ma ad un certo punto si
udì
un bip «Ahh!»…«Che segnalino
carino!!!
Cos’è?! Quella luce…proprio qui, in
questo punto
cosa c’è lì?!» ma Aki
scostò la mano
di Violetta dal display…l’anello di Aki stava
lampeggiando
«Il tuo
anello!!»…«Là
c’è
il
canale…»…«Bluoahhh!!!»…«Segnala
la presenza…di alcuni Digimon proprio in quel
punto!!!»
Violetta
spalancò occhi…spalancò la
bocca…e
scandì nella più stirata deformazione
«Quali
Digimon?!»…«Dev’essere…d-dev’essere
il Digimon di Henry! Sì perché…o-ora
che ricordo
avevo applicato un rilevatore su di lui per…tenerlo sotto
controllo e…!» …toccava e
cliccava qua e
là… «…ah, accidenti ora che
si
fa?!»…«Ohhh,
ma…!!...uhmuhmuhmuhmuhm!!! E
dire poi se io non sono un angelo! Perché io non ho portato
mica
solo Shaggai con me!!»…«Cosa?! Che
intendi Violetta,
non ti capisco!»…«Mmm, visto che
c’ero ho
spulciato qua e là, il tuo futuro suocero tiene un mucchio
di
programmi interessanti nel suo computer e siccome con la macchina
esplosa erano ancora impegnati io mi sono trattenuta e ho
sgraffignatooo…Yuggoooth!»…«…che
sarebbe?»…«Beh! Se non lo proviamo non
lo sapremo
mai, consiglio…di colpire quel punto lì-proprio
ecco
quello dove dà il segnale!» pigiando sul display
col dito
«Ora ti spiego! Sembra proprio che
questooo…Yuggoth se
pronuncio bene il nome…crei una sorta di cupola!»
narrava
con coinvolgimento ed interesse «E…i dati digitali
che
accidentalmente ci finiscono sotto…vengono cancellati del
tutto,
in pratica è una sorta di programma di pulizia
informatica!»
…Aki
cercava di far forza sulle sue emozioni per controllarsi ed attivare il
programma in prossimità del tunnel per la raccolta delle
acque…
Terriermon si
introduceva nelle parti più buie e più profonde
del
tunnel…
…quando invece «Calumon!!!»
esclamò una
ragazza «…!! Suzie, calù!!!»
e
l’istante dopo «Calumon!!!»
…il piccolo
Digimon vide specchiarsi al suo fianco nell’acqua la sua
amica
dalle lunghe orecchie, al che prese un profondo e incredulo respiro
«…LOPMON!!!»…«Piccolo
vecchio
brontolone amante di scartoffie!! Dove giravi tutto
solo?!»…«Lopmon sei viva è un
miracolo!!»…«Iooo? Certo che sono
viva!»
replicò Lopmon che non si spiegava le lacrime negli occhi
dell’amico «Ho temuto che non ti avrei rivista
più,
calù…v-varcare la porta del mio ufficio per
protestare!
B-Bentornata fra noi, Lopmon!» espresse Calumon commosso ma
con
sorridente dignità «Calumon, ma tu stai
piangendo!...non…avrai mica creduto che ieri sera, da quel
tetto!» al che Suzie si chinò «Oh ma no
piccolo
Calumon, è tutto a posto: beh a essere sincera anche a me si
è fermato il cuore quando ho visto Lopmon cadere, ma ho
scoperto
che la nostra amica ha la scorza più dura di quanto
può
sembrare!»…«E intanto…questo
mi è
servito per scoprire che Calumon non mi ha inquadrata del tutto nel
ruolo di rompiscatole: devi sapere che in questi anni quante volte gli
sono penetrata in ufficio infuriata perché questo o quel
problema ostacolava i
lavori!»…«Calù! Ammetto
che ho fatto un po’ trottare questi Digimon: nel ruolo di
dirigente non sono poi così grazioso e
gentile!»…«Oh, ma andiamo Calumon, tu lo
sei
sempre!» fece Suzie «Calù! Sono felice!
Questo ci
restituisce una grande speranza e non appena glielo
dirò…TERRIERMOOON!!!...»
…Calumon
riversò il suo strillo nel fondo della galleria: fu una
folgorazione per le presenti «Cosa?! Terriermon è
qui?!»…«Hai sentito, Lopmon?!»
«…CALU’, TERRIERMOOON! LOPMON
E’
VIVA!!!» …ma l’eco si espandeva e
nessuno
rispondeva, mentre Lopmon esclamava «Come mai Terriermon
è
qui?! Non avrà mica pensato anche
lui-»…«Gliel’ho detto io, mi
dispiace
calù! Cercavo una persona con cui sfogarmi!
TERRIERMOOOOOON!» ma la signora Akimoto si fece spazio
«Pe-Permesso! Fatemi passare, scusate! Te-Terriermon, hai
detto?!
Scusami piccolo amico…ho capito bene, è
così?
C’è-c’è Terriermon nel fondo
di questa
galleria?» …Calumon si
irrigidì un po’
come aveva imparato a fare con gli sconosciuti
«Calù.» ma Suzie lo invitò
«Terriermon,
puoi fidarti di lei!»…«Era lei ieri sera
sul tetto,
calù! Chi è questa
signora?»…«Ehhh,
come spiegarti…!» aprì le braccia lei,
e Suzie
«Oh beh lei è la
madre…»…«…è
un’amica
di…» iniziarono Suzie e Lopmon ma si sovrapposero
fino a
che la ragazza concluse «T-Te lo spieghiamo dopo!
E’-E’ la suocera di…mio
fratello!»…«Sì
esatto!» fece eco Lopmon
«Calù?»…«Eh-h,
sì, io
sono…» e Lopmon «E’ la mamma
della…moglie di Henry e nonna di suo
figlio!»…«Scusate se mi intrometto, ma
lasciamo
perdere le parentele!» incitò Suzie
«Terriermon
dov’è
finito?!»…«TERRIERMOOON!»
chiamò ancora Calumon, ma Lopmon balzò dalle
braccia di
Suzie «Andiamo a
cercarlo!»...«Andiamo!»
confermò la signora Akimoto, dichiarando «Io-Io ci
entro
qui dentro se è per recuperare il Digimon a mia
figlia!»…«D’accordo allora
andiamo tutti
assieme.» decretò Suzie seria in
volto…(canzone: Christina
Aguilera - Make over)
«…sono tornato soltanto per portare
disgrazia…la
mia presenza qui è un errore, ormai sono giunto a questa
conclusione.» ammetteva Terriermon stringendo i pugnetti con
espressione amara…
…quando con gli occhi incollati al display come la sua
alleata,
Aki dichiarava «Ecco, Yuggoth è
pronto!»…«Azionalo!!»
esclamava emozionata
Violetta. Aki fece scivolare agilmente il mouse e poi
smanettò
sulla tastiera «…procedimento avviato: creazione
della
cupola di cancellazione!»
«Ahhh…!» Terriermon
sussultò…sentì il suo corpo richiamato
da
un’attrazione gravitazionale che come un vento sospingeva le
sue
orecchie, ma le punte di queste e delle sue mani sembravano sfocarsi a
causa di una distorsione «Ma questa
sensazione…io…l’ho già
provata!»
Improvvisamente dinanzi al piccolo Digimon si compose una cupola
luminosa dai tasselli irregolari
«…questo…è
Yuggoth…!!...» …ricordandosi
dieci anni
prima, spigliato e sorridente in cima a un muretto, quando il suo
orecchio aveva iniziato a sfumare “…Henry me
l’ha
descritto a perfezione, suo padre mi fece vedere anche delle
dimostrazioni! Questa dev’essere la cupola nella quale lui
assieme a Takato e Rika hanno recuperato Guilmon: chi è
adesso
ad attivarlo di nuovo?”
«…è vicinissimo, non ha scampo, lo
inghiottirà.» decretava Aki, e Violetta si
aggrappava alla
sedia di lei per seguire con maggiore partecipazione.
Terriermon
chiuse gli occhi “Viene per me…se ci cado dentro
mi
cancellerà lentamente: è la fine che
merito.”
…dal fondo si
udiva la voce di Suzie «Terriermoooooon!!!» e
quella di
Calumon ritornava sottile «Terriermon,
calùùùùùù!!!»
“Perdonatemi
tutti, sarà tanto meglio così!”
tuffandosi
così all’interno.
Quando l’istante
successivo giunse Lopmon in corsa «TERRIERMON,
ahh?!!» le
sue orecchie sfumarono «Ah?!! LOPMON STAI
INDIETRO!» la
trascinò Suzie tempestivamente «Calù,
che
succed-…
…Yuggoth…?» dilatò gli
occhioni Calumon
«Cosa?!» trasalì Suzie…e pur
nell’affanno giunse la signora Akimoto
«Ihmf!!...ihhhhc!
IHMP?! CHE
E’?!!»…«…qualcosa
che
credevamo di non rivedere più…»
commentò
Suzie sgranando il suo sguardo attonito dinanzi alla cupola luminosa
«E Terriermon dov’è?!»
esclamò Lopmon
disperata «Mi è sembrato di vederlo qui un attimo
fa!!»…«Calùùù,
e se fosse stato
risucchiato da Yuggoth?!»…«IHMMM!!!
Nooo, mia
figlia!!! Non troverei mai il coraggio per dirglielo!!!»
inorridiva quella madre occhialuta…mentre Suzie era rimasta
imbambolata «…Terriermon…»
…tendendo
incredula la mano a quella cupola luminosa…(fine-canzone)
«Sorelle!!
Il vescovo, il vescovo è qui, è arrivato,
corriamo ad
accoglierlo!!!» una suora dava il via a quella corsa
furibonda di
figurette incappucciate…ma fra queste Beelzemon vedeva solo
una,
ferma dinanzia a lui ed il resto dello scenario non aveva importanza
«Akemi io…non ho detto affatto che voglio
andarmene!»…«Lo so,
Beelzemon.» replicò
lei dolcemente «Tu saresti disposto a rimanere qui ad
aiutarci.
Ma la tua domatrice ha ragione…»
…lanciando
un’occhiata a Jeri dietro di lui, che si irrigidiva sulla sua
posa orgogliosa senza concedere il benché minimo sorriso
«…è bene che ora tu sia più
concentrato
sulla tua battaglia. Gli assalti si sono fatti continui…se
abiterai a casa di Jeri potrai farvi fronte con immediatezza senza che
qualcuno venga qui a
chiamarti.»…«Akemi!...mi stai
forse…mandando via?»
Akemi raccolse
le sue mani come faceva di solito, e lo guardò dritto negli
occhi, dolce ma ferma «E’ tempo per te di andare.
E’
giusto che tu segua il tuo cammino, hai altri domatori adesso, le cose
sono cambiate. Il tempo è
passato…»…«Sì
però…» …mentre il vociare si
alzava
«Il vescovo, il
vescovo!»…«Cooome?
Chi?»…«Oh sorella il vostro benemerito
udito!»
«I-Il
fatto che io abbia un altro domatore, che sia impegnato in una nuova
lotta, non significa…che mi dimentichi coloro con cui ho
iniziato!»…«Oh, ma Beelzemon noi due non
abbiamo mai
iniziato.»…«Cosa?!»…«No,
non ti
ricordi? Andasti via…prima di combattere una sola battaglia
insieme. Sarebbe stato bello ma ora bisogna accettare il corso delle
cose…»…«…
…se
lo dici tu…» faceva Beelzemon
incerto…mentre
sbucava anche Mako, con un’aria flagellata
«…oddio,
e adesso come glielo dico…?»
«Se…è quel tuo Dio a
stabilirlo…io non mi
metterò contro di lui! Qui…si vede a vista
d’occhio
che per voi è importante ciò che dispone!...non
voglio
ferirvi, però…»
…mentre Jeri era
fissa ad osservarli, e stringeva i denti per mantenersi rigida e non
tradire alcun ripensamento, nella sua espressione dura che le faceva
alzare appena un sopracciglio…
«…però permettimi di
dirti…»
raccogliendo delicatamente la sua mano «Che sono stato bene
qui
assieme a voi!» (canzone: Westlife
- Tonight)
«…anche noi siamo state bene qui con te,
Beelzemon…» sussurrò Akemi,
dopodiché si
sforzò a sorridere «Comunque dai, allegria,
cos’è quella faccia?! Noi siamo sempre qui e puoi
venirci
a trovare quando vuoi, mica che spariamo o ci chiudiamo a
chiave!»…«Lo so,
però…! Non
sarà la stessa cosa.»…«Dai,
vai, che Jeri ti
sta aspettando, so come si può essere emozionati in questi
casi!»…«A-Adesso?! Non…posso
restare per la
celebrazione?» ma la suora cercò di spiegargli
«…sì Beelzemon è meglio che
tu vada fin da
ora: sai com’è…è pur sempre
un vescovo,
magari il fatto che tu sia qui può sembrargli un
po’
strano, teoricamente qui dovrebbero esserci sole donne, solo che per
te…abbiamo fatto un’eccezione!»
Beelzemon
chinò il capo «Va…bene. Peccato,
però…ci tenevo ad
assistere…all’arrivo del
vescovo: mi ero impegnato tanto per
questo…»…«…ti
saremo sempre debitrici.
Vai Beelzemon. Ognuno ha la sua strada nella vita. Io ho scelto la
mia…quando ho messo
quest’abito…»
pronunciò guardandolo negli occhi, dopodiché si
volse e
si allontanò, evocando un fare spigliato «Torna a
trovarci, mi
raccomando!»…«Akemi…»
Beelzemon si toccava la mano sfiorata, ed il suo cuore sembrava
inondarsi di nostalgia…
Qualcosa però aveva colpito Jeri “E’
addolorato:
soffre perché deve separarsi da una persona a cui tiene! Non
so
se ho fatto bene!!...però…” vagando
incerta con lo
sguardo, mentre Mako le si accostava «Jeri,
sss…scusa.
Devo chiederti una cosa.» “Chissà che
effetto
farebbe a me se mi separassero da qualcuno…con cui voglio
stare.
Forse lo stesso che ricordo dalla mia infanzia, quando morì
mia
madre. E da dieci anni fa, quando Leomon…”
«Mi…permetteresti?»…«…che
cosa
c’è, Mako?»
«…Akemi…» ripeteva Beelzemon
chinando il suo
capo, nel triste piegarsi delle sue ali, e del suo allontanarsi un
po’ ripiegato su se stesso, contro quelle orde di suore
eccitate
per l’evento «Presto, i candelabri! E la tovaglia,
in
cucina cominciate i preparativi!»…«Ahhh,
che giorno
atteso!»…«Se ne usciremo accenderemo un
cero!»
…Akemi
era con alcune di loro «Akemi, tu potresti disporre i
fiori!»…«…certamente.»…«Sei
emozionata?!»…«…è-è
pur sempre
il nostro vescovo!» replicava la ragazza, ma la commozione
nei
suoi occhi era suscitata da quella creatura che ora lei guardava
allontanarsi “Beelzemon…ti prego perdonami. Non
avrei mai
voluto mandarti via! Ma il Signore mi ha fornito l’occasione
che
gli avevo chiesto…non potevo tirarmi indietro.”
girandosi,
e tornando a quei fiori nel vaso…
“Perché mi sento
così…?!” si domandava
quel Digimon che poteva solo massaggiarsi la fronte, dove aveva il
terzo occhio…
“Per il
bene di tutti è giusto che tu ti allontani e che faccia la
tua
vita.” pensava Akemi con le mani tra i petali
“Benché sia doloroso il Signore sa che
è questa la
mia via, essendo Lui a conoscenza di quelli che sono i miei
sentimenti!!!” alzando gli occhi al grande dipinto
“Non gli
ho mai nascosto niente, ma ciò nonostante Lui mi concede di
restare, a disporre i fiori per la Sua mensa: a questo debito di
gratitudine non posso venir meno.” «Così
vanno
bene?» si sforzò a chiedere «Bellissimi,
sorella
Akemi! Dì un po’, hai ascoltato gli splendidi
canti che ha
scritto per noi
Beelzemon?!»…«Cosa?!» Akemi
portò la mano al cuore e in un sussulto si volse di nuovo
verso
di lui…
…che se ne andava cupo e silenzioso…
«Cosa,
Mako?!!»…«Jeri ti prego…non
arrabbiarti! In
fondo…abbiamo sempre saputo che questo momento sarebbe
arrivato.» ma Jeri, improvvisamente spaventata, fissava il
grande
dipinto della cappella
«Dico…bene?»…«Eh?…sì,
lo
sapevamo! Però così, di colpo,
all’improvviso!!»…«Ma in
fondo…se
c’è vero amore fra di
noi…»…«Lasciami! Non mi
toccare…» replicava lei agitata, buttando ora gli
occhi al
pavimento «Jeri…ti scongiuro! Lo sai
com’è la
mia famiglia, se mia sorella si è fatta suora significa
che…si basa su un’impostazione cattolica! A queste
cose ci
tiene!» “…perché mi sento
così…?! Programmavo da molto
quest’idea, e sposarmi
con Mako…mi permetterebbe di acquistare la
stabilità che
cerco da tempo, perché allora sento…come se
stessero
rubando la mia vita, come se mi portassero via qualcosa!...o
qualcuno…di importante, mi sento come si sente Beelzemon in
questo momento!” «Andiamo tesoro, sono sicuro che
dopo
tutto non sarà così traumatico, in fondo che
c’è di male a mettersi un velo in
testa?»…«…!!...non sono tua
sorella!! Voi con
questa storia dei
veli!!»…«Ma…Jeri!
Ascolta!»…«Mako, ascolta tu! Vuoi
capirlo che io ho
una vita?! Sono ancora giovane, che bisogno abbiamo di fare le cose
così in fretta: sono certa che c’è tuo
padre dietro
questa
storia!!»…«N-Nooo!!...cioè,
sì,
però in realtà Jeri anch’io
desider-»…«Ah, è ovvio,
ma…?!?!...quando la finirete tu e Akemi di farvi
condizionare la
vita da vostro padre?! Io non ci tengo a essere coinvolta nei vostri
affari!»…«Ma…Jeri!! Jeri,
aspetta!!...»
Jeri si allontanava a passo spedito…
«Ecco, lo
sapevo, si è arrabbiata con me, ACCIDENTI A
PAPA’!»
Mako tirò un calcio a una panca ma dopo di ciò si
pentì «Ihm! Signore ti prego perdonami per
ciò che
ho detto!» con segno della croce rivolto al
dipinto…
…mentre
la ragazza, accendendosi una sigaretta per far fronte a quel pieno
nervosismo “Sposarmi…mettere il velo bianco,
decidere per
la mia vita!” …riepilogava e si sentiva
sempre
più incerta, alla vista di tutte quelle suore che le
venivano
incontro. Fino a sbucare in giardino, alzando gli occhi verso cielo
“Rinunciare a questo sole…e tutto questo?
Per…
…ciò che ho inseguito fino ad ora con la massima
decisione, credevo che nella vita una stabilità economica
fosse
la sola cosa per cui valesse la pena di lottare, ma ora che dovrei
compiere il passo fatidico sento…che
c’è altro in
questo mondo a cui non voglio rinunciare e a cui chiuderei per sempre
la porta! Relegandomi in una casa con un uomo…che non
amo.”
…uscendo, mentre un uomo in vistosi abiti da cerimonia
faceva
ingresso accompagnato da una schiera di ammiratrici incappucciate
«Eccellenza, vi siamo così grate per la vostra
visita!»…«Spero che il nostro convento
vi faccia
sentire ben accolto, oh sia lodato il Signore!»
“Takato…Takato ho bisogno di te!! Ho
bisogno…più che mai della tua guida adesso, Mako
ha
chiesto di sposarmi, ti rendi conto?! Ha chiesto di mettermi
l’anello al dito e di strapparmi al mondo della nostra
infanzia,
e della nostra felicità!!...
…è
come il D-Reaper, vogliono rapirmi di nuovo, soltanto tu puoi accorrere
per salvarmi! Sento solo…che devo correre da te!”
e
infatti corse, lasciando la sigaretta a terra…(fine-canzone)
«A-Ahhh…mamma com’è difficile
fare il
pane…» si stirava e cercava di rilassarsi
Cindermon nel
corridoio della casa, quando «Oh?» notò
che una
delle porte era socchiusa. Così si
avvicinò…e fece
capolino all’interno, stando bene attenta che non vi fosse
nessuno a scorgerla «La stanza di
Takato…»
orientando i suoi occhi tra quelle pareti «Finalmente posso
osservarla con un po’ di calma…la volta precedente
ci
è mancato che un altro po’ ci rimettessi la testa.
Cavoli…in un libro di quelli con la storia dei Digimon
Tamers ci
sono finita dentro.» aprendo appena le braccia come per
bilanciarsi, o per sfiorare l’aria con le dita…il
suo
passo era un po’ esitante, ma sembrava desiderosa di recepire
tutti i segreti di quella stanza «Non so io stessa bene-bene
perché son venuta qui…chissà come mai
ho questa
strana sensazione addosso da quando la signora mi ha
parlato…» grattandosi il capo
«…di quello
strano argomento. Forse…se sono qui è per cercare
le
risposte. Ma perché qui?!...mi chiedo
io…»
…ma
i suoi occhi furono richiamati da qualcosa che giaceva sulla scrivania:
un disegno ripiegato…con un biglietto infilato al suo
interno
«…dev’essere il disegno di
Guilmon…chissà che succede se lo tocco. Magari
riesco a
evocarlo dal…buco di oblio in cui sembra essere precipitato.
Chissà dov’è quel Digimon, forse senza
che io lo
sappia mi sta osservando, e sta maledicendo la mia presenza in questa
stanza: tutto qui ha l’aria di un…sssantuario
predisposto
in attesa del suo ritorno, ho un po’ paura a toccare quel
disegno
però nella vita io ho imparato che da ciò che
spaventa
non si rifugge, si affronta…» sicché si
decise, e
si mosse a passo convinto verso la scrivania. Ma proprio mentre stava
per sfiorare il biglietto «E così sei
qui.»…«Ihh!! Oh
Madon…!» mano sul cuore
«Calma, Cindy. Ti è andata bene, sono io e non mio
figlio!»…«Oh, signor Takehiro mi ha
fatto prendere
un colpo, lo
sa?»…«…è
perché
sei così tesa. Come
mai?»…«Io?? Tesa??
Nnn…» scuotendo nervosamente la testa
«Andiamo, non
fare così. Si vede bene che non sei quella di sempre.
E’
perché mia moglie ti ha fatto la predica, non è
così?»…«Ehhh? NooOOOoo,
maaa…laaa…signora non mi ha fatto nessuna
predica!»…«Come no: vi ho
sentite.»…«…uhm?
Sgamate?»…«E’ sul futuro di
mio
figlio.»…«Oh
beh…sì, in un certo
senso! Si è parlato di taaante cose FRA CUI anche di quello:
è-è venuto n-nel mezzo fra tutto il resto, per
farle
capire!»…«Ti ha chiesto di smuoverlo un
po’
nei suoi
sentimenti?»…«Nnn…no,
veramenteee…!» sistemandosi il ciuffo, per poi
incrociare
le braccia «Ma senta piuttosto mi dica una cosa anche lei
è del parere che io, che lui, che
Takato…i-insomma
è una cosa che vi sta tanto a cuore? I-Il desiderio di
coppia,
il vostro vero sogno di genitori…?» chiese in una
nota
delicata, unendo gli indici in segno di
unione…«Pfff, bah!
Io, al contario di Mie…per carità, lo desidererei
tanto,
ma non me la sento di chiederlo: con lui sbatti contro un muro, fidati,
è inutile imbarcarsi per una strada simile
Cindy.»…«N-No ma veramente io non ho
ancora deciso
di imbarcarmi per nessuna strada non saprei neanche che cosa fare!
I-Io, sono…un’amica conosciuta da poco,
carica-carita-te-ca-mmm! Quando ci si mette: CA-RI-TA-TE-VOL-MENTE
ospitata insomma io non credo! Voi…vorreste questa cosa
che-che
lui facesse conosceeenze, che lui si fidanzasse magari ma io non saprei
proprio come aiutarvi, mi sembra così ostinato!
Vorrei…!...no per carità mi piacerebbe darvi una
mano
però mi sento…mi creda: completamente
spiazzata…» accennò quasi con un
pizzico di
mortificazione «…uhm.» sorrise Takehiro
«…mia moglie non dovrebbe angosciarti con simili
gravosi
compiti: intestardirsi su Takato è una causa persa, credimi!
E’ un caso disperato!»…«Eh
sì…
…no,
cioè, aspetti un momento, non se ne
vada!»…«Uhm?» Takehiro che le
aveva dato le
spalle e si stava allontanando ora si volse appena
«Perché
lei dice questo…?» si interessò
Cindermon
avvicinandosi, seria in volto, in quanto sembrava essere stata colpita
dalla frase. Il padre del ragazzo alzò le spalle con un
pizzico
di ironia «Ma perché ha la testa talmente dura che
per
solo puntiglio sarebbe capace di deludere tutti coloro che hanno in
qualche modo dei progetti su di lui…»
…parole
che fecero insorgere insicurezza nell’animo della ragazza
digitale, che si ritirò un po’. Takehiro concluse
«…non si è mai voluto aprire alla vita
e concedere
anche un solo bacio. Aspetta ancora…che avvenga incorniciato
da
un momento magico, ma te lo dico io come andrà: un giorno,
beccherà una ragazza testarda che lo bacerà a
forza, del
resto non ci sarebbe da meravigliarsi dato come si concia recentemente.
Di giovani intraprendenti ce ne sono molte. E così in un
solo
istante si sarà dissolta una lunga ed inutile
attesa…se
Takato imparasse a sfruttare la sua vita e la sua gioventù,
finché le possiede tra le
mani…»
…sparendo lungo le scale sul fondo del corridoio…
Cindermon rimase sola fra un groviglio di pensieri «Il primo
bacio…» orientando gli occhi sul pupazzo di Agumon
«…non l’ho mai dato nemmeno
io.» …per
poi risistemarsi il ciuffo…e «Baaahhh!!»
allontanarsi dalla stanza. Dimenticando quel biglietto che solo per
questione di poco non aveva aperto.
«Terriermon, rispondi, riesci a sentirmi?!!»
gridava Suzie,
ed anche Lopmon «Terriermooon!» e Calumon
«Terriermooon,
calùùù!!»
…ma
quella cupola di brillanti tasselli sembrava aver messo a tacere ogni
risposta «Terriermon…» la voce di Suzie
si fece
più tremula, come la sua mano che tendeva a quel fenomeno
informatico…
La signora
Akimoto sembrava raccolta in una sorta di preghiera
«…mia
figlia…i suoi sogni…»
…dopodiché
inaspettatamente riaprì i suoi occhi
«Dì un
po’, fanciulla! Voi, con i vostri preziosi alleati digitali,
potete penetrare in una roba come
questa?!»…«Ah!
Io…so che mio fratello l’ha fatto una
volta…però…» indietreggiava
Suzie ed il suo
sguardo andava a Lopmon, in piedi a terra con le punte delle orecchie
che tendevano a sfumare. Questa però intuì ed
affermò «Suzie, se è per me che sei
preoccupata
sappi che non ho paura: e sono disposta a tutto pur di salvare
Terriermon!»…«Come ce l’ha
fatta, scusa, tuo
fratello quella volta?!» chiese la signora, e Suzie rispose
«Mah…era assieme ai suoi amici, Takato e Rika! So
che
penetrarono nel campo distorto di Yuggoth e salvarono insieme Guilmon:
mi raccontò…che quella fu la prima
volta…che loro
tre collaborarono per uno scopo comune, proprio in questo
luogo!»…«Ah!! E’ un segno del
destino!!»…«…che intende
dire,
signora?»…«Non la seguo!»
fecero Suzie e
Lopmon, ma la donna sembrava aprirsi in un sorriso «Ma non
capite, allora siamo…gl-gli uni, con gli altri!! Scusate non
sono brava come voi giovani ad esprimere concetti simili,
però…!!...a-acc, seguite i miei gesti
così
comprendete meglio!» si impegnava la donna
«E’
l’unione, la sintonia!» con gesti in avanti, e
gesti
all’indietro «Io con te, tu mi tieni per mano,
l’altro mi regge se cado, tutta questa roba…che
fa?
Produce molecole ORA NON SO SE SONO PROPRIO MOLECOLE
però…!!...permette di sopravvivere anche in
inferni del
genere!!» indicando Yuggoth «Dove a detta di alcuni
ci sono
solo freddi dati! Io sono sicura…che Rea ragionerebbe in
questo
modo se fosse qui ora: voglio provare a fare come farebbe mia
figlia!»
Rea, che era in
automobile, al semaforo di una strada trafficata che si rifletteva nel
suo sguardo determinato…
«Ma
sì…ha ragione, signora!»
sentì Suzie
riaffiorare la speranza «In fondo…!!...se quella
volta
Guilmon riuscì a resistere per così tanto tempo
all’interno di Yuggoth fu grazie al suo desiderio di rivedere
Takato!»…«Calùùùù,
giustooooooooo!!!»…
Calumon illuminò il suo simbolo
«Calùùùùùù…!!!»
DIGIEVOLUZIONE
«LOPMON DIGIEVOLVEEE…
…ANTYLAMON!!!»
«Ahh!!!» la signora Akimoto restò
abbagliata…
Intanto Aki balzava in piedi «Guarda
Violetta!!»…«Un altro
segnale?!»…«Ci sono altri Digimon nei
paraggi!»…«Quella cupola non
può
lievitare?!» descrisse Violetta con tanto di rotondo gesto
«Dopo tutto i dolci in forno lo
fanno!»…«Aspetta!...vedo quello che
posso
fare…»
Aki cliccò due volte sul mouse…
«AHHHHHHH!!!» strillò quel gruppo
dovendo
indietreggiare di scatto «Si ingrandiiisce, viene verso di
noi!!» indicò la signora Akimoto, e Suzie
«Se si
espande troppo potrebbe provocare danni alla città!
Compagni!
Nessuna paura, non attendiamo che ci raggiunga, tuffiamoci!»
e
corse avanti. Con uno scatto Antylamon la superò, balzando
in
prima linea e da lì…
…all’interno. La signora spalancò gli
occhi ma
Calumon la esortò «Venga signora, calù!
Dietro di
me sono certo che non le accadrà nulla!»
Sicché la
donna deglutì «Rea, lo faccio per
teeeEEEEEEEEE!» e
finalmente si lanciò in corsa.
«Ahhh!» Aki sussultò, e Violetta
«Che succede,
i segnali sono impazziti, non sarà che i Wong avevano un
virus
che ci siamo presi?!»…«Non lo
so…segnala…delle presenze all’interno
di
Yuggoth!»…«All’internooo?! Ma
è una
contraddizione informatica!!»
«Ahhhhh, ahhh!» …la signora
Akimoto muoveva
braccia e gambe in quello spazio iridescente distorto «Non si
preoccupi signora, mio fratello me l’aveva descritto
esattamente
così!! Bisogna nuotare per farsi strada fino al
nucleo!»…«NUOTARE?!»…«Calù!!
Non pensi al peggio, pensi al lato positivo: è riuscita a
entrare!»…«Ohhh?---E’ VERO!
Sono deeeeeentro!
E sono viiiiiiva!»
Sembrò così prenderci gusto a spostarsi a nuoto.
«Pigia
tutto quello che hai, basta che fai---un macello!!!»
esclamava
Violetta, ed Aki «Accidenti!» si metteva ad
eseguire alla
lettera, cliccando e smanettando ovunque «Guardaaali, sono
qui-sono qui-sono quiii!!!»…«Ah!...togli
le mani dal
video, non li vedo!!»…«Si
spooostanooo!!!»
“Henry, fratello mio…” si concentrava
Suzie
impegnandosi con tutta se stessa a nuotare in quello spazio
“mi
muovo attraverso il mio cammino esclusivamente grazie ai tuoi racconti
e ai tuoi suggerimenti. Ti prego, aiutami! Stammi vicino, non smettere
di guidarmi!”
«Suzie!»…«Oh?»…«Non
sei
sola, ricorda che ci sono
io.»...«Antylamon…»
la ragazza si aggrappò alla zampa della sua
Digimon…
Non
volevano essere da meno la signora Akimoto «Auhf! Da
giovane…auhf! Ero…uhff!
CAMPIONESSA….DI NUOTO, MI
CHIAMAVANO “LA SCHEGGIA”! Mio marito si ricorda
ancora!» e Calumon «Calù,
calù! Io non sono
poi---tttanto invecchiato!»
…nelle profondità del campo
luminoso…un groviglio
di cavi dalla consistenza argentea imbrigliava un piccolo Digimon
verdino “Molto presto la cupola divorerà i miei
dati…”
«TERRIERMON!!!»…«Oh!...questa
è la
voce…di Suzie!»
La
domatrice con gli occhiali da sole quando lo vide «Ahh!!
Terriermon…» (canzone: Gigi
D'Alessio - Non mollare mai (strumentale)
) portò la mano alla bocca, provando una pena struggente
«Suzie…perché mi hai seguito, vattene
di
lì!!»…«Terriermon,
ma…perché ti
sei gettato all’interno di
Yuggoth?!!»…«PERCHE’ NON SERVO
A NIENTE!!
Henry non mi vuole più, e non sono stato capace di
proteggere
Rea!!»
Al che la
signora Akimoto spalancava gli occhi…ed i suoi occhiali
finivano
risucchiati dall’assenza di gravità…
Terriermon con
gli occhi pieni di lacrime esclamava «Ho voltato le spalle ai
miei amici, e sono stato un vigliacco! E’ a causa mia che
Lopmon-»…«E così tu ti
daresti per vinto in
questo
modo…?»…«AHHH!!!...ANTYLAMON!»
…gridò Terriermon alla vista di quel maestoso
coniglio
dagli occhi sottili e adesso pieni di pena e commozione
«…Terriermon, ma quel poco che abbiamo costruito
in questi
anni. Il nostro villaggio, i bambini che abbiamo istruito, la nostra
amicizia! Tu avresti…buttato tutto questo in un cestino
digitale…?»…«A-Amica
mia…»
versando una lacrima «…sono disperato.
Però sono
contento di rivederti…»…«Sei
come
Henry…» mormorò Suzie con dolcezza,
provocando un
sobbalzo «Oh!» nel cuore di Terriermon, ed
appoggiando una
mano sulla spalla di Antylamon «…è
proprio il suo
Digimon. Destinato per stare sempre al suo
fianco.»…«E accanto a mia figlia. E a
Benji!»
Terriermon non credeva ai suoi occhi
«Oh!...signora…» dinanzi a quel volto
sorridente e
non più occhialuto che lo guardava con tenerezza
«…p-presto esca da qui!! E’-E’
pericoloso!...lei è la madre di Rea, sua figlia ha bisogno
di
lei!»…«Mia figlia ha bisogno di chi
illumina i suoi
sogni. E nelle sue favole ci sei anche tu, ti tireremo fuori da qui
piccolo caro.» rivolgendosi a Suzie e a Lopmon
«Aiutatemi.»
Queste annuirono, ed afferrarono la signora per le braccia
«Al
mio tre, pronta Antylamon? Mi raccomando signora:
uno…due…TRE!»
«Ahhhhhhhhhhhhhhhh…!»
…la signora
accettò di farsi lanciare…per approdare sul
groviglio,
là vicino a Terriermon «Tu uscirai di qui assieme
a
noi!» aggrappandosi ai cavi «A-Accidenti, come si
scioglie
questo coso?!?!» …e il Digimon la
guardava commosso
«Mi dispiace…se non avessi perso la speranza ora
non
sareste qui a rischiare per me!»
“Terriermon…” pensava Suzie osservando
lui e la
signora Akimoto che cercava di liberarlo “Il Digimon di mio
fratello…” nell’affiorare dei ricordi di
lei
bambina, con due allegri ciuffetti di capelli e tanta voglia di giocare
con colui che assomigliava fin troppo a un giocattolo
“…il
simpatico amico…che mi ha introdotto alla magia, che mi ha
portato per mano alle porte di una crescita di sogni. Chi
l’avrebbe mai detto che un giorno…”
«Accidenti, non vuole sglegarsi!!» si massaggiava
la mano
la signora.
“…ti saresti gettato in un buco oscuro,
poiché
privato delle tue speranze! Chi l’avrebbe detto che ci
saremmo
dispersi così…Henry…ma cosa aspetti a
tornare? Non
lo vedi?!...
…il tuo Digimon grida disperato il tuo nome, è te
che
cerca nel fondo di questo abisso!!”
«Eccolo, l’ho trovato, l’ho
trovato!!...»
esclamò Aki agitata «Riuscita?!»
incrociò le
dita Violetta in segno di buon augurio, e l’altra con occhi
esterrefatti mosse il mouse «Inizio procedura di
cancellazione…»…«Vai-vai-vai!!»
esortò Violetta saltellando
d’eccitazione…
“Che aspetti a rispondere, Henry…? Terriermon non
ha
bisogno che di te!”
«Calùùù!!! SUZIE
GUARDA!»…«Ahh!!!» si
spaventò la
ragazza: i cavi iniziavano a dissolversi.
«Che succede?!» sobbalzò la signora
Akimoto, e
Terriermon «Oh no, è la fine!! Ci cancelleranno!!
ALLONTANATEVI!»
Violetta spingeva Aki a tenere altrettanto le dita incrociate: occhi
incollati al video…
Ma Suzie estrasse il suo Digivice dal collare bianco «No, non
ancora!! Yuggoth non decide per il nostro destino!
Antylamon!!!»
«Sono pronta, Suzie…» l’alto
coniglio si
illuminò di un alone «…concedimi tutta
l’energia!»…«Ti offro
l’energia dei miei
sogni!» affermò Suzie accomodandosi gli occhiali
“Henry…io riporterò il nostro
Terriermon a
casa!”
Antylamon si caricò di potere. E si lanciò contro
il
groviglio «SCURE…VELOCEEE!!!» tagliando
drastica i
cavi con le sue braccia-scuri «Ahhh!»
sobbalzò la
signora Akimoto, ma Antylamon esortò «Aggrappatevi
a me!
Tutti insieme riusciremo a uscire!»
«…grazie, Antylamon…»
Terriermon
adagiò il capo sul corpo protettivo dell’amica, e
dal loro
abbraccio scaturì una luce rossa «Ma che sta
succedendooo?!?!» fece quella donna inesperta di situazioni
simili: una linea rossa si estendeva lungo il campo.
«E’ un ponte!» esclamò Suzie
nell’aprirsi del suo sorriso «Ce
l’abbiamo fatta,
muoviamoci!!»
«Presto!» balzò Antylamon, portando con
sé la
signora e Terriermon.
«Che succede?! Non ci capisco più niente, i
segnali sono
nel caos!!» esclamò Aki. Violetta si
buttò
determinata sulla tastiera «Fammi
spazio!»…«No!! Solo io so come usare il
computer!»…«Ahhh!»…«Ahhh,
fammi
provareeeeee!!!» finendo per accalcarsi e rotolarsi
l’una
sull’altra…
…ma ormai quel ponte di intensa luce rossa permetteva a
Suzie e
agli altri di lasciare l’incubo
“Henry…mi ricordo
allora come andò a finire! Che ne dici, sono stata brava?
Questa
volta ho saputo cavarmela come degna erede di un grande
domatore!” …sorridendo contenta di se stessa, e
del suo
Digivice.
“Che grande dimostrazione…”
pensava Calumon
con una nuova luce di speranza negli occhi…mentre la cupola
di
Yuggoth si dissolveva intorno a loro (sig.ra Akimoto «Ce
l’abbiamo fatta?! Siamo vivi, siamo fuori, siamo degli
eroiiiiiii!!!» lanciando Terriermon
«Ahahah…»
in un volo alto alto…)
Calumon faceva un passo avanti all’interno del tunnel
“La
nostra collaborazione è risultata a distanza di anni
un’arma vincente. Però neanche questa volta io ho
potuto
offrire un vero contributo ai miei amici. Dunque mi
impegnerò
per riuscire ad essere, finalmente un giorno, in grado di
farlo...”
«Credo che ci stia in buco nella nostra famiglia allargata
che ha
proprio la forma delle tue lunghe orecchie, caro!»
scherzò
la signora Akimoto, e Suzie «Terriermon!» con le
mani sui
fianchi «Per quello che hai fatto meriti una bella punizione,
hai
presente quando ti travestii da bambina
neonata?!»…«Eh? Oh no, Suzie, ti
prego!»…«Concordo,
Suzie…» fece
Antylamon…tornando Lopmon «…ha
perfettamente
ragione!»
«Hai qualcosa che hai lasciato irrisolto sia con Rea che con
Henry: semmai ti infilerò in un passeggino sarà
per
portarti da loro…» disse Suzie più
seria…
«Perdonatemi, amici…non dovevo scegliere di
andarmene
quando attorno a me ho un amore…grande come il
vostro.»
disse Terriermon, orientando il luccichio di una sua lacrima ad
un’altrettanto timido bagliore di speranza.
Gli
ultimi residui della cupola esplosero, in una non più
pericolosa
cascata di luci sulle loro vite (fine-canzone)
Gli occhi
di Aki erano ancora dilatati su quell’assurdo di cui non
riusciva
a capacitarsi «…ci hanno cancellato
Yuggoth…
…!!
Il programma non risulta più in memoria, è stato
rimosso
dal computer!»…«Coloro che
l’hanno
progettato…» accennò Violetta che era
in piedi
nella stanza, dando le spalle alla sua alleata, e picchiettando
leggermente le dita «…devono essersi premuniti con
qualche
sistema di sicurezza, della serie che se si registra un uso non
autorizzato: ciao ciao! Il programma non è più
disponibile.»…«Maledizione!!»
Aki
sbatté i pugni sulla scrivania…
…mentre Rea regolava le impostazioni sul navigatore della
sua
auto «…Aki Myiamoto, dovrai darmi un sacco di
spiegazioni…»
«Oh,
su col morale, non è il caso ora di farsi prendere della
depressione!»…«Ma Violetta, quella
schiera di gente
si fa sempre più potente, hai visto?! Li avevamo in
pugno!»…«Ohhh…lo so, questo
è vero,
peeeròòò…noi non avevamo
con noi solo
Yuggoth! Abbiamo anche…Shaggaiii…!
Ihhh!» alzando
di nuovo quella chiavetta dal pendente a porcellino, in un guizzo tanto
lieve quanto speranzoso, che spinse Aki a compiere un respiro
profondo…
…Henry
giungeva in quel momento ai piedi della coppia di grattacieli. I suoi
occhi carezzavano scalando quella costruzione elevata come il
tempo…
…ma egli
non poteva distinguere fra le numerose vetrate, quella oltre la quale
si stagliava la sagoma di un ragazzino dallo sguardo sospeso in un
ardente solennità…
«…Hypnos…da qui partirono molte
cose.»
mormorò il ragazzo «Gli stessi uomini che
lavoravano in
quest’organizzazione, progettarono il programma che
cambiò
tutte le nostre vite: Shaggai…
…quel
buco nel cielo ci permise di avere un futuro, arrestando la crescita
del nemico. Ma ci strappò via…coloro che
più
amavamo, a quel vortice noi abbiamo consegnato i
sogni.»…«Questo è vero: ma
non è mai
detta l’ultima parola circa...i sogni e il futuro.»
disse
una voce maschile, ed Henry si volse stupito «Ah?!...
…signor Yamaki, lei!»
«Ciao
Henry.» rispose l’uomo che aveva ripreso ad
indossare gli
occhiali da sole, come tempo addietro. Sua moglie lo accompagnava come
sempre ormai, aspettandolo poco distante, ma non mancando
dall’immergersi in parecchi ricordi alla vita di quel ragazzo
conosciuto.
«Quanto tempo. Come
sta tuo padre?»…«…mio
padre…?»…«…sì,
Henry.» si
avvicinò Yamaki con atteggiamento fermo ma premuroso
«…non credere, so alcune cose. Takato è
venuto a
trovarmi. Abbiamo parlato…della situazione
attuale.»
alzando poi gli occhi verso l’alto «Eri venuto
anche tu a
ricercare un po’ di passato
qui?»…«…lei
pensa…che ne sia rimasto un
poco…?»…«…il
passato io credo non ci
abbandoni mai, e voli a mezz’aria fra le nostre vite. In
questo
luogo la mia è stata scritta e cancellata, così
si
può dire. Sono riuscito ad arrivare molto in alto, ma ho
avuto
anche momenti…di gran ribasso. Non avrai
dimenticato…hai
assistito anche a
quelli.»…«Oh-h…»
Henry chinò il capo…
…e ritornò fra le nebbie dei suoi ricordi il
grido “E’
COLPA VOSTRA!!!”
…da parte di quell’uomo che gli teneva saldamente
la mano
al collo, quasi a volerlo soffocare, nel parco avvolto dalla notte. Era
lo stesso uomo che ora era al suo fianco, in atteggiamenti
amichevoli…
«So che anche per te
è venuto un periodo…tutt’altro che
bello, ma
permettimi…di scambiare le parti per una volta! Quel
giorno…io non avevo punti di riferimento, avevo agito fino a
quel momento convinto di essere nel giusto: volevo cancellare tutti i
Digimon dalla faccia della terra, li reputavo un pericolo e un disturbo
per l’equilibrio del mondo! Voi invece li consideravate
vostri
amici…fu il vostro coraggio a darmi la spinta per
ricominciare,
a quell’epoca…non ero così diverso da
un rifiuto
umano. Mentre voi…eravate nel fiore degli anni e del vostro
sbocciare come personalità forti, ragazzi che avrebbero
cambiato
il mondo! Ora…voi siete nella fase più dura del
cammino,
in lotta contro la crescita. Ed io…ho qualche anno in
più
di voi, non che sia migliore. Ho dovuto anch’io fare
ricorso…» …mentre la moglie
dell’uomo
assumeva un’espressione di pena…ma anche di stima
«…a medici e farmaci per far fronte al mio stato
di
prostrazione. E’ stato difficile, ma sono ancora in
carreggiata…e per lo meno ora ho gli occhiali adatti per
guardare col giusto, quieto distacco tanti momenti della vita che
quando si affrontano…sembrano insuperabili.
Perciò
ascolta il mio consiglio! I tuoi amici ti stanno cercando, ti vogliono
bene. Non farli stare in pensiero e…se
puoi…»…«…oh…»…«…so
che hai una moglie, Takato mi ha detto che hai anche un
bambino.»
…così Yamaki si volse verso Riley, che lo
guardava con
occhi innamorati…«Henry, una famiglia è
una cosa
fondamentale, ti dà la forza per vivere! Lasciatelo dire da
un
uomo…che avrebbe tanto desiderato diventare padre ma ancora
la
vita…non ha esaudito il sogno suo e della donna che ha
accanto.
Tu puoi essere completamente felice! Non farli aspettare
troppo…sono certo che tua moglie e tuo figlio ti cercano e
sperano in fondo al cuore…che tu li accolga col sorriso:
desiderano starti accanto…e io so che anche tu lo desideri.
Lo
vedo. E non dirmi che mi
sbaglio…»…«…signor
Yamaki…grazie…»…«…di
niente…era dovere.» si sorrisero…
…nella
luce di un sole intenso del tardo pomeriggio, dinanzi a quegli edifici
pieni di ricordi…
…vicino a
N’Emo, calavano a testa in giù dal soffitto,
reggendosi
come non si sa, una coppia di ragazzini digitali ed un felino
«Quello lo convince a tornare dalla moglie…mi ci
gioco la
mia collezione di
modellini…»…«Al diavolo i
tuoi modellini persi sette volte, Gravemon! E’ una cosa
seria,
quel ragazzo è quello che possiede il cuore di cui ha
bisogno
Muskmon, ti ricordi?! La mamma le ha promesso che
gliel’avrebbe
portato, altrimenti perché avrebbe organizzato tutta la
messa in
scena della cena di
ieri?!»…«Boh…Scratchmon
tu che dici?» Scratchmon si apprestò a
rispondere
ma…vibrò tutta nel risuonare di uno squillo
«Scratchy, ti hanno
folgorataaa…»…«Ahhh, Gravemon
ma che
sciocchezze dici! E’ la funzione telefono!!
Pronto?»
…rispose Ufomon sollevando l’elmo della gatta che
sotto di
esso aveva una placca metallica (Gravemon: «Scratchmon,
povera
testina rasata, ne approfitto per darti una ricontrollata.»
sollevando la placca, sotto la quale si muovevano ingranaggi fra i
quali il ragazzino infilò un cacciavite)
«Bambini, sono
la mamma!»…«Mammaaaaaa,
stavamo proprio parlando di te!» esclamò Ufomon,
spiegando
«Ptsss, sotto i miei occhi c’è un tizio
che sta
persuadendo Henry Wong a tornare con la moglie, che devo
fare?»…«Ihhh, lo sta convincendooo?!!!»…«Sììì!!!
Gravemon, diglielo pure
tu!»…«Sììì…»…«Ecco
l’hai sentito?!»…«Per
caritààà, trattenetelo!! Inventate una
scusa
qualunque purché non lo facciate correre da lei! Non so, uno
scherzo, un pretesto!»…«Uff…va
bene!» Ufomon posò l’elmo
«Sentito Gravemon?
Su, richiudi Scratchmon, c’è del lavoro da
fare!»…«Ma non ho ancora finito-OH?!
Ridammi il
cacciavite!»…«Finisci…DOPO!
MARCHE!
FILA!»…«Uffi…»
Scratchmon
si toccò la testa aperta, prima che Ufomon la tirasse via
«Scratchmon, richiuditi da sola, adesso ci servi!»
N’Emo restò solo…ma qualcosa lo smosse
da quella
solenne concentrazione «Uh?...mi sembrava di conoscere quella
voce proveniente dal telefono…»
Takato stava
tornando a casa, con la testa piegata su suo cellulare «Ma
guarda! Ryo ha già pubblicato alcune delle foto che mi ha
scattato. Miracolo che riesco a vederle con questo scassone!»
scorrendole sul touch screen «…dopo tutto non sono
venute
così male! Ahhh, ma ho come idea che tutti mi prenderanno in
giro questa sera!! Se solo non avessimo cose ben più
importanti
di cui parlare!»…«Buonasera
Takato!»…«Buonasera, signora!»
e ritornava con
gli occhi sul suo cellulare…(mentre le clienti commentavano
compiaciute «Però: con gli anni ha affinato il
tempismo!
Da piccolo aveva sempre la testa tra le
nuvole!»…«Peccato però si
dica di lui
che…mmm! Un
carattere…!»…«Eh, lo
so…»)
Takato le
udì e mentre pigiava i tasti commentò di se
stesso
«Eh già, ho dovuto farlo. A mamma e
papà fa
piacere…e col tempo mi sono dovuto fare più
pronto. A
questo…e a molte altre
cose…»…«…bentornato,
Takato. Alla
buonora!»…«Grazie, mamma! Del
bentornato…!!» replicò lui che sembrava
disposto a
scherzare «Ciao, papà! Come è andata la
giornata?»…«…niente di
speciale.»
rispose Takehiro portando un grosso cestino di pane «Sempre
le
solite cose, pochi clienti, sempre di
meno…»…«E tu tesoro?
Com’è
andata al
salone?»…«Oh…al…salone…come
al
solito, tutto regolare. Il signor Harasawa vi saluta e…
…anche il signor
Yamaki.»…«Chi?!» fece
Takehiro che non sembrò gradire, mentre Mie sorrise appena
fra
le sue faccende «Sì, viene sempre la signora, alle
volte
tu sei fuori casa.»…«Sono stato a
trovarlo.»…«…già,
te lo chiedeva da
tanto tempo…» ma Takehiro brontolò
«Francamente non capisco che sei andato a fare da
quell’uomo.»…«…papà,
il signor
Yamaki è mio amico.»…«A me
quello non
piace!»…«La moglie è
gentile…»
commentò Mie «Sì, la moglie
sarà gentile ma
lui è un tipo…che proprio non mi va
giù.»
Takato sospirò profondamente (mentre Cindermon stava
scendendo
le scale, ma scelse di restare nascosta ad ascoltare…)
«…eppure ci ha aiutato molto quando è
stato il
tempo della battaglia.»…«Non mi
piacciono gli uomini
impostati in quel modo, va bene?...ha sempre avuto tutto scodellato.
Soldi…un impiego che nessuno si sognerebbe, una casa che
tantomeno. E poi si lamenta anche, e ripiega sugli
antidepressivi.»…«…a volte, a
coloro che
sembrano avere tutto, manca invece qualcosa di fondamentale!»
fu
la risposta, di vellutato metallo, da parte di Takato: suo padre si
arrestò sul gesto di mettere il latte in frigo, e lo
guardò…Takato sembrava non aver alcun timore a
fronteggiare il suo sguardo, specificando «…sai
cosa manca
al signor Yamaki? UN FIGLIO…ne soffre
molto…»…«…con
questo che vorresti
dire?»…«Su, ora non mettetevi a
litigare, cerchiamo
di restare in pace per una sera almeno! Senza contare che abbiamo un
ospite, non ci terrei a farci distinguere.» (Cindermon
dilatava i
suoi occhi…)
«…Takato ti ho fatto una domanda ben precisa, ti
avverto
che ne ho abbastanza del tuo sarcasmo sottile, delle tue continue
allusioni affilate…che intendevi dire con la storia del
figlio?»…«…niente…vado
in camera
mia…» …pur riflettendo espressione
triste e delusa
mentre si volgeva «…aspetta!...
…Takato!!» …ma come Mie descrisse
«E’
inutile, è già
andato.»…«Ma non
è possibile!»…«Non capisco
come fai a dirlo,
quando sono almeno dieci anni che va così fra
voi!»…«Ahhh, è
incredibile!» ebbe un
moto di stizza l’uomo, sbattendo la sua cuffietta sul bancone
«E’ MIO figlio, il mio unico figlio e mi tratta
così! Mi volge le spalle mentre sto parlando e se ne
va!»…«E allora…? Che vuoi
fare, cambiare
figlio? Ah, non contare su di me, una volta mi è
già
bastato.»…«Ihfff!!!...
…ma
sì, forse hai ragione, che mi stupisco a fare, è
proprio
vero quello che dice tutta la gente sui genitori, figli, e tante altre
cose!» …rientrando in cucina oltrepassando la
tendina.
Mentre
Cindermon si faceva in fretta e furia le scale tanto da mantenersi in
equilibrio coi palmi delle mani alzati in un gesto lievemente
vezzoso…
…Takato altrettanto salì le scale. Prima di
entrare nella
sua stanza sospirò…e anche se non disse nulla era
evidente che nei suoi pensieri vi era la difficoltà del
riuscire
a mantenere un dialogo sereno nella sua famiglia. Aprì
così con automatismo la porta della sua stanza…ma
quando
guardò all’interno «Oh?»
…restò sorpreso nel trovare Cindermon, e in una
posa
inedita. Accovacciata a terra, con l’aria non super-dinamica
come
sempre bensì interdetta, come se lo stesse aspettando
«Ciao…» fece lei. Lui assunse
espressione
meravigliata «…cos’è? Mia
madre ha fatto le
pulizie nella tua
stanza?»…«…ti do fastidio?
Tanto? Rispondi…» …lui le
lanciò una
rapida occhiata ma non rispose, alzò piuttosto il piccolo
specchio per darsi un’aggiustata ai capelli con gesti
però
più pacati del solito, poiché si era promesso di
non
eccedere «Sai che Ryo ci ha chiesto di riunirci?...
…vuole discutere su varie faccende, quali Kenta e
Yuki…Henry e sua moglie, i nuovi
nemic-»…«Senti,
Takato.»…«Uh?...cosa
c’è, non avrai
già preso impegni per stasera. Se vuoi vado da
solo!»…«Senti: facciamo una cosa?
Mi…racconti
qualcosa su di te?»
Il
ragazzo si volse con lo specchio in mano
«…ff!...ahah!...
…come, prego…?» …con
eloquente espressione
di metallica ironia, ma lei non si smuoveva da quella strana, ingenua
spontaneità che poteva ravvicinarla a sua sorella Diamon
«No guarda io non sto scherzando, io parlo molto sul serio.
Dimmi
qualcosa in più su di te, una cosa qualsiasi.
Anche…qual
è il tuo piatto
preferito.»…«…il
panino a forma di Guilmon. Uhm.» volgendosi così,
e
riprendendo ad aggiustarsi. Cindermon guardava in basso, lungo il
pavimento…e lui «Sei davvero sorprendente, sai?...
…sarei io che dovrei farti la stessa domanda. Visto
che…» …passandosi qualche goccia di
profumo sul
collo «…da quel che sembra ancora non abbiamo
parlato di
quelle “famigerate questioni” quali…le
tue origini,
il tuo regno prossimo alla distruzione, gli scopi che ti hanno animata
a venire fin qui…» e a quel punto si volse. Lei lo
guardò quasi con timore «…gli scopi nel
dettaglio,
s’intende! Perché che sei venuta per sfruttarmi in
quanto
mi credevi utile e manovrabile l’ho
capito.»…«Fff…Takatooo…!»
mugolò un po’ lei che sembrava soffrire autentico
disagio
«Saresti tu che dovresti avere il buongusto di aprire bocca e
farmi capire come stanno messe le faccende nel “corridoio
degli
orrori”, che collega questo mondo a Digiworld e gode
dell’aggiunta estetica del guardiano di tua
conoscenza!»…«Non parlare adesso di
Guardianmon come
se fosse un mio amico, non lo è, l’ho detto cento
volte!
Eh!»…«…scusa. Il guardiano
che hai ricattato,
perdonami.» di nuovo lei si volse di scatto, quasi
intimorita. E
Takato sospirò profondamente…finendo per posare
lo
specchio in un gesto di resa rassegnata «Senti…!...
…non è per dire, però…
…se partiamo per questa strada finiamo a litigare! Dovremmo
arrivarci “in teoria” assieme a casa di Ryo, per
cui…mettiamo subito le carte in tavola, ci stai Cindermon?
Bene:
te l’ha chiesto mia
madre?»…«…!
Che?»…«Non far finta di non
capire.»…«No no non capisco
davvero.»
sbatté gli occhi lei «Oppure mio padre. Mio padre,
o mia
madre. Di indagare su di me. Perché dimmi qualsiasi
cosa…ma non di credere che le domande che mi hai posto
corrispondono a un tuo interesse.» tornando a passarsi della
crema sul contorno degli occhi «A te non infischia niente di
me.
Il gioco è partito così e ora entrambi lo
sappiamo e lo
accettiamo: nessuna meraviglia, non chiedo di essere interessante per
gli altri!» sbattendo il barattolo di crema sul comodino
«Però almeno che non mi si inganni! Sei
già venuta
col presupposto di carpire la mia buona fede, hai dovuto rivelarmi i
tuoi scopi ora ti prego, non continuare a trattarmi come fossi uno
stupido, non è rispetto!»
…mentre lei se lo
fissava con quegli occhi ingenui «Se i miei genitori, in
preda
alla disperazione di fronte a una foto di quando ero grasso,
perché ce n’erano!...ti hanno chiesto di capire se
sono
normale o no, se frequento ragazze di nascosto o sono proprio senza
speranza…svelamelo! Ti rispondo, e ti fornisco quel che ti
serve
per soddisfarli, così fai bella figura! Però per
favore
evitiamo il gioco del “bambinetto
stupido”!»…«Ma nooo,
ma…!...stai
facendo tutto da solo io ti giuro che NON avevo questa intenzione.
Pufff…» Cindermon prese un respiro profondo, e si
alzò «Accc…!
Ahh!...Takato…»
…con espressione che pareva sinceramente stanca (mentre quel
biglietto attendeva immobile nel disegno piegato sulla
scrivania…)
Cindermon mosse un passo avanti «Ci stiamo evolvendo. Uhm?
Tutti
e due. Ci stiamo evolvendo.» Takato gettò via con
poca
cura un pennellino, restando ad ascoltarla con espressione rigida
riflessa nello specchio. Lei continuò
«Adesso…h-hai
visto anche tu l’ultima volta, ieri notte, io sono
digievoluta a
un livello che IO STESSA ignoravo che esistesse. Che
c’è
di strano? Non si può chiedere al primo che incontri che
abbia
fatto la digievoluzione Matrix. Però da quanto ho capito che
adesso…è inutile fare opposizione, questo
processo
continuerà.»…«E
allora?!»…«E---allora-ti prego fammi
finireee…!...anziché sobbalzare subito.
Dicevo!...fff…» appoggiandosi un po’
alla sedia
della scrivania «Se vogliamo sconfiggere i nostri nemici, hai
visto quanto sono forti…» spiegava con pazienza, e
sembrava sinceramente intenzionata a convincerlo
«…dobbiamo cercare…di essere uniti, ma
uniti dico
veramente!»…«Ahhh, allora capisco,
è davvero
grave, che hai combinato? Cosa vuoi, soldi?! Non ti basta nemmeno
mangiare a spese della casa?!»…«Ffff, ma
non voglio
soldiii! Mmm…» protestava ma sofferente, con un
mugolare e
un battere il piede a terra un po’ infantili che fecero
girare
lui non solo con lo sguardo, ma con tutta la sedia
«…lo
vedi? Fai così e mi fai agitare, poi perdo il filo del
discorso,
ecco non ricordo più che…stavo dicendo proprio
adessooo…?» grattandosi il ciuffo, sotto quello
spietato
radar che erano gli occhi di lui…«La s-sintonia!
Senti a
me questo discorso preoccupa sinceramente e benché tu possa
dire
qualsiasi cosa io ci tengo a fare il mio dovere di Digimon! Sono
preoccupata per questi nemici della terra, e per quanto posso desidero
approfondire l’affinità con il mio domatore, si
è
visto e dimostrato che è l’unica vera formula
vincente in
battaglia!»…«Pfff…!!!»
sbuffò
lui impaziente, e lei «Per questo sto cercando di fare il
possibile, visto che sono a casa tua cerco di c-conoscere meglio i tuoi
genitori, capire un po’ come funzionano le tue abitudini ma
non
è mica facile, tu mi chiudi tutte le porte e-e con questo
anche
una stupidaggine diventa un’impresa eroica: qui neanche a
dire
che c’è una foto di te piccolo!!...io non ne ho
viste in
giro.» silenzio…dopodiché
«Pfff…!
Ahahahahahahahahah,
ahahahahahahahah!!!»…«…perchééé
ridi adessooo???»…«…ah!
Scusami, ma questa
è davvero il colmo, ma non ti accorgi di essere patetica?
Vuoi
vedere una foto di me bambino?!» …lui
ironizzava
senza freni, ma lei ci teneva a rimanere ferma e coerente con quanto
espresso «…sì, e allora? Il tuo Digimon
non ne ha
diritto?...che c’è di strano! Mi è
venuta la
curiosità di-diii…di la curiosità
di-gulp! La
curiosità di vedere com’eri quando eri
piccolo…uh?»…«…ma
come
sei…così soavemente dolce…e delicata,
Cindermon!» …lei fece espressione mogia
poiché
capiva che le sue parole erano taglienti «Improvvisamente nel
tuo
cuore hai sfogliato la pagina degli inganni per fare posto a tutti
questi così teneri desideri…? Dovrei pensare che
ti sono
simpatico così tanto da voler rifare la storia della mia
vita
all’inverso? Fermarti a guardare quant’ero
carino?!»…«…perché
tu hai sempre la
convinzione che non si possa mai provare interesse…p-per la
tua
vita?!»…«Perché è
la
verità!» replicò lui metallico,
riprendendo poi con
le sue parole di velluto «Comunque…!» e
i suoi gesti
elegantemente pacati, nel riordinare i suoi oggetti
«…siccome se mi rifiuto si potrebbe pensare che ho
chissà quali segreti da nascondere, e non mi
piace…dare
adito al sospetto che io celi…chissà quali
misteri,
soltanto gli stupidi ricorrono a questi mezzi, pur di elemosinare un
po’ d’attenzione! Io sono così, e mi
mostro
chiaramente per ciò che sono nel bene e nel male: non ho una
vita interessante? Pazienza, gli altri volgeranno altrove il loro
sguardo bramoso di gossip succulenti, io non ne ho bisogno!»
alzandosi, senza guardarla «Siccome si potrebbe pensare che
ricorro a simili tattiche…ti do il pieno permesso di
soddisfare
la tua curiosità, chiedi a mia madre…una foto di
me…BAMBINO…! Uhm?» guardandola con
un’ironica
coda dell’occhio, quando lei era già emozionata
«Chiedigliela, ci sono le foto di quando ero sovrappeso:
è
OVVIO…che ci siano anche quelle di quando
ero…APPENA
NATO…o poco più. Chiediglielo. E poi guardiamole
insieme.
Così ci facciamo quattro risate, quando finalmente avrai
illuminato i tuoi pregevoli occhi con l’immagine di
me…in
fasce. Di me bambino!» …culminando nella asperrima
specificazione «…UN ORRORE…
…!!!» e stava per andarsene, ma per qualche motivo
inspiegabile esitò con la mano sulla maniglia. Trascorsero
alcuni secondi di silenzio. Dopodiché lei, che era rimasta
imbambolata…accennò lievissimamente a mutare
espressione.
Non aveva fatto rumore, ma lui lo notò subito «E
adesso
cos’hai?!»…«Nie-pfff!!!...niente
non farci
caso.»
Takato si
volse lentamente…ed incrociò le braccia
«Stai…ridendo?» e Cindermon scosse
convinta la testa
sgranando gli occhi come per dirgli “ma che stai a
dire?”
…per poi scivolare in un «Pfff,
AHAHAHAH!» (canzone:
S
Club 7 - Show me your colours)…«…uhm!»
fece lui ironicamente compiaciuto «E la foto non
l’abbiamo
ancora tirata fuori.»…«Allora
è quello il
problema. Ma lo vedi come sei? Sei prevenuto in ogni cosa scusa
perché quando eri piccolo dovevi
essere-»…«Brutto?! Non lo so, io
è una vita
intera che me lo chiedo! Ma non posso restare indifferente di fronte
all’evidenza!»…«AHAHAHAHAH!...ahahahah!»
…l’imbarazzo di lei si era sciolto nel
divertimento, e
dinanzi a questo era lui a farsi più insicuro
«…che
hai da scompisciarti tanto?!»…«Scusami!
Ma sei tu
che mi fai sorridere. Ahaha, questa è bella, il bambino
bruuutto!»…«Beeeeeeh?!?! Che vorresti
dire! Te lo
assicuro, ero un MOSTRO!»…«Ahahaha! Non
ci credo,
voglio vedere!»…«Eh? N-No, ho cambiato
idea, senti
mi hai dato fastidio con questa cosa, non voglio che vedi niente!
S-Sono orrende le foto di quando ero
piccolo!»…«Ma
perchééé?!» lei gli si
aggrappò alle
spalle «Dai dai, voglio
vederle!»…«No!»…«Daaai!»…«Nooo!
C-Che bisogno hai di vederle?!»…«Per la
battaglia,
per essere più in
sintonia!»…«C-Che cavolo
può entrarci la battaglia con il fatto che fossi un bambino
brutto, orrendo, il…p-più stomachevole neonato
che si
potesse concepire sulla faccia della
terra!»…«Ma
perché cosa avevi di stranooo??? I bambini sono
così
carini!»…«Eh? E’ ovvio che
siano carini, per
carità, ci mancherebbe, io adoro i bambini! Gli altri mi
fanno
squagliare, ma io ero inaccettabile, per forza: ero un bambino
ipertrofico! Grasso come…u-un maiale arrosto, non avevo il
minimo senso essenziale…dell’estetica, e
dell’equilibrio delle
forme!!»…«Ahah! Forse
non avevi capelli per metterti questa roba in
test-»…«Ahhh, non
toccare!!»…«MAMM—MMA MIA ma
quanta ne hai
messaaa?! Non mi si laverà mai la
mano!»…«Bene, allora non potrai
raccogliere la foto
di me piccolo, ti
scivolerà!»…«Ahahahah!
Allora me la farò portare! Mi metterò
così, con le
mani legate dietro la schiena! E chiederò: signooora, cara
signora Mie sa cos’è mi piacerebbe tanto vedere
una foto
del mio amichetto in fasce!»…«Se ci
provi…IO
GIURO CHE TI SBATTO FUORI DI
CASA!»…«Provaci!»…«Credi
che non
lo faccia?!»…«Provaci: non ne hai il
coraggio caro,
a tua mamma e tuo papà ora piacc-AHI MA CHE TI METTI PURE A
DARE
I CALCI?!»…«Tu mi fai perdere le
staffe!»…«Picchiare una donna, guarda
che è
una cosa molto grave, è da farabutti di
strada!»…«Tanto meglio così,
s-sono in
parte!»…«Aiuuuuuuto! Aiuuuuuuto, Takato
è un
violento, picchia una fanciulla innocente come
meee!»…«C-Che “fanciulla
innocente”, un
Digimon PESTILENZIALE!»…«Ahahah! Non mi
prendi anche
se vuoi!» si barricò lei dietro al letto, ma lui
fece
piombare i pugni sulle lenzuola «Non mi
sfidare!»…«Ahaha! Ahaha!»
preparava uno scatto
lei a destra o a sinistra, e lui la braccava…
“Takato, sei
unico…tu non mi finirai di sorprendere. Ascolta, io non so
se e
quando tornerò a Digiworld…però di una
cosa sono
certa, che l’esperienza con te per un motivo o per un altro
non
potrò mai scordarla, ihihihi!”
«…tu…tu
non mi conosci ancora. E’ questo il tuo problema Cindermon,
per
te sono ancora quel bambinetto dalla faccia INGEEENUA come un
baccalà! Ma non credere, in questi anni me ne sono successe
tali
e tante che conosco la vita molto più di quanto in questa
casa
si crede! E so come trattare certa
gente!!»…«Ahaha,
no! No mi dispiace ma tu hai smesso di essere quel bambino ai miei
occhi ormai da…un minuto e mezzo: da adesso sei quel bimbo
sovrappeso che ho tutta l’intenzione di
vedere!»…«Iiio TI
AMMAZZO!!»…«Ahahahah, tanto non mi
prendi!» si
spostò lei presso la scrivania «E’
inutile, lottare
con me è una sfida persa: sono un Digimon, molto
più
veloce e forte di un essere
umano!»…«Sono diventato
anch’io un Digimon tanti anni fa: ho fatto la
biodigievoluzione!» (fine-canzone)…al
che in lei affiorò un turbamento improvviso
«…la
cosa…?» ma lui ne approfittò per
afferrarla
«E-E scansati di
lììì!»
…il disegno con il biglietto caddero a terra…
«Bada bene
che anche se sei un Digimon non mi fai paura, ne ho fronteggiati di
assai più grossi e spaventosi di te per cui ficcati in
quella
testa dura…!!...» …ma lo sguardo di
Cindermon si
smarriva incerto «…che ti permetterò di
prenderti
gioco di me! Oh?!» ma qualcosa sorprese Takato: gli
arrivò
un sassolino sulla spalla. Sicché si volse verso la
finestra,
sul cui vetro rimbalzò un altro sassetto «Ma chi
è…?» si chiese avvicinandosi…
…senza accorgersi che Cindermon stava lasciando la stanza
«…la biodigievoluzione…» si
ripeteva con
quegli occhi azzurri dilatati. Per poi richiudere la porta alle sue
spalle «…è il motivo per cui sono
giunta fin qui da
Digiworld, il mio traguardo finale. Allora perché udirla
nominare ora mi dà questo effetto, è come se
tremassi.» stringendosi su se stessa, e guardando verso
l’alto «…la biodigievoluzione…quella
cioè in cui i-il domatore, il
Digimon…!...!!»
cercando di accozzarla con i gesti delle mani
«…s-si
fondono in un’unica esplosione di potenza. In due nello
stesso
corpo, perché adesso mi sembra come se ci pensassi la prima
volta…e mi fa un effetto strano, qua!!» battendosi
sul
petto…
…Takato
apriva alla finestra, sporgendosi
«Takato!!»…«Jeri, sei
tu!!»…«Scendi, per
favore!!»…«Che
succede?! Non ci sarà mica un attacco nemico!» ma
Jeri
scosse il capo, e confessò
«C’è una
cosa che devi sapere!!...
...Mako mi ha
chiesto di
sposarlo!!»…«Cosa?!» il
ragazzo
dilatò improvvisamente lo sguardo…
«Per
favore, scendi Takato!! Ho bisogno urgente di
parlarti…!»
Subito un moto di
agitazione insorse in lui «U-Un momento e
arrivo!...accidenti…
…quel pazzo
vuole fare un matrimonio assurdo, di certo c’è lo
zampino
del padre-oh?!» ma si accorse di pestare qualcosa che era
rimasto
a terra «E questo che
cos’è…?»
piegandosi sul disegno, e tirando su lentamente il biglietto…
Cindermon intanto scendeva le scale, raggomitolata sui suoi
pensieri…
…Takehiro la scorse
«Cindy!»…«Ehi cara
cos’hai?» fece
anche Mie…ma la ragazza varcò la porta
«Hai visto,
Takehiro? Non ci ha nemmento sentiti, che cosa
avrà…?»…«Non ne ho
idea. Spero non
abbia litigato di nuovo con mio figlio.»
Jeri attendeva fuori, con
vivo nervosismo «Ahh, Takato quanto ci metti…!...
…vieni per
favore!» non resistendo più alla tentazione di
accendersi
una sigaretta: ma mentre frugava nella borsa Cindermon
passò…
…senza notarla
nemmeno, aveva lo sguardo perso lungo
l’asfalto…Jeri si
accorse di lei quando tirò su gli occhi dalla borsa
«…quella è Cindermon!»
volgendosi poi verso
l’edificio «Ma questo vuol dire…che
adesso abita
qui!» passandosi la mano sulla fronte e lungo i capelli, per
poi
sfiorarsi le labbra in un’espressione incerta…
…mentre Takato apriva il biglietto…con occhi ogni
minuto
più esterrefatti «”Caro
Takato…
...noi ci siamo incontrati poche volte…ma fra noi due
c’è…un legame
speciale…”
…!!!...?...!» …sprofondando
così nella
lettura di quelle oscure parole “…tu
forse non immagini lontanamente chi sono, né cosa
rappresento
per te. Ma io so quanto tu hai a cuore i tuoi amici…ed
è
proprio di loro che intendo parlarti: devi sapere che Kenta
Kitagawa…è nelle mie mani! Se desideri liberarlo,
io ti
sto aspettando. Mi trovo presso la vecchia sede di Hypnos, so che per
te sono luoghi di ricordi. Attendo non sai da quanto tempo il
giorno…in cui ci troveremo faccia a faccia. Vieni da solo,
mi
raccomando…
…o uno dei tuoi preziosi legami col passato questa notte
rischia
di spezzarsi definitivamente!!” «Oh
no!!» Takato lasciò cadere il biglietto,
boccheggiando «…firmato…N’Emo…»
…nella
sua mente passò come un flash l’immagine di quel
ragazzino
dai capelli neri così somigliante a lui…
«…e
Kenta…ha detto di averlo con sé, di averlo
catturato!!» stringendo gli occhi, ed il suo pugno di
pulsioni
configgenti, che però epilogarono in un «Non posso
abbandonarlo!!» dal sapore antico…
…in
quegli stessi istanti, fra i poliziotti e le sirene roteanti al portone
di un palazzo, sfilava anche un ragazzo dal costume a scacchi rossi e
neri…e l’espressione sospesa in una triste pena,
rivolgendo gli occhi al cielo nel quale si faceva sera
«…lo cercano per arrestarlo. Non sanno dove sia
finito…» volgendosi un’ultima
malinconica volta
verso l’edificio «…è
ricercato per
l’omicidio di un amico che gli procurava da bere.
Dunque…vale ancora la pena che io vesta questi
panni?»
(canzone: Westlife
& Diana Ross - When you tell me that you love me)
afferrandosi gli abiti con le delicate mani «Vale ancora la
pena
che…lotti con tutta la mia determinazione?
Oppure…»
chinando il capo «…sarebbe meglio che lasciassi
perdere,
che sparissi?!...come un fantasma…quale sono stato da dieci
anni
a oggi. Forse dovrei gettare la spugna ormai definitivamente,
però…qualcosa di inspiegabile mi spinge ad
insistere.
Magari sono i ricordi. O io che non voglio
arrendermi…all’evidenza dei fatti, e dei tempi che
sono
cambiati!» declamava con la sua voce gentile, piena di poesia
e
sensibilità «Ma so che questa notte
correrò ancora:
anche se forse si rivelerà fiato sprecato!
Correrò ad
avvertirlo, in un’ultima impresa!!» scattando in
una
corsetta…
…per poi
volgersi ancora, verso l’edificio oggetto di pattuglia della
polizia «…vado a avvertire il nostro amico che
è in
pericolo, e anche tu, dove ti trovi, abbi cura di te! Nel mondo che hai
lasciato…si sta scatenando l’inferno e
purtroppo…è proprio tuo padre ad esserne al
centro…»
«…che cosa, Cyclemon…?» Kazu
spalancava gli
occhi irradiati dal bagliore della Sfera regale che ora fluttuava fra
lui e l’anziano Digimon. Andromon accanto al ragazzo, come un
imponente e affidabile guardiano «Ho superato
un’altra
prova?»…«E’ così.
Questa era la prova del
coraggio.
Hai dimostrato di saperti confrontare con gli incubi peggiori che hanno
attanagliato la tua
vita.»…«…ogni giovane che
abbia un Digimon al suo fianco è chiamato a
farlo…»
replicò il ragazzo assorto, e Cyclemon spiegò
«Hai
saputo dominare i tuoi istinti…e grazie a te il tuo Digimon
è stato in grado di combattere anche se c’era una
barriera
a separarvi: tu hai saputo arrivare dritto alla sua anima. La Sfera lo
ha compreso…» …mentre Kazu e Andromon
si
scambiavano un sorriso di rinnovata fedeltà…
…ma
dei passi delicati su scarpette splendenti si allontanavano da loro
«…meglio così, tutto è bene
quel che
finisce bene.» sussurrò Diamon con
espressione
serena «Quanto a me…io sparisco! Puf, magia. Eh
sì,
l’ho promesso.» volgendosi «Ho detto che
se fosse
andato tutto bene me ne sarei stata zitta e buona al posto mio, ho dei
doveri in questo castello.»
«Oh? Diamon, aspetta!»
«Uhm?!» si volse la ragazza, al richiamo di Kazu
«Dove stai andando?!»
Lei restava
imbambolata, non sapeva cosa rispondere…ma intanto Cyclemon
spiegava «Devo dire che hai saputo impartire una lezione
importante a tutti noi, Kazu. E anche
tu…»…«Oh?
Grazie…grazie, grande
Cyclemon.» rispose rispettoso Andromon «Ascolta,
Cyclemon.» disse poi Kazu «C’è
una cosa che
più fra tutte mi starebbe a cuore: potrei
sapere…dov’è finito il papà
del mio
Digimon?» al che Cyclemon si volse, e anche Andromon
«Oh?!» sussultò…
…le parti
si erano scambiate, e ora là presso le schegge del vetro
infranto c’era un Guardromon, dall’aria stanca e
malandata
«O-Ohhh…sono regredito…allo stadio
inferiore! Ma
ahimé, ciò non significa essere di nuovo
giovani…
…è
la vecchiaia, purtroppo…ahhh! Così
l’antica forza
svanisce…lasciando spazio al dispiacere e allo
sconforto…» …ma Andromon si
avvicinava
«…non dire così,
papà!» chinandosi su
di lui «Ricordati che ci sarei sempre e comunque io al tuo
fianco, anche se tu mi mandassi via. Sono tuo
figlio!»…«…figliolo…ohu!»
…emetteva sfrigolii e scintille il Guardromon padre
«…ti sei rivelato tanto forte: a-avevo sbagliato
sul conto
tuo…e del tuo
domatore.»…«…non far
sforzi a parlare, sei ferito papà, devi rimetterti in
forze.» lo carezzava con mano ormai sicura
quell’imponente
Digimon androide che emanava gioventù e vitalità
«Suo figlio ha ragione, lo ascolti!» venne avanti
Kazu,
togliendosi il cappello e parlandogli «Mi permetta di dirle
che
ho già visto un Digimon della vostra specie in queste
condizioni, il mio!»…«Ahahah!»
rise
d’amicizia Andromon, e Kazu spiegò
«E’ bastato
che si lasciasse curare e si fidasse di me, e come vede si è
rimesso in forze per crescere sano. Io e lui abbiamo percorso un lungo
cammino, ed oggi siamo di nuovo insieme, anche se la vita ci ha
separati. Anche lei, non si precluda la gioia di restare accanto a suo
figlio, sono certo…che Andromon l’ha
già perdonata
per ogni cosa. Non è vero Andromon?» ma il
Guardromon
parlò con gli occhi umidi «Ragazzo…come
fai ad
esserne così sicuro?»…«Beh,
perché lo
conosco. Ma conosco anche me: assistere alla vostra
storia…mi ha
fatto comprendere…che non c’è cosa
più
importante della tolleranza e del perdono nonostante il grande male che
ci si possa a volte involontariamente fare. Ho deciso che quando
tornerò sulla terra vorrò parlare di nuovo con
mio padre.
Mi ha rifiutato tante volte…ma chissà come sta
adesso…forse come un Guardromon un po’
scassato…» chinando il capo un po’ in
pena…
Diamon si asciugava i suoi occhi con le unghie…
…e
Andromon spiegava «Papà, Kazu ha ragione. Io ti
perdono.» tendendogli la mano «Così la
mamma in
cielo sarà felice di vederci assieme di
nuovo.»…«…figliolo
mio…»…«Papà…»
…e
c’era Cyclemon che chiudeva gli occhi dinanzi al suo scettro
lampeggiante “…per fortuna abbiamo superato anche
questa,
ma è stato davvero rischioso. Ho capito di aver esagerato
anch’io con queste prove…avevo fretta di trovare
l’erede, ma questo non mi dà
l’autorizzazione di
giocare con la vita delle persone e con i loro dolori.
Dell’ultima prova nulla si sa. Ma non ho intenzione di
approfondire, non voglio ricorrere di nuovo a Kazu: oggi ha dimostrato
molto più di quanto avrebbe mai potuto. La Sfera e
Digiworld…trarranno le loro
conclusioni.”…«Papi…che prova
verrà
adesso?»…«Non lo so figliola, ma ora
lasciamoli
tranquilli.»…«Sono d’accordo!
Se sali vengo
con te!»…«…ti
aspetto.»
…ma a quel punto Kazu si volse di scatto, e cercò
in
quell’arena buia come se avesse smarrito qualcosa di
importante
«…Diamon!!» ma lei, senza neanche
girarsi (fine-canzone)
«Scusa, ho proprio fretta, devo andare! Comunque complimenti
per
tutto ciò che hai fatto oggi, sei stato
fantastico!»…«Aspetta, ho bisogno di
parlarti!» corse avanti il ragazzo «Se
non…!...fosse
stato per te, io…
…dubito che ce l’avrei fatta.»
…Andromon fece
eco « …anch’io dubito che ce
l’avrei
fatta.»
Ma
Diamon non si volgeva, guardava verso l’alto per invocare la
forza e definire «Sandmon…mi sta probabilmente
attendendo
di sopra. Scusa!»
«Ahh!...
…Diamon…aspetta…» Kazu
ritirò deluso
la mano…per poi rivolgersi al suo Digimon
«Andromon…che mi succede? Perché
avverto una
sensazione strana nel mio cuore, come se mi portassero
via…qualcosa di molto
importante…»…«Oh-h? Io anche
se sono
digievoluto seguito a non capirci granché di queste
cose.»
con dito picchiettante sulla testa
«…però…siccome la senti
tu…questa
sensazione la sento anch’io.»
Kazu
smarrì così i suoi occhi là dove lei
si stava
allontanando, guardandolo appena un’ultima volta, con la coda
del
suo sguardo…
Takato
varcò a passi lenti e insicuri la porta del suo negozio per
uscire all’esterno, Jeri appena lo vide
«Takato!!...»
tese la mano verso di lui ma poi la ritirò, come se di nuovo
qualcosa nell’aspetto del ragazzo e in quel suo nuovo look la
intimorisse…
“Jeri…” ma lo sguardo di lei si fece
sfuggente,
deglutì e poi realizzò «Senti lasciamo
stare, va
bene?! Devi perdonarmi, sono un po’ strana! Non avrei dovuto
dirti di scendere, scusami!!» volgendo le spalle per
allontanarsi
ma «No!!
Aspetta!!»…«Uhm!»
l’aveva
afferrata per il polso lui…
…il
cui viso era pallido, lo sguardo attonito…Jeri si volse
lentamente, sbalordita…
Nel frattempo al
convento «Non posso lasciarla andare
così!!»
esclamava Mako «Mako…amico mio, che ti succede,
sembri
sconvolto!» si premurò Beelzemon lasciando le sue
borse a
terra per mettergli le mani sulle spalle «Io e Jeri abbiamo
avuto
un litigio, Beelzemon!»…«Cosa?
Come?!» fece il
Digimon girandosi istintivamente come se le risposte fossero dietro di
lui «Ma sì, era mentre tu stavi preparando le tue
cose,
lei si è arrabbiata perché io…le ho
chiesto di
sposarci, come aveva detto
papà!!»…«Ah?!...e
così vostro padre vuole proprio che vi
sposiate?»…«Ah, ma il suo brillante
desiderio non
sarà esaudito se Jeri mi lascia, stavolta l’ho
vista
arrabbiata davvero! Beelzemon! Devo parlare con lei, ti prego prestami
la tua moto?»…«Cosa? Ma sì,
sai che è
anche tua!»…«Sono disperato, se lei mi
lascia…io…sono un uomo finito! Debbo a tutti i
costi
chiarire!»…«Calmati! Calmati ci andiamo
insieme, ok?
Vengo anch’io la andiamo a
cercare!»…«Sì ma mettiti la
giacca per
coprirti!»…«Io mi nascondo ma tu ti
calmi, ok?
Avanti andiamo, la moto è qua
fuori!»…«Sì…»
Mako sudava per
l’agitazione…
«Jeri,
aspetta!»…«Lasciami,
Takato!!»…«Ma mi hai appena
detto…»…«Sì, Mako
ha chiesto di
sposarmi! E con questo?!»…«Come sarebbe
a dire
“e con
questo”?!»…«Sì LO
SO che
ti sono venuta io a chiamare, ma è stato un gesto stupido,
lo
ammetto!» replicava lei che seguitava a non guardarlo, mentre
lui
la tratteneva per il polso «Io e Mako…»
sfiorandosi
la fronte «…siamo fidanzati da tempo, questa cosa
era
nell’aria!...è sciocco che sia così
stupita,
dev’essere stata dell’agitazione momentanea,
l’emozione per il
momento!»…«Jeri…»
…il
tono del ragazzo era tremulo, il suo sguardo sospeso…nel
pugno
dell’altra mano stringeva il biglietto da poco
letto…
…la
ragazza si volse a poco a poco
«…Takato…ma che
cos’hai…? E’ per questo che ti ho
detto…?» accennò un po’
esitante
«…non sarà che…il fatto che
Mako…h-ha
chiesto di sposarmi…ti suscita questa
reazione?»
…lui non diceva niente, ma la fissava
«…dovevi
aspettartelo, insomma…!...i-il fatto che tu ed io siamo
amici…
…insomma,
le cose sono sempre state chiare fra noi. Tu per me…sei
importante. Molto, lo resterai sempre! Mako tuttavia è il
mio
fidanzato, ed io…
…e-ed io
lo amo!»…«Sei
sicura?!»…«Come?!...
…certo!
Perché me lo
chiedi?»…«Jeri…no!!»
fece lui scuotendo
il capo mentre la fissava, e Jeri dilatò lo sguardo
(canzone: Laura
Pausini - You are)
«Non fare un matrimonio di cui non sei convinta! Non sposare
un
ragazzo che non ami, se hai dei dubbi puoi ancora tirarti indietro,
devi farlo!»…«…Takato,
ma…
…perché mi parli in questo modo…?
Insomma…sai che io…che Mako!...ah…
…ma
sì, lo capisco! Teniamo entrambi molto al nostro rapporto,
temiamo…che qualcuno ce lo porti via! A-Anch’io
adesso che
ho appena visto…Cindermon…uscire da casa tua
ebbene non
me lo aspettavo! So che in fondo…tu hai sempre provato
qualcosa
di speciale per me
e…»…«Jeri…»
“Perché mi stringe…?” si
chiese lei, mentre
lui la tratteneva «…ora
ascolta…esattamente
ciò che sto per
dirti!»…«…Takato ma
perché sei così agitato…? Mi fai
paura! E’
eccessivo per tutto questo, non lo capisci?! Lo capisco io stessa che
fino a un attimo fa ti ho chiamato disperata!» rivolgendogli
una
carezza sul viso «…devi fartene una
ragione…»…«Jeri!! Senti!
Io…non so!
Capito?! Nn…come posso dirti, fino a quel giorno nel
D-Reaper ci
sono stato, ma non so fin quanto ancora potrò accorrere per
proteggerti, e salvarti da ciò che può farti
male!!» “Ma…perché parla in
questo
modo?!” «…io non so se potrò
esserci,
capisci?! Non esporti…!!...abbi cura di te! Pensa alla tua
vita…e...e…!! Questo matrimonio con Mako NON
PUO’
ANDAR BENE!»…«Ma quello che dici
è
assurdo!!»…«No…non
è
assurdo…» …seguitava a fissarla nel
più
sommo stupore di lei…ricordando le parole di Yamaki quella
mattina “…e
se Jeri
è ancora nei tuoi pensieri, è perché
è nato
come un amore unico! Di quelli…immensi, che si provano una
volta
soltanto nella vita per il semplice fatto che sono i soli, che
congiungono il nostro destino con quello della persona con cui
è
scritto che dobbiamo restare!...per sempre…per tutta la vita.”
“Non posso
più aspettare…” il ragazzo strinse
più forte
il biglietto “…non mi posso più
permettere di
tergiversare, non so quanto tempo mi resta ancora! Devo far
presto!” «Jeri, lascia che ti dica ciò
che ho sempre
pensato!»…«Ma Takato…io lo
so…!»
replicava lei sconvolta e premurosa, ma lui «No! Non lo
sai!» carezzandole i capelli «…tu sei
una ragazza
meravigliosa…e la crescita ti ha resa ancora più
bella,
ancora più stupefacente, tu…!!...meriti-no, ti
prego non
te ne andare e lasciami finire! Tu meriti…di essere felice,
COMPLETAMENTE felice, al diavolo i palliativi, i compromessi, le
soluzioni mediane che trovano tutti gli uomini per vigliaccheria, tu
sei stata una grande domatrice!! E un animo…grande, di
bambina e
poi di ragazza piena di
sogni!»…«Takato…»…«…tu
sei la protagonista ideale per ogni favola: tu con o senza di me non
puoi azzardarti a consegnare la tua vita nelle mani di un uomo che ti
ami…
…di meno…
…di
quanto io per sempre ti
amerò!!»…«Ahh!!»
e nel sussulto
dell’animo di Jeri, lui la baciò. La trattenne con
la
forza...ma la baciò ad occhi chiusi e con
delicatezza…mentre lei dilatava il suo occhio
“Takato!!!”
“Eccolo…papà, se fai capolino fuori lo
vedi. Il mio
primo bacio. Il primo bacio di tuo figlio. E miracolosamente accontenta
entrambi, perché lei è la donna che amo. Il solo
amore
della mia vita. Jeri Katou…”
…ed una
forza che sembrava più grande, alla quale sembrava
impossibile
resistere, stava sollevando le mani di Jeri, per esortarla seppur
timorosa a rispondere a quel bacio…
«Beelzemon, ferma qui!!» la moto si
fermò e
«Oh!!»
Mako smontò, e si sfilò il casco…
Beelzemon sussultò “Jeri…!!!
Takato…”
…mentre
ingenuamente attoniti e delusi erano gli occhi del suo giovane domatore
«Non…è possibile…»
…alla vista di quella coppia che si baciava teneramente,
sotto
le prime luci della sera cittadina, con le sagome incorniciate dalla
calda e accogliente luce di un panificio che filtrava dalla porta e
dalle vetrine…
A Beelzemon
avvolto dalla giacca fu istintivo smontare dalla moto e accostarsi al
suo domatore, allungò la mano ma si premurò di
non
toccarlo capendo che aveva bisogno di ritagliarsi istanti
isolati…
…Takato riaprì gli occhi dolcemente prima di lei,
e le
sussurrò «…perdonami amore, farei
durare questo
momento in eterno ma non posso restare…»
…e
lei che lo reclamava con lo sguardo già completamente
spiazzato
«…non posso…davvero…mi
spiace…»
diceva lui col tono carezzevole di un angelo,
nell’inaspettato
gesto di rientrare nel negozio…
Mako
indurì l’espressione e sembrò volersi
dirigere da
lei, ma «AHH, LASCIAMI!!» Beelzemon lo trattenne
saldamente…
All’interno del negozio «Ahh, Takato sai che mi ha
detto la
signora del negozio a fianco? Hai presente quella tassa che avevamo
pagato recentement-»…«Mamma, ti voglio
bene.»…«Ehh?!»
Il ragazzo
cercò qualcosa indosso a lui, ma non trovando nulla
sfilò
agilmente la cuffietta dal capo della madre, ci riversò un
bacio
e gliela rimise in testa «Ecco, porta sempre il mio bacio con
te.»…«Takato…»
già faceva
Takehiro guardandolo sconvolto, ma il ragazzo gli sfiorò il
braccio «Papà, anche a te voglio bene. Devo
allontanarmi
per qualche ora. Papà, ho dato il mio primo
bacio.»…«Cosa?!» (Mie si
portò le mani
alla bocca) «L’ho dato. E se vuoi saperlo
è stato
meraviglioso. Puoi stare tranquillo adesso…»
…prendendo una corsetta come faceva sempre
«Ciao!»
“Guilmon, dammi la forza di non guardarmi
indietro!!”
…aprendo la porta «Aspetta,
Takato!!»…«No, Mie
ferma.»…«Ma…a chi
può aver dato quel
benedetto bacio?!»…«E me lo chiedi?
E’ ovvio!
A Cindy,
sicuramente!»…«Ihh!!»…«Ora
capisco perché usciva così sconvolta!»
Ma fuori si
incrociarono di nuovo, lei lo aveva aspettato «Devo andare
Jeri!» ma stavolta fu lei a trattenerlo «Aspetta!!
Dove?!
Dimmi dove vai…così…»
supplicandolo ma lui
scrutandola appena «…non posso dirtelo. In ogni
caso
grazie per questo momento! E…
…per aver
fatto sì che nella mia vita non mancasse neanche
questo.»
“Addio, Jeri.” «Takato!!» ma
lui corse rapido
“Ti amo…ma ora la mia via mi chiama verso una
sfida dalla
quale non so se tornerò. Non importa.” (fine-canzone)
…mentre
Jeri era rimasta in subbuglio, supplicava una spiegazione ad ogni
dettaglio attorno, e si sfiorava le labbra «Oh mio Dio cosa
ho
fatto…?...!!...
…perché…?!!...e adesso
dov’è che
starà andando?!» accennando a volerlo seguire ma
poi
lasciandosi cogliere dal timore nell’ impetuoso ricordo di
quel
gesto, che la spingeva a ritirarsi…
Fu allora che
Mako «Ahh!»…«AHHH, LASCIAMI
PERDERE,
BEELZEMON!» si liberò dalla presa del suo
Digimon…
…e si
precipitò dalla ragazza «MA BENE!!»
…la quale
si volse attonita «CHE IL QUARTIERE GIOISCA, FINALMENTE IL
NOSTRO
INGENUO PICCOLO PANETTIERE HA SUPERATO LA PUBERTA’!
PUO’
APPENDERE GIOCHI E FIGURINE AL CHIODO, ADESSO CHE E’
DIVENTATO UN
UOMO!!!»
«Mako, controllati, te ne prego!!» tendeva la mano
Beelzemon.
Ma oltre gli
occhiali del ragazzo si leggevano furia e frustrazione in grandi
quantità…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 19 *** La riattivazione di Shaggai ***
19°puntata DT2
«Certo che anch’io sono strana.» si
diceva Cindermon camminando per strada «Non mi spiego il mio
comportamento! Perché appena Takato ha nominato la
biodigievoluzione mi sono sentita soffocare? Tanto è vero
che sono dovuta venire qui…ahhh! La gente, la
città, i palazzi, aria pura: non c’era niente da
fare, non potevo restare un minuto in più in questa casa. Ma
mi chiedo perché! Sono argomentiii…di battaglia,
ordinaria amministrazione per un Digimon. Sarà ma io ho
tanto il sospetto che è da quando la signora mi ha fatto
tutto il discorsone che non sono più la stessa. Mi
sento…agitata, come se una scossa bzzzz!...mi pervadesse
tutta quanta. E non c’è che dire!»
colpendosi il palmo con un pugno «Non fanno che ritornarmi
nella testa le immagini di ieri notte: rigira, rigira la battaglia ed
io…non so che fare. Che dico, che penso, boh!»
…ma quegli occhi truccati di rosso e di nero la stavano
osservando…
«Ad esempio PERCHE’ mi chiedo sono andata nella sua
stanza. PERCHE’ ho chiesto di vedere una foto di lui piccolo
sono matta?! LL…Lo ha detto anche lui, è brutto!
Allora perché? Dev’essere sempre per la solita
storia pufff…della sintoniiia, mi sono incaponita
con---c-con questo fatto di stabilire un buon legame,
dev’essere che sento la competizione con quel
Guilmon-AAHHH!!! Oooo---dddio a momenti mi acciacca una macchina:
graaazie, anima pia se non era per te io adesso ero fatta a strisce
stavo qua
spiaccicat-»…«Cindermon!»…«Oh…
…mamma mia, ancora tu!»
Colui che lo aveva aiutata era il ragazzo a scacchi «Ti stavo
cercando! C’è una cosa importante che devo
dirti!»
…gli occhi azzurri di Cindermon si dilatarono per
l’ennesima volta…
«E così svelato il perché non vuoi
sposarmi!»…«Mako…ti prego,
per favore!»…«Certo che hai una bella
faccia tosta Jeri, non sapevo fossi così DOPPIA, e
falsa!»…«Ritira subito quello che hai
detto!!» ma intervenne Beelzemon «Ora basta,
ragazzi vi prego! Non litigate!»…«Ma
Beelzemon, l’hai vista tu stesso! Questa…!!...ah,
non so nemmeno come
definirla!»…«Definisciti da solo, ma
attento alla scelta dei termini!» reagì lei con
rabbiosa ironia, ma Beelzemon mediava «Jeri, ti prego!
Mako…ascolta, sei troppo sconvolto: andiamocene! Dammi
retta, è la cosa
migliore.»...«Sì, portatelo via,
Beelzemon!»…«COSA?! M-Ma come
“portatelo via”?!» tuonava il ragazzo, ma
lei «Però fate il favore di tornare a piedi: a me
serve la moto!»…«…?! Dove
credi di andare!»…«E lasciami,
Mako!!»…«Lo so! Vuoi corrergli dietro,
quel bacetto…BBBAVOSO sulla sua bocca sporca di latte non ti
è bastato!!» ma «AHHH!» lei lo
colpì con uno schiaffo, incurante dei richiami di Beelzemon
«Jeri!!»…«Pensa alla tua di
bocca…e alle povere disgraziate che bacerai: prima slegati
il bavaglino, Mako…!!»…«GRRR,
MALEDETTA!!» provò lui ad afferrarla ma lei si
scansò in tempo «SEI SOLTANTO UNA POCO DI
BUONO!» si dimenava Mako con Beelzemon che lo tratteneva
«TI ODIO, E ODIO QUELLO SCHIFOSO CON CUI TE LA FACEVI ALLE
MIE SPALLE! M-MI HAI SOLO INGANNATO, SEI UNA VIPERA JERI!!»
…ma lei passò avanti con aria altezzosa
«…non ho tempo da perdere con i
bambini…» accostandosi alla moto, ed infilando il
casco mentre lui esclamava ancora «MA GIURO CHE TE LA
FARO’ PAGARE! Vi pentirete tu e quel bastardo di esservi
presi gioco di me!!»…«BASTA, MAKO!!
Allontaniamoci, in che lingua devo dirtelo?! Certe volte è
la cosa migliore!!» si opponeva insistente
Beelzemon…
…mentre Jeri azionava la moto «…devo
assolutamente scoprire dove si è diretto Takato.»
nell’echeggiare del rombo del motore «Ho distrutto
i progetti che avevo per la mia vita: ma in questo preciso istante
sento che c’è solo una cosa che
conta…» (canzone: Steps
- Only in my dreams) così
sfrecciò…
…mentre Mako le gridava ancora dietro
«MALEDETTAAAAAA!!!»…«…coraggio,
andiamo via.» ma il ragazzo respinse la presa del Digimon e
«G-GRRR!!!» tirò un calcio alla vetrina
del panificio «Mako aspetta, dove vai?!...
…fermo…!» ma i richiami del Digimon
erano inutili, sicché si volse indietro con espressione
appenata “Jeri…perché hai fatto questo?
Che piega sta prendendo la tua vita in questo momento?”
Jeri faceva sfrecciare a tutta velocità la moto lungo le
strade della città, quasi ignorando i semafori…e
nella sua mente scorreva e riscorreva quella scena
“Takato…
…non so neanche cosa sia stato. La follia di un istante. Un
flash di passato. Un attimo di vita non vissuta, oppure!...
…oppure…”
…Takato era in auto, con il biglietto aperto di fronte a
sé sul finestrino, e il fiato sospeso in quel respiro che
prese, chiudendo gli occhi…con le mani ben salde al volante,
per poi sfoderare nuova determinazione nello sguardo…
«Tu devi correre! Devi andare, Cindermon! Takato ha bisogno
di te!»…«Takato…?
Perché, è forse in pericolo?!»
…il ragazzo tacque. Ma lei lo afferrò per gli
abiti «Cosa sai,
parla?!»…«Vogliono attirarlo in una
trappola!! Se c’è qualcuno che non deve perderlo
mai di vista quella sei tu! Sei l’unica che può
proteggerlo, tu sei il suo
Digimon!»…«Io…?!...
…b-ben detto…» ponderò con
calma…
«…ben detto-hai ragione-sono il suo
Digimooon!!!» esplodendo così in quello che era
quasi uno sfogo, per poi scivolare in un più delicato e
mistico «Ma
tu…?»…«…io…?»
accennò un sorriso quel ragazzo dall’aria timida
«Chi sei tu, che ci aiuti sempre…? Sei sempre
dietro l’angolo a permetterci di ritrovarci in questa
città che disperde
tutto!»…«Io…»
afferrando le mani della ragazza digitale «Beh, sappi che
sono qualcuno che ha avuto tanto a cuore la battaglia di allora, e non
ho mai smesso di vegliare sui Digimon Tamers! Anche se in questi anni
mi hanno costretto al silenzio, non mi hanno permesso di
mostrarmi…per quello che
sono!»…«Però a guardarti mi
ricordi qualcuno!...non…?..ci siamo già visti noi
due?!» ma il ragazzo indietreggiava
«Ora…devo
andare!»…«C-Come,
aspetta!!!»…«Ma un giorno mi
toglierò la maschera! Vai Cindermon, aiuta Takato! Aiuta il
mio amico
Takato!»…«…Takato…Takato,
Takato, sì, io…!»
…in un flash fulmineo di ricordi di tante litigate, che
plasmarono uno sguardo determinato «Devo andare da lui, non
lo lascio in pericolo!!»
…il ragazzo a scacchi correva «Bene, e
adesso…è il momento di avvertire gli altri
domatori!»
…ma non si accorgeva che da un vicolo vicino spuntava una
donna dall’aria austera che parlava al cellulare
«Hai capito bene Fiocco di neve, il giudice ha tolto anche la
pelle a mio marito: figuriamoci mia figlia! Dovrò allestire
una stanza per lei…non appena sarò riuscita a
trovarne io una in affitto! Ma conto di farlo presto, è un
periodo fortunato, e bisogna battere il ferro quando è
caldo: grazie ad alcune foto sono riuscita a rovinare due dei miei
alunni in un colpo solo, l’altro di cui stanno arrestando il
padre ormai è sparito per sempre!»
…dal cellulare la voce «…sei fortunata,
signora maestra.» …ma lei
«Oh?!» …notò
qualcuno in strada che correva rapido con indosso abiti
eccentrici…
«Che ti succede?» dal telefono. E lei
«…cosa dicevi, prima…?»
modulando la voce…
«Ce la farò!» si prometteva armato di
speranza quel ragazzo «In una notte riuscirò a
rimettere insieme tutti i frammenti: non permetterò alla
leggenda di disperdersi, vi salverò tutti!!»
Ma quella donna l’aveva identificato «Il trucco non
serve a ingannare chi ti ha visto da bambino! Voglio proprio vedere
dove sei diretto!»
Dinanzi agli occhi di Takato, oltre il finestrino, incorniciato dalla
sera “La sede di Hypnos…
…la vita mi richiama in questi luoghi, forse per il
confronto decisivo! Perché…? Che senso ha avuto
tutta la mia storia, Guilmon…perché non sei con
me in questo momento?!”
…il draghetto rosso sedeva sul suo trono al palazzo, ma
d’un tratto «Uh?...Takato…»
sussurrò orientando in alto i suoi occhi gialli oltre il
cappuccio…
…come in
alto ai grattacieli guardava Takato, mentre smontava
dall’auto “Non vado incontro al destino indossando
i miei occhiali da domatore…”
«Uhmuhmuhmuhm…!»
…N’Emo invece calava sui suoi occhi proprio quegli
occhiali…
“Ci vado senza protezione, senza un Digimon! Ma anche in
questi casi non puoi lasciare un tuo amico nel pericolo, devi
rischiare! Sono disposto a tutto, pur di aiutare Kenta…
…anche a qualsiasi sacrificio…”
Ma Cindermon, a bordo di un autobus e ben stretta alla sbarra di
sostegno, non aveva altro obiettivo che raggiungerlo…
«Preparatevi.» comandava N’Emo sdoppiando
la sua ombra nelle due inquietanti sagome dagli occhi lampeggianti
«Fra poco si comincia!»
Takato si avvicinava a passi lenti, ma sinceri, nonostante la paura.
Sguardo assorto ma comunque distante da qualsiasi pretesto che avrebbe
potuto trattenerlo
“Mamma…papà…”
scorrendo nella sua mente i volti delle persone che aveva sempre avuto
attorno “…amici miei…
…Jeri…” sentendo riaffiorare
un’onda di emozione al pensiero di quel bacio “Non
so se questa sera tutto finirà, ma se così
dovesse essere, sento che…nonostante tutto…ho
avuto una vita piena di cose belle, riscaldata dal calore di tante
persone care. Ho conosciuto la vera
felicità…!...e nonostante tutte le sofferenze, ne
è valsa la pena. Non ho rimpianti…
…non…ho rimpianti, se non-“
qualcosa lo bloccò di colpo.
N’Emo si meravigliò «Che fa, si tira
indietro?!»
«…Cindermon!» si ricordò
improvvisamente Takato, sfiorandosi le labbra «…ho
scordato…di salutare lei. Se n’era già
andata quando ho letto il biglietto!...Cindermon…»
…ripensando a battibecchi con lei, a tavola ed anche in
camera sua…
…mentre lei stringeva più forte la sua mano
smaltata al sostegno dell’autobus…
…ora Takato si volgeva, con un’espressione di
lieve pena «…proprio tu…mi vuoi far
sorgere il rimpianto per quello che lascio…? La
nostalgia…per la mia casa?...se avessi saputo come andava
qualche minuto prima, beh…ce le saremmo fatte quattro risate
sulla foto di me bambino. Ahhh…» sospirando di
rassegnata dolcezza «…ma adesso non si
può tornare indietro…» per tornare a
fronteggiare l’imponenza dei grattacieli
«E’ meglio andare…» (fine-canzone)
Tra il legno pregiato di scaffali densi di libri di psicologia, una
donna dai lunghi e ricci capelli castani e in abiti colorati avanzava
con una chiavetta USB nella mano…
…mentre un’altra, esile e distinta, attendeva con
sguardo sospeso seduta presso il computer…
…computer nel quale fu infilata la chiavetta dal pendente a
porcellino…e l’istante dopo, Violetta che si era
chinata fece capolino «Segnala di averti preso la
chiavetta??»…«…tutto
regolare…»…«…bene…ihihi,
non dà più problemi!»
…la freccetta del mouse si muoveva verso la scritta SHAGGAI…
…click…
Ma nell’affresco cittadino di quella sera vi era anche una
ragazza dai lunghi capelli scuri come i suoi intensi occhi, a bordo
della sua automobile «Accidenti, ora ci mancava anche questo
incidente: guarda che ingorgo…! Ahhh…Aki
Myiamoto, o chiunque tu sia…fai di tutto per non farti
raggiungere, ma ti sarà inutile: io sono molto
più testarda di te!» ammise Rea con le mani ben
salde al volante, quando «Oh?» notò
delle foglie sfiorare il finestrino
«…dev’essersi alzato il vento: curioso
però, era previsto bel tempo!...che strana
atmosfera…»
Takato era ormai vicino ai cancelli d’entrata…
…ma anche Henry sedeva su una panchina lì di
fronte, quando quel vento improvviso lo indusse ad alzarsi e stringersi
alla sua giacca…
“Henry, una
famiglia è una cosa fondamentale, ti dà la forza
per vivere!” …ricordava
così le frasi di Yamaki “Lasciatelo dire da un
uomo…che avrebbe tanto desiderato diventare padre ma ancora
la vita…non ha esaudito il sogno suo e della donna che ha
accanto. Tu puoi essere completamente felice! Non farli aspettare
troppo…sono certo che tua moglie e tuo figlio ti cercano e
sperano in fondo al cuore…che tu li accolga col sorriso:
desiderano starti accanto…e io so che anche tu lo desideri.
Lo vedo. E non dirmi che mi sbaglio…”
«…le parole del signor Yamaki continuano a
rigirarmi nella testa. E…questo vento è come se
mi spingesse ad allontanarmi: e mi ricordasse…che la vita
è breve. Come se stesse arrivando una catastrofe, sembra che
Shaggai si stia riattivando come la prima volta, anche se è
impossibile. Ma sento che questo vento…mi spinge a correre
da mia moglie e mio figlio: loro sarebbero i primi da cui mi dirigerei
se dovessimo metterci in salvo, le due cose…più
importanti e più care che possiedo! Ho
decis-»…«Hernyyy!!!»…«Mmm?!»
si volse di scatto il ragazzo…e vide una bambina corrergli
incontro «Mya!!»…«Henry,
aiutamiii!!!» gli si gettò addosso «Ma
che cos’hai?!...non piangere, calmati: spiegami che ti
succede!»…«Lotti…Lotti…»…«Dov’è?!
Che cos’ha tuo
fratello?!»…«Eravamo insieme in strada
quando all’improvviso…Scratchmon è
corsa
via!»…«Chi???»…«EEEH!
Volevo dire Umi! Umi la nostra gatta, a volte giochiamo a fare finta
che sia un Digimon!» Henry si chinò su di lei
«…e così conoscete i
Digimon…?» ma pochi istanti dopo tornò
a realizzare la gravità della situazione «Dunque?!
Che è successo a lei e a
Lotti?!»…«Ecco…lei
è scappata, e Lotti è corso ad inseguirla, sai
quanto ci è affezionato!»…«Ma
sì, l’ho visto!»…«E
adesso…li ho persi tutti e
dueee!!!»…«Ah, ma…! Niente
paura? Hai avvertito i tuoi
genitori?!»…«Ohohhhh,
ohohohohoh!!!» piangeva lei «…niente
panico: ti aiuto io! Andiamo insieme a cercare tuo fratello!»
…da quel pianto sembrò sbucare un luccichio di
speranza «…grazie Henry: sei davvero un ragazzo
gentile…»…«Ma ci
mancherebbe!»
(…quando Gravemon era nascosto dietro l’edificio
con Scratchmon «Umwahahahahah! Squisitamente gentile, tanto
che la mammina farà schizzare il tuo cuore in orbita!
Uhhh…lo spaaazio, com’è affascinante da
quaggiù, guarda Scratchmon!»)
…sicché Takato varcò la porta a vetri.
N’Emo commentò «Bene, finalmente si
è deciso…»
…mentre dietro di lui «Ucchh!!!
Urrghhhh!!!»…«Uhm! E’ inutile
che ti dai tanta pena, non riuscirai a rosicchiare quelle corde
magiche, non sono commestibili nemmeno per una cicciona come
te!»…«I tuoi insulti se ci tieni a
saperlo non mi toccano minimamente!» ribatté in
tutta risposta Yuki, e N’Emo si irrigidì. La
ragazza insisteva «Io non mi curo dell’opinione
degli stupidi e dei malvagi!»…«E tu
sentiamo, chi
saresti?»…«Io?!»…«Sì!»
fece N’Emo avanzando «…perché
ci tenevi tanto a recuperare questo
Digivice…?» …che fece
rimbalzare nella sua mano, e che Yuki fissò «A
dirtela proprio tutta…non mi sembra che tu sia composta da
cellule del tutto umane! Non sarai per caso…qualcuno sotto
copertura…?»…«Pfff, non sono
affari tuoi! Quello che qui dovrebbe dare delle risposte sei tu! Per
chi lavori, per Guardianmon forse?! E’ stato lui a darti
l’ordine di catturare Kenta?! Lo conosco bene, sarebbe capace
di qualsiasi cosa, non contento di tutto il male che ha fatto senza
spiegarne mai la ragione! Lui agisce così, si tiene per se
tutti i suoi segreti e intanto tortura gli altri, sono giunta alla
conclusione che lo fa per il sano gusto di fare del male,
perché lo diverte, quando si stufa di rastrellare il touch
screen dei cellulari!»…«Veramente mi
offendi se mi dai del soldato!» replicò il
ragazzino scostandosi i capelli «Io agisco privatamente!
E’ stata una mia personale iniziativa convocare qui
Takato…»
…mentre l’ascensore raggiungeva il
piano…e Takato avanzava ad occhi spalancati…ma
N’Emo era impegnato a parlare con Yuki e non se ne
accorgeva…
«Che cosa volete fargli, perché vi serviva
Kenta?!» si dimenava la ragazza «Perché
sapete che Takato è altruista e sarebbe accorso subito,
Kenta è suo amico, siete soltanto dei
vigliacchi!»…«Sì!»
fece N’Emo brandendo il coltello «Devo ammettere
che tutto ciò che dici è vero, Kenta serviva solo
da esca, e il fatto che tu ti sia sostituita con lui non ha portato
grossi disguidi, il senso resta
quello…»…«Ihnf!! Maledetti!
Chiunque voi siate!»
…mentre Takato realizzava “Quella è
Yuki…!”
N’Emo svelò «Sono il primo ad essere a
conoscenza dell’indiscutibile eroismo del nostro Takato. Del
resto chi non me, che sono così simile a
lui.»…«Se ci si limita a guardarti
superficialmente!!» ribatté Yuki, e
N’Emo incrociò le braccia «Da come
parli…sembri conoscerlo molto
bene!»…«Io so molte cose di lui, ed ho
assistito a tante sue imprese! Non credere, sembro la prima stupidella
qualunque ma…»
…mentre anche Takato tratteneva il fiato…
N’Emo proseguì «…ma ormai si
è capito che non sei quello che sembri, te l’ho
detto. Sei curiosa di sapere anche chi sono io,
scommetto!»…«Mmm…!...non
perché ti reputi interessante, sia chiaro! Mi interessa
sapere chi è il nemico che ho di
fronte!»…«Uhmuhmuhm!...sono
qualcuno…» passeggiando su quel pavimento
metallico, mentre gli occhialoni velavano i suoi occhi…
…e Takato si nascondeva nel buio per ascoltare…
«…che è stato confinato forzatamente in
un angolo di buio, e di oblio…
…i miei sogni erano identici a quelli di Takato, e anche i
miei diritti! E anche le mie…
…origini, solo che lui il destino ha voluto che avesse
tutto: un’avventura…un
DIGIMON…» (nello stupore più immenso
del ragazzo nascosto…) «…amici a
volergli bene ed un futuro radioso, che ha sprecato scioccamente con
mille pretesti!»…«Ihmf!! Anche tu
potresti avere un futuro radioso se non lo sprecassi facendo del male a
chi ti capita a tiro!» puntualizzò la ragazza, ma
quelle parole sembrarono infastidire oltremodo il ragazzino, il cui
sguardo si fece d’odio…«…se
io voglio qualcosa…devo graffiarla con la forza, mentre a
lui è stato tutto scodellato!! Per questo a poco a poco lo
priverò di tutto ciò che gli appartiene,
l’unico che ha diritto a detenere la felicità di
Takato sono io!! Tu non lo sai…ma fra me e
lui…c’è un legame…
…DI SANGUE! Io sono…!!»
…ma tanto fu lo stupore che Takato scattò in
piedi sbattendo l’orologio contro un tubo, emise rumore
metallico…
…N’Emo si volse…e sorrise
«Finalmente è arrivato l’ospite
d’onore…»
Takato sbigottiva alla vista di quel giovane pallido…
«Oh no!!» esclamò Jeri in strada
«Accidenti, l’ho perso!!!» sfilandosi poi
il casco…e costatando quel vento, sempre più
intenso «Ma…che cosa sta
succedendo…?» …quando i suoi occhi
furono rapiti da un’ambigua luce che iniziava a stagliarsi
nel cielo sulla sommità di una coppia di grattacieli
«…non è
possibile…» …si riempirono di pena e
apprensione gli occhi della ragazza «Takato...» che
vibrante di paura ripronunciò il suo nome, mettendo in moto
nuovamente…
«Lottiii, Lottiii!!!» gridava la piccola Mya per i
marciapiedi…sogghignando sotto i baffi
«Uhmuhmuhm!» quando nessuno la vedeva
«Lottiii, Umi, rispondeteeeeee!!!»
…ma l’oscurità scendeva sempre
più fitta…ed Henry si guardava attorno
“…quest’atmosfera io l’ho
conosciuta in un giorno lontano, tanti anni
fa…” …ricordando in un flash
quel buco in cielo che perforava il tramonto
“…questa tempesta di vento è anomala.
Ma…” …buttando un occhio a
quella bambina (ignaro delle teste di bambino & di gatto che
spuntavano fulmineamente dal cespuglio dietro di lui)
“…che altro fare? Tanto più in una
situazione simile la priorità ce l’ha ritrovare un
bambino smarrito…” sicché
chiamò anche lui «Lotti, mi senti?! Signore! Mi
scusi, ha per caso visto un bambino coi capelli castani?!» e
Mya ad aggiungere «E’ alto più o meno
così! E ha con lui la gatta…PPPIU’
BELLA che esista al mondo!!»
Scuotevano la testa…
Sguardo appenato verso il cielo, ma che poi si distoglieva per
concentrarsi sul suo operato era quello del ragazzo dal costume a
scacchi, appostato ora presso il muro di un’abitazione che
sembrava antica…
…nella quale stava facendo ingresso una ragazza dai boccoli
rossi, che portava con sé una carrozzina e che ora si
strinse alla sua giacca «Renamon…non mi sento
tranquilla…» …e la volpe dorata
comparve «Nemmeno io, Rika. Con questo vento…non
mi piace che i bambini stiano all’aperto. Li
vedi…? Sono inquieti…»
«Mamma, ho una brutta sensazione!» tremava la
piccola Akirmon all’interno della carrozina
«…sta per accadere qualcosa di
terribile…» disse il nero e indifeso Nymon, e Rika
domandò «…loro sentono ciò
che avverrà in
futuro…?»…«Temo di
sì…»…«Renamon…ma
questo vento e questa sensazione non ti ricorda
niente?»…«…a dire il vero mi
fa tornare alla mente il giorno in cui…il primo dei dodici
Deva bioemerse nel mondo reale.»…«Il
giorno in cui fu attivato
Shaggai!!»…«Esatto!» ma ecco
che d’un tratto echeggiò una voce teatrale
«Ah! Ahhh, ma questo è il colmo!
Perfetto…! Ora mi spiego il perché di questo
pestilenziale vento!» …veniva avanti la
bionda e appariscente signora Akiyama col bastone e la sciarpetta. Rika
alzò gli occhi al cielo in un sospiro
«…tira dritto,
Renamon…»…«Ma…che
succede, Rika?»…«…quello che
succede da dieci anni a questa parte, te lo spiego
dopo…» …ed avanzarono verso la casa
mentre la donna si piazzava di fronte a loro «Il momento che
tu farai ingresso nella mia antica abitazione, il vento se la
porterà via, ci scommetto la mia
cagnetta!»…«…non ci speri
troppo, signora…nessuno ci priverà del gusto di
questa serata tutti assieme in compagnia, neanche il vento. Ci tiene
lei, alla sua cagnetta…»…«Non
nominare il suo nome
invano!»…«…e chi
l’ha fatto? Crede che abbia scordato ciò che ne
consegue?» ma ecco un’altra voce «Mamma,
sciò!»…«Oh?! Ma
Ryo!»…«E…SHHH! Non nominare
il MIO di nome invano! Eh! Per favore!» ...si fece strada lui
nel buio, barricato dietro il cappuccio della sua felpa e sempre
piuttosto guardingo «Figliolo non capisco perché
l’hai invitata se poi ti nascondi in questo modo
perché temi che la gente
chiacchieri!»…«Ma n-non mi nascondo mica
da quello!! Lo vedi che non capisci
niente?!!!»…«Ahhh! Ryyyo, ricordati che
sono malata di cuore!» …quando si fece avanti
anche Cyberdramon «Vi stavamo aspettando.» e
Renamon prontamente scattò indietro «Tranquilla,
Renamon.» invitò Rika spiegando «Non
credo che Cyberdramon abbia voglia di aggiungere altra legna, il fuoco
già zampilla…!» …alludendo
eloquente al duetto fra madre e figlio «Quando io
sarò morta tu ti macererai dai sensi di
colpa!»…«Quando tu sarai morta: ecco
appunto mamma torna dentro, manca ancora tanto tempo,
l’oroscopo ha detto che questo sarà un anno di
sfide toste, di sfavillante fortuna non si è
parlato!»…«Oh!
Ohhhh…Vaniglia! VANIGLIA! Non usciiire, il vento ti si porta
viaaa!»
…con Ryo che mormorava fra i denti «…e
che se la portasse via il vento, almeno farei a meno della mia pulciosa
sorellastra! Ohhh, bene signore! Dove eravamo rimasti? Ma coraggio, non
restate qui in giardino, entrat-IHHH!!! R-Rika cosa giustifica la
presenza di que-quella carrozzina??!!» indicandola con dito
tremante «Indovina un po’…! Ho messo su
famiglia con un uomo dal pelo…
…alquanto
abbondante!»…«…!! Non sei per
niente divertente, lo sai?!» storse il naso Ryo realizzando
la presenza dei volpacchiotti.
«Andiamo Renamon.» invitava intanto Cyberdramon
«Non voglio farti del male, mi conosci: tanti anni di
frequentazione al nostro
villaggio.»…«Meglio mantenere le
distanze di sicurezza, in questi casi.» si volgeva
freddamente Renamon, suscitando «Ahhh!» delusione
nel Digimon draghiforme.
«Piuttosto Ryo, parlando di cose serie…(!)
» fece Rika alzando gli occhi al cielo, con lui che
protestava «Perché devi sempre usare quel
tono?!» …lei non raccolse e chiese «Hai
sentito questo vento?»…«Ci sembra
sospetto.» aggiunse Renamon, e Ryo «Se
l’ho sentito? Eccome se l’ho sentito, allora ve ne
siete accorte anche voi! Temevo di essere pazzo, e cominciare a farmi
le paranoie anche sul vento perché scambiavo il suo sibilo
per le sirene della
polizia.»…«…dove sono altri
domatori?» chiese Rika facendo serio lo sguardo
«Loro che ne pensano?»…«Gli
altri?» chiese Ryo, e Rika «Takato, Suzie, Jeri e
Mako...abbiamo dei compagni!»…«Non
è venuto nessuno!»…«Cosa?!
Siamo solo noi…?» guardandosi con Renamon
«…è strano, Takato mi ha mandato un
messaggio e mi ha detto che sarebbe
venuto…»…«In
effetti…» commentava Ryo
«…anche a me sembra un po’ strano, visto
che sono stato in sua compagnia questa mattina.» ma ecco che
sopraggiunse una voce «Ve lo posso dire io
dov’è…»
«Oh?!» tutti si volsero sorpresi…Rika
sussurrò «Renamon, in
guardia…»…«Sì…»
…ma quella sagoma si avvicinava dal buio «Niente
paura! Io…non voglio farvi del male…»
«Questa voce…» mormorava Rika, e Ryo
«Mi sembra di conoscerla!»
«Perdonatemi…non vi posso mostrare il mio
volto…» emergeva a poco a poco dalle
ombre del giardino, nel suo costume rosso e nero, e col volto
nascosto…da un ampio cappello scuro dalla piuma rossa
«…ma sono venuto qui per svelarvi
dov’è il vostro amico!»
«Grrr, e chi ci assicura che non sia una
trappola?!» ringhiava Cyberdramon…ma lui
accennò «Dovete fidarvi di
me…» con la sua voce delicata «Vi prego!
Cercate di ricordare…quelle mail…
…di tanto tempo fa! Ryo! Quando iniziasti le superiori, e ti
invitavo a farti forza per sopportare le pressioni di tuo
padre!»
Cyberdramon si volse «Dice la verità??»
e Ryo spalancava gli occhi «…non posso
crederci…quei messaggi anonimi, eri tu
allora!...ricordo…che mi infusero tanto coraggio, mi fecero
sentire apprezzato!»
«E tu,
Rika…»…«Ahh!»…«…quei
biglietti in cui ti esortavo a non lasciare andare i tuoi sogni di
adolescenza, perché prima o poi si sarebbero realizzati, in
quanto a volte la gente è fredda solo perché
indossa una maschera!» Rika si portò la mano alla
bocca, e Ryo sobbalzò «E’ andata
veramente così come dice?!» reclamando una
risposta dallo sguardo di quella ragazza che era improvvisamente
arrossita «I-Io…»
…ma quella figura parlò con dolcezza
«Perdonatemi, se ho…dovuto forse svelare qualche
segreto che voi in questi anni vi siete impegnati a tenere nascosto.
Però vi assicuro che lo faccio per una giusta causa!
Io…
…vi conosco molto bene e mi state a cuore come amici, anche
se non posso rivelarmi.»…«…ma
come hai fatto tu, in questi anni…a scoprire tutti i nostri
segreti più intimi…?» chiedeva Ryo
«Io…» e Rika si avvicinava
«…come fai tu…quasi a leggere nei
nostri animi?»…«…in nessun
modo particolare: semplicemente vi osservo, e mi interrogo su di voi,
è normale…quando tieni a qualcuno.»
…i ragazzi e i Digimon incantati, e Rika chiese con tono
pacato «…e noi? Non possiamo interrogarci su di
te…? Non ci vuoi mostrare il tuo volto, così da
permetterci di ricambiare il tuo aiuto…?» e stava
per sfiorargli il cappello «Io…v-veramente
è meglio di n-»
«Ve lo dico io chi è!!» proruppe
un’aspra voce femminile d’un tratto. Il ragazzo
sussultò «Credevi di farla in barba persino ai
tuoi amici con quel tuo ridicolo travestimento!»
Tutti volsero gli occhi verso quella donna dagli occhi sottili e
soddisfatti «Ma a me non mi inganni, sei come un bambino che
si maschera perché ha commesso una marachella, non cambi
mai…Kenta Kitagawa!»
«Cosa?!»…«Come?!»
fecero Ryo e Cyberdramon «Kenta…?»
accennò Renamon.
Rika non disse nulla, spalancò lo sguardo.
Ed il ragazzo chinò il capo…(canzone: Steps
- Why) …strinse con frustrazione il suo
cappello e poi lo gettò, venendo sotto la luce «E
va bene, avete vinto! Sono io…»
«Kenta!!» esclamò Ryo…e Kenta
strattonò la mano sul suo viso per cancellare il
trucco…e tornò ad infilare i suoi occhali
«Mi auguro che ora sia soddisfatta…»
apostrofò con amarezza «…signora
Asanuma!»
…questa indurì lo sguardo…
«Mi ha smascherato per pura cattiveria ignorando del tutto il
perché abbia dovuto indossare questo costume! Lei
è veramente perfida, e nient’altro!!»
«Kenta ma…» accennò Rika
avvicinandosi «…perché ti nascondevi,
perché fingere, con noi che siamo i tuoi
amic-»…«FARABUTTO!»
gridò però Cyberdramon scansando la ragazza e
piazzandosi di fronte a Kenta «Lo sapevo, non sei altro che
un bugiardo!!» …che ora assumeva sguardo ingenuo e
disorientato, là dove il vento della notte carezzava le
tracce del trucco «Tu non fai altro che raccontare storie, e
confondi le carte! Pensi che io ci creda a questa storia dei tuoi
commuoventi bigliettini?! Lo hai fatto solo per tenderci delle
trappole, tu sei…il domatore di mia
moglie!»…«Questo non è vero!!
Fui costretto, anche a confessare questo!!» espresse accorato
le sue difese, ma il Digimon «NON TI
CREDO!»…«Ora basta,
Cyberdramon!»…«No Ryo, ragiona!! Questo
ragazzo non è mai chiaro, appare e scompare a suo
piacimento, è sicuramente un
traditore!!»…«Se fosse
così…» insistette Ryo
«…allora anche noi due dovremmo essere tali!!
Anche noi siamo apparsi e scomparsi intervenendo solo nel pericolo, e
allora?! Questo che c’entra?!»
…mentre Kenta guardava l’uno e
l’altro…ma Cyberdramon sembrava irremovibile
«Mmm, io so solo che questo maledetto ha raggirato mia
moglie! E anche la sua è un’imbrogliona sotto
copertura!!»…«Non è vero!!
Yuki è innocente, è una vittima delle
circostanz-UCCH!!!» ma fu colpito con una zampata che lo
spinse a terra «Cyberdramon, ti ordino di
fermarti!!!» gridò Ryo
«Basta!!!» fece Rika «Non è
così che potremo risolvere i problemi che abbiamo!
Scagliarci gli uni contro gli altri non servirà!!»
insistette Renamon, ma Cyberdramon «Grrr, mi dispiace ma non
è la vostra di moglie ad essere mutata in un mostro
perché tentata da un bastardo che vuole rivalersi come
domatore! Mi spiace Kenta Kitagawa ma questa volta non puoi scappare,
ti farò assaggiare la mia vendetta!» caricandosi
di energia…
…quando all’improvviso «No!
Basta!!» proruppe una voce a decretare il sussulto di
tutti…e a spezzare il sorriso di Asanuma.
Un Digimon
verdino e dalle orecchie lunghe balzò a terra «Le
cose stanno diversamente, e io posso provarlo!»
«Terriermon!!!» esclamò Rika, seguita da
Renamon «Ti abbiamo cercato dappertutto,
dov’eri?!»
«Perdonatemi!» chinò il capo Terriermon
con dignità, e dietro di lei si distinse dal buio, con
Lopmon in braccio e al fianco della signora Akimoto «Ciao a
tutti!»…«Suzie…!»
come disse Rika «Eccomi pronta per la riunione, scusate il
ritardo.» fece la ragazza con la sua decisa
serietà, illustrando poi «Abbiamo avuto un piccolo
contrattempo, ma abbiamo riportato qui Terriermon di modo che possa
chiarire questa storia.»
«Scusate ragazzi, sono rimasto nascosto perché ero
in preda ai rimorsi. E in questo modo ho permesso a un perfido inganno
di circolare! Cyberdramon, ti stai comportando da
stupido!»…«Oh?!» si volse
sbalordito il drago nero che aveva sollevato la sfera energetica
«Tutte le voci sul tradimento di Kenta…»
…il quale fissava Terriermon
attonito…«…i biglietti recapitati e il
resto della messa in scena, sono stati una trovata dei nostri nuovi
nemici col chiaro intento di spezzare la nostra
squadra!»…«Come fai a esserne sicuro,
Terriermon?!» chiese il drago «L’ho
sentito…con i miei occhi, LadyMeramon…
…con tua
moglie…»…«Oah?!»…«…che
conversavano al telefono per tenderci una trappola. Kenta, mi dispiace,
è tutta mia la colpa di questo
equivoco!»…«Non fa niente
Terriermon…» si rialzava il ragazzo (sotto gli
occhi indignati dell’ex-insegnante)
«…adesso ciò che più conta
è…quello che sono venuto a dirvi! Takato
è in pericolo!!»
«Cosa, come?!» fece Ryo, e Renamon
«Dov’è adesso
Takato?!»…«Con i nostri nemici, hanno
anche…!!...mia moglie, l’hanno catturata al posto
mio, per tendere un’esca a Takato! Sapevano che
se…mi avesse saputo in pericolo si sarebbe consegnato a
loro.»…«…dobbiamo intervenire
subito!!» esclamò Rika, e Suzie
«Ma…Kenta, perché hai agito senza
chiedere il nostro
aiuto?!»…«Perché…da
molti anni…sono sotto ricatto.» e fu un colpo per
tutti «Guardianmon…i-il Digimon…che ha
taciuto circa la riapertura del varco,
ha…minacciato…più volte…
…di sterminare l’intera mia famiglia se io avessi
aperto bocca…» abbassando il capo
«…su alcune cose.» …nel
silenzio più sconcertato dei suoi amici «Non mi
restava che travestirmi! E vegliare su di voi nell’ombra,
amici miei, in ogni vostra difficoltà ho
cercato…di fare la mia parte, anche mi era proibito di
avvicinarmi! Ed ogni volta che Guardianmon ci ordinava di compiere
qualche infamia ai vostri danni…io lavoravo di
nascosto…per sortire l’effetto opposto. Che dire,
io non sarò mai un eroe…» alzando
appena le spalle «…n-non sono stato mai
tagliato!»…«No. Non dire così
Kenta. Invece tu sei un eroe.»…«Oh?
Ryo…» …il domatore leggendario gli si
accostò ponendogli la mano sulla spalla
«…e sei un vero amico. Non te
n’è mai importato niente della
notorietà…ma solo che chi amavi fosse al sicuro.
C’è da imparare da te. Ti
ringraziamo…»
…mentre anche Rika li guardava colpita…
«…macché, Ryo…»
sorrise umilmente Kenta, commosso «…io
l’ho fatto con
piacere!»…«Avrai tempo di raccontarci
che è successo.»…«Giusto,
Takato ha bisogno di noi!»
...e Renamon confermò per gli altri
«Andiamo…»
Nello sbigottire di Asanuma «Ma…cosa?! Come
sarebbe a dire, n-non può essere, q-questo
ragazzo-!!» ma Terriermon si volse «Ehi, salve: lei
non era quella tipa strana che tentò di fermare il nostro
viaggio a Digiworld giungendo in corsa sui suoi…zoccoli
consumati?»…«Mmm?!!!»
inorridì la donna…ma Suzie esortò
«Lasciala perdere, Terriermon.
Andiamo!»…«Suzie, aspetta: voi
precedetemi intanto, io così non posso combattere, sarei
soltanto un peso! C’è una persona con chi debbo
parlare…lei è la sola che può ridarmi
la forza!» Ryo si stupì
«Cosa?!» e anche Rika «Come sarebbe a
dire, Terriermon?» ma questi replicò col sorriso
«Ahah, Rika, Ryo, non lo sapete?...io ho un nuovo
domatore!»
…domatori e Digimon si stupirono «Un nuovo
domatore…?» fece Renamon, e Terriermon
«Ahahah, mooomentai ragazzi!» volgendosi poi
«Signora Akimoto, devo chiederle un favore! Può
aiutarmi a cercare Rea? Devo assolutamente
vederla!»…«Uhmuhm, ma certo!»
raccogliendolo da terra.
«Pronti Digimon Tamers?!» esortò Ryo
«A salvare il nostro amico!» (fine-canzone)
…nello scintillare dei Digivice…
DIGIEVOLUZIONE
«RENAMON DIGIEVOLVEEE…
…KYUBIMON!»
«LOPMON DIGIEVOLVEEE…
…ANTYLAMON!»
…Ryo si innalzò in volo su Cyberdramon, Rika
procedette al galoppo con Kyubimon, portando anche Kenta con
loro…Suzie restando aggrappata ad Antylamon poté
contare sui suoi prodigiosi balzi, ed insieme poterono solcare la
città scossa da un vento sempre più
intenso…
…il buco nel cielo si faceva nitido nel suo verde intenso,
nel blu velato dal grigio delle nuvole…
…anche a Digiworld giungevano gli influssi…
Al palazzo c’era fermento, una moltitudine di Digimon
attraversava i soppalchi e correva lungo le scale «Guardate,
il cielo ha una luce strana!»…«Sentite,
la terra trema!!» …le madri erano preoccupate per
i loro piccoli, ma i più audaci esclamavano
«Andiamo a vedere!»
…ma in quello scenario vi era un Digimon che sembrava
distaccato e indifferente, chiuso nei suoi pensieri “Niente
da fare!! L’occasione di conquistare la fiducia di Kazu
è svanita per sempre, il mio piano di diventare suo domatore
è fallito, non riuscirò mai a spodestare quel suo
Digimon! Il che significa…che non posso acquisire la potenza
di cui ho bisogno estremo…”
…Guardianmon stringeva il suo pugno duro come
l’acciaio…
«Lo senti Andromon?»…«Sta
accadendo qualcosa di strano, Kazu!»
Le mani del ragazzo andarono istintivamente al suo cappello, in
atteggiamento protettivo verso la sfera…ma intanto si
guardava attorno «Speriamo che tutti questi Digimon non siano
in pericolo…»
Il polso di Diamon, in quel momento appenata per il lieve ma convinto
terremoto che stava scuotendo il palazzo, era stretto dal guanto di
Sandmon.
«Ma…che sta succedendo…?» si
chiedeva smarrita. Il Digimon che le era accanto
«Mmm…non ne ho idea, spero che i colleghi sulla
terra non si siano inventati qualche bizzarria (!) di cui hanno perduto
il controllo (!!) » mormorava con una mano a coprirgli la
bocca dopodiché «EHM EHM!» si
sforzò ad evocare un tono dispositivo e sfacciatamente
sicuro «Tuuu…resta accanto a me e non ti
muovere!»…«E chi si muove!»
mosse le spalle lei, mentre Sandmon spiegava «E’
soltanto una scossetta, smetterà nel giro di cinque
second-WHAAAAAA!!! CHE COS’ERA QUESTO
BOATO?!» …a momenti
inciampò…
Diamon stringeva i denti «Accidenti, aumenta!»
…e fu raggiunta da suo padre
«Figliola!»…«Oh,
papà!!» così che poté
staccarsi dalla presa di Sandmon, il quale pensò
“Accidenti, il vecchio!”
«Papà, ma che
succede?»…«…non lo so ma
sembra che si stia aprendo un collegamento di ambiguo genere con la
terra…»...«…dici
davvero…??...» spalancò gli occhi
Diamon…mentre Cyclemon accennava a Sandmon con lo sguardo
«…com’è la situazione qui?
Possiamo uscire a
controllare…?»…«Oh?
Sì sì, se è lui che ti preoccupa
è più spaventato di
me!»…«…no. Non è
lui che mi preoccupa…ma spero non accada niente a
Kazu.»…«Perché?! Oddio non mi
fare paura, che cosa dovrebbe accadergli?!»
Al già nervoso Sandmon, si accostò «Che
sta succedendo?»…«WHAAAAAAAA!!! MA SEI
MATTO A SPAVENTARMI COSI’?! Già con
quel…m-manto addosso sembri un
fantasma!»…«…è
ovvio che sia venuto qui ad informarmi, la gente mi reclama
spiegazioni!» …illustrò quel drago
digitale incappucciato dallo sguardo che vagava nervosamente,
nonostante si impegnasse a mantenersi rigido «Ptsss, non
scordarti che sono il Supremo di questo palazzo…se non
vogliamo far crollare tutto il nostro
castelletto…»…«E NON PARLARE
DI CROLLI!»…«Ci sono
crolli…!!...anche peggiori e metaforici oltre a quello
materiale: qui qualcosa non torna! Hai visto Purplemon?!
Perché io no: e anche il mio DOMATORE è sparito
da stamattina…»…«Non faccio
la balia a quel bebé che ti sei messo alle costole!
Piuttosto che stiamo qui a fare, muoversi! O altrimenti ci beccheranno
impreparati e non deve succedere! Ah, e…quanto a
Purplemon…non preoccuparti per lei…»
lasciò cadere Sandmon allontanandosi nello sventolare del
suo mantello rosso…
“…e chi si preoccupa. Non è a lei che
penso.” alzò i suoi occhi malinconici Guilmon
“Finalmente il terremoto è arrivato: non voglio
perderne nemmeno una sfumatura…è strano a
dirsi…ma più continua più quasi mi
tranquillizza. Se diventasse forte più che mai sarebbe
l’ideale!” …avviandosi lentamente
“…tanto da far crollare una struttura intera. E
cancellare…errori e menzogne…”
«Un contatto con la terra! Siamo in collegamento col mondo
degli umani!» …gridavano, ma apparentemente
Guardianmon non si distoglieva dai suoi pensieri
“…dove sarà lei ora? Non è
nelle sue stanze, che starà tramando? Questo avrà
qualcosa a che fare? …devo assolutamente scoprirlo. Ma come
faccio, non sono abbastanza potente!!...mmm…maledizione.
Forse…dovrei ricorrere a quella sciocca Yuki e a quello
stolto di suo marito…! Ci sono anche le Digimon che ho
inviato sulla terra…” «Un
pericolo dalla terra?!» …si chiedeva ancora il
popolo digitale «…o è la terra a essere
in pericolo a causa del nostro mondo? Bah! Non ricordo più
come va in questi casi!»
…e c’era fra tutti un Digimon il cui cuore aveva
compiuto un balzo «La terra…?
Renamon!!»…«Imagomon, hai idea di cosa
sia questo terremoto? Riesci a leggere nel destino?» chiedeva
l’amico Gekomon. La volpe nera fissò avanti a
sé «…non chiaramente…ma
è qualcosa…di cui vi sono tracce nel passato
della mia sposa…
…un buco…che collega due mondi. Un vortice che
tutto cattura! E stravolge il corso
dell’esistenza!!»
«Il mondo degli umani!! Dicono che ora si potrebbe passare!!
E se si ripetessero le catastrofi del passato?!»
…erano ancora voci di corridoio nel tremare del
palazzo…
…ma ecco che finalmente quelle parole destarono lo
spalancarsi di quegli occhi oltre la maschera “Un
collegamento con la terra!!”
…Guardianmon si drizzò sulla sua schiena
“E’ la mia occasione: devo assolutamente scoprire
cosa sta succedendo in mia assenza!”
…sicché avanzò verso il giardino col
suo consueto portamento elegante…
…il vetro delle finestre dello studio vibrava «La
potenza di Shaggai sta per raggiungere il 50 %...»
…pronunciò la voce vellutata di Aki, che vibrava
altrettanto: mentre Violetta elaborava «Il
caricamento…è un po’ lento!»
sempre scandita dal suo gesticolare incessante
«…peeerò, se continua così a
breve dovremmo avere un bbbel vorticione per
noi!!»…«Cosa faccio?...!
Proseguo?»…«Oh?...
…perché, si è intoppato?!»
si volse con faccia da ingenua l’altra. Per poi liquidare
«Ahhh, sono i soliti annunci pubblicitari, puoi saltare a
prior-no! Non saltare, dice qualcosa sui cibi per celiaci? Devo portare
Lotti a fare il controllo, ho paura, visto che adesso lo sono diventati
tutti!»…«…ho
capito…
…procedo.» concluse Aki muovendo lentamente il
mouse «…potenza al 50 %...»
…sorrisone per Violetta…
«Lotti!!» gridava Henry a tutta voce…
…mentre Rea era bloccata nel traffico «Oh
no…!!...» e tra mille luci e suoni di clacson si
guardava attorno «Che sta succedendo, ha l’aria di
un fenomeno paranormale!!» …fissando oltre il
finestrino quell’ambigua luce verde in cielo…
«LOTTI, DOVE SEI?!!!» …e la piccola Mya
«Lotti, Umi rispondete!!!»
…ma Henry ebbe un gesto di apprensione stringendosi la
giacca “E’ inconfondibile, non posso
sbagliare!” alzando lo sguardo “Quello è
Shaggai!!...
…ma come è possibile? Papà ne
possedeva una copia nel computer, solo uomini del governo e i Pionieri
Digitali detenevano ancora quel programma riservato!!”
«…Lottiiii!!! Umiiiiii!!! Vi siete nascosti
proprio bene, quando vi stanerò se non me la pagherete cara
tutti e due!»
«…diventa pericoloso stare qui!»
…realizzò Henry…
…quando in quel deposito, nell’intrecciarsi delle
vibrazioni del ferro «Chi sei tu…?...!»
avanzava Takato, verso quel ragazzino dai capelli neri che lo
contemplava con ironica superiorità «Chi sei?! Hai
detto…
…che noi abbiamo…
…in comune l’origine!!...
…chi sei?!!» gridò più forte
Takato, ma N’Emo sogghignava
«Uhmuhmuhmuhm!»
…al panificio «Ha visto, signora Mie? Mamma mia
che tempo, e pensare che devo tornare a casa, con le buste del
pane!!»…«Eh…sì
signora, e lei ha visto che tempo? E pensare che noi dobbiamo chiudere,
e nostro figlio…non è tornato a casa!»
apriva le braccia Mie, volgendosi verso il marito
«Takehiro…ma dove sarà Takato? Mio Dio,
è terribile, mi sembra di tornare a dieci anni
fa…»…«…sì
Mie…» replicava cupo e assorto l’uomo
«…solo che dieci anni fa…nostro figlio
aveva il suo Digimon a difenderlo…» Mie si tolse
la cuffietta, esprimendo «Oh, anche Cindy è uscita
senza dire dove andava…»
…guardando all’interno di quella
cuffietta…e rivolgendole un bacino e una
carezza…per poi portarsela al cuore
«…Takato…» socchiudendo gli
occhi…
…e poi reclamando al marito «E tu?
Perché stai lì senza dire niente?!»
Takehiro si appoggiava alla parete «…pensavo al
destino. E a quello di cui i clienti parlano continuamente…i
figli…»…«Beh, io ne ho solo
uno! E adesso sono preoccupata anche se ha ventun’anni, e
tanto per cambiare al telefono è irreperibile!!...
…ma tu stai contento e tranquillo, basta che abbia dato quel
bacio che tanto aspettavi! Ora che importa se lui e la ragazza con cui
si è messo sono fuori, e in pericolo con questo
tempo!!» …oltrepassando la tendina per rientrare
in cucina…
…ma Takehiro si toccava il petto, compiendo un respiro
profondo «…sento una stretta al
cuore…»
«Nooo!!!...accidenti!!» esclamava Cindermon in un
divampare d’ansia «Non può spostarsi
sull’altra
corsia?!?!»...«Ma…che diavolo dice,
signorina?!» ribatté il conducente
dell’autobus «N-Non lo so, butto là
idee!»…«Anche se si potesse, COSA CHE
NON E’ POSSIBILE, non lo vede anche lei?! E’ tutto
un ingorgo! Questa tempesta di vento ha messo in crisi la
città!»…«Questa tempesta di
vento N-NON…E’ UNA COSA
NORMALE!»…«Ma va! Bella scoperta!
Ma…si può sapere da dove viene, chi è
lei…?»
…Cindermon incrociava le braccia, e i suoi occhi azzurri si
interrogavano su cosa il destino avrebbe riservato nei successivi
minuti…
«Parla!!» lo scuoteva Takato «Dimmi chi
sei, perché ci somigliamo così
tanto!»…«Uhm! Sei curioso, eh?»
«Takato!!» esclamava Yuki, che nonostante la
prigionia sembrava ferma e decisa
«Vattene…all’istante, scappa, non
restare un solo secondo qui, mi hai sentito?! Il loro intento
è farti cadere in
trappola!!»…«Non ci penso nemmeno ad
andarmene, Yuki!!»…«Dammi ascolto,
è la cosa più saggia!!» insisteva lei
fissandolo con i suoi occhi verdi, e l’intenzione di
convincerlo annullava ogni traccia di paura per se stessa
«Dimenticati che io sono qui, non ha importanza questo, non
lo ha che cosa mi succederà, mentre la tua vita è
preziosa!»…«Tu sei la moglie di
Kenta!»…«Si va bene
però-»…«E Kenta è
un mio amico!!...fine della
storia.»…«Takato…»
mormorò mogia e supplichevole Yuki…
…mentre quegli occhi determinati Takato li puntò
su N’Emo, che lo studiava con un sorrisetto
«Allora…ho visto davvero quell’eroe che
è in te, non mi sono
ingannato…»…«Chi sei tu,
N’Emo…?...!...» mentre i tubi metallici
vibravano per lo squilibrio atmosferico che si stava creando
«Ho bisogno di sapere!!» Takato lo
afferrò per gli abiti «Hai detto che siamo
legati…
…cosa ci lega in realtà?! Qual è il
tuo piano, perché hai rapito
Yuki?!»…«Non lo hai ancora capito?!!...
…stavo aspettando
te…»…«Che cosa vuoi da
me…?»…«…tutto…»
sibilò il ragazzino «…tutto
ciò che quel passato ti ha lasciato di
prezioso…ho iniziato con questi
occhiali!»…«Ahh!» Takato
sussultò…
…mentre N’Emo estraeva lentamente il suo coltello
«…e molto presto mi prenderò tutto il
resto!!!»
Il ragazzo dal gel nei capelli sgranava i suoi occhi, rossastri come il
ragazzino pallido…
«Takato, scansati!!» insisteva Yuki…
…ma ecco che Jeri fermava la moto dinanzi alla coppia di
grattacieli, sfilandosi il casco «Sono sicura che Takato
è
qui!»…«Jeriiiiii!!!»…«Ah?!»
la ragazza si volse di scatto «Beelzemon!!...che ci fai
qui?!»…«Ti ho seguita, perché
dovevo parlarti! Tu sei la mia domatrice, e Mako…
…beh anche, ed è anche un mio amico! Ti venivo
dietro in quanto volevo sapere il perché del tuo gesto,
quando…ho alzato gli occhi verso il
cielo…» …come fece in quel momento
«…e ho visto questo. E’ Shaggai! Lo
riconosco: è il vortice che mi ha strappato dai miei
amici…
…per dieci anni! Dandomi giusto il tempo di chiederti
perdono per ciò che ti avevo fatto!» (canzone: Alessandra
Amoroso - Amore puro) «Beelzemon…il
passato ormai è passato! Adesso è il presente che
conta, Takato è qui! E dalle parole che mi ha detto
è sicuramente in pericolo, temo abbia bisogno
d’aiuto!»…«E allora? Che
aspettiamo? Andiamo!»…«Vieni con
me?!»…«Certo, sono il tuo
Digimon!» replicò lui cordialmente…e la
ragazza sfoderò il Digivice, e la determinazione
«Andiamo!»…«No, aspetta
Jeri.»…«Cosa
c’è?»…«…la
moto.»…«Vuoi entrare dentro
con…?»…«Sì!
Facciamo scintille!»
«Io non ho paura di te…» pronunciava
Takato mentre N’Emo avanzava col coltello «Non temi
di perdere la
vita…?»…«…io non
temo ciò che vedo in faccia, quanto invece gli inganni e le
menzogne!»
«Takato togliti, quello non
scherza!»…«Sta tranquilla, Yuki!...
…so perfettamente quello che faccio. Tu ora mi dirai chi
sei, N’Emo, hai
capito?!»…«Oh?!» Takato
avanzava verso di lui incurante della lama del coltello
«Perché nonostante tutte le tue minacce io non mi
arrenderò!»…«Ahhh!!»
afferrandogli il polso «Ho conosciuto la sofferenza della
vita, oltre che, prima, quanta felicità può dare.
So quanto si può arrivare a star male, a sentirsi soli e
smarriti! Nonostante tutto…ho accettato di
continuare…
…e lotterò fino alla
fine!!»…«La tua vita lunga e il tuo
futuro splendente sono la fonte della mia rabbia!! Io voglio solo il
tuo cuore digitale!» avvicinandogli il coltello al petto. Ma
proprio allora si udì il rombo di una moto in avvicinamento
«Oh?!» Takato si volse di scatto…
…e poco dopo questa sfondò la porta in un
fragoroso boato «LASCIALO
STARE!»…«Jeri!»
«Ahh!» N’Emo sobbalzò. E il
minuto dopo si trovò le unghie della ragazza aggrappate ai
suoi abiti, gli si era avventata contro «NON
TOCCARE TAKATO, HAI CAPITO?!»
«JERI!!» esclamò il ragazzo. Mentre i
due lottavano sotto gli occhi attoniti di Yuki.
«Chi sei, che c-cosa volevi fargli?! Tu non potrai fargli del
male finché ci sarò io a
difenderlo!!»…«Da dove spunti,
maledetta?!?!»…«L-Lascia questi
occhiali!!»…«Ahh!»…«Sono
i suoi, quelli con cui mi ha salvata, non hai il diritto di
rubarglieli! Takato è un ragazzo nobile e coraggioso, e
chiunque vorrà alzare un dito su di lui dovrà
vedersela con la sottoscritta!!»
«E con il suo
Digimon!»…«…Beelzemon!»
esclamò Takato alla vista del Digimon che li
librò in volo alle sue spalle.
«Ahh, mi
avete stancato!!» reagì N’Emo
respingendo Jeri «Presto mie alleate, intervenite!
LadyMeramon!!» alzando il pugno destro che si
rivestì col guantone di perle «Eccomi,
padrone…» comparve lei sotto gli occhi attoniti di
Beelzemon
«PinkMonzaemon!»…«…sono
pronta.» …e anche il guantone sinistro di vetro si
compose «Bene, e ora assaggerete ciò di cui sono
capace: liberatemi da quell’intruso!»
N’Emo scontrò i pugni, e le due Digimon si
avventarono entrambe contro Beelzemon «Ahhh!!»
«Resisti, Beelzemon!!» esortò Jeri e si
gettò di nuovo contro N’Emo, ma questi
«Non sapete con chi avete a che fare!»
Takato si sentiva spiazzato, la sua mano scivolava al Digivice
«N-Non posso aiutarla…non ho il mio Digimon con
me…»
«LEVATI DI MEZZO!» N’Emo
imbrigliò Jeri
Mentre Beelzemon «Ahhh!!!» stentava con i suoi
attacchi a tener testa alle due Digimon.
Allora Takato ebbe un moto di rabbia «N-NON PROVARE A FARLE
DEL MALE!» ma appena sfiorò il ragazzino
«AHHH!!» fu legato dai fili «Avete
esaurito la mia pazienza!» e spinto a terra anche lui.
Jeri e Takato erano legati e vicini, mentre N’Emo si
avvicinava brandendo il suo coltello «Molto presto scoprirete
quanto vi costerà l’esservi ribellati a
me…»
«Takato…» pronunciava lei appenata
«…n-non aver paura, Jeri…»
disse lui stringendo poi gli occhi e pensando
“…Cindermon…perché non sei
qui?!” …al che il suo Digivice
liberò una luce…che costrinse N’Emo a
pararsi gli occhi col coltello «Da dove proviene questo
bagliore?!»
Sull’autobus…«Ahh! E’ Takato:
h-ho sentito chiaramente la sua voce, non posso essermi
sbagliata!!» …puntando poi uno sguardo fermo
avanti a sé «E non posso restare
qui…» …sicché nello
sbalordimento della gente («Guardate quella
ragazza!»…«Si trasforma!»)
DIGIEVOLUZIONE
«CINDERMON DIGIEVOLVEEE…
…WOLFIREMON!»
Seguì l’infrangersi dei vetri del finestrino,
nell’ ”ooooohhhhh”
generale…alla vista di quella lupa dal pelo di foglie che
balzò fuori dalla vettura sgattaiolando rapida nel vento tra
la città buia, saltando dai tetti delle automobili a quelli
dei palazzi…
«A-Ahhh!!!» Beelzemon fu violentemente spinto a
terra.
«E’ inutile: siete troppo deboli per le mie due
Digimon. La vostra speranza non basterà a salvarvi, ed
è ciò che meritate! Non avete idea…
…di ciò che possa voler dire vivere
nell’ombra nella quale sono confinato io. Ma adesso mi
rifarò rubando il tuo cuore digitale, Takato! Anzi,
prenderò entrambi i vostri!!»
Ma una voce lo smentì «Tu non prenderai proprio
niente!»
«Cosa?!» si volse il ragazzino.
E Takato «Era la voce di Rika!»
Dal fragore dell’infrangersi dei vetri più alti,
balzò una creatura aurea a nove code «Vai,
Kyubimon!!!»
E il suo getto celeste si frappose fra Beelzemon e le due Digimon che
stavano per assestargli il colpo di grazia.
«Kenta!!» esclamò piena di gioia Yuki
quando lo vide a cavallo di Kyubimon «Sono qui
anch’io! Non aver paura…!»
replicò lui in un sorriso di sollievo per averla
rivista…
N’Emo protestò «Ahh, non è
possibile!» scontrando i guantoni e poi scagliando pugni
nell’aria «Alleate,
attaccateli!!»…«No, mi dispiace,
resterai a bocca asciutta!» ribatté la voce di un
ragazzo «Come?!...AHHH!!!» …e dovette
pararsi con l’energia dei guantoni da quella coppia di globi
energetici «Siamo arrivati in tempo, lasciate fare a
noi!»
«Ryo!» esclamò Jeri,
dopodiché «Scure
veloce!!» Antylamon tagliò i fili che
li imbrigliavano «Suzie!» esclamò Takato
rialzandosi «Jeri, Takato, state
bene?»…«Sì…»…«Grazie
a voi…!» risposero il ragazzo e la
ragazza…
«Grrr, maledetti!» ringhiò
N’Emo, dopodiché illuminò i guantoni
«Presto, Ufomon, Gravemon, accorrete! Vogliono rovinare i
nostri piani!» (fine-canzone)
…e con la testa coperta dalle foglie del cespuglio
«Hai sentito Scratchmon? Ci stanno chiamando!»
Il gatto miagolò allungando una zampa.
«Uhmuhm, bisogno del nostro aiuto, eh?»
parlò Ufomon come se il fiore nei suoi capelli avesse
funzioni trasmittenti «Lo sapevo che prima o poi avresti
dovuto farci entrare in scena! Gravemon: andiamo, porta Scratchmon con
te, mi raccomando!»
…quando giunse Henry «Mya!! Ascolta, qui
è meglio tornare a casa e avvisare subito la polizia! Oh?...
…ma dov’è? MYA!!...
…è sparita! M-Ma…che sta
succedendo…?» si portò la mano al
cuore…
«Ci siamo…» spalancò gli
occhi Aki…e Violetta le fece scivolare lentamente le sue
mani lungo le spalle «Ora non resta che…attuare il
nostro piccolo intervento chirurgico improvvisato!»
La luce di Shaggai lampeggiò nel cielo…(canzone: Valerio
Scanu - Could it be magic)
«Oh per tutti i...cieli tempestosi…!!»
fu l’esclamazione assai accorata della signora Akimoto, che
portava con sé Terriermon il quale realizzò
“…è Shaggai, non ci sono dubbi! Oh no,
che starà accadendo…? Spero che Rea e Benji non
siano in pericolo. Debbo sbrigarmi a trovarla!!”
Janyu Wong era attonito, incollato ai vetri della finestra del
salotto…quando sua moglie si accostò a lui con
Benji tra le braccia «Secondo
te…cos’è quella
luce…?»…«…è
il destino che ritorna…» fu la risposta
dell’uomo…
«Non posso restare qui…» decise
definitivamente Rea, che smontò dalla sua automobile
bloccata nell’ingorgo, e scelse di proseguire a piedi con
determinazione, ed il suo Digivice nella mano…
«Non finisce qui!!» esclamò
N’Emo preparando i guantoni, quando si udì una
vocina «Oh no, è ovvio che non finisce, anzi:
comincia adesso!»
Ryo indicò «Quella è Ufomon!!»
«E ci sono anch’io…e anche
Scratchmon!» apparve Gravemon fluttuando nell’aria
come la sorella, e lasciando andare il gatto «Ora inizieremo
a divertirci sul serio…» sorrise pacato ma subdolo
il ragazzino digitale, mentre N’Emo giungeva tra di loro con
aria soddisfatta «Vi conviene arrendervi, assieme ai miei
alleati non avete speranza di battermi.»
…i Digimon Tamers si stringevano al centro della stanza,
dietro sussurrata esortazione di Rika «Attenti
ragazzi…»…«Ci hanno
circondati…» fu il commento di Suzie…
Alle loro spalle, PinkMonzaemon e LadyMeramon…di fronte a
loro Ufomon e Gravemon con N’Emo…
Gli occhi di Kenta si mossero su Takato, il quale però era
in seria difficoltà col suo Digivice in mano «Oh
no, e adesso come posso fare per aiutare i miei
amici…?»…«Takato! Resta al
sicuro e non
muoverti!»…«Ma…Jeri!»…«Lascia
fare a noi!» liquidò lei gettandosi sul
campo…
«Bene, direi di non aspettare più!»
invitò N’Emo ansioso di combattere
«Iniziamo…la partita!»
…sferrando un colpo in aria con il guantone di
vetro…
…che si tradusse in un potente laser da parte di
PinkMonzaemon «Attento!!» strillò Suzie,
e la sua Digimon scattò prontamente per togliere Cyberdramon
e Ryo dalla traiettoria «Grazie, Antylamon.»
espresse quest’ultimo.
N’Emo non si arrese: agitò con movimento rotatorio
il guantone di perle…che si accesero di luce
ardente…
…traducendosi in una rotazione dello spirale di perle da
parte di LadyMeramon, che piombò sul campo a mo’
di frustata «Via di lì!!» Kyubimon
protesse Beelzemon «Ti
ringrazio…»…«Oh!»
sussultò la volpe dorata ma lui sparò dalle
pistole per proteggerla da una seconda battuta del colpo
«Stiamo attenti ai loro movimenti…»
suggerì Beelzemon…
«Ragazzi, coraggio, non possiamo difendeci e basta, dobbiamo
contrattaccare!!» fu l’invito di Rika, ma
«Uhmuhmuhm, non vi consiglio di alzare troppo la cresta, a
meno che non abbiate fretta di morire! Sei d’accordo,
Gravemon?» il bambino annuì…ma Ryo si
fece avanti «Ora voi due ragazzini ci avete proprio stufato!
Si può sapere che cosa volete dai
terrestri?!»…«Semplice, mio bel fusto,
adesso te lo spiego!» fece Ufomon sfiorandosi il fiore
«Grazie all’energia dei Cuori digitali decreteremo
l’ascesa al potere della nostra nuova specie
digitale!»…«Avete detto nuova
specie?!» (Rika) «Ecco perché il
Digivice non ci dà informazioni su di voi!» (Ryo)
«Ma bravo, risposta esatta!» replicò
Ufomon, e Gravemon spiegò «Siamo una nuova natura
di Digimon…più forti e superiori…basta
guardare Scratchmon.» (che si arrotava gli artigli)
«La vostra specie è passata di moda, preparatevi
ad essere archiviati come SCARPE VECCHIE!» si fece aggressiva
la bambina, avvicinando le mani e riunendo un circolo di piccoli
pianeti elettrificati «Bracciale
galattico!!!»
Kyubimon scattò per proteggere Rika ma fu colpita dal
bracciale che si strinse attorno a lei «AAAHHHH!!!»
folgorandola «KYUBIMON!!»
«Ora basta!!» venne avanti Cyberdramon «Globi…perforanti!!»
Ma Gravemon alzò il suo bastone con sguardo
furbo…provocando il levitare di una bara «Replicazione mortifera!»
La bara si aprì, inglobando i colpi di Cyberdramon
«Che cosa?!» Questi le conferirono
l’energia necessaria per poi riaprirsi, e scaricare in una
serie di portentosi dardi l’energia immagazzinata
«AAAHHHHHHHH!!!»...«CYBERDRAMON!»
«Uhmuhmuhmuhm, ve l’avevamo detto!»
Ufomon si scostò i capelli «Ognuno dei vostri
attacchi fuori moda è completamente inutile contro il nostro
potere…» completò il
fratello…
Ma Suzie avanzava, con sguardo attonito «Non
può…essere
così…»…«Infatti
Suzie, hai ragione: non dobbiamo
arrenderci!»…«Ben detto,
Antylamon!»
Ufomon: «Come vi pare a voi!»
Antylamon: «Scure
veloce!!!»
Ufomon: «Scratchmon!»
…gli occhi della gatta lampeggiarono di un inquietante
bagliore giallo. Dopodiché balzò, roteando in una
capriola che generò un vortice giallastro.
«Inversione
del potere!» comandò
Ufomon…
…e Antylamon «AHHH! Ma che succede?! Non riesco a
vedere, c’è troppa luce!»
…fino ad essere travolta «AAAHHH!!!» dal
raggio che ne conseguì. Al termine del quale, a cadere a
terra non fu lei bensì Lopmon «Non può
essere!» esclamò la sua domatrice che la
andò a sorreggere «S-Suzie
perdonami…non sono riuscita a mantenere la mia forma
evoluta.»…«…qui si mette
male…»
«Presto Scratchmon, falli regredire tutti fino a renderli
piccoli-piccoli-piiiccoli…!» fu il comando di
Gravemon. Il vortice di Scratchmon non si era ancora esaurito. Ma un
Digimon fra gli altri reagì con più rabbia
«N-No!! Non…te lo
permetterò!»…«Attento,
Beelzemon!» esclamò Kyubimon quando lo vide
rialzarsi per fronteggiare il vortice «Nella nostra
evoluzione risiedono spesso sogni e aspettative, questi livelli ce li
conquistiamo con troppa fatica perché siano cancellati da
CHI NON CI CONOSCE!»
«Coraggio, Beelzemon!!» esortò Jeri
lanciando il Digivice in aria «Digimodificati!...
…carta di Mercurymon!»
L’ologramma di un Digimon che impugnava una coppia di scudi
permise a Beelzemon di avvalersi della stessa arma «Ahh,
grazie Jeri!»
E quando il raggio lo colpì, lui
«A-AAAARGHHH!!!» si difese con tutte le
forze…per poi fare capolino dietro lo scudo «Pallottole smaterializzanti!»
«Scratchmon!» (Gravemon, allarmato )
«Scansati!!» (Ufomon, decisa)
La gatta
balzò per non farsi colpire.
Ma
N’Emo «Uhmuhm!» mosse prima il guanto di
vetro...(laser di PinkMonzaemon, che Beelzemon schivò per un
pelo) …poi subito il guanto di perle, da cui
scaturì una frustata di LadyMeramon dalla quale non
poté difendersi e «AAAAHHH!!!» (Jeri
«Beelzemon!!») …fu spinto a terra.
«Uhmuhmuhmuhm!» ghignava Ufomon soddisfatta
«Ahahahah…Ufomon…»
altrettanto il fratellino…
…quando invece «Oh no…»
dilatava gli occhi Takato…
…nel vedere N’Emo che muovendo i suoi guantoni
sprigionava una serie di fili che andavano ad imbrigliare i suoi amici
umani e Digimon sconfitti «Molto bene, la vostra carriera
come squadra…termina qui!!»
…gli occhi appenati di Yuki legata alla parete si
incontravano con quelli altrettanto sofferenti di Kenta, imbrigliato
dai fili (fine-canzone)
«Shaggai…75 % di
potenza…»…«Bene dai ci
siamo-ci siaaamo!» sussurrava ma entusiasta Violetta,
aggrappata dietro l’altra e battendole sulle braccia, senza
staccare per un attimo gli occhi dal video…
…la mano di Henry premette sul suo cuore, i suoi occhi si
dilatarono «A-AH! IL CUORE!!»
Il buco nel cielo lampeggiò, come un tuono.
E attorno al ragazzo iniziò a distinguersi
dell’energia, che sembrava emergere dalla terra come a
volerlo risucchiare in alto «A-AAAHHHHHHHHH!!!»
Il giovane si piegò: ma lottarvi era arduo. Presso il suo
cuore sembrò delinearsi una sorta di simbolo di
luce…vi era una freccia, ma l’arco era spezzato a
metà…
«AAAHHH!!!...R-REA…!!...BENJI, AIUTATEMI!!...
…T-TERRIERMOOON!!!»
La ragazza correva attraverso le strade, in direzione opposta a tutta
la gente che, presa dal panico, fuggiva. Ma lei no, con il suo Digivice
in mano, sembrava stare cercando qualcuno, incurante del pericolo
finché non l’avesse trovato…
«Janyu…guarda, nostro nipote è
inquieto!!» segnalava la signora, che non riusciva a tenere
calmo il bambino fra le sue braccia.
«Henry…dove sarai…?» si
chiedeva il padre del ragazzo.
…Rea correva, ma ad un tratto si sentì chiamare
«REA!!»…«Oh?!»…«Signora
Rea!»
Il volto della ragazza si aprì di speranza, nonostante la
disperazione «…Terriermon!!!» correndo
ad abbracciarlo, quando anche
«Figliola!!»…«Ah!! Mamma! Sei
qui?!»…«Presto, dobbiamo tornare a casa,
qui si sta consumando la
catastrofe!!»…«No mamma aspetta! Ti
prego…perdonami, devo fare una cosa importante! Ho sentito
Henry, ora…non mi chiedere come, non so spiegartelo! Ma
l’ho sentito in fondo al mio cuore, chiamava il mio nome, mi
supplicava di aiutarlo!!»…«Ahh! Anche
lei?! Anche lei signora lo ha
sentito?!»…«…anche tu,
Terriermon?»
«Tesoro…» parlava la madre della ragazza
carezzandole il viso «…dovete fare
attenzione!!»…«…Henry
è mio marito, è il padre di mio
figlio…ed è l’uomo che amo, non posso
ignorare il suo
richiamo.»…«Sì,
però…promettimi, promettetemi che tornerete a
casa!»…«…vero
Terriermon?» si volse Rea, e lui sulla sua spalla
«Momentai!»…«Mamma, tu e
papà mettetevi al sicuro!...
…e aspettateci!...
…torneremo!» correndo via.
«Oh! Dio ti prego proteggi quella ragazza! E anche il suo
Digimon!!»
«AAAAAAAHHHHRGHHHH!!!» …la
potenza del vortice sprigionato da Shaggai si intensificava
parallelamente al dolore per Henry…
…quando una moltitudine di creature digitali in tutte le
salse erano aggrappate alla ringhiera del balcone del palazzo reale:
fra le nuvole che avvolgevano il castello era ben distinguibile
un’oscura luce verde…
«Che cosa hai detto, Andromon?! Non è
possibile!»…«Ti dico di sì,
Kazu, è la verità: Cyclemon mi aveva poi
trascinato nell’arena per la prova, altrimenti te
l’avrei detto
prima!»…«Guardianmon…ti ha
aggredito!»…«Sì! E’
stato lui a chiudermi nelle segrete in quel momento in cui non mi
trovavi! E’ armato di cattive intenzioni, ha detto che noi
due siamo nei suoi bersagli! Ma non mi ha detto
perché!»…«…presto,
Andromon…» assottigliò gli occhi il
ragazzo «…l’intero palazzo è
in pericolo, dobbiamo intervenire
subito.»…«Sono
d’accordo!» e corsero…
«Allontanarsi! ORDINI DEL SUPREMO, allontanarsi! Via signori,
non c’è niente da vedere!!!»
…oscillava la sua pur tremante mano Sandmon come uno
sdegnoso sovrano che chiede di non essere disturbato: i Knightmon ad
aiutarlo, facendo uso della parte piatta dei loro possenti spadoni a
mo’ di transenne per arginare il fermento popolare
(…«Se c’è un varco per la
terra noi vogliamo vedere!»…«Ne abbiamo
tutto il diritto! Per le nostre famiglie!! E se Digiworld fosse di
nuovo in pericolo?!»…) …ma il
guerriero di sabbia si rigirava torvo «…mi
domando…cosa stia accadendo sulla terra senza che nessuno mi
informi…griiiuhmmmmMMMmmm…» scaricando
il nervosismo sul manico della sua spada…
In tutto questo, Guardianmon era disceso fino alla rampa più
bassa delle candide scale che sfociavano nel cielo, nel quale si
riversava la cristallina cascata che bagnava i gradini. Da
lì poteva permettere ai suoi occhi oltre la maschera di
osservare meglio il buco vorticoso che aveva scosso tanti
animi…
“Ho bisogno di scoprire l’origine di questo ambiguo
fenomeno. Oh?!”
…ma qualcosa attirò la sua attenzione: per un
attimo il buco proiettò immagini della
terra…Guardianmon vide i domatori e i loro Digimon
prigionieri…
…vide PinkMonzaemon e LadyMeramon sotto il controllo magico
dei guantoni di N’Emo…
“Non è possibile! E così si sono tutti
riuniti!!”
…vide Kenta gridare qualcosa…e Yuki rispondere
“Anche loro…!!!...
…e le Digimon che avevo spedito per annientarli sono cadute
nelle mani di quel ragazzino che mi ha raggirato per passare i
cancelli! Non ci voleva: la situazione sulla terra mi è
sfuggita di mano! La sola cosa che mi rimane
è…”
«Fermo dove sei,
Guardianmon!»…«Uh?!»
Kazu lo attendeva sulla cima delle scale con il Digivice in mano,
assieme ad Andromon che gli puntò contro il suo braccio
meccanico «Sei stato smascherato ormai, hai finito con i tuoi
soprusi.»
«Andromon mi ha raccontato tutto…»
scendeva le scale Kazu, ponendosi in atteggiamento ostile «So
che l’hai aggredito, e la tua presenza qui fa parte di un
piano ben preciso! Ti avverto: non ti permetterò di
seguitare a prenderti gioco di tutti i Digimon in questo palazzo! Non
mi fai paura, io e il mio Digimon possiamo
sconfiggerti!!»…«Kazu, io sono
pronto!»…«MALEDETTI!!»
…sbottò Guardianmon «…ora ci
mancavate solo voi…»
…quando Imagomon si stava affacciando alla ringhiera,
assieme al Gekomon che segnalò «Ohhh! Guaaarda
Imagomon quello è Kazu! C’è anche
Guardianmon, temo che stiano per combattere!!...oh? Imagomon, ma cosa
guardi?!»
Un’immagine nel buco in cielo catturò
l’animo della volpe nera: Kyubimon a terra “Ah!
Moglie mia…”
«Dobbiamo aiutarli!...anche se…non ho idea di cosa
possa fare un semplice Gekomon. Oh?! Imagomon, dove vai??»
…il Digimon aveva scavalcato la ringhiera…
«Uhm! Se credete di farmi paura vi
sbagliate!»…«…sei tu a
sbagliare…GUARDIANMON…se credi che noi qui siamo
tutti stupidi!!» veniva avanti sempre più
minaccioso il ragazzo, mentre Guardianmon sogghignò
«Uhmuhmuhm, voi umani vi sentite tanto sicuri al fianco del
vostro Digimon. Ma siete dei poveri illusi: i primi a mancare del
controllo delle vostre pulsioni! Ti senti tanto orgoglioso di aver
superato la tua prova oggi…Kazu…ma non credere,
la vita sa plasmarne di ben peggiori! Tanto vale rinunciare a tutti i
legami svianti che possono portare solo il progredire
dell’illusione…fra Digiword e la terra
c’è un muro incolmabile, dammi retta!
Dall’unione fra Digimon e domatori non nasce niente di
buono!»…«Se questo è quello
che credi…
…allora lascia che ti dimostri quanto invece la nostra
unione può fare di grande!! Sei pronto
Andromon?!»…«Pronto!»…«NO!!»
prevaricò però il Digimon mascherato
«Sono io che darò a voi una dimostrazione di
quella che è una volta per tutte la vera
POTENZA…voi ora siete qui protetti dalle mura da questo
luogo celestiale…ma presto la terra vivrà uno
sconvolgimento…nel cui centro…CI
SARO’ IO…»…«Ah! Che
vuoi fare sulla terra?!»…«Vuoi forse
sferrare un attacco ai nostri amici?!» chiesero ragazzo e
Digimon, e Guardianmon sfoderò la spada «Voglio
riportare l’ordine una volta per tutte!!...questo nuovo
scambio culturale non si sarebbe dovuto mai compiere: in questi casi
l’unico rimedio è la cancellazione storica!
Dormite sonni tranquilli…» sotto lo sguardo
attonito dei due «…mentre io provvedo a cantare la
ninna nanna alla terra…tracciando una sentenza con la mia
spada…»…«Ah no Guardianmon
aspetta!!» tese la mano Kazu «Missili Piranha!»
scagliò Andromon. Ma fu inutile.
Guardianmon «Ah!!» …con un prodigioso e
spericolato balzo all’indietro…si tuffò
nel centro del vortice «Guarda, si è lanciato nel
buco in cielo!!» esclamò Kazu, e Andromon
«Vuole raggiungere la
terra.»…«Dobbiamo fermarlo!!»
e Andromon provò a avvicinarsi ma «Ahhh! No, Kazu
è impossibile!!» cadendo in ginocchio a causa di
quelle scariche: il suo domatore giunse a soccorrerlo. Il Digimon
spiegò «Così facendo ha generato un
conflitto di dati!»…«Vuoi dire che non
possiamo inseguirlo? Oh no, adesso i nostri amici sulla terra
correranno un grande pericolo!»
Ma qualcuno stava balzando agilmente su quella scala «Oh?!
Imagomon, che fai?!» esclamò Kazu, la volpe nera
dichiarò «Devo assolutamente raggiungere la mia
sposa e i miei figli prima che scompaia!»
…volgendosi con la coda dell’occhio
«Kazu: tu resta qui a vegliare sul palazzo, Cyclemon ha
bisogno del tuo sostegno per governare questa crisi. Alla
terra…» puntando il suo obiettivo
«Lascia che ci pensi io. E se puoi cerca di scoprire la
verità su Guilmon!»…«Aspetta
Imagomon!!» gridò il ragazzo, ed il suo Digimon
«E’ troppo pericoloso, ti
disintegrerà!»
Ma Imagomon non permise loro di impedirgli quel balzo…
«Imagomoooooon…!» gridava il Gekomon. Il
vortice emise scariche più che mai. Kazu sospendeva il
respiro «Oh no, è stato un gesto avventato e
imprudente!! Lo inghiottirà, scomponendo i suoi
dati!!»
«A-Ahhh…non riesco…a
muovermi…» esprimeva Kyubimon a terra, e Rika
vicino a lei e imbrigliata dai fili
«…neanch’io,
Kyubimon…»
«LASCIALI SUBITO ANDARE!» esclamò
Takato, ma N’Emo si volse «Dipende da
te!» puntandogli contro il coltello «Sono
disposto…a qualsiasi cosa…»
«Takato, scappa!!!» gridava Rika. E Jeri
«Non ascoltarlo…lascialo perdere!! Dimenticati di
noi, metti in salvo la tua vita!» ma lui in tutta risposta
«No, Jeri!!»
E Ufomon tirò i fili, accrescendo
«AHHH!!!» il loro dolore «Guardate che
non siete più in condizioni di
parlare!»…«Vi abbiamo catturato,
uhmuhmuhm! Ora vi estrarremo il cuore digitale e poi la vostra carne la
faremo mangiare a Scratchmon per cena…»
La gatta si era buttata a terra a pancia all’aria…
…e Ufomon le fece fare un balzo «SVEGLIA,
SCRATCHMOOON! TI PARE IL CASO DI DORMIRE AL MOMENTO DELLA NOSTRA
VITTORIA?!»
«N’Emo è me che vuoi, vero?! Allora
coraggio!» Takato spalancò le braccia
«Prendi quello che vuoi, ma almeno lascia andare loro! Ordina
ai tuoi complici di lasciarli
liberi!»…«…non posso
crederci…saresti capace di sacrificarti per loro?!»
Ma il ragazzo era irremovibile e sicuro «Te l’ho
già detto, sono disposto a
tutto!»…«Aspetta, non hai neanche un
po’ di paura?! Ti estrarrò il
cuore…»
Takato grondava sudore…ma nonostante tutto le sue parole
erano ferme, e serene «No…io non ho
paura.»
Tanto da far spalancare gli occhi di N’Emo (e di
Scratchmon…)
«Quello che potevo vivere…l’ho
già vissuto, ho avuto un’infanzia meravigliosa! E
sebbene la mia crescita sia stata difficile…la luce di quei
tempi di felicità è bastata per irradiare questi
dieci anni, e non far mancare mai amicizia e calore! Tutti
loro…quelli che vedi, sono le persone che mi stanno
più a cuore. Non faccio distinzioni fra umani e Digimon
perché sia gli uni che gli altri…»
…sotto gli occhi attoniti dell’intera
squadra…«…ognuno a loro
modo…sono stati parte determinante del mio percorso.
Ora…tu mi estrarrai il cuore, ma in tutta
sincerità non so che cosa ne
otterrai!»…«Ihm!!»…«Perché
non credo…che niente di simile si possa rimuovere
semplicemente con l’uso di un coltello, né che si
possa riversare…nel proprio cuore…quando non
è stata la vita con le sue esperienze a
donarti…una luce tanto immensa…»
«TAKATO NON DEEEVI!!!» gridava Jeri in lacrime
«VATTENE!»
…ma lui nemmeno la guardava…e si poneva di fronte
a quel ragazzino sconvolto…
…mentre i due ragazzini-Digimon sbattevano le
ciglia…
«Procedi pure.»
«Nooo, Takato è una follia!!» gridava
Suzie, e Ryo «Sei ancora in tempo, scappa!!» Kenta
«Questo sacrificio ha un prezzo troppo alto!!!»
…ma lui «Mi
dispiace…ragazzi...» dando loro le spalle
«…ma il prezzo del vostro sacrificio è
ben più alto: voi siete persone fantastiche,
io…non sono altro che un semplice
parrucchiere…» sorridendo un po’
malinconicamente «…figlio di
panettieri…che aveva il sogno di incontrare il suo
Digimon…!...e che...
…lo ha condotto fin qui. Grazie per tutta
l’allegria che mi avete donato! Guilmon…
…a-aiutami a fare quest’ultimo passo, te ne
prego…» …nello sfumare della sua
voce…ma all’udire del nome del Digimon,
N’Emo si caricò di rabbia «E va bene, lo
hai voluto tu! Il tuo cuore scintillante ora apparterrà a
me!!»
(canzone: Mariah
Carey - Through the rain) appoggiandogli il coltello sul
petto…Takato chiuse gli occhi…mentre
quell’arma sprigionava una luce magica…
«NOOOOOO, TAKATOOOOOO!!» esclamava Rika tra le
lacrime…
Jeri assisteva alla scena con volto incredulo…
“Amici miei…vi prego.” pensava il
ragazzo, mentre nello sbalordimento di quella squadra di nemici, in
prossimità del suo petto si materializzava un simbolo
“…in qualche modo…non so quale, ma
cercate di mettervi in salvo. E di continuare a lottare…per
quello…in cui abbiamo sempre creduto!”
«NON E’ GIUSTOOOOOOOOO!» gridava Ryo e
cercava di liberarsi, ma Cyberdramon gli disse «E’
inutile che ci provi Ryo: l’ho fatto anch’io,
è inutile!» ma aveva voce rotta dal pianto
«DANNAZIONE!» esclamò di nuovo il
ragazzo «CHE POSSIATE ESSERE MALEDETTI!»
Brillava come un frammento di sole…quello che aveva
l’aspetto di un pregiato artefatto. Una testa di drago.
Assomigliava ai biscotti che realizzavano al panificio. Anche
N’Emo restò sbalordito da quell’aspetto.
E quando si fu materializzato, Takato era diventato pallido come
N’Emo, e cadeva sulle ginocchia ormai senza forze…
“Perché deve finire
così…?” …versava
lacrime Jeri “…perché devo perdere
anche te? Non lo accetto. Non accetto di
perderti…” chinando il capo…
“L’ho fatto senza
paura…” …mentre si accasciava
a terra “…perché in fondo sento che i
miei sentimenti sono al sicuro. In uno scrigno. Quello dove i
bambini…credono che vi sia racchiusa una felicità
in grado di durare per sempre. Il tempo scalfisce tante
cose…ma non c’è riuscito con il mio
sogno. Fino all’ultimo. Ha ricevuto tanti graffi…
…ma ha resistito. E sarà stupido dirlo, ma per
ciò che mi ha dato rifarei tutto questo anche
daccapo!”
Sembrò addormentarsi a terra…
«Nooooooooo…!» Rika non si
rassegnava…e Kyubimon mormorò
«Rika…è finita…»
«N-Non è giusto!!» tuonava di rabbia
Beelzemon «Non sono riuscito a proteggerlo, SONO UN
FALLITO!»
Di Kenta e Yuki parlavano solo gli sguardi a distanza…e le
lacrime…
Di Lopmon solo le lacrime «N-Non posso
crederci!!»…«…neanch’io,
Lopmon!!»…anche della sua domatrice.
Il cuore brillante scivolò nella mano
dell’interdetto N’Emo. Mentre Ufomon si scostava i
capelli «Ah, figuriamoci, adesso sai quanto si
vanterà!»…«Ti credi
spiritosa?»…«Uhm? Chi ha osato
interrompermi?» fece l’alienina senza neanche
girarsi, quando «Oh?»
…incrociò lo sguardo di Jeri
«…tu sei molto giovane…ma si vede da
lontano un miglio che non hai avuto…un cavaliere a
riscaldarti il cuore, e a salvarti quando eri in
pericolo.»…«CoooOOOME TI PERMETTI,
BRUTTA STREGA?! Io sono la più bella Digimon della nuova
specie, e grazie al mio aspetto posso comprarmi tutti i cavalieri che
mi pare!»…«No, mi spiace
contraddirti…»….«Whaaa?!»…«Un’amicizia
…cara e calda come la sua…» alludendo
con dolcezza al giovane a terra «…in grado di
riportare il tepore…quando soffia il vento gelido, talvolta
anche andando al di là delle menzogne, e degli intrighi
della vita…non è in vendita. E neppure si
merita…perché io non l’ho meritata di
certo. Ma occorre un cuore…per poterla apprezzare. E la
differenza fra me e te è che il mio c’è
ed è imperfetto, mentre tu…
…si vede che non hai
cuore.»…«AaaaaaAAAH E’
COSIII?!» Ufomon sfoderò i suoi artigli
«Tra poco allora saremo pari, PERCHE’ IL PROSSIMO
CUORE CHE STRAPPERO’ SARA’ IL
TUO!!!»…«Ahhh!!!»
Jeri vide quelle unghie piombare su di lei e strinse gli occhi.
Ma una foglia incandescente si frappose «WHAAA!!! CHI
E’ STATOOO?! MI SONO BRUCIATA LA MIA PREZIOSA
PELLE!»
Tutti si volsero…
…le porte dell’ascensore…avevano
rivelato una lupa dal pelo incandescente.
I suoi occhi azzurri puntarono al di là di tutti i presenti,
sullo sfondo “Takato…!!” ma quei
presenti ora si frapposero di fronte a lei: per prime PinkMonzaemon, e
LadyMeramon. Ma le corse così agilmente che
schivò i loro colpi e balzò tanto alta da
scavalcarle. N’Emo alzava attonito i suoi occhi.
«Artigli liquefacenti!!!»
…e bastarono poche fulminee zampate per spezzare i fili che
imbrigliavano quella squadra «Siamo liberi?» chiese
Suzie «Presto, alziamoci!» invitò Ryo.
«Dannaziooone, sono tutti di nuovo in piedi!»
indicò l’aliena digitale, e Kyubimon pur facendo
leva sulle forze ribatté con ardore «Certo, cosa
credevi, che ci saremmo arresi?!»
«G-Gravemooon…» iniziò a
retrocedere Ufomon con il fratellino.
«Ti fermerò!» ringhiò
N’Emo unendo i guantoni. Ma Wolfiremon scodinzolò
«Piropennellata!!!»
tracciando la foglia luccicante nell’aria e scatenando il suo
calore ardente «GRWHHHHH!!!» il ragazzino si difese
con impegno…ma il calore del colpo riuscì a
fondere la consistenza dei guantoni «NO! NON E’
POSSIBILE!»
LadyMeramon «GYAAHHHHHHHH!!!» e PinkMonzaemon
«WHAAAAAAAAAA!!!» furono pervase da un calore
sciogliente, proprio come se quel colpo fosse stato indirizzato a loro.
N’Emo colpiva con i guantoni fumanti «Reagite!
REAGITE!!» …ma queste caddero. Prima
l’una, poi l’altra.
«Oh no!!» esclamò il ragazzino. Ma
Wolfiremon piombò come un fulmine su di lui e
«AAAHHHH!!!» gettandolo a terra con un colpo di
coda gli strappò il cuore luminoso.
«Wolfiremon, quello è il cuore di
Takato!!» esclamò Jeri. E lei, che aveva avvolto
quell’oggetto con la coda senza neanche realizzare cosa
fosse, ora lo avvicinò “Cosa?” e
riconoscendo la testa di drago “Takato!!”
esclamò preoccupata dentro di sè, per poi
precipitarsi da lui «Takato!!» scuotendolo con il
muso e leccandolo «Cos’hai, che ti è
successo?! Alzati! Perché sei così gelido e non
rispondi?! Takatooo!!!»
Ma Jeri avanzava con passo affaticato «E’
finita…» …cadendo in ginocchio stremata
al fianco della lupa «Perché?! Che stai
dicendo?!»…«Gli hanno estratto il cuore
digitale, Wolfiremon…» …versando
lacrime, dinanzi a quegli occhi azzurri sconvolti
«Ormai…non è più possibile
salvarlo!»…«No! NOOO, mi rifiuto di
crederlo! Può recuperarlo, PERCHE’ DICI CHE
E’
FINITA?!»…«Perché…?»
alzò Jeri quello sguardo smarrito e rassegnato
«Perché so riconoscere…un calore a cui
non ho diritto: il suo cuore emana un tepore…
…meraviglioso…» tendendo le mani a
quell’oggetto splendente «…il contrario
del gelo che soffia sulla mia vita: io non potrò mai
stringere un calore simile…!» …e ora
portando rassegnata le mani al petto «No…e invece
no, io ti dico che può farcela! Takato è forte,
è uno tosto, e te lo dimostrerò!!»
«Oh?» Jeri alzò lo sguardo…
…così come fecero tutti…
Quella lupa dagli occhi azzurri avanzò verso il ragazzo a
terra, portando il suo cuore legato nella coda. Ed accostandogli il
muso sussurrò dolcemente
«Takato…svegliati! Eh? Ricorda, sei arrabbiato con
me, ti faccio impazzire e ti faccio un sacco di dispetti. Me la devi
ancora far pagare, prima di metterti a poltrire…»
…e così fece discendere quel bagliore di nuovo
dentro di lui. Sotto gli occhi strabiliati di Ufomon e Gravemon
«Whaaa?!!!»
…e quelli amareggiati di N’Emo, che si
rialzava…
«Apri gli occhi…» sfiorandolo con la
zampa e leccandolo, oltre a regalargli una sua lacrima che gli
scivolò sul viso «O-Oh…»
«Ragazzi,
si sta svegliando!!!» esclamò felice
Rika…
«Takato…»…«Ohh?»
si rialzò appena lui, e distinse qualcuno che più
in là lo fissava «Jeri. Jeri!!»
Wolfiremon lo
accettò…e si allontanò mentre lui
chiedeva «Stai bene?!»
E Jeri lo fissava
incredula di felicità.
“E’ giusto così, facciamoli riprendere
confidenza, del resto…me ne avevano parlato: è
l’innamorata storica!” pensava Wolfiremon mentre si
allontanava, quando ad un tratto
«Wolfiremon!»…«Oh?!»
la lupa si volse «Vuoi ancora vedere una mia foto da
bambino…?»
…sicché la creatura sorrise di commozione
«Takato…»
Anche lui le sorrideva, tante scintille luccicanti avevano pervaso
quella stanza…(fine-canzone)
Shaggai tuonò sulla terra.
E a Digiworld Kazu portava la mano al petto
«C’è riuscito…
…Imagomon è riuscito a penetrare nel
vortice!»…«Questo significa che
è salvo? Che raggiungerà la terra?»
chiese Andromon, e con il suo domatore si appesero a quella speranza.
«A-AAAAAAAHHHHHHHHH!!!» la luce sul petto di Henry
era sempre più splendente: un fascio di energia
dall’andamento verticale lo aveva avvolto.
«98 %...99…» pronunciava Aki,
specificando «…quando arriveremo a 100 procederemo
con lo scambio!» …e si vedeva che il suo sguardo,
così come la sua voce, era emozionato…
«…
…cento…» …ma a
quel punto due braccia amichevoli le scivolarono attorno al collo.
Qualcuno le fece capolino accanto «Ihihihihihi!!!»
…e nient’altro. Quella fu l’esortazione
a procedere, ma nonostante tutto Aki domandò «Sei
sicura che non gli farò del
male?»…«Aaaauguri e figli
maschiii!!!» passeggiava l’altra…
…dopodiché si volse «Insomma!! Ancora
non hai premuto quel bottone? Ohhh, capisco, è che sei
emozionata: andiamo, sposina!»…«N-Non
so, c’è qualcosa che mi rende
insicura!»…«Ma se lo premo io non
c’è gusto!!»
Aki deglutì «Devo farmi
forza…» e leccandosi appena le secche labbra,
evocò la sua professionale concentrazione.
Sul display c’era un tasto START
contrassegnato in rosso, la freccetta lo sfiorò. Aki chiuse
gli occhi, dopodiché «Avvio.»
cliccò evocando fermezza e decisione. Dopodiché
espirò e si distese sullo schienale…
…mentre l’altra le faceva un sorriso premuroso e
compiaciuto, giungendo le mani…
Tuttavia
Aki un secondo dopo riaprì gli occhi e scattò di
colpo con la sedia presso la tastiera «Si vede pure lo
spettacolino?»…«Aspetta un attimo
Violetta, guarda cosa dice qui.»…«Impossibile
procedere…a causa di un’interferenz-ehi
ma cos’è,
rimbambito?!»…«Non riesco a
capire…!»…«Hai fatto il
controllo con l’antivirus come ti avevo detto?? Lo dico
sempre a Mya e Lotti: poi se avete i virus non vi
lamentate!»…«Era tutto perfetto, non si
spiega com-…
…aspetta…ah! Segnala una presenza non autorizzata
all’interno del vortice!»…«Una
preseeenza, che storia è
questa?!»…«Aspetta…vedo se
riesco a ingrandire…»
…all’interno della luce verde, infatti, planava ad
occhi socchiusi e a braccia spalancate un Digimon mascherato…
Lo stesso che comparve all’interno dello schermo del pc,
destando l’improvviso guardarsi sconvolto delle due. Che
pronunciarono simultaneamente «GUARDIANMOOON?!?!?!»
“Sto arrivando…e adesso nessuno mi
fermerà…
!!!...” assottigliava gli occhi il Digimon nel
vortice…
Ma dietro di lui c’era qualcun altro: Imagomon socchiudeva i
suoi occhi sottili per impedire a quelle scintille digitali di
bruciargli.
«Digli di procedere nonostante tutto!»
esortò Violetta «Ma non si
può!»…«Ahh, è solo
uno stupido imprevisto, non ha senso fermare tutto! Digli di non
considerare Guardianmon e di procedere allo scambio del
cuori!»
Aki si avventò sul mouse. E cliccò,
cliccò più volte con insistenza «Ahhh,
no, qui è tutto bloccato! Sta andando in corto circuito,
segnala più di un’interferenza, Shaggai ha
collassato!!»…«Ahhh, accidenti,
è dire che c’eravamo quasi riuscitiii!!»
protestò Violetta nell’assottigliarsi della sua
voce «Dimmi tu se ora mi tocca chiamare Sandmon e cambiare
piano!» sfoderando un cellulare e battendo il piede a terra
nell’attesa…mentre Aki si volgeva a fissarla,
appendendosi al suo operato…
«Lontani! LOOONTANI vi ho detto, o il Supremo vi
farà incarcerare nelle
segrete!»…«Grande Sandmon…non
li teniamo
più!»…«AaaaaaAAARGH! Voi
Knightmon siete degli
incapaci!!»…«E’ il
vortice che li attira, non è colpa
nostra!»
Quando si udì uno squillo «Ihhhm!!! Oh
m-mamminaaa, mi ci mancava anche questa PROOON-TO?!»
«Sandmon?!»
«CHIII E’?!?!»
«Eh, sono io, chi altri, tua moglie!!»
«Griiimp! (ci mancava solo lei!) ma si può sapere
che roba state combinando, tutto il casino è scoppiato DA
ME!»
«E non è niente in confronto a quello che
è scoppiato e soprattutto che scoppierà,
prevedo…fuochi d’artificio, guarda, per le
prossime ore: pfff, che poi non abbiamo concluso niente, alla
fine!»
«Come?! Niente, sigh?! Ma vi pare rispettooo?!»
«Parli di rispetto tu che porti in giro una povera
principessa digitale con vane promesse di matrimonio! Guarda un
po’ che adesso lo formalizzi il rapporto,
vedi-vedi?»
«U-Un attimo che stai dicendo, Violettina?»
«Che hai…cinque minuti non di più di
tempo per fare due cose: precipitarti qui, innanzitutto!
C’è bisogno di Taisho Yusaki per un intervento
urgente! Ma NON PRIMA che tu abbia chiesto di sposarti a quella
lì che hai accanto, dov’è?! Se
è lì con te, se è attualmente nel tuo
raggio visivo, chiamala! Dovete convolare a nozze!»
«Violetta tu cambi piano ogni cinque secondi io non ci
capisco niente: ma insomma, poi l’avete scambiato il cuore
digitale a quel babbeo con la faccia da manichino?!»
«Macchééé, figurati,
è successo di tutto ma ora non posso spiegarti HO FRETTAAA,
ti sbrighiii?!» (mentre Aki la fissava attonita, con
l’animo sospeso su quelle prossime mosse ancora in
formazione…)
«Violettina ma come glielo chiedo una cosa del genere?
E’-E’ timida, ha bisogno di tempo per abituarsi a
un uomo forte come me!»
«Sandmon a me qui mi dà l’idea che tu
non voglia proprio capire scusa se te lo dico: dovete fare una cosa in
fretta, qui…!!...» abbassando il tono
«…DOBBIAMO…agire in fretta, presto
sarà un campo di battaglia: quei domatori si fanno sempre
più forti per cui al più presto dobbiamo
accaparrarci gli artefatti energetici più appetibili. Tu
devi sposare quella Diamon…e il giorno stesso! La notte
stessa, la prima notte di nozze devi farti sputare la collocazione
della Sfera regale: non impooorta quali tattiche dovrai
usare, sei un uomo, in queste cose te la vedi tu!»
Sandmon
apriva sempre più la sua bocca ondulata…
«Noi…» passeggiava Violetta
«Nel frattempo cercheremo un modo per preservare il detentore
del cuore digitale più potente da…come dire?
Tocchi indiscreti…!» (…cosa che
sembrava stare molto a cuore ad Aki…) «E quanto
prima ci ingegneremo ad allestire una nuova procedura di estrazione, ma
intanto tu piomba qui, è questione di minuti! E
non…!!...tramite il vortice, tramite il limbo! Si fa prima!
RICORDATI DI CHIEDERLE DI SPOSART-questo scemo ha riattaccato, io non
so nemmeno se ha capito bene! Ahhh, io non lo so: ma chi li ha
inventati, i
mariti?!»…«Violetta…»…«Ehhh…»…«…guarda
qua cosa segnala: il Digimon. Il suo Digimon è sulle sue
tracce!!»
Occhi spalancati per la giovane donna dai riccioli castani…
Rea correva contro il vento, con Terriermon tra le braccia
«Guardi, signora Rea!! Lì c’è
un fascio di luce!!»…«…di che
cosa si tratterà…?» si aprirono i suoi
occhi scuri…
«N-Non riesco più a resistere!!
S-Sento…che mi risucchiano il cuore!!» esclamava
Henry prigioniero nel fascio.
All’uscita di un ristorante, anche Yamaki non poteva credere
a ciò che vedeva risplendere in cielo. Sua moglie, in abito
elegante in occasione della serata, si accostò a lui
«Mitsuo…non c’è
possibilità di equivoci, non è
così?»…«…è
escluso, Riley: Shaggai…
…ma non capisco chi mai possa averlo
attivato…!»…«Che
succederà adesso…?» lei si strinse al
suo braccio, sembrava intimorita. E lui «Quello che mi
preoccupa è che c’è un interferenza:
riconosco il colore del cielo e le scariche che emette, è in
corso…in cospicuo scambio di
dati.»…«Mi ricorda tanti anni
fa…quando Shaggai permise ai Deva di penetrare nel nostro
mondo.»…«…in effetti qualcuno
sta arrivando…» replicava quell’uomo che
fenomeni simili sembravano esortare alla concentrazione e alle
riflessioni, quasi come se lo affascinassero quel tanto che gli
concedeva di dominare la paura, e far muovere la sua mente…
…quasi come se riuscisse a vedere, anche se era impossibile,
quel Digimon avvolto in un’armatura dalle sfumature
iridescenti come il destino…che planava sicuro di
sé…
…quasi come se riuscisse a udire il suo ghigno
«Uhmuhmuhm!...»
«…qualcuno…di molto
potente…»
Riley ripose le sue speranze in lui. E lui la guardò in modo
da rassicurarla e la strinse.
…mentre Takato si rialzava, l’edificio cominciava
a tremare…e gli occhi di N’Emo a dilatarsi di
terrore «…no, il terremoto…»
«Ragazzi! E’ in corso uno squilibrio
atmosferico!» segnalò Ryo.
Sotto ai loro occhi, un oggetto iniziò a luccicare e ad
essere attratto da una misteriosa forza che lo calamitava verso
l’alto.
Yuki segnalò in un sussulto «Kenta!! Il
Digivice!!»
Ed il ragazzo «Lo recupererò!»
scattò pronto in un’agile corsa, ma
«Ahhh!!!» un graffio felino lo bloccò
«Non così in fretta,
carini!»...«Noi non vi permetteremo di
scappare.» si frapposero Ufomon e Gravemon. La bambina
minacciò «La partita non è ancora
finita!»
Ma Takato replicò «Non credo proprio!»
sfoderando il suo Digivice «Sei pronta
Wolfiremon?!»…«Prontissima!»
DIGIEVOLUZIONE MATRIX
«WOLFIREMON MATRIXDIGIEVOLVEEE…»
…bardature dorate, scettro a forma di foglia e sciarpetta
verde…«…AUTUMNQUEENMON!»
«Bracciale
galattico!!!» scagliò prontamente
Ufomon, ma AutumnQueenmon balzò. Quel circuito di pianeti
elettrico la inseguì per tutta la stanza, fino a che lei non
vi piombò con il suo scettro per
«A-Ahhhh!!!» tentare di contrastarlo opponendovi il
suo potere dello stesso elemento.
Le scariche lottarono, il fiato dei ragazzini digitali era sospeso. Ma
fu tale lo sforzo di AutumnQueenmon
«A-Ahhhhhrrrghhh!»
…aiutata dalla concentrazione di Takato, che giungeva le
mani…
…che alla fine, quando lui le spalancò di colpo,
il potere della sua Digimon prevalse.
«Ahhh, non posso crederci, ha spezzato il mio
bracciale!!» esclamò Ufomon attonita e
indispettita. AutumnQueenmon compì una capriola aerea e
contrattaccò «Fulmine
regale!!!» …materializzando
la sfera di pioggia sulla sommità del suo scettro e poi
sfilandosi la sciarpetta…sempre sulla scia dei gesti del
domatore…
…sciarpetta che perforando la sfera mutò in un
fulmine.
«Ci provo io.» venne avanti Gravemon «Replicazione mortifera!»
e innalzando la sua bara affinché si aprisse e inglobasse il
fulmine.
AutumnQueenmon sembrava tranquilla, nonostante tutto…
…infatti il ghigno del ragazzino
«Uhmuhmuhm…» presto si
trasformò in una smorfia di paura «Eh? Oh,
noooooo…!»…«GRAVEMOOON, TI
SCOPPIA LA
BARA!!!»…«Nooooooooooooo!!!»
La bara, non potendo contenere un simile potere, esplose liberando la
potenza del fulmine dal quale i bambini
«AAAAWW!!!»…«AAAAAAHHHHH!!!»
si dovettero parare…
Scratchmon veniva avanti. AutumnQueenmon atterrava.
Ufomon comandò da terra «Scratchmon, sei rimasta
la nostra unica speranza, fatti valere!! Inversione del potere!»
Di nuovo quel balzo e quel vortice giallastro.
«Attenta, AutumnQueenmon!» esclamò
Takato, ma quegli occhi azzurri dietro l’elmo si
assottigliarono in un’espressione sicura «Niente
paura!» piantando lo scettro a terra. E scivolando sul piede
in rotazione «Vortice
rovente!!!» fino a generare il vortice di foglie
infuocate.
Il laser di Scratchmon e il vortice di AutumnQueenmon lottarono
accanitamente: Takato si strinse al suo Digivice e
«A-Ahhh!!!» …quando il colpo arretrava,
strattonava anche lui…ma non mollava, e cercava di spingere
avanti, e più avanti…
…così da conferire forza a quel vortice di
foglie, il destino dello scontro era sospeso.
Ma i tubi di quel deposito tremavano in un concerto del metallo. E le
mani di N’Emo sprofondavano tra i suoi folti capelli
«No…un’altra volta no,
UN’ALTRA VOLTA NOOO!!! UUURGH!!!» piegandosi a
terra, gemendo. I ragazzi si volsero a guardarlo «Uh? Che
ha…?» si chiese Ryo. Ma gli occhi di quel bambino
sembravano agghiacciati «HO PAURA DEL TERREMOTO, VI PREGO
SALVATEMI, N-NON VOGLIO MORIRE!!» Rika si guardò
attorno e realizzò «In effetti se continua qui
crollerà tutto, dobbiamo uscire al più
presto!!»…«Ryo…che facciamo
con lui?» chiese Cyberdramon indicando N’Emo con
l’artiglio, e Ryo replicò seccamente
«Non c’è neanche da
chiederlo!» …al che tutti lo
fissarono…e lui decretò deciso «Lo
portiamo con noi che lui lo voglia o meno!»
«GUIIILMOOON, AIUTO! AIUTAMI MAMMA, MI-MI FA PAURA IL
TERREMOTO!»
Ryo si precipitò da lui «Ehi piccolo afferra la
mia mano, senti al di là delle squadre opposte non
è il caso che fai una brutta fine! Io e il mio Digimon ti
portiamo fuori di qui!» ma lui, rannicchiato, ancora di
più si premeva le orecchie «PA-PAPA’,
PERCHE’ NON SEI CON NOIIIIII!!!» Il ragazzo che
voleva aiutarlo rimase interdetto…
E anche Takato si volse lentamente verso di lui…ma
AutumnQueenmon lo richiamò «Attento,
Takato!»…«Oh!»
sicché dovette tornare a concentrarsi sull’attacco.
Gravemon e Ufomon incrociavano le dita, quest’ultima
mormorava tra i denti
«D-Dai…!!...Scratchmon!!»…«…Ufomon…il
cellular-»…«Non interrompermi, Gravemon!
Sto incitando la nostra Scratchmon
telepaticamente!»…«E’ la
mamma!»…«Mandala a quel paes-uhhh,
nooo!!! La maaamma, passamela:
pronto?!»…«Bambini?!»…«Mamma
siamo in pieno combattimento Scratchmon ci sta dando dentro dovresti
vedere quanto è elegante!»…«Smettete subito e venite
giù! Prestooo, che sta arrivando la moglie!! La moglie di
Henry, ho bisogno di voi!»…«Ricevuto.
Gravemon, tieni il cellulare: cambio di programma, dobbiamo andare
dalla moglie di Henry, a eliminarla, presumo. Scratchmon!»
Il gatto atterrò. E AutumnQueenmon «Che fai?! Ti
arrendi?!» ma Ufomon rispose «Mmm, non cantare
vittoria, presuntuosa!»…«Avete
vinto…ma torneremo.» disse il fratellino, poi di
nuovo lei «E allora tutti i vostri cuori digitali saranno
nostri! Andiamo!» e si tuffò nel gorgo oscuro,
seguita da Gravemon. Il quale il secondo dopo riemerse in fretta e
furia «SCRATCHMOOOOOON!» afferrando malamente il
gatto che si divincolava e sparendo con lui.
«Abbiamo vinto…» AutumnQueenmon si volse
verso Takato…ma non vi fu tempo di parlare perché
Suzie esclamò «Presto, dobbiamo uscire! Qui
rischia di crollare!!» Takato si guardò attorno e
poi esclamò
«…N’Emo!»
…precipitandosi dal ragazzino, dal quale c’era
già Ryo che gli diceva «Senti, non ho idea di chi
siano i tuoi genitori né del perché tu stia coi
nostri nemici: ci spieghi fuori la situazione ma intanto
andiam-»…«N’Emo!»
giunse Takato, allungando le mani su di lui e scuotendolo
«…devi dirmi la verità!! Chi sei tu
realmente?!...ohh?!» …ma sentì il
ragazzino dissolverglisi nelle mani «…ci
rivedremo, Takato…» smaterializzandosi in energia
oscura che il giovane non poté trattenere
«Oh…?»
PinkMonzaemon e LadyMeramon scomparvero altrettanto, e Beelzemon
realizzò «Le ha portate con
sé!»
Sandmon in tutto questo sgomitava fra una folla di Digimon
«Permessooo-scusateee-devo passareee-massa di inciviliii-ah
ECCOTI!»…«Ihm!! Che
c’è???» fece Diamon «Ero scesa
un attimo con papà per capire cos’era esattamente
questo vortice che ha provocato il terremoto, ma…non si vede
niente! Sembrava proiettare delle immagini ma quando poi siamo arrivati
emetteva solo scariche!»…«Il
vortice…LASCIALO PERDERE è soltanto
un’attrazione in più per eccitare
questa…M-MASSA DI
INVASATI!»…«Non sei carino a parlare
così dei tuoi compagni, sono Digimon come te-ahiaaa, e non
stringere così forte!»…«ME NE
INFISCHIO che siano Digimon come me, apri bene le
orecchie…»…«Eh ce le ho,
aperte!»…«Noi domani sera ci
sposiamo!»…«Ah, e…va bene, se
così hai deciso, come vuoi
t-…???...!!!...DOOOMANI SERAAA?!!
Ahhh!»…«Se il tuo cervellino da
principessa non focalizza ti aiuto io: questo episodio del vortice
è stato bene eloquente, la gente qui non la tieni ferma e
buona con niente, nemmeno le spade dei Knightmon sono barriere
resistenti al loro FORSENNATO PANICO
COLLETTIVO!»…«Dovresti capirli, hanno
attraversato tempi duri e pieni di incertezze!! Per i Digimon
l’assalto del D-Reaper ha messo in crisi tutte quelle basi di
sicurezza dei tempi felici del passato, ora Digiworld è in
mano al caos, e non c’è da fare una colpa a
loro!!» confessava sincera la ragazza «Sono solo
una massa di famiglie preoccupata per il loro futuro, tu al loro posto
non lo sarest-ahi!!» lui le piegava il polso
«Proprio perché lo sono…E LI AMO
TAAANTO offro loro un punto di riferimento cardine come
nient’altro: IL NOSTRO MATRIMONIO!» …lei
lo fissò con occhi ingenui…e lui
decretò «Il popolo di Digiworld ha bisogno di
alzare gli occhi verso un unico nucleo di potere stabile e sicuro,
così finalmente si darà una
calmata-EHM-EHM-EHM!» si schiarì la voce e
salì qualche gradino della scala trascinandosi lei
«UN MINUTO D’ATTENZIONE, vi prego,
gentili…”FRATELLI DIGITALI”
amatissimi!!!»
…destando l’attenzione di questo e quel Digimon,
tra quell’immensa folla «Dopo i TUMUUULTI
assolutamente inutili nonché fastidiosi di questa sera ho
l’onore di allietarvi con
una…MERAVIGLIOSA-direi-notizia! Io e la qui presente
principessa Diamon convoleremo a nozze DOMANI SERA STESSA oh graaazie,
graaazie, troppo gentili!»
Inutile descrivere il volto spiazzato di Diamon…
…e quello di Kazu, fra la folla…mentre Andromon
chiedeva «Kazu, è vero che la principessa si
sposerà con Sandmon? Ehi!!---Kazu, non ti togliere il
cappello!»…«Eh? Acc!...dannazione, cosa
stavo facendo. Diamon…? Ma…non può
sposarlo…
…lei non è innamorata di
lui…»…«Come fai a esserne
certo?...beh, comunque se ne sei certo tu ne sono certo
anch’io!»
…e c’era anche Cyclemon che aveva dilatato gli
occhi “Figliola..!!!”
“Papààà…!! Non ho
altra scelta, ho accettato di sposare Sandmon per non esporre questa
gente alle cattiverie sue e ai soprusi del Supremo!
Almeno…se sarò al suo fianco potrò
controllare tutto ciò che fa!”
“Non posso accettare che mia figlia compia un sacrificio
simile…”
“Sì, ma dimmi tu che cosa posso
fare…”
…si parlavano col pensiero…e Cyclemon si
allontanava più anziano e più stanco, quando Kazu
lo raggiunse «Cyclemon!! Devi fermarla, devi fermare
assolutamente Diamon: non farle compiere una pazzia
simile!!»…«…abbiamo le mani
legate,
Kazu…»…«Ma…come…?!»
restò spiazzato il ragazzo e si guardò con
Andromon…
…mentre Cyclemon si allontanava “La prova dell’erede non
è ancora completa, manca l’ultimo passaggio e non
ho idea di quale sia. Finché non sarà compiuto il
prescelto non potrà beneficiare dei poteri della Sfera
regale…dunque sia essa che Digiworld seguiteranno ad essere
in pericolo. Però non voglio che di tutto questo a farne le
spese sia mia figlia!” volgendosi verso di lei
“Diamon!”
“Papiii…” lo chiamava lei con lo sguardo
come una bambina…dopodiché “Oh?
Kazu…!”
…lo sguardo di lei si incrociò con quello di
lui…ingenui entrambi, con quella folla di Digimon eccitati a
separarli…
…mentre Sandmon declamava «Vi promettiamo una
cerimonia…come da tanti anni non se ne tenevano qui a
Digiworld, con canti e balli notturni! E cascate floreali,
sarà il matrimonio del secolo quindi ora tutti mi SCUSERETE
(!) se mi allontano momentaneamente ma un ambasciatore ha tanti impegni
diplomatici a gravare su di lui-ahimé,
anche…anche alla vigilia del suo matrimonio!
Ptsss!»…«Ahia!»…«E
tu va a letto presto: e non civettare con altri
uomini!!»…«Ma che
diciii???»…«Guarda che lo so che fai gli
occhi languidi al Gekomon ma non ti conviene sfidarmi carina sono molto
geloso e…quel che è peggio, è
che non perdono chi mi prende in
giro.»…«Ma chi ti prende in
girooo!»…«Mai udito di
“delitto passionale”? Lo potrei impiccare con
quella stessa tromba che gli gira attorno al
corpo!»…«Tu sei matto. Completamente
fumato.»…«Lo prendo come un complimento:
ma rinfrescati la cera, domattina sul presto cominceremo le PROVE
GENERALI della cerimonia! Uhmf! Buonanotte…»
…balzando dai gradini «…cara,
è l’ultima sera che dormiamo separati! Resisti per
qualche ora-IL MIO CONGEDO, GENTEEE!!!»
Kazu lo puntò «…maledetto bastardo,
adesso te la faccio pagar-ahhh!!» ma Andromon lo trattenne
«Non è la mossa migliore.» e anche
Cyclemon «Kazu!! Per carità, vuoi rovinare
tutto?!»…«Ahhh, questa storia non la
accetto! Diamon…!!» …volgendosi verso
di lei, che seguitava a guardarlo «E’ giovane,
è piena di sogni!! Non deve sacrificare la sua vita accanto
a un mostro come Sandmon!»
“Kazu…” pensava lei
“…magari tutti potessimo realizzare quei sogni che
abbiamo lasciato nel nostro passato. Nella nostra crescita
felice.”
“Diamon…io sono convinto che si possa. Che ci sia
ancora speranza!”
“Sfortunatamente…non vedo raggi di sole a filtrare
nella prigione buia in cui sono scivolata…”
così si allontanò, mentre lui la chiamava col
pensiero “Diamon! Aspetta…
…so io cosa vuol dire crescere e vivere in una prigione
senza sogni. Non voglio lo stesso destino per te…”
Sandmon intanto correva per il limbo
«AaaaaaaaAAAAAAAAAAAAaaaaaa, devo
sbrigaaaAAArmiii!» ...scampanellando con la sua armatura
lungo quel corridoio pieno di statue, fino ai gradini che conducevano
al grande portone spalancato sulla luce…vi si
infilò dentro «A-Acc!!...che corsaaa…
…dimmi tu se in questa vita ci si può stressare
così!» …infilandosi abiti
umani quasi ancor prima di aver cambiato dimensioni «Lei
ordina ed io…eseguo! Questo non è rispetto! Non
è dignità per un uomo pieno di prospettive come
me: buongiorno!»
…in un attimo si ritrovò sulle scale del suo
palazzo «Vorrà dire buonasera, signor
Yusaki!»…«Oh! Buongiorno, buonasera:
scu-scusate! E’ che ho lavorato talmente tanto oggi
che…davvero non so più che ora
sia!»…«Come stanno i suoi bambini,
signor Taisho?»…«Bene!»
sorrideva cordiale «Siete sempre molto gentili a preoccuparvi
per loro-accidenti, devo far presto!»
…sicché si precipitò giù in
un baleno…
…mentre le signore anziane del palazzo mormoravano
«Che uomo per bene…» …e
quelle meno anziane «E com’è
affascinante! Lavora e porta i soldi a casa, il marito
perfetto!»
«Uff, auch!» …il biondo Taisho a momenti
aveva la lingua di fuori…
Sul video di quel computer che aveva lavorato tanto quella notte,
comparve un segnale drastico, che Aki lesse con voce profondamente
scossa «Qui sta dicendo…che le interferenze nel
vortice hanno mandato in tilt il sistema! Leggi qua, è
impossibile…p-procedere…con lo scambio di dati
fra la terra e Digiworld!! Niente sostituzione del cuore di
Henry!!» picchiando i pugni sulla scrivania…
…mentre Violetta passeggiava «…certo
che quel Guardianmon è un
gran…bel…pezzo…D’IDIOTA…»
fermandosi. E battendo il piede a terra «Per inseguire i suoi
affaracci si è tuffato nel varco aperto da Shaggai senza
curarsi del fatto che noi ci stessimo lavorando! Non è
minimamente cambiato dai vecchi tempi: ti ricordi Muskmon, quando
solcavamo il suolo di Digiworld per compiere la nostra missione? Se ne
stava…sempre in disparte e chiacchierava solo con Hideki, il
suo domatore! A me, queste persone asociali proprio sai, mi danno ai
nervi! E ancor peggio chi non trae insegnamento dal tempo, e dalle
esperienze!...»
…ma Aki estrasse un fazzoletto lilla e, facendovi piombare
il suo viso, scivolò in un pianto dirotto e
scappò nella stanza attigua
«Muskmon…!» si volse sorpresa Violetta,
per poi dedurre «Poverina, si è stressata: ha
lavorato tutt’oggi senza concludere niente, il cuore del suo
bel domatore resterà a battergli nel petto per la moglie,
tutto per la moglie!...sempre che…
…Ufomon e Gravemon non svolgano un lavoro coi
fiocchiii…!» nel rifiorire di un sorrisetto
spiritoso.
Dopo l’ultimo sfrigolio il fascio di luce sembrò
dissolversi. Henry barcollò con lo sguardo esausto, e poi
cadde in ginocchiò. La fatica lo fece prostrare a terra
«E’-E’ finita…? Questa volta
ho temuto che…davvero non ci fosse più
speranza…» chiudendo gli occhi…e
passandosi la mano là dove forse il cuore ancora batteva
“…ho sentito come se qualcuno,
dall’alto…volesse rubarmi tutti i ricordi.
Strapparmi i sentimenti più preziosi…che
custodisco qui…per coloro a cui tengo
maggiormente…” …ma
si udiva lo sterzare di un’automobile, che si
fermò vicino a lui «Presto giovanotto! Saltare a
bordo, il soccorso è
arrivato!»…«Oh…?»
Henry si volse «…
…Taisho!»…«Ti ho visto a
terra e mi si è gelato il sangue! Se-Senti il mio
polso!»…«Taisho…i tuoi figli,
i bambi-»…«Tutto beeene, tutto
bene!»…«Ma no, aspetta!
C’è-c’è una cosa importante
che debbo dirti!»…«Uhmf!»
Taisho sminuiva col gesto, quando Henry si appoggiò al
finestrino dell’auto «Ero con Mya, stavamo cercando
Lotti che non si trovava, quando…all’improvviso
è scomparsa anche
lei!»…«Sì,
sììì…»…«Ed
io…oh non so cosa mi sia successo, è come se
avessi avuto un malore. Ma era più che un
malore!»…«I miei figli: loro farebbero
venire un malore a
chiunque!»…«Ma…perché
ne parli così?»…«Oh beh
perché l’ho provato sulla mia pelle! Ahhh, Henry
sono mortificato credimi ti hanno fatto trottare per la
città per niente: ah ma quando arrivo a casa li tiro
giù dal letto, ed una bella tirata d’orecchie a
tutti e due!»…«Che cosa?! Vuoi dire che
sono salvi?!»…«Ma sì
è stato tutto per uno sciocco equivoco a causa di quello
stupido gatto: loro hanno un’ossessione per il gatto! Si sono
messi a cercarla in lungo e in largo quando lei dove poteva essere
andata? Ma da una signora che conosciamo noi e le dà sempre
del cibo, non c’era mica da farne una tragedia! Ha il senso
dell’orientamento quella peste
nera!»…«…l’importante
è che adesso i bambini stiano
bene.»…«…la stessa cosa non
si può dire di te amico: hai proprio una brutta
cera.»…«Io…»…«Dai
coraggio monta su, vieni a passare la notte nel nostro
appartamento.»…«Ma io,
veramente!»…«Niente scuse Henry dammi
retta con una faccia del genere ci sono scarse probabilità
che tu possa arrivare a casa: hai bisogno di
tonificarti!»…«…va
bene…» alla fine si arrese Henry e
montò sull’auto «E poi mi devi dare
manforte nel discorsetto che intendo fare ai bambini! Tu sei un
padre…» mentre metteva in moto
«…sai: a volte la voce di due padri è
ben più salutare e formativa della voce…ad
esempio di una madre! Ma…tanto per dirne una a caso,
eh!»
…svoltando l’angolo…
…quando però qualcuno stava arrivando di corsa
«Quello è lui,
signora!!»…«Henry!! Aspetta, Henry!!...
…auhf!» Rea dovette piegarsi per riprendere fiato
«A-Ahhh…!» sembrava farle male la milza
«Accidenti, non sono riuscita a riprenderlo! Ouhf,
uhhhhhh…!»
Una vocina si insinuò «Che cos’ha
signora? Si sente
male?»…«Eh…? Io? Sto bene,
grazie…» replicò la ragazza un
po’ incuriosita «Io sono tosta, sapete. Piuttosto
voi: cosa ci fanno due bambini in giro a quest’ora della
notte, per giunta…con un tempo del
genere?»…«Stiamo aspettando la
mamma.» rispose Mya, e suo fratello Lotti svelò
«E’ andata nel palazzo qui di fronte ad aiutare
alcune persone…»…«Sa? Eravamo
in giro quando questo uragano ci ha sorpresi! E nostra madre che si
preoccupa sempre per gli altri è andata a prestare del
soccorso, ci sono stati molti
incidenti!!»…«Però adesso
ritorniamo a
casa…»…«Papà
è già andato! Ci ha preceduto, la nostra famiglia
è un po’ come una grande
squadra!»…«Una…famiglia-squadra,
sarebbe stato un po’ anche il mio
sogno…» commentò Rea con un pizzico di
dolce malinconia, quando «Scusate,
piccolini!»…«…Terriermon!»
Rea gli mise le mani sulla bocca, Mya mostrò stupore
«CoooOOOOsaaa???» e Lotti «Un pupazzo che
parla, che bello…» …alla fine Rea
sorrise e si arrese «Ascoltate: ma non è per caso
vostro padre il signore che è appena andato via?»
…i due bambini si guardarono, e Mya rispose
«Proprio lui!»…«Senti,
piccola!» chiese prontamente Rea «Ma quel ragazzo
che era con lui, non è che per caso si è sentito
male, o ha avuto qualche
incidente?»…«Chi? Vuoi forse dire
Henry?!»…«Henry è un amico
del papà…» replicarono lei e lui
«Ah…
…dunque…è un vostro amico di
famiglia…» mormorò Rea un po’
stupita e interdetta, passandosi la mano tra i capelli, mentre
Terriermon meditava “Questi bambini hanno qualcosa di
strano…non riesco esattamente a capire cosa...”
«Cioè, la cosa è più
complicata di così!» sottolineò la
bambina, e Rea esortò dolcemente «Spiegati
meglio…» Sicché in un articolato
susseguirsi di gesti «In realtà…! Henry
è amico di papi in quanto il nostro papà e la
nostra mamma sono amici di un’altra
signora!»…«…una signora che
abita vicino-vicino a casa
nostra…»…«Esatto, si chiama
Aki, e fa la psicologa!»…«Aki
Myiamoto…»…«Uhm!!»
Rea si portò la mano alla bocca “E’
lei…” dopodiché si piegò su
di loro «Scusate se vi faccio un’altra domanda!
Potreste dirmi…esattamente che genere di legame
c’è fra Henry e la signorina Myiamoto? Sono
amici…?»…«Henry ed
Aki?!»…«Sì…avete
nominato lei ma non mi avete detto in che modo è legata ad
Henry. Sapete? Anch’io…sono una sua
amica…»…«Certo, ma Aki non
è un’amica di
Henry!!»…«…è la
fidanzata…» (canzone: Anastacia
- You'll never be alone)
«…!!
Cosa?!»…«…non è
possibile!» fecero rispettivamente Rea e Terriermon. Mentre
Mya si esibì in tono sognante «Oh
sììì, che bello, e fra poco si
sposeranno!»…«…Henry ed Aki
si vogliono molto bene…»…«In
realtà si amano ma mio fratello è troppo piccolo
per capire queste cose! Si sposeranno…a giorni, uhm! E noi
saremo i paggetti per il loro
matrimonio!»…«…anche il
nostro gatto si metterà il
papillon…»…«…ma
dev’esserci un errore…» Rea
indietreggiava con la voce che le si rompeva nel pianto
«Henry…non può sposarsi,
perché lui…»…«Oh!
Non ce lo dica, è già sposato, lo sappiamo! Ma
molto presto, prestissimo chiederà e otterrà il
divorzio, così sarà libero di sposare
Aki!»…«…vivranno felici e
contenti…»…«Già, e
per fortuna! Perché Henry ci ha detto che la sola cosa a
ritardare il matrimonio è l’opposizione della sua
prima moglie: una schifosa, una bastarda!»
…parole che piombavano come coltelli nel cuore di Rea, e
anche dell’attonito Terriermon «…gli ha
portato via suo figlio…gli ha rovinato la
vita…»…«Ah! Ma fra poco il
ricordo di questa donna sarà…puf! Stracciato,
come una vecchia
foto!»…«…immagino
già come sarà bella Aki quel
giorno…»
«…è-è stato Henry a dirvi
questo…?» si asciugava le lacrime la ragazza
«Rea…!» …la chiamava appenato
Terriermon, e Mya «Ceeerto, Henry non chiede di meglio che
dimenticarla! Poverino, lui è così cortese e
gentile, mentre lei è soltanto una
strega!!»…«…te lo immagini,
Mya? Avremo un
fratellino…»…«Ceeerto, Lotti!
Quando Henry sarà sposato con Aki noi diventeremo fratelli
del piccolo Benji! Lo sa?! Pensi, pensi a cosa è arrivata,
pensi cosa ha fatto!!» …puntualizzava Mya con i
suoi penetranti di un astio quasi adulto «Loro avevano un
bambino, e lei gliel’ha PORTATO
VIA!»…«…facendosi scudo con
la sua stessa
famiglia…»…«Unico scopo di
quella donna perfida era far soffrire il nostro Henry!» ma
Terriermon proruppe «Non è vero!! Sono tutte
sciocchezze, ciò che vi ha raccontato è
falso!!»…«Lascia stare,
Terriermon…»…«Ma come,
signora Rea?! Sono solo storie
infamanti!»…«Lascia
stare…» dichiarava sommessa e rassegnata la
ragazza, scostandosi la frangetta «Grazie, siete stati molto
gentili! Mi avete dato tutte le informazioni che cercavo, ah
e…se vedete Henry, fategli gli auguri per il suo prossimo
matrimonio!!»…«Rea!!» chiamava
Terriermon ma era inutile, lei corse via «Glieli faremo
senz’altrooo!!!...
…e vai al diavolo, almeno così non ti farai
vedere per un po’: sono carina quando recito,
Lotti…?»…«Uh…quel
Digimon che stava con lei era sporco e rattoppato: non è
come la nostra
Scratchmon!»…«Uhmmmm!» si
guardarono soddisfatti…
Rea correva fra le lacrime…
…e Terriermon pensava “Henry,
perché?...perché fai soffrire tua moglie, la mia
nuova domatrice? Perché ti comporti in questo
modo…? Non ti riconosco più…”
«Insomma, Henry!» conversava Taisho in automobile
«Io penso che il rapporto fra due bambini e un gatto, specie
due bambini di quell’età, dovrebbe
essere…diciamo…» …ma Henry
non poteva ascoltarlo. Appoggiava la testa al sedile e ricordava
“Prima, quando ero nella morsa del pericolo…
…erano i loro nomi che chiamavo disperatamente.
Rea…
…Benji…
…Terriermon…”
…ponendosi la mano sulla fronte “Più i
minuti passano…più mi accorgo che non posso fare
a meno di loro! Io ne ho bisogno per la mia vita!!...
…ero da tanto che non ero così sicuro di
qualcosa.” «…quindi in definitiva credo
che la cosa migliore sia rivolgersi a quella psicologa tanto gentile,
che ha lo studio…alla porta accanto alla nostra, come si
chiama? Aki! Aki…è la migliore sul campo. Non
chiedermi come lo so, vado a fiuto! Oh e…acqua in bocca con
Violetta! E’ così gelosa…» ma
il pensiero di Henry non lasciava loro…
Shaggai emise il suo ultimo tuono…dopodiché la
luce verde iniziò a diradarsi. Rea, sotto quel cielo,
piombava su una panchina, versando lacrime «Coraggio
signora…non deve piangere, mi dia retta. Non ne vale la
pena…» le parlava con dolcezza Terriermon mentre
le asciugava le lacrime con le lunghe orecchie
«Lei…è così bella. Non si
merita di soffrire. E’ anche
buona.»…«Ma lui non mi ama,
Terriermon!!» …Terriermon, appenato, partecipava
al suo dolore «L’essere buona non premia nella
realtà come nelle favole, non ti fa realizzare i tuoi sogni,
sempre ammesso che io lo sia!!»…«Ma
sì che lo è…andiamo…
…se non lo fosse io non mi sarei avvicinato a lei. E non
sarei tornato, adesso. Noi Digimon ci accostiamo solo a
chi…ha nel cuore un amore tanto grande da potercene offrire
uno spicchio. Questo è leggenda
ormai.»…«Terriermon!!» lo
strinse lei «Terriermon, non…mi lasciare anche tu,
ti scongiuro!!»…«Momentai…io
resterò con lei…
…sempre con lei…» appoggiando il capo
accanto a quello di lei…
Condotto da un flusso d’energia, Guardianmon atterrava su un
palazzo «Ah! Ce l’ho fatta…»
…orientando i suoi occhi nella notte di una città
nel cui centro troneggiava una torre rossastra
«…la terra…quanto tempo!»
sfoderando la sua spada «Ora quei ragazzi scopriranno
finalmente con chi hanno a che fare!!»
Il secondo fascio spinse Imagomon sull’asfalto, e non appena
pose le sue zampe a terra «Ahhh!» dovette balzare
di scatto per non essere travolto da un’auto. Si
rifugiò in un vicolo buio come il suo pelo, e da
lì i suoi occhi sottili e luminosi come diamanti scrutarono
il cielo in un timido capolino “Sono sulla terra, Renamon:
finalmente potrò conoscere il mondo che ami, e di cui mi hai
tanto parlato. E’ dunque…questo il suo cielo?
Com’è bello…ancor più di
come lo avessi immaginato…” (fine-canzone)
Abbandonando quei palazzi, Ryo guardò il cielo
«Sembra che la tempesta si sia
arrestata…»…«Ryo: ma chi
può avere attivato nuovamente
Shaggai?»…«Non lo so Cyberdramon,
comunque è una fortuna che voi Digimon siate ancora tutti
qui: quando ho realizzato che si trattava proprio di Shaggai ho
temuto…
…che si ripetesse l’incubo di dieci anni
fa…non potrei sopportare di perdervi una seconda
volta!»
Quell’allusione sembrava far riflettere tutti, ognuno in modo
diverso…
«Resta il fatto…che abbiamo avuto la dimostrazione
di quanto siano forti i nostri nuovi avversari.» disse
Kyubimon, aggiungendo «Il livello al quale abbiamo combattuto
non è sufficiente: solo AutumnQueenmon è riuscita
a tener testa al loro assalto. Ormai è innegabile: dobbiamo
digievolvere
ulteriormente.»…«…a chi lo
dici…» replicò Beelzemon, le cui ali e
il cui capo erano bassi «Mi sento così
debole…» Ma quella volpe dorata a nove code lo
fissava con uno sguardo compassionevole, come a volerlo convincere del
contrario.
«Ptsss…Kenta, li hai
sentiti?»…«…ma certo,
Yuki…»…«Parlano di una nuova
digievoluzione! Io…farei volentieri la mia parte ma
purtroppo…hai visto anche tu ciò che è
successo!»
Quel ragazzo dall’abito a scacchi curiosamente abbinato agli
occhiali, alzò il suo sguardo malinconico verso il cielo
«Abbiamo perso il nostro Digivice…purtroppo non
sono riuscito a recuperarlo, quella strana attrazione gravitazionale lo
ha risucchiato. Oh?» …ma Yuki gli
sfiorò il collo col dito «La cosa per me
più importante è che tu sia sano e salvo. Che sia
fuori
pericolo!»…«…anch’io
sono felice per te allo stesso riguardo, Yuki!
Però…tu così non puoi trasformarti!! E
la tua vera natura? Mi sembra di avertene privato.» Ma quella
ragazza paffutella sembrava serena e sorridente «La mia
natura più vera di tutte è quella di tua
compagna. Nella vita però, non solo nella battaglia!
Perché? Che ci sarebbe di male? Potrei fare la normale
moglie umana, che bada alla casa e ai bambini mentre suo marito
è al lavoro. La sola cosa che mi dispiace
caro…» carezzandogli il viso
«…è che tu hai sempre sognato di essere
un Digimon Tamer…»…«Ascolta,
adesso i miei sogni non contano. O almeno…sono le mie
ambizioni a valere poco, siamo in una situazione di pericolo! Non
voglio sentirmi impotente per l’ennesima volta nella
vita…tutti loro ci hanno aiutati…»
…lanciando uno sguardo ai suoi amici là radunati
«Uhm uhm. Sono d’accordo con te e ti
aiuterò!»…«Davvero Yuki? Mi
spalleggerai nel cercare un modo per offrire loro sostegno?»
sembrava acquistare speranza Kenta, e sua moglie «Certo! Non
ce l’avremmo assolutamente fatta senza di
loro!»…«Kenta!»…«Oh?...Takato!»
I due amici si ritrovarono faccia a faccia sotto il cielo notturno
«E così…eri tu quello di quelle
lettere!» Il ragazzo occhialuto sorrise dolcemente
«…”la
tua bellezza…risiede non nell’aspetto esteriore.
Ma nel cuore.” Era più o meno
così! E oggi ne abbiamo avuto la
dimostrazione…»
Tutti gli altri osservavano in silenzio…
Takato mosse gli occhi su Yuki, e chiese con sincera
curiosità «Chi sei tu,
Yuki…?»…«Sapessi…uhmuhmuhmuhm!»
se la rise un po’ lei, e Kenta «Ma Takato,
piuttosto…chi è quel ragazzino? Quel
N’Emo, ti somiglia…così
tanto!»
Il ragazzo chinò il capo «Sai…me lo sto
chiedendo da prima. Non trovo risposte…» smarrendo
i suoi occhi nel cielo velato di nuvole «…e le sue
parole…mi suonano inquietanti.»
N’Emo comparve da una nube, di nuovo nei buii corridoi del
palazzo «Maledetto Takato, sei riuscito a
farmela!!» stringendo un pugno intriso di risentimento
«Hai messo in salvo il tuo prezioso cuore digitale, ora di
sicuro assieme ai tuoi amici riprenderai quella vita spensierata che ti
invidio non sai quanto!! Ma non ti permetterò di essere
felic-»…«Ehi.»…«Oh?!»…«Ma
guarda chi si vede…!»
…dal buio si distinsero prima due minacciosi occhi gialli, e
poi una figura incappucciata
«Guilmon…»…«Non ti
si è visto in giro oggi. Hai fatto una passeggiatina per
i…pittoreschi scenari di Digiworld in decadimento,
N’Emo?»…«Mmm? Ho avuto da
fare…ho sonno, me ne vado a letto!» oltrepassando
il Digimon, il quale commentò «Che
riservatezza!»…«Oh!»
N’Emo sussultò, ed il Digimon lo scrutò
con la coda dell’occhio «Una fin troppo vecchia
leggenda sostiene che…almeno fra un domatore e il suo
Digimon ci dovrebbe essere confidenza, nessuno segreto, l’uno
come un libro aperto per l’altro! E’ proprio vero
che i tempi cambiano, oggigiorno…ognuno pensa agli affari
propri. Ahhh…QUESTI RAGAZZINI
MODERNI…» …avanzando nel buio
corridoio. Ma quei commenti stavano mettendo in vivo disagio
N’Emo, il quale, mentre nascondeva il suo coltello,
spiegò «Non è che non abbia fiducia in
te, è che…non mi va di
parlarne.»…«Uhm?...
…devo dedurre…» accennando un
sorrisetto ironico «…che tu non ti sia comportato
poi tanto bene se hai tutte queste reticenze. Tuttavia…mi
farò gli affari miei, non ti chiederò di dirmi
altro…»
N’Emo chinava il capo, nascondendo lo sguardo sotto la folta
frangetta…dopodiché domandò
«A te com’è
andata?»…«Ohhh…! Grazie
dell’interessa. Bah, niente di speciale, una giornata noiosa
come tutte le altre qua a
palazzo.»…«…ah
sì…?» parlava timidamente, nel silenzio
la sua voce era solo un lieve e flautato fischietto
«C’è stato solo un po’
di…TERREMOTO…»…«Ihm!!»…«…sai
che lo adoro…MA DOVEVA ESSERE PIU’
FORTE!» volgendosi. Ma il ragazzino era di spalle. Guilmon
teneva le fauci strette di risentimento «Una scossetta come
questa di ieri serve giusto ad agitare quattro madri digitali isteriche
che temono che i loro figli rimangano
sotterrati!»…«O-Ora basta, con questi
discorsi mi stai facendo
impazzire!!!»…«Perché?! Io ti
parlo perché credevo che condividessimo la medesima
passione! Non mi pare che…
…per tuo CUGINO Takato tu provassi sinceramente una grande
simpatia. Non farmi credere che non hai goduto neanche un po’
per la fine che ha
fatto.»…«Ahh!!»…«Andiamo…!...
…devi aver fatto salti di gioia quando hai udito la notizia.
O forse non è così…?»
…seguitava a girarsi appena, con quell’occhio
indagatore e penetrante che ora sembrava scuotere le peggiori
insicurezze del ragazzino «”Rimasto sotto le
macerie assieme a sua madre”…uhm…niente
male come epilogo della vita, una fine drastica, adatta a rimuovere le
persone scomode. Quanti, in questo mondo ci fanno invidia…!
Ti ci avrei voluto proprio, oggi, quando ha fatto quella scossa. Hai
scelto il giorno sbagliato, per gironzolare, avremmo potuto rivivere
assieme l’accaduto!»…«B-Basta,
ti ho detto di smetterla!!!» gridò N’Emo
a tutta voce, mentre Guilmon ironizzava
«Shhh…l’intero palazzo
riposa.»…«NON MI IMPORTA NIENTE!! CHE SI
SVEGLIASSERO!!» …e già si udiva
l’infittirsi del vociare, nel tripudio di
“Basta!”…”Lasciateci
dormire!”…”Un po’ di
rispetto!” «TU SEI OSSESSIONATO DA QUEL RICORDO!!
CHE PER GIUNTA NON HAI NEANCHE
VISSUTO!!»…«Sì è
vero, non l’ho vissuto, non l’ho vissuto!!! Quanto
mi dispiace, non finirò mai di…l-lacerarmi dentro
per non essere stato lì al fianco di Takato fino
all’ultimo minuto, fino all’ultimo secondo,
instante, FOTOGRAMMA!!»…«VEDI CHE HO
RAGIONE?!! TU STAI FUORI DI CERVELLO, IL RIMPIANTO TI ACCECA!! CHE
SUPREMO VUOI FARE IN QUESTE
CONDIZIONI!!»…«NON SONO FATTI TUOI! Io
qui sono rispettato quanto basta perché mi secchi ALQUANTO
che quello che sulla carta risulta essere il MIO domatore gridi come un
bambino isterico per tutto il corridoio, SVEGLIANDO L’INTERO
PALAZZO!!»…(canzone: Muse
- Unintended) «NON SONO UN BAMBINO ISTERICO!!
E’ SOLO CHE DETESTO IL TERREMOTO!!
COS’E’, UN REATO?!! NON POSSO ODIARE QUANDO TREMA
LA TERRA?!...»…«Oh?»
…lacrime segnavano quel volto pallido
«…i-i muri si spaccano…
…i-il massi e le pietre ti cadono in testa!»
coprendosi il capo «La tua casa…ti
sommerge…»
…la sua voce vibrava di terrore e gli occhi di Guilmon si
dilatavano…
…N’Emo indietreggiava fin là dove la
luce delle torce non illuminava «A-Allora tu ti getti su chi
ti sta a cuore, qua-quando dovrebbe esserci qualcun altro a gettarsi su
di te! P-Per proteggerti…
…i-io odio il terremoto…l-lo odio più
di ogni altra cosa…» …e il buio
inghiottiva i suoi capelli, così che ogni differenza
svanisse e Guilmon rivedesse “Uhm!! Takato!!”
«Mi fa paura…tanta paura…!!»
…alzando il capo a poco a poco, e fissando il Digimon con
occhi sconvolti e umidi di lacrime…”Se Takato
potesse parlare adesso…paradossalmente direbbe le stesse
cose! Mi fisserebbe con quegli stessi occhi e…!!...mi
griderebbe che il terremoto lo terrorizza, e non aveva nessuno a
proteggerlo. Bambino mio!” …piegava la testa
Guilmon, nel più profondo dolore “…se
il tuo fantasma abitasse questi oscuri corridoi adesso
forse…parlerebbe con la medesima voce…”
sicché lo sguardo che ora alzò verso il ragazzino
fu diverso, venato quasi di pietà «Ascolta, io non
intendevo dir-» accennò Guilmon parole lungo le
quali gli scivolò il cappuccio ma
«BASTA!» il ragazzino lo interruppe bruscamente
«Se hai deciso che vuoi seguitare a trattarmi male, e non
vuoi più che io sia il tuo domatore è sufficiente
dirlo!! Io mi regolerò di conseguenza e…QUESTO!!
Posso anche gettarlo!!» sfoderando il Digivice. Guilmon
«Ah!!»
…sovrappose a quell’immagine quella, facilmente
associabile, di un altro ragazzino. C’era solo da schiarire
il colore del Digivice «Aspetta Takato, io-!!...
…accidenti…!» Guilmon si rese conto e
si coprì la bocca con gli artigli.
Ma N’Emo, attonito per aver udito quel nome, si volse e
scappò via in lacrime.
«Ahhh, è inutile!!» chinò il
capo con dolore Guilmon «Ha ragione, nonostante tutto non
riesco a liberarmi! E del resto come
liberarsi!!»…alzando uno sguardo di estrema pena
«…è il solo ricordo che mi abbia dato
felicità!! Ah, chi ci salverà da questa prigione?
Rimmarremo confinati in questo buio per sempre…? Tutti, come
fantasmi?!» dopodiché si volse, e rialzandosi
tristemente il cappuccio, si allontanò come sempre faceva
fino ad essere inghiottito dal buio.
N’Emo versava lacrime nell’oscurità
«Non sono Takato…come devo dirlo? Non sono
Takato…»
Lacrime che cadevano sul Digivice «Ma
disgraziatamente…là sulla terra esiste solo
Takato!!!...» in un cupo sussurro.
La mano strinse il Digivice fino ad avvolgerlo completamente, oscurando
la luce emessa dal suo display.
Takato varcava in quel momento la porta del panificio assieme
Cindermon, ma come per una festa a sorpresa le luci si accendevano
improvvisamente «Oh?» Mie e Takehiro erano
lì ad aspettarli, ma erano le loro espressioni a non essere
quelle consone a una festa «Lo so!» fece
prontamente Cindermon «Lo so bene, non
c’è bisogno che facciate parola shhh-shhh!
E’ notte poi domani ramanziiina, tutte queste storie ma ora a
nan-na! Uhm?»
Mie semplicemente volse le spalle e si ritirò in cucina,
come la più offesa delle mamme. Lasciando Cindermon
imbronciata «Mmm, mi sa che questa volta l’abbiamo
fatta grossaaa…!» e Takehiro «Bene! Se
te ne rendi conto anche tu, Cindy!» peggiorò la
situazione «Oaahhh!» alla giovane caddero le
braccia, mentre Takato «Papà! Papà, ho
bisogno di parlarti un
attimo!»…«…a
quest’ora Takato, e hai anche il coraggio di
chiedermelo?»…«Lo so, scusa!»
Ma nessuno l’avrebbe detto. Eppure Mie in cucina se la rideva
“Uhmuhmuhm! Sono tornati, sono salvi, ringraziando il cielo!
Finalmente in questa casa avremo un po’ di
felicità, si sono messi insieme!! Non credevo che Cynthia mi
avrebbe dato ascolto così tempestivamente, quella ragazza
è un vero angelo! Avrò dei
nipotini…!!...ma adesso è meglio farli stare
sulle spine e fingermi arrabbiata, è più
educativo.” «Vi aspetto tutti e due domattina sul
presto per un bel
discorso!!»…«…agli ordini,
sergente!!»…«Fai poco la spiritosa!!
(uhmuhmuhmuhm!) »
«Papà! Ti
prego!»…«Che c’è,
Takato?!»…«Ho bisogno…di
chiederti una cosa. Riguarda…un
bambino…»…«Uhm?!»
…Takehiro si volse sconvolto «Takato attento bene
a ciò che stai per dire non sarà quello che sto
pensando!!?!!»…«Ma allora tu
sai…» spalancò gli occhi sorpreso il
ragazzo «Che devo sapere…? CHE DIAVOLO HAI
FATTO?!» si protese minaccioso quasi volesse colpire suo
figlio con uno schiaffo «Io niente!!!» infatti
Takato si parò «Che accidenti hai
capito?!!!»…«Non lo so, qui abbiamo uno
spavento al giorno!! E anche la notte non è
risparmiata!!»…«Io mi riferivo a un
bambino…di circa dieci anni…
…bruno di capelli…ma che mi somiglia
incredibilmente. Ora non posso spiegarti come l’ho visto
ma…ha detto…che siamo
parenti.»…«Ahh!» Takehiro
volse le spalle a suo figlio. Sconvolto era il suo sguardo
«Tu…ne sai
qualcosa…?» …si sporgeva
Takato con una sfumatura scrutatrice negli occhi, per ricercare quelli
del padre «Sai come…possa essere
possibile…?»
«…assolutamente no. Ma a chi diavolo hai creduto,
al primo che ha parlato?!» si allontanò
l’uomo con un pizzico di rigido fastidio «Non
abbiamo nessun parente…altrimenti almeno potrebbe aiutarci a
pagare le tasse! Siamo
soli…»…«Capisco, in questo
caso…devo essermi sbagliato…»
pronunciò Takato, ma qualcosa non lo convinceva. Infatti
restò qualche istante a scrutare la porta socchiusa della
stanza dei suoi genitori, prima di ritirarsi nella sua camera.
Takehiro era rimasto con la schiena appoggiata alla porta,
completamente spiazzato «Un bambino…? Dieci
anni…?...! Ma no…non è possibile,
può essere soltanto…uno scherzo macabro, niente
di più!»
Takato era appoggiato allo stesso modo alla porta della sua camera, e
pronunciava assorto «And I live one more day…and I
make it through the rain…
…e tu…? Hai mai pronunciato parole
simili…N’Emo…?»
…avanzando verso la sua scrivania…per riaprire
quel vecchio disegno…
A Digiworld sembrava essere scoppiato un acquazzone notturno, e
N’Emo apriva la finestra cigolante per uscire sul balcone,
dalla ringhiera bordata di fiori. Non aveva ombrello, e alzava il capo
verso il cielo, così che la pioggia travolgesse i suoi folti
capelli neri, e scolasse lungo i suoi abiti…e sul
Digivice…in quanto se le gocce sono tante, è
impossibile distinguere le lacrime fra queste…(fine-canzone)
«Ronf…Ronf…
…Akeeemiii…
…nooo, quel velo
nooo!»…«Papà!»…«…tutto
ma quel velo sulla tua testa non lo accetto,
n-non-!»…«Papà!!»…«Non
accetto di vivere lontano da te quei pochi anni ancora
che-»…«PAPA’, SONO IO,
MAKO!!»…«WHAAA! N-Non strillare
così mi hai svegliaaato!»…«E
tu? Che ti addormenti ancora sul
divano?!»…«M-Mi hai fatto paura! Stavo
sognando tua
sorella!»…«Tanto…è
inutile che la sogni!» fece il ragazzo piombando accanto a
lui sul divano «Akemi non tornerà
più!»…«Mako…Mako
ma che cosa hai fatto: ma tu sei ubriaco fradicio!!» Il
ragazzo si volse a fissarlo. Il salotto era buio, erano le fioche luci
dall’esterno ad illuminare le lenti dei suoi occhiali e a
lasciare intravedere il suo sguardo esausto
«Io…più di te? Che ti sogni ancora
Akemi…? Si è fatta suora, papà! Akemi
SI E’ FATTA
SUORA…»…«Non me lo
ricordare!»…«Al diavolo chi non accetta
la realtà: VIVE IN QUEL CONVENTO, e quanto a
quell’ultima frase che hai pronunciato al tuo
risveglio---!!!»…«SHHH!!! Mako: taci!
Non voglio ascoltarti.»…«E
perché…? Anche se non parlo cosa
cambia?»…«Che sopravvivo, ecco cosa
cambia, resisto a malapena, reggo ancora ma non sono sottoterra.
Piuttosto tu! Oggi mi sembra che tu sia riemerso da un abisso, domani
non ti azzardi a mettere piede fuori di casa e a farti vedere dalla tua
ragazza prima di aver esaurito ogni goccia di questa
sbornia!»…«Ah! La mia
ragazza…?»…«S-Sì,
p-perché Mako dici così, perché mi
guardi in quel
modo…?»…«Cos’è,
ti ricorda la faccia di Akemi quando ti ha detto: papà: vado
in convento, e non cercare di fermarmi, ormai HO
DECISO!!!»…«Noooooo! Non farmi rivivere
quel momento!»…«DOVREI INVECE, TE LO
MERITI!! Jeri mi ha lasciato…
…si è andata a gettare…FRA LE BRACCIA
DI QUEL VERME DEL PANIFICIO CHE DIECI ANNI FA AGITAVA UN MANTELLO ROSSO
SORVOLANDO IL
D-REAPER!!»…«Whmmm!!!»…«Ho
perso la mia ragazza…ED E’ STATO PER COLPA TUA!!
PER LA TUA BALZANA IDEA DI FARCI SPOSARE IN…FFFRETTA E
FURIA!! IO LO SAPEVO CHE SAREBBE FINITA
COSI’!!»…«Makooo…!!!»
gemeva l’uomo dalla voce stridente «Non dovrei
più…p-permetterti di azzardarti soltanto a
pronunciare il mio nome!»…«M-Ma
figliolo…»
Mako però si avvicinava minaccioso «Non dovrei
più permettermi di toccarmi, i-io…amavo Jeri, la
amo ancora, sono innamorato, papà, lo
capisci?!!»…«Ma
sììì!!!»…«SONO
INNAMORATO!!» gemette il ragazzo con le lacrime agli occhi
«E lei mi ha lasciato per un altro…MI HA LASCIATO
PER QUELLO LI’!»…«Ragazzo
mio…»…«N-NON MI TOCCARE e non
osare stupidi epiteti da padre al proprio figlio disperato, io detesto
la
compassione.»…«Nooo…»…«Meriteresti
che ti dicessi…papà: vado in
convento-»…«NooOO!»…«-e
non cercare di fermarmi! ORMAI HO
DECISO!»…«NoooOOOOOoo,
ohohohohohohoh!!!» Il signor Ayami si ri-buttò sul
divano, piangente e gemente…alzava la coda
dell’occhio su suo figlio con l’espressione di un
cane bastonato. Mako aveva l’aria di una belva «Ma
invece non te lo dico…e sai perché?
Perché io non sono un vigliacco…io non
fuggo…
…come ha fatto mia sorella, perché noi sappiamo
bene che è entrata in convento per un motivo ben preciso,
perché considerava ormai perduto quel…solo
amore…che credeva potesse darle felicità.
E’ esattamente come mi sento io stanotte!!...però
non fuggo. E sai perché? Perché io ho ancora da
sistemare qualcosa qui, nel mondo.» …si
muoveva nel buio come una pantera fra i cespugli, a movimenti che
l’oscurità faceva sembrare elettrici e nervosi
«…io sono un Digimon Tamer…ho aspettato
anni per diventarlo e non mi tiro indietro certo adesso, non lascio il
campo libero a lui né il mio Digimon…A
LEI…per cui sei fortunato…non mi ritiro in
convento, non ti lascio a fare la muffa su quel divano
finché non verrà la morte a prenderti,
papà!!»…«Grrr,
IHMMM!!!»…«AHHH!» Ayami si era
alzato e lo aveva colpito con uno schiaffo «NON SCHERZARE
SULLA MORTE, MAKO!!» gridò. E aveva gli occhi
pieni di lacrime. Mako si reggeva la guancia colpita «Sai che
in questa casa…
…questo è un argomento che NON SI DEVE NEMMENO
NOMINARE!!»…«…hai ragione,
scusa…»…«LE SCUSE NON
BASTANO!! L’HAI FATTA TROPPO
GROSSA!!»…«TI HO GIA’ DETTO
SCUSA!!» …gridò il ragazzo, con tutta
la disperazione che aveva in corpo «NON SO TROVARE PAROLE
MIGLIORI, COSA FANNO GLI UMANI QUANDO LE SCUSE NON
BASTANO?!»…«…si
impegnano…a non commettere più gli errori con cui
hanno ferito chi hanno accanto, E CHI LI AMA!! NONOSTANTE LORO ABBIANO
LA TESTA TROPPO DURA PER CAPIRLO, perché
io…PPPERCHE’ IOOO…L’HO FATTO
PER AMORE!» si fece valere quel padre agitando la mano
«SEBBENE TU POSSA NON CREDERLO, FIGLIO INGRATO,
L’HO FATTO PER TE! PERCHE’ GUARDA QUA! GUAAAAAARDA,
TUTTE QUESTE FOTO, FATTI UNA
CULTURA!»…«Ma…cosa
sono?»…«Queste…!!»
scandiva quell’uomo dai gesti tremanti e gli occhi vivi di
furore «Q-Queste me le ha portate quell’anima santa
della maestra di quel moccioso! E DELLA TUA
RAGAZZA-pardon-EX-RAGAZZA!»…«A-Allora…lei
mi ingannava anche da prima…» constatò
Mako tristemente, sfogliando quelle foto «Io speravo solo di
incastrarla con un matrimonio, prima che fosse troppo tardi. PRIMA CHE
LUI TE LA PORTASSE VIA!!» Mako alzò occhi attoniti
verso suo padre, che gridava «PERCHE’ SAPEVO QUANTO
LA AMAVI!! Così come…sapevo che tua sorella in
realtà NON ERA PORTATA PER SEGREGARSI IN QUELLA TOMBA! Ma
tanto è inutile con voi…»
sibilò assottigliando gli occhi «Siete
ribelli…eee non date mai ascolto a chi ha più
esperienza di voi, ai vostri genitooori!!» ma stringeva il
pugno come se ciò che stesse confessando fosse per lui molto
importante «Loro a volte vi vogliono solo guidare,
indirizzare: ma voi siete delle teste calde, è inutile a
dire: da quando sono passate quelle creature VOI CI AVETE DIMENTICATO,
pensate solo a strategie, e combattimenti!! Siete
rimasti…quegli identici bambini con la faccia incollata alla
tv che ambiscono unicamente ad avere un mitragliatore perforante
attaccato alla mano, per fare
TA-TA-TA-TAAA!»…«Papààà…»…«E
non dire che non è così, Mako…NON DIRE
CHE NON E’
COSI’!»…«Scusami,
io…NON LO SAPEVO!!» gettandosi fra le sue braccia
«NON SAPEVO CHE L’AVEVI FATTO SOLO PER
ME!!»…«G-Ghhh!!!» il padre gli
sferrò un pugno in testa, ma che era l’anticamera
di un intenso abbraccio «S-Se vuoi
picchiami!»…«TessSSsste
dure…!!...vi sparate incontro alla vita come se fosse una
guerra, come se aveste un paio di ali, ed un bazooka per sparare!!
Quando in realtà siete fragili…e il nostro fiato
è sospeso sui vostri
destini.»…«Lo so, hai ragione, siamo
deboli, abbiamo bisogno della vostra guida!!» ammise il
ragazzo, camminando nel buio per scaricare tensione. Ma quando si
fermò, ed il suo capo si abbassò di
tristezza…suo padre giunse da dietro a confortarlo,
semplicemente strofinandogli la mano sulla spalla «Hai visto
che casino,
stanotte…?»…«…perché
secondo te ero su quel
divano?»…«…Beelzemon? Non
è passato per
caso?»…«…quello sta da tua
sorella.»…«No, non più!!
Adesso sta da
Jeri!!»…«Gliel’hai
lasciato?!»…«Che dovevo fare?!! Lei fa
sempre quello che gli pare!!» replicò Mako con
rabbia «Tu non puoi permetterle di fare il comodo suo con la
tua vita, figliolo!»…«E infatti non lo
farò…» mormorò il giovane ma
intriso di decisione «Da questo momento inizia la guerra: i
Digimon Tamers DOVRANNO accettare la mia presenza anche se a loro
scoccia perché a causa di quel MALEDETTO portale che
è riapparso stanotte io non sono nessuno! Quel vortice
dannato ha risucchiato il mio Digimon prima che potessi sparare
anche…!!...u-una sola cartuccia, papà ma tuo
figlio vale così poco?» Ayami sembrò
maggiormente padrone di sé «Non vali poco, non
dire così Mako,
calmati.»…«M-Ma come faccio a calmarmi?!
Non ho più
orientamenti…!»…«Beh, hai
ancora me. E la mamma.» Si udì abbaiare
«E hai anche lui!»…«Lo
senti…? Lo abbiamo
svegliato…»…«Ehhh,
già…»
…quell’uomo in vestaglia spalancò la
porta a vetri e si chinò sul cagnolino «Buono,
buono…» sembrò parlargli con dolcezza
«…ci conosci, facciamo così ma poi ci
passa. Sono normali scontri fra padre e figlio. In ogni
famiglia…ci sono le sue luci e le sue ombre. Ma per fortuna
c’è anche tanto affetto, sicché i
cagnolini possono dormire
tranquilli!»…«Che bei
ricordi…»…«Ti riferisci a
lui?» Mako si sedette sul gradino di legno, e
smarrì i suoi occhi ingenui nel cielo notturno
«Sarebbe bello ritornare…a quando tutti eravamo
piccoli. Che Impmon fosse qui con noi, e che…Akemi non fosse
in convento.» (si facevano tristi gli occhi del padre mentre
accarezzava il cane) «E che si potesse riscrivere la storia,
si potesse ricominciare. Papà, perché
è dovuta andare così? Se Shaggai non si fosse
attivato quel giorno…adesso…nemmeno…
…mia sorella avrebbe il velo in
testa.»…«…ma potrebbe
indossare un altro genere di velo. Io non potrò mai essere
quel padre che accompagna all’altare sua
figlia…n-nonostante sappia che in fondo il suo sogno era
quello, è per questo che sono stato così
scorbutico con quel…Digimon, l’ultima
volta.»…«Ahhh, papà.
Beelzemon non c’entra niente, non ha scelto lui di tornare
nel suo mondo. Anzi: se fosse stato per
lui…»…«Ahhh, lo so, LO SO!
Diamine!» colpendo con un pugno la cuccia del cane
«Ahia!»…«Ti sei fatto
male?»…«Ihmf. Che vuoi che sia, in
confronto ad altre cose. Ebbene è vero forse è
stato il primo a soffrirne. Ma sai come va in questi casi, un padre
deve trovare qualcuno su cui scaricare la colpa. Altrimenti chi lo
aiuterà a consumare il suo…s-sigh!...straripante
dolore!»
Mako lasciava specchiare quelle screziature di nuvole e stelle nelle
lenti dei suoi occhiali. Ad un tratto disse «Sai
papà, penso che tu abbia ragione: a volte noi figli non ci
rendiamo conto. Eppure voi soffrite, siete fatti di carne, diamine. Noi
siamo sempre ripiegati su noi stessi…un nostro problema ci
sembra la fine del mondo. Eppure voi…» facendo
più alto il suo sguardo al cielo «…nel
vostro silenzio, nella vostra solitudine quando…noi siamo
fuori in giro con gli amici, oppure…
…in preghiera, nel raccoglimento di una
cappella…» (…il padre annuiva con
annosa consapevolezza…) «…quanti minuti
dolorosi scorticate: ogni vostro respiro è proiettato al
nostro futuro. Quel futuro che a volte…sprechiamo come
niente. Soffiandolo via, come si fa con la fiamma di una candela. Alla
prima occasione, al primo risvolto che va
storto.»…«Ahhh, almeno tu te ne sei
accorto! Sei ancora sulla linea del recupero, non come tua
sorella!»…«Sì, questo
è vero, ho ancora possibilità di radunare i pezzi
della mia vita anche se…sento che tutto si è
disperso.» guardandosi i palmi delle mani
«Jeri…fino a adesso per me è stata un
grande riferimento. Io resterò pur sempre un fratello
gemello, papà. Sono cresciuto accanto ad una sorella in
grado di percepire ogni sfumatura del mio animo, ci capivamo col solo
sguardo, anche se…litigavamo spesso. Siamo stati e siamo
molto diversi, eppure…fra me e Akemi
c’è una grande sintonia. Per questo, quando lei ha
scelto di ritirarsi in convento io mi sono sentito…che dire,
smarrito, non sapevo più chi fossi, come se una parte di me
si fosse improvvisamente smaterializzata, e
allora…è arrivata Jeri.» sorridendo
«Jeri…con la sua allegria, il suo vortice di
iniziative, la sua temerarietà! Mi ha fatto
sentire…di nuovo
completo.»…«Quella ragazza è
tanto diversa da tua sorella,
Mako…»…«Sì…forse
hai ragione…però io speravo di rivedere il
sorriso di Akemi in lei. Ma forse mi sono illuso. E’ come
dici tu, ma adesso…è tosta da accettare. Assieme
a Jeri sognavo che in futuro…
…avrei in questo modo sentito meno…la
mancanza…
…di Akemi…» Lo sguardo
consapevole del padre si smarriva chissà dove nel
cielo…
«Ma adesso è inutile piangersi addosso,
ciò che ho visto questo pomeriggio è
più espressivo di mille parole. Jeri ama un altro…
…e quel rospo circa il futuro…dovremo ingoiarlo,
non ci sono scorciatoie…» …e sembrava
insinuarsi il pianto nella sua voce nel pronunciare quelle parole,
quando il padre gli si fece accanto, passandogli la mano nei capelli e
stringendolo a sé, per condividere la sua sofferenza
«Lo sai papà, era tanto tempo che non parlavamo
come questa sera!»…«Lo
so.»…«Vale la pena essere lasciati dalla
propria ragazza, a
volte…»…«Vieni
qui…»
Si abbracciarono, sotto il cielo stellato. Il cagnolino sembrava in
procinto di addormentarsi.
«Ptsss…Jeri.
Jeri!»…«Shhh, parla piano,
Beelzemon!» …mentre facevano silenzioso
ingresso in una casa buia, tra i sussurri e quelle pesanti borse, che
il Digimon sosteneva volenteroso «Ma non pensi che prima che
entri sia il caso di informare tuo padre, che mi
presenti?»…«Ti presenterai domani,
quando sarà giorno, adesso starà già
dormendo! Vieni, dai!»…«Se lo dici
tu…» avanzava Beelzemon «…ma
se avessi passato soltanto un’altra notte in convento che ci
sarebbe stato di male? Almeno…avremmo avuto tempo per
organizzarci! Ah-h, dico così per dire, eh!»
«AH, PAPA’!»
Jeri accese di colpo la luce.
«Che succede?!» esclamò Beelzemon a cui
cadde il borsone dalla mano e «Oooouch!!!» gli
finì sul piede, facendogli male nonostante il possente
stivale.
«Papà, cos’hai, ti senti
male?!» La ragazza accorse da suo padre piegato in ginocchio
nel corridoio «A-Ahhh!» con la mano che premeva sul
cuore «Signor Katou! Oh mio Dio,
cos’ha?!»…«Lui è
malato di cuore!!» svelò la ragazza al Digimon
«J-Jeri…»
…si sforzava a parlare l’uomo, e Beelzemon
«Bisogna chiamare subito un’ambulanza! Se vuoi
posso andare io,
Jeri!!»…«Papà…ma
cosa sono tutte queste foto?!» e anche Beelzemon si
interessò «Cos’è?!
Perché ci sono foto dappertutto, per terra?!»
Jeri ne raccolse una…ma i suoi occhi dilatarono alla vista
di lei stessa, assieme a Takato all’entrata del panificio
«Chi è stato a mandarti queste foto,
papà?!! Rispondi!!» fece lei
scuotendolo…
…ma lui pronunciava soltanto «Jeri…che
cosa hai fatto…?»
Lo sconforto per la ragazza crebbe oltremodo…e altrettanto,
per il Digimon, il disorientamento.
«Molto bene…che lo spettacolo cominci, anche se
nessuno se ne accorgerà in un primo
momento…» mormorava una cupa voce, ed uno stivale
iridescente solcava il tetto di un palazzo. Fino all’istante
in cui una spada discese penetrando quel cemento. Da lì
sembrò liberarsi fumo «Di cosa sono composti i
Digimon…se non di dati?» …scandiva la
voce di Guardianmon…
…e quel fumo lento e solenne sembrava sortire uno strano
effetto a contatto con i fili elettrici e i cavi della luce, che
iniziavano a sfrigolare «Che cosa accadrebbe…se le
cariche elettriche che avvolgono una città così
grande improvvisamente impazzissero?! Posso soltanto
sognare…conciliato dalla sfumatura del cielo così
malinconica, questa notte…
…che tutti coloro…il cui corpo altro non
è che un volteggiare di simili cariche…verrebbero
inevitabilmente consumati dalla sconvolgente reazione che ne
risulterebbe!!!»
I suoi occhi oltre la maschera tradivano una determinazione senza
fondo…
Quando improvvisamente “Uh? Cos’è? Un
proiettile?!”
Qualcosa di rapido e luminoso si diresse incontro ad Imagomon, che
stava attraversando una strada deserta e periferica. Ma
riuscì a bloccarlo con la mano «Oh?! Ma
questo…
…assomiglia a…»
Il suo palmo si apriva rivelando un Digivice…di colore
rosato, decorato da una coppia di ali dorate…
“Ha tutto l’aspetto di un Digivice, Renamon me ne
ha parlato a lungo: e toccandolo, sento che è carico
d’amore. Al contrario dell’aria tesa di questa
notte, lungo la quale sembra insinuarsi una minaccia immensa, e
mortale!!” rivolgendo i suoi occhi sottili al
cielo…
Cielo che contemplato dall’alto di un palazzo, appariva ora
velato da molteplici sentieri di fumo, che snodandosi lungo ogni
struttura elettrica ne provocavano lo sfrigolio, in un mirabile gioco
di luci “Ma sì, niente di meglio che una soluzione
su larga scala per cancellare gli errori della storia!
Provocherò il più grande collasso energetico che
abbia mai colpito questa città, i tessuti che compongono
quegli sciocchi Digimon non potranno essere risparmiati, periranno
tutti e il solo che grazie alla sua potenza potrà
sopravvivere sarò io!! Una volta tolti di mezzo loro
sarà un gioco da ragazzi eliminare i domatori…
…bene…”
…appoggiandosi soddisfatto alla sua spada piantata nel
tetto, e lampeggiante di luce aurea “E’ arrivato il
momento della resa dei conti…”
…mentre Yamaki guardava alla finestra della sua
casa…e sua moglie gli si accostava, per condividere con lui
ogni pensiero…
“…il mio destino mi ha condotto ad assistere allo
sterminio della mia antica squadra!! Tutti coloro che amavo sono
scomparsi!!!” …gridava di rabbia l’animo
di Guardianmon “Umani e Digimon NON devono vivere
assieme…e quello non è riuscito a fare Shaggai
dieci anni fa…
…lo attuerò io personalmente…
…uhmuhmuhmuhmuhm! Dormite sonni tranquilli,
ragazzini…
…in fondo…non siete mai
cresciuti…uhmuhmuhmuhmuhm!”
La spada lampeggiava quieta e inesorabile, nella notte…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 20 *** MarineAngemon ricompare! ***
20°puntata DT2
E così una nuova mattina.
«Te lo
posso assicurare, l’ho letto su una rivista, non ricordo
quale!» echeggiava la voce di Rika nella sua casa, nonostante
fosse solo l’alba sembrava piena di energie «Noi
donne
perdiamo il tono fisico perché siamo baciate poco: segnatelo
Himi, è così come ti
dico!»…«Ah, buono
a sapersi!»…«Altroché,
dobbiamo trovare una
cura! Pochi baci, e tra un altro po’ saremo da buttar via, ci
dovranno infondere la nutrizione per endovena!!...
…scusa per l’interruzione: allora? Mi dicevi,
Takato?» riprendendo il cellulare…
…mentre Renamon dilatava gli occhi e si rivolgeva a Himi, in
un
attonito sussurro «Che…storia è
questa?»
L’altra poté solo allargare le braccia
«Non lo so,
Rika dice che l’ha letto su un giornale. Ahhh, ma forse voi
Digimon siete superiori a queste cose!»
Così Himi si
allontanò, lasciando la volpe digitale in un visibile
imbarazzo,
che Rika cercò di sciogliere «Ah non poi
così tanto
in fondo, perché? Io credo che in queste cose…non
ci sia
differenza di specie, mondi o provenienze che tenga, siamo tutte nella
stessa barca!
Reeenamon…?»…«Oh-h…ma
cosa c’è, Rika? (!) » ...e la ragazza
strizzò
l’occhio «Credo che dopo la battaglia di
ieri…mmm!
Beelzemon sia un po’ giù di corda a causa delle
sue
prestazioni: io ti ho lanciato il suggerimento. Sta a te
raccoglierlo!»…«Ma…!»
Renamon arrossiva
quanto mai…
…ma Rika scivolava in un sorriso dolce, e mentre apriva la
lampo
del suo borsellino per frugare all’interno «Scusa
Takato ma
è in corso il nostro allestimento per la giornata,
l’avrai
capito!»
Dall’altro lato, dalla sua stanza, un sorriso
«Oh…?
Altroché, come no! Inizi così presto?»
«Per
forza, che devo fare? Altrimenti qui…non si mangia
più:
non ci resta che coltivare l’orticello, sai ho ritrovato un
vecchio libro di giardinaggio di mio padre, figurati. Solo che per
quanti siamo in casa in questo momento un’esplosione di
dissenteria collettiva sarebbe davvero il colmo, specie adesso che
l’attività da Digimon Tamers è in netto
aumento,
quanti attacchi abbiamo alla settimana? No, giusto per fare un
bilancio.»
«Non me ne
parlare…» replicava il ragazzo
dall’altro lato del
telefono (mentre Cindermon gli faceva capolino in camera
«Mm-Mm-Mm-Mm-Mmm…! Ho lasciato qui la crema? Qui:
ovvio,
ho sparso tutto non ritrovo più niente. Punto.
Ciao!»
uscendo. E rientrando «Ahhh, ptsss: salutami
Rika!»)
«D’accordo, sarà fatto: ti saluta la
rompiscatole…!»
«Ohhh,
saluti. Dille che un giorno di questi dovete venire a prendere un
tè qui, assolutamente: ho affinato il mio lato da donna di
casa
ospitale, ci crederesti? Comunque non volevo interrompermi, che mi
stavi dicendo? Prima, quando poi Himi mi ha bloccata.»
«Ecco…ho dato il mio primo bacio.»
…arrossendo un pizzico ed abbassando il tono, nel sorridere
per
il ricordo «Ptsss, Rika: ieri ho preso coraggio e ho baciato
Jeri!»
…mentre
la chiamavano «Rika!!!» era la voce di Himi
«Tua
nonna ti chiama!» e poco dopo anche la nonna «No
eccola la
nonna, ancora cammina. Rika? Ma poi…la mia carta
d’identità?»…«Rinnovata!
Nonna, puoi
stare tranquilla!»…«Ma quando ci sei
riuscita?»…«Io ho
l’ubiquità:
cos’è, una sorpresa forse…?»
…per poi
sorridere sotto i baffi di fronte a quello specchio col cellulare
all’orecchio «No, aspetta un attimo.
Questa…non
è una cosa che merita di dividere il campo con la campo con
la
questione della carta d’identità di mia nonna.
Fammi
capire bene?»
«Uhmuhmuhm! Ma forse è tardi, devi
uscire!» giocava
un po’ il ragazzo.
E Rika,
cordialmente «Sì sì, infatti
è tardi e devo
uscire: momento ideale!» piombando seduta sul letto
«Allora? Com’è questa
storia…?»
abbassando il tono (mentre anche Renamon era tentata a girarsi, pur
vergognandosi un po’ di questo…)
«…vuoi dire
che abbiamo perso il nostro baldo cavaliere dalle labbra immacolate,
nella foga di una sola notte…?»
«…temo di sì, Rika! Uhmuhmuhm!
L’ho fatto,
finalmente ho avuto il coraggio, l’ho baciata, ho baciato
Jeri,
ma ti rendi conto?!! Quanti, quanti anni ho aspettato per
farlo?»
(Cindermon rientrava «Lo specchietto. Quello piccolo. A-Ah,
trovato! Acc, ma di che starà parlando…???
Boh!» e
se ne riandò)
«La amo,
Rika!! Capisci?!» confessava Takato in un getto di entusiasmo
«La amo!!!...e tu sei la prima a cui lo confesso
così
apertamente, amo Jeri, l’ho sempre amata, la
amo…tanto,
tanto quanto è grande il mondo, e ieri quando l’ho
baciata
è stato fantastico, meraviglioso!! Ancor più che
combattere armati di lancia!! Ancor
più…l’amo…la amo
tanto…»
«Ma…Rika
che succede? Qualcosa non va per caso?» chiese Renamon, e
Rika si
volse «…vedi Renamon? Jeri per esempio non ha di
questi
problemi! Vedrai il tono fisico quanto le salirà
adesso.»…«Che…cosa intendi
dire? Ah! Vuoi
forse dire che lei e Beelzemon hanno attuato la
biodigievoluzione!»…«Macché
biodigievoluzione! E macché Beelzemon! Lui lascialo stare
e…ptsss, consiglio! Tienitelo bello chiuso a chiave da
qualche
parte.»…«Ahhh,
ma-»…«Jeri…ce l’ha
già il
cavaliere, senza che lo rubi ad altre Digimon…!»
A Takato veniva da
piegarsi dal ridere «…che
c’è? Renamon si
è preoccupata per la mia follia?»
«No, lascia
stare, Takato: i Digimon debbono ancora abituarsi alla nostra natura
focosa, sono troppo ligi al dovere! Allora? Particolari? Beh, ma lei ha
risposto al bacio, insomma…oppure si è messa a
strillare
no aspetta Takato non dirmelo! Ti ha picchiato, ti è saltata
addosso come una furia, perché da Jeri posso aspettarmela
una
cosa del genere!!...
…perché
lo dico? Lei è sempre stata una ragazza
particolare…altre
storie? Ma quali poi? Mako? Sì ma…!...
…non è
il caso di dare tutto troppo per scontato, ti ricordi in passato?
Come?...
…come, dici che
è rimasta ferma e buona? Che a un certo punto
anche…?
Strano…non me lo sarei aspettato…
…sentito
Renamon? Jeri ha la ricetta giusta, abbandonarsi e subire, altro che
noi! Dovremo chiederle qualche consiglio! O sarebbe meglio
chiederle…direttamente un cavaliere COME IL SUO, ma credo
che di
quella fattura ne siano rimasti pochi se va in buona! Allora,
cos’altro mi dicevi?»
La volpe dorata
volse le spalle “Rika cerca di tirarmi su il morale e di
farmi
sorridere, ma io, da quando sono qui, non faccio che pensarci:
Beelzemon…
…i suoi
stati d’animo, le sue paure e i suoi percorsi sono sempre
più martellanti nella mia mente. Anche se so che dovrei
occuparmi d’altro…” chinando il capo
“…dovrei pensare a come raggiungere di nuovo la
digievoluzione Matrix dopo dieci anni, e inoltre...dovrei occuparmi dei
miei figli. E far sì che i miei sentimenti siano ogni
istante
fedeli al loro padre che è lontano, ma
io…!...nonostante
tutto non riesco a smettere di pensarti: Beelzemon…
…dolce
sogno non
realizzato…”
…sullo
sfondo di «Mmm, ora non resta che affrontare il padre!
E’
un tipo tosto, francamente non ti invidio affatto!»
«Riposati,
papà: il medico ha detto che non devi alzarti dal letto, hai
bisogno…di calma. E di tanta
tranquillità.» diceva
la ragazza seduta accanto a suo padre, ma questi sembrava intento a
rifiutare le buone intenzioni che la inducevano a prendergli le mani,
aveva sguardo torvo…
…Beelzemon li osservava timidamente dallo spiraglio della
porta…
«Jeri…chi
è quel
tipo?»…«…lui è
Beelzemon, papà, te l’ho detto, è il
mio
Digimon.»…«E hai una relazione anche con
lui, per
caso?!»…«Come ti viene in mente,
papà!! Ma
non lo vedi? E’ un Digimon, come puoi pensare che io che sono
umana possa avere una relazione con uno come lui!!»
Ma quelle parole sembrarono
riversare insicurezza nel cuore di Beelzemon, che chiuse la porta
silenziosamente, e dopo aver rivolto al soffitto sguardo un
po’
assorto si allontanò nel corridoio.
«Hai anche il coraggio di
chiedermelo?!»…«…perché
mi tratti
così? Io sono preoccupata per
te!»…«Non mi
dà quest’idea, mi sembra piuttosto che tu sia
intenta a
spassartela con tutti i giovani del
quartiere!»…«Takato non è uno
come gli
altri…!»…«Con questo che
vorresti
dire?!» Hajime Katou puntò occhi decisi verso sua
figlia
«Lo
ami?!»…«I-Io…»
scorrendosi la
mano nei lunghi capelli «…non lo
so…»
…ripensando al bacio della sera prima…
«Finora…è stato un caro amico e niente
più.»…«Ma adesso immagino si
sia trasformato
nel grande amore della tua vita. Quando fino a pochi secondi fa era
soltanto un rospo!»…«Ahh!! Non parlare
di lui in
questo modo!!»…«E perché non
dovrei…?»…«Perché
sì,
perché Takato non c’entra nulla!! Non è
colpa sua
se…!!...
…se
tu hai…smesso di lavorare, se hai iniziato a condurre una
vita
incostante, che ci ha condotti
all’instabilità!»…«Senti,
senti…
…e
tu invece, signorina? Che contributo hai mai dato alla casa, alla
famiglia?!»…«Io…!!»
si volse la
ragazza, ma le parole sembravano scarseggiare «Io mi sono
impegnata!!»…«Certo! Ad adescare Mako, a
fidanzarti
con lui in quanto possedeva un capitale interessante, ma che importanza
vuoi che abbia, se tutto va distrutto a causa di
quel…ragazzino
senza né dote né
doti.»…«Proprio tu
non dovresti affermare una cosa del genere, dovresti aver ben chiaro
nella tua testa, che Takato…di sicuro di doti ne possiede
molte,
giusto per citarne una il coraggio!!...di lanciarsi a salvare qualcuno
incurante del pericolo in cui andrebbe ad immergersi! Certo si
può dire che non ha soldi…
…ma
che cosa conta di più nella vita, papà?! Il
denaro oppure
i sogni?!»…«Quanto ancora credi poter
far
sopravvivere i tuoi sogni, Jeri, senza denaro…?»
La
ragazza fu scossa da un palpito e sgranò gli occhi
«E
proprio tu vieni a dirmi questo?! Se siamo a un passo dalla miseria
è colpa tua!!»…«Sei
responsabile tu quanto
me.»…«Ma io…!!»
passeggiando
nervosamente per la stanza «Ahhh, io ho attraversato dei
momenti
terribili, la separazione fra te e la mia matrigna, i vostri continui
litigi!!...e...l’allontanamento dal mio
fratellastro!»…«Io
altrettanto.» replicava
quell’uomo dagli occhi infossati con scura, subdola
naturalezza
«Ho sofferto tanto da voler gridare…e questo mi ha
reso
impossibile poter lavorare e amministrare la nostra vita, esattamente
come a te ha impedito di organizzarti e…trovarti un lavoro
stabile, come tutti i giovani: come vedi siamo entrambi colpevoli, e
dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. Io
l’ho
fatto, e come vedi al contrario di come avrebbe agito qualsiasi padre
ti ho retto il gioco e mi sono prestato alle patetiche recitine che il
piano da te ideato comportava: quella che come al solito mi sembra che
stenti a crescere sei tu, figlia mia, a giudicare da…queste
foto
che fin troppo denunciano imprudenza!» gettandone una sulle
lenzuola con noncuranza, quando la figlia ebbe un moto di furia
«Sì può sapere chi te le ha
spedite?!!»…«Questo non ha
importanza.»…«Ne ha molta, invece!! Ed
è fin
troppo banale ipotizzare chi possa essere stato!!» e mentre
il
padre volgeva lo sguardo come se fosse una cosa di poca importanza, la
ragazza tuonava sparpagliando le foto «E’ stata
quella
vigliacca di Asanuma!! Perché è troppo frustrata,
perché un’insegnante ha la seconda metà
della
giornata libera e non trova niente di meglio che tormentare la vita
agli altri per occupare il suo
tempo!!!»…«Vorresti
forse accusarla per aver ritratto, per così dire, la
verità? Andiamo Jeri, non essere infantile. Queste foto
parlano
chiaro, E QUALORA NON LO FACESSERO SONO SICURO CHE ADESSO IL PADRE DI
MAKO LO FAREBBE PER LORO!»…«Adesso
basta, BASTA!!
NON VOGLIO ASCOLTARTI!!»…«JERI!! TORNA
QUI!!
Ahhh!» ma la ragazza era uscita di corsa dalla stanza. Hajime
Katou strinse i denti, con la mano aggrappata al cuore, ma sembrava
intenzionato a resistere…
Intanto
Beelzemon usciva all’esterno circospetto e avvolto nella sua
giacca, quando
«Beelzemon!»…«Oh!»
un
richiamo lo fece sussultare. Si volse «Ah! Sei tu Mako, mi
hai
fatto paura.»…«Perché? Sono
il tuo Digimon
Tamer.»…«Che cosa ci fai qui? No,
guarda, se sei
venuto per litigare ti chiedo di sospendere, per favore: andiamo a
parlare un attimo nel vicolo qua vicino, questa questione di
Jer-»…«Ma no, ti assicuro che non ho
alcuna
intenzione di litigare!»
Il ragazzo sembrava
essersi svegliato piuttosto deciso e determinato, incrociava le braccia
in una posa d’attesa «Al di là dei
nostri legami
personali abbiamo pur sempre una missione,
no?»…«Questo è
esatto…»…«E poi che
c’entra? Io e te
siamo amici anche a soprattutto a prescindere da Jeri!» ma
Jeri
uscì di casa in quel momento, e non appena lo vide
sussultò «Ihm! Mako…» ma
Beelzemon intervenne
prontamente «Niente paura, Jeri: Mako non è venuto
per
litigare, ma per parlare della
missione!»…«Che…cosa sei
venuto a
fare…?»…«Beelzemon te
l’ha detto, a
parlare della missione.» replicò secco il ragazzo,
al che
Jeri venne avanti lentamente «Ah sì…?
Perché
tu cos’hai da dire, della missione…?
Perché io non
ho niente da dire, e tieni conto che ieri ero presente a differenza di
te.»…«Che cosa
pretendevi?!»…«Niente, di tanto
encomiabile almeno!
Se non altro che un domatore si assuma la responsabilità e
sappia scindere gli affari personali da quelli relativi alla
battaglia!» ma Beelzemon intervenne «Ragazzi,
insomma?! Che
vi prende?!»
«E’
esattamente ciò che ti ho detto che sono venuto a fare,
Jeri!»…«Non mi sembra! Potevamo vederci
dopo con gli
altri, questa visita ha tutta l’aria di una
provocazione!»…«Cos’hai, paura
che ti becchi
assieme a quello là?!»…«Della
mia vita faccio
quello che mi pare, fatti gli affari tuoi!»…e
Beelzemon
«Ragazzi, insomma! Mako…Jeri…»
«Non è colpa
mia se trascuri i tuoi doveri da Digimon Tamer per strusciarti a tutti
i ragazzi del quartiere!»…«Io non
trascuro niente!!
Ieri sera ho rischiato la vita, assieme a Takato e assieme agli
altri!»…«Cos’hanno? Dato fuoco
alla vostra
camera da letto…?»…«SEI UNO
SCREANZATO!»…«Jeri…!»
la trattenne
Beelzemon per il braccio ma con debole tono di supplica «Non
ti
preoccupare, cosa credi che me ne importi qualcosa? Girati pure tutta
la città con lui, fatevi immortalare come i Digimon Tamers
“della vecchia guardia”, ormai siete due nomi
talmente
vecchi e passati di moda, voi
due!»…«Come ti
permetti?!! Se leggi bene il tuo non lo trovi neanche scritto nelle
pagine della storia dei Digimon!»…«E
invece ti
sbagli mia cara perché mentre il tuo stato formale da
domatrice
è cosa alquanto controversa, il mio è altra
storia: avevo
un Digimon da molto più tempo di te,
è…Beelzemon!»…«Oh?!»
trascinandoselo vicino per il braccio «Anche se non ho mai
combattuto!»…«Ti illudi se pensi che te
lo lasci
come niente, adesso è
mio!!»…«Oh?!»
Jeri se lo tirò dalla sua parte «Nemmeno per idea,
non sai
neanche cosa siano tattiche e schemi!»
(«Oh?!»)
«E perché, tu sì invece?!!»
(«Ahhh?!») «Una donna con il suo Digivice
in mano
può fare solo danni!»…«PENSA
A TUA
SORELLA!!» e lo afferrarono entrambi per le braccia
«Dovresti consegnarlo a me!» esclamò
Mako, e Jeri
ribatté «Scordatelo!! Il Digivice si è
trasformato
nelle mie mani, io ho diritto a tenerlo!!» tirandoselo ognuno
dal
suo lato - tanto che nella mente del Digimon balenò il
fulmineo
ricordo di altre due mani di bambini che se lo strappavano, fino a che
Impmon gridava – sicché ad un tratto
«ADESSO
BASTA!!»
Beelzemon
richiamò i loro sguardi, e con
gesto«Ihmf!!»
stizzito si scrollò la loro presa «Che cosa vi
siete messi
in testa?!!» gridò con rabbia «Io ho una
dignità!! Non sono fatto per essere tirato da una parte
all’altra, perché non sono diverso né
da te
né da te!! Sono un essere vivente, ho dei sentimenti, a voi
piacerebbe che vi riservassero lo stesso trattamento?!»
Mako
chinò il capo. Jeri fece lo stesso, sospirando e scorrendosi
la
mano tra i capelli.
«Sapete
che vi dico?!...ne ho veramente ABBASTANZA che si debba sempre finire
in questo modo, che io non possa mai dannatamente liberarmi da questa
che sembra una maledizione!! Essere conteso fra domatori che litigano,
che non sono capaci a giungere a un accordo! Questo…
…lo
dico soprattutto a te!! Dovresti
ricordarlo!!»…«…infatti lo
ricordo…scusa Beelzemon.» replicò Mako
ammorbidendo
il suo tono «Bene, meno male che almeno hai memoria!!
Sappiate
per la cronaca che comunque io per questo non andrò fuggendo
né sottoscrivendo patti scelerati, all’epoca non
ero…che un Digimon ancora ragazzino e completamente
disorientato! Non sapevo se avere un domatore fosse un castigo o una
benedizione, se significasse essere amati, oppure schiavizzati!! Adesso
è diverso, sono grande, e perfettamente capace di
distinguere i
gesti infantili di persone evidentemente!!...
…ancora
non mature…» guardandoli entrambi, con
severità
«…come non lo ero io, allora. Ma sappiate che
l’immaturità mi è costata
cara!!!»
concludendo con voce aspra.
Jeri alzò gli
occhi su di lui che stava andando via. Quando Beelzemon si volse. E la
fissò intensamente «A te non dico niente. Non
sarebbe il
caso. Però, Jeri…permettimi di darti un
consiglio.»
parlò ora con voce più pacata, seppur ferma
«Io…non sono nessuno e me ne potrei stare zitto,
ma almeno
prendi questo che posso dirti…come la testimonianza che
posso
offrirti circa la mia esperienza, io credo su per giù di
avere…qualche anno in più…di te
adesso, anche
se…» grattandosi il capo «…il
conteggio
è difficile. Però, insomma…ho vissuto
tante cose,
posso esserti di guida! Jeri…adesso sei tu a decidere del
tuo
destino, della tua vita. Circa questa battaglia…e
anche…riguardo al resto. Per cui…metti in ordine
le tue
idee, fa chiarezza! E’ bene che tu capisca che cosa vuoi e
momenti del genere denunciano il fatto che il tuo cuore ancora non ha
scelto che strada prendere. Attenta: in questi momenti si è
vulnerabile ai richiami dal lato sbagliato. Te lo dico per esperienza
personale…
…scusate,
ho bisogno di una boccata d’aria.» allontanandosi
lungo la
strada.
Mako
sospirò, era seccato, ma forse più che altro era
deluso
di se stesso. Liquidò accennando «…ci
vediamo con
gli altri domatori…» …e lasciando Jeri
da sola. A
riflettere, col Digivice in mano e uno sguardo aggrottato “La
strada…della mia vita, la decisione sul mio
destino?!”
(canzone: Laura
Pausini - You are)
…e nella
sua mente irrequieta ritornò nuovamente la scena del bacio
del
giorno prima…
“Che devo
fare…? I miei sentimenti sono confusi, sento…una
voce che
mi chiama, ma ho paura di sbagliare! Che cosa intendeva dire Beelzemon,
esattamente…? E…
…che sta
cercando di dirmi il mio cuore? Che significato
aveva…” …rivedendo
un artefatto dalle
sembianze magiche, una testa di drago luminosa
“…il tepore
che sentivo quando il cuore di Takato mi era così vicino? In
quel momento…” facendo assorto il suo sguardo
“…provavo il desiderio di…tenerlo
stretto a me per
sempre, perché potesse riscaldarmi!! Ciò potrebbe
significare…
…che io lo amo? Che io…
…mi stia
innamorando di Takato, benché ne sia incosciente?! Non
conosco
l’amore…finora…ho solo cercato di non
restare
indietro: di non vivere tutta la mia crescita semplicemente nello
stesso modo in cui ho vissuto l’avventura dieci anni fa:
mentendo, ingannando me stessa e nascondendomi nell’ombra!
Sono
divenuta così…schiava di un essere che voleva
manipolarmi
per i suoi scopi, ho giurato a me stessa che non sarebbe più
successo!! Ma i dubbi…e le nebbie della vita sono fitti. Ho
fatto miei i rimproveri di papà, ed
ho…!”
scorrendosi la mano fra i capelli, e fissando l’asfalto
“…cercato di mettere la testa a posto, e
realizzare
qualcosa di concreto! Ma adesso?! Mi trovo davanti a un bivio,
cos’è che conta davvero? I
sentimenti…oppure i
soldi, e la stabilità?!...
…si può ancora sognare un futuro magico alla mia
età o si deve solo pensare a come conquistarsi il benessere,
e
la sicurezza?! Non capisco…!!” prendendosi la
testa fra le
mani “Avrei bisogno di un amico che mi consigliasse, forse
potrei…!!!” e mosse un passo, come se avesse avuto
un’illuminazione “…chiedere al mio
Digimon! Ma
no.” alla fine arretrò
“Lui…ha ucciso Leomon:
è lui che mi ha messa in queste condizioni! Non potrebbe mai
tirarmene fuori…”
«Jeri!»…«Oh?
Papà!»…«Ahhh!»
Lei corse a
sostenerlo, sulla porta del loro ristorante «Papà
perché ti sei alzato, ti avevo detto di restare a
letto!!»…«Ti ho sentita urlare qua
fuori…era
Mako, vero?»…«…sì,
era Mako, e
allora?!»…«Jeri non devi perdere quel
ragazzo…!!» insisteva l’uomo con sforzo
«Lui
può garantirci il
futuro!»…«Ma io…non
lo amo!!»…«Jeri rifletti, è
la scelta
migliore!! Per te…
…per entrambi noi…» “Che devo
fare…?!” alzava occhi appenati la ragazza
“Non
voglio condannare me stessa a un futuro senza amore! Anche se non lo
conosco…mi piacerebbe sognare che fosse come ieri…
…quel tepore…
…però…mio padre è malato!
Ed io non ho
nessuno che mi può dire cosa è giusto, e cosa
è
sbagliato!” …sentendosi ogni minuto più
imbrigliata
fra quegli interrogativi, mentre invitava il padre a tornare dentro
aiutandolo a camminare.
“Jeri…” sorrideva ancora Takato nella
sua stanza,
quando di colpo entrava Cindermon «Che cos’hai,
Takato?!»…«Io??
Niente…!!»…«Uhhhhhh, io lo so
a che cosa stai
pensando, per meglio dire a chi!» rifilò un
sorriso
furbetto la ragazza digitale picchiettando il dito su di lui
«A
quella Jeri, per questo sei rosso come un peperone DI’ LA
VERITA’ non riesci a toglierti dagli occhi la scena di lei
che ti
si scaglia addosso perché è preoccupata per
te!»…«Ma che
diciiii…?!...certo che sei
proprio invadente!»…«Sarà! Ma
che ci vuoi
fare, per quanto le battaglie siano poetiche, quella caro mio
è
fidanzata! Lo sappiamo l’ho vista io stessa seduta a casa di
quell’antipatico di Mako, per cui, se vuoi un consiglio,
levatela
dalla testa! Fiùùù, fuuuì!
Altrimenti
soffrirai e basta!»…«Non ho bisogno dei
consigli di
nessuno...!!» precisò lui agitandole il ciuffo
«E
poi tu cosa sei, l’esperta
d’amore?!»…«Ahhh---no!
Però sono
l’assistente principale di tua
mamma!»…«Ci
mancava solo questa!»…«E si
dà il caso che
sia molto affezionata a lei, per cui carino guarda che non ti
permetterò di tenerla col fiato mozzo fino alla vecchiaia
solo
perché sei un pessimo baciatore! E non hai
mai…ahhh…macchiato la tua preziosa boccuccia con
un
bacetto!»…«E tu che ne
sai…?!» si
volgeva lui con espressione un po’ storta «Beh!
E’
storia lo sanno tutti tu non hai ancora bacia-ARRIVO, SIGNORAAA! La
senti è tua mamma che ci chiama deve ancora farci la
ramanzina
per ieri sera che siamo arrivati tardi-vuoi muovertiii! Dai
sennò ce la fa lunga il doppio: ti schiodi di lì,
innamorato
PERSO?!»…«…arrivo…»
si decise a seguirla, borbottando «…che parli,
parli,
quando non sei informata sugli aggiornamenti?»
«Takehiro!! Stanno scendendo! Insomma, vuoi darmi
ascolto?!»…«Pensaci tu! Io per queste
cose
proprio…»…«Ma sentilo, ma se
non hai
aspettato che questo momento in tutti questi
anni!»…«Sarà! Ma oggi ho
proprio la testa
altrove, occupatene tu: se non per queste cose, che ci stanno a fare le
mamme?»…«Mmm, antipatico: il classico
marito che
scarica le questioni più scabrose!»
Ma con questo
non si accorgeva che Takehiro si ritirava in cucina e si massaggiava la
fronte, come se un pensiero lo tormentasse.
«Bene
allora voi due, sedetevi entrambi a questo
tavolo.»…«Ahhh, andiamo mamma, tutta
questa storia
solo per un banale
ritardo…!»…«Non si tratta
solo di questo, Takato, e non far finta di non capire! Ihmf!»
replicava Mie indispettita, e Cindermon all’orecchio di lui
«Ptsss non si è trattato di un banale ritardo: hai
idea
dell’ora in cui siamo tornati,
ieri?»…«Ma-»…«Avanti,
sto
aspettando!»…«…d’accordo…però
una cosa breve, eh! E’ sabato, fra poco arrivano i clienti e
non
ho intenzione di mettere i miei affari in pubblica piazza!»
Mie lanciò
un’occhiata a Cindermon, sembrava che le venisse da ridere, e
la
ragazza si stupì “Perché mi guarda in
quel modo
strano…?” «Allora ragazzi, finalmente
possiamo
parlare a quattrocchi!»
Domatore e Digimon si guardarono un po’ perplessi.
E Mie, che iniziava
con «Ciò che devo dirvi è di estrema
importanza…» e via dicendo, dentro di
sé rideva
“Uhmuhmuhm! Non immaginano quanto mi faccia piacere essere
seduta
qui, ora so cosa provano l’uno per
l’altra!!”
“Takato…io non so ancora cosa provo esattamente
per
te…”
”Cindermon…”
«Preferisco essere guardata in faccia quando sto
parlando!» (fine-canzone)
«Guarda Kenta,
la tv deve avere un disturbo, improvvisamente non becco più
nessun canale!»…«Yuki, dovrei
parlarti.» si
accostò però la madre di Kenta «Un
minuto signora.
Appoggio il telecomando. Pardon! Ecco, sono tutta per
lei!»…«Ascolta
cara…!» la signora
Kitagawa prese la mano all’altra signora Kitagawa
«Dopo
quello che ti stava per accadere ieri
sera…»…«Ma io sto
bene!»…«Sì lo so
però…non
desidero che tu corra ancora rischi: abbiamo il cuore sospeso per voi
due!» La più grande carezzava i biondi capelli
della
più giovane, la quale replicava con un gesto
d’affetto con
quella sua voce nasale che sapeva suonare premurosa
«Sì lo
so però noi abbiamo anche degli amici. E se aggiungiamo che
questi amici ci hanno salvato noi siamo in dovere di
ricambiare.»…«Sì
però…e se vi
accadesse qualcosa?! Come se non mi fossi accorta che eri alla tv
per…cercare di scoprire
qualcosa!»…«Infatti
sì: stavano dando un servizio strano, al tg dicevano che ci
sono
una serie di disturbi per tutta la città e mi sa che non ha
fatto in tempo a finire la frase che ci ha beccato a
noi!»…«Yuki, hai notato anche
tu?»…«Oh? Kenta, ti stavo
chiamando.»
Il ragazzo si
fece avanti con la sua aria seria e riflessiva, che conferiva una
maggiore classe al suo portamento «In effetti è un
disturbo strano…anche l’Ipad e il cellulare danno
problemi.»…«Sì ma cosa
può
essere?» allargò le braccia Yuki, ed il giovane
assottigliò gli occhi «E se
fossero…?»
(mentre la madre comprendeva che era il caso di lasciarli soli)
«I nostri nemici,
Kenta?»…«…è
possibile.»…«…ma che scopo
avrebbero a
mandare in collasso la
città?»…«Non lo
so…» fece lui avvicinandosi e toccandole la spalla
«Tu ti senti bene?»…«Io?
Sì,
perché? Mai stata meglio, sto così
perché tu sei
qui con m-Ahhh!!!»…«Yuki!! Yuki che hai,
ti senti
male?»…«No…s-sto bene
Kenta…non
preoccuparti è stata solo una fitta alla testa. Un
capogiro…»
Ma il ragazzo si
faceva pallido in volto “…è un anomalia
digitale…temo che dietro questo ci sia qualcuno che vuole
distruggerci. Cosa possiamo fare? Senza il nostro Digivice io e Yuki
siamo completamente impotenti…”
“Kenta…so
a cosa stai pensando.” erano le riflessioni di Yuki che
all’esterno cercava di sorridere e manifestarsi serena
“In
effetti c’è qualcosa che non va: so che sei
preoccupato e
vorrei aiutarti, ma purtroppo…io ne so quanto te! Ma quando
finirà questo tormento, quando potremo finalmente vivere
felici
e in pace?”
I due signori
Kitagawa più adulti li guardavano dalla penombra del
corridoio,
sembravano appenati…
Oltre balconi decorati
da fiori colorati, si estendeva sconfinato lo scenario di un cielo
plumbeo e piovoso. Il cielo di Digiworld.
“Piove da ieri
notte…” considerava Cyclemon, nel silenzio
raccolto della
sua stanza “…ed io, sono qui. Impotente. Non so
come
impedire che questa notte mia figlia vada in sposa a quel mostro
sanguinario.” Sembrava ormai contemplare con insicurezza il
suo
scettro dalla luce spenta “Non ho idea circa quello in cui
possa
consistere l’ultima prova dell’erede e non ho
intenzione di
pensarci: per le altre abbiamo già pagato un prezzo troppo
alto.” Quando udì bussare «Chi
è?!»
chiese seccamente «Sono io, Cyclemon. Mi permetti di
entrare?»…«…ah, vieni pure,
Kazu.»…«Buongiorno.» si fece
dentro
educatamente il ragazzo dal cappello scuro, accennando un inchino
«Perdonami se ti ho
svegliato.»…«Macché, ero
già sveglio
da un pezzo. Dimmi…in che cosa posso esserti
utile?»…«Ero venuto a parlarti di
questa.»
sfoderando la Sfera regale da sotto il suo cappello «Che cosa
possiamo fare Cyclemon, come possiamo
sfruttarla?»…«Purtroppo lo
ignoro.»…«Ma Diamon si sposa questa
sera! Ah,
dovresti vedere, in salone hanno già iniziato le prove
generali!!...mi reputi irrispettoso se ti dico che lo spettacolo
è da vomito?!»…«Da
vomito.» fece
capolino Guardromon, e Kazu commentò «E io da
tempo ho
capito che Guardromon non è affatto un pappagallo.»
«No, no,
NOOO! Ma insomma, chiedo troppo?!» tuonava Sandmon, e Diamon
si
lagnava «Ma cosa c’è che non va
beneee!»…«I passi! Il percorso, il
tappeto, tutto!
Tutto è un disastro, questa sala è uno scempio,
quei
Digimon l’hanno allestita in un modo…DA
VOMITO!»…«Veramente io la trovo
splendida
(se…non…fosse…per…lo
sposooo!
Fiù-Fiù-Fiùùùù!)»…«Sono
degli incapaci, e tu…sei rigida come un le statue del piano
di
sopra!!»…«Beh ma quelle sono
fantastiche!»
replicava lei con la sua solita ingenuità «Un puro
concentrato di arte e eleganza: le guardavo sempre quelle tipe, le
signorine, quando facevo la dieta
sai?»…«Grrr, GRRR!
TI CREDI SPIRITOSAAA?!!!»…«Cerco solo di
fare
dell’ironiaaa!!!...(quando mi sento a pezzi! Oh mio Dio se
penso
che stasera sarò moglie di questo qua mi sento male, mi
viene
voglia di salire sulla torre più alta per fare un tuffo nel
cielo, volare a peso libero fra le nuvole e beneficiare
dell’effetto sorpresa sul suolo dove andrò a
cadere!
Tanto…siamo talmente in alto: c’è tutto
il tempo
per fare delle ipotesi!) »…«RIPRENDIAMO
LE
PROVE!»…«…agli ooordini!
(sigh!) »
...Kazu e
Cyclemon si affacciavano al soppalco «Eccoli.»
indicava il
ragazzo serio in volto, e anche Guardromon «Eccoli.»
«Figlia mia…» pronunciava
Cyclemon…
«Allora…Seraphimon è collocato qui,
QUI! E’
chiaro il concetto?!»…«Seraphimon
è lì
(puff…) »….«Lui ci fa tutta
la tiritera di
rito, vuoi tu prendere in sposa, vuoi lui come tuo
spos-»…«No!»…«…(!)
…pardon?»…«No. Eh? Che ho
detto? Ihm, mi
è scappato: no continua scusa parlavo da sola!»
«Si
vede…soffre lo fa controvoglia, è solo un
sacrificio
perché è preoccupata per i Digimon a
palazzo!»…«Perché
è molto
preoccupata.» faceva eco Guardromon «Cyclemon, ma
non
c’è
mod-?»…«Purtroppo abbiamo le mani
legate, Kazu.»…«Ma io potrei provare a
parlare con
Guilmon! Lo conosco Cyclemon, ti assicuro che è mio amico
e…!!...e mi capirebbe!»…Guardromon
«E ci
capirebbe.»…«Ti assicuro che se potessi
incrociarlo
anche per cinque
minuti-!»…«Kazu…ascolta
ragazzo mio, io ti capisco ma cerca anche tu di capire me: tu hai la
Sfera regale! Questa sfera…ha un valore importante,
può
cambiare il destino di Digiworld.»…«Non
non mi hai
ancora mai parlato di quella che è l’importanza
della
sfera Cyclemon…
…e delle
prove che ho affrontato…»…«E
delle prove che
abbiamo affrontato.»…«Esatto, Guardromon
ha ragione:
perché è così importante tanto da
intimarci a
restare nascosti e accettare il sacrificio di Diamon?!»
…la quale
intanto ascoltava appenata «Quando Seraphimon
affermerà
“puoi baciare la sposa”…mmm!»
Diamon cominciava a
guardare verso l’esterno, e a suggerire «Aspetta!
Fermo qui
non c’è ancora l’atmosfera adatta con
questa pioggia
si è fatto tutto grigio e buio! Che ne dici di un
po’ di
musica? Ho visto un’orchestrina di Digimon proprio qui fuori:
è strepitosa! Se vuoi vado a
chiamarla!»…«SEMPRE PER FARE IL FILO A
QUEL VISCIDO
GEKOMON! TU DILLO CHE MI TRADISCI CON
LUI!»…«Cavoli
è vero un Digimon di classe indiscutibile ma io sono fedele
alla
parola data!»…«E ALLORA POCHE STORIE!
Procediamo
alla prova del bacio…»
“Nooo…la prova del
bacio nooo…” si parava il viso la
ragazza
digitale…
«La funzione
della Sfera regale
è…»…«Kazu, guarda
la principessa!»…«Cosa? Che
mascalzone…
…!!
Adesso scendo e…»…«No! Kazu!
Aspett-ahhh!»…«Cyclemon!!»
Il ragazzo
tornò indietro dalla rincorsa presa per piegarsi
sull’anziano Digimon «Stai male? Che cosa ti
succede?»
«Mmm…mmm!» Diamon sentiva la bocca
ondulata di
Sandmon sempre più vicina alla sua…
…quando «Diamon!! Diamon corri!!»
«Eh,
cosa?!»…«Grrr, ma chi è il
guastafeste?!?!»
«Tuo padre si è
sentito male!»…«Si è sentito
male.»
«Oh no,
papà!!»…«M-Moglietti-Grrriiimp!»
…Sandmon cercò di trattenerla avvinghiandola, ma
scivolò e cadde a faccia avanti in un sonoro scampanellio
dell’armatura «Non sono tua moglie!» fece
Diamon
mentre saliva svelta le scale «Non hai l’orologio
al polso?
Mancano ancora diverse ore!»
«Uuuuuchhh…!
ORE DI AGONIA…» mugolò il Digimon di
sabbia nel
tentativo di rialzarsi.
«Papà! Papà
cos’hai?!»…«N-Non è
niente,
figliola…per fortuna c’era Kazu con
me…mi ha
sostenuto.»…«…Cyclemon…non
sarà
che quello che stavi vedendo…?» accennò
il ragazzo
guardando a turno lui e Diamon, la quale dilatò gli occhi
«E-E infatti…non devi stare qui, non devi
guardare! Sono
soltanto prove, la cerimonia vera sarà
stasera!»…«E’ questo il
problema!»…«E’ questo il
problema!»
sottolinearono eloquenti entrambi Kazu e Guardromon, ma Diamon si
aggrappò alle mani del ragazzo «Kazu!
Papà è
così, si emoziona di fronte alle scene più forti.
Non
è che per caso potresti…accompagnarlo in
camera?»…«Hai detto bene,
“forti”,
queste altro che forti, sono peggio di un film
dell’orrore!!»…«Un
film…come quelli che
guardate al cinema?»…«Oh?»
…la mano
delicata di Diamon spontaneamente carezzava quella del
giovane…
Sandmon ne restava un
po’ interdetto «U-Uh? Ma che fa
quella…?»
«Mi
immagino…pomeriggi tutti accalcati, magari nella pioggia,
esce
un film strepitoso e vogliono guardarlo…tutti quelli come
te,
come voi ragazzi, mi hai parlato ieri di voi!» rivolgendogli
una
carezza sul viso
«Diamon…»…«Quanto
mi
piace ascoltare i tuoi racconti, ti prego, raccontami ancora!
Ancora…ho bisogno di tanta forza oggi…»
supplicava
quella giovane dal volto per metà di diamanti, ma con
semplicità e candore come sempre «Oggi sono io:
hai visto?
Ieri eri tu, oggi sono io che devo superare la prova: ho bisogno che
qualcuno mi distragga!»…«…io
farei più
che distrarti…io ti porterei
vi-»…«Kazu…ascolta…»…«Che
cosa c’è, Cyclemon? Ma tu sei
pallido…che hai, ti
senti ancora male?»…«Ancora
male?»…«No no…non
preoccuparti
Guardromon…cammino da solo…» ma Kazu
provò
ad obiettare «…tu non cammini da solo e non stai
bene!» sicché Diamon spiegò
«Non è
niente, nessuna paura so io come fa! Come gli viene poi gli passa,
papà è forte, è uno tosto.
Però in questi
casi deve andarsi a stendere sul
letto.»…«Ti ci
porto io. Vieni, Cyclemon. Appoggiati a me…»
invitò
il ragazzo…
…e alla
fine quell’anziano Digimon si arrese e pose il suo braccio
attorno alla vita del giovane, che seppur guardasse Diamon coi denti
stretti perché non voleva lasciarla…e lei
guardasse lui
con rimpianto…
…alla
fine si concentrò, aiutato da Guardromon,
nell’aiutare il
padre della ragazza «Un passo alla
volta…»…«…sai…sei
davvero
dolce.»…«Io? Perché,
perché ti aiuto a
camminare? Scherzi…tu ti sei preso cura di me e mi sei stato
da
faro di orientamento da quando ho messo piede qua dentro. Non
potrò mai ringraziarti abbastanza, Cyclemon. Né
tu
né Diamon siete mai mancati nei miei momenti di
difficoltà! Sai? Sono piombato a Digiworld nel pieno
disorientamento: pensa che sono finito qui perché la mia
maestra
delle elementari ha tentato di ammazzarmi! Però poi ho
ritrovato
Guardromon, ho incontrato voi e…tutto è cambiato!
Peccato
che Digiworld si trovi in queste condizioni precarie, sarebbe stato
bello festeggiare tutti assieme. Magari anche i miei amici fossero qui,
sono preoccupato per loro da quando Guardianmon è balzato
nel
vortice creato da Shaggai. Per loro…e per il mio
papà:
sai anche lui è sulla terra…è
così
indifeso…» …mentre si avviavano a passi
lenti,
graduali lungo quei corridoi silenziosi nell’eco della
mattina, e
della pioggia. Cyclemon ascoltava assorto il ragazzo…
…e Diamon
tornava al suo calvario «Eccomi, scusa se ti ho fatto
attendere
(!)…dove eravamo
rimasti?!»…«…quanta
confidenza prima con quel
servetto…»…«Uh?
Beh, che vuoi, non è un Gekomon. Ah, e a me piacciono solo
quelli!»…«E adesso dove
vai?»…«In
bagno!...
…che
c’è, non posso?! E’ da stamattina che
con questa
storia delle prove non faccio la pipì, non reggo nemmeno un
microsecondo così!»
Sandmon rimase
piantato in asso «Mmm…»
rifletté e rivolse lo
sguardo al soppalco desolato «A quello sbarbatello devo fare
attenzione…non vorrei mi rubasse la moglie: e poi chi la
sente
Violetta!»
«Ahhh,
eccoci qua, siamo arrivati.» disse Kazu «Comunque,
se ci
tieni a saperlo Cyclemon…io è da tanti anni che
mi occupo
del mio papà.»…«Si vede. Sai
dove mettere la
mani. I tuoi movimenti sono mirati…ma allo stesso tempo
molto
gentili.»…«….grazie…tu
sei
gentile.» replicò il ragazzo umilmente,
sistemandosi la
falda del cappello «Sei…cortese. Ti preoccupi
sempre per
gli altri. Sei altruista e generoso. Hai tutte le
qualità…ragazzo
mio.»…«Uhmuhm! Grazie.
Il problema è che anche se ho tutte le
qualità…non
si è capito ancora per cosa ce le abbia! Qual è
il mio
ruolo in questo mondo? Probabilmente quello che avevo sulla terra prima
di venire qui: raccogliere
l’immondizia.»…«E
anche se fosse?»…«Certo, è
pur sempre un
lavoro, di questi tempi.»…«No, io
intendevo
un’altra
cosa.»…«Come?...!»…«Come?»
si fece dietro anche Guardianmon.
Cyclemon
spiegò «Ci sono tante vite in questo mondo che
sono
trattate come immondizia. Un po’ è il destino, un
po’…l’odio che circola, la disillusione,
l’assenza di speranza. Tutte queste cose congiunte assieme
rendono duro e ostico il cammino per molti. C’è
bisogno di
qualcuno che porti loro un messaggio di luce…
…per
rischiarare il cielo, in giornate come
questa…»…«…un
messaggio di
luce…»…«Kazu, ti brilla la
sfera sulla
testa.»…«Lo so, Guardromon…lo
vedo…» …diceva il ragazzo, mentre le
gocce di
pioggia bersagliavano il vetro del finestrone alle sue spalle
«Abbia sempre fiducia. Non smarrire mai la tua luce, quella
ti
indicherà il cammino.» affermava Cyclemon
rientrando nella
sua stanza «Ricordalo, la tua luce è preziosa.
Custodiscila sempre con te come fai in questi giorni con quella
sfera…un giorno ci ripenserai e
sorriderai.»…«Magari…»
sorrise
già il ragazzo accomodandosi il cappello
«C’è
così bisogno di sorridere in una vita che a volte
è
così difficile. Non è vero Guardromon?»
«Che cosa
hai detto, Violetta…? Rea è a casa
mia…?...!»…«Sì beh
Henry io non posso
giudicare, ti riporto solo quello che ho visto!»
Il ragazzo
seduto sul letto rifletteva, con sguardo perso. E
l’eccentrica
donna dai riccioli castani che era lì con lui e si era
tirata su
i capelli per spolverare qua e là, riferiva «Io
per la
verità passavo lì per caso, poi a un certo punto
mi sono
detta: ma se non sbaglio Henry abita qui, Taisho mi aveva informato,
vediamo un po’ se è in casa così gli
continuo a
parlare di quella storia-ti ricordi, no? Del fatto che sto cercando un
lavoro…!»…«Sì,
sì, certo!...e
dunque…tu hai visto Rea assieme a
Terriermon!»…«Eh? Sì,
sì, li ho visti!
Sembra che vadano d’amore e d’accordo! Woouuu! Come
se si
conoscessero da
sempre…»…«…Terriermon…Rea…
…ascolta,
ma tu hai parlato con lei? Ti ha chiesto di
me?»…«Uh-ops accidenti questo se lo
faccio cadere
Taisho mi ammazza, lui adora queste radioline! Cosa dicevi? Ah beh
sì, eee…no eee…veramente mi sembrava
andasse molto
di corsa! Uhmuhmuhmmm! E non avesse per niente voglia di parlare:
tutta…Terriermon di qua, Terriermon di là: hai
presente
me come faccio con i bambini? Lei uguale, sembra che sia suo figlio
caspita che spasso! Ihihihi! Che poi ha quelle orecchie lunghe, nooo,
è davvero irresistibile!»…«E
lui…?...!» chiedeva Henry sempre più
appenato
«Lui ha parlato, ti ha detto qualcosa, ti ci sei
rivolta?»…«Ma certo, Henry, ma certo, ti
pare? Pensi
avrei paura di un pupazzo così carino come
Terrier-»…«Terriermon non è
un
pupazzo.»…«Oh?!...
…uhmmm,
ma lo so, è così vispo! Sembra allegro e
pimpante, non
sai quanti progetti ha già con la sua
neo-domatrice!»…«…molti
progetti…»…«Sì che
poi anche col
bambino non ti dico, giocano, si
divertono!»…«Hai
visto anche Benji?!» ad Henry si illuminarono gli occhi. E
anche
a Violetta «E’…tutto di Terriermon! E
Terriermon
vive solo per lui, devi vedere come giocano: danno proprio
l’idea…di una famiglia felice, hai presente? Come
la mia,
sembra…una cosa specifica fammi pensare ho la definizione
sulla
punta della lingua ma non mi viene! Mmm…ah
sì!» con
graziosa oscillazione del ditino «Sembra che non-gli
manchi-niente! Mmm! Ahhh…
…ahhh!»
contemplando compiaciuta la stanza, ed agitando lo spolverino
«Non c’è più un granello di
polvere, whoooo!
Questa stanza è tornata a
splendereee!»…«…non gli manca
niente…
…sono
felici…stanno bene così, mi hanno
dimenticato!!...»
si prendeva la testa tra le mani il giovane «Ahhh, su col
morale
Henry non tutto il male viene per nuocere, in fondo…anche
tuo
padre, tua madre mi sembra abbiano accettato alla grande la presenza
della tua famiglia in casa, tua sorella non ne parliamo-simpatica, sai?
L’ho
conosciuta!»…«…hai visto
Suzie…?» chiedevano i suoi grandi occhi scrui e
appenati,
e Violetta «E’ laaa…migliore amica di
tua moglie!
Terriermon con lei è in paradiso e…»
aggiustando i
quadri «…devi vedere Benji come si addormenta tra
le sue
braccia: di sicuro tua sorella sarà una mamma
dolcissimaaa!»…«L-Loro non mi vogliono
più
bene, sono felici senza di
me!!»…«Andiamo,
Henry!!...insomma!! Dai, che in una giornata così bella una
botta di depressione è proprio ciò che stona:
già
ho Mya e Lotti che stanno dando i numeri perché
l’Ipad fa
gli scherzi, figurati! E quando arriverà Taisho
sarà
peggio dei bambini! Ahh…qui c’è
solo…da
usare quel profuma-biancheria mmm, come si
chiamava…?»...«…la mia
famiglia mi ha
dimenticato…
…anche il
mio Digimon è più contento senza di me. Allora io
che ci
sto a fare ancora in giro…?» si chiedeva Henry
sofferente,
mentre Violetta gli dava le spalle. E se la rideva sotto i
baffi…come se fosse in attesa di una certa
frase…che poi
effettivamente arrivò «Violetta!»
Lei dopo aver fatto
un’espressione del genere “come volevasi
dimostrare”
si volse sfoderando il suo sorrisone «Uhmuhmuhmmm, uhmuhm! La
magica Violetta è…seeempre a
disposizione!» con
schiocco di dita fatato «Devo chiederti un
favore!»…«Tutto ciò che
vuoi!»
accovacciandosi di fronte a lui «Puoi tornare a casa mia? Ho
bisogno…di appurare con certezza che ciò che
penso
è la verità. Devo essere sicuro che mi abbiano
ormai
scordato, che io sia ormai un elemento
superfluo!»…«Ahh, Henry-Henry
sai…io ho molte
cose no? La scuola dei bambini, la casa, mio marito, tutto il
resto!»…«Oh sì sì
lo so! Scusa, anche
tu avrai le tue
incombenz-»…«Nooo!»…«…?
Come?»…«Uhmuhmuhm! Penso
che…nonostante le
bollette-nonostante i certificati-le vaccinazioni e tutto il
resto…mmm…un ritagliettino di tempo per dare una
mano ad
un amico in difficoltà si può…seeempre
trovare!
Uhm!» concludendo con un vispo occhiolino «Grazie
Violetta.
Sei davvero buona. Tu sei un
angelo!»…«Uhmuhmuhmmm,
no! Un angelo nooo…è troppo!» espresse
con tono
sognante…per poi tornare furbetta «Ma un fata
sì!
Una fata…con tanto di bacchetta…»
Henry le accennò un debole sorriso grato…
«Quello
che ci terrei a dirvi ragazzi è che AL DI LA’ del
comportamento poco corretto di ieri sera, nonché delle ovvie
precauzioni e degli scontati impegni che adesso saranno da assumere,
io…» dichiarava Mie con secca serietà
«…vi faccio le mie più sincere
congratulazioni!»
Al che Cindermon
«Ptsss, perché ci fa le congratulazioni? Le hai
detto
della battaglia? No: non l’avrai mica fatto, le hai detto
della
nostra battaglia?!»…«Mah,
veramente…io…?...!...»…«Mmmmmm,
mi
avrai descritta come un’eroiiina!
Slurp!»…«Cynthia!»…«Ihm!
No ehm
prego no sa com’è,
l’entusiasmo!»…«Eh
sì so
com’è, so bene come funziona in questi casi, si
dà
il caso che ci sia già
passata!»…«…?!...no: come?
Aspetta un attimo
non mi torna-Takato tua ma-tua ma-ptsss, tua madre è un
Digimooon???»…«Ptsss-fff, ma che
dici!»…«Insomma!» fece Mie
alzandosi dal
tavolo «Siete consapevoli di cosa comporta
questo?!»…«Beh! Io le posso assicurare
che mi
impegnerò ancor più di quanto non abbia
già
fat-ahia!»…«E zittaaa!» Takato
l’aveva
afferrata per il braccio «Ma fai male
però!»…«Senti mamma insomma
c’è
qualcosa che non mi quadra in tutto
questo!»…«Non so
cosa possa essere Takato, a me onestamente sembra tutto perfettamente
chiaro! Tu e Cindy vi siete messi-» ma entrò un
cliente
«Buogiorno signora!...buongiorno signor Takehiro, avrei
bisogno
di una scorta dei vostri dolci.»
Mie chiuse gli
occhi ed espirò, e Cindermon suggerì
«In un bel
guaio! Lo so, con questa storia della
battagl-»…«Cind…!!...DY!»…«Eh
beh che ho detto di male?!»…«Ma quella
è
Rika!» Takato scorse oltre la vetrina, e liquidò
«Scusate, è urgente devo
andare!»…«Takato!!»…«Mamma
dai,
ho capito perfettamente: la sera non dobbiamo rientrare tardi,
ok?»…«N-Non ho ancora finito, torna
qui!!...uhmuhmuhm!»…«…perché
ride,
adesso…?» chiese la ragazza sbalordita
«Ah, scusa
Cindy non far caso al mio tono severo, lo rivolgo a tutti e due ma
è principalmente per mio
figlio!»…«Ah meno
male! No perché scusi io non capisco bene come mai sarei
esclusa
da questa cosa?» ma la donna si protese a prenderle le mani
«Perché grazie a te il mio sogno sta per
avverarsi.»
Cindermon balzò in piedi «Che cosa ho fatto di
tanto
speciale?!»
E Takehiro, che aveva
appena finito di servire il cliente «Grazie! E
arrivederci.» passò accanto a lei «E ce
lo chiedi
pure?»…«Beh visto che non lo
so!»…«Ieri quando Takato ci ha rivelato
di voi due
non riuscivo a crederci, avevo ormai perso la speranza che mio figlio
un giorno mi avrebbe detto di provare interesse per una
ragazza!»
Cindermon iniziò ad impallidire e boccheggiare
«…c-che, che cosa ha detto,
Takato…?» ma Mie
le strinse le mani «Capisco che sei emozionata: e dimmi, tu
che
cosa hai provato?»…«Mie, non essere
invadente!»…«Non sono invadente, ihmf!!
Mi interesso
soltanto di come può star vivendo la sua esperienza la
ragazza
di mio figlio, fra tante suocere che desiderano solo far terra bruciata
io mi
distinguo!»…«…la…cooosa…?»…«Avanti
cara, non essere timida! Raccontami, com’è stato
quel
bacio?»…«…B-…BACIO…?!»…«Ma
sì!! Il primo bacio di mio figlio! Ieri pomeriggio Takato
tutto
eccitato è venuto ad informarci di aver baciato una ragazza,
e
di aver provato qualcosa di meraviglioso! Congratulazioni, cara: il tuo
arrivo qui ha accelerato eventi che erano bloccati da anni!»
…ma lo sguardo di Cindermon era scivolato nel vuoto, fisso
in
basso oltre il tavolo e il pavimento…«Non credevo
che mi
avresti presa così sul serio, ma ti ringrazio! Non sai
questo
che soddisfazione sia per me, ahhh! Un peso sul cuore che se ne
va!»…«Io non ho baciato proprio
nessuno…»…«Che cosa hai
detto?!»
sobbalzò Mie, e Takehiro si bloccò di colpo
«Come
dici?!» desiderando di essere guardato negli occhi, ma lei
accontentò sia lui che Mie, rivolgendosi a entrambi
«Qui
dev’esserci un grosso errore perché da che mi
risulta io
non ho dato nessun bacio, ieri.»
Era seria in
volto. Parlava con una strana, sospesa naturalezza. Takehiro
guardò Mie, la quale si sfiorò le labbra
«Ma
allora…se non sei tu, di quale altra ragazza può
trattarsi…?»…«…non…lo
so…!» replicò Cindermon, sospirando
appena e
ballonzolando…
Quando
all’esterno «Non sei andata al lavoro?»
chiedeva
Takato «Ci sono stata, ma non sai cosa ho trovato: le
macchine
è impazzite, praticamente è impossibile
lavorare.»
replicava Rika con la carrozzina dei volpacchiotti «Strano!
Per
cui adesso…?»…«Dovrei tornare
in serata. Loro
hanno questa specie di magazzino, allestiscono di notte il lavoro per
il giorno dopo.»…«Rika, ma non
è troppo
faticoso…? Insomma, già durante il giorno hai
tante cose
a cui star dietro, come si fa a metterci
anche…?»…«Non lo so, non lo
so…mi
ammazzerò. Credimi, io non so più cosa pensare
Takato, te
l’ho detto e mica scherzavo: siamo un esercito a casa,
e…ohi, quanto affamato! Vero…?»
aprendosi in un
sorriso e rivolgendo una carezzina ai volpacchiotti «Grazie,
Rika!» risposero con la loro vocina, mentre anche Takato
accennava un sorriso «Certo…le energie non ti sono
mai
mancate, se solo…l’attività da Digimon
Tamers non
fosse così intensa...»…«Che
vogliamo farci,
questo è il nostro destino, l’abbiamo scelto!
No…?» con sguardo furbetto d’intesa
«In ogni
singolo
gesto…!»…«Ahhh!»
sminuì
lui arrossendo un poco, chiedendo poi «Renamon? E’
venuta
con te?»…«E’ in cima a un
palazzo qua attorno,
come al solito. Io le ho detto di prendersi un momento di relax e
andare dove la porta il cuore, ma la testarda mica mi
ascolta!»…«Il cuore di
Renamon…indica forse
una direzione di cui sono all’oscuro?»
piegò il capo
il ragazzo in un’espressione vagamente scrutatrice, e Rika
sospirò «…che dirti…in
verità la
situazione è un po’
complicat-»…«Ragazzi! Meno male che vi
ho
trovati!»...«Ryo!»…«…ma
guarda
chi si vede!» fecero Takato e Rika.
«Qualche
problema all’orizzonte?» chiese il primo, e lei
ironizzò «Vedi se non hanno fatto fermare le
macchine
perché ho altro da fare, questa
mattina!»…«Ah, questo vuol dire che lo
hai notato
anche tu, Rika?!» al che la ragazza fece più
sottile e
serio il suo sguardo «Pensavo di essere io, che scambio tutti
questi fischi assordanti che emette ogni gingillo elettronico con le
sirene della polizia, vi giuro che sto
impazzendo!!»…«Ah! Tipica reazione di
chi ha la
coscienza sporca!» commentò la ragazza col suo
pizzico di
ironia, ma lui «Non scherzare, dico sul serio!! Quello che
sta
accadendo…non è normale, date
un’occhiata anche
voi!!»
Takato estrasse il cellulare...Rika lo seguì a ruota,
dopodiché si guardarono «In effetti è
vero,
dà segnali caotici, è parzialmente fuori
controllo.» disse lei «Va avanti così da
stamattina.» spiegò Ryo i cui occhi azzurri
sembravano
allarmati «E ne parlano persino i telegiornali!
Finché…resta possibile guardarli,
perché le tv si
stanno oscurando.»…«Pensi sia opera dei
nostri
nemici?» domandò Takato, e Ryo «Non lo
so…sta
di fatto che Cyberdramon è quassù: sta
perlustrando
dall’alto. Non lo so ragazzi, io ho una strana sensazione, va
bene che sto diventando fobico con quello che mi sta accandendo ma
francamente in questo…credo di non
entrarci.»…«E in tutto questo non siamo
ancora
riusciti a capire che cosa vogliono…»
incrociò le
braccia Takato in atteggiamento riflessivo, aggiungendo «Qual
è lo scopo di questi attacchi
continui!»…«…i Cuori digitali…a
cosa serviranno loro…?» si interrogò
Rika, e Ryo
affermò «Ho come la sensazione che diversi nodi
verranno
al pettine molto, molto presto! Ma nel frattempo è
un’altra cosa a preoccuparmi, ragazzi! Una cosa molto grave:
Kazu!»
Takato e Rika sollevarono il loro sguardo. Ryo illustrò
«Kazu ancora non si trova, sono passati giorni,
e…la
polizia sta cercando suo padre.»…«Cosa?!
Il padre di
Kazu è ricercato?!» esclamò Takato
«Me
l’ha detto Kenta, l’ho chiamato al telefono: sembra
si
tratti…di omicidio.»…«Oh
no…»
accennò Takato, e Rika gli sfiorò il braccio
interessandosi «Kazu manca da molto…? Ne avevo
sentito
parlare ma…poi non c’è stato il tempo
da
approfondire.»…«E’ sparito da
un giorno
all’altro…»…«Senza
lasciare
traccia!» dissero Takato e Ryo «E non è
possibile
che stia coprendo suo padre, che lo stia aiutando…a sfuggire
alla polizia…?» ipotizzò la giovane in
un sussurro,
e Ryo rispose «Da uno come lui me lo aspetterei,
tuttavia…lui è stato un mio compagno di squadra,
un
elemento prezioso e un amico insostituibile: non lo lascio al suo
destino, intendo scoprire cosa gli è successo! Ci stiamo
riunendo…manca soltanto lui…» al che
Rika
scrutò il ragazzo...dopodiché mormorò
«…hai ragione,
Ryo…»…«Sono
contento di trovarti d’accordo con me, Rika. Intanto,
cerchiamo
di scoprire qualcosa in più su questo fenomeno.»
sicché i tre si concentrarono sul cellulare di
Ryo…
Renamon dominava
lo strato alto della città, e da un filo della luce
balzò
rapida sul palo che lo sorreggeva “Questi fili hanno qualcosa
di
strano…” avvicinando la sua zampa. I suoi occhi
sottili
erano concentrati “…è come se
un’energia
indefinibile li attraversasse. Non posso sfiorarli né
sedervi,
il ché vuol dire che c’è qualcosa che
non va, ma
non capisco cosa…se solo fossi più saggia,
conoscessi
più cose…” filtrando della malinconia
dall’azzurro-ghiaccio del suo sguardo
“…e invece mi
rendo conto che sono molti, i tasselli che mi mancano per essere
completa. Ma se dieci anni fa era solo la potenza a impensierirmi,
oggi…è la mia completezza interiore. Del mio
animo. Della
mia persona. Se posso osare definirmi così
anch’io…”
…e si smarriva
così nella contemplazione dei fili della luce: un soggetto
strano per adagiarvi i propri, femminili pensieri…ma non
quando
si custodisce il ricordo di una silenziosa notte cittadina trascorsa a
riflettere seduta su un filo come quello, quando la quiete veniva
improvvisamente spezzata da una voce aspra, e dalle chiare intenzioni
provocatorie “Una
bella Digimon
assorta nei suoi pensieri al chiaro di luna, che quadretto romantico,
è un peccato vederti così triste, ma dovevi
immaginare
che chi si lega agli esseri umani finisce per diventare un bambolotto
senza dignità! Ahahahah!”
…aveva riso
una creatura dall’aspetto di un diavoletto scuro come il
cielo, e
lei era prontamente balzata sulle difensive come faceva
sempre…
“Ti sbagli di
grosso: Rika è la mia domatrice, la mia Digimon Tamer.”
…ed aveva risposto con la consueta classe che
l’accompagnava…
“Guide,
domatori: ne ho sentito parlare! Voi che avete scelto di diventare i
loro schiavi li descrivete con tanti aggettivi pieni
d’affetto e
gratitudine. Peeerò, sotto sotto avete un solo desiderio:
essere
liberi come me!”
…egli se ne
stava sfrontatamente sdraiato su di un lampione, e parlava con
impertinenza. Portava un bavaglio rosso legato al collo, come un
furfantello di strada: l’esatto opposto di lei…che
poco
dopo rispondeva dura e diretta “Lasciami in pace, sono discorsi
che non mi interessano!” balzando in strada e
andandosene, incurante di farlo indispettire “Aspetta! Dove vai?! Non ho
ancora finito!!...la tua guida non ti ha insegnato che è
maleducazione andarsene così?!”
...quando il
cielo notturno della vita, come un sipario, si spalancava rivelando
quello odierno, azzurro e pieno di sole. E Renamon si ritrovava a
contemplare quei fili, non sapendo in quale angolo di cielo cercare le
risposte, per essi e per sé. Quando all’improvviso
«Ehi, ciao, Renamon!» al che lei si volse di scatto
«…!» come travolta da un sussulto che la
spinse a
dire «Oh! Sei tu?!»
Ma lui anteponeva le
sue zampe nere e artigliate «Calma: non
c’è bisogno
di agitarsi così. Soltanto perché
l’ultima volta ti
ho fatto qualche
complimento.»…«Ah…Cyberdramon.»…«Che
hai? Perché mi volti le spalle, dai andiamo lo sai che mi
fai
male. Sembra tu non abbia alcuna voglia di vedermi.» si
faceva
più vicino il drago, ricercando le sue attenzioni
«Non
è che non abbia voglia di vederti…è
che oggi ho la
testa altrove. Perdonami.» e sfuggiva visibilmente a lui e al
suo
sguardo «Come ti capisco. Sai anch’io ultimamente
non
faccio che pensare, E PENSAVO…non sarebbe bello che le
nostre
teste vaganti si incontrassero, magari a una fermata intermedia! Se ci
fosse anche una pensilina sarebbe più comodo, si potrebbe
sedere
tranquilli e ricordare, come due avanzi della vecchia guardia,
perché è questo che noi siamo,
Renamon.»…«…avanzi della
vecchia
guardia…» pensò la volpe dorata
muovendo i suoi
soffici passo sul tetto, guardando il cielo sull’eco della
voce
un po’ gracchiante dell’altro Digimon
«Certo, come
no!» “Sono questo? Un avanzo…della vecchia
guardia?
Io che sento…così tanti sentimenti rifiorire in
me! Mi
sento viva, avrei tanto da esprimere e da comunicare! Nel mio cuore
è come se tutto cominciasse ora,
però…”
piegando un po’ il suo volto appuntito
“…mi
ricordano che forse appartengo al passato, e forse ora il mio unico
dovere sarebbe occuparmi…di chi ho attorno: sono una madre,
il
pensiero dei miei figli dovrebbe venire prima d’ogni cosa,
accantonando…il mio. Ma come fare a conciliare pulsioni
così contrastanti? Mi sento…smarrita.”
«Ahhh,
è così!» Cyberdramon si
appoggiava
comodamente sul tetto, reggendosi la testa in una posa che Renamon
riconobbe come uguale a quella del folletto scuro di un tempo
«Ci
siamo sposati, abbiamo scelto il nostro destino e segnato il nostro
futuro. Io ho provato a dissuaderti ma forse conviene rassegnarci, hai
ragione tu: che senso ha guardarci indietro, e cercare di recuperare il
passato? Ahhh…io…quando mi metto a contemplare i
nuovi
giovani Digimon che balzano, saltano, scalpitano, sfrigolano di potere
magico mi guardo allo specchio e mi dico: certo che sono proprio
vecchio! E dire che avevo sogni e aspirazioni. Ma da quando quel
dannato portale ci ha riportato a Digiworld è come se si
fosse
spento qualcosa per me, ma credo…che valga per tutti noi, in
fondo…chi è felice della nostra squadra, Renamon?
Nessuno, ma credo sia normale. Ahhh, beata gioventù. Si
potesse
ritornare a quei tempi! Ahh, accidenti, sento tutte le ossa
incrampate…»…«Ora smettila!
Quello che dici
non è
vero!!»…«Oh-h!»
sbilanciò
un po’ Cyberdramon «Renamon, calma, che ti succede?
Cerco
di fare il ragazzino per divertirci un po’…e a
momenti mi
uccidi, cerco di fare il saggio ma non ti sta bene neanche questo,
certo che sei incontentabile!»…«Non stai
bene…così, piazzato su un tetto, a confonderti
tra i fili
della luce, e quelli della tua
frustrazione!»…«Mi si
può fare una colpa perché sono frustrato? Che
altro
potrei dire, la Digimon che ho sposato mi ha tradito schierandosi con i
malvagi, sono solo e abbandonato, nonché circondato da una
schiera di Digimon più giovani di
me!»…«Abbiamo avuto una grande
opportunità…» parlò
severamente Renamon
«…il nostro destino sembrava segnato, e invece il
varco si
è aperto un’ultima volta, permettendoci di tornare
dai
nostri amati domatori dopo tanti anni! Questo dovrebbe almeno sulla
carta insegnarci…che c’è sempre una
possibilità! Brilla sempre all’orizzonte la luce
di un
futuro…»…«Ahhh…per
il mio domatore,
forse. Oh, e non fraintendermi: io me ne
rallegro.»…«Non ti
credo…»
mormorò la Digimon assottigliando gli occhi, e Cyberdramon
sobbalzò «Come sarebbe a dire?! Stai mettendo in
dubbio
che io voglia un bene sincero a
Ryo?!»…«Se gli
volessi bene…ora condivideresti il suo stesso spirito, Ryo
ha
l’animo mosso da progetti, e sogni per il
futuro!»…«Ma Ryo è ancora un
ragazzo…ha tutto dalla sua parte, gioventù, buona
salute
e può decidere del suo destino: soprattutto, può
scegliere di legarsi a un’umana di cui sia innamorato
davvero.
Una ragazza per bene e fedele, e che non lo tradisca sfacciatamente
come ha fatto Gelsomon con me.»…«Lo
sai…? Per
la prima volta nella vita mi sembra di capire tua
moglie!»…«CoooOOOOsa?! Ma Renamon sei
impazzita, hai
bevuto forse?!»…«Uhm. Qualcun altro mi
avrebbe detto
qualcosa di simile dieci anni fa, stando esattamente al posto tuo: ma
questo qualcuno è cresciuto, ha imparato dai suoi errori e
adesso sono sicura che mi capirebbe! Tu invece resti sempre quello che
sei sempre stato: una creatura aggressiva e schiava
dell’istinto,
refrattaria a conformarsi a un animo umano, comprendendone le
sfumature, ma vogliosa solo di soddisfare i suoi bisogni, che quando
vengono meno lo lasciano insoddisfatto: come una bestia, che cerca cibo
ma non riesce a catturare la sua preda. Io ho fatto un cammino, e mi
rifiuto di essere così: sono nata come Digimon e ho lottato
ma
poi!...
…grazie a
chi mi è stato vicino e mi ha insegnato tante
cose…» …muovendo uno sguardo grato
verso
Rika…
…che era sotto
con gli altri, ad esaminare partecipe la situazione, suggerire ipotesi,
e quando necessario, confortare e offrire il suo sostegno…
«…ho
compreso che il mio animo non finiva, ma iniziava soltanto nel fumo
delle battaglie per estendersi lungo un orizzonte di cui non scorgo
ancora la fine! Ho capito che evolvermi non ha a che fare con i dati e
la potenza…e il mio cammino non voglio smettere di
percorrerlo,
se sono una Digimon perché non posso assomigliare a
un’umana?!»…«Ahhh, ma andiamo:
io non ci credo
a queste cose. Un Digimon resterà sempre un Digimon. Gli
umani
sono umani, hanno molto più di noi: sono stati sempre
abituati a
pensare, e noi a combattere. E’…impossibile
recuperare lo
scarto, tanto vale
accettarlo.»…«No…! Io mi
rifiuto!! E forse anche tua moglie ha pensato questo, perciò
si
è stancata di
te!!»…«Whaa?!»…«Tu
non sei in
grado di capire l’animo di una
donna…»…«Di
una-cosa?!»…«Di una donna!! E’
un reato
forse?! Che c’è di male se mi sento un
po’ umana, se
dagli uomini voglio imparare!! Chi resta sempre fermo nello stesso
punto…non vede mai il cielo. Ricordatelo
Cyberdramon!»…«A-Aspetta!! Renamon, dove
vai?!»
La volpe dorata
si allontanò fra i balzi, non senza volgersi
un’ultima
volta dal basso del vicolo verso di lui ancora in alto sui tetti
«Non hai mai amato Gelsomon: è perché
non sei
riuscito a capirla. Dovrei suggerirlo a Rika, forse da questo possiamo
partire per liberarci dalla sua
minaccia!»…«Gelsomon
è diversa da noi: lei non è mai stata sulla terra
prima
di adesso!»…«Che ti piaccia o no da
quando il varco
si è richiuso, le cose sono cambiate per tutti i Digimon!
Sia
che abbiano viaggiato oltre i confini di Digiworld sia che siano
rimasti al loro interno: sta di fatto che nuovi sogni si sono aperti,
nuove prospettive hanno modificato gli animi…dobbiamo
assumerci
la nostra responsabilità Cyberdramon, noi siamo gli artefici
del
cambiamento. Se c’è qualcuno che può
portare questo
vento di novità a coloro che allora non hanno beneficiato
del
suo soffio…questi siamo noi.» volgendogli le
spalle, e
allontanandosi «Che vorrà dire?» si
grattava la
testa il drago nero «Non la capisco quando si mette a parlare
difficile! Io dopo tutto cosa ho fatto di male? Ho sempre raccontato a
miei figli la sera le favole delle mie imprese sulla terra, Gelsomon
poteva origliare se ne aveva voglia e credo l’abbia fatto
più di una volta-oh?!...
…ma
che hanno questi fili?» avvicinandosi…ed
allungando la
zampa «Renamon non se n’è
accorta…ma qui
c’è una carica digitale fortissima ad
attraversarli!
E’ ciò che ipotizzava Ryo, è lo stesso
materiale
che ho adoperato per rianminare gli elettrodomestici in casa ma se
usato in queste quantità…oh?! Rischia di
provocare il
collasso energetico in città!! La situazione è
seria!!»
“Che cosa
mi succede…? PERCHE’ mi sento
così?!” si
chiedeva Cindermon appoggiata alla porta del panificio, con un velo di
incertezza a tingere la sua espressione ingenua, come se il suo cuore
fosse ricolmo di dubbi “Non mi è mai capitato
prima, forse
mi sono stressata con la battaglia. Lavoro troppo, a casa non ero
abituata a questo ritmo, avevo tutte le comodità! Lo sbalzo
da
quella vita a questa è stato un trauma…”
…e non si accorgeva dei clienti che uscivano ed
entravano…
…questi ultimi
erano di competenza di Mie e Takehiro «Ecco a lei: mi
raccomando,
mi saluti sua moglie!»…«Ptsss-pensi
possa trattarsi
di Jeri Katou?»…«…! Come,
Takehiro?» si
volse di scatto la signora, ed anche un cliente «C-Come? Dice
a
me?» ma Takehiro replicò «No no, mi
scusi: parlavo
con mia moglie!...Mie, ti chiedevo-»…«Ho
capito che
mi chiedevi Takehiro ma pensa cosa significherebbe, quella ragazza
è fidanzata!»…«Il figlio del
signor Ayami
è il suo ragazzo, ma Takato ha sempre avuto una preferenza
per
lei, già dai tempi della battaglia!»
…ma lo sguardo
di Mie da quei discorsi si distoglieva spontaneamente per adagiarsi su
quella giovane appoggiata alla porta, come se le facesse
pena…
Cindermon
si chiedeva, smarrando i suoi occhi azzurri nel cielo
“Dev’essere perché sono un Digimon: la
storia del
domatore che è la sua guida, con il quale
c’è piena
confidenza. Sento che il fatto che Takato non mi abbia confidato questa
cosa, così importante, qual è quel suo primo
bacio
che…aspettava da così tanto di dare è
indice del
fatto che fra noi non si è instaurata quella sintonia! Lui
non
si fida di me, per questo non mi confida i suoi
segreti…è
questo, che me lo fa sentire come un tradimento in un certo senso,
però del resto non posso negare che fra me e lui
è sempre
stato così: non riesce a vedermi come…!...quella
creatura
con cui aprirsi e adagiarvi i propri sentimenti, e del resto io sento
questo per lui? Anche lui è entrato nella mia vita da poco,
e
poi…A-ACCIDENTI, QUALI SONO i miei sentimenti?? Io che posso
confidargli, oltre il fatto che ho talmente tante di quelle
preoccupazioni per la testa…” con gesto eloquente
delle
dita a centrifugarle i capelli “…che mi hanno
spinta a
piombare qui con l’intenzione di rigirarmelo per bene! CHI
SONO
io in realtà, chi è Cindermon? Non mi ero mai
posta
questa domanda…ci voleva il primo bacio di Takato per farmi
interrogare su qual è il volto di questa Digimon che vedo
riflessa nello specchio. Se mi guardo attorno qui ognuno di questi
Digimon che ho conosciuto ha nel bene e nel male la sua storia, i suoi
ricordi io CHI HO, COSA HO???...” fissando i palmi delle sue
mani, per poi tornare al cielo “Ho solo un’infanzia
di foga
e smania di crescere, un’adolescenza DA TRAUMA dopo la morte
di
mia madre e…e…qual è il mio passato,
dove sono i
miei affetti e i miei ricordi? Io non ho un mondo come loro, che hanno
vissuto una battaglia, perso i loro domatori…”
appoggiando
il suo capo al bordo della porta “…io ho solo
giorni spesi
in un palazzo a…M-MACIULLARMI la mente su come trovare il
sistema per digievolvere. Per diventare più potente e non
farmi
portar via quel regno. Quel regno…? Io non mi sono mai ben
identificata nella mia casa di origine, ho agito in automatico: ci
vivevo quindi dovevo farmi il mazzo per proteggerlo però non
mi
sono mai interessata davvero di mio padre, di mia sorella, come
vivessero e cosa provassero, del resto non stupisce con quanta
facilità li abbia lasciati quando
c’è stata
l’occasione: forse se dovessero parlare di me utilizzerebbero
le
stesse parole che la signora Mie e il signor Takehiro adoperano per
Takato…lo descrivono come un ragazzo sempre con la testa
altrove
e io uguale! Ora che ci penso, però…rimpiango da
una
parte di non esser stata più---dentro al mondo che mi ha
generata, di non essermi immersa…così da poter
portare
con me un pezzo di loro nella mia nuova realtà: sento
piuttosto,
che invece è come se dovessi iniziare a conoscerli
dall’inizio…purtroppo adesso non si
può…” scivolando in una nota
semi-scherzosa dei
pensieri “…loro sono lassù nel mondo
dei Digimon e
io quaggiùùù, mm-mm-mmm!”
«Scusa
cara.»…«Uhm?»…«Permetteresti
una
parola?»…«…signora che cosa
succede?»…«Ecco,
io…» iniziò
Mie, visibilmente in difficoltà, per poi esplodere
«Mi
sento in colpa per la terribile situazione di imbarazzo in cui ti ho
messa, poco fa!»…«Eh? Come?? Ma va
lààà, cosa dice è tutto
passato!»…«No! Non dirlo quando non
è vero!
Cynthia!!»…«Oh?
Signora…» si
stupì la ragazza nel vedere la signora chele prendeva le
mani
«Devi perdonarmi, è stato il mio orgoglio di
madre, e
questo desiderio, frustrato da tanti anni!! Speravo che finalmente mio
figlio avesse…messo la testa a posto, e davanti a noi si
profilasse quel futuro radioso che tanto abbiamo imparato
a…!...supplicare alla vita senza venir
ascoltati!»…«Andiamo, non faccia
così…» replicava lei un po’
colpita da quel
sincero dolore manifestato
«…d-d’accordo: non sono
io, però un bacio lui l’ha dato! Eh? Mica vi ha
mentito
pure su quello!» ma Takehiro fece eco «E chi
può
dirlo?» e Mie chinò il capo
«Purtroppo…sospettiamo che si sia messo in una
situazione
complicata.»…«Complicata,
vaaa…quanto vuole
che lo sia oggigiorno, una ragazza fidanzata evvabbé, si
risolve-»…«Ah!!»…«Come
dici?!» sobbalzarono madre e padre, e ancora la signora
«Mia cara, ma allora…tu sai
qualcosa!»…«Eh?! No io e…boh!
Tiravo solo a
indovinare! (oh mamma, Takato mi ammazza se scopre che ho parlato
troppo…) » con mano davanti alla bocca. Ma Mie
sospirava
«Purtroppo credo che ora come ora sia inutile nasconderlo:
Takato…se non ha baciato te può solo essersi
arrischiato
come un incosciente, come suo
solito!»…«Mio figlio
è così, non si preoccupa mai delle conseguenze!
Adesso
guardalo, ad esempio: è uscito da mezz’ora in
compagnia
di…quella ragazza chiacchierata in tutto il
quartiere!!»…«Papà!»
Takato
rientrò, la sua aria era seria quando comunicò
«Vado un attimo a casa di Rika, abbiamo
alcune…questioni
urgenti di cui discutere, poi ti
spiego.»…«Takato!» Takehiro
sbatté la
cuffietta e si diresse da lui «Non accetto che tu faccia
questa
vita, sregolata oltre ogni limite! Hai baciato una ragazza fidanzata,
negalo adesso che si tratta di Jeri
Katou!»…«Non lo
nego, è pienamente vero!!» (per Cindermon fu un
sussulto,
che accompagnò con il suo respiro. Mie si portò
le mani
alla bocca…) «E hai anche la faccia tosta di
ammetterlo?!
Per giunta ora non basta, c’è anche
l’aggravante!
Vai a casa di quella, quando lo sanno tutti in città quello
che
fa!»…«Ancora con questa storia?! Non lo
sanno tutti
quello che fa Rika, non lo sanno che si arrabatta di giorno e anche di
notte per sfamare la sua famiglia, alla città non importa il
serio impegno delle persone
oneste!»…«Ah! Per dare
da mangiare alla sua famiglia, si arrabatta di giorno E DI NOTTE: posso
immaginare cosa faccia!!»…«Dimostri poca
arguzia e
spirito critico, papà: perché quello che tu
immagini non
l’hai elaborato personalmente ma ti è stato
suggerito da
una persona…BASSA…e squallida come
Asanuma!!»…«Non parlare in questo modo
della tua
maestra, Takato!!»…«Io ne parlo male
quanto voglio e
anche davanti ai clienti visto che lei è la prima a non
vergognarsi di mostrarsi per quello che è: UNA VIPERA!
Ma…visto che a te è tanto simpatica
avrò
l’accortezza di tenermi la mia opinione. Vieni Cindy muoviti,
si
va da Rika! Vedi papà?! Mi porto anche lei, puoi stare
tranquillo e rassicurare tutta la clientela del panificio che non ci
incontriamo clandestinamente: ah, se può essere di ulteriore
conforto viene anche Ryo!»…«Takato
smettila, stai
superando il limite…» Takehiro stringeva gli occhi
ed il
pugno, si tratteneva a stento, mentre Mie esortava «Finitela,
basta!!»
Cindermon
guardava il ragazzo «E-Eh
io…»…«Che fai
non vieni?!»…«Mm…»
sembrava in
imbarazzo la ragazza «V-Veramente sono un po’
stanca!» Ma lui la prese per il braccio e la
avvicinò
spicciamente, mormorando al suo orecchio «Cyberdramon ha
individuato dell’energia digitale intorno ai fili elettrici,
probabilmente siamo sotto attacco, qui c’è poco da
scherzare.»…«Va bene! Se ci sono urgenze
mi chiami e
intervengo all’istante: tanto hai con te il
Digivice,
no?!»…«Vuoi dire che ti rifiuti di
discutere la
situazione con noi?!»…«Non sono una
macchina da
guerra, Takato! Ho anch’io diritto ai miei spazi, combatto
senza
sosta da giorni e-e se permetti sono stanca, oggi preferisco rimanere a
casa!»
La risposta
sembrò far irrigidire il ragazzo, che adagiò un
vellutato
ma metallico «…come
vuoi…però tieniti vicina
alla finestra, mi raccomando: spero col Digivice di riuscire a inviare
un segnale luminoso, i telefoni non
funzionano!!»…«Non devi dirmi cosa devo
o non devo
fare!!» replicò lei con le mani sui fianchi
«Si
può sapere che hai
oggi?!»…«Mi sono svegliata
strana, cos’è, non posso?! Tu sei di cattivo umore
un
giorno sì e l’altro pure, io non posso avere i
fatti miei
a bazzicarmi per il cervello?!» con gesto di due dita
camminanti
tra i suoi capelli rossi «…poi cosa serve che ci
vengo a
fare là, alla riunione da voi, parlate di tutta gente che
non
conosco! Io non li so gli affariii…di quel Kenta, la moglie,
la
famiglia di quell’altro Henry, il figlio, Terriermon, tutta
quella roba là: io non conosco! Non c’ero! Non
faccio
parte di quel passato: me ne rimango a
casa!»…«Vuoi
dire che forse…non ti interessa quello che stiamo
passando?!» chiese il ragazzo con aria penetrante
«Ah siamo
ancora a questo punto?! AH BEH se siamo a questo punto allora perfetto,
guarda! Faccio bene a restarmene a casa
mia!»…«E’ casa
MIA…ti
ricordo.»…«Non posso neanche?! Sto
abusando di un
diritto che non possiedo?!»…«Come no, se
lo
possiedi…» incrociò le braccia il
ragazzo, con aria
di sfida «…te lo sei guadagnato lottando
valorosamente, e
salvandomi molte volte. Ma non ti preoccupare, so che non è
abbastanza: però posso assicurarti che sarai ricompensata
per
tutti i tuoi sforzi…»…«Giusto
certo il mio
stipendio da Digimon! A parte questa assenza di oggi che mi
verrà detratta!» ma lui la puntò con
occhi fitti
«Non dire sciocchezze.» mentre prendeva lentamente
la borsa
«E non preoccuparti, non viene neanche Renamon: era qui fino
a un
attimo fa ma ora sembra se ne sia andata, Rika vuole lasciarle un
giorno di riposo.»…«OH GRAAAZIE, oggi
voi domatori
siete buoni, attuate una politica di tolleranza verso di noi poveri
schiavi!!»…«Ma sentila, non essere
ridicola.»
voltandole le spalle, e allontanandosi «Ci
vediamo!!»
“Perché ho risposto
così…?” si chiese
lei che rimase sola in un moto di insicurezza
“Però…non me la sentivo di mischiarmi a
tutta
quella gente, tutti quei domatori, i ricordi del passato!! Ho bisogno
di restar sola, a scavare nei MIEI ricordi questa volta, non ho il
diritto di scoprire la persona che sono?!” rivolgendola come
una
tacita richiesta con occhi appenati. Quando Mie le si
accostò
«Cara…scusa se mi faccio gli affari vostri: siete
ragazzi
e so che andreste lasciati in pace. Non ho capito esattamente
ciò che vi siete detti, probabilmente sono vostri codici, ma
ci
tenevo a dirti…abbi pazienza con mio figlio:
Takato…è da un po’ di tempo che non
riesce ad
essere gentile con chi ha accanto, ma io sono sicura che abbia bisogno
di un’amica come te.»...«Se lo dice lei,
signora!»…«Dammi retta: lo conosco
abbastanza.»…«Oh? Davvero?»
sembrò
incuriosirsi d’improvviso Cindermon, e Mie rise appena
«Beh, sono sua madre!»…«Quindi
lei potrebbe
dirmi ciò lui mi tiene
nascosto…»…«Se
hai bisogno di sapere qualcosa su Takato…chiedi pure a me:
lui
è un libro aperto benché non si parli come si
deve da
tanto tempo.»
A quel punto la ragazza
prese l’iniziativa «Signora, lei non mi
crederà.» affermò seria in volto
«Ma io ho
sincero bisogno di conoscere me stessa. E per farlo, benché
e
lei possa sembrare strano…necessito di conoscere Takato, ho
bisogno di sapere quante più cose di lui, sento ogni giorno
di
più questa
esigenza!»…«Allora…hai
trovato la persona giusta.»…«Lei mi
aiuterà?!»…«Certo.
Vieni.»…«Oh?» Mie le tese la
mano «Non
c’è niente di meglio di una giornata come oggi in
cui
niente funziona, per scavare nei ricordi.»
Sicché
Cindermon si avviò con la madre del ragazzo,
finché la
penombra presso le scale non le velò quegli occhi che le si
erano fatti lucidi d’emozione «Che mano gelida
Cynthia, hai
freddo?»…«Eh? U-Un
po’!»
…mentre
Takehiro era rimasto coi clienti «Ah, la cassa dà
problemi. Mi aspetti solo un istante, vado a prenderle il
resto.»
ma quando si fu allontanato in cucina…
…quei pensieri
tornarono ad assalirlo. Massaggiarsi la testa non bastava a
scacciarli…
“E’
finita!”
”No, perché dici così?!”
”Perché tutto questo è
un’ingiustizia, per la
nostra follia una madre e un figlio innocenti soffriranno! E’
stato tutto uno sbaglio!”
”Ma io ti amo!”
”Torna da loro, loro ti amano!! Hanno bisogno di te, sono la
tua
famiglia! Io lascia che sia un fantasma!”
”Aspetta!!...non ti voglio perdere! Non lo capisci che ho
bisogno
di te?!...
…aspetta, amore mio!!”
…e ora,
quel panettiere tornava a sfilarsi la cuffia bianca, e a mormorare
dalla cupezza del suo passato «…fu tutto
inutile…
…fu
davvero…come un fantasma, nella mia banale
quotidianità.
Eppure ieri! Le parole di mio figlio mi hanno lasciato
addosso…una strana sensazione. E’ paragonabile ad
un
brivido freddo…» disse stringendosi lentamente le
braccia…dal bancone lo chiamavano «Scusi, ha da
darmi il
resto?! Io avrei una certa fretta!!» ma lui sembrava non
sentire…
…quando presso
un ampio balcone in un palazzo colpito dalla pioggia, un bambino
sostava ad occhi chiusi come se tutte le gocce del mondo non bastassero
per lavarlo. Non sembravano infastidirlo, anzi cambiavano forma ai suoi
lunghi capelli neri e li riempivano di gemme. Ma qualcuno si avvicinava
a lui, a passo lento…
…e d’un
tratto «Oh?!» egli si ritrovò avvolto da
una giacca
impermeabile, che gli fu adagiata sulle spalle…
…ma c’era
anche un ragazzo che somigliava a lui anche se più grande,
che
teneva i suoi capelli compatti grazie al gel, e attraversava
le
vie della città con passo deciso e sguardo torvo
“Figurati, che potevo aspettarmi da lei…?!
E’ venuta
per inseguire i suoi interessi, non le importa di cosa attraversano i
miei amici! E io che mi stavo illudendo che cominciasse a tenere
veramente a me e al mio mondo…”
…rivedendo la ragazza dal ciuffo rosso, la lupa digitale e
la
regina dallo scettro dorato in una molteplicità di azioni di
magiche azioni di soccorso…”Fa tutto questo
soltanto per
se, ed io sono un mezzo per raggiungere i suoi scopi. Anche la mia
famiglia non è altro che un suo punto di
stabilità. Non
le importa niente: e quando avrà raggiunto i suoi obiettivi
se
ne andrà, così com’è
apparsa!”
…Rika e Ryo
camminavano avanti, quest’ultimo chiese «Ptsss,
è
vero che riprenderai a lavorare la notte?! Takato mi ha accennato
qualcosa, ma…come farai con l’attività
da Digimon
Tamer?!»…«Non lo so…ma non
posso certo
abbandonare la mia famiglia!! E’ a causa mia che si trovano
in
queste condizioni, ho il dovere di
ricambiare!»…«Non
avrai mica intenzione di mollarci!» ma la ragazza replicava
con
altrettanta determinazione negli occhi «Questo
mai…non
volterò le spalle alla mia città!! E la mia
Digimon conta
su di me, vorrà dire che mi dividerò fra una cosa
e
l’altra!» …lasciando il ragazzo a
riflettere
“Rika, ho una paura matta di perderti: non voglio che mi
sfuggi
proprio ora che ho scoperto che desidero impegnarmi, voglio dimostrarti
quanto tengo a te, e dimostrartelo seriamente questa volta!! Mi
piacerebbe aiutarti con la tua vita…ma ho le mani
legate.” …mani che espressivamente
infilava in tasca
“La polizia mi viene appresso per colpa di quelle marachelle
che
ho fatto, possibile che mi sia dovuto accorgere solo ora che eri
così importante per me?! Se l’avessi capito
prima…avremmo avuto più tempo e più
calma per
conoscerci e invece quanti anni abbiamo sprecato! Per ritrovarci in
questo momento di fretta e frenesia, in cui non sai mai che ti
riserverà il domani, con i suoi pericoli e le sue evenienze!
E
pensare che avevamo tutta
l’adolescenza…”
...mentre la contemplava
camminare avanti, sui suoi tacchi e col suo passo deciso, spingeva
quella carrozzina con l’aria di chi non si volta indietro
“…per essere l’uno accanto
all’altro, di certo
non mi sarei messo le mani in pasta con la legge se avessi
saputo…che c’eri tu a cui dovevo pensare, ma che
senso ha
chiederselo adesso? Ormai è fatta…questo passato
ce lo
siamo giocato, e ora, questo presente è più
insicuro che
mai, Rika…non sarà troppo tardi per noi, per
caso?!” …la guardava lui in una supplica senza
parole dai
suoi occhi azzurri, e lei lo ricambiava rifilandogli la coda
dell’occhio “Ryo…”
…pronunciava dentro
di sé, e lui “C’è ancora
un’ultima
scintilla che possiamo afferrare? Da questo tempo in
cui…persino
i fili della luce vanno in subbuglio! Dimmi che con la nostra
immaturità non ci siamo giocati fino all’ultima
goccia di
magia, ti prego…dimmi che è
così…”
…e Takato
restava indietro rispetto a loro, e pensava
“Cindermon…è inutile, non devo
aspettarmi alcuna
premura da te, non giungerà mai! Il nostro rapporto non
è
destinato a decollare…” «Takato! Ci
sei?»…«Eccomi, Ryo!»
così corse avanti
per raggiungerli.
«Oh?
Guilmon!»…«Mettiti
questo.»…«Vuoi
dire…che mi avresti portato questo impermeabile
perché mi
riparassi dalla pioggia?»…«Sarebbe
più esatto
dire che è per evitare che ti becchi un raffreddore, in
questo
momento ci mancherebbe soltanto quello! Sandmon si sposa stasera, il
palazzo è già in pieno subbuglio senza il viavai
di
medici per soccorrere un ragazzino agonizzante!!»
N’Emo
sembrava sorpreso, e lentamente la sua mano candida alzava il
cappuccio, ed i suoi occhi rossastri si specchiavano in quelli gialli
del Digimon che come lui indossava un cappuccio «Cosa
c’è?» chiese Guilmon metallico
«Che hai,
perché mi guardi così?!» e sembrava
voler scostare
quello sguardo. Ma N’Emo accennò pacato
«…non
devi preoccuparti per me, io…sopporto la
pioggia.»…«Uhm?»…«…non
mi
ammalo mai, nemmeno se ne prendo
tanta.»…«Sarà, ma io non
voglio grane, mi hai
capito?!»…«Ti dà
così fastidio doverti
occupare di me?!» chiese dunque il ragazzino con una nota di
pena
sotto la rabbia «Uhm…» Guilmon
piegò il capo,
riprendendosi poco dopo da quell’esitazione
«Tantissimo! Io
qui occupo una posizione di potere, non te lo scordare. Sono il
Supremo…
…ho gli occhi
di tutto Digiworld piantati addosso, specie in un giorno importante
come questo…» descriveva con tono profondo, mentre
N’Emo lo scrutava in quella che sembrava una tacita richiesta
d’affetto «…non
ho…né il tempo
né la voglia di fare da balia, se sono venuto qui
è
perché ho uno scopo. Ho degli intenti, non mi sto godendo la
vita. Sto lavorando per il futuro mio…e dei
Digimon.»
dandogli le spalle, e rivogendogli la coda dell’occhio
«…faresti meglio a imparare a badare a te
stesso.»…«Guilmon…»
…lo
chiamò, ma il drago incappucciato strinse i denti
e si
allontanò senza voltarsi. Sicché N’Emo
d’un
tratto ebbe uno moto di stizza «E allora sai?! Puoi anche
riprenderti questo impermeabile!!
Uhm!!»…«Uhm?!»
N’Emo
gettò a terra la giacca e la pestò,
insudiciandola
«Io sono cresciuto senza un papà, sono sempre
stato
abituato a stare solo, non ho bisogno certo che si metta a farmi da
padre il mio Digimon, so badare a me stesso! E-E la pioggia non mi fa
male perché sono un uomo!! Perché sono grande
ormai!!»…«…fa come ti pare.
La mia era
comunque un’attenzione.»…«Non
mi servono
attenzioni!!...di questo genere, almeno!...
…ahhh, io non
ti capisco!!» …raccogliendo la giacca, e inveendo
«Perché mi hai portato questo impermeabile se poi
devi
trattarmi male?!»
“Sinceramente…io stesso ignoro perché
l’ho
fatto.” andando via. Ma fermandosi per un istante, alzando
gli
occhi al cielo come per chiedere una spiegazione alla pioggia.
Scostando appena il suo cappuccio, senza però abbassarlo
completamente. Il suo muso era malinconico…mentre quel
ragazzino
alle sue spalle non diceva niente ma reclamava qualcosa di lui senza
bisogno della sua voce squillante…
“Non aveva detto
di avere sia una madre che un padre…?” Guilmon
girò
appena lo sguardo verso di lui, ma in modo che non se ne accorgesse
“Che cosa mi ha raccontato? Sarà vero che
è il
cugino di Takato? Da dove proverrà
realmente…?”
N’Emo sembrava
non sapere cosa fare con quella giacca. Sicché…se
la mise
sulle spalle, e si avvolse un po’ con questa. Non sembrava
temere
la pioggia tanto quanto il freddo.
Guilmon sempre
più profondo e malinconico faceva il suo sguardo
“Com’è resistente…la vernice
della vita: se
all’epoca io e Takato l’avessimo
saputo…e se fosse
stato possibile…l’avremmo usata per confondere il
mio
imponente corpo tra il verde del parco. Ma solo gli anni ti concedono
una vernice che la pioggia, pur così tanta e incessante come
oggi, non riesce a mandar via…” riprendendo il suo
cammino
verso l’interno “…la pioggia della vita
sembra non
smettere mai. Cade, ed è tanta…così
tanta che non
sembra dover mai arrivare l’arcobaleno. Lo scroscio continua
a
risuonare nelle tue orecchie…e a tingere di grigio lo
scenario…
…il
grigio adesso è il colore del mio cuore. Il mio cuore di
Digimon
è pallido e senza vita. E l’arcobaleno non penetra
a
rischiararlo…né un cappuccio ripara, dalla
pioggia
battente…” …i corridoi lo
inghiottirono di
nuovo.
E quel ragazzino
dalla pelle di quel pallore che aveva descritto, si alzò
lentamente e un po’ malamente il cappuccio fino a coprire i
suoi
capelli bagnati, sussurrando con sguardo malinconico verso le nuvole
grigie «Papà, perché non sei con
me…?
Perché hai lasciato soli me e la mamma…?
Perché mi
hai abbandonato…?» …tendendo
la
mano…ma non afferrando altro che pioggia…
«Nymon,
non hai la sensazione di
sentirlo?»…«Akirmon! Lo
senti anche tu?!» si dicevano i volpacchiotti sul letto a
casa di
Rika. Himi si affacciò su di loro «Che sentite,
piccolini?
Eh? Raccontatemelo, sono curiosa!» con espressione cordiale.
Si
vedeva che nutriva il desiderio di conoscere meglio creature simili.
«Io e
Nymon abbiamo percepito che il nostro papà è
vicino,
Himi!»…«Ihm!
Davvero…?» si stupì
lei, e la piccola volpe nera affermò «Fra poco
verrà a prenderci!! E’ sceso anche lui sulla
terra.»…« (Mmm, dice male alla Digimon
di Rika!
Quella non è innamorata di un altro? Ma è meglio
che mi
sto zitta!) » con oscillazione della mano a rimarcare la
portata
della notizia, mentre i volpacchiotti compivano dei piccoli e felici
saltelli «Non vedo l’ora Akirmon, saremo di nuovo
tutti e
quattro assieme! Io, te, il papà e la
mamma!»…«Già, come a
Digiworld!»…« (...ahhh, bocca chiusa!
Già con
tutte le famiglie che ho sfasciato al locale ci manca solo che bisso
con la famiglia di volpi digitali! E siamo a posto! Shhh, zitta Himi!)
» allontanandosi…per poi rifare capolino
«Vi preparo
i vostri croccantini?»
Una mano dal
pelo scuro si apriva su un congegno rosato e bordato da ali dorate
«Renamon…» pronunciò Imagomon
socchiudendo
gli occhi «La città è grande ma debbo
rintracciarla: devo concentrarmi per scoprire dove si trovano lei e i
bambini ma…ah!» guardando di colpo verso
l’alto
«Queste radiazioni disturbate mi turbano, non mi permettono
di
ascoltare il mio inconscio: è come se…una cupola
formata
da una moltitudine di dati impazziti ci stesse sovrastando, e divenisse
più fitta al passare di ogni minuto. Sono sempre
più
convinto: non può essere soltanto una
sensazione…»
fissando il cielo, da quel vicolo solitario
«…qualcuno sta
manipolando l’atmosfera di questo mondo, e ci sta tendendo
una
trappola. E se fosse lui…? Devo fare in
fretta…»
balzando di scatto su un tetto «Renamon potrebbe essere in
pericolo, e gli umani altrettanto!» e cimentandosi anche lui
in
quel susseguirsi di salti che, se aveva reso sua moglie
un’inafferrabile cometa dorata dieci anni prima, faceva di
lui
nel presente un flash travolgente dalla scia corvina, rapido come il
mutare del destino.
“Uhmuhmuhmuhm, godetevi la vita, ridete…
…innamoratevi e sognate…” era il
pensiero di
qualcun altro.
I suoi occhi
penetravano da una maschera invalicabile: lui del destino sembrava
riflettere la massiccia solidità, quella che non permette
alcun
balzo piombando ineluttabile, come una spada…
…piantata
su di un tetto, a lampeggiare calma e ritmica di luce aurea. Come un
portone chiuso sui sogni e le speranze, che ti costringe ad arretrare,
e a voltare le spalle al passato per andartene malinconicamente. I suoi
stivali venivano avanti fino al ciglio del tetto. L’altezza
non
sembrava fargli paura bensì suscitargli un senso di sfida.
“Svolgete le
vostre faccende quotidiane, senza alcuna fretta che arrivi la sera.
Capisco, forse…qualche piccolo insignificante intralcio
rallenta
la vostra corsa verso quella destinazione che voi stessi
ignorate.” gettando un’occhiata contemplativa a
quella
moltitudine di gente in strada che si ostivana con cellulari, orologi,
radio e Ipad che sembravano ostili a ogni comando
“Un…disturbo tecnico, che cosa sarà
mai? Oh, di
certo molto: ma guardatevi…
…schiavi
di ciò che è composto di soli dati e carica
elettrica, ne
avete bisogno per giungere al termine della vostra giornata, altrimenti
la vostra misera vita si blocca: avete perduto ogni
libertà…vi siete ridotti una razza puerile che
per vivere
ha bisogno di essere condotta per mano da chi altro mai non
sarà
che una creazione artificiale. Mi fate ridere! Se non avessi pena per
voi…
…l’antico smalto degli uomini si è
ormai estinto:
siete appiattiti nella vostra coscienza, e mano a mano che il tempo
scorre sempre più assomigliate…ai Digimon, fino
quasi ad
essere un tutt’uno con loro.”
…e in
strada c’era qualcuno mano nella mano come lui aveva
descritto:
una mano elegante di ragazzo che ne conduceva una grassoccia di
ragazza: dal suo sguardo determinato oltre gli occhiali sembrava
stessero cercando qualcosa che era difficile da trovare, ma loro non si
arrendevano…
“Io…” pensava Guardianmon “Non
mi sento
più un Digimon da molto tempo…ho rinnegato la mia
natura,
abbracciando solo quella di giustiziere e guardiano del varco fra due
mondi che il destino vuole ineluttabilmente separati. Mi sono
autoinvestito di questa responsabilità…credendo
fosse la
strada migliore, dopo essere rimasto…senza una guida. Senza
un
orientamento…” chinando il capo “Ero
solo…
…Hideki era
scomparso, non mi restava…” per rialzare il suo
malinconico sguardo e sperderlo nel cielo di Tokyo
“…che
impegnarmi a fare in modo che le condizioni che avevano determinato la
sua tragedia fossero vanificate. E così è
stato…
…se non fosse stato
per l’atto di quei Digimon smaniosi di riabbracciarsi con i
domatori conosciuti qui!!...tutto
questo…adesso…sarebbe
una pagina passata della storia, e la terra andrebbe avanti, come ha
sempre fatto. Dimenticando Digiworld, e i suoi segreti…
…ma non
importa…”
La sua anima
sembrava vagare nella
vastità del viavai quotidiano, nel caos di smog e fotogrammi
assolati che può offrire una mattina di primavera. Anche un
po’ disagiata come quella, con il livello dei clacson un poco
al
di sopra della media.
“Ci penserà il mio
fumo a consumare lentamene, ma inesorabilmente il vero errore di
programmazione, che è stato solo uno e gigantesco: i
Digimon…
…ahahahahah!”
«Riley, ho dovuto far
ricorso all’apparecchiatura di emergenza: il computer non
funziona!»…«Oh? Temi sia…per
ciò che
abbiamo sentito giungere ieri da Shaggai?» si chiedevano i
coniugi Yamaki nella loro casa. E lui abbassava di colpo il display del
portatile «Qualunque cosa fosse ho notato subito che
conduceva
con sé un ingente ammontare di dati, e adesso lo squilibrio
che
ha colpito la città è direttamente proporzionale
a quella
quantificazione. Non c’è tempo da perdere: devo
avvertire
i ragazzi!»…«Credi che i Digimon Tamers
possano
scoprire da dove origina la minaccia e stroncarla?» ma Mitsuo
Yamaki mormorò «…forse è
qualcuno che viene
per noi…»…«Cosa?!»
sussultò sua
moglie Riley, e lui «Non chiedermi il significato, lo ignoro
lo
stesso…» alzandosi in piedi «Ma ho una
strana
sensazione che devo
appurare…»…«…immagino.
A questo
punto…» fece lei posando la borsa
«…credo che
sia inutile che io vada dove stavo per
recarmi.»…«Oh? Ma no,
perché…»
lui le pose le mani sulle spalle, in un sussurro d’amore
«Ma sicuramente con quello che è successo le
analisi non
saranno pronte! E poi…anche se lo fossero, io non credo che
orma-»…«Ma noi, cosa dici?!...non
dobbiamo perdere
la speranza, Riley.»…«Ma è
tanto tempo che
inseguiamo questo sogno!»…«Sì
è vero,
è tanto tempo: sono anni. Tanti anni che io e te non
desideriamo
altro che avere un figlio! Ma abbiamo diritto anche noi che i nostri
desideri si avverino, non stiamo chiedendo niente di sproporzionato.
Semplicemente…» sfiorandole il mento,
così che lei
potesse guardarlo negli occhi, in quegli occhi che sembravano sicuri e
speranzosi «…che in questa casa ci sia un bambino
che
possa chiamarti mamma, e possa rivolgersi a me usando quella parola
speciale: papà…
…”papà”…tu sai che
questa parola ha un
significato molto speciale per
me.»…«…io ti
conosco in ogni segreto, Mitsuo…!»
affermò lei con
occhi intrisi d’affetto struggente, sfiorandogli il volto con
una
carezza «E so che un figlio per te
rappresenterebbe…un
nuovo sole su un passato che è stato d’ombra! Tuo
padre,
lui…»…«…è
così: è
stato ucciso. Senza che abbia mai scoperto la verità su di
lui,
ho afferrato soltanto che riguardava le creature digitali,
era…questo il vero motivo per cui mi scagliavo contro di
loro,
volevo che lasciassero il nostro mondo! Non l’ho detto a
nessuno
per timore che pensassero che mischiavo gli affari personali ad un
compito…molto delicato che mi era stato affidato, ma poi
sono
stati i ragazzi a dimostrarmi una volta per tutte che i Digimon non
sono malvagi! Però io non mi sono mai arreso: desidero
scoprire
qual è stato il destino di mio padre e sento…che
l’unico vero modo è essere padre
anch’io: passare
per il suo stesso stretto pertugio…»
…mentre
un altro padre, dal pelo nero e il muso appuntito scivolava furtivo e
cauto all’interno di un vicolo strettissimo…
«…vedere
con i suoi occhi la realtà. E’ per questo Riley
che
desidero avere tanto un figlio, ma voglio che tu
questo…»
prendendole le mani «…non lo senta come una
responsabilità! Un figlio sarebbe il coronamento del nostro
amore. E io credo fermamente che anche tu lo meriti per
prima…sei una persona meravigliosa…»
disse
carezzandole i capelli, e lei sorrise
«…farò quel
che potrò.»…«Non
sforzarti…» le
sussurrò lui dolcemente
«…però, almeno va a
sentire il medico: ci ho parlato, e mi ha detto che forse avrebbe
sviluppato prima le analisi. Fa un tentativo, magari erano
già
pronte da ieri.»…«…va
bene…»
disse Riley in un mormorio emozionato, riprendendo la borsa
«Tu
intanto cerca di scoprire cosa sta
succedendo.»…«Sì: mi
attiverò subito
per contattare i Digimon Tamers.»
«Jeri…»…«Basta,
papà, non
sforzarti a parlare.» replicava pazientemente la ragazza,
carezzandogli la fronte «Lo vuoi capire che devi stare al
riposo,
lontano da forti
emozioni…?»…«Ahh…»
ed
appoggiando la testa accanto a quella di lui, che era disteso nel letto
«Ti prego, scusami per averti fatto alzare la voce prima, non
volevo. Io…non vorrei, però cerca di capirmi, mi
stanno
succedendo un mucchio di cose!!...sono confusa, ho bisogno di una
guida!»…«Figliola, l’unica
cosa che posso
suggerirti come tua guida è quella di non lasciarti scappare
quel ragazzo, Mako.» al che la ragazza con gli occhi chiusi
strinse l’espressione, come se avesse avuto un moto di
dolore…«Ma non capisci, Jeri?...noi non abbiamo
più
soldi, presto ci troveremo in guai seri.» allora
drizzò la
schiena, sforzandosi in un respiro…mentre lui continuava
«Non ti ho mai nascosto la verità: non ne faccio
mistero,
perché dovrei? E’ vero, io non sostengo
più un
lavoro ormai, mi pesa sempre più. Non ho forze…le
cose
che sono accadute me le hanno portate via completamente, sono un
uomo…vecchio, da buttar via. E’ come se fossi
molto
più anziano dell’età che ho
realmente…ma
questa purtroppo è la realtà dei fatti, per
quanto mi
sforzi non ce la faccio! Sono inutile!!» fissandola
intensamente,
ma lei si alzò come se non sopportasse quelle parole
così
vicine, per poi guardarlo «N-Non devi…dire questo
di
te!»…«Ma che senso avrebbe nasconderlo?!
E’ la
verità: la sola verità è che
io…ormai non
posso più provvedere alla nostra
vita.»…«Ma
potremmo…provarci assieme! Papà, io potrei
aiutarti nel
lavoro!» accovacciandosi ai piedi del letto «Te
l’ho
già proposto in passato, ti assicuro che mi impegnerei sul
serio!»…«No, no…»
scuoteva il capo
amaramente lui, ma lei prendeva la sua mano
«Perché devi
stabilirlo prima di avermi fatta provare?
Eh…?»…«E tutti i tuoi
desideri?!»…«Oh?»…«Le
tue
ambizioni, i vestiti, il trucco! Gli accessori alla moda...!...la moto,
tutto questo, tu credi ce la faresti a rinunciarvi?!»
…l’espressione della ragazza calava
nell’insicurezza
«Dovremmo condurre una vita di estrema povertà e
sacrificio: pensi che ce la faresti a sostenere ogni giorno il
confronto con tutte le tue amiche che si possono permettere ogni
capriccio?!»…«Non lo so!!»
espresse Jeri
smarrita «Te lo dico io, conoscendoti non reggeresti: per te
è fondamentale sentirti amalgamata alla massa, hai sofferto
tanto…per la morte di tua madre prima,
poi…»
…manifestando fatica, massaggiandosi il cuore per riprendere
con
tono più smorzato «…per la perdita del
tuo Digimon:
essere sempre diversa dagli altri ha leso le tue sicurezze. Ti ha resa
un bersaglio facile di
paranoie.»…«Sì,
è vero, lo ammetto!! Vivere sempre all’ombra degli
altri
mi ha fatto male, e ha fatto sì…»
massaggiandosi il
capo per ripercorrere ad occhi chiusi i ricordi
«…che si
attuasse quel piano perverso, non avevo più niente, neanche
più un volto, niente!!»…gemendo, fino a
nascondere
il suo viso «…quell’essere mi aveva
rubato tutto,
ero imprigionata e mi comandava!! Non avevo più
volontà!»…«E questo da cosa
credi che sia
dipeso?!...» provocò Hajime Katou…e lei
si volse
appena, timorosa «E’ la vita, l’essere
sempre
più povera, più sfortunata! Se tua madre fosse
vissuta,
se avessi…potuto affiancare i tuoi compagnetti nella loro
battaglia insieme a quel…Leomon, il destino sarebbe andato
diversamente.»…«E allora?! Adesso ormai
il passato
è passato, non si può più
cambiare!!!»…«Sono
d’accordo!» aveva
ripreso tono l’uomo «E’ del futuro che
dobbiamo
preoccuparci: Jeri, siamo in prossimità di un passo
importante,
non possiamo più permetterci di
sbagliare…»…«Questo…”passo
importante” come lo chiami tu sta diventando
un’ossessione,
mi sta riducendo peggio di come stavo dieci anni fa!»
tornando a
sedersi «Ti sbagli: perché potrebbe salvarti
definitivamente da quella terribile sensazione di
inadeguatezza.»
Ingenui gli occhi con
cui lo guardava lei, mentre si accendeva freneticamente una sigarezza
«Ma pensa Jeri, pensa…
…non avresti
più di che temere: finalmente non saremmo più ai
margini,
potresti…avere tutto ciò che hai sempre
desiderato!
Essere ricca…al centro dell’attenzione, le tue
amiche ti
invidierebbero, saresti circondata da
affetti…»…«Falsi…!
Perché mi
starebbero accanto solo per i miei
soldi!»…«Andiamo,
non ti piacerebbe avere qualcuno a cui…poter chiedere aiuto
nell’immediato qualora ne avessi bisogno?»
”I miei
amici…loro ci sono, potrei chiedere il loro aiuto, ma mi
vergogno!!...loro hanno la loro vita e i loro impegni, mentre io sono
solo una ragazza nullafacente…”
guardandosi le
unghie smaltate “…che non è riuscita a
concludere
nulla poiché schiava delle sue paure, che l’hanno
sempre
rallentata! Non sono stata mai capace neanche di avere un ragazzo, o
una storia mia!! Niente…soltanto sogni vuoti, e progetti non
basati. Ecco chi è Jeri Katou…”
«Andiamo, so
che in fondo…capisci quello che dico. Finché eri
piccola
fra noi…poteva esserci del distacco, causato in parte lo
ammetto
dal mio carattere…inadatto per fare il padre.» e
lei
alzò di colpo gli occhi su di lui, che proseguiva
«I fatti
hanno dimostrato questo. Però Jeri…mentre tu
crescevi mi
accorgevo che eravamo molto simili, del resto era inevitabile, abbiamo
vissuto tutti questi anni a stretto contatto: anche tu come me sei
ambiziosa, vuoi sfondare…» Jeri si alzò
di scatto
dalla sedia e camminò fino a volgergli le spalle
«Non mi
guardi…ma sai che ho ragione.» accresceva lui,
parlando,
quelle insicurezze di lei «Hai desiderato una vita come
questa
che ti si profila all’orizzonte…per molti
anni.»…«Sì!!...ma adesso le
cose sono
cambiate!!» si volse lei, con occhi ardenti di furia che
però il padre fronteggiava senza timore «E chi
è
stato a farle cambiare?! Uhm? Per caso…quel tipo ambiguo che
ti
sei trascinata a casa ieri sera? Oppure stiamo parlando…del
piccolo eroe dei fumetti che ha posato la lancia per impugnare un paio
di forbici e un
pettine?!»…«Tutt’e due! Sia
Beelzemon sia Takato, a loro modo, mi stanno facendo capire
che…c’è dell’altro oltre
tutto questo, che la
vita non è solo calcolo, pianificazione, lottare al loro
fianco!!...» …fronteggiando dentro di
sé ricordi
contrastanti, nell’intensità di un respiro
«…mi sta forse aiutando a scoprire
che…tutti
abbiamo un cuore! Anche chi all’apparenza esterna una scorza
dura, ma il nostro cuore, il nostro cuore, papà!! Pulsa
d’amore, emette un calore in grado di riscaldare chi
è al
tuo fianco!!»…«Il cuore…?! Il
cuore, Jeri?!
Guarda,
allora!!»…«Ahh!»…«Guardami
bene!!
E’ questo il
cuore!!»…«Ah!»…«Il
cuore che non
mi sta dando tregua, che mi sta uccidendo a poco a
poco!!»…«Non dire
così!!»…«E invece
sì, tu devi
ascoltarmi!! Perché sei ancora una bambina, imbevuta di
cartoni
e fumetti che si rifiuta di accettare la realtà del mondo
per
quella che è!!»…«Basta, non
ti voglio
sentire!! Perché, qual è il mio peccato?! Sognare
ancora
che possa esserci un futuro luminoso, che possano mutare in
realtà le favole di
allora?!»…«La
realtà non è fatta di favole, le fate non
esistono, e i
Digimon…beh…uhm!» accompagnandosi con
un sorriso
ironico «…se sono di nuovo qui è
perché
evidentemente persino il loro mondo si è fatto troppo
stretto:
possono definirsi tranquillamente degli IMMIGRATI…piombati
per
elemosinare un po’ di carità agli uomini ma quando
si
accorgeranno che semmai eravamo noi quelli che dovevano cercarla nel
loro mondo se ne torneranno proprio lì, e allora la bella
favola
si concluderà un’altra volta nello stesso identico
modo.»…«Basta, non dire così,
tu
menti!!»…«Ah
sì…?»…«Sì!!!»
gridava la
ragazza con tutta la foga dei sui sentimenti «I Digimon non
sono
questo, loro…!!...l-loro
sono…»…«Uhm?
Andiamo…
…non ne sei
convinta neanche
tu.»…«I-Io…!»…«Il
tuo
cuore è pieno di esitazione, non sai quale sia la via, fatti
guidare.» al che lei lo fissò con occhi inondati
di
lacrime.
Ma lui
aveva espressione sicura, e le braccia incrociate sotto un sorrisetto
furbo «Lasciati consigliare, quella creatura…non
è
più accanto a te, è scomparsa da tempo e
quest’altro…beh! Se vuoi che ti esprima la mia
opinione
non ha proprio l’aria di una guida
attendibile.»…«…e tu come fai
a saperlo? Non
conosci Beelzemon…!»…«Ma sono
tutti uguali
alla fine. E troppo tristemente uguali a noi uomini…si vede
che
quello, da quel poco che ho visto, da come si dava da fare ad
accomodarmi il letto ieri sera, muore della voglia di assomigliarci.
E’ così, cosa credi, loro ci
sfruttano.»…«…hanno salvato
il nostro
mondo!!»…«…anche il loro era
in
pericolo.»…«…tutto quello che
dici è
falso, è una rielaborazione
sviata!»…«Jeri:
per un momento staccati un attimo dal tuo passato, ti fa vedere le cose
annebbiate. Anche quel ragazzo, quel Takato…tu ora credi di
amarlo ma in realtà…tu di lui ami solo il fatto
che abbia
composto quei giorni fatati che ricordi con tanta
emozione…»…«…no…»
gemeva
la ragazza scorrendosi le mani lungo i capelli, a capo chino
«Coraggio, è fin troppo scontato: lo conosci da
una vita,
lo vedi tutti i giorni. Non ti sei mai avvicinata a un ragazzo, era
come se ti facessero paura: adesso improvvisamente…qualcuno
che
fino a pochi giorni fa era semplicemente niente di più, e
niente
di meno di un amico, dovrebbe essersi trasformato in un amore tanto
grande…da farti rinunciare ad
un’opportunità come
quella offertati da Mako? E’ ridicolo. Dammi retta, tu
è
il passato che vuoi recuperare…è questo a
riempire di
illusioni il tuo cuore, e a paralizzare la tua vita!»
“…e se avesse ragione? E se fosse vero che quel
tepore…
…che ho percepito sulle mie
mani…”
…rivedendosi a tenderle verso il cuore digitale
“…quell’incredibile slancio
d’affetto, che mi
ha fatto dimenticare chi fossi, e cosa stessi facendo…per un
breve, intenso attimo…”
…ricordando le
sue stesse mani avvolgere quel ragazzo, per rispondere al suo bacio
“…se fosse vero che fosse soltanto il frutto del
mio
rimpianto per il passato?” riaprendo gli occhi, e rivolgendo
al
soffitto crepato quella profonda pena “Finora, è
vero, ho
considerato Takato semplicemente come un amico. Pensavo che non sarei
mai riuscita a provare nulla di diverso per lui, seppure fossi
cosciente dei suoi sentimenti!...
…e
gli fossi…immensamente grata per aver tratto la mia vita in
salvo…io credevo che mai, mai sarei riuscita a
guardarlo…come si guarda il ragazzo di cui ci si
può
innamorare…” «Ascoltami Jeri, non ti
parlerei
così se non fossi certo che è per il tuo bene, mi
capisci?»…«Ma…tu per il mio
bene mi
istigheresti a compiere un qualcosa di scorretto, a ingannare, mentire,
a sposare un ragazzo per cui sono certa di non provare assolutamente
niente!! Mi spingeresti…a rinunciare all’amore, a
rinunciare per sempre a tutti i miei
sogni!!»…«Jeri,
Jeri…quando capirai che i sogni, da soli, non bastano per
vivere…?»…ora parlava pacatamente, e
lei
così smarrita sentiva nuovamente il bisogno di appoggiare il
capo sulle sue ginocchia, e così fece mentre lui le
carezzava i
capelli «Le favole…non ti procurano ciò
di cui hai
bisogno per sostenerti. Tu ora non puoi pensare ai tuoi sogni di
bambina, devi pensare al tuo futuro, devi garantirti la
stabilità necessaria…affinché niente e
nessuno
possa portarti via ciò di cui hai
bisogno.»…«…ciò di
cui ho
bisogno…» ripeté lei nelle lacrime
«…basterà mai per colmare
l’enorme vuoto che
avverto nel mio cuore…?» asciugandosi gli occhi
con le sue
unghie lunghe, mentre lui seguitava a carezzarla «Ma
certo…una ragazza come te ha bisogno…di luce, di
successo! Ti sentirai forte tanto che…quella brutta
esperienza
del passato non potrà più ripetersi. Mai
più!»
Jeri taceva…
…ed il
padre aggiungeva «Ti prego. Fallo per me, te lo chiedo per
favore…anch’io sono stanco, non credere! Ho
bisogno che tu
mi offra un po’ di stabilità, sono
malato…e
solo…»…«N-Non ripeterlo, ti
prego…! Mi
fai sentire in colpa, va bene! V-Va
bene…d’accordo,
farò come dici tu. Farò come vuoi
papà, io…
…!!!...»
stringendo intensamente i suoi occhi
«…tornerò con
Mako.»
Hajime Katou sorrise
«…brava.»…«Tornerò
con lui,
basta che tu…sia tranquillo, non sopporto di vederti
soffrire,
non sopporto che tu ce l’abbia con me…! Se questo
è
il tuo desiderio, io…mi sposerò con Mako come
avevamo
stabilito.»…«…resta il
problema di come fare
a colmare la voragine che si è creata: quel ragazzo sembra
molto
indigiato per il fatto di averti scoperta…assieme a
quell’altro.»…«Questo…non
è un
problema.» affermò la ragazza seguitando ad
asciugarsi gli
occhi con lo sguardo già fisso a nuove idee
«…so
come appianare tutto. So chi può
aiutarmi…»…«…bene…»
Jeri soffriva, ma
respirava profondamente sentendo che quella era l’unica via
percorribile.
Trascinato dalla sua
espressione scura, Beelzemon era di nuovo di fronte ad un ampio e
antico cancello «Mi chiedo se ho fatto bene a tornare qui.
Forse…non avrei dovuto!» ebbe lì per
lì
l’impulso di andarsene «Però, sentivo il
bisogno di
parlare assolutamente con qualcuno. Che sciocco che
son-»…«Dove credi di andare,
tu?!»…«Oh?!» Il Digimon si
volse stupito.
Una suora anziana, ma
ancora piena d’energie e determinazione si faceva verso di
lui,
sorreggendosi come sempre sul suo bastone «Madre Katsumi,
voi?»…«Eh, vorrei ben dire!
Già basta
essertene andato così senza dire niente, non ti senti un
po’ in colpa? Mi sembra che non ti abbiamo fatto mancare
nulla
durante la tua pur breve permanenza
qui.»…«Oh,
sì, ma vi prego non fraintendetemi! Se me ne sono
andato…non è stato per mia spontanea
decisione!»
Gli occhi azzurri e annosi di quella suora lo fissavano…
«Io sarei voluto
restare! Però…mi sarebbe sembrato di andare
contro alle
decisioni di Akemi.» confessò dal profondo del
cuore il
Digimon «Sapete? Lei è una persona...molto
importante per
me, non farei nulla che potesse ferirla. Lei mi ha chiesto
spontaneamente di allontanarmi, e trasferirmi a casa…di
quella
ragazza che ora mi aiuta a combattere, Jeri! Io penso che quando si
è amici…bisogna ascoltare le richieste
dell’altro!
Lo dico io…che più in gioventù non
ascoltavo
niente e nessuno: solo col tempo ho imparato quanto sia importante, e
prezioso il valore dell’amicizia. Benché a
volte…sia anche tanto difficile!...»
…così quello sguardo che sembrava impenetrabile
si
sciolse in un sospiro «Ahh…lo so. Non sempre
riusciamo a
mettere assieme le nostre esigenze con quelle degli altri, alle volte
occorre retrocedere. E rispettare la volontà di chi
c’è attorno, deponendo l’ascia di
guerra…e a
volte sacrificandosi,
ammettiamolo.»…«Ah!...voi
avete ragione…» ammise il Digimon come se
cogliesse
qualcosa di quasi mirabile nelle parole di quella suora che lo
invitò «Dai…entra, siediti qui accanto
a
me.»…«Posso?»…«Certo!!...che
domande. Tu sei il benvenuto in questo convento.»
Beelzemon si sedette a
poco a poco su quella panca, non smettendo per un attimo di fissare
quella suora che fissava il cielo, azzurro come i suoi occhi, mentre le
sue mani si stringevano forti all’impugnatura del suo
bastone, in
un sospiro profondo «Eh sì. Noi dobbiamo
ammetterlo: ti
dobbiamo molto. Inizialmente eravamo diffidenti: il fatto di essere
suore non ci preserva dai peccati del mondo, e dalle debolezze
dell’uomo. E la prevenzione verso chi è
diverso…credimi, è le peggior cosa che possa
esistere.
Non ci permette di amalgamarci tutti come un tutt’uno, ci fa
vivere separati e…lo hai visto anche tu. Infrange quei
muri…» alzando il suo sguardo a quella costruzione
«…che solo con lo spirito di collaborazione
è
possibile tornare a innalzare affinché avvolgano e
riscaldino
come una casa. Come questa, è la nostra casa. Per noi
è
tutto. Soffrivamo molto nel vedere il nostro convento così
malridotto. Ma è stato solo grazie
all’intervento…dell’ultima persona che
ci
aspettavamo che Dio ci mandasse, concedimi se uso questo termine con
te.»…«Oh-h! No, vi prego! Seguitate a
usarlo…
…sapete? Io…sono molto affascinato da voi esseri
umani,
lo sono da molto, anche…se per tanti anni non mi
è stata
data la possibilità di vedervi. Nel mio mondo ero confinato.
Ma
il mio spirito…un po’ come…ho scoperto
essere per
voi, con le vostre
preghiere…»…«Uhm
uhm.»…«Il mio spirito volava verso
questa terra, con
le sue città, le sue costruzioni, la mia amata terra! Con i
suoi
fili a collegare i pali della luce, è come se tessesse una
tela
in grado…di proteggerci, e tenerci tutti uniti. E’
bello!» rivolgendo sguardo sognante al cielo «Io
ammiro le
costruzioni umane…non smetterei mai di contemplarle! Sui
tetti
delle case di questa città ci sono i miei ricordi, la mia
infanzia, i miei sogni intiniti a
quell’asperità…che a volte ci
caratterizza quando
siamo giovani, ma che col tempo e grazie all’affetto degli
amici
veri si scioglie! E quando ti guardi indietro…ah, quante
risate.
E quante lacrime! Quanti momenti…che fa paura solo
ripensare, ma
al contempo quanti altri che ti inondano il cuore di forza e
speranza!»…«Eh!...e tu? Vorresti che io
seguitassi a
chiamare te
“persona”?»…«Oh-h…
…s-sì, perché, che
c’è di
strano?» esitò un po’ intimorito il
Digimon
«Strano? Ah, ahahahah! E’ tutto strano, scusa che
bisogno
hai che io ti ci chiami? Lo sei tu più di
me!»…«Ah!!...dice davvero?!»
balzò in
piedi il Digimon in un moto di entusiasmo che gli accese i tre occhi, e
Madre Katsumi spiegò «I tuoi sentimenti, le tue
emozioni
tratteggiano il tuo cuore come un cuore umano: lo cospargono di
umanità. Tu non devi chiedere agli altri che ti riconoscano
come
persona, Beelzemon: tu lo sei. Una persona…che
sarà
sempre un ospite affezionato in questo convento del quale ha
risollevato le sorti.»…«Lo sapete?! Voi
mi avete
dato una grande gioia! Mi avete riacceso la
speranza!!»…«Ahh…»
sminuì la
suora con un sorrisetto furbo e consapevole
«…piuttosto
vienici a trovare qualche volta: c’è ancora tanto
da
fare!» con gesto di raccomandazione «E
poi…perché limitarci solo a smanettare con
quattro
mattoni e vernice quando c’è molto da
approfondire: mi
sono sempre chiesta in questi giorni quale sia il rapporto delle
creature del tuo mondo…con la
Parola!»…«Ah!...al primo momento libero
vi prometto
di parlarvi dei Digimon in ogni risvolto e sfumatura! Ora…vi
prego, mi concedete una cosa?!»…«Se
posso
volentieri, chiedi pure!»…«Posso andare
a trovare
Akemi?! Ho tanta voglia di
vederla!»…«Sorella
Akemi…» assunse espressione un po’
interdetta la
suora «…dovrebbe essere ancora col dottore in
questo
momento, tante volte puoi scendere a vedere, magari hanno
già
finito.»…«Lo farò
senz’altro! Grazie!
Madre Katsumi, grazie! Grazie delle vostre
parole!»…«Di niente!...»
…così
lui corse via, e lei sospirò
«Ahhh…»
allontanandosi lentamente col suo bastone «…quel
ragazzo.
Si fa cogliere facilmente dagli entusiasmi…però
bisogna
ammettere che ha il cuore tanto puro.» volgendosi con
espressione
amorevole verso l’interno là dove si era
addentrato.
“Akemi, ho
bisogno di vederti! Madre Katsumi ha detto che posso essere
anch’io una persona! Che gioia, nessuno l’aveva mai
fatto
prima d’ora…ma chissà perché
fremo al
pensiero che sia proprio tu la prima a saperlo!
Magari…è
perché tu sei la mia domatrice! La mia Digimon
Tamer…
…ricordo ancora il bagliore del Digivice
nell’automobile
di tuo padre, e la gioia mista a stupore che ho
provato.”
…mentre si precipitava a passo sveltissimo lungo quelle
scale
antiche, non mancando di far sobbalzare (!) più di una suora
«Oh!»…«Beelzemon, sei
tu!»…«Buongiorno! Buongiorno a tutte,
come
state?!...non trovate che sia una splendida giornata, guardate che sole
meraviglioso!»
«Ahhh!» …si guardavano tutte compiaciute
e un
pizzico lusingate le suorine, e qualcuna gli rivolgeva un
«Torna
a trovarci!»…«Senz’altro!!
Verrò tutti
i giorni qui!...ahahah!...
…Akemi
dove sei?» …tornando a ricordare
“Non importa
quello che è successo dopo, non conta: tu sei diventata la
mia
Digimon Tamer quel giorno! Ed io…resterò sempre
il tuo
Digimon! Akemi…Akemi mia…”
Così
giunse in prossimità della stanza della ragazza, che non
indossava il suo abito come sempre, bensì una camicetta da
notte
di un grigio delicato, carezzata dai raggi del sole che filtravano
dalla finestrella per adagiarsi sul letto, sotto le cui lenzuola lei
sedeva. Di fronte a lei un uomo col camice bianco
«…e mi
raccomando, molto riposo e niente sforzi di nessun genere. Va
bene?»…«Certo dottore, la ringrazio,
è stato
molto gentile a venire.» replicava lei con la consueta
pacatezza
«Di niente.»
«Oh?»
Beelzemon restò dietro la porta, in attesa che
l’uomo
lasciasse la stanza. Quando lo fece, certo la sua reazione non fu
proprio quella di chi vede una persona, piuttosto restò un
po’ costernato da…quei tre occhi,
da…quella coda,
quegli artigli…tanto che Beelzemon con le spalle schiacciate
alla parete poté solo dire «Mi scusi!!»
(al suono
della sua voce le mani di Akemi afferravano la coperta, portandola al
petto…)
…e ci vollero
le giovani suore a consolare il dottore «Non ci faccia
caso!»…«E’ un nostro
amico!!»…«E sapesse
quant’è bravo,
sentisse che bei canti ci ha
procurato!!»…«Beelzemon…ohhhhhh!»…il
quale si fece il segno della croce «O-Oh…non
esistono
più i conventi di una volta! Buafh…!»
andandosene
con il suo passo ballonzolante e un po’ incerto.
«Vieni
pure, Beelzemon.» pronunciò la voce dolce di Akemi
«P-Posso?»…«Ma
certo…scusa, oggi non
sono in veste formalizzata, non ti
scandalizzerai!»…«Ma no, che
dici.»…«Del resto tu sei come un
fratello, mi hai
vista in pigiama tante volte!» si accomodava con fare
spigliato,
sembrava disinvolta «O-Oh, certo…come mai
è venuto
il dottore?»…«Un po’
d’influenza, niente
di che. Mi capita sempre in questo periodo. Ahhh…ma adesso
voglio prendere un po’ d’aria, mi farà
bene. Oggi mi
sembra che faccia caldo.»…«O-Oh,
sì…è il primo giorno caldo della
stagione. Sai, io
quando ero al mio villaggio…badavo a queste cose.»
Le righe
assolate che filtravano dalla finestra si confondevano con il sorriso
di lei, che sembrava intriso di una pace speciale, una
serenità
quasi ultraterrena «Che cosa
c’è…?»
adagiò delicata la domanda «I-Io…?
Perché…?»…«Non lo
so, mi guardi in un
modo…strano, direi!»…«Ohh? Ti
dà
fastidio?»…«Ma no, che
dici…!»
…dopodiché, il suo consueto gesto di sollevargli
la mano
«Sono contenta che sei venuto. Racconta! Come è
andata a
casa di Jeri?»…«Ehhh? Dici, a
casa…?...di
Jeri, oh beh purtroppo suo padre non si è sentito molto bene
ieri
notte.»…«Ohhh…!»
fece lei
espressione preoccupata
«Già.»…«Niente
di grave, spero!»…«Nn…no,
credo di
no!»…«Mi ricorderò di dire
una preghiera
questa sera. Ma adesso andiamo, dai! Voglio godermi un po’ di
sole, desidero…
…ahhh,
respirare tutta l’aria di questa giornata: dicono che sia
l’ideale quando si è
convalescenti.»…«…come
vuoi.»
replicò lui che per tutto il tempo del loro incontro era
rimasto
interdetto in una curiosa sospensione. Lei gli sorrise grata…
…poco
dopo furono nel giardino, mano nella mano tra il verde e sotto il sole.
Lei si era avvolta in un coprispalle scuro. Alcune suore passavano
«Buongiorno, Akemi!»…«Oh
buongiorno a voi,
care!»…«Come ti
senti?»…«Molto
meglio, grazie!...
…ahhhhhh!» espirò beatamente la
giovane, compiendo
una corsetta più avanti e ponendosi con leggiadro
atteggiamento
di fronte al Digimon «Se continuo così
finirò per
stressarmi, il medico ha detto che sfacchino un po’ troppo,
però sai con tutta questa storia del vescovo non potevo
evitarlo. Come mi trovi?»…«Oh?! In che
senso, dici?
(!)»…«Come mi trovi!!»
esortava lei
allegramente «Dai, non essere timido! Oggi non indosso
l’abito, credi…che con questo aspetto sarei potuta
assomigliare a una Digimon Tamer? Sai, io credo che una domatrice di
Digimon…sia un po’ come una suora in un certo
senso…
…no
no!!...dai!! Non fare quella faccia!!...ah, ahahah, non volevo
traumatizzarti, dicevo…ahhh, non so nemmeno io
bene.»
tornando da lui, in quei gesti premurosi e familiari, picchiettati
quella mattina da un ameno brio «Intendevo…una
domatrice
di Digimon deve portare…il sole dentro di sé!! E
su
questo…ha molto in comune con quella che ho scelto io di
essere,
in fondo, sono due facce della stessa
medaglia.»…«Sì,
però…Akemi tu
lo sai! Io amo questo
posto…»…«Uhm uhm. Ma
certo, altrimenti chi si sarebbe dato da fare così tanto! A
proposito, grazie-grazie per tutto quello che hai
fatto!»…«Ci
mancherebbe…figurati.»
sfiorandosi la nuca «Dicevo!...
…insomma! Sai
che sono molto legato…a questo luogo, alla gente che ci
vive, le
tue sorelle sono state molto gentili con me e questa mattina Madre
Katsumi mi ha accolto…quasi come un figlio! Non me
l’aspettavo, e…mi ha fatto piacere.»
Il sole gli illuminava
la corazza e il giubotto di pelle, valorizzando tutti i suoi riflessi,
compresi quelli aurei dei suoi capelli biondi «Questo
convento…è un luogo incantevole,
c’è
così tanta pace, è difficile trovare luoghi
simili nel
mondo. Anche a Digiworld non ricordo…di averne mai visto
uno.»…«…il tuo mondo deve
avere di certo
tanti stupendi luoghi da visitare…
…mi piacerebbe
vederlo...» pronunciò lei con sguardo assorto, che
si
smarriva in quel verde, tra le suore che passeggiavano impegnate nelle
loro occupazioni «Però non posso certo
allontanarmi!
L’hai visto anche tu, ieri hai avuto una prova che noi suore
non
stiamo tutto il giorno a consumarci le ginocchia sulle panche della
cappella, siamo sempre in continuo movimento, abbiamo molto da fare! Un
giorno è il vescovo, un altro…magari è
una
comitiva in pellegrinaggio che chiede ospitalità,
insomma…una strada come la mia richiede molto impegno, per
cui
quello che cerco di dirti è che…certo, sarebbe
molto
bello, però ci dobbiamo rendere conto tutti delle vie che
abbiamo intrapreso.»…«…a me
piacerebbe farti
vedere il mio mondo! Ora…le cose sono molto complicate, non
sappiamo quando, se torneremo! E…» chinando lo
sguardo
«…che cosa troveremo al nostro
ritorno…»
mentre lei gli appoggiava la mano sul viso, come una carezza. Lui prese
quella mano «…però io non smetto di
credere al mio
sogno, fievole come le candele della vostra cappella…nelle
notti
in cui soffia il vento, io sogno…che ci sia la pace fra i
nostri
mondi, e che un giorno si possa vivere in armonia: io adoro
l’armonia, odio la lite e il conflitto…nonostante
quest’armatura mi tinga di nero, io...!...ahhh…amo
i
colori, adoro la luce del sole,
guarda!»…«…è
bellissima…hai
ragione…»…«Ahah, mi
acceca!!...ahahah!»
…si accostò lei a lui…con molta
discrezione, ma al
contempo fermezza. Contemplò il sole senza temere, se non
giusto
un tenero pizzico, di essere travolta dalla sua luce. E
guardò
lui, mentre egli era impegnato a guardare il cielo, e a segnalare
«Guarda un
uccello!»…«Oh?...dove, non lo
distinguo, c’è così tanta
luce!»…«Ah, a me piace conoscere le
specie di
animali! Sarebbe…non trovi? Curioso: un Digimon che si
occupa di
animali! Uhmuhmuhm!»…«…potete
fare tante cose
se volete.» sussurrò lei, appoggiandogli le mani
sulla
corazzza «…la terra vi spalanca le porte. Siete
creature
meravigliose e piene di possibilità: non smettete mai di
sognare…e di cercare di cambiare i nostri mondi col vostro
operato, il nostro vi sarà sempre debitore. Come il mio
convento
lo è a
te…»…«…Akemi,
io…»…«Beelzemon,
c’è una cosa
però che devi
sapere.»…«…dimmi! Ho
forse commesso…un errore con i lavori? Oppure con i canti,
dì la verità, il vescovo si è
lamentato con voi
per colpa mia?»…«Oh no,
tutt’altro! Avresti
dovuto vederlo, era eccitato come un bambino, ha detto che
tornerà perché qui si è trovato
accolto e
coccolato! Uhm!»…«Sul serio?! Ahhh, non
me lo dire,
sono così
content-»…«Beelzemon.»…«Oh?»…«Senti…è
stato molto bello, tutto questo ha portato dei frutti meravigliosi.
Ringrazio il Signore di averti mandato qui da tutte noi,
però…adesso è arrivato il momento di
separarsi. Le
strade si dividono.»…«Cosa?!...
…ma, Akemi, non
siamo mica così lontani!»…«Lo
so…»…«Posso venire a trovarti
anche tutti i
giorni, a me…n-non costa! La benzina della moto qui non
costa
molto!»…«…la moto non
c’entra.
Beelzemon, cerca di capire…il tuo mondo sta attraversando un
momento difficile, me l’hai detto
tu.»…«Sì,
però!»…«E
anche la terra sta subendo questi riflessi: ora ci sarà da
impegnarsi. E farlo sul serio, esattamente come è stato per
noi
in vista dell’arrivo del vescovo. E’ stato un
po’
come…un messaggio simbolico da parte del Signore per
ricordarci
che arriva sempre il momento di rimboccarsi le maniche. E tu hai molte
persone che contano sul tuo
operato.»…«Ma
tu…sei la mia Digimon
Tamer!»…«Io non sono
più la tua Digimon Tamer, Beelzemon.»
replicò lei
calma, ma era seria in volto. Allora a lui venne spontaneo ritirare
lentamente le sue mani artigliate con le quali aveva cercato di
trattenere quelle di lei «Ho smesso di
esserlo…quando ho
scelto di mettere questo velo, e di dedicarmi al Signore. Rassegnati,
devi cercare di fartene una ragione…se vuoi andare avanti. E
adesso puoi, e devi andare avanti: c’è una ragazza
che ha
bisogno di te. Si chiama Jeri, in…lei puoi realizzare quel
sogno
che ti è sfuggito con me! Avrai una domatrice, combatterete
assieme!»…«Akemi, per realizzare il mio
sogno non
posso sostituire te come se fosse facile, come se…!!...una
persona valesse l’altra, tu sei tu!! E il mio
sogno…non
era solo di combattere.»…«…ma
è troppo
tardi ormai…
…io sono
una suora…e tu sei mancato per dieci
anni.»…«E debbo scontare la
colpa?!» (canzone:
Shania
Twain - It only hurts when I'm breathing)
«Questo non è stato per mia volontà! Io
ho fatto
tante cose volutamente, e commesso molti sbagli! Ma non volevo
andarmene quel giorno, è stato il portale!! E’
stato
Shaggai, ci ha ripresi tutti con sé e ricondotti a
Digiworld, io
volevo restare! Lo desideravo…con tutto il cuore, volevo
restare
con Mako e con…
…TE!! Io volevo
crescere assieme a
vo-»…«Shhh…ci possono
sentire. Amico mio, fratello: perdonami, ti scongiuro.
Però…credi, è molto meglio
così!»…«Prima mi fai
trasferire a casa di
Jeri, poi mi scacci! Akemi, perché?! Ce l’hai con
me
forse, ho fatto qualcosa e non vuoi dirmelo, ti ho
ferito?!»…«Al
contrario…!!...ahhh…» sembrava provare
pena lei per
non riuscire a esprimersi «Io ti amo come fossi sangue del
mio
sangue, se fossi Mako ti parlerei allo stesso modo:
c’è la
tua vita!»…«E perché tu non
ne puoi far
parte?! Eh?! E’ per via di
questo…”Dio”, ma
perché?! Se è vero che come dicono giù
in cappella
le tue sorelle ha creato la natura e gli uomini, allora sa che io
quella volta…non volevo andarmene! Io ora sono tornato, ho
un
destino, un cammino e su questo ci sei anche tu!!» ma lei lo
corresse «Io sono il tuo
passato…»…«Akemi…»
si avvicinava
lui «…io quando ti ho rivista…ho
sentito una gioia
nel cuore, non si trattava di passato, quello era il
futuro!»…«Ti inganni! Confondi le cose,
era…» rivolgendogli un sorriso, e una nuovza
carezza
«…la nostalgia, vedermi anche se cresciuta ti
ricordava
casa, l’infanzia, la tv e la merenda, le preghiere della
sera!»…«Vuoi dire che per te
è stato solo
questo?!»…«Beelzemon…»…«Rispondi!!»…«Ti
prego, basta!!» supplicò lei «In questo
luogo non
è rispetto parlare ad alta voce!»
…al che
lui ricordò un particolare: Leomon che lo tratteneva
saldamente
per le braccia, e gli mormorava “Non
so se te ne sei accorto, ma da qualche minuto parli a voce troppo alta,
ci dai fastidio. E io non riesco a sopportare i Digimon maleducati.”
…e nei secondi successivi gli eventi erano precipitati
rapidamente, nella sua inferocita reazione che era culminata in un
colpo d’artigli, perforante, causa di un grido di dolore per
quel
Digimon leonino…
…improvvisamete Beelzemon iniziò a
indietreggiare, il suo
sguardo era attonito. Per poi scivolare in un immensa tristezza. E
voltarle le spalle…riaccomodandosi il collo di pelo del
giubotto, come se di colpo avesse freddo…
“Beelzemon,
perdonami!!” stringeva gli occhi e i pugni quella ragazza
così fragile senza il suo abito “Un giorno
capirai, un
giorno…ti racconteranno!!”
“Akemi,
perché…? Che ti ho fatto? Perché mi
mandi
via?” si allontanava lui, fissando i palmi delle sue mani
“Semplicemente per uno…stupido Digivice, e un
intreccio di
tempi che non si sono combinati fra loro, io devo rinunciare ad averti
accanto?! Io…ho bisogno di te!!”
“Non si tratta
solo di un Digivice, Beelzemon…sono le scelte della
vita!”
sperava di comunicargli col pensiero, mentre un raggio di sole bagnava
una sua lacrima…
“No, lo so, non si
tratta solo di un Digivice. E’ il destino. E’
sempre il
destino che ritorna, prima è stato come risentire la voce di
Leomon. Che mi dice che sono di troppo, e che…sto
sbagliando!
Forse quel Digimon non mi ha perdonato perché sono stato io
a
tornare sulla terra, lui invece…a causa mia non ha potuto
riabbracciare la sua bambina: Jeri. E vuol farmela
pagare…privandomi di Akemi. Ora capisco come possano essersi
sentiti, quanto brucia una separazione: Leomon…riuscirai mai
a
perdonarmi? Ero molto giovane, confuso!! Non volevo
ucciderti…ti
prego, non castigarmi!! Se potessi tornare indietro riscriverei la
storia tutta daccapo però!!...purtroppo…non si
può
cambiare il destino.” spalancando le sue ali nere, e volando
via.
«Beelzemon!!» tese la mano Akemi, ma poi le lacrime
presero
il sopravvento e sarebbe scappata, se non si fosse scontrata subito con
«Oh? Madre
Katsumi.»…«Cos’hai…?»
questa le
alzò il viso, e la ragazza «Oh? MADRE!!»
per
gettarsi a piangere disperatamente sulla sua spalla, Madre Katsumi si
passava il bastone sotto il braccio per stringerla
«Su…coraggio. Lo hai mandato via, vero?...hai
sbagliato.
Non dobbiamo…condannarci fino a questo punto,
cara.» ed i
suoi occhi azzurri esprimevano compassione, ma la ragazza insistette
«Ma io devo condannarmi, devo, Madre!! Sono costretta dalle
circostanze e…dall’onestà del mio
animo!!»…«Oh!...
…piccola
mia. Piangi pure, per il tuo destino…per la tua vita. Le
lacrime
a volte lavano il cuore, e possono essere rugiada…su un
dolore
così grande come so essere il tuo.»
Le mani della
giovane suora si giungevano dietro la schiena della Superiora in una
sorta di preghiera…
Beelzemon
planava lentamente sul tetto di un palazzo...per poi gemere in un
brivido di sofferenza, che gli fece chinare il capo e stringersi al suo
stesso corpo, che vibrava tutto. Quando un tocco soffice si
adagiò sulla sua spalla «Oh!»
Era una zampa
dai morbidi peli, di qualcuno che gli sussurrò
«Che
cos’hai…?» con una premura che sfiorava
il materno
«Oh…Renamon!»…«Cos’è
che
ti fa soffrire…? Facciamo come un tempo. Andiamo in un
posticino
tranquillo, così me lo
dici.»…«…Renamon…sto
tanto male, non
so che mi succede!!» si sfogò lui, dai tre occhi
arrossati
«A tutto c’è
rimedio…» replicò
la volpe digitale che immobile lo fissava
“Beelzemon…” …e si
volse avanzando
lenta sul suo soffice passo che le oscillava la coda, per poi volgersi,
come in una vellutata esortazione a seguirla. Lui con lo sguardo di un
bambino in pena così fece…(fine-canzone)
«Mo-men-tai!» ballonzolava allegro Terriermon per
poi
«Oh?...
…ohhh…» calare le sue orecchie in
un’espressione triste e delusa. Così simile a
quella della
ragazza seduta di fronte a lui, sulla panchina del parco
«Andiamo, signora…non la faccio ridere neanche un
po’? Non faccia quel viso così
triste…la prego, non
la posso vedere così, lei di solito ha un così
bel
sorriso. Coraggio…!» sfiorandola con il lungo
orecchio, ma
non sembrava scostare quel dispiacere «…dai,
altrimenti va
avanti così ancora per un po’ e mi metto a
piangere
anch’io. Andiamo…signora
Rea…»…«E che espressione
dovrei avere?»
alzava le spalle un po’ mogia, con lo sguardo fisso avanti a
sé, a quello scenario di coppiette con figli incorniciato
dalla
primavera «Sì in effetti…forse
è meglio che
ci sediamo da un’altra parte, le va?» propose
indicando con
l’orecchio la direzione, ma una voce specificò
piuttosto
metallica «Tanto, anche se si mette da un’altra
parte cosa
cambia? Ha ragione lei, che espressione dovrebbe avere se
non…quella di uno che ha visto e ha sentito proprio tutto
ormai
a questo mondo!»…«Quella ce la dovrei
avere io,
Suzie.» replicò Terriermon «Ti
assicuro…che
non riesco ancora a crederlo. Ad accettarlo! A farmene una
ragione…»…«Perché
non c’è
una ragione, tutto questo è pura follia, ecco la
spiegazione!!...» scandiva Suzie con sguardo infuocato,
stringendo un pugno di lecca-lecca fino a piegare drasticamente i loro
bastoncini «Suzie sta calma, ti prego, quando fai
così mi
fai paura!» disse la vocina di Lopmon, ma la ragazza
puntualizzò «Non posso farne a meno,
sarà che
quando la rabbia mi sale guai a chi mi capita a tiro, finisce
trangugiato!!»
Lo sguardo di
Rea, immune a quelle parole, continuava a sperdersi e la malinconia a
sfumarle lungo la linea nera che le disegnava gli occhi.
«Questo
è veramente il colmo!!!» gridò Suzie
«Ahhh, i
lecca-lecca!»…«Ops! Scusa,
Lopmon!»…«N-Nessun problema!
Mmm!» Lopmon
afferrò due lecca-lecca con le orecchie e uno con la bocca
«Ma insomma, che storia sarebbe questa che Henry si sposa?!
CHI
E’ questa Aki Myiamoto, chi l’ha mai vista: nooo,
è
assurdo, questa faccenda ha superato tutti i limiti del plausibile,
è delirio: soltanto delirio allo stato puro!!»
«Potete dire
tutto quello che
volete.»…«Rea…!» la
chiamò l’amica, e costei seguito
«Arrabbiarvi,
gridare, sbattere la testa, ma tanto è così. Non
ci sono
altre spiegazioni, è inutile negarlo: Henry mi ha
dimenticata.» ammetteva tristemente «Non mi ama
più,
tutto ciò che c’è stato fra
noi…è
stato un soffio. Di vita, di speranza, e forse d’amore ma
soltanto un soffio. Come questi petali…» di cui
alcuni se
ne trovò fra le mani «…che ti sfiorano
ma poi
fuggono via e non puoi trattenerli.» alzandosi appena per
lasciarli liberi nell’aria «La nostra è
stata
l’illusione di una primavera…» smarrendo
il suo
sguardo «…l’illusione della mia vita, ma
adesso
è finita!!...per lui non è stato lo
stesso.»…«Non dire
così.» Suzie le mise
una mano sulla spalla, e Terriermon disse «Suzie ha
ragione.»…«Ah, e che altro dovrei dire,
Suzie?! Cosa
dovrei fare, aspettare di passare davanti a una folla di invitati e
vedere quella donna vestita da sposa, per rendermi conto che
l’ho
perso?! Tuo fratello non vuole saperne di
me.»…«Mio
fratello…è molto
confuso.»…«Uhm!
Comincio a dubitarlo, penso che si tratti…soltanto di un
pretesto, di un’illusione a cui ci aggrappiamo
perché tu,
io, tutti quanti qui, seppur per motivi diversi, ci rifiutiamo di
staccarci da quelli che erano i nostri sogni, e il nostro ideale di
futuro…plasmato sul
passato!»…«…qui
non si tratta di ideali e di sogni fuggevoli.»
spiegò
pazientemente la ragazza dai riflessi violacei nei capelli
«C’è qualcosa di concreto a legarvi.
Benji.»
ma Rea ebbe un gesto di impazienza «…chi pensa che
io
possa essere una di quelle madri in grado di trattenere il proprio uomo
mediante il pretesto del figlio si sbaglia di grosso!»
tornando a
sedere «Io amo Henry, io voglio che sia libero! Non mi
importa…se non con me ma con un'altra
donna.»…«Ma Rea, Henry ama te! Ama te,
ne sono
sicura!!» Suzie la scuoteva per le spalle «Non so
cosa sia
a darti questa sicurezza.»…«Me la
dà il mio
passato. Ma non solo!» replicò con una decisione
stabile
nel suo sguardo «Dopo quei tempi magici io ed Henry siamo
cresciuti l’uno accanto all’altra, i nostri
fratelli si
sono sposati e ci hanno lasciato, e questo ci ha permesso di conoscerci
meglio! Sì, è vero: lui mi ha tenuto nascosto
molte cose,
però adesso…ho avuto il modo di rielaborare tutto
questo
lungo tempo sotto una luce differente. Ho conosciuto
te.»…«…oh?» la
giovane alzò uno
sguardo un po’ ingenuo «Rea…tu e Benji
mi avete
rivelato il mondo di Henry: l’arredamento…delle
stanze del
suo cuore.»
…mentre
Terriermon, alle spalle di Suzie, rifletteva “E’
possibile
che Henry, dietro a tutto il mondo di confusione che ha anteposto di
fronte a sé, sia rimasto quello di una volta…?
Suzie ne
sembra convinta, e in effetti…
…se
guardo Rea, se la sento parlare, se gioco assieme a
Benji…sto
bene, mi sento a mio agio, ed è come se li conoscessi da
sempre.
Forse…questo può far pensare che Henry, in
fondo…abbia cercato di conservare e proteggere nel fondo del
suo
cuore quel mondo a cui era tanto legato. Rea…
…assomiglia a una scheggia di quei giorni di
felicità
sfuggita indenne a una catastrofe che ha frantumato tutto…e
precipitata nel nostro presente. Per ridarci un bagliore piccolo di
speranza, ancora una volta!”
...e Rea si
accorse che lui la guardava. Anche lei lo fissò…
“Tu mi sei
stata mandata…in sostituzione di quel tempo che non ho
potuto
vivere al fianco del mio amico?” si interrogava il Digimon
guardando il cielo “Per ricapitolare le tappe che mi sono
state
negate? Forse, tutto questo è molto confuso, assomiglia a un
enigma, non ci capisco niente.”
«Pensi?»…«Oh?» Una
coniglietta marrone
era balzata al suo fianco «Sì, Lopmon. Mi stavo
chiedendo…perché sono diventato il Digimon di
Rea.»…«Non ti fa
piacere?»…«Tutt’altro…Rea…è
una persona davvero fantastica. Ma il problema sono
io.»…«Perché,
Terriermon?»…«Perché…sono
pieno di
dubbi ancora più di lei! Dovrei confortarla, sono il suo
Digimon
quindi la sua guida, dovrei saperle dare le risposte a quelle domande
che la tormentano tanto, saperle…spiegare il comportamento
di
Henry, tanto più che sono stato il suo Digimon, dieci anni
fa!
Però…» lasciando calare le sue orecchie
«…non dispongo di parole, avrei tanto bisogno che
qualcuno
spiegasse a me il senso di questi
anni.»…«Non te ne
preoccupare.»…«Oh? Ma che dici Lopmon,
è
ovvio che me ne preoccupi: né va della nostra intesa! E
forse…anche della mia
vita.»…«Terriermon, una
guida non è colui che conosce la risposta ad ogni singolo
quesito. Altrimenti…che senso avrebbe più,
camminare
assieme?»…«Uhm?»…«Una
guida…è qualcuno che ti tiene per
mano.»…«Ohh…» con
il suo lungo orecchio
marrone prese quello verdino di lui «Pensa ai bambini del
nostro
villaggio, un giorno sarebbe arrivato il momento in cui non avremmo
potuto rispondere ad una loro domanda, una qualsiasi, i bambini si sa:
crescono in fretta. E la vita è piena di complessi
interrogativi…come quelli che ora riguardano Henry. Basta
che
restiamo sempre vicino a coloro che amiamo, il nostro affetto il
ricompenserà, varrà più che mille
risposte…alle infinite domande che sempre
sorgeranno.»…«Tu
credi…?»…«Ne sono
sicura…»
“Quindi…” tornò il Digimon a
scrutare la sua
nuova domatrice “…forse adesso sono diventato il
Digimon
di Rea…semplicemente per confortarla, per starle vicino in
quanto ha bisogno di me. E’ tanto sola…”
«Oh!»…«Uh? Che
cos’hai,
Lopmon?»…«…non ne sono
certa…ma ho
avuto la sensazione che qualcuno ci stesse spiando.»
I due Digimon
assottigliarono gli occhi «Stiamo
all’erta.» disse
Terriermon «I nostri nemici potrebbero essere dietro
l’angolo…»
…in
effetti dietro i cespugli c’era qualcuno il cui viso era
coperto
da spessi occhiali da sole «Maledetti
Digimon…»
mormorava costei…
…e
ricordava la scena della notte prima, quello stesso Digimon dalle
lunghe orecchie dall’espressione a volte un po’
impertinente “Ehi,
salve: lei
non era quella tipa strana che tentò di fermare il nostro
viaggio a Digiworld giungendo in corsa sui suoi…zoccoli
consumati?”
«Maledetti
Digimon!!» ...strappò con rabbia
nient’altro che
erba e foglie Asanuma, portandoseli vicino al viso «Si
divertono
a prendersi gioco di me…odio con tutto il mio cuore queste
creature…ho imparato a detestarle!! Loro, per loro scelta,
si
legano soltanto a ragazzi e ragazze giovani e pieni di speranza, di
sogni!! Nessuno mai fra quegli esseri si accosterebbe a me,
un’insegnante frustrata che ormai non crede più
all’amore e ai buoni sentimenti: io non avrei mai speranza
che un
Digimon si avvicinasse a me…
…beh ad
eccezione di colui che l’ha già
fatto.»…«Sogni la tua
gioventù…?»…«Oh!
Fiocco di neve, mi
hai spaventata!»…«Ahah, non
volevo…scusa, la
prossima volta starò più attento. Avevo
dimenticato che
sei una donna
sensibile…»…«Piantala di fare
lo
spiritoso!!»…«Uhmuhmuhmuhm!...»
…ghignava, era emerso
dal fogliame «Era proprio a te che
pensavo.»…«Ohhh…! Non
è da te
rivolgermi simili complimenti, dolce maestrina: sono
lusingato…»
…mentre attorno a
loro lo spazio iniziava a modificarsi, quasi a volerli isolare in un
luogo oscuro e distorto, composto da emanazioni magiche, e ghiaccio,
tanto ghiaccio…
Asanuma non sembrava averne
paura, piuttosto gli dava le spalle con gran sfrontatezza, ed un
sorriso ironico «Ah! Già, come uomo bisogna
ammettere che
ti dai da fare con tutti quei tatuaggi e l’aria da bad-boy un
po’ avanti con gli anni!...ma non bisogna
dimenticare…» guardandolo con la coda
dell’occhio
«…che queste tue sembianze sono soltanto
apparenza. E
anche il tuo nome lo è. Tu in realtà
sei…»
…una luce gelida
avvolse quell’uomo magro dagli occhi sottili e
malvagi…
…e il secondo dopo,
una coppia di rigide ma imponenti ali bianche si incrociò
attorno ad Asanuma, come a volerla
proteggere…«Mmm…»
sembrò gradire, a
giudicare dal sorrisetto «Ti senti un po’
più amata,
adesso…?» chiese quell’essere dal corpo
bianco come
la neve, dalla testa magra e dalle enormi zampe artigliate
«Decisamente!...
…IceDevimon…
…un
Digimon…che tutti credono esser perito dieci anni
fa!»
pronunciò la maestra con un pizzico d’orgoglio
«Ma
la gente è sciocca, mia dolce Nami…»
sfiorandole il
viso con l’artiglio «…è
facile che si lasci
convincere da ciò che si dice in giro. E’ vero, lo
ammetto…» …pronunciava
l’essere con la sua
voce tenebrosa…smarrendosi in una serie di flash di ricordi
di
battaglia «…l’ultima volta coi Digimon
Tamers ancora
bambini non riuscii ad avere la meglio, e Guilmon mi
acquisì.»
…ricordando di una sfera di fuoco che frantumava il suo
corpo in
uno sfumare di dati…
«Ma
sarebbe più corretto affermare…che ha acquisito
solo una
parte di me: il mio odio e la mia ambizione sono così
enormi…che un singolo Digimon, di quella specie poi, non
è in grado di contenerli tutti dentro sé.
Sicché
mi ci è voluto del tempo, molti anni, ma alla fine mi sono
rigenerato…»
…lasciando che la luce del ghiaccio illuminasse attorno a
loro
quello che era il suo habitat naturale, composto da una miriade di
stalattiti nelle quali erano imprigionati dei Digimon indifesi
«…e le mie abitudini e i miei intenti restano gli
stessi:
essere il migliore…dominare sui Digimon grazie alla mia
potenza,
e alla mia glaciale autorità!» stringendo i due
pugni
decisi quelle sue grandi mani «Uhm uhm. Sei un tipo che non
si
lascia intimorire! E’ difficile trovare degli uomini tanto
arditi
in questo tempo di
rammolliti.»…«E’ difficile
anche, posso assicurartelo…»
…volò il
diavolo di ghiaccio, fino a sedersi leggero su una stalattite, per
contemplare meglio la donna «…scovare degli umani
così inclini a legarsi con me: sei un cristallo raro,
maestrina,
di quelli che non se ne trovano…
…oh, è vero, tanti anni
fa…»
…ricordando di una ragazza dai capelli rossi stretta allo
stesso
modo tra le sue ali «…credevo di aver puntato bene
scegliendo Rika: il gelido distacco nei suoi occhi, la sua ambizione
mista al suo orgoglio mi sembravano dei buoni semi da cui far
germogliare la mia prescelta domatrice, ma mi rendo conto
che…oh, com’ero giovane, e ingenuo!»
…per la soddisfazione di Asanuma…
«Quella
mocciosa non era niente in confronto…ad un odio tanto grande
come quello che alberga nel tuo
cuore.»…«E’
vero, non ne faccio mistero!!» la donna strinse un pugno di
determinazione «Odio tutto e tutti, se potessi esaudire un
desiderio farei sprofondare questo mondo in una buca di ghiaccio
gelido, mi è insopportabile osservare la gente che realizza
i
suoi traguardi…e io che rimango sempre ferma allo stesso
punto,
il mio lavoro non mi ha dato altro che fatica…i miei alunni
si
prendono gioco di me, i miei colleghi cercano di
prevaricarmi!»…«…uhm
uhm…continua, ti
prego! Questa è musica per le mie orecchie!»
declamava
enfatico IceDevimon…
«…mio
marito mi ha ingannata e tradita, e coloro a cui un tempo ho insegnato
a leggere e a scrivere sono cresciuti, e mi hanno dimenticata!! Ora
pensano solo a realizzare i loro sogni e amori, nessuno si è
ricordato di venirmi a trovare, magari a ringraziare! Non ho ricevuto
mai né mazzi di fiori né complimenti, anzi ora
quando
possono mi mettono in ridicolo! Per questo…desidero la loro
fine, voglio che soffrano, che la sicurezza che si sono conquistati
lottando al fianco dei Digimon sia travolta da un vortice oscuro che li
lasci soli, indifesi, abbandonati!...
…come mi
sono sentita io nel corso di questi
anni…»…«Hai
trovato…la gallina dalle
uova d’oro!» spalancò le braccia
l’inquietante
Digimon «Io adoro realizzare desiderio come i tuoi, mia bella
e
sfortunata Nami…»…«Uhm uhm, a
parole devo
ammettere che sei convincente. Ma io vorrei vedere presto i fatti,
insomma! Quand’è che li elimineremo?! Finora sono
riuscita
a farne sparire solo uno, era il più odiato, è
vero, ma
ne restano altri!! I Digimon Tamer brulicano per le nostre strade,
infestano la città: ed ora che hanno ritrovato i loro
Digimon
nessuno arresterà più la loro
spocchia!!»…«Quelle creature misere
hanno le ore
contate, non lo sanno ancora, ma sto per acquisire un grande, grande
potere.»…«Uhmf! Lo dici da tempo, ma
finora non ho
visto tracce di questo “grande potere” di cui
parli!»…«Questo ti basta come
traccia?»…«Oh?
Cos’è…?»
…IceDevimon lasciò cadere nella mano della donna
un
congegno simile a un cristallo di ghiaccio dalle sfumature nere e
tenebrose «Si tratta di un Digivice fatto in casa,
l’ho
realizzato con le mie stesse mani, le mani con cui ho
sconfitto…tutti loro!» …alludendo a
quel popolo di
Digimon congelati «Vorrei tanto vedere i miei alunni in
questo
stato!!»…«Stai per realizzare il tuo
sogno: la sola
cosa che ci manca…è trovare una buona sorgente di
potenza
che conferisca al nostro strumento tutto il potere di cui ha
bisogno…» lasciava cadere ad una ad una, come
fiocchi di
neve, quelle parole. Asanuma ipotizzò «Una
sorgente di
potenza potrebbe anche
essere…?»…«…uhm,
sei preparata:
l’acquisizione…di un Digimon abbastanza forte. Ce
n’è uno con cui ho un conto da regolare!! Una
volpe…presuntuosa, che in più di
un’occasione…!!...»
…ricordando di Kyubimon che si scagliava contro di lui in
quello
stesso luogo…«…mi ha lasciato sfuggire
la preda che
avevo puntato!…»
…e poi
della stessa presso quel vicolo isolato dieci anni dopo, per difendere
la stessa ragazzina di allora diventata una donna, contro i tentativi
di abuso di “Fiocco di neve” «Lei
più
d’ogni altro…bramo vederla nella mia collezione! E
sono
sicuro che questa volta sarà quella buona in cui ci
finirà…»…«Dipende
da te! Come pensi di
batterla se ti ha sempre sconfitto?» provocò
l’insegnante…ma gli occhi sottili di IceDevimon
luccicavano di rinnovata determinazione…
Renamon avanzava
ritta e solenne in quell’abitacolo nascosto fra i pilastri
cittadini che sorreggevano le strade sopraelevate, per poi rivolgersi
«Ti ricordi…qui?» in un lieve
sussurro…che
aveva completamente incantato l’animo di Beelzemon, che reso
insicuro dai suoi dolori sembrava ancora più nero, e le sue
ali
lo avvolgevano in una posa protettiva mentre il suo sguardo si sperdeva
«Caspita…sembra che non sia
passato…neanche un
secondo, e invece sono dieci anni! Com’è
possibile,
Renamon…?»…«…è
l’effetto
che fa la vita.» nascose appena il muso la volpe dorata
«Da
certi eventi a volte sembra che sia
trascorsa…l’eternità intera, questo se
ti metti a
contare tutto ciò che è successo, ed è
cambiato
nel frattempo.»…parole che fecero ancor
più
titubante lo sguardo triplicato del Digimon…ma che
proseguirono
«Ma se ti limiti a contemplarli dall’esterno, se ti
lasci
guidare dai fotogrammi e dall’atmosfera. Dai rumori, come
quello
delle automobili in strada e dei clacson che stiamo
percependo…» volgendosi a fissarlo
«Tutto sembra
uguale. E il tempo si
appiattisce.»…«Ohh…»…«Capita
anche a me.»…«Davvero?!...
…magari,
Renamon. Magari il tempo potesse appiattirsi veramente, e non solo per
un’illusione!»…«Che cosa vuoi
cancellare…?» sussurrava lei
«…che cosa ti
sembra sbagliato di questi
anni…?»…«Oh!
Tutto, dall’inizio! Gli obblighi che ci ha imposto il
destino! Le
svolte, le scelte da noi compiute! Ogni cosa!»
…Renamon
abbassò il suo sguardo quando Beelzemon nominò le
scelte
«Renamon, ma tu non credi che sia possibile in qualche modo?!
Insomma…siamo Digimon! Abbiamo tanti poteri,
perché
non-»…«Una volta Rika mi pose la stessa
domanda.
Eravamo a Digiworld. Io le risposi che il passato ormai era fatto, e
bisognava accettarlo. Contava solo il futuro...»
Beelzemon restò colpito…
«…da
ciò…la mia Digimon Tamer prese il coraggio
necessario, e
si tuffò incurante del pericolo nella voragine dalla quale
il
D-Reaper si stava sviluppando…fu allora…che
biodigievolvemmo insieme per la prima volta:
Sakuyamon…»…«…diavolo…quanti
ricordi: quanti nomi nel nostro
passato…»…«…e
quante voci. Qui
echeggiano ancora le
nostre…»…«Già…»
“Basta,
smettila, non voglio più sentirle queste sciocchezze! Anche
se
non riesco a digievolvere, anche se non ho un noiosissimo domatore,
sono il più forte di tutti e ve lo dimostrerò!!”
“Rispondi a
questa domanda…hai mai avuto un domatore?”
“Ehhh…?! Uh-Uhmm!!”
…lui l’aveva persino colpita con un pugno in viso.
Liberandosi dalla sua presa, e piegandosi in ginocchio a terra,
colpendo il pavimento con quella forza che un diavoletto scuro
può caricare nei suoi pugni “Tu parli troppo! Non lo voglio
un domatore! Voglio solo digievolvere e basta!! Per dimostrare a tutti
quanti quello che valgo!!”
…così, nel presente, Renamon camminò
verso quella
piccola fessurra dalla quale si scorgeva la strada in tutta la sua
lunghezza, e lui stavolta le si accostò, per contemplare
insieme
a lei quell’ingorgo annegato nei clacson di una giornata in
cui
niente sembra funzionare come si deve «Che cosa è
successo, Beelzemon…? Ora siamo entrambi cresciuti, sebbene
il
cammino sia stato lungo e non sempre facile. Io non sono più
quella Digimon esperta di combattimento ma dilettante nei termini che
descrivono i legami affettivi, e soprattutto tu non sei più
quel
piccolo Digimon che aveva bisogno di un orientamento, e rifiutava di
farsi aiutare. Ora sei tu che aiuti gli altri: e hai tanti amici
accanto a te, hai persino una nuova domatrice che si è
aggiunta
a quei ragazzi che hai ritrovato nel presente cresciuti e
fortificati.»…«…lo so,
Renamon. Forse ho
sbagliato, non avrei dovuto trascinarti qui!
Magari…è il
lato di me di allora che emerge, quando dovrei accontentarmi di quello
che ho. Scusa! Fa come se non avessi detto niente, e
grazie-oh?»…«Aspetta.»
…lei lo
trattenne ponendogli la zampa sulla spalla…e da
lì
scivolò in una carezza «A volte accade di tornare
indietro
senza che qualcuno di noi abbia ordinato l’avvio del
processo,
è inarrestabile. Fa parte della nostra natura. Io stessa ne
sono
forse l’emblema, tuttora stento…a volte a definire
quegli
stessi legami, e a comprenderne l’immensità.
Benché
sia passato il tempo, e dovessi esserne esperta. Ma te l’ho
detto, non si può evitare. Bisogna soltanto
accettarlo…è assieme al passato una di quelle
cose con
cui dobbiamo imparare a convivere. Se vogliamo ancora un futuro in cui
poter sperare.»...«Oh,
Renamon…» si volgeva
lui, adagiandole la mano artigliata sul pelo in un sussulto di emozione
di lei «…anche a distanza di tempo i tuoi consigli
mi sono
di guida, e le tue parole di
conforto!»…«Parla…dimmi cosa
ti
tormenta…?» mormorò ma suonava come una
supplica
dal cuore «E’ la natura umana! E il passato, le
scelte!
Sono i
sentimenti…»…«…ti
capisco…
…sei
cresciuto…»…«Oh
sì. Sì, ma
forse troppo! Forse sono cresciuto male,
Renamon…»…«…perché
dici
questo?!» si fece lei più vicina
«Perché…sogno di essere qualcuno che
non sono.
E’ come allora!»…«Che cosa
sogni?»…«In questo stesso
luogo…dieci anni fa
io sognavo di essere grande e potente. Di digievolvere, e dimostrare a
tutti quello che sentivo dentro, adesso!!...che sono cresciuto, che
riesco a mantenere quella forma per cui all’epoca avrei
pagato
qualsiasi cifra…non mi basta più! Desidererei
essere…qualcos’altro, qualcun altro! Che non
potrò
mai diventare né coi poteri né grazie alla
battaglia…» volgendosi di scatto verso di lei
«Io
sogno di essere un umano,
Renamon!!»…«Ah!!...»
si sfiorò la bocca con gli artigli «E’
da quando
eravamo a Digiworld che non faccio che crogiolarmi in questo
sogno…»…«Oh Beelzemon ti
comprendo!...
…non immagini quanto, è tutto il giorno che ci
penso,
è dal mio risveglio che…non faccio che avere in
mente i
sentimenti degli umani, e i loro legami!...che li
uniscono…fino
a fonderli…»
…e nel
suo cuore Renamon pensava “Ci comprendiamo così
bene…siamo così simili!! Perché noi
due
non…?”
«Io vorrei
tanto essere uomo, però…non saprei io stesso
spiegarti il
perché, non capisco cosa mi succede! Eccetto una cosa. Che
ha a
che fare con qualcuno. Un qualcuno…DI MOLTO
SPECIALE…per
me…» chinando il capo mentre scandiva quelle
parole, e
Renamon lo fissava «…qualcuno da cui ora la vita
sembra
volermi dividere! Qualcuno a cui non potrei avvicinarmi,
perché
in questi anni si è legata…a qualcun altro che
non sono
io!!» “Beelzemon…ma
tu…?!!” «Hai
compreso di chi parlo?»
…l’emozione nel cuore di Renamon era sempre
più
palpitante…
«Forse no.
Certo, io non mi spiego, sono sempre il solito testone.»
dandole
le spalle e compiendo un sospiro di tentato sgravio, mentre lei gli
tendeva la zampa ma lui non poteva vederlo «Si
tratta…di
Akemi. Akemi Ayami, la mia Digimon Tamer. La mia…ex-Digimon
Tamer, dovrei piuttosto dire…» (canzone: Mariah
Carey - I only wanted)
…quella zampa
calò…e si ritirò
lentamente…in
un’incertezza che scivolava in delusione e dolore…
«…perché da quel che sembra non posso
neanche
più considerarla tale, con la strada che ha scelto lei non
può attivare il Digivice, però!...
…questo…non è un problema di Digivice.
La
questione è diversa. Io…sento di aver bisogno di
lei, ma
non…circa le battaglie. Non so se riesci a
capirmi…»
Renamon
chiuse gli occhi…e si premette la zampa sul
cuore…per poi
dire dopo qualche attimo «…sì. Ti
capisco
perfettamente…» come si ingoia un boccone dovuto
ma
dolente.
«Renamon!» si volse d’un tratto lui
«Tu che
capisci tutto, sei così saggia e sei sempre stata la mia
ragione
e il mio indirizzo, da quando ero più giovane e mi
smarrivo!»…«S-Sì,
io…!»…«Sapresti spiegarmi
cos’è
questo sentimento che provo nel mio cuore ogni volta che la
vedo?!» afferrandole le mani “…forse il
mio
stesso!” «Ah, tu sei l’amica
più cara che
abbia mai avuto. Ti ho trattata molto male, ma adesso…ho
bisogno
di te, non mi vergogno ad ammetterlo! Mi servono le tue preziose
parole, come posso fare per andare avanti?!»
“…ed io
come faccio a dirtelo? Lo ignoro io stessa…che vivo a stento
ogni mio giorno sentendo che non posso tenerti stretto tra le
braccia.” «Perdonami,
io…»…«Renamon!...non
sarà…la
stessa cosa che tu hai provato quanto hai incontrato Imagomon, per
caso?»…«…Imagomon…lui-»…«Tu…ti
sei innamorata di lui a vista d’occhio, non è
vero?»…«Ah!» era sempre
più spiazzata
Renamon di fronte a quel fiume di domande «Io non mi sono mai
posto il problema, A-Akemi…era la mia piccola domatrice! La
mia
amica! Lei e Mako erano…i miei Digimon Tamer, ma questo
dieci
anni fa, poi nel corso di questi anni è cambiato qualcosa in
me
senza che io stesso lo sapessi! Cosa è successo, CHI sono
diventato, CHI E’ Beelzemon?!...e…
…chi
ama…?»…«…queste
sono
domande…» sussurrò lei quasi senza voce
«…alle quali…solamente il tuo cuore
può
rispondere. Interrogalo…e non fuggire alle
risposte.»…«Ma Renamon, io ho confusione
nella mia
testa! Senti, la senti questa strada?! Piena di clacson, una strada
cittadina intasata, è questo lo scenario del mio animo in
questo
momento!!» “…il
mio…altrettanto è un
turbine!! Ed ha come rifugio soltanto un luogo solitario come questo,
dove…
…vi siamo
soltanto tu ed io…”
«…ti prego, non
lasciarmi anche tu…»…«Ma
io!...
…
…no, sta
tranquillo. Non è
niente…»…«Oh?»…«…è
normale che tu viva questo.»…«Dici
davvero?! Io non
sapevo più a quale pilastro cementato sbattermi la
testa!»…«No!» lei gli
carezzò il capo
«…siamo soltanto cresciuti…è
come allora,
tutto sembra un caos ma poi andando avanti ogni cosa si chiarisce. E va
al suo posto.»…«…io non credo
che sarà
così, sinceramente. I dilemmi dell’età
adulta sono
molto più forti…molto più intricati e
scuotenti
persino di quei problemi che da più giovani…ci
sembravano
la fine del mondo! E pensare che ero certo…che non avrei
più visto Akemi e Mako quando avevo scelto di
lasciarli!»…«…e invece li hai
ritrovati, e lo
stesso sarà per queste risposte che tanto ti
tormentano.»…«Oh?»…«Io
non so
dartele…in questo momento, perdonami. Ma con il tempo coloro
che
chiarivano ogni nostro dubbio…divengono creature come noi, e
anche loro talvolta sono disarmate di fronte agli enigmi della vita.
Cresciamo…i miti si sfatano, e scopriamo di essere tutti
sullo
stesso vascello malmesso che arranca nella tempesta. Ma non dobbiamo
smettere di…seguire il cuore. Questo sì, posso
dirtelo.
Tu devi seguire il tuo cuore, Beelzemon…hai un cuore
meraviglioso.»…«Tu dici che
io…abbia un cuore
meraviglioso? Ti dici che io
debba…seguirlo?!»…«…sì…»
“…amore mio” «…ti
guiderà anche
questa volta verso la
luce.»…«…non credi che
accadrà come in passato, che la smania prenderà
il
sopravvento, portandomi a compiere azioni
sbagliate…?»
chiese lui manifestando timore nei suoi occhi, ma lei seguitava a
sfiorarlo con gli artigli e sembrava serena, seppur il suo sussurro
fosse quasi privo di vigore «…io ho fiducia in te
e in
quanto sei maturato. So che potrai scegliere per il bene,
stavolta…quando sarà il momento. Scusa, questa
è
la sola cosa che posso dirti. Non ho altro da
aggiungere.»…«Oh?»
…al che lei si
volse, e si allontanò lentamente «Anche una guida
a volte
può ignorare cosa c’è sul fondo della
strada…»…«Sul
fondo…della
strada…» Beelzemon mosse così gli occhi
verso
quella fessura nel cemento, oltre la quale si estendeva la
strada…
“Ma non
può aver dubbi su chi c’è nel suo
cuore. E nel mio
vi sei tu.” «Renamon! Oh…?»
…ma lei era
balzata via «…amica mia…
…lo sai? Anche
quando non parli…mi sei tanto d’aiuto.
Grazie.»
Beelzemon sorrise grato.
Ma tra i balzi Renamon versava lacrime «Oh,
Beelzemon…» (fine-canzone)
Anche Imagomon stava
percorrendo la città a ritmo di balzi sui tetti
“Devo
perseverare…i terrestri potrebbero avere bisogno del mio
aiuto:
devo rintracciare i miei amici Digimon. E metterli in
guardia!”
Ma d’un
tratto si volse “Oh?! Cosa è
stato…forse solo un
soffio d’aria gelida, ma non riesco a capirlo. I miei poteri
non
funzionano correttamente in questo scenario…”
sicché scelse di lasciarsi alle spalle quella sensazione e
proseguire nella sua avanzata.
Eppure se si
fosse girato, avrebbe visto una stalattite innalzarsi dal tetto per
diramarsi nelle due ali di una statua di ghiaccio, che in un esplosione
di cristalli svelò la mia vera natua «Aaaahh,
perché mi hai portata così in
alt-»…«Shhh!»…«Mmm!»
…lui le mise la mano sulla bocca «Non devi aver
paura…ci sono io a sorreggerti qualora dovessi
cadere.»…«Brrr!» ebbe un
sincero brivido
Asanuma nel guardare di sotto «Vista dall’alto
questa
città fa ancora più
paura!»…«Dillo che
sei emozionata nell’essere in mia
compagnia.»…«Certo, come
no!»…«Tuttavia ora ti chiedo uno
sforzo…» disse IceDevimon incrociando le braccia
«…impegnati a non concentrare su di me
l’attenzione,
capisco che è arduo! Sono senz’altro un Digimon
non privo
di fascino…ma ora vi è qualcuno di molto
interessante,
sul nostro raggio
visivo…»…«Non capisco di
chi parli!»…«Lo so. Balza troppo
velocemente…
…perché un occhio umano ingenuo come il tuo
riesca a
scorgerlo, nel mio caso è diverso: io ci sono
abituato.»…«Non darti tante arie! Non
sono ingenua e
se vuoi saperlo ho inseguito e stoppato alunni che correvano alla
velocità della luce!»…«Allora
meglio
così…» sorrise il bianco diavolo dai
denti affilati
«…non avremo problemi a tenergli
testa.»…«C-Che cosa dici, dovremmo
sorvolare
l’intera città?!
A-Ahhhh!!!»…«Senza il
minimo dubbio: quello è il Digimon che stavamo cercando!...
…può potenziare il nostro Digivice, e percepisco
nel suo
animo che è legato alla mia rivale: lui riesce a leggere
nella
mente. Ma io ho sviluppato gli stessi
poteri…»
IceDevimon si lanciò il volo, determinato verso il suo
obiettivo…
«E’
inutile, ragazzi!» continuava ad insistere Rea
«Qualunque
cosa possiate dire, qualsiasi cosa ci inventassimo la realtà
è una soltanto. Dobbiamo accettarla…»
abbassando la
testa, ma Terriermon obiettò
«C’è qualcosa
che non mi convince!» al che Suzie domandò
«Che cosa
intendi, Terriermon? Beh…
…se è
per questo neanche a me, già il fatto che mio fratello sia
sparito e adesso salti fuori la storia che si sposa con una ragazza che
nemmeno conosciamo!»…«Ma
c’è di
più! Rea, Suzie, quei bambini che ieri ci hanno dato la
notizia…»…«Sì, lo
so!» fece Rea
«Sembravano così soddisfatti! Erano molto
accaniti,
per essere bambini…»…«Non
è solo
questo!!» …al che la ragazza dai capelli scuri
restò colpita «…di che altro si tratta,
Terriermon.»
…il
Digimon verdino illustrò «…ieri
avendoli vicino ho
percepito una strana sensazione…»
…ricordando di quel bambino dall’aria timida ma il
sorriso
subdolo, e quella bambina aspra nella sua invettiva…
«Come se
non fossero…realmente esseri
umani!»…«Cosa
dici?!» sussultò Suzie, e Rea sgranò
gli occhi ma
dopo poco…«…impossibile.»
tornò a
sedere sulla panchina «Perché, Rea?!»
fece Suzie ma
lei spiegò «Cosa ci guadagnamo ancora ad
illuderci? Erano
normalissimi bambini…
…bambini
contenti…di vedere un loro amico prossimo al coronamento del
suo
sogno.»…«Io non sono
d’accordo!!»
insistette Terriermon, e Suzie «Neanch’io! Rea,
ragiona, in
questo momento tu vedi le cose
negativamente!»…«Non
ho intenzione di illudermi più! Tutto questo
periodo…
…è stato
un su e giù di speranze…e delusioni, sogni!...e
frantumi
di sogni. Non ce la faccio più! Io…avrei bisogno
di una
vita normale, dovrei occuparmi di mio figlio che è piccolo!
Cosa
posso dargli di buono…se continuo a inseguire le mie comete?
Suo
padre si sposerà presto con un’altra
ragazza…e
anzi, quei bambini hanno detto che è deciso a riavere Benji,
probabilmente vi sarà da lottare in tribunale per arrivare a
una
soluzione equa! E’ finita…devo comprenderlo: il
mio
sogno…» volgendo gli occhi al cielo
«…di una
famiglia unita e piena d’allegria, una casa in cui si potesse
mangiare speranza per il futuro a colazione…
…che fosse il sostegno, nei giorni grigi…
…ormai altro
non è che un sogno sfumato: il mio destino sarà
essere…come tante altre donne che lottano, e strappano la
vita
cercando di ricostruire qualcosa di decente…dalle macerie di
ciò che desideravano.»…«No,
se tu non
vuoi!!»…«I miei sogni di ragazza erano
altri, Suzie,
è vero, però!...
…adesso la
realtà mi si pone davanti, che posso fare per
fronteggiarla…?»…«Lei non
diventerà
come le altre, signora Rea!»…«Oh?
Terriermon!»
Con
determinazione il Digimon le balzò sulle ginocchia
«Lei
è diversa, e deve restare com’è! Non
è
giusto che si trasformi nell’ennesima…donna
frustrata,
amareggiata per una vita che non le ha dato…quello che
desiderava, che aveva il diritto a sognare! Perché lei, Rea,
ha
espresso un desiderio limpido e nobile! Lei non ha chiesto ricchezze,
non vuole successo…» prendendole la mano con il
lungo
orecchio «…lei vuole solo essere felice con suo
figlio.
E-E con…l’uomo…che ama.»
Rea lo guardava negli occhi, così colpita….
«…non sono in molti ad essere come lei, deve
capire
che…qui, nel suo cuore lei ha un sogno prezioso e brillante.
Non
merita di essere travolto dalla sfiducia! La
sfiducia…»
abbassando lo sguardo «…fa già molti
danni, fa
terra bruciata là dove c’erano speranze e
propositi per il
futuro. Ma lei no. Lei non deve mollare, è forte!
Può
esserlo abbastanza per crescere suo figlio, e allo stesso
tempo…
…non abbandonare mai il suo sogno antico, mi creda, se
c’è qualcuno che può farlo questo
qualcuno…è davanti a me! Io ho fiducia in
lei…» prendendole il Digivice e ponendoglielo
nella mano
«…Terriermon…»…«…e
ne
vale la pena, mi creda.»…«Terriermon ha
ragione.» non perse tempo a confermare Suzie, e anche Lopmon
«Lo penso anch’io!»
Rea
espresse sincera «Siete tutti di veri
amici!»…«Ma cosa dici Rea, Henry
è anche mio
fratello! E poi, comunque non dobbiamo smettere di tenere gli occhi
aperti: siamo circondati da nemici misteriosi e sfuggenti, e
più
parlo più sono convinta che ci sia qualcosa sotto a questa
storia!»…«Pensi…davvero che
la faccenda del
matrimonio di Henry nasconda un
mistero?»…«…non lo possiamo
sapere…» rifletté Suzie
«…però…io ho una strana
sensazione, chiamala
intuizione da sangue fraterno, ma ciò che ha detto
Terriermon
secondo me non è sbagliato! Lui ci vede
lungo…»
…si volse a guardarla il Digimon…«Lo ha
sempre
fatto, e a dire il vero tutto, ogni tassello! L’apparizione
di
lei durante la vostra permanenza in America, la sua presenza a casa
nostra quel giorno, e adesso…questi strani bambini, il
cambiamento improvviso di mio fratello, tutto…sembra come
parte
di un piano!»
Rea si
alzò lentamente, con sguardo assorto e il Digivice in mano,
mormorando «Non staremo…commettendo il
più grave
errore della nostra vita…?»
Eloquente fu
però lo sguardo in risposta di Suzie
«…io credo che
valga ancora la pena di pensare un’ultima volta come se fosse
un
cartone.»
«Ah!
Terriermon!» sussultò Lopmon, affermando
«Dei
Digimon!» ed anche Terriermon si volse di scatto
«E’
vero, avverto di nuovo quella presenza!»
Rea e Suzie si fissarono in silenzio…
Imagomon era
giunto presso di loro, stava attraversando il verde dei cespugli
«Terriermon!...Lopmon, sono loro, possono condurmi da
Renamon!» ma ad un tratta
«Aaaaahhh!!!»
“Cos’è questo vento
inarrestabile…? E’
freddo come un odio senza limiti…”
«Uhmuhmuhm, cerchi qualcuno…?»
Imagomon
si volse. Incrociando gli occhi sottili e soddisfatti di quel diavolo
di ghiaccio «Tu
sei…»…«Mi presento: io
dieci anni fa lottai accanitamente contro quella Digimon che mi risulta
essere la tua sposa. Non riuscii a sconfiggerla e ad acquisire i suoi
dati, ma ti posso garantire che ora, grazie a te le cose cambieranno:
sarà costretta ad abbassare la cresta, ti è molto
devota,
e grata per ciò che hai fatto per lei! Di sicuro
pagherà
qualsiasi cifra inclusa la sua vita per trarti in salvo da
me…!!!»…«Pioggia di zirco-ahhh!!!»
IceDevimon
fu più veloce: bloccò la reazione di Imagomon con
una
luce gelida dai suoi occhi «Non è possibile---no:
ahhh!»…«Uhmuhmuhm, percepisco che hai
dei figli: in
questo momento il tuo pensiero va a loro.» mentre il ghiaccio
si
addensava tra il pelo nero del Digimon «Sono
due…adorabili
volpacchiotti, è come se li vedessi!
Due…deliziose
statuine congelate nella mia collezione, almeno non soffriranno per la
spietata dipartita dei loro genitori!»
«Vai
così, IceDevimon…!» incitava
sussurrando Asanuma,
nascosta tra le foglie «In effetti non è niente
male, ha
dei poteri incredibili, ha catturato quel tipo senza batter ciglio! Ho
fatto bene ad allearmi con lui, di certo è più
forte dei
Digimon dei miei alunni!» Il suo sguardo brillava di
soddisfazione. Ma d’un tratto dovette
«Uhp!» piegarsi
di scatto dietro il cespuglio, col suo Digivice in mano.
«T-Terriermon…» fece in tempo a dire la
volpe, prima
che un blocco di ghiaccio lo imprigionasse «Ah!! Imagomon!!
Sei
sulla terra?!!» esclamò attonito il Digimon
verdino
«Ahhh, chi si
rivede!»…«Ahhh!!...
…tu sei
IceDevimon!» …mentre giungevano anche Suzie e Rea,
ponendosi in posizione di battaglia. Lopmon chiese
«Terriermon,
tu lo conosci?!...non sarà mica quel Digimon malvagio che
tentò di rigirare
Rika!»…«E’ proprio
così, ma noi credevamo che fosse
morto!»…«Mi
dispiace deluderti, piccolo insignificante microbo: ma sono tornato!
Sono più forte di prima, e questa volta voi tutti me la
pagherete.»
«…sembra
crudele…e malvagio…» lo scrutava Rea
«…gelido come una vita in cui i propri sogni si
abbandonano…» preparando il suo Digivice.
IceDevimon
illustrava con orgoglio «E’ proprio
così, io traggo
la forza dalla frustrazione e la voglia di vendetta! Sono
l’energia che mi nutre…e mi conferisce
potenza.»
Asanuma spiava dal
cespuglio “Uhmuhmuhm, perfetto!” soddisfatta di
puntare gli
occhi proprio su Terriermon “Così quel piccolo
impertinente si pentirà di avermi deriso davanti ai suoi
amici!”
«Ah! Chi
c’è dietro i cespugli?!»
esclamò Lopmon, ma
IceDevimon «Fermi dove
siete!»…«Ahhh!»
emise un laser ghiacciato.
Asanuma restò
col fiato sospeso. E il Digimon minacciò «Se non
volete
che infranga questa bella statua dovete piegarvi al mio volere, e
consegnarmi chi bramo di
incontrare!»…«Terriermon,
il Digimon che ha cattuato è un vostro amico?»
chiese Rea
«Sì, è Imagomon!!» Lopmon
continuò
«E’ il marito di Renamon, noi ignoravamo che ci
avesse
raggiunti sulla terra!»
A quel punto Rea corse
avanti «E invece mi spiace per te!» puntandogli il
Digivice
«Perché noi non ci piegheremo proprio a niente,
non ci
cogli impreparati, noi ti sconfiggeremo!! Abbiamo dei sogni da
difendere, non li getteremo solo perché un essere malvagio
come
te ci ordina di farlo! Giusto
Terriermon?!»…«…giusto!»
rispose
Terriermon in un lampo di gioia ma IceDevimon sorrise subdolamente
«Vedo che hai cambiato domatore. Dov’è
quel
ragazzino dall’aria composta che era con te
l’ultima volta,
gli è capitato qualche
incidente…?»…«…non
sono fatti
tuoi!!» replicò Terriermon, e Rea si
parò di fronte
a lui con sguardo deciso «E’ vero, e comunque se ti
interessa Henry sta benissimo, e presto sarà di nuovo sul
campo!!» “Rea…” la
guardò stupito
Terriermon, ma dietro di lui Suzie confermò
«E’
vero!!» e Lopmon balzò a terra, esclamando
«Noi
siamo una squadra forte e infrangibile, non ci lasciamo battere
così!»…«Molto bene,
misureremo molto presto
il valore della vostra squadra!
Dardi di ghiaccio!»
IceDevimon si
alzò in volo agitando le ali nel liberarsi di una raffica di
stalattiti affilate «Attenti!» la squadra si divise
al
comando di Suzie, e Lopmon reagì prontamente «Loptornado!»...«Terriertornado!!»
altrettanto Terriermon, e i due vortici si unirono in un ciclone
congiunto che si parò a fare resistenza contro le frecce
ghiacciate.
«Dai,
IceDevimon!» incitava Asanuma pur dovendo tenere il tono
basso
«Fatti valere, sei il Digimon migliore fra tutti, loro non
possono batterti!!»
…mentre il
blocco di ghiaccio che aveva imprigionato la volpe nera fluttuava sopra
lo scontro…
Nel frattempo, a casa Wong
«Janyu, che facciamo? Io non posso tenere il bambino, devo
andare
a lavorare!»…«Io…lo farei
volentieri,
però…! Sinceramente volevo uscire per
rintracciare Henry:
hai sentito Rea e nostra
figlia?»…«Sarà vera
la storia del matrimonio…?» chiedeva la signora
sfiorandosi intimorita le labbra «Non sono sicuro di niente
in
questa storia eccetto di una cosa: nostro figlio è molto
confuso, e devo vederci
chiaro!»…«…io
resterei a casa…ma è meglio che vada anche se
è
sabato, con i soldi che abbiamo dovuto dare a causa di
quel…ricatto purtroppo dobbiamo stringere i denti per
evitare
problemi!»…«Sono
d’accordo…»
quando suonarono alla porta, e il signor Wong si avviò ad
aprire
«Anche se francamente oggi non so cosa riusciate a fare,
c’è un disastro con le linee, e francamente
è un
fenomeno alquanto stra-oh?»
Aprendo la porta,
trovò di fronte un sorriso smaglianti «Ihihihiii!
Sono di
nuovo io!» esclamò Violetta «No, scusate
è
che poi ieri c’è stato quel seccante incidente e
non
abbiamo fatto in tempo a parlare per bene: mi perdonate se sono
invadente? Com’è finita poi con la vostra
automobile?»
La signora Wong
già accennava un sorriso, ed il marito seppur un
po’
imbarazzato «Oh beh…in questo
momento…abbiamo ben
altri problemi a cui pensare rispetto all’automobile. Ma si
accomodi la prego, non stia sulla
porta.»…«Posso??
Sicuro-sicuro?? Uhmuhmmm!» …sbattendo le palpebre
in un
amabile sguardo «Non ci crederà,
signora…mi
permetta, il nome? Violetta?»…«Violetta,
sì,
Violetta!»…«Lei…che dire, se
mi dicessero che
lei è un angelo ci crederei anche se sono un uomo razionale:
sembra davvero che sappia comparire nell’esatto momento in
cui
abbiamo bisogno di lei, come una
fata!»…«Ahahah,
sono in molti a dirmelo! Ma in realtà sono soltato una che
si
arrangia e fa quello che può! Ah che poi oggi non vi sto a
raccontare tutto quello che mi è successo, con questo
macello
che c’è in giro la città è
nel caos e
circolare è una cosa da mal di testa, mi
cred-»…«Ehm, buongiorno. Spero di non
disturbare,
scusate se sono venuto senza avvertire. Ma i telefoni non prendono e
sono qui…anche per parlare di questo.»
Lo sguardo dei
coniugi Wong si spalancò nello stupore. E Violetta si volse
un
po’ interdetta «Eheheheh…(!) »
verso
l’uomo che era comparso alle sue spalle «Mamma
mia…che altezza…!»
Ma costui non
sembrava guardare lei bensì loro, accennando un sorriso
«Come state? E’ tanto tempo che non ci
vediamo.»...«…Yamaki?» fece
Janyu Wong. E
Violetta sembrò avere una folgorazione, benché
scelse di
tenere per sé i suoi sussurri «C-Come ha
detto…?» ...volgendosi sempre più
incredula verso
quell’uomo alto e biondo «Come stai?» si
rivolse
Yamaki a Janyu Wong «Certo che rivedersi fa uno strano
effetto:
la vita è un
soffio…!»…«…è…proprio
così, sembra incredibile.» avanzava Wong che
sembrava
provare un’emozione particolare nel rivedere l’uomo
«…averti davanti e risentire la tua voce fa
ricordare i
tempi in cui i nostri figli erano impegnati a combattere. E noi ad
aiutarli…»…«In
effetti.» replicò
Yamaki che sembrava sereno e a suo agio, infilando una mano in tasca ed
affermando «E non si tratta solo della mia voce ma anche
quello
che dirò…» (mentre Violetta non cessava
di
fissarlo) «...ci riporterà indietro a quei tempi.
Volevo
chiederti se tuo figlio è in casa ma…immagino di
no, non
importa, avrò modo di incontrarlo più in
là. Come
sta, signora Wong?»
«Oh? Io?
Bene!» rispose rapida perché emozionata la donna,
e Yamaki
accennò un sorriso «Mi fa piacere…sono
felice di
rivedervi.» …smarrendo uno sguardo assorto e
intenertito
alla vista di Benji tra le braccia di Mayumi, e realizzando in silenzio
chi potesse essere, cosa che non gli risparmiò una delicata
emozione sebbene fu interrotta dal riaffiorare delle sue maniere
cortesi «Oh, perdonate, non vorrei avervi
interrotto.»…«N-No. No, al contrario,
colgo
l’occasione per presentarti qualcuno: Violetta, questo
è
il signor Mitsuo Yamaki, è stato un mio…fedele
collaboratore molti anni fa per un’operazione delicata.
Mitsuo,
lei è la signora…Violetta Yusaki, è
venuta per
aiutarci in casa.»…«…molto
piacere di
conoscerla.» disse Yamaki…lei gli strinse la mano
«Uhmuhmuhm, il piacere è tutto
mio…!»
sfumando col tono della voce...lo fissava in un modo strano,
penetrante, e lui non poté fare a meno di notare altrettanto
qualcosa di indecifrabile in lei…ma tutto si
consumò in
rapidi secondi «Uhhhhhh! Ma se quello che vedo lì
in fondo
non è un…wooooooh! Adoraaabile
bambino!!»…«E’ nostro nipote.
Benji.»
spiegò Mayumi Wong, e Yamaki sorrise appena «Lo
immaginavo…
…il figlio di Henry…»
Violetta
avanzò verso il bambino «…ciao, piccolo
eroe…» mormorava roteando il suo dito presso il
visetto
del bimbo «…me lo fai un sorriso?...che faccia
seria…!...non sorridi mai?...»
«…somiglia tutto al padre.»
commentò Yamaki,
e Janyu «Già, peccato che non sappiamo
più cosa
stia combinando. Credimi Mitsuo…siamo
disperati.»…«Io ho incontrato
Henry.»…«Cosa?! Dici sul
serio?!»…«…tuo figlio sta
affrontando un
periodo difficile, ma sono certo che ce la farà!
E’
forte…non
demordere.»…«…spero che sia
come dici tu, che tu abbia ragione anche questa
volta…»
«Benji,
sai una cosa…? Mi piacerebbe tanto fare amicizia con
te…» sussurrava dolcemente Violetta «Mi
piacerebbe
che noi diventassimo…inseparabili…come due
compagni di
battaglia, ti va di essere amico mio? Mmm?» piegando il suo
capo
e sbattendo le palpebre…mentre Mayumi Wong commentava
«E’ così dolce…»
alludendo alla donna
«Già…» fece il
marito…
…ma Yamaki la osservava attentamente, e la sua espressione
era
torva…proprio come quella di Benji…
«Lotti, devi premere il pulsante destro, te l’ho
detto
cento volte!»…«Ma! Ma non si
preme…»…«Inutile, non
c’è niente
da fare! Il computer è addormentato, non vuole proprio
saperne
di rispondere ai comandi!» protestò Mya sferrando
un colpo
al display «Non è colpa del computer.»
spiegò
però Henry, lì assieme a loro «Si
tratta di un
problema di linea, lo si vede chiaramente: il vostro computer
è
sano, è qui in città che vi è un
disturbo di cui
però non riesco ad individuare la causa.» ma
neanche aveva
terminato che Lotti si sovrappose col suo lagnoso mormorio
«…è da
rottamare…»…«Giusto Lotti,
hai proprio
ragione! Chiederemo a mamma e papà di comprarci qualcosa di
meglio di questo SCASSONE!»…«Ehi Mya,
che modi
sono…?» tese la mano Henry, seppur paziente nel
suo tono
«Ehhh…??» si volse la ragazzina alquanto
stupita
«Che c’è di strano a volersi disfare di
un qualcosa
che non svolge più la sua funzione come
dovrebbe?»…«Ogni cosa in nostra
dotazione merita
cura, bisogna trattarla con molta attenzione.»
…i due
ragazzini si guardarono sbattendo dubbiosamente le palpebre. Ed anche
la nera Umi fra di loro si grattò il mento con un artiglio
«Un computer…è un qualcosa di
prezioso.»
spiegava Henry dolcemente, con la sua voce dal suono vellutato
«Può servire a tante cose: è uno
strumento utile
per svolgere…lavori di ogni tipo. E fa anche tanta
compagnia.
Non dovete essere così irruenti ed avventarvi contro le sue
strutture, una delle principali cause di
malfunzionamento…deriva
dalla trascuratezza con cui lo si conserva, ed è un peccato:
i
vostri genitori hanno di sicuro speso molti soldi per comprarvelo
affinché poteste divertirvi
assieme.»…ma le
palpebre seguitavano a sbattere «Io non capisco,
Lotti.»…«No,
neanch’io…»…«Il
computer non sente! Non
capisce, è una cosa inutile e inanimata, è
soltanto…u-un volgare agglomerato di particelle
informatiche!»…«…serve solo
quando ci giochi
e ti diverti…»…«…e
quando non è
più affidabile SI BUTTA, va dritto nel bidone che il camion
svuota la sera, è
chiaro?!»…«…perché
siete così
aggressivi? Non dovete…avere tutta questa rabbia per
ciò
che vi circonda…» accennò Henry. I due
ragazzini
tornarono a fissarsi «Un giorno ripenserete alla vostra casa
e
tutti i vostri oggetti e giochi, e…scoprirete di esserci
molto
affezionati. Per me è stato così, io al mio
computer ero
molto legato. Mi è dispiaciuto moltissimo quando ha smesso
di
funzionare. Era…un regalo dei miei genitori, e anche se
fatto
soltanto di dati ed elettricità è stato un amico
e un
grande compagno di giochi. Delle volte basta un po’ di
immaginazione…e le cose della vita prendono
un’altra
forma. Perché non ci provate anche voi? Siete due bambini
dalla
grande fantasia…»…«Oh? Che ci
frega della
fantasia! Quando cresceremo e diventeremo forti ci basterà
la
realtà a darci soddisfazione! Vero Lotti?» e quel
ragazzino all’apparenza timido sfoderò il suo
sorrisetto
subdolo «…esatto…noi diventeremo
famosi, ricchi e
in carriera…»…«Oh, non
crediate che sia
così
facile.»…«EHHH?!!!»…«Mya,
ma che
sta dicendo? Anche Umi ha dei dubbi!»
…ma lo
sguardo di Henry si smarriva in una consapevolezza venata da dolore
«Semplicemente…vi sto ponendo di fronte qualcosa
che
è successo a me, così che possiate rifletterci. E
scegliere la strada migliore, quando sarà il momento!
Voi…dovete credermi, vi parlo come un amico. (canzone: Westlife
- Unbreakable)
Non dovete illudervi…che la crescita, il successo, e magari
anche i soldi o qualsiasi tipo di fama portino automaticamente la
felicità. Quella è racchiusa in
qualcosa…che non
si può acquistare. Non esiste un negozio a venderla,
né
un professionista che possa fabbricarla. La felicità
è un
qualcosa…che scopri nel tuo cuore, quando è
sfiorato
dalla dolce carezza di qualcuno che ami, è…come
una
magia. Non è scomponibile in dati, ma…abbraccia
tutto.
Ogni elemento del mondo, che sia tangibile o che sia solo un soffio. Un
computer, un clacson fuori dalla finestra! L’amore
può
avvolgere tutto…e ve lo
assicuro!»…stringendo gli
occhi, sotto quelli attoniti dei bambini (e del gatto)
«…è un qualcosa che non va trattato con
poca cura,
perché può sfuggire! Una città come
questa
è grande abbastanza…affinché possa
fartelo
smarrire, nel caos delle strade! Per questo ogni giorno…va
alimentato. E’ la cosa che più conta, la sola che
possa
darci l’allegria…e la spinta per svegliarci, e
vivere una
giornata!»
…gli
occhi dubbiosi dei bambini...ben presto si tradussero in uno sguardo di
superbia, che si espresse nelle parole di Mya «Ah! E
così
sarebbero queste le tue filosofie di vita? Se è
così mi
dispiace dirtelo ma sei davvero uno sciocco, Henry!» e di
Lotti
«Sei un
fallito…»…«…può
darsi.»
«Oh!
Hai sentito Lotti?!»…«Ho sentito Mya lo
ha
ammesso!»…«…sì,
io…»
replicava il ragazzo senza una traccia di rabbia nel suo dolce sguardo
«…non ho problemi ad affermare che sono qualcuno
che si
è lasciato sfuggire l’amore. Che
per…maltrattarlo
come si fa con un oggetto che non funziona, l’ho fatto
allontanare tanto che ora…sono
solo.»…«Ohhh,
mi dispiace: ma resterai sempre solo come adesso se non ti decidi ad
attivarti, per essere più grande e forte! Sei un ingegniere
sorprendente, e hai una mente geniale! Conosci il computer come le tue
tasche, ma siccome sei pigro e indolente il tuo sarà un
talento
sprecato!»…«…al contrario di
noi,
uhmuhmuhmuhm…!»
«…non mi è servito spiccare sul lavoro,
farmi una
posizione di successo.»
«…ooohhh?!»…«Umi…tu
lo
capisci?»
Ma Henry, con
rassegnata serenità vagava fra i suoi ricordi
«Mettermi
sotto e impegnarmi nello studio, dimenticare…tutto il resto
del
mondo attorno a me, persino il mio passato, e i miei
amici…non
mi ha regalato una vita felice. Queste cose da sole non bastano!!...
…se non
c’è la fiamma della dolcezza…la luce
del cuore ad
illuminarle. Sono i sogni il vero motore della vita…
…non sprecate
la vostra infanzia, Mya, Lotti, avete così tante doti e
potete
avere il mondo in mano! Ma non vi è traduzione umana,
filosofica
e informatica a queste parole, che non
sia…avere…l’amore…nella tua
vita, che si
accende…»
…smarrendosi
nel ricordo di uno scintillante Digivice verde
«…come un
luce nell’oscurità.»
«Ah! Che ti
avevo detto, Lotti?»…«E’
proprio
stupido.»…«Peggio!» inveiva la
bambina con la
mano sul fianco in atteggiamento da diva…sotto lo sguardo
appenato di Henry «E’ un mediocre, uno di poche
ambizioni.»…«…vi
sbagliate…»…«Vorresti dire
che non sei un
mediocre?!»…«…vorrei dire che
ho avuto
ambizioni quando è stato il momento!
Molte!»…«AH! AH! AH! E poi ti
è andato tutto
a rotoli: BEH, BEN TI STA! Il mondo del futuro è per i
vincenti
e per gli eroi, mi dispiace per te,
Henry!»…«…anche Umi si
rammarica, la vedi
quanto è triste?»…«Devi
sapere che io e mio
fratello abbiamo fatto un
patto.»…«E’ vero,
Mya, spiegaglielo.»…«Ci siamo promessi
che
arriveremo all’apice, e abbiamo già preparato un
piano di
scalata al successo!»…«…io vi
auguro…di avere realmente soddisfazioni dalla vita,
però!
Lasciate che vi spieghi quello che mi è
accadut-»…«Mi dispiace, non abbiamo
tempo di
ascoltare un vecchio
nostalgico!»…«…io e mia
sorella conosciamo gli ingredienti per acquisire
punti…»…«E nel nostro piano
sono spiacente
ma…QUESTO SCASSONE DI COMPUTER NON E’
CONTEMPLATO!»…«No!! Ferma!!»
ma Henry non
riuscì a trattenerla quando lei prese di peso la gatta
scaraventandola contro il display che cadde a terra frantumandosi.
Henry si sfiorò le labbra, quella scena gli
suscitò
tristezza, mentre Mya si spolverava le mani «Perfetto!
Dirò a papi di riprendercelo migliore!»
allontanandosi
sull’eco del fratello «Come?? Non li porta Babbo
Natale i
computer nuovi?»…«Muoviti, idiota,
ancora credi a
queste sciocchezze?!!»
…ma
Henry sentiva una stretta al cuore alla vista di quel video infranto,
che si sovrapponeva al ricordo del video dal quale Terriermon si era
lanciato tra le sue braccia di ragazzino…
Terriermon che
in quel momento veniva «AHHH! AUGHH!» pesantemente
scaraventato a terra sotto gli occhi attoniti di Rea, e lo stesso
Lopmon «AAAAHHH!»…«Oh no,
Lopmon,
Terriermon!» esclamò Suzie…
…mentre IceDevimon planava soddisfatto
«Uhmuhmuhmuhm, vi
ritrovo alquanto arrugginiti dopo dieci anni! E va bene, meglio!
Stavolta i riflettori saranno soltanto i miei, voi vi siete
già
ritagliati la vostra fetta di scena, ADESSO E’ IL MIO
TURNO!»
(«Bravo,
IceDevimon!!» esclamava Asanuma dietro i cespugli…)
E mentre Rea si gettava su Terriermon…
…Lopmon
si rialzava e Suzie sfoderava assieme a lei nuova determinazione
«Non credere che basti soltanto questo per farci
mollare!»…«Giusto, Suzie!»
DIGIEVOLUZIONE
«LOPMON DIGIEVOLVEEE…
…ANTYLAMON!»
Ma IceDevimon reagì prontamente «Fiato congelante!!!»…«AAAHHH!»…«Oh
no, Antylamon!!»…«Ahahahah!»
…rideva il
diavolo di ghiaccio…
…quando
il gelo del suo fiato imprigionò l’imponente
coniglio
marrone in un blocco di ghiaccio come aveva fatto con Imagomon
«Oh no, amica mia, ti prego reagisci!!» Suzie
picchiò invano sul blocco, rivelando sguardo attonito
«Non
possiedo la carta con cui Henry liberò Terriermon dieci anni
fa!!»
«A-Ah…Antylamon…» si rialzava
con sforzo
Terriermon «Non finisce qui, IceDevimon! Sento nuova forza
dentro
di me, è forse…?» …e
volgendosi vide Rea
concentrarsi sul Digivice…per poi rivelare sguardo deciso
«…noi non ci
arrendiamo…»…«Signora…Rea…»…«Io
ho avuto una grande opportunità dalla vita, non vi rinuncio
così!!»
«Ohh?!> arretrò IceDevimon allarmato da
quella grinta.
«Sono diventata
una Digimon Tamer!! Ho ricevuto un Digimon fantastico, ho un figlio
stupendo, e ho avuto l’amore
dell’uomo…»
…ricordando di lui e dei suoi baci
«…migliore al
mondo. Non lo lascerò andare…voglio lottare! Se
quell’Aki vuole rubarmelo io lotterò fino alla
fine!!» “Henry…non rinuncio a
te.”
“Brava
Rea…” sorrideva Terriermon “E
chissà che
anch’io non debba pensare lo stesso…”
(Asanuma: «Come sarebbe?!»)
«Suzie,
Antylamon!...vi proteggeremo
noi!»…«Rea!»…«Niente
paura! Sei
pronto Terriermon?!»
DIGIEVOLUZIONE
«TERRIERMON DIGIEVOLVEEE…
…GARGOMON!»
«Rea, fa
attenzione!!»…«Abbi fiducia in me,
possiamo
farcela!»
«M-Maledizione!» IceDevimon arretrò nel
buco
dimensionale verso la sua tana di ghiaccio, ma Rea si
abbassò
gli occhiali da sole «Vieni Gargomon, tuffiamoci!!»
«Oh no Rea!!» esclamò Suzie con occhi
attoniti.
Ma non appena ebbe messo piede sul gelido pavimento «Digimodificati!»
Rea scagliò il Digivice in aria «Carta di Pajiramon!»
…la
Digimodifica riflettendo l’orogramma di una creatura simile a
un
ariete dotò Gargomon di una possente balestra.
«Che credi
di fare, ragazzina cocciuta?!»…«A noi
due,
IceDevimon!»…«Libera i nostri
amici!» Gargomon
gli puntò la balestra, lasciandolo sgomento…(fine-canzone)
«Dici sul
serio, Takato?!» chiedeva Ryo, col cellulare alla mano. Erano
a
casa di Rika «Ma sì!! Se c’è
qualcuno che
può sapere dov’è Kazu, questo
è
Kenta!»…«Ma sì, in effetti
hai ragione:
purtroppo ieri sera è andato via per primo e oggi la linea
al
telefono era disturbata, siamo riusciti a dirci solo le cose
essenziali, ma se è vero che in tutti questi anni si
è
mosso nell’ombra è possibile che sappia molte
più
cose di noi!!»…«Esatto! E’
proprio
così! Ignoro anch’io cosa sia esattamente successo
fra
Kenta e Guardianmon…dovrò parlare con lui e
farmelo
spiegare, ma l’hai visto anche tu, ho citofonato a casa e non
c’era
nessuno!!»…«Già, e per di
più…ahhh, è inutile!»
buttando il cellulare
sul tavolo e sfilandosi gli auricolari «Togliendoci la linea
ci
hanno privati della materia prima, come facciamo? Computer, Internet,
cellulari sono gli ingredienti chiave della pianificazione, senza
questi è come brancolare nel
buio!»…«…forse i nostri
nemici puntavano
proprio a questo.» assottigliò lo sguardo
Takato...mentre
Monodramon insisteva «L’ho sentita! L’ho
avuta sotto
queste stesse zampe, questa è carica digitale, qualcuno sta
corrodendo i cavi elettrici per causare un maxi-corto
circuito!»…«Ho capito, ho capito
Monodramon, ce
l’hai già detto tre
volte!»…«Ma ne sono
orgoglioso, Ryo! L’ho riconosciuta…soltanto grazie
alla
mia esperienza! Nella mia casa a Digiworld capitava sette giorni su
sette che si scassassero gli elettrodomestici, a volte avevamo dei
blackout perché saltava il generatore dei lavori! Allora io
usavo la mia parte di carica che avevo imparato a conservare in un
recipiente elettricamente sterile.»…«Sei
molto
portato per i lavori pratici, e ti sai sempre risolvere!» gli
disse Ryo questa volta con molta dolcezza «Sei proprio il
contrario di me: sono un combina-disastri di prima categoria! Beh
sfruttalo, alle donne piace: saresti un uomo da sposa-!!!...ops.
Scusami, non volevo.»…«Non importa Ryo,
non credere,
ormai mi sono rassegnato.»
Rika intanto era
in giardino, e andava incontro a sua madre e sua nonna
«Già di ritorno? Nonna, dammi i pacchi. Tutto
fatto?»…«Macché…»
replicava
stancamente la madre «Quelli hanno tutti i computer bloccati:
va
bene che è così ogni
giorno!»…«…comunque ci sono i
miei
amici.» sussurrò la ragazza, e la nonna le
domandò
«Hai offerto loro
qualcosa?»…«Certo…avevamo
quei biscotti, hai
presente? Li ha comprati Himi l’altro gior-» ma in
quel
momento furono raggiunti da Renamon con un balzo «Signore,
posso
esservi utile? Serve che porti la spesa in
casa?»…«Renamon!» si
stupì Rika
«Già di ritorno? Ti ho vista
allontanarti…pensavo
che...volessi prenderti qualche minuto per te.» ma la volpe
dorata chinò il capo «Non abbiamo tempo per
pensare alle
nostre vicissitudini, la battaglia incombe: la città
è in
uno stato sospetto, e noi Digimon siamo in dovere di darci da
fare.»…«Renamon!» fece Rika
abbassando poi il
tono «Guarda che lo so dove vuoi arrivare, e non mi piace, ti
premetto.»…«Ma…Rika…»…«Te
l’ho già detto: non mi va che tu viva questo
momento
con…l’ossessione di diventare più
potente! Sei una
madre, sei una persona con dei sentimenti: non sei una macchina da
guerra!»…«…io voglio
soltanto…trovare
un senso alla mia presenza: mi sento talmente
inutile…» ma
Rika le pose una mano sul pelo «Il senso lo hai
già, pensi
che il fatto che tu sia qui non conti niente per
me?»…«Ma se non sono abbastanza forte
per
proteggerti…»…«Io non ti
voglio solo per
proteggermi: Renamon…»
…mentre
un uomo faceva ingresso nel giardino «Buongiorno signore,
scusate.» e Rumiko e Seiko lo salutavano
«Buongiorno!»…«Oh, buongiorno
signor
amministratore!»…«Perdonate se sono
inopportuno.» ed iniziava a dialogare con loro…
…quando Rika
svelava, piena di premura «…a me importa
innanzitutto che
tu sia qui, vicino a me, come amica! Potresti anche non combattere per
quanto mi riguarda…se solo potessi vederti ogni volta che
torno
a casa, guarda mia madre, mia nonna, Himi: loro non mi affiancano in
battaglia ma per me sono indispensabili. Mi danno la
forza…con
il loro amore, tu hai il loro stesso valore, per favore prenditela con
calma…in questo momento hai tante cose da
sbrogliare…»…«Ma anche tu
Rika…stai
cercando di fare di tutto per dare una mano alla tua famiglia, combatti
di giorno e lavori di notte, io non posso restare con le mani in mano,
devo fare la mia parte.»…«Sì,
però…»…«E
poi…!» volgendo
il capo «…è inutile guardare
là dove non
è né giusto né sensato. Non
c’è
niente per me, io non ho nessun affare personale da chiarire,
io…» socchiudendo i suoi occhi sottili, nonostante
l’amarezza che filtrava dal suo sguardo «Ho
già una
situazione definita, che consegue a una mia personale scelta. Tutto il
resto…sarebbe soltanto un gioco
infantile.»…«Ne sei
sicura…?» si
interessò la ragazza, ma la volpe digitale tacque. E lei
quel
silenzio sentiva di conoscerlo “Povera Renamon…non
ho
parole per darle conforto. Io…ho provato a esortarla a
seguire
il suo cuore, ma forse questo le ha dato l’impressione che
giocassi coi suoi sentimenti, e prendessi sotto gamba la sua
situazione. E in effetti…ho finto di dimenticarmi che lei
è sposata con un altro Digimon, e ha due figli con lui!
Però…cos’altro avrei potuto fare? Lei
è
innamorata di Beelzemon, e non mi ci vedo proprio io a farle la morale.
E poi…in fondo penso che se due persone si amano, debbano
stare
assieme! La vita è breve e piena di
difficoltà…” volgendosi a contemplare
la sua
Digimon, per lei così familiare e così bella
“…perché dobbimo privarci di quella
sola scintilla
che sembra in grado di concederci la felicità?
Io…non
voglio che la mia Digimon sia infelice.”
…ma la
madre della ragazza chiedeva appenata «Ma ne siete
sicuro?»
e la nonna «Oh mio Dio e quanto tempo avremmo?» al
che Rika
«Oh?» rivolse il suo sguardo all’uomo
appena giunto
in giardino.
D’un
tratto Ryo balzò «Che hanno la madre e la nonna di
Rika?
Chi è quell’uomo?» e Takato, mentre
sgranocchiava
«Non lo so! Mmm! Andiamo a vedere, così almeno la
finisco
di mangiare questi biscotti, o finisce che ingrasserò di
nuovo
paurosamente!»…«Comunque sono
ottimi!» disse
Monodramon, e Takato «Sì, decisamente: senti un
po’,
vuoi assaggiare?! Tanto io non li mang-uhm?!» …ma
si
accorse di essersi spontaneamente rivolto (con tono un tantino
spigoloso) a qualcuno che non c’era, offrendogli un biscotto.
Ryo
si volse «Takato, che hai, parli da
solo?!»…«Oh, beh! N-No,
io…!»
indietreggiò il ragazzo che sembrò molto scosso
dall’esser stato notato, ma Ryo stemperò
«Ahhh,
tranquillo, so come funziona! Mi capitava sempre di rivolgermi a
Cyberdramon quando non c’era, e se qualche amico mi beccava
sai
la vergogna…! Deformazione di noi domatori, parlavi con
Guilmon!
Ma vedrai che lo ritroveremo! E’ un altro di quei punti che
dobbiamo assolutamente analizzare!» uscendo in
giardino…ma
Takato esitò, stupito di se stesso
«…veramente
questa volta stavo pensando a Cindermon…»
sussurrò,
rivedendola nei suoi ricordi “Cindermon…
…mi ha
fatto male che tu non sia venuta qui, possibile? E’ possibile
che…alla fine mi stia abituando alla tua presenza, tanto da
rivolgermi a te quando non ci sei come facevo…con Guilmon, i
primi tempi che se n’era andato? Ma
no…è assurdo.
Guilmon è stato l’unico, io non posso sostituirlo!
Non
posso sostituirlo con te, eppure!...ora ho provato qualcosa di strano,
come se una parte importante di me mancasse.”
…intanto
in giardino «Mamma, insomma, calma: mi fate
capire?»…«Signora…non si
agiti.»
invitavano Rika e Renamon, e giungeva anche Ryo «Rika, cosa
c’è, qualche problema per
caso?»…«Ryo,
scusa un
attimo…!»…«Ops!...beh, scusa
se mi
sono interessato.»
Rika prese da
parte l’uomo appena giunto «Lei ci
dice…che dobbiamo
lasciare la casa?»…«Purtroppo
è così,
siete troppo indietro con
l’affitto!»…«Ma
avevamo parlato col proprietario, ci aveva assicurato che ci avrebbe
dato il tempo per riorganizzarci! Qui siamo tre famiglie, le garantisco
che è ben altro che
facile!»…«Co-Cosa?!!
Treee??? Non eravate solo due?! (e poi cos’è
quella cosa
là in piedi che assomiglia a una
volpeee???)»…«Ehm!» si riprese
la ragazza, che
aveva incluso istintivamente anche la famiglia di Renamon «La
situazione, in effetti…è un po’
complicata…ma ci dia dell’altro tempo, le prometto
che
pagheremo!»…«Questa casa era nostra,
prima che
dovessimo venderla.» spiegava la nonna di Rika
«E’ un
bene prezioso a cui siamo tanto legati, la prego, siate
comprensivi.» …e istintivamente il suo sguardo
andava a
Renamon, una sorta di simbolo di quell’ancestrale legame.
Pensieri della volpe erano “Oh no, la famiglia di Rika si
trova
nei guai!” chinando il capo “Sono la prima ad
essere
affezionata a questa casa e a soffrire al pensiero di lasciarla. Ma
cosa posso fare? Io sono soltanto un Digimon…”
“Non
credere…Renamon.”...”Oh?”
…Ryo si
era limitato a guardarla, ma lei era come se comprendesse le parole che
le lanciava attraverso l’azzurro dei suoi occhi “So
quello
che pensi, ti conosco troppo bene: ma io sono un umano, e ti posso
garantire che mi trovo nella stessa situazione. Rika. Ahhh,
accidenti…” incrociando le braccia
“Vorrei aiutarti,
ma come posso fare? Non ho tutti questi soldi, e ora con la faccenda
della denuncia pendente la cosa si fa anche peggiore. So quanto tieni a
questa casa…conosco questo genere di
preoccupazioni…e
rimpiango adesso di non esser stato un uomo onesto e di non essermi
fatto una posizione. Almeno così sarei potuto intervenire,
come
un cavaliere, armato di soldi, e con un gesto enfatico del mantello
restituire a te, tua madre e tua nonna la casa in cui siete sempre
vissute. E invece che fare adesso, da questa mia
posizione…?!” …posizione che sembrava
odiare, dal
modo in cui si mangiava l’unghia. Renamon lo osservava
“Ryo, ti conosco e so che vorresti aiutarla. So che le vuoi
bene.” …”Meno male, perché
non lo capisce
nessuno! Ma io è vero, le voglio bene! Gliene
voglio…e
gliene ho sempre voluto!” …mentre la
guardava
intestardirsi con l’amministratore «Ci dia un
po’ di
tempo, ancora un po’! Una
settimana!»…«Troppo!»…«Cinque
giorni!!»…«Vede signorina, è
che vengono dei
parenti del padrone, e…vorrebbe ospitarli in questa casa,
desiderano stabilizzarsi in
Giappone.»…«Rika…è
inutile.» le
si accostò sua madre «Ma mamma, dove andremo a
stare…? Non ci siamo solo noi, c’è
anche Himi,
c’è anche la famiglia di
Renamon…»…«…purtroppo
sapevamo che
questo giorno sarebbe arrivato da quando è iniziato quel
maledetto periodo di stenti economici.» Rika dunque
sospirò profondamente…
…e con
pena si volse a guardare quella casa, sotto gli sguardi vigili di Ryo e
della sua Digimon…
…mentre
Takato veniva fuori proprio da lì, ed i suoi pensieri non lo
lasciavano libero “Devo ammettere che…mi
piacerebbe avere
qualcuno accanto a me che mi conosce bene, a cui poter confidare tutto
ciò che mi sta succedendo, proprio come…Rika con
Renamon.” …vedendo
quest’ultima
accostarsi alla sua domatrice
«Rika.»…«La mia
casa, Renamon…» così assorta nel
contemplare
l’edificio. Takato si volse a scrutarlo anche lui, dopo aver
percepito il sussurro dell’amica…
…per poi
farlesi vicino «Rika, che
succede?»…«…vogliono portarci
via la casa,
Takato…» …al che il ragazzo
restò senza
parole, quasi a simbolo di quella grande stanchezza che aveva quasi
portato via loro il fiato «…che
cosa…?»
rendendo faticoso persino stupirsi, per un ennesimo scoglio
«Sembra che…ci sia un’urgenza, e che
un’altra
famiglia ne abbia bisogno…» illustrò
Renamon, ma
Takato mise una mano sulla spalla dell’amica «Rika,
ma
voi…siete i primi ad averne bisogno. Questa casa
è sempre
stata
vostra.»…«…sì lo
so però
l’abbiamo dovuta vendere perché non ce la facevamo
a
sostenere la tassa. Quando l’abbiamo fatto eravamo coscienti
del
pericolo che ci avrebbero potuti mandar via da un momento
all’altro…» sospirando, e
riaccomodandosi la borsa
«Però adesso io non lo so davvero come faccio,
siamo
moltissime persone, te ne rendi conto? Anche con tutto il lavoro del
mondo, anche se mettessi completamente da parte me stessa e spingessi
sulle mie forze fino a esaurimento non potrei guadagnare quei soldi in
così breve tempo. Va bene…calma.»
cercò di
respirare e darsi quel sostegno che l’amico avrebbe voluto
offrirle, ma anche per lui era difficile «Adesso
c’è
anche questa e dobbiamo farvi fronte…mi inventerò
qualcosa. Certo…» facendo ruotare gli occhi in un
sorriso
ironico non spoglio di un pizzico d’amarezza
«…a noi
di questa squadra di Digimon Tamers dovrebbero darci un premio!
“Coloro che esorcizzarono la dea
bendata”!»…«Rika…!»
Takato
cercò di trattenerla, ma lei si allontanò per
parlare con
sua madre e sua nonna. Il ragazzo piegò le spalle
“Certo…chissà: forse se ci fossi tu in
questo
momento la tua grinta ci tirerebbe su! Hai sempre nuove idee, parli e
straparli…” alzando lo sguardo verso i suoi amici
“…ma alla fine c’è bisogno di
quello a volte,
magari se fossi qui ora non saremmo tutti zitti, e con le mani legate!
Uno scenario desolante…”
…che in
effetti riuniva le espressioni titubanti e rattristate di Renamon e
Ryo, l’insistere di Rika sulle forze, che però le
cerchiava di stanchezza i suoi occhi lilla, il disorientamento della
sua famiglia…
…e
la sua stessa insicurezza, che lo portava a ripensare incessantemente a
quella ragazza-Digimon che aveva lasciato a casa.
«Uhmuhmuhm!» Cindermon sedeva ora a gambe
incrociate nella
stanza da letto matrimoniale, e sollevava una foto «E
così
è questo Takato da bambino! Nooaahhh, perché
diceva che
era brutto, non era mica così grasso poi.»
commentava, non
spoglia di un pizzico di simpatia e tenerezza «Va bene, un
po’ cicciottello,
peròòò…dopo tutto!
Vai! Si accetta! Che buffo che aveva in testa hihihihi, aveva i primi
ciuffi di capeeelli, iiihahahahah! Sembrava chiaro chiaro,
biondissimo!»…«In
effetti…» spiegava
Mie mentre cercava pazientemente dell’altro materiale
«…lui aveva un colore di capelli molto chiaro
quando
è nato, poi crescendo ha scurito sul
castano.»…«Adesso
è…medio! Diciamo:
castano
chiaro!»…«…già. Ha
preso dal
mio lato.»…«Lei è abbastanza
scura,
signora!»…«Sì, ma da parte
della mia famiglia
siamo più chiari, invece…dal lato di Takehiro
hanno i
capelli molto neri, lui ora è un castano scuro, e comincia a
brizzolarsi! Ma suo padre, dovevi vederlo prima di
imbiancare!»
in un gesto che sembrava alludere a capelli folti «Ahaha? Oh
mamma, davvero? Whaaa,
ahahahah!»…«…sto
cercando…e non trovo…ahhh, Cynthia Cynthia,
anziché io indirizzarti sulla retta via stai portando me a
trasgredire!»…«Perché mi dice
questo?!»
sobbalzò un tantino lei sbattendo le palpebre, e Mie
illustrava
con una certa pacatezza «Perché dovrei sostenere
mio
marito là sotto con i clienti, e invece sono qui.
Però…ahhh…!» asciugandosi
forse del sudore
dalla fronte «…sai che ti dico? Dopo tutto
l’ho
scelto io e me lo merito: oh, insomma! Sono sempre a sfacchinare, a
casa quando non al negozio: avrò pur diritto
anch’io ai
miei momenti oppure ho solo doveri? Sono un essere
umano!»…«Ah chi lo dice, guardi la
capisco
benissimo!»…«Grazie,
cara.»…«Senta un
pochettino…uhm-uhm-mmm!» oscillando un
po’ il capo
per mescolare la prossima domanda «Chi l’ha scelto
il nome
Takato? Non è poi un nome così comune ne ho
sentiti…pochi che si chiamano così.
Vabbé che sono
pure io da poco tempo da queste parti,
eh!!!»…«No,
ma dici bene: non è un nome…affatto comune da
queste
parti. E’ per questo che mi piaceva! L’ho scelto
io.»…«Davvero?!»…«…sì,
ma non credere!» sottolineò la signora con sguardo
eloquente «Ho dovuto lottare per mettere questo nome a mio
figlio! A Takehiro ne piaceva un altro…Nakao…e
credimi,
si era intestardito, voleva mettergli quello
però…»
…abbandonandosi ad un sorriso di tenerezza
«…poi
alla fine ha ceduto quando ci ha visti
assieme.»…«Assieme?»…«Io
e il mio
bambino! Lo tenevo in braccio: e alla fine ha mollato la presa delle
sue testardaggini e ha preso in braccio lui,
chiamandolo…Takato…»
…gli occhi di Cindermon erano velati di emozione
«…che storia
toccante.»…«Eh, non
credere! Secondo me qualche volta si è sentito messo sotto,
da
me e da nostro figlio! Il problema…è che Takehiro
è uno che vorrebbe comandare sempre, sarà per via
del
padre: devi sapere che era molto severo, e lui in tutta la sua crescita
ha dovuto sempre obbedirgli senza discutere, perciò
crescendo e
rendendosi indipendente avrebbe voluto rivalersi.» la signora
si
sedette di fronte alla ragazza, accennando un sorriso
«Però…devo ammettere che è
stato anche un
po’ sfortunato, è incappato in me! E io sembro
tanto buona
e mite, ma quando mi ci metto ho un caratterino che non ti
raccomando!»…«Ahah! Ma dai vedi che io
invece la
vedevo tutta buonina e
angioletta!»…«Ehhh!»
fece gesto eloquente la signora «Allora va
d’accordo con
meee!!!» Cindermon le prese le mani «Io sono
terribile
guardi guai a chi mi incontra, sono una pestilenza ho un
carattere…infernale! Ecco: il termine giusto è
infernale.» …scivolando in un sorriso
«Però
devo dire anche che chi mi sopporta poi si diverte tanto,
sono…un po’ così, che ci posso
fare!»
accomodandosi il ciuffo con un dolce sorriso ad occhi socchiusi, mentre
Mie le diceva «Io più ti conosco più
penso che tu
sia davvero una brava ragazza! Peccato
che…»…«…eh?! C-Che
cos-peccato
cosa?»…«…niente! Non farci
caso! E’ che
stavo cercando prima…» alzandosi di nuovo
«…alcune cose, credevo che mio marito le
tenesse…in
questo suo cassetto, ma evidentemente le ha messe in qualche altro
posto più al sicuro. Ahhh…che devo fare con lui,
e
pensare che un tempo me li mostrava senza problemi, e invece adesso se
ne vergogna! Su queste cose…gli anni hanno ampliato le
distanze
anziché accorciarle.»…«Di che
si
tratta???» sbarrò gli occhi Cindermon
«N-Non
è che è qualcosa…che ha a che fare
c-con la vostra
vita…» in un intrecciarsi di gesti
«…i-intima,
forseee?!!»…«Oh? Ma
nooo…uhm, uhmuhmuhm! Ah, lasciamo perdere proprio quel
settore.
No, sono alcuni disegni. Li faceva
Takehiro.»…«Takehiro sa di segnare?!
M-Mi perdoni
i-il signor…!...signor Takehiro, suo
marito.»…«Puaf! Alcuni soggetti
specialmente e su
quello…» frugando qua e là
«…si era
ben allenato.»…«No perché
anche
Takato-» “…beh…ha disegnato
Guilmon!”
«…questi disegni di cui ti parlo…furono
uno dei
primi argomenti su cui abbiamo sognato. Ahhh, quanto li guardavamo, ce
li mettevamo davanti e…il tempo passava, e noi neanche ce ne
accorgevamo! Delle volte…» specificò
con una certa,
eloquente nota didascalica «…si dovrebbero
ricordare le
tappe iniziali, e recuperare un po’ di quella magia
anziché disperdere tutto in una quotidianità
stressante.
Ma che ti puoi aspettare dai mariti? Sono così. Inizialmente
tante storie, poi…il matrimonio consuma tutto. E ti ritrovi
a
conversare come con un amico qualunque, delle bollette, e delle
ristrutturazioni di cui la casa avrebbe bisogno e che non puoi
pagare.»…«E’-E’
così il
matrimonio?!»…«…per i tuoi
genitori è
stato diverso, cara?»…«Uh…?...
…sì!» rispose alla fine con naturalezza
«Sì loro non sembrava avessero smarrito il loro
antico
smalto di coppia. Sembravano…tenere tanto ai loro ricordi
assieme, e li avrebbero trasmessi a me e mia sorella se poi
non…»…«…se…posso
chiedertelo…come è morta tua
madre?»…«Oh? Lei? Bauhf…un
incidente.»
replicò con poca convinzione «Oh mio Dio!
D’automobile?»…«E-Eh beh
e…»
“…io so che fu aggredita da un Digimon malvagio e
molto
feroce. Nient’altro…”
«…sì,
d’automobile. DICIAMO d’automobile!» Mie
assunse
espressione contrita, e prese la mano della giovane «Mi
dispiace
davvero tanto…!»…«Nulla! Son
cose a cui poi a
un certo punto fai l’abitudine, impari a convivere con
pensieri
del genere. Anche se in un primo momento pensi che impazzirai, che
semplicemente non durerai al momento
successivo!»…«Ti capisco: sai,
anch’io ho
passato dei momenti…molto brutti, che spero in cuor mio che
non
si ripetano più: poco dopo che il Digmon di mio figlio
è
scomparso, io…!» stringendo gli occhi
«...ho temuto
di perdere la mia famiglia.» per poi riaprirli in una nuova
consapevolezza «Poi…quando Takato è
stato
così male, vederlo soffrire in quel modo, temevo non saremmo
più usciti da quell’incubo! Ma per fortuna tutto
passa. E
alla fine…siamo ancora qui a tirare avanti, nel bene e nel
male.»…«…e a
disegnare i nostri sogni,
sperando che si avverino: finisca di raccontarmi, che soggetto
sceglieva suo marito per i suoi ritratti, quelli che vi mettevate a
guardare per
ore!»…«Uhmuhmuhm!»…«Lei?!
Non me
lo dica, era galante al punto da farle il
ritratto?!»…«No…non ero io.
Era…
…il
figlio dei suoi
sogni.»…«Oh…?!»
arretrò un po’ la ragazza digitale con la schiena.
Mentre
Mie illustrava «Io e Takehiro sognavamo così tanto
un
bambino. Ma non venne subito, perciò…lui che
è
sempre stato impaziente si metteva a disegnarlo, tracciava le linee del
suo viso per poter già immaginare come sarebbe stato una
volta
cresciuto.» “…è esattamente
come suo figlio
con Guilmon!!! Anche lui voleva il Digimon dei suoi sogni…e
ad
un tratto…il disegno ha preso vita e…!...sappiamo
tutti
com’è andata la leggenda.”
«Credevo li tenesse
qui ma evidentemente li ha spostati di posto: sai…? Credo
temesse che gli avrebbero causato dei problemi con
Takato.»…«Quanto…distava
nella somiglianza il
disegno dal figlio che avete
avuto?»…«Uhm? Non
molto, solo qualche dettaglio, aspetta che li trovi…
…mmm,
ferma lì! Mi è venuto in mente dove potrebbero
stare, lui
in questo armadio tiene una scatola con tutti i ricordi di infanzia.
E’ chiusa a chiave ma non sa che io…uhmuhm! Ho
scoperto la
chiave…!»
…sfilando sotto
gli occhi di Cindermon che sembravano sospesi
sull’emozione…
Dopo aver frugato un
po’ «Eccoli qua,
finalmente!!»…«Li ha
trovati?!»…«Certo…mio marito
era portato per
disegnare, sebbene non gli abbia visto fare altre cose oltre a questo.
Osservalo, Cynthia, non trovi che somigli davvero al nostro Takato?
Certo…lui è più
piccolo.»…«Mie!»…«Oh?!»
sobbalzò lei e sobbalzò Cindermon «Uhm!
EHEHEHEEEH…(!)» …quando Takehiro
spalancò la
porta «Ci sono clienti, ho bisogno di una mano.
Ma…?! Cosa
stai facendo?!»…«Perdonami caro: stavo
mostrando a
Cynthia…ti ricordi? Quei disegni che ci mettevamo a guardare
prima che rimanessi incinta!»…«Il figlio
dei vostri
sogni!» aggiunse Cindermon, ma l’uomo proruppe
«Piantatela con queste sciocchezze, dammi qua!!»
strappandoglieli dalle mani
«Ma…Takehiro…?»…«Ma…che
manieeere…!» prima che Cindermon potesse
scrutarli. Si
sporse, ma l’uomo li ritirò «Ci manca
solo che mi
creiate altri problemi con quello lì, già oggi se
n’è uscito voltandomi le spalle e rispondendomi
male, ha
la fissazione che io non lo accetti come figlio e volete metterci anche
il carico?! Questi non deve vederli
mai…»…«Ma
Takehiro, io credo che sappia che
tu-»…«Che lo
sappia o no non mi interessa, ma ora non è il momento! I
nostri
rapporti sono tesi: su forza, scendete al negozio, che si è
riempito!» …allontanandosi «Mi dispiace,
Cynthia. Ma
quando fa così…non c’è
niente e nessuno che
possa infilare una parola: è proprio come Takato.»
Qualcosa
però aveva colpito la ragazza “Ha afferrato quei
disegni
senza darmi la possibilità di guardarli, è come
se
nascondesse qualcosa…”
Takehiro
gettò un’occhiata fuggevole a quegli
schizzi…ma
ciò sembrò provocargli una fitta di dolore nel
cuore
sicché scese le scale, cercando di dimenticare
quell’immagine.
Tra le tende di
merletto nero, nelle stanze di un palazzo reale, stava un ragazzino la
cui ombra si sdoppiava in due creature che emersero dal terreno fino a
materializzarsi dinanzi a lui, sedute sulle ginocchia al suo stesso
modo.
«PinkMonzaemon…» accennò la
voce sottile di
N’Emo, dai capelli avvolti in un bianco asciugamano, che
ancora
grondavano di pioggia «…tu perché sei
cattiva?» chiese come fosse una cosa naturale.
«Non me lo
ricordo…» rispose quell’imponente orsa
digitale
dallo sguardo che sembrava intontito. I suoi occhi vagavano per uno
scenario di memoria dall’apparenza molto nebulosa
«…ma se scavo in fondo in fondo al mio
cuore…avverto un vuoto proprio fra questo e le mie braccia,
che
stringono qualcosa…che non c’è! Un
corpo
piccolo…non ricordo cosa sia, forse…un cucciolo?
Boh, chi
lo sa. Però…se adesso scavo lontaaano e vedo un
falò acceso in un villaggio, ricordo…»
assottigliando gli occhi «…che mi davano fastidio
le
creature tutte le madri Digimon con i loro bambini, mi stavano
antipatiche e mi chiedevo…cosa ho in meno di
loro?»...«…e tu, LadyMeramon?»
si volse il
bambino verso di lei, mentre le sue ciocche scure grondavano gocce
«Perché hai il cuore freddo? Sembri tanto
calda…»…«…nemmeno
io
ricooordo…» …gemeva in un sibilo remoto
e
malinconico la voce di solito gracchiante della creatura
«…però è soltanto apparenza,
io
sento…taaanto freddo dentro. E’ solo un involucro
illusorio a circondare di fuoco il mio corpo, in realtà il
mio
cuore è triste. E indignato…oltre ogni misura,
ricordo…» …mentre N’Emo
sembrava ascoltare
attentamente «…che mi recavo ad un piccolo
monumento di
rocce dove c’era un disegnino…che mi assomigliava!
Ed ero
sempre addolorata perché…non lo trovavo mai
pulito,
c’erano sempre detriti, ogni giorno. E residui di polvere
digitale, sentivo…che…chi viveva attorno a me
pensava
solo ad andare avanti. E non aveva rispetto per chi se n’era
andato…no, lo dimenticava…e questo non potevo
sopportarlo!...»
N’Emo le
guardò a turno «Voi due…siete un
po’ come due
metà del mio stesso cuore.»
«Ohhh…mi sento male.» faceva
PinkMonzaemon
«Sono svuotata…i ricordi fluttuano senza una meta,
vanno
alla deriva dentro di me…» esprimeva LadyMeramon
in una
nota stonata della sua voce, ma N’Emo spiegò
«Non
devi preoccuparti, è normale che sia così. Cosa
sono i
ricordi se non…un caos…malinconico, e
nient’altro.
Molto…molto presto noi tre saremo una cosa sola. Ora voi
siete
sotto il mio controllo…»
…alzando
le sue mani, e lasciando che risplendessero di luce fluorescente i
molteplici fili che le tenevano entrambe imbrigliate «Mi
avete
ceduto la vostra parte più importante.»
«E’
per queeesto che ci sentiamo
cosììì…»
fece LadyMeramon «Aiutaci…ti prego, senza quella
non
possiamo vivere…» disse l’altra, ma lui
«Su
col morale, PinkMonzaemon! LadyMeramon! In fondo…senza i
propri
sogni si sta meglio: così non si ha più paua che
non si
avverino, e non si soffre più se disgraziatamente
l’occasione ci fosse stata e fosse andata male. Come per
voi…due. Ora vi sembra strano ma vedrete che presto ci
farete il
callo.»…«Presto…»
accennò
l’orsa «…sembra così
lontano!» espresse
la signora di fuoco.
N’Emo si alzò in piedi «Voi
rappresentate di
me…la frustrazione per tutto ciò che avrei voluto
avere e
non ho avuto!!» guardando PinkMonzaemon
«…e la
rabbia…incontenibile per l’esser stato
dimenticato!
Abbandonato come un monumento al tempo…e alla polvere. Altro
non
sono che una tomba silenziosa!» …fissando
LadyMeramon…per poi guardare al suo ambiguo e oscuro
orizzonte,
tra di loro «Ma mi riprenderò ciò che
mi spetta,
grazie alla vostra forza…!!!»…i suoi
occhi
lampeggiarono di un’ambigua determinazione «Ora
possiamo
fare una domanda a
te…?»…«…parla
pure,
PinkMonzaemon, ti ascolto.» ma questa fece
«Ohhh…» e alla fine parlò
LadyMeramon
«E tuuu…? Perché vuoi vendicarti?
Perché sei
infelice…?»…«…io
voglio
vendicarmi…
…PERCHE’ sono infelice…
…e sono infelice…
…perché non sono.»
…allontanandosi
«Ahhh…PinkMonzaemon…che mi
succedeee…? Non comprendo le parole, ho la testa in
subbuglio…»…«Sono nella tua
stessa
situazione…non posso fare
niente…»…«Ahhh, dove
sarà Gelsomon? La
nostra amica ci ha dimenticate come quella
laaapide…?»…«…Gelsomon…?
Chi
è Gelsomon…?»…«Non
lo
ricooordo…ma sento che ci ha dimenticate…
…nessuno si preoccupa più di noi, PinkMonzaemon.
Non so
come ricordo il tuo stesso nome…»
…mentre N’Emo guardava all’esterno dallo
spiraglio
della porta socchiusa…
…e
in quegli stessi istanti, Kazu veniva su per le scale «Ahhh,
accidenti, le ore scorrono e non mi viene in mente niente! Devo
assolutamente escogitare qualcosa per impedire che Diamon si
sposi!»…«Per impedire che si
sposi.»…«Guardromon, tu hai qualche
idea? Io
stavolta non so cosa
inventarmi!»…«Cyclemon sembra
che non voglia che facciamo
nulla.»…«Sì,
però…! Così a farne le spese
sarà la povera
Diamon! Vieni! Seguimi, dobbiamo assolutamente valutare le risorse in
nostro possesso!»…«…in nostro
possesso.»…«…a cosa
servirà poi questa
roba luminosa…!» accomodandosi il cappello, mentre
si
allontanava sull’eco del suo Digimon «Questa roba
luminosa…»
Ma
N’Emo infittiva gli occhi “Come sembra in sintonia
con il
suo Digimon! Si capiscono a un solo cenno degli occhi: forse, se gli
vado dietro posso scoprire come fare perché sia lo stesso
fra me
e Guilmon!” sfoderando il suo Digivice nero
“Chissà
perché si tocca il cappello in continuazione, e a cosa
alludeva
prima circa quella roba luminosa, come ripeteva il suo Digimon: devo
scoprirlo!” volgendosi verso l’interno della stanza
«Forza, voi due! Siamo stati sconfitti ma non ci siamo
arresi:
abbiamo ancora una missione da compiere!»
«Sono stanca…» fece LadyMeramon, e
PinkMonzaemon
domandò «Allora perché lo
segui?»…«Perché…altrimenti
non ha
senso la mia esistenza in questo
mondo.»…«Nemmeno la
mia, quindi vengo
anch’io…»…«Presto,
muovetevi!»…«Eccoci…»…«Eeee…ccociii…»
si infilarono nella sua ombra che si unificò:
dopodiché
il ragazzino si lanciò in corsa nel corridoio,
all’inseguimento di Kazu.
«Che fine
avranno fatto le mie amiche…?» si chiedeva una
draghetta
scura dagli occhi corvini, in una stanza raffinata ma antica e
inquietante «PinkMonzaemon e LadyMeramon sono scomparse dalla
circolazione, non rispondono più ai contatti, potrebbero
anche
esser state acquisite entrambe!!» …ed il suo
sguardo
determinato tradiva una quasi impercettibile sfumatura di esitazione,
mentre una vellutata voce femminile accanto a lei intonava
«Uhmuhmuhm! Appena in tempo.» gettando un cellulare
sul
letto accanto a Minidramon
«Oh?»…«Un minuto in
più e la linea sarebbe caduta a causa di questo disturbo su
larga scala. Meglio, ha resistito finché doveva.
Ahahahah!»
…volgendo la coda del suo glaciale occhio azzurro verso la
Digimon, ed accennando un ironico sorriso «Siamo
ricche…Minidramon!»…«Che ti
succede Alice,
non capisco. Questa mattina mi sembri
particolarmente…allegra,
soddisfatta.»...«Ma te l’ho detto,
abbiamo appena
concluso l’affare del secolo: l’intero patrimonio
dell’insigne professore Rob McCoy ora guarda un po’
il caso
appartiene a…» …posando la boccetta del
profumo che
si era spruzzata, e vagando con lo sguardo nella stanza per poi
adagiare il dito…su se stessa «…alla
sua premurosa
ed encomiabile nipotina.»…«Starai
scherzando!!»…«Ohhh…!»
fece
Alice…ma poi si bloccò e volse di nuovo la punta
dello
sguardo verso Minidramon. Costei cercava di mantenersi rigida,
sfrontata. Al che Alice si volse completamente a fissarla negli occhi
«Ebbene sì, che brava, sto
scherzando!!»…«Pfff! Lo sapevo che era
una
sciocchezza.»…«Non ho mentito
nell’affermare
che quei soldi sono nostri!! Però…!»
tornando a
contemplare e picchiettare il suo viso candido e perfetto nello
specchio dalla nera cornice «…noi non li
utilizzeremo…per andare a spassarcela!» La
draghetta
dilatò lo sguardo, e la ragazza illustrò
«Quei
soldi, cara…saranno devoluti INTERAMENTE in
beneficienza.»
alzandosi e chiudendo la lampo del borsellino «Ci sono
così tanti poveri diavoli bisognosi in città,
basta
mettere il naso fuori di casa.»…«Non ti
capisco, che
intendi fare con quell’immenso
patrimonio?!»…«Oh,
c’è un ragazzo di
mia conoscenza…» sedendosi e accavallando le sue
lunghe e
slanciate gambe «…al quale credo proprio che serva
un
aiuto per uscire dalla sua scabrosa situazione, sua madre ormai non
può più sostenerlo, essendo lei il classico
soggetto che
dilapida il patrimonio familiare in…trucchi, profumi e
pellicce!»…«Ah?!...
…Ryo…?»…«…uhhh,
sei sveglia
questa mattina.» commentò la sempre fredda e
sprezzante
Alice, mentre si passava il rossetto scuro sulle labbra…
«Ryo…» ripeteva Minidramon, quel nome
che sembrava
insinuare un oscuro turbamento in lei…
«Purtroppo
nonna non possiamo farci niente: il telefono è isolato!
Adesso
non posso mettermi in contatto col padrone di casa.»
illustrava
Rika, e sua nonna «Oh, adesso ci mancava solo questo
problema,
come si fa? Abbiamo bisogno di parlarci
urgentemente…»…«Sì,
è
vero…!» confermava Rumiko, e Rika
«Calma! Ragioniamo
con calma: anch’io sono agitata. Ok?
Però…sono
certa che possiamo risolvere anche questo problema. Se ragioniamo con
tante teste…» ma c’era anche Himi, che
affermava
«Sì, è una parola: il problema
è che siamo
tutte teste sflipperate!»…«E’
quello il
fatto!!...» fece Rika prendendo le loro mani
«Ascoltate: ci
sono passata anch’io, in battaglia a volte non si sa che
mossa
compiere ma mantenere il sangue freddo è fondamentale! Non
c’è volta in cui non l’abbiamo spuntata,
ragionando
in questo modo.»…«Posso confermare,
è
vero.» disse Renamon, e Seiko espresse «Se ce lo
dice lei
siamo più tranquille.» sicché Rumiko
«Oh,
Signora se sapesse come ci
sentiamo!!»…«Lo posso
immaginare. Vi capisco.»…«Ah, ma anche
voi al vostro
Digiworld avete problemi con le case, gli
affitti…?!»…«Abbiamo
impiegato tempo e
tentativi per riorganizzarci, signora Rumiko: posso
dirle…che
adesso come adesso sono grata a questa esperienza. Mi ha insegnato a
resistere.»…«Eh! Speriamo di arrivarci,
all’alba di un giorno in cui possiamo essere grate anche
noi!» espresse Himi, ma Rika insistette «Himi
coraggio,
fatti forza! Non dobbiamo mollare! Allora…ascoltatemi, ho
pensato questa cosa: non appena si risolve questo problema-»
ma a
quel punto intervenne Ryo «Scusate! Scusate se mi permetto di
intervenire, finora vi ho fatto parlare: buongiorno signora Nonaka,
buongiorno anche a lei signora: Rika mi parla sempre di sua nonna. Io
immagino vi ricordiate anche se cambio col tempo, sono Ryo Akiyama, ero
con Rika alla battaglia, poi…ho fatto avanti e indietro in
questi anni-mi pare che qualche volta ci siamo
incontrati!»…«Sì,
sì…mi
ricordo, la faccia!» fece Seiko, e Rumiko
«Ryo…certo!»…«Oh,
brave! Sono
rincuorato, vi ricordate.»…«Ryo?
Ryo-ptsss…è una cosa seria, guarda che dico
davvero!»…«Oh, insomma Rika!»
replicò
lui al sussurro della ragazza «Ma cosa ho scritto in fronte,
“ragazzino viziato” forse?! Lo vedo
anch’io che
è una cosa seria, una casa è il tetto sotto il
quale
mangiare e dormire, perché pensi che sia vissuto a
Digiworld…per tutti questi dieci anni?! Ci sono stato DIECI
MESI
all’epoca, non dieci anni, e quando il varco si è
chiuso
per voi ci ho sbattuto il naso pure io! Anzi, altro che Digiworld, tu
credi io sia vissuto nel mondo delle favole: l’hai sentita la
tua
Digimon, anche nel loro mondo hanno questi problemi!» ma Rika
lo
tratteneva per il braccio «Oh beh senti!» parlando
sottovoce per non farsi udire dagli altri «Io non sono
vissuta
con una madre come la tua che non ha la benché minima
percezione
di cosa sia il senso del denaro!»…«C-Che
c’entra mia madre, adesso?! La tiri in ballo
sempre!»…«C’entra eccome, tu
ti sei formato su
quella dottrina!»…«Non è
affatto
vero!!»…«Altroché, e sarei
pronta a
scommettere che anche questa storia con la
polizia-»…«Shhh!! Sei matta a
strillarlo?!»…«E’ che tu non
hai la testa per
queste, ti conosco! In questi anni provare ad accennarti il problema
è stato ogni volta cozzare contro un
muro!»…«Sono cambiato, e te lo
dimostrerò!»…«Ma-»…«Signora,
signora Seiko, se permettete vorrei offrirmi volontario per andare a
casa di questa persona, visto che qui è impossibile con
queste
linee!»…«Ma abita dall’altro
capo della
città!» disse la nonna di Rika «Non
importa, se
dobbiamo raggiungerlo sono disposto a farmi una scarpinata, qui
c’è un problema urgente da
risolvere.»…«Ragazzo mio, non ti devi
fare carico di
queste cose, in fondo si tratta di un problema
nostro!»…«Gliel’ho
già detto signora
Rumiko, sono più che disposto e poi…»
volgendosi
verso l’un po’ interdetta Rika che arrossiva
drasticamente
«Rika è una mia cara amica da tanti anni ormai,
sarò ben felice di
aiutarla!»…«Che ragazzo
servizievole!» espresse la nonna, mentre Himi rifilava a Rika
delle scherzose gomitate «Ehhh? Facci un pensierino, dove lo
trovi un uomo così!»…«Ma la
volete
finire…? Oggi siete proprio insopportabili, tutti
quanti…!»
…eppure,
allontanandosi, il suo sguardo si addolciva
“…grazie, Ryo.
Non immagini che significato abbia questo per me
dopo…”
volgendosi a guardarlo “…tanti anni trascorsi a
chiedermi
se realmente io ero una persona importante nella tua vita oppure il mio
ruolo era marginale. Grazie. Con le tue parole mi fai
ritornare…indietro, al periodo in cui per la prima volta, a
dispetto di me stessa e della mia incredulità, mi accorsi
che i
tuoi occhi su di me non mi lasciavano indifferente, ma mi
cambiavano.”…”Rika…sei
proprio una sciocca,
lo sai? Come fai a non capire che io provo per te…la stessa
sensazione magica che provavo allora, anzi, più di
allora!” …”Lo stai dicendo sul
serio…o sono
io che mi immagino di sentirti?” «Allora presto,
Ryo!»…«D’accordo Monodramon! A
presto allora,
ci vediamo!» passandole accanto rapidamente «Tu
Rika resta
qui è inutile che vi spostiate vedrai io e Monodramon
facciamo
in un attimo e vi riportiamo questo tipo.» Himi
commentò
«Allora non resta che incrociare le dita e sperare che ci
conceda
una proroga!»
Takato si
accostò a Rika «C’è qualcosa
che
anch’io posso fare per
te?»…«Takato…ti
ringrazio…» replicò lei grata e forse
velatamente
emozionata «Dico davvero!» ma una voce
echeggiò
«Forse c’è qualcosa che puoi
fare…per tutti
noi, Takato!»…«Oh?...
…signor Yamaki!»
Costui si era
affacciato sul giardino. E come Rika constatò, non era solo
«Signor Wong, c’è anche lei. Ditemi, a
cosa dobbiamo
la visita?»
Yamaki si
accomodò gli occhiali da sole «Dobbiamo parlare
molto
seriamente: c’è qualcuno che a nostra insaputa sta
minacciando il corto circuito cittadino.»
Ma trovò
conferma nello sguardo consapevole dei ragazzi «Non
è a
nostra insaputa…» disse Takato, e Rika
«Ce
n’eravamo accorti, ma non siamo riusciti ad elaborare ancora
una
strategia efficace.»…«Per questo ci
siamo
noi.» disse il biondo uomo, e l’altro che
l’aveva
accompagnato «Yamaki ed io abbiamo un piano. Per questo
abbiamo
portato alcune strumentazioni.» alludendo ad una valigetta
che
sembrava contenere un computer «Sarà come ai
vecchi tempi.
E ci aiuteranno i Pionieri Digitali, non appena saremo riusciti a
rintracciarli.»
Ma questo fu come un
fulmine per Takato «Cosa…?!» i cui occhi
rossastri
si fecero attoniti. Anche Renamon accennò
«Rika…» arretrando, come inquieta
«Non dire
niente, Renamon…sento anch’io la stessa
cosa.»
«I Pionieri
Digitali…?» ripeté Takato,
improvvisamente scosso:
il nome di quella squadra di professionisti sembrava aver risvegliato
oscuri ricordi per quei Digimon Tamers…
«E
così vuoi sfidarmi.» atterrava IceDevimon su quel
terreno
ghiacciato «Non ti senti un po’
impulsiva…? Andiamo,
ragazzina, guardati
attorno.»…«Oh?!» Rea
sussultò, mentre il diavolo ghiacciato sfoggiava la sua
collezione «Tu sei una dilettante, mentre io ho
sconfitto…un intero esercito di Digimon. Questi anni hanno
fatto
lievitare la mia potenza, se questo sciocco faceva fatica a tenermi
testa allora puoi ben immaginare quanto possa resistere dopo dieci anni
trascorsi senza combattere! Perché io lo so...»
…mentre sia Gargomon che Rea aggrottavano lo
sguardo…
«Riesco a
leggere nel vostro passato…lui si sente disorientato senza
il
suo vecchio domatore.»…«Ah!»
sobbalzò
il grosso Digimon «E tu invece…» mentre
Rea
stringeva i denti per non far cedere la determinazione
«…ti senti molto sola: senti che sei
l’unica al
mondo a sbandierare ancora sogni romantici, mentre tutta la gente che
ti circonda ormai ha dimenticato speranza e valori e pensa solo
all’ambizione.» ...lui le volò
vicinissimo, tanto da
farle fumare il fiato «Sei sicura che una come te possa
battermi?
Una sciocca ragazzina idealista e che sogna ancora il principe azzurro
è fuori posto in un mondo tanto
freddo…»…«E chi ha stabilito
che il mondo sia
veramente gelido come lo dipingi tu?! Questa è
soltanto…la riproduzione che TU hai voluto dare del mondo,
l’impostazione che hai automaticamente deciso di assegnare
alla
tua vita!!»…«Che
cosa?!»…(canzone: Gigi
D'Alessio - Non mollare mai (strumentale)
) «Ognuno può scegliere fra tante strade, e tu hai
preferito rifugiarti in una tana…dove non si respira amore,
questo non ti rende più forte! Ma permette al vento di
soffiare
più intenso fino a renderti sempre più gelido il
cuore,
di modo che non sia capace di comprendere i sentimenti, nonostante gli
anni passino! I bimbi crescano, le stagioni si alternino e sboccino
nuovi fiori! E con loro nuovi sogni, ma tu da qui resti sempre isolato:
in realtà sei tu il vero prigioniero nel blocco di
ghiaccio!»…«Ahh!»…«Ti
sei
precluso la vita, e l’hai preclusa anche a questi Digimon! Ma
non
ti permetterò di relegarli in una fredda prigione di
solitudine:
io libererò i cuori incatenati dal gelo della sofferenza,
è questa la mia missione!
Gargomon!!»…«Signora! La sento
potentissima, e le
forze mi ritornano!!»
«PEGGIO PER VOI!!
ASSAGGERETE IL VERO VENTO DELL’OSCURITA’!! FIATO
CONGELANTE!!»…«Scansati
Gargomon!»…«Ah! Appena in
tempo!»…«Bene, e adesso…vai,
colpiscilo!»
«Come?!» si
volse attonito IceDevimon, e Gargomon gli puntò la balestra
«La smetterai di seminare il terrore! Prendi
questo!»…«Acc!!!...
…per un pelo! Fendente
di ghiaccio!!!»
affondando con le sue pesanti mani artigliate, ma Gargomon
«GGGHHH---AAAHHHH!!!» si parava con la balestra, e
anche
Rea si piegava sul Digivice «Resisti
Gargomon!!...resisti!»
“Resisterò,
perché non è vero che sono solo, ora ho una nuova
domatrice con me, non posso deluderla! Non posso!!!”
«Ahhh!
Ma come è possibile?! Faccio…una gran fatica a
spazzarlo
via, è pesantissimo!»…«Ah
sì, eh?!
Pensavi di aggravarmi con le tue parole funeste, ma ti sbagli di
grosso, io non mi faccio prendere in giro da un mediocre ottuso come
te!»…«Gasp! Come mi hai
chiamato…?!»
«Vai così, Gargomon!» Rea
sfoderò una nuova carta «Digimodificati!!»…e
il suo Digimon minacciò «Ora sarò
ancora più
leggero e imprendibile!»…«Carta delle ali…!»
«COSA?!»…«Prova a prendermi,
IceDevimon!» …schernì il grosso Digimon
che
nonostante la sua mole riuscì a volare grazie alla coppia di
ali
fatate che spuntarono dalla sua schiena «Subito
accontentato!»…«TA-TA-TA-TA-TAAA!»…«Fendente di ghiaccio!»…«Ahah,
tanto non mi prendi!!»
«Bravo, Gargomon: e
adesso…l’ultimo tocco, basta combattere da soli,
che senso
ha quando abbiamo tanti alleati? Gargomon! Infrangi le stalattiti! Digimodificati!»
…e un ennesima carta
fu lanciata in quel Digivice fluttuante, nello sprigionarsi della luce
«Carta di
Zhuquiaomon!»
«Fantastico, uno dei
quattro Supremi!!» ricordò Gargomon ben
distinguendo
quell’ologramma ma ancor prima quel nome
“E’ quello
che ho affrontato e sconfitto in battaglia, con l’aiuto di
Henry…biodigievolvendo MegaGargomon…”
“E’ come
se sentissi i tuoi ricordi…vai, mio Digimon! La sequenza di
immagini che percepisco di te e di Henry mi comunica…che la
luce
e la speranza si rinnovano sempre, e non muoiono mai!”
«Presto, amici prigionieri: è ora di
svegliarsi!»
«Sì!!» esclamò
Gargomon…ed il potere
della carta utilizzata avvolse di fuoco la balestra: diradatosi il
flusso l’arma aveva mutato aspetto, ora assomigliava a un
potente
e alato Digimon infuocato «Multi…BOLIDI!!!»…«AH!!
NO, NON SOPPORTO QUESTO FUOCO!»
Le lingue
incandescenti liberate dalla balestra si incrociarono e piombarono come
una pioggia di comete sul campo di ghiaccio. Liberando ad
uno…
…ad uno
tutti quegli allegri e festanti Digimon dalle stalattiti che si
sciolsero. Sotto gli occhi abbagliati di Rea
«Ahah!...è
meraviglioso…
…non
c’è niente di più splendido del calore
dell’amore, che pone fine a una vita fredda…questa
sarà la mia strada. Coraggio, siete liberi
adesso!!»
E le loro intenzioni
sembravano chiare: «Attacchiamo
IceDevimon!!»…«Aiutiamo quel Digimon
ciccione!!»
Nel fuoco d’artificio
di una moltitudine di dardi di fuoco, vento, erba, luce, ed ogni
elemento immaginabile «Ah! Non è possibile! NO!
SMETTETELA! Che modi…DOPO LUNGHI ANNI DI CONVIVENZA MI
RICOMPENSATE COSIII’!»
«E’
fantastico…il potere dei Digimon…è
meraviglioso,
abbaglia gli occhi…
…è meglio ancora…che vederlo in
tv…»
sussurrava Rea mentre nel suo dolce sguardo assorto si rifletteva quel
prodigio di colori…
«Ahahah!» Gargomon atterrò accanto a lei
«Ottimo
lavoro!»…«Momentai!»
…e
IceDevimon, parandosi a stento da quei colpi «Accidenti,
è
diventato pericoloso restare qui: se continuano stavolta mi
acquisiscono completamente, DEVO SCAPPARE!!»
«Ah! Se ne sta andando!» Gargomon puntò
la balestra.
Ma il diavolo
sfondò il tetto del campo digitale, che iniziò a
crollare.
«Presto
signora Rea, dobbiamo fuggire o qui crollerà
tutto!»
rivolgendosi poi a quei Digimon «Grazie, amici!
Ahaha!»
«Grazie a
voi!» risposero questi, illuminandosi in un teletrasporto
collettivo.
«Presto, andiamo!» fuggirono Digimon e domatrice.
…fuori di
lì «Antylamon!
Oh?»…«…Suzie!»…«Sei
libera!!» nello sciogliersi del blocco di ghiaccio
“Rea ce
l’ha fatta: è stata grande!!”
Ne usciva deluso
qualcun altro «Come sarebbe?!...IceDevimon ha forse
fallito?!»…«Nami!»…«WAAAH,
SEI
MATTO A COMPARIRMI COSI’?!» Fiocco di Neve era
riapparso,
seppur malconcio «Che hai da urlare, dobbiamo
fuggire!»…«Come, fuggire?! Sei un
incompetente, mi
avevi assicurato che li avresti eliminati
tutti!»…«C’è poco
da scherzare, hanno
distrutto il campo digitale e liberato i miei prigionieri: dobbiamo
elaborare un altro
piano!»…«Ah…roba da non
credere! E vatti a fidare dei diavoli
digitali!»…«Che fai, cosa
butti?!» le
bloccò il braccio Fiocco di Neve prima che potesse
scaraventare
il Digivice a terra «Quello ci serve!» e alla fine
se ne
scapparono insieme.
«Sei stata
fantastica!»…«Tutto a posto?»
chiedeva Rea con
un sorriso, e Suzie «Sei una grande domatrice: credi soltanto
tu
potevi meritare un Digimon come
Terriermon!»…«Devo
dire…che ce la siamo cavata! Non è
vero?» mentre
lui le scivolava tra le braccia, tornando piccolo
«Momentai!» (fine-canzone)
«Oh?»…«Guarda
Suzie!» esclamò
Lopmon, regredita anche lei «Imagomon si sta
liberando.»
…il blocco di
ghiaccio planò fino a scomparire
«…siete voi che mi
avete soccorso…?»
Rea e Suzie restarono
mute di fronte a quella volpe dal pelo nero, gli occhi così
penetranti, i modi così signorili
«Imagomon!»…«Ahah, momentai!!
Che gioia
rivederti!» gli corsero incontro i due Digimon dalle lunghe
orecchie…
…lui osservava le due domatrici…
…e teneva nella
sua mano quel Digivice rosa dalle ali d’oro…
«A-Ahhh!»…«Oh?!
Yuki!» Kenta sorresse
sua moglie che le si adagiò fra le braccia mentre
erano in
strada. Nonostante la sua mole lui la trattenne saldamente, ma nel suo
sguardo si leggeva profonda apprensione «Amore mio
cos’hai,
ti senti
male?!»…«Ken…ta…»…«Yuki!»…«Sono
queste…radiazioni, mi ritronano nella testa, tu non le
senti?»…«Oh? Vuoi dire…quelle
che hanno
causato il collasso energetico?! Yuki tu non puoi stare qui!! Non
ricordi per caso di che materia sei fatta?! Ora ti riporto a
casa!»…«Ma no,
d-dobbiamo…rintracciare il
Digivice!»…«Niente storie, andiamo a
casa:
quest’esposizione ti
danneggia!»…«Ma---Kenta!»…«Oh?»
…seppur
debole, la biondina supplicava «…i tuoi genitori
stanno
morendo di preoccupazione…e-ed è tutta colpa mia,
sono un
impiastro.»
…attoniti
gli occhi del ragazzo occhialuto, ma a cui la crescita aveva regalato
tratti delicati…
«Sono
stata debole…i-in tutti questi anni mi sarei potuta
ribellare a
Guardianmon e invece ho accettato il suo ricatto
deliberatamente…n-non voglio esser causa di altro male per
la
tua famiglia.»…«…loro ti
vogliono bene, lo
sai!»…«S-Sì…appunto…»…«E
anch’io! Anch’io, adesso è troppo tardi,
io ho
provato ad allontanarmi ma non ci sono riuscito!! Tu sei tornata e
stare senza di te quel poco, vederti in pericolo, mi ha fatto
accorgere…
…che io senza di te non posso vivere!! Sono disposto ad
affrontare quel maledetto, io ti
amo!!»…«…n-non
voglio…essere di nuovo
causa di pericolo…p-per i nostri
amici…» ed il
ragazzo strinse gli occhi «…neanch’io
vorrei…» per poi riaprirli
«Però sono
disposto a qualunque cosa pur di salvarti! Voglio che tutto torni
come…!!!...»…«…nei
nostri
sogni…Kenta-»…«S-Sta calma!
Ora trovo un modo
per riportarti a casa, che se i mezzi…sono bloccati!
Tieni!» avvolgendole la testa con il velo scuro
«Mettiti
questo, così sentirai di meno questi
clacson!»…che
in effetti stavano intonando un vero concerto…in mezzo al
quale
Kenta alzava occhi appenati al cielo “Oh mio Dio quanto
ancora…?! Quanto ancora durerà, che cosa posso
fare?! Un
peso terribile grava su di me e non riesco a sostenerlo,
ma…!...non si tratta del peso di mia moglie: ma del pensiero
di
non riuscire a proteggerla. Come possiamo fare,
Guardianmon…è potentissimo, ci batterà
e ora siamo
completamente indifesi, senza il Digivice!”
“Uhmuhmuhm!...le ore corrono, le lancette sfrecciano verso la
notte. Le ore dei Digimon Tamers sono
contate…” era
il pensiero di Guardianmon, sulla cima del grattacielo: il fumo emesso
dalla sua spada era sempre più intenso, così come
lo
sfrigolare dei cavi elettrici, dai quali gli uccellini avevano capito
di doversi tenere ben lontani.
In questo
scenario, camminava Henry. Fermandosi su un ponte ad osservare la
strada, avendo occasione di riversarvi nuovamente quello sguardo che
gli anni e le esperienze avevano reso così assorto, a tratti
smarrito “Prima mi sono…stupito di me stesso. Ho
parlato a
Mya e Lotti come fossero mie figli: ho parlato loro in un
modo…che non avrei mai pensato sarebbe stato quello con cui
mi
sarei rivolto a un figlio. Crescendo ho sempre immaginato che nei miei
discorsi si sarebbero udite le parole…disciplina, equilibrio.
Razionalità, e invece…niente di
tutto questo se non amore.
Amore. Che strana parola, proprio adesso? Ora che ho
saputo…che
Rea, Terriermon e la mia famiglia non mi vogliono più?
Violetta
è stata chiara, ha detto che loro sembrano felici e
soddisfatti
senza di me. Eppure…quando parlavo a Mya e Lotti sentivo di
descrivere una forza immensa! Che grida più forte…
…di
tutti questi clacson, che risuona fragorosa nella città.
Come…”
…ricordando di quando la città era stata
pesantemente
devastata da un enorme Digimon dalle sembianze di un
cinghiale…e
lui con i suoi amici aveva lottato in una simbiosi profonda con il suo
Digimon, accusando i suoi colpi e sognando di proteggere coloro che
amava “…la luce della forza digitale. E’
possibile
che stia imparando a credere ad una forza nuova?” alzando gli
occhi verso il cielo, mentre sotto di lui vi era il delirio stradale
“E’ la forza del mio passato
oppure…è un
qualcosa di rinnovato, di più grande e più
splendente,
magari destinato ad accompagnarmi nei giorni futuri? E se fosse vero
ciò che il maestro Chow ha detto, e così anche
Yamaki? La
speranza delle persone…vola davvero più alta, e
scrive il
futuro? In questo caso…” tornando ad appoggiarsi
al ponte
“…non contano i soldi, né una posizione
stabile
quanto l’essere uniti e saper sognare, anche quando le nuvole
attraversano il cielo. Come è successo a me: pensavo che
niente
avrebbe più fatto breccia nella coltre, e invece quando meno
me
lo sarei aspettato…mi sono trovato a far risuonare questo
potere
nelle mie parole, e a coltivarlo nei miei pensieri. All’epoca
avevo solo dei genitori, e una sorellina da
proteggere…”
…si ricordò concentrato sul
Digivice…”Voglio
proteggere la mia sorellina…”
“Adesso…ho
qualcuno di nuovo! Ho mia moglie, e c’è anche il
mio
bambino! Posso proteggere loro, anche se…!!...non mi
vogliono,
però io posso lo stesso vegliare su di loro. Sono tutta la
mia
vita…di loro ho bisogno, non posso più mentire a
me
stesso. Ho preso una decisione!” infilando la mano
sotto i
suoi abiti e cercando qualcosa “Anche se ho paura,
andrò
lo stesso a casa mia: e se Rea, Suzie e i miei genitori saranno
lì voglio parlare con loro! Temo che mi respingano, per
tutto il
male che gli ho fatto! Ma sarà sempre meglio che vivere
sospesi
in questa prigione gelida e solitaria.”
Si staccò
così l’adesivo rosso dal petto “Di
questo non ho
più bisogno. Non mi serve un portafortuna, se anche noi
abbiamo
la possibilità di scrivere il nostro destino. Ho bisogno di
rivedere la mia famiglia!”
…gettando
così quel piccolo portafortuna nel gorgo di macchine. Quando
atterrò, evaporò in dati scarlatti…
«Digiouuu!!!» Benji indicava convinto quella
creatura che
si affiancò alla sua «Ihihihiii!» nuova
baby-sitter
«Allora quale sarebbe il tuo piano, Violetta?»
avanzò la donna-pianta digitale dal diadema di pietre
violacee
«Uhmuhm! Una primizia alquanto sfiziosa! Voglio applicare su
questo bambino una sonda…molto speciale! Si dice che il
cuore
dei figli è collegato a quello dei genitori? Lo
sperimentiamo
subito! Se metto questo congegno proprio qui vicino al cuoricino
di-ihihiiii Benji come sei cariiino sistemiamo il ciuffetto! Daiii!
Ihihihiii-no ecco insomma dicevo!»
…mentre Muskmon
avanzava per la stanza di Henry, smarrendovi i suoi occhi…
«…se
tutto fila per il verso giusto e stavolta non ci sono seccanti
intrusioni tecniche, non appena i cuori di papà &
figlio
verranno a contato…pufff! Si creerà un
mega-flusso
calamitante, e il cuoricino di Benji attirerà tanto forte,
ma
così forte, ma talmente forte il cuore di papà
Henry, il
quale…oh! Batterà talmente forte per
l’emozione
che…magia: si scambieranno! Ti immagini? Benji
accoglierà
dentro di sé uno…splendente cuore digitale! Ed
Henry…iiihhhh…tanto adulto e sapiente si
ritroverà
nel petto il cuoricino di un bambiiino! Che divertente, è
come
scambiare le carte! Un cuore piccino come quello di Benji non avrai
difficoltà a farlo battere per te, non è vero
Muskmon?
Ohhh…andiamo, te lo immagini? Ahah!»
…mentre
carezzava la testa di Benji e gli spettinava i capelli
«Già mi fa tenerezza! Alto, distinto e
affascinante ma con
il cuore di un bimbo di un anno e mezzo, è il desiderio di
qualsiasi donna! Ma anche da qualsiasi Digimon e la tua amica Violetta
la fata lo esaudirà per te! Oh? Che posso usare per
applicare la
sonda, andiamo a cercare gli strumenti per questa bella casa? Eh? Mi
aiuti, Benji…?...
…meno male che
ce l’hanno lasciata vuota, senti quanto è
tranquiiillaaa…» lasciando sperdere la sua voce in
un’incantata sfumatura…
…mentre Muskmon
ripeteva «…il cuore…di un
bambino?» e la sua
mano, che era un fiore bianco, sollevò la foto di Henry
ragazzino. I suoi occhi incorniciati dal tenebroso trucco lo scrutavano
intensamente «…forse Violetta ha ragione,
è
l’unico modo.» nel suonare quasi meccanico della
sua voce
vellutata (mentre si udiva Violetta canticchiare nel sottofondo...)
Muskmon alzò gli occhi verso l’alto, elaborando
«Forse è questo l’errore che si annidava
nel cuore
di Henry: sfrondato dal peso della crescita e del sentimento per quella
ragazza non vi sarà ostacolo affinché possa
gettarvi i
semi dell’amore. E una volta che saranno
germogliati...»
…spingendosi quella foto sul petto
«…lui
avrà occhi solo per me, ed io cesserò di sentirmi
così sola. Di condurre
un’esistenza…oscura e
grigia. Finalmente anch’io potrò essere
felice…»
…tanto
spingeva quella foto sul suo cuore che fece spaccare la cornice, ed i
frammenti di vetro caddero a terra, presso le sue radici. Ma lei non se
ne accorgeva «Ahhh…!» beatamente
impegnata
com’era a sognare «Sostituzione dei cuori: dopo
tutto di
altro non si tratta se non di un banale procedimento informatico.
Scambio di dati, è inutile porsi troppi problemi. I
sentimenti
non esistono, sono solo un agglomerato scomponibile di cariche,
esattamente come quello che anima lo scenario cittadino. Non ha senso
arrestarsi di fronte a una prassi così elementare.
Oh?»
…ma al
suo braccio si era avvicinato qualcuno, che ora adagiava la manina
sulla morbidezza di quei petali candidi. Muskmon si volse lentamente,
lo fissò con sguardo sospeso. Mentre il bambino aveva nel
suo
una certa fierezza, quando la Digimon si accucciò lentamente
dinanzi a lui «…il figlio di
Henry…»
…provò ad avvicinare le sue mani floreali, ma lui
emise
uno starnuto improvviso «Oh? Forse è il troppo
profumo a
scatenarti una reazione allergica. Sapevo che questo momento sarebbe
arrivato prima o poi…»
…fra i due la più incuriosita sembrava lei, che
piegava
il capo, mentre Benji pareva in qualche modo preparato e consapevole
circa la sua visione «Sei…come ti avevo
immaginato. Henry
mi aveva anche mostrato delle tue foto, ma la realtà fa
tutto un
altro effetto, sembri…la sua copia. Forse lo sei. Mi
interrogo
su quale sia il legame che unisce un padre con un figlio: io sono
digiuna di queste cose, sono nata a Digiworld, non ho né un
padre né una madre, ma sono germogliata spontaneamente da un
digiuovo nella Città della Rinascita: questo
perché era
scritto che mi legassi…alla mia Digimon
Tamer…»…«Ihihiii!!! Ma che
carini avete
già fatto amicizia?! Dai, Benji, saluta Muskmon: presto
avrai
una nuova mamma digitale, non è
fantastico?!»…«Oh!»…«Ahah!
Sei
emozionata, cara?» fece Violetta appoggiandole il braccio
sulla
spalla con fare confidenziale «Ma non
c’è motivo,
vedrai che andrà tutto
bene!»…«Violetta…sei sicura?
Non so, lo
guardo e…ho una sensazione strana.» alludendo al
bambino,
ma Violetta si frappose fra lui e lei ponendole le mani sulle spalle e
facendole un sorriso rassicurante «Sta tranquilla,
è solo
perché gli assomiglia tanto ma è normale: ogni
figlioletto somiglia al proprio papà hai visto Lotti?
E’
la copia del padre!!!»…«Beh in
realtà-»…«Ahhh, bando ai
timori: ci sono
io!...te l’ho detto…
…non permetterò che niente vada storto, tu lo sai
che ci
tengo a te. Sono la tua domatrice!» intonandolo a
mo’ di
canzoncina, alzando e mostrando quel Digivice dall’aspetto di
un
fiore bianco e viola «Ci lega un legame ancestrale, e vedrai
che
ce la faremo! Noi due realizzeremo…tutti i nostri sogni, e
tu
avrai l’amore di quel ragazzo che ti ha stregato!!»
gettandosi ad abbracciarla «Wooow, non vedo l’ora
di fare
la damigella d’onore alle tue
nozzeee!!»…«Henry, è vero, io
lo amo!»
ripercorreva quella Digimon fissando il soffitto «E trovarmi
in
camera sua, fra le sue cose, gli oggetti…fra cui
è
cresciuto…» nel delinearsi di un incerto, timido
sorriso
sulle sue labbra al contrario del «Uhmuhmuhmuhm!»
sorrisone
convinto di Violetta «…non so, mi suscita
un’emozione…strana, sì. Violetta: ma
allora anche
noi Digimon possiamo amare, io non ci ho mai creduto, ho solo dato
ascolto…» volgendo appena il capo, quando invece
Violetta
cercava di farsi guardare «…solo a quel che ci
è
successo per trarre le mie conclusioni sulla realtà della
vita.» Ma Violetta la prese per mano «Non possiamo
pretendere…che gli eventi seguano sempre il corso che gli
abbiamo dato, a volte delle prove sono
inevitabili!»…«Sì,
però…quello
che ci è successo è stato
terribile!»…«Ahhh…è
stato per il
meglio, cara. Soltanto per il meglio, ora per fortuna il passato
è accantonato e grazie ai preziosi insegnamenti di cui ci ha
fornito possiamo…uhhh, guardare al futuro! A proposito hai
visto
come è bella e ordinata questa stanza? Potreste farci qui la
camera dei bambini, in fondo, uhmuhm! Basta riorganizzare lo
spazio!»
Muskmon la guardò in un insicuro riflesso di emozione, ma
come
sempre l’altra aveva espressione esortativa
all’ottimismo
«Su con la vita…!!...
…è la cosa più importante essere
positivi. Tu sei
un’amica speciale per me, Muskmon, l’amica
più
cara…» carezzandole il viso
«…che la vita mi
abbia donato, ed io per te sarei disposta a fare…wooou,
tutto!
Anche una magia, io che sono una semplice umana! Ma mi trasformerei in
un essere angelico…
…se
questo servisse ad esaudire i desideri della mia Digimon, della mia
amata Digimon!!...ascolta non potrei dimenticare mai che in tutti, ma
proprio in tutti i momenti di difficoltà che ho attraversato
tu
ci sei stata sempre, non mi abbandonata mai…»
descriveva
con fiatoso candore in quella voce giovanile, dai risvolti ridenti come
i suoi occhietti vispi «Sappi Muskmon che noi saremo amiche
per
sempre, faremo tanto ancora parlare di noi! Uhmuhmuhm!
Questo…» alludendo al Digivice floreale
«…è destinato a fare ancora tanta
strada!»…«Ti ringrazio,
Violetta…»…«Ohhh, ma adesso
andiamo da questo
omettooo!» sicché Violetta lo prese in braccio
«Benji!...sei pronto a essere il protagonista di una
mega-magia??? Ihihi!...» sprizzando allettante brio dal suo
sguardo…nonostante il bimbo avesse aria impaurita…
«Grazie, e
torni a trovarci! Provi i nostri dolcetti sono una
fav-cioè!...”nostri” sì
vabbé insomma
del panificio non li ho fatti io, però
comunque!...» erano
i primi tentativi di Cindermon al bancone, con grembiulino bianco e la
cuffietta sotto la quale spuntava il suo ciuffo scarlatto
«Ciaoooooo!!! Ma lo sai che sei proprio un tesorino? Lo vuoi
un
biscottino gratis? Mmm? Te lo dà la tua
Cindy!»…«Un
altro…?» accennava un
sorriso Mie «Sì vabbe’ sai
cos’è
è piccolo mi fa
tenerezza!»…«Sì, ma un
altro po’ questo sembrerà un banco di
beneficienza!»…«Ahah! Vero, mi lascio
prendere
troppo la mano!» …per poi offrire quel famoso
biscottino
«Hiahahahah, sono un biscottino e non cerco altro che un
piccolo
amico che voglia mangiarmi! Uhm? Mi sa che l’ho
trovato!»…«Grazie, sei veramente
simpatica!»…«Ghghghgh!...mai quanto
te!»
spettinandogli un po’ i capelli e sospirando, mentre Mie
commentava «Ci sai
fare!»…«Graaazie! Oh!
Eccone un altro, avanti il prossimo!»…«A
questo
penso io.»…«Sì, paura che gli
dico: ma si
prenda tuuutto, tanto qui è tutto gratis faccia una bella
sorpresa a sua moglie e ai suoi
pargoli!»…«Ahhh, sei
unica!»…«Oh yes…lo
so…
…ne sono
consapevole.» ma lo sguardo della ragazza si fece
più
serio, e nella sua mente affiorò il ricordo di quella scena
vissuta poco prima nella stanza matrimoniale, quando Takehiro aveva
strappato quei disegni dalle mani di sua moglie “Li ha presi
come
una furia, non ha neanche permesso che li vedessi. E’
sospetto
come comportamento, è come se nascondesse
qualcosa…”
«Cynthia!»…«Ops?
Scusi, mi ero addormentata! Sa è la prima volta e il ritmo
mi ha
sopraffatto-avete tanti clienti eh? Mica che…eh!
Buongiooorno,
lei cosa desidera?»…«Oh! La pace nel
mondo!»…«Oh beh anch’io in due
mondi se
è per questo ma siccome chiedo troppo mi accontento di pane
& biscotti sono strana??? Oh?»
Takehiro si stava
infilando la giacca in quel momento «Mie! Mi allontano un
attimo,
devo ricaricare urgentemente il telefono, mi sono accorto adesso che
è scarico…» Il suo tono sembrava
seccato, come se
quel giorno facesse tutto controvoglia.
Cindermon, con le mani
attorno alla busta che stava preparando, realizzò
“Esce.
Se c’è un momento in cui posso mettermi a cercare
indisturbata dove possa aver messo quei disegni…è
questo!” «Ehm!...scusi permette signora no sa non
vorrei
che le sembrasse una scusa ma dovrei andare in bagno! Lo saaa, come
sono fatta io, ogni tanto ho questa cosa che devo fare
tin-tin!»…«Oh! Ma certo, vai pure, ci
manca solo che
in questo negozio si neghino le esigenze
primarie!»…«Eh!
Eeeehhh…!!!»
…sfilandosi la cuffietta mentre faceva cenno di
“metà e metà, ci siamo
quasi”, pensando
“Eh sì figurati, se con Takato me ne uscivo con
una roba
del genere quello mi faceva: non hai voglia di lavorareee! Per questo
ti inventi storie! E si metteva a strillare tanto che mi sentiva tutta
la clientela, meglio che approfitto che anche lui è
fuori!” e svelta svelta si lanciò lungo quei
gradini…
«Che
cosa?!» indietreggiava Takato. Il suo sguardo era sconvolto
«C-Come vi è venuta in mente una cosa del
genere?!»…«Ma…Takato, ti
dimentichi che i
Pionieri Digitali sono miei amici.» spiegava pazientemente
Wong
«Vi sono rimasto in contatto, è chiaro che adesso
si
trovano ognuno in diverse parti del mondo ma grazie
all’attrezzatura di emergenza che ci ha portato il signor
Yamaki
possiamo raggiungerli: si sa che ora le operazioni informatiche possono
essere gestite a distanza.»…«Non mi
interessa!!» inveì però il ragazzo, il
cui corpo
era pervaso da un improvviso tremore «Capisco come puoi
sentirti…credimi.» disse Yamaki con sguardo
consapevole…
…mentre
Rumiko si rivolgeva a sua figlia
«Ma…Rika…? Che
cos’ha il tuo
amico?»…«E’ sconvolto,
bisogna comprenderlo.» Sicché parlò sua
nonna
«Rika, ascolta: tu sai che io non è che ci capisca
molto
di computer se escludiamo alcune chat di intrattenimento per anziani
come me. Ma quelle persone che i signori hanno nominato, quelle per cui
il tuo amico è così turbato, sono per
caso…?»…«Sì,
nonna. Sono proprio
loro…quelli che ci aiutarono col D-Reaper, i Pionieri
Digitali.» al che la madre della ragazza si portò
la mano
alla fronte «…oh no, ancora quel terribile
nome…»…«Rumiko, correggimi se
sbaglio: loro
sono anche quelli che hanno dato avvio al progetto che ha riportato i
Digimon nel loro…mondo
d’origine.»…«Eh
certo, chi altri
sennò!»…«Ma…adesso
forse sono gli unici che possono
aiutarci!»…«In
effetti…» replicava Rika, che esternava equilibrio
ma
tradiva anche lei un riflesso lieve di inquietudine, dato dalla sua
posa un po’ rigida, stretta a sé come se sentisse
freddo
alle braccia «…è possibile che non ci
sia altra
scelta.» ma quelle parole accrebbero in lei stessa il
turbamento,
sicché con sguardo di pena si volse verso la sua Digimon.
Questa
comprese e la fissò «Rika: non preoccuparti per
me. Io
sono pronta a tutto.» “…io no!!
Renamon…non
ti voglio perdere…
…e
capisco perfettamente Takato!” …il quale
esclamava
«Mi rifiuto
categoricamente!!»…«Ma Takato
ragiona, sia Yamaki che i vostri Digimon hanno avvertito un
pericolo.» disse Wong «E allora?! Ci siamo noi,
siamo
domatori e possiamo far fronte a qualsiasi
pericolo!»…«Takato ascolta: io so che il
nome dei
Pionieri Digitali ti risveglia brutti
ricordi.»…«Questi sono più
che “brutti
ricordi”, signor Yamaki, i brutti ricordi si superano: i
Pionieri
hanno segnato la SVOLTA della mia vita!! E questa…non torna
più indietro, gli effetti si sentono tutt’oggi!!
Mescolati
al chiasso che fanno questi dannati clacson!» e ancora Wong
«Lo so, però cerca di capire: adesso le tecnologie
si sono
evolute, non è più come in passato! Non
c’è
motivo di temere, non abbiamo alcuna intenzione di mettere in pericolo
i Digimon.»…«QUELLA NON CE
L’AVEVATE NEMMENO
DIECI ANNI FA! Eppure con le stesse parole ce li avete strappati via,
confinandoci in questa vita orrenda!! Guardateci, siamo dei disperati,
rincorriamo ogni giorno una miriade di problemi!!» Rika in
tutto
questo cercava di avvicinarsi, tendendo la mano
«Takato…» ma lui non le diede attenzione
«Ora
non renderete vani gli sforzi dei Digimon per tornare qui e dei miei
amici per sperare dieci anni nel loro ritorno, non farete sì
che
si ripeta l’incubo di dieci anni
fa!»…«Ragazzo
ascolt-»…«No signor Wong guardi che non
è
aria di raccomandazioni o consigli, ne ho un’idea
già
chiara, che mi sono fatto con la vita e le mie esperienze! Non mi
interessa quel che voi potete aver valutato, pensato, e calcolato con i
vostri astrusi sistemi: se volete ancora che qualcuno di noi collabori
nel difendere la città dovete SCORDARVI il nome dei Pionieri
Digitali, sono stato abbastanza chiaro…?!»
scandì
con sguardo furente e aggressivo «…oppure debbo
ripetermi…?!!...» (canzone: Sugababes
- Stronger)
afferrando la sua borsa «E qui finisce il
discorso!»
correndo via «Takato, aspetta!!...torna indietro!»
lo
richiamò Rika. E anche Wong «Takato, non andartene
così-» Yamaki lo trattenne «Lascia stare
Janyu:
dobbiamo assumerci la responsabilità per il dolore che
abbiamo
arrecato a questi ragazzi.» ma lui si liberò dalla
presa
«Non posso lasciar perdere, Mitsuo! Con quel ragazzo per un
motivo o per un altro non ho mai avuto la possibilità di
spiegarmi, la mia sola immagine gli risveglia antichi ricordi dolorosi,
io ho il diritto di liberarmi dalla mia colpa salvando anche lui dai
suoi fantasmi. Io gli vado
dietro!»…«Aspetta!...
…accidenti, corre come un razzo nonostante
l’età.
Molto bene, signore! A questo punto la decisione è vostra,
cosa
scegliete di
fare?»…«Io…»
accennò Rika «…non prendo alcuna
decisione senza il
consenso di Takato.»
Yamaki non disse nulla, ma sembrò comprendere la sua scelta.
Takato correva…
…e riviveva tutto in un lampo. Le coordinate del Pionieri
Digitali dall’interno del rosso intenso della massa del
D-Reaper,
quel buco nero aperto che risucchiava la sconfinata formazione
digitale. Quella luce nel cielo, che splendeva di luminose iridescenze
“Non un’altra volta…
…mi rifiuto di assistere a quel terribile spettacolo che ci
spezzò la vita. Solo per qualche stupida variabile
informatica…
…ci siamo trovati dal giorno alla notte senza coloro ai
quali
più eravamo legati. A volte la vita può cambiare
completamente grazie a un solo click. Allora di quel click io non
voglio più udire il suono. E’ passato troppo
tempo, sono
successe troppe cose…
…ora la mia realtà è cambiata! Ci sono
nuove
persone…
…nella mia casa.” …e un volto
sorridente
carezzato da un folto ciuffo rosso gli guizzò nella memoria
“…non voglio veder sparire anche loro. Io non
voglio veder
sparire più nessuno!!”
«Allooora,
la sonda è prooontaaa!» esclamava Violetta
estraendo un
oggetto metallico dalle punte affilate. Dietro di lei lo stupore di
Muskmon «L’hai…(?!)…cotta nel
micronde?»…«Ihihi! Sì, che
c’è
di male? La temperatura va regolata al punto giusto, ora non resta che
connetterla al computer per trasferirle i comandi necessari, e poi
applicarla sul bambino: assicurato, sarà un
successo!»…«No, aspetta!» la
trattenne la
Digimon con le sue mani di petali «Sei sicura? Temo non sia
una
buona idea!»…«Perché,
Muskmon…?»…«Mentre eri in
cucina ho
analizzato il computer, i suoi comandi sono nel caos grazie allo
squilibrio che sta regnando in città: la sola applicazione
di
una periferica potrebbe generare
conseguenze…imprevedibili!!»…«Ah
nooo, ma
dai, queste sono proprio le tipiche precauzioni…inutili!
Leggi
troppi manuali di istruzioni: è controproducente, sai?
Mettono
l’angoscia, quando una cosina del genere è
semplice-semplice: Benjiii! Sei prontooo?
Ihihih!»…«No! Violetta! Dico sul serio:
tu non te ne
intendi di chimica elettromagnetica, io
sì!»…«Sì lo so va
bene, tu sei una
Digimon colta io invece sono un’ignorante: però
vedi
intanto la sondina l’ho fatta! Uh? Fidati, ti dico che non
succederà niente!»...«E se creiamo un
incidente
cittadino?! Questa casa potrebbe…saltare in
aria!!»…«Wooooow!!! I fuochi
d’artificiooo!»…«Oh no, quando
non mi
ascolta…!...» si asciugava il sudore con i petali
«Il pericolo c’è davvero, la
città è
sconvolta da un flusso anomalo di cariche: e i primi siamo noi Digimon
ad essere nel mirino!»
«Fammi un
po’ guardare qui!» faceva capolino Cindermon nella
stanza
matrimoniale «L’ho visto tornare su dopo aver finto
di
scendere prima, vuoi vedere che i disegni li ha RIMESSI A POSTO dove
stavano: è furba, come tattica! Fingi di andare in una
direzione
oppos-ah! E infatti ecco, la scatola è fuori non ha fatto in
tempo---» avanzando a passo deciso verso la scrivania
«---a
rimetterla a posto, il furbacchione: cosa nasconderà il
signor
Takehiro? Perché tanta fretta di occultare-acc!...degli
antichi…ricordi matrimoniali. Qui mi rovino le unghie. Poi
si
vede che l’ho scassinata, dove ha trovato la signora Mie la
chiave? Mmm…qui!»
…recuperandola in un lampo, forzando-forzando tanto che
«Acc! Si è aperta, spero che non si sia spezzata
la
chiave! Questi sono i disegni, finalmente vedrò che aspetto
aveva il figlio ideale dei signori Matsuki, chissà se
assomiglia
a Takato. Ahhh!!!»
…ma quel
mucchio di fogli cadde dalle mani della ragazza digitale il cui cuore
balzò in un sussulto «Ma io lo conosco quel
ragazzino!!» gemette con i suoi occhi azzurri smarriti
«Però non è
Takato…»
…raccogliendo uno di quei disegni con mano
tremante…
…e ai
ricordi di molteplici battaglie contro un ragazzino dai folti capelli
corvini, si sovrappose il suo schizzo, tracciato da una mano piena
d’amore che gli aveva concesso lineamenti delicati
«Ma-Ma
questo è N’Emo!!» indietreggiava
Cindermon
«C-Che significa?!...ah!» guardandosi attorno
sperduta e
agitata «Ma se Takehiro sperava di avere questo figlio
allora…
…ih! Guilmon!»
…ricordando fulmineamente quel draghetto e la sua
origine…le braccia le caddero in una sofferta delusione
«Oh mamma mia ma che farsa è, questa?! Mi ci
dovevo
trovare proprio in mezzo?! Che vogliono dire tutte queste coincidenze
se non…la…sola cosa a cui fanno pensare.
Però non
è possibile. Devo correre ad avvertire Takato!» e
stava
per uscire dalla porta, ma nonostante l’ansia si
ricordò,
rimarcandolo con l’alzata del dito, di dover raccogliere e
riordinare i disegni nella scatola. Lo fece in fretta e furia
«Ma
allora fra Takato e N’Emo c’è un legame.
Questi
disegni parlano, cavolo!! Ahhh, accidenti, devo stare attenta a cosa
dico e a come mi comporto! Acc! Bene, così dovrebbe essere
chiusa…»
…ma ne era rimasto uno, scivolato sotto al letto.
Cindermon
appoggiò le mani su quella scatola, chiudendo gli occhi ed
espirando. Per poi riaprirli in una profonda pena come la si prova di
solito per esperienze proprie e dirette (fine-canzone)
Gli occhi
stupiti di Suzie e di Rea, a casa di quest’ultima,
incontravano
lo sguardo di quella creatura dall’apparenza così
mistica
e inafferrabile, misteriosa come il nero del suo pelo, raffinata come
pochi altri esseri a popolare il mondo della fantasia «E
così…» iniziava Suzie
«…tu sei giunto
da Digiworld per ricongiungerti alla tua sposa,
Renamon…?»
Terriermon
seguitava quella rielaborazione, muovendo un passo avanti
«Hai
inseguito Guardianmon all’interno del Digivarco aperto da
Shaggai…è lui la causa di quello che sta
accadendo.»…«Non ne sono
sicuro…ma le mie
percezioni mi rivelano il suo volto nascosto ed un agglomerato di
sofferenza cospicuo, simile…a un fumo. Che sovrasta la
città come una
cupola.»…«…è
quello con cui…» riprese Rea, assorta alla visione
di quel
Digimon «…ha mandato in circuito tutti i sistemi
elettronici!»
Poi di
nuovo Terriermon «…le dimissioni di
Azulongmon…le
selezioni al palazzo per scegliere il nuovo
erede.»…«Così
dunque…Kazu si trova con
quel Digimon, Cyclemon.» elaborò Suzie
«E
Guilmon.» riprese Terriermon
«Guilmon…nella parte di
un Supremo di Digiworld. Che significa? C’è
sicuramente…sotto qualcosa. Guilmon è un nostro
amico.» e Rea si interessò «Non
è il Digimon
di Takato? L’unico a non aver fatto ritorno sulla terra della
vecchia squadra?»…«Gli eventi nel nostro
mondo
stanno precipitando, Terriermon!» evidenziò
Lopmon, e
questi «Sì…me ne rendo
conto.» scrutando i
suoi amici Digimon e le due amiche umane «Si profilerebbe
all’orizzonte l’esigenza…di un nostro
nuovo ritorno
a Digiworld. Come fu per il nostro primo viaggio, dieci anni
fa!»
“Henry…se solo tu potessi essere con qui
noi…” «Sono d’accordo con
Terriermon.»
riferì Imagomon «Digiworld attraversa un
momento…di
crisi profonda: la peggiore che abbia mai
vissuto.»…«Ascoltami!» Rea si
appellò a
lui «Noi umani possiamo fare qualcosa per il vostro mondo?...
…gli
dobbiamo tanto.» Imagomon la scrutò con una certa
curiosità velata di dolcezza «Tu…sei
diventata
domatrice da poco, se non sbaglio.
Giusto?»…«Oh…?...sì!...
…sì, sono Digimon Tamer da poco. Ho un
figlio!...e ho
visto…cambiare aspetto al mio Digivice venendo per la prima
volta a contatto con Terriermon.» lanciando
un’occhiata al
suo Digimon «Il ragazzo…che è stato il
suo primo
domatore…
…è il padre del mio bambino.» chinando
lo sguardo,
in un gesto velato di rispetto. Rispetto che Imagomon le
restituì «Anch’io ho dei figli. Sai? Due
splendidi
cuccioli…»…«Ohh…!»
la ragazza
restò colpita, e Terriermon «Ahaha! E’
vero! Akirmon
e Nymon sono così carini! Assomigliano tutti a Renamon ed
Imagomon!»…«Perdonami se mi rivolgo
ancora a te,
giovane umana, il tuo
nome…»…«Rea! Mi chiamo
Rea Akimoto,
ma…oh?»…«Dai…»
Suzie la esortava con delle gentili gomitate, sicché la
giovane
cedette «…il mio nome è Rea
Wong.»…«Hai detto che il tuo Digivice ha
mutato
forma? Fammi vedere…m-me lo puoi
permettere?»…«Ma certo…guarda
pure
Imagomon.»…«E’
incredibile.»…«Perché dici
questo,
Imagomon?» chiese Lopmon, spiegando «Tutti i nostri
Digivice hanno subito una mutazione al primo contatto coi nostri
domatori da quando siamo
ritornati!»…«E’
proprio come questo.» disse la volpe nera «Quello
è
un Digivice!» esclamò Terriermon, e Imagomon li
mise a
confronto «E così il Digivice che un tempo
è nato
con un potere ed un determinato aspetto…muta la sua forma.
Cosa
può significare, non comprendo? Dove conduce questa strada,
perché…un cambiamento?»
…gli
sguardi di Terriermon e delle ascoltatrici erano sospesi su quel
mistero dalla parvenza imponderabile «Eppure…se
chiudo gli
occhi la sola cosa che vedo…è un tunnel. Un
pertugio
lungo, sembra senza uscita…
…fino a
che…la luce di questi preziosi congegni non delinea una
specie
di stella, sul fondo. E’ come se invitasse a
seguirla…barcamenandosi nelle tenebre più fitte.
Il
significato…
...del
cambiamento, l’antico Digivice che cambia
aspetto…»…«A chi
può appartenere quel
Digivice?» chiese Terriermon «Se tutti noi domatori
e
Digimon ne abbiamo un-oh?!»
…ma
improvvisamente ricordò del sussulto nel suo animo durante
uno
sconvolgente dialogo con una ragazza bionda e paffutella…
«…è
lei…»…«Cosa
c’è, Terriermon?» chiese Rea, e Suzie
«Ti
è venuto in mente
qualcosa?»…«Scusa
Imagomon.»…«Sì,
Terriermon?»…«Puoi farmi vedere meglio
quel
Digivice?»
Imagomon glielo
porse…e gli occhietti puntiformi e vispi del Digimon lo
analizzarono «…lo stesso
colore…però
cambiati, e impreziosito da queste
decorazioni…dev’essere
di sicuro…
…la versione evoluta
di un certo Digivice della nostra squadra…» ma di
quella
pausa ne approfittò Suzie per chiedere «Adesso
cosa farai?
Tornerai da
Renamon?»…«…sì.
Attendo di
raggiungere la mia sposa: solo quando saremo ricongiunti potremo
finalmente discutere...sulle prossime mosse sul futuro del nostro
mondo. E del vostro, perché il mondo degli uomini e quello
dei
Digimon sono connessi da un laccio che il destino prova a spezzare. Ma
resiste strenuamente…»
…pensieri che
facevano viaggiare l’animo di Rea
“Henry…senza che
avessi potuto prevederlo, senza che me ne sia potuta rendere conto, sto
per fronteggiare un importante svolta.” guardando i palmi
delle
sue mani “Digiworld è in pericolo, sarò
chiamata a
difenderlo forse…? Adesso sono una Digimon
Tamer…da un
lato questo pensiero…mi suscita emozione, poter visitare il
mondo che tu hai solcato…assieme a Terriermon, il tuo
Digimon…” …il quale
sussurrava incantato di
stupore «…mo…mentai…ho
capito di chi si
tratta!» “…però,
dall’altro
lato…mi sento smarrita senza di te. Non voglio partire per
un
mondo che non conosco lasciando alle spalle proprio te, Digiworld ti
aspetta!...quel mondo ti ha accolto e adesso ti sta chiamando, se grida
di dolore di certo invoca anche il tuo nome assieme a quello degli
altri ragazzi…”
«Violetta
ti prego!...per l’ultima volta dammi retta non possiamo
prevedere
le conseguenze del nostro gesto.»…«Ahhh,
sei troppo
apprensiva! Dunque-dunque-dunqueee…che tasto devo premere
adesso? Ma questooo!»…«Per favore!
Hai…appena
detto…
…di
volermi bene.» piegò timidamente il capo quella
Digimon
floreale, e Violetta ruotò la sedia girevole
«Ceeerto, sto
facendo tutto questo per te!»…«Ma sono
un Digimon!
Le cariche possono danneggiarmi!»…«Ah,
andiamo: con
tanti anni di battaglie e potenza alle tue spalle figurati: no, fidati
di me!» smanettando rapida al computer, con la sonda
appoggiata
vicino a lei, connessa da un cavo «E-E se portasse
conseguenze
drastiche su Henry e sul
bambino?»…«Mmm…no,
qui mi dà bloccato. Eh? Cosa dicevi? Ah, ma no sta
tranquilla,
so…perfettamente quello che faccio. Te l’ho detto,
è una procedura per scambiare il loro cuore! Dopo che
l’avremmo
fatto…»…«…che ne
sarà di
Benji…?»…«Ihihihiii!»
Violetta ridacchiò nascondendosi la bocca con la mano
«Lui
avrà inglobato il cuore digitale che cerchiamo da parecchio
tempo, altrimenti perché avremmo mescolato fino allo
sfinimento
le pulsioni conflittuali nell’animo di Henry grazie alla tua
terapia?»…«Io…verament-»…«Non
ci resterà che portarlo a Digiwooorld! Mentre a te
resterà un Henry alquanto dolce e mansueto a cui cantare la
ninna nanna e rimboccare le coperte il piccolo Benji sarà
diventato una miniera di energia digitale, dovremmo solo condurlo nel
mondo dei Digimon e da lì procedere
all’estrazione, slurp!
Già mi lecco i baffi, e mi auguro che per quel momento
Sandmon
abbia agito come gli ho comandato. Oggi deve sposarsi, lo sai? Se
riusciremo a ottenere un cuore digitale di
quell’intensità
assieme al potere della Sfera regale avremmo svoltaaaaaato,
Muskmon!» spalancando le braccia in segno di gioioso trionfo,
mentre Muskmon non era meno insicura «E come la mettiamo con
Guardianmon?»…«Oh? Guardianmon,
Guardianmon…beh! Ha scelto lui di piombare qui a fare casino
in
città, io mica l’ho chiamato! Colpa sua!
Non si
rassegna…
…è
andata come è andata, è rimasto solo. Non riesce
a
perdonare gli umani per ciò che è accaduto al suo
amato
domatore. E così…» mentre lo sguardo di
Muskmon si
rabbuiava a poco a poco «…ripiega su piani molto
spettacolari come questo: non so cosa voglia ottenere ma francamente a
me non mi interessa, perché so cosa vogliamo noi! Uhmuhm, e
quando l’avremmo ottenuto Guardianmon non sarà
più
un problema! A proposito!» alzandosi in piedi «Non
ci
crederai ma sai chi ho
incontrato?!»…«Dove…?»…«Qui!!»…«Quando?»…«Prima!
Prima, quando mi sono presentata dai signori Wong come baby-sitter! Non
l’avrei mai detto: eppure la somiglianza è
innegabile,
Muskmon non può trattarsi di una coincidenza, pensa la vita
com’è
sorprendente!»…«Violetta…»…«Anche
il cognome è lo stesso: non c’è
possibilità
di equivoco!!»…ma gli occhi della Digimon dal
diadema di
pietre si erano fatti agghiacciati «…guarda il
video: che
sta succedendo?! Oh mio Dio!!»…«Ehhh?
Che vuoi che
siiia, lo sai che ci mette tanto a carica- (?!?!)…
…oh caspitericchio!...
…flusso…disconosciuto, inizio procedura di
emergenza.
Procedura…non
riuscita…»…«Ahh! Stacca
la sonda, sbrigati!!»…«Waahhh! Nooo, io
questa cosa
non la tocco, guardalaaa!!! E’-E’ tutta piena di
scariche
elettriche!»
Muskmon impallidì.
Benji gattonava tra di
loro, e sgranò i suoi occhioni in cui si specchiò
la luce
anomala e minacciosa che proveniva dal computer…
Il flusso di
fumo sprigionato dalla spada di Guardianmon si fece più
intenso
«Così è sufficiente: se anticipo
l’effetto
del collasso energetico rischio di perdere il controllo del
fenomeno.» disse il Digimon mascherato «E
questo…non
deve avvenire.» ma quando provò ad avvicinarsi
alla sua
spada «AHHH! Che succede?! E’ impossibile!...
…perché la spada non mi impedisce di toccarla,
è
come se la carica elettrica l’avesse completamente rivestita!
Qualcuno…» nell’improvviso allarmarsi
del suo
sguardo «…qualcuno deve aver alterato il flusso in
maniera
anomala…
…lei…»
La gente in
strada alzava gli occhi allarmata «Guardate quelle
nuvole!»…«Non è
normale…»…«Avrà a
che fare con questo
disturbo elettrico? Cellulari e altri strumenti sono completamente
andati!»…«…guardate che buio,
dà i
brividi, eppure siamo solo a metà
giornata…»
Takato
gettò un’occhiata preoccupata a quel cielo
copertosi
improvvisamente di nuvole plumbee, prima di aprire con poca convinzione
e tanta insicurezza nel cuore la porta del panificio…
…la
prima che vide fu Cindermon, venirgli incontro scendendo le scale. Ma i
suoi occhi riflettevano timore «Takato…»
iniziò pallida in volto
«Oh?»…«…c’è
una cosa che
devo dirti.»…«…tu sai
qualcosa in più
riguardo a questo fenomeno che ha fatto improvvisamente coprire il
cielo?»
La ragazza
digitale tacque, accompagnandosi con un’eloquente espressione
che
lasciava intendere che non fosse quello il pensiero che la
preoccupava…nello stupore crescente del ragazzo…
Wong era in strada, e
alzava anche lui gli occhi al cielo nell’intensificarsi del
vociare cittadino e dei clacson «Oh Cielo
guarda…la
situazione sta precipitando! Se non mi sbrigo a parlare con Takato e a
convincerlo a collaborare…ci ritroveremo tutti in pericolo:
Henry…dove sarai, Dio mio, spero che tu sia al sicuro! Ma
perché dobbiamo essere separati proprio quando su di noi
grava
un pericolo simile. Tuo figlio ha bisogno di te…ah, spero
che a
casa vada tutto bene, l’ho lasciato con quella ragazza!
Oh?»
Ma scorse qualcuno di conosciuto smontare dalla sua automobile.
Si trattava di
Riley, che si riaccomodò la borsa ma subito dopo
sembrò
avvertire un dolore che la fece piegare in due
«A-Ahhh!...»
«Ma quella
è la moglie di Yamaki!» sgranò gli
occhi Wong
«Signora!» correndo da lei «Signora, come
sta, mi
riconosce? Sono Janyu Wong, suo marito ci ha appena contattati
perché intende fare qualcosa relativamente a questo
fenomeno.»…«S-Signor
Wong…»…«Ma
cos’ha…? Si sente
male?!» la sorresse prontamente lui «E’
da…quando sono apparse quelle nuvole…a-ahhh!
Stavo
recandomi…dal
medico…»…«Si appoggi a
me…»…«A-AHHH!»…«Signora!!
PRESTO, UN’AMBULANZA!!...
…stia
calma…» carezzandole la fronte sudata, mentre lei
ripeteva
«Mitsuo…»…«Non
tema: la accompagno io
in ospedale!»
Le luci in casa di
Rika tremolarono «Oh mio
Dio!»…«Che
succede?!» fecero Seiko e Rumiko…fino al
definitivo
sopraggiungere del buio. Himi segnalò
«E’ saltata la
luce!!»…«Come è
possibile?»
replicò la signora più anziana «Ci
hanno staccato
la luce perché non ci vogliono più in affitto? Ma
non
possono, senza darci la possibilità di
parlare!»…«Temo che non sia quello,
nonna!»
esclamò Rika scambiandosi uno sguardo di intesa con la sua
Digimon, e Yamaki affermò «No: lo escludo
anch’io.
Questo fa parte del piano in cui siamo tutti coinvolti.»
Himi e le altre
due si volsero attonite. E Yamaki decretò «Da
questo
momento dobbiamo agire in fretta.»
«E’ il
nostro turno. Sei pronta
Renamon?»…«Sì.»
quest’ultima
balzò, e Rika si accinse a correre fuori
«Rika!»…«Non ti preoccupare,
mamma: me la
caverò, ma assieme a Renamon dobbiamo per forza trovare una
maniera per proteggere la città. Restate col signor Yamaki,
e
anche al buio aiutatelo a predisporre la strumentazione di emergenza!
Io non appena raggiungo Takato e ci parlo…» in una
rapida
corsetta verso il giardino «…vi mando un segnale,
troverò un modo. Andiamo, Renamon!»
Lasciando con l’animo sospeso le persone in casa
sua…
Il pc in casa Wong
iniziò a compiere strani giochi di luce sul display
«Violetta, stacca la sonda, presto!!»
esortò
drastica Muskmon. Ma Violetta «Mmm!!!...» si
mordicchiava
convulsamente le unghie, e aveva sguardo terrorizzato, sufficiente a
lasciar intravedere un cenno negativo circa l’ordine
ricevuto. Le
scariche elettriche stavano pervadendo i cavi, e Benji gattonava ai
piedi della scrivania…
…quando
Muskmon «Ah!» lo vide. E stringendo i denti
«Cesoia
demolente!»
mutò la sua mano in una grande e affilata cesoia da
giardinaggio, tranciando nettamente il cavo nell’eco
«AAHHH!!!» del grido di Violetta. Benji
scoppiò in
lacrime.
Ma il contatto
si interruppe e la sonda si dissose in dati. Così che
Muskmon
poté approfittare del momentaneo confinarsi delle scariche
per
recuperare il bambino «C’è mancato
poco…»…«La sonda è
distruttaaa! Ci
avevo messo tutto il mio impegno, per
realizzarla!»…«Te l’avevo
detto che era un
piano pericoloso!»…«N-Non me ne venivano
in mente di
migliori!» puntualizzò Violetta con voce stridula,
picchiando sulla scrivania «Abbiamo creato uno squilibrio
atmosferico.» disse Muskmon con Benji in braccio
«N-Non lo
sooo, a un certo punto il computer è
impazzito!»…«Senti!»…«Che
cosa
c’è?
Ooo…dddioo!!»…«E’
la
porta! Qualcuno sta entrando!»…«Waaah! E
adesso…d-dove andiamo, che facciamo?! Cosa
raccontiamo?!»…«Dobbiamo nasconderci,
Violetta!»…«Ma dove?!!»
«Papà!...mamma! Sono io, siete in casa?!»
«Ptsss---è Henryyy! Oddio,
Muskmon!»…«Calma!»…«Come
faccio a
stare calma?! Se tu ci riesci
meglio!»…«Non deve
trovarci qui!»…«Ma nemmeno il bambino,
se lo porta
via!!»…«Va. Va, adesso è in
salone, le luci
della casa sono saltate, tu nasconditi nel corridoio e quando lui lo
oltrepassa esci dalla porta!»…«Ma
tu…M-Muskmon!»…«Io resto
qui…»
arretrando nel buio «…sta tranquilla, non
vedrà
né me né il bambino. Ma tu fai presto!...
…e spegni il
computer!!»…«Ah?! Sì,
sììì…oddio come si spegne
questo coso?!
Ecco in pratica queste sono le situazioni---c-che a
me---!!!---mettono-!!! Il ner-vo-so!!!» scandì
sempre
più ferrea e con occhi allucinati, pistando fino ad
avvinghiare
una pulsantiera con tutta la sua forza e tirare fino
a…spezzare
la leva. Ma quel collasso di impulsi sembrò sopraffare il
computer il cui video si fece buio. Le due si scambiarono un cenno con
gli occhi dopodiché Violetta si lanciò a
perdifiato nel
corridoio…
Benji
gemeva, ma Muskmon gli coprì il visetto con i petali
«Sta
calmo, piccolo Benji…
…non può succederti niente…
…sei con un Digimon…»
…cercando di allietare
il suo smarrimento con un tono suadente…
Qualche istante
di buio e di silenzio. Dopodiché, i grandi occhi grigio
scuro di
Henry sbucarono dilatandosi, nel buio della sua stanza.
Portò la
mano all’interruttore
«O-Oh…niente…la luce
è saltata. Che cosa sta succedendo…? Il cielo si
è
fatto buio all’improvviso, fuori…
…è come se stesse accadendo
qualcosa.»
...addentrandosi in quel luogo familiare come si fa con un posto
sconosciuto…
…i petali di Muskmon tappavano la bocca di Benji…
…ma ad un tratto lui
«Ecciù!!!»
«Ah?!...
…Benji!» Henry si volse di scatto.
La pianta
digitale spalancò i suoi occhi e arretrò ancor
più
nell’oscurità, dietro lo scaffale…
Henry si
avvicinava a passo lento «…figlio
mio…»
«Ah!» Terriermon sussultò, e
balzò vicino
alla finestra «Guardate!!»
Rea e Suzie lo
raggiunsero «E’ tutto buio, è come se
fosse piombata
la notte all’improvviso!» esclamò la
prima «Di
che si tratterà…?» accennò
l’altra, ma
Imagomon non ebbe dubbi «E’ lui! Sta attivando il
suo
piano.»…«Che cosa, Imagomon?!»
Terriermon si
volse, e Rea «Si tratta di Guardianmon…?! Il
Digimon che
ha mentito sulla chiusura del Digivarco sta attaccando la
terra?!»…«Ma allora il nostro dovere
è
affrontarlo!» realizzò Suzie «Fate
attenzione!» si espresse però la volpe nera
«Guardianmon è un avversario che non
può essere
sottovalutato…» socchiudendo gli occhi
«…leggo nel suo cuore…
…avverto una disperazione
gigantesca!»…«Non
ha importanza!» disse però Rea in una nota intensa
di
sentimenti «Una disperazione così è
stata quella
dei Digimon Tamers di dieci anni fa quando le porte di Digiworld sono
state chiuse di fronte alla loro impotenza! Anche noi siamo mossi dallo
stesso sentimento!»…«Oh? Signora
Rea…»
si volse Terriermon stupito, ma la ragazza seguitò
«Solo
che noi possiamo scegliere di sfruttarlo in un modo diverso da lui!!
Lui lo usa per distruggere…
…e
noi…invece lo sfrutteremo per costruire! Per unire convinti
i
nostri sogni e le nostre speranze, il dolore attraversato ci
servirà da spinta per superare le nubi! E costruire un mondo
migliore…
…un
futuro di
serenità…»…«…ha
ragione, signora, non ha senso avere paura di Guardianmon!»
Terriermon riacquisì grinta, e anche Lopmon «Tutti
assieme
possiamo sconfiggerlo!»
Imagomon fissava
Rea senza dire niente…e costei ammise
«…scusatemi…se mi sono inclusa
anch’io in un
passato di cui non facevo parte, però-» ma Suzie
le
appoggiò cordialmente la mano sulla spalla «Che
dici, Rea?
E’ come…se fossi sempre stata con noi. Il tuo
spirito, e
il tuo cuore sono quelli di una Digimon
Tamer…»…«Io…»…«…chissà
che tu non custodisca i sentimenti che mio fratello ha lasciato dietro
di sé, avviandosi nella
crescita…»…«…quel
che più mi
importa è che non si spezzi l’antico legame,
domatori e
Digimon devono restare uniti! Quella creatura non può
seguitare
a decidere dei loro destini!»…«Giusto,
ben
detto!» confermò l’altra…
…e Imagomon
accennò un sorriso “Questi ragazzi hanno forza da
vendere…nonostante siano cresciuti le esperienze non hanno
indurito il loro cuore, non è escluso che l’unione
delle
loro forze possa sopraffare un Digimon come Guardianmon.” ma
non
vi fu il tempo di riflettere oltre perché un gemito
«Ohhhh!» spezzò l’atmosfera
«Lopmon!» esclamò Suzie «Che
cos’hai,
Lopmon?!» gridò Terriermon.
La piccola
Digimon tra le braccia di Suzie sembrava soffrire, si premeva il capo
«…la testa!...la mia testa!!...mi fa male, avverto
un
terribile ronzio!!»…«LOPMON!!»
la chiamava
più forte Suzie, quando Imagomon si avvicinò
dicendo
«Aspetta!» e adagiandole la zampa sul capo
«…sono le radiazioni…» lo
sguardo di Suzie
balzò, e anche quello di Rea «Lopmon maltollera
questo
squilibrio: i dati di un Digimon di fronte a un fenomeno del genere si
mescolano…in modo anomalo!» al che Rea
«Questo che
vuol dire, che siete tutti in pericolo,
qui?!»…«Dipende da soggetto a soggetto!
Ma non
è da
escludere…»…«Lopmon…rispondi,
ti fa
tanto male?»…«Ah
Suzie…»…«Ti porto a
casa!»…«No!!» Imagomon la
bloccò
«Perché?! Lì almeno posso farla vedere
a mio padre,
forse lui può fare
qualcosa!»…«Non portarla
fuori, è meglio restare a
casa!»…«Cosa…?»
fece Rea, che si
avvicinò alla volpe digitale che spiegava «Fino a
che non
avremo capito la natura di questo disturbo e del suo
malessere…non è bene che Lopmon metta piede
fuori,
potrebbe essere fatale!...
…i suoi dati
potrebbero disgregarsi
spontaneamente…»…«Oh
no…!!» gemette Suzie, mentre Rea le poneva la mano
sulla
spalla per confortarla…
«Accidenti, e
adesso che si fa…?» si chiese
Terriermon…
«Che cosa
c’è, Cindermon…?» chiese
Takato mentre lei si
avvicinava sotto la luce tremolante del panificio. Mie passò
vicino a loro «Oh Cielo…ma che sta
succedendo?» e
Takehiro rientrò in quel momento «Avete visto
fuori?!
Mamma mia, fa impressione: sta accadendo un
disastro!»…«Ma di che si
tratta?!» chiedeva la
moglie intimorita, e così via…
…ma per
domatore e ragazza digitale esisteva solo l’uno per
l’altro…
«Perché
mi guardi
così…?»…«Takato,
ascolta…a me…dispiace per quello che è
successo
prima, d’accordo? Peeer quel fatto…che non sono
venuta con
voi.»…«Ah, lascia stare, ho
già
dimenticato!» e stava per allontanarsi, ma si volse
«E’ soltanto per questo?»
…al che lei lo guardò appenata «Takato,
io…!...
…a-avrei scoperto una cosa.»
Il ragazzo si volse lentamente, con sguardo meravigliato...
«Senti, riguarda
N’Emo.»…«…N’Emo…?»…«Sì
Takato: senti, io…!...prendimi per
un’impicciona!»
(Mie: «Cynthia, scusa mi chiuderesti la porta sul retro? Io
ho
paura con questo tempo…») «Prendimi per
una che
ficca il naso negli affari della tua famiglia, il che è
vero,
anche se so che non dovrei!»…«Lascia
stare, stai
facendo un preambolo lungo un chilometro: spiegami che è
successo!»…«No ecco è
che-oddioooo, da dove
cominciooo…?» mugolava, mentre si tormentava il
ciuffo…
…e Takato la fissava sempre più
attonito…
«Senti!»
prese fiato lei «Hai presente quello che è
successo a te
con Guilmon? Il disegno che ha preso vita?»
…sguardo
sempre più sgranato per Takato «Ecco, ora
io…non so
come sia potuto succedere! Ma come tu avevi il Digimon dei tuoi sogni i
tuoi
genitori…»…«Cynthia!»…«U-Un
attimo signora, un secondo solooo!» ma Takato si
aggrappò
al suo manto «Parla!»…«Loro
avevano un figlio,
un…figlio ideale!!»…Takato si
staccò, e
indietreggiò «Loro lo immaginavano prima che tu
nascessi!
Sentimi, io…sono andata a guardare alcuni disegni che aveva
fatto tuo padre, degli schizzi! Come i tuoi di Guilmon e lì
ho
visto…
…c’era lui Takato ascolta io non so ma non
è che
per caso…?...ffffff…!» lo sguardo di
Cindermon
vagava continuamente, e si vedeva che soffriva
nell’intavolare
quella storia «Non è che senza volerlo, senza che
si
sapesse, i tuoi hanno avuto un altro figlio?!...scusa, io è
la
sola cosa che riesco a pensare!»
Le braccia del ragazzo
caddero…poi però una riaffiorò per
toccarsi le
labbra «Lo so che ti sembro una pazza, so che ce
l’hai con
me!!» fremeva lei «Penserai che è
l’ennesimo
arzigogolo per raggirarti ma ti assicuro che non è
così!!
Ci credi alla mia buona fede?! Andiamo a vederli assieme se non ti
fidi!! Io---puoi mettermi alla prova: non so disegnare! Mi metti un
coso davanti faccio quattro scarabocchi, non lo so fare così
bene uno schizzo-andiamo! Andiamo a vedere!» lei lo prese per
il
braccio «Quello è N’Emo! Non ci sono
dubbi è
lui e mi sembra una coincidenza eccessiva il fatto che tu gli somigli
tanto, Takato!!...
…
…tu hai un fratello…
…non sei
figlio unico…» …nell’eco dei
clacson…quando Takehiro si avvicinò
«Ragazzi, ma
insomma: vi siete addormentati? Cindy, mia moglie ti ha chiesto un
favore da quel dì! Takato: ehi, sveglia, ma che ti
prende?!» scuotendolo «Sei pallido, ma
cos’è,
per quello che hai visto fuori?! Su, svelti, aiutateci a chiudere, gli
altri negozi lo stanno facendo!» lasciandoli di nuovo soli,
occhi
negli occhi…
…mentre
la luce tremolava sempre più e stava per cedere
«Non ho
idea di cosa tu stia pensando di me, ora…ihnf!»
mugolò lei quasi prossima al pianto «Ti prego solo
di
riflettere su ciò che ho detto, io l’ho fatto a
fin di
bene! Perché io Takato,
io…!»…«…quel
periodo…»…«…
…cosa?» …mentre il buio calava, nel
terminare
dell’agonia della luce del panificio
«…dopo che
Guilmon tornò a Digiworld…mio padre era
distaccato…anche mia madre se n’era accorta,
iniziarono a
litigare…»…«…sì
è vero!!
Questo l’aveva raccontato anche lei a
me!!»…«E’ stato
allora!!»…«Insomma!!» si
frappose però
qualcuno «Signora
Mie…»…«Ragazzi, state
impalati con le vostre chiacchiere anziché
aiutarci!»…«Mia moglie ha ragione, su
svelti, ma non
capite che fuori sta venendo l’apocalisse?!»
«…e-eccoci, arriviamo…» fece
Cindermon. E
assieme a Takato si mossero, ma consultandosi tacitamente, con la coda
dell’occhio per entrambi attonito «Io non li
capisco quei
due…» incrociò le braccia Takehiro
«…sembrano comunicare senza parlare, come se si
mandassero
messaggi in codice.»…«Che dire, non
sarà la
sua ragazza però fra loro c’è
un’amicizia
molto speciale.»
Cindermon e
Takato iniziarono ad alzare sedie, prendere buste, sgombrare il bancone
ma tutto questo molto lentamente…sempre uno di fronte
all’altro, con lo sguardo incollato
reciprocamente…persino
quando lui fu al di là del bancone e lei
dall’altro lato
si guardarono attraverso il vetro, che lei si era inginocchiata a
pulire…
…il loro cuore sospeso batteva
all’unisono…
«Chiudi bene la porta,
Guardromon.» esortò Kazu «Meno male che
abbiamo
trovato una stanza vuota…devo riflettere con
calma…»…«Kazu, che fai, ti
togli il
cappello?!!» sobbalzò il Digimon robotico
«Per
forza!» replicò il ragazzo…
…e tanto
era lo stupore alla vista della luce splendente di quella sfera, che
Guardromon dimenticò di chiudere la porta alle sue
spalle…ed avanzò «Non sarà
pericoloso?»
Ma lo sguardo di
Kazu era determinato «Se non mi ingegno a trovare la sua
funzione
prima di stanotte Diamon sposerà quel farabutto. Non posso
proprio permetterglielo: ascolta,
Guardromon!»…«Sono
qui ti ascolto.»…«Senti, tu sei un
Digimon: la Sfera
regale è un oggetto che proviene dal vostro mondo. Forse a
contatto con me, che sono un essere umano, non fa effetto! Prova a
tenerla tu, vediamo che succede!»…«Io?
Non credo di
poter far
nulla…»…«Perché…?
In
fondo…voi Digimon siete creature piene di segreti, siete in
continua evoluzione.»…«Se lo dici
tu…»…«…ma certo,
non devi buttarti
giù! Fra me e te vedo più te come
l’eroe che salva
il mondo dei suoi simili! Io…ahahah! Che dire? Sono
più
portato per buttare sacchi al
cassonetto!»…«…com’è
beeella…brilla di una luce fatata…»
commentava
incantato Guardromon mentre se la passavano…
…ignari
che qualcuno stava lentamente scostando la porta di quella
stanza…
…permettendo a due minacciose ombre dall’ambigua
forma di
strisciare all’interno e stagliarsi contro le pareti: i loro
occhi luccicarono…
«Che ti
sembra, percepisci qualcosa di
strano?»…«No a prima
vista.»…«Strano, io ho pensato che
avendola trovata
a casa di Babamon e Jijimon era possibile che avessero lasciato al suo
interno un messaggio per te: tu eri il loro badante! Hai provato ad
avvicinarla all’orecchio? Magari puoi sentire le loro voci! A
Digiworld tutto è
possibile!...»…«Ohhhhhh…»
il Digimon
provò a eseguire…
«Niente?...eppure è strano.» si mise a
riflettere il
ragazzo «Deve avere pure uno scopo. E un modo per
attivarla.»
Quando d’un tratto si udì
«AHHH!»
«A-Ahhh!»
sobbalzò Guardromon «Attento,
Guardromon!» Al
Digimon stava per scappare la sfera dalle mani «Qualcuno ha
gridato! Quella era la voce di
Diamon!»…«Kazu, che
facciamo!»…«Aspettami qui! Vado a vedere
se ha
bisogno d’aiuto, tu continua a interrogare la sfera! Dobbiamo
sbrigarci e sono sempre più convinto che sia tu il
prescelto!» lanciandosi di corsa fuori dalla porta…
…e
lasciandolo solo «Kazu ripone troppa fiducia in me. Io che
dovrei
farci con questa sfera? Non ci capisco di artefatti
magici…»
…ma non
si accorgeva di essere sovrastato da due alte e possenti ombre, una dal
vestito svolazzante, l’altra a forma di grosso orso
«Però forse…il mio domatore ha ragione,
se non ci
sbrighiamo la principessa sposerà Sandmon. Magari il segreto
è proprio in questa sfera: Jijimon, Babamon, amici miei,
potete
aiutare me e Kazu? In questo momento siamo in alto
mare!»…«Non devi disperare, caro
Guardromon,
c’è sempre una soluzione!
Uhmuhmuhmuhm!»…«Ohhh?! Chi ha parlato!
Questa voce
io la conosc-...!!!...
…ohhhhhhhhh…» Guardromon era
abbagliato…ma
non solo perché teneva la Sfera regale tra le
mani…
«Takaaato, non
è
possibile…»…«…ciao
amico mio,
quanto tempo, vero?!»…«Ah!
Ma…tu sei rimasto
uguale! Non sei cresciuto come Kazu, ora dovresti avere la sua
età!»…«Uhmuhm!»
sorrise il ragazzino
che si passò la mano tra i capelli «E in
più ora i
tuoi capelli sono neri
neri…»…«La spiegazione
è semplice, Guardromon! Sono rimasto a lungo in un settore
di
Digiworld dove il tempo scorre ad una velocità differente.
Non
c’era da stupirsi che mi fossi rituffato nel varco, da quando
Guilmon è andato via non mi sono mai
rassegnato…»
spiegava N’Emo passeggiando per la stanza
«…sai che
per me lui era il mio migliore amico. Volevo giocare con lui per tutta
la vita e così sono tornato a Digiworld. Però
poi…dei Digimon malvagi mi hanno attaccato, e sono rimasto
imprigionato in un settore ostile! Per
nascondermi…»
svelava, scostando le tende e smarrendo il suo sguardo oltre la
finestra, mentre lo sguardo di Guardromon era incollato a lui
«…ho dovuto modificare il mio aspetto: altrimenti
mi
avrebbero preso come schiavo!»…«Guilmon
l’ho
visto! E’ qui in questo palazzo, l’ho visto con i
miei
occhi!!»…«Uhmuhm, ma lo sooo!»
sfoderò
un sorrisone il pallido ragazzino «E
allora…perché
non è con te?»…«Shhh!...ma
perché sono
qui in incognito.» abbassò il tono il ragazzino
«Noi
Digimon Tamers della terra stiamo organizzando la rivolta contro
Sandmon e il suo spietato esercito, Guilmon si è infiltrato
qui
come spia, ed io l’ho seguito. Mio
scopo…»
…avvicinandosi a Guardromon, sfilando fra quelle due immense
ombre «…è ricongiungermi con i miei
vecchi amici,
mi è giunta voce che Kazu era qui! Sono corso da lui,
abbiamo il
sistema per battere Sandmon! Il segreto si nasconde…nella
sfera
che tieni tra le mani, vecchio
amico!»…«Questa?
Oh!...allora era la risposta che stavamo
cercando!»…«La tua preghiera…
…ha
tracciato una scia di luce che mi ha condotto fino a te. Coraggio,
dammi la sfera, Guardromon!» N’Emo gli tese la mano
«Avanti, voglio portarla a Kazu: morirà dallo
stupore
quando mi vedrà e scoprirà…che sono
rimasto quello
di sempre…
…un
ragazzino sognatore, eternamente al fianco del suo Guilmon…
…presto
ci riuniremo tutti, e sarà come una volta. Esattamente come
dieci anni fa!!»…«Oh? La tua voce suona
più
dura Takato…
…però…per il resto sei uguale. E io
quando mi sono
separato da Kazu ho promesso a me stesso che sarei cresciuto non
dimenticando mai i vecchi amici. E io non ho dimenticato né
te
né
Guilmon…»…«…nemmeno
noi
abbiamo dimenticato te…ihihihi! Sei sempre stato un gran
simpaticone!»…«Ahah…»
…la
Sfera regale si adagiò nella mano candida di
N’Emo…
…il
quale, come le ombre sul muro, assottigliò i suoi occhi
“Bene, è fatta!! Questo era uno degli artefatti
che
cercava Purplemon!!”
«Ti dico
che ho visto un topooooooooo!!!»…«SONO
TUTTE SCUSE!
La verità è che non vuoi sposarti con me, altro
che
topo!!»…«Non è vero!
Uhmf!» battendo il
piede a terra «L’ho visto, ed era
grosso!» ma lo
scampanellante guerriero di sabbia volse le spalle offeso
«L’unica tua visione sublime è quella di
quel
Gekomon! Lo vedi ovunque! Il tooopo, sì, come
no!»…«Per te sarebbe tanto
diverso?!» ma lui
si volse digrignando la sua bocca ondulata
«GRRR!!»…«Scusa-scusa! Non
volevo farti
arrabbiare!»…«Bada bene, piccola
svenevole che
comincio a stancarmi! Ogni scusa è buona, se non
è un
topo e un…RATTO MANNARO, con due zanne così,
quando la
sola verità è che vuoi ritardare la tabella di
marcia! Ti
sottrai dal provare la scena del bacio, pur sapendo che questa sera
scivoleremmo in bocca alla figuraccia digitale più CLAMOROSA
che
la nostra razza abbia ospitato!»…«Beh!
Un bacetto
non è poi cosa così difficile, e se tu non ci
riesci
senza provarlo mille volte vuol dire che sei messo un po’
male.»…«PROPRIO TU PARLI?!!»
strillò,
obbligandola a tendersi all’indietro e stringere i denti
«Le monti TUTTE PER EVITARE ma questa sera non sfuggirai le
lancette girano, Diamon…e una volta a stanotte ti pentirai
di
aver tanto esitato per avermi vicino! Ihmf!» allontanandosi
coi
suoi passi pesanti «Ehi, Knightmon, portatemi una tisana
ansiolitica!»
…sicché
lei rimase sola, ma per pochi istanti «Tutto bene, Diamon?
Prima
ti ho sentita
strillare…»…«…iiiiiHHHHUMMM,
non ce la
faccio piùùù!!!» si
piegò in due a
braccia penzoloni in segno di viva esasperazione «Ti
capisco!» la afferrò lui per le braccia, e lei si
stupì «Oh? Kazu come mai oggi non indossi il
cappello?
Ihhh!!!» mano sulla bocca, ma lui «Niente paura, la
Sfera
regale è con Guardromon: provo a farle prendere un
po’ di
confidenza con lui, vediamo se salta fuori qualcosa. Tu
piuttosto…? Non posso vederti alle prese con questa
farsa!»…«Io non so più cosa
mi prende. Ero
certa…quando mi sono imbarcata per
quest’impresa…che ce l’avrei fatta, che
l’amore per il regno mi avrebbe
sostenuto!»…«A
volte non basta, tutta la grinta e le buone intenzioni a volte non sono
sufficienti quando dobbiamo fare qualcosa di drasticamente contrario
alla nostra natura! E questo matrimonio lo è per te,
Diamon…anche se sei una principessa qui a Digiworld sei pur
sempre…una creatura giovane: non vorrai che i tuoi vadano in
fumo in un solo attimo, o…per meglio dire…in una
sola
notte.»
La ragazza
abbassò i suoi occhi, che portavano una sfumatura
malinconica
che lui non smetteva di cercare con intensità. Poi li
rialzò su di lui «…quando mi si
è avvicinato
e ha provato a baciarmi ho gridato. Ho sentito come se mi portassero
via qualcosa di…di vitale! Per respirare, così:
iiihhfff!!!»…«…lo credo, ti
capisco: il primo
bacio è una cosa importante. Sai? Il mio amico
Takato…per
questo motivo non si è mai avvicinato ad una ragazza, in
quanto
era cosciente di non essersi mai innamorato. E ha sempre continuato a
sperare che quel momento un giorno arrivasse…e fosse bello
tanto
da meritare tutta quella attesa, io non ho fatto lo
stesso.»…«Oh?»…«Devi
sapere…» svelò infilandosi le mani in
tasca e
passeggiando «…che quando mia madre è
morta, io mi
sono ritrovato…senza punti di riferimento, non sapevo che
parte
mi avesse assegnato la vita. Una volta…sognavo che fosse
quella
dell’eroe, il fantastico protagonista che vince su tutti, ma
era
certo che non era aria, in quei tempi. Perciò ho cercato qua
e
là e forse…ho sprecato alcune occasioni speciali
con
gesti di poca importanza. Quando…se mi guardo indietro
adesso mi
piacerebbe riscrivere tutto, vorrei…» rivolgendo
più un là un sorriso venato di malinconia ma non
del
tutto spoglio di positività
«…ripercorrere le tappe
sfuggite troppo velocemente.» girandosi a guardarla
«Comprendere davvero cosa significa crescere. E la magia che
può regalare, riesci a
comprendermi?»…«Oh?
Benissimo!...
…sì, io…
…! Io
capisco, perché la vita…è come una
tenaglia! Ti
tiene...stretto nella sua presa quando il tuo istinto sarebbe spiegare
le ali!!» accompagnandosi con un gesto ampio ma elegante
«Io credevo di riuscire a controllarmi. Ma…!...ad
un
tratto, quando lui mi ha stretto e mi ha avvicinato quella
duuoohhh!!!...orrenda bocca ondulata tutta sabbiosa, m-mi sono
ricordata improvvisamente di tutto questo, tutta la magia della vita,
le occasioni, i sogni!!» volgendo sguardo emozionato verso
l’alto…per poi planare dolcemente su di lui
«…sicché non ce l’ho fatta:
gli ho detto che
avevo visto un topo, non è vero: pffff!...ahahaha, mi sa che
mi
ha sgamato!»…«Ahahah! Potevi trovarne
una migliore!
Ahhh…» lui si fece vicino, e chiese con fare
scherzoso
«Ma voi li avete nel vostro mondo? Tu lo sai
cos’è
un topo in realtà?» Diamon, col suo solito sguardo
ingenuo
e fare spontaneo, alzò appena le spalle e scosse la testa
«Mai visti! Non so nemmeno se siano grandi come questo
palazzo o
piccolini da poterli tenere in mano. Solo che sentivo sempre mia madre,
lei era umana e aveva il terrore dei topi, così sono
cresciuta
con la convinzione che fossero brutti! Spaventosi! E
servissero…uhmuhmuhm! Per spaventare la gente scomoda, e
farla
scappare
via!»…«Ahahahah!»…«Sono
matta, eh?»…«…lascia stare,
sei unica:
però…ora che ci penso, lui forse non si
è molto
stupito. L’ho visto andare via offeso per il bacio mancato,
non
spaventato per la minaccia del
topo!»…«E’
vero, sai! Ora che ci penso…lui non mi ha fatto neanche
mezza
domanda, se n’è andato infastidito
perché non
l’ho baciato e
basta!»…«E’ come
se…» ipotizzò Kazu scrutando nella
direzione in cui
si era allontanato Sandmon «…lui in
realtà fosse
stato sulla terra, e conoscesse le caratteristiche e gli esseri che la
popolano.»…«Dimmi! Tu che lo sai!
Allora,
com’è un topo? E’ grande o piccolo? Mia
madre non me
lo spiegava, le faceva talmente terrore che si rifiutava di parlarne!
Somiglia a qualche creatura del nostro
mondo?»…«Uh?...Chuumon! Lui ha
l’aspetto di un
topo!»…«Ho capito
adesso!!!»…«Uhmuhmuhm!
Allora…parliamo
piano.» disse con espressione complice, intrecciando le mani
con
quelle di lei «Non vorrei che la tua mamma dal cielo ci
sentisse
e si spaventasse!»…«Ihm!! E’
vero! Lei sarebbe
capace!»…«Zitti, eh?
Shhh!…ahahahaha!»…«Uhmuhmuhmuhm!»
…per poi sciogliersi…e lasciare che una ventata
di
silenzio scorresse tra di loro, che però si cercavano con lo
sguardo, nell’eco dell’acquazzone che
all’esterno non
accennava a cessare
«Kazu…»…«Sì?
Dimmi.»…«Posso farti una domanda?
Se…me lo
vuoi dire. Ma se no non fa niente! Non
importa!»…«Chiedi
pure.»…«…
…come mai
la tua mamma se n’è andata, perché non
c’è
più…?»…«…uhm…»
il
ragazzo guardò il pavimento, e lo sfiorò col
piede
descrivendo «…è stato a
causa…di un brutto
male. E’ una cosa comune fra noi umani, specie nel nostro
tempo.
A tanti capita. Adulti…ma anche giovani! Mia
madre…aveva
ancora tanto da
vivere.»…«…scusa se te
l’ho chiesto.» fece lei avvicinandosi e
prendendogli la
mano, poiché comprendeva la tristezza e la commozione che
gli
velavano gli occhi «Non fa niente, è stato un modo
per
interessarti a me. Ormai sono abituato, convivo col pensiero.
Queste…sono cose della
vita.»…«E’
vero, io sono la prima a saperlo.»…si
guardarono
intensamente, occhi negli occhi…
…dopodiché lui chiese
«Diamon…e invece tua
madre? Lei com’è morta…?» la
ragazza
abbassò gli occhi «…perché
ha lasciato
Cyclemon…te…e tua sorella da
soli?»…«…è
stato…a causa…
…di
un…di un brutto male! E’ stato un brutto male,
nient’altro!!» affermò sollevando il
capo, convinta
«Anche lei?! Ah, allora…abbiamo molto in comune,
Diamon.
E’ la stessa sorte che è toccata alla mia
mamma.»…«Sì,
però…con una
piccola differenza. Lei…
…t-tua
mamma…è morta perché…il
brutto male lo
aveva lei.»…«Certo, è ovvio!
Mia madre era
malata, perché invece la
tua?!»…«No! Nel mio
caso è diverso: il brutto male ce lo aveva…
…o ce l’ha, non lo so…
…chi l’ha
uccisa!!!»…«Cosa?!»
Kazu
restò sconvolto, portò le mani alle labbra, e da
lì scivolarono…senza staccare gli occhi da quelli
verdi e
così convinti di lei che aveva confessato una cosa tanto
grave…
Henry avanzava nel buio…
…ma Muskmon utilizzò «Polline soporifero…»
…così Benji si accasciò tra le sue
braccia,
cadendo addormentato. Dopodiché mosse la stessa mano di
petali,
mormorando «Spore
illusorie…»…«Oh?!
Ahhh…» Henry dovette stringere gli occhi,
raggiunto da
quella polvere scintillante. E quando provò a riaprirli
erano
appannati, si orientavano a stento
nell’oscurità…nella quale Muskmon
sembrò
sprofondare ancor più. Tanto da tingere di delusione
l’espressione del giovane «Me lo sono solo
immaginato! Qui
non c’è nessuno…» cammiando,
quasi
barcollando verso la sua scrivania, e lì appoggiando le mani
«Che cosa è successo? Perché la mia
casa è
così solitaria? E’ l’esatto
ritratto…
…dei miei
sogni che non si sono avverati. Tutta la luce…e
l’armonia
che io desideravo per la mia vita è volata lontano.
Perché…? Probabilmente…è
stata mia la colpa
di tutto. Io…
…ho
portato solo ombra…sul destino mio e di coloro a cui volevo
bene…» …ignaro di essere
osservato da quella
Digimon che si erigeva sulle sue radici…e che al buio
mescolava
uno sguardo in cui si leggeva una nota forse dissonante di amorevole
apprensione…
«…la mia mamma…il mio papà,
la mia
sorellina…
…Rea, Benji! Nessuno è qui…non
c’è
neanche Terriermon, ci sono solo io.»
…Muskmon
mosse un passo, adagiando silenziosamente Benji sul letto…
«…solo…in queste tenebre fitte che
questa casa non
riesce a contenere, infatti stanno dirompendo all’esterno,
come…un vortice, come…una catastrofe, di quelle
che
affrontavamo. Una catastrofe digitale…» sussurrava
Henry,
piegandosi appena sul suo pc «…persino il mio
computer…rifiuta di reagire. Non vuole darmi spiegazioni. Io
non
posso restare qui, o questo buio mi inghiottirà!!!...
…ho paura…ma devo farmi forza! N-Non
posso…permettere che l’oscurità del mio
cuore
inghiottisca definitivamente coloro che amo! Perché mi trovo
in
questa situazione…? Perché mi sono fidato di
Aki…?
Lei…» (canzone: Steps
- Why)
…gli occhi di Muskmon si dilatavano
«…lei con le
sue parole sembrava volermi bene. Ma mi ha solo instradato in questa
voragine di buio, perché mi ha fatto questo?!
Adesso…
…ora soltanto, nonostante distingua a stento le forme
riesco…sì…riesco a vedere chiari i
suoi
errori.»
«Ah!» Muskmon si portò la mano di petali
alle
labbra…
«…nel buio della stanza in cui si è
cresciuti…il passato appare più nitido. Non avrei
mai
dovuto distaccarmi da questo, è stato!!...
…l’errore…!!...di non voler affrontare
la perdita
di Terriermon a trarmi in inganno! Lui…è stato il
mio
amico d’infanzia, grazie a lui ho vissuto i ricordi
più
belli…e cari della mia vita, ho acquisito sicurezza. Poi un
giorno…quel brutto vortice me l’ha portato via ed
io
semplicemente…
…non ho avuto la forza…!!...di
ammettere…che era
troppo per me, sono stato vigliacco, e ho avuto paura! Per questo mi
sono fidato di lei…
…e non…ho avuto fiducia in Rea di cui invece
sapevo che
amava tanto i Digimon! E non aveva…mai smesso di
desiderare…che tutto un giorno tornasse come allora.
Quell’atmosfere, quei ricordi!...e…quegli
amici…che
ho amato più di me. Perché sono stati…
…la cascata di gioia…e di magia sulla quale sono
cresciuto…»
…una luce si illuminava sul suo petto…sotto lo
sguardo
attonito di Muskmon si faceva sempre più brillante, sembrava
avere un paio d’orecchie ma in realtà erano le due
linee
simmetriche di un cuore…
«Povera Rea! Io sono stato…cattivo e spietato con
lei!! Le
ho tenuto nascosto tutto di me, quando lei mi aveva consegnato il suo
cuore! Io ho rifiutato…
…di apparire debole, sono stato ambizioso! E
ho…calpestato…l’amicizia preziosa che
mi avevano
offerto i miei compagni…» alzando commosso quegli
occhi
che la luce sprigionata dal suo cuore illuminava
«Takato…Rika…ragazzi, voi ci siete
sempre stati,
sono stato io a non chiedervi aiuto!...
…ho pensato che la vita fosse…soltanto un lungo
cammino
in cui ad emergere è colui che domina, imprigionandoli in un
blocco di ghiaccio, tutti gli istinti, e le pulsioni! Ma ora ho
capito…che pensando questo si commettono errori enormi!!
Forse…non si può tornare
indietro…»
asciugandosi gli occhi «…però non posso
essere
smentito se affermo che in questo presente, seppur al termine di una
strada di macerie, sbocciano nuovi fiori! Io ho un figlio…
…ho un bambino meraviglioso…che deve
crescere…circondato da fiori…»
Muskmon
assomigliava ad un fiore. Ma stranamente si sentiva come un pesce fuor
d’acqua ed indicava se stessa spiazzata
«…Benji…è come un piccolo
Digimon appena
emerso dal digiuovo…uhmuhm!» rise di commozione
«…mi immagino la Città della Rinascita
incorniciata
da un sole splendente…che buca le nubi di un giorno come
oggi.
Il passato che ritorna, e il futuro…come un sogno
meraviglioso,
all’orizzonte…verso cui incamminarci
assieme…l’epilogo più bello…
…per una fiaba senza fine…
…la
storia della mia vita. E dei Digimon. Terriermon, prezioso amico mio,
ecco dunque ciò che ho realizzato…nella tua
assenza, da
quando mi hai lasciato.» aprendo appena le braccia in un
gesto
umile in segno dei poveri risultati della sua vita «Triste,
vero?
Però…c’è un’ultima
cosa positiva alla
fine di questa grigia corsa. E queste…sono le persone
meravigliose con cui sono venuto a contatto, e che hanno acceso una
nuova luce…nel mio cuore che soffriva al gelo. Rea,
Benji…vi voglio bene. Voi avete resistito al mio posto e
anche
tu!...Terriermon…ti sei fatto forza, non ti sei arreso, ma
non
finisce qui! Io intendo fare la mia parte, e anche se…non
potrò forse recuperare gran parte del
passato…»
Muskmon dilatò lo sguardo…
«…anche
se forse non me lo merito…io…proverò
lo
stesso…a fare ciò l’ultima cosa che mi
è
rimasta: chiedervi perdono. Per tutto il male che vi ho fatto. Ho
deciso, non mi importa che la città sia al buio, io vi
ritroverò!»
«No…» mormorò
Muskmon…
…ma
era troppo tardi, non poteva impedire a quella luce di speranza che
nasceva dal cuore di illuminare di nuovo lo sguardo di Henry, facendolo
incredibilmente simile a quello della foto in cui era un ragazzino
«…basta lacrime.» si asciugò
gli occhi
«Devo uscire di qui: devo ritrovare tutte le persone a me
care!
Ma prima…» chinando il capo, ed assumendo
un’espressione determinata «…ho bisogno
di parlare
con Aki! Voglio chiederle perché!! Perché mi ha
detto di
dimenticare il mio amico?! Non è dimenticando…che
si
continua a vivere e si cresce. Ma è ricordando…
…e
amando: voglio sapere perché mi ha ingannato!
Andrò
subito da lei.» lasciando la sua stanza. Senza accorgersi che
suo
figlio era addormentato sul letto.
«Oh
no!» Muskmon venne fuori «Henry è
arrabbiato con me,
non posso accettare che mi respinga!!» espresse terrorizzata
«Io senza di lui non posso vivere, non ho nessuno! Devo
correre
ad avvertire Violetta, lei è la sola che può
impedirgli
di tornare con la moglie!» teletrasportandosi in un violaceo
vortice. Benji rimase solo…(fine-canzone)
«Aaarghhh!!!...ahhh!!!» …in una posa
quasi evocativa
di un’antica leggenda, Guardianmon concentrava tutte le sue
forze
nel tentativo di estrazione della sua spada che, piantata nel cemento
di quel tetto, sfrigolava ed emetteva fumo con pulsioni sempre
più intense: a poco a poco vi riuscì, la lama
iniziò a scorrere lentamente in un sibilo straziato che
culminò nel «Arghhh!! Vi sono
riuscito!!»
riappropriarsene, da parte del guerriero mascherato «Ho
recuperato la spada. Però…»
…osservando ad occhi dilatati il panorama cittadino,
sovrastato
da un intreccio di fili scoppiettanti di elettricità
«Ho
ormai smarrito il controllo del mio piano, il collasso
aumenterà, aumenterà fino ad inghiottire
l’intera
Tokyo!...è stato…per colpa di quel disturbo
informatico
improvviso! Ormai non mi rimane che sperare che i Digimon di quei
ragazzi restino tutti fagocitati dall’enorme massa di forza
che
scaturità, quando ormai le linee saranno sature! Non mi
resterà che scappare a Digiworld a quel punto, ma
prima…debbo accertarmi che per quei traditori digitali e i
loro
domatori non ci sia più speranza! Devo testare la
situazione…dove ho messo il cellulare?!» pescando
qua e
là nella sua armatura, e tradendo una percepibile agitazione
«…devo farmi spiegare cosa sta succedendo
là sotto,
lo farà quella sciocca che ho manovrato in tutti questi
anni…rispondi Yuki…»
Quando Kenta
spalancò la porta della sua casa «Mamma,
papà,
presto!!» esclamò disperato. I suoi genitori
accorsero
«Che succede?!» esclamò suo padre
«Yuki si
sente male!!»…«Cosa?! Oh Cielo,
cara!!» si
precipitò la signora Kitagawa incontro a suo figlio e alla
ragazza, appoggiata a lui e stremata, prossima a chiudere gli occhi
«S-Signora…non stia in pena per
me…»…«Presto, mettiamola al
letto!»
disse il padre di Kenta «Ma bisognerà portarla
all’ospedale!!»...«Nooo!»
ribatté
però il ragazzo alla proposta di sua madre
«All’ospedale no, lì non possono farle
niente, non
conoscono la causa del suo male!! E-E poi…non
può
stare in strada con tutte queste radiazioni che circolano, la casa
è l’unico rifugio che ha!
Amore!...»…«…s-sono
voluta…tornare
io…» accennava la ragazza, che sorrideva
nonostante le sue
condizioni «…qui mi sento al
sicuro…»…«Yuki, cara, piccola
mia!»
esclamava la madre di Kenta fra le lacrime «S-Signori, v-voi
siete…come un papà e una mamma per
me…mi spiace
darti tanta pena.»…«Ma che cosa dici, ma
quale pena,
tu stai scherzando Yuki.» replicò serio il signor
Kitagawa
nel visibile tentativo di contenere l’agitazione
«Su Kenta
andiamo bando alle esitazioni, portiamola al
letto!»…«S-Sì!»…«Sangue
freddo e nervi saldi figliolo: capisco che sei preoccupato per tua
moglie. Ma adesso la cosa più importante è
risolvere
questo dannato problema e c’è solo qualcuno in
grado di
farlo: i tuoi amici…» Kenta rivolse sguardo
ingenuo e
appenato a suo padre…
…ma in
quel momento Guardianmon «…dannazione, IL COLLASSO
HA FUSO
ADDIRITTURA IL MIO TELEFONO!!» gettandolo e fracassandolo
«Sono rimasto vittima del mio stesso ambizioso progetto!! Ma
non
mi do per vinto…se il cellulare non svolge il suo dovere
allora
non mi resta…» materializzando il magico specchio
fluttuante «Che sfruttare questo prima che le radiazioni
elettriche lo vaporizzino!!»
Il vetro
brillò…materializzando lo scenario in casa
Kitagawa…
Yuki fu fatta
distendere al letto, Kenta le teneva la mano stretta «Yuki,
tesoro…» baciandola nervosamente, e carezzandole
la fronte
«…non voglio perderti: sta tranquilla! Vedrai,
vedrai
amore mio andrà tutto bene. Chiederemo aiuto a Takato e gli
altri, ce la faremo! Non è finita in questo
modo…»…«K-Kenta…»…«Sì?!
Sì, amore…?»
…lei si
girava a fatica, ma gli sorrideva «…certo che noi
siamo
proprio un disastro di coppia…perché non
riusciamo mai ad
essere d’aiuto, e invece sono gli altri che debbono giungere
a
soccorrerci?»…«M-Ma…no, che
dici!
Cioè, sì, forse è
vero…» replicava
lui, lacerato fra le sue insicurezze e un volenteroso tentativo di
farsi e farle coraggio «…però che
vogliamo farci,
è la nostra natura, noi siamo
così!»…«Forse ho fatto
male…quel
giorno, sai?»…«…a-a che ti
riferisci?»…«…quando mi sono
infilata…a-ad occupare questo posto nella tua
vita!»…«Oh?
Amore…»…«Se
non mi fossi piazzata con prepotenza forse sarebbe giunto il turno di
qualcuno un po’ meno impiastro di
me…»…«…Yuki non
dire
così!...» Kenta seguitava a carezzarle la fronte
«…io non ti cambierei con nessuno, capito? Con
nessuno!»…«…eppure…ci
sono tante
ragazze migliori di me, e anche
tanti-»…«N-Non
voglio ascoltare un’altra sola parola, tu per me sei
l’unica!! Capisci?! Lo sei sempre stata…
…e
io…non mi vedo con nessun altro, sarebbe
come…cambiare
nome: tu sei la sola! Lo sei diventata…da molto tempo,
è
stato un cammino lungo e pieno di botte, colpi e ribaltamenti ma la
sola cosa che conta è che siamo riusciti a spuntarla! E
siamo
ancora qui, assieme!...
…questo
giorno oscuro terminerà e lascerà spazio ad una
nuova
fantastica
alba…»…«A-Ah…quella
che
aspettiamo da dieci anni, maritino mio…?» si
abbandonò lei ad un sorriso…e lui, pur tra le
lacrime che
gli rigavano il viso e gli sporcavano gli occhiali, replicò
«…proprio quella! Sì, proprio quella,
io non ho mai
smesso di crederci…» …al che
si
accostò suo padre «Ma che
cos’ha?»…«Papà,
sono le radiazioni a
farla star male!!»…«Non riesce a
tollerarle?
Eppure…si tratta di una creatura forte e con
un’annosa
esperienza!»…«Sì, lo so,
però…
…il
problema è che abbiamo smarrito il Digivice!! Senza quello
Yuki
non può raggiungere la sua vera forma, equivale ad
un…essere umano indifeso! Se riuscisse ad attivare la
trasformazione sono certo…più che certo che
dominerebbe
appieno il flusso anomalo generato dal
collasso!»…«Dove può essere
il
Digivice?»…«N-Non ne abbiamo
idea!!...»
…quando
dal corridoio la signora Kitagawa giungeva con un vassoio e alcune
pezze umide. Si asciugò la fronte con la mano «Oh
mio
Dio…spero che l’incubo possa presto finire per mio
figlio
e mia nuora…» …quando improvvisamente
lo specchio
che costeggiò si illuminò di un’intensa
luce
«Ahhh!» le cadde il vassoio di mano…
…ed oltre
il vetro non tardò a materializzarsi l’immagine di
Guardianmon
«Buonasera…»…«N-Non
credo
ai miei occhi…»…«Mi
permetta…signora:
lei probabilmente non mi conosce. Io sono una creatura che
può
aiutare suo figlio e sua nuora, sono loro amico.»
esternò
con tono signorile «…se…mi concede di
parlare con
lo-»…«Tu devi essere…
…GUARDIANMON!!»
«AHH?!! CHE
COSA?! Mi conosce?!» sobbalzò il guerriero
mascherato,
mormorando «…io avevo ordinato a Yuki di tenere la
bocca
chiusa su di me e sulla sua identità…»
Ma si ritrovò
inaspettatamente su di sé lo sguardo di disprezzo della
signora
Kitagawa «…è inutile che fingi!! Io so
benissimo
chi sei, credi di potermi ingannare, quando sono dieci anni che aspetto
il giorno in cui ti avrei visto?! In cui avrei incrociato
un’immagine completamente conforme all’inquietante
descrizione che Yuki ha fatto al mio Kenta, e lui a
me!!»…«C-Come?!»…«Ora
basta…basta, tormentarli!!» la donna
picchiò contro
lo specchio «Quanto ancora vuoi far soffrire questi
ragazzi?!!
Sono certa che anche questo disastro è opera tua, fin dove
vuoi
spingerti, Guardianmon?! E’ troppo quello che hai fatto loro,
lasciali in pace, hai capito?! Te lo ordino, non---mi importa se sono
una semplice umana, una povera donna! Loro hanno il diritto di crescere
sereni, e tu gliel’hai impedito fino a adesso, ne ho
abbastanza
delle tue vessazioni, lasciali in pace!!!»
«E
così…» indietreggiò
Guardianmon
«…quella strega sovrappeso ha parlato?! Ha
raccontato
tutto e ha trasformato in nostro accordo in un brioso giochetto di
famiglia?! M-Me la pagherà…
…sfido io
che i miei piani fallivano: HANNO SEMPRE MACCHINATO ALLE MIE
SPALLE!» scagliando una sfera d’energia e
provocando la
fragorosa esplosione dello specchio «La ucciderò!
Li
eliminerò entrambi, si pentiranno amaramente di avermela
fatta
sotto il naso! E dopo di loro…gli altri Digimon Tamers, e i
loro
Digimon: mi vendicherò! Giuro che prima che sarà
venuta
l’alba di un nuovo giorno io avrò fatto
giustizia!...» balzando giù dal palazzo…
Anche nei locali
pubblici come i supermercati le luci tremolavano prossime a spegnersi,
sia sul soffitto sia nei frigoriferi, come quello a cui si accostava
una mano di ragazza dalle unghie smaltate «Il latte, il pane,
la
salsa, cos’altro manca…?» ripeteva un
po’
meccanica e annoiata Jeri consultando la lista, mentre attorno a lei
cresceva l’agitazione ed il vociare «Ah, accidenti
ma cosa
gli prende a queste luci? Pfff…spero che almeno prima di
spegnersi mi lascino finire la spesa, ho ancora mezza lista. Poi
altrimenti papà si arrabbia, devo fare in fretta a tornare a
casa.» infilando il biglietto nella tasca del giubbino, e
sospirando mentre si avviava verso il bancone
“…forse…dopo tutto lui ha ragione.
E’ meglio
così, è bene che mi affretti a fare la pace con
Mako e a
chiudere questa parentesi. Con Takato…dev’esser
stato un
gesto impulsivo e insensato. Del resto non posso essermi
improvvisamente innamorata di lui quando sono anni che siamo
amici.” smarrendo il suo sguardo nel vuoto, incosciente del
fatto
che la chiamavano «Signorina! E’ il suo
turno…»…”Devo avere la testa
più
salda: essere meno impulsiva, d’ora in poi!”
prometteva a
se stessa stringendo le sue mani all’impugnatura del carrello
“Sto per fare un passo importante…mio padre
è
malato e se mi sposo con Mako non avrò più il
problema di
come fare per tirare avanti, ci penserà la sua famiglia. A
curarlo e gestirlo, io da sola non posso fare tutto. Devo cercare di
non rovinare il tutto con le mie botte di testa, come mio
solito…” «Oh?» ma scorse
qualcuno di
conosciuto…«Signorina, deve acquistare qualcosa o
no?!» la chiamarono dal bancone ma lei non vi
badò. Si
preoccupò soltanto di prendere il suo carrello…
…e andare dietro alla persona che aveva notato.
Costei sbatteva
con poca grazia quintali di scatole nel suo carrello
«Accidenti a
quei ragazzi e a quell’incompetente di un diavolo digitale!
Tante
promesse, parole al vento come tutti gli uomini, e poi? Ah, se fosse
stato un po’ più accorto nel suo lavoro adesso ci
saremmo
liberati delle loro moleste risatine! Ma io non mi arrendo
così…elaborerò un piano e sgominati
tutti loro
sarò la più grande domatrice in circolazione,
così
un calcio a scuola, provveditorato e tutto il resto! Tanti saluti e
arrivederci, diventerò una celebrità-acc! Queste
scatole,
figurati se non c’è quella rotta, mi sono
macchiata!!» …protestava Asanuma cercando di
pulirsi la
gonna sulla quale era caduto del sugo…
…ma
quando ebbe ripreso il carrello, uscendo dalla corsia
«Oh?»
(canzone: Christina
Aguilera - Make over)
notò una ragazza che si accostava a lei. E la contemplava
con
sguardo rigido, che ostentava sfida e superiorità. Asanuma
colse
la palla al balzo e sorrise «Guarda guarda…chi si
vede. La
piccola Jeri Katou.»…«Guarda guarda chi
si vede: la
cara signora maestra o dovrei per meglio dire la signora che
recentemente è stata a casa mia, a fare visita a mio
padre!»…«Ho sempre avuto in simpatia tuo
padre,
Jeri: da solo si è accollato il compito di
crescerti…»…«…già!
Arduo
compito, per questo lei glielo ha gentilmente allietato servendogli
quel servizio fotografico su un piatto d’argento! A
proposito,
complimenti, le sue inquadrature sono fenomenali: sa? Dovrebbe fare la
fotografa, anziché intignarsi con questa storia
dell’insegnamento, ormai è stato appurato: non fa
per
lei…»…«Ihmf!!»…«…farebbe
meglio a ritirarsi. Il mio è un consiglio. Almeno eviterebbe
di
provocare la rovina dell’intera nuova
generazione!»…«Ma sentila, non morderti
la lingua,
Jeri! Sei
cambiata…»…«Sì:
è
stata la crescita a cambiarmi, mia cara signorina Asanuma: O FORSE
dovrei per meglio dire SIGNORA…visto che sanno tutti che
è sposata. E che ha avuto una sfortuna da annali con gli
uomini,
ahahahahaha!»…«Non ci trovo niente da
ridere, vedi?
La differenza è che non sono una sgualdrinella come
te!»…«No, è molto
peggio!!»
inveì Jeri con sguardo rancoroso e determinato
«Lei
è soltanto una vipera, che si diverte a rovinare la vita
agli
altri!»…«Chi ti ha insegnato questi
vocaboli? Il
nostro caro Takato? Il ragazzo del panificio con cui ti intrattieni
cordialmente quando sei già fidanzata con un altro?
Ops-pardon,
eri fidanzata! Perché suppongo che dopo la tua marachella
Mako
non vorrà più saperne di
te!»…«Uhm! Mi
spiace deluderla!» relicò Jeri con un sorriso
beffardo,
scorrendosi la mano tra i capelli «E’ male
informata,
perché Mako ed io…non ci siamo
lasciati!»…«Che
cosa?!»…«No! Ha
capito bene, non è ancora sorda nonostante sia alquanto
invecchiata! Io continuo ad essere…regolarmente fidanzata
con un
ragazzo che mi capisce e con cui mi trovo bene. Anzi! Deve sapere
che…pensiamo al matrimonio.» Asanuma
indurì lo
sguardo, mentre Jeri rivelò simulando occhiate sognanti
«Ben presto entrerò in un negozio come una regina,
e
sceglierò il mio abito bianco! Poi sarà
da…allestire il pranzo di nozze, ho talmente tanti impegni
che
tremo dalla paura di dimenticare qualcosa! E’ invitata, lo
sa?
Non…mi dimenticherei mai della mia dolce maestrina delle
elementari…quanto le siamo debitori, tutti
quanti…»…«Ah! Sei solo una
svergognata,
umiliarmi così su quello che sai essere il mio punto
debole!!»…«Beh, peggio per lei!! Non
è colpa
mia se è stata talmente maldestra e fallita da non riuscire
a
concludere niente, io sono molto diversa!! Lo
scherzo…servito a
mio padre per demolire la mia immagine ai suoi occhi, incurante del
fatto che è malato di cuore e che un colpo simile potrebbe
essergli fatale, non è servito! Seguita ad
esserci…un
abisso fra me e lei, sì, esatto, un abisso! Io
sono…
…una
ragazza che sta per fare la sua scalata al successo, sono giovane, e
fidanzata con un ragazzo CHE MI AMA. Mentre lei…lei Asanuma
è SOLA, sola come un cane!!» infierì
metallica, nel
crescere della rabbia dell’altra «E non
può che
colmare il suo enorme, irrisolvibile vuoto con tentativi ridicoli, che
lasciano il tempo che trovano! Io le consiglio…se davvero
non ci
tiene a peggiorare la sua situazione difficilmente aggravabile,
d’ora in poi di starmi lontana!! Non si intrometta
più
nella mia vita…o…
…potrebbe pentirsene amaramente, la avverto.»
Asanuma arretrò
sconvolta, mentre Jeri rizzava la schiena, assumendo posa sostenuta,
aggrappata al carrello «Non sono
più…quella bambina
indifesa…che sedeva al banco di scuola e appuntava con
diligente
precisione le montagne di compiti che ci rifilava! Sono
cresciuta…e ho affilato le mie unghie abbastanza, le guardi
bene…SIGNORA!!...io con queste graffierò il mio
successo,
costi quello che costi! Non mi spaventano gli
ostacoli…né
le persone invidiose che non sanno accettare di aver perso. Per
cui…se non vuole incappare in guai con me le consiglio di
sparire, e non farsi più vedere in giro!!...tenga la sua
arte
fotografica per qualche rivista di quart’ordine che
può
leggere una come lei!!»…«Ah!! E se io
raccontassi al
tuo amichetto Takato ciò che mi hai appena detto, che ti
sposerai con Mako?!»…«Non mi importa!!
Faccia quello
che le pare!!»
Quando
restarono improvvisamente al buio, nel “oooohhh!”
generale
dei presenti «Che succede?!» esclamò
Jeri. E Asanuma
«Waaah, accidentiii!!! Chi ha spento la luceee?!! Acc---via
tutta
questa roba! La pago un’altra volta!» mollando il
carrello,
e fuggendo via.
Il cielo
all’esterno era sempre più cupo, come il gorgoglio
di
quelle nuvole scure e innaturali «Aaahhh! Adesso ci mancava
anche
questa catastrofe, si può sapere chi è quella
provoca?!...di sicuro c’entreranno quelle
creature!!»
dedusse indignata la donna «Ma io non permetterò
loro di
mettermi i piedi in testa, giuro che quella mocciosetta orfanella me la
pagherà, io sfascerò tutti i suoi piani!! Devo
correre!!!» lanciandosi verso una meta che solo lei sapeva.
Mentre Jeri era
rimasta ben salda al suo carrello, nonostante la gente attorno a lei
fosse presa dal panico «…non lascerò la
soddisfazione a chi mi vuole sconfitta! Non c’è
tempo da
perdere…devo fare in modo che Mako mi perdoni.» I
suoi
occhi nella penombra esprimevano determinazione…(fine-canzone)
Mako, il quale
alzava occhi spaventati al cielo «Oh no! Accidenti, ma che
succede?!...sono pronto a scommettere che si tratta di un piano di quei
Digimon malvagi. Dovrei andare ad avvertire Beelzemon, cercare di
mettermi in contatto con lui, però…»
mordendosi
nervosamente un’unghia «Non mi va di incontrare
Jeri!! E
poi…non posso abbandonare questa gente!» in
effetti
qualcuno lo chiamava «C’è bisogno
d’aiuto
qui!!» e lui «Arrivo!!»
Nello scenario
urbano in cui era immerso dominavano le sirene, i cui fasci colorati
carezzavano ritmicamente il suo volto
«C’è stato un
incidente, volevo tornare a casa ma sono rimasto bloccato qui: anche se
non come Digimon Tamer…
…la
mia vocazione resta sempre quella di aiutare gli altri! E’
così da quando ero piccolo! Certo…»
parlava Mako
fra sé, mentre sembrava darsi molto da fare nel preparare
quella
barella «…sarebbe bello farlo con il proprio amico
accanto. Beelzemon, ahhh, sono stato un idiota! Non dovevo mettermi a
litigare con Jeri proprio davanti a lui: spero che non sia arrabbiato
con me…mi manca tanto…
…spero di
aver presto il modo per dirglielo.» avvisando poco dopo
«Qui è pronta!! Chi è il ferito per cui
è
stata chiesta?!»
Proprio presso
quell’incrocio stava passando Henry, quando udì
una voce
«Presto!!!...abbiamo bisogno di volontari, non riusciamo a
metterci in contatto con le strutture di
soccorso!»…«Oh?» i suoi occhi
furono rapiti
dallo scenario, ed un soccorritore si accostò a lui
«Ragazzo! Sei giovane abbastanza, puoi
aiutarci?»…«Cosa è
successo…?»…«Un bambino
è rimasto
incastrato, era in auto con i suoi genitori
quando…»…«Ah! Un bambino ha
detto?!»…«Ehi, ma tu sei
Henry!»
esclamò Mako che lo raggiunse
«Ciao…»…«Sono in
classe con tua sorella
Suzie! Ti ricordi di me? Sono Mako, un dei Digimon Tamers! Il domatore
di Impmon!»…«Mako…certo,
sì, come
no!» si delineò a poco a poco un sorriso sul volto
di
Henry «Passavi da queste parti? Io sto facendo quello che
posso
con questa gente, la situazione è
critica.»…«Mi hanno detto che un bambino
è in
pericolo: ascolta, puoi dire che…possono contare su di
me.»…«Ti unisci a noi?! Sei
grande!»
Henry,
spalancando i suoi occhi di fronte a quel fumo e a quella macchina
capovolta, si aprì la lampo della giacca sfilandosela
“…i miei affari vengono in secondo piano, se
c’è della gente in pericolo. Anche senza Digimon
siamo
comunque dei cittadini: non possiamo tirarci indietro se
c’è qualcuno che ha bisogno di noi.”
«Eccomi,
arrivo! Ditemi come posso darvi una mano!»
«Lopmon!»
La piccola
Digimon fu fatta stendere sul letto, mentre la sua domatrice seguitava
ad invocare il suo nome, tenendo stretto il Digivice come per volerle
trasmettere forza
«A-Ahhh…ahhh…» gemeva la
Digimon…e Suzie sussurrava «…ti
scongiuro, non
mollare…»
…mentre
Rea con lo sguardo sempre più in pena si accostava ad
Imagomon
«Sembra soffrire molto…» ed era come se
cercasse
conforto negli occhi sottili della volpe dal pelo corvino, il quale
disse «Non c’è altro tempo da perdere:
devo
allontanarmi da qui subito, e andare a cercare mia moglie. Voi rimanete
con lei, statele vicino.» e c’era anche la madre di
Rea con
loro, la quale gli si rivolse «Senti! Ma…tu che
sei
così grande, così bello!» La volpe si
volse a
guardare quella signora che di certo, appariva un po’ bassina
in
confronto alla sua elevata statura
«Mamma…!»…«Dai,
Rea, fammelo chiedere!
Eh! Non ho mai avuto l’occasione di avere un
Digimon…così maestoso di fronte ai miei occhi
ascolta
bellissima volpe: n-non puoi fare niente per quella poverina? Tu che di
sicuro hai tanti
poteri!»…«…mamma dai, ti ha
già detto che il solo è unico modo per aiutare
Lopmon…è far cessare questa tempesta di
cariche.»
rivolgendo uno sguardo impensierito alla finestra, passandosi una mano
tra i capelli «Ah, sono preoccupata per il piccolo
Benji!»
espresse la signora Akimoto. Ma sua figlia «Non
c’è
da temere, Benji è con i genitori di Henry,
io…!...sono
tranquilla.» si vedeva che faceva forza su se stessa
«Anche
se non riusciamo a metterci in contatto con la casa. Mi fido di loro e
so che sta bene! Ora dobbiamo pensare a Lopmon: Imagomon, tu sei sicuro
di potercela fare, da solo, là
fuori?»…«…è
l’unica scelta che
mi resta.»…«Ma lo squilibrio
può
danneggiarti!»…«E infatti non
sarà
solo!» disse una vocetta, e Rea si piegò
«Terriermon!»…«Andrò
con lui! Signora:
ce la fa a stare separata da me per qualche
tempo?»…«Ma…Terriermon…»
accennò la ragazza «…temo per te, ho
paura che sia
pericoloso! Voi Digimon siete esposti al rischio
della…disgregazione dei vostri dati, io non voglio
perderti!»…«Momentai, sono sicuro che
facendoci
forza a vicenda riusciremo ad evitare di scomporci, anche se saremo
fuori in strada! Mi farò forza con il mio amico
Imagomon!»
Terriermon sorrideva, accostandosi alla volpe corvina sotto gli occhi
impensieriti di Rea «Ammetto che è un rischio, ma
devo
fare anch’io la mia parte contro Guardianmon, ha fatto
soffrire
me così come tutti gli amici a cui voglio bene: è
giunta
l’ora di porre fine alle sue malefatte, e io so chi
può
aiutarci! So chi è la persona che aspetta che gli riconsegni
questo Digivice!»
…alludendo a quello dalle ali dorate, nella zampa di
Imagomon
«Rea, perché non vai con lui?!» fece la
madre della
ragazza con tono appenato, ma la giovane rispose
«Io…no!» facendo forza sulle sue
emozioni, ma alla
fine acquistando sicurezza, ed accostandosi alla sorpresa Suzie
«Oh?»…«Io resto con Suzie e
con Lopmon: come
voi due vi farete forza come Digimon…» alludendo a
Terriermon ed Imagomon «…noi ci daremo il sostegno
dovuto
come esseri umani, non importa se stavolta non
combatterò!»…«Come? Ma no,
dai Rea! E invece
conta eccome: sei un Digimon Tamer!! Terriermon è il tuo
Digimon, tu devi raggiungere gli altri e affrontare
Guardianmon!»…«Non lo farò
senza di
te.»…«Ah, Rea!!» si
impuntò la ragazza
«E’ una cosa seria
questa!!»…«Lo so
bene, Suzie!! Mi rendo conto perfettamente di ciò che accade
in
città, mi basta aprire una finestra!
Però…ciò nonostante…mi
accorgo anche di
cosa accade nel mio cuore. Di ciò che è accaduto,
dall’inizio fino a adesso! Non sapevo chi fossi,
né che
direzione dovesse prendere la mia vita, sono tornata in questa
città completamente derubata dei miei sogni, e se
adesso!...si
è tracciato un nuovo indirizzo per me lo devo solo a voi.
Terriermon!»…«Oh?
Signora…»…«…e te,
Suzie!»…«Oh?» Rea le mise le
mani sulle spalle
«Ero triste e senza speranza perché Henry mi aveva
lasciata, ma lottare con voi mi ha insegnato…che
c’è sempre una luce in fondo al tunnel, e ad
accenderla
è l’amicizia. Suzie, tu sei stata la
più cara amica
che ho avuto da quando ho messo piede in questa città. Tu mi
hai
insegnato ad essere una Digimon Tamer! E…»
sorridendo
«…uhmuhm, non soltanto perché mi hai
comprato gli
occhiali: tu mi hai donato nuove lenti con cui guardare la vita! Io non
posso abbandonarti, in questo momento vieni prima tu di tutti! Lopmon
ha bisogno della tua forza interiore per resistere a questo
momento…saremo in due, ho imparato a crederci!»
prendendole la mano con cui Suzie sosteneva il Digivice, ed adagiandovi
la sua «Quando tu ti sentirai stanca…potrai
contare su di
me! Uhm, l’ho visto fare nelle prime serie del cartone
“…teniamoci
per mano. E fermami…se cerco di scappare…”»
…l’espressione di Suzie si aprì nella
commozione, e
raccolse subito la citazione «…”d’accordo,
però tu devi fare lo stesso con me”!
Uhmuhm!»…«Ce la faremo,
Suzie…» disse
Rea dopodiché si volse «E’ tutto nelle
vostre mani:
Terriermon, Imagomon!»…«Ihihiii,
momentaiii!»…«Io vado da Benji,
Rea!»…«Sì mamma, raggiungi la
famiglia di
Henry! Ci rincontreremo…quando Guardianmon sarà
sconfitto!»
Ognuno di loro si appellò alla fiducia che portava nel cuore.
Beelzemon planava
presso il tetto di casa di Jeri «Accidenti, qui sta accadendo
qualcosa di terribile: devo parlare immediatamente con Jeri. Ma
sarà in casa?» sicché si sporse ma non
riusciva a
scorgerla oltre la finestra di camera sua
«O-Oh…»
dunque provò, seppur cautamente, a scavalcare il davanzale
«Spero che Jeri non si arrabbi se entro così in
camera
sua. Oh?! Che mi succede?!»
Il guerriero digitale
avvertì una distorsione che sfumava i contorni delle sue
stesse
mani. Queste, scure e dai possenti artigli, a momenti sembravano
sovrapporsi a zampette più corte, di colore violaceo
«Non
può essere che stia perdendo la mia forma?!»
volgendosi a
guardare il cielo «Dev’essere questo
disturbo…accidenti, devo resistere! Ho fatto tanto per
stabilizzarmi su questo livello, se ora regredisco siamo davvero a
posto!»…«Che cosa ci fai tu
qui?»…«Eh, come?!»
Il Digimon sussultò.
Il padre di Jeri, appoggiandosi ad un bastone, aveva fatto ingresso
nella stanza «Non ti hanno insegnato le buone maniere?
Spiegami
perché sei entrato dalla
finestra.»…«S-Signor
Katou…sua figlia le aveva raccomandato di restare a
letto!»…«Ora sei tu che dai ordini a
me?»…«Oh?!»
quell’uomo lo guardava con
occhi duri «Ricordati che per ora sei un perfetto sconosciuto
ai
miei occhi: non ricordo di averti visto…nemmeno dieci anni
fa a
pensarci bene.»…«Però io
c’ero
signore…» ammise il Digimon chinando il capo
«…Jeri se lo ricorda
bene.»…«Sarà, ma non mi piace
che ti prendi
tante libertà, con mia figlia e nella mia
casa.»…«I-Io non mi prendo nessuna
libertà!
Lei fraintende signor Katou, io-» ma Jeri arrivò
in quel
momento «Papà!...
…Beelzemon…!»…«Jeri
io stavo proprio
ora spiegando a tuo padre
che-»…«Papà, torna
a letto per favore, ho bisogno di parlare con Beelzemon, da
sola.»…«Jeri, non sono ancora
né vecchio
né così moribondo: stavo spiegando a questa
creatura che
non voglio che faccia il suo
comodo!»…«Papà,
per favore! Adesso non è il momento…»
comunicò lei con sguardò ben allusivo
«Lasciami
sola, devo parlargli.» Hajime Katou accettò
lanciando
un’ultima occhiata a Beelzemon «Attento a quello
che dici:
mia figlia ha sofferto abbastanza per farsi ancora prendere in giro da
voi “creature digitali”…!»
Beelzemon per
l’ennesima volta restò con la mano
tesa…ma dovette
ritirarla deluso e insicuro, senza poter confessare ciò che
aveva nel cuore «Non far caso a mio padre, è
sempre stato
molto protettivo. E in questo momento sta
male.»…«No, figurati Jeri, è
solo
che…»…«…sono
contenta di vederti
qui.»…«Davvero?!»…«…credevo
che non saresti più tornato dopo
stamattina.»…«Che dici Jeri? Io non ti
abbandonerei
mai! Sono abituato a veder la gente litigare, e
poi…»
grattandosi il capo «…ecco…quello che
ti ho
detto…beh, spero che tu insomma…che tu possa
rifletterci!»
«…Beelzemon…» lo
scrutò lei con una
particolare intensità, avanzando verso di lui «Tu
tieni
alla mia vita?»…«Come?!...che domanda
è mai
questa, Jeri…? Tu…
…sei la
mia nuova Digimon Tamer. Sei una persona…che occupa un ruolo
molto speciale nella mia vita, e nei miei ricordi. Ed
io…credo
di aver dimostrato più volte…»
…nel flash
del ricordo dei suoi colpi violenti alla sfera del
D-Reaper…«…che alla tua vita tengo
molto, tanto che
sarei disposto a fare un mucchio di cose se questo servisse per
aiutarti.»…«Allora salvami! Fallo
adesso, fallo
ancora un’altra volta!!»…«Come
dici?! Non ti
capisco…salvarti?!»…«Beelzemon,
ho bisogno
del tuo aiuto!» avanzò lei fino ad aggrapparsi
alle sue
braccia «Tu sei l’unico che può darmi
una mano a
tornare con Mako! Lui è il tuo Digimon Tamer!! E
io…
…sono
disperata…»…”Jeri…”
«Ti
prego, Beelzemon!!» lei lo supplicava…e lui
avvertiva una
sensazione particolare nel sentire quasi penetrare nelle sue braccia,
proprio le unghie di quella ragazza con la quale aveva tanta storia e
tanto passato…
«Niente,
le luci sono andate!» esclamava Takehiro al panificio: la sua
voce suonava scossa…
…mentre
Cindermon e Takato erano presso le scale «Dove hai trovato
quei
disegni?!»…«Te l’ho detto!!
Lui…loro, i
tuoi genitori, tengono una scatola con tutti i loro vecchi ricordi,
è lì che li ho
trovati!»…«Io sto
mettendo assieme tutti i
particolari…è-è come un
mosaico di tasselli, quella crisi di dieci anni fa, il fatto che
papà…sparisse alcune volte la sera, diceva che
andava a
cena con gli amic-» ma quell’elencazione
attraversata dallo
sgomento fu interrotta da non meno atterriti accenni
«Ma…che
starà…succedendo?» arretrava
la signora Mie, sembrava impaurita «Tutto questo non
è
normale...!» disse passandosi la mano sulla fronte come se
accusasse una grande stanchezza, ed arrivò anche Takehiro
«E’ un fenomeno fuori dal normale. Voi ne sapete
qualcosa?»...«Noi?» fece Cindermon,
allargando le
braccia «Come potremmo saperne qualcosa, siamo sorpresi
quanto
lei!»...avvicinando la testa a Takato, il quale stava
fissando il
padre con sguardo attonito, pallido in volto
«Ptsss!...perché voi non siete riusciti a scoprire
niente
da Rika,
no?»…«…vogliono…»
deglutì il ragazzo non decrescendo
l’intensità di
quell’espressione fissa «…coinvolgere i
Pionieri
Digitali…ma io mi sono
opposto.»…«…cosa?! E chi
sarebbero?!»…«…il team che si
occupò
del regresso del D-Reaper, dieci anni
fa?»…«…?! Vuoi dire i pazzi
geniacci che
hanno spedito a casa tutti i
Digimon?!»…«Non
so…altro…né se abbia fatto
bene…»
definì il ragazzo con tono sospeso ed esitante, come se
avesse
la gola parzialmente chiusa da una morsa…
…ma non
riusciva a fare a meno di avanzare verso i suoi genitori,
l’uno
accanto all’altra, più precisamente era verso suo
padre
che lui incedeva…
…sotto lo
sguardo altrettanto sospeso di Cindermon, che non sapeva cosa dire e
come bloccarlo quando «Io mi sento
mal…»…«Mamma!»…«Mie,
che
ti succede, un altro sbalzo di
pressione?!»…«Signora!
Signora!!»
rimbombò la voce della ragazza digitale, quando sopra alle
loro
voci si infilò
«Takato!»…«Oh?...Rika!»
La ragazza
si sporse dalla porta «Meno male che ti ho trovato: ascolta,
la
situazione è grave, è peggiorata a seguito di una
distorsio-»…«Scusa un attimo, per
favore! Mamma!!...
…mamma: calma! Non è niente!!»
specificò il
ragazzo evocando a sé tutta la fermezza «Ci sono
io,
vedrai che andrà tutto bene, respira
profondamente!»…«Takato, che aspetti,
manda via la
tua amica, non vedi che tua madre sta
male?!»…«Questo non è il
momento per queste
cose papà, lo vuoi capire?!!» sbottò il
ragazzo
alzando notevolmente la voce, ma questa volta il padre
«Ouch!» lo colpì con uno schiaffo (anche
Rika
restò sbalordita) «Mi hai stancato con le tue
continue
contestazioni e proteste!!! LO VUOI CAPIRE O NO CHE QUI ABBIAMO BISOGNO
DELLA TUA COLLABORAZIONE!» Takato lo guardò quasi
con
odio. Stava per replicare qualcosa ma Cindermon si frappose
«Adesso basta!» mentre Takehiro ancora gridava
«TUA
MADRE STA MALE!» ma Cindermon si sovrappose «BASTA,
adesso
sai che c’è?! Che voi due non potete stare
assieme-non vi
potete avvicinare quindi la cosa adesso è che qui ci penso
io-sì! Mi occupo io della signora! Tu
fuori…!»
faceva a Takato, ma questo si riavvicinava
«Cind…»…«FUORI!!
Vai! Vai, esci! Vai da
Rika qui faccio io!»…«Cindermon lei ha
bisogno di
bere un bicchiere d’acq…» gemeva la voce
di Takato
(che neanche si accorse di chiamarla col vero nome) ma lei
«Lo so
LO SO! Vaaai, per favore! Ooo! Tutti su!» esortò
lei…quando vide finalmente Takato avviarsi
all’esterno…
…una
volta lì Rika gli si rivolse pacatamente «Takato
mi
dispiace, non…so se Wong ti abbia raggiunto, io venivo solo
a
chiederti l’autorizzazione per procedere con i Pionieri
Digitali.» a quel punto al ragazzo caddero le braccia. E
mugolò «…non lo so! Fate come volete,
quello che vi
pare!...» chinando il capo. Rika si sentì
sconfortata nel
non poter avere per lui parole migliori, ma non servirono
perché
le trovò lui «Ma ti rendi conto Rika che ho da
poco
scoperto di avere un
fratello?!»…«…
…N’Emo?»…«Sììì…!»…«…me
lo immaginavo.» parole che lasciarono Takato di stucco, ma
Rika
non gli diede il tempo di ribattere, abbracciandolo e portandoselo
più vicino a sé «Ascolta…
…lo sai
che Renamon ama Beelzemon?» rivelò lì
per
lì, mostrando un tono estremamente naturale e tranquillo. A
Takato ci vollero alcuni secondi per realizzare e alzare la testa
«Uh?»…«Sì
sì, è proprio
così! Te li ricordi tanto tempo fa, quando lui era piccolino
e
lei lo esortava a darci dentro? Ebbene, la cosa è fiorita
così in dieci anni e alle nostre spalle.» Lui la
guardava
così ingenuamente, mentre lei
«Ahhh…!» si
stirava comodamente, con le mani dietro la nuca come se fosse una
tranquilla mattina senza clacson e grida «Che poi il bello
è che io l’ho pure incoraggiata, incurante del
piccolo
particolare che lei è sposata con un altro. Che
dici?» scostandosi i suoi boccoli rossi
«Sono proprio
irrecuperabile?»…«…Renamon…?...e
Beelzemon?»…«Uhmuhm, che poi ci sono
pure i figli di
mezzo, non ci siamo fatti mancare niente, peccato che lui non abbia una
casa in cui portarla e ospitarci tutti quanti, che disdetta!»
compiendo qualche passo verso la strada intasata…
…e poi
volgendosi «Ascolta: lo so che è dura. Ma adesso
dobbiamo...rimandare ogni pensiero a quando sarà finito
tutto
questo. Tuo fratello, come per me la casa, verrà tutto dopo:
dopo. Quando saremo riusciti ad arrestare questa catastrofe ci
penseremo, ma ora dobbiamo tenere la mente ferma, e
collaborare!»…«Rika…io non
voglio guardare
all’interno di questa casa!!!» indicandola con
gesto
acceso, e la ragazza gli carezzò il viso «E
infatti non
dovrai guardarvi.» ma in quel momento si udì una
vocetta
«Takato!!!»…«Oh?» si
volse lui assieme a
Rika, dopodiché esclamò nello stupore
«…Terriermon!!»…«Uff,
ahuf!!...sono
corso il più veloce che potevo. Takato, Rika, un cosa
importante!!»…«Che cosa succede, da dove
vieni
Terriermon?» domandò Rika, e Takato «Hai
notizie di
Henry?! Con chi sei adesso?!»…«Parleremo
dopo! La
storia è lunga ma in questo momento non abbiamo tempo!
C’è una cosa importante che vi devo
consegnare!»
…mentre
Imagomon lo attendeva nascosto in un vicolo “Ha detto Rika?
Ma
allora…quella ragazza dev’essere
proprio…” e
stava per uscire allo scoperto avvicinandosi a loro, ma poi
notò
«Oh?!» qualcuno che compiva un balzo da un tetto
all’altro, di cui riconobbe l’armatura iridescente
“Ma quello…è Guardianmon!! Devo
inseguirlo!”
balzando anche lui.
«Tieni!
Consegnatelo a Kenta!» Terriermon scagliò con il
suo
orecchio il Digivice alato nelle mani di Takato «Come?! A
Kenta?!»…«Sì, quello
è il suo
Digivice!»…«Come può essere,
Kenta non ha il
suo Digimon, non ha fatto
ritorno!»…«Ihihihi,
aspetta e vedrai: sarà una sorpresa,
Takato!»…«…come ti sei fatto
misterioso,
ultimamente…» commentò Rika con un
sorrisetto che
Terriermon ricambiò volentieri «Ho una sorpresa
anche per
te Rika, ma per quella dovete aspetta-oh? Dov’è
andato?» avviandosi in una corsetta verso il vicolo, mentre
Rika
gli chiedeva «Adesso dove
vai?»…«Non ho tempo
per spiegarvi! Scusate sono di fretta! Ma alla prima occasione ci
vedremo con calma e parlermo come ai vecchi tempi,
momentaiiiiii!»…«Sempre il solito, ah!
Non perde mai
il suo smalto, né tantomeno…
…la sua
parola magica.» e Takato accennò un sorriso
«Già, farebbe bene a tutti adesso pensare
positivo.»…«Guarda il lato buono della
cosa: ora hai
una destinazione verso cui
dirigerti.»…«Io?
Sì…» fissando il Digivice
«Devo andare subito
a casa di Kenta a
consegnarglielo!»…«Vai, non appena
io e Renamon riusciamo a individuare il cuore del problema ti facciamo
un
segno!»…«D’accordo!...»
replicò il ragazzo e si divisero
«D’accordo…» Takato prese un
sospiro e
deglutì tutti i bocconi amari «Non posso pensare,
non
c’è tempo ora per pensare a mio fratello,
devo…restare concentrato!» scattando in corsa ma
si
frappose di fronte a lui «Ahh, Takato…!»
Asanuma, la
quale cercò di bloccarlo «Devo dirti una cosa
importan-»…«Mi dispiace adesso non
posso, sono in
ritardo!!!...»…«Acc!!...
…mi
è scappato, uguale a come faceva a scuola: ma io non mi
arrendo
così!» ed infilandosi gli occhiali scuri si mosse
al suo
inseguimento.
«Non ce l’ho
fatta!!!» esclamava la signora Kitagawa presa dallo sconforto
«Non ci sono riuscita, gli ho gridato…tutta la
rabbia
repressa per questi
anni!!!»…«…adesso calmati
cara, quel che è fatto è fatto.» la
invitava il
marito, mentre lei piombava sulla sedia nascondendosi il volto fra le
mani «Ma adesso lui si vendicherà!!»
…e
infatti Kenta, presso il letto in cui sua moglie affrontava
quel
malessere «A-Ahhh…» rifletteva
“Di fatti siamo
in pericolo, Guardianmon è un Digimon estremamente
vendicativo…di sicuro ci vorrà far pentire di
essere
venuti meno ai suoi comandi. Come facciamo
adesso…?” lo
sconforto sopraggiungeva in lui “Siamo completamente
indifesi!” …ma la mano di sua moglie anche in quel
caso si
faceva strada fino alla sua, per avvolgerla e confortarla…
“Loro
due…maledetti traditori…” pensava
Guardianmon
attraversando i tetti “Loro saranno i primi!!”
«Come…? Jeri, ma…che
dici?»…«Esattamente ciò che
ho
detto!!»…«Ma…tu e Mako vi
siete lasciati, fra
voi le cose vanno male, non riuscite ad andare
d’accordo!»…«Questo non ha
importanz-!»…«E poi!...
…tu hai
baciato Takato, Jeri. Io ti ho
visto.»…«…va
bene, vorrà dire…che farai finta di non aver
visto
niente, o meglio!...
…o
meglio…c-c’è una spiegazione che si
può
dare! Tutto, tutto può essere visto sotto un’altra
prospettiva!» specificava la ragazza che ricorse alla sua
consueta sigaretta per non perdere le redini di quella calma che
difendeva strenuamente «Sotto quale altra prospettiva si
può guardare…? E’…ovvio
quello che sia io
che Mako abbiamo visto.»…«Questo
è quello che
pensi
tu…»…«Jeri…voi due
vi siete
baciati! Takato…è tanto che aspettava quel
momento,
io…!...non ci capisco molto di amore, però,
però
non posso togliermi dagli occhi il modo in cui ti difendeva! Io credo
che lui ti voglia
bene…»…«…questo
è vero, Takato mi vuole bene, ma è di altro che
io sto
parlando.» passeggiando per la stanza e dandogli le spalle,
mentre lui la seguiva con sguardo incerto
«…altro?»…«Sto
parlando dei miei
sentimenti!...
…e io amo
Mako!!» volgendosi, con sguardo dilatato e intenso
«Come…? Come sarebbe lo ami? Quando…sia
ama
qualcuno poi non si bacia un’altra
persona.»…«A volte può
succedere!
Beelzemon…voi Digimon siete ancora inesperti di queste cose,
non
siete come noi esseri
umani.»…«Sì,
ma…anche fra noi esistono gli amori, le unioni, i matrimoni,
guarda Renamon!»…«Il fatto che Renamon
si sia
sposata e abbia avuto due figli…non copre che una minima
parte
del vasto, sconfinato mondo dell’amore umano! Avete tante
cose da
apprendere. Beelzemon…voi creature digitali siete gli unici
amici su cui possiamo contare noi umani a volte, quando abbiamo dei
problemi…che ci dilaniano il cuore!»
affermò
scivolando in un tono di supplica
«…Jeri…sentirti
parlare così…mi fa preoccupare,
ecco!»…«Perché, se sto solo
dicendo una
verità!! La tv, e le storie dei periodi passati confermano
ciò che dico…ora siete tornati, noi siamo
annegati nei
problemi, abbiamo bisogno di
voi!»…«Oh?»…«Io
ho bisogno di
te…! Per questo ho scelto di aprirmi e confidarmi. Tu
saresti
disposto a mediare fra Mako e me, affinché possiamo tornare
insieme?» chiese aggrappandosi di nuovo alle sue braccia
«Jeri io sarei disposto a fare…molto per te,
tranne
però…»…«Oh?!»…«…tranne…ecco:
qualcosa che potrebbe danneggiare il mio domatore! Mako è un
caro amico, ed io…dopo questa mattina…»
confessava
a capo chino, ma imprimeva una certa dignità alle sue parole
«…mi sono accorto, se posso dirlo ho avuto la
conferma di
ciò che…da tempo pensavo e cioè che
ecco…che voi due…insomma!...» alzando
lo sguardo
«Non mi sembrate fatti l’uno per l’altro,
Jeri…lui mi ha parlato di te, ti ama soprattutto
perché sei sincera. Ma ora…i tuoi sentimenti sono
divisi,
c’è
Takato.»…«…Takato
può
sparire esattamente come è apparso.» (canzone: Anastacia
- Defeated)
decretò lei ferrea scrollando la cenere dalla
sigaretta
«Ma…come sparire? Quando due persone si
baciano…non
è per niente, ma perché esiste un legame
profondo!
E’ perché due persone si amano!! E questo Mako lo
sa!»…«Ma Mako può cambiare
idea se tu gli
dirai…ecco, se gli confermerai che è stato
Takato, che
è stata solo colpa sua! Lui mi ha presa con la forza e mi ha
costretta a baciarlo, perché è sempre stato
innamorato di
me!»…«Ah! Ma questo non è
vero, Takato non
arriverebbe mai a fare una cosa simile, Jeri!!» ma la ragazza
indurì lo sguardo «Anche se non è
vero…
…io
voglio che Mako creda
questo!!»…«Perché?!»…«Perché
lo amo!! Lo amo e voglio
sposarlo!!»…«Allora
perché hai baciato Takato,
spiegamelo!!»…«Questi sono affari
miei!...»
decretò lei con aria sfrontata «…ti
basti sapere
che è stato un gesto isolato e senza importanza, ho perfetta
chiarezza dei miei sentimenti: io amo…quel ragazzo che
è
stato il tuo domatore. E non permetto che un banale incidente rovini i
miei sogni.» ma i tre occhi di Beelzemon erano fermi
«No,
mi dispiace Jeri. Non contare su di me, io…prima di
affermare
una cosa devo esserne sicuro! E qui so che non è vero, ho
già mentito altre volte, non costringermi a compiere delle
altre
ingiustizie, io!...tengo…
…a Mako,
desiderio che sia autenticamente felice, con al fianco una ragazza che
lo ami. E…benché a te possa...rimanere difficile
crederlo
tengo anche a te. E-E non penso che questa svolta possa giovare alla
tua vita, ecco tutto!!»…«Oh!!
Beelzemon!!!»..«Ah?! Cos’hai,
Jeri?!»
La ragazza si nascose
il volto tra le mani. E scoppiò in un pianto dirotto. Lui le
si
avvicinò da dietro con molta delicatezza, col timore di
sfiorarla con gli artigli «Piccola mia…che ti
succede,
perché stai piangendo, io…non posso vederti
così!»…«Perché me
lo dici ora quando
hai fatto tutto il possibile perché io sia
afflitta!!»…«Co-Come
dici?!»…«Lo
sai bene...» mugolò la ragazza…
…e lo
sguardo del Digimon precipitò in un lago di incertezza
«…tu…h-hai fatto in modo che io
restassi sola! E
adesso…non contento vuoi anche che mi lasci il ragazzo che
ho
tanto faticosamente conquistato, per colmare i miei vuoti! Ma
tu…sei proprio senza cuore,
Beelzemon!»…«No,
io-»…«Si può sapere che ti ho
fatto,
perché ti accanisci sempre con me?! Tu non mi vuoi
bene!...è questa la verità, che bello sarebbe
stato che
fossi morta anch’io come lui,
vero?!»…«Cosa
dici, non dire follie, Jeri sei impazzita?!» si
avvicinò
per sfiorarla, ma lei si volse di scatto «Ti dà
fastidio
avermi come Digimon Tamer, quando io…!!...ci sto mettendo
tutto
l’impegno, cerco di accantonare il passato perché,
perché…!!...sogno che fra noi si possa instaurare
una
bella amicizia, ma a te non importa niente, oh perché deve
succedermi tutto questo!!»
…girandosi, e nascondendo il suo volto fra le mani, tra i
singhiozzi «Senza un Digimon!!...e ora senza un fidanzato!!
Oh
Leomon!...
…Leomon
perché non sei qui con
me…!!...»…«Ahh!!»
Beelzemon
sussultò…e nel suo animo riaffiorò il
ricordo di
Akemi che gli diceva “Ti
prego, basta!! In questo luogo non è rispetto parlare ad
alta voce!”
…tanto da non
accorgersi dello sguardo di Jeri che, meno umido del previsto,
scivolava furtivamente su di lui «Dici che non puoi vedermi
piangere, ma è solo perché ti rimorde la
coscienza: non
capisco perché! Vai, vattene pure lontano, lasciami sola,
tanto
più sola di così non potrei comunque
essere!»…«No! No ti prego Jeri ti
scongiuro non
dirmi anche tu di andarmene!! Non farlo!!» stavolta fu lui ad
aggrapparsi a lei «Me l’hanno già detto
altri,
io…!!...ho bisogno di qualcuno di cui prendermi cura, per
favore, ho bisogno…!!...di starti accanto! Essere il tuo
Digimon
mi serve, ne ho bisogno per
crescere!»…«Ma se la
prima cosa che ti domando di fare per la mia vita, tu…!...ti
rifiuti! Allora come puoi essere il mio
Digimon?!»…«O-Oh!»…«Un
Digimon
sta vicino al proprio domatore, lo aiuta a realizzare i suoi
sogni!!»…«Io…»…«…e
tu…non vuoi che io realizzi il mio, non vuoi che io sposi il
ragazzo che amo! Cos’è…? Hai paura che
ti porti via
la sua
amicizia…?»…«No…!»
replicò Beelzemon con occhi arrossati dalla pena
«Non si
tratta di questo, io…!...vorrei tanto…che tutte
le
persone a cui voglio bene andassero
d’accordo!»…«Allora fa come ti
chiedo!...dì a Mako che è stato tutto un
equivoco,
conferma la mia versione, lui si fida di te, ti crederebbe
sicuramente!!»…«Ma io non posso fare
questo a
Takato!»…«Ti prego, non lasciarmi senza
l’amore della mia vita!» si volse lei, dandogli le
spalle e
acutizzando la sofferenza nel suo tono «…ho
già
perso…molti affetti importanti…» al che
il
Digimon…
…esausto di quel
dolore, e incapace di notare la sfumatura di furbizia che la ragazza
celava nel suo sguardo, ammise
«D-D’accordo…va bene
se tu è questo che vuoi Jeri io
posso…i-io…!...posso…
…fare come mi hai
chiesto.»…«Davvero lo
faresti…?» chiese
lei con un filo di voce «Però…non fate
del male a
Takato, per favore! Anche lui ha sofferto
molto!»…«Oh, ti ringrazio
Beelzemon!»…«No…! No, ti
prego non
ringraziarmi…» ci tenne a dire il Digimon che ora
sembrava
volersi allontanare nell’angolo più buio della
stanza
«…io in fondo questo te lo devo.»
“Molto
bene!!...è bastato far leva sul suo senso di colpa,
è
ancora molto acuto! Se saprò gestirlo a
dovere…Beelzemon
farà tutto quello che io gli ordinerò!”
lampeggiava
di soddisfazione lo sguardo di Jeri…
«Leomon…» sussurrava Beelzemon guardando
le sue mani
«…in fondo…io ho delle
responsabilità per
ciò che ti ho fatto. Non posso venirvi meno. Oh?»
«Calù!
Jeri, Beelzemon,
presto!»…«Calumon!»
esclamò la ragazza.
Il piccolo Digimon bianco
era montato sul davanzale «Dovete intervenire: credo che
ciò che sta accadendo in
città…»
socchiudendo appena gli occhi dal contorno pieghettato, per poi
rialzarli più decisi «…significhi che
qualcuno ci
ha inseguito da
Digiworld!»…«Ohh!»
sussultò il Digimon alato…
…ed il
suo sguardo si incontrò con quello della sua giovane e
affascinante domatrice (fine-canzone)
Proprio
là, a Digiworld, la pioggia infuriava sui davanzali del
castello, decorati da fiori «Non mi avevi mai parlato di
questo,
Diamon: è uno shock per
me!»…«Eppure è
così, Kazu…» affermava lei in
un’intonazione
sofferta, rivolgendo i suoi occhi al cielo piovoso, con le mani
adagiate sulla ringhiera umida in una posa da “vera
principessa”. Il ragazzo con lei su quel balcone, che per una
delle rare volte si vedeva col capo scoperto, le chiese «Mi
puoi
dire chi è stato?»…«Ma non lo
so
neanch’io!»…«Come
può essere?!»
ma lei chinò il capo «Mio padre…ha
sempre rifiutato
di parlarmene: anzi, io debbo ritenermi privilegiata perché
almeno mi ha confidato la verità sul destino di mia madre.
Mia
sorella non lo sa, a lei ha scelto di tenerlo nascosto
perché
sappiamo come è fatta, se lo scopre lei fa una
strage!!»…«Ah…Diamon.»
la prese lui per
le braccia, delicatamente, mentre costei versava lacrime «Ma
questo mica perché io agirei diversamente! Credimi, sono
piena
di rabbia, Kazu!!»…«Lo posso credere
bene!»…«Io amavo mia mamma,
lei!!...»
asciugandosi gli occhi con le unghie, come al solito «Era
tutto
il mio mondo di
bambina!»…«Dio…che cosa
terribile…» scuoteva la testa agghiacciato il
ragazzo
«Ma come è potuto
succedere?!»…«Non ne
ho idea e sono anni che mi pongo la stessa domanda! So
solo…p-papi mi ha detto soltanto che…è
stato il
nemico da cui ora cerchiamo di difenderci, in qualche
modo!»…«Ma insomma…chi
è questo
nemico?! Chi è che minaccia Digiworld, il vostro palazzo, la
vostra famiglia?! Mi rifiuto di pensare che sia
Sandmon!»…«No, imfh! Papà ha
detto…che
non può essere lui, non è un Digimon
così
potente.»…«Questo lo vedo
anch’io! Ma
allora…è un
Digimon!»…«Uhm?
Boh…»…«…un essere
umano, una creatura
ibrida come il D-Reaper, qualcosa sarà?! Ah!...e
perché
l’avrebbe dovuto
fare.»…«…non lo so. So
solo che lui…ci insegue e ci dà la caccia
perché
vuole impadronirsi di una grande, enorme quantità di
energia,
non so cosa voglia farci e ignoro, credimi!!...ignoro…cosa
ci
possa essere di così splendido e ambito che valga di
più
della vita di persone come la mia mamma!!» piangendo ancora,
mentre Kazu le prendeva le mani «Diamon!...
…dobbiamo
chiedere a tuo padre di dirci la verità. Lui DEVE fidarsi di
noi, non può continuare a lottare da solo!
Cyclemon…sto
imparando a conoscerlo in questi giorni, è un Digimon pieno
di
qualità ma è fiero e orgoglioso e crede di
risolvere i
problemi caricandosi tutto sulle sue spalle, è per questo
che
questa mattina è
svenuto!»…«Oh?»…«Sì,
si
è sentito male quando ti ha vista baciarti con quel
balordo!»…«Io non mi sono
baciata…»…«D’accordo,
ti sei fermata in
tempo, tanto
più!»…«Oh?»…«…lui
ha visto la tua resistenza, ha misurato in un attimo il grande
sacrificio che stai facendo, non che prima non lo sapesse,
intendiamoci! Però averle davanti le cose fa tutto un altro
effetto! Senti…
…io non
so che funzioni abbia quella sfera. Uh? Quello strano oggetto trovato a
casa dei miei amici Babamon e Jijimon, che di solito mi luccica qui
sulla testa, quando porto il cappello. Non ho idea di come si attivi,
come…non ho idea di mille altre cose, su come funzioni
Digiworld
e sulle creature che lo abitano, ma altre…!...le so. Altre
le
conosco. E le ho imparate nella mia esperienza di dieci anni fa e in
quella che sto facendo ora! Diamon…insieme i misteri possono
svelarsi, gli enigmi rischiararsi! Uniamoci assieme, mandiamo al
diavolo questa storia del matrimonio, tu, io e tuo padre nascondiamoci
dagli occhi indiscreti e studiamo un piano!...
…io ho
degli amici sulla terra…loro possono
raggiungerci…»…«…anche
noi…stiamo-cioè, stavamo progettando una rivolta,
abbiamo
riunito dei Digimon forti che ci stanno attendendo in un altro
settore!»…«E
allora?!»…«Allora!!...poi Sandmon ha
preso possesso
di questo palazzo, Azulongmon si è dimesso dalla sua carica
ed
è apparso quel misterioso Supremo, la gente si fida di lui
perché vi rivede la salvezza dal
D-Reaper!»…«Ah, è solo una
messa in scena,
quello…!!...non so, non può essere Guilmon, e se
è
lui è stato trascinato qui con
l’inganno!»…«C’è
dell’altro: papi mi ha detto che
Sandmon…sì, lui
non è direttamente colui che ha eliminato mia madre,
però…credo sia in qualche modo
collegato.»…«Come
dici?!»…«Lui
parla…io non ho capito bene: non ti sarà sfuggito
che io
sulle questioni tecniche sono un disastro, ma ha fatto riferimento a
qualcosa di simile ad una nuova specie di
Digimon.»…«Una nuova specie…?
Dei Digimon ci
sono milioni di specie!»…«Sì,
ma questa
è diversa!! E’ diversa l’origine, sono
Digimon!!...
…senza
volontà. Come marionette, vuote nella coscienza!
Manovrabili! Un
esercito…volto a rimpinguare la pancia di quel nemico
misterioso.»…«…un esercito di
marionette
digitali…?»…«…te
l’ho detto, io
so solo metà delle cose, e mia sorella ancora di meno! Lei
sa
che nostra madre è stata aggredita da un Digimon molto
feroce,
figurati!»…«Tua sorella…io
l’ho
conosciuta. L’ho vista di sfuggita sulla
terra…»
…ricordandosi di quel primo incontro nel parco, assieme a
Takato…
«…ma mi
è sembrata molto determinata. Anche se un po’
strana.»…«Cindermon…è
una Digimon
speciale: è fantastica, e ingloba un grandissimo potenziale!
Solo che è molto
impulsiva!»…«Ascolta! Io non
vorrei dar ragione a tua sorella però…a volte a
che serve
essere così riflessivi?! Stiamo allungando i tempi, e
permettendo il consumarsi di un
ingiustizia!»…«Ma
non possiamo fare altro, Kazu, ragiona: abbiamo metà
Digiworld
rovesciato nel palazzo anzi non è metà sono i tre
quarti
per non dire quasi tutto! E se quel mostro sbuca
all’improvviso?!»…«Noi lo
combattiamo…!» ammise il giovane con un sorriso di
sicurezza e determinazione «Ma siamo troppo
deboli!»…«Chi l’ha detto?! Io
e Guardromon
siamo forti abbastanza, poi ci siete…tu e tuo padre, ci sono
tutti questi Digimon a palazzo, c’è anche Guilmon!
Sono
sicuro che può rendersi conto che è dalla parte
sbagliata, non siete soli Diamon! Ci sono i miei amici sulla
terra…» avvicinando la mano ed asciugandole le
lacrime
«…ci sono…io…con
te…non ti
lascerò sola, non mi sono indifferenti le sorti di questo
mondo,
io…!...ho riscoperto Digiworld grazie a
te.»…«Oh?» (canzone: Laura
Pausini - Without you)
«Sì! Tu me l’hai mostrato di nuovo
quando ormai io
credevo che l’avrei rivisto solo nei sogni: mi hai fatto
capire…questo mondo ancora mi chiama. Che non ce
l’eravamo
immaginato nei nostri letti di bambini. Digiworld esiste davvero. Pulsa
di vere vite, e…!...non smetterà mai…
…di avere
bisogno di noi umani.»…«Kazu, ho tanta
paura!!»…«Vieni
qui…» lei gli si
gettò tra le braccia, ma d’un tratto
alzò occhi
terrorizzati «No! Non possiamo! E se quello sbuca da
lì e
ci vede?! Nooo, io ho paura non voglio sposarlo
Kazuuuuu!!!»…«Non dovrai
sposarlo!»…«Aiuuuto, voglio la mamma,
io…!!» ed i suoi occhi ingenui si erano riempiti
di
lacrime «…sto facendo tutto questo per i Digimon a
palazzo, è un atto estremo ma non voglio questa notte che
quel
bruto mi tocchi, ti giuro mi fa paura ma non ho scelta, sono una
Digimon adulta e la vita comporta delle
responsabilità!»…«Essere
adulti non è
soltanto sacrificarsi!
L’amicizia…l’unione e il
sostegno non muoiono con gli anni!»…«Tu
credi…che esista una speranza, ancora?» e lui
sorrise
«…se è esistita per me…
…credevo
che tutto fosse perduto…che la mia vita fosse stata
gettata…in un cassonetto assieme a mille buste ma poi siete
arrivati voi a riaccendere il mio sogno: io ne ho avuto la
conferma…
…ciò in
cui credevo quando ero piccolo…non mi ha ingannato,
è la
verità, è la scia di luce a guida di tutte le
nostre
vite…»
…e mentre
echeggiava nel fondo del castello la voce di Sandmon «DOVE
SIETE
FINITI, KNIGHTMOOON?! L-Lo volete capire che ho bisogno dei vostri
servizi stasera MI SPOOOSO se quella smorfiosa si decide a ultimare la
prova del bacio con me!!!» …ecco che i
diamanti sul
volto di quella giovane fanciulla rischiaravano il viso del ragazzo che
era con lei, e le sue labbra si adagiavano sulle sue, in un dolce
bacio, in una stretta piena d’amore dinanzi alla pioggia
torrenziale di Digiworld…
«…ti
amo…»…«Oh?!»
sussultò lei
«…ti amo, Diamon!...ti amo
tanto…» …e
nel più ingenuo stupirsi di se stessa Diamon
replicò
«…anch’io ti
amo…Kazu…»
…per poi realizzare meglio «A-Anch’io ti
amo!!!» ed adagiare intimorita le mani tremanti sul suo
viso…per portarlo vicino a lei con tenerezza, e baciarsi di
nuovo…
…nell’intrecciarsi delle loro mani, che scorrevano
sulla
ringhiera umida, sfiorando i petali dei fiori…
Cyclemon, nella sua stanza,
si specchiava nei vetri della finestra “Cara, amore mio, se
mi
senti dal cielo per favore illuminami: sto guardando…il
globo
terrestre dal quale tu giungesti ad allietare la mia esistenza
digitale. Suggeriscimi un modo per aiutare le nostre
figlie…e
salvare gli umani e i Digimon, io ormai sono a corto di idee”
«Oh?» ma riflesso nel vetro vide il suo scettro
illuminarsi
di luce «Che sta succedendo?! Questa è la luce di
una
prova superata!»
«E’ proprio così, mio vecchio
amico.»
Sicché Cyclemon «Di
chi è questa voce?! Io la conosco…Babamon, sei
tu?!»
E dalla
luce scaturita dallo
scettro, si delinearono due ologrammi «Ma certo, chi altro
vuoi
che sia.»...«E c’è anche
Jijimon!» Il
barbuto ologramma rispose «Siamo venuti in tuo soccorso, ti
abbiamo visto un po’
confuso.»…«E’ vero,
è vero amici miei!!» ma la vecchia Babamon
sorrideva
«E perché? In fondo hai già fatto
tutto, ti sei
dato da fare. E lo scettro ti ha dato la risposta.»
«Cosa intendi
dire…?!» sgranò i suoi occhi gialli
Cyclemon.
Jijimon
«L’ultima prova
dell’erede…»…e
Babamon «…prendeva il nome di “prova dell’amore”.
Guarda dalla finestra, padre oppressivo!
Ahahahah!»…«Dai, moglie mia, non essere
maligna.»…«Non sono maligna, vecchio
rudere. Dico
semplicemente la verità.»
Cyclemon
era in confusione
«Cosa?! Come?! Ah!» ma una volta
giratosi…li
vide…
…in quel bacio pieno d’amore
«Diamon…»
«Ti amo. E grazie a te
scopro…» svelava Kazu nello stupore per la sua
stessa
emozione «…che quel sentimento che provavo per i
Digimon.
Quella passione sfrenata, e quell’interesse non mi hanno
abbandonato, bensì sono cresciuti nel mio cuore: eppure la
vita
li ha trasformati con una magia! Non hanno più
l’aspetto…della comune attrazione che
può rapire il
cuore di un ragazzo verso un mondo di avventue, ora sento!...
…che minuto,
dopo minuto dentro di me si stratifica qualcosa di più
profondo.
E’…qualcosa che parte dalle origini.
E…abbraccia in
un impulso d’amore tutto il corso della
vita…»
scorrendo la sua mano in quel cielo «…dalle
origini fino a
un epilogo che non c’è, tracciando una lunga linea
luminosa come la scia di aeronave, Diamon,
io…!...voglio…restare sempre qui. Con te,
io…ti
conoscevo ancor prima di sapere che esistevi. Ho amato i Digimon
perché era destino che un giorno…a cavallo di
soffio
fatato giungessi qui da te. E’ come se avessi
finalmente…trovato il mio posto. Una casa in cui restare,
quando
non lo credevo più, e adesso…non sono
più disposto
ad andar via.»…«…tu non
dovrai andar via, io
ti amo, ti amo più…di me stessa, e
scopro!...» in
vellutati sussurri di gioia «Che quel globo ha sempre
invocato il
mio nome, e ha vegliato sulla mia crescita. Perché era
là
che nascevi, ed io…metà umana…
…metà digitale dovevo crescere e vivere per
incontrarti.
Kazu, io…» intrecciando le sue dita a quelle di
lui
«…sento se ti sfioro che questa speranza
è vera, e
vive, non è solo un’illusione! Umani e
Digimon…insieme…per sempre, come me e
te…»…«…il sogno
che si
realizza…» socchiudeva gli occhi sereno
«…non
è stato un errore perseverare…continuare a
sperare
sempre, senza fermarsi un attimo. Mai. Come i cartoni
insegnano…»…«…come
i cartoni ci
insegnano…»…«Uhm…ripeti
anche tu le
mie frasi come
Guardromon?»…«…io ho fatto
più che questo: io ho sognato di essere
te…»
…e
la materna Babamon spiegava alle spalle di un Cyclemon attonito
«L’ultima prova consisteva nella
capacità di far
innamorare il cuore di un Digimon. Kazu c’è
riuscito, del
resto non avevamo dubbi che ce l’avrebbe
fatta.»…«E’ sempre stato un
ragazzo pieno di
determinazione e speranza, quello che ci vuole per questo nostro
mondo!»
«Ma allora
è vero!» realizzava quel padre «Kazu
è
l’erede di Digiworld…»
(ma Sandmon si affacciava alla porta della stanza
«Uhm?!...gulp!»)
«E’ lui che deve
raccogliere le redini del nostro mondo, è lui il nuovo re
umano!
Il sovrano dei Digimon! E’ lui!! Per questo gli avete
concesso la
Sfera regale!!» («Iiiiuuuuummmp!!!» nel
digrignare
dei denti di sabbia)
«E’
esatto, proprio così!» disse Babamon «Ma
adesso
guardati alle spalle e sta attento, Cyclemon!»
ammonì
Jijimon aggiungendo «I nemici sono dietro l’angolo,
solo tu
puoi proteggere quel ragazzo!»…«Mi
raccomando,
contiamo su di te, non deluderci amico caro!!» risucchiati
dalla
luce…
«Jijimon, Babamon, aspettate!!...
…non temete. Lo
proteggerò io! Ora che so che Kazu è
l’erede
c’è più ragione che Sandmon sia qui:
attiveremo la
Sfera regale! E libereremo il palazzo dall’invasione, non ha
più senso aspettare!» e si stava avviando fuori ma
sbatté contro una possente armatura «Oh?!
Tu!!»…«E invece io il senso lo vedo
eccome: sei
vecchio e malandato ormai, e i ruderi digitali devono restare chiusi in
camera, non devono uscire quando fuori
piove!»…«Vattene via: Bolide eterno!»…«Ciclone soffocante!!!»…«WAAAHHHH!!!»
Cyclemon fu sbalzato contro i vetri da quel vortice di sabbia
«S-Sandmon…»…«Hai
organizzato una bella
messa in scena portando quello sciocco a palazzo e spacciandolo per un
tuo servetto, era LUI che possedeva la Sfera regale! Ma ora non potrai
più far niente, perché lo farò a
fettine come
merita, e dopo aver messo le mani sulla sfera SPOSERO’ TUA
FIGLIA
PER DISPETTO! E’ IL MINIMO DOPO IL TUO OLTRAGGIO, vecchio
rimbambito!» volgendogli il suo mantello rosso e
allontanandosi
scampanellando «Knightmon! Sbarrate la porta, non deve uscire
per
nessuna ragione: è vecchio! Ha i reumatismi e il castello
non ha
i fondi per accollarsi la cerimonia funebre!»
«Kazu…D-Diamon, state
attenti…a-ahhh…»
gemeva l’anziano Digimon…(fine-canzone)
«Grrr,
l’aveva lui!! LUI!! E’ così abbiamo
tutti galoppato
inutilmente!» ringhiava Sandmon sbatacchiando i possenti
stivali
nel buio corridoio «Ma ora non mi farò mettere i
piedi in
testa da quello sbarbatello, era LUI che se la intendeva con la mia
promessa sposa alle mie spalle, altro che il Gekomon, questa mattina ci
avevo visto giuuusto: ma adesso non mi importa! Ha le ore
contate!» sfoderando la spada «Lui e la smorfiosa
me la
pagheranno!»…«Fermo lì,
bestione!»…«Uhm?!»
Una voce da
ragazzino echeggiò, e nella penombra si frapposero dinanzi a
Sandmon due possenti Digimon: una grande orsa ed una donna infuocata
dall’abito nero «Uhmmm…»
ringhiò il
guerriero di sabbia…nel lento separarsi delle due, che
rivelava
nel mezzo il ragazzino dai folti capelli neri «E’
inutile
che tu vada a fare una strage per il
palazzo.»…«Che
vuoi dire?!» agitando la spada «Guarda che ne ho
anche per
te, sono molto
arrabbiato!»…«Anch’io, per
questo!!»…«Ihm?!»…«Per
cui non
farmi perdere tempo!!...dov’è Purplemon?!...non
riesco a
trovarla!»…«Che vuoi che ne sappia io,
sai
com’è
fatta!»…«Piantala di mentire!! Tu
sai sempre tutto, incluso dove va nei momenti, sempre più
frequenti, in cui sparisce: sai dove andarla a chiamare, e devi farlo!
Ho bisogno di lei, subito!»…«QUA LA
PENTOLA STA PER
STRABBORDARE, RAGAZZINO! E tu mi fermi DANDOMI ORDINI, PER
GIUNTA?!»…«Non---mi provocare, inutile
energumeno di
sabbia, potresti pentirtene…» minacciava
N’Emo con
un lampo di perfidia nello sguardo. Lampo che si
trasferì
negli occhi di PinkMonzaemon e LadyMeramon non mancando di spaventare
un tantino Sandmon, che «Mmm…!»
arretrò
leggermente «Hai cambiato Digimon?
Cos’è…hai
tradito il tuo amato draghetto
rosso?»…«Gradirei che
Guilmon non fosse informato di ciò che sto per dirti. PER IL
MOMENTO…
…deciderò di parlargli quando lo
riterrò
più opportuno.»…«Sei in vena
di ordini,
N’Emo, peccato che io non abbia tempo di giocare con un
poppante:
so chi possiede la Sfera regal-»…«Troppo
tardi!»…«COSAAA?!»
…e nello
scorrere lento e inesorabile delle due Digimon che si scambiavano di
posto, eclissando per pochi istanti l’immagine del ragazzino
come
fanno due nuvole scure con la luna…
N’Emo
svelò «Hai appena udito che ce l’ha quel
ragazzo,
quel poveraccio che gira con uno scaldabagno mezzo scemo alle calcagna?
Oh! Questa è storia vecchia,
Sandmon…»…«C-Che cosa
vorresti
dire…N-N’Emo?!» si riavvicinava il
guerriero, a
passi di meraviglia, e di sgomento…
«…che
l’ho recuperata io. Sì! Hai capito bene, la Sfera
regale
ora è mia!!»…«ARGHHH!!! E
dov’è?!...» puntando la spada. Ma
N’Emo
induriva lo sguardo e non sembrava lasciarsi intimorire
«CACCIALA
FUORI!»…«…puoi scordarti che
lo faccia,
Sandmon, hai sempre è solo cercato di calpestarmi da quando
siamo venuti qui! A me interessa solo Purplemon, ho bisogno di sapere
dov’è! Lei ha promesso di esaudire il mio
desiderio se le
consegnerò nuova energia per questo non
permetterò a
NESSUNO di togliermi questo
primato!»…«Grrr, hai
fatto male i conti, ragazzino!!» Sandmon si fece
più
vicino «E’ stato un grave errore rivelarmi che
possiedi la
sfera, mi dispiace ma al palazzo…il più
grande…SONO IO, QUINDI SARO’ IO AD EMERGERE, AL
COMPIMENTO
DI QUESTA MISSIONE! Ouchhh!» ma gli arrivò un
cuore
elettrico in faccia scagliato da PinkMonzaemon dietro gesto di
N’Emo, il quale disse «Prova a
prendermi…SE CORRI
ABBASTANZA VELOCE!» così si lanciò
negli oscuri
corridoi.
«Sfida
accettata!» agitò la lama il guerriero
«NON MI
IMPORTA CHE SEI UN BAMBINO!» lasciando che la sua armatura
risuonasse in un concerto di ferraglie, mentre si gettava al suo
inseguimento.
Takato, seppur
con una buona dose di fiatone, giunse al campanello con scritto Kitagawa e
suonò…ma un’ombra stava salendo
lentamente le scale…
…la
porta si aprì a poco a poco, lasciando spuntare dallo
spiraglio
un occhio prudente, incorniciato dalla lente
«Kenta!!»…«…!!...Takato!»
Kenta
si decise a spalancare la porta col fiato sospeso «Kenta,
Terriermon mi ha detto di darti una
cos-»…«Scusa?
Permetti…?» si intromise una voce scura…
…gli occhi di Takato si dilatarono quando vide
quell’imponente figura che gli si accostava, lo superava, ed
entrava in casa…
…e
anche lo sguardo di Kenta si fece attonito, per poi incrociare quello
dell’amico in una tacita richiesta
d’aiuto…
«N-Non è
possibile…» boccheggiò Takato
«Tu…sei…»
E quel guerriero
mascherato accennò un lieve inchino «Perdonami se
sono
entrato per primo. Ma ti posso assicurare che ho una grande
urgenza.»
Sicché si
volse. Puntò gli occhi su Kenta che arretrava, in
proporzione al
suo avanzare…
«Guardianmon…» realizzò
Takato in un sussurro
«E’ lui…!!» dunque si
lanciò anche lui
all’interno della casa.
Lo sguardo occhialuto
di Kenta si fece impenetrabile, nell’incrociare quello oltre
la
maschera «Immagino che tu sia Kenta Kitagawa. Devo
ammettere…che visto dal vero sembri ancora
più…piccolo, e pusillanime rispetto a tutte le
foto, e le
leggende. Però hai gusto nell’arredamento,
è
proprio una bella casa.»
Nessuna reazione, se non un deglutire.
Ma Takato faceva
più assorto…e più deciso il suo
sguardo alle
spalle del Digimon «Immagino che tu sia
Guardianmon…il
Digimon che ci ha mentito, che ci ha tenuti tutti lontani da Digiworld!
Che…ha sussurrato al mio orecchio che ormai
l’accesso al
mondo dei Digimon mi era precluso, perché ero troppo
grande!»…«A-Ah. Non è
educazione
interrompere, io sto parlando con il padrone di casa.»
decretò Guardianmon con un gesto della mano, senza girarsi
«Non provare…» scandiva Takato, mentre
gocce di
sudore gli scendevano dalla fronte «…a toccare il
mio
amico! Girati verso di me, guardami in faccia piuttosto! Ho il diritto
di vedere chi ha scelto al mio posto il corso della mia
vita!»…«Non avere fretta…hai
aspettato tanto,
cosa ti costeranno altri cinque minuti? Giusto il
tempo…»
sfoderando tranquillamente la spada «…di eliminare
questo
pidocchio del tuo
amichetto.»…«Kenta…»
sfumò di timore la voce di Takato. Ma Kenta
riuscì a
scorgere nelle mani dell’amico il Digivice alato.
«Pessima
idea rivelarmi che sei anche tu dell’allegra brigata: potevo
considerarti come un semplice ospite e risparmiarti, quando ora mi
trovo costretto ad occuparmi anche di te. Mi girerò per
quell’occasione, non spazientirti, anzi…nel caso
in
questione ti consiglio di valutare la possibilità di girarti
tu
dall’altra parte. Sto per…tagliare a fettine
sottili con
la mia spada questo verme ormai indifeso. E che mi ha
tradito.»
Takato impallidiva
“E’ stato un imperdonabile errore non venire qui
con
Cindermon…!! E adesso cosa faccio?!”
Ma inaspettatamente
Kenta mosse un passo avanti «Non sono indifeso.»
«Ah?» Guardianmon non se lo aspettava (canzone: Westlife
- Written in the stars)
«Mi hai capito bene.» parlava con naturalezza,
senza timore
di fissare il guerriero mascherato oltre i suoi occhiali «E
chi
vorresti chiamare a difenderti? Non farmi ridere…quella
cicciona
ormai è allettata, a causa del collasso. Non può
servirti
a niente, non sei mai stato un granché come domatore,
Kenta.»…«E chi ha parlato…di
un
Digimon?»…«Uhm?!»…«Ci
sono qua
io.» sgranchendosi le mani «Fatti sotto,
Guardianmon.»…«Tu sei ridicolo o
completamente
pazzo.»…«Perché?...
…per il
solo fatto…che sono un essere umano non ho il diritto di
difendere la mia famiglia?»…«Kenta, non
fare
follie!!» Takato si lanciò di corsa, ma
trovò il
braccio di Guardianmon «Ahhh!» a bloccarlo
nettamente e
spingerlo indietro «Nemmeno per sogno.» disse il
guerriero,
e tornò a puntare la spada contro Kenta «Questo
bastardo
mi ha
tradito.»…«Bastardo…»
replicò il ragazzo con gli occhiali
«…è chi
si prende gioco dei sentimenti altrui.» …scorrendo
lungo
la parete, con lo sguardo di una belva feroce pronta ad attaccare
«Chi ignora una sofferenza lenta e logorante di
anni…ti
sei mai chiesto cosa potevamo stare passando? Sono sicuro di no,
altrimenti non avresti mai agito come hai agito…
…Guardianmon…in realtà sei tu quello
che si gira
dall’altra
parte.»…«Uhm?!»…«Dove
c’è dolore e sconforto, tu ti rifiuti di
guardare…insegui i tuoi obiettivi, dimenticando tutto il
resto.
Ma non potrai accantonare i sentimenti altrui in eterno, li senti?
Gridano! Sono come tutti questi clacson, e suoni distorti in
città!!»…«Non dire
sciocchezze: è solo
il collasso a renderli tali!»…«Ti
sbagli…» assottigliando lo sguardo
«…non hai
orecchio fine.»…«E pretendi di guarirmi
tu?! Un
mediocre sedicente domatore bravo solo a recitare? Mi spiace, tu ignori
qual è stata la mia
storia!!»…«E tu ignori la
mia, la nostra!!»…«Mi è
ignoto molto…a
parte la data
dell’epilogo.»…«Provaci…»
posando
delicatamente gli occhiali «CON MOLTO PIACERE!»
«KENTA!!»
gridò Takato. Quando vide Guardianmon balzare e avventarsi
contro il suo amico, con l’intento di perforargli il cuore
con la
sua spada affilata «NON PENSARE A ME TAKATO, CORRI DA
YUKI!» esclamò il ragazzo in un estremo tentativo
di
bloccare le braccia del Digimon. Takato si sentì spiazzato,
con
quel Digivice in mano «Ahh!!...cosa faccio?!» ma
Kenta
seguitava a gridargli «CORRI DA YUKI, PORTALE IL
DIGIVICE!»
mentre Guardianmon strillava «Non vi
salverete!!»…«Non temere per me amico
mio me la
caverò, corri da lei!! Vedrai che insieme ce la
faremo…» e nonostante la situazione ancora
sorrideva di
ottimismo «QUESTO E’ QUELLO CHE DICI TU, STUPIDO
MARMOCCHIO!»…«Io…Yuki…
…sì!!»
Takato si decise, e sfrecciò lungo la casa «KENTA
NON
TEMERE, TI SALVERO’!»
Kenta stringeva i denti e
impiegava tutte le sue forze, tanto che anche Guardianmon
sembrò
doversi sforzare «Mmm…devo ammettere che sei
grintoso
quando ti ci metti.»…«…tu non
puoi neanche
lontanamente immaginare, quanto!!...questa gente per me sia
importante!»…«…tanto da
rischiare la tua
stessa vita?»…«Sono disposto a qualsiasi
sacrificio!!» “Ero anch’io
così…
…ma ora
sono disposto a tutto per spezzare il vincolo fra uomini e
Digimon!!!” e la lotta si faceva più accanita che
mai…
Takato pensava
“Kenta…devo ammettere che sei davvero
coraggioso!!”
quando si scontrò con la madre e il padre del suo amico
«CHE STA
SUCCEDENDO?!»…«DOV’E’
MIO
FIGLIO?!»…«Vi prego!! Signora, signora,
fatemi
passare!!! Dov’è
Yuki?!»…«Oh…?»…«Dov’è?!!»
e la signora fece cenno «E’-E’ nella
stanza!»
Il ragazzo non esitò un istante.
E si fiondò
nella stanza matrimoniale «Yuki!!» lanciandosi ai
piedi del
letto «Yuki, riesci a
sentirmi?!»…«A-Ahhh…»
carezzandole la
fronte «Kenta ha bisogno di
te!!»…«K-Kenta…»
quel nome
sembrò rianimarla «Guardianmon è qui!
Kenta mi ha
detto…di darti
questo…»…«Ah!»
quegli occhioni verdi si spalancarono di speranza, quando videro
adagiare quel congegno sul letto «I-Il mio Digivice,
finalmente…!»…«Yuki ma
tu…?!»…«A-Aiutami ad
alzarmi…Takato,
ti prego, dobbiamo…dobbiamo andare ad aiutare Kenta
assieme!»…«Che cosa
dici…?»
…si
chiedeva il ragazzo…mentre vedeva quelle mani grassocce
stringersi attorno al cuore alato, che si illuminava e sembrava
restituirle forza e vigore «Ahhh…ora so che posso
aiutare
il mio Kenta…» sorrideva serena Yuki «Il
merito
è solo tuo: grazie Takato, credevo di essere
persa!»…«Yuki…ma tu sei un
Digimon?!»…«Uhm…»
sorrise lei
«…è stato arduo restare nascosta tutti
questi anni:
ma ora finalmente è tempo di unirci e recuperare la
serenità perduta. Tu ti starai chiedendo a che mi riferisco
ma
sicuramente capirai quando vedrai che in realtà
io…
…sono…»…«Oh?!»
Sotto gli occhi
attoniti di Takato, la sagoma di Yuki si illuminò. E dalla
luce
sfavillante, due ali si spalancarono vigorose e delicate al contempo
dietro la sua schiena. E due antennine dalla testa, cadevano a
carezzare quegli occhioni che la mutazione aveva risparmiato,
lasciandoli verdi e pieni di bontà. Per il resto non
più
il corpo di una ragazza, ma a sostituirlo una sagoma allungata come
quella di un fantasmino. Un fantasmino certo un po’ pienotto,
ma
che riusciva ancora a fluttuare. Un grande cuore sul suo
petto…
…che
brillava d’amore, mentre quello di Takato batteva di stupore,
quasi sul punto di balzargli quando scandì incredulo
«MARINEANGEMON…?!...
…sei
tornato, ma allora tu...?!!»…«No, ti
sbagli, io ci
sono sempre stata.»
…mentre
anche i genitori di Kenta la osservavano sulla porta della stanza, col
fiato sospeso…
«Non ho
mai smesso di proteggere Kenta.» parlava con spigliata
serenità, e sempre con quella voce nasale
«Però
è stata dura, mi sono dovuta
nascondere…» mentre un
alone di luce la circondava «Così ho assunto le
sembianze
di Yuki.»
A Takato fu
spontaneo accennare un sorriso «…b-bentornata
anche a te,
allora! Caspita…sei un po’ cresciuta,
eh!» alludendo
bonariamente alla sua mole, di certo non più quella del
folletto
tascabile, bensì un serpentello rosa grande e grosso seppur
identico nell’originario aspetto «Quelle sono le
patatine!» «N-Non sapevamo neanche che
fossi una
femmina! E-E hai anche imparato a
parlare!»…«Grazie,
quello me l’ha insegnato Kenta, il mio amore, con tanta
pazienza:
ma adesso dobbiamo andare ad aiutarlo! Svelto Takato, non facciamolo
aspettare!»…«Giusto! Oh?»
…volgendosi poi stupito verso i signori Kitagawa
«Ma…voi sapevate tutto...?»
però
MarineAngemon passò in mezzo a loro «Ora non
c’è tempo per parlare, più tardi
chiariremo ogni
cosa insieme! Intanto---oooiiich! Ouuuahhh! Accidenti non ci passo,
qualcuno mi può spingere gentilmente?» e si
attivarono
subito il signore «C-Ci pensiamo noi cara!» e la
signora
«Così va
bene?»…«Uooooocchhhh-sì!
Perfetto! Grazie, ma
sono così tanto ingrassata?» chiese la Digimon
rosa appena
passata a stento la porta. Takato pensò “Qualcuno
cambia…
…qualcuno aumenta di peso, c’è chi muta
il colore
dei capelli. Possiamo cambiare stile, gusti, modo di
vestirci…però…
…quel che conta è che è la stessa luce
a guidare
le nostre azioni, e a fare da scenario al nostro cammino!!”
…osservando quel cuore luminoso sul letto
«Aspetta,
MarineAngemon! Ti sei scordata il Digivice!»
sicché corse
a portarglielo (fine-canzone)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 21 *** La missione di Calumon ***
21°puntata DT2
La lama della spada di Guardianmon luccicava vicina al collo di Kenta
«E’ finita…stupido
microbo!»…«DJAAAHH!!!»
Il ragazzo fu
gettato contro i mobili della sua casa dal guerriero mascherato che
avanzava verso di lui «Quanto pensi di resistere contro di
me,
quanto credi possano i tuoi amici? Io sono
imbattibile…»…«N-Non ti
credo!»…«No…? Io
sono…troppo forte,
persino per il vostro battaglione al
completo!»…«E
allora perché non lotti lealmente anziché tendere
agguati
disonesti?!»…«Voi non vi rendete conto
del favore
che vi sto facendo…» mormorava cupamente
Guardianmon,
senza accorgersi che dalle scale alle sue spalle sbucava un robusto
serpente rosa. Ma Kenta individuò subito la sua fisionomia e
spalancò gli occhi.
«Non
immaginate da quale immenso dolore vi stia
preservando…»…«Sei piuttosto
tu che non
immagini quanto possiamo
insieme!»…«Uh?!»
Guardianmon si volse, ma MarineAngemon invocò «Amore oceanicoooooo!!!»
in un profondo respiro…
…che
culminò in un soffio di cuori energetici che travolse in
pieno
«A-AHHH!» il guerriero, sbalzandogli la spada di
mano
«YUKI!» Kenta si rimise in piedi felice, e mentre
costei
alzava un’ala in cenno rassicurante «Tranquillo
tesoro,
sono arrivati i soccorsi!» Takato correva da lui
«Kenta,
stai
bene?!»…«…sì…grazie
Takato…» …Takato, che non
aveva ancora
esaurito la felicità e l’emozione
«Yuki…lei
era…è…»
«Tu…maledetta!» Guardianmon
puntò il suo dito
contro MarineAngemon che si parò di fronte a lui
«E’
finalmente arrivato il momento di sistemare le questioni,
Guardianmon!» La grossa serpentella marina
assottigliò
determinata i suoi occhi «Ci hai ricattato in tutti questi
anni,
ma non ti sei reso conto che sotto il peso delle tue ingiustizie siamo
maturati e abbiamo rafforzato il nostro
legame!»…«Bugiarda…SIETE
TUTTI BUGIARDI, VI
ELIMINERO CRUDELMENTE!!!»…«Sta attenta
Yuki!!
E’ molto forte, non
bleffa!!»…«Sta tranquillo
Kenta, non ho paura! Non vedo l’ora di potermi finalmente
misurare con questo intrigante che non ha permesso che ci parlassimo,
che ci avvicinassimo l’uno all’altro pur essendo
amici!
Guardianmon, ti rendi conto di cosa può voler dire? Vivere
sotto
una cappa scura…
…quando
il cielo è così bello e luminoso,
fuori…»…«Sì,
certo, forse per una
sciocca come te…
…ma ti
posso assicurare…» stringendo il pugno col suo
guanto
metallico «…che esiste anche la solitudine. E
quando
sopraggiunge…è troppo dura da affrontare! Meglio
che ogni
causa d’amore sia recisa alla radice: senza i
sentimenti…non farà male più neanche
il
distacco!»…«No, mi dispiace! Non
condivido la tua
tesi distorta e bacata!» replicò la decisa
MarineAngemon
«E’ vero, nella vita esistono le prove e le
sofferenze…si può arrivare a stare malissimo,
però! Io sono disposta ad accettare il rischio se questo mi
può permettere di sbaffarmi altri pacchi di patatine
sbracata
sul divano accanto al mio
amore!»…«…Yuki…»
sorrise grato
il suo giovane marito. La Digimon aggiunse «Nella vita ci
sono
così tante piccole cose belle che per conservarsele accanto
vale
la pena persino di affrontare la tua spada affilata! Può
farmi a
fette: ma io per difendere la mia casa, il mio nido, i miei album di
ricordi assieme, e i nostri sogni per il futuro sono disposta ad
esaurirmi fino all’ultimo cuore energetico! Preparati
Guardianmon, perché non mi arresterai!!»
«Yuki!!» Kenta raccolse il Digivice che gli porse
Takato, e
si concentrò per donarle energia.
Quando lei piroettò su se stessa liberando nuovamente
«AMORE
OCEANICOOOOOO!!!»
…un vortice di cuori mirabile e spettacolare. Ma Guardianmon
raccolse la sua spada da terra ed invocò «Radiazioni energetiche!»
liberando un flusso di scie iridescenti che una dopo l’altra
piombarono a fronteggiare la raffica cuoriforme. La lotta fu accanita.
I genitori di Kenta si
affacciarono dalla scala, pallidi in volto
«Kenta!»…«Yuki!»
“Che posso
fare…?” si chiedeva Takato in quei secondi
mozzafiato,
quando come unica soluzione trovò quella di abbracciare da
dietro il suo amico e porre con lui le mani sul Digivice «Se
ti
serve forza avrai anche la
mia!!»…«Uuugh!»
Kenta gemeva, come se lottasse anche lui con la sua Digimon…
…le
lingue energetiche di Guardianmon stavano per prevalere
“Uhmuhmuhm!”
“Oh no!” spalancò gli occhioni verdi
MarineAngemon...
…quando d’un tratto «Pioggia di zirconi!»…«AHHH!!!»
Una raffica di schegge oscure piombò sul guerriero
«Terriertornado!!!»…«Ahhh!»
lo spostamento d’aria lo spinse indietro, così da
spezzare
il suo attacco e permettere al getto di cuori di centrarlo, facendolo
strattonare contro un mobile, nel frantumarsi di alcuni soprammobili
«Che---diavolo significa…?»
mormorò al
culmine della rabbia…
Quando Takato esclamò
sorpreso
«Terriermon!»…«Mooomentai!»
Ma a fiancheggiare il
Digimon verdino dalle lunghe orecchie, balzò un amico alto e
dal
pelo nero «E tu…?» fece Takato,
avvicinandosi
«…sei…uguale a Renamon! Sei identico a
parte il
colore del pelo!»…«…il mio
nome è
Imagomon.» rispose sempre signorilmente il Digimon
«E sono
lo sposo di Renamon.»
Takato restò
sbalordito…ma non così tanto da non far mancare
l’accenno di un sorriso «Anche nella classe non ti
distingui da lei.»
«E’ un
piacere per me fare la conoscenza di voi, leggendari Digimon Tamers.
Epici eroi.» disse Imagomon, sotto gli occhi sbalorditi di
Takato
e di Kenta. Per poi puntare il dito «Guardianmon! Hai finito
di
tormentare questi ragazzi che già hanno sofferto abbastanza
a
causa della vita nonché
tua?!»…«M-Maledetto
guastafeste…» sibilava Guardianmon reggendosi il
braccio
dolente. Mentre Imagomon decretava con coraggio «Guarda che
ora
che sono qui non ti permetterò di alzare un dito contro di
loro,
anche a costo della mia vita se necessario!
Vogliamo…riprendere
dunque il discorso rimasto in sospeso a casa
mia?!»…«Ihmf!!!...» gli occhi
arrossati oltre
la maschera lampeggiarono di rabbia
«…brutto…b-bastone impalato col muso di
volpe…TI FARO’ PAGARE MOLTO CARA LA TUA
IMPERTINENZ-ohhh!!!»
«Ah!» Imagomon
sobbalzò. Così come tutti restarono attoniti:
Guardianmon
si stava reggendo il capo, come se gli dolesse.
La sua vista si
appannava e si intrecciava “Oh no, dannazione…gli
effetti
del collasso energetico iniziano a farsi sentire anche su di me. Se
solo non avessi smarrito il controllo del mio piano a
quest’ora…!!...
…li avrei eliminati tutti…”
…ma in
effetti…dinanzi al terrore e al disorientamento dei
cittadini di
Tokyo, tra i “ma che succede?!” e gli
“ahhhh!!!” tutto ciò che vi era di
elettrico
iniziava a sfrigolare e a perdere il controllo, generando molteplici
esplosioni. Gli elettrodomestici oltre le vetrine dei negozi facevano
saltare il vetro esplodendo improvvisamente…
…e in alto, lo scintillio
dei fulmini lungo i cavi tesseva una rete di inquietante quanto
sfavillante bagliore a fare da cupola alla città…
«A-AAHHH!» si rigirava
una piccola Digimon distesa su un letto «Lopmon!!...
…povera
piccolina…» si piegava disperata la sua domatrice
su di
lei, ma aveva chi con lei aggrappava saldamente le sue mani al Digivice
«Oh Suzie!»
Rea socchiudeva gli occhi…e vi riversava tutte le sue
speranze…
“Non è
possibile…” pensava Guardianmon lasciando che a
poco a
poco la sua distorsione visiva si attenuasse “…il
processo
è inarrestabile, se continuerà così
ancora per un
po’ l’intera città
collasserà! E le forme di
vita digitali saranno completamente cancellate, io stesso non sono
estraneo al pericolo!!...ma non posso permettere che finisca
così, o questa maledizione andrà avanti fino al
ripetersi
dell’orrore del passato: non posso abbandonare il campo! Devo
ritirarmi…ma prima dell’esplosione definitiva devo
accertarmi di aver eliminato ognuno di questi maledetti ragazzi, non
c’è tempo!! Debbo elaborare un
piano…”
«Guardianmon! Dove stai andando?!
Ahhh!» Imagomon tentò di fermarlo ma il Digimon
recuperò fulmineamente la sua spada e sfrecciò
come una
scia iridescente oltre tutti loro, penetrando come una una sfavillante
cometa nel buio pianerottolo e riversandosi
nell’oscurità
delle scale…
«Se
n’è
andato…?» domandò Kenta
«E’
fuggito.» spiegò Imagomon «Ma
è solo
questione di poco. Avverto il suo animo…
…assomiglia ad una bomba pronta
ad esplodere…» …svelavano in un
luccichio gli occhi
luminosi della volpe nera «…presto, molto presto
scatenerà il suo attacco definitivo: tutti noi dobbiamo
tenerci
pronti!»
«Devo
raggiungere Cindermon e gli altri ragazzi…
…Kenta!»
Takato si
rivolse così all’amico, mentre Imagomon tra le sue
mani
materializzava una fiamma magica, così da irradiare
quell’ambiente casalingo buio e in gran parte squassato con
una
luce calda e amica…
Kenta
recuperò i suoi occhiali, caduti a terra ma salvatisi dallo
scontro, e li adagiò di nuovo sui suoi occhi commossi
«E
così…finalmente possiamo ritrovarci! Anche tu sei
dei
nostri!!» esclamava Takato felice ed emozionato «Di
nuovo
fra noi!!…il tuo Digimon è
ricomparso…»…«Yuki…»
descrisse
Kenta volgendo sguardo grato verso quello, così amorevole,
della
suggestiva seppur un po’ grassoccia MarineAngemon, il cui
corpo
rosato era carezzato dalla fiamma di Imagomon
«…non ha mai
smesso di essere sulla mia spalla. Oh!...non nel senso materiale del
termine.» …avvicinandosi a lei con fare
delicato…e
questa lo avvolgeva premurosa con la sua ala, carezzandogli il viso con
l’antennina cadente «Lei è stata il mio
braccio
destro nella mia missione impossibile di aiutarvi nei problemi della
crescita.»…«Non capisco…che
cosa è
accaduto in realtà? Kenta,
MarineAngemon…!» e
costei con la sua paziente voce nasale (canzone:
Giorgia - With you)
«Lascia che te lo spieghi, Takato. Io…sono
riuscita a
fuggire da Shaggai.» e Kenta continuò
«MarineAngemon…non è mai tornata a
Digiworld:
riuscì a salvarsi…dal vortice che
riportò i
Digimon indietro, questo a causa…» abbandonandosi
ad un
sorriso «…delle sue piccole
dimensioni.»…«Uhmuhmuhm! Beati quei
tempi, ancora
ero piccolina e poco ingombrante!»…«I
suoi dati
erano così pochi e leggeri…che le permisero di
sopravvivere sull’atmosfera della terra, benché
fosse
tanto mutata a seguito degli squilibri generati dalla battaglia.
Lei…
…venne
subito da me…» rivelava la voce vellutata di quel
ragazzo
dai gesti così poetici, a cui si alternava quella magica
quanto
spiritosa di lei «Mio sogno era stare assieme a Kenta per
sempre,
e vivere felice con tutti voi una volta che fossimo riusciti a forzare
il varco e riunirci con gli altri Digimon!
Però…sfortunatamente…»…«…è
arrivato Guardianmon…» svelò Kenta,
nello stupore
di Takato «Si è presentato come il guardiano dei
cancelli,
ma non ha svelato il suo passato. Però ha minacciato di
sprigionare la sua potenza su tutti noi!
Tuttavia…Yuki…non si è
arresa!»…«No, infatti è
proprio così!
Guardianmon mi aveva proibito di avvicinarmi a voi, e rivelarvi la mia
presenza che avrebbe potuto accendere la speranza di ritrovarsi tutti
assieme, un giorno.»…«Guardianmon non
voleva.»…«Già, per
questo…mi aveva
ordinato di tacere, lui non sapeva che io mi fossi aperta con Kenta,
che gli avessi rivelato chi ero, lui pensava…che Kenta mi
credesse una ragazza!»
«Per
questo facevate finta di litigare!» dedusse Takato.
MarineAngemon
confermò con lo sguardo, e Kenta con le parole
«Guardianmon non voleva che ci sposassimo, era disposto ad
accettare la nostra unione…solo a patto che io non sapessi
di
avere accanto il mio Digimon. La sola idea di un domatore e un Digimon
insieme e felici lo faceva
infuriare!»…«Però
io…ho scelto di rischiare…»
rivelò
dolcemente la serpentella «…non volevo rinunciare
a
Kenta…» carezzandogli i capelli con
l’ala
«…lui è per me la cosa più
importante.» e a Takato si accese lo sguardo
«Sì, da
quel giorno! Quando ti infilasti nel suo taschino a sua insaputa!...e
il Digivice comparve, sull’arca al ritorno da
Digiworld…» risuonò il suo sussurro in
quell’atmosfera da favole, e di sguardi emozionati
«Uhmuhmuhm!» rise un po’ Kenta
«Se Guardianmon
ci avesse visti litigare…non avrebbe mai sospettato di
nulla!
Sapeva che io…» carezzandole grato la punta
dell’ala
«…non avrei mai alzato la voce col mio Digimon. I
nostri
battibecchi gli avrebbero confermato che io non sapevo
nulla.»…«Ahaha, furbi vero?»
chiese
MarineAngemon con sguardo vispo, e Takato esclamò
«…siete mitici!» al che di nuovo Kenta
«E
così, giorno dopo giorno, abbiamo percorso il nostro
cammino.
Eravamo isolati da voi tutti ragazzi, però…posso
assicurarvi che né io né MarineAngemon vi abbiamo
mai
dimenticati! Ci impegnavamo per vegliare su ogni vostro
inciampo…»…«…e
quando qualcosa andava
storto, o Guardianmon mi ricattava costringendomi a spargere
informazioni
infamanti…»…«…io
intervenivo sotto il mio travestimento, e tutto tornava a posto!
Beh…o quasi! Però intanto fin qui ci siamo
arrivati.»…«L’essere arrivati
fino ad
oggi…» accennò Takato avanzando verso
il suo amico
e la sua Digimon «…è un traguardo
incredibile.»...sotto lo sguardo rapito di Imagomon e
Terriermon…
«…ma mai quanto sarà liberarci
finalmente dalla
schiavitù e ritrovarci tutti,
Takato.»…«Uhmuhm! Io e Kenta ne abbiamo
seria
intenzione, adesso come adesso! Stando le cose così
è
inutile fingere: Guardianmon si è rivelato! Bando alla paura
è il momento di
lottare.»…«Giusto!»
ammise Takato, al che «Oh?» alzò occhi
stupiti sui
genitori di Kenta…
…che scesero
con la massima serenità ad accostarsi al loro figlio e a
quella
Digimon col più grande affetto che si può provare
per due
umani «Sapevamo che erano tanto legati e la loro
unione…andava oltre l’amicizia.»
spiegò la
signora, e poi il marito «Sapevamo anche che era un gran
rischio!
Ma che valeva la pena di correrlo: questo…disgraziato di mio
figlio…»…«Uhmuhmuhmuhm!»…«Aveva
scoperto i suoi sogni a Digiworld, era giusto che non vi
rinunciasse.» Di nuovo la signora «Tutti voi avete
lottato
con coraggio, non abbiamo mai smesso di sperare che un giorno un nuovo
sole sorgesse!»
E Takato «Ecco la verità sul matrimonio
combinato!...
…signori…è…bello vedere una
famiglia
così unita, una volta tanto…»
…e
contemplando il suo amico sereno e grato, al fianco dei suoi genitori
che lo comprendevano, non poté fare a meno di pensare alla
sua
situazione «…non vi
nascondo…che…vi invidio
un po’, vorrei che anche per me fosse così.
Però…!» alzando lo sguardo nel riflesso
della
fiamma di Imagomon, che lo rinfrancava di nuova speranza
«Però no! Non sono invidioso, sono contento!
Perché
tu sei mio amico, Kenta. E ti meriti di avere accanto…due
genitori che ti amano…sono tanto felice per te! Forse
questo…»
…rivolgendo lo
sguardo a MarineAngemon, che crescendo aveva acquistato delle lunghe
ciglia femminili e dolci «…è il potere
dei Digimon,
loro…riescono a riportare l’armonia nella casa, e
nella
famiglia…se solo-» ma Kenta lo interruppe
«Takato!
Ora non c’è tempo!» …per poi
sorridergli
«Quando nascerà il nuovo giorno, quando la
città
sarà libera da Guardianmon sarà tempo di andare
finalmente al parco, assieme, come ai vecchi
tempi!»…«Giusto, come ai vecchi
tempi!»…«E…pensare a come
aiutare
Kazu.»…«Kazu-» ma
MarineAngemon svelò
«E’ a Digiworld!»
«Cosa…?» spalancò gli occhi
Takato.
Kenta rivelò
«Guardianmon aveva intenzione di ingannarlo, ma mi auguro
davvero
che non ci sia riuscito! Molto presto saremo da
lui…»
«Dobbiamo tornare a
Digiworld…» assottigliò lo sguardo
Takato…«Momentai, ma prima dobbiamo combattere
l’ultima
battaglia!»…«E’
vero!»
ammise il ragazzo, e Kenta gli disse «Vai
Takato…raggiungi
gli altri, io e Yuki saremo da voi fra pochissimo. E…grazie.
Grazie infinite…»
Takato sorrise
«…no, grazie a te, amico mio! Allora, Kenta! Certo
però che tu quegli occhiali non te li sei tolti mai,
nonostante
la crescita!»
Kenta ricambiò
quell’espressione divertita, replicando
«…non me li
tolgo neanche morto!!» e si mostrarono i loro Digivice. Per
rimarcare che, nonostante gli eventi e il tempo, erano Digimon Tamers.
Per sempre «Coraggio, andiamo…» fece
Terriermon
«Sì!»…«Il tempo
stringe!»
replicarono Takato e Imagomon (fine-canzone)
…divenuto
una cometa iridescente, Guardianmon slittava saettante fra i cavi
pervasi dalle scariche “Devo sbrigarmi, devo trovarlo!!!...
…ho
bisogno di un pretesto per spingere tutti quei ragazzi con le spalle al
muro!! Non c’è un secondo da
sprecare…”
Ma c’era un giovane
che correva in strada, alzando attonito i suoi occhi verso la scia
luminosa di quella cometa «Ah!! Guarda,
Cyberdramon!!» e il
suo Digimon dall’alto gli dava riscontro «Lo vedo
Ryo!!
E’ Guardianmon!!»
«GUARDIANMON…? Il bastardo che ci ha chiuso la
porta in
faccia…» mormorò il domatore
assottigliando i suoi
occhi azzurri «…allora è lui il
responsabile di
tutto questo casino: stavolta non la passerà
liscia…Cyberdramon! Tu che riesci a seguirne la traiettoria:
raggiungilo! Non deve
scappare!»…«D’accordo,
Ryo!» volò più avanti il Digimon
«Io sono
subito da te, ma tu intanto non perderlo di vista!! Io…
…anche con la città ridotta in questo stato devo
assolutamente rintracciare il padrone di casa di Rika: non posso
lasciarmi scappare anche questa occasione, lei ha mortalmente bisogno
che io la aiuti ed io…le ho promesso che può
fidarsi di
me, se stavolta fallisco posso scordarmi di tornare ai vecchi tempi e
alla fiducia che nutriva allora nella mia
persona!»…«Ryo!»…«Oh?!...
…Alice!»
…la bionda ragazza emerse da un vicolo buio «Dove
stai
andando con tanta fretta, chi è che deve ritrovare la sua
fiducia in te?»…«Non
c’è tempo adesso!
Scusa, ma sono molto di fretta!»…«Lo
vedo…bella serata, non trovi?» fece lei con un
tocco di
ironia, senza scomporsi «Non è il mio
ideale!»…«Oh no neanche il mio se
è per
questo…»…«Alice, ti do un
consiglio! Torna a
casa al più presto, fra poco qui non sarà da
andare in
giro! Si preannuncia un disastro!»…«Oh,
come sei
protettivo…» passandosi la mano tra le
ondulazioni,
recentemente realizzate, dei suoi capelli dorati «Mi
piacciono
gli uomini che hanno delle premure per
me…»…«…te lo
dico perché
sei stata una Digimon Tamer, e anche se per poco hai fatto parte del
nostro gruppo!»…«Oh? Sei gentile a
ricordarti di
quell’episodio…»…«Un
Digimon sta
mettendo a soqquadro l’intera Tokyo, è una vecchia
storia!
E’ quello che ci ha tenute chiuse le porte a nostra insaputa,
quando avremmo potuto riunirci ai nostri amici molto prima! Non
c’è da scherzare, non può vederci, per
cui ti
consiglio di fare attenzione, sei indifesa attualmente, Dobermon...
…non è che un evanescente ricordo.
Purtroppo!»
“Un Digimon?! Quello di guardia ai cancelli…?! Ma
allora…
…è quello che teneva alle sue dipendenze anche
Minidramon
e le sue amiche…” rivolgendo uno sguardo alla sua
borsetta
“…è strano che non l’abbia
sentita darmi un
segnale all’udire del suo nome…”
«Mi hai
sentito?!» reclamò Ryo. Al che lei si
irrigidì con
compostezza, e svelò «Veramente…ero
venuta a
cercarti perché ero convinta avessi bisogno
d’aiuto.»…«D’aiuto?!»…«Ryo
andiamo…non devi fingere.» accennò un
sorriso la
ragazza, passeggiando con aria indifferente nei confronti del
burrascoso scenario «Frequento la tua casa, e sono amica di
tua
madre.»…«Che c’entra mia
madre,
ora?!»…«Senti…facciamo prima
ad essere molto
schietti fra di noi, so della faccenda della
polizia!»…«Ah!!...» il ragazzo
arretrò,
tradendo del timore nei suoi occhi «Ti serve una mano?!
Guarda
che io potrei…coprirti, ho dei soldi da parte! Potresti
pagarti
un avvocato, e, non è escluso…
…qualche
alta carica della polizia che potrebbe mettere a tacere il tutto, in
questi casi è frequente: ognuno ha il suo prezzo in questo
mondo…»…«No, ti ringrazio,
Alice…!!» replicò il ragazzo con una
punta di
incisitivà «E’ molto gentile la tua
offerta, ma non
è mia abitudine agire in questo modo, e soprattutto
coinvolgere
gli altri nei miei affari: ho sempre risolto i miei problemi da solo
fino ad oggi. E non ci tengo a rendere più complicata ancora
la
questione infilandoci delle persone che…
…come te…
…fino a
prova contraria non c’entrano
niente.»…«Ahh!
Ma io ti ho detto che lo farei
volentieri!»…«…tieniti cari i
tuoi soldi:
dammi retta, di questi tempi non è un privilegio da
tutti…»…«Uhm! E invece
faresti bene ad
accettare!» insistette aspramente la ragazza «Ma
non ti
rendi conto?! Sei un domatore leggendario, e la polizia è
sulle
tue tracce!! Che cosa dirà la
gente?!»…«Francamente me ne infischio,
come diceva
un vecchio duro di un film! Io non agisco per prendermi gli applausi di
una platea, se faccio il domatore è perché ci
credo
veramente!! Strano, l’hai
dimenticato?»…«Oh!!...» la
ragazza si
portò la mano al petto, e indietreggiò,
più
pallida del solito «L’eccitazione di avere un
Digimon e
scagliarsi in battaglia con lui, parlarci e scambiarsi le emozioni
più profonde, l’hai provato anche tu, ci sei
dentro! Anche
se…è stato per poco: ma queste cose non passano
mai! Non
dovrebbero passare, almeno…finché uno non
è
proprio del tutto morto, dentro!»
«Ahh!!» quella parola sembrò farla
inorridire, Alice
indietreggiò intimorita, mentre Ryo la fissava negli occhi
«Scusa se ti parlo in questo modo…io non posso
dare
lezioni a nessuno, d’accordo, ho fatto quello che ho fatto!
Però io dentro, nel mio animo, sono rimasto quello di
sempre!!
Cerca di rievocare anche tu la ragazza che hai dentro…mi
sembra
di sentir parlare mia madre, lei sola potrebbe partorire certe idee
balzane sull’opinione della gente, il perbenismo, la facciata
e
tutte queste altre cose!
Sciocchezze!»…«Ihmf?!
“Sciocchezze”?!!» tuonò
rabbiosa la bionda e
alta ragazza «E allora tu cosa stai facendo,
perché non
sei a difendere la città col tuo Digimon, quando invece sei
in
giro?!!»…«Questi sono fatti miei, non
esiste
soltanto il “bene pubblico”, ci sono anche le
singole
persone che soffrono e affrontano ogni giorno mille problemi:
è
mio dovere quello, il mio dovere sono i miei amici, così
come lo
è per il mio Digimon proteggere la città, a volte
i
compiti possono spartirsi!»…«E come
pensi di aiutare
chi, Ryo?!...andiamo…sei piuttosto tu quello che ha bisogno
di
essere ripescato dal
fango!»…«Aaaah…!»
fece lui con fare annoiato «…non te lo togli
proprio:
fidati, ti fa male la compagnia di mia madre! Perché non
esci
con qualche ragazza della tua età, e magari anche con
qualche
ragazzo: ma trovatelo sveglio! Non uno
zombie!»…«Uhm! Ho capito, certo,
è
lei!!» sibilò Alice tra i denti
«E’ lei per la
quali accorri disperato, quella rossa che gira con la
carrozzina!!»…«Rika, si chiama Rika: e
va bene
sì!! Lo faccio per
lei!!»…«Per farti bello
come l’eroe decaduto che
eri!»…«PER AIUTARLA,
perché ha problemi, vogliono sbatterla fuori di casa! Ma tu
che
ne sai? Sei della stessa pasta di mia madre, gente che è
sempre
vissuta imbottita di soldi e non sa che vuol dire strappare la vita:
pellicce, viaggi, comodità! Voi donne così siete
tutte
uguali, e non avete idea di cosa ci sia oltre il vostro naso:
è
questo che vi limita, e vi rende perennemente
insoddisfatte!»…«Anziché
criticarmi…
…e giudicarmi
senza conoscermi, faresti meglio a farti due calcoli. Se è
così…vero che vuoi aiutare quella poveretta
caduta in
disgrazia.» passeggiando e passandosi il dito fra i capelli,
mentre Ryo la fissava con determinazione «Rika è
una
persona molto importante per me…farò qualsiasi
cosa sia
in mio potere.»…«Peccato che in tuo
potere sia
rimasto ben poco, mio adorato ex-bellissimo Ryo! A meno
che…uhm?
Tu non capisca che ora, quella che può davvero qualcosa, per
te…E PER LEI sono soltanto
io.»…«Uh?...che
vuoi dire con questo?»…«E’
semplice!...io sono
disposta a darti i soldi che potrebbero servire a lei e alla sua
famiglia per ritornare proprietarie della casa da cui le vogliono
fuori! Cosa pretendi di cavarne, scovare il padrone di casa ed
ingaggiare una battaglia assieme al tuo Digimon? Scendi dalle favole,
Ryo, sono problemi concreti questi.» puntandogli contro occhi
gelidi e taglienti «E problemi così si risolvono a
tavolino, con una calcolatrice al proprio fianco! E
realizzando…
…un equo
contratto.»…«…non mi piace il
tuo modo di
agire…e tantomeno quello di ragionare…»
indietreggiava il ragazzo, mentre Alice gli rivolgeva un sorrisetto
ammaliante «Pensaci…io potrei starmene zitta, del
resto
basta mischiare un po’ le carte economiche e risulterebbe che
l’acquisto della casa è venuto proprio dal tuo
portafoglio: Rika ti sarebbe grata a vita, di
certo…metterebbe
il tuo poster in quella camera di nuovo sua. Niente più
problemi
né inciampi economici…per lei e la sua famiglia,
potrebbero restare sotto il tetto che amano tanto.» Ryo
taceva…fissandola, con il pugno stretto
«…io sarei
disposta.»…«E cosa vuoi in
cambio?»…«Anche questo è
molto
intuitivo!!» avvicinandosi a lui e fronteggiando
sfrontatamente
il suo sguardo «Io desidero essere la tua
fidanzata!»…«Che
cosa?!»…«E’ chiaro e
comprensibile.»…«…non per
me.»…«Evidentemente non sei portato per
capire il
cuore di una ragazza. Io…ti amo, Ryo!»
confessò lei
senza alcuna intensità sentimentale ma solo con arroganza e
orgoglio «Mi sei semplicemente entrato dalla prima volta che
ti
ho visto, con il tuo sguardo magnetico! Ho sempre aspirato a starti al
fianco, del resto…credo senza presunzione di essere io la
ragazza adatta a te!»…«Qui
c’è lo
zampino di mia madre…ci scommetterei qualsiasi
cosa…maledetta vecchia intrigante ed
impicciona!!»…«Mmm, non parlare male
della tua
mammina, si preoccupa solo per il tuo futuro:
AMORE…» lei
gli passò le mani sul viso, ma lui le ritirò
«Scappi, temi il mio affetto? Sei ancora un bambino,
Ryo…hai paura di perdere la tua amata eroina della
gioventù, la sfrontata e coraggiosa avventuriera che ha una
volpe dorata per compagna digitale. Ma rifletti, al mio fianco
avresti…prestigio e notorietà, come hai sempre
desiderato!»…«Sì,
è vero…ho
sempre voluto e cercato nient’altro che questo, per tutta la
crescita…»…«Uhmuhmuhm, vedi
che ho ragione?
Ti conosco
bene…»…«…non mi ha
reso
felice!!!» sbottò lui «Che
cosa?!!»…«Tutto questo che tu mi sforni
dopo anni
che i miei mi fanno una testa come un pallone!!!...non mi ha dato
niente: niente!! Nemmeno una soltanto di quelle emozioni di quando ero
un ragazzo, e sognavo di andare a Digiworld al fianco del mio
Cyberdramon!»…«Sei un
inetto!!»…«D’accordo,
sarò pure un
inetto! Ma a differenza di voi non mi accontento di una vita
d’apparenza! Per me contano i sentimenti veri: sì
lo so
che il mondo è cambiato! Sì lo so che non sono
più
bello e fresco come una volta, però!...dopo
tutto…sono
ancora giovane e francamente credo di non essere ancora poi
così
male.»
L’espressione di Alice era gelida come il ghiaccio, e animata
da
risentimento…
«Non mi
sono ancora arreso: e ne avrò per un po’! Per
parecchio
ancora! Perciò se mi vuoi tentare per indurmi a compiere un
passo ancor più insano di quel lavoretto per cui ora mi
cercano…beh, sprechi il tuo tempo! Meglio in galera che
sepolti
vivi!»…«E
lei?!»…«Uh?»…«…non
la
aiuteresti…
…per il solo fatto che poi dovresti rinunciarvi?»
Ryo si volse attonito e fissò la ragazza…
…che adagiava
vellutate e subdole le sue parole «…mi deludi,
Ryo…ti credevo autenticamente altruista, e invece non sei
cambiato…sempre il solito ragazzino, bramoso della luce dei
riflettori: un sacrificio silenzioso e nascosto…non ti si
addice, quando tu compi una buona azione devi apparire al centro del
palcoscenico, sotto gli occhi stupiti ed esagitati di tutto il
mondo!»…«No! Questo…n-non
è
vero…»…«Sei
avido…e ambizioso. Agisci
solo per calcolo, l’hai sempre
fatto…»…«…sei una
vipera, Alice!...
…mi domando
perché ti abbiano affidato quel Digimon, visto che
già
doveva avere vita breve!...
…sei diventata
veramente perfida…»…«Non me
ne hanno affidato
solo
uno…»…«Cosa…?!»…«Già.»
replicava Alice sorridente e sicura di sé «I tuoi
calcoli
sull’integrità morale sono palesemente sbagliati,
del
resto cosa aspettarsi da uno come te. Non siete soltanto tu, e la bella
rossa i due privilegiati, gli eroi che hanno superato il tempo, e sono
rinati dalle ceneri come la
fenice.»…«Ahh!»…«Io…Alice
McCoy…sto per tornare sul campo, perché io ho una
Digimon!! Non c’è niente che mi differenzi da
voi…»…«Di chi stai
parlando...?» chiese
Ryo con un filo di voce.
Alice si infilò lentamente le mani nella borsa…
…ma
ciò che tirò fuori…chiuse la voce e
spezzò
le emozioni a lei stessa: una draghetta stremata e sofferente
«Ah!
Minidramon!!»…«A-Alice…ahhh!»
«…non
è possibile…» mormorò Ryo
trafelato.
Mentre Alice la
fissava attonita tra le sue braccia, e cercava di scuoterla
«Minidramon, che
cos’hai?!»…«L-La mia
testa…mi sento
male…»…«…Minidramon…»
…le emozioni della ragazza, che si faceva forza per rimanere
fredda, erano in realtà in conflitto. Mentre Ryo elaborava
«Minidramon…è uguale a lui, non
può essere,
ma allora questa Digimon è---!!!» ma quando
provò
ad avvicinarsi Alice si scostò con fastidio «Non
la
toccare!!»…«Che stai dicendo, altro che
se la tocco,
sta male, bisogna portarla in
salvo!!»…«Lei è
mia!!!»…«Lei è
sposata!!!»…«A voi non importa niente,
per voi
è soltanto una nemica!»…«Non
dire
sciocchezze, Cyberdramon stravede per lei nonostante l’abbia
tradito, la pensa ventiquattrore su ventiquattro! Tu ora mi dai questa
Digimon, dobbiamo portarla in un posto dove possono curarla---datti una
mossa, Alice!!!»…«No!!!...
…d-dove
vorresti
portarla?!»…«C’è un
mio amico!
Lui ha un ambulatorio
specializzato!»…«N-No,
io…!»…«Forza, cammina!!! O
questo collasso le
brucerà il cervello, io non voglio che il mio Digimon perda
sua
moglie!!!»…«D-D’accordo…d’accordo!...»
Improvvisamente, tutte
le sicurezze e l’arroganza di quella giovane bionda erano
svanite, sprofondate in quel lago di sgomento che erano i suoi occhi,
nel percepire tra le braccia il corpicino di una creatura digitale
agonizzante…
La cometa
iridescente atterrò presso il tetto di
un’abitazione,
ricostituendo la sagoma del guerriero dalla coda di capelli scuri. Le
sue mani si adagiarono sulla finestra, ed i suoi occhi al di
là
della maschera distinsero oltre il vetro la sagoma di un bambino,
addormentato su un letto…
Lo sguardo si
assottigliò: le mani iniziarono ad emanarare energia che
faceva
tremare il vetro…
Quando tuttavia
all’improvviso dovette smettere, e nascondersi di scatto
dietro
la parete: aveva visto una luce, e dei passi in avvicinamento.
«Se
n’è andato?!» si chiedeva quella figura
femminile
che si addentrava nella stanza munita di una lampadina
d’emergenza: era un grosso faccione di gatto nero luminoso
«Mmm…meno maaale!» fece Violetta col suo
solito
saltello brioso «Oggi sono fortunata: Mya e Lotti mi hanno
fornito di questa lampadina! Ed Henry se n’è
andaaato,
così almeno quando torneranno i genitori figurerà
che
sono sempre stata qui e non perderò il mio posto da
baby-sitteri, iiiih!»
“Questa voce...!!!” spalancava gli occhi
Guardianmon…
«Beeenji,
piccolino hai visto che la tua amica è tornata? Pooovero, ti
sei
spaventato per tutto quel macello che abbiamo fatto con
Muskmon!»
carezzandogli la guancia col dito «Ma ora vedrai che la notte
passerà e sicuramente a quello sciocco di Guardianmon
andrà tutto, ma proprio tutto stortooo! Quanto ci
scommetti?!»
“Lei!!!...è lei!!!”
sobbalzò il
guerriero mascherato…e si volse lentamente, con la massima
cautela per sbirciare all’interno…
…quando
Violetta «Uhm! Sento schiavettare!» drizzandosi e
piantandosi nel centro della stanza.
…dal corridoio
alcune voci «…e meno male che l’ho
incontrata,
signora Wong!!»…«Il sollievo
è mio, signora
Akimoto! Con questo buio in giro, mi domando dove siano i miei figli!
Non le dico che situazione, cerco di mettermi in contatto con mio
marito ma l’unica cosa che ho capito prima che cadesse la
linea
è che si trova in ospedale, Dio mio!!...ci manca solo che
abbia
avuto qualche
incidente!»…«Benjiii!!!»
chiamava la signora Akimoto «Piccolo della nonnaaa!»
…e Violetta
«Quiii! Siamo quiii! Nel buio, ma ancora tutti
interi!»
Sicché le due
donne la raggiunsero «Oh! Meno male!» fece la
signora Wong
«Meno male che c’era lei, signora
Yusaki!» mentre
l’altra si precipitava a prendere in braccio
«Benjiii! Oh,
piccolo tesoro, con questo buio che fa taaanta paura!»
«Ma…lei
è stata tutto il tempo qui? Dovrà andare dai suoi
familiari!» espresse la signora Wong, ma Violetta
«Niente
paura!! Ahah, fra noi c’è un’intesa
perfetta, non
abbiamo bisogno di cellulari per dirci che stiamo bene: non potevo
lasciare il piccolo Benji da solo,
ihihihihih!»…«Lei…lei
è una persona
insostituibile. Se lo faccia dire, signora, meno male che
l’abbiamo incontrata!»…«Ma che
dice, uuuhhh!
Mi fa arrossire! Ora faccio la faccia come questa lampada!
Ih!»
accostandosi al viso quel faccione di gatto illuminato «Chi
è la signorina?» domandò la signora
Akimoto, e
Mayumi Wong rispose «E’ una baby-sitter che abbiamo
preso
per Benji!»…«Violetta Yusaki,
è un piacere
conoscerla, signora!!» costei si avvicino per stringerle la
mano
«Il piacere…è tutto
mio…» si apriva
gradualmente il sorriso dell’altra «Ahhh, non sa
come le
siamo grate! Lei è stata la luce per il nostro nipotino in
questo momento di buio!»…«Ma per
carità, per
così poco, io lo faccio con piacere! Benji è
così
carino!!»
“…e
così…lei sta operando sulla terra!!”
realizzò Guardianmon ancora incredulo “Non avevo
torto a
immaginare che ci fosse lei dietro al disturbo sopraggiunto! Ha dei
piani…”
«Ahahahah! Sììì, abbiamo
mangiato qualcosa,
ho dato a Benji dei biscottini fatti da me, sono molto salutarli, li do
sempre ai miei figli!»…«Lei ha
figli?»…«Due, sì, due! Mya e
Lotti!
Uhmuhm!»
“…chissà cosa sta
architettando…
…non c’è tempo: devo eliminare i
domatori! E
farlo…” volgendosi un’ultima volta verso
la finestra
“Prima che lei causi altri danni! E’
inutile…”
socchiudendo tristemente gli occhi “Nonostante il tempo e
quello
che è successo non è cambiata…
…non le importa di affondarmi nonostante le sia sempre stato
accanto…e nonostante sappia quali siano sempre stati i miei
sentimenti per lei!”
«Sì, nooo, perché io ho un marito con
cui per
fortuna ci dividiamo le cose: delle volte è un po’
rompiscatole, peròòò, in fondo, siamo
una
famigliola tanto carina!»…«Lo immagino!
Lo immagino!
Ma se è già così tanto carina lei,
signora!»…«Ahahahahaha! Nooo, signora,
andiamo,
è solo il buio, è che le sembro carina solo
perché
non mi vede bene!»…«No, mi creda, so
riconoscere
qualcuno buono di cuore!» spiegava dolcemente la signora
Akimoto
«…che nessuno accenda la luce!! Ihihi!»
…Guardianmon abbassò lo sguardo, sembrava
addolorato
“Detriti ormai fluttuanti del mio passato perduto…
…la
felicità…i primi sogni, la
spensieratezza.”
…rivolgendo ora occhi malinconici al cielo plumbeo, pervaso
da
scariche sempre più intense e innaturali
“…un
Digiworld…tutto da scoprire. E un globo
terrestre…a
vegliarci dall’alto e su cui fantasticare: PERCHE’
E’
DOVUTA ANDARE COSI’?!?!”
Volgendosi di
nuovo verso quella donna con i riccioli castani legati a coda, e il
faccione luminoso fra le mani “Perché non mi hai
voluto
ascoltare, quando eri ancora in tempo…?”
«Sì
no, ma io…ho tanti sogni per il futuro! Ihihihih! Con mio
marito
progettiamo la casa al mare, certo adesso tutto si è fatto
più caro, per cui bisogna arrangiarsi qua e là
per
arrotondare! Comunque fa un po’ caldino, perché
non
apriamo la finestra?»
«Uhm!!» Il
guerriero dovette girarsi di scatto “Devo fare in fretta. Me
ne
devo andare.”
E si tuffò, tornando
ad essere una cometa iridescente, mentre Violetta apriva la finestra,
mormorando fra sé «…qui con queste
linee bloccate
è un calvario: io devo comunicare con Digiworld!!...devo
sapere
come procede il matrimonio di Sandmon!»
“Devo
sbrigarmi!!” tuonava Guardianmon nel suo volo frenetico
“Cosa, chi?! In che modo posso sgominare i domatori?! Oh?! Ospedale…sì…l’unica cosa che ho
capito prima che cadesse la linea è che si trova in ospedale…
…quell’uomo che ho ricattato…
…si trova lì!”
In ospedale
c’era il caos più cieco, all’insegna del
grido
«Presto, l’attrezzatura
d’emergenza!!»
Una donna dai
lunghi capelli rossi e il viso pallido
«A-Ahhh…»
riapriva in quel momento gli occhi a stento.
Fuori dalla stanza,
Janyu Wong parlava al medico «Vi prego, lo so che avete
fretta,
ma la signora è la moglie di un caro amico!! Mi dica come
sta,
dottore?!»…«La signora è
fuori
pericolo…però temiamo che siano state le
radiazioni
emesse da questo strano fenomeno ad averle provocato un aborto
sponaneo.»…«Cosa?! Era
incinta?!»…«Proprio
così…»…«Oh…nooo…!!!»
Wong si passò le mani sul viso «E’
già la
seconda volta, loro aspettavano questo figlio, era il loro
più
grande sogno!!»…«…mi
dispiace. Purtroppo
è stato un tragico incidente.»
Riley
però aveva udito…e le lacrime di uno sconsolato
dolore
affluivano ai suoi occhi…
N’Emo
correva a perdifiato nei corridoi del palazzo «Devo
raggiungere
il limbo prima di lui…ah!»
Ma il suono
insistente di quell’armatura scampanellante era sempre
più
vicino «SGAAANCIA LA SFERA REGALE, RAGAZZINO
DISPETTOSO!»
«LadyMeramon! PinkMonzaemon!! Non lasciatelo passare!
Oh?!»
Ma le due Digimon
«Aaaaaaahhhh!!!»…«Ouuuuuoooaaaaah!»
finirono sbalzate a terra e coperte di sabbia sotto gli occhi attoniti
«Ahh!» del ragazzino.
Sandmon comparve in fondo al
buio, con la spada sguainata «Ah, preparati!...STO
ARRIVANDO!»…«PRESTO,
RIALZATEVI!»
esortò N’Emo.
«A-Ahhh, non riesco a
muooovermi…»…«Questa sabbia
mi intorpidisce i
muscoli…» espressero PinkMonzaemon e LadyMeramon.
N’Emo trasalì «Ah!!»
Sandmon rallentò, ma
fece il suo passo più minaccioso «La Sfera regale,
N’Emo…guarda che questo non è un dolce
consiglio
paterno: è un
ordine!»…«Tu!!...
…non parlare di
padri…»…«E perché?
Io sono padre!
Sissignore! Ho due figlioli: un po’ discoli! Ma ripongo molte
speranze nei loro confronti!»…«Non dire
sciocchezze…SAI CHE UFOMON E GRAVEMON NON SONO TUOI
FIGLI!!!»…«Come sarebbe?! Io sono il
loro
padre!» il guerriero di sabbia si grattò la testa
con la
lama della spada, mentre N’Emo lo fissava con disprezzo
«Fai pena! Sei talmente stupido che non sai neanche chi
compone
la tua famiglia!!»…«E LA TUA,
INVECE?»…«…io so benissimo
chi sono i miei
parenti…»…«Ah
sì??? Presentameli!...
…COSI’ AVRO’ L’ONORE DI FARLI
A
FETTE!!»…«Ahh!»
N’Emo sgranò gli
occhi.
Tuttavia improvvisamente «Pirosfera!»
«IUAAAAAGH! Mi
sono bruciato la manooo!!!» si agitò Sandmon a cui
cadde
la spada risuonando a terra. Dal buio emerse una piccola figura
incappucciata, ma dallo sguardo ardente…
…frapponendosi
fra il guerriero di sabbia ed un incredulo N’Emo
«G-Guilmon…»…«Sei
senza speranza, debbo
sempre venire io a
soccorrerti!!»…«O-Oh…
…mi hai…protetto? E’ la seconda
volta…»
Sandmon e Guilmon si guardarono in cagnesco «Sandmon!...
…che cosa avevi
da domandare al mio domatore, così rumorosamente? Puoi
chiedere
a me! Sarò ben onorato di risponderti!»
“Guilmon…
…mi hai chiamato…il tuo domatore!”
«Ummmgh…levati di mezzo fantasma
dall’alito
combustibile: queste non sono faccende in cui tuo muso è ben
accetto! Quel moccioso! Quel ragazzino pestilenziale che tu chiami
“il tuo domatore” ha rubato qualcosa di mio e molto
importante!!»…«Uhm?!» Guilmon
si volse
«Che storia è questa?!» ma
N’Emo scappò
«Io non c’entro niente!! Devo
andare!»…«Torna qui!!! Mulinelli risucchianti!»
«Ah!
Ah!...ahhh!» N’Emo balzò con brillante
agilità quella serie di mulinelli che si costituiva sotto i
suoi
piedi “Devo fare in fretta…”
«Ora mi
hai…STANCATO!»…«Guuuogh!!!»
Guilmon si
avventò contro Sandmon con una testata.
N’Emo
riuscì a scorgere l’entrata luminosa del limbo in
fondo
alle scale “Ci sono!! Perdonami Guilmon, non sai quanto ti
sono
grato per essere intervenuto a difendermi! Ma ho bisogno di ritrovare
Purplemon nel limbo: lei è la sola che può
esaudire il
mio desiderio…”
«Mmm…maledetto,
STA SCAPPANDO ED E’ PER COLPA TUA!» Sandmon
raccolse la
spada da terra e la puntò contro Guilmon «Grazie
ai vostri
giochetti da bambini quello sta soffiando la Sfera regale sia a me che
a te!!!» “Cosa?!” Guilmon si volse
attonito
“N’Emo ha la Sfera regale…?”
«Lo sapevo
che era un errore portarti qui, Purplemon---non doveva
fidarsi!!!» Il guerriero fece piombare la sua spada sul
draghetto
incappucciato, che la bloccò con i suoi artigli, facendo
forza
per allontanarla…
…N’Emo, finalmente al sicuro nel soggiorno di
quell’ambigua casa, si richiuse la porta alle spalle e
riprese
fiato «Ce l’ho fatta…
…ora non mi resta che trovarla.»
«E
questa ne è la dimostrazione!!» tuonò
Sandmon
«Ma ora non vi permetterò di rovinare il mio
trionfo…PREPARATEVI A SOCCOMBERE!»
Si avventarono
l’uno sull’altro, nel sibilante rumore del metallo
contro
gli artigli…
In quegli stessi
istanti Janyu Wong usciva dall’ospedale, e trovandosi davanti
agli occhi quel caos di veicoli, medici e soccorritori nel panico,
alzò lo sguardo al cielo «Oh mio Dio, la
città non
può resistere a lungo, dobbiamo affrettarci ad adottare
delle
misure di recupero: se solo riuscissi a mettermi in contatto con
Takato, e a chiarire quella faccenda…oh?!»
Ma
improvvisamente qualcosa nello spazio attorno a lui mutò, e
distorcendosi risucchiò ogni elemento e persona nello
scenario,
isolandolo completamente «Ma…che succede?!
Ahhh…!»
Ben presto da quel
gorgo di tenebrose iridescenze emerse la sagoma luminosa di un
guerriero «Tu…?!
Ah!»…«Mi
dispiace…!» sibilò Guardianmon
slittando e
ponendogli la spada sotto la gola «Ma non chiarirai quel
malinteso che ti sta tanto a
cuore!»…«Che cosa vuoi
ancora?!»…«Tu garantisci il mio trionfo,
sarai
l’esca con cui attirerò quei ragazzi nella
trappola che
causerà la loro rovina una volta per
tutte!»…«No!!...ti prego, smettila: non
sai con cosa
stai giocando!! Qui si parla di sofferenza vera…sofferenza
della
vita! I miei figli…
…e quei
ragazzi hanno scontato anni duri e avidi d’amore, non
meritano
quello che tu intendi far loro, se proprio c’è un
colpevole con cui devi sfogarti!...
…prendi
me, fa quello che vuoi, sono disposto a qualsiasi cosa, sono
già
stato a sufficienza il mezzo per l’attuazione dei tuoi
piani!»…«E perché, solo
perché ti
chiesi di tenere la bocca chiusa circa quel varco…? Avevi
tutto
l’occorrente per essere un padre soddisfatto e appagato,
avevi un
figlio…fantastico, una mente geniale, ed una figlia bella e
con
la vita davanti!»…«Henry…e
Suzie avevano
bisogno dei loro amici digitali, una vita piena di successo ma vuota di
sentimenti non avrebbe significato nulla! Loro…amano con
tutta
l’intensità dei loro cuori: così i loro
amici!...tu
non puoi piazzarti davanti a quelle porte e ostacolare il corso
naturale dei legami affettivi, i Digimon sono fatti per stare con gli
umani!!!...
…già te lo dissi una volta. Io sono uno di quelli
che
hanno creato i Digimon. Tu sei uno di loro: perché
anziché distruggere e seminare il terrore non provi a fare
amicizia con un domatore umano, eh?...mio
figlio…è
grande, ma ancora ama il suo piccolo Digimon, e soffre per lui!
Perché sono separati!!»…«IO
CE L’AVEVO
UN DOMATORE UMANO!!»…«Ahh?!
Cosa…?»
…ma il
guerriero, a seguito di quel grido di rabbia, aveva gli occhi umidi
oltre la maschera, e rossi di sofferenza «A-Amavo il mio
amico
Hideki…c-con tutto il mio cuore, avrei spezzato la mia spada
per
difenderlo, ma è stato inutile!! ME L’HANNO UCCISO
BARBARAMENTE!!»…«Chi?!» chiese
tempestivamente
Wong «Chi è stato ad ucciderlo?!»
Guardianmon gemette, chinò il capo per qualche attimo, ma
non
rispose «L’hanno…eliminato per portargli
via il
cuore, che brillava di una luce
splendente!»…«Il
cuore, hai detto…?...!
Perché?!»…«Io…non
so le ragioni, non
realizzo, non comprendo: SONO UN DIGIMON!!!...
…e mi sono preclusi i risvolti della vostra mente
umana!!!» confessò tradendo tutta la disperazione
che
aveva nel cuore, mentre Wong era sempre più sgomento
«…UMANA…?»…«Già…
…e da allora mi sono promesso…che mai, MAI
PIU’! UN
SIMILE ESPERIMENTO CONTORTO SI SAREBBE DOVUTO RIPETERE! Digimon e umani
assieme…
…HANNO CHIUSO!!»…«TU NON HAI
IL DIRITTO DI
DECIDERLO!! CI SONO MILLE ALTRE VITE APPESE A
QUESTO!!»…«Io ne ricordo solo una,
quella del mio
adorato domatore, epilogata in tragedia solo perché
l’incontro fra noi e voi genera dei flussi di sentimenti
disarticolati! Come questo, composto da cariche elettriche, che sta
sovrastando la città ormai prossimo a
sopraffarla…»…«…non
ce la
farai…i ragazzi ti
fermeranno!»…«Questo
è tutto da vedere!! I miei poteri non dureranno fino
all’alba, ma sicuramente vita ancor più breve
avrà
la loro resistenza, quando si accorgeranno…che ci sei tu
nelle
mie
mani…»…«Ahhh!»…«Mai
si
sogneranno di mettere al rischio la vita del padre di un loro amico ed
il loro enorme altruismo sarà la loro
condanna…ahahahahahah!...»…«Aspetta!
Nooo!!!» e sparirono assieme…
Takato stava
correndo verso casa “Devo al più presto riunirmi
con gli
altri. Chissà se Jeri sta bene. Ho bisogno al più
presto
di parlare con lei!”
«Oh?!»…«Takato!
Adesso non puoi più
sfuggire?!»…«Asanuma,
lei?!»…«Sì!
C’è una cosa che
devi sapere.»…«Adesso non ho
tempo…»
indurì lo sguardo il ragazzo «…per
ascoltare
pettegolezzi e maldicenze, e per giunta, se fosse lei a riportarmele,
non le crederei! Per cui se posso darle un consiglio mi permetto di
invitarla a tornare a casa, e restarci
finché…»…«Finché?
Avanti
continua Takato sono curiosa finché tu con il tuo brillante
Digimon non comparirete in tv a dirci che è tutto risolto?
Ops…la tv è
fulminata!»…«…ihmf!!...non
sto
scherzando!!!» gridò il ragazzo «Ah ma
quando la
pianterà di muoverci questa guerra ingiustificata?!!
E’
talmente accecata dalla sua frustrazione che non capisce nemmeno quando
non c’è da scherzare! La faccenda è
seria, lei
è come quello che strillava al lupo, quando le
servirà
davvero una mano nessuno le
crederà!!»…«Io
non ho bisogno di piccoli eroi dei cartoni…ho già
chi mi
aiuta!»…«Faccia come le
pare…» la
superò lui «…io ho di meglio da fare
che perdere
tempo con una donna del SUO calibro!» guardandola
dall’alto
in basso con espressione disgustata, mentre lei lo fronteggiava con un
sorrisetto «E dire che non era così, era una buona
maestra! Anche se severa agiva così soltanto per il nostro
bene,
è il contrario di adesso, e non ci tengo a conoscere chi sia
la
gente di cui si circonda!»…«Aspetta!...
…prima di
andartene ascolta quel che ho da dirti. Almeno…riconoscimi
il
merito: tu mi hai buttata fuori dal tuo negozio come fossi stata una
criminale che voleva derubarvi…mentre io, che come dici tu
agisco e mi preoccupo sempre per voi, perché siete i miei
alunni, anche a distanza di tempo…
…ecco ho
da riportarti una cosa! Ti interesserà, vedrai, riguarda
quella
ragazza…che ti è sempre piaciuta, oh a me non
sfugge
niente, le vostre effusioni fra i banchi di scuola erano davvero
romantiche!» Il ragazzo si volse, fissandola con freddezza e
risentimento «…non far finta di non capire Takato,
sto
parlando di Jeri.»…«Non mi interessa
nulla che
riguardi Jeri e che provenga da lei, lei di sicuro non la
conosce!»…«La conosco quanto basta per
sapere che ti
sei invaghito tanto da durare fino a quest’età con
il
cuore a suo seguito, peccato che lei non faccia lo stesso. Conosci Mako
Ayami? Ma sììì, che lo conosci: li
abbiamo visti
insieme baciarsi vicino al tuo
negozio…»…«…e
allora?!»…«E ALLORA…lasciami
finire Takato:
non è educazione interrompere un adulto mentre sta parlando,
ecco…!...la tua Jeri, qualora tu ti fossi fatto qualche
sciocca
illusione sul suo conto, sta per…lasciarti definitivamente
solo
al banchetto, si è trovata un nuovo compagno!
Di…VITA nel
caso specifico!»…«Che vuole dire, sono
solo fandonie
le sue, come al solito…» liquidò il
ragazzo con
poca importanza, ma Asanuma esclamò convinta «Se
non ci
credi chiedilo a lei! Mi ha detto che si sposa con Mako!»
Takato, che le
dava le spalle, sussultò. E Asanuma si girò
soddisfatta
«Io ti ho avvertito…mi ha persino invitata al
matrimonio,
ahahah! Lei sì che è non si scorda di nessuno, tu
ci
andrai…?»
“Jeri…” pensò il ragazzo,
adagiando la mano
sul vicino muro…
«Uuuf,
aufh, calù!» correva Calumon e le sue gambette
corte non
lo aiutavano a tenere il passo scattante di Jeri e Beelzemon, ma
nonostante ciò non si arrendeva «Avete visto
quella razzo
lucente in cielo,
calù?!»…«Dove si è
diretto?!» chiese tempestivamente la ragazza quando giunsero
presso un piccolo giardinetto pubblico, illuminato dalle luci rossastre
delle strumentazioni di emergenza adoperate per far fronte
all’oscurità «Non lo so, era troppo
veloce, non sono
riuscito a seguirne la traiettoria!» replicò il
Digimon
alato, e Jeri «Che facciamo?!»
I tre si
consultarono con lo sguardo «Beelzemon,
Jeri…» disse
Calumon, le cui luci rosso-arancio illuminavano il suo contorno
d’occhi segnato «Io ho un sospetto circa il Digimon
che
può averci invaso: e se fosse
Guardianmon?»…«Guardianmon?!!...»
spalancò gli occhi la ragazza, e Beelzemon
«E’
venuto qui in
città?!»…«Calù!
Tutto
questo è troppo per essere solo una trappola di LadyMeramon
e le
sue amiche! E oltretutto mi è sembrato di percepire qualcosa
di
lui in quella cometa velocissima.» Jeri si
consultò con il
suo Digimon, le sue emozioni erano visibilmente sospese
«Guardianmon…ha la fama di essere un Digimon molto
forte,
non è
così…?»…«Beh…sì…»
rispose Beelzemon, smarrendo i suoi occhi tra quelle molteplici luci
«A dire la verità nessuno lo conosce bene a
Digiworld…ma eravamo una massa di poveri sperduti, chi era
giunto dalla terra, chi aveva perso la casa per colpa del D-Reaper!
Dovevamo pure appoggiarci a qualcuno di
forte.»…«…che scopo
avrà…?
Perché sarà venuto qui, cosa conta di ottenere
dallo
scompiglio in città?!» si domandava Jeri di cui si
leggeva
il turbamento per la presenza di quel Digimon, che la spingeva a
sfiorarsi la scollatura…
«Calù! Se debbo darvi un opinione personale io
credo che
Guardianmon ci abbia sempre odiati, siamo nella sua lista nera! Ma non
si capisce perché, non gli abbiamo fatto niente, a meno che
non
ce l’abbia con noi semplicemente perché vogliamo
essere
amici degli esseri umani!»…«Tu
dici…come i
Supremi, dieci anni fa, almeno inizialmente?» chiese Jeri, e
Calumon «Mmm…però questa volta debbono
esserci
anche altre ragioni, calù, non credo semplicemente
l’esser
ancorati a schemi e tradizioni antiquate, calù!
Percepisco…delle ragioni molto gravi. Drammatiche!
Calù…»…«…sono
in
pensiero.» mormorò la giovane, scorrendosi la mano
fra i
capelli «Se questo Digimon è stato così
forte da
tenerci in pugno tutto questo tempo, e dominare con facilità
la
vostra comunità, allora noi è evidente che siamo
troppo
deboli per sconfiggerlo! Abbiamo avuto difficoltà anche
nelle
nostre precedenti battaglie: forse…sarebbe il
caso…di non
scendere in campo così
imprudentemente…» e fissava
Beelzemon con sguardo eloquente, il quale «O-Oh…
…sì…però…non
possiamo neanche
lasciare la città in balia di Guardianmon. Io…
…io sono
disposto anche a rischiare per proteggere gli
umani!»…«Sì però
Beelzemon-»…«Calù! Sotto
certi aspetti posso
essere d’accordo con Jeri, non è il caso di essere
avventati: sono molte le cose che sono cambiate! E molte non ne
conosciamo!»…«Spiegati meglio Calumon,
non ti
capisco.» chiese Beelzemon, e il piccolo Digimon bianco
replicò col suo sguardo sempre molto deciso «Il
mondo dei
Digimon si è evoluto, nuovi sorprendenti elementi hanno
fatto la
loro comparsa nell’evolversi del rapporto con gli umani!
Tanto
per cominciare…questi vostri nuovi Digivice, che molto
spesso
prendono il posto di quelli del passato, calù!»
Jeri si accorse
allora di averlo in mano «Oh?» e assieme a
Beelzemon
contemplarono il misterioso congegno violaceo con la ruota dentata
«E’ vero, la prima volta che apparve, quando ero
con Akemi
e Mako…» disse il Digimon alato
«…aveva un
aspetto diverso ma poi ha cambiato forma assieme a te, Jeri. Mi domando
cosa significhi.»…«Anch’io
calù! Ed
è questo che vorrei scoprire, in ciò potrebbe
esserci la
chiave per fermare Guardianmon!»…«Tu
dici,
Calumon?»…«Jeri, mi permetteresti di
dare
un’occhiata al vostro
Digivice?»…«…vuoi
analizzarlo…?» la ragazza si piegò su
di lui con
sguardo assorto «Calù! Lo so che sono sempre stato
poco
acculturato in materia di combattimenti e altro non sono che un
burocrate senza speranza, però sempre meglio che restare con
le
mani in
mano!»…«…se…tu
vuoi…» fece lei…ma proprio quando
glielo stava
consegnando «Jeri!» alzò gli occhi
perché si
udì chiamare…
…ed
identificò tra le aiuole la conosciuta fisionomia di quel
suo
amico d’infanzia dal gel nei capelli. Lasciando scivolare il
Digivice tra le manine di Calumon, si rialzò lentamente. La
sua
espressione era sospesa, tanto che fu facile comprendere senza bisogno
delle parole che qualcosa non andava. Takato se ne accorse subito, ed
avanzò «Jeri…»
…lei
alzò appena il sopracciglio, e quando Beelzemon lo
salutò
«Oh! Takato, per fortuna sei qui!» e anche Calumon
«Calùùù! Meno male,
riunirsi!» lei si
sovrappose «Scusate! Beelzemon, Calumon, potete lasciarmi
sola
per qualche attimo? Devo parlare con Takato.»
«C’è…qualcosa che devi dirmi
per caso,
Jeri?» chiese il ragazzo con serietà, e fermezza.
Quella
stessa che lei invocò in se stessa assieme a quel respiro,
passandosi la mano tra i capelli e affermando «Sì!
Esattamente.»…«Forse so già
di che cosa si
tratta…» replicò lui con calma, ma con
lo sguardo
che recriminava…e lei lo fissava
intensamente…mentre i
due Digimon si allontanavano seppure un po’
incerti…
«E se
qualcuno ci avesse visti?» chiedeva Diamon timorosa, ma Kazu
rispose «No, è impossibile, non ci ha visti
nessuno e
anche se fosse: non mi importa! Sono pronto a sfidare il palazzo
intero…amore mio.»…«Amore,
non voglio che
rischi!» gli rivolse lei una carezza, ma in quel momento
«Kazu! Principessa Diamon!» giunse incontro a loro
colui
che Kazu salutò
«Guardromon!»…«Il tuo
cappello Kazu: lo porti sempre!»…«Oh? Ti
ringrazio
ma…ptsss: dov’è la sfera,
Guardromon?»…«L’ho data a
Takato! Non è
ancora venuto da te? Ha detto che era la cosa che avrebbe fatto subito
dopo!» Diamon si volse di scatto verso Kazu, e questi
sobbalzò «Cooosa?! Takato è
qui?!!»…«Sììì…
…mi ha
detto…mi ha detto di consegnargli la Sfera regale, ho fatto
bene, no? Takato è nostro amico…» La
mano di Diamon
raggiunse le labbra…mentre Kazu sempre più
attonito si
piegava sul suo Digimon
«Guardromon…tu…sei sicuro
che quello che hai visto fosse realmente
Takato?»…«Ceeerto! Coi capelli neri ma
pur sempre
lui! Aveva anche i suoi
occhialoni!»…«Come?!»…«Non
posso
essermi sbagliato, credimi: se fosse cresciuto e fosse cambiato avrei
avuto la possibilità di confondermi ma non in questo caso.
E’ sorprendeeente, è rimasto proprio
com’era ai
tempi della nostra battaglia!»…«Vuoi
forse
dire…che è rimasto
bambino?!»…«Kazu…»
tremava spaventata
la voce di Diamon, mentre Guardromon rispondeva
«Sììì…! Mi ha
detto che è
rimasto nascosto a Digiworld, in un settore in cui il tempo non scorre
alla stessa velocità, infatti è
uguale-uguale-uguale a
prima, ha cambiato solo il colore dei capelli! Ed è pallido
come
la neve…»…«Oh no Guardromon
siamo nei
guai!!» impallidì il giovane
«Perché,
Kazu…?»…«Quello non
è Takato, il
bambino con l’aspetto uguale al suo, la pelle candida e i
capelli
neri è malvagio, è alleato coi nemici! Lui gli ha
rubato
gli occhiali, fu lui ad attaccare me e Takato sulla terra il giorno che
apparve per la prima volta tua sorella,
Diamon!!»…«Oh no, che disastro
Kazu!!»…«Ci hanno fregato la Sfera
regale!»
esclamò il ragazzo, ma ancor più sconfortato era
Guardromon «Ed è tutta colpa
miaaa…»
«Pirosfera!»…«Ciclone soffocante!»
La sfera
fiammante fu travolta dalla sabbia e disintegrata «Uhmf! Sta
attento miserabile scarto di un’epoca aurea…io
faccio
parte della nuova specie gloriosa…i mediocri come te non
conoscono le potenzialità di Digimon del calibro mio e di
quello
dei miei figli: gli avversari con cui ti sei dilettato nel tuo epico
passato sono bazzecole in confronto a noi, siamo i futuri sovrani del
regno digitale!» …ma lo sguardo di Guilmon,
benché
fosse provato, non desisteva minimamente da quella sottile e sfrontata
determinazione. Anzi, ne accentuava la sfumatura «Io non
credo
alle fanfaronate di un…puah! Pallone gonfiato, con
l’armatura scampanellante. Tu vuoi solo intimorirmi! Ed io ho
imparato a diffidare della gente, per cui…dammi retta,
rinuncia!
Con me non attacca.»…«…sei
veramente
irritante. Ma qui in questo corridoio oscuro nessuno ci
sentirà,
non ci sarà domatore ad accorrere in tuo soccorso quando ti
acquisirò, hai visto? Quel ragazzino di cui stai imparando a
fidarti se l’è data a gambe, ti ha abbandonato!! A
nessuno
importa niente di te….ouhmmm…? Come ti chiami?
Neanche me
lo ricordo…»…«…non
ripeterò…il mio nome per le tue orecchie intasate
di
cerume, non mi abbasso a tanto!»…«COOOME
HAI DETTO?!
TE NE PENTIRAI!! UAAARGHHHHHH!!!» scagliandosi contro di lui
con
tutta la rabbia animata dalla sabbia magica. Ma Guilmon
balzò,
schivando quel colpo travolgente. E riprendendo fiato dandogli le
spalle, così che non potesse vederlo «Auhf,
uhhhf!»
“…è molto forte. Ma non devo
cedere.”
«SEI SOLO, STUPIDO!! NON HAI PIU’
NESSUNO!!»
“…quello che dice purtroppo è vero, ma
io non devo
farmi scoraggiare!!” …sicché
faceva di nuovo
capolino coraggioso su quel duello…
…mentre
N’Emo cercava per ogni stanza di quella casa
«Purplemon!...Purplemon!!!» apriva gli
armadi.
Persino i cassetti. Spalancava ogni finestra sul tetro
giardino…
…ma, anche lui affannato, non riusciva a trovarla…
«A-Ahhh…» Cyclemon si rialzava fra i
vetri infranti
nella sua stanza, appoggiandosi al suo bastone «Le cose si
mettono male…devo assolutamente fare qualcosa, non posso
permettere a quel tiranno di farla franca…!!»
…ma
dalla coltre di nuvole un raggio filtrò oltre la pioggia e
la
finestra, per adagiarsi attorno a lui e risplendere sui vetri infranti
“Amore mio…” «Oh?!»
sussultò
l’anziano Digimon «N-Non credo alle mie orecchie?!
Sei
davvero tu…?...
…mia
sposa…» disse con la commozione ad inondargli
quegli occhi
inumani “Andrà tutto bene, ne sono
convinta…non
devi mollare.” giungeva quella dolce voce femminile dai
riflessi
tra il globo e il cielo, che penetravano con quei tiepidi raggi
l’intensità della pioggia «Ahh, se
sapessi! Mi sento
spiazzato, non ho più forza! Il popolo dei Digimon
è
piegato…e le nostre figlie sono in pericolo!»
“…non dire che il vostro popolo non ha speranza:
voi
Digimon siete sempre stati tanto forti. Per questo vi ho amati.
Talvolta…siete molto più forti di noi
umani!”
«Ma siamo cambiati!!...ormai abbiamo perso molto
dell’antico coraggio, e quella speranza che ci guidava! Siamo
tristi, non vediamo un futuro, oltre la pioggia…»
“…c’è sempre un
futuro…” diceva
lei intensificando quei raggi iridescenti che attraversavano
i
vetri a terra “Abbiamo delle meravigliose
figlie…una
è a Digiworld…l’altra sulla terra: loro
basteranno
per riportare la pace. Ma hanno bisogno d’aiuto!”
«…dimmelo…tu che sei stata sempre tanto
saggia,
cosa posso fare, come devo agire per dar supporto a loro?!»
“Il futuro…
…si
accende di nuova luce…e avvolge i Digivice di un tempo,
rinnovandoli di una forza che profuma di
primavera…”
«…?! I Digivice hai detto?!...
…già, in effetti ora che ci penso ho visto quello
di
Kazu: è diverso da quelli che utilizzavamo un
tempo…» “…essi racchiudono la
speranza per un
tempo nuovo: ma poiché possano liberare il loro potere
incatenato debbono essere attivati. Affinché la magia del
futuro
scacci le tenebre.” «Può attivarli
qualcuno?!
Chi?!» “…amore mio,
devi…comunicare con la
terra: devi cercare un Digimon speciale.” «Un
Digimon
speciale?!» “Ti ricordi…quel piccolo
Digimon che i
Supremi definivano catalizzatore,
e che si occupava dell’amministrazione dei lavori al suo
villaggio?” «Cosa?! Lui?!...»
“…devi
parlargli! Devi informarlo…sul nuovo potere che lui e i suoi
compagni si stanno passando tra le mani!”
…infatti
Calumon era assieme a Beelzemon, accovacciato al suo fianco in
quell’aiuola, ed insieme analizzavano il misterioso mutamento
del
Digivice viola…
“Ma devi
fare in fretta, mio sposo! Il nemico…è infuriato,
trascina con sé tutta la disperazione che nella vita si
può concentrare in un cuore, e infrangere i sentimenti!! Se
non
sarà fermato in tempo…il suo abisso di
distruzione
risucchierà entrambi i mondi, e allora sarà
troppo
tardi!!!” «No!! Io mi rifiuto: a costo della vita
lo
fermerò!!!» al che Cyclemon si
concentrò sul suo
scettro e chiuse gli occhi: la sommità si
illuminò di
magia…
(canzone: Laura
Pausini - Every little thing you do)
«Bene, quello che devo comunicarti è molto
importante,
Takato: finalmente sono giunta a una decisione sulla mia vita. E non
tornerò indietro.»...«E questa
decisione…» ponderava con lenta serietà
il ragazzo
«…sarebbe quella di sposare
Mako?»…«E’
esatto...» replicò la
ragazza con fermezza, fissandolo con uno sguardo altero che lui
fronteggiava, ma non approvava…
…mentre poco
distanti da loro «A cosa servirà questa
aggiunta?..oh?
Calumon?»…«Calùùù…»
Una tenue luce definitasi
nel buio catturava l’attenzione del piccolo Digimon
«Dove
stai andando?» si premurava Beelzemon «Fa
attenzione:
potrebbe essere una trappola di
Guardianmon!»…«…la luce mi
chiama,
calù. Non lo faceva da dieci anni: io devo
rispondere…
…caaa…lùùù…»
e si
avvicinava a passi lenti, mentre il suo simbolo rosso sulla fronte si
accendeva…sotto lo sguardo attonito di Beelzemon
«Di che
si tratterà?»
«E…quello che è successo, solo per la
cronaca?»…«Ciò che
è successo fra noi
è stato solo un incidente di percorso, Takato, un
imprevisto, ed
è bene assumere subito quest’ordine di
idee.»…«Un incidente, un imprevisto?
Oh…non
per me di certo, Jeri. Forse per te lo è stato…ma
io…
…ti
assicuro che aspettavo quel momento forse da anni. E
ieri…quando
ti ho avuta tra le mie braccia, ne ho avuto la conferma
definitiva…»…«Tu parli troppo
impulsivamente,
ti confondi…!»…«E
tu…?»…«Uh?»…«…parli
addirittura…di matrimonio…» Jeri
arretrò, di
fronte allo sguardo intenso e penetrante del ragazzo
«…matrimonio…con un ragazzo verso il
quale io
sostengo che tu non abbia sentimenti sinceri. Non è forse
questo
un comportamento più impulsivo del
mio?»…«Oh?
Fff…che c’entra, Takato?» abbassava il
capo, si
passava la mano tra i capelli, ma lui rigido sulle sue idee non cessava
di seguirla sullo sguardo «…ci sono…un
mucchio di
cose che tu non puoi considerare.»…«E
quali
sarebbero? Sto aspettando. Attendo che tu me le
dica!»…«A che scopo? Sarebbe inutile,
non
capiresti…!» al che lui si fece più
vicino, e
insistente nell’inseguimento del suo sguardo
«Allora lo
vedi…? Ho ragione io. Qui l’amore e i sentimenti
non
c’entrano, non ci sono mai entrati, Jeri. Tu nascondi
qualcosa. E
fai tutto questo per uno scopo.»…«Tu sei
ancora
troppo inesperto per parlare d’amore,
Takato.»…«Vorresti dire che lo ami?
Anche se me lo
confermassi giurandolo…non ti crederei, Jeri. No, non ti
crederei perché ti conosco. Ti ho avuta tra le
braccia…in
momenti terribili, noi abbiamo condiviso i lati più
difficili
della vita.»…«Basta così. Non
ha senso, basta
ricordare!» Jeri tradì nervosismo «E
perché…? Perché nei ricordi
può annidarsi
l’impulso a non compiere questo passo…CALCOLATO E
STUDIATO, perché non dirmi che non è
così,
Jeri.»…«So solo io quel che questo
matrimonio
significa!!»…«E allora spiegamelo. Ho
diritto di
saperlo anch’io.»
La ragazza
tacque, e il ragazzo insistette «Andiamo Jeri, scendiamo nel
pratico, sono soldi?! Si tratta di quello, ti attrae Mako
perché
la sua detiene una situazione economica considerabile? Rispondi, non mi
scandalizzo, ma è meglio sapere la
verità!»…«Io sto
semplicemente cercando di
fare ciò che è meglio per la mia
vita!!»…«Reprimere i
sentimenti…per
costruirsi una stabilità? Sarebbe questo il
“meglio per la
tua vita”, ciò che hai cercato di plasmare in
tutto questo
tempo…?» Jeri tacque…
«Non
credi…che se quello che abbiamo vissuto qualcosa ci ha
insegnato…sia proprio che non occorre seguire altro richiamo
se
non quello del cuore? La voce dei sentimenti, ciò che non si
tocca ma che può solo scorgersi, come una luce, in fondo al
cammino…?»
«Calùùù…io sono
di fronte a te.»
«Tu sei
Calumon? Io sono Cyclemon! Il Digimon che regnava nel castello che
sovrastava il vostro villaggio. Ti cercavo, ciò che ho da
dirti
è molto
importante.»…«…calù…»
«Io almeno
mi sono sempre ostinato a credere questo, anche quando costretto a
fronteggiare gli ostacoli della vita pratica. Ne ho fatto la mia
fede…!!...»…«Ecco!
E’ proprio questo
ciò in ci siamo diversi,
Takato.»…«…guardami in faccia
quando mi
parli…»…«Che senso ha,
perché? Ecco,
vedi! Ti ostini a non capire! Takato…
…ascolta: il modo in cui noi due siamo cresciuti, sebbene
fossimo molto amici quando eravamo bambini, è diverso.
Perdonami
se te lo dico! Però…tu hai lasciato che nel tuo
cuore non
vi fosse spazio per altro che per questo genere di sogni, ma ti sei
scordato che anche noi cresciamo. Siamo grandi adesso, e abbiamo delle
responsabilità!»…«…certo.
Anche verso
noi stessi: quella di vivere una vita autentica,
Jeri…!!»
insisteva lui desideroso di convincerla, ma lei replicava dandogli le
spalle «Non soltanto verso noi stessi, anche verso gli altri!
I
nostri genitori…si aspettano molto da noi, abbiamo il dovere
di
restituir loro la stabilità che ci hanno generosamente
donato
per farci crescere.»…«Ah, allora sarebbe
questa la
misteriosa ragione. Tuo padre di obbliga a questo passo, forse? Sta
attenta! Non devi farti manovrare la vita, è già
successo!! Ed è solo tua…» ma lei si
volse di
scatto «Non si tratta di questo! Io semplicemente sono
consapevole di avere delle responsabilità e dei debiti di
gratitudine!...
…tu
non hai mai pensato ai tuoi genitori, preso com’eri dal
ricordo
del tuo passato.»
Parole che sembrarono penetrare e ferire il cuore del ragazzo.
«Io
invece…forse…anche a causa di come le cose sono
andate
sono rimasta con i piedi per terra. Io…» ripeteva,
guadando tra l’incertezza in quella cornice di rossastre luci
d’emergenza «…sono una
ragazza…responsabile.
Consapevole…delle scelte che una tappa come questa della
crescita può richiedere. Non tornerò
indietro…»…«Attenta…»
si
insinuava però lui, lentamente, da dietro...per mormorarle
all’orecchio «…è
già giunto al mio
orecchio questo tono. Di una Jeri che parla…in automatico.
Le
sue parole non vengono dal cuore. La sua voce assomiglia a quella di
una macchina.»…«No, basta! Questi
paragoni sono
inappropriati, e fanno solo male!!»…«Ma
delle volte
possono servire.» replicava il ragazzo con occhi sottili e
penetranti «Perché no, in fondo si tratta del
nostro
passato. Jeri…»
…le
prese gentilmente la mano…si avvicinava…lei lo
fissò con occhi impauriti…sembrava volerla
baciare, ma
lei si ritirò «Basta Takato. No, non voglio!
Finiamola! Da
questo momento…noi due siamo semplicemente compagni di
battaglia, dobbiamo avere un comportamento consono!
Fra…pochi
giorni mi sposerò!»…«Questo
significa che
finisce in un soffio anche la nostra amicizia? Rispondi,
Jeri.»
«Ah!» …sussultò la
ragazza, ma si
udì la voce di Beelzemon «Presto, ragazzi!! Venite
da
questa parte!!»
…Takato dopo
averla a lungo fissata si allontanò con amarezza. Ma lei era
rimasta bloccata da quell’ultima domanda, come se temesse il
suo
avverarsi, tanto da non aver posto attenzione al richiamo del suo
Digimon…(fine-canzone)
Takato e Jeri
raggiunsero Beelzemon, e benché ancora i loro sguardi si
incrociassero e si sfuggissero reciprocamente, non poterono fare a meno
di ascoltare le sue parole «Calumon si è
allontanato,
l’ho perso! Quando un attimo fa ho visto tutto questo:
guardate
un po’ là, fissate il cielo!»
I due ragazzi
obbedirono…quando le nubi e le scariche costituirono un
imponente ologramma del volto mascherato «Digimon Tamers!!!»
questi pronunciò «Quello è
Guardianmon!!!» esclamò Takato «Non
crediate che mi sia arreso: non lo farò, fino a che non
sarò certo che la città è stata
finalmente
ripulita dalla vostra presenza!»…«Ahh!»
Jeri sussultò…
…e Beelzemon
gli puntò le sue pistole «Che intenzioni
hai?!»
sparando un paio di colpi, che però
«Uhmuhmuhmuhm…» si dissolsero
«Ahh?!»
neutralizzati dal laser che scaturì dagli occhi della
proiezione
del Digimon «Ho
catturato
qualcuno…che vi sta molto a cuore, una persona che
conoscete. E
che…non vi farebbe piacere che io eliminassi come ho chiara
intenzione di fare…
…qualora non vi presentiate all’appuntamento.»
...e
quell’annuncio si rifletteva sui televisori apparentemente
fulminati oltre le vetrine dei negozi, i passanti gridavano
«WHAAA?! CHE
SUCCEDE?!»…«COS’E’
QUELLO, UN MOSTRO?!»…«OPPURE SI
TRATTERA’ DI
UN DIGIMON?! AHHH, SONO TORNATI I DIGIMON, L’INCUBO
RICOMINCIA!»
…ma come un
tempo, nel caos si confondevano alcune persone, dei ragazzi, che invece
non muovevano un muscolo. Perché sapevano di chi si
trattava…e che era compito loro intervenire. Come Rika, con
Renamon al suo fianco…
Ryo…dal
televisore dell’ambulatorio, mentre gli si accostava una
timorosa
Alice…
Henry e Mako, attoniti, dai monitor dell’ospedale…
Rea e Suzie lo
videro dalla finestra...la famiglia di Rika dal display del pc di
Yamaki, che era con loro…
MarineAngemon e
la famiglia di Kenta dal televisore della loro casa…
…persino
Takehiro e Mie, quest’ultima distesa nel letto, erano a bocca
aperta a causa di quella proiezione in tv che indusse Cindermon a
sussurrare
«…Guardianmon…»
…e
loro due a fissarla ancora più strabiliati…
«Vi
voglio al mio cospetto, se ci tenete a salvare la città e
l’ostaggio che ho catturato vi conviene presentarvi,
così
chiariremo una volta per tutte la nostra questione in sospeso!!»
«Renamon…tu puoi
rintracciarlo?»…«Sì,
Rika.»…«Bene…allora
andiamo!»
«Rea-!»…«No, Suzie! Io resto
qui con te e
Lopmon!...l’ho promesso…»
«Terriermon,
torna da Lopmon!!» ordinò Imagomon «Ma
tu che cosa
farai?!»…«Io raggiungo Renamon e gli
altri.»
Alice accennò
timidamente «Se…devi andare…»
ma un uomo si
accostò a loro «Beh allora?!» fece Ryo,
e
l’altro con gli occhiali e il camice bianco rispose
«La
Digimon è molto debole: è particolarmente esposta
a
questo collasso, ciò a causa…della natura dei
suoi
dati.»…«E questo che
significa?!» esclamava
Ryo, mentre Alice portava una mano alla bocca «Noi stiamo
facendo
il possibile.
Però…»…«Hai
dimenticato
una cosa Misao: anche l’impossibile! Persino quello dovete
fare,
ma dovete fare in modo che quella Digimon
resista!!»…«Ryo…»…«Non
ti
preoccupare, Alice.»…«Ma
tu…?! Ah, non essere
sciocco, vai!» cercava lei di allontanarlo con espressione
aspra
«Quel Digimon vi ha convocato, vuole combattervi, ed per
quanto
riguarda me…beh, io sono quella che fino a poco fa ti
ricattava!!»…«Non importa adesso?! Vuoi
capirlo,
Alice, quella Digimon!...
…Minidramon è la presenza…forse
più
importante nella vita del mio caro cucciolo benché forse lui
stesso lo ignori! E’ la sua metà, con lei ha
formato una
famiglia che non si rassegna a perdere: finché non si
sarà ripresa…il mio posto sarà qui.
Questa
è la mia
battaglia!»…«E’ una
follia!»…«Va bene, perfetto, allora
meglio ancora!
Io mi ci ritrovo! Da quando ero piccolo…non ho fatto altro
che
follie!!»
«Ryo…» era attonita Alice, quando lo
vide
allontanarsi…
…per entrare in
quella piccola stanza, in cui all’ombra di una possente
struttura
meccanica miracolosamente ancora in funzione, stava Minidramon distesa,
con mille cavi a diramarsi dal suo corpicino
«A-Ahhh…»
Il ragazzo si
avvicinava «…resisti…resisti
Gelsomon!...»
…sollevandola con la massima delicatezza. Esitando
più
volte, per timore di staccare i cavi. L’amico dottore si
affacciò sulla porta «Misao, mi sai dire se la
prendo
correttamente?»…«Perfetto!...hai molta
manualità.»…«Grazie! Io mi
sento un
imbranato…
…però…
…ritengo
che il contatto umano sia la cosa più importante in momenti
del
genere…trasmettersi il calore…aiuta a
guarire…quando si sta male.»
La draghetta
apriva appena gli occhi…mentre lui le sussurrava
«…resisti…piccolina, ora sembri
così fragile
ma sei una madre!»
Anche Alice si
accostava al giovane medico, per osservare Ryo così
stupita…
«Avete…quattro stupendi draghetti che fremo
all’idea
di conoscere, voglio tornare a Digiworld! Non sai quanto mi
è
mancato in questi anni…lo rivedevo nei miei sogni!
E…i
figli del mio cucciolo sono il sogno più grande che
può
realizzarsi per uno come me. Per cui…tieni duro! Sei una
Digimon
forte, tenerti testa…caspita se è tosto! Non puoi
arrenderti proprio adesso…ogni uomo ha bisogno di una cara
compagna al suo fianco, cavoli se è vero!...ed
io…per il
mio Cyberdramon voglio un futuro di felicità e allegria,
accanto
alla sua famiglia, stringiamo i denti! Difendiamo questo nostro
futuro…»
Alice, profondamente turbata e scossa, si
allontanò…
«Riesci a sentire quello che ti dico…?»
La draghetta lo fissava con quegli occhietti neri e stremati
“Ryo…
…tu sei diverso
dagli umani come me li ero immaginati. Tu
sei…l’ultima
cosa che credevo di scovare conoscendoti: autentica magia…
…leggenda…
…fiaba…” …e
sembrava aver bisogno di
quegli intensi occhi azzurri per guarire…mentre lui nel
frattempo pensava “Oh mio Dio Rika, ti prego! Sii
prudente…non sai quanto mi costa non essere lì
con voi ad
aiutarti, ma purtroppo non posso muovermi di qui!”
Rika stava
correndo per la città a cavallo di Kyubimon, quando in cielo
apparve anche Cyberdramon «Rika, Kyubimon! Avete visto
Ryo?!»…«No,
perché?!»…«Non
è con te?!» risposero ragazza e Digimon
«Mi ha detto
di correre avanti!! Ma poi l’ho perso di vista, avete visto
l’annuncio?! Quello era Guardianmon!!» e Kyubimon
rispose
«Stiamo andando ad affrontarlo!» Rika
domandò
«Tu cosa fai,
Cyberdramon…?»…«Io…?»
“Accidenti…non posso combattere in assenza di
Ryo!”
Takato
giunse di corsa presso la sua casa e si appoggiò al muro per
prendere fiato «La mia casa…m-mio fratello!...
…noo! Non posso, non devo pensarci!» premendosi le
mani
sulla testa «Devo concentrarmi, devo fare come ha detto Rika:
Guardianmon sta per attaccarci…
…i
miei problemi…Jeri…viene tutto dopo!
Ora…la cosa
più importante è difendere la città,
spero che
Cindermon sia stata attenta a mia madre, spero che si senta un
po’ meglio!»
…così fece ingresso nel buio
panificio…quando vide
Cindermon venir giù dalle scale
«Takato!»…«Come sta mia
madre?!»…«Bene, è al letto,
passata la crisi:
ma noi dobbiamo andare! Presto, perché Guardianmon intende
fare
un macello!!»…«Me ne sono
accorto!»
«Guardianmon?» sbucò però
Takehiro
dall’alto delle scale «Ops!» fece
Cindermon, e
l’uomo scese qualche gradino «Che storia
è
questa?!»
Takato lo
fissava…e anche lui lo guardava in cagnesco…ma
non si
dissero nulla, anche perché dal buio apparve anche Mie,
nonostante l’aria pallida e stanca «Vi
prego…ditemi
la verità.» (canzone: Anastacia
- You'll never be alone) al che Takato «Mamma,
papà! La verità è che
è…
…come ai vecchi tempi!» nel sussulto dei genitori
«E
io devo andare a difendere la città,
c’è bisogno di
me!!»…«Che stai dicendo, Takato, questa
è
l’ennesima delle tue follie
forse?!»…«Non sono
follie, signor
Takehiro.»…«Oh?!...Cindy…»…«Le
posso assicurare che suo figlio non mente, e che voi…E LA
CITTA’, siete in una botte di ferro, perché ci
siamo
noi!!»
Takato la guardò attonito…
…così come facevano i suoi genitori. Takehiro
sfiorò il ciuffo di capelli rossi
«…questo che vuol
dire…? Tu chi sei Cindy, non mi dirai
mica…?...!...?!
Takato!...
…spiegatemi questa storia!» mentre Mie si portava
le mani
alla bocca «Non c’è niente da spiegare,
papà…»…«Ma come
niente, hai parlato di
difendere la città! Cindy ma tu sei forse…un
Digimon?!?!» ma lei replicò con naturalezza
«Mi
chiamo Cindermon!» e si rivolse a loro con un lieve
sorriso…
…muovendo la coda dell’occhio verso Takato
«Sono
giunta dal mio pianeta per…affiancare vostro figlio, visto
che
è un eroe ed era rimasto senza Digimon.
Così…sono
venuta io! A-Ahhh…!» stirandosi un po’
«Sorpresi?»
Takato seguitava a fissarla…
«Troppo
sconvolti?»…«…ascolta…cara…»…«Sì?
Dica signora. Sono ai suoi ordini!»
Mie la
fissò in quegli occhi azzurri
«Posso…continuare a
chiamarti
Cynthia?»…«Pfff…!»
rise un
po’ la ragazza digitale «Lei mi può
chiamare come
vuole, come più le piace! Noi Digimon…siamo qui
per
proteggere voi esseri umani, per farvi stare tranquilli! Per
permettervi di sognare ancora, adesso…signora Mie, signor
Takehiro, voi da bravi salite, dovete mettervi in stanza, tranquilli,
lasciate fare e me e a vostro figlio! Quel brutto essere mascherato ci
minaccia, ma noi lo metteremo a tacere! Io grazie a Takato sviluppo
grandi poteri, sapete?! Ci pensereste mai?!» e li aveva presi
entrambi per mano…
Takato la osservava “Si dà da
fare…”
«Ma…Cynthia!»…«Come
possiamo lasciarvi
andare da sol-»…«Non---siamo due ragazzi
indifesi:
SI FIDI signor Takehiro, noi ce la sappiamo cavare: ma adesso forza,
forza! Che la città è in collasso, è
pericoloso
stare qui, su in camera! Signora lei è scesa in pigiama,
fiùùù!
Fiùùù! Nel lettino!
Forza dai che noi dobbiamo correre sennò quello si arrabbia
ma
vi giuro che gli facciamo un MAZZO COSI’ adesso io
digievolvo,
eh? Accendete la tv, tutti sintonizzati, eh?»
“…ci mette tutta se stessa per
tranquillizzarli…e
non sono la sua famiglia! Loro sono i miei genitori, ma per
lei…” «Come sarebbe
DIGIEVOLVI?!»…«Uhm uhm.»
inveiva Takehiro
«Tu, con questa faccia e questo ciuffo cambi aspetto?!
Co-Come i
Digimon?!»…«Io s-sare-SONO un
Digimon!»
“…per lei è lo stesso.
Cindermon…” «Takato, sei
pronto?!»
Lui si
accostò a lei…estraendo lentamente il Digivice
con la
foglia aurea “…devo
ammetterlo…”
«Forza, ti vuoi sbrigare?! Guardianmon è un tipo
che…ehhh, ehhh?! Gli gira!»
“…sei davvero
insostituibile!!” «Dai! Fammi digievolvere,
così
mostriamo ai tuoi genitori che non siamo due ciarloni! Sta-State a
guardare!»…«D’accordo!
Cindermon…sei
pronta?!»…«Eheh, da un pezzo!»
Takato strinse a sé il Digivice…
DIGIEVOLUZIONE…sotto
gli occhi strabiliati dei due genitori, nel buio della scala e del
panificio…
«CINDERMON
DIGIEVOLVEEE…
…WOLFIREMON!!!»…«Ahhh!!»
Mie si precipitò…
…ed allungò la mano tremante verso il pelo di
foglie, per
accarezzarla «…sono sempre io, eh
signora.»
Sicché alla donna non rimase che guardare Takehiro, che si
sforzava a mantenersi serio e rigido nonostante quelle emozioni.
«Dobbiamo
andare adesso. Mi raccomando, siate prudenti, fate come ha detto lei,
vedrete che
torneremo.»…«Takato…»…«Sta
tranquilla, mamma.» e Wolfiremon «Fidatevi di
noi!!»
I genitori si aggrapparono l’una
all’altro…
…quando
la porta del panificio si spalancò, e…della gente
ancora
in strada guardò il fenomeno con volto assai interrogativo.
Qualcuno lo riconosceva «Que-Quello non è il
figlio dei
panettieri?»…«Ma
cosa…?...!!!»
…alquanto stupiti dal vederlo a cavallo di Wolfiremon
«Ha
ripreso le vecchie abitudini!»…«Ma non
era una
leggenda?! Pensavo di sì dopo averlo visto
ingrassato!» ma
Takato come spesso faceva non badava ai commenti della gente, e molto
serio fissava in fondo al suo obiettivo «Presto Wolfiremon,
andiamo!»…«Agli ordini!!!» e
scattò in
una corsa fulminea, lasciandosi dietro una scia di scintille
infuocate…
“Uhm!
Eccoli, stanno arrivando…” realizzava Guardianmon
sulla
vetta della torre di Tokyo con la spada sotto la gola di Janyu Wong, il
quale pensava “Ragazzi, vi prego…siate prudenti!
Questa
creatura vuole spazzarvi via!”
…ma
ben presto «Takato!!» esclamò Rika a
cavallo di
Kyubimon, in quanto l’amico la stava raggiungendo.
«Ci
siamo anche noi!» disse Beelzemon, assieme a Jeri a bordo
della
moto, che si accostò a loro.
Pochi istanti per giungere ai piedi della torre.
«Eccoli, è il nostro
momento.»…«Ahhh!» Guardianmon
legò Wong
alla struttura materializzando una catena dorata. Dopodiché
«Per te, Hideki. Affinché mai più si
ripeta la tua
tragedia.»
Sicché in un balzo scenografico…
…il guerriero dall’armatura iridescente si
tuffò
dalla torre di Tokyo…attraversando lunghi metri di scariche
fluttuanti…per poi planare dolcemente dinanzi a quella
squadra
pronta ad affrontarlo.
«E
così tu sei Guardianmon?!» esclamò
Rika. Beelzemon
estrasse le pistole «Questa volta non puoi
sfuggirci!»…«Uhmuhm! Non ne ho
intenzione…
…combatterò fino all’alba, e ci
sarà un solo
vincitore!»…«Non cantare
vittoria!»
replicò Jeri, dopodiché Takato corse avanti a
tutti
«Perché?! Spiegaci perché tutto
questo?!
Perché meritavamo di soffrire tanto, secondo i tuoi
calcoli?!»…«PERCHE’?! Forse
dovresti chiedermi
perché mi prendo la briga di preservarvi da un dolore
più
grande?! Dovreste ringraziarmi…
…disintegrando il vostro legame annullo anche il dolore per
la
separazione!»
«Ti sbagli!!» replicò Takato. Wolfiremon
e Kyubimon
ringhiarono, e lui insistette «Per la gioia che
può
regalare riconciliarsi…vale la pena di oltrepassare il
dolore!!» Jeri corse per affiancarsi a lui
«Giusto!! La tua
visione è del tutto travisata!! Oh?!»
…ma si
accorse di stare spalleggiando Takato, così vicina a lui:
questo
stupì entrambi…
«Voglio
proprio vedere quanto resisterete…vi farò
assaggiare il
dolore per una persona cara!!!» alludendo con la spada alla
cima
della torre. Beelzemon guardò con un bincolo «Ah!!
Ragazzi, quello è il padre di
Henry!!»…«Cosa?! Il signor
Wong?!»
gridò Takato.
«Uhmuhmuhm…» sogghignava il guerriero
mascherato.
E Wong in cima alla torre
grondava sudore dalla fronte “Per favore
ragazzi…non
badate a me.” (fine-canzone)
Sembrava lo
stesso sudore che l’ansia evocava in suo figlio Henry
“Che
cosa faccio…? Quella creatura ha annunciato di vendicarsi,
probabilmente i miei amici saranno già accorsi: ma io non ho
più un Digimon con cui lottare…”
picchiando un
pugno su una sedia vicina “Ah, se solo non mi fossi
comportato in
quel modo indegno con Terriermon, adesso!!...potrei fare qualcosa per
la mia città!” «Henry,
cos’hai? Coraggio, su
col
morale!»…«Mako…»…«Lo
so, ti capisco: per me è lo stesso!
Anch’io…
…sogno di
stare accanto al mio Digimon, Beelzemon, e poterlo aiutare in
battaglia, ma credo che adesso, se mi trovo qui…sia in un
certo
senso un segno di quel Dio a cui si è consacrata mia
sorella.»…«O-Ohh…»
Henry rimase
colpito, il ragazzo dai capelli rossi sembrava stranamente sereno
rispetto al solito «In questo momento il nostro dovere
è
al fianco di questa gente che ha bisogno di soccorso, lasciamo che i
domatori…che possono realmente esercitare il mestiere, che
hanno
tutte le carte in regola, si facciano valere. Guardiamoci
attorno…qui brulica di feriti e con queste macchine
impazzite
più gente c’è a dare una mano e meglio
è.
Coraggio Henry…non pensare al
passato!»…«Lo
so ma…non posso farne a meno. Sento che mi sono tagliato
fuori…con le mie mani da tutto questo. Mi
accorgo…in
queste ore di quanto sia ancora vivo e forte il mio bisogno di essere
un domatore, e proteggere coloro che
amo.»…«Ah,
sfondi una porta aperta con me, pensa che io non ho mai potuto
farlo!»…«Oh…»…«La
gente…crede soltanto che io voglia farmi bello agli occhi di
tutti! Ma è un reato il fatto che la spinta ad aiutare gli
altri
combaci con quella che è la propria, più grande
passione?
Sì è vero, lo ammetto, le tecnologie e i poteri
dei
Digimon mi fanno impazzire, però…la cosa che per
me
più conta sarebbe essere vicino al mio prossimo!
Sentire…che la città è con
me…e mi
dà la forza che io a mia volta posso infondere al mio
Digimon!
E’ forse poi così strano? Non è diverso
poi tanto
da quello che fa mia sorella…lei
trasferisce…tutte le sue
energie nelle preghiere affinché la gente intorno a lei
possa
star meglio…io agirei invece mediante i poteri del mio
Digimon,
ma in fin dei conti la sostanza è
quella!»…«…ciò che
dici è
vero…
…Mako,
sono preoccupato! I miei genitori, mio figlio, le persone a me
più care sono là fuori, e forse sono in
pericolo!»…«Lo so: anch’io,
non credere, ci
penso. Mia sorella, mio padre, mia madre…e anche…
…ah…lasciamo perdere. Una ragazza a cui tengo
nonostante
a lei non importi niente!!!» tirando un calcio alla gamba
della
sedia «Ma…spero che il mio Digimon la
protegga.»
chinando il capo «Lui…è il
migliore…quando
si tratta di aiutare qualcuno. Come vorrei trascorrervi più
tempo…Beelzemon…»
Henry allora si
avvicinò a lui a passo che da esitante si fece sempre
più
sicuro, e gli mise la mano sulla spalla
«…coraggio.»
accennò un sorriso «…l’hai
detto tu, ora il
nostro dovere è fare il possibile perché questa
gente si
senta al sicuro. Anche se non siamo dove vorremo essere dobbiamo
pensare…che questi feriti, e tutti i loro parenti magari
vorrebbero stare al calore della loro casa. E invece questa notte li
spaventa, non siamo i soli a
soffrire.»…«Lo sai?
Volevo farti un discorso sensato, e sembrarti molto maturo. Ma tu sei
molto più equilibrato di
me…»…«Eh…qualcuno…me
lo diceva,
un tempo. Io francamente ho pensato che non avrei più udito
simili parole: mi sono sforzato in tutta la crescita a dare
quest’impressione ma non ci sono riuscito, se non questa
volta
che è stata l’unica in cui…ho parlato
senza
pensarci, seguendo ciò che mi diceva il cuore. Forse
è
vero: non dobbiamo temere il nostro carattere e le nostre
fragilità, l’equilibrio non è sinonimo
di ferreo
autocontrollo, bensì…della pace dei
sentimenti.»
…parole
che facevano riflettere anche Mako, che di questa pace sentiva di aver
bisogno…
«Calù…ho capito. Farò come
mi hai detto:
riporterò…subito questo messaggio ai miei
amici.»
socchiuse gli occhi Calumon…e quella luce che si rifletteva
sul
suo sguardo un po’ segnato si diradò. Ma fu tempo
di
evocare nuova determinazione e guardare avanti, quanto scoperto aveva
mutato le sue prospettive.
«A-Ahhh…» Cyclemon si appoggiava
affaticato al suo
scettro, quando dopo pochi tentativi «L’hanno
chiuso
dentro, oh mio Dio!»…«Lascia fare a me,
Diamon!...ecco fatto!» la porta fu spalancata
«Cyclemon!»…«Papà!!»
Diamon corse
più veloce, e si precipitò su di lui
«Oddio
papà, che ti hanno
fattooo?!»…«Tranquilla
figliola…è-è tutto a
posto…sono tutto
intero, sono vecchio sì. Ma ancora non così
malridotto.
Kazu!...dov’è la Sfera
regale!»…«Abbiamo un problema Cyclemon!
Ce
l’hanno portata via, hanno raggirato Guardromon! Uno dei
nemici
che ho visto sulla terra era infiltrato qui, lui l’ha
visto!»…«…accidenti…questa
non ci
voleva…»…«E’ molto
grave,
papi?»…«…senza la sfera siamo
indifesi…e l’erede non può acquistare i
poteri per
porre fine
all’invasione.»…«L’erede…?»
spalancò i suoi occhi Kazu. E Diamon lo
guardò…
...gli occhi di Cyclemon lo fissavano intensamente
«Kazu…
…tu hai mai pensato…ecco…
…ti…piacerebbe per puro caso restare qui, a
Digiworld?
Vivere al palazzo…e amministrare la vita dei Digimon,
regnare
sul popolo digitale?»…«Io?!?!?!...stai
scherzando…» sfumò la voce del giovane.
Ma mentre
Diamon aveva ormai quella mano incollata davanti alla bocca e guardava
a turno entrambi…Cyclemon avanzò a fatica
«…lo sai che parlo molto seriamente, ormai mi
conosci.
Può leggerlo dal mio
sguardo…»…«Cyclemon,
io…non mi sento
all’altezza…»…«Babamon
e Jijimon
però non l’hanno pensata in questo
modo…»…«…loro
due…»
Kazu ricordò il
loro ultimo addio, il loro dissolversi e la comparsa della Sfera
regale…questo evocò emozione nei suoi occhi
«…era questo il loro scopo, il regalo che mi hanno
fatto…?»…«…proprio
così,
loro…si fidavano di te. Per questo ti hanno affidato la
sfera,
loro desiderio…
…era
adagiare…nelle tue mani la nostra specie…a cui
nessuno
più o quasi crede. Sia nel vostro mondo che nel nostro
stesso…ma la speranza non è giusto che muoia
proprio ora.
Proprio in questo modo. C’è…
…modestamente...
…ancora così tanto da dire!!!»
E gli occhi di
quel giovane così spiazzato, e di quella ragazza dal volto
di
diamanti si incontravano increduli, su un filo sospeso scandito dal
fragore della pioggia, divenuta più intensa oltre la
finestra
«Ho parlato con Calumon sulla terra…
…lì sta per scatenarsi il pericolo, Guardianmon
ha
sferrato un’offensiva senza pietà! Ma ora noi
dobbiamo
fare la nostra parte, è di fondamentale importanza ritrovare
la
Sfera regale!!...perché senza quella…
…non ci
resterebbe che fronteggiare il nemico con le nostre stesse, umili
forze. E vi devo dire seppur mi costi che si tratta di un salto nel
vuoto…equivarrebbe…a gettarsi da questo castello
che
fluttua nel cielo…»
…ma a Kazu si era
strozzato il fiato in gola, e seguitava a ripetere
«…questo castello…
…i-il regno dei
Digimon…» con occhi disorientati, come se fosse
qualcosa
di troppo grande «…n-no, Cyclemon!...ci
dev’essere
un errore, io sono solo…!!...u-un ragazzo comune, un essere
umano…io non posso svolgere un compito così
grande, non
sarei all’altez-…Diamon…» ma
era giunta lei,
a carezzargli i capelli «…non dire
così…non
ti sottovalutare! Io credo in
te!!...»…«…tu…dici
che…
…credi in me? Ma io mi sono
fatto sfuggire la sfera, non ho saputo custodirla, è per
questo
che siamo nei guai!!!»
…ma da dietro la
porta della stanza, c’era Guardromon ad ascoltarlo
«Kazu…i-il mio Kazu…il re dei Digimon!
E ora lui
per colpa mia rischia di rovinarsi la piazza!!» portandosi
disperato le mani al capo e stringendo gli occhi «Ho
combinato un
disastro, come ho potuto farmi ingannare così?! Era
così
forte il mio desiderio di tornare a quando eravamo felici e spensierati
che mi sono scordato che Takato è stato amico di Kazu ed
è cresciuto con lui in questi anni!! Ma perché?!
Ora…il desiderio di Babamon e Jijimon rischia di
vanificarsi!
Sono uno sciocco!!...non merito di essere il Digimon del sovrano! Io
sono solo…un ferro vecchio da buttare!»
allontanandosi nel
buio corridoio…
«Cyclemon,
c’è una cosa…che devo sapere,
ascolta!...i-io…non voglio intromettermi di cose
che…non
mi riguardano, a-anche se qualcuno ha detto che dovrei essere il
sovrano! Senti, io…lo chiedo solo…per potervi
meglio
essere d’aiuto, ho bisogno di sapere chi è il
nemico!»…«Uhm!»
sussultò Diamon. E
Cyclemon lo guardò intensamente, mentre insisteva
«Chi
è…?!...da chi ci stiamo difendendo, chi stiamo
combattendo?! Si tratta di Guardianmon?! Oppure
c’è
qualcun altro?!»
Cyclemon tacque, sembrò riflettere.
Dopodiché concluse
spicciamente «Adesso non c’è tempo, non
appena la
tempesta si sarà placata parleremo tutti, ve lo assicuro, la
mia
è una promessa!! Ma ora non possiamo oziare a parlare del
passato, dobbiamo cercare la sfera!! Dobbiamo a tutti i costi ritrovare
quel ragazzino!!»
«Ahh! Purplemon
non c’è!!» esclamò
N’Emo spaventato,
con in mano le lenzuola di quella stanza per bambini «Dove
può essere…? Oh no, lei è prigioniera,
può
muoversi solo se qualcuno la sposta! E se l’avessero portata
via
per farle del male…? Se…a lei dovesse accadere
qualcosa
il mio desiderio andrebbe in fumo!» con una nota gemente, che
filtrava la sua grande paura
«C’è…solo una
cosa…che posso fare ancora…» adagiando
le lenzuola
«…andare sulla terra, posso cercarla lì
con
l’aiuto delle mie Digimon!»
…le cui ombre non smettevano di seguirlo. Estrasse
così
la luminosa Sfera regale «…devo proteggere la
sfera e
Purplemon a tutti i costi, e fare in modo che si
congiungano…»
«QUEL
RAGAZZINO HA LE ORE CONTATE!» gridò Sandmon
«Ti
avverto, sto per ucciderlo: fuori dalla mia via!» balzando,
per
piombare pesantemente piantando la spada nel pavimento «Mulinelli risucchianti!!!»
«AARGH!!»
un vortice si formò sotto le zampe di Guilmon. Che
iniziò
a sprofondare, mentre Sandmon lo guardava trionfante
«E’
finita! Fra pochi istanti ti avrà risucchiato!!»
“N-Non può finire così!!”
«…!
Guilmon!» N’Emo avvertì una
sensazione…ed
estraendo il suo Digivice nero…lo avvicinò alla
Sfera
regale perché potesse irradiarlo con la sua luce…
In quegli stessi
istanti Wolfiremon si caricava di energia e con un ruggito si lanciava
contro il suo nemico dall’armatura iridescente «Artigli liquefacenti!!!»
Ma Guardianmon
compì un prodigioso balzo sfuggendo
all’attacco…
«Ahh!» La
lupa digitale contemplò quella strabiliante
elevazione…
…che
aveva lasciato ad occhi aperti anche i tre domatori, ma che non aveva
lasciato inerti i Digimon, infatti Kyubimon si era lanciata
all’attacco «Fluido
celeste!!!»
Guardianmon orientò la sua spada, e l’intera forza
dell’attacco si riversò su di essa, lasciandolo
completamente illeso «Uhmuhmuhm!»
Nel sussulto di Rika e degli altri.
«Ci provo
io!»…«Perfetto, vai
Beelzemon!» comandò
Jeri, scagliando il Digivice in aria «Digimodificati!...modalità
d’attacco!»…«…grazie!»
esclamò il Digimon raggiungendo in volo il nemico mentre si
costituiva il bazooka trasparente attorno al suo braccio «Bolide...smaterializzante!»
Ma Guardianmon
si parò con la spada. Assorbì
l’energia,
dopodiché si concentrò sulla sua arma, che
lasciò
andare affinché fluttuasse in aria caricandosi di luce
aurea…per poi piombare drastica, e conficcarsi a terra
«Ahh!» Wolfiremon la schivò per un pelo.
«Vulcano
iridescente!!» evocò il guerriero
mascherato.
Dalla
spada piantata nel terreno si generarono scariche tanto da disgregarlo
in molteplici crepe, e l’energia che eruttò da
esse fu
luminosa quanto travolgente, tanto da spingere a terra con violenza
Wolfiremon «AAAHHH!» Kyubimon che atterrava
«AAAHHH!» e persino Beelzemom in volo, attraverso
il geyser
di luce «AAAARGHHH!»
I tre
Digimon caddero a terra, raggiunti all’istante dai domatori
in
apprensione «Wolfiremon, come va?!» chiese Takato
«Ce
la fai ad alzarti?» domandò Rika
«E’ riuscito
a colpirti nonostante tu fossi in
volo?»…«Uh?
Sì, Jeri…»
«Uhmuhmuhm!» sogghignò il guerriero,
insinuandosi
nell’intreccio della torre di Tokyo «E abbiamo solo
cominciato…»
Wong cercava di
liberarsi dalla catena, ma era inutile. Uno strano flusso magico
iniziò a scorrere attraverso di essa…
Kenta nel
frattempo montava su MarineAngemon, fuori al portone del loro palazzo
«Dobbiamo fare presto! Gli altri hanno bisogno di
noi!!» ma
vennero in quel momento raggiunti «Calù!
Kenta!»…«Calumon!»
esclamò il ragazzo
occhialuto. Ed anche la sua Digimon, con un pizzico di gusto
«Guarda guarda, chi si vede!»
Calumon
accennò un sorriso spiccio
«…benritrovata,
MarineAngemon, calù. Sono contento di
rivederti.»…«Anch’io!! Mi
piacciono tantissimo
i ritrovamenti, lo sai?»…«Anche a me
piace quando si
recuperano frammenti del passato che ancora non si è finito
di
lucidare. Voi due siete fra questi, calù, non ci credereste.
Ma
mi è stata fatta menzione specifica proprio di
voi!»…«Chi è che ti ha
parlato di noi?»
chiese la serpentona alata incuriosita «Uhm!
Qualcuno…
…che ci
sta guidando, calù! E che ci indicherà la strada
per
vincere, ma intanto!...» balzando anche lui a bordo della
spaziosa MarineAngemon «Calù! Potreste mostrarmi
per un
attimo il vostro Digivice?»…«O-Oh?
Questo,
dici?»
Kenta gli porse il
Digivice alato «Eeesatto, calù! Questo fra poco
rivelerà un…potere incredibile!! Ma
perché si
attivi dobbiamo raggiungere gli altri, presto che il tempo stringe, e
la battaglia incalza, calù! Dobbiamo intervenire al
più
presto!!»
Il giovane con gli occhiali
e la Digimon dagli occhi verdi incrociarono emozionati i loro
sguardi…quello di Calumon era concentratissimo…
I tre Digimon si
rialzavano lottando contro gli stenti «Non ci arrendiamo,
ragazzi!!» incoraggiò Takato.
«Uhmuhmuhm!» rideva cupamente il nemico nascosto
nella
torre…
«Presto,
attacchiamo nuovamente!» esortò i ragazzo ma
«E’ inutile…»
replicò il Digimon
nascosto tra i cavi sfrigolanti.
«Non
possiamo…lasciare il signor Wong in pericolo, dobbiamo
liberarlo!» insistette Takato puntando gli occhi verso quel
puntino in cima alla torre…
…che lottava, e
lottava contro quella catena all’interno della quale scorreva
misteriosa energia…
«Henry e
Suzie…hanno bisogno di lui!!» esclamava il
domatore dal
gel nei capelli «Dobbiamo ancora crescere e fare tanta
strada, la
guida dei nostri genitori ci serve, è
fondamentale!!...»
«Ha
ragione…» si rimetteva in piedi Kyubimon,
confermando
«Dobbiamo fare tutto il possibile!»
Anche Beelzemon si rialzava,
lei stava per sfiorarlo ma lui «Non ti preoccupare,
Jeri!...n-non
mi sono fatto niente, posso ancora combattere!»
«Il vostro meglio non sarà abbastanza. Sono troppo
forte.»
«Non parlare
troppo presto, non hai ancora visto di cosa siamo capaci!»
esclamò Wolfiremon, volgendosi «Dico bene,
ragazzi?!»
Kyubimon e
Beelzemon le rivolsero lo sguardo. Lei incoraggiava «Insomma,
siamo tutti Digimon con un valore!» volgendosi di nuovo verso
il
nemico «Non è che perché lui indossa
un’armatura e una maschera vale più di noi, anzi,
io credo
sia soltanto un bluff!»
«Uhm?!» si indispettì il nemico.
«Voi siete
Digimon leggendari! Avete battuto il D-Reaper unendo le forze e ora
siete tutt’altro che arrugginiti!» disse Wolfiremon
ai
compagni, volgendosi di nuovo «E quanto a
me…»
leccandosi le fauci «…sono ansiosa quanto mai di
entrare
nell’albo della storia!»
«Ci entrerai di certo, stupida principessa!! Come
caduta…
…DI QUESTA BATTAGLIA SENZA SPERANZA!!» e di nuovo
balzò dalla torre.
«Addosso, compagni!!!» esclamò la lupa
digitale.
«Radiazioni
energetiche!!!» e fu di nuovo tempo per quelle
scie iridescenti di sparpagliarsi. Ma incontrarono resistenza
«Fiamme
celesti!!» nell’azzurra capriola di
Kyubimon «Artigli
incrociati!» nella spinta opposta degli spessi
artigli di Beelzemon «Piropennellata!»
e nella foglia infuocata tracciata dalla coda di Wolfiremon.
Le
esplosioni furono molteplici, sotto gli occhi sospesi e abbagliati dei
domatori.
«A-Ahhh,
è inutile!! Non riesco a liberarmi!!»
esclamò
l’uomo imprigionato «Ma che
cos’è…?
Quest’energia è come se provenisse da me, mi
sento…sempre più debole! Sta assorbendo le mie
forze, che
razza di…» sfiorandosi la fronte, con aria
stremata
«…espediente è mai questo?!»
“Uhmuhmuhm!...non
sanno ancora cosa li aspetta.” meditava il coriaceo guerriero
mentre alimentava la barriera per difendersi dai potenti attacchi
avversari. Ma i tre Digimon non mollavano “Devo proteggere
Rika,
e la terra.” pensava Kyubimon…mentre la sua
domatrice la
contemplava dal basso “Vai, Kyubimon!...
…oggi
come ieri tu resti sempre…la Signora della mia
vita.”
concentrandosi sul suo Digivice…sicché la sua
Digimon
poté pensare “E non
solo!...”
…ricordando le parole di Rika quella mattina “Te
l’ho già detto: non mi va che tu viva questo
momento
con…l’ossessione di diventare più
potente! Sei una
madre, sei una persona con dei sentimenti: non sei una macchina da
guerra!”
“…devo proteggere i miei figli! Perché
la terra
assomigli davvero a come l’hanno sognata!!”
Beelzemon
d’altro canto pensava alle parole che Renamon gli aveva
rivolto
“Io non sono
più quella
Digimon esperta di combattimento ma dilettante nei termini che
descrivono i legami affettivi, e soprattutto tu non sei più
quel
piccolo Digimon che aveva bisogno di un orientamento, e rifiutava di
farsi aiutare. Ora sei tu che aiuti gli altri: e hai tanti amici
accanto a te, hai persino una nuova domatrice che si è
aggiunta
a quei ragazzi che hai ritrovato nel presente cresciuti e fortificati.”
“Ci sono
molte persone…che contano su di me: Akemi...dal suo
convento.
Mako…dalla sua realtà quotidiana. E Jeri, la mia
domatrice, alla quale ancora devo dimostrare quanto sono pentito, e
quanto sono disposto…a superarmi, per lei!”
Jeri, la quale
corse avvicinandosi alla torre per seguire meglio gli esiti dello
scontro. Cercava di scorgere qualcosa tra gli zampilli
digitali…e finì per urtarsi con Takato, che
faceva lo
stesso. Si fissarono…
“Ho avuto
l’occasione di restarle vicino dopo anni che lo desideravo
ora
non posso…buttarla via così!!!”
Beelzemon
concentrava tutte le sue forze.
“La nostra
vita, i nostri Digimon…che ne sarà?”
pensava Jeri
“Le sorti di coloro che saremo da grandi sembrano
paradossalmente
appese…ad uno scontro che fa invidia ad un videogioco.
Eppure
tutto questo non è la prima volta che sfila davanti ai
nostri
occhi, è già successo, che cosa significa?
E’
forse…il destino a illuminare di nuovo la battaglia?
Takato…” e lui “Jeri…il
nostro destino
è qui, lo capisci?!...in questa forza che infondiamo ai
nostri
Digimon, non dobbiamo permettere ad una vita falsa di rubarci i sogni e
i sentimenti!” alzando lo sguardo per seguire la sua
Digimon…
…la
quale spingeva sui suoi poteri “Devo proteggere il mondo di
Takato, devo dare tutta me stessa!! E’ questa la missione per
cui
sono sulla terra…”
«Ahhh!!»
Guilmon era ormai prossimo a sprofondare «Purtroppo il popolo
digitale dovrà accorrere alla tragica scomparsa di un nuovo
Supremo, oh che seccatura! Azulongmon non ha fatto neanche in tempo ad
andare all’altro mondo, chi potrà sostituirlo?
GRRR…» sfoggiando la sua dentatura ondulata
riversante
sabbia «…io ho qualche idea in proposito,
ghghghgh!!»
…ma
improvvisamente, della luce iniziò a irradiare il mulinello
«Che succede?! Sento che mi riempio di
forza!»…«Gulp! Come?!»
…mentre
N’Emo innalzava il suo Digivice e si concentrava…
DIGIEVOLUZIONE
«GUILMON DIGIEVOLVEEE…
…GROWLMON!!!»
«Come
è possibile?! Aaauch!!!» La sabbia del mulinello
schizzò in faccia al suo mittente. Ora dinanzi a lui non
c’era più Guilmon bensì un imponente
dragone
incappucciato, dalle fauci impazienti di alitare fuoco e feroci occhi
gialli…
«Hai finito di
giocare, Sandmon! E’ arrivato il SUPREMO di questo
palazzo!!»…«Mmm…maledetto…solo
perché è cresciuto pensa di sconfiggermi?! Io
sono molto
più forte di lui, appartengo alla nuova specie!! E LO
DIMOSTRERO’! CICLONE
SOFFOCANTE!!»
«PIROMETEORA!!»
Growlmon si caricò, fino ad emettere un prodigioso asteroide
infuocato dalle fauci, che passò indenne oltre il vortice e
«Gruuuuuuuughhhhh!!!» fu parato con
difficoltà dal
guerriero di sabbia, che strattonò per molti metri lungo il
corridoio. Il respiro di Growlmon emetteva fumo, smaniava per colpire
ancora…
“Accidenti…è diventato molto
più
forte…”
“E’
incredibile…era da molto che non provavo una sensazione
simile.
La forza che ti infonde un domatore…
…l’avevo lasciata alle spalle assieme a te,
Takato…”
“Devo fare molta attenzione…” avanzava
Sandmon
“E’ vero che sono un Digimon nuovo e avanzato, ma a
lui
sono assegnate tante prodezze storiche: potrebbe non essere conveniente
seguitare a lottare, almeno non prima che sia riuscito a
digievolvere…” «Che fai, non hai
più niente
da dire?!» “Devo resistere!...la tentazione
è tanta,
ma è anche vero che sono alla ricerca di un potere superiore
per
me e i miei figli: prima di averlo trovato non è bene che mi
rovini la faccia con questi Digimon! Devo trovare la sfera,
è
l’unico modo per acquisire potere!!”
«Uhm! Per questa
volta hai vinto! Ma la partita fra noi due non è ancora
terminata, avanzo di una pagina sgualcita di
storia!»…«Strano, perché io
ho una voglia
matta di finirla qui! Pirometeora!» ma Sandmon
schivò con
una scivolata «Dove credi di andare?! OH!!» e gli
gettò della sabbia negli occhi per oltrepassarlo
“Devo
andare sulla terra, e ingegnarmi a ritrovare quel ragazzino!!”
«Dove vai?!!...SANDMON!! Mmm…
…che cosa pensa di fare? Non mi
sfuggirà!» Growlmon
attraversò il corridoio con i suoi passi
rimbombanti…
«Urrrghhh…!!!...djaaaaaarghhhh!!!» in un
scatto che
fece seguito a un profondo sforzo, Guardianmon respinse di nuovo i tre
Digimon: Wolfiremon cadde pesantemente a terra
«AAAHHH!»
Kyubimon fu spinta contro la torre
«AAAHH!!»…e anche
Beelzemon «AAH!!» …ma quando la volpe a
nove code fu
sul punto di cadere, il guerriero alato pur stremato la sostenne
«Non ti lascerò
precipitare…»…«Oh?
Beelzemon…»
provò una forte emozione la Digimon che per un pelo, grazie
a
quella presa provvidenziale, riuscì a sfiorare una scarica
folgorante che attraversò la struttura della
torre…
«Non vi
è servito ancora di lezione, non vi basta nonostante
tutto?» provocò Guardianmon.
Rika
commentò ad occhi sgranati «E’
potentissimo…» e Jeri, visibilmente ansiosa
«Ah!!
E’ troppo forte, ci sconfiggerà
tutti!»…«Non è detto,
dobbiamo
insistere!»…«A che scopo, Takato?! I
nostri Digimon
non hanno potenza sufficiente, è stato ampiamente
dimostrato!!»…«Questo non è
vero, non
dobbiamo arrenderci subito, possono ancora combattere se noi li
sosteniamo!!» si impuntò il ragazzo, ma a
sostenerlo
intervenne
«H-Ha…ragione!»…«Wolfiremon!...ce
la
fai…?»…«Certo che ce la
faccio!...» si
rialzava tenace la lupa digitale, sotto lo sguardo attonito di Jeri
«Io non lascio andare così…la causa,
sono un
Digimon!...la difesa della terra e del mio mondo viene prima di ogni
cosa.»
Jeri non sapeva
cosa dire, era appenata e intimorita, si scorreva il dito nei capelli e
rivolgeva lo sguardo al suo Digimon…che discendeva sotto lo
sguardo soddisfatto del nemico, portando con sé Kyubimon.
Quest’ultima lanciò un’occhiata a Rika
ed
affermò «…la penso come
Wolfiremon.»
«Ahh! E’
una follia, mettiemoci in salvo!!» esclamava Jeri. Ma Rika le
pose una mano sulla spalla «Dobbiamo avere fiducia nei nostri
Digimon. Loro ci hanno promesso che ce l’avrebbero
fatta…»…«Ma
io…»…«Jeri lo so!
E’ molto
dura…anche per me, non vorrei vedere la mia Kyubimon lottare
e
soffrire così, però so che!...se davvero voglio
aiutarla…devo affidarmi. Lei mi proteggerà,
è la
mia più cara
amica!»…«…la
tua…più cara
amica…» …parole
che colpivano la ragazza…quando quel Digimon nero e alato
ora
atterrava dinanzi a lei «Jeri…io non ho paura. E
non sono
stanco, ho ancora tante cartucce da sparare!»
La ragazza
fissò il Digivice “…non so neanche cosa
faccia un
buon domatore in una situazione simile, sono disorientata!!”
stringendo gli occhi “…lo sono stata per troppo
poco tempo
per poter ricordare…oh?”
Ma vedeva gli altri compagni
aiutare i loro Digimon a rimettersi in sesto, e rivolgere loro parole
incoraggianti. Quando Beelzemon le pose le mani sulle spalle
«Oh?»…«Jeri, ti fidi di
me?»…«Io…»…«Ho
promesso di
aiutarti. In battaglia e nella tua vita, e lo farò. Te lo
giuro!!...è molto importante per me, è una
questione…personale! Oltre che affettiva…
…tu devi
crescere, la tua città…deve essere sgombra da una
minaccia. Hai da andare…incontro alla tua
vita…»…«La mia
vita…?»…«Certo! E
dev’essere…piena di felicità! E di
amore
autentico!»
(canzone: Alessandra
Amoroso - Amore puro) Quelle parole la
scuotevano…
«Uhm!» li sovrastava Guardianmon «Mi fate
solo pena,
siete dei moscerini illusi.»
«STA
ZITTO!!» ribeccò Takato «Tu non ci
conosci nemmeno,
non ti sei mai posto il problema!! Ma se hai scelto questa via per
scoprire quello di cui siamo capaci ora ne accetterai le
conseguenze!»…«E’
vero!!»
confermò la sua Digimon, fissandolo con occhi azzurri
determinati «Non sai quante carte ancora siamo disposti a
giocare
per fermarti!»
Il guerriero indurì lo sguardo.
Takato
comandò «Presto Wolfiremon, ci vuole la
digievoluzione
Matrix!»…«Sono pronta!»
Guardianmon
sguainò la spada «SMENTIRO’ LE VOSTRE
BELLE
PAROLE!!»
Ma il ragazzo si
concentrò sul suo Digivice…e la luce
brillò…
DIGIEVOLUZIONE MATRIX
«WOLFIREMON MATRIXDIGIEVOLVEEE…
…AUTUMNQUEENMON!!!»
…l’immagine di quella regina digitale si
delineò
appannata agli occhi di Wong, sempre più stremato dalla
stanchezza «Una nuova…digievoluzione
Matrix…»
Guardianmon si
irrigidì «Credi di poter far molto contro di
me?»…«Qui non si tratta di credere o
meno.»
ammise lei «Si tratta di volere!» sfoderando il suo
scettro
«Fatti sotto, Guardianmon…»
mormorò con una
nuova sicurezza nel suo sguardo incorniciato dall’elmo dorato.
«Beelzemon…guarda AutumnQueenmon, anche noi non
dobbiamo
essere da meno.»…«Hai ragione,
Kyubimon!»
Beelzemon alzò il suo bazooka trasparente «La sua
determinazione mi infonde nuovo coraggio!»
«Peggio per
voi…mentre vi affannate a vostra insaputa io acquisto sempre
più potere...» lanciando un’occhiata
fuggevole al
prigioniero «STATE A OSSERVARE!!» piombando come
una furia
armato di spada.
Ma AutumnQueenmon
balzò. E ben presto il sibilo del metallo contro il suo
scettro
lacerò l’aria, in un conflitto mortale di forze
contrapposte.
«Rika?
Vado anch’io!»…«Mi raccomando,
fa attenzione!
Io ti trasmetto tutta la
forza…»…«Grazie!»
Beelzemon
aspettò il via di Jeri…che alzava il Digivice con
mano
tremante…e alla fine gli disse «…mi
raccomando,
Beelzemon! Resisti…finché puoi, io
sarò
qui!...conta…su di me, io farò del mio
meglio!»…«Certo! Jeri, non ti
deluderò!»
La
ragazza socchiuse gli occhi
“Beelzemon…”
vedendolo volare verso il nemico…e sovrapponendo la sua
immagine
con quella di un possente leone armato di spada
“…devo
fare conto…che il tempo non sia passato, ed io sia da poco
diventata una Digimon Tamer! Che sia una ragazzina, piena di sogni e
con il futuro davanti!” Quello sembrava per lei uno
sforzo…ma vide Takato avvicinarsi a lei col Digivice alla
mano,
così come Rika, che le disse «Coraggio, sosteniamo
i
nostri Digimon, hanno bisogno che lottiamo con
loro…»…«Oh?
Sì!» Jeri si
impegnò in quell’impresa…
«Radiazioni
energetiche!!!» evocava di nuovo Guardianmon.
Ma
Takato mimò il gesto di slacciarsi qualcosa al
collo…
…e AutumnQueenmon lo compì «Fulmine regale!!!»
…perforando la sfera di pioggia col fulmine in cui
mutò la sua sciarpetta…
Quella scarica prodigiosa lottò contro le scie iridescenti.
«A-Ahh…» Takato si piegò in
ginocchio, come
se le sentisse su di sé, ma non lasciava andare il Digivice.
«Kyubimon, sostienimi!» comandò
Beelzemon
«Conferiscimi il tuo potere, lo scatenerò contro
di
lui!»…«Oh?
Sì…»
Rika le
ricordò «Come quella volta nel D-Reaper, con
Justimon!»
“Beelzemon…ti dono il mio potere, essendo la sola
cosa che
ora posso cederti…se voglio davvero
aiutarti…”
…nell’illuminarsi delle nove
fiammelle, mentre Beelzemon si concentrava tenendo il bazooka puntato
verso l’alto…
…quella scena evocava in Rika il ricordo
dell’antica
battaglia “Anch’io allora…riposi tutta
la mia
fiducia…
…in
qualcuno che per me era speciale come forse ora lo è
Beelzemon
per Renamon.”
Si
ricordò stremata, privata dei suoi poteri e delle sue forze,
ma
rinfrancata dallo sguardo sicuro di sé di quel giovane dagli
occhi azzurri protetto dalla corazza di un coriaceo Digimon
“Ryo…perché non sei qui con noi,
oggi?”
…mentre le «Fiamme
celesti!!» di Kyubimon fluivano nel bazooka di
Beelzemon, che acquistava potere supplementare…
…ma
Ryo si affacciava alla finestra con Minidramon tra le braccia, e
spalancava quegli stessi occhi azzurri in cui ora si riflettevano le
luci provenienti dalla torre di Tokyo
“Rika…”
…ma la
Digimon che teneva con sé non era priva di coscienza
“…tu sei un umano speciale, Ryo. Sei
bello…e sei
nobile d’animo. Sei così diverso da mio
marito…”
…il suo musetto scuro sembrava tingersi appena di
rosso…
«Uuuurghhh!!...» spingeva AutumnuQueenmon (Takato
stringeva
i denti e faceva lo stesso…)
“Devo farcela a
tutti i costi, Takato mi sta regalando tutta la forza, non posso
deluderlo!”
“Accidenti!!” pensava Guardianmon “Le
tengo testa a
fatica!!” lasciandosi sfuggire uno sguardo verso il basso
“Questi Digimon…sono molto uniti ai loro domatori!
E
questo per me è un elevato scoglio!!”
…a poco a
poco la sua spada sembrava cedere alla spinta
dell’avversaria…
Sotto di loro
Rika era prostrata come Kyubimon, la quale però scorgeva
qualcosa in alto «Ce la sta facendo…la
digievoluzione
Matrix…è riuscita a conferirle molto
potere…»
Beelzemon
d’altro canto «Bene! E’ il momento
giusto! Se lo
colpisco adesso…ho speranze di penetrare la sua
resistenza!» sicché iniziò a tracciare
una sagoma
col suo bazooka.
Jeri faceva lo stesso,
ad occhi chiusi si ripeteva “Una stella…una stella
di
speranza!”
…proprio quella
stella luminosa che Beelzemon stava disegnando. E che si
caricò
di energia.
«Oh?!»
quando Guardianmon la vide sussultò «Non posso
fallire!!» “Hideki…non posso lasciare il
campo
libero a questi domatori, la minaccia di allora non è
estinta,
accadrebbe l’irreparabile!!”
«Sono pronto! Ho
l’energia necessaria! Preparati a soccombere,
Guardianmon!!» esclamò Beelzemon. Nella massima
concentrazione di Jeri.
«BOLIDE STELLARE!!»
«NOO!»
gridò il guerriero «Non posso cedere: devo
eliminare quel
Digimon!!» al che in un volteggio improvviso
aggirò
l’attacco di AutumnQueenmon e lanciò la sua spada
a
tradimento.
Il colpo di Beelzemon
partì…ma tale fu lo slancio che la spada infranse
la
stella. (fine-canzone)
«Ahh!!» sussultò Jeri spaventata.
La spada piombava a velocità vorticosa verso il bersaglio.
Kyubimon dilatò
gli occhi «O-Oh, no…!» provò
a correre, ma
per le poche forze scivolò a terra, gridando
«BEELZEMOOON!»
Questi trasalì
nel vedere la spada piombare contro di lui. E lo stesso Jeri. Che
improvvisamente sovrappose la scena alla perforazione del corpo di
Leomon. Scivolando nel grido «NOOOOOOO!!!»
Ma qualcuno
giungeva in corsa. Era Imagomon «Ah! Quello è
Beelzemon:
sta per essere colpito!!»
Balzò di scatto.
Piombò
accanto al Digimon alato «Beelzemon, vieni via!!»
trascinandolo.
La spada non lo
colpì per un pelo e si conficcò a terra. Ma a
quel punto
Guardianmon comandò «Vulcano iridescente!!»
La terra si
crepò e l’eruzione travolse e spazzò
via
«AAAHHHH!!!»…«RUAGHHHHHH!!!»
i due
Digimon.
«Ahhh!!!» si spezzò il fiato di Kyubimon.
AutumnQueenmon
si distrasse dal suo attacco «Oh no!! Beelzemon!!»
ma di
questo ne approfittò Guardianmon per
«OUAHHH!!»
spingerla via con un calcio, e farla precipitare a terra.
«AUTUMNQUEENMON!» Takato accorse da lei
«M-Maledizione…ce l’avevo quasi
fatta…»
«BEELZEMON!!»
corse anche Jeri, e a lei si allineò Kyubimon. Ma poi costei
restò indietro, paralizzata alla vista di quella scena.
Jeri si
piegò sul suo Digimon svenuto…stava per
sfiorargli il
viso in una carezza…ma ebbe remora di toccarlo
perché al
suo viso si sovrapponeva il ricordo di un leone digitale a terra. Si
portò le mani alle labbra…
…mentre c’era un occhio socchiuso e stremato di un
altro
Digimon a terra assieme a Beelzemon, che non poteva fare a meno di
filtrare della tenerezza per quella volpe a nove code
«…per
fortuna…stai…bene…amore…mio…»…«…Imagomon…»
mormorò la Digimon…
Rika
restò ad occhi sgranati «Allora…quello
è…» fissandolo meglio
«…è suo
marito…
…è identico a lei…»
così colpita alla
sua vista…tanto che si avvicinò.
«Imagomon!!!» esclamò Kyubimon
precipitandosi su di
lui per leccargli le ferite, per poi volgersi
«Beelzemon!!!» e fare lo stesso, si sarebbe
sdoppiata se
avesse potuto «Risvegliatevi, vi scongiuro!!!»
…quando
Rika arrivò, piegandosi sulla volpe nera…e
scorrendo
delicata la mano sul suo pelo
«…Rika…»…«…mi
riconosci…? Io…
…sono…sono…!» la voce le
esitava per
l’emozione, mentre Kyubimon si accostava a lei per appoggiare
il
muso nel suo abbraccio e versare lacrime
«…sono…l’amica…che…Renamon
conobbe…dieci anni
fa…»…«…so
chi sei…mi ha parlato tanto di te, sei stata una
leggenda…nella…nostra realtà e nella
crescita dei
nostri
figli…»…«Oh!» la
ragazza si
emozionò, mentre Kyubimon piangeva
«Rika…perché è successo
questo,
perché tutto quest’odio, e dolore?!!
PERCHE’ LI HA
COLPITI?!!»
La ragazza
carezzava la Digimon, con lo sguardo fisso, senza dire nulla…
«J-Jeri…
…perdonami io…non ce l’ho
fatta…»…«Non fa niente!...
…non fa niente…»
«UHMF!!» però ghignava Guardianmon.
Attirandosi lo
sguardo d’odio dei ragazzi «E così
credevate di
essere a un passo dalla vittoria…pfff! Mi fate ridere!
Guardate
questi due “valorosi Digimon” a terra, che
spettacolo
penoso!!» (canzone: Leona
Lewis - I will be)
Kyubimon ringhiò…
…mentre lui
declamava a braccia spalancate «E pensare che li conosco
entrambi!! AHAHAHAHAH! Siamo vissuti in amorevole comunione per lunghi
anni! Lui, con le ali, guardava la luna e scriveva canzoni, spasimando
per le giovinette della terra! Quest’altro invece svolgeva
rigoroso il suo compito da bravo e rispettoso marito, senza accorgersi
che sua moglie…!!...in
realtà…!!...sognava
silenziosamente PROPRIO PER QUEL TIPO LI’!! CHE ADESSO GIACE
ACCANTO A LUI!!»
«COME
OSI?!!» gridò Kyubimon. Beelzemon
spalancò gli
occhi. Mentre Imagomon invitava «Amore mio…non
ascoltarlo…dice così soltanto per
confonderti…»…«Ahh!!!»
si volse
sconvolta la Digimon, all’udire suo marito che affermava
«Io so che mente…»
«NON CI
CREDETE?! Ve lo posso garantire! Voi Digimon della vostra
specie…puafh!!! Non avete niente, di eroico! Siete soltanto
apparenza, fumo e fuochi d’artificio e poca, pochissima
sostanza!
Siete stati così a contatto con questi sciocchi ragazzi
umani da
aver fatto proprie tutte le loro insensate contraddizioni!!»
«TACI!!!»
ringhiò la volpe a nove code «Ho già
sentito queste
stupidaggini!!!» affermò decisa
«Sì, è
vero, vogliamo assomigliare agli umani, mano a mano che passa il tempo
sogniamo di apprendere dai loro sentimenti, E ALLORA?! Non
c’è niente di male, sono dieci anni che lo
faccio!!...
…e non mi
sono
pentita…»…«Kyubimon…»
accennò Rika colpita, avvicinandosi per sfiorarla
«Grrr,
dovresti fare capolino sul nostro mondo prima di sentenziare,
Guardianmon!! Tutto l’amore che vi circola…non
merita di
essere travolto dai tuoi poteri malvagi!! La primavera è una
stagione meravigliosa…troppo perché tu possa
oscurarne il
cielo!»
«Allora lo ammetti, stupida! Conferma a tuo marito e al tuo
spasimante che ho ragione!!! Per imitare gli uomini ti sei lasciata
andare, volevi essere come quella…puff, patetica ragazza
supertruccata che hai accanto! E ora guarda che strani i casi della
vita…stesi l’uno accanto all’altro due
Digimon che
dovrebbero essere rivali
accaniti!»…«Piantala, qui
l’unico che si rende ridicolo sei soltanto tu!! Io
sono…
…perfettamente sicura dei miei sentimenti!! So chi voglio
essere
e so…!!...
…chi voglio proteggere!! E’ davanti a me!! Sono
coloro…» lanciando uno sguardo ai due a terra
«…a cui voglio bene, a cui debbo quella che sono
adesso!!
Io ti metterò a tacere!»
Guardianmon indurì lo sguardo. Mentre Rika lo fissava
«Tu
non hai il diritto di giudicare! L’amore è una
cosa
libera, ed esula dalle condanne!! Kyubimon…
…io
sono con te in ogni caso, qualunque fosse la tua
scelta!»…«Grazie Rika! Sento la tua
forza!...»…«E ci sono
anch’io!!»…«Cosa?!»
sussultò la
volpe a nove code…
…quando vide AutumnQueenmon rialzarsi e sorriderle
«Lasciamo stare quel bacchettone ridicolo! Noi sappiamo cosa
vogliamo, lo portiamo dentro!»
«Peccato, la vostra ipocrisia non ha limiti, a che scopo
conservarvi vivi…? VI ELIMINERO’ TUTTI!»
Ma Kyubimon
scattò in avanti «Tu non li toccherai!! Hai
già
fatto abbastanza danni con la tua lingua e con la tua
spada!!»…«Kyubimon!»
esclamò Rika
vedendola illuminarsi di luce assieme al Digivice.
Guardianmon aggrottò l’espressione. Mentre
Kyubimon
affermava «So quello che voglio…gli umani mi hanno
insegnato ad amare, non finirò mai di inseguire queste
emozioni!! Loro tracceranno il corso della mia vita per
sempre!!»
Il bagliore la avvolse…
…sotto gli occhi attoniti di Imagomon e Beelzemon…
DIGIEVOLUZIONE MATRIX
«KYUBIMON MATRIXDIGIEVOLVEEE…»
…e in una dolce e solenne evocazione del passato, una
capriola
rubò la volpe a nove code affinché
un’eclissi, in
cui il chiarore della luna oscura l’ardere del sole,
regalasse di
nuovo dopo dieci anni quell’alto e maestoso digi-mago dal
muso di
volpe, e l’ampia tunica avorio…«…TAOMON!»
«La
digievoluzione Matrix!!!» esclamò Takato
aggiungendo
«E’ riuscita a ripeterla nel
presente!!!»…«Taomon…
…quanti anni erano che non la vedevo…»
commentò Rika con sguardo rapito…
Guardianmon incupì il tono «…un altro
livello
evoluto…»
…mentre il vento faceva volare la tunica di Taomon, integra
e
invalicabile di fronte a lui «Io voglio assomigliare agli
uomini
ed imparare da loro, e sono fiera che anche la mia evoluzione abbia un
tratteggio umano!»
Beelzemon
accennava un sorriso
«…brava…Taomon…»
e Imagomon «…coraggio…amore
mio…»
«Sei una sciocca!!» esclamava Guardianmon.
Ma AutumnQueenmon si
accostò a Taomon «Coraggio, ancora
un’altra volta,
diamoci dentro con tutto quello che abbiamo!» Takato si
preoccupò «AutumnQueenmon, ce la fai a sostenere
un altro
attacco?»…«Io? Certo! Non sono sola: ho
qui con me
un’alleata e un’amica, vero…?...come hai
detto che
ti chiami scusa? Non
ricordo…»…«…Taomon…»
«Anche se
sono due matrix-digievoluzioni…» Guardianmon
recuperò la spada «…non mi
farò ugualmente
battere! Vi ridurrò a un…cumulo di cariche
impazzite!»
«Coraggio,
andiamo!» esortò la regina di pioggia. Taomon
balzò.
AutumnQueenmon
piantò lo scettro a terra e si impegnò nella sua
scivolata roteante «Vortice
rovente!!!» innalzando la tromba di foglie
infuocate.
Guardianmon si parò con la spada.
«Carte
esplosive!»
Taomon fece piombare una raffica di carte dalle sue ampie e ariose
maniche «Aaarghhh!!!» Guardianmon alzò
la mano per
pararsi. Ma il getto era intenso e incessante e dovette compiere uno
sforzo immenso, gli attacchi stavano per spingerlo contro la torre,
pervasa da scariche sempre più continue...
AutumnQueenmon ripensava a Takato e alla sua famiglia…
Taomon rivedeva
suo marito affidarle i loro figli, e Beelzemon i suoi problemi e
turbamenti…
Il cuore dei
domatori e dei Digimon era sospeso su
quell’offensiva…(fine-canzone)
«Guardromon!...Guardromon!!» chiamava Kazu
spalancando ogni
porta lungo il corridoio del palazzo «Dove ti sei
cacciato?!»…«Umano prescelto!»
lo fermò
qualcuno, ed il ragazzo colse l’occasione «Scusi
tanto
signor direttore d’orchestra, ho bisogno urgentemente di
un’informazione! Sto cercando Guardromon, il mio Digimon, ma
non
riesco a trovarlo! Lei lo ha per caso
visto?!»…«Mi
è sembrato di vederlo…laggiù, presso
l’entrata del castello!»…«E
che
c’è andato a fare lì…?
E’ pericoloso,
il castello è sotto l’egemonia dei
nemi-!!!»
portandosi la mano alla bocca, temendo di parlare troppo «Ci
sono
dei Digimon che potrebbero fargli del male: perché
è
andato via, sarebbe dovuto rimanere tutto il tempo al mio
fianco!»…«Non so cosa dirvi Kazu io
ero…lì a dare un po’ una mano con le
nuove istanze
di questi rifiuti digitali disperati, è davvero tosta da
gestire, questi Digimon, questi Digimon entrano
e…e…e ti
aggrediscono! Per un nonnulla, non invidio per niente chi
diventerà il loro sovrano comunque stavo appunto dicendovi
che
quando mi trovavo presso i cancelli ho visto il vostro amico,
e…per carità, aveva un’aria, non mi
è
sembrato di buon umore per niente: giù di
corda…è
il termine adatto! Come i nostri strumenti certe
volte!»…«Ah!...
…sarà
forse per la faccenda della Sfera regale…come fare a fargli
capire che non ce l’ho con lui, che non gli do la colpa per
quel
che è successo?» lanciandosi di corsa
«Kazu!
Aspettate!!...non vi ho detto
che…è…pericoloso
lanciarsi in quel fermento col tempo che fa, per giunta!»
In effetti la
pioggia intensificava. E radunato ai cancelli del palazzo vi era un
folto gruppo di Digimon che reclamava «Nella mia stanza
sgocciola
tutta acqua!»…«A me si sono rotte le
finestre:
è una cosa inconcepibile rischiare che si ammalino i
bambini!»…«Dov’è il
Supremo?! Abbiamo
richiesto udienza, ma ci è stato detto che non è
nelle
sue stanze!»…«Per giunta non
c’è
nemmeno il suo ambasciatore…»
…in tutte
le cadenze e intonazioni, corrispondenti alla variopinta
varietà
di specie «E’ una
vergogna!»…«Che razza
di Supremo è questo, ci ha
abbandonati!»…«Rivogliamo
Azulongmon!!»…«Al Supremo Guilmon non
gli importa
nulla di noi!»…«Si è montato
la testa da
quando ha sconfitto il D-Reaper, vogliamo che si dimetta!!»
ed
erano ad un passo dallo scatenare una pioggia di tecniche speciali
sulle mura del palazzo, quando Kazu venne fuori. Si trattenne il
cappello perché il vento era battente «Scusate?!
No---fermi-fermi-fermi! Vengo in pace! Vi prego,
ascoltatemi!!»…«Ti ha mandato il
Supremo?!»…«Digli che non vogliamo un
garzone che si
appunti le nostre esigenze, vogliamo parlare con lui in carne ed
ossa!!»…«Guilmon, che sia maledetto!! Un
venditore
di fumo!!»
«Vi prego, calmatevi!...
…oh Cielo…sono infuriati…come posso
fare? Se
è vero che debbo essere io il sovrano dei
Digimon…sarà arduo contenerli, loro
benché li ami
non sono sempre e solo le graziose e mansuete creature digitali
raffigurate nelle carte.»…«Ti vuoi
togliere di
lì?!»…«Se vuoi renderti utile
va a chiamare
una carica potente, vogliamo parlare col sovrano del nostro mondo,
chiunque esso sia!!»…«Non si capisce
più
niente, la politica è andata a farsi
benedire!»…«Tutti
impostori…vecchi
imbroglioni!!»
«Il
sovrano…del vostro mondo…» ripeteva il
ragazzo
attonito, mentre la pioggia ci metteva poco per travolgerlo…
…quando ai piedi della scaletta che dava sul cielo
«Ti
prego, AirWhamon!» supplicava Guardromon, mentre mille
goccioline
scendevano lungo il suo corpo meccanico, e su quello
dell’orca
dall’elica piumata e dal dolce sguardo «Sii
così
buona da darmi un passaggio, portami…lontano di qui! Lontano
il
più che puoi, io non sono degno di sedere al fianco del
nuovo
sovrano di Digiworld: sono un buono a nulla. Kazu starà
molto
meglio senza di me, me ne ritorno da mio padre. Ora avrà
interi
eserciti ai suoi piedi, non gli servo più, il mio ruolo
è
quello…
…di
vecchio giocattolo ormai rotto del passato. Il mio domatore
è
grande.»
(canzone: Alessandra
Amoroso - Difendimi per sempre)
«Vi prego!!» esclamò il ragazzo,
reggendosi il
cappello…per poi sfilarselo a ciancicarlo con la stretta
«Sono il sovrano, devo simulare un tono
autoritario…» incattivendo l’espressione
«…VI ORDINO…DI SCOSTARVI E SUBITO, HO
BISOGNO DI
USCIRE!!»
Ma il
vociare si aggravò. Così il suo panico e il suo
pallore
«Oh nooo, mio Dio cosa faccio?! Non ci capisco più
niente!!» gettando il cappello a terra «Io non sono
tagliato per queste cose! Jijimon, Babamon! Vi siete sbagliati! Alle
prove…ho vinto barando, in quella della saggezza ho fatto
leva
sulla tenerezza che ispira un piccolo MudFrigimon! E in quella del
coraggio è stata Diamon ad aiutarmi, non è merito
mio!!
Diamon…» chinando il capo tristemente
«…come
posso stare al tuo fianco se non so comandare? Potrei soltanto che
rovinare il regno tuo e di tuo padre, ma perché questa
follia,
perché scegliere me?! Io so qual è il mio posto!
Il mio
ruolo…è…quello…di svuotare
i cassonetti
dell’immondizia, in piena notte all’aperto, proprio
così! Bagnato fradicio! Come sono
adesso…»
Ma poi gli
venne in mente il suo Digimon «Comunque…ora la
cosa
più importante al di là del mio ruolo ancora da
decidersi…è ritrovare Guardromon, non lo lascio
solo
fuori nella pioggia! E’ il mio più caro amico, e
per
sempre lo rimarrà!»
…Guardromon partiva a bordo di AirWhamon…
Kazu si appellò «SCUSATEMI!!...»
…con la pioggia
a bagnargli i capelli «Per favore, io…!!!...
…vi parlo
così, con parole semplici, non sono un Digimon!!
Non…posso forse essere utile a tutte le vostre esigenze, ho
giocato solo con le vostre carte! Sono…
…un semplice essere umano, però!...
…ho un brutto
difetto, non mi piace crescere! E amo ancora i vecchi giocattoli come
se fosse ieri che ero bambino!»
Mentre anche Diamon si affacciava alla finestra
«Uhm!!...Kazuuu!...
…oh mio Dio, devo andare!» lanciandosi in
corsa…
«Per favore, vi prego!
Fatemi passare, ho bisogno di cercare il mio amico!! Guardromon,
è un Digimon come voi, io…!!...
…ho bisogno di
ritrovarlo!! Mi serve…per la mia crescita, non sono mica un
uomo!! Ho ancora tanti anni davanti, vi prego!» cadendo in
ginocchio «…siamo stati separati a lungo, e ora un
malinteso ci ha diviso, se non mi fate passare…»
rivolgendo loro occhi in cui le lacrime e le gocce di pioggia si
confondevano «…gli può accadere
qualcosa in una
notte così, pensateci!...
…non avete
anche voi…qualcuno a cui badare? Non è per un
amico, un
figlio, un anziano genitore?!...che state facendo tutto
questo?!»
…d’un tratto Guardromon «Uhm!
Kazu!» si volse
indietro, verso il castello sempre più lontano…
«No…!...no!» strinse i pugni
«Debbo resistere!
Crescere vuol dire anche…compiere dei sacrifici, e
allontanarsi
quando è necessario!»
«Vi…scongiuro…» si rialzava a
fatica Kazu
«Diamon…magari ci fossi tu ad aiutarmi.
Diamon…Diamon: devo pensare a cosa direbbe lei.
Lei…
…è
una principessa dei Digimon meravigliosa.
Direbbe…»
così mosse un passo verso quella folla in fermento
«Scusate, io…!...
…ecco…faccio sempre un disastro con le parole!
Però andiamo, almeno!...
…a-almeno…permettetemi di passare…u-un
minuto,
potete anche…scostarvi di poco,
ecco…c-così va
bene! Magari mi schiaccerò come una frittata per passare
però non importa, io sono sottile e…p-posso stare
qualche
secondo anche senza respirare!»
Ma Diamon venne fuori
dal cancello, si alzò il suo cappuccio di merletto e corse
per
raggiungerlo. Lui stava finendo di dire «V-Vi assicuro, anche
un
minuto solo va ben-» ma lei gli si accostò, con
tono
decisamente diverso «VOI---MARCHE!»
«Ehhh???» si
stupì un po’ lui, mentre lei strillava
«SCANSATEVI---IMMEDIATAMENTE, O VI FACCIO SCANSARE IO CON LE
CATTIVE!» sfoderando la sua catena splendente
«Diamon…»
Il vociare si
innalzò
«Anche tu sei schierata col Supremo?! Siete tutti uguali voi
regnanti!»…«MA CHE---CAVOLO
C’ENTRA ADESSO IL
SUPREMO?!!» strillava più che mai «MA
CHE NON LO
VEDETE, E’ IL SUO AMICO, E’ FUORI---NELLA PIOGGIA
CAVOLO…!!!» mentre la sua voce si rompeva nel
pianto, che
contraeva sensibilmente quei suoi lineamenti talvolta un po’
buffi e oltremodo sensibili alla commozione «Ma io penso che
vi
siete bevuti fino all’ultima goccia di cervello,
cioè,
roba da non credere, voi non siete Digimon, io mi rifiuto di
crederlo!!»
…zittendoli
tutti…mentre parlava con tono gemente, sotto gli occhi
colpiti
del ragazzo «I Digimon…sono sensibili
all’amicizia,
basta che sentono questa parola che…tac! Si attivano,
è
la nostra natura!!!...ERA a questo punto immagino, perché io
non
lo so più davvero cosa vi passa per la testa, chi volete
diventare?! Non vi basta ancora?! D’accordo, ho capitooo!!!...
…siamo nei
casini! Ci siamo---tutti e per motivi diversi ma almeno mettersi
d’accordo e provare a parlare, altrimenti per cosa ce li
abbiamo
i poteri?! Vogliamo diventare davvero talmente---odiosi tanto che
nessuno possa più sognarci, e credere in
noi?!»…«Diamon…ti prego, non
è il
caso!»…«Eh no eh Kazu, quando ci vuole
ci vuole!...
…d’accordo è vero! Lo ammetto, non
è
più come un tempo: per uomini, per Digimon, per---persino
per
Digignomi!!» di cui ne volò uno di sfuggita
«Ci sono
molti più problemi!!...però noi…per
questo
dobbiamo essere il doppio più luminosi! Ecco, proprio come
lui…» prendendosi quella creatura volante sul
dito, con
delicatezza «…altrimenti ogni favola sfuma, se
consumata…dall’amarezza, e dalla disillusione! Io
non
voglio eclissarmi! Io voglio…
…che
Digiworld---possa far sognare sempre gli umani con la sua magia! Per
tutta la vita!»
I Digimon
tacevano…e si scansavano, a poco a poco
«Ah!!» Kazu
spalancò gli occhi e corse tra di loro. Ma prima di
andarsene si
volse verso di lei «Tu mi hai aperto la strada! Non lo
dimenticherò mai…»
Diamon gli
soffiò un bacio. E lui sorrise «Grazie, amici
Digimon!»
«La
principessa ha ragione.» dicevano «Ed anche il suo
amico…forse dovremmo fidarci di quel ragazzo, che ne
dite?»
«Kazu…» lo vedeva allontanarsi lei.
E lui correva nella pioggia «GUARDROMOOON!» (fine-canzone)
L’addensamento
nuvoloso nel cielo terrestre emetteva saette anomale dal riflesso
aureo, e fra queste spiegava il suo volo MarineAngemon, quando la torre
apparve sul fondo «Presto, ci siamo!!»
esclamò
Kenta, e la Digimon «Quando saremo arrivati ci spiegherai
quegli
accenni che hai fatto, vero Calumon?...
…Calumon??»…«Dov’è
finito?»…«Pensavo lo avessi con te,
Kenta!»…«Io? No, mi è
sfuggito!
Calumooon!»…«Oh? Guarda lì,
amore
mio!!»…«Dove?!»
«…caaa…lùùù…»
era
un sussurro tra le saette, quello di Calumon che iniziò a
fluttuare come una piccola stella che si dirigeva verso i fuochi di
battaglia della torre di Tokyo «La luce mi
chiama…è
la luce del futuro, non posso resistere alla sua chiamata…
…caaa…lùùù…!»…«Aspettaci,
Calumon!»…«Acc! Fa prima lui, io non
posso volare
più veloce, devo fare attenzione a queste saette!»
spiegava con la sua voce nasale, aggiungendo «Ma lui sembra
non
preoccuparsene: aaahhhhhhhhh…beato lui che è
così
piccolo e non ha problemi di linea! Uhmuhm!»
Una magia, come un
alone, sembrava aver avvolto il bianco Digimon rapendo i suoi occhi un
po’ segnati…il simbolo sulla sua fronte si
illuminò
di rosso intenso, e la sua sagoma sfumò, piombando come una
stella cadente verso la torre…
Là dove
lo scontro infuriava: Guardianmon tagliò con la spada un
ennesimo attacco. Ma AutumnQueenmon e Taomon si affiancarono
«Non
desistiamo, comincia a stancarsi!» disse la prima
«Lo
vedo.» rispose l’altra.
Il nemico ringhiava di
rabbia «GRRR, NON CREDO! Soltanto una coppia di sciocche
presuntuose potrebbe pensare di battere il grande
GUARDIANMON!!»
«Ce la
fai?» chiese AutumnQueenmon «Finché
è
necessario.» rispose il digi-mago.
Sotto di loro, Jeri
aveva aiutato Beelzemon a rialzarsi, e si diresse anche da Imagomon
«Riesci a stare in
piedi…?»…«Sì…»
rispose la
volpe nera che si era rialzata da sola
«Posso…a-ancora
sostenere mia moglie!»
Jeri rivolse per
l’ennesima volta sguardo e speranze verso l’alto.
Lo stesso
Rika e Takato, che si affiancavano l’una all’altro
con i
Digivice in mano e gli sguardi incollati alle loro Digimon…
«Uno schema
congiunto allora: ti va?» chiese la regina di pioggia
«Molto volentieri.» alla volpe in tunica avorio.
«Uhmf!!» Guardianmon agitò nuovamente la
spada.
Wong prigioniero si
passava la mano sulla fronte «Che…che mi
succede…?»
Ma il suo carceriere
liberò il grido «ARRIVOOO!!!»
lanciandosi contro le
due.
Queste balzarono per separarsi.
Lui scelse di
dirigersi da Taomon e scatenò una serie di colpi di spada,
ma
costei fece uscire dalla sua tunica un immenso pennello che si
rivelò la sua solida arma di difesa.
«A-Ahhh!!»
Rika sembrava accusare i suoi colpi, ma Takato la afferrò da
dietro «Coraggio, Rika!»
AutumnQueenmon intanto sferrava «Fulmine regale!»
e lui «Ahh! Maledizione.» cambiò
bersaglio, e si diresse da lei: scettro e spada in lotta.
«Aaahhh!»
stavolta fu Takato a piegarsi e Rika a sostenerlo «Forza,
Takato…»
Lui, seppur
provato dallo sforzo, non lasciava il Digivice e rivolgeva occhi
stremati verso l’alto «Resisti
AutumnQueenmon…»
Intanto…«Uuuf!
Uuuf! Uuuuuuf!» Sandmon sfrecciava in una corsa per i
corridoi
del limbo, con l’armatura che gli intonava una sinfonia
«Devo sbrigarmi!»
Ma era inseguito: Growlmon
scendeva in quel momento le scale nascoste nell’armadio, per
ritrovarsi nella buia cameretta «Acc…maledizione
dov’è finito quel tipo? Debbo
ritrovarlo…
…non mi faccio
prendere in giro in questo stupido modo…»
soffiando fumo
vagamente fiammeggiante dalle narici…
«La Sfera regale
è la priorità!» si ripeteva
l’affannato
guerriero dal fiato sabbioso «Quando sarò sulla
terra…mi farò aiutare da Violetta e dai bambini!
Lei ci
ha promesso che saremmo diventati potenti una volta che ce ne fossimo
impadroniti: che ogni nostra ambizione si sarebbe realizzata! La
digievoluzione…il potere, la gloria su un mondo e
sull’altro! Tutto questo…e molto altro ci ha
promesso
Violetta! Uuuf, uuuf! E io intendo raggiungerlo, voglio essere il
più grande!...non mi faccio soffiare il titolo da un
presuntuoso
senza fissa dimora che si dà arie da Supremo! Oh?!»
Ma il pavimento gli si spaccò di fronte agli occhi
«PIROMETEORA!!!»
«NoooOOOoo! Mi ha seguito!!!»
Growlmon emerse dalla
voragine, nel fumo i suoi occhi lampeggiavano di rosso «Dove
credi di andare…? Pensavi di seminarmi,
eh…?!»
I colpi di Guardianmon
erano incessanti e inarrestabili, AutumnQueenmon faceva fatica a tenere
quel ritmo parandosi col suo scettro «Accidenti,
quant’è
veloce!»…«CHE COSA
CREDEVI?!»
Taomon unì le sue braccia «Ti aiuto io! Carte esplosive!»…«Non
questa volta! Radiazioni
energetiche!»
reagì il guerriero mascherato neutralizzando il colpo
«Non
mi farò mettere sotto da voi donne!!» e riprese a
bersagliare AutumnQueenmon con la spada.
Quando d’un tratto si
udì una voce «Ragazziiiiiiiii!!! Ci siamo anche
noi!!!»
«Che cosa?!» si volse di scatto il guerriero
mascherato.
Un paio di ali si
spalancarono dietro a un puntino rosa in cielo
«Ahaha!»
rise felice Takato «Quelli sono Kenta, e
MarineAngemon!»
Gli occhi verdi della
serpentona alata erano determinati come quelli del domatore che la
cavalcava «Guardianmon, è finita!!
Stavolta…non
potrai mettere a segno i tuoi
soprusi!»…«…maledetto
impiccione ridicolo con
gli occhiali…»
«Sei
pronta,
MarineAngemon?»…«Prontissima!»
Sicché prese il respiro. Ed eruttò «Amore oceanicooo!!!»…«A-Aaaahhh!!!»
Guardianmon dovette scansarsi di scatto per evitare quel getto
vorticoso di cuori. Che però restituì
l’iniziativa
a AutumnQueenmon «Ci sei? Diamo giù!» e
Taomon
«D’accordo!»
Le due scattarono «Fulmine
regale!»…«Carte esplosive!»
«Ahh!...Ahhh!!!» Guardianmon iniziò ad
agitarsi, e a
far fatica a tagliare gli insistenti attacchi.
«Guardate, si sta stancando!» indicò
Imagomon, e
l’espressione di Takato si aprì «Presto,
continuate
così!!»
Kenta
strillò dall’alto «Non preoccuparti
Takato!! Ci
pensiamo noi a stremarlo:
MarineAngemon?»…«Amore oceanico!!!»
«Aaaahhh!!!...
…maledetti, che possiate essere maledetti!!!...»
si
trovò schiacciato con le spalle alla torre. I tre Digimon si
frapposero davanti a lui «Arrenditi Guardianmon!»
gli
puntò lo scettro AutumnQueenmon «Non ti basta
ancora?» fece lo stesso Taomon col pennello «Hai
esaurito
tutte le tue risorse!» gli ricordò Kenta. Ma lui
si
mostrò testardo «No, non mi arrenderò
mai…!!...» tornando ad oscillare la spada.
«Ancora,
nonostante tutto, ti ostini ad insistere?! Ma che senso ha?!»
esclamò la regina di pioggia, e Guardianmon
«Finché
sarò vivo!!...finché avrò energia
dentro di me la
utilizzerò per tagliare a fette il vostro
legame!!»…«E’
inutile.» alzò le
braccia AutumnQueenmon spiegando «Non
c’è proprio
modo di farlo ragionare.»…«Mettiamolo a
tacere una
volta per sempre!!» esclamò Kenta. E i Digimon si
prepararono…
«Non
ancora…» assottigliò gli occhi il
guerriero…e rivolgendosi la spada contro, la
avvicinò
affinché la sua energia iniziasse a crepargli
l’armatura
«Vulcano…IRIDESCENTE!!»
Takato trasalì «Ahh!! State attente!!!»
Dalle crepe
sulla corazza una luce aurea introdusse il dirompere di un getto
energetico potentissimo «A-Ahhh!!!...TUTTI
GIU’!»
comandò Kenta con gli occhi abbagliati, e fece piegare
MarineAngemon. Questa anche a testa in giù sputò
«Amore
oceanico!!!»
AutumnQueenmon montò su uno dei cuori del flusso, e
nonostante
le scariche nemiche la travolgessero strinse i denti
«A-Ahhh!!
D-Devo farcela…!!...» slacciandosi
nell’estremo
sforzo la sciarpa «…FULMINE REGALEEE!!!»
…lasciandola penetrare l’intera scia di cuori ed
acquisire forza.
«Ah!! Come
può essere?!!» spalancò gli occhi il
guerriero
«Hanno resistito?! A-AAAHHH!!!» impegnando le mani
nell’immenso sforzo di parare il bolide a lui diretto, e
contenerne l’energia.
Restò
solo Taomon a pararsi di fronte a lui «E’ la forza
di
volontà: i nostri domatori non ci hanno abbandonato un
istante.» rivolgendo uno sguardo grato a Rika e agli altri,
per
poi puntarlo «La tua solitudine, e il tuo egoismo hanno
portato
solo al dispendio del tuo immenso
potenziale.»…«STA
ZITTA!!»…«Ma ora…»
preparando il
pennello «…non ti permetteremo più di
dettare legge
sulla nostra vita, e frapporti fra noi e il regolare scorrere del
futuro.»…«FINISCILA!
UN’IGNORANTE COME TE, UNA
DIGIMON IMBEVUTA DI BUONI SENTIMENTI NON POTRA’ MAI CAPIRE IL
VERO SIGNIFICATO DELL’OSCURITA’! Te lo
insegnerò
io…» perparandosi a respingere il bolide.
«Mi dispiace, ma
non te lo permetterò.» iniziando a tracciare una
scritta
in cielo col pennello.
Guardianmon
«…A-AAAAAAAAARGHHHHHH!!!»
concentrò tutte le
sue forze e alla fine neutralizzò il muscuglio di cuori e
fulmini.
Ma
l’attacco di Taomon era pronto, come una lettera, una
sentenza
accesa in cielo e pronta ad essere scagliata «Ideogramma rovente!!!»
«Come?!
NO…!! NON CI CREDO! Non può essere, è
un errore di
calcolo…!!!»
…e sotto lo sguardo acceso di tutti…
«GRWAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!»
«L’hanno sconfitto?! A-Ahhh…»
tentò di
sporgersi Wong, ma la stanchezza era troppo grande.
L’ideogramma incandescente di Taomon penetrò
quell’armatura crepata – e spinse il Digimon contro
la
torre di Tokyo: le scariche affluirono fino a travolgerlo completamente
«AAAAAAAAAAAARGHHHHH!!! AHHHHH!!! AHHHHRGHHH!!
AAAAAAAHHHHHHHH!!!»
…il
suo grido era disperato…i suoi occhi oltre la maschera
sopraffatti e sconvolti…
Quelli di
Kenta si spalancavano «Abbiamo sconfitto
Guardianmon…?
Finalmente ci siamo liberati di lui…?»
MarineAngemon
illustrò «E’ come un sogno…al
quale è
arduo credere…»
Rika si
appoggiò a Takato, con passo affaticato «Ce
l’hanno
fatta…ora è finita?»
Jeri non diceva nulla, come rapiti erano Beelzemon e Imagomon.
Takato fissava
in alto «…cosa ne sarà delle nostre
vite ora che
Guardianmon è sconfitto…? Che ha significato
tutto
questo…?»
«A-Ahhh…ahhh…» Guardianmon
piegò il
capo stremato, al termine delle scariche. La sua armatura fumava, ormai
irrimediabilmente compromessa.
Le
tre Digimon si guardarono in maniera eloquente, AutumnQueenmon
spalancava gli occhi oltre l’elmo “Ce
l’abbiamo
fattaaa…!!!” ancora incredula.
La
maschera di quel testardo nemico sembrava prossima a staccarglisi dal
viso...per cadere nel vuoto sotto di lui…
…quando…improvvisamente…la torre
iniziò a
dare segnali strani. Le scariche si fecero di nuovo vive, muovendosi in
maniera disarticolata.
«Oh? Che
succede? Scansiamoci!» invitò MarineAngemon ed
arretrarono
tutti e tre «Cosa sta accadendo alla torre?
Sembra…una
reazione energetica anomala.» si rivolse Taomon a
MarineAngemon
che rispose «Non lo so, ho paura che con quel casino di
prima:
hai presente, no?» la quale sembrava rivelarsi una vogliosa
elaboratrice di teorie «Adesso noi lo abbiamo fatto collidere
con
la torre, quello è un deposito di cariche non indifferente!
Vuoi
mettere? Con tutti i sistemi e cavetti vari affinché
funzioni e
stia illuminata!» al che AutumnQueenmon «Ihhh! Ohi
presto
dobbiamo liberare quel poveraccio lassù in
cima!»…«Giusto, è vero, il
signor
Wong!» replicò Taomon, e MarineAngemon
«Cavoli, hai
ragione!! Là c’è qualcuno!»
Kenta
confermò «E’ il padre di Henry! Presto,
MarineAngemon!» ma quando si avviarono in volo verso la cima
«Ahhhh!»…«Ooohhh!»…«Ahhh!!!»
dovettero bloccarsi e difendersi, un’onda di energia le
respinse
dalla torre.
«Cosa sta succedendo?!» chiese Jeri raggiungendo
tempestivamente i compagni «Non so, qualcosa di
strano!»
rispose Rika attentissima al fenomeno.
«Non riesco ad avvicinarmi---la spinta è troppo
forte!!» espresse sforzandosi AutumnQueenmon
«Neanch’io riesco a far nulla.»
replicò il
digi-mago col pennello «E adesso?» si chiese la
prima.
Quando mille luci iniziarono a lampeggiare lungo l’elevata ed
emblematica struttura: improvvisamente, l’illuminazione
tornò ad affluire dal basso…fino alla cima.
Wong era accasciato a terra, sembrava svenuto…
…e
non poté assistere a quello spettacolo che
concentrò una
scarica sulla vetta della torre, e da lì sembrò
irradiarsi lungo l’intera città riaccendendola
dopo quel
lungo tratto temporale di buio: secondo dopo secondo,
l’illuminazione si espandeva dalla torre di Tokyo in
larghezza. I
cavi elettrici cessavano di sfrigolare.
E le
nuvole oscure si diradavano, lasciando il palcoscenico libero alla
notte cittadina, nel suo affresco di mille finestre e grattacieli
illuminati.
Nelle vetrine e nelle case, computer e televisori riacquistarono la
loro funzione.
«Avete visto?!!» esclamò Jeri col fiato
mozzato e
ancora incredula. Rika illustrò «La luce
è tornata,
il collasso si è forse esaurito…?»
La maschera di Guardianmon era sempre più prossima a
cadere…
Di colpo vi fu di nuovo luce a casa di Rika «Ih!! Guarda,
mamma!» esclamò Rumiko «Quel ragazzo
deve aver
parlato col padrone.» espresse Seiko «Ma no,
mamma!! Ma
cosa dici?! Non è la soluzione a un nostro problema
amministrativo, questo è merito di Rika!»
«Credo di doverle dare ragione, signora Rumiko.»
disse
Yamaki che prontamente si apprestò a riaccendere il suo
portatile, mettendosi un auricolare…
…e visualizzando lo scenario presso la torre nel display.
Takato
avvertì «C’è una
chiamata!» e portando
il cellulare all’orecchio «Takato, mi senti?»…«Signor
Yamaki!»
Anche a casa del
ragazzo vi fu di nuovo luce «Ah! Takehiro svelto, accendi la
tv!» esclamò Mie
«Sì!» ed il marito non
tardò a farlo.
Improvvisamente, la Digimon distesa nel letto a casa Akimoto
destò i suoi occhietti vispi
«Oh?!---Suzie!»…«Ahh!»
questa si
portò le mani alla bocca in un sussulto di gioia
«Lopmon!!»
Terriermon, che
era lì assieme a Rea, esclamò «Lopmon,
stai
bene?!»…«Io? Sì, mi sento
improvvisamente
meglio.»…«Ahah!!!...non sai quanto sono
stata in
pensiero!!»…«Sììì,
ma non
stringere così forte, mi soffochi!»
«Ah, meno
male!...» sospirava di sgravio Terriermon, con occhi al
limite
della commozione, mentre Rea lo guardava col sorriso. Il Digimon
aggiunse «Per fortuna è andato tutto bene, i
ragazzi se la
sono saputa cavare…anche senza di noi! Devono aver sconfitto
Guardianmon, ora…di fronte alle nostre vite si
aprirà la
porta del futuro! Sono così felice, Rea, nel vedere che
Lopmon
sta meglio, lo sei anche
tu?»…«Io?...tantissimo, e
tanto più nel constatare che mi hai di nuovo dato del tu! E
non
mi hai chiamato
signora!»…«Oh!!...» Terriermon
si portò le mani alla bocca, arrossendo di colpo…
…ma
lentamente, quelle piccole zampette calarono, scoprendo un sorriso
«Ahahahah!»…e finalmente, anche lui e la
sua
domatrice poterono abbracciarsi «REAAA!!!» come si
abbracciavano Lopmon e Suzie: quest’ultima esclamò
«Facciamo la gara a chi stritola di più un
Digimooon!!!»
D’un
tratto anche gli occhi corvini di una draghetta si aprirono come fanali
«Oh!»
«Minidramon!» esclamò istintivamente
quella bionda
ragazza vestita di nero, i cui occhi si erano velati di commozione
prima di assemblare qualsiasi ragionamento…quasi da
stupirla…ed indurla a guardare il ragazzo che teneva la
draghetta tra le braccia, ma che aveva gli occhi incollati alla
finestra oltre la quale si estendeva di nuovo uno scenario cittadino
illuminato “…ce l’hai fatta anche senza
di me.
Brava, Rika…complimenti ragazzi!”
«Ce
l’hanno fatta!!» esclamò Mako di fronte
al risorgere
improvviso del pronto soccorso «Tutto è
sistemato?!»
si chiese il ragazzo.
Henry si
lasciava andare a un sorriso sollevato “…forse
adesso
è tempo di sistemare quello che ci riguarda molto da
vicino.”
«Reaaa!!!
Reaaa!!!» seguitava ad esclamare contento quel Digimon, e lei
era
commossa, seguitava ad abbracciarlo. Lui rivelò eccitato
«Ce l’ho fatta!! Finalmente ce l’ho
fatta!! Mi sono
liberato dalle mie insicurezze e dalla mia diffidenza: sono troppo
contento che siamo salvi e che ora in un modo o nell’altro
potremo andare avanti che…lo sento! Adesso niente
può
farmi dubitare, io voglio essere il tuo Digimon, Rea!! Voglio che tu
sia la mia domatrice!! Voglio…vivere infinite avventure
insieme
a te, voglio che tu sia il mio futuro!!!»
«Terriermon!!...» …versava
lacrime di gioia la
ragazza, non riusciva a credere a quelle parole…
«Oh!» sobbalzò Violetta in casa Wong, a
riaccendersi
della luce.
«Ahhh!!!...finalmente la luce è
tornata!!!» esultava
la signora Akimoto «Ah, che sollievo, speriamo che la
città sia salva!» replicava la signora Wong.
Ma la
donna col faccione di gatto tra le mani commentò fra
sé
«Che mi venga un colpo!...» precipitandosi fuori
dal
balcone.
«Vedi se quei ragazzi non hanno sconfitto Guardianmon! Ah,
questa
non debbo perdermela: devo assolutamente scoprire che
succeeeeeede!» …tastando e manipolando quella
lampada fino
a trasformarla in un binocolo. Ed orientarlo verso la torre di Tokyo.
«E’
tutto a posto?» chiedeva Yamaki al
telefono…
…mentre
per Taomon fu il momento di avanzare verso suo marito. Ma accanto a
questi c’era anche Beelzemon…
«La luce
è tornata, il collasso sembra essere risolto!»
replicava
Takato, aggiungendo «Guardianmon…»
La maschera scivolò…
…ma
il guerriero rivelò inaspettatamente la forza di
raccoglierla
con la mano. Ed esclamare rabbioso «NO!!»
«Ahhh!!!» lasciando tutti sconcertati…
«Ha ancora
energie!!» esclamò Violetta alquanto stupita.
«Cosa sta
succedendo? Non è ancora finita? Rispondi!»
chiedeva Yamaki.
Ma lentamente Guardianmon stava alzando il suo volto smascherato.
Quando lo fece, Takato
«Ihmm!!!» sussultò per qualche secondo.
«Takato!!»
«Signor…Yamaki…?»
boccheggiò il
ragazzo. Poiché gli sembrò di scorgere
un’inesplicabile somiglianza fra l’uomo con cui
parlava al
telefono ed il Digimon che si stava risvegliando. Ma
quest’ultimo
non tardò a spingersi di nuovo la maschera sul volto
«Bene, avete compiuto l’ultimo atto della vostra
eroica
storia, ritardato di dieci anni…
…è valsa la pena di attendere tutto questo tempo
per
assistere allo spettacolo che fra poco si imbastirà!
Ahahahahah!»
A Takato
quasi scivolava il cellulare di mano. Ma riuscì a
sorreggerlo
all’ultimo momento. Mentre Taomon si volgeva «Non
è
ancora sconfitto!!»
E Rika si
accostava al compagno «C’è un problema:
le Digimon
non riescono a trarre in salvo Wong, c’è una
specie di
barriera che avvolge la torre.»…«Signor
Yamaki!!...abbiamo un problema, il signor Wong è
prigioniero!»
«Come?! Wong
è prigioniero?!» sussultò il biondo
uomo.
AutumnQueenmon era
attonita «Non me lo spiego! Come fa ad essere ancora in vita
dopo
che lo abbiamo colpito e stracolpito cento
volte!»…«Non lo
so…» replicava non meno
desolata MarineAngemon, mentre Kenta si teneva saldamente aggrappato a
lei «Evidentemente è un osso più duro
di quanto
possa sembrare…»
«Uhmuhmuhm, e così credevate di aver chiuso la
partita…
…mi spiace per voi, ho tenuto in serbo quest’asso
nella
manica perché prevedevo che sarebbe stata
dura.»…«Rassegnati, non puoi
più far
niente!!» insisteva AutumnQueenmon «Abbiamo
dimostrato
ampiamente di essere superiori a te, non ce la fai a tenere testa a ben
due digievoluzioni Matrix,
Guardianmon!»…«Tu che
parli tanto, principessa…
…sai cosa viene dopo il livello evoluto, che conferisce la
digievoluzione Matrix…?»
«Oh
beh…!» replicò spiazzata AutumnQueemon,
grattandosi
la testa «Il livello mega!»
«Brava…»
Sotto di loro,
Beelzemon esclamava «Come facciamo?! Siamo tutti esausti,
AutumnQueenmon e le altre non possono combattere ancora!»
Guardianmon
illustrava «Dopo la digievoluzione Matrix la crescita di un
Digimon non si arresta…c’è ancora un
altro
gradino…al quale si ha accesso…mediante la
BIODIGIEVOLUZIONE…»
«Cosa?!» trasalì la regina della pioggia.
«La
biodigievoluzione?!» aggrottò il volto Rika, e
Takato
corse avanti «Ahhh, è impossibile!!...la
biodigievoluzione
nasce dall’unione fra un Digimon e il suo domatore, tu non
hai
speranze di attuarla!! Sei solo Guardianmon, ti manca un domatore umano
con cui raggiungere il livello mega!»…«E
chi te
l’ha detto…?» Guardianmon
girò lentamente la
testa verso l’alto…
E Takato sussultò, vedendo che stava fissando Wong.
Quest’ultimo, non del tutto privo di coscienza,
spalancò i
suoi occhi dal terrore.
«Questo
signore ha visto lottare i suoi figli, il maggiore si è
trasformato in un Digimon, dieci anni fa: ora lui ci offrirà
gentilmente la sua natura, affinché io possa onorarlo
facendogli
provare l’ebrezza che i suoi ragazzi hanno provato prima di
lui!»
Rika
spalancò gli occhi «Vuole biodigievolvere
utilizzando il
signor Wong?!!» ma Takato continuava a insistere
«E’
una follia!!!...il potere della biodigievoluzione nasce dalla sintonia,
da un accordo sincero!»…«E chi
l’ha
detto?» Guardianmon gli rivolse la coda dell’occhio
«I Digimon da cosa sono composti se non da dati? Vi sono
tante
altre pulsioni dell’animo adatte ad essere scomposte e
tramutate
in dati: ad esempio vi è la paura…il rimpianto,
il
rimoso…» mentre fluttuava fino a pararsi di fronte
all’attonito e prostrato Wong
«…c’è il
conflitto fra speranza e disillusione: c’è un
intera barca
di materiale! Io ho fatto in modo di assorbirlo…mediante
questa
catena.»
«Ahhh!» i ragazzi sussultarono. E lo stesso i
Digimon.
«Che
cosa vuoi fare…?» chiese Wong
«Silenzio!!...
…ho
trascorso questa lunga battaglia ad accumulare potere. Tu,
ragazzo!!» puntando il dito contro Takato
«Ahh!!...»…«Tu provi un
sentimento
inesplicabile verso quest’uomo, ti fa rabbia e pena allo
stesso
tempo, vorresti salvarlo: ma lo ritieni in parte responsabile quanto me
per averti reso infelice, allontanandoti dal tuo amico dieci anni fa.
Vorresti fargli pagare tutto il male che ti ha
fatto!!»…«Ah!» parole che
penetravano i
sentimenti di Takato…
«E tu, al contempo!!» rivolgendosi a Wong
«…muori dal rimorso e vorresti cancellare il
passato, hai
mille parole nel cuore che ti rimbalzano da dieci anni a questa parte:
vorresti far capire a QUEL RAGAZZO LI’ che non
c’entri
niente! Ma sei che non ti crederebbe e questo ti fa male…
…BENE!» spalancò le sue braccia
«Finalmente
vi do l’occasione che tanto desiderate!! Takato!!
E’ questo
il tuo nome, no…?»
«Oh…?»
«Ti concedo
l’onore…di combattere UNA VOLTA PER TUTTE contro
l’uomo che ha annullato con un solo pulsante tutti i tuoi
sogni,
esattamente come fossero…dati informatici!»
«Ah!»
“Ma io non voglio combattere contro il padre di
Henry…!!...
…anche
se…” …ricordando di
quel Digimon
piccolo e rosso che volava via dalle sue mani
“…anche se
grazie alla sua decisione io non ho più Guilmon nella mia
vita…
…!! Io
l’ho perdonato!! Il mio passato è stato quel che
è
stato, ora conta il futuro!! Non voglio scagliarmi contro di lui,
è il…
…padre di due
miei amici cari: Henry…e Suzie. Io desidero che crescano al
suo
fianco!”
Ma Guardianmon
insisteva «DILLOOO! Dillo che lo odi da allora e vorresti
solo
subissarlo a colpi d’arma digitale!»
«NON E’ VERO!!»
«Lui ti ha portato via il tuo sogno!!...ed ora…
…non
riuscirai a controllare la tua rabbia quando sarà fuso con
me,
ahahahahah!»
Una morsa
stringeva l’animo di Takato…mentre la mano di
Guardianmon
trascinava «A-Ahhh!» Janyu Wong vicino a
sé…
Violetta
abbassò il binocolo «Rimpiazzare la sintonia col
domatore
mutando in dati paura e collera!» schioccando le dita
«Questo sì che è un tiro curioso! Fammi
un
po’ sbirciare meglio?» tornando a monitorare la
situazione.
AutumnQueenmon raggiunse Takato «Non ce la faccio a
raggiungerli,
hanno alzato una barriera attorno a loro!!»
«…c’è da trovare una
soluzione!»
replicò il ragazzo, muovendo stanchi passi avanti verso quel
nemico che planava lentamente, pronto ad attuare un piano perverso.
Gli occhi del ragazzo erano arrossati e stanchi…
…mentre
anche quelli di Yamaki erano attoniti «…! Dobbiamo
assolutamente trovare un modo per annullare il processo!!»
Seiko e Rumiko
dietro di lui si stringevano fra loro…mentre lo udivano
elaborare «L’unico modo per rimuovere la barriera
che hanno
innalzato è agire per via informatica! Dobbiamo ricorrere a
un
piano simile a quello che abbiamo adottato per il D-Reaper!»
“Guilmon,
ti prego!” supplicava Takato dentro di
sé, di fronte
alla risata «Ahahahah!» trionfante di Guardianmon
incorniciato dalla torre illuminata.
“Aiutami ad affrontare il mio passato!!”
N’Emo in
quel momento sedeva sul retro dell’aeroplano di peluche
guidato
da PinkMonzaemon, stava sorvolando la città che faceva
volare i
suoi capelli così come l’abito nero di LadyMeramon
«Prima era tutto buio poi improvvisamente le luci si sono
accese
al completo!» esclamò il ragazzino che a stento
cercava di
trattenersi la folta capigliatura, reggendo la sfera luminosa con
l’altra mano «Questi fenomeni saranno in qualche
modo
connessi alla scomparsa di Purplemon? Devo trovarla…al
più presto, mi serve una traccia!! Oh?!»
Notò dei
bagliori anomali attorno alla torre di Tokyo «Là
stanno
combattendo!!» indicò “E se fosse
Takato…?” «Mie
Digimon…»
assottigliò il suo sguardo, e fece un gesto secco
«Forza
andiamo! Quella è la nostra destinazione di per
certo!»
Sandmon sfoderò
di nuovo la spada nel corridoio del limbo «Ihmfff! Guarda
testa
dura che non è aria! Tu nemmeno mi conosci! Non---misuri
neanche
lontanamente col tuo cervello da ritardato ripulito il potenziale della
mia famiglia!»…«Non so chi siano i tuoi
parenti…né mi interessa…»
sibilò
l’imponente drago dal passo pesante, emergendo dal fumo,
sempre
avvolto nel nero manto che non era troppo stretto per la sua
evoluzione: era anzi troppo ampio per Guilmon…
«O per lo
meno…non è un dettaglio da cui mi faccio
spaventare ma a
pensarci bene in effetti avrei curiosità di sapere cosa sono
tutte queste farneticazioni sulla “nuova specie di
Digimon”…»…«Grrr…»…«Cosa
complottate tu e quell’ambigua Digimon vestita di viola che
appare e scompare?!?!»…«Non sono affari
che ti
riguardano: sveli la tua vera natuuura, sei solo un infiltrato!! Tu in
realtà vuoi ingannarci, vuoi la torta tutta per te, non ti
accontenti della tua fetta!!!»…«Io
finora non ho
ricevuto nessuna fetta. Ma non sono tipo che si fa prendere in giro
come uno stupido, è vero…»
…passeggiando,
e facendo danzare la sua ombra lungo le pareti. Sandmon si sentiva
accerchiato…
«…un tempo sono
stato ingenuo, ma ora ho imparato a guardarmi da chi mi vuole fregare.
Sono cambiato…» dichiarava con il suo sorriso
subdolo e
beffardo «…gli anni sono trascorsi: la vita
è a
volte più efficace ancora di un Digivice per
fare…EVOLVERE un’esistenza…ti sei mai
interrogato
su simili questioni, stimatissimo
Sandmon…?»…«Mmm…io
so solo che
sono…bello! Grande, potente, ho un cervello
sensazionale!»
Growlmon si tratteneva a stento dal ridere…
«Io vivo e
lotto…per essere…quello che tutti i Digimon
desiderano di
essere, e anche gli uomini! Perché
no?!»…«Ohhh! Questa è
interessante…!
Uomini…?»…«Mmm…non
ci trovo niente da
ridere…» mormorava il guerriero di sabbia, mentre
l’altro lo provocava «Pensi di poter sfilare libero
sulla
terra facendo credere che indossi una maschera di carnevale?! Pensi di
poterti…presentare a un colloquio di lavoro, o fare un
servizio
fotografico con l’aspetto che ti
ritrovi?»…«Grrr---è
da---presuntuosi parlare
quando non si sanno molte cose! Io posso avere un lato umano che
tu…ignori! Mio caro signor
drago…»…«Uhm? Un lato
umano…?»
si girò pesantemente Growlmon. Sandmon intrise di disprezzo
il
suo tono «Non ti balena neanche per l’anticamera
del
cervello quale sia il potenziale di un Digimon del mio calibro, puff,
mi fai pena! Quelli come te sono destinati a restare sempre allo stesso
posto, confinati in un buio angolo digitale dove regnano fantasmi:
mentre invece…a noi spetta la vita…»
Growlmon
assottigliò lo sguardo, per poterlo ascoltare con
più
attenzione…
…mentre
declamava in un sussurro enfatico
«…l’acquisizione
di ogni impulso, il raggiungimento di ogni traguardo, cose che non
potrà mai capire uno come te: un drago passato di moda. Non
avrai mai lato umano e sfaccettature, eri buono solo per intrattenere
la generazione passata! Il bestione scemotto di un ragazzino
ritardato!!»…«Senti…!!...»
ringhiò affannato Growlmon «Il tuo disprezzo mi
scivola
addosso ma lascia stare
chi---!!»…«E’ stato il
tuo domatore?! Sarà stata la copia esatta di
N’Emo, un
topo di fogna in carne umana, la categoria perfetta di vivente da
coniugarsi a uno come
te!!»…«BASTARDO!!»
Growlmon gli mise una zampa sulla testa. Ma Sandmon scagliò
a
tradimento la sua spada e…
«AAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!...
…AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAWWRHHHHHHHHHHH!!!»
(canzone: Simple
Plan - Untitled)
«E ben ti sta…»
«IL MIO OCCHIO!!!...Il…
…mio…!!...occhio…» gemette
Growlmon, mentre
si dimenava. E gocce di sangue macchiavano il corridoio del limbo.
La spada di Sandmon, che incrociava le braccia soddisfatto, era
conficcata là dove vi era il destro di quei due occhi
gialli. E
ora al suo posto, solo dati che sfumavano.
“Il mio occhio…”
«Così impari a
metterti contro di noi, ti avevo avvertito: siamo Digimon
superiori!»
“Un occhio di quelli…che aveva disegnato
Takato…”
«Siamo la nuova leva! Per voi ormai non
c’è
più posto…»
“Un occhio
di quelli…con cui avevo guardato il suo
sorriso…”
Per epilogare in
un «RWAAAAAAAAAAAAAAAAAGHHHHHHHHHHHHHH!!!» che
infranse i
vetri delle finestre, per quanto era fondo e disperatissimo
«Peggio per te, te la sei voluta! Ora resta a rimpiangere il
tuo
occhio svanito assieme al tuo passato, mentre io recupererò
la
Sfera regale!!»
«AAAAAAAAARGH!!
TORNA QUI MALEDETTOOOOOOOOO!!!» e provò a
inseguirlo, ma
tanto i suoi movimenti erano incontrollati che sbatté contro
la
parete.
Sandmon
raggiunse l’entrata luminosa «Uhmuhmuhm!»
e quando la
varcò la sua sagoma ombrosa infilò una
giaccia…
…e riemergendo dall’altro lato era di nuovo Taisho
Yusaki,
dal sorrisetto beffardo.
«UUURGHHHH, NOOOOOOOOO!!!» Growlmon
provò a
rincorrerlo come poteva, lasciando una scia di gocce di sangue lungo il
pavimento.
«A-Ahhhh!!!» N’Emo di colpo si
piegò con la
mano al viso. LadyMeramon gli chiese debolmente «Che
cos’hai…?»…«…l’occhio…!!...»
rispose il ragazzino con un filo di voce…
…ma
il grido più forte fu quello
«AAAAAAHHH!!!»
improvviso e lacerante di Takato.
«TAKATO!!» gridò Rika giungendo a
sostenerlo. E lo
stesso fece Jeri «Takato!! Che ti succede?!»
…aggrappandosi a lui, scuotendolo e fissandolo con profonda
pena
«Che
cos’hai…?...rispondi!!»…«…l-l’occhio!!...»
che si copriva «Il mio occhio…»
pronunciò
sofferente…
…tenendovi la mano e non potendo scorgere
l’espressione
preoccupata della ragazza, poiché con l’altro
occhio
fissò in alto…
…mentre anche AutumnQueenmon si era voltata «Oh
mio Dio…
…Takato!! Che
ti prende?!»…«Uhmuhmuhmuhm!»
ma fu la risata
di Guardianmon che la fece sussultare…
…e le fece comprendere di doversi, lentamente, girare.
«Per
favore!...» supplicava Wong «Per l’ultima
volta, non
attuare questa follia! Abbiamo tutti sofferto
abbastanza…»…«”Abbastanza”…non
sarà mai per me!! Io ho sofferto più di chiunque
altro ed
ho diritto a cancellare ogni causa di nuovo dolore, anche sfruttando le
sofferenze degli altri! Che si
proceda!!»…«Ah,
nooo!!!»
Guardianmon
sollevò Janyu Wong…sotto lo sguardo del solo
occhio
scoperto di Takato, che controluce rispetto alla torre e alla
città, li vide illuminarsi e fondersi «BIODIGIEVOLUZIONE!!!»
«Ahh!!» anche Kenta trasalì.
Imagomon e Beelzemon. Jeri e Rika. Taomon.
MarineAngemon «Ohhh…» i cui occhi verdi
erano impauriti…
«GUARDIANMON
DIGIEVOLVEEE...»
…la spada
roteò…così rapida e
vorticosa…da divenire
immensa. E fondersi col corpo della nuova creatura.
Fu quando
questa comparve…che Takato lentamente lasciò
cadere la
mano da quell’occhio che forse aveva smesso di
dolergli…ma
dal quale versò una lacrima che sembrava di appenata
compassione, come se domandasse il perché di tanta
sofferenza…
…la risposta fu «…MERCYMON!!!»
Planò lentamente, era una creatura dall’aspetto di
animale
mitologico, dal corpo iridescente e i passi scalpitanti
nell’aria, simili a quelli di un cavallo. Ma nel muso aveva
qualcosa di uccelliforme, eppure il suo sibilo stridente era coperto da
un rumore più forte e penetrante: quello
dell’elica sul
suo capo. Come quella di un elicottero, dalla pala tagliente: la sua
spada si era piantata lì e ora minacciava di disgregare ogni
petalo della primavera con la sua rotazione mortale.
«SONO FINALMENTE A LIVELLO MEGA! VOI TUTTI NON AVETE
SPERANZA!»
«E’ riuscito…a
biodigievolvere…?»
chiedeva timoroso Kenta.
«Là dentro…c’è il
signor Wong?»
era la domanda di Rika.
Ma di quell’uomo non vi era più traccia.
Takato fissava
quell’essere con tristezza, e chiedeva
«…PERCHE’?!!»
«E
così…» luccicavano di stupore e
incertezza gli
occhi azzurri di AutumnQueenmon «…è
questa…la biodigievoluzione…»
Lo stesso
Imagomon «…finalmente riesco a
vederla…quanto ne ho
sentito parlare, ma questa è solo…una
distorsione!»
«E ora
come facciamo?!» era il pensiero di Beelzemon
«Nessuno di
noi è in grado di biodigievolvere!» ma Taomon
accanto a
lui «Non importa, non possiamo abbandonare la difesa dei
nostri
amici! Non dobbiamo lasciare nulla di
intentato!»…«Aspetta Taomon!»
«Mercymon…» esaminava Rika con il
Digivice «Digimon
animale sacro di livello mega, anche detto…”il
Digimon della pietà”, oh?»
definizione che la stupì.
«POVERI ILLUSI,
NON VI E’ LIVELLO SUPERIORE RISPETTO AL MIO! VI
ELIMINERO’
UNO AD UNO!»
«Ahh!! Prima dovrai mettere in pratica le tue parole!! Ideogramma rovente!!»
«ROTAZIONE
ESPLOSIVA!»
Mercymon materializzò l’ologramma di un globo
planetario.
Beelzemon
balzò «Attenta Taomon!!» ed anche
Imagomon
«LEVATI DA LI’!!»
Il colpo di Taomon fu assorbito «Pallottole smaterializzanti!»…«Pioggia di zirconi!»
ebbero la stessa sorte.
L’elica
brillò fino a tagliuzzare il globo in mille dardi energetici
che
piombarono sui tre Digimon
«AHH!»…«AAHH!!!»…«AAAAAAAAAAAARGHHHH!!!»
Piombarono a
terra, uno ad uno. «TAOMON!» gridò Rika
«Beelzemon!!» fece Jeri.
«Devo
fermarlo…!!» strinse i denti AutumnQueenmon e
balzò
dinanzi a lui, incurante del richiamo di Takato «Fermati
AutumnQueenmon, ti annienterà!!» ma lei non si
girava
«DEBBO ASSOLUTAMENTE FERMARLOOO!!» sfoderando il
suo
scettro «Vortice…rovente!!»
«RIVOLUZIONE
SIDERALE!»
e nacque un nuovo globo. Stavolta questo roteò attorno alla
creatura facendo sì che la spada lacerasse circolarmente la
sua
metà. Dallo spacco provenne una luce gelida.
Il vortice
di foglie lo raggiunse ma a contatto col suo bagliore si
congelò: divenne un cumulo di foglie di ghiaccio che
piombarono
sulla regina della pioggia travolgendola completamente
«AAAAAHHHHH!!!»
Takato si
accasciò su di lei, incredulo di vederla coperta di
ghiaccio…per poi alzare gli occhi verso
quell’essere che
trionfava sulla notte cittadina ora luminosa.
«MI DISPIACE PER VOI, MA LA LEGGENDA TERMINA QUI!» (fine-canzone)
«COME POTETE VEDERE LA BIODIGIEVOLUZIONE E’
RIUSCITA ANCHE
SENZA I VOSTRI STUCCHEVOLI SENTIMENTI! ORA NON RESTA CHE COMPLETARE
L’OPERA GIA’ UNA VOLTA ATTUATA DALL’UOMO
CHE SI
NASCONDE DENTRO DI ME: PRENDERMI I VOSTRI DIGIMON!...
…ma questa volta non li riporterò al loro
mondo…
…SARANNO ACQUISITI SENZA PIETA’!!»
«No!!!»
gridò Rika «Non voglio!!!» spaventata
per la sorte
di Taomon a terra, bagnandole la tunica con le lacrime
«A-Ahhh…Rika…»
Takato prendeva
istintivamente il guanto dorato di AutumnQueenmon
«…Takato
mi dispiace…non ce l’ho fatta contro di
lui!»
…egli non diceva nulla, ma aveva lo sguardo così
ingenuamente spiazzato…
Quella che lo
indurì oltremodo fu MarineAngemon «Non---!!!
Meriti alcun
perdono, non ha conosciuto fondo la tua
malvagità---!!» e
stava per emettere un getto, ma Kenta la trattenne «No!
Aspetta,
MarineAngemon!!»…«Ma
Kenta!»…«Non
l’hai sentito, ha detto che vuole eliminarci tutti!! Non
siamo
abbastanza potenti per confrontarci con lui, se lo attacchi ci
annienterà!!»…«E allora?!!...
…questo
vuol dire che come sempre noi due dobbiamo ad assistere impotenti senza
poter aiutare i nostri
amici?!»…«Purtroppo…»
stringeva i denti
con pena il ragazzo occhialuto «…temo di
sì!!»
«AHAHAHAHAH, PER VOI DUE MI DIVERTO
PARTICOLARMENTE!»
«Ah!!» si
spalancò di terrore lo sguardo del ragazzo e della Digimon.
«VI SENTIVATE
TANTO FORTI PER ESSERVI RIBELLATI…VI SIETE FATTI BELLI
APPROFITTANDO DEI VOSTRI AMICI! MA UNA VOLTA SOLI QUANTO CREDETE DI
RESISTERE…? HAI RAGIONE TU…SCIOCCA E PUERILE
YUKI,
E’ IL PASSATO CHE RITORNA IMPLACABILE, COME UNA SENTENZA! VI
HA
ASSEGNATO UN RUOLO, E QUESTO SARA’ PER SEMPRE!»
«Ti sbagli! Non sarà per sempre!»
«COSA?! CHI HA PARLATO?!»
«Ohhh…» fece MarineAngemon
«Ma…questa
voce…?!» boccheggiò Kenta.
Gli occhi dei
domatori furono rapiti: nascosto nella parte ombrosa della torre si
intravedeva qualcuno, assomigliava ad un guerriero.
Sembrava
indossare un armatura bianca bordata di viola. E avere una linea
elegante e slanciata.
«CHI
SEI…?» ringhiò il Digimon
dall’elica
rimbombante «TI AVVERTO, HO APPENA RAGGIUNTO UN LIVELLO
INARRIVABILE, SE SEI UN DIGIMON ACCORSO IN LORO AIUTO SEI ANCHE TU
INCLUSO NELLA LISTA DI COLORO CHE
ELIMINERO’…»
«Veramente…» parlava con voce velata
quella creatura
«…sono io che sono venuto a comunicare a te
qualcosa! Sono
qui per dirti che i tuoi calcoli sono sbagliati!!»
Gli occhi
perfidi della creatura iridescente si assottigliarono quando videro
quella mano avvolta dal candido guanto bordato di pelo puntargli il
dito contro. Sembrava non temerlo affatto.
«…chi
è quello…?» accennava
Takato…e Rika
«Se è un Digimon…non mi sembra di
conoscerlo…»
Jeri lo fissava, era stranamente assorta…
Il volto della
creatura era in parte nascosto nell’ombra…ma
sembrava
verde il colore dei suoi occhi…ed il suo elmo constare di
due
prolungamenti dallo slancio prima crescente e poi decrescente, lunghi
ed eleganti. Con il suo coraggio sembrava aver bloccato la
notte…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 22 *** Il rapimento di Henry ***
22°puntata DT2
Uno squillo di cellulare «Ih!!» sul balcone di casa
Wong «Violetta!
Sono io, tuo marito!»…«Mmm!!!---ptsss:
sei pazzo a chiamarmi
così?!»…«Perchééé?!
Che ti prende adesso, con chi sei?»…«Sono
in servizio! Qui a casa Wong mi hanno appe-»
…volgendosi e
agitando la testa per constatare se qualcuno la sentiva «Mi
hanno
appena assunta come baby-sitter, considera che ho il bambino qui, a
pochi centimetri da me, che dorme come un
angioletto!»…«Ohhh, affezionandoti al
marmocchio di quell’Henry stai dimenticando i nostri adorati
pargolettiii, Ufomon e Gravemon!»…«Grrr---piuttosto…!
Tu che rimproveri me, posso sapere invece a che punto sei?!
Q-Quando---quel dannato matrimonio a Digiworld, vi siete già
sposati?!»…«Macché…»…«Ihhh---ma!!!...???...!!»
(girandosi varie volte a controllare) «Ma come
“macché”, Sandmooon! Stiamo col fiato
della
situazione sul collo! Qui, sulla terra, sta succedendo il finimondo,
neanche te lo sto a descrivere!!» gettando una nuova occhiata
verso la torre «E-E a Digiworld le cose non andranno meglio
se
voi, tu e…e…il ragazzino, e anche
quell’altro,
quell’altro là non vi sbrigate a sistemare le
cose!»…«Purtroppo ci sono problemi,
capo…»…«Eh!...
…lo so che ci sono problemi: io sono qui nel cuore della
notte,
con un Digimon al telefono che formalmente almeno sulla terra
è
MIO MARI-TO! EH? E tu mi dici che ci sono problemi, quando da un
momento all’altro potrebbero scoprirmi e---!!!»
controllo
fulmineo e poi «---Sandmon, il matrimonio!!! Possibile che
sia
così difficile, la descrivono come un carattere di gelatina
squagliata!!!»…«Non si tratta di questo, i
problemi sono interni, moglie mia!!»
Violetta spalancò lo sguardo «…abbiamo
alcuni…ehm come dire divergenze intestine su come procedere.»…«Hai
mangiato troppo?!»…«Non---parlo
di me e del mio digerente, mi riferisco al corso dei rapporti fra
colleghi: ci siamo messi in società con gente non
raccomandabile, io l’avevo sempre detto e ora ci hanno
traditi!»…«Sandmon!...
…ptsss-io---» non sapendo più come
arrangiarsi per
parlare piano «Io ti prego di parlare chiaro e di farmi
capire,
mi stai facendo spaventare e non immagini in che situazione mi
troviiii!!!»…«Violetta! Ci hanno fregato la
sfera!»…«IHM!!!»
«Signora Yusaki!» sbucò da dietro la
signora Wong
«EH!» sobbalzò l’altra, col
sorrisone
cristallizzato «Ma non stia qui, vada pure a casa sua,
abbiamo
già approfittato troppo e ora che la luce è
tornata…!»…«EH, EHEHEHEHEH no
è che sa
com’è ecco no vede è che io ero proprio
al
telefono, con mio marito, che mi stava appunto dicendo che mi passava a
prendere perché sa io abito un po’ lontano e
adesso,
sinceramente, con quello che è successo,
è…ehehehe
come dire un po’ pericoloooso!» in un tripudio
festante di
espressioni ilari tirate quanto più possibile «Oh!
Ma ha
perfettamente ragione!»…«Non
è che mi voglio
piazzare in casa sua, così,
impunemente!»…«No, ma si figuri! Se non
si fosse
“piazzata” come dice lei il piccolo Benji sarebbe
rimasto
solo: aspetti pure suo marito tutto il tempo che vuole, la
città
sarà sconvolta dal traffico: anzi desidera che le offra
qualcosa? Anche a
quest’ora…»…«Eh?
No,
no, grazie lei è proprio carina signora ma io sono a
dieta!»…«Sicura?»…«Uhm!...sììì!»
in un fischietto vispo, sicché «Come vuole:
continui pure
la sua chiamata, scusi se l’ho
interrotta.»…«Graaa…
…ZIEEE (!) hai visto?!?!...questa dimostrazione vale di
più di mille parole!»…«Violetta…»…«CHI
E’ STATO, INSOMMA---A FARE UNA COSA
SIMILE?!»…«Il ragazzino, l’ha
presa con sé!»…«Eh?!»
la donna restò senza fiato «…lo so è
agghiacciante, non c’è bisogno che me lo dici.»…«Ma-Ma
adesso…?» gemette lei «Lo
sto già cercando, quel vandalo se n’è
scappato
sulla terra ma appena lo becco gli faccio il sedere a strisce.»…«Sandmon!
A-A noi ci serve la sfera proprio nel senso che ci serve
assolutamente-non possiamo farne a meno-sai questo quello che vuole
direee???»…«…perfettamente:
eseguo subito.»…«Ma
sbrigatiii! E poi richiamami insomma non mi lasciare senza informazioni
che io poi mi arrovello e mi agito!»…«Assicurato!»…«Sandmon!»
insistette lei con tono supplichevole «Ricordati della posta
in
gioco!...ti ricordi della casa al mare, il posto prestigioso,
l’auto ultimo modello e il trono a Digiworld come fiore
all’occhiellooo???»…«Come potrei dimenticarmelo.»…«Ecco,
e tutte queste cose…!...ce le sognam-TE LE SOGNI se la Sfera
regale sparisce per cui---!!!»
Ma Sandmon, o
meglio Taisho, richiuse il cellulare «Tranquilla mia dolce
metà: non mi lascio soffiare il futuro che ho intravisto
sbrilluccicare.»
«Ahhh,
adesso ci mancava anche questa, possibile che capitino tutte a me???
Fammi attivare, vai! Meglio che mi sbrighi a chiamare i bambini!
Staranno già dormendo a quest’ora?» si
chiese
Violetta, portandosi il cellulare all’orecchio…
«Mya,
Myyya, corri, ho fatto una scoperta! Lo sai che se a Umi le sollevi le
palpebre quando dorme le roteano tutti gli
occhi?»…«…
…bella scoperta!! A tutti ci roteano gli occhi mentre
dormiamo!»…«Anche a noi Digimon della
nuova
specie?» piegò il capo quel bambino dai lineamenti
gentili
«Certo!» replicò la sorellina dai lunghi
capelli
castani «Solo che noi abbiamo l’intelligenza per
fare una
nuova scoperta che possa rimuovere ALL’ISTANTE questo
problema
antiestetico! Ma ti immagini se tu stai dormendo e hai il viso di
una…ohhh…principessa addormentata e qualcuno si
accorge
che sotto le palpebre rotei gli occhi?
DOOUUUHHH!!!»…«Che
schifo…adesso mi
impegnerò a fermare quelli di Umi, a tutti i
costi.»…«Hai provato a staccarli e
rimetterli?»
L’idea sembrò allettare il ragazzino che si
aprì in
un sorriso. La gatta nera però si destò e si
allontanò a passo rapido «Umi, aspetta, devo
provarti a
fermare gli occhi, così sarai una gatta molto più
bella!»…«Lascia perdere, Lotti:
telefono!»…«Rispondi
tu!»…«Ih!!...E’ LA
MAMMA!»…«La
mamma?!!»…«Sììì!!!
Così
le chiediamo a lei della storia degli occhi, è lei che ci ha
resi edotti sulle potenzialità di noi Digimon della nuova
specie! Pronto mamy?»
«Ancora non siete a letto?!!»
«No,
mamma, abbiamo un problema grosso come una
casa!»…«…grosso come un
castello a Digiworld,
Ufomon…»…«Eh, esatto, come
dice mio fratello
è immenso, a livelli esorbitanti!»
«Allora papà vi ha già
avvertito!»
«Eh? No,
figurati che gliene può fregare a papà
dell’antiestetico roteare degli occhi di un essere mentre
dorme,
lui pensa solo ai lussi e ai successi qui e a Digiworld!»
«Che
c’entrano gli occhi?!! Mya, Lotti, siamo nei guai!!»
«Ihhh!!
Che è mamma, hanno chiuso quel negozio di bracciali dove mi
volevo rifornire?! I-Il Digimon che li vende nel nostro mondo
è
morto, è stato acquisito?!»
«Ma non vi
siete accorti di niente, la luce che se n’è
andataaa?!!!»
«Certo, ma
ci siamo limitati a rifilarti quella lampada e noi ci siamo arrangiati
coi nostri poteri! Ptsss: mamma sai che ho saputo?!! Una cosa
incredibile, non ci crederai: ma lo sai che certi uomini hanno
appiccato incendi dando fuoco alla coda dei
gatti?!»…«…quando domineremo
la terra li
appiccheremo dando fuoco ai loro capelli…» fece
eco il
fratellino.
Ma la madre li
riportò alla realtà «…qui
fra poco siamo noi
a prendere fuoco!!! N’Emo-ptsss-N’Emo ci ha
soffiato la
Sfera regale, quella che cercava papà!!!»
«N’EMO???!!!???»…«…lui
ha capelli
sufficienti per bruciare la
terra…»…«E
papà si è fatto fregare da un
moccioso-POPPANTE-INCOMPETENTE con la testa piena di pidocchi come
quello?!! Pure papà sta diventando un povero deficiente in
andropausa avanzata con la segatura al posto del
cervello!!!»…«…e gli scola
tutta sabbia dalla
bocca…»
«Mya, non mi piace questo
linguaggio!!» puntualizzò Violetta con una punta
di rigore
didascalico «Eh? Chiariamo le cose, punto primo! E dillo pure
a
tuo fratello che li sento, eh, mica sono sorda, tutti i suoi
commentini…!»
«Mamma senti, io mi sono
stufata di avere il padre imbecille! Lotti ha ragione su
questo!»…«Ihihihi…»
rideva il ragazzino
con quell’espressione furbetta «E poi comunque i
termini li
sento da te: prova a di-PROVA A NEGARE che quando ti arrabbi sei ancora
più cattiva di me in fatto di parole!»
«Va bene senti Mya
oggi ho capito che con te non si può parlare, poi quando vi
coalizzate è anche peggio! Sentite, qui
c’è
c’è da trovare una soluzione
urgenteee!!!»
«Ora grazie a
papà va a farsi benedire tutto il progetto, vuoi scommettere
Lotti?!»…«Io voglio costruire una
mega-pista
automobilistica a mio nome sopra i detriti delle case di tutti quegli
stupidi Digimon…»…«Eh grazie,
vorrei ben
dire, anch’io: ho una lista---» srotolando un
papiro
chilometrico che finì sotto i piedi della gatta facendola
cascare a faccia avanti «---che prende più di un
foglio:
profumerie, atelier di moda, bar con gazebo, in pratica mi sono
accollata tutto Digiworld da ristrutturare e ora vengono a dirmi che
non posso farlo, ma ci mancherebbe altro! Piuttosto---stermino la razza
dei Digimon!»
«Mya adesso non posso
più parlare-dai-dai-che mi stanno finendo i soldi al
cellulare
li ho ricaricati con quel tipo antipatico lì al centro
telefonia
digitale!!» fremeva Violetta battendo il piede a terra.
«Mamma
anche tu io te l’ho detto che quello va messo al rogo!! I
suoi
dati possono andare comodamente all’asta per Digimon forti e
valorosi, sta di fatto che ora puoi riattaccare, ho afferrato il
messaggio: Lotti! In marcia, dobbiamo recuperare la sfera sulla terra,
stavolta N’Emo non se la cava così!»
chiudendo il
cellulare «Umiii!!! Su forza, dobbiamo uscire anche se
è
notte!» disponeva Mya afferrando il suo giubbino
dall’attaccapanni, quando però aprì la
porta
«Vostra madre è qui?! Vi prego!!...
…è veramente urgente…»
Aki era
lì. Era pallida, e la sua espressione fortemente
appenata…
«Aaaargh!
Ahhhh…» era il cupo, fondo ruggito gemente di un
grosso
Digimon che emergeva dal buio di un muro dissestato. Ma solo uno dei
suoi occhi luccicava nell’oscurità:
sull’altro era
calato il lembo di quel manto scuro, eppure ancora versava gocce di
sangue, per poi pestarle nel suo movimento disarticolato
«D-Dove
mi trovo…?» chiese profondo e
sofferto…scuotendo la
terra con i suoi passi «Una luce! Mi è
sembrato…di
teletrasportarmi, ma non sono riuscito a vedere bene!!
Ahhh!!»
Piombando a terra. Le sue ginocchia non lo reggevano più.
La
zampa premeva saldamente su quell’occhio coperto, e
l’altro…iniziava a vedere appannate le sagome
della
notte…
«Dove sono…?...
…CHE NE SARA’ DI ME…?!»
Un’entrata piccola, di forma rettangolare, dava sul cielo
notturno…ma al suo occhio si sdoppiava e roteava…
…mentre le ultime gocce rosse come lui macchiavano un
pavimento
di pietra: un luogo abbandonato e molto vecchio…
…un blocco, che a quell’ora incuteva un
po’ di
timore, incorniciato dagli alberi sibilanti del vento della notte
«O-Ohhh…» Growlmon respirava
nell’affanno…
…anche l’altro suo occhio sembrava tanto stanco e
arrossato…troppo per mettere a fuoco il cancelletto, e le
recinzioni dei lavori…ma non per interrogarsi sul suo
destino
che in quel momento appariva come quel luogo: un buco nero e
freddo…senza fondo…
L’intera
squadra era rapita dall’emergere, sotto le luci della torre,
di
quel Digimon slanciato e bianco, dall’aspetto assimilabile a
quello di un minotauro. Dai grandi occhi verdi…
«Ci
sarà da fidarsi?» si volse Beelzemon verso
Imagomon, il
quale rispose «…non saprei: sono certo di non
averlo mai
visto prima d’ora. E c’è
dell’altro…» descriveva la volpe nera
sperdendo i
suoi occhi sottili ed incrociando quelli della misteriosa figura
«…percepisco…che mai nessun Digimon
prima
d’ora l’ha visto…eppure!
Sotto…un altro
aspetto vengo smentito, non saprei, mi è difficile
spiegarti! Lo
conoscono tutti…
…non lo conosce nessuno…un binomio
irrisolvibile.»
«Ahh!» Jeri corse avanti a tutti e lo
fissò,
esclamando «Ragazzi, se questo Digimon è contro di
noi
siamo perduti!!»
In quanto nel
cielo seguitava a volare indignato e carico d’energia
l’iridescente Mercymon…
Ma ora gli occhi
verdi del minotauro bianco si posero sulla ragazza
«Jeri!»…«Ah!...sai il mio
nome…?»…«Perché
dici che posso essere
contro di te? Noi due siamo amici! Sono io!!»
«Cosa…?!!» trasalì Jeri. E
così gli
altri.
«Eh?...!» fece Takato.
E la creatura svelò «Sono Calumon!»
Nel sussulto generale.
«CALUMON?!!» fece Rika.
Jeri era
rimasta senza fiato. Beelzemon dilatò i tre occhi
«…è riuscito a
digievolvere?!!»
«Ihmf!!» sfrigolò di energia Mercymon.
Kenta era a
bocca aperta «Strabiliante…»
«Certamente che ci sono riuscito! Il tempo è
passato anche
per me: è il momento di cambiare! Di sperimentare nuove
forme!
Di…andare avanti, verso il futuro! Ma al
contempo…di
rimanere sempre gli stessi!»
«Guardate il simbolo sulla testa!»
esclamò Takato.
E infatti
la composizione di triangoli neri con quello rosso rovesciato nel mezzo
era ora diventato un pregiato diadema.
«Dobbiamo tutti cambiare e tuffarci nel futuro se vogliamo
ripescare coloro che siamo! Io…sono andato avanti per voi.
Ora
che sono digievoluto potete chiamarmi…
…
…Snowhitemon!»
«Hai
detto…Snow…whitemon…?»
pronunciò
Jeri…
«Ahahaha!» MarineAngemon era ammirata…
E Calumon,
o meglio Snowhithemon, dichiarò «Sono venuto a
portarvi le
nuove digievoluzioni!»
«GRRR,
NUOVE
DIGIEVOLUZIONI?!»…«Mercymon!!»
di nuovo
quel guanto bordato di pelo puntò contro di lui
«Tu hai
sminuito il potere di questi ragazzi, parli di loro come un affresco
del passato, e anche dei loro Digimon! Ma ti inganni! Cyclemon da
Digiworld mi ha appena informato di come stanno le cose!»
«Ahh!!
Cyclemon?!! Hai detto---Cyclemon?!» boccheggiò
AutumnQueenmon, correndo avanti «Mio padre!! Il mio
papà!!»
Snowhitemon la guardò con il suo impeccabile
contegno…
La voce si ruppe nella
gola della Digimon «S-Sei riuscito a parlare con lui? C-Come
sta…? T-Ti ha forse…mandato lui per
aiutarci?» I
suoi occhi scolavano lacrime oltre l’elmo dorato.
Il minotauro bianco sorrise appena «Sta tranquilla…
…tuo
padre…e tua madre da lassù ci hanno illuminato
con un
raggio di speranza!»
«Ah!!» AutumnQueenmon sussultò di gioia.
Snowhitemon
dichiarò «I vostri Digivice!! Le nuove forme
assunte!!
Simboleggiano…il proseguire dell’estenuante
battaglia dei
Digimon per la conquista…della pace sognata! E al
contempo…
…l’eternità dei sogni…degli
uomini…che sui Digimon si sono formati…
…e che
assieme dovranno correre incontro al futuro!! Per questo il mio aspetto
è cambiato!! Seguito ad essere la mascotte dei Digimon e
delle
loro evoluzioni…ma come un Digivice…mi tuffo nel
gorgo
del tempo…e assumo…le forme diverse che la vita
plasma su
di me! Lo so che il futuro spaventa!!»
…dichiarava di fronte a quella gente catturata dalle sue
parole
«Ma non dobbiamo aver paura, e dobbiamo restare tutti per
mano!
Solo così si realizzeranno le nostre aspirazioni!
Brilleranno
della luce fatata…
…della digievoluzione, ancora una volta!!»
«NO, MAI!!» ringhiò Mercymon.
«Attento, Snowhitemon!» strillò Takato.
«QUESTO ASSURDO
MITO DEVE CONCLUDERSI
STASERA…»…«…tu
non puoi precluderci il futuro, Mercymon! Non hai diritto a mettere
quella parola fine…che in realtà non deve mai
echeggiare!
La vita è un’infinita
avventura…»…«IHMF!! QUANDO IL
BUIO E
L’OSCURITA’ NON FANNO TERRA
BRUCIATA!!»…«Quando bussano alla nostra
porta!!...» ribatté Snowhitemon
«…allora
saranno l’amicizia e l’unione a trarci in
salvo.»…«…STORIE RISENTITE!!
HANNO CAUSATO
GIA’ ABBASTANZA DANNI, CI PENSERO’ IO A FAR
SCENDERE IL
SILENZIO! ROTAZIONE
ESPLOSIVA!»...«Amore oceanico!»…«Arghh!!!
Inhf?!» Mercymon si volse.
Kenta si
stupì
«MarineAngemon!»…«Perdonami
Kenta, ho dovuto attaccarlo: non posso permettere che ci rubi le
speranze con il suo pessimismo! Continua Snowhitemon! Ti
ascoltiamo!»
«Grazie! Ed è…proprio di voi che volevo
parlare!»
«Cooosa?!»…«Ihmf! Di
noi…?...d-dici di
noi due? Proprio noi, Kenta ed io?»
«Esattamente…» sorrise il Digimon
«Ma Calumon!
Ehm, volevo dire, Snowhitemon, noi cosa c’entriamo con questa
nuova profezia? Sì, è vero, il nostro Digivice
cambiò forma come tutti gli altri, prima di
tutti!»
spiegò Kenta «Visto che Yuki, cioè
MarineAngemon
era rimasta con me, bastò decidere di restare assieme per
sempre: ricordo che mutò forma il giorno del
matrimonio!»…«Uhmuhm! Ricordi ancora che
sorpresa,
amore mio?»…«…già,
ma non sapevamo che
uso ne avremmo fatto! Guardianmon ci ricattava!! Non potevamo
sfruttarlo!»…«Ora finalmente potrete!
E’
giunto il vostro momento di prendervi tutta la luce dei riflettori,
finora siete stati sempre penalizzati! Però, non avete mai
desistito, la vostra speranza è stata come un lume
costantemente
acceso nell’oscurità, questo vi ha
permesso…
…di aiutare i vostri amici…» (canzone: Westlife
& Diana Ross - When you tell me that you love me)
…quegli amici che ora erano incantati sotto di
loro…
«Stare
vicino a loro nella crescita, comprendere i più piccoli
problemi, e cercare ogni giorno di infilare una parola di speranza e
ottimismo è qualcosa di prezioso, tanto che non ha prezzo!
Vi
siamo tutti debitori:
Kenta!...»…«Ohh…»…«MarineAngemon…»…«Ahh…»
Snowhitemon
sorrideva «…vi
piacerebbe…biodigievolvere per la
prima volta?»
«EHHH?!!!» sussultarono entrambi.
«COOOSA?!!» tuonò Mercymon.
E gli altri ragazzi «Eh?!!» altrettanto strabiliati.
Il minotauro bianco
illustrò «In fondo, non ci siete mai riusciti,
dieci anni
fa era troppo presto. Ma ora le parole di Cyclemon sono state chiare:
lui ha detto…che è giunto finalmente il tempo che
ogni
dettaglio del passato, anche il più piccolo, trovi la sua
espressione.
Kenta!»…«Oh?...sì,
Snowhitemon…» chinò il capo con
rispetto il ragazzo
occhialuto «Tu hai sempre desiderato essere un eroe ma ti sei
fatto piccolo e silenzioso per gli altri. Vorresti
essere…proprio tu, il più piccolo fra i Digimon
Tamers di
allora, colui che possedeva il Digimon
più…inafferrabile…»
(«Ohhh…» MarineAngemon, con occhi
emozionati…) «…vorresti essere proprio
tu ad
inaugurare il nuovo ciclo di biodigievoluzioni? La tua Digimon sono
certo che lo
vorrebbe…»…«I-Io…!»
…la
commozione a poco a poco affluì negli occhi del ragazzo, che
dovette sfilarsi gli occhiali mentre il suo Digivice già
brillava «Kenta!!!»…«Oh?
Takato…»
Takato lo
guardò dritto e sicuro. E gli fece un cenno affermativo
«Vai! Te lo meriti…»
Snowhitemon
spiegò «Ti fonderai con lei, e affronterai
Mercymon: la
nuova formula che dovrai pronunciare è…biodigievoluzione…del
futuro.
“F-Digivice” è il nome dei nuovi
congegni…dove “F” sta per futuro.
E’ la nuova
scia della leggenda. Che abbraccia tutta la vita.»
«Non ti
deluderò!» il ragazzo prese coraggio. E la sua
Digimon
«Amore, sono con te…»
Mercymon indurì lo sguardo…
Kenta scagliò
il Digivice in aria, esclamando assieme a MarineAngemon «BIODIGIEVOLUZIONE DEL FUTURO!!!»
Il diadema di
Snowhitemon mescolò un vortice di triangoli che
colpì in
pieno il congegno…
Grazie ad esso,
MarineAngemon divenne così luminosa e veloce da farsi
piccola
come un tempo: girò vorticosamente «MARINEANGEMON
BIODIGIEVOLVEEE…»
fino a raggiungere il suo domatore e piombare su di lui penetrandogli
nel cuore: la luce sgorgò, e alle spalle della sagoma
luminosa
di Kenta spuntarono ali piumate…
Due nuovi occhiali, ma
composti di corallo. La parte inferiore del suo corpo sfumava in un
fumo magico…
…un lungo ciondolo a
forma di cuore, ed un elegante turbante sul capo a decorare
quell’insieme dal tratteggio arabeggiante. Che si
completò
con la comparsa di quella lampada dorata che la creatura strinse a
sé…
…rivelando nello stupore collettivo il suo nome «GENIUSMON!»
«Ahhh!» Mercymon arretrò.
Il suo nuovo nemico,
plasmato dalla luce digitale del futuro, richiamava alla figura
leggendaria del “genio della lampada”. Era bello ed
elegante, dal turbante tempestato da pietre preziose. Il suo corpo che
sfumava come un fantasma sembrava composto d’acqua e
cristallo.
La sua arma era una lunga e potente sciabola.
«Quello è
Kenta…?» sorrise Takato…e Rika, al
fianco della sua
Digimon, era rapita «La luce della biodigievoluzione lo ha
trasformato…»…«Finalmente lui
e MarineAngemon
possono lottare assieme.» spiegò Taomon,
aggiungendo
«Hanno aspettato tanti anni…
…fa tenerezza
pensare alla loro impazienza. Ricordi, Rika…?»
Jeri non pronunciava
parola, così assorta…e Beelzemon dietro di
lei…emozionato…ma sereno…
«Non…posso
crederci…» sussurrava il maestoso genio che aveva
conservato una voce delicata. Ma da dentro di lui echeggiò
«E invece è realtà, non è un
sogno, amore
mio! Kenta, siamo…una cosa sola. E tutto il nostro amore
è dalla nostra
parte…»…«Hai ragione,
Yuki…»
«MALEDETTI, SIETE RIUSCITI A BIODIGIEVOLVERE, MA ORA SIAMO
ALLA PARI!!...
…vedremo chi uscirà vittorioso da questo
scontro!!!»
«Geniusmon…»
analizzò Rika sul Digivice «Digimon mago di livello mega…la
sua tecnica è “Riflesso
dei desideri”…»
Mercymon
«RWAHHHGHHH!!!» tagliò il globo roteante
con la sua
elica per generare la raffica di bolidi esplosivi.
Ma Geniusmon alzò la sua sciabola «Riflesso dei desideri!»
illuminandone la lama così che potesse accogliere quella
pioggia
energetica e resistervi (a dispetto del nemico
«Ihmf?!!»)
Quelle luci sulla sciabola
generarono un riflesso iridescente dai mille raggi, come tanti
desideri, che bastò una lieve oscillazione…
…per
rivolgere contro il nemico «ARGHHH!
GWRAHHHHHHHHHHH!!!» che
fu pesantemente spinto indietro «ACCIDENTI AL SUO POTERE! MA
IO
NON DEMORDO…»
«Ahhh! Non ti
arrendere, Geniusmon!!» incoraggiò Jeri in un moto
improvviso di entusiasmo. La battaglia risplendeva nella
notte…
…e sotto
gli occhi verdi e profondi di Snowhitemon…il cui diadema
ancora
sfrigolava di scintille rosse (fine-canzone)
«Andrai a casa
adesso, Henry?» chiese Mako all’uscita del pronto
soccorso.
«Forse
dovrei…però…» chinava il
capo Henry...
…mentre Taisho
giungeva proprio da quelle parti. E si nascondeva dietro la parete
«Oh? Ma quello è Henry!» per spiare il
loro
dialogo…
«…prima
devo chiarire una certa faccenda!» rialzò lo
sguardo con
nuova decisione «A
quest’ora???»…«A
qualsiasi ora, non importa che sia notte tarda! Devo…
…parlare
con una certa persona che non ha fatto altro in questo periodo che
indirizzarmi con consigli sbagliati. Voglio sapere il
perché?!
Perché ingannarmi…? Perché sono certa
che lo
faceva con consapevolezza, è stato un comportamento
voluto!!»…«Ah, come ti
capisco…! Se sapessi
anch’io perché certe persone debbono ingannare gli
altri,
forse…mi spiegherei metà delle cose che sono
successe a
me. La verità è che non riesco a farmene una
ragione!
Forse…
…mi
rifiuto di ammettere
l’evidenza.»…«…oh?»
si stupiva un
po’ Henry «A lei piaceva lui punto e basta, sono io
l’intruso! Ma ora mi chiedo…perché
mentirmi,
perché fingere che mi amava se in realtà voleva
stare con
un altro? Sarà che le donne sono tutte uguali!!»
(sotto lo sguardo subdolo e vigile del biondo uomo…)
«A chi ti
riferisci?»…«…ah, forse la
conosci! Anzi,
sicuramente! Ah ma non voglio che la mettiamo in questi termini, non mi
piace parlare male degli altri, specie quando il discorso coinvolge un
tuo amico! Il problema…è la mia
ex-ragazza…
…Jeri…perché ha dovuto mentirmi quando
lei voleva
stare col tuo amico Takato e spassarsela con
lui?»…«Che cosa?!»
spalancò gli occhi
Henry «Sì, hai capito bene! E poi…ci
sono una serie
di altre cose che non mi spiego…ad esempio…mi ha
sempre
detto che il ristorante di suo padre andava bene,
però…!
Non ha mai avuto piacere che andassi a trovarla a casa, e quando
l’ultima volta sono passato beh ti dirò non mi
è
sembrato un granché, almeno dall’esterno!
Più che
in ristrutturazione sembra in disuso! Mi è balenato un
sospetto:
e se mi stesse appresso solo per soldi?!
Beh!...”soldi”
poi…un tempo col lavoro di mio padre ce la passavamo bene,
lo
ammetto, quando eravamo piccoli io e mia sorella non ci mancava niente,
e pensavamo persino un giorno di fare un appartamento a parte per
Impmon, però poi…si sa come sono andate le cose,
i
Digimon sono volati via! Che sfortuna…
…e dire
che avevo così tanto desiderio di farmi valere, che qualcuno
dicesse!...» rivolgendo gli occhi al cielo fattosi stellato
«“Mako…inconfondibile al fianco del suo
valoroso
guerriero digitale…
…l’eroe del nuovo tempo, per tante fantastiche
storie!” Tu forse puoi capirmi Henry in fondo hai una sorella
Suzie va matta per il vostro mito. Ahhh, ma secondo te sono
così
inadatto? Io…credi davvero che farei fiasco come domatore?!
Sono
così…cocciuto e fuori-parte con un Digivice tra
le mani
tanto che è meglio accantonarmi? Rispondi, per favore! Ho
bisogno del parere di un
esperto…»…«Beh…tanto
per
cominciare…io non sono un esperto. E in questo momento sono
il
primo ad essere incerto se mai più sarò un
Digimon Tamer
o se mai…» …smarrendo anche
lui lo sguardo
tra le stelle «…lo sono
stato…»…«Che cosa dici?! Ho
le traveggole
oppure eri tu assieme a
Terriermon?!»…«Oh?
Sì, certo, ma io intendo…se ne sono stato mai
degno
veramente. Forse ho sbagliato tutto. Ascolta, Mako. Se posso darti un
consiglio…
…anche
se…non posso…dalla mia condizione. In
realtà
dovrei guardare più che altro a me
stesso…però
è proprio questo che vorrei insegnarti. Se il tuo sogno
è
fare il domatore…dimenticati dell’immagine, in
realtà la fama e tutte queste altre cose non sono
importanti.
Hai un amico digitale, Beelzemon è tornato,
no?»…«Sì,
però…»…«…sono
sicuro…che
ti vuole bene e che non ha desiderato che ritrovarti, in tutti questi
anni.»…«Ci mancherebbe,
anch’io!! Beelzemon
è come un fratello per me, è una
parte…del mio
corpo, e dei miei ricordi! Lui è una parte della mia
vita…!!»…«…nessuno
ti può
capire meglio di me. Però appunto, se ci
tieni…»
ponendogli la mano sul braccio «…fa in modo che
adesso
possa sentire il tuo affetto e la vicinanza. Se ha un altro domatore
non importa, lui è tuo amico prima di tutto,
no?»…«Sì…»
replicava il ragazzo,
ma con poca convinzione…
(…mentre Taisho li spiava ed assottigliava lo
sguardo…)
«Credimi…il solo fatto di averlo
accanto…di poterlo
vedere…svegliarsi la mattina è un privilegio
raro…»…«Ohh…»…«…non
sprecarlo. Basta un soffio…e ci si ritrova
soli.»…«…sì…
…questo
è vero, però io vorrei dimostrarlo come avete
fatto tutti
voi! Tu eri mitico, tua sorella mi ha fatto una testa così
con i
poteri fenomenali che sprigionavate fusi assieme: la
biodigievoluzione!!»…«E a che
è
servito…?»…«Cosa?!»…«…a
che mi è servito…
…essere
potente, essere un eroe, essere un Digimon. Fondermi con il mio amico
se poi…alla prima occasione offertami dalla crescita ho
dimostrato di avere un animo distante e distaccato. Proiettato solo ai
miei progetti…ancora tanto
immaturo.»…«Non…dire questo
di
te.»…«E’ la verità!
Senti Mako tu sei
ancora in tempo, hai la fortuna di avere un Digimon che ti vuole bene,
e fra voi non ci sono malintesi! Questo…è
sufficiente,
tutto il resto è come un’illusione, sfuma! Un
fuoco
d’artificio…
…ma se
non alimentiamo la fiamma ogni giorno e lasciamo che le correnti della
vita la congelino…
…il
ricordo dei suoi colori e delle sue sfumature diventa triste,
malinconico. Per favore, pensaci! E se puoi non…fare come
me. Io
adesso…
…vado a
tentare di recuperare i pezzi che restano della mia leggenda. I
frammenti…di un Digivice infranto. Il tuo conservalo con
cura…» Con quella pacatezza che lo
contraddistingueva
Henry gli sfiorò la mano, per poi allontanarsi…e
lasciare
quel sedicenne nelle sue riflessioni «Il mio…
…neanche
si attiva a dire la verità tra le mie mani. Forse sono io
che ho
proprio qualcosa che non va: ma non riesco a capire cosa! Se solo
qualcuno potesse spiegarmelo…»
“Che ragazzo
ambizioso…” meditava intanto Taisho “Ha
tante
pulsioni che potrebbero essere sfruttate: non manca…di
rabbia,
spirito di competizione, e anche una buona dose di insicurezza per
gettare i semi di un lavaggio del cervello come si deve! E’
vero
che noi della nuova specie stiamo puntando per lo più su
artefatti energetici ma io sono dell’avviso che sia
interessante
tastare il terreno su ciò che questi umani possono offrirci,
da
tempo immemore sono loro la più ambita fonte di potenza per
un
Digimon!”
«Beelzemon…perché ti sei avvicinato
più a
Jeri e hai lasciato indietro me? Sei sicuro…che sarei stato
un
compagno di così poco
valore?»…«Mah, chi lo
sa, dipende dai casi, a volte se non si dimostra il carattere
necessario le
occasioni…fiùùù! Volano
via!» simulando il gesto di un volo celestiale
«Oh?! E lei
chi sarebbe, scusi?! Che cosa ne sa di
me?!»…«Dammi
retta, giovane.» Taisho gli posò la mano sulla
spalla
«Rifletti sulle mie parole.» …per poi
lasciarlo,
andandosene fischiettando un motivo «Che cosa avrà
voluto
dire…?» si chiese perplesso il ragazzo occhialuto
dai
capelli rossi «…accidenti…che classe,
che
portamento. Come indossa bene i vestiti…»
Taisho fingeva
di non accorgersene, ma in realtà percepiva quei complimenti
e
se ne compiaceva.
Geniusmon
puntò la sciabola contro Mercymon «Lascia andare
il signor
Wong!» ma la creatura dall’enorme elica tagliente
sibilava
«AVANTI, COLPISCIMI CON TUTTA LA POTENZA CHE HAI
ACQUISITO…SEI DIVENTATO FORTE: DIMOSTRALO.
DISTRUGGIMI…»
«Uhmf!!» il Digi-genio strinse i denti (mentre la
voce
nasale dietro di lui gli suggeriva «Non cedere alle
provocazioni,
Kenta! Vuole che tu faccia del male all’uomo che tiene
prigioniero dentro di sé!»)
«Sì,
però…in questo modo io non posso
combatterlo…»…«SIETE UNA
MASSA DI VIGLIACCHI,
E NIENT’ALTRO…»
…mentre dal basso…
«Dobbiamo
assolutamente aiutare il signor Wong!» dichiarò
Takato,
spiegando «Mercymon lo tiene dentro di sé,
dobbiamo
separarli a tutti i costi!»…«Takato!»…«Oh?
Signor Yamaki!» il ragazzo riprese il cellulare.
Yamaki da casa di Rika
smanettava sul computer «Ascolta, ho individuato il modo per
separarli, ma ho bisogno della vostra collaborazione! Si tratta di un
progetto…
…di
inversione di crescita, te lo dico per evitare equivoci!»
«Cosa?!» rabbrividì il ragazzo.
Ma Yamaki
insisteva «Sì, assomiglia al piano di allora, ma
credimi:
le tecnologie si sono davvero evolute!»
Jeri, Rika e gli
altri Digimon si facevano più vicini a Takato…
«E per giunta siamo
diventati più esperti: abbiamo dieci anni di esperienza. E
DI
ESPERIENZE…capisci quello che voglio dire? Non siamo
più
gli stessi di allora! Così come i Digimon…
…anche noi Pionieri Digitali siamo cambiati.»
Takato
lanciò uno sguardo a Snowhitemon che assisteva allo scontro
col
fiato sospeso. Ma poi gli occhi gli furono rubati dalla collera di
Mercymon «LA VOSTRA ESITAZIONE VI COSTERA’ CARA! RIVOLUZIONE SIDERALE!!»
Geniusmon
si parò con la sciabola. Il bagliore ghiacciato
piombò su
di lui impegnandolo «A-AHHH!!!» in una dura
resistenza.
«Ascoltami, ti prego!! Se mi dai carta
bianca…»
proponeva Yamaki «…io ti prometto che
darò tutto me
stesso, non voglio perdere i Digimon…
…fanno parte anche della mia vita. E dei miei
ricordi.»
«Takato, ascoltami.» gli si rivolse Taomon
«Tutti noi
siamo disposti a rischiare.»…«Dite
davvero?»
domandò il ragazzo, e AutumnQueenmon gli sorrise
«Certo!
Sì lo so, quello che è successo è un
brutto
spettro, però se non lo fronteggiamo non ce ne libereremo
mai.
Takato!» prendendogli le mani «Noi dobbiamo
guardare al
futuro, hai sentito Snowhitemon? E per riuscirci dobbiamo passare
attraverso ciò che ci fa più paura…e
in questo
caso è quel vortice risucchiante! Dobbiamo affrontarlo
insieme.»
«AutumnQueenmon ha ragione. Siamo disposti a
fidarci!»
replicò Beelzemon. Jeri e Rika si guardarono, questa propose
«Tu ci
stai?»…«Io…» costei
si
scambiò uno sguardo sospeso col suo Digimon…ma
Beelzemon
annuì appena, sicché Jeri «Sono
disposta a fare il
necessario!»…«Bene,
anch’io!»
replicò Rika, volgendosi «Takato…?...
…aspettiamo una tua decisione, a te l’ultima
parola.»
Takato scrutò ad uno ad uno tutti loro…
…dopodiché decretò
«…signor Yamaki: a
lei e ai Pionieri Digitali l’autorizzazione per procedere col
piano.»
«Ahah!
Sapevo…che avresti accettato la sfida: sei sempre stato un
ragazzo
coraggioso.»…«Yamaki!»…«Uh?»
Rumiko l’aveva
chiamato…e lo guardava con pena «La
prego…ora la
felicità di mia figlia ed i suoi amici sono nelle sue
mani.»
«…vi ringrazio. La curerò come fosse la
mia.»
Apprestandosi a premere invio…
…e a sorridere,
quando si specchiò nei suoi occhi il reticolo che divideva
il
display in tanti scomparti contenenti volti conosciuti «E
così…ci si rivede amici, la sfida
riprende.»
Doveva trattarsi dei Pionieri Digitali.
«Segui
attentamente le mie istruzioni, Takato.»
dichiarò Yamaki.
Mentre in alto
«COSA ASPETTI?!
ATTACCAMI!!!»…«Ahhh, no!! Non
lo farò! Non sono biodigievoluto per compiere azioni
ingiuste!
Non dimentico: il mio obiettivo è la nostra
felicità
tutti
assieme!»…«ALLORA…PERIRAI!!!»…«ARGHHH!!»
Takato spiegò
«Dobbiamo far presto, Geniusmon non resisterà a
lungo!
C’è bisogno di qualcuno che si esponga molto
vicino a
Mercymon: AutumnQueenmon, te la senti se andiamo noi
due?»…«Insieme?
Certo!»…«Noi ti
faremo da spalla.» disse Rika «Dicci cosa possiamo
fare per
aiutarti.» furono parole di Jeri, e il ragazzo
«Yamaki,
attendiamo istruzioni.»
«Bene…» si concentrò
l’uomo dai capelli
biondi.
Geniusmon
tagliò l’ennesimo colpo di Mercymon
«COME E’
POSSIBILE?!»…«Ti stupisce la mia
resistenza?! Mi
spiace…ma sei tu stesso ad avermi allenato! Tanti
anni…a
dover solo pazientare e sperare nel futuro, ora mi hanno reso uno
scoglio insormontabile per
te!»…«ACCIDENTI…NON
PUO’ ESSERE
VERO!!»
(canzone: Mariah
Carey - Through the rain) AutumnQueenmon nel frattempo
scalava la torre a balzi, e Takato restava aggrappato a lei.
Taomon
planò sulla vetta…e sembrò
concentrarsi, chiudendo
gli occhi ed alzando le dita della mano in un gesto solenne.
Beelzemon
e Imagomon raggiungevano le estremità inferiori sinistra e
destra della torre «Allora amico?! Pronto a far convergere
l’energia elettrica della torre su Taomon?!» chiese
il
primo, e l’altro rispose «Prontissimo, accetto il
rischio!
Mi fido della mia sposa…»
“Controllerò il flusso…”
esprimeva costei nei
pensieri…mentre Rika seguiva il suo operato col respiro
sospeso
e il Digivice tra le mani… “Riuscirò ad
aprire un
varco senza farmi risucchiare.”
«Signor Yamaki, ci dica quando possiamo procedere!»
«Perfetto!...
…i ragazzi sono pronti, i Digimon in posizione: mi date
l’Ok?»
I Pionieri Digitali diedero il segnale affermativo «Dai il
via ai
ragazzi! Ah, e salutaceli!»…«Oh?
Senz’altro…
…vai, Takato.»
Ed
il ragazzo comandò «Beelzemon, Imagomon!
Taomon!»
«PERFETTO!» rispose Beelzemon. E spingendo con le
mani
sulla parete della torre «G-GRRHHHHHHH!!!!!!»
concentrò tutta l’energia, lottando per sopportare
la
scarica che ne derivava.
Imagomon fece lo stesso «A-AAHHH!!!!!!»
«STAI PER CEDERE…NON DEVI FINGERE!»
minacciava
Mercymon.
Snowhitemon non scollava gli occhi dallo scontro, e mormorava
«Forza, forza…»
«Uh?» Geniusmon si accorse che alle spalle del
nemico, la
torre si oscurava progressivamente dal basso…
…fino alla vetta. E sulla cima delle dita di Taomon si
aprì un buco nero. Sembrava un vortice.
La volpe
si sforzava e sudava, gocce cadevano sulla sua tunica…mentre
quel gorgo d’oscurità era sempre più
grande.
“Eccolo, è il vortice che
ritorna…” pensava
Takato “Coraggio ragazzi…” «Ce
la faremo,
Takato!» esortò AutumnQueenmon…ed il
ragazzo rivide
nel suo sorriso l’espressione ottimistica di Guilmon, come se
anche lui gli dicesse con la sua voce un po’ gracchiante
“Ce la faremo, Takato!”
Fu
ciò che gli servì «Sì,
d’accordo!
Andiamo!!»
A quel punto
Snowhitemon si concentrò. Materializzò una sfera
di luce
fra le mani.
E grazie al
potere di essa si sviluppò un ponte che collegò
la torre
a Mercymon, lungo il quale si lanciarono in corsa Takato e
AutumnQueenmon «COME?! NON POSSO CREDERCI!»
«Mercymon!!» il ragazzo gli puntò il
dito contro
«Taci, quello con cui io voglio parlare è il
signor Wong!
Signor Wong, mi sente?! Sono io!! Sono Takato!!»
«NON
PUO’ SENTIRTI…OUGH?!!» ma qualcosa
andò
storto nei piani del Digimon, che iniziò a contrarsi.
Nell’oscurità dentro di lui, un altro spirito
emerse
“Oh? Takato…è la tua voce?”
«Mi
sente?!» sorrise di sollievo il ragazzo, mentre
AutumnQueenmon
faceva
«Fiùùù!»…«Sono
contento, voglio dirle!...
…di
non mollare, di farsi forza! I Pionieri Digitali la tireranno fuori, sa
cosa stanno facendo i Digimon in questo momento? Seguendo le loro
direttive…»
Infatti Taomon resisteva sulla cima della torre col gorgo sulle dita.
E Beelzemon e Imagomon ai piedi di essa, tra le scariche.
«…questo per dimostrarle che ormai il passato non
conta
più, guardiamo al futuro! Ci fidiamo…del fatto
che anche
voi siete cresciuti come noi! Ho accettato di
collaborare…perché…
…Henry…e Suzie sono dei miei grandi amici, loro
meritano
di rivedere il loro padre, perché hanno bisogno di lei e
benché le possa sembrare impossibile,
anch’io…!...ho…
…bisogno di lei!!»
“Come dici…?! Per te non sono…solo un
incubo, un
brutto ricordo?!”
«Come
potrebbe?» sorrise Takato «Lei era con
noi…quando
abbiamo conosciuto i Digimon e iniziato a combattere con loro, sempre a
fianco in ogni nostra avventura a vegliare sulla nostra inesperienza e
a consigliarci! Le sue dritte ci hanno più di una volta
tirato
fuori dai guai!»
“Sì,
però poi…” «Non ha
più
importanza!» “Ahh!” «Sappiamo
che non è
stata colpa sua, SO che ha cercato di rimediare! Guardianmon
l’ha
ricattata, ma se non fosse stato perché amava i suoi figli e
temeva per loro…
…così come per tutti noi…
…lei ci avrebbe
restituito i nostri sogni molto prima di adesso! Per cui io la
ringrazio, per aver…tenuto ai miei
amici…così
tanto, non mi sarei perdonato se fosse accaduto qualcosa ad Henry e a
Suzie! Se non potessero essere con me ora!...a crescere
assieme…
…è
quello che dobbiamo fare, e in quel futuro che aspiro a riconquistare
è incluso anche lei! Non potrebbero mancare i suoi paterni e
un
po’ didascalici consigli sul lavoro, e l’amore!
Io…ho nel cuore soltanto l’immagine di tutti noi
assieme.
Per il resto, ogni ombra…
…sfuma al
nascere di una nuova alba…»
“Takato…” tornava a sorridere
di commossa
serenità quell’uomo ridotto a spirito in un
involucro
oscuro…
Quando ecco che Mercymon
provò a reagire «NON RIUSCIRETE AD ANNULLARE LA
MIA
DIGIEVOLUZIONE!! ORMAI SIAMO FUSI IN UN CORPO SOLO!!»
materializzando un globo rotante.
«Adesso, Taomon!!» comandò Takato.
La volpe in tunica si concentrò e…
«AAARGHHH!!!» le
scariche emesse dal gorgo oscuro travolsero Mercymon. Takato e
AutumnQueenmon corsero avanti, incuranti del pericolo «Signor
Wong! Afferri la mia man-»…«La nostra
mano!»
…la Digimon lo corresse e prese la mano del ragazzo con il
suo
guanto dorato.
La mano di Wong che
spuntava dal corpo del Digimon riuscì ad afferrare la loro,
solida come una stretta d’amicizia. Fino ad emergere sul
ponte
luminoso «Ahh! Grazie, mi avete salvato ragazzi!»
«NO, NON E’ POSSIBILE!! STO PERDENDO---LA MIA
FORMA!!!»
«Questa è
la tua fine!» decretò Geniusmon, illuminando la
lampada
magica tra le mani. La voce nasale echeggiò «Non
puoi
soffocare la nostra libertà! Eccoti quello che ti
meriti!»
«NON E’ GIUSTO! NO!!»
Ma il genio digitale evocò «Flusso stellato!!!»
liberando una scia di cielo notturno dalla lampada magica. Un cielo
tempestato di stelle luminose che consumarono l’elica
roteante
«NOOO!!!...
…CHE SIATE
MALEDETTIIIIIIIII!!!» Il suo corpo iniziò ad
emettere
molteplici esplosioni…(fine-canzone)
Fino a che il getto
congiunto del flusso assieme al gorgo aperto dai Digimon non fu troppo
forte
«NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!»
…facendolo
schizzare via tanto alto, e tanto lontano da arrivare più in
alto della torre…
…ormai non era
più un corpo vivente…ma solo una cometa che si
disgregava, una stella cadente che sfumava nella notte…
“Che mi
succede…?” pensava con la sua voce, ma il suo tono
era
diverso. Perdeva rabbia e vigore come il suo brillare, sempre
più impercettibile “…il mio destino, la
mia lotta
incessante…sono forse giunti al capolinea? Sento che attimo
dopo
attimo…
…ogni parte di me mi abbandona…e torno indietro,
mi
riavvolgo…fino all’origine, la mia sorte
è forse
quella di scomparire…? Come…un sogno mai
realizzatosi?”
Questa sembrava…
“I miei ricordi…
…tutti congiunti in un unico vortice…
…Hideki…vedo a stento il tuo volto…
…benché sia sembrato tanto
malvagio…posso dirti
che l’ho fatto solo per te…”
«Abbiamo sconfitto Guardianmon?!» esultava
Geniusmon. E la
sua voce nasale interiore «Questa volta è sparito
davvero?!»
La cometa era sempre più impercettibile…
…sfumati i ricordi…
“Tu sei Hideki?”
chiedeva una vispa vocina sottile “Io aspetto da quando sono nato
una persona con questo nome, ma…tutti i domatori dei miei
compagni sono ragazzi!”
“…io
invece sono un uomo. Forse ti stupirò. Ma rispondimi, a noi
è forse proibito…sognare di incontrare uno di voi?”
replicava una voce che invece sottile non era, ma sembrava intrisa di
paterna dolcezza.
“Come è lunga la vita…
…quanti,
infiniti fotogrammi a tracciare un mirabile
affresco…” pensava
quella cometa sulla
via dell’eclissi.
Mentre il gorgo
nero e le scariche erano sempre più intensi. E le domatrici
con
i Digivice piombavano in ginocchio…strette ai loro congegni
con
tutta la forza dei loro sentimenti…
…il sussurro
smorzato di Rika era
«RE---SI---STE---TE…»
«AHHH!!!»
gridava Taomon «Devo contenerlo, non deve risucchiarmi!!!...
…mio marito, i miei figli, Rika…
…i-i miei sogni…»
Beelzemon era sempre
più provato dalle scariche
«A-AARGHHH!!!» ma pensava
in fondo al suo cuore “Jeri!!!...
…Akemi…
…Mako!!! Non
posso abbandonarvi, il mio posto è qui, CON VOI!!!”
Imagomon stringeva i
denti “Ho da poco conosciuto la terra…e voglio
vedere ogni
angolo del mondo che ha cullato i sogni della mia sposa!!!”
Snowhitemon restava
aggrappato a un pilastro della torre per non farsi portar via dal vento
battente «Io devo---preservare il futuro!!»
«E-E noi dobbiamo viverlo!» erano le parole di
Geniusmon.
«U-UUUUURGHHH!!!» AutumnQueenmon si reggeva al suo
scettro
piantato a terra. Ma la sua immagine sembrava sfumare «N-Non
ce
la
facciooo!!!»…«AutumnQueenmon!!!»
Takato
però si gettò su di lei “Oh!
Takato…”
Abbracciandola forte, per trattenerla, e non farla andar via.
Ma qualcun altro le
comandò «Resisti!» Era Wong. Che si
unì a
quell’abbraccio «Tutti insieme ce la faremo, ti
prego di
non lasciarti andare!! Resisti qualche minuto!!...
…la terra ha
bisogno di voi, dovete restare tutti…» e insieme
si
impegnarono.
Jeri fissava il suo
Digimon…che nella corrente sfumava nel ricordo di Leomon
“Non devi mollare…” le diceva il suo
animo
pianissimo…ma lui sembrava sentirla e perseverava.
Fu quando sentì
il suo corpo risucchiato da una forza anomala, che faceva sfumare la
sua immagine, che Growlmon nel nascondiglio realizzò
«…!!...
…CASA!!» (canzone: Laura
Pausini - Mi dispiace (strumentale) )
Per un attimo la sua zampa
lasciò andare il lembo del mantello, dal quale si
riuscì
a scorgere quello che restava del suo occhio che non c’era
più.
Ma grazie all’altro,
quella visione appannata si ricompose «LA MI-LA MIA CASA!!!...
…Takato…»
E improvvisamente, mosso da
un impulso incontrollato corse verso l’uscita
«AAHHH!!» sbatté la testa. Non si
ricordava di
essere troppo grande.
Ma le sue zampe non si
arresero, si impigliarono alle recinzioni e lacerarono queste e
l’erba, fino a che non piombarono sul cancelletto di metallo,
buttandolo giù «La mia casaaa!!!...»
…scolando lacrime una dopo
l’altra dall’unico occhio che gli era
rimasto…per
cadere in ginocchio, stremato. E poi con la testa a terra…ma
che
gli riversava nel cuore un vortice di ricordi…
…di
quella stessa scalinata che
ora intravedeva appannata e deformata…la rivide percorsa da
se
stesso cucciolo. Al fianco di un amorevole ragazzino in maglietta
azzurra «Takato mio…!!...» gemeva la
creatura e
tendeva la zampa verso il suo passato. Fino a cadere addormentata, di
colpo.
La sua forma evoluta
non riuscì a
resistere, le sue dimensioni si ridussero fino a che non scomparve
sotto il mantello nero, diventando non più che un fagotto
scuro
adagiato a terra.
Takato stringeva
AutumnQueenmon “Non scomparirai…”
…ma poi
sentì sulle sue
mani adagiarsi quelle di Wong «Sta tranquillo, vedrai che
andrà tutto bene.»
«AAAAARGHHHHH!!!» gridava la
volpe alle prese con quel gorgo troppo più grande di lei.
«TAOMOOOOOON!!!»
strillò la sua domatrice. E la Digimon «Accidenti,
non
posso piegarmi, non---POSSOOO!!! URGHHHH!!!»
«AHHH!!!» nello spalancarsi della bocca di
Rika…
…riuscì a
dominarlo. Taomon ruggì paurosamente, ma riuscì a
restringere notevolmente il gorgo «Restero qui!!!»
«BRAVA, TAOMON!!!»
gridò Beelzemon «ED IO---FARO’
ESATTAMENTE LO
STESSO!! IUHHHMMM!!!----AHH!!» spingendo indietro le scariche
«ANCH’IO!!» fece Imagomon.
«ANCH’IO!!!»
Snowhitemon colpì con i suoi zoccoli pestando e acciaccando
ogni
sfrigolio fino a spegnerlo.
«Kenta, noi non saremo
da meno, vero?» ma Geniusmon «Woaaah! AAAHHH! YUKI
NON SEI
PIU’ PICCOLA E SOTTILEEEEEE!!!» sembrò
venir
risucchiato.
Ma quando sovrastò
AutumnQueenmon questa lo bloccò, liberandosi dalla presa di
Takato e Wong con l’alzata del suo scettro
«AGGRAPPATEVI
QUA!!»…«Ma…cosa fai
AutumnQueenmon?»
chiese il ragazzo a terra completamente spiazzato
«Io…? Li
aiuto. Guarda che io sto bene. Per me è finita. E’
finita
nel senso…
...che sono
riuscita a dominarla. Mi spiace ma non sarà facile scollarmi
i
piedi da terra, ho molte cose da fare qui…»
«Ahaha!» il
ragazzo sorrise di gioia…ed incrociò gli occhiali
piegati
e rotti di Wong «Hai visto? Insieme ci siamo riusciti,
abbiamo
superato il passato…»
Takato lo aiutò ad alzarsi…
…quegli ultimi
zampilli in cielo ancora ricordavano…e stavolta era la sua
stessa voce…
“NO!!...
…ti scongiuro, non ascoltare la voce che ti spinge a tutto
questo, vuole soltanto distruggerti!!”
…e in
quel ricordo sfocato le sagome erano distorte come in un televisore
rotto. Ma quella di Guardianmon si riconosceva “Sono disposto a tutto, sai che
tengo a te! Hai…
…tanto amore nel cuore, non scegliere la strada
sbagliata!!...prendi la mia mano…”
Ma una sagoma
nera dai capelli che volavano al vento mormorava aspramente “…neanche per
sogno…!!” ed i suoi occhi si
illuminavano di perfidia.
“HIDEKI!!...
…NOOOOOO!!!”
“Mettiti in
salvo, Guardianmon!!...scappa!!!...non pensare a me! Difendi la
terra! Proteggi i cuori digitali che restano, non---preoccuparti del
mio!!!”
“”
…cadendo in ginoPERCHE’
L’HAI FATTO?!!...
…lui era innocente! E adesso…io…
…sono solo…cchio, su quei possenti
stivali...
“…quest’incubo
non deve più ripetersi…gli umani possono essere
spietati
e crudeli con i Digimon…
…Hideki…”
…la
sagoma di quest’ultimo svanì, lasciando solo una
maschera
luminosa. Doveva essere il suo cuore digitale. Ma presto una mano
artigliata lo afferrò, soffocandone la luce
“Finalmente mi
appartiene, è l’unica cosa utile che albergasse
nell’involucro di quello sciocco! Non mi resta che
impadronirmi
degli altri…”
“…ti
odierei…
…se non avessi per te pena infinita.”
…aveva detto quel Digimon dalla maschera e
l’armatura. Ma
il ricordo sfumò come una tv prima di fulminarsi.
“Che ha significato…? Il senso ultimo si perde
nella
notte. E nel caos…”
Così la cometa terminò la sua corsa, piombando in
un buio
angolo cittadino qualsiasi, come un asteroide lucente tra i cassonetti
della spazzatura, in un lago di rifiuti.
Liberando un fuoco mirabile di luce senza pari…
…a
cui i ragazzi assistettero a bocca aperta, e che cancellò il
gorgo, inghiottendolo: sembrava essersi fatto giorno improvvisamente e
drasticamente, ma quando il bagliore si diradò, lentamente
restituì a Tokyo le ore della notte non ancora del tutto
scorse
«Ah!! Siamo salvi?!!» esclamò Rika con
quei raggi
nei suoi occhi lilla.
«E’
finita…» diceva Takato incredulo. E Jeri si
accostò
a lui «Adesso per Guardianmon non c’è
più
speranza di riemergere, siamo a sopravvivergli?!» bramando
emozionata una risposta positiva «Sembrerebbe di
sì…» rispose il ragazzo, volgendosi
verso di lei
che «Ahah!!...» sembrava desiderare di
abbracciarlo,
ma…un pensiero la trattenne e la indusse a ritirarsi a poco
a
poco, come anche lui capì che le sue braccia non erano
destinate
a stringerla, benché desiderose…
«Ahah!...RENAMON!!!» Rika corse piena di gioia
dalla sua
Digimon, che aveva recuperato la sua forma originaria. E che ora la
abbracciò commossa «Rika…sta
tranquilla, è
tutto passato.»…«Sei-Sei
qui?!»…«Ti sto
abbracciando…te l’ho
promesso, non me ne sarei più andata.»
Takato e Jeri li osservarono
commossi…mentre anche Beelzemon e Imagomon le raggiungevano.
Sorridente il primo…serio ma sereno l’altro. La
volpe
dorata li fissò entrambi…
«Ahhh…e anche per stasera ho finito.»
fece Yamaki,
asciugandosi il sudore dalla fronte, riprendendosi il suo portatile
sotto il braccio «Vado da mia moglie: chissà come
se
l’è cavata in questo caos.»
…scomparendo nel
giardino di casa di Rika, con Rumiko e Seiko alle sue spalle che lo
fissavano piene di gratitudine «Ah, grazie
dell’ospitalità! E buona serata…per le
ore che
restano.»
«Io…non so davvero…come
iniziare!» disse la
volpe dorata «Tutto quello che è successo mi ha
confusa,
mi sento stremata…!» sfiorandosi la fronte nello
sfumare
della sua voce, mentre Rika le sussurrava
«Ptsss…se ti
serve posso darti una mano: tuo marito è quello a
destra!»…«Oh!!» fu un sussulto
per la Digimon
che arrossì di colpo, ma la sua domatrice le
strofinò
affettuosamente la mano sul pelo per poi allontanarsi e lasciarla ai
due.
«Beh, tutto
sommato credo che ce la siamo cavata bene.» disse Beelzemon,
rapendo lo sguardo di Renamon «Abbiamo difeso le cose che con
la
crescita abbiamo capito essere le più importanti. E
questo…perché non abbiamo mai smesso di credere
l’uno nell’altro. Imagomon: amico mio,
potrò mai
ringraziarti abbastanza per avermi salvato? Senza di
te…sarei
stato perso.»…«Oh, non devi
ringraziarmi, Beelzemon.
Io…non avrei potuto tradire un amico con cui ho vissuto
dieci
anni.» volgendosi appena verso Renamon, la quale disse
«Imagomon…!...non…pensavo che ti avrei
visto
comparire nel cielo della
terra…»…«…quando
ho visto Guardianmon
tuffarsi ho capito che la cosa migliore era raggiungervi, a qualsiasi
costo. Non potevo far mancare il mio contributo per il mondo a cui
tieni tanto.»…«Hai visto
Renamon?!» esprimeva
Beelzemon con entusiasmo «Il tuo sposo è tornato,
sono
davvero felice per te, ora di certo tu e i tuoi figli non vi sentirete
più
soli.»…«Io…!...volevo
soltanto
dire che…!!...ciò che…Guardianmon ha
insinuato…»…«Renam-»…«Ahh,
lasciamo stare, dimentichiamo ciò che ha detto
quell’essere!» si sovrappose Beelzemon. Renamon
spalancò gli occhi, e lo udì aggiungere
«Soltanto
affermazioni indegne e disgustose, come mettere in dubbio un legame
così forte come quello fra voi due?! Non fatemici
ripensare…da un lato…sono sollevato che sia
finita.» allontanandosi…e lasciando i due sposi
soli… “Beelzemon…!!” si
ripeteva dentro
Renamon…
«Voi
credete che Guardianmon sia morto…?» chiese Rika
assorta,
mentre anche Snowhitemon, Kenta e Yuki li avevano raggiunti. Takato
rispose «Io credo che per quanto resistente, il suo corpo
può solo esser stato consumato
dall’esplosione…»…«…da
un lato
mi dispiace.»…«Che intendi dire,
Rika?!» si
stupì Jeri. La ragazza spiegò
«…è
sempre triste quando qualcuno non può avere un'altra
possibilità.»
«…per me è meglio
così…»
mormorò Kenta scuro in volto «Ha fatto
già
abbastanza danni…» Poi ancora Rika
«Sembrava
così disperato…chissà che
l’ha spinto ad
agire in questo modo…»
«Le
risposte si sono smarrite…lontano…»
descrisse
Takato sperdendo lo sguardo oltre la torre
«…chissà
se sarà mai possibile rischiararle…
…oh?!» (fine-canzone)
ma nell’animo del ragazzo si agitò un sussulto
«Che
cosa hai visto, Takato?!» gli chiese AutumnQueenmon.
Takato aveva
individuato una sagoma piccola e ombrosa presso la torre. Ma
l’enorme struttura si stava riaccendendo lentamente, dalla
vetta
fino alle estremità.
Il giovane spalancò
gli occhi intravedendo in lontananza il riflesso di quegli occhialoni
un tempo suoi…emersi in una foresta di capelli neri come la
notte…
La notte
cittadina, fra le rossastre luci innaturali di una grande emergenza, si
riaccendeva a poco a poco di luci naturali benché quella del
giorno sembrasse ancora tanto lontana.
Sirene ovunque,
e soccorritori impegnati a prestare aiuto a numerosi cittadini, ma
c’era una persona in quel frammento rapido di
tempo…per la
quale ogni intervento sarebbe stato forse inutile: non avrebbe curato
la profonda ferita che la vita aveva praticato sul suo cuore. Ora
sembrava un’anima vagante, un’ombra nella
città
miracolosamente sopravvissuta al pericolo.
Si trattava di
Riley. I suoi passi deboli, ma ancora continui benché
incerti,
la stavano a poco a poco riconducendo a casa. Nei suoi ricordi
scorrevano inesorabili quelle frasi, così come le lacrime
sul
suo viso…
“Il suo fisico
ha reagito male a questo squilibrio di cariche.”
“Ma
come è possibile?! Ho lavorato anni come ricercatrice,
conosco i
materiali e gli impulsi elettrici! So gli effetti che possono dare!!!”
“…lo
immagino, ma sfortunatamente stanotte si è trattato di un
caso
anomalo. Lei ha perduto il bambino che stava aspettando, signora
Yamaki. Mi dispiace…”
“Non…è
possibile! Era il nostro sogno, il solo desiderio che io e mio marito
avevamo per il nostro futuro!!!”
…Riley si
asciugava quegli occhi che sembrava non avrebbero mai più
cessato di piangere…e smarriva il suo sguardo triste e
rassegnato nello scenario, lasciando che le luci rosse, arancioni e
azzurre le carezzassero il viso…
“…comprendo
il suo dolore…”
“Io…vorrei
tanto essere madre! Attendo….da anni un bambino a cui poter
dare
il nome del padre di mio marito, lui…ne sarebbe
così
felice!...
…mi dica almeno, dottore, mi è rimasta qualche
speranza?
Posso ancora tentare…?”
“Signora…lei
mi fa una domanda diretta ed io com’è mio dovere
da
professionista le rispondo: il suo fisico è conformato in
modo
particolare, per lei non è consigliabile tentare nuovamente
di
avere dei figli.”
“Ma
io…” “La
prego, mi dia retta. Si esporrebbe ad un grande rischio…ha
già alle spalle due gravidanze con esito negativo. Un terzo
esperimento…potrebbe svelarsi un azzardo.”
«Riley…!»…«Oh?!»
Una
voce femminile aveva chiamato il suo nome. La donna si
volse…e
lasciò che le luci dei camion e delle sirene delineassero
dal
buio la figura di una donna più o meno della sua
età,
bionda e dai capelli corti, che sembrava stupita di vederla. Ed aveva
una bimba in braccio, ed un bambino per mano
«…Tally…?»…«Ah!»
costei
corse subito da Riley, che uno dei bambini chiamò
«Zia
Riley!» ma Tally non le diede il tempo di replicare
«Anche
tu sei rimasta coinvolta nel disastro?!...rispondi!! Io con i bambini
ci siamo salvati per un pelo, improvvisamente le luci si sono
spente…!!...
…abbiamo avuto paura. E’ stato un Digimon, Riley,
non ci
sono dubbi: hai visto l’ologramma in cielo e nelle
tv?...ah…se solo Hypnos fosse ancora in piedi, se solo si
potesse fare come un tempo! Se quei disgraziati al governo non
l’avessero soppresso con le loro sciocche teorie retrograde:
bambini per carità non ripetete ciò che dico! Ah
scusa
Riley lo sfogo, però…beh…
…comunque…mi fa piacere vedere che ti sei
salvata. E
Mitsuo? Sta bene anche lui? Oh…Riley ma tu…stai
piangendo…»…«Zia Riley,
perché
piangi?!»…«Oh Tally…
…Tally!!!» si gettò fra le sue braccia
«Riley!! Non farmi paura!! Cosa è successo, quel
mostro ti
ha aggredita?! Oh, povera cara!»
Riley singhiozzava «…no!...
…no, non
occorre che un mostro mi insegua per le vie buie della
città. Io
il mostro lo porto dentro di me, è lungo il mio cammino!
E’ sul mio destino che grava un’ombra, un ologramma
malvagio!»…«Oh! Non dire
così, amica
mia!» esprimeva la bionda Tally, sinceramente partecipe,
carezzandole il viso «…è per il tuo
problema…? Il fatto…che tu e Mitsuo non avete
figli,
rispondi…»…«…però
hai noi zia
Riley!»…«…noi ti vogliamo
tanto bene! Anche
allo zio Mitsuo!»
Riley
carezzò dolcemente il capo a quei due bambini
«…anch’io vi voglio
bene…» sorridendo
loro «…però!...mi piacerebbe
darvi…un
cuginetto con cui giocare!»…«Ma a noi
basta che ci
sia tu!» al che intervenne Tally «Shhh su bambini
state
zitti, voi queste cose non le potete
capire!»…«Mamma
ci porti al negozio di giocattoli? L’abbiamo visto
aperto!»…«A quest’ora, il
negozio è
aperto, perché i soccorritori stanno prestando aiuto al
proprietario: non siamo mica nella notte
bianca!»…«Uffa!»
…ma quello sketch
sembrò acutizzare la sofferenza di Riley, che
versò
lacrime sconsolate «Ah, Tally!! Se potessi…aprirei
io…!!...una magica vetrina in piena notte per i miei
bambini!!!»…«Sei una fata, zia? Ci apri
la vetrina
del negozio?» e la madre «Bambini, un altro
capriccio e
richiamo il Digimon cattivo! Eh? Tanto lo so che anche a
papà
voi non date ascolto-e figurati, mio marito si è chiuso in
casa
come il solito coniglio, mica mi è venuto a prendere anche
se
sapeva che ero sperduta, dall’altro capo della
città con i
bambini! Non è mica come Mitsuo, lui, appena vede un cavo
elettrico che salta dà l’ordine di evacuazione
della
città e stavolta, tanto per cambiare, era barricato con
doppia,
tripla mandata e paralizzato dalla paura! Ah, se esistessero ancora gli
uomini a questo mondo-però! Riley, scusa, io…
…con
questo non voglio dire che non ti sia vicina. Credimi, io sono sempre
disponibile…per una telefonata, o un tè assieme.
Chiamami, anche ai bambini fa
piacere.»…«…grazie
Tally…»…«Eh? Dico
davvero!» Tally le
rialzò il viso «Su col morale! Dobbiamo guardare
avanti,
anche se è dura di questi tempi, sono la prima a
dirlo!»…«Ma tu hai due bambini! Loro
sono il tuo
futuro, io invece!!»…«Mamma! Ti squilla
il
cellulare, è
papà-»…«HO CAPI---!!!
Mmm, questa sera vedi se non finisce peggio di
com’è
cominciata-che cavolo vuole papà adesso, chiama quando
è
tutto passato ma intanto la trafila ce la siamo subita noi!»
Riley a quel punto sorrise, anche se un po’ tristemente
«Rispondi pure Tally, saranno
preoccupati.»…«Ehi ma!...dico davvero.
Sappi che io
sono sempre un’amica per te. Mi dispiace tanto non lavorare
più assieme…era una tale
consuetudine…»…«…dispiace
anche a me,
cara. Mi mancano tanto…quei tempi pieni di sogni. Saluti a
casa!»…«Anche a te! Salutami
Mitsuo.»…«Certo.»
…sicché Tally
arretrò presso l’anticamera di un negozio chiuso e
rispose
al telefono «Pronto? Ohhh, ma quale onore, finalmente abbiamo
il
supereroe cittadino! SI PUO’ SAPERE CHE FINE AVEVI FATTO?! I
bambini mi hanno tormentata!» e via dicendo…
…ma per
Riley il passo si faceva più pesante e faticoso
“Sfuma
così…la voce del passato. Una voce
familiare…come
quella di Tally. Sfuma alle spalle…il buio la risucchia, le
strade si dividono. La vita va avanti. E i volti ruotano, come queste
sirene…che senso ha questa giostra notturna e
multicolore?” …quando d’un tratto
«…ohhh…»
…qualcosa attirò l’attenzione di Riley
(sullo
sfondo delle chiacchiere dell’amica Tally
«…ah
adesso sarei io quella isterica? La colpa sarebbe mia? Eh?! Vuoi che ti
faccia…un riassuntivo della mia serata? Non posso
perché
ho i bambini davanti! Ti rendi conto che sono viva per
miracolo?»)
…poco
più avanti, vi era uno scenario dissestato, fra buste
dell’immondizia e rifiuti. Alcuni cassonetti dovevano aver
preso
fuoco, e la luce rossastra della sirena sfumava nella cascata
d’acqua della pompa dei vigili del fuoco, che strillavano
«Ne serve altra
qui!!»…«…lascia
perdere, abbiamo
fatto!!»…«Ma…ho sentito una
voce nel
cassonetto!»…«…vieni, serve
aiuto!»…«Arrivo!!»
Riley si
avvicinava «…cosa è successo
qui…? Che
disastro…»
Tally ancora
sbraitava «E VA BENE, ALLORA DOBBIAMO FINIRE A LITIGARE ANCHE
IN
UNA NOTTE COME QUESTA?!...n-no, ti prego!»
…prossima al
pianto «…io ti amo!» …sempre
più
stridula, e straziata «…anch’io!!...e
tu?...non
dirmi più quelle cose, lo sai che mi fanno male. E tu quanto
mi
ami? Eh?»
…ma la
sua amica dai capelli rossi ripeté come rapita le parole del
pompiere «…una voce…nel
cassonetto…» quando
all’improvviso
«Oh!!» (canzone: Westlife
- You raise me up)
Qualcosa fece
sussultare il suo cuore. Un pianto. Ma non quello della sua amica
«TI PREGO, AMORE MIOOO!!!...ma sì che amo solo te,
e tu mi
ami?...non ce l’hai un’amante, vero? Non
è la
rappresentante dei genitori della classe di Kotzue, vero?!»
Riley mosse i suoi
passi istintivamente verso quel cumulo di immondizia e cenere, in cui
scorreva come un fiume l’acqua riversata dai pompieri.
Nessuna
donna si sarebbe mai avventurata fra tanta sporcizia…ma lei
lo
fece come fosse un dovere di lavoro. Come se avesse nuovamente quegli
occhiali speciali, per addentrarsi in un campo digitale e studiarlo. Ma
era il suo sguardo a non essere freddo e controllato…ma
ingenuo
e rapito da quel pianto, incessante, che si intrecciava e duettava con
i gemiti di Tally «…mi è venuto in
mente…perché lei si veste esattamente in quel
modo in cui
mi vorrei vestire io…
…non sono
complessata! E’ che adesso ultimamente con questi quattro
soldi
non posso più permettermi un vestito nuovo, e temo tu smetta
di
desiderarmi: per star dietro ai bambini…mi vesto sempre alla
rinfusa, mi pettino di fretta! Non sono diventata un oggetto di casa,
vero?!...
…rispondi, abbiamo ancora un futuro?! Un nuovo
giorno?!»
“Un nuovo
giorno…” pensava qualcuno il cui animo aveva una
voce
profonda, da uomo “…un futuro. E’ quello
che mi
chiedo anch’io…da quando la mia luce si
è
spenta…”
…ma Riley
era sempre più vicina…allungò le mani,
sempre
più tremanti, ed emozionate, scostando quel cumulo di
rifiuti e
di buste «Scusa un attimo pucci-pucci-smack! Ma sì
ti
amo-Riley!!!...che cosa stai facendo?!!!...un momento solo unico amore
della mia vita è-è che ho incontrato la mia amica
hai
presente Riley? Riley!!!»
Ma non le dava
ascolto. Improvvisamente, sotto il vecchio coperchio di una pentola che
scostò bruscamente ci fu qualcosa che illuminò i
suoi
occhi. Ed irradiò il suo cuore di speranza.
“Cosa ne
è stato di me…?” si chiedeva con voce
da uomo,
quello che ormai altro più non era che una creatura piccola,
simile ad un neonato con le polsiere iridescenti. Ed una maschera sul
visetto.
«E tu chi
sei…?» chiese commossa la donna dai capelli rossi
«…chi ti ha lasciato qui?!...solo…al
freddo…!!» allungando la mano e sfiorandolo
«Oh!...sei un
Digimon…!»…«…Riley
insomma so che quello che passi è terribile ma addirittura
pescare fra i rifiuti credi: è troppo, per una
professionista
qualificata come te! E te lo dico da amic-IHHHHHHHH!!! OH MAMMA!! MIO
DIO COS’E’ QUELLO?!-scusa amore mio ti
richiamo-anzi no ci
vediamo a casa direttamente smack-Q-QUELLO E’ UN BAMBINO!!...
…no…
…non è un bambino…il mio istinto da
ricercatrice
insorge, non è sepolto sotto le faccende di casa Riley
quello…
…è
un Digimon…» …mentre Riley lo
sollevava…e Tally, a poco a poco, si apriva in un sorriso
commosso e si aggrappava alle spalle dell’amica
«E’
UN DIGIMOOON!! Vuoi scommettere che tuo destino è diventare
una
Digimon Tamer?!»…«Tally,
tu…?...!»
guardando a ripetizione lei e il bambino fra le sue braccia
«…credi davvero che
io…?!»…«…è
la ricompensa che
meritate tu e Mitsuo: portalo a
casa.»…«Ma
io!»…«Coprilo: ti do anche
questa!»…«No aspetta Tally non pescare
fra i
rifiuti!» ma Tally lo fece lo stesso «Questa era
sua,
è scivolata quando l’hai preso, guarda che bella
coperta
iridescente. Chissà chi là lasciato, ma non
importa.
Ascolta Riley io potrò sembrare un po’ frivola e
sclerata,
lo ammetto la vita coniugale mi stressa un po’, e
anche…uhmuhm! I miei due mostri. Ma non sono ancora del
tutto
insensibile…questa creatura è giunta per te. Per
ricordare a te e a Mitsuo che avete ancora speranza. E per ricordarci
assieme dei vecchi tempi: ti ricordi…una scontrata
all’altra, noi due, su quelle sedie da vertigini nella sede
di
Hypnos…? Quante scoperte…ricordi il sapore del
caffè, nelle nostre pause? Io non l’ho mai
scordato…»
Le lacrime di Riley cadevano sulla maschera…
«Vai,
portalo a casa! Hanno smantellato tutto alla sede senza darci in regalo
nemmeno una caramella a noi che abbiamo lavorato tanto! Io non ho
potuto portare a casa neanche quella penna a cui ero tanto affezionata:
consideralo un regalo della casa! Scappo, ci vediamo! Ah e poi
telefonami! Mi raccomando!»…«Tally,
io…!!!»
…ma il
pianto del bimbo digitale mascherato la interruppe…eppure i
suoi
pensieri erano maturi e poetici “La notte torna forse a
soffiare
il suo alito caldo…?...
…attraverso due braccia materne…che cullano il
mio
destino? Chi sono io…?...
…non ricordo più niente. E’ un vortice
confuso di
luce digitale, il mio passato…Hideki…soltanto un
nome…” …un nome che
Riley
inspiegabilmente ripeteva «…Hideki…
…Hideki…» carezzando in un crescendo
d’amore
e speranza quel Digimon simile a un bambino che brillava di luce tenue,
e sul cui capo lei appoggiò il suo, come si fa con un
figlio,
nella cornice di sirene e luci rotanti che illuminavano le loro sagome (fine-canzone)
Un ragazzo e un
bambino dal volto quasi uguale stavano camminando l’uno
incontro
all’altro, sovrastati dall’imponenza della torre di
Tokyo.
Gli alleati del
primo non tardarono ad assumere posa difensiva «Che ci fa
qui?» sibilò Rika «Sarà
venuto ad
attaccarci?» fu la domanda di Beelzemon «Ma chi
è
quel ragazzino?!» sobbalzò Janyu Wong
«E’
identico a Takato!»…«Lui
è…»
accennò Rika…
«N’Emo…» mormorò la
voce tremante di
Takato. I suoi occhi cercavano lo sguardo del ragazzino, che aveva in
parte coperto il suo occhio destro con i folti capelli neri
«Qual
è il tuo nome
realmente?»…«Uhm?» fece
l’altro assumendo una posa ostile «Chi sei tu in
realtà? Per l’ultima volta, per favore, svelami
perché mi perseguiti…
…perché…proprio io? Tu sai del legame
che ci
unisce? Questi occhiali…» Takato
allungò la sua
mano tremante, N’Emo attendeva immobile…ma
l’altro
ebbe timore di sfiorargli, ritirò la mano deglutendo ed
esortandolo «Dimmi la verità…!!...
…tu sei…
…sei mio…!!...» Sguardo solenne da
parte di
N’Emo…le cui due ombre digitali si muovevano
sull’asfalto scambiandosi di posto.
«Che cosa
hai detto Rika?!» sussultò Jeri esclamando
«E’
incredibile!!»…«Incredibile ma
vero.»
specificò Rika, nello stupore dei suoi ascoltatori.
Takato esclamò «SEI MIO FRATELLO?!»
«…
…sì.» alla fine rispose il ragazzino
(canzone: Sugababes
- Stronger) lasciando che si spalancassero quegli occhi
uguali ai suoi seppur più grandi.
Gli amici di Takato immobili ascoltavano.
«Noi due siamo fratelli, Takato…
…fratelli solo di padre…»
Takato quasi immobile, si limitava a sfiorarsi il viso…
«…io sono
cresciuto all’ombra della tua leggenda…sfogliando
i
petali…al ricordo delle tue
imprese…»…«…
…assurdo…»
Ma quello
scenario era il bersaglio del binocolo di chi si accucciò di
colpo su quel balcone «Ihmp! L’hanno
sconfitto-l’hanno sconfitto-l’hanno sconfittooo!
Hanno
sconfitto Guardianmon, quel chiacchierone si è rivelato
tutto
fumo e niente arrosto!!» sottolineò Violetta
allargando i
suoi occhi di meraviglia «…e quello non
è altri che
N’Emo, sta affrontando suo fratello, qui ci vuole---una
soluzione
alla svelta!!»
«Correggimi se
ho capito male, Muskmon!»…«No Mya, sono
certa che
hai capito benissimo!»…«Hai visto
brillare
all’impazzata il cuore di Henry nella sua stanza?!»
esclamò la bambina dilatando il suo sguardo, e Aki spiegava
in
preda all’ansia «Parlava, parlava ed il suo cuore
si
illuminava!»…«…che vuol dire,
Ufomon…?»…«Shhh…zitto
Lotti fammi
capire esattamente: aspetta, se non ricordo male la mamma ha
detto!...che quando un cuore arriva a brillare nel petto di un essere
umano significa che la componente digitale ha raggiunto la
maturazione!»…«…dobbiamo
rubarglielo…» mormorava il piccolo Lotti, ma Aki
esclamò «Oh no ma prima dovete chiamare vostra
madre!!
Deve darvi lei le istruzioni, estraendoglielo senza un criterio
rischiamo di fargli del male e io non voglio!! Oh…Cielo che
devo
fare sono così confusa!! Lui mi sta cercando, è
arrabbiato con me e vuole farmela pagare per poi riconciliarsi con sua
moglie!!»…«CHE COOOOOSAAA?!! Quella
pu-pppp---fff!
Insulsa gattina nera senza carattere né
artigli?!»…«Miao!»…«Myaaa!!!
Hai
offeso Umi!»…«Se Umi è
stupida non sono
responsabile, se ha buone orecchie capisce dalla descrizione che non
parlo di lei: vero Scratchmon?!»
Umi balzò
e in una capriola si trasformò in Scratchmon, slittando tra
le
braccia di Lotti «Muskmon: resta lì immobile
chiamo la
mamma e le spiego la
faccenda!»…«…sì!...sì…
…vi prego
Ufomon, Gravemon, aiutatemi, io non voglio perdere Henry, io!...sono
innamorata di lui!!»
“E’ la
resa dei conti, Aki…” Henry avanzava
verso la
palazzina “Dovrai spiegarmi il perché delle tue
bugie e le
tue false dritte!” …il suo sguardo
sembrava deciso.
«Il mio scopo
è surclassarti definitivamente!! Tu hai avuto tutto
ciò
che un giovane possa desiderare, sei stato il protagonista di una
leggenda fantastica, mentre io!...
…crescevo
solo e abbandonato senza l’affetto di mio
padre!»…«…N’Emo…»…«E
NON TOCCARMI!»…«Tua madre!! Chi
è?!...
…chi
è tua
madre…?»…«Mia
madre…» piegò il capo il bambino nel
farsi tremulo
del suo tono…
«WAAAHHH!!!
COOOMEEE?!!» (dalle altre stanze «Signora Yusaki!
Qualche
problema?») «Eh? Eheheheheh, nooo (!) grazie
signora Wong,
dell’interessament-PFF, CHE HAI DETTO MYA?! Lasciami parlare
con
Muskmon!»
«Violetta ti prego, aiutami!!»
«Calma e sangue
freddo! Ripassami Mya! O Lotti fa lo stesso-no Mya che ha
più
spirito di iniziativa! Eh?! Sta calma Aki-eee…Muskmon, con
tutti
questi nomi sto facendo una confusione: non ci si rimette con la
moglie, te lo assicuro ti fidi di me? NON-CI SI-RIMETTE ci pensiamo
noi, ci serve il cuore a qualsiasi costooo!!!»
«Lei…» descriveva N’Emo
«…e-era
buona!...tanto bella…p-però!...
…avevamo
poco con cui vivere, lei…l-lavorava…ogni
sera…
…i-in
strada!» Takato spalancò gli occhi
«…d-dopo
cena mi salutava!...dandomi un bacio e la mattina tornava,
spruzzandosi una nuvola di profumo! Io adoravo il profumo della mia
mamma!»
…versando una
lacrima da quell’occhio coperto dai capelli…mentre
il
fiato di Rika e degli altri era spezzato quanto quello di
Takato…
«Tu hai avuto
tutti e due i tuoi genitori, Takato, per questo non posso
perdonarti!»…«…!! Devi venire
da
papà!!» Takato gli tese la mano «Devi
parlare con
lui, deve sapere che esisti!!»…«E
PERCHE’, A
QUALE SCOPO?!...lui preferisce
te!»…«Ma…lui
non sa di averti avuto, ne sono certo!!! Mio padre è un uomo
con
un carattere particolare ma non è capace di abbandonare un
figlio, io lo so, è
onesto!!!»…«E TU MI
CONDURRESTI DA LUI?! Non ci credo alle tue buone
intenzioni…»…«N’Emo…»
Ma un’altra voce intervenne
«N’Emo!»
«Oh?!» il
ragazzino si destò in un sussulto (condiviso anche dagli
altri
ascoltatori) «Questa è la voce di
Purplemon!!»
«N’Emo non puoi
vedermi ma sono proprio io: Sandmon mi ha
informata!»…«Ti ha detto della sfera?!
Ah,
quell’idiota di sabbia anziché affossarmi mi ha
favorito!
Io ero venuto per consegnartela, ti stavo cercando!!»
«…ma con chi
parla…?» fece Rika, e Jeri «Non so, ha
detto…”Purplemon”…»
La voce di Purplemon
decretò aspramente «N’Emo: torna
IMMEDIATAMENTE a
Digiworld!»…«Che
cosa?!»…«Mi hai
sentito bene! Dobbiamo mettere al sicuro la sfera, siamo ormai a un
passo dal compimento dei nostri piani: fra molto poco conquisteremo
anche il cuore digitale più ricco d’energia sulla
terra!
Grazie ad esso potrò esaudire il tuo
desiderio…»
Ma Takato fu colto da
un impulso «…uhm?!...c-chi sei?!! LASCIA STARE MIO
FRATELLO!! Q-Quale desiderio?! Lui deve tornare a casa con
me!!»…«Ahah! Takato, ti SCORDI che io
faccia la mia
entrata e mi esponga a un simile confronto: non farò
ingresso a
casa tua come un trovatello ma come…
…un domatore
eroico, il futuro sovrano di
Digiworld…»…«ASPETTA,
N’EMO!!»
Il ragazzino stava
scomparendo. Quando Cindermon corse «CHE STORIA E’
QUESTA?!
Mio padre sta amministrando Digiworld, volete spodestarlo?! Quindi sei
tu il fantomatico nemico di cui parlava?! RISPONDIII, VOCE SENZA UN
VOLTO!!»
«Ahahahahah!...aspettate Digimon Tamers…fra molto
poco
tempo il destino dei vostri mondi verrà definitivamente
scritto,
ahahahahahah!!!» Purplemon rise.
Cindermon corse
«MOSTRATI, VIGLIACCA!» ma ad impedirle di
raggiungere
N’Emo l’improvviso emergere delle due ombre
«Quelle
sono!!...» boccheggiò Takato
«PinkMonzaemon e
LadyMeramon!»
«AH, AHAHAHAHAHAHAH!»
N’Emo si dissolse “Ci vediamo a Digiworld,
Takato…”
«ASPETTA, NON TE
NE
ANDARE!!»…«Takato…è
inutile…»…«Quello
è mio fratello,
Cindermon!!»…«Ihmf!...lo
so…»
Alle loro spalle,
sguardi sospesi «A chi appartiene quella voce?»
fece Rika,
la quale aggiunse «Ragazzi, temo che fra molto poco dovremo
confrontarci con dei nemici…ben più potenti dello
stesso
Guardianmon.»…«Oh no!» disse
Kenta «Kazu
è a Digiworld! Ho paura per
lui…»…«Quella donna o Digimon
che sia
sembrava disposta a tutto!» commentò Yuki, e
Takato li
raggiunse di corsa «Avete sentito?! Hanno parlato di un cuore
digitale, e anche di un artefatto magico!»
“La…Sfera
regale!!!” realizzò Cindermon «Oh no,
mio padre
è in pericolo, diceva sempre!!...che il nemico la cercava
per
distruggere il nostro mondo!»…«Dobbiamo
fare
qualcosa per Digiworld!» realizzò
Beelzemon…
…ma la notte soffiava agghiaccianti interrogativi nel
vento…(fine-canzone)
Henry suonava
insistentemente alla porta «Non mi interessa! Anche se
è
notte fonda dovrai ascoltarmi! Perché mi hai detto di
dimenticare Terriermon?!...perché mi hai istigato a mentire
a
Rea e Benji?!»
Quando a casa Wong, la
signora Mayumi «Oh Suzie!!!...Rea, per fortuna siete
salve!»…«Mamma!! Tutto
bene?!»…«Ci perdoni signora Wong ma
siamo rimaste
bloccate, Lopmon stava male e se fossimo uscite il collasso
l’avrebbe sopraffatta!! Come sta
Benji?!»…«…per fortuna tutto
bene, il tuo
bambino è al sicuro!»…
«Oh!...sia ringraziato il
cielo!»…«Momentai
Rea!
Ahahaha!»…«Reaaaaaa!!!»…«Mamma!!
Ci sei anche tu, per fortuna sei
salva!!»…«Sono
state ore strazianti, tesoro mio! Smack smack! Senza
telefono!»…«Momentai, signora Akimoto!
Sia voi, che
Benji, che Lopmon, che noi siamo salvi! Tutto è bene quel
che
finisce bene!
Mooomentaiii!»…«Mamma…»…«Sì,
Suzie?»…«Hai notizie di
papà?!»…«Ah! Mi ha
telefonato: è al
sicuro tesoro, mi ha detto che sta tornando a
casa!»…«Oh!...per
fortuna!»…«Tranquilla Suzie hai visto?
Te
l’avevo detto!»…«Lo so,
Lopmon, mio padre
è molto apprensivo con me ma io lo sono molto di
più con
lui!»…«Suzie! Tutto a posto tuo
padre?»…«Sì Rea
grazie.»…«Scusate allora, io vado da
Benji!
Terriermon!»…«Ti raggiungo
anch’io, Rea!
Voglio vedere come ha dormito il mio piccolo nipotino in questa notte
di follie!» espresse Suzie.
Assieme ai rispettivi Digimon le due ragazze si lanciarono nella stanza
di Henry ma «Ohhp!!» accidentalmente si scontrarono
con
«Eheheheheh!»
…quella donna dai capelli ricci e il
sorrisone…che
indusse i due Digimon dalle lunghe orecchie a guardarsi
dubbiosi…
Rea non vi
badò molto e il primo a cui pensò fu
«BENJI!!» trovandolo a terra, ancora sveglio, a
giocare
pacificamente
«Mmm…!...ma…mmma…!»…«Tesoro
mio, piccolino! Smack! Scusami se ti ho lasciato solo!!»
«Ahaha! Ma
il piccolo Benji non eeera
solo!»…«…e lei chi
è, scusi…?» domandò Suzie
alquanto
perplessa, alzando il sopracciglio «Ehmmm! Mi presento! Io
sono
Violetta, la nuova baby sitter!»
La spiegazione
non sembrò convincere Suzie. Stupì anche Rea, la
quale si
avvicinò…mentre in camera giungevano anche la
signora
Akimoto e la signora Wong «Ahhh, l’avete
conosciuta,
ragazze?!»…«Rea, scusa se mi sono presa
la
libertà di assumerla, ma ti posso assicurare che questa sera
è rimasta tutto il tempo vicino a Benji, trascurando persino
suo
marito e i suoi figli: oh grazie ancora, signora
Yusaki!»…«Ma non
c’è di che, signora
Wong, gliel’ho detto! Io e Benji siamo
diventati…iuuummm,
grandissimi amiciii! Vero Benji caro? Ghiri-ghiri-ghiri-ghiri,
ihihihihi! Ho scoperto che il solletico lo fa morire dalle
risate!»
L’espressione da Rea…da
perplessa…finì per
sciogliersi in un grato e allietato sorriso «Oh, davvero
è
rimasta vicino a mio figlio? Non potrei mai ringraziarla
abbastanza!»…«Non lo potevo lasciare
solo!»…«E’ così
carina, lo sa? Si vede
che ha figli, è molto materna!» esprimeva
Rea…che
così facendo però richiamava su di sé
lo sguardo
alquanto interdetto di Suzie, che non sembrava concordare
granché con le sue impressioni.
«Adesso
però forse è ora che
vada!»…«Oh ma
certo ci mancherebbe a casa la staranno aspettando! Comunque io sono la
mamma di Benji, Rea Akimoto…sposata
Wong!»…«Ma sì ma
sì, l’ho
pensato!»…«E’ un piacere
conoscerla! Le
avrò fatto un’impressione pessima: sparire
così in
una notte simile, le sarò sembrata una madre
snaturata!»…«Ihihihi, ma che diceee, ci
mancherebbe?
Non c’è nessuno che la potrebbe capire, sono mamma
anch’io!» Rea sospirava di sollievo
(l’espressione di
Suzie peggiorava…) «Mi fa piacere che lei mi
capisca…»…«Si figuuuri! Poi
si guardi,
così carina!! Si vede proprio che è una madre
dolce e che
suo figlio la adora!»…«Se
sapesse…ho avuto
una storia davvero tormentata: l’importante però
è
che…nonostante tutto ancora teniamo duro, e crediamo nel
futuro!»…«E io le auguro…un
futuro
spleeendido e radioso, con suo
figlio!»…«Grazie
mille, e spero…anche con mio marito, incrociando le dita!
E’ una persona che ha sofferto molto, ma con tante belle
qualità.»…«Vedrà
che…tuuutto si
sistemerà! Lo sento non mi chieda cos’è
ma
avverto…» illustrava Violetta vagando con i suoi
occhi
ridenti e luminosi «…che per voi d’ora
in poi il
sole tornerà a splendere, sarete una bellissima famiglia,
finalmente
assieme!»…«Speriamo!»…«…INCROCIAMO
LE DITA…» disse e fece Violetta
«Ihihiii!
Uhmuhmuhmuhm!» in un guizzo di brio «E con
ciò…buonaseeeEEEraaa! Wooou! Ciao Benji! Ah! A
proposito:
che bei peluche che gli avete portato! Ih!» scappando via nel
corridoio.
Lopmon e
Terriermon si guardarono «Terriermon…si riferiva a
noi?»…«Dì un po’
Lopmon: noti qualcosa
di sospetto? Ti sembra un Digimon per
caso?»…«A me?
No.»…«Neanche a me: non ne ha
l’odore. Quella
è di certo un essere umano. Meglio così:
ultimamente non
ci si può fidare di nessuno.»
«Quanto mi piace
questa ragazza!» espresse la signora Akimoto, e Rea
«Vero
mamma? Anch’io l’ho trovata molto
simpatica!» ma
Suzie aveva aggrottato l’espressione «Ma parli sul
serio?» Rea si stupì
«…sì!
Perché? In fondo è stata molto disponibile, non
è
da tutti! Poi hai visto…i modi? Ti strappa un
sorriso!»…«Non la trovi genuinamente
vomitevole?»…«Ehh?? Ma
dai…che dici, ah
quanto sei maligna!!» dandole una spinta scherzosa
«Solo
perché è spiritosa e le piace
scherzare!»…«Sarà ma a me non
piace affatto
che stia in questa casa: mamma scusa, ma perché
l’hai
assunta senza nemmeno conoscerla?»…«Oh
ma Suzie non
hai sentito? Ha detto che ha due
figli!»…«Beh…quello potrei
dirlo
anch’io quando non ho neanche un fidanzato! Posso prendere
Lopmon
e dire che mio marito ha delle lunghe orecchie e lei è la
nostra
adorata bambina ma ciò non significa che sia
vero!»…«Dai Suzie!» faceva la
madre «A
confermare la tesi il fatto che ci sa
fare!»…«Che
c’entra? Quattro scherzi a un bambino con quel modo
stucchevole
potrebbe farli anche una rapinatrice di
banche!»…«Ahahah, Suzie dai, non
sarà che hai
paura che il tuo nipotino si affezioni a qualcun altro
anziché a
sua zia??»…«Non scherzare Rea! Sono
seria: a me
quella non piace! E’ come una torta sommersa dalla panna che
alla
fine fa venire il vomito!»…«Beh,
sarà: io
adoro la panna!» disse Rea, sussurrandole poi
all’orecchio
«Ptsss: sei proprio una Wong! Sempre prudente e un pizzico
diffidente: mi hai ricordato lui, i primi tempi anche Henry si
preoccupava molto su chi tenesse nostro figlio e che qualifiche
avesse.»…«Beh, faceva bene, mio fratello
è
cambiato quando ha iniziato a fidarsi troppo delle persone sbagliate e
a non dare retta a quelle che realmente gli volevano
bene!»…«Ouaaahhh…! Dai
ragazzi…riprendiamo domani il discorso sulla baby
sitter.»…«Hai ragione Lopmon, per
stasera è
meglio riposarsi, siamo molto stanchi.» disse Suzie, che poi
si
volse verso Benji «Andiamo a dormire piccolo Benji?
Ghiri-ghiri-ghiri-ghiriii!» con Rea che la spingeva
«Dai,
smettila!»…«Ahahah!»
Violetta fuori
dal portone si incalcava il suo berretto in testa «Ihihi,
sciocchi!» estraendo il cellulare «Mya, Lotti?
Siete
pronti?? Uhmuhmuhm, ho appena parlato con la moglie di Henryyy, adesso
corro a raggiungervi!»…«…pronti a scattare,
mamy!»
Henry d’un
tratto «Oh?» udì scattare la
porta
dell’appartamento di Aki…che si aprì
lentamente sul
buio «C’è qualcuno?...
…Aki…!...sei tu…?»
…il ragazzo
non poté che addentrarsi all’interno…
Takato era solo
quando rientrò al panificio. Non aveva ancora richiuso la
porta
alle spalle quando vide una luce accendersi in cima alle scale. Suo
padre giunse da lì dopo pochi secondi «Takato!...
…dov’è
Cindermon?»…«…tornerà
fra poco, si
è offerta di accompagnare il signor Wong a casa, era
stremato
dopo la
battaglia.»…«Com’è
andata…?» si avvicinò Takehiro, che si
vedeva
essere emotivamente scosso
«Papà…!» suo
figlio stava per dirgli qualcosa di importante quando
«Takato!»…«…
…mamma…» si avvicinò il
ragazzo
«…torna al letto, oggi sei stata
male.»…«Non potevo non raggiungerti,
co-…» toccandogli le braccia, le spalle
«…come stai, sei
ferito?!»…«Sto
bene…» (lanciando un’occhiata fuggevole
al padre, il
quale rimase interdetto) «E dov’è la mia
bambina?
Cynthia!!» ma Takehiro si affrettò a rispondere
«Sta
riaccompagnando Wong a casa! Mie torna al letto, lo hai visto: nostro
figlio è tornato sano e salvo,
ora…farà rientro
anche il resto della famiglia.»
A quel punto
Takato si volse verso di lui
«…Takato…perché
mi guardi così?»…«In
televisione non avete
avuto modo di seguire?» domandava il ragazzo muovendo il tono
su
quella sua metallica sospensione «Abbiamo acceso, ma il
televisore è rotto, sai che dà
problemi.» Il
giovane si volse verso la madre, mentre il padre seguitava a parlargli
da dietro «Abbiamo compreso che si trattava di una battaglia
terribile, Dio quanto abbiamo
temuto!»…«Takato…ho avuto
tanta paura.»
Takato le prese le mani e provò ad accennarle un sorriso
«Sta
tranquilla…mamma…noi…»
sempre
lanciando occhiate fuggevoli al padre «…io e
Cindermon…ce la siamo cavata.
Guardianmon…è
sparito o almeno questo è quello che sembra,
adesso…è bene riposarsi, e recuperare le forze.
Torna al
letto: non…è bene che tu stia alzata durante la
notte. La
notte…è fatta per dormire, e tu…
…devi
recuperare il
sonno.»…«…dormirò
di
certo, ora che so che stai
bene!»…«…buonanotte…mamma.»…«Buonanotte,
Takato…» …avvicinandosi,
dandogli un bacio
sulla fronte, mentre il ragazzo chiudeva gli occhi in un moto interiore
di dolore “…lei…l-lavorava…ogni
sera…
…i-in strada!...d-dopo cena mi salutava!...dandomi
un
bacio…”
«…vengo a letto fra
poco, prima aspetto che Cindermon
torni.»…«Va bene.
Va bene, figlio mio…» così Mie si
ritirò.
Takato camminò
verso suo padre «…c’è
qualcosa che devi
dirmi…? Te lo leggo dagli
occhi…»…«…papà…»
disse piano il ragazzo. Il suo tono era indefinibile, nei suoi occhi
non c’era né chiaramente rabbia, né
pianto…in quelli di Takehiro a poco a poco si insinuava
dell’incertezza, che lo esortava a tentare di rubare quel
segreto
dallo sguardo del figlio.
Takato gli diede le
spalle…e si mosse verso la scala «Dove vai,
adesso?!»…«…papà
tu…
…ascolta attentamente quello che ti dirò. Tu hai
avuto…
…» chiuse
gli occhi, il ragazzo, aiutandosi con un profondo respiro per restare
il più calmo possibile «…tu forse non
sapevi di
avere avuto un figlio con un’altra
donna…»
Per Takehiro fu un
balzo al cuore…non disse nulla ma si aggrappò
alla spalla
di Takato «Questa che dici è una
sciocchezza!»…«No papà ti
prego.
Non…sto affatto
scherzando.»…«Tu mi prendi in
giro!!»…«No…»
ponderava Takato fra quei
sospiri per mantenere calma e freddezza «…non ti
prendo in
giro perché è un argomento serio, me
ne…rendo
conto io stesso. Io…
…non sono
figlio unico ma non diciamolo alla mamma almeno per ora,
lei…deve saperlo, sì, ma non in un momento come
questo.
In cui ha avuto una giornata stremante. E le potrebbe far male alla
salute perché sappiamo che è molto debilitata.
Papà…
…tu sei stato…
…tu
hai…hai tradito la mamma. Dieci anni fa.» Takehiro
impallidiva…ascoltando quelle parole che suo figlio non gli
rivolgeva apparentemente con tono d’accusa, né con
ironia.
Sembrava rassegnato, semplicemente gli riferiva quanto aveva scoperto,
preoccupato unicamente sul da farsi «…questo non
è
vero…è un’accusa infamante!»
ma Takato
sospirava di nuovo «Papà, ti prego, no.
E’ inutile.
Basta
mentire.»…«Ah?!»…«…
…tu
hai tradito la mamma in quel periodo di crisi, quello in
cui…anch’io stetti molto male. Tu hai avuto una
relazione
con una…
…
…donna. Una signora. Da lei è nato…
…colui che è attualmente il mio
fratellastr…
…mio fratello!...che senso hanno definizioni
dispregiative?»…«…Takato…!...»
si avvicinò Takehiro «Ti ha detto come si
chiama?!...» ricercando il suo sguardo, oltre quegli occhi
chiusi
«L’hai visto?!...che aspetto ha? Dimmelo, ti
scongiuro!
Come si chiama mio figlio?!!» Takato a quel punto
aprì i
suoi occhi «…allora vedi che lo
ammetti?»…«Ahh!»…«…perché
fino a un secondo fa dicevi che ti stavo accusando ingiustamente? Che
male c’è…
…oltre…tutto quello facilmente intuibile. Ma ti
sbaglio,
non sono qui per farti la morale: non mi piace affatto questo modo di
agire, ti basti solo sapere
che…»…«Dov’è
lui adesso?! Takato
ti ho fatto una domanda, voglio sapere dov’è, chi
è, che cosa fa, dove posso trovarlo?! Perché non
l’hai portato a
casa!!»…«…perché…lui…credo
abiti…a Digiworld.»…«Che
cosa?!?!...come?! A
Digiworld?! Ah, sono tutte
sciocchezze!»…«…
…no…» riprendeva ad enunciare il
ragazzo
«…non sono sciocchezze,
N’Emo…»…«Oh?!»…«…così
si fa chiamare ma dubito che si tratti del suo nome vero, che non
so…
…è schierato…con i nostri nemici, ed
ha affermato
di avere tutta intenzione di farcela
pagare.»…«Ah!
Mio figlio ha detto questo?!...
…perché è così
indignato?!»
…mentre Takato espirava…e quell’impegno
per non
caricarsi di rabbia si faceva sempre più arduo
«…non lo so papà ho potuto parlarci
per…pochi istanti. Disgraziatamente. Non ho idea di chi
sia…che vita faccia…ora né quale abbia
condotto.
Non so neanche il vero nome di mio fratello. Te l’ho
detto.»…«…perché
non gliel’avrai
di certo chiesto.»…«Gliel’ho
chiesto!...» espresse ora un po’ più
animatamente
«Ma non ha voluto
dirmelo!»…«Takato, questa
faccenda è seria, qui c’è poco da
scherzare!»…«…e ti pare che
io stia
scherzando?!»…«La mamma non deve sapere
niente: TU
non devi dirle niente! Siamo
intesi?»…«Non ti
preoccupare: ci mancherebbe! Ah! Che cosa credi, che voglia far morire
mia madre di
infarto?!»…«Takato!!!»
…il
ragazzo si volse lentamente, rivolgendo quei suoi occhi taglienti
«…non le dirò nulla…
…su
quello che hai
fatto…»…«…e
sarà
molto meglio per te che tu non lo faccia! Che hai intenzione di fare
con lui?!»
Takato non mosse
minimamente la sua espressione. Si limitò a rispondere
«Non è stato ancora deciso. Devo
prima…consultare i
miei amici…» girando la testa, negando lo sguardo
al padre
«Te l’ho detto! E’ un nemic…
…o
per lo meno…è dalla parte dei nemici, purtroppo,
che sia
un nemico non posso affermarlo e sai questo perché?
Perché è…
…mio fratello. Non sono più figlio unico: che
gioia. Puoi
anche comunicarlo alle nostre
clienti!»…«SE TU TI
AZZARDI A FARLO---!!!»…«NON NE HO LA
MINIMA
INTENZIONE!!!...
…ma
insomma, cosa vuoi?! Gridarlo al mondo, tenerlo nascosto, una buona
volta deciditi!!...ne ha anche lui il diritto a pensarci bene,
no?»…«Questa è una decisione
che riguarda
solo me Takato hai capito? Tu non c’entri, riguarda SOLO
ME.»…«Veramente io c’entro
anche un po’
considerato che è figlio del mio stesso
padre!»…«Bene! Hai detto
l’unica cosa giusta
in tutto questo! Ritrovalo!!»…Takato
restò
impietrito «…e riportalo da me, questo
è il tuo
solo dovere, hai delle responsabilità nei tuoi confronti,
facendoti semplicemente un riassuntino delle cose tu sei un ragazzo
grande!! Contro…un bambino indifeso…ma non ti
rendi conto
che è ancora piccolo?! Quelle creature con cui voi
interagite
possono fargli del male!!»…«Facendoti
semplicemente
un riassuntino delle cose…!!!...
…tu
hai mentito a tutti, hai tradito la mamma e mentre di fronte a tutto il
quartiere facevamo la famiglia felice tu scappavi come un ladro la
notte e hai fatto un figlio con una PROSTITUTA…»
Takehiro
spalancò gli occhi «…cosa per
cui…
…non ci sarebbe assolutamente NIENTE di male fatta eccezione
per
il fatto che eri proprio TU questa mattina a intimarmi di non
frequentare Rika!!! Allora tu cos’hai da aggiungere,
papà,
perché non te lo vai a riprendere tu N’Emo?!
Eh?!...sai
che cosa ha detto?...
…sai cosa gli ho sentito dire fra le poche cose che ha
pronunciato quando era davanti a me?! Sembra disperato, è
stravolto dal rancore perché suo padre, SUO PADRE che
è
anche il mio…lo ha
abbandonato!»…«…questo…!!...non
è vero!!»…«Ah
no?!!»…«No!
Lo dici solo per ferirmi, non è vero, di sicuro è
una
menzogna, mio figlio!!»…«TUO
FIGLIO!!...non potrebbe
che pensare questo e sai perché?! PERCHE’
ANCH’IO
penserei la stessa cosa se fossi stato al suo
posto!!»…«Ora basta!!...non voglio
più
sentire una parola, anche una sola di rimprovero: tu sei troppo
inesperto di queste cose per capire o per potermi dare lezioni! Non sai
nemmeno…mantenere una relazione degna con una ragazza,
guarda
Cindermon?! A quest’ora della notte l’hai mandata
in giro
da sol-»…«Tu a QUEST’ORA DELLA
NOTTE lasciavi
da sola mia madre e ti recavi da quella di mio fratello a
“concepirlo”, papà. Eh?
Quindi…fra le due
cose chiariamo bene qual è la peggiore, francamente non
credo
sia la mia! Però…
…adesso
sinceramente…questo viene in secondo piano. Non mi
interessa…ciò che dici o che puoi pensare di me.
Il mio
dovere l’ho fatto.» scandiva il ragazzo con quella
calma
inquisitoria e tanto sottile quanto ferente
«…dovevo
informarti, adesso le prossime notizie sul mio fratello minore
giungeranno quando ci avremo capito qualcosa in più: su dove
vive, chi frequenta…
…che cosa
vuole da noi…»…«Tu lo odi,
vero?»…«…
…non so
come tu possa anche solo pensare
questo.»…«Sei
invidioso: lo odi! Perché ti dà fastidio non
essere
l’unico!»…«Tu sei
completamente
impazzito!!»…«Ebbene, non mi interessa!
Dovrai
accettare la sua esistenza, dovrai impegnarti a ritrovarlo,
DOVRAI…tacere ogni cosa con la mamma. Siamo intesi? Lei non
deve
essere messa al corrente di questo a causa della tua testa calda
immatura, ci penserò io a dirglielo quando sarà
il
momento, quando lo riterrò più
opportuno!»…«…prenditela con
calma
papà, e magari aspetta un altro po’!!!
Ahh!» ma
Takehiro lo afferrò per il braccio «Dove credi di
andare?!...non
scherzo…»…«…lasciami…»
Takato si scrollò con forza, chiedendo «Era
così
che pensavi di educarlo…? Toglimi una curiosità,
pensavi
di portarlo su così qualora lo avessi avuto alla tua
portata,
qualora quella donna non fosse fuggita in preda alla disperazione
perché questo capisco che ha fatto!! Avresti cresciuto
N’Emo…in questo modo? Con la violenza, la
prepotenza,
l’aggressività, con le tue strette stritolanti o a
suon di
schiaffi come quello che mi hai dato questa mattina? O no…?
No…» specificò con un’enfasi
soffiata
«…no, magari avresti fatto ricorso a quel modo
dolce e
affettuoso che hai avuto durante tutta la mia infanzia, che capisco
esser stato solo una facciata rispetto a quella che ho davanti che a
quanto pare è la tua vera natura: ingenua illusione, la
mia…che credevo di avere un padre che mi voleva bene, che
sapeva
essere un amico. A N’Emo ha detto male, però in
fondo…forse a me…peggio!...
…non c’è niente che bruci di
più
dell’abbandono...magari fra i Digimon è stato
più
felice!»…«Ora finiscila, non voglio
ascoltare
nemmeno una delle tue idiozie, tu queste cose non le puoi capire
perché figli, tu, non ne avrai mai se continui
così.» Il dolore, misto a rabbia, si lesse negli
occhi del
ragazzo che però nonostante questo seguitarono a
fronteggiare lo
sguardo del padre «Più felice fra i Digimon?
C’era
da aspettarselo da uno come te che confida solo in quegli esseri e
basta, ma sappi che ora siamo in tema, adesso è il mio
turno,
ora sono in gioco io, Takato! Tu hai avuto la tua
occasione…adesso tocca a me: hai avuto una creatura che
rispondeva per filo e per segno ai tuoi desideri, è giusto
che
qui tutti siano trattati allo stesso modo! Cosa credi, di essere un
privilegiato?»
Takehiro
accennò ad allontanarsi, ma Takato affermò
«…non so se è consigliabile che lo
porti da
te!» Suo padre si volse, e lo sovrastò con occhi
subdoli e
sprezzanti «…ti conviene farlo…sempre
che tu voglia
seguitare a vivere in questa
casa.»…«Ah?!»…«…ti
ricordo
che non concludi niente, guadagni quattro soldi e non hai saputo dare
alcuna garanzia concreta alla tua famiglia, col
crescere.»…«Sono solo un rifiuto, un
peso?!»…«…non ho detto
questo…»
replicò Takehiro senza scomporsi «…ma
potrei sempre
decidere…di sfilarti una buona volta il terreno da sotto i
piedi
perché tu capisca una volta per tutte qual è la
vita
vera, non sarebbe sconveniente per la
tua…educazione…e ti
formerebbe quei muscoli…
…che se
solo guardiamo un po’ meglio le tue
braccia…» cosa
che d’istinto fece il ragazzo «…capiamo
che la vita
non ha mai rinvigorito, limitandosi semmai a riempirli di grasso per un
breve
periodo!!»…«…hhh!!!»
(canzone: Steps
- Why)
Quando suo padre gli volse le spalle, il ragazzo emise un respiro
strozzato. Il suo sguardo era sconvolto, incredulo di avere udito
quelle parole. Sembrava avere un dolore al petto, che lo
portò a
piegarsi…ma era in realtà l’anima a far
male.
Avanzando verso
il bancone, Takato pensava “Ma allora è
vero…! Mio
padre non mi vuole più bene: non è un
incubo…
…è la realtà!” specchiandosi
nel vetro del
bancone ora lucidissimo e vuoto, eccezion fatta per i riflessi della
strada dietro la sua immagine “Gli sono
odioso…questo mio
viso…gli fa repulsione, così questi miei
capelli.”
sfiorandoseli “L’espressione dei miei
occhi…il
colore no…è anche quello di mio fratello. Mio
fratello…
…dovrei
odiarlo ma…!!!...in fondo perché?!!...lui non ha
colpa se
io!!...se a me…
…nessuno
mi ama, né papà, né Jeri!!”
prendendosi il
viso tra le mani “Nemmeno la mamma, in fondo sono una
delusione
anche per lei! O forse…
…le
è rimasto un briciolo di affetto…prima che lui
giunga a
portarselo via! Mio padre…” stringendosi
a sé
come quando si ha freddo, ma poi rifiutando quella percezione visiva e
riflessa, nonché tattile “Le mie braccia ha detto
che
sono…prive di forza! E forse è vero, io quando
combatto
non lo faccio con i miei…muscoli…”
alzando
lentamente il suo Digivice dalla foglia aurea “…ma
con la
forza del mio cuore…
…ma
questo a lui NON IMPORTA!!!” piombando con due pugni sul
vetro.
Non riuscendo a romperlo, ma gemendo del dolore sempre più
cuocente dentro di sé “Perché a questo
punto non
sono perito nella battaglia di oggi? E’ stata prolungata e
cruenta, c’era tutto il tempo, eppure sono ancora qui. Forse
se
avessi fatto una brutta fine mio padre e mio fratello ne sarebbero
stati contenti!”
…per poi lasciarsi cadere
su quel vetro, come volesse farne il suo letto, e riversandovi quelle
lacrime rassegnate “La mia infanzia…”
Ripensando a
quand’era piccolo…alla dolcezza dei suoi genitori,
i primi
giochi…
…i giorni in
cui rientrava di corsa da scuola e si lanciava nella sua stanza, e
infine quella sera al tramonto sul mare…quando la luce della
biodigievoluzione aveva congiunto lui e
Guilmon…trasformandoli
nel maestoso guerriero Gallantmon, dal mantello rosso…
«…è stata tutta una menzogna…
…tutta un’illusione!! Un sogno, anche
questo…
…la mia vita è composta di soli
sogni…esatto, come
quella di un bambino fantasma! Io non sono un ragazzo, non lo
sarò mai…vero Guilmon?...
…io morirò
così…pronunciando il tuo
nome…
…con la luce della digievoluzione negli
occhi…aspettando…di correre verso di te, in
Paradiso.
Ammesso che ci sia un Paradiso per quelli come me!!...
…aspetterò di scorgerti amico mio, per
confessarti che
sono…perdutamente innamorato di Jeri!!...
…MA NEMMENO LEI MI AMA!!...
…allora perché…rispondi:
perché non
dovrebbero trovarmi morto? Eh…? Esattamente…qui,
come
sono adesso. Nel mio mondo…che di notte sembra uguale al
passato. Perché non sarebbe meglio
così…? Te lo
dico io perché…e cioè
perché…»
facendosi strada a fatica dietro il bancone…
…avvicinando una sedia, come se fosse tanto, tanto stanco. E
forse lo era «…perché devo
aspettare…Cindermon che ritorni. Io non voglio essere come
mio
padre!!» affermò stringendo un pugno di grinta, e
guardando verso l’alto nonostante le lacrime che gli rigavano
il
viso in quel buio e vuoto negozio «…io non lascio
sola una
donna che oggi ha dato tanto per me! Come la mamma…
…lei…si è impegnata a combattere, ha
fatto leva
sulle sue fatiche, senza lamentarsi, fino all’ultimo. Non
posso
andare a dormire, anche se vorrei chiudere gli occhi e veder sparire
tutto! Al diavolo mio fratello, i Digimon, i nuovi nemici, e tutto il
resto! Ma io l’ho vista triste e preoccupata per
ciò che
ha udito su suo padre, e su Digiworld: io…non
posso…abbandonarla. Sono il suo domatore e mio dovere
è
aspettare che torni…» così si
impegnò a
lottare contro il sonno…
Mentre Cindermon stava congedando Wong al portone di casa di questi
«E mi raccomando, abbia cura di lei!! Soprattutto per i suoi
figli!!»…«…non
potrò mai sdebitarmi
abbastanza!»…«Pfff…!...si
figuri! Per un
padre si fa questo ed altro!» “…per un
padre!!” si fecero di colpo appenati quei suoi occhi azzurri
“Papà!! Che sarà successo a Digiworld?
Ciò
che ha detto quella Purplemon…mi ha fatto paura, ma se hanno
recuperato la Sfera regale, significa…”
dando le
spalle al portone…ed alzandosi lentamente e timidamente il
cappuccio del suo manto, guardando in cielo come se potesse scorgere
Digiworld “…che voi tutti siete in grave pericolo!
Tu…che sei anziano. E scusa se lo dico, a te dà
fastidio!
Diamon la mia sorellina…i-i miei servitori e le mie ancelle
digitali, il tabaccaio, il tipo buffo alla salumeria, tutti!!!...
…tutti voi, il mio mondo, persino…il Chumon che
mi si
attaccava sempre ai calzari perché voleva che gli
autografassi
il tubetto di gomme da masticare! Tutti i miei piccoli grandi fans
rischiano la vita e io…!!...che cosa posso fare, sono qui?!
Non
ho concluso niente, scopro a tentoni qualcosa ogni giorno! Come vorrei
essere stata più responsabile…”
chinando il capo
tristemente “…chissà se Takato
può
aiutarmi…” ed andando via con aria
mogia…
L’unico
che nel buio della sua stanza aveva sguardo orgoglioso era
«Takehiro…non vieni a
dormire?» …lui,
che non badava a sua moglie “E’ finalmente giunto
il mio
momento: stavolta non mi farò lasciare indietro! Ho un
figlio…
…!!” pensò con vibrante emozione
«Un momento
solo, Mie.» “Io ho un altro figlio!! E se lo
ritrovo posso
realizzare grazie a lui…tutti i miei sogni mancati!! Se solo
non
ci fosse Takato ad impicciarsi!!” «Oh?»
ma
notò qualcosa che spuntava da sotto il letto.
Quel disegno che era
scivolato via, e che ritraeva il figlio sognato, dai folti capelli
scuri «E questo cosa ci fa qui…?!» si
insospettì cupamente l’uomo (fine-canzone)
Nel sibilare
delle foglie all’aria
notturna…nell’oscillare delle
recinzioni bianche e rosse, al soffio del vento…
…qualcosa
di vivo sotto un manto scuro, e in prossimità di un blocco
di
pietra, si muoveva
«Mmm…Takaaato…»
…era uno
stridulo e soffiato sussurro «Amico mio, dove
sei…?»
Suonava innaturale la
sua voce. Esasperata nella sua invocazione «…ho
voglia di
giocare un po’, mi sento solo! Oh?!»
Guilmon riemerse da sotto il
manto, avvolgendosi in questo e lasciando che il vento soffiasse sul
lembo destro…così da lasciare intravedere
nell’ombra la cicatrice là dove prima
c’era il suo
occhio. Ma era quasi l’altro occhio ad essere più
strano…in quanto la sua espressività era spenta,
come se
fosse ancora permeato dal sonno «Dove mi
trovo…?»
volgendosi «Ahah!...
…sono al mio
nascondiglio!...Takato deve avermi lasciato qui come tutte le sere. Ma
io devo aver fatto un incubo ed essere uscito! Ho anche buttato
giù il cancello! Dev’essere stato
terribile…»
Una distorta
nota infantile attraversava la sua voce. Il suo passo era barcollante
«…ho la testa confusa…oggi pomeriggio
dobbiamo aver
combattuto molto, evidentemente! E’ strano…non
riesco a
ricordare il nome del Digimon bioemerso: deve avermi dato una bella
botta in testa, infatti…non ci vedo da un occhio! Ihihihih,
quando domattina ci incontreremo Terriermon mi prenderà in
giro!
Renamon mi sgriderà guardandomi con sospetto e dicendomi che
devo fare più attenzione…Calumon
saltellerà ai
miei piedi chiedendomi “che hai fatto all’occhio
Guilmon,
calù? Che cos’hai, calù?”
Ihihihih, i miei
amici!...ahhh, che male mi fa qui.» premendosi il manto
presso
l’occhio cieco «Forse Takato ha una pomata a casa
che
può farmi bene. Quasi quasi vado a trovarlo!»
…stirando un sorriso tremulo con le sue fauci
«…non
si arrabbierà se gli faccio capolino a casa a
quest’ora
della notte…?»
Takato teneva
gli occhi aperti a stento, seduto al buio presso il bancone, ma si
sforzava a restare sveglio conficcandosi le unghie nelle
braccia…
…nel
pronunciare stremato dei nomi
«…Guilmon…Cindermon…»
«Ma
nooo!...Takato è tanto buono. Di certo gli farà
piacere
vedermi: ora mi faccio una corsetta da lui, non mi scoprirà
nessuno!...ricordo la strada…»
…quell’occhio giallo stordito sembrava essere
soffusamente
allietato da quella prospettiva…
Henry premette
l’interruttore, ed illuminò il salotto dello
studio di
psicologia «C’è nessuno?! Aki!...
…sono io, Henry!...ascolta…
…debbo parlarti, è importante!...
…questa
sarà l’ultima volta: se mi ascolterai non mi
farò
più vedere! Ma dovevo vederti!...e poi perché la
porta
del tuo appartamento si è aperta all’improvviso?
Va tutto
bene?!»
I passi del ragazzo incedevano…
Mentre a casa sua
«Oh, papà!!» …Wong
la stringeva
calorosamente «Piccola mia…» e Lopmon
chiedeva
«Come sta, signor Wong?»…«Per
fortuna tutto
bene, Takato e gli altri mi hanno
aiutato.»…«Papà, non posso
credere a
ciò che mi hai detto!!» esclamò Suzie,
e Lopmon
«Guardianmon l’ha catturata e usata per
biodigievolvere?!»…«…è
stata molto
dura, ma per fortuna adesso sembra che né noi umani
né
voi Digimon dobbiate più temere la minaccia di
Guardianmon.» avanzando nel corridoio, mentre Suzie gli
chiedeva
«E’ forse finita? Takato…Rika e gli
altri hanno
eliminato il nostro
nemico?»…«…purtroppo non
possiamo cantare vittoria troppo presto, Suzie.»
replicò
cupamente l’uomo. La figlia in pigiama rimase
impietrita…e
la Digimon fra le sue braccia «Che cosa intende
dire?»…«Sembra che…
…ci siano
alcune creature che aspirino alla conquista di Digiworld. Si sono fatte
vive questa notte. Si tratta…da quel che ho potuto udire di
una
Digimon che si fa
chiamare…Purplemon.»…«…Purplemon…?»…«Suzie,
io non ho mai sentito di un Digimon con questo
nome!»…«Nemmeno io, Lopmon.»
replicò
Wong aggiungendo «Però domani stesso
parlerò con
Yamaki e cercheremo di andare a fondo alla
faccenda.»…«Papà! Gli altri
stanno tutti
bene?»…«Sì…e mia
nuora come sta, e mio
nipote?»…«Oh?
Rea…»…«…desidero
parlare anche con
lei, se è ancora sveglia, ho visto la luce accesa in camera:
anche lei fa parte dei Digimon Tamers ed è giusto che sia
messa
al corrente.»…«Sì
però!...shhh, non
adesso papà.»…«Benji si
è
addormentato?» e Suzie accennò un sorriso
«Questo
non lo so! So solo che Rea è ancora sveglia
ma…sta
parlando con Terriermon. Hanno finalmente familiarizzato…ora
non
è il caso di disturbarli, domani ci sarà tempo
per
parlare di strategie e battaglie. Ma per le ore che restano di questa
notte…lasciamo alla nostra Rea un po’ di ingenui
sogni di
gioventù che solo l’affetto di un Digimon
può
conferire! Uhmuhmuhm!» strofinando affettuosamente il viso a
quello di Lopmon, ed affermando «Oggi mi è stata
tanto
vicino, sai papà? Ha rinunciato a combattere per stare
accanto a
me e a Lopmon! Non le rovinerei mai questo bel
momento.»…«…fai bene, figlia
cara.»…«Papà…non
ci sono notizie di
Henry?»
Wong
abbassò l’espressione
«…purtroppo no.»
Quella
stanza, quel letto sopra il quale balzava felice il Digimon dalle
lunghe orecchie, sembrava essere divenuta un luogo fatato per quella
ragazza ora tanto simile ad una principessa con la sua camicia da notte
bianca «…e così, prima che mi colpisse
con la sua
balestra, Henry rischiò il tutto per tutto! Estrasse la
carta
blu sfregandola nel Digivice con la sua tipica mossa:
esclamò
“Digimodificati! Carta della digievoluzione
Matrix!”, una
luce fenomenale sembrò schizzare in cielo e
apparentemente…non aver dato nessun
effetto…»
narrava quella piccola creatura…
…incantando d’emozione gli occhi neri della
ragazza…
«…ma poi all’improvviso fu tutta
un’esplosione
di luce! Sentii il mio corpo permearsi di un’energia
grandissima,
era quella che Henry mi trasmetteva! Quella che diede vita
alla…digievoluzione Matrix!! Rapidmon! E così,
assieme ad
Henry sconfiggemmo i pericolosissimi Deva Pajiramon e Vajramon! Ma
quest’ultimo non fu regolarmente acquisito! Sembrava
scomparso,
ma la sera stessa tornò alla carica! E portò
Renamon
lontano da Rika per raggirarla con le sue subdole parole, e convincerla
a schierarsi dalla sua parte, e da quella del Supremo! Ma ancora una
volta l’unione e l’amicizia fra i miei amici
riuscì
a trionfare!!»…«…è
meraviglioso
ascoltarti…»…«Davvero...?»
sembrò contento il Digimon, e a Rea brillarono gli occhi di
gioia e di dolcezza, mentre accarezzava la frangetta di Benji
addormentato accanto a lei «Non sono mai stata sincera come
adesso: sono convinta che…sulla scia dei tuoi racconti,
Terriermon, anche i sogni di Benji acquistano quella scintilla di fiaba
che…solo da un mondo come il tuo può
giungere!»…«Ahaha!...dai
Rea…così mi
fai arrossire!»…«Racconta ancora!
E’
meraviglioso, non smetterei mai!!» afferrando la coperta col
gesto di una principessa senza tempo, che sogna il grande amore sul
cavallo bianco «L’infanzia di Henry…le
fantastiche
storie di un mondo digitale! Tutto questo
è…semplicemente
quello che ho sempre sognato di scoprire, e di sentirmi raccontare,
quando nessuno l’aveva mai fatto prima d’ora!
Soltanto tu,
Terriermon…»…«Ahahah!»...«…soltanto
tu realizzi i miei sogni…» …allungando
la stessa
mano con cui aveva carezzato suo figlio per carezzargli
l’orecchio «…e tu realizzi i miei,
Rea!»…«Oh?»…«Hai
mai pensato che
anch’io non avrei semplicemente potuto chiedere di meglio
che…diventare amico…della donna di cui si
è
innamorato il mio domatore! Di colei che ha praticato un incantesimo
sul cuore del mio Henry…che lo ha reso un uomo. Non
più
il ragazzo che conoscevo, e con cui ho combattuto. Ma una
persona…adulta, in grado di amare. E di mettere al
mondo…
…una vita, come il nostro caro Benji.»
Ed entrambi lo
guardarono, pieni di tenerezza mentre si rigirava nel letto, e nel suo
sogno fatato «…com’è
bello…ahh…non smetterei mai di
guardarlo.»
descriveva Terriermon…mentre Rea lo accarezzava
«…Benji…il mio magico Henry tornato
bambino…
…lui è la…è la
più grande
realizzazione che possa esserci per un Digimon! Il trionfo della vita.
Dell’amore, dei buoni sentimenti!! Di tutte le cose per cui
lottiamo giorno dopo
giorno!»…«Tu sei
speciale?»…«Dici davvero,
Rea?!»…«…ancora non riesco a
credere di
averti incontrato, ancora non mi sembra vero!!
Terriermon…» abbracciandolo, e portandoselo vicino
al
cuore «…io non potrei chiedere
altro…che tuoi nuovi
racconti! Dimmi di nuovi aneddoti, battaglie, carte, digievoluzioni!
Tutto, purché ci siate voi, e ne siate i
protagonisti!!»…«Ahah! Momentai,
Terriermon a sua
disposizione, signora Digimon Tamer! Uhmuhmuhm!»
Rea
sorrise di felicità…ma poi un pensiero
velò il suo
sguardo «Insomma, quella volta io ed Henry…oh?
Rea,
cos’hai? C’è qualcosa che ti
rattrista?»…«…veramente…
…» accennò lei, spiegando poi con fare
a
metà fra l’incerto e l’incuriosito
«…non credi che questo momento
sarebbe…perfetto,
assolutamente magico, superbo, divino, che non gli mancherebbe niente
se solo ci fosse!...un altro piccolo
particolare?»…«E
cioè…?»
ingrandì i suoi occhietti Terriermon…e Rea
abbassò
i suoi un po’ mogia «…se Henry fosse
qui. Disteso
sul letto accanto a Benji, a ridere assieme a
noi…»…«Oh?...
…anch’io vorrei che fosse
così…
…Henry…il mio Henry…
…solo a te Rea posso confessarlo, mi manca molto. Nonostante
tutto ciò che ha fatto. Anche se il nostro incontro dopo
dieci
anni è stato completamente diverso da come lo aspettavo. Da
come
lo avevo sognato per tanto tempo…crescendo, facendomi le
spalle
grosse a Digiworld senza però mai perdere il
sorriso…e
raccontando incessantemente storie ai bambini del villaggio proprio
come faccio ora con te. Ho narrato, narrato fino a perdere la voce! Mi
promisi…»
…mentre
Henry faceva viaggiare i suoi occhi grandi grigio scuro fra le librerie
dello studio apparentemente vuoto…
«…che mi sarei consumato le corde vocali a furia
di
narrare le imprese del mio amico tanto da scolpirlo nel mio cuore! E
alla faccia di portali e altre diavolerie che separano i
cuori…Henry sarebbe stato vicino a me ogni
giorno.»…«…io penso
Terriermon che noi due ci
siamo incontrati perché in fondo siamo molto
simili.»…«Uhmuhm! Dici
davvero?»
Lei gli
sfiorò il capo «Ci accomuna ciò che
sentiamo per
Henry. Lui è il tuo amico…il tuo domatore per
sempre,
oltre il destino.»…«Uhm uhm! Hai detto
bene Rea, hai
tradotto in poche parole tutta la nostra storia: oltre il destino! Per
sempre…»…«…io
invece sono la ragazza
che ha giurato…il giorno che…ho indossato
questa…» …sfiorandosi la sua
piccola fede
d’oro «…che sarei sempre stata
l’essere umano
che gli sarebbe stato accanto. Colei che avrebbe capito ogni suo
problema…che avrebbe diviso con lui la crescita. Il
destino…la felicità…e anche il dolore,
quando
necessario.» …adagiandosi con
espressione sognante
sul letto, reggendosi il capo con la mano…mentre Terriermon
camminava vicino al suo sguardo «…tu devi amarlo
molto…non è
così?»…«Io…
…sento che lui per me rappresenta tutto…
…ogni cosa…la magia,
l’eternità,
l’amore, lui!...
…è la mia vita, la mia aria, il mio respiro!!
Henry
Wong…»…«Ora
capisco…perché il
Digivice è apparso. Noi due siamo…un cuore solo
che
batte,
Rea!»…«Ah-Ah!»…«Ops!
No,
scusa…
…dimenticavo!...noi
quattro!»…«Hai detto
bene, Terriermon, noi quattro, tutti assieme! Io, te, Henry e Benji!
Una grande famiglia!»…«Ahahah!!! La
famiglia
più bella e splendida che ci siaaa!!!»
esclamò il
Digimon, quando lei se lo prese e lo strinse forte a sé. Ma
quando furono a teste scontrate, Rea accennò
«Capisci,
ora…? Capisci perché sono
triste?»…«Henry…chissà
che
starà facendo adesso…»
«Aki!...
…per l’ultima volta, rispondi, per favore, so che
sei qui!
Sento il tuo profumo!...
…per favore non ti nascondere, non ho intenzione di farti
del
male!!...
…voglio solo parlarti!! Dobbiamo chiarire alcune cose di
fondamentale importanza, si tratta della mia
vita!!»…«…mi dispiace Henry,
ma se vuoi un
appuntamento con
Aki…»…«Oh?!»…«…farai
meglio a passare
domani!»…«…oggi non ti
può ricevere perché si sta facendo bella per
te…una signora affascinante deve dormire un buon tot di ore
se
non vuole farsi spuntare le occhiaie…vero
Scratchmon?»…«…Mya…Lotti…»
Henry li fissava sconvolto «…ma che cosa ci fate
qui…?...a-a quest’ora della
notte!»…«Mmm! Noi siamo adulti,
ormai…!» si pavoneggiava la bambina allisciandosi
i
capelli, ma il ragazzo esclamò «Piantala di
scherzare,
Mya! Dove sono i vostri genitori? Ho bisogno di parlare subito con
loro!» ed accennò ad andarsene ma Mya lo
afferrò
per il polso «Non siamo due poppanti stupidi, non trattarci
come
tali!!» facendosi aggressiva nel tono, mentre Lotti era
sempre
monocorde «…guarda che se non la tratti con
rispetto
Scratchmon si arrabbia e ti
graffia…»…«…come
l’avete
chiamata…?»…«…Lotti
sei il solito
imbecille!»…«Ma tanto ormai a che serve
più?»…«Ops!!...»
…la ragazzina
sfoderò un sorriso subdolo
«…dimenticavo che adesso
è finalmente giunto il momento di gettare la maschera: a noi
ci
serve il tuo cuore digitale,
Henry!!»…«Ah!!...ma
cosa dite…?...
…chi siete voi in
realtà?!!»…«Ah,
ahahahahah!!!»…«Uhmuhmuhmuhm!!!»
La luce digitale
li avvolse. Ed introdotti dall’avanzare hollywoodiano della
loro
gatta sul parquet, si svelarono «Mi presento sono
Ufomon.»…«…e io sono
Gravemon!»
«…siete
Digimon!»…«Noi siamo le potenti star
della nuova
specie! Figli del grande Sandmon! Ed aiutanti
dell’inarrivabile
Muskmon, la regina del fascino! Ahhh, il mio modello
personale!»…«…Muskmon…sarebbe
Aki?!» Henry si guardò tempestivamente attorno
«Ma
allora tutto questo…?!!...questo luogo, questa terapia! La
presenza di Aki nella mia vita, e persino
voi-»…«E
tutto una trappola! Bravo Henry ci sei arrivato, peccato che oltremodo
tardi rispetto alla tua presunta genialità: Scratchmon,
prendilo! Ci serve il suo cuore digitale!!» ordinò
Ufomon.
E in un miagolio
lacerante e minaccioso, la gatta con l’elmo balzò
«Ah? No!!» ma Henry si parò prontamente
con un
librone estratto dallo scaffale «Oh no Scratchmon le ha
ammaccato
il muso!!!» esclamò la Digimon nel fiore nei
capelli, ma
la gatta rinvenì e si lanciò
all’inseguimento del
ragazzo che scappò per le stanze dello studio
«Ufomon ma
Muskmon non aveva detto che dovevamo aspettare ad estrarglielo
perché sennò
moriva?»…«Là
là là là
lààà, che bel fiore
ho nei capeeelliii…!...
…eh? Che dicevi? Non ti sentivo!» riponendo lo
specchietto. Gravemon biascicò con le mani davanti alla
bocca
«Muskmon prima aveva detto che il cuore
digitale…»…«WAAAHHH!!! ODDIO
HO MANDATO
SCRATCHMON A
SQUOIARLOOO!!!»…«Fermalaaa!»…«SCRATCHMOOON,
TORNA QUIII!!!»
…quando
al portone del palazzo si scontravano
«Ah!»…«Ohp-oucch! Che male
alla
testa!»…«…Sandmon!»…«…Muskmon!»
esclamarono rispettivamente Taisho ed Aki, sicché lui prese
parola «No è che io ero venuto
perché-ti ha detto
Violetta della Sfera regale?»…«Henry
è
qui!!»…«Cosa? No, un attimo, una cosa
alla volta:
i-il ragazzino, il monello, la Sfera
rubata!»…«Il
cuore, Henry e i tuoi figli!!»…«Che ci
fanno i miei
figli qui?! Ah no è casa loro!»
«Vi spiego io come stanno le cose!!»
«VIOLETTA!!!» esclamarono entrambi…
«Ihihihi,
lasciamo che Ufomon e Gravemon si divertano un
po’!»
sfregandosi le mani con espressione di lampeggiante furbizia.
Henry si
barricò nella stanza da letto, chiudendosi la porta alle
spalle
e riprendendo fiato con sguardo sconvolto «Oh no…!
Sono
finito in trappola…devo assolutamente trovare un modo per
fuggire! Oh?!»
Ma gli artigli di Scratchmon penetrarono il legno.
«Dov’è andata Scratchmon…?
Non la
trovo!»…«Gravemon,
lì!!»…«…lì
dove
Ufomon…?»…«Lììì!!!
Possibile che non vedi mai dove ti si
indica?!»…«…ma io non
l’ho vista andare
lì l’ho vista andare qui e poi è
sparita…»…«Non importa, se lo
ammazza
è la fine, io ho fatto un casino!! Dobbiamo assolutamente
riprenderci
Scratchmon!»…«Scratchmooon!»…«Ma
non la chiamare che non ti ascolta!! Va da lei!!!»
«Bambiniii!!!»
«Chi
è che ci chiama? Oddio…mi
innervosisco…era la voce
di mamma…»
Veniva da fuori dalla porta «Tutto bene lì
sopra?!»
«Mamma,
abbiamo un problema!! Scratchmon è partita come una furia, e
se
mio fratello non riesce a fermarla lei ammazza Henry per estrargli il
cuore!!»
Aki
balzò «COSA?!
Ouuuuhhhh…»…«Muskmon!»
la dovette
raccogliere Taisho «Muskmon per tutti i Digimon non svenire
proprio adesso!»…«Taisho!! Non strillare
così
e NON CHIAMARLA MUSKMON QUI IN MEZZO ALLE SCALE, che ci sente tutto il
pianerottolo!!»…«Sì, beh, se
tu urlassi un
po’ di meno magari Violetta! E se mi dessi una mano con lei
mi-mi
cade di dos-SO!»…«E reggila!! E
appoggiala da
qualche parte!»…«Muskmon, risvegliati
tesoro.
Ouch!» ma gli arrivò uno schiaffo da Violetta
«Ma
allora sei proprio cretino!»…«Ugh-s-se
tu andassi
dai bambini, magari, fai la cortesia
Violetta!»…«Eh
ci sto andando dai bambini!!»…«Che sono
stati loro a
fare un casino, è colpa loro se Muskmon è
svenuta, come
al solito non hai fornito loro istruzioni
chiare!»…«Ah adesso la colpa sarebbe
mia?»…«Eh
beh!»…«Dammi il
sacco!»…«Come il sacco?! Vuoi mettere
Muskmon dentro
al sacco?!»…«MA NON MUSKMOOON! Oh mio
Dio Taisho mi
fai venire da piangere: il saccooo!!! Il sacco, te l’ho
passato
prima, ci serve per Henry!!»…«Ho capito
quale cavolo
di sacco Violetta solo che non avevo capito se volevi metterci dentro
lei o lui santo Azulongmon, eccotelo! Benedetto il cielo digitale
quanto strilli, eccoti questo sacco!» tirandole un
comunissimo
sacco condominiale nero «Se non aveva il sacco non era
contenta!»…«Taish-Sandm-»…«Ora
vai, VAI DAI BAMBI-ptsss non mi fare urlare
VA---DAI---BAM-BI-NI!» scandito con voce soffocata e
vorticoso
gesticolare «Che quelli lo fanno a pezzi con quella gatta
impazzita vai
ViolettaaaAAAaaa!»…«ShhhHHH!!! E non
strillare il mio nome di copertura!»…«Ho
detto
VIOLETTA, cavolo! Non ho detto ViolettaMON o astruserie simili ti vuoi
muovere?!» al che lei partì in una decisa scalata
dei
gradini, brontolando con la sua vocetta petulante «Ecco: io
mi
domando in tutto questo cosa dirà la gente di noi, che li
abbiamo svegliati…tutti, ecco! Eh!» mentre stirava
quel
sacco «A noi che ci consideravano gente rispettabile, ecco
là!»
«E-E
adesso io che ci faccio con questa svenuta in
bracciooooo?!»…«Signor
Yusaki!»…«Abbiamo sentito urlare,
c’è
qualche problema?»…«Signora Nagasaki,
meno male che
l’arcangelo Seraphimon mi ha mandato lei
stanotte!»…«…chi…???»…«Lasci
stare: lei non se ne intende di teologia. La prego mi aiuti,
è
svenuta la psicologa del palazzo!»…«Oh
presto!!
Chiamate un’ambulanza!!»
…mentre Violetta si faceva le scale seguitando a piegare il
sacco «Ecco adesso Taisho figurati, idea geniale ora fa
venire
qui pure l’ambulanza,
cosììì, ci vedono,
proprio, tutti! Eh!...che abbiamo messo pure il camper fuori, quando si
dice “elevata intelligenza
artificiale”…!»
Spalancando
così la porta dell’appartamento di Aki
«Bambiniii!!!»
«Bracciale
galattico!!!»
«Uhm!!»
Henry vide una delle pareti della stanza frantumarsi. Si nascose dietro
una libreria.
Le dita di Ufomon
ancora sfrigolavano per l’attacco, scagliato in posa
scenografica, in bilico su un piede solo sulla sponda del divano
«Gravemon, passa di là, ti ho aperto il varco:
prendi
Scratchmon! Aprile la testa e mettile l’impostazione
caritatevole
o qui fa un bagno di budella, sporca tutti i libri di
psicologiaaa!!!»…«Ufomon!!!»…«Ih?!
Mamma sei tu ma sei scema a chiamarmi
Ufomon?!»…«Tanto chi vuoi che ci senta,
adesso Henry
lo portiamo a Digiworld, ho con me il sacco E POI COME TI RIVOLGI,
SCUSA MYA?!!»…«C’è
la porta apertaaa!!!
Oddio solo tu e papà MA CHE NON CI VEDI CHE TI SEI LASCIATA
LA
PORTA APERTA, ci sente…tutto il
palazzo!!!»…«Senti Mya o Ufomon come ti
pare oggi
sei proprio polemica e non c’è verso con
te-»…«MAMMA LA
PORTAAA!»…«Non
c’è nessuna porta aperta come te lo devo
di-IHHH!!! HO
LASCIATO LA PORTA
APERTA!»…«Mamy!»…«Tieni
il sacco!
E prendi questo sacco, vado a chiudere la porta! E chiama tuo
fratello!»…«Gravemon è a
cercare
Scratchmon!»…«Richiamalo e digli di
venire
qui!»…«Ma se lo chiamo prima che
l’abbia
fermata lei sbrana Henry!!!»…«E
vabbé,
gridiamolo a tutto il caseggiato che abbiamo la gatta famelica: poi che
diranno di noi! Eh…!» sbirciava Violetta fuori
dallo
spiraglio «…che già
papà…molto
intelligentemente si era tanto impegnato a fare il marito fedele adesso
voglio proprio vedere cosa mormoreranno, si è presentato
così, suonando a tutte le porte con Muskmon svenuta in
braccio!»…«Mamma richiamalo qui serve
Muskmon!»…«Richiama tu tuo fratello,
intanto!
E…ihhh! Mya!!! Mya rimettete tutto a posto poi, che sono
caduti
tutti i libri! Dai che se poi qualcuno entra tipo la polizia poi lo
vede che abbiamo fatto noi il casino, ci hanno visti
entrare!»…«…tanto andiamo a
Digiworld,
mammaaaaaaa!»…«Sììì,
andiamo a
Digiworld ma intanto voi rimettete a posto!» replicava
Violetta,
passando da quel pizzico di delirante isteria a un che di metodica
naturalezza…
«Lo sai? Per un attimo, oggi, quando sono entrata a casa ho
sentito quel profumo. Il profumo…dal quale è
iniziato
tutto. O per meglio dire quello da cui tutto ha cominciato a finire, a
sgretolarsi…» raccontava Rea stirandosi nel letto
«A-Ahhh…»…«Di che
profumo parli,
Rea?»…«…il profumo al muschio
bianco! Ho
avuto come una folgorazione…ma poi mi sono accorto che lo
stava
adoperando quella ragazza, hai visto? La nuova baby-sitter che hanno
assunto i signori Wong, e che già si è
conquistata
l’antipatia della nostra
Suzie!»…«A me
è sembrata solo tanto, tanto strana se vuoi
saperlo!»…«…a me bastava che
non fosse lei.
La donna che mi ha portato via Henry, e che almeno stando a
ciò
che hanno detto quei due bambini che si dichiaravano amici di
famiglia…» accomodandosi le maniche della camicia
da notte
«…lui ha intenzione di
sposare.»…«Rea!
Non so tu, ma io non ci ho creduto a quella storia: non è da
Henry abbandonare Benji come se niente
fosse!»…«Uhm…» si
limitò a fare
la ragazza con espressione un po’ incerta…al che a
Terriermon guizzarono un po’ le orecchie
«D’accordo!
Lo ammetto, è quello che ha fatto! Ha abbandonato sia te che
tuo
figlio, vi ha lasciati soli! Però…
…se io
prima ero accecato dal disorientamento per non aver ritrovato
più l’Henry che conoscevo…ora, alla
luce delle
nuove esperienze e della conoscenza con te posso ammettere che
forse…c’è una spiegazione a tutto!
Magari soffriva
molto, e ha incontrato delle persone che si sono approfittate di
lui!»…«Tu credi,
Terriermon…?...
…tu l’hai conosciuto a fondo…sei stato
fuso con
lui…in un modo diverso dal modo in cui lo sono stata io, e
che
ha dato alla vita il piccolo Benji. Tu sei stato il suo amico
intimo…puoi affermare che Henry sia solo vittima di equivoci
e
raggiri?»…«Rea, devi ascoltarmi molto
seriamente:
Henry non è come sembra! Lui…si è
sempre posto
come quello equilibrato e responsabile.» Terriermon
compì
un balzo arrampicandosi sulle ginocchia della ragazza, coperte dal
lenzuolo «Ma in realtà il mio amico è
molto fragile
e ha bisogno di una guida per non
sbagliare!»…«Tu
credi che!...anche quella donna sia frutto…di un equivoco
come
quelli che descrivi?»…«…io ne
sono
convinto…» assottigliò lo sguardo il
Digimon
«…prima non avevo la lucidità per
affermarlo ma
lottare con te, affrontare e superare il pericolo mi ha aperto gli
occhi. Rea, Henry è un ragazzo buono, credimi, ha un cuore
grande…come i nostri due mondi messi assieme. Ma forse
è
proprio questo che lo trae in inganno: ha talmente…tanto
amore
da offrire, ci tiene così tanto a proteggere coloro che ama
che
si lascia prendere da imperativi e senso del dovere fino a non
accorgersi…di sopraffarsi, di prendersi un carico
più
grosso e pesante di ciò che può portare sulle
spalle:
Henry salverebbe tutti, e regalerebbe…una vita felice ai
suoi
amici esattamente come io volevo regalargli quel cuscino, con i nostri
ricordi. Ma deve ancora imparare a fidarsi degli altri, ha tanta strada
da fare esattamente come…ce l’ho io. Ma io a poco
a poco
sto imparando, grazie a voi. Henry ha la potenzialità per
cambiare. Per crescere ancora!...le qualità non gli sono mai
mancate.»…«…è la
prima volta da quando
ci conosciamo che ti sento parlare di lui con questa
sicurezza!»…«Affermativo!
Perché negarlo?
Ognuno ha il suo cammino, le sue tappe da superare e i suoi lati di
sé con cui sbattere il muso, Henry come…noi
tutti!»…«Hai ragione, non dobbiamo
perdere la
fiducia l’uno
nell’altro!»…«Già,
ma al contempo dobbiamo guardarci da chi cerca di
ingannarci!»…«A che ti riferisci,
Terriermon…?»…«Più
ci
penso…meno riesco a togliermi dalla mente quei due bambini
che
ci hanno riferito del matrimonio di Henry!»
…rivedendo Mya e Lotti in un fuggevole ricordo…
«A me
quelli non sembravano esseri umani, bensì
Digimon!»…«Dici davvero?! Ma allora
questo…potrebbe significare che…il nostro
Henry…
…lui
potrebbe essere in pericolo!»…«Non so
cosa dirti
Rea, il mio è solo un
presentimento.»…«Ma a
dire il vero!!...» espresse la ragazza tormentandosi le mani,
con
una pena negli occhi «…anch’io se adesso
penso a lui
avverto un pericolo imminente!!! Terriermon! E se non ci stessimo
sbagliando?»…«…noi due siamo
molto vicini ad
Henry…percepiamo le sue sensazioni…»
Rea si volse a
carezzare la frangetta di Benji, quando Terriermon «Rea!!...
…te la
senti di andare a cercare
Henry?!»…«Oh!...ma…
…non abbiamo una pista…
…no,
aspetta un attimo!!...quel nome! Aki
Myiamoto!»…«Eeesatto, mi dice qualcosa,
secondo me
c’è sotto qualcosa, amica
mia!»…«Ma…
…a
quest’ora? Terriermon, te la
senti?»…«…se non sei tu ad
essere stanca. Io
posso cercare Henry anche nel cuore della notte!!»
Rea
rifletté, ma la risposta affiorò al suo cuore
«…no, non sono stanca…
…non sono
stanca, se tu sei al mio fianco posso andare anche il capo al
mondo!!!»…«Momentaiii!!! Allora forza,
andiamo ad
attaccarci al campanello per farci dire del destino del nostro
Henry!»…«Sì, ben
detto!» Rea
balzò giù dal letto «Andiamo! Andiamo
Terriermon…»
Gli occhi del Digimon sembravano illuminati di speranza.
Henry sentiva i
secondi scanditi dai passi del gatto con le
polsiere…nascosto
dietro la libreria udiva la vocetta di Gravemon
«Henryyy…?
Dove ti sei cacciato? Scratchmon, devi venire da me, ti devo regolare
la modalità d’assalto!»
«Mamma, dammi il
telecomando di Scratchmon!»…«Come?! Ma
dai Mya,
quale telecomandooo?!»…«IL TELECOMANDO
DI
SCRATCHMON! Voglio provare se prende a
distanza!»…«Ma che cosa vuoi che
prenda!! Che lo sai
che a casa ci ammattiamo, gli abbiamo pure cambiato le pile e tanto
è rotto! La sola cosa da fare è andare a prendere
tuo
fratello e trovare Henry prima che lo trovi lei, se ci
riusciamo!»…«GRAVEMOOON!»
Ufomon
balzò dal divano lanciandosi per lo studio, mentre Violetta
inorridiva «Oddio che disastro abbiamo fatto qui, ci
additeranno
come dei vandali!»…ma al suo grido si sovrapponeva
il
borbottio di Taisho che rientrava «…ritornava una
rondine
al tetto…l’ uccisero cadde tra i
spi-»…«TAISHO!»…«…e…!!!...non
urlare mi sfondi i timpani!»…«Mya
cioè Ufomon
è andata a risolvere il problema: dov’è
Muskmon?»...«Eh…l’ho lasciata
con la signora
Nagasaki!»…«COOOME CON LA SIGNORA
NAGASAKI?!! Adesso
dobbiamo andarcela a riprendere!!!»…«Ma
viene anche
lei a Digiworld?!»…«No, a questo punto
no! Hai
predisposto il camper sotto?!»…«E-Eh,
più che
parcheggiarlo…»…«Senti mi vai
a vedere cosa
fanno i bambini e il gatto, per piacere, che non mi fido!»
Con espressione
sciupata e viso pallido, Taisho incedette
«…ritornava una
rondine al tetto…
…l’ uccisero, cadde tra i
spini…»
Ufomon sopraggiunse
«Gravemon,
dov’è?!»…«…chi,
Ufomon…? Scratchmon o
Henry?!»…«Tutti e due,
dobbiamo fermare lei e catturare lui, ho chiesto a mamma se aveva il
telecomando ma dice che è scarico COME
FACCIAMOOO?!!»…«Vedi se si è
rintanata sotto
al letto per fare l’agguato
letale!»…«Ci vado!
Non è che mi salta addosso e mi stacca il fiore in
testa?!»…«…non dovrebbe
attaccare i suoi
padroni…»
Ma Henry spalancò gli occhi udite quelle parole…
«Ahh! E’
qui!! Avevi ragione Gravemon! Calma e sangue freddo-pochi secondi
ancora-adesso esce: fermatela!»
Ma Henry
sbucò «Attenta, Mya, può farti del
male!!!»
Gravemon lo vide e
balzò sul comodino «Tana per Henryyy: si proceda
alla
catturaaa! Turbine di
teschiii!» evocando un vortice di teschi bianchi
col potere del suo scettro.
Scratchmon però
schizzò fuori dal letto «Aaaah!!! Gravemon mi
è
passata tra le gambeee!!!
SCRATCHMOOON!»…«MYA!!»
strillò Henry.
La Digimon per rincorrere il felino rischiò di farsi
centrare
dal turbine scatenato dal fratello: Henry però si
gettò
su di lei e «AAAAAAAHHHH!!!» ricevette il colpo in
piena
schiena (canzone: Gigi
D'Alessio - T'innamorerò) «Henry! Ti
ho fatto male con il turbine di teschi? Scusami!» Henry e
Ufomon caddero a terra.
La porta si aprì
svelando Taisho «Ella aveva nel becco un insetto: la cena dei
suoi rondini-AAHHH!»
Gli arrivò il gatto
in faccia «M-MA LA VOLETE REGOLARE MEGLIO QUELLA CAVOLO DI
GATTA!»…«Papiii, hanno accoppato mia
sorella ed
Henryyy!» e nel frattempo sbucava anche Violetta
«Ecco
Taisho hai sentito urlare, no?! Avranno fatto: Scratchmon è
qui,
del resto!»…«Mammaaa!» Ufomon
sgattaiolò da sotto il ragazzo svenuto «Henry si
è
gettato per proteggermi, Gravemon stava per colpirmi col suo stesso
vortice!»…«Ihihihi! Che eroe Henry!
Gravemon sta
attento con quei vortici: dai-dai-dai-dai, sbrighiamoci a infilarlo nel
sacco, wooouuu!» agitando per bene l’involucro nero
«Tanto adesso è tramortito!»
«N-No…vi
scongiuro…» gemeva Henry ferito a terra, mentre
un’ombra si apprestava a sovrastarlo…
Ma Rea stava
già chiudendo la lampo del suo giubbino, e Terriermon dava
un
bacino a Benji «Dormi bene piccolino: torneremo presto.
Andiamo a
lottare per il tuo papà!»
Gli occhi della
ragazza finalmente sentivano di essere in linea con la
verità.
«…p-perché…? Dove volete
portarmi…?» gemeva Henry.
«Hihihihi!» rideva Violetta al fianco di Taisho,
mentre i
bambini legavano il sacco
«Mya…Lotti…fermatevi,
siete ancora in tempo!»…«Ma cosa dice,
mamma?!»…«Ahahah, non dargli retta
Ufomon: è
che è stordito, il vostro gatto gli ha fatto tanta tanta
paura e
il turbine di Gravemon non perdona! Forza-forza legate e usciamooo,
wooouuu!»…«Dai bambini muovetevi!
Sentito che dice
la mamma?» esortava Taisho battendo le mani.
«…no…ve ne prego…siete
ancora piccoli,
non…dovete commettere i miei stessi
errori…» mentre
il sacco gli si richiudeva sul viso…
«Ufomon non capisco ciò che dice ma io ho
finito…»…«Lascia stare,
sentito mamma?
Dobbiamo portarlo sul camper, e da lì a Digiworld per
estrargli
il cuore ma non una parola sul pianerottolo, intesi
Gravemon?!»…«Shhhhhh!»
confermò lui con
dito sulla bocca, aggiungendo «Vieni Scratchmon! Non dire che
andiamo a Digiworld…»
“Non
voglio andarmene…Rea, Terriermon!
Aiutatemi…!!”
Così la
famiglia sbucò in grande stile sul pianerottolo (i bambini
tornati umani), con tutto il palazzo ad attenderli «Signor
Taisho, signora Violetta, abbiamo sentito grida e rumori di ogni
genere! C’è qualche
problema?»…«Eh? No,
no, nieeente, si figuri, incidenti di percorso!» replicava
Violetta col suo sorriso «Ma cos’è quel
sacco? E il
camper parcheggiato fuori?» al che Taisho sibilò
«E’ che andiamo in
campeggio!»…«Partite
a quest’ora?!» e Violetta «Eheheh! Sa,
noi siamo un
po’ quelli…dell’ultimo momento! Ptsss-mi
scusi-ptsss
Taishooo!»…«Ehhh!!!»…«L-Lo
vuoi
muovere bene, quel sacco per le
scale?!»…«Ma-»…«Se
gli salta il
cuore prima dell’estrazione è tutto
inut-ihihihiii!
Buonaseeera, buonasera-dicevo sta
attento-bambini!!»…«Mamy!»…«Andate
avanti a predisporre il camper! Taisho ti spiegavo ora io fingo di
partire con voi ma in realtà resto qui a controllare le
mosse
degli altri Digimon Tamers!!! Nessuno deve seguirci per
ostacolarci!»…«E
io?!»…«Torni a
Digiworld, ormai abbiamo la
sfera!!»…«C’è un
maledetto problema: a
Digiworld è sbucato un nuovo sovrano, un ragazzetto amico di
Cyclemon!»…«Tu adesso vai lì
e senza dare
preavviso prendi quella per il braccio, la trascini e la sposi,
così chiunque sia il nuovo sovrano la prende in saccoccia e
intanto distrai le
acque!»…«…tu fai tutto
facile, Violetta!»…«Eheh, buonasera,
buonasera!
Scuuusi eh, per il frastuono!»
“Ecco…alla fine è successo: si dice
spesso che
quando ci si rende conto di ciò che realmente si ama
è
troppo tardi.” erano i pensieri di Henry, mentre
udiva i
festanti saluti della famiglia «Signora mi saluti suo
marito!!!»…«Ma certo, signora Violetta,
buon
divertimento!»…«Vi porteremo un
pensierino a tutti!!
Smack, baciii! Ciaooo, andiamo in vacanzaaa!!!---su forza Taisho datti
una mossa! Che qui facciamo
notteee!»…«…E’
notte, Violetta!»
Rea
azionò la sua auto, Terriermon si legava la cintura al
sedile a
fianco, pensando “Henry…arriviamo.”
…e la ragazza “Aspettami, amore mio!!”
Ma non
potevano immaginare che ora quel sacco veniva lanciato da Mya e Lotti
nello scomparto retrostante di un camper, come fosse un giocattolo
vecchio “Amici miei!!...quanto avrei bisogno di voi in questo
momento! Takato, Rika…dove siete?! Suzie, sorellina! Ho
paura,
non voglio che questa gente mi porti via! Mamma, papà!...
…la
cosa che più mi addolora…è che lo
facciano prima
che abbia potuto dirvi quanto mi dispiace!”
«Qui
è pronto, mamyyy!» strillò Mya. E il
loro padre si
raccomandò «AVETE CHIUSO BENE,
BAMBINI?!»…«Eh! Lo scomparto
è rotto ma ci ho
messo un po’ di colla
digitale!»…«BENE! SI
PARTEEE!» esclamò Taisho.
“Benji, piccolo mio!...
…come vorrei averti salutato con un bacio. E’
stato tutto
un grosso errore, ma adesso…sembra che sia tardi per
rimediare!!!”
Rea
spingeva sull’acceleratore: nel suo sguardo tutto il fuoco
dei
sogni, e dell’amore che si intreccia ai periodi della vita.
In un
tutt’uno con la determinazione di Terriermon.
Quando Taisho girava la chiave «Bene!! Rotta per Digiworld,
ciurma!!» ed i bambini prendevano posto soddisfatti
all’interno, assieme all’inseparabile Scratchmon.
«Non ci
resta che estrarre il suo lucente cuore digitale, e poi saremo i
dominatori del mondo umano e digitale!!!» declamava il biondo
uomo.
«Uhmuhm!
Batti cinque Gravemon, abbiamo fatto un lavoro coi
fiocchi!»…«…saremo grandi e
potentissimi
Ufomon…ohhh! Scratchmooon, ti sei graffiataaa!»
Violetta tratteneva a
stento le risate, mentre osservava il camper partire nascosta nel
vicolo «Iiiiimmm!!! Che bello avere una famiglia
così!!
Ih!»
Il camper
schizzò nella notte e svoltò l’angolo
“Aiutatemi…
…venite a
salvarmi, vi prego!” invocava ancora Henry, mentre un portale
si
apriva nel mezzo della strada per ingoiare il veicolo.
Taisho, divenuto
Sandmon, non si fece intimorire dalla cascata di stelle e scintille che
si abbatteva sul finestrino e seguitò a guidare.
“Dovete proteggere il nostro mondo, amici!...
…non dobbiamo permettere a questa gente di
trionfare!”
Fu
l’ultimo pensiero di Henry prima di
«A-Ahhh…»
cadere stremato all’interno del sacco nero (fine-canzone)
Alla fine
il sonno sembrava aver preso il sopravvento, si erano chiusi gli occhi
di Takato là sulla sedia oltre il bancone. Ma la porta
dinanzi a
lui emise un lieve cigolio…
…vi furono giochi di luce e sovrapposizioni di
ombre…
…qualcuno…o qualcosa sembrava essere
entrata…e
starsi dirigendo verso il ragazzo…a passi lievi nel silenzio
della notte…
«O-Oh…» accennò lui tra il
sonno e la
veglia…
…mentre un’ombra copriva il suo viso
«S-Sei
tu…sei tornat-!!!»
Ma aprire gli occhi gli destò un sussulto.
«Takato!...
…sono io!...ma sei qui, sei ancora
sveglio?!»…«Sei tu,
Cindermon…» e la
ragazza digitale chiese «Sì ma…cosa ci
fai ancora
alzato e qui al buio? Pensavo fossi andato a dormire da un
pezzo!»
Il ragazzo
replicò «…io…stavo
aspettando che tu
tornassi. Per andare a dormire…» guardandola con
occhi
seri e stanchi.
“Takato…” pensò
lei…intanto il ragazzo
un po’ a fatica si alzava da quella sedia
«A-Ahhh…»
…mentre
Cindermon, il cui ciuffo era ora solo un guizzo nero nel buio come
tutta la sua figura, ad eccezione degli occhi azzurri in cui si
rifletteva una luce, non osava muoversi, ed attendeva che fosse lui a
raggiungerla. E infatti lui così fece «Sei
rimasto…alzato nonostante il sonno, nonostante la
stanchezza,
nonostante la battaglia per
me?!!»…«…tutto a
posto con il signor Wong…?» chiese lui con un filo
di voce
alzando lo sguardo verso di lei, che era più alta di lui
«Cioè tu avresti?!!...
…
…sì…
…sì il papà felice dei tuoi amici
è tornato
a casa come da protocollo, altrimenti che senso avrebbe avuto salvarlo,
scusa?!»…«…bene…mi
fa
piacere…» e stava allontanandosi, quando lei lo
prese per
il polso «Takato!...
…hai
detto ai tuoi di tuo
fratello…?»…«A-A mio
padre sì…»…«Eh
beh?!! Che ha detto?!!
Come ha reagito, come l’ha
presa?!!»…«Ha
detto…
…che
dobbiamo…andarlo a
prendere…»…«A
questo è POCO ma SICURO, tanto io ci andavo lo stesso anche
se
non me lo diceva lui! Tuo fratello si è fregato la Sfera su
cui
si basa tutto il mio regno: Takato credi, quella è una
priorità, io devo fare qualcosa, non…posso fare a
meno di
tentare di
recuperarla!»…«…p-proveremo
insieme…vedremo ciò che si potrà
fare…»…«…Takato tu
mi
aiuterai?!»…«N-N’Emo…
…è mio fratello, capisci…?»
Cindermon
taceva, con quegli occhi azzurri sospesi nel buio
«…e poi
ho promesso di aiutarti…così come tu stai facendo
con
me…
…ma
adesso andiamo a dormire, è tardi
Cindermon.»…«…no. N-No
cioè…no
cioè sì! Andiamo a dormire! Po-Poi
doman-»…«Domani…parleremo sul
da
farsi…riguardo a
Digiworld…N’Emo…e a tuo
padre ma al momento abbiamo bisogno entrambi di riposare. Abbiamo
lottato tanto…»…«…
…e tu mi
hai aspetta-mi hai aspettato…hai aspettato me
alzato?!»
Lui però
accennò un sorriso debole e disimpegnato tanto da acquistare
una
nota di dolcezza…e con le fievoli luci della notte ad
illuminargli il viso le tese la mano, un po’ come avrebbe
fatto
un cavaliere d’altri tempi con la sua dama
«…andiamo, Cindermon…»
“Ihmm!!”
«…s-sì…»
replicò con un filo di
voce lei che sembrava aver provato una sensazione improvvisa. Entrambi
si avviarono verso le scale «M-Ma non hai sentito anche tu un
rumore? Di là, dalle parti dell’entrata di
servizio!»…«…sono i
macchinari…a volte
scricchiolano…»…«Sicuro?!»…«…sì…vivo
qui da anni…»…«Se lo dici
tu!»
accingendosi a salire…
Ma la porta di servizio era aperta…
…e
in cucina un barattolo rotolò a terra…trascinato
da un
panno nero che stava scorrendo lentamente lungo il pavimento…
Una volta in
cima alle scale «Takato,
aspetta!»…«…cosa
c’è?» si
volse lui.
Cindermon lo
guardò dritto negli occhi «…sentimi:
forse è
meglio…che ci diamo dei turni, con gli altri! No, cosa
dici?...non…
…non puoi
continuare a lottare e a consumare incessantemente le tue forze in
questo modo! Adesso…pure con questo fatto di tuo fratello
sì va bene ma avrai bisogno di---RIFLETTERE, di prendere il
tuo
temp-»…«No…»…«Uhm?»
Takato
aveva accennato un’espressione distesa «No,
è…è meglio…meglio
così. Meglio che
lotti. Meglio che le battaglie…siano tante,
infinite…»…«…meglio??»…«…almeno
così non c’è tempo di
pensare…ma…solo
di lanciare carte…sferrare attacchi…
…è meglio così Cindermon,
credimi…
…buonanotte…» avanzando verso la sua
stanza…aprendo la porta cigolante…e lasciandola
sola nel
corridoio…
«Ihihiii, il negozio del mio Takaaato!» mormorava
una
vocetta stridula al piano più basso. E due zampe artigliate
si
adagiavano sul vetro del bancone. La lingua si muoveva come avesse fame
«…anche in piena notte c’è il
suo prelibato
profumo di pane e dolcetti! Lo sento! Lui è
vicino…il mio
amico, devo chiedergli se ha qualcosa per il mio occhio che mi fa tanto
male! Takaaato…
…uhmuhmuhm! Non c’è un dolce o un
biscottino per
me? No…qui al bancone è tutto vuoto.
Però quando
si fa giorno diventa…pieno di cose di cui leccarsi i baffi,
e la
mamma e il papà preparano il panino a forma di Guilmon!
Ihihihi…iiihhh…ahhh…amico mio, il mio
fiuto
avverte chiaramente la tua presenza…»
avanzando
verso le scale…
“Non so
che mi succede!” pensava la ragazza dai capelli rossi
“I-Improvvisamente ho avuto una sensazione strana, quando lui
prima mi ha detto…andiamo,
Cindermon…e
mi ha fatto quel sorriso ho avvertito una cosa qui, guardando il suo
viso...bianco, la sua espressione stanca e la sua voce fievole mi
è sembrato…
…un fantasma…” realizzò con
un filo di voce
dei pensieri “…!!...come se fosse qualcosa di
sfuggente e
impalpabile, era pallido…come suo fratello in quel momento!
E’ stato come se…” piegando il capo
“…come se avessi pensato che un giorno, questa
quotidianità, quest’abitudine, potesse finire!
Ormai…” smarrendo i suoi occhi nel buio corridoio
“…ho finito per abituarmi a questa casa, alla sua
presenza, ho…!!” afferrandosi il manto e
stringendoselo
sul cuore “…temuto che potesse succedergli
qualcosa!! Per
questo gli ho detto di riguardarsi! Possibile?!!”
…mentre
il ragazzo appoggiava la schiena alla porta della sua
stanza…rivolgendo sguardo verso l’alto, sempre
più
esausto…
“…possibile che mi stia affezionando a lui
COSI’
TANTO?!”
«Guilmon…» pronunciò lui
appena…mentre
le lacrime già accennavano a riaffiorare ai suoi occhi
«…puoi…venire…
…qui da me…un momento?...
…h-ho bisogno di te…
…questa notte, mi sento così triste!
Puoi…
…chiedere
a chi ti ha portato via se ti lascia…per me almeno solo per
questa notte…?» …asciugandosi
gli occhi ed
avanzando verso il suo letto…
…mentre
Cindermon camminava lungo il corridoio «…devo
essermi
stressata per bene…» massaggiandosi la fronte
«…dev’essere stato a causa dello
spavento! Sentire
della Sfera regale e di mio padre all’improvviso deve avermi
scioccata! Tanto che adesso!!...sento di avere paura di
tutto…»
…ma
c’era qualcosa che si avvicinava, un’ombra che
saliva a
passo felpato lungo le scale…
«…vedo
spettri ovunque, s-sono un po’ svalvolatella, ho bisogno di
una
curetta ricostituente, va meglio rinfrescarsi in bagno e poi andare a
dormire, eh!» dirigendosi verso la porta alla sua destra e
accendendo la luce quando «Oh!»
…qualcosa
le rapì lo sguardo…inducendola a lasciar cadere
lentamente la mano con cui aveva acceso la luce…
In fondo
al corridoio, là dove cominciavano le scale, attendeva nel
semibuio casalingo una figura
piccola…dall’irregolare
forma triangolare come ogni sagoma avvolta da un mantello. Non tradiva
un movimento, piuttosto sembrava contemplarla in una solenne pazienza.
O attendere che fosse lei a raggiungerlo…
«Oh------mamma (!) » fu il commento di lei.
“…lei!” fu il pensiero della creatura
che strizzava
il suo occhio giallo e intontito per fronteggiare il buio.
«Ehehehehe, ehehehe (!...!!) sì
no…vabbé!
Tutto da programma! Uno è stressat-lo dicevo, lo-lo dicevo
prima!!! No? Uno vede cose che non ci stanno, adesso pfff---FIGURATI
se…(!)…
…s-se (!!) » nel farsi ogni secondo più
sottile e
stridente la sua voce «Se ciò che sto vedendo non
è
frutto della mia immaginazione! N-Non è vero niente non
c’è nessuno lì, n-non…!!...
…c’è un…
…qualcosa
di indefinibile e di incappucciato che aspetta che io vada a chiedergli
infooooooo! Brrr-RRR!!!»
La sagoma nera
mosse un passo…poi un altro…poi un
altro…
«S-Si muove
(?!)…v-viene (?!)…no: calma,
Cindermon!!»
intimò a se stessa.
E la creatura si fermò.
«Sei una Digimon
sensata e razionale, non sei una testa matta, adesso---quello che hai
davanti non può essere un fantasma! Devi gestirlo
com’è tuo dovere!» al che si fece
forza…
…ed
avanzò, afferrando una scopa che era rimasta appoggiata al
lato
del corridoio «Senti un po’ tu!!...n-non so che
intenzioni
tu abbia e come sia entrato! Sta di fatto che qui ci abitano brave
persone, hanno diritto a dormire tranquilli e soprattutto a non essere
derubati! Se sei venuto a sgraffignare qualcosa ti conviene girare,
girareee…quel tuo bel mantello e cominciare subito a
filartela,
se non vuoi incappare con me: che sono un po’ nervosetta
vedi-vedi, che poi quando comincio a picchiare affondo di brutto! S-Se
tu avessi un minimo di intelligenza, capiresti che NOOO! Non ti
avvicinareee!!»
«No, ferma…!»
«…mmm? Ha parlato?» emise lei un sibilo
sottile e flautato.
«Non muoverti così freneticamente!...
…non pararti con la scopa, lasciati
guardare…»
«…oh?» fece capolino lei, alquanto
stupita.
Lui avanzava…ma
sembrava porre delicatezza nei suoi modi «Non sono qui
perché voglio farti paura…! Cerco il mio
amico.»
La sua voce era dolce
e pacata «I-Il tuo
amico?!»…«Però…nel
frattempo ho
trovato te. Era da tanto che speravo di rivederti, sai? Fatti
guardare…
…vieni,
vieni più vicina…non ti farò del
male…»
«Mmm-mmm-mmm-mmm…!!!»…«Ti
prego!...
…ti
scongiuro…!» implorava lui…alzando le
sue zampe
«Ho bisogno di qualcuno che mi faccia compagnia. Sono sempre
solo!...
…e non ho nessuno da amare. Tu sei così
bella…!...
…e io sono
cresciuto…ho anch’io bisogno di qualcuno a cui
poter
offrire tutti i miei sentimenti!...tu sembri tanto…
…il ritratto di
ciò che ho sempre sognato, pur non essendone cosciente! Per
questo ti chiedo di venire più vicina…voglio
vedere
meglio il tuo viso…
…io ti giuro
che non ti sfiorerò, ti guarderò
soltanto!»
Quelle parole
indussero Cindermon a dilatare i suoi occhi…e come rapita da
una
forza incomprensibile, avanzare, incedere lentamente a passo silenzioso
verso quella creatura…
…mentre la
notte giocava con le luci e le ombre dei suoi tratti delicati, e di
quelli nascosti di lui…il quale pensava “Il
viso…di
ragazza che ha fatto risvegliare il mio cuore. Non
c’è
dubbio, è proprio lei! La Digimon che ho conosciuto
sull’aereo. Com’è bella,
sento…che ho bisogno
che sia così vicina. Guardarla mi fa sentire
felice…” «…puoi anche
toccarmi se vuoi. Io
sono buono, non mangio mica.»
«…ma tu
chi sei…?» sussurrò lei senza dar suono
a quelle
parole soffiate «Mi puoi
guardare!»…«…hai il volto
coperto dal
cappuccio…» scandì Cindermon deglutendo
«Scostalo, senza paura! Così faremo
amicizia…
…io vedrò te e tu vedrai me…»
Cindermon alzò
la sua mano. La avvicinò, seppur tremante, al muso della
creatura coperto dal buio e dal cappuccio ma prima di sfiorarlo la
ritirò, come intimorita «…coraggio, te
lo assicuro,
io sono buono!...
…a
me…non piace la violenza…l’amicizia e i
buoni
sentimenti sono la cosa che più mi diverte al mondo! Tutti
dicono che ho uno sguardo dolce e mite, se mi scosti il cappuccio lo
vedrai anche tu…!»
La ragazza digitale
aveva paura, ma al contempo era incuriosita da qualcosa.
Sicché
nuovamente mise avanti quella mano…le dita iniziarono a
sfiorare
il lembo del cappuccio…
…lentamente, e
talvolta tornando sui loro passi, iniziarono a giocarci…per
portarlo via e rivelare l’altro suo occhio…
…ma quando
trovò la forza per scostargli il lembo «IHHH!
AAAAAAAAAAHHHHHHH!!!» (canzone: Mariah
Carey - Bringin' on the heartbreak)
«Come?! Perché
gridi?!» invocò appenata quella voce gracchiante.
Ma
Cindermon gridò con tutta la potenza che aveva nelle corde
vocali «AAAHHH!! AAAHHHH! AAAAHHHH!!!»
…finendo a
terra e retrocedendo coi suoi stessi gomiti…
…inorridita dalla vista dell’orrenda cicatrice che
aveva
preso il posto dell’occhio destro della creatura
«Sono
forse…così brutto?!» chiese Guilmon
rattristato e
muovendo un passo verso di lei, che scagliò la scopa a terra
per
allontanarlo.
Il rumore del manico a terra
e l’impeto delle grida destarono qualcosa nel Digimon, che
improvvisamente riacquistò espressività e
presenza nel
suo occhio sinistro «…che mi è
successo?! Dove
sono?!» …e secca consapevolezza nella sua voce.
Per
coprirsi di colpo l’occhio cieco, alzare il suo sguardo
«Mi
è capitato di nuovo di addormentarmi e vagare nel sonno?!
Maledizione!!!» volgendo le spalle e affrettandosi a fuggire
lungo il corridoio…
Ma in quel momento Takato
ebbe un sussulto nel suo letto «…!!!
Cindermon!!!»
precipitandosi fuori
«Cindermon!!!»…«IHHMMMMMMM!!!»
Lei si
aggrappò con le unghie al suo pigiama «Che
cos’hai,
che ti prende?!!» e lei indicò in fondo.
Takato alzò il
suo sguardo. Percepì qualcosa di nero sparire
all’imbocco
delle scale, ma non fu sicuro e strinse i suoi occhi per mettere a
fuoco…ma poi dedusse «…non
c’è nessuno
lì…perché
gridi…?»…«Mmm!
mmMMMMM! T-Ti
assicuuurooo!!!»…«Cosa?!!»…«C-C’era
qualcuno!!»…«Hai creduto di
vederlo!»
Lui si
accovacciò davanti a lei, dando le spalle
all’imbocco
delle scale, erano nella penombra.
«A-Aveva…A-AVEVA!!!» alludendo alla
propria faccia
«Cosa?!»…«MmmMMMMMM!!!»
ma lei scosse il
capo decisa come se rifiutasse categoricamente di ripensarci per
descriverlo.
«Hai preso un bello
spavento, sei stressata! E’ evidente che abbiamo esagerato
con le
battaglie, forse sei tu che hai bisogno di un po’ di riposo!
Ma
sì…era per quello e non per altro che me lo
dicevi prima,
vero? Coraggio!...come fai ad aver ancora paura dei fantasmi, mi
chiedo, grande e grossa come sei!...io ho smesso da tempo:
c’è solo una cosa che mi faccia paura, e
cioè la
realtà, ciò che è vivo, che si tocca e
parla! I
fantasmi…
…magari ne incontrassi qualcuno, forse donerebbe qualcosa
alla
mia vita…» dichiarò con sguardo
assorto…ma
poi, vedendola così spaventata, nonostante il suo tono un
po’ spiccio fece del suo meglio per stringerla e carezzarla
«Su, andiamo…!...
…vedrai, qualche minuto per riprendere il respiro tutto
passerà. Ti renderai conto che era solo la tua
immaginazione!»
Ma dal fondo quell’occhio giallo spuntava cautamente per
spiarli
ancora…
…dal suo punto di vista vedeva il ragazzo di spalle, in
parte
nascosto nell’ombra “Cosa ci fa lei
qui…? Nella MIA
casa…?! Qui era dove viveva Takato!! E chi è quel
tipo
che la prende…la abbraccia…la accarezza, e da cui
lei si
fa toccare?...
…lei vive
qui, probabilmente quello è il suo fidanzato, o suo marito.
Lo
guarda come se si fidasse ciecamente di lui, guarda come gli si
aggrappa…
…CHE SIA MALEDETTO!!!”
Takato
provò a sorriderle, e a sussurrarle all’orecchio
«…coraggio…sei una fifona, una
pappamolla e
nient’altro!»...«Mmm…ihhhhmmm…»
si fece più sottile e meno agitato il suo gridolino, ed i
suoi
occhi erano quelli di una cucciola bisognosa di protezione…
“…piombato qui come un intruso, ad occupare la MIA
casa,
dove viveva il mio domatore!! E ad abbracciare l’unica
ragazza
che abbia risvegliato in me l’amore!! Non posso
perdonarlo!!!...
…chiunque lui sia. Devo andarmene!!” sgattaiolando
via…
…proprio mentre Cindermon boccheggiava
«Takaaatooo…» toccandogli il volto
«Sì?
Cosa c’è?! Che ha la mia faccia che non
va?!»…«Ta-Takato!» respirava
lei
affannosamente, affermando d’improvviso «Non avevo
mai
notato quanto bello fosse il tuo viso, Takato!
E’…meraviglioso, è
perfetto…!»
Eloquente
espressione del ragazzo “…capisco: è
sconvolta di
brutto.”
Guilmon era sceso
presso il bancone «Che significa la loro presenza qui?!
Forse…» chinando il capo e provando a riflettere
passeggiando «…quando è successa la
disgrazia il
signor Matsuki ha venduto questa casa.» volgendosi di nuovo
verso
le scale «Forse adesso ci vive lei. Con la sua famiglia.
Eppure,
il panificio è rimasto esattamente uguale ad allora, e anche
l’odore mi riporta alla mente…!!!...
…acc, devo
calmarmi! Devo andar via di qui…» sebbene sembrava
che gli
costasse separarsi da quello scenario, che guardò con
malinconia, ma la sua voce era aspra e decisa «Devo sbrigarmi
a
tornare a palazzo altrimenti potrebbero insospettirsi. Questo episodio
non mi ci voleva…ma non finisce qui!!! Giuro che mi
vendicherò!!!» lanciandosi fuori, buttando
giù una
bustina di pane.
E prima di scomparire
in strada, si volse un’ultima volta a contemplare la
palazzina
per poi scostare il volto amaramente.
«Andiamo, va
nella tua
stanza!»…«N-N-N-N-N!!!»…«Ma
come
no?!»…«Takato!!!» gli si
aggrappò
«Ti prego no nella mia stanza no quello ritorna-riviene da me
e
mi maaaAAAaaangia!»…«Ma allora che
diavolo vuoi
fare?! Dormire qui nel
corridoio?!»…«Fammi stare
nella tua stanza con te!»
Espressione di pietra.
«Ti-Ti prego, te lo
chiedo in ginocchiooo!!!» e infatti si prostrò a
mani
giunte «Ma poi penseranno che
noi-»…«I-Io non
ci rivado lì sola ad aspettare quel mostro! A-A Guilmon ce
l’avresti fatto stare se l’avessi visto
spaventato!»…«…! Ma tu non
sei…!!...»
…ma alla vista
di quegli occhi azzurri supplichevoli, si volse bruscamente
«Cammina!»…«Posso?!»…«…se
magari ti muovi!»…«Oh! Grazie
Takatooo!»…«Ma bada che è la
prima e
l’ultima
volta!»…«S-S-S-Sì!
L-L’ultima volta…» a lei sembrava
bastare.
Qualcosa in tutto ciò
indusse il ragazzo a riflettere, con la mano sulla maniglia, ma non
comprendeva cosa, mentre un raggio di luna illuminava il pupazzo di
Agumon (fine-canzone)
Quando Riley si
richiuse silenziosamente la porta di casa alle spalle, suo marito
Mitsuo che era rientrato ma non era ancora andato a dormire, ebbe un
sussulto «Ah!» e si volse verso di lei.
Sua moglie era
in piedi immobile presso la porta. Tra le sue braccia stringeva un
fagottino avvolto in una coperta iridescente «…non
dire
niente…»…«…Riley…»
pronunciò lui attonito, ma lei insistette commossa e
insicura
«P-Per favore Mitsuo non dire niente!!...
…non una parola…
…l’ho trovato per
strada.»…«Ahh!»
Riley
avanzò…affinché Mitsuo potesse
allungare la mano
tremante verso la creatura. Ma prima di toccarla ebbe un altro impulso
«Ma questo…?!» e collegò
subito il computer
«E’ inutile che cerchi informazioni!»
Il suo
smanettare si paralizzò «E’ come
pensi!!!...ma cosa
potevo fare, non potevo abbandonarlo!!» Mitsuo si volse a
fissarla…ma lo sguardo di lei esprimeva una tale, materna
pietà fra le lacrime…
…che lui non
poté far altro che sfiorare quella copertina ed alzare il
suo
sguardo per osservare la maschera a coprire il visetto di quel neonato.
Riley pianse quanto più silenziosamente poteva…
«So che tu potresti
essere contrario!! So che potresti…rimproverarmi e dirmi che
avrei dovuto lasciarlo lì dov’era! O magari
denunciarlo
alle autorità…adesso che non siamo più
nessuno nel
campo!! Però io non ce l’ho
fatta!!»…«Riley…dammi quel
bambino…» ma lei lo strinse, in un moto protettivo
«Dammi…quel bambino…
…t-te ne
supplico!»…«Oh?!» Qualcosa nel
tono del marito
stupì Riley…che fu indotta a porgerlo
«…lo
hai chiamato “bambino”…?»
…Mitsuo
lo accolse lentamente tra le sue braccia…il suo cuore
lottò contro l’emozione di vedere quegli occhietti
scuri
fissarlo da dietro la mascherina…
…l’uomo emise un respiro scosso
«…rispondi
alla mia domanda, Riley…»
Lei si
avvicinò…timorosa di ciò che sarebbe
seguito.
Mitsuo si volse a guardarla negli occhi, e chiese
«…è rimasto…
…qualcosa
in casa da dargli, da quando tua sorella è passata e ci ha
lasciato nostro nipote per qualche giorno? Intendo
dire…qualcosa
in buono stato, di ancora commestibile.»
Improvvisamente,
il volto commosso di quella donna fu attraversato da un getto di gioia
e di gratitudine
«Mitsuo…»…«A-Andiamo,
cos’hai, perché mi guardi così, che ho
detto di
strano…?» e lei allungò la mano sulla
sua spalla,
come a chiedergli una tacita conferma. Versava lacrime anche lui, ma
sorrideva «E’-E’ un bambino,
avrà fame! E
anche molta…non voglio mica farmi riconoscere subito come
padre,
quando Wong…si distingue per quanto è esperto, e
premuroso!»…«Hai detto
“padre”?!»…«Già,
perché
no…? Cosa volevi farmi credere…eh?
Eh?!»
carezzandole la mano con la sua scossa dall’emozione
«Che
fosse un Digimon questo birbante? Ah, ma per chi mi hai preso, lo sai
che ho lavorato anni con loro! No…» esprimeva il
biondo
uomo carezzando la maschera del piccolo, su cui cadevano le sue lacrime
«Lui è…nostro figlio, quel figlio che
aspettavi e
che credevamo di aver perso! N-Non l’abbiamo perso, vedi?
E’ qui, ci hanno rifilato un’informazione
sbagliata! Tu sei
stata furba, me l’hai tenuto nascosto…eccolo qua,
Riley,
eccolo qua!...
…il
nostro adorato bambino…lo aspettavamo da tanto,
vero…?»
Lei
appoggiò grata il capo su quello di lui, e piansero assieme,
con
le dita della mano intrecciate...mentre dinanzi a loro fluttuava una
piccola maschera luminosa che si svelò come un
Digivice…
Il loro cuore
accolse quella grande emozione…e quelle loro stesse mani si
sciolsero, ma per tornare assieme una volta che furono su quel congegno
magico…
…erano
indecifrabili i pensieri di quel bimbo dai gesti delicati, sulla cui
maschera si rifletteva la luce del prodigio compiutosi…
Intanto, una
delicata mano dallo smalto viola si muoveva verso il parquet per
raccogliere dei libri di psicologia…
…Aki
sembrava essersi ripresa. Ed un dolce sorriso velare il suo volto
pallido “Molto bene, è filato tutto liscio: Henry
è
al sicuro. A quest’ora sarà già
arrivato a
Digiworld…” ...mentre camminava per il
salotto
dissestato dello studio, riordinandolo con pazienza
“…fra
poco tutto sarà pronto per l’estrazione: ci
approprieremo
del suo cuore digitale rifulgente di luce, e subito dopo applicheremo
su di lui un cuore nuovo, con cui potrà amarmi senza
riserve.
Oh, Henry…ci attende un futuro luminoso
all’orizzonte.
Violetta è stata una vera amica: ha mantenuto la sua
promessa.
Ora posso finalmente rilassarmi un po’…”
sedendosi
sul divano, seppur strappato «A-Ahhh…» e
stirandosi
“…tutto il lavoro di questi mesi darà i
suoi
frutti: povero Henry, non capiva più chi fossero i suoi veri
affetti. Tutta questa confusione non ha fatto che accrescere la luce
del suo cuore, e ora che è pronto ce ne impadroniremo,
così da divenire i padroni assoluti dei due mondi…
…avrò un trono tutto per me, ed Henry
siederà al
mio fianco. Del resto ha sempre amato i Digimon…”
menstre
appoggiava il capo fra i cuscini, e socchiudeva gli occhi
“…ne vedrà quanti ne vorrà
quando con la
congiunzione degli artefatti energetici avremmo ottenuto il potere
necessario. Così mi ha spiegato Violetta…lei
è la
mia Digimon Tamer. Non ho motivo di dubitare delle sue
parole…
…mi
ama…e tutto ciò che ha fatto fino a adesso
è stato
solo mosso da autentica amicizia. Seguiterò a servirla con
devozione, e ad eseguire tutti i compiti che mi assegna.
Ahah…” tracciando un beato sorriso…
…mentre
Rea e Terriermon erano arrivati «Ecco, ci siamo!»
disse il
Digimon balzando sul pianerottolo. E la ragazza pronunciò
«Aki Myiamoto…» come indicava la
targhetta dorata
sulla porta…
“…finalmente il trionfo è alle
porte…”
pensò Aki.
Ma Rea non se lo fece dire due volte e si attaccò al
campanello.
«Oh!» Aki si
destò «Dev’essere lei!» la sua
espressione si
illuminò «Forse Sandmon l’ha
già chiamata da
Digiworld, magari hanno sue notizie, e se già mi stesse
portando
il nuovo cuore di Henry per testarlo al computer? Ah, che onore che
sarebbe: Violetta, sto arrivando!!! Ah!»
Ma quando
spalancò la porta, Aki dilatò i suoi occhi
«…LEI…!!» scandì
Rea.
Gli occhi della
ragazza bucarono, tanto penetranti erano, lo sguardo della
psicologa…la quale lo abbassò, deglutendo e
cercando di
ricomporsi, sistemandosi i capelli «B-Buonasera. Mi scusi, ma
se
desidera un appuntamento deve chiamare durante il giorno, non
presentarsi durante la notte.»…«Io non
desidero un
appuntamento: psicologicamente funziono benissimo, so riconoscere chi
è che ronza attorno a mio marito, non mi illudo che sia
un’allucinazione data dai miei traumi
pregressi!!»…«…non…so
di cosa parla e
le ricordo che ore sono: la prego di andarsene!» ma a
frapporsi
nella porta impedendone la chiusura fu
«Rea!!!»…«Ah?!!»
Aki
sobbalzò alla vista di Terriermon. Che la fissava con occhi
determinati «Non abbassare la guardia! Lo avverto
chiaramente!!
Questa donna…
…è un Digimon!!!»
«Cosa?!» sobbalzò Rea…mentre
Aki mormorava
«…maledetto sgorbio…!...»
I suoi occhi si
assottigliarono «Sorpresa delle tre di notte.»
Alzando il suo
anello, questo lampeggiò fino ad avvolgerla di una coltre
oscura: al suo diradarsi, radici. Petali bianchi e viola.
E il diadema tempestato di gemme.
«Ahh! Chi
diavolo sei?!» esclamò Rea «Hai fatto
male a portare
qui il tuo animaletto domestico…misera ragazzina umana! Ma
devo
darti la triste notizie che sei arrivata
tardi!»…«Che vuoi dire, brutta
strega?!!» ma
Muskmon lo guardò con sufficienza
«…modera i
termini, Terriermon. Intendo dire che se è Henry che
cercate…ormai lui è già in viaggio per
Digiworld!
E non tornerà mai più!!!»
Con quelle parole
gelò l’animo della ragazza e del Digimon
«Non vi
ama, e vi ha abbandonato per
sempre!!!»…«NON
E’ VERO!!» strillò Rea aggressivamente,
puntandole
il dito contro «Tu l’hai ingannato!!! Che cosa hai
intenzione di fargli?!»…«Abbiamo bisogno
del suo
cuore splendente per dominare un mondo ormai giunto…ALLA
DERIVA,
come Digiworld!!!» spalancando le sua braccia di petali.
Terriermon indurì lo sguardo «Non è
affatto
vero!!» balzando sulla spalliera del divano
«Digiworld non
è alla deriva, è un mondo stupendo e pieno di
Digimon di
buona volontà intenzionati a migliorarlo: COSA VOLETE FARE
COL
CUORE DEL MIO HENRY?!»
Muskmon si volse
con aria sdegnosa «…il cuore di Henry è
un
artefatto prezioso da cui attingere energia digitale. Mi spiace che per
farlo dobbiamo gettar via dati superflui come quello
dell’amore
per voi o per quel moccioso infetto che ha concepito con
te!»…«Maledetta---!!!» Rea le
si
aggrappò il collo «---te la farò
pagare!!» ma
Muskmon alzò una radice e
«AAAHHHH!»…«REA!!»
la colpì
spingendola violentemente contro la libreria «E cosa pretende
di
fare una sciocca ragazzina contro una Digimon potente come
me?!»
«…come ti sei permessa di toccare
Rea…?!!...non ti
permetterò di far male ai miei affetti!!!»
Il Digivice di Rea brillò nella sua tasca. La luce avvolse
Terriermon.
DIGIEVOLUZIONE
«TERRIERMON DIGIEVOLVEEE…
…GARGOMON!»
«Ah! Un grassone
grottesco e sovrappeso?» Muskmon sollevò il suo
braccio
appoggiandovi vezzosamente il capo, mentre Gargomon le puntava le
mitragliatrici. Sempre lei continuò «Deduco adesso
quanta
immondizia stagnasse nei ricordi di Henry fino a generargli malessere.
Meglio della terapia psicologica: raderò al suolo i suoi
traumi
disintegrandoli coi miei stessi poteri!»
«Lo credi tu, strega!!! Gargo-mitra!!!
TA-TA-TA-TA-TA-TAAA!»…«Centrifuga floreale!»
Una mano-fiore di Muskmon roteò fino a disperdere tutti i
proiettili, per poi passare al contrattacco «Cesoia demolente!»
mutando il suo braccio in una potente cesoia ed avventandosi contro
Gargomon il quale «AAAHHH!» si scostò
per un pelo:
la cesoia colpì il divano, tagliandolo in due precise
metà «Ahh! Gargomon, sta attento!»
Muskmon
però era agguerrita «Ogni resistenza
sarà inutile,
molto presto sia la terra che Digiworld cadranno sotto il dominio della
grande Purplemon, destino di tutti voi dati superflui è
quello
di essere cancellati!»
«Purplemon?!» esclamò Gargomon
«Saresti
tu?!» ma Rea intervenne «No!» con il
Digivice in
mano, aperto sulla scheda dei dati «Lei si chiama
Muskmon!»
L’interpellata svelò un sorriso ironico
«…ma
che genietta.»
Rea alzò uno sguardo
concentrato «…attento, Gargomon! E’ un
digimon al
livello evoluto!»
«Io non ho paura! Non
le perdono di aver raggirato Henry!!
TA-TA-TA-TA-TAAA!»…«Non capisci che le
tue ridicole
armi sono inutili con me!!» Muskmon si avventò su
di lui,
che si parò coi mitragliatori, chiedendole «Se tu
non sei
Purplemon allora cosa vuoi?!»…«Io non
sono
Purplemon…
…però sono una parte di lei!!!»
Lo scontro
intensificò…sotto gli occhi attoniti di Rea che
strinse
la sua mano scossa sul Digivice, mentre lungo il muro alle sue spalle
si delineava l’ombra della tagliente cesoia di
Muskmon…
«Bambini!
Ho un compito da assegnarvi!»…«Cosa
c’è, papi?!» si destò Ufomon,
mentre il
fratellino si era assopito sul suo bastone a teschio «Tu e la
mamma avete cambiato idea e volete che facciamo mangiare Henry da
Scratchmon?!»…«A-Ah ma---!!! Siete
sempre col
pensiero fisso all’alimentazione di quella gatta,
già
è tanto grassa!»…«Se
Scratchmon è
grassa---!!! E’ perché voi non vi curate
abbastanza di lei
e le lasciate tutto il cibo in giro per pensare alle vostre missioni!!!
Dovete nasconderglielo, ve l’ho detto cento
volte!»…«Tanto pure se glielo
nascondiamo quella
sfonda le credenze, è peggio di voi due!!»
tuonò
Sandmon, mentre Gravemon si risvegliava «…chi ha
detto che
Scratchmon è grassa…? Non è
assolutamente
vero…» al che Ufomon ebbe uno slancio intenerito
«Iiiihhhh!!! Ti ricooordi Gravemon quando l’abbiamo
trovataaa???» Il piccolo Digimon dalle svolazzanti maniche
bianche sorrise, ascoltando la sorella «E-E
dire…che stava
nel cestino del pc prossimo allo svuotamento, ed era…un
batuffolino cosììì! Tuuutto nero e
infreddolito…»
…mentre
Sandmon borbottava «…tuffolino così,
tutto nero e
infreddolito, sempre la stessa ritornante leggenda raccontata tutti i
giorni che Dio ha fatto, mi sono stancato!»
«Scratchmon
è nata il mio stesso giorno, pappappero!»
ballicchiava
contenta Ufomon, mentre Gravemon mugolava
«…perché
il giorno del compleanno tuo e non del
mio…»…«Stai zitto!»
rispose lei
sdegnosamente «Tu sei piccolo, e non le puoi capire queste
cose!»…«Uffaaa…»…«Ohi,
su,
bambini! Parliamo di cose serie, io ora devo precipitarmi al palazzo,
urge il mio intervento! Però!! Voi dovete subito riportare
Henry
nel luogo in cui avete conosciuto quella gatta per cui tanto
stravedete: il grande cestino
informatico!»…«Intendi
dire il Centro di
smaltimento dati?!»…«…SE
NON TE LO RICORDI TU, UFOMON, CHE SEI NATA IL SUO STESSO
GIORNO!»…«E’ lì che
volete estrargli il
cuore?!»…«…ci vuole un
po’ per
raggiungere quel luogo, giusto il tempo per riunire la strumentazione
necessaria!» spiegava Sandmon mentre la pioggia digitale si
abbatteva sul finestrino, lucidato dai provvidenziali tergicristalli
«Quando sarà tutto pronto io e la mamma vi
raggiungeremo!
Ahah, mi pregusto già l’adorazione di tutti quegli
stupidi
contadinotti digitali prostrati ai miei piedi ma prima devo togliere di
mezzo il ragazzetto con la corona…e per farlo gli
fregherò la principessa, ahah!»
«Papi
guarda che lo diciamo alla mamma che tu fai lo scemo con le altre
Digimon…» mormorò Gravemon, e lui
«Tanto
vostra madre pensa solo ai poteri!! Ma quando ce li avrà
concessi…ihihih, so io se non mi divertirò! Ma
intanto mi
serve anche se rompe le scatole: EHILA’! MARCHE! CHE HO
DETTO?!
Forza bambini che chi dorme non piglia cuori!»
«…io sapevo che chi dormiva non pigliava
pesci…»…«Lascia stare
Gravemon è
inutile, papà e mamma risputano tutti i proverbi sbagliati,
se
li ascolti ti confondi soltanto!! Comunque noi andiamo, ci rivediamo al
grande cestino!»
«Ghghgh!» ghignò il Digimon
sabbioso…
Penetrati nello scomparto retrostante…
«Su
Scratchmon aiutaci! Dobbiamo portare il sacco al Centro di
smaltimento!...E NON TI ARROTARE LE UNGHIE SUL CAMPER DI
PAPA’!
CHE POI SI ARRABBIAAA!» tuonò la piccola Ufomon
con tutta
l’aggressività che aveva: alla gatta si
drizzò il
pelo e si andò a rintanare nell’angolo buio
«Va
bene, non ci vuoi aiutare?! Pfff, che alito cattivo oltretutto
Scratchmon, ma che hai
mangiato?!»…«Ufomon mi aiuti
il sacco è troppo
pesante…»…«Se tu lo
prendi dal lato sbagliato grazie al cavolo! Scusa, sto sgridando
Scratchmon! Scratchmon: tu non vuoi venire al Centro di smaltimento con
noi, dillo che hai paura di tornare nel posto in cui ti avevano
CESTINATO e preferisci restare con papà a pascerti
un un
palazzo di
pappemolli!»…«Ufomooon…»…«HO
CAPITO ADESSO VENGO! Che hai?! Cosa c’è che non ti
va
bene!»
Gravemon si
lagnò, bofonchiando con sguardo triste e dita che
sfrugulliavano
davanti alla bocca «Il sacco…da questa parte pesa
e
dall’altra scivola…io non lo so portare da solo,
dov’è la porta-sacchi di
papà?»…«L’abbiamo
lasciata a casa,
nella nostra casa sulla terra! Svelto adesso: NON ABBIAMO TEMPOOOO! Hai
sentito papà?! Ha detto che c’è da
trovare la
strumentazione ma intanto noi dobbiamo piombare sul posto! Forza!
Adesso ti aiuto io a prendere il sacco, così ci lanciamo col
paracadute e arriviamo prima!» Gravemon accennò un
sorrisetto, sebbene dicesse «…io ho paura di
lanciarmi col
paracadute…»
Una volta pronti
con gli zainetti e il sacco tenuto per i piedi da Gravemon e per la
testa da Ufomon, questa puntualizzò «Noi stiamo
saltando,
Scratchmon tu non vuoi venire restando sola a marcire come una sciocca
in
quell’angolo…?!»…«…non
la
trattare male…»…«Guardala,
indietreggia! E
allora sai che ti dico? Noi andiamo da soli! Scusa un attimo
Gravemon.»
Ufomon posò la
sua parte di sacco…e si diresse con aria granitica e sguardo
torvo verso la gatta, puntualizzandole con dito inquisitore
«…E ALLORA RIMANI LI’…con la
puzza del tuo
alito!!!»
«WAAAHHH!
UFOMOOOOOON!»…«AH?! GRAVEMON CHE
SUCCEDE?!»…«CadoooOOOOoo!!!»
«E AGGRAPPATI A QUALCOSA!! AH! GRAVEMON!»
La ragazzina digitale
corse verso il ciglio dello scomparto aperto ma non riuscì
ad
afferrare il sacco per un pelo «GRAVEMOOON, APRI IL
PARACADUTEEE!!!»
«…non possooo, mi casca il sacco se lo tengo con
una mano
solaaa!»…«A-ASPETTAMI CHE
ARRIVO-è tutta
colpa tua, Scratchmon!» lanciandosi
«GRAVEMOOON!»
…in
un volo spettacolare dal camper volante attraverso la pioggia di
Digiworld, Ufomon piombò sul fratello muovendogli la leva
dello
zaino, azionandosi il suo e riprendendo il sacco per la testa. Nello
spalancarsi dei due paracadute fucsia e azzurro, e
nell’echeggiare dei rimproveri «SEI UN IMBRANATO!
Quante
volte ti ho detto che non ti devi
sporgere!!»…«Ma
io…ma io…»…«NON CI
SONO
MA!»…«…ma io non mi ero
sporto…»…«Adesso indirizziamo
questi cavolo
di paracadute verso il cestino, oh?!» …lanciando
uno
sguardo verso il camper (ovvero la Purplemobile, che volava grazie a
due ali scure e pipistrellose) «AAAHHH,
GUARDAAAAAA!»…«Cosa
c’è…?»…«SCRATCHMON
SI SUICIDA
PERCHE’ L’HO
SGRIDATAAA!»…«Nooo,
è che vuole venire con noiii! Scratchmon,
raggiungiciiii-AHIA!»…«MA SEI UN IDIOTA,
NON
PUO’ PIU’ FARLO! SCRATCHMON NON
ASCOLTARLOOOoooOOO!»
Troppo tardi. In
un miagolio lacerante la gatta si lanciò nella pioggia.
Piombando decisa
con i suoi artigli sui due paracadute
«AAAAHHH!»…«WAAHHHH!!!»
i due ragazzini
danzarono “allegramente” nell’aria, fino
a che non si
sentì un botto. Seguito dal grido di Ufomon
«AAHHH! IL MIO
PARACADUTE E’ SCOPPIATO-Gravemon fammi usare il
tuo!» ma
per montargli addosso lui «Ahh! Aaaaahhhh! Il
saccoooOOOOOoooo!!!»…«AHH!...
…L’ABBIAMO PERSO?!»
In
quel desolante affresco aereo di una notte digitale tempestosa, il
sacco nero precipitò nel vuoto…
«…grrrrRRRR! E’ TUTTA COLPA TUA,
SCRATCHMON! IL
DEBITO SALE!»…«…stavolta ha
ragione mia
sorella…»…«STA ATTENTO
PERCHE’
C’ENTRI ANCHE TU! SE NON TI FOSSI MESSO A RICHIAMARLA COME
UNO
STUPIDO-Gravemon parlando di cose serie dobbiamo assolutamente
riprenderloooo!!!»…«Oh?!»
Ma, cosa che
stupì i ragazzini, ad aggiungersi a quel quadro disastrato
vi fu
l’improvvisa comparsa di colonne di luce rosa, dal moto
sregolato
«CI MANCAVANO ANCHE I FASCI DI LUCE
TELETRASPORTANTIII!!!»
gridò l’aliena dal fiore nei capelli
«Scratchmon
adesso ti ci buttiamo per
punizione…»…«…!!
Guarda piuttosto
lì, Gravemon!» indicando in basso
«Ah!»
Un fascio travolse il sacco, inglobandolo nella sua luce.
«Oh no Ufomon il
fascio di luce si è preso
Henry…»…«Che
cos’è quel tono rassegnato?! Dobbiamo
assolutamente
ritrovarlo, non ci sono scuse!!»…«Se
l’è portato in un altro
settore…» fece lui,
ma lei con il fiore e i capelli grondanti «Il piano di mamma
e
papà sta appeso al cuore di Henry, per non parlare dei
sentimenti della povera Muskmon: abbiamo fatto noi questo casino, e
dobbiamo sistemare tutto prima che se ne
accorgano!»…«Lanciamociiii!»…«Non
c’è un minuto da perdereeeeeee!!!»
E così si
tuffarono con determinazione in quel cielo che era divenuto una
discoteca di luce rosa: le colonne dominavano la scena, per di
più sfumate dal suggestivo effetto della pioggia che ne
distorceva i contorni nel blu…
(canzone: Westlife
- Unbreakable) «Digimodificati!!»
Rea scagliò con decisione il Digivice in aria «Carta dello scudo indomito!»
regalando a Gargomon uno scudo raffigurante l’emblema del
coraggio. Ma quel simbolo a forma di sole fu ben presto perforato dalle
radici di Muskmon, nello stupore del Digimon
«Ahhh!» e
della sua domatrice «Come è possibile?!»
«Ve
l’ho detto, sono troppo forte per voi: le digimodifiche sono
inutili! Polline
soporifero!»…«Ahhh!»
le spore penetrarono negli occhi di «Gargomon!!»
che cadde
sulle ginocchia «L-Le gambe non mi reggono!...mi sto
addormentando,
Rea!»…«No!!»…«Oh
sì, invece,
ahahahaha!»…«AHHH!!!»
Muskmon si frappose fra Rea e il Digimon, impedendole di raggiungerlo e
paralizzandola al muro con le sue radici
«Gar---gomon!» il
Digivice le schizzò di mano «E’ inutile
che lo
chiami, fra poco sarà addormenato: il tuo stupido Digimon
non
può accorrere a salvarti, o quanto mi dispiace!!»
«R-Rea…» Gargomon lottava contro il
sonno…
…mentre le
radici si facevano sempre più strette attorno al collo della
ragazza «Non devi preoccuparti…quando ti
avrò
eliminata Henry non resterà solo: ci sono io pronta ad
offrire
tutto l’amore di cui uno come lui può aver
bisogno! Tu sei
superflua, ragazzina, un elemento obsoleto e prossimo alla
cancellazione.»…«…se
è vero che lo ami
come dici…
…allora rispondi, perché hai calpestato senza
pietà i suoi ricordi?!»…«Che
cosa?!!»…«…ti ho fatto una
precisa
domanda.»
Rea
nonostante quei rovi stretti indosso la guardava con determinazione
«…perché non hai avuto rispetto per il
suo mondo,
per le cose con cui è cresciuto! Prima fra tutti…
…il suo Digimon!»
Gargomon, che tossiva.
«Henry non
ha più bisogno di ricordi!! Io posso conferirgli amore e
gratificazione…accanto a me sarà grande e
potente, non
avrà da temere
nulla!»…«…Henry
è una persona…non un recipiente vuoto da
inzeppare di
dati, ha un animo, e un cuore buono ed eroico! Henry ha dei ricordi, e
un passato, e se dici di amarlo dovresti averlo a cuore come se fosse
tuo!!...m-ma che razza di amore è quello che
provi?!!»
«Uhm?!»…«…c-che
razza di Digimon
sei…a-ahhh!!» Rea tossì intensamente
«TACI,
STA ZITTA! I tuoi starnazzi da ochetta disturbano le mie orecchie! E ad
ombrano il mio trionfo, quando invece voglio goderlo fino in fondo! Ho
lavorato duramente per
conquistarlo…»…«…n-non
ti
permetterò di fargli del male…»
«…e
neanch’io…non posso dormire mentre tu spazzi via
il mio
mondo…» Gargomon si illuminava di luce e
si
rialzava, senza che Muskmon se ne accorgesse.
Rea espresse
«Sono disposta…a-anche a sacrificare la mia vita
per
lui!»…«Peccato che la tua vita sia nelle
mie mani,
sciocca!!!»
«Lascia stare
Rea…» lampeggiava lo sguardo del Digimon. E il
Digivice di
Rea, scivolato a terra. Gargomon esclamò «Io
renderò concreti i suoi desideri! I suoi sogni diverranno
luce
digitale!!!»
DIGIEVOLUZIONE MATRIX
«GARGOMON MATRIXDIGIEVOLVEEE…»
…e da quel corpo morbido e imponente nacque quello solido e
scattante di una creatura meccanica verde e bianca, con due cannoni
alla terminazione delle braccia «…RAPIDMON!!!»
Muskmon però era
talmente intenta ad eliminare Rea che non se ne accorse «Per
te
è finita, una volta per tutte diverrai solo
un’ombra del
passato!!» ma un cannone le picchiettò sulla
spalla
«Ehi, scusa…»…«Che
vuoi?! Non mi
disturbare!!»
…ma
l’essere insistette ancora «Perdonami, ti sto
chiamando!»…«Non vedi che ho da fare?
Lasciami in
pace, grassone!!!...ah?!...
…e tu chi
sei?»…«…sono Rapidmon. Mi
spiace deluderti.
Sono dimagrito.»
«Ahhh!» Rea restò abbagliata.
E Muskmon
ritirò da lei le sue radici «Ah, ma allora te le
cerchi,
non vuoi proprio capire quando sei
sconfitto?»…«Aspetta a parlare: adesso
sono al tuo
livello!»…«Lo vedremo!!!»
Muskmon balzò. Rea chiamò
«Rapidmon!!»
E la creatura nemica attaccò con «Centrifuga floreale!!!»
«Siluri
rapidi!!!»
Il
vortice energetico di petali fu neutralizzato dai missili emessi dalle
braccia-cannone di Rapidmon «Come può
essere?!»…«Te l’avevo detto:
ora non potrai
più alzare un dito su Rea e su Henry!...te la vedrai con
me!!!»…«No!!»
dilatò gli occhi Muskmon
«Siluri
rapidi!!!»
Rapidmon
sferrò i suoi colpi eslosivi contro la nemica che
tentò
di disperderli con la sua rotazione. Ma poiché troppo
intensi,
dovette balzare «Ahh!!»
Muskmon
iniziò a svicolare per lo studio, slittando dietro alle
librerie, ma Rapidmon non le dava tregua con la sua sorprendente
velocità «Tu mi dirai---che ne hai fatto di
lui---!!! Siluri
rapidi!!!»
I potenti missili
esplodevano sugli scaffali, disintegrando i libri. La fuga per Muskmon
si faceva sempre più ardua «Cesoia elettrica!!!»
d’un tratto scattò «Attento,
Rapidmon!» gridò Rea.
Il Digimon balzò
prontamente evitando il colpo elettrificato, e spalancando le braccia
invocò «Raggio
molecolare!!!»
«Ahh!» La nemica
si vide sovrastare da un triangolo energetico che si sovrappose a
Rapidmon piombando su di lei che «DJAAAAHHHHH!!!»
fu spinta
a terra.
Rapidmon la
bloccò lanciandosi su di lei e schiacciandola, tenendo le
sue
braccia bloccate sul pavimento «Dimmi dove l’hai
portato!!!»…«Ugh---mai!!!»…«DOV’E’
HENRY?!!!» gridò Rapidmon con tutta la sua forza
dei suoi
sentimenti «DOVE L’AVETE
PORTATO?!!»…«Lui non ti vuole, non hai
buone
orecchie?!! T-Ti ha dimenticato, non significhi più niente
per
lui!!!»…«TU MENTI!!! MANDO---IL MIO
STESSO CORPO IN
COMBUSTIONE E TE LO FACCIO ESPLODERE ADDOSSO, GIURO CHE LO FACCIO SE
NON MI DICI CHE NE HAI FATTO DEL MIO HENRY, DEL MIO AMICO!!!»
Mentre anche Rea si avvicinava…
«Ahh, che tu sia
maledetto!!» Muskmon soffiò a tradimento delle
spore negli
occhi di Rapidmon «Ahhh!!» e si rialzò
in piedi
affannata «Mi conviene scappare a Digiworld!...
…ma non
riuscirete mai a tenermi
testa!!»…«Ferma!!»
gridò Rea quando la vide aprire un buco nero
«NON---SCAPPARE!» Rapidmon sparò i suoi
missili ma
si dissolsero nel gorgo oscuro e nella risata
«…ahahah…» di Muskmon che
scomparve al suo
interno «Non ti lascio portar via Henry!!» corse la
ragazza, ma il gorgo scomparve e lei scivolò a terra sul
tappeto
piegato «Rea…»
…fece il
Digimon impietosito dal pianto improvviso che sopraggiunse in lei
«L’ha portato
via…»…«…andiamo,
Rea…»…«Hai visto,
Rapidmon…?
L’ha portato via…» espresse Rea
sconsolata,
rialzandosi. E volgendosi verso di lui «Ha portato via Henry,
loro…gli faranno del
male!!»…«No!! Lo
proteggeremo noi!» esclamò Rapidmon abbracciando
la
ragazza con le sue braccia-cannoni «Lo proteggeremo noi, non
permetteremo che gli succeda niente, per me Henry…!!!...
…conta
più della vita, andremo a
Digiworld!»…«Oh?!»…«…andremo
a Digiworld! Te lo prometto Rea, ce lo andremo a riprendere, non lascio
che quei malvagi gli facciano del male! Lui è per
me…
…quel ragazzino
che io devo difendere. Quell’amico che mi ha fatto
digievolvere,
lui è la luce…
…eterna, di
tutti i miei ricordi, ed il mio faro sul futuro! E tu e Benji siete la
gioia del mio presente, non lascio nessuno di voi, Rea te la senti di
venire a Digiworld?!»…«…a
Digiworld…»…«Assieme a
me…per salvare
Henry…»…«…io
andrò anche in
capo al mondo, te l’ho
detto!!!»…«Brava!»…«Andrò
ovunque se è per ritrovare lui e se…tu sarai con
me! Io
non mi arrendo!»…«…sei una
grande
domatrice.» la abbracciò lui grato «Tu
scrivi la
traccia del mio futuro, e io la seguo: andremo a Digiworld, Rea. Gli
altri domatori ci aiuteranno: vedrai che tutti assieme…ce la
faremo.»
«Henry…» rivolse lei un ultimo sguardo
appenato allo
studio. Ma il Digimon alle sue spalle le pose un cannone sulla spalla
«Momentai…» …e lei si
affidò,
chiudendo gli occhi e sfiorandolo come fosse una mano umana (fine-canzone)
Takato in quelle
ore si rigirava nel letto: forse lo spavento per quel grido, assemblato
ai tanti pensieri, aveva fatto in modo di consumare quel sonno che fino
a pochi istanti prima sembrava immenso «…chi
l’avrebbe mai detto…?»
mormorò fra sé
«…nella mia stanza dorme di nuovo un
Digimon…dopo
tanti anni…»
…così ricordò della sera in cui
l’aveva
conosciuto, e di nascosto dai suoi genitori l’aveva condotto
in
camera sua all’interno di uno scatolone, per poi tenerselo
accanto nel letto…proprio come Cindermon provvide a
realizzare
in quel momento, rigirandosi e piombandogli addosso, nel mormorio
«…non mi piacciono i mostri senza
occhi…» che
però il ragazzo non decifrò, sentendo
l’impazienza
affiorargli al cervello «Mmmmmm!!!...ti ho lasciato
ampiamente la
tua parte: mi spieghi che bisogno hai di---!!!»
…ma
qualcosa lo bloccò. Lei nonostante quelle frasette nel sonno
si
era addormentata…e Takato espirò profondamente e
cambiò espressione, smorzando il fastidio in uno sguardo
più compassionevole «…ma
perché poi in
fondo…?»
…fissando
il buio avanti a sé
«…perché…?...che
senso ha protestare? Ognuno…
…ognuno…» scandì due volte,
la seconda
più eloquente «…ha forse il diritto di
avere
accanto qualcuno, quando è notte. Ognuno ha diritto che ci
sia
qualcuno a dargli conforto…quando ha paura.
Ognuno…ha
diritto a un po’ d’amore. Qualunque cosa abbia
fatto…» così si
rigirò…e alla fine si
preoccupò di rimboccare le coperte di quella ragazza, con un
tocco delicato, ma di chi ci sapeva fare. Nella sua espressione
carezzata dal buio si iniziava ad intravedere dell’affetto, e
della gratitudine…quelle che guidavano le sue mani fra i
lenzuoli. Un po’ come se pensasse di ricoprire
Guilmon…oppure se stesso, quel lato più bambino
di
sé e in quella notte tanto fragile. Si preoccupò
di non
far mancare la stessa premura. Per poi soffermarsi a guardarla mentre
dormiva…
…sfiorarla con una carezza come per accertarsi che ora tutto
fosse a posto, e così sembrava, per poi rigirarsi e provare
anche lui a riposare.
Dall’apparente tranquillità della notte terrestre,
Takato
non poteva immaginare l’acquazzone incessante che scuoteva la
notte digitale.
«Eccomi finalmente…ouuuhhh…che viaggio
faticoso.
AirWhamon, sei stato insostituibile, grazie…!»
L’orchetta rispose con un verso affettuoso al ringraziamento
di
Guardromon «Questo
laghetto…ouuhhh…quanti ricordi.
Chissà perché ti ho portato qui. Forse
perché
è molto lontano dal palazzo…ma
c’è anche
dell’altro. Sono voluto tornare in questo
luogo…»
…avanzando a passo lento fino a specchiare la sua immagine
nello
specchio d’acqua tempestato da gocce che la sfumavano,
assieme al
contorno di alberi a circondarli
«…perché è
qui che ho conosciuto il mio domatore. Presso questo stesso laghetto
voglio dargli l’ultimo addio.»
L’orchetta emise un verso, come se volesse dissuaderlo, ma
Guardromon insistette «Lui però non
sarà presente,
lo saluterò…senza che lui possa udirmi,
è la cosa
migliore. Non so cosa farò d’ora in poi
né come
vivrò, so solo che non rivedrò mai più
Kazu!!!» stringendo i suoi occhi meccanici «Un
ferro
arrugginito come me può solo portare a fondo un grande
sovrano
che si appresta a salire sul trono! Io…mi rifiuto! Non ho
fatto
tanta strada da qui per niente! Ho accompagnato Kazu per quanto
possibile, e adesso è cresciuto, è un uomo.
E’
tempo di separarsi da noi Digimon: in fondo lui aveva bisogno di me
solo perché aveva sempre giocato con le nostre carte, e
desiderava essere un domatore come il suo amico Takato! Fra un milione
Digimon al suo servizio…io…mi
dissolverò.
Oh?!» (canzone: Steps
- If you believe)
«Guardromoooooon!»
«Qualcuno mi chiama! E’ la voce di Kazu! Mi ha
seguito!!»
L’orca dall’elica piumata emetteva il suo verso e
sembrava
contenta.
Quando
ecco che dai fitti alberi, completamente zuppo di
pioggia…emerse
quel ragazzo con il cappello tra le mani «Guardromon!...
…amico mio, ma per carità, che hai
fatto…?»
chiedeva sconvolto. Pallido…ma con lo sguardo che aveva
allora…avanzando sull’erba bagnata mentre
Guardromon
ripeteva il suo nome
«…Kaaazuuu…» con un filo
di voce «…perché sei tornato qui,
perché mi
hai lasciato, fuggendo dal palazzo…?»
«…ma Kazu…hai sentito Cyclemon! Tu sei
il sovrano
prescelto, tu sei il re dei Digimon, tu
sei…!!!»…«…il tuo
domatore…
…il
domatore di un Digimon conosciuto in questo
luogo…»…«…tu sei
un ragazzo grande, tu
sei…»…«…un ragazzo
che non dimentica
mai gli amici più cari e li porta dentro per tutta la vita.
Oltre la vita.» cadendo in ginocchio di fronte a lui,
così
da poter essere alti uguali. Allungando le mani sulle sue spalle
meccaniche «…Guardromon come hai potuto
pensarlo…?
La tua è una follia! Io…
…ho
bisogno di te! Quando ti ho conosciuto, e sono potuto diventare tuo
domatore la mia vita è cambiata. Non lo capisci…?
Come
devo spiegartelo…?» parlava con dolcezza mista a
ingenuità, senza un briciolo della presunzione di un sovrano
«…io non ho fatto altro che pensarti…il
tuo
riflesso nei miei ricordi è sopravvissuto alla
separazione…è sopravvissuto al
dolore…è
sopravvissuto…
…alla morte…delle persone care. Ha resistito
all’abbandono…di quelle che erano rimaste. Alle
percosse,
e persino alla povertà. Ha resistito alla vita!...
…sopravvive…persino all’amore, anzi
adesso ci
convive! Mi sono…innamorato di Diamon,
Guardromon.»…«Oh!»…«Sì,
la
amo!! La amo…
…come non ho mai amato nessuna ragazza, è la
donna della
mia vita, la…!!...Digimon della mia vita, la mia principessa
ma
nonostante questo io ho bisogno di te!! Senza di te
non…!!!...potrei mai essere felice con lei! Tu
devi…» scorrendo sulle sue spalle meccaniche le
sue mani
fradice di pioggia «…essermi accanto nella mia
vita
coniugale, devi ascoltare tutte le mie confidenze e darmi tutti i tuoi
saggi consigli, io!...
…non mi vergogno a dirti che…ti voglio con me
fino a
quando sarò un
sovrano…forse…» alzando le
spalle «…vecchio…e malandato, come
quelli delle
saghe fantasy! Anche quando sarò decrepito come
Azulongmon…io…voglio…il mio
amico…accanto a
me…»…«Kazu…»
il ragazzo
appoggiò il capo su quello dell’altro, e lo
abbracciò dolcemente «…in quel momento
sarò
io a ripetere come un rimbambito tutte le frasi che dicono gli altri, e
tu…ripeterai le mie. Sarà una catena infinita, ma
almeno…avremo strappato una risata al popolo dei Digimon.
Meglio
così: ha tanto bisogno di ridere, si
ha…»…«Oh…»…«…tanto…bisogno
di ridere in questa vita,
Guardromon.»…«Oh! Kazu,
amico mio! Ma allora…»
…mentre l’orchetta esultava trionfante
«Ma allora mi
sono sbagliato!»…«Sì, ti sei
sbagliato! Il
tuo posto è al palazzo accanto a me. Non posso separarmi da
te,
io…!» …così il ragazzo si
guardò
attorno, smarrendo i suoi occhi in un’espressione lieta
«…questo luogo…è proprio
quello di allora?
Ma sì, lo riconosco. Era da tanto tempo che non lo vedevo.
Che
emozione…questo luogo ha cambiato la mia vita. Quel giorno
di
allora lo ha fatto. Che dici…?» tendendogli la
mano
«…se ci addentriamo esisterà ancora la
distilleria
dei Gekomon? Probabilmente l’avranno buttata giù
per farci
qualcos’altro…ma io sono curioso. Andiamo, vuoi
venire con
me? Andiamo a far visita al nostro
passato…»…«Oh…?
Sì…» semplicemente accettò
con un sussurro
Guardromon, prendendo la mano del ragazzo. AirWhamon attendeva paziente
e contenta (fine-canzone)
A palazzo
Cyclemon si accostava a sua figlia, immobile di fronte alla finestra
«Diamon, è molto tardi, è bene che tu
venga a
dormire.» al che lei si volse «Ma papà!
Io sono
preoccupata per Kazu, e se…non fosse riuscito a trovare
Guardromon? Oddio, questa pioggia mi mette
l’agitazione!»…«Il tuo
Kaz-i-il
tuo---…ehm, ehm!»…«Che hai
papi? Ti sei
strozzato?»…«…no no niente,
è una
questione di età: dicevo…quel ragazzo se la sa
cavare e
sicuramente ora si sarà riconciliato al suo amico e
sarà
presto qui. Ora noi dobbiamo essere principalmente grati per aver
potuto evitare quella disgrazia: mi riferisco al tuo matrimonio. Con
quell’essere.»…«Hai visto?!
Sandmon è
sparito! Ieri ha smosso mari e monti con annunci e cose varie,
oggi…boh!» allargando le braccia «Chi
l’ha
più visto dopo le prove
generali!»…«Meglio
così. Andiamo, dammi retta: va a dormire, non appena arriva
Kazu
ti avviso.»…«Davvero?! Lo fai? Posso
stare
tranquilla?» chiese molto specifica Diamon che ci teneva
alquanto, e Cyclemon «…ti pare che non farei per
te una
cosa simile?» quando lei «Oh!»
…sobbalzò, così come suo padre,
perché
videro entrambi qualcosa di inaspettato: dal buio fondo del corridoio
tornava a farsi strada un’armatura scampanellante. Procedeva
a
passo fondo, penetrante, accompagnandosi con un cupo borbottio
«…anche un uomo tornava al suo nido…
…lo uccisero, disse: …perdono.»
Immobili Diamon e Cyclemon.
«…e
restò nei…ciecati occhi un grido.
Portava…
…ough? Non ricordo cosa portava in
dono…»
mormorò Sandmon…
«Diamon…»
accennò gravemente Cyclemon, e sua figlia si volse facendo
eloquente cenno con l’indice pigiato sulla tempia e rigirante
come un cacciavite «…mi sa che
questo…non ci sta
più con la testa…»
«Mmm…devo
ricordarmi la fine…» diceva Sandmon, scolando
sabbia dalla
sua dentatura ondulata…
«Ma che intenzioni
ha…?» indietreggiava Cyclemon, e Diamon
«No no ma
guarda papi io te lo dico seriamente, poi tu e tutti gli altri a non
credermi quando vi dicevo che mi faceva
pena.»…«Ma
che ha det-?»…«Recita
poesie!»…«…poesie?»…«Sì
sì! Posso assicurartelo, però il problema
è che ci
mette le parole sbagliate! E
restò negli aperti
occhi un grido, no “ciecati”,
che c’entra che gli hanno ciecato gli occhi,
poveretto?»
«Oh, ci
sono finalmente…» portando alla luce le sue mani
«…portava due fedi in dono…»
«…ecco, di male in peggio! La poesia giusta
è portava
due bambole
in dono, mica
due…(!!)…ihmp!!» Diamon
singhiozzò, ed il suo tono si
assottigliò…
…alla vista di quei due anelli stretti con orgoglio nel
guanto
metallico «Uhmuhmuhm!!!...»
«…d-due…F-FEDIII?!!! Ihmmm!!!»
«Cara…rondinella del mio cuore, sono tornato? Non
vieni ad
accogliermi con un bacio…?»
Cyclemon
sfoderò il suo scettro «Sandmon, sta lontano da
mia
figlia!!!»
«Mi dispiace, ma
adesso il vostro amato ragazzetto con lo scaldabagno è
fuori,
non può proteggervi: oh, come mi rincresce, si è
perso
nella pioggia! Quando
tornerà…ritroverà una
principessa…MARITATA!»…«QUESTO
MAI! Bolide eterno!»…«Ciclone soffocante!»
Il getto di
sabbia di Sandmon polverizzò il bolide luminoso di Cyclemon,
e
Diamon portò le mani alla bocca quando il guerriero
sfoderò la spada «Credevate di potermi tagliare
fuori,
eh?!! STUPIDI! Non mi conoscete ancora! Tu ora…piccola
Diamon,
VERRAI CON ME!!»…«AAAHHH!!!»
gridò lei
e si mise a scappare, Sandmon a inseguirla gridando «POPOLO
DEI
DIGIMON! SVEGLIATEVI TUTTI, IL MATRIMONIO E’
STATO…TUTT’ALTRO CHE
RIMANDATO!»…«N-Non
provarci! AHHH!»…«E scansati,
vecchiaccio! Pensa
alla tua artrite, io d’ora in poi a tua figlia!!
DIAMOOOOOON!!!»
Cyclemon restò faticosamente aggrappato al suo scettro
«Oh
no! Ha approfittato dell’assenza di Kazu, vuole sposarla a
tradimento! Che cosa faccio?!...oh…saggezza,
illuminami!!!»…«Grande Cyclemon! Vi
sentite
male?!»…«Oh!...meno male che siete voi,
Gekomon.» ed il geco verde con l’erre moscia
dichiarò «Ho sentito urlare quel pazzo, quale
altra
diavoleria ha partorito per
tormentarci?»…«E’
mia figlia!!! Vuole sposarla, ma lei…!!...ama un altro, e
noi
sappiamo chi è il nuovo sovrano soltanto che abbiamo perso
la
sfera che può conferirgli i poteri
necessari!!»…«Dov’è
Kazu?! Lui
può sicuramente darci una
mano!»…«…non
lo so, è questo il problema…» espresse
l’anziano Digimon: la tensione salì in pochi
istanti
«Bisogna fare qualcosa!! E subito!!»
esclamò il
Gekomon…
«Vieni,
Guardromon…oh?»…«Ah!»
Il cuore del
Digimon e del ragazzo sussultò d’emozione quando
videro
quella costruzione che si erigeva nel verde
«E’-E’
rimasta com’era?» chiese Guardromon, ma Kazu
replicò
scrutando «Sì!...no, ma…gli hanno
assegnato una
funzione differente! Adesso…è un
parcheggio!»…«Là
c’è un’
auto, infatti!»…«E-E anche un
distributore di
benzina! Guarda la pompa! Guardala…ah, anch’io per
qualche
mese ho fatto il benzinaio sulla
terra.»…«Davvero?»…«Guardromon…»
…gli occhi di
Kazu, mentre si faceva attraversare dalla pioggia come il suo Digimon,
si fecero chiusi e concentrati «…ascolta, in
questo
luogo…
…in questo
luogo dove abbiamo parlato per la prima volta, facciamo una
promessa…» (canzone: Melanie
C - Northen star) «…una
promessa?»…«Sì…»…«…
…io ti prometto
tutto ciò che vuoi, amico mio.» mormorò
Guardromon
«…anche…di dare la vita stessa per te,
se me lo
chiedi.»
Kazu sorrise
«Oh…? No…no, piuttosto…se
vuoi darmi la tua
vita tu devi cercare di essere felice, Guardromon: io…quel
giorno, proprio lì, dove ora c’è il
distributore di
benzina…ti vidi ferito, e insistetti col Gekomon
affinché
ci desse il necessario per curarti. Poi ti portai lontano…e
ti
medicai…» carezzando il suo corpo meccanico
«…ma tutto questo l’ho fatto
affinché tu
potessi continuare a sfogliare giorno dopo giorno il dono preziosissimo
che avevi ricevuto, e cioè…la tua vita. La vita
è
una cosa meravigliosa, è un dono…fantastico,
anche quando
si soffre e si è circondati da oscurità! Ma non
bisogna
mai smettere di sperare nel futuro, è per
questo…che
adesso ti parlo. La vita di tanti Digimon, amico mio, è
nelle
nostre mani…
…e
chissà che anche il destino della terra non sia
collegato.» alzando gli occhi verso il globo azzurrastro, che
ora
appariva come una macchia dai contorni sfumati dalla pioggia, in un
cielo simile ad un quadro acquerellato, attraversato dalla polvere
digitale.
L’umido grondava
tra le fessure delle finestre chiuse dell’edificio di fronte
al
quale stavano il giovane con il suo Digimon. Kazu esortò
«Proprio qui, Guardromon, promettiamo di non arrenderci mai.
E di
impegnarci per consegnare ai Digimon un futuro…di vera pace
e
libertà, come lo sognano, contro tante tempeste e conflitti.
Contro tanta sfiducia. Oggi, per raggiungere te, ho dovuto superare una
massa di tuoi simili estremamente indignati, se non fosse stato per
l’aiuto di Diamon…non ce l’avrei fatta.
Cyclemon ha
detto…che da adesso…io…
…rappresento qualcosa per questo mondo, ebbene!!...
…ho
bisogno di chiudere gli occhi. E concentrare tutte le mie
forze…i miei pensieri e i miei ricordi devono far fronte a
questo nuovo compito, chiedo…il tuo aiuto.
Guardromon…mi
resterai vicino per
sempre?»…«…te lo
prometto, Kazu.» il Digimon lo prese per mano. Kazu sorrise
serenamente «…il passato si
rinnova…»
guardandosi attorno e ricordando un antico giorno di sole, a
sovrapporsi alla notte di pioggia in quello stesso luogo
«…ed il futuro si
compie.»…«Ahh! Kazu,
uno squillo!»…«Dove?! Da dove proviene,
Guardromon…?»…«E’
dall’interno!» indicando l’edificio
«…chiamano a quest’ora? Cosa
significherà?»…«…non
lo so, ma
rispondiamo, Kazu! E se fosse
un’emergenza?»…«…hai
ragione,
altrimenti che sovrano sono se mi disinteresso di queste piccole cose:
la civiltà dei Digimon è fatta di piccole
quotidianità, come quelle degli uomini.»
Per il ragazzo
non fu un problema scassinare quella vecchia entrata «Ah,
sono un
asso in queste cose! Da dove proverrà lo
squillo…?»…«Da
lì!»…«Oh?»
…entrando
in un piccolo e disordinato abitacolo di vetro simile a una segreteria,
Kazu sollevò tempestivamente il telefono, pur facendo cadere
una
pila di fascicoli che raccolse pazientemente Guardromon
«Pronto?!
Dite pure, riferirò!»
«Kazu!!! Sia
lodato il grande Signore dei Digimon!»…«…signor
direttore
d’orchestra…???!»…«Devi tornare a palazzo, siamo
nei guai!»…«Ma…come
hai fatto a trovarmi?»…«E’
stata come un’illuminazione, Cyclemon mi ha spiegato che eri
partito ad inseguire il tuo amico e ho pensato…si fossero
riuniti nel luogo dove ci conoscemmo tutti! Non ho mai scordato il
numero della mia vecchia distilleria…»
Kazu passò il telefono da un orecchio all’altro,
con espressione stupita «Magari
la scia dei ricordi è ciò che si cerca in momenti
del genere, ho pensato!»…«…ed
è solo la verità…oh, ma?! Mi stavi
dicendo del
palazzo!! Che
succede?!!»…«Kazu…»
reclamò anche Guardromon «Sandmon sta braccando la
principessa, vuole sposarla: devi correre, Kazu!!»…«Ah!
Diamon?!!! ARRIVO SUBITO!» lasciando il telefono, senza
neanche
riattaccarlo «Guardromon dobbiamo
andareee!!!»…«Oh?
Sì!»
I due si lanciarono fuori dall’edificio…
…e presto furono di nuovo da AirWhamon, dalle piume
dell’elica grondanti «Presto AirWhamon, riportaci a
palazzo, te ne prego! Diamon è in pericolo! Sali
Guardromon!»
L’orchetta fu contenta di riaccoglierli: e in una
spettacolare
rotazione riflessa sul lago, si liberò delle gocce tra le
piume
in un vortice acquatico per poi spiccare il volo e travolgere
l’acquazzone, mentre le mani del giovane e quelle del Digimon
si
aggrappavano saldamente a lei.
Kazu rivolse lo sguardo al globo terrestre sfumato in cielo
«…salveremo questi mondi…
…ti proteggeremo, Diamon!!!» (fine-canzone)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 23 *** I domatori del parco bruciato ***
23°puntata DT2
«Knightmon a me!!!» Sandmon ordinava sguainando la
spada.
Nel
frattempo una moltitudine di Digimon usciva dalle proprie stanze,
interrogandosi sul perché di quel tremendo baccano
«…che starà
succedendo…?»…«…un
incendio?
Un’invasione…?»…«Più
probabile
il primo considerato che siamo già invasi!»
Diamon correva a perdifiato lungo le ampie scalinate…
Mentre il guerriero di
sabbia gridava «In nome del Supremo: chiudete le porte!
Sbarrate
tutte le uscite!! E calate dall’alto Seraphimon, subito,
istantaneamente e istruitelo sulla procedura: deve
sposarci!!!»
L’esercito di
Digimon con lo spadone e la possente armatura iniziò a
sparpagliarsi per il palazzo per eseguire quanto ordinato.
Diamon
all’esterno, sulla cima delle mura laterali, alzando il suo
cappuccio di merletto «KAZUUUUUU!!!...aiutami, ti
prego-oh?!» ma di fronte le si frappose un Knightmon
«No!!
Ti prego! Sandmon vi inganna, non vuole il benessere dei Digimon:
dovete liberarvi!! Voi Knightmon siete…creature
meravigliose!
O-Oh tu mi dirai che nessuno…ve l’ha mai detto, mi
chiederai cosa avete di meraviglioso oh
beh…l’armatura!» suggerì come
se si trattasse
di un quiz televisivo «L’armatura ad esempio: poi
come oggi
bagnata di pioggia è una favola. E lo spadone! Siamo a due!
Io
avrei sempre desiderato uno spadone così!»
Ma
l’essere non sembrava convincersi, e Sandmon sbucò
dalla
porticina alle spalle della ragazza «Che fai…? Ti
esibisci
i frasi a doppio senso perché sai che dovrai sposarti e
comportarti bene, d’ora in poi?»
Diamon si volse
e ci rimase un po’ «Come? Perché, che
vuoi dire,
dove l’hai sentito tu il doppio senso?»
Sandmon si
guardò col Knightmon per capire se quest’ultimo
almeno
l’aveva afferrato. Ma la conferma fu un po’
impalpabile,
quando il guerriero «BANDO AL CIANCE!» sfoderando
la spada
«Ihmmm!» in un un brivido di Diamon «Tu
verrai con
me, sarai mia moglie a
Digiworld!»…«Nooo! Io non ti
voglio sposare, non ti amo!!» si piegò ed espresse
sinceramente Diamon «P-Posso riconoscere che a volte mi fai
un
po’ ridere, quello è
vero!»…«Grrr…!»…«E-E
che
anche tu c-come…i-il tipo qui con lo spadone hai delle
indiscutibili qualità,
però!»…«
(…continua, imperterrita…)
»…«PERO’ IO…!!...io
ho il cuore solo al
regno, e-e al benessere dei Digim-»…«Non
mentire, tu
hai i pensieri solo per quel ragazzetto inetto…»
si
avvicinò minaccioso Sandmon «C-Chi, Kazu? Lui non
è
un ragazzetto inetto!» pestandogli il piede
«OUUCHHH!» e riprendendo a scappare «M-MA
CHE TACCHI
AFFILATI USA, IO HO PERSINO LO STIVALE!!...
…KNIGHTMON NON STARE LI’ IMPALATO,
FERMALAAA!!!»…«Agli ordini, grande
Sandmon…»
I fulmini
minacciavano il volo di AirWhamon «Presto, più
veloce!!!» esclamava Kazu che in lontananza già
scorgeva
il palazzo «AirWhamon dobbiamo fare in fretta, ti prego, per
favore!!...
…là in quel palazzo, lo vedi?
C’è tutta la
mia vita, c’è la Digimon che amo!...
…e-e anche un pazzo bestione di sabbia che vuole sposarla
quando
se c’è qualcuno che vuole mettere
l’anello al dito
di Diamon quello sono io!! Non può portarmela via!»
AirWhamon si
spremette e roteò più veloce che poteva
l’elica di
piume…
…mentre i
Knightmon nel cortile del palazzo contenevano la folla di Digimon
spingendola ai lati della sala per mezzo degli spadoni,
dall’alto
al centro stavano calando un grosso angelo digitale sorretto da solide
catene dorate…una procedura un po’ antiestetica ma
a
quanto sembrava necessaria. L’essere era imponente e
anch’esso munito di armatura, di colore azzurro. Tra la
folla, i
meno interessati a prevaricare sui Knightmon commentavano la sua
apparizione «Stanotte Seraphimon lo vedo più in
forma del
solito…»…«…l’avranno
probabilmente buttato giù dal letto come
noi…»…«…anche
assonnato però
non perde la sua celestiale maestosità: oh, grande
Seraphimon,
magari potesse risolvere tutti i problemi che
abbiamo!»…«…ma questa notte
si
limiterà a sposare la principessa Diamon e
l’ambasciatore
Sandmon: un ennesimo inutile intrigo politico, tanto valeva lasciarlo
dormire…»
Ma era troppo tardi. Seraphimon fu collocato con i piedi per terra.
«Ahhh, nooo!» alla fine il guanto di Sandmon si
chiuse come
una morsa sul polso di Diamon «Credevi di potermi
sfuggire?!» minacciò avvicinando la bocca
grondante di
sabbia «Sei mia, principessina…non posso lasciare
un regno
come questo nelle mani di un ragazzino inesperto! Porterebbe alla
rovina la nostra specie, un umano parassitario come quello: si
impegnerebbe di ristampare il nuovo ciclo di carte dei Digimon
anziché creare uno stratosferico
esercito!!!»…«Ihmmm! Guarda che io prima
non
scherzavo sul fatto delle tue
qualità!»…«…ti
riferisci alla faccenda
dello spadone?»…«Eh? Ma nooo, ma tu sei
fissato con
questo spadone!!»…«Ehi, non
insultarmi!»…«Io non ti sto insultando!
Ti sto
dicendo la verità! Ascolta…
…tutto questo è ingiusto, non lo
capisci?!»…«Uhg?»…«Ricorrere
alla
tirannia…terrorizzare tutti, occupare un palazzo dopo che
hai
distrutto ogni singola città per farvi affluire dentro tutti
gli
abitanti e qui seguitare ad opprimerli! Perché vuoi fare
questo,
ti diverte tanto?! Non…farebbe piacere anche a te che
qualche
umano ti si affezionasse, che sognassero su di te anziché
pensare a quanto sei brutto con tutta questa sabbia che ti scola dalla
boccaaa?!»…«GRINF!! COME
OSI?!» scuotendola, e
lei come al solito strinse i denti cercando di ripararsi «IO
SONO
P-PFFF-BELLISSIMO!» sputando getti di sabbia «Sono
stato
creato per dominare ed essere ammirato, QUESTO MI HANNO
DETTO!!»…«Chi?! Chi è stato a
dirtelo?!
Mentiva…!!»…«Uhmmm?»
Gli occhi verdi
di Diamon erano supplichevoli «Ti scongiuro di credermi, lui
mentiva! Lui, o lei chiunque
sia!»…«Bbbbasta che mi
guardi allo specchio per capire che invece è tutto
vero!»
cercò di recuperare sicurezza Sandmon, e la ragazza digitale
insistette «Lo specchio non c’entra, non ti dice
niente!!
Ti può mentire…mille volte, come di sicuro ha
fatto
colui, o colei che ti ha detto questa baggianata! Noi Digimon noi siamo
fatti per opprimere le persone e i nostri simili, MA SI PUO’
SAPERE CHI E’ CHE METTE IN GIRO QUESTE
CAVOLATE?!»…«Grrr…mi hai
stancato con i tuoi
piagnistei da donnicciola!» Diamon gemette, di nuovo prossima
alle lacrime «I-Io…n-non piango per impietosirti!
Ti sto
parlando…c-come…a qualcuno che non sia una zucca
vuota,
che abbia qualcosa, qui!!» indicando alla sua stessa testa
«E qui!!» …indicando al cuore. Sandmon
si volse
deformando di stupore la sua bocca ondulata. Diamon
specificò
«Se è stato il tuo creatore a metterti in testa
queste
cose deve pure averti dato un minimo di testa, e di cuore per decidere,
no?! Oppure sei solo un suo burattino?!! Insomma, chi è
questo
qualcuno, dimmi il suo nome!!!» strillò la ragazza
digitale «Perché è stato crudele al
punto da
renderti…incapace di
pensare?!!»…«I-Il mio
creatore…?» parole che evocarono dubbio
nell’imponente guerriero, che si grattò il capo
«Il
mio creatore è…oh? Perché ho parlato
del mio
creatore?...
…a me chi
mi ha creato? Non sono forse nato nella Città della
Rinascita,
come tutti i Digimon…? Asp-Aspetta fammi
pensare…io…dunque? Io sono…padre, ho
messo al
mondo io quei monelli di Ufomon e Gravemon, no? Beh, sì!
L-Loro
mi chiamano papà ergo sono il loro padre non so come ho
fatto a
diventarlo!» allargando le braccia «Però
lo sono!
Altrimenti sarei stressato assai meno di così! Ma a
me…chi mi ha messo al
mondo?»…«Hai
detto…» lo scrutava Diamon
«…poco fa
che…è stato il tuo creatore a dirti che sei tanto
insuperabile da poter regnare incontrastato su ogni
Digimon.»…«Sì è
vero l’ho detto
però ora che mi chiedi chi è non riesco a
ricordare…» borbottava sfregandosi la mano sui
biondi
capelli impomatati, quando Diamon ebbe un sussulto «Un
momento!»
…ricordando attonita le parole di suo padre
“Sandmon…non
riesce a capire le nostre sofferenze, e la
nostra umanità, perché non è venuto
alla luce
nella Città della Rinascita…
…è
stato costruito come una macchina. Esclusivamente per uno scopo
malvagio.”
«Papà mi
ha detto queste cose quando gli ho domandato perché stavamo
fuggendo dal nostro fantomatico nemico…ma
allora…»
alzando di colpo i suoi occhi verdi sull’ora
dubbioso
guerriero di spalle «…l’essere che ti ha
creato…dev’essere lo stesso che ha ucciso la
mamma!!»
«E’
inutile, niente da fare, sono in alto mare.» ma Diamon gli si
aggrappò di colpo «SANDMON! Sandmon ti prego,
cerca di
ricordare!! Ricorda!!! E’ importantissimo, non immagini
quanto!!»…«N-No!!» si
tappò le orecchie
Sandmon «Io so solo che sono il migliore, primeggio in
potenza,
bellezza, sono l’unico e il più grande di
Digiworld!!» fissando accorato il soffitto, e muovendo passi
tremolanti «E i miei figli dopo di me proseguiranno
l’eroica stirpe!! Sì!! So soltanto questo, non mi
interessa sapere…c-chi mi ha
creato!»…«E
invece devi, perché potrebbe aver commesso mille altre
atrocità!! Tu potresti essere nei suoi
piani!!»…«SILENZIOOO chi sei tu per
parlare, sciocca
principessina presuntuosa, pensi di poter stare al mio pari? Io sono il
grande Sandmon!»…«Ahia!»
afferrandola per il
polso «Né tu né quel moccioso del tuo
fidanzatino
potete alcunché con me, lui rimarrà a spazzare
per terra!
Ghghghghgh, ahahahah! MENTRE IO MI
SPOSERO’!!»…«NO!!»
Lui la
trascinò con sé.
«Mi
impossesserò del tuo splendido castello!!»
declamava
portandola con sé lungo la grande sala
«Detterò
legge su questa patetica marmaglia di senza tetto! Ormai ci siamo
impossessati della Sfera regale, non potete più portare
avanti
il subdolo piano con cui cercavate di spodestarci: il tuo amichetto SE
LI SOGNA I POTERI NECESSARI! Ho un esercito di Knightmon e di altri
potenti Digimon a fare di guardia al castello, tu e tuo padre siete
spacciati!!»…«…t-ti scongiuro
fermati!!» lo supplicava Diamon cercando invano di scalzare
la
sua presa «Non sai nemmeno tu quello che
vuoi!!»…«E invece lo so
benissimo!!»
…piazzandosi di fronte a Seraphimon (nel mormorio spaventato
dei
presenti...)
«Voglio
sposarti! Nessuno può fermare il grande Sandmon!»
dichiarò tra i denti, afferrandole con le mani il suo viso
impaurito…Seraphimon invano pronunciava «Non ho
ancora
detto che puoi baciare la
sposa…»…«Mmm? Non
faccio danni! Lei è già stata baciata da un
mollusco!...
…ahhh, come sei bella (non avevo notato che in fin dei conti
dopo tutto sei assai più carina di Violetta…)
» al
che a Diamon si accesero gli occhi «Allora lo vedi che quando
puoi un confronto riesci a farlo? Non sei del tutto privo di spirito
critico!»…«Uugh? Che hai
detto?»
Ma
improvvisamente si udì un boato: una finestra si ruppe sopra
di
loro «OOOaaaaaaghh!!!» Sandmon si riparò
dalla
pioggia di vetro «C-CHI OSA---?!?!---ROVINARE IL MIO
MATRIMONIO?!» ma Diamon non ebbe paura di guardare in
alto…esclamando sollevata «Kazu!!!»
(canzone: Steps
- Only in my dreams)
«Sandmon lascia stare la Digimon che amo!!!» il
ragazzo gli
puntò il dito contro.
Il vociare esplose.
Come la rabbia
di Sandmon «Grrr, TUuuuuUUU!!! CHI TI CREDI DI
ESSERE?!»
Ma qualcuno si
intromise «Semplicemente il sovrano di Digiworld, il nostro
nuovo
re: con la sfera o no tu devi sparire,
Sandmon!!»…«Papà!!»
esclamò
Diamon felice di vederlo comparire su quel soppalco.
«C-Come vi
permettete?!!» gridò il guerriero, che stava
iniziando a
ricevere indosso pupazzi, ortaggi e qualche tecnica speciale
«U-Umiliarmi davanti a questa massa di contadini! I-IO SONO
L’AMBASCIATORE DEL SUPREMOOO!!!»
«E’ tempo di finirla con questa farsa!»
esclamò il ragazzo in piedi presso la finestra rotta, e
Guardromon vicino a lui «Io sono pronto a combattere al tuo
fianco.»
DIGIEVOLUZIONE
«GUARDROMON DIGIEVOLVEEE…
…ANDROMON!»
«Uhm?!» Sandmon corrugò la faccia.
E davanti
a Kazu si schierò l’alto Digimon meccanico
«Il mio
domatore non è solo: non è un semplice essere
umano
indifeso, ha con sé il suo Digimon disposto a dare la vita
se
necessario!»
«Molto
bene: ASPETTAMI CHE ARRIVO A PRENDERLA!! CICLONE SOFFOCANTE!!!»
«Missili
Piranha!» Andromon scagliò i suoi
bolidi pesciformi dagli
scomparti che si aprirono sul torace. Il contatto con la sabbia
generò un’esplosione.
Kazu e
Andromon approfittarono del fumo per balzare giù e piazzarsi
al
livello del nemico «Io non ti lascerò prendere il
mio
regno. Tutti questi Digimon hanno bisogno di vivere in pace!»
(…Digimon che si chiedevano
«…perché questo
umano ha parlato…del “suo
regno”…?»…«…non
so, però
guardate che coraggio! Sta affrontando Sandmon da solo col suo Digimon!
Nessuno di noi ha avuto tanto fegato: non possiamo restare
inerti!» )
Le
tecniche speciali iniziarono a piombare su Sandmon che però
piantò la spada a terra «Mulinelli risucchianti!»
generando un vortice di sabbia là dove i Digimon posavano i
piedi: generando il terrore nei loro sguardi.
«Come hai
osato…NON TOCCARE I MIEI AMICI DIGIMON!
Andromon!!»…«Missili Piranha!!»
ma Sandmon li
fece a pezzi con la spada «GrrrRRR! Non credere che sia tanto
facile con me! Mulinelli
risucchianti!» e anche Andromon
«Kazu!!»…«Andromon!!»
iniziò ad
essere risucchiato da un vortice sabbioso sotto di sé. Il
suo
domatore si parò di fronte a lui «Dammi la mano,
tieniti
forte!!»
Sandmon
elaborò «…proprio ora…che
sono uno addosso
all’altro…» caricando la spada
«Ciclone
soffocant-»…«Collana
splendente!»…«Uuughhh!---sono
io che
soffocooo!»
Diamon era
intervenuta: legando Sandmon al collo con una catena luminosa, e
saltellando per fare cenno a Kazu e Andromon «Daiiii!!! Che
ci
sono anch’io!»
«Diamon!»
si stupì il ragazzo, e Andromon «AHHH!»
trovò
la forza per saltare e liberarsi del mulinello «Ce
l’ho
fatta, non potevo mollare.»
«M-ME LA
PAGHERETE TUTTI!» Sandmon si dimenò fino a
spezzare la
catena, per agitare di nuovo la spada «Vi farò
inghiottire
dalle sabbie più fonde!!!»…«Bolide
eterno!!» echeggiò la voce di
Cyclemon e
«DJAAAARGHHHHHHHH!!!» un disco rapido e luminoso lo
travolse colpendolo in pieno addome e facendolo scivolare a terra per
molti metri «Non me ne resterò neanch’io
con le mani
in mano! Ti illudi se pensi di potermi giostrare a tuo
piacimento!» puntualizzò l’anziano
Digimon.
Sandmon stava per travolgere Seraphimon, ma ordinarono
«Svelti,
tiriamolo su!»
Sicché il (povero!) Digimon angelico finì
ripescato in
malo modo con quelle catene dorate che lo riportarono in alto senza
garbo né grazia, così da liberare la strada per
il
multiplo rotolare di Sandmon «Ugh-auch-gruuump!»
«Sandmon, vattene!!» ordinò Kazu
«Vuoi proprio
finire malconcio?! Questo palazzo non è tuo, fattene una
ragione, ti conviene sloggiare!»…«Ti
conviene
sloggiare!» mimò il gesto e le parole Andromon.
«Uhmuhm!...voi procedete sempre così, in coppia?
L’uno ripete le cose
dell’altro?!»…«Non
è come credi!» replicò Kazu, e Andromon
«E’ che la pensiamo sempre allo stesso
modo!»
«Bene, allora…!!» piantando la spada per
alzarsi
nuovamente «Concorderete entrambi sulla fuga, quando avrete
visto
ciò di cui sono capace! Knightmon!!!»
«Oh?!» Kazu si volse attonito, e Andromon
evidenziò
«Quanti sono!»
«Fireflymon!!» gridò ancora Sandmon.
E attorno al
castello comparve uno sciame di minacciosi Digimon insettiformi dalla
suggestiva luce aurea, sfumata dalla pioggia nel cielo notturno.
Kazu li
vide dalla finestra «Ah! E quelli chi sono?! Non conosco
questa
specie, i Knightmon sono celebri Digimon guerrieri, ma loro?»
sfruttando il suo Digivice stellato «Fireflymon, Digimon
lucciola, dall’insidiosissima “Pioggia
dorata” come
tecnica speciale…ci hanno circondati!»
«AHAH! Non mentivo quando parlavo di un esercito!»
esclamò trionfante Sandmon «Ora assaggerete il
potere
della flotta terrena e della flotta aerea!»
I
Knightmon attaccarono «Spada
stregata!» e i Fireflymon con
«Pioggia
dorata!»
…in
un piombare frenetico di dardi «Ahhh!» Kazu
cercò di
ripararsi, stringendosi al suo Digimon «Non riesco a tenervi
testa, Kazu, sono troppi!»…«Non possiamo
lottare
qui, i Digimon presenti rischiano di farsi male!»
Ma si udì
Cyclemon «Di qua!!» seguito da Diamon
«Forza, Kazu!!
Seguiamo tutti mio padre!!»
«Non abbiamo
altra scelta!» disse Andromon, e Kazu decise tempestivo
«D’accordo!!»
Sandmon sbraitò
«Che fate, scappate?! FLOTTA, METTI A SOQQUADRO IL CASTELLO
SE
NECESSARIO, MA RIPRENDIMI QUELLA COMBRICCOLA DI TRADITORI!»
…provocando il prorompere dei guerrieri armati di spada e il
fluire delle lucciole luminose all’interno, nel terrore delle
creature digitali presenti.
«Dove ci porti, Cyclemon?!» chiamò Kazu
mentre il
buio delle fognature inghiottiva loro cinque: c’era anche il
Gekomon, che disse «Credo che il grande Cyclemon abbia un
piano!»…«Esatto!»
replicò
l’anziano che nonostante l’età correva
abbastanza
veloce «…ora che abbiamo perso la sfera siamo in
svantaggio, possiamo solo tentare di pianificare un contrattacco!
E’ giunto il momento di completare ciò che abbiamo
iniziato: nella speranza di recuperare il potere perduto!»
«Oh?! GuardaaaAAAaaate ci inseguono!»
segnalò il
Gekomon con la sua bacchetta, al penetrare dei luminosi Fireflymon
là nel buio, seguiti dai Knightmon «Ahh! Li
terremo
lontani finché possiamo! Missili Piranha!»
attaccò
Andromon.
Diamon
sfoderò un nuovo attacco «Mitraglia luminescente!!»
estraendo elegantemente un globo di luce e smaterializzandolo in una
moltitudine di dardi: furono molti gli avversari che centrò.
«Presto,
non c’è tempo da perdere!»
segnalò Andromon,
e Cyclemon «Correte: in fondo saremo al sicuro!»
(fine-canzone)
Nella sala
sovrastante i Knightmon puntavano le loro grandi spade contro intere
famiglie di Digimon. E Sandmon, circondato dal volo della sua flotta
aerea di digi-lucciole, mormorava «Hanno fatto un grosso,
grosso
sbaglio a mettersi contro di me…
…il
palazzo è MIO, i miei sudditi devono eliminarli!»
quando
sul soppalco sopra di lui si aprì un buco nero, e da
lì
balzò agilmente un ragazzino «Ma che succede
qui…?» si chiese N’Emo constatando la
situazione
tesa ed estrema. Ma poi montando sulla ringhiera fino a sedersi a gambe
penzoloni, dichiarò assumendo espressione beffarda
«E
così ti è andata proprio male,
bestione…!»
«Uhmf?!
Chi ha parlato?! Ihmmm---!!!...SEI TU! Come osi comparire davanti a
me?!»…«Oso perché ormai
sarebbe inutile per
te farmela pagare: quel che è fatto è fatto. Ho
informato
Purplemon! Sa della Sfera regale e che è merito MIO se
l’ho recuperata…per cui tu puoi pure scordarti di
fare
bella figura davanti a
lei…»…«Mmmm…piccolo
microbo
appestante, molto presto me la pagherai anche tu, puoi starne
certo…»…«Piuttosto se sono
qui è
perché ho da chiederti una cosa!» fece il
ragazzino mentre
le sue due ombre slittavano sulla parete alle sue spalle, rese ben
nitide dalla luce del grande lampadario di cristallo «Ho
girato
tutto il palazzo alla ricerca del mio Digimon! Ma non riesco a
trovarlo: mi auguro che tu non abbia alzato le tue manacce su di lui
durante il nostro ultimo litigio, o dovrai vedertela con me. E anche
con Purplemon! Lei ha bisogno di Guilmon: insomma,
dov’è?!»…«Ihmf, e
che vuoi che ne
sappia io?!!»…«Sandmon!!»
N’Emo lo fissò con sguardo severo e
penetrante…
Sandmon si
fece più sotto al soppalco «Certo che hai una vera
faccia
tosta…mi sono sempre chiesto Purplemon da dove ti abbia
cacciato
fuori, so solo che dev’essersi trattato di una
fogna!»…«Uhm!» N’Emo
si scostò i
capelli con aria superiore e indifferente «Comunque io ignoro
dove sia quel Digimon VOLGARE quanto te, moccioso.
Unicamente…» aprendo le braccia
«…posso
prospettare che quando lo rivedrai lo troverai…per
così
dire…cambiato!»…«Che cosa
intendi
dire?!!» indurì lo sguardo il ragazzino, mentre
Sandmon si
apriva in una risatona piena di gusto che a N’Emo non
piacque…
«Come mai
ti preoccupi tanto per lui? Intravedo che ti sei arrangiato!»
fece Sandmon indicando oltre il ragazzino, le sue ombre, che si
fermarono dal loro moto scambievole. Aprendo ciascuna i loro occhi
luminosi «Loro mi aiutano per i lavoretti più
sporchi!...lo sai che Guilmon è
speciale…»…«Pfff, veramente
io non so cosa ci
troviate tutti in quel tipo! In ogni caso sono fatti vostri, io come
vedi in tua assenza ne ho approfittato per imporre il pugno di ferro:
qui serviva una regolata. Però a pensarci bene
c’è
ancora qualche topo che si è rintanato nelle cantine e
che…per così dire MINA la nostra
tranquillità, mi
farebbe molto, ma dico molto comodo che qualcuno se ne
occupasse.»…«Ouuaaaaahhh…ahhh…guarda,
ho voglia di tutto meno che di accettare un noioso incarico da un
fallito come te…a-ahhh…»
N’Emo si distese e
si stirò sulla ringhiera, con fare annoiato «Io e
Guilmon
ci occupiamo d’altro, non siamo degli amministrativi come
te!»…«Grrfff…amministrativo
io?! Bene,
ragazzino! Allora se voi siete quelli che si occupano della parte
“d’azione”, è arrivato il
momento di
dimostrarlo! Specie aggiungendo…»
scandì il
guerriero con un sorrisetto beffardo «…che i topi
in
questione molto probabilmente meditano una fuga per chiedere aiuto alla
terra, visto e considerato che sono capeggiati da un moccioso
umano!»
N’Emo si destò molto serio in volto «La
terra?»
«Mmm…! Vorrei tanto pensarci io ma ho da fare con
la
flotta, potresti buttarci un’occhiata giusto che ci sei
nell’auspicio di un’onesta e fruttuosa tregua fra
me e te,
N’Emo! Ghghghgh…»
Udito della terra,
N’Emo non se lo fece ripetere: le sue ombre si intrecciarono,
e
lui si smaterializzò nell’oscurità.
«Ghghghghgh…» Sandmon sembrava
più
soddisfatto che mai delle sue ultime manovre…
«Eccoci qui,
Cyclemon.» disse Kazu, aggiungendo
«Ma…non
immaginavo che il lungo tratto delle fognature conducesse in un luogo
simile.»…«Ebbene
sì.» rispose Cyclemon,
e Diamon «Visto che il castello è
sospeso…anche il
punto più basso dà pur sempre sul
cielo!»
La pioggia non
accennava a smettere, ed aveva ora riunito quel ragazzo col suo
Digimon, quel padre con sua figlia, e quel Gekomon presso uno stretto
ma suggestivo balcone che dava sul cielo di Digiworld: il globo
terrestre sembrava alto e lontano, la luce azzurra filtrava tra la
coltre di nuvole «Siamo riusciti a seminare i nostri
avversari,
ma non durerà a lungo: Cyclemon, che piani hai?»
disse
Andromon «Ecco…» iniziò
l’anziano
Digimon…
…mentre Kazu aveva approfittato di quel momento di
tranquillità per sollevare delicatamente le mani di Diamon
«Sei ferita…? Quel bastardo ti ha fatto del
male?»…«Io? No no! Sto
bene…ohh…» la ragazza digitale
passò la sua
mano tra i capelli zuppi del ragazzo, che alzò le spalle in
un
sorriso umile «Che dire, ci sono abituato. Sulla terra sai
quante
volte mi è capitato di essere fuori, senza ombrello, e
tornare a
casa che ero da
strizzare!»…«…ma adesso non
ti preoccupare, non appena mio padre ci avrà portato in un
posto
al sicuro…io non ne ho idea ma probabilmente lui ha
già
una meta, giusto papà? Insomma, dicevo…ci
risistemiamo
anch’io guarda, mi si è sporcato tutto il
vestito.»…«Sta di fatto che ora sono
tornato: Diamon
mi spiace di averti lasciata sola nelle grinfie di quel mostro, non
accadrà mai
più!»…«Oh?»…«Io
ti
amo…da questo momento in poi resteremo per sempre insieme!
Non
ci separeremo per nessun motivo al mondo,
io…!»…«Ah, Kazu non mi voglio
più
staccare da te, se tu te ne vai io…sento che mi manca
l’aria! Ho avuto davvero
paura…»…«…tranquilla,
è tutto
passato, adesso siamo assieme: assieme per
sempre…»…«Ehm…»
Ma Cyclemon si
intromise, con una particolare espressione che filtrava mortificazione
e reticenza nei suoi occhi inumani «…perdonatemi
se mi
intrometto in ciò che vi state promettendo
ma…»
attirando gli sguardi dei due ragazzi «…capirete
che con
la situazione in cui siamo non c’è da scherzare,
purtroppo. Urgono dei provvedimenti immediati.
E…l’unica
cosa che possiamo fare…
…è
dividerci. Io e Diamon torneremo nella landa del tempo sospeso a
recuperare i Digimon che abbiamo riunito per la rivolta, e
Kazu…tornerà sulla
terra.»…(canzone: Laura
Pausini - Without you)
«Cosa?!» sobbalzò il ragazzo. E gli
occhi di Diamon
sembrarono d’improvviso due vetri infranti, speranze andati
in
pezzi «Lo so…» chinò il capo
Cyclemon
«…perdonatemi. Vi assicuro che avrei voluto
evitare questo
momento, ma l’avete visto anche voi…
…i nemici
hanno scatenato i loro poteri, Sandmon dispone di un esercito
infernale. La sola cosa che può salvarci…ora che
abbiamo
perso la Sfera regale…è l’unione. Fra
tutti noi che
abbiamo come unico scopo la salvezza di Digiworld. I potenti Digimon
che attendono nel settore del tempo sospeso…
…e i
Digimon Tamers terrestri…Kazu tu devi tornare da loro,
avvertirli del pericolo imminente che minaccia i nostri mondi. I tuoi
amici…quei ragazzi che porti nel cuore e nei ricordi, al
fianco
dei quali hai lottato…»
…ma il
ragazzo era come se non ascoltasse, fissava con occhi intrisi di
tristezza quella giovane Digimon che altrettanto soffriva al pensiero
della separazione imminente…
«…loro devono raggiungerci, nei
loro…nei vostri
Digivice si annida il potere del futuro, io ho già parlato
con
il catalizzatore Calumon: non resta che richiamarli qui a Digiworld.
Sta per scatenarsi una battaglia contro le forze del male che
deciderà le forze del nostro
mondo…o-oh…ragazzi…Kazu, figliola,
io…capisco il momento ma…mi state ascoltando?
E’
molto importante…»
«Diamon…»…«…i-io
non ti voglio
lasciare!...
…p-papà!
Potrei andare anch’io sulla terra, no?!» ma
Cyclemon
chinò e scosse il capo «…dobbiamo
dividerci
figliola, credimi è la cosa migliore: riuniti saremmo un
bersaglio troppo facile e visibile.»…«Ma
Cyclemon!...divisi saremo anche più deboli!»
obiettò il ragazzo, mentre Andromon gli poneva una mano
sulla
spalla «Kazu…» e Cyclemon seguitava
«Non
saremo divisi: anche se lontani i nostri cuori saranno
all’unisono. In attesa di rivederci presto…
…quando
avremo un esercito altrettanto forte come quello di Sandmon, e con la
congiunzione dei poteri digitali del futuro potremo recuperare la Sfera
regale…e la pace perduta per Digiworld e per la
terra.»
Andromon provò
a spiegare «Kazu ascolta…è la cosa
migliore.
Dobbiamo essere forti in questo momento…»
Kazu carezzava
dolcemente la mano della Digimon «…io non ti
abbandonerò mai, il mio cuore verrà con te in
quel
settore. Ti prometto che tornerò! Mi aspetterai? Ormai io
posso
andare ovunque…ma il mio cuore è qui,
è a
Digiworld, e appartiene a te,
Diamon.»…«Oh,
anch’io posso andare dovunque, credimi!» replicava
tra le
lacrime quella Digimon «Però…il mio
amore è
nascosto in te, sotto…il tuo cappello, ti segue sempre. Come
la
Sfera regale prima che ce la rubassero, ma con la differenza che non
può portartelo via nessuno!!...e brilla molto di
più!…»
Era dura ma Kazu
strinse i denti e provò a sorridere
«…ce la faremo!
Porterò qui i miei amici e parlerò
loro…della
sfera, del palazzo e di voi! Te li farò
conoscere!!»…«Non vedo
l’ora!!» espresse
lei, quando il Gekomon tornava dal fondo del tunnel
«Prestooooooooo! Sento un ronzio in avvicinamento, devono
essere
i Fireflymooon, fra poco ci troverannooo!» e Cyclemon ad
esortare
«Coraggio, non c’è tempo da perdere! Io
e Diamon
prenderemo AirWhamon, è più pratico e
più veloce:
tu Kazu puoi prendere la nostra carrozza, del resto…sei il
sovrano.»
…ma i due
non ascoltarono, impegnati in un dolce bacio di promessa
«…tornerò…»…«…ti
aspetterò.»…«Abbi cura di te,
Diamon.»…«…e-e tu salutami
tuo padre! Se lo
rivedi, spero che stia bene!»
Udito di suo
padre, Kazu si accomodò il cappello e sembrò
voler
nascondere il suo sguardo, mentre emergevano AirWhamon e la carrozza
trainata dai cavalli digitali dalla criniera argentata.
«Io
andrò con Cyclemon a vegliare su lui e sua figlia, non
preoccupatevi vostra altezza!» disse il Gekomon, e Kazu fece
un
«Sì…» assorto, ci volle
Andromon a
mormorargli all’orecchio, mentre montavano sulla carrozza
«Kazu hai sentito? Il Gekomon ti ha chiamato
“vostra
altezza”…» …ma il
suo sguardo
malinconico e ingenuo ancora cercava quello, dall’espressione
identica, della fanciulla che tentò di asciugarsi gli occhi
con
le piume dell’elica di AirWhamon.
«Al momento del
ritrovarsi, dunque!» dichiarò Cyclemon. Ma
proruppe una
risata «Ahahahahah! Mi spiace tanto, ma credo di non potervi
permettere la fuga!»
Nella pioggia comparve
qualcuno che destò «Ahhh!» un sussulto
nei presenti.
Il suo sguardo era deciso.
«…tu!!!» esclamò Kazu
sporgendosi dal
finestrino «Kazu, è lui!»
confermò Andromon
«E’ lui che mi ha raggirato approfittando della
somiglianza
con Takato, è lui che mi ha soffiato la Sfera
regale!»…«Che cosa vuoi?!!»
sbottò il
ragazzo.
N’Emo lo
guardò con sufficienza «E così tu
saresti il nuovo
sovrano dei Digimon? Ah, ma per favore, soltanto delle creature
stordite e rimbambite potrebbero aver scelto un re
già…decrepito! I Digimon appartengono ai
giovani!»…«Che ne vuoi sapere tu?!! Se
solo un
ragazzino e già hai venduto la tua anima a gente
malvagia!!»
N’Emo
indurì lo sguardo all’udire di quelle parole di
Kazu,
quando Cyclemon gridò «Svelto, Kazu!!»
nello
spiegarsi dell’elica di AirWhamon. Diamon gridò
«Scappa, corri sulla terra!»
Ma il ragazzino
dai neri capelli grondanti di pioggia tuonò «No,
nel modo
più assoluto!! PinkMonzaemon, LadyMeramon!!»
«…eccoci,
padrone…»…«…cosa
ci comandi di fare?
Ahhh…questa pioggia mi spegne lo
spirito…»
Kazu
dichiarò «Presto, Andromon! Dobbiamo fuggire,
raggiungere
la terra ha la massima importanza! Silvequusmon correte!!»
I Digimon equini nitrirono.
«Catturateli, presto!!» ordinò
N’Emo
«Non devono raggiungere la
terra!!»…«Agli
ordini…»…«Agli
ooordini…ma combattere
nella pioggia nooo…!»
Iniziò così un inseguimento mozzafiato.
Diamon,
dirigendosi verso un altro orizzonte del cielo con suo padre e il
Gekomon, seguiva la scena con la mano sul petto «Ti
prego…sta attento,
Kazu…!»…«Sta
tranquilla, figliola!» la confortò il padre
prendendole la
mano «Kazu è forte, ha il suo Digimon con
sé: lui e
Andromon se la caveranno, e vi rivedrete
presto!»…«Oddio che stupida non gli ho
detto di
salutarci Cindermon!!»…«Non importa, era
un momento
difficile per te.»…«Quella mi ammazza,
pensa che io
me ne frego! Ma non è così papà
io-»…«Su su, probabilmente tua sorella
ci
raggiungerà presto.»
“…in bocca al lupo amore
mio…” espresse
Diamon (fine-canzone)
«Maledizione, in questo modo loro mi scappano!»
espresse
N’Emo a bordo dell’aereo di PinkMonzaemon,
calandosi gli
occhialoni a mo’ di pilota e osservando
l’allontanarsi di
AirWhamon «Ma non importa…se devo scegliere non
permetterò mai che mio fratello sia raggiunto dal suo amico!
Digiworld è cosa che non riguarda più
né Takato
né gli EX-Digimon Tamers! LadyMeramon, PinkMonzaemon:
puntate
quella carrozza e attaccate senza pietà!»
LadyMeramon
volò avanti, e scatenò «Perle incendiarie!!!»
…sulla scia dell’enfatico gesto di N’Emo
che
spalancò le braccia per poi convogliarle in un punto preciso
all’orizzonte.
La carrozza fu
travolta dai piccoli bolidi ed iniziò a prendere fuoco
«Oh
no! Ci attaccano!» esclamò Andromon
«Devo fare
qualcosa!»…«Sta attento,
Andromon!»…«Non preoccuparti Kazu! Sono
disposto a
qualsiasi impresa!»
Il Digimon
meccanico aprì uno scomparto nel soffitto della carrozza e
balzò, fino a montare sul tetto «Lasciami fare la
guardia
del corpo del sovrano!»…«…ti
prego solo di
non farti male!»…«Tranquillo! Avanti,
fatevi sotto!!
Missili Piranha!»
N’Emo «Ah! Ma cosa crede di
fare?!...PinkMonzaemon!»…«Cuori
folgoranti!»…di nuovo il bambino
mimò il gesto,
fino ad indirizzarlo rabbiosamente contro Andromon il quale
provò a pararsi con le sue braccia bioniche ma
«A-AAAAHHH!!!» i suoi piedi strattonavano sul tetto
della
carrozza, le scariche liberate dai cuori erano potentissime. Il
ragazzino ne fu sollevato «Ha voluto fare l’eroe,
ma non ne
ha i mezzi: ben presto finirà per cadere e farsi un bel volo
nel
cielo di Digiworld! Presto, mie Digimon!! Attaccatelo!!»
«Oh no, Andromon!!» si rendeva conto Kazu
dall’interno del mezzo.
«R-Resta lì, Kazu…!» si
piegava Andromon
«Resta al sicuro…ti proteggerò
io…»…«Non posso lasciarti
esporre al
pericolo!!»…«…è
questo il mio
dovere.»
«Tromba…ardente!!!»
N’Emo fece scorrere la sua
mano tra i capelli, e ne corrispose il volare dell’abito di
LadyMeramon che generò il vortice infuocato «Devo
bloccarlo…!!» strinse i denti Andromon
«…ma i
miei missili non ce la fanno!! AAAHHH!!» provò a
bloccarlo
con le mani…ma il suo corpo fumava, era prossimo a fondersi.
E i
suoi piedi a slittare oltre il tetto.
«Bene, pochi altri colpi, uhmuhmuhm…!»
«Non voglio che il mio Digimon si sacrifichi per
proteggermi!» “Che devo fare…? Vi prego,
Babamon,
Jijimon…mamma!” si concentrò Kazu
“…ditemi come posso aiutare Andromon!
Oh?!”
«…mamma…? Sento…
…il tuo profumo, il calore del tuo abbraccio! La dolcezza
della
tua mano che mi guida verso…oh?» e come mosso da
una forza
speciale, Kazu estrasse il suo Digivice che ora brillava.
“Kazu…” chiudeva gli occhi Andromon
“…io non priverò i Digimon di un re
fantastico come
te.”
Ma
lo sguardo del Digimon meccanico tornò a spalancarsi quando
vide
«Ah!» …un panno logoro e
giallastro volare nel
cielo «…l’ho già visto! Ci
sono! Quello era
il telo che usavano Babamon e Jijimon per il vento!»
“Kazuuuuuu!”…”Siamo noooiiiiii!”
Il ragazzo esclamò «Le loro voci! Babamon,
Jijimon!!» (mentre Andromon afferrava il telo)
“Tu
hai sempre sognato di essere il più spettacolare degli eroi,
vero? E’ il momento di diventarlo!”
«…Babamon…» “Quando venisti a casa
nostra e ti soprannominasti BlackWarKazumon ci facesti ridere! Immagina
quanti Digimon faresti felici se assistessero alla tua vera
trasformazione!”
«…Jijimon…h-hai detto
“la mia vera trasformazione”? Oh?»
Di
nuovo la voce di Babamon “Osserva
il tuo Digivice: gli hai dato
forza con la crescita e i buoni sentimenti, sei cresciuto come un
ragazzo onesto e leale. Non potesti digievolvere
all’epoca…ma ormai è tempo di buttarsi
alle spalle
il passato, ora non ti manca più niente, ragazzo mio! Sei un
domatore come gli altri!”
…e Jijimon
“Facci
sognare! Il tuo Digimon ha bisogno di te, biodigievolvi
con lui!” «Io biodigievolvere con
Andromon?!»
Andromon,
che fu travolto da una nuova tromba di fuoco e
«AAAAHHHHHHH!!!» resistette ed evitò di
cadere, ma i
suoi poteri furono consumati e regredì a Guardromon,
piegandosi
in ginocchio «K-Kazu…sono allo stremo!»
N’Emo era trionfante «Ho vinto! Sto per
polverizzare uno
dei tuoi amici, Takato, e lo stesso farò con tutti gli
altri!!»
«Andromon!! Oh?! Guardromon!» Kazu balzò
sul tetto
al suo fianco «Amico mio, non ce la
faccio…»…«…tranquillo,
non
c’è più da temere!»
avvicinandogli quel
Digivice stellato e luminoso «Ora ti aiuterò io a
combattere!»…«Oh?
Tu…»…«…entrerò
dentro di te,
basta restare indietro…siamo anche noi della squadra,
vogliamo
capirlo sì o no?!!»
«Ohh…» il Digimon ricordò le
parole
pronunciate dal ragazzo quella stessa notte “Proprio qui,
Guardromon, promettiamo di non arrenderci mai. E di impegnarci per
consegnare ai Digimon un futuro…di vera pace e
libertà,
come lo sognano, contro tante tempeste e conflitti. Contro tanta
sfiducia.”
«…d’accordo, allora!!»
(canzone: Steps
- Chain reaction) Guardromon
trovò nuova forza e motivazione «Lo abbiamo
promesso, non
mi tiro indietro, Kazu!»
N’Emo spalancò trionfante i suoi occhi dietro agli
occhialoni «PERFETTO, sono usciti entrambi allo scoperto!!
Ihihih, li spazzerò via come due
nullità!!»
«Qui se ci
sono nullità non siamo certo noi!!»
reagì deciso
Kazu, e Guardromon a fargli eco «Non siamo certo
noi!»
«Cosa?!» aggrottò
l’espressione il
ragazzino.
«Sei
pronto Guardromon?» e insieme gridarono «BIODIGIEVOLUZIONE
DEL FUTURO!!» nascondendosi entrambi sotto il
panno giallastro, e
liberando la luce più intensa.
Una scia di
stelle scoppiettanti avvolse le loro sagome generandone una nuova e
slanciata…e durante la loro trasformazione si udivano le
voci di
Babamon e Jijimon “Kazu,
Guardromon, prendete le nostre
armi!” …”Vi saranno utili!”
«…grazie,
amici!»…«…è un
regalo splendido, vero Kazu? GUARDROMON
BIODIGIEVOLVEEE!!!...»
La scopa di
Babamon divenne il braccio sinistro della nuova creatura,
trasformandosi e rinnovandosi, con una terminazione di piume candide al
posto delle pagliuzze consumate. Il bastone-zampa di Jijimon al braccio
destro, divenendo una grande mano artigliata e dalle dita
flessibilissime…
«…CARERMON!»
…di quell’essere che aveva un corpo mirabile, era
composto
di vetro scuro, lungo il quale scorrevano i riflessi della notte della
terra. Non si trattava di un dipinto o una foto statica: il suo corpo
ospitava lo scorrere delle mille luci dei grattacieli, lo scintillio
delle strade…immagini che ruotavano a una
velocità
vorticosa, mentre dietro la sua schiena si specchiavano i canyon e i
villaggi addormentati di Digiworld.
Era
alto ed elegante, come il gesto con cui afferrò il telo
legandoselo al collo a mo’ di bavaglio «Grazie
amici…» disse con le sue labbra rischiarate dalla
luce
della luna che sfumava nella metà sinistra del suo volto
«…in questo modo vi porterò sempre con
me.» …e dentro di lui una voce
più ingenua
«Kazu…ci siamo uniti in un nuovo
Digimon.»…«…è
esatto, Guardromon. Ed
è spettacolare. Molto più di quanto
avessi…mai
potuto sognare da bambino.»
«Non è possibile, e quello chi
è?!»
N’Emo consultò il suo Digivice nero
«”Carermon”
Digimon-badante di livello mega. Le sue
tecniche “Schiuma dei sogni” e “Carezza
lunare”…»
…informazioni che bastarono per
destare il panico negli occhi del ragazzino.
«Hai finito di seminare il panico!» Carermon lo
additò «Ti fermerò utilizzando le mie
tecniche
basate sulla premura e sull’affetto!»
«Che intende dire?!» sottolineò
N’Emo
infastidito «Che razza di Digimon è, che stile di
battaglia è mai questo?!!»
Ma Carermon non aveva paura «Te lo dimostro
subito!»
“Babamon…con questa nuova scopa basterebbe un
tocco, e
anche la casa più vecchia e sporca tornerebbe a
splendere!” «Schiuma
dei sogni!»
Le piume a terminazione del suo braccio sinistro rotearono fino a
generare un vortice di schiuma splendente.
«LadyMeramon!»…«Tromba ardente!»
Ma le
mille bolle iridescenti emerse dalla schiuma strinsero il vortice
fiammante dissolvendolo «Non c’è
pericolo di incendi
a casa, con me…» mormorò Carermon.
«Ma
come può essere?!» esclamò il ragazzino
«Semplice!» replicò il Digimon sul tetto
della
carrozza nella notte piovosa «La mia natura è
mettere al
sicuro i bisognosi! Osserva il mio corpo! Riflette le immagini che chi
è malato e allettato non può vedere: basta
guardarmi!...è come viaggiare attraverso terre lontane, solo
grazie al potere della fantasia! E’ più di quanto
avessi
mai potuto chiedere…un drago sputafuoco o una macchina
lanciamissili non avrebbero mai eguagliato questa
magia…»
«Ahhh, non è possibile, c’è
di sicuro un
errore tattico: sei solo un incapace, LadyMeramon! PinkMonzaemon,
pensaci tu con questo odioso
sapientino!»…«…d’accordo…Cuori
folgoranti!!»
«Il
potere di una carezza…scioglie lo sfrigolio
dell’odio!
Carezza lunare!»
La sua mano
artigliata anziché ferire sembrò afferrare dal
cielo un
frammento di luna, che si dissolse nella sua presa e divenne polvere
lucente pronta ad essere scagliata contro il nemico: i cuori furono
completamente neutralizzati «N-Noooo!!!» e
l’aeroplano compromesso «Non è
giusto!!»
Il globo
era sempre più vicino «Non puoi impedire il nostro
viaggio
sulla terra!»…«Cosa?! OH, SI’
CHE POSSO!! MIE
DIGIMON!!» N’Emo intrecciò le mani.
Le due si
frapposero davanti al ragazzino, e unirono i loro indici
«LadyMeramon…»…«PinkMonzaemon…»
«Attacco
combinatooo!!!» congiungendo il fuoco e le
scariche.
Il bolide
che nacque si diresse verso la carrozza. Carermon balzò
«Oh!»
Il mezzo
esplose. Carermon gridò «Fuggite,
Silvequusmon!» ed
i cavalli obbedirono, disperdendosi nel cielo. Lui si sfilò
il
telo-bavaglio e lo aprì a mo’ di paracadute
«Raggiungerò la terra!!» intenzionato a
farsi
spingere dal vento.
N’Emo spalancò gli occhi «Oh no,
l’avete
mancato!!» ma sopraggiunsero scariche e scoppiettii che
PinkMonzaemon illustrò «L’aeroplano
è andato
in collasso!!»…«Maledizione!!...mi tocca
a tornare
al palazzo!!» alzandosi gli occhiali «Non
riuscirò a
bloccare il suo arrivo sulla terra, avvertirà i suoi
amici!!...» La prospettiva preoccupava N’Emo.
Carermon esclamò «Terra, sto arrivando!!
Amici…
…papà, aspettatemi, io!!---sto per tornare da
voi---!!
Jijimon, Babamon, aiutatemi!!!»
N’Emo
dichiarò «Abbiamo fallito! Ma restiamo pur sempre
noi i
possessori della Sfera regale, se verranno saremo pronti ad
accoglierli!...
…non
avete sentito?!
Ritirata!!»…«Arriviamooo…»…«…e
intanto ho combattuto e mi sono
fradiciata…»…«E non
lamentarti!!!»
Mentre la forza
di attrazione richiamava Carermon verso il globo, finché la
luce
digitale non lo inghiottì “Kazuuu! Ci
siamooo!”…”Ben fatto amico mio, ottimo
lavoro!
Torniamo al nostro mondo!”
Lasciandosi alle
spalle i detriti della carrozza che la pioggia trascinò via
(fine-canzone)
Se in passato
dai fasci di luce rosa balzavano ragazzini audaci al fianco dei loro
amici digitali, nel presente una di quelle colonne di dati
riversò un sacco nero, che cadde atterrando su un suolo
argenteo
che assomigliava a quello della luna.
Il luogo sembrava
deserto, ma non era così, si udì una voce
«Presto!!
E’ atterrato qualcosa, è un oggetto misterioso!! E
se ci
stessero attaccando?!»…«…oh
no, non posso
muovermi, il capo villaggio sta male! Credo abbia avuto un altro
ictus!»…«Non ti preoccupare, ci
andrò
io!»
Dei passi in
avvicinamento…mentre qualcuno gemeva dall’interno
di quel
sacco «A-Ahhh…
…aiutatemi vi
prego…» …la cui apertura si sciolse,
rivelando una
mano umana dalla forma elegante e distinta, che cercava di farsi strada
graffiando in quella terra arida…
…la pioggia era
cessata…ed in quel momento a carezzare la mano, come una
calda
speranza, giunse il primo raggio di sole dell’alba…
L’alba di
primavera stava nascendo in quelle ore tra i palazzi di
Tokyo…in
una suggestiva sfumatura che filtrava dalle finestre, ad accompagnare
il suono della sveglia per chi andava a lavorare. Ma era domenica,
quindi quello squillo insistente poteva solo che provenire dal
cellulare, a casa di Takato, il quale si rigirò nel letto
«…oh…mio Dio…»
…si
rigirò il ragazzo con espressione sofferta, stentando a
riaprire
gli occhi. Quello squillo gli penetrava nelle orecchie…e
copriva
del vociare piuttosto agitato che proveniva dalle altre stanze della
casa. Takato tastò qua e là per trovare qualcosa,
e forse
anche qualcuno «C-Cindermon…!...
…Cindermon…?» …ma
contrariamente a quel che
si aspettava, lei non era lì. Ma il suo cellulare era sul
vicino
comodino, sicché sussurrando «…non
c’è
un attimo di tregua…» lo recuperò
portandolo
all’orecchio «Pronto…?»
Dall’altro lato, una voce insicura
«Pronto…Takato?
Sono Terriermon…»
«…Terriermon!» si spalancarono come due
fanali gli
occhi grandi del ragazzo, di cui si massaggiò il destro
«…c-che succede…? Come stai?»
«Io bene,
Takato. E tu? Spero altrettanto…»
…accennò
il Digimon, alle cui spalle si intravedeva Benji addormentato e Rea
assopita, stretta al bimbo in un abbraccio «…come
è
andata la battaglia ieri? Perdonami se non vi ho dato una
mano…avevo le mie ragioni. C’era qualcosa di molto
importante che dovevo fare…»
«…Terriermon, ma…?...» Takato
focalizzava a
poco a poco, seguitando a massaggiarsi l’occhio destro
«…perdonami se te lo chiedo…ma in
questo momento
tu…dove sei? Con chi sei?»
«…ti spiego tutto dopo. Quando ci
incontriamo.»
replicò il Digimon dalle lunghe orecchie, e la voce dalla
chiara
nota affaticata.
Nota che rese
inquieto il ragazzo «Ci…incontriamo? Terriermon,
ma la tua
voce…?» alzandosi in piedi
«…ha qualcosa di
strano, ti prego non farmi preoccupare, è-è forse
successo qualcosa?»
«…sì, purtroppo.»
«…!! Henry?! Senti, ma siete riusciti a trovarlo?!
Io…sono giorni che non ho notizie ma gli attacchi sono stati
incessanti, non ci hanno dato il tempo!!» espresse il ragazzo
sentitamente…destando poi per un istante un dubbioso
interesse
per l’eco di quell’animata discussione che gli
giungeva
dalle altre stanze e in cui forse distingueva la voce dei suoi, e di
Cindermon.
«Non c’è bisogno che mi spieghi niente
Takato,
io…so tutto. E purtroppo so anche di Henry ma
adesso…non
c’è tempo di parlare nel particolare, senti
ho…già avvertito Ryo. Probabilmente,
approfittando che
è domenica ci incontreremo al parco e…
…
…Henry è stato rapito. L’hanno portato
a
Digiworld.»
«Cosa?» A Takato scivolò il telefono di
mano ma poi
impicciandosi un po’ con il suo pigiama riuscì a
recuperarlo «Oh Dio…» sfiorandosi la
fronte in un
sofferto segno di esasperazione, al quale si sovrappose però
il
grido di Cindermon dal corridoio «NON SONO STATA
IO!»
…che sembrava prossima al pianto. E non mancò di
accentuargli il pallore…mentre la voce di Takehiro incalzava
«ALLORA COME SPIEGHI CHE FOSSE LI’ A
TERRA?!»
…ma c’era da esaminare una cosa alla volta
«Ma…come è successo?...oh
no…!!...
…Henry…»
«Takato, io…penso di recarmi a Digiworld. Ho un
nuovo
domatore. E…
…presuppongo che Suzie e Lopmon verranno con noi, Ryo
altrettanto, volevo chiederti…cioè scusa volevo
accennarti, so che è mattina e ti ho
disturbato…mi
dispiace…»
«Ma
no…che dici, dai Terriermon…!» espresse
il ragazzo
con dolcezza, nonostante il difficile momento.
«…solo se…magari potevi iniziare a
pensare, senza
impegno, se…ti andava a te e a Cindermon di seguirci. Tutto
qui…»
«…Terriermon…» cambiando
orecchio per il
cellulare «…ma è scontato, che domande
fai?
E’ semplicemente ovvio…che adesso Henry viene
prima di
tutto! Noi dobbiamo salvarlo…»
«Grazie…grazie Takato.»
«Ma…ma
chi è la persona a cui ti sei affiancato? Un nuovo
domatore…?»
«Lo vedrai
quando ci incontreremo. Per il momento scusa, ti devo salutare, si sta
svegliando…ciao Takato. A dopo.»
riattaccando…perché Rea
«O-Ohhh…»
aveva riaperto gli occhi «…hai già
telefonato?»…«…ho chiamato
Takato e Ryo,
pensavo così di risparmiarti un po’ di lavoro. Sei
stanca
Rea, hai preso sonno solo…da tre quarti
d’ora.»…«Mmm…?
Così
tanto…? A me sembra di aver dormito di meno…mio
Dio
Terriermon è stato terribile…non sai che incubi
orribili
e incessanti ho avuto…»…«Me
lo posso
immaginare…» fece il Digimon abbassando un
po’
tristemente le sue orecchie «…anch’io
continuavo a
vedere Henry in pericolo.» ma balzandole poi accanto
«Ma
noi lo aiuteremo! Anche Takato ha detto che desidera
aiutarlo.»…«…uhm.»
accennò un
debole sorriso Rea «Tu credi…che io sia pronta per
Digiworld?»…«Uhmuhm, ma
certo!» sorrise il suo
amico digitale «E Benji?» chiese la ragazza
sfiorando suo
figlio, al che Terriermon rispose «Lo portiamo con
noi!»
Rea
aprì la sua espressione a metà fra lo stupore, un
pizzico
di eccitazione misti a timore. Ma quest’ultimo fu sciolto da
un
promettente «Momentaaai!» all’insegna
della quiete
primaverile di una mattina di domenica.
C’era
un'altra casa in cui vi era un letto sfatto «Mitsuo, il
caffè è pronto…!» disse
Riley con il sorriso
«Aspetta! Aspetta Riley!» esclamò suo
marito in
preda all’eccitazione «Credo di averlo trovato sul
database! Ahaha! Ma sì, è lui…ma
guardalo, questo
delinquente è anche schedato!»
La creatura si
dimenava fra le braccia dell’uomo, e Riley si
avvicinò
colpita…allungando la mano…e sollevando con
tenerezza
quella piccola maschera. Che sorprendentemente ora non si trovava sul
visetto del Digimon: solo le polsiere iridescenti ora lo distinguevano
da un comune neonato umano, anche dei più graziosi
«Ti
giuro che non immaginavo proprio di rintracciarlo!...nonostante la
comparsa del Digivice, avrei scommesso che non era un Digimon, ma il
nostro vero figlio, te l’ho detto!»
Riley sorrideva
di quel singolare e dolce pensiero…sfiorando la mascherna
nella
sua mano…
«Guardalo
adesso che non ha la maschera…senti, tu mi prenderai per
matto:
ma io ci trovo una somiglianza con te, lo
sai?»…«Oh!...ma cosa dici,
Mitsuo?» (le
scivolò la maschera di mano) «Dico sul serio!...
…ma
adesso scopriremo come si chiama…»
smanettando…fino
a che «…Vigilmon.
Il Digimon…senti qua, senti qua!
Il Digimon senza
volto…assume (!) i tratti di colui o coloro che
più ama.
Ah!!»…«Ahhh!» Riley si
portò la mano alla bocca, e suo marito si volse eccitato
«Ma allora avevo ragione! Lui ti ha riconosciuta subito come
sua
madre: è identico a te,
Riley!»…«Mitsuo!
Ascolta, tutto questo…» sedendosi accanto a lui
«…mi sembra troppo bello per essere vero! Questa
notte…non sono neanche sicura che ci sia stata, che non
abbia
sognato tutto!»…«Questo non ti basta
come
prova?»…«Oh!»
Mitsuo le
adagiò il piccolo Vigilmon fra le braccia…e Riley
sembrava non riuscire a credere di poter sfiorare quelle manine
delicate…e quelle polsiere
metalliche…«Ti cerca,
amore mio. Lui non è un sogno…
…lui è realtà. E’ la traccia
per il nostro
futuro. Non ci separeremo mai più da lui. Ehi…!...
…Vigilmon, come ti senti tra le braccia…della tua
domatrice o forse dovrei meglio dire la tua mamma.
Eh?»…«Oh…ascolta Mitsuo. Ora
tu mi hai
rivelato il suo nome,
però…!»…«Uhm
uhm.» annuì l’uomo…mentre
sorrideva e cercava
con gesti delicati di far divertire il piccolo
«…però a me ieri
notte…è sorto
spontaneo chiamarlo con un altro nome! Capisci cosa intendo?»
sfiorando il braccio del marito «…l’ho
chiamato
Hideki…
…come tuo padre, e come avrei voluto che nostro figlio si
chiamasse. Hideki…»
Mitsuo non
distolse lo sguardo dal bambino, e gli accennò un sorriso
«…va bene, d’accordo, allora Hideki.
Hideki…!...
…come suo nonno…
…che purtroppo non c’è più,
e chissà
chi è che gli ha fatto dal male, ma ora ci sei tu, a
illuminare
la via del futuro. Hideki…ti porteremo anche ai confini del
mondo. E del nostro e del mondo da cui provieni.
Digiworld…» nel silenzio…fino a che
Riley non ebbe
un sobbalzo «Oh! Il caffè!!» scappando
via, ma non
destando che una risata «Ahahahah!!» …in
suo marito
che sembrava aver ritrovato la voglia di vivere
«…che
mamma distratta, devo riprenderla, eh? Non deve dimenticare che prima
di suo marito sono sempre il suo capo sul lavoro. Vero? E’
vero
Hideki? Ahahaha!»
Takato veniva
fuori dalla sua stanza «Cindermon…ascolta, ho
saputo una
cosa terribile, Terriermon mi ha appena detto che-»
«No!! La
prego, signor Takehiro mi faccia
parlare!!»…«Nemmeno
per sogno!!» scandiva duramente Takehiro con una valigia in
mano,
mentre anche Mie cercava di fermarlo «Insomma Takehiro!
Calmati,
non ti riconosco più!! Perché una scenata simile
per
una…per una sciocchezza?!!»
(sotto lo sguardo attonito di Takato)
«Altro che
una sciocchezza!! Per me è molto importante!! E se per te
l’avere in casa una ladra è cosa da poco io invece
mi
rifiuto! Eccoti, la tua valigia è pronta: esci subito da
casa
mia, Cindy, Cynthia o come diavolo ti chiami!! Digimon che non sei
altro!»
«I-Io…non
sono una ladra, signor Takehiro!!!» gemette la ragazza
digitale
«D-Digimon forse sì ma le giuro che non sono una
ladra!!!»
«Che…storia
è questa?!» intervenne Takato, e Cindermon le si
aggrappò al braccio «Takatooo!! Ti scongiuro parla
tu con
tuo padre stamattina non bastando che mi sono presa durante la notte si
è-si è messo ad accusarmiii!»
Gli sguardi di
padre e figlio si incontrarono…quello del primo era duro e
recriminante, quello dell’altro sbalordito.
Mie cercava di mediare
«Io…credo che tutti quanti dobbiamo calmarci!
Takehiro! Mi
assumo io la responsabilità dell’accaduto,
è colpa
mia!»…«Sta zitta Mie, non cominiciare,
per
favore!» replicò l’uomo, sfoderando un
disegno
«Ho trovato questo sotto al letto! Sei andata a frugare tra
le
mie cose, d’accordo che mia moglie te le aveva fatte vedere
ma
poi io avevo espresso chiaramente che non volevo che nessuno le
vedesse!!»
«Ma
questa non è cosa paragonabile a rubareee!!!»
gemette la
giovane dal ciuffo rosso…mentre Takato impallidiva di fronte
al
ritratto di quel ragazzino dai capelli neri...«E’
ancora
peggio, è intromettersi negli affari altrui! Per altro ci
hai
mentito dal principio, ti sei intrufolata qui tacendoci la tua vera
natura! Che scopi hai, da dove vieni?! Come ti sei permessa di
intrufolarti tra i miei ricordi, non tollererò che tu stia
qui
un minuto di più! Fuori!!» …mentre
Takato si
avvicinava «…che…
…cosa significa questo…?»
…adagiando la sua
mano tremante sul ritratto «Lascia…che ti spieghi,
Takato!» accennò Mie «Tuo padre ed
io…conservavamo questi schizzi fatti da lui, sai
com’è…ci immaginavamo
l’aspetto del figlio
che desideravamo avere, prima che tu nascessi!»
Takato
sobbalzò e deglutì, era come se avvertisse un
improvviso
brivido, e non riusciva a staccare gli occhi da
quell’immagine…mentre Cindermon stringeva
impaurita e
tremante il suo braccio…
N’Emo era
pallido in volto, ma la sua espressione era scura in quel momento in
cui rientrava al palazzo. Attraversando il corridoio udì una
voce «Ti stavo aspettando!»
Era secca
e perentoria. Il ragazzino alzò gli occhi, ed
incrociò…il solo occhio di quel draghetto
incappucciato
«Guilmon…finalmente…!»…«Che
succede qui?!» chiese spicciamente lasciando intendere un
umore
decisamente sfavorevole «Perché i Knightmon sono
isterici
questa mattina e quelle altre bestiacce pululano ovunque! Non
so…neanche che Digimon
siano!»…«Fireflymon,
aiutano Sandmon.»…«Eh beh?! Ti ho
chiesto che ci
fanno a infestare il mio palazzo e a dettare loro legge al posto mio
sui Digimon che ospitiamo!! Cos’è, avete
approfittato
della mia assenza per far festa?!» …ma qualcosa
rapiva
l’attenzione di N’Emo, distaccandolo da quei
discorsi
«Guilmon…ma…?...perché ti
copri? Cosa hai
fatto all’occhio…?»
Guilmon rimase immobile, e non rispose…N’Emo
avvicinava la
mano «…ti fa male? Hai un po’ di
congiuntivite? O-O
forse…è per fare più paura che tieni
il mantello
sull’occhio in questo modo…?»
…l’espressione del draghetto si aprì
lentamente in
un sorriso contratto «…per fare
più…paura?
Uhm. Questa è bella…» avvicinandosi al
ragazzino
«…sei curioso di sapere che cos’ha il
mio occhio e
perché lo copro? Avanti, vedilo tu stesso. Rimuovimi il
mantello, guarda cosa nascondo là sotto.» ma a
quelle
parole N’Emo ritirò istintivamente la mano
«…!
Nooo!»…«Grrr!» ma Guilmon
sembrò indignarsi e riprendergliela con le zampe
«ANDIAMO…!!...non fare il fifone.»
sibilò
intriso di risentimento, ed il ragazzino era visibilmente in
difficoltà «Sei il mio Digimon Tamer,
no…?
Qualsiasi cosa mi fosse successa dovresti restarmi fedele, e vedermi
con affetto. Avanti, cosa sono tutte quelle paure? Scoprimi
l’occhio! O forse…temi che una volta che
l’avrai
fatto i tuoi sogni andranno in mille pezzi, perché mi
troverai
cambiato? Non temere…non hai niente di cui preoccuparti,
sono
grazioso come sempre, scoprimi
l’occhio…»…«…va…va
bene!» fece N’Emo. Che
deglutì…
…e
avvicinò quella mano esitante e tremante…mentre
Guilmon
restava immobile, col sorrisetto scolpito tra le sue
fauci…«…ancora un piccolo
sforzo…
…così.»
Le due
dita di N’Emo afferrarono il lembo del mantello. Guilmon
scandì «Un amico è sempre un amico.
Qualsiasi
aspetto abbia.» sicché il ragazzino
tirò via quel
lembo…ma quando lo fece «AAAAHHHHH!!!»
L’espressione di Guilmon si assottigliò in
un’amara
consapevolezza che sembrava aspettarsi. N’Emo cadde a terra,
e
con le mani indietreggiava «AAHHH!! AHHHH!!
AAAHHHH!!!»
Sembrava che
niente avrebbe potuto eguagliare quella visione di
orrore…che
gli fece scivolare il Digivice nero dalla mano…
«Posso…!!...
…sapere il SENSO della presenza di quel disegno a casa
mia?!!» esclamò Takato, mentre Mie insisteva anche
un
pizzico spazientita «Ma te l’ho detto Takato,
perché
me lo richiedi?! E’ un nostro ricordo di
gioventù!!»…«…”ricordo
di
gioventù”…”VOSTRO”…»
mormorava Takato piegando il capo…mentre Takehiro lo fissava
eloquentemente, con un’espressione di superiorità
e quasi
d’orgoglio, dovuto dal pendere di quel disegno dalle sue
dita…
Cindermon non osava infilare parola, e Mie insistette
«E’
come quello che hai tu, no?! Non conservi ancora il disegno di
Guilmon?» ma il ragazzo alzò uno sguardo rigido
come il
suo tono «E’ una cosa
diversa.»…«In
che…senso diversa, Takato…?»
scandì Takehiro
con una nota quasi minacciosa che sembrò
intimorire
Cindermon, e lanciare messaggi impliciti a Takato. Il ragazzo si volse
verso sua madre…la quale abbassò
l’espressione,
affermando quasi in un gemito «Comunque
Takehiro…non ti
permetterò di mandar via Cynthia solo perché si
è
fatta trascinare dalla curiosità! E’ come ha detto
lei,
è ben diverso dall’aver
rubato!»…«Non
si chiama Cynthia!! E punto secondo io ho pieno diritto di stabilire
chi deve vivere e chi non deve in casa con me! Per cui io non ti voglio
qui dentro, sia
chiaro!»…«M-Ma!»
provò
ad obiettare lei, al che Takehiro insistette «Takato!!
Perché non la porti là dove tenevi Guilmon,
eh?!»
La
Digimon si nascose il volto tra le mani, e Takato spalancò
gli
occhi mormorando un cupo «…che
cosa…?!»…«…già
lì, tanto
c’è solo pietra ed erba, non avrà
affari altrui
alla sua portata in cui infilare le mani e tanto tra pochi giorni lo
demoliranno!! Così magari le crollerà in testa,
sarà quello che le ci vorrà per azzittirla
definitivamente!!»…«Ihmmm!!»
Cindermon
rabbrividì, e si barricò nella sua stanza
sbattendo la
porta. Mie tuonò «Ma sei impazzito, guarda che le
hai
fatto?!! Quanto ti arrabbi perdi il controllo di ciò che di
ciò che dici, ti trasformi in un mostro!! E pensare che un
tempo
non eri così! Ah, Cynthia!! Cynthia!» raggiungendo
in
camera la ragazza, ma a quel punto Takato non resistette più
«PAPA’…!!»
…scandì con espressione di brace «E tu
cosa
vorresti…?»…«Vieni in camera
mia.»…«Cosa?»…«Dobbiamo
parlare…!!» specificò con quegli occhi
dall’espressione anomala, spalancati e fissi su di lui. La
sua
voce vibrava di una invalicabile sicurezza «Se è
per farmi
ritornare sulla mia decisione ti basti sapere che perdi il tuo
tempo!»…«Non penso proprio, vieni!!
Cammina!»
ribatté il ragazzo spalancando la porta della sua stanza, e
specificando mentre il padre vi faceva ingresso «Abbiamo
molto di
cui parlare io e te!!»
I raggi
dell’alba accendevano intensamente le strade ancora
tranquille
della città scampata a quella notte di pericolo. E quella
mattina illuminavano il corpo meccanico di un Digimon adagiato a terra,
ma con la mano che ancora scaldava quella di un ragazzo steso
lì
con lui, dagli abiti completamente fradici ed un cappello nero a
nascondergli il volto. Le mille goccioline sul corpo di Guardromon
risplendevano della luce del sole…
…quando
due voci si facevano più vicine «…e
intanto tra una
cosa e l’altra non siamo più andati a letto,
uhmuhmuhm!» questa era nasale «Però
riconosco che
è stato ammirevole, amore mio, fermarti a soccorrere quelle
persone persino dopo la battaglia!» …alla quale
rispose
una voce da ragazzo molto educata e gentile «…non
avrei
potuto abbandonare quella famiglia, hai visto quella signora che brutta
ferita aveva? Com’erano spaventati i
bambini?»…«Sei un eroe,
Kenta!»…«Non si tratta di essere eroi
qui,
Yuki!...chiunque…che sia impaurito e in
difficoltà ha
bisogno di conforto, non conta…l’ora del giorno o
quanto
si possa esser stanchi. Io…credo profondamente in questi
valori
con cui sono cresciuto…»
…la luce del sole splendeva sui suoi occhiali. E negli occhi
verdi di quella ragazza paffuta e innamorata che gli rivolgeva un
bacino, e una carezza. Per poi decretare «Sai però
in
tutto questo qual è la cosa peggiore? Non è non
dormire!
Ma è non mangiaaare!!! Tra la battaglia e i soccorsi mi
è
venuta una fame che non ci vedo, andiamo a farci
un’abbondante
colazione a casa?!»…«Ah, ma
certamente…oh?!»…«Cosa
c’è,
Kenta…?»…«…Yuki!!...
…guarda!»…«…oh
Cielo!!»
La ragazza si portò le mani alla bocca.
Kenta
corse a piegarsi in strada, appoggiando le mani su quella maglietta
bagnata «Kazu…!...Kazu sei tu?!!»
esclamò
preoccupato. Kazu «O-Ohh…» si
risvegliava a fatica
«Kazu, rispondi amico mio, ti prego!!»
…mentre anche
Yuki giungeva con l’affanno «E’ tornato
da
Digiworld?! Ihuuuff…!!...oh?! Ma non è venuto da
solo!
C’è anche…!!»
Guardromon strizzò un po’ gli occhi
«…oh? Chi
è che parla in questo
modo?»…«Nooo, dai!!!
Chi non muore si rivede è proprio il caso di
dire!!»…«Oh???...io non mi ricordo di
lei
signorina.»…«Eheh! Evidentemente sono
nascosta bene!
Ma abbiamo lavorato spalla a spalla! Uhmuhmuhmuhm! Ehhh, proprio in
queste strade!»
«Kazu, dimmi qualcosa!! Rispondi, ti
supplico!»…«…Kenta?»…«Oh!...
…stai bene…?» Kenta rivelò
espressione
sollevata «La mia
testa…»…«Oh! E’
fantastico!!...non sai quanto sono stato preoccupato!!»
Mentre
Yuki svelava a Guardromon «Sono MarineAngemon!»
(canzone: S
Club 7 - Sunshine)
«Ohh??? MarineAngemooon? Ma questo è uno scherzo,
tu sei
una signorina umana!»…«E
allora?» alzando la
spalla con aria sbarazzina «E’ solo un trucco
dovuto alla
magia, per stare più vicina al mio domatore!»
Kazu alzò
il suo pallido volto
«K-Kenta…»…«N-Non
ti affaticare, appoggiati a
me!»…«Ahh!» Kazu
barcollava, ma Kenta lo sorresse «Appoggiati a me!!...sei al
sicuro ora! Va tutto bene! Kazu…sei zuppo, hai bisogno di
cambiarti, vieni a casa mia! Vieni da
me!»…«Kenta…ma
tu…?»…«Scusami, ti
prego!!»…«…Kenta…»…«…scusa
per tutto, ma ora l’importante è che stai bene,
che sei di
nuovo qui, che sei di nuovo con noi!!» toccandogli il viso,
le
spalle «Sei…tutto intero. E noi di nuovo una
squadra.»…«Hai detto
“squadra”,
Kenta…?!» si stupì l’altro
«Davvero…sei felice di rivedermi,
davvero…per te il
ricordo delle nostre avventu-?»…«Qui
è dove
facemmo fuori quell’agente del D-Reaper, con
l’aiuto di
loro due! A-A proposito…
…m-mi batte fortissimo il cuore a rivedere
Guardromon…bentornato!»…«Kentaaa??
Tu sei
Kenta?»...«Sììì!»
avvicinandosi,
e ponendogli le mani sulle spalle «…bentornato,
vecchio
pappagallo digitale.» al che Kazu «Kenta ma forse
è
perché ho preso una botta in testa, lui è
Guardromon ma
io al suo fianco vedo…tua
moglie!»…«Già! La donna che
amo!» fece
il ragazzo accostandosi a Yuki, e Kazu spalancò gli occhi
«La ami…?» ma Guardromon lo
avvertì
«Kazu, quella è
MarineAngemon!!»…«COSA?!» al
ragazzo
sfuggì il cappello di mano
«E’-E’ uno
scherzo!!...
…tu non puoi essere…» ma Yuki chiuse
gli
occhi…
…e la luce la avvolse fino a che i raggi del sole poterono
riflettersi sulle sue antennine e le sue ali. E nel cuore che
soffiò…perché raggiungesse la guancia
del ragazzo
«…bentornato fra
noi.»…«…tu
parli, MarineAngemon…? E-E tu Kenta parli d’amore,
e tu
parli d’amicizia, d-di---!»
Kenta
sorrise «Di tutte quelle parole che ho sempre portato dentro
e
non ho mai dimenticato proprio quanto te, che hai portato i Digimon per
mano lungo la crescita…come ho fatto io. Tenendo la mano a
Yuki.
MarineAngemon. La donna che amo, nonostante sia un Digimon,
perché non c’è niente!
Niente…Kazu…» avvicinandosi e
prendendogli le mani
«…che io ami più dei Digimon, perdonami
per aver
mentito sempre fino ad adesso, non volevo, io sono stato costretto!
Kazu…
“tua madre
sarà sempre nel tuo taschino, come un piccolo
folletto alato a vegliare…su di te, e sulla tua
crescita”…» citò
Kenta dovendo poi scostarsi
gli occhiali e asciugarsi gli occhi, mentre anche Kazu sussultava
«La lettera!! Q-Quella che ricevetti…a-al ritorno
dal
funerale, eri tu?!» …e due lacrime sgorgarono
istantanee
anche dai suoi occhi «…i-io avevo avuto un
sospetto ma
l’avevo scacciato, lo ritenevo impossibile, t-ti vedevo
così…così apparentemente frivolo,
distante!»…«Ho quasi ammazzato tuo
padre.»…«Cosa…?»…«L’ho
quasi strozzato! Chiedilo a mio padre se non ci credi, mi ha fermato
lui: quando sei sparito sono impazzito, non potevo più
contenere
l’odio e la rabbia per ciò che ti ha fatto passare
in
tutti questi anni! Tua madre era una donna stupenda…metteva
quel
profumo dolce al tè verde, d’estate…
…e i nostri ricordi sono meravigliosi come l’alba,
e li
dobbiamo tutti a loro…» volgendosi verso
Guardromon
e MarineAngemon che si affiancarono cordialmente l’uno
all’altra…
Kazu
accennò con un filo di voce «…Kenta
amico mio ti ho
ritrovato non…posso crederci, mi sembra un sogno,
non…!!...sai quante cose ho da raccontarti!!!»
gettandosi
fra le sue braccia «Ci sarà tempo per tutto! Ora
l’importante è che sei salvo, la nostra squadra si
ricomporrà! Sarà tutto come allora, recupereremo
ogni
sogno sfuggito!»…«Kenta, dobbiamo andare
a
Digiworld!!»…«Lo so! Lo so
già, Ryo mi ha
chiamato, hanno rapito Henry: dobbiamo
organizzarci!»…«Cosa?! Anche
questo?!...ah,
io…ho l’altra metà dei fatti! Ma ce la
faremo.
Amico mio, qui da questa strada prenderemo il volo come da
ragazzini.»
Entrambi sorridevano, nelle luci dell’alba e nella commozione
«Sono…così
felice…!» disse Kenta, e
Kazu «Kenta sai anch’io…
…anch’io amo una Digimon…»
Gli occhi oltre gli occhiali si spalancarono
«Ohh…?»
E i due Digimon si guardavano compiaciuti «Che bello! No?
E’ la magia della vita, fa rincontrare gli
amici!»…«…già come
noi,
MarineAngemon!»…«Quanti divertimenti,
eh?
Uhmuhmuhm!»…«Certo ti sei un
po’ ingrassata,
eh?»…«Vero? Solo un po’,
però!»
«Ti va di venire da me? Vuoi prendere parte alla
mega-colazione
che ho promesso a Yuki?»…«Come le
merende di tanti
anni
fa?!»…«Esattamente!!»…«Ci
sto!!»
«Ehi, però non mi mangiate tutto: Kenta mi ha
detto che
sei peggio di me!»…«Le hai detto questo?
Ahhh,
infame!»…«Kazu ma anche a me che sono il
tuo Digimon
mi lasciavi sempre a bocca asciutta, a
palazzo!»…«Cooome?! Ma che dici, questa
è una
bugia bella e buona, avete rifatto
comunella!»…«A
palazzooo…?»…«Ah, Kenta
sapessi quante ce ne
sono da raccontare! Ma per fortuna ci saranno cornetti a sufficienza
per recuperare ogni evento!» …così
allegramente si
allontanò quel quartetto nell’alba (fine-canzone)
Ma invece non
c’era niente di allegro in quella stanza in cui un ragazzo si
chiuse con suo padre, in un tesissimo incontro di sguardi
«Allora
Takato? Sto aspettando. Già ti preannuncio che non ti
permetto
di rivolgerti a me con tanta
impertinenza.»…«Ciò che mi
permetti o non mi
permetti non mi importa affatto papà. Adesso le cose stanno
in
un certo modo: bisogna adeguarsi…»
scandì
lentamente, con metallica ponderazione e sguardo penetrante il
ragazzo…
«I-Io non volevo!» si asciugava le lacrime
Cindermon nella
stanza vicina «L-L’ho fatto solo
per…!!...p-per…!» non era facile
spiegare
«L-L’ho fatto perché ero rimasta colpita
da quello
che lei, da-da ciò che lei mi aveva spiegatooo…e
cosììì…mi è
venuta voglia di vedere
quel vostro figlio, q-quel vostro figlio
ideale!»…«…sì
cara, lo so, non devi
spiegarlo a me io ti ringrazio per il tuo interesse, ma è
stata
un’imprudenza dopo aver visto la reazione di mio
marito.»…«Ma lo sooo!»
mugolava la ragazza. E
Mie sospirò «…ora sono preoccupata, fra
lui e
Takato già i rapporti sono tanto tesi…»
«…oddio che casino che ho
fattooo…» diceva
fra sé Cindermon…
«Non
capisco il significato delle tue
parole!!»…«Te lo
illustro subito!...
…io
desidero…che Cindermon viva qui, papà.»
rivelò Takato con tono vellutato «Beh io
no!!»…«Ma io
sì…» seguitava il
giovane a fissare intensamente suo padre «…sono il
suo
domatore. Lei è la mia Digimon, noi combattiamo insieme. E
c’è un’intesa profonda fra
noi…abbiamo
faccende serie, estremamente delicate a cui pensare! Fra cui
anche…qualcosa che potrebbe interessarti, prova a
immaginare…» al che Takehiro lo
oltrepassò,
passeggiando per la stanza «Potete pianificare le vostre
strategie anche fuori da qui, non mi va che quella ficchi il naso in
tutti gli affari della nostra
famiglia!»…«Gli
“affari della nostra famiglia”, come li chiami tu,
sono a
un passo dal venire a galla!»…«Questo
solo se TU lo
vorrai!»…«No…!...è
qui che ti sbagli.
Non dipende solo da me, ma anche da te…
…perché io rivelerò tutto alla mamma
se tu ti
ostini a voler mandar via Cindermon!!!» incattivendo di colpo
l’espressione. E decretando un agghiacciato stupore in quella
di
suo padre.
«Uhm!» Guilmon puntava il tremante N’Emo
con aria
beffarda «Sembri sconvolto, hai l’aria di qualcuno
che ha
visto la mostruosità più aberrante della sua
vita.»…«G-Guilmon!...t-tieniti quel
mantello
sull’occhio, co-copriti la cicatrice, p-per
favoreee…»…«Ah
sì…?!!»
avanzava minaccioso il draghetto «Tu vuoi che me la
copra?!»…«S-Sììì…!!!»…«Vuoi
che la nasconda?!! Che mi metta una benda sull’occhio come un
pirata e la tenga fino alla morte?! Come…è
flebile il tuo
intenso affetto da domatore, come vacilla la profonda sintonia con il
tuo Digimon!!»
N’Emo deglutiva, stringeva i pugni e sembrava non riuscire a
far
fronte a quell’esplosivo senso di repulsione «Mi
spiace
tanto per te, mio caro N’Emo…
…non sono
più come mi volevi, MA NON POSSO FARCI NIENTE!!»
scoprendosi di colpo il muso, calandosi il cappuccio
«AAAHHH!!!»…«Grida, fatti
sentire da tutto il
palazzo, non mi importa!!! Ma da adesso in poi questo è il
mio
volto, sono stato chiaro?!! QUESTO!! Quello che vedi, e che ti
dà tanta repulsione!! E se ora mi vuoi ancora a girarti
attorno
sai cosa dovrai fare?! Mi dovrai sopportare esattamente
così!!!» indicandosi con l’artiglio.
N’Emo
rabbrividiva, con la schiena incollata alla parete, scuoteva il capo ed
emetteva dei gemiti, rifiutando di fissare quella cicatrice…
…e sembrava temere l’incedere del Digimon verso di
lui
«Questo è il mio aspetto, come mi addolora che non
corrisponda più ai tuoi sogni, ed in effetti non potrebbe
essere
altrimenti!!» infieriva il Digimon, colmo di straripante
amarezza
e risentimento, ponendogli una zampa sul braccio «Questo muso
non
potrebbe rispecchiare i sogni di nessuno, semmai gli incubi!! Incubi
oscuri…
…e interminabili, di quelli che fanno tanta paura ai
bambini!»…«Ihhmmmm!!!»…«E
che non
mancano di spaventare anche gli adulti!
Già…perché
di fronte ad un’immagine deforme e sinistra non
c’è
età che conti, non si può far altro che tremare!
Ebbene!
Ora la mia natura è questa, sì!!...
…ma se faccio ribrezzo lo debbo soltanto a quel bestione che
è alleato con te e che tu avevi fatto
inquietare!!!»…«Cosa?!!»
esclamò
N’Emo sconvolto «Hai sentito bene!! E’
stato lui a
ridurmi in questo modo, è grazie a lui che ho perduto un
occhio
ed al suo posto adesso vi è una ripugnante cicatrice,
perciò questo vuol dire che è anche grazie a
te!!»
N’Emo lo fissò con occhi attoniti
«E’ stato
per seguirti che l’ho incontrato, per star dietro a te!! Tu
mi
hai coinvolto in tutto questo!!»…«T-Tu
sei voluto
venire di tua spontanea
volontà!!»…«TU MI HAI
TRASCINATO VIA DAL MIO VILLAGGIO!!!»
…gridò Guilmon
traboccante di rabbia
«…raggirandomi…con
l’espediente di fingerti Takato, mi hai strappato alla vita
che
conducevo e ora lui mi ha portato via un occhio!! Ora io sono
cieco!!»…«Guilmon…»
N’Emo
provò ad avvicinarsi…ma il Digimon gli dava le
spalle e
si premeva il manto là dove non vedeva più
«Quanto
ancora volete prendervi di me, eh…? Ancora non si accontenta
la
vostra insaziabile bramosia, quanto altro vi interessa?!»
volgendosi infuriato «Volete prendervi i pezzi del mio corpo,
ridurmi a un moncherino
digitale?!!»…«Ahhh!»
quel pensiero sembrò far rabbrividire il ragazzino, che si
schiacciò di nuovo contro la parete
«Perché
tanto…i pezzi della mia anima non esistono
più…
…ha un
suono vuoto e cavo come un pozzo senza fondo…è
giunta
l’oscurità a rastrellare ogni traccia, ogni raggio
di
sole…
…là non vi resta più niente per
soddisfarvi, il
mio cuore è freddo!! Sterile!! Mi chiedo…come
riesca
ancora a digievolvere, sfido io che esistano ancora dei dati nel mio
spirito prostrato ma forse…intuisco…che si tratta
di
odio…sì!!» alzando lo sguardo, ed anche
la
cicatrice «…odio e rabbia…
…profondi ed infiniti…io sono pieno
d’odio…
…il
mio aspetto riflette sempre più il mio animo invaso dalla
tristezza…e dal rancore…dal rancore,
sì…
…infinito rancore, simile a un vulcano attivo pronto ad
emettere
lava rendendo ogni elemento dello scenario che lo circonda
nient’altro che cenere. Cenere…
…tutt’attorno…» nel
progressivo approfondirsi
del timore per N’Emo…
«Non credo
a ciò che
sento…»…«Eppure è
la
verità!!» espresse perentorio Takato. Takehiro
spalancò gli occhi «…saresti
capace…di
causare un malore a tua madre?!! Ma non ti rendi conto che se sapesse
la verità potrebbe essere fatale per lei, è
debole, e
un’emozione come quella potrebbe sconvolgerla!!» ma
Takato
assunse inaspettatamente espressione sfrontata e indifferente,
seguitando a scandire «…io voglio che Cindermon
continui a
vivere in questa casa…
…fatti tu i tuoi
conti!!»…«…tu sei
impazzito…» mormorò il padre ma il
ragazzo si
sovrappose «Non mi interessa quello che
pensi!!»
…avvicinandosi a passo lento, fissando il padre
«Io ti ho
detto ciò che voglio…sta a te prendere la
decisione che
sia più indolore per
tutti.»…«Non riesco a
crederti davvero, figlio
mio…»…«Ohhh!...improvvisamente
torno ad
essere tuo figlio. Sai? Comincio a pensare che
sia…perché
mi comporto in questo modo. Del resto anche…
…N’Emo…non fa che elaborare piani di
distruzione e
intrighi perversi. Forse è questo che a te piace di un
figlio, e
io sono stato così sciocco da non capirlo fino a adesso ma
non
è mai troppo tardi! Sì!...
…tu
vuoi una persona…senza scrupoli, è questo che ti
piace,
beh allora se questa è la tua sola richiesta ti accontento
volentieri!!!»…«…mi addolora
sentirti parlare
così. Accetto pure, credimi…ingoio tutta la poca
considerazione che mi hai rifilato in questi anni, ma addirittura
approfittare dello stato di salute di tua madre per ricattarmi mi fa
pensare che davvero tu abbia superato…ogni limite. Ma non
capisci che lei non c’entra? E’ innocente,
è
soltanto una vittima delle
circostanze.»…«Già! Uhm,
è proprio
vero!» ammise il ragazzo, scivolando l’istante dopo
in un
rabbioso attacco «Però questo non ti ha impedito
di fare
il tuo comodo e pugnalarla alle spalle nel peggior modo, eh
papà?!!»…«Questo non
c’entra, non
cambiare argomento, Takato!! Io sono una storia a parte: stiamo
parlando di te!»…«Questo sono io!...
…e questo è ciò che
voglio.»…«No! Mi rifiuto di
crederlo…TU NON
PUOI RICATTARMI!»…«E
PERCHE’?!» Takato
lo afferrò per il polso
«Guardami…»…«…quello
che vedo
non è il figlio che ho
cresciuto…»…«Ma
è quello in cui mi hai trasformato!
Cos’è…?
Non credevi che io fossi capace di
essere…malvagio?!»…«Ah!»…«Subdolo,
pericoloso?! Ebbene…ho imparato! Hai sempre insistito sul
fatto
che dovevo tirar fuori le unghie e alla fine ti ho ascoltato,
eccomi!!...
…non sono più…il dolce bambino che ero
un tempo,
perché tu mi hai fatto capire che non c’era posto
per lui
in questa casa! Allora ho cambiato volto, perché ho scoperto
che
effettivamente la vita ti mette con le spalle al muro!! Questo
è
il mio nuovo aspetto…papà…e farai bene
ad
accettarlo: perché da adesso in poi…in questa
casa che
è mia, io detterò le regole del gioco!!»
«Come hai detto…?!»
«E’ stato un fatale e sfortunato errore che mio
fratello
sia venuto da me a rivelarsi, e non da te! E’ troppo tardi:
non
puoi più tenermi nascosta questa verità.
L’ho
scoperta adesso, so tutto, e ti tengo in pugno.» adagiandogli
con
apparente delicatezza un dito sul petto «…sta a te
capire
qual è il modo migliore per comportarsi affinché
io non
renda nota questa storia. E tanto per cominciare, questo
è…» spingendo sempre più
forte col dito,
mentre si avvicinava «…mettere a tacere
ALL’ISTANTE
questa ridicola e grottesca scenata, Cindermon vive qui, è
la
mia Digimon. E IO NON VOGLIO SENTIRE UNA PAROLA!! Bada bene…
…io non sono intenzionato a darti fastidio, mio fratello te
lo
vado a prendere, ma non lo faccio per te!! Tsz, tsz no…! Lo
faccio…perché…pur malvagio, mi
è rimasta
una minima coscienza umana: è sangue del mio sangue, ed
è
una faccenda che mi investe personalmente! Ma nel frattempo gioca bene
le tue carte…» sussurrò, accingendosi
ad uscire
«…ed impara a conoscermi. Perché da
adesso non
sarà uno soltanto, ma saranno due…i nuovi figli
che avrai
da scoprire!» spalancando la porta. E fissando il
padre…
…con la rigidità con cui si invita qualcuno ad
uscire.
Takato sembrava irremovibile, quell’integrità
d’acciaio non tradiva un tremore o un cedimento…
…Takehiro cercò di studiarla camminandogli
vicino. Ma era
così apparentemente granitica e insormontabile da
risultargli
del tutto nuova…
...quando se ne fu andato, Takato chiuse gli occhi in un respiro
profondo, per poi riaprirli cercando chissà dove con lo
sguardo…
Kenta
intanto si volgeva verso quel ragazzo in accappatoio bianco alle sue
spalle, e tale era lo stupore che ciò che aveva in mano gli
sfuggì «La caffettiera,
Kenta…!»
ammonì Kazu, ma fu inutile «Hai
detto…il sovrano
del palazzo reale? Il re dei
Digimon?!»…«Sembra
assurdo e inconcepibile…
…ma
ho detto proprio così.» ammise umilmente il
giovane, con
eco di Guardromon «Il mio Kazu è il nostro
re.»
Kenta si
avvicinò a passi esitanti
«…ahhh!...»
fissando il suo amico oltre le lenti dei suoi occhiali…fino
ad
aprirsi in un’espressione di viva gioia ed entusiasmo
«Non
sai quanto sono contento, amico mio!...è-è un
sogno! T-Tu
non mi dici la verità, il mio amico Kazu non può
essere
diventato…il re del mondo che ci lasciava a bocca aperta
quando
eravamo bambini, n-non è mica possibile che ora grazie a lui
potremmo andarci quante volte vorremo, e sentirci a casa!
Qui…ah, è uno scherzo, ci sono delle telecamere
nascoste!!» guardandosi attorno, mentre l’altro si
divertiva «Ahahah!»…«Yuki,
ditelo!! Avete
organizzato uno scherzo per me, per farmi fare la solita
figura!!»…«Ah, andiamo Kenta! Che
sarà
mai?!»…«CHEEE---SARA’---MAI???
Kazu ma ti
rendi conto?! Questo vuol dire…
…che finalmente qualcosa ci sta tornando indietro! Le
ingiustizie stanno trovando compenso…»
stringendogli con
affetto la mano «In effetti è
vero…» disse il
ragazzo dai capelli appena lavati facendo assorti i suoi occhi
«Piombando a Digiworld…dopo tanti anni, quando lo
avevo
creduto ormai impossibile…ho provato emozioni che non posso
descrivere, è…semplicemente troppo, tutto! Il
palazzo
sulle nuvole del grande Cyclemon…
…il nuovo aspetto che i Digimon hanno dato al loro mondo per
mezzo della forza di volontà. Dovresti vedere quante nuove
scoperte, e nuovi
luoghi!»…«…m-mi ci porterai
presto…?» chiese Kenta con una profonda dolcezza,
e
l’amico gli sorrise «Oh, ma sicuro! E
poi…
…e poi questa notizia che mi ha…preso nel mezzo,
non
l’avrei mai creduto, ti giuro Kenta!» prendendosi
la testa
fra le mani «…io il
sovrano.»…«…e
perché no?...io mi sto
già abituando all’idea…dopo
tutto…
…non è poi così strano se ci
pensi.» Kazu
quasi si vergognava a fissare negli occhi l’amico, che
però non aveva remora di affermare «Tu hai sempre
amato i
Digimon più di chiunque altro! E loro…anche dal
loro
mondo lontano hanno sentito il nostro grido, evidentemente. Che
poi…non è realmente così lontano, io
è
questo che ho compreso, vivendo tutti questi anni al fianco di
MarineAngemon che per restarmi vicino ha fatto ricorso ad una magia
sacra. E si è trasformata in
Yuki…ma…non è
qui solo una questione dell’aspetto che possiamo assumere.
E’ una faccenda…direi…di cuore.
E’ quello che
ci accomuna…è uno solo,
Kazu!...»…«Oh?» Kazu si volse,
poiché
colpito da quella teoria «…uno solo per la terra e
per
Digiworld e composto da un miscuglio dei nostri…
…in un unico battito…prorompente…
…come la vita…
…un suono che spinge verso il futuro. E non si arrende.
Mai…» sussurava Kenta…
Kazu seguitò a smarrirsi fra i ricordi «Scoprire
per bocca
di Cyclemon del mio ruolo è stato…sensazionale,
ma in
realtà…sai, in tutto questo fuoco
d’artificio di
eventi e rivelazioni se c’è stato qualcosa che
realmente
mi ha dato felicità non è stato né la
gloria
né l’energia magica, bensì
l’amore che ho
sentito nel mio cuore per Diamon. Quella è stata la scoperta
più importante, supera tutte le altre…
…è
quella il vero indirizzo, ciò che mi ha restituito la
vita!...
…io la
amo, Kenta…»…«…ti
capisco…»…«…e
Digiworld mi aspetta
perché lì c’è lei, io
ormai…non posso
più viverle distante, è come se
fosse…una
metà del mio cuore! Non sai quanto mi è costato
separarmi
da lei…»
Kenta
abbassò lo sguardo «…non
durerà a
lungo…» alzandolo poi con più decisione
«Tutti assieme andremo a Digiworld, e tu ti riunirai alla
ragazza
che am-ops! Scusa! Volevo dire…alla Digimon che ti ha fatto
perdere la testa,
ahahahah!»…«Sì, hai detto
bene, hai proprio ragione! Perdere la testa!» Kazu prese le
mani
dell’amico in un moto di entusiasmo «Sono
completamente
andato, oh Kenta ma tu mi ci vedi, lo credi possibile?! Mi ha
rivoltato…come un calzino, sono in fissa, io la amo!! La
amo, e
già mi manca!!»…«Ahahahah! Se
mi sembra
possibile? Eccome! Eri altrettanto in fissa con i giochi dei Digimon
dieci anni fa!»…«Ah, ma lei li supera
tutti!! Io ti
posso assicurare…non sono mai stato così preso
come sono
adesso.»…«Questa Diamon
dev’essere proprio una
tipa speciale, voglio
conoscerla!»…«E’ la
più bella!...
…è una Digimon meravigliosa…
…ahhh, se
l’avessimo vista da piccoli, avremmo perso la
testa!»…«Già!»
espresse Kenta con
gusto, e Kazu «Io l’ho persa anche da adulto,
figurati!» ma in quel momento giunse Yuki
«Sentite!»
ponendosi le mani sui fianchi «Io non sono sorda: grassa
sì ma ho ancora buon udito! Tanto buono da orecchiare che
qui si
sta parlando di ragazze! Uhmf! DIGITALI poi, che è anche
peggio!
Guarda che tu devi stare molto attento, sai? Io so essere molto
gelosa!»…«Ahahah! Dai, Yuki!»
fece il marito,
e anche Kazu «Andiamo MarineAngemon! Tu non hai proprio di
che
lamentarti: si sa che sei stata sempre la prima e l’unica nel
cuore di Kenta, fin da quel giorno sull’arca: secondo me
già pensava a te! Si era innamorato senza saperlo, anche se
avevi l’aspetto di un piccolo
folletto!»…«Sarà, ma se
questo mascalzone si
mette a guardare altre ragazze io gli tiro le
oreccCCHIE---!!!»…«AAAHHH! Ma che ho
fatto fino a
adessooo?! Già metti in
pratica!»…«Meglio
prevenire che curare!»
Al che Kazu
tornò a pensare «Mi domando come stia Diamon. Ci
siamo
salutati in un momento infernale…chissà se lei e
suo
padre Cyclemon sono riusciti a raggiungere quel settore dove hanno
riunito i potenti Digimon con cui muovere la rivolta.» Kenta
allora incrociò le braccia, facendo la sua espressione
più seria «Scappare dal palazzo è stata
un’impresa
difficile?»…«…siamo vivi per
miracolo, quel Sandmon ne sa una più del diavolo! Ha
occupato il
castello con un esercito di Digimon sconosciuti, a parte i
Knightmon!»…«Dobbiamo spodestarlo!! Quel
regno
è tuo, Kazu!»…«…e
come se non
bastasse…ci si è messo poi quel ragazzino con gli
occhialoni.»…«Cosa?!»…«Non
so se
tu lo conosci…
…li ha rubati a Takato…
…si
somigliano come due gocce d’acqua…è
inspiegabile!...» ma quelle parole avevano destato in Kenta
il
ricordo della comparsa di N’Emo la notte
precedente…
«…Kazu, io…so di chi si
tratta!»
decretò con una nota metallica «Che
cosa?!» Kazu si
stupì.
«Vedrai
che tutto si risolverà…» Mie carezzava
il capo di
Cindermon, seppur con poca convinzione «…in un
modo o
nell’altro…parlerò con
Takehiro…e
cercherò di convincerlo a non mandarti
via…»…«Non ce
n’è più
bisogno!»…«Oh!...Takato!»
esclamò
Cindermon, quando lo vide comparire sulla porta.
La sua
espressione era orgogliosa e di sfida, seppur molto seria, le sue
braccia conserte «…Takato…che
è successo con
tuo padre?»…«Niente, mamma. Abbiamo
semplicemente
parlato.»…«Ma insomma, che vi siete
detti?»…«Niente, ti
ripeto…»
specificò il ragazzo, passeggiando per la stanza
«Ma tu
non devi più
preoccuparti…»…«Che cosa
vuoi dire?!» Cindermon balzò in piedi, e Takato la
fissò «Il tuo posto in questa
casa…è
assicurato…mia
cara…»…«Oh?!»
arretrò stupita la ragazza digitale…mentre il
ragazzo
seguitava a guardarla e a scandire «…non dovrai
più
andartene.»…«Takato mi stupisce, tuo
padre mi
sembrava estremamente convinto della sua decisione, e lo conosciamo:
sappiamo quanto è testardo, per favore, non ci
mentire.»…«E perché dovrei
mentirti,
mamma?!» replicò il ragazzo con una punta di
metallica
rigidità, guardando a turno sia la madre sia Cindermon
«…Cindermon può rilassarsi, ho risolto
il suo
problema, da questo momento è…» aprendo
le braccia,
ed assumendo espressione dubbiosa e sminuente
«…esattamente tutto come prima!»
(mentre Takehiro osservava oltre la porta…con sguardo torvo
e
incredulo…)
«Il guaio di questa mattina è stato…
…un sogno! Sì! Puf!...un sogno. Semplicemente
abbiamo
dormito…tutti più del dovuto, sarà che
è
domenica, per cui ci siamo immaginati ogni cosa. E’ tutto a
posto!!» esclamò, e cercò di simulare
un sorriso,
ma la madre non era convinta, e anche Cindermon, dal volto pallido e
gli occhi arrossati, affermava «…Takato tu mi
nascondi
qualcosa!»…«Oh, ma
perché?!» si girava
verso l’una e verso l’altra con
quell’espressione di
strana euforia «Dovete credermi!» …quel
sorriso
tanto aperto quanto innaturale «Non vi sto mentendo, che
motivo
avrei!...
…io e mio padre ci siamo chiariti!...davvero mamma, puoi
fidarti
Cindermon, è…stato solo…uno sciocco
incidente da
dimenticare! Andiamo…!!...
…perché quelle facce?»
Cindermon
alzò lo sguardo verso Takehiro oltre la porta. Ma questi le
rivolse un’espressione sprezzante e si allontanò
lungo il
corridoio “Qui c’è qualcosa che non
va…” ma Takato seguitava a insistere
«Cindermon, non
sei contenta? Puoi disfare quella
borsa!»…«Takato,
ascoltami bene.» parlò Mie «In questo
momento
abbiamo bisogno…di tutto meno che di altre
tensioni.»…«Ma se vi sto dicendo
che-»…«Ascoltami…!»
scandì la
donna con pazienza ma anche con fermezza «Non è un
segreto
che fra te e tuo padre le cose…non vanno bene. E tu non puoi
ingannarmi…siete mio marito e mio figlio,
conosco…ogni
vostro segreto, purtroppo per voi!»
…frase che rese
l’espressione di Takato vagante e titubante
«…per
cui mentirmi…servirà a poco. Takato, tuo padre
questa
mattina non le passava, mi fa molta specie che proprio tu possa essere
riuscito a convincerlo con così
poco.»…«Ma
guardami, mamma!» indicò se stesso «Puoi
guardarmi
il viso se non ci credi, non c’è traccia
né di
lividi né di segni,
è…è…perfetto!»…«Non
scherzare in questo modo che non fa
ridere!»…«Oh!»
arretrò il ragazzo,
colpito da quelle parole «Piuttosto…curati
l’occhio,
ti sei visto? E’ tutto
arrossato…»…«N-Non
è niente!»
strofinandocisi pesantemente la mano
«E’-E’ solo che
da ieri sera non mi fa che lacrimare!! Dev’essermi venuta un
po’ di
congiuntivite!»…«…ora non te
lo
torturare. Ascolta Takato…io non so davvero cosa sia
intercorso
fra voi, ma ti basti sapere che non mi fido. E non sono tranquilla.
Sappilo molto chiaramente.» concluse Mie, uscendo dalla
stanza.
Cindermon era
rimasta alle spalle del ragazzo, e provò a rivolgerglisi
«…a-allora…sicuro sicuro? Posso disfare
quella
borsa, è tutto risolto io…seguito ad abitare qui
non
debbo scapicollarmi a trovare un’altra
sistemazione?»…«Ma no, te l’ho
detto!!
Ahaha!» prendendole le mani «Questa è la
tua casa,
Cindermon!»…«La-La mi-?...la mia
casa…?» “…non
l’aveva mai chiamata
così.” «Certo…!! Anzi! Voglio
che da oggi in
poi tu ti senta…uhm, a tuo agio qui, sì! Sei
troppo
timida e ritirata, rilassati!»…«Ah o-oh
beh…sì! No beh, timida
io!»…«E tieniti
pronta perché fra poco…dovremo parlare
d’azione:
devi sapere che hanno rapito il mio amico Henry portandolo a Digiworld
ma io non ho intenzione di arrendermi e lasciarlo nelle grinfie dei
nemici, Terriermon ha parlato di appuntamento al parco, ci andremo
insieme!
Spero.»…«S-Sì…!»
“…non mi aveva mai parlato in questo modo prima
d’ora, è come se io e lui fossimo…una
squadra in
perfetta sintonia, ma c’è qualcosa che non mi
convince…la sua espressione è strana!”
«Mmm,
bene! Gliela faremo vedere a quelli! E…anche per la faccenda
del
tuo regno, la pagheranno!» definiva il ragazzo con quello che
assomigliava a un sorriso di decisione, puntandole il dito e fissandola
intensamente “Io ho visto Takato…tante volte serio
e poche
volte sorridere, e quelle poche di certo non con me. Ma i sorrisi che
rivolgeva ai suoi amici erano così sinceri, e sollevati,
quando
riusciva ad aiutarli…quello di oggi non è lo
stessooo!” «Takato, scusa se te lo chiedo ma
qualcosa non
va per caso?»…«Uhmuhm, ma nooo! Ahhh, ti
stai
facendo contagiare da mia madre, vi fate troppi problemi! Piuttosto,
svelta, andiamo è ora di
prepararci!!»…«O-Oh
beh…»…«Ci aspettano al parco,
e poi è
un peccato rimanere fuori con un tempo come oggi, hai visto,
Cindermon?!»…«Eh?»…«Oggi
è
una splendida giornata!...
…guarda che sole meraviglioso…»
muovendosi verso la
finestra, chiudendo gli occhi e stirandosi mentre la luce lo
travolgeva…sotto lo sguardo d’apprensione della
ragazza
digitale…
«Io ho
sempre amato il sole…mi ricorda l’infanzia! E mi
dà
la carica…per vivere la giornata, coraggio andiamo
muoviamoci!» volgendosi, e accingendosi ad uscire dalla
stanza
«Gli faremo vedere chi siamo, non si può tener
testa alla
nostra accoppiata!»…«Cosa?!»
Ma Takato
aveva già richiuso la porta alle sue spalle: tirando un
sospiro
accorato e sofferto…
«Erano queste…le parole con cui ti rivolgevi a
Guilmon…Takato?» mormorò la giovane dal
ciuffo
rosso, dall’interno della stanza.
«Che cosa
hai detto?! Non posso
crederci…»…«E invece
faresti bene a farlo, incredibile ma vero: il nostro amico ha un
fratello.» dissero Kazu e Kenta, quest’ultimo
mentre
versava il caffè «Si è rivelato lui
stesso ieri
sera!»…«E a casa di Takato lo
sanno?!»…«…questo dipende da
cosa lui ha
deciso di fare…» disse in tono più
basso il ragazzo
occhialuto…
«…e così…quel bambino, quel
nostro nemico
altri non è che il fratello…il fratello di
Takato…» ripeteva Kazu assorto nello
sguardo…
…l’espressione di Kenta era scura, mentre portava
le
tazzine…
«…in questo momento dev’essere
sconvolto.
Immaginarlo in quelle condizioni…»
Kenta
seguitava a non dire nulla, mescolava lo zucchero. Ma un pensiero
sembrava tendere il suo volto…
«Kenta,
non me lo sarei mai aspettato!»…«Io
invece
sì!»…«Che
cosa?!»…«…tu non potevi
saperlo, in quel
periodo purtroppo tua madre si stava aggravando. Però Takato
soffrì molto…alla scomparsa dei Digimon si
aggiunse lo
strano comportamento dei suoi genitori. In particolare di suo padre.
Eheh, eccolo, lo “strano
comportamento”…da quel che
ho capito è proprio da lui che sei scappato in extremis a
Digiworld per giungere qui!»…«Oh?
Sì,
però…!...vuoi dire che tu sapevi
qualcosa?»…«…come sai io ho
osservato lui
e…tutti voi da quando tutti i Digimon, con
l’eccezione di
Yuki, hanno fatto ritorno a Digiworld.»
descriveva…mentre
la moglie passava da quelle parti e provava a smanettare un
po’
col televisore.
Kenta parlava tenendo lo sguardo basso, ma con il tono di chi rivela
cose che hanno segnato profondamente il proprio animo «A
quell’epoca erano già iniziati i ricatti di
Guardianmon…non potevo mostrarmi realmente per quello che
ero al
nostro amico, sicché procedetti nel medesimo modo,
attraverso le
lettere, e le mail. Fu una…lo ricordo
ancora…»
mentre sorseggiava il caffè «…delle
prime cose su
cui mi interrogai quando smisi di pensare solo e soltanto ai Digimon e
cominciai a crescere…ed occuparmi di problemi concreti.
Beh…senza smettere di pensare realmente ai Digimon
però,
s’intende.» …addolcendo i suoi occhi per
qualche
istante, e scambiandosi un’espressione d’affetto
con la
moglie, per poi riprendere «Lo strano
comportamento…del
padre del mio amico, che era sempre parso un uomo simpatico e alla
mano.»…«Ti do ragione, a me era
simpaticissimo il
signor Takehiro, il padre di Takato! Però…devo
ammettere
che col tempo…non è più quello di una
volta.»
Kenta tacque, e
dell’asperità e del risentimento sembravano
leggersi nel
suo sguardo…ciò invece non accadeva in quello di
Kazu,
che semplicemente soppesava quelle parole con umiltà
«Certo, pfff. Parlo io, che come vedi non ho ancora avuto il
coraggio…di chiederti nulla Kenta…»
…quest’ultimo orientò la coda
dell’occhio
verso l’amico…e Kazu che nascondeva il volto sotto
il
cappuccio dell’accappatoio accennò
«…come
sta, tu ne sai qualcosa…?»
Lì per lì nessuna risposta.
«…ha…chiesto di me…?...
…no, ci avrei giurato. Non gli importa. Per lui sarebbe
tanto
meglio che fossi morto. Forse non mi conviene andare da lui a trovarlo,
ero preoccupato però…» Intervenne
Guardromon
«…Kazu, non vuoi portarmi a trovare il tuo
papà?»…«Ah, figurati, in un
altro momento
molto volentieri! In un'altra…vita, con un altro passato!
Senza
quello che ci è successo, sarei…corso, ma
forse…finirei solo per guastargli l’illusione, no,
è meglio che creda che sono morto, dopo
tut-»…«Kazu!» lo interruppe
Kenta
«E’ inutile ragionare su questo perché
al
momento…
…non possiamo sapere…»
…mentre Yuki sembrava
scuotere la testa con eloquenti e appenati cenni, ma Kenta
dichiarò «No, Yuki è meglio che lo
sappia! Basta
segreti e sotterfugi.»…«Kenta, mi
spaventi! Che cosa
è successo, che cosa sai?!» fece il ragazzo
alzandosi e
piazzandosi davanti all’amico. Kenta sospirò
«…devi…cercare di controllarti. Quella
che è
accaduta è una cosa
spiacevole.»…«Gli
è successo qualcosa?! Parla!!! Gli è successo
qualcosa
mentre ero via, mentre ero a
Digiworld?!!»…«Kazu,
tuo padre è scomparso! E’
ricercato…»
«…ahhh!»…«…omicidio.»
scandì l’amico, molto serio…
Kazu
indietreggiò «No…» ma
incappò nella
morbidezza del corpo rotondo di Yuki «Io e Kenta avremmo
preferito non dirtelo, però ora forse è meglio
che tu lo
sappia.»…«…Kazu tuo
padre…è
indagato per l’omicidio di un suo conoscente che a quanto
sembrava gli forniva da bere…»
«…no…!!...non può averlo
fatto!!...»
…il ragazzo si riaccasciava sulla sedia, spogliato dalle sue
speranze e inondato di un profondo dolore «…mio
padre
parlava spesso di vendicarsi, esprimeva minacce…!»
con la
voce che tradì un gemito «…ma da qui ad
ammazzare
realmente una persona…nooo, non posso crederci!»
passandosi la mano tra i capelli ancora umidi…
…mentre
Yuki esprimeva «…Kenta, forse lo abbiamo fatto
soffrire
troppo.»
Ma Kenta era preso fra
i suoi pensieri, rigirava il cucchiaino nello zucchero ormai
asciutto…e mormorava a bassa voce con sguardo fitto
«…bene, e questo è l’ennesimo
regalo che ti
rifila…»
Kazu seguitava a
ripetere «Papà…!!...per me
rimarrà
sempre…mio padre, quell’uomo nel quale non si
può
che aver fiducia! Non riesco a pensarlo come un
assassino…è più forte di
me…»
...sembrava soffrire molto.
Ma Kenta ebbe il
gesto, venato di fastidio, di alzare appena le spalle, come a
evidenziare quanto fosse malriposta la sua fiducia…
«Takato!
Senti: io lo so che ti
sembrerò…incontentabile!» gli
si rivolse Cindermon là nel bagno, di fronte al cui specchio
il
ragazzo stava passandosi il gel tra i capelli e spruzzandosi abbondante
profumo sul collo. I suoi gesti sembravano molto vitali e spigliati, un
sorrisetto poteva leggersi tra le righe della sua espressione
«Ma
posso almeno io, che sono la diretta interessata, sapere come sei
riuscito a convincere tuo padre a non mandarmi via per quella storia
del disegno?»
«Con il
ricatto!» rispose il ragazzo con radiosa naturalezza. E
seguitò a spruzzarsi il profumo, accomodandosi i capelli e
prestando accurata attenzione ad ogni angolazione del suo aspetto.
Cindermon d’altro canto schioccò le dita
«Cavoli, ma
lo sai che non ci avrei mai pensato! Sei stato grande: vedi io ero
disperata se invece anch’io avessi avuto
questaaa…ehh,
eh…!» rimarcando coi gesti quel guizzo
d’inventiva…ma a poco a poco la sua espressione
cambiava,
i suoi occhi si sgranavano «Cos…cosa?! I-Il
ricat-»…«Sì,
perché ti
stupisci?!» replicò il ragazzo senza smarrire
quella
spigliatezza, mentre era indeciso sulla frangetta o la fronte scoperta
«…p…
…perché mi stupiscooo…?!»
deglutendo
pesantemente.
«Hai fatto
anche tu ricorso a questo mezzo per giungere qui sulla terra o sbaglio?
Non hai ricattato Guardianmon perché ti facesse solcare il
digivarco? Ebbene…» …mentre quegli
occhi azzurri
erano imbambolati. Takato apriva la crema, e se la passava sul contorno
degli occhi, raccontando con la massima tranquillità
«…io oggi ho ricattato mio padre, e gli ho detto
che avrei
rivelato tutto alla mamma, mi riferisco alla faccenda di mio fratello,
se ti avesse mandato via.»
Cindermon arretrò.
«Papà
è…terrorizzato, dovresti vederlo!»
descriveva e
sorrideva. Sembrava avere un pizzico di gusto nell’illustrare
quei particolari «Ha ceduto all’istante, senza
neanche
provare a ribellarsi: lui teme…che mamma possa logicamente
sentirsi male se scoprisse…da un istante
all’altro…» passando all’altro
occhio con la
crema «…che mentre lei credeva di vivere in una
bella e
pacifica famiglia lui in realtà l’ha tradita dieci
anni
fa…e quello che vive a casa con lei e che ha
ventun’anni
è sì il suo unico figlio ma non altrettanto di
suo marito
che ha anche un bambino di dieci anni. Ci rimarrebbe…pensa
lui…
…secca,
sì! Uhmuhm! Teme che non le reggerebbe il cuore tanto il
dolore
e in effetti…
…beh!
Prova soltanto a metterti nei suoi panni. Non è allegra come
prospettiva.»…«…Takato…tu
stai dicendo
sul serio, n-non mi stai prendendo in giro. Eh?» fece la
ragazza,
con un filo di voce, sfiorandogli la spalla mentre lui fece
«Oh
no, affatto!...(dove ho messo il tubetto?...eccolo)
»…«…t-tu parli sul serio!
S-Sei
stato…s-sei stato davvero capace di fare una cosa simile
p-per
farmi restare a casa! H-Hai…ricattato il tuo papà
facendo
leva sulla salute di-di tua madre, quando tu sai che è
fragile e
che un colpo potrebbe farle male sul serio, t-t-tu
hai…»
…Takato si arrestò dalle sue
occupazioni…appoggiandosi sul vano dello specchio, e
sfoggiando
un’espressione di sfida…
«…tu hai fatto questo…a-a quei genitori
a cui tu
vuoi tanto bene, e-e che altrettanto te ne vogliono! Beh…
…tuo padre forse ha fatto quella carognata
però…tu…»
…in un crescendo di
insicurezza per Cindermon «…hai sempre dimostrato
un
profondo rispetto per loro, tu hai fatto davvero
questo?!»…«Esattamente…
…!» scandì lui con gusto e
orgoglio…per poi
accorgersi di qualche imperfezione sotto il suo occhio e tentare di
sfumarsela con le dita «Geniale, no?!»
…mentre lei
sbatteva le palpebre «Ne avevamo bisogno, in questo modo
è
risolto di netto il problema del tuo posto in questa casa,
papà
non oserebbe mai rischiare che io esplodessi come una bomba e
riversassi da un momento all’altro tutto il
marciume!!»
piegando il volto in un’ironica enfatizzazione del concetto.
Quando lei sbottò «Tu non puoi aver fatto
questo!!! Tu sei
buono!!!» La sua voce risuonò disperata.
Lo sguardo
del ragazzo si abbassò in modo ambiguo…come di
solito
quando si sta trattenendo a stento una risata
«Pfff…fff!!»…«U-Un
conto è che
l’abbia fatto io!!...
…s-sì, lo ammetto! Ho ricattato Guardianmon per
passare i
cancelli ma io sono io, io sono una Digimon…i-insomma mi hai
visto, senza fissa dimora, ho questo ciuffo da pazza, sono un disastro
come principessa e quando ero piccola ho anche riempito lo zaino della
mia sorellina di Frogmon, che sapevo che a lei facevano ribrezzo! Poi
le è passata la paura d’accordo da allora li ha
amati,
però…io…!!...sono io, e tu sei
tu!!»…«Fff…!!»…«Tu
sei…!!...mite, gentile,
generoso!»…«Fff,
ahahahah!»…«N-Non avresti
mai…fatto una cosa
simile, tanti anni fa! Piuttosto avresti preferito
morire!»…«Fff---!!
Ahahahahahahahahah!»…«…oh?»…«Ahahahahahahahah!!...
…mmm…ahahahahahahahah!»
Il ragazzo
scoppiò a ridere. Sembrava non riuscire a fermarsi
«…perché ridi…?»
diventava sempre
più insicura quella ragazza
«…è-è per
la storia dei Frogmon nello zaino di mia sorella, ti fa tanto
ridere…?»…«Ah…ahahahahahahahah!!...
…ahahahahahahahah!...»
Sembrava una risata di autentico divertimento, irrefrenabile…
…come se
ci fosse un dettaglio comico in tutto quel quadro che lei non
riusciva a cogliere, ma in cui lui sguazzava
«Ahahahahah…ahahahahahahahahahah!!!...
…»…«…Takato…»
tremolò la voce di Cindermon…
…e lui a
stento, tra le risate «…ah, perdonami! Ahahahah!
Ma quello
che dici…mi fa morire dal
ridere!»…«S-Si
tratta degli aneddoti della mia di vita o della
tua?!»…«Pfff…AHAHAHAHAHA!!!...
…ma della
vita in generale! Ahhh…non capisco perché sei
così
seria e non ridi insieme a me!! Ahah! Andiamo,
Cindermon!»…«N-Non ci
trovo…niente da ridere,
e adesso che ci penso nemmeno più nella storia dei Frogmon
nello
zaino di Diamon, che ci ho riso per
anni!»…«Ahahahahahah!!...ahahah…
…sai
cos’è che è veramente sensazionale in
tutto questo?
Ahahah!...ahh…» scostando con la mano quelle
scatole e
tubetti di creme, ed alzando il suo volto ilare dinanzi allo specchio
«Che ora si può dire di me che sono un
ricattatore!
Già, ma di certo non si può dire…che
sono
uno…che non mantiene…la parola data,
ahahahahah!»…«…a-a che ti
riferisci?»…«Mmm, ma guardami!
Eh…?...ahahah!...
…guarda
come sono felice, questo è il sorriso che
dovevo…c-che
avevo il dovere di non perdere mai, eccolo! Ahahah! Ci sono
riuscito---non l’ho perso, guarda come sorrido! Ahahahahah!
Ahahahahah!»
«…ohh? Takato…» disse lei con
un filo di
voce…avvicinandosi lentamente al ragazzo, riflettendo nello
specchio uno sguardo impietosito e adagiandogli la mano sulla spalla
mentre lui seguitava a ridere
«Ahahahahah!...ahah…»
…ma tra
una risata e l’altra, sulla coda dei suoi occhi si
intravedevano
delle lacrime. E il tutto culminò nell’istintivo e
improvviso lancio della boccetta con la crema (canzone: Laura
Pausini - Mi dispiace (strumentale) )
«TAKATO!!» che frantumò lo specchio.
Cindermon si
gettò su di lui come per proteggerlo, da un pericolo: Takato
si
nascose la testa fra le mani
«Ughh---LASCIAMI!!»…«Nooo!!»…«LASCIATEMI
TUTTI, ANDATE VIA, LASCIATEMI IN
PACEEEEEE!!!»…«C-Calmati, ti
prego!!»
supplicò Cindermon…che cercava con grande stento
di far
fronte al suo violento dimenarsi «N-Non fare
cosììì!»
Ma il suo moto di dolore sembrava profondo e incontrollabile…
Quando nei
corridoi oscuri del palazzo «Da adesso in
poi…»
enunciava cupamente Guilmon «…non desidero che
più
nessuno mi metta i piedi in testa!!...
…e
bada bene di intendere ciò che voglio dire con queste
parole!» …volgendosi verso
N’Emo…che ancora
restava attaccato alla parete, a contemplarlo con occhi intimoriti e
ritrosi.
«Non
permetterò più…né a
quel maledetto
ammasso di ferraglie di Sandmon, né a Purplemon,
né a
nessun altro di umiliarmi! Sono stato chiaro?!» …e
si
copriva saldamente l’occhio cieco con il lembo del manto
«Io esigo di restare nascosto, nessuno qui a palazzo, fra
tutti
quei Digimon ignoranti e pieni di livore deve vedermi ridotto in questo
stato!!! Cerca di realizzare…che non voglio visite!! Non
voglio
compassione, e quel che voglio ancor meno è la loro
soddisfazione, certo, come se non lo sapessi che qui mi odiano!! Mi
considerano tutti…un usurpatore, sarebbero felici e festanti
nel
vedermi senza un occhio!! Tu…!!...tu devi allontanare
tutti!!
Darò ordini…ma mi farai da portavoce, MI HAI
SENTITO?!»
«Guilmon…» mormorava N’Emo,
mentre le sue
pallide mani tremavano…
…e il muso di quel draghetto si abbassava
nell’oscurità più fonda «Non
voglio
nessuno…a disturbarmi. Io ormai…
…emergo dagli incubi, con questo aspetto nessuno
più
sognerebbe di avermi al suo fianco…» muovendo
qualche
passo avanti «…nessuno sorriderebbe
all’idea di
avermi come amico, io non potrei essere più il compagno
ideale
per nessuno!» alzando ora lo sguardo verso l’altro,
col
gesto triste di un lupo che ulula malinconicamente alla luna
«Osservandomi proverebbero tutti...quell’orrore, e
quel
ribrezzo che hai avvertito tu stesso. Io non sono più quella
creatura che è giusta per questo tempo, adatta per
passeggiare
sotto…i raggi del sole, io non vado più di moda.
Non
c’è più posto per me nelle
fiabe…»
…ma N’Emo «Oh?»
…udite quelle parole fu
come colto da un incantesimo…che scioglieva la paura e lo
induceva ad avvicinarsi al Digimon che gli dava le spalle…
…tendergli la mano
«…Guilmon…ma
tu…?»…«…avanti,
cosa aspetti?! Scappa,
che ti avvicini a fare?!...io sono come mi hai visto!...
…sono un mostro adesso, non più un cucciolo!...
…non posso incantare gli umani…né gli
altri
Digimon. Già…» accomodandosi il
cappuccio
«…quelli come lei…
…non posso sperare…» con
l’occhio velato da
lacrime «…che quella ragazza digitale veda in me
altri che
un mostro spaventoso, anche se io…sono innamorato di lei! Ho
il
cuore che mi batte forte, ma so che l’amore mi è
negato!!
Non esiste una carezza…» lasciando scorrere le sue
zampe
nell’aria «…uno sguardo
d’amore…
…o
un bacio…che io sia destinato a dare, uno solo fra tutti
quelli
che ho maturato giorno dopo giorno nel cuore durante la mia crescita
solitaria al villaggio! Posso solo restar rinchiuso nella mia alcova
oscura. Mentre lei…riempie di carezze, e di baci il viso di
quel
giovane che aveva accanto stanotte!!» stringendo i denti di
frustrazione «…un giovane umano che di sicuro ha
un volto
stupendo e perfetto!! Egli ha la vita davanti, e avrà avuto
un’infanzia serena e felice! N-Non sopporto l’idea
che lui
possa toccarla, baciarla e farsi amare!!
C’è…sempre
qualcuno di più fortunato…»
«Guilmon…non posso crederci!...ma allora
tu…?...
…allora tu…provi…
…le stesse cose che provo io…! Anche tu ti senti
solo,
emarginato? Allora non hai niente di
strano!»…«Oh?!» Guilmon si
volse…
…mentre N’Emo, ora con la massima delicatezza, gli
sollevava il lembo del mantello «…non
c’è
più motivo di aver paura, noi siamo
uguali…»
«Oh?!...UGUALI…?» scandì il
draghetto in un
impeto di stupore, e di emozione…
«Siamo amici…» replicava il
ragazzino…che
riscopriva quella cicatrice come una cosa meravigliosa…
…quando
in quel bagno della terra «Takato ti scongiuro
fermatiii!!!»…«LASCIAMIII!! TI HO DETTO
DI
LASCIARMI!!»…«NO, NON TI
LASCIO!!»…«GRRR, E’ MEGLIO PER
TE,
SAI?!!» esclamava il giovane stravolto dalla furia
«Non hai
orecchie buone, non hai udito di che sono capace?!! Io posso fare molto
peggio!!!»…«C-CHE ALTRO DI PEGGIO
POTRESTI
FARE?!» esclamò la ragazza con le lacrime agli
occhi
«G-Già basta…che tu ti distrugga,
guardati!!»…«IO SONO DISTRUTTOOO!!!...
…puoi vedermi!!
Guarda c-come…!!!...» toccandosi la faccia con
mano
tremante «…f-fa orrore il mio viso!!!»
volgendosi
verso quel che restava dello specchio «E-E ancor
più
è brutto il mio animo!»…«Ma
no, non dire
cosììì!...solo perché
hai…ricattato
tuo padre!»…«AH, E TI SEMBRA POCO?!...
…è-è esattamente come dici tu, era
qualcosa che
non avrei mai, mai fatto prima di un certo momento!! A-Avrei
avuto…s-spavento di quel me stesso, al buio, nel mio letto
di
bambino e in effetti ancora ce l’ho!! Mi faccio
pauuura…»
…esclamò mentre le lacrime gli travolgevano il
viso che
specchiava tra i frammenti, nella sua espressione sofferta e disperata,
che si rifletteva al fianco di quella premurosa e appenata della
ragazza digitale «…non sono più io, NON
SONO
PIU’ IO!!»…«M-Ma
nooo!...è-è
solo che è un momento difficile, sei sconvolto, ha-hai
saputo
solo ieri di avere un
fratello!»…«G-GRRR, NON SI
TRATTA DI QUESTO!!...
…i-io sono anni che mi consumo, che sono infelice!! Guarda!
Guarda tutta questa robaccia che mi metto addosso, in testa, e in
faccia, è inutile!!» …spingendo via
quel cumulo di
prodotti, e intrecciandosi le dita sulla testa «Non
serve!!...a
occultare il mio dolore, a farmi passare per un ragazzo forte, deciso,
io!!...
…» tornando ad alzare, non senza timore, lo
sguardo verso
lo specchio «…sono solo
un’illusione…»…«…non
dire
così…»...«E-E ci mancava
anche questa stupida
congiuntivite, guarda, osserva!! Non va via con
niente!!»…«N-Non farti del male
all’occhio,
non stropicciartelo così!!» cercava lei di
bloccargli le
braccia, ma Takato decretava «Io diventerò
brutto!!...» ora esprimendo solo una tristezza senza fondo
«…molto più di quanto non lo sia stato
quando ero
grasso! Brutto d’aspetto…
…e brutto nell’animo…
…sì…io farò…
…RIBREZZO A CHI MI
VEDRA’!!»…«Non
dirlo!!» gli stringeva lei il braccio, come una cosa cara,
portandoselo vicino al cuore «…nessun eroe
è
brutto…
…loro hanno il cuore pieno di luce, e un sorriso che
incoraggia
tutti gli altri…»
«Ogni traccia di sorriso è svanita…
…io ora ho solo lacrime…»
«Guilmon, se sapessi anch’io quanto mi sono
sempre…sentito solo! Mi sentivo emarginato e sempre
sbagliato,
prima perché non avevo il papà come gli altri
bambini! E
poi adesso…» abbassando lo sguardo
malinconicamente e non
continuando…
…per poi tornare a guardarlo «Vogliamo provare a
essere
amici? Potremmo essere…un’accoppiata
vincente!»
“N’Emo adesso mi parla
così…ma che significa?
Qual è la strada che devo imboccare, mi sento confuso.
E’
come se…tutti i miei sentimenti e le mie verità
si
mescolassero, come i frammenti di uno specchio
infranto…”
«Oh Guilmon!» N’Emo lo abbracciava
«…ti
voglio bene…»
…le zampe di quel draghetto si alzavano spontaneamente come
a
volerlo stringere a sé…ma il suo sussurro era
sempre
ancora «…Takato…» (fine-canzone)
«Kazu…» Guardromon gli tirava il
pizzetto
dell’accappatoio «Kazu andiamo, su col morale! Io
sono
sicuro…che il tuo papà non è cattivo
come
dicono.»…«…magari fosse
così,
Guardromon…» espresse tristemente il ragazzo,
mentre Kenta
si accostava a lui «Capisco che è dura…
…ma purtroppo essere cresciuti significa anche imparare ad
accettare verità amare come
queste.»…«Kenta,
io…debbo aiutarlo! Non posso lasciarlo chissà
dove, solo,
in fuga! Lui…è mio padre!» ma a quel
punto
l’amico si volse di scatto «E vorresti andarlo a
sostenere
quando lui ti ha ridotto in questo modo?!»
Kazu
spalancò gli occhi. Kenta dichiarò «Ti
ha distrutto
la crescita, ti ha reso gli anni più belli anni di inferno,
e
come se ciò non fosse stato abbastanza non si fatto scrupoli
di
compiere un atto disgustoso, col quale ti avrebbe definitivamente
trascinato nel fango! Ma non ti rendi conto che è da
egoisti?!
Lui…non merita neanche di essere chiamato
padre…»…«Ma
Kenta…lui…è…» e
Guardromon
«Kazu gli vuole bene nonostante
tutto.»…«Eh
beh, sbagliate! Tutti e due!!» sbottò il ragazzo
occhialuto, sbattendo la caffettiera appena lavata.
«Non…ti ho mai sentito parlare
così…»
accennò Kazu «E lo credo bene, ero ricattato!! Ma
ora non
più e posso…finalmente pronunciarmi su tutto
ciò
che mi sono dovuto tenere qui, dentro!! Soffocato in dieci anni! Kazu,
è troppo, ti rendi conto?!...tuo padre non ha avuto
pietà, ti ha lasciato solo!!...ti ha rifilato una vita di
dolore, adesso che si arrangiasse per conto suo!»
Kazu era
colpito…non riusciva a trovare parole per replicare, mentre
Guardromon elaborava «…Kazu…non so:
forse Kenta ha
ragione. In effetti lui ti ha fatto molto
male…»…«Sì,
è vero, però
Guardromon…non c’è da dimenticare che
in fondo
è una vittima del mio stesso dolore: non è
riuscito ad
accettare la perdita della mamma, è come tuo padre, ti
ricordi?
In fin dei conti a Digiworld lo hai perdonato.» ma Kenta
intervenne «Sì, ma qui non siamo a
Digiworld!»
scandendo metallico…e dando le spalle all’amico
che gli
chiedeva «Che
c’entra…?»…«Te lo
dico io! Gli umani possono essere diecimila volte più
crudeli
dei Digimon: fino a adesso le cose sono girate a nostro sfavore, ma non
devi dimenticarti che da poco tutto è cambiato! Tu hai un
regno,
Kazu…
…è a quello che devi
pensare…» …e
oltre gli occhiali sembrava leggersi per la prima volta
un’espressione dura, sprezzante «…e qui
da noi
invece Guardianmon è scomparso per sempre, la sua minaccia
è stata rimossa.» lasciando trasparire un
sorrisetto
«E questo che vuol dire?» chiese Kazu, al che
l’amico
si volse con un’espressione orgogliosa «Che vuol
dire?
Semplice, che finora abbiamo subito: adesso inizia la
vendetta!»
Kazu
e Guardromon si guardarono «…non capisco,
Kazu…»…«…neanch’io,
Kenta, cosa
intendi dire?»…«Che ci riprenderemo
tutto il
maltolto! Tutto ciò che ci è stato ingiustamente
portato
via in questi anni, e tanto per cominciare…
…!!...a causa dei GENITORI, i carissimi mamma &
papà
di tutti noi Digimon Tamers, che spesso e volentieri si sono rivelati
più infidi dei nemici! Se solo si potesse riscorrere giorno
per
giorno tutto il calvari che ci ha condotti fin
qui…»…«Tu…parli
come se fosse stata
esclusivamente colpa loro, ed in effetti è vero: in molti,
fra
noi, abbiamo sofferto per le incomprensioni con la nostra famiglia.
Però tu, Kenta…scusa se te lo dico, ma hai avuto
sempre i
tuoi genitori dalla tua parte.»…«Sempre
dalla tua
parte.» fece eco Guardromon, e Kenta «Ma allora non
capite,
è proprio per questo che parlo!! Non lo dico mica per me, ma
per
voi!! Guarda
Takato!»…«Oh?»…«Si
è fidato di suo padre, per lui era un amico e un punto di
riferimento, ma gli è bastato girare le spalle un secondo
dopo
la sparizione di Guilmon per venir pugnalato! Lui in quel momento aveva
bisogno di sostegno e affetto, quelli che io non potevo darli, ero
ricattato!!» espresse Kenta con rabbia «Non potevo
fare
nulla, in quel momento era compito di suo padre stargli vicino e invece
che ha fatto?! Ah! Si è andato a…strusciare la
notte con
l’ultima prostituta da strada per sfornare
nient’altro che
colui che OGGI, in questa data ci sta creando tanti problemi: un
bastardo…
…!!» scandì con disprezzo
«Nient’altro
che un moccioso indegno. Che minaccia Digimon e uomini!» Kazu
si
alzò in piedi «Kenta, io capisco tutta la tua
rabbia,
credimi, ma non dobbiamo dimenticarci che quello di cui stiamo parlando
è pur sempre il fratello di
Takato!»…«Ma
quale fratello e fratello?! Kazu quello è solamente il parto
delle gozzoviglie di suo padre, Takehiro è soltanto un
traditore, perché non c’era lui a consolare Takato
quando
invece non faceva altro che ingrassare, ingrassare e io dovevo ridergli
in faccia, fare le scenette con la mia allora fidanzata, e scrivergli
mail di
nascosto?!»…«Veramente…»
Kazu
abbassò il capo «…in quel periodo
neanch’io
ero molto vicino a Takato…è-è che ero
diverso da
adesso, stavo crescendo, pensavo…solo alle mie cose di
ragazzo!»…«Tua madre stava morendo,
Kazu!!!»…«Sì lo so, ma non
è una buona
giustificazione! Tutti avevamo
problemi!»…«Già, tutti, ma
perché
quando li avevo io avevo sia la mia mamma che il mio papà
accanto e pronti a sostenermi? Non è un’utopia
quella che
predico, potevano metterla in pratica tutti i genitori dei nostri amici
eppure la gran parte non l’ha fatto! Prendi Takehiro, per
esempio: o prendi il padre di Jeri…»
Kazu tacque, colpito da quell’invettiva…
«…un…pfff, lurido delinquente
intrigante che non fa
che farle il lavaggio del cervello, ed ha approfittato della catastrofe
del D-Reaper per farsi bello davanti a noi ragazzini, recitare la parte
del “padre eroico che si sacrifica per sua figlia”,
ridicolo!»…«…su tutto quello
che dici
concordo, è vero
però-»…«E per non
parlare del
tuo…»…«Oh?!»
Lo
sguardo di Kenta era fitto e intriso di risentimento
«…tutte le volte che ha alzato le mani su di te,
che ha
disprezzato i tuoi sentimenti…
…cresceva in me un moto di rifiuto, avrei voluto prenderlo a
pugni fino a vederlo sanguinare come a volte ho visto te, che credi che
provassi quando ti vedevo con le labbra spaccate?!!» e tanto
era
il suo impeto che i suoi occhi erano arrossati e prossimi alle lacrime,
ed anche quelli di Kazu erano travolti dall’emozione
«…e-e io dovevo FINGERE E FARE LA COMMEDIA, QUANDO
INVECE
L’AVREI FATTO A PEZZI SE AVESSI
POTUTO!!»…«Kenta!!» Kazu lo
abbracciò…
…e Kenta si aggrappò a lui sfogandovi quella
rabbia. Ma
l’amico supplicava «Io ti sono grato, ti ringrazio
non sai
quanto, è come se mi stessi restituendo tutti questi anni di
amicizia negata, lo dico davvero!!! Però non voglio vederti
così pieno di rabbia, tu non sei così
e…!!!...e
può farti male!! A me lo fa!!! Ti prego non dire
più
queste brutte cose, sono ingiuste!!!» …al che
Kenta
sembrò avvertire che l’altro aveva ragione, e
lasciare
così andare parte di quell’impeto, sebbene
l’amarezza restasse abbondante «Ma---!!!...non
capisci che
è per voi che dico queste cose…? Non per
altro…»…«…ma lo
so, ma lo
so…!» fece Kazu dolcemente, orientandogli il capo
verso il
suo sguardo «…e ti ringrazio…nessun
amico sarebbe
così premuroso e protettivo, però io devo
dirti…nonostante tutto che…purtroppo è
più
forte di me, benché mi abbia fatto tanto male io seguito a
volere bene a mio padre. Non posso fare a meno di ricordare
com’era quando ero bambino, e questo…anche se mi
dici che
non devo.» e l’altro espirò
profondamente,
ponendogli la mano sulla spalla con un’espressione di affetto
seppur accorato «…ahh, sei troppo
buono…! Ma non
capisci che in questo modo…continueranno a metterci
sotto…? Se ne approfitteranno
sempre!»…«…forse.
Però io sono fatto
così…
…e credo
anche Takato. Non l’ho sentito ma conoscendolo credo che alla
fine sceglierà di perdonare suo padre per ciò che
ha
fatto.» ma Kenta si appoggiava ad una sedia, e la sua
espressione
si tirava di tensione «Takato…sbaglia a piegarsi
in questo
modo!!» per poi rivolgere uno sguardo più appenato
verso
l’alto «Se si fosse ribellato prima
anziché obbedire
sempre a testa bassa ora non soffrirebbe così, ma
disgraziatamente…!...l’unico che avrebbe potuto
affiancarlo e difenderlo in quel momento non c’era, era
lontano!
Guilmon…»…«…a dire
il
vero…tutti noi suoi amici, a parte te Kenta che vivevi la
tua
situazione particolare, avremmo potuto rimboccarci le maniche per
dargli sostegno. Però purtroppo a volte durante la crescita
si
sbaglia! Non Digimon Tamers non siamo esenti da questo genere di
errori…nonostante tutte le esperienze incredibili che
abbiamo
vissuto, già da ragazzini.» con eco di Guardromon
«Nonostante il viaggio a Digiworld e tutte le nostre
battaglie
restate sempre esseri umani, vero Kazu?»
Ma Kenta
picchiava un pugno sullo schienale di quella sedia
«Maledetto chi è stato l’artefice di
questo
passato, chi ha permesso che le cose andassero
così e io
so chi è stato: Guardianmon. Ma adesso…finalmente
è sparito, e mi auguro che non sia sopravvissuto alla
battaglia,
che stia bruciando
all’inferno!!»…«Kenta…!»…«Tu
non lo sai Kazu…!» si volse il ragazzo con gli
occhiali
puntando il dito contro l’amico «Ma
Guardianmon oltre
a minacciarmi in tutti questi anni ha taciuto circa la rigenerazione
del digivarco, separando definitivamente Takato e tutti voi dai vostri
Digimon! Non c’è perdono per una simile
crudeltà,
lui davvero è un Digimon che non merita
più…alcuna
rinascita, e se non avessi la certezza che ora marcisce in un abisso ti
assicuro che con lui non avrei pietà!! Nemmeno se lo avessi
davanti ai miei occhi…disarmato e indifeso!!»
…tutto questo sotto gli occhi attoniti di Kazu, che
tradivano
della sofferente comprensione “…che si
può dire?
Kenta ha ragione, a causa di Guardianmon lui e tutti noi abbiamo
sofferto molto. Dovremmo augurargli il peggior male,
però…è anche vero…
…che quegli eroi che volevamo essere e che tanto ci
incantavano
con le loro imprese…splendevano di luce proprio
perché
erano capaci…di perdonare…e di dare una seconda
possibilità anche a chi non se l’era meritata.
Ora…possiamo proprio noi e proprio adesso venir meno a
questo…con la scusa che siamo esseri umani, e non personaggi
di
un cartone…?” …ed i suoi
occhi si adagiavano
di nuovo su quell’amico, che stringeva un pugno di rabbia, e
sembrava per la prima volta sfogare risentimento a lungo
represso…
Proprio in quel
momento Mitsuo si accostava a sua moglie Riley, seduta sul divano con
un dolce sorriso disegnato sul volto, mentre prendeva confidenza con
quel neonato dalle polsiere iridescenti «…ascolta,
c’è una cosa che devo dirti: ho chiarito un
dubbio…della cui risposta in realtà ero sicuro
dal
principio.»…«Ahh!» si volse
lei, come
intimorita. E il biondo uomo comunicò serio «Si
tratta…della forma neonatale di
“Guardianmon”,
nient’altri che il Digimon responsabile del collasso in
città. Che ha ricattato Wong, e che ha mentito ai ragazzi
circa
il digivarco.»…«…e
questo…
…che cosa significa?!»
L’uomo tacque,
grave era la sua espressione…e Riley rivolse un fuggevole
sguardo al piccolo «Vuoi forse dire…che lui
è
irrecuperabile?! Che è un essere malvagio, e che evolvendosi
di
nuovo potrebbe divenire pericoloso?!»
Mitsuo
fissò il Digivice a forma di maschera appoggiato sul tavolo
trasparente. E definì ferreo «Assolutamente no!...
…ognuno ha diritto a una seconda
possibilità…
…persino
lui.»…«Ahh!» un
sussultò di speranza
animò il cuore della donna dai capelli rossi, mentre
l’uomo svelava «Non intendo negare un futuro a mio
figlio,
perché lui è questo che è divenuto,
benché
sia con noi solo…da poche ore. Qualsiasi cosa abbia
fatto…la laverà con una crescita
all’insegna della
verità e della luce.» allungando le sue mani in
una
garbata richiesta alla moglie affinché gli porgesse il
bambino,
e così fece. Mitsuo lo maneggiò con affetto e
tenerezza,
ma disse serio in volto «Quello che mi preoccupa sono le
reazioni
dei ragazzi…
…da
questo momento dovremo avere molto a che fare con loro. Lui
benché adesso appaia…così piccolo, e
indifeso, ha
fatto loro molto male, ha condizionato le loro vite. Qualcuno fra loro
potrebbe non essere disposto a perdonarlo…»
…descriveva mentre gli rivolgeva paterne carezze, dinanzi
agli
occhi della moglie che si interrogavano su quale sarebbe stato il loro
futuro…
«Se
preferisci, Rea, posso dirlo io a Suzie.» proponeva con molto
garbo Terriermon nel corridoio di casa Wong, ma la ragazza dallo
sguardo stanco ma l’espressione ferma replicò
«Neanche per sogno: Suzie è mia cognata ed
è mia
amica, è mio dovere comunicarle che cosa è
successo ad
Henry.»…«…come vuoi, a
quest’ora forse
dorme ancora, è sempre stata una gran dormigliona, ricordo
che
Henry si sforzava molto affinché si sveglias-»
«E’ stata
molto gentile a presentarsi così
presto.»…«Ma
si figuri, signor Wong!!! Io attacco sempre a lavorare a
quest’ora, anche se sarebbe bello dormire!!!»
echeggiò una vocetta aperta e fresca per tutto il corridoio.
«…che
cosa?» si stupì Rea «…ancora
lei?» lo
stesso Terriermon…
…alla vista di
Violetta «Ihihihi, ihihiii! Ci si riveeede!»
…ma in
quel momento Suzie venne fuori dalla sua stanza «Oh
mamma…ma chi è che urla così a
quest’ora,
cosa c’è, un attacco nemico?
Mmm?!»…«Ancora quella strana
tipa??» fece
Lopmon tra le sue braccia.
«Eh!
Eheheheh!» Violetta cercò di mediare con un
sorriso
«Avete visto che meravigliosa giornata?? Tutto questo sole,
è proprio arrivata la primavera, ihihihihi!»
…ma non
c’era speranza di strappare un sorriso
all’espressione di
Suzie «…e lei che ci fa
qui?»…«Uhm!
Uhmuhmuhm!»…«…di domenica. A
quest’ora!!! Mi scusi ma mi è sfuggito ieri sera
che mia
madre mi avesse detto che anche lei dormiva
qui!»…«Ahahah, no, è che in
realtà-» ma si sovrappose Wong «Suzie,
lascia che ti
spieghi: la signora Yusaki è passata per vedere se per caso
avevamo bisogno di aiuto…per
Benji.»…«Benji
ha con sé sua madre! Non c’è tutti i
giorni il
collasso cittadino! Come può vedere siamo…un
esercito a
casa, per cui…ciao,
ciao!»…«Ma
Suzie…!» fece il padre, ma Violetta
spiegò
«Ehm, no no no no è che veramente a parte il
piccolino io
ho pensato: ma non è che i signori avranno come sempre un
po’ bisogno di una mano, per la casa, a svolgere tutte quelle
faccende tanto noiose come lavare i piatti, stendere i panni, si sa,
tutte queste cose che non vorremmo mai
fare!»…«Qui
non c’è nessuno che ha bisogno di le-»
ma Rea la
interruppe «Suzie, ascolta…» prendendola
per la mano
«Cosa c’è,
Rea…?»…«…è
successo qualcosa di
grave.»…«Che cosa?!» fece
Lopmon, e Rea
«Anche lei, signor Wong…» e costui
«Ma
insomma…non ci spaventare, parla! Non siete rimasti a
dormire,
questa notte?»…«Purtroppo
no…»
replicò Terriermon abbassando le orecchie…
…mentre
Violetta dilatava i suoi occhi in un’espressione eloquente,
tirava il sorriso e si allontanava a passi quatti verso il
salotto…
«Dovete
sapere che purtroppo…Henry è stato
rapito.»
rivelò Rea, e Terriermon «Una Digimon di nome
Muskmon lo
ha condotto a Digiworld, dobbiamo intervenire subito!!»
«No!!
Henry…» gemette Suzie «…non
è
possibile, non può essere vero…» e
Lopmon
«Coraggio, Suzie! Lo andremo a salvare, vedrai!»
«Non ci
posso credere…figlio mio…ma-ma allora lo hai
visto!»…«No…»
rispose Rea con triste
espressione «…sfortunatamente siamo arrivati
troppo tardi,
abbiamo provato ad affrontare quella Digimon…» e
Terriermon completò «…ma lei ha fatto
prima di noi,
è scappata!»
«E adesso dove
sarà, Dio mio!!» si portò le mani al
capo quel
padre disperato, e anche Suzie si aggrappò alla ragazza
«REA!! Rea, devo andare a Digiworld, devo andarci, non posso
aspettare!! Henry ha bisogno di me, non posso permettere che gli
facciano del male!!» (mentre Violetta osservava la scena
mormorando «…e così Muskmon si
è fatta
scoprire, accidentiii…!!...»)
Ma Terriermon
decretò serio deciso «Momentai,
Suzie!!»…«Oh?!»...«Non
dobbiamo
lasciarci prendere dall’ansia! Siamo una squadra forte, no? E
come siamo sopravvissuti a un viaggio a Digiworld in passato possiamo
farlo ancora: te lo garantisco io, Henry non corre alcun pericolo! Mi
sono già messo in contatto con Takato e gli
altri!» Rea
prese la mano dell’amica, e la guardò con
determinazione
«Ce la faremo, vedrai. Ho accettato di venire a Digiworld:
non ho
paura! Se si tratta di salvare Henry ben venga questo ed
altro!»…«…Suzie, possiamo
fidarci dei nostri
amici…» le ricordò Lopmon. Suzie aveva
lo sguardo
così smarrito…ma anche suo padre le si
accostò
«Ascolta figliola, credo che Rea e Terriermon meritino
fiducia.»...«…grazie signor
Wong…»
disse molto seria la ragazza dai capelli neri, aggiungendo
«…vedrà che non la
deluderemo.» e Suzie
«Neanch’io me ne starò con le mani in
mano,
papà! Ormai sono grande, e posso permettermi di recarmi a
Digiworld di mia spontanea volontà! Andrò a
riprendermi
il mio amato fratello!! Quando l’appuntamento con gli altri
domatori?!»…«Questa mattina al
parco!»
replicò Terriermon.
Mentre Violetta
assemblava “Vogliono andare a Digiwooorld, dannazione non
deve
succedere! Debbo…subito inventarmi qualcosa per
fermarli!”
ma Rea si volse «Signora! Lei sarebbe disponibile per restare
un
po’ a giocare con mio figlio? La prego, io ho urgente bisogno
di
incontrarmi con alcune persone ma non appena avrò finito le
assicuro che non la disturberò più, io e mio
figlio…partiremo per un
viaggio!»…«Uhmuhmuhm,
ma certameeente, non lo deve nemmeno
chiedere!»…«…è
davvero
gentile…» espresse Rea sollevata…
…seppur
Suzie continuasse a guardare con sospetto e disapprovazione quella
donna…
«Come vanno le
cose con suo marito? Scusi se…mi permetto di chiederle, ma
lei
ieri sera mi aveva accennato
qualcosa…!»…«…no,
si figuri, invece lo
apprezzo moltissimo: purtroppo…non
bene…» disse Rea
chinando il capo, ma Violetta «Su col morale,
vedrà
che…tutto si risolverà! Mica può
essere successo
qualcosa di così
grave!»…«Ah…se le
spiegassi molto probabilmente non mi crederebbe
nemmeno.»…«Ahahah, è proprio
vero, in questa
vita esistono…tali e tanti risvolti! Uhm! Ma lei non si
scoraggi, vedrà: la felice riunione familiare non
è
lontana, wooouuuu!!»
«…lasciamo perdere, ne ho
abbastanza…vieni Lopmon,
andiamo a prepararci…» mormorò Suzie, e
la sua
Digimon «…quella ha pure voglia di scherzare
quando noi
siamo nei guai fino al collo, hai ragione è
insopportabile!» mentre Violetta rivolse loro un gesto
scherzoso
«Uhmuhm, coooraggiooo!» ma le fu sbattuta la porta
in
faccia.
Il sorriso
le restò stampato sul volto
“Uhmuhm…piccole
streghe! Vedrete cosa vi toccherà fra
pochissimo…!!” «Ancora grazie
mille…»
fece Rea, e Violetta «Per me…è un
piacere!»…«Coraggio Terriermon: mangiamo
qualcosa al
volo e poi andiamo al
parco.»…«Sì, Rea!»
«Su,
Takato…p-per favore, dammi retta un
minuto!»…«No!! Vattene!»
gemeva lui
nascondendosi il capo «Ma
perchééé?!!!» insisteva lei
«I tuoi
amici hanno bisogno di te!»…«No, non
è vero,
NON E’ VEROOO!!!» nel farsi asperrimo e stridente
della sua
voce «Non hanno bisogno di me, NESSUNO HA BISOGNO DI ME,
NESSUNO
PUO’ AVERLO!!!»…«HENRY
E’ A DIGIWORLD!!
CAVOLO!! E---CHISSA’ NELLE MANI DI
CHI!»…«Allora ci vada mio fratello, a
far bella
figura!!» ma Cindermon gli rivolse uno sguardo inceneritore
«…tuo fratello è il primo di quelle
canaglie!! E tu
questo lo sai molto bene!!» ma a quelle parole il ragazzo si
piegò come se l’addome gli duolesse, e gemette
ancora
«Su su andiamo…capisco quanto può
essere dura
e---!!!» Cindermon provò a tenerlo fermo, ma lui
si
agitava «Acc---ccidenti, quanto ti dimeni, sembri
un’
anguilla!»…«Ah! Hai visto?! N-Non te lo
aspettavi,
eh?! A-Avresti mai potuto immaginare che i miei nervi erano ridotti in
questo stato in realtà?! E-Eppure è
così, soffro
di questi attacchi da anni, e-e sono sempre più forti,
più forti, e sempre più
frequentiii!!!»…«Sì ma adesso
sta calmo!
Ohi---!!! STAI-CALMO!» al che lui alzò occhi
ingenui e
straziati su di lei, che gli ripeteva «Stai calmo, ci sono
qua
io! Takato…
…guarda
che parlavo sul serio, c’è bisogno di intervenire,
Digiworld è in
ginocchio!»…«Digiworld,
Digiworld, Digiworld!! E IO CHE POSSO FARCI, RIDOTTO IN QUESTO
STATO?!!»…«Quando vuoi, sei un
eroe!!...A-Ascoltami,
diamine!!...ascolta almeno una mia parola: Takato!...tu non ti rendi
conto: parli…perché sei sconvolto,
p-perché sei
pieno di rabbia come un uovo, perché ce l’hai col
mondo
intero, e-e vorresti prendere a calci
tutti!»…«Sì! SIII!!! NON
SOPPORTO PIU’
NIENTE, PIU’---NESSUNO!! NON SONO PIU’ FELICE DA
NESSUNA
PARTE!!»…«Allora andiamo a Digiworld,
cavolo!!!
Se-Se non è rimasto più un posto buono sulla
terra
andiamo a Digiworld! E’ un altro tentativo, posto nuovo!
Quanti
anni sono che non ci vai,
scusa?!»…«D-Dieciii…!!!»
emise in tono
straziato e soffocato, spingendo via dal vano quelle schegge dello
specchio rotto «A-Attento con quelle schegge! Ti tagli le
dita!»…«Tanto meglio così!!
Potessi farmi
tutto a pezzi, potesse SPARIRE la mia
immagine!!»…«Sparire per cosa, eh?! PER
CHI?!
Rispondi Takato, esigo una risposta, PER TUO PADRE?! Ti ho fatto una
domanda, è per tuo padre che deve sparire la tua
immagine?!!»…«Ihmmm…!!!---p-per
TUTTIII!!!» picchiando ancora fra quelle schegge
«Per mio
padre, per mio fratello, per Jeri che non mi ama, PER
TUTTIII!!!»…«Oh?! Senti, bene tuo padre
e tuo
fratello ma ora cosa c’entra Jeri, non vi eravate
baciati?!!» ma lui si scrollò la presa di
Cindermon in un
gesto di stizza «BACIATI?! Q-Questo è quello che
ricordo
io, ma non quello che ricorda lei, a lei non importa niente, NIENTE!!
LEI NON MI AMA,
CINDERMON!»…«Cosa?!»…«Lei
non mi
ama!!» (canzone: S
Club 7 - Say goodbye)…e dalla rabbia,
scivolò nella
tristezza, e nel pianto «…lei non mi ama, non mi
ha mai
amato, anche se io l’amo da sempre e l’ho baciata
ma lei
continua a spasimare per quel MALEDETTISSIMO MAKO, E VUOLE SPOSARSI CON
LUI!!»…«Ma chi?!!...col roscio?!...c-con
quel
ragazzino che sbraita ordini intralcia solo in battaglia e non
è
manco capace a fare il domatore nooo, non ci credo senti!
E’-E’ una follia, li avevo visti assieme ma poi mi
ero
detta che era una farsa, sapendo del vostro
bacio!!»…«E INVECE NO, NON E’
UNA FARSA!!
E’ una farsa il mio amore di bambino, e quello da adulto
ancor
più! Lei mi vede soltanto…
…c-come mi
vedono tutti, come un poveraccio, c-come una nullità, e-e ha
detto che d’ora in poi saremo colleghi di battaglia e
nient’altro!»…«E’
molto confusa,
Takato!» definiva Cindermon con molta sicurezza, ma Takato
affermò «Qui lo stupido di turno sono soltanto
io!!...
…io che ancora
resto attaccato a miti e favole, io che credevo---CHE LA MIA FAMIGLIA
SAREBBE DURATA COME LA VEDEVO PER TUTTA LA VITA! Io che sognavo che un
giorno Jeri si accorgesse di me, e invece…si sposa quello
SCHIFOSO, LO DETESTO, GLI CROLLASSE IN TESTA…TUTTA LA SUA
SORPRENDENTE BRAVURA IN MATEMATICA, I SUOI SOLDI E IL SUO FUTURO
SPIANATO!! E’ SOLO QUESTO CHE LEI AMA, QUELLO CHE FA GOLA A
TUTTI! Persino a mio
padre…»…«…c-che
c’entra tuo padre, in tutto
questo…?»…«Lui…avrebbe
preferito un
figlio come Mako…Mako…LO ODIO!! E-E CAPISCO
BEELZEMON CHE
HA COMMESSO LE PEGGIORI ATROCITA’ PUR DI SCAPPARE DA LUI lo
capisco, se fossi stato al suo posto avrei fatto mille volte peggio!!
Uhrmmmmm!!!»…«Ascolta!»
…nonostante lui
si prendesse la testa fra le mani, Cindermon lo prese per le spalle,
ripetendogli «Ascolta.» mentre le loro due immagini
si
specchiavano nel mosaico di frammenti rotti, lui con lo sguardo
così spiazzato, lei così esortativo
«Ora…in
questo momento gli altri non hanno importanza! Contiamo
soltanto…noi, tu, ed io! Tu…il mio domatore, ed
io il tuo
Digimon, il resto non ha importanza, Takato! Abbiamo una missione.
Eh?» e lo invitava a sorridere, ma in lui sembrava esserci
solo
dolore «…il resto…»
ripeté
tristemente, ma Cindermon insisteva «Parlo sul serio: in
questo
non può infilarsi Mako, né tuo fratello,
né
nessuno! Questo cammino è solo tuo! E tu…fidati
delle
parole di un Digimon…
…vali
molto, molto di più di quanto tu stesso pensi! Lo hai
dimenticato con gli anni…
…e con la
nostalgia, a volte può succedere. Queste stesse cose mi
hanno
fatto diventare aspra e spigolosa, e mi hanno fatto separare dalla mia
famiglia quando ora, forse…avrebbero bisogno di me. Li ho
disprezzati senza motivo…e li ho accusati di non darsi da
fare
abbastanza per il regno, ma era solo perché non sapevo cosa
fare
di me stessa. Takato, è così! Credimi. A volte si
smarrisce la bussola. Però si è fortunati se
quando
capita c’è qualcuno accanto a te che ti ricorda
cos’è giusto e cos’è
sbagliato, no?»
…descriveva con così cordiale e semplice
dolcezza, come
un fiore bagnato dalle gocce di rugiada, e carezzato dai primi raggi di
un sole che filtra dopo la tempesta «Se tu ti fidi di
me…noi partiremo per un viaggio meraviglioso!
Però devi
prendermi le mani altrimenti non si può fare!» ma
a quel
punto lui le prese la mani di colpo «Cindermon, ti
pregooo!!!»…«Ahh!!»
…lei ebbe un
sussulto…e strinse i denti…
…lui si era dimenticato di avere schegge in mano, e lei si
ferì…il sangue scolò ai loro piedi, ma
alla fine
lei sopportò il dolore mentre lui le restava aggrappato e le
gridava «Per favore aiutami, aiutami Cindermooon!!!...
…l-la mia
vita è distrutta!! E’ DISTRUTTA, E PENSARE CHE UN
TEMPO
ERA TANTO BELLA! Era…cosparsa di mattine di sole, E INVECE
ADESSO C’E’ SOLTANTO BUIO! Buio…
…e
frammenti, è come uno specchio
rotto!!»…«Su
uno specchio rotto…» …come in effetti
stava
accadendo, con quel raggio di sole dalla finestra
«…il
sole si riflette a più riprese…e così
sarà
per te, Takato, coraggio fatti forza! Fatti…forza, ci sono
qua
io, non ti abbandonerò!»…«Non
mi lasciare!
NON MI LASCIARE ANCHE TU, TI
PREGOOO!»…«Non ti
lascio, non ti lascio!!»…finendo per stringere, e
stringere ancor più incurante del dolore quella mano piena
di
schegge. Lui si accorse del sangue che grondava
«Cindermon!»…«N-Non fa
niente!...sono il tuo
Digimon…
…e
questo può servire a rafforzare la nostra sintonia. Tu non
sei
smarrito, ti guiderò io per le vie del mondo
digitale…riscopriremo Digiworld
assieme!…»
nell’intenso incrociarsi dei loro sguardi
«…salveremo il tuo amico! Tu sarai un nuovo eroe
del
futuro…te lo prometto. La mia è una
promessa.»
Lui era scosso,
tremava tutto, ma si appendeva allo sguardo di lei che pensava
“Takato…cosa mi succede? Perché non
provo dolore
nel ferire la mia mano con la tua, anzi!...
…la terrei
sempre più stretta. Sempre più unite, un solo
sangue…” …tanto che con
dolcezza lo
esortò a sedersi sul bordo della vasca «Ascolta,
ora…ti faccio calmare, che tremi tutto. Guarda cosa tiro
fuori
per te, eh?»
Lasciando stupito il
ragazzo, Cindermon estrasse dai suoi stessi capelli una foglia luminosa
di magia, come quelle che componevano il pelo di Wolfiremon
«Adesso la sciogliamo nell’acqua e tu la bevi, una
volta ci
abbiamo provato. Quando ero piccola, a palazzo, era una sera che la
mamma…era tanto agitata. Eh? E ha detto…che il
sapore
della mia foglia disciolta nell’acqua aiuta a rasserenarsi,
non
ci ho più riprovato, tu sei la seconda persona con cui lo
faccio. Proviamo. Poi a limite se ha proprio un sapore cattivo la
sputi, fai una fontanella. Però prova ad assaggiarla,
eh?»
E così
fece, prendendo un bicchiere dal mobile e versandovi
l’acqua…sciogliendovi all’interno quella
luce
confortevole «Tieni…»
…tremavano tanto, le mani di Takato, quando lo afferravano,
per
portarlo alla bocca «…bevi e non pensare, se non
al tuo
futuro. Ti aiuterà…a stare più
tranquillo, e
andremo all’appuntamento con gli altri domatori. Vedrai che
tutto
si risolverà. Bevi…»
«…C…Cindermon…!»
ripeteva lui fra i
sorsi, tremando come un febbricitante…ma lei gli carezzava
il
capo «Vedrai, andrà tutto bene…un sorso
alla
volta…così come la vita, un sorso alla
volta…»
E lui si
abbandonava a quella fiducia, e provava a fare come diceva lei,
lasciando scivolare quel calore e quella tiepida speranza a poco a poco
dentro di sé…(fine-canzone)
«Jeri!
Ascoltami…» erano parole di Beelzemon, sulla cima
della
scala che portava alla stanza della ragazza, rivolta a lei che gli dava
le spalle sui gradini inferiori, molta seria nella sua espressione
mentre lo ascoltava «Riguardo a quella cosa che ci eravamo
promessi, ecco…io…
…m-mi
riferisco alla faccenda di Takato, ti avevo assicurato che avrei
sostenuto la tua versione! Ma presumo che adesso…non ce ne
sia
più bisogno!»
Jeri si
volse «E che cosa te lo fa
pensare?»…«Beh!» ebbe un lieve
sussulto il
Digimon, di fronte allo sguardo penetrante della ragazza
«…durante la battaglia vi ho
osservati…ti ho
vista…molto preoccupata per Takato! E…
…per me…anche. Così mi sono detto,
h-ho immaginato
che tu avessi cambiato idea, che non ci volessi più
coinvolgere
in questa bugia!»
Ma Jeri
seguitava a fissare avanti a sé, alzando il suo
sopracciglio…
«Ho pensato che
tu potessi aver capito che non lo faccio volentieri! In
fondo…durante lo scontro con Guardianmon…abbiamo
dimostrato di essere in gran
sintonia…»…«In
gran sintonia, dici?!»
«Jeri…» spalancò gli occhi
Beelzemon. Aveva
percepito la nota di risentimento nelle parole della ragazza, la quale
descrisse «Veramente mi sembra che Rika e Renamon siano in
grande
sintonia, che lo siano Takato e Cindermon! E mi sembra
anche…» salendo qualche gradino verso di lui
«Che
siano stati loro, e anche Kenta e MarineAngemon a detenere
completamente la scena della battaglia, cosa che non si può
dire
certo di me e te, ma non di certo per colpa mia!»
Lo sconforto
affiorò nel Digimon «…che
cosa…?»…«Già!...e
non vedo
sinceramente la motivazione per cui ti dovrei dei favori, visto e
considerato…che le tue performance in battaglia seguitano ad
essere alquanto deludenti!»
Beelzemon non disse nulla…ma le sue ali cadevano…
«Seguitano a
metterci tutti sotto, non voglio sfigurare di fronte
all’intera
squadra dei miei amici soltanto perché GRAZIE A TE non ho
esperienza sufficiente come domatrice! Per cui, una volta che avrai
parlato con Mako e lo avrai convinto a tornare assieme a me ti conviene
impegnarti molto, molto di più!» volgendogli di
nuovo le
spalle, e scendendo quei gradini «Dobbiamo recuperare tutto
lo
scarto di terreno causato dalla morte di Leomon!...
…mi
sembra il minimo. Hai visto Kenta? Lui è riuscito a
biodigievolvere, nonostante sia divenuto domatore anche dopo di
me!»…«…i-io se vuoi posso
impegnarmi!
Però…Jeri!»
La ragazza
discese presso il bancone del ristorante, scorrendo il dito sul bancone
e riscontrando infastidita sempre più polvere
«Jeri,
aspetta ti prego!»…«Cosa
c’è
ancora?!» esortò lei con durezza, senza neanche
guardarlo
in faccia «…hai sentito, hanno rapito
Henry…»…«Lo so
benissimo…» fece
lei camminando fra quei tavoli accatastati «Fra poco andremo
a
Digiworld, e ti preannuncio che ho intenzione di brillare! Mi rifiuto
di dover essere per la seconda volta dopo dieci anni quella che tutto
lo squadrone deve proteggere perché non ha il Digimon! In
quanto…» …volgendo la coda
dell’occhio
«…una creatura malvagia…lo ha eliminato
senza
pietà!!»…«…n-no,
ti prego! Non
ripeterlo!!» gemette lui stringendo gli occhi, e lei
inveì
«Allora tu vedi di fare in modo di non
ricordarmelo!!»…«Che altro devo fare, mi
sto
impegnando al massimo!! Non è colpa mia, abbiamo affrontato
nemici forti!»…«I nemici sono sempre
forti,
Beelzemon! Però stranamente gli altri riescono sempre a far
bella figura, perché noi dobbiamo sempre restare indietro,
spiegamelo!!»
…Beelzemon era in seria difficoltà, lo sguardo
della
ragazza gli faceva male…ma non sapeva come reagire, tanto
che
lei seguitava ad insistere «Eppure dieci anni fa sembravi
fortissimo, tanto che io e gli altri…eravamo terrorizzati da
te,
Takato e gli altri domatori temevano di perdere i loro Digimon come era
successo a me con Leomon!»
…quei pugni artigliati si stringevano tremanti…
«…non sarà che forse non tieni
abbastanza a
me?»…«…Jeri…»
mormorò in
una cupa tristezza, mentre stringeva il suo pugno
«…come
devo fare per dimostrarti che non è
così…?»…«Impegnarti
di più: e
ora prepariamoci, coraggio! Non voglio arrivare tardi
all’appuntamento, tutti dovranno vederci e avere
l’impressione che la nostra squadra funziona perfettamente!
Perché…» appoggiando le mani ad un
tavolo circolare
e fissandolo con decisione «…è questo
che voglio,
mettitelo bene in testa. E facendo un rapido conto…me lo
devi.»
Lui alzò
lo sguardo, ma la ragazza gli aveva già voltato le spalle
«Dopo la riunione al parco…
…ci
incontreremo con
Mako.»…«Perché non prima,
Jeri…?»…«…ahhh, ma
è
semplicemente ovvio! Perché ti rifiuti di capire queste
cose! Se
ci incontrassimo e parlassimo prima, poi Mako sarebbe talmente
all’apice dell’entusiasmo che si appiccicherebbe a
noi per
venire a Digiworld!»…«Ma a dire il vero
Mako
è un
domato-»…«Mako…non
c’entra
niente con tutto questo: adesso la tua domatrice sono io, intesi?!
Mako…
…è soltanto una cosa: il ragazzo con cui mi
sposerò.»…«Jeri!»…«Mmm,
che c’è ancora?!» ma Beelzemon
parlò in modo
più deciso stavolta «Tu veramente avevi detto che
Mako era
il ragazzo di cui eri innamorata!»
La ragazza indurì lo sguardo.
«Francamente non
sembri dimostrare questo, se ne parli con tanta indifferenza e cerchi
di escluderlo dalla nostra operazione! Te lo chiedo un'altra volta,
Jeri: tu ami
Mako?!»…«Io…» ma in
quel
momento si udì una voce «Scusate. Ho trovato la
porta
aperta, e così…ne ho approfittato.»
…dal buio del
corridoio si delineò la sagoma slanciata del minotauro
bianco
dal diadema a triangoli «Snowhitemon!»
esclamò
Beelzemon, e anche Jeri fu stupita «…ciao! Come
stai…?»…«Bene, venivo a
sentire se eravate
pronti: ci stiamo per avviare, pare sia urgente. E così
questa
volta è Henry ad esser stato portato a Digiworld con la
forza
quando ai tempi del primo viaggio fui proprio io ad essere rapito. E i
domatori coi loro Digimon
accorsero…»…«…me
lo ricordo come se
fosse ieri…!» sottolineò Jeri in un
misto di
emozioni, mentre Beelzemon era richiamato dallo sguardo di lei e dalle
sue parole, il minotauro incrociava le braccia
«Chissà che
cosa hanno in mente di fare con
Henry…»…«Non
importa! Qualsiasi cosa sia lo scopriremo presto!» ammise il
Digimon alato, quando giunse qualcun altro dalle scale «Che
cos’è questo baccano…? Chi è
questa
gente?»…«Papà!» la
ragazza accorse
prontamente «E’ meglio che non ti alzi e resti a
letto, io
devo uscire ma torno presto, te lo
assicuro.»…«Vai
con questa gente?» chiese l’uomo insospettito,
dopodiché domandò «Uh?...e tu chi
sei?»
…rivolto a Snowhitemon. Beelzemon stava per rispondere per
lui
«O-Oh, beh…» ma il minotauro non ebbe
problemi a
farlo personalmente «Quello con cui si è
incontrato alle
cascate.»…«Oh!»
sussultò Hajime Katou,
e il Digimon specificò «Cambiato. Ha mai sentito
parlare
di “digievoluzione”? Ma
sì…lei ci conosce
bene. Fa…solo finta, a volte, di dimenticarsene.»
L’uomo
tacque ma sembrò non gradire la granitica serietà
venata
di sarcasmo di Snowhitemon, il suo sguardo si fece torvo e si
accostò a Jeri «Fai quello che devi fare ma poi ti
voglio
a casa, ho bisogno di
te.»…«Papà!»
mormorò la ragazza «Dopo devo incontrarmi con
Mako.»…«Ancora non ci hai
parlato?!»…«Shhh!» fece
Jeri…e prese il
padre da parte per parlargli con maggiore riservatezza. Tuttavia la
loro confidenza aveva attratto tempestivamente gli occhi verdi e
penetranti di Snowhitemon…
Jeri
accennò al padre «…non debbono
sentirci.»…«Ci stiamo riempiendo la casa
di creature
digitali, ti confesso che comincio ad esserne stufo: prima quel
bell’imbusto con le ali e adesso
quest’altro.»…«Conosco
Calumon, cioè
Snowhitemon, da dieci anni!»…«Qui
conosci tutti da
dieci anni Jeri, ma proprio questo indica che sei cresciuta! Che storie
sono queste? Ho sentito parlare di rapimento, e anche di
viaggio.»…«Non lo so, dobbiamo
incontrarci con gli
altri Digimon Tamers, poi quello che viene fuori te lo
spiegherò,
promesso!»…«Jeri!» la prese
lui per le spalle «In questo momento vuoi capirlo o no che
non
puoi e non devi occuparti degli affari di questi esseri:
c’è la tua vita che viene
prima!»…«Papà…!...»
nell’espressione di Jeri si intravedeva sofferenza
«…adesso è proprio per la mia vita che
ti dico che
dobbiamo parlare piano e non farci sentire: il mio piano per
riconquistare Mako si basa proprio sull’amicizia che
intercorre
fra lui e Beelzemon, sono che lui rifiuterà di aiutarmi se
scoprirà che in realtà non sono innamorata del
suo amico
per cui…evitiamo di farci cogliere in
castagna…»
Udito ciò, il padre sembrò subito riacquistare un
contegno, sebbene non riuscisse a rivolgere sguardo più
tollerante nei confronti dei Digimon. In particolare
«…perché quello mi
fissa…?» ma Jeri
fece «Lascia perdere, andiamo di sopra! Ti riporto a
letto.»
«Snowhitemon…» chiese Beelzemon
«Che
cos’hai…?»
Il minotauro,
con le braccia conserte, non aveva cessato per un attimo di seguire con
lo sguardo Jeri e il padre, e quando scomparvero presso le scale disse
«Beelzemon...» accostandosi a lui
«…ascolta
una cosa.»…«O-Oh, sì? Cosa
c’è?»…«Senti…tu
vivi qui adesso?
Abiti in casa con
Jeri!»…«Sì…lei mi
ha
ospitato.
Perché?»…«…tieni
d’occhio suo
padre.»…«Come?!»
sussultò Beelzemon, e Snowhitemon spiegò
«Non so
perché ma quell’uomo non mi piace neanche un
po’. Lo
trovo infido. Sarà che…quando giungemmo sulla
terra dieci
anni fa mi vide assieme a sua figlia ma non mi rivolse nemmeno un
saluto, ed io queste cose me le lego al dito. Però tanto
più adesso che tu sei il Digimon di
Jeri…»
ponendogli sulla spalla la mano coperta dal guanto bordato di pelo
«…è bene che tu sia informato su ogni
cosa, non
voglio che cada vittima di manovre, già una volta
quell’uomo mi ha fermato montando una storia di cui non mi
fido
troppo. Sta molto attento ai suoi dialoghi…»
consigliava
ad uno stupito Beelzemon «…ci tengo che rispettino
la tua
dignità di Digimon. Sei un vecchio
amico…»…«Oh!...ti
ringrazio!» fece
Beelzemon prendendogli le mani e riferendogli con entusiasmo
«Sai
che penso lo stesso di
te!»…«Già, in questi
anni i miei incarichi burocratici al villaggio non ci hanno permesso di
parlare molto.»…«Però io
ricordo dieci anni
fa il nostro scorazzare per le strade della città! Ahaha,
quanti
dispetti ci siamo fatti, e quanti
battibecchi!»…«Già…il
tempo è
passato.» replicò quel composto minotauro
dall’aria
analitica, muovendo i suoi zoccoli lungo il legno del pavimento del
ristorante «Siamo tutti cambiati…però
dopo tutto
conserviamo i nostri propositi e i nostri ideali di pace, oggi ne
è la prova: per cui Beelzemon…se per la prima
volta da
che ci conosciamo posso darti un consiglio…ti dico di
prestare
attenzione a Jeri e il padre, non so ma…la loro confidenza
non
mi piace. E lei ora è la tua Digimon Tamer…tu hai
delle
precise
responsabilità.»…«Questo lo
so…» chinò il capo il Digimon alato
“…se solo Snowhitemon sapesse che Jeri mi ha
chiesto di
mentire per lei…però io glielo debbo! Dopo quello
che le
ho fatto…” «…va bene,
io…non so
perché mi dici di guardarmi da suo padre però, se
pensi
che sia meglio, avrai le tue buone ragioni…»
Snowhitemon si
limitò a rivolgere il suo sguardo profondo verso le scale
lungo
le quali erano spariti la ragazza e suo padre…
Lei stava
rimboccando le coperte a quest’ultimo
«Jeri…mi
assicuri che il tuo interesse nei confronti di quelle creature attiene
solo al progetto da attuare con Mako Ayami?» ma Jeri rivolse
sguardo sofferto verso l’alto “No, veramente!...io
avrei
una voglia enorme di andare a Digiworld con gli altri, e prendere parte
al salvataggio di Henry!! Rivedere il mondo digitale dopo dieci
anni…tornare a provare quelle emozioni!! Sento
che…
…morirei se sapessi che Takato è lì,
assieme agli
altri domatori, e io non posso essere con lui!!
Però…come
faccio?! Mio padre sta male, a chi potrei affidarlo? E
poi…anche
la faccenda del matrimonio! Oh mio Dio che disastro, non ci voglio
proprio pensare! Andrò alla riunione…rimuovendo
ogni
cosa, pensando soltanto di essere una domatrice libera, e
poi…si
vedrà, qualcosa salterà fuori!”
«Vanno bene
così le coperte,
papà…?»…«Oh?
Sì…speriamo di dormire un po’, stanotte
non ci sono
riuscito, continuamente a rigirarmi e chiedermi dove fossi! Ma a che
ora sei tornata? Molto tardi, se non mi sbaglio!»
Jeri
sentiva di fare sempre più fatica a mantenere confinata
quella
realtà digitale…
«Sei
stato impagabile Misao, ti saremo infinitamente debitori io e il mio
Digimon!» affermava Ryo con entusiasmo, rivolto al giovane
medico
dell’ambulatorio che rispose «Non ho fatto niente:
è
guarita da sola, quando il collasso si è ripristinato.
Comunque
è sorprendente, è una Digimon identica al
tuo!»…«Il mio Cyberdramon! Sono in
pensiero, non lo
vedo da ieri notte e ignoro che fine abbia fatto! La sola cosa in cui
confido è che se è tramortito lo farò
rinvenire
con la notizia che sua moglie è salva: non ci crederesti, ma
per
loro la famiglia è più importante, talvolta, che
per
molti noi umani, uhmuhmuhm!»…«Puoi dirlo
forte.»
…ma
Alice lo stava spiando dallo spiraglio della porta…
…appenati gli occhi azzurri della giovane dai capelli
d’oro, mentre quelli della draghetta tra le sue braccia
avevano
ripreso il loro vigore «Che ti succede,
Alice?»…«Penso…che dopo tutto
dovremmo
lasciar perdere!»…«Che cosa intendi
dire?!»…«Intendo dire…!! Che
Ryo ti ha curata
amorevolmente in queste ore, non si è separato un attimo da
te!!
Lo ammetto…» rivolgendo sguardo malinconico a
quella porta
socchiusa «…avevo in progetto di ricattarlo,
affinché si decidesse a fidanzarsi con
me.»…«Sei innamorata di
lui...?» indagò
Minidramon, ma la ragazza emise un sospiro profondo e turbato,
sbottando «Che c’entra?! Lo volevo
perché è
un nome prestigioso nel mondo dei Digimon, e un tipo così al
tuo
fianco ti fa fare un figurone!!»…«E
allora?!...non
capisco perché ti vuoi fermare: di soldi ne abbiamo
abbastanza,
da quel che ho capito!» ma Alice strinse i denti
«…di soldi sì…!!...ma
è la
dignità, che ci stiamo mettendo totalmente sotto le scarpe!!
Minidramon!...
…agire
così sarebbe da ingrati. Per quanto mi costi ammetterlo, e
mi
faccia sentire umiliata…questa notte…sarei stata
persa
con te se Ryo non fosse intervenuto…
…basta,
ho preso una decisione! Lasciamo perdere questo gioco stupido e
andiamocene per fatti nostri!»…«Alice,
che diavolo
dici, sei impazzita?!!» tuonò aspra la Digimon,
tanto da
stupire la ragazza «Minidramon…mi stupisci,
proprio tu che
sei un Digimon, si dice siate creature nobili e di parola. Ryo ti
è stato vicino per tutte queste ore e tu l’hai
sentito…eri sveglia, non fingere con
me…»
La draghetta non
disse nulla, ma mantenne la sua sfrontata espressione di
sfida…
«…saresti
forse capace più tu di me di seguitare a infierire su di
lui?
Perché io mi sono già stancata, non ne ho
più
voglia se proprio debbo dirtelo!»…«Non
farmi pensare
che sei una vigliacca, Alice!!»
Alice
sgranò i suoi occhi…«Se avevi pensato
di
accaparrarti un tipo così per fare in modo che la gente
parli di
te con ammirazione, non devi fermarti davanti a niente! Ci ha aiutate?
Bene, questo è solo l’inizio: grazie a Ryo noi
arriveremo
all’apice, basta solo giocare le nostre carte, lui
è
abbastanza nei guai e non è il solo, e noi potremmo
sdebitarci
grazie all’immenso patrimonio di cui molto abilmente ti sei
impossessata.»…«Ma…Minidramon…»
lo sguardo della giovane si faceva basso e amareggiato
«…Ryo è un ragazzo
buono…»
…Ryo che infatti ammetteva nell’altra stanza
«Noi
sai quanto sono sollevato!» guardando verso l’alto
«I
Digimon sono una razza complessa, sono un buon riflesso di noi esseri
umani così come il loro mondo è una proiezione
parallela
della terra! E’ giusto…che ognuno di loro al di
là
dei suoi sbagli abbia l’occasione di mostrare la sua
personalità, in fondo, se ha agito scorrettamente,
può
aver avuto dei motivi! Tutti noi abbiamo commesso qualche
errore…» abbassando lo sguardo in un lieve velarsi
di
incertezza «…però ci sono sempre
tracce, nel nostro
passato, su ciò che ci ha spinto a commettere determinati
passi:
non bisogna mai dimenticarlo!»…«Parli
per
esperienza, vecchio mio?»…«EHHH?!?!?!
No-No-No,
dicevo così per tanto per fare il saggio (!) »
passandosi
la mano dietro la nuca…
…mentre
Alice constatava «…lui non è come
noi…» e sembrava vivere un profondo disagio in
quella
situazione, cosa che invece non sembrava toccare Minidramon nei cui
occhi corvini si leggeva una grande sicurezza «No, puoi dirlo
forte, e sarà proprio questa la nostra fortuna: è
un
domatore leggendario ma in fondo è un ingenuo, e possiamo
rigirarcelo come vogliamo! Andiamo, non vorrai mica che sia quella Rika
ad ottenere al posto tuo ciò che avevi puntato! La domatrice
illustre…
…compagna di un pezzo grosso come Ryo Akiyama, colei divide
tutta quella notorietà! No, mi rifiuto di
pensarlo!»
…mentre Alice stringeva gli occhi in un respiro sofferto,
appoggiata alla porta…«…questa
dev’essere
soltanto una, e cioè Alice McCoy!» ma a quel punto
lei la
fissò con occhi insicuri
«Minidramon…perché
fai tutto questo per
me…?»…«Oh? Ma
perché sei la mia Digimon
Tamer…»…«Ma
non abbiamo neanche un
Digivice!»…«…fa lo
stesso.»
“In realtà il mio desiderio è rimanere
al fianco di
Ryo!”
…il
quale stringeva la mano al medico «Allora, ci vediamo alla
prossima, Misao! Se non…mi rinchiudono prima da qualche
parte!»…«Sta attento a
te!»…«Oh,
puoi contarci!»
“…quel ragazzo mi ha
colpito…è
tutt’altra cosa rispetto al rozzo e grossolano Digimon che ho
sposato! Lui sa essere gentile, cortese…
…ha un animo nobile e si preoccupa per gli altri. Voglio che
mi
tenga ancora fra le sue braccia!! Voglio diventare la sua preferita, ma
perché ciò sia ho bisogno che Alice lo incastri e
lo
tenga legato a sé: mi dimenticherebbe per
sempre…se solo
si fidanzasse con Rika! Non posso permetterglielo. Ryo
Akiyama…
…non ti lascerò sfuggire!”
«Ecco: sta
uscendo, Alice!»…«Minidramon io
non…!»…«Finiscila di fare la
sciocca!! Un
altro così dove speri di trovarlo?!» mormorava
decisa la
draghetta «Se vuoi una cosa una cosa devi prenderla, o non
otterrai mai niente!! Fattelo dire da me che mi sono confinata nel buio
con un Digimon indegno: la vita è breve, cara, afferra le
emozioni!»
Quelle parole destarono un respiro profondo nella giovane, che chiuse i
suoi occhi…mentre Ryo giungeva dietro di lei
«…bene, e così sembrerebbe che
l’abbiamo
spuntata. Sono contento che Minidramon si sia ripresa, e credo che a
questo punto…
…noi tre dobbiamo parlare molto seriamente.»
richiudendosi
la porta alle spalle.
Alice rifletté concitatamente su cosa fosse meglio fare.
Dopodiché si volse…
…ed il suo sguardo tornò ad essere freddo e
distaccato
«Non illuderti Ryo: ciò che è avvenuto
stasera non
cambia assolutamente la disposizione delle carte, nella nostra
partita!»…«Ah! Che cosa vuoi
dire…?» si
insospettirono gli occhi del ragazzo, e stavolta fu Minidramon ad
alzare il capo «Che dovrai fare i tuoi calcoli, se davvero
desideri aiutare la ragazza che ti sta tanto a
cuore!»…«Cosa?
Minidramon…anche
tu!»…«Che cosa credevi?» la
Digimon
assottigliò lo sguardo «Che fosse così
facile con
noi? Che bastasse fare l’eroe per una notte per ritrovarti
con un
credito incolmabile nei nostri confronti? Per favore, scendi dalle
nuvole digitali, domatore leggendario, noi siamo gente
concreta!»…«Nonostante tu sia salva per
miracolo
grazie a m--!!»…«Grazie a
te…?»
ponderò la Digimon con vellutato tono di sfida, ma Ryo
deglutì «…no! Io non mi prendo i meriti
per dei
soccorsi doverosi come questo! Però! Però mi
aspettavo
almeno che…»…«Mi dispiace
Ryo, non tutto
assomiglia al mondo al centro del quale ti immaginano i tuoi
fans…»…«Non parlare di
Digiworld, Alice!
Uno…perché non ci sei mai stata, e punto
secondo!...
…perché è un luogo come tutti gli
altri,
esattamente come la terra! Fra le tue braccia hai la dimostrazione che
l’inganno e la disonestà esistono lì
come ovunque
altrove!»…«Pensa quello che vuoi, il tuo
giudizio
non mi tocca!» replicò Minidramon, e Ryo dallo
sguardo
indignato «Ciò che invece ferisce me è
che apprendo
con dispiacere che aveva ragione Cyberdramon nei tuoi
riguardi…
…sei veramente subdola e spregevole, e io che credevo fosse
solo
una corazza!» La Digimon tacque stringendo i denti, in una
sfrontata resistenza «Ma come ha fatto a sposarsi con
te?...te lo
dico io come! Il mio cucciolo è un frescone, lo è
sempre
stato fin da quando eravamo entrambi ragazzini, e tu ti sarai di sicuro
approfittata della sua
ingenuità!»…«Oh Ryo,
non rinvangare i tempi passati, abbiamo dei problemi concreti da
risolvere in questo preciso momento…»
definì la
bionda ragazza ostentando vezzosa glacialità «Il
mio ce
l’ho qui di fronte!!» ammise il domatore, ed Alice
«Se ti riferisci al fatto che ho il cellulare in
mano…devo
darti ragione: ho appena parlato con quel tipo buffo più o
meno
quanto te che lo cercavi a perdifiato nel cuore di una notte come
quella trascorsa: sembra proprio che sia intenzionato a sbattere fuori
i suoi inquilini entro poche ore. Dal giro di telefonate che hai fatto
mi sembra che bollano in pentola questioni urgenti, solo che temo che
Rika potrebbe avere problemi a partecipare all’imminente
viaggio
a Digiworld che si profila, e questo poiché…oh
beh tutti
la conosciamo è una ragazza nobile e nonostante il suo fare
un
po’ ribelle dubito che se ne partirebbe oltre i cancelli
digitali
lasciandosi alle spalle la famiglia…in una situazione
catastrofica, senza fissa
sistemazione!»…«Ihmf!!» Ryo
espirò di
rabbia, ma improvvisamente ricordò…
“Dico sul
serio, Ryo! Io…sono qui come mi vedi, nel
disperato tentativo di conciliare l’attività da
Digimon
Tamer con una vita vagamente apprezzabile dal punto di vista sociale,
se non altro almeno remunerativa per sfamare le cinque bocche di casa,
nove con marito & figli di Himi, undici se aggiungiamo i
cuccioli
di volpe!”
…ed Alice
allargò le braccia «Temo proprio sareste costretti
a
partire senza di lei, oh…! Come mi dispiace: la tipica gita
in
cui si cerca di far colpo sull’antica fiamma ma che purtroppo
assume una piega sfortunata.»
“Accidenti…non
può andare così! Rika non può mancare,
aspettiamo
questo viaggio da secoli ma devo ammettere che le parole di Alice sono
realistiche: non lascerebbe mai la sua famiglia a sguazzare nelle
difficoltà, piuttosto rinuncerebbe lei a partire!”
«Rika deve aver sognato questo viaggio per tutti questi
anni…sta a te decidere, cosa rispondi, domatore
leggendario?»…«Uhmf!...» il
ragazzo
arretrò, facendo ardenti i suoi occhi azzurri
«E’
tutto nelle tue mani, e pronto ad essere trasferito nelle mie
comunicazioni!» specificò Alice alludendo al
cellulare
«Ho udito che il neo-padrone della loro antica casa sarebbe
disposto a trattare nel solo caso in cui “qualcuno”
procedesse TEMPESTIVAMENTE all’acquisto
dell’abitazione per
il suo prezzo maggiorato. Ed è ovvio che
un…quasi-galeotto come te potrebbe permettersi un azzardo
soltanto…come dire? Spalleggiato da una cara amica con un
cospicuo capitale.»…«Sta
tranquillo.»
intervenne Minidramon «Non siamo così squallide da
accollarci il merito del grande recupero di quel luogo pieno di storia:
puoi assumertelo nella totalità, del resto non è
quello
che desideri?»…«Noi terremo la bocca
chiusa…» confermò Alice, e la Digimon
«…a patto che tu faccia lo stesso riguardo a ME,
con
Cyberdramon, sul fatto di avermi rivista! E riguardo a ALICE
sui…motivi che ti hanno spinto…
…a
diventare il suo fidanzato!!»…«No, io mi
rifiut-»…«Non c’è
tempo, Ryo!!»
scandì duramente Alice alzando il suo cellulare e guardando
l’orologio «I minuti scorrono,
l’appuntamento
è imminente e la pazienza di quell’uomo
è giunta al
limite! Siamo nel mezzo di una di quelle…cose che ti
piacciono
tanto e in cui sei molto bravo: azioni d’emergenza! Avanti,
cosa
decidi?» …fece Alice, mentre già gli
raccoglieva
delicatamente la mano «Sei una strega…»
«Dobbiamo
interpretarlo come un sì?» fece Minidramon, e lui
mormorò «…e tu non sei da
meno.»…«Avanti, Ryo!!»
insisteva Alice,
fissandolo con i suoi occhi gelidi «Pensa a Rika…
…l’avventura della sua vita assieme a
Renamon…
…non farla rinunciare per la fedeltà verso la sua
famiglia, ha penato tanto in questi
anni…»…«…e va
bene,
d’accordo!!»…«Oh!»…«Non
mi
hai sentito Alice?! D’accordo!! Avete vinto…
…chiama quell’uomo e compra la
casa…»
“Bene.” la draghetta assunse espressione
soddisfatta
“Ora mi odi, e mi consideri una spregevole ricattatrice: ma
giuro
che ti farò ricredere, Ryo!”
«…MINIDRAMON…»
scandì la bionda
ragazza, rimirandosi la Digimon fra le sue braccia «Ti
annuncio
che mi sono fidanzata.»…«Sono felice per
te.»
…sicché tese la sua mano candida e smaltata di
nero verso
il volto del ragazzo…e si avvicinò per un
bacio…
…un bacio
in cui Alice, che sorreggeva elegantemente Minidramon con
l’altra
mano, mise tutta la sua carica artistica e il suo pathos. Ma Ryo non
riusciva a ricambiare e stringeva gli occhi “…mi
ripugna
baciare questa ragazza, ma debbo aggrapparmi a qualsiasi cosa
purché Rika realizzi il suo sogno e non abbia problemi,
gliel’ho promesso!!...
…ti prego, perdonami Rika, io non avrei voluto!”
“Oggi sei
tu, Alice…” pensava Minidramon, arrampicata sulla
spalla
della ragazza, osservando il bacio con la coda dell’occhio
“…ma molto presto ti assicuro che sarò
io a
riversare il mio bacio sulle labbra di Ryo Akiyama!”
Alice sembrava presa e coinvolta…e intanto che lo baciava,
nei
suoi pensieri realizzava “…esattamente come
prevedevo, la
più completa indifferenza! Gelo totale: non provo la minima
emozione.”
Quando
terminò, Alice fronteggiò
quell’espressione
sofferta con un ammaliante sorriso «E’ stato come
un
sogno…
…sono la principessa
assopita…uhmuhmuhmuhm!»
Colei il cui
avanzare, tra i raggi del sole filtranti in quell’antica
casa,
era quello di una principessa era Renamon…mentre la luce
invadeva la stanza, e alle sue spalle echeggiavano graziose le voci
delle piccole volpi «Ci fa così piacere
papà che tu
sia tornato.»…«…sono contento
io di essere
con voi.»…«In un certo senso
però
noi…lo sentivamo.»…«Io e
Akirmon avvertivamo
che eri vicino.»
…e
lui rispondeva con dolcezza «...siamo sempre stati vicini col
cuore, anche quando eravamo distanti: io a Digiworld e voi sulla terra.
Ma adesso ci siamo riuniti.»…«Non ci
separeremo
più?»…«…mai
più piccoli miei,
ve lo posso assicurare. Chiedetelo anche alla mamma se non vi bastano
le mie parole: io, voi e la mamma resteremo insieme tutta la
vita.»
Nella mente di
Renamon riaffiorava però l’aggressiva accusa di
Guardianmon, la notte prima…
“Lui, con le
ali,
guardava la luna e scriveva canzoni, spasimando per le giovinette della
terra! Quest’altro invece svolgeva rigoroso il suo compito da
bravo e rispettoso marito, senza accorgersi che sua
moglie…!!...in realtà…!!...sognava
silenziosamente
PROPRIO PER QUEL TIPO LI’!! CHE ADESSO GIACE ACCANTO A
LUI!!”
...ed ora le era spontaneo
pensare “Imagomon…non hai creduto a una sola
parola, non
dubitando neanche per un attimo del mio affetto, e della limpidezza dei
miei sentimenti. Le parole di Guardianmon non hanno intaccato
minimamente l’immagine che hai di me, se solo sapessi che
quello
che provo per Beelzemon in realtà…!”
chinando il
capo, nel turbamento che le conferiva quel conflitto
interiore…
«E presto
torneremo a Digiworld! Sapete? Un vecchio amico della mamma ha bisogno
dell’aiuto dei
Digimon…»…«…papà,
io sento che
è in pericolo!» espresse la piccola Akirmon,
aggiungendo «Forse ora ha raggiunto qualcuno
disposto ad
aiutarlo e a offrirgli un rifugio sicuro…però
è
braccato da una minaccia, che lo insegue con testardaggine, e non si
darà pace fino a che non avrà oscurato con la sua
ombra
la luce emanata dal cuore di Henry.»
Renamon sembrò avvertire un brivido, quando Imagomon disse
«Non dovete temere nulla, piccoli: vedrete, l’amico
di
mamma non corre alcun pericolo, ha tanti amici pronti ad accorrere in
suo aiuto! Tutti noi lo portiamo nel cuore.» …per
poi
accostarsi alla sua sposa, e sfiorarle la schiena con premura
«Renamon…ciò che ho detto a loro lo
ripeto a te. So
che sei in pena.»…«Oh,
Imagomon…» si
volse lei «…sono così preoccupata per
Henry. E
oltre a questo…»
…scostando di poco la porta e osservando Rika parlare con
sua
madre, sua nonna ed Himi…
…per poi richiudere e rivolgere a Imagomon lo sguardo
«…sento che per Rika ci sono dei problemi, non
è
come la prima volta! Allora…poté partire
liberamente, i
suoi familiari ci garantirono il loro sostegno ma oggi…sono
loro
ad aver problemi. E noi Digimon non possiamo offrire alcun
sostegno…»…«…temi
che la tua domatrice
non possa accompagnarti nella nostra spedizione?» chiese la
volpe
nera prendendole pacatamente la mano, ma Renamon rispose «Non
so
cosa sia meglio in un simile momento…»
…quando fuori dalla loro stanza…
…Rumiko stava affermando decisa «No! Non voglio
sentire
una sola parola Rika, ora tu e Renamon andrete a quella riunione e poi
andrete in viaggio, come vogliono i tuoi
amici!»…«Ma
mamma…»…«Non voglio altre
obiezioni!»
insisteva la madre «Rika! Questo è il tuo cammino,
noi lo
sappiamo bene, hai atteso…tutta la tua crescita, e i tuoi
anni
migliori per riunirti a Renamon e ritornare una Digimon
Tamer.»
al che intervenne Himi «Se dovessi dirtelo sono completamente
d’accordo con tua madre.»
Rika
non era lontana dalla commozione «…come
siete…altruiste…
…siete buone con me, io…non vi ho mai aiutate, in
questi
anni cosa ho fatto?» (canzone: Shania
Twain - It only hurts when I'm breathing) «Ahhh,
non
ricominciamo…con i soliti discorsi, per favore!»
espresse
la madre della ragazza, aggiungendo «Sappiamo benissimo
com’è andata! Siete state separate con la forza,
è
stato tutto un errore che adesso finalmente inizia a seppellirsi, e
questo progetto di viaggio ne è l’accenno:
attraverserete
quel portale, a testimonianza del fatto che i nostri mondi sono di
nuovo collegati! La terra e Digiworld…si toccano ancora dopo
dieci anni, questo è un evento, e tu che intenzioni avresti
poi
scusa? Lasciare per caso sola Renamon in un viaggio del
genere?»…«Renamon…non
è
sola…» esprimeva Rika seppur con esitazione
«…ha suo marito con
sé…mentre invece con voi
chi c’è?!»…«Ah,
lascia perdere!»
tagliò corto Rumiko, ed intervenne anche Seiko
«Quello che
tua madre cerca di dirti è che in qualche modo ce la
caveremo.»…«Ma vogliono sbatterci fuori
di
casa!!!...vi dovrei lasciare sole e in queste
condizioni?!»…«Senti un po’
Rika ma allora
cosa preferiresti?! Lasciare forse Henry al suo destino?!»
replicò Rumiko, e la figlia «…i miei
amici
accorrerebbero di certo per lui, loro…possono farcela anche
senza di me!»…«Ma insomma,
Rika!!» si immise
Himi ponendole una mano sulla spalla «Anche noi siamo tanti,
siamo una squadra, possiamo fare fronte
comune!»…«Dà retta alla tua
amica.»
disse la nonna della ragazza, e costei accennò emozionata
«…siete impagabili…»
«Beh!» fece Seiko «…ci siamo
già
passate, no?» accostandosi a Rumiko…
…mentre
Rika le osservava con gli stessi occhi lilla di allora, lungo le parole
di sua nonna «A quell’epoca eri soltanto una
ragazzina.»…«Avevamo il cuore in gola,
ma ti
lasciammo partire comunque!» aggiunse la madre.
(…mentre anche Renamon scostava la porta della stanza, ed
ascoltava le loro parole…)
«Ora sei
grande, sei adulta e responsabile: un motivo in più per
fidarci
di te.» disse la più anziana, seguita da sua
figlia
«E poi, tesoro…accanto a te
c’è Renamon.
Sappiamo che, come disse allora, ti proteggerebbe anche a costo della
sua stessa vita. Renamon è una Digimon nobile e di
parola…siamo fortunati che sia proprio lei al tuo fianco,
attraverso gli anni e i cambiamenti.»
«Mamma…nonna…
…m-mi sento ancora una ragazzina! E mi verrebbe da
ringraziarvi
nello stesso modo, però so che non posso! Mio dovere sarebbe
prendere coscienza delle mie responsabilità, non lasciarmi
andare a questa illusione!»…«Rika,
ascolta: fatti
regalare un’illusione, per tanti anni non mi è
stato
possibile benché lo desiderassi…stagione dopo
stagione,
compleanno dopo compleanno.» spiegò Rumiko con
materna
dolcezza «E poi non dobbiamo scordarci che non vai a
divertirti:
un tuo amico ha grande bisogno di te…»
«Henry…» mormorò Rika con un
filo di voce
«…chissà dove l’hanno
portato, cosa vogliono
questi nuovi Digimon…
…va
bene…!!» riacquistando grinta, con Himi che
esultò
«Ooooh, così mi
piaci!»…«…
…lo
proteggerò io!!...» mormorò la ragazza
dai boccoli
rossi, stringendo un pugno deciso «…ho promesso
che
l’avrei fatto, quando mi ha confessato di avere un
figlio!»
Renamon
osservava dallo spiraglio…e la commozione affluì
ai suoi
occhi, mentre suo marito le teneva la zampa sulla spalla.
«Lo
proteggerò con Renamon!» disse Rika, volgendosi
poi
«Oh?» …quando si accorse che tutti
guardavano quello
spiraglio semichiuso…e sorridevano alla volpe
dorata…
…che
lentamente…si inginocchiò come aveva fatto
allora…
«…a
costo…» ripeté
«…della mia stessa
vita…» mentre versava lacrime, aggiungendo
«…attraverso il tempo…e i cambiamenti.
Attraverso
il flusso dell’eternità, io…
…proteggerò Rika…la mia Digimon
Tamer.»…«Oh…Renamon!»
la ragazza le si
avvicinò con il Digivice tra in mano, prendendole la zampa
per
aiutarla ad alzarsi…sotto lo sguardo d’affetto e
gratitudine di tutti i presenti…«Andremo insieme,
ti
accompagnerò, non ti lascerò
sola!»…«E
questa volta non sarete sole.» si aggiunse Imagomon,
rivolgendo
poi un inchino alle donne di quella casa «…vi
ringrazio
ancora dell’ospitalità. E vi giuro che fra Rika e
i miei
figli non vi sarà alcuna differenza. Li avrò...a
cuore
nello stesso modo.»
«…non avrei mai immaginato di vederne
due…è
meraviglioso…» esprimeva Rumiko commossa,
alludendo a
Renamon e ad Imagomon. Himi accennava «Ptsss, ma è
il
marito??? Signora Seiko!» e questa rispondeva «Eh
sì, sì, avete visto? Che somiglianza
sensazionale, se lei
assomigliava ad uno spirito guardiano egli ricorda…
…un’incarnazione della notte, è
veramente
mirabile.»
Himi sembrava guardarlo con occhi assai ammirati e colpiti…
…e
tra Rika e Renamon, sotto il paterno e protettivo sguardo di Imagomon,
si rinnovava l’antica e profonda intesa…(fine-canzone)
Quando Ryo
discese le scale del palazzo dell’ambulatorio e
uscì
all’aperto varcando il portone, il suo viso esprimeva un
turbato
senso di disagio. Fu allora che
«Ryo!»…«Uhm!...Monodramon!»…«Ma
dove ti eri
cacciato?»…«Io…!»
Il ragazzo
si volse verso il portone, oltre i cui vetri vi erano Alice e
Minidramon, le quali scossero il capo in maniera ferrea…
«…ho-ho avuto…alcune cose da
fare!»…«In città è
successo un
disastro!»…«E tu?! Tu piuttosto dove sei
stato? Ti
avevo detto, se non sbaglio, di procedermi da
Guardianmon!»…«Ci ho provato, ma sono
crollato a
metà strada Ryo: il collasso era troppo forte, ho visto Rika
e
gli altri dirigersi verso la torre ma io non ce l’ho
fatta…non c’eri tu con me, amico mio! E deduco che
se
anche fossi arrivato dal nostro nemico tu non mi avresti raggiunto,
visto che hai trascorso tutta la notte
qui!»…«…io…
…perdonami…Monodramon.»…«Ma
è
per via della faccenda di Rika? Sei riuscito poi a fare qualcosa per la
sua casa?»…«Per…la sua casa?
Sì…per la sua casa sì: svelto
Monodramon…dobbiamo
andare.»…«Andareee?! Dove
adesso?! Ryo, spiegami, non ci capisco più niente! E tu
questa
mattina sei misterioso.»…«Dobbiamo
andare a casa di
Rika e riferirle che la casa è
sua!»…«Suaaa?!
L’hai comprata Ryo?! Ma come hai fatto, avevi quei
soldi?!»…«Te lo spiego dopo, queste non
sono
faccende da Digimon!»…«Scusa!»
Il fare di Ryo
era sbrigativo, tra cellulari e auricolari «Andiamo non
c’è tempo da perdere, dobbiamo incontrarci con gli
altri
domatori quanto prima!»…«Con gli altri
domatoriii?!
Perché, che succede adesso? La città sembra
essersi
liberata, Guardianmon è sconfitto! Ryo, non tenermi sulle
spine,
ho paura che tu mi nasconda qualcosa!» si lagnò un
po’ il Digimon «Ma che dovrei mai
nasconderti?!»…«Non è che mia
moglie è
tornata alla carica con qualche piano
diabolico?»…«Tua moglieee?! Ma come ti
viene in
mente, chi l’ha vista!»…«Che
ne
so!»…«Forza andiamo, Henry è
in
pericolo!»…«Cosa?!»…«Dei
nemici
l’hanno portato a Digiworld, dobbiamo fare in
fretta!»…«Eccomi, vengo Ryo,
però dobbiamo
ammettere che stamattina sei strano.» concluse il draghetto
violaceo saltandogli in borsa…
Alice e
Minidramon lo videro allontanarsi…quest’ultima
alzò
i suoi profondi occhi corvini e domandò
«…dimmi…è stato bello
baciarlo…?» con voce sfumata e sognante. Alice non
rispose, e discese quei gradini senza staccare gli occhi da lui
«…andiamo, non dobbiamo perderlo di vista:
dobbiamo
assolutamente trovare un modo per infilarci nel viaggio a
Digiworld.»…«Con mio
marito?!»…«E’
fondamentale!...non possiamo
lasciarlo solo, starebbe a contatto con Rika tutto il tempo, e
l’atmosfera del vostro mondo digitale contribuirebbe a
provocare
l’inevitabile!»
A quelle
parole Minidramon sembrò convincersi, mormorando
«…non deve accadere.»
Il panificio
aveva ripreso la sua attività «Buona domenica,
signora!»…«Grazie signora Mie,
altrettanto a
lei!» e quest’ultima allargava le braccia
«Eh, che
vuole: anche di domenica sono qui, si
lavora!»…«Buona giornata!»
…e Takato
discendeva lentamente le scale, e tirava un respiro profondo facendo
capolino presso l’ingresso principale “Mi sento
meglio…” pensò socchiudendo gli occhi
“Cindermon aveva ragione, quella foglia
disciolta…è
riuscita a calmarmi: sorseggiandola…”
…mentre
osservava i clienti entrare e uscire, lasciando che l’aria
che
filtrava dall’esterno gli carezzasse il viso e i capelli
“…ho potuto risentire il sapore, e
l’odore di
Digiworld dopo tanti anni. Non mi era mai capitato di
riaverlo
così vicino benché talvolta dei miscugli di
essenze della
terra mi abbiano inspiegabilmente riportato a quel periodo, anche con
grande intensità o almeno…così
credevo. Ma mai
niente è stato come quella foglia…
…è stato come tornare, riscoprire quel mondo,
tutti i
miei ricordi, e la felicità…ora sento che voglio
tornarci. Ne ho bisogno, voglio…che tutto il resto sfumi
alle
mie spalle.”
Il suo
sguardo si incrociò per un attimo con quello del padre. Ma
Takehiro appena ciò accadde, provvide a ritirarsi nella
cucina
in modo da non avere contatti con lui. Takato assunse espressione
tristemente assorta, però respirò ancora
“…no, non voglio che questo pensiero mi turbi.
Anche se si
tratta di mio padre…della mia famiglia, del mio stesso
fratello…ora voglio solo immaginare di essere un ragazzo
tanto
ribelle…libero e indipendente da potermi gettare tutto alle
spalle, e lanciarmi in un’avventura con chi mi vuole bene
veramente…” tendendo una mano all’aria
che soffiava,
tra i vari
«Buongiorno!»…«Buongiorno a
lei!»…«…tre rosette, e anche
un po’ di
questi panini all’olio.»
“…chi mi vuole bene
veramente…” ed i suoi
occhi si aprirono “…Cindermon!
Cindermon…”
quel nome lo portava a riflettere “…ha detto di
prendermi
il mio tempo, lei nel frattempo usciva perché aveva da fare
qualcosa. Lei…”
…Takato si
riguardò il palmo della mano, segnato dai graffi per le
schegge
di vetro, ricordando il momento della loro stretta
“…è stata così buona con me,
è stata
provvidenziale: non avrei mai riacquistato il coraggio e la
stabilità se non fosse stato per le sue parole. Devo
ammetterlo,
e stavolta non ci sono scuse…”
stringendosi su
se stesso, come in un abbraccio “…ha agito come
il…miglior Digimon al mondo: esattamente come il
più caro
fra tutti loro, mi ha ridato fiducia nella vita e mi ha ricordato delle
mie qualità e delle mie potenzialità che stavo
occultando, animato dalla mia disperazione. Ora…non so cosa
accadrà…so solo…che voglio buttarmi
alle spalle
tutto. Voglio…vorrei che fosse come allora, voglio lasciare
indietro queste voci…
…le buste del
pane…” mentre vi smarriva
i suoi occhi
“…quest’odore…carezzevole e
familiare di farina, e lievito. Queste voci dalle sfumature
così
conosciute…”
…distendendo le sue spalle
in quello che, seppur velato di malinconia, sembrava essere un pensiero
dolce e non spoglio di speranza “…voglio veder
sparire la
terra in una scintilla digitale alle mie spalle, e lanciarmi nel suolo
di Digiworld. Voglio andare in viaggio con Cindermon. La mia
Cindermon…la mia Digimon. Io ho una
Digimon…e…
…!!!” guardando i palmi delle sue mani, graffiati
“…voglio riempire il mio cuore di
questa…stupenda e
quasi illegittima sensazione, ma anche se proibita la voglio far mia!
Ho bisogno di avere una Digimon ancora per una volta, e…solo
per
questa volta…voglio…scordarmi tutto il
passato…
…sono un domatore prossimo al suo
viaggio…addio…
…mondo
terrestre…”
…e ancora
«Buongiorno, signora!»…«Oh
buongiorno, signora
Hasegawa! Che è venuta a prendere il resto,
dell’altra
volta? Scusi che l’ho fatta disturbare.
Takato…»
accennò Mie (non senza un briciolo di timore che suo figlio
la
prendesse male, ma Takato fece «Uhm?»)
«Potresti…andarmi a prendere le monete, scusa,
gentilmente, mi…servirebbero da dieci
Yen…»…«Oh?...sì…
…certo mamma…» rispose lui con
gentilezza, che
quasi fece stupire la signora…
…e
dopo essersi allontanato per qualche secondo
«…ecco…» mormorò
con un filo di voce,
e Mie gli sorrise «Ti ringrazio…» (si
notava che le
clienti avevano una certa soggezione nel rivolgersi a lui, a causa
delle voci che circolavano e forse per via del suo viso per lo
più serio e assorto…ma stavolta fu lui ad
accennare un
sorriso
«Buongiorno…signora.»…«Oh!
Buongiorno Takato!»…«Come
sta?»…«Io
bene!»…«Suo
figlio…?»…«…per
fortuna lo dimettono
domani.»…«…mi fa piacere, gli
faccia tanti
grandi auguri.»…«Sicuramente!...sei
gentile.»)…«…mamma, appoggio
qui le
monete?»…«Sì caro
grazie…»
…e
lui adagiò lentamente quel tubetto avvolto dalla plastica
“…desidero riscoprire il piacere di separarmi
anche…dal più piccolo oggetto, come la plastica
che
avvolge queste monete. Sarà lontana…dalle mie
dita,
quando sarò al fianco di Cindermon nel mio
viaggio…il mio
viaggio…”
Sicché quel ragazzo che un tempo aveva avuto il sole a
pettinare
i suoi capelli un po’ scompigliati per la fantasia e i tanti
sogni che gli nascevano nella testa, ora varcò le porte del
suo
negozio per poter respirare più intensamente
l’aria del
suo quartiere. Fra i clienti che uscivano con le buste…la
gente
che circolava nella mattinata domenicale, i bambini per mano ai
genitori, qualche cane al guinzaglio…
…in un affresco in cui ogni dettaglio conferisce armonia,
come
ad esempio quel fazzoletto rosso decorato con ancore bianche, che
scivolò dalla bicicletta di un ragazzino
«Ehi!!...aspetta!
Hai perduto qualcosa!!» segnalò Takato, ma fu
inutile. Il
ragazzino scomparve in fondo alla strada…riconsegnando il
ragazzo ai suoi pensieri “Cindermon…l’ho
giudicata e
fatta sentire così criticata…quando adesso
è lei a
fare la differenza fra il futuro e un muro, di fronte a me. Io mi sto
abbandonando al sogno che sia lei a far proseguire la mia vita e
scrivere i miei nuovi sogni, quando però…
…lei è un essere vivente! Ha anche lei le sue
esigenze,
le sue preoccupazioni…
…i Digimon malvagi stanno invadendo il suo
regno…”
…quando in quei minuti Cindermon si dirigeva a passo deciso
verso casa di Rika «Alle volte…il consiglio di
un’amica è quello che ci vuole in casi
simili.»
attaccandosi al campanello.
“Io ho temuto a lungo che lei si approfittasse di
me…” pensava Takato, mentre si chinava a
terra,
sull’asfalto della strada “…quando ora
in un minuto
si è tutto capovolto: sono io ad aggrapparmi a
lei…e
approfittare forse dei suoi problemi per farmi aiutare. Questo non
è giusto…io…devo trovare un modo di
ripagarla per
tutto ciò che ha fatto per me, per…”
guardandosi i
palmi “…per aver ferito le sue mani, e aver
mischiato il
suo sangue…
…con il mio.”
…ma ora c’era
qualcos’altro di rosso tra quelle mani, non era sangue,
bensì quel fazzoletto che era volato via…e che
lui aveva
raccolto…decidendo di adagiarlo delicatamente sul suo
capo…e di legarselo “Ho bisogno di
cambiare…
…sento il bisogno che lo specchio rifletta di me
un’immagine nuova, sempre nuova, ogni
giorno…”
La sua scelta estetica era particolare, ma donava un tocco avventuroso
e intrepido al suo viso giovane e alla sua figura slanciata, quella
bandana legata sul dietro simile a quella di un
pirata…”E’ con questa che
andrò a Digiworld.
Forse è volata via per giungere da me…”
«Io sono
innamorato cotto di Ufomon, in pratica vedo le stelle per
lei!»
raccontava N’Emo camminando al fianco di un Guilmon assorto
tra i
suoi pensieri «E’ così carina come
Digimon! In
fondo…perché non potrebbe funzionare? Me e lei
assieme,
anche se sono un ragazzino umano! Del resto…anche se mi dici
che
è disastrosa come accoppiata io continuo ad amarla! Non
riesco a
togliermela dalla testa, ma il problema è che
lei…mi vede
come un ragazzino ancora tanto immaturo e che trascorre il suo tempo
con passatempi stupidi. La colpa è del padre, che ha montato
la
testa a lei e a suo fratello! Quel moccioso sempre tra i piedi,
Gravemon, quanto ti odio!!...
…Ufomon…
…secondo te, Guilmon, io potrei avere qualche speranza con
lei?»
“Basta chiudere gli occhi…se non si vedono i suoi
capelli,
e si sostituiscono i nomi, sembra di sentire Takato che parla di
Jeri.”
Ma
N’Emo si fermò, inginocchiandosi di fronte al
Digimon il
cui aspetto non era più fonte di timore alcuno per lui
«In
fondo basta fare colpo in qualche modo! Ad esempio salvandola dal
pericolo!...
…Ufomon e Gravemon sono sempre impegnati in missioni molto
pericolose. Potremmo seguirli! Magari una volta che a loro dice male tu
potresti intervenire, e io lanciarmi alla carica con il Digivice: la
nostra azione congiunta di certo farebbe capire alla mia Ufomon di che
pasta siamo fatti, altra storia rispetto a suo padre e suo fratello?
Che ne dici Guilmon, magari si potrebbe provare!»
“…questo ragazzino mi propone giochi spontanei e
adatti
alla sua età: forse dovrei…lasciarmi andare, e
fingere di
non avere alcun passato.” «Ufomon grida
disperatamente che
qualcuno la aiuti, io mi aggrappo alla tua coda…
…tu mi lanci da lei, io la raggiungo…»
descriveva
N’Emo con tono sognante «La stringo fra le mie
braccia…» …mentre Guilmon
rivedeva nei suoi
ricordi una scena uguale (o quasi), circondata da uno scenario rosso
come il sangue…
«…le dico…che è tutto a
posto, e che il
nemico è sconfitto…»
“Magari se imparassi a chiudere gli occhi per bene, e a dare
ascolto alla voce che, da dentro, mi invita a
scappare…potrei
riscoprire anch’io della serenità e della
dolcezza.”
volgendosi ad osservare il ragazzino dagli occhi socchiusi e sognanti,
immerso nella sua scena immaginaria “Forse ci sarebbe la
speranza
di ritornare un Digimon semplice e spensierato, che semplicemente si
occupa di giochi e progetti simpatici. Avrei così
bisogno…” tingendo il suo occhio di pena
“…di
sole, e di amore…
…avrei avuto tanto bisogno, una volta sconfitto il D-Reaper,
di
risvegliarmi ogni mattina e poter pensare solo…a come
aiutare
Takato a conquistare Jeri…per arrivare alla
sera…e
addormentarmi dopo una scorpacciata del dolce sapore del pane del suo
negozio…” abbassando lo
sguardo
“…chi mi ha ricondotto nel mio mondo…mi
ha tolto
persino quel sapore. Forse lei, la ragazza dei miei sogni, lei lo
può sentire ogni giorno sotto la sua lingua…
…assieme al marito fabbricano il pane così come
il
papà e la mamma di Takato lo facevano quando io ero sulla
terra.
Che cosa strana il modo in cui i ruoli si scambiano, in questo
mondo…”
«…Ufomon…apri gli occhi,
ti prego!...dimmi una parola!» recitava
N’Emo…
…e Guilmon pensava “Magari basterebbe avere
immaginazione
a sufficienza e forse…!!” concentrandosi
sull’aspetto e sulle espressioni di quel ragazzino che aveva
di
fronte…
…per poi però concludere
“…ma no, è
impossibile, come solo si potrebbe cancellare che è esistito
Takato, e che poi è morto…in quel tragico
incidente…
…il mio sogno di provare le sensazioni di allora non si
avvererà mai.” «Non
c’è più
niente da temere…il nemico è sconfitto!...
…possiamo
tornare a casa!...”oh sì N’Emo
sì! Torniamo a
casa, ti prego! Riportami a
casa!”»…«Uhm?!»…«Che
cosa
c’è, Guilmon?»
Il
Digimon dall’occhio velato si era girato come se una parola
l’avesse colpito «…hai detto
“casa”. Hai
parlato di “tornare a casa”…
…dimmi, sono curioso. A…quale casa ti stavi
riferendo?»…«Ohh?»
Lo sguardo
del Digimon era indagatore «Qual è…per
te il
significato della parola “casa”, ognuno ne ha uno,
il tuo
qual è, N’Emo? Perché dubito che sia il
limbo…né tantomeno questo palazzo, non sei mai
stato qui
volentieri! Dunque qual è il luogo…in cui
condurresti la
giovane Digimon che dici di amare, una volta che avessi coraggiosamente
combattuto e sconfitto il
nemico?»…«…io…»
accennò
il ragazzino…
…ma Guilmon si avvicinava a passo lento, quasi come se
strisciasse, muoveva la sua coda e gli camminava attorno
«…ognuno…ha una casa in cui sogna di
tornare…»…«Anche
tu?!»
Guilmon si
fermò «…certamente. Potrei descriverla.
E’
un’abitazione…
…che fa
anche da panificio. La mattina è sempre piena di
clienti…e…
…fino a
sera inoltrata è così. E’ gestita da
una coppia di
bravi signori…un uomo cordiale e gran
lavoratore…e una
signora molto dolce e sempre pronta a offrire un dolcetto
gratis…» …si affievoliva e si
faceva di
velluto il tono di Guilmon, tingendosi di mistero
«…è un edificio semplice…
…ci
cresce un bambino…c’è una
scala…che porta
alla stanza superiore dove c’è la sua cameretta,
la
mattina…batte il sole sulla finestra…
…e…non esiste
più…»…«Cosa?!»…«…già,
l’ultima caratteristica di questa casa in cui voglio tornare
è quella
d’essere…irraggiungibile…
…bisognerebbe avere la macchina del tempo…un
incanto che
riporta indietro il mondo…
…perché nel presente niente è
più come
è prima…»…«La
mia…»
iniziò N’Emo «…si trova
invece…in un
altro luogo.»…«Fff! Probabilmente tu sei
più
fortunato: è giusto una casa come tante che si potrebbe
raggiungere non grazie alla macchina del tempo ma solo ad una buona
dose…di coraggio e di buona
volontà…!»
…rifilandogli la coda dell’occhio, come in
un’allusione un po’ pungente a qualità
che si
ipotizzava non possedesse…ma N’Emo non raccolse la
provocazione, e seguitò a descrivere «E’
un’abitazione…che fa anche da
panificio.»…«Uhm?»
aggrottò lo sguardo
il Digimon…mentre il ragazzino muoveva i suoi passi rapiti
lungo
il corridoio «…la mattina è sempre
piena di
clienti…
…e…fino a sera inoltrata è
così. E’
gestita…
…da una coppia…di bravi signori. Un
uomo…!...
…uhm…ammirevole. Molto orgoglioso di suo figlio,
e una
donna…
…u-una donna…per cui
lui…rappresenta…tutta…tutta la sua
vita!»
stringendosi a se stesso in un moto di struggente tenerezza…
…sotto lo sguardo sempre più offuscato di
Guilmon…
«…è un edificio semplice…la
cameretta del
giovane figlio dei padroni è al piano superiore, lui
trascorre…tutto il giorno a sognare Digimon e
digievoluzioni, ma
ogni volta che lo chiamano i suoi genitori lui!...
…è…sempre pronto a scendere e dar loro
una mano.
E’ incorniciata da un quartiere
meraviglioso…»
dipingendo un sorriso sognante sul suo volto
«…pieno di
gente…e di giovani con cui fare amicizia! Batte il
sole…sui suoi disegni, e i suoi calcoli matematici di
potenza e
variabili, che quadrano al millesimo quando invece…!...
…non è mai
esistita.»…«…uhm?
Cosa intendi dire?»
N’Emo svelò, fissando per la prima volta il
Digimon con
uno sguardo non sottomesso, ma profondo come chi vede più in
là «La caratteristica…della casa in cui
voglio
tornare è che è
irraggiungibile…perché
nessuno ha mai permesso di assemblare un luogo con questi dettagli,
congiunti assieme…»
Guilmon restò
col suo occhio sospeso e l’espressione scrutatrice…
…N’Emo
avanzava verso di lui «…hanno fatto andare le cose
diversamente, non esiste un tempo in cui la magica macchina potrebbe
fare capolino al fine di veder specchiarsi il sole, da quella finestra,
nella sua lente riflettente.»…«E allora?
Come fare
per raggiungerlo? Cosa può servire…?»
si
assottigliò l’occhio del drago rosso…
…e
N’Emo rispose «…un
desiderio…realizzato.»
«Uhm?»…«…e una
fata…
…in grado di
compiere l’incanto e correggere l’errore commesso
nel
passato.»…«Una fata?» chiese
Guilmon con aria
torva…
…quando
d’un tratto si udì una vellutata voce femminile
«E
così siete qui. Bene…mi aspettavo di
trovarvi.»
«Uhm?!» si
volse insospettito il Digimon. Il pallido ragazzino rimase con sguardo
assorto…
…una sagoma
femminile e violacea si celava nel buio del corridoio…e
teneva
tra le sue mani una bacchetta dalla punta stellata, come quella delle
fate…
«Ptsss,
Ri-Rika?»…«Sì, Himi? Ma
perché parli
sottovoce, adesso?»…«PtsssSSS! E non
posso
urlare!!»…«Ma cosa
c’è?»…«Ma
dì un po’, ma
quello che fa tutto il carino con Renamon uguale a lei è il
marit-»…«ShhhHHH!» fece cenno
convulso
Rika…proprio mentre Imagomon al fianco di Renamon
attraversava
il salone, per spalancare le porte e sporgersi all’esterno
«E’ lui?» chiese ancora Himi, e Rika
tanto
meravigliata quanto divertita «Sì è
venuto ieri
sulla terra, ma perché?!»…«Eh
ma è
bello!» espresse ammirata la donna dai capelli scuri
«Cosa?!» sobbalzò l’altra dai
capelli rossi,
quando un’altra porta dell’antica casa veniva
scostata per
far fare capolino a un uomo «Scusa Himi (ciao Rika,
perdonami,
buongiorno): hai visto il mio cellulare? Non riesco a trovarlo da
nessuna parte!» ma Himi con poca pazienza afferrò
un
cuscino «Senti sto parlando con Rika, tu tieni fuori il tuo
brutto muso!» e glielo lanciò in faccia
«Ugh! Ma
caaara!»…«Il tuo cellulare non
l’ho visto e
non ci tengo neanche, lo lasci sempre nei posti più
impensabili
finché non te lo ruberanno!» così lo
liquidò, mentre Rika faceva «Ma che faiii? Certo
che sei
proprio matta!»…«Shhh! Ti stavo dicendo,
volevo
sapere! Ma quello è il marito, que-quello che a lei non
piac-»…«Shhh (!!!) » ma
passò Renamon e
si rivolse a loro «Rika: presumo ci siano venuti a chiamare
per
andare. C’è qui Cindermon. Sta parlando con
Imagomon.»…«Cindermon? Ah, immagino
Renamon, dille
magari per favore che siamo…in un attimo da le-ah ci sta
parlando Imagomon va bene, noi arriviamo fra un attimo!...
…che…che hai per la testa??? (!) »
chiese poi
rivolgendosi all’amica, la quale «Onestamente
vorrei
proprio sapere che ha da lamentarsi, ma l’hai
visto?!»…«Eh
(!!)…sì, vorrei ben dire!
E’ il marit-ptsss (!)…
…è il marito della Digimon che conosco da dieci
anni (!)
»…«Ma Rikaaa, non te ne andare
così dammi
ragione, proprio tu che hai sempre concordato sui miei
gustiii!»…«Pfff…FFF
(!) …Himi
qui secondo me si sta proprio superando il limite, eh! Meno male che me
ne vado a Digiworld, guarda…!» accennava Rika con
furbe
occhiate, mentre si barcamenava in quel disordine sistemando il suo
borsellino e ritoccandosi nello specchio «Meno male che me ne
parto, così, a scanso di equivoci…io non
c’entro
più niente, con questa casa e con quello che echeggia al suo
interno! (!) E che sarà venduto con tutto il malloppo: ai
nuovi
affittuari l’onore di beccarsi la casa…e-e tutte
le voci
che mormorano negli angoli più buii, qui altro che gli
“spiriti guardiani” a cui ancora crede mia
nonna!»
richiudendo decisa la lampo del borsellino ma Himi la afferrava per il
braccio «Ma ho ragione o
nooo???»…«Eh n---(!)
sì! (!!) Sì, ce l’hai
ragione!»…«Lo riconosci anche tu! Ma
l’hai
visto che classe, è un vero
signore!»…«…non si
può di certo negare
che lo sia!»…«Io adesso mi sono presa
una cotta, tu
te ne parti e io vado in crisi
coniugal-»…«MA…(?!!!)…ti
stai
zit-!!!» la contro-afferrò Rika, in
quanto Imagomon
si riaffacciò alla sala «Ehm, Renamon, scusa, ho
bisogno
di parlarti. Circa alcune cose al riguardo di
Digiworld.»…«Dimmi.»
…al che
Rika «…guarda che qui c’è
poco da scherzare,
eh? Pfff…fff, ahhh, roba dell’altro mondo! Eh,
proprio,
infatti, vengono da quello digitale, no?» tratteneva a stento
le
risate mentre si passava la matita sulle sopracciglia, con Himi ad
insistere «Io mi chiedo dove ne trova un altro
così! Ma lo
sai? Ma lo sai prima che mi ha
fatto?»…«…che
ti ha fatto, “che ti ha fatto”,
sentiamo!!»…«Prima!»
(abbassando il tono e
venendo più vicino a lei) «Prima io mi stavo a
impazzire a
cercare il cellulare stava sotto al tavolo mi stavo piegando lui si
è chinato ha fatto “no signora non si preoccupi ci
penso
io” me l’ha ripreso, con l’ausilio
dell’attrazione gravitazionale magica! Me l’ha
rimesso in
mano!!»…«Credo si tratti
di…potere psichico.
Renamon mi ha raccontato che suo marito è dotato da una
carica
magnetica mentale molto sviluppata-e lo vedi che brava, invece tu?!!!
Eh (!) Il tuo di marito è disperato alla ricerca del suo
cellulare e mica lo aiuti, quel poveretto ha pure una gamba
rotta!»…«E’ una scusa questa
della gamba
rotta! E’ che così fara ancora meno di quanto
già
faceva, allora un Digimon
scusa?!»…«Eh…»…«Loro
prendono sempre calci, pugni e botte in battaglia intanto mi
ha
recuperato il cellulare: quale uomo lo fa di quelli che abbiamo sulla
terra-no Rika adesso mi
dici!»…«…mi-mi fai
spaziooo (!) che devo passare!»…«No ma
tu dimmi
quale uomo è così cavalleresco, è un
gentiluomo
d’altri tempi: ti fa sentire una
signora!»…«E
infatti…certo…non si può dire che non
si tratti di
una creatura molto speciale. Senza dubbio. Si vede che è
nobile,
lei deve averlo notato per quello, sotto un certo
profilo.»…«Ma poi a lei gliene piace un
altro!»…«Shhh (!!) »
(…Imagomon passava
nuovamente per la sala…) «Ma quest’altro
qua
dì un po’ Rika ha tanto in più di
speciale rispetto
al
marito?»…«Eh-h…»…«Secondo
me no! Secondo me è lei che è
incontentabile!»…«…
…sai che c’è,
Himi…»…«Io
so solo che sono partita! Ma è grave, per un Digimon? A me
questo mi mancava!»…«…no no
ma tanto noi non
ci facciamo mancare nulla per partito preso: no così
dicevo…» passandosi il rossetto di fronte allo
specchio
«…è che…con
l’altr-PTSSS
(!!!)…con l’altro (!!!)…
…eh! C’è una cosa
consolidata…
…col
tempo, e negli anni!»…«E
vabbé ma pure con
lui scusa da quanto tempo è che sono
sposati?!»…«Otto anni e
mezzo.»…«Hanno due
figli!»…«Abbassa il tonooo (!)
» fece Rika
tirandole il tubetto del rossetto «Oh! Preso al
volo!»…«Dicevo!...
…non
è una cosa così
scontata.»…«Tu hai
assistito al nascere della cosa? Dico…quella per
l’altro!»
L’espressione di Rika si fece più seria, e
specificò «Esattamente.» richiudendo di
nuovo il
borsellino, e spiegando di fronte allo specchio
«Io…sì, ho assistito allo sbocciare
della loro
conoscenza…
…è
nata nella tempesta…» mentre pensava alla sua
Digimon…(canzone: Mariah
Carey - I only wanted)
…che era
all’esterno, e stava ascoltando con il suo consueto, composto
raccoglimento ciò che Cindermon aveva da dirle…
…riaffioravano nel cuore di Rika una marea ricordi
«La mia
Digimon si è presa una cotta…no, anzi, sto
dicendo una
sciocchezza: lei si è scoperta innamorata…
…di
qualcuno che lei ha incontrato quando era solo e in
difficoltà.
Smarrito.» …ripensando alla distinta Renamon e al
piccolo
e impertinente Impmon «…lei era più
grande e
più saggia…benché ripensandoci
adesso…si
trattava nient’altro che di una giovane Digimon che si
cresceva
gli anni del cuore per essere di guida alla sua
domatrice…nonostante affermasse che fosse costei, la sua
guida.
E non solo a lei...ma anche...»
…mentre Himi ascoltava con vivo interesse…
«…a
qualcuno che si poteva considerare in principio un “amico
mancato”…»
…rivedendo l’irrefrenabile flusso di parole
pungenti e
provocatorie del folletto viola dalle orecchie piegate e
l’espressione di sfida…
«…ma che
poi divenne un vero e proprio nemico…»
…ricordando di un Beelzemon fin troppo uguale a quello di
adesso, se non per l’espressione del suo sguardo
«…in quanto poiché solo, si era
concesso a un patto
scelerato pur di colmare i suoi
vuoti…»…«...il tipico
uomo!» dedusse
Himi, e Rika rifletté «…forse.
Però, in fin
dei conti…sono loro che ci
piacciono!»…«Ahhh,
io ne ho abbastanza!» si alzò in piedi Himi con
fare
spazientito, allargando le braccia «E dai, Rika! Eh!
Perché dove sempre stare appresso a tipi del genere: sono
scorbutici, ingrati, succhiano tutto e che ti danno in cambio?!
Niente!» il marito fece capolino «Mogliettina mia,
io sono
così?» ma lei gli ritirò un cuscino
«Coda di
paglia, stattene al tuo posto e non origliare! Eh beh, dicevi
Rika?» e questa seguitò a narrare
«Nonostante il suo
cambio di bandiera se ci fu qualcosa che restò uguale,
questo
fu…
…l’atteggiamento di lei:
Renamon…»
…smarrendo lo sguardo verso l’alto del ricordo di
un
Beelzemon aggressivo e incontrollabile, pronto a stendere con la
violenza un esercito di Digimon...ma c’era sempre fra loro
una
volpe dorata che provava a parlargli, a farlo ragionare…
…e
quando ne ebbe bisogno, poiché sconfitto e a terra, a
restituirgli quel bavaglio rosso per mezzo della sua domatrice, che
glielo legò di nuovo al collo
«…restò sempre
un’amica premurosa, non lo abbandonò
mai…
…lui assomigliava a un angelo caduto…lei ad un
angelo
custode…
…lui sempre nei guai, e lei…sempre
presente…» …rivedendo Beelzemon
precipitare nel
D-Reaper fino quasi a dissolversi…e Sakuyamon recuperare il
corpicino ormai sfinito del piccolo Impmon…
«Odio…amore? Chi poteva dirlo. Almeno allora! Ma
dieci
anni cambiano il volto agli eventi…
…di poca importanza, sì! Ma
rischiarano…lucidano e
rendono più splendente la superfice dei sentimenti duraturi,
rendono più profondo ciò che si è
radicato nel tuo
cuore.» descriveva Rika alzandosi lentamente dallo sgabello,
senza però staccare i suoi occhi dallo specchio in
un’intensa espressione «…e questo
dev’esser
stato per la mia Renamon, io…
…è come se vedessi nel mio fantasticare sul
passato che
non mi è stato concesso, le mille attenzioni, talvolta
silenziose talvolta echeggianti e prorompenti!...per quella creatura
strappata dalle braccia di amici che solo da pochi
giorni…aveva
scelto di riaccogliere nella sua vita. Dev’essere stata dura
per…Impmon! O per meglio dire adesso Beelzemon…
…io lo ricordo di allora, adesso è tanto
cambiato.» …rivolgendo la coda
dell’occhio
all’amica «…e di chi potrebbe essere mai
il
merito…se non di un’anima coscienziosa, come
quella di
Renamon?»…«Sì
d’accordo,
però…
…Rika, tu sei dalla sua parte? Appoggi questo sentimento?
Lei…si è legata a un altro, loro hanno due
figli.»…«Io…» fece
Rika, ponderando
attentamente le sue parole «…comprendo la
complessità della situazione, però sono dalla
parte della
mia Digimon, capisco i suoi sentimenti, non posso fare altrimenti!
E’ a questo…che il cammino della vita mi ha
portato.»…«Quando sarai a
Digiworld…cercherai
di proteggere il loro matrimonio…oppure fomenterai quel
rapporto
antico e
clandestino?»…«…io…
…difenderò il vero amore! Qualsiasi forma
abbia!»
Al che Himi…si sciolse in un sorriso
«…e dire
facevi quella che si metteva la maglietta con il cuore
infranto.»…«Che
vuoi?!!!»…«Paladina
dell’amore!»…«M-Ma---ma
lasciami, ma guardati
un po’ a te stessa e fatti due domande!»
scherzarono fra
loro, sicché Himi «Comunque! Io preferisco
Imagomon e se
scegli la seconda strada mi ci butto
io!»…«Ma
sentila, e poi tu parli di matrimoni?! Sei SPOSATA cara (ptsss: tuo
marito è nell’altra stanza!) e se si parla dei
figli
tu ne hai tre: uno in più di
Renamon!»…«E allora? Pfff, senti, io
sono talmente
stanca! E non è possibile, anni a fare a botte figurate e
talvolta materiali con dei clienti screanzati, ubriachi e senza garbo,
una volta tanto che si trova una creatura gentile, signorile, con dei
modi da…regno ultraterreno beh permetti che uno ci butta il
pensiero!»…«Vuoi venire anche tu a
Digiworld,
Himi?»…«EEEHHH?!! Ma---» e le
lanciò
scherzosamente la borsetta «---ma lo sai che me la faccio
sotto!»…«Guarda che dico sul
serio!»…«Vattene,
va!»…«Ti
manderò una
cartolina!»…«Ahahah!»
(fine-canzone)
…all’esterno della casa, in giardino
«Capisci come
stanno le cose…? Puf…»
espirò Cindermon, con
lo sguardo basso «…io non so più cosa
fare
Renamon…sono venuta a casa vostra prima
dell’appuntamento
per vedere se…Rika magari poteva darmi un consiglio, lei che
lo
conosce da tanti anni, lui ora si è calmato ma il problema
è sempre dietro l’angolo!! Fra poco andiamo a
Digiworld
molto probabilmente, il viaggio è imminente e
così lo
è l’incontro con suo fratello! Molto
presto…
…io e Takato
avremmo la prima, vera prova sul campo, tra un domatore e un
Digimon…finora pur strano che sembri abbiamo solo
scherzato…
…io sono
cresciuta a Digiworld!» …mentre la volpe
dorata
ascoltava con profondi occhi azzurri…
«Però…tornarci di nuovo e per la prima
volta non da
sola, bensì con il mio domatore mi fa tutto un altro
effetto!
Aggiungi a questo il fatto che…non so, sono strana in questo
periodo hai presente quando si sentono tutte farfalle nello stomaco? Ma
tu nooo, sì vabbé pfff, non credo che ce
l’hai
presente, sempre così composta, integerrima, granitica, non
hai
mai sentito una roba simile.»…«Non farti
ingannare
dalle
apparenze.»…«…?!...davvero?!»
ci
rimase un po’ la ragazza dal ciuffo rosso. Renamon si volse
di
scatto, dandole le spalle «…talvolta non sembriamo
quelli
che siamo.»…«…
…
…uhm. Quelli che siamo…
…ta-talvolta non sembriamo quelli che
siamo…»
…si sussurrò fra sé quella frase,
Cindermon, come
se la colpisse l’effetto che emergeva dal rivolgerla a se
stessa,
guardò i palmi delle sue mani…ed il graffio
generato dal
vetro «Cosa hai fatto alle
mani?»…«Beh?!» Cindermon le
nascose di colpo,
arrossendo un poco «…come facevi a vedere le mie
mani
scusa eri girata di
spalle…!»…«…col
tempo…ho imparato a riconoscere e percepire molte cose.
Forse
è stata l’esperienza…o magari la
vicinanza al
fianco di…
…mio marito. Avverto le ferite, ciò che si spacca
e si
separa e anche ciò che…
…si unisce.»…«Ah
sì???...
…Renamooon! Ma te l’ha detto nessuno che sei il
mio
mito???»…«…io…il
tuo mito?»
restò sorpresa la volpe, e Cindermon
«Sììì! Forse io non lo
dimostro però
penso sempre a te e guardo ammirata il modo in cui combatti al fianco
della tua domatrice, voi per me simboleggiate l’intesa
perfetta!
A me è toccato Takato…
…uff! Adesso…in un modo, o nell’altro
stiamo
arrangiando, buttando là, assemblando qualcosa che assomigli
vagamente per sommi capi all’intesa fra un domatore e un
Digimon
però resta il fatto che la strada è molto lunga,
almeno
potessimo andare a Digiworld spensieratamente! No!! Io ci vado agitata
perché figurati, là c’ho mio padre, MIA
SORELLA!» elencandoli sulla punta delle dita «UN
REGNO
pensa te poi Renamon manco a dire una casupola UN REGNO!!
Che…il
grande Dio dei Digimon sa come me lo ritrovo quando ci ritorno. Che
poi…ci ritorno pure dal figliol prodigo, ma questo
è un
altro discorso! Poi voglio proprio vedere. No poi insomma, ecco dicevo!
Lui…Takato tanto peggio adesso ha pure un fratello! Suo
fratello
è dalla parte dei nemici: cioè qui è
un casino ma
come facciamo a combinare qualcosa di buono? Se almeno sia io che lui
non avessimo avuto problemi avremmo potuto avere…la mente
sgombra e focalizzarci solo sulla nostra intesa hai presente? Del tipo:
guarda quel Digimon sulla montagnozza! Se magari mi fai digievolvere
fino al suo livello spacchiamo il…b-b-il didietro ai nemici
cioè hai presente quel tipo di discorsi…ah ma voi
a
Digiworld vivete combatteeendo, noi sulla terra bla-bla-bla, i livelli,
l-l’aspetto tecnico di un Digivice-i-io insomma…
…ho paura che
così come stiamo messi se sbarchiamo a Digiworld facciamo
fiasco, io e Takato. E questo pensiero…mi agita come non
immagini!»…«…devi stare
tranquilla.»…«Eh beh sì,
è una
parola!...
…però…
…quasi
quasi…se me lo dici tu che sei una volpe così
composta e
che sei il mio modello in un certo senso un pensierino ce lo butto,
cioè tu pensi che non partiamo proprio con i presupposti
peggiori?»…«…delle volte ci
sono cose che
uniscono anziché dividere. Chissà che magari non
siano
proprio i vostri problemi comuni a dare
quest’effetto.»
Gli occhi
azzurri di Cindermon si fecero stupiti «…tu
credi.»…«…lascia che ti parli
con la mia
esperienza, io e Rika abbiamo diviso tanti dubbi e turbamenti. Sia
sulla terra, sia a
Digiworld…»…«…mi
piacerebbe tanto poter riguardare indietro le puntate della vostra
intesa…»…«…avremo
modo di
raccontarcele se riusciremo a partire per aiutare
Henry.»…«Mi farebbe davvero
piacere!»…«Lei aveva la sua famiglia, i
suoi buchi
affettivi e conflitti caratteriali, ed io…»
smarrendo i
suoi occhi nel cielo altrettanto azzurro «…i miei
esistenziali, sullo scopo di noi Digimon. Non avrei mai
immaginato…che un giorno ci saremmo trovate nella stessa
casa a
parlare così familiarmente, come due creature della stessa
specie. Mai…se non forse per pochi secondi, nella
contemplazione
della luce che aveva cancellato il D-Reaper…prima che
facesse lo
stesso con noi, strappandoci dalle braccia dei nostri domatori. Forse
è stato solo allora che ho potuto sfiorare con le dita della
mia
anima…il sogno di una vita come questa. Ma
adesso…la battaglia non è terminata. Anzi
forse…
…seppur possa sembrare assurdo, ricordando il
passato…quello di allora…non è stato
che un
piccolo preambolo…
…il nostro destino inizia solo adesso a
svelarsi…è
tempo di armarsi e
fronteggiarlo.»…«…pensi
che anche io sia inclusa in questo, pure che non vi seguii la prima
volta?»…«…Cindermon…
…adesso la vita ti ha affidato un ruolo importante: tu hai
preso
il posto che occupava…il nostro amico Guilmon, che purtroppo
è smarrito e ci auguriamo tutti…di ritrovare,
assieme con
Henry, una volta che solcheremo il suolo del nostro mondo. Il mondo di
creature con me e te: Digimon…
…Digiworld è la nostra
casa…»…«…io ho un
piede di qua e un
piede di là…sono metà un Digimon
metà un
essere umano!»
Renamon, guardandola negli occhi, le disse «…tu
forse
allora sei quella che farà la
differenza.»…«Cosa…? Proprio
io…» si velarono d’emozione gli occhi di
Cindermon
carezzati dal rosso del ciuffo «…il nostro destino
si
gioca…
…sul rapporto tra i nostri due mondi. E’ stata la
scintilla dell’inizio. La molla della battaglia. Il germoglio
dell’amicizia. La culla della felicità…
…la ragione della separazione. La causa del
dolore…
…tutto ha camminato sulla fune sottile che collega Digiworld
e
la terra…e che ha dato vita a creature come te.»
Cindermon era scossa, e si stringeva al suo manto avorio…
«Chissà che dopo una lunga
strada…questo stesso
binomio non sia la stella guida per una sospirata vittoria. La bussola
per il ritrovamento. La risposta…
…per la pace sperata. Abbi fiducia, Cindermon. Tu e
Takato…
…avete di
fronte una lunga strada. Non è un caso che vi siate trovati
l’uno di fronte all’altro. E’ stato il
destino…
…avrebbe detto il nostro caro, vecchio amico Leomon. Che
purtroppo non c’è
più…»
«…lui…non è più
con
voi…?» chiese Cindermon con delicatezza, vedendo
lo
sguardo di Renamon che si abbassava…e sembrava perdersi in
un
vortice di nebulosi ricordi «…cosa gli
è
successo…?»…«…purtroppo…quando
c’è tanta solitudine e
abbandono…c’è
sempre qualcuno che ne resta vittima. Leomon è stato uno di
questi e altrettanto colui…
…colui che lo ha ucciso…» disse con un
filo di
voce, e Cindermon disse piano «…anche mia madre
è
rimasta vittima di un Digimon feroce, sai…?»
La coda
dello sguardo di Renamon si mosse appena, ma in una sfumatura
penetrante…
«…però mio padre non ha mai voluto
spiegarmi bene,
so solo che è stata attaccata e un giorno non è
più tornata: non so se questa creatura abbia una coscienza e
adesso possa sentire solitudine o rimorso…posso solo
affermare
che grazie al suo operato nel mio cuore c’è un
buco che
niente e nessuno potrà mai
rimarginare…»
…affermava quella ragazza digitale con tono spoglio da
risentimento bensì ricolmo di una assorta e profonda
semplicità, che la portavano ad interrogarsi, con gli occhi
rivolti al cielo.
«Le porte
del mondo digitale…» scandiva Violetta animata da
una
guizzante decisione, che muoveva la sua mano sul mouse del pc in casa
Wong «…si chiuderanno sulle facce antipatiche di
quei
domatori, prrrrrrima che loro riescano a sgattaiolare! Andiamo un
po’ a vedere che sta facendo la mia piccola
Digimon…ops!
Scusa Benji piccolino, ho un impegno urgente con Muskmon!» si
volgeva verso il bambino che la osservava con un che di dubbio, dal
letto dietro la scrivania. Violetta sfoderò un sorriso
«Sai, io sono la sua Digimon Tamer! Lei è persa
senza di
me, si sente smarrita un po’ come te senza la tua mamma che
ti ha
proprio abbandonato come un…piccolo sacchetto di stracci per
andare a fare la carina con quattro scemi al parco! Hihihi! E il tuo
papà…si è fatto mettere nel sacco,
è
proprio il caso di dirlo, perché è troppo
stupidino per
fare il domatore: tanti anni fa gli è comparso il Digivice
in
questa camera solo per un puro errore, uhmuhmuhm, uhmuhmuhm,
uhnmuhmuhmuhmuhm!» …con mano davanti alla bocca a
velare
quel flusso di divertite risate, ma niente ostacolava il prorompente
luccichio di furbizia dai suoi occhietti «Videochiamata
allestitaaaaaa! ProntooooOOOOooo? Tutti in linea a
DigiwoooOOOooorld?»
…il display si illuminò…
…intanto, in quel buio corridoio Guilmon si irrigidiva ed
assumeva una posa ostile “Non è la voce di
Purplemon…di chi si tratta?”
«Guilmon…tu la
conosci?» chiedeva N’Emo dubbioso, accostandosi a
lui
«…no…quella sembra la bacchetta di
Purplemon ma non
mi sembra lei.» …alludendo a quella sagoma
femminile
nell’ombra «Cosa? Come hai fatto a vederle la
bacchetta?
Purplemon è prigioniera, la sua sagoma è sempre
sfumata
dalla luce del campo digitale.»
«Sono
venuta a darvi un annuncio: grazie al potere della Sfera regale
opportunamente recuperata…la grande Purplemon non
è
più prigioniera!»
«E tu chi
sei?!» fece Guilmon, quando la vide venire sotto la luce.
Si trattava di
Muskmon, che teneva con sé la bacchetta a forma di stella
«Mi fa specie che non mi riconosci! Sono io: sono Purplemon!
Regredita…!...
…questo
è il mio livello evoluto. Quando adotto questa forma il mio
nome
è Muskmon. Potete riconoscermi dal profumo.»
“Qualcosa non mi
convince…” pensava Guilmon
“…la bacchetta
è la sua, ma la voce…e qualcosa nella sua
personalità è cambiato…
…non mi
sembra la stessa Digimon con cui mi sono
confrontato…” …ed
osservava
incessantemente quegli occhi profondi e violacei come le gemme del suo
diadema, il moto lento ma inesorabile di quelle radici sulle pregiate
mattonelle del corridoio…
…ma la
contemplazione era scandita dai respiri smorzati ed emozionati del
ragazzino dai capelli neri, che additava prossimo all’estasi
quella creatura «Purp…Purplemon!!!...ahah!...ti
sei
liberata dalla prigionia? Fantasticooo!!!...
…allora
adesso è tutto a posto! Esaudirai il mio desiderio, come mi
avevi promesso, per ricompensa per averti portato la Sfera regale!
Farai in modo che io sia di
nuovo…»…«Aspetta
un momento! N’Emo!» disse Muskmon anteponendo la
sua mano
di petali, e destando in lui un sussulto «Cosa?! M-Ma
tu…»…«Ho detto che mi sono
liberata dalla
prigionia, non che ho recuperato per intero tutti i miei poteri!
Perché ciò sia…ho bisogno di un
ulteriore aiuto da
parte tua! Anzi…mi correggo: da parte
vostra!»…«Come hai
detto…?»
accennò N’Emo spiazzato, e Guilmon
«Grrr…che
cosa stai tramando? Guarda che mi accorgo che c’è
qualcosa
che non va in te!!»
Muskmon si
irrigidì, ma ostentò sicurezza
«…bada bene a
come parli! Ricordati che resto pur sempre io il capo di questa
operazione: voi avete promesso di eseguire senza
discutere!»…«Ma
Purplemon…M-Muskmon, scusa!
Tu mi avevi detto che sarebbe bastato che ti avessi portato uno degli
artefatti energetici!»…«…vuoi
rinunciare,
N’Emo?» provocò con tono vellutato la
Digimon, e il
ragazzino si destò «Io?? Oh no, di
certo!»…«…ho bisogno di
parlare con il grande
Sandmon! Ditemi, è qui? Se sapete dov’è
andatelo a
chiamare, e in fretta.»…«S-Sandmon, hai
detto…Purp…Muskmon?!»
accennò il ragazzino
piuttosto scoraggiato dall’ordine ricevuto, ma Guilmon non
cessava di osservarla “…ha qualcosa di
diverso…
…il suo contegno, la sua austera
serietà…un
Digimon quando cambia di livello conserva le caratteristiche della sua
personalità: lei invece sembra divenuta un’altra
creatura…Purplemon è un’agitata,
è
perennemente nervosa e insicura, non ha niente a che vedere con questa
Digimon che sembra una gelida stratega…”
«Che
cos’hai…?»…«Uhm?!»…«…non
mi riconosci, Guilmon…? Eppure ci siamo visti tante
volte…» avanzava Muskmon, sorretta dal suo
groviglio di
radici…sfiorando il draghetto con una carezza di petali
«…senti la mia essenza…» ma
questi si
ritirò «Imfh!»
C’era
qualcosa in quella creatura che non lo convinceva affatto. Ma le
riflessioni furono interrotte da una voce rimbombante «Non
c’è bisogno che nessuno mi venga a chiamare!...
…sono
qui.»…«Sandmon!» si volse
N’Emo. Ed
anche Guilmon senza dire niente, mentre Sandmon lo guardava ostentando
superiorità «E così vedo che hai avuto
la faccia
tosta di ripresentarti. Ti sta bene…il mantello davanti
all’occhio!»…«…grrr…
…!!» “Me la
pagherai…” era il pensiero
inconfessato del Digimon rosso e striato di nero, quando Sandmon
alzò lo sguardo e si aprì in un radioso sorriso
«Muskmon…! Questa sì che è
una gradita
sorpresa…! Devi perdonarmi…ma in questi giorni
sono molto
impegnato: vedi? Questi Digimon non hanno capito chi comanda qui, non
fanno che ribellarsi ed io…devo mantenere il pugno di ferro
se
voglio che l’ordine regni nel nostro
mondo.»…«Ho bisogno di parlarti,
Sandmon!»
replicò Muskmon…scrutando poi con distacco il
ragazzino e
il draghetto «…intendo dire…che ho
bisogno di farlo
da sola…»…«Su su, non avete
sentito? La
padrona comanda di filare, sciò! Non è cosa da
bambini o
da Digimon su misura per l’infanzia, hihihihih!»
ghignò il Digimon sabbioso. N’Emo sembrava star
per
reagire, ma Guilmon invitò «Andiamo,
N’Emo!»…«Ma
Guilmon...»…«Ti
ho detto che è meglio
andare!!»…«…va
bene.» alla fine si piegò il ragazzino, sotto il
tono
incisivo della creatura che in ultimo specificò, rivolto ai
due
che restavano «Continuate pure a confabulare: molto presto
qualche orecchio indiscreto vi
sentirà!»…«A
quel punto cionchiamo anche l’orecchio in questione!
Eheheh…non ci limitiamo mica solo agli occhi, noi!
Sì,
dicevi…mia Muskmon? Scusa, quei due sono talmente molesti.
Comunque i miei figli a quest’ora debbono aver già
raggiunto il Centro di smaltimento e molto presto procederemo
all’estrazione del cuore di quel babbeo solo che mi chiedo:
che
ci trovi tu di tanto…pfff, scusa eh se te lo dico ma una
Digimon
del tuo calibro! Hai davanti agli occhi un tuo simile di gran valore
come me e vai a posare lo sguardo su un ragazzetto umano insulso, per
altro sposato con una gatta morta e con un moccioso scomodo e
piagnucoloso fra i piedi!»
Ma prima che
Muskmon ebbe potuto rispondere, echeggiò una voce
«Qual
è il matrimonio di cui si sta parlando male?!!!»
Sandmon sobbalzò «Ihmp! Oh mio Dio: una
persecuzione!»
Muskmon rispose
«E’-E’ quello di Henry,
Violetta!»…«Ah, meno male!»
…replicò questa, mentre un display si stagliava
nel buio
grazie al suo bagliore e materializzava la sua sagoma in un groviglio
di scariche, permettendole di atterrare
«Ooop---lllà! No,
figurati perché sai, temevo si trattasse del mio! Taisho
cioè Sandmon approfitta sempre che io non ci sia per
lamentarsi
di me come moglie!»…«M-Ma che stai
dicendo?!»…«Sì, prova a
negarlo,
magari!» si esprimeva Violetta con la massima naturalezza,
chiedendo poi «Ptsss: ma se ne sono andati gli altri
due?»…«Filati!»
replicò Sandmon, e
Muskmon «Li abbiamo mandati via,
perché?» Violetta
rispose «No, sai com’è,
perché adesso come
adesso N’Emo lo abbiamo sfruttato per quanto poteva dare,
però intanto che mi faccio venire in mente una scusa
credibile
per dargli il benservito e abbandonarlo al suo destino potrebbe ancora
esserci utile, per qualche
lavoretto!»…«Quello
è solo un moccioso petulante! E del Digimon cosa intendi
farne?!» chiese Sandmon, ma Violetta si tappò la
bocca
«Uhmuhmuhmuhm!» in un guizzo di furbizia
«L’affetto immenso e irrisolvibile che ancora prova
per il
domatore che gli abbiamo fatto creder morto più esserci
utile
eccoooooome, ma una cosa alla volta! A-Ah, ma…! Sandmon dove
hai
lasciato tua
moglie?!»…«…è
davanti a
me (purtroppo!) »…«Nooo, ma lo vedi che
non capisci
quando parlo: io intendo l’altra, l’altra
moglie!!!...quella
digitale!»…«O-Oh…non
c’è nessuna moglie
purtroppo!»…«MA COME
NON C’EEE’, IO TI AVEVO DETTO DI
SPOSARLAAA!»
stridette Violetta, e Sandmon «Purtroppo quella stupida mi
è scappata: e il ragazzetto con cui se la intende
altrettanto!!
Lei e il padre sono andati a radunare una marmaglia di Digimon per
aizzarmi una rivolta, e lo stupido umano col cappello ormai vuoto dalla
sfera l’hanno spedito sulla terra a riunire i Digimon
Tame-»…«Non serve, ti assicuro, sforzo
inutile: si
stanno già
riunendo!»…«C-Cosa?!»
sobbalzò Sandmon, e Violetta
«Ma…Muskmon! Anche tu
ti dovevi fare scoprire ieri sera?! Non potevi fingerti una
psicologa?!»…«Ah, Violetta
perdonami!»
espresse sincera la Digimon, coprendosi il viso con i petali
«Ma
lei è arrivata con Terriermon! La moglie di Henry
è stata
lì, e quel maledetto mi ha scoperta subito
oh…!...credimi…ero sicura di eliminarli, ma
purtroppo lui
è digievoluto e tu…
…non eri…con
me…»…«Pfff…
…sì va bene, però,
d’accordo! Anche tu un
Digimon storico e pluripremiato a farti battere da una
nullità
come Terriermon, scusa! Anche se contiamo le sue
digievoluzioni!»...«…veramente…io
non sono
più un Digimon storico,
Violetta.»…«Uhm?»…«…abbiamo
fatto calare il silenzio sulle vicende della nostra squadra molto tempo
fa…»
Violetta fece un sorriso un po’ tirato all’udire le
parole
malinconiche della sua Digimon, per poi concludere «In ogni
caso
adesso stiamo per risalire la china! L’importante
è che
Ufomon e Gravemon abbiano portato il prigioniero a
destinazione!»…«Non li ho più
sentiti ma
presumo che lo abbiano fatto!» ribadì Sandmon, e
Violetta
«Cercherò di mettermi in contatto con loro
più
tardi, intanto…sono venuta qui con uno scopo ben preciso!!
Nel
sottosuolo di questo castel-»…«Violetta
parla
piano!» le ricordò Sandmon, e lei
«Ptsss!!!...hai
ragiooone! Dicevo: nel sottosuolo di questo castello dovrebbe trovarsi
una di quelle pulsantiere di controllo per i punti di sbocco del
digivarco, no?»
Muskmon
sgranò gli occhi, e Sandmon «O-Oh beh,
sì, penso,
perché cosa intendi
farci?!»…«Ptsss…non ho
più il potere
di chiudere il varco per intero ma devo guadagnare tempo
perché
quegli idioti puntano a raggiungere Digiwooorld, ormai hanno
individuato un punto di contatto sotto quell’orribile blocco
in
demolizione: anzi, per la precisione che è lì lo
sanno da
anni e cercò di precluderglielo Guardianmon con il ricatto!
Ma
udite-udite: l’hanno sconfitto! Ihihihi, e con tecniche al
limite
dell’innovazione: quel sempliciotto ci ha fornito una succosa
pista di studio, ihhhh!» sfregandosi le mani piena di brio e
di
gusto «Ma prima di dedicarci all’approfondimento
della
potenza…dobbiamo fare in modo di tagliar loro la strada,
immaginate le loro facce quando si precipiteranno convinti al blocco e
lo troveranno sterile e chiuso come nei loro peggiori iiincubi! Lo
scopo della pulsantiera nascosta è quello di invertire e
mischiare i punti d’accesso fra la terra e Digiwooorld,
wooow!!!»…«N-Non ti mettere a saltellare
in mezzo al
corridoio, Violetta!»…«E’ che
sono troppo
eccitata!»…«Violetta…»
le si rivolse la
Digimon, sfiorandole la spalla con i suoi petali
«Sì, che
c’è amica
mia?»…«…forse è
meglio che ci trasformiamo, così almeno non desteremo
sospetti.» Sandmon aggiunse «Sarete un Digimon fra
tanti
Digimon!»
Violetta
ridacchiò «Uhmuhmuhm, devo ammettere che forse
siete
più saggi voi di me, ihhhh!» sfoderando il
Digivice
floreale…
…ed irradiandosi di luce violace assieme alla sua Digimon,
che
la abbracciò alle spalle avvolgendola con un vortice di
petali
bianchi «BIODIGIEVOLUZIONE!»
esclamarono assieme.
«MUSKMON
BIODIGIEVOLVEEE!!!...»
…le
radici si strinsero attorno ai piedi della donna componendo gli
stivaletti bianchi. Il flusso vorticoso di petali compose il cappello
conico e stellato…un’esplosione di polline
delineò
il manto tra le sfumature del viola e del bianco…
…sotto lo sguardo di Sandmon, che serio incrociava le
braccia ed
attendeva che la trasformazione fosse compiuta: lo sfrigolare elettrico
della stella sulla sommità della bacchetta
«…PURPLEMON!!!»
…che finalmente poté aprire i suoi occhi decorati
di
piume angeliche…
…e
liberare i suoi lunghi capelli scuri, ed il suo sorriso beffardo
«Perfetto, siamo di nuovo una cosa sola, Muskmon!!!...
…ihihihiii!»
La sua
voce, i suoi gesti, ed il suo modo di fare, fino a quella mano che
copre la birichina risata, erano lo specchio di quelli di Violetta.
Purplemon sfrigolava di potere magico, ed avanzava tra i petali che
erano caduti alla sua trasformazione…
«Takato
non è con te…?» domandò Rika
nel giardino
della sua casa, e Cindermon rispose con occhi bassi «Ci
raggiungerà al
parco…»…«Dimmi,
Cindermon…ci sono stati problemi a casa, per la faccenda di
N’Emo?!» si informò la ragazza, e la
Digimon
«Per quello…per un vecchio disegno del passato,
per tutto!
E adesso…ho paura che ci siano anche per il viaggio a
Digiworld!» Renamon intervenne «La famiglia di Rika
a
distanza di anni si è rivelata comprensiva come
allora…
…a casa
di Takato…non è forse più
così…?» …accennò
con molta
delicatezza, e Cindermon «Vedete, no è che fra lui
e suo
padre le cose…sfrnnn-sfrnnn-sfrnnn!» in un gesto
che
sfregava i due incidi delle mani evocando attrito, quando Rika
notò con sguardo consapevole «Purtroppo il signor
Takehiro
è molto cambiato negli anni, e si è di sicuro
indurito.»…«Ah sì,
Rika?»
domandò Renamon colpita. La ragazza svelò
«Ora
soltanto iniziamo a togliere un po’ di veli dalle ragioni di
questo cambiamento: inutile però dire che le spese
le ha
fatte e continua a farle Takato. E questo non è giusto.
Benché io ammetta, in quanto non posso farne a meno, ogni
cosa
come quella che è successa e che ha portato alla nascita di
N’Emo!»…«Che poi che
vorrà questo
N’Emo, perché si schiererà con quei
Digimon
misteriosi e cosììì…pfff,
SUBDOLI, e
INTRIGANTI!» rimarcò Cindermon animata da viva
mimica e
gestualità, quando Rika le sfiorò la mano
fissando
più avanti a sé «…scusa un
attimo…»…«…Rika!»
la
chiamò Renamon, e quando anche Cindermon si volse
esclamò
«Ma quello è Ryo!»
Rika
si diresse dal ragazzo, che teneva le mani in tasca e
l’imbarazzo
si leggeva dalla sua espressione, quando disse
«Ciao…»…«Finalmente
ci si
rivede!!»…«…sì lo
so, Rika, lascia
perdere.»…«Lasciar predere?! M-Ma dove
sei stato?!
Ieri, non lo sai? Abbiamo combattuto, avremmo potuto
morire!»…«Lo
sooo…»…«Era
Guardianmon, il nostro nemico!!! Colui che ci ha sbarrato le porte di
Digiworld, colui che ci ha rovinato la vita!! E’ sceso in
campo e
stava per stenderci tutti, ma come al solito tu eri altrove,
Ryo!!!»
Il tono
della ragazza era vivamente amareggiato, come lo sguardo di lui, velato
di stanchezza, quando la fissò «…se ero
altrove…so io perché e a far
cosa.»…«Su di te non si può
mai contare! E
dire che eri sparito con la scusa di darmi una mano per la casa, pfff,
figurati! Questa l’ho già sperimentata, le tue
promesse in
questi anni si sono sempre rivelate fumo! Ma se ti disinteressi del
tutto di colui che è stato l’artefice di tutto il
nostro
percorso di dieci anni, e anche delle nostre peggiori sofferenze,
figurati che può interessarti del fatto che ora io me ne
devo
partire per Digiworld quando la mia famiglia non so neanche sotto quale
tetto la lascio!»…«Rika
io-»…«…e dire…
…che ieri sotto i colpi di Guardianmon invocavo il tuo nome,
e
mi chiedevo dove fossi…»
Ryo
spalancò gli occhi «…davvero lo
facevi…?» afferrandola per le braccia, ma lei si
scostò assottigliando di risentimento il suo sguardo
«L’ho fatto per dieci anni!...
…inutilmente, stando al risultato di ieri sera. Io ormai
ci ho messo la croce sopra.»…«No,
aspetta! Non dire
così!! Rika!» ma lei gli aveva voltato le spalle
«Non ho intenzione di andare a Digiworld nella speranza che
tu
faccia, dica o intervenga in alcun modo Ryo, sono STUFA di contare su
di te, questo sia chiaro!! Con questo viaggio ho CHIUSO con questo
ritrito cliché!»…«E se io ti
dicessi che
invece i tuoi non debbono andare da nessuna parte, che se stanno
facendo le valige può dir loro anche di disfarle?! Se ti
dicessi
che la casa è di nuovo tua, Rika?!»
esclamò il
ragazzo animato dalla forza dei suoi sentimenti…
…ma Rika si volse appena, rivolgendogli una torva coda
dell’occhio «…stai scherzando! Quando
invece vedi un
po’ che per me è una faccenda su cui non
c’è
da scherzare affatto.»…«Non sto affatto
scherzando,
Rika!!...
…e girati quando ti parlo!!...
…tanto mi conosci e lo sai benissimo che quando uso questo
tono
sto dicendo la verità! Anche se poi dico un mucchio di bugie
ma
con un tono diverso da questo!! Rika…
…con questo tono…ti ho preso fra le rocce di quel
mefitico cratere in cui ti eri lanciata e ti chiesi se ti divertiva il
fatto di metterti in pericolo e comportarti puntualmente come
un’incosciente!! E l’ho fatto perché ero
sinceramente preoccupato!!» e intervenne anche Monodramon
«Ci puoi scommettere! Me lo ricordo bene, quel giorno eravamo
tutti insieme, come
sempre!»…«…come
sempre…»
…sussurrò Rika, smarrendo i suoi occhi al cielo
azzurro e
sfregandosi le braccia come al solito troppo scoperte, ma la giornata
accennava a essere calda, quindi forse era ai brividi dei ricordi che
erano esposte…mentre volava un petalo rosa tra di
loro…
…e
Cindermon segnalava stupita «Sta-Stanno litigando!»
ma ci
fu Renamon a spiegarle «Fra Rika e Ryo…
…c’è uno di quei rapporti nati dai
battibecchi e
dai conflitti. Ma nel corso degli anni ha conservato la sua patina
speciale…che luccica di
leggenda…»…«Oh!...
…nato dai…battibecchi e dai
conflitti…» si
ripeteva Cindermon guardando quei due ragazzi conosciuti, cullata dalla
voce narrante di Renamon «Potendo dire di conoscere
abbastanza la
mia Digimon Tamer…ora ipotizzerei che lei sta
improvvisamente…
…percependo l’aria di Digiworld su di
sé prima
ancora di esservi sbarcata. Un flusso di ricordi la
travolge…ed
è guidato dalla voce di Ryo. Per lei dire
Digiworld…
…è dire il suo nome. Benché non
abbiano mai smesso
di incontrarsi qui sulla terra…»
«Sono serio Rika, va ad avvertire tua madre e tua nonna prima
che
prendano accordi con altri! Svelta!! La casa vi appartiene come un
tempo!»…«No, un attimo!» si
volse Rika
intenzionata a mettere i puntini sulle i: avanzando verso di lui ed
afferrandolo per il braccio «Che storia è
questa?»
mormorò «Ma,
Rika-»…«Con quali diavolo
di soldi hai fatto una cosa del
genere?»…«Ma che ti
importa?!»…«Mi importa eccome!»
Gli
occhi della ragazza bucavano quelli azzurri di Ryo
«…tu
non hai tutti questi soldi per rilevare una casa costosa come la mia,
c-che razza di provenienza ha il denaro che hai
sfruttato?!>…«Avevo qualcosa da
parte!»…«Qualcosa da
parte?!»…«Non te l’ho mai
detto, ma avevo dei
risparmi-ahiaaa! Non stringere così, mi fai
male!»…«Ryo guardami negli occhi, non mi
piace
questa storia! Cosa c’è
sotto?!»…«Ma
perché devi sempre polemizzare su tutto, io non ti capisco!!
Tu
sei proprio fatta così, non ti va bene niente!! Non avevate
tu,
tua madre, tua nonna, la tua amica e famiglia, la tua Digimon con i
cuccioli di volpe, non avevate bisogno di un aiuto urgente?!»
ma
Rika scostava la mano del ragazzo come un cavallo ribelle
«Non
intendo tornare dentro una casa acquistata con soldi rubati!! Ascolta
Ryo: io sono una persona onesta!»…«Ah
sì?
Perché io no, invece! Nooo, certo, è onesta solo
la gran
signora!!»…«RYO!!»…«E-E
non
urlare il mio
nome!!»…«Perché, hai paura
che
piombi qui la polizia?!»…«Certo che sei
tremenda!»…«N-Non intendo approfittare
di chi con
mezzi OCCULTI a dir poco d-dice…s-sostiene di aver
ricomprato la
mia casa quando so benissimo di che pasta è fatto, e quali
sono
i suoi “modi” per gestire gli affari! Non ci
rientro! Resto
qui in giardino!» incrociando le braccia, e lui «Fa
come ti
pare! Guarda…peccato che è una bella giornata,
magari
piovesse così ti fracicheresti tutta, la solita testarda che
sei
sempre stata! Beh! Tu fa quello che prima ti salta in mente: del resto
non hai fatto altro in questi anni! Però se permetti io
avevo
dato la mia parola alla tua famiglia, quindi vado da loro a
riferirglielo e saranno loro a
decidere!»…«Ryo torna
subito indiet-!»…«Non l’hai
pagata con soldi
tuoi…in origine…Rika: questa casa è
stata
acquistata molti anni fa, dai tuoi antenati, non con il tuo sudore e il
tuo sangue quindi non hai voce in
capitolo!»…«Ahh!»
…e con queste
parole alla fine riuscirono a bloccare la ragazza…che vide
il
giovane fare il suo ingresso nell’antica abitazione
«Ciao
Renamon! Ah, ciao Cindermon, ci sei anche tu!»
…superando
costoro, che rimasero senza dire niente…per poi proseguire
«Signora Rumiko! Signora Seiko, sono io, perdonate il
disturbo!»
…di
sicuro le due Digimon erano quelle più stupite dal
siparietto
verificatosi…e si videro tornare indietro Rika sui suoi
rumorosi
tacchi, e sui suoi esterefatti sussurri «…roba da
matti…
…roba da
matti!!»…«M-Ma che è
successo, Rika?!»
chiese Cindermon, e Renamon «…qualche
problema?»…«…tu mi
chiedi…se
c’è qualche problema, Renamon? No…! Non
c’è…semplicemente nessun problema:
possiamo
rientrare tutti allegramente in casa. Abbiamo di nuovo un tetto: Ryo
l’ha
ricomprata!»…«E’
stato…un
gesto davvero splendido.» disse la volpe dorata, e Rika
«Splendido, sì, splendido sarà quando
verranno a
cercare me per il ritrovamento del cadavere del precedente acquirente,
allora sì che tutti ci faremo quattro
riasate!»…«N-No ma veramente, tu pensi
che lui
arriverebbe a tanto?!» fece Cindermon, e Rika
«Mah…!»…«E’-E’
capace di
uccidere?!»…«…e che ne
so…! Se li
è curati da solo i suoi affari in tutti questi anni, chi mi
assicura che Ryo Akiyama da domatore leggendario non sia diventato un
assassino? Le voci inquietanti sul suo conto non mancano, e io accesso
agli archivi della polizia non ce li ho!...
…ci voleva pure questa!...andiamo ad avvisare la nostra
ciurma
che il livello medio di “spiriti guardiani” che
infestano
la casa si raddoppia!» …così
tornò
all’interno.
Cindermon e Renamon si guardarono. Quest’ultima disse
«…non guardarmi in quel modo: ti ho espresso la
mia
opinione su molte cose ma quanto a questo non so proprio cosa
pensare.»…«…ah beh se non sai
che pesci
prendere tu allora io mi sento tranquilla! Uhm!» incrociando
decisa le braccia (canzone: Bon
Jovi - Right side of wrong)
Ryo
proruppe a casa Nonaka e diede il suo annuncio entusiasta. Non
mancò la mano sul cuore della signora Seiko, e il
protendersi
della figlia per accertarsi che non avesse avuto quel malore
che…in effetti sembrava accusare, ma anche impegnarsi a
smentire. Questo strappò un sorriso, dopo tutto umile, a Ryo
il
quale incrociò gli occhi immobili e incantati di
Imagomon…il quale di certo altrettanto era colpito e voleva
spiegazioni, che Ryo non mancò di fornigli in un vortice di
gesti e descrizioni intervallate da qualche carezza e scherzetto ai
piccoli di volpe tra le braccia del loro padre.
Himi si
alzò di scatto e corse ad accogliere Rika quando
entrò
col broncio, per comunicarle la mirabile notizia ed indicare convinta
Ryo…che sperava in qualche occhiata ammirata, ma Rika
lasciava
ben intendere che sapeva tutto e, inspiegabilmente per la sua amica,
lanciava a Ryo sguardi nient’altro che recriminatori. Questi
facevano cadere le braccia al ragazzo…
…quando
però la delusione veniva subito travolta dai festeggiamenti
e
dalle concitate “interviste” da parte dei presenti,
Rumiko
lo acclamava come un eroe, e Ryo le offrì Monodramon
affinché potesse dare un bacino a lui per la grazia
ricevuta.
Seiko continuava a porre domande incessanti sul come c’era
riuscito, e Himi si infilava in ogni spazio libero…
…ma la ragazza dai boccoli rossi incrociava le braccia e
seguitava a fulminarlo con gli occhi, incurante degli animati inviti di
sua madre affinché si aggiungesse alla mischia, liquidati
con lo
scuotersi della testa…
“Rika…ancora non sai che cosa ho dovuto fare per
arginare
il problema della tua casa: se già sei arrabbiata con
me…figurati se lo sapessi! O forse…magari
chissà,
non ti importerebbe niente. Magari hai smesso di interessarti a me da
tempo, è ormai una cosa relegabile solo nei nostri ricordi
d’adolescenza. Al contrario che per
me!”
…ma Rika tornava a guardarlo ad intervalli regolari, e nei
suoi
occhi c’era una tacita richiesta, quasi una
supplica…come
se gli chiedesse perché seguitasse ad agire in un
determinato
modo, e a rendere in un certo senso inaccessibile il suo mondo a
lei…
“Rika…adesso non posso pensare, sai, al fatto che
ho
accettato di fidanzarmi con Alice: riesco solo a pensare a te! Fra poco
saremo in viaggio assieme…non posso farmi prendere dagli
stenti
e dalle esitazioni!” …seguitavano i baci a quel
draghetto
viola come fosse una sorta di bambino dei miracoli, anche Seiko ed Himi
alla fine avevano ceduto “Dobbiamo andare a Digiworld, e fare
un
fuoco d’artificio come la prima volta! Dobbiamo assolutamente
liberare Henry…dobbiamo essere motivati come e
più che da
ragazzi: debbo raccogliere tutta la mia convinzione…e
trasmetterla agli altri domatori, e la mia convinzione…nasce
dal
fatto che posso starti vicino! Piccola mia…”
“Ryo…” …e
quei borsellini, quei
rossetti e quella confusione scuotevano l’animo della
ragazza, in
bilico fra il ritorno del passato e
l’irrecuperabilità dei
sogni…mentre anche Renamon le si accostava, per comunicarle
tacitamente il suo coraggio…
…quando
in un’umile casa che non sembrava della terra, un sacco nero
giaceva accantonato su di un’amaca.
«Ti
prego, mangia
qualcosa!»…«A-Ahhh!!»
…delle
creature mansuete cercavano di imboccare un giovane umano dai tratti
distinti, ma che a giudicare dalla sua espressione sofferta doveva
avere tutte le ossa doloranti.
Era circondato
da una moltitudine di MudFrigimon, gli orsetti marroni
«…chissà se sei un regalo del grande
Azulongmon,
che pur nel vagare della sua mente ormai confusa si è
ricordato
di noi, e del nostro povero capo villaggio, affinché possa
rivedere un terrestre un’ultima volta, prima di
morire!»
Gli occhi di
Henry si aprivano a stento…ed esprimevano un dolore e una
fatica
senza fondo…e un tacito appello a dei nomi che portava nel
cuore…
Ma non poteva
immaginare che poco dopo, era proprio per lui che una comitiva di
giovani si riuniva in un parco bruciato.
«Takato, perché la scelta di questa roba sulla
testa?» domandava Cindermon sinceramente incuriosita, ed il
ragazzo rifletteva assorto «Non…so, con esattezza.
Ma
questa mattina sentivo che volevo cambiare, era lo stile dei pirati che
mi rapiva inspiegabilmente! Ho indossato questa bandana non potendo
mettere…
…una benda sull’occhio, ad esempio.»
La ragazza
digitale lo scrutò colpita, quando lui le diede le spalle.
Gli occhi
del ragazzo si soffermavano su quella giovane che per un attimo
incrociò il suo sguardo…lei era accanto a un alto
Digimon
alato. Ma preferì tornare a parlare con la sua amica
«E
così, Suzie…Terriermon ci raggiungerà
fra qualche
minuto.»
Suzie con Lopmon tra le braccia aveva l’aria sicura, tanto da
far
trasparire un pizzico di consueta furbizia «Sono andati a
comprare alcune cose: arriveranno a
momenti!»…«”Sono
andati”…?»
chiese Jeri, e Beelzemon
«”Arriveranno”…?»
…ma a
quel punto Takato si accostò a loro «Suzie:
Terriermon
è già da tempo che dice di avere un nuovo
domatore, ne
sai qualcosa?»…«Aspettate e vedrete.
Uhmuhmuhm!...non ci credereste mai!»
«…un nuovo domatore per
Terriermon…»
rifletteva il ragazzo «…mi suona così
strano.» “…un po’ come pensare
a me con un
altro Digimon che non sia Guilmon.” «…io
non riesco
a pensare a Terriermon con un domatore che non sia Henry.
Non…
…pensi anche tu, Jeri?»
«Oh!» la ragazza restò colpita nel
vedersi rivolgere
quello sguardo serio, e in lei affluì incertezza
«Oh
beh…sì, in effetti anch’io ho un
ricordo molto vivo
di loro due assieme!!»…«Ah.»
fece
semplicemente lui dandole le spalle…quando Jeri ancora
tendeva
la mano e sembrava non voler che quel dialogo finisse così
«Takato!»
Ma furono
interrotti da un’esclamazione familiare
«RagazziiiIIIiiiiii!!! Siamo
quiiiIIIiii!»…«…e abbiamo le
provvisteeeEEEeee! Dovesse scarseggiare
qualcosa!»…una
voce più nasale.
«Kenta,
MarineAngemon! Sono arrivati anche loro.» definì
Takato
andando incontro a Kenta e Yuki, la quale sembrava divertita
«Ahahah! Abbiamo una sorpresa per voi!» e Takato
«Anche voi?!» con eco di Cindermon «Voi
avete una
sorpresa, quelli di Terriermon pure, cos’è la
mattina
delle sorprese?!»…«Eheh, aspettate e
vedrete!»
fece Kenta con un sorrisetto, e Cindermon dedusse «Stesse
parole!» ma quando il ragazzo occhialuto e la ragazza
grassottella indicarono «Guardate un po’
là!»…«Chi si avvia
dall’entrata del
parco!»
«AHHH!!!» Takato sussultò. Cindermon si
aggrappò a lui «Takato!!! Ma quello non
è---?!!!...
…i-il giorno! La-La sera che ci siamo incontrati!»
Un ragazzo
faceva loro cenno con la mano, indossava un cappello a celare il suo
sguardo, ma non il suo sorriso «QUELLO E’ KAZU,
non…posso crederci!! KAZU!!» esclamò
Takato in un
moto di gioia.
E anche
Jeri «Ma non è possibile!!» e corse con
lui
«Aspetta, Jeri!» tese la mano Beelzemon.
«Sei
tornato!!!»…«Sono felice di rivederti,
Takato. Di
rivedere tutti voi.»…«Ahhh!...come
stai…?» Takato prese le sue mani, e Kazu rispose
«Abbiamo tante cose da raccontarci ma lo faremo durante il
viaggio, abbiamo molta strada da
fare!»…«Vuoi dire
che vieni con noi…?!» chiese Jeri emozionata, e
Kazu
«Certo, se mi volete!»…«Ma
sicuro!»…«E’-E’
naturale!»
risposero Takato e Jeri ponendogli una mano sul petto che
inavvertitamente si toccò, nello stupore di
entrambi…
«La
novità è che non sono solo: guardate chi vi ho
portato
dal mio viaggio a Digiworld?»
E da
dietro Kazu fece capolino «Ciao ragazzi, sono felice di
rivedervi
dopo tanto tempo.»
«GUARDROMON!!...sei proprio tu?!!»
esclamò
Jeri…anche Suzie e gli altri si avvicinavano, con un sorriso
che
da Kazu e Guardromon si stava contagiando, poi giunsero anche Rika e
Ryo «Siamo
qui!»…«Immancabili!» con i
rispettivi Digimon…
…e fu in quel momento che Takato alzò uno sguardo
sollevato ed emozionato a cielo «A poco a poco ci riuniamo
tutti…»
…un petalo di primavera svolazzava tra gli alberi bruciati,
in
quella mattina di domenica…(fine-canzone)
Un debole
spiraglio di luce si apriva su di una scalinata verso le
profondità del buio, lungo la quale si lanciarono svelti i
passi
massicci e scampanellanti di un guerriero, e quelli impazienti di una
coppia di stivaletti bianchi «Svelto-svelto Sandmon, non ci
ha
visto nessuno!»…«Ma ne sei sicura
Violet-ehm,
Purplemon?»…«Ma
sììì, ma
sììì ti dico! Coraggio, non
è qui sotto
questa benedetta pulsantiera?»…«Dovrebbe
esserlooo,
te l’ho detto un milione di volte! Diavolo quanto sei
insistente!»…«Ah sì,
io?»…«Eh no, io! Forza
andiamo!»…«E-E---cammina, che non ci
passiamo in
due!»
...ma quando si furono allontanati
«Ecciù!!»
Un Digimon
cubico fece capolino all’imbocco della scala «Quei
due mi
ci giocherei che stanno cospirando contro il nuovo sovrano!
E’
lui che mi ha consigliato di svolgere un’altra mansione
anziché lavorare come aspirapolvere, in quanto sono
allergico!
La polvere mi dà fastidio, è vero, ma non
abbastanza da
impedirmi di addentrarmi per fermare quei tipacci: lo debbo
all’emancipazione di noi Multimon, e alla gloria del nuovo
sovrano! E’ buono e comprensivo al contrario di
Sandmon!»
…e così, gradino per gradino…
…mentre
Guilmon esclamava, in una delle stanze dal tendaggio di merletti neri
«Perché ti fai sempre raggirare da
quella?!»…«Andiamo, Guilmon, te
l’ho detto:
Purplemon ha bisogno di me!»…«Quella sa
il fatto
suo, posso assicurartelo!!»…«Ha promesso
di
aiutarmi!» si volse il ragazzino fissando intensamente il
Digimon, il quale ribatté «Lei ti sta solo
ingannando!!»
…ma
N’Emo non sembrava gradire quei discorsi, che accrescevano il
suo
sconforto «N-Non è
vero!»…«Perché ti
ostini…?...
…non ti capisco!» Guilmon gli camminava
incessantemente
intorno, lasciando che la sua ombra si riflettesse sui muri e grazie al
mantello sembrasse un fantasma «Non vorresti anche tu
condurre
una vita da essere libero? Non può piacerti vivere come uno
schiavo! Non vorresti agire in base alle tue decisioni? Affermare la
tua volontà!!»…«Non
posso!!»…«Come sarebbe, hai paura?!...la
paura si
vince, N’Emo!! Non devo dirtelo
io!!»…«Ma non
posso davvero!! Finché Purplemon non realizza il mio
desiderio…la mia volontà non vale
niente!!»…«Ma insomma!!»
…montando
su uno sgabello con un balzo, per essere alto come se non
più
del ragazzino «Qual è questo oserei dire dannato
desiderio
per cui tu pendi dal manto di quell’imbrogliona?!»
N’Emo chinò il capo…
«Una volta tanto confessamelo!! Di che hai bisogno?!...
…cambiare il passato, è questo che
intendevi?!»…«Io…»…«Cosa
deve fare Purplemon, qual è il contenuto di
quell’incantesimo promesso al quale siamo tutti appesi?!!...
…prima fra tutti la tua dignità da essere
vivente…
…ti parlo per quel che dovrei essere…
…IL TUO DIGIMON…
…è inconcepibile andare avanti
così…»
N’Emo
iniziò a tremare…temeva quella visione, ma
stavolta non
era l’occhio coperto a fargli paura, bensì
l’altro
che lo fissava…
Lo sguardo di
Takato e degli altri si focalizzò sulle decisioni ormai
prossime
«Ci siamo tutti…?» accennò
Rika, e il ragazzo
rispose «Manca ancora Terriermon! E…
…a quanto
pare, questa nuova persona che ci
accompagnerà.»…«Come sarebbe
a dire?»
chiese la ragazza dai capelli rossi, e Takato svelò
«Non
hai sentito, Rika? Terriermon sembra avere un nuovo
domatore!»…«E noi dovremmo portarci
dietro uno
sconosciuto a Digiworld?!»…«Che posso
farci: Suzie
ha detto di fidarsi!»
Costei
intervenne «Ve lo assicuro! E’ qualcuno su cui
poter
contare appieno: vedrete, salveremo Henry e faremo
faville!»…«Scusa ma…come fai
ad esserne
sicura?» domandò Rika, e Suzie «E
poi…uhmuhm!
Chi ha detto che si tratta di uno sconosciuto? Non si tratta di Henry
ma…potrebbe essere qualcuno adatto a fare le sue veci, e poi
di
Terriermon io mi fiderei! Oh!...
…guardate sta arrivando!»
I domatori
e i Digimon si protesero fino quasi ad accatastarsi per riconoscerlo,
Suzie iniziò a saltare «SIAMO
QUIIIIII!!!»
…e dal
fondo del parco giunse una voce conosciuta
«MoooOOOoomentaiiiIIIIIiii! Ahahahah!!!»
(canzone: Laura
Pausini - Che storia è)
La squadra vide Terriermon scagliato in aria da un impeto di
entusiasmo…
…per poi
riatterrare tra le braccia di una ragazza
«Uhmuhmuhm!» che
di tale spirito sembrava la fonte.
Per il gruppo fu una
sorpresa «Non posso crederci!» esclamò
Rika…e
Takato spalancò la bocca
«…REA…???!!!»
«Ahah!
Eccomi, ragazzi!! Scusate, uuuhhhh!!» rincorrendo Terriermon,
riafferrandolo, e rilanciandolo in aria «Sono io che
aspettavate!»
E il Digimon, che
sembrava aver riacquistato l’antico buonumore e la speranza
del
passato rinvigorita «L’AVETE VISTO CHI
E’, IL MIO
NUOVO DOMATORE?!»
«E’
incredibile…» si avvicinò Takato. Ma
quando i
giochi terminarono e Terriermon fu di nuovo tra le braccia di Rea,
questa parlò più seriamente
«E’ proprio
così, Takato.» mostrando il suo Digivice
«Io sono
diventata la Digimon Tamer di Terriermon. E assieme a lui e a tutti voi
ho intenzione di andare a Digiworld. Voglio salvare
Henry!»...«Ci tuffiamo nel digivarco
assieme!»
completò il Digimon, aggiungendo «Vengo con la mia
nuova
domatrice ma andiamo a recuperare quello vecchio!»
«Ehi, ci si
rivede!» Kazu li raggiunse, chiedendo «E
così tu
vieni con noi al posto di Henry?» con eco di Guardromon
«Vieni al posto di Henry?» ma Takato
spiegò
«Questa ragazza è la moglie di Henry,
Kazu.»…«Cosa?!» (Guardromon
«Cosa?!») «…e la madre di suo
figlio
Benji.»
«Piacere…io…sono contenta di fare la
vostra
conoscenza.» disse Rea con rispettosa timidezza
«E…se posso vorrei domandarvi di accettarmi nel
vostro
viaggio: per me è davvero importante fare qualcosa per
Henry.»…«Andiamo Rea, non devi mica
essere
così formale!» disse Suzie, e Terriermon
«Ahaha!
Tanto anche se dite di no noi veniamo lo stesso: non mi
separerò
mai un attimo dalla mia Rea! Ho imparato a conoscerla in questi giorni,
e ho scoperto che fra noi…»
…avvolgendosi
affettuosamente con le orecchie attorno al suo collo
«…c’è un intesa perfetta!
E’ proprio
come con Henry!»…«Se mi è
concesso vorrei
poter occupare quel posto che è stato suo dieci anni
fa…e
potermi immergere così in quel suo mondo di ricordi, per
restituirglielo! Io…voglio farlo perché lo amo!
Per me
è la cosa più
importante!»…«E io
perché lui sarà sempre il mio domatore, per tutta
la
vita!»
«Ma…non devi neanche chiederlo!» fece
Takato, e Rika
«Sei la benvenuta, del resto come potremmo contraddire
Terriermon?» il quale fece «Ahaha! Hai visto
Rea?» e
lei «Sono così felice!»
“Henry…arrivo,
verrò a salvarti!”
«D’accordo ragazzi, ma ora…abbiamo
chiacchierato
anche troppo!» fece Ryo, e Rika ironizzò
«Parla
l’eroe!»…«Noooaaah! Soltanto
due parole per
capire cosa stiamo facendo esattamente. Non è una cosa da
niente, e soprattutto…non è da
tutti…»
Gli sguardi si concentrarono su Ryo…
«Siamo stati allontanati dieci anni fa dai Digimon proprio in
questo spiazzo: e ormai lo sappiamo tutti!...
…da allora il mondo ha cambiato aspetto fino quasi a non
sembrare più il nostro: quello in cui avevamo lasciato i
nostri
ricordi più preziosi. La nostra infanzia!»
Ognuno di loro ripercorreva le sue esperienze…
«Ma chi l’ha detto che solo da piccoli si
può essere
felici? Andiamo ragazzi, la vita è un cammino lungo e pieno
di
sorprese! Non dobbiamo arrenderci: non è finita, anzi! Qui
comincia la nuova storia…»
Gli occhi
di Cindermon si perdevano nell’azzurro del cielo, ed un
sorriso
si tracciava sulle sue labbra…
«…noi compiremo una magia ancor più
speciale di
quella di dieci anni fa…» mormorò Ryo
«…noi ci tufferemo in quel mondo che si dice sia
precluso
agli adulti, e recupereremo quei sogni smarriti! E quegli
amici…che ci sono stati ingiustamente sottratti! Andiamo,
coraggio, dite che siete con me.»…«Ti
guardano
tutti, Ryo!» ricordò Monodramon, e Ryo
indicò allo
scenario «…noi non ci faremo immortalare dalla
storia con
un solo abito che adesso ci sta stretto: noi andremo sempre avanti, al
di là dei dolori e delle delusioni. Saremo i Digimon
Tamers…
…di un parco bruciato. Come una fenice emergiamo dalle
nostre
ceneri…» …un mulinello di
petali soffiava tra
di loro, tra i suoni dei bambini e delle biciclette…
«…il fuoco ha reso secchi i nostri rami: ma noi
lasceremo
il sole filtrare…
…affinché sia di nuovo primavera, quella
primavera che ci
è stata strappata dalle braccia.»
Le parole di Ryo avevano colpito tutti…
«Hai
ragione, noi…non possiamo pensare che il nostro destino sia
stato già scritto!» disse Jeri, e Beelzemon
«E’ vero: andiamo a combattere per affermare
ciò che
portiamo nel cuore!»…«Bravi!»
disse Ryo
«Questo è lo spirito giusto.»
E
così ognuno sentì di potersi
schierare…Takato con
la sua bandana, e Cindermon al suo fianco…Rika sempre con
Renamon, e Rea assieme a Terriermon.
A circondare
loro tre al centro, Suzie che scherzava con Lopmon. Jeri e Beelzemon
che si lanciarono uno sguardo d’intesa. Kazu e Kenta che si
guardarono per poi avanzare con passo sciolto e sicuro, seguiti dai
loro Digimon.
«Bene…» ammise Ryo
«…posso annunciare
che la squadra dei
Digimon Tamers del futuro è ufficialmente
composta. Ecco a voi i suoi
membri.»…«Ahah! Bella
scoperta, Ryo: sono gli stessi del
passato!»…«Hai
ragione, Rika! Ma solo in parte. Siamo sempre noi, questo è
vero: ma con nuovi sogni. Cambiati…ma con lo stesso fuoco ad
animare il nostro cuore. E quella luce, rinforzata dalla vita, a
tracciarci il cammino.»
Ognuno si
abbandonò a quel pensiero, fra i raggi che filtravano, e gli
sguardi d’intesa a Digimon e domatori vecchi e
nuovi…
«E’ così che ci lanciamo in
un’impresa
impossibile.» definì Takato guardando il sole
«Non
si tratta più soltanto di varcare un portale. Ma di
recuperare
oltre esso la felicità, per un mondo di adulti che ormai non
vi
crede più…»
Vi era tanto
stress attorno a loro, bambini che inciampavano e piangevano, genitori
che inveivano. Ma nulla di quel quadro intaccava la loro speranza, e ci
fu chi comparve dicendo «E non è detto che sia
impossibile.»
«Snowhitemon!»
«La luce
è ancora dalla nostra parte…»
illuminando di rosso
il triangolo del suo diadema «Vi accompagnerò
ragazzi!»
Non restò
altro a Ryo, a Kazu e a gli altri…se non guardare il cielo
ed
immaginare di vedere Digiworld là dove era scomparso, come
sarebbe stato visibile il globo terrestre se si fossero già
coi
piedi sul suolo composto di dati (fine-canzone)
«Ahahahah!
Rimarranno con un palmo di naso…!» una mano
muoveva le sue
lunghe unghie viola presso una lastra antica a riquadri «Mi
sento
spiato, Violetta!»…«Non chiamarmi
Violetta.»
specificò metallica «Ricordati che io adesso sono
Purplemon: tanta fatica per arrivare a biodigievolvere per poi sentirsi
chiamare col proprio nome umano!»…«Ma si
può
sapere quando ti metti questo costume carnevalesco che fine fai fare a
Muskmon? Non per criticare ma è più simpatica di
t-AUCHHH!»…«Così
impari.» (gli fu
acciaccato un piede)
…il Multimon nel frattempo giungeva
«…u-ultimo
gradino. Oh?»
«E
così grazie a questa pulsantiera potremo fare un bel macello
con
le entrate e le uscite di
Digiworld.»…«In teoria
sì: a noi non dovrebbe riguardarci perché tanto
abbiamo
il limbo! Sarà…Violetta per non dire Purplemon,
peròòò…non hai risposto
alla mia domanda di
prima! E’ inutile che ti arrabbi.»
Purplemon, mentre toccava qua e là quei riquadri luminosi,
replicò «…perché ti
interessa tanto sapere
dei segreti della
biodigievoluzione…?»…«Sono
un Digimon, vedi-vedi!»…«Sì
però…tu non le puoi capire queste
cose!»…«Aggiungiamo che ho due figli che
mi fanno
una testa COME UN PALLONE con storie di
digievoluzioni!»…«Ahah, i nostri
piccolini! Ufomon,
Gravemon sono come tutti i bambini! Smaniosi di
crescere!»…«La mia domanda è
questa,
Violetta: quando
cresceremo?»…«…mmm…
…prima in alto a sinistra, poi giù…eh?
Che
dicevi?»…«Ma insomma vuoi
ascoltarmi?!»
(Multimon
«Questi Digimon ostacoleranno il sovrano grazie a quella
pulsantiera!»)
Purplemon
rivolse il suo sguardo sdegnoso al guerriero di sabbia, specificando
«Te l’ho già detto, se non mi sono
rimbambita:
dobbiamo recuperare gli artefatti energetici,
dopodiché…a
ognuno la sua soddisfazione! Tu diventerai grande e potente, Sandmon,
come desideri…
…Ufomon e Gravemon saranno le nuove, piccole star della
nuova
specie!»…«E-E tu
Viole-Purplemon?»…«IoOOoo???...
…io
agisco solo per il bene dei miei figli, Sandmon! Anzi TAISHO visto che
ci siamo!»…«Non chiamarmi Taisho
qui!»…«Vedi che anche a te offende?
Allora non fare
lo stesso!»…«…veramente non
so ancora quale
dei due nomi preferisco.»…«Che intendi
dire?!
E’ una questione di
suono?!»…«…mmm, no!
Di collocazione: sono indeciso fra la terra e Digiworld…
…qui fra troni placcati in oro e gente che ti riverisce
c’è roba in
abbondanza…»…«E meno
male, altrimenti chi faticherebbe così tanto e poi per
cosa?»…«…però
c’è anche
da dire…che l’affermazione di un essere umano
sulla terra
è cosa ghiotta assai: le case…i soldi! Mmm! Le
poltrone
sulla cima dei grattacieli!»
Purplemon
tracciò un sorriso «…tutto
questo…sarà tuo, te lo
garantico!!»…«M-Ma perché tu
fai tutto questo
per me, Violetta? Non l’ho mai
capito…?»…«…e tu
perché oggi
fai tante tante domande…? Ohh…»
scivolò lei
in un tono sospiroso e vezzoso, carezzandosi il viso con la bacchetta
magica, e attorcigliandosi una ciocca di capelli. Sandmon
spiegò
«Sarà! Ma è colpa di quella tizia con
la faccia per
metà di diamanti che ieri mi ha messo in testa cose
strane.»…«Ah lasciala perdere
è stupida
irrecuperabilmente!»…«M-Ma ha cominciato
a chiedermi
chi è il mio creatore!»…«E TU
CHE LE HAI
RISPOSTO?!»…«Ma niente, che vuoi che le
abbia
risposto se non lo so!!!...
…Violetta…
…io da dove sono uscito? Q-Quando…è
che abbiamo
concepito Ufomon e Gravemon, scusa ho un piccolo vuoto di
memoria.»
Purplemon tacque…
…e Sandmon «…t-ti offendi se ti chiedo
anche quando
ti ho sposata?»…«…ci sono le
foto del
matrimonio…»…«Ma quelle ti ho
visto crearle
artificialmente con i miei occhi, una
sera.»…«…al diavolo le
pozioni soporifere che
non danno mai i loro
effetti…»…«Scusa, che
hai detto?!»…«Eh?! No, niente, sorry,
pensavo solo a
cosa preparare stasera per cena! Se poi tornano, i bambini,
perché io mica lo capisco perché tutto questo
tempo solo
per recapitare un sacco in un
cestino!»…«Insomma
Violetta!»
(…il Multimon era sempre più vicino…)
«Perché non ricordo niente?! E’ come se
questa fosse
stata sempre la mia
vita!»…«…e non ne sei
contento, Sandmon…? Non sei un Digimon sufficientemente
temuto,
Taisho Yusaki non è un uomo abbastanza
ammirato…?»
domandò con un filo di melodiosa voce…mentre lui
dilatava
i grandi occhi-buchi nella sabbia «Ma dalle tue parole
sembrerebbe quasi…che mi avessi creato tu
stessa!!!»…«…non sviare la
domanda: e qualora
la risposta fosse no ci stiamo attrezzando con gli artefatti
appositamente! Acquisiremo ancor più
gloria…uhmuhm,
vedrai! Che sballo!»…«Ma chi mi assicura
che tu
sarai sempre dalla mia parte e non mi tradirai mai, Violettina? Se non
ero hai promesso al moccioso…che cosa poi non ho capito bene
neanch’io!»…«Non te ne
preoccupare…»…«Ma mi hai
appena detto che al
di là di promesse varie quello per te è
licenziato!»…«No no no no:
N’Emo per me non
è licenziato, N’Emo per me è
morto.»…«CooOOOOSA?! Ha-Hai intenzione
di-di-di-di…?!...
…!!!»…«…datti una
calmata, Sandmon
hai---tutta sabbia che ti scola qui, fatti pulire. Tanto qui ho finito.
CREDO. Con questo affare, deve solo caricarsi!» mentre gli
passava un fazzoletto sull’armatura «Ma non
è che
è un giro di parole con cui mi stai ordinando di fare fuori
quel
ragazzino?!»…«Ahahahah!...lascia
perdere. Sarebbe
inutile.»
«Già inutile! Come inutile questo vostro sporco
imbroglio,
chiunque voi siate!»…«AAAHHH!!! AHHHH!!!
AAAHHHH!!
UN TOPO!! UN TOPOOOoooOOOOO!!!»…«E
STA---CALMA
VIOLETTAAAAA!!! NON E’ UN TOPO è cubico
NON LO
VEDI?! E’ UN MULTIMON!»…«UN
TOPO! AIUTO!
SANDMON ELIMINALO PER MEEE!!!»…«Con
piacere…GRRR!»
Sandmon sfoderò la sua spada. Il cubo digitale
iniziò a
sudare «N-Non mi fate paura! Voi state tramando alle spalle
del
nuovo sovrano dei Digimon!»…«Nuovo
sovrano?! Intendi
dire quel moccioso? Abbiamo pronto un sacco anche per lui per gettarlo
a mare E POI ACQUISTARE VOTI CON UNA POLITICA CONTRO
L’INQUINAMENTO!»…«Siete solo
due esseri
spregevoli!
Multi-trasformazione!»…«Gulp! Che
cosa?!» sobbalzò Sandmon…
…mentre Purplemon seguiva con sguardo sospeso, barricata
dietro
il pilastro con la pulsantiera…
«Come aspirapolvere non vado un granché, ma
grazie
al sovrano ho scoperto…» …in un
esplosione di luce,
dalla quale nacque una sorta di guerriero dal corpo cristallino e dal
diadema argenteo che si appuntiva in una forchetta, nel mezzo
«…CHE COME LAVASTOVIGLIE NON HO RIVALI!»
Linea slanciata, intervallata da un blocco cubico al posto
dell’addome.
«Uhmp?...!! Oseresti forse sfidarmi?! Te ne
pentirai!»…«SandmoooOOOooon!»…«Non
preoccuparti mogliettina: il tuo eroe ti pulisce la casa dai vecchi
elettrodomestici! Vortice
soffocanteee!!!» «Tripudio
acuminato!»
Il blocco
incorporato nella creatura si spalancò: da esso
fluì una
raffica di posate metalliche dalla punta affilata.
«Il mio vortice di sabbia le sgretolerà…
…CHE COSA?!!»…«SANDMON, TE
L’AVEVO
DETTO!!»…«AHIAAAAAAAAA!!! Whaaa,
ouuuuhhh,
ouuuuhhhh, ohhhhh! Mi si è bucata tutta
l’armaturaaa!»
«Arrendetevi!»…«Non finisce
qui! U-Ugh!
Mulinelli risucchiant-»…«E’
inutile!»…«COSA?!»
Il Multimon
iniziò a schizzare da un lato all’altro della
stanza
grazie ai suoi comodi pattini muniti di setole lucidanti «Non
riuscirete ad assediare il nostro castello, la giustizia
trionferà!»
«E’-E’ così veloce che i miei
mulinelli non lo
raggiungonoooooo!»…«Vuoi darti una mossa
Sandmon o
no?!»…«M-Ma è più
forte di me! Ho
bisogno di più potenza!»…«TE
NE HO DATA
QUANTO PIU’
POTEVO!»…«Ough?» “Di
nuovo! Ma allora è lei ad avermi creato?”
Il Multimon
pattinando a testa in giù sul soffitto puntò alla
pulsantiera, che emanava una luce verde «Devo colpirla:
così forse eliminerò il caricamento del processo
innescato! Pioggia
dentata!!!»
Il suo diadema a
forma di forchetta si caricò di energia…mille
stoviglie
iniziarono a materializzarsi nel campo magnetico da lui aperto, pronte
a piombare sulla lastra di pietra…
«Uhhhfff! Non ce la faccioooOOO!»
esclamò Sandmon
appoggiandosi alla spada.
«Per voi è finita!---------OUGH!»
Improvvisamente si fece silenzio.
«Uhm? Che
succede?» Sandmon si guardò attorno. Ma
«Ich!»
gli cadde una forchetta in testa, seppur con poco impeto.
In
un concerto di rimbalzi metallici, una moltitudine di forchette,
coltelli e posate d’ogni genere cadde e si
sparpagliò a
terra. Ma non sembrava mossa dall’impeto di un attacco,
quanto…
…dall’abbandono di una resa.
Dati di color
verde acqua fluivano «N-Non è
giusto…»
Il torace del
Multimon era stato perforato da una zampa artigliata e
demoniaca…la zampa in cui era mutato il braccio di
Purplemon…che ora lo ritirò lentamente…
«Purplemon…!» si stupì
Sandmon per quella
reazione aggressiva.
Purplemon
stropicciava quei dati afferrati enunciando con tono sospeso
«…soltanto dati…e
nient’altro, hihihi! I
Digimon…non hanno cuore. Ho provato a pescarlo, mio caro
Multimon: ma ecco quello che resta di te!»
«A-Ahhh!» la creatura si accasciò, nello
stesso mare
di posate da lui evocato «M-Mio sovrano…»
«Purplemon…ce l’hai fatta?!
L’hai sconfitto da
sol-»…«Shhh, Sandmon non è
ancora morto del
tutto!»…«Che cosa vuoi
dire?!»…«Ci ha sentito parlare, sa dei
nostri
progetti: dobbiamo dargli il colpo di grazia!»
Purplemon
si chinò «…dov’è
un coltello
abbastanza
grosso…?»…«…mogliettina…t-ti
ho
sentita leggere favole ai nostri bambini per farli
addormentare…»…«Tu ne vedi
uno con cui posso
finirlo?»…«…sp-sp-spiegavi a
Ufomon e
Gravemon c-c-che non si aggredisce mai l’avversario inerme a
terraaa!»…«Ti confondi, mio caro!...
…quello lo dicevo a Mya e Lotti!...
…ci sarebbe mancato che avessi istruito Ufomon e Gravemon
trascurando i fondamentali! Ohhh, eccolo! Wow, adesso sì che
ci
siamo!»
La lama del coltello brillava nella mano di Purplemon. Il Multimon a
terra era terrorizzato «Cosa volevi fare, stupida
lavastoviglie
di seconda mano…? Digiworld è solo
nostro…
…siamo noi i nuovi sovrani…!»
«N-Non…ve lo permetterò! Scarico
incontenibile!» evocando d’improvviso
un getto di acqua e
schiuma «Wha-aaahhh!!!» Purplemon
rischiò di
scivolare sui suoi stivaletti.
Il
Multimon balzò in piedi «Adempierò il
mio compito a
qualsiasi costo!» lanciandosi lungo le scale.
«Sta
scappando!» indicò Sandmon, e Purplemon
«Maledizione!!» quando si udì un doppio
beep
«Cos’è questo suono,
Purplemon?» Sembrava il
suo orologio «Accidentiii! E’ l’ora dello
spuntino di
Benjiii, altrimenti quei deficienti dei nonni materni e paterni mi
scoprono! Devo sbrigarmi a tornare ma---NON LASCERO’ QUESTO
OLTRAGGIO IMPUNITO!»
Purplemon si illuminò fino a sdoppiarsi in due sagome, e al
termine del processo Violetta ordino «Muskmon! Sandmon:
prendete
quell’odioso schiumoso e dategli una lezione come si deve! Io
torno sulla
terra!»…«Violetta…»
accennò Muskmon, ma questa fece
«Prestoooooo!» e
Sandmon «Coraggio, Muskmon oppure quello ci scappa!»
«Ricostituzione
del limbo!» evocò
Violetta…ma
prima che il limbo le si fosse ricomposto attorno si volse
un’ultima volta verso la lastra di pietra la cui luce verde
si
esauriva “Ihihihiii, perfetto: quello scocciatore non ha
concluso
niente, ora i domatori e i Digimon si arrangiano!!”
sfregandosi
le mani con brio soddisfatto.
Pochi istanti dopo, il computer in camera di Henry si
illuminò.
Ed una sagoma
inizialmente lucente, poi semplicemente colorata, si trovò a
scavalcare di nuovo la scrivania
«Eeee---oppplààà! Piccolo
Benjiii!
Ihihihihi! Ma che braaavo, mi hai aspettato proprio dove ti avevo
lasciato!»
Violetta prese
in braccio il bambino, quando alla porta si affacciò un uomo
«Ahhh, ma allora è lei la fantomatica baby-sitter!
La
stavo cercando! Io sono il nonno del piccolo Benji, il padre di Rea, la
mamma!»…«Ah, ahahahahah molto piaceeere,
io sono
Violetta, Violetta Yusaki!»…«E dire che
l’ho
cercata per tutta casa!»…«Eheheh! E dire
che io
stavo cercando per tutta casa…
…ihhhhhh!!! Un colteeeeeello, fino a che non l’ho
trovato!»
Mostrandogli
quello che aveva in mano «Avevo intenzione di preparare uno
spuntino gustoso per Benji!»…«I suoi
propositi sono
molto gentili ma…non le sembra un po’ troppo
grosso (!)
per lo spuntino di un bambino così
piccolo?»…«Ihihi!!! Fooorse, ma
è
l’unico che ho
trovaaato!»…«Ahahahah! Lei
è proprio simpatica! Comunque, se ha bisogno di qualcosa
chieda
pure a
me!»…«Senz’altro!»…«Io
ero
passato a trovare mia figlia e mia moglie ma a quanto pare non ci si
incontra. Come me con lei, giravamo entrambi la casa ma
chissà
perché…»…«Ehhh,
già,
chissà perché!!!...
…
…chissà
perché, chissà perché, Benji
tu lo sai il
perché? Eh? Ghiri-ghiri-ghiri lo sai il perché
dev’esserci sempre un maledetto intruso a rovinare i piani
quando
sono perfetti? E a mettere l’orecchio dove non deve? Ma tanto
c’è Saaandmon, e c’è anche
Muskmon e ora quel
brutto antipatico povero lui! Ma bando alle chiacchiere, adesso
è ora di fare un…bello spuntinooo!!! Vieni dai
aiutami a
prepararlo! Nel frattempo…sai che cosa faccio? Ti racconto
una
storia! Ascoltami, che è super-super bella! C’era
una
volta…
…quando i Digimon ancora in pochi li
conoscevano…shhh…»
…con dito davanti
alle labbra, a creare la dovuta atmosfera «…una
ragazza
che viveva in città e sognava un futuro di avventure! Un
giorno
ricevette un misterioso contatto…chi sarà mai?
Pensò. E invece era destinata a solcare il mondo digitale,
ti
immagini che sogno?...! Ihih! Le fu affidata una
Digimon…piccola
e graziosa, che assomigliava a un fiorellino appena
sbocciato…»
«Io…Guilmon…»…«Parla,
N’Emo!! Voglio sapere che cosa hai chiesto a quella creatura:
non
capisci che non ti esaudirà mai e in compenso
seguiterà a
tenerci qui tutti con il
ricatto?!!»…«No! Non dire
così!!»…«Svegliatiii!!!
Quando ti deciderai a
crescere, una buona volta?! Non si può restare sempre
bambini,
la realtà a volte è
dura!!»…«Purplemon…
…IO
MI SONO AFFIDATO A LEI, GUILMON, PERCHE’ IO IN
REALTA’…!!!»
Ma la porta fu spalancata di colpo. Un sussulto per i due.
«Voi siete…il Supremo Guilmon?»
«Guilmon guardalo, è agonizzante, è
ferito!!»
Guilmon smontò
dallo sgabello…il suo occhio era attonito, quando vide il
Multimon dal petto squarciato «E’-E’
molto
importante…
…m-mi sono
rivolto a voi perché mi hanno detto che siete un eroe del
passato, so che non gradite visite ma siete la mia unica
speranza!» la creatura cadde in ginocchio «VI
PREGO!!» aggrappandosi al cappuccio di Guilmon
«A-Acc!» che si dimenò ma alla fine il
Multimon
riuscì ad abbassarglielo, e a scoprirgli la ferita. Ma non
ne
ebbe paura, seguitava a dire «…vi
prego…»
…e il
Digimon ne restò
sorpreso…«…dovete…ascoltarmi!»…«…c-che
ti hanno fatto…?»…«Guilmon,
non lo
toccare!!!» strillava N’Emo «Potrebbe
essere una spia
nemica!!!»
Ma Guilmon fu
spontaneamente spinto a sfiorargli la ferita con gli artigli
«Ahi!» (canzone: Mariah
Carey - Bringin'on the heartbreak) «Chi ti ha
ridotto
così?» chiese con un tono che, dietro la cupezza,
rievocava lontanamente il suo di un tempo «…voi
dovete
fare attenzione, se realmente avete lottato per la terra:
c’è una Digimon! Una Digimon che si fa chiamare
Purplemon
ma il suo alleato la chiama…
…lui la
chiama…!!...continuamente…!!»
Guilmon dilatò l’occhio…
Ma in quel
momento si udì una voce «Hai finito di
chiacchierare in
giro.»
«Muskmon!» esclamò N’Emo. E
c’era anche
Sandmon con lei «Ora ci libereremo della tua lingua
lunga!»
«Ahhh?!!»
Il Multimon si volse attonito «Attento, Supremo!! Sono molto
pericolosi!» e Guilmon «Cosa volete
fargli?!!» si
parò di fronte al Multimon, ma Sandmon sfoderò la
spada
«Tu scansati!! Se non vuoi che ti cavi un altro
occhio!!»…«FERMO!!»
strillò N’Emo.
Muskmon balzò
elegantemente fino a raggiungere il Multimon…che
alzò i
suoi occhi stremati per guardarla «…tu non sei la
stessa
di prima…
…ti-ti prego!...
…sei un
Digimon come tutti noi, sta per essere incoronato un sovrano magnanimo,
può donarci la pace desiderata, non è come la tua
padrona
se è lei che ti ha mandato da me!!»
«Io
obbedisco alla mia domatrice senza riserve: lei ha promesso di plasmare
per me un sentimento a cui io stessa non credo: l’amore. Mi
ha
promesso di concedermi il cuore dell’umano che amo.»
«L-L’amore…non si plasma, tutti noi ne
abbiamo un
po’ tra le mani! Anche tu…
…sono un
elettrodomestico ma non esaurisco in questo il mio essere, me ne
intendo anche di sentimenti e di sguardi: leggo che sei
buona…ma
sei raggirata, e
sottomessa!»…«…l’amore
tra gli esseri viventi umani e digitali è solo
un’invenzione. Violetta lo creerà per me con
l’ausilio del computer e dell’energia
digitale.»…«LEI TI
INGANNA!»…«Non
ti permetterò di ostacolare i suoi piani.»
replicava
vellutata e meccanica la Digimon vegetale, alzando la sua mano di
petali «No!! Aspetta, ti prego!!»
E anche Guilmon esclamò «FERMA!!»
«Per te è finita! Centrifuga floreale!!»
«NoooOOOOOOOOOOOOoooooo!!!»
Il vortice di petali
generato dalla rotazione spinse il Multimon contro la finestra che si
infranse in mille schegge.
La creatura precipitò nel vuoto…fino a scomparire
fra le nuvole.
Muskmon, il cui
sguardo era fisso, si sentì soddisfatta richiudendo il fiore
alla terminazione del suo braccio «Bene: ho adempiuto il mio
dovere.»
«C-Che cosa hai
fatto?!!» la raggiunse Guilmon…ma questa
«Ihmf!!!» si ritirò alla vista del suo
occhio
mancante «…che
orrore…»…«Colpa
mia, Muskmon! Misure estreme!» riferì Sandmon, con
N’Emo che balzò infuriato in piedi sul letto
«BRUTTO
BESTIONE, COME HAI OSATO CAVARE UN OCCHIO AL MIO
DIGIMON?!!!»…«VUOI FINIRE ANCHE TU
LANCIATO DALLA
FINESTRA?! Basta
chiedere!»…«Mmm!»
N’Emo
sembrò spaventarsi…
…mentre
Guilmon tremava «…tu sei pazza…che
diavolo intendi
fare?!»…«S-Se ti coprissi quella
mostruosità
che ti ritrovi al posto del muso ti spiegherei…che
l’ho
fatto soltanto per il bene della nostra causa!!! Quello era una spia,
vuoi sapere cosa veniva a fare?! Veniva ad acquisire informazioni
proprio su di te: fatti un giro per il palazzo Guilmon, e scoprirai che
questi Digimon ti vedono tutt’altro che di buon occhio! Non
ti
sopportano perché anziché dar loro una mano te ne
resti
nascosto nell’ombra, e sono pronti per spodestarti con una
rivolta se non fosse che il timore di incappare in NOI li trattiene! Fa
attenzione…» puntandogli il suo fiore di nuovo
aperto e
minaccioso, mentre Guilmon mormorava tra i denti «Non mi fai
paura…»…«…nel
rispetto del nostro
accordo originario conto ancora su un’equa spartizione dei
meriti
e dei vantaggi che originano da questa operazione: ma se ti senti
abbastanza coraggioso…vai e fatti una passeggiata per i
corridoi! Quelli frequentati intendo, dove puoi incontrare chiunque di
loro che può farti nero molto più di quanto non
abbia
già fatto Sandmon o di quanto non abbia fatto io con quel
Multimon: bada alla tua vita…
…piccolo Guilmon…»
Guilmon dunque
avanzò lentamente verso quell’immensa finestra
rotta…e constatò con malinconia
“…è
vero. Adesso la mia vita…è
sospesa…”
Fissare il vuoto
e le nuvole gli faceva paura “…è troppo
tardi per
tornare indietro, arrogandomi il ruolo di Supremo ho attratto a me
l’odio di questi Digimon senza più una
casa…ho
mescolato il mio destino a quello di gente perduta come
Sandmon…o come questa Purplemon. Devo stare attento a come
mi
comporto…
…se
non voglio finire male
anch’io…”
…stringendosi al suo mantello nero, e risistemandosi il
cappuccio di modo che coprisse per bene l’occhio cieco
“…e dire che fino a poco fa avevo una vita
tranquilla.
Però…”
…volgendosi verso
N’Emo…
…che lo
fissava più pallido del solito
“…seguire
l’ombra di Takato, del passato e delle gioie perdute mi ha
trascinato in tutto questo. E ora…? Cosa ne sarà
di
me…? Nella mia casa di un tempo…vive una Digimon
a cui
faccio orrore. Il mio villaggio è distrutto, ed i miei amici
Digimon…
…chissà che fine hanno
fatto…” chinando il
suo capo “…non ho alcun posto dove andare, non mi
rimane
che restare in questo palazzo. E indurire lo sguardo, farmi ancor
più crudele, affilare le mie unghie. Nella speranza di
diventare
così temuto tanto che nessuno di questi Digimon osi
ribellarsi.
Nella speranza di diventare così potente…
…da
poter sconfiggere, un giorno, chi adesso è più
potente di
me.” …lanciando uno sguardo
amaro ai
soddisfatti Sandmon e Muskmon…
“E
dire che tutto questo è cominciato in un
soffio…quando ho
scelto di seguire…
…un ragazzino che assomigliava a Takato. Se forse non
l’avessi fatto sarei morto bruciato nel mio villaggio assieme
ai
miei amici…ma non sarebbe stato meglio, a questo
punto?”
…nello sguardo che rivolgeva a N’Emo
c’era tutta
l’amarezza, e la tristezza che si annida in uno
sbaglio…ed
il ragazzino sembrava accorgersene e soffrirne…
“Cercare di inseguire il proprio passato…
…è un errore mortale. Guai a chi ci prova. Non ha
speranza di tornare indietro…”
fissando
un’ultima volta verso la finestra, alle ultime schegge che si
staccavano dall’alto e cadevano nel vuoto…(fine-canzone)
«Bene
ragazzi, il piano è questo!» affermava deciso Ryo
«Quanto a potenza…benché mi costi non
poco
rinunciare al primato devo ammettere che sono soltanto due i Digivice
che finora hanno adempiuto completamente al dovere che Cyclemon, da
Digiworld, ha comunicato a Snowhitemon! Questo
sono…»
…due dei
domatori vennero avanti, sollevando i loro Digivice. Uno di essi era
scuro e stellato, l’altro rosato e decorato da un paio di ali.
«Kazu e Kenta…» analizzò
Jeri…
Ryo illustrò
«Per ora solo voi due siete riusciti ad attuare la
biodigievoluzione del
futuro, il vero traguardo alla base di questa
recente trasformazione dei Digivice! Ragazzi: siete i più
potenti della squadra…
…per
adesso! Voi due siete i nostri capitani…andrete avanti a
tutti…» mormorava Ryo lasciando ben intendere la
delicatezza del compito, del tutto spoglio da qualsiasi senso di
competizione «…tuttavia noi ci impegneremo fin dal
primo
momento nel cercare di realizzare altrettanto con i nostri Digimon, e
poter dare manforte ai vostri Geniusmon, e Carermon!»
Lo sguardo dei
due ragazzi, che si guardarono fra di loro, era particolarmente serio
ed emozionato…
«Abbiamo
tutti un Digivice del futuro, il nostro compito sarà farlo
fruttare esattamente come è stato per Kazu e per
Kenta!»
esortò Ryo…ed ognuno dei ragazzi
sollevò e
osservò il proprio Digivice…
…emozioni
contrastanti per ciascuno di loro…ed il Digimon con cui
sarebbe
stato destinato a compiere il prodigio…
…alcuni
si guardarono, come Rika e Renamon…dal Digivice
perlato…
…in certi
casi gli sguardi si cercavano e si sfuggiano al contempo, come Takato e
Cindermon. Altre volte non si incontravano a fatto…come Jeri
e
Beelzemon, assorti ma in due direzioni diverse…e anche Rea e
Terriermon seppur in altro modo…lui cercava lo sguardo di
lei ma
questa puntava più avanti…
«…Lopmon, non non ci siamo mai riuscite finora:
siamo come
Kazu e Kenta. Ma dobbiamo assolutamente farlo se vogliamo salvare
Henry.»…«Mi impegnerò al
massimo,
Suzie!»
«Terriermon…tu sei già biodigievoluto
con Henry,
non è vero?»…«Io…?
Sì…abbiamo dato vita a
MegaGargomon…»
Rea rifletteva
su quei concetti…e altrettanto Beelzemon “Non
avrei mai
creduto che un giorno…avrei dovuto pensare a biodigievolvere
proprio con Jeri!”
…così come
Jeri “Non avrei mai creduto che un giorno…avrei
dovuto
pensare a biodigievolvere proprio con
Beelzemon!” …ed
ognuno dei due si girava
appena, cercando lo sguardo dell’altro con la coda
dell’occhio…
«Il nostro
Justimon è storia, vero
Ryo?»…«Oh? Ma certo
Monodramon, però dobbiamo capire che i poteri del Digivice
sono
cambiati da quando ha subito la trasformazione, potrebbe riservare
delle novità. E a questo proposito…»
…mentre
Imagomon raggiungeva sua moglie «Sono qui Renamon: i bambini
sono
nel mio pelo.» …i due volpacchiotti fecero
capolino, ed il
loro padre affermò «Quando siete pronti
andiamo.»…«Ryo…»
accennò Renamon
«…aspettiamo che tu ci dia il segnale.»
e
l’interpellato rispose «Bene ragazzi, direi a
questo punto
di non aspettare un altro minuto e andare subito a verificare la
rispondenza del digivarco!»…«Partiamo
già?!» esclamò Rea a metà
fra la fretta e
l’apprensione, ma Ryo la tranquillizzò
«Certo che
no, abbiamo bisogno di organizzarci: però credo che la cosa
migliore sia tenerci il portale pronto quando sarà il
momento.» Risposta decisa di Rea fu «Lo penso
anch’io!» e Ryo «Per cui, direi di
avviarci se siete
d’accordo!»
Yuki
parlò «E la nostra destinazione
sarà…?» e Ryo
«L’ex-nascondiglio!! Il
luogo dove Takato nascondeva Guilmon!» indicando il ragazzo
in
questione, che sentì l’emozione affiorare in lui.
Cindermon si volse a fissarlo, mentre Kazu affermava «E
infatti
è da lì che sono precipitato a
Digiworld!» seguito
da Renamon «Ed è da lì che noi siamo
emersi al
nostro ritorno!» Ryo dedusse «Non
c’è dubbio,
a distanza di anni là seguita ad esserci un portale per
Digiworld: e sta aspettando soltanto noi! Presto andiamo,
compagni!!»
Così, all’esclamazione
«MoooOOoo…mentai!» di Terriermon che si
accomodò sulla testa di Rea nel vecchio modo, confondendo le
orecchie con i capelli della ragazza, il gruppo sentì che
era il
momento di muoversi. Con le emozioni e i ricordi in subbuglio, il
grande squadrone di Digimon Tamers e Digimon del futuro si
avviò
lungo le vie del parco verso un luogo che aveva scritto tappe
fondamentali della loro infanzia. L’emozione di muoversi come
una
squadra dopo tanto tempo…la consapevolezza di sfidare la
vita, e
di attraversare quell’oziosa quiete domenicale con la
destinazione di un mondo sconosciuto e allo stesso tempo molto
conosciuto, si impadronì di loro, tanto da far vibrare ogni
passo, stridere di più ogni grida dei bambini lì
presenti, alcuni dei quali additavano i Digimon…
…ma Terriermon già si comportava come chi non
avrebbe
dovuto preoccuparsi, poiché sarebbe sparito per un
po’
«Hihihi, ciaaaooo!»
Alcuni sguardi erano granitici e militareschi, ma al contempo
spalancati alla meraviglia del nuovo, come quello di
Cindermon…
…altri assorti e concentrati fra mille consapevolezze, come
quello di Takato…
…Kenta si vedeva che si ripeteva dentro quanto enunciato da
Ryo
sulla delicatezza del suo compito, ma come al solito sua moglie gli
rifilò una schicchera per esortarlo tacitamente a sorridere
come
lei, e lui provò ad accogliere…
…Kazu aveva Diamon nel cuore…
…e
Rika camminava come una vera donna, dal passo deciso come quello della
sua Digimon, con la quale bastavano fuggevoli consultazioni in rapidi
sguardi…
Non
occorse molto, al gruppo, per sbucare dai cespugli ai piedi di quella
scalinata di pietra che conduceva al blocco, sovrastato dal filtrare
dei raggi della primavera tra le foglie.
Guardromon
segnalò «Stanno facendo i
lavooori…» ma Ryo
liquidò «Non fa niente!»
Fu allora
che Takato alzò lo sguardo (sguardo seguito costantemente da
quello di Cindermon) “…sbaraglieremo le
recinzioni!”
pensò il ragazzo. E procedettero, su indicazione di Ryo
«Venite! Ho le strumentazioni per un test.»
Non si
fecero pregare, in testa procedette lui, e Monodramon smontò
dalla sua borsa una volta sulla scala, per procedere a piedi. Seguivano
Rea, con le braccia incrociate e Terriermon sulla
testa…Suzie
accanto a lei, con il suo sguardo concentrato e Lopmon sulla
spalla…
…poi Kenta con Yuki e Kazu con Guardromon…i quali
rallentavano per aspettare Takato assieme a Cindermon: lui sembrava
abbastanza sicuro, e pareva tenerci a mostrarlo. La Digimon dal ciuffo
rosso si stringeva al manto avorio, guardava il blocco e sembrava
riflettere in merito. Si mostrava tranquilla, sebbene fosse emozionata.
Venivano
poi Jeri, e Beelzemon dietro di lei…e Kazu restava fermo per
attendere anche loro, così come Beelzemon attendeva che
giungesse Snowhitemon e questi sembrava notare subito il gesto e
gradire, comunicando con un cordiale gesto della mano che non
c’era bisogno.
In ultimo
il gruppo di Rika, Renamon e Imagomon il quale però, su
modello
della ragazza, ci tenne prontamente ad accelerare il passo e ad
imprimervi convinzione, quella stessa da conferire
all’operazione.
Così quella scalinata fu solcata.
E
più si avvicinava il blocco, più lo sguardo di
Takato
travolgeva quella costruzione, ed il suo cuore si lasciava travolgere
dai ricordi, passati e presenti, belli e brutti…
…un semplice blocco di pietra simile a un rudere, per un
mosaico
completo della vita…
Ma
questo ognuno di loro lo sapeva. E fu con questa coscienza che si
apprestò a penetrare all’interno. Takato
afferrò
quella recinzione, e vi passò sotto convinto. Seguirono gli
altri, Ryo la tenne alzata fino a che fu necessario «Siamo
passati tutti? Oooo---k, manco solo io! Bene!...
…dovremmo esserci…»
La
penombra di quel luogo dal pavimento e il muro dissestato
rapì
in vari modi gli sguardi: Kazu fissava intensamente il pavimento
“Il portale per Digiworld…
…i cancelli per il mondo in cui ho lasciato il cuore e la
felicità si trovano qua sotto!!”
«Kazu…» gli si accostò Kenta
con delicatezza,
sussurrandogli «…è da qui che sei
arrivato a
Digiworld la notte in cui sei
scomparso?»…«Oh?
Sì…»…«…cosa
è successo
esattamente?»…«Kenta…
…vedi è che in realtà io quella notte
stavo
fuggendo da una persona…»
Kenta spalancò i suoi occhi e si apprestò ad
ascoltare…
«Pensi di riuscire ad aprire il varco,
Ryo…?»
mormorò Rika in atteggiamento riflessivo, a Ryo che
camminava
per l’angusto passaggio estremamente concentrato su un suo
palmare, sempre con l’ausilio dei fedeli auricolari
«Sto
cercando di effettuare un rilevamento…
…se il palmare scorge le tracce digitali poi posso provare a
dargli l’ordine di aprirlo.» Poi, precedendo
qualsiasi
domanda, specificò «E’ bastato sapere
che qui
c’era ancora il portale, e mi sono organizzato. Se
è stato
sfruttato così di recente dai Digimon e da Kazu non dovremmo
avere problemi ad attraversarlo noi.»
Sicché Rika si passò la mano tra i capelli, e si
guardò con Renamon ed Imagomon.
Takato aspettava a braccia conserte e sembrava non aver fretta, non
diceva una parola. Cindermon cercava di spiare il suo atteggiamento
senza farsi notare, per poi imitarlo.
Jeri fissava il terreno di quel luogo…sembrava fra le
più
agitate benché fosse immobile, era molto pallida tanto che
Beelzemon, anche notando Snowhitemon che non cessava di fissarla, le
domandò «Ti senti poco bene Jeri?»
Lei non rispose subito. Dopo un po’
«N-No…»
accennò, passandosi la mano tra i capelli
«…ripenso
a Guilmon. Ti ricordi?»…«O-Oh, io?
Sì, come
no!» replicò Beelzemon, e Snowhitemon
«Anch’io,
ovvio!»...«…lo trovavi sempre
qui ad aspettare, molto pazientemente.»
Quegli
accenni su Guilmon catturarono lo sguardo di Takato…e quello
di
Cindermon ribalzò sul suo per poi giungere assieme su Jeri e
i
due Digimon. Beelzemon fece
«Già…a-ahhh…»
stirandosi
«…Guilmon. Chissà
dov’è ora. Forse
è a Digiworld, e abbiamo speranze di trovarlo! Non credi
Snowhitemon.»…«…è
probabile, non
è da escludere.»
Fu un
pensiero che destò un improvviso disorientamento in
Cindermon,
la quale però non ebbe il tempo di soffermarvisi
perché
Ryo disse «Ecco!...siamo al punto cruciale il palmare ha
trovato
qualcosa: qualche secondo ancora…e avremo le risposte che
attendiamo!»
Rea era molto
seria, non smetteva di guardarsi attorno, ma Terriermon sporgeva dalla
sua testa per cercare di rimetterle il buonumore
«Reaaa…?
Ihihihi! Momentai!»…«E così
è da qui
che siete passati per andare a Digiworld la prima
volta!»…«Affermativo! Ahaha, quanti
ricordi. Ci
siamo calati da lì, infatti vedi? Il terreno è
tutto
frantumato.»…«Cosa succederebbe se
demolissero
questo blocco?»…«Non lo so, suppongo
però che
ci siano altre entrate per il nostro mondo, tutto sta nel
trovarle!»
«…ci siamo, ci siamo…» Ryo
scandiva il
ritmo…
…mentre Suzie si accostava a Rea, rivelando «Io
sono
arrivata a Digiworld con ritardo. Mi trovavo al parco assieme a mio
padre, e sono stata catturata da un campo digitale. A Henry
dev’essere preso proprio un bello spavento quando si
è
visto piovere dal cielo l’odiata sorellina
piccola!!»…«Ma
dai…!» le fece Rea, e
Terriermon le alzò la frangetta con l’orecchio
«Ahahaha! Ti aspettavamo!»
«Ma non
è possibile, Kazu…!» esclamò
gravemente il
ragazzo occhialuto, e Kazu gli rispose «Impossibile ma vero.
Incredibile per dei bambini…però adesso, se ci
facciamo
due conti ora che siamo adulti, dopo tutto non suona così
strano.»…«…la signora
Asanuma…
…ha
tentato di ucciderti!!» scandì Kenta incredulo,
mentre
anche gli occhioni di Yuki erano spalancati su di loro, e le sue
orecchie alla risposta di Kazu «E’ stato per
sfuggire ai
suoi colpi di pistola…che ho mollato la presa della roccia
che
si stava spaccando, e credendo di schiantarmi al suolo sono invece
precipitato presso i cancelli di
Digiworld.»…«Kenta…ma stiamo
parlando della
persona che penso io?» domandò la ragazza
paffutella,
specificando «La vostra
maestra!!»…«…la
signora…Asanuma, che si preoccupava della nostra formazione
tra
i banchi di scuola…h-ha tentato di uccidere
Kazu…!»
scandì il giovane con indignazione e disprezzo, mentre Yuki
scuoteva la testa «Non è possibile che la gente
cambi
tanto!»…«…ma purtroppo questa
è la
realtà!» replicò Kenta, e Kazu
«E’
stata molto dura da accettare anche per me…e pensare che mi
ha
raggiunta qui perché l’avevo vista offrire soldi a
mio
padre affinché si liberasse di me, e ho minacciato di
denunciarla.»…«Che cosa?!!»
Yuki
spalancò ancor più i suoi occhi. Quando Ryo
catturò l’attenzione generale «Ecco
ragazzi!! Ci
siamo!!»
Tutti si
strinsero prontamente attorno a lui «…cosa? Ma no,
non
è possibile!!»
«Che succede,
Ryo?» chiese Monodramon, e Rika fece un passo avanti
«Qualche
problema?»…«…non lo so, il
segnale è completamente sparito…»
Takato si
guardò con Kenta e Kazu…quest’ultimo
mormorò
«Che cosa sarà successo? E’ impossibile,
qua sotto
c’è di sicuro un portale, se io l’ho
attraversato!»
«E’ possibile che qualcuno lo stia
nascondendo?» si
avvicinò anche Renamon, con eco di Imagomon «Non
è
da escludere: qualcuno a Digiworld potrebbe non gradire la nostra
intrusione. Anzi. Non la gradisce di
sicuro.»…«…non lo
so…è presto
per fare ipotesi avventate…» disse Ryo
«…provo di nuovo!»
…il
problema sembrava corrucciarlo, i suoi occhi erano incollati al
palmare. Quelli di Rika e di Renamon su di lui.
Lo sguardo di
Jeri era spiazzato…altrettanto il suo Digimon apriva le
braccia
disorientato «Mah…che sarà potuto
succedere…?»
Rea sembrava
appenata «…momentaiii…dobbiamo pensare
positivo, ci
riusciremo, vedrai.»
Suzie più
che altro scocciata «Pfff…!...non capisco cosa ci
sia
ancora che non va con questo benedetto varco: è stato qui
per
dieci anni, eppure sembra che oltrepassarlo sia un’impresa
dell’altro mondo!»
«Non
scoraggiamoci compagni, proviamo ancora!» esortò
Ryo.
E Jeri
propose «Non è possibile che qualcosa sia mutato a
seguito
della sconfitta di Guardianmon?»
Non vi fu
risposta. Cindermon aveva cominciato a vagare con lo sguardo, e a
chiedere a Takato «Ptsss, ma come mai non si apre?»
Lui le
lanciò un’occhiata a lungo
silenziosa…per poi
concludere nella sua calma raccolta «Non lo
so…evidentemente, come ha detto Jeri, alcune variabili
possono
essere mutate dopo la sconfitta di
Guardianmon.»…«E-E-E-Eh behhh??? E noi
come facciamo
adesso, a partire?! Eh?!» smaniava
Cindermon…Takato
respirò profondamente, sembrava teso, ma poi la risposta che
le
rivolse fu gentile e quasi dolce «Non lo
so…dobbiamo avere
un po’ di pazienza, non è sempre facile con queste
cose.»…«Mah, se lo dici tu.»
le si
accostò la Digimon «Tu che sei un umano! Io che
sono un
Digimon…già comincia che ho caldo, qua dentro si
suda!
Ecco, a me queste sono le tipiche cose ora vedi che mi agito!
Oh?!» però Takato senza guardarla le prese la
mano, per
invitarla a calmarsi. Questo gesto la sorprese…
…e
attirò anche lo sguardo di Jeri, che sembrava colpita ma fu
subito distratta da Snowhitemon «Jeri…Beelzemon,
stavo
pensando: e se dovessimo unire i poteri noi Digimon per far dare
rispondenza al varco?»…«Tu pensi?
Mah…chissà…magari hai
ragione.» fu la
risposta pacata di Beelzemon che si teneva una mano sotto il mento: era
visibile che si sforzava a riflettere, perché avrebbe voluto
dare quell’aiuto quando invece si trovava sfornito di dritte.
Imagomon
domandò «Renamon…tu sinceramente hai
qualche idea?
Io non saprei…vedo Beelzemon preoccupato, si sforza e soffre
perché sente di non essere
d’aiuto.»…«Oh!» la
volpe dorata
sobbalzò e raggiunse questi con lo sguardo.
Suzie d’un
tratto non ce la fece più e camminò avanti
«Possibile che non rileva almeno la nuda presenza di un varco
sotto di
noi?!»…«Suzie…» la
richiamò Terriermon, ma la ragazza insistette
«Quello
dovrebbe farlo, a rigor di logica: se ciò non fosse
significa
che è la nostra di strumentazione a difettare!» ma
anche
Rea la invitò «Dai…diamo il tempo a Ryo
di
analizzare adeguatamente il fenomeno.»
«Purtroppo…è un caso strano,
ragazzi!» disse
Ryo. E già quelle parole sembrarono alimentare sguardi e
malcontento «E’ come se rivelasse che sotto di noi
un varco
C’E’ STATO, ma poi…adesso non
è più,
non so spiegarvi
meglio!»…«Cioè!!...
…si, va bene!» Suzie si allontanò con
gesto
spazientito. Lopmon tra le sue braccia alzò lo sguardo
«Suzie lo so che sei arrabbiata, anch’io ho fretta
di
tornare a Digiworld!»
«Mi
spiace!» poté solo dire Ryo allargando le braccia.
Mentre
anche in Rika «Pfff…è
inconcepibile!!»
affiorava il fastidio, che la portò a muovere qualche passo
con
le braccia incrociate per poi dondolare sui suoi tacchi, stringendosi a
se stessa «Rika…» le accennò
Renamon, ma
questa si volse di scatto «E’ sempre la stessa
storia, da
dieci anni!! Il varco c’è, esiste, è
stato
attraversato, ma chi si vuole prendere in giro?!»
I
Digimon avevano poche parole per far fronte al fenomeno. Rika aggiunse
«Ah no, eh!! Io stavolta…» piazzandosi a
sedere su
un tozzo di terra rialzata, e riaccomodandosi la gonna
«…mi piazzo qui, mi metto comoda: e non mi
smuovete fino a
che quel cavolo di varco non si è
aperto!!»…«Rika…ti capisco,
dai. Non fare
così…» si accostò Renamon
con premura
«No no ma io sono calma, tranquilli! Non sono isterica:
è
una questione di principio!» replicò la domatrice
con una
punta di aspra ironia. Ryo si volse a guardarla in modo
eloquente…
…mentre gli sguardi reciproci fra Takato, Kazu e Kenta si
facevano sempre più fondi «…vorrei
proprio sapere
cosa è accaduto là sotto…»
disse
Kazu…e Kenta, senza scollare gli occhi dal fondo del blocco
«…è impossibile, è tutto
contro di noi, non
abbiamo pagato abbastanza…»
Beelzemon
si portava contrito la mano sul volto «…oh mio
Dio, che
situazione…!!»…«…coraggio
Beelzemon,
su col morale!» lo invitava Snowhitemon, mentre Jeri si
guardava
attorno un po’ sperduta, per poi decidersi a cercare qualcosa
nella sua borsa. Chiese «Scusate!! A qualcuno dà
fastidio
il fumo?»
Tutti si volsero
verso di lei. E Rika parlò «Per dare fuoco a chi
ha
pensato questo scherzo? No no, fai bene Jeri: appicca pure un
incendio!»
Qualcuno rise un
po’ per la battuta, compresa Jeri che si limitò
all’accenno di un sorriso perché era vivamente
scossa,
sicché pescò la sigaretta e si diresse
all’esterno,
appoggiandosi alla parete del blocco per accendersela
“Sarebbe
stato meglio partire senza indugi e senza pensarci…
…adesso
se ritorno a casa come posso fare con mio padre?”
«Jeri?
Scusa, ero venuto a vedere se ti serviva aiuto...» la
raggiunse
Beelzemon, spiegando «…purtroppo, non posso fare
niente
per aiutare Ryo ad aprire il varco, questa cosa non me
l’aspettavo. E se ora non riuscissimo ad andare a
Digiworld?»
La ragazza soffiò il fumo e non disse nulla.
Rika comandava a
Ryo «Continua a provare.» ma Terriermon si sporgeva
dalla
testa di Rea per sussurrare «Ptsss…Rika, forse
è
inutile.» con tono pacato e consapevole, ma Rika
replicò
«Non può essere: un varco esiste.»
Lopmon,
liberatasi dalla presa di Suzie che si era seduta a terra in terra a
giocherellare con i detriti a mo’ di bambina offesa,
alzò
lo sguardo verso Terriermon «Ptsss…Terriermon, tu
credi
che dovremmo andarcene, ed elaborare un’altra
strategia?»
ma Rika la sentì e ribatté «Ah, no, io
non me ne
vado! Qui…ognuno è libero, non
c’è ancora
dittatura in questo paese, ma sulla sottoscritta metteteci una croce:
qua sotto c’è il varco per Digiworld ed io
PRETENDO dopo
dieci anni di attesa di attraversarlo!»
La sua
determinazione fece riflettere in molti. Alla fine Takato venne avanti,
e con sguardo serio dichiarò «Credo che Rika abbia
ragione. Resto anch’io, è nostro
diritto!»
Kazu
guardò Guardromon, Kenta e
Yuki…quest’ultima scosse
la testa in un’eloquente espressione, e alla fine Kazu
parlò per il quartetto «Rimaniamo anche
noi!» Kenta
volle comunque aggiungere «E ci mancherebbe altro, siamo qui
per
liberare Henry e riprenderci il nostro mondo digitale.» e
Yuki a
seguire «Mi sembra giusto, e poi ci siamo noi Digimon! Non
possono chiuderci le porte in faccia: abbiamo il diritto di ritornare
nel nostro mondo!»
«Io come vedete mi sono accomodata!»
alzò la mano
Suzie. Snowhitemon affermò «Forse è il
caso di
perseverare!»
Al che Ryo si volse, ed il suo sguardo fu profondo e penetrante
«La questione è più difficile del
previsto,
ragazzi…ho bisogno di analizzare, e di contattare chi di
dovere
se necessario.» ma a quel punto Takato suggerì
«Yamaki!! Forse lui può aiutarci!» e Ryo
«Magari anche, probabilmente.» e anche Suzie
balzò
in piedi «E mio padre a questo punto!» con Takato
che
confermò «Giusto Suzie, anche tuo
padre!» Subito
dopo parlò Rea, con dolcezza e discrezione
«…non
demordiamo, ragazzi. Senti, Ryo: io sono specializzanda in Ingegneria
informatica, magari se mi fai vedere posso aiutarti, o a limite darti
qualche suggerimento.»…«Davvero? Oh
magari, grazie
Rea: qui ogni aiuto è ben accetto!»
Rika respirò profondamente, aggrappandosi alla gonna per
evocare
tutta la sopportazione e la pazienza restante dopo dieci anni.
Jeri fece di nuovo capolino all’interno del blocco, mentre
pensava “Devo anche sistemare al più presto la
faccenda di
Mako!! Come posso fare…?” l’ansia
prevaleva in lei,
quando disse «Uh…ragazzi!» attirando
così
l’attenzione di tutti «Io non posso restare! Mi
dispiace!»
Takato la fissò intensamente.
«Te
ne vuoi andare, Jeri?!» le chiese stupito Kazu, e Jeri
passandosi
le mani tra i capelli specificò
«E’-E’ che una
cosa del genere può andare molto per le
lunghe!»…«E se riusciamo ad aprire il
portale?» domandò Kenta, e lei «Mi
chiamate…mi contattate in qualche modo!»
«Cioè, tu vorresti andartene?!»
esordì
improvvisamente Takato con fastidio, venendo avanti «Siamo
qui
con il nostro futuro appeso al responso del digivarco, abbiamo tutti
deciso di restare, meno che te?! E’
durata…così
poco la tua sopportazione
media?!»…«…io…ho
mio padre a casa, ho
lasciato delle cose urgenti da sbrigare, Takato come faccio a fartelo
capire!»
Ma
intervenne Rea «Su…ragazzi! Non litighiamo!
E’…comprensibile, non ci aspettavamo questo
imprevisto: io
capisco questo stato d’animo, anch’io ho lasciato
mio
figlio piccolo a casa, siamo tutti un po’ divisi a
metà
fra la nostra vita e questo obiettivo! Io non penso che Jeri voglia
rinunciare al viaggio…giusto, Jeri?» le si rivolse
con un
sorriso, che Jeri sembrò gradire
«Oh?...no…
…certo che no…»
Lopmon intanto si rivolgeva alla sua domatrice «Suzie scusa,
stavo pensando a una cosa.» la quale distolse gli occhi da
Jeri
per rivolgerli a lei «Sì, Lopmon?» La
Digimon le
balzò sulla spalla per parlarle più in confidenza
«Ora noi ci siamo riuniti qui però…non
siamo tutti,
a dire il vero.» Lo sguardo di Suzie acquistò una
speciale
consapevolezza venata di pena, mentre Lopmon enunciava «Se
dobbiamo essere proprio quelli di allora…dovrebbe esser qui
anche Mako, non
pensi?»…«Shhh!...è da prima
che ci penso!» confessò incerta e forse un pizzico
ansiosa
«Però non so cosa sia meglio…! Lui e
Jeri sono
fidanzati e non vorrei che sembrasse che
io-»…«Mako
è uno dei domatori di Beelzemon! Se Akemi non può
più esserlo…beh è giusto che almeno
lui sia
informato sul fatto che abbiamo intenzione di
partire.»…«L’ho pensato
anch’io!!...
…ma…magari Jeri glielo dirà in
seguito!»…«Perché non ti
informi?»…«Cosa? Dovrei
informarmi?»…«Non è giusto
che ci siano degli
esclusi, Suzie! Lo farai tu con Jeri ed io con Beelzemon,
d’accordo?»
«Lopmon…» la ragazza si
sfiorò le labbra,
colpita dal gesto della sua Digimon che ora si dirigeva
dall’amico digitale alato “Interpreti i miei
sentimenti,
hai avvertito che desidererei come non mai che Mako partecipasse al
nostro viaggio!!”
Mentre Rea
si rivolgeva a Jeri «Se devi andare vai pure! Anzi, a dire il
vero anch’io dovrei fare un colpo di telefono a casa per
sentire
come sta Benji.» Takato però affermava tagliente
«Ma
lei non ha bambini piccoli, Rea!!» alludendo a Jeri, che
ribatteva «Ma questo che cosa
c’entra?!»…«Ah
scusa!» fece il ragazzo
assottigliando i suoi occhi «…non ne sono
poi…così sicuro…
…vai pure Jeri, non vorrei che Mako non ti vedesse e
scoppiasse
a piangere!» ma Suzie intervenne prontamente ad interrompere
quello scontro verbale «Jeri: scusa un attimo, dovrei
parlarti,
posso rubarti un secondo?»…«Oh?
Suzie…»
Takato
espirò indignato…mentre Cindermon gli si
accostava
«Ptsss, e beh che fa? Se ne
va?»…«Sì! A
quanto
sembra…!»…«…mah! A
me sembra un
comportamento veramente assurdo sinceramente, scusa stiamo tutti qui
per cercare di spezzare il lucchetto?! E lei che fa, piglia e se ne
va?!» ma il ragazzo si volse, e si strinse a sé in
quel
moto di fastidio che gli attraversava il corpo…e non gli
faceva
smettere di guardarla…
«Stavo pensando, che in effetti…»
descrisse Suzie
«…qualora riuscissimo a partire sarebbe giusto che
venisse
anche Mako, tu non sei d’accordo? Lui in fin dei conti
è
divenuto un Digimon Tamer come noi dieci anni fa, non è
colpa
sua se è stato troppo tardi affinché disputasse
una
battaglia.»…«Mako…?
Ahm…certo!
Sì ma infatti io…avevo proprio intenzione di
andare da
lui, e…sicuramente dirgli del nostro
viaggio!»…«E’ per questo che
stavi andando
via…?» domandò Suzie in un moto
improvviso di
emozione, e Jeri, pur lottando contro l’imbarazzo,
illustrò «Sì, è che a dire
il vero, negli
ultimi giorni…le cose fra noi non sono andate troppo bene
però…ho intenzione di chiarire! Gli
dirò di
Digiworld,
promesso!»…«S-Sì!»
…così Jeri si allontanò
«Ciao a tutti! Ah, e
fatemi sapere, mi
raccomando!»…«Jeri!» la
chiamò Rika, che le disse «Adesso
vai…però
noi contiamo su di te per questo viaggio!! Davvero!!»
fissandola
intensamente per comunicarle una fiducia e un coraggio di cui
lei
restò colpita
«…sì…» e Kazu
«Rika ha ragione, tu sei un’altra domatrice come
noi che ha
atteso per la biodigievoluzione.» seguito da Kenta
«A
questo appuntamento non puoi mancare.» prendendole le mani
«Specie dopo tutto quello che è accaduto in
passato!» con sguardo che sembrava alludere con premura ad
un’occasione mancata: Jeri poté solo abbassare gli
occhi
ed accennare «…vi prometto…che non vi
deluderò. A presto!...
…Beelzemon!» chiamava…mentre lo sguardo
di Takato
la seguiva, acceso da un’espressione sprezzante.
Beelzemon all’esterno «Capisco ciò che
mi dici,
Lopmon, e sono perfettamente d’accordo con te: a dire il vero
io
questa mattina lo avevo accennato a Jeri, però
lei…»…«Beelzemon,
andiamo!»
sopraggiunse Jeri «Cosa? Ce ne
andiamo?»…«Sì! Mi
accompagni?»…«Oh!...sì,
certo!»…«Perfetto, allora
andiamo!» e si
affrettò a scendere le scale…seguita da
Beelzemon, dopo
essersi rapidamente congedato «A presto, ragazzi!»
Lopmon restò dubbiosa «Mmm…non mi
convince. La mia
Suzie desidererebbe tanto che Mako venisse con noi!»
Suzie infatti passeggiava per il blocco a metà fra
l’emozione e la reticenza “…ci
sarà anche
lui!! Lei glielo dirà…sarà
meraviglioso!!”
decretando, animata da nuovo entusiasmo «Bisogna aprire
questo
portale!!» e Ryo prontamente «Takato! Intanto
chiama
Yamaki!»…«D’accordo!»
Il ragazzo
raccolse il cellulare e uscì
all’esterno…
…e mentre vedeva Jeri e Beelzemon montare sulla moto ed
imboccare la strada ai piedi della scalinata, parlò
«Signor Yamaki! Sono Takato. Con gli altri Digimon Tamers. Mi
ascolti, abbiamo assolutamente bisogno del suo aiuto.»
«Chi era,
Mitsuo?» chiese Riley quando lo vide richiudere il cellulare
e
scattare prontamente «Takato! Stanno cercando di forzare il
varco
per Digiworld!»…«Vogliono
partire?»…«…c’è
stato un
rapimento, Riley. Henry Wong purtroppo è nelle mani dei
nemici.» comunicò lui con fermezza, ponendole le
mani
sulle spalle «E’ terribile,
Mitsuo…»
commentò lei, ed i suoi occhi si mossero in alternanza tra
il
marito ed il bambino tra le sue braccia «No, non devi
assolutamente pensarci Riley: lui non c’entra niente,
è
una creatura
innocente!»…«Ma…se invece
c’entrasse
qualcosa?!»…«E’ inutile
rinvangare il passato…» ponendole in mano il
Digivice a
forma di maschera «Siamo divenuti i domatori di questa
creatura,
nostro compito è prenderci cura di
lui.»…«E
con Henry…e gli altri ragazzi come
facciamo?»…«Intanto lascia che io vada.
Tu resta con
lui e se riusciamo ad aprire il varco…
…lo porteremo a Digiworld con noi, seguiremo Takato e gli
altri
questa volta!»…«Ahh! Vuoi
compiere…un simile
azzardo?!»…«…è
fondamentale: deve
ritrovare le sue origini. Niente accade per
caso…»
…ammise carezzando quel visetto da neonato coperto dalla
maschera, su cui picchiavano le delicate manine
«…risposte
chiamano sia lui che noi.» ammise l’uomo,
afferrando la
giacca mentre era seguito dallo sguardo di sua moglie…
…ignara che nella mente della piccola creatura si agitavano
nomi
e ricordi «…sta calmo, piccolo
Hideki…»
“Hideki…
…Hideki! Questo nome! Che mi succede?”
Ed una luce tenue ed iridescente sembrava avvolgere il suo corpicino
“…i Cuori digitali…
…la salvezza di Digiworld!! Un piano…
…concepito per conseguire un immenso ammontare di energia!!
Due
luci brillano, sono le luci…
…di due
cuori dal potenziale assolutamente ineguagliabile!”
In quel vortice di ricordi offuscati come un televisore rotto,
assomigliavano a due stelle in un cielo nebuloso…
…una mano artigliata ed avida aveva colpito e squarciato
fino ad
afferrarli…
…ed ora li teneva in pugno…
“La comunione…fra umani e Digimon…
…l’amore…la comprensione…e
la solitudine, il
dolore…” ripercorreva nella sua mente
quella
creatura il cui bagaglio interiore era di certo più profondo
di
quello di un comune neonato…
“La luce di nuovi cuori sta per aggiungersi a quelli
catturati in
precedenza!!”
«A-Ahhh…» …quasi
come se percepisse il
gemito di quel ragazzo steso nel letto a Digiworld, circondato da
orsetti premurosi, di cui i più piccoli indicavano
«Guardate! Cos’è quella luce che ha sul
petto?»
Henry era
pallido, sembrava soffrire, e là dove stava il suo cuore si
accendeva un bagliore…
…un
simbolo cuoriforme, dalle due metà simmetriche…
…assomigliava incredibilmente al simbolo raffigurato sul
Digivice verde che Terriermon stava studiando assorto, mentre Rea era
impegnata a offrire un consulto a Ryo riguardo all’aspetto
tecnico del varco…
…quando si udiva una voce affannata «Eccomi, sono
arrivato
appena ho potuto!»…«Buongiorno, signor
Wong!»
fece Takato «Salve.» disse Rika, e costui
«Allora?
Perché non riuscite ad aprire il varco?»
Si percepiva nel suo tono l’ansia per la sorte del figlio.
«Che…cosa succede?» si
domandò Riley quando
nel suo viso si specchiò la luce iridescente emanata dal
corpo
del neonato: aura che corrispondeva a quella che avvolgeva il Digivice
a forma di maschera…
...forma di maschera aveva uno dei cuori stretti dal pugno avido della
creatura artigliata…
…l’altro assomigliava ad un gioiello, un diamante
circondato da foglie auree…
«Hideki!» esclamò Riley e chiuse gli
occhi,
stringendolo al petto in un materno atteggiamento protettivo…
«…e vissero tutti felici e
contentiii…ihihihihiii!» terminava Violetta,
sollevando
festosamente Benji tra le sue braccia «Allora Benji non ti
è piaciuta la storia? Uhmuhmuhm, non l’hai trovata
emozionante, delicata e piena di colpi di scena?
Uhmuhmuhmuhm!»
…qualcosa sembrava aver spento il sorriso sul volto di quel
bambino…che però si rianimò quando
vide entrare
dalla porta «Ecco il nonninooo! Dov’è il
mio ometto
preferito? Eh?»
Benji tese
le braccia al signor Akimoto, sullo sfondo della risata
«Uhmuhmuhmuhm!» di Violetta «Ah, signora
se vuole
può andare: adesso ci gioco un po’ io con questo
birbante!
Mi ha chiamato la mamma, ha detto che farà un po’
tardi.»…«Eh sì, me lo
immagino!»…«Cosa?»…«Eh
no, no (!)
dico così per
dire!»…«Comunque è stata
fin troppo gentile!»…«Si figuri, faccio
anch’io una scappata a casa: ciao Benjiii…uhm! Poi
torno
presto, e ti racconto nuove storie, ok? Ciao,
ciaaaooo…uhmuhmuhuhmuhm!»
…richiudendo la porta.
«Appena hai visto il nonno…ti è subito
rinato sulle
labbra questo bel sorriso. Eh? Lo so, piccolino...» sedendosi
sul
letto «Ti mancano la mamma e il papà, ma vedrai
che presto
riusciranno a risolvere i loro problemi. Si
spera…» e
sperdendo i suoi occhi nella stanza, oltre i suoi occhiali…
“Uhmuhmuhm! Col cavolo che ci riusciranno!” pensava
Violetta nascosta dietro la porta “Ho invertito
l’ubicazione di tutti i varchi digitali, è
impossibile per
quei novellini ritrovare una porta per Digiworld: sono un vero geeenio!
Uhm!” uscendo così da casa Wong…
Mentre
scendeva a passo svelto le scale, si vide venire incontro qualcuno dal
passo questa volta strascinato da ambo le parti, e lo sguardo
ugualmente mortificato «Mmm!...Ufomon, Gravem-eeehhh,
cioè! Mya, Lotti ma che ci fate qui?!»
«Dobbiamo
dirti una cosa, mamma…» accennò la
bambina con
sguardo sofferto, mentre il fratello si preoccupava unicamente di
accentuare la drammaticità della scena con i suoi occhi
tristi
sullo sfondo «Ma che siete matti a raggiungermi proprio qui a
casa di Henry, volete che ci scoprano?! Avete già sistemato
tutto, Henry è al centro di smaltimento legato come un
salamino
e pronto all’estrazione del
cuore?»…«Purtroppo…
…è successo un imprevisto…!»
gemette Mya,
con eco di Lotti «Ma è stata colpa di
Scratchmon…»…«…che
cos’è…
…questo tono mortifero?!!» scandì
Violetta
iniziando ad assemblare uno sguardo distorto e inquietante
«N-Noi…lascia che ti spieghi,
eravamo…ormai pronti
a buttarci col paracadute dal camper di papi per portare il sacco di
Henry al centro di smaltimento!» Mya passò poi la
palla a
Lotti «…però…però
poi Scratchmon si
è buttata.» Al che improvvisamente Mya riprese
vita e brio
descrittivo «Ha fatto…hai presente? Me-Mettiti
così, mamma: noi stavamo col paracadute appena
aperto!»
girandole intorno «Apri le braccia? Scratchmon ha fatto
proprio
così in pratica, si è gettata come una
paracadutista
senza paracadute, dovresti segnare anche lei a qualche corso sportivo
oltre che me a ginnastica artistica e nuoto sincronizzato! E’
stata…sensazionale!» (mentre lo sguardo di
Violetta
peggiorava e si accigliava…)
Lotti completò «E’ stata emozione allo
stato puro
solo che non avendo paracadute lei ha bucato anche il mio e
così
io mi sono appeso a quello di Ufomon e per farlo mi è
cascato il
sacco.»
«AAAAAHHHHHHHHHH!!! I-IL TUO PARACADUTE CHE MI ERA COSTATO
FIOR
DI SOLDI, LOTTIII!!!» inorridì la madre,
dimenticando ogni
precauzione circa il tono «SI E’ GIA’
ROTTO, E ADESSO
DOVE LO RICOMPRIAMO, IL NEGOZIO HA
CHIUSOOO!»…«Ma
io…mamma…lo…lo rivoglio il
paracadute…»
Mya suggerì
«Vendiamo Scratchmon a qualche direttore di circo sadico come
Pinocchio con Mangiafuoco, e coi soldi ci ricompriamo il paracadute di
Lotti!»…«E
sììì, qualcosa del
genere oddio bambini ma possibile che quando avete qualcosa la dovete
rompere dopo cinque non dico sei dico CINQUE giorni minimo?! A voi non
vi dura niente, siete sempre i sol-i soliti-che cosa hai detto
Lotti?»…«No, mamma! Quella ero io che te
lo stavo
spiegando! Guarda i miei gesti: Scratchmon si è
buttata…in questa
posizio-»…«NoooOOO! Non sto
parlando di come si è sfracellata la vostra gatta io mi
riferisco al sacco, al prigioniero, al cuore
digitaleee!!!»…«Non lo so
dov’è andato
a finire…»…«MA COME NON LO
SAI, LOTTIII?!!!
E’ caduto a te, perché non sei sceso a
cercarlo?!» e
Mya «Mamma lascia che ti spieghi! Sono intervenuti i fasci
teletrasportanti!»…«…!!!
P-P…!!!...PURE I FASCI TELETRASPORTANTIII?!!!>
…e il
piccolo Lotti illustrò con il suo sorrisetto furbo
«…se lo sono portati via
lontano…chissà
quanto…
…chissà dove…povero
Henry…adesso
starà piangendo…»
«V-VOIII!!!...V-VE LO SIETE LASCIATI SCAPPAREEE!!!»
gemette
Violetta scrollandosi i capelli, alla soglia del pianto «E
adesso
come facciamooo?!! Dobbiamo assolutamente ritrovarlo!! Noi ne abbiamo
bisogno, adesso che le diciamo a Muskmon se chiede di lui, bambini?!!
Lo sapete che lei ci vive appesa!! Questa era una missione importante!!
Possibile che se vi si affida un compito delicato poi una volta per
colpa del gatto, una volta per colpa di
papà!»…«Ah, mamma! Non ci
parlare di
papà!»…«Siamo molto
arrabbiati…»…«Se
n’è scappato e
non si è più fatto sentire, nemmeno a darci una
mano!
Spero-no guarda mamy ascoltami spero che se si è sposato
quella
come da piano lei gli abbia rifilato un bel calcio nei gioielli di
famiglia come regalo della prima notte!» ma Violetta
liquidò «Adesso non completiamo l’opera
con questa
sequela di volgarità, qui in mezzo al pianerottolo che ci
sentono tutti!!! Forza, andiamo, dobbiamo organizzare una ricerca!!!
Non importa mettere a ferro e fuoco tutto Digiworld se è
necessario!!! A noi quel cuore digitale ci serve, dobbiamo
ritrovarlo!!!»…«…a me serve
però anche
il paracadute nuovo…» ma la sorella lo riprese
«Zitto Lotti!! Non capisci che ci sono delle
priorità?!
Pensa se adesso per colpa di Scratchmon Muskmon resta zitella! Dobbiamo
attivarci!»…«Uffiii…non mi
posso più
lanciare nel vuoto…»…«A
momenti ti ci lancio
io, Lotti!!» strillò la madre, e la sorella mise
il carico
con i suoi occhioni puntualizzanti «…e senza
paracadute!!» …per poi lanciarsi tutti e
tre lungo
le scale.
«Resisti!!» esclamavano gli orsetti al capezzale di
Henry,
quando una voce debole e antica si udì echeggiare
nell’umile casa
«Sta…te…gli…
…a…accanto…!!»
«Il
capo villaggio!!» esclamarono i MudFrigimon, e altri fra loro
dissero «Ha parlato! Riesce a rendersi conto della presenza
dell’umano!»
In quella
casa infatti riposava un orso più anziano, che
però si
aggrappava ancora con intensità al bastone che aveva tra le
mani, nonostante non avesse più bisogno di reggersi per
camminare…
…ad
egli giungeva il bagliore scaturito dal cuore di Henry, e lo spinse ad
esortare
«…l’affet…to…dei
Di…gimon…può guari…re un
cuore umano…
...sopraffat…to…dai dolo…ri…
…della vita!»
Gli
orsetti guardarono con premura il ragazzo agonizzante, ed il capo
villaggio comandò ancora «Resta...te con
lui…»…«Avete sentito il capo
villaggio?
Dobbiamo dargli conforto!»…«Coraggio,
fratelli!»
(canzone: Anastacia
- You'll never be alone)…e tante di quelle
zampette gli si adagiarono sul cuore
«…resisti…» gli sussurravano
i più
piccoli…
“I
Digimon…” pensava Henry
“…avverto tante delle
loro mani…
…adagiate sul mio cuore. Che…bello, sento il
calore che
riaffiora. Queste creature sono meravigliose…
…grazie a loro risento il profumo dei miei
ricordi…
…quale miracolo…la loro
creazione.” …mentre
i primi MudFrigimon
erano sollevati a vedere quella luce farsi più quieta e meno
convulsa…ed il colorito lentamente riaffiorare a quel viso,
meno
contratto “…papà! Papà, mi
senti…?...
…i Digimon sono una cosa meravigliosa…
…grazie per aver contribuito a crearli, molti anni fa. Sono
di
nuovo fra loro…
…non è finita! Loro…mi
riportano…alla
vita…”
«Come è possibile…?»
all’interno del
nascondiglio, Janyu Wong sembrava scosso «Qua sotto
c’è un portale, l’ho visto e analizzato
con i miei
occhi!!!»…«Signor Wong, la prego si
calmi!» lo
esortò Rea, e Suzie «Papà!»
ma in lui le
emozioni prevalevano «Non ci siamo immaginati tutto,
dannazione,
c’è una porta per Digiworld: noi non siamo dei
pazzi,
PERCHE’ QUEL COMPUTER NON LA SEGNALA?!» ma Ryo gli
parlò con fermezza «Stiamo facendo tutto il
possibile! Si
calmi!! Vedrà che ne usciremo…qui tutti ci
teniamo quanto
lei.»…«Mio
figlio…chissà che sta
passando!» chinava il capo l’uomo, circondato dalle
premure
di sua figlia e di sua nuora.
Anche per Takato quell’attesa cominciava a farsi estenuante,
il
sudore gli scendeva dalla bandana…ma come sempre
trovò
qualcuno ad afferrarlo per le spalle «Ehi!...
…guarda
che io ti
credo.»…«Cindermon…»…«Lo
so che da qua sotto potremo accedere al nostro mondo, è solo
che
qualcuno ci sta mettendo i bastoni tra le ruote! Ma non preoccuparti,
non durerà a lungo: siamo una squadra, e presto sbroglieremo
il
nodo!»…«Ma…non ci siamo
riusciti per dieci
anni!»…«Eh beh che vuol dire? Ci
riusciremo adesso!
Dieci anni fa…
…non c’ero io, non c’era Rea
né il piccolo
Benji, eravamo tutti più piccoli! Tu non eri così
maturo!!»…«Io…maturo?»…«Certo!»
ammise la ragazza con occhi azzurri lucenti e consapevoli
«Non
avevamo le armi per far fronte al problema ma oggi siamo cambiati!
Siamo una nuova squadra.» tenendogli le mani sulle spalle
«Vedrai, ci sgraffigneremo questo viaggio come
promesso.»
Takato
alzò debolmente lo sguardo, ma in quel momento alle sue
spalle
udì «Credo proprio che Cindermon abbia ragione!
Salve a
tutti.»
Yamaki fece il
suo ingresso nel nascondiglio e raggiunse subito Janyu Wong
«Ehi,
coraggio.»…«Mitsuo…mio figlio
è in
pericolo.»…«Credimi, benché
possa sembrarti
strano ora capisco meglio cosa provi. Un figlio…
…è
una cosa fondamentale.» Wong lo guardò
ingenuamente, e
Yamaki spiegò «Fa parte dei sogni di qualsiasi
uomo…giovane come questi ragazzi, o meno come noi due, ma
è pur sempre importante! Il tuo lo recupereremo come ieri
abbiamo tratto te dalla grinfie del
pericolo.»…«Il
computer…dà i
numeri.»…«Ora ci sono
qua io,
vedrai.»…«O-Oh…grazie, grazie
Mitsuo.» Wong gli toccò quella mano adagiata sulla
sua
spalla «Ci mancherebbe.»
Mentre
altrettanto Cindermon affermava «Ci sono qua io,
vedrai!» e
Takato pensava “Cindermon…
…devo ripagarti per tutto ciò che stai
facendo!”
«Che cosa ti credi? Anch’io sono preoccupata per
ciò
da cui questo blocco mi sta tenendo distante! Sento il soffio del vento
della mia casa…
…e
avverto che non posso raggiungerla!! E’ una sensazione
lacerante,
te lo assicuro, però non perdo la
speranza!»...«Cindermon.» le si rivolse
Rika,
sfiorandole la mano «E così tu non hai notizie da
molto
tempo…della tua
casa?»…«Pfff…guarda
Rika non so davvero cosa troverò quando riusciremo a
passare.»…«Fatti
forza!!»…«Mi
tormenta l’immagine del mio regno raso al suolo! Se accadesse
una
cosa del genere, se mio padre, e tutti noi non avessimo più
una
casa?!»
Sotto gli occhi di Takato, che la osservava…
…Rika le promise «Condivideremo tutto questo, ti
aiuteremo!! So cosa si
prova…»…«…sei
davvero gentile Rika.» …ma a quel punto il ragazzo
sentì di dover prendere una decisione «Rika!
Cindermon,
voi tutti: potete aspettarmi qualche
minuto?»…«Devi
allontanarti, Takato?» domandò Rika
«…ho
bisogno di fare una cosa urgente! Aspettatemi, torno! Signor
Yamaki!» ma questi replicò «Tranquillo
Takato,
intanto cercheremo di decifrare il
fenomeno.»…«Perfetto, a
dopo.»…«Vuoi che ti
accompagni?!»
esclamò Cindermon «No, vado da solo!!»
…sicché lasciandoli tutti un po’
stupiti, corse
giù da quella scala per lui così storica e
familiare
“Cindermon, non posso evitare di dare il mio contributo! Tu
hai
promesso di accompagnarmi a Digiworld: sarà forse una follia
quella che sto per fare…ma sento che debbo sdebitarmi con
te!”
Una volta ai
piedi della scalinata lanciò un’occhiata, come
tante volte
aveva fatto, a quel blocco tra gli alberi. Dopodiché si
affrettò lungo la strada…
Intanto Yamaki sfoderava il suo portatile «Allora…
…vediamo un po’ cos’è
successo alle nostre
vite, tradotto in linguaggio informatico.» e tutti appesi al
suo
operato…(fine-canzone)
«E con
papà come va, fratellino…?» erano le
parole della
delicata Akemi, mentre passeggiavano per il giardino del convento
«Papà…? Sempre uguale…sai
che è un
po’ stressato. Io cerco di ricompensarlo con i risultati a
scuola.» ma la giovane suora si fermò, e
guardò
intensamente Mako negli occhi «…mi piacerebbe
vederlo, un
giorno di questi…»…«Vederlo?!
Akemi, sei
impazzita? Forse…hai pregato troppo quest’ultima
notte!»…«…non si prega mai
troppo, per certe
cose…» accennò la giovane con
disimpegno. Quella
mattina sembrava più fragile del solito, era pallida, e vi
era
un velo di malinconia e stanchezza ad attraversare il suo viso
«…per favore, puoi dirgli di passare qui un giorno
di
questi…?»…«…non…credo
sia una
buona ide-»…«Mako…sono io a
chiedertelo.»
Il
ragazzo dai capelli rossi resi più belli dal sole
chinò
il capo…e senza guardarla disse
«…d’accordo…»
…regalandole un
sorriso di speranza. Akemi gli carezzò quei capelli
«…sei sempre così
buono.»…«Io
buono?»…«…ascolta, avrei da
chiederti
un’altra cosa. Porta pazienza per qualche minuto ancora, e
poi mi
ritirerò nel mio antico nascondiglio di preghiera e non ti
darò fastidio: hai avuto notizie di lui…?...
…sai di chi parlo. Durante la notte sono stata molto
preoccupata, mi sono accorta che il disagio che ha colpito la
città non proveniva da cause né umane
né naturali
ma digitali, fratellino. Ascolta…è salvo, sta
bene?»…«Beelzemon…?
Ah…non so che
dirti, più passa il tempo più lui sta sempre di
più con Jeri che con noi!» Akemi tacque, e
seguitò
a cercare qualcosa nello sguardo del gemello, che espresse
«…non ti nascondo che questa cosa mi fa
male…
…sai quanto tengo a lui…» compiendo un
sospiro
tirato, mentre lei gli sfiorava la mano «Oh…lo so.
E ti
assicuro che anche lui lo sa.»…«A volte
ne dubito!
Penso che…si sia stufato, che in fondo poi preferisca lei a
me!
A…noi sorellina, in fondo siamo due povere vittime! Siamo
rimasti fregati dal tempo e dalle coincidenze, quando lui è
diventato il nostro Digimon…era tempo che andasse lontano, e
ora
che è tornato…è diventata
un’altra la sua
domatrice. Noi due sembriamo destinati…a non avere mai
spazio in
questa storia.»…«…se le cose
accadono
c’è un motivo, Mako, non te lo dimenticare: questi
sono
gli insegnamenti con cui siamo cresciuti…
…se è andata così…vuol dire
che è
stata la volontà di Dio…dobbiamo credere, non
dobbiamo
perdere la fiducia nel nostro
Digimon.»…«…forse parlo
così…perché ho paura che tutto mi
sfugga dalle
mani! Beelzemon…
…come Jeri! E…anche forse
come…»
Il ragazzo stava tremando…e la sorellina dal velo nero gli
sfiorò la spalla «…io so di
chi parli,
Mako.»…«Oh?!»…«Uhmuhm!...di
quell’orsacchiotto!...
…il nostro orsacchiotto…»
Ed entrambi ricordarono quello screzio infantile apparentemente
insignificante, ma dal quale era nata tanta storia…loro due
da
piccoli che si strappavano dalle mani un orsacchiotto di peluche, fino
a che a questo non si lacerava un braccio, spingendoli a terra e in
lacrime. Akemi col resto dell’orsacchiotto, Mako solo col
braccino staccato. Ma restavano infelici entrambi…
…anzi, tutti e tre poiché la scena avveniva, a
loro
insaputa, sotto gli occhi del loro Digimon Impmon, che iniziava ad aver
paura di loro e del loro contendersi l’affetto…
«Da allora
abbiamo imparato molto. Però avverto ancora un vuoto dentro
di
te…Mako…
…tu stai
tremando!»…«…è
vero…» ammise lui molto cupamente…e
Akemi descrisse
«La grande voragine di vuoto e insicurezza, che seguita
nonostante tutto a esistere dentro di te mi preoccupa. Devi prendertene
cura!»…«Oh?» lui la
guardò stupito
«Ascolta…io sono soltanto una sorellina
prepotente, e non
posso permettermi consigli, specie sull’amore. So che quella
ragazza…Jeri, ti ha stregato. Però, Mako. Ti
prego,
ascolta fino alla fine ciò che ho da dirti,
benché
rispetti i tuoi sentimenti…
…non devi
aver fretta, e se non vogliamo che quell’orsacchiotto seguiti
a
rompersi nei pezzi restanti devi capire che lei…»
«Mako. Ho
bisogno di parlarti.» disse una voce di ragazza. Il ragazzo
non
tardò ad irrigidirsi «Che cosa vuoi?!»
ma Jeri si
mantenne ferma «Per favore, abbiamo entrambi qualcosa da
dirti:
non solo io ma anche
Beelzemon!»…«Beelzemon…?»
Beelzemon,
che senza dire niente era rimasto in parte nascosto dietro la sua nuova
domatrice…e si fissava con quella che era stata tale da
bambina,
prima che il vortice lo risucchiasse nel suo mondo, affinché
lei
imboccasse una strada che l’avrebbe condotta a quel velo, che
ora
si accomodò sul capo in un incerto
«…a-abbiamo la
nostra messa,
adesso.»…«Ah…Akemi!»
tese
la mano Beelzemon in un filo di voce. Ma prima di allontanarsi la suora
lo guardò, e seppur con sforzo sembrò accennargli
un
sorriso «Ciao Beelzemon. Buona giornata a te, Jeri!»
Ma Jeri
sembrava avere occhi, ed occhi decisi, soltanto per Mako…
«Se
sei venuta ad annunciarmi che metti su un dolce focolare domestico con
quello sciocco, e magari aprite un altro panificio per inondare di pane
e sdolcinatezze la città, sappi che non mi interessa! Ho ben
altri problemi, sulla mia vita gravano ben altre ombre
perché
possa dare importanza ai tuoi inganni, Jeri!»
“Mako…” pensò il Digimon,
colpito da quelle
parole…
«Questa volta ti sbagli! E parli troppo precocemente, Mako,
forse
è per via della tua
età!»…«Sei venuta
ad umiliarmi?!!» replicò aggressivamente il
ragazzo
«E va bene, d’accordo: sono più piccolo
di te e
anche di quello là!! Non sono all’altezza delle
esperienze
e delle maturità di voi Digimon Tamers perché ho
qualche
anno di meno, forse è per questo che il Digivice ha
ritardato
tanto per comparire quando poi non serviva
più!»…«No Mako ti prego, non
parlare in
questo modo!» supplicò Beelzemon tendendo la mano,
ma Jeri
scrutò il ragazzo con occhi penetranti «Andiamo,
adesso
smettila di dire sciocchezze: se sei grande,
dimostralo…!»…«…che
dovrei
fare?!» La ragazza evocò a sé sicurezza
per
affermare «Darmi ascolto! Te lo posso assicurare…
…hai frainteso le cose, non stanno come tu le hai
immaginate.»…«…ho immaginato
un bacio fra te
e Takato Matsuki, Jeri…?» provocò
Mako…
…ma lei diede fondo a tutta la sicurezza e la calma che
aveva, e
mentre Beelzemon la guardava lei chiuse gli occhi e
specificò
«Hai immaginato amore fra me e lui!...
…e la spontaneità di un gesto che in
realtà non
aveva niente di naturale! Se lo aveva per lui…
…non lo aveva per me, almeno!»
Mako
spalancò il suo sguardo
“Jeri…” pensò
Beelzemon…guardandosi attorno in quel giardino e sentendosi
diviso e lacerato fra quei volti…
Takato sospirò e chiuse gli occhi «…non
so se
quello che sto facendo è giusto…
…ma non mi viene in mente altro, come si può fare
per
aiutare un Digimon? Questa è la
soluzione…più
pratica e immediata che mi viene in mente.»
…guardando i
palmi feriti delle sue mani…ed avanzando nella fila di
quella
banca…
“Mi
tormenta l’immagine del mio regno raso al suolo! Se accadesse
una
cosa del genere, se mio padre, e tutti noi non avessimo più
una
casa?!”
…quelle
parole gli ritornavano in mente. Un po’ di esitazione
affiorava
in lui, che si diceva «…mia madre e mio
padre…però, questi soldi li hanno messi da parte
con anni
di sacrifici…
…mmm, non
importa!» liquidò alla fine irrigidendosi e
stringendo gli
occhi «…tanto più
dopo…quello che è
successo, e poi tra poco andremo a Digiworld! E così non
saranno
più affari miei, ora conta soltanto…dare una mano
a chi
l’ha data a me. Così
almeno…eviterò di
approfittarmi del suo aiuto, non voglio prendere Cindermon come
un’onda da cavalcare. E con questo glielo
dimostrerò!»
E così
giunse finalmente allo sportello «Ah, salve. Come
sta?»…«Bene…»
rispose laconicamente il
ragazzo all’addetto che evidentemente lo conosceva
«E’ venuto per fare un prelevamento per i suoi
genitori?»…«Uh e…
…sì. Sì devo fare un
prelevamento.»…«Di
quanto.»…«Ehm…» il
tono del ragazzo si
fece più marcato «Mi scusi: mi può dire
esattamente
quanto abbiamo sul conto di famiglia?»
L’uomo sbatté un po’ le
palpebre…e Takato
esortò con una certa decisione «Ha
capito?»
«Devi
ascoltarmi…!» pregava Jeri «Non puoi
negarmelo…Mako…amore…»
cercando di sollevare
la sua mano, con aria afflitta e colpevole, ma il ragazzo la
tirò via «N-No, lasciami! Quante bugie hai ancora
intenzione di raccontarmi, Jeri?»…«Non
sono bugie!!
Te l’assicuro, è la verità!
Beelzemon…andiamo, diglielo anche tu.»
«O-Oh…»
Beelzemon ebbe un
po’ di difficoltà ad avanzare e a fronteggiare lo
sguardo
del ragazzo divenuto in origine suo domatore, nel quale picchiava il
sole oltre le lenti degli occhiali «Beelzemon…
…c’eri anche tu l’altro giorno, hai
persino cercato
di calmarmi! Hai visto
tutto!»…«Sì,
però ci sono alcune cose che tu non
sai!»…«Fa
silenzio Jeri, almeno per un attimo: voglio ascoltare il mio
Digimon…»
«Mako…» accennò
questo…e chinò
il capo «Quali sono le cose a cui Jeri si riferisce e che
dovrei
sapere…?...
…sto aspettando!» ma Beelzemon taceva…
Lo sguardo
di Jeri slittava con tensione dall’uno
all’altro…ma
con Mako cercava di mostrarsi amabile «Per
favore…cerca di
ricordare che io non ti ho mai ingannato! Sono sempre
stata…molto sincera con te, altrimenti che senso avrebbe
avuto
fidanzarci, sorridere e divertirci come abbiamo
fatto!»…«…Beelzemon…
…lei sta dicendo la verità…?»
Lo sguardo
di Beelzemon incontrò quello di Jeri, profondo come un pozzo
infinito…
…tanto profondo da fargli affiorare mille
ricordi…da
quella bambina disperata per il suo Digimon che scompariva a terra, a
quella che gli rivolgeva un sorriso di perdono in un parco carezzato
dalla luce iridescente…
«M-Mako…a-andiamo…coraggio,
Jeri…
…non ti sta mentendo…» (canzone: Laura
Pausini - If that's love) «Che
cosa?!»…«Dagli ascolto,
Mako!»…«Taci Jeri, voglio sentirlo dalla
sua bocca!
E’ vero, Beelzemon?...
…le
cose sono forse andate in maniera differente rispetto a ciò
che
sembra?! Quello non era un bacio autentico? Beh…io porto gli
occhali ma non sono ancora cieco
completamente.»…«Mako…»
...il Digimon
tendeva a ripiegarsi su se stesso, guardava il ragazzo di sfuggita e si
tormentava le mani artigliate
«…è-è
che…» …ripercorrendo il
graduale dissolversi
di Leomon «…Jeri…è una
ragazza
onesta…»…«Ma se ha baciato un
altro!...dopo
avermi detto che mi
amava!!»…«…lei lo ha
fatto…»
…rivedendola piccola, debole e pallida, prigioniera
all’interno del D-Reaper «…lo ha
fatto…
…in
quanto
costretta!...»…«…costretta?!...
…ma che
vi siete inventati insieme!!»…«Amore, ti
prego!!»…«E piantala con questo
“amore”!!»…«No!
Mako…non…giudicare superficialmente,
Jeri…»
…rivedendola a Digiworld…isolata dagli altri, con
lo
sguardo perso, distante dai richiami, attorniata dalla solitudine
«…lei ti vuole bene…»
…gli occhi di Mako si dilatavano…
…Jeri seguiva il loro dialogo con sguardo sospeso…
«…e-e se ha baciato Takato è stato
solo…»
…nell’immagine di Leomon che
tratteneva lui per le braccia e cercava di fermarlo
«…è stato solo…»
…il suo scatto improvviso…
…la sua
mano tagliente a
perforarlo…«…perché lui
l’ha costretta!!!»
…ed il
«Che cosa?!!» di Mako si sovrappose al ricordo del
grido
straziato del Digimon leonino…
…ma a
differenza di allora, Jeri adesso sorrideva sotto i baffi…
«E’
così!» espresse Beelzemon chiudendo gli occhi, e
gli parve
di sentirsi sollevato «E’ andata proprio in questo
modo…»…«Stai dicendo sul
serio,
Beelzemon?!»…«M-Ma certo,
Mako.»…«Ti prego, guardami negli
occhi!»…«T-Ti sto
guardando!»…«Amico mio!»
Mako si era
aggrappato a quelle possenti braccia scure corazzate
«…sai
che non devi mentirmi, tu sei l’unico su cui posso contare,
sei
il mio amico storico! Il mio Digimon!!...
…senza di
te a guidarmi chi mi
rimane…?»…«…caro…
…questo
lo so!» espresse Beelzemon dolcemente carezzandogli i
capelli, ma
lo sguardo di Jeri non lo lasciava ancora libero, e così il
ricordo del dolore di quella bambina, prima disperato…
…poi
atono e senza vita, a spegnere il suo sguardo «…io
non ti
mentirei mai.» sicché Beelzemon strinse gli occhi
e i
pugni nella lacerazione più estrema esclamò
«Jeri
ha baciato Takato perché lui l’ha presa con la
forza!!!»…«Che---cosa hai detto?!! Jeri,
è la
verità?!»
“Meno
male…almeno questa è fatta…”
fu il pensiero
della ragazza. E forse anche del Digimon, che guardò altrove
“Perdonami ti prego,
Takato!”…dopodiché lei
alzò gli occhi su Mako «Sì, te lo
giuro!»…«Ma a quello gli do io una
lezione come si
merita!»…«No!»
esclamò Jeri e
«No!!» fece Beelzemon anteponendo un suo braccio
per
tenerlo fermo «Non è più
necessario!»…«Ma come, cosa state
dicendo?!»…«A cosa ti serve prendertela
con lui,
Mako? Non…ti basta sapere che
hai…l’amore di Jeri
come sognavi? E’…E’ inutile infierire
contro Takato,
dammi retta!»…«Ma come si è
permesso a
baciarti con la forza?!»…«E’
che è
sempre…stato innamorato di me, non riesce a farsi una
ragione
del fatto che io sono cresciuta e ora sei tu il ragazzo che mi
interessa! Capisci?!»
«Jeri…» pronunciava
Mako…alzando la sua mano
tremante, e dolcemente, a poco a poco, carezzandole i capelli
mentre lei scostava il suo sguardo, smarrendolo altrove…
“Mi
sento sporco, e indegno. Ho mentito proprio in questo
luogo…” alzò i tre occhi Beelzemon,
verso il muro
del convento “Anche se non ne afferro ancora il
significato…sento che qui non si dovrebbe
mentire!”
chinando il capo “Ma l’ho fatto per Jeri! Io avevo
il
dovere di ripagarla…
…per tutto il male che le ho fatto in passato.”
«E
così…voi sapevate tutto!»
esclamò Mako, e
Jeri «…ho cercato di spiegartelo, ma tu mi
trattavi con
aggressività, non mi hai dato il
tempo…»…«Beelzemon!!»
e questi rispose
«A-Avrei cercato di mettermi in contatto con te prima,
però…abbiamo dovuto combattere e
così…!» Mako si mosse verso di lui,
prendendogli le
mani «Me l’avresti detto…appena avresti
potuto?!»…«O-Oh…e infatti
così ho
fatto!»…«Ah, Beelzemon!...
…come ho
fatto a dubitare di te?» abbracciandolo con calore
«Mako…» …le mani del Digimon
lentamente si
chiudevano dietro la sua schiena «Lo sai…? Con
quello che
hai fatto mi hai restituito l’amore!!»
Gli occhi di Jeri e si
incontravano con quelli di Beelzemon…ma Mako non le dava il
tempo di guardarla «Sei esattamente come ti ho
immaginato!!»…«Dai, Mako, non
esagerare…»…«Non sto
esagerando! Dico solo la
verità! Fratello, ho passato dieci anni ad
pensarti…accanto a me, a darmi una mano in amore, a
condividere
ogni mio problema, confidenza! Sei il mio sogno che si avvera,
io…non voglio più separarmi da te! Sei il
più
fantastico Digimon che esista!»…«Mako,
io…non
sono come pensi!»…«…niente
scuse,
Beelzemon…
…io
ti voglio con me per tutta la vita, quando sarò un uomo
grande e
con famiglia sarà lo stesso! Non vorrai rifiutarti di fare
il
testimone al mio
matrimonio!»…«Cosa?!»
sobbalzò Beelzemon…ma Jeri sorrise sfiorando la
camicia
di Mako «Mi sembra una…splendida
idea!»…«Altroché,
perché che
c’è di male? Un Digimon…come testimone!
Ma del
resto chi meglio di lui: Jeri sai, lui è cresciuto accanto a
me
proprio come un fratello, se ci sposiamo qui Akemi accetterà
di
certo, vedrai!»
Lo
sconforto per Beelzemon cresceva…mentre Jeri affermava
«E
ti assicuro che sarà così molto presto,
perché
questa breve separazione mi ha fatto riflettere: ho capito che non
posso stare senza di te! Accetto la tua
proposta!»…«Davvero?!»…«Sì…!
Ero venuta anche a parlare di
questo!»…«Ahahah,
è fantastico!»…«Wooouuu!
Adesso mettimi
giù però, rischiamo di dare scandalo,
amore!»…«Non me ne importa un fico
secco! Sono
così felice!»
“Mako…mi vergogno di me.” ammetteva
Beelzemon in
silenzio, guardando i palmi delle sue mani (fine-canzone)
Quando la sera
giunse a spargere l’aura rossastra tra gli alberi, la squadra
dei
Digimon Tamers si trovava ancora lì, presso il nascondiglio.
Il
termine di una domenica primaverile aveva tinto di silenzio e di
sussurri quella frazione di parco, scandita da beep informatici che si
udivano fin dalle ore della mattinata. Yamaki e Wong sembravano molto
concentrati, ed avevano accentrato il lavoro, permettendo ai ragazzi di
riposarsi da quella stancante e non ancora esaurita attesa.
Kazu e
Kenta si trovavano presso il muro esterno «Hai sentito,
Kenta,
che cosa ha detto Ryo questa
mattina?»…«…già…»
replicava assorto il giovane dagli occhiali e lo sguardo profondo. Con
il sole a colpire la sua sagoma, e quella del giovane dal cappello
scuro e gli occhi blu, si poteva notare che le loro figure con la
crescita avevano acquistato molta presenza.
«Sembra incredibile.» diceva Kazu «E dire
che la
prima volta che siamo partiti per Digiworld…tu ed io eravamo
quelli che non avevano neanche un
Digimon!»…«…e ne cercavamo
disperatamente
uno!» accennò Kenta un dolce sorriso di ricordi
«Quanto possono invertirsi i destini…»
seguitò Kazu, aggiungendo «…adesso come
adesso io e
te siamo gli unici ad essere riusciti a compiere la biodigievoluzione.
Probabilmente…quando sbarcheremo nel mondo
digitale…
…se
ci riusciremo…» chinando appena il capo, ma poi
sfoderando
sguardo deciso «…ma si che ci riusciremo! E quando
allora
sarà, probabilmente il gruppo conterà sul nostro
contributo contro i nuovi nemici. Dovremo farci
valere.»…«…hai proprio
ragione, amico
mio.» si volse appena Kenta…
…era proprio questo ciò che sembravano: due
giovani
guerrieri intrepidi, e dalle sfumature molteplici…nati da
due
ragazzini tanto inesperti e desiderosi di avventure. Si vedeva quanto
fossero cresciuti, maturati, specialmente quella sera al tramonto
«Kazu…»…«Oh,
sì?» fece
l’altro…mentre Guardromon era seduto tra
l’erba
accanto a lui, a piedi del blocco, si era addormentato ed il suo
domatore ne era consapevole, e lo lasciava riposare
«…hai
provato una grande emozione, quando sei riuscito a
biodigievolvere…?» Kazu si volse con un sorriso
verso
Guardromon addormentato, e poi replicò «Beh, come
fare a
non emozionarsi di fronte a simili
prodigi.»…«E’ vero,
è lo stesso che ho
provato io. E il fatto che fosse con Yuki…»
…rivolgendo la coda dell’occhio verso
l’interno
«…lo ha reso ancor più
speciale.»
…la
bionda e rotonda ragazza, al fresco che soffiava all’interno
del
blocco, stava in quel momento chiacchierando con Rea, la quale chiedeva
colpita «E così tu…saresti la
moglie…di…?»…«Uhm
uhm! Di Kenta! E la
Digimon! Digimon &
moglie…»…«…a-ancora
non riesco a
capacitarmi!» …con Terriermon che
scherzava sulla
sua testa «Ihihi, momentai Rea! Presto ti abituerai a tutte
queste cose sorprendenti, stanne
certa!»…«…questo…è-è
più che sorprendente, è sensazionale! E
così voi
due…biodigievolvendo…»…«Uhm
uhm!» annuiva Yuki con semplice e spigliata naturalezza
«…avete fuso in una stessa creatura
digitale…anche
il vostro amore! Dev’essere
stupendo…»…«E’
vero! Uhmuhmuhm! Da
quando siamo biodigievoluti amo il mio Kenta ancora di più
di
prima! Beh! Comunque è un po’ difficile
perché io
l’ho amato sempre con tutta me stessa! Dal primo
giorno!»
Rea restò abbagliata, e Yuki continuò
«Sì
sì! Da quando mi sono infilata nel suo taschino
sull’arca
per tornare sulla terra da Digiworld: l’avevo trovato
così
affascinante, ohohoho!» arrossendo un po’ e
prendendosi il
paffuto viso fra le mani «Però non sapevo parlare
e non
avevo il modo di spiegarglielo! Così ho cercato di farglielo
capire…con i miei gesti…»
…soffiando
anche in quel momento un cuoricino, che costeggiò Rea e
Terriermon, posandosi nella mano della ragazza così
affascinata,
mentre udiva «…lui è stato
l’unico per me,
fin da subito! Dal primo
momento…»…«…Yuki…oppure…MarineAngemon…»…«Ah
ah! Come piace più a te, tanto sono sempre
io!»…«…lo sai? Mi ritrovo
molto in te.
E…» smarrendo il suo sguardo sognante
«…quasi
rimpiango di non essere un Digimon in un momento simile…per
potermi fondere assieme a lui e consegnargli mia
forza…»…«Ahaha! Non
arrenderti mai Rea,
volere e potere, e pensa positivo! Ahahah!» seguitava a
incitarla
Terriermon, e Yuki «E’ vero! Bisogna sempre essere
ottimisti, l’ho imparato con gli anni…e con Kenta!
Tanto
per cambiare!»
Rea pensò
ancora «Anch’io…quando l’ho
conosciuto…
…ho
capito che sarebbe stato l’unico. Non mi vergogno di
ammetterlo.
Sarò una principessa fluttuante su una
nuvola…però...il coraggio non mi
manca…»…«Rea.»…«Oh?»
Rika le si era rivolta. E le sorrise «…finalmente
abbiamo
un po’ di calma per
parlare!»…«Già…»
Rea
ricambiò il sorriso
«…e…anzi, io…vi
vorrei ringraziare…per avermi accolta con voi anche se,
insomma
io…»…«Ah ah.» Rika
scosse la testa
«Siamo noi a ringraziare te. Non solo hai permesso a
Terriermon
di seguirci. Ma poi al tuo fianco…è come se
qualcosa di
Henry attraversasse la barriera digitale e giungesse a
guidarci.»
Rea spalancò gli occhi «Dici davvero?» e
Rika non
tardò a rispondere «Ci pensavo
molto…prima…quando hai cercato di evitare che fra
Takato
e Jeri si creasse una lite.» …mentre anche Renamon
si
accostava alla sua domatrice sui suoi passi soffici e
silenziosi…ed affermava «Sembrava di sentire
Henry. Quante
volte…lo ha fatto con i suoi
compagni.»…«…
…sapete…» disse Rea con un filo di
voce, e gli
occhi velati «…tutto quello che mi
dite…è
davvero importante per me…»…Rika e
Renamon
sembravano guardarla con affetto, ed una stima già
nata…«…voi l’avete
conosciuto.»…«Oh, a fondo.»
evidenziò
Rika, e Rea «Mi piacerebbe che mi raccontaste tutto
ciò
avete vissuto e sperimentato assieme! Già ho saputo molte
cose…ma non mi fermerei mai
dall’imparare!»…«…siamo
a tua
disposizione.» replicò gentilmente Renamon, quando
proruppe
una voce più vivace «A proposito di persone che ne
conoscono a fondo altreee…!!» con vorticoso ed
eloquente
gesto di mano, Cindermon si appoggiò col gomito alla spalla
di
Rea, che fece «Ahah! Cindermon…e così
anche
tu…sei una nuova recluta, come
me!»…«Eh
già! Io e te siamo uguali!» replicò la
ragazza dal
ciuffo rosso anche lei su un’onda di simpatia istintiva
«Nella stessa, spinosa situazione se non fosse per questi
angeli
qua: a propooosito,
angioletti!»…«Chieeeda, signora!
E noi saremo ben lieti di rispondere!» rispose Rika con
gusto, lo
stesso col quale Rea rise
«Uhmuhmuhm!»…«Sentite un
po’ io-è
a me che mi batte un po’ una certa cosa in testa da
stamattina,
su una certa persona i-indovinate un po’ chi,
così, fra
tanti, così magari facciamo fischiare un po’
d’orecchie-si dice che dei non presenti non si
parla!»
…ovviamente tutti lì avevano compreso a chi
stesse
alludendo…
«Quando
sono biodigievoluto…» narrava il giovane guerriero
dal
cappello nero, e lo sguardo assorto a specchiarsi nel sole del tramonto
«…ho sentito lo spirito di Digiworld fluire dentro
di me,
è una sensazione indescrivibile. Correvo verso il globo
terrestre, era così vicino e mi sembrava di afferrarlo, con
le
mie…mani, che per la prima volta non erano fatte di carne
bensì di dati. Ti immagini, Kenta…? Il nostro
desiderio
che si
avvera.»…«…com’è
fatto
Carermon…?»…«Oh!...il suo
corpo
è…un grande specchio! E le sue
braccia…prima che
mi spuntassero ho sentito le voci di Babamon e Jijimon che-»
ma
Kenta lo afferrò per le braccia «Babamon e
Jijimon!»
in un’espressione felice, inversa a quella di Kazu che
perdette
il sorriso «Non li ho mai dimenticati Kazu…ma-ma
allora li
hai
rivisti!»…«Sì…però…»…«Ahah!...ti
hanno aiutato a digievolvere? Ah!...
…questo solo nome è una cascata di ricordi!
Amico…» prendendogli la mano
«…mi porterai da
loro quando saremo di nuovo a Digiworld? Voglio
salutarli!»…«Kenta-»…«Ti
ricordi
quando siamo andati nella loro casa? Mamma mia, che
risate…eravamo proprio bambini…voglio presentar
loro
Yuki! Loro ancora non la conoscevano, voglio che sappiano che siamo
biodigievoluti! Ahhh, figurati, per loro sono ancora
WarKentamon!»…«Eri! Eri WarKentamon
così come
io…»…«Cosa?!»…«…ormai…posso
sperare di vederli solo nei sogni, Kenta
loro…»…«No!!»…«Sì…purtroppo…»
togliendosi il cappello «…loro sono
morti…»
…l’espressione di Kenta
iniziava a tremare…Kazu chinò lo sguardo
«…n-non ci sono più, mi dispiace amico
mio! L-Li ho
potuti riabbracciare…
…solo per un breve momento…
…Jijimon…non parlava già
più. Compiuto il
loro dovere, appena in tempo…sono volati
via…»
Il cappello di Kazu era finito tra le mani di Kenta…il cui
sguardo si era fatto sottile e intriso di amarezza…e le mani
stringevano sempre più il cappello, fino quasi a stritolarlo
«…un altro ricordo che sfuma…per il
quale posso
ringraziare Guardianmon…che mi ha tenuto lontano da
Digiworld
per tutti questi anni!»…«Kenta,
calmati!» ma
il ragazzo strillò «MALEDETTO
GUARDIANMON!»
scagliando il cappello tra l’erba. E svegliando Guardromon.
(ma Yamaki lo sentì dall’interno, ed ebbe una
folgorazione
«Uhm!!»)
«Kazu, che
succede…?»…«…un
altro
nostro amico…che piange per Babamon e Jijimon, ecco che
succede
Guardromon…»…«Ohhh?
Kenta…dai, non
fare così, ti capisco benissimo, io quando penso a loro
ancora
mi commuovo.» Kenta, pur amareggiato, fece un amorevole
carezza
sulla testa di Guardromon, affermando
«…perché tu
sei buono…come il tuo
domatore…»…«Andiamo Kenta,
non dire
sciocchezze, eh? Anche tu sei
buono.»…«Ha ragione
Kazu, anche tu sei
buono.»…«Io…
…non posso perdonare chi ci ha fatto tutto questo
gratuitamente!»
(Yamaki realizzava “…lo odiano. Non sarebbero
disposti a
tollerarlo, se solo sapessero che è scampato alla
distruzione…” e quell’idea sembrava
impensierirlo)
Ma c’erano altri, in quel blocco, che parlavano «A
cosa
stai pensando, Snowhitemon…?» domandò
Lopmon al
minotauro bianco che sembrava avere il potere di materializzare
schermate touch-screen nell’aria, e ovviamente di spegnerle
come
fece in quel momento «Oh? Stavo lavorando, come facevi a
sapere
che avevo la testa
altrove…?»…«Andiamo…!
Ci conosciamo da
tanti anni, ormai. Anche se ora hai un aspetto del tutto
nuovo…tu sei
Calumon!»…«Uhm!» sorrise
appena quella creatura dai grandi e begli occhi verdi, mentre la
coniglietta marrone gli passeggiava attorno
«…anche se gli
anni ti hanno fatto diventare di poche parole da giocoso e socievole
com’eri, ciò non toglie che tu resti sempre uno di
noi.»…«Ti rispondo Lopmon: stavo
pensando a Jeri, mi
stavo domandando…come procedesse il rapporto fra lei e
Beelzemon. Il motivo di questo loro improvviso congedo.
Sai…ci
sono molte cose che mi
insospettiscono.»…«Oh?
Sì, se devo essere sincera anch’io ho avuto la
stessa
impressione.
Snowhitemon!»…«Uh?»…«Dì
la
verità…prometto che non lo rivelerò se
è un
segreto!» fece Lopmon accennando un lieve e dolce sorriso
«Tu…sei sempre stato un po’ innamorato
di Jeri o mi
sbaglio?»
Il minotauro digitale respirò profondamente e non
rispose…
…quando poco più in là…
…Rika
incrociava le braccia «…purtroppo, non mi dici
niente di
nuovo.» rivolta a Cindermon. Rea disse inoltre «Non
immaginavo che nella famiglia di Takato ci fossero questo genere di
problemi!»…«Purtroppo…si sono
venuti a
formare col tempo.» spiegò Rika, affermando
inoltre
«Ora almeno…se ne comincia a capire
un’origine.»…«Sì
però…a
me ha spiazzato!...
…non
l’avevo mai visto così…»
mormorò
Cindermon, seria nello sguardo. Rika raccontò con pacatezza
«Takato…le ha un po’ sempre avute
reazioni
così.»…«Le aveva anche quando
eravate
più
piccoli?!»…«…non per gli
stessi
motivi.»…«Accidenti
peròòò!
Quanto
strilla…»…«Uhm!...quello da
sempre.» ammise Rika ben consapevole, e Cindermon
«D-Delle
volte a-anche fra me e lui, quando…sfrrrigoliamo di brutto!
Mamma mia cioè mi sfonda i timpani!» Rika
ricordava con
una certa tenerezza «…lui ha sempre avuto uno
strillo
molto potente…te lo ricordi,
Renamon?»…«…sì.»…«Ah
allora le faceva anche con voi queste cose! No perché
pensavo di
essere la
sola!»…«No…tranquilla, quello
è carattere: lui ha un temperamento…acceso,
è una
bomba, io l’ho sempre pensato, è che non lo noti
se lo
vedi la prima volta. Del resto chi aveva accanto?
Guilmon…eheh!
Più una bomba di lui, le bombe le emetteva anche dalla
bocca!»…Terriermon commentò
«…a
volte…quando ci si mettevano loro due assieme…chi
li
fermava più!» …e Cindermon
con i suoi occhi
azzurri a carpire da un ricordo e da un altro «Mi ricordo che
abbiamo affrontato molte prove dolorose…»
raccontò
Renamon, e Rika «Guilmon…
…sembra di vederlo qua attorno.»
…ed anche
Rea provò a guardarsi attorno per cercare frammenti di
ricordi,
mentre Cindermon…forse avrebbe voluto ma qualcosa in quel
nome
la frenava e la intimoriva «Secondo te
dov’è,
Terriermon…?» domandò Rika con un filo
gentile di
voce, e il Digimon non tardò a rispondere «Non so
davvero
dove immaginarlo, Rika.» con una percepibile nota triste nel
suo
tono «Lui non è tipo da fare scherzi, è
fedele, non
sarebbe sparito per tanto tempo senza avvertire noi suoi amici. Tutto
questo…non mi piace per niente…» e
Renamon
«…a dire il vero…debbo dargli
ragione…»
Cindermon
rifletté “…mio Dio: e se
Guilmon…
…non tornasse mai? E se lui e Takato fossero
destinati…a
non incontrarsi mai più?...
…perché improvvisamente ho freddo e mi sento
nervosa?” si chiese indietreggiandosi, e tormentandosi le
mani
“Oh no…il mio domatore ne morirebbe!”
riflettendo
uno sguardo di pena “Lui nonostante questi anni trascorsi non
lo
ha mai dimenticato! E-E questi luoghi…non aiutano a farlo.
Ma
è forse giusto dimenticare qualcosa
quando…è
così importante per te?” volgendosi verso il muro
sgrugnato “E io…? A che mi riferisco? Eh? Non so
manco di
cosa parlo…cos’è tanto importante per
me, da essere
diventato da un giorno all’altro…vitale,
fondamentale, una
parte di me…? Come Guilmon per Takato…”
Takato si stava affrettando a tornare, con una busta in mano…
«Non ho
intenzione di mentirti, Lopmon…» svelava
Snowhitemon
«…quello che hai detto è
vero.»…«Ah! Ma allora
tu…?»
«…sono profondamente preso dal suo
pensiero…
…ormai da molti anni.»
La
coniglietta era colpita «Il tuo cuore…batte per
Jeri…»…«…da quando
mi trovavo con lei
nella prigione in cui l’aveva confinata il
D-Reaper.»
…nel ricordo del piccolo ma tenace Calumon che non si
arrendeva
a quel fiume di dolore che sembrava aver travolto la bambina,
spogliandola di sentimenti e speranze…
…e
che ad un tratto sembrò dare il suo effetto, e portarla a
ribellarsi alla struttura malvagia, che cercò di separare e
zittire entrambi, ma si tendevano la mano nonostante quelle di lui
fossero zampette piccole e corte «…accadde
così
velocemente…» spiegava lui di fronte
all’abbagliata
Lopmon «…finché ci trovavamo
lì pensavamo
solo a sopravvivere: ed io…a risvegliare il suo spirito
assopito, anche a costo della vita! Poi all’improvviso
arrivaste
voi…sconfiggeste il D-Reaper, in un secondo riportaste la
pace e
la vita. Poi vi fu Shaggai…»
…gli occhi verdi
si socchiusero in una sfumatura malinconica…e si
ricordò
risucchiato nel vortice iridescente «…e fu quando
atterrai
a Digiworld…quando compresi che benché potessi
cercarla
con affanno…facendo il
mio…”calù,
calù”…per tutto il suolo
digitale…lei ormai
era lontana e irraggiungibile…ed eravamo stati separati per
sempre…fu allora, sì…
…che
potei ripercorrermi dentro tutte le sofferte…ed
incredibilmente
struggenti tappe di quegli interminabili giorni. Con la
primavera…che bussava alle porte del nostro Digiworld ormai
devastato e da ricostruire, alla vista…delle lacrime ad
affacciarsi su tutti i vostri…
…su tutti
i nostri occhi, al pensiero dei nostri amici umani
perduti…io
compresi che tutto quello che avevo vissuto mi aveva lasciato un segno
nel cuore! Profondo, indelebile…da allora scoprii di essere
cresciuto, e che il Calumon che pensava solo a giocare…
…altri non era…che un riflesso di una creatura
con molte
più stanze nella sua anima. Una creatura…brava
anche ad
inglobare un sentimento…che appariva grande come il globo
terrestre che ci sovrastava! Jeri…
…la
mia piccola Jeri…piccola…fragile, delicata. Con
le sue
mani…che raccoglievano il mio corpicino composto di
dati…mani così gentili…mi ero
innamorato. Tutto
quell’impegno, che mi aveva consumato la voce, e il cuore,
affinché si destasse dal torpore!!...era
sfociato…in un
sentimento intenso…avrei voluto dirle che era
importante…tanto, per quel Digimon che si era prodigato per
lei.
Ma non ho potuto farlo…» assumendo espressione
sofferta
«…la terra era lontana! Le nostre
speranze…sembravano perdute. Chissà dove,
chissà
quando, chissà se…
…i nostri sogni, e i nostri sentimenti. Bisognava
ricostruire
Digiworld…sicché lasciammo i petali…e
la polvere
digitale adagiarsi sui nostri occhi tristi e poi volare via…
…ci abbandonammo al caldo dell’estate, sotto il
sole
cuocente dei lavori immaginando…i nostri piccoli amici al
mare,
o in montagna…
…pensavo alla mia dolce Jeri all’ombra di un
ombrellone,
in una spiaggia non molto frequentata, a contemplare il mare e
ritrovare se stessa. Mentre i Supremi, e Cyclemon indirettamente, mi
affidavano il compito di gestire i lavori, approfittando
dell’autorità conferitami dai miei poteri connessi
alla
digievoluzione. Il tempo trascorse…ognuno di voi si
organizzava,
venne l’autunno. E saltellando tra le foglie cadute compresi
che
non si poteva più tornare, che era il nostro cuore una
foglia
che si era staccata dall’albero…grande e
rigoglioso anche
in inverno…dei nostri pregiati ricordi della
terra…» …tendendo la mano col
guanto bordato
di pelo, indicando qualcosa e poi facendo il gesto di
afferrarla…ma era impalpabile, sfumava
«…e ora
vagava, nel disperato ma al contempo tenace tentativo di ricostruire un
futuro, come si fa con una casa abbattuta. E già la
neve…era alta…a Digiworld…
…questa
è la nostra storia…dieci
volte…»…«…hai
ragione.» Lopmon
chinò il capo
«…condivido…perfettamente
tutto e ora posso capire meglio tante asperità del tuo
carattere
maturate con gli anni. Perdonaci Snowhitemon, se tutti noi presi sia
dal nostro futuro, che dai nostri ricordi passati, non ti siamo stati
vicino abbastanza per
comprenderti.»…«Ah…non
devi preoccuparti, Lopmon. Io non giudico nessuno e benché
sia
cambiato tanto…seguito a considerarvi
tutti…ancora…i miei amici. Come
allora.» accennando
un lieve ma sincero sorriso, incrociando le braccia
«Ma!...adesso
siamo tornati!» fece la coniglietta, e il minotauro rispose
«Sì! Quando meno ce lo saremmo aspettato, quando
avevamo
deposto ormai le nostre speranze…» assumendo uno
sguardo
intriso di consapevolezze «…il passato
è tornato a
bussare alle nostre porte…
…non ci si salva alla sua
chiamata.»…«…Snowhitemon,
ascolta: questo
può essere un segno mirabile, può indicarci che
siamo
destinati ad essere felici
finalmente!»…«…molte cose
sono cambiate
mentre eravamo via.»…«Cosa? Ti riferisci
a
Jeri…?»…«…
…alla mia bambina è successo qualcosa. Non so
spiegartelo, ma…è tanto confusa, e la crescita
l’ha
mutata. A volte mi sembra di non riuscire a trovarla…come in
quell’inferno traboccante di suoi cloni
distorti.»…«…tu hai sperato,
rivedendola, che
potesse innamorarsi di
te…?»…«Uhm…
…no, Lopmon. Jeri non mi ricambia. Il suo cuore batte per
qualcuno che non sono
io…»…«…ti
riferisci al suo fidanzato, Mako…?» ma Snowhitemon
si
limitò ad infittire l’espressione, e ad incrociare
più strette le braccia, irrigidendo la schiena come se un
pensiero lo turbasse…
…dopodiché mosse la coda del suo occhio verde,
pronunciando con dolcezza seppur un po’ roca nel tono
«…e tu dimmi Lopmon…il tuo cuore ha
seguitato a
battere per qualcuno in tutti questi
anni?»…«Oh!»
sobbalzò lei arrossendo
improvvisamente «Perché io ho una teoria
ma…dal mio
ufficio al villaggio non ho mai avuto chiara conferma. Vorrei saperlo
da te.»
Lopmon
abbassò le orecchie
«…c’è un
Digimon…che da quando lo conosco è per me una
sorta di
fratello…però…
…a volte
mi chiedo se è realmente un sentimento di natura familiare
quello che provo per
lui…»…«…ancora ci
so prendere, a quanto pare…» sorrise appena
Snowhitemon…e lo sguardo di entrambi (quello di Lopmon
particolarmente assorto) si adagiò su quel Digimon che a lei
assomigliava molto, appollaiato sul capo di quella giovane dai capelli
neri…
«…io sono nuova…» diceva
costei, con molta
discrezione «…però…prima,
quando ho cercato
di farli ragionare…ho avuto come l’impressione
che…tra loro
due…»…«Eh! E hai avuto
l’impressione giusta! E SBAGLIATA al contempo, non lo so
è
un po’ complicato da quel che ho capito!» fu il
commento di
Cindermon, mentre Rika incrociava le braccia «Takato e
Jeri…
…Jeri…eh! Non c’è che dire:
mi sfugge.
Più cerco occasioni affinché si stia insieme, per
poter
approfondire il mio rapporto d’amicizia con
lei…più
trova scuse d’ogni sorta e si allontana. E’
difficile aver
accesso al suo cuore…»
«Quella ragazza…?» si domandò
Rea, e
Terriermon rispose «Già
già.»…«…sembra
così…sensibile…delicata. Ha bisogno di
amici,
è questa l’impressione che ho
avuto.»…«Già, lo penso
anch’io.»
replicò Terriermon, e Rika «Uhm…se li
allontana
anche, gli amici, eh?»…«Uhm?»
Tutti la
guardarono stupiti. Ma lei addolcì quel suo sguardo in cui,
in
realtà non vi era da leggere alcuna nota di critica
«Jeri
ha fatto così per tutti questi
anni…apparentemente
è guarita e si è resa indipendente dopo quanto ha
trascorso a stretto contatto col D-Reaper.
Però…c’è riuscita fuggendo,
scappando
sempre. Dagli amici…da chi poteva volergli bene. Apparendo e
scomparendo come una cometa…persa in mille
progetti…di
cui non ne viene alla luce mai
alcuno.»…«…tu
pensi che Jeri soffra ancora come in passato, Rika?»
domandò Terriermon, e Rika rifletté assorta senza
dire
niente. Cindermon si volse verso l’uscita del blocco,
grattandosi
la testa “Quella tipa è proprio
strana…”
mentre Rea fissava verso l’alto
«…chissà cosa
prova per Takato…»…«Credo lo
ignori lei
stessa. E lo tema. Come…molte…altre
cose.»
svelò Rika, dopodiché ammise convinta
«Un giorno ci
parlerò: voglio farlo da tempo e ci
riuscirò.»
I
pensieri presero il sopravvento, su Cindermon e gli altri. Ma a rompere
come sempre le righe fu Terriermon «Ahahah! Momentai ragazzi:
vedrete, inizia un nuovo capitolo per noi, e riusciremo a dare una
svolta a tutti gli irrisolti del
passato!»…«Ahaha!...che parolone,
Terriermon!»
scherzò Rea, e Renamon «In effetti…si
tratta di
un’impresa di quelle in cui forse pochi riescono.»
ma Rika
aveva aria di sfida «Andiamo Renamon, perché non
dovremmo
provarci, in fondo non siamo così
scarsi.»…«No…Rika, non dicevo
questo.»
e Terriermon «Ahaha! Siamo i migliori del mondo!»
seguì Cindermon, che si lasciò andare ad un
sorriso
«Ma sì, in fondo possiamo permettercelo!»
A
quelle parole, Rea ed il resto del gruppetto riacquistarono entusiasmo
e voglia di sorridere, la ragazza fece «Coraggio!»
ed il
Digimon sulla sua testa «Sono sicuro che riusciremo a farci
valere! Guardiamoci: siamo una squadra perfetta, che ci
manca?»…«Ahahahah!» risero gli
altri, lungo i
cui occhi si compose una linea luminosa d’intesa. Rika
scherzò «Un po’ di soldi, giusto
quello!»…«Ahhh, ottimismo, Rika! Ne
alzeremo un
po’ a Digiworld se il vento soffia dalla nostra
parte!»
scherzò Rea, e Cindermon «Beh, mi pare che a noi
qua la
volontà non manca, eh!!»…e furono
ancora risate per
lei, Rea e Terriermon, Rika e la sua volpe dorata…
…ma non vi era solo buonumore, ma anche occhi arrossati da
lacrime di rabbia, come quelli di Kenta «…mi
dispiace di
averti dato questo
dolore…»…«…non fa
niente Kazu…meglio saperle le
cose.»…«…vedrai…»
l’altro
sussurrava e gli prendeva la mano
«…sarà bello
tornare a Digiworld assieme.» Kenta annuiva…ma era
rattristato, diceva «…che ne sarà
adesso della loro
casa?»
Kazu
abbassò lo sguardo «…non
so…i quel settore
non ci vive ormai quasi più nessuno. La terra è
diventata
argentea come la luna…ti ricordi? Era di un rosso
intenso…» Kenta lo guardò ed
annuì, con
cuore stretto dalla malinconia «…quel rosso pulsa
dentro
di me insistente.»…«Ti
capisco…»…«Uh…?
Anch’io…» fece Guardromon
«…l’ho
visto sfumare a poco a poco, mentre assistevo loro due.»
Kenta di
nuovo gli sorrise e lo carezzò, chiedendogli
«…stavano molto
male?»…«Uh…beh,
erano vecchietti però si sono fatti forza fino
all’ultimo.»…«Jijimon e
Babamon erano due
tosti.» rivelò Kazu, e il suo amico
commentò
«…poverini. Mi sarebbe piaciuto tornarci, in
quella casa,
tutto qui! Risentirne l’odore…»
Kazu lo guardava con pena “…vorrei fare qualcosa
per lui:
e lo comprendo…se non avessi potuto avere
neanch’io anche
solo quel momento…sarebbe stato un dolore immenso. E intanto
sono qui…
…forse è ingiusto che stia ad aspettare che un
portale si
apra mentre mio padre…” chiudendo la mano sulla
fredda
parete del blocco “…magari fugge, braccato dalla
polizia!
E’ solo al freddo…ferito, e nessuno può
aiutarlo!
Dovrei esserci io, suo figlio! Questo pensiero mi lacera
dentro…però no! No, non posso!! Non potrei di
certo
abbandonare Diamon…Cyclemon…e tutti quei Digimon
che ora
contano solo su di me e che mi hanno scelto spontaneamente quando mio
padre…
…altrettanto liberamente ha deciso di disfarsi di
me.”
abbassando lo sguardo, quando echeggiò una voce festosa
«Buonasera…signori!»
«Oh? Rika…» si destò Kenta,
al saluto
scherzosamente ironico della ragazza «Come
andiamo…? Sono
curiosa!» Kenta colse l’occasione per distrarsi e
recuperare il sorriso, lanciandole un ciuffo d’erba
«Non
ricominciare---come ai vecchi
tempi!»…«Uhmmm,
qualcuno ha paura?» tanto che anche Kazu fece
capolino…e
gli fu spontaneo accennare un sorriso, incontrando il sorriso
penetrante e furbo della ragazza «Mi è giunta
voce…che qualcuno di mia conoscenza è PERSINO
andato in
avanscoperta a Digiworld mentre tutti noi ci chiedevamo dove
fosse…mah!»…«Sentila…ehi,
Kenta,
è proprio vero che il lupo perde il pelo ma non il
vizio!»…«Ohhhhhh, senti chi
parla!»…«Ma falla---finitaaa!
Ahahah!» Kazu le
lanciò il cappello e lei lo afferrò al volo,
adagiandoselo sui suoi boccoli rossi «Come sto…?
Un
uccellino prima è venuto da me e mi ha detto che guarda caso
proprio certi due tipi che conosco avranno i riflettori tutti su di
loro in questa nuova operazione! A momenti cascavo dalla sedia, mi sono
detta: quasi quasi…lascio il campo libero a questi due eroi,
dicono che siano molto bravi, che ci sia da fidarsi!»
…i due
ragazzi la guardavano con aria divertita, mentre la luce sempre
più crepuscolare del sole sfumava sui capelli e sul cappello
ora
indossato da Rika «Sì sì, ho deciso:
questa
volta…mi metto a godermi il paesaggio digitale, e non ho
intenzione di alzare un dito. Tanto ho già chi pensa per me,
no?
I due domatori che sono già riusciti a
biodigievolvere…»…«Sììì,
tu prova a metterti in panciolle e vedi come ti riduco,
fannullona!» fece Kazu, e lei si divertì
«Ahahah!» poi sempre lui «Guarda che
adesso la
situazione si è ribaltata e io e Kenta siamo i capi, tu devi
seguire le nostre direttive: prova soltanto a intralciare il nostro
lavoro!»…«Oh, non mi permetterei mai, e
che fate, mi
licenziate?»…«Tutti su Rika!!
Ahahahah!»
esclamò Kenta, cercando di strapparle il cappello di dosso
«Ah! No, dai, che fate?! Volete biodigievolvere
qui?!»…«Anche, se necessario!
Guardromon, sei
pronto?»…«Ahahahah…Kazu mi
sto divertendo da
matti!» espresse sorridente il Digimon. Kenta, mentre era
impegnato in quella lotta, pensava “…meno male che
ci sono
gli amici, a riportarti il sorriso quando scende il
tramonto.”
«Te la farò vedere io,
Rika!!»…«No---dai!!! M-Mi spettinate i
capelli, ci
ho messo due ore e mezza per sistemarli stamattina, non sto
scherzando!!»…«E che sei diventata
irrecuperabilmente vanitosa!!»…«Senti
chi parla,
m-ma chi ti credi con questo cappello Micheal Jackson, poi?!! Pensi di
assomigliargli?!!»…«Quando biodigievolvo
sì!!»
Ma
improvvisamente quegli scherzi furono interrotti da una voce
«Ci
siamo!!»
«Ehhh?!» Tutti sussultarono e si volsero
«Signor
Yamaki…»…«Papà!...»
fecero col
cuore sospeso Ryo e Suzie, che erano rimasti tutto il tempo al fianco
dei due “pionieri”.
Rika, Kazu e
Kenta si affrettarono a rientrare «Il varco si è
aperto?!» chiese la ragazza…e in quel momento
giunse in
gran fretta anche Takato «Che succede?! Sono arrivato appena
in
tempo?!»
«Ragazzi…calma.» fu l’esordio
di Yamaki, il
quale spiegò «La novità è
che finalmente, a
seguito di una lunga ricerca, qui sotto segnala effettivamente la
presenza di un
varco.»…«Perfetto!» disse Ryo,
ma Yamaki lo corresse «No, purtroppo tutt’altro che
perfetto! Per il
momento!»…«Cosa…?!
Ma…fateci capire!» esortò Suzie, e suo
padre
parlò «Ecco vedi in pratica
Suzie…qualcuno o
qualcosa ha invertito i flussi di dati ed il risultato è
stato…
…l’impoverimento di questo varco fino quasi alla
totale
chiusura.»…«Ma siamo riusciti a forzare
il
processo!» ribatté Yamaki in quel su e
giù di
respiri e delusione, entusiasmo e speranze per Takato e i ragazzi
«Ci siamo intromessi nel sistema.»
spiegò Yamaki,
seguitando «E abbiamo applicato delle strumentazioni proprio
in
questo muro, in tal modo…molto presto, sempre
compatibilmente
con i tempi di un processo del genere…
…i dati dovrebbero tornare nell’ordine giusto. E
qui si
aprirà il digivarco.»…«Che
cosa significa
“molto presto”?!» chiese tempestivamente
Takato, e
Rika seccamente «Quanto dovremo aspettare?»
Rea aveva
il fiato sospeso, e la mano sul petto. Wong fissava lei quando
specificò serio, cercando di non lasciarsi andare allo
sconforto
«…tre giorni circa. Dobbiamo pazientare tre
giorni,
è inevitabile.»
«…oh no,
Henry!!» esclamò Rea «Momentai,
Rea…»
la invitava Terriermon, il suo tono era maturo ma il suo sguardo
altrettanto sperduto quando però Suzie si
aggrappò a lei
«No! Rea! Sta calma…!!...coraggio: Akirmon e
Nymon!...
…i
piccoli…di Renamon e Imagomon ci hanno parlato di
Henry!»…«Cosa?!»…«Hanno
parlato
di lui, hanno percepito la sua vita, ti rendi conto?! Hanno
detto…che momentaneamente è al
sicuro!»…«Ahaha!!» fu un moto
di gioia per la
ragazza mora, che prese le mani della cognata che le diceva
«E
molto presto andremo da lui, vedrai Rea resistiamo tre giorni,
stringiamo i denti e preghiamo perché lo proteggano! Presto
lo
raggiungeremo…»
Rea guardava
verso l’alto e faceva appello a tutte le speranze che aveva
nel
cuore…
…lo
stesso Janyu Wong “…resisti, figlio mio. Stiamo
facendo
tutto il possibile.”
Takato
rifletté con quella busta in mano “…gli
ultimi tre
giorni…di dieci anni. Resisti Henry! Stiamo
arrivando…”
«…ti senti meglio, amico
umano…?»...«Benji…»…«Oh?»
La mano delicata
ed elegante di Henry spuntava da sotto quel lenzuolo, allungando un
dito per carezzare il visetto di quel piccolo MudFrigimon
«…sei…sei tu, amore mio…?
Tesoro…di
papà…sei venuto a trovarmi…?»
Sorrideva il suo
volto sollevato, mentre l’orsetto era così
stupito…
«…come sono felice di vederti…vita
mia…
…la mamma è lì…? L-La
chiamiamo? Le devo
dire…
…che l’amo tanto…
…vi amo tanto…»
Quei
Digimon, riuniti nell’umile casa, si consultavano
«…è ancora
sconvolto.»…«Chissà la sua
vita quali
esperienze ha avvicendato per ridurlo…in questo
stato!»…«L’importante
è che sia passato
quel violento attacco. Ci prenderemo cura di lui…»
affermò uno di loro, stringendo tra le sue mani il sacco
nero e
descrivendo «E’ arrivato con questo…come
una vita
imbrigliata nell’oscurità. Vado a
riporlo.»…«Se non curandolo e
assistendolo, come
alimenteremo il nostro antico sogno divenuto ormai una fiammella nel
vento, e cioè la speranza…che un giorno umani e
Digimon
potessero vivere gli uni al fianco degli altri, e aiutarsi
amorevolmente?»…«…nessuno
più ci crede
nella nostra epoca…se non il nostro buon capo
villaggio…a
un passo dalla morte.»…«Lo amiamo tanto
e lo
rispettiamo: in suo onore ci prenderemo cura di questo ragazzo, ci
assicureremo che torni a star bene.»
«…Benji…
…per favore non andartene…
…ho bisogno di voi…a-avrò bisogno di
voi…per…tutta…la vita…!...
…per tutta la vita…» erano le parole
straziate di
Henry…mentre quell’orsetto che lui chiamava con il
nome di
suo figlio, impietosito raccoglieva il suo dito e lo portava vicino al
suo viso, per riscaldarlo…
«Shhh…e avete capito bene tutto quello che vi ho
detto?»…«…sì,
mamma…»
mormorò il piccolo Lotti con un lieve sorriso, mentre la
madre
ne tracciò uno grande «Bravo il mio Lottiii,
hihihihi!» spettinandogli i capelli
«Allora…!
Dovete…assolutamente girarvi tutto Digiworld in lungo e in
largo, visitare tutti i suoi scenari armati del vostro prezioso Ipad
fino a che non rintraccerete Henry! Sentiamo
tutti…incredibilmente la sua mancanza, se qualcuno vi
intralcia…»
«…noi lo radiamo al suolo, non era
così,
mamma?» chiese Mya…
…e
il gorgo oscuro di magia digitale li mutò in Gravemon e
Ufomon…
…mentre Violetta sogghignava
«Uhmuhmuhmuhm!» unendo
le mani compiaciuta di vederli, come una madre orgogliosa dei suoi
bambini «Mi raccomando…silenzio e
cautela!» spiegava
la donna abbassando il tono in un’avventurosa e accattivante
sfumatura «Nessuno deve scoprirvi, la nostra è una
missione top-secreti!
Hihih!»…«…tanto se
qualcuno ci scoprisse non tornerebbe vivo, i nostri poteri lo
travolgerebbero!!» evidenziò Ufomon staccando un
petalo
dal fiore nei capelli che tra le sue mani divenne un coltello affilato
«Ahahah!...attenta a non farti male, Ufomon, certe armi
possono
tagliare! Ma io…so che voi siete due bambini giudiziosi e
saprete usare i vostri mezzi come persone mature! Uhmuhmuhm! Facciamo
una bella sorpresa a papà: lui ancora non sa niente, e
quando
verrà a chiederci com’è andata la
missione…»…«Noi gli
risponderemo che Henry
attende al Centro di smaltimento che gli sia estratto il
cuore!»…«…calpesteremo ogni
pietra e vita
digitale pur di recuperare il nostro fardello
smarrito…»…«Uhmuhmuhm! Sono
sicura che farete
un ottimo lavoro, vi lascio al fiuto della
vostra…insuperabile
gattina!»
Lo sguardo
dei due si assottigliò nella furbizia «Scratchmon
fiuta
sempre dov’è una preda succulenta!»
evidenziò
Ufomon «Di sicuro non le sfuggirà il nostro
Henry…» disse il fratellino, e Violetta
«Uhmuhmuhm,
mi raccomando istruitela a dovere! E quando sarà tutto
pronto
noi…ci divertiremo un mondo, ma ci pensate??? Con tutta
l’energia che acquisteremo sia voi che papà
potrete
digievolvere, diventerete come i Digimon leggendari!!»
«…Gravemon io sono disposta a fare qualsiasi cosa
per
diventare una Digimon alta, slanciata e seducente!!» espresse
Ufomon tutta moine e sorrisi (nel compiacersi della madre…)
«…anch’io…voglio diventare
bello e importante
come papà…»
«Su, forza
forzaaa!!! Hihihihihi!» saltellò Violetta
«Che la
caccia al tesoro abbia inizio!»…«Tu
resti qui,
mamma?»…«…non vieni con noi a
fare un
falò di Digimon…?» chiesero sorella e
fratello, ma
lei rivolse a entrambi una carezza «Uhmuhmuhmuhm…!
Purtroppo a volte il papà e la mamma debbono lavorare e non
possono giocare assieme a voi: io devo restare a vigilare la
situazione! Con il nostro scherzetto abbiamo chiuso i cancelli di Tokyo
ma non è detto che quei ragazzi trovino una scappatoia per
passare, ne sanno una più del diavolo! Uhmuhmuhmuhmuhm, ma
noi
siamo più furbi di loro! E li batteremo sul
tempo…!» …allettando i due
piccoli Digimon
con il suo occhietto vispo «…coraggio, fatevi
valere:
troviamo Henry prima di loro e arraffiamoci tutto il
malloppooo!!»
«…Gravemon…non vedo l’ora di
spiegare le mie
potenti ali
digitali…»…«Sarà
la gloria
della nuova specie, Ufomon…»
«Uhmuhmuhm!» …i occhi
lampeggiarono di
determinazione, e quelli della madre di divertimento.
«Hai detto un viaggio,
Jeri?»…«Proprio così,
Mako.» rispondeva
la ragazza mentre scendeva la sera sul giardino del convento
«Ma…proprio
adesso?!»…«Ah…purtroppo non
posso fare a meno
di accompagnare mio padre, negli ultimi tempi non si sente molto bene,
per guadagnarci tutte queste relazioni sul lavoro si è molto
stressato: concedimi questo tempo, te ne
supplico!»…«Ma sì, ma
sì, non
c’è neanche da chiederlo! E così le
cose vanno
bene.»…«Sì, però
incrociamo le
dita!» affermava la ragazza…
…mentre
Beelzemon la osservava poco distante, reso attonito dalle sue
parole…
«Sembra che ci
fonderemo con questa società che si occupa di
ristoranti,
però dobbiamo andare in viaggio per definire i dettagli. Non
un
giorno di più, te lo assicuro Mako. Al mio
ritorno…ci
sposeremo!»…«Quanto starai via, sai
dirmelo?»…«Uh? E…a dire il
vero no, non con
precisione, sai come vanno queste
cose!»…«Sì
lo so, anche mio padre è stato via per affari.»
«Ahh!» …sussultava Beelzemon…
…mentre la vedeva chiedere «Allora? Mi
aspetterai?»
con un sorriso invitante, e Mako a ricambiarlo
«…tutto il
tempo che vuoi, farei mari e monti per te, Jeri! Ahhh, quanto mi
sentirò solo mentre tu starai in viaggio. Conto che ci
sentiremo,
però!»…«Farò il
possibile!
Un bacio…dai, che devo andare!» sicché
il ragazzo
chiamò «Beelzemon! Dai vieni qua,
perché te ne stai
in disparte!»…«Guarda che non ti
vogliamo mica
escludere! Uhmuhmuhmuhm!» rise Jeri…
«…veramente, io…
…oggi ho bisogno di restare un po’ da
solo.»
«Che
cosa avrà, Jeri?»…«Ahh,
lascia perdere:
è che si è molto emozionato per ciò
che gli hai
detto!»…«Ti riferisci al fatto di farmi
da
testimone? Beh ma doveva aspettarselo! Lui per me è il
più grande, Beelzemon è il mio mito! Chi altro
avrebbe
potuto prendere quel posto? Il testimone è la persona
più
fidata a cui puoi pensare!»…«Sono certa
che questo
lo sa. Cercherò di spiegarglielo strada facendo. Ci vediamo,
amore!»…«A
presto!»…«Salutami il
tuo
papà!»…«Senz’altro!...
…a presto, Beelzemon!»
Questi non si
volse neanche del tutto «…ciao,
Mako…»…«E pensa a quello che
ti ho
detto!!!» esclamò il ragazzo.
Che quando
li vide allontanarsi, restò a contemplarli
«…Jeri…Beelzemon…siete le
cose più
importanti che ho. Vi prego, restatemi tanto vicino,
io!...» …volgendosi verso il convento, e
tradendo
un’espressione incerta «…ho tanta paura
di quello
che mi aspetta.»
Le mani gli tremavano, sembrava aver bisogno di essere riscaldato.
Jeri
raggiunse Beelzemon e si infilò sottobraccio a lui
«Si
può sapere che ti è preso? Non sei contento di
fare da
testimone di nozze?»…«…non
gli hai detto del
viaggio a Digiworld.»…«No, e non deve
saperlo!!
Questo viaggio è una cosa nostra!! Te l’ho detto,
e poi il
Digivice neanche si attiva nelle sue
mani!»…«Ma ci
rimarrà molto male quando lo
saprà!»…«E non lo
saprà!!...se terrai
la bocca chiusa.» scivolando in un sorriso accattivante
«…se ti saprai giostrare come hai fatto oggi. Sei
stato
fantastico!»…«…io non mi
sento a
posto…»…«E’ la cosa
migliore, dammi
retta!»…«Jeri, tu sei contenta di
ciò che
abbiamo fatto?!»
La
ragazza abbassò l’espressione
“Almeno…sono
riuscita a conservarmi questa opportunità. E’
ormai
l’ultima spiaggia per risollevare la mia vita. Ora…
…spero soltanto di dimenticarmi quanto più posso
di
questo matrimonio tuffandomi a capofitto nel nostro viaggio, spero che
gli altri siano riusciti ad aprire il varco!” fissando dunque
avanti a sé “…spero che possa respirare
l’aria di Digiworld a sufficienza tanto da attingere tutta la
forza necessaria per compiere il grande passo! E
poi…chissà! Ma adesso non voglio e non posso
pensare alla
mia vita matrimoniale…una cosa alla volta,
intanto…Mako
è di nuovo nelle mie mani. Anche papà
starà
più tranquillo! Con Suzie e gli altri troverò una
scusa,
ma non avrei potuto condurlo a Digiworld con me: ho bisogno di
prendermi una pausa…
…da
tutto. Takato, ho bisogno di stare con te: spero che le battaglie
saranno tante al punto da farci dimenticare i dissapori fra noi, e
permetterci di collaborare come due amici. E’
forse…l’ultimo atto della mia gioventù
quello che
mi appresto a fare? Prima di chiudermi…come Akemi, in una
sorta
di convento?” guardando quella costruzione che si faceva buia
e
quasi lugubre attorno a lei “…il Digivice viola di
Beelzemon è forse simbolo…di
rinunce?”
…cercando una risposta nello sguardo di Beelzemon che,
turbato,
fissava avanti a sé “…questo viaggio a
Digiworld…” riprese a pensare Jeri
“…è
la sola opportunità che la vita mi presenta.
L’ultima…per sperare che accada qualcosa di
meraviglioso.
Quel miracolo che non è mai giunto in tanti lunghi e noiosi
giorni…
…che
cambi tutto, e che tinga con i colori di una favola questa nostra
vita.” «Hai messo lì la
moto?»…«E’ più
avanti.»…«Bene, affrettiamoci.»
La squadra si
apprestava ad uscire dal nascondiglio «Bene! E
così dopo
una lunga e fruttifera attesa me ne ritorno in una casa
infestata!»…«Cosa?!!» fece
Kenta, e Kazu
«E’ pure infestata la tua casa,
Rika?!»…«Ehhh, quanto lo ignoro io
stessa!»
con Ryo a fare «Pfff! Non ascoltatela, è a lei che
piace
fare la spiritosa!»…«Io non sono
“spiritosa”…! Io sono realista! Io
so…di non
sapere: e preferisco ammetterlo!» a cui seguì un
grande
«OoooOOOOOoohhhhhhh!» con eloquente gesto di mano
da parte
dei tre ragazzi a rimarcare quanto tono si desse la ragazza, che
sculettava un po’ e faceva «Beh, che volete?
Qualcuno ha
fegato, vuole venirla a testare di persona?!»
…ignoravano che nascosta tra i cespugli ai piedi della
scalinata, si celava una figuretta snella e nera «E
così
non sono ancora partiti.» disse lasciando illuminare i suoi
capelli biondi da un raggio di luna «Abbiamo ancora un
po’
di tempo, Alice.» disse la draghetta tra le sue braccia.
Intanto le
chiacchiere seguitavano «No ma…dici sul serio
allora
questo fenomeno c’è per davvero!»
ammetteva
Cindermon «Non sono io che sono pazza, girano gli spiriti:
questa
notte sono certa di averne beccato un orrendo e senza un
occhio!»…«Senza un occhio?»
fece Rika,
specificando «No guarda tranquilla ha fatto confusione tra
gli
indirizzi dei Digimon Tamers: era da me che doveva venire. Per
l’occhio che gli mancava puoi chiedere qui in giro, magari
qualcuno sa qualcosa!»…«Dici
davverooo?!?!»…«Uhm uhm, quello era il
tipo a cui ho
venduto la casa: se me lo descrivi sono certa che
corrisponde!»
ma fra le due si frappose Ryo «Ehm,
Rika?»…«Sì…?!»…«Scusa,
io…veramente dovrei parlarti, appena…hai un
minuto
libero.»…«…ah, è
perché hai
sentito che ho nominato
quell’occhio?»…«Pfff,
daiii (!) » il ragazzo sembrava mosso da una certa ansia, e
lei
«Beh! Se è della casa che intendi parlare io sto
ancora
aspettando di definire i dettagli: guarda che la questione è
tutt’altro che sanata, con la premessa che io non
intendo…poggiare la testa su un cuscino cosciente che
chissà quale altra famiglia vaga nella notte e senza un
tetto-»…«Ma perché devi
pensare che abbia
imbrogliato qualcuno per accaparrarmi la tua casa?! Perché
devi
credere che io sia un delinquente!»…«Ryo
parlano i
fatti: e parlano i
silenzi!»…«Sì, nella tua
testa, Rika!»…«Senti!!» lo
afferrò lei
per il braccio «…guarda che sono
seria…ora con la
storia di Digiworld non c’è tempo e non so se ci
sarà ma io non ho intenzione di stanziare in una casa che da
quel che mi dici adesso è
tua!»…«Ma non
è miaaa!»…«Allora di chi
è?!»…«D’accordo,
l’ho fermata a
mio nome ma procederemo al più presto con una
donazione!»…«E il perché di
tanta
generosità…?»…«Ahh,
Rikaaa…
…ma
perché devi avere questo atteggiamento ostile?! Siamo amici
da
tanti anni!»
La ragazza lo
bucò con lo sguardo…mentre lui, col viso un
po’
stanco incorniciato dalla sera, sembrava aver bisogno di una parola di
incoraggiamento «…il fatto che io voglia darti una
mano e
farti un regalo lo trovi tanto
strano…?»…«…Ryo…
…mettiamo le cose in chiaro: sì, ci conosciamo da
molti
anni, questo è vero. Ma altrettanto fra noi non
c’è
mai stato niente.»…«Questo è
inesatto.»…«Va bene, rettifichiamo:
niente di
serio!»…«Per me tu sei
importante!» …ma
Rika si irrigidiva «…non…sapevo che ti
fluissero
tanti soldi dentro le tasche.»…«N-Non lo
sapevo
neanch’io!!...
…fino a un certo punto!»…«E
poi che cosa
è successo?»…«Ma è
per via di certi
investimenti fatti in
Slovacchia!»…«In…Slovacchia?»…«…s…se
mi fai parlare magari! Tu sai che io ho delle società
lì.»…«…lasciamo
perdere. Siamo alle
solite. Io torno a casa. Renamon!» ma Ryo la trattenne
«No,
aspetta!»…«E’ inutile che mi
spieghi, Ryo, io
non li capisco i tuoi intrighi lavorativi e se non avessi un sonno da
addormentarmi in strada o quasi mi rifiuterei di piazzarmi in una casa
che ne è diventato il
frutto!»…«Tu sei
irrecuperabile…saresti capace di dormire qui
realmente!!»…«E tu!!!...
…di
trovare il lato piccante anche in questo, ptsss!...e non farmi
urlare…»
…ma poco distanti da loro, ai piedi della
scalinata…
«Ti devo
parlare.»…«Quando sei scappato
così di colpo
mi è preso un bello spavento sai? Ma non è che
è
successo qualcosa a tua madre e non hai voluto
avvertirmi?»…«Cindermon…
…no, questa
volta la mia famiglia non c’entra. E non c’entro
nemmeno
io.»…«Cooosa?!»…«Cioè,
o
meglio!...c’entra il rapporto fra me e
te!»…«…!...ohibò!»
sul volto di
Cindermon si dipinse un sorrisetto «…cosa
sento!...proprio
qua poi, in un luogo simile!» guardandosi attorno con un
pizzico
di gusto «Il rapporto fra me e teee,
eh…?»…«Beh,
ecco…sì.
Tieni!»…«Cos’è? Che
è questa
busta, Takato?»…«Vedi…
…è per
stamattina.»…«Pfff…FFF!!! MA
DAAAI!» e
stette per restituirgliela «E-E per quella
foglia!»…«MA
FIGUUURATI!»…«E-E
non solo!»…«MA
ANDIAAAMO!»…«Cindermon!!» la
bloccò
però lui strillando con più convinzione
«E’
per tutto quello che hai fatto finora!
Io!!...»…«…Takato…»
restò
colpita lei «…io ho sentito il bisogno di fare
qualcosa,
non…posso restare con le mani in mano mi sono detto! Dentro,
qui, mi è rimbalzato il ricordo di ogni cosa che finora
abbiamo
condiviso e così…»
…l’emozione
iniziò a velare gli occhi della ragazza digitale…
«…probabilmente
non saprai che farci! E’-E’ una sciocchezza, anzi
meglio
una follia! Però io l’ho fatta lo stesso, ahhh
adesso non
so come spiegarti, sono stanco, sono
agitato!»…«…ma andiamo Takato
ma che diavolo
ti sei fatto balzare in quella testa bacata, non
dovevi…»…«…sì
invece, che
dovevo…» “Mi ha fatto un
regalo…è
proprio uno sciocco, ihihihi! Però è stato carino
devo
ammetterlo…”
«…aprilo…e poi
parliamo…»…«Tsz!...
…meno male che è sera, guarda! Tu mi vuoi far
diventare
tutta rossa! Altro che il
ciuffo!»…«…ma
figurati…» il ragazzo non riusciva a star fermo,
passeggiava e si agitava come al primo regalo romantico
«…è che mi sono
sentito…molto a disagio
quando ho pensato che tu potevi anche credere
che-»…«Ma tu sei maaatto, i-io
dico…pfff…ahahahah! Adesso vedi manco riesco ad
aprirlo,
mi viene da ridere! Oooo---k!»…mentre lui la
guardava con
la coda dell’occhio «…caaalma e sangue
freddo!
E’ solo una busta!» “…non
avrei mai pensato in
un suo gesto simile. Proprio qui poi…me lo sta dando sotto
quel
luogo che ha significato molto per il rapporto con il suo primo
Digimon. Takato…finalmente ha imparato ad accettarmi al suo
fianco, questa ne è la prova. E adesso che il viaggio
è
alle porte, lui…
…è felice di venire a Digiworld con me ed
è
così che vuole dimostrarmelo, è questo il
significato
delle sue parole: si è sentito molto a disagio quando ha
pensato
che io potessi anche credere che lui…mi odiava, che gli
stavo
antipatica, che non ero sua amica e via dicendo. Oddio…mi
tremano le mani e se è una roba di valore?”
«Pfff,
no scusa ma prima che lo apro ma quanto ci hai speso? Guarda che se mi
accorgo che hai fatto il malandrino e te lo faccio restituire, eh! E a
calci!»…«Dai…»
“…si
vergooogna, è tutto mogio e serio!! Mi ha fatto una roba da
sballo, adesso come ci ritorno a casa con questo voglio proprio
vedere!” «Io!...mi devo appellare al sindacato dei
Digimon:
cioè! Prima a quello divino che mi ha fatto IMPEDITA che non
riesco ad aprire una busta, vedi la sto facendo tutta a brandelli
secondo poi…!...
…ahhh, ma solo per una sciocca fogliolina disciolta e per il
fatto che vengo a Digiworld ma te l’ho deeetto, Takato
è
anche affar mio, tutti-tutti vengono a Digiworld coi loro domatori!
Mica gli hanno fatto un regalo ognuno dei tuoi amici! Vedi forse
Renamon con una collana di
perle?»…«Sì
ma…il nostro caso è
diverso!»…”Pfff…oh mammaaa!!!
Io non ci
resisto-acc, ce l’ho quasi fatta!”
«…no-la cosa più bella in tutto questo
è che
io tutto mi sarei aspettata che eri andato a fare, ma una
cos…ahahah, una cosa del genere proprio davvero guarda
non-!!»
Ma
improvvisamente sul volto della ragazza piombò una coltre di
disorientamento «E questo che
cos’è…?!»
chiese quasi impaurita…sollevando banconote…
«Sono soldi…» spiegò il
ragazzo
«…sì…non ci scandalizziamo,
ho fatto un
prelevamento! Sono molti, è-è che…
…quando tu…hai parlato del tuo
regno…che poteva
anche essere distrutto, io…
…non ho trovato di meglio. Cindermon,
tu…»
…mentre lei sfogliava attonita quelle numerose banconote, ma
la
sua non era un’espressione felice, bensì sembrava
non
riuscirsi a capacitare di una bruttura simile «…mi
accompagni a Digiworld. Mi stai sorreggendo psicologicamente, in
realtà tu eri venuta per tuoi scopi!
Però…io poi
da questo ho tratto solo vantaggio. Un conto…
…era…il fatto che ci aiutassimo in battaglia,
però
ora…capisci? Un viaggio è un viaggio! Tu
vieni…ricoprendo formalmente la carica del mio Digimon, in
questo modo sembra quasi che io voglia approfittare della tua forza!...
…della tua potenza, della tua abilità e magari
chissà…anche della tua buona disposizione
d’animo
per farmi bello davanti ai miei amici! Il mio Digimon si sa…
…non è tornato, se adesso fosse qui io non ti
chiederei
di reggermi lo strascico, combatterei con lui! Ma visto
che…la
situazione che si è andata a creare è questa ho
pensato
che io-»…«Ma…MA!! Takato
ma-ma quanti ne hai
presi sono tantissimiii!!!» gemette lei straziata
«Non
finiscono maiii! L-Li conto, li conto…oh mio
Dio…»
…e qualche banconota le cadeva tra le mani, adagiandosi ai
loro
piedi mentre lui spiegava, rigido e fermo «Sono
soldi…
…della mia famiglia. Lo riconosco…»
mentre lei
boccheggiava in silenzio «…se ti avessi detto che
li avevo
guadagnati col mio lavoro non sarei stato credibile. Tu sei stata sul
mio posto di lavoro, hai visto che cosa faccio. Insomma!»
Takato
prese fiato, chiuse gli occhi…e poi li riaprì
«…ho compiuto un azzardo, se i miei scoprono che
l’ho fatto non so cosa potrebbe succedere ma francamente non
mi
importa. Mio padre mi ha mentito sulla storia di mio fratello, mentre
tu…
…sei stata sempre sincera. A parte…proprio
all’inizio, però dopo mi hai dato prova delle tue
buone
intenzioni! Questo è il mio compenso…
…per quanto ti stai dando da
fare…»…«…n-non
posso
crederci…n-no, non è vero, mi rifiuto di crederci
voglio
morire!»…«Andiamo!»…«Non
so cosa
dire!!»…«E non dire niente!!...
…non voglio che tu mi ringrazi, è un equo
compenso!
Nient’altro che un equo
compenso!»…«E ALLORA
TIENITELO IL TUO EQUO
COMPENSOOO!!!»…«AHHH!!!»
Così Cindermon gli scagliò contro
quell’intero
gruppo di banconote, con tutta la frustrazione che aveva in corpo,
respirando affannosamente…
…mentre tutti si volgevano verso di loro…e quei
soldi si
adagiavano a terra…
…lo sguardo di Takato si fece attonito, smarrito. La Digimon
gridò «E CON QUESTO HAI PROPRIO TOCCATO IL FONDO!!
Ci si
può aspettare…D-DI TUUUUUUTTO DA TE, questa
è la
sola cosa che ho imparato in questi maledettissimi giorni ma
ciò
nonostante una roba del genere la mia coscienza si è
rifiutaaaAAAaaata di partorirla anche solo come
pensieroooOOO!!!»…«Ma…ma
io…!!!...
…che cosa ho fatto di sbagliato adesso?!!»
(mentre
Rika si passava la mano sulla bocca…e Ryo le poneva una mano
sulla spalla…)
Takato sembrava
disperato «Ho pensato…ho pensato!!»
agitatissimo
«…c-che ti avrebbe
fatto…piacere!!!»…«PIACEREEE?!!»
A quel
punto lui non trovò nulla da dire. Lei si piegò
«Adesso!...tu ti raccogli…tutta
questa…!!...b-bella
mondezza di soldi! Eh?!» …ma lo stava facendo lei
per lui
«…e li riporti ai tuoi genitori! GLIEI RIMETTI SUL
CONTOOO!!!»…«E non
gridare!!»…«M-Ma perché non
posso tu gridi
tanto quando qualcosa ti fa arrabbiare!! I-Io…non posso fare
lo
stesso quando mi sento FERITA! UMILIATA! Trattata
come…IMMONDIZIA!»…«Cindermon!»
tese lui
la mano in modo supplichevole, ma lei la scostò
«LASCIAMI!! Vattene con un altro Digimon a
Digiworld!!»…«Ah!!»…«Io
non ci
voglio venire, col rischio che se viviamo ricordi meravigliosi,
guardiamo un bel paesaggio o liberiamo il regno tu cerchi una banca e
mi paghi il doppioooOOO! Dì un po’! A quello che
avevi
prima, A QUELLO CHE VIVEVA LASSU’ GLI DAVI SOLDI OGNI VOLTA
CHE
TI AIUTAVAAA?!!»…«No che
c’entra, a Guilmon
no!!! Però lui
era…!!!»…«…I-IL
TUO DIGIMoooOOOON, SIII, HO CAPITOOO!!!» tappandosi le
orecchie
per la disperazione «Lui era il tuo migliore amico E IO NO!!
Per
questo debbo essere pagata, PERCHE’ NON SONO ALTRO CHE
UN’ESECUTRICE, UNA MERCENARIA, LA-LA…SOSTITUTA DEL
MAGICO
AMICO CON CUI SI VA A DIGIWORLD, si ride, si scherza, ci si diverte!!
Io un’amica no io un’amica mai no-PFFFFFF!!!
NEANCHE MORTI
a considerare tale questa…PPPAZZA CON IL CIUFFO ROSSO!
Adesso
per quelle come lei abbiamo coniato una nuova razza, abbiamo pure le
SQUILLO DIGITALI!!»
…nello stupore di tutti…
«Quelle che le chiami, eseguono la PRESTAZIONE e a seguire
gli da
il---malloppo!! Tieniti questa cavolo di busta!!»
scagliandogli
la busta rotta in ultimo «E tieniti…la tua
amicizia,
ADDIO!! NON VOGLIO RIVEDERTI MAI PIU’, manderò
qualcuno a
prendere la roba a casa tua basta che non ti incrocerò mai
più una volta sul mio
cammiiiIIIIInooOOO!!!»…«CINDERMON!!»
andando
via, in un gemito disperato.
«Ahhh! Nooo…» si chinò il
ragazzo ormai senza
risorse, ma «Takato…» giunse Rika a
confortarlo con
la sua dolcezza, e venne anche Renamon la quale disse
«Andiamo,
è stato soltanto…un malinteso,
nient’altro che
questo!»…«Nooo, non è
possibile, mi rifiuto
di crederci, ma cosa ho fatto?!!» gemeva il ragazzo
infilandosi
la mano tra i capelli, sotto la bandana «Takato!»
provò a intervenire Ryo, ma Rika le fece chiaro cenno di
tacere
«Lei si è sentita
ferita.»…«Io non
volevo farla sentire sfruttata!!»…«Si
però
Cindermon…» cercava di mediare la ragazza, ma lui
inveiva
«Io volevo che lei sentisse che riconoscevo i suoi meriti!!
Che
riconoscevo il suo valore!! Che le ero…GRATO, per tutto
quello
che aveva fatto!!»…«Lei non vuole niente
di tutto
questo, Takato…
…c’è qualcosa che per lei conta di
più…dei meriti…e della
gratitudine…»
Il giovane restò con occhi spiazzati…
…mentre Cindermon correva per la città, versando
lacrime
“Non voglio rivederlo mai più!! Mai più
nella
vita!!! Mi sono illusa!”
…rivedendo in un vortice tutti i loro ricordi assieme, da i
più burrascosi…
…ai più vicini, come due mani che si ferivano
“…ho creduto che potesse nascere una magia
stupenda, come
quella che ha attraversato la città dieci anni fa!! Ho
sperato…di scrivere un nuovo futuro d’avventure
con lui ma
è inutile, lui non mi vuole, lui non aspetta
altro---“ …mentre attraversava
imprudentemente, e qualcuno le strillava «Pazza incosciente
che
non sei altro!!» “…che una
macchina mi metta
sotto, affinché torni il suo Digimon e
l’incubo-Cindermon
si concluda quanto prima!!”
«…Cindermon vuole la tua
amicizia…» svelava
Rika dolcemente «…e la vuole gratuitamente. Vuole
giusto…un piccolo mucchietto di quella tua vita, di questi
tuoi
ricordi…» guardando assieme a lui il nascondiglio
nel buio
«…in fondo io credo che se lo sia
meritato.»…«…Cindermon…
…m-ma io cerco!! Io cerco, Rika, io…non sapevo
che altro
fare!! Perché con lei non riesco ad ingranare,
perché ci
fraintendiamo continuamente?! Con Guilmon non accadeva
mai?!»…«…vuoi che te lo dica,
Takato…?»…«Oh!»…«…con
Cindermon non riesci ad andare d’accordo…
…per il solo fatto che lei non è
Guilmon…
…e
pensi piuttosto che lei sia il suo opposto, un nuovo sole…a
cancellare una notte di ricordi da cui non vuoi separarti. Ma lei non
è così!! Fidati se te lo dico,
Cindermon…
…è una ragazza a posto. E’ piena di
buone
intenzioni. E’ una persona…prima di essere un
Digimon…che ha solo bisogno che qualcuno le voglia bene.
Pensiamoci, noi abbiamo avuto la nostra fetta di felicità,
ma
Cindermon deve ancora cominciare…
…lei non ha mai avuto un domatore…tu hai avuto un
tuo
Digimon. Ma tu per lei sei il primo…»
Quelle
parole fluivano a poco a poco nell’animo del
ragazzo…
…e anche lui rivedeva quella vulcanica creatura di forma
umana e
dal ciuffo rosso, che aveva da un giorno all’altro travolto
la
sua vita…
«Sento che mi manca, Rika! Se lo sento vuol dire che qualcosa
provo, no?! Vuol dire che le voglio bene, ora che l’ho vista
scappare sento…che ho paura di perderla, come quando temevo
che
Guilmon scomparisse!» Rika sorrise «Se ti manca
allora…rincorrila!»…«Pensi
che mi
ascolterà?!»…«Ma
sì, ma certo, lei non
aspetta altro, vai!!»
…quelle parole gli infusero nuovo coraggio. Renamon aggiunse
«…ognuno di noi Digimon…ha bisogno che
voi gli
apriate il cuore.»…«Cindermon non fa la
differenza…e…
…se mi permetti di dirtelo, Takato…
…tu
inizialmente ti sei lasciato ingannare dai suoi lati più
contrastanti con quelli del nostro amico. Guilmon sembrava ingenuo,
spontaneo…e Cindermon un’intrigante, in grado di
vomitare
un fiume di parole per imbrogliare le acque, quando Guilmon non sapeva
mentire! Ma basta conoscerla un po’ più
approfonditamente…
…per scoprire che lei…in
realtà…ha tanto
più in comune con lui di quanto tu possa immaginare! A
cominciare…
…dalla disperazione con cui sta chiamando il tuo nome!
Adesso,
in questo preciso momento.»...«Devo
andare…»
pensò il ragazzo…
…infatti lei seguitava a chiamarlo da dentro il suo cuore
“Takatooo!!!”
«Vai, e
per favore…se ce la fai, accantona per la prima volta il
passato! Con questo non dico di dimenticare Guilmon, ci impegneremo
tutti a ritrovarlo! Però…
…sii gentile con lei. Non precluderti l’emozione
di andare
a Digiworld…accanto a un caro amico digitale.»
svelò la ragazza ponendo il suo braccio, con affetto,
attorno
alla vita di Renamon «…una seconda
possibilità come
questa non si paga con niente…neanche tutto questo denaro
basta,
se vogliamo. E tu ne hai bisogno più che
mai.»…«…forse
sì…
…vuoi vedere che hai ragione!!! Scusate
ragazzi-permesso!»
Takato si catapultò fra tutti loro «Prego,
prego!»
fece Kazu molto sportivamente, guardandolo correre via in fondo alla
strada…
…per poi volgersi senza fermarsi, verso il nascondiglio
“…ti prego Guilmon, fammela raggiungere!! Devo
dirle
quanto mi dispiace!”
Rika si
riunì agli altri «Sei cambiata, Rika!»
commentò Kenta, e Ryo con una punta di ironia «Sei
diventata proprio una bella paladina
dell’amore!»…«Sei
già il secondo che me
lo dice, nella giornata!»…«Ahhh, me lo
immagino!»…«CHE VUOI DIRE CON
QUESTO?!!»
Rea
espresse «Speriamo che tutto si risolva fra loro.»
ma il
Digimon sopra di lei le rispose «Ahah! Momentai…ne
ho
già vista qualcuna di queste cose, e ti assicuro che vanno
sempre a finire bene!»…«Uhmuhm! Meglio
così!»
Cindermon era
aggrappata a un semaforo «Mi reggo perché
altrimenti
finisce che mi ammazzo!!» battendo il piede a terra
«…non voglio rivederlo MAI PIU’ e quando
dico MAI
PIU’ non scherzo mica!...me ne vado a Digiworld da sola,
perché qual è il problema?! Sono
forse…IMPEDITA
anche a salvare il mio regno senza bisogno di un-di un---!!! Che poi
come si veste, è un buffone, pure quella roba che si
è
messo in testa!...pensa solo a gel e alle creme, nient’altro!
Altro cheee…domatore buono e altruista, vive per la sua
creatura
digitale, pfffFFF sììì cheee?
Davvero-davvero, qui
si vive ancora nelle favole! No!...
…fare il bello
con le ragazze, reggere il moccolo a quella che è pure
fidanzata
e non l’ha MAI-FILATO-DI PEZZA manco quando erano bambini!...
…e io dovrei
starmela a prendere? E io dovrei essere la sua Digimon? MA COL CAVOLO,
andassero al diavolo quei diamine di libri illustrati grazie ai quali
mi è avvenuta questa ASTRUSA IDEA, torno a palazzo e li
brucio
tutti, e quando l’ho
fatto-»…«Cindermooooooooon!»…«Mi
ci fanno le orecchie questo non può essere lui Takato semmai
si
sta andando a gettare all’altare di quella gallina,
“non ti
sposaaaaaare, sono il tuo cavaliere e spasimo per te”,
ROBACCIA!»…«Cindermon! Cindermon ti
prego!!»…«N-Non può essere
lui che mi si
aggrappa al manto, eee…QUANDO CAVOLO DIVENTA
VERDE?!!»
(canzone: Laura
Pausini - Do I dare) «Non ci diventa! Il
semaforo resterà sempre
bloccato fino a quando io non
avrò…»…«Takato!»…«Fino
a quando…» replicava lui affannatissimo
«…io
non avrò…
…detto…tutto quello…che devo dirti,
senti mi
dispiace!»…«Lasciamo stare!
D’ora in poi fra
noi…SOLTANTO RAPPORTI FORMALI sei venuto a pregarmi di
portarti
in viaggio? Non sono malvagia sono buona e magnanima TI CI PORTO ma
pretendo rapporti formali esigo che tu mi dia del lei anzi del voi
“Principessa Cindermon gradireste attaccare il
nemico”,
questo è il
registro-base!»…«Va bene!»
replicava lui senza problemi «Se vuoi anche quello, basta che
ci
andiamo insieme! E basta che al di là delle stupidaggini che
ci
rivolgiamo…»…«N-NON SONO
STUPIDAGGINI allora
solo le cose tue sono
intelligentiii?!!»…«Ascolta!»
Lui le prese le mani…lasciandola un tantino stupita.
«Ammetto
che mi sono comportato come uno stupido! Ammetto…!!...ed
è la prima volta da tanto che sono così sicuro di
qualcosa! Ammetto che mi sono lasciato condizionare dal mio passato e
dai miei rimpianti ma non solo adesso, bensì durante tutto,
questo, tempo! Fin
dall’inizio!»…«Fin
dall’inizio…?»…«Soltanto
un cieco o uno
stordito avrebbe potuto mancare di vedere…la grande
bontà
che anima i tuoi gesti, capire che sei una persona a posto, una Digimon
fantastica…al di là di tutto quello che
racconti!»…«Takato…ma stai
bene? Non è
che hai la febbre: ohi!!!» sventolandogli una mano davanti
agli
occhi «Guarda che sono io, sono Cindermon, non sono Jeri
tuuuuuua!»…«…
…sei la
mia Digimon…»…«La tu-La
tu-»…«Per ora. Vuoi essere anche la mia
amica?»
Restò
senza parole, ma lui le fece «No! Non prenderla
così…» guardandola con dolcezza
«Non è
un onore che ti sto concedendo. E’ piuttosto un favore che ti
sto
chiedendo, io…
…mi
ritroverò solo se continuerò ad allontanare gli
altri in
questo modo.»…«Ma…no
Takato…cosa
dici…? Tu…non sarai mai…
…solo…»…«…mi
starai
vicino?»…«S…
…sss…s-sì io…è
dovere!»…«Mi perdonerai…per
favore…» scandiva convinto lui, mentre lei sempre
più sgranava gli occhi «…per tutto
ciò che
ti ho fatto passare dal primo giorno a causa del
mio…intollerabile
carattere?»…«N-Nooo,
“intollerabile”-PAROLOOONE, giusto un pochino che
dà
sui nervi, a volte!»
Ma lui si
aprì in un sorriso «Però
adesso…sento il
bisogno che le cose cambino! Non ho né soldi né
regali
con me, mi vedi! Non ho niente, ma vengo a chiederti il favore
più grande per la mia vita! Vuoi essere…
…il mio
futuro? L’amica digitale con cui andrò a
Digiworld? Sono
stufo di litigare anch’io…ho bisogno di ridere, ho
bisogno
di guardare lo scenario, ho bisogno di combattere! Ma di farlo al
fianco di qualcuno a cui voglio bene e di cui mi fido!
Prometto…che non ti offenderò più. Mi
darai questa
possibilità?»…«Eh-h…»…«Devo
mettermi in ginocchio?…Principessa dei Digimon!» e
lo
fece, incurante di essere in mezzo alla strada
«Mmmm!» ci
pensò un po’ lei…ma già le
brillavano gli
occhi «Penso che stavolta-solo per questa evenienza-solo per
lei,
signore!...
…io
potrò concedere i miei servizi digitali! Estenderemo il
contratto…anche in
trasferta!»…«Sì
però è un
contratto…»…«Come fra
ogni domatore e Digimon:
d’amicizia!»…«Allora
per noi inizia un nuovo capitolo!!» esclamò lui
contento
«Solcheremo Digiwooorld!!!» esclamò lei
(destando
più di un punto interrogativo in strada) «Saremo i
migliori!!» ribatté lui con determinazione che
rievocava
il passato, affermando «Perché non
c’è
nessuno che batta la nostra accoppiata-ehi voi, che cosa avete da
guardare in quel modo?! Questa qui non mica una ragazza, è
un
Digimon!»…«Giusto! Mmmm!!!»
lei fece una
linguaccia ai passanti, dopodiché lui per la prima
volta
le mise il braccio attorno alle spalle «Torniamo a casa
nostra?
Facciamo la strada insieme?»…«A
casa…?
D’accordo, ahahah!»…«E poi
dobbiamo fare i
preparativi!!»…«Facciamo le valige!
Salveremo il tuo
amico Henry!!»…«Libereremo il tuo regno!
Ma prima di
tutto…
…ogni cosa…la faremo
assieme.»…«Giusto
Takato, giusto!!
Insieme!!»…«Ahahah!»
E
così, animati da un nuovo spirito piacevole come il vento di
una
sera di primavera, si allontanarono lungo la strada a suon di spintoni
e di dispetti. Ma finalmente ogni barriera fra di loro sembrava
crollata “Cindermon…mi sembra di tornare a giocare
allegramente come facevo con lui! La vita mi spaventa…e non
so
se questa è un’illusione. Non so se è
stato un caso
o una scelta precisa…
…non so se è una condizione momentanea, o
permamente. Ma
questa volta non voglio pensarci…
…mi
importa solo del presente! E nel mio presente…ci sei tu a
sorridermi di fronte!” «Ahaha! Guarda che arrivo
prima io
di te!!»…«Tu provaci, disgraziata, e io
ti sistemo!!
Non ti ci faccio arrivare da qui a tre
giorni!»…«Ahahahah!»
…e
un Digignomo volava, ma così rapido per loro così
impegnati a rincorrersi, che non lo vedevano (fine-canzone)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 24 *** A Digiworld, dopo dieci anni! ***
24°puntata DT2
«Cosa?! Sììì, sono ancora al
telefono,
dottore!» diceva una voce nasale e gemente, nella penombra di
una
casa dall’entrata a vetri «Benché mi
resti
difficile, dopo quello che mi ha detto!» ma improvvisamente
le
luci si accesero, nell’eco dell’abbaiare del cane
«Paparino!!!»
«S-Sì, mi regolerò di conseguenza.
Terrò a
mente. Grazie, dottore!» rimettendo giù con mano
tremante
«Paparino?!!»…«Makooo, sei
entrato come una
furia!»…«Paparino vieni qua fatti
abbracciare sono
troppo feliceeeeee!»…«Sigh,
sigh!»…«Ma…?...!
Già piangi? Non ti ho
ancora detto il motivo: mi sposo con Jeri papà mi hai
sentito mi
sposo con Jeri è tutto
chiarito!!!»…«Sigh!...come
dici?»…«Non mi aveva tradito! Quel
bastardo del
panettiere mignon l’aveva presa e baciata con la forza, Jeri
mi
ama papà!! Ha accettato la mia proposta, e se lo ha fatto
è stato merito di Beelzemon! Quel Digimon la sa lunga,
è
il migliore, in questa casa dobbiamo innalzare…
…una statua per lui! Del resto è la sua casa
essendo la
MIA, ed essendo lui il MIO Digimon: gli ho chiesto di fare il testimone
per le mie nozze!»
Il
baffuto padre di Mako era attonito «…v-vi
sposerete,
quindi…?»…«Sì!»…«Presto?!
Parla figliolo, quando vi
sposerete?!»…«Prestissimo!»…«Quandoooo???»…«Quando
Jeri tornerà dal suo viaggio!! Purtroppo ha degli urgenti
affari
familiari da risolvere papi cerca di capire: ma quando
tornerà,
il giorno non lo so esattamente perché è ancora
in
sospeso, ha affermato che non ci saranno più ostacoli non
è fantastico?!»…«Cheee?!!
…noooooOOOOOOOOOOOooooooooOOO!»
Mako rimase allibito, la borsa gli scivolò di mano
«Ma…?! Come, papà?! Non ti capisco, per
favore
spiegati, mi spaventi!! Non vuoi più che mi sposi con Jeri?!
Ma
prima ti andava bene!!»…«BENE UN CORNO
CHE STORIA
BALZANA E’ QUESTA CHE SE NE VA IN VIAGGIO
NO-NOSSIGNORE!»…«Ma!…io non
lo so…! Me
l’ha detto lei lo sai che non vuole che ficchi il naso negli
affari del padre: non lo so, papi, anche se me ne intendo di gestione
di impresa, essendo quello che voglio fare e per cui sto studiando! Ha
parlato…di relazioni con l’estero, i-il
ristorante, sai
che loro hanno quel-»…«Poveri noi,
disgraziati
poveretti!!!»…«C-Che stai
dicendo?!!»…«Mako!...
…sangue freddo!»…«E lo dici a
me? Tremi come
una foglia…»…«E VORREI BEN
DIRE!! VOI GIOVANI
SIETE TUTTI COSI’, SENZA SENSO DEL TEMPO E
DELL’ORGANIZZAZIONE!»…«Solo
perché
ancora non so la data precisa?! Ma non ti sembra di andare troppo di
corsa, è già tanto che abbia accettato! Abbiamo
tutto il
tempo poi per-»…«Non abbiamo
“tutto il
tempo”, testa bacata, non abbiamo tutto il TEMPO!»
sbraitò l’uomo «LO CAPIRESTI ANCHE TU SE
SAPESSI CON
CHI ERO AL TELEFONO QUANDO SEI
ARRIVATO!!»…«Chi
era?!» dilatò gli occhi il ragazzo
impallidito…
…il padre digrignò i denti
«…E
PROVA…GIUSTO UN POCO A FAR LAVORARE IL TUO
CERVELLINO!»…«Ahi!» tirandogli
un cuscino dal
divano. Ma sembrò sortire l’effetto di far sorgere
un
sospetto nel ragazzo «No! Non è
possibile…
…n-non dirmi
che…!»…«Realizzi
adesso…?» sibilò il signor Ayami
«…tu
e quella state solo tergiversando e non esiste questa storia, ho
già sopportato quanto basta Mako…»
…l’uomo ora avanzava minaccioso, e il figlio
indietreggiava «…t-tu e lei…
…n-non vi sposerete affatto…al suo ritorno: TU E
JERI VI
SPOSERETE…
…SUBITO!!»…«Eh?! Ma come
subito?! Come
facciamo…i-il matrimonio, gli invitati, come anche solo
potremmo
allesti-allestire…papààà!»…«Lascia
fare a me, una cerimonia intima da tua sorella, quattro indicazioni ed
è fatta, i padri servono a questo!! Tu occupati del tuo
dovere:
figliolo non capisci quello era il dottore non possiaaaaaamo
aspettare!!»…«…c-che…
…che ha
detto?!»…«…quanto basta per
accelerare i tempi!!»…«Oh
nooo…»…«Figliooolo, ti
scongiuro!» il
padre si aggrappò alla schiena del ragazzo, che si era preso
la
testa tra le mani «D-Dammi retta almeno tu, sei rimasto la
mia
unica speranza per vedere un minimo di gioia nella nostra
vita!»…«Ma perché ci capita
tutto questo, che
cosa dobbiamo mai
scontare…?!...»…«…vallo
a sapere o
magari fatti un giro da tua sorella e chiedilo a quelle monache
perché secondo la volontà del loro Dio noi siamo
tanto
sfigati resta il fatto che adesso…tu mi dici che quella se
ne
parte per un viaggio di affari ma cose del genere possono andare avanti
anche mesi, e mesi!! E noi non abbiaaamo tutto questo tempo, voi
perché ci sia tutta la famiglia dovete sposarvi subito, non
chissà quando!!»…«…
…ma
Jeri non accetterebbe mai, l-lei non
accetterà!!!»…«Te lo dico io
che lo
farà! Adesso…
…adesso io…i-i-io-ci penso io Mako,
tu…!...sta
calmo!»…«No…»…«…sta
calmo ci-ci parlo io!»…«CON CHI VUOI
PARLARE?! Con
Jeri?!!»…«Ma nooo!!! Io mi riferisco a
quello
stoccafisso…impomatato cacciato a forza nella
società
qual è suo padre, SUO PADRE! Lui mi ascolterà!
E’
un padre! Capirà le mie ragioni!...
…ma questo matrimonio non si procrastinerà
all’infinito, si farà adesso!...fammi…
…fammi solo trovare dov’è la rubrica!
Il
numero…
…i-il numero l’ho appuntato lì non mi
ci trovo con
le vostre cose tecnologiche!...dove l’ho
messo…testa mia
assistimi…» …ma di fronte a tutto
questo, Mako
aveva iniziato a respirare affannosamente
«Papààà…»…«…sì,
figliolo…?»…«…sb-sbrigarti
a
chiamare!...
…sì sì!...n-non possiamo aspettare
oltreee!»…«Mako…»
si sbalordì
quasi, il padre, nel vedere l’ansia trasferirsi diretta e
ancor
più accentuata nel figlio «NOOO! Non mi toccare
non dirmi
niente sbrigati solo a chiamare ti prego!!...» stringeva gli
occhi Mako «…anticipa il matrimonio sì
sì io
devo essere sposato!...
…sì!...mi devo sposare a breve io e Jeri dobbiamo
essere
marito e moglie, non finirò solo come un
caneee!!!» nello
sfondo dell’abbiare del loro cane «Chiama quel
numero,
papà…!!»
Per la
prima volta, nello sguardo del ragazzo si lesse qualcosa di insano.
Jeri si
sfilava il casco scrollandosi i lunghi capelli, giunta ormai presso la
sua casa assieme al suo Digimon «Andiamo, vieni
Beelzemon!»
…ma questi stentava a togliersi il casco
«…vorrei
restare un po’ qua fuori a
riflettere.»…«Uhm!...
…come vuoi.» disse la ragazza con distacco
«Ma non
pensare troppo, a volte nella vita bisogna agire
d’istinto.»
Lui non
replicò, ma l’espressione con cui la
fissò oltre il
casco era intensa e penetrante «Comunque…tieni le
chiavi,
quando hai finito con le tue riflessioni vieni a dormire. Ricorda che
non devi sprecare le tue energie, a Digiworld ci sarà da
combattere.»
Beelzemon
afferrò le chiavi al volo, per poi rivolgere gli occhi al
cielo
stellato.
La ragazza
entrò in casa e si stirò
«A-Ahhh…»
…passandosi intensamente le mani lungo i
capelli…per poi
sollevare una vicina foto risalente al matrimonio dei suoi genitori,
fissandola in un misto di emozioni, fra la tenerezza…la
malinconica, un pizzico di curiosità e qualcosa che invece
la
respingeva “Il matrimonio…
…i miei genitori sembravano felici qui. Chissà
come
sarebbe andata se mia madre fosse ancora viva. Ma adesso a che serve
pensarci, si può cambiare il destino ma non il
passato.”
posando lì la foto “Com’era bella mia
madre, e mi
somigliava…
…i matrimoni. Pfff…”
…avviandosi senza
fretta verso le scale, ma scorrendo di nuovo col dito sul bancone
“Col tempo ho imparato a odiarli: nient’altro che
vincoli
convenzionali e privi di contenuto.” guardandosi il dito e
scuotendo con fastidio la polvere “Uniscono gente che non si
interessa affatto l’uno dell’altro! E poi restano
nient’altro che macerie...
…figli
abbandonati, vite frustrate…nient’altro che
infelicità, questo per me è il matrimonio. Se
potessi…cancellerei questa parola dal mio destino, ma non
posso
senza trascinarmi dietro anche…
…sicurezza, stabilità, e garanzie per mio padre:
ha
bisogno di continua assistenza e cure.” mentre saliva lungo i
gradini “Però…non posso fare a meno che
provare un
senso di fastidio simile a un conato di vomito quando mi capita di
vedere dolci sposine in abito bianco! Mi divertirei a coprirle di fango
fino a farle sprofondare dalla vergogna!...e forse farei loro un
favore. E tutti quegli uomini vestiti a puntino…
…inganni,
soltanto compromessi convenienti e nessun sogno vero o sentimento
autentico! Detesto queste cose…
…e le
odierò fino al mio ultimo giorno
d’esistenza!!”
“Il
matrimonio…” pensava Beelzemon, ponendo le sue
mani
artigliate sul manubrio della sua moto “Se farò il
testimone probabilmente dovrò indossare un abito simile a
quello
dello sposo. E dovrò…
…cercare di nascondere la mia vera natura. E’
così
strano…” alzando gli occhi al cielo “Sto
per fare da
testimone per il matrimonio di Mako, il mio piccolo amico, il mio
Digimon Tamer: fra poco si sposa, dovrei essere emozionato!
Eppure…
…il
mio cuore non è mai stato così pieno di amarezza
e di
tristezza come adesso. Perché mi succede questo…?
Un
giorno come il suo matrimonio non tornerà un’altra
volta…
…sarebbe giusto essere felici. Cos’è
che me lo
impedisce? Forse le bugie che ho detto? Forse il fatto…che
mi
sarebbe piaciuto che tutto fosse andato diversamente? E
magari…
…indossare io l’abito dello
sposo…avanzare…
…verso una splendida fanciulla vestita di
bianco…vedere
Mako che mi sorride fra i banchi…
…mentre lei scopre a poco a poco il volto…
…ed è nient’altri che…
…ma
no, che mi metto a pensare!!” stringendo più forte
il
manubrio “E’ inutile! E’ andata
così ormai!!
Devo fare il mio dovere…
…Jeri mi ha assicurato che è innamorata di Mako,
loro due
assieme saranno felici!!”
«Ma
certo…signor Ayami.» diceva Hajime Katou
«Le
assicuro che la comprendo alla perfezione. Concertiamo successivamente,
buonanotte.»
«Papà!»…«Jeri…»…«Sei
ancora sveglio? Mi fa
piacere…»…«…sei
stata fuori tutto il
giorno…»…«Ascolta, debbo
parlarti!»
Gli occhi
infossati del padre, seduto sotto le lenzuola del letto, sembravano
bucarla e rubarle ogni segreto.
«E’ fatta!
Finalmente…tutto gira dalla nostra parte: Mako è
incastrato.»
L’uomo non disse
nulla, e la ragazza aprì la finestra della stanza
affacciandosi
per riversarvi il fumo della sigaretta appena accesa «Mi sono
fatta coraggio! E mettendogli assieme quattro storielle l’ho
convinto a tornare con me, abbiamo parlato di matrimonio!
Però
adesso…c’è una cosa che devi
ascoltare.»
parlandogli attraverso il vetro dell’anta della finestra
«Io devo andare in viaggio…
…sono
già d’accordo con i miei amici, non so ancora
quando
esattamente ma a breve, uno o due giorni e partiremo! E’
molto
importante e non possiamo rimandare, ma ti assicuro che una volta che
sarò tornata-»…«Sai chi era
al telefono poco
fa? Proprio lui, Ayami. Il padre di Mako.»
Jeri
spalancò gli occhi «Che cosa
voleva…?»…«Suo figlio
l’ha già
informato dell’imminente matrimonio. Ma a quanto pare non
imminente quanto basta per lui.»…«Per
quell’uomo le cose non si fanno mai abbastanza presto. Mi
spiace,
dovrà
aspettare!»…«Jeri!!»
…Hajime Katou alzò la voce, spaventando sua
figlia
«Non sei tu qui ad avere l’ultima parola, non ti
rendi
conto di cosa significa? Voi non vi sposerete come, quando e se piace a
voi, Ayami sta anticipando i giochi: non è disposto ad
aspettare
più di tre giorni e tu per quella data dovrai
sposarti!»…«Ahh! Ma questo è
un colpo basso,
papà!!» gettando la sigaretta dalla finestra
«Che
cosa significa?!»…«Te lo sintetizzo:
dovrai
rinunciare al tuo bel viaggetto. Hai il tuo matrimonio che ti
attende!»…«MAI!!»…«JERI!!»
…ma le sue grida non spegnevano l’odio negli occhi
della
ragazza…
«Cosa credi…che sia stupido? So che questa volta
non mi
chiedi come al solito uno di quei viaggi con pernottamento con amici o
compagni di scuola, che ti sarebbe sempre piaciuto fare: la presenza di
tutte quelle creature dentro la mia casa fa presagire solo una
cosa…
…MA
TU TI SOGNI CHE IO TI RIMANDI ANCORA IN QUEL MONDO, A GIUDICARE DA COME
NE SEI TORNATA L’ALTRA
VOLTA!!»…«L’altra
volta!!!...
…tu
non puoi sapere come ne sono tornata perché SE NON MI
SBAGLIO,
TU NON C’ERI VENIRMI A PRENDERE, MI HAI LASCIATA
SOLA!!»…«Ma hai avuto chi è
stato così
gentile ad accompagnarti a casa…»
dichiarò
l’uomo con un sorrisetto, accrescendo lo sgomento nella
figlia…
«Quel ragazzo…figlio dei signori che lavorano al
panificio
è sempre stato molto disponibile: mi riportò a
casa…
…UNA LARVA DI FIGLIA…
…a cui
ronzava attorno senza essere ascoltato un esserino bianco
e…molto buffo! Ripeteva sempre una stessa
parola…odio il
verso che fa quell’animaletto,
“calù…”
qualcosa, ma il solo sentirlo mi riporta alla mente quel
calvario.»
«Io andrò in viaggio con i miei amici,
papà…TU SEI UN ILLUSO SE PENSI DI
IMPEDIRMELO!!»…«E SARESTI CAPACE DI
LASCIARMI
SOLO?!!»…«Ahh!!...non saresti solo,
parlerò
con qualcuno di loro, potresti essere ospite di una delle loro famiglie
finché non sarò
tornata!»…«Jeri non so
come farti capire che tutto questo gioco pericoloso conduce solamente
ALLA ROVINA! Dieci anni fa…
…ne
abbiamo avuto un assaggio! Ma a quanto pare non ti è
bastato,
vuoi finire…!!»…«Che fai, non
alzarti!!» ma l’uomo aveva scostato bruscamente le
coperte,
balzando in piedi «…di distruggerti in quel mondo
di
pericoli e di follie?! Con chi?! Con quel vagabondo in moto che ti
aspetta qui sotto?! Che ti credi, so che c’è anche
se non
l’ho sentito salire, o con quell’altro?! Che
è
cresciuto e non parla più in quel modo, oppure con
lui…
…non alludo a un…mostro digitale in questo
momento: sai
bene di chi parlo!! Del ragazzo con cui te la intendi alle spalle di
quello che devi sposare, che è MAKO
AYAMI!»…«Io…TI HO
GIA’ DETTO CHE LO
SPOSERO’!!»…«MA HAI DETTO CHE
PRIMA TE NE
ANDRAI IN VIAGGIO! In quella terra perversa!! Mi dispiace, ma non te lo
permetterò mai, la famiglia che abbiamo incastrato freme al
pensiero che tu sia la moglie di Mako, non ti farò rovinare
tutto con i tuoi capricci da
bambina!»…«Papà!!»
gemette lei,
scivolando dalla rabbia nella tristezza e cadendo a terra,
aggrappandosi a lui «Ti prego, ti supplico, non costringermi
addirittura a questo!! Ho fatto tutto ciò che volevi, tutto!
Ti
ho dato una garanzia sulla mia vita!!» ma lui fissava avanti
a
sé indifferente a quelle reazioni «Mi dispiace se
devo
essere duro con te: ma se non ti si parla in questi termini non
capisci, è inutile negarlo. E non hai fatto tutto, se avessi
voluto davvero interpretare i miei desideri ti saresti impegnata,
avresti costruito una tua vita e una tua posizione: ora non saremmo
stati costretti a ripiegare su un simile spettacolo pur di avere ancora
i soldi per mangiare!»
Jeri
versava lacrime, aggrappata ai suoi pantaloni
«Papààà…»…«Adesso
alzatiii…BASTA SCENE DRAMMATICHE! A-Ahhh!»
(canzone: S
Club 7 - Have you ever) «Papà!!
PAPA’!!»
L’uomo si portò
la mano al cuore, lei balzò in piedi e fu lui a scivolare in
ginocchio e ad aggrapparsi ai suoi abiti «T-Ti prego dimmi
che lo
sposerai, Jeri, per favore dimmi che ti sposerai con Mako! O…
…n-non
sono più tuo padre!»…«Ah,
papà…!!...
…sì, SI’,
D’ACCORDO!!» tra le
lacrime…lui insisteva «Dimmi che lo sposerai! Fra
pochi
giorni!»…«Lo sposerò, LO
SPOSERO’!!»…«E-E che
rinuncerai a questo
viaggio…»
Ma il suo
pianto disperato parlava
già…«Se…
…ancora non l’hai
capito!!»…«Brava…
…brava Jeri…!» riprendeva fiato
l’uomo a
terra…mentre lei sentiva il suo spezzarsi, e ripeteva
«Come…vuoi tu, come
desideri!»…«…
…ne
va del tuo futuro. Del nostro
futuro!»…«I-Il…mio
fututo…!!»
ripeteva lei come una parola odiata e insensata.
“E’ finito tutto…” pensando
nel suo cuore
“…ogni sogno, ogni speranza. Neanche
un’ultima
scintilla…
…dovrò salutare gli altri, e dir
loro…che non
vengo!! E’ stato tutto un errore…”
…e le riveniva in mente quel bacio…
…ed il tepore del cuore luminoso a cui aveva teso le mani
“…tutto! Da sempre…!”
…poco più tardi…
«Ma come sarebbe a dire?!» esclamava Suzie al
telefono,
mentre la sua voce si rompeva nel pianto «Ma…
…è una cosa importante, Jeri!! Sia per te che per
Mako,
maledizione!!» …e nella stanza entrava anche Rea,
con
Benji addormentato tra le braccia, e l’espressione piuttosto
incredula…
Jeri nella
penombra del suo letto, con le lacrime ancora a rigare i suoi occhi
«Non so che altro dirti Suzie, non l’ho deciso io:
Mako ha
preferito non venire per sposarci ed io non me la sento di
contraddirlo, per favore non dirlo ancora agli altri, ci
penserò
io, ciao.»
Riagganciando, e
gettandosi col viso sul cuscino, quasi a voler essere inghiottita dal
buio.
«Jeri!! Jeri rispondi,
non ho ancora finito!!» esclamava la ragazza con
frustrazione…Lopmon si rigirava intontita dal sonno
«Suzie…che succede, qualche problema?» e
Rea
«Stavo per usare le stesse parole di Lopmon!» ma
Suzie si
buttò anche lei a faccia avanti sul cuscino «TI
PREGO,
REA!!...
…VATTENE!! MI ODIERAI SE TI DICO PERCHE’
PIANGO!»…«E invece tu me lo dirai,
eccome se lo
farai, signorina!! Vuoi che ti obblighi con la forza? Guarda che ne
sono capace!» e Lopmon «Giusto! Rea ha ragione,
sistemiamo
a dovere questa ragazza!!» ma Suzie si alzò di
scatto
«C-Con tutti i problemi che abbiamo…!! P-Penserai
che sono
una stupida e un’egoista!» asciugandosi gli occhi
con la
manica del pigiama «Mio fratello è a
Digiworld…chissà in quali condizioni, ed
io…!!...sono qui a disperarmi perché Jeri mi ha
appena
detto che non viene, capisci Rea?!! CHE NON VIENE e sai
perché?!
PERCHE’ SI SPOSA CON MAKO, e preferiscono restarsene qui, a
fare
la luna di miele anziché venire a darci una mano a
Digiworld!!»…«Oh!!...Suzie ma per
carità, io
non penso che tu sia un’egoista! Dai…
…vieni…»…«Sono
disperata, Rea!! N-Non
chiedermi perché e cosa volessi da questo viaggio, sono una
bambina, lo ammetto!!»…«Beh!...un
po’, se dici
così!»…«Si tratta della mia
famiglia e io la
vivo come se fosse il mio viaggio dei
sogni!!»…«…ma questo
è il nostro
viaggio dei sogni!!» la scosse Rea per le spalle
«In fondo
è così un po’ per tutti noi, e ti
capisco! Se fosse
successo a me avrei reagito…esattamente nello stesso
modo…»…«Oh,
Rea!!»…«Ma…
…scusate
se mi intrometto.» parlò Lopmon «Ma che
storia
sarebbe questa che Jeri e Mako non vogliono venire? Jeri è
la
domatrice di Beelzemon…e anche
Mako!»…«In
effetti Suzie la tua Digimon ha
ragione.»…«Lo dicevo
che era strano!» confermò Lopmon, e Rea
«Perché non vogliono venire? Capisco i loro
problemi
personali…ma qui si tratta di una battaglia
importante…non voglio giudicare persone e situazioni che non
conosco…ma credo…che abbiano sbagliato a
scegliere in
questo modo…»…«Sì,
lo penso
anch’io.» ammise Lopmon.
Ma Suzie
seguitava a piangere «A me avrebbe fatto piacere anche che
loro
fossero venuti assieme, anche vederli felici, e fidanzati!! Pur di
stare un po’ fra noi, e di vivere quella magia, prima di
prendere
ognuno la propria strada!!»…«Ah, ti
capisco
tanto!!»…«E invece niente, gli
adulti…PENSANO
SEMPRE DI PIU’ A LORO STESSI! E nel dire adulti ci includo
sia
lei sia Mako, quando si cresce non interessa più di
recuperare
quei frammenti di passato per noi
fondamentali!»…«…ti capisco,
piccola…
…forse
perché siamo così
simili…anch’io sono
rimasta un po’ adulta e un po’ ragazzina…
…e ti assicuro che andrò in fondo a questa
storia!»
Mentre a Lopmon si
abbassavano le orecchie «…potrei avere
anch’io
piacere magari ad andare in viaggio con il mio amico Beelzemon, senza
che debba rimetterci per le decisioni di due egoisti. E scusate se sono
un Digimon, e parlo senza essere interpellata! Uhm!»
ponendosi le
mani sui fianchi con aria puntualizzante (fine-canzone)
Tre giorni
dopo…
«Scusa.» chiese un gentile ragazzo umano.
«Oh?» si volse un dolce orsetto digitale.
«Perdonami
se ti ho disturbato, non è che per caso potrei
avere…un
altro po’ di quella zuppa calda che mi avete offerto prima?
Mi
è tornata…un po’ di fame.»
Henry sorrideva
con molta dolcezza, e benché fosse di carnagione chiara il
suo
pallore non era paragonabile a quello che accompagnava il malessere di
alcuni giorni prima.
«Siamo contenti
che tu stia meglio!» disse il piccolo orsetto, ed il ragazzo
rispose «In effetti…oggi mi sento molto meglio. E
lo devo
tutto alle vostre amorevoli cure. Sapete? Anche se ho trascorso alcuni
giorni a letto, a metà tra il sonno e la
veglia…mi sono
accorto…» allungando la mano, e carezzando il capo
di
quella creatura che assottigliava lo sguardo in un tenero sorriso
«…che voi ci siete sempre stati, eravate come
tanti…piccoli angeli a vegliare sul mio sonno. Mi avete
fatto
sentire…amato e coccolato, non mi capitava da tempo, da
quando
ero bambino. E i miei tre fratelli facevano a gara per assistermi,
quando mi ammalavo. Vi sono tanto
grato…»…«…noi non
abbiamo fatto nulla
di speciale. E’ stato il capo villaggio a chiederci di
occuparci
di te!»…«Il capo villaggio…?
Mi piacerebbe
salutarlo. E ringraziarlo. Voi siete…MudFrigimon. Non
è
così?»…«Oh! Sì, ci
conosci?»
Henry smarrì i suoi occhi attorno
«…quell’amaca…
…è incredibile...!...questa casa…io
l’ho
visitata tanti anni fa, durante il mio primo
viaggio!»…«…è il
destino a portarti
qui, allora!»…«…sono di nuovo
a
Digiworld…» sussurrò
«…di nuovo
a Digiworld…dopo dieci anni…»
Ma quel mondo
digitale che riaffiorava nei sogni di Henry, veniva ora perforato da
una linea di fuoco e distruzione che non risparmiava i più
umili
tentativi di ricostruzione su uno scenario già devastato.
Una
pioggia di teschi e pianeti infuocati rigava il cielo e seminava fiamme
e paura, fra quelle moltitudini di esseri e razze, che gridavano e
fuggivano senza saper più dove cercare un briciolo di
speranza.
Fra i loro
passi convulsi e il loro dolore, sgattaiolava un felino nero
dall’elmo e le polsiere.
«Eheheheh…tanto non serve a niente
sfuggire…Scratchmon vi raggiunge e poveri
voi…»
mormorava il piccolo Gravemon con lo scettro ancora sfrigolante di
fuoco «Li abbiamo messi a tappeto per bene!!»
sottolineava
la sorella accomodandosi il fiore nei capelli «A quanti
stiamo?»…«…è il
sedicesimo
popolo…»…«Uhm, niente male!
Quanto a terrore
seminato non ci batte nessuno, se non fosse per il fatto che siamo
girati quasi tutto il mondo digitale ma non abbiamo ancora trovato
Henry: sai la mamma quanto avrà da protestare! Aspetta un
attimo, Gravemon…SCRATCHMON! SCRATCHMON prendi
quelli-dà
loro una lezione & torna qui, ho da darti nuove istruzione! E-E
non
fermarti a mangiare roba bruciata sennò dobbiamo aprirti e
togliertela dallo stomaco, ti fa
male!»…«Eheheheh…poveretti
non avevano
neanche fatto in tempo a ricostruire il loro villaggio dopo che
l’aveva distrutto
papi…»…«Mmm,
perfetto! In fondo è meglio che abbiamo ritardato col nostro
bersaglio!» Ufomon assottigliò di perfidia il suo
sguardo
«In questo modo le gambe di Digiworld tremeranno al solo
udire i
nostri nome, e nessuno oserà contrastarci,
Gravemon!»…«…pretendo una
statua di
Scratchmon in ogni singolo villaggio
distrutto…»…«Ed io un
istituto di bellezza a
mio nome! Comunque avremo tempo per i progetti, mi sta cominciando a
soffocare tutta quest’aria rarefatta di distruzione e questo
fumo! Gravemon, cambiamo settore, ma le regole restano sempre quelle,
del resto i nostri genitori sono d’accordo: nessuna
pietà!»…«Sì…»…«Nessuna
esitazione: devono sputare fuori il nascondiglio di quel farabutto di
Henry!»…«…Scratchmooon…qui
hai finito
di accumulare provviste: si parte in
ritirata.»…«SCRATCHMON!...guarda vedi se
non la devo
andare a prendere io! QUI!!...
…SUBITO!
ORA! Non intendo chiamarti un'altra volta, se non ti presenti ti mollo
in mezzo ai cadaveri!»
Gravemon se la rideva «Eheheheheh…
…oh?» ma
notò qualcosa a terra, che gli fece cambiare espressione: la
piccola mano di uno stremato Digimon roccioso si muoveva ancora e
stringeva qualcosa…a cui il bambino digitale dal circense
collare bianco si avvicinò, prendendola
delicatamente…
…sembrava il
modellino di una moto…che gli strappò la frase
«…guaaarda…è come la
mia…»
…e l’istinto di gettare un occhio alla creatura
ferita…forse un bambino di roccia, della sua stessa
età.
Ma in quel momento sua sorella tornò e gli piazzò
il
gatto in braccio
«Oh!»…«E’ inutile,
Scratchmon si è di nuovo abbuffata, non ci ascolta mai: tu
sei
capace a procedere allo svuotamento? Ehi, Gravemon, sto parlando con
te, abbiamo una certa fretta oggi siamo in ritardo sulla tabella di
marcia!! Ma stai ancora dormendo?! Su muoviti, dobbiamo
andare!»
La
sorella lo precedette…ma Gravemon rimasto solo
alzò quel
giocattolino smarrendo oltre i raggi delle ruote i suoi occhi truccati
e dal taglio malinconico…attraverso le fessure
scrutò
quello scenario di distruzione spietata
«Gravemoooooon!»
mentre la sorella lo chiamava incessantemente…
«Ma che
scherzi, Rea? Hai fatto benissimo a venire da me a farti i capelli,
anzi, mi fa piacere!» sorrideva Takato al salone, rivolto
all’amica dai capelli bagnati avvolti
nell’asciugamano
«E senti, piuttosto, come sta
Benji?»…«Bene,
per fortuna! Mi è preso uno spavento ma sembra che ora il
raffreddore sia passato: ci ha voluto tenere col fiato sospeso fino ad
oggi, è questa sera la partenza,
no?»…«Sì! Ho parlato con il
signor
Yamaki…» sfoderando uno sguardo determinato che si
rifletteva negli specchi «Il varco ausiliario è
quasi
composto, questa sera dovremmo avere libero accesso a
Digiworld.»…«E…i preparativi?
Come stanno
andando?»…«Bene!» mentre
puliva alcuni
strumenti «Io e Cindermon stiamo preparando i bagagli. Non
sto
più nella pelle, te lo confesso…
…e quanto
ai miei genitori stavolta non hanno parole per trattenerci: mio padre
sa che devo andare lì…se voglio avere qualche
speranza di
ripescare mio fratello. Per cui pensa lui a trovare le parole adatte
per persuadere mia
madre.»…«…certo, posso
immaginarlo.» chinò il capo Rea (che sedeva
accanto a
Terriermon, in solenne concentrazione sotto un casco
asciugacapelli…)
«Senti…»…«Sì?»…«…a
dire il vero c’è una cosa di cui vorrei
parlarti…
…è
un po’ difficile, vedi. Ha a che vedere col viaggio, e le
persone
che vi partecipano.» Il ragazzo prese un respiro profondo
«…credo di sapere a che ti
riferisci.»…«Ah! Ma allora Takato tu lo
sai!»…«No, lo immagino, a dire il vero!
E’ che
in realtà…ci stavo pensando
anch’io…
…come credo abbia fatto Suzie, conoscendola.»
Rea
restò stupita…mentre Takato mormorava,
specchiando il suo
sguardo serio di fronte a sé «…andiamo
tutti noi
vecchi domatori…
…vengono anche il signor Yamaki con la moglie, questa volta!
Però, per correttezza…
…se
dovessimo essere proprio tutti quelli di allora, dovrebbe venire anche
Mako. Per carità, non che a me stia simpatico!
Cioè…mi è indifferente.
Però…non
trovo giusto che resti fuori, quello di sua sorella è un
discorso a parte. A meno che Jeri non gliel’abbia chiesto in
privato, come si sa sono fidanzati! Però lui non
c’era il
giorno che abbiamo montato il portale
artificiale.»…«Ah, no, ma allora tu
Takato non sai
nulla!»…«Cosa…? Come, che
dovrei
sapere?!» Rea sospirò profondamente
«…oh,
veramente aveva detto che l’avrebbe fatto sapere,
io…ad
essere sincera ero venuta a parlarti anche di questo. L’avrei
fatto prima ma Benji è stato male per cui ho avuto alcuni
problemi.»…«E’ successo
qualcosa, Rea…?
Ti prego, non tenermi sulle
spine!»…«…senti,
Takato! So che penserai che…non ho fatto in tempo ad
affacciarmi
in un gruppo nuovo che…già mi comporto come una
pettegola. Però a dire il vero questa cosa mi sta molto a
cuore,
anche nei confronti di Suzie che mi ha dato una gran mano, e
c’è rimasta molto
male.»…«…ma
scherzi, non devi neanche pensarlo Rea, so che sei una persona onesta e
limpida! Avanti, dimmi cos’hai
saputo.»…«Devi
sapere che la sera che siamo tornati dal nascondiglio, Jeri ha chiamato
Suzie, e le ha detto che…sia lei, sia Mako non sarebbero
venuti
con noi in viaggio.»…«Che
cosa?!!»
sgranò gli occhi il ragazzo «Le
ha…detto
questo…»…«E perché
mai?!!»…«Questo…
…dovresti domandarlo a Jeri…»
Il ragazzo rimase incredulo…
«Ti
confesso che mi ha stupito il tuo invito, Rika.» affermava
Jeri
«E perché? Siamo compagne squadra, non possiamo
andarci a
bere qualcosa assieme? Tanto più a poche ore da
una
partenza così importante…»
Jeri
non disse nulla, il suo sguardo sfuggì altrove…e
mentre
si sedeva, cercando di celare gran parte del suo nervosismo,
domandò tempestivamente «Sai se si può
fumare?!»
…Rika sorrise «Ma certo…! Pensi che ti
avrei
portata in un locale dove non sono ammessi i fumatori? Lo so che
fumi…»…«A-Ah
sì?!»…«Jeri…
…perché continui a credere di essere sola, e a
comportarti come se lo fossi…?»
Lo sguardo della ragazza si soffermava solo per poco su quello invece
molto stabile e penetrante di Rika. Gli occhi di Jeri assomigliavano a
un passero dalle ali tremanti, pronte a farlo schizzare altrove
«Non…capisco il significato delle tue parole Rika,
perdonami!» replicò cercando di accennare un
sorriso, e
passandosi la mano tra i capelli «Te lo spiego
subito…
…mi è capitato di parlare con alcune persone in
giro. Le
solite malelingue della città, gente che racconta tutti i
fatti
che avvengono nel quartiere e
dintorni…»…«E-E
che cosa ti hanno detto…?!» Jeri tradì
del timore.
Rika la scrutò per qualche istante, dopodiché
rispose
«Niente di grave…
…che ti
sposi.»…«Cosa?!»…«Sì!...
…poi non so né come né quando, non mi
sono voluta
informare da loro visto che avevo la possibilità di
chiederlo
direttamente a te. Mi hanno detto…
…che hai seria intenzione di sposarti con
Mako.»
…lo sguardo di Jeri continuava a sfuggire, mentre
sorseggiava la
sigaretta «Quindi presuppongo…che lui sia stato
come
minimo informato del nostro viaggio: oggi sarà lì
anche
lui. No…?»
Jeri sospirò «…
…sì, è vero! Mi sposo con Mako. C-Ci
sposiamo, o
almeno…sarebbe questa la nostra
intenzione!»…«Complimenti…»
sorrise
Rika «…felicitazioni. E’ sempre un bene
riuscire a
raggiungere tappe del genere, fattelo dire da una…che parte
anche per dimenticarsi che ci ha messo una croce
sopra.»…«Rika…»…«…sono
contenta, davvero. Tu sembravi…la più fragile di
noi, mi
fa piacere constatare che dopo molti anni…
…che ti
vedo…costantemente…sperimentare relazioni e
rapporti di
vario genere, tu finalmente stia per conseguire una
stabilità.
Ti sposi con lui.
Jeri…»…«Sì,
Rika?!» sobbalzò quasi la ragazza, che si
affrettò
a raccogliere la sigaretta che le era sfuggita di mano
«…sei veramente convinta di quello che
fai?»
Jeri riprese lentamente a sorseggiare la sigaretta…
«Te lo
chiedo adesso perché poi a Digiworld potremmo essere troppo
indaffarati, ci saranno battaglie da affrontare e distanze da
percorrere, non credo che tu abbia dimenticato come vanno le cose
lì, anzi: credo che al nostro arrivo troveremo un Digiworld
cambiato e ancor più caotico.» …parole
che
spingevano in basso gli occhi della giovane…«Per
farvi
fronte dobbiamo essere…uniti, coesi, capisci ciò
che
intendo?!» mormorò intensamente Rika
«…non
siamo più bambini, e benché fosse una cosa seria
anche
allora, tanto più adesso non possiamo permetterci
di
sbagliare: è Henry ad essere nelle loro mani…non
un
piccolo Digimon sfuggente e agile come Calumon. E’ un nostro
amico…ferito, tramortito
probabilmente!!»…«…è
terribile…»…«…Nymon
e Akirmon hanno
rilevato le tracce di una convalescenza...cosa di cui noi dobbiamo solo
ringraziare! Ed augurarci di arrivare in tempo! Jeri…
…quello
che cerco di dirti…è che il nostro compito
richiede una
sintonia perfetta, e perché ciò sia non debbono
esserci
segreti fra noi.»
“Alla
fine…ho scelto di tenere nascosto agli altri della mia
decisione: mi avrebbe comportato un vortice di spiegazioni senza fine.
Quando questa sera il varco sarà aperto e non mi vedranno
arrivare…partiranno senza di me. E senza Beelzemon. Non ho
voluto dire ad altri neanche del mio matrimonio…e a quanto
pare
Suzie ha tenuto la bocca chiusa, è stata davvero un amica.
Non
voglio che nessuno mi biasimi o mi rimproveri…
…è
già abbastanza dura viverla per conto mio. Loro non
potrebbero
capire.”
«E
poi…non è solo per questo.» disse Rika
«Io
non desidero che restiamo vicini soltanto per il tempo di un viaggio a
Digiworld, abbiamo la nostra vita davanti, Jeri!» frase che
rubò per qualche secondo lo sguardo della ragazza
«E credo
che sia giusto prenderla…come un’avventura. Un
viaggio
continuo, altrimenti i nostri passi saranno ingannevoli e instabili,
come se mettessimo il piede in fallo…sul suolo digitale.
Capisci
che cosa
intendo…?»…«…uhm…»
Jeri
accennò un sorriso, ed evocando un fare spigliato
riferì
«E’ molto bello! Sai Rika, sono d’accordo
con te,
penso…» …spegnendo la sigaretta nel
posacenere
«…che in effetti crescendo non si debba mai
perdere quello
spirito d’avventura che dà il sapore alla vita! Ne
sono
sempre stata convinta. E infatti…ho fatto questa scelta di
sposare Mako a seguito di molte riflessioni di certo,
però…non è esatto dire che
è stato un passo
calcolato. Ahah, a volte l’istinto è un
consigliere molto
più affidabile della ragione, dovrei imparare a seguirlo di
più, ora…spero di non rovinarmi! Ahhh, lo dico ma
poi
sono sicura che andrà per il meglio: finalmente sono felice,
sai? Mako…beh…poi avrai modo di conoscerlo,
durante il
viaggio, è un ragazzo…fantastico! E’
buono,
gentile!» …ma Rika la scrutava con
espressione
indecifrabile «…ha imparato a capirmi e prendermi
dal
verso giusto, e ti assicuro che non è facile!»
spiegava
Jeri accompagnandosi con viva gestualità «Io
sicuramente
ho il mio carattere e i miei spigoli, non è facile
prendermi: ci
sono riusciti in pochi, il mio stesso padre stenta certe
volte!»…«…il mio non ci prova
neanche
più…e del resto come
biasimarlo.»…«Ahahahahahahahah!...ahhh
Rika io e te
finiremo nello stesso identico modo. Che vogliamo farci!
Ahhh…siamo speciali, io alla fine mi sentivo tanto in colpa
per
quella che ero: ma sotto certi aspetti è stato proprio Mako
a
farmi cambiare idea! Il rapporto che si è
creato…non
è di certo comune, gli altri ragazzi sono prevedibili, io ne
ho
conosciuti molti e ti assicuro che è stata
un’odissea non
sempre piacevole.»…«Posso
immaginare…»…«Alla fine la
morale è
che pensano tutti per lo più a loro stessi, invece io sto
capendo sempre di più le mie priorità: ho bisogno
di un
uomo…» tradendo un sorriso ammaliante
«…che
si prenda cura di me, che mi dia attenzioni. Beh!...non con questo che
non piaccia anche a me dare intenzioni a lui. Tu mi capisci, vero Rika?
Hai avuto una vasta esperienza e…tengo sempre in gran
considerazione i tuoi consigli! Sai, tu sei una persona…che
mi
ha sempre suscitato una grande stima, e questo non è un
segreto!
Ahahah, le nostre celebri lezioni con le carte, quando ancora io non
sapevo distinguere un Digimon da un
altro!»…«Questo
non è mai accaduto,
Jeri!»…«Ahahah…come?»…«Non
c’è mai stato giorno…in cui tu non
abbia saputo
distinguere un Digimon da un altro: quando cominciammo a studiare gli
schemi…tu conoscevi già a fondo molti Digimon.
Sapevi
anche le basi del gioco delle carte…ma ti eri rifiutata
categoricamente di farlo sapere a
qualcuno…»…«…beh…sai
cos’era, si trattava pur sempre di un gioco per lo
più da
maschi!»
Ma
l’espressione di Rika sfatò quel mito, alludendo
tacitamente a se stessa «Ah sì…lo so
che tu ci
giocavi, ma tu sei una
speciale!!»…«…perché…?»…«Sei
una tosta!! Mentre io…ah, lo sai, mi sono sempre data il
tono,
forse volutamente, della ragazza dolce, e femminile, quando in
realtà dolce non lo sono affatto!
Peeerò…mi piace
farlo scoprire volta per volta!»…«Penso
una
cosa…»…«Sì?
Dimmi!»…«…che se adesso
giocassimo io e te
sarebbe realmente una sfida poterti
battere.»…«Ahhh,
non dire sciocchezze!»…«No no, ne sono
convinta!»…«Ho ripreso adesso nei
combattimenti, ma
figurati se ho potuto approfondire in questi anni, ho avuto troppo da
fare: la scuola, i ragazzi, i progetti…mi hanno portato via
tutto il tempo, per non parlare poi del mio recente fidanzamento che ha
completato
l’opera.»…«Jeri!...»
…e dal modo in cui la chiamò, Jeri rimase con la
tazza a
metà, a coprirle la bocca ma non l’espressione
timorosa
degli occhi «…sì,
Rika…?»…«…perdonami
se ti interrompo
per un attimo. Ma ti posso…assicurare che è da
tempo
immemore che avrei desiderato
farlo.»…«…non
ti capisco!»…«In fondo credo che tu
capisca molto
più di quanto vuoi far credere. Come di Digimon. Come con le
carte. Ma non ti piace che gli altri vedano dentro la tua vita oltre
una certa profondità. Eppure ti
sbagli…» facendo
assorti e profondi gli occhi «…perché
per
intervenire ad aiutare qualcuno…occorre avere una vista
lunga.»…«Ma,
Rika…io…i-io non ho
bisogno di essere aiutata. Sul serio. Davvero, sto bene! Mi sento
realizzata, non sono più la ragazzina di un tempo, lo
ammetto,
ne ho passate…di molte e dolorse: perdere
Leomon…è
stato terribile, ma voi tutti lo sapete. E poi col D-Reaper, mi sono
sentita smontata, ho trascorso lunghi anni in terapia psicanalitica
dopo il termine della battaglia: avevo bisogno di
riassestarmi…non è stato mai un segreto, ci siamo
stati
dietro l’uno con
l’altro.»…«…uhm:
mai quanto avremmo
dovuto.»…«…ora
però…è diverso, da un po’!
Mi sono fatta
forza! Ho voluto riprendere una vita
normale.»…«Jeri…una
“vita
normale” all’apparenza, non è sempre
sinonimo di una
vita felice.»
La ragazza
lì per lì tacque, ma poi accennò un
sorriso
«…m-ma io lo sono, Rika! Ti assicuro che sono
felice!»…«Ah sì…?
Chi è felice
non compie gesti contraddittori, ma prosegue nella direzione in cui si
rispecchia. Da te invece non mi risulta questo…ora mi dici
che
sei prossima a sposarti con Mako ma so che tu…
…solo qualche giorno fa…hai baciato
Takato.»
Jeri non
riuscì a celare nervosismo «E’ stato lui
a chiederti
di parlarmi?!»…«No, ti assicuro che ho
voluto farlo
di mia spontanea volontà, sono
sincera.»…«E’
perché ti preoccupa il
tuo amico?!»…«…anche tu sei
mia amica, non
solo Takato!»
La ragazza
restò senza parole, e Rika insistette «Qualora tu
lo
voglia, qualora tu solo…mi dessi la possibilità,
magari
di intromettermi anche un po’ nella tua vita, se è
necessario! Ah, so che ognuno di noi non avrebbe il diritto di farlo ma
so anche…
…che è
stato molto difficile…e triste per tutti quanti i membri
della
nostra eroica squadra di esploratori del mondo digitale…
…crescere da
soli. Perché in fondo non possiamo negare che in questi anni
siamo caduti nella trappola in cui finisce anche chi conduce a
differenza di noi una vita “normale”! Gli eventi
della
crescita finiscono per prenderti e per isolarti, ma quel che ora posso
affermare è che almeno, nel cuore di ognuno di noi non si
è spento il ricordo dei Digimon! Adesso loro sono
tornati…e il nostro destino è cambiato
irreversibilmente!
Da quando è successo mi sono ripromessa…che mai,
ci
sarebbe stata una seconda volta, a qualsiasi costo: la nostra occasione
è stata troppo preziosa affinché possa essere
gettata via
assieme a tutti i suoi insegnamenti…
…ci
è stata data l’opportunità di
apprendere cosa vuol
dire aiutarsi a vicenda…noi dobbiamo essere una squadra
tutta la
vita, Jeri! E so che i nostri compagni questo lo capiscono,
l’unica della quale ho dubbi a volte…
…sei
proprio
tu.»…«Oh!»…«Non
ho mai
compreso quali fossero esattamente i tuoi sentimenti, i tuoi
pensieri…
…tu sfuggi agli altri…
…non hai
smesso di farlo…anche dopo che il D-Reaper si
approfittò
della stessa cosa.» Jeri avvertì visibile
difficoltà all’udire questo «Preferisci
mostrarti
felice, e spensierata come quando eri bambina. Ma in realtà
portavi dentro dei dolori che non confidavi a nessuno, ed io temo!...
…ho
sempre temuto Jeri che tu avessi ripreso a
farlo.»…«Io…»…«…lasci
che…un vortice di parole, e di esuberanza anticipi il tuo
arrivo, e vada a sfocare la tua immagine. Di modo che le scelte che fai
non si comprendano…
…e
gli altri arrivino quando sono già compiute, così
come
adesso ho dovuto sapere in giro per strada che hai
l’intenzione
di sposarti. Ti assicuro, non te lo dico per biasimarti…tu
puoi
credermi se ti dico che ho grande stima della tua persona, ho compreso
ormai da tempo che dietro quella bambina…dall’aria
così fragile si nasconde una ragazza stimabile e dai
sentimenti
profondi, e nobili! Gli altri hanno da imparare da te, ma tu devi
imparare a mostrarti per quella che sei. Credimi…so quanto
può essere difficile…» Rika le prese le
mani…gli occhi di Jeri tremavano d’emozione
«…ma altrettanto ho compreso che è
fondamentale,
altrimenti è il caos ad inghiottirci. E lì non vi
è pace, non troveremo mai la felicità che ci
realizzerà davvero, come sognamo da tempo! Mi sono sempre
chiesta…cosa tu provassi realmente per Takato, e delle volte
mi
sono anche data una risposta, confermata da quanto ho
udito…circa il vostro bacio, rifletti solo su questo che ti
dico: tu hai sempre detto di considerarlo un amico e di non provare
alcun sentimento speciale simile a quello ormai proverbiale che lui
nutre nei tuoi confronti, ma…non sarà che tu
involontariamente lo allontani da te…
…perché sai com’è
fatto?» Jeri
alzò il suo sguardo attonito, e Rika rivelò
«Takato
ha di sicuro un carattere articolato, e un passato complesso: ma di lui
una cosa non si può smentire, e cioè che
è sempre
sincero. Takato rappresenta la verità, può
soffrire o
essere felice, vivere una vita che lo realizza o meno ma quel che
è certo è che lui non si
accontenterà mai di
un compromesso che non lo rispecchia sinceramente, prova è
che
non si è mai concesso ad un amore che non sentiva…
…che non eri tu. Non sarà che hai paura di
lui…perché sai che farti più vicina
significherebbe smantellare ogni bugia? A volte…la menzogna
può sembrare protettiva…»…ma
a quel punto
Jeri si alzò «Rika…mi dispiace,
è tardi.
Devo andare.»…«…ti ho offeso
con quello che
ti ho detto?»…«No! No, te lo assicuro.
Ma…dico davvero, ho molta fretta, devo allontanarmi.
Scusami.» salutandola con un rapido bacio, e uscendo
rapidamente
da quel locale.
Rika la seguiva con lo sguardo “Jeri…
…” in un misto di pena e di affetto
“…tu
davvero sei rimasta quella bambina…fragile e indifesa di
allora.”
Jeri
sentiva di dover fuggire, ma non sapeva lei stessa da cosa
“Io
allontanerei Takato per paura…della verità che
porta con
sé?! Che significa?! Mi sento confusa!!...
…ho
bisogno d’aiuto, ho bisogno di un chiarimento!!”
«Serve un
chiarimento? A tua
disposizione!»…«Oh?!» Jeri
sobbalzò. Nel vicolo che aveva costeggiato c’era
qualcuno
che abbassò il cappuccio del manto grigio, svelando le sue
corna
bianche ed i suoi occhi verdi
«Snowhitemon…!»
sussurrò lei «Ma…come facevi a
interpretare i miei
pensieri, io…non ho
parlato!»…«Ti ho vista!
Mi è bastato guardarti…! Avanti, Jeri, ci
conosciamo da
tanti anni…
…anche se non faccio
“calù…calù” sono
sempre quello che era
con te, lassù…in quella sfera
sospesa…»
…indicando là dove ora vi era solo un cielo
azzurro di
bella stagione «Snowhitemon…!!»
sussurrò lei
col fiato spezzato, gettandosi poi fra le sue braccia che la avvolsero,
e quei morbidi guanti le carezzavano il capo «Piccola
mia…dai, è come allora. Facciamo come
allora…» …furono le parole
dell’inafferrabile
creatura dagli occhi profondi di emozioni.
«Eheh…sono venuto da
te…perché pensavo di
salutarti, sto per partire!» erano le pacate parole di
Beelzemon
accompagnate da un dolce sorriso, ma quella giovane suora che gli dava
le spalle ebbe un brivido nell’udirle…mentre le
sue mani
delicate scorrevano tra i fiori che sistemava nei vasi di quella
cappellina «E a essere proprio sincero…anche a
chiederti
un consiglio. Non ci capisco più niente! Oggi Mako si sposa,
no?
Sì però…Jeri…
…mi ha intimato di non parlargli del viaggio a Digiworld che
stiamo per compiere. In realtà non so più neanche
cosa
lei abbia intenzione di fare, quando cerco di accennarle del viaggio
lei mi evita! Oggi…ci sarà la cerimonia, e
intendo
partecipare come promesso però poi stasera avremmo
l’appuntamento presso il portale! Bisognerebbe decidere in
fretta, io comunque…
…credo di aver preso la mia decisione, e che
Jeri…voglia
partire o no e accompagnarmi…io…io vado lo
stesso!»
I gesti di Akemi si arrestarono.
«Non posso mica lasciare il mio mondo in
difficoltà! Ho
dei doveri verso i Digiworld, e anche verso i Digimon che ci abitano.
E-E anche verso i miei amici! Loro…dovranno combattere
molto,
avranno bisogno della mia potenza! Per questo…sarebbe bene
che
Jeri mi accompagnasse, però non so cos’abbia
deciso di
fare, perciò ero venuto da te a chiederti…se
sapevi
qualcosa, se Mako ti aveva detto niente o…anche Jeri!
Però! Però in realtà!...
…non è neanche solo per questo.»
muovendo un passo
avanti «Akemi!» e tendendo la mano «Io
ero
venuto…
…perché avevo voglia di vederti! Scusami, forse
sono
stato invadente. So che avete da allestire la cerimonia, so che ci
saremmo comunque visti dopo! Però…ci sarebbe
stata tanta
gente, e anche la fretta di decidere in proposito del viaggio! Per
cui…ho preferito…p-però se vuoi me ne
vado! O
torno dopo, come preferisci!»…«Ma no, ma
dai
Beelzemon, che dici!»…«Oh?»
La giovane suora si volse «Ahaha!» sembrava
spigliata
«Sei buffo, ti fai questi scrupoli, scusa quanti anni che ci
conosciamo? Eh? Io non sono mica
un’estranea!»…passeggiando, e disponendo
quei fiori
«…te l’ho detto, puoi venire qui tutte
le volte che
vuoi, sei il benvenuto. Anzi! Così ne approfittiamo per dare
un
po’ una mano alle sorelle, loro purtroppo di là
hanno da
sollevare alcune cose pesanti e io non ce la faccio: anzi, ti dispiace
se ti chiedo di andare a vedere se per caso hanno bisogno di
qualcos-»…«Akemi!»…«…comunque…
…non preoccuparti. Per il viaggio dico, e le altre
cose.»
fece la ragazza adagiandogli le mani sul torace «Se hai
deciso di
partire è giusto, devi seguire il tuo cuore. Tu sei una
creatura
indipendente, non devi sempre stare appresso alle decisioni di Jeri, o
di Mako. Se loro hanno deciso di non partire lasciamoli stare, ognuno
ha la sua vita in fondo, e loro hanno diritto di vivere la loro, hanno
scelto di sposarsi e questo era un loro diritto, così come
è tuo quello di fare qualcosa per il tuo mondo.
Vedrai.»
rivolgendogli un sorriso di incoraggiamento «Anche senza la
luce
del Digivice il tuo cuore ti concederà la forza necessaria
per
combattere.»…«Akemi, prima hai
detto…
…che bisogna seguire il proprio
cuore.»…«Certo, sempre!! Ahaha, io me lo
ricordo
ogni giorno che vivo. E’…fondamentale, sai, per la
mia
missione…»…«…tu
l’hai seguito,
quando hai
scelto…?»…«Sì?...
…sì parla ti ascolto, scusa abbi pazienza se
intanto
sistemo qui le cose, è che abbiamo talmente tanto
lavoro!»…«…l’hai
seguito quando hai
compiuto la tua scelta?!» chiese lui col tono con cui si
allude a
qualcosa di molto importante…
…le mani della ragazza scivolarono tra i fiori, ma il suo
capo
si chinò e non rispose…
«…non so neanch’io perché ti
faccio questa
domanda.» aggiunse Beelzemon nell’incertezza, ma
Akemi si
volse «Ormai è il passato, e non si può
cambiare.
Pensiamo al futuro!»…«Però!
Io sono certo di
una cosa! Ho seguito il mio cuore, oggi…
…quando sono venuto da te…»
…di nuovo
le mani della ragazza si bloccarono per qualche istante
«…desideravo…parlarti, non immagini
Akemi! Mi sono
lasciato trasportare…da un bisogno che sentivo dentro! Avevo
paura…
…che tu mi respingessi. Dopo ciò che mi hai
detto…circa il fatto…
…che ognuno deve…impegnarsi nella propria strada,
io…
…io sono d’accordo, però
capisco…
…capisco che per quanto possa ribellarmi, e ragionare, io
non
posso ometterti dai miei giorni. Tu fai parte delle mie esigenze
presenti, odierne! Io ho bisogno di parlarti. E ne avrò
bisogno
oggi, domani, dopodomani, io…!...
…!!...ho capito che con quel Digivice è andata
così! D’accordo, ho buona memoria per tutto quel
che
è stato il passato, però Akemi…!...non
posso
neanche astenermi dal ricordare tutte le volte che al mio pianeta
pensavo a te, e fremevo perché arrivasse quel momento che
poi
è giunto, il momento di ricontrarsi!»
…uno dei vasi perdeva acqua…ma la ragazza restava
ferma
con le mani su esso e non provvedeva…
«E’ successo ed io…da allora me ne sono
infischiato
dei Digivice! D’accordo, Jeri è diventata la mia
domatrice
ed io mi impegnerò al massimo per proteggerla e affiancarla,
però questo non basta a fare di te soltanto un ricordo del
passato! Tu sei qui, sei presente!! E non puoi chiedermi…
…di non avere bisogno di te, di non cercarti
perché…
…non ci riuscirei. Sarebbe semplicemente innaturale. Akemi,
tu
sei importante per me!»
La
suora si volse «Uhmuhm! Ma certo, lo sai, anche tu Beelzemon
sei
importante per me! Ahh, devo sbrigarmi a sistemare questo vaso, perde
acqua.» passandogli vicino, e sfiorandogli il viso con un
dito
bagnato «Anche tu sei importante, come ti vengono certe idee
lo
dicevo solo perché temevo che tu potessi fossilizzarti sul
fatto
che ora io purtroppo non posso più essere una Digimon Tamer,
però è semplicemente scontato che dopo una
crescita
insieme come la nostra due amici ancora restino
in-»…«AKEMI!!»…«Ah!!»
…lui aveva gridato il suo nome, afferrandola per il braccio.
Il
vaso si ruppe. Ma lui non vi badò e seguitò a
fissarla
intensamente con i suoi tre occhi…in quelli di lei che
sembravano così spaventati «Dimmi una buona volta
quello
che provi per me…
…io sono importante?!! Lo sono altrettanto?!! Tutte queste
parole non mi bastano, ho bisogno di sapere se tu provi esattamente
quello che io sento in fondo al mio cuore: non so come definirlo, ma so
che banali discorsi di amicizia e crescita insieme non lo delineano
completamente in tutta la sua…intensità. Ti
prego,
scusami. E’ come se…scrivessi le parole di una
canzone, ma
io mi esprimo in questo modo! Guardo i tuoi occhi e mi
sembra…di
leggere quanto io stesso sento ma temo che sia un’illusione!!
Ti
prego…smentiscimi tu, ho bisogno della
verità…»…«Shhh…ci
possono
sentire!»...«Akemi!!»
…ma lui non le dava la possibilità di
svincolarsi,
tenendola ben stretta per il braccio, mentre lei lo supplicava
«A
che può servire ritornare sul passato?! Ormai è
fatta…! Come faccio a fartelo capire?! Noi due apparteniamo
a
due mondi distanti, c’è passata…la vita
in mezzo a
quella bambina che ero e quel piccolo Digimon per cui brillava il suo
Digivice, è tutto cambiato, non si può tornare ad
allora!»…«Non è cambiato
dentro di
me…me ne infischio del
mondo!!»…«Ahh!»
l’espressione di lei si faceva più addolorata,
lacrime
velavano i suoi occhi «Ti
prego…Beelzemon!» e
cercava debolmente di scalzare quella mano «…ti
lascerò soltanto quando mi avrai detto la verità,
quando
mi avrai offerto quel passato dal quale io sono stato escluso
ingiustamente! Ne ho bisogno per capire il mio
presente…PER GUARDARE AL MIO
FUTURO!»…«Non ne
sei stato escluso ingiustamente, se le cose accadono è
perché Dio le fa succedere!!...
…E VA BENE,
D’ACCORDO!!»…«Ahh!»…«Ti
dirò tutta la verità!! Sì,
è vero, quella
sensazione che provi è giusta, il tuo cuore non ti
mente!!» battendogli sul petto col dito…mentre
l’espressione di lui si apriva
«Akemi…»…«Tu sei
stato…(canzone:
Westlife
- Tonight)
…il mio sogno perduto…»
…tra le
lacrime che scendevano, a rigare i suoi occhialini
«…volato via…un giorno della mia
infanzia, senza
possibilità se non…di sognarlo!...
…la
sera, prima di andare a dormire, immaginandosi un mondo
idilliaco…in cui tu tornavi, e mi stavi vicino nel
crescere!»…«Akemi…»
…i
suoi artigli animati dal sorriso si avvicinavano al viso di lei,
scostandole dolcemente le lacrime «…ma allora tu
hai
provato…le stesse cose che ho provato io, fin
dall’inizio,
da quei primi giorni così tristi a Digiworld! Mi sentivo
abbandonato!» …mentre lei si volgeva a dargli le
spalle,
rivolgendo le sue pene al crocifisso che mirava appeso in alto
«…e mano a mano che gli anni
passavano…cresceva lo
struggimento per non poter essere lì con te, piccola!
A…sentire la tua mano che si faceva sempre più
grande,
dentro la mia che la riscaldava!»
Akemi piegava il
capo, e si asciugava altre lacrime…mentre lui sembrava aver
fatto la più bella scoperta della sua vita «Da
lì…da lì nacque la mia vena creativa!
D-Dalla
nostalgia di te, piccolina! Iniziai a scrivere
canzoni…immaginando…
…che aspetto avessi, come fosse il tuo viso che cambiava
negli
anni…come fossero…morbidi…i tuoi
capelli sotto le
dita…» carezzandole con l’artiglio quel
ciuffetto di
capelli che spuntava dal il velo, quando lei prese parola «Io
sognavo di te…
…nella mia stanza…scoprivo di essere una donna e
di
possedere un corpo immaginandoti…
…tornare, e rientrare da quella porta nella penombra! Le tue
mani…» facendo il gesto di aggrapparsi a se stessa
e al
suo abito «…m-mi stringevano e mi
riscaldavano!!»…ogni parola era una goccia
d’incanto
nel cuore di lui…«…e allora
anch’io mi
lasciavo andare ai nostri baci così delicati, animati dal
fatto
che ci conoscevamo da ancor prima di nascere, tu forse sei arrivato
più tardi!! Ma per me…era così: io ho
iniziato a
vivere quando ti ho conosciuto, per questo sentivo che!!...
…se avessi dovuto regalarmi a qualcuno quello saresti potuto
essere solo
tu!!!»…«Akemi!»…«Ti
ho amato tantissimo!!!» gemette lei…stringendo gli
occhi
di dolore «E sono cresciuta accompagnata dalla nostra
immagine
dell’amore, in cui…ci stringevamo e tutto
era…meraviglioso e in ordine, il mio corpo e le mie
mani…si facevano digitali, il tuo si faceva umano e
più
niente era scisso e distante!! Tutto era una cosa unica…un
sogno…un
miracolo…»…«Ahhh!!»
lui
la afferrò intensamente per le spalle «Ma allora
ecco che
i miei tormenti trovano un nesso, un filo che li lega! Ecco cosa spiega
tutto!! Per anni me lo sono chiesto, ho cercato di dargli quel nome che
ora…gli dai tu…
…anch’io ti ho amata da sempre…ma la
mia natura mi
ha impedito di comprenderlo…o-ora lo sento…e-ed
è
grande, grande il mio amore! Come la vita…ti amo…
…piccola,
Akemi…»…«Beelzemon…»…«Ti
amo…»
…ma quando stavano per giungere ad un bacio…
«No!!» lei si volse di scatto, negandosi
«Ormai
è
inutile!!»…«Perché
Akemi?!!»…«Non si può
cambiare il passato, e
ora come ora sarebbe troppo
tardi!!»…«Per quale
motivo?!!» gridò lui. Akemi alzò i suoi
occhi
addolorati «E’ inutile fingere che non sia
trascorso il
tempo con le sue scelte…
…Beelzemon! Tu…andasti via, condotto lontano da
quel
portale, ed io!...sentivo che gli anni passavano ma nessun ragazzo
riusciva a rubare il mio cuore, che era come volato via con te! Mio
padre si intestardiva a presentarmeli ma io sentivo…che
quello
che avevo dentro era troppo prezioso perché potessi buttarlo
via
col primo che la vita rifilava! Perciò
decisi…dopo anni
trascorsi a sperare nel miracolo di un tuo
ritorno…»
volgendosi in un’estrema espressione di lieto sollievo verso
il
crocifisso «…che avrei voluto custodire in me
quest’aureo scintillio proteggendolo…col velo
sacro che
niente corrompe, ma che consegna all’eternità! Io
sentivo…eterno il mio amore per te e
perciò…»…«…perciò…hai
indossato questo velo, ti sei chiusa in questo convento, ma adesso sono
tornato!!» lui si aggrappò alle sue spalle, ma lei
pianse
più intensamente, scuotendo la testa quando invece lui era
alimentato da speranza «Ora sono tornato amore, non
c’è più bisogno di restar qui!! Sono
vicino, sono
accanto a te e ti amo!! Non me ne andrò mai
più!»…«Ormai non
possiamo…!»…«Perché?!
Se tu mi ami e
io ti amo, se abbiamo scoperto che i nostri non sono due sentimenti ma
è una cosa unica!!
Unica…»…«Non
è così facile, e non puoi capire. Ci sono ancora
le
promesse…
…la lealtà…» sfiorando i
piedi del
crocifisso «M-Ma io ti amo!! C-Che posso farci io, cosa mi
resta
adesso che mi hai confessato ciò che anche tu
provi?!»…«Io…non lo so, so
solo che purtroppo
il nostro è un amore
impossibile!»…«Cosa?!!
Mi rifiuto di crederlo!! Perché, impossibile per chi?! Per
lealtà verso chi, verso quello...
…STOCCAFISSO APPESO AL CHIODO?!» additando il
crocifisso,
ma lei reagì con impeto «NON PARLARE DI LUI
COSI’!!» «Perché, rispondi
PERCHE’?!!» inveiva il Digimon
d’improvviso
indignato «Perché non dovrei arrabbiarmi
con lui, se
è così crudele da non volere che ci
amiamo?!!»…«Lui non è
crudele, sono le
promesse che non sono solo!!!...
…vento, e sussurri! Promesse come queste ti scavano
nell’anima, e ribaltano tutto ciò che compone la
tua vita
in maniera irreversibile! Io ho fatto una promessa a Dio, non posso
venire
meno!!»…«…a-ahhh…a
Dio?! Ma Dio
è lì!! Dio è lì, avanti,
chiediglielo! Puoi
farlo, chiedigli di scioglierti questa promessa, di togliere quel velo
dalla tua testa, Akemi se Dio è buono come voi dite digli
che
sono tornato e che da adesso…ci penserò io ad
aver cura
di te, se finora è stato lui a
farlo!!»…«Beelzemon!!!...
…perché non capisci, io non posso, non
possooo!!!»…«Akemi…T-TI
SCONGIURO, MA NON
PENSI A ME?!!»…«Certo che ci penso,
CERTO CHE CI
PENSO! Proprio perché ci pensavo che ti dicevo…DI
ALLONTANARTI DA QUI PIU’ CHE
POTEVI!!»…«Akemi…»
indietreggiava lui
«…DI SEGUIRE LA TUA VITA!! Di seguire la tua
domatrice
di…DIMENTICARTI DI ME, io ormai non posso più
darti
l’amore, Beelzemon!! Io ormai…»
…di fronte a quei tre occhi increduli di rossore, di
lacrime, e
di dolore…
«…NON POSSO PIU’ DARTI
FELICITA’, io…!!
Non posso più accendere la luce, né del tuo
Digivice,
né del tuo cuore!»
Beelzemon scuoteva il capo incredulo…
«Io sono una suora!!...
…UNA SUORA, CAPISCI?!! Non posso più essere di
nessuno!
Né tua né di nessun altro! Vattene, adesso!! Va
via per
sempre, tu non mi indurrai nel peccato, Beelzemon!»
piegandosi
sull’altare, e nascondendosi il capo fra le braccia, quando
in
lui improvvisamente insorgeva una straziante ingenuità
«No! No Akemi ti prego non mandarmi via io ho bisogno di te!!
T-TI SUPPLICO!!» tra le lacrime, ma lei gridò
«VATTENEEE!!!...»…«Ahhh!»…«Io
sono la sposa del Signore, io per te sono e resterò per
sempre
un’ombra del passato! Vattene ovunque altrove, dopo il
matrimonio
di Mako parti per il tuo mondo e non tornare qui io non voglio
rivederti mai più, addio
Beelzemon!!»…«Akemi…»…«ADDIO!!»
…rigida e inflessibile, senza guardarlo…mentre
lui
ripiegava le sue tristi ali…
…e
si allontanava lentamente. Akemi scoppiò in lacrime, che
affluivano disperate…
…quando lui improvvisamente si voltò
«SE NON MI
VUOI ALLORA ANCH’IO SAPPI CHE NON VOGLIO PIU’
VEDERTI! TI
ODIO, AKEMI! TI ODIO!!!»…
Lei si piegò sull’altare «S-Signore!!!...
…p-perché, Signore?!! P-Perché mi hai
portato via
il mio piccolo e amato…I-Impmon?!»
Beelzemon
corse nel corridoio gemendo per il suo dolore quando qualcuno lo
bloccò «Ehi tu, aspetta! Dove pensavi di
andare?!»…«LASCIATEMI MADRE
KATSUMI!»…«Ti devo parlare!»
seguitava a
bloccarlo ostinatamente nonostante la mole di lui contro quel fisico
minuto da suora «AH, NON VOGLIO ASCOLTARE, LASCIATEMI IN
PACE,
TUTTI QUANTI!!! OUCCHHH!» ma lei gli piantò il
bastone sul
piede, così che lui dovette cedere «Almeno
così
sarai costretto a starmi ad ascoltare: vieni, andiamo in un posto
tranquillo. Oh, benedetto Iddio!!» prendendoselo
sottobraccio, e
trascinandolo con sé…
…mentre
Akemi si piegava presso quell’altare, e le forze sembravano
prossime a mancarle, il suo respiro si faceva affannoso…(fine-canzone)
«Mako, ti
sta giusto il vestito da sposo?» chiedeva la voce nasale del
signore Ayami. Ma il ragazzo era rimasto seduto sul suo letto a
carezzare, sfiorare nonché fissare
quell’orsacchiotto che
teneva in braccio «Makooo, se non ascolti me rischi di
ignorare
anche il sacerdote quando dovrai dire sì! Si può
sapere
cos’hai, ti sei
addormentato?!»…«…
…uh?!
Cosa, papà? Che mi…stavo
dicendo?»…«Mmm…dove hai la
testa?» fece
il padre riaccomodandogli con fare spiccio seppur affettuoso la camicia
e quell’abito elegante e scuro «Devi ancora
sistemarti i
capelli come si deve, devono stare…più in ordine
per la
cerimonia di questo
pomeriggio!»…«…oh?
Pfff…uhmuhm! Guarda i
tuoi!»…«Ahhhhhh…!»
gemette l’uomo
«…non infierire, è da stamattina che
stanno
così sollevati, sono talmente stressato per questa cerimonia
che
vorrei tanto fare come te, estraniarmi da
tutto!»…«Oh, ma adesso…vengo
ad aiutarti,
scusami, mi stavo solo perdendo un po’ fra…
…alcuni ricordi di infanzia…»
Il
padre non trovava pace nell’accomodare l’abito del
figlio
esattamente come Mako faceva con quell’orsacchiotto, sembrava
scosso da un’inquietudine costante e incessante, che non
glielo
faceva vedere mai pulito e a posto, non si capiva come cercasse di
sistemarlo…
…fino a scorrere le sue dita sui punti di sutura sfruttati
per
riattaccargli il braccio «Papà…ascolta:
Beelzemon
è passato? Deve…anche lui prendere il
vestito.»…«Mmm, deve venire proprio
quiii…?»…«Ma
sì…!»
rispondeva Mako con apparente calma e naturalezza, senza smettere di
toccare quei punti «Mi sono preoccupato io di comprargli
l’abito!...volevo una sua opinione…
…voglio che sia perfetto oggi…
…il giorno del mio matrimonio…anche il mio
Digimon
dev’essere impeccabile…»
…smarrendo i
suoi occhi oltre gli occhiali in quelli del peluche…mentre
il
padre commentava «Uhmf! Non…è che mi
vada tanto di
vedere quel tipo! Comunque, se tu stai più tranquillo
così lo faremo
venire.»…«…senti come
abbaia?»…«Il cane? Ah, quando non lo
fa?»…«Uhm…ma oggi lo fa in un
modo diverso,
ha capito che mi sposo, ha-ha paura di separarsi da
me…» …Mako accennava un
sorriso, ma era
tremulo, insicuro seppur intriso di una prorompente dolcezza…
…il padre lo fissava e sembrava notarlo, ma non dargli forse
più di tanto peso «Senti…figliolo
abbiamo ancora un
po’ di cose da rivedere. Eh? Cerchiamo di fare mente locale,
poi
facciamo venire qui anche…ancheee…il tuo amico,
il tuo
testimone.»…«Ahah!
Papà…che dici?
Quando sarò sposato con Jeri…smetterò
di sentirmi
così solo?»…«Eh? Ma
certo…è
ovvio! Quando ho sposato tua madre finalmente sono uscito da quella
grande depressione, sarà tua moglie, e dividerete tutti i
problemi e le gioie della vita. E’ il matrimonio,
Mako.»…«Sì,
così!...io…finalmente la-la
smetterò…di
sentirmi…in questo modo…»
…carezzando
l’orsetto con più intensità
«…mi
sento…diviso, a metà! Eh…?
Con…chi parlo,
eh papà? Con chi mi specchio? Con chi litigo?
C’è
bisogno anche di quello!»…«Ma certo,
come farei io
senza i battibecchi con tua madre,
scusa?»…«Ecco! Tu
mi capisci papà, meno male che ho te: te ne rendi conto, no?
I-Io mi sento…perso, smarrito! Perché
prima…perché prima io avevo un'altra
metà! No?
Avevo…una sorella, io ero…uno spicchio, lei
l’altro! Lei…miii…riportava alla
ragione, io ho
bisogno di una persona che mi aiuti…»
accompagnandosi con
una mimica convinta, mentre fissava nel vuoto avanti a se
«…a ragione a-altrimenti mi sento instabile!
Sì
ecco…e-e anche Impmon, cioè Beelzemon, io di
tutti
loro…ho bisogno, come ho bisogno di te,
papà!»
afferrandogli il braccio. Il padre picchiettò bonariamente
su
quella mano «…come ho bisogno de-della mamma, di
Jeri:
punti fermi! Perché adesso…Jeri è
diventata
fondamentale perché essendo una presenza femminile,
io…ho
bisogno del confronto con una presenza femminile perché
prima
c’era Akemi che…anche con i suoi rimproveri,
d’accordo, però mi aiutava a crescere!
Sì…
…sì, lei criticava sempre il mio brutto carattere
e
diceva c-che io praticamente sono tendente alla lite…a volte
si
addossava anche lei la colpa ma in realtà io-non credere-io
sono
sono cosciente di essere maggiormente responsabile di lei s-se si crea
una lite, perché effettivamente io ho un brutto carattere
però…ecco vedi magari se me lo si fa notare
io…lo
capisco! Io ho bisogno di punti di confronto per questo
ora…è-è fondamentale che sia tornato
Beelzemon,
cerco di spiegarti anche perché ho voluto che fosse il mio
testimone perché-perché per me…i-il
fatto che
Impmon…quel giorno, nel pericolo, sia diventato il mio
Digimon…è-è-è stata una
tappa importante!
Nessuno ci crede ma mettiamoci nei panni di me da bambino,
vedere…
…apparire quel Digivice, nel buio, mentre stavamo scappando
queste sono cose…che in fin dei conti ti
segnano…»
…rivolgendosi al padre
«…no?!» e ponendo
quest’ultima domanda come qualcosa di improvviso e vitale
«Figliolo…
…so quello che stai passando ma non preoccuparti,
ora…tutto si
sistemerà.»…«Sì!»…«Tu
ti sposerai con Jeri, lei…hai visto non era come credevi
tu!» (ma l’uomo si volse dall’altra parte
facendo
un’eloquente espressione, come se non credesse
granché a
quanto lui stesso affermava) «Sì! Sì,
hai visto
papà?!! Qua-Quando lei mi ha tradito CIOE’ quando
io…h-ho pensato di essere tradito da lei mi sono sentito
malissimo! Perché io papà vedi…vedi
questo
orsacchiotto io, io gli ho staccato questo braccio. No?
Vedi?»…«Lo so, lo
conosco…»…«Ecco ma
perché io…mi
sento sempre vuoto, insufficiente! Quindi…cercavo di
colmare,
volevo più cose i-io è per questo che voglio
sempre di
più, di più, più cibo a tavola, voti
alti a scuola
perché io devo…colmare ma ho bisogno anche di una
persona
che…che mi riporti all’ordine i-io vedi? Ho
bisogno di
qualcuno…tuttora
che…tiri…quest’orso…dall’altro
lato
altrimenti io mi sento
perso!»…«Eeeeehhhh, vedrete
quante litigate, poi una volta sposati! Ne avrai fin sopra la cima di
questi capelli ancora non pettinati! Vieni! Vieni con
papà!»…«No! Papà
aspetta ma non
è che poi non sentiamo il campanello se viene
Beelzemon?»…«Aspeeeeetta, quanto sei
ansioso!»…«Perché poi
lui…s-se magari
non ci vede, n-non mi vede qua dentro pensa che siamo usciti senza di
lui e può andarsene via, come l’altra volta! E-E
io
non…»…«Vieni
quaaa…!»…«Papà, il
Digivice
io…non è colpa mia se non si è
attivato!»…«Ma lo
s-»…«E’-E’
perché doveva
esserci…anche Akemi però lei è voluta
entrare in
convento, papà!! Questo Digivice era nato per essere usato
da me
e da lei, vedi che separati non funzioniamo a
dovere?!»…«Adesso ti spooosi, che volevi
rimanere
sempre appiccicato a tua sorella?»…«No!
Per
carità io…
…voglio crescere e diventare maturo e indipendente,
però…è-è per questo che ho
preso come
modello Beelzemon perché lui l’hai visto
papà,
l’hai visto papà? Lui…ha…la
moto,
lui…è indipentente non…ha bisogno di
altri io
magari stando con lui, stando anche…molto con lui appunto
magari
diventerò anch’io così
perché so di avere
problemi! Io…
…ho bisogno sempre di qualcun altro…
…temo la solitudine…»
…smarrendo il suo
sguardo per poi farlo cadere di nuovo sull’orsetto, mentre il
padre lo conduceva per mano «Non temeeere, Mako: presto tutta
la
tua vita andrà a
posto.»…«Sì!»…«Avrai
una
famiglia, avrai dei figli…dei cani se vorrai, quella
creatura
che ami tanto è tornata, sarà accanto a te,
sarà
in pratica…»…«Come quando ero
piccolo!
Papà io…io rimpiango tanto quei tempi
infatti…p-perché non fanno più quel
gelato…come lo facevano in quel negozio, ti ricordi? La
mamma lo
comprava
sempre…»…«Eh…ma lo
facevano i
padroni del negozio, poi il negozio ha
chiuso!»…«Sì però
io lo rimpiango
perché per me…
…quegli anni…erano i più belli in
assoluto! Davano
i Digimon in televisione…
…e-e io e la mia sorellina ne avevamo ricevuto uno! Era
fantastico, p-perché anche se litigavamo!...anche se
litigavamo,
papà!!» ci teneva a puntualizzare il ragazzo
«…e-era bello! Era felice…
…erano tempi spensierati, si poteva sognare ed
ora…
…ora con Jeri sarà lo stesso
perché…perché anche
lei…è una
Digimon Tamer…
…sì lei era una…della
squadra…d-di cui poi
faccio parte anch’io, anche se mi avrebbe fatto piacere
combattere una battaglia al fianco del mio Digimon! I
Digimon…
…l’infanzia, Akemi, il nostro amato
mondo…» ...mentre il padre iniziava a
pettinargli i
capelli, ma lui era come se non se ne accorgesse
«…i-i
nostri giochi di bambini, voglio tornare ad allora…
…h-ho bisogno vitale di tornare ad
allora…»
«Qua non
ci disturberà nessuno.» Snowhitemon chiudeva,
stando
attento a non far rumore, la porta di un vecchio deposito in cui
venivano conservati attrezzi ginnici e palloni logori «Non so
neanche perché sia venuta qui! Con tutto quello che ho da
fare
oggi…sono in mortale
ritardo!»…«Andiamo Jeri,
che dici? Abbiamo tempo ancora, la partenza è questa sera e
se
vuoi…poi vengo io a casa ad aiutarti a fare i
bagagli!»…«Ma no, no, no, no…
…noo…!!» gemette lei portandosi la mano
sulla
fronte, e il Digimon accorse «Jeri!...
…sta
calma, ti prego. Ci sono qua io, cos’è che ti
scuote
così tanto!» ma lei stentava a rispondere, tanto
che lui
cercò di sorriderle «Hai visto? Ho scassinato come
niente
fosse quella serratura, e dire che quando ero piccolo mi ci voleva
minimo l’aiuto di Guilmon, qui venivano
conservati…tutti
gli attrezzi delle mie gozzoviglie notturne, ti ho condotta qui
perché…essendo la tua vecchia scuola penso che un
luogo
del passato aiuti a fare chiarezza nella propria mente, e nella propria
vita. E poi…se vuoi proprio saperlo questo luogo
è caro
anche a me. Non immagini quanto tenga ai nostri ricordi…da
quando so che partiremo tutti insieme non sto più nella
pelle,
quest’aria…mi sembra quella che soffiava dieci
anni fa!
Quando eravamo tutti più
spensierati…»…«Ma noi
non…
…ahhh,
non partiremo
assieme!!»…«Ma…?! Che stai
dicendo, Jeri?!»…«Quello che ho detto,
ma tu non
dirlo a nessuno!!»…«Ma…?!...
…perché Jeri, non vuoi venire a
Digiworld…?»
domandò con delicatezza il minotauro, allungando il dito
fino a
sfiorare il viso di lei, sempre più pallida e agitata
«Io
lo so…
…lo so il
perché…» parlava piano Snowhitemon
«…ti fa paura. Eh…?» e lei lo
guardò
negli occhi «…hai paura…
…che
risucceda come l’altra volta, di rivivere tutti gli orribili
ricordi collegati alla morte di
Leomon…»…«Ah,
io…
…!!!
SI’! SI’, LO AMMETTO, E’ QUESTO IL
MOTIVO!» ma
guardava altrove…celando ben altre
ragioni…«Jeri lo
so!!...
…s-se
vuoi posso aggiungere anche “calù” se ti
fa sentire
a casa!...
…nessuno più di me sa quello che hai
provato…»
La ragazza
gemette, e si prese il viso tra le mani «Ma ci sono qui io!...
…ci siamo tutti noi e…
…beh…
…qualora io non potessi bastare…
…c’è Takato…lui ti vuole
bene…
…per lui
sei la cosa più importante…e io so
che…»
…socchiudendo quegli occhioni verdi in una sfumatura un
po’ malinconica, che però non perdeva la ferrea
convinzione delle sue parole «…io so che per te
è
lo stesso! Te lo leggo dagli occhi ed è una
cosa…stupenda!...
…so
che siete
innamorati…»…«Snowhitemon…»…«…Jeri,
amica mia, non devi temere, Takato ti proteggerà: quando si
ama
una persona si è disposti…a compiere qualsiasi
rischio,
anche a sacrificare la propria vita
per…»…«AHHH!!»
Ma lei si
nascose il volto con più intensità. E lui
sussurrò
«Scusami!...» afferrandole il braccio pacatamente,
e non
senza un po’ di esitazione «Scusa se ti ho
ricordato
Leomon, però…
…i
ricordi del passato non devono impedirci di scrivere il nostro futuro!!
Lo abbiamo tanto atteso, tutti, e anche tu, ne sono sicuro!!...
…sento
che vuoi tornare a Digiworld…anche se hai paura! Tu
vuoi…affrontarla, perché sei una ragazza
coraggiosa! La
ragazza che ho affiancato in quei giorni di inferno…
…e che mi
ha dimostrato tutto il suo carattere, e la sua
determinazione!!»…«Calumon…»…«…adesso
sono Snowhitemon…
…così come tu non sei più una bambina:
sei quasi
una donna! Io…credi, farei di tutto perché tu
fossi un
giorno…completamente felice, sono dieci anni che desidero
questo
ed ora…
…hai in
pugno la tua vita per compiere un’importante decisione!...
…non
farti bloccare, Jeri! Tutti noi abbiamo bisogno di
te…»
Ma il cellulare della
ragazza squillò improvvisamente. Jeri dilatò gli
occhi. E
riconobbe il numero del padre «…! Devo
rispondere!»
ma Snowhitemon assottigliò il suo sguardo «Chi
è?
Perché tanta fretta da
scappare?!»…«Ahh!» lui le
bloccò la
mano con la sua. E con decisione le prese il cellulare, aprendolo senza
dire niente vicino al suo orecchio.
«Nooo!» gridò Jeri.
Ma dal telefono fuoriuscì la voce del padre «Insomma
Jeri, cosa fai ancora in giro a quest’ora?! Hai dimenticato
che
ti sposi questo pomeriggio?! Il padre di Mako ha telefonato quattro
volte per sapere se era tutto in ordine, e se gli dico che sei ancora
fuori si insospettirà!»
Quello che
più si insospettì, fu però il
minotauro «Che
è storia è, questa della matrimonio?!»
«Pronto?!
Jeri?! Ma chi parla?!»
«…sono
Snowhitemon!»…«Nooo! Ridammi il
telefono!»
«Chi diavolo
saresti?!»…«Quello
delle cascate, quello di dieci anni fa, lo vuole capire che sono sempre
lo stesso?!!»…«Snowhitemon, ti
prego!!»
«E
dov’è mia figlia?!»…«E’
di nuovo con me come nel D-Reaper, in un luogo sicuro da
gente…da gente come lei!!!» ma Jeri
riuscì a
strappargli il cellulare «Pronto,
papà?!»…«Jeri!»…«Non
dire niente, sto arrivando!!» richiudendo rapida ed
accingendosi
ad uscire in fretta, ma Snowhitemon le si parò di fronte
«Jeri, ma si può sapere che razza di follia
è
questa, vuoi sposarti con Mako?!! Vuoi rinunciare a partire con
noi?!!...tu non lo ami!!»…«Mi
dispiace!...
…ma
queste sono cose che posso sapere soltanto
io!»…«No,
Jeri aspetta!!» lei cercava di superarlo ed aprire la porta
«Non ti lascio passare, non ti lascio buttar via tutti gli
sforzi
che ho fatto dieci anni fa!»…«Se mi vuoi
bene
veramente, se ci tieni alla mia vita fammi passare, Calumon! Il
mio…
…è-è un tentativo
disperato…»…«Oh questo lo
vedo, me ne
accorgo! Quello che voglio sapere è cosa
c’è dietro
tutto questo?! Tuo padre? Rispondi! E’ lui che ti
costringe?!» ma lei irrigidì
l’espressione
«No! Sono io che decido della mia
vita!»…«Sta
molto attenta! Ci sono…agenti del D-Reaper ovunque: ANCHE
invisibili!!...
…si
nascondono nelle scelte dettate dalla paura e dalla codardia! E attuano
lo stesso piano: rubano la volontà e ci rendono loro
schiavi!»…«Senti! Io non sono schiava di
nessuno…
…stavolta
è una libera scelta, sono io che scrivo il mio
destino!!»…«Jeri! Non te ne andare!...
…non so come fare a convincerti: Jeri io!...
…ti
amo.»…«…cosa…?!»
restò
senza fiato, e senza saper cosa pensare «…ti amo:
so
benissimo che tu non mi ami! Non importa: credo che ci sia un solo uomo
nel tuo cuore, e quello è Takato! Lascia stare, questa di
Mako
è soltanto un’idea
folle!»…«Se è
vero che mi ami…
…allora
rispettami: non voler tu indirizzare le mie scelte come faceva il
D-Reaper!»
«Jeri…» ma quelle parole lo avevano
bloccato,
facendo insorgere l’insicurezza in lui, di cui lei
approfittò per aprire la porta e andar via…
«Io…non
voglio dominarti, desidero solo proteggerti! Jeri…»
“Devo essere
forte, devo resistere!!” stringeva i denti la ragazza
“Lo
faccio per mio padre! E’ perché sono una ragazza
responsabile che rinuncio al viaggio!...
…e
a un matrimonio d’amore! Perdonami…Calumon,
piccolo grande
amico!” chinando tristemente il capo, senza arrestare il suo
passo svelto attraverso il campo di calcio…mentre il
minotauro
bianco la scrutava malinconicamente…
“Ma
tu mi hai lasciata bambina, e ora sono quasi una donna! Ho dei
doveri…non sono più quella di allora, cerca di
comprendermi!!” accelerando il passo.
«Jeri…
…ma che sto facendo? Io…
…non dovrei lasciarla andare! Se solo i
sentimenti…e il
passato non mi rendessero così
insicuro…!»
smarrendo lo sguardo verso il soffitto crepato di quel deposito.
«Non
c’è…qualcosa, o qualcuno, che per te
sia più
importante di tutto?! Più importante persino della tua
stessa
vita!» era la domanda secca e diretta di Madre Katsumi,
rivolta a
Beelzemon seduto accanto a lei tra i banchi della cappella
«Certo!! Akemi!! Per me lei è la
cosa…fondamentale,
è questo Madre che non capisco! Se lo sono anch’io
per
lei, quale giuramento o promessa potrebbe essere superiore,
più
grande?!! Se queste sono le vostre leggi…mi dispiace! Io non
posso altro che
disconoscerle!»…«…uhm. Si
capisce. E’ ovvio!» l’anziana suora lo
stupì
con quell’alzata di spalle, ed il modo in cui lo guardava
attraverso i suoi occhi azzurri «Voi lo
capite?!»…«Mi sembra logico, quando
teniamo a
qualcuno ci appare impossibile che vi siano delle priorità
in un
ordine che ci fa uscire sconfitti. Però le cose nella vita
non
hanno mai un solo verso…e forse è così
per te
perché dopo tutto tu
sei-»…«No, vi prego!!
Non dite anche voi questo, ne ho abbastanza di sentirmi ripetere la
stessa storia!! “Io sono un Digimon e quindi non posso capire
le
scelte degli uomini!”: ma io amo, Madre!! Io sono
fatto…di
carne e ossa come tutti, anche se la mia carne è fatta di
dati,
e le mie ossa sono variabili informatiche intrecciate! Il mio
cuore…pulsa di sentimenti esattamente come il
vostro!»…«E la tua bocca parla e
straparla dando per
scontato che gli altri ti dicano ciò che TU non vuoi
sentire!
Senza nemmeno accorgerti…che non mi sono ancora pronunciata,
io
non volevo alludere alla tua natura: queste per me sono tutte
sciocchezze!» liquidò con sincero disprezzo
«Che
senso ha fare differenze fra noi, la carneee…il sangue,
è
vero! E’ uguale per
tutti.»…«Ahh!»…«…io
mi
riferivo all’età! Tu sei ancora giovane…
…e bene o male
ne hai di strada da fare per capire come vanno certe
cose!»…«…io sento davanti a
me un muro,
è invalicabile, per me non c’è
futuro!»…«Uhm!...siamo messi
bene!»…«Se Akemi non può
ricambiare il mio
amore…c-che senso ha tutto, che significa che io continui ad
essere in giro?! Tanto non ci sarà mai qualcosa in questo
mondo
che potrà ripagarmi tanto quanto il suo
amore!»…«Forse no. Ma ci sarà
qualcosa
comunque. Qualcosa da provare, sperimentare, qualcosa a cui non si era
pensato: ma che il nostro cuore può star aspettando
essendone
incosciente esso
stesso.»…«…in questo momento
non mi sembra di vedere niente! La moto del mio cuore…
…si è
impantanata, in una strada buia. Fredda, regna il gelo e vi
è
assenza d’amore! E’ un
quadro…» alzando gli
occhi verso il grande dipinto tempestato di angeli
«…apocalittico e
malinconico.»…«E’ un
quadro…che
talvolta si frappone dinanzi ai nostri occhi, ma che abbiamo la
possibilità di restaurare con il nostro personale tocco, al
fine
di conferirgli quella luce che gli
manca.»…«…luce…?
Dentro di me non
c’è
luce…»…«…ah questo
lo
so! Però…!...uno che non ha luce dentro di
sé
significa che ha conosciuto le tenebre quanto basta per
capire…talvolta…
…cosa spinge qualcuno a fare determinate scelte. Prima ho
detto
che sei giovane ma in fin dei conti sei anche abbastanza cresciutello
per avere delle esperienze tue in cui
scavare.»…«Se
voi sapeste, Madre, la mia vita è stata…
…tormentata! Piena di scelte
controverse!»
…rivedendo in un vortice di ricordi, il piccolo ma asperrimo
Impmon accettare un patto offertogli da una creatura crudele
«…tanta violenza…»
…ricordandosi dei
colpi inferti da Beelzemon sui corpi stremati di amici e nemici
«…tanta al punto tale da far credere in certi
momenti…che non vi fosse speranza! Che non ci fosse
più
amore…» …rivedendo una
moltitudine di Digimon
insettiformi ricoprire il corpo di Beelzemon quasi a volerlo
divorare…
«…il sentimento per Akemi è stata una
scintilla nel
buio! Grazie a quello ho ritrovato la forza per andare
avanti.»…«Siete stati separati per molto
tempo: ci
sarà stato anche dell’altro che ti ha
aiutato.»…«Ma sì,
l’affetto dei miei
amici, il loro perdono!»…«Uhm!
Amicizia…perdono, sono parole interessanti. E dimmi
Beelzemon…»…«Sì!»…«…tu
hai sempre onorato queste parole? Non c’è stato
mai
qualcosa che ha prevalso su di
esse?»…«…io…
…inizialmente non sapevo cosa fosse l’amicizia! La
temevo…» …ripensando
all’orso tirato da
un lato all’altro, e al suo brivido al pensiero di fare la
stessa
fine «…ma poi quando ho scoperto quanto fosse
importante
ho sempre cercato di-di…di essere onesto, leale, di non
mentire
mai!»…«E ci sei riuscito, ogni
volta?»…«Io…!!»
“…no!...
…no, ho mentito!! Ho mentito…con Mako, ho mentito
a
proposito di Takato, come mi aveva chiesto Jeri!”
«Anche se
non parli io comprendo la tua risposta. Non c’è da
vergognarsi: tutti ci cadiamo, prima o poi. Ma questo può
servire a dare un senso alle scelte degli altri, a volte non
è
che vogliano tradirci. Non significa che non siamo importanti per loro.
Ma ci sono alcuni vincoli, alcune realtà che dentro il
nostro
cuore sono forti al punto…che si è disposti
persino a
sacrificare qualcosa che per noi è vitale…pur di
non
mancarvi di rispetto.» “…forse
è vero! Per me
l’amicizia…è una cosa fondamentale,
però!...
…il debito che sento di avere nei confronti di Jeri, a
seguito
di tutto il male…che le ho fatto ha preso il sopravvento! Mi
ha
fatto dire una cosa non vera nei confronti di un caro amico che sulla
terra non mi ha mai scordato, mi ha fatto mentire e tacere a Mako, che
per me è così importante, è come un
fratello!
Chissà…
…allora forse per Akemi…questa promessa, rivolta
a un Dio
che…neanche conosco, è importante altrettanto.
Forse ho
fatto male a parlarle così duramente, ad aggredirla e
pretendere
che rispondesse ai miei sentimenti!!”
«Ehi.»…«Ascoltate,
Madre!» chiese il
Digimon dai tre occhi arrossati e stanchi
«…è…molto importante, mi
serve per capire
ciò che mi sta accadendo! Potreste…
…parlarmi di questo Dio che per voi viene prima di
tutto?»…«Ah! Molto volentieri, era
proprio di questo
che volevo discutere con te, vedi un
poco!»…«Dite
davvero?»…«…ah certo: e a
questo
riguardo…desideravo affidarti una piccola, grande
missione.»…«Ah! Sul serio?! Madre
Katsumi dovete
capire: questo Dio per me significa Akemi! E’ il cammino che
lei
ha scelto, se è stato così
importante…da
condizionare il nostro destino assieme, se lei…lo ha voluto
allora anch’io ne ho
bisogno!!»…«Capiti a
fagiolo: senti, considerami un’indiscreta però
qualche eco
del vostro discorso mi è giunta, prima, quanto basta per
afferrare che si ventila l’ipotesi di un
certo…viaggio!»…«Oh! Un
viaggio?
Sì!»…«Un viaggio nel tuo
mondo, giusto?
Tieni!»…«Oh! Che
cos’è questa
roba?»…«Sai leggere,
no?»…«Oh
beh…sì, mi arrangio come
posso!»…«Leggilo nelle sere in cui non
hai niente da
fare. E’ la Bibbia, il nostro Libro Sacro. Qua dentro
c’è racchiuso tutto ciò che per noi
è la
guida e il senso. Sfogliando le sue pagine capirai molte cose. E poi
volevo chiederti di parlarne ai tuoi
simili.»…«Dovrei parlarne ai
Digimon?»…«Ahhh??? Perché mi
guardi come ti
avessi chiesto di commettere un delitto! Sono giorni!...da quando ti ho
conosciuto che mi interrogo su quale vita possano mai condurre creature
come te in un mondo…dove nessuno parla loro di
Dio!»…«…beh…noi ci
impegnamo ogni
giorno per ricostruire una vita di pace e
serenità!»…«Ah certo, ma
ognuno di voi lo
farà contando ESCLUSIVAMENTE sulle proprie forze:
l’idea
di un Aiuto divino sarà del tutto scartata. Lungo il suolo
digitale regnerà l’ateismo allo stato puro!
Invece, grazie
a te, le cose possono cambiare: e forse…la nostra Parola
può accendere una piccola luce anche per il vostro popolo!
Vedrai: al ritorno dal tuo viaggio…può essere che
qualcosa in te sia cambiato!»…«Madre, vi
ringrazio!
In questo momento è la sola traccia che mi
rimane…»
smarrendo i suoi occhi lungo quel futuro nebuloso «Ah! Di
niente.» fece l’anziana suora avvicinando il suo
viso e
mormorando «…e consideralo un regalo da parte
delle altre
sorelle: ancora ti ringraziano per quei canti stupendi che ci hai
fornito.»
Fra i suoi
artigli, quel libro dalla scritta in oro faceva uno strano
effetto…ma ora Beelzemon lo toccava come quel cumulo di
risposte
che al suo cuore ancora sfuggivano.
«A-Ahhh…
…chi è…?» tendeva la mano un
po’ alla
cieca un anziano orso marrone «…sono venuto a
ringraziarla…» sussurrava Henry «Sono
quel ragazzo
che voi avete raccolto, e generosamente
accudito.»…«…ah!...il
giovane…il
giovane umano!»…«…lei
è il capo del
villaggio dei MudFrigimon…? Vive qui da molti anni, non...si
ricorda di quando con i miei amici venimmo a far visita alla sua casa?
All’epoca…
…una moto…che sembrava impazzita tormentava le
vostre
esistenze!»…«Ah!...aahhh…la…la
moto
infernale!»…«…allora lo
ricorda? Ebbene
noi…ci conoscemmo quel giorno…» quelle
parole si
adagiavano con molta dolcezza, con gran premura Henry sfiorava le mani
dell’anziana creatura «I miei
amici…volevano
affrontare…questa minaccia, io invece…ero un
giovane…riflessivo…
…dall’aria molto compita, me ne stavo al mio
posto, li
invitavo…a non dare ascolto all’impulso, e a
rispettare la
vostra scelta di rassegnarvi, senza rendermi conto…
…che loro avevano ragione! Che bisogna
sempre…ribellarsi
a ciò che è ingiusto, e saper sperare in un
futuro
luminoso: ero…il più immaturo in quel gruppetto
di
ragazzi, non so se ricorda di me…» con la voce che
gli
moriva, ma l’anziano orso sembrò contento di
esprimere
«Ohh!...sì!...sììì!
Eri…eri!...
…così
educato…così!…aggraziato…»…«Oh…ma
per carità, non così tanto. E adesso…?
Ditemi,
siete sereni…? Avete potuto godervi…quel futuro
che avete
tanto meritato, patendo così a
lungo?»…«Ahhh!...la
nostra…vita…
…fluisce come un fiume, oltre gli
ostacoli…sospinta…dall’amore,
nonostante!...
…nonostante un terribile nemico incomba su
Digiworld!»…«Ah!...
…un nemico, ha detto…?» chiese
Henry…e con
una discrezione quasi ultraterrena si fece più vicino al
capezzale della creatura «Mi dica di lui, io…sono
tanti
anni che non combatto. Sono finito qui per errore, alcuni
Digimon…mi hanno catturato. Non ho più il mio con
me. Non
so più se posso essere in grado di aiutarvi,
ma…finché
potrò…farò tutto il
possibile, non permetterò che su voi Digimon si abbatta la
disgrazia, io…lottai contro il D-Reaper tanti anni
fa…
…adesso ho un figlio. Ho un figlio e una famiglia sulla
terra,
ma ciò nonostante voi siete rimasti scolpiti nel mio
cuore…
…farò quel che posso per darvi una mano se
c’è chi ancora vi fa del
male…»…«Ahhh…si
avvicina! Lo
sento…
…si fa sempre più prossima…la nostra
fine.»…«…! Cosa cerca? La mia
presenza vi
mette in pericolo? Se così fosse non dovete temere di
dirmelo,
non esiterei ad andarmene, io non voglio!...
…che il vostro popolo paghi per qualcosa che il nemico vuole
da
me…» ma il capo villaggio afferrò la
sua mano
«Nooo! No ti prego…non andare! Non ci
lasciare!»…«Ah!...
…non si sforzi. Calma…d’accordo io non
andrò. Vi prometto che non andrò ma lei non si
sforzi,
cerchi solo di dirmi come posso fare per
aiutarvi…»…«C’è…c’è
una cava…
…un’antica cava…nelle
profondità del nostro
villaggio, i miei…simili lo sanno, ti
condurranno…lì!»…«…che
cosa
c’è in questa cava? Se…può
rispondermi…»…«…capirai…c-capirete,
voi umani…molte cose…
…circa il destino…di tutti noi!!
Ahhh!»…«Non parli
più!» fece Henry
constatando la tosse dell’anziano Digimon «Non si
sforzi,
glielo prometto: mi farò condurre dagli altri MudFrigimon
presso
questa cava…nel frattempo…
…sono sicuro che i miei amici umani accorreranno per salvare
Digiworld, loro!...sono rimasti una squadra di persone oneste e leali,
vi amano tanto...amano molto voi Digimon, e non esiteranno a
proteggervi come allora. Ve lo
prometto…»…«Grazie…e…
…sbrigati, è
fondamentale!!»…«D’accordo…»…«Il
nemico si avvicina…non so ancora…quanto
riuscirò a
proteggere il mio
popolo…»…«D’accordo…»
ribadiva Henry con un filo di voce…ma con abbastanza
coraggio
nel cuore per sentirsela di rischiare. Si volse così verso
gli
altri MudFrigimon «Avrei un favore da
chiedervi…»
Rika stava
facendo ritorno a casa, proprio mentre Renamon si affacciava per
muovere qualche passo sullo scalino esterno «Allora, eccomi
qua.» disse la ragazza dai capelli rossi, carica di buste in
entrambe le mani «Con un po’ di lotta ho preso
tutto il
necessario: dunque! Qui sono le scatolette speciali per Akirmon e
Nymon, ti ricordi? Te le ho fatte vedere, erano in offerta, ci sono
quegli ingredienti particolarmente indicati dare energia alla struttura
ossea, dovrei averne prese a sufficienza, no? Beh ho un po’
abbondato ma non si sa mai, per un viaggio simile! Chissà
che
troveremo a
Digiworld…»…«Rika…non
voglio che ti affatichi o ti prendi preoccupazioni, hai già
abbastanza pensieri.»…«Stai scherzando?!
Mi fa
piacere! Anche Rea ha preso tutto l’occorrente per Benji,
perché io non posso fare lo
stesso?»…«Beh
ma…
…Benji…è suo figlio!»
replicò la
volpe dorata sgranando un po’ gli occhi, e Rika «E
allora?
Akirmon e Nymon è come se fossero miei nipotini! Mi
gratifica
come non immagini prendermi cura di loro: dai, ricontrolliamo insieme
le cose che ho comprato. Allora…!»
“Rika…continuo a dirlo negli anni. Sei
eccezionale!”
«Questo ti piace? E’ un nastro, me lo sono lasciato
scappare! Magari porta
fortuna…»…«Ma è
troppo…»
…ma
le due non sapevano di essere osservate da una creatura mimetizzata tra
gli alberi del giardino «E così la cara comitiva
di
Digimon Tamers ha intenzione di partire per il nostro mondo.»
disse un essere dagli occhi sottili e le ampie ali ghiacciate
«Del vostro mondo sento parlare da dieci anni…e
non mi
sono tolta mai il gusto di vederlo, dev’essere proprio
demenziale
e invivibile!» replicava una donna che non sembrava trovarsi
granché a suo agio in cima ai rami «Lo vedrai
molto
presto,
Nami…»…«…?! Hai
intenzione di
portarmi fin laggiù?!! Tu sei pazzo, io non ci
veng-ah-ah-ahhh!!!»…«SHHH…(!!!)»
IceDevimon le tappò la bocca e la sorresse, impedendole di
cadere «Vuoi restare forse qui? Lo sai che tuo marito ha
fatto
ricorso e quasi sicuramente lo vincerà: se vuoi evitarti una
figuraccia ti conviene seguirmi, come sai abbiamo da potenziare
questo.» …mostrando nuovamente a quegli occhi
instabili e
impauriti il Digivice a forma cristallo di ghiaccio «E come
pensi
di potenziarlo, razza di sciocco?! L’altra volta ti sei
lanciato
contro di loro, e hai fatto una figura ben più misera di
quella
che farei io in tribunale!»…«Acqua
passata…» sorrise appena il diavolo di ghiaccio
«Già, dicesti lo stesso riguardo a dieci anni fa,
scommetto! Chi si mette in società con te rischia di farsi
vecchio senza ottenere risultati
tangibili.»…«La
tua, di diventare vecchia, è un’ossessione, dolce
maestra:
ma in fondo so che muori dalla curiosità di
visitare…una
volta finalmente…
…Digiworld…
…il
leggendario mondo in cui i tuoi alunni più giovani e
spensierati
ti
precedettero.»…«Sì…!!»
assottigliò gli occhi la maestra Asanuma «Lo
ammetto, non
vedo l’ora di essere anch’io su quel suolo, non
sopporto
che dei ragazzini puntualmente più fortunati mi passino
avanti!»…«…e il tuo Digimon
esaudirà
un…sigh!...tanto commuovente desiderio. Pensare che per te
ha
elaborato un piano…»…«Di che
si
tratta?»…«Osserva
lì…»
IceDevimon puntò il suo dito dal gelido artiglio verso la
casa
della domatrice, e Asanuma mosse lo sguardo in tale
direzione…
…proprio in quel momento, giungeva Imagomon ad accostarsi
affettuosamente alla sua sposa «Guarda
caro.»…«E’ stata Rika ad
acquistarlo?»…«Ha avuto un pensiero
veramente
gentile per i nostri figli.»…«Ti
ringrazio…Rika.» si inchinò la volpe
nera, ma la
ragazza sorrise «Non devi ringraziarmi
Imagomon…come stavo
spiegando a Renamon non c’è cosa che mi appaghi di
più di avere ospite in casa la famiglia della mia
Digimon.»…«Sei una ragazza dal cuore
nobile.»…«…ti
ringrazio…»…«Da quando ti
conosco…finalmente sento di conoscere ancor più a
fondo
la mia sposa: il tuo nome…non ha fatto che echeggiare nei
suoi
racconti, per dieci anni. In fin dei conti devo a te…se ho
conosciuto Renamon ed abbiamo iniziato a parlare. Era…
…di te…che parlavamo.»
Gli
occhi di Rika erano velati da una profonda emozione
«E’
bello…vedere come non ci si
dimentica…»…«Stiamo
imparando…»
disse Imagomon «…e ancora impareremo, specie
grazie a
questo viaggio, quanto le distanze siano in realtà
un’illusione…che sfuma grazie al potere
dell’amore.
Amore…come quello che lega tutti noi. Sento che tu la pensi
come
me…Renamon.»…«Oh?!...certo…»
sfumò la voce della volpe, mentre appoggiava delicatamente
la
testa sulla spalla del marito, sotto gli occhi di Rika che li osservava
con rispetto…ma anche con il cuore cosciente di molte
verità, che non le permettevano di staccare lo sguardo dalla
sua
Digimon, ed interrogarsi su cosa sentisse in realtà nel
ripetere
«…certo, mio sposo…»
…e infatti
chiudeva i suoi occhi, come per non vedere se stessa…
Ma i
piccoli di volpe zampillarono fuori dal pelo del padre
«Abbiamo
sentito la voce di
Rika!»…«Così ci siamo
svegliati!» Imagomon sorrise e scherzò
«Ahhh, dite
che avete fame! Ma tutte queste cose non possiamo mangiarle ora, cari:
Rika le ha comprate per il nostro viaggio.» ma la ragazza
scherzò «Oh, dai, quanto rigore: ho preso anche
qualcosa
per consumarcela fra noi, intanto che aspettiamo l’ora
decisiva!» …i volpacchiotti esclamarono
«Rika, sei
fantastica!!» …e Renamon nonostante
tutto non poteva
fare a meno di accennare un sorriso…ed invitare
«Ora fate
piano, aspettate che sia Rika a darvi da mangiare, non tuffatevi nelle
buste.»
…commento di Asanuma fu «Dwwooouuuu!!! Ma che roba
è?!! Sembra una pubblicità di merendine da due
soldi, di
quelle che ti guastano lo stomaco! Non sapevo che anche fra i Digimon
andassero di moda certe così nauseanti famiglie
felici!!»…«…e infatti non si
tratta di una
famiglia felice.»…«Cosa?!»
…gli occhi della donna si attaccarono come due ventose a
quelli
sottili e beffardi del Digimon ghiacciato «E’
così
solo all’apparenza. Guarda attentamente quel
Digimon…ops!
Volevo dire quel
marito…»…«Uhm! Bel tipo:
quello sì che è un Digimon niente
male…»
incrociando le braccia e facendo con lo sguardo chiara e svilente
allusione a chi le era accanto, ma questi non si scompose
«Non
noti niente sulla sua
testa…?»…«Eh? Dovrei
guardare da più vicino: le orecchie! E poi
cos’altro?»…«Uhm! Lasciamo
perdere. Eppure
dovresti essere esperta di queste
cose.»…«Non so di
cosa tu stia parlando!
Uhm!»…«Dai…non
offenderti, dicevo solo…
…che quelli lì sono felici solo a prima
occhiata.»…«Quella non è la
ragazza con cui
hai fatto un fiasco da annali la prima
volta?»…«Uhmuhmuhm, proprio lei: la cara
Rika si
è notevolmente trasformata, fa tenerezza…vedere
quanto
gelo e orgoglio si siano trasformati in una…a dir poco
vomitevole cascata di zuccheroso buonismo!»
(osservando la ragazza che imboccava con affetto i
volpacchiotti…)
«E’ talmente allarmante che penso possa addirittura
capitare a te, Nami.»…«Che
cosa?!!»…«Ma spero di no. Lo dico per
te, ciò
che vedo non ha rispetto per estetica alcuna. Tuttavia può
tornare utile: non è in realtà Rika che mi
interessa
questa volta seppur possa finir coinvolta, visto che ha spontaneamente
ficcato il naso nella vita privata di quella Digimon a cui è
stata sempre…morbosamente…appiccicata! Per la
verità è quest’ultima stavolta a
stuzzicarmi…»…«Ti sei preso
una
cotta…? Guarda che fai prima a dirlo e svignartela,
piuttosto
che aspettare che io lo scopra: qualcuno c’è
passato! E ti
assicuro che se accidentalmente è vivo poco ancora gli
resta.»…«Mmm…mi piaci quando
sei
spietatamente sanguinaria: comunque se mi intromettessi
anch’io
saremmo già troppi in quel…poligono amoroso ormai
dai
troppi lati e angoli, è diventata un’arma
tagliente e
mortale! Sfrondando da comparse varie si può riassumere in
lei,
lui…
…e
l’altro!»…«Chi,
dove?!»…«Adesso non è qui:
dovresti saperlo,
se ci sono i figli l’amante è
altrove.»…«Ah!! Beh, non
sempre!»…«Almeno nella maggior parte dei
casi.
Guardali come sono uniti, Nami…
…pensa se
improvvisamente in quella famigliola digitale piombasse lo scompiglio
perché qualcuno dimostrasse con tangibili prove che la
Signora…dai modi impeccabili e dal pregiato pelo dorato in
realtà non è che una…
…uhm?
Come posso definirla? SGUALDRINA…composta di dati,
sì,
ecco la definizione esatta. Pensa se su quella volpe calasse una
cascata di fango perché si scoprisse che seppur si mostri
così amabile e rispettosa nei confronti del
marito…
…ha
l’amante.»…«E
com’è?!
Bello?!»…«Uhmuhmuhm!»…«Avanti,
dì
qualcosa!!»…«…posso solo
dirti…che un colpo del genere potrebbe spezzare una catena
di
potenza e unione solida persino quanto quella che si è
creata:
la domatrice, il marito, la moglie, i cuccioli…
…basta inserire lo scacco giusto al momento ideale e
scatenerebbe l’effetto di una bomba, il tradimento e la
disillusione…consumano anche un potere digitale cospicuo
come
quello di cui si è circondata Renamon…in questi
anni.»…«E se quei Digimon fossero
sconfitti noi
avremmo energia sufficiente per potenziare il nostro Digivice?!
Finalmente potremmo affrontare e radere al suolo gli amichetti di tutti
quei presuntuosi dei miei
alunni?!»…«Uhmuhmuhm!
E’ il risvolto negativo di una squadra, ne affossi
uno…
…e cadono tutti: quella volpe e il suo cuore in
conflitto…
…sono la chiave per il nostro successo,
Nami!!»…«Non vedo l’ora di
rovinarle la vita
per accrescere la mia potenza!!»
«Mi
sono incontrata con Jeri. Sono preoccupata per lei, l’ho
vista
così scossa…»…«Ma
ci sarà tempo
per parlare: verrà in viaggio con
noi…no?»
domandò Imagomon incrociando le braccia, ma Rika fece lo
stesso
gesto «Qualcosa non mi
convince.»…«Entriamo.
Siete d’accordo?» domandò Renamon, e
Rika si
sistemò la borsa, esortando con un allegro «Forza,
cuccioli!» il saltellare dei piccoli al loro seguito.
«Si
è fatto vivo qualcuno?» domandava Rika mentre
entrava
«A chi ti riferisci?» chiese Renamon «Non
lo
so!...l’ex padrone di casa! La polizia! O…qualche
“spirito”!»…«Uhm…non
ti fidi di
Ryo?»…«Non sarò tranquilla
fino a che non
avrò capito chiaramente a CHI appartiene la casa in cui
abito!»…«Ryo ti ha
assicurato…che appartiene
a te. Ha parlato di
donazione.»…«Sì
però lui come se l’è accaparrata!! E
questo che
vorrei capire!! Lui fa sempre le cose in modi poco
urbani!»…«…non pensi che
questa volta abbia
voluto aiutare…davvero, sia te che la tua
famiglia?»
chiedeva pazientemente la Digimon, ma la ragazza replicava
«Uhmf!
Alle nobili intenzioni di Ryo Akiyama ci credo poco
ormai…»…«…però
lui anche molti
anni fa era così. Ha combattuto con coraggio, e si battuto
per
la salvezza della
terra.»…«Sì, allora, ma col
tempo è cambiato! E’---E’ per via di sua
madre, la
sua famiglia…tu non la conosci, quella donna è
un’autentica arpia! Gli ha fatto il lavaggio del cervello,
sì lo ricordo anch’io, Ryo era un eroe dieci anni
fa ma
poi sono seguiti imbrogli, su imbrogli, su imbrogli! Quella donna gli
ha ficcato in testa che non c’è cosa che conti
più
del denaro al mondo e lui ha abboccato come un pesciolino affamato, pur
di farsi una macchina ultimo modello, così come lei per
farsi
una pelliccia sarebbero disposti a passare sul cadavere di
CHIUNQUE!»…«Sei
sicura…?»…«…altroché,
l’ho sperimentato sulla mia pelle!» svelava Rika
con uno
sguardo basso e intenso, mentre sistemava qua e là alcune
cose
per casa «…anni e anni…di promesse
campate in aria,
fluttuanti su contesti e soggetti immaginari!...
…aspettami qua, tornerò là, fra tre
mesi questo,
fra…un paio d’anni quell’altro, tutto
qui! E mai
niente di concreto! Mai un appoggio nel momento del bisogno, sempre sua
madre tra i piedi, per altro quella strega non mi può
vedere!!»…«Hai sofferto per lui,
Rika…?»
La
ragazza si fermò, ed esitò nello svuotare quella
busta…
«…ci contavo…
…e mi sono sbagliata, ho preso un sacco di sbandate, ecco
tutto!
Se lui ci fosse stato probabilmente non sarei andata a sbattere il muso
per tante vie strampalate, ma invece il signorino no!...sapeva cosa io
mi aspettavo di sentire e mi faceva intravedere le cuccioline, poi
altro che lucciole!...
…erano fregature!!!» tirando un calcio a un
cassetto
«Sta calma, ti prego. Scusami se ho tirato fuori
l’argomento…» si accostò
premurosamente la
Digimon, ma Rika espirò e le sfiorò quella zampa
appoggiatasi sulla sua spalla «Ma no, figurati, tu non
c’entri niente, anzi: tante volte ti avrei voluta in questi
anni,
per…per…perché tu ascoltassi tutti i
miei sfoghi
di rabbia, mi ha fatto impazzire, mi sono dovuta sorbire gli insulti e
le umiliazioni di quella vecchia pazza di sua madre per quella che ero,
quello che facevo, come mi
truccavo!!»…«Questo lo
immagino…dev’essere stato molto brutto, e
ingiusto…
…però Rika dobbiamo pensare che ogni persona
è
diversa dall’altra. Anche una madre con un figlio. Se quella
donna è così egoista…non significa che
Ryo non
possa essere cresciuto, e maturato.»
Rika abbassò lo sguardo «Sì,
però…
…ho paura di illudermi. Credimi, è molto brutto
porre
tutte le tue speranze in una persona che ti ha detto
“aspettami” e poi scoprire che mentre tu lo stai
facendo
lui si sta occupando di tutt’altre cose, di tutti altri
affari, e
di te se ne sta fregando!! Con Ryo mi è successo…
…e non ci tengo a ripassarci.» volgendo le spalle,
ma
sapendo che il consiglio della sua Digimon vigilava sempre su di lei
«Su questo non ho dubbi…
…però…
…io d’altra parte posso portarti la mia
esperienza. E ti
posso assicurare, Rika…
…che il pregiudizio…nei confronti di una persona,
e la
convinzione di essere migliori di questa…
…porta…ai peggiori fra gli errori.»
così
volse le spalle. E nella sua saggia compostezza che racchiudeva anche
del dolore, si allontanò…
…ma con le sue parole aveva un’altra volta colpito
quella
ragazza dagli occhi lilla, che ora li spalancava di fronte a
sé
nel sussurro «…hai ragione…»
«E’
una cosa inaudita! Qui sono stati oltrepassati tutti i limiti,
è
veramente inaccettabile!» sbraitava una donna ossigenata dal
vivace bastone «…nte inaccettabile, sono stati
superati
tutti i ilmiti…pfff…sì mamma va bene
senti hai
preso le tue solite pasticchette?»…«Ma
tanto che le
prendo a fare se tu mi ammazzi in questo modo?! Vaniglia!!...s-sigh!
V-Vaniglia! Non ci pensi a lei? SE IO MUOIO LEI CON CHI
RESTA?!!»…«Se vuoi la porto a Digiworld
con me, non
è escluso che…qualche Digimon
feroce…la sbrani
così paradiso santo! E che diamine, una volta per tutte:
liberazione! Aria per respirare! (pfff…tre giorni ci doveva
mettere il portale! Non è più come dieci anni fa
che uno
prendeva e andava, no qui rallentiamo anziché sveltirci!)
mammaaa…! Guarda che non scherzo: ah senti fa come ti pare
poi
io con la madre morta stecchita perché non ha preso le
pasticche
per testardaggine io a Digiworld ci vado lo stesso, non me ne frega
niente!» con pugnetto sul muro a rimarcare la testa dura
«Se ne occupa papà, e che diamine!
Perché mi devo
privare io di una cosa per me importante solo perché tu hai
una
testa che non la rompi manco…ai presente con quelle pietre
che
ha usato quel tipo per sfracellare il cranio di sua madre? No, manco
con quelle!»
(…ma la
signora Akiyama era già affaccendata in altro
«Ooooohhh!
Aliiice! Aliiice, che gradita
sorpresa!»…«…buongiorno,
signora. Come sta?
Ciao, piccola Vaniglia…!»…«Ho
saputo la
notiiizia, non stavo più nella pelle! Ormai avevo ogni notte
l’incubo di beccare mio figlio in prima fila al gay
pride!»)
«Pfff…eccola. Adesso siamo al completo.»
borbottò Ryo, e il suo Digimon lì presente
domandò
«Ryo: ma poi l’hai detto a Rika che ora sei
fidanzato con
Ali-»…«PtssSSS-SHHH! Non te ne uscire
con queste
cose quando qualcuno può
sentirci!»…«Ma Ryo
scusa, io non ti capisco.»…«Non importa,
l’importante è che mi capisco da
solo!»…«…ma perché
ti sei fidanzato
con Alice se poi non vuoi che si sappia e quasi te ne vergogni. Non ti
piace? Allora perché ci stai, non ti piaceva
Rika?»…«Mmm, mai sentito parlare di
dovere morale?
Ecco, qualcosa del genere!»…«Hai messo
incinta
Alice?!»…«Eh?! (!) Ma---che ne vuoi
capire tu, stai
zitto che sei solo un Digimon!»…«Ti
scordi che ho
fatto quattro figli.»…«Con una buona
ma-mmm! Va bene
guarda chiudiamo l’argomento qui resta il fatto che io NON
SONO
FIDANZATO CON ALICE-inizia a ripeterti questo concetto cioè
almeno in teoria sì qui sono fidanzato ma adesso fra qualche
ora
parto, mi svincolo con una scusa qualunque tanto il favore me
l’ha fatto e nel mentre che cammino per il suolo del tuo
mondo
penso a una soluzione per questa storia-buongioooooorno, Alice
cara!»…«Amore, sono venuta a trovarti:
sentivo tanto
la tua mancanza.» esordì la bionda ragazza dal
fisico
slanciato, sistemandosi prontamente la gonnellina per pararsi dalle
occhiate del draghetto viola il quale «Uhmf!» ci
rimase un
po’ deluso. Ryo intanto rispondeva «Sì
sì,
anch’io, stavo quasi…stramazzando a
terra!» ma la
signora Akiyama li raggiunse «Alice, oh finalmente grazie a
te
mio figlio ha messo la testa a
posto!»…«Vi ho
disturbato?»…«Ma no tutt’altro
stavamo
parlando-di che stavamo parlando, bambino
mio?»…«…della…pietra
con cui un tipo
ha spappolato il cranio a sua
madre.»…«Eh, capito
Alice? Questi omicidi si sentono ogni giorno di più e Ryo
soffre
a non essere in prima
pagina!»…«…ma non
è un problema di notorietà, è pratico
il
mio!» precisò il ragazzo, ma la signora
liquidò con
un’occhiata eloquente alla giovane «In ogni caso
sono molto
felice: finalmente voi due state assieme! Ah poi una ragazza della tua
classe, col tuo stile.»…«…lei
è troppo
gentile, signora Akiyama!»…«No sai
cos’è è che ho visto certe cose passare
per questa
casa e fra le compagnie di mio figlio che credevo che mi sarei dovuta
prostrare dal chirurgo per farmi cambiare gli occhi bruciati, ma
intanto per fortuna…ci vedo bene ancora!
Mmm…scusate
l’intrusione, ma a quando il
matrimonio?»…«Oh!» Alice
sobbalzò e
arrossì, e Ryo «Ma mamma sei impazzita?! D-Di che
diavolo
di matrimonio parli nella tua testa da arteriosclerotica?!»
…ma
incrociò lo sguardo fulminante di Alice…e fu
costretto a
rivedere i termini «Cioè! Lo sai mammina che
quando dico
così è che mi preoccupo solo per te della tua
bella
testolina si sa di tante vecchie che muoino di colpo apoplettico che
come si fa, se non ti circola bene il sangue, lì? Poi il
cane a
chi lo lasci?»…«Ma lo sai che ha
minacciato, Alice?
Lo sai che ha minacciato questo SCREANZATO io lo chiamo ancora figlio
ma ormai è uno screanzato me ne sono resa conto: uguale al
padre, lo sai che ha minacciato? Di buttarmi il cane nella marmaglia di
tutte quelle…orribili bestie digitali e di farne-oh povera
Vaniglia vieni dalla tua mamma-di farne un…bbbagno di
sangue,
vedi un po’ tu se riesci a farmelo diventare un po’
meno
perverso!»…«Farò il
possibile…»
sussurrava Alice…
…che seguitava a fissare Ryo con occhi rapaci…ma
il
ragazzo, pur sentendosi in posizione sfavorevole, ricambiava
l’occhiata di sfida “Brutta strega! Questa serpe
mira di
tenermi in pugno perché mi ha dato i soldi per comprare casa
di
Rika! Ma io non intendo farmi rovinare la vita, adesso è il
mio
momento! Sto per tornare a Digiworld, debbo escogitare un magheggio per
lasciarla! Non la voglio fra i piedi proprio ora che ho
l’occasione di conquistare la sola e unica ragazza che mi
interessa!”
“Ryo…non ti sarà facile liberarti di
me. Io non ti
amo ma non ho intenzione di rimanere sola e ai margini! Desidero
ottenere…tutto quello che posso dalla vita!!”
“Il problema…è che lei ha
Minidramon!”
pensò Ryo volgendosi verso il suo draghetto “Per
cui non
posso solo pensare a me, ma debbo ricordarmi del mio Digimon: qualsiasi
ritorsione potrebbe ricadere su di lui e sulla sua famiglia! Questo non
posso permetterlo: Ryo devi concentrarti…te la sei sempre
cavata, vedrai che la spunterai anche in questa occasione! Devi trovare
un modo per tirarti fuori dai guai…”
«Un
ragazzo come suo figlio…è raro a trovarsi,
signora
Akiyama!»…«Oh! Lo so, del resto
l’ho fatto
io…!»
…ma nella borsa
della ragazza, c’era un essere ripiegato nel buio
“Uhmuhmuhmuhm, Alice fai bene a metterti tanto profumo:
almeno si
copre l’odore di dati e quell’imbecille di mio
marito non
può sapere che io, nel frattempo…
…ahhh…mi abbandono al dolce suono della voce del
suo
domatore, ahahahahahahahah!”
«Mamma miiia,
Kenta non sai che affollamento ho trovato al supermercato oggi! Ma non
mi sono fatta intimorire, del resto sono un Digimon, ihihihihihi! E ho
fatto tutte le provviste per il viaggio, guarda qua!»
descriveva
la simpatica e nasale voce di Yuki, nel mostrare tutte quelle
buste…mentre Kazu sembrava prepararsi per uscire, e Kenta
parlava con i genitori «E mi raccomando, cercate di essere
prudenti.»…«Non fateci stare in pena! Il
fatto che
siete grandi in questo momento sembra…non fare alcuna
differenza!»…«Dai, andiamo,
papà, mamma:
abbiate fiducia in noi, terremo la testa ben salda!»
garantiva il
ragazzo, volgendosi «Ti aiuto,
Yuki!»…«Slurp,
grazie! Ah sai poi che ho sentito mentre ero alle casse? Una cosa
stranissima, ti confesso che mi sono
spaventata!»…«Ah sì, che
cosa?»
domandò il ragazzo…
…mentre i
genitori li guardavano con affetto e un pizzico
d’apprensione, la
signora sottolineava «Che poi adesso non è neanche
più uno! Sono due!!! Due per cui stare in pena-anzi, tre!
Tre,
scusate, mi correggo!» ed il marito a confermare
«Giusto
Kenta, dillo anche al tuo amico! Per noi lo sapete che è
come un
altro figlio.» alludendo a Kazu che si avvicinò
«Vi
ringrazio profondamente, siete impagabili.» Kenta si
accostò a lui «Andiamo Kazu non devi
meravigliarti, tu sei
uno di famiglia.» ma il ragazzo sembrava un po’
imbarazzato, se non commosso, ma contento «Hai
sentito?»
gli faceva Guardromon, ma lui liquidò con un «Non
ti ci
mettere anche tu!!» di certo bonario. Kenta parlò
di nuovo
ai genitori «Mamma, papà, sinceramente, state
tranquilli,
vi porteremo nel cuore durante tutto il nostro viaggio.» e
Yuki
«Ci penserò io a proteggere
Kenta!»…«Yuki, proteggi anche te
stessa!»
supplicò la signora, e lei «Ma certo!» e
anche il
signor Kitagawa aggiunse «Vi vogliamo veder
tornare…tutti
sani e salvi come l’altra
volta!»…«Sicuramente
sarà così.» garantì Kenta
con la sua
consueta stabilità, mentre Yuki gli si infilava sottobraccio
con
aria furba «Dai! Magari io e te partiamo in due…e
torniamo
in tre, ihihihi!»…«Yukiii! Ahhh giusto
un Digimon
potrebbe uscirsene con cose del genere davanti ai miei
genitori!»
Genitori di cui il padre sembrava quasi il più commosso
«Sapete…? In questo momento…sembra ieri
che abbiamo
visto la vostra arca riemergere nel parco…e abbiamo tirato
quel
sospiro di sollievo!!...e invece sono passati dieci
anni!»…«…papà
coraggio…
…quel
momento tanto atteso ritornerà.»
…mentre Kazu un
po’ in disparte, rivolgeva un sorriso un po’
malinconico al
pensiero del suo ritorno, del pugno ricevuto in testa da suo padre (in
quel caso, ancora un pugno affettuoso) e del pianto convulso di sua
madre…sicché tirò un silenzioso bacio
nell’aria, e si raccolse in atteggiamento di preghiera
«…ti prego mamma…dammi la forza di
lottare per il
mio regno…e di proteggere la Digimon che
amo…»…«Kazu, coraggio, ci
sono io con
te!»…«Ah, mamma dimenticavo: ti saluta
Guardromon…» rivolgendo una carezza sulla testa
del
Digimon, e chiedendogli «Hai preso tutti i prodotti per
pulire i
tuoi ingranaggi?»
Ma in quel
momento Kenta sobbalzava «Come?! Che cosa hai sentito,
Yuki?!»…«Ti dico di sì e ci
sono rimasta come
una scema!»…«Ma è
impossibile…di certo
è una notizia falsa!» …al che
si
avvicinò Kazu «Che succede, qualche
problema?»…«Fai un po’
tu!» fece Yuki, e
Kenta spiegò «Kazu…Yuki ha sentito al
supermercato…che Jeri non viene, che si sposa oggi, fra
poco, e
con Mako!»…«…che
cosa…? Non
viene…?» aggrottò
l’espressione il
ragazzo…e non poté che specchiarsi in quella di
Kenta,
altrettanto sospettosa. Quest’ultimo domandò
«Takato
lo saprà?»…«A dire la
verità stavo
uscendo per andare da lui: ho bisogno di parlarci, gli devo dire una
cosa. E’ bene che sappia…riguardo a un certo fatto
su cui
non sono riuscito a far luce finché ero a Digiworld.
Riguarda
Guilmon.»…«Cosa…? Hai visto
Guilmon,
Kazu?»…«…io di
sfuggita.»…«Io sì invece! Io
ho parlato con
lui!» intervenne Guardromon, Kenta chiese «E cosa
gli
è
accaduto?»…«Sembrerebbe…che
sia
subentrato lui ad Azulongmon, come Supremo di
Digiworld.»…«…SUPREMO…?
Guilmon?...il
nostro Guilmon?!»…«Che devo dirti Kenta,
il solo
fotogramma che ho strappato è quello di una creatura avvolta
in
un manto scuro, che tutti chiamano col nome di…Supremo, che
viveva nascosto al palazzo, circondato da guardie! E con al suo
seguito…gente tutt’altro che raccomandabile come
quel
Sandmon o quel ragazzino, il fratello di
Takato!»…«…e sarà
bene…che
Takato sappia tutte queste cose…?»
domandò Kenta
incerto, ma Kazu replicò «…tanto prima
o poi le
scoprirebbe! E’ meglio che andiamo a
parlargli…»
Kenta non rispose ma acconsentì in silenzio, per poi
riferire
«…mamma, papà! Noi usciamo.»
Quando Beelzemon
rientrò a casa di Jeri, il padre della ragazza lo fissava
con
occhi penetranti «Jeri è
tornata…?»
domandò il Digimon «Si sta
preparando.»…«Ah…»…«Aspetta!
Vorrei tanto sapere tu e i tuoi simili che cosa state cercando di
metterle in testa!»…«Ma di che sta
parlando?»…«Lo sai benissimo! Tu e
quell’altro
essere che oggi mi ha risposto al
telefono!»…«…non so a cosa si
riferisce, si
calmi!»
…intanto Jeri, nella sua stanza, aveva indossato
l’abito
bianco che vedeva riflesso nello specchio di fronte a sé. I
suoi
capelli erano ancora sciolti, in attesa dell’acconciatura, e
si
stava passando lo smalto sulle unghie, mentre prendeva confidenza con
la propria immagine. Improvvisamente proruppe una strana vocetta
«Hai fatto bene! Hai fatto la cosa migliore: sei cresciuta
ormai…
…devi infischiartene dei Digimon, Jeri! Devi pensare che da
oggi
sarai una ragazza ricca! A cosa ti servono gli amici, e i ricordi
quando potrai permetterti di soddisfare ogni tuo capriccio?»
«Forse hai ragione…» replicava la
ragazza, che
sembrava rispettare il parere di quella voce: la sua mano si
alzò, mostrando quel guanto-marionetta che tornava ad
estrarre
nei momenti più particolari della sua vita «Devi
smetterla
di avere ripensamenti! Bau!» inveiva quella specie di cane
aprendo e chiudendo la bocca «Quando i tuoi amici non ti
vedranno
arrivare non esiteranno un momento a partire! A loro non importa di
te!»…«…ma…Calumon
e gli
altri…avrebbero fatto di tutto per
fermarmi!»…«Bau, scioccaaa! Ancora credi
alle
favole? Scendi dalle
nuvole!»…«Sì…devo
comprendere che la vita è
diversa…»…«L’amicizia
e l’amore
sono soltanto invenzioni per quanto si è
giovani!»…«E’ vero, la vita
degli adulti
è piena di scelte tristi e obbligate…»
Jeri
chinò il capo «…nemmeno al mio Digimon
ho avuto il
coraggio di dire la verità: quando mi sarò
sposata
sarà libero anche di andarsene, se vuole! Se ha intenzione
di
partire senza di me faccia pure, o se vuole portare mio marito con
sé…tanto l’importante è che
io risulti
formalmente sposata con lui, il resto non conta, sono solo
dettagli!!» balzò in piedi la ragazza in un moto
di aspra
decisione, sfilandosi il guanto «Ma sì, ho deciso!
Da
questo momento non penserò più né ai
Digimon
né al viaggio: sto facendo la scelta migliore, per mio padre
e
per la mia vita!!»
Quando al piano
di sotto «Io non so lei con chi abbia parlato!»
esclamava
Beelzemon con la Bibbia in mano, ma il padre di Jeri non sembrava in
vena di notare i dettagli «Bada che non vi
permetterò di
fare il vostro comodo con mia figlia…» ma
d’improvviso suonarono alla porta. I due si volsero, e Hajime
Katou protestò «Ah, adesso se è
un’altra di
voi creature digitali…!!!» ma quando
aprì
«No, non sono un Digimon!» replicò
Takato facendosi
dentro a forza, lasciando sbalorditi l’uomo e
Beelzemon…volgendosi poi verso il primo
«E’ questa
la sua sfortuna!»
«Takato…» accennò Beelzemon e
tese la mano,
ma il padre di Jeri rubò la scena «E tu che ci fai
qui?!»…«Sono venuto a parlare con sua
figlia!»
ribatté il ragazzo a tono e senza paura «Jeri in
questo
momento non ha tempo per
te…»…«Ma che bel
vestito da cerimonia…cosa fate, andate a un
matrimonio?»…«Takato vedi è
che-»
provò a spiegare Beelzemon ma l’uomo
sbottò
«Tu non ti intromettere, è una faccenda fra me e
lui!!»…«A-Ahh…» il
Digimon
esitò…
…mentre Takato sovrastava l’uomo con sguardo
superiore
«Mi spiace se avevate degli altri impegni ma Jeri non
può
parteciparvi: questa sera deve partire! La stiamo tutti aspettando per
andare in viaggio a Digiworld…!!...» scandendo
quell’ultima parola e intensificando l’espressione,
ma
l’altro ribatté «Evidentemente non sei
informato.
Mia figlia non partirà con voi e sai
perché…?»…«No…
…e
non mi interessa!» facendosi strada verso le scale e oltre un
interdetto Beelzemon.
«Lei
non riuscirà ad impedirle di partire: non creda, signor
Katou!!...
…so
benissimo di che pasta è fatto, benché sua figlia
per
ovvi motivi non ci tenga a parlare frequentemente di lei io ho
un’ottima memoria e un discreto spirito
d’osservazione!
Sufficiente per accorgermi del fatto che lei la tiranneggia e cerca
puntualmente di indirizzarne ogni sua scelta, approfittando del fatto
che sua figlia è sola, che sua madre è morta
molti anni
fa!!»…«Tu non sai
niente…della nostra
condizione…»…«Oh no si
sbaglia, io invece so
molto…!» Takato ingrandiva i suoi occhi per poi
bucare
quell’uomo con lo sguardo «E del
resto…quello che
potevo ignorare è stato lei stesso a raccontarmelo, non si
ricorda? In strada, con il D-Reaper in avanzata e lei disperato, come
noi altrettanto perché sua figlia era
prigioniera!!»…«Quella è
acqua
passata!»…«Sì, di certo:
questo se
l’è detto dal primo giorno!»
L’uomo indurì lo sguardo…
(…e
Jeri dal piano superiore ebbe un sussulto nell’udire quelle
voci
«…! Takato…»
…riflettendo nello
specchio la sua mano che affiorava al cuore…)
«Si lasci
dire che lei mi ha molto, molto deluso, signor Katou: ha fatto la cosa
peggiore che un genitore possa fare, e cioè abbandonare sua
figlia lungo il cammino dell’età, calpestando
l’unica grande occasione che le era stata offerta per
rimediare
ai suoi errori, ed invertire il corso del vostro rapporto! Io ero
sicuro che fra tanti proprio lei non si sarebbe di certo lasciato
scappare il ricordo di quanto aveva temuto, e l’avrebbe usato
per
star più vicino a sua figlia e trattarla come meritava, e
cioè come un oggetto prezioso! E invece…niente!
Lei
è stato il primo, al momento in cui le nubi si sono
dissipate, a
buttare tutto alle spalle e a ricominciare ancor peggio di prima!! Non
c’è…limite allo squallore che definisce
tutto
questo!!»…«Tu non sei nessuno per
giudicare me!! Sei
un ragazzino…
…comune, come tutti! Ormai quei tempi sono passati, PER
TUTTI,
ed il fatto che queste creature siano tornate non vi riporta indietro
all’età
infantile!!»…«No…per
fortuna!! E infatti adesso siamo adulti: il parere…e
l’autorizzazione di voi genitori non conta più
come una
volta, sono
desolato!!»…«ASPETTA!»
afferrandolo per il braccio, mentre si avviava sulle scale
«Dove
credi di andare?!»…«Gliel’ho
già detto,
devo parlare con Jeri, ho bisogno di chiarire ALL’ISTANTE
questa
ridicola faccenda: e lei non mi fermerà!»
scrollandosi la
presa «Tenga bene alla mente, signor Katou, che adesso siamo
domatori di Digimon adulti e indipendenti: abbiamo compiti delicati da
svolgere, ciò significa…
…che non
la voglio fra i piedi. Mi ha capito? Mi ha stufato…lei con
il
suo caratteraccio e le sue imposizioni non ha fatto che isolare Jeri e
tenerla lontana da tutti noi, ma…guardi
là!»
indicando Beelzemon
«A-Ah!»…«Quello…è
il suo
Digimon. Sua figlia ha un nuovo cammino di fronte, perciò
deve
partire.» ripeteva il ragazzo con aria di
superiorità
«Lei cerchi di…pazientare e arrangiarsi,
è la sola
cosa che posso dirle!»…«Ah
sì?!! E che dovrei
fare, dove dovrei andare?!»…«Ah, non so,
non
è un problema mio! Si faccia ospitare da qualcuno,
telefoni…
…a sua
moglie: la matrigna di
Jeri…»…«…tu sai
perfettamente che fra me e lei è
finita!!»…«Ah certo. Ma io non parlavo
di
riaccendere l’antico amore: un letto e un piatto di minestra
a
un…
…uomo
completamente solo perché si è fatto il vuoto
attorno,
non si rifiutano mai. La signora l’ho conosciuta e mi era
parsa…una donna di buon cuore. Magari non
rifiuterà di
ospitarla, così quando Jeri tornerà da Digiworld
potrà venire lì a prenderla e con
l’occasione
rivedrà anche il suo fratellino che lei con il suo egoismo
le ha
ingiustamente portato via!!»…«Non ho
bisogno di un
tetto, da questa sera ne avrò uno nuovo di
zecca!!!»…«Cosa?!»
Hajime Katou illustrò con sorrisetto soddisfatto
«Non mi
occorre scavare nel mio passato quando casa di mio genero è
sufficientemente
accogliente.»…«Suo…GENERO?!»…«Secondo
te perché questi vestiti, allora…?...se non
perché…
…Jeri si sposa fra poche ore. Ecco perché non
parte. Mi
spiace, arrivi troppo tardi: forse perché non hai
più
quell’arca, su cui
volare!»…«Ihm!!»
Takato spalancò gli occhi e si lanciò lungo le
scale.
«Takato aspetta non…!!» tese la mano
Beelzemon, ma
l’uomo sogghignava «Uhmuhmuhm!...lasciamo che si
chiariscano fra loro. Sono
giovani.»…«…ma lei
che padre è…?...
…che cosa
vuol provocare, aspetta io non posso…» facendosi
strada
«…non posso astenermi!...
…Takato!»
Il ragazzo
piombò in camera. E quando fu, Jeri balzò in
piedi e si
volse verso di lui…che poté scrutarla da cima a
fondo,
nel suo abito da sposa «E così…
…ti
sposi!!»…«Takato…»…«E’
per questo che non vieni a
Digiworld!»…«Sì,
è vero!» rispose lei ostentando sicurezza, che
guidò la sua mano nello scrollarsi i capelli «Mi
sposo.»…«Non posso crederci…
…sei caduta
così in basso?! Non ti importa più se
non…
…della tua
vita?! Non ti interessa di Henry che è in pericolo, del
fatto
che siamo una squadra, non ti importa d’altro che di
sposarti?!»…«Io so solo che sono
cosciente delle mie
responsabilità! Ho fatto una promessa a
Mako…»…«Mako è uno
dei Digimon
Tamers!!!...
…a lui
non interessa di salvare
Digiworld?!»…«Noi siamo
persone adulte, Takato!!...
…Digiworld è il mondo dei Digimon, e questo
è il
nostro!!»…«Non ti riconosco
più…» scandì lui che
sembrava guardarla con
disprezzo «…è perché non
assomiglio a quella
bambina che amavi…? Certo, è vero!! Sono una
donna che si
sposa! Rassegnati Takato…
…sono
cresciuta, mi spiace per i tuoi
ricordi!»…«No!...
…tu non
sei altro che una bambina
viziata…»…«Cosa?!»
si volse inviperita
«Sì, una ragazzina immatura! Travestita
da…
…sposa
ridicola, assomigli a una
Barbie!!»…«…Takato
non ti permetto…!!» e stava per avventarsi su di
lui, ma
il ragazzo gridò più forte «SONO IO CHE
NON TI
PERMETTO DI TRATTARCI COSI’, DI MANCARCI DI RISPETTO! E DI
RAGGIRARCI IN QUESTO MODO, ci hai preso tutti in giro, non hai detto
niente a nessuno!!»…«Si tratta della MIA
vita!!»…«Leomon in questo momento si
starà…!!...
…di certo
rivoltando nella
tomba!!!»…«Ahhh!!» Jeri
sussultò…e tanta fu la rabbia che si
scagliò
contro di lui, cercò di colpirlo, ma siccome lui la bloccava
lei
gli gridò a tutta voce «TU NON HAI IL DIRITTO DI
PARLARMI
IN QUESTO MODO!! DI…USARE I MIEI RICORDI PIU’
DOLOROSI PER
FERIRMI!!»…«Se sono tanto importanti
allora
onorali!! Lotta per il mondo di quella creatura a cui eri
affezionata!!»…«TU SAI CHE LEOMON
SARA’ SEMPRE
NEL MIO CUORE, NON HAI…!!...RISPETTO PER NIENTE E PER
NESSUNO!!
DICI A ME CHE SONO UNA RAGAZZINA MA…GUARDATI TU
STESSO!!
Il cocco di mamma e papà, quando non hai fatto mai niente,
NIENTE PER LORO!! LI FAI PENARE CON I TUOI CAPRICCI, SEI
IRRESPONSABILE, INAFFIDABILE, E TU TI CREDI UN UOMO?!»
…benché gli facesse male lui incassò
senza mai
cedere con lo sguardo «P-PERSINO A SCUOLA QUANDO ERAVAMO
PICCOLI
NON ASCOLTAVI MAI L’INSEGNANTE, e non facevi mai i compiti,
IO
SI’ INVECE!!»…«Stai scadendo
nel ridicolo. Me
ne vado, tutto questo è soltanto una farsa.» volse
le
spalle Takato, ma lei seguitava a sibilare «Io non ti
amo…!!...(canzone: Laura
Pausini - You are )
…te ne
vuoi fare una ragione? Non ti ho mai
amato…»…«…e quel
bacio, allora?»
la guardò lui con la coda dell’occhio
«Quello per te
era il tuo PRIMO BACIO, figurati se puoi aver capito o no se io ero
consensiente!»…«…già…è
vero. Era il mio primo bacio. Però è stato
bello.»…«Cosa?!»…«E
quanto a
ciò che mi è sfuggito si può
rimediare.» Il
ragazzo si volse, si diresse da lei a passo deciso, la
afferrò e
la baciò. La baciò con travolgente
intensità,
intervallando solo per dire «Il secondo ancora meglio del
primo.
Il primo dolce e candido, il secondo…
…!!...violento ed
estorto…»…«Uhm-UHMMM---LASCIAMI,
TAKATO!»
Ma lui le
stringeva talmente tanto le braccia che, benché si dimenasse
con
tutta la forza non riusciva a respingerlo.
In quel momento giunse Beelzemon di corsa «Ah! Takato,
Jeri…
…oh?!» …ma restò bloccato
alla vista di
quella scena…
…quando
improvvisamente sembrò che le mani di Jeri, mosse dallo
slancio
di respingerlo…scivolarono nell’impeto di
trattenerlo,
afferrandogli il capo per poter rispondere a quel bacio con altrettanta
spinta…
Beelzemon li guardava imbambolato…
“Jeri…!” pensava Takato “Ma lo
vedi che non
è vero ciò che dici…?!”
“Takato…” sfumava sempre di
più la voce dei
pensieri di quella giovane vestita da sposa…
…quando piombò anche suo padre
«Ahh!!...CHE COSA
SIGNIFICA TUTTO QUESTO?! FUORI DI QUI!! Subito…se non vuoi
che
chiami la polizia. A-Ahhh!»…«Signor
Katou, si sente
male?!» accorse Beelzemon «No, sto
bene…!!» ma
in quel momento Jeri sussultò di paura e
«Ahh!»
respinse Takato «SEI CONTENTO,
ADESSO?!...VATTENEEE!!»…«Jeri!»…«VATTENEEE,
NON VOGLIO RIVEDERTI MAI PIUUU’!!!»
«…sposati, fa quello che ti pare!! Sposati quel
CRETINO e
poi mandaci una cartolina a Digiworld!!» dando le spalle e
andandosene definitivamente, ignorando Beelzemon
«Takato!»
e il padre di Jeri «FUORI DI QUI E NON PROVARE PIU’
A
INFASTIDIRE MIA FIGLIA!»…«Se la tenga
cara, sua
figlia!!» gridò in ultimo il ragazzo «La
sua…bambola radiocomandata!!»
«E’ tutto finito, Jeri…» si
avvicinò il
padre, ma lei si piegava sulla sedia, in preda ad un pianto disperato e
aggressivo «…ANDATEVENE VIA TUTTI, LASCIATEMI IN
PACE!!!»…«Jeri ti prego, non fare
così!!» supplicò il Digimon con la
Bibbia in mano.
Ma la ragazza balzò in piedi e si diresse verso di lui
«Tu
hai visto tutto, eri lì, hai visto quando mi ha presa e
baciata…»…«Sì
però-»…«PERCHE’ NON
HAI FATTO NIENTE?!!
SEI RIMASTO LI’IMMOBILE, PERCHE’ NON MI HAI
PROTETTA?!!» picchiando su quel libro e facendolo cadere a
terra,
per poi dargli uno spintone «VIGLIACCOOO!!! E DIRE CHE
DOVRESTI
ESSERE UN DIGIMON!! SEI SOLO UN RAMMOLLITO, GRAZIE TANTE PER IL TUO
AIUTO!»…«Ve-Veramente-»
ribatté
Beelzemon come poteva, e si affrettò a raccogliere il libro
«Veramente non è mia abitudine mettermi in mezzo
fra due
persone che si baciano! E poi-e-e poi Jeri! Sinceramente!...a-a me
è sembrato che tu a un certo punto fossi contenta! Che anche
tu
lo baciassi! Forse sono
cieco!!»…«VATTENE AL
DIAVOLO!»
Il padre ancora
si premurava «Su figlia mia adesso basta scenate, coraggio
che
fra poco devi sposarti.»…
…ma in
tutto questo lo sconforto di Beelzemon cresceva sensibilmente
«Oh
mio---Dio, non è possibile, è peggio di un
incubo,
qualsiasi cosa faccio sbaglio, com’è
che---»
…sfogliando freneticamente la
Bibbia…«---deve
comportarsi uno come me, non c’è scritto da
nessuna
parteee, vorrei tanto saperlo!...» chinando il capo e le ali,
e
non sapendo più dove voltarsi.
Takato si
richiuse la porta alle spalle con un calcio «Al diavolo te e
tutti i tuoi ricordi!! A Digiworld staremo molto meglio senza di
te!» ma incontrò qualcuno di conosciuto
«Takato!»…«Oh?
Rea…»
La ragazza
era lì, con suo figlio in braccio «Sei stato da
lei?»…«Sì! Sai
perché quella vigliacca
non parte con noi?! Perché si sposa, hai capito Rea?!
Perché ha il suo maritino a cui pensare!» Rea
abbassò lo sguardo «…lo sapevo.
L’aveva detto
anche a Suzie, senti Takato mi
dispiace!»…«A me no,
meglio così, è soltanto una STUPIDA! Superata
solo da me
che ancora mi facevo favole su di lei, a me dispiace solo per il suo
Digimon, Beelzemon! Persino lui non sa che pesci prendere con lei e lo
credo!! Poteva starsene tanto tranquillo, era il Digimon di una suora
quando adesso è finito ad esserlo di una…mmm!
Guarda, non
mi fare usare termini volgari!»…«No, non
fa niente:
vai a
casa?»…«Sì…»…«Vieni,
Takato dai, ti accompagno. Cerca di star calmo…»
invitava
lei con fare comprensivo…
Jeri,
rimasta sola, non riusciva a non piangere, riflessa nello specchio
«Takato…
…!!» …che rifletteva il
guanto-marionetta adagiato
sul letto…e le sue unghie smaltate a coprirle il pallido
viso…
In lui era
rimasta una profonda amarezza, nonostante cercasse ancora di stringere
i denti ed accomodarsi la bandana rossa, tirando un respiro
profondo…(fine-canzone)
Beelzemon
scendeva nuovamente le scale di quella casa «Non so dove
sbattermi la testa, a chi potrei chiedere una mano?!» quando
suonarono alla porta «Oh no, e chi sarà
adessooo?»
gemette, dirigendosi ad aprire ma incappando a gran sospresa in
qualcuno di conosciuto
«Beelzemon.»…«Oh!
Snowhitemon, meno male che sei tu!! Non sai quanto sono sollevato, ho
bisogno urgente dell’aiuto di un
amico!»…«Veramente…venivo io
a chiedere il
tuo aiuto, Beelzemon.»…«Ahh, non potrei
dartelo!
Ultimamente faccio solo guai, oggi è davvero una
giornataccia,
stanno capitando tutte a me!! Ma non era meglio partire e basta?! Ah,
se sapessi, non capisco più niente! Adesso Jeri afferma
anche
che non vuole più partire, qui mancano poche ore ed io sono
completamente disorientato, sono senza domatore o quasi,
Snowhitemon!!»…«Lo so! So tutto di Jeri
e di questa
faccenda! E io infatti venivo a parlarti proprio
di…»
…ma il
padre di Jeri giunse dalle scale «Ahhh, ecco!!! Ci mancava
lui,
adesso siamo proprio al completo!!!»
I due Digimon si
volsero, e Beelzemon seppur stremato ed esasperato non si astenne dal
dire «Lei non ha il diritto di parlare così!
Snowhitemon
è un mio caro amico, e anche di
Jeri!!»…«Ma
se avete tanta fretta di sistemare gli affari nel vostro mondo,
perché non partire?! Perché non sparite dalla
circolazione?!»…«M-Ma sua
figlia…ha detto che
non vuole venire, noi…abbiamo bisogno del nostro
domatore!» replicò Beelzemon…ma
Snowhitemon
avanzò con più decisione e sovrastò
l’uomo
con la sua altezza ed i suoi penetranti occhi verdi «Ci
leveremo
di torno…con molto piacere, mi creda, non
c’è
niente di più sgradevole che un’accoglienza in
questo
mondo gestita da lei!»…«Sono
desolato…nel
constatare che è QUESTA la gratitudine per aver ospitato a
casa
mia il tuo RONZARE, dieci anni
fa!»…«…la sa
una cosa…? Lei è quello che nel mio mondo
definisco
“BUFFONE”, signor
Katou.»…«Ihmf!!»
l’uomo si irrigidì, e il minotauro bianco prese
per il
braccio l’amico alato «Vieni, Beelzemon! Ho bisogno
di
parlarti: di grazia FUORI da questa casa…visto che mi pare
che i
Digimon non sono ben
accetti.»…«...bestiacce
intriganti…» mormorava il padre di Jeri…
Una volta nascosti sul retro della casa…
«Beelzemon, devi fare assolutamente qualcosa, te ne
supplico!»…«Ma a che ti riferisci,
Snowhitemon!»…«Al matrimonio! Al
matrimonio di Jeri,
la tua domatrice!!»…«Ah…
…sì, lo so.» piegò lo
sguardo tradendo
incertezza «Jeri ha deciso di
sposarsi…»…«Jeri non ha
deciso proprio un bel
niente: è il padre che gliel’ha imposto, ne sono
più che certo!!»…«Ahh! Dici
davvero?!»…«Io avrei voluto
impedirglielo,
farla ragionare, ero con lei
quando!…però poi sul
più bello mi sono bloccato come un imbecille! Ascolta io
sento
che Jeri in questo momento non mi darebbe ascolto, io stesso
sono…troppo coinvolto! Sai che…le voglio molto
bene, ma
tu, Beelzemon! Tu sei il suo Digimon! Te ne
prego…»
inondando i suoi occhi verdi di un accorato sentimento
«…stalle dietro, mancano poche ore ormai e io su
questa
cosa non sono d’accordo, secondo me Jeri non deve fare questo
passo!»…«Snowhitemon,
c’è un problema!
Il matrimonio di Jeri è anche…il matrimonio di
Mako. Di
Mako, del mio domatore, capisci? D-Dell’altro mio domatore,
oltre
a Jeri e oltre a…ah, lasciamo perdere! Però non
posso!
Lui lo desidera tanto, mi ha persino chiesto di essere il suo
testimone, non posso mandare all’aria le nozze del mio
piccolo
Digimon Tamer!»…«Apri gli occhi,
Beelzemon!! Se gli
vuoi bene, e ne vuoi anche a Jeri DEVI far saltare queste
nozze!»…«M-Ma…Jeri mi ha
assicurato che lei
è innamorata di Mako!»…«Non
è
vero!!!...
…Jeri ama Takato. E non chiedermi come faccio a esserne
sicuro,
lo so per esperienza, lo so per conoscenza, lo so
perché…non ho smesso di pensare a Jeri in tutti
questi
anni e a dispetto delle sue maschere io credo di potermi arrogare la
pretesa di conoscere quella
vera!!»…«…Takato…?
Oh!»
…nella mente di Beelzemon passò fulmineo il
ricordo del
bacio appena visto…
«E-E
se stessimo commettendo uno
sbaglio…?»…«Beelzemon…ti
supplico! Non
vuoi anche tu che il matrimonio del tuo domatore sia
un’unione
d’amore?!»…«Certo!!
E’ semplicemente
ovvio!! Se sapessi che Mako sta per sposare qualcuno che non lo ama non
esiterei un attimo a fermare tutto!! Lui per me è molto
importante, e se qualcuno avesse intenzione di attentare al suo futuro
e alla sua felicità prima dovrebbe passare sul mio
cadavere!!»…«E allora ferma Jeri e suo
padre!! Il
loro è un piano
premeditato…»…«Cosa?!»…«Ti
prego, Beelzemon!...» il minotauro gli prese le mani
«E’ la prima cosa che ti chiedo in tanti
anni…
…mi
sta molto a cuore la felicità di Jeri, lei ora ha te, ha
solo
te! Se sei diventato il suo Digimon c’è un motivo,
tu
devi…proteggerla! Sono disperato, mi sono rivolto a te
perché nonostante le nostre baruffe…so che sei un
amico
su cui si può contare, ti prego fallo in nome del nostro
antico
rapporto, d-del ricordo di quel divertente campeggio, e di tutti quegli
scherzi! E anche del tentativo…di penetrare assieme nel
D-Reaper…
…per favore...parla con Jeri, dissuadila dall’idea
di
sposarsi e convincila a partire con
noi!!»…«V-Va
bene, io…cercherò di capirci qualcosa in
più!
N-Non me la sento di garantirti niente,
però…!»
ponendogli le mani sulle spalle «Però ti prometto
che
penserò a quello che mi hai detto! Vedrò quello
che posso
fare…d’accordo?»…«…ti
ringrazio…» espirò Snowhitemon,
sfiorando la dura
mano artigliata di Beelzemon con il suo morbido guanto bordato di pelo.
«Suzie,
hai preso tutto?» chiedeva Lopmon, e la ragazza si
scostò
la frangetta «Credo di sì.»
replicò con una
certa decisione. La sua Digimon balzò sulla borsa appena
chiusa
«Credimi, mi dispiace molto! Avrei tanto voluto che questo
viaggio andasse…proprio come volevi
tu!»…«Non
fa niente Lopmon, non posso restare a piangermi addosso: devo pensare
ad aiutare mio fratello, lui ha bisogno di me!» infilandosi
la
borsa a tracolla «Mi spiace per chi non lo capisce: con
questa
partenza mi scrollo alle spalle anche le ultime briciole della
freddezza e dell’incomprensione che ho ricevuto in tutti
questi
anni dai miei coetanei. Lì a Digiworld
c’è quello
in cui credo veramente…
…non importa quello che pensano gli altri, ho degli amici su
cui
contare.»…«Giusto, fai bene!»
sicché
uscirono insieme dalla stanza, la ragazza aveva passo deciso.
I signori Wong li
attendevano nel corridoio «Suzie, mi
raccomando…»…«Abbiate cura di
voi, non fateci
stare in pensiero!» dissero padre e madre, e Suzie
accennò
un sorriso «Non preoccupatevi, mamma, papà:
saprò
cavarmela, e vi riporteremo Henry sano e
salvo.»…«State attenti anche al piccolo
Benji,
è…pericoloso un mondo così per un
bambino come
lui!»…«Mamma tranquilla, Benji
è con sua
madre. Mi correggo, è con i suoi genitori: vedrete che Henry
e
Rea si riuniranno. Contate su di me, vi prometto che terrò
la
testa a posto!»…«E io penserò
a
proteggerla!» promise Lopmon. Il signor Wong baciò
sua
figlia, era commosso «…non sei più
quella bambina,
ora…scegli spontaneamente di
partire.»…«Sì, è
così
papà…» aveva gli occhi umidi anche
Suzie «Si
cresce…ma è proprio quello il bello.»
quando
improvvisamente «Ihihihihihiii! Scusaaate, la rompiscatole fa
di
nuovo capolino!»
Violetta sbucò
dalla porta socchiusa…l’espressione di Suzie si
fece
terrea «…e quella che ci fa ancora
qui…?»
«Disturbo? Nooo, dai, spero di no! Ero venuta a vedere come
stavate, che faceva il piccolo Benji, se per caso avevate bisogno di
una mano io sono sempre disponiiibile,
eh!»…«No…signora Yusaki
veramente Benji
ades-» accennò la signora Wong, ma Suzie venne
avanti con
aria superiore «E’ davvero gentile…a
pensare sempre
a noi!»…«Ehehehe, ma no, figurati
è che io
essendo una madre di due bambini
picc-»…«Ma stavolta
non deve preoccuparsi! Benji…
…per un po’ sarà in viaggio. Con sua
madre. E con
me…»…«Lo portate in un bel
campeggio di
famiglia?! Iiiihhh, che diverteeente!!! Anch’io sai i miei
figli
appena posso gli faccio fare campeggio, sono esperienze così
formative: dove lo portate di bello il
piccolino?»…«Nel…
…mondo
digitale!»…«Cosa?!» Violetta
sobbalzò, la sua bocca si storse e la sua voce
stonò
(«Suzie!» la richiamava il padre per invitarla a
non
rivelare quelle informazioni, ma era troppo tardi…)
«…ih! Ihhhh, ihihihihihihi, è una
battuuuuuuta!»…«No, le assicuro di no!...
…lei non
fa giocare i suoi figli con queste cose…? Le assicuro
che…è ancora più formativo di
qualsiasi
campeggio.»…«M-Ma t-tutti sanno che il
mondo
digitale n-non esist-»…«Veramente questa
storia
è vecchia e ormai obsoleta, è una
realtà che
bisogna accettare!» sbucò Lopmon dalla borsa, e
Violetta
sobbalzò
«Ihmp!»…«Si faccia una
passeggiata anche lei lì!...
…con i suoi figli!!...visto che ci tiene tanto…ed
ha
sempre mille premure per loro come la più didascalica delle
mammine, ma talmente scrupolosa che…sinceramente NON CAPISCO
per
quale motivo avendo loro lei pretende di stare piazzata qui tutto il
giorno…»…«E-E-E-Ehmmm…(!!!)
»…«Comunque! Se proprio vuole ora
può anche
prendere il mio letto: io come le ho detto…»
sorpassandola, con gusto e con fare ancheggiante
«…sono in
partenza.»…«M-M-Ma non è che
siete convinti
di andare e poi trovate i cancelli chiusiiiiii…?»
mormorò Violetta piegando il suo viso nell’ultimo
sorrisino spiritoso «Ah! Quanto a quello non si
preoccupi…
…problema
risolto!» scandì Suzie, gelando
l’espressione della
donna «Ciao mamma, ciao
papà!»…«In
bocca a lupo, Suzie!»…«Mi
raccomando!!»
…mentre
Violetta digrignava i denti «Come…cavolo hanno
fattoooo???
(!!!) » e stava per fiondarsi fuori dalla porta quando
«Un
momento, signora Yusaki!»…«Non se ne
vada, giusto
che è stata così gentile da venire qui gradisce
un
tè?»…«Un tè
ehm…sì! Anzi
no! (non ho portato il veleno, per metterlo nelle loro tazze!)
ehehehe!!! Nooo, scusate improvvisamente mi sono resa conto che mio
figlio aveva nuoto sincronizzato perciò devo andarlo a
prendere,
mi spiace proprio tanto per il tè sarà per
un'altra
volta!»…«Nuoto sincronizzato per un
maschio?»
chiese la signora Mayumi, commentando «E’ una
scelta
originale!»…«Ihhhmmmm! (Grrr, accidenti,
mi sono
pure sbagliata! Quella che fa nuoto sincronizzato è Ufomon,
mi
sono confusaaaAAA!) arrivedeeerci, arrivederci passate una buona
serata!» sbattendo con rabbia quella porta.
«Certo che tipa strana.» commentò il
signor Wong, e
sua moglie «Ahh, che peccato che non ci tenga compagnia per
un
tè, adesso siamo rimasti
soli!»…«Coraggio,
cara: dobbiamo aver fiducia nei
ragazzi.»…«S-Sì…»
Violetta
si lanciò per le scale «Non è
possibile! NNNon
è possibile io più MI AMMAZZO per bloccare questi
cavolo
di ragazzi più loro ne trovano altre, adesso io tanto carino
lo
avevo chiuuuso, quel portale questi COME HANNO FATTO A
RIAPRIRLO?!!»…«Mamma…»…«IHMP!
CHI E’ CHE MI CHIAMA MAM…
…Gravemon?»
Il bambino
si nascondeva nella penombra delle scale…come se si sentisse
impaurito…la sagoma del suo costume circense si intravide
appena, per poi far posto alle sembianze del piccolo Lotti…
…che stringeva ancora nella sua manina il modellino della
moto
raccolto a Digiworld…
Takato rientrava
a passo deciso nella sua casa «Vieni Rea entra, ci mangiamo
qualcosa con Benji e Terriermon, prima di
partire.»…«Sì grazie,
così ti aiuto
anche a finire i bagagli.» rispose la ragazza, e Terriermon
commentò «Certo che questa storia di Jeri che non
viene
è proprio assurda! Possibile che non le importi affatto di
Henry?!»
«Takato!»
sbraitò la signora Mie al bancone al fianco a suo marito, ed
il
ragazzo chiese «Mamma, papà,
dov’è
Cindermon?»…«L’ho mandata a
fare una
commissione!»…«A quest’ora,
mamma?!! Ma lo sai
benissimo che fra poco dobbiamo
partire!!»…«Certo,
perché per te esiste solo il tuo viaggio, che ti importa di
chi
manda avanti la casa?!» ribatté la madre, e
Takehiro si
aggiunse «…e delle voci che si dovranno cibare i
tuoi
genitori, per quello che TU hai fatto!» puntandogli il dito
contro.
«Che…IO
ho fatto…?» il ragazzo lo fissò con
sguardo
eloquente, e Takehiro assottigliò il suo sollevando la
cornetta
«Ha chiamato il padre di Jeri…»
sbattendola poi con
fastidio «Ci ha detto tutto, dell’assurda scenata
che hai
fatto!!» Takato volse lo sguardo
«Quell’uomo è
un perfetto cretino!!...
…non si lamentasse
poi che la gente chiacchiera attorno a sua figlia se è lui
il
primo a spargere le voci!»…«Non te ne
andare!! Non
credi che meriteremmo un minimo di rispetto?!»
esclamò la
signora Mie «Io credo che sono ormai stufo!! Sono stanco di
voi e
delle vostre continue lamentele! Non vi sta mai bene
niente!!»…«Ah!» fece Takehiro
con aria superba
«Senti il signorino, Mie: lui è stanco!»
…e mentre
Takato prendeva sempre più amara coscienza della
sfrontatezza
che il padre ostentava nonostante non ne fosse in condizione, sembrava
essere Mie quella più accorata «L’altra
volta almeno
ci consultasti prima di partire!! Chiedesti…il nostro
permesso e
invece questa volta ci hai posto davanti a fatto
compiuto!!»…«Sai che qui
c’è lavoro e
c’è bisogno d’aiuto!» Takehiro
picchiò
un pugno sul bancone, e Mie «Sai che io non mi sento bene, e
tu
te ne parti, ti porti dietro anche Cynthia, e lo fai così,
dicendolo apertamente!!»…«E che dovrei
fare, partire
di nascosto a questo punto?!!...io non lo so più…
…con voi non
c’è possibilità di dialogo,
è evidente che
non capite minimamente il problema…
…eppure mi fa specie!!»
Takehiro aveva un
sorrisetto ironico, sembrava quasi prenderci gusto nello scatenare quel
conflitto…
Rea e Terriermon erano molto seri, e si guardarono…
«L’altra
volta capiste appieno, ed ero un bambino!! Sono dieci anni ormai, che
parliamo di Digimon, che sappiamo chi sono, cosa fanno e che problemi
hanno!»…«Eheh, purtroppo lo so bene, che
ne parliamo
da anni!» ironizzò Takehiro, e Takato
mormorò
«Papà…
…taci…
…è
meglio per tutti.»…«Takato!! Non provare
a
rivolgerti a tuo padre in questo modo!! Lui ha perfettamente ragione,
sei tu che hai torto!!»
Il ragazzo rimase incredulo…
…mentre Terriermon faceva un sommesso
«MmmmmmMMmmm…(!) » come per dire
“che
scocciatura”
Mie
esclamò amaramente «E’ inutile negarlo,
qui
c’è solo da prenderne coscienza!! Sei cambiato, ti
sei
rovinato col crescere!! Eri tanto gentile e sei diventato sgarbato,
ribelle!!»…«Perché voi non mi
avete mai
capito, non mi avete mai appoggiato!! C’è un
motivo,
c’è una ragione per cui ora sono
così!!»…«Ma se tu, come tutti
quelli della
tua età hai avuto tutto quello che potevi chiedere: il
difetto
sta in voi giovani, ha perfettamente ragione la tua
maestra!»…«Scommetto che è
passata di
qui!!»…«Certo!!»
ribatté orgogliosa la
madre «Asanuma è L’UNICA che ha capito
di che pasta
siete fatti! L’UNICA con cui mi sento a mio agio per
confidarmi e
sai una cosa? Tu non puoi fare proprio niente per non farla venire qui
perché con lei mi trovo bene perché anche lei
soffre per
avere avuto degli alunni ingrati!!!...» mentre le si rompeva
la
voce nel pianto «…come soffro io nel ritrovarmi un
figlio
indisponente e rincretinito!!! Oh, finalmente l’ho
detto!»…«…
…sinceramente desolato, mamma: beh stavolta non scomodarti a
lasciarmi la letterina nello
zaino!!!»…«Ci
mancherebbe altro!!! Certo che non ti lascio nessuna lettera, non avrai
nemmeno un dolcetto fatto da me per quanto mi riguarda!! Certo che non
avrai nessuna lettera, io non ho niente da dirti! Ormai da molti
anni…»…«…beh,
anch’io ho
esaurito le parole!!» ma mentre Takato si volgeva per salire
le
scale «Scusate!!!» Terriermon si intromise nella
discussione…
…e
Rea parlò a seguito «Dovete sapere che se Takato
parte per
Digiworld, lo fa per aiutare mio marito, che è stato rapito:
se
frega niente a nessuno!»…«E lei chi
sarebbe?!!» sbottò Takehiro, e la ragazza fece
«Ecco,
appunto…»…«Andiamo Rea,
Takato
ci ha invitato in camera sua e non capisco perché dovremmo
astenerci solo per colpa di questi due brutti musi. Mmm, e pensare che
dieci anni fa non erano così!»
sottolineò
Terriermon, e lei avviandosi per le scale «E lo credo bene:
come
si fa a sopportare per dieci anni gente del
genere…»
Mie
scoppiò in lacrime, ma suo marito la confortò
«Mie
andiamo, coraggio, non fare così: purtroppo con figli di
quell’età è
inevitabile.»…«Ma
non ti rendi conto, Takehiro?!!»…«Se non
mi rendo
conto? L’ho sentito con le mie orecchie!» replicava
lui con
un sorrisetto disimpegnato, ma lei gridava «E’ MIO
FIGLIO!!»…«…anche il
mio.»…«Ahhh, Takehiro voglio tanto che
ritorni
piccolooo!!!»…«Beh!...» fece
l’uomo
abbracciandola…
…e
celando uno sguardo subdolo «…non è
detto che non
si possa fare.»
«Lotti,
ma…? Che cosa ci fai qui?!» si avvicinò
Violetta,
tradendo un sorrisetto di sfizio «Avete già
trovato Henry?
Tu e tua sorella l’avete ripreso, legato per bene e portato
al
cestino dove abbiamo trovato Scratchmon?» unendo le mani per
sottolineare l’immenso merito di figli capaci di
questo…
…ma
il ragazzino accennò
«Mamma…»…«Sì?!»…«Oggi…
…sul campo bruciato
c’era…c’era un
bambino…un piccolo Digimon come
me…»…«Ahhh…ohhh, e
lo avete reclutato?
E’ disposto a prender parte all’armata di tuo padre
Sandmon?»…«Lui…
…teneva in mano
questa…»…«Oh? Ma che
bella moooto: ahahahah! Lotti, sei fortunato! Pensa era di quel bambino
ma adesso che l’hai trovata è tua e non dobbiamo
spendere
neanche un centesimo per comprarla, ihihihihih! Tu e Ufomon state
imparando come procurarvi da soli quello che vi occorre, ed io non
posso che essere
orgogliosa!»…«Ma…mamma lui
soffriva…
…stava male perché noi avevamo distrutto la sua
casa, e
anche…
…anche…bruciato il suo
villaggio…»…«Ohhh???...ma
questa…ma
questa è una cosa così triste! In questo
caso…» illustrò con fare didascalico
«…esiste un modo per far sì che le
sofferenze di
una creatura…cessino all’istante! Ti ricordi
quando…ah, guarda ti si è tutta sgualcita la
camica,
fatti rimettere a posto!» sistemandolo come una mamma
premurosa
«Ti ricordi quando…ihihi, con Ufomon ci siamo
tanto
divertiti! Ti ricordi quel capitolo: com’era il titolo della
pagina? Colpi…? Di grazia…!
Uhmuhmuhmuhm!»…«Mamma io…non
lo voglio
più vedere un bambino che
soffre!!»…«Che
cosaaa?!!» balzò in piedi Violetta
atterrita…
…e il bambino, dagli occhi malinconici disegnati dalla
penombra
della sera sul pianerottolo «Mamma io non voglio
più
combattere…» …rimescolando
nella sua mano
quel modellino di moto…
«Uhmuhmuhm! Loootti, piccolino della mamma (adesso ci mancava
anche questaaa…!)…ma tu non devi prenderla in
questo
modo! Sei ancora alle prime armi, la battaglia…fa
impressione,
tutti quei colpi magici, scintille!»
…sistemandogli la
frangetta, ma non riuscendo proprio a farlo sorridere «Ti
capisco: anche la mamma inizialmente aveva tanta paura ma poi si
è abituata. Si arriva a un giorno in cui si capisce che
combattere…è assolutamente necessario, non si
può
evitare se si vogliono realizzare i propri sogni. E tu ne hai tanti, di
sogni!!!» aprendosi in un gran sorriso «Tu e tua
sorella
siete…tutto uno scoppiettio di sogni! E-Eh però
se questi
sogni li vogliamo realizzare…
…u-un po’ di fegato ce lo dobbiamo far venire,
vero
Lotti-Lotti?»
Il bambino
piegò il capo…mentre le nuvole di passaggio che
oscuravano il cielo permettevano il delinearsi momentaneo del suo
collare bianco, e delle lacrime scure dipinte sotto i suoi
occhi…
«Cos’èèè, quel
faccino
tristeee???» fece Violetta, ingrossando affettuosamente la
voce
«Su con la vita! Andiamo piccolino, hai la tua occasione,
stai
diventando un guerriero. No? Dai! Dammi la
mano.»…«Oh? Mamma no non voglio tornare
a
Digiworld…»…«Coraaaggio,
adesso la mamma ti
spiega perché certe volte alcune scelte sono necessarie!
Dai…» sussurrava Violetta tendendo la sua mano
«…lo sai che ti voglio bene…
…tu e Ufomon siete tutto per me…»
…nel buio…Lotti afferrò la mano di sua
madre…
«Ahh, Jeri
avrà fatto con la parrucchiera?» Beelzemon
sfogliava
ansiosamente la Bibbia e scendeva le scale «Snowhitemon mi ha
chiesto di far luce in questa storia del matrimonio, ma è
lei
inavvicinabile e il padre anche peggio! Non so davvero come fare! Devo
anche passare a casa di Mako a prendere il vestito, il varco si apre
fra poche ore e intanto qui non c’è scritto
nient-TE!
Accidenti!» …il Libro Sacro gli sfuggì
di mano e
rimbalzò lungo i gradini «Madre Katsumi mi ha
detto di
tenerlo con cura, non posso trattarlo così. Ah, spero non si
siano piegate le pagine.» …chinandosi a
raccoglierlo
dietro il bancone, quando «Jeri! Avete finito,
finalmente!»…«Sì
papà, abbiamo
terminato l’acconciatura.» fece la ragazza
accomodandosi i
riccioli che le scendevano sul viso.
«Oh…?» fece Beelzemon e stava per
rivelare la sua
presenza…ma poi ricordò le parole
dell’amico, per
cui scelse di rimanere nascosto dietro il bancone…
«Sei
bellissima…» disse Hajime Katou con espressione
compiaciuta, scrutando sua figlia che era davvero splendida nel suo
abito da sposa «Ma dovresti sorridere di
più…è il tuo giorno, cara. Tua madre
sembrava
molto felice, quando ci siamo sposati.»
Ma la ragazza
sembrava non riuscire a sorridere, ma solo a sospirare profondamente,
socchiudendo gli occhi, e commentando «…che gran
fortuna
avere ancora a casa il suo vestito da
sposa.»…«Le
assomigli così
tanto…»…«Senti…forse
è ancora
presto ma io preferirei avviarmi, qui a casa mi sento tanto
soffocare!»…«Non sarà stato
per la comparsa
di quel ragazzo!»…«Ma no,
papà, che
dici…!»…«Non avrai mica dei
ripensamenti?!...una come te sarebbe capace di mandare tutto
all’aria una volta giunta all’altare
se…solo vedesse
in fondo alla chiesa una di quelle creature
digitali.»…«Mi hai presa per una
stupida?!!»
sbottò di colpo la ragazza «Ho promesso di andare
fino in
fondo con questo matrimonio e…niente mi
fermerà.»
puntando lo sguardo di fronte a sé «Sono
decisa…
…e sono perfettamente in grado di portare a termine quello
che
mi sono prefissa di fare!» (ignorando che i tre occhi di
Beelzemon spuntassero, sgranati, da dietro il bancone)
«Sì, hai ragione, in fondo…che senso ha
indugiare?
Già una volta l’essere titubante mi ha affossata,
penso
che in fin dei conti sia stato quello il mio sbaglio: nella vita
bisogna essere molto più determinati, e quando si vuole una
cosa…non arrendersi finché non la sia ha
afferrata! Come
io ho fatto con Mako…»…«Shhh,
parla piano
Jeri: è un po’ che non vedo in giro
quell’essere
alato, e il fatto che sia amico anche del tuo sposo oltre che tuo mi
preoccupa notevolmente, se dovesse capire il tutto…sarebbe
la
fine.»…«Ah, sta tranquillo
papà: Beelzemon
non si accorge di niente, è talmente ottenebrato dal senso
di
colpa per quello che mi ha fatto…
…che non si sognerebbe mai di ostacolarmi!»
“Jeri!”
«Sì, ma se scoprisse che ti stai sposando con il
suo
amichetto esclusivamente per una questione di
interesse-»…«Cosa potrebbe mai capirne?
E’ un
Digimon, loro non comprendono le vicende degli adulti,
tutt’al
più possono star dietro ai problemi dei bambini.»
disse la
giovane sposa avanzando per il salone con aria altera
«Sì,
però sta di fatto che ho visto ronzare sia lui si
quell’altro attorno alla casa, e la cosa non mi piace!
Jeri…
…ci siamo impegnati tanto per arrivare a questo
punto.»…«E adesso il matrimonio si
farà, non
hai motivo di preoccuparti, papà! Stavolta…
…né Beelzemon né nessun altro
riuscirà a
fermarmi: sarò la moglie di un giovane benestante,
finalmente
potrò soddisfare ogni mia ambizione!! Ho fallito una volta
come
Digimon Tamer, il mio Digimon è stato atterrato e
assorbito!...» stringendo un pugno di rabbiosa
determinazione…(mentre Beelzemon spalancava la bocca)
«…ma non mi farò metter fuori allo
stesso modo come
ragazza, come essere umano! Io merito molto…
…e Mako…sarà la chiave per ottenere
tutto
ciò che voglio: potere e prestigio!!»
(Beelzemon si abbracciò la Bibbia, incredulo di quanto aveva
udito)
Mentre Hajime Katou si accostava a sua figlia «Brava,
figliola.» e le poneva una mano sulla spalla «Vedo
che gli
impetuosi tentativi di quel ragazzo ti hanno lasciata indifferente, mi
sento sollevato.»
Jeri
fissò più in là…per poi
chiudere gli occhi
“Takato…” e ripensare a quel bacio
“Non devo
cedere…
…sto facendo la cosa migliore. Nella vita bisogna essere
inarrestabili, altrimenti si rischia di rimanere nella polvere! Io non
voglio questo per il mio destino…
…se necessario avrò il coraggio di rinunciare
anche a
te!” «Ahah! E la cosa più divertente
è che la
faremo in barba al padre di Mako, che è stato il
più
insistente nel montare tutto
questo.»…«L’hai
sentito, gli hai parlato?» chiese la figlia al padre, e
questi
rispose «Non ancora, credo che si trovi ancora a casa, a fare
bello il suo bamboccio per la
cerimonia.»…«Chiamalo,
non mi sento tranquilla. Non vorrei che saltasse fuori un imprevisto
dopo tanti sforzi!»…«Ai suoi
ordini…signora
Ayami. Uhmuhmuhmuhm!»
“Jeri…non posso crederci, mi ha
ingannato!!”
realizzava Beelzemon…
…mentre lo sguardo di Jeri si abbassava, tradendo una
sfumatura
di incertezza che affiorò nell’incrociare la foto
del
matrimonio dei genitori…
“Mi
ha ingannato, ha ingannato Mako, è stata tutta una
montatura!!
Tutto è falso, tutto!!” spremendosi il capo.
«Pronto?
Sono Hajime Katou, parla il signor Ayami? Oh! Sì, carissimo
consuocero! Sì, volevo sapere come procedeva da
te.»
“Il mio amico Snowhitemon aveva ragione…non posso
restare
qui con le mani in mano, devo fermare la cerimonia!! Mako!” e
stava per scattare in piedi.
Jeri si
volse «Uhm?» ma il padre si frappose fra lei e il
bancone
«Il tuo futuro marito è piena
fibrillazione.»…«Meglio
così…che
stesse sulla corda…ne avrà da sopportare, da me!
Uhmuhmuhm!» sfoderando uno sguardo furbo e sistemandosi i
riccioli «Hai intenzione di rendergli la vita
impossibile…?»…«Beh, se si
aspetta una
santarellina come sua sorella avrà un brutto trauma: io sono
tutto l’opposto! Io sono un piccolo
demonio…»…«Vorrai forse
dire…un
affascinante demonio.
Uhmuhmuhmuhm!»…«Ahahahah…!»
“Devo correre da lui!! Devo avvertirlo!! Magari è
ancora a
casa, devo convincerlo a non sposarsi!” decise il Digimon a
tre
occhi, prendendo con sé il Libro Sacro.
«Tu non
prendi niente, Takato…?» chiedeva Rea, seduta sul
letto
del ragazzo, alludendo a quel piattino di biscotti in cui banchettavano
Benji e Terriermon «No…mi è passata la
fame.»
replicava il ragazzo con un filo di voce, sedendo alla sua
scrivania…
Rea lo
guardava con comprensione, e nel frattempo mormorava
«Accidenti,
mi auguro con tutto il cuore di non diventare mai un genitore come
loro…»…«Momentai
Rea…non
c’è pericolo!» replicava Terriermon
mentre
sgranocchiava «Tu sei completamente diversa!» al
che la
ragazza lasciò il piattino al suo Digimon, che
seguitò ad
imboccare il bimbo per mezzo prendendo i biscotti con le orecchie
«Tieni questo Benji, è tuo.»
…Rea pose le mani sulle spalle di Takato, così
giù
di morale «La lettera di cui prima parlava tua
madre…» accennò in un pacato sussurro
«Pfff,
sì, è una lettera che io ritrovai nel mio zaino,
nel
mezzo del primo viaggio a
Digiworld!!»…«…la
conservi ancora?»…«Fff!!...
…sì, come tutto il resto.»
mugolò il
giovane, nascondendosi il volto tra le mani
«…posso
vederla…?» sicché Takato
aprì malamente il
cassetto. Nel quale però Rea notò prima un'altra
cosa
«Questo…è
Guilmon…?» sollevando con
tenerezza il disegno…Takato la guardava con
ingenuità. E
anche Terriermon «Oh!» si volse…e il suo
sguardo
restò sospeso, e appenato per la sorte del suo
amico…
«Aveva
un’aria…così simpatica, e
buona!»…«Guilmon lo era! Era buono, e
anche
simpatico…» disse Takato…
…Terriermon chinò le orecchie
«…caro
Guilmon…chissà dove sei.»
…mentre al piano sottostante presso il panificio, Kazu
faceva il
suo ingresso mentre i padroni erano di spalle, e ancora parlavano tra
di loro «Mie andiamo è inutile disperarsi,
è meglio
farsene una ragione! Tanti non parlano più con i loro figli,
perché noi dovremmo fare la differenza? E’ una
cosa
inevitabile, e una volta scoperto è anche inutile
prendersela!» ma quelle parole, che non sembrarono
minimamente
arrestare il pianto della donna, ebbero piuttosto l’effetto
di
irrigidire l’espressione di Kazu. E la sua presenza, di far
sobbalzare Takehiro
«Ihm!!!...tu?!»…«Sì!»
ribatté in tutta risposta il ragazzo «Non sono un
fantasma, non sono morto: capisco che è triste!»
L’uomo indurì il suo sguardo, mentre dietro Kazu
giungeva
anche Kenta «Permeeesso? Buonaseeera, signori cari! Avete
visto
chi abbiamo recuperato?» ponendo il braccio attorno al collo
dell’amico «Il quartiere aveva dato il suo meglio
in fatto
di leggende, e invece eccolo qua vivo e
vegeto!»…«Che cosa volete?»
chiese
l’uomo con aria ostile «Che modi poco urbani di
accogliere
due amici storici di suo figlio! Non ho forse ragione,
Kazu?»…«Che vuoi farci Kenta, il signore
qui
presente deve ancora riprendersi dal brutto colpo di avermi
rivisto!»…«Ohhh, perdonatelo: Kazu si
è
dovuto momentaneamente assentare dalle scene
perché…ehhh,
come spiegarlo, Kazu che dici glielo diciamo? Ma sì, ecco
vedete…dovete sapere che a Digiworld, dove stiamo dirigendo
assieme con Takato, il nostro Kazu ha un
regno!»…«…?! Forse voi avete
voglia di
scherzare!»…«Scherzare lei
dice…?»
ingrandiva gli occhi Kenta, spiccatamente ironico
«…se
crede che abbiamo ancora voglia di scherzare come da bambini lo
venga…a vedere di persona il regno di Kazu. Ma no. Non credo
che
lo farà. Lei al contrario di suo figlio…non ha
fegato per
venire a Digiworld.» e Kazu aggiunse
«Però
ciò nonostante non le dispiace criticarlo!
Alle…spalle
dei clienti del suo negozio.»…«Ptsss:
che ci vuoi
fare Kazu, è che ti sei abituato alla vita di corte, non
riesci
più a raccapezzarti coi modi di chi è
irrecuperabilmente
provinciale.»…«Inmf!!»
ringhiò
Takehiro, mentre Kazu ammetteva «Ma forse sai che hai
ragione?»…«Per cui direi di andare
subito da Takato
e allontanarci da quest’aria che nuoce alla
tua…innata
nobiltà.»…«Ma sì,
sai? Mi sento
soffocare…» raccolse Kazu lo scherzo, simulando
ironiche
arie da nobile, mentre si avviavano insieme verso le scale parlandosi
all’orecchio «Che poi è un vero peccato
perché sarebbe anche carino qui,
potresti…prendere
esempio architettonicamente per quando dovrai piazzare un panificio nel
tuo palazzo.»…«Già, non ho
ancora pensato
dove, sai? Mi manca la piscina, il campo da gioco, ho talmente tanti
spazi da organizzare!»…«Ah se ti serve
una mano puoi
chiedere a me, mio padre è architetto! Ihihihi!
Sì in
effetti qui, unica cosa è un
po’…vecchio il tocco
di stile, si vede che non è il gusto di Takato,
dev’essere
per via…del padre, si vede che non c’è
l’occhio di una persona
giovane…»…«Sì, sa
tutto di già
visto!» e così via…
…Takehiro strinse la sua cuffietta fino a sbatterla sul
bancone
«B-Brutti impertinenti, ma chi si credono di essere per
umiliarmi
in questo modo?! E pensare che li ho visti perdere tutti e due i denti
da latte, n-non c’è più rispetto per i
più
vecchi!!»
«Capisci
adesso, Rea?!» spiegava Takato con tono sofferto
«Capisci
perché nonostante tutto non riuscivo a fidarmi di
Cindermon?!...perché col tempo…
…mi
è diventato difficile, direi quasi impossibile concepire che
qualcuno possa scegliere proprio me, che possa volermi bene per quello
che sono! Io…» guardando
l’amica…che smarriva
lo sguardo nel disegno di Guilmon…mentre Terriermon si
rileggeva
a bassa voce la lettera della signora Mie «Caro Takato…non
so quando troverai e leggerai questa lettera…ma mi
dispiaceva
lasciarti partire senza dirti neanche una parola
affettuosa…»
«…io sono…
…quello che si usa definire mondezza, ecco quello che sono!
Quello che…continuavo a ripetermi…»
«…e
così ho deciso di scriverti queste poche righe.
Ricordo come se fosse ieri il giorno in cui sei nato: eri grande e
paffutello. Ma ormai sei cresciuto. Così in fretta che non
me ne
sono neanche accorta. E’ proprio vero che il tempo vola
via…»
Terriermon si fermò dalla sua
lettura…smarrì lo
sguardo verso l’alto…
…e poi tornò con gli occhi sulla lettera.
Takato
affermò «L’unico che poteva volermi bene
per quello
che ero era Guilmon! Lui…» scrutando quel disegno
tra le
mani di Rea con la malinconia di una persona adulta
«…con
la sua ingenuità, con la sua semplicità sarebbe
passato
sopra…a tutti i difetti…che marchiano
indelebilmente una
persona agli occhi del nostro mondo. La fragilità del
carattere…l’assenza di risultati concreti. La
sensibilità…quando eccessiva, però!
E…
…persino
la rabbia, persino la frustrazione! Anche a quelle lui sarebbe riuscito
a passar sopra, ma soltanto lui, per questo non mi fidavo di
nessuno!»
Rea lo guardò con tenerezza, e gli carezzò il
capo…
«Nello zaino
insieme alla lettera troverai un portafortuna…è
una
lettera della mamma di Takato, Benji. Pensa, quando lei
gliel’ha
messa nello zaino ero piccolo anch’io, anche se
nell’aspetto ero uguale ad adesso, e stavo partendo per la
prima
volta per Digiworld assieme con Henry.»
«E ora,
Takato…? Siete riusciti a
chiarirvi?»…«Sì, ora
sì! Adesso…
…ho
capito che lei è sincera. Ed ho accettato di andare a
Digiworld
assieme, come due veri amici! Ho compreso che Cindermon mi vuole bene
Rea…
…anche se
sinceramente, detto fra noi non so proprio come faccia! Io faccio
schifo Rea, faccio schifo!!»…«Ma no, non
dire
così!!...(canzone: Mariah
Carey - Through the rain)
…se era
questo il problema allora non era solo di Cindermon,
bensì…di tutti noi. Non è soltanto lei
a volerti
bene per quello che sei. Tutti noi te ne vogliamo. Noi, i tuoi
compagni…» accovacciandosi ai piedi della
scrivania,
sfiorandogli le braccia «…la tua squadra. In
questo
momento sono davvero felice di poterne far parte…persino io,
io
sono nuova, ti ho conosciuto così. Ed ho capito
subito…che sei un ragazzo fantastico. Ti fai voler
bene…» adagiando il capo sulle braccia del
ragazzo, e lui
vi appoggiò vicino la testa «Grazie
Rea…non
immagini quanto ne ho bisogno!! Ma se è veramente
così
come dici, se sono realmente ancora
guardabile…perché i
miei genitori non riescono ad accettarmi? Eh? Perché
Jeri…
…non mi ama, e non mi considera minimamente, al punto da
sposarsi con un altro e trascurare tutto ciò in cui io credo
di
più?!»…«Ti capisco, io mi
sono sentita…
…esattamente nello stesso modo. Guarda me ad esempio, guarda
Benji.»
Terriermon
era rimasto con il volto ingenuo, e la lettera sospesa nella
mano…
«Anche noi ci siamo sentiti abbandonati. Non solo noi ma
anche…Terriermon. Henry apparentemente si è
allontanato
da noi, ma ora sono convinta…sento dentro di me che
è
stato solo per via dei dolori che ha attraversato, non
perché
non ci voleva bene. Per i tuoi genitori…e per Jeri,
sarà
esattamente lo stesso: loro ti amano. Ma di sicuro
c’è
qualcosa che li fa molto soffrire…
…e che impedisce loro di dimostrartelo. Ma vedrai che non
sarà sempre così, molto presto ogni cosa si
chiarirà, coraggio. Sono certa che il tuo
amico…»
avvicinandogli il disegno «…dovunque egli sia,
desidera
che continui a sperare nella tua vita, come hai sempre fatto fino ad
ora.»
«E
chissà che non sia possibile aiutare anche lui!»
disse una
voce che destò stupore in Takato, che si volse
«Kazu…
…Kenta, siete voi.» I ragazzi si avvicinarono
«Ciao,
Rea…
…come stai Takato?» chiese il primo, e
l’altro
«Siamo venuti a prenderti, pensavamo di andare al
nascondiglio
tutti assieme.»…«E a dire il vero
volevamo anche
parlarti.»
«E’ per la faccenda di Jeri?» chiese
Takato, e
chinò il capo «Già lo so…lei
non viene, si
sposa con Mako.»
Kenta
abbassò lo sguardo, non riuscendo a capacitarsi della
faccenda.
Ma Kazu disse
«No, a dire la verità…era di Guilmon
che volevo
parlarti!»…«Di
Guilmon?!»…«Sì, Takato:
ascolta, devi sapere
che io nel mio viaggio a Digiworld…ho visto un Digimon che
poteva essere Guilmon, ma se è lui davvero…ha
bisogno
d’aiuto.»…«CHE COSA GLI
E’
SUCCESSO?!»…«E’ entrato in
rapporto con altri
Digimon…mi riferisco al giro di cui fa parte anche tuo
fratello!
A palazzo lo considerano un Supremo, il successore di
Azulongmon…»…«Guilmon…Supremo…»
si sovrapponeva il sussurrò di Takato…mentre Rea
cercava
di scorgere quel “Supremo” nel vecchio disegno che
stentava
ad evocare un simile titolo. A Terriermon calava la lettera dalla
mano…
«…è molto poco quello che sappiamo, ma
io non sono
venuto per scoraggiarti, al contrario per dirti che
c’è
molto da fare!» affermò Kazu ponendogli le mani
sulle
spalle «E da adesso dobbiamo dimenticare tutto, e
concentrarci su
chi ci sta più a cuore! A volte è
necessario…capisco che la situazione coi tuoi genitori
è
tanto difficile ma tu sei un ragazzo che vale! E sei un
domatore…leggendario, per cui adesso non è il
momento di
cedere. Dobbiamo andare a Digiworld…e recuperare tutti i
nostri
sogni, e le speranze del passato! Tu e Guilmon potete
rincontrarvi…lo sento, l’amicizia
trionferà…!»
…la commozione scioglieva l’espressione di Takato
in un
sorriso di speranza…
Terriermon
riprendeva la lettura «…spero
che possa proteggerti. Anche
se so che sei in gamba sono talmente ansiosa che non posso evitare di
preoccuparmi per te. Magari penserai che sia un po’ troppo
tardi
per i saluti, però…
…» Terriermon fece una lunga pausa…e
guardò
di nuovo verso l’alto…
«…abbi
cura di te. E fa buon viaggio. Voglio vederti
tornare presto…
…sano e
salvo…» …la
lettera era terminata, Terriermon
la abbassò e fece una carezza a Benji con
l’orecchio.
«Ora ci
siamo noi, siamo con te, non preoccuparti.» gli
disse Kenta
con dolcezza, aggiungendo «Scendiamo tutti assieme, e se
qualcuno
ha da dire qualcosa dovrà vedersela con
noi!»…«Sono
d’accordo!» confermò
Rea prendendo Benji tra le braccia.
«Vi
ringrazio, siete davvero dei veri amici…»
sicché
Takato sospirò…e nonostante il suo viso stanco, e
i pesi
che gravavano sul suo cuore, disse «…va bene
allora, io
sono pronto. Con Cindermon ho appuntamento lì, non ho
bisogno
d’altro, possiamo andare. Andiamo a Digiworld.»
Con Kazu si
guardarono intensamente negli occhi…e questi disse
«…come dieci anni fa, con la stessa
determinazione!!» Takato confermò «Come
dieci anni
fa…» e si scambiarono un pugno scontrato
d’intesa.
Terriermon
balzò giù dal letto «Ahahhh!»
carico di nuova
decisione.
Sembrava non vi fosse bisogno d’altro. (fine-canzone)
Il gruppo scese le
scale di casa Matsuki, Kazu e Kenta avanti a tutti, seguiti da Takato,
seguiti da Terriermon al fianco di Rea con Benji tra le braccia.
Takehiro era lì ad aspettarli, con atteggiamento di sfida.
«Dobbiamo
andare, è molto importante…» disse Kazu
con
fermezza, e Kenta «Mi sembra che ormai con suo figlio vi
siate
detti tutto, non le pare?»
Ma l’uomo li ignorò «Takato!...
…ricordati che lì a Digiworld hai un preciso
dovere.»…«Ahhh, ma allora non ha
sentit-»…«Lascia stare Kenta.»
disse
però Takato, che scese i gradini fronteggiando con coraggio
lo
sguardo del padre «Se vado a prendere mio fratello, non lo
faccio
per farti un favore, o perché temo la tua
autorità. Lo
faccio perché…
…perché in fondo non sono cambiato tanto, tengo
ancora a
queste cose!!»…«Non provare a tornare
senza di
lui!!» minacciò il padre «Non
preoccuparti
papà: questa volta non mi aspetto nessuno a venirmi a
prendere
al ritorno!!...ci si passa, e si sopravvive lo stesso. Come Impmon,
dieci anni fa.»…«Andiamo,
Takato.»
esortò ancora Kenta, e l’amico lo raggiunse.
Takehiro era
indignato, ma quando Terriermon lo costeggiò affermando
«Mi scappa la pipì.» e simulando il
gesto di alzare
la gamba, l’uomo si scompose «AHH! NON CI PROVARE,
BRUTTA
BESTIACCIA!!»…«Scherzavo…
…’mbecille…»
Una volta al momento
di solcare la porta, Kazu domandò «Tutto bene,
Takato?» e lui rispose «No, aspetta, manca ancora
una
cosa.»
E lasciò andare
un calcio dietro di sé per chiudere la porta, facendo cadere
più di una bustina del pane «Adesso è
tutto ok.
Andiamo.»
Kazu gli
mise un braccio attorno al collo «Ti capisco, io sai quante
volte?»
Takato
socchiudeva gli occhi
“Mamma, ti prego, perdonami per il modo in cui me ne vado,
stavolta…”
La donna
ancora piangeva nella cucina, e ripeteva il suo nome
«Takato…
…!!»
…e lui pensava “Se
puoi abbi cura di te. E non farti far del male da
papà.” …ma
d’un tratto il gruppo
si trovò di fronte una persona, e Takato alzò
lentamente
lo sguardo su di lei, che li attendeva con le mani sui fianchi.
Le luci della sera
delinearono il sorrisetto di sfida dell’ex-insegnante dei
ragazzi.
«Mako,
dov’è papà…?»
chiedeva la ragazza in
abito da suora, e dagli occhi ancora visibilmente segnati dal pianto
della mattina. Era pallida in viso, e sembrava avere l’aria
affaticata «E’ stato trattenuto a casa da
un’importante telefonata, però…ehi
Akemi su col
morale, adesso viene! Ti pare che mancherà il giorno del mio
matrimonio?» replicava quel ragazzo splendido e distinto nel
suo
vestito da sposo. In quel momento assomigliavano a due immagini
opposte, il giorno e la notte. Quest’ultima chiese
«E
lui…?»…«Come? Chi?»
Akemi tacque…e Mako
afferrò «Ah, ti riferisci a Beelzemon! Beh di
sicuro
adesso è a casa a mettersi il vestito, poi probabilmente lui
e
papà ci raggiungeranno assieme! Andiamo,
sorellina.»
avvolgendola con un braccio, e portandosela vicino «Mi sa che
ho
fatto una sciocchezza: sono venuto prima perché non stavo
più nella pelle, a casa mi stava venendo un attacco
epilettico,
però così ti ho messo l’ansia e a
momenti
l’attacco epilettico viene a
te!»…«Ma
no…ma no Mako cosa dici?» cercava lei di sorridere
ma
sembrava, il suo, un immenso sforzo «E’ solo
che…avevo urgente bisogno di parlare con
lui…prima della
cerimonia, devo chiarire alcune
cose…!»…«…calma,
ci parlerai
dopo.»…«No, dopo non è
possibile…lui
partirà.»…«Eeeeh?! Cosa?!
C-Che storia
è questa, Beelzemon
parte?!!»…«…senti
Mako…»…«Ahh, avrai di sicuro
capito male! Beh
ma se ho bisogno che lui stia lì, pronto, piazzato domattina
a
colazione perché devo raccontargli
com’è andata la
mia prima notte di nozze! Nooo, figurati dove dovrebbe andare poi?
Senti, sorellina…capisco che è un momento tosto e
ti
senti emozionata, quando tu hai preso i voti per me è stato
lo
stesso! Ma non devi preoccuparti, ci sono io qua con te e anche quando
sarò sposato penserò io a prendermi cura di voi:
te,
papà, mamma, Beelzemon, sta tranquilla. Abbi fiducia in me,
eh?» parlava lui come un ragazzo maturo, abbracciandosi la
sorella…
…ma gli
occhi di Akemi si facevano stretti e appenati, e ancora le sue labbra
pronunciavano il nome
«…Beelzemon…»
«Avrò fatto la cosa giusta?» si chiedeva
il signor
Ayami nella sua casa, impomatato e anche lui splendido nel suo abito da
cerimonia se non fosse stato per il contrasto dato dalle graziose
pantofole a forma di cane che indossava ancora «Ma
sì che
ho fatto la cosa giusta! Debbo sbrigarmi a uscire c-con quelle
telefonate mi hanno fatto ritardare cosa mi manca?...
…ah sì devo ancora infilarmi le scarpe!»
Ma c’era
qualcuno che stava solcando la porta a vetri di quella casa con i suoi
possenti stivali da combattimento…
«Ahhh, e come se
non bastasse quel babbeo di testimone fatto di dati ancora non si
presenta, ma cosa pensa che siamo tutti scemi?! Che siamo qui ad
aspettare lui?!»
…Beelzemon si
volse verso il cane in giardino…fece
«Shhh…»
e quello sembrò riconoscerlo…ed essere oroglioso
di
obbedirgli…
«Ahhh…Mako,
Mako, poi lui…poi lui cercaaava di fare quello maturo ma si
vedeva che era proprio nervoso oggi! L’ho fatto.
L’ho
fatto, adesso per fortuna fra qualche ora questo matrimonio
sarà
andato, sono riuscito a scaricare mio figlio…a-a una brava
ragazza, sperando poi che non si riveli un’arpia che ci
prosciuga
il conto! Ma non dovrebbe almeno: è referenziata!
E-Eh…fa
parte di quella squadra di co-di cosi là,
cheee…combattono con quelle creature, dovrebbe essere una
garanzia sufficiente! E poi Mako la ama. Questo è
l’importante. Speriamo che lo ami anche lei! Mio figlio ha
bisogno di premure…e speriamo che arrivi anche il testimone,
diamine!!!»…«Non
c’è più da aver
paura: il testimone è arrivato!» disse fiero
Beelzemon
«WHAAA!!!...ma sei matto a comparirmi dietro in questo modo,
vuoi
farmi venire un infartooo?!! INGRATO…»
Beelzemon
fissò quell’uomo in modo assorto e
ambiguo…«Mi perdoni…se l’ho
spaventata. Non
era mia intenzione.»
Anche Ayami lo guardava con una certa aria di sfida…
…e Beelzemon colse l’occasione per smarrire gli
occhi
attorno a sé «Cosa fai?!...uhm?! Ricordi il
passato?!»…«Parla con
me…?» il Digimon
indicò se stesso, e l’uomo disse
«E’ inutile,
è troppo tardi per ricordarlo, ormai è sfumato e
non si
può fare
niente.»…«…mi stavo solo
limitando a guardare.»…«E’ al
futuro che
dobbiamo puntare: e il futuro…è la cerimonia che
si
terrà fra poco e alla quale rischiamo di arrivare in
ritardo.
Prendi!!» rifilandogli con modi bruschi quel vestito avvolto
nella plastica «E se vuoi bene a mio figlio Mako cambiati in
fretta, l-lui…mi assicura che alle tue misure va bene, non
so
come farai con quella coda ma non è affar mio! Mettiti
questo
coso e andiamo, svelto!» ma Beelzemon
«Rgghhh!!»
improvvisamente gettò con rabbia il vestito a terra
«WAAAAAAH!!» Ayami rabbrividì, ancor
più
quando lo vide pestare l’abito con rabbia
«Iiighhh!»…«M-M-Ma sei
impazziiiiiitooo,
E’ COSTATO FIOR DI SOLDI A MIO FIGLIOOO!
Whaaa-ahhh-aaaaahhh!»
…ma
Beelzemon lo prese per il bavero e lo sollevò
«Lasciami-LASCIAMIII!»…«Mako
non guadagna,
è ancora uno studente…è
MINORENNE…!!!»…«G-GLI
DO’ UNA
PERCENTUALE QUANDO MI AIUTA
NELL’IMPRESAAAAAA!»…«Non…!!...mi
interessano i vostri sistemi educativi, io voglio solo che lei mi
dica…»…«Mettimi
giùùùùùù!!!»…«…CHE
COSA
SA…!!»…«Come?»…«MI
HA
CAPITO BENISSIMO!»…«Arghhh!!! Sei solo
un
bruto...»…«Oh
sì…!»…«UN ESSERE
ABIETTO!»…«Continuerei con piacere a
farmi dipingere
da lei ma ho cose più importanti di cui
occuparmi.»…«C-CHE COSA
VUOI?!»…«COSA C’E’
DIETRO QUESTO
MATRIMONIO?! Perché sta macchinando perché Mako e
Jeri si
sposino con tutta questa fretta?! Non sa che ci potrebbe essere il
pericolo che la ragazza avesse uno scopo ben preciso per puntare a suo
figlio?! Questo lei lo sa…gestisce un’impresa,
è
esperto di queste cose, ma corre il rischio.
Perché…?»
…sgambettava furiosamente quell’uomo, sospeso in
aria
dalla presa di Beelzemon «Sto aspettando che lei parli! Che
significa tutto questo intrigo?!! Non mi dirà che a lei il
padre
di Jeri sembra un uomo onesto!! PERCHE’ LI FA SPOSARE
COSI’
ALLA CIECA?!»…«G-G-GrrrRRR, non avrei
mai immaginato
di sentirmi porre un giorno queste domande proprio da
teeeEEE!!!»…«Perché?! Pensava
solo fossi il
peluche dei suoi figli?! No, quello eccolo!!»
…indicando l’orso adagiato sul
divano…«Io
sono un essere vivente…tengo ai suoi figli ed ho la precisa
responsabilità di badare a loro e alle loro vite!! E se
necessario anche impedire che un padre pazzo li metta su strade
DELIRANTI come questa farsa di matrimonio…!!!...non lo sa?
La
fidanzata di suo figlio…è d’accordo col
padre PER
SPOGLIARLA ANCHE DEI PANTALONI! Hanno fatto un calcolo molto
arguto…e la vittima prescelta è suo figlio, non
mi
dirà che cosciente di questo lei vuole ancora che si
sposino!»…«E io perché mai
dovrei credere a
uno come te…???...!!! Che è riemerso
dall’inferno!»…«Non ha altra
scelta!»…«Aiuto!
AIUTO!»…«Lasci
stare è inutile gridare il cane di casa mi conosce!!...
…e forse
anche lui non vuole che il suo padrone si sposi con una
ragazza…diciamo un po’ troppo
furba!»…«Se quel cane potesse
riconoscerti
realmente…
…ALLORA
DOVREBBE ASSALIRTI E SBRANARTI FINO A RIEMPIRE IL GIARDINO DEI TUOI
PEZZI!»…«M-Ma che cosa farnetica?! Non
la capisco
minimamente!»…«Non lo
sai…?» Ayami
fissò Beelzemon con occhi ardenti di furia
«…è colpa tua se ci troviamo in questa
situazione!!! E’ COLPA
TUA!!!»…«Cosa?! Ma che
dice, lei è matto, dovrebbero ricoverarla in
manicomio!!!»…«Sììì!!!
In
manicomo MAGARI, sarebbe il luogo ideale dove potrei finalmente
riposarmi e non pensare alle mie
disgrazieee!!!»…«Ma
che diavolo vuole di più dalla vita…?...
…ha due
figli fantastici, che la amano, una stabile situazione economica,
PERCHE’ NON SI ACCONTENTA?! COS’ALTRO PRETENDE IN
PIU’?!»…«Pretendo…
…DI
TORNARE
INDIETRO!!»…«Cosa?»…«Pretendo…di
riavere la possibilità di crescere i miei figli bambini
senza
permettere che MAI si incontrino con te!!!»
Beelzemon
spalancò i suoi occhi «…che cosa
dice…?»…«Quello che ho
dettooo!!!
Pretendo…
…che
Akemi diventi una fanciulla senza averti mai conosciuto,
così le
sarebbe piaciuto almeno un altro ragazzo, un qualsiasi altro sarebbe
andato bene!!! In questo modo si sarebbe…fidanzata e sposata
e
avrebbe conosciuto l’amoooooore, anziché CHIUDERSI
IN UN
CONVENTO perché aveva incontrato una creatura perversa che
le
aveva fatto perdere la
testaaaAAA!!!»…«…mi
ascolti bene…
…è stata Akemi a scegliere la sua strada. Se lo
ha
fatto…se ha scelto di seguire questa roba!»
alzando
l’altro braccio e sollevando la Bibbia
«Evidentemente
è stato perché in questo ha trovato se
stessa!» ma
l’uomo colpì il Libro Sacro scalciando
«B-BUGIARDO!
Akemi è entrata lì per te, PER TEEE! E tu lo
sai…LO SAI BENISSIMO, NON PROVARE A FINGERE!»
Beelzemon chinò il capo «…ormai
è fatta, che
senso ha ripensarci…?»…«Ormai
è
fatta…? ORMAI E’ FATTAAA?! Tu con queste parole
liquidi
mia figlia?!»…«Senta, io ne soffro
quanto lei se
proprio vuole
saperlo!!!»…«A-Ahhh!»
…gemeva l’uomo non smettendo di
scalciare…mentre il
Digimon rivelava «Io amo sua
figlia…»…«Uh-Uh-UhiiimmmmMMM!!!»…«…la
amo, con tutto me stesso, con tutto il mio cuore…
…e con tutta la mia anima. Ma purtroppo o per fortuna lei
vuole
rimanere fedele alla scelta che ha fatto, ho cercato di dissuaderla ma
è stato inutile. L’unica cosa che posso
sperare…
…a-anche se mi fa male, anche se mi sento morire, anche se
non
posso pensare…a una vita, a delle risposte, anche se non
posso
pensare a niente senza di lei!!!...mi posso almeno…
…augurare…che là in convento possa
essere
felice…
…e che il suo Dio le regali la pace e l’amore che
avrei
voluto darle, se non mi fosse stato precluso. Io spero…che
la
mia bambina negli anni possa ricevere luce e amore, gli stessi che io
non posso avere. Per tutta la
vita.»…«UhmmmmMMM!!
PER TUTTA LA VITA UN
CORNO!!»…«Cosa?!»…«AKEMI
NON
AVRA’ NIENTE DI QUESTO, AKEMI!!...
…NON AVRA’ UNA VITA!!!»
«…
…eh…?...!!!»…«AKEMI
E’
MALATAAAAAAAAAAAA!!!...
…e la sua vita sarà MOLTO---BREVE!...
…
…AAAAAAHHHH!» …Beelzemon lo
aveva lasciato.
L’uomo tonfò a terra. Non era riuscito a
sorreggerlo dopo
aver udito quelle parole. Indietreggiò nervosamente,
impicciandosi i piedi con la Bibbia a terra.
Ayami si sfilò il vestito da testimone implasticato da sotto
il
sedere, ruppe la plastica, si asciugò gli occhi e si
soffiò il naso con quello «Adesso finalmente lo
sai…
…e-ecco la verità sulla nostra
sventura!»…«No,
no…» replicava
Beelzemon nervosamente, per poi affermare con un sorriso aspro, ed un
tremante dito inquisitore «No! Lei sta mentendo, ceeerto,
cosa
aspettarsi da uno come lei?! Lei è un verme…
…è-è solo un lurido…e
viscido lombrico
strisciante dalla voce stridula e d-due baffi da
pagliaccio…»…«…n-non
me ne importa
niente! Eccooo…mi si è rovinato il vestito da
cerimonia.
Non mi importa niente nemmeno di
quello.»…«E NON
FACCIA LA VITTIMA!!» gridò il
Digimon…spaventando
un tantino l’uomo a cui si alzò il ciuffo di
capelli
«Lei mi sta…molto abilmente prendendo in giro,
perché non mi ha mai potuto vedere, non mi poteva soffrire
da
quando ero piccolo e sedevo su QUEL DIVANO accanto ai suoi figli,
sììì!»…«No!»…«Sììì,
lo ammetta che è così come dico
io!»…«Ihmf!!» si
rialzò l’uomo
«Sai…BENISSIMO CHE NON E’ VERO! Quando
ti abbiamo
scoperto eravamo felici io e mia moglie che tu tenessi compagnia ad
Akemi e Mako, erano così
pestiferi…e…i-incontrollabili, contavamo sulle
leggende
che circolavano su voi creature digitali, tanto sagge e lungimiranti,
affinché il vostro buonsenso avesse potuto guidarli, ma
noooooo!
Il signorino ogni tanto scappava perché non si sentiva
trattato
bene e ritornava quando gli era più
comodo!!»…«Che cosa…sta
dicendo?!»…«LA VERITA’!
E’ quello che
hai sempre fatto…
…tuuu!» venendo avanti con un dito minaccioso e
accusante
«TUUU!»…«Ahhh!»
Beelzemon scattò
indietro, avendone paura «Lo hai fatto prima e lo hai fatto
dopo!
Non ti è bastato far disperare i miei piccoli gemellini
quando
temevano di aver perso l’amichetto alto come loro nooo! Nooo,
TU
TE NE SEI TORNATO LASSU’! NEL TUO MONDO!...
…PER
ANNIII!»…«Ahhh!»…«LI
HAI
ABBANDONATI! E così…
…e-e
così la mia povera figlia si è…SI
E’ CHIUSA!
Chiusa in un eremo di dolore e di…SOLITUDINE,
perché il
suo GRANDE AMORE l’aveva lasciata, ed ha sepolto LA SUA
VITA!!
Pur sapendo…c-che sarebbe stata breve!!»
Beelzemon
iniziò a tremare…Ayami sollevò la
Bibbia
«Akemi…
…non
aveva la vocazione per fare la monaca…»
lanciandola tra le
mani di Beelzemon, che la afferrò al volo «Mia
figlia…
…sognava di innamorarsi…e-e sposarsi!...
…C-COME TUTTE LE RAGAZZE! Solo che…le era
successo un
piccolo inconveniente, quello di cui si era innamorata…
…q-quello con cui sognava il matrimonio, IL SOLO, al punto
da
non sentire ragioni era…
…una creatura digitale…ed era
d-d-d-dovuto…”momentaneamente
partire”…p-per
ragioni personali! Io ho provato a convincerla, ma è stato
inutile…
…a-avrebbe preferito…» facendo
più stridula
che mai la sua voce «…r-r-rinnegare suo padre
piuttosto
che il suo eterno amore…a tre occhi…
…e con le ali…»
Beelzemon rabbrividiva…e si stringeva le braccia come
soffiasse
la bufera, in un gesto per lui frequente…
«Quell’angelo…custode di quando era
bambina, c-che
viveva in casa con lei, lei sognava! Sognava…
…l-la chiesa, e l’altare pieno di fiori…
…povera piccola Akemi…
…voleva…che lui la attendesse pieno
d’emozione come
ora Mako attende la sua
fidanzata…là…al
convento…in cui si è rinchiusa sua
sorella…
…non ho mai accettato quel convento…n-non
volevo…che Akemi si precludesse l’amore, ecco
perché ho fatto carte false! Ma la tua ombra…per
l’appunto alata…si è estesa
abbastanza…da
offuscarle…ogni…altra
possibilità…
…q-quell’amico!!»
…puntando il dito
contro una foto incorniciata dei piccoli Akemi, Mako e Impmon
assieme…«H-Ha condizionato completamente tutto il
corso…d-della nostra vita…
…!!...capisci ora…? P-Perché ho messo
fretta a
Mako…? Un po’…p-perché avevo
paura che si
infilasse anche lui in convento, dato l’esempio della
sorella!!
Un po’ perché…
…perché Mako è instabile, da quando
lei si
è allontanata per prendere i voti e da quando
lui…sa che
morirà. Un po’ perché…
…perché ci tenevo…c-che mia figlia
potesse almeno
assistere al matrimonio di suo fratello!!»
…straziandosi
fra lacrime che, nonostante il timbro della voce, erano comunque
dignitose…«E un po’
perché…ci
tenevo…che mio figlio…p-potesse dire il suo
fatidico
sì…
…i-incrociando…i-il sorriso…della sua
dolce
sorellinaaaaaaaaa!!!»
Beelzemon si prese il capo tra le mani. E fu allora che il cane
iniziò ad abbaiare.
«SONO UN PADRE COSI’ TANTO DA CONDANNARE?!!
Ihmf!»
lanciando a terra il fiore all’occhiello, e pestandolo con le
sue
pantofole a forma di cane.
«N-N-No…
…!! No…»
“Akemi…”
…ripensando a quel
suo sorriso “La mia dolce Akemi…”
…e a tanti ricordi assieme…
…dal bacio-portafortuna ad Impmon che si
imbarazzava…a
quel bacio mancato, quella mattina in convento, negato per la troppa
onestà verso la sua promessa…
«Nooo, non è possibile!!...
…n-non è vero!!...
…n-non può essere!!» gemette il
Digimon, mentre
l’uomo si avvicinava, enunciando rassegnato
«Purtroppo
è così. Akemi è condannata. Lei
è
affetta…da un male osseo estremamente grave che la
condurrà alla paralisi graduale…
…e-e poi alla morte.»…«Ma non
è
possibile, questo!!!...questo…è inconciliabile
con la
natura umana!!!»…«E
perché…?
Perché è giovane?! Perché è
una ragazza, e
dovrebbe correre, vivere e sognare?! Oh beh!...se è per
questo
sono d’accordo con te. Ma è anche vero che
è
abbastanza innaturale che stia ad AMMUFFIRE IN CONVENTO FINO ALLA MORTE
PER COLPA DI UN DIGIMON!»…«M-Ma
io!!!»…«TU ME L’HAI
ABBANDONATA QUELLA POVERA
BAMBINA!! L’HAI MOLLATA SENZA ALCUNA
PIETA’!!»…«Non è
vero, non è
veroooooo!!! Io-Io…!!!» boccheggiava Beelzemon
disperato
«I-Io sono stato…p-portato via a forza!!! Volevo
restare!!! Glielo giuro, volevo restare!!! Mi ha portato via!!! Un
portale mi ha risucchiato, deve credermi!!!» scuotendo quel
padre
disperato «Faceva presa sulla mia percezione fisica, mi
impediva
di reagire!!! Come lei prima, quando la tenevo sollevato!!! Mi ha
ri-sbattuto…a forza nel mio mondo e io non mi sono potuto
ribellare in alcun modo, mi ha tenuto confinato lì per dieci
anniiiiii!!!»…«DI
CERTO-PERCHE-!!!» a suon di
pugni, che Ayami sferrava sul petto del Digimon che si faceva colpire
«NON-TI SEI-IMPEGNATO-ABBASTANZA!!! Grrr!!! Se ci avessi
tenuto
realmente un modo l’avresti trovato!! E infatti eccoti qua!!
Ma
adesso è troppo tardi, mia figlia è perduta,
è
perduta!! Di sicuro uno come te si sarà pavoneggiato fra
MILLE-ALTRE-SUE SIMILI, facendo il bello in motocicletta per DIECI
ANNI! E-E relegando la mia povera bambina in un angolo buio, quando non
si sa a cos’altro pensareee!!!» ma Beelzemon si
rigirò inviperito «NON E’ VERO, QUESTO
NON
PUO’ DIRLO!! Non ho avuto nessuna! NESSUNA!! MILLE FEMMINE
DIGIMON MI RECLAMAVANO, ma io non potevo, NON POTEVO! PERCHE’
PENSAVO A SUA FIGLIA! Guardavo il globo terrestre sopra la mia testa, e
malinconicamente la immaginavo crescere, e mi domandavo per colpa di
quale, maledetto destino non potessi essere con leeei!!!»
«E allora?! CON QUESTO?! Sta di fatto che ora qui sei
superfluo!
Non potrete mai sposarvi, anche se lei ama te e anche se tu ami lei il
vostro è un amore INUTILE!! Non riuscirà mai a
salvarla,
la piccola Akemi morirà senza aver conosciuto
l’amore!!!»…«NoooOOOO!!!»
(canzone: S
Club - Say goodbye)
…Beelzemon si trascinò sullo scalino esterno
della casa,
barcollando, sotto lo sguardo del cane che non cessava di abbaiare
«Non può essere vero, è assurdoooooo!!!
A-Akemi!»…guardando i palmi delle sue mani, su cui
piovevano lacrime sconsolate «L-La mia Akemi non
può
essere malata, non è una persona prossima alla morte,
diavolo,
AKEMI E’ UNA BAMBINA!!»
…il
cane sembrava confermare. Ma che importanza aveva? Il Digimon aveva
piegato il capo, sedendosi su quello scalino esterno stanco ormai di
lottare…
…quell’uomo che anche di lacrime ne aveva versate
tante lo
fissava…e mano a mano anche il risentimento sfumava, come un
falò consumato…lasciando solo cenere di
rassegnazione…
“Questo
è l’orsacchiotto al quale avevamo staccato
una zampa, ricordi?...
…Io e Mako non litighiamo più per i giocattoli,
lui
può usare i miei e io i suoi.”
“E’
indescrivibile…ciò che ho provato questa
notte. Non hanno inventato al mondo abbastanza parole per spiegarlo,
quando ci siamo abbracciati io…!...ho
avuto…finalmente
quella certezza…la conferma a ciò a cui ho
consacrato
molte delle mie preghiere, accettando il rischio che ciò
potesse
non essere. Eppure è stato…
…Grazie…Beelzemon. Ora che lo
so…vivrò
portandolo nel cuore. Condurrò sempre con me…il
ricordo
di questa notte. La notte in cui tornasti da me, assieme a tutta la
gioia, e la spensieratezza di un tempo.”
«Che
cosa ha significato…?» si ripeteva
l’affranto
Beelzemon…travolto da una mitraglia di colpi che avevano
tutti
il viso e il sorriso di quella giovane suora, che delineava nel cielo
tra le stelle «Akemi!...
…che ha voluto dire…? Incontrarsi tanti anni fa,
perdersi, tanto attendere…
…e poi ritrovarsi? Se devi sparire!...se il tuo destino
è
andartene. S-Se sei malata…
…che ha significato…amarsi?...s-scoprire che sei
tutto
per me!» …avvicinandosi la Bibbia con la
mano, ma
senza guardarla «…dove la cerco in tante pagine
questa
risposta…?» ma Ayami si accucciò. E
seppur un
po’ a stento e con modi un po’ spicci gli mise una
mano
sulla spalla «Possiamo cercarla in due, dividiamo il
quantitativo
delle pagine a
metà.»…«Uuurghhh, SAREBBE
INUTILE!»…«Era solo un suggerimento.
Ahhh…» accomodandosi, accanto a lui a gambe
penzoloni da
quello scalino «…però capisco. Ci sono
momenti in
cui neanche i buoni suggerimenti sono ben
accetti…è una
cosa che io vivo…tutti i giorni. Non ricordo neanche
più
da quando, ormai…
…da quando lo
so…»…«Akemi…
…mmm, iuuuurghhh!!!»…«Ora che
ti
prende?»
Beelzemon balzò in piedi «MALEDETTO
DESTINO!!!» …gridò con tutta
la rabbia che
aveva nel cuore. Spalancando le sue ali, afferrando una delle sue
pistole e sparando un colpo luminoso in cielo, al grido
«MALEDETTO SHAGGAI!!!...
…che ci ha ingoiati! Che ci ha spinti tutti con le spalle al
muro!!» …mentre le lacrime sgorgavano dai suoi tre
occhi,
rigando il suo volto digitale «…che ha segnato le
nostre
vite, irrimediabilmente!...e dalla ferita che ha praticato in cielo,
seguiterà sempre…
…sempre a scorrere dolore! Come un fiume…il tempo
inarrestabile…
…che non perdona!...
…travolge la vita!!...e ruba…tutta la
felicità!
L’infanzia!» volgendosi, verso la casa illuminata
«…i sogni…la spensieratezza!»
…scorgendo in fondo, sullo scaffale, la foto dei bambini col
Digimon «…e ti lascia solo, al buio…
…come un’anima dannata! Con i frammenti del tuo
cuore…che tagliano le
dita.»…«Su…andiamo, coraggio!
Non tutto poi
è così
perduto…»…«Cosa?! Ma se
mi ha appena detto
che…?!!»…«…certo…lo
so…
…ma
lei non vorrebbe. Se ora fosse qui…le si
dispiacerebbe…
…se ti sentisse parlare così!»
«Ah!» il Digimon sussultò…e
ricordò…
“Se hai
deciso di partire è giusto, devi seguire il tuo
cuore…
…anche senza la luce del Digivice il tuo cuore ti
concederà la forza necessaria per combattere.”
…prima la voce di Akemi, poi quella di Madre
Katsumi…
“E’
un quadro…che talvolta si frappone dinanzi ai
nostri occhi, ma che abbiamo la possibilità di restaurare
con il
nostro personale tocco, al fine di conferirgli quella luce che gli
manca...
…ci sarà
qualcosa comunque. Qualcosa da provare, sperimentare, qualcosa a cui
non si era pensato: ma che il nostro cuore può star
aspettando
essendone incosciente esso stesso.”
«Qualcosa…un
quadro da restaurare! La voce del cuore, qualcosa…!...
…di cui il cuore è incosciente!» si
ripeteva il
Digimon nell’affanno, brancolando nel buio per strappare una
traccia per il futuro «Il cuore! La voce, un quadro! Un
quadro…
…il convento? Oh! Il convento!!...
…il matrimonio!!...MAKO!!»
E a quel punto Ayami si alzò in piedi, come mosso da una
forza
indecifrabile «Oh Cielo…sai che non hai tutti i
torti?» e lo sguardo fisso avanti a sé…
Il riflesso della luce elettrica sul vetro della foto travolse la
bambina e il Digimon, lasciando evidenziato unicamente il bambino dai
capelli rossi alla sinistra dell’immagine…e fu
allora che
Beelzemon con mano tremante raccolse la cornice…
«A-A quest’ora…a quest’ora
Jeri starà
per arrivare…» balbettò Ayami
«Oh mio Dio che
cosa ho fatto…
…oh mio Dio che cosa ho fatto! No. Nooo!...no, non voglio
che
mio figlio si sposi senza amore! Povero Mako, nooo!»
Mentre Beelzemon respirava profondo, e guardava verso l’alto
con
la foto nella mano…
«Non
merita questo! P-Preso dalla fretta…e-e dalla disperazione
ho
combinato un disastro, nooo, non voglio più che Mako si
sposi
con quella ragazza, n-non v-…»
…e
trovò il coraggio di volgersi verso Beelzemon, seppur il suo
sguardo fosse esitante e di supplica «…
…a-a-a…
…aiuteresti mio figlio…? Puoi perdonarmi per
quello che
ti ho detto? Ti giuuuro, non lo pensavo davvero! Ero
disperato…
…p-potresti aiutare Mako? Impmon!...» sfiorandogli
il
braccio, e richiamando il suo sguardo «…potresti
farlo?» “Mako…” ma
improvvisamente il
Digimon afferrò l’uomo «A CHE ORA SI
SPOSANO?!!»…«Dovremmo esserci
quasi!!»
Il Digimon
assottigliò lo sguardo «…li
fermerò
io…
…!!» (fine-canzone)
In convento saliva il brusio.
Akemi cercava di
aumentare la sua non elevata statura alzandosi sulle punte dei sandali
e cercando qualcuno tra la folla che però stentava a
distinguere. Le giovani suore le passavano accanto «Ohhh,
Akemi
com’è bello tuo fratello
quest’oggi!»…«Vestito da sposo
è un
incanto, ma dove lo nascondi il
testimone?»…«Non
stiamo più nella pelle all’idea di Beelzemon in
abito da
cerimonia! Oh!...che Dio abbia pietà di noi, se Lui
può.» …ma c’era
anche una suora anziana
un po’ meno facile agli entusiasmi, che si appoggiava al suo
bastone e si informava con i suoi occhi vigili «Dì
un
po’…qualche
problema…?»…«Non
vedo mio padre Madre
Katsumi…»…«E’
proprio necessario per l’odierno
evento?»…«Oh!
Beh…»…«Non sarebbe forse
meglio ammettere che
non ci si può sposare senza
testimone?»…«…che cosa volete
dire…?»…«Bah! Niente,
semplicemente alludo al
fatto che questa mattina me lo hai rifilato che strusciava per terra,
avremmo potuto usarlo come straccio per fare le pulizie in
convento.»…«Oh!
Madre!»…«Tranquilla…!»
liquidò
la suora con un sorriso spiccio, ed una mano su quella della ragazza
«Ci ho pensato io: a farmi vedere come
un’alternativa
d’amore non ci sono riuscita, ma in compenso l’ho
fatto
arrivare fino alla porta del convento sulle le sue gambe. E ti assicuro
che per come stava…non era cosa da niente, ci sono vive
speranze
che possa farcela anche a venire oggi! Quella che mi
preoccupa…sinceramente è la fidanzata di tuo
fratello.»…«Perché,
cos’ha?!»…«…
…è in piena combustione.»
Infatti nella stanza laterale…
«Mmm,
perché si ritarda tanto?!!» sbraitava una sposa, e
suo
padre cercava di contenerla «Jeri, datti una
calmata.»…«Vorrei tanto sapere
dove…DIAVOLO
è finito quell’idiota di Beelzemon! Sarebbe dovuto
essere
già qui e anche quell’arteriosclerotico del padre
di
M-»…«Shhh!!!» tappandole la
bocca «Vuoi
che ti senta qualcuno? E’ il padre del tuo
sposo!»…«Non mi interessa, che mi
sentano: io sono
la sposa! Capito?! Io sono…LA SPOSA, sono molto
più alta
in grado in fatto di importanza nella cerimonia di oggi, non
è
forse così?!!» dando le spalle al padre, che la
fissava
«Figlia mia…
…sei
troppo agitata, dammi
retta.»…«E’-E’ che
non mi capacito, quell’uomo ci ha fatto precipitare a
sposarci e
poi non si presenta al momento cruciale! Ah ma mi ha appena
conosciuta…gliele farò passare di tutte, lo
rinchiuderò…i-in un ospizio per rimbambiti quando
sarò la moglie di suo figlio!! Pezzo
d’idiota…
…pfff, sono
stanca…»…«Se continui
così…!!...allora addio matrimonio!»
sentenziò il padre un pizzico indispettito «Cerca
di fare
la persona adulta!»…«Il matrimonio si
farà!» replicò lei, lottando contro
l’affanno
«Ti assicuro che si farà ma
tu…sbrigati, vai a
reperire un altro testimone!»…«Io?! Un
altro
testimone?!»…«Quel Digimon…
…lo conosco!!» scandì con sguardo
penetrante
«Ha una discreta capacità nel…rovinare
quel che
è già bello e perfetto così, come
questo
matrimonio che è stato impeccabilmente allestito! Per cui io
questa volta non ho intenzione di farmi trovare
impreparata…e
farmi condizionare la vita da lui. Presto! Va alla ricerca di qualcuno,
non mi importa se Mako non lo conosce, penso io a convincerlo e se
è necessario trova anche un uomo che sia disposto a
impersonare
il padre dello sposo, ma non aspetterò più di
altri…venti minuti per sposarmi! Siamo
intesi?!»…«Ahhh…»
Hajime Katou
guardò la sua splendida figlia scuotendo la testa come si fa
per
un caso disperato…e sotto quegli occhi inceneritori
uscì
dalla stanza, e richiuse la porta.
Jeri
rimase sola…avanzò lentamente verso la sedia che
si
trovava lì. Ed un velo, che non era quello bianco da sposa,
attraversò la sua espressione…
…quando si sedette, i suoi occhi erano quelli di chi
è
circondato da niente fuorché un grande vuoto. Da sotto il
suo
abito…estrasse lentamente, e con mano incerta, un Digivice
viola
decorato con una ruota dentata…
…insorgevano lacrime, e sorgeva per lei il problema di non
guastarsi il trucco da cerimonia prima che questa fosse
iniziata…
…orientando il suo viso verso lo specchio che aveva di
fronte...(canzone: Claudio
Baglioni - In un'altra vita) ricordò di quando
una cascata di carte dei
Digimon le era scivolata dalla tasca del vestitino sotto gli occhi dei
suoi giovani amici…
…di quando la sua mano di bambina si era tesa alla luminosa
apparizione di un congegno bianco bordato
d’oro…delle
chiacchiere, seduta sul tetto della sua casa, raggiunto sgattaiolando
agilmente dalla finestra, con un amico grande e paterno, dalla folta
criniera e dal fisico possente…
…era sempre più arduo trattenere le lacrime! Si
ricordò di lui come lottava per proteggerla…e di
lei
quando sfregò la carta di LadyDevimon per conferirgli il
potere
di un magico soffio oscuro, contro un perfido nemico a più
teste, circondati dallo scenario del mondo digitale…
«…L-Leomon!...
…Leomon…» gemeva quella
sposa…scorrendo le
sue mani smaltate lungo la morbidezza del suo abito «Ti
prego,
vieni a salvarmi…
…t-ti scongiuro!...
…portami via, io…
…non sono questa che appare! Non
lasciarti…ingannare
dalle voci che senti! Io…sono…
…sempre quella bambina! Solo che sono disperata…
…s-sono disperata…amico
mio…»
…e si rivedeva bambina, sorridente e sicura col suo
zainetto, e
un’espressione serena e avventurosa al
contempo…quando
stava partendo per Digiworld al fianco di altri ragazzini come
lei…e all’uscita di scuola si congedavano
dall’apprensiva maestra, che aveva in ultimo scoperto
tutto…
«Che cosa ci fa qui, signora Asanuma?!» erano le
dure
parole di Takato…mentre con lui Kazu e Kenta facevano muro,
ma
la loro espressione era molto diversa da quella di allora, di decisa
opposizione al sorrisetto ironico della donna che mutò in
uno
sguardo di sgomento quando vide il giovane col cappello nero
«Tu…!!»…«Già…»
scandì Kazu intensamente, e Kenta «Guardi che
sappiamo
tutto!!»…«Un momento,
ragazzi!» esclamò
Takato «A che vi state
riferendo?!»…«Questa
strega ha tentato di uccidere Kazu il giorno che è arrivato
a
Digiworld!»…«Che
cosa…?...!!»
mormorò cupamente Takato, mentre Kenta inveiva
«Lei
è soltanto una spregevole criminale!»
«Non posso crederci, sei tornato…!!...»
cresceva la
rabbia dell’insegnante nel distinguere il ragazzo vivo e
vegeto.
Rea era
poco distante, si stava congedando dai suoi genitori «Abbi
cura
di te, a-avrò il fiatone tutte le
sere!»…«No,
mamma per carità! Prendi le tue pasticche e sta
calma!»…«Terriermon…pensaci
tu a
leiii!»…«Momentai,
signora!»…«Benji, un bacino al
nonninooo! (ohi,
Rea…mi raccomando occhio, con lui!)
»…«Tranquillo papà, vuoi che
non mi preoccupi
per mio figlio? Su! Dai da bravi che mi sono ripassata il trucco per
andare a Digiworld poi non voglio disastri imprevisti: ciao ciao, e vi
voglio bene a entrambi.»…«Tornate
vittoriosi!»…«Ci proveremo! Ti assicuro
che faremo
del nostro meglio mamma!»…«Ihhh! Oh mio
Dio Rea guai
in vista!»…«Che succede Terriermon?
Oh?...ma chi
è quella donna?»
Asanuma esclamò «Guardate che lo so dove state
andando!!...siete molto prevedibili, riconosco quegli zainetti!!
Rimanete nient’altro che dei
bambini…!!»…«Dei bambini
alquanto coriacei,
visto che non è così facile zittirci, sono
tornato
maestra!! Ed ho ferrea intenzione di restare in circolazione ancora per
un po’!»…«Dovresti invece
seguire
l’esempio di tuo padre: è sparito per sfuggire
alla
giustizia!!» ma Kenta si frappose (mentre Takato era ancora
attonito per la scoperta) «Non parli di giustizia, ho
intenzione
di chiamare all’istante la
polizia!»…«Non
disturbarti, Kenta!» ribatté sarcastica la
donna…quando giunse anche Rea, e Terriermon non perse
occasione
«Oggi non la vedo con i suoi zoccoli, che succede
signora?»…«Ihm!!!» questa
sobbalzò
«Chi è, Terriermon?» chiese Rea, e il
Digimon
rispose «La maestra di Takato e gli altri.» ma
Takato lo
corresse «Colei che ha cercato di far fuori uno di noi!
Signora,
sparisca dalla nostra vista!!» ma Kazu ammonì,
invitandoli
ad arretrare «Fate attenzione ragazzi…potrebbe
essere
molto pericolosa.»…«Oh, non
c’è motivo
di temermi, per adesso! Ho intenzione di andar via ma non vi
lascerò senza un mio educativo consiglio e cioè
quello di
guardarvi le spalle, quando raggiungerete il mondo dei vostri amici
mostri!!»…«Grazie al viaggio gratuito
che lei mi ha
fornito ho scoperto di avere un REGNO fra quegli “amici
mostri”, le sono grato!»…«Uhm,
maledetto
Kazu…
…!!...maledetti tutti voi mocciosi ma ricordate di esser
cauti e
prudenti. Non fate stare in pena i vostri genitori: sappiate che certi
azzardi…
…potreste doverli pagare
caro!!»…«NON OSI
PIU’ FARSI VEDERE!» gridò Takato, Kenta
smanettò sul cellulare «Io chiamo la
polizia!» ma
Kazu lo fermò «E’ inutile,
Kenta.»…«Ma
come?!»…«…è
già
scappata…»
«E quella…era una maestra?» chiese Rea,
e Terriermon
rispose «…era...»
…quell’incontro aveva lasciato sguardo incerti e
amareggiati, che solo l’invito di Kazu
«Andiamo…» poteva sciogliere…
…ma il suo suono era troppo lontano perché
potesse essere
udito da quella sposa, sopraffatta da un pianto sommesso, col capo
chino dinanzi allo specchio anche se cercava di
resistere…perché se si fosse rovinata il trucco
sarebbe
stata la fine, le sue mani cercavano e conducevano a sé il
lungo
guanto-marionetta che ora sembrava morto e abbandonato a se
stesso…
«Se tu non vieni sarà la fine per me!...ti
scongiuro…
…non fermarti…di fronte agli ostacoli della
terra, e del
cielo…accorri in mio soccorso…»
…ignara di quel Digimon che ora sfrecciava deciso sulla sua
moto, travolgendo il vento…
«Infrangi la finestra! Portami via, ultimo soffio
d’infanzia!...» supplicava Jeri con un filo di voce
«Corriamo insieme al covo…
…i-i nostri amici, adesso, si staranno dirigendo
lì…
…lasciamoci travolgere…dalla luce iridescente.
Solchiamo
il digivarco…
…a-andiamo a
Digiworld!»…«Jeri, ci
sono!!»…«Ah!...
…papà!» si volse la ragazza di scatto.
Il padre
aveva lo sguardo soddisfatto «Col testimone ho risolto: e
Mako
accetta di sposarti anche senza il
padre.»…«…come hai fatto a
convincerlo…?»…«Gli ho detto
che il suo amico
aveva fatto un incidente in moto…e che il padre era con lui,
e
entrambi lo pregavano di sposarsi, in nome del loro affetto.
Dall’ospedale…»…«…un’altra
bugia, e adesso come faremo a
confermargliela?!!»…«Ti preoccupi anche
di questo?
Quando sarai sposata non avrà alcuna importanza!»
Allora la ragazza tristemente alzò la sua mano coperta dal
guanto-marionetta, e quel cane di pezza si rianimò per
comandare
«Jeri! Svelta! E’ ora che ti sposi! E’
tuo
dovere…»…«…arrivo…»
chiudendo gli occhi…ed evocando quell’ultimo e
decisivo
moto di determinazione (fine-canzone)
«Doveva
succedere tutto oggi…?» mormorava Akemi in
apprensione
stremata, e Mako si premeva il capo coperto di gel «Mio Dio
non
è possibile, ma perché capitano tutte a me: mio
padre!! E
il mio Digimon!!»…«…ma tu sei
riuscito a
parlarci…?»…«Nooo! Non ho
sentito né
l’uno né l’altro, ci ha parlato il padre
di Jeri!
Lui dice…m-mi ha quasi costretto ad accettare di sposarmi,
dice
che Beelzemon ha insistito ma io a dire il vero credo che invece dovrei
fermare tutto, per me è importante che lui sia qui!!
Beelzemon
deve stare qui, nel mio giorno,
Akemi!!»…«Senti…lui…cos’ha
detto?»…«Ma te l’ho appena
spiegato!! Insiste!
Sembra almeno che insista, dice che devo sposarmi senza preoccuparmi di
niente!»…«E allora…fa come ti
dice.»…«Ma
Akemi…»…«…se lui
dice
questo…ascoltami: avrà una sua buona ragione. Non
facciamolo stare in apprensione, sposati Mako…»
Il ragazzo
restò col volto imbambolato e l’espressione
insicura…la ragazza abbassò un po’
tristemente i
suoi occhi «E quanto a papà…temo abbia
colto ben
volentieri la prima occasione per non incontrarmi.»
«Ryo!
Comincia ad essere ora. Ci avviamo?» chiedeva Monodramon
mentre
il ragazzo finiva di sistemare gli ultimi bagagli, con le dita
impastate fra auricolari e cavetti «Fammi vedere che ora
è?...sì.» replicò Ryo nella
sua stanza
«E’ giunto il momento di partire per
Digiworld.»
chiudendo la borsa con convinzione, e girando la lampo (mentre sullo
sfondo si udiva sua madre ridere «Ahahahahah!!! E’
che
è la lavorazione estera, a fare la differenza!!! Ormai qui
in
Giappone non sono più capaci di realizzare gioielli come si
deve, ahahahahahah!!!»…«…lei
ne possiede
molti, importati?»…«Ammetto che mio
marito ha
abbondato quando gliel’ho chiesto!
Ah!»…«…hanno…suonato
alla
porta.» replicava la voce angelica di Alice «Pfff!
Figurati
saranno i soliti scocciatori: io gliel’ho detto che non mi
rifornisco di cibo per cani di una tale scarsa qualità! Ora
vado
a farmi valere.)
«Monodramon…mi raccomando, stavolta dovremo essere
ancora
migliori che in passato!»…«Sempre uniti
Ryo, squadra
vincenteee!»…«Dico sul serio, credo che
affronteremo
nemici che sanno il fatto loro: e ricordiamoci, i nostri amici contano
su di noi.»…«Certo!»
(«Ma…che cosa volete, dico io, anche queste divise
per
vendere cibo per cani?»…«Se anche il
cane è
rubato questo non lo so, ma noi cerchiamo suo figlio.»
…e
si insinuò anche la voce di Alice «Che cosa
è
successo, che volete da Ryo?»…«Il signor
Ryo Akiyama
è in arresto.»…«Cooosa? Ah,
avete letto male
il nome, dev’esserci un errore! Ah, che insulto
inqualificabile…»…«Shhh,
aspetti signora:
potreste gentilmente ripetere?»)
«Ryo!! Guarda che parlano di
te!»…«Lo so,
Monodramon…cioè aspetta! Chi? Hanno suonato alla
porta?
Non ho sentito! Che è passato qualcuno dei nostri amici a
prenderci?» («Cerchiamo il signor Akiyama, abbiamo
un
mandato d’arresto: è accusato di truffa aggravata
su scala
internazionale.»)
«COSA?!» sobbalzò il ragazzo, e anche il
Digimon
«Ryooo! Parlano di te e parlano anche…di
arrestarti!»…«Shhh, fammi
sentireee!» gemette
e impallidì il ragazzo, con gli auricolari tra le dita
(«No! Mio figlio nooo, oh cielo è la mia fine
Vaniglia sii
buona senza di me! Ah!»…«Andiamo
signora, non
è il momento per le scenate!! Ma…non potrebbe
esserci un
errore?!»…«Assolutamente, signorina: la
polizia ha
svolto le sue indagini ed è stata accertata e comprovata la
complicità di Akiyama nel grande rete per pesci,
così
chiamata e gestita da Fujio Yamada detto “lo
zoppo”: si
tratta di un esteso progetto di trattative fraudolente equamente
spartite tra i due indiziati che vede le sue punte più
fertili
in Brasile e in Slovacchia: ci risulta che i due fossero soliti a
spacciarsi per ufficiali del governo dei paesi in questione ed
esortassero i civili a stipulare con loro accordi…iniqui,
ovviamente. Abbiamo svolto un sopralluogo nel covo
dell’operazione, e abbiamo riscontrato un’enorme
quantità di documenti falsi
nonché…travestimenti.
Impeccabilmente
realizzati.»…«Ohhhhhh…»…«Signora,
si svegli!!»)
«Mmm…!!!» Ryo si passava le mani sulla
faccia, fino
a spettinarsi i capelli «...p-pure i travestimenti, MALEDETTO
ZOPPO io ti avevo detto di bruciarli! T-TI FACCIO FUORI PURE
L’ALTRA GAMBA!!»…«Ryo? Ma
è vero? Sei
realmente tu il tipo di cui
parlano?»…«Shhh, fa
silenzio, Monodramon!»…«Ma parlano sul
serio?
E’ vero che hai fatto quelle
cose?»…«Ho
bisogno di riflettere in questo momento!! (accidentiii, proprio un
minuto prima di andare a Digiwooorld!) »
Quando alla
porta di casa…«Signora Akiyama!»
chiamava Alice
piegata sulla donna a terra, e Vaniglia abbaiava mentre gli agenti
chiedevano «Ci perdoni signorina ma avremmo bisogno di sapere
se
Akiyama è in casa, perché se così
fosse…» ma in quel momento si udì una
voce che solo
la bionda ragazza fu in grado di decifrare
«Alice…non
dirglielo.»
Un’ombra
nera dagli occhi corvini si estese sotto lo sguardo della ragazza, che
spalancò i suoi occhi azzurri
«Minidramon…»…«Non
dire una parola:
questa è l’occasione che aspettavamo. Va da Ryo,
tu sei
l’unica che può trarlo in
salvo.»…«Io
dovrei…?»…«Hai il coltello
dalla parte del
manico: sfruttalo!»
L’ombra si
ritirò «Signorina! Ha sentito quello che abbiamo
detto?!»
Alice
sussultò…e comprese che il momento era
estremamente
delicato.
Uno spiraglio di luce
in un luogo che sembrava molto antico delineò una scala. E
due
MudFrigimon, orsetti digitali marroni dal passo in quel momento
granitico e dignitoso, si fecero per primi strada a mo’ di
guardie, senza esitare né guardarsi indietro…
…se
avessero fatto quest’ultima cosa, avrebbero incrociato la
luce
delle torce fiammanti sorrette dalle mani dei loro simili…e
quella sagoma più alta in mezzo a loro, che si avvolgeva in
un
mantello scuro per proteggersi dall’aria molto fredda che
là sembrava soffiare…
…sotto al
cappuccio, spuntavano due occhi grandi, dalla sfumatura grigiastra in
cui si specchiava la fiamma delle torce…
…quello
sguardo era travolto dallo stupore, mentre osservava, gradino dopo
gradino, gli spirali di iscrizioni tracciati sul muro, e che sembravano
invitare a scendere verso le profondità della loro
narrazione…
…così faceva il suo passo pacato, mosso
dall’incertezza che scaturisce dal rispetto...
…gli
stessi occhi aveva quel bambino dalla pelle candida, nella notte del
parco…occhi sui quali calarono d’improvviso due
lunghe
orecchie a coprirli «Chi è??? Ihihihiii! Momentai
piccolo
Benji!»
…occhi
che puntavano al blocco di pietra cubico in cima alla scalinata, dalla
sagoma frastagliata dalle molteplici recinzioni…
…ma che
ancora, quelli che l’avevano amata, come Takato,
riconoscevano
perfettamente…
…altrove
sotto le luci di un negozio una signora singhiozzava disperata
«Devi aiutarmi,
Cynthia!!!»…«Si calmi!...
…si
calmi.» le sfiorava premurosamente la mano la ragazza-Digimon
dal
ciuffo rosso «Io…ho perduto mio
figlio!»…«Mmm…non ha perduto
niente mi dia
retta solo che questo è momento difficile, un momento di
buio!
Uhm? Ci dia il tempo di salvare Digiworld, ci dia la
possibilità
di tornare e…vedrà che nella sua famiglia si
chiarirà ogni malinteso! E’
garantito.»…«Ascoltami…
…posso
fidarmi solo di te, approfitto del fatto che ora mio marito non ci
sente.»…«Mi dica! Io sono a sua
disposizione!»
replicò quella Digimon pronta con sacche e sacchette a forma
di
animale di tutte le specie (alcune più vecchie, portavano
ricamato il nome Takato…e lasciavano pensare a un vecchio
oggetto riciclato…) «Io gli ho
detto…che non gli
avrei lasciato una lettera come feci tanti anni fa! Ero arrabbiata,
ma…mi sono pentita, il mio Takato ha fatto in tempo
ad…uscire da quella porta e per me è tornato ad
essere
ciò che è sempre stato, il mio
bambino!!»
Lo sguardo di
Cindermon era pieno di compassione, e della pena per non poter fare di
più…
«Ascolta,
tu che gli sei così vicina in questo momento…tu
che lotti
al suo fianco e puoi conoscerlo a fondo, tu che hai potuto scoprire
meglio i risvolti di quel suo carattere che a me sono sfuggiti negli
anni!»…«Beh io…che dirle,
sono qui solo da
poco, sono alle prime armi anch’io…sto imparando!
Diciamo
che sto
imparando!»…«Cynthia…Cindermon…»…«…mi
dica
signora…»…«…scrivigli
tu una
lettera!»…«Cooosa?! Io dovrei scrivergli
una
lett--?!»…«Se non ti costa…ti
chiedo di farmi
questo grande favore io non ho fatto in tempo,
tu…potresti…
…scrivergli una lettera…a nome mio? Far finta che
sia
stata io a pentirmi e a nascondergliela nello zaino quando non se ne
sarebbe accorto! Ti prego Cynthia fallo per me, io…!...non
sopporto di stare separata da lui e di starci in questo stato!! Mio
marito non ci vuole sentire, è diventato come sordo,
insensibile
a queste cose…»…e lì le
espressioni di
Cindermon erano eloquenti…si udiva anche un lieve
fischiettio…«…credo…che sia
molto…molto risentito con nostro figlio. Al punto che quasi
ne
desidererebbe un altro al suo
posto!»…«Uhmf!...quando si dice che i
sogni si
avverano…»…«Cosa?»…«Eeeeh?!
No, non ci faccia caso, parlavo fra me. Comunque! L-Le prometto che
farò quello che mi ha chiesto! Io non sono molto brava a
scrivere lettere, glielo dico subito!
Però…se…lei
in questo modo può stare più
tranquilla…
…io lo faccio volentieri…»
mugolò con un
tono un po’ da bambina, mentre Mie si sfogava «Ah,
se
sapessi, questo sentimento mi ha presa in contropiede!»
portandosi una mano al petto «Mi è bastato vedere
la sua
stanza vuota, metà dei vestiti del suo
armadio…portati
via, che mi sono risalite tutte le ansie, mi si sono appiattiti dieci
anni e mi sembra ancora sia la prima
volta!»…«Glielo
garantisco: stia calma! Ci penso io a
Takato!»…«Sì!
Sì…»
replicava Mie, la cui gratitudine si leggeva limpidamente dagli occhi e
dal modo in cui le teneva strette le mani «L’altra
volta…lui era accompagnato da un Digimon estremamente
amabile,
ma…era un cucciolo, come lui! Tu invece sei una ragazza
responsabile e con la testa a
posto.»…«…!
Davvero pensa che io potrei fare…un lavoro
migliore?»
accennò con timido stupore «Forse tu puoi
permettermi…di sciogliere quest’ansia che sento
dentro, ti
affido mio figlio! Lui è tanto
fragile…è
ingestibile, ma è anche tanto…buono, devi
credermi!»
Cindermon prese un respiro maturo e consapevole «Ascolti me,
adesso. Signora, lei è stata buona dal primo
giorno…» si dicevano, presso la luce ovattata del
bancone
«…a parte un poco di diffidenza iniziale lei
è
stata generosa come poche altre, mi ha ospitata con enorme
affetto…e io non intendo dimenticarmi di questo:
veglierò
su Takato, lui per me è…»
…e le mani della Digimon si stringevano emozionate su quelle
della donna…che se ne accorse e rimase un po’
colpita
«…il mio domatore. Per noi Digimon è
molto
importante.» Mie le fece una carezza
«…buona
fortuna,
allora…»…«Grazie.»…«…a
tutti e due!»…«Grazie. A
presto!»
sicché si volse…
…e col suo passo deciso e rimbombante sui calzari rossi
varcò la soglia del panificio dei
Matsuki…richiudendosi
con premura la porta alle spalle. E agitando la mano in un ultimo
salutino brioso con Mie, che non ricambiò se non con uno
sguardo
sospeso…
…per poi sfilarsi la bianca cuffietta, e socchiudere gli
occhi
“…occupati di lui, Cindermon!”
Cindermon con le sue sacche e sacchette guardò la strada e
disse
«Papà, sorellina: tenetevi pronti, sto per
tornare.»
e così si avviò.
«Ci credereste…?» accennava Rika mentre
avanzava
verso la scalinata, con lo sguardo rivolto al blocco «Mi
sento
emozionata…» e lo si notava
dall’impercettibile
tremolio che muoveva la sua voce. Renamon e Imagomon dietro di lei la
guardarono con tenerezza, mentre Kazu corse avanti «No, un
attimo: fermi tutti!...
…Rika emozionata?!» con un sorriso furbetto, e
Kenta si
accodò come al solito «Peeeeeerò!
L’invecchiamento dà i suoi
effetti!»…«Ecco! Non mi aspettavo di
meglio:
sappiatelo tutti!» ribatté la ragazza ma ad
affiancarla
intervenne Yuki «Beh, che volete?? Guardate che
l’età scava nel cuore di una ragazza e
approfondisce la
sua sensibilità, esatto contrario di quello che succede a
voi!»…«Tu cosa ti intrometti, sta
zitta!!»
rimbeccò Kenta, e Kazu «Preparati Rika
perché
abbiamo solo iniziato.»…«Preparatissima,
faccio a
voi lo stesso invito.» lasciò cadere Rika col suo
consueto
sorrisetto, dopodiché tornò assorta
«No, sul serio,
è che avanzare nella notte…vedere il nascondiglio
che si
avvicina, con tutto quello che ha rappresentato per noi…
…mi fa ripensare alla vita.»
L’espressione di Kazu e Kenta cambiò, ed entrambi
si
volsero verso il blocco di pietra. Il primo disse dopo poco
«A
noi succede lo stesso…» e l’altro
«…e
questa è la cosa più sorprendente: siamo
d’accordo!» e vi furono lievi e complici risate,
Rika
incrociò le braccia «Beh, gli anni passano per
tutti!»…«A proposito di tempo che
passa…» si fece strada Suzie «Avete
visto?»
indicando in cima alla scala, e descrivendo «Siamo arrivati
appena in tempo.»…«Stanno per
demolire…» disse Kazu, e Kenta «Sono in
procinto di
iniziare i lavori!» Yuki aggiunse «Sapete cosa ho
letto sui
cartelli nel quartiere? Che hanno già iniziato, infatti se
andiamo su noteremo che hanno smosso il terreno
attorno!»…«Questo spiega la presenza di
quella
ruspa…» indicò Kazu...
…in effetti, presso il blocco verso il quale si perdevano
gli
occhi di Takato, in piedi sui primi gradini e con la mano appoggiata al
bordo roccioso…
…attendeva immobile una ruspa, la cui sagoma si delineava
maestosa e solenne nel buio «Probabilmente l’hanno
lasciata
lì per riprendere i lavori domani...»
definì la
delicata voce di Kenta nel silenzio, e Kazu tirò un sospiro
«Che nostalgia, veder sparire il
blocco…»…«Che
nostalgia…»…«Sei
d’accordo anche tu,
Guardromon?»…«Io? Sempre
d’accordo con te,
Kazu!»
«Ptsss, siamo arrivati troppo presto?»
accennò Rea,
e Renamon si volse «Mancano ancora Ryo ed il signor
Yamaki.» Yuki propose «Comunque noi intanto
potremmo salire
e attivare il portale: così ci troviamo
avvantaggiati!»
Rika guardava l’orologio…e mosso qualche passo
più
in là per essere leggermente in disparte, smarrì
gli
occhi nel cielo…e provò ad accennare un sorriso,
che
doveva essere accogliente, come le parole che recitò
sottovoce
«…allora…andiamo a Digiworld: sono
felice
nonostante tutto di poter avere questa occasione…»
…tendeva le mani, lievemente velate di un emozionato
tremore,
verso un indefinito destinatario come se volesse proporgli di
condividere assieme quell’esperienza…
…quando lo sguardò le andò a Takato,
con Kazu e
Kenta ai piedi della scalinata, e questo sembrò suscitarle
un
pensiero incerto, e dispiaciuto. Se ne accorse subito Rea, che le
andò vicino «Ehi, Rika: sei pronta allora?
Qualcosa non
va…?» con eco di Terriermon «Ehi,
cos’è
quella
faccia?»…«Sapete…vedere
Takato mi ha
fatto tornare in mente Jeri, ho ripensato a tutta la storia: ma siamo
davvero sicuri che stiamo facendo la cosa giusta a partire senza di
lei? Nonostante tutto…mi sembra di tradirla.»
abbassando
lo sguardo. Rea stava per risponderle, ma Terriermon si sovrappose
«Che cosa?! Ma se è lei che ha tradito noi! Siamo
qui a un
passo dalla partenza e lei pensa a sposarsi con
Mako!»…«Sì
però…» fece
Rika, e Rea «In ogni caso capisco quello che dici.»
...Kazu, ponendo un braccio attorno al collo dell’amico
«Per questo viaggio il nostro Takato ha scelto di apparire
cattivo!» …accompagnandosi con uno scherzoso
sorriso
«Altrimenti come spiegare questo fazzoletto sulla testa, vuoi
spaventare qualche Digimon, eeeh?! Dì la
verità!»
con delle affettuose gomitate, a cui Takato rispose con un mezzo
sorriso, forse amaro per metà «Io ho scoperto di
essere il
tipo da cui bisogna guardarsi, no? Sono quello…che
aggredisce
una sposina indifesa alla vigilia delle sue nozze. Sono quello che
litiga coi genitori e se ne va di casa sbattendo la porta? Ben venga
allora, se questo look mi rispecchia più propriamente!
Pfff…» volgendo i suoi occhi verso il
nascondiglio, mentre
Kazu gli poneva le mani sulle spalle «Credimi, mi dispiace
tantissimo per com’è andata con Jeri…
…non doveva essere così. Lei doveva essere qui,
con noi!
Adesso, ad aspettare di partire…e a condividere questo
importante momento.»...«Kazu…»
accennò
Takato colpito dalla spontaneità dell’amico
«…anche arrivato a questo punto del
cammino…tu vuoi
ancora pensare che forse doveva o poteva andare
diversamente?»…«Certo, io non
smetterò mai!
Farlo…aiuta a non rassegnarsi, e a capire che non bisogna
mai
piegare la testa alle ingiustizie! Ho sperato in una realtà
diversa per tutti questi anni, e adesso…siamo qui pronti per
ricostruirla, quando un momento simile è a lungo sembrato
solo
un miraggio.»…«Se ti può
consolare…» accennò Kenta, sfiorandogli
la mano
«…sappi che anch’io se non sapessi che
il mio dovere
è essere qui andrei a prendere Jeri e la trascinerei con la
forza! Quello che ha architettato suo padre…non ha
giustificazioni!!»
Takato pensò ancora a lei…
…mentre Rika, sotto con gli altri, raccontava
«Questa
mattina quando ero con lei ad un tratto le ho preso le
mani…erano così fredde, mi è parso di
sentire…
…tutta la sua solitudine. Mi sembrava di stringere
quelle…di quell’agente del D-Reaper che si era
sostituito
a lei tornando da Digiworld. Già da allora soffriva, era
così piccola…» …di
nuovo Rika si
strofinò le braccia come se avesse freddo, e si
guardò
attorno «E ovunque qui è pieno di ricordi per
tutti
noi…lassù era dove mi sedetti con lei, per
insegnarle il
gioco con le carte!»
…intanto
Kazu sulla scala si rivolse ai suoi amici «Ah, a proposito di
carte: ho una sorpresa per voi, finalmente posso parlarvene!»
incuriosendo Kenta «Davvero…? Ti prego, non farci
aspettare!» e inducendo Takato ad avvicinarsi…
…mentre
Renamon si accostava alla sua domatrice «Non è
colpa tua
Rika, se non sei riuscita a convincerla a partire: tu hai fatto tutto
il possibile…ti sei comportata come una vera amica. Delle
volte
non possiamo interferire con le decisioni degli
altri…» e poi parlò Rea
«…se posso
dirlo…Renamon ha ragione: anch’io ho parlato con
Takato e
Suzie e ho cercato di fare il possibile per chiarire la questione, ma
non c’è stato verso! Questo però non
significa che
tu debba precluderti questo momento speciale, e non viverlo fino in
fondo…non devi avere rimpianti.»
…sfiorando la
spalla della ragazza dai boccoli rossi che la guardò, e si
lasciò andare ad un sorriso «Avete
ragione…
…piuttosto!» scivolando in un tono più
confidenziale, si rivolse a Rea «Anche tu riallestimento per
l’occasione?!» roteando il dito attorno al viso per
alludere ai capelli e al look, che Rea fu orgogliosa di sfoggiare
«Uhm! Notato?»
Takato guardando lassù pensava
“Jeri…non avrei mai
pensato di contemplare il nascondiglio, prossimo a rituffarmi nel
digivarco, proprio mentre tu ti stai sposando. Tu che parlavi sempre di
destino…sembra quasi simbolico tutto questo, per me: mi
lascio
alle spalle il passato…
…ti perdo per
sempre…” (sull’eco
delle chiacchiere di Kenta «Sorprendente…! Ma le
hai fatte
davvero tu, Kazu?!» e di Kazu che sfogliava alcune carte
«Ahahah, ho voluto imparare a disegnare a tutti i costi! Vi
ricordate gli scarabocchi che facevo dieci anni fa?!»)
“…tu che per me rappresentavi così
tanto il
passato! Piccola…amata Jeri…”
…rivedendo quella bambina che lo faceva
arrossire…fino a
quella sposa a cui aveva rubato un ultimo bacio…
“…ti vorrei tanto con me ora ma è
meglio che non ci
pensi, se voglio restare concentrato su ciò che devo
fare!” sicché si sforzò a respirare, e
a deglutire
quei rimpianti…per poi volgersi con tutta la disinvoltura
che
aveva, e raggiungere gli amici, commentando «Sono veramente
stupende queste carte, Kazu! Mi
stupisci!»…«Uhmuhm,
hai visto?...mi sono divertito a disegnarle, alcune le ho fatte diversi
anni fa.»...«…come…sei
diventato
bravo…» diceva Takato sfogliando le carte di quei
Digimon
riprodotti con una cura mirabile «Con queste spero di darvi
una
mano in battaglia: se le sfreghiamo nei nostri Digivice dovremmo poter
accedere alle digievoluzioni e alle nuove digimodifiche senza
problemi!»…«Sei grande! Voglio farle
vedere a
Cindermon, vedrai quanto le
piaceranno!!»…«E guarda
questa, Takato!»…«Uh? Fammi vedere
Kenta!» e
fu così risucchiato, almeno apparentemente, da
quell’interesse…
Una moto sfrecciava…
E la porta sul
fondo della cappella di un convento si spalancava,
all’intonare
della marcia nuziale. Hajime Katou avanzava con sua figlia
sottobraccio, le mani di Jeri si stringevano al bouquet. La sua
espressione, sostenuta dai profondi sospiri, cercava di mantenersi
più solida possibile, contando i passi e fissando un punto
indefinito dinanzi a lei, sopraelevato rispetto alla massa di invitati,
tutti senz’altro molto compiaciuti dalla sua
bellezza…
…in
fondo all’altare attendeva Mako, completamente immobile, con
gli
occhi puntati sulla sposa, e l’espressione di una
serietà
profonda al punto da non permettere di comprendere i suoi pensieri. Su
di lui si adagiava lo sguardo di sua sorella…accanto a Madre
Katsumi che la teneva per mano, seguendo con i suoi vigili occhi
azzurri ogni soffio di quella cerimonia.
Lo sguardo di Jeri si incontrò con quello di
Mako…e la
fierezza aiutò la ragazza a sostenerlo, fino a giungere
accanto
a lui presso l’altare.
Il padre della sposa sembrava tranquillo, il suo sorriso era quello di
una persona soddisfatta, che si accomodava tra gli invitati.
Jeri si inginocchiava lentamente e ad occhi socchiusi assieme al
ragazzo accanto a lei, mentre il sacerdote iniziava «Siamo
qui
riuniti in questo giorno di grande gioia…per unire in
matrimonio
questi due giovani innamorati.»
Mako mosse la coda dell’occhio verso di lei. Ma Jeri
respirava
profondamente, e fissava avanti a sé…
«Eccoci a
destinazione!» disse un MudFrigimon, mentre Henry avvolto nel
manto scendeva gli ultimi gradini, ed incrociava con lo sguardo il
grande specchio che fluttuava nel punto più profondo della
cava:
era animato da magia, a circondarlo come un alone magico di sfumatura
cristallinea «Attraverso lo Specchio della memoria
sarà
possibile ripercorrere il passato: non lo sai? A Digiworld tutto
ciò che accade filtra attraverso il suolo mischiando ad esso
i
suoi dati…
…da tutte le direzioni e i settori scorrono fiumi che si
dirigono qui, riversandosi in questo specchio: possiamo dire di
essere…nel nucleo temporale di
Digiworld…»…«Era questo di
cui parlava il
vostro capo villaggio…?» accennò il
ragazzo con un
filo di voce, muovendo un passo verso quel prodigio che abbagliava i
suoi grandi occhi, ed assemblando quanto aveva compreso
«E’
in pratica come se fosse un grande computer…un archivio
dalla
sconfinata memoria in cui viene registrato il passato. Il
passato…»
Henry tese la sua mano tremante verso lo specchio “Forse,
oltre
il suo vetro, sarebbe possibile rivedere anche noi, le nostre
imprese!...” pensò, col cuore colmo di una
palpitante
emozione…
I MudFrigimon abbassarono il capo «Interrogando esso,
è
possibile trovare una risposta alla realtà che ci
minaccia.» Henry si volse «E
allora…perché
non lo fate?» ma gli orsetti sembravano condurre con loro una
triste consapevolezza «Non abbiamo abbastanza forza!
Digiworld…si sta consumando lentamente. I suoi dati sfumano
e si
sgretolano…»…«…come
può essere
questo…? Siete di nuovo nel mirino di una minaccia come
quella
del D-Reaper…? Noi dieci anni fa riuscimmo ad innescare il
suo
regresso…e a impedirgli così di proseguire nella
sua
opera di cancellazione di Digiworld e della terra.»
riferì
il ragazzo, ma gli orsetti replicarono «Ora non è
la
stessa
cosa.»…«Come?!»…«…hai
visto tu stesso: il suolo del nostro
settore…»…«…io lo
ricordavo rosso
intenso dal mio primo viaggio…e invece adesso la sua
superficie
è argentea…»…«La
ragione di questa
consumazione implacabile…risiede nei nostri
cuori.»…«…che
significa?»…«E’ la fiducia che
si perde! A
poco a poco nessuno crede più a Digiworld: quando venisti
per la
prima volta con i tuoi amici nel nostro mondo…sulla terra vi
erano mille anime felici di conoscere noi Digimon e ansiose di solcare
il mondo
digitale!»…«…è
vero, lo
ricordo, era la moda di allora! Io, come tutti i miei amici, ero un
ragazzino abbagliato dalle leggende su voi Digimon! Quando mettemmo per
la prima volta piede su Digiworld non ci sembrava vero, eravamo
entrati…nel mondo che componeva i nostri
sogni.»…«Ma dieci anni hanno cambiato le
coscienze…ora Digiworld così come tutti noi altro
non
è che un ricordo del passato. Fluito lontano assieme alla
moda…
…con
tutto quello che portava con sé: colori,
speranze…riflessi
sfaccettati!»…«Colori…»
si
ripeté Henry «…il colore del
suolo…
…ma
questo non è giusto! Ora io…sono a Digiworld, voi
esistete, non siete invenzione! Siete davanti a me, noi stiamo
parlando! Un mondo è libero di scorrere e di
cambiare…però ci sono cose che non è
giusto che
siano mai dimenticate!»
La sua
voce era flebile ma le sue parole erano intrise di vigore e sentimento,
che ardeva in tepore quieto ma solenne come le torce a
circondarlo…
«Mako!»…«Sì,
Padre…»…«Vuoi tu prendere la
qui presente
Jeri Katou…come tua sposa?»
Il
distinto ragazzo dai capelli rossi era molto scosso, e prese un respiro
profondo per frenare il vagare del suo sguardo…ma alla fine
rispose «Sì Padre, lo voglio.» e a quel
punto lei
seppe di essere di fronte al destino…
«Devo sbrigarmiii!!!» il muro del convento si
delineava
agli occhi di un Digimon velati dal casco, mentre le mani artigliate si
stringevano al manubrio della moto…
«E
tu,
Jeri…»…«Sì…»
replicò lei con un filo di voce.
Il fiato di Akemi e Madre Katsumi era sospeso.
«Vuoi tu prendere il qui presente Mako Ayami come tuo
sposo?»
Improvvisamente quelle parole fecero sussultare il cuore della ragazza:
bastò un attimo affinché i suoi occhi si
facessero di
nuovo incerti…
…nel ricordo di quando si aprivano a stento da un sonno di
terrore e di pericolo, ed incrociavano una luce di sollievo nel volto
solare di un coetaneo che la teneva tra le sue braccia, circondato da
un incubo dalla tinta rossa…
“Ah! Che mi succede?...
…ero riuscita ad arrivare fin qui sicura di me!
Perché
esito…? V-Va via dalla mia mente!...tu sei passato, non
puoi…!!” …ma il suo ricordo
era più
forte…
…la costante vicinanza di quel ragazzino, come una mano che
ne
riscalda un'altra più fredda lungo il cammino della
crescita,
sembrava mandare in frantumi le sicurezze di quella splendida
sposa…
«J-Jeri…?» accennò Mako.
«Che succede?!» fece Madre Katsumi.
«…J-Jeri?» accennò anche il
sacerdote…
…mentre il padre della giovane boccheggiava…
…una mitraglia di immagini del passato, i suoi baci
“Takato…perché mi cerchi
ancora?” lei gli
chiedeva dentro di sé, ricordando un ragazzino che si
batteva
audacemente contro una replicante della sua coetanea
dall’aspetto
demoniaco, che pareva intenzionato a dividerli per sempre
“Non lo
vuoi proprio comprendere? Io devo andare! Non posso venire con te,
io…debbo sposarmi!”
«Jeri, amore mio…» la sfiorò
Mako.
«Figlia mia…!!...» cercava di esortarla
il
padre…
…ma
lei ricordava quei baci, e sullo sfondo delle parole di Rika
“Takato
rappresenta la verità, può soffrire o
essere felice, vivere una vita che lo realizza o meno ma quel che
è certo è che lui non si accontenterà
mai di un
compromesso che non lo rispecchia sinceramente, prova è che
non
si è mai concesso ad un amore che non sentiva…
…che non eri tu. Non sarà che hai paura di
lui…perché sai che farti più vicina
significherebbe smantellare ogni bugia? A volte…la menzogna
può sembrare protettiva…”
“No,
no!!” scosse il capo quella sposa, dall’espressione
sempre
più contratta dal timore “Così non
posso, non ce la
faccio ad andare avanti!! Takato…improvvisamente mi manchi!
Oh
mio Dio ma che cosa sto facendo, cosa provo davvero per te?!
Perché ti frapponi fra me ed un passo decisivo per la mia
vita?!!”
«Jeri
insomma vuoi deciderti sì o no…?...!!»
sibilava
intensamente il padre. E Jeri alzava occhi umidi verso
l’alto,
come in un estrema supplica “Non ce la faccio da sola, ho
bisogno
di un consiglio!”
…la moto accelerava…
“Ho
bisogno di un amico!! Ma con questo bisogno, io…posso anche
farmi vecchia. Nessuno arriverà. Non
c’è un amico
per salvarmi, tanto vale allora che lo faccia, una volta per
tutte!!”
«Jeri!!...Mako!!» ripeteva il Digimon in
moto…
Il sacerdote accennò «A-A questo punto
direi…»…«No, aspetti
padre!!» lo
interruppe Mako, ma un attimo dopo
«Sì…padre…» furono
le parole della
ragazza «Io…
…io lo voglio.»
«Monodramon!! Cosa aspetti, digievolvi!! Dobbiamo
scappare!»…«Ryo…»…«Svelto,
non c’è tempo da perdere!! Quegli agent-ptsss,
quegli
agenti cercano meee, se non ci sbrighiamo e qui---spicchiamo un volo da
annali quelli vengono a mettermi in
manette!»…«Ryo!
Non posso credere che tu abbia davvero compiuto cose
simili…»…«Come?!»
Il ragazzo dagli occhi azzurri impallidì…
…ed
incrociò quelli così incerti del suo
Digimon…che
sembrava fissarlo in una tacita supplica di non essere quello che
era…
«C’è qualcuno che si oppone a questo
matrimonio?»
…silenzio…
La
moto strattonò lacerando l’aria con un sibilo
straziato.
«Ah!!» …quel suono spinse sul cuore la
mano di
Akemi, che sembrò riconoscerlo «E’
inconfondibile il
calvario di una moto.» disse Madre Katsumi «Il mio
fidanzato dell’epoca faceva questo lavoro di continuo. Per
questo
ho preso i voti.»
«Se
qualcuno è contrario a che costoro si sposino, parli adesso
oppure taccia per sempre.»
Ma in quel
momento si udì l’infrangersi di una finestra, che
rapì gli sguardi e il fiato di tutti:
«Io!!» una
sagoma alta e slanciata puntava il dito contro gli sposi, e le torce ai
suoi lati sfumavano la sua immagine a cui sembrò sovrapporsi
la
proiezione e il ruggito di una creatura leonina, dalla folta criniera e
gli occhi penetranti, decisi a sventare un’ingiustizia.
«Ahhh!» Jeri sussultò incredula, e Mako
altrettanto
non sapeva
spiegarselo…«LEOMON…??!»
…il padre della sposa restò a bocca
aperta…
…Akemi era affannata, mentre vedeva piovere i frammenti di
vetro. La Madre superiora le strinse forte la mano e la
esortò
tacitamente a sedersi sulla panca…
«Quello
che il vostro mondo rappresenta per noi…deve accompagnarci
sempre, per tutta la vita! Io ho un figlio, e voglio che per lui
Digiworld sia…un pensiero fatato esattamente come lo
è
stato per me! Che doni alla sua vita…quella magica scia che
soltanto creature come voi Digimon…sono in grado di adagiare
sulla nostra esistenza. Se sapeste, il mondo lassù
è
talmente freddo!» rivelò Henry in una poetica e
malinconica sfumatura del suo sguardo, accompagnata dal gesto di
avvolgersi nel suo mantello «E’ difficile vivere
come
adulti in una realtà di tutti i giorni come la nostra: il
tradimento…le incomprensioni, il caos…e il gelo
fra le
persone regnano sovrani e fra poco sfioreranno anche il mondo dei
bambini. Niente…niente può essere risparmiato ad
una
simile ondata di sfiducia. Oh!» restò colpito, il
ragazzo,
dalle sue stesse parole «…da come la
descrivo…mi
ricorda quando con mio padre analizzavamo la natura del
D-Reaper!»…«E in effetti è
quello il nostro
nemico! Henry…
…il
D-Reaper è scomparso…ma al suo
posto…ha iniziato a
soffiare il gelido vento della disillusione…
…che a
poco a poco spazzerà via Digiworld, noi suoi abitanti, da
soli,
non siamo in grado di far fronte al suo rabbioso
impeto!»…«…perché
la terra e Digiworld
sono paralleli…» ricordò Henry, ed il
MudFrigimon
«E infatti tanti dei nostri simili sono stati contagiati
dallo
stesso spirito! I Digimon sono indignati, sfiduciati nel
futuro…il suolo digitale è prossimo a disgregarsi
a causa
di una moltitudine di lotte intestine: se non fermiamo tutto questo
stavolta sarà la fine davvero!» Henry
spalancò il
suo sguardo…
«I-Io ti
avevo detto da subito quello che
facevo!»…«Lo so,
però Ryo…sentirlo dire dagli altri fa tutto un
altro
effetto: va bene divertirsi con le ragazze,
d’accordo…cercare di metter su un gruzzoletto, ma
tu
davvero bussavi alle porte degli ingenui cittadini e spillavi loro
quattrini?»…«C-Cosa?! Io ho fatto uno
po’ di
tutto, ma adesso è acqua passata! Non conta, e
c’è
una priorità!! Dobbiamo andare a Digiworld, tutto il resto
passa
in secondo piano!»…«A Digiworld. Hai
detto bene, a
Digiworld: a Digiworld…io sono stato un cittadino onesto
come
tutti gli altri, non occupavo un posto di governo, pagavo le mie tasse
nella speranza che non ci andassero troppo pesanti
e…mantenevo
quattro figli, Ryo!»…«E-E questo cosa
vuol
dire…?» tremò la voce del domatore
leggendario
«…che grazie a quello che ho fatto tu non credi
più
in me…? Che non ho più la tua
fiducia…?»…«Si tratta di
gente senza difese,
Ryo!!» esclamò Monodramon con gli occhi velati di
un’accesa commozione che spiazzò fino quasi a
spaventare
Ryo «I civili sono…l’ultima ruota del
carro della
società, pressati dalle imposte, subissati di doveri e
spogliati
dei loro diritti! Io non ho fatto che predicare sulla loro
realtà disagevole, lo scrivevo anche su quella pagina di
Facebook che tu leggevi!»
Ryo
abbassò lo sguardo “Quella pagina!...alla quale
molte
volte mi sono ispirato per scoprire i punti deboli della gente, e come
e con cosa farla abboccare!” riempiendosi di
incertezza…
«Io ho qualcosa contro questo matrimonio!!»
…e
in Jeri fioriva un sorriso di sollievo, che palpitò nei suoi
intensi e affannati respiri…ma il ragazzo alle sue spalle
accennò «Un
attimo…ma…»
Akemi
mormorava «Beel…zemon…»
delineando la sua
fisionomia senza possibilità di equivoco: lo stessa graduale
consapevolezza che spense il sorriso della sposa gettandolo in una
pozza di triste sconcerto «Tu…non…
…sei…Leomon…!! Ahhh!!»
Il Digimon
aveva esteso un laccio oscuro, e con questo legò la ragazza
«Tu vieni con me.»
Mako gridava «BEELZEMOOON!!!»
Ma fu
inutile: nella strabiliante meraviglia di tutti i presenti, il Digimon
si lanciò in volo da una finestra a quella di fronte,
attraversando l’intera cappella e facendo volare
l’abito
del sacerdote. Quando costeggiò per pochi secondi il ragazzo
gli
disse «Perdonami Mako, ma questa ragazza non ti ama
realmente: ti
faccio un favore!» ma questi era troppo disperato, e col
volto
contratto seguitava a invocare il suo nome
«BEEEEEELZEMON!»…«Un giorno mi
ringrazierai!!» gridò il Digimon sfondando anche
l’altro vetro.
Akemi seguitava ad ansimare «Beelzemon!...era lui!»
…mentre le altre monachelle erano in tripudio
«Ahhh!!
Akemi lo hai visto?!»…«Era Beelzemon,
era proprio
lui!!!»…«Mmmmmm!!! Un colpo di scena
simile chi ce
lo ridà?!»…«In
effetti…» fece
Madre Katsumi, guardando verso l’alto dove lui spiegava le
ali
pronto per lanciarsi «…devo fare i miei
complimenti a quel
ragazzo.»
Con
un’attonita Jeri in braccio come un misterioso cavaliere
volante,
il Digimon planò dalla finestra del convento…
…mentre il padre di quella sposa rapita correva nel vano
tentativo di raggiungerlo «J-JERIIIIIIIII!!!» ma
inciampò «A-Ahhh!!!» portandosi la mano
al cuore, e
le monache giunsero a soccorrerlo «Oh! Signor Katou per
l’amor del Cielo cos’ha?! Si sente male?!»
Sembrava essere la rabbia a corrodere lentamente il cuore di quel
padre, che seguitava a ripetere con occhi ardenti
«Jeri…
…Jeri!!»
«Akemi, non alzarti!» invitò la
Superiora, ma la
giovane suora insistette «Devo andare da mio
fratello.»
Mako, che era rimasto con l’ingenuità di un
bambino
dipinta sul volto, a far posto a un incredibile moto di rabbia e
frustrazione, quando si sfilò la giacca gettandola a terra,
mormorando tra i denti «Beelzemon,
perché?!...» …prendendosi poi
il volto tra le
mani.
Monodramon
sbottò «Possibile che proprio tu sia stato e sia
così insensibile alla gente comune?! Che ti importi solo di
te
stesso?!!»…«Lo sono stato, usa il
passato, adesso
non è più così, non voglio
più esserlo!! E
poi comunque proprio tu non puoi criticarmi: per anni te ne sei fregato
altamente degli altri, eri un Digimon selvaggio che mirava solo a
sfogare la sua aggressività, solo io ti ho raccolto, io, IO
ti
ho civilizzato!! E ti ho insegnato un minimo di valori di convivenza, o
vuoi forse negare che se non mi avessi incontrato saresti rimasto una
bestia sottomessa alla legge della giungla, della serie: tutti
accatastati, e vince il più forte! Ma vai al
diavolo!!» in
un gesto di impazienza
«Ryo…»…«Sì!
Che
c’è?!» replicò bruscamente il
ragazzo che gli
aveva dato le spalle. Ma il Digimon comunicò «In
ogni caso
qualsiasi cosa tu dica adesso è inutile: con quello che ho
sentito non riesco a digievolvere, mi
dispiace.»…«Che cosa?!! Vuoi forse dire
che non puoi
portarmi in volo fuori di qui, che mi consegneresti alle mani della
polizia?! Sei un traditore!!»…«Pensa
quello che
vuoi…»…«Io non ti ho
abbandonato nemmeno
quando ti eri fatto manipolare fino a commettere una scelleratezza!!
Adesso tu fai il favore che ti sforzi a digievolvere, altrimenti io
giuro CHE TI CONCIO PER LE FESTE!!»
Ma
qualcuno spalancò la porta «E’ inutile
perdere le
staffe: sarebbe infruttuoso.»…«CHE COSA
VUOI,
ALICE?! Adesso non ti ci mettere anche tu!» sbottò
Ryo, ma
la ragazza assottigliò lo sguardo «Non ti scaldare
tanto
Ryo non ti conviene, ora sei in
trappola.»…«In
trappola? Che vuol dire?! Chi ti credi di essere, stupida ragazzina,
per affermare che Ryo Akiyama è in trappola?!» ma
la
ragazza estrasse il cellulare «Gli agenti sono nel corridoio,
e
fremono dalla voglia di conquistare una taglia tanto ambita come la
tua!»…«Ma sta zitta, tieniti i tuoi
insulti per i
ragazzetti stupidi che corteggiano una sgualdrinella come
te!!»…«Uhmf!!...» la ragazza
indurì i
suoi occhi azzurri, ma la sua voce restò vellutata
«…ho intenzione di mettere la testa a posto
d’ora in
avanti, voglio essere una moglie premurosa e
fedele.»…«…una
moglie?!»
aggrottò lo sguardo Ryo, ed Alice dichiarò
sfoggiando il
cellulare «Ho detto loro che non eri in casa e stai per
arrivare,
tua madre è a terra e rischia il
collasso.»…«Cosa?!...
…mamma…» per la prima volta il ragazzo
sembrò pronunciare quella parola con apprensione
«…le hai dato le sue pasticche? SVELTA,
E’ MALATA DI
CUORE! SE NON LE SOMMINISTRI LE SUE MEDICINE PUO’ AVERE UN
MALORE!»…«E’ tardi, lo ha
avuto un malore: ma
non saranno le medicine a curarla bensì solo la certezza che
suo
figlio non è il delinquente che dipingono, e io ho il potere
di
trasformare la finzione in realtà telefonando a un giudice
di
mia conoscenza…
…ALL’ISTANTE, e convincendolo a ritirare
l’accusa a
tuo carico in cambio di un cospicuo esborso di
denaro.»…«E allora…cosa stai
aspettando,
piccola strega?!!»…«Unicamente il tuo
impegno a
ricompensarmi!» replicò la ragazza con un
sorrisetto
«Pretendo che mi sposi! E che mi porti a Digiworld come tua
fidanzata ufficiale, voglio sposarmi in mezzo ai
Digimon!!»…«Tu sei
pazza…»…«E tu non sei che
feccia…Ryo
Akiyama…!!...
…uno squallido ragazzetto qualunque…travestito da
domatore leggendario…così come da agente del
governo
slovacco!!»
Ryo incassò con
stento e dolore quell’umiliazione, ma ciò che
più
lo ferì fu guardare il suo Digimon, e constatare che lui
udiva e
non lo difendeva affatto…«Scommetto…
…di
immaginare…chi è che ti ha suggerito questo
piano,
Alice…» mormorò cupamente, e la ragazza
irrigidì l’espressione pur senza cedere
nell’orgoglio «Siete tutti della stessa
pasta…» disse Ryo avvicinandosi
«…tutti e
tre…Dio li fa e poi li accoppia…»
«Eh?!» fece Monodramon, non riuscendo a decifrare
le parole
del ragazzo.
Ryo
afferrò Alice per le spalle e le rifilò un bacio
forzato
e impertinente, per poi gridare «E’ SUFFICIENTE,
PER SUA
MAESTA’?!!»
Della pena si lesse nello sguardo del Digimon…
…e
della soddisfazione in quello di Alice, pur venato di stizza. Ryo
moderò il tono «…per favore va da mia
madre, non
merita di fare questa fine: almeno ha la fortuna di avere il cane che
è migliore di me. Va da lei e dalle le sue pasticche, sono
nel
cassetto in sal-»…«L’ho
visto!»…«E poi…chiama quel
giudice per
favore, io…debbo fare questo viaggio. Non posso lasciare i
miei
amici in questo modo…»
Alice
carezzò il suo viso con un dito «…che
eroe…» mentre Ryo si sentiva morire dentro. La
ragazza
concluse così «Un po’ di trucco e ti
raggiungo,
così andiamo, tesoro!» allontanandosi con moine
frivole…mentre due occhi corvini si dischiudevano sul nero
del
suo abito, mormorando
“Perfetto…uhmuhmuhm!”
“Ryo…” pensò Monodramon che
sembrava soffrire
per lui, ma quando il ragazzo si volse non riuscì a
guardarlo ed
abbassò i suoi occhi.
«…accidenti, che affare ho fatto dieci anni
fa!...»
disse amaramente Ryo «…la fregatura più
grande di
tutta la mia interminabile lista.»
Ma quel
draghetto riusciva solo ad incrociare appena i suoi occhi, per poi
sfuggire con lo sguardo.
L’orsetto rivelò
«Digiworld…sfumerà e
sarà archiviato nella storia, con una data
d’inizio…
…ed una di termine. Come un cartone del
passato…quando si
consulta l’archivio informatico.» ma Henry propose
inoltre
«…come qualcuno che muore…ed il tempo
inquadra in
un preciso confine il suo passaggio. Ma tutto questo non è
giusto! Ognuno di noi non vive in eterno, la sua vita corporea
è
limitata sia nel nostro mondo che in quello digitale! Ma i valori, i
sogni e le speranze non hanno tempo, non hanno data! Sono lo
spirito…che sorregge il mondo, ed è tanto grande
da avere
una mano in più…per raccogliere un mondo
parallelo!»…«Ma potrebbe non averne
abbastanza…e sufficientemente forti per pararsi dalla
collisione
con un mondo che altro non è che un agglomerato di
dolore.»…«Cosa?»…«Guarda
lo
specchio Henry, e scoprirai che oltre alla terra e Digiworld esiste un
terzo mondo…»…«…un
terzo
mondo…?»…«…nato da
chi non crede
più e va alla deriva…è
l’antitesi del mondo
digitale…
…l’ago della bilancia è la terra: a
seconda del
pianeta con cui si schiererà, del Regno abbandonato
avrà
l’alleanza…o subirà
l’ira…»
«Il
Regno abbandonato…» …gli
occhi di Henry si
fecero assorti d’inanzi allo specchio dal riflesso
magico…
«Uhmuhmuhmuhmuhmuhm!» due delicate mani femminili
afferravano le spalle di un bambino, circondato da un giardino buio e
desolato, sulla cui erba giacevano vecchi giochi scardinati dal
terreno, come a testimonianza di un tempo passato «Piccolo
Lotti…tu non devi…assolutamente aver paura di
combattere!
Uhmuhmuhm!»…«Ma mamma…
…io e mia
sorella…abbiamo lottato a lungo a Digiworld, anche con
l’aiuto di Scratchmon!»…«Ma
certooo, la vostra
gattina che…non si separa mai da voi! E’ nata per
essere
la vostra migliore amica!» descriveva Violetta, il cui
buonumore
sembrava impermeabile al tetro scenario…
…e la luce
furba del suo sorriso, immune ai soffi di vento che sibilavano oltre il
muro di foglie, smuovendo la frangetta del bambino «Mamma,
Ufomon
dice...» svelava quel bimbo «…che se noi
combatteremo a lungo e sconfiggeremo tanti nemici,
potremmo…anche farci tanti
amici!»…«Ed
è…certamente vero, piccolino!! Devi sapere,
tesoro, che i
Digimon…sono diffidenti! Non sempre sono disposti ad
accettare
chi è diverso da loro, come te, o come
Ufomon!»…«Perché noi siamo
diversi dagli
altri bambini
digitali…?»…«Oh? Ma
perché voi fate parte di una stirpe pregiata!!!»
esclamava
entusiasta la donna dai ricci capelli castani, e dai colori
dell’abito un po’ adombrati
dall’oscurità
«…siete due esemplari della nuova specie,
mmm!!!...che
emozione: siete i prossimi Digimon destinati a regnare…su
tutte
le terre del mondo digitale! Uhmuhmuhm! Ed è chiaro che in
questi casi si incontri sempre qualche bambino un po’
invidioso!
Sulla terra…
…come a
Digiworld! E’ un po’ come quando si cambia scuola,
i nuovi
compagni…ci mettono sempre un po’ per accettarti:
uhmuhmuhm! Ma se tu dimostri di essere uno forte…di
sapertela
cavare, come un grande eroe…!» accompagnandosi con
gesti e
sfumature della voce per far più accattivante il racconto
«…e di non aver paura di
niente…!...uhmuhmuhm,
magiiia, tutti vorranno bene, ti saranno sempre accanto e ti
rispetteranno!» sistemandogli la camicetta
«Diranno…oh ma che bravo quel bambino, ma che eroe
quel
Digimon, cos’è un mago?»
Il sorriso di
Lotti faceva un breve capolino…per poi spegnersi e tornare
triste «Ohhh…? Cos’è quel
faccino…?»…«A me
sarebbe…tanto
piaciuto diventare amico di quel bambino di roccia che aveva con
sé
questa…»…«Oh…certo…»
sussurrò lieve e dolce la madre, allungando le sue dita
dallo
smalto colorato verso il modellino della moto
«…però lui non parlava
più…stava
sdraiato per terra.»…«Forse
perché era un
po’ dormiglione! Uhmuhmuhmuhmuhm!» rivolgendogli
una
carezza, ma lui insistette «…c’era
tanto…tanto fumo attorno a noi! Io avevo
paura…che
Scratchmon non riuscisse a respirare ma Ufomon…Ufomon mi
diceva…che non c’era da preoccuparsi se non di
spargere
altro fuoco.»…«Tua sorella
aveva…perfettamente ragione, Lotti! Uhmuhm, ma si sa, lei
è più grande, e poi è una
bambina.» Il bimbo
alzò di colpo lo sguardo, incuriosito dalle parole di
Violetta
«Si sa che le femminucce sono sempre un po’
più
coraggiose! Ihih! Mentre voi maschietti…»
solleticandogli
il naso col dito «…siete più ingenui,
talvolta il
fuoco vi fa paura per non dovete essere spaventati…! Pensa a
papà!»…«…a
papà…»
spalancò gli occhi il bambino «Il tuo
papà è
diventato un valoroso generale perché ha
combattuto molte
battaglie! Non ti piacerebbe essere come lui? Lui
adesso…mmm, ha
interi eserciti al suo seguito! Comanda
un’armata…ohhh,
meravigliosa, piena di Digimon di tutte le specie, e basta che lui dia
un ordine…loro eseguono! Non ti piacerebbe diventare simile
a
lui, Lotti…?»
…all’udir nominare il padre, sul volto del bambino
si
tracciò un sorriso che quasi avrebbe illuminato un luogo
così buio «…papà
è il mio
mito…io…voglio diventare esattamente come lui e
stare
sempre sempre con lui. A-A papà gli scola sempre tutta
sabbia
dalla bocca e a me…a me…» muovendosi
graziosamete
le dita sulla bocca per simulare il fenomeno «…a
me fa
tanto ridere, uhmuhmuhm!»…«Mmm,
braaaaaavo, vedi
allora? Il fuoco della battaglia…ha forgiato un eroe! Il tuo
papà!!»…«Il mio
papino…»…«…se non
ti tirerai
indietro…» sussurrava Violetta scorrendo con le
sue mani
sul suo petto verso l’alto «…se sarai
coraggioso…e non ti farai intimidire dalla
battaglia…diventerai un grande guerriero,
Lotti!»…«Un
grande…guerrieeero…»
sussurrava il bambino incantato «Sì, è
proprio
così!! Uhmuhm, non è
fantastico…?»
…quando
le mani della donna raggiungevano la schiena del bambino, e lui non
poteva vederle, le unghie da colorate divenivano smaltate di
scuro…un nero impenetrabile…
…e
attorno al bambino si delineava l’ologramma del suo bianco
costume circense dal pomposo collare «Uhmuhm! Il mio adorato
ometto dalla vocina deliziosa e gli occhi malinconici…
…tu
sei Gravemon!»…«Oh?
Sì…»…«…un
potente
Digimon!» ingrossando la voce, con l’eco della
battaglia
che attira i bambini «Che non teme rivali! Come il suo
papà! Ihihihiii!» abbracciandoselo
contenta…e anche
lui la abbracciava, la stringeva forte forte «Ehi, ma
così
mi soffochiii! Uhmuhmuhm, va bene che sei affettuoso però
non mi
stritolare! Uhmuhmuhm!»
…eppure lui stringeva forte, ma così forte, che
sembrava
aver bisogno di prenderla…tutta con sé…
…ma
il sorriso di lei aveva sfumature di luce e di ombra…come le
sue
unghie, che quando abbracciavano il bambino erano nere come la
notte…
Mitsuo Yamaki si
affacciò sulla porta della stanza da letto, con un borsone
con
sé «Riley: quando anche tu sei pronta raggiungiamo
i
ragazzi.»…«Ahh!! Svelto Mitsuo vieni
presto, sta
succedendo qualcosa a Hideki!!» gridò spaventata
la donna
«Che cosa?!!» esclamò il marito
lasciando a terra il
borsone.
Il
Digivice fluttuava emettendo zampilli di energia, da cui Mitsuo
cercò prontamente di allontanare sua moglie, ma costei
nonostante il momento aveva mantenuto sguardo analitico
«Sembra
un processo di digievoluzione in
corso…»…«Come?!»
inarcò lo
sguardo l’uomo.
Il neonato
fu avvolto dalla luce che finì per inghiottirlo
«Ah!!
HIDEKI!!» gridò Mitsuo, quando lo vide sparire
all’interno del bozzolo luminoso che lasciava distinguere
solo la
maschera, che in controluce sembrava nera. In quel momento si
udì una voce «La minaccia del Regno abbandonato!
Il Regno
abbandonato vuole travolgerci e distruggerci!!»
«A…chi appartiene questa
voce…?»
mormorò Mitsuo guardandosi attorno spiazzato…ma
Riley
rimaneva stabile, e rivolgendo al marito uno sguardo premuroso rispose
«…a lui, io credo.»
«Ahh!» Il biondo uomo era attonito…il
Digivice fu
sbalzato dal fenomeno, e gli schizzò in mano.
La maschera si
era ingrandita, e quella voce che sembrava di un adolescente, dal tono
sfaccettato e ricco di pathos, disse ancora «Il destino della
terra…è scritto nei nostri cuori.»
Due occhi lampeggiarono oltre la maschera…
…poi la
luce sembrò diradarsi, nelle ultime scintille
sfrigolanti…
Riley ebbe
l’istinto di correre da lui, e prontamente avvolgerlo con
quella
coperta iridescente che aveva avuto con sé dal primo
momento…
Mitsuo rimase immobile…ad ammirare
l’incanto…
«Se…riusciremo…» diceva
stanca, quella voce
da ragazzo «…a leggere…a-a leggere
dentro noi
stessi…
…oh?
Mamma…!»…«Ahh!!»
Riley
sussultò…quando sentì due mani che
afferravano la
sua, e due occhi intimoriti oltre la stessa maschera cercare in lei
sicurezza…ripetendo «Mamma…»
così
dolcemente, seppur tremulo di paura…e dopo, alzando appena
lo
sguardo «Papà!»
…a Mitsuo che non poteva credervi…
…piegava
lievemente il capo poiché sembrava stremato…era
cresciuto
in fretta: gli erano rimaste le polsiere attorno ai polsi e alle
caviglie…
…ma aveva
acquistato dei morbidi capelli lunghi fino alle spalle e di colore
rosso intenso, come Riley, che commossa vi passava le dita…
…il
ragazzino digitale sembrava timoroso e pudico, si avvolgeva nel manto
iridescente…e sembrava smarrire il suo sguardo in un
universo di
segreti…
«Hideki…» ripeté Mitsuo
Yamaki, non staccando
per un istante gli occhi da lui…
«Tempo
addietro…» enunciava un MudFrigimon
colpito
dalla luce argentea dello specchio magico, sotto lo sguardo sospeso di
Henry, che spuntava dal cappuccio scuro «…al fiorire della
leggenda di Digiworld, tre domatori furono invocati dal mondo digitale,
che richiedeva protezione e salvezza.»…«Tre
domatori…?» ripeté Henry
«Forse…sta
parlando di noi! Io, Takato e Rika fummo i primi Digimon Tamers a
scoprire dell’esistenza dei Digimon oltre le serie
televisive, e
i primi ad affrontare i Digimon bioemersi sulla terra! Dopo, seguendo
il nostro stesso cammino si aggiunsero Jeri…mia sorella
Suzie…Kazu e Kenta…
…Ryo nel
frattempo aveva raggiunto Digiworld assieme a Cyberdramon…ci
incontrammo qui…
…tornammo
tutti insieme…è possibile che lo specchio parli
di
noi…?» ma l’orsetto medium
svelò «Sta
parlando del momento in cui il mondo digitale è stato
assemblato: voi vi siete congiunti con il vostro Digimon quando
già Digiworld era un mondo fiorente e pieno di settori.
Abitato
da creature d’ogni
specie…»…«Ahh…gli
albori di
Digiworld…
…quando
mio padre…assieme ai suoi compagni avviarono lo studio della
vita artificiale…
…quando i
Digimon erano assemblaggi informatici allo stato
primordiale…ma
svilupparono molto rapidamente un’intelligenza
artificiale…che ha permesso loro di evolversi e
moltiplicarsi…
…anche il
D-Reaper…fu inizialmente concepito come un banale programma
di
cancellazione…
…crebbe
in piena autonomia…fino a diventare una minaccia gigantesca,
capace di solcare i confini del mondo digitale per bioemergere sulla
terra…come infatti fece…al nostro ritorno, ma
tutto
questo ormai è
storia!»…«…c’è
una
storia…che viene prima della storia,
Henry.»…«Cosa?»…«E
che LA
STORIA…a sua volta…ha
occultato.»…«…una leggenda
del
passato?» chiese il ragazzo «Che risale ai tempi
dei primi
approcci di mio padre e i suoi compagni? Lui non mi ha mai parlato di
questo…»…«Probabilmente
perché lo
ignora. Nessuno ricorda
più dei tre domatori…
…che Digiworld…»
tornò a narrare il
MudFrigimon traducendo in parole i fasci emessi dallo specchio
«…chiamò
in suo aiuto quando era ancora una terra
in balia del caos…
…e tutto
assomigliava a quello che ora altro non è che terra di
confine,
lo chiamano…”campo digitale indefinito”,
si tratta
di un gorgo informatico senza regole…»
Gli occhi di
quel giovane umano si approfondivano per accogliere nel suo cuore
parole del genere e mescolarle alla sua esperienza…
«Nessuno avrebbe
speranza di sopravvivere…» accennò
«…mutando in dati come abbiamo fatto noi per
raggiungere
Digiworld…ma viaggiando in uno spazio distorto e
incontrollato.»…«Nessuno eccetto i tre
prescelti…»…«Cosa…?
Tre umani ce
l’hanno fatta?»…«Essi detenevano “La
luce”. Grazie ad essa…loro, ed i loro fidi Digimon
riuscirono a passare attraverso il grande vortice che era il nostro
mondo…e a spianare la strada affinché umani
volenterosi
potessero costruirvi un luogo…di sogni…
…in grado
di accendere generazioni plasmando molteplici emozioni…»
«Terriermon…» sussurrò Henry
«…quello che dice è vero…
…tu e Digiworld
siete stati il faro che si è acceso sulla mia vita di
ragazzo…
…e che mi ha
condotto fin qui, nel bene e nel male. Oh? Ascoltami…
…perché nessuno si ricorda più di
loro? In
fondo…non è passato così tanto tempo!
Mio
padre…è ancora qui, ho potuto udire dalla sua
voce il
ricordo dei primi progetti sulla vita digitale, se il periodo
corrisponde allora…questi domatori dovrebbero essere ancora
vivi! Magari…abitano nella nostra stessa città.
Possono
aiutarci! E’…grazie a loro da quanto ho compreso,
se i
lavori di costruzione della rete su cui nasce Digiworld sono potuti
essere ultimati.»
Il MudFrigimon
illustrò «Loro
hanno frenato l’attacco sferrato dal
Regno abbandonato…
…un mondo di oscurità e di gelo…
…composto di detriti…»
Henry ascoltava col
fiato sospeso, e benché la sua frangetta di capelli scuri
fosse
attraversata dal vento della cava, non accennava a voler arretrare...
…quando altrove «Osserva tu stesso,
Lotti…»
…ed il bambino,
con mani illuminate di potere, sollevava uno di quei vecchi giochi e
magicamente lo rimetteva al suo posto. Bastò una spintarella
col
suo dito per far sì che quella giostrina tornasse a roteare.
Nel
suo più grande stupore «Non è
più
rotta!!»…«Ihihhh, ma che bravo hai
visto?...sei
riuscito a ripristinare l’antico splendore! Puoi farlo con
qualsiasi cosa! Basta che la tocchi…»
Il bambino,
colpito per quelle capacità appena scoperte, si
chinò…e sulla parte di prato che toccò
tornò la luce, e al posto dell’erba essiccata
sbocciarono
fiori colorati «Un applauso per Lottiii! Ahahah! Puoi anche
spostarti, sei stato fantastico!»
Così
arretrò, e tutto tornò oscuro e desertico come
prima
«P-Perché solo un pezzettino piccolo…?
Voglio…voglio fare così tutto il
prato!» espresse
con la sua dolce vocina, spalancando le braccia. Violetta sorrise ed
enunciò poeticamente «Ohhh, sì lo so,
sarebbe
bellissimo…
…qui nel limbo potremmo avere una casa meravigliosa, con un
giardino splendido e sempre illuminato. Però!...»
tingendo
di un po’ di mogia delusione la sua espressione
«Purtroppo…c’è qualcuno che
impedisce questa
magia: qualcuno a cui piace un mondo scuro e tetro, pieno di mostri
spaventooosi! Brrr!!» agitando le dita per mimare la
rapacità di quelle creature la cui sola idea fece
rabbrividire
Lotti «Ahaha, ma tu non devi temere! Tu sei Gravemon, il
temerario! Se sarai abbastanza audace e avrai fiducia nelle tue
capacità…i mostri crudeli saranno spazzati via! E
la
nostra casa sarà fantastica, wooow! Te la immagini,
lì?
Là, dove c’è il materasso rotto, una
vasca in cui
sguazzare d’estate? Ti immagini…pieno di giochi,
anche
dentro, le stanze di voi bambini?» …e ognuno di
quei
pensieri era un palpito, ed un sorriso per quel bambino «E ci
pensi…?...
…un terrazzo splendido…da cui ammirare tutto il
mondo
digitale! Ihihih! Per il momento dal terrazzo si estende solo il cielo
della notte…però…
…se vi sarà un Digimon abbastanza coraggioso da
scacciare
le tenebre…io sole tornerà a risplendere allegro,
là dove il manto di stelle lo ha
celato…»
…narrava come una fiaba suggestiva, la vivace e talvolta
sussurrata voce di Violetta…
Al buio e
con i borsoni, presso la porta di casa Yamaki «Mettiti
questo…e per carità: non dire a
nessuno…a nessuno
chi sei in
realtà.»…«…ma io
ho
paura…ho paura, papà!» replicava il
ragazzino dal
volto coperto…ma questa volta non era una maschera come
quella
che finora aveva indossato a nascondere i suoi lineamenti:
nell’oscurità si intravedeva una strumentazione
tecnologica, assomigliava a un respiratore artificiale…
…mentre nel viso di quella donna dai capelli rossi come i
suoi,
si rifletteva la luce del Digivice che forniva le informazioni
«Defendermon…Digimon
guerriero di livello
campione…possiede la capacità di orientarsi nel
labirinti…
…la sua tecnica prende il nome di “Lanterna
dimensionale”…»
«Hideki…! Capito?
Tu…sei…Hideki.»
spiegava Yamaki tenendogli le mani sulle spalle «Sei un
ragazzo
umano…a quei domatori non dovrai mai dire che sei un
Digimon.
Non perché loro siano malvagi ma…non potrebbero
capire,
in questo momento.»…«Papà,
io…non
ricordo più niente, non ricordo più chi sono!!
Nella mia
mente aleggiano solo immagini
orribili…»…«E’ per
questo che ti porto
con me…
…tu devi raggiungere il mondo in cui sei
nato…scoprire la
verità sul tuo destino.»…«Oh
sì!
Sì ti prego, portami a Digiworld! Portatemi a
Digiworld…papà…
…mamma…
…soltanto lì la mia anima si può
placare, posso
trovare pace!»
Riley bisbigliò «…non commetteremo
un’imprudenza, Mitsuo…?» ma questi
rispose
«Dobbiamo rischiare…»
…ed entrambi osservarono quegli occhi spuntare dal
respiratore,
nella penombra «…potremmo forse tenerlo qui, in
questo
stato…?»
La
donna sospirò, e sembrò comprendere. Il marito le
sfiorò il braccio «Coraggio amore,
andrà tutto
bene.» sicché lei, in silenzio, si
avvicinò alla
creatura e le alzò il cappuccio di quella giaccia, tipica
dell’abbigliamento degli umani.
«Andiamo…» Mitsuo aprì la
porta…
…luci e ombre scorrevano su quel viso nascosto, che sembrava
celare un destino impercettibile…
«Io
so che tu desideri tanto vivere in un mondo…come questo che
ti
ho descritto, piccolo Lotti! E’ naturale, perché
sei un
bambino: e nel cuore di un bambino si nasconde la luce dei sogni. Per
questo devi ascoltarmi!
Capisci…?»…«Se…se
io…se io e
mia sorella continueremo…
…ad invadere Digiworld…e a cercare i Cuori
digitali…potrò riempire questo prato di tutta
luce?» spalancando le braccia, e Violetta rispose
«Ma
certo…! E’ assolutamente scontato.»
sfiorandogli il
viso, nel nuovo lampeggiare dell’ologramma del suo costume
digitale «Però non devi tradire alcun cedimento:
mi
raccomando, non è da eroe! Tu sei un uomo…e gli
uomini
lottano…senza guardarsi mai indietro, come il tuo
papà!»…«Papà…»
sorrise
Lotti «…si guarda…si guarda sempre
indietro
perché ha paura che lo seguino!
Uhmuhmuhm!»…«Iiiihhhh,
sììì, ma
quello perché il tuo papà è un tipo
proprio buffo!
Però lo so che è il tuo eroe…
…e se ascolterai i miei consigli…diventerai come
lui!
Ricorda Lotti, la pietà…è un qualcosa
che ti
blocca e ti rende insicuro! Quando vedi un nemico a terra…tu
non
devi farti impietosire, e andarci giù con tutti i tuoi
poteri!» illustrava pacatamente, col tono con cui si descrive
qualcosa di bello «Un regno, Lotti…lo si conquista
sconfiggendo tutti i propri nemici! Questo significa esser grandi e
potenti, ed è per questo che papà ed io mandiamo
te e
Ufomon ad impedire il sorgere di nuovi villaggi, perché
vogliamo
che un giorno voi siate…dei bravi regnanti! E possiate
assicurare la pace in un mondo come il nostro…
…i Digimon si oppongono…perché sono
invidiosi!
Sanno che voi siete molto più potenti di loro, e questo
chiaramente fa loro un po’ rabbia. Però voi non
dovete
farvi intimorire, siete una coppia magica!!»
Un po’ tremulo...un sorriso accattivato stava tornando a
delinearsi sul volto del bambino…
«I nemici, sono nemici…perché sono
cattivi! Per
loro è bello solo un mondo di tenebre e
oscurità…ma non sanno cosa si perdono e noi li
aiuteremo
a capire quando si sbagliano, nelle loro menti ottuse e piene di
segatura,
mwahahahahahahah!»…«Ahahahahahah!
Ahahahahah!» il piccolo Lotti sembrava divertirsi, e Violetta
altrettanto «Ahhh…che ridere! E i primi fra questi
allocchi sai chi sono?
...i Digimon Tamers…che dieci anni fa hanno sconfitto il
D-Reaper! Ma molto presto riceveranno una bella sorpresa da tutti noi,
te la senti di aiutarmi…? Te la senti di venire con me,
Lotti
caro…?» tendendogli la mano «La mamma ha
intenzione…di aiutare un nuovo piccolo eroe a divenire il
più amato su Digiworld e la terra! Ma te li immagini i
bambini
terrestri a fare a botte in un negozio per comprarsi la tua action
figure?!!»...«…io voglio che
comprano pure
quella di Scratchmon…» con un sorrisetto furbo,
prendendole la mano «Ahahah, ma ceeerto, naturalmente e anche
della tua sorellina, per non farla sentire esclusa!»
…ma
Violetta, mentre sorrideva e gli parlava ancora, pensava
“Devo
stare molto attenta, è un fenomeno imprevisto! Mi ero
assicurata
che non ci fossero tracce di sentimenti durante il processo di
creazione…come è potuto insorgere improvvisamente
del
rimorso? Debbo tenere gli occhi aperti…e intanto devo
assolutamente impedire in qualche modo che quei ragazzi approdino su
Digiworld!...
…ho i minuti contati…”
A poco a poco si riunivano tutti presso il nascondiglio.
«Dì un
po’ Kenta…» accennava Kazu
«…ma che ne
pensi di Snowhitemon allora?» alludendo al minotauro bianco
che
gli era di fronte, e commentando «Guarda che bel Digimon,
stento
a credere che dietro il tuo aspetto ci sia il piccolo
Calumon.»…«Eh già:
è davvero una
trasformazione soprendente…»
Snowhitemon
taceva…e Takato indicava qualcosa in fondo alla strada
«Vedo il signor Yamaki. Vado da lui e dalla signora
Riley!»
precedendo i suoi amici, che però restarono stupiti da un
dettaglio «Uh? Sì è vero quello
è Yamaki ma
c’è qualcuno con loro, chi è quel
ragazzino? Visti
così sembrano una famiglia, lui non ha figli, no
Kenta?»…«…no…
…non ne
ha…» accennò il giovane con gli
occhiali il cui
sguardo si fece assorto, rapito da qualcosa…
«Riley, signor
Mitsuo, benvenuti.»…«Ciao
Takato…»
disse l’uomo, e subito il ragazzo
«Uh…?» volse
lo sguardo verso il giovane che questi teneva per mano. Ma Riley gli
sfiorò la spalla «Takato: ok lo ammetto, non ve
l’abbiamo detto prima, ma un clandestino è a
bordo! Tu non
hai niente in
contrario…?»…«Un
clandestino…» ripeté Takato, e Yamaki
«Sì! Un clandestino di nome Hideki.
Hideki…
…questo
è Takato, e loro sono i suoi amici, sono
ragazzi…molto
coraggiosi che potranno esserti d’esempio.»
«…salve a tutti…» disse piano
il giovane dai
capelli rossi. Takato era colpito dal fatto che il viso fosse coperto
da un respiratore artificiale. Quando arrivarono anche Kazu
«Ehi!
Buonasera, signora, signore…!» che si
sfilò il
cappello per salutarli, e Kenta «Oh?» il cui
sguardo si
incrociò con quello di “Hideki”...
Poco distante, tra le ragazze vi era un pacato chiacchierare.
«Piccolo
Benji!» sorrideva Rika, ed allungava la mano sfiorando il
viso
del bambino «Allora…sei pronto per andare a
Digiworld e
farti scambiare da tutti per il tuo
papà…?» alzando
poi lo sguardo verso Rea «Accidenti, è proprio
uguale!»…«Trovi?» chiese
questa emozionata, e
Rika «Renamon ma tu non sei d’accordo,
scusa?!»…«E’ proprio
vero…sono gli
occhi…di Henry.»
Gli occhi
di Rea brillavano…e Rika estrasse una fotocamera
«Comunque, ragazzi! Dai, questo merita una
foto.»…«Immortaliamo la nostra
partenza?!»
sussultò Rea, e Rika «Almeno la mamma con il
figlio! Dai,
mi sembra giusto.» sempre consultandosi con la sua Digimon
con lo
sguardo, mentre Rea esortava «Però poi ce le
facciamo
tutti assieme! Sia qui che quando
arriviamo!»…«Affermativo…questa
volta mi sono
attrezzata a dovere. Dai. Mettetevi in posa. Questa ci tengo a
scattartela io.»…«Hai regolato il flash
per gli
sfondi notturni?» chiese Renamon, e Rika
«…tranquilla, tutto sotto
controllo…»…«Terriermooon!»
chiamò Rea, e lui «Arrivooooooooo!
Auhf!»…«Uhmuhm!» atterrandole
in testa…
«Fammi
scendere, ferma questa moto!» scandiva intanto tagliente come
il
metallo una giovane sposa che sfrecciava sul retro di una moto nera
«Ti ho detto di fermarti, sei
sordo?!!»…«…se mi fermo non
arriviamo in
tempo, e partono senza di noi!»…«TI HO
DETTO DI
FERMARE SUBITO QUESTO AFFARE
INFERNALE!»…«Eppure non
ti dispiaceva andarci in giro finché eri tu a guidarlo!...
…sei…davvero sorprendente,
Jeri!»…«…osi
anche…darmi degli
appellativi, dopo che mi hai combinato un disastro?!!» gemeva
la
ragazza fra strazio e rabbia «Hai rovinato per la seconda
volta
la mai vita,
Beelzemon!»…«…non
è
esatto dirlo!...
…diciamo
che questa volta l’ho salvata a entrambi! A te…e
al mio
domatore!»…«Uhm---mmm!!»…«Se
non
fai in modo che ci schiantiamo con la moto, se magari la finisci di
picchiarmi!!!» ma Jeri sembrava ben altro che intenzionata
«N---No, ho appena cominciato!! T-Ti ordino di lasciarmi
andare!»…«Non hai ancora capito che non
c’è trippa per
gatti?»…«NON SEI ANCORA
CONTENTO, ALLORA?! Ahhh, è tutto distrutto, che disastro,
non
posso nemmeno pensarciii!» si lamentava Jeri
sull’orlo
delle lacrime «E dire che ero a un passo così dal
diventare la moglie di Mako, hai rovinato tutto, sarà
scoppiato
uno scandalo, saremo finiti sulla bocca di tutta quella combriccola di
monache e pagliacci imbellettati!»…«Se
ti curi della
loro
opinione!»…«Sarò…sarò…!!...d-diventata
lo zimbello di tutto quello stramaledetto convento e del circondario di
Mako e famiglia, un---bandito vestito di nero e con le ali è
piovuto dal cielo a portarmi via!»…«E
non sei
contenta?...
…non dirmi che in fondo non lo desideravi in cuor
tuo!»
Beelzemon parlava molto spigliatamente, sembrava essersi sciolto molto
dell’imbarazzo che nutriva nei confronti della ragazza. La
quale
si fece incerta per qualche istante…ma poi si
caricò
d’altra acredine «Mmm, c-che diavolo credi di
saperne TU di
quello che provo io?!»…«…fino
a prova
contraria sono il tuo Digimon, signorina, si dice che esista una certa
sintonia!»…«Sì…!...
…PER MIA DISGRAZIA mi hai sentito, oltre questo maledetto
casco?!! Per SCIAGURA sono diventata la tua
domatrice!»…«Nella vita anche le
disgrazie vanno
accettate.»…«E SEI PROPRIO TU A
DIRMELO?! Come osi,
hai fatto…terra bruciata di tutti i miei progetti, e dire
che
avevo messo in questo matrimonio tutta me stessa, l’avevo
curato
fin nei minimi dettagli! Giorni, e giorni di sforzi buttati al
vento!»…«Già, giorni di
inganni e di raggiri,
ora che ci penso ti debbo le spese per quei biscotti che regalavi a
Mako e di sicuro avevi comprato in qualche negozio qua
attorno.»…«…nooo…
…mi padre si sarà sentito male, avrà
avuto un
attacco di cuore, E’ COLPA TUA SE PERDO ANCHE
LUI!»…«Non temere, tuo padre ha la
corazza
più dura di quanto dà a vedere: un vero malato
non si
mette ad architettare un matrimonio d’interesse imbandito in
grande stile come questo.»…«E TU COSA NE
SAI DI MIO
PADRE?!!»…«Quanto basta!...conosco te,
no? Sei
abbastanza la sua copia, imbrogliona e scaltra:
c’è da
guardarsi le spalle da te, Jeri.»…«E
adesso mi
insulti persino?!!» si volgeva lei a mo’ di vipera
«Tu non hai il diritto di emettere un solo fiato, non vali
nulla
come
Digimon!»…«…certo…»…«In
battaglia sei rammolito e fai pena, e se credi di recuperare quota come
musicista mi spiace deluderti, fai
pena!!»…«…senz’altro…non
mi hai
mai neanche ascoltato.»…«Ovvio,
perché
nessuno che avesse un briciolo di gusto offrirebbe ascolto a uno come
te che si vede da lontano un miglio che non altro che un
FALLITO!»…«Onorato. Continui pure, le
sue lusinghe
sono una melodia soave alle mie orecchie!...”Signora
Ayami”…»…«Ti credi
spiritoso…?...!!...non fai ridere nemmeno i bambini
più
stupidi, ti dai arie da grande uomo perché hai QUESTA MOTO e
QUESTE ALI da corvo spennacchiato!! Quando in realtà puoi
crescere, farti la barba e spruzzarti tre chili di profumo maschile ma
sotto la tua spocchia sei Impmon: nient’altro che il
piiiccolo e
ridicolo Impmon, quello gnomo schifoso e buono a niente che farebbe
venire un conato di vomito a qualsiasi ragazza, pensi forse di aver la
stoffa del
conquistatore?!!»…«…accidenti…che
succede qui, è finita la benzina?
Dannazione…»…«Ah! PERFETTO,
sono contenta,
almeno fermerai questo scassone!!»…«Io
non sarei
così felice se fossi in te!!» replicò
il
Digimon…
…fermando la moto al lato della strada e smontando agilmente
con
lei, per puntarle il dito contro «Grazie a TE, e allo stupido
matrimonio che stavi montando con tuo padre ai danni del mio amico
Mako, ora rischiamo che i nostri compagni partano, e ci chiudano il
portale in faccia!! E io, cara, tieni presente che intendo andare in
viaggio e dare sostegno ai miei amici…»
afferrandole le
braccia e stringendola, mentre lei si dimenava
«…intendo
andarci e visto che come tu stessa hai ricordato abbiamo la DISGRAZIA
di essere vincolati da un Digivice, TU verrai con me a svolgere il
dovere che ti compete, e cioè, QUELLO DI
DOMATORE!!»…«LASCIAMI SUBITO, ti illudi
se speri di
fare di me una TUA SOTTOMESSA!»…«Qui non
si tratta
di essere sottomessi o no!! Io non ho deciso niente, è stato
il
Digivice a stabilire tutto: E ADESSO CHE TI PIACCIA O NO IO E TE SIAMO
UNA SQUADRA!»
Jeri contraeva di sgomento la sua espressione…
«Mio
Dio…» sussurrava Takato, e Yamaki chinava il capo
«Purtroppo è
così…» Riley
continuò «I genitori del povero Hideki, sono
rimasti
vittima di quel terribile incidente. Erano cari amici, è
stato
un brutto colpo…»
Kazu
strinse i denti e volse altrove lo sguardo, bisognoso di muovere
qualche passo da storie che gli suscitavano dolore, mentre Kenta era
rimasto impietrito…ed i suoi occhi non riuscivano a
scostarsi da
quelli del ragazzino, che nella notte si aprivano come due fari di
paura. Mitsuo spiegò «Non avevamo altri a cui
lasciarlo,
ha solo noi…» ma Takato chiese con molta premura
«Non sarà però un rischio eccessivo per
lui, un
mondo pericoloso come Digiworld…?» Riley sorrise
«Eravate più piccoli di lui quando siete andati in
viaggio
la prima volta. E poi…i suoi genitori avevano lavorato
nell’ambito della ricerca sulla vita artificiale: per lui
visitare Digiworld…può essere inteso come un
tributo.»…«Ptsss, sì
però…» fece Takato
«…ho notato
che…» alludendo al viso (mentre Kenta si faceva
più
vicino al ragazzino…) «Quello
purtroppo…è
ciò che resta dell’incidente: Hideki ha riportato
delle
lesioni all’apparato respiratorio. Però questo
viaggio per
lui è molto importante, credimi Takato
noi-»…«Non c’è
bisogno che diciate
altro.» si frappose Kenta «Oh?
Kenta…» si
stupì Takato…
…Kenta si fece vicino a Hideki…e inaspettatamente
gli
sorrise «Hideki, allora!...tu verrai con noi? Sei un nostro
compagno di viaggio quindi!» allungando la mano per
sfiorargli la
spalla. Hideki arretrò d’istinto, ma Kenta ci
tenne
«No! Non aver paura, ti prego…noi siamo
amici…
…io
mi chiamo Kenta…i miei compagni sono tutti ragazzi
fantastici,
vedrai quanto sarà bello essere assieme.»
rivolgendosi poi
all’amico «Takato, dobbiamo capire: pensiamo solo a
quanto
è stato importante per noi la prima
volta…e…quando
lo è adesso.» abbassando il tono, esprimendo con
sguardo
sincero «…questo povero ragazzo…ora
è solo,
ha perduto i genitori…
…pensa soltanto a quanto…sollievo potrebbe dare
il mondo
digitale con i suoi abitanti…al bruciore ancora fresco di
una
simile ferita…»
Il ragazzo
con la bandana a poco a poco accennò un sorriso, e
sfiorò
la spalla dell’amico «Hai sempre un pensiero per
gli altri,
Kenta…»…«No, è
che…!»
rivolgendosi al cielo pieno di sentimento «Ripenso a noi alla
sua
età: la prima adolescenza…
…il ricordo della nostra avventura era ancora impresso nel
nostro animo, quante difficoltà!...
…oh? Guarda Hideki! Una stella
cadente…sicuramente ci
porterà
fortuna.»…«Com’è
bello
il cielo stellato…» sussurrò quel
ragazzino dalla
voce bella, come quella del ragazzo che ora lo teneva per mano e gli
diceva «Per qualsiasi cosa…tu puoi fare conto su
di me!
Considerami come un fratello maggiore, hai già Riley e
Mitsuo
però…noi siamo più giovani, e possiamo
chiacchierare di tutte quelle cose…uhmuhmuhm! Che agli
adulti
è meglio non dire!» …Riley e Mitsuo si
guardarono
con un’espressione rassicurata…
…e tanto
il sorriso di Kenta era gentile…che sembrò
sciogliere in
un riflesso di sollievo lo sguardo della creatura con il
respiratore…
Intanto veniva
realizzato quello scatto che immortalava lo spirito
d’avventura
di una giovane mamma con il suo bambino e il suo Digimon, la quale
disse «Questa volta non ci facciamo mancare
niente!» e Rika
«No ma davvero, è che…spesso avviene
che la prima
volta uno ci va un po’ con la testa sbandata,
invece…quando poi ricapita
l’occasione…!»…«Diciamolo,
Rika: a
cominciare da tutto…il restyling!» delineando con
un gesto
della mano l’intera sua figura, per poi scrollarsi
ariosamente i
capelli, con Rika a fare lo stesso «Ehhh!!! Soprattutto da
quello
e dire che poi un tempo almeno facevo proprio il bastian
contrario.»…«Oggi io sono stata: dal
parrucchiere
(mi ha sistemata Takato!) e ho
fatto…questi.»…«Uhm uhm,
ottimi.»
alludendo ai suoi capelli lucidi nella notte «Poi ho
fatto…il make up-ptsss: guarda! No…ma
dico…»…estraendo qualcosa dalla borsa
«Tira
fuori, tira fuori, senza paura, che poi adesso tiro fuori
io!»…«No ma sul serio Rika dimmelo tu
che ci sei
già stata ma per te è normale, per andare a
Digiworld? Io
credo…cioè, ho qualcosa che non va! Guarda!
Guarda.» …sfoggiando una comoda e pratica ma
altrettanto
accessoriata trousse multi-scomparto «Ci ho messo pure
l’adesivo!» alludendo alla scritta Digimon che
Terriermon
commentò entusiasta «Il nostro marchio di
fabbricaaa!» lasciando ancora parola alla sua domatrice
«Sinceramente io così non so dove ci devo andare
però come dici tu quando sai che è
un’occasione che
non capita tutti i giorni…!» portandosi la mano al
petto,
si vedeva che era eccitata e luccicavano i suoi occhi impreziositi da
una linea scura rifinita per l’occasione. Rika non restava di
certo indietro «Senti guarda adesso apro la mia borsa e ti
faccio
ammirare.» con suggerimento di Renamon «Rika fa
attenzione,
ci abbiamo messo tanto per riuscire a chiuderla.» A Rika
scappò una risata, e anche a Rea che chiese
«Perché?! SCOPPIAVA?!» con Terriermon a
commentare
«Io voi donne non vi
capisco!»…«Non ci capiamo
nemmeno noi Terriermon, puoi stare tranquillo!»
replicò
Rika, e Rea «Ma secondo me noi non stiamo bene, abbiamo
qualche
rotella fuori posto, non siamo
normali.»…«No
no!» rispose Rika con naturalezza «Non siamo
assolutamente
normali, ma è proprio lì il bello del gioco: un
viaggio
come il nostro è fatto apposta per persone fuori di
testa!»…«Io poi con un figlio,
cioè
l’esempio che do, però poi mi sono detta ma
dai…in
fondo…che male
c’è?»…«M-Ma zitta
che adesso ti picchio, sei bellissima e porti tuo figlio in giro a
Digiworld con una mamma splendida! Eh! Finché uno
può
prima che arriva a sessant’anni e pulisce il suolo con la
propria
pelle!»…«Senti, ma a proposito di questi
discorsi
allora colgo l’occasione per chiederti Rika: ma io ogni volta
che
passi tu sento sempre che lasci la scia di un profumo buonissimo, ma
posso sapere qual è e dove lo compri? Perché
è…veramente
buono!»…«Ma è
questo?» estraendo un’elegante boccetta con
rifiniture
dorate «Sììì! Dove te lo
procuri?»…«Non è il
mio!!!»…«Ah no?
Ma…»…«E’
Renamon!!!»…«Come??? Dai!»
sobbalzò
Rea, mentre Rika si portava vicino la sua Digimon «Pensavi
fosse
il mio? No, io e lei ci muoviamo sempre assieme quindi sembra che lo
porto io ma questo è il suo profumo: non lo fanno qui, sai?
Proviene da Digiworld!»…«Ma non posso
crederci!!!» …la volpe dorata socchiudeva lo
sguardo con
discreta timidezza, ma spiegò «E’ un
profumo
che…mi sono fatta fare per…molti anni, mi
piaceva.»…«A Digiworld fanno profumi del
genere?
Caspita, allora ben venga andarci!» mentre Rika illustrava
«Io lo adoro: che poi è persistente, bastano pochi
spruzzi
e fa una presa, sai perché…?»
sfiorandola con molto
rispetto «Perché lei ha il pelo…e
questo lo aiuta a
diffondersi meglio…» …Rea se la
contemplava e
mormorava «…come sei elegante,
Renamon…» e
Terriermon «Eheh! Noi sono dieci anni che lo
diciamo.» Rika
confermò «E’ sempre stata
così.»
spiegando poi (mentre Renamon volgeva il suo sguardo, un po’
imbarazzata, ma grata) «No no, il mio uno spruzzo appena
perché è l’ultima boccetta
e…deve durarmi
tutto il viaggio: quindi parsimonia, perché il prossimo si
va a
rubare.» Rea spalancò gli occhi, e Rika mentre
frugava per
estrarre la boccetta «No no davvero perché adesso
per una
cosa simile ce li sognamo i soldi, ho più speranza di
farmene
fare uno a Digiworld. Guarda qui: regalo…di mio padre per il
mio
ultimo compleanno, spedito perché lui non poteva farsi
vedere.
Questo è buono, è un profumo di marca, ma
è
l’ultimo che mi resta, io l’ho portato per
l’occasione però mi deve durare per
cui…fermatemi,
se mi vedete più di uno spruzzo la mattina, cioncatemi le
mani!»…«Ahahahah! Sono sicura che ci
divertiremo!» Rea rise per quei discorsi.
«…toh guarda di cosa si
parla…”profumo”…»
accennò Yamaki
a bassa voce a sua moglie, accennando con gli occhi al ragazzino
«A volte è la soluzione migliore per coprire
l’odore
dei dati…»…«Cosa diceva
signor Mitsuo?»
chiese Takato «Come? A-Ah, no niente!» e intanto
guardava
l’orologio «Ci siamo tutti?» Takato
rispose
«Manca ancora Ryo. E
Cindermon!»…«Sono in
ritardo!»…«Dai Mitsuo, ora non
trasformarti nel
rigido comandante! Siamo qui come ospiti d’onore fra questi
ragazzi, se non te ne fossi accorto siamo i più
vecchi!»
gli disse bonariamente la moglie «Oh ma niente affatto, non
potrei scordarmelo: dieci anni fa ero qui a guardare questi ragazzi con
un pizzico di rimpianto…non credevo che
l’età mi
avrebbe concesso un’occasione…
…comunque intanto avviamoci, andiamo su e disponiamo per
l’apertura, così quando arrivano loro
basterà
tuffarci.»…«Sì…»
Takato si
avviò con loro, e Riley sussurrò al marito
«Il
radiocomando lo hai tu? O io?»
Kenta era ancora con il ragazzino «E lui e
Kazu.»
…quest’ultimo gli sorrise e gli adagiò
il suo
cappello sulla testa, senza dirgli nulla. Guardromon invece sembrava
simpatizzare «Ohhh…ti sta bene il cappello! E
poi…sniff, sniff! Che buon profumo!» Kenta
confermò
«Allora non mi eeero sbagliato! Ti piace fare il
conquistatore,
eh Hideki?» con qualche gomitata scherzosa «Ma fai
bene,
mica vorremo lasciare la scena tutta alle nostre ragazze: guardale
lì! Sono tre ore che ciarlano di trucchi e di
profumi!»
Kazu confermò «Ehi voi ma…come vi siete
conciate?!»…«Sembra che andiate ad una
festa in
locale notturno, anziché a Digiworld!!»
strillò
Kenta.
Rea rise «Uhmuhmuhm! Gli invidiosi ci
apostrofano.»…«Chi disprezza compra, mai
sentito?» fece Rika (mentre Kazu le costeggiò
«Pfff,
fate ridere!» e si destreggiò su uno sgambetto di
Rika
«Ahah, mancato!») per poi avviarsi sulla scala. Al
gruppo
femminile si era accostata anche Suzie «Ahhh, beate voi!...vi
siete preparate a dovere, io oggi invece…
…pfff…sarà che avevo
pensieri…ma adesso lo
rimpiango!» alludendo al suo look forse un po’
più
“acqua e sapone” quella sera «Ahhh,
nessun problema,
amica! Arrivano i soccorsi!» garantì Rea
prendendola per
un braccio, e la ragazza spalancò gli occhi
«Davvero?!»…«Credo che tu
potrai bearti degli
avanzi miei e di Rea, e quando dico “avanzi” mica
si
scherza! Guarda…» fece Rika alludendo al contenuto
della
sua borsa, con conferma di Rea «Guarda! Prendere, attingere
senza
problemi!» avvicinandole un suo borselline «Ahhh,
siete
uniche!» con commento di Lopmon «Guarda quanta
bella roba,
ce n’è un po’ anche per me?» e
della
neo-aggiunta Yuki «Wooow!!! Che cariiini, i pennellini! A me
sai
quale tipo piace? E quale uso sempre? Allora…»
Suzie aveva già iniziato a frugare nel borsellino di Rea,
mentre
Rika fra le sue cose «Che poi io mi dico…no? La
prima
volta a Digiworld…un solo paio di scarpe!
Stavolta…»…«Non ti sei
trattenuta,
Rika!»…«E hai fatto bene!»
dissero Rea e
Suzie, ma la ragazza dai boccoli rossi abbassò il tono
«Non è questo il punto,
però…tu almeno Suzie
hai presente il suolo digitale. No?...
…ptsss!!!...
…mi devi dire queste per…quale ragione le ho
portate?...!!»…«Ahahahahah! Per ballare
con il
principe dei tuoi sogni, Rika!!» scherzò Suzie,
Lopmon
commentò «Accidenti che tacco alto!» e
Yuki
«Bellissime!»
Mentre Kazu strillava dalla scala «Ma chi volete che vi
guardi?!!
Che si giri un’intero esercito di Digimon?! Forza,
muovetevi!!»
«Che poi tu mi dicevi che guardano?» si
interessò
Rea mentre si avviavano sulla scala, e Rika replicò
«I
Digimon? Guardano, guardano…quindi: ehi! Occhio. Guardavano
la
prima volta!» e Suzie «Figuriamoci adesso, che
siamo
potenziate!!»
Kenta, più avanti sui gradini, si metteva una mano in fronte
«Non sono sicuro di poter sopportare quelle per la durata di
tutto il viaggio, hanno coinvolto pure mia moglie…tu che ne
pensi, Hideki? Ahhh, meglio far fronte comune noi uomini!»
Il ragazzino
taceva, ambientandosi gradualmente fra quelle sagome adombrate dalla
notte che soffiava tra le foglie, e sibilava tra le
recinzioni…
«Vuoi
darti una mossa?!» esortava Ryo sul retro dello scooter di
Alice
«Questo affare è troppo
lento!»…«Stai
calmo, non è colpa mia se ti fatto sequestrare
l’automobile e la patente!» ribatté la
ragazza
bionda «La patente non me l’hanno sequestrata
è solo
che…debbo rettificare alcuni
dati!!»…«Mi
immagino cosa potesse essere: un’emblema alla
legalità!»…«Piantala, sei
soltanto
patetica!»…«Come vuoi, sta di fatto che
ora è
merito mio se respiri ancora l’aria
dell’esterno!!»…«Io dovrei
già star
respirando l’aria di Digiworld!!...per l’amor del
cielo
vuoi capirlo?! Alice, muoviti!!»…«Meglio
che tieni a
freno i tuoi nervi grande eroe: questo non è un Digimon, che
può volare grazie alle sue
ali.»…«Ihmf!!» Ryo ebbe un
gesto di
impazienza…
…Monodramon, all’interno della sua borsa, non
spiccicava
parola “Ryo…che cosa accadrà adesso?
Che ne
sarà del nostro rapporto…? Tutto questo questo
doveva
succedere proprio alle porte di un passo così
decisivo…?
So soltanto che persino un legame come il nostro rischia di esserne
intaccato, è proprio vero che non puoi dire di conoscere
nessuno
fino in fondo…anche quando scegli di dividerci la tua vita e
farci quattro figli, come con Gelsomon…
…o
quando vi hai alle spalle tanti anni e tali avventure…come
con
te. Ryo…che ne sarà di noi a
Digiworld?”
Ryo non
riusciva a guardarlo se non più di pochi istanti, e con
grande
amarezza…
…mentre in un'altra borsetta “Uhmuhmuhmuhm!...
…marito mio, non te ne accorgi. Ma mentre tu ti arrovelli
per il
rapporto con il tuo domatore ormai irrimediabilmente compromesso, io
non ti lascio neanche per un attimo! Molto presto torneremo entrambi a
casa, nella nostra casa: Digiworld!!”
Alice assottigliava i suoi occhi azzurri, sentendo di avere ormai in
pugno la situazione…
«Quella
fra noi è soltanto la presa in giro di una
squadra!!»
gridava intanto Jeri «Sì, se tu vuoi renderla
tale!! Con
il tuo egoismo, con i tuoi…disonesti
tranelli!!»…«Tu non sei nessuno per
giudicarmi…!!» mormorava la giovane con occhi
pieni di
risentimento…
…il
Digimon si accucciava nel tentativo di sistemare la moto, mentre lei
continuava a inveire alle sue spalle «Ti ricordo, nel caso
l’avessi scordato, che la tua vita è macchiata,
hai
commesso crimini orribili, e ora vorresti forse riabilitarti grazie a
me?!»…«Ma per favore! Jeri io voglio
soltan-»…«Vuoi diventare un eroe, e
utilizzare me
attraverso il Digivice!! Sì, è questo il tuo
scopo!! Tu
mi stai attaccato per ambizione!»…«Io
voglio
soltanto proteggere il mio mondo!» si volse lui con occhi
decisi
«NON TI CREDO!!...
…tu
vuoi soltanto acquistare prestigio, è la gloria che ti
interessa!! Sei sempre stato…avido e attaccato al successo,
è stato per questo motivo che sei voluto digievolvere a
tutti i
costi, dieci anni fa!!»…«Ammetto che un
tempo per me
era solo questo ciò che contava…»
alzandosi e
asciugandosi il sudore dalla fronte, fissando più in
là
«Poi però ho scoperto che c’è
dell’altro.» …sollevando appena quel
Libro Sacro che
gli era stato donato «Ah sì?!»
arrivò lei con
passo deciso, sostenendosi la gonna dell’abito da sposa
«E
di cosa mai si tratterebbe?! Cosa avrebbe colpito il cuore di un
impenitente depravato come te,
eh?!»…«L’AMORE!
I sentimenti, gli affetti, la lealtà…
…E NON
DOVRESTI STUPIRTI!» mentre lei arretrava, ostile nello
sguardo
«…sono cose che tu hai conosciuto. Prima che le
rinnegassi, ma che ti è successo, insomma?! Eri una
bambina…
…dolcissima…altruista, sempre pronta a sostenere
gli
altri!» mentre lei stringeva i denti ed inondava di disprezzo
il
suo sguardo «…in te non c’era traccia di
ambizione,
invidia, inganno!...
…che fine
ha fatto la piccola
Jeri?»…«…tu dovresti
saperlo meglio di me…»…«NO
INVECE!! NON SO
PROPRIO NIENTE!! Io ti ho lasciata che eri così, avevo il
ricordo del tuo sorriso, E’ STATA L’ULTIMA IMMAGINE
CHE HO
VISTO PRIMA DI ANDARE!!...
…quella
che ha fatto la differenza…e mi ha mostrato che
c’era
ancora un’opportunità, se quel giorno non mi
avessi detto
che mi perdonavi io non credo che avrei mai trovato la forza per
raccogliere i pezzi di me stesso e cominciare una nuova vita. Lontano
dai miei affetti! Quel vortice aveva assorbito…tutto
ciò
che ero appena riuscito a recuperare, lottando contro il mio lato
oscuro…»
…raccontava il Digimon sul quel ponte stradale sopraelevato,
nella cornice della notte cittadina…
«Ero
stremato, ma avevo l’esempio di una bambina che era riuscita
a
sopraffare le sue tenebre interiori! E ad irradiare di luce il suo
cuore…a questo punto mi chiedo che fine ha fatto?! Io mi
sono
impegnato per salvarla!! Ma sembra…
…che in mia assenza qualcuno sia giunto di nuovo a
rapirla!...
…è inutile che riaccomodi la mia
moto…»
abbandonando sul sedile quella pezza rossa che di solito legava al
braccio, e che aveva usato per tamponare la perdita di benzina
«…se nessuno mi indica la direzione in cui debbo
muovermi
per intervenire. Credimi Jeri io ho fatto di tutto: mi sono impegnato
con te! MA COME POTEVO IMMAGINARE CHE MENTRE CERCAVO IL MODO PER ESSERE
UN BUON DIGIMON E SPALLEGGIARTI, TU TENTAVI CON I RAGGIRI
PIU’
BASSI DI INCASTRARE UN MIO AMICO, E CONDANNARLO A UNA VITA
INFELICE, E SENZA AMORE!!»…«Io cercavo
soltanto…!! Di avere una vita diversa da quella che ho
sempre
condotto!! Essere sempre sottomessa agli altri, una schiava senza forze
né volontà!! Io cercavo
soltanto…»
stringendo un pugno di decisione «…di essere
un’immagine diversa da quella bambina…patetica e
strappalacrime che attende in una sfera sospesa che un DIGIMON giunga
ad aiutarla!! E’ possibile che tu non lo capisca?!
Io…!!
Io, Jeri Katou voglio diventare una persona che sa badare a se stessa,
e che quando vuole una cosa, la ottiene!!» …mentre
lui le
dava le spalle, incrociava le braccia e chiudeva gli occhi…
«…non credo sia così difficile da
capire,
perché ognuno di noi, uomo o Digimon che sia, in fondo cova
nel
suo cuore il desiderio di riscattarsi!! Tutto il resto, la
bontà, i sentimenti e i legami d’affetto sono il
più delle volte
ipocrisie!!!»…«Lo
sai?...comincio a capire i meccanismi dei Digivice. E il
perché
possano avere accostato due persone…apparentemente
inconciliabili come me, e te
Jeri.»…«Uhmf!...non
provare minimamente a paragonarmi a te, Beelzemon! Io sono molto
migliore di te!! Io ti ho detto quello che sei! Ma guardati, non sei
riuscito a concludere niente, ti ritrovo…esattamente
com’eri, se non peggio di allora! Non hai carattere, non sai
importi, non sei capace di affrontare un avversario guardandolo in
faccia!! La tua unica speranza è ricorrere a mezzi disonesti
e
farti bello attraverso GRAAANDI DISCORSI, come con me!! Hai
approfittato che fossi indifesa per portarmi via e mandare
all’aria il mio matrimonio, perché sapevi che io
non avrei
mai avuto il modo per contrastarti!! Ma se ci fosse stato un altro
Digimon con me, un Digimon a difendermi, tu avresti fatto la fine che
meritavi, saresti stato sconfitto, e raso al
suolo!!»…«Un Digimon che si
rispetti…non ti
avrebbe mai permesso di compiere un matrimonio scellerato come quello:
se avesse tenuto alla tua vita avrebbe fatto come me!! Sai? Quando sono
comparso è successo di nuovo…» Jeri
inarcò
lo sguardo…
…e
Beelzemon ricordò del suo pugno regale contro
la barriera
innalzata dal D-Reaper: il lancio di una sfera infuocata originata
dalla sua sovrapposizione con la sagoma di Leomon…
«…è stato come se lo avessi sentito
trasmettermi
tutta…la sua RIBELLIONE, a che tu BUTTASSI VIA LA TUA VITA,
come
stavi per fare!! Jeri, tu stavi per sposare un uomo senza amore!! TI
SPOSAVI PER CALCOLO! Possibile che tu non abbia un sogno più
bello…che essere ricca al fianco di qualcuno che non
potrebbe
mai farti felice?! Io adoro Mako…
…ma se tu non provi per lui qualcosa di speciale, allora
sarebbe
un’eresia far sì che sia la tua sia la sua vita
fossero
legate da un vincolo! COSA NE POTREBBE SCATURIRE MAI?! Io…
…finché potrò non
permetterò…che le
conseguenze del tempo, e della solitudine causino altre
vittime…
…e separino altri cuori, tantomeno trattandosi del
tuo…JERI…
…che ho il dovere di tutelare in modo particolare, in
memoria
del passato.»…«Uhmf! Che
cos’è…?» lo
fronteggiò lei con sguardo
di sfida «…sei per caso
geloso…?»…«Pfff, ma falla
finita!»…«No! Non andartene, guardami in
faccia!!» e lui lo fece «Sei geloso di me, non
volevi che
mi sposassi con Mako, avanti dillo!! Non riesci…a sopportare
di
essere solo, che nessuna ragazza umana ti osoli!! Non riuscivi ad
accettare di vedermi al suo
fianco!!»…«Basta
adesso!! Mi stai stufando con le tue sciocchezze!! Mi spiace molto
deluderti…ma è un’altra la donna che
amo!!»…«Ah!...ma sì, certo!!
La monaca!! La
stupida, la gatta morta, la “pinguinella
incappucciata”!!»…«Mmm,
ora…!!»
afferrandole le braccia, e mormorando aggressivo
«…stai
esagerando, ti concedo di dire quello che ti pare sul mio conto dati i
nostri trascorsi, ma a lei lasciala stare, HAI CAPITO
BENE?!»…«Da uno come te c’era
da aspettarselo,
certo, non potevi che mettere gli occhi sull’ULTIMA
qualificabile
come una “donna”: sai che ti dico? Spero tanto che
incontri
un uomo che la faccia innamorare, che la porti via dal convento, che ti
lascino come un BABBEO, SOLO ALL’ANGOLO DELLA
STRADA!!»…«VUOI PIANTARLA?! Quando
è che lo
chiudi quel becco, eh?! Quando la finisci di eruttare una marea di
stupidaggini senza un filo
logico?!»…«Quando mi
pare!!» replicava quella sposa dall’inesauribile
riserva di
veleno «Non sei tu a darmi ordini, io dico, penso e faccio
esattamente tutto quello che voglio, non sarà mio padre, non
sarà un uomo un giorno e tantomeno sarà un
Digimon a
comandare la mia vita, tanto meno tu!!» …mentre
lui le
rivolgeva di nuovo le spalle «Con me ti sei rovinato
irrecuperabilmente dieci anni fa, non hai speranza di riabilitarti ai
miei occhi perché qualsiasi cosa tu possa dire o fare
rimarrai
la macchia nera, la vergogna, l’immondizia della tua
specie!!...non mi incantano i tuoi discorsi da peccatore
pentito…
…e i tuoi
interventi da palcoscenico per ottenere solo gli applausi di una
comitiva di monache invasate non fanno che accrescere tutto
l’astio che covo qua, nel cuore!! Ed è immenso, io
ti
odio, Beelzemon!!»…lui tirava un respiro
profondo…mentre lei infieriva subdolamente «Ti
odio, ti
odio con tutta me stessa, ti odio tanto che non
basterebbero…entrambi i nostri mondi per contenere tutto il
mio
odio!! E il mio disprezzo!! Sì…
…!! Perché tu per me sei l’essere
più
abietto…
…e ripugnante che una storia, una fiaba, una leggenda abbia
mai
ospitato!! E anche se tu morissi, anche se vedessi un pianeta intero
collidere contro di te fino a schiacciarti io non riuscirei mai a
provare meno odio, continuerei a disprezzarti!!...E
STRAMALEDIRTI!!...»
…estraendo il Digivice da sotto il suo abito
«…n-non so chi abbia voluto prenderci in giro
dando vita a
questo…STA DI FATTO CHE PER ME E’ SGRADEVOLE SOLO
GUARDARLO!!» e stava per scagliarlo giù dal ponte,
ma lui
le bloccò la mano «E saresti capace di
gettare…l’ultimo legame fra te e
Digiworld?!»…«Ah!!» (canzone: Laura
Pausini - Mi dispiace (strumentale) )
…quelle parole sembrarono innescare un sussulto nella
ragazza
«…saresti capace…» seguitava
Beelzemon
«…di buttare via assieme all’odio che
provi per me
anche l’amore…che provi per il nostro mondo
digitale? E
quel sogno, che nonostante tutto palpita dentro al tuo
cuore…di
partire con gli altri, Jeri…?»
Sconvolto, lo sguardo di Jeri fissava il panorama di Tokyo
illuminata…
…mentre il nero del Digimon alato si faceva vicino al suo
bianco
vestito «No, non ci credo…non posso pensare che
proprio tu
faccia una cosa del genere. La piccola Jeri Katou non ne sarebbe stata
capace. Lei…era una bambina piena di sogni, con una grande
luce
nel cuore. E aveva anche una enome forza di volontà:
lei…
…non si sarebbe mai arresa alle difficoltà della
vita…» abbassandole quel braccio…ora
che in lei
stava insorgendo il pianto «…e anche se un brutto
fantasma
alato le andombrava i ricordi, lei…avrebbe fatto appello
alle
sue speranze…per spargere la luce ovunque e scacciare il
passato. Ricominciare a vivere!»…«BRAVO,
TUTTE BELLE
PAROLE!!» si volse lei indignata «MA INTANTO
E’
GRAZIE A TE CHE SONO SOLA!»…«No!! Sei tu
che ti sei
voluta condannare, sei diventata…falsa e sleale, e hai fatto
allontanare tutti gli amici da te! Non è mia la colpa se si
sono
sentiti feriti.»…«GRRR, MI SPIACE CHE
NON RITROVI IN
ME UNA SANTARELLINA COME LA TUA STUPIDA
MONACA!!!»…«ADESSO BASTA!!» la
afferrò
lui per le spalle «MI HAI PROPRIO STANCATO, SAI?!! NON TI
SOPPORTO PIU’!!»…«E ALLORA
AMMAZZAMI, CHE
ASPETTI?!!»…«Ahh!»
Beelzemon
rimase attonito. E lei gli prese le mani «Che aspetti?!
Quando
qualcuno ti disturba tu lo uccidi, no?! E allora fa lo stesso con me,
trafiggi le mie carni come hai fatto con lui!! Così
almeno…NON DOVRAI PIU’
ASCOLTARMI!»…«…no, mi
dispiace. Io ho smesso
di essere quel genere di Digimon da molto tempo ormai.» fece
lui
accennando ad andar via «Spiacente per te se non ti servo a
molto, come
antistress.»…«Gh-Ghhhhhhhh!!!»…«Ahh!»
Jeri si avventò su di lui, gemette, e lo colpì
con
rabbia. Gli sferrava pugni sul torace, e lo colpiva senza sosta
…ma lui socchiudeva dolcemente gli occhi
«…bene
così…
…tutto fuori…
…devi liberarti di ogni goccia di dolore, bambina…
…tutto il dolore che non potesti sfogare allora, contro di
me…riversalo adesso. Del resto dovevo essere
preparato.»
«Oh?» lei alzò i suoi occhi su di
lui…che
fissava rassegnato il cielo «…era troppo facile
come era
finita.» …per poi fissarla, e dirle
senza rimprovero
ma solo con espressione compassionevole
«…però…solo su una cosa
permetti sei stata
ingiusta: avresti dovuto dirmelo subito. Non avresti dovuto
mentire…e dirmi che mi avevi perdonato. Io avevo il diritto
di
sapere…
…quanto…tu in realtà ce
l’avevi con me.
Perché non mi hai rispedito a Digiworld con questa
convinzione?
Tu mi hai detto una
bugia…»…«Mmmmmmfhhh!!!»
lei lo respinse
e si distanziò da lui gridandogli «IO NON
MENTIVO!!...
…io allora…»
…nel ricordo del
sorriso di quella bimba nella luce iridescente…
«…ho detto quello che sentivo nel
cuore…»
…e della commozione del piccolo Impmon, prossimo
a volare
via… «…c’era la luce ad
illuminarmi,
c’eravate tutti voi, ed
io…!!...io…»
…asciugandosi ora le lacrime che le portavano via il trucco
da
matrimonio «…credevo che avremmo potuto
ricominciare,
tutti assieme! Non sono stata falsa, ho detto molte bugie, ma era vero
che ti perdonavo!! Volevo…voltare
pagina!» …e
stavolta sembrava esprimere sincera sofferenza «Ma allora! Ma
allora Jeri-»…«MA ALLORA IO ANCORA NON
SAPEVO A COSA
ANDAVO INCONTRO!!...
…la crescita è un incubo…
…si rimangia tutta la luce, e inizia dal primissimo giorno a
rifilarti buio, e amarezza! A poco a poco tutti gli amici si
allontanano da te, ognuno prende una sua strada e sembra dimenticarsi
di quello che rappresentavi per lui! Gli adulti…»
chinando
il capo «…ti pressano dicendoti che devi essere
migliore,
più forte, tu avresti bisogno di qualcuno ma nessuno
è al
tuo fianco!! Sei solo!...
…e devi arrangiarti come puoi per tirare avanti, fino a che
non
ti accorgi che sono passati gli anni!»
…appoggiandosi a quel ponte, e contemplando con occhi umidi
di
rimpianto quello scenario «…ed
ormai…»
scostandosi i boccoli dalla fronte «…tu sei
cambiata,
mentre il cartone che tanto ti appassionava è andato a far
parte
di un archivio
storico.»…«…Jeri…»
cercò
di avvicinarsi lui, ma lei si ritirò indispettita
«Ho
dovuto subire i maltrattamenti di mio padre!! Quando il D-Reaper
è svanito io ero convinta che lui sarebbe cambiato, che mi
avrebbe finalmente trattata con affetto!! Che saremmo
stati…una
famiglia felice, ero finalmente pronta ad accettare la mia matrigna! Ma
lui l’ha scacciata! Ha fatto in modo…che ci
facessimo il
vuoto attorno, che restassimo soli e senza soldi! Il fatto che io ci
fossi e avessi bisogno di lui non gli è bastato per trovare
la
spinta per lavorare! Io non avevo più un futuro e delle
speranze
di fronte, potevo solo sperare in un gran colpo!!
Sì…!» asciugandosi le lacrime con
orgoglio
«Potevo sperare…di risolvere la mia vita con
“mezzi
umani”: sono quelli che entrano in gioco quando un Digimon
scompare!!...per sempre…»
Beelzemon la guardava impietosito…
«…e ti abbandona. Ecco perché. Ecco
perché
ti odio tanto, Beelzemon: ti odio perché soltanto col tempo
ho
potuto capire cosa significava aver perduto Leomon!! Il dolore del
momento, che mi ha spinta nelle grinfie del D-Reaper era ben poca cosa
in confronto a quello che ho provato dopo!! Sono stata costretta a
vivere dieci anni…DI FREDDO, SENZA AMORE!! Se almeno ci
fosse
stato ancora lui al mio fianco…Leomon…
…m-mi avrebbe protetta…» chinando il
capo
«…a-avrebbe affrontato mio padre, gli avrebbe
detto che
non doveva azzardarsi a trattarmi così!! E se lo avesse
continuato a fare lui mi avrebbe presa con sé e portata a
Digiworld, per sempre!!»…«Jeri! Io
queste
cose…sono pronto a dirle!! Sono pronto a dirle a tuo
padre!» cercando di sfiorarle la spalla, ma lei lo
scostò
«Ihmf, ADESSO E’ TROPPO
TARDI!!»…«Jeri!»…«Tu
non sei lui,
QUANDO TI DECIDERAI A CAPIRLO?! NON LO SARAI MAIII!!!...
…anche se utilizzi i suoi poteri, anche se ti fai scudo con
la
sua immagine tu resterai sempre…ai miei
occhi…quello che
l’ha ucciso.» scandì come
un’amara sentenza
«…e che mi ha condannata ad una vita infelice che
forse mi
ha cambiata per sempre: L-Leomon!...
…era uno forte…»
…asciugandosi
un’altra lacrima «…lui sarebbe stato in
grado…di chiudere il portale, ne sono sicura! Lui non si
sarebbe…f-fatto portar via, sarebbe balzato e con le sue
braccia
possenti avrebbe chiuso il varco di Shaggai, permettendoci di
conservare i Digimon al nostro fianco, DI CRESCERE FELICI COME
MERITAVAMO! E come invece non abbiamo potuto, a-a causa…di
un…
…misero…e meschino folletto nero…
…che voleva crescere prima del tempo per far quello che
tutti i
gradassi e gli adulti fanno, e cioè…spaventare
bambini
innocenti…»
Eppure suonava così strano…guardando Beelzemon
nel mezzo
del mosaico della notte, così bello e maestoso, e dal
così buono sguardo…
«Questa…in sostanza è la nostra storia,
Beelzemon.»…«No!»…«Ah…?»
Ma lui
l’aveva afferrata per il polso «Questo è
solo il
primo capitolo: il secondo deve ancora giungere, e mancano pochi
secondi alla sua apertura che avverrà a Digiworld! Io ti
porterò con me, Jeri: sia per me che per te deve spalancarsi
quella seconda possibilità a lungo negata. Come un paio di
ali,
nella notte.» …quelle che lui
spalancò
«Che vuoi
fare…?»…«Semplice:
volare.»…«N-No, io…non
voglio!!»
gemette lei quasi supplichevole, ma lui la strinse a sé
«Mi dispiace, ma io ho spezzato la tua vita una volta. Non ti
permetterò di farlo da sola per la seconda volta, io ti
porto a
Digiworld Jeri: consideralo una consegna da parte di
Leomon!»…«A-Ah, no!...
…lasciami!!» …ma fu inutile:
Beelzemon
spalancò le ali innalzandosi nel cielo di Tokyo, con quella
ragazza vestita da sposa tra le braccia.
Lei si dimenava,
frastagliando la loro sagoma in cielo. Ma lui non si lasciava sbalzare,
e perforava l’aria con il suo volo
«Beeelzemooon!!!»…«Mi
dispiace, niente e
nessuno mi fermerà!!»
“C’è a chi vengono negate nuove
possibilità…
…come Akemi…
…non ti permetterò ti tagliarti il futuro Jeri,
io ho
promesso a me stesso che avrei rimediato ai miei errori. E non
c’è niente di meglio del nostro
mondo…per chi deve
confrontarsi con il giorno e la notte della propria vita!”
«Lasciamiii!!!» sparendo come un puntino
all’orizzonte…la moto restò abbandonata
sul ponte
sopraelevato, e il fazzoletto rosso volò via così
(fine-canzone)
La luce
iridescente ricoprì il pavimento all’interno del
blocco di
pietra, e si specchiò nei grandi occhi castano chiaro del
giovane Hideki…
Dietro i comandi
del concentrato Mitsuo Yamaki, che era lì con la sua
famiglia,
la lastra di luce formatasi iniziò a scomporsi in tante
colonne
che a poco a poco…
…sotto lo
sguardo dei domatori che dall’esterno cercavano di
sbirciare…
…iniziarono a discendere…scoprendo un passaggio
nelle
profondità del luogo «Ecco…»
mormorava Kazu
con sguardo assorto «…come è successo a
me: da
quando sono precipitato là sotto…tutto
è
iniziato…»
Takato, sotto la
sua bandana rossa, aveva occhi penetranti della stessa
sfumatura…che puntavano a quel luogo in graduale
disvelamento
con tutta la decisione accumulata in quegli anni e dalle
batoste…rivedendo, in sintonia con l’animo dei
compagni,
molteplici scene…dal giorno in cui si calarono ragazzini per
avventurarsi in quel soffuso accumulo di luce…al giorno in
cui
rivide esso, al termine della battaglia…ma era soltanto
l’inizio di un lungo cammino fino a quel momento presente,
avvolti dalla notte...
Rea e Terriermon
concentratissimi sul fenomeno, che sembrava aver rapito gli occhi di
Benji, accanto a loro Suzie e Lopmon...
Rika, come una
regina con due volpi a mo’ di guardie alle sue spalle, non
riusciva a staccarvi gli occhi…ma trovò la forza
per
alzare il suo braccio e guardare l’orologio. In quel momento
Kazu
domandò «Ma Ryo e Cyberdramon non
arrivano?!» e
Kenta «Eh!!! Ti stavo chiedendo la stessa cosa!»
Renamon e Rika
si guardarono…ma la ragazza poté solo replicare,
leggermente pervasa dall’incertezza «Presuppongo
debba
essere qui a momenti!»
Yamaki
seguitava a orientarsi sul suo palmare, guidato dalle indicazioni che
Riley sembrava fornirgli senza parlare, e persino al buio, contando sul
suo sguardo penetrante…
Snowhitemon stava osservando la scena, ma fece un passo avanti per
poter vedere meglio, accanto a lui c’era Yuki…i
cui occhi
verdi sembravano fluorescenti. Guardromon attendeva immobile…
Riley si fece vicina a suo marito con fare molto discreto, come non
volesse farsi udire dai ragazzi «…come mai segnala
quel
valore…?»…«…non lo
so…non
avevamo previsto che potesse esserci un tempo
limite…»…«…ora
come facciamo?
C’è gente che deve ancora arrivare…li
avvertiamo?»…«…no, per il
momento non dire
niente, tanto dovrebbero stare arrivando: è meglio che si
trovino tutti in condizioni di agire in pieno
autocontrollo…»…«Il passaggio
è qua
sotto?»…«…uh? Sì,
dovrebbe
essere…vedi?»
Riley guardò là dove il marito
indicava…in effetti
la luce sembrava star plasmando delle scale, verso un corridoio che
sembrava molto antico…
«Ah, non è possibile, io lo avevo
detto!!»
esclamò Ryo di fronte allo scooter fermo: Alice si mangiava
un’unghia, e bisbigliava «Ptsss, Minidramon!...non
puoi
digievolvere e condurci in volo al luogo
dell’appuntamento?»…«Sei
impazzita, Alice?!
Vuoi che tutto il nostro piano salti?! Proprio ora che sei riuscita a
farti promettere il matrimonio da
Ryo?!»…«…veramente a me
sembra che più
che il nostro questo sia il TUO piano, chi ti ha detto che io lo
amo?!» “Tu probabilmente no…
…ma io invece…”
…mentre Ryo si
accucciava di fronte a lui «Monodramon, per
favore…»
che gli dava le spalle «Se non ci sbrighiamo partiranno senza
di
noi!!...
…lo capisci o no?! Non potremmo aiutare Digiworld, nella
situazione difficile in cui si
trova!»…”Ryo…” il
draghetto stringeva i
suoi pugnetti artigliati «Possibile che questo non ti
interessi?!
Beh ora sono io a chiederlo a te?! Io avrò fatto pure quello
che
ho fatto…nella mia crescita sarò stato un
imbroglione lo
ammetto ma ora voglio fare qualcosa di concreto! Non sono disposto a
tollerare di lasciare Rika e gli altri soli senza il mio aiuto, quindi
se tu decidi di non venire ti garantisco che io mi precipito
lì
anche a piedi, e…e…!!!
Ahhh!»…«Ryo?!» Monodramon si
volse di scatto,
ed anche Alice accorse «Ryo! Che cosa ti
succede?»…«M-Mi gira la testa…
…tutto questo...deve avermi scosso
moltissimo…beh,
comincio ad essere in età da infarto, che volete?!»
Il
draghetto immobile, tremante di emozioni, lo fissava con occhi
attoniti…
“Ryo…dove sei?” si chiedeva Rika nel
fondo del suo
cuore, mentre vedeva geyser di luce fluire dal passaggio che si era
aperto “Perché non arrivi…?
Io…non me la
sento di partire per Digiworld senza di te!”
«Rika.»…«Oh?
Renamon…»…«Sta tranquilla.
Vedrai che
riusciremo a partire. Tutti quanti,
insieme…»…«…tu lo
credi
davvero?» chiese filtrando insicurezza, ma Imagomon le
appoggiò la mano sulla spalla «Non temere,
piccola.»
…gesto che la lasciò colpita
«…sento che
altri amici si stanno avvicinando a noi, molto presto saremo al
completo…»
Mitsuo e Riley sembravano giunti ormai agli ultimi comandi…
…e le parole di Imagomon riuscirono a far sorridere Rika
«…ma certo, io sono fiduciosa.»
assumendo posa
più distesa, con le mani dietro la nuca «Del
resto,
abbiamo fatto bene a spalancare intanto il portale, così
dopo
sarà più facile!» cercando poi di
distrarsi,
carezzando i capelli del piccolo Benji e sussurrandogli
«…stiamo per
andare…emozionato?» Rea
svelò «Terriermon mi stava raccontando di un certo
castello abbandonato che ospitò una sosta di Henry assieme
ad
alcuni di loro, e che volendo potremmo sfruttare noi come punto
d’appoggio.»…«Il famoso
castello abbandonato?
Sempre quello stesso?» chiese Rika «Sì,
perché Rika? Tu non eri col gruppo in quel
momento?»…«No…io non ci sono
stata ma Ryo mi
ha fatto una testa così con quel benedetto
castello!»…«Che ti ha
detto…?»…«Che…bisogna
assolutamente
tornarci, e poi…beh non scendo in particolari che
è
meglio, ma…è vero che fa un certo
effetto?!»…«Eh???» fece
Terriermon «In
che senso, Rika?» ma questa liquidò con un mezzo
sorriso
«Pfff, lasciamo perdere!...leggende metropolitane sul mondo
digitale…»…«Ahahahah!»
rise Rea, e
Terriermon bisbigliò «Ptsss, mi sa che Rika ha
un’ansia pazzesca che Ryo ci raggiunga!»
Rika infatti si
sfregava le mani, scostava i suoi boccoli e cercava di evocare
tranquillità con i suoi respiri profondi, ma si notava che
era
scossa…
…quasi come se percepisse qualcosa degli accenni di Yamaki
alla
moglie «…dobbiamo sbrigarci.»
Kazu
intuì qualcosa e si rivolse a Kenta e Takato
«…ma
che per caso c’è qualche problema? Il portale
è
forse vincolato a un limite di tempo?» Kenta rispose
«…probabile! Vi ricordate il ritorno a bordo
dell’arca?» al che Takato «Come facciamo?
Cindermon…Ryo e Cyberdramon ancora non sono
qui!»…«Guardate
lassù!» indicò
Kazu indirizzando i loro sguardi «Quello non è
Ryo?!»
Cyberdramon infatti comparve nel cielo notturno…e a bordo di
esso il domatore leggendario accennò con la mano
«Scusate
il ritardo!» per poi atterrare rapidamente.
L’espressione di Rika si fece d’improvviso radiosa,
mentre
continuava a chiacchierare con apparente naturalezza «Mi ha
detto
che è un castello protetto dai Knightmon!» assieme
a Rea
«Ahahahah, e allora come lo fai, davanti ai
Knightmon?!!»…«E che ne sooo!!! Io ti ho
detto che
lui qui ha proprio una fissa!» ma Terriermon
esortò
«Dai Rika, vai ad accogliere il nostro
eroe!»…«Eh? Ma state zitti
voi…come se non mi
fosse bastata ogni volta che l’ho fatto.»
replicò la
giovane dai capelli rossi, ma poi…sempre seguita dal vigile
sguardo della sua Digimon, decise di avvicinarsi a Cyberdramon appena
atterrato..
«Ryo!! Pensavamo ci avessi mollato!!»
esclamò Takato
«Pfff!...ma che mollato, per favore! E’ che ho
avuto
proprio una serataccia!»
Rika lo
guardò ed accennò «Oh beh…in
questo
caso…la serataccia è appena
cominciata…» ma
quella sua ironia che nascondeva senza troppo impegno un tono
accogliente, fu presto spenta «Oh?!»
…da colei
che vide apparire dietro il ragazzo, smontando da Cyberdramon
«Salve a tutti.»
«Ehhh?!!»
restò sbalordito il gruppo di domatori. Takato
esclamò
«Ma io ti conosco!!» e Terriermon «Tu sei
Alice
McCoy!!!...la ragazza che ha condotto sulla terra il potere della
biodigievoluzione!!!»…«Quella
è
Alice…?» chiedeva Kenta, e Kazu «Ne ho
sempre
sentito parlare…»
Alice fissava
l’intera squadra con sguardo glaciale e penetrante, Ryo
liquidò in due parole la sua presenza «Scusate
ma…ho anch’io un clandestino a bordo, Rea ha
portato il
piccolo Benji, suo figlio, io ho portato Alice, la mia fidanzata, non
vi dispiace, vero? Alice…SALUTA, DA
BRAVA…»…«L’ho
già fatto,
Ryo…»
«…è la
fidanzata…?» bisbigliò
Kenta, e Kazu «…beh! Da Ryo c’era da
aspettarselo,
non se l’è scelta di certo
brutta…»
«Beh allora,
siamo pronti?! Il portale è aperto, possiamo procedere? Ci
siamo
tutti?» esortava Ryo sfregandosi le mani, sembrava avere una
certa fretta «Ah! Ciao Rika, come stai?»
liquidò
brevemente e poi «Se il signor Yamaki è
già dentro
io sinceramente vorrei dirgli alcune cose. Allora immagino che noi fra
qualche minuto siamo dentro…» …e
così
via…
…ma
la ragazza dai capelli rossi era rimasta pervasa da un vento di
delusione…mentre i suoi occhi lilla non riuscivano a
smettere di
incrociarsi con quelli azzurri della bionda giovane che la
fissava…
«Complimenti, Ryo!» disse Kazu, e Kenta
«Ptsss, non
ti smentisci mai!»…«Pfff, modestamente!
Sentite
allora: parliamo del varco, io direi…se voi siete
d’accordo…»
…mentre Cyberdramon borbottava in disparte «Ryo,
accidenti, mi hai ingannato di nuovo: per obbligarmi a digievolvere hai
simulato di sentirti male! Sei proprio uguale a tua madre!»
Ryo
sembrava in effetti completamente ripreso «Allora! Quelli che
hanno i Digimon più grossi vanno avanti per primi,
invece…quelli che li hanno meno
ingombranti…»
…ma
Rika lo seguiva con lo sguardo come si scruta un qualcosa di
perduto…mentre Alice sussurrava con il suo tono vellutato
«Finalmente…Rika: avremmo l’occasione di
trascorrere…un po’ di tempo
insieme…»
…avviandosi a raggiungere colui che l’aveva
presentata
come la sua ragazza.
A Rika si
avvicinò Renamon, che le disse «Coraggio,
Rika…tra
poco è ora di partire.» ma nel suo parlare si
leggevano
mille impliciti…di cui Rika le fu grata, accennandole un
sorriso
e sfiorandole il pelo.
Ryo
comunque nel suo concitato disporre lasciava spesso sfuggire la coda
del suo sguardo verso di lei.
Fu allora
che Mitsuo e Riley vennero fuori da quel luogo oltre il quale
emergevano scintille iridescenti di magia «Allora!
C’è una cosa importante che dobbiamo
dirvi!»
annunciò l’uomo «Il digivarco
è finalmente
aperto però…»
«Fermi dove siete! Non potete partire!»
Una voce
squillante proruppe nella notte, rubando «Eh??» gli
sguardi
e l’attenzione del gruppo di domatori e Digimon.
«Chi
ha parlato?» fece Terriermon, e Lopmon «Non vedo
nessuno!»
«Chi
era?!» si guardò attorno Takato, e anche
Cyberdramon
«O-Oh…» puntando poi il suo dito
artigliato
«Ragazzi, guardate!»
Da dietro
un albero, tra la vegetazione, spuntava la sagoma di una donna dai
lunghi riccioli castani. Quel solo occhio che sporgeva
dall’albero mirava con penetrante decisione
all’intera
squadra…
…e
l’intera squadra si protese, incuriosita, calpestando
l’erba, per scoprire chi potesse essere…
…la
mano della donna, abbandonata lungo l’abito dai variopinti
colori
opacizzati dalla notte, sembrava adornata da smalto scuro…
…ma
improvvisamente si svelò tenue e colorato quando questa
venne
avanti con fare spigliato e brioso «Scusate, disturbo?!
Perdonate
l’improvvisata, vi chiederete chi sono e cosa ci faccio
qui!»
Nel dubbio
generale…la prima a realizzare fu Suzie, che alzò
occhi
stufi al cielo «…ci ha pure seguito? Ma allora
questa
è proprio
pazza…»…«Chi è,
Suzie?!» domandò Ryo piuttosto allarmato, ma la
giovane
era per lo più annoiata «La nuova baby-sitter che
hanno
assunto i miei genitori.»
«Uhmuhmuhm! Sì no in effetti…io sono
qui per
caso!»
Terriermon alzò
lo sguardo «Rea, quella non è la tipa bizzarra che
abbiamo
conosciuto?»…«…qualcosa non
quadra.»
mormorò la ragazza, assorta in una singolare concentrazione
che
stupì il suo Digimon «Come? Non avevi detto che a
te era
simpatica?»…«Sì è
vero…
…però il
fatto che ora sia qui mi insospettisce…e poi…ho
notato un
particolare: prima quando era nascosta il suo smalto era
scuro…ora improvvisamente ha cambiato
colore.»…«Cosa?!»
sussultò anche il
Digimon, che avvertì necessità di stare
all’erta…
«Io sono
soltanto una madre di famiglia, non ho niente a che fare con voi
che…da quanto capisco…stare per realizzare
qualcosa di
straordinario! Passaggio al mondo digitale, woouuu! Che emozione!!
I-Infatti lei me l’aveva spiegato!» alludendo a
Suzie, che
induriva lo sguardo…
«Sì…però ecco…
…n-non potete partire!»
«Come…?» Mitsuo Yamaki
aggrottò lo
sguardo…e anche Takato si avvicinò
«Perché?!...perché ci dice che non
possiamo
partire, lei chi
è?!»…«Io…»
accennò Violetta…
…mentre
all’interno della squadra, con passi quatti tra
l’erba, si
intrufolava anche Cindermon accennando un silenzioso saluto generale
con la mano, per poi picchiettare sul braccio di Suzie, alludendo a
Violetta e oscillando la mano come per chiedere “ma questa
chi
è e che vuole?” …ma
nell’assenza di risposta
dalla ragazza, non le rimase che osservarla…
«…uhmuhmuhm io ve l’ho detto, sono solo
una madre di
famiglia! Lavoro occasionalmente come baby sitter dei piccolo Benji
ihihihihi, ciaaaooo!...no insomma: mi stavo dimenticando
perché
ero qui, sono venuta ad avvertirvi di una cosa
importantissimaaa!!!...non potete partire! La vostra destinazione
è il mondo digitale? Ma è pericoloso!! Ho appena
sentito
un annuncio davvero allarmante: ha-hanno chiamato…le
autorità che si occupano del confine tra i mondi,
un’imminente catastrofe sta per abbattersi su Digiwooorld, si
salvi chi puòòò!!!»
Kazu e Kenta si
guardavano attoniti…Snowhitemon la fissava
immobile…
…negli occhi di
Rika iniziava a guizzare sospetto, che comunicò tacitamente
alla
sua Digimon e al marito di essa…
«V-Ve lo posso
provare! B-Basta che aprite un qualsiasi cellulare o computer vedrete
che la rete è prossima al collasso: tuffarsi al suo interno
equivale alla mooorte oddio non mi ci fate pensare! Se avete lasciato
le vostre famiglie…dovete affrettarvi a tornare da loro, vi
prego mettete da parte questa sciocca idea del viaggio, tutti a nanna e
domani è un altro giorno, appena ho sentito
l’annuncio
alla radio mi è venuto un colpo al cuoreee! DOVE
LAVORERO’
ADESSO, SE SUCCEDE QUALCOSA AI SIGNORI no-no-no, debbo assolutamente
impedirlo!»
…ma Rea
mormorava fra sé «…in questi
giorni…è
rimasta a casa da sola per lungo tempo…
…la riattivazione di vecchi programmi come Shaggai e
Yuggoth…
…lo squilibrio
che si è creato la notte
scorsa…!»
…rapendo gli occhi attoniti di Takato e degli altri, che
cercavano di tessere l’ardua associazione fra quei terribili
eventi…
…e quella
figura apparentemente innocua e piena di brio, che ora prendeva respiri
tremanti, grondando sudore in attesa del responso dei
ragazzi…
Yamaki
mormorò «Ragazzi…per il bene di tutti
ora che siamo
al completo penso sia meglio avviarci…non ve
l’abbiamo
detto però…
…il
portale ha un limite di
tempo.»…«Uhm?!» si
volse Cindermon sussultando, e gli altri fecero lo stesso
«Per
chi c’era l’altra volta…basti ricordare
il ritorno,
a bordo dell’arca…» …ma in
quel momento il
giovane Hideki si accostò ai coloro che considerava i suoi
genitori…e quando i suoi occhi si adagiarono su Violetta, si
spalancarono…
…così come, agghiacciati, quelli di
lei…ma una
voce femminile decretò «Non
c’è assolutamente
da preoccuparsi…signor Yamaki: ci apprestiamo a partire
all’istante.» Era Suzie, che si diresse con passo
deciso
verso Violetta, scrutandola con superiorità
«…non
ci lasceremo di certo trattenere qui dalle parole…di
un’imbrogliona…
…una
ciarlatana! Il cui passatempo preferito è inventare storie,
per
infastidire gli altri.»…«I-Io posso
provare
tutto!»…«Mi dispiace…signora
ma non abbiamo
tempo per ascoltare le sue tragicomiche fandonie. Noi tutti qui
siamo…in partenza. Ci vede, abbiamo borse,
borsoni…in cui
abbiamo infilato un babaglio consistente: i nostri ultimi dieci
anni!!»
Violetta
dilatò lo sguardo, mentre il suo corpo era pervaso da
tremore
ogni secondo di più…
Suzie la fissava
con risentimento «Lei non lo sa…ma questo viaggio
è
l’esito di un lungo cammino che ha ribaltato le nostre vite,
stravolto quelli che eravamo…e se ora ci tuffiamo
là
dentro è per
recuperarlo.»…«Se vi
tufferete…morirete, succederanno cose terriiibili,
accadrà una
catastrofeee!!!»…«LA FACCIA
FINITA!!»…«Ahh!!»…«Lei
cosa vuole
saperne…? In questo momento dovrebbe essere a casa dai suoi
amati
figli…»…«I-Io…
…i-i-io
so fare…i-il mio mestiere di
madre!»…«Non mi
sembra…
…visto
che le vite altrui persistono imperterrite come suo primo interesse
rispetto alla sua. Un consiglio, si occupi di ciò che la
riguarda…
…e
sparisca per sempre, lasci in pace tutti noi. LEI NON SA IL
PERCHE’ DEL NOSTRO VIAGGIO!!»
…strillò Suzie,
zittendola…«Così
come…un’altra cosa
che non riuscirà mai suo malgrado a
capire…è la
vera essenza del DOLORE!! E’ QUELLO CHE ABBIAMO PROVATO TUTTI
NOI, E CHE CI HA SPINTI QUI!! Abbiamo visto…sgretolarsi la
famiglia in cui siamo cresciuti felici e spensierati…ma di
questo cosa vuole saperne una che si veste a mo’ di clown
sparando tutto il santo giorno battute sciocche che mettono
più
tristezza che allegria? Eh? Se ne vada…il mondo digitale non
è roba per lei…mi ha capita?» dandole
le spalle
(mentre questa iniziava a stringere un pugno di stizza…e le
unghie le tornavano scure) «Andiamo, ragazzi!...abbiamo perso
fin
troppo tempo, non avete sentito? Il portale ha un limite…io
non
perdo l’autobus per quella
lì…» addentrandosi
per prima nel blocco…
«Sì…» fece Rea, esitante
nello staccare gli
occhi da Violetta «…eccoci.» ma poi alla
fine
riuscì.
Lo stesso
Takato, e dopo di lui anche Kazu e Kenta…nonostante talvolta
si
volgessero indietro…
…Rika le
diede le spalle e non ci ripensò, ma il suo atteggiamento
era
quello di chi, forse grazie ai suoi Digimon, possiede occhi anche
dietro la nuca «…cerchiamo di sbrigarci, a me
quella non
piace…»…«No, Rika, neanche a
me…» disse Renamon…
«A-Aspettate!!...
…f-fermatevi!!» strillava Violetta «V-Vi
giuro che
non vi mento, dovete credermi!! A-Aspettateee!…
…se ne sono andaaati…» si
piegò su se
stessa, mogia mogia…«Uhm…!»
per poi
riacquistare un pizzico di spirito, e cercare qua e là con
lo
sguardo qualcosa che poi sembrò identificarsi in quella
ruspa
che era lì, abbandonata dagli operai
«Mmmmmmmmmm!»
fece quando la notò, come si fa con un piatto gustoso,
così si volse e chiamò
«Ehm…Lotti!»
scostando la vegetazione «Lotti!! Vieni qui un attimo dalla
mamma?»
Il bambino sbucò dal cespuglio, tutto coperto di foglie, e
la
madre si precipitò da lui a ripulirlo da queste e dalla
terra
«Senti, ho pensato una cosa: la vedi quella ruspa
là in
fondo?» delineò come un gioco «La ruspa,
mamma..?»…«Sììì!!!
Uhmuhmuhm! A
te è sempre piaciuto guidare le ruspe e i trattori, no?
Perché non monti a bordo e non ci
provi?»…«Io…»
accennava un graduale
sorriso il bambino «Io…dovrei…guidare
la ruspa? Ma
quella è una ruspa
vera…»…«Certoooooo!
Dai, allora sarà ancora più emozionante! Monta
sulla
ruspa…
…e demolisci il blocco! Approfittando che ora sono
là
dentro, dai!!...
…!!...aiutiamo gli operai con il loro lavoro…
…uccidili tuttiii!!!» definì sfoggiando
un
sorrisone con i suoi bianchissimi denti «Non ne deve rimanere
vivo neanche uno!! Coraggio Lotti, so che ce la puoi fare! Ssssfracella
il blocco sulle loro teste!...CHE GIOCO DIVERTENTE, NO?
IHIHIIII!»
Fra la ruspa e il piccolo Lotti sembrò scattare istantanea
simpatia…
«Oltre queste porte c’è
Digiworld!»
definì con decisione Yamaki, giunto con gli altri in fondo
al
corridoio segreto, dove vi era un cancello identico a quello che si
trovava nel mondo digitale «Ma insomma, chi era quella matta
lassù?!» volle sapere Ryo, e Rea rispose
«Probabilmente qualcuno a cui non fa piacere che scopriamo i
segreti di Digiworld…» puntando occhi determinati
verso il
cancello…
Ma il ragazzino dai capelli rossi e i respiratori artificiali si teneva
una mano al petto…ripetendo attonito
«Quel…volto…
…!!!»
…mentre altrove uno specchio fatato rivelava a un ragazzo in
cappa nera «Il
Regno abbandonato era composto dagli scarti di
dati informatici utilizzati nel progetto di creazione della vita
artificiale: fu il primo nemico di Digiworld…»
destando lo
stupore di Henry «…coalizzati,
i rifiuti digitali
sferrarono un attacco al mondo primordiale dei Digimon,
poiché
mossi dall’invidia della loro completezza, che li rendeva
creature armoniche e in grado far fiorire il loro pianeta…»
«Apertura finale.» ordinò Yamaki, e
Riley
«Procediamo!»
Il
maestoso cancello iniziò gradualmente ad aprirsi sotto gli
occhi
dei ragazzi…
…ma di colpo si udì un boato
«AHHH?!!!» e la
terra attorno a loro tremò.
Lotti era montato sulla ruspa: e ora la sua scavatrice puntava contro
il blocco con rapacità.
“Uhmuhmuhm! Ora vedrete…” pensava
Violetta ammirando
la scena.
«E’ quella donna!!» esclamò
Suzie, e Ryo
«Non vorrà demolire il
blocco!!»…«Oh
no…» arretrò Rea, che ebbe
l’istinto di
proteggere Benji…
…lo stesso che, in disparte da loro, manifestava Alice con
Minidramon.
«E’ troppo tardi per tornare
indietro…» disse
Yamaki pur gravemente, e anche se fra loro si compose una linea di
sguardi impauriti, Takato deglutì ed affermò
«Ha
ragione signor Yamaki, ora è troppo tardi per fare marcia
indietro!! Dobbiamo andare fino in fondo!!»
Yamaki
operò sul su dispositivo «Apertura: aumento
velocità!!» …ma quel cancello
sembrava
stentare data la sua età…e le mura non
così in
grado di resistere a lungo, nell’inesorabile filtrare della
polvere dal soffitto…
…per quei domatori e quei Digimon il cuore si fece
sospeso…
«I
tre eroici domatori al fianco dei loro Digimon riuscirono a respingere
l’offensiva del Regno abbandonato, invocando la Torre
digitale:
un mirabile prodigio segreto…che emerge dalla congiunzione
energetica…degli “artefatti della conservazione e
dello
sviluppo”…
…la Sfera regale…
…e il
Cuore digitale maturo…»…«Ah!»
Henry
sussultò «Cosciente
della minaccia che lo stava colpendo,
Digiworld chiamò a sé un domatore speciale: uno
di loro
tre era diverso dagli altri…ed aveva il potere…di
risvegliare La luce nel suo cuore…sgorgando dalle
Tenebre…» erano le parole
dell’orsetto medium…
…mentre gli occhi di Henry si muovevano abbagliati verso il
proprio petto…nel quale tornava a splendere inspiegabilmente
un
simbolo magico cuoriforme…
(canzone: Hearsay
- The way to your love) La scavatrice colpiva implacabile.
Lotti sembrava divertirsi
incredibilmente fra quei comandi e manopole «Lotti, dai,
colpisci: distruggi il blocco senza pietà! Seppellisci vivi
tutti i Digimon Tameeers, ahahahahahahahah!!!» lo incitava
Violetta eccitata più che mai, e animata da speranze di
vittoria.
Il
soffitto iniziava a spaccarsi «Dobbiamo fare in
fretta!!!»
esclamò Suzie, e Rea che si piegava per proteggere Benji
«Non ce la faremo mai…!» ma Kenta disse
«No!
Non dobbiamo dire così!!» accingendosi a tenere al
sicuro
Hideki «Ci abbiamo messo tanto per arrivare a questo punto,
non
possiamo mollare!» Kazu aggiunse «Sono sicuro che
il
cancello di Digiworld avverte il nostro richiamo: si
impegnerà
ad aprirsi per noi!»
Takato
mormorò «Sì…» con
occhi incollati al
cancello «…coraggio!!...»
Ryo
incurante di tutto si diresse da Rika, scostandola dal crollo delle
macerie
«Ah!!»…«…non
lascerò che
ti accada qualcosa!»
…per la giovane fu un sussulto al cuore...
Lotti
infieriva. Ed il blocco di pietra si scomponeva in macerie sotto i
colpi di scavatrice.
«Uhmuhmuhm, perfetto, quei ragazzi non sopravviveranno,
saranno
schiacciati dai loro stessi ricordi!!» rise tronfante
Violetta e
spalancò le braccia «Con loro fuori combattimento
niente
sarà più in grado di ostacolarmi, sarò
io la nuova
regina di Digiworld e della terra! Andiamo Lotti, non fermarti!! Fa
poltiglia di quel brutto postooo!! AHAHAHAHAH!»
«Guardate! Si sta aprendo!!!» esclamò
Ryo
«Kazu aveva ragione…»
…mentre Takato alzava occhi malinconici verso le macerie
fumanti, esprimendo nel suo cuore “Addio
nascondiglio…
…addio per sempre.”
Renamon segnalò «Possiamo andare!!!» ma
Imagomon le
afferrò il braccio «Aspetta!
Avverto…altri amici in
avvicinamento!»…«Che cosa?!!»
avanzò
Rika totalmente sbalordita, e Takato ebbe un’intuizione
«…Jeri!!!»
In
effetti Beelzemon stava planando con la ragazza in braccio, ma i suoi
tre occhi si soffermarono sulla ruspa impazzita «Ahh!
Ma…che sta succedendo?!! Qualcuno sta demolendo il blocco,
dobbiamo far presto!!!»…«Ahh!!...oh
no!» la
giovane lo guardò spiazzata.
«Ahahahah!!! NON HANNO ALCUNA SPERANZAAAAAA!!!»
esclamava
perfidamente Violetta.
Yamaki esortava
«Presto, o non faremo in tempo!!!» ed un boato
«AHHH!!!» aggravò la situazione di quel
luogo, ma
ciò nonostante Rika esclamò «NON
POSSIAMO
ABBANDONARE CHI CI STA RAGGIUNGENDO!» A farsi avanti fu
Snowhitemon «Non preoccupatevi, ci penso io! Io
darò un
segnale a Beelzemon!»…«…come
pensi di
riuscirci, Snowhitemon?» domandò Rika.
Ma
il Digimon si concentrò sul suo diadema, che
sfrigolò di
luce rossa «DIGIEVOLUZIONE
INFINITA DEL FUTURO!!!»
iniziando a piroettare vorticosamente su se stesso, liberando un fascio
di luce che penetrò il soffitto.
«Wahahahahaha!» si divertiva Lotti, ma
d’un tratto
«Oooh?! Cos’è tutta quella luce?!
Mamma…?»…«Ahhh, Lotti
continua non ti fermare
non s-…
…non so cos’è quella luceee!
(dannazione, adesso
che succede?!)» …ma dalle macerie del blocco, una
sagoma
dal corpo idrico ed i riflessi splendenti spalancò un paio
d’immense ali.
Beelzemon
esclamò entusiasta «Quello è per noi!!
E’
Snowhitemon, ci fa un segno!!! Jeri…reggiti forte a
me!»…«Oh?...
…sì…» alla fine quella
giovane sposa si
abbandonò, dandogli fiducia in quel volo saettante lungo il
cielo della città.
Violetta lo vide
arrivare «COS’E’ QUELLA COSAAA?!! VIENE
VERSO DI
NOI!»…«Mamma! Mamma, aiutooo! La ruspa
si
trasforma…IN UN
DIGIMOOOOOON!!!»…«CHE COSA
DICI, LOTTI?!! NON DIRE STUPIDAGGINI, HAI VISTO TROPPI CARTONI
ooahh?!!» …ma dovette ricredersi, con
una mano sulla
bocca…
…le
scintille emesse da quell’ologramma alato d’acqua
avevano
plasmato dalla ruspa…un Ruspimon, che ruggì e si
dimenò in tutti i suoi ingranaggi fino a
«Ahhh!»
…sbalzare il bambino dai suoi comandi
«Lotti!»
…la donna accorse da lui quando finì a faccia a
terra.
Beelzemon e Jeri
penetrarono l’ologramma nello sprigionarsi della
luce…
Kazu deduceva
«E’ lo sviluppo della digievoluzione luminescente di
Calumon!» e Imagomon svelò «Ha il potere
di
governare i flussi di dati e convogliarli…creando Digimon
dove
non vi sono…»
Il Ruspimon
minacciava madre e figlio con la sua scavatrice, e
quest’ultimo
si strinse terrorizzato a lei, chiudendo gli occhi
«GrrrRRR!!!
Maledetti ragazzi ce l’hanno fatta, ora potranno andare a
Digiworld!! Ma giuro che li farò pentire amaramente per
questo
affronto, vieni Lotti! Andiamo viaaa! AAAHHHH!!!» e per poco
riuscirono a scampare alla furia vendicatrice di quella ruspa
digitalizzata.
Due ali nere
scivolarono bruscamente tra il fumo e le macerie «Perdonate
l’imperdonabile ritardo!!!» esclamò il
Digimon.
Renamon dilatò gli occhi
«Beelzemon…!!!» e
anche Lopmon «Beelzemon sei qui!!!»
«Jeri!!!» Rika corse da lei…lasciando
indietro un
Takato attonito.
«Vieni con
noi…?!»…«Oh…io…
…s-sì!» rispose la giovane sposa,
ripetendo
«Sì…» quando i suoi occhi si
incrociarono con
quelli rossastri dell’incredulo domatore con la bandana, ma
Cindermon intervenne «Beh ora che siamo proprio tutti direi
che
forse è ora di andare, non credete?!» e Yamaki
confermò «PRESTO, NON
C’E’ TEMPO DA
PERDERE!» prendendo con sé la moglie e Hideki.
«Grazie
per averci aspettati! Abbiamo avuto un piccolo contrattempo!»
corse avanti Beelzemon. Takato avrebbe voluto chiederle molte
cose…ma poté solo afferrarla per il polso
«Muoviamoci allora, altrimenti qui crollerà
tutto!»
Jeri non
si rendeva quasi neanche conto di star sollevando la gonna del suo
abito da sposa per correre dopo dieci anni verso il digivarco, al
fianco di Takato…
«Tutti per uno!!!» esclamò Rea...
…e si tuffarono (fine-canzone)
Lo spazio
attorno si dissolse. Il cancello alle loro spalle scomparve, e
così le mura, e tutto il resto: soltanto dati, che
fluttuavano
in un spazio senza più piani.
«Benché vi possa sembrar strano me lo
aspettavo!!»
dichiarò Rea che cercava di tener duro nonostante la
situazione,
afferrando saldamente Benji per impedire che l’assenza di
gravità li dividesse «Momentai, tranquilli!
E’-E’ tutto come l’altra volta!
Esattamente
identico!!»
«Sì, è vero…»
disse Rika con occhi
attoniti, mentre fluttuava assieme ai compagni fra quei numeri
galleggianti, di color verde acqua come la luce che accennava ad
indicare un cammino, là in mezzo al nero a circondarli.
«Oh no, come l’altra voltaaa???!!!»
esclamò
Yuki, che approfittò di quel momento per mutare in
MarineAngemon
«CHE DISGRAZIA, L’ALTRA VOLTA AVETE PERSO TUTTE LE
SCORTE
DI CIBOOO!!!»…«Io ti avevo detto che era
inutile
farle!!!» rimbeccò il marito «Poi vedi a
non dare
ascolto alla mia secolare
esperienza?!»…«Povera
meeeeee!» …la Digimon rosata si impegnò
a tener
stretto con le ali tutto il bagaglio.
«E così l’altra volta andò in
questo
modo?!...io ero arrivato a Digiworld lasciandomi portare alla
deriva…» raccontò Beelzemon…
Suzie e Rea avevano calato gli occhiali da sole, e Rika si
affrettò a fare lo stesso, così come Kenta e
Takato…che si volse verso colei che teneva per il polso
«Tu non hai occhiali? Allora non fissare la luce troppo
intensamente…»
Jeri era così spiazzata…il suo vestito da sposa
volteggiava in quello spazio distorto, e di certo non mancava di
richiamare sguardi colpiti…
…ma c’erano realtà più
importanti a cui far
fronte, come Yamaki illustrò «Dobbiamo trovare un
punto su
cui atterrare!...tranquilli, ci pensiamo noi.» e sembrava
deciso
a far funzionare i suoi strumenti anche in una simile situazione,
mentre Hideki premeva il suo viso nell’abbraccio di Riley, la
quale spiegava «Non c’è motivo di aver
paura,
tesoro!...io e Mitsuo abbiamo lavorato in questo ambito, ed i ragazzi
hanno già viaggiato a Digiworld, raggiungeremo la terra
ferma
molto presto.» appellandosi a tutta la professionale fermezza
di
cui disponeva: i respiratori del ragazzino erano finti…ma in
quel momento nessuno l’avrebbe sospettato, per via di quei
respiri affannati e incessanti. Però di nuovo vi fu una mano
ad
afferrare la sua, era Kenta «Ehi, Hideki…lascia un
attimo
Riley, voglio mostrarti una cosa. Non
vedi…ahhh…»
…tirando un sospiro sorprendentemente rilassato e rapito,
per la
situazione «…com’è
affascinante…?
Stiamo galleggiando nel tracciato digitale…in questo momento
anche se ci cercassero in lungo e in largo non potrebbero trovarci
perché siamo dove…mai nessun uomo si azzarda ad
avventurarsi, ma noi lo abbiamo fatto!...guarda
quant’è
affascinante…» …rapendo anche
gli sguardi, e
i cuori dei compagni…compreso quello di Jeri che fino a quel
momento era rimasto adagiato su Takato…«Qui
possiamo
sfiorare…i dati di tutta la rete, immagina…
…quante finestre invisibili, sui computer di tanta gente, di
tante case e industrie, in tutto il mondo!...lasciati cullare dal
silenzio…
…che pace…» …e
nel suo cuore, il
ragazzino dai capelli rossi pensava “…come sono
dolci le
parole di questo ragazzo…non vorrei…mai lasciare
la sua
mano. Mi parla di pace e armonia…ed è proprio
quello che
cerco! Sento il mio cuore…scosso da una
tempesta…”
…e fu allora…che sotto gli occhi abbagliati di
Riley…si staccò per nuotare assieme a Kenta in
quello
spazio distorto che sembrava aver smesso di spaventare entrambi
“…e lui sembra così buono.”
«Tieni…» fece Kenta afferrando un numero
fluttuante
«…ti regalo un dato informatico. Chissà
da dove
viene. Non sarebbe bello chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare? Se
non avessimo fretta…perché il nostro amico Henry
ha
bisogno di noi e dobbiamo correre a salvarlo, sarebbe stupendo lasciare
che questo mondo così suggestivo ci conducesse dove egli
desidera…
…respira profondamente, senti
quest’aria…com’è
pura…lo smog
cittadino è così distante…
…che il mondo digitale sia…»
…parole
che avevano acquietato quei respiri…e invogliato Rea a fare
lo
stesso con suo figlio «…senti, Benji…il
tuo
papà ha attraversato prima di noi questo spazio, per partire
all’esplorazione di un mondo sconosciuto e
straordinario…lui ha scelto di lavorarci…come tuo
nonno!...come me…e adesso…
…questo flusso ci condurrà da lui, per riunirci.
Ricordati sempre di quando eri bambino…e la tua mamma ti
condusse a Digiworld, fai in modo che questo mondo…resti
sempre
legato alle tue origini e mai smetta di invocarti. Tu in un certo senso
nasci da qui…Benji…» …il
bambino sembrava
tranquillo, tendeva le mani ai numeri, lasciando che lo illuminassero
della loro pacata luce verde acqua…
Takato e gli altri osservavano la scena, Rika la intitolò
«…la vita che si rinnova…» e
Takato
«…il futuro che giunge in
soccorso…chissà
cosa proverebbe Henry se udisse queste parole…»
Jeri, che fra tutti sembrava la più spaventata, si stringeva
a
se stessa per contenere l’ondulazione del suo abito da sposa,
e
socchiudeva gli occhi “…e alla fine sono di nuovo
qui:
cosa ne sarà della mia vita…? Mio
padre…le mie
promesse, il mio matrimonio, Mako, ho tradito tutto e tutti. Ma
ora…
…non ci posso pensare. E’ un bene o un male che
ora sia di
nuovo quest’aria a soffiare sulle mie braccia…?
Troverò forse a Digiworld…un luogo dove
rifugiarmi?” …ed il suo sguardo di nuovo
si
adagiò su Takato…che si volse lentamente a
scrutarla…
Cindermon fluttuava in disparte, piuttosto taciturna…e
bisbigliava delle parole fra sé «…caro
Taka-…caro Takato…sono la tua mamma…e
voglio dirti
che-no, meglio…può venir meglio: caro
Takato…ti
scrivo questa lettera perché ho bisogno di comunicarti i
miei
pensieri…»
Ryo fissava Rika con occhi intensi…ma quando questa si
volse,
lui dovette fare altrettanto richiamato da Cyberdramon, con tono aspro
«Dì la verità!...tu non ti sentivi male
per niente,
mi hai raccontato un’altra
bugia!!»…«Come
dici…?...beh!!...certo, è ovvio!! Cosa credevi,
che
quello fosse un vero malore?! Altrimenti non saresti mai digievoluto, e
saremmo rimasti bloccati in mezzo alla strada! Dovresti ringraziarmi,
adesso siamo a Digiworld: e muoviti piuttosto, non restare
lì
impalato!»…«Che sia chiaro! Non accetto
più
ordini da te e non ti crederò più un'altra
volta!»…«…finiscila…»
«…Alice…»…«Oh?
Shhh…! Fa
silenzio, Minidramon…» bisbigliò la
ragazza bionda,
ma la draghetta volle chiederle ugualmente «Devi dirmi se mi
sono
sbagliata, poco fa…quando il soffitto stava crollando, tu ti
preoccupavi più per me che per te
stessa…»…«…pfff…era
ovvio che
mi preoccupassi, se fossimo rimasti lì un minuto ancora
sarebbe
stata la fine per tutti
noi!!»…«…non sembri
aver paura adesso…»…«E
perché dovrei?!
Per quattro stupidi dati!!» …era noia
più che altro
quella che sembrava affliggere la ragazza, velata da impercettibile
preoccupazione.
Fu in quegli istanti in cui il tempo sembrava fermo…che
Beelzemon tese la mano a quell’aria innaturale e
sembrò
interrogarsi, con malinconia e pena, sul confine tra la vita e la
morte…sul soffio di tempo che lega le
esistenze…sui
limiti che il destino stabilisce, in un vortice che li confonde con le
storie e i sentimenti…
«Ci siamo, ragazzi. Venite con me.» disse Mitsuo. E
Takato
subito dopo «Seguiamo il signor Yamaki!»
…il gruppo fece del suo meglio per nuotare in quello spazio
chiaroscuro…«E’ tutto a posto,
Imagomon…?»…«Sì,
mia
sposa.»…«E’ meraviglioso qui,
mamma!»
spuntò il piccolo Nymon, nero come il pelo del padre in cui
era
nascosto «Hai visto Nymon? Già si respira
l’aria di
casa…» disse la piccola Akirmon svelandosi dal
pelo della
madre. I coniugi-volpe si sorrisero…benché lo
sguardo di
lei, oltre suo marito, fosse rapito da quel Digimon alato e pensieroso
sul quale non aveva mai cessato di vegliare…
Ma
intanto, a Tokyo, presso il parco di Shinjuku «Auhf! Ahuf!
Ahuf!!!» …Violetta riprendeva fiato dopo quella
fuga
«Sono riusciti a sfuggirmi…» ripeteva,
ed il suo
sguardo dalla folle espressione mirava ad un punto indefinito
«A
quest’ora…debbono già aver raggiunto
Digiworld…devo trovare un modo per fermarliii!» la
sua
voce assumeva una nota stridula «Debbo
assolutamente…i-impedire che rovinino i miei
piani!»…«Mamma hai il
fiatone…?»…«ShhhHHH!!! Zitto
un attimo Lotti
devo concentrarmi e
riflettere!»…«…sta
arrivando qualcosa…»…«U-Un
attimo, che devo
pensare tu…p-parli parli, e…mi dai fastidio!
WHUUUAAA!» …qualcosa di immenso volò
vicino a loro,
smuovendo i capelli della donna.
Si
trattava di un Digimon, con un “pilota” a bordo
«Sei
un povero idiota, IceDevimon!!»…«Non
è colpa
mia Nami, se siamo in ritardo!!! Sei tu che ti sei fermata con tuo
marito all’ultimo
momento!!!»…«Quel bastardo
si vuole riprendere mia figlia ma vedrà quanto lei lo
respingerà quando sarò un’affermata
Digimon Tamer
perché a Digiworld mi sarò fatta valere, ed
avrò
sconfitto…l’intera squadra dei miei
ex-alunni!!»
sfoggiando il Digivice di cristallo «I ragazzini sono
sensibili
alla potenza sconfinata, se sono capaci di ignorare un’intera
lezione scolastica per star dietro ai parametri delle
carte!»…«Non ci sarà nessun
trionfo come
quello di cui parli, se ci hanno chiuso il portale e siamo stati
tagliati fuori!»…«CHE COSA?!»
sbraitò
la donna «Non può essere!!!»
Nel frattempo…
«Mammaaa…! Ho visto un diavolo di ghiaccio
grossissimo, lo
vogliooo!»…«Oh per favore piccolo Lotti,
tu hai le
visioni per lo
spavento!!»…«L’ho visto
davvero…»…«…?...cosa?!»
…alla fine anche Violetta decise di volgersi, per
appurare…
In cima alle scale di
pietra, nient’altro che macerie, ed i resti sovvertiti dei
lavori
in allestimento…
«Non è
possibile, ditemi che non è vero! Quei ragazzi me
l’hanno
fatta un’altra volta!» esclamava
Asanuma…mentre
IceDevimon atterrava alle sue spalle «Come
temevo.»…«…!! Che vorrebbe
dire, brutto
iettatore?! Che adesso tutti i miei piani se ne vanno al
diavolo?!»…«Ulp! Non
nominare…il diavolo con
questa leggerezza!»…«Io lo
nomino…quanto mi
pare, accidenti!»
…accennando con
cautela a pestare con la sua scarpetta quel cumulo di pietre
«…qui sorgeva il luogo dove Takato nascondeva la
sua
sudicia bestiaccia! E sempre qui…quel netturbino appestante
di
Kazu è precipitato per mia mano, credevo di essermi disfatta
di
lui…ma adesso è tornato…ed
è di nuovo
andato via, lasciandomi confinata qui, non è
possibile!!»
Il suo alleato
digitale incrociava le braccia “Dannazione…se
hanno chiuso
il portale di Shinjuku sarà un problema raggiungere
Digiworld e
attuare il mio progetto di vendetta!”
Ma non si
accorgevano che una mano di donna e una di bambino scostavano le foglie
alle loro spalle, nell’intento di spiarli «Eeeccolo
il
diavolo che dicevo io!»…«Ma
quello…»
“…è IceDevimon!!!” desumeva
Violetta.
Asanuma si
volse di scatto «Mi aspetto una soluzione, IceDevimon! Sei tu
a
capo dell’operazione,
no?!»…«O-Ouh…sì ma
ma…»…«Niente ma! Ormai la
posta in gioco
è alta…mi hai promesso rivalsa contro i miei
alunni…»…«Sì
ecco-»…«Hai garantito che sarebbe
affluita
un’enorme quantità di energia nel nostro Digivice
tanto da
essere sufficiente per sconfiggerli: tu lo sai che non desidero altro!
Takato e gli altri…» volgendosi verso i resti del
nascondiglio «…mi hanno umiliata fin troppe volte,
loro e
i loro stupidi amici digitali, desidero diventare una regina potente,
un’eroina temuta, essere il loro peggior incubo da adulti,
visto
che non sono riuscita ad esserlo come insegnante quando erano bambini!
E gli incubi dei grandi…si sa…»
sibilò,
avanzando verso il candido diavolo digitale
«…fanno
molta…più paura…
…!!»
Violetta
accennò con tono addolcito «Hai visto,
Lotti…?
Anche quella signora sogna di diventare grande e importante, come te! E
infatti ha un Digimon sensazionale!»
“…IceDevimon
è una pietra miliare nell’albo dei Digimon
malvagi, non
sapevo che fosse ancora in giro! Un’esclusiva simile non
posso di
certo lasciarmela sfuggire!!” «Lotti, sentito che
ha detto?
Quella signora è una maestra, dai andiamoci a
parlare!»…«Nooo…»
si lagnava il
bambino, ma lei lo afferrò per il polso
«Uhmuhmuhm, ho
deciso! Voglio che tu e tua sorella prendiate un po’ di
lezioni
private: così quando metteremo su il regno tutti vi
rispetteranno per la vostra immensa cultura!» passandogli
scherzosamente il dito sul naso, e sbucando tra le foglie
«Scusate, scusate se vi interrompo!!!»
«Ihmp!» Asanuma sussultò, e IceDevimon
assunse
tempestivamente le sembianze di fiocco di neve «E lei chi
sarebbe? Cosa vuole?»
«Uhmuhmuhm! Troppo tardi, tana per il redivivo
IceDevimooon!!» con eco del risolino di lotti
«Uhmuhmuhm…»
Mentre
l’insegnante scattava ad aggrapparsi al suo alleato,
studiando
con occhi sospettosi i soggetti appena comparsi…
Kenta
comandò «Presto, MarineAngemon!» e
l’imponente
Digimon strinse a sé le ali, chiuse i suoi dolci e grandi
occhi
verdi «A-M-O-R-E---O-C-E-A-N-I-C-O!» nello
sprigionarsi di
un vortice di cuori magici: (canzone: Shania
Twain - It only hurts when I'm breathing) nel caos della
sovrapposizione
degli strati informatici, questi divennero i veicoli dei ragazzi, che
furono ospitati al loro interno per attraversare, questa volta indenni
da qualsiasi urto, la moltitudine di strati che separava la terra da
Digiworld.
«Ci stiamo avvicinando!» segnalò Kazu.
Yamaki
invitò «Reggetevi forte! Sta per arrivare
l’ultima
barriera e dopo di essa…approderemo sul suolo
digitale!»
Quei giovani dal cuore sospeso su mille emozioni, e dal corpo sospeso
su un cuore fluttuante, si concentrarono e concentrarono la loro vita
in quell’attraversamento ad altissima velocità che
però riuscì a non farli cadere, come veri
guerrieri…
…e come premio ottennero l’agognata separazione
dal globo
azzurrastro, che destò un respiro profondo in Takato, e
anche in
Rea…
…il mutismo in Rika, il pallore in Kenta e
l’emozione in
Kazu…
…l’affanno in Suzie, i pensieri in
Ryo…domande in
Jeri…
…ricordi, forse, in Alice…
…e come
una cascata di petali in primavera, comparvero nel cielo stellato di
Digiworld, circondati dalle sfere della polvere digitale…
…e
si adagiarono sulla terra uno per uno…con un piccolo ed
agile
salto che ciascuno fu in grado di compiere, nel dissolversi del
cuore…
…niente di tutto ciò che avevano portato con loro
fu
minimamente scalfito, non era più tempo di colpi,
sbandamenti e
atterraggi deliranti tipici dei ragazzini…
…erano diventati adulti ormai, e il tocco del loro piede sul
terreno argentato fu soffice e pacato, nell’annuncio
«Momentaiii! Posso ufficialmente affermare che
l’atterraggio è riuscito: siamo di nuovo a
Digiwooorld,
signori!!!»
«Di
nuovo qui…» fu il sussurro allietato di Takato,
con
Cindermon alle sue spalle che chiudeva gli occhi per respirare
l’aria del suo mondo, mentre una sfera rosa di polvere
digitale
li sfiorava, e smuoveva la frangetta di lui e il ciuffo di
lei…
«Ahh!» …Jeri ebbe un
sussulto…e la vista di
Digiworld la fece sorridere.
Yamaki
fissò lo scenario sconfinato oltre i suoi occhiali da sole
“Papà…finalmente lo vedo, sono
qui.”
…tenendo per mano il giovane Hideki, che lo guardava con
occhi
pieni di dipendenza…Riley si accostava a loro in un
abbraccio
d’amore e condivisione…
Rea
scrutava emozionata la distesa argentea, stretta a suo
figlio…Rika osservava come si fa con un sollievo giunto in
estremo, prima di chiudere gli occhi e muovere i suoi capelli
affinché ne respirassero l’aria…
…Kazu
ammirava immobile accanto al suo Guardromon, come già fosse
l’aria di casa, per lui…
…MarineAngemon socchiudeva gli occhi e mormorava
«Digiwoooooorld…quanto
tempo…uhm…!»
col cuore pieno d’emozione che poté trovare
conferma
nell’umida intensità oltre gli occhiali di suo
marito…
Beelzemon
contemplava in un silenzio intessuto tra esperienza e
ricordi…
…e quello
di Ryo era lo sguardo di un uomo adulto, ad un mondo tanto caro e di
indubbiamente importante per la sua formazione...
…nonostante il suo Digimon, alle sue spalle, fosse
imbarazzato
nel guardarlo…
…Lopmon
sorrideva a Suzie, che gradualmente apriva l’espressione, fra
gioia e commozione…
La loro
contemplazione era un affresco intangibile di
dignità…
…Alice
era assorta…ma vi erano dei pensieri a turbarla, e a non
conferire pace al suo sguardo…
Mitsuo Yamaki si
volse lentamente, e chiese «…tutto bene? Nessuno
di voi
è ferito?»
«E’
tutto a posto.» alzò la mano Takato…e
trovò
conferma nei suoi compagni. Il ragazzo poté muovere
così
un passo avanti, ed affermare «…non manca che la
nostra
bandiera, come allora.»
Snowhitemon disse «Sventola nei nostri
cuori…»
…e tutti
ricordarono la bianca bandiera con i rudimentali disegni delle facce
dei giovani eroi…
«No.» disse però una voce. Tutti si
volsero verso
Jeri «Abbiamo anche quella.»
La ragazza si
sfilò così il velo da sposa dal
capo...avanzò,
più sicura delle sue scelte….
…Snowhitemon aveva innalzato una stalattite con la
magia…e lei lo adagiò su essa, nel dolce ricordo
di dieci
anni prima «...voglio che sia…la nuova bandiera:
salviamo
Henry!!» …lasciando tutti colpiti dal suo
gesto…Jeri guardava con occhi pieni di emozione
l’azzurrastro globo terrestre, mentre la polvere digitale la
sfiorava, e lei scostava i suoi boccoli da sposa…
…una
bandiera del futuro, candida come quella del passato, segnava il loro
arrivo nella terra dai dati (fine-canzone)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 25 *** La festa in maschera ***
25°puntata DT2
Un MudFrigimon si avvicinava fino a sfiorare il petto del giovane dal
mantello scuro «Il tuo cuore sprigiona una luce
speciale…» …e quel ragazzo umano dai
capelli scuri
si rivolgeva con pacatezza «Specchio…ti prego:
parlami di
quei domatori…
…hai detto che uno di loro…era speciale, e che era
in grado di risvegliare…”La luce…sgorgando
dalle tenebre…”»
Henry
adagiò la sua mano sul petto, dal quale poco prima era
fluito il
bagliore «Cosa aveva egli di speciale, cosa lo rendeva
“diverso dagli
altri”, come lo hai definito
tu…?»
Di nuovo la luce
dello specchio si riflesse sul Digimon che faceva da medium, e questi
parlò «Qual
è la caratteristica principale di ogni Digimon Tamer?...
…ebbene egli non la possedeva: ma ciò nonostante
riuscì ad invocare la forza necessaria per rifulgere di
purezza…ed irraggiare un sentiero che tende da qui
all’infinito.»…«Ah…rifulgere…di
purezza? Egli mancava della caratteristica principale…non
aveva
un Digimon?»…«Attento.» gli
dissero
però
«Oh?»…«…le parole
dello
specchio possono essere ingannevoli: rifletti bene.» Allora
Henry
disse umilmente «Perdonatemi…
…dunque…se egli era un Digimon Tamer aveva
necessariamente un Digimon. Però…nonostante
tutto…era speciale…»
…mentre Yamaki conduceva Hideki per mano sul suolo di
Digiworld…e mormorava a sua moglie «Sembra che sia
tutto a
posto.»
Takato
riferì «Non so se è solo suggestione la
mia ma ho
l’impressione…che siamo atterrati…nello
stesso
luogo…e nello stesso settore di dieci anni fa!» e
Rika
aggiunse «Lo penso anch’io!! E’
esattamente identica
la conformazione del
territorio!!»…«E’
impossibile!» disse Jeri, spiegando «La prima volta
atterrammo in un luogo in cui le rocce erano di un colore rosso
intenso, lo ricordo perfettamente!» ma Kazu la contraddisse
«Il colore del suolo è
cambiato.»…«Come?!» si volse
la ragazza, e lui
rivelò «Anche il settore dove abitavano Babamon e
Jijimon
è divenuto di questo colore...» chinandosi a
raccogliere
una manciata di terra argentea «Sembra la
luna…» e
soffiandola delicatamente…
...Hideki
tese la mano e lasciò che la polvere del nuovo suolo la
carezzasse…mentre Yamaki affermava «E’
un fenomeno
strano…»
«Chissà cosa ha fatto cambiare colore alla
terra…» disse Takato…mentre Kenta si
avvicinava al
ragazzino «Hideki, vieni con me, andiamo a dare
un’occhiata
in
giro.»…«Sì…»
lui gli diede la
mano… «E’ sera adesso, e credo che i
nostri compagni
non vorranno proseguire: ci accamperemo qui, come la prima notte che io
trascorsi a Digiworld, andiamo a controllare che non ci siano
pericoli!»
“Io
sono un Digimon…dunque dovrei essere nato qui, questo
è
il mio mondo. Quale sarà mai stato il mio
passato…? Non
lo ricordo più…però…
…c’era qualcuno di più grande e
più esperto,
che mi conduceva per mano come adesso fa questo
ragazzo…”
Kenta non smetteva di sorridergli…
...Kazu
intanto diceva «Hai visto Takato? Il nostro Kenta sembra aver
trovato qualcuno a cui offrire quella “secolare
esperienza”
di cui parlava prima: fra lui e quel ragazzino è scattata
istantanea sintonia!»…«Istantanea
sintonia!»
fece eco Guardromon, e Takato «Ho notato…e penso
che gli
farà bene, esperienza non può negare di averne.
Vero…?» incrociando le braccia, e volgendosi
spontaneamente verso MarineAngemon che era rimasta a contemplare con
sguardo sognante il marito che si allontanava
“Kenta…
…è
in questo mondo che ti ho conosciuto. Come sarebbe bello che
nuovamente…si compisse una magia stupenda come
allora!”
Vederlo
per mano ad un ragazzino riempiva di tenerezza il cuore di quella dolce
e un po’ robusta Digimon, così come avveniva per
Mitsuo e
Riley…
Kenta
proprio in quegli istanti diceva «Hai dei capelli proprio
belli,
sai Hideki? Il colore smarrito dalle rocce…lo conservi tu:
dieci
anni fa erano rosse come i tuoi capelli…sono uguali a quelli
della signora Riley, che strano…sembra davvero che lei sia
un
po’ come…una mamma per te, ma credo che tu le
voglia bene
un po’ come se lo fosse,
vero?»…«O-Oh…sì,
io…»…«…ti prego,
scusa.» Kenta
si fermò, inginocchiandosi dinanzi a lui «Non
volevo
ricordarti cose tristi…ti ho ferito?»
…ma quella
gentile creatura prese le mani del ragazzo «No,
Kenta…è solo che stavo pensando alle rocce di cui
mi hai
parlato. Mi sembra di
vederle…»…«Oh, tu eri
ancora molto piccolo, è impossibile che le abbia viste ma
col
cuore e l’immaginazione si può viaggiare a un
tempo
passato, e…io potrei offrirti i miei ricordi, non sono gran
cosa, come me, però…posso dirti che io sono
atterrato per
la prima volta a Digiworld col cuore colmo d’emozione!! Mi
sentivo…speciale, rispetto a tutti i ragazzini della mia
età che avevano sempre sognato di visitare il mondo dei loro
cartoni preferiti, io c’ero riuscito…Takato era
assieme a
Guilmon ed era l’eroe mio e di Kazu, e la nostra meta da
raggiungere! In questo mondo, noi sognavamo…avremmo trovato
il
nostro fantastico Digimon, li passavamo in rassegna tutti! Infatti,
quando la prima notte fummo attaccati da Meramon…un Digimon
infuocato molto abile e insidioso…ma che in
realtà non
svelò cattive intenzioni…io e Kazu ci chiedemmo
se poteva
essere un candidato! Ma poi il povero Meramon…
…fu purtroppo assalito da una moltitudine di Jagamon
inferociti,
e fu così che imparammo…che le regole di questo
mondo a
volte possono essere spietate…» …mentre
sfere di
polvere informatica costeggiavano il loro dialogo…
Rika si accostava a Takato «Credo che per oggi abbiamo fatto
abbastanza…non ti pare?» sfiorandogli la spalla,
ed anche
Rea riferiva «Benji ha sonno…»
sostenendo tra le
braccia il suo bambino addormentato «Anche i Digimon sono
stanchi…» disse Rika, e allora Ryo si
sgranchì
«Ma sì…! Credo sia meglio, andiamo a
dormire!
Domani sul presto pianificheremo il nostro cammino. Ok?» e
gli
occhi suoi e quelli di Rika non smettevano di incrociarsi…ma
erano imbarazzati dalla presenza dell’altra ragazza, Alice,
che
sembrava non perderli di vista…sicché Ryo si
schiarì la voce e si diresse da lei «Bene! Domani
ci
metteremo subito in marcia, sarà molto dura per cui
è
meglio andare a riposarci: Alice? Che ne dici…?»
…mentre lo sguardo di Rika, che non aveva cessato di
scrutarli,
si abbassava dietro un velo di incertezza «Di
nuovo…e
inesorabilmente…» mormorò, e Takato si
fece vicino
«Di cosa parli, Rika…?» La giovane
alzò un
po’ le spalle «Mah…dei sogni. E delle
aspettative. E
di come è sempre andata, da tanto tempo…fino a
qui. Ma
stranamente a volte…ci si illude ancora, nonostante tutto
non ci
si riesce a rassegnare.»
Non vi era traccia di astio in quelle sue parole, semmai forse di un
po’ di malinconia, sotto la luce azzurrastra del globo e
rosata
dei fasci di dati che da esso si estendevano, mentre il vento della
sera faceva volare i suoi rossi e lunghi
capelli…«Rika
posso cogliere l’accenno nelle tue
parole…»
mormorava Takato…mentre alle sue spalle Ryo sembrava
preoccuparsi di adagiare una giacca sulle spalle di Alice…ma
in
realtà non cessava di volgersi verso di loro…
«Mmm…non farci caso Takato non è per
questo che
siamo venuti qui, lascia stare. Piuttosto, parliamo di cose
serie.»…«Quella
donna…!» disse subito
il ragazzo, irrigidendo la sua espressione «Quella donna ha
tentato di ucciderci…!!» e si avvicinò
anche Kazu
«Quella doveva essere una vera pazza, una
psicopatica!» con
eco di Guardromon «Una
psicopatica!»…«Quella
è molto più che una pazza!» disse Rea
«Quella
deve far parte dell’esercito dei nostri nemici, dobbiamo
stare in
guardia, ragazzi! Non ha avuto pietà…nemmeno del
piccolo
Benji…» sfiorando i capelli di suo figlio in una
premurosa
e protettiva carezza, mentre anche Suzie li raggiungeva, ed era pallida
in volto «Ha cercato di seppellirci tutti sotto le
macerie…
…chiunque sia è un essere davvero senza
scrupoli…»…«Ma
perché mai vorrà
annientarci?»…«Non lo so,
Lopmon…
…non ho idea di cosa voglia.» Takato allora
riferì
«Non sappiamo cosa stia cercando…ma ora abbiamo la
certezza che chiunque sia, ci odia con tutto il cuore.»
«Comunque!» esclamò Ryo a distanza
«Abbiamo
ampiamente scoperto di avere una nemica, e anche acerrima! Dobbiamo
tenere gli occhi aperti, domani…parleremo anche di
questo!»
«Domani…» Takato incrociava le braccia,
e lasciava
che ancora l’aria di Digiworld lo
carezzasse…quando Jeri
si avvicinò, accennando «Nessuno di voi conosce la
donna
che ha demolito il nascondiglio…?»
Ma
trovò solo silenzio, e sguardi sospesi. Renamon si volse
verso
suo marito «Imagomon, tu non riesci a sentire niente al
riguardo
di quella persona?»…«Non riesco a
definire chi
è purtroppo, è strano: più mi
concentro su quella
figura così oscura…più affiorano in me
immagini
felici, e di speranza. Non afferro la
connessione…è
scontato che dev’esservi un errore.»
«Capisco…» fece Jeri abbassando lo
sguardo
«Vorrà dire che…dovremmo metterci al
lavoro per
scoprirlo.» A quel punto Takato la scrutò per
diversi
istanti…per poi accennare «…tuo
marito?» e
lei alzò lo sguardo di colpo
«Cosa?»
…mentre Suzie lo abbassava, incerta.
«Hai deciso poi
all’ultimo di venire a Digiworld? Senza di lui?» ma
Jeri
liquidò bruscamente «Takato senti, non iniziare!
Non
c’è nessun marito!!»
Cosa che fece
sussultare l’animo di Suzie, e fu evidenziata dalla sua
Digimon
«Hai sentito, Suzie?!»
«Se sono
qui, è evidentente che non mi sono sposata, non
credi?!»…«E perché mai non
l’hai fatto,
sembravi decisa?»…«Questi sono solo
affari miei!! La
devi smettere di sindacare tutto ciò che faccio!»
ma
intervenne Rea «Ora basta ragazzi, smettetela! Non mi pare
davvero il caso! Qui a Digiworld non ci sono mariti, mogli, non siamo
fidanzati, fidanzate, una cosa soltanto siamo:
domatori!»…«Brava, ben detto
Rea!»
confermò Terriermon. E la ragazza riuscì a
zittire gli
altri, parlando con inaspettata decisione «Finora abbiamo
anche
scherzato e ci siamo divertiti ma non dobbiamo dimenticare che non
siamo qui in vacanza! Certo, sarebbe bello, sono la prima a dirlo:
tutti insieme a svagarci dalle nostre vite dal mondo digitale, ma
purtroppo non è così, abbiamo dei doveri ben
precisi ed
è quasi scontato che quella donna che ha tentato di
eliminarci
sulla terra sia già in cammino verso questo mondo! La
coesione
fra la nostra squadra sarà
fondamentale…» Takato e
Jeri rimasero un po’ interdetti, mentre Rika
commentò con
un sorrisetto bonario «Del resto…come non dare
ragione…alla signora
Wong!»…«Uhm…!» Rea
ricambiò
accennando un sorriso, ma poi tornò seria «Ci
tengo molto
a operare seriamente, e non crediate che sarà facile
distogliermi da questo punto!»
Le
sue parole si imponevano come una coscienza superiore, nonostante il
mondo digitale sembrasse aver riportato bruscamente in superficie tanti
irrisolti che fluttuavano tra le vite di quei ragazzi al pari delle
sfere di polvere…come nel tacito scrutarsi del ragazzo con
la
bandana e della giovane in abito da sposa…
Quando sulla
terra «Non c’è motivo di essere
timidi…!
Specie quando si è…dei Digimon
dall’indubbio
prestigio, ihhh! Mi sento ancora elettrizzata!» si dimenava
euforica Violetta, come la fan sfegatata di un cantante
«C-Chi
diavolo sarebbe questa
ficcanaso?!»…«A-Ancora con
questo “diavolo”,
Nami?»…«Sì,
cosa aspetti? Congelala, rendila una statuetta di ghiaccio, ci ha
scoperti!»…«No, non vi preoccupate, che
fastidio vi
do? Non vi conviene surgelarmi quando in realtà io vi potrei
fornire…quello di cui avete
bisogno!»…«Vorresti forse dire che non
sei una
giornalista scandalistica in cerca solo di sconvolgenti
scoop?!»…«Uhmuhmuhm! Se fosse
così spierei le
coppie di innamorati, e non di domatori e Digimon, che si sa essere il
legame più…puuuro e rispettabile che possa
esistere!
Ihihihi, complimenti: siete la coppia dell’anno! IceDevimon
in
versione umana all’occasione,
e…e…!»…«…mi
chiamo Nami
Asanuma!»…«Naaami!
Uhmuhm!»…«Ricordati il mio
nome…e se puoi
piantala con questi risolini idioti!»
Lotti rideva nascondendosi la bocca con delicato gesto della mano
«…e anche tu, ragazzino!!» ma udita la
minaccia si
nascose dietro sua padre per fare timido capolino.
«Sta
pur certa…chiunque tu sia…che io sono una
domatrice molto
pericolosa. Non è conveniente mettersi contro di me, lo hai
visto? Lui è Fiocco di Neve…ma per i miei nemici
altri
non è che…»
…egli mutò…
«…IceDevimon, ha ucciso centinaia di
Digimon!»…«Oh, ma questo io lo so
perfettamente!»…«Uhm?! E non scappi a
gambe
levate?» chiese l’ex-insegnante, ma Violetta
alzò
appena la spalla «…quando si è
consapevoli di certe
cose si smette di aver paura e si pensa piuttosto ai guadagni che se ne
possono trarre, per tutti quanti!»…«Ehi,
giù
le mani! Lui è il mio Digimon, non lo cedo a
nessuno!»…«Ma nooo, io ho già
il mio Lotti!
Uhmuhmuhmuhm! Piccolo Lotti dai non stare
nascosto…»…«…ma-ma
io ho paura,
mamma…» però Violetta lo
esortò ad uscire
«…dai, che la signora non ti fa
niente…è un
Digimon Tamer…una grande eroina!
Uhm!»…«…è
brut-»…«Shhh!!!...Lottiii…dai,
cosa ti dice
mamma? Che bisogna essere sempre gentili con una signora.
Uhmuhmuhmuhmmm!!!...perdonatelo, molto timido!»
Asanuma assumeva posa
sicura di sé «Allora!...si può sapere
chi
sei?»…«Uhmuhmuhm! Permettete che mi
presenti, il mio
nome è Violetta Yusaki, e per…tutta una serie di
divertenti vicende ora troppe lunghe da raccontare so più o
meno
orientarmi, so che significato hanno parole come…Digimon,
Digivice, Digimon Tamer!»…«Sei
esperta…
…IceDevimon, tu che leggi nelle coscienze! Non
sarà che
questa ci sta
raggirando?!»…«Ptsss!»
IceDevimon parlò all’orecchio di
Asanuma…
…mentre
Violetta li osservava, con un sorrisetto sicuro di se…
«Non parlare
avventatamente, Nami: io leggo una potenza
stratosferic-»…«Scusate, no! Scusate ma
io parlo
unicamente al fine di evitare fraintendimenti fra di noi! Avevate un
problema, se non sbaglio!» e l’insegnante
replicò
«In questo momento…non dovremmo essere qui
bensì a
Digiworld! Abbiamo dei doveri importanti di cui occuparci, ma
accidentalmente si è verificato un imprevisto, e ci
è
stata tagliata la strada!»…«Ahahahah! Ma
a tutto
questo non vi è alcun
problema!»…«Cosa?!»
sobbalzò la
donna…
…e anche IceDevimon aggrottò lo
sguardo…
«Ma
sììì! Che bisogno avete di quel triste
e orrendo
blocco crollato? Potete passare per il Limbo!! Si fa
prima!»…«Il limbo?! M-Ma che genere di
posto
sarebbe?!» e IceDevimon ipotizzò
«Potrebbe essere
simile al campo digitale in cui nascondevo le mie prede, prima che
quella domatrice le facesse
scappare!»…«Qualcosa…che ci
si avvicina!
Uhmuhmuhm!» definì Violetta, commentando poi
«Uhmuhm! Che emozione, i trofei pregevoli di
IceDevimon!!»…«…purtroppo
rimane ben poco di
quell’eroica collezione.» ammise amaramente il
Digimon, ma
Violetta picchiettò sulla sua spalla «Coraaaggio,
non
tutto il male viene per nuocere ed è possibile magari
ampliarla
con nuovi pezzi! Chi lo sa? Sta di fatto che grazie al nostro Limbo voi
potrete accedere a Digiworld liberamente, e in questo modo attuare
tutto quello che vi eravate prefissi!»
IceDevimon
spalancò gli occhi, ed Asanuma scrutò sospettosa
«E
si può sapere a che si deve tutta questa
generosità!»…«Ah ma ve lo
spiego subito
è che io ho appena sentito casualmente che lei è
un’insegnante e deve sapere che io ho due bambini! Loro vanno
a
scuola, però io e mio marito facciamo far loro anche molto
sport
per cui si sa che in questi casi lo studio viene un po’
penalizzato, magari non ci si potrebbe accordare per delle ripetizioni?
Non sa che favore mi farebbe, signora!»
Asanuma
accennò un sorrisetto, mormorando
«IceDevimon…l’hai sentita, ci apre la
strada per
Digiworld soltanto in cambio di ripetizioni ai suoi poppanti: io direi
di approfittarne, questa mi dà tanto l’idea di non
essere
altro che una sempliciotta!»
«Uhmuhmuhmmm!!! Vuol
dire che accettaaa???» fece Violetta con gli occhi che le
brillavano, mentre IceDevimon mormorava «Avverto che cela un
immenso ammontare di potere…però dopo tutto forse
hai
ragione, in fin dei conti potremmo ritagliarne un
tornaconto.»…«Accetto! Consideri i suoi
figli
rinnovati in fatto di
istruzione!»…«Uhmuhmuhm! Lei
è un vero angelo, signora Asanuma! Sentito Lotti? Hai una
nuova
maestra, ti darà lezioni
private!»…«Ma…ma a me
mamma…»
mormorava timidamente il bambino, sempre sfumando le parole con la mano
davanti alla bocca «…a me fa
paura…»…«Daaai, come ti
può spaventare
una maestra così carina?»
«Uhmuhmuhm!» Asanuma sogghignò
soddisfatta alzando
il Digivice, e IceDevimon rispondeva al suo sguardo furbo.
Violetta schioccò le dita «Ricostituzioneee…del
limbooo! Uhmuhmuhm!»
«Oah?!»…«Eh?!»
sussultarono il Digimon e
l’insegnante, quando videro il terreno sotto di loro e tutto
attorno sfumare, in un un vortice di magia che risucchiò i
resti
del blocco di pietra…sostituendovi l’innalzarsi di
pareti
cartonacee che composero addirittura un cielo stellato. E il secondo
dopo i loro piedi posavano su un terrazzo.
Violetta esortò festante «Via
liberaaa!!!»
«Ahahahahah!!!» i due esultarono, e IceDevimon
prese in
braccio la sua domatrice come si fa con una sposa
«Penetreremo
nel mondo digitale, e attueremo tutti i nostri progetti,
Nami!»…«Non aspettiamo oltre: portami a
Digiworld!»…«Per me è un
onore,
uhmuhmuhm!»
Il diavolo
di ghiaccio spiccò così il volo, lasciando le sue
bianche
ali demoniache stagliarsi nel cielo stellato.
Violetta
li osservava allontanarsi «Mamma…perché
lasci
andare il diavolo…?»…«Ohhh,
piccolo Lotti,
non lo lascio andare: li tengo d’occhio!»
replicò
carezzando i capelli del bambino «Voglio scoprire cosa
pianificano, e non appena potranno esserci utili…non
esiteremo a
chiamarliii! Ma adesso svelto, convochiamo papà e tua
sorella
che dobbiamo mettere a punto l’operazione di resistenza: quei
brutti ragazzi maleodoranti sono approdati a Digiworld!»
Nei suoi occhi saettò un lampo di malvagia determinazione.
Presso il
settore in cui erano atterrati i ragazzi, non sembrava esservi altro
che polvere e quiete. Il vasto e deserto canyon dalle rocce argentate
era sovrastato dall’automatico movimento del globo terrestre,
frastagliata sfera di luci e tasselli scambievoli, dalla quale
scendevano raggi rosati in moto irregolare. Dietro quel mosaico
azzurrastro, era possibile non senza un po’ di sforzo
distinguere
la pianta geografica del mondo…ma era incomprensibile il
significato del complesso dialogo fra le parti della rete informatica.
I ragazzi si
erano accampati presso un colonnato di rocce dall’altezza che
sembrava protettiva e dalla forma bizzarra, a causa degli spuntoni che
da lontano le facevano assomigliare ad antenne.
Jeri si rigirava sul
suo telo e sembrava scomoda con quell’abito addosso
«…fa freddo…ma non mi va di chiedere
agli altri una
coperta. Lo sopporterò!» disse fra sé
con
espressione contratta…quando «Oh?» delle
mani
premurose avvolte da guanti bordati di pelo le adagiarono una coperta
indosso «Non devi vergognarti di chiedere, se hai bisogno di
qualcosa.»…«…Snowhitemon…»
Jeri
alzò lo sguardo colpita «Qui sei fra i tuoi
amici…» disse il minotauro, sul cui diadema
risplendevano
riflessi rossi…
…e queste
parole ancor più riempirono di pensieri e quesiti
l’animo
dell’assorta ragazza in abito bianco «Vedo che alla
fine…hai ascoltato il mio consiglio e non ti sei sposata. Di
certo è anche merito di Beelzemon, gli avevo chiesto di
parlarti.»…«…ah? Eri stato
tu…a
mettergli in testa quelle
storie?!»…«Perdonami Jeri
ma…credo di aver fatto la cosa migliore. Non pensi anche tu
che
adesso il tuo posto sia qui…? Non senti l’aria di
Digiworld…che ti ringrazia per aver risposto al suo
richiamo?
Scusami, ma penso che tu…debba imparare ad ascoltarla. Se
essa
talvolta può parlarti più efficacemente di quanto
io
stesso possa fare…» volgendole le spalle
«…buonanotte.»…«Oh…?
L’aria…
…di
Digiworld…» tornò a distendersi la
ragazza, e gli
interrogativi non erano di certo sfumati «…che
cosa mi sta
dicendo…? Mi sento così confusa…
…cosa vuole da me…? Ed io cosa voglio da me
stessa…? Non lo capisco più…
…vorrei solo scappare! Ho tanta rabbia
dentro…ma…al contempo…altri sentimenti
di cui non
comprendo la natura. Non so se vorrei dormire, oppure…restar
sveglia tutta la notte! Le persone che sono attorno a me…
…Beelzemon…» di cui scorgeva le ali e
la schiena,
appoggiate ad una roccia vicina (i pensieri in realtà non
lasciavano il sonno affiorare nel Digimon)
«…Snowhitemon…» che vedeva
accamparsi poco
distante…stendendosi a terra con movimenti sciolti ed
eleganti
che sfocavano il ricordo del piccolo Calumon.
«…e Takato.» ...alle sue spalle, che lei
evitava
appositamente di guardare: il ragazzo sembrava a suo agio senza un telo
sotto la sua schiena per, né sembrava soffrire alcuni
freddo, ma
il sonno stentava a giungere e lo portava a sedersi…
«Sono forse la giusta compagnia, in questo momento? Oppure
dovrei
stare lontana da loro? Fff, non so! Almeno se dormo non sarò
costretta a pensare, e a farmi domande a cui non sono capace di
rispondere! Chiudo gli occhi!...
…così almeno eviterò di arrovellarmi
senza uno
scopo.» provandoci, nonostante il suo viso giovane e
incantevole
fosse contratto nell’espressione persino a occhi chiusi.
Cindermon
invece sembrava essere prossima al sonno se non già tra le
sue
braccia, e ad occhi chiusi sotto una montagna di coperte mormorava le
parole «…c-caro Takato…l-la
lettera…io con
questa lettera…»
«Come se fosse facile dormire in una notte come
questa…così, come se niente
fosse…» era
l’accenno di Rea che si sollevava leggermente dal suo sacco a
pelo, constatando che il…fagottino accanto a lei fosse
adeguatamente protetto dall’aria che soffiava. Il piccolo
corno
di un addormentato Terriermon spuntava invece dall’interno
del
sacco a pelo, ma gli occhi neri della domatrice erano ancora svegli e
assorti, quando si rivolse a Takato…il quale raccontava
«Dieci anni fa…
…era il pensiero sul modo di vivere dei Digimon a non
permettermi di addormentarmi: adesso invece…è la
vita
degli esseri umani a riempirmi il cuore di domande. E ad impedire ai
miei occhi di chiudersi.» Rea sospirò
«…credo
che vada così…siamo cresciuti: quando si
è bambini
spesso non si hanno problemi, e si ha il cuore sgombro per occuparsi di
realtà alternative come quella di Digiworld, mentre
invece…diventando grandi…
…scopriamo di avere un bel cumulo di problemi di cui
occuparci,
prima di poter pensare…con mente sufficientemente fresca,
alla
realtà di creature come i Digimon. Chi siamo, in
fondo…?...per giudicare il loro modo di vivere.»
Takato
accennò un lieve sorriso «…Henry
avrebbe detto la
stessa identica cosa. E non mancò di farlo, diverse
volte…»…«…io non
dico che non bisogna
aiutarli, o preoccuparsi per loro…»
affermò la
ragazza…sfiorando col dito il corno del suo Digimon
addormentato
«…siamo qui per questo, e non ci tireremo
indietro. Dico
solo…» smarrendo i suoi occhi nel cielo
«…che
dobbiamo porci con umiltà. In fondo…come possiamo
affermare di aver realizzato un lavoro migliore rispetto a loro in
tutti questi anni? Il nostro mondo
è…così
imperfetto…» …perdendosi
nelle infinite
insenature lucenti e digitali del globo «…che
chissà, forse dobbiamo considerare questo come…un
invito
del destino per raccogliere, in questo mondo che sembra così
arido, e deserto…qualcosa che invece dovremo portare con
noi,
perché servirà per arricchire il nostro. Ti
parrà
strano, Takato…ma ora guardo la terra…e
nonostante io sia
sempre stata una ragazza attiva, piena…di progetti e di
voglia
di fare…mi accorgo…
…dall’immensità di questa distesa
sconfinata…che adesso…per come sto, non potrei
tornare
lassù. Non potrei vivere! Mi manca
qualcosa…qualcosa di
fondamentale, vedere le nostre terre è come se mi
soffocasse! Il
mio posto è qui ora…
…devo ritrovare me stessa. E quando
l’avrò
fatto…potrò tornare, ma non prima. Andare avanti
freneticamente non avrebbe
senso…»...«Credo di
intendere molto bene…» rispose lui con
l’accenno di
un sorriso complice «…e credo sia così
anche per
me, se non lo è per tutti noi. Tutti…
…a
nostro modo…» …scorrendo con
l’immaginazione sui compagni addormentati
«…avevamo
un buon motivo…per venire qui, per venirci la prima
volta…ed ora per tornarvi. Hai ragione, dobbiamo scoprire
noi
stessi…ed io…
…in
particolar modo: sono alla ricerca di un bambino…che ha il
mio
stesso volto…
…e
che si nasconde qui, è da prima che non faccio che
pensarci…» …mentre Rea ascoltava con
pazienza e
partecipazione «…e lungo questa idea ripercorro
questi
dieci anni, che sembrano riassumersi in pochi punti se si guarda il
globo terrestre. Siamo in un momento importante…questo
viaggio
rappresenta il bilancio del cammino che abbiamo per corso, sono giunto
a questa conclusione: in base a come andrà…ci
spiegherà che cosa hanno significato tante gioie e tante
sofferenze. Quando ritorneremo sulla terra, s-se…
…se…riusciremo a…compiere il nostro
dovere
qui…» descrisse con tono più sommesso
«…io credo che torneremo cambiati, stavolta
davvero. Che
complesso mistero…la vita…»
appoggiandosi alla
roccia, con le mani dietro la testa e lo sguardo smarrito verso il
cielo «…con i suoi risvolti: un momento
apparentemente
insignificante, un dettaglio…
…o
un disegno, come nel mio caso…»
…affondando la mano
nel suo zaino…ed estraendo lentamente quel disegno un
po’
accartocciato a causa del tempo trascorso
«…possono
condizionare pesantemente tutto il suo corso…
…e
portare i loro effetti a lungo nel tempo, connettendo periodi
così lontani da sembrare all’apparenza
inconciliabili.
Come la mia infanzia spensierata…
…con questo momento attuale…in cui i pensieri non
mi
lasciano dormire. E non è la casa dei Digimon ad affollarmi
la
testa, con fantasie da cartone animato…ma è la
mia casa:
fatta di realtà a non smettere di apparire incessantemente
in
tutti i suoi angoli…rivedo i miei genitori…mi
chiedo…
…come mai abbiamo perso quell’allegria e quella
serenità che accompagnava le nostre giornate…
…ripenso a quelle notti…»
…mentre Rea
allungava la sua mano per carezzare il figlio, teneramente
addormentato… «Quando
“N’Emo”…è stato
concepito…» svelò Takato rigirandosi
«…e non riesco a fare a meno di collegarlo col
fatto che
era da poco sparito Guilmon…la battaglia si era conclusa da
un
breve lasso di tempo, ed io…facevo fatica a vivere i miei
giorni, anche se tenevo duro: lui mi aveva lasciato…
…delle consegne importanti…anzi solo una. Che le
racchiude tutte: seguitare…sempre a
sorridere…»
riassumendo in uno sguardo di più adulta consapevolezza
«…continuare ad essere felice…come
sapevo fare,
come avevo imparato vivendo i giorni in sua compagnia. Per me era
più importante di tutto, volevo farlo, ma già dal
primo
giorno faceva l’effetto…di quando si infila la
propria
testa sotto una doccia fredda. C’era sempre un nodo alla gola
che
veniva con me…e si acutizzava quando guardavo qualsiasi
cosa, e
più le immagini erano belle e assolate più questo
era
intenso…
…perché in compagnia del mio
Digimon…io
vissi…i ricordi più felici…
…i più emozionanti…i più
appassionanti…» (mentre Cindermon seguitava a
pronunciare
nel sonno «…ca…caro
Takato…ti ho scritto
questa lettera…»)
«…i più pericolosi, ma autentici. I
più
divertenti…
…era così solare la vita con lui…si
aveva fretta
che la notte passasse per poter iniziare un nuovo giorno, e scoprire un
nuovo pezzo di noi stessi, fra gli amici…i
sentimenti…
…i nemici…e i dati! Ma era dolce dormire in
attesa di
giorni così speciali…le ore trascorrevano nel
silenzio
della città…
…e la tua mente di ragazzino fantasticava su nuovi mondi,
come
questo…io poi ho avuto la fortuna di trovarmici davvero. Sul
calendario…c’era sempre una data nuova da segnare.
Un
viaggio da compiere! Una gita da progettare…
…o un ritorno da sognare…
…era bello tutto
questo…»…«So di cosa
parli, l’ho provato anch’io! Anche se semplicemente
seguendo un cartone, e viaggiando con la
fantasia.»…«Sì, ma poi un
giorno è
finito! Ed è...arrivato
lui.»…«Ti riferisci a
tuo fratello?»…«…non faccio
che tornare ad
allora, e più lo faccio più sono cosciente che
mio
padre…non avrebbe mai compiuto…una cosa del
genere…
…prima, in un tempo passato! Lui voleva bene alla mamma, ci
teneva alla nostra famiglia: ma le cose non avvengono mai per
caso…
…e se lui ha tradito mia madre con un’altra donna
ed ha
avuto un figlio da lei proprio in quei periodi, devo esservi collegato
anch’io in qualche
modo.»…«Ritieni che il suo
gesto sia collegato…al tuo comportamento di allora? A
ciò
che stavi vivendo?»
Il ragazzo espirò «…sono quasi
sicuro…che
mio padre è stato spinto a scappare a causa mia, e del modo
in
cui stavo affrontando la perdita di Guilmon. La mia tristezza, la mia
nostalgia…hanno causato la perdita delle certezze per mia
madre,
che col sopraggiungere dei problemi economici necessitava di un ragazzo
forte, e invece…si è ritrovata con un bambino
pieno di
vuoti da colmare. Il venir meno della sua tranquillità ha
spiazzato mio padre, ha reso tesi i rapporti tra di loro…e
lo ha
spinto a cercare conforto altrove. In un’altra donna, in un
altro
figlio…» …mentre Rea restava molto
colpita da
quell’interpretazione dei fatti…
«In fin dei conti è come se l’avessi
sempre saputo,
ora riesco finalmente a dargli forma: ogni cosa è partita da
me,
e ora tutto questo rischia di disgregare completamente la mia
famiglia.» guardando con pena verso il Giappone riprodotto
sul
globo «…rischia di far saltare la mia
casa…che un
tempo era il mio nido, il mio rifugio sicuro! E
credevo…quando
Guilmon era il mio fianco…che lo sarebbe rimasta per sempre.
Che quella felicità non si sarebbe esaurita mai e
invece…siamo finiti a perdere, a poco a poco, tutto quello
che
avevamo. E…non parlo…qui, soltanto di soldi. Mi
riferisco
alla nostra unione, l’intesa che c’era fra noi tre.
Tutto
questo Rea…ti rendi conto? Solo per…il fatto di
esser
stato felice. E aver desiderato…di giocare con il mio amico
digitale…per tutta la vita. Se non avessi conosciuto Guilmon
probabilmente con l’andare del tempo avrei abbandonato i
Digimon…»…«Io non
credo.»…«Come?»…«Takato…tu
sei così! Questo è il tuo carattere, lo sei
sempre stato,
da quello che mi hai raccontato di te! Tu eri un
sognatore…ed
è bello ed è giusto che tu lo rimanga per sempre!
E credo
che avresti tenuto a conservare il tuo animo puro, comunque fossero
andate le cose.»…«Ma
adesso…proprio
l’esser stato così lo sento come una colpa! Se
questo
mondo non fosse…entrato a forza nel mio destino,
è
probabile che mio padre sarebbe riuscito a rendermi un panettiere
efficiente come lui, pieno di ragazze…magari oggi
già
sposato. E invece…
…invece eccomi qua…»
…guardando il
globo…mentre con la mano sollevava un mucchietto di polvere
argentea che fluiva dalle sue dita «Sei pentito? Preferiresti
essere altrove, in questo momento…?» ma lui
chinò
il capo…
…e mormorò incisivo
«…MAI…E POI
MAI…
…verrà il giorno in cui io rinnegherò
i miei
ricordi più cari e il mio cammino! Ma non vorrei tutta
questa
sofferenza! Per me e per coloro che più amo, e questa mi
sembra
trovi origine unicamente…
…nell’aver…concesso…a un
Digimon, dieci anni
fa…di rendermi…un bambino felice.
Incredibilmente,
magicamente, stratosfericamente felice, al punto di non poterne
più fare a meno!! Tutto questo appare,
Rea…come…
…il peccato…della mia vita…
…la troppa felicità nata dalla
fantasia…in una
vita che esige di essere concreti. Forse io un giorno a causa di quelle
risate, e quei giochi con Guilmon…
…perderò tutto quello che avrò. La mia
casa
esploderà come se il forno del panificio andasse in
combustione!» …mentre sembrava cercare
il puntino
della sua casa sullo sconfinato globo…«Come se a
una gioia
tanto grande dovesse necessariamente corrispondere un prezzo
vertiginoso…che non puoi pagare in altro modo se non con
tutto
quello che ti rimane. Ora sono qui con Cindermon…e con tutti
voi, ma la posta in gioco sta aumentando! Ho scelto…molto
razionalmente di seguire questa via, aggrappandomi ad ideali
inconcreti, portasse ciò che portasse…
…però…non so se agisco per il meglio.
Adesso i
miei saranno preoccupati…e si staranno chiedendo dove mi
trovo…» ma Rea si avvicinò,
sfiorandogli il braccio
«…lo sanno dove ti trovi, a Digiworld, e sanno che
noi
siamo con te: Takato non è solo un tuo
problema…tutti noi
abbiamo condiviso la tua stessa
scelta.»…«Oh?»…«Pensa
a me: la
gioia di poter stare assieme al solo uomo che
amo…l’ho
dovuta pagare con l’abbandono, la solitudine mia e di mio
figlio,
i conflitti, gli scontri! E ora…con la coscienza che me
l’hanno portato via.» ma Takato nonostante i
turbamenti le
sorrise «Ma noi salveremo Henry! Non permetteremo che gli
accada
nulla…!»…«Sì,
però questo
è per farti capire che siamo tutti di fronte alla stessa
domanda: la felicità è un peccato?...sognare
è un
azzardo?...
…sperare ha un prezzo? Io me lo sono chiesta tante volte,
non
credere, esattamente come te. Ma poi…»
volgendosi…e
carezzando quel dolce bimbo addormentato «…guardo
mio
figlio…e penso che lui deve ancora iniziare a
vivere…allora lungo i suoi dolci lineamenti i timori
scappano
via…le esitazioni vengono meno e comprendo…che
c’è una sola cosa che posso donare a Benji
sperando che
resti sempre con lui: non è il denaro, non è una
stabile
posizione. Stento a offrirgli persino una famiglia completa. Ma
è la magia…» (canzone: Steps
- If you believe)
Stavolta era Takato a restare colpito…e Rea a guardare il
cielo
«…la magia non la consuma niente, nemmeno la vita
che
scorre…e questa ne è la prova…siamo
tutti qui
Takato…
…solo la magia ci avrebbe potuto condurre a
Digiworld…adulti!...
…riversati reciprocamente in mille altre vite, ma pur sempre
noi! Gli stessi…
…la magia
resiste…non è solo un’illusione dei
cartoni…»
«La
magia…» ripeteva quel ragazzo con i capelli
raccolti sotto
una bandana, e gli occhi che tornavano a velarsi di ricordi, e
dell’emozione dell’azzardo di puntarvi il proprio
futuro…mentre Rea si prendeva Benji addormentato, e se lo
stringeva piena d’amore sotto quel cielo digitale…
…nell’animo di un ragazzo avvolto in un mantello
scuro,
fluivano altre parole «Il
domatore della Luce non era solo…altri due esseri umani lo
accompagnavano nel suo lungo viaggio.»…«…puoi
dirmi di loro…?»…«Sì…
…il primo…
…era una bambina.»…«…una
bambina…» ripeté Henry con un filo di
voce «…il
suo cuore traboccava di speranza e determinazione, e risplendeva di
purezza: come un diamante…avvolto da una culla di foglie
infuocate.»
«…parlami dei loro Digimon…»
«I
Digimon…di costoro…»
accennò il medium, e sullo specchio comparvero due sagome
scure «…erano
così uniti ai ragazzi umani da riuscire a far fluire le
forze degli uni negli altri…» ed
Henry ricordò un’esperienza personale
«La…biodigievoluzione!»
Le
due sagome dal chiaro tratteggio fantastico erano difficili da
definire, ma richiamavano ad una creatura dal lungo manto, il cappuccio
e paio d’ali dai contorni fiammeggianti…
…e un altro essere mitologico e dotato di una grande
elica…
«Il
combattimento fu un accecante teatro di scintille e magie.»…«Dimmi
del terzo…»
«Il terzo
domatore…
…era…»
Ma
si udì un boato. Henry esclamò
«ATTENTO!!!»
gettandosi a terra assieme all’orsetto medium: lo specchio
era
esploso violentemente in mille frammenti. Il MudFrigimon
ansimò
«Lo specchio, si
è…!...infranto!»…«Che
cosa vuol
dire?!...perché si è frantumato proprio mentre
stava per
svelarmi il nome del terzo
domatore…?»…«Non
lo so!...possiamo solo confidare in ciò che ci ha rivelato!
E da
lì tessere una traccia…per andare
avanti…»
Henry si alzò…
…ed avanzò su quel terreno così
antico, chinandosi
a raccogliere con la sua mano gentile quelle schegge che ormai
più nulla potevano rivelare
«…assemblare…la
verità. Per far sgorgare la luce dalle
tenebre…» …avvicinandosi la
scheggia al
cuore...e volgendosi «Potete riportarmi dal vostro capo
villaggio? Dobbiamo elaborare un piano…»
Fu così
che Takato decise di provare a dormire…ed anche Rea si
distese.
Rika aveva
ancora gli occhi aperti…e anche Ryo. E anche Alice,
nonostante
lui fosse accanto a lei.
Suzie aveva un
pensiero a eccitarle il cuore “Mako non si è
sposato!!!” ma la sua Digimon già dormiva.
Ryo pensava
“Domani…da domani inizia l’ultimo
tentativo di
recuperare ciò che non ho più potuto ottenere. Ma
potrò riuscirci, combinato come sono? Rika…me lo
permetterai…?"
“Ryo…da domani doveva iniziare la nostra ultima
occasione:
ma tutto sembra far pensare che sia inutile.”
“Rika, io voglio tentare!”
“Ryo…se non ce la fa un viaggio a Digiworld, cosa
potrà mai più farcela, fra noi?”
“Rika…io non mi arrendo!”
Kazu aveva
calato il cappello sul viso…ma il suo corpo non sembrava
quello
di una persona addormentata.
Chi
dormiva invece era Kenta…con la mano dolcemente
sull’ala
di sua moglie.
Ma per Mitsuo e
Riley…non era di certo il momento per dormire,
bensì per
scalare una roccia con l’agilità di entrambi. E da
lì contemplare il panorama «Ora che ci
penso…mi
sarebbe piaciuto portarti qui per la luna di
miele.»…«Non è mai tardi,
uhmuhmuhm!»
rise lei…
…e
osservarono assieme, più innamorati che mai, il globo
terrestre
«…guarda Riley…tutta la terra ha gli
occhi puntati
per noi…»…«E’
meraviglioso…»
Il piccolo
Hideki era disteso…ma non dormiva e guardava le rocce
“…io quelle rocce rosse le ho
viste…”
Mentre per Jeri
sembrava esser giunto, finalmente, il sonno. Anche per Cindermon. (fine-canzone)
Eppure sulla
terra, dalla cucina ancora accesa di una comune abitazione, filtrava
una luce di pericolo per il quale sarebbe stato bene vegliare
«Insicurezza…
…terrore!» enunciava con gusto una voce femminile,
mentre
disponeva i piatti per i suoi due bambini
«…zizzania…» …per
il suo compiaciuto
marito «Odio!» e poi certo anche per sé.
Senza
scordarsi della ciotola del gatto «Con una cascata
di…
…tanti…croccanti bocconcini di morte! Uhmuhmuhm!
Un
pranzo da leccarsi i baffi, quello che attende di essere pregustato
dall’intera squadra di arditi e coraggiosi Digimon Tamers,
uhm!»
Violetta
si sfregava le mani, tutta sorridente «Loro non conoscono
ancora
le specialità della casa…» infilandosi
i guanti da
cucina e sollevando il pentolone «…gliele faremo
assaggiare noi, vedrete!!! Hanno scelto di loro spontanea
volontà il soggiorno a
Digiworld…»
…iniziando a servire con l’ausilio del mestolo del
cibo
dall’aspetto…abbastanza inquietante che destava
più
di un dubbio negli stessi familiari «…e noi faremo
in modo
che mangino bene e tornino con la pancia piena! Basta mescolare a
dovere…gli ingredienti che vi ho appena enunciato per
sfornare
un pasto che non scordi più!
Iiiih!»…«Che non
scordi più come questo?» indicò Taisho,
e la
piccola e disgustata Mya «Beh, siamo certi quantomeno che non
potremmo dimenticarlo!»…«Zitti! E
mangiate invece di
lamentarvi…» liquidò un tantino
metallica la madre.
«Fosse facile mangiare quello che prepara
mamma…»…«Hai detto qualcosa,
Lotti?!»
…il quale fu ripreso anche dalla sorella «Shhh,
zitto
Lotti! Lo sai che ci tiene al suo orgoglio culinario: ma tanto io ho in
caldo il fatto che sono vegetariana e che tra poco seguirò
una
dieta esclusivamente disposta da
Muskmon!»…«Mya,
guarda che ti sento, tu è inutile che tiri in ballo Muskmon,
devi mangiare punto e basta perché ti devi fare
forte!»…«Ma mamma, io sono
già forte! Basta
che faccio…guarda.»…«NO! Non
lo fare a tavola
guai a chi tira fuori le tecniche
speciali!»…«Ma ci
ho polverizzato un Digimon questo
pomeriggio!»…«Brava, e poi
l’hai
acquisito?»…«No, l’ho fatto
acquisire a
Scratchmon!»…«Ecco, lo vedi
Mya!!» brontolava
Violetta «Tu non fai mai tanto quello che ti dico,
anziché
acquisirli e accrescere la tua potenza li dai al gatto così
ci
diventa ancora più
grassa!»…«…ma
Scratchmon li mangia senza darci il
preavviso…»…«E voi
trattenetela, Lotti,
prendetela per la coda, eh! Che scusa è? Siete i padroni,
lei
è soltanto il gatto…
…che intanto…eccola, la vedi? Scappa senza aver
finito i
croccantini, lascia il cibo a metà, perché le
avete dato
il cattivo esempio!»
«Uff…mammaaa!» brontolò la
bambina «E
se mangia…non ti va bene perché ingrassa, se non
mangia
non ti va bene perché hai la gatta cafona! La
verità
è che sei
incontentabile!»…«Uhmuhmuhm! E
chissà tu da chi avrai preso, cara!»
ribatté la
madre con un risolino venato di competitività. Ma Mya
balzò dalla sedia e puntualizzò «Non
c’entra
questo! Io non mi accontento perché ho pretese ben chiare
sulla
MIA VITA, su cose su cui posso decidere solo IO e che ho tutto il
diritto di esigere: non sul mangiare del gaaattooo!» con
espressione di schifato disprezzo, mentre la madre predicava con
petulante vocetta «Intanto moderiamo i termini, e moderiamo
pure
il tono visto che ci stiamo, e se ci scappa pure i concetti visto che
ancora sei piccola e per il momento fai quello che ti diciamo noi
genitori!»…«IO PICCOLA, MAMMA???!!! M-Ma
tu mi
terresti CHIUSA e SOFFOCATA dentro casa fino al compimento dei miei
NOVANT’ANNI, io invece voglio godermi la mia giovinezza:
voglio
seguire una dieta e diventare una Digimon magra e seducente,
ah!»
scrollandosi i lunghi capelli simili a seta, mutando così
nella
sua controparte aliena «Voglio iscrivermi a un concorso di
bellezza di Digiworld e vincere il primo premio sotto gli occhi di
mille mostriciattole invidiose, per cui che ti piaccia o no io quella
robba lì schifosa che mi hai messo nel piatto NON LA
MANGIO!» (rovesciandola nel piatto del rattristato fratello)
«Mya!!»…«Ufomon,
mamma!»…«E
vabbé, tanto è uguale!! Sempre scorbutica,
polemica e
impertinente sei, come ti chiamo ti chiamo! Guarda che io mi ammazzo
tutto il giorno per darvi da mangiare roba nutriente, che vi faccia
crescere robusti e possa accrescere il vostro potere, e voi invece che
ringraziare protestate incessantemente, ma vi vorrei proprio vedere
soli, sperduti, se non ci fossi io ad occuparmi di
voi!»…«Veramente…ehmmmmmm…se
posso
permettermi, i bambini hanno le loro ragioni.» intervenne il
biondo uomo «Eh! Eh…eccolo, non mi stupisco, ti
pare? Ha
parlato la voce della saggezza, figurati! Mai una parola
d’appoggio da te, eh?»…«Ma
Violettina abbi
pazienza tu ci tieni segregati qui, alle tue dipendenze, servendoci del
cibo sul quale ho più di una riserva,
e…e…per
giunta finora ci hai promesso e ripromesso molte cose ma ad oggi non
è ancora arrivato niente di tutto quel bel
malloppo!»…«Eh! Chissà poi
perché,
Taisho!»
…ma lui
si trasformò «…Sandmon,
prego.»…«Vabbé, è
uguale pure per te
tanto il discorso è ben chiaro! Chi è che si
è
fatto scappare la principessa di Digiworld, suo padre e il sovrano
prescelto? Tu, nonostante tutto il tuo grande esercito! A chi
è
che è sfuggito Henry dalle grinfie tanto che ora ce lo
dobbiamo
cercare in lungo e in largo? A voi, bambini, quindi non fate tanto i
gradassi, tutti e tre!»
…Lotti
mollò il cucchiaio, e mutando in Gravemon si strinse agli
altri
familiari…
«Se non ci
fossi io a indirizzare il vostro operato qui tutto andrebbe a rotoli,
è esattamente come questa casa…guarda! Se io non
pulisco
qui non si fanno da sole le faccende, poi un giorno si rompe una cosa,
nessuno l’aggiusta…ed è sempre la
stessa storia, e
io mi sono pure un po’ stufata!» iniziando a
spruzzare qua
e là un prodotto per rimuovere le incrostazioni sulle
pareti…
…dando
l’occasione ai familiari di confabulare «Non temete
bambini, sapete com’è fatta la mamma, brontola
sempre ma
io vi capisco alla perfezione: anche a me non entusiasma tutto il suo
grande progetto, e per tale motivo, vi comunico che faremo a modo
nostro! Ptsss, venite qua voglio farvi ascoltare: ho un piano che ci
garantirà prestissimo potenza e
successo!»…«Taisho!!» si volse
lei di
scatto…e lui ingrandì i suoi occhi facendo
eloquente
cenno per dire “ne parliamo dopo” «M-Ma
guarda un
po’ tu confabuli tra di loro anziché dare manforte
alle
mie ragioni!»…«M-Ma stai scherzando
Violettina ci
mancherebbe: stavo proprio dicendo a questi due pelandroni che non mi
è andata giù neanche un po’ questa
storia del
prigioniero che è andato perso e se si continua
così, ahhh io mi sono messo d’accordo
con un Digimon
generale molto severo che gestisce un
riformatorio!»…«Sì
sì, proprio! Ti ci
vorrebbe per te, il riformatorio! M-Ma…LOTTI, guarda, hai
lasciato tutto!! Guarda che adesso mi arrabbio
davvero!!»…«Scratchmooon,
difendimiii…»
invocò il ragazzino, ma sua sorella di nuovo
strattonò la
sedia «Adesso basta, mamma!! Te l’ho detto con le
buone
prima!!» (con sguardo dubbioso fra padre e figlio riguardo
alle
“buone”) «Tu non puoi pretendere di
comandarci a
bacchetta, noi abbiamo una volontà e delle ambizioni che tu
non
sai nemmeno!! Se lo sapessi non ci metteresti roba come quella nei
piatti, sembra il vomito di
Scratchmon!!»…«Taisho
per favore le dici qualcosa, no ma dico la senti come parla tua
figlia?!» ma Ufomon sbraitò
«PAPA’ NON TI
AZZARDARE NEANCHE CE NE HO ANCHE PER TE! Mamma guarda che ti sia ben
chiaro: ormai io sono grande, non sono più una bambina e ho
l’esigenza di fare la modella digitale, per cui devo fare una
dieta vegetariana prescritta da Muskmon e né tu
né nessun
altro mi farete rinunciare al mio sogno! Capito?! Vieni Scratchmon,
andiamo in camera mia VIENI SCRATCHMON! CHE DIAVOLO TI ARROTI LE
UNGHIE?! GUARDA CHE DEVI FARE LA DIETA ANCHE TU, SEI TROPPO GRASSA SE
VUOI ESSERE LA MIA GATTA!»
«Pfff…eccola, senti! Figurati lei
“è
cresciuta”, lei “è grande”!
Sì,
proprio: voglio vedere quando avrai bisogno di qualcosa chi verrai a
cercare!!!» le strillò la madre alle spalle. Ma la
bambina
digitale sbucò, definendo con sguardo invalicabile
«SCRATCHMON…il mio credo è soltanto
lei!»
sbattendo la porta della cucina. Mentre Gravemon si gettava ad
abbracciare suo padre con affetto e intensità, Sandmon gli
spettinava i capelli «Piccolo furfantello del suo
papà,
andiamo dai non c’è motivo di spaventarsi di cose
del
genere: baruffe fra
donne!»…«…io
voglio…diventare un generale e non mangiare più
schifezze…»…«Sarai
la…copia del tuo
papà, e circa la seconda cosa ti prometto che accenderemo un
cero…»
…quanto
avvenuto tuttavia spingeva Violetta a riflettere, col mestolo tra le
braccia “E’ molto strano, tuttavia ormai
è
innegabile: hanno sviluppato ambizioni proprie e istinto di ribellione!
Eppure io mi ero premurata di escludere ogni traccia di
umanità
quanto ho creato questi Digimon affinché mi tenessero
compagnia
e mi dessero una mano…”
…la giovane
donna si volse per qualche istante verso quel padre e quel figlio che
si rimettevano in riga come soldatini, ma appena lei si girava
riprendevano a giocare in modo
complice…”Dev’essere
a causa del fatto che per attuare il piano li ho dovuti tenere a
contatto con gli umani: Sandmon, Ufomon e Gravemon sono dovuti
diventare Taisho Yusaki e i piccoli Mya e Lotti…era
indispensabile per tenere la terra sotto controllo! Questo
però
ha fatto sì che loro acquisissero i difetti peggiori degli
esseri umani…
…gli umani sono una razza abietta!!!...”
meditò stringendo con rabbia un bicchiere fino a creparlo
“Meritano la distruzione totale per mano di Digimon perfetti
e
immacolati com’erano loro prima di corrompersi a causa del
contatto!”
Sandmon e Gravemon seguitavano a giocherellare «Adesso ti
prendo!»…«Nooo...ahahah!»…«E
ti
concio per le feste, non credere!» proprio come un padre e un
figlio terrestri, nonostante il loro aspetto bizzarro…
…ma a lei quel suono sembrava dare fastidio
“Gravemon
predilige il padre e mostra istinti di pietà. Ufomon
è
ribelle e antepone se stessa a tutti. E Sandmon…”
scrutandolo con una coda dell’occhio sottile di diffidenza
“…di Sandmon non mi fido, si finge buono e
obbediente ma
secondo me alla prima occasione potrebbe tradirmi!”
Il
guerriero di sabbia bisbigliava all’orecchio del figlio
«Ptsss, allora Lotti stammi a sentire: i ragazzi terrestri
sono
arrivati a Digiworld, dovete…tender loro un agguato!
Sì
sì, come avevate programmato di fare, tu e tua sorella
dovete
tender loro un agguato, ci sono alcune cose che voglio accertare, tu
intanto fidati di me! EHM EHM!...Lotti, allora! Come sta andando
scuola?! Mi giunge voce che non ti stai impegnando a dovere: molto
male!»
“Mmm, non riesco…a stare tranquilla!!”
meditava
quella donna pulendo il bicchiere con un po’ troppa
intensità, facendo strattonare la pezzetta “Ma
come tutte
le creature umane avranno un prezzo e possono essere prese per la gola:
se sarò io a realizzare i loro sogni mi saranno grati a
vita, e
se trionferemo…gli umani cesseranno di esistere, lasciando
campo
libero alla completa attuazione del mio piano che riporterà
queste creature alla purezza originaria. Non c’è
dubbio…”
…mentre i
suoi occhi luccicavano astuti tra quei giochi innocenti di padre e
figlio digitali…
“…debbo sbrigarmi a liquidare quei ragazzi, e a
restituire
alla terra e a Digiworld la perfezione da tempo perduta! Per fare
questo dobbiamo assolutamente arrivare prima noi di loro ad
Henry…ed estrarre una volta per tutte il suo Cuore digitale
maturo!...
…solo con la sua energia, fusa col potere della Sfera
regale…sarà possibile arrivare al vero
generatore…
…e una volta fatto questo…
…a quel punto…
…!!!” «Ops! Accidenti, vedete? Per il
nervoso ho
fatto scontrare due bicchieri e si sono
rotti!»…«Ti
sei tagliata, mogliettina mia?»…«No no,
tutto a
posto! Uhm!» sorrise lei, succhiandosi il dito in
quell’idillio domestico fra schiuma e graziosi magneti sul
frigo.
«Ohhh…» era il gemito di una creatura
anziana e
stanca nel suo letto, ma la mano di un giovane che indossava un
orologio moderno e di marca si tese a scaldare la sua
«Abbiamo
ascoltato le parole dello specchio…ci ha
parlato…del
Regno abbandonato…
…e
anche dei tre domatori del passato occulto, ma non ha terminato la
storia.»…«Devi…riflettere
giovane
umano…t-tutti voi…
…terrestri
dovete!»…«…glielo
prometto…» Henry si inginocchiò presso
il suo letto
«Le prometto che farò del mio meglio per
ricomporre la
leggenda e capire come far fronte alla minaccia: non
permetterò
alla forza che ha fatto perdere il colore alle rocce di far sfumare
tutto Digiworld, è un mondo a cui tengo troppo…
…è la mia…seconda
casa…» socchiudendo
i suoi grandi occhi grigiastri «…e voglio che un
giorno
mio figlio Benji specchi i suoi occhi in un sole fatto di
dati…
…non con questo significa che illumini di
meno…»…«…la tua
mano…guiderà il tuo bambino anche se a
distanza…»…«…lo
spero…
…Benji piccolo mio fatti coraggio! Ti porto nel
cuore…» …il cuore di Henry
ancora tornava
talvolta ad emettere quella tiepida e confortevole luce…
…ma
c’era qualcuno, da qualche parte, che insudiciava delle
scarpe
nuove ed eleganti in un cunicolo umido e maleodorante di
rifiuti…
…il suo passo era stanco e intriso di solitudine…
…e
non vi erano raggi a poter filtrare fra quelle fognature,
perché
in città era notte fonda…egli appoggiava la sua
mano alla
gelida parete, ed enunciava con voce flebile «…tu
offri
loro una mano…e loro ti staccano il braccio: sono come un
orsacchiotto di peluche…
…mutilato…»
…sfilandosi lentamente la
cravatta…e lasciandola cadere con noncuranza fra i molto
interessati topi, in un tripudio di squittii…
…mentre
c’era una mano da uomo, in un altro luogo, che con dolcezza
scorreva sul velo nero di una ragazza inginocchiata, che pregava
racchiusa in un profondo raccoglimento «Ti prego
Signore…proteggi Mako, ovunque sia…aiutalo a
farsi una
ragione di quello che gli è accaduto. E proteggi Beelzemon,
nel
suo mondo! Fa che neanche una scintilla digitale possa
scalfirlo…»
«Figlia mia ti
scongiuuuro…va a riposarti, sei stremata anche
tu!»
implorava il signor Ayami, con quelle lacrime agli occhi che sembravano
destinate a non abbandonarlo mai «…c-con tutto
quello che
abbiamo già passato se anche tu ti sentirai male cooome
faremo…?» …ma la mano di sua figlia si
distolse dal
crocifisso che stringeva…e raccolse amorevolmente la sua,
senza
volgersi, ma facendo comunque un sorriso «Temi senza motivo,
papà…perché io…sto bene.
Non ti mento.
L’averti finalmente ritrovato, quando credevo…di
averti
perduto. Quando pensavo ce l’avessi con me…
…mi
ripaga di tutto…e mi conferisce una forza
sconfinata…»…«…p-piccola
Akemi!...» lui non smetteva di carezzarla
«…b-bambina mia, tu non mi hai mai perduto! Io
neanche se
mi passassero sopra con un carro armato potrei smettere di volerti
bene, però, però!...le tue forze non sono
sconfinate!!!»
Ma lei di questo non sembrava preoccuparsi…
«Sono
molto…molto poche invece tesoro, e devi
risparmiarle!»…«…papà…
…ti sono
grata…ma non posso ascoltarti. Tu dimentichi che io
sono…una Digimon
Tamer…»…«Eh?»…«…sono
una sorella…
…e
sono una suora. Ma tutte e tre queste strade implicano una cosa:
battaglie. E io ora sto combattendo…sì!...sto
combattendo…
…in
un mondo…magico, al fianco delle persone che più
amo…
…è-è inconfondibile!»
…sorrideva lei
di vera beatitudine, nel silenzio di quella cappella avvolta dalla
quieta luce delle candele, sorprendendo suo padre…
«…avverto il respiro…
…del mondo digitale…sono con lui
ora…anche se non
mi vede…
…io sono a Digiworld…» intrecciando le
sue dita
nella corda che componeva il crocifisso…
…mentre Beelzemon distendeva il suo capo sulla roccia
argentea,
e dormiva vegliato dalle stelle e dal globo…
«…c’è
lui…c’è mio
fratello Mako…
…e c’è anche
Dio…»…«…Dio…?
A Digiworld,
tesoro…?»…«…Dio
è ovunque vi
siano affetti. Ovunque vi sia famiglia…
…Lui è lì…
…Lui guiderà la luce del mio Digivice in
battaglia…
…Dio è il mio
Digivice…eccolo…ha forma di
Croce…» …intrecciando le dita
alla corda del
crocifisso… «…e brilla della luce che
segna il
cammino e fa ritrovare chi si è disperso…
…non darti pena per me, papà…
…questa è la mia via…lo è
diventata dieci
anni fa…e forse lo era ancora da prima…da
sempre…
…e per sempre…» in un sussurro
«…per
tutta la vita…»
Il padre le baciò dolcemente il capo velato
«…mio
tesoro.» …comprendendo che era suo
desiderio che la
lasciasse in quel raccoglimento…sicché scelse di
dirigersi da quell’uomo che era rimasto solo, curvo nella sua
rabbia, con gli occhi iniettati d’odio, seduto sulle panche
di
quella cappella che non aveva mai lasciato
«…andiamo…ho provato a convincere mia
figlia ma con
lei non c’è chance, è una
suora…dice
giustamente, ma in testa a lei non vedo nessun velo, signor Katou.
Andiamo la accompagno, lei è ospite a casa mia.»
tendendogli la mano, ma Hajime Katou la respinse seccamente
«No.
Lei non deve toccarmi. E’ colpa vostra. E’ soltanto
colpa
vostra se mia figlia è sparita, colpa di tutti
voi…» …aggrappando la sua
mano infuriata al
legno della panca «…e di quella creatura che avete
cresciuto e imboccato dentro casa vostra, prima che diventasse un
mostro!!...e rapisse la mia
Jeri.»…«Ahhhhhh...
…Padre
perdonalo ti prego perché non sa quello che
dice…»…«Cosa?! Mi prende
anche in
giro?!»…«E-E-Eh, io?! Non deve
prendersela a
male!»…«Recita giaculatorie per
prendersi gioco del
mio dolore?!»…«E-Ehm,
veramente…io cercavo
soltanto di comportarmi come un degno ospite di questo Sacro luogo! Io
non è che vorrei dire però qui fra me e lei se
proprio
c’è qualcuno che ha qualche peccatuccio ancora da
confessare è lei, io con mia figlia ho appena
chiarito!»
…sedendoglisi accanto «Io con la mia non posso!!
Quel
mostro l’ha
rapita…»…«…innanzitutto
piano con le
parole perché pur sempre si tratta di un membro della mia
famiglia.»…«Uhmf!!!»…«Punto
numero dueee (!) …anche mio figlio Mako è sparito
non
sappiamo dove sia andato da quando ha approfittato della confusione per
dileguarsi fra tutti gli
invitati.»…«Quel ragazzo
è soltanto un
pusillanime!»…«Perché?»
chiedeva Ayami
con una certa spigliata tranquillità
«Perché ha
preso un fugone da maratoneta quando io suo padre gli sono riapparso
davanti come miracolato quando lei, LEI con la complicità di
sua
figlia gli aveva fatto intendere che me la godessi
all’ospedale?
Perché, perché non è riuscito a
sopportare la
vista di una folla di invitati quando lo stesso padre
misericordiosamente riapparso gli ha detto “attento,
figliolo: la
ragazza è per interesse che ti sposa”!»
Il padre di
Jeri picchiò un pugno sulla panca, ma l’altro gli
fece
«Perché si arrabbia, è la
verità! Io
nonostante questo cerco di essere gentile ed invitarla a casa mia
perché in fondo come posso spiegarle in un certo
senso…»…«Le faccio
pena?!»…«E-Eh beh, faccia un
po’ lei! Eh!...io
sto cercando di redimermi dai miei errori comportandomi come
l’Altissimo insegna: e magari provando a perdonare chi
sbaglia,
perché in fondo capisco…che siamo padri sia io
che lei, e
al di là di tutto si soffre sempre per i
figli…specie
quando cominciano a diventare grandi...e a andare incontro alla
vita…» …sfumando il tono della sua
voce, ma
l’altro uomo sembrava sprezzante e poco voglioso di
ascoltare… «Però lei non è
che mi dà
poi tutto questo aiuto! L’ho sentita forse pronunciare quelle
paroline magiche, del tipo “…signor Ayami sono
pentito, e
mi dispiace tanto di aver cercato di incastrare lei e suo
figlio”? Nnn...no, se non sono sordo…direi proprio
che non
è giunto al mio
orecchio!»…«Lei non
può sapere qual è stata la mia storia. La nostra
storia!
Mia moglie…mi ha lasciato quando Jeri era ancora una
bambina…»…«…questo
lo so. Me
l’aveva raccontato.»…«Uhmf!!
Ma poi sono
rimasto solo una seconda
volta!»…«Però la
signora non è morta.»…«E
questo cosa
importa?! Che cosa cambia?! Il risultato…è lo
stesso
vuoto…»…«…mi
creda: c’è
una bella differenza fra la morte e l’abbandono,
quest’ultimo si può sanare, col chiarimento! Alla
prima
invece non c’è rimedio…anche se mi
auguro che non
debba provarlo mai, o meglio…che non dobbiate provarlo
più. Perché lei e sua figlia ci siete
già
passati.»…«Io credevo…che
sarebbe stato
diverso, che crescere due figli non si sarebbe rivelato tanto
difficile! Forse lei non lo sa…ma Jeri ha un
fratellastro.»…«Mio figlio me
l’aveva detto.
Lui con me parla di tutto. Ahhh…eccetto del dolore che ora
l’ha spinto a fuggire…Mako…
…se solo
mi avessi dato la possibilità di spiegare. Se solo mi
permettessi di tenerti stretto, come un bambino nel
temporale…e
raccontarti le favole, come quando eri piccolo, parlarti del tuo
Digimon…ma ora tu non vuoi sentir parlare del tuo Digimon,
sei
in collera con lui per averti portato via la tua fidanzata. O forse sei
in collera più che altro con te stesso…ma
sì,
credo che dopo tutto tu sia in collera con te, che ti consideri un
rammolito per aver ceduto ad un inganno! Che tu ti senta solo,
abbandonato da tutti…e che non resti più niente,
nessuna
speranza! Oh povero Mako…avrei voluto un futuro diverso per
te
amore mio…
…ma
a volte…ci sono sofferenze che bisogna
accettare…»
«Mi
domando…cosa ci sia che io devo accettare, ancora. Forse
l’abbandono di mia moglie, forse la mia malattia, non lo sa?
Ho
un brutto male al cuore, forse…
…il rapimento di mia figlia…il fatto che sia
scappata con
una creatura che io non conosco…e assieme a un ragazzo che
invece conosco…ma che non mi stima. Pensa le cose peggiori
di me
e me l’ha detto in faccia, Jeri…
…si lascerà convincere dalle sue parole, lui le
insegnerà a
odiarmi.»…«…non potrebbe
mai farlo, perché Beelzemon glielo
impedirebbe.»…«Cosa
dice?!»…«…è
così, quello che
lei chiama “mostro” in realtà
è un bravo
figliolo, è solo che ha un paio di ali nere e per questo
tutti
lo considerano un poco di buono. Ma non si può giudicare
dall’apparenza…»…«…io
giudico
dai risultati…
…da ciò che mi resta in mano. Niente,
soltanto…briciole, e amarezza. Ora ho perso entrambi i miei
figli…è impossibile
ricominciare.»…«C’è
sempre una
possibilità per ricominciare. Mi dia retta, venga a casa con
me
e rimettiamo assieme i nostri pezzi. Mia figlia è
malata!!»…«Ah?» mentre lo
tirava su a forza,
sostenendolo per il braccio «Non lo sa? Akemi sta male, si
faccia
forza lei, che sua figlia se ha la forza di sopportare un viaggio come
quello sicuramente vuol dire che è in buona salute mentre la
mia!...» chinando il capo tristemente…
…e volgendo assieme all’altro padre lo sguardo ad
Akemi,
inginocchiata in solitudine dinanzi all’altare…
«…può solo accontentarsi di visitare
Digiworld in
preghiera. Ma a lei sembra che basti
così…»
Akemi infatti sembrava tessere un sorriso di
serenità…
«Quello che mi preoccupa è mio figlio…
…cosa darei per sapere dov’è ora e per
poterlo
aiutare…
…per me è ancora un bambino…
…e-e temo il freddo e la notte, per lui!»
pronunciò
quel padre con una punta di strazio, aggiungendo
«…specie
ora…che non c’è il suo
Digimon…a
proteggerlo…» …mentre gli occhi
infossati di Hajime
Katou si adagiavano assorti su di lui…
«Beelzemon mi ha tradito…
…!!» scandì Mako tra i denti, mentre
avanzava in
quel cunicolo «…io gli avevo
affidato…t-tutto di
me! La mia fiducia…le mie insicurezze, i miei sentimenti, la
mia
vita e lui mi ha portato via la sola ragazza che amavo!!! Lasciandomi
qui, confinato sulla terra…MENTRE LUI E’ PARTITO
PER
DIGIWORLD CON LEI!!» picchiando sul muro con rabbia
«Si
è portato via il mio Digivice, dopo dieci anni che sognavo
di
usarlo ora lo usa Jeri!! JERI…» stringendo un
pugno di
rabbia «Mi ha tradito anche lei…
…i-io la amavo…e lei voleva sposarmi solo per
interesse,
mi ha raccontato un mucchio di bugie!! Tutti mi hanno raccontato un
mucchio di bugieee!! Papà, Akemi…A-Akemi
io…non
sapevo che fosse innamorata di Beelzemon, papà
sì…sapeva che si era ritirata in convento per
lui, quando
io credevo che l’avesse fatto esclusivamente per vocazione!
Nessuno si è fidato di me, sono forse…un
bambino…così cattivo? H-Ho rimediato solo un
braccio di
quell’orsacchiotto…mentre a loro è
rimasto il
resto.» pronunciava quello sposo infangato e sporco, mentre
le
sue mani scorrevano tra i capelli…
…e
Beelzemon a Digiworld si rigirava nel sonno
«…no…
…no! Mako, Akemi!...
…Mako…»
…rivedendoli litigarsi
l’orsacchiotto…
«La
fiducia non esiste…» mormorava quel ragazzo dai
capelli
rossi «Ogni legame d’affetto è soltanto
un’illusione, che i cartoni ti mettono in testa…
…!!...in realtà la vita è
tradimento…e
menzogna…» avanzando…fino a scivolare
seduto,
ripiegato nel suo dolore «Io ho creduto alla luce dei
Digivice e
dell’amicizia…e-e sono stato tradito!!!»
fissandosi
sgomento i palmi delle mani…
…mentre una moltitudine di voci echeggiava nel sonno turbato
del
Digimon…
“Purtroppo
è così. Akemi è condannata. Lei
è
affetta…da un male osseo estremamente grave che la
condurrà alla paralisi graduale…
…e-e poi alla morte.”
«…noo...A-Akemiii!!» si faceva
più straziante
il suo gemito, mentre nei sogni confusi rivedeva se stesso tenere per
il bavero il padre dei gemelli, che gli gridava “è colpa tua se ci
troviamo in questa situazione!!! E’ COLPA TUA!!!”
«Ahh!...ahhh!!» …ma lo
scenario si dissolveva
sostituendosi ad un altro, che mostrava lui stesso piccolo, con
l’aspetto di Impmon…accovacciato in un tunnel buio
e
ricolmo di rifiuti, attanagliato da pensieri e dubbi: ad un tratto
però alla sua immagine si sostituiva quella di Mako ragazzo
«…no…Mako…che ci fai
lì al posto
mio?! Ahh…!»
…così simile nella sua frustrazione interiore a
quel
piccolo Digimon di dieci anni prima, tanto da accovacciarsi nelle
stesse posizioni…
All’improvviso un Digimon dalle sembianze canine, simile ad
un
animale mitologico dallo sguardo granitico come una sentenza.
“Il
Supremo è disposto a concederti parte della sua immensa
forza
per farti digievolvere: ma c’è un patto che devi
rispettare. Devi stabilire un preciso accordo con lui.”
Un folletto piccolo e scuro era al suo cospetto…
“Stai parlando
di…Guilmon e della sua combriccola?!...
…ho capito! Tu vuoi che li distrugga! Sarebbe questo
l’accordo, vero?! Farli sparire dalla circolazione una volta
per
tutte!”
«No!...nooo, un’altra volta no!!...mi rifiuto:
Caturamon…
…c-che cosa vuoi?!...» mormorò con
rabbia, nel
sonno «Sparisci o giuro che ti ucciderò, e-e poi
ti
acquisirò!!...n-non accetterò mai più
il tuo
patto, che ci fai lì, LASCIA STARE IL MIO
BAMBINO!!»
E tanto
forte gridò che di colpo sveglio Jeri
«Oh!»
“Se questa
è l’unica maniera per diventare più
forte, se il mio desiderio sarà esaudito…”
aveva affermato Impmon “…sono
disposto a tutto, anche a sottoscrivere un simile accordo!!”
…ma al
suo dito puntato con decisione e avvolto da un guantino
rosso…si
sovrappose una mano umana…
…a
quel punto Beelzemon aprì i suoi tre occhi
«N-N-No!! MAKO
NON FARE I MIEI STESSI ERRORIII!!!» per poi realizzare di
essere
a Digiworld, nella notte, mentre tutti (tranne la ragazza in abito da
sposa, che lo scrutava) dormivano stremati dal viaggio dimensionale: lo
sguardo del Digimon alato si fece stanco e malinconico, e mosse un
passo sulla terra argentea…
…ora era Mako, nel buio del tunnel, a stringersi le braccia
e
tremare di freddo e di dolore «Sono solo…!...
…sono completamente solo, non mi è rimasto
nessuno!»
Posizione che
acquistò il suo Digimon, ma con più
incertezza…come se non vi fosse reale freddo, ma nutrisse il
dubbio di doverlo percepire internamente. Beelzemon si era arrampicato
su una roccia, e da lì smarriva gli occhi tra la distesa e
il
globo terrestre…
«Specie di
luna…» accennò
«…perché il
passato è una morsa tanto spietata…?
Perché vi
deve sgorgare tanta sofferenza? Sembra…un infinito fiume di
sangue che non vuole cessare di scorrere. Dobbiamo tutti pagare
forse…per aver carezzato solo un’illusione di
felicità?» …ma udì
dei passi alle sue
spalle, e poco dopo comparve una bella ragazza vestita da sposa e dallo
sguardo assorto, che gli chiese «Anche tu avverti il passato
come
un’ombra…dalla quale non si può
fuggire?»…«Oh?
Jeri…»
Lei avanzava,
non lo guardava negli occhi ma piuttosto smarriva il suo sguardo nel
panorama cristallineo, passandosi la mano tra i lunghi capelli
«Non riuscivi a dormire?»…«Mi
ero
addormentata…ma mi sono svegliata sentendoti fare i nomi dei
tuoi domatori, Akemi e Mako.»
Il Digimon
chinò il capo…e la ragazza domandò
senza voltarsi
«Anche fra voi c’è qualcosa che non vi
rende felici?
Pensavo che…da quando li avevi ritrovati andasse tutto bene.
Che
aveste riscoperto l’antica intesa, voi che
potete.»…«…non è
così facile
come pensi tu, Jeri…
…ci sono molte cose…che
impediscono…anche quando
ci si ritrova, di recuperare la serenità di un
tempo.»
La
ragazza a quel punto si volse, con sguardo di dubbio
«Non
vi capisco…
…se
avete ora, nel presente, la possibilità per stare insieme
cosa
mai potrebbe esserci a dividervi? O forse…rimpiangi il fatto
di
non averlo condotto a Digiworld con te? Mi riferisco a
Mako…»…«Oh? Mako…
…da
un lato mi fa paura il pensiero di lui in un
mondo…pericoloso
come Digiworld. Pieno di Digimon insidiosi…che potrebbero
cercare di ingannarlo: lo dico…per esperienza
personale.»…«…perché…una
volta
arrivato in convento non hai preso lui con te, anziché
me?» …e a quella domanda lo
guardò negli
occhi con intensità, Beelzemon avanzò
«Sai? Non so
dirtelo con esattezza…però…ho sentito
che non
potevo fare in modo di venire a Digiworld…senza di te,
Jeri.» …fino a superarla, e a darle le spalle, sul
ciglio
della roccia. Jeri ne seguiva con attenzione ogni movimento
«Dovevo…proseguire qualcosa che ho lasciato a
metà
molti anni fa.» ammise il Digimon stringendo un pungo di
decisione «E con Akemi e Mako?...anche con loro hai un
irrisolto
da tanto tempo…
…non sono mai stati realmente i tuoi domatori, sebbene fra
voi
fosse apparso un Digivice. Però…qui con te ci
sono io,
adesso…»…«Non credere
Jeri…non avrei
potuto condurli qui, anche se avessi
voluto.»…«Perché Akemi
è una
suora?»…«…non
soltanto…
…lei…non potrebbe…resistere in un
mondo come
questo. E’ troppo debole, fragile…il suo fisico
non
reggerebbe lo sforzo.»…«…tu
pensi che Akemi
sia troppo debole fisicamente…e Mako
psicologicamente…
…per sostenere una battaglia a Digiworld però non
hai
avuto remora a condurmi qui. Spiegami…» avanzando
verso di
lui «…è forse perché ritieni
che io possa
avere una tempra fisica più resistente e mi vedi
maggiormente
immune ai raggiri dei Digimon? E’…per
questo…che
fra me e i tuoi due domatori storici hai scelto proprio
me?»…«…o-oh…
…dimentichi un ulteriore particolare: il Digivice del
futuro…» …e quel solo nome li
indusse
entrambi a riflettere, mentre la ragazza estraeva il congegno con la
ruota dentata, affinché la tenue luce filtrante dal globo lo
sfiorasse «…nonostante il mio legame con Akemi e
Mako ha
ultimato la sua trasformazione…soltanto grazie a te. In quel
momento in cui ho cercato di salvarti…»
«…volevi…salvarmi davvero?»
chiese
Jeri…e ricordò il momento di
quell’improvviso
crollo delle impalcature in città
«…oppure hai
agito d’istinto, senza
pensare?»…«…Jeri:
perché hai tutti
questi dubbi?» domandò il Digimon ponendole le
mani sulle
spalle, ma la ragazza replicò «…la
nostra è
una storia strana, Beelzemon…non puoi negare che siamo una
coppia diversa rispetto a tutte quelle che nascono e ci sono sempre
state fra Digimon e domatore: io ero la Digimon Tamer di
Leomon…e tu il Digimon di Akemi e Mako. Poi questa ambigua e
incomprensibile magia del futuro…ha imbrogliato le carte, ed
io
sono divenuta la tua Digimon Tamer, e tu il mio Digimon…
…la domatrice…di colui che ha ucciso il mio primo
Digimon…capisci? E’ assurdo! Non posso fare a meno
di
avere dubbi! Siamo qui, in un mondo che è diventato il
doppio
più insidioso di dieci anni fa!» additando il
cielo
stellato «Come potrebbe mai andare un viaggio simile per una
squadra come quella fra noi due?! C’è il passato
di mezzo,
sono accadute troppe cose, è impossibile! Qualsiasi ideale
di
sintonia…» …scostandosi amaramente i
capelli dalla
fronte «…è soltanto una bieca chimera.
Noi due non
potremmo mai andare veramente d’accordo, lo
capisci?»…«Io penso…
…che se lo vogliamo…» accennava
Beelzemon con
spontanea semplicità «…che se entrambi
desideriamo
salvare Digiworld Jeri…
…la nostra volontà…può
guidarci.»…«Ahhh!...
…ma è ridicolo!...
…tu prima quando eravamo bloccati in strada hai detto di
iniziare a comprendere…» smarrendo i suoi occhi
verso il
cielo «…i meccanismi nascosti dietro la
trasformazione del
futuro. Che cosa intendevi? Non capisco le tue
parole…»
A quel
punto Beelzemon trovò il coraggio per avanzare verso di lei
ed
il ciglio della roccia «…in un certo
senso…
…entrambi noi Jeri di fronte alla sensazione di
inadeguatezza e
al pensiero di una crescita di solitudine…abbiamo
sottoscritto
dei
patti…»…«Oh?»…«…provando
con essi a vedere se per caso saremmo riusciti a divenire
più
forti, come bramavamo. Ed entrambi…
…abbiamo miseramente fallito, e ci siamo fatti il vuoto
attorno.
Non pensi che già questi siano due buoni punti in comune da
cui
partire?»…«…dunque alla base
della nostra
intesa ci sarebbe…un fallimento?! Si può forse
edificare
qualcosa da una simile realtà?! Potrebbe
mai…»
accennò la ragazza con sguardo scettico
«…essere la
base…per una
vittoria?!»…«…chi
può
dirlo.»…«Oh?»…«…a
volte
dagli errori…
…si può imparare. Sono passati tanti anni
e…
…ti assicuro che me ne sono successe di tutti i colori. Ho
fatto
delle scoperte…che hanno completamente ribaltato la mia
vita…» …mentre sul suo viso corazzato
si specchiava
il riflesso dei tasselli luminosi del globo «…e
tuttora
è tutto un garbuglio per me, non riesco a capire minimamente
il
senso delle cose però…
…ci
credo ancora. Forse…» rivolgendole la coda
dell’occhio «…la collaborazione fra me e
te, per
quanto strana…e assurda possa sembrare potrebbe rivelarsi il
trampolino di lancio…per iniziare a capire…
…a far luce…nelle tenebre…
…non credi anche tu…piccola Jeri?»
Ma lei lo risentì da un’altra voce “Piccola Jeri…”
…e
osservando il Digimon di spalle, nella sua malinconica contemplazione
della notte…rivide sovrapporsi alla sua sagoma quella del
possente leone digitale “Leomon…
…potrei mai sostituirti proprio con lui? Mi è
successo
quello…che non avrei mai creduto possibile fino a poco tempo
fa:
sono di nuovo a Digiworld…
…con Beelzemon! Fra le mie mani…stringo un
Digivice con
cui debbo indirizzarlo, posso potenziarlo. Posso sfregarvi
all’interno le carte…
…per modificare l’assetto da guerra…di
Beelzemon,
quello stesso assetto da guerra che ha decretato la tua
fine!!” rivolgendo sguardo appenato al cielo
“Io! Io
dovrei farlo…? Mi sembra una beffa del destino…mi
sento
un pesce fuor d’acqua ed ho paura, temo che tutto questo
possa
essere solo il preludio ad un nuovo fallimento…ancora
più
grande di quello passato. Ed io…temo i
fallimenti…che si
possono collezionare in questo mondo. Scavano profondi…come
tunnel che bucassero queste rocce, fino alla completa disgregazione
dello scenario! E un Digimon di cui non ti fidi…è
come un
abito da sposa per un mondo impervio: scomodo, non ti permette di
attraversarlo!” …scorrendosi le mani con
fastidio in
quel pregiato abito bianco già sporco di terra e consumato,
per
poi volgersi verso il suo Digimon “…con simile
alleato al
tuo fianco, rischi soltanto di scivolare.”
«Oh?!»
…e stava per sbilanciare realmente all’indietro,
ma
recuperò equilibrio «Fa attenzione, Jeri.
L’abito
che indossi…non è indicato per un viaggio del
genere.
Forse è meglio che ti fai prestare da Rika e dalle altre
qualcosa di più
adatto.»…«…domattina
ci penserò. Per adesso provo a dormire ancora un
po’.
Buonanotte.» …pronunciò con aria un
po’
altezzosa, e discese quella roccia col passo di una regina…
…mentre
il suo Digimon chinava il capo per poi rivolgersi di nuovo al globo
«…Specie di luna…
…non ti
nascondo che a volte vorrei essere realmente qui con Akemi e Mako.
Però ora i tuoi raggi hanno stabilito che io è
con lei
che devo accompagnarmi, per cui tu…aiutami, ti prego!
Aiutami a
comportarmi com’è mio
dovere…»
inginocchiandosi in senso di devozione «…e a
trattarla con
la stessa premura…» aggiunse più piano
«…che userei per Akemi, se lei fosse
qui…se il suo
corpo glielo permettesse…se il suo Dio glielo
donasse…»
…ma
Jeri si celava nell’ombra ai piedi della roccia…e
forse
udiva qualcosa delle sue parole, quanto bastava per nutrire altri dubbi
nel cuore…
…e
contemplare quel suo velo da sposa piantato sulla stalattite a
mo’ di bandiera, sospinto dal vento notturno che trascinava
le
sfere di polvere.
Era realmente
poetico lo spettacolo dei primi raggi di sole dell’alba che
si
intrecciavano ai fasci luminosi adornanti il globo, costituendo un
caleidoscopio di sfumature dai molteplici colori, e dalla confortevole
solennità.
«Bambini!» chiamava una MudFrigimon con la
cuffietta ai
fornelli «Andate a portare la colazione al capo
villag-»…«No, la prego. Faccio
io.» La mano di
un giovane umano dall’accessoriato orologio sfiorò
il
vassoio con delicatezza «Oh, non avresti dovuto alzarti: sei
stato malato. Per questo ci sono i miei figli!» disse la
Digimon,
ma Henry sorrise dolcemente «No, la prego, non li
svegli…dormono così bene, e poi ci tengo a farlo
io.»…«Ohh…»
…la
creatura era rimasta colpita, ma Henry spiegò
«Desidero
restituire a questo mondo…tutto ciò che gli ho
tolto in
questi anni…talvolta rinnegando la sua importanza nel mio
percorso, e quanto di bello ha offerto gratuitamente alla mia via: la
prego, lasciate che vi aiuti. Portando io la
colazione…»
prendendo un profondo respiro, mentre smarriva gli occhi in
quell’umile casetta «…avrò la
possibilità di perdermi in tutti i
particolari…che
compongono la vostra vita. Sembra quasi…un flusso
unico
congiunge essa con la mia, dev’essere anche perché
mio
padre ha contribuito…alla composizione e allo studio del
vostro
mondo. E poi…anche mia moglie ne è sempre stata
affascinata: quando ci siamo conosciuti…abbiamo maturato
assieme
il sogno di svelare ogni segreto della rete. Se io già
allora le
avessi parlato della mia esperienza con i Digimon a questo punto
forse…potremmo essere assieme. Tenerci per mano e visitare
Digiworld al fianco di nostro figlio Benji…»
…perdendosi nella tenerezza di quel pensiero che aveva
acceso
gli occhi della mamma MudFrigimon.
«Coraggio Benji…vestiamoci, oggi è un
giorno
importante per noi!» spiegava Rea con soffuso entusiasmo
«Inizia…l’esplorazione del mondo
digitale, per
ritrovare il tuo papà! Osserva attorno a
te…»
…le loro
sagome, esprimenti amore e umanità, erano in controluce in
abbraccio del cielo rosa e arancio, decorato da un ultraterreno
affresco di primavera tra molteplici raggi, dorati di un sole di dati,
rosati dei fasci teletrasportanti sfumati nel verde acqua
«…è l’alba di Digiworld! Non
è
meravigliosa…mio piccolo amore? Ah, non avrei mai creduto di
poter vedere un prodigio del genere così giovane, e viva!
Sì perché non sembra possibile nella vita
corporea poter
raggiungere simili mete…ma ora guardaci: ci ha guidati
l’amore per papà, l’amore abbatte
qualsiasi
confine…»…«A-Ah…Rea…»…«Oh?...buongiorno…caro
Terriermon. Hai riposato
bene…?»…«…moo…mentai…»
«Uhmuhm!...ascoltalo Benji: pensa ai giorni in cui
papà
deve aver ascoltato, da piccolo, il “momentai”
assonnato di
Terriermon circondati dalla stessa alba.» …ma si
avvicinò Takato, mentre si sistemava la bandana sulla testa
«Quest’alba è una sorpresa anche per
noi…»…«Cosa?»
Nei loro occhi e in
quelli dei piccolo Benji, e tra i loro capelli di diverse
tonalità, nuotavano e sguazzavano le multiple sfumature del
cielo «Quando siamo stati qui la prima volta…il
giorno e
la notte giungevano all’improvviso, senza che vi fosse alba e
tramonto.»
Rea restò
colpita…e Terriermon confermò
«E’
vero.» stropicciandosi gli occhi
«…però
gradualmente in questi dieci anni, noi Digimon abbiamo fatto
l’abitudine ad una diversa scansione
temporale…è
strano è quasi come se…lo stessso Digiworld abbia
espresso l’esigenza di uniformarsi alla terra.»
…
«E’
veramente incantevole…» mormorava Rika persa nello
spettacolo mentre si spazzolava i capelli. Renamon alle sue spalle
«…quante volte mi sono fermata a guardare
l’alba,
dalla finestra della mia casa…e pensavo che noi Digimon
l’avevamo condotta qui dalla terra, come un
regalo…lasciatoci dal primo incontro con voi.» La
ragazza
allora pensò di accostare dolcemente la spazzola alla sua
Digimon, e scorrerla tra il suo pelo «Oh? Rika, non ce
n’è…bisogno…»…«Perché?
No, ti prego…permettimi di farlo…hai un pelo
meraviglioso, e sono davvero felice di essere di nuovo con te.
Torneremo nella tua casa…mi ci porterai,
vero?»…«Oh?...sì…»…«…desidero
vedere la disposizione di ogni oggetto che tu hai scelto per la tua
vita.»…«Torneremo a casa tutti
insieme?!»
chiese una volpacchiotta striata comparsa dal pelo poiché
stimolata dalla spazzola…o dalle parole, e Rika sorrise
«Ma certo, piccola Akirmon! E poi…non dobbiamo
dimenticarci che viaggiamo perché un giorno, fra la terra e
Digiworld…si possa camminare liberamente, come fra due mondi
fratelli. O-Oh!...sì lo so Renamon che sembra forse un sogno
infantile però…lasciami
sognare…sono…» …tendendo una
mano nel
poetico gesto di raccogliere una sfera di polvere
«…così pochi i sogni che restano, lungo
il cammino
della vita…io il mio non voglio lasciarlo
andare…»
…cosa che invece dovette fare con la sfera, che il vento
soffiò via…sotto lo sguardo colpito della
Digimon…
…quando Ryo si avvicinò «Avete visto?
Questa
è una novità per
noi.»…«…non
per i Digimon.» rispose Rika in una misurata
serietà
«…non scordiamoci che hanno vissuto qui per dieci
anni
mentre noi siamo
nuovi.»…«…figurati, non me
lo scordo di certo! Abbiamo patito per questo dieci anni da schifo, non
avevamo più i nostri Digimon con
noi!»…«Ryo:
parliamo di una cosa importante…a proposito di chi non ha un
Digimon con
sé…»…«Uh?»
il
ragazzo ci restò un po’
«…Rika a dire il vero
io volevo parlarti
di…»…«Prima di
tutto!...Alice è scoperta, non hai pensato al fatto che lei
non
ha un Digimon?»…«…beh no a
dire il vero non
l’ho neanche considerato…»
mormorò lui
celando aria infastidita e allusiva, poiché cosciente della
creatura che la ragazza in questione nascondeva «E hai fatto
male!!» …«Dai, non cominciare Rika, di
prima
mattina!»…«Ma non ti rendi conto che
così
è esposta al pericolo?! Non ti importa, non è la
tua
fidanzata?!»…«Se è per
questo…anche
Yamaki e la moglie non hanno un Digimon ma non mi sembra ne facciano
una tragedia, e sia ieri notte che adesso sono andati in
perlustrazione!»…«E’ diverso:
Yamaki e Riley
sono due esperti del mondo digitale, compensano con le loro conoscenze
la mancanza di un Digimon! Alice
invece…»…«Anche Alice
è…!!...è-è stata una
Digimon Tamer!! Hai
perso la memoria?!»…«No!...»
rispose Rika con
fare sostenuto, abbassando il tono «…ma Dobermon
si
dissolse allora e sono passati dieci anni, e a meno che non mi sia
persa qualcosa io considero che lei abbia svolto la vita di una normale
ragazza fino ad oggi!»…«E
perché, tu no?!!...
…scusa
Rika ma sei tu che polemizzi: cosa hai fatto tu in questi anni?! Hai
mollato gli studi, hai tenuto un locale notturno, non mi pare che
niente di tutto questo abbia a che fare con i Digimon!»
Rika si
irrigidì, la feriva sentire il dito puntato contro il suo
passato, e specificò tra i denti «…per
quanto mi
riguarda so che anche tu non hai fatto il domatore è
impossibile
fornire ogni sorta di qualificazione alle tue attività! A
differenza delle mie, pur basse che siano
state!!»…«Adesso chi ha parlato di
“basse” o “altre”, Rika certo,
lo so! Cosa
c’entra? Tutti noi siamo rimasti con un palmo di naso,
riprendiamo solo adesso a lottare con i Digimon, io volevo solo dire
che…
…un
attimo! Rika, non te ne andare, sto parlando!!...non mi voltare le
spalle: ahhh, SE COMINCIAMO COSI’ ANDIAMO PROPRIO
BENE!»
tirando un calcio di polvere argentea…
…mentre
lei si allontanava, sbuffando «…voglio proprio
vedere
quanto
reggerò...»…«C’è
qualche
problema,
Rika…?»…«Oh?»
Alice le si era rivolta «Posso fare qualcosa per
te…?»
I loro sguardi si incrociarono, in un tacito fronteggiarsi…
…mentre
Ryo chiedeva «Onestamente Renamon, tu che la
conosci…dimmelo tu, che ho detto di male? Mi sembra di
parlare
con la Rika di dieci anni fa: si stufa, prende, se ne va, non
è
cambiata per niente, è sempre la solita
ragazzina!»…«…Ryo…io
posso dirti
soltanto una cosa: cerca di capire in cosa è cambiata Rika e
in
cosa sei cambiato tu. E’ normale, tutti noi cresciamo,
è
inevitabile e non è bene fermarsi alla
superficie.»…«Pff…ahhh, ma io
lei non
è soltanto adesso che la ritrovo! Mi sono affacciato sulla
sua
vita numerose volte in tutti questi anni, e in ognuna di questa
è stata la stessa identica storia, si finiva sempre
così
come stamattina!»…«…considera
invece di
ritrovarla adesso, dopo tanti anni. Azzera la memoria di quanto
è intercorso fra voi, a volte…uno scenario
diverso
può far luce su angolazioni delle persone che uno non aveva
considerato.» …così Renamon si
allontanò…
…lasciando Ryo ad incrociare le braccia con sorrisetto di
consapevolezza dal retrogusto a volte un po’ amarognolo
«Uhm!...sembrano vecchi ritornelli sulle gite
scolastiche.»
…
«Veramente…è a te che stavo pensando:
il fatto che
tu sia senza un Digimon potrebbe essere…un problema una
volta
immersi nella battaglia.»…«Oh? Sei
carina a
preoccuparti per me ma vedi…non devi: ricordo molto bene
come ci
si comporta in ambienti
come…Digiworld…!»…«Che
tu lo ricordi
è irrilevante nel momento in cui non sei al fianco di un
alleato
in combattimento…»…«E
poi…»
scandì Alice sovrapponendosi alla ragazza: i suoi occhi
azzurri
lampeggiarono d’astuzia «…ho il mio
ragazzo a
difendermi. E lui è un domatore
espertissimo…conosciamo
entrambe
Ryo…»…«…sì…io
lo conosco di certo…»…«Oh,
anch’io…!»
Ma dietro la ragazza,
dalla sua borsetta, spuntava una creatura che si mimetizzava col suo
abito nero “Maledetta Rika, non è altro che una
seccatrice! Lei è interessata a Ryo, e finché ci
sarà lei a ronzargli attorno Alice non avrà mai
via
libera e nemmeno io, di conseguenza: dobbiamo studiare un modo per
toglierla di torno!”
«Lo
sai…?» accennò Alice passeggiando con i
suoi tacchi
scuri sul suolo argenteo «…dopo questo viaggio ha
promesso
che ci sposeremo!»
«...!!...che
cosa…?» sussurrò la
ragazza…che aveva subito
un sussulto ineriore…
«…è esatto!»
replicò Alice con gusto,
roteando tra le mani un fiore nero che sembrava di stoffa ma di cui
gustava il profumo come fosse un fiore vero «Ryo ha deciso di
mettere la testa a posto, e se riuscirà a salvare Digiworld
questa volta chiuderà con i Digimon, e si metterà
a fare
la persona seria. Del resto…non so se lo sai…la
madre
è malata di
cuore…poverina.»…«…sì
lo
so…
…così dice…»
ponderò Rika che non
aveva perso la sfida nello sguardo, ed Alice «Oh no no, ti
posso
assicurare che è vero! Sono stata a casa molte volte in
quest’ultimo periodo…povera signora
Akiyama…non ha
desiderio più grande che vedere suo figlio sposato e
sistemato
con una regolare famiglia.» tornando ad incastonare il fiore
sul
bracciale da quale lo aveva prelevato «Ryo è molto
buono,
e ama sua madre più della sua
vita.»…«Questo
lo so! Non ha mancato molte volte di…
…sacrificarsi per lei, rivedendo…diverse delle
sue
scelte.»
Gli occhi azzurri
fissarono intensamente quelli lilla «…non credi
che faccia
bene? In fondo…è il dovere di tutti noi, Rika.
A-Ahhh…» passeggiando e sgranchendosi, dandole le
spalle
«…solo che a volte ci dimentichiamo di coloro che
hanno
fatto tanto per noi: mi ci metto anch’io, per
carità. Vedi
ad esempio mio zio…
…lui
è stato…sempre così premuroso tanto
che forse gli
ho arrecato un dispiacere andandomene ma non potevo fare a meno di
seguire Ryo a Digiworld!»…«A proposito
di tuo
zio…» Rika incrociò le braccia con un
velo di
sospetto nello sguardo «…come sta? Ho saputo dal
signor
Wong…
…che ha avuto un incidente. Ed è in
coma…»
Alice
tirò un respiro profondo…per poi scrutare Rika
con la
coda dell’occhio
«…ehm…sì. Purtroppo
sì. Non si è ancora
ripreso…però perdonami:
io ragiono esattamente come se lui fosse sveglio e potesse capirmi,
sarà che lo conosco talmente
bene…»…«…ricordo
del signor Rob McCoy,
coordinava i Pionieri Digitali. Spero che si riprenda
presto…è sempre stato un uomo dalla tempra
resistente,
una mente agile e
inesauribile.»…«Sì lo so,
purtroppo: povero zio…un incidente da un giorno
all’altro
può…
…ribaltare tutta la tua vita e porti…in un
limbo…
…il mio
operato qui lo dedico a lui.»…«Il tuo
operato
qui…Alice, è subordinato alla presenza di un
Digimon.»…«Oh, ma non crederai che io
voglia restare
con le mani in mano mentre voi combattete, ci sono tante cose che una
come me può fare per aiutarvi pur non scagliandosi in
battaglia
con un Digivice: figuriamoci, in un mondo pieno di pertugi segreti e
meccanismi complessi, consideratemi pure…al vostro servizio,
io
non vi disturberò. Anzi…mi preoccuperò
di aprire
la strada per
voi.»…«…no.»…«Cosa?»
Alice aggrottò lo sguardo «Non è nostra
abitudine
agire in questo modo, e fare delle differenze fra noi: non ci sono
“assistenti”…o
“aiutanti”,
piuttosto…ci sono dei Digimon vacanti:
Snowhitemon…Imagomon! Tu devi avere un Digimon, per poterti
difendere esattamente come facciamo noi. Posso chiedere a Renamon se
è disposta a cederti il suo sposo, oh
beh…metaforicamente
parlando si intende, afferra il mio linguaggio di battaglia, cara
Alice…» accennò con un lampo di
furbizia nel
sorriso, sorriso che l’altra ricambiò
«…ti
ribadisco che non ce n’è bisogno.» ma
poi
sussultò «Oh!»
…poiché aveva udito una
voce “Alice! Alice, accetta: il marito di Renamon!
E’
quello che fa per noi…”
«…come…?» mormorò
la ragazza cercando
di non farsi udire “Devi accettare la proposta! Se si
proporrà per essere il tuo Digimon potremmo sfruttarlo per i
nostri piani!” «…ma
io…»…«Parli con
qualcuno?» …ma
la ragazza si irrigidì nella sua compostezza adornata da un
sorriso «…abbi pazienza, ma sono solita a
riflettere ad
alta voce. Sono un po’ strana…te ne sarai accorta
già da quando ci siamo
conosciute...»…«…qui chi
è senza
peccato…scagli la prima pietra…»
espresse Rika con
espressione penetrante celata da un velo angelico, volgendosi
«Vado a parlare con Renamon ed Imagomon…non so
come
ma…dal tuo sussurrato riflettere ho intuito che non scarti
del
tutto la proposta.»
Alice restò sola
«…Minidramon…
…ma fin
dove vuoi spingerti, che progetti hai, si può
sapere?!»…«Fidati di me.»
spuntò la
draghetta dalla borsa «Che ti sia chiaro che non sono la tua
silenziosa esecutrice! Sono un essere umano, ho una dignità
anch’io, spiegami perché ora devo mettermi alle
calcagna
quel
Digimon!»…«…perché,
non ti
piacerebbe ripetere l’esperienza che fin troppo brevemente si
è conclusa dieci anni fa?» ma la ragazza
indurì il
suo sguardo «Se davvero ci tenessi…ti saresti
rivelata
nonostante la presenza di tuo marito, ed avresti ribaltato la tua
cattiva fama con gesta eroiche, assieme a me, anziché
assegnarmi
il mio programma operativo e tenermi all’oscuro di
tutto!»…«Andiamo Alice…quante
storie!»
(mentre
Rika si allontanava «…quella non mi convince: ma
forse
sono io, è la posizione che occupa che mi dà
fastidio…»)
«Io
mi preoccupo solo per te!» affermava la draghetta dagli occhi
corvini «Se non ti darai una svegliata resterai quella che
sei
sempre stata: una comparsa, una che nessuno ricorda, uno
spettro!!»…«Ahhh!» ma quella
parola
sembrò ferire la giovane, che abbassò il suo
capo…frugò nella sua borsetta con mani nervose
per
estrarre una scatolina con specchietto e fard…che si
affrettò a passare sul suo viso pallido con
un’insipiegabile apprensione, mentre Minidramon sibilava
«…mentre invece…se sconfiggerai una
domatrice
quotata come Rika…e diventerai la moglie di Ryo Akiyama
tutti ti
rispetteranno, non potrai più essere confusa, cesserai di
essere
un’ombra: sarai una
stella!!»…«…basta,
basta va bene, smettiamola con questi discorsi, farò come
dici
tu!!» chiudendo lo specchio di colpo…e anche gli
occhi
«…farò come dici
tu…però…!!...alla fine di tutto
questo,
rispondimi!!...
…potrò avere un Digimon…? Uno che sia
tutto mio,
CHIUNQUE EGLI SIA!! Potrò averlo con
me…?»…«…quando
tutto sarà
finito…io ti prometto che sarò la tua Digimon
personale…» riferì Minidramon con un
sorrisetto
subdolo «…a meno che tu non ne
abbia…già
ottenuto uno…rubando il marito a quella ridicola volpe
ingiallita, ahahahahahah!»
Alice si
lasciò carezzare dall’aria del mattino, per poi
riaprire i
suoi occhi, inquieti ma ancora determinati…
…
«Davvero…non sai quanto mi costi
chiedertelo…» ma Suzie rispose «Solo per
una felpa e
un paio di pantaloni? Andiamo,
Jeri…»…«Felpa:
pantaloni, scarpe, occhiali, pettine, specchietto, e spazzolino da
denti! Sinceramente mi sembra che tu sia stata un po’
riduttiva…»…«E allora???
Anche se lo fossi
stata, che significa? Noi due non siamo amiche?» Suzie pose
le
mani sulle spalle di quella ragazza che abbassava lo sguardo
imbarazzata «Sì
però…»…«Però
niente! E’
normale che fra amici ci si dia una mano, siamo una squadra!»
Jeri era sul punto di sorriderle…ma mille incertezze la
trattennero, sicché diede le spalle a quella ragazza
più
piccola di lei il cui sguardo era però maturo e profondo
«E detto tra di noi…
…mi fa piacere
che tu sia qui, c’ero rimasta molto male al pensiero che tu
non
partissi con noi ma…mi consolava il solo fatto…
…che
sapevo che coronavi il tuo sogno, e ti sposavi, Jeri! Mi hai sempre
detto…che indossare l’abito bianco per andare
all’altare con il ragazzo che ami è la cosa che
desideri
più fra tutte…»
Jeri, non girandosi, nascondeva il suo stupore…
«Ti
confesso che vederti arrivare all’ultimo istante, quando
ormai
non ce lo aspettavamo più, ha suscitato in me un misto di
emozioni, da un lato…mi sarei messa a gridare di gioia come
una
bambina, dall’altro…se tu non fossi stata con il
tuo
Digimon e avessimo avuto un attimo per star sole…sarei corsa
ad
abbracciarti.» gettandosi su di lei e stringendola da dietro
«Jeri, ma cosa è successo?! Perché
è andato
a monte all’ultimo momento il tuo matrimonio?!
Dimmi…tu e
Mako avete litigato per caso? Lui ha fatto qualcosa…? Non
dirmi
che magari lui aveva una storia con
un’altra!»…«E-Eh?
No…non
c’è
pericolo.»…«Bene!!»
puntualizzò Suzie tra i denti «Perché
in quel caso
sarei andata lì e gli avrei schiacciato un piede, e poi gli
avrei mollato un calcio, dove non lo posso dire ma lo
capisci!!»…«…tranquilla…non
è
andata così.»…«E
allora?!» con Lopmon
che fece eco «Mi domando anch’io cosa sia successo,
sembrava tutto organizzato!»
La ragazza con
in mano la felpa e i pantaloni rispose «Sembrava tutto
organizzato…ma alla fine abbiamo capito che era meglio
sospendere.» volgendo occhi assorti verso l’alto
«Avevamo fatto tutto di fretta, i nostri genitori erano
smaniosi,
e fra noi due c’era troppa differenza
d’età, per
cui…io ho cambiato idea all’ultimo momento: lo so,
sono
una ragazza stravagante, lo
ammetto!»…«…è
andata davvero in questo
modo, Jeri?»…«O-Oh? Perché
dovrei
mentirti?»…«Chi lo sa…
…magari…non vuoi dirmelo ma all’ultimo
ti sei
sentita in colpa per il fatto di averci lasciati soli in questa
missione ed hai rinunciato al tuo matrimonio per venire a darci una
mano. In questo caso…il calcione lo darei a te! Ma andiamo
Jeri,
perché non hai pensato alla tua vita?! Noi siamo tanti,
possiamo
cavarcela benissimo!»…«…tu
credi…?» chiese Jeri tradendo un tremore nella
voce, e un
timore nello sguardo “Sta forse dicendo…che sono
un
elemento superfluo? Che non servo nella squadra?”
«Jeri,
cosa hai
capito?!»…«Oh?»…«Guarda
che mi fai arrabbiare stamattina! Ma certo che sei fondamentale, per
noi sei indispensabile…
…tu
sei una grande domatrice…Beelzemon ha bisogno di te, e noi
lo
abbiamo di voi! Però, con questo…non voglio che
sia tu a
rimetterci. Lo capisci? Averti qui è una gioia
immensa…ma
vederti felice non avrebbe davvero prezzo, amica
mia!!»…«Suzie, ci chiama Rea, forse il
biberon per
Benji!» disse Lopmon «Oh?! Sì
è vero! Lo
avevamo messo fra la nostra roba! Scusa torno subito Jeri!»
…sicché la ragazza restò sola, a
riflettere ancora
“…Suzie è innamorata di Mako,
però adesso si
interessa sinceramente a me: sarebbe disposta…a rinunciare a
colui che per lei rappresenta il grande amore, se questo fosse per
lealtà nei confronti della nostra
amicizia!”
…mentre scrutava l’amica in lontananza, sorridente
e
spigliata mentre assieme a Rea e ai loro Digimon giocavano con il
bambino “Possibile che sia così buona, che riesca
ad avere
intenzioni così disinteressate nei confronti di tutti?
Io…credo che non riuscirei mai ad essere così.
Lei tiene
davvero a me come amica. Qui tutti, nessuno escluso, hanno qualcuno di
cui prendersi cura…
…Rea ha il suo bambino…
…Kenta ha sua moglie…”
…spostando lo
sguardo verso costoro che si scambiavano un cenno di
intesa…prima di incrociarsi con Mitsuo e Riley, ed il
piccolo
Hideki sembrava fin dal mattino contento di rivedere Kenta
“Persino il signor Mitsuo e la signora Riley adesso hanno un
ragazzino di cui occuparsi. Suzie pensa ai suoi amici…e Kazu
ha
il suo regno e la Digimon con cui si è fidanzato da cui
tornare.
Rika ha un’intera famiglia di
Digimon!”…osservandola
mentre riferiva qualcosa di importante a Renamon e Imagomon
“Ryo
la sua ragazza…” mentre costoro si ricongiungevano
“…e Takato…ha un fratello da recuperare
in questo
mondo. Ma io?” smarrendo lo sguardo nei fitti tasselli
lucenti
del globo “…io chi ho? Che nessuno che dipenda da
me? E
io…ho qualcuno di cui occuparmi?”
«O-Oh…»…«Oh? Scusa
Jeri…mi
dispiace, ti ho
urtata.»…«Beelzemon…»…«Uhm,
avviciniamoci, fra poco penso che ci metteremo in cammino.»
disse
il Digimon alato e la precedette…ma quelle parole sembravano
accrescere la diffidenza ed il profondo scetticismo annidato nel cuore
della ragazza…la quale però udì
un’altra
voce rivolgersi a lui «Jeri: hai trovato qualcuno che ti
prestasse dei vestiti adatti,
vedo.»…«…Snowhitemon, sei
tu.»
Il
minotauro bianco la scrutava con i suoi profondi occhi verdi, mentre
lei abbassava il suo sguardo
«…sì…a dire il
vero è stata Suzie.»…«Sono
più
tranquillo: purtroppo noi Digimon su queste cose non siamo di nessuno
aiuto! E’ questo il nostro abito: il rivestimento di dati di
cui
è composto il nostro corpo, mi…sarebbe
dispiaciuto che tu
avessi avuto
problemi.»…«…no…lascia
stare, lei è stata molto generosa, ma se tu sapessi come mi
sono
sentita in imbarazzo nel chiederle se poteva prestarmi qualcosa da
mettere, avrei preferito
sprofondare!»…«Ma Jeri,
perché dici
questo…?»…«Perché?!!
Non riesci a
capire? Essere piombati a Digiworld da un momento all’altro,
con
un…ridicolo abito da sposa indosso, senza bagagli e
totalmente
dipendente dalle provviste di chi aveva programmato questo viaggio da
giorni! Non ho nemmeno uno spazzolino che sia mio, mentre gli altri
miei compagni…guarda…» espresse con
pena,
contemplando assieme al Digimon quel momento in cui ognuno era
impegnato con il proprio bagaglio, nell’allestirsi per la
giornata «…e ora so che andrà avanti
così
per giorni, dovrò elemosinare quel che mi serve per
sopravvivere
qui come una mendicante!!»…«Ma
Jeri…andiamo!» la invitò lui
prendendole
delicatamente la mano «La tua è una situazione
particolare: hai deciso di rinunciare al tuo matrimonio e venire con
noi all’ultimo momento, è normale che tu non abbia
un
bagaglio, non è colpa tua, e questo loro lo
sanno!» ma lei
si scrollò la presa per sfogare più sentitamente
il suo
disagio «Il problema Snowhitemon è che la mia
è
sempre, sempre una “situazione particolare”, e a
quanto
pare non cessa mai di esserlo! Io non ho mai quello che hanno gli
altri…io ho sempre bisogno degli altri, io sono
sempre…indietro…rispetto agli altri, sono la
“povera Jeri”, sono “quella da
aiutare”,
perché non ha neanche un vestito
pulito!!»…«…ma ha un cuore: e
questa è
la cosa che più conta in un viaggio del genere. Per la
salvezza
di Digiworld, Jeri…i vestiti non servono a niente, tu hai
tutto
quello che ti occorre per essere come gli altri, hai i tuoi ideali e i
tuoi sogni, ed hai un Digimon che ti vuole
bene!»…«Snowhitemon…io…s-sinceramente…non
credo che con Beelzemon riuscirò mai, veramente a formare
una
squadra.» per poi assumere occhi di supplica «Se
solo tu mi
avessi ascoltato quando era possibile, se ti fossi convinto ad essere
il mio Digimon magari io e
te-»…«Jeri…io
voglio essere tuo amico.» le disse lui riscaldandole la mano
«Capisci? Solo questo. O meglio…mi piacerebbe
essere
dell’altro…ma non semplicemente il tuo Digimon, e
comunque
so che non posso. Che senso avrebbe
pensarci?»…«…neanche…il
sentimento che
provi nei miei confronti ti ha spinto a desiderare di essere il mio
Digimon…?»
…ma Snowhitemon
abbassò il capo «…cosa ne avrei
ottenuto? Essere
compagni di battaglia…non implica necessariamente provare
dell’amore l’uno per l’altro, anche se a
volte…possono esservi delle eccezioni…»
rivolgendo
la coda dell’occhio a Kenta e MarineAngemon, che sembravano
così uniti «E se non posso essere quello che io in
questi
dieci anni ho sognato di essere per te, Jeri…preferisco che
tu
mi consideri per quello che ero una volta: il tuo
fedele…Calumon, che ti sussurra parole di incoraggiamento. E
ti
sorride…per tirarti su il morale…»
così si
fece vicino a lei che «Oh!»
sussultò…però non la baciò,
eccezion fatta
per un gentile e affettuoso bacino che le rivolse tra i
capelli…per poi sorpassarla e raggiungere gli altri, mentre
lei
lo guardava allontanarsi con rimpianto misto a una punta di
frustrazione.
Ryo si era
riunito con alcuni altri, e illustrava «Quando arrivano tutti
stendiamo il piano del giorno: allora!» senza smettere di
smanettare con cellulare e auricolari. Takato gli si rivolse
«Ryo, guarda che…non abbiamo stabilito che tu devi
occuparti di tutto, puoi rilassarti, abbiamo tutti una testa e possiamo
aiutarti!»…«No, ma scherzi Takato? Io lo
faccio con
piacere! Fammi sentire un po’ il fratello più
grande, in
fondo…è un po’ la parte che ho sempre
rivestito,
pure che ho giusto un paio d’anni più di
voi!»
Takato sorrise e gli dette una spinta scherzosa
«Giusto!!...fratello maggio-!!...fra…
…tello maggiore…» sfumando su quelle
parole che gli
suscitarono un’emozione speciale, e lo portarono a sfiorarsi
le
labbra mentre giungeva anche Kenta, per mano a Hideki «Uuuuf!
Eccomi, presente all’appello! Ahah, scusate la corsa ma
eravamo
andati a perlustrare in giro. E…a proposito Ryo, Takato e
voi
tutti: si ripropone il problema dell’altra volta, pari pari!
Cerchiamo Henry, e come Calumon dieci anni fa non sappiamo dove sia e
non abbiamo una pista!»…«Non credere che
non ci stia
pensando…» disse Ryo. Kenta scherzò
«Oooooh!
Non mi permetterei mai…MAESTRO!»
…ma
Takato sembrava in un altro mondo…osservava il suo amico con
gli
occhiali che teneva per mano il ragazzino dai respiratori…e
i
suoi sentimenti vagavano nell’immaginare una
realtà
«Takato, eccoci: scusate il ritardo.» con eco di
Guardromon
«Scusate il
ritardo.»…«Kazu…»
rispose Takato all’amico che gli aveva sfiorato la spalla, e
che
ora esprimeva «Mi domando come stiano Diamon e suo
padre…sono così in pena, sapessi. Dobbiamo
sbrigarci a
rintracciare Henry, così poi potrò correre da
loro.»…«…certamente, sta
tranquillo…
…comunque
parlavamo adesso con Ryo del fatto che non sappiamo dove
l’hanno
portato.»…«Presumo che se il loro
obiettivo sono
questi Cuori digitali i luoghi da battere sono le strutture di
Digiworld a questi collegate: è solo una teoria ma ho
sentito
Yamaki e la moglie e pare la pensino allo stesso
modo.»…«E’ una fortuna che
loro ci abbiano
accompagnato: ne sono
felice!»…«Piuttosto
Takato…sembra che il ragazzino che hanno portato sia un tipo
tosto, si sta ambientando! Forse è anche grazie a Kenta,
è riuscito a rassicurarlo. Aver cura di qualcuno
più
debole in realtà aiuta molto anche te che sei grande, non ti
fa
pensare alle paure, ma solo al modo in cui risolvere i
problemi.»
…lo
sguardo di Takato a quelle parole assumeva una tenue sfumatura come
quelle dell’alba, ed esprimeva «…lo sai?
In effetti
osservavo Kenta e la sintonia che si è instaurata con
Hideki,
penso che sia un dono impagabile in un’avventura
simile…»
…parole
che furono colte da Jeri che stava tornando, aveva indossato una tuta
ma la sua non comune bellezza non ne veniva offuscata, grazie anche
alla sua innata capacità di giostrarsi esteticamente e alla
scioltezza del suo portamento: aveva lasciato chiuso il bottone
centrale della felpa, così da mantenere un’ampia
scollatura e lasciare un po’ scoperto l’addome. Il
blu del
completo contrastava col pallore del suo viso, sul quale si aprivano
quei suoi grandi occhi che ora furono rapiti dai gesti e dalle parole
di Takato…per le quali decise di non incedere, ma di
ascoltarlo
in disparte…
…il
ragazzo apriva e chiudeva la sua mano come nell’immaginarne
una
più piccola nella sua…e nel suo vortice di
ricordi si
affacciava il candido viso di un ragazzino dai capelli neri che tanto
gli assomigliava
«…la…possibilità di
usare…parole tratte dalle tue esperienze
per…offrire…una umile guida a chi è
più
piccolo di te…
…potergli dare…quella sicurezza che a volte senti
mancare…
…essere tu colui che può
affermare…”non…sarai
mai…solo”…
…vedere in sorriso…» abbassò
il tono, ed
intensificò lo sguardo «…in risposta al
tuo
sorriso. Io…non ho mai provato niente del genere, non ci ho
mai
pensato. Non sapevo neanche che esistesse! Sono sempre stato un figlio
unico, e…non mi ero mai posto il problema! Poi è
successo
tutto così in fretta…
…ma solo adesso…» identificando con
quell’”adesso” l’immagine di
Kenta assieme a
Hideki «…penso che può esistere
un’emozione
speciale…
…che la vita può darti quando meno te
l’aspetti…» smarrendo i suoi pensieri
nel vorticoso
volo delle sfere di polvere. Kazu che era con lui commentò
«…hai ragione, quando si è piccoli non
ci si pensa
e si crede anzi, che un fratello più piccolo possa sottrarti
parti del tuo protagonismo: io l’ho scoperto con
Guardromon…prima…ti ricordi com’ero?
Così
arrogante…mi interessava essere solo al centro
dell’attenzione, ma poi ho scoperto che ci stai veramente
solo
quando ti prendi cura di qualcuno, quando lo aiuti e lo rassicuri,
è questo davvero essere importanti. Amico mio…ti
auguro
davvero che questo malinteso assurdo possa chiarirsi e tu
possa…riportarlo a casa, tu sai di chi parlo: spero possiate
diventare quello che siete davvero, cioè fratelli!»
L’espressione di Takato si apriva lentamente, quasi incredula
e
timorosa «…Kazu, tu che…sei il sovrano
prescelto di
questo mondo…» …ed in risposta ebbe
un’espressione umile dall’amico
«…senti se per
caso…potrebbe essere che…io
sia…stato…chiamato dopo molti anni qui
per…riscoprire…una cosa come questa?!
E’-E’
troppo azzardato…che io…mi metta a
sognarlo…?»…«…io
non so risponderti
come “sovrano”, ma ti rispondo come quello che sono
sempre
stato, il tuo amico Kazu: e credo che tu abbia nel tuo cuore la luce
necessaria per realizzare ogni tuo sogno, Takato.» Fra i due
intercorse un’espressione di intesa e di speranza.
Jeri
li guardava a distanza, una piccola luce luccicò anche nei
suoi
occhi “…Takato è approdato su questo
mondo con la
speranza di trarre in salvo il fratello che ha scoperto di
avere…posso capire quello che sta provando: ho sofferto
molto…quando ho perso Masahiko, lui era per me quella
persona di
cui prendermi cura.” aprendo e chiudendo la sua stessa mano,
che
quel giorno non era adornata da smalto “Sapere che era
più
piccolo, e bisognoso della protezione mia che ero la sua sorella
maggiore, mi faceva sentire importante. Sentivo che avevo uno
scopo…” …adagiando gli occhi
sul suo amico
con la bandana…che se ne accorse…e la
scrutò con
sguardo sospeso…anche Kazu si accorgeva della linea di
sguardi
tra loro…
“…forse questo sentimento può
accomunarci! Io e
Takato potremmo condividere, in questo viaggio, la nostalgia per i
nostri fratelli lontani e il nostro bisogno di dare affetto a
qualcuno…” ma mentre questi pensieri la inducevano
ad
avanzare verso l’amico…
…qualcuno giunse prima di lei «Buuu!!!»
aggrappandosi alla schiena del giovane «Oh!!...Cindermon, mi
hai
fatto prendere uno spavento!»…«Ahah!
Vuol dire che
non sei attento: ohi, sveglio! Qui devi sempre guardarti le spalle dai
nemici, eh!» …ma da quello scambio di battute, al
contrario di tante volte nei giorni passati, fiorì un
sorriso
complice ed un gesto di grande intesa: un pugno scontrato…
…che spense l’espressione di Jeri, facendola
precipitare
in una pozza di insicurezza…
«Occhi sempre aperti.»…«E
spirito sempre
pronto!» si dissero Takato e Cindermon, e Kazu
commentò
«Cos’è, il vostro motto? Cavoli, sembra
ci sia una
sintonia perfetta fra di voi! Mi fa piacere vedervi finalmente uniti.
Takato, non ti vedevo così da quando c’era
Guilmon!»…«In effetti
Kazu…è
esattamente come stai vedendo!» muovendo la coda del suo
sorriso
verso quella ragazza digitale che lo ricambiava «Io e
Cindermon
abbiamo per così dire “deposto l’ascia
di
guerra”: anzi non è corretto! Continuiamo a
sorreggerla,
ma ora lo facciamo insieme!»…«Non
battibecchiamo
più per cose STUUUPIDE!»…«E
siamo molto
orgogliosi…di essere in squadra l’uno con
l’altro!
Vero Cindermon?»…«Aff---ffermativo,
capo!»…«Uhmuhm!...non mi voglio perdere
la gioia di
vivere un viaggio simile accanto a un Digimon nel quale ho
fiducia…» mormorò il ragazzo, e lei
chiese
«E’ contento di essere a Digiworld,
capo?!»…«Devo dirti la
verità…?...non
vedo l’ora di solcare questo
suolo.»…«Questo
suolo è casa mia, lo
sai?»…«Certo!»
replicò Takato acquistando nuova speranza alla luce di quel
sole
che si faceva alto in cielo «E’ la casa di tutti i
Digimon!» (canzone: Daniel
Powter - Next plane home)
…volgendosi verso di lei «…e tu devi
stare
tranquilla: salveremo noi il tuo mondo ed il regno della tua famiglia!
Finché ci saremo noi Digimon Tamers non dovrai temere, non
lasceremo mai Digiworld nelle mani dei malvagi. Puoi starne certa!
Siamo cresciuti…ma questo vuol dire: guai ai nemici! Siamo
molto
più carichi…
…di sogni, di volontà, molto più
forti! E se ti
dovessi proprio dire…osserva questo sole: trovo
Digiworld…ancora più bello di come
l’avevo
lasciato!»
Kazu
intervenne «Posso confermare…si è fatto
grande
anche lui come noi.» …calandosi il cappello per
proteggere
lo sguardo dal sole «Andiamo più vicino Takato, ti
va?» chiese Cindermon, e lui «Più vicino
al sole?
Accetto, però…
…arrivo prima
io!!!»…«N-No---!!! Non vale,
sei partito a tradimento!»…«Se sei un
Digimon, usa i
tuoi poteri per raggiungermi!»…«C-Certo
che sono un
Digimon ma qui non ho bisogno dei miei poteri, mi basta la mia
velocità! Ahahah!»
…salirono così su una di quelle rocce simili ad
antenne,
arrampicandosi tra le protuberanze per poter osservare assieme il
panorama digitale
«Ahhh…»…«Si sente
in
forma?» scherzò Cindermon quando vide il suo
domatore
stirarsi, e questi rispose «In…formissima! Dunque
buongiorno Digiworld…
…buongiorno a te globo terrestre, grazie per dirci
bentornati…
…buongiorno mondo che si risveglia, e le rocce, e i sassi, e
il
cielo, e le sfere di polvere informatica! Il vostro saluto è
stato più che apprezzato da noi domatori. Ci vedete? Siamo
pronti…
…pronti a giungere in cammino nuovamente, e sfatare il mito
che
solo ai bambini è concesso sognare. Che solo dei bambini
è l’accesso a Digiworld! Che solo dei
bambini…
…è il privilegio di avere accanto…un
amico
digitale.» ponendo un braccio attorno al manto di Cindermon
«…provare per credere: io sono qui. A
ventun’anni.
Con la MIA
Digimon…Cindermon…»…«Noi
siamo una coppia magica. Lo abbiamo promesso!» disse lei col
sorriso, e Takato confermò «Non verremo meno alla
nostra
promessa, faremo faville qui. E ce ne andremo, tornando sulla terra,
non un minuto prima dall’esser sicuri che
Digiworld…è finalmente in pace, che la nostra
venuta ha
lasciato il segno, che…!!...
…che tutti coloro per i quali…siamo accorsi
finalmente
hanno ricevuto una seconda possibilità. Che suono
meraviglioso
hanno queste parole, Cindermon…» e lei
ripeté
«…seconda…possibilità…hai
ragione
Takato.»…«Uhmuhm!»
E
contemplarono assieme il panorama, tenendosi per mano…
…gli altri li osservavano dal basso, Rika indicò
«Guardate Takato!» e Renamon dietro di lei
«Sembra
che finalmente fra loro sia tutto appianato: sembra sia tornata la
complicità…
…che ha condotto lui la prima volta a
Digiworld…al fianco
di
Guilmon.»…«…già,
Guilmon…» mormorò
Rika…mentre vedevano
giocare, spingersi e farsi il solletico i due in cima alla roccia
«…dove
sarà?»…«Dobbiamo
assolutamente ritrovarlo.» disse la volpe dorata, spiegando
«Guilmon è nostro amico…noi tutti gli
dobbiamo
qualcosa, e sono certa che Takato non nasconde altro intento, dietro
ogni suo atteggiamento o manifestazione.»
In quelle sembrava includere anche quel gioco
spensierato…quando
Jeri si accostò a loro, con aria dubbiosa «Sembra
che
vadano molto d’accordo. E’ strano, quella Digimon
è
giunta sulla terra per motivi…completamente individualisti,
ma
ora lui nonostante tutto si
fida.»…«E’
normale.» disse Rika «Cindermon ha
dimostrato…che
può essere una grande amica nel momento del
bisogno.»…«Sarà.
Però a volte è
meglio non fidarsi di chi si conosce poco…»
accennando ad
allontanarsi ma «O-Oh,
Jeri.»…«Beelzemon, sei
tu.»…«Perdonami: questa
mattina…continuiamo a
scontrarci!»
Jeri seguì dubbiosa l’allontanarsi del suo
Digimon…per poi rivolgere di nuovo lo sguardo a quella
roccia,
ed avvertire un disagio…
«Ahah! Andiamo, dai! Gli altri hanno bisogno di
noi.»…«Sì però
questa
volta…PARTO PRIMA
IO!»…«Traditrice!!...
…imbrogliona!! Ahh, adesso ti
prend-ahh!»…«ATTENTO A NON
CADERE!» strillava
lei correndo avanti, e Takato mormorava fra sé con un
sorrisetto
«…accidenti: forse sono impazzito. Ma non posso
farne a
meno: voglio godermi…fino all’ultima goccia questa
fantastica sensazione. Sarà proprio vero che è
stata
concessa di nuovo a me, per la seconda volta…?»
rivolgendo
lo sguardo al globo «…non posso pensare a casa: in
questo
momento…voglio lasciarmi andare al pensiero che
Cindermon…può essere il mio porta fortuna e che
grazie
alla sua amicizia posso realizzare…nuovi
sogni…meravigliosi…» tornando ad aprire
e chiudere
quella mano in cui forse immaginava di sentirne una più
piccola
«…aspettami N’Emo…aspettami
fratello, non ti
lascio nelle grinfie dell’oscurità: vengo a
liberarti col
mio nuovo Digimon!»
…e così corse, per tornare dagli altri (fine-canzone)
Sui capelli neri di un
ragazzino inginocchiato nei corridoi di un palazzo, si adagiava una
mano a forma di fiore «Ho un nuovo incarico per te,
N’Emo.»…«…quando
l’avrò
eseguito…
…esaudirai il
desiderio che mi hai promesso?»…«Oh, ma
certo. Puoi
starne sicuro…» svelava Muskmon, fissandolo con i
suoi
occhi profondi dal violaceo bagliore «Grazie a ciò
che
farai acquisteremo finalmente l’energia necessaria per un
incantesimo…ponderoso come quello che mi
richiedi.»…«Siamo sicuri che
basterà?»
N’Emo dischiuse i suoi occhi, rivelando una sofferta supplica
alla quale gli fu risposto «Non dubiteresti…se
sapessi il
nome del Digimon che ti sto mandando ad affrontare e a sconfiggere! I
suoi dati mi occorrono per accrescere i miei poteri e recuperare
finalmente la facoltà di esaudire i desideri! Si tratta di
un
Digimon…
…potentissimo…!!...i suoi dati sono un giacimento
prezioso che non possiamo assolutamente lasciarci sfuggire. Ma
è
di fondamentale importanza che tu non lo faccia acquisire dai Digimon a
tuo seguito, N’Emo…devi consegnare a me i
dati…
…di Guardianmon!!!»
«Cosa?!» sussultò il ragazzino che di
certo non
poté restare in ginocchio…
…
…e
nascosto nel buio, dietro una candida statua, si celava il draghetto
incappucciato e dall’occhio velato “Come
sarebbe…?
Ora vogliono eliminare Guardianmon?”
«Io dovrei
combattere…co-contro di
lui?!»…«Ahahahah!
Cos’è tutto questo timore,
N’Emo?!»…«N-Non è
timore!
Io…» …il ragazzino
tremava…«Non ho
paura per me…
…tu lo sai, in quanto io…oh beh…
…che motivo avrei?!»
La Digimon dalle sembianze di pianta sorrise…
…e
Guilmon fece qualche passo avanti, colpito dalla cripticità
di
quelle allusioni…
«Solo che
temo…di perdere i miei Digimon, si sa che Guardianmon
è
un avversario che non perdona e…il bruciore della sconfitta
mi
fa tanta paura!»…«Si tratta di una prova
di
spirito…che un qualsiasi Digimon Tamer è tenuto a
superare, tu non ti consideri un escluso dalla categoria, non
è
così?» chiese Muskmon appoggiando vezzosamente la
testa
alla sua mano di petali «Io…?
N-No…»…«E allora mi
raccomando…
…dà fondo al tuo coraggio: sono certa che proprio
tu puoi
essere il domatore per la cui mano si narrerà che ha cessato
di
esistere un Digimon…come Guardianmon, che ha terrorizzato
per
anni il popolo digitale. Uhmuhmuhmuhmuhm!» Muskmon
arretrò…scomparendo nel buio…
Il ragazzino rimase solo, e ancora più incerto...
…ma
quel confronto era l’oggetto delle riflessioni di Guilmon
“Ho visto quella Digimon conversare con Guardianmon quasi
amichevolmente: è una traditrice! Non si fa scrupolo di
niente e
di nessuno, qui siamo tutti in pericolo…può farci
uccidere da un momento all’altro, pur di realizzare i suoi
scopi
personali…quello che mi preoccua più di tutti
è
N’Emo…”
…muovendo il suo occhio lungo la pelle candida di quel
ragazzino
che ripeteva «Una prova…di spirito! U-Un
domatore…è tenuto a superarla…
…devo farmi coraggio…» in uno sfumato
sussurro…
“Lui si fida ancora di lei, e sarebbe disposto a tutto pur di
farsi esaudire quel desiderio che non sono ancora riuscito a decifrare!
Mi domando di che mai si tratti, e mi chiedo cosa debba io fare a
questo punto…
…restare indifferente agli eventi o cercare di indagare? Del
resto…in fondo cosa ho da
perdere…?”
…e sembrò così avanzare, trascinando
il suo manto
scuro…
«Ragazzi: ascoltatemi attentamente.» furono le
parole di
Mitsuo Yamaki, che rapirono gli sguardi dell’intera squadra e
del
giovane Hideki, che era accanto a lui «Per rintracciare Henry
abbiamo svolto alcune ricerche su quell’elemento ancora in
parte
indecifrabile che i nostri nemici chiamano…”Cuore digitale”:
Rea ha sentito Muskmon fare chiara menzione a questo il giorno che con
Terriermon si sono scontrati con lei…»
…la ragazza
e il Digimon in questione ascoltavano con sguardo presente e
deciso… «…per tale ragione la pista
migliore ci
sembra un luogo dove sembra sia collocato un singolare apparato per
procedure…
…di scambio fra tessuti umani e digitali: è molto
sospetta la sua presenza lì ed è possibile che
qualcuno
vi si sia introdotto e l’abbia posto per uno scopo ben
preciso.
Il luogo in questione prende il nome di…Centro di smaltimento digitale…è
un luogo di confine. Ma sembra che a Digiworld lo conoscano con il nome
di grande cestino…vi
è possibile eliminare ingenti quantità di
dati.»
«Ahh!» per Rea fu un sussultò
d’apprensione, e
Terriermon «Non vorranno praticare qualche distorta procedura
estrattiva su Henry, e poi disfarsi dei suoi tessuti?!!»
Il timore
si dipinse sui loro volti, ma Imagomon intervenne «Non dovete
dimenticare che i miei figli hanno percepito il battito vitale di Henry
come…decentrato rispetto al luogo a cui il signor Yamaki sta
facendo allusione.» Yamaki riprese parola
«E’
possibile che Henry sia riuscito a sfuggire…ma piuttosto che
cercare senza meta la cosa migliore mi sembra puntare a un luogo simile
e auspicare a breve distanza un confronto con i nemici.»
…consapevolezza che si riflesse eloquente nello sguardo dei
ragazzi «Solo dalle loro bocche potremmo ricostruire il
percorso
svolto da Henry. Che ne dite, ci state? Siete d’accordo?
Fatemi
sentire la vostra opinione…»
I
ragazzi rifletterono «…Rea?»
alzò il capo
Terriermon, e la giovane sospirò…chiudendo gli
occhi ed
ammettendo «…io mi metterei in cerca di Henry
anche subito
ma in questi casi non si può procedere senza un piano ben
preciso…io sono a
favore!»…«Sì,
anch’io!» confermò
Suzie…diversi sguardi di
intesa sembravano leggibili fra Digimon e domatori…
«Forse non si può fare
altro…» meditò
Beelzemon, per poi volgersi «…Jeri?»
La ragazza
era presa nei pensieri “Se non voglio restare
indietro…dovrò darmi da fare! Takato ha
sviluppato una
sintonia con la sua Digimon…
…e
fra tutti gli altri sembra esserci un accordo
perfetto…”
…nonostante forse le sfuggisse uno stento nel comunicare fra
Ryo
e Cyberdramon, causato dalla poca propensione di quest’ultimo
a
guardare il suo domatore negli occhi…
“…se mi lascio prendere dalla diffidenza che nutro
nei
confronti di Beelzemon rischio di non produrre alcun risultato, e
invece io voglio essere parte integrante della squadra!”
«Io ci sto!» affermò decisa sorprendendo
il suo
Digimon, per poi rivolgerglisi inaspettatamente «Beelzemon,
tu mi
dai appoggio, no?! Penso che la pista del signor Yamaki sia quantomeno
la più indicata per ritrovare Henry in fretta!»
Kazu
parlò anche per Kenta «Siamo d’accordo
anche
noi!» ma Cindermon alzò la mano «Scusate
un attimo!
Ma siamo sicuri che poi i nemici si presenteranno lì?
Potremmo
anche DIRIGERCI TUTTI A PALAZZO DA MIO PADRE…FARGLI IL mazzo
tanto, e farci sputare subito il ROSPO su dove l’hanno
portato!!»…«Assolutamente
impossibile!»
replicò Jeri, con prontezza e seria determinazione
«Hai
forse idea di cosa significherebbe una battaglia simile? Non siamo
preparati!» ma la ragazza digitale ribatté
«Io so
che siamo una squadra! E sinceramente dal mio punto di vista siamo
alquanto temibili: io sono un Digimon, neanche a dire un domatore, devo
combattere I-O, sentire i calci sul mio corpo e le ferite sulla mia
pelle, ma nonostante tutto non ho paura! Che senso ha tergiversare in
luoghi di confine quando si può fare ingresso dalla porta
principale? Dopo tutto è questo quello che siamo venuti a
fare!!
Liberare Digiworld dall’invasione nemica!»
…ma
la ragazza dai capelli castani avanzò con aria altera
«Parli come un'incosciente: sei mossa dall’istinto,
si vede
che non hai mai combattuto una battaglia
simile.»…«…cosa ne sai
tu…SCUSA…?...!!...di quanto io ho
combattuto?!»…«In questi casi occorre
essere
prudenti e disciplinati, altrimenti si rischia di provocare una
catastrofe!!»…«In questi casi occorre
anche
provocare un po’ di scintille, altrimenti poi i nemici col
cavolo
che si prendono paura: mentre se vedono avversari sgattaiolare negli
angoli si faranno subito quattro conti concludendo che sono deeeboli,
oltre che vigliacchi!»…«Dici solanto
sciocchezze!!» ribatté Jeri aspramente…
…e
non tardarono di richiamare qualche sguardo preoccupato da parte dei
presenti, che avvertirono lo sfrigolare della miccia della
discussione…
«Senti un po’, bella! Io…tanto per
cominciare metto
i puntini sulle i, qui! Io non sono abituata a sentirmi dire che dico
sciocchezze, così, da una poi cheee…»
alludendo
alla persona di lei ma non specificando, quando Jeri replicò
«Rispondi solo a una domanda: hai mai partecipato ad una
viaggio
e ad una battaglia con altri Digimon
Tamers?»…«Io…!!...
…ihmf…!!...» Cindermon
sembrò restare senza
parola «Beh, io invece sappi che ci sono già
passata, so
come vanno queste cose, quanto basta per dirti che in casi del genere
chi non ha l’esperienza necessaria è meglio
che…shhh…! Uhm? Mi capisci? Che stia nelle
retrovie e
accetti le decisioni degli altri: col tempo
imparerà!»…«…STIA…NELLE
RETROVIE, ho sentito bene…?!!» ma Takato si
avvicinò e sfiorò Cindermon per la
spalla…accennandole pacatamente
«Cindermon…ascolta,
senti…forse penso anch’io che sia il caso che ci
rimettiamo a quanto deciso dal signor
Yamaki.»…«Ma
Takato!» si volse lei, però lui spiegò
«Ho
parlato con Kazu…» e questo si fece avanti
«Ho visto
con i miei occhi l’esercito di Sandmon, è
pericoloso: sono
d’accordo con Cyclemon che non avremmo tentato alcun assedio
prima di poterci appoggiare alla squadra di Digimon che lui
è
andato a
riunire…»…«Però…io…»
accennò la ragazza digitale…
…Jeri sfoderò
un sorriso di soddisfazione, ma a quel punto anche Beelzemon le
sfiorò la spalla «Jeri…ascolta, io
approvo quello
che dici però…è meglio cercare di
rivolgersi con
più gentilezza, dopo tutto Cindermon è una
compagna di
squadra, non è bene mettersi a litigare.» ma lei
si volse
di scatto «Io cerco solo di far valere le mie ragioni, se non
lo
sapessi ci tengo a questa missione, e non voglio che Henry o qualcuno
di noi corra dei rischi inutili!! In fin dei conti i domatori siamo
noi, non è che per il solo fatto che lei è una
Digimon
per metà umana è autorizzata a prendere
decisioni, e
infatti hai visto? Takato l’ha rimessa al posto
suo!» per
poi dargli di nuovo le spalle…mentre lui rifletteva
«…questo cosa vorrebbe dire Jeri…? Che
noi
Digimon…non abbiamo voce in capitolo?»
Takato spiegava
«Ti prego, non fraintendermi: capisco benissimo come puoi
sentirti…è solo per essere più
prudenti, non
appena avremmo trovato Henry e scoperto qualcosa in più
libereremo il tuo palazzo dagli invasori. Te lo prometto. Ti fidi di
me?»…«…Takato…»
accennò
Cindermon i cui occhi azzurri si velavano di insicurezza
«…tu non pensi però che io sia una che
vuole solo
agire per il tornaconto proprio e se ne frega di avere una squadra,
vero?!»…«…ma no, come ti
viene in mente, te
l’ho detto: tu sei la mia compagna di battaglia…e
so
quanto tutto questo ti stia a cuore. Vedrai.» ponendo la sua
mano
su quella di lei «Ce la faremo.»
Cindermon
cercava di recuperare fiducia in se stessa
«Sss…sì!
Ce la faremo!» …ma volgersi verso quella ragazza
che la
guardava con occhi di sfida la faceva sentire a disagio…
«Ce la
farò…» si ripeteva N’Emo nel
corridoio…quando
«N’Emo…!» qualcuno
strisciò attorno a lui, rivolgendoglisi con naturalezza
«Oh? Sei tu.»…«Mi sembri
preoccupato.»…«No…non ho
niente.»...«Casualmente ho visto che ti sei
incontrato…con
lei…»…«Ah! Ci hai
sentiti?»
Il draghetto con un
occhio solo sfoderò un sorrisetto «Questa volta
sembra
trattarsi di una missione che scotta…sbaglio o ti ha chiesto
di
eliminare nient’altri che…
…Guardianmon…il misterioso sorvegliante dei
cancelli…di cui tutti i Digimon temono la potenza, e
l’indole
spietata.»…«…è
così.» rispose N’Emo un po’
mogiamente, e
Guilmon gli camminava attorno «Caspita! E pensare che lo
credevo
ancora sulla terra, da quanto ne so si è diretto
lì
quando ha lasciato questo palazzo.»…«Non
so dove sia
Guardianmon, ma Purplemon…cioè! Muskmon mi ha
ordinato di
scovarlo ed eliminarlo: lei ha bisogno dell’energia dei suoi
dati…»…«Lei ha…
…sempre casualmente bisogno di qualcosa.
Tuttavia…sia te
che io le abbiamo giurato fedeltà, non è
così? Ci
siamo…rimessi al suo volere, e visto e considerato che
è
poco dignitoso ritornare sulle scelte fatte…stavo
pensando…
…hai già deciso che Digimon adoperare per una
missione
simile?»
Sulle pareti
destra e sinistra apparvero l’ombra della donna di fuoco e
dell’orsa di peluche, entrambe dagli occhi luminosi
«Penso
che ricorrerò a loro…le ho catturate
apposta.»
Guilmon rifletteva
“LadyMeramon…e PinkMonzaemon: due mie
compaesane…che con poteri occulti N’Emo
è riuscito
ad assoggettare alla sua volontà.”
«Non mi
sembra…sinceramente una scelta molto
saggia.»…«Oh!» il ragazzino
sussultò,
ed il Digimon sembrava strisciare senza paura fra quelle ombre
inquietanti «Queste Digimon le conoscevo e non hanno mai
combattuto una battaglia seria, se avessero avuto i poteri per
sconfiggere Guardianmon li avrebbero usati in tanti anni di convivenza
a stretto contatto. Te lo dico: bramavano un minimo di
considerazione…non si sarebbero certe lasciate sfuggire una
simile opportunità di gloria, se non hanno alzato un dito
contro
di lui era perché di sicuro erano coscienti
appieno…che
se l’avessero fatto sarebbero state sconfitte…e
assorbite!» scandì…rendendo ancor
più chiaro
il colorito del ragazzino «Non ti arrischiare con chi non
può darti una mano concreta…la vezzosa Purplemon
potrebbe
indisporsi con te: perché non…affidi a me un
simile
compito?»
…nell’occhio del Digimom vi era un luccichio di
furbizia…
«Ho abbastanza
esperienza…e se riesco ad accumulare energia per
digievolvere
potrei fronteggiare Guardianmon ad armi pari. Non mi è
neanche
simpatico, tra le altre
cose.»…«Nnn…NO! Non
se ne
parla!!»…«Eh?!»…«Sei
sordo,
Guilmon?!! Ti ho detto che non se ne parla: tu contro Guardianmon
è storia chiusa! Non intendo autorizzare una simile
battaglia!»…«Devo forse dedurre che non
ti fidi di
me?!» mosse un passo in avanti con fare aggressivo, ma
N’Emo liquidò «Pensala come ti pare, io
so solo che
finché avrò voce in capitolo ti
proibirò
categoricamente di scendere in combattimento con un simile nemico!
E’ folle, è azzardato! E…
…ci
rimetteresti solo tu. Basta, ho deciso: PinkMonzaemon e LadyMeramon mi
aiuteranno, tu resta a palazzo, Guilmon!» scomparendo nel
buio
assieme alle sue ombre fedeli…
…e
lasciandolo solo, fra mille pensieri
«…è
incredibile: si preoccupa per me al punto da non spedirmi in battaglia,
benché sappia che sono molto più potente di
loro?...
…sto
forse diventando importante…» guardandosi i palmi
delle
zampe «…per lui quasi come quel suo desiderio
misterioso…? E lui…?» volgendo
quell’unico
occhio verso l’altro «…
…posso
dire che sia importante allo stesso modo per me…oppure
seguito
ancora a vederlo soltanto come una proiezione di
Takato…?»
“Guilmon…” pensava Takato mentre era
iniziata
l’avanzata generale sul suolo argenteo, segnato da molteplici
impronte “...quello che ho udito su di te non mi fa smettere
di
pensarti: in un palazzo…?...il
Supremo…?!” mentre
gli sembrava di rivedere nel cielo di Digiworld l’immagine
della
spontanea semplicità di quello che era il suo cucciolo
“…in quale vortice sei stato coinvolto? Del
resto...non
soltanto io, ma anche tu hai avuto una vita. Ed è normale
che le
esperienze, e le correnti ti abbiano portato su
strade…assurde
come quelle che io sono finito a percorrere. Ma a tutto
c’è una spiegazione, basta fermarsi, e respirare.
E se
fosse…!!...
…che sei rimasto lì perché hai
incontrato mio
fratello e lo stai proteggendo?!” …mentre
procedeva con
passo deciso, come quello di Cindermon al suo fianco “E se
avessi
la possibilità…
…di
riunire…tutti i frammenti sparsi della mia
vita…ritrovandoli in un solo istante, assieme?! Sarebbe
meraviglioso…potrebbe assomigliare…a un premio
per tutto
il dolore subito! Ti immagini…?...vedo avanzare te con
N’Emo incontro a me, io corro verso di voi al fianco di
Cindermon!...non sarebbe stupendo, tornare a casa tutti
assieme?”
tradendo un sorriso di emozionata speranza “Tu
forse…sei
l’unico che può spiegare a quel mio fratellino di
cui
neanche so il nome…che io non ho cattive intenzioni, che io
non
sapevo della sua esistenza! Guilmon…
…tu mi ci
vedi a fare il fratello maggiore? Pensi
che…”
…muovendo la sua mano, come se volesse prenderne
un’altra
“…sarei…come
dire…!...a-adatto nella parte,
un bambino come N’Emo potrebbe mai sentirsi al sicuro con al
fianco uno come me?”
«Oh!»…«Uhm?»
Inavvertitamente
Takato si accorse di aver preso la mano di qualcuno che gli era vicino
«Cindermon…scusa!
Ero…soprappensiero!»
…ma ora,
sfiorandosi quella mano, Cindermon ebbe modo di riguardare quei tagli
provocati col vetro infranto…«Di nuovo quella
sensazione…» mormorò
«…che cosa
sarà…? Forse il fatto che ora siamo
più in
sintonia…» grattandosi il ciuffo «A
proposito, io
qui penso al regno quando ancora non son venuta a capo della storia di
quella lettera, allora: che ci scrivo? Caro
Takato…»
Beelzemon scrutava
Jeri che camminava poco più avanti di lui…e che
talvolta
gli chiedeva «E’ tutto a posto, Beelzemon? Ti senti
bene?»…«Come?
Oh…sì…certo.»…«Sei
abbastanza
in forma? Oppure hai bisogno di riposarti?» …il
tono della
ragazza sembrava sicuro, come il suo passo.
“Jeri, cosa
succede? Inizi a preoccuparti per me…?” si
chiedeva la
creatura alata…
…e lei
pensava “Desidero fare le cose bene. Snowhitemon ha ragione,
forse non ho vestiti adatti, né provviste o accessori.
Però sono pur sempre una Digimon Tamer, e ho con me un
Digimon
dal potenziale notevole! Se voglio ottenere il massimo debbo mettere da
parte tutti i trascorsi fra noi e pensare soltanto a come potenziarlo,
perché possa combattere al meglio!”
«Beelzemon
ascolta, ho delle istruzioni da darti, fa molta
attenzione.»…«Dimmi!» si
avvicinò lui
con una certa fretta «Kazu mi ha mostrato le nuove carte,
useremo
quelle: abbiamo delle nuove digimodifiche a disposizione. Sto vedendo
le strategie per il nostro
combattimento.»…«Dici
davvero?!»…«Certo, per te cosa sto a
fare qui
scusa?! A prendere il sole no di
certo!»…«N-Non
volevo dire questo! Spiegami pure
Jeri…»…«…sto
elaborando delle sequenze
offensive, dimmi cosa ne pensi.»
«Hai
bisogno di riposarti, MarineAngemon?» chiedeva invece Kenta
«Io??? No no che scherzi, devo fare ancora almeno il doppio e
il
triplo se voglio avere qualche speranza di dimagrire: se non approfitto
di questo viaggio non ci riuscirò mai
più.»…«Uhmuhm, va bene, ma
attenta a non
strafare!»…«Comunque…grazie
amore, le tue
premure mi riscaldano il cuore!» disse lei e teneramente
soffiò un cuoricino che lui sentì arrivare senza
il
bisogno di girarsi, sfiorandolo prima che si sciogliesse vicino alla
sua guancia.
«E quanto
sei stanca lo passi a me, poi io lo passo a Rika e così ci
siamo
passate tutte Benji!»…«Ahahah! Sei
gentile Suzie! Ma
in un momento del genere non potrei fare a meno della gioia
di…scarrozzare il mio bambino per le distese di Digiworld!
Allora piccolo? Ti stai
divertendo?»…«Sì
però non te lo tenere tutto per
te!»…«Ahaha!
Non c’è pericolo…zia
smaniosa!»
scherzò Rea.
Ryo non smetteva di
smanettare al cellulare nemmeno camminando «Allora, hai
capito
tutto quello che ti ho detto, Cyberdramon? Cyberdramon, mi vuoi
ascoltare!!»…«Che cosa ti urli a
fare?»…«Urlo perché tu non
rispondi,
ehi!...» prendendolo per il braccio «Guarda che non
scherzo
mica!!» ma il Digimon «Ihmf!» si
scrollò la
presa (Alice li scrutava con il suo occhio vigile…)
«Io
avevo risposto, sei tu che non senti con quelle cuffiette puntualmente
cacciate dentro le orecchie!»…«Qui
innanzitutto
moderiamo il tono! Non mi piace affatto! Punto secondo io tengo gli
auricolari anche quando non sto parlando al telefono, ci sento
benissimo, ho orecchie buone!! Se tu non rispondi è solo
perché vuoi intralciare, ma ficcati in testa che qui non
stiamo
giocando! IO non sto giocando!» camminando più
avanti
«…muoviti
Alice!»…«…arrivo,
amore mio! Non correre
così…»…«…è
quel tipo che
mi dà sui
nervi!»…«…devi avere
pazienza con il tuo
Digimon.»…«Pazienza?! Io
perché devo avere pazienza, dovevo averla dieci anni fa e
altrettanta adesso?! Perché, lui non è
cresciuto?!»…«…cerca di stare
calmo,
rilassati…» si premurava la bionda
ragazza…
…ma Cyberdramon «Ihmf!» volgeva il capo
offeso.
Kazu
commentò con Kenta e Takato «Ptsss…non
so a voi ma
a me sembra che fra Ryo e Cyberdramon le cose non vadano bene come anni
fa: mi sembra ci sia più distacco, come se stessero ai ferri
corti!»…«…sembra sorprendente
però
è così.» disse Kenta, aggiungendo
«E dire che
allora Ryo lottava per domare la ferocia del suo Digimon…ti
ricordi Kazu?»…«E come
no!»…«Lo
teneva fermo con quel laccio luminoso, e cercava di indirizzarne gli
istinti! Cyberdramon all’epoca parlava appena, si comportava
come
una creatura selvaggia…ma il duo con Ryo era un esempio di
armonica coordinazione, ci lasciavano a bocca aperta in battaglia! Ora
Cyberdramon si è perfettamente integrato nella
civiltà,
ma paradossalmente…il rapporto con il suo domatore sembra
più difficile.»…«Come
cambiano in modo strano
le cose…»…«Puoi dirlo forte
Takato!» fu
il replicare di Kazu…
Cyberdramon costeggiò Renamon, che gli chiese «Che
c’è?»…«Uhm? Parli
con
me?»…«…vedi altri oltre
te?»…«…non so a cosa tu stia
accennando,
Renamon!»…«…che succede fra
te e Ryo? Tanti
anni di attesa sofferta…che invano sei riuscito a mascherare
a
noi compaesani, per poi mettersi a battibeccare scioccamente proprio
nel corso di una missione così
importante?»…«Lascia stare, tu non puoi
capire.» il drago incrociò le braccia
scorbuticamente
«Scusa: cercavo solo di
aiutarti.»…«Tu hai a
che fare con una domatrice integerrima con cui ti capisci alla
perfezione, non puoi sapere cosa accade fra due uomini come me e
Ryo!» ma giunse all’orecchio di Rika, la quale fece
«Io?! “Domatrice integerrima”?! Beh,
grazie del
complimento: cos’hai bevuto qualcosa di troppo,
stanotte?!»…«Eeeeh?!» rimase
spiazzato il
drago «Che vorresti
dire?!»…«Niente, ma sta
attento, io mi preoccupo per te!»…a quel punto
Alice
chiese «Perché ti svilisci così,
Rika…?» ma l’altra rispose convinta
«Io non mi
svilisco, dico soltanto la verità: qui non
c’è
nessuno di “integerrimo”…abbiamo tutti
fatto degli
errori in passato, è ora di sfatare certi
miti!»…«Oh…
…che carattere, non ti scaldare
troppo.»…«Il
mio carattere è proverbiale cara, vedi di farci
l’abitudine!»…«Con…estremo
piacere…» la giovane assottigliò lo
sguardo…
«Ho dato a
N’Emo l’ordine che mi avevi comandato di
impartire…» mormorò Muskmon
«Brava…hai
fatto benissimo!!» sussurrò la sagoma che si
svelò
dal buio, sollevando il velo scuro con cui aveva avvolto il suo capo
«E così Guardianmon si sarebbe alleato con i
domatori,
Violetta…? Ma…come può essere, se ha
cercato di
eliminarli!» espresse Muskmon, ma Violetta
illustrò a
bassa voce «Ptsss…le cose non stanno esattamente
così: la verità è che è
regredito!...
…e la sua memoria dev’essere altrettanto tornata
indietro,
tanto da omettere il suo conflitto con i terrestri! Ne dobbiamo
approfittare finché siamo in tempo
Muskmooon…uhmuhm!»…«Quali
sono i tuoi
piani?» piegò il capo la Digimon
dall’elegante
diadema, e la risposta di quella donna dall’apparenza tanto
comune quanto cordiale fu «Ho intenzione di nutrire i miei
figli
con i suoi dati! Se faccio acquisire Guardianmon a Ufomon e Gravemon
cresceranno spropositatamente, digievolveranno ad un
livello…talmente esorbitante che per terrestri
sarà
impossibile
batterli!»…«Ma…?!...un’acquisizione
del
genere non potrebbe essere pericolosa per due Digimon così
piccoli?!»…«Eh? Ma no, guardata, te
l’assicuro, io…mi sono documentata! E ho letto che
già da questa età un simile processo
può essere
innocuo se non salutare!»…«Guardianmon
è un
Digimon troppo potente! Scusa se ti contraddico Violetta
però…qui non si tratta di un corso di pianoforte
o di
un’attività sportiva di quelle a cui segni i tuoi
figli:
un’acquisizione sproporzionata con il loro livello potrebbe
mandarli entrambi in collasso!!»…«Ma
loro lo sognano
tanto!! Oh, dovresti vederli Muskmon…»
…i denti
bianchi di Violetta luccicavano nel buio «…mordono
il
freno per crescere, non vedono l’ora di
digievolvere.»…«E tu non vedi
l’ora di
eliminare gli umani!»…«Ma te
l’ho detto, non
c’è alcun pericolo! Ohhh, Muskmon dai, ci sto
attenta a
queste cose!» passeggiando per il buio corridoio
«Mi sono
letta attentamente la rivista scientifica, e ho imparato a memoria le
statistiche: ci rientriamo, fidati di me, ci
rientriamo!!»…«…io mi fido di
te…»…«E
allora-»…«Però sono anche
stanca!!»
«Oh…?» piegò il capo dubbiosa
quella donna
che camminava in punta di piedi, e avvolgeva i suoi capelli ricci nel
velo…Muskmon sembrava sfogarsi «…grazie
alle tue
idee ci siamo fatte il vuoto attorno, questo buio rappresenta la nostra
condizione di esistenza! Nessuno ci ama,
Violetta…»
…appenati, quegli occhi rifulgenti di luce digitale violacea
«…nessuno ci ricorda…dobbiamo agire
nell’ombra e tutto questo solo perché abbiamo
creduto alle
tue promesse! Ci hai assicurato…
…un
mondo felice in cui realizzare i nostri desideri…ma finora
non
si è visto niente!! E quello che ci siamo spinti a fare per
realizzare questo obiettivo!!...» chinando il capo
«…beh…
…l’abbiamo pagato troppo caro…mi basta
soltanto
immaginare quella squadra di domatori che avanza verso di noi,
avvertire i loro passi sul suolo
digitale!»…«…sta tranquilla
Muskmon, siamo al
sicuro, non possono giungere fino a
no-»…«NON SI
TRATTA DI PAURA!!» Muskmon si volse di
scatto…aveva le
lacrime agli occhi «…io sono invidiosa di
loro…
…sono ancora una squadra unita…
…mentre
quella a cui appartenevamo
noi…»…«Ohhh, cara
stai piangendo!» si avvicinò Violetta, ponendosi
una mano
sul petto «Non fare così…! Lo sai che
non posso
vederti piangere, tesoro!» asciugandole le lacrime con un
fazzolettino spiritoso con teste di maialino ricamate «Ma
come
posso non piangere?!...io aspetto, aspetto…credo alle tue
parole
ma fino a adesso non ho visto
niente!»…«Lo
so…colpa dei bambini: io però gliel’ho
fatta la
ramanzina! Se loro non si fossero fatti sfuggire Henry per colpa del
gatto, adesso…a-adessooo…noi avremmo estratto il
suo
cuore e tu saresti felice e contenta assieme tra i fiori
d’arancio assieme a lui con un…beeel cuoricino
artificiale
incastonato qua! Al posto di quello che aveva che avremmo spremuto a
mo’ di limone fino all’ultima goccia
d’energia!»…«…non
incolpare i tuoi
figli, Ufomon e il piccolo Gravemon sostengono
missioni…troppo
grandi per le loro spalle.»…«Fidati
cara, fidati:
sono la madre!»
Muskmon a
quelle parole la fissò con sguardo di
sospsetto…ma
Violetta aveva un sorriso furbo e beffardo «Tu ancora non
puoi
capirmi perché non hai figli ma sappi che io sono sempre
molto
accorta ogni volta che si parla della loro salute, e delle loro
priorità!»…«…ti
prego solo di una
cosa: sii accorta, non voglio perdere anche loro, io ci sono tanto
affezionata!»…«Ma se ti ho detto che
è tutto
a posto!! Ohhhh…povera Muskmon!»
…Violetta le si
fece accanto, tamponandole le lacrime «Ti abbiamo fatta
stressare
con i nostri ritardi, lo so…» sussurrava con voce
fresca e
dolce «…ma d’ora in poi non dovrai
più
dubitare: è per te, è per voi che lo faccio!
Ufomon e
Gravemon rischiano di essere in svantaggio, gli umani sono accorsi in
massa, sono…d-diecimila domatori e centoventi Digimon,
è
una cosa inconcepibile contro due poveri bambini! Ahhh, diciamo che
sono anche un po’ disonesti e incivili, però se ne
pentiranno, perché loro acquisiranno Guardianmon e
diventeranno
due Digimon da cui scappare a gambe levate! Così per
giunta…ci togliamo anche un pensiero, prima che possa
crescere
ulteriormente…magari ricordare qual cosina e andare
chiacchierando, che non è il
caso…»…«…dunque...anche
per
Guardianmon…è giunto il momento di
sacrificarsi…»
«Uhmuhmuhmuhm!...
…no sinceramente a me dispiace per lui perché poi
tu lo
sai! Lui, verso di me, i sentimenti che provava nei miei confronti,
tutta la storia, ti ricordi no? Eh…sì
però
ecco…» mentre le riaccomodava i petali, come
faceva con i
vestiti dei suoi figli ma con movenze più manierate
«…lui ha deciso di incallirsi su
un’ostilità
dichiarata cheee…sinceramente non capisco! Tanto
più
adesso: adesso poi a che serve? I giochi sono fatti, il suo
domatore…non c’è più, pace
all’anima
sua…»…mentre Muskmon alzava esasperati
occhi al
cielo…«...e adesso ti allei pure con i terrestri?
Cioè ecco queste sono proprio le cose che non capisco, in
tal
caso la colpa non è poi mia seee…
…see…see ecco insomma…ho due figli da
crescere.
Eh! Guardiamo alle priorità, adesso siamo su fronti opposti,
quando poteva dare una mano alla causa e invece se
n’è
andato per conto suo! No no…
…per il bene di tutti, di Digiworld in primo luogo, il caro
Guardianmon deve diventare…ecco diciamo
sììì, come quei tocchetti di carne che
si mangia
la nostra gatta, che poi li schiacci tutti con la forchetta per
metterglieli nella ciotolina: i bambini si divertono tanto! A poi non
ti ho detto Muskmon: lo sai che la nostra gatta è
ulteriormente
ingrassata? Perché Lott-…perché
Gravemon e Ufomon
la ingozzano senza ritegno! Io gliel’ho detto: state attenti!
Sì però loro non ascoltano per cui…
…aaahhhhhhhhh…dovrò portarla dal
nutrizionista
digitale. Eh sì perché non è il peso
regolare, poi
può comportare problemi di salute! Io glielo dico pure a
Taish-aaa…Sandmon però lui figurati, sempre a
pensare al
suo esercito e alle sue conquiste, ha relegato il gatto ai
bambini!» …ma i pensieri di Muskmon erano troppo
scossi
dal vortice del passato per poter offrire attenzione a quei pur
coinvolgenti problemi domestici…
«A essere
sincero mi sembrano perfetti, Jeri.» disse Beelzemon, e la
ragazza si scostò i capelli «Pensi che i miei
schemi
strategici siano efficaci? Bene, allora li metteremo in pratica quanto
prima!»
Snowhitemon camminava
più avanti e meditava “Se si dovrà
combattere
questa volta non ho intenzione di abbandonare i ragazzi: ho sviluppato
dei nuovi poteri, anch’io li aiuterò!”
L’avanzata
finì per accostare Takato e Jeri, la quale gli rivolse la
coda
dell’occhio «Avete messo a punto uno schema di
battaglia
dettagliato?»
Il ragazzo e
Cindermon si guardarono fra loro con un po’ di dubbio, e lui
rispose «Veramente io non sono abituato a prepararmi prima i
piani di combattimento: le sfide sono così
imprevedibili!»…«Ma adesso siamo
cresciuti, Takato!
E non solo noi, ma anche i nemici che abbiamo sono il doppio
più
agguerriti! Non si può improvvisare, dobbiamo assolutamente
farci trovare organizzati, altrimenti ci batteranno!!»
…parole che destavano del dubbio nel
ragazzo…mentre
Cindermon mormorava «Takato dì un
po’…ma
questa qui ti piaceva perché già da dieci anni fa
sbraitava disposizioni come un
sergenteee?!!»…«Shhh!...Cindermon…ti
prego.»…«No, perché a volte
voi uomini siete
un po’ strani! Ha fatto sempre
così?!»…«…veramente…Jeri
da
bambina non l’ho mai sentita parlare in questo
modo…»…«Ah no?? Beh in questo
caso deve avere
avuto una vita
travagliata!»…«…era molto
discreta…e riponeva una gran fiducia nei suoi
compagni…»…«Accidenti che
cambiamento! Da
così a così!»
“…è vero. Jeri,
ma che ti succede? (canzone: Laura
Pausini - You are)
Certo…non assomigli proprio più a quella di
allora, hai
lo sguardo così duro. Non ascolti niente e nessuno! Non ho
idea
di cosa sia intercorso fra te e Mako, sembravi così tanto
decisa
a sposarlo e invece eccoti qua…” pensava Takato,
fissandola con sguardo penetrante…
…anche
Rika e gli altri rivolgevano della silenziosa attenzione ai
comportamenti della ragazza…
“…non riesco a immaginare cosa sia successo fra
voi e tu
sembri la prima a non voler che io lo scopra! Non mi interessa! Dico
così ma poi…non faccio che pensarci. Ormai non so
più come vederti, chi sei tu in realtà?! La
crescita deve
proprio averti cambiata e forse…
…quella bambina di cui mi sono
innamorato…sorridente,
fragile…onesta…limpida come questo cielo azzurro
non
esiste più…se non nei miei ricordi…
…è incredibile, questa era la mia più
grande paura
quando il D-Reaper ti aveva catturata, temevo che avrebbe
cancellato…tutti i dati che costituivano la tua bellezza! La
bellezza di cui mi ero…perdutamente invaghito, bastava un
tuo
sorriso a farmi affiorare il rossore al viso! Mi sentivo
squagliare…
…e
tutto il mio coraggio da piccolo ed eroico domatore…si
scioglieva come un gelato sotto il cielo
d’estate…se ti
vedevo in fondo al mio cammino. Quanto mi sei
piaciuta!”
…mentre anche lei lo scrutava, camminandogli vicino
“Takato…” ma non aveva il coraggio di
dirgli altro,
e se si accorgeva dello sguardo di Cindermon o di qualcun altro su di
lei si affrettava a recuperare la sua espressione altezzosa…
“Possibile
che ora…” continuava il suo pensiero Takato
“…tutti i miei peggiori timori si siano
concretizzati, che
ci sia stata una forza che ti ha fatto cambiare colore, come alle rocce
di questo mondo? Possibile che la crescita abbia congelato il sole che
sgorgava dal tuo sorriso? Ti osservo…e cerco di ritrovare
colei
che io conoscevo…non sono cambiato…
…volo all’interno della tua spessa corazza, e mi
dibatto
fra mille cloni…aggressivi e violenti…per
scorgere, e
recuperare l’originale!”
…e lei a
insistere «Non dobbiamo permetterci di perdere nemmeno una
battaglia! Takato, se vuoi davvero sostenere il passo di questo scontro
devi essere più responsabile!!»
Lui allora alzò
uno sguardo deciso, mentre Cindermon ironizzava «Sentitooo
(!)
Takatooo (!!)…?
Come-dice-giustamente-lei-devi-essere-più-responsabile! Eh!
Andiamo, che ci vorrà
poi!»…«E tu fai anche
la
spiritosa?!»…«P-P-Prego-prego??»
tese il
suo orecchio Cindermon alle provocazioni di Jeri, che la redarguiva
«Sei un Digimon, dovresti spronarlo e suggerire delle
tattiche
vincenti, cosa credi?! Di stare qui a passeggio?! Vuoi che ti dica
tutto lui? Sei tu quella che vive la battaglia in prima persona, e
approfittando del fatto che sei umanizzata e non fai solo
versi-»…«Ora basta, Jeri!!»
intervenne
però duramente Takato…sotto lo sguardo incerto di
Beelzemon e degli altri…«Che cosa significa tutta
questa
esplosione di arroganza?! Eh?! Vuoi
spiegarmelo?!»…«No-che poi SCUSA EH,
soprattutto-»…«Shhh! No un attimo
Cindermon, lascia
parlare me!»
«Oh!» …la Digimon restò
colpita dalla difesa
del ragazzo…che continuò «Non mi sembra
giusto! Sei
arrivata qui senza alcun preavviso, al momento più delicato
ci
hai detto che non saresti partita, che ti saresti
SPOSATA!»…«E allora?!! Non mi sono
sposata!!»
con Rika che intervenne «Ora basta, ragazzi!» ma
Takato
ribatté «Solo un attimo, Rika…
…ascoltami bene
Jeri, qui hai deciso di non rendere nessuno partecipe di ciò
che
stai vivendo, e tutti lo rispettiamo, ma tu almeno rispetta gli altri!
Non è giusto che tu dica a Cindermon ciò che deve
o non
deve fare, sono io il suo domatore! Io che decido! Con il suo consulto
e la sua approvazione!»
Beelzemon chinava il
capo, come se quelle parole gli suscitassero un senso di
vergogna…lo sguardo di Jeri si fece spiazzato e
deluso…quello di Cindermon invece era come incantato, e
incollato a quel domatore leggermente meno alto di lei, che
però
la difendeva con fermezza «Se ritieni di aver compreso ogni
segreto della battaglia dimostralo per mezzo della sinergia con il tuo
Digimon, non soltanto a parole.»
Kazu fra sé mormorò «…ben
detto Takato…»
Jeri rifilò
un’infastidita alzata di spalla «Uhmf, è
inutile
perdere tempo a consigliarti, credi di sapere tutto, sei il solito
testardo!»…«Niente affatto!...sono
aperto ad
apprendere tecniche nuove come queste carte! Ma lo farò per
mezzo dell’esperienza! Non sappiamo neanche come e quando il
nemico ci attaccherà!»…«Sei
un illuso!! Cosa
speri di fare senza programmarti prima gli scontri?! Rischi di fare un
fiasco colossale quando invece io-»
«Scusaaateee!» (fine-canzone)
…una voce
melodiosa quanto inquietante echeggiò nello scenario,
destando
un sussulto generale per la squadra che alzò gli occhi verso
le
rocce più elevate. Su cui poggiò il delicato
piedino
smaltato e squamato di un’aliena «Mi è
giunta voce
che degli arditi domatori sono approdati a Digiworld poiché
ammaliati dal mio fascino, modestamente…»
dichiarò
Ufomon scostandosi i lunghi capelli «…io sono come
le
sirene, calamito la gente con il mio canto stregato, e infatti voglio
fare un corso di canto dall’autunno prossimo…! Tu
pensi
che riusciremo a infilarlo nella nostra impegnata giornata,
Gravemon?»
Lo stivaletto bianco
si posò accanto al piedino «Dobbiamo chiedere a
mamma e
papà di dar fondo alle tasche…»
piantando nella
roccia il bastone dall’estremità a
teschio…
I domatori
spalancarono gli occhi: Rea esclamò «E quelli chi
sono?!» ma Takato rispose «Nemici, Rea!»
e Ryo
parlò «Problema tecnico: ci hanno già
individuati!»
«Che razza di
Digimon sono…?» si chiedeva attonito Yamaki
«Non
sono schedati
nell’archivio!»…«Appartengono
a
una nuova specie!» rivelò Rika, e Kenta
esclamò
«Presto signor Yamaki, prenda sua moglie e Hideki e mettetevi
in
un posto sicuro!»…«Sì
ma…ragazzi!» ma il giovane insistette
«Presto, a
loro pensiamo noi!»
Yamaki
obbedì prendendo con sé Hideki «Di qua,
Mitsuo!» disse Riley «Siate prudenti!»
concluse lui
prima di scomparire.
Ryo suggerì
«Alice, vai con loro!» …e questa
annuì quando
Rea «Aspetta!» la fermò, sorprendendola
con una
richiesta «Potresti portare con te mio figlio? Te ne
supplico…»
Alice accolse con
un’inaspettata emozione il bambino tra le sue
braccia…ed
accennò con un filo di voce
«…d’accordo, se
preferisci…» sparendo a passo così
svelto che
sembrò un’ombra.
«A noi dueee!!!»
balzò Terriermon a terra, e Cindermon corse avanti
«Adesso
sì che PROGRAMMIAMO LO SCONTRO!» sfregandosi le
mani.
Jeri mormorò
«Andiamo Beelzemon…che cosa
aspetti…» ma lui
scattò «Sono pronto!»
I due bambini digitali
contemplavano con sguardo soddisfatto «Guardali
lì,
Gravemon! Tutti riuniti assieme meriterebbero una
foto!»…«Un dolce ricordo prima di
eliminarli…non è così
Scratchmon?»
La gatta nera
dall’elmo e le polsiere fece il suo ingresso regale tra di
loro…il suo occhio giallognolo e penetrante non perdonava.
«Non illudetevi, non
avrete vita facile con noi!» rimbeccò Takato, e
Suzie
gridò «Che ne avete fatto di mio
fratello?!!»
«Di Henry non
preoccupatevi: sarà trattato con i dovuti riguardi, come in
un
albergo! Giusto Gravemon?» ma Rea corse avanti
«Siete
soltanto bambini!! Che…diavolo ci fate con delle armi dalla
mano?!»
«Ah!! GRAVEMON
HAI SENTITO QUELL’OCA?! CI HA CHIAMATI
BAMBINI!»…«E perché?
E’ quello che
siete!» esclamò la ragazza, e Ufomon
rimbeccò
«TE NE PENTIRAI…!!!»
«…chi
può essere il pazzo che fa combattere due creature alla loro
età…?» si chiedeva Rea
sconvolta…
…ma nascosto
fra le rocce più alte c’era Sandmon
«Uhmuhmuhm!...bravi figli miei…mostratemi quanto
ho a
cuore di vedere…» incrociando le braccia, sullo
sfondo di
un cielo azzurro di sfere di polvere sospinte dal vento che smuoveva
anche il suo mantello…
Kazu corse
avanti «Kenta, siamo pronti?!» con eco di
Guardromon che
modificò leggermente «MarineAngemon, siete
pronti?»…«Siamo pronti e
ristorati!»
replicò decisa la Digimon dalle ali rosate, mentre suo
marito
affermava «Non scordiamoci che siamo noi due a detenere il
potere
della biodigievoluzione del futuro: facciamogliela vedere!»
Ma Rea puntualizzava con
Suzie «…io non intendo alzare le armi su due
bambini!»…«…lo so Rea non
piace neanche a
me…ma purtroppo dobbiamo difenderci.» e Lopmon
balzò a terra «Loro non avranno pietà
se non li
attacchiamo!»
Rika si preparava col
Digivice, e Renamon ammoniva «Imagomon, tu non hai un
domatore,
porta in salvo i bambini: lascia fare a me
qui!»…«…sì,
d’accordo. Ma sii
prudente.»
«Posso contare
su di te?» chiedeva Ryo a Cyberdramon, ma questi sbuffava
«Uhmf! Unicamente per proteggere il mio mondo: sia ben
chiaro!»…«Sììì,
fa come ti
pare!» estraendo il suo Digivice a zampa artigliata.
«Tutti in
poooooosa! Scatta la foto Gravemon! Intanto io mi schiarisco la voce:
ho detto che voglio cantare una canzone e la
canterò!»
intonando «…sa-re-te-tutti-eliminatiii!
Sco-ve-re-mo i
cuori-digitali e per Digiworld
sarààààààAAAAAA!»
«Mio Dio
è assordante!!!» si tappava le orecchie Kazu, e
Kenta
«Quanto canta male!!!»
«Una-nuova-era di emozio-ne e batticuoooreeeEEE!»
…tutte le
sfere rosate caddero miseramente «Oh!...figlia mia
addirittura la
polvere informatica si inchina al tuo talento!»
commentò
Sandmon.
Ma Kazu le
puntò il dito contro «Mi spiace! Ma qui il
batticuore
saremo solo noi a dartelo!!»
Alzata collettiva dei Digivice.
Ufomon
materializzò un bastone elettrico dal triplice artiglio
all’estremità «Ah, ahahahahah! Adesso
che ho anche
l’antenna la utilizzerò per spargere la mia voce
ovunque,
tremate Digimon Tamers!!!»
Gravemon si
appostò a mo’ di fotografo dietro il suo bastone
«Dite tutti: ScratchmoooOOOOooon!» e gli occhi del
teschio
brillarono, per poi scagliare una moltitudine di dardi.
I due bambini digitali
in coro «BENVENUTI A DIGIWOOORLD!» con salto
acrobatico di
Scratchmon…
Ma la risposta di
Takato, nella pioggia di dardi, fu «Dovreste dire
“bentornati”!!!»
«COSA?!» sobbalzò Ufomon.
«…noi siamo veterani e ora scoprirete che vuol
dire!»
«Lancio,
ragazzi!»...«Non ci faremo fermare!»
esclamarono Kazu
e Kenta.
Così la squadra
scagliò simultaneamente i Digivice in aria. E
l’istante
dopo ognuno sfoderò una carta, al coro: «DIGIMODIFICATI!»
Le carte scagliate
saettarono all’impazzata tra i Digivice componendo una rete
di
bagliore sfavillante.
«Uhm!» …Sandmon osservava molto
attentamente…
«CARTA DELLA
DIGIEVOLUZIONE!» esclamarono Takato, Rea, Rika e
Suzie.
«Modalità
d’attacco!!» ordinò Jeri, e
Beelzemon balzò in volo.
Ryo
affermò «Noi invece sperimentiamo una delle nuove
carte di
Kazu! Carta
dell’Eremita digitale!»
(raffigurava un drago malinconico, sullo sfondo del mare in tempesta)
E per finire, Kazu e Kenta «BIODIGIEVOLUZIONE DEL FUTURO!»
procedendo all’incrocio con i loro Digimon...
«Gravemon, che
fa quella banda di vecchi noiosi?!»…«I
bambini siamo
noi, loro non hanno speranza di vincere…»
“Aspettate
di vedere…” fu il pensiero di Takato…
(canzone: Lene Marlin - How would
it be)
«CINDERMON
DIGIEVOLVEEE…WOLFIREMON!»
«TERRIERMON
DIGIEVOLVEEE…GARGOMON!»
«RENAMON
DIGIEVOLVEEE…KYUBIMON!»
«LOPMON
DIGIEVOLVEEE…ANTYLAMON!»
«Eccomi, sono
pronto!!» esclamò Beelzemon munito del suo bazooka
trasparente
«Scorre in
me…UNA NUOVA POTENZA!» esclamò
Cyberdramon
acquistando un mantello composto di mare tempestoso.
«GUARDROMON
BIODIGIEVOLVEEE…»…«MARINEANGEMON
BIODIGIEVOLVEEE…»
«…CARERMON!!!»…«…GENIUSMON!!!»
…da quel
vortice di magia digitale e di speranza, si svelò un
battaglione
agguerrito di vecchi e nuovi Digimon che obbligò il gatto
nero a
pararsi gli occhi con la zampa. E quando Ufomon e Gravemon balzarono
dalla roccia…si trovarono faccia a faccia rispettivamente
con il
badante ed il genio digitale.
«E voi chi siete…?» sibilò
Ufomon.
Carermon rispose
«Nuove biodigievoluzioni, nate dalla speranza del
futuro.»
Geniusmon aggiunse «Non siete solo voi i nuovi Digimon: nuove
specie stanno nascendo dai cuori di chi spera, nonostante il
dolore.»
«A questo punto
non resta che il confronto!! Sei pronto Gravemon?» Gravemon
si
concentrò «Vortice…di
teschi!!!» e sua sorella Ufomon
scatenò «Ultrasuono
stellare!!!» evocando grazie
all’antenna l’ologramma elettrico di una zampa
artigliata.
Ma si scontrarono con «Schiuma
dei sogni!!!» di Carermon, e «Riflesso dei desideri!!!»
di Geniusmon. I dardi luminosi di quest’ultimo centrarono i
teschi, mentre la schiuma inondò l’enorme zampa
elettrica
facendola prossima al cortocircuito.
«Ah,
maledizione!! Sotto con quel che si può!!»
ordinò
Ufomon, e suo fratello fece eco «Scratchmooon, replicazione!»
Lo sfuggente felino
nero balzò in aria roteando e liberando sfere oscure da cui
nacquero una moltitudine di suoi cloni, pronti ad attaccare.
«Si sono
moltiplicati!» constatò Takato, e
decretò
«Presto ragazzi, sparpagliamoci!»
«SI’!»
risposero i Digimon che con agili scatti si sottrassero alle
aggressioni dei cloni di Scratchmon: Wolfiremon e Kyubimon, con la loro
velocità, li attirarono lungo le rocce più
elevate.
Gargomon sfoderò i suoi mitragliatori «Gargo---mitra!!!
TA-TA-TA-TA-TAAA!» dissolvendo molti gatti, ma quando si
scomponevano, altri dati si assemblavano formando nuovi cloni: uno
provò ad attaccare il grosso Digimon
«Ahhh!» ma fu
protetto in ultimo da «Scure
veloce!»...«Grazie,
Antylamon!»
…e dietro di loro
spalancò le ali Beelzemon, che li difese dal nuovo assalto
nemico «Bolide
smaterializzante!!»
…radendo al suolo le fila di cloni, ma come disse Kyubimon
«…la loro replicazione sembra
inarrestabile!»
«Uhmuhmuhm!» ghignava Ufomon…
«Dobbiamo
trovare l’originale e neutralizzarlo!»
definì
Wolfiremon.
Rika stava per essere attaccata da uno dei felini
«Ahh!» ma «Fiamme celesti!!»
intervenne la sua Digimon a distanza sciogliendo la minaccia
«Grazie Kyubimon…» ma la stessa
esclamò
«Rika alle tue
spalle!!»…«Oh?!»
…ma quel gatto sleale fu disciolto da un getto acquatico
portentoso…a gran sorpresa originato da Cyberdramon per
mezzo
del suo nuovo equipaggiamento «Qui ognuno ha occhi per
l’altro!» garantì Ryo…e Rika
restò
colpita…
«A noi
due!!»…«Cosa?!»
sobbalzò
l’aliena, ma Carermon iniziò a duellare con lei
per mezzo
del suo braccio piumato «C-Chi---diavolo---ti credi di
essere: TI
FARO’ VEDERE DI COSA SONO CAPACE!» sbraitava la
bambina.
«Fatti
sotto!!»…«Se proprio vuoi
morire…»
sorrise subdolamente Gravemon, e ben presto il suo bastone stridette
contro la sciabola di Geniusmon.
Il doppio duello
intensificò in pochi secondi, Jeri affermò
«Dobbiamo aiutarli!!» ma Takato replicò
«Non
possiamo, finché quei cloni si
riproducono!»…«Io e Beelzemon terremo a
bada i
cloni: credetemi, siamo equipaggiati!! Voi intanto cercate un modo di
individuare l’originale!»
Takato
esitò…ma Ryo corse avanti «Ci pensiamo
noi!»
con conferma di Cyberdramon vestito di mare «Ho un piano per
smascherarli!» a quel punto Takato disse
«…bene!»
E Jeri
ordinò «Beelzemon, come ti ho spiegato: movimento
di
rivoluzione, in senso orario!»
«Sì!» Il Digimon iniziò a
volare in cerchio,
facendo piombare proiettili luminosi sui nemici.
Wolfiremon attaccò dalle rocce più alte con
«Piropennellata!!!...no,
cavoli, sono sempre di più!»
Kyubimon «Fluido
celeste!!!...i nostri poteri non bastano!»
Gargomon dal basso con «Gargo---pugno!»
ma «Acc!!!» ricevette un graffio in pieno viso
«Gargomon!» Rea corse a soccorrerlo.
Rika
definì «Sono troppo deboli, dobbiamo passare alla
digievoluzione Matrix!» ma Rea era insicura «Io non
me la
sento…!» indicando i nemici «Sono dei
bambini, io
non posso combatterli, anche se sono
Digimon!!»...«Ma Rea,
se non li combattiamo ci annienteranno!!» obiettò
Suzie
«Io non posso farlo…mi dispiace, è
più forte
di me, è contro i miei principi!! Io sono una
madre…»…«Momentai,
Rea.» Gargomon le
appoggiò un mitragliatore sulla spalla «Henry mi
ha
insegnato a essere compassionevole con i nemici: cercherò di
decimare i cloni e non far male a loro, ti
fidi?»…«…faresti questo per
me? Oh,
grazie!»…«Certo!» rispose il
robusto coniglio
dal muso graffiato «Sei la mia Digimon Tamer!»
«…d’accordo…» Rea
sfoderò nuovi
occhi determinati…e quella nuova carta blu anche estratta da
Takato e Rika: raffigurava un drago che sfuma nel simbolo
dell’infinito.
Carermon e
Geniusmon tenevano testa a stento «Come stai?»
chiese
quest’ultimo «…acc!...è tosta
anche per me,
nonostante il mio livello mega!»
Ufomon e Gravemon sembravano compiaciuti…
Gli occhi
scavati nella sabbia di Sandmon spiavano concentratissimi…
«Tutti pronti?! Stiamo per salire di un livello! Andiamo
ragazzi!» esortò Takato e le tre carte blu furono
scagliate «DIGIMODIFICATI!!!...CARTA
DELLA DIGIEVOLUZIONE MATRIX!»
DIGIEVOLUZIONE MATRIX
«WOLFIREMON
MATRIXDIGIEVOLVEEE…AUTUMNQUEENMON!»
«KYUBIMON
MATRIXDIGIEVOLVEEE…TAOMON!»
«GARGOMON
MATRIXDIGIEVOLVEEE…RAPIDMON!»
“Grazie a quei
Digivice e a quelle carte…” pensava Sandmon
smarrendo il
suo sguardo nella luce emessa “…i domatori hanno
piena
disponibilità dei livelli e delle modifiche!”
…questo dettaglio gli dava da riflettere…
«Ah!! Li
hai visti Gravemon?! Cercano di intimorirci, non hanno ancora capito di
cosa è capace la nuova specie!! Con la sua ascesa NON
C’E’ PIU’ SPAZIO PER LORO SU
DIGIWORLD!»…«Che beeello, diecimila
Scratchmooon…» ma Carermon ribeccò
«Non vi
illudete, credete di averci stremati?! Carezza lunare!»…«Ahhh!!
Parati, Gravemon!!»
Geniusmon incalzò «Flusso stellato!!...siamo
animati da dieci anni di sogni repressi, purtroppo per voi non vi
sarà così facile zittirci!»
I bambini
lottavano con tutta la rabbia…mentre Jeri comandava
«Movimento di rotazione: adesso,
Beelzemon!»…«Pronto!»
Il
Digimon alato chiuse gli occhi iniziando a piroettare su se stesso
sprigionando bolidi in ogni direzione: numerosissimi cloni di
Scratchmon svanirono sotto l’inarrestabile attacco.
«Tutti per
uno.» ricordava AutumnQueenmon a Taomon e ai suoi compagni
Digimon «I domatori hanno bisogno di noi, siamo una squadra
numerosa, abbiamo tutte le carte in regola per sconfiggerli.»
Ma Sandmon
vigilava come un giudice silenzioso “E’ questa
intesa, a
ronzarmi in testa come un pensiero molesto…” (fine-canzone)
Nascosti
fra le rocce nelle vicinanze, Yamaki e Riley non ricevevano che un
riflesso delle scintille dello scontro «Dobbiamo attrezzarci
per
ottenere informazioni su quei Digimon, Mitsuo…»
diceva
Riley che cercava di mantenersi padrona di sé. Il marito ne
era
aiutato, ed incrociava le braccia «Quali possono essere i
motivi
perché un Digimon non viene catalogato? Digiworld
è stato
studiato in lungo e in largo benché sia in seguito calato un
velo di silenzio, a causa del timore dei paesi del mondo.
Però
io non mi sono mai lasciato sfuggire le recenti
novità…e
questa “nuova
specie”…»…«Potrebbe
trattarsi della prole di Digimon superiori, evolutisi in questi dieci
anni?»…«Oppure di Digimon manualmente
creati!»
intuì Mitsuo «Intendi dire…Digimon
realizzati nel
corso di studi…privati,
personali?»…«…ci vogliono
notevoli
conoscenze…e strumentazioni che è arduo rinvenire
se non
hai un equipe con te. Ma resta il fatto che possono esserci
eccezioni…»
…gli sguardi dei coniugi si incrociavano…Riley
commentò «Se un privato entrasse casualmente in
possesso
delle strumentazioni per fabbricare dei Digimon…potrebbe
rivelarsi una minaccia: ci sarebbe il rischio che sfruttasse il
potenziale delle creature…per scopi
personali.»…«E più queste si
evolvessero…più pericoloso diventerebbe costui o
costei!
Fra la terra e Digiworld c’è un legame e un essere
umano
assetato di potere potrebbe far bioemergere le sue creazioni sulla
terra…e perché no: usarle come esercito personale
per
aspirare alla conquista! In questo caso dove mai sarebbero rinvenibili
i dati sui suoi Digimon? Le creature almeno formalmente non sarebbero
riconducibili all’albero genealogico di
Digiworld…»…«E se fosse
questo il caso? Il
mistero che si cela dietro questa “nuova
specie”…» era il quesito di
Riley…
…mentre il ragazzino digitale che chiamavano Hideki se ne
stava
in disparte a riflettere “Kenta e gli altri ragazzi stanno
lottando contro quei Digimon, io…vorrei aiutarli!! Sento di
possedere dei poteri, e anche se i miei ricordi ancora non si
assemblano in una logica ordinata non…posso
abbandonarli!”
sicché corse dai genitori adottivi «Io vado a dar
loro una
mano!»…«No!»
esclamò Riley, e Mitsuo lo
afferrò per un braccio «Fermo,
Hideki!»…«Perché?! Anche se
mi fingo un
essere umano, fra i ricordi che ho rimosso non c’è
quello
di essere un Digimon!! Lo sento dentro di me, il mio cuore palpita con
questo mondo dai colori sbiaditi, io…!!» espresse
con la
passione intensa e palpitante dell’età
«…posso offrire a Digiworld un po’ del
colore dei
miei capelli, per far sì che recuperi quello splendore che
ricordo, pur ignorandone i motivi!!»…«TU
NON PUOI
ANDARE DA LORO! Hideki, ascoltami bene, quei ragazzi non possono
scoprire che tu sei un Digimon!» esclamò Mitsuo
«PERCHE’?! Sembrano ragazzi buoni e dai nobili
ideali! O
forse io in passato ho commesso delle azioni indegne…?
Rispondetemi…è questo il motivo? Ero un
Digimon…corrotto e spietato?! Non restate in
silenzio…» e mentre Riley arretrava sopraffatta
dall’insicurezza, Mitsuo chinava il capo «Non
voglio
mentire con te…una sensibilità ed un intuito come
i tuoi
finirebbero a scoprire inevitabilmente la verità,
è come
avvenne a me riguardo al passato di mio padre, mi tennero nascosti
molti dettagli ma alla fine…riuscii a scoprire ugualmente il
suo
legame con i Digimon e il fatto che essi avessero una qualche
connessione con la sua morte: e tu sei come me…non ti
accontenti
di versioni ovattate dei fatti, rifilate solo per non soffrire, ebbene
allora ti dirò come stanno le cose! Purtroppo tu prima di
assumere questa
forma…»…«Mitsuo!»
lo
chiamò Riley, ma lui «E’ meglio
così
Riley…
…prima di
assumere questa forma le tue azioni hanno causato molto male a questi
ragazzi, diciamo che…eri alla guardia di quei cancelli che
hanno
impedito loro…di tornare a Digiworld e rivedere i loro amici
per
dieci anni.»
«Ahhh…» il ragazzino lasciò
andare le
braccia, muovendo qualche passo indietro di fronte a quella per lui
sconvolgente verità…
...
Poco distante da loro, Alice
era rimasta con Benji: il bambino tra le sue braccia sembrava
rappresentare una realtà nuova e inaspettata, con la quale
la
giovane si relazionava gradualmente e non senza indugio e stupore
«Sta calmo…» sussurrava la giovane il
cui fard in
questo momento abdicava rispetto al pallore «…la
tua
mamma…tornerà presto, non
c’è motivo…
…credi…non c’è ragione di
agitarti tanto!
Sta buono…B-Benji…»
Ma il bambino
sembrava irrequieto e preoccupato, quasi come se avvertisse che sua
madre era immersa in uno scontro.
«Ahhh, ci mancava solo
che quell’oca ci scaricasse il bambino!» brontolava
Minidramon «Che poi chi saranno quei Digimon appena
comparsi?!
Non mi interessa! Spero solo che Ryo sappia il fatto suo, e che mio
marito in questo caso si riveli all’altezza di difenderlo!!
Digiworld…
…è
l’ombra di quello che era una volta, non so come facciano
quegli
sciocchi ad affermare che è diventato un mondo
più
affascinante! E’ sporco e pieno di rifiuti…
…digitali e
viventi!...» …ma Alice non la ascoltava, i suoi
occhi
azzurri erano rapiti da quel bambino che aveva paura a tenere tra le
braccia, come se non si sentisse in grado o temesse una sua reazione
improvvisa. Quella paura contraeva il suo viso e non sembrava lontana
dal portarla sull’orlo del
pianto…sicché come
ultima possibilità tentò
«Benji…guardami…
…buuu…!» …sottilmente
sussurrato,
acquistando atteggiamento enfatico e sguardo avvincente
«…sono uno spirito…vengo da un mondo
d’oscurità…sono venuta a
prenderti…
…per
portarti a conoscerne i segreti…te la senti di venire con
me…?»
Quel gioco
sembrò far sfumare lentamente il concitato moto di Benji,
come
se qualcosa riuscisse ad attrarlo «Sei
curioso…?»
chiese Alice che ora lo guardava fisso negli occhi
«…vuoi
scoprire tutti i segreti di un mondo tenebroso? Allora fidati di
me…
…io e te
assieme…possiamo imbarcarci per un lungo cammino…
…e andare
lontano, dove non ci troveranno…! Ci terremo per
mano…il
bosco è fitto e intricato, pieno di
rovi…però…
…è
così misterioso…che non potrebbe fare a meno di
attrarre
chi ha un cuore che palpita sognando l’avventura…
…te la senti di essere compagni di viaggio?»
Parole che
sembravano guidare sia lei, nel maneggiare il bambino, sia
lui,
nel farsi tranquillizzare…e tingevano inaspettatamente di
sfumature materne lo sguardo di Alice che sembrava sempre
così
gelido…e che ora si aprì in un sorriso
«…io
ho sempre amato l’avventura! Da piccola…sognavo di
avere
un Digimon, sai? Come la tua mamma…che ora ha
Terriermon…» sfiorandogli il nasino con dolcezza
«…e speravo mi conducesse attraverso i segreti del
suo
mondo, sognavo di potermi sedere sul suo dorso, e correre
così
veloce, e così veloce!...tanto da sentire il vento che mi
passava tutto attraverso! Ah!...non è bellissimo? Il
vento…
…dai corriamo, Benji!!» e si lanciò
assieme a lui
in corsa «Ehi, Alice?! Ma cosa fai…dico, sei
impazzita?!» protestò Minidramon, ma Alice
«Ahah!» agilmente si sfilò la borsa e la
lasciò a terra «Alice!!!...ahhh, ma dico io
è modo
di trattare un Digimon?! Questi giovani d’oggi sono davvero
inqualificabili!!»
Alice sembrava aver
solo una gran voglia di arrampicarsi sulle rocce assieme a quel bimbo
che ora con una tale disinvoltura conduceva con sé
«Dopo
tutto non sei affatto male, sei abile Benji! E mi tieni il passo!
Guarda là! Uuuuhhh…guarda là, vedo un
Digimon…che ci fissa, deve averci scelti come suoi
domatori…» …ed indicava, là
da quella roccia
sopraelevata, la borsetta a terra in cui giaceva una dubbiosa
Minidramon «Chiii??? Parla con me?» …ma
Alice era
come se vedesse un’altra immagine
«…guarda
Benji…ha un pelo meraviglioso e lo sguardo
fiero…non
c’è da aver paura anche se punta contro di noi,
lui!...è buono…
…come tutti i
Digimon…» scrollandosi i capelli biondi
«…una
specie meravigliosa…» …e socchiudendo
gli
occhi…mentre il vento faceva volar i suoi boccoli, e
allietava
il suo sorriso, che anche Benji acquistò, poiché
ora si
trovava a suo agio, e tendeva le mani ad un’aria fatta di
dati
«…come non sognare al vostro
fianco…»
mormorava Alice «…
…come non
sognare in un mondo così: vero, Benji?»
stringendolo a
sé con affetto «Sarebbe da non andare
più
via…e restare qui per sempre, a farsi cullare dalla
fantasia…»
…Minidramon, lasciata lì a terra assieme alla
borsetta,
guardava la ragazza con occhi torvi «…non avevo
mai
sentito parlare Alice in questo modo…
…non
credevo amasse tanto i Digimon, all’apparenza sembra
così
fredda e distaccata…
…ma ora…»
La giovane
adagiò il suo capo sulla roccia argentea, mormorando
«…vieni Benji…fai come me…
…ascoltiamo i rumori della terra…»
«…non la capisco…» mormorava
la draghetta
«…Digimon…umani, ci ho messo la croce
sopra!! Non
riuscirò mai a capire cosa passa per quelle loro
teste!»
Ma Alice e Benji
sembravano non preoccuparsene, persi in un mondo tutto loro…
«BRACCIALE
GALATTICO!»
La battaglia incalzava «Pallottole
smaterializzanti!»
rispose Beelzemon al colpo di Ufomon, spezzando il suo bracciale di
pianeti con i suoi proiettili lucenti. Ma non vi era requie «Replicazione
mortiiiferaaa…!!»
…e la bara innalzata da Gravemon si apriva rivelando una
raffica
di dardi, che stavano per colpire la domatrice del guerriero alato
«Ahhh!»…«JERI
ATTENTA!...dannazione!! Ho
finito le pallottole!» Beelzemon premette invano il
grilletto: a
quel punto si gettò su di lei, che strillò
«Levati
da qui, ci colpiranno!!!»…«Non ti lascio
in
pericolo!» ma ad un passo dall’essere travolti dal
bolide…
«Microsfere di
neve!!!»
…uno spirale di fiocchi candidi e gelidi si frappose come un
colpo di frusta.
Gravemon
arretrò «Ma cooome…? Li stavo per
centraaare…»
Jeri
spalancò gli occhi
«Snowhitemon…» e Beelzemon
«Ci hai salvati!»…«Logico, non
potevo
permettere che vi facesse del male!» piazzandosi di fronte a
loro, e rivolgendosi ai nemici «Coraggio, fatevi sotto, che
aspettate? La vostra arroganza ha superato ogni limite, preparatevi
perché non avremo pietà!...
…ma
come vi permettete di seminare il panico? Digiworld è di
tutti!!
E’ un mondo libero!!»
«Ed
è per questo che va male, ridicolo frustrato con le
corna!» ribatté Ufomon «…!!
Come hai osato
chiamarmi?!» ed il fratello dell’alienina
continuò
«…quando lo amministreremo noi
diventerà una terra
florida in cui tutti potranno vivere in pace…»
«Se questo
è il vostro ideale di pace…» disse il
minotauro con
sguardo sprezzante «Ma non capite che la pace non la si
conquista
mai con la guerra?! Tante creature innocenti soffriranno per mano
vostra, non c’è niente di divertente nel gioco
della
creazione di una nuova era!!...anche noi abbiamo praticato questo
gioco…
…nei momenti in cui non c’era niente da fare, in
questi
dieci anni, sognavamo…che Digiworld potesse tornare il mondo
splendido che sembrava essere…probabilmente quando molti di
noi
sono nati, prima che fosse invaso! Sognavamo di vedere un
giorno…quel mondo che ci sembrava di avere a un passo,
quando
è stato sconfitto il D-Reaper, sì è
vero, avevamo
tutto contro! Ed eravamo stati separati dai nostri amici ma noi
speravamo, anno dopo anno, non ci rassegnavamo! Bastava che il lavoro
calasse un po’ per quel giorno…che ognuno di noi
si
accostava alle finestre del luogo in cui abitava, e guardando il cielo
si ricordava di ciò che aveva imparato a desiderare
tanto…prima che la vita lo smentisse in tante maniere
diverse, a
seconda del soggetto, a seconda del carattere. Tutti noi, a nostro
modo, abbiamo visto crollare i nostri sogni secondo le angolazioni con
cui li guardavamo…ma non ci siamo
arresi…» aprendo
i suoi grandi e profondi occhi verdi
«…PERCHE’ A
NOI, IL TEMPO, NON FA TUTTO QUESTO EFFETTO!» fronteggiando lo
sguardo determinato dei bambini...
…senza sapere di essere osservato dai penetranti occhi di
Sandmon...
«Con
un piccolo sforzo possiamo sentirci ancora ad allora, dopo tutto! E
loro ci aiutano, loro!! Gli esseri umani…»
additando con
veemenza tutti i suoi colpiti compagni…mentre anche Carermon
e
Geniusmon, pur stanchi, si rialzavano…
«…perché sono simili a noi, ecco
perché ci
capiamo così bene: perché parliamo la stessa
lingua…e abbiamo condiviso lo stesso passato.
PERCHE’ I
NOSTRI CUORI BATTONO ALLO STESSO RITMO!»
Sandmon assottigliò gli occhi.
Ma Ufomon si
caricò di potere tenebroso e rabbia «Mi
dispiace…ma
non siamo tipi che si fanno prendere in giro
così…!!...»
«Vi giuro che
è vero, questa è la nostra storia!!»
incalzò
Snowhitemon.
Ma Gravemon si
oscurò come la sorella «Abbiamo ricevuto un
incarico
importante, e non ci fermeremo fino a che non l’avremo
portato a
termine…»…«Chi?! Chi
è stato a darvi
un simile incarico?!» insistette il minotauro.
Ufomon ghignò
«Uhmuhmuhm, mi dispiace! Non siete autorizzati a sapere certi
segreti!»…«Scratchmon!»
comandò
Gravemon. E i replicanti della gatta formarono strati e strati, i loro
occhi luccicavano di perfidia «Tu da sola vali per cento di
loro:
DISTRUGGILI!» comandò l’alienina con
l’antenna.
Ma Ryo corse avanti
«Cyberdramon! Non distoglierti dal tuo obiettivo: ora il tuo
solo
compito è scovare l’originale fra quelle
copie!»
Il drago nero avvolto
da quel mistico manto d’acqua taceva, ma si vedeva che si
concentrava…
«Ci serviremo
del potere dell’Eremita!» …mentre
Carermon si
volgeva e spiegava «E’ una nuova carta che ho
creato per
mutare in dati la malinconia e le consapevolezze che si acquistano
nella crescita! Il mio obiettivo era infondere nel Digimon la loro
conoscenza, che provoca dolore, è vero! Ma ti insegna anche
a
vedere più in là delle apparenze!»
“E’
proprio quello che ci vuole per il mio cucciolo…”
pensò Ryo “In questo modo mi auguro possa capire
anche
molte delle mie scelte...”
«Ve la
sentite?!» domandò Carermon, e Ryo «La
scelta
è tua, Cyberdramon!»
Questi rispose «Io
proteggerò il mio mondo, non mi farò fermare
dalla paura
del dolore: sono vissuto qui per dieci anni ed ho il diritto di far
sentire la mia voce!» Carermon rispose
«Bene!»
dunque il Digivice di Cyberdramon emise un raggio che
materializzò un flacone di vetro di dimensioni spropositate
«Togliti il mantello e gettalo nella fiala!»
comandò
la voce di Kazu celata nel Digimon badante, e Cyberdramon
obbedì, scagliando il suo manto: il flacone gigante lo
accolse,
inglobando lo scenario di acque tempestose e isolotti di ghiaccio
«Questo mare rappresenta il mutamento del mare delle nostre
estati, e delle nostre vacanze! Lo scenario di quando eravamo bambini
si è fatto tempesta e dolore…ma è
anche grazie ad
esso se vediamo più lontano!»
«Accidenti
Kazu…mi lasci a bocca aperta, tu vedi…oltre
l’orizzonte!> commentò Ryo, e Carermon
«Modestamente!» ma un istante dopo, una moltitudine
di
lacci dalla punta affilata sgorgarono dalla fiala conficcandosi nel
corpo di Cyberdramon, che ruggì di dolore
«AAAAARGHHHHHHHHHHH!!!» poiché il suo
corpo su
pervaso da una tempesta di ghiaccio e onde gelide
«Cyberdramon!!!» esclamò Ryo, e Carermon
spiegò «Lo capisco Ryo, stringete i denti! Solo
quando
Cyberdramon avrà dominato la tempesta…i suoi
occhi
acquisiranno una luce
nuova.»…«…ci fidiamo di
te!!» replicò il domatore leggendario che si
parò
di fronte al suo Digimon «Cyberdramon non sei solo
nell’immenso sforzo: guarda me!! Fissami, ci sono io davanti
a te
a condividerlo! Credo in te e so che non permetterai alla tempesta di
disgregare i tuoi tessuti!»
Il Digi-drago emetteva un cupo e straziato sussurro…
«Ufomon,
guardali! Dobbiamo assolutamente distruggere quel
bottiglione…»…«Diamo
giù con tutto
quello che abbiamo!!» ma si frapposero AutumnQueenmon
«Non
ve lo permetteremo!» e Taomon «Siamo ancora in
piedi e
pronti a lottare!»…«Ah sì
eh?!! Ultrasuono
stellare!!!»
La bambina
evocò nuovamente l’enorme zampa elettrica, ma
Taomon
sfrecciò avanti tracciando col suo pennello «Ideogramma rovente!»
una lettera incandescente che trafisse l’insidioso artiglio.
«Vortice di
teschi!!» …ma AutumnQueenmon si
sfilò la sciarpa «Fulmine regale!!»
perforando la bolla di pioggia e disgregando con le scariche la
moltitudine di teschi.
«Scure veloce!!»
Antylamon dava del suo meglio contro i cloni felini, ma si
piegò
stremata sulle ginocchia «Ah! Non ce la faccio, sono
troppi!»…«Antylamon, sta
attenta!!»
esclamò la sua domatrice quando vide uno dei nemici balzare
verso di lei, ma una voce intervenne «Niente paura!»
Era Rapidmon, il verde
e scattante Digimon meccanico «Come tu hai aiutato me io sono
qui
per te! Siluri rapidi!»…«…appena
in tempo. Grazie amico mio.» disse il coniglio marrone
all’istantaneo dissolversi del suo aggressore
«Ihihi,
momentai!» fu la risposta di Rapidmon, il quale un minuto
dopo
«Oh?!» assistette alla più massiccia e
pericolosa
rigenerazione dei cloni, da cui fu in breve circondato.
Ma a Jeri bastò
sussurrare «Beelzemon…come ti ho spiegato prima:
schema
“risveglio della terra”…» ed
il suo Digimon
colse l’eloquente occhiata «Sono pronto,
Jeri.»
Dall’alto
fece calare una coppia di cavi elettrici dal suo bazooka, che si
conficcarono nel terreno «Urrghhhh!!! Sono carico di
energia!!!» esclamò Beelzemon finalmente
rigeneratosi, e
in terra luccicò una stella «Bolide stellare!!! Azione
eruttiva!!!»
Una nuova
versione del suo attacco si espresse attraverso un potentissimo getto
della magica stella proveniente dal basso, anziché
dall’alto: l’eruzione della terra travolse le file
nemiche.
«Ce
l’abbiamo fatta!!» esclamò entusiasta la
ragazza.
Carermon esclamò «Hai visto,
Geniusmon?!» e
Geniusmon replicò «Jeri ha elaborato una strategia
vincente!!»
Ryo altrettanto
«M-Mi lasci a bocca aperta…» ma
«Ryo…»…«Oh?!»
…udì il richiamo del suo Digimon, ancora vittima
di
quella devastante flebo di ghiaccio “Urgghhhh! Che mi
succede?
Ryo…
…ti vedo,
sei davanti a me…” pensava il drago
digitale, e
quelle onde tempestose gli sfumavano la vista e l’immagine
del
suo domatore. Però riuscì a vedere quel suo
sguardo
adagiato su di lui come ai vecchi tempi, che non si distoglieva da quel
processo di dolore, svelando l’intento di dargli coraggio, e
trasmettergli la sua forza…”E questo ghiaccio? Oh!
E’ forse…dentro di te?”
…l’immagine di
Ryo sfumò, risparmiandone solo gli occhi azzurri, e la
sagoma
del corpo che era simile a un vetro nel quale Cyberdramon vide formarsi
stalattiti e piovere ghiaccioli…
”E’
per questo che mentivi? Commettevi quei crimini per cercare di
sciogliere…il gelo che sentivi nel tuo cuore?”
…e vide il cuore di Ryo stretto in una morsa di ghiaccio,
pulsare di luce a fatica ma animato da una quieta e soffusa
testardaggine, che rendeva regolari e costanti i battiti di quel
cuore…che il Digimon riconobbe come troppo simile alla sua
stessa zampa…poiché di esso aveva la
forma…
“Nel
tuo cuore sembra che ci sia io…e anche tanto ghiaccio, come
quello che sta scorrendo nelle mie vene! Posso forse fidarmi di
ciò che vedo e di ciò che sento?! E’ la
sofferenza…a spingere gli esseri viventi a commettere
errori,
dunque?!”
«Coraggio,
Cyberdramon!» stringeva i denti Ryo
«…non
scaricarmi, cucciolo…» …mentre i cloni
di
Scratchmon aumentavano minacciosi alle sue spalle, ma lui non
desisteva, né si volgeva negando al suo Digimon lo
sguardo…
Quando
d’un tratto Cyberdramon esclamò «Ci
sono!!»
«Ahh!!»
Ryo rimase a bocca aperta, come tutti gli altri. Il suo drago grazie
alla membrana di gelo dinanzi al suo sguardo riuscì a
unificare
i neri felini «Riesco a distinguere nitidamente…
…SEI TU
L’ORIGINALE!!» puntando il suo dito artigliato con
veemenza.
«OH, CAVOLO!!»
esclamò Ufomon, e Cyberdramon attaccò «Globi…PERFORANTI!!!»
travolgendo con le sue sfere d’energia la grande capsula che
si
frantumò, inondando lo schieramento nemico col mare
tempestoso.
Scratchmon fu colpita in pieno dai globi e sbalzata a terra.
«Nooo, piccola
miaaaaaa!» esclamò Gravemon, e sua sorella
constatò
agghiacciata «Non può più creare
allucinazioni!» ma a quel punto avanzarono Carermon
«E’ finita per voi!» e Geniusmon
«Abbiamo
scoperto il vostro trucco, preparatevi a soccombere!»
I bambini arretrarono
timorosi…ma un secondo dopo si fecero di nuovo aggressivi
«GRRR, DOPO DI TE! Bracciale
galattico!»…«Replicazione mortifera!!»
«Schiuma dei
sogni!!» attaccò Carermon con il suo
vortice di schiuma dal braccio piumato «Riflesso dei desideri!»
Geniusmon liberò la luce dalla sua lama: rinvigoriti di
nuova
fiducia, neutralizzarono i colpi dei bambini digitali, alquanto
attoniti «A-Ahhh…»
«E’ tutto
inutile!» esclamò Carermon «Vi conviene
arrendervi,
siete circondati!» disse AutumnQueenmon dalle rocce
circostanti
«Vi abbiamo dimostrato la nostra
superiorità!»
definì Taomon, e Rapidmon si librò in aria,
puntando i
suoi cannoni «Minacciare Digiworld non è
così
facile!» ma in quel momento, in soccorso delle spaventate
creature che si aggrappavano l’una all’altra,
intervenne
una voce ferrea «Bambini!!»
«Oh? Chi
ha parlato?» disse Taomon orientando il suo muso verso le
rocce
più alte.
«Questa
voce la conosco…»…«Dici
davvero,
Carermon?» chiese Geniusmon. Ed il Digimon puntò
la sua
mano artigliata «Sandmon!!»
«Chi
è, Kazu?» domandò Takato, dubbioso
dinanzi a quel
guerriero col mantello, e il suo amico digitalizzato rispose
«E’ a capo dell’esercito nemico che ha
invaso il
castello di Cyclemon!»
«Che
cosa?!!» fece AutumnQueenmon «Quello sarebbe il
balordo che
ci ha assediati?!»
«E’
un piacere fare la vostra conoscenza Digimon Tamers, uhmuhmuhmuhm!
Benritrovato…Sovrano senza castello!»
ironizzò, ma
Carermon rispose «Meglio senza castello che senza denti per
arginare la sabbia!»…«Uhmf!! Come ti
permetti?!»
«Ufomon
guarda…»…«E’
arrivato papiii!!! Lui ora
farà il sedere a strisce a questi!»
«Un attimo!
Quello sarebbe il loro padre?!» aggrottò lo
sguardo Rea, e
poi corse avanti «Ehi, tu!! Non ho idea di che razza di
degenerato tu sia, non mi importa che sei un Digimon né mi
spaventano le tue arie da grand’uomo!! Ti credi un buon
padre?!
Spedire in battaglia i tuoi figli
senza-»…«Senza
qualcuno che li protegga? Uhmuhmuhm, ragazzina dalla vista
acuta…ma io ero qui sulle rocce più alte a
vegliare sul
loro match. E-Ehm, padron mi correggo…sul vostro
match.»…«NON MI INTERESSA!»
sbottò Rea
«Che ci fossi o non ci fossi tu due bambini di
quell’età non possono combattere, né
sulla terra
né a Digiworld!! Me ne frego di quello che pensi, sei un
disgraziato, sai?!! Dovrebbero toglierti il loro
affidamento!!»
«Ti
scaldi tanto? Non dirmi che hai temuto per i miei
figli…»
insinuava Sandmon…mentre i due piccoli avevano un lampo di
soddisfazione negli occhi…«Se non fossi comparso
sono
più che certo che il tuo Digimon li avrebbe
eliminati.»…«Non è vero,
è evidente
che non capisci niente: si vede che sei una zucca vuota!» fu
la
replica di Rapidmon che si alzò in volo fino a giungergli di
fronte «G-GULP! Come osi
tu?!!»…«Rea mi ha
chiesto espressamente di risparmiare i tuoi bambini, nonostante fossero
nemici: e ora alla tua vista ho la conferma che ha fatto bene, loro non
sono che…
…due povere vittime di un pazzo che si definisce
“padre” e poi li istiga a rischiare e ferirsi! Se
ti credi
tanto forte perché non ci fai vedere tu di che pasta sei
fatto!
Oh beh…sempre che tu non abbia paura!»
ironizzò il
meccanico Digimon verde aprendo le braccia…ma sul volto
sabbioso
era stampato un sorrisetto «Uhmuhmuhm…paura dici?
No. Si
tratta di un semplice calcolo tecnico: se scendessi in battaglia ora mi
battereste.»…«Lo vedi? Avevo ragione,
sei un
vigliacco!!» lo minacciava Rapidmon con i suoi cannoni, e
Sandmon
dalle braccia incrociate replicò «Ma voi siete
sleali!
Siete in…quanti? Non vi conto neanche.
Un’infinità
contro di me che sono solo!»…«Se
vuoi…»
minacciò audacemente Rapidmon, col suo cannone smanioso di
colpire «…puoi misurarti anche contro di me se
vuoi.»…«Ti credi tanto forte?»
…e sotto lo sguardo sospeso di tutti, di Rea maggiormente,
Rapidmon rispose «…più di un padre che
fa dei suoi
figli i suoi mercenari…certo che sì!»
«Perfetto.»…«Siluri rapidi!!!»
scagliò Rapidmon «Ciclone soffocante!!»
scatenò Sandmon: i due colpi entrarono subito in collisione,
fu
boato: il guerriero di sabbia si parava dallo spostamento
d’aria
generato dall’esplosione, il guerriero meccanico
«Ahhhhhhhhhhh!» dalla sabbia che gli schizzava
addosso…
«FORZA
PAPI!»…«Metticela
tutta…» incitavano
Ufomon e Gravemon.
L’esito era sospeso, fino a quando «Vortice rovente!!»
non si inserì un terzo colpo, un ciclone di foglie infuocate
che
costrinse Sandmon a balzare su una roccia vicina «Ecco! Ecco
vedete?! Siete sleali, l’ho detto! Tu hai finto di duellare e
poi
è intervenuta lei!» ma Rapidmon non se lo
aspettava
«AutumnQueenmon!» la quale prese parola
«Sono
intervenuta da sola, sì! Perché non me ne frega
un cavolo
della lealtà in questi casi, sai che ti dico?! Lo scontro
era
truccato in partenza! Perché voi avete di certo una base,
mentre
noi no perché VOI, solo VOI l’avete assediata!!
Brutti…rifiuti digitali, come avete…c-come avete
solo
potuto mettere le vostre sporche zampacce su un palazzo secolare e
pieno di ricordi dove vivono un Digimon anziano e una giovane
indifesa!!»…«Ah, tu saresti
l’altra
principessa! Beh, sul fatto che tuo padre è anziano debbo
darti
ragione, ma indifesa tua
sorella???!!!»…«Bastardo…adesso
te la faccio
vedere io!!!»…«Ferma
AutumnQueenmon!»
esclamò Takato ma lei non diede ascolto «FULMINE REGALE!!!»…«Mulinelli risucchianti!»…«Ahhhh!!!»
la Digimon inciampò, e sentì i suoi piedi
sprofondare in
qualcosa
«AutumnQueenmon!»…«Come
stai?!»
giunsero Rapidmon e Taomon afferrandola per le braccia «I-Il
vortice…m-mi
risucchia!»…«Resisti!»
invitò il Digimon verde, ma lei «N-Non ci
riesco!!»
…e tanto sprofondava che stava per portarsi dietro anche
loro.
«Uhmuhmuhm!» Sandmon sembrava soddisfatto, e
Rapidmon gli
gridava «Vigliacco!!» ma questi
d’improvviso
schioccò le dita «Uhm!» ed il mulinello
scomparve,
con sorpresa di AutumnQueenmon «Ohh…?»
«Papi, perché non l’hai risucchiata e
poi
acquisita?!!» chiese Ufomon, e suo fratello non sembrava meno
allettato.
«Questo che vi sia un assaggio della nostra potenza! (calmi
bambini, qui le decisioni le prendo io!) Non sei un
granché…per essere una principessa!»
AutumnQueenmon tingeva di furia il suo sguardo, e Sandmon
«Comunque, non ho intenzione di eliminarvi adesso, ma solo
farvi
capire con chi avrete a che fare! In ogni caso dormisse tranquilla, la
signorina che…critica i miei
metod-»…«Sono
signora!!» rispose orgogliosa Rea «Se vuoi saperlo
sono una
madre anch’io!!» “Strano, la pensa
all’esatto
contrario di Violetta: eppure ha in comune la stessa mania di dire
tutto strillando!!” «A questo punto sappi che non
commetterò lo stesso errore una seconda volta! Bambini,
ritiriamoci!»
Ufomon balzò
sulle rocce per raggiungerlo, e Gravemon la seguì poco dopo
«Hai preso Scratchmon?» chiese lei, e lui le
mostrò
il trasportino munito di corna demoniache.
«Ora li
avete visti da soli…semmai con il gatto! Ma vi assicuro che
non
ci sarà una seconda volta: al prossimo scontro i miei figli
lotteranno come…veri Digimon!!»
«Che
vorrà dire?!» aggrottò lo sguardo
Beelzemon…ma Rapidmon constatò
«E’
sparito…»
«…maledetto Sandmon! Sta tenendo le fila di tutto
lo
spettacolo!» si espresse Carermon…
Lo sguardo di AutumnQueenmon pulsava di rabbia…
Il terrazzo del limbo si
ricostituì attorno a Ufomon, Gravemon e Sandmon
«Su forza
forza, andate bambini! Andate a fare il bagno a quel benedetto
gatto!»
«Gravemon,
dobbiamo strofinare Scratchmon per benino! Dev’essere in
formissima per la prossima
battaglia!»…«Vado a
prendere quella spazzola che lei
odia…»…«Sì bravo,
proprio
quella!!»
“Non
sarà la forma fisica della gatta a decretare il risultato
della
prossima battaglia…” meditava il guerriero
sabbioso,
appoggiato alla ringhiera “…questo agguato
è stato
un esperimento, e si è risolto come temevo: quei Digimon
giunti
dalla terra erano a un passo dall’acquisire i bambini!
Violetta
crede di sapere tutto ma in realtà non ci ha capito niente!
Lei
parla di acquisire Digimon potenti, rintracciare artefatti occulti, ma
sarebbe capace di buttarci tutti in bocca agli squali!! La
verità è che siamo troppo deboli, è
evidente che
la sinergia coi loro domatori umani rende quei Digimon nettamente
superiori a noi…”
…riscorrendo la pellicola della battaglia, il bagliore del
Digivice e delle tecniche, e la passione che animava le parole dei
partecipanti…
“Esiste un solo modo per riequilibrare la situazione, ed io
ho un
piano per rendere me e i bambini finalmente in grado di fronteggiare e
sconfiggere quei terrestri! Così Violetta dovrà
solo
stare zitta e una volta tanto ammettere che vedo più a lungo
di
lei: dobbiamo anche noi trovare un domatore umano, un terrestre che sia
disposto ad aiutarci, ed io…ho già il volto di un
candidato nella testa…” …quei
buchi sabbiosi
che erano i suoi occhi luccicarono di furbizia
“…sarà interessante…
…approfondire la conoscenza, anche
perché…detto
fra noi…non mi alletta poi tanto la prospettiva di
supremazia
digitale che mi propina Violetta: piuttosto che regnare sui Digimon
trovo assai più
interessante…”
…mutando magicamente il suo aspetto in quello del biondo
Taisho
Yusaki “…divenire un essere umano di
successo!!” …i cui occhi
sottili contemplavano
allettati il cielo stellato da quel terrazzo
“…avere
soldi, ricchezza! Essere circondato da ragazze attraenti…non
come quell’isterica di mia moglie! Ma
sì…”
sorseggiando una sigaretta, soffiando il fumo in quel cielo irreale
“…l’intelligenza non mi manca, in fondo
ho tutte le
carte in regola per distaccarmi da lei e fare vita propria, come i miei
figli, del resto!”
…mentre Ufomon e Gravemon in un tripudio di schizzi e di
schiuma
facevano il bagno ad una Scratchmon alquanto a disagio…
“I miei bambini…” pensava Taisho con la
sua
malinconica e suggestiva sigaretta “…il mio
orgoglio, la
mia immagine riflessa! Li ho fatti io del resto, io!!”
stringendo
un pugno d’orgoglio “Sono le mie
creature…
…ne vado tanto orgoglioso. Per loro garantirò un
futuro
di successo in cui potranno realizzare tutti, ma assolutamente tutti i
loro desideri e le loro ambizioni assolutamente legittime! In fondo
cosa faccio di male? Non sono mica un essere senza
volontà!” spegnendo la cicca sulla ringhiera
“Violetta dovrà fare i suoi conti e alla fine
arrendersi e
accettare: non può tenerci legati a vita! Per il momento ho
ancora bisogno di lei e non posso scaricarla, ma molto
presto…quando tutti e tre avremo trovato un domatore
umano…uhmuhmuhm! Temo proprio che darò un ultimo,
romantico e struggente saluto alla mia adorata mogliettina!
Uhmuhmuhmuhm! Et…voilà!”
…con una
schicchera, lanciò la sigaretta nel vuoto sotto di lui.
Questa
precipitò in un cielo stellato apparentemente senza
fine…
…senza fine come le allettanti aspettative che luccicavano
negli
occhi del biondo padre di famiglia.
Le protuberanze
rocciose si diradarono accogliendo i ragazzi in uno spiazzo ampio e
privo di ostacoli: assomigliava ad un deserto d’argento,
decorato
unicamente dalle sfere di polvere informatica nel loro quieto fluttuare.
Ryo era con Yamaki ad
analizzare le mappe digitali, quando Suzie chiese «Che cosa
prevede l’itinerario di viaggio?...uhmuhmuhm!
Sembrerà una
domanda stupida ma lo chiedo più che altro per
Benji…io
non sono stanca, posso ancora camminare, però non possiamo
trattare un bambino così piccolo come un impavido
avventuriero…vero tesoro?» prendendosi il bambino,
e
giocandoci un po’ «Ero più grande di te
dieci anni
fa, ed Henry mi teneva sotto stretto controllo! Per quanto mi riguarda
già ti stai prendendo troppe libertà!
Uhmuhmuhmuhm!»
Alice aveva lasciato
Benji ai suoi familiari, ma sembrava scrutarlo con una certa
malinconia…di cui si accorse la sua Digimon «Si
può
sapere cosa ti prende?» …ma la ragazza sembrava
distrata,
e con la mano scostava i riccioli biondi che il vento le portava sul
viso.
Ryo si girò «Al
prossimo settore, per il cestino digitale…circa due giorni e
mezzo di cammino da qui!»…«CHE
COOOSA?!!»
sobbalzò Suzie, chiedendo «Ininterrotti?!
Pfff!!!»
…e ridendo un po’ di se stessa, tanto che Ryo
colse
«Certo, cosa credete che ci si ferma?...
…ve la sentite
di prendere un taxi?»…«Passano anche di
qua?
Miracoloso!» commentò Rea, ma Kenta e
MarineAngemon
balzarono in piedi «Non si tratterà di uno di
quelle
diavolerie con le ruote guidati da Digimon bizzarri?!! Nel nostro primo
viaggio per fortuna non ne abbiamo visti!» disse lui, e lei
aggiunse «…ma in compenso nelle serie di cartoni
hanno una
pessima fama, guidati puntualmente da Digimon imbroglioni e
interessati!»
«Sapete
che non avete tutti i torti?» fece Ryo divertito, affermando
poi
«No, a parte gli scherzi! Prendiamo uno dei fasci
teletrasportanti, ve li ricordate?» Takato ribatté
«Sì ma dieci anni fa il loro passaggio era
casuale, e
anche la destinazione!» al che Ryo «Ma dieci anni
fa erano
dieci anni fa, Takato: non vi era il fior fiore tecnologico, guarda qua
che roba all’ultimo grido, il signor
Yamaki!»…«Eh
sì…vedo!» fece
Takato sinceramente ammirato, e Ryo si accostò di nuovo al
biondo ricercatore «Grazie ai rilevatori suoi e di sua moglie
possiamo non solo scoprire dove sono diretti i fasci, ma anche quando e
da dove ne giungerà uno! E’ un po’ come
gli schermi
elettronici col contaminuti alle fermate degli autobus.»
«Allora noi ci
rilassiamo!»…«Allora noi ci
rilassiamo!» fece
la coppia Kazu/Guardromon, nell’identico gesto di mettersi le
mani dietro la nuca «Fate tutto
voi!»…«Fate
tutto voi!»
Ryo commentò
con Yamaki «Questi vogliono che li scarrozziamo in giro senza
che
debbano muovere un passo: allora, si sa tra quanto passa esattamente il
fascio?»
…ma Mitsuo non
sembrava riuscirsi a concentrare poiché un pensiero rubava
la
sua attenzione, e cioè quel ragazzino dai capelli rossi che
era
rimasto in disparte…
“…prima
di assumere questa forma le tue azioni hanno causato molto male a
questi ragazzi, diciamo che…eri alla guardia di quei
cancelli
che hanno impedito loro…di tornare a Digiworld e rivedere i
loro
amici per dieci anni.”
Quelle parole
non lasciavano in pace il suo animo giovane o meno…e quegli
occhi malinconici spuntavano dietro ai respiratori, per osservare i
ragazzi momentaneamente accampatisi: quasi per ciascuno la
priorità sembrava prendersi cura del proprio Digimon, e
constatare che non avesse riportato ferite dal precedente e durissimo
scontro…
«Come
stai…?» sussurrava Rika sfiorando il pelo di
Renamon
«Bene…è tutto a
posto.»…«E i
bambini? Sono
stanchi…?»…«Stanno riposando
nel pelo di Imagomon.» …ed anche la volpe nera si
unì a loro. Rika riprese «Avete sentito? Sembra da
quel
che dice Ryo…» volgendo la coda
dell’occhio verso il
domatore leggendario, che la incrociò qualche secondo prima
di
riconcentrarsi sulle mappe «…che viaggeremo verso
un altro
settore per mezzo di uno dei fasci. Mi ricordo, l’altra volta
erano un incubo.»
Ryo
annunciò «Ne passa uno esattamente fra
mezz’ora e
trentacinque secondi!» Takato commentò
«Che
precisione!» …e Rika «Presumo dunque che
nel
prossimo settore ci riposeremo: è solo il primo giorno e non
dobbiamo abusare delle nostre forze…» ma era serio
lo
sguardo di Renamon, che disse «Specialmente
dopo…aver
misurato con mano la forza dei nostri nemici.» Imagomon
aggiunse
«Temo purtroppo che quello che abbiamo visto finora sia
soltanto
un assaggio della loro potenza.»
Kazu si
riposava schiena a schiena con Guardromon…ma sotto la falda
del
suo cappello celava occhi preoccupati «Cosa staranno facendo
adesso Diamon e suo padre…? Saranno in pericolo o avranno
avuto
problemi…?»
Invece
Takato si raccomandava «Non devi più arrischiarti
in quel
modo.» Cindermon replicò «Ma Takato!!
Cerca di
capirmi, quello ha insultato la mia casa, la mia famiglia!! Ha
insultato me!!»…«Questo lo capisco
benissimo!! Ma
dobbiamo essere lucidi nelle nostre azioni, nemici del genere possono
tirarne fuori di tutte, dammi retta!! Ed io di te ho bisogno, come
potrei fare senza di te?!» prendendole il braccio
«Oh?!»…«Cindermon…promettimi
che sarai
più cauta: so che abbiamo una rabbia…che non ti
dico che
ci sgorga proprio da qui!» indicando la sua gola
«Non solo
tu, quella l’abbiamo tutti!! Ma dobbiamo pensare
l’uno
all’altro, ora siamo una squadra!» Gli occhi
azzurri di
Cindermon si smarrirono in un cielo della stessa intensità
«…è la prima volta…che vivo
un’esperienza del genere…»
Jeri
sedeva a terra lasciando che il vento smuovesse i suoi capelli. La sua
posa sciolta e avventurosa era impreziosita da un pertinente sguardo
assorto…che Beelzemon, seduto vicino a lei, non riusciva a
smettere di scrutare «Se ti stai chiedendo a cosa sto
pensando,
è alle tattiche che abbiamo sperimentato prima: si sono
rivelate
vincenti!»…«A quanto pare è
vero, Jeri. Sei
stata brava.»…«Dobbiamo continuare su
questa
linea.» definì la ragazza senza smettere di
fissare un
orizzonte indefinito «Dobbiamo perfezionare le basi! E
variare
costantemente…la formazione, in questo modo per i nemici
sarà impossibile prevedere i nostri schemi!»
Sembrava
molto decisa, e Beelzemon la fissava «Io sono pronto a
seguire le
tue indicazioni.» A quel punto si avvicinò anche
Ryo
«A proposito Jeri: in battaglia non ho avuto modo di farti i
complimenti!»…«Ti
ringrazio…»…«Ti confesso che
mi hai stupito:
non sapevo fossi così portata per gli schemi di
combattimento!»…«…lo ignoravo
io stessa. Ma
ho scoperto che tutto questo mi interessa molto.» replicava
la
giovane con contegno professionale, volgendosi verso il suo Digimon
«Io e Beelzemon abbiamo stabilito che elaboreremo nuove
tattiche
e varieremo gli schemi così da non renderci
prevedibili.»
Il guerriero alato sembrava sorridere al pensiero di questa
collaborazione, che Ryo accolse con entusiasmo «A proposito
di
questo, voi potreste suggerire talvolta alla squadra le
modalità
d’attacco: è giusto che chi ha talento lo faccia
fruttare!» Jeri lanciò un’occhiata a
Beelzemon, che
disse «Io sono pienamente d’accordo con
Ryo!»
Ryo era
costantemente nel mirino dello sguardo di Cyberdramon, che sembrava in
atteggiamento di riflessione “Quello che ho visto mi ha
riempito
la testa di interrogativi…non riesco a capire Ryo: sembra
sempre
così allegro e spigliato!
Eppure…”
…rivedendo
quell’immagine davanti agli occhi…
“Grazie alla
digimodifica prima ho visto il suo animo pieno di ghiaccio. Come
è possibile che una persona si mostri in un modo e poi sia
in un
altro? E’ forse la carta di Kazu a non funzionare
correttamente?
O è Ryo che si pone per quello che non
è?”
«E a
proposito, complimenti anche a Kazu per aver innovato il nostro
arsenale!!» espresse cordialmente Ryo, ma Kazu
«Ahh!»
fece un gesto di disimpegno calandosi la falda del cappello. Ryo
incalzò «Cos’è quel gesto? Ho
capito che
adesso te la tiri, ma non montarti troppo la testa anche se inventi
delle digimodifiche da sballo!»…«Davvero
pensi
questo, Ryo?!» si destò contento Kazu, lasciando
che il
cappello scivolasse sulla testa di Guardromon. Ryo si fece
più
serio «Altroché! Ptsss…e spero tanto
che la magia
della tua carta possa aiutarmi un po’ con
Cyberdramon…» Kenta intervenne con discrezione
«Avete problemi, Ryo?...sembra tornato quello di dieci anni
fa
per come se ne sta tutto solo.»…«Ah,
lascia perdere,
sì, alcuni problemi relativi al mio passato sinceramente, a
quello che ho fatto per mettere su un po’ di soldi in questi
anni…a voi posso dirvelo perché siete degli
amici, che ci
volete fare, i Digimon sono sensibili a queste cose.»
…scrutandolo con la coda dell’occhio assieme ai
compagni,
ed incrociando la sua timidezza e ritrosia nel guardarlo
«…ci pensano ancora come quei bambini puri e senza
macchia, non riescono ad ammettere che siamo cresciuti anche noi e
siamo persone comuni.» MarineAngemon però
aprì le
sue ali «Perché? Che c’è di
strano? Non siamo
mica stupidi! Basta non essere testardi! E poi noi siamo uguali,
perché pensare che ci sia una differenza?» Ryo
aprì
le braccia «…Cyberdramon è fatto
così:
è un Digimon vecchio stile, un digi-drago della prima specie
eroica, già tutti voi siete Digimon più moderni:
il
vostro ciclo vitale è correlato all’operato dei
Supremi
che avevano supervisionato lo sviluppo delle intelligenze
artificiali…il mio cucciolo invece è un tipo
classico, un
personaggio da videogioco: io però non posso lamentarmi,
perché a me piace proprio in quanto è
così! Il
problema è che io non ero né il bambino di un
cartone
né di un videogioco…» volgendosi di
nuovo a
scrutare il suo Digimon «…sono un uomo in carne ed
ossa,
che poi è cresciuto. Kazu, vecchio mio: posso confidare solo
sulle tue carte…se intendo recuperare il mio antico
rapporto…» terminò Ryo e si
allontanò.
MarineAngemon si impuntava «Dite tutto quello che volete
sarà che io sono vissuta dieci anni sulla terra ma certe
impuntature non le capisco da parte di quello là!»
indicando il drago nero, e aggiungendo «Scusa Ryo
è
pentito! Avrà fatto quello che ha fatto ma adesso
è qua!
Questo dice tutto!»…«…in
effetti lo dovrebbe
capire…» ne convenne Kazu, scrutando assieme a
Kenta
quell’intangibile ma ben visibile divario fra domatore e
Digimon…
…il loro
gruppo era invece oggetto di uno sguardo ammirato da parte di Suzie
«Hai visto, Lopmon…? Kazu e Kenta sono stati
fantastici in
battaglia, i Digimon emersi dalla biodigievoluzione sono uno spettacolo
per gli occhi! Non possiamo farli aspettare, hanno bisogno
d’aiuto…dobbiamo biodigievolvere io e te, in fondo
anche
noi come loro non ci siamo riuscite dieci anni
fa!»…«Dici che questa sarà la
volta buona?
Ohh, io vorrei così tanto biodigievolvere con te,
Suzie.»…«Ci impegneremo tutte e due al
massimo.» garantì la ragazza…
Anche Takato e
Cindermon erano schiena contro schiena ma in piedi, e lei bisbigliava
«…caro Takato nel tentativo di trovare le prime
parole da
dirt-»…«Uh? Con chi parli?»
fece il ragazzo
«EHHH?!!! Oh beeeh---niente, con nessuno, recito una litania
per
Digimon!»…«…pensi alla tua
famiglia…?»…«Io?...un
po’.»…«…anch’io.»
rispose
il ragazzo, e i loro sguardi si incrociarono «Sei
preoccupata?»…«…mah, Takato
che dirti:
uuun…misto fra…apprensione, colpa, anche un
po’ di
colpa! Per averli
lasciati.»…«…ti
capisco.» …ma l’appena nato stupore di
lei
sfumò, trovandosi costretta a bofonchiare
«Mmm…Takato stai in guardia, arriva la
rompina!»
…infatti Jeri si accostò a loro, e subito lo
sguardo suo
e quello di Takato si incrociarono. La ragazza iniziò
«Senti! Prima che tu possa dire qualsiasi cosa…ci
tengo a
chiarire le cose fra noi: io non intendevo mancarti di rispetto e
sminuire il tuo valore come domatore, ci mancherebbe
altro.»…«…non ho mai pensato
a questo.»
incrociò le braccia il ragazzo, e Jeri ammise «Sto
solo
cercando di rendermi utile!!» Il suo sguardo era quello di
una
persona che vuole essere creduta «Non desidero più
essere
un peso per voi, l’altra volta vi siete dovuti scomodare
tutti
per salvarmi, ora cerco semplicemente di ricambiare il
favore!!»…«Jeri…»
ma Cindermon
bisbigliò «Ptsss, scusa ma questa schiavizzava
così
anche il suo primo Digimon? Povero Beelzemon, lo comanda a bacchetta,
guarda un po’ che faccia
ha!»…«Scusa un attimo
Cindermon, perdonami.» fece Takato, e costei «Va
beeene!» ponendosi a braccia conserte…ma troppo
tardi per
non attirare lo sguardo ostile di Jeri, a cui però si
rivolse
Takato «Jeri quanto a prima io volevo semplicemente dirti che
non
devi pensare che siamo degli sprovveduti: tutti noi abbiamo preso sul
serio questo viaggio almeno quanto te! Possiamo avere stili
diversi…ma è un’identica motivazione ad
accomunarci…»…«Sì,
però…»…«Non devi
parlare al passato in
questo modo, qui nessuno è stato un peso…tu
eri…sei una di noi e quello che ti è successo lo
ricordiamo tutti, non sarebbe stato facile per nessuno. Ma adesso
è passato…io credo che basterebbe che ti fidassi
di noi.
E tutto…andrebbe per il meglio…
…qui
nessuno vuole rinfacciare niente.» disse Takato con sguardo
eloquente «Nessun passato…e nessuna scelta.
Riguardo ai
Digimon e non. Non siamo qui a giudicarci a vicenda o a giudicare le
nostre vite…in questo momento l’unico pensiero che
ci
guida è ritrovare
Henry.»…«Io…Takato,
anche riguardo a Mako…e a me…»
accennò la
ragazza passandosi la mano tra i capelli «…ecco,
vorrei
avere la possibilità di
spiegare…»…«Non ce
n’è
bisogno.» tagliò corto lui, molto serio, tanto che
lei
sembrò tradire dell’insicurezza «Non mi
devi nessuna
spiegazione. Te l’ho appena detto, ora è altro che
conta.»…«Vuoi dire…che non ti
interessa?» accennò la giovane con voce che andava
a
spegnersi. Ed il ragazzo guardò verso il globo, e
specificò «…esatto. Non mi
interessa.» Non
sembrava però la risposta attesa da Jeri, che teneva il capo
chino e si caricava di tensione. Takato continuò
«Del
resto l’hai detto tu che adesso abbiamo preso
strade
diverse e l’unica cosa che ci accomuna è
l’essere
compagni di battaglia: della tua vita sei libera di fare ciò
che
preferisci, non vedo perché dovrei intromettermi, proprio
qui e
ora.»…«Takato! Molto prima che io
scegliessi di
sposarmi noi due eravamo amici, non te lo dimenticare!»
puntualizzò la giovane, e lui si volse ma prima che potesse
risponderle si frappose Cindermon «A proposito di amicizia,
comunque: perché non cerchi di essere un po’
più
amica del tuo Digimon?»…«Ihmf!! E che ne
sai tu del
rapporto che lega un domatore e un Digimon?!!»
ribatté
Jeri con istintivo astio, al quale fu risposto «Fai un
po’
te! Io cosa sono, scusa: un cellulare? Un computer? No cara, sono fatta
di dati ma si dà il caso che io sia un
D-»…«Un Digimon…che non ha
mai avuto un
domatore!»…«No perché Takato
è un
morto, un fantasma, viene
dall’oltretomba!»…«Fai pure la
spiritosa?!!» ma Takato si intromise «Ora basta voi
due!»…«E’ questa, che si
impunta!!»
asserì Cindermon picchiando un pugno sulla mano per indicare
testardaggine, ma Jeri rimbeccò «Che cosa dici?!
Ritira
subito quello che hai detto, non permetterti più di
intrometterti nel rapporto che ho io col mio Digimon, sono cose solo
personali e di certo non sottoponibili all’ultima
arrivata!»…«L’ULTIMA ARRIVATA,
CARA…!!»
…ma Ryo
segnalava «Ragazzi: eccolo che arriva, puntuale e preciso! Il
fascio di luce, pronti a saltare!!» e tutti si preparavano.
Una linea rosa
sembrava fare a metà l’orizzonte di quella distesa
argentea nel cielo del tardo pomeriggio.
Il giovane
Hideki la fissava, sembrando connetterla ad una decisione
importante…
«L’ULTIMA---ARRIVATA qui nella squadra non
è mica
L’ULTIMA ARRIVATA SU DIGIWORLD no bella hai fatto male i
calcoli
guarda che io qui ho un REGNO queste cose le
conosco!!»…«A me non importa un fico
secco del tuo
presunto REGNO e della tua nobiltà
decaduta!!»…«Ora basta! Jeri,
Cindermon!» fece
Takato, ma Cindermon seguitava a ironizzare «E a me non
importa
di una a cui la lingua si impiglia sempre qui in mezzo ai denti per
quanto è biforcuta!»…«Brutta
strega!!»…«Ahhh!!»
Le due vennero
presto alle mani. Takato cercò di separarle «Che
fate,
siete impazzite?!!»
Gli altri
stavano correndo verso il fascio, Rika a cavallo di Kyubimon si volse
per chiamarlo «Takato!!»
Ma lui non
riusciva a separare Jeri e Cindermon «Il tuo ciuffo ridicolo
fa
solo pena!!»…«Ti credi tanto
più bella di
me?! Guardati allo specchio, sembri una
PPPOVERACCIA!»…«Me la
pagheraiii!!!»
Beelzemon si volse di colpo «Che fate?!!...JERI!!!»
e
spalancò le ali per raggiungerle, ignorando il richiamo di
Kyubimon «Beelzemon!»
«Hideki, coraggio!!» esortò Mitsuo, e
Riley
«Che cosa aspetti, corri!!»
Ma
il ragazzino chinava il capo, la sua espressione era triste
“Ognuno di loro…”
…guardando quella
squadra pronta a tuffarsi in un nuovo settore i Digimon ben stretti
“Ognuno di loro non si sarebbe mai separato dal proprio
amico,
sono io che li ho divisi a forza! Ha l’aspetto di un legame
ancestrale…che neanche il tempo e la distanza hanno il
potere di
spezzare, con quale diritto io ho infranto tutto questo?!! Mi sono
intromesso e ho causato una voragine di dolore, come posso solo sperare
di ricorrere al loro aiuto per scoprire la verità sul mio
destino? Sarebbe un’immensa ingiustizia!"
Takato lo vide e spalancò gli occhi
«…Hideki…che fai?!!» ma
questi si volse verso
Riley e Mitsuo «Non vengo con voi, mi dispiace per tutto
ciò che avete fatto per me!! Io non posso!!»
scattando in
corsa. I coniugi chiamarono «HIDEKI!!» ma il fascio
li
raggiunse…ed iniziò a sollevare i loro corpi
«HIDEKI TORNA INDIETRO O TI PERDERAI!»
gridò
Mitsuo…mentre Rea strillava «Takato,
presto!!»
…sicché il ragazzo assieme a Jeri, Cindermon e
Beelzemon
restò attonito comprendendo che il fascio era ormai troppo
lontano.
«Hideki!!» chiamava ancora Riley, ma una voce
esclamò «Non si preoccupi signora Riley, ci penso
io!!»
Era Kenta a cavallo di MarineAngemon, che sfrecciando a
velocità
mozzafiato costeggiò Hideki «Svelto, dammi la
mano!!» ma questi la ritirò «No Kenta mi
dispiace
ma…ci sono cose che non potresti mai
immaginare!!!» Kenta
gridò «No!!» ma MarineAngemon
esclamò
«Kentaaa, non ce la faccio! Il fascio è
vicinissimo, mi
risucchia!» sicché anche loro
«A-Ahhh!!!» non
poterono resistere all’attrazione della colonna rosa.
Il ragazzino ne approfittò per evocare «Lingue di nebbia!»
piroettando e tracciando strati di fumo: Takato e gli altri rimasti a
terra si trovarono in un attimo circondati da una fitta nebbia. Jeri
fece «Ma…che sta succedendo?» e
Beelzemon «Non
vedo più niente!» Cindermon «Si
è sparsa
nebbia dappertutto!» Takato chiamò
«Hideki!!!»
ma Jeri si volse «Oh no! Abbiamo perduto il
fascio!»
Cindermon sobbalzò «Che si fa
adessooo???» ma la
ragazza scattò inviperita «E’ TUTTA
COLPA
TUA!»…«COOOSAAA?!!» ma
Beelzemon si impose
«Ora basta!! Piantatela una buona volta, abbiamo un serio
problema da risolvere!» Cindermon evocò «Brace d’autunno!»
…e grazie al potere delle sue foglie infuocate
riuscì a dissolvere la nebbia…
…ma la distesa sembrò tornare deserta. Takato si
chiese
«Dove sarà finito…? Perché
è scappato
in quel modo?! I suoi genitori saranno in pensiero!!» ma in
quel
momento ricevette un contatto via cellulare «Takato!!»
sicché non tardò a rispondere «Signor
Mitsuo! Siamo qui!»
Il fascio,
che ora si allontanava altrettanto rapido, aveva teletrasportato il
resto della squadra presso un cumulo di umili rovine: sembravano resti
di strutture tecnologiche, ma in un primo momento nessuno aveva la
mente sgombra per osservarle «Hideki! E’
lì con
voi?!»…«Non sappiamo
dov’è andato!»
rispondeva Takato, e Yamaki «Acc!!» aveva un moto
di
stizza, mitigato dalla moglie «Calmati, Mitsuo!»
Kazu
esclamò «Takato! Voi state tutti bene?!»
e Yamaki
domandava «Ryo, hai controllato quando passa il prossimo
fascio?!»…«Nel settore che abbiamo
appena
lasciato?!...aspetti…buone notizie!!»
specificò ma
con aria ironica che esprimeva il totale contrario «Mi sembra
di
aver letto tipo stasera a mezzanotte!» e vi fu un generale
«Ehhh?!!» con richiesta di Rika «Ma non
se ne
può invocare uno prima?!» ed eco di Suzie
«Giusto!
Da lì a qui o al limite da qui al lì, torniamo
indietro
noi, ma pur di non essere separati!» Risposta di Ryo fu
«No, purtroppo questa è una gran seccatura!!
Abbiamo gli
strumenti per monitorare i fasci ma non possiamo pretendere le corse
che vorremmo!» a cui seguì un commento di Rika
«Ahhh, ma è
inconcepibile!!»…«Con chi
te la prendi, Rika?!» sobbalzò il domatore
leggendario, e
lei «E’ semplicemente ridicolo tornare a Digiworld
per
ritrovarsi a conti fatti con…gli stessi problemi di dieci
anni
fa! Nooo, io mi rifiuto!» piazzandosi seduta sui resti di un
vecchio supporto «N-Non può non esserci un modo,
avete di
certo controllato male!»…«M-Ma allora
mettitici tu,
se non ci credi!!!» sbottò Ryo, ma Snowhitemon
intervenne
«Insomma ragazzi per favore!!...lamentate dei problemi di
allora
e sono pienamente d’accordo, ma per l’appunto
evitiamo di
litigare noi come fossimo ancora
ragazzini!»…«Fff!» Rika
sbuffò…ma come chi riconosce di aver udito una
cosa vera.
Kazu esortò «Su…ora la cosa
più importante
è ritrovare Hideki.» e Kenta espresse con buona
volontà «Sì! Sì
e…il fatto che Takato
e gli altri siano rimasti lì è un fattore
positivo!»…«Vero??» fece
MarineAngemon, e suo
marito confermò «Così almeno lui non
è
solo!»
Riley prese il
telefono dalle mani del marito «Takato, ti prego per
favore!...se
tu e Jeri siete lì, cercate Hideki!» tradendo
reale
apprensione di madre «Non può essere andato
lontano…avete tempo per ritrovarlo fino a questa sera a
mezzanotte!»
Takato esaminò «Ricercare Hideki?...ricevuto,
certo
che possiamo farlo e sono perfettamente d’accordo.
Teniamoci informati.» chiudendo la comunicazione, e
rivolgendosi
agli altri tre «Ragazzi: c’è qualcosa
che viene
prima di tutto il resto. Dobbiamo ritrovare
Hideki…»
esprimendo con sguardo consapevole, che forse tradiva un coinvolgimento
personale «…cerchiamo di capire, è
soltanto un
ragazzino…solo e smarrito a Digiworld…tutti noi
siamo in
grado di immaginare che cosa significa…» Beelzemon
prese
parola «E per questo serve collaborazione!! Vi
prego…mettiamo da parte i nostri piccoli diverbi personali,
ora
c’è qualcuno da aiutare!»
Consapevoli di questo Jeri e Cindermon si guardarono tra di loro, e
benché i loro sguardi fossero tesi entrambe sentirono di non
poter smentire la priorità della cooperazione,
sicché tra
sbuffi e soffi a mezza bocca, riuscirono a scambiarsi
«Uhmf!...urgh!» un forzato pugnetto di intesa, che
Beelzemon valutò «Ok, dati i precedenti
può
bastare, ora mettiamoci al lavoro! Takato: abbiamo un modo di rinvenire
una mappa di questo
settore?»…«Certo!» rispose
il ragazzo consultando il suo cellulare assieme al
Digimon…ma la
mappa appariva piatta e sconfinata quanto la realtà
«Ahhh!» Beelzemon si pose una mano sulla fronte
«…così si parte male!»
A furia di
camminare in una landa desolata, e tirare piccoli calci alle sfere di
polvere che gli giungevano incontro, Hideki si stancò di
quella
maschera che accentuava il suono del suo affanno sicché la
rimosse, scoprendo il suo viso giovane e nobile quanto triste
«Io
sono un Digimon…» …scoprendosi le
polsiere dal
magico riflesso iridescente «…questo è
il mio
mondo! Ma mi dicono che sono stato malvagio!
Perché…?!...
…cosa mi è successo?! Come può essere
accaduto se
nel mio cuore sento solo…un bisogno immenso e frustrato di
dare
amore?!! Amicizia!...
…bisogno di calore, e se ora sento così forte, il
freddo
della solitudine!!...» stringendo le sue braccia
«…mi chiedo…come ho fatto a viverci per
dieci anni,
tanto da torturare le esistenze di quei ragazzi così buoni?!
Chi
sono io…? Ho paura di incontrare la mia natura digievoluta
in
questo luogo deserto…temo di vederlo, che viene incontro a
me!
Ma io ho solo…amore, e giustizia nella mia anima! Che
cos’è che le muta in dolore e
distruzione…?»
Ma
senza che lui se ne accorgesse, vi fu una voce che rispose
«La
sofferenza…!» …appartenente a qualcuno
che si
manifestò sulla sommità di una struttura rocciosa
nei
paraggi: rossastri i suoi occhi, neri e folti i suoi capelli
«La
sofferenza può segnare gli animi e corromperne la
natura…Guardianmon…! Uhmuhmuhmuhmuhm, ti ho
trovato…!!» lampeggiò di sfida lo
sguardo del
ragazzino «I casi della vita: chi l’avrebbe mai
detto che
un giorno sarei stato io a darti la caccia! Tu eri il Digimon adulto,
che avevo raggirato con un pretesto per poter varcare i cancelli della
terra…il temibile guardiano che indirizzava spietati sicari
contro di me, chi ci avrebbe pensato che saresti tornato
ragazzino…? Ed ora, quello che ha ricevuto
l’ordine di
ucciderti sono io!! Non mi sfuggirai…»
N’Emo estese la sua doppia ombra fino a che non fu solo una
delle
due ad emergere: quella dalla forma di grande orso di peluche
«Sono curioso, PinkMonzaemon…» disse il
ragazzino,
volgendosi verso di lei a braccia conserte «E così
fra i
tuoi poteri vi sono quelli in grado di creare illusioni infantili, e
riprogettare il mondo dell’infanzia…»
L’orsa
rispose col suo tono monocorde «Io…posso
risvegliare nel
cuore di ognuno il desiderio di sottrarsi alla vita, rifugiandosi in un
mondo di
balocchi…»…«Affascinante…»
definì N’Emo con un sorrisetto subdolo
«…per
chi è così sciocco da voler rimaner sempre
bambino!! Io
ho da tempo dato un calcio a queste cose: sono un uomo, e quando
avrò acquisito Guardianmon tutti se ne renderanno conto!!
Però…» lanciando una furba occhiata
alla
Digimon…
…senza accorgersi che dietro la roccia vi era qualcuno a
spiarlo…
«…non desiderlo tendergli un agguato violento e
sbarazzarmi di lui così in fretta: non che mi spaventi, a
questa
età a chi può far male?! Solo che
c’è un
altro dettaglio a destarmi interesse…
…mio fratello è finalmente approdato su questo
mondo!!
Guardianmon o…per lo meno il Digimon che ora è
diventato,
lo stava seguendo, era con lui! Forse è possibile usare il
nostro eroe mascherato per far cadere nella ragnatela
l’intera
combriccola…! E di questo ti occuperai tu PinkMonzaemon,
desidero…allestire una grande festa in questo luogo
deprimente!
Voglio danze, e fuochi d’artificio! E quando tutti saranno
accorsi per recuperare la pecorella smarrita i lupi cattivi usciranno
dalla loro tana…per allora…sarà
notte…!!...» sibilò, incattivendo lo
sguardo e
passando la mano tra i capelli fino a spettinarli «Ai vostri
ordini padrone…» chinava il capo
PinkMonzaemon…
…ma senza saperlo, i due erano nel mirino di un occhio
giallo
che spuntava da dietro una roccia, incorniciato dal cappuccio scuro
“E così ha incaricato lei di eliminare
Guardianmon! E
pianifica di sfruttarlo per attirare in trappola suo fratello! Suo
fratello…chi sarà? E’ la prima volta
che sento
parlare di lui…” pensò Guilmon, potendo
venir fuori
lentamente dal suo nascondiglio ora che N’Emo e PinkMonzaemon
erano scomparsi “N’Emo mi ha tenuto nascoste un
sacco di
cose…ma non permetterò che agisca indisturbato
relegandomi in un angolo al buio! Questa sera gli starò alle
costole!! E scoprirò tutto quello che sta
tramando…” trascinando il suo manto
sull’argento delle rocce…
«E noi si
può sapere dove siamo?» chiese Rika alzandosi da
quel
pilastro. Renamon le si accostò
«Rika…non ti sembra
un’area familiare
questa?»…«Veramente
sì…» sussurrò la ragazza, e
Ryo
smanettò sul cellulare «Si può sapere,
tranquille!
Siamo…nei pressi del settore degli orologi!»
Un nome che
destò qualche sussulto, Kazu e Kenta si guardarono. E Rika
tradì visibile imbarazzo, mentre Ryo ricordava
«Non
è dove ci siamo…» …indicando
prima Rika che
volgeva lo sguardo, e subito dopo Kazu e Kenta
«…tutti
conosciuti, noi quattro? N-Noi…sei! Includendo anche i
Digimon,
c’erano Renamon e il mio Cyberdramon ma voi non lo avevate
ancora
se non sbaglio, giusto?» Kazu rispose con un sorriso
«Che
ci mancherebbe, Ryo? Ci trascinavamo per Digiworld come anime in
pena…» e Kenta «A pensarci adesso non so
come abbia
fatto…tutto quel tempo senza un Digimon!» ma
ricevette un
colpo d’ala in testa
«Ahi!»…«E senza
moglie???» chiese MarineAngemon, aggiungendo
«L’unica
cosa che conta è il profilo tecnico del Digimon??»
con
aria scherzosamente minacciosa. Ma Ryo riprese parola «Su su,
abbiamo fatto tanta strada e ce la siamo cavata in situazioni
apparentemente insuperabili ma ora…è il momento
di
procedere!» Rea domandò «Dove conti di
andare,
Ryo?» e lui «Io penso che…»
“…penso che sarebbe ora di riuscire finalmente a
restare
solo con Rika per un cavolo di momento! Ma devo prima trovare la
maniera per liberarmi di Alice per qualche
istante…”
incrociando lo sguardo, sempre vigile, della ragazza dai capelli
biondi, ma in quel momento Rika si accostò a lui
«Ryo…dobbiamo trovare un posto in cui fermarci,
Benji
è stanco, portiamo anche un bambino piccolo con noi non e
non
è il caso di fargli percorrere distanze così
ampie.»…«Che cosa credi, che non ci
pensi?! Se mi
fai parlare magari!»…«Non ti scaldare,
ti ho solo
ricordato le priorità.» ribatté la
giovane dai
boccoli rossi, volgendogli le spalle mentre lui infieriva «Le
conosco le priorità!! Allora…
...da quando
dice la mappa e comunque Cyberdramon conferma sembra che abbiano messo
su un Grand’hotel proprio in questo settore: se mi permettete
io
posso rintracciare e fare due chiacchiere con alcuni Digimon del
territorio che avevo conosciuto, e…e se mi aiuti anche tu,
cucciolo! E…ops, scusa! Cyberdramon, scordavo che oggi
pretendi
distanze formali!»…«…scherza
poco
tu…» borbottò il drago
benché il suo rigore
stesse cedendo, e Ryo se ne accorgeva «Ihihihi, non te la
prendere! Dicevo allora…no, il posto sembra meritevole, per
carità!» ma Rika si volse di scatto
«Ryo!!»…«Mmm…cosa
c’è
adessooo…» al che lei avanzò verso di
lui con passo
pesante «Siamo qui per motivi seri, non cominciamo
con…quello che sai
bene!»…«…? E
sarebbe?»…«Pfff, per
favoreee...!»
smaniò lei, specificando «Adesso non è
proprio
aria, lo sai benissimo!»…«Sono questioni
organizzative!»…«Il
Grand’hotel?!! Con
“quelli che conosci tu”?!! Pfff, ma ti prego,
saranno
ciarlatani se va proprio bene!»…«Guarda
che li
conosci pure tu! C’eri quel giorno o l’ho
sognato?!»…«Ora noi abbiamo bisogno di
destinazioni
sicure! Ti ricordo che-»…«HO CAPITO!
ABBIAMO un
bambino piccolo ABBIAMO Takato e Jeri da aspettare e Hideki da
ritrovare: HO CAPITO Rika HO-CAPITO.
Uhm?»…«Non mi
sembra! Non ho intenzione di infrattarmi in posti di dubbia
considerazione solo perché tu sei curioso di
vederli!»…«Senti chi parla: posti di
dubbia
considerazione, hai buttato un’occhiata al tuo
locale?»…«Il mio
locale…?...!!!...ero io la
prima a sapere quello che era ma ora non cambiare
discorso!»…«Il discorso è lo
stesso!» …ma qualcuno si intromise
«Dai,
smettetela. Andiamo…perché scaldarci in questo
modo?» accennò la voce vellutata di Alice
«Ryo sta
solo cercando il posto più adatto per fermarci dopo questa
sfiancante camminata, Rika cosa c’è che non
va?»
…e la ragazza borbottò
«…è che tu non
lo conosci…
…con
questa storia degli alberghi mi fa una testa così da
anni…»…«Come hai
detto?» chiese Alice,
ma Rika liquidò «…niente!»
quando anche
Renamon si accostò
«Rika…c’è qualche
problema?» ma la ragazza sembrava agitata, teneva le braccia
conserte, stretta a sé in un vivo disagio…mentre
Alice
illustrava «Io mi fido ciecamente di Ryo, è
così
premuroso, e si preoccupa per la sicurezza di tutti noi!»
gettandosi al collo del ragazzo, che comunque sembrava interdetto, e
aggiungendo «Comunque non trovo che ci sia niente di male,
nel
mentre che siamo in viaggio, ad interessarci su come i Digimon siano
riusciti a innovare il loro mondo: confesso che sono proprio curiosa di
vedere il Grand’hotel di cui
parliamo!»…«Non
ne dubito!» replicò Rika fissandola intensamente,
e
sussurrando «…a te di sicuro mancano certi tipi di
ricordi…» Alice la scrutò in modo
penetrante,
accennando «Che…intendi dire?» ma Ryo
tagliò
corto «Pfff, su smettiamola di chiacchierare!» ed
Alice
«Sono d’accordo anch’io, amore! Sai? Io
credo che in
situazioni di squadra come questa ognuno dovrebbe…rimettersi
alle decisioni di chi ha più esperienza: ci vorrebbe
giusto…un po’ di disciplina in più! La
disciplina
è importante, senza di essa come si può pensare
di
raggiungere qualche risultato…?»
Kazu e
Kenta si guardarono con i rispettivi Digimon «Certo Alice
è molto carina però bisogna dire che è
proprio
antipatica…»…«Molto
antipatica!» fece
eco Guardromon, e MarineAngemon «Ha tanti centimetri
d’altezza quante le arie che si dà!» con
risposta di
Kenta «Cosa crede, di avere più esperienza di
noi…?
Non so come faccia Ryo a sopportarla…»
Lo stesso
Suzie «Ptsss…quella è arrivata, non la
conosce
nessuno e sputa pure sentenze.» e Rea «Lo so
Suzie…non piace neanche a me: ma quindi voi non la
conoscevate?»…«La maggior parte no,
però
Henry, Takato e Rika l’hanno conosciuta!» rispose
Suzie, e
Terriermon spiegò «Comparve come un fantasma
trainando il
potere di biodigievolvere nel mondo reale, era contenuto nel suo
Digimon, Dobermon: Alice sembrava gentile…ma adesso
è
molto cambiata, ha sempre lo sguardo sospettoso!»
«Disciplina…?» avanzò Rika
«…sono curiosa, tu che intendi con questo
termine?!»…«Oh…dovresti
saperlo. Mi è
stato detto che sei una domatrice…rigida,
implacabile…»…«E a me pare di
averti
già detto che le dicerie comuni sono solo fumo, che si
disperde
col tempo. Le icone che si costruiscono su noi stessi non ci rendono
meno umani: l’immutabilità appartiene ai
personaggi dei
cartoni…
…non
è cosa nemmeno degli eroi caduti! Loro sono state persone,
prima
di sparire! Avevano dei sentimenti, e anche dei cedimenti!!»
Alice era sul punto di risponderle ma a quel punto Ryo la trattenne
«Alice per favore lascia perdere, non è proprio il
caso:
piuttosto pensiamo alle cose serie. E visto che ti incuriosisce tanto
l’hotel stavo pensando a una
cosa…perché tu e
Cyberdramon non ci precedente? Tanto lui li conosce quelli, te li
ricordi, no Cyberdramon? Hagurumon e
Clockmon?!»…«Eeehhh?!» si
stupì il
drago nero…
…ed il
domatore lo prese da parte «Ptsss, dai, te la senti di farmi
questo favore?» bisbigliò con sorriso persuasivo
«Devi solo prenderti Alice per un po’ di tempo, la
porti in
albergo ma quando arrivi…non lasciarla subito: trattienila!
Trattienila, allungale una diatriba su voi Digimon, la storia, le
evoluzioni, lei ti sta a sentire: non se l’è mai
scordato
quel cane doberman!»…«M-Mi spieghi Ryo
perché
mi vuoi scaricare a quella, ora?» chiese il Digimon con aria
insospettita, ma Ryo sembrava intento ad allisciare «Dai,
daaai!
Vuoi che non lo sappia? Ptsss, Alice a te piace
molto!»…«Mmm?!!» il drago
stava per replicare
ma Ryo gli bloccò le zampe «Guarda caro che non
puoi
riuscirci con me, in fatto di ragazze: sono un’aquila, li
capisco
subito gli sguardi languidi e tu, delle sue gambe, sei innamorato
quindi ora la sollevi, come una principessa, e te la porti
all’hotel! Bravo Cyberdramon!» con aggiunta di
pacche sul
braccio «Ptsss! Ohi ora noi arriviamo però tu
trattienila,
come ti ho detto!» ma Alice lo raggiunse
«Ryo.»…«E-Eh, Alice guarda
andate
voi!»…«Ma voi chi?!»
sussultò la
giovane, e Ryo «Tu e Cyberdramon: l’ha chiesto lui
NO?!
Cyberdramon l’hai chiesto tu!...l’ha chiesto lui tu
tesoro
fidati.»…«Ryo…mi stai
prendendo in
giro…?» lo fissò la ragazza con occhi
che bucavano,
ma lui aprì le braccia «Ti assicuro di no, guarda?
E’ per dimostrarti che ho fiducia in te, ti affido il mio
Digimon, dopo averti affidato mia madre!»
…ma
la nascosta Minidramon udì e assottigliò lo
sguardo,
comunicando col pensiero “Alice! Rifiuta!”, tanto
che
costei si fece insicura e a disagio, mentre Ryo insisteva a suon di
carezze «Daaai, ti assicuro che volare sul mio cucciolo
è
un’esperienza da
brividi!»…«M-Ma perché
non andiamo tutti insieme?!» sobbalzò Alice, e Ryo
«No! No no no no è che non è
vicinissimo ma poi
dobbiamo prenotaaare, altrimenti troviamo tutto pieno e non
è
proprio accettabile, abbiamo un bambino piccolo e non possiamo dormire
al freddo: va-vai, Alice! Su andate sarà
indimenticabile!»
“Alice!!!...non ci conviene!!!”
«Allooora? Dai, forza
Cyberdramon!» e così via…
…sotto lo sguardo di Rika, piuttosto disapprovante
«…ma adesso che sta
impiastrocchiando…?» di
cui la vicina Renamon leggeva tutte le sfumature.
“Alice
rifiuta, dannazione!!” «V-Va bene! Va bene
d’accordo
Ryo se ci tieni tanto andrò con lui! Andrò con
Cyberdramon, ci andrò!!» replicò la
ragazza che
sembrava esasperata…a dispetto della sua draghetta nascosta
“Accidenti!!” «Ahhh, tesoro ti
adoro!!!»
esclamò Ryo rifilandole un bacetto rapido (ma sufficiente
per
far voltare Rika dall’altra parte…)
…mentre Suzie commentò sottovoce
«Ahhh!...finalmente si respirerà un po’
d’aria
amichevole!» e Rea replicò «Speriamo di
arrivarci, a
destinazione!» con commento di Terriermon
«Momentai! Chi la
dura la vince!»
…che Ryo colse appieno «Sono d’accordo
con
Terriermon! Ragazzi!» con esortativo battito di mani
«Direi
di muoverci, intanto che i nostri ambasciatori vanno ad avvertire i
miei amici! Ahhh!...cari vecchi Hagurumon e
Clockmon…furbacchioni, hanno messo su un
Grand’hotel:
bella idea, a questa non avevo ancora pensato, potrebbe essere un
affare…su, ragazzi!»
«Andiamo, Rika…» esortò
Renamon con molta
discrezione, e la ragazza «Fff…!...meglio
occuparsi di
cosa serie piuttosto che assistere a questi siparietti. Rea! Il bambino
come sta, è tutto a posto?» chiese, raggiungendo
così gli altri.
Intanto Cyberdramon borbottava «Non capisco perché
Ryo
debba sfruttarmi per imbastire queste cose!» ed Alice si
avvicinò poco allettata «E
così…tu dovresti
portarmi fin lì?» chiese come se avesse un certo
rifiuto
per quel Digimon, che rispose «Oh e…sì!
Sì…aggrappati a me! Dai forza, non
c’è
niente di cui aver paura…» Alice gli mise
lentamente le
braccia attorno al collo, e lui d’improvviso ebbe un sussulto
“Oh!” arrossendo drasticamente
“Com’è
carina…il suo sarà un dolce peso piuma!”
…ma gli occhi corvini di Minidramon si incupivano nel buio
della
borsetta…
«Dove sarà andato…?»
mormorava il domatore
dalla bandana rossa e con gli occhi di Beelzemon e delle sue compagne
su di sé, mentre accennava «Ok
d’accordo,
calmiamoci: ragioniamo…» reggendosi il mento con
la mano e
riflettendo «Dobbiamo assolutamente svolgere un lavoro
coordinato: restando in contatto, dobbiamo dividerci e coprire tutto il
settore se vogliamo ritrovarlo.»…«Ma
Takato,
è vastissimo…!» affermò Jeri
visibilmente
appenata, e lui «Lo so, ma possiamo farci aiutare dai nostri
Digimon: Beelzemon vola mentre io…posso muovermi a cavallo
di
Wolfiremon. Cindermon, ti è possibile digievolvere
nonostante la
battaglia di prima?»…«Io? Certo, sono
ancora piena
di energie!» rispose sgranchendosi i muscoli, mentre Jeri la
guardava forse non convinta delle sue possibilità, ma poi si
rivolse di nuovo a Takato «E se il nemico approfitta del
fatto
che siamo divisi per tenderci un attacco?» Takato rispose
«Non credo che voglia tornare alla carica così
presto…in ogni caso ognuno dovrà contare sul
proprio
alleato e comunque, in caso di evenienza, ci sentiamo mediante
telefono: so che è rischioso avventurarsi a Digiworld con
una
squadra così ridotta…però dobbiamo
rischiare…per Hideki e la famiglia del signor Yamaki. Io ho
fiducia che ce la faremo!» affermò Takato tendendo
le sue
mani, e ricordando «Non ho paura di andare da solo con
Cindermon.» sicché la sua Digimon,
Beelzemon…e alla
fine anche la più insicura Jeri unirono le loro mani,
quest’ultima aggiunse «Però per
qualsiasi bisogno
d’aiuto chiama senza
esitazione!»…«Non
preoccuparti, lo farò. Per voi che sia lo stesso: vedrete,
troveremo Hideki in tempo, e riusciremo a raggiungere gli altri
attraverso il fascio di stanotte.» per poi scambiarsi uno
sguardo
con Cindermon…mentre Jeri e Beelzemon faceva la stessa cosa,
e
lui annuiva per infondere in lei quella convinzione che le mancava ma
che poi sembrò acquistare in dosi apprezzabili
«D’accordo, allora noi andiamo.» disse la
ragazza…
…nel
frattempo PinkMonzaemon apriva una vecchia scatola, provocando il
magico ruotare di giocattoli malridotti…N’Emo alle
sue
spalle alzò il dito in segno di scelta…che cadde
su una
piccola torre che si adagiò a terra, scintillando e
scuotendo il
terreno, che si disgregava permettendo l’emergere di un
immenso
castello dall’aspetto fatato. Le lingue di luce magica usate
per
l’incantesimo schizzarono in alto, esplodendo in fuochi
d’artificio multicolori…ed illuminando il volto
pallido di
N’Emo, che sorrideva compiaciuto
«Perfetto…!! Ora
abbiamo il nostro fastoso castello nel quale insceneremo una grande
festa in maschera! Quale invitato più indicato per
l’evento…se non il nostro guardiano dal viso
coperto?
Uhmuhmuhmuhmuhm!»
PinkMonzaemon frugò nella scatola ed aprì le
zampe per
spargere ovunque pupazzi, giocattoli…avevano tutti la forma
di
Digimon, e a contatto con la terra prendevano vita diventando animati
«Complimenti, ad occhio nudo il trucco non si vede: sembrano
veri
Digimon! Uhmuhm…» sogghignò il
ragazzino…nel
comporsi delle maschere e degli abiti da cerimonia per le creature
appena apparse…«Prepariamoci, è il
momento di fare
il nostro ingresso!» esclamò N’Emo
sollevando una
mascherina nera e bordata d’argento, mentre anche
PinkMonzaemon
ne indossava una dorata e altrettanto rifinita. Si avviarono
all’interno, sotto le incitazioni del ragazzino
«Fateci
largo, siamo gli organizzatori del ballo!»
…mentre Guilmon spuntava da dietro una roccia «Un
ballo in
maschera?!!...vuole utilizzarlo come trappola per attirare
Guardianmon?!» muovendo un passo in avvicinamento
«E’
probabile che a quella festa si presenti il fratello di cui ha
parlato…voglio conoscerlo!! Anche se non mi vuole da quel
ballo
non mi farò escludere: sarò presente
anch’io!!» sicché si avviò
verso il castello
appena innalzato…
«Questa
maschera…» alludeva Hideki a quella che sosteneva
nella
sua mano «…indossandola…ho nascosto per
lunghi anni
il mio volto: ora assomiglia a quello dei miei genitori…ma
chissà nel tempo che aspetto ha avuto! Il mio potere
è
quello di acquistare il volto di coloro che amo…chi ho amato
nel
mio passato oscuro? A chi ho rivolto il mio affetto…? Da
quel
che ho udito, nel mio cuore doveva esservi solo odio se sono arrivato a
simili azioni…ma avrò pure avuto un volto!!
Dunque per
averlo…avrò pur amato qualcuno...»
chinando il capo
«…come vorrei ritrovare il mio
volto…fra i tanti
che mi scorrono vorticosi della memoria…come i mille
invitati ad
un ballo in maschera…io…corro tra di
loro…» …mentre una luce
variopinta iniziava a
riflettersi sul suo volto attuale «Oh?»
Il
ragazzino restò colpito: senza mai immaginarlo, i suoi passi
l’avevano condotto presso uno splendido castello che sorgeva
dall’argento delle rocce, oltre il quale esplodevano fuochi
di
preludio ad una gran festa…
«Beelzemon, tu vedi qualcosa?» chiedeva la ragazza
che si
aggrappava a lui cercando di mantenere una posa agile, mentre volavano
«Purtroppo no,
Jeri…»…«…accidenti…mi
chiedo
perché quel ragazzino sia dovuto scappare! Devo riconoscere
che
è stata un’imprudenza da parte del signor Yamaki e
sua
moglie condurlo a Digiworld, benché capisca che alla sua
età lo si può tanto desiderare e specie nella sua
condizione.»…«Hai sentito?»
chiedeva il
Digimon alato che teneva la giovane stretta a sé col braccio
destro, e appoggiava la mano sinistra sulla fronte per allungare il
raggio visivo «Sembra che abbia perduto entrambi i suoi
genitori…» e Jeri riprese «In questi
casi…» rivolgendo sguardo sognante al cielo
«…la sola cosa che ti può salvare
è tuffarti
in un mondo di
fantasia…»…«Che
può
salvarti…da cosa esattamente? E
perché?» chiese la
creatura colpita e incuriosita, e la ragazza svelò con
apparente
calma e naturalezza «Salvarti…dalla tristezza,
dalla
sensazione di essere abbandonati, e di sentirsi inadeguati per vivere.
Io avrei necessitato tante volte nel corso della mia vita di viaggiare
a Digiworld, ma ci sono riuscita una volta
soltanto…»…«Due.»
la corresse il
Digimon, e si guardarono. Lui le sorrideva «Ora sei qui:
è
il suolo digitale quello sotto di te.» …ma gli
occhi della
ragazza seguitavano a nuotare nei
pensieri…«Ritieni che
ora non sia il momento più adatto?...quando hai sentito il
bisogno di venire nel nostro
mondo?»…«…quando
è morta mia madre, ed ero bambina…
…quando crescevo ed ero sola, con mio padre…e le
cose non
andavano. La scuola…era un luogo di solitudine, e freddezza:
tanta gente della tua stessa età ma che non ti assomiglia in
quello che sei…il sogno di trovare lì la tua casa
e un
mondo da condividere sfuma presto, e ti ritrovi che sei già
quasi…una donna, o un uomo a seconda dei casi, non credo ci
sia
sostanziale differenza: la nostalgia non ha sesso…il dolore
non
ha età…così come…per
tutti…e in
qualsiasi momento…può sorgere il desiderio di
fare…ciò che stiamo
facendo…volare.»
improvvisamente addolcendo il suo sguardo, nello stupore del suo
Digimon che la ascoltava «Sì, senza una
meta…senza
un’età né un nome…
…in un mondo senza regole…dove...
…per essere come gli altri ti occorre solo
questo…»
alzando il suo Digivice «…ed un cuore, per
conferirgli
luce.»…«Jeri…»…«Qui
nessuno ti dice che devi essere in un altro modo, e se lo
fa…lo
fa solo per il tuo bene…» sfumando con la voce e
chinando
il capo «…quanto si può desiderare
Digiworld. I
tuoi amici dispersi nei vari settori…» sognava la
ragazza
in volo, mentre l’aria digitale le faceva volare i capelli
«…per ritrovarsi, giungere dai quattro capi del
cielo…superando ogni ostacolo…ma forse noi
voliamo in un
mondo che non esiste. Forse è un’illusione,
Beelzemon…»…«Credi che io sia
un’illusione?» ma Jeri, senza mutare espressione,
rispose
«…a volte mi chiedo se lo sia la
felicità…l’amicizia…
…l’amore…e tutte queste cose che sembra
concesso
provare solo qui, e che il nostro pianeta
bandisce.»…«Tu credi davvero questo?
Ascolta,
io…sono tornato sulla terra dopo tanti anni, ma vi ho
ritrovato
gente…» disse Beelzemon abbassando lo sguardo e
pensando a
qualcuno di caro «…il cui cuore palpita
d’amore!
Batte tanto forte che potrebbe esplodere,
e…e…!!!»
ma Jeri volava in bilico tra il concedersi una speranza, e il temere
per l’infrangersi di un sogno «In realtà
si crede
sempre che sia Digiworld il mondo sotto attacco ma…ci hai
mai
pensato? In realtà siamo noi le vittime bersagliate.
E’ il
nostro mondo a tremare di
brividi.»…«…e
questo a causa…dell’odio, e della
malvagità?!»…«…forse
più fra
tutto della mancanza d’amore…»
spiegò Jeri
«…l’amore è come una linfa, e
noi siamo le
sue piante, senza di esso…finiamo per
essiccarci…e
morire…
…se prima
non giunge in nostro soccorso un Digimon…a ricordarci che
Digiworld è nuovamente in pericolo…»
“Jeri…è forse il tuo modo per dirmi che
mi sei
grata per averti condotta qui a forza…? Non so
più a cosa
credere, ma fra le tante cose che hai detto di una sono sicuro, e
cioè dell’importanza dell’amore: ci
permette di
vivere, è come il nostro sangue. Non lo credevo ma ora
sentendoti parlare…scopro che l’ho sempre
saputo…”
«Continuiamo a volare…»
sussurrò la
ragazza…ed il suo Digimon obbedì fedelmente
«…come vuoi.»
...Takato
correva a cavallo di Wolfiremon: gli occhi azzurri della lupa digitale
non erano mai stati così determinati, sembravano pronti a
sbaragliare qualsiasi ostacolo. In quel momento sembrava spogliarsi di
ogni umana esitazione per assomigliare ai suoi simili, i
Digimon,
epici nella loro natura magica. Il ragazzo segnalò
«Oh!
Wolfiremon, aspetta!! Sono riuscito a individuare…un luogo
abitato sulla mappa!!»
…Hideki adagiava la maschera sul suo volto ed avanzava verso
il
corteo in entrata «Siete Digimon…? Dove state
andando?»
Con
la erre moscia e le maschere sui musi di tutte le specie, gli risposero
«Sta per iniziare una festa da
ballo!»…«In
questo luogo vi è solo divertimento ricreativo dalle ansie
della
vita!»…«Se vi fai ingresso
torni bambino, e
pensi solo a confonderti fra la folla e festeggiare: dimentichi ogni
problema!»
«Ah! Confondermi fra la folla…»
sussurrò
l’adolescente mascherato «…tornare
indietro…riscoprire il passato e cercare me stesso: e va
bene,
ci
sto…»…«Benvenuto!»
gli dissero
quando si aggiunse al corteo…i fuochi che incorniciavano il
palazzo si intensificarono…
«Molto bene…» disse N’Emo alla
finestra,
avvolto in un costume nero dai merletti bianchi «Colui che un
tempo è stato Guardianmon ci ha appena raggiunti, resta solo
che
gli altri Digimon Tamers si aggiungano alla festa!» e
PinkMonzaemon mascherata accanto a lui «Quando arriveranno
poveri
loro…»
…ma
Guilmon era riuscito ad intrufolarsi e li spiava dalla porta
«La
festa sta per cominciare: non c’è tempo da
perdere, devo
sbrigarmi a trovare un costume! Debbo confondermi fra gli
invitati…» stringendosi al manto più
che poteva e
coprendosi tutto il muso col cappuccio, di modo che nulla spuntasse di
lui eccetto l’occhio con cui fulmineamente monitorava la
situazione. Lungo il corridoio incrociava dei festanti Digimon
mascherati che lo costeggiavano, chiedendosi «…chi
sarà?»…«Perché si
copre
tanto?»…«Forse vorrà farci
una sorpresa nel
mezzo del ballo, rivelando il suo volto all’improvviso:
magari
è un Supremo, o una carica importante!»
Con
voce ovattata dal manto spinto sulla bocca, Guilmon parlò
«Se qualcuno mi riconosce è la fine,
l’odio dei
Digimon nei miei confronti è alle stelle, credono che li
abbia
abbandonati al loro destino! Ma ce la devo fare lo stesso, devo
camuffare il mio aspetto di modo che nessuno possa riconoscermi! Dove,
dunque? Di qua o di là?» alludendo alle porte ai
lati dei
corridoi…
…scelse quella alla sua destra, e spiò col suo
occhio
vigile…
La
stanza ospitava Cherrymon, celebre Digimon simile a un vecchio albero,
che per l’occasione aveva sostituito alla sua chioma verde un
parrucchino bianco, ed un’enorme maschera a sovrastare i suoi
baffi. Vi erano due esemplari a conversare «Manca ancora
qualcosa, sai?»…«Sì,
d’accordo,
possiamo della schiuma per schiarire i baffi, ma poi
pensavo…oh,
guarda quanta allegria questi fuochi! Il marrone della corteccia
è oltremodo triste, perché no?
Una…cascata di
vernice! Blu notte, picchiettata di stelle! Un bijou! Ne ho portata un
po’, sai?»…«Ohh!...fratello,
sei
impagabile!»
L’occhio di Guilmon si fece perforante…
«Che posto
è, questo…?» si chiese Takato quando
giunse a
cavallo di Wolfiremon. Sempre il ragazzo disse «Un
castello…? Qui…? Ma…Ryo prima non
aveva rilevato
nessun edificio, non doveva essere un settore deserto? Sembra una
festa, è…pieno di
Digimon!»…«Takato…»…«Oh?
Cosa c’è Wolfiremon, perché sei
così
rigida?»
Ma la lupa
digrignava i denti «…sento…la presenza
di
nemici…» …al che il ragazzo si
piegò su di
lei, sussurrando «…ne sei
sicura?»…«…avverto un
pericolo!»
Takato assunse sguardo fermo e riflessivo «…se
è
così è un problema, e se Hideki fosse stato
attratto da
questo luogo?»…«Pensiamoci Takato,
poteva andare
solo qui! E’ l’unico posto abitato, fra le rocce e
le
pietre abbiamo
cercato.»…«…qui invece
c’è possibilità di
confondersi…
…non ci resta altra scelta, dobbiamo
entrare!»…«Vuoi introdurti alla
festa?!»…«Sicuro: dobbiamo scoprire se
è vero
che c’è un pericolo e cosa stanno
tramando.» La lupa
tacque per qualche istante dopodiché ammise
«…benissimo. Sono con
te.»…«Aspetta che
avverto Jeri e Beelzemon, come d’accordo.» La
Digimon non
replicò…ed il ragazzo attese al cellulare, con
aria
sicura e professionale…
Jeri e Beelzemon erano
atterrati «Hai un piano, Jeri? Per questo mi hai detto di
fermarci?» La ragazza passeggiava sulla terra argentea come
se le
servisse per far circolare i pensieri «Di lui non
c’è traccia, debbo assolutamente escogitare un
piano che
possa rivelarsi più efficace…devo sforzarmi a
riflettere…» mentre Beelzemon contemplava lo
scurirsi del
cielo e il sopraggiungere della sera, ad incorniciare il globo
terrestre. Jeri espresse «…eppure ci
dev’essere un
modo per ritrovare qualcuno che si è smarrito in questo
mondo:
fammi pensare…io cosa avrei fatto se fossi stata al suo
posto?
Dove sarei andata? Hideki…» espresse la giovane
con
sguardo comprensivo ed introspettivo «…sembrava
aver
voglia di stare da solo. E’ un ragazzino riservato. E ha
perduto
i genitori…» passeggiando ancora
«…devo
cercare di mettermi nella sua psicologia, le mappe e le strategie non
aiutano in questi casi: la sola speranza…è
leggerci
nell’animo, a vicenda…»
…il
Digimon era sempre più colpito dagli atteggiamenti di quella
giovane dalla felpa semiaperta, che in alcuni momenti sembrava
così sciolta e sicura col suo Digivice in mano…ma
d’un tratto si udì un sibilo stridente sulla
terra:
Beelzemon balzò di colpo in piedi «Che cosa
è
stato?!»…«Ah!» Jeri si volse
di scatto. Il suo
compagno estrasse una pistola «E voi chi siete?!»
rivolgendosi ad alcune piccole creature giunte lì sui loro
passetti.
«Scusateci!» espressero con la loro voce sottile
«Siamo bambini Digimon in gita scolastica, ci siamo persi
dopo
esserci separati dalla nostra maestra e gli altri compagni, siamo
finiti in un fascio teletrasportante che ci ha condotto qui, non
riusciamo più a ritrovare la strada di
casa!»…«Ah sì…? E
ci non ci sono altri
giovani o adulti con voi, siete soli…?»
domandò
Beelzemon con la sua aria un po’ spiccia ma attraversata da
complicità, rimettendo nel fodero la
pistola…mentre Jeri
li guardava piuttosto colpita, e li udiva rispondere «No! La
maestra ci starà cercando da questa
mattina!»…«Siamo scappati! Pensavamo di
fare uno
scherzo ma poi le cose hanno preso una brutta piega!»
Beelzemon
rispose «E’ normale! Quando ci si avventura troppo
poi si
finisce sempre per cadere nelle grinfie del pericolo…dovrete
ricordarvi di questa esperienza, quando vi sarete riuniti al vostro
gruppo.» ma Jeri si avvicinò «Non
sgridarli
Beelzemon…una volta…anch’io mi sono
allontanata con
i miei compagni di scuola: volevamo andare a vedere le cascate, ma
abbiamo finito per perderci: a
volte…c’è bisogno di
sentirsi indipendenti…» I piccoli rimasero
abbagliati
«Caspita, tu sei un Digimon ma tu…non sei una di
noi!»…«No…»
accennò un sorriso
la ragazza, e quando le chiesero «Da dove vieni?»
lei si
chinò…ed indicò verso
l’alto. Sicché
i cuccioli «Ohhhhhhhhh…» restarono
abbagliati
«Viene dal globo terrestre! Allora sei una signorina
umana…!»…«…esatto,
sono una ragazza
della terra, mi chiamo Jeri.»…«Io invece
sono
Beelzemon! O-Oh, scusate se appena siete arrivati vi ho puntato
questa…ma ho avuto paura: temevo foste nemici. Sapete? Anche
io
e Jeri siamo soli a Digiworld ora…i nostri amici sono
lontani,
in altri settori! Come la vostra maestra e i vostri
compagni.»
…mentre Jeri analizzava sul Digivice «Orphanmon…»
…il graziosissimo Digimon sferico dagli occhi color cielo e
un paio di ali «…Vapormon…»
…una pentola con i piedini e due grandi occhi grigi sul suo
bordo d’acciaio, che emetteva vapore dalla testa
«…Grassmon…»...dalla
forma di un piccolo fascio d’erba, dagli occhi verdi e vispi
«…Fogmon…»
…nuvoletta di fumo dai timidi occhi puntiformi
«…Stillymon.»…dalla
forma di una gocciolina di pioggia. Dopodiché rimettendo in
tasca il congegno, la ragazza chiese «Scusate bambini,
permettete
una domanda: siete stati in giro qua attorno? Non vi è
capitato
per caso di vedere un ragazzino di nome Hideki? Ha i capelli
rossi!» Beelzemon commentò «Brava Jeri,
ottima
domanda!» ma la risposta da parte del piccolo Orphanmon fu
«Purtroppo non abbiamo visto nessuno!» e la piccola
Stillymon aggiunse «Altrimenti gli avremmo chiesto
aiuto!»…«Voi noi potreste aiuarci a
raggiungere il
nostro settore?» chiese un altro di loro, ma Grassmon lo
rimproverò «Fogmon! Come ti viene in mente di
chiedere
aiuto a una ragazza terrestre? Se è qui è
perché
ha un’importante missione da compiere, è una
domatrice!» e infine Vapormon «Non ha tempo per
noi! Tanto
più che ci siamo messi nei guai per colpa nostra!»
ma Jeri
ci tenne a obiettare «No, aspettate! In realtà io
non…!!» ma fu interrotta dallo squillo del suo
cellulare,
che la lasciò un po’ interdetta
«…scusate…
…pronto?!»…«Jeri!»…«…Takato!»
la ragazza cambiò orecchio per la conversazione, e Beelzemon
si
avvicinò «Notizie su
Hideki?!»…«E’
sorto un palazzo dal nulla, e Wolfiremon sospetta che sia opera dei
nemici: stiamo andando a controllare...è probabile che
Hideki si
trovi qua dentro!» al che la ragazza
accennò
«Takato…ascolta io e Beelzemon arriviamo fra un
attimo,
potete precederci? Siamo da voi non appena abbiamo
risolto…un
altro problema!» ma il piccolo Orphanmon dagli occhi azzurri
e le
ali in testa fece un balzo avanti «No, la prego! Signorina
domatrice…lei non deve sacrificare i suoi doveri per
noi!»…«…ma vi siete
persi!»
replicò la ragazza con sincera apprensione «Avete
bisogno
che qualcuno vi riporti a casa!»…«Ma
è stata
colpa nostra!» ribatté il piccolo Digimon,
però
Jeri insistette «Questo non ha importanza! Quando si
è
piccoli…questi incidenti possono succedere, ok? Facciamo
così, io e Beelzemon vi riportiamo a
casa.»…«Jeri tutto a posto?»…«Sì
Takato, sono…con alcuni Digimon che hanno bisogno
d’aiuto.
Non me la sento di abbandonarli…sono
bambini…»
…mentre Orphanmon, sentendosi profondamente colpevole,
insisteva
«…signorina…» ma lei gli
sorrise
«…non devi chiamarmi signorina. Io sono Jeri...
…e
non devi guardarmi con quegli occhi come se volessi mangiarti, sono
stata anch’io bambina, sai?...e non ho
dimenticato…niente
di allora. Uhm?» chinandosi e rivolgendo una carezza a lui
«Ohh…» ed un sorriso ai suoi compagni
«…ooohhhhhhhhh…»
…eppure il più stupito fra tutti in quel quadro
sembrava
essere proprio Beelzemon, nel vedere la ragazza che affiancava
così disinvolta…e che già sembrava
così
affezionata…
Takato
abbassò il telefono. Wolfiremon chiese tempestiva
«Che ha
detto?!» ed il ragazzo rispose «Jeri e Beelzemon
stanno
prestando soccorso ad alcuni piccoli Digimon, ci raggiungeranno appena
possibile.»…«Takato!»…«Dimmi.»…«…rifletti
bene: che cosa pensi di fare?»
Il ragazzo
puntò gli occhi al castello e al cielo crepuscolare
tinteggiato
dai fuochi crepitanti…non disse nulla, tanto che
parlò la
sua Digimon «Ti avverto che se decidi malgrado tutto di
entrare e
precederli…saremo solo io e te ad agire quindi dovremo farlo
in
piena fiducia.» La risposta che ottenne fu veicolata da uno
sguardo sincero e diretto «…io mi fido di te: ora
la mia
Digimon sei diventata
tu.»…”Takato…”
«Il passato…sarà sempre nel mio cuore
ma stiamo
lottando per il presente, di cui Hideki è una parte ed ora
potrebbe essere in pericolo. Non c’è tempo per
aspettare…»…«Non hai
paura?»…«Insieme a te no!»
replicò il
ragazzo con la bandana…al che la lupa digitale assunse
sguardo
deciso «Bene! Allora monta su, dobbiamo intrufolarci a questa
festa!»…«Perfetto!» (canzone: Claudio
Baglioni - In un'altra vita)
Takato scattò agilmente a cavallo della lupa dal pelo di
foglie,
e questa corse verso il palazzo fino a balzare…confondendosi
con
il globo terrestre, nel momento dell’esplosione
più
fragorosa: luci e scintille ovunque, Takato si coprì gli
occhi
con il braccio…
…ma si vedeva che non aveva paura di saltare con lei, e di
atterrare presso una delle finestre sopraelevate. La lupa
commentò «Puf! C’è mancato un
pelo…con
tutti questi fuochi finiva che diventavamo due carboncini, pensa che
teneri.»…«Come scusa? E’ che
mi è
esploso nell’orecchio, non ho sentito
bene!»…«Non in pratica dicevo
che…oh!!!»
…ma improvvisamente a Wolfiremon si trovò ad
arrossire
“Come due carboncini…sì…ma
che mi metto a
dire pure io MA COSA MI PASSA PER LA TESTA???”
«Coraggio, entriamo!» esortò Takato
aggiungendo
«Approfittiamo che qui non ci vede nessuno, la stanza
è
buia! C’è solo da rompere il
vetro…»
sicché Wolfiremon avanzò verso la finestra da
infrangere…
…proprio mentre una porta veniva scostata
all’interno del
palazzo, nel quale già esplodevano i festeggiamenti, fra
creature digitali e maschere di ogni sorta…
…e si rivelava una presenza avvolta in un manto dorato, che
sembrava preziosissimo…come lo sembrava la benda, sempre
dorata,
che copriva il suo occhio destro, mentre il sinistro era impreziosito
da una mezza mascherina affusolata di merletto bianco…
…il suo passo felpato, il suo contegno silenzioso, il suo
corpo…blu come un cielo notturno, tempestato di stelle...
…egli faceva il suo ingresso fra mille creature danzanti,
avvolte nel mistero, e in una carnevalesca euforia…
…scivolando tra di loro come un fantasma, si diresse verso
la
finestra…per contemplare la notte sulla distesa
argentea…
«…PinkMonzaemon…» sussurrava
N’Emo ma
con una nota d’eccitazione «Sì,
padrone?»…«Lo
sento…»…«Davve-»…«Shhh…parla
piano…» si accompagnava con gesto di mano il
ragazzino in
bianco e nero «…è arrivato…
…è lui, tutto come
previsto…»
…persino l’altra sua ombra sul muro, dal vestito
costantemente svolazzante, indossava una mascherina luminosa…
«Sembra un
camerino dei costumi!» esclamò Wolfiremon
«Guaaarda
quante maschere, Takato! Escono fuori dovunque, dai bauli, dai
cassetti!»…«Lo sto vedendo!»
affermò il
ragazzo che si guardava attorno con aria molto sveglia, specificando
«Ed è una fortuna per noi!»
La lupa a quel
punto regredì, ritornando Cindermon «Ptsss, io
è
meglio che in questo frangente ritorno così, altrimenti
provoco
un incendio con questo
pelo.»…«Brava!» si
volse Takato che sembrava adocchiare un’idea «E
soprattutto
bruci gli abiti! Quando noi dobbiamo
indossarli!»…«Ci
mascheriamo?!»…«Per forza! Non possiamo
fare
ingresso come un domatore e la sua Digimon in una festa del genere, se
è vero che è un tranello nemico! Dobbiamo
mescolarci a
queste creature, per cui ora è il caso che prendiamo le
prime
cose che troviamo e allestiamo un costume! Dopodiché ci
infrattiamo alla festa e cerchiamo Hideki! Su coraggio, non
c’è tempo da perdere! Vedi che
c’è roba anche
per noi!»…«S-Sì no! Io
sono…i-in
definitiva d’accordo, però…!...
…ah!!!» …ma Cindermon ebbe un sussulto
improvviso…vedendo che il ragazzo non esitava di certo a
effettuare quel cambio d’abiti «M-Ma che fai, ti
cambi
davanti a
me…?»…«…ma
certo!!! Scusa
qual è il problema? Ti ho avuta in casa mia!...
…su forza, anche tu cambiati! Andiamo, mica mi metto a
guardarti, dobbiamo soltanto esser pronti il prima
possibile…»
…ma lei era rimasta girata per metà, con la mano
sul
petto «…oh…sssanta pace ma
cos’è
questa sensazione, mi si è fermato il cuore.»
sussurrò «Sono paralizzata, n-non
riesco…a fare
mezzo movimento…» ed i suoi occhi si velavano
d’emozione, quando lui era molto spigliato
«Cindermon!»…«Sì?!»
fece un salto
lei, chiedendo tremula «Che
c’èèè…???»
…mentre
attorno a lei si verificava un volo di indumenti, scarpe ed elementi
vari degno di uno spogliatoio sportivo
«Senti…»
iniziò lui con una certa dolcezza
«…siccome vedo
che sei in imbarazzo allora per aiutarti ti racconto una
cosa.»…«S-Sì scusa, prima
solo una domanda ma
qui non c’è uomini e donne??? L-Lo spogliatoio,
dico!»…«…non
c’è nemmeno esseri
umani!»…«A-Ah!»…«Dai,
ascoltami!...
…sei la mia Digimon, voglio fartela qui la mia prima
confidenza!»…« (V-Vuole farmela
QUI…p-per un
motivo particolare???) »…«Sai cosa ho
pensato?...
…che dopo tutto…»
…mentre lei si
sventolava… «…che dopo tutto sono
contento di
essere qui e avere la possibilità di riprendermi mio
fratello.
Io ci tengo, sai…?»…«No,
anch’io…
…EEEH??? Cioè dicevi
scusa?!»…«…intendo
dire…
…che io N’Emo voglio riportarlo a casa. Mi fa pena
e in
fondo non gli faccio la colpa di niente per ciò che ha
fatto,
perché di sicuro agisce per solitudine! E lo
credo!...papà neanche sapeva della sua
esistenza…ma
presto sarà tutto chiarito: io…»
…mentre Cindermon era rigida, le sue mani tremavano, e non
riusciva a girarsi…
«…voglio portarlo a casa con me, e ricominciare
una nuova
vita. Ma ti rendi conto che è il mio
fratellino…?...piccolo caro…»
sussurrava il giovane
vivamente intenerito «…è
così fragile, e
chissà quanto ha sofferto! Non lo lascio con quelle bestie
di
Digimon…io in fondo lo sai? Ho sempre desiderato di non
essere
un figlio unico! Tu che hai una sorella forse puoi capirmi!
Vero?...vero, Cindermon?! Ehi! Ma c’è qualcosa che
non va?
Hai forse paura che entrino dei nemici e ci
scoprano?!»…«N-No è che
io…no è
che io mi incavolo MI DANNO FASTIDIO i luoghi non edificati a norma
CIOE’!!!...diamine CHE CI VUOLE fai SPOGLIATOIO
UOMINI---DONNE
no! Tutto alla rinfusa certo che Digiworld è un
MARASMA!»…«Ahahahah! Su con la vita!...
…quando avrai liberato il tuo regno vedrai come
tornerà
bello, un po’ come…
…un paese incantato governato da un principe
così…»…«Così
come?
WAAAH!»…«Così…»
rispose lui
indicando se stesso…che aveva indossato uno splendido
costume
azzurro e bordato di argento…che richiamava alla memoria
mondi
lontani e favole…
…un
timido Digimon dalla maschera iridescente avanzava nel salone
più lussuoso…quando presso il palco sul fondo
facevano
ingresso un ragazzino in bianco e nero, e una grossa Digimon dalla
mascherina dorata «Coraggio, divertitevi e lasciatevi
andare!!!» esortò N’Emo con
folkloristica enfasi
«La notte di Digiworld è appena iniziata miei
invitati, e
presto i fuochi crepiteranno più che mai!!»
l’orsa
aggiunse «Che si dia inizio alle
danze…»…«Sono già
iniziate,
PinkMonazemon…»…«Ops!»
“Mamma, papà…” pensava Hideki
nel esplodere
di quell’euforia, con le creature che lo urtavano danzando
“Vi ho lasciato soli, perdonatemi: ora sarete
preoccupati...ma io
ho bisogno di scoprire la verità su di me!!!”
prendendosi
il capo fra le mani “Possibile che nessuno di questi Digimon
mi
susciti un qualche ricordo?!...è come se fossero senza
storia…”
Questo effetto gli davano i Digimon impegnati nel ballo. Ma ve
n’era uno che si nascondeva tra la finestra e le pregiate
tende,
con la benda sull’occhio destro ma col sinistro ancora vigile
“…quello è Guardianmon!!...riconosco la
maschera.
Ma è regredito, ora è un ragazzino! Proprio come
diceva
N’Emo…sono proprio curioso di sapere come
sceglierà
di agire.» facendosi ancor più da
parte…e
aspettando il compiersi degli eventi…
«Dici che sto bene?!» chiedeva Cindermon con una
mascherina
bordeaux sul viso, e lui «Sei perfetta!»
sistemandole
concitatamente i capelli «Acc,
cos’è?!»…«Ti sto
mettendo un po’
di gel! Fidati lo uso anche per me e ora debbo dar fondo alle riserve!
I capelli sono un particolare importante, io ci lavoro tutti i giorni e
posso assicurarti che spesso riconosco la gente in base a quello: ma
ora in quattro e quattrotto ti sistemo, così nessuno ti
riconoscerà!»
“…sono a disagio in questa situazioneee!!! Mi
tocchi la
testa, mi tocchi i capelli, mi aggiusti il vestito…tutti
questi
contatti mi innervosiscono! Forse perché sono un Digimon! E
come
tutti gli animali quando mi sfiorano…iiiinfh!!! Reagisco!
Però…però non lo so
c’è qualcosa che
trascende la mia natura, non lo farei di chiunque si
trattasse…” «Bene…
…brava, il signor Harasawa sarebbe fiero di me, guardiamoci
allo
specchio?!»
E si volsero per specchiarsi…lei in bordeaux come i suoi
capelli
che lui aveva riacconciato, lui in azzurro, con i capelli spinti
indietro dal gel, ed una mascherina argentea. Per completare il quadro
lui la prese convintamente sottobraccio
«Ahhh!!...pure?!!»…«Sì!
Meglio!
Dobbiamo fare ingresso come una
coppia!»…”Oh mammina
miaaaaaa!” «So già cosa diremo, ora
arraffiamo un
Digimon qua nel corridoio e ci facciamo annunciare, tanto mi sembrano
piuttosto accondiscendenti. Chissà perché oggi
pensano
solo a divertirsi…» “Chi li
capisce…E’
BRAVO!”
«Mi sento forte!» affermava il ragazzo
«Non so
c’è…qualcosa nell’aria, una
presenza,
un’energia che mi fa sentire positivo, come se
avessi…mille alleati qua dentro! Uhmuhm, evidentemente tu
fai
per tutti, Cindermon! Vedrai…troveremo Hideki e scopriremo
cose
importanti, anche su mio fratello! Dobbiamo soltanto aver
fiducia…»
“…è una parola! Io invece sento che
stanno
crollando tutte le mie sicurezze, e non so neanche
perché!” «Coraggio Cindermon!! La festa
sarà
già
cominciata!»…«Arrivooo…!»
“…non so come andrà a
finire!” (fine-canzone)
«…non dovremmo essere già
arrivati?» chiedeva
intanto Alice, saldamente aggrappata a quel possente drago nero
volante, ma nonostante tutto non perdeva quell’espressione
insicura e sfiduciata. Lui rispose «Un attimo solo, che
fretta
hai? Devi avere pazienza!» ma lei replicò poco
convinta
«Che poi non capisco perché Ryo abbia voluto che
fossi
proprio io a precederlo! Non conosco questi tipi che gestiscono il
Grand’hotel ed il pensiero di incontrarli non mi eccita per
niente! Se sono suoi grandi amici non poteva andarci
lui?»…«Alice…
…dammi retta, rilassati. Fai come me. Guarda? Io volo e
cerco di
dimenticare tutti i pensieri, di perdermi nello scenario…e
in
tutte le emozioni che può
trasmettere…»…«…senti
un
po’…»…«Dimmi!»…«…era
da tempo che volevo chiedertelo: tu hai dei figli
qui…vero?»…«Cosa?...
…beh così si racconta!»
replicò il Digimon
un po’ imbarazzato (Minidramon ascoltava concentratissima
dall’interno, della borsa pendente della ragazza…)
«…sei tornato anche per loro? Immagino andrai a
trovarli.
Non hai voglia di tornare a
casa…?»…«…Alice…insomma,
perché mi devi fare questi discorsi? Io ti propongo un volo
rilassante! E tu invece mi affliggi con questi
pensieri.»…«Perché…?»
chiese lei
con disilluso velo nell’espressione «I figli e la
famiglia
sono un argomento molto
gravoso?»…«Beh…!...
…dipende dai casi! Ahhh…tu non mi conosci. Io
sono un
padre stressato. E un marito…oh, non appagato,
credimi.»…«…come mai il tuo
matrimonio non
è felice?» chiese Alice facendo gli occhi sottili
(come la
sua Digimon) «Ah, è troppo complicato da spiegare!
Uff…» sbuffò lui…ma la
ragazza
aspettò che completasse «…Gelsomon, mia
moglie, non
mi gratifica. Mi subissa di incombenze e oppressioni, o meglio dovrei
dire mi subbissava…!...prima che si schierasse dalla parte
dei
nemici e mi tradisse. Non mi fa sentire importante, io ho bisogno che
mi si faccia sentire…un eroe, insomma sono un Digimon! Ho
combattuto valorosamente, ma questo per lei non conta, vede solo
ciò che non faccio: non la aiuto in casa, non spazzo per
terra,
non lavo i panni e non mi occupo abbastanza dei
bambini.»…«E lei ha torto invece, tu ti
spezzi la
schiena?»…«Cosa?! Certo che no!! Ma
perché
devo farlo io?! Per queste cose esistono le mogli, no?!...
…i mariti
combattono…lavorano, portano il pane a casa! Avranno poi
diritto
a uno spicchietto di paradiso, su un morbido divano, davanti alla tv!
Insomma!...altrimenti tanta fatica poi per
cosa?»…«Pfff…che concezione
antiquata!»…«Cosa vuoi, per me certe
cose sono in un
modo e basta. L’ho detto anche a Renamon una volta e lei si
è arrabbiata, ma contavo che almeno tu Alice potessi
capirmi.
Sei stata la Digimon Tamer di Dobermon, e da quel che ricordo quel
tipo…aveva un’aria molto intimidatoria, da
grand’uomo, secondo me non doveva pensarla
così
diversamente da me.» …ma negli occhi di Alice vi
era
distacco e amarezza «…io non li capisco quelli
come
te!...la famiglia potrebbe essere una cosa così bella!! La
casa…essere un nido d’amore, dove
l’uomo, la donna,
i figli si comprendono e si rispettano! Un
posticino…»
abbassando il suo tono, ed evocando malinconia
«…in cui si
desidera tornare, per tutte le lunghe ore del
giorno.»…«Ohhh, per carità
non ne parliamo! A
volte avrei preferito un bell’incidente sul lavoro, come
quelli
che hanno sotterrato tanti volenterosi Digimon, ahimé! Una
trave
mi casca in testa, e per quella sera non rivedo il brutto muso di
quella brontolona!» (il cui risentimento crebbe
progressivamente…) «…per
carità non che a
volte non si senta anche la sua mancanza. Ma francamente mi sono
stufato, voglio tagliare i ponti col passato. E ricominciare una nuova
vita. Quella che ho condotto finora…non mi
piace.»…«Ma è la tua
vita!!!...e la
butteresti così, come si fa con una carta
scarabocchiata?!» esclamò la ragazza «E
dei tuoi
figli che ne sarà, in questo
modo?!»…«Ahhh,
non posso occuparmi anche di lorooo…non ci so fare con i
bambini! Non so dove mettere le zampe, causerei un disastro per cui
è meglio far finta che certi errori non li abbiamo fatti:
siamo
tornati a Digiworld, è l’occasione
buona…annulleremo gli sbagli del passato e coglieremo la
palla
al balzo per appiattire questi dieci anni, ignorando le bizzarrie
commesse per ingannare il tempo! So già da dove potrei
iniziare.» (…mentre Minidramon iniziava a tremare
di
frustrazione…) «Di cosa parli…?
Oh!» chiese
Alice sussultando d’improvviso…ed avvertendo
qualcosa
sulle sue gambe…simile alla carezza di una zampa
«Alice…fiorellino: lo sai che hai delle gambe da
urlo?
Tanto Ryo non si arrabbierà, è il mio Digimon
Tamer
quindi formalmente è normale che ci dividiamo tutto, anche
la
fidanzata! E poi tu desideri un focolare domestico caldo e accogliente
ma guarda che lui non è in grado di dartelo! E’
come me!!
In questi anni da quel che ho capito se l’è
spassata con
mille fanciulle, non sarà mai il maritino premuroso e fedele
che
tu desideri, lo conosco!»…«Ti prego di
lasciarmi
andare…!!...f-fammi atterrare, tutto questo è
ridicolo!»…«Perché? Guarda
Kenta con
MarineAngemon, sono una splendida coppia essere umano-Digimon! Che ci
sarebbe di male che anche tu ed io formassimo uno stesso
nucleo?»
(Minidramon «M-Maledetto!!...») Alice si dimenava
«Portami subito a terra, Cyberdramon!! A-Ahhh! Te lo
ordino!!»…«Rilassati!...non ti emoziona
il pensiero
di essere in volo con me? Un Digimon leggendario, almeno quanto il mio
domatore! Dovresti ritenerti una privilegiata, quanti altri ne avrai
visti così dopo quel cane
doberman?»…«Ahhh!»
…ma
Minidramon non resisteva «…che tu sia dannato, non
persino
con lei, la ragazza che ho scelto come alleata!!» La borsa
sprigionò luce ovunque. Cyberdramon sussultò
«Uhm!!! Che succede…?!!» e ad Alice si
mozzò
il fiato…«ME LA PAGHERAIII!!!» si
udì un
grido. Ed il drago nero «Ma questa voce?!!»
«MINIDRAMON
DIGIEVOLVEEE…»
…e nell’addensarsi di una nube corvina sfrigolante
di
elettricità, nel cielo comparve «…GELSOMON!!!»
«Cooosaaa?!!! Mia
moglie?!!»…«Sorpreso di
vedermi?!! Sei un…DEGENERATO, lo sai che i bambini hanno
bisogno
di te!!!» gridava la dragona col grembiule, versando a gran
sorpresa una lacrima, sotto gli occhi increduli di Alice «LO
SAI
CHE BASTANO LE TUE LEGGENDE PER FARLI ADDORMENTARE, NON E’
VERO
CHE NON CI SAI FARE!!» avventandosi su di lui
«Ahhh!!» incurante di tuto «COME OSERESTI
ABBANDONARCI?!!»…«A-Ahhhhh!!!»
Gelsomon
liberò le scariche contro il marito. Alice gridò
«GELSOMON!!!»
…ma la dragona era talmente disperata che non la vedeva
più, Cyberdramon doveva difendersi sprigionando il potere
rosato
dei suoi globi «S-Sei matta, Alice così
cadrà!!!»…«U-Ugh!!! Non mi
importa di niente,
ora ti eliminerò per vendicarmi!!!»
«A-Ahhh!» scivolò la bionda ragazza,
restando
aggrappata a una zampa del drago che la chiamò
«ALICE!!» …ma la presa sfuggì
presto
«Ahhh!!» lui non riuscì a riafferrarla,
e la ragazza
«AAAAAAAAAAHHHHHHHHH!!!» cadde nel
vuoto…«ALICEEEEEEEEEEEE!!!»
gridò Cybedramon,
ma in quel momento «WRAAAGHHH!!!» fu travolto da
una
scarica, e in seguito piovvero calci e zampate da parte di quella
creatura uguale a lui «TI FARO’ SCONTARE TUTTI
QUESTI ANNI
DI
INFELICITA’!!»…«A-AHHH!!»
«Non sei
cambiato per nieeeeeeeeente Clockmon! Ahahah!» esclamava
euforico
Ryo alla reception di quel lussuoso albergo «Vecchio
stallone! Ma
qui è tutto…cioè, è
impossibile da
descrivere, è il paradiso degli affari riusciti! Noi umani
dovremmo apprendere da voi Digimon! Ah ma io ho rimesso in funzione
Hagurumon dieci anni fa voi siete in debito con me dovete svelarmi
tutti i segreti della gestione
alberghiera!»…«Vuoi
mettere su un Grand’hotel, Ryo?» chiese Clockmon,
Digimon
incappucciato di rosso, che emergeva da un corpo a forma di sveglia.
Era affiancato da Hagurumon, un ingranaggio con faccia e mani. Ryo
spiegò, mentre esplorava con gli occhi lo scenario
«Non…ho ancora deciso a dire il vero se
Grand’hotel,
oppure meglio…Bed’n’Breakfast: sai?
Adesso vanno di
moda i Bed’n’Breakfast da noi, potrebbe essere
conveniente!
Anche da voi?!» …e così
via…«No
perché io ho il bernoccolo degli affari e ora dopo tanto
peregrinare ho finalmente capito che…ahhh, le
attività
strettamente finanziarie sono reti per i pesci, non te ne liberi:
investimenti, opportunità, pfff!...roba da cui stare alla
larga!
Mentre inve-mentre invece nooo…questo è il
paradiso!
Gestione alberghiera!» si illuminavano gli occhi azzurri del
giovane «I clienti affluiscono…in massa, ti
divinizzano
perché fai loro i prezzi scontati:
è…questo il
futuro degli affari!» Hagurumon propose dunque
«Guarda il
nostro registro e capirai.»…«A-Avete un
registr-tenete un registro? Aaaaaahhhhh, Hagurumon ti darei un bacio!
Beh, se fossi una dolce Digimon sarebbe ancora meglio ma quasi quasi lo
farei anche adesso: cacciate fuori il registro, voglio dare
un’occhiata ai vostri conti! Poi stasera dopo cena ci
mettiamo a
tavolino noi tre, anzi noi quattro dovrebbe tornare anche Cyberdramon:
ve lo ricordate Cyberdramon, il mio Digimon, no? Tanto lo sapevo che
non avvertiva: non è cambiato, per lui il tempo non esiste,
chissà da chi ha preso! Ci mettiamo noi quattro, una bella
birretta, discutiamo, di affari, e Ryo Akiyama assicura che
sarà
istruttivo per tutti! E soprattutto conveniente! Ma…io
ancora
non mi capacito che non sei cambiato, Clockmon! Hagurumon tantissimo!
Quasi irriconoscibile: lui è cambiato, io neanche a parlarne
tu
per niente! Ahhhh…i casi della vita…su su, questo
registro, non mi controllo!»
...quando sulle scalinate esterne di quella costruzione illuminata di
indubbia classe, Renamon accennava «Ora puoi dirmelo, Rika:
ti ho
vista turbata durante tutto il percorso fin qui. Potevo pensare che si
trattasse della preoccupazione per Takato e gli altri
ma…sinceramente, conoscendoti, io penso siano altre le cause
del
tuo disagio. Non…voglio obbligarti, qualora preferissi
tacere.
Però vorrei che sapessi che io sono sempre a vegliare su di
te.
Te la senti di dirmi che
c’è…?»
La ragazza
dai boccoli rossi accesi dai fari dell’hotel si volse appena,
rivolgendo un’occhiata grata alla Digimon, e non oppose
alcuna
resistenza nello svelare «Lo senti,
Renamon?»…«Sì…»
…riferendosi alla risata fragorosa di Ryo che giungeva
dall’interno «…in tutti questi anni
è sempre
stato così.»…«Ti
riferisci…a un posto
come questo? O a un atteggiamento come quello di stasera?»
…mentre gli altri compagni facevano il loro
ingresso…Riley e Mitsuo conversavano a bassa voce molto
vicini,
intuibile che si trattasse di Hideki. Ma per Rika e la sua Digimon dal
pelo dorato il tempo e lo scenario erano fermi, alle braccia
conserte della prima e alla solenne e paziente immobilità
della
seconda «Ti chiederai perché non mi giro, Renamon:
osserva
tu stessa…alle nostre spalle si elevano gli ingranaggi che
sostengono questo settore. Sono dieci anni che non li vedo ma in tutto
questo tempo…non li ho mai
dimenticati.»…«…è
qui che abbiamo
incontrato Ryo e Cyberdramon la prima volta…»
disse
Renamon che rivolse lo sguardo allo sfondo di lunghe aste che
sostenevano ruote in movimento, nella cornice del cielo notturno. Rika
però preferiva non guardare «Lo so…e
quel momento
è riaffiorato molte volte nella mia mente. Possibile che le
cose…devono essere sempre diverse da come uno le immagina, o
le
sogna? Possibile che debbano andare…in maniera sempre
così incredibilmente diversa? Quasi come
se…sognare…fosse un
delitto…» sfumò
la voce di Rika, mentre chinava il capo e si scostava la frangetta,
mettendo in risalto sia il trucco ripassato per la serata, sia quel
tocco di assorta pena che inondava lo sguardo del medesimo colore.
Anche Renamon era assorta, e nel frattempo la ascoltava
«…io ormai ci ho fatto il callo. Mi dico
così ma
poi…!!» tradendo una pena maggiore, che si rivolse
al
cielo in uno sguardo «…ah, perché
Renamon…?...
…non
potremmo aver ciò che cerchiamo, o evitare di
immaginare?»…«…a
volte…immaginare un
futuro, anche se non possiamo averlo…aiuta a crescere. E a
scoprire noi stessi…» rispose la Digimon
«Ah,
ma…ahimé: quanto costa…»
mormorò la
ragazza. Renamon si volse di nuovo a guardarne le spalle, mentre Rika
rivelava «Quel ragazzo che io conobbi in questo luogo e che
in un
primo tempo rifiutai…io l’ho cercato tante volte,
a te
posso dirlo. In questi anni…io…l’ho
cercato tante
volte.» …nell’eco delle animate
chiacchiere di
Ryo…«Perché in principio ero
diffidente,
però poi…quando disputammo la battaglia
finale…qualcosa cambiò, fu diverso! Io mi accorsi
che era
altruista, che non era!...
…l’essere egocentrico e megalomane che
mi ero
immaginata. Fu allora…dopo che tu te ne andasti, che
iniziai…a chiedergli aiuto. Forse a modo mio, senza parole
chiare…però…io sono convinta che si
capisse che
avevo bisogno di lui. Non poteva ignorarlo…lo si leggeva dai
miei occhi, possibile che non
comprendeva…che…io…gli
accennavo…”Ryo…restami vicina ti
prego…ho
bisogno di te. La vita mi fa paura. Come me lo faceva il D-Reaper,
quando ti proponesti di aiutarmi e sollevasti tutto il peso per me. Ho
bisogno che seguiti a farlo, io…non sono…
…la ragazza forte che ti sei immaginato. Sono…una
creatura debole, che trema…persino la mia Digimon mi ha
lasciata, e anche il tuo! Allora…
…facciamoci forza a vicenda. Chi ci impedisce di crescere
assieme?”»
La
notte e le luci soffuse carezzavano il volto di Renamon…
…mentre il viso di Rika, in quel trasognato frammento di
vita si
faceva come più adulto, consapevole…ora
più che
mai si poteva comprendere la distanza intercorsa fra la ragazzina che
aveva messo piede a Digiworld la prima volta…
«Lui…quella volta…»
accennò Renamon
«…non rispose all’appello?» e
Rika si strinse
le braccia, tanto che Renamon le chiese «Hai
freddo?»…«…no…
…e
sì: non rispose all’appello…ed
è vero, ho
freddo. Perché si risponde molto più di rado agli
appelli
della vita…che a quelli della battaglia. Se un mostro sta
per
travolgerti qualcuno giunge in tuo soccorso…ma se hai solo
bisogno di una mano per vivere i tuoi giorni, se questi sono vuoti e
tristi…a pochi importa. E ti lasciano solo…
…incuranti del fatto che il pericolo è lo stesso.
Se non
peggiore.» volgendosi appena verso la sua Digimon
«Tu che
conosci il volto dell’amore puoi capirmi: uno nonostante
tutto
non smette mai di illudersi…benché se lo prometta
mille
volte. In questo…» mentre una piccola sfera di
polvere
rosa si adagiava nelle sue mani smaltate «…sono
galeotte
le stagioni, con i loro profumi. Il cielo azzurro…e la vita
che
rigira in cerchio…e non vi è estate, come quando
eri
bambina…in cui tu non torni a sperare. Con un segno in
più sul tuo viso, una ruga intorno ai tuoi occhi. E
tracce…indelebili nel cuore, ma più sono
più ti
fai abile nell’immaginare…la cascata di rugiada
che le
cancellerà tutte. Pfff…come se le delusioni
fossero i
segni a matita sul muro, che fa la mamma per misurarti
l’altezza.
E basta una gomma per cancellarli.
No…tutt’altro.»
nel suo sorriso pacato, anche se velato da un po’
d’amarezza «…i segni non spariscono mai.
E sono
sempre di più. Ma è perché sei
maledettamente
testarda…che il tuo gioco infantile e azzardato continua.
Getti
i dadi, ti rimetti in discussione, dici “in
fondo…sono poi
così male? In fondo…non possiamo tutti
cambiare?”.
Ma forse non cambi tu. E non cambiano neanche gli altri…lo
senti? Si diverte…lei dev’essere in giro,
è
probabile che a momenti sarà di nuovo qui, con Cyberdramon.
Forse è per lei che ci tiene tanto a mettere in piedi degli
affari. Uhm, e chi può biasimarlo. Guarda,
Renamon…che ne
pensi di questo luogo?»…«Vuoi che sia
sincera…?...
…trovo questo albergo meraviglioso e di vera classe: un
luogo
mirabile…da cui contemplare un panorama soffuso
e…affascinante.»…«Uhm!...
…non potevi descriverlo meglio.» scandì
con un
po’ d’amarezza, dopodiché si volse
incurante di
quello scenario che la intimoriva «Renamon,
perché?!
Perché dei luoghi meravigliosi uno deve osservarli con tanta
pena nel cuore…? Perché non possono essere
proprio
questi, ad ospitare il compimento dei tuoi sogni?! Alla fine ce
l’ho fatta…
…gli orologi del mio passato…ruotano di fronte a
me,
nella notte. Lui mi aveva parlato di questo posto…
…diceva che avrebbe voluto portarmi qui, e anche prima,
mentre
eravamo in cammino, mi lanciava occhiate, e io so cosa intende dire in
questi casi! Molto probabilmente ha allontanato Alice apposta e fra
poco…verrà da me, ma a me così non
piace,
capisci?!...
…non è…come io lo volevo! Non
è come lo
immaginavo…non è quell’immagine di
Digiworld…né di questa età.
Né
dell’amore…per me. Per me l’amore
è una cosa
diversa…è…
…dolce, forse. E’ anche appassionato! Ma quel che
è
certo…è che non è un gioco. Non
è un affare
da quattro soldi…conseguito con “quel pizzico di
disonestà che non guasta mai”, come è
sempre stato
in questi anni! Ma forse io non sono ciò che a lui sta bene,
ciò che a lui piace. Forse…io sono
nient’altro che
un ennesimo colpo da mettere a segno. Già. Come
l’apertura…di un
Grand’hotel…o di un
Bed’n’Breakfast! Antico
sogno…sì, questo
è il suo. Ed il mio…
…neanche te lo descrivo. Perché è
molto più
ridicolo, forse…più disonesto
e…!!»…«Rika! Non dire
così…» si avvicinò Renamon,
prendendola per
quelle spalle che tremavano «Non c’è
niente di
disonesto…nel sognare di essere ancora giovani…di
accogliere petali nelle proprie mani…non è
peccato…» narrava quella Digimon dalla voce
solenne come
il suo celestiale aspetto «…immaginare di
riavvolgere la
pellicola dell’amore per rivivere quel primo momento che non
è stato come doveva essere! O per meglio dire
forse…non
è mai giunto. Un cuore di donna…ne ha il
diritto.»…«…e un cuore di
uomo…?! Non
ne ha la capacità?!» chiese la ragazza stringendo
i denti,
e la sua Digimon «Oh…?» volse il capo
«…non so rispondere purtroppo a questa domanda:
quanto io
ho vissuto forse…dipinge me come quella che non è
stata
capace di ascoltare le melodie che le suggeriva il cuore. O forse ne ha
avuto paura. O forse non voleva umiliarsi. Non so…mi
spiace.» ma Rika le sfiorò la zampa…e
le fu grata
lo stesso. Per poi guardare verso l’interno illuminato di
quella
hall «Ti sei mai sentita…inadeguata?»
domandò
la giovane. E la Digimon rispose «…troppo
rigida…e
facile ad infrangersi, per poter sedere sul retro di una
moto.»…«…troppo
ignorante…scadende e
sostituibile!...per qualcuno che punta così in alto. Parla
d’affari: io non ci capisco niente
d’affari…
…e non mi interessano né nel mio mondo
né qui. Qui
e in un luogo del genere io sognavo di trattare un altro genere di
affari. Quegli affari che a un uomo non interessano mai…
…tantomeno a colui che non riuscirai mai a
sostituire…» discendendo quei gradini e
allontanandosi…sotto lo sguardo vigile e premuroso della sua
Digimon, immutabile nel tempo benché forse tante esperienze
l’avessero mutato.
La porta del
grande salone si spalancava lentamente, introducendo una coppia.
Guilmon, avvolto
nel suo travestimento, se ne stava in disparte stringendosi nel manto
dorato, con la dichiarata intenzione di non interessarsi a dettagli
inutili, come sembrava essere la solenne avanzata di quei due invitati
che subito decretarono uno spesso strato di brusio…
“Chi
sono…? Certo che sono splendidi!” c’era
chi si
interrogava…
“Dicono
che si tratti di creature di sangue misto, a metà fra la
razza
umana e quella digitale, e che provengano da molto lontano: addirittura
si parla di quei regni inesplorati…che sorgono ai confini
della
rete!”
“Che
emozione averli fra noi alla nostra festa! Guardate che distinzione,
lui…! E lei? Quanta grazia…!”
«Pfff…ma chi sarà arrivato?!»
borbottava
Guilmon «…figurati se mi può
interessare di eccita
tanto questi sciocchi snob! Già me l’immagino,
sarà
una nauseante coppietta di regnanti strapotenti e senza problemi!
Avessero un solo giorno…
…simile ai miei, nel limbo ovattato del loro
amore…
…non voglio neanche girarmi per guardarli!»
…ma
loro avanzavano…
“Lei sembra una principessa!”
“E
guardate il loro passo, in perfetta sintonia! Debbono amarsi
così tanto, e chissà da quanto tempo! Seppur a
prima
vista mi sembrino piuttosto giovani! Ma chi può intuire il
conteggio degli anni che si adopera in una dimensione così
remota.”
“Stupendi…”
Lui aveva
indossato un ampio cappello azzurro con una piuma argentea, come il
fermaglio a forma di foglia tra i capelli di lei, dal quale discendeva
un velo merlettato che le copriva la metà del viso,
accrescendo
il mistero. Era vero che la loro stretta sembrava solida, come il loro
legame, a giudicare dalla serietà delle loro figure, che
però al contempo esprimevano anche grazie, ed il fatato
candore
condotto dalla leggenda sulla loro origine…
…quando costeggiarono Guilmon…questi si volse
dall’altro lato per non guardarli. Il principe dal cappello
azzurro sembrò muovere appena il capo, ma poi, richiamato
dal
suo dovere di contegno, fissò di nuovo avanti a
sé oltre
la sua mascherina.
N’Emo era aggrappato alla tenda del palcoscenico, e
dilatò
il suo occhio incorniciato di bianco e nero
«Eccolo!!...»
stringendo le sue mani candide, che fuoriuscivano dalle maniche bordate
di merletto «Padrone, così stacchi la
tenda…»
ammonì PinkMonzaemon ma lui «Shhh!...PinkMonzaemon
dobbiamo prepararci ad attaccare…»
«Ihhm!» quella principessa in bordeaux
sussultò
forse un po’ più del dovuto «Cosa
c’è?!» chiese tempestivo il suo
consorte, e lei
cercando di tenere basso il tono «T-…Takato guarda
lì!...
…si
tratta di
quella!»…«…PinkMonzaemon…
…avevi ragione…» …la mano
del ragazzo si
strinse al suo mantello, nei concitati secondi in cui rifletteva su
cosa scegliere…
Fra la folla in
visibilio ci fu un ragazzino mascherato che fece capolino tra i pomposi
abiti degli invitati «Ah!!»
“…sono loro! Fanno
parte della squadra dei miei genitori…
…di sicuro li hanno spediti qui per cercarmi!”
N’Emo
definì «Guarda com’è
bello…e si
accompagna a lei! N-Non c’è tempo da perdere!
Forza,
è il moment--…che succede?» avvertendo
delle
interferenze sonore.
«Sta partendo la
canzone, padrone.» spiegò PinkMonzaemon,
aggiungendo
«E’ tempo di un altro
ballo…»…«Maledizione…»
«Che facciamo, Takato?
Attacchiamo?»…«Ptsss, no aspetta! Gli
invitati si
preparano, balliamo! Aspettiamo una loro
mossa…»…«Cooosa?!»…«Dammi
retta, è meglio così!» fece il ragazzo
avvicinandola a sé e stringendola «Nel
frattempo…tu
vedi se fra la folla riesci a scorgere Hideki! Dobbiamo prendere tempo,
se qui scoppia uno scontro potrebbe rimanere
coinvolto…dobbiamo
essere
cauti…»…«D’accor-d’accordo!!!...ora
il capo sei tu, no?»…«Shhh…
…no,
siamo entrambi, ma ora cerchiamo di non dare
nell’occhio.»
(canzone: Westlife
- Queen of my heart)
…mentre partivano delle dolci note…e le luci
della sala
iniziavano a sfumare, nell’armonico movimento delle
creature…
Guilmon si
copriva l’occhio con il manto, poiché non voleva
vedere la
gente che ballava e l’amore. Si infiltrò dunque
fra gli
invitati…
«Fra tante
canzoni…» sussurrava Takato
«…non avrei mai
creduto di udire proprio questa a
Digiworld.»…«Tu la
conosci?!» chiese Cindermon, e lui rimbalzò
«E
tu?»…«Certo!!»…«…allora
è proprio vero che la terra e Digiworld sono
collegati…»…«…questa
è uscita
quando ero ragazzina! La ballavano i miei
genitori…»…«…questa
è uscita un
anno prima che conoscessi Guilmon. A Natale. Anche i miei
genitori…la ballavano. A quei tempi ancora
ballavano.»…«…a quei
tempi…tutto era
diverso
Takato…»…«…è
vero…»
…i loro
occhi, rossastri e azzurri, si incrociavano oltre le
maschere…
«AAAAAAAAARGHHHH!!! NON HAI ANCORA FINITO?!!»
gridava
Cyberdramon «Ho appena iniziato!!!» replicava la
sua
robusta e coriacea moglie dalle zampe sfrigolanti di scariche
«E
se hai paura, SCAPPA SE CI RIESCI! Così lo vedrà
tutto
Digiworld, il…”DIGIMON LEGGENDARIO” che
ti credi di
essere!!!»…«Tu non hai cuore, Gelsomon!
ALICE
E’ CADUTA! POTREBBE ESSERLE SUCCESSO QUALCOSA, POTREBBE
ESSERE
MORTA!»…«Ti preoccupi per
lei…SOLO
PERCHE’ E’ BELLA E AFFASCINANTE, MENTRE A ME E AI
BAMBINI
CI HAI ABBANDONATI! PREPARATI A SOCCOMBERE, CYBERDRAMON!! FULMINE A CIEL SERENO!!»
a cui lui rispondeva con «GLOBI
PERFORANTI!!!»
Ed era
esplosione nella notte di Digiworld, sullo sfondo del globo terrestre.
«Mi vuoi
costringere a combattere anche contro di te?!!» esclamava lui
«E PER TE CHE DIFFERENZA FA COMBATTERMI?!»
gridò lei
più forte «Che ti importa di scagliare un attacco
contro
di me, quando mi hai già ferita!! Mi hai fatta in mille
pezzi
anzi in quattro!! Ognuno per uno dei miei figli, quei bambini di cui
non ti importa
niente!!»…«Nnn…non
è
vero che non mi importa niente!!! E POI PERCHE’, A TE IMPORTA
DI
PIU’?! SEI FUGGITA PER SEMINARE IL
TERRORE!»…«Zitto!! Questa sera ti
farò
scomparire!! SEI UN PADRE SNATURATO, PER ME QUESTI ANNI NON SONO TUTTI
DA CANCELLARE!! SONO GLI ANNI DELL’INFANZIA DEI MIEI
FIGLIII!!!» e di nuovo collisione di attacchi, fra
moglie e
marito…
«Cavoli, però! Non me la ricordavo così
bella…e così romantica…»
commentava
Cindermon, aggiungendo «Certo che il tempo fa uno strano
effetto…
…oh? Takato!»…«Shhh!
Cindermon è
lui…»…«Chi?! Hideki?! Non
dirmi che
l’hai
beccat-»…«No…mio
fratello…
...ho visto qualcosa scivolare dietro la tenda, e se fosse
lui?!»…«Beh! Il fatto che PinkMonzaemon
sia qui
già fa
pensare.»…«Adesso…cerchiamo
di
non farci caso: balliamo. Ma teniamo gli occhi bene aperti, se hanno un
piano prima o poi usciranno allo scoperto, ma non sanno che siamo
pronti a riceverli. Non una parola…mi
raccomando…»
sussurrava il cavaliere dal cappello azzurro…
“…d’accordo…
…silenzio…soltanto
musica…” pensava la
ragazza digitale in quello scenario poetico “…e
Digimon
che danzano attorno a noi, mi ricordano le feste del palazzo, quando
ero piccola. All’epoca che andava di moda questa canzone
io…guardavo i miei genitori e sognavo un giorno di essere
bella
come la mamma…e poter danzare…
…al fianco di un principe che facesse battere il mio cuore
SI MA
PERCHE’ MI METTO A PENSARE QUESTE COSE PROPRIO
ADESSOOO???...siamo nel corso di una missione! Dovrei muovere gli occhi
ovunque alla ricerca di amici e nemici e invece…riesco a
guardare soltanto te. Takato. Ma…
…è possibile quello che sia proprio tu quello che
mi
è così vicino? Perché i tuoi occhi
sono puntati su
di me, perché mi impediscono di svolgere…il mio
dovere di
Digimon?”
Mentre Guilmon
sbucava sul fiorito balcone «Ahhh, finalmente un
po’
d’aria fresca! Quelle soffocanti romanticherie mi fanno solo
vomitare!» muovendo la zampa come si fa con gli insetti
molesti.
Hideki cercava
di nascondersi, seguendo il movimento dei Digimon danzanti…
…danzanti
come i pensieri della principessa dai capelli rossi “Sono i
troppi cambiamenti a…destabilizzarmi! Fino a poco tempo fa
sembrava che non mi potevi soffrire e adesso così
appiccicati! A
te sembra possibile?! A me no, se ci tieni a saperlo…
…tutta
questa storia mi sembra…una pura follia!! Noi due, il nostro
incontro, il rimpianto del tuo Digimon smarrito! E la mia
testardaggine…nel voler prendere il suo posto. Io che mi
trasferisco a casa tua! Tu che mi tratti a STRACCIO DI PER TERRA! Io
che resisto…
…i tuoi
SCLERI, il tuo CARATTERACCIO, e il mio che ci va a braccetto! E allora?
Che cosa siamo noi? Due…
…FRUTTI
MALRIUSCITI…di un tempo che non va più bene che
PUR
SAPENDO QUESTO vogliono arraffare qualcosa?! Io non so che cosa voglio
dalla vita…TUTTORA, ANCORA! Nonostante ogni cosa che
è
successa. E tu? Hai capito qualcosa…? Io ti parlo…
…ma tu
muovi gli occhi attorno a te, giustamente, hai un fratello da
ritrovare, ed io? Seguo il tuo movimento…senza neanche
accorgermene. Forse è normale, quando si ha un domatore.
Però tu, Takato…hai un brutto vizio. Una cosa che
credo…non sia tipica di ogni Digimon Tamer: ma
perché
METTI FORZA in tutto quello che fai?!!...quando ti
incavoli…quando ti concentri o anche quando sei
contento…se afferri la mano di qualcuno gliela SSSTRINGI
fino a
stritolarla. Eh, adesso lo stai facendo con me!”
«Sto
guardando, ma per ora non vedo.»…«E-Eh,
sì
anch’io!»…«Continua a
scrutare.»…«Ricevuto!»
“…cioè tu delicato mai: stritoli! Ora
mi stai
tenendo stretta come una sardina, se lo facessero tutti i domatori i
Digimon più piccolini zomperebbero! Ringrazia che hai me che
sono più alta di te sì però…
…io pure
che non soffoco è dentro…che mi sento
zompare…e
non capisco perché! E questo mi rende
spiazzata…questo
rovinerà la mia carriera di Digimon, quanto ci scommetti?!...
…e
sarà colpa tua, Takato…mannaggia al giorno in cui
ti ho
incontrato…e mannaggia a ‘sti
Digimon…che ci
fissano tutti come LA COPPIA DELL’ANNOOO???!!!”
I fuochi
scoppiavano colorati e festanti più che mai dinanzi
all’occhio malinconico di Guilmon, confondendosi con
l’azzurro del globo e il rosa dei fasci, sembrava
un’esplosione di gioia per Digiworld.
La danza
terminò, in un fragoroso applauso dei presenti a quella
coppia
così misteriosa, che così abilmente aveva tenuto
il
palco…mentre i due festeggiati si abbandonavano allo
stupore…(fine-canzone)
«Ahah!» Jeri balzò agilmente su una
roccia, e
Beelzemon comunicò «Vado in perlustrazione! Se non
ci sono
nemici proseguiamo il volo!»
«Ciao,
Beelzemon!» disse uno dei cinque cuccioli tra le braccia
della
ragazza, e questi replicò «Vado e
torno!» mentre
Jeri scherzava «Avete visto?
Beelzemon…è un Digimon
pronto ed efficiente!»
Sembrava
aver recuperato il buonumore e avere invidiabili energie nonostante
fosse sera inoltrata. Appariva pienamente a suo agio con quel look
sportivo «Lavorate sempre assieme?» le chiesero, e
lei
«Certo! Io sono una Digimon Tamer…e lui
è il mio
Digimon! Fra noi c’è un rapporto di intesa, e di
grande
collaborazione!»…«Allora siete proprio
amici-amici-amici!» Jeri sorrise
«Uhmuhmuhm!» e
carezzò quella nuvoletta di nebbia «E’
normale che
sia così! Altrimenti a Digiworld non si riuscirebbe a
combattere: soltanto la sintonia…fra un umano come me, e un
Digimon come voi può conferire la forza necessaria
per…sconfiggere tutti i cattivi, e far trionfare la
felicità, e l’allegria!»
Le sue parole
erano fresche e gioviali, e al contempo vi mescolava un tocco di
materna dolcezza. Si rivolgeva con molta premura a quei piccoli, uno
dei quali espresse «Anch’io da grande voglio avere
un
domatore!» ma gli altri si aggiunsero a ruota
«Prima
io!»…«E perché? Sei sempre un
gran
prepotente!»…«Uffa!»
…ma Jeri
intervenne «Dai: non dovete litigare…certo che
avrete un
domatore, l’importante è crederci veramente!
Prendete ad
esempio Beelzemon: eravamo stati separati, pensavamo…che
ormai
fra il mondo degli umani e quello dei Digimon ci fosse un cancello
chiuso per sempre, ed un guardiano minaccioso ad ostacolare il
passaggio. Ma lui non si è mai arreso…ha
continuato a
sognare e alla fine ha incontrato me, ed io che dalla terra non ho mai
scordato Digiworld…mi sono incontrata con lui! E’
stato il
destino, bambini, il destino…
…è
una cosa meravigliosa! Dovete imparare a credere in questa
parola…»…«Destino?»…«Sì!
E’ un flusso fatato che muove la vita e le esperienze,
ma…non è niente di incontrovertibile! Noi con i
nostri
sentimenti e le nostre scelte…possiamo cambiarlo ed
indirizzarlo
sempre verso la felicità! Uhm! Io ho imparato a credere nel
destino…
…e
ora mi sta guidando in questa nuova missione, accanto ai miei
amici!»…«I tuoi amici, Jeri? Quelli che
ora si
trovano nello stesso settore dove sorge il nostro
asilo?»…«Esatto, proprio loro!
E’ una
fantastica coincidenza, così potremo prendere il fascio
teletrasportante tutti insieme, e intanto prima possiamo andare ad
aiutare quegli altri miei amici che sono rimasti in questo settore, e
si sono avventurati…in un palazzo
misterioso!»…«Stiamo andando
lì, ora? A me
piacciono molto i palazzi misteriosi!» Jeri rispose
«Oh,
anche a me piccola Stillymon!» e sempre la stessa Digimon a
forma
di goccia domandò «Sono simpatici questi tuoi
amici?» Lo sguardo di Jeri si fece sognante
«…non
potete neanche immaginare! Quando arriveremo…conoscerete
Takato,
lui è uno speciale! Per me…è una
persona
insostituibile, pensate: siamo amici da quando eravamo piccoli come
voi! Non ci siamo mai lasciati, e tuttora…siamo uniti per
proteggere Digiworld assieme!» ed il sorriso le si tingeva di
dolcezza. Quando arrivò Beelzemon «Eccoci, via
libera!
Possiamo riprendere il volo!»…«CHE
BELLO!»
esclamarono in coro i piccoli Digimon, e Jeri scattò
«Allora, siete pronti?! Beelzemon…»
facendosi
più seria, e mormorando «…andiamo ad
aiutare
Takato. Ci
stai…?»…«…ma
certo, Jeri!
E’ ovvio!» La ragazza annuì, come si fa
con qualcuno
con cui si ha un rapporto di fiducia…
…ancora
applaudevano nella sala da ballo «Ptsss!...ma ce
l’hanno
con noi?» chiese la Digimon dalla mascherina bordeaux, ed il
suo
consorte dal cappello piumato rispose
«…evidentemente li
abbiamo colpiti. Non hanno idea che invece qualcun altro sia qui per
colpire…
…ma oggi
ti assicuro che sarà la
fine.»…«Ihm! Che stai
dicendo
Takato?»…«…troverò
sia Hideki
che N’Emo, e porrò fine ai progetti di chi vuole
usare mio
fratello: lui è soltanto un ragazzino indifeso, e in questo
mondo può contare solo su di me. E anche
nell’altro…
…ho
il…dovere di ritrovarlo…» scivolando
lentamente con
le mani fino a lasciare quelle della ragazza digitale, che era rimasta
a bocca aperta…
Hideki si
muoveva quatto fra gli invitati più imponenti e dai
più
eccentrici abiti «Se mi scoprono e mi riportano da Mitsuo e
Riley…la mia fuga sarà stata inutile! Non posso
restare
con loro dopo aver scoperto di tutto il male che ho
fatto…oh?!»
…ma oltre
la finestra, presso il balcone, notò qualcosa…
…la vista
di Hideki sembrava distorcersi, e sfumare tutte le sagome che aveva
attorno come cose di scarsa importanza…per mettere a fuoco
solo
la creatura presso il balcone “…!!! Quel
Digimon!” che scorgeva di spalle, avvolto nel suo
manto
dorato “…gli altri sembrano creature senza storia
ma lui
è diverso! In lui avverto il pulsare vivo del
passato…
…e ho come la sensazione di…!!”
I suoi
ricordi affiorarono disturbati: si rivide adulto, ma con la stessa
maschera sul volto…ad osservare con occhi preoccupati un
ragazzino dai capelli neri sfilare dinanzi a lui al fianco di un
Digimon col viso coperto da un panno…attraversavano un
cancello
luminoso…
“Io
devo aver conosciuto quel Digimon…e se ha a che fare con il
mio
passato debbo assolutamente parlargli!!” sicché
sgattaiolò, per farsi più vicino al
balcone…
«Che
facciamo padrone? Basta un tuo segnale e io sferro
l’attacco…» riferiva PinkMonzaemon
«Aspetta!» le fu però ordinato dal
ragazzino dalla
maschera bianca e nera, che piegava il suo sguardo attonito su qualcosa
che aveva in mano: il Digivice
«…Guilmon…?»…«Cosa
c’è
padrone?»…«Shhh!...segnala la
presenza del mio Digimon, dev’essere da queste parti:
dobbiamo
calibrare ogni nostra mossa, un passo falso e lui e Takato potrebbero
incontrarsi, questo non deve avvenire…!!»
Takato d’altro canto notò «…!
Hideki?!»
Cindermon fece «L’hai visto?! E’
qui?!»…«Ptsss, ho visto qualcuno
muoversi verso il
balcone: vado a controllare!»…«Aspetta,
vengo con
te!»…«No: meglio di no, se andiamo
insieme potrebbe
vederci e scappare ancora. Tu aspetta qui, Cindermon! Sorveglia la
situazione e se dovessi vedere mio fratello o dovesse esserci un
attacco…chiamami, arriverò prontamente:
ok?»…«…d’accordo,
Takato…»
...il giovane si avviò, lasciando la sua compagna mascherata
con
l’animo sospeso…
N’Emo mormorava «Aspetta qui, PinkMonzaemon: devo
raggiungere Guilmon, non so perché mi abbia seguito ma la
mia
sola speranza è trovarlo prima di lui.»
sicché
smontò dal palco…
Il fragore dei fuochi era assordante…
…i loro mirabili guizzi colorati si riversavano sul globo
terrestre, conciliando a un Digimon struggenti pensieri
«Takato…li vedi da dove sei ora? Digiworld
è in
festa, ed i suoi fuochi giungono fino a te che sei sulla terra. O per
meglio dire...sotto terra, da qualche parte su quel pianeta, a riposare
notte e giorno. Ancora non riesco ad abituarmi…eri
così
vivace. Ti divertiva stare al sole, e ti piaceva giocare. E’
strano, io ho visto morire Leomon…» chinando il
suo muso
incorniciato dall’oro «…ma ancora non
riesco ad
accettare che umani e Digimon possano addormentarsi…e che
sia
toccato proprio a te.»
…una mano scostava le tende alle sue spalle, rivelando una
maschera iridescente…ed i passi discreti di qualcuno che si
avvicinava…
«…è più forte di
me…»
accennò Guilmon dipinto di cielo, dal triste occhio
incorniciato
dalla mezza mascherina...mentre Hideki tendeva la mano alle sue spalle
desideroso e al contempo esitante nel rivolgerglisi…
…ma
qualcun altro sbucò da dietro quelle tende…e una
volta
identificata la sagoma del ragazzino dai capelli rossi,
chiamò
«Hideki!»
Ma questi
«Ahh!» sussultò ed alzando il suo dito
«Lingue di
nebbia!» propagò fumo ovunque.
«Che
succede?!!» Guilmon si volse di scatto «Oh no,
ancora!» Takato si parò gli occhi…
…approfittando
della nebbia calata su quel balcone, Hideki corse rapidissimo fino a
dileguarsi…
…l’occhio
di Guilmon si strizzava oltre la maschera «…ho
visto
qualcuno scappare!...possibile che mi abbiano scoperto?»
sicché si coprì il muso più che poteva
con il
manto, e si volse di spalle «Forse N’Emo mi ha
visto tra
gli invitati, ed ha mandato qualcuno per accertarsi che fossi
io…»
«Perdonatemi…» (canzone: Laura
Pausini - Mi dispiace (strumentale) )
«Oh?!» Il Digimon si volse…con molta
cautela, verso
quella figura in abito azzurro che emergeva dalla nebbia
«Avete
per caso visto un ragazzino…?» chiese con molta
dolcezza…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 26 *** Il domatore della Triade ***
25°puntata DT2
(canzone: Laura
Pausini - Mi dispiace (strumentale) )
«Un…ragazzino?»
«Sì…
…era con me fino a un attimo fa ma
poi…è fuggito.
La verità è che si sente molto solo…
…sono accaduti fatti dolorosi nella sua vita, lo cerco nella
speranza di convincerlo…che può fidarsi di me.
Sia io che
le persone che mi accompagnano…
…gli vogliamo un gran bene. E ci fa pena vederlo in questo
stato
per cui mi chiedevo…se per caso l’avete visto
anche voi.
Oppure se l’ho solo immaginato…se era
un’illusione…»
Qualcosa rapiva gli occhi rossastri di quel giovane che, tra la nebbia
e la notte, cercava di mettere a fuoco la sagoma dell’essere
che
si volgeva con prudenza…e lo scrutava con il solo occhio che
non
fosse bendato «Voi…» parlando col manto
davanti al
muso, a velargli la voce «…siete il nobile che
è
stato annunciato alla festa? Quello che è
venuto…accompagnato da sua
moglie?»…«Io…?
Sì…
…mi trovo qui ma in realtà il mio
cuore…è a
colui che sto cercando: non riesco a pensare alla festa, e non
riuscirò a divertirmi finché non
l’avrò
trovato…»…«Allora…non
vi è solo
gente che pensa a ballare e a dimenticare i pensieri!»
Questo sembrò colpire Guilmon, che altrettanto cercava di
delineare la figura dal tratteggio umano dinanzi a lui, che ora gli
domandava «Voi siete…
…un Digimon?» ma l’altro
piegò il capo
«…uhm! In questo preciso istante…io
sono un
nessuno. Potrei dire di essere l’”ombra della
festa”…»…«…vi
capisco.»…«Cosa?!»…«…non
si può sempre sorridere, purtroppo: a volte manca
qualcosa…o qualcuno di importante, come vi stavo appunto
dicendo. Ed i fuochi e le danze dunque…come ci possono
aiutare?
Accrescono solo la confusione…e non permettono di ritrovare
l’orientamento.»
La nebbia si diradava a poco a poco, facendo sempre più
nitidi
entrambi «E’ quello che accade a
me…» disse la
creatura nel manto dorato «…ero venuto qui
condotto da uno
scopo, ma ora…non lo ricordo neanche più. Non so
più dire neanche se mi importa! Questo sono io,
attualmente…
…conduco una vita insensata…brancolo nella nebbia
in
cerca di una ragione che spieghi tutto…
…non la trovo mai…
…e cresce la stanchezza…» ma quel
cavaliere fu
spinto, spontaneamente, ad allungare la mano…e a sfiorare il
bordo del manto, vicinissimo all’occhio bendato, sussurrando
«…mi dispiace sentirvi parlare
così…
…i Digimon di solito palpitano di speranza,
però…anche loro hanno un cuore. Per questo
è
normale che soffrano…sono come noi…
…ditemi, che avete qui…?» alludendo
all’occhio bendato, e la creatura rispose sovrapponendosi al
crepitio dei fuochi «Quello è il segno delle
sconfitte!
Testimonia che ho iniziato a perdere me stesso…e a poco a
poco
smarrirò tutto, ad iniziare da questi abiti lussuosi e
bugiardi.
Non mi resterà niente…
…la nebbia mi inghiottirà. Vi chiederete:
…perché racconto questo proprio a voi?...non vi
conosco
neppure!» …mentre il giovane inspiegabilmente
iniziava a
sfiorarlo, in una carezza sull’occhio
bendato…«Eppure qualcosa che
c’è in
voi…» moriva la voce del Digimon, ed il suo occhio
si
sforzava a mettere a fuoco «…non
so…»
viaggiando tra quella maschera…il grande cappello, o forse
tendendo l’udito a quella voce gentile e dagli echi quasi
paterni. Guilmon disse «…voi siete
diverso…da tutte
le maschere che ho incontrato finora. Non mi riferisco solo a quelle
della festa…
…tutto il mio cammino…è disseminato da
fantocci
privi di volto, non è stato sempre così! Ma da un
certo
giorno in poi ha iniziato ad esserlo…a volte temo che non si
tornerà più indietro. Ai tempi in cui
l’allegria
era vera e autentica, e non si festeggiava in castelli di
cartone…»…«…è
inspiegabile
altrettanto per me ma…anche voi…ad ogni vostra
parola,
suscitate in me una sensazione…come raramente ormai mi
capita di
provare. Udirvi, ed anche sfiorarvi mi fa ricordare…del mio
passato ma credo di iniziare a comprendere, mano a mano che la nebbia
si dirada…il perché.»
Guilmon restò immobile…
…e l’altro svelò
«Perché noi due
abbiamo…condiviso…molto…
…sì, siete stato voi stesso a svelarmelo! Seppur
lontani
abbiamo avuto un cammino simile.»…«Anche
voi…? Anche voi…d-dite! Avete perduto qualcuno di
importante?...ma forse l’avete visto! Magari non vi siete
sbagliati e non è lontano, si nasconde qui alla
festa!»…«…chi può
saperlo…? La
nebbia è fitta, e impedisce di distinguere le sagome,
però io credo…che non possa separare i cuori. Oh,
forse
io sogno ma…mi sembra di sentire il vostro. Come se il suo
suono
fosse simile al mio, come se battessero…alla stessa
frequenza!...come due amici che camminano l’uno al fianco
dell’altro…»…«Ah!...
…non credevo che anche ai confini della rete esistessero
queste
cose…che brillasse la luce
dell’amicizia…»…«Credetemi,
ve lo dico
per certo. Non c’è angolo del
creato…che non sia
irradiato da quella
luce.»…«…siete pronto a
giurarmelo? L’avete visto, venite davvero da così
lontano?» chiese il Digimon col cuore in ansia…ma
il
cavaliere lo rassicurò «…da molto
lontano. Quanto
più in là può spingersi la vostra
fantasia…
…se viaggia…scavalca questo balcone e spiega le
ali: solo
volando fino ai confini più ardui da accogliere
nell’immaginazione…si solca la rete
informatica…e
si raggiunge la mia casa remota…»
«…dev’essere un luogo così
mirabile…
…e distante, se assomiglia a voi…che sembrate
esser
disceso da una cometa.» diceva Guilmon, mentre nei ricordi
quel
luogo da fiaba si sovrapponeva inspiegabilmente ad umile casa di
città, dove un ragazzino può accogliere un
Digimon di
nascosto dai suoi genitori…e i suoi capelli un po’
scompigliati, la sua semplice maglietta azzurra in una cameretta
disordinata tra figurine e disegni contrastavano e si accoppiavano al
contempo, con quel principe soffisticato e inafferrabile, che ora
affermava «…ho viaggiato su di essa…per
venire qui
oggi.» ed il Digimon era rapito da quel pensiero tanto da
fargli
accennare un soffuso sorriso «…credo che per
quanto si
possa sforzare la mente…sia impossibile concepire un luogo
ai
confini del creato…come quello da cui
provenite…»…«…credetemi,
è
così.»…«Trascende i dati che
ci
compongono…poiché è una casa tra gli
astri…
...di qualcuno
come voi, che è l’incrocio fra una visione
reale…e
un sogno: è come se foste emerso dal mio cuore. Una
proiezione
della mia coscienza, giunta qui a
parlarmi.»…«…non sono
tale…e odo a
stento anche la mia. Credetemi. Ma se posso lasciarvi qualche
parola…a ricordo del mio breve
passaggio…utilizzerei
quelle che fino ad ora, nonostante tutto il trambusto che si
è
abbattuto tra le nostre case, mai hanno smesso di guidarmi:
abbiate…fiducia.»…«Fiducia in
cosa? Fiducia
nella vita…? Nella luce dell’amicizia? Oppure in
me
stesso?...
…fiducia nel mio passato? Fiducia in una mano buona e eterna
che
ci ha creati? Fiducia…in
voi?»…«…in
tutto questo…
…ma a me lasciatemi per ultimo…io sono solo un
messaggero…»…«…ed
immagino…che
adesso dobbiate andare.»…«Oh?
Sì…la
nebbia si dirada e…» arretrando, e celandosi nel
suo
mantello «…non posso indugiare oltre o quel
ragazzino
potrebbe rimetterci.»…«Vi prego,
proteggetelo!...
…un ragazzino è un
gioiello…» disse il
Digimon con un filo di voce «…merita
felicità…e protezione…solo voi potete
rivolgergliela: credetemi!» alzando il suo muso, e
guardandolo
negli occhi con quell’occhio rimastogli
«…di voi non
mi dimenticherò…mai: siete stata la prima e sola
cosa
autentica in tanti anni da scordare o…quasi. Non mi importa
se
siete stati un sogno o realtà…
…sappiate solo che porterò nel cuore la vostra
apparizione, e farò tesoro delle vostre parole. Verrete con
me
accanto a miei più…cari ricordi…
…anche se tornerete nella vostra casa lontana.»
Il giovane
restava immobile…scrutava qualcosa di indefinibile, nel
quieto
scorrere della nebbia “…chi è questa
creatura…? Verso di lui sento una…pena infinita.
A suo
contatto sembra si risvegli…il calore
dell’affetto. Ma
forse è solo un’illusione…di questa
festa
surreale.”
«Mi ritiro
anch’io.» disse il Digimon, affermando
«Mi è
necessario far ritorno alla mia
vita.»…«…b-buona
fortuna.»
…Guilmon avanzò fino a costeggiarlo…
…ma in
quel momento entrambi ebbero un sussulto
«Oh!»…«Ohh!!»
E rividero per
pochi secondi il bambino coi capelli castani e il draghetto digitale,
sul suolo terrestre o a Digiworld, ma sempre allegri e vicini come loro
due…
«E’
impossibile…» mormorò Guilmon,
coprendosi il muso
«E’ impossibile…»
accennò Takato,
aggiustandosi il cappello con classe…
…così si separarono, Guilmon proseguì
verso
l’interno…
…ma
Takato si sfilava il cappello rivolto al cielo oltre il balcone,
chiedendosi «…è davvero
impossibile?»
…sfilandosi anche la maschera «E’
davvero un sogno
negato?! Che come lui, un giorno, io possa rincontrare
Guilmon?!»
…ed i fuochi esplosero, riflettendo il loro crepitio
colorato
sul suo volto. Il volto delicato e bellissimo di un giovane uomo,
capace però di compiere spigliatamente un miracolo:
continuare a
sognare incessantemente il suo amico Digimon dei tempi passati. I
fuochi, semmai veri, sembravano festeggiar ciò (fine-canzone)
“Tornerò al palazzo…” Guilmon
attraversava
l’arco semibuio per riemergere all’interno
“Me ne
vado di qui: non mi importa di scoprire l’identità
del
fratello di N’Emo…tanto in quale modo potrebbe mai
cambiare la mia vita? Ho bisogno di riflettere sulle parole di questo
straniero…mi sono arrivate al cuore.”
…ma non
si accorgeva che due occhi luccicavano nascosti tra le tende scure,
delineando una maschera bianca e nera
«…Guilmon…sei
qui…» sussurrò N’Emo senza
però farsi
udire «…mi hai seguito e hai parlato con lui, ma
il caos
della mia illusione non ha permesso il vostro reciproco riconoscervi,
uhmuhmuhm!...
…perfetto!!...
…avete sprecato l’ultima occasione offertavi dalla
vita:
è finita!» (canzone: Valerio
Scanu - Could it be magic)
Takato era rimasto a contemplare i fuochi appoggiato al balcone, col
cuore appenato, il cappello tra le mani e la maschera tra le
dita…
N’Emo pose la mano sull’impugnatura di una spada
che si
rivelò ben altro che un dettaglio ornamentale del suo
costume:
sfoderandola lentamente, luccicò per quanto lunga e affilata
«Per il tuo leggiadro e poetico domatore è giunta
l’ultima ora, Guilmon! Finalmente mi ripagherà per
tutte
le fortune che ha avuto nella vita!!»
D’un tratto la maschera scivolò dalle dita del
ragazzo,
precipitando sotto il balcone «Oh!» Takato tese la
mano, ma
una voce dietro di lui «Non preoccuparti della maschera
Takato,
tanto non sarai più costretto a celare il tuo
volto!!»…«…!!...N’Emo…»
pronunciò attonito il giovane, nel vedere il ragazzino che
si
sfilava la maschera, svelando volto uguale al suo ad eccezione degli
occhi cattivi «Nessuno ti guarderà
più…
…!! ADDIO!!» N’Emo si avventò
contro di lui
con la spada in pugno «AAAHHHH!!!»
All’interno, sia Guilmon «…ho sentito un
grido!!»…che Cindermon
«Takato!» sussultarono.
«A-AHHH!!!» N’Emo spingeva Takato con la
schiena
contro il davanzale: il cappello precipitò
dall’elevata
altezza. E la spada minacciava di colpire «E’
giunta la tua
ora!!»…«N’Emo, no,
fermati!!!»…«Ahah! Non riuscirai a
salvarti da
me…»
Cindermon si mosse a passo deciso…
…ma
N’Emo lo avvertì «La tua Digimon non
interverrà!» schioccando le dita
«PinkMonzaemon!
Invitati! Occupatevi di lei!»
«Ahhh!» la ragazza digitale sussultò al
momento in
cui tutti i Digimon, come alla fine di una serata di gala, gettarono
via le maschere: la circondavano e dai loro sguardi sembravano
intenzionati ad attaccarla tutti assieme.
Guilmon si
guardava attorno convulsamente «Ma…?! Non
è
possibile!!»
Quando una
voce tubolare echeggiò «Agli oooooOOOOOoooordini,
padroooooooneeeEEE!» atterrando pesantemente fino a scuotere
la
terra. Cindermon tuonò «Tuuu?!! Brutta orsaccia,
LEVATI
DALLE SCATOLE!» ma questa le diede una zampata
«AHIII!»…«Tu non puoi
permetterti di parlarmi
così, hai capito?» spingendola tra le braccia di
altri
Digimon che la bloccarono alle spalle, mentre le cadeva la maschera,
rivelando i suoi occhi astiosi.
«Lei?!!!» esclamò Guilmon in un
sussulto…
N’Emo strillava «La faremo a pezzi!!! E’
stato
patetico il tentativo di recuperare il successo facendo uso di quella
ridicola buffona!! Dì un po’, l’hai
presentata a
papà?!! A lui sta simpatica?!!» mentre cercava di
spingerlo giù dal balcone «N’Emo, ti
prego!!»
esclamava Takato cercando in tutti i modi di difendersi…ma
la
forza che muoveva il bambino «Uhmuhmuhmuhm!»
sembrava
alimentata da poteri inumani «Io non sono contro di te!!
Cerca di
capirlo, voglio portarti via di
qui!!!»…«Certo, per
gettarmi in un pozzo senza fondo!!! Magari nel campo digitale
indefinito, dove le cariche sono intense al punto da poter cancellare
un errore del tuo passato come sono
io!!»…«COME DEVO
DIRTELO?!!» gli occhi del ragazzo erano agghiacciati
«Io
non ti considero un errore!! Io…!!...accetto la tua presenza
al
punto che ti voglio con me, voglio portarti a casa, nel nostro mondo,
IO TI VOGLIO BENE!!»…«BUGIARDO!!...
…tu amavi solo Guilmon, e la tua vita da figlio unico ed
eroe
protagonista!! Tu eri felice quando avevi il mio volto, quando
indossavi questi occhialoni!!» sfoderandoli e ponendoglieli
sotto
gli occhi «Quando papà, tua madre e il panificio
erano
tutti per te, quando potevi correre nel parco al fianco del tuo
Digimon!! Non c’è cosa che tu ami di
più della tua
infanzia, Takato, e se tra me e questa dovessi scegliere chi buttare
dalla torre…»…«MI CI BUTTEREI
DA
SOLO!!» replicò il ragazzo con grinta, aggiungendo
«…se questo significasse non dover rinunciare a
te!»…«…in questo
caso…posso darti una
mano molto
volentieri!»…«AHHH!!»
«Io devo andare dal mio domatore…h-ha bisogno di
me!!» gridava la Digimon dal ciuffo rosso, mentre si dimenava
sotto gli occhi attoniti di Guilmon.
Quei Digimon
ormai smascherati la tenevano saldamente, e PinkMonzaemon definiva
«Tu verrai sacrificata come quella che sei,
un’intrusa: sei
l’unico elemento reale in una festa di giocattoli, sei
entrata
senza biglietto e per questo pagherai una
multa.»…«Io devo andare…DAL
MIO DIGIMON
TAMER, NON MI INTERESSANO LE VOSTRE STUPIDAGGINI!!
UuuUURGHHH!!!»
caricandosi di fuoco: ed abbagliando gli occhi degli spettatori in un
getto portentoso di foglie e fiamme che le servì per
scrollarsi
da ogni presa, e liberarsi della maschera riacquistando la tenuta da
battaglia. Pulsando di fuoco, sembrava disposta a tutto ma
PinkMonzaemon si sfilò la mascherina dorata
«Peggio per
te: l’ammontare dell’ammenda sale.»
elettrificando la
mascherina ed inserendola all’interno di un cuore sfrigolante
«I tuoi dati abbelliranno il
castelloooOOOOooooooOOOO!»
alzando la gamba nonostante la sua mole, per esibirsi in quel lancio
acrobatico…
…ma qualcuno rovinò una simile prodezza
«Pirosfera!!!»…«Whaaaaaa!!!
M-Mi brucia il fondoschienaaa!!!» iniziò a
saltellare
l’enorme orsa, mentre Cindermon rimase sbalordita
«Ma…questo attacco?!»
…e quando PinkMonzaemon scivolò a terra, i suoi
occhi
azzurri si incrociarono con quello giallo oltre la mezza
mascherina…
«E tu chi sei…?»
Guilmon taceva…
Takato sembrava prossimo a cedere, la spada di N’Emo si
innalzava
«Arrenditi Takato, quando è finita è
finita! Dieci
anni fa la tua leggenda si è estinta per sempre: insistere
equivale
all’autodistruzione!!!»…«No,
non
è vero!!! E’ questo che vuoi rendere il motto
della tua
vita?!! Non te lo permetterò MAI!! Sei mio
fratello…
…f-finché io ci sarò non ti
sarà facile
fare un pacco di sogni e speranze e gettarli via senza riguardo!!
Queste cose sono le più preziose, e coloro che mi sono cari
non
potranno azzardarsi a disfarsene con
facilità!!»…«Allora dovrai
dimostrare di
essere forte
abbastanza…»…«N-Non mi
costringerai a combattere contro di
te!!»…«NON HAI
ALTRA SCELTA, SE VUOI SOPRAVVIVERE!! Ahhh!!» ma Takato gli
afferrò le braccia…e cominciò a
spingerlo
indietro, con tutta la forza che aveva…
«Mi spiace! Io…ora non ho tempo per ringraziarti
come si
deve!» cercava di spiegarsi Cindermon «Devo andare
ad
aiutare una persona molto importante per me, oserei dire fondamentale!
Si trova lì…» indicando il balcone,
verso il quale
Guilmon si volse «Cosa…?» …ma
l’attimo
dopo «Da quiiiiii non se ne va NESSUNO! Cuori folgoranti!!!»
(fine-canzone)
«AHHHH!!!» un vortice di cuori elettrici si
innalzò
minacciando i due…nel rimettersi in piedi
dell’imponente
orsa digitale «Vi pentirete amaramente di aver rovinato la
mia
festa, vi aspetta una punizione esemplare!»
Guilmon e Cindermon si accostarono, pronti a proteggersi l’un
l’altro…
N’Emo piantò la spada a terra: dal pavimento
iniziarono a
sgorgare fili sottili che imbrigliarono «Ahhh!» le
caviglie
di Takato e lo fecero sbilanciare. Si aggrappò alla
ringhiera,
ma N’Emo recuperava la sua arma «Ahahah!
E’ inutile,
per quanto ti sforzi non sarai mai come me: senza i tuoi Digimon non
vali nulla, non disponi dei miei poteri speciali.»
«D-Da dove vengono…q-queste sue occulte
capacità…?» si chiese il fratello del
minaccioso
ragazzino che ora illustrava «Tutta questa festa altro non
era
che una trappola per averti finalmente sottomano, caro odiato fratello!
I Digimon del palazzo sono finti: i fuochi, i balletti! E’
stata
tutta un’illusione creata da me per attirarti nella mia
rete!!»
Spalancando gli
occhi, Takato ricordò del Digimon conosciuto nella nebbia
“Anche lui…?” si chiese con pena
“…anche lui sarebbe stato nient’altro
che un trucco,
un’illusione ottica?...con la sua malinconia, e il suo
passato
così vicino e affine al mio…”
«Uhmuhmuhm, so
a cosa pensi, leggo nei tuoi pensieri…ma ormai è
tardi,
finalmente si esaudirà il tuo sogno: questo presente che non
ti
è mai piaciuto è giunto al termine, presto sarai
un
tutt’uno col tuo rimpianto passato! Precipitare da un
castello di
fantasia: quale fine più adatta…per un incallito
sognatore come te! Per papà e tua madre non temere, non
resteranno soli: se ti elimino e porto il tuo cuore digitale a
Purplemon di sicuro otterrà energia per esaudire il mio
desiderio mancante…e a quel
punto…potrò prendere
il tuo posto, E DARE A NOSTRO PADRE TUTTA LA SODDISFAZIONE CHE UN
EGOISTA COME TE GLI HA NEGATO!» tuonò il
ragazzino…che aveva lacrime di rabbia negli occhi, mentre
Takato
le aveva di pena «…ti sbagli
N’Emo…
…questo è un
errore…»…«Risparmia il
fiato…»…«M-Ma se proprio vuoi
eliminarmi…ti prego! Dimmi almeno il tuo nome, io desidero
pronunciarlo una volta almeno, prima di
morire…»…«…il mio
nome…»
innalzando la spada, preparandosi a piomare
«…E’…!!!»
«Pallottole
smaterializzanti!!!»
«Cosa?!» sobbalzò N’Emo. Anche
Takato
sussultò…e il secondo dopo dovette accucciarsi e
ripararsi il capo, poiché un poderoso getto
d’energia gli
passò sui capelli fino ad arrivare a N’Emo e
«AAAHHH!» colpirgli la mano facendogli cadere la
spada.
«Sono
arrivati i soccorsi!!» esclamò una voce femminile.
Takato si
aggrappò al davanzale, sporgendosi ed esclamando
«Jeri!!»
La ragazza era
aggrappata con scioltezza a Beelzemon che spalancava le sue ali tra i
fuochi e tracciava una stella col bazooka «Bolide stellare!!!»
N’Emo
elevò la spada con la sua magia…e la
indirizzò
violentemente contro la stella, ma il potere di essa prevalse
disintegrando l’arma «Cosa?!!» Il
ragazzino
spalancò i suoi occhi, nel vedere la stella prossima a
travolgerlo. Ma Takato scattò in piedi
«N’EMO!!» lanciandosi su di lui per
scostarlo dalla
traiettoria «AAAHHHH!!!» Il bolide magico esplose a
pochi
centimetri da loro. Nello sbalordimento di Jeri
«Takato!!»
e di Beelzemon «Ma…cosa ha fatto?!!»
«Brace
d’autunno!!!»
«Lente
incenerente!!!»
I due attacchi, di Cindermon e PinkMonzaemon, lottarono fino al
prevaricare di quest’ultimo, che l’avrebbe travolta
se
Guilmon «AAAHHH!» non si fosse buttato a terra con
lei
«Perché fai tutto questo…? Chi sei in
realtà?»…«Ma non capisci?!
Sono solo uno che
ti vuole aiutare!» ma la minacciosa orsa circondata da un
esercito di alleati si sentiva sicura «Commuovente coppietta
di
piccioncini…vi state infilando in un guaio moooOOOooolto
brutto,
fossi in voi ci penserei due volte.» e aveva già
un cuore
a sfrigolarle sulla zampa…
Cindermon
era totalmente spiazzata alla vista di quel muso in parte
coperto…e la sua mano smaltata si protendeva a sfiorargli
l’occhio bendato…lui restava immobile e si faceva
sfiorare
«…tu…» sussurrava lei,
catturata da qualcosa
di inspiegabile che sgorgava dall’occhio giallo...
…ma
improvvisamente lui «Attenzione, di nuovo!!» e la
spinse
lontana balzando all’indietro al contempo, per evitare di
essere
centrati dal cuore che tracciò una grande voragine sul
pavimento, separandoli «Giochiamo al tiro al bersaglio:
vedremo
fino a quanto resisterete, uhmuhmuhmuhm!» mormorava la
nemica: e
i loro occhi erano quelli di chi sa che un passo falso equivale alla
fine…
«A-Ahhh…» N’Emo apriva gli
occhi a
stento…ma in quel momento Takato che era sopra di lui poteva
stringerlo…e sussurrò con tenerezza
«…fratellino…» nel
sopraggiungere di Jeri,
che balzò sul balcone «Sei ferito
Takato?!» e
Beelzemon che restò in piedi sulla ringhiera
«Dov’è
Cindermon?»…«E’
dentro!» rispose il ragazzo, spiegando «Tutto
questo
è un luogo illusorio! E’ una trappola!»
e Jeri
chiese «Siete riusciti a trovare
Hideki?!»…«Purtroppo no…ma
è qui di
sicuro!»…«NON E’ ANCORA
FINITA!!»
gridò d’un tratto N’Emo, e i tre si
volsero in un
sobbalzo. Il ragazzino sembrava carico di rabbia
«…avete
fatto molto male ad accorrere in suo aiuto…ora vi
eliminerò tutti e tre!»
«N’Emo smettila ti prego!!» implorava
Takato,
piegandosi a terra «Ti scongiuro, te lo chiedo in ginocchio!!
In
nome…del nostro legame di sangue poni fine a questa guerra,
di
sicuro quei Digimon malvagi vogliono sfruttarti, ti stanno
ingannando!!» ma non veniva ascoltato
«…non mi
farò abbindolare dai discorsi di un fallito come
te…io
avrò tutto ciò che desidero e i vostri Cuori
digitali mi
aiuteranno…» allungando alle sue spalle
l’altra sua
ombra, la cui mascherina scintillò d’energia.
Beelzemon
esclamò «LadyMeramon!» e Jeri
«In
guardia!» Il ragazzino rise
«Ahahahahahah!» e la
Digimon di fuoco si avventò su di loro «Takato
stai
giù!!» Jeri si gettò per proteggerlo, e
a Beelzemon
«Ahhhh!!!» toccò l’arduo
compito di misurarsi
con l’impeto di LadyMeramon.
Il
ragazzo a terra era colpito da quel gesto
«Jeri…»
Lei supplicava «Devi
reagire!»…«Ma non posso,
Jeri! Sai chi è lui…» La giovane
sembrava
spiazzata…e gli sfiorò il viso in una carezza
«…purtroppo…non possiamo far nulla se
le persone
care decidono di farci del male. La sola strada è tentare di
difenderci…» Parlava con dolcezza, sembrava
premurosa nei
suoi confronti…e lui ne approfittò per dire
«…grazie per essere
intervenuta…»…«Non avrei
potuto lasciarti in
pericolo: ce l’eravamo promessi, no? Saremmo restati in
contatto…avremmo trovato Hideki
assieme…»
…quelle manifestazioni di fedeltà e affetto
sembravano
folgorare di tremore il ragazzino dai capelli neri
«…perché lui ha chi lo ama e io
no?!» ma a
quel punto, Jeri e Takato balzarono in piedi «Ora
basta!»
esclamò il ragazzo, e dopo di lui fu la giovane ad avanzare
«Smettila, non ha senso!! Non te ne rendi conto?!»
N’Emo arretrò
…e sebbene per ragioni differenti, ora N’Emo e
Takato
avevano identico stupore nello sguardo…
«Perché te la prendi con lui? Lui non ha colpa per
le tue
frustrazioni!! Takato è un ragazzo onesto, e se vuoi
confinarti
nella solitudine senza vedere il suo grande affetto, beh è
solo
tua la scelta!!»
«Jeri…» accennò
Takato…ma la ragazza
insisteva, e sembrava parlare col cuore «Quel colpo di
prima…avrebbe potuto travolgerlo ma ciò
nonostante ha
scelto di rischiare per te!! Debbo pensare che sei così
sordo, e
cieco?!! NON POSSO CREDERE CHE TI LASCI INDIFFERENTE!!»
N’Emo in effetti era confuso, cominciava a tremare ed il suo
sguardo si posava nervoso su Takato, come chi non riesce a spiegarsi
una scelta. Questo sembrava riflettersi sull’esito dello
scontro,
infatti Beelzemon «Artigli
incrociati!!!»
sembrava prevalere su LadyMeramon «AAHHH!!!» il cui
abito
nero fu sensibilmente lacerato dal colpo subito «Smettila,
LadyMeramon!! Torna in te!! Non capisci di essere manovrata?! Andiamo,
è folle tutto questo!!» La Digimon si
portò le mani
al capo «A-Ahhh!!!»
…e anche PinkMonzaemon all’interno
«OoooooaaaaaaauuUUUUUUU!!!»
«Che
le succede?!» sobbalzò Guilmon. Cindermon si
rialzò
da terra alquanto stupita «N-Non ne ho idea!»
…ma
ben presto la creatura, per reagire a quello stato confusionale,
sprigionò cuori elettrici ed energia ovunque
«AaaaaaaaAAAARUUUUUGHHHHHHHHHHHH!!!»
I finti
Digimon invitati furono all’istante fatti a pezzi come comuni
giocattoli, e sia il il drago dipinto di cielo sia la ragazza digitale
dovettero balzare prontamente per non farsi colpire: ma questo
ampliò la distanza fra loro due. Quando d’un
tratto
Guilmon udì una voce «Ehi,
tu…» sicché
si volse di scatto «Ah!! Ma tu sei…»
Hideki era di
fronte a lui, e gli disse «Chi sono devi dirmelo tu, qualora
tu
lo sappia.»
Guilmon
chinò il capo, sembrava riluttante, ma il ragazzino appariva
deciso «Io so solo di essere un Digimon e nel mio stato
attuale
il mio nome è Defendermon. Ma la gente mi chiama con un
altro
nome, mi fingo un ragazzo umano! Io lo so…sento che noi due
abbiamo avuto a che fare, so che sai qualcosa di me! E’ molto
importante!!» Guilmon taceva…
…mentre Cindermon digrignava i denti
«…ora mi hai
proprio stufato!! (canzone: Kylie
Minogue - Please stay) Combo spezza-fiato!»
caricando pugni e calci ed impegnandosi in una lotta corpo a corpo con
PinkMonzaemon.
Guilmon si
volse di scatto per seguirne gli esiti, ma Hideki gli
afferrò le
zampe «Te ne prego!! Non lasciarmi nel dubbio, io…
…ho
bisogno di riscoprire me stesso…i miei ricordi…e
i miei
affetti.»
Parole che
colpirono il draghetto dipinto di blu…che si mise a fissare
il
ragazzino mascherato, il quale descriveva «…so
anche di
aver fatto molto male…tu sei forse fra coloro a cui ho
bloccato
il passaggio per la terra?...anche se taci lo
sento…»…«…ascolta…!...
…davvero sei pentito per ciò che hai fatto?! E
vuoi
recuperare un
futuro?!»…«Io…non so se
sarà possibile ma finché potrò
cercherò di
porre rimedio ai miei errori! Ma devo capire perché
l’ho
fatto!!! E per questo…ho bisogno di sapere chi
ero…
…e chi ho amato…»
Guilmon
mosse gli occhi verso Cindermon che lottava con tutte le sue
forze…
…ma
poi li rivolse al ragazzino «A nessuno…si
può
negare il diritto di conservare i ricordi. Persino quando questi sono
dolorosi! Ebbene, ti dirò quello che so: tu eri
Guardianmon!»
Il giovane spalancò gli occhi…
«…il Digimon alla guardia del cancello digitale
per la
terra: vivevi vicino al nostro villaggio! Ci conoscemmo
quando…io, con i miei amici Digimon atterrammo lì
risucchiati in massa da Shaggai, che ci separò dai nostri
domatori dieci anni fa!»
«…il varco dimensionale…
…la sconfitta del D-Reaper…» si
ripeteva Hideki ed
un flusso di ricordi attraversava il suo cuore…
Guilmon
continuò «Non so bene di te, perdonami, neanche i
miei
amici! Eri un mistero per
tutti!»…«Però…però
mi avete
visto agire, udito parlare!»…«Posso solo
dirti una
cosa!...
…io ti ho incontrato recentemente e ti ho visto conversare
con
una Digimon malvagia e subdola che sembrava essere una tua antica
conoscenza! Il suo nome è…Purplemon!»
«Ahhh!!»
«Non so se il suono ti dice qualcosa, sta di
fatto...»
Guilmon si volse verso la sala devastata, e quel pavimento che era un
cimitero di festoni strappati e giocattoli rotti
«…che ora
ci sta giostrando tutti come marionette!! Ci fa fare quello che vuole,
e se ci tieni a riscattarti dal tuo passato dovresti ricordarti chi
era!! Che importanza aveva per te e se…sai perché
è divenuta così perfida, poiché
scoprendolo
possiamo tentare di fermarla! Te ne prego!» tornando a
guardarlo
negli occhi «Avverto disgrazie imminenti, e
temo…per una
distruzione che coinvolga Digiworld ma non solo, anche la terra! E
persino…» rivolgendo malinconicamente la coda del
suo
occhio al balcone «…per i regni ai confini della
rete, non
meritano di essere spazzati via…dalla furia devastatrice di
un
nemico sconosciuto: io cercherò di arrangiarmi in qualche
modo,
non so ancora come!...non sono messo meglio di te.» in quel
continuo muoversi del suo unico occhio in penetranti e reiterate
occhiate «…però ancora
c’è qualcuno
che forse mi ricorda che ho un briciolo di
dignità…non la
lascerò andare come si fa con un manto ormai lacero e
strappato…»
«…Purplemon…»
Nella mente di Hideki tornavano tre sagome…
…un
essere alato dal lungo manto…una creatura volante
dall’dinamica elica…
…e
infine, un’ombra sfrigolante di magia, dal cappello a punta e
una
bacchetta stellata fra le mani «…Purplemon!
Lei…
…n-noi tre! Il passato, il
viaggio!!»…«Ricordi qualcosa,
Defendermon?!»
pose Guilmon le sue zampe su di lui «…la
felicità,
i sogni!!» insisteva il ragazzino «…il
disvelamento
della realtà…
…il
rimpianto…» per poi spalancare occhi agghiacciati,
mormorando «…la morte…!!...»
con Guilmon a
insistere «Chi?! Cerca di ricordare, chi è morto?!
Chi
è
morto?!»…«A-Ahhh!»…«Chi
è legato alla morte nel tuo
ricordo?!!»…«E-Eravamo!...io…c-c’era
lei! Io…
…lei e…
…!!!»…«AAAAAAHHHHHH!!!»
Guilmon
sussultò «Ahh! Cindermon!!!» vedendo la
ragazza dal
ciuffo rosso spinta a terra con violenza dall’avversaria, che
minacciava «MoooOOOOrte a tutti i nemici!!!»
A quel punto il
draghetto non si trattenne «Grrr, lasciala
stare!!!» e si
caricò di luce…
DIGIEVOLUZIONE
«GUILMON DIGIEVOLVEEE…»
…mentre
Cindermon era stordita e a terra, dischiudeva gli occhi
«…come…?
G-Guilmon…?»
«…GROWLMON!»
Immenso e imponente, ma altrettanto dipinto di cielo e
stelle…
«Ahhh!»
N’Emo vide brillare qualcosa vicino a lui, e Jeri
esclamò
«Guarda Takato! Quello è un Digivice!!»
Il ragazzo
desunse «Allora significa che anche N’Emo ha un
Digimon!» Sempre Jeri disse «Non sembra collegato a
LadyMeramon!»…la quale
«AAAAAAHHH!» veniva
definitivamente travolta dal bolide stellare di Beelzemon, che la
spinse contro la torre del palazzo lasciandola sfrigolante di energia.
Takato si avvicinava al ragazzino «…sei anche tu
un
Digimon Tamer?» ma questo non si fece sfiorare, ritirandosi
bruscamente «…andiamo, LadyMeramon!...
…abbiamo
fallito…»…«No
aspetta!!» esclamò
suo fratello, ma N’Emo li tenne a distanza sprigionando una
nube
oscura con la quale tornava a inglobare LadyMeramon nella sua ombra,
sicché scappò verso
l’interno…
«PIROMETEORA!!»
attaccò Growlmon, e PinkMonzaemon
«Uuuuuughhhh!!!»
nonostante il tentativo di pararsi fu sbalzata a terra con impeto
«Non devi permetterti di toccarla…!!...»
scandì il drago dalle narici fumanti sotto gli occhi
attoniti di
Hideki, quando N’Emo corse da lui
«Growlmon!!»…«N’Emo!»
…Cindermon dilatava lo sguardo…
«Growlmon, dobbiamo
andare all’istante!!!» scandì il pallido
ragazzino
con aria agghiacciata. Il Digimon si ribellò «Ma
neanche
per scherzo!! Mi spiegherai che senso ha avuto questo
piano!!»…«NON C’E’
TEMPO DI
SPIEGARE!!»
«Cindermon!!» …stava giungendo in corsa
Takato,
assieme a Jeri e Beelzemon...
Growlmon esplose
«Sono stufo di stare alle tue dipendenze!!!» ma il
ragazzino aprì un buco nero ed imbrigliò il
grosso
Digimon in una matassa di fili «A-Ahhh!!!»
ordinando
l’istante dopo «PinkMonzaemon!» Questa si
tuffò contro Growlmon «Oooaaaaahhhhh!»
fino a
spingerlo nel vortice oscuro, nel quale si tuffò anche
N’Emo «Non abbiamo un secondo da
perdere!!»
Svanirono
risucchiati dall’oscurità…quando Takato
arrivò «Cindermon!!» gettandosi su di
lei per poi
guardarsi attorno «N’Emo
dov’è…?
Oh!...Hideki!!» ed anche Jeri esclamò
«Hideki!!»
Il
ragazzino era tornato ad indossare i respiratori…nascondeva
la
maschera dietro di sé «Sei ferito, stai
bene?!»
chiese Jeri mentre si accertava delle sue condizioni…non
potendone udire i pensieri “Io ero Guardianmon…e
nei miei
ricordi può nascondersi la chiave per battere i nemici di
questi
ragazzi!”
Beelzemon si piegava
su Cindermon «Tutto bene?!» ma questa stentava ad
alzarsi e
sembrava assorta “Quello che ho visto era davvero
Guilmon…? Eppure il suo aspetto era diverso…e poi
perché si muove assieme a
N’Emo…?” «Ti
senti…bene?...perdonami se ti ho lasciato
sola!...»
espresse sinceramente Takato…ma lei si volse verso di lui
con
aria incerta «…non sono riuscita…a-a
trattenere tuo
fratello, mi dispiace
Takato…»…«Non fa
niente…» lui le sfiorò la
mano…e i loro
animi restarono sospesi…mentre quel luogo attorno a loro
iniziava a dissolversi (fine-canzone)
«Non avrei
dovuto dirgli quelle cose…» mormorava cupamente
Mitsuo
Yamaki nella hall del Grand’hotel, ma sua moglie gli
sfiorò il braccio, parlandogli seria in volto
«E’
inutile rimproverarti, a che serve? Non l’hai fatto con
cattive
intenzioni…» benché la voce le si
spegnesse
dall’apprensione. Lui sferrò un pugno sul bancone
«Non avrei dovuto dirgli la verità! E’
troppo grossa
per le sue spalle…è soltanto un ragazzino, adesso
almeno!...io l’ho fatto…perché fin
dalla sua
età preferivo che mi si parlasse con chiarezza, detestavo
che le
cose mi fossero tenute nascoste. Sono sempre stato…un
ragazzino
particolare, si poteva dire che sembrassi più grande della
mia
età. Mi sono illuso di poter rivedere me in lui
ma…evidentemente mi sono lasciato ingannare dal suo potere
di
replicare i volti…»…mentre Riley
seguiva i suoi
movimenti con una pena ardua da descrivere
nell’espressione…«…e ho
creduto di vedere i
miei occhi riflessi nei suoi, oltre quei
respiratori!»…«Mitsuo…tu
avresti tanto
desiderio di modificare ciò che nella tua
crescita…è andato storto,
vero…?»…«…mi
piacerebbe regalare a
Hideki…emozioni sincere, sensazioni autentiche! Tutto quello
che
io mi sono sempre dovuto strappare…nella mia vita crescita
non
c’è stato un viaggio o un’avventura.
Pochi sogni da
inseguire e soltanto…tanto studio. Di mio padre sapevo poche
cose, la sua realtà era avvolta nel mistero, e quando io
avevo
dieci anni…si mise in viaggio. Narrarono che fosse andato a
Digiworld, era come scomparso, ed io e mia madre ci trasferimmo. I
rapporti fra loro…non erano buoni, ma ogni volta che lo
rivedevo
volevo, o meglio speravo che…mi raccontasse delle sue
avventure.
Sognavo che mi conducesse per mano in quel mondo, promise che un giorno
l’avrebbe fatto, eppure…eccomi qua: per la mia
prima volta
a Digiworld non ho un padre al mio fianco,
perché…qualcuno lo ha ucciso…ed io
neanche so chi
è, mio padre Hideki è stato come un
fantasma…inafferrabile…» smarrendo i
suoi occhi
intensi verso le luci sul soffitto «…quanto
avvincente…la sua ombra invisibile mi ha spinto ad
interessarmi
allo stesso mondo che lo circondava, e tuttora mi
guida.»…«Si può dire che in
un certo senso ti
stia portando per mano. Non credere!» lo afferrò
lei per
la mano «…so quanto possa essere
doloroso.»…«Non mi lamento, in
fondo…ora non
sono da solo, ci sei tu e…
…e adesso
sono io ad essere un padre. Anche se il figlio che la vita mi ha
offerto in dono non è come tutti gli
altri…è un
Digimon…» sollevando il Digivice a forma di
maschera
«…però se almeno non ho con me la mano
di mio padre
ho bisogno della
sua…»…«Coraggio,
Mitsuo…» lo abbracciò lei
«…Takato e
gli altri lo stanno
cercando.»…«…sono
così preoccupato, Riley! Non voglio rinunciare a lui, anche
se
il caso fortuito mi ha accostato a quel Digimon così
famigerato
io mi sento legato a lui, sento che ora gli voglio
bene!»…«Per me è lo
stesso…»
…ma in
quel momento Rea stava scendendo le scale «Oh?» e
li vide
abbracciarsi, così si diresse da loro sfiorando la spalla di
Riley «Coraggio, non demordete: sono sicura che presto avremo
notizie.»
Riley si
volse, e Mitsuo alzò il capo dicendo «Sei gentile,
Rea…»…«Credetemi so come si
può stare
quando il proprio cuore è sospeso sulla sorte di qualcuno a
cui
si tiene più della propria vita. Siamo tutti riuniti
qui…nella speranza di rintracciare i pezzi sparpagliati
delle
nostre vite…dobbiamo farci forza a vicenda, vedrete che
ritroverete vostro figlio! Come io ritroverò mio
marito…
…momentai…» sorrise la giovane
«…lo
dice sempre il mio Digimon, e voglio renderlo un motto per la mia vita,
così come lo è stato per Henry dieci anni fa.
Voglio
ascoltare questa parola speciale talmente tante volte da farmela
entrare in testa, da renderla parte integrante delle mie giornate, fino
a che non sia diventata…!!...
…qualcosa a cui non si può rinunciare al pari
dell’aria che si respira…come di certo era per
Henry
quando Shaggai riportò indietro i Digimon. Con la differenza
che
io non voglio separarmi da Terriermon…ma anzi, voglio che la
famiglia si riunisca…» allontanandosi verso le
porte che
conducevano all’esterno…
Mitsuo
guardò verso l’alto «…mi
chiedo se questi
ragazzi ce la faranno a realizzare un sogno così
audace…quelli di tempo fa non erano niente in
confronto…»…«…io
sono fiduciosa.
Quando li ascolto…mi sembra di tornare ad allora. Vedrai, ce
la
faranno loro e sarà lo stesso per
noi.»…«…sì, mi
auguro che tu abbia
ragione…»
…all’esterno…sul tetto del
Grand’Hotel
c’era Renamon a farsi carezzare dal venticello…e
ad
indirizzare uno sguardo intriso di pensieri al globo
terrestre…
…mentre Rika era seduta sui gradini a fumarsi una
sigaretta…e non appena vide arrivare la compagna chiese
«…Alice e Cyberdramon sono
tornati?»…«…veramente
no.» rispose Rea,
spiegando «Ero venuta qui perché non ti trovavo,
pensavo
che magari sapevi qualcosa.»…«Io? Non li
ho
più
visti…»…«E’
strano…dovevano essere qui prima di noi per prenotare
l’hotel eppure non sono ancora arrivati!» Rika a
quel punto
si alzò…e smarrendo lo sguardo verso
l’orizzonte di
ingranaggi, lasciò andare la sigaretta sui gradini,
pestandola
per spegnerla mentre mormorava «…quando ci si
arrischia
senza essere attrezzati…»…«Ti
riferisci al
fatto che lei non possiede un Digimon? Ah, su quello sono perfettamente
d’accordo con te! Questo a Ryo non dirlo, però
trovo sia
stato imprudente da parte sua portarsela dietro, anche se è
la
sua fidanzata.»…«…dobbiamo
andare a
cercarla…» accennò Rika…ma
in quel momento
giunse Ryo «Ehi!...sento male io oppure ho orecchiato il mio
nome?» Rika non si volse a guardarlo, fu Rea a rispondere
«Ah…! D’accordo, questa volta mi prendo
la colpa,
sono stata io a nominarti.»…«Tu?? Quale
onore Rea,
beh! Uno a zero fra me ed Henry, glielo dirò quando lo
ritroviamo!»…«Stavo semplicemente
dicendo che non
è stata una scelta prudente a mio avviso far venire Alice
con
noi.»…«Ti stai riferendo al fatto che
non è
ancora tornata? Ma non devi preoccuparti, quello è
Cyberdramon:
quando attacca a parlare non si ferma più, lo
conosco!» ma
la ragazza insistette «Ryo, andiamo, sto dicendo una cosa
seria!...» (mentre Rika sembrava sempre più
infastidita…) «Questo mondo non è come
il
nostro.»…«Beh Rea non puoi dire che il
nostro di
notte sia tanto meno
pericoloso!»…«…cerca di
capirmi, ti prego! Siamo braccati dai nemici! Alice è sola,
assieme a un Digimon che non è neanche il
suo.»…«Mi auguro che Cyberdramon si
sappia giostrare
per qualche oretta anche sei io non sono con
lui!!»…«…noi siamo i domatori
di questi
Digimon, Ryo.» spiegava con pazienza ma anche con fermezza
Rea
«E se abbiamo questo legame con loro un motivo ci
sarà.»…«Certo che vi sposate
proprio…quando trovate la vostra anima gemella, voi a cui
piace
il matrimonio!» fece Ryo per lo più scherzoso (e
fu un
nuovo sospiro teso per Rika…) mentre Rea commentò
con
aria eloquente «…lasciamo perdere i matrimoni,
adesso.
Stavamo parlando di Alice!»…«Ptsss,
sì
ma…Alice è la mia fidanzata! Ho promesso a mia
madre che
mi sarei preso cura di lei, cosa dovevo fare, piantarla così
come niente? E comunque se qui parliamo di persone senza un
Digimon…scusa Rea però ad essere del tutto
sinceri non
doveva venire neanche tuo figlio.»…«Che
c’entra?!...Benji è un bambino ed io sono sua
madre, non
approfitto della scusa di andare a Digiworld per abbandonarlo! Senza
contare che in questo mondo c’è suo padre
prigioniero!» ma a quel punto Rika non ce la fece
più e
sbottò «Ma che razza di esempi
fai?!!»…«Cosa?! Rika!»
sobbalzò il
ragazzo, vedendosela venire incontro con passo granitico «Ma
si
può sapere quanti anni sono passati per te
dall’ultima
volta?! Sembri un ragazzino come allora, sei rimasto nascosto in un
settore dove non scorre il tempo?!!» strillò, e
lui
«Caaalmati: beh! Se ci tieni a saperlo questo mi piace e mi
rende
orgoglioso: non è quello che diciamo tutti?»
indicando il
suo stesso viso «Non perdere…» e da
lì il
resto della figura «…l’antico spirito,
io ne sono
l’esempio: io sono il
leader!»…«Falla finita!!
Non lo sei mai
stato!!»…«E-Ehi!» rifilandogli
uno spintone «Sei sempre stato una comparsa occasionale e
nient’altro!»…«No anche
qualcos’altro:
una comparsa FON-DA-MEN-TA-LE, e se ti riferisci al rimanere giovani
dentro sappi che io porto in alto, così!...quel ragazzino
appassionato di
Digimon!»…«…tanto che adesso
il tuo non sappiamo dove sia e non te ne
interessi!»…«Fra me e il cucciolo
c’è
un rapporto libero, non è come te con la tua che state
sempre
appiccicate!»…«Che
cosa?!!»…«Ahhh, lasciamo stare, di
queste cose che
ci può capire una a cui dieci anni hanno
lasciato…quintali di rughe in faccia come a te, ma ti sei
vista?
Mi sembri mia madre!» Rika indurì lo sguardo, ma a
quel
punto Rea sbottò «Ora basta, Ryo!! Rika ha
perfettamente
ragione, e comunque tutto questo non c’entra niente col
restare
giovani dentro!!»…«Ahhh…se
c’è
qualcosa che ho imparato a detestare più della
complicità
femminile!!» sbuffò il ragazzo, ma Rea specificava
«…si tratta di uno SPIRITO…che
indirizza le proprie
scelte, la tua invece è solo immaturità allo
stato
puro!!» …ma in quel momento giunse Suzie
«Scusa
Rea!...Benji si è svegliato, credo che voglia te.»
La
giovane restò interdetta, ma non cedette il suo sguardo
deciso…fino a quando Rika non le disse «Vai
tranquilla,
Rea!» sicché la ragazza comprese che forse era il
caso di
lasciarli soli…
Ryo
sospirò, appoggiandosi alla porta «…ah,
per
carità io non volevo offenderla, mi è tanto
simpatica ma
è…talmente uguale al marito dieci anni fa, nel
fare il
mediatore! Questa parte non mi ha mai calzato addosso.»
sicché si accostò alla ragazza, parlandole
«Finalmente qualche minuto per stare un po’
soli…è dall’inizio del viaggio che lo
aspetto,
Rika: andiamo, non devi prendertela così. Sei tesa e rigida
nei
miei confronti, e invece…devi rilassarti!...»
…iniziando a sfiorarle i boccoli col dito «Siamo a
Digiworld…» abbassando e intensificando il suo
tono
«…come abbiamo incessantemente desiderato, in
questi
anni…» facendosi più vicino, nel
sussurrarle
all’orecchio «…guarda come si
è fatto
più bello il nostro mondo da allora: guarda che costruzioni
meravigliose, come questo albergo! Io quando le guardo
resto…a
bocca aperta: il futuro, il progresso! E bravi Digimon, che si sono
dati da fare mentre noi crescevamo: Rika…»
prendendole la
mano…mentre lei stringeva gli occhi e i denti, e sembrava
tremare «…non puoi dirmi che non sei emozionata
anche tu,
se anche lo facessi non ci crederei, io ti conosco: non posso credere
che non sogni anche tu di visitare quest’hotel, e di guardare
Digiworld dalle sue finestre…
…io non ho desiderato altro in tutti questi anni, e ho
aspettato
di crescere…» scorrendole la mano tra i capelli
«…per giungere con te nel mondo che ci ha accolti
ragazzini: ma ti rendi conto, Rika…? Ora siamo adulti,
siamo…liberi di fare ciò che più
sentiamo!»
ma lei si liberò di colpo «Già, peccato
che a te
dica male, in questo momento: la tua fidanzata è
dispersa!!»…«Rika,
ma…!!» lui la
raggiunse, trattenendola «Ptsss…sai che per me
Alice non
conta niente.» al che lei si volse di scatto a fissarlo
«Sto con lei per…beeeh, è una storia
troppo lunga
da raccontare! Ti aggiornerò ma in un momento di calma, mi
ha-mi
ha costretto mia madre, è una questione di status! Lo sai
com’è fatta, la reputazione, le classi sociali,
tutte
queste stupidaggini condite dal fatto che è malata di cuore
e io
benché cinico e indifferente per natura non me la sento di
farla
schiattare!»…«Risparmia il fiato!! Ho
ascoltato
questo ritornello altre…diecimila volte minimo, è
stata
la colonna sonora della mia crescita!!» ma lui le teneva ben
saldo il polso «…ma ora siamo a Digiworld, Rika:
io non mi
rassegno a lasciarti andare. Siamo qui, a Digiworld!! Nel nostro
mondo…» parlava con tono profondo Ryo
«…questo mondo ci ha lasciato cose che il nostro
lassù non potrebbe mai, con le sue persone, incontri, facce,
fidanzati ufficiali e tutto ciò che vuoi! Ma chi si conosce
qui
resta legato per sempre ed io!...
…tornando
assieme a te ho capito che ciò che ci unisce non
potrà
legare né me né te mai a nessun’altro,
Rika
io!...quello che sento per te non l’ho sentito e non lo
sentirò mai per nessun’altra, io ti voglio Rika,
non lo
capisci?! Io ti desidero…
…e so che
tu provi lo stesso per me fin dal primissimo giorno, quando mi hai
conosciuto, in questo stesso settore!!» ma lei lo spinse via
«Ahhh!!»…«E che cosa te lo fa
pensare?!!...è soltanto una sciocchezza, BALLE!!...a me non
importa niente di te, se vuoi saperlo sei semplicemente un compagno di
battaglia! Non ho provato che indifferenza e fastidio fin da quel
famoso giorno, e non è mai cambiato
niente!!»…«Purtroppo gli eventi ti
smentiscono,
Regina dei Digimon! Non puoi affermare questo dopo tutto ciò
che
c’è stato fra
noi!!»…«Quello che
c’è stato fra noi…»
…mentre Renamon osservava dall’alto…
«…se vuoi saperlo non è stato diverso
da quanto
è avvenuto con molti altri
uomini!!»…«E vuoi
forse paragonare gli ubriaconi che sono passati per il tuo locale a
me?! Che sono il tuo primo amore, il tuo domatore leggendario!!
(canzone: Steps
- Why)...io…che
quel giorno giunsi in volo sul mio Cyberdramon, salvai la vita a te e
ai tuoi amici in extremis, e poi tutto quello che abbiamo
provato!» mentre Rika tremava di emozioni in conflitto
«La
battaglia sulla terra, il D-Reaper…e io che c’ero
sempre
per te: la nostra collaborazione, e fiducia reciproca nel fondo del
pericolo…
…sono cose che solo a essere ricordate fanno battere il
cuore,
applicano una scarica per tutto il corpo, esattamente come farebbe
l’attacco elettrico di un Digimon e sai
perché?!...perché subirlo addosso riporterebbe
indietro
il passato…» Ryo si avvicinò, mentre
lei chinava il
capo. La prese per le braccia «Rika, io ti amo!...
…ti amo, non sto scherzando, la sola vista di quegli
ingranaggi
mi fa pensare a te, e so che provi lo stesso!! Vuoi forse farmi credere
che è rimpiazzabile con una sveltina a caso fra tutti gli
uomini
che ti sei ripassata, in questi anni?!» ma lei lo spinse via
nuovamente, e lo colpì con uno schiaffo
«Auch!!»
Lo
guardava con occhi lividi…mentre Renamon atterrava nel buio,
alle spalle del ragazzo, per farle comprendere che lei
c’era...
«FINIAMOLA CON LE SCIOCCHEZZE…»
sentenziò
Rika, mentre lui sembrava fissarla quasi con risentimento. La ragazza
specificò «Diamo ai nostri ricordi quel minimo di
rispetto
che meritano…»…«Tu puoi dire
quello che
vuoi…MA TANTO IO LO SO CHE COSA PROVI, IO TI CONOSCO
RIKA!!»…«SE FOSSE VERO!!...allora
capiresti quello
che io sto per fare in questo momento: andare a cercare Alice e
Cyberdramon!...visto che per te a quanto pare potrebbero essere anche
morti!» girandogli le spalle «Ma…cosa
stai
dicendo?!!»…«Strano, eppure Cyberdramon
faceva parte
di quel ricordo!» Ryo invitò «Rika!
Fermati…» ma lei chiamò
«Renamon!» e
lui «Oh?!» si volse, stupito nel vederla che
avanzava dal
buio fino a superarlo…
DIGIEVOLUZIONE
«RENAMON DIGIEVOLVEEE!!!...
…KYUBIMON!»
In pochi istanti
la domatrice fu a cavallo della volpe a nove code. Il ragazzo espresse
«Ti prego, non fare così, dammi la
possibilità di
spiegare!»…ora sembrava mosso da
sincerità
«Non voglio che vada in questo modo tra di
noi…proprio
qui, dopo che abbiamo fatto tanto per
tornarci!»…«Hai una
possibilità: se volevi
stare in mia compagnia puoi accompagnarmi nella ricerca!»
Ryo
esitò, con bruciante delusione nello sguardo
poiché non
sembrava ciò che desiderava…
«Io
non lascio…una compagna e un Digimon soli in un mondo del
genere, tanto più se li conosco entrambi!...
…e
lui è senza domatore…mentre lei non ha nessuno a
proteggerla…»
Kyubimon
avanzò, pronta a partire. Rika esclamò
«Non
vieni?!...
…come
vuoi tu, possiamo andare da sole! Vai
Kyubimon!»…«No, aspetta un
attimo!!» Ryo corse
all’ultimo momento «…vengo con
te!»
«Dobbiamo
sbrigarci, Takato!!» affermava Jeri, descrivendo
«Mancano…pochi minuti al passaggio del fascio, se
non
corriamo non faremo in tempo!» I piccoli Digimon tra le sue
braccia esclamarono «Nel settore degli orologi ci aspettano
la
nostra maestra, con tutti i nostri piccoli amici!»
…mentre il
fiabesco castello sfumava definitivamente alle loro spalle, ritirandosi
in una bolla oscura che carezzata dallo sfrigolio dell’ultimo
fuoco, scomparve…”Questa volta non ci sono
riuscito…ma io non mi arrendo così!”
pensava Takato
rientrato in possesso dei suoi abiti normali, rivolgendo nuova speranza
al cielo “Tu mi odi, ma io…riuscirò a
conquistare
il tuo affetto! Riuscirò a farmi volere bene da te,
fratellino
mio: oggi…quando mi sono buttato per proteggerti ho potuto
sentire sotto il mio corpo il tuo così fragile…
…io non
ti lascio alle tenebre e alla notte. Noi due diventeremo complici
inseparabili!” «Takato muoviti, oppure non faremo
in
tempo!» esortò Beelzemon, pronto a spiccare il
volo con
Hideki. Sicché Takato e Jeri si guardarono…e
Cindermon,
guardando entrambi, sospirò profondamente…
DIGIEVOLUZIONE
«CINDERMON DIGIEVOLVEEE…
…WOLFIREMON!...
…su forza!...
…montate qui!» disse un po’
controvoglia…Jeri
era interdetta
«Possiamo…?»…«Uhm
uhm.
Altrimenti che sarei digievoluta a
fare!»…«Andiamo,
Jeri.» disse Takato. E una volta in posizione Beelzemon fece
«Tutti pronti?!» dopodiché
spiccò il
volo…
…e Wolfiremon partì in corsa.
Solcarono il suolo argenteo e il cielo, vicinissimi al globo…
…Hideki si interrogava con sguardo malinconico
“…chissà se ce la farò a
riscattarmi…prima che scoprano chi sono in
realtà!...
…chissà se riuscirò a ricordare tutto
prima che mi
sfilino la maschera dal viso. E’ come una
corsa…per
raggiungere un fascio teletrasportante, che passa e sfuma in un minuto
fuggevole!”
Altrettanto pensieri albergavano l’animo della lupa digitale
in
corsa “Un minuto fuggevole. Un fascio che passa e
sfuma…questo temo che si rivelerà la storia mia
con
Takato: devo scoprire chi sia realmente quel Digimon, e se è
davvero Guilmon…io non ho speranze, scomparirò,
se loro
si ritroveranno. Takato non desidera altro. E poi
c’è
sempre quella Jeri con lui…”
…sentendo il
peso di entrambi sulla sua groppa “Jeri…?
D’accordo
Guilmon, ma per cosa mi sto a preoccupare di Jeri? Jeri mica
è
un Digimon! Non pregiudica la mia carriera. Forse ho solo paura che se
ritrova il suo amico originario…non ci sarà
più
posto per una come me. Dovrò tornarmene da dove sono venuta.
Però…” ricordando
fuggevolmente il loro ballo
di poche ore prima “…come voltare pagina, e
scrivere un
capitolo nuovo…?” …nel morire della
voce dei suoi
pensieri, al ricordo di quegli occhi rossastri oltre la mascherina
argentea...
«IL
FASCIO, RAGAZZI!!» adocchiò Beelzemon la colonna
di luce
rosa che tagliava quella notte blu e argentea «E’
TROPPO
LONTANO!!» esclamò Jeri, ma Wolfiremon la
rassicurò
«Tranquiiilla, Jeri! Ce la si fa!»
accelerando…
…il
moto del fascio era irregolare e saettante, sembrava voler schivare il
loro arrivo: ma Wolfiremon strattonò «Tenetevi
forteeeeeeeeeeee!!!»
Jeri
chiuse gli occhi. E si aggrappò più forte a
Takato, che
ebbe un sussultò.
La lupa balzò…
…Beelzemon volò deciso, e fu sprigionarsi di luce.
I piccoli
Digimon esclamarono «TORNIAMO A CASAAAAAAAAA!!!»
E quella luce
presto si assottigliò, avendo svolto il suo compito di
trasporto. Non c’era più nessuno, si
adagiò solo la
mascherina bordeaux di Cindermon sul terreno d’argento, a
ricordo
di quella notte…e il vento la soffiò via (fine-canzone)
Negli oscuri corridoi del palazzo reale…
«Che
significa questa fuga improvvisa?!!» sbraitava il grosso
drago
dipinto di blu, ma il ragazzino in bianco e nero ribatteva
«Dovrei chiederti che significava la tua presenza alla festa,
mi
hai seguito!!»…«Sono libero di andare
dove e quando
voglio!»…«Non quando io ti chiedo di
starne fuori!!
Io sono il tuo Digimon Tamer!» esclamò
N’Emo
mostrando il Digivice, ma Growlmon smentì
«Ciò non
significa che sei il mio padrone!! Beh?!...sei riuscito a ottenere
quello che cercavi? No, mi sembra! E’ arrivato poi TUO
FRATELLO
al banchetto fastoso e intangibile che hai
allestito?!»…«Lascia…stare la
mia
famiglia.»…«Io non ti ho visto impegnato
in…chiacchiere tra parenti, piuttosto mi sembra di vederti
come
di consueto: solo! Sempre in un angolo, se…escludiamo la
gran
compagnia che possono fare quelle Digimon RAGGIRATE e private della
loro intelligenza!»…«Senti, mi hai
stufato,
d’accordo?! N-Non ho voglia di litigare con te, sono stanco,
non
ce la faccio più!!» gridava il ragazzino dal
costume
lacero «…mi scoppia la testa, è stata
una serata
infernale!»…«Beh!...non è
colpa mia se sei un
disastro come organizzatore di eventi mondani…»
rifilò Growlmon con un sorriso
beffardo…N’Emo lo
guardò con la coda dell’occhio, stringeva il suo
Digivice
in un pugno di sentimenti in conflitto…tuttavia
l’ironia
del drago si spense presto in un’espressione più
seria
«Comunque…finiamola: penso anch’io che
dopo tutto
sia meglio andare a letto. Ascolta bene: non ho intenzione di spendere
il mio tempo a litigare con te…non credo sia utile. E mi
stanca.
Ma tieni bene presente che non accetto che mi tratti come il tuo
schiavo! Che ricorri…ai tuoi arcani poteri per costringermi
a
ritirarmi quando non voglio, e che osi farmi mettere le mani addosso
dalle tue sottomesse! IO SONO DIVERSO DA LORO!! E’
chiaro…?...
…guardami
negli occhi…anzi no!...nel solo che mi è
rimasto…» ma N’Emo stentava a farlo, il
suo sguardo
era inondato di
frustrazione…«Quest’occhio è
la sola traccia che mi rimane di un passato in cui mi
amavano…e
mi rispettavano…» e mentre lo scandiva, sentimenti
affioravano nel cuore del Digimon, tingendo di incertezza quel suo
stesso occhio «…io…mi sono corrotto
abbastanza, non
lo nego però…
…non
intendo ancora gettar via colui che sono.
C’è…qualcuno, in qualche luogo
remoto…che
ancora crede che…insomma…quelli come
me…
…beh io se mi stavo trattenendo alla festa era
perché
avevo qualcuno con cui parlare, qualcuno da aiutare!
Non…avevi
il diritto di portarmi via con la forza, non avevo ancora terminato il
mio dovere lì. Non sei autorizzato a disporre del mio
destino…cosa che hai sempre fatto, dal primo giorno che ci
siamo
incontrati…» allontanandosi col suo passo pesante,
che
faceva tremare il palazzo «…se permetti ci tengo
ancora a
finire le conversazioni interrotte, non voglio che la mia esistenza si
riduca a un cumulo di frammenti sparsi, com’era
ridotta…quella povera sala dopo che i tuoi Digimon avevano
attaccato. Un cimitero di giocattoli e…brandelli a terra di
un
giorno d’allegria. Non è per…lo stupido
pretesto di
litigare con te, credimi se tu sei stanco io lo sono di
più…»…«Growlmon!»
chiamò
il ragazzino…e il Digimon si arrestò. Senza
girarsi
N’Emo accennò «Hai per
caso…(canzone: Melanie
C - Melt)
…parlato
con qualcuno…alla festa, che ti ha messo in testa queste
idee
sull’inseguire il tuo
destino?»…«Questi…sono fatti
soltanto miei.
Cosa te ne importa?...!»
N’Emo tacque…
«I miei
incontri…e le mie conversazioni riguardano solo
me…tracciano la mia vita e non la tua.» ma
N’Emo si
volse di scatto, ed esclamò «…!! Io
non…!!» ma in quel momento qualcuno apparve da un
gorgo
oscuro «Ora basta, cos’è questo
litigio?»
Growlmon sussultò «Ah!» senza
voltarsi…
N’Emo si
inchinò tempestivamente
«Muskmon!»…«Allora
N’Emo, si può
sapere o no l’esito della tua missione? Sei riuscito a
eliminare
Guardianmon come avevi promesso?» chiese perentoria la
violacea
pianta col diadema «Ah! Devi perdonarmi,
Muskmon!!...purtroppo
non ce l’ho fatta, ho fallito! Guardianmon mi è
sfuggito,
alcuni Digimon sono intervenuti per difenderlo, ed
io…!!»…«Come sarebbe?! Avevi
dato la tua
parola che ci avresti portato i suoi
dati!!»…«Mi
dispiace!!» supplicava il ragazzino…
…ma la
mente del drago era altrove…nel suo occhio giallo scorreva
la
pellicola dei ricordi “Alcuni Digimon…
…lei…!” e la rivedeva, con il
suo ciuffo
scarlatto, ed i suoi poteri infuocati “Si è
gettata nel
pericolo senza esitazione: non so cosa…o chi volesse
proteggere.
E’ a Digiworld, ha lasciato la sua casa sulla
terra…ha
varcato la soglia…della casa in cui abitava Takato per
giungere
qui, in missione. Non riesco a togliermela dai pensieri…la
amo
ogni giorno di più…” scorrendo la sua
zampa sulla
parete…rigandola con gli artigli e sporcandola con la
vernice…
«Questa è una cosa seria, non si tratta di un
gioco!!» esclamava Muskmon, e N’Emo si spremeva per
far
comprendere «Io sono il primo a non prenderla come un gioco!!
C’è in ballo semplicemente tutta la
mia…!!...tutta
la
mia…!!»…«…c’è
in ballo
innanzitutto la tua presenza qui N’Emo, dovresti farti due
conti
e realizzare che non è scontata! Non si offre il tetto di un
palazzo reale per pura generosità, senza pretendere niente
in
cambio! Se non riuscirai a renderti utile potrai anche accingerti a
preparare le valigie!»…«Ma ti ho portato
la Sfera
regale!!»…«La Sfera regale non
è
sufficiente!!!» strillò la Digimon, intimorendo
N’Emo…e destando un celato sussulto in
Guilmon…
Muskmon scandiva tremula, pervasa da intensità
«…abbiamo solo cominciato, ci occorrono energia e
dati in
quantità ingenti...Guardianmon è una
priorità…!!»
“E’ pazza…non si ferma davanti a niente,
ed è
decisa ad eliminarlo…” pensava Growlmon
“...eppure
lui sembra cambiato…” nel ricordo del ragazzino
mascherato
della festa “Mi auguro che riesca a sbrogliare la matassa del
suo
passato, e che possa difendersi da lei!” volgendosi ad
osservare
quella pianta digitale emersa dall’ombra
“Così
facendo offrirebbe un consistente aiuto a tutti noi…che
siamo in
balia della sua perversa psicologia!” Muskmon si volse ad
osservarlo «Complimenti…
…cos’è, un nuovo
look?»…«Uhmf?!»…«Dipinto
di
stelle…e immenso?!» ironizzava la creatura, ma
Growlmon le
volse le spalle, e si accinse ad allontanarsi “Non ho idea di
cosa possa fare io per offrire una mano…ma qualcosa devo
trovare, non possiamo rimanere confinati qui!”
N’Emo lo osservava allontanarsi, tendeva la mano e avrebbe
voluto
trattenerlo…ma si accorgeva che era inutile, il suo Digivice
calò come le sue speranze…
…sicché esclamò con voce rotta dal
pianto
«NON ACCETTO CHE IL MIO DESIDERIO NON SI AVVERI
MAI!» e
fuggì…mentre Growlmon si volgeva attonito.
N’Emo
scomparve nel buio del fondo del corridoio, mentre Muskmon insinuava
«Non ci vai molto d’accordo…ma non
riesci neanche a
fare a meno di lui. Non è vero…?
Ahahahah!»
ritirandosi anche lei nell’oscurità, mentre il
drago
mormorava «…la stessa intonazione di
Takato…nello
scoppiare in lacrime…
…ah?!» ma sussultò poiché il
palazzo fu
scosso dal boato di un tuono «…si è
messo a
piovere…?»
Allontanandosi…ignaro della presenza del piccolo e roccioso
Gotsumon nell’ombra assieme ad altri Digimon delle stesse
dimensioni «Lo avete visto? Il Supremo è imponente
ma
è solo, se lo attacchiamo tutti assieme possiamo
sconfiggerlo:
coraggio, è tempo di preparare
l’insurrezione!»
Gli occhi
luminosi delle creature luccicarono
nell’oscurità…
…mentre il grosso drago oltrepassava l’ampia
finestra a
vetri, fuoriuscendo sul balcone...pochi secondi bastarono per far
infuriare la pioggia…
…il suo occhio si smarrì nel cielo tempestoso che
sfumava
il globo «…gli invitati a quella festa altro non
erano che
illusioni e giocattoli…» spogliandosi lentamente
del suo
manto dorato…che cadde a terra, inzuppandosi ben presto
«…anche quello con cui ho parlato?» nel
ricordo di
quel principe dal cappello piumato «…è
un
giocattolo…ad avermi indicato la direzione della mia vita?
E’ un’illusione…la mia luce, in fondo a
un corridoio
d’oscurità…?»
Growlmon adesso era una sagoma blu nella notte, una sagoma tempestata
di stelle che a poco a poco, la pioggia iniziò a
sfumare…
…come in passato, la vernice scolava dal suo corpo, ed egli
tornava rosso…di un rosso oscurato dall’ora tarda
e dalla
malinconia del momento che viveva, ma l’unica stella che la
pioggia non si portò via era il suo occhio giallo,
l’ultimo che gli era rimasto… (fine-canzone)
«Guarda
Kenta, è tornato Takato!» esclamò Kazu
sulla porta
dell’hotel, con eco di Guardromon «Takato
è
tornato!» Kenta altrettanto «Hideki! Ci sono
riusciti,
l’hanno salvato!» e MarineAngemon «Tutto
è
bene quel che finisc-ouch!» ma furono travolti dalla corsa di
una
donna, Riley «Hideki!» seguita da suo marito
«Hideki!! Se tu, stai bene?!!»…tanto che
Kenta
esclamò «Ehi, aspettate! Signora, signor Yamaki,
dove
andate senza ombrello? Qui si prepara a venire
giù…»…«…qualcosa
di
inimmaginabile.» completò Kazu con un lieve
sorriso ed eco
di Guardianmon «Di inimmaginabile!» ma
MarineAngemon
mediò «Ragazzi, che ci possiamo fare? Lasciamoli
andare,
dopo tutto…anche loro sono genitori o su per
giù!»
Kazu confermò subito «Certo: che si può
fare, in
questi casi?» mentre lo sguardo furbetto della Digimon dagli
occhi verdi strisciava vicino a suo marito…che contemplava
quel
ritrovamento nella pioggia con visibile emozione
«O-Oh…»
Hideki, dopo un’esitazione, si gettò
nell’abbraccio
dei due. A ripararli giunse prontamente un’ala di
Beelzemon…così Riley non poté
ricorrere alla scusa
della pioggia per confondere le sue lacrime…
«…mamma…papà…»
accennava il
ragazzino
«…perdonatemi…»…«No!»
esortò subito Riley a non provare senso di colpa, ma lui
insistette «…perdonatemi! Io…non volevo
farvi
soffrire.»…«Ci hai fatto morire di
preoccupazione!!» esclamò Mitsuo…con un
tono di
riprovazione che si sciolse presto in un «…tesoro
mio…» accompagnato da una carezza
«…è
il passato, capite?» alzò gli occhi il ragazzino
«…è il passato che non mi lascia in
pace…»
…Takato
dunque «…come non capirlo: è il passato
ad indurlo
a scappare…» disse con una certa naturalezza,
volgendosi
per incrociare gli sguardi di Jeri, dai capelli bagnati, e di
Wolfiremon, dal pelo grondante, la quale accennò un
titubante
«Eh già…»
«Noi
vogliamo confrontarci col tuo passato assieme a te!»
affermò Riley…e Mitsuo abbassò lo
sguardo
«…tua madre ha ragione: noi non abbiamo
paura…»
«…grazie…» fu il dolce
sussurro del ragazzino
nello scrosciare della pioggia…
Quella scena
sembrava indurre Beelzemon a riflettere, tingendo di
un’assorta
sfumatura i suoi tre occhi…mentre riparava la famiglia
ricomposta con la sua ala, guardò il cielo
tempestoso…per
poi ricordare «Oh! Jeri, non dobbiamo dimenticarci che
dobbiamo
portare quei piccoli Digimon al
riparo!»…«Oh?
Certo…» accennò la ragazza (questi
erano con
Wolfiremon, che li riparava sotto una foglia luminosa fluttuante
«Come siete cariiiiiini! Come vi
chiamate?»…«Stillymon!»…«Fogmon!»…«L’ha
chiesto prima a
me!»…«VAPORMON!»…«Orphanmon!»…«Grassmon!»
…e conclusioni della lupa «Oook, va bene: per
ricordare i
nomi magari ci attrezziamo con un cartellino al collo, no? Che ne
dite?»)
Takato chiese
«Li avete incontrati mentre eravamo alla festa?»
Jeri
replicò «Sì…si sono
persi.» ma
Orphanmon saltellò «Però siamo
contenti! Grazie
alla nostra birichinata oggi abbiamo vissuto un’avventura
mozzafiato!»…mentre Wolfiremon faceva
«N-No: non
toglietevi dalla foglia…poi vi bagnate.» Il
piccolo
Digimon sembrava sentirci poco «Ci siamo divertiti tantissimo
con
Jeri! Quasi quasi non vogliamo tornare dalla nostra maestra!»
…ma Beelzemon li udì «Non scherzate,
bambini! Non
ne avete avuto abbastanza per oggi? Dovete tornare a casa, i vostri
compagni e le vostre famiglie saranno molto preoccupati!»
decretando un coro di «UUUFFFAAA!»
…mentre Takato
commentava accennando un sorriso a Jeri «…caspita,
vi
conoscete da poco…eppure sembrano già
così
affezionati a te…»
La ragazza
era assorta, sembrava non accorgersi della pioggia che le bagnava i
capelli…accennava un sorriso
«…è
vero…è strano se ci pensi…»
dopodiché
abbassava lentamente lo sguardo…per incrociarlo con quello
dei
cinque Digimon che in un certo qual modo apparivano rapiti dalla sua
figura…
Anche a Tokyo a
quanto pare pioveva, e c’era un uomo a barcamenarsi come
poteva
fra gli sguazzi «AHHH!!! Accidenti: piede fradicio!! Non
c’è niente da fare, non ci so fare con
l’ombrello…e il cellulare in mano
contemporaneamente!!»
«Papiiiiiiiii!»…«Mmm,
sììì?!»…«Ti sei infradiciato come tuo
solito?!»…«Senti
un po’, signorinella!...vorrei tanto sapere se i padri degli
altri tuoi amichetti sono mai in giro a quest’ora della notte
presso un…u-un canale
cittadino!»…«Che
c’entra, papi? Nessuno in tutta quella massa di padri idioti
è stato graziato con l’onore di avere per figlia
Ufomon…»…«…modesta
come
sempre…del resto non so da chi hai preso!»
commentò
quel Taisho un tantino fradicio «Comunque non montatevi
troppo la
testa, oggi ci siamo riposati ma da domattina…marche! Si
ritorna
a galoppare, farò il generale molto severo con voi!! Mi
sembra
il minimo, dopo che sono severo con me stesso tanto da spingermi fino
ai meandri dimenticati delle budella cittadine…soltanto per
voi,
poi!»…«Ahhhhhhhhh! Hanno aperto un
nuovo negozio di spazzole per gatti nelle fogne?!»…«Nooo!
La spazzola di Umi l’ha comprata vostra madre e ne va
orgogliosa,
non voglio sentirla urlare solo perché gliel’ho
sostituita! Si sa che si infastidisce per queste
cose.»…«Fa anche
peggio che infastidirsi, e infatti lo dicevo anche a Gravemon ma tanto
non mi ha dato ascolto e oggi per lavare Scratchmon l’ha
fatta
fuori!»…«Ihmp!!!
(gasp…)
…scusa ripeti
figliola? A-Abbiamo…abbiamo sotterrato la nostra gatta? (!)
»…«Ma
non Scratchmon, papiii!!! Ascoltami quando ti parlo!! Io mi riferivo
alla spazzola, mio fratello l’ha spezzata!»
(sospiro di sollievo per Taisho…)
…e
l’incantevole Ufomon, che tendeva il suo piedino dalla
schiuma di
un bel bagno caldo, rivelò attorcigliandosi i capelli
«Comunque non devi preoccuparti perché per sedare
mamy io
e Gravemon le abbiamo preso un piccolo pensierino, la lasceremo a bocca
aperta quanto rientrerà a
casa!»…«Bravi!
Smmmack! E’ una manna dal cielo lavorare per due figli come
voi
due, sapete sempre cos’è opportuno al momento
adatto V-VI
ADORO! Ehi ma…non avrete mica speso un patrimonio solo per
calmare la mamma?!»…«Scherzi?
Era in omaggio,
è roba raccolta: si dice che queste cose portino fortuna,
Graaaaaavemon!»
…voce dal corridoio, dalle sfumature lagnose:
«…un
attimo, Ufomooon! Non riesco più a spostare Scratchmon, si
è incantata!»…«Prendila per
la
cod---!!---scusa un attimo papi, ma qui se ti assenti un
attimo---PRENDILA PER LA CODA, LOTTI! La prendi, come faccio io, e se
non funziona provi col trapano! Con quello vedrai che si
scosta!»
«…Scratchmon…conto da uno a dieci e se
non ti togli
vado a prendere quel trapano che ti fa tanta tanta
paura…»
accennava il bambino con un grazioso costumino da bagno nero tempestato
di teschi «Uno…due…» nel
progressivo crescere
del suo sorrisino…
…ma la gatta nera stava con le unghie ben piantate a terra,
accucciata a monitorare come un vigile sergente quella gabbia avvolta
da gambi di rose, traboccante di piccoli Digimon fra cui ne spiccava
una più adulta «Ho paura, signora maestra!! Quel
brutto
gatto nero ci farà del
male!!»…«Voglio
uscire!! Voglio andare dalla mia mamma!!» …che
tese
prontamente la sua bacchetta dall’estremità a
forma di
zucca per fermare il bambino «Oh no, amore!»
esclamò
con un pizzico d’enfasi nella sua voce un po’ roca
ma
sinuosa «Non devi toccare toccare le sbarre: ti pungeresti
con le
spine!»…«…ma quel mostro mi
fa paura,
LadyWizardmon!»…«E che ti
fa…? E’
soltanto un gatto nero!» replicò lei con il suo
fare un
po’ teatrale che però sembrava suscitare sui
bambini un
effetto calmante «Ha un aspetto feroce: ma in
realtà
è come la maestra, che pur essendo una BELVA…non
morde!!!» lasciando incantati i piccoli…nonostante
i suoi
occhi verdi, unico particolare a sbucare dal manto che la copriva fino
alla bocca, fossero in apprensione per le loro sorti. Ma sembrava
pensare più ai bambini che a se stessa, quella Digimon in
abiti
stracciati di color verde acqua scuro, e simpaticamente evocativi della
figura dello spaventapasseri. Da un cappello dello stesso colore dalla
falda larga e dalla punta aguzza, come quello degli stregoni,
spuntavano ciocche di capelli grigi ad incorniciare quei suoi occhi
così espressivi. LadyWizardmon sembrava intenta a
trasformare la
situazione in un gioco, e a concentrare l’attenzione degli
alunni
sui particolari di Scratchmon «Guardate con che occhi ci
guarda…» spiegava con viva passione
«E’
orribile!!» esprimeva sinceramente uno di loro…ma
lei
sembrò divertirsi «Hai pauuura, piccolina??? Ti fa
più paura lei della maestra?? Grrr!» simulando
atteggiamento da belva feroce…fino a far ridere la
creaturina
«Ahahahah!»…«Ti fa
più paura della
maestra? Ti fa più paura della maestra??!!!
GRRRRiiiiiiiiiiii!!!» gettandosi a farle il solletico con la
sua
bacchetta, in un moto di travolgente e spiritoso affetto che fece
esplodere «AHAHAHAHAHAHAHA!!!» il divertimento
nella
piccola e nella classe…dimenticando quel pericolo che,
benché non lo desse a vedere, tormentava l’animo
dell’insegnante…
«Ahhh,
tesori di papà!! Ma io non ho due figli, ho due
geniii---smack!» esclamò Taisho baciando il
cellulare e
procedendo finalmente al riparo, nel buio di un tunnel «Acc,
e
così posso anche gettare alle fogne questo
bell’abito!
Sigh! Lo avevo appena comprato, ma mi doveva proprio cogliere la
pioggia? Sono sempre sfortunato, beh che se questa va in porto altro
che vestiti! Lì saranno…automobili, villette,
vacanze da
prima pagina, e soprattutto…non avrò
più da
mendicare alcunché a mia moglie, né per me
né quei
pelandroni dei miei ragazzi: finalmente indipendenza, ahahhhh! La
prospettiva è appetitosa: e l’ingrediente
segreto…
…strano a dirsi ma non si nasconde altrove se non in questo
tunnel all’apparenza squallido…ma in
realtà pieno
di opportunità, ghghghmwahahahahah!...» se la
rideva
Taisho…
Una voce «A-Ahhh…
…non voglio sentire una parola…!...
…voglio
dormire, è possibile che nemmeno in questo luogo si possa
stare
in pace…?» …sembrava affaticata e
assonnata, era
una voce maschile. Sibilava «…ci sono venuto
perché
non voglio che nessuno mi veda in questo stato…è
insopportabile questa debolezza!!...» ma quei sussurri
sembravano
intrisi di risentimento, e taglienti come rasoi. I suoi abiti, che in
origine dovevano essere eleganti, ora strisciavano nel sudiciume che li
ricopriva sempre più «Di chi sono questi passi?
Nooo…non voglio vedere nessuno, mio padre, mia sorella!
Pfff…addirittura una monaca qui??? E’ il
colmo…
…IN
UNA FOGNA PUZZOLENTE…a sporcarsi il suo abito sacro,
ahahahahah!
Ma in fondo che importa? Lei ha già il suo cavaliere
alato…» scandì con disprezzo
«…tanto
che può anche…rinunciare a quello appeso alla
croce…uhmuhmuhmuhm!» ed il suono della sua voce
era
distorto, quando se ne udì un’altra «No
no, per
carità! Sono…molto interessanti le tue teorie
teologiche!
Però io qui avrei da proporre un accordo più
profano,
come dire. Per gente come noi, poveri mortali…»
«Ahh!» il ragazzo
sussultò…all’udire
quella stessa voce che fece scappare all’istante tutti i
topi, i
quali finora avevano fatto su e giù sulle sue
gambe come
in un parco giochi…
…gli occhiali caddero a terra, e inavvertitamente li
schiacciò con la mano frantumandoli «Chi
è…?! Chi ha parlato?!» espresse
minaccioso
«Ho detto che non voglio vedere nessuno!!...e soprattutto
nessuno
deve vedere me, i-io!...
…sono uno che si nascondeee…» gemette,
coprendosi
il viso con la mano «…p-per la grande vergogna di
aver
fallito!»…«Suvvia, a tutto
c’è
rimedio…!» e Mako si chiedeva
«…c-che
cos’è questa luce?» con voce scossa
dalla
paura…notando che in quel buio tunnel si era acceso un
bagliore
magico che adesso carezzava il suo volto. Lo straniero misterioso
parlò «Io per esempio ho una moglie isterica che
non fa
che sbraitare comandi, mi fa trottare come un somarello, quella
dispotica! Ed ho due figli che…beh…chiamarli
“pesti” sarebbe un termine…fin troppo
zuccherato, un
eufemismo! Te lo farei vedere ciò di cui sono
capaci…ma
restare supini e aspettare che le cose cambino non serve a niente,
dammi retta, esperienza personale: i problemi si aggravano, fino a
diventare…del tutto
ingestibili!»…«…nessuno ha
chiesto il tuo
aiuto o tanto meno la tua patetica e indigesta opinione, è
chiaro? Io sto bene così, non ho chiamato nessun numero
verde
per disperati…» affermava il ragazzo che guardava
la luce
a intermittenza, ma quando vi si posava il suo sguardo era indignato
«Scusa! Ma è un tantino in solito ritrovare un
giovane nel
fiore degli anni e di belle speranze come te a soggiornare per la notte
in un…tunnel fognario cittadino, ok io l’ho fatto
un paio
di volte quando Violetta mi ha sfondato le orecchie al punto che non la
potevo più sentire, almeno…fino al sorgere del
sole. Ma
tu sei altra
storia…»…«…e
invece ti
sbagli!» Mako stavolta puntò occhi decisi
«Perché prima di me…lo hanno fatto
anche i
“grandi”, persino coloro che adesso hanno
acquistato un
tale credito da impersonare gli eroi, coloro che si buttano dalla
finestra di una chiesa incuranti del pericolo e trascinano via con loro
la sposa di turno: chi si ricorda più che fino a qualche
tempo
fa…erano loro!! A star qui dove mi trovo io! A sguazzare nel
mio
stesso fango, e a…!!...morire dalla paura…e
dall’insicurezza poiché avevano lasciato i loro
unici
amici, e non contenti di loro stessi e col capo piegato per la
vergogna…hanno preferito sottoscrivere un accordo
delirante…purché qualcuno desse loro quel
briciolo di
considerazione che in quel momento sentivano terribilmente mancare!
Affinché potessero sentirsi forti…un
minimo…
…visto
che da soli non ci riuscivano, avendo lasciato gli unici che erano in
grado di renderli
tali…»…«…a volte
le
vie della vita si invertono, non c’è che dire,
è un
giochetto proprio divertente. Beh…se a volte non si
rivelasse
tragicamente devastante! Le parti si scambiano, io vado da te tu vieni
da me, tu occupi il posto che prima era mio, io ascendo alla somma
gloria e tu cadi in disgrazia…questa notte ne sembra un
simbolo,
con questo incessante scrosciare della pioggia…
…e con te qui…ora che la ruota della fortuna non
gira
dalla tua bensì nel verso di quelli che tu hai amorevolmente
accudito e di cui ti sei preso cura con premura…ma che ti
hanno
tradito!!...» sibilò con enfasi
quell’ombra nel
centro della luce, che Mako metteva a fuoco a stento avendo perduto gli
occhiali «…sei un umano?»
Ma
questi ghignò…e la sua bocca
d’improvviso non aveva
più ondulazione umana…
«Ahh!» Il ragazzo
sussultò…anche senza
occhiali poté distinguere l’ombra di un guerriero,
che si
era sostituita a quella dai contorni umani…
«N’Emo non c’è
riuscito…»
comunicava Muskmon nel buio del corridoio, e la sua alleata dai capelli
ricci avvolti dal velo di merletto nero passeggiava
«…accidenti, non è possibile! Mi
domando…cosa sia potuto andare storto, cosa
c’è
stato di sbagliato!» mormorava Violetta in un tremulo
sussurro,
dilatando gli occhi in un’incessante ricerca, che la compagna
Digimon volle placare «E’ semplicemente un bilancio
di
forza.»…«Ma N’Emo dovrebbe
essere motivato a
sufficienza!! Eh!!...mica niente quello che gli ho
promesso…non
ha voglia di conquistarlo quanto prima?!» Ma più
riflessivo, e forse consapevole era lo sguardo della pianta digitale
«…la voglia non c’entra, Violetta: io ne
ho da
vendere…circa il fatto che Henry si lasci finalmente
concedere
il mio amore…
…ma
ciò nonostante…non siamo ancora riusciti a
trovarlo. E ad
ultimare la sostituzione del suo
cuore.»…«Lo faremo
presto!» si volse Violetta con rinnovata decisione,
aggiungendo
«E una volta in possesso di tutti gli artefatti attueremo
finalmente il nostro piano di conquista, tu regnerai a braccetto di
Henry, ed i nemici del nuovo regno una volta per tutte saranno
neutralizzati! Ohhh, i bambini la devono finire di
poltrire!!»…«Violetta…te ne
prego, non
mettere di mezzo i tuoi
figli…»…«Ma devono
capire che crescere significa assumersi delle
responsabilità! Io
glielo ripeto sempre, ma Taisho fa fare loro sempre tutto quello che
vuole! Li vizia e poi loro…dormono sugli allori quando qui
si
tratta del loro futuro come del nostro! Anzi, figurati, di
me…che cosa mi importa? Io mi preoccupo per
lorooo!»
intonò a mo’ di canzonetta…mentre la
sua Digimon
non cessava di seguirne i passi, con occhi
scrutatori…«E’ normale, essendo io una
madre!
Permetti che sto col cuore in pena affinché i miei figli
possano
avere un futuro…un minimo stabile, ma qui come si fa se la
figura del padre è così inconsistente?! Non ho
ragione?!»
Muskmon tacque…
«No che poi io lo so, eh! Io lo conosco Taisho: tanto
è
tutto per dare contro a me poi alla fine! Eheh! E certo,
perché
lui dev’essere il “padre buono”, quello
che i bambini
preferiscono, a cui si affezionano, mentre io sono ”la
rompiscatole”! E certo, io mi preoccupo per loro, della loro
alimentazione, di far loro frequentare attività sane: mi
faccio
una malattia del loro potenziamento digitale e poi rompo le scatole?
Beh no senti a me non me ne frega poi tanto: il potenziamento
è
una cosa seria e si farà! Taisho…facesse quello
che
crede, io non mi fermo certo così perché lo vuole
lui…» avanzando nel buio verso
un’indefinita meta
interiore, ma la sua Digimon non arretrava da
quell’atteggiamento
esortativo «…Violetta…per favore
riflettici,
cogliamo questa occasione per riesaminare la faccenda di Guardianmon:
evidentemente…
…tuo
marito…Sandmon si rende conto che per i bambini potrebbe
essere
rischioso. E’ un Digimon molto potente…»
Violetta taceva, rimanendo di spalle…
«…non c’è chi lo conosca
meglio di noi: si
tratta di una creatura leggendaria…mentre i tuoi
figli…»…«I miei
figli…sono i Digimon
della nuova era…» per poi volgersi, con quel
sorriso
aperto e supplichevole «Ti prego, Muskmon, almeno tu fidati!
Io
li ho preparati in tutti modi, ho fatto fare a Gravemon e Ufomon un
addestramento di tutto rispetto, ihihihi!» scandendo queste
ultime parole con particolare gusto e accompagnandosi col tipico gesto
di vittoria a V con le dita: fu inutile «Ma ciò
non toglie
che siano dei
bambini!»…«Ohhh!» le caddero
le
braccia, e l’entusiasmo…
…ma
risalì da quell’espressione mogia con un sottile
guizzo
dello sguardo ed il candido sussurro «…e
allora…?
Quando avranno acquisito Guardianmon non lo saranno
più…
…andiamo che c’è di strano anche tu
quando
digievolvi cresci: allo stadio neonatale sei
un…delizioso…e carinissimo fiorellino!
Ihihi!» ma
la Digimon dilatò gli occhi
«…è
controindicato spezzare in questo modo la loro infanzia!! E se
un’accelerazione repentina della loro crescita li
portasse…a perdere il controllo delle loro
capacità?!!»…«Ma tesoro, ho
segnato Gravemon
alla primina!! Faccio far loro le ripetizioni già delle
scuole
medie!»…«Violetta, tu continui
incessantemente a
confondere le due cose, non possono mettersi a paragone!! La
scuola…la vita di due bambini umani, e la crescita di due
Digimon sono due cose diverse, separate!! Devi sforzarti una buona
volta a…distinguere i due ambiti, e tenerli lontani
l’uno
dall’altro!!...stiamo giocando col
fuoco…»…«…e
perché…?» chiese con
quell’aria angelica,
sbattendo le palpebre…per poi scivolare nel consueto sorriso
«Daaai, che tu dici così perché non sei
tutti i
giorni a casa con loro, non li conosci: sono due bambini coriacei, a
volte mi preoccupo un po’ perché mi sembra che sia
anche
troppo!» accostandosi a lei con fare confidenziale e
battendole
sulla spalla, mentre Muskmon replicava «Io voglio molto bene
a
Ufomon e Gravemon…» A Violetta si accese
l’espressione «Questo mi fa molto
piacere!!...perché
sarai tu a provvedere affinché ottengano finalmente il
nutrimento necessario!»…«Ahh!!...cosa?
Io?!»…«Ma certooo!...»
…iniziando a passeggiare «…i Digimon
Tamers si sono
rivelati degli ossi troppo duri in battaglia, e con tutti i ritardi e
le contraddizioni di Taisho non siamo ancora riusciti a mettere a fuoco
due figure, materna e paterna, di sufficiente riferimento per Gravemon
e Ufomon affinché rivelino tutto il loro vero potenziale!
Sono
arroccamenti psicologici, ne ho parlato con una specialista, sai? Delle
volte due giovani Digimon non combattono al meglio perché
sono
inibiti dall’ambiente incerto che hanno in famiglia, eheh! Se
non
mi interesso io di queste cose…»
…mentre Muskmon
sospirava di nuovo e si portava la mano agli occhi, constatando la
reiterazione di quei
raffronti…«…figuriamoci, mio
marito…non mi aiuta! A lui che gliene frega? Basta
che
abbia…la poltroncina comoda davanti alla tv la sera, e la
cena
pronta, e il fatto che i nostri figli non abbiano il futuro spianato
per dei piccoli quanto seccanti e fastidiosi problemi tecnici? No,
quella non è una cosa importante?...
…siamo qui, inermi e inconcludenti per colpa
di…!!...u-una combriccola di combriccola di maledettissimi
ragazzi ragazzi che sono emigrati dalla terra catapultandosi su
Digiworld: ma dico non esiste più il rispetto?
Grrr!!!»
muovendo aggressiva quelle bramose mani ansiose di graffiare, mentre le
sue unghie diventavano nere «Non avevano dei genitori, questi
qua?!! Non avevano delle famiglie?!! Ma non sanno che quando si diventa
grandi si hanno altre cose, e responsabilità a cui
badareee???
Anziché lasciar Digiworld ai bambini…! Eh! Come
sarebbe
stato giusto e anche carino fare, no! I “bei fusti”
si sono
dovuti lanciare qui, a rompere le uova nel paniere, e ad occuparsi di
affari che non competono loro! E le “distinte
signorine”,
poi!! No perché devi vedere come sono venute conciate
quelle,
Muskmon! Cioè io voglio dire mia figlia è quella
che
è ma se se ne uscisse che volesse vestirsi come quelle
domatrici
io cioè hai presente? Neanche morta,
ma…!!...insomma
dico…!! U-Un mondo come Digiworld!...c-così
pieno…di cose carine ed esserini tanto
graziosi…!!...» nel deformarsi dei suoi
lineamenti, che si
contraevano dall’orrore «…i-infangato
dai loro fiumi
di trucco, scosso dall’---insopportabile rimbombo dei loro
tacchi
sul suolo!! Un suolo antico e pieno di leggende!! Nooo, cioè
le
ragazze di adesso sono proprio volgari, pensano solo a una cosa, ti
pare? A fare le veline, essere mercificate in tv! Se così
sono
contente, ma non capisco perché devono scegliere proprio
Digiworld? I-Il mio Digiworld!!...
…è-è un mondo di cartoni animati, ci
sono alcuni
Digimon piccolini che possono rimanere scioccati nel vedere scene
troppo forti che provengono dal mondo della terra!!...ah, a
proposito!» aprendosi in una ben più radiosa
espressione
«Lo sai che Lotti ha conosciuto un piccolo coetaneo che aveva
un
modellino di moto come il suo? Ihihihi, sono stata così
contenta, pensa che se l’è fatto prestare! Nooo,
se
socializza è una cosa
buona!»…«Ascolta…
…preferirei che tu mi spiegassi cosa volevi dire quando hai
fatto il mio
nome…»…«Uhmuhmuhm!»
…aggiustandole premurosamente i petali sul collare e la
scollatura «Niente, semplicemente che ho riflettuto a lungo e
dopo la sconfitta di N’Emo ho capito che non è
quello
dell’approccio diretto il metodo migliore per perorare la
nostra
causa, quelli sono persone molto violente, e non si farebbero scrupolo
di far del male ai miei figli: per loro sono nemici! Ti rendi conto?
Non conta che siano solo bambini, sarebbero capaci di ordinare ai loro
Digimon di acquisirli, a parte questo non farmi pronunciare anche
sull’integrità morale di quelle creature che si
definiscono “appartenenti a questo mondo” ma che
poi alla
prima occasione si sono mischiate ad una feccia umana a tal punto
maleodorante, cioè!...poi dice che i vecchi
supremiii…erano diffidenti a questo incontro uomini-Digimon,
cioè io li capisco: guarda dieci anni quanto hanno cambiato
il
nostro mondo, Muskmon!»
…ancora silenzio, per la pianta Digimon…
«Guarda
che razza di mercenari hanno plasmato! Comunque peggio per loro:
seminano il vento? Raccoglieranno tempesta, è quella che ho
intenzione di scatenare ma…se qui tendiamo un altro agguato
rischiamo di uscirne decimati, quelli non hanno la minima idea delle
regole numeriche e morali a sostegno di una battaglia, ma io li
ripago…con la stessa moneta, che cosa credono!...
…Muskmon!» puntandole il dito, con un sorrisetto
stuzzicante che fece sgranare gli occhi dell’altra
«Sai che
stavo pensando?...Guardianmon, prima di questo…recente
voltafaccia ne ha combinate tante, e per quanto tutta quella brigata
ostenti arie di santità io non ci credo poi così
ciecamente, là di sicuro si nasconde qualcuno che avrebbe
una
gran voglia di farla pagare al nostro eroe mascherato per tutto il
casino che ha sollevato! E soprattutto ptsss…»
parlandole
all’orecchio «…per averli tenuti
separati in tutto
questo teeempo, e aver procrastinato fino ad oggi la stucchevole
rimpatriata!...
…dobbiamo battere su questo tasto! E se anziché
prenderci
noi con la forza i dati di Guardianmon ce li facessimo portare
spontaneamente da uno di loro? Uhmuhm, ci sono sempre i più
malleabili, pronti a tradire la massa, e quella che potrebbe dare alla
loro coscienza la spintarella che serve…sei proprio tu,
Muskmon!»…«Ahhh!»…«So
già
a chi propinarti…daaai, chissà che
nell’attesa di
ritrovare Henry tu non possa svagarti un poco con un bel ragazzo, anche
perché sai cosa ho sentito?...
…vieni più vicino!...che la moglie…
…è brutta e ridicola da sbellicarsi!!!
Uhmuhmuhmuhmuhm!!!»
Lo sguardo di Muskmon si smarrì nel buio…
Nella stanza ancora accesa del Grand’hotel…
«Che cosa
stai guardando…?» chiese una voce premurosa, e la
ragazza
bionda e paffutella alla finestra rispose «Guarda che
tempaccio,
Kenta! Mi domando cosa sia successo a Alice e Cyberdramon,
perché non siano ancora
tornati!»…«Lo
so…sono in pensiero anch’io, ma Rika e Ryo assieme
a
Kyubimon sono andati a cercarli.»…«Mi
sento in
colpa, finché era qui ho parlato male e mormorato contro
Alice.» confessava lei con la sua voce nasale, mentre lui le
sorrideva per stemperare «Ma daaai, Yuki! E’
normale,
è che non ci aspettavamo la presenza di Alice: non che sia
una
cosa sgradita avere nuovi compagni, però…non si
può negare che lei si ponga in un modo che non sembra
granché sincero…e a dire il vero anche conoscendo
Ryo mi
chiedo come mai lui sia arrivato a fidanzarsi con
lei…»…«Beh! E’ una
bellissima
ragazza!»…«Sì lo so
però…» replicava quel ragazzo con gli
occhiali…
…e
l’aria così riflessiva «…io
ho
l’impressione che sia stato altro a legarlo a lei,
l’aspetto non c’entra. Non credi anche
tu?»…«In effetti…ora che mi
ci fai
pensare…in questi anni Ryo ha sempre cercato di dare
l’impressione di quello per cui contava
l’apparenza,
l’aspetto esteriore, però non
c’è mai
riuscito! In realtà, se lo si conosce
bene…» ci
teneva ad esprimere quella ragazza, che parlava con viva partecipazione
«…si comprende che è tutto il
contrario, non
c’è per lui cosa più importante dei
sentimenti veri
e sinceri! Non ha fatto che inseguirli in tutti questi anni,
finché non è riuscito a ritrovare il suo Digimon
e a
tornare qui, a Digiworld! In realtà è rimasto
l’eroe leale e coraggioso di allora, solo che molte volte ha
dovuto lottare contro un mondo di esteriorità. Ma
è
normale, ognuno ha i suoi ostacoli da superare nella vita! Come
noi!» …Kenta sorrise «…lo
vedi? Siamo sempre
d’accordo in ogni cosa.» e lei ricambiò
«Per
forza! Abbiamo trascorso tutto questo tempo a lavorare incessantemente
e silenziosamente, elucubrando senza mai stancarci su quali potevano
essere le scelte migliori per i nostri amici. Cosa poteva metterli in
difficoltà! E quali invece potessero essere…i
loro sogni
inconfessati…»…«Uhmuhm! Ti
ricordi? Quante
notti passate insonni…seduti al
tavolo.»…«A
sgranocchiare patatine e snack!
Gnam!»…«…con
mamma che veniva la mattina presto a portarci il caffè.
Yuki.
Cara MarineAngemon…» sfiorandole i capelli col
dito, in
gesti eleganti che conferivano distinzione anche alla sua figura
giovane e in pigiama «Tu sei stata più di un
Digimon. Sei
stata la mia compagna…di tutta la mia crescita. Sono stato
fortunato ad averti accanto…se non ti fossi infilata nel mio
taschino prima della mia partenza per Digiworld probabilmente
adesso…non sarei qui ma chissà dove. E questo per
via
della tua natura di dati, e la tua capacità di viaggiare in
questo mondo! Ma chissà che ne sarebbe stato di
me…» smarrendo lo sguardo altrove «Forse
sarei
cresciuto come un ragazzo…arido, e sbandato: col tempo avrei
dimenticato i miei amici, abbandonandoli…per inseguire
ciò a cui si va dietro…» e tornando a
guardarla
«…quando non si ha avuto un angelo custode come
te…ad illuminare il proprio cammino…sei entrata
nella mia
vita quando ero soltanto un ragazzino…
…ma
guiderai i miei passi per sempre, lungo tutta
l’eternità!»…«…non
dire
sciocchezze. Se anche io non ci fossi stata…tu avresti
trovato
nel tuo cuore l’amore per andare avanti, e crescere limpido e
onesto come sei, Kenta.» soffiandogli un cuoricino
magico…che sfumò toccandogli la guancia
«…io
sono stata fortunata…quando mi sono lanciata da te incurante
di
abbandonare il mio mondo ho seguito solo
l’istinto…e il
cuore. Ma benché i miei dati fossero esili, a dispetto del
mio
livello mega…l’amore non mi ha ingannata, seppure
mi fosse
impossibile…fin da allora immaginare quanto fosse grande il
tuo
animo…e quanto amore e purezza
accogliesse.»…«Eppure ti sbagli! Io sono
pieno di
risentimento…» si volse lui altrove, e lei lo
guardò con pena «Perché dici
questo…?»
(canzone: Giorgia
- With you)
«Benché mi sforzi, non riesco a perdonare chi
gratuitamente ci ha sottratto questi anni, e tutta la
felicità
che potevamo avere. La vita non dura
all’infinito…potevamo
crescere uniti e fronteggiare le difficoltà, mentre
adesso!...
…anche se non li vediamo, quanto soffrono i nostri amici!
Ognuno
di loro, anche se lo maschera nella sua
quotidianità…ha
un dolore profondo: Takato con i suoi genitori che gli hanno voltato le
spalle…Kazu con suo padre che gli ha distrutto i
ricordi…Jeri è cresciuta isolata da tutti, ed
è
cambiata, sebbene non sembri è molto cambiata e…
…!
E questo solo per nominare quei tre ragazzi che sedevano ai banchi
della mia stessa classe. E’ stato solo un atto di arida
malvagità quello che non mi ha permesso di affiancarli e
proteggerli: Guardianmon ci ha separati, ed i genitori vari hanno fatto
il resto. Forse ti sembrerò commediante ma ogni loro
sofferenza
è stata anche mia!»…«Ma lo
so! Caro, se non
lo so almeno io. Eh?...ti ho affiancato…dividendo con te la
grande angoscia del non poterti accostare direttamente a loro, e poter
dire che c’eri! Poter sussurrare al loro
orecchio…parole
di speranza: nessuno pensa agli altri quanto te, Kenta. Non ho mai
conosciuto una persona così altruista…tu ami i
tuoi
amici…come fossero pezzi del tuo
cuore.»…«Sono riflessi del mio passato,
i pezzi del
puzzle della mia felicità. Come un album
fotografico…pieno di sole, e dell’azzurro del
cielo.»…«…di
sole…e
d’azzurro…» ripeté incantata
Yuki, e Kenta
descrisse «…come l’infanzia…
…come le avventure che, da ragazzo…ti trasformano
in una
creatura da fiaba…un Digimon…
…in un geyser
d’emozione…un’esplosione di
luce…che ti accompagna per tutta la vita, ti
segnerà il
cammino…»…«Un oceano
d’amore…» ripeteva lei, mentre
esplodevano i tuoni,
e la pioggia scrosciava alla finestra chiusa…
…le gocce sul vetro sfumavano il loro bacio…
«Posso esprimere un desiderio…? Io
voglio…che la
favola di noi due, Kenta, resti sempre su questo mondo, ad illuminare
le vie di chi si smarrisce, nella notte. Io sono nata a Digiworld, e in
fondo il mio mondo ha così bisogno…della luce di
chi si
ama, più che mai ora, che le tenebre minacciano di scolorire
i
suoi bei
riflessi…!»…«…io
ti
resterò sempre vicino…
…piccola MarineAngemon…
…mio dolce…tesoro del passato. Mio sogno del
futuro…»…«…il
futuro brillerà e
sarà bello come l’hai sempre sognato, Kenta. Posso
chiederti una cosa? Non avere risentimento verso chi ha fatto del male,
ormai il passato è passato: lo dicono anche i nostri amici,
la
nostra speranza…riuscirà a trionfare, nonostante
le
nuvole.»…«A volte i dubbi mi assalgono,
ma ci voglio
credere! Oggi ad esempio quando ho visto il piccolo Hideki tornare da
Mitsuo e sua moglie…ho capito che non è mai tardi
per
sperare, non c’è
un’età!»…«Uhmuhm!
Certo,
sciocchino…»
…ed il
loro Digivice rosa era appoggiato sul comodino, come un oggetto
prezioso le cui ali sembravano descrivere il volo del loro
amore…
…quando
nell’impervio territorio di Digiworld, di sole e
d’azzurro
non vi era uno spicchio nella furia di quella notte piovosa, i cui
fulmini ledevano i pali del settore degli orologi, e sembravano
minacciarne gli ingranaggi: in questo scenario, incurante del pericolo,
si avventurava Kyubimon «Ahhh!!!...se continua
così le
strutture cederanno!! Il settore resterà gravemente
compromesso!»
Ma le mani
di Rika si stringevano più forte al suo pelo: nonostante i
suoi
boccoli fossero completamente bagnati, i suoi grandi occhi lilla non
cedevano da quella appenata ricerca, tentando di scorgere in ogni
angolo la sagoma della ragazza e del Digimon smarriti.
Ryo dietro
di lei si teneva altrettanto saldo alla volpe a nove code…ma
dal
fondo del suo cuore sgorgava angoscia “…che cosa
ho fatto?
Come ho potuto spedire il mio Digimon da solo con Alice, come ho potuto
allontanarmi da lui per una simile sciocchezza…?”
…ed i suoi occhi azzurri smarriti venivano ora accesi dalla
luce
delle fiamme che si estendevano dalla sommità di un palo: un
fulmine l’aveva colpito, e Kyubimon esclamò
«Reggetevi forte!!!» arretrando bruscamente, per
schivare
il crollo dell’ingranaggio e la sua esplosione
«Ahh!!...» Ryo sussultò, e si chiese
“Sono
davvero così infantile come descrivono?!...forse…
…io non cambio mai, resto nient’altro che un
delinquente
da strapazzo, e per quattro spiccioli di vita mi gioco le cose che sono
davvero importanti!” e chiamò disperato
«…C-CYBERDRAMON!!»…«Ryo!»
esclamò Kyubimon, ma lui insistette «CYBERDRAMON!!
RISPONDIMI!!» Rika lo ammonì «Devi
calmarti!!»…«Come faccio a calmarmi,
Rika?! E’
stata tutta colpa mia!!»
La ragazza restò colpita…
«Avevi
ragione tu, sono stato uno
stupido!!»…«…ma adesso lo
ritroveremo!!»…«Ho
paura!!»…«E
non devi!!» specificò ferrea la ragazza,
guardandolo negli
occhi e parlando con decisione dal retrogusto rassicurante
«Perché altrimenti saremmo qui?! Stiamo lottando
per
riportare a casa sia Alice che Cyberdramon, e sarà
esattamente
quello che faremo per cui tu non devi mollare, hai
capito?!!»…«Per favore,
Rika…!!»
supplicò lui, chiudendo gli occhi e stringendosi a lei
«Per favore, aiutami a ritrovare il mio Digimon!! Tremo al
pensiero di aver sprecato così…p-per
niente…!!...la grazia che mi aveva concesso la
vita...permettendomi di ritrovarlo…»
“Ryo…sei ancora un bambino…”
pensò lei
provando tenerezza…e rivolgendogli una carezza su quei
capelli
bagnati, per poi esortarlo animosamente «Andiamo, pensi forse
che
il tuo Digimon sia così fragile da non poter resistere
qualche
ora in uno scenario del genere?!!»…«Non
lo so, per
me il cucciolo resterà sempre una creatura da proteggere! Io
gli
voglio bene…» alzando gli occhi su di lei
«…e
trovarmi qui, in questo luogo prossimo alla distruzione, mi fa
ripensare al quel cielo, Rika! Al cielo sereno di quel giorno,
al…nostro cielo…c-che siamo stati incapaci di
conservare!!»…«…Ryo…»
sussurrò lei…per poi affermare
«…non
è mica troppo
tardi…!!...»…«Oh?!»…«Non
è troppo tardi!!» afferrandolo decisa per il polso
«Ora noi ritroveremo loro, e poi libereremo Digiworld dalla
minaccia! Non dobbiamo rimpiangere ciò che non è
stato,
noi dobbiamo soltanto impegnarci per un futuro
migliore!!»…«…tu sei
migliore: tu sei molto
migliore di
me…»…«…non dire
sciocchezze…» per poi volgere lo sguardo
più avanti
«…Kyubimon: andimo! Ce la fai a
proseguire?»
«…CERTAMENTE…»
scandì la volpe dorata,
e ringhiando piantò le zampe a terra, per compiere un balzo
acrobatico tra i detriti infuocati, la pioggia ed il crollo di pali e
ingranaggi…
…per poi atterrare, riprendendo una corsa agile e mozzafiato
attraverso il settore (fine-canzone)
…eppure nella pioggia scrosciante c’era qualcuno
che si
rialzava da terra…e nello sfondo di un fulmine, rivolgeva i
suoi
occhi allo scenario dinanzi a sé…occhi azzurri,
occhi
smarriti…
…la
mano passava tra i capelli biondi sporchi di fango e terra
«Ohhh…» ed i passi erano stentati,
eppure…quel volo così terribile e mortale
sembrava non
averla minimamente scalfita…se si taceva il fatto di aver
spezzato il laccetto delle sue scarpe, decisamente troppo lucide ed
eleganti per un terreno come quello «…e
adesso?» si
chiedeva Alice «…dove posso
andare…?»
guardandosi attorno…e poi stringendosi a sé
«Che
freddo!...
…ho smarrito tutti…Cyberdramon…
…G-Gelsomon mi ha abbandonata…Ryo è
lontano!...
…non ho una meta! Sono costretta…
…a vagare per
Digiworld! Ahh!» il suo passo lievemente claudicante sembrava
affaticarla, e si reggeva una spalla come se le facesse male
«…qual è il mio destino…?...
…Dobermon,
è inutile sperare di incontrarti!» cadendo in
ginocchio, e
spalancando braccia deboli, e prive di speranza
«…sognare…» chiudendo gli
occhi
«…che tu venga a prendermi…come una
bambina
all’uscita di scuola…
…eppure tu solo puoi sapere che ne avrei tanto bisogno!!...
…amico
mio!!» gridò Alice «…sono
completamente
sola!!!...
…i-in
questo mondo…e nell’altro…da quando tu
mi hai
lasciata. Non ho più una traccia a illuminarmi il cammino! E
questa notte di tempesta!!...
…è la notte della mia vita. Sempre se
tale…»
(mentre i passi
di qualcuno si facevano sempre più vicini…)
«…si possa
definire.»…«…sempre
se tale…si possa definire.» un altro sussuro. Ed
Alice
«Oh!»
sussultò…nell’incrociare lo
sguardo di qualcuno, che si era fatto di fronte a lei: un tuono
introdusse un ragazzino dai lunghi capelli neri completamente fradici
di pioggia…
…e
che allo scintillare del lampo…mostrava di avere due ombre
anziché una…
«E
tu chi sei…?» chiese la ragazza «E tu
chi
sei…?» mormorò il bambino…
(canzone: Muse
- Unintended) …e le loro mani candide
allo stesso modo, spontaneamente si avvicinarono fino ad
incontrarsi…
Quattro ali rosse emergevano dal terreno, scrollandosi dal fango, in un
cupo mormorio degno di un drago. E qualcuno da lontano già
l’aveva avvistato
«CYBERDRAAAMOOOOOOOOOOOOOOON!»
«Oh?
Che è successo?! Mi duole la testa. Ge-Gelsomon?!»
si
guardò attorno tempestivamente il Digimon. Ma udì
ancora
«CUCCIOLOOOOOOOOO!» tanto che realizzò
«Oh?!...Ryo!...c’è anche
Kyubimon!»
Ryo non ce
la fece e smontò dalla volpe a nove code «Ryo, che
fai?!!
S-Sul terreno si scivola!» esclamò Rika, e la
volpe
«Torna indietro!» ma il ragazzo non volle sentirci:
corse
con tutta la sua foga, incurante delle rocce scoscese e scivolose che
rischiarono di farlo inciampare più di una volta.
«Ry-Ryo no! Sta
attento! N-Non cor-rere!» invitava il Digimon ma era inutile
«NON ME NE IMPORTA NIENTE! Ahh-hhh! C-Cucciolo! Auhf,
uhhf!» giungendo affannato da lui, cadendo in ginocchio e
prendendogli il muso «Cyberdramon…!...mio
Digimon…»…«Ma insomma,
Ryo…non ti
sembra di esagerare? Una corsa come questa! Io sto bene! Sono tutto
intero…»…«Sia ringraziato il
cielo!!!»
aprì le braccia il ragazzo, nel boato di un
tuono…a sua
volta commentato dall’arrivo di Rika
«…puoi dirlo
forte!» mormorando poi con Kyubimon
«…meno
male…almeno lui è salvo, ho temuto davvero
sentendo Ryo
così preoccupato: ora la prima metà è
fatta, non
resta che trovare Alice…» La volpe rispose
«Forse
Cyberdramon sa dov’è e può
indicarcelo.» e la
ragazza replicò «Pensavo la stessa cosa.»
…per poi guardare Ryo mentre lo abbracciava, stringendo
occhi
forse commossi, tra le gocce inondanti «Cyberdramon
perdonami!!»
Cyberdramon «O-Oh…» era sempre un
po’
imbarazzato…ma gradualmente sembrava spinto a ricambiare
l’abbraccio…borbottando
«…Ryo…sei…un po’
maldestro come
organizzatore.»…«Lo so!»
alzava occhi felici
il ragazzo «Ma non mi interessa, ora che ti ho
ritrovato!...grazie a…Rika, e a Kyubimon che mi hanno
aiutato…n-non ho paura di rinunciare alle mie cariche!
Ohh…»…«Ryo!! Che ti
succede?!»
esclamò il drago quando lo vide socchiudere gli occhi, ed
anche
Rika «Ryo!!» e Kyubimon «Che
cos’hai?!»
…al
ragazzo mancarono le forze, ma benché sembrasse prossimo
allo
svenimento sorrideva «N-No…!...non
dovete
preoccuparvi…è soltanto la grande emozione di
ritrovarti.
Sai? Ho avuto un sacco di strizza…» ed anche
Kyubimon si
avvicinò «…evidentemente questa
traversata ti ha
stremato, del resto è solo il nostro primo
giorno.» Ryo
commentò «D-Devo aver preso l’influenza
con tutta
questa pioggia…domani sai che divertimento! Tutto il
giorno…eecciù!! Già sento le
risate…»
Ma sia
Cyberdramon…sia Rika sembravano in pensiero per il ragazzo,
che
ora si abbandonava tra le braccia possenti del suo Digimon…
«Il mio nome è…
…Alice McCoy…
…sono un’ex-Digimon Tamer…la nipote di
uno dei
Pionieri digitali…» svelò la ragazza
come assorta.
Ed il ragazzino con gli occhialoni sul capo, lungo i quali scolavano le
gocce di pioggia, rispose «Io mi chiamo…
…Nakao Harada…
…e non sono mai stato un Digimon Tamer…sebbene
avessi
desiderato diventarlo. Nonostante questi…»
indicando i
suoi occhialoni, nello stupore della ragazza «…e
nonostante…questo…» mostrandole il
Digivice
«…io non faccio parte di quei bambini fortunati.
Infatti
quasi a nessuno rivelo il mio nome…
…io…sono un
“nessuno”…»…«…e
allora
perché lo hai rivelato proprio a me…senza neanche
conoscermi?!» chiedeva Alice al culmine di uno stupore che
però in qualche modo le suggeriva la risposta, quella stessa
che
lui le fornì con occhi rapiti «Perché
in fondo, noi
due siamo
uguali…»…«Ahh!»
Le loro mani bianche si toccavano nella pioggia…
«Ti ho riconosciuta appena ti ho vista…»
Lei
lo guardava con occhi attoniti…ed accennò
«Io…»
Ma
intanto, incedendo a passo goffo nella pioggia, veniva avanti una
dragona dal grembiule logoro «Per la miseria, la collisione
tra i
nostri attacchi ci ha sbalzati via: uno da una parte, e uno
dall’altra! Che depressione, avere un marito con cui dover
combattere anziché tirare avanti la famiglia! Comincio
proprio a
pensare che…pfff…sia stato un errore tornare su
questo
mondo: qui nessuno ha bisogno di me! Faccio prima a preparare il
fagottello e…oh?! Ma quella è Alice!»
…la quale affermava
«…dev’esserci sicuramente
un errore!» ma N’Emo o meglio Nakao scuoteva il
capo
«…temo proprio di no. E
perché…? Per il solo
fatto di essere un bambino? E’ solo per questa ragione che
non
posso in realtà essere…come te?!» ma
Alice
spalancò gli occhi «Gelsomon!!» tanto
che anche il
ragazzino si volse «Oh?!»
La dragona era immobile…ma il suo sguardo, da Alice e
N’Emo, scivolò verso le ombre di
quest’ultimo…l’orsa e la creatura
dall’abito
svolazzante, messe in risalto dalla luce del lampo che precede il tuono
“…le mie amiche!! LadyMeramon e PinkMonzaemon sono
con
lui! Chi è questo ragazzino?!”
Ma
poi fu ora di confrontarsi con gli occhi azzurri della ragazza, che
esprimevano riprovazione…(fine-canzone)
«…un Digimon…»
sussurrò Mako,
avvicinandosi a passo tremulo, nell’eco della pioggia e dello
squittio dei topi «Mi presento! Il mio nome
è…Sandmon: appartengo ad una nuova specie
digitale, e
sono a capo di un esercito.»
Il
ragazzo dai capelli rossi bagnati e sporchi era attonito, e seguitava a
fissare quell’alone di luce ad incorniciare la creatura
«Benché tu adesso mi veda da solo io appartengo ad
una
triade…che si compone del sottoscritto…assieme ai
suoi
due figli, la dolce e incantevole Ufomon…
…ed il piccolo ma letale Gravemon. Siamo un unico
nucleo…
…ma mia moglie Violetta ci domina e ci tiranneggia: per
liberarci dalla sua egemonia ci occorre qualcuno. Un
domatore…» scandì con voce scura e
profonda…«Cosa…?»
accennò stupito quel
sedicenne «E’ scontato! Senza il potere di un
Digivice noi
Digimon altro non siamo che servitori dei potenti: la vera chiave del
successo…è insita nella vostra natura umana. Voi
siete
quelli che ci portano all’apice…ma anche quelli
che ci
declassano fino alle viscere fognarie quando…uno di voi si
mette
in testa di sfruttarci per la propria scalata sociale per
poi…gettarci via come giocattoli dimenticati:
così mi
sono sentito io…a causa di quella petulante insopportabile
di
Violetta. Ti ho già parlato di lei per caso? Dovresti
vederla,
brrr…è terrorizzante! Peggio di certe streghe
delle
favole che…fanno tanta paura ai bambini! Ai miei no, nooo,
ai
miei no! Loro adorano quelle “povere”
streghe…sanno
di averne in casa una dieci volte peggiore. Comunque, sto divagando:
ehm ehm!!!...dov’ero rimasto? Ah sì…
…ehm…Mako scusa: è così che
ti chiami,
giusto? Potrei gentilmente sapere…cosa ci fai qui stasera?
No,
è che l’ultima volta in tutta onestà ti
avevo
visto…operoso per il bene pubblico, attendevi fuori dalle
porte
di un ospedale dopo una notte passata sgobbando e curando qua e
là ferite purulente! Insomma ci sarà pure un
motivo, no?!
Dopo tutto…ognuno di noi ha i propri scheletri
nell’armadio…»…«…io
ho fatto di
questo tunnel la mia casa…» avanzava minaccioso il
ragazzo
«…PERCHE’ TUTTI MI HANNO
ABBANDONATO!»…«Oooohhh…che
visione
apocalittica, per carità! Chi sono
costoro?»…«…LA MIA FAMIGLIA!
LA MIA RAGAZZA!
Il mio Digimon…» chinando il capo…e
fissando il
fangoso rigagnolo con risentimento «…tutti si sono
presi
gioco di me, e in fin dei conti abitando qui esaudisco il loro
desiderio inconfessato di vedermi fuori…
…n-nemmeno il Digivice mi è stato concesso di
tenere!!
T-Te ne rendi conto?! N-Ne avevo uno, io avevo un Digivice!!»
esclamò con i suoi occhi chiari spalancati «E-Era
apparso
dieci anni fa…ma poi il mio Digimon fu
risucchiato…e-e
ora che era finalmente riapparso HA CAMBIATO DOMATORE!! L’ha
preso lei…e insieme sono fuggiti a Digiworld, nel mondo in
cui
ho sempre, SEMPRE sognato di viaggiare!! Ho trascorso questi dieci
anni…» nel rompersi della sua voce in un gemito
«…a sognare il ritorno di quei tempi felici che
sembravano
lontani anni luce…
…contro il mondo che cambiava…e le mode che si
alternavano io…i-io sognavo di rivedere il peluche del mio
Impmon…nella vetrina dei negozi, e-e di poter godere della
gioia
di non doverlo…mai comprare perché fra tante
copie
inanimate io potevo stringere fra le mie braccia…
…l-l’originale, e litigarmelo simpaticamente con
mia
sorella!! O-Ora…che avevamo imparato a deporre
l’ascia di
guerra e a dividerci le cose…ma non è stato
possibile…» versando lacrime
«…lo sai? Mia
sorella è malata…
…Akemi è prossima alla morte…lei
però ha
preferito lasciarmi solo anziché attendere con me il ritorno
dei
Digimon! E’ entrata in convento!!!...
…perché non sopportava di averlo perso!! Lei lo
amava…
…amava lui più di quanto amasse me come fratello!
Certo,
è stato più forte il desiderio di fuggire lontana
dal suo
amore infelice che quello di restarmi accanto! Mi
ha…»
prendendosi il capo tra le mani «…scaricato in un
mondo
che non mi piaceva, perché era troppo diverso da quello
della
mia infanzia! L’abbaiare del mio cane fuori casa è
come
una solenne campana che nelle notti tempestose non cessa di ricordarmi
quanto…eravamo…felici! Io…la
mamma…il
papà…
…Akemi…
…il nostro cucciolo, e Impmon!...»
…mentre Sandmon
lo scrutava con il suo volto immutabile, e la sua bocca ondulata dalla
quale scolavano dei fiumiciattoli di sabbia che erano diventati
l’intrattenimento numero uno dei topi…
«Eravamo una famiglia felice, PERCHE’ E’
DOVUTA
ANDARE COSI’?!!» Mako si volse di scatto e si
aggrappò all’armatura di Sandmon
«Perché
Impmon doveva essere risucchiato, perché Akemi doveva farsi
monaca?!! Perché papà doveva…perdere
la brocca,
PERCHE’ LEI DOVEVA ESSERE MALATA?!! Perché io fra
tanti
dovevo innamorarmi proprio di Jeri…in quanto…
…a suo tempo era stata una Digimon Tamer, con lei speravo di
poter colmare il buco vuoto lasciato da Akemi, in attesa di
confrontarmi…col dolore della sua perdita, perché
proprio
lei doveva ingannarmi?! Jeri era la mia ultima speranza…
…ma lei…è andata via portando con
sé il mio
Digimon…la mia infanzia è sfumata…
…io sono solo. Il mio sogno è distrutto. Che
senso ha che
più viva ormai…?!» cadendo in
ginocchio…ed
aggrappandosi a quei possenti stivali
«Ehm…»…«Io in
realtà non
chiedevo molto…soltanto…qualche anno in
più…» alzando occhi ingenui verso quel
volto di
sabbia «…in quella culla soffice fatta di
sogni…e
di cartoni. Di avventure alla tv…
…e tra le vie della città. Dimmi…tu
che sembri
così grande e potente, tu che di sicuro sei stato originato
da
un prodigioso fenomeno: era un desiderio così ardito il mio
tanto da dovermi essere sbarrato, senza possibilità di
appello?!» “Io…? Grande e potente,
originato da un
prodigioso fenomeno? A dire il vero questo tipo si sbaglia un tantino:
io non so nemmeno chi mi ha creato, mi ci sto scervellando ma senza
successo…”
Mako si accasciò stremato «…neanche tu
mi rispondi.
Evidentemente fognature del genere le hanno costruite in
città
per quelli come me. Impmon vi ha soggiornato, ma poi è
riuscito
a riemergervi…io però sento che non
avrò mai la
sua forza. Io non sono un Digimon…» tornando ad
alzare gli
occhi verso Sandmon «…io sono un comune essere
umano…
…quelli come noi sono sempre i più
svantaggiati…»
Quegli occhi infossati nella sabbia…quella bocca ondulata
erano
incastrati in una tacita
immobilità…”Questi esseri
umani sono strani, non sono del tutto come me li aspettavo. Violetta me
li aveva descritti…come dei guerrieri arditi e spietati, dei
pazzi scalmanati animati da soli intenti distruttori, dalla cui furia
noi Digimon ci saremmo dovuti difendere armandoci e costituendo un
regno ancor più inespugnabile, tanto da frenare la loro
avanzata. Eppure! Guardando questo tipo disperato…
…questo ragazzo che a soli sedici anni già si
appende
alle caviglie di uno come me, che nemmeno conosce la sua
origine…
…e che usa espressioni come “tutto
finito”…”che senso
ha”…
…mi sembra tanto di vedere un altro povero sbandato come me,
altro che guerrieri armati fino ai denti!” mentre Mako si
abbandonava a un pianto rassegnato e sommesso, stringendo il piede di
Sandmon “E’ inutile, temo che Violetta abbia preso
un altro
granchio…lei non è obiettiva nel valutare le
cose…del resto, se sto facendo tutto questo, è
proprio
per sfuggire da lei. Perché non la sopporto più!
Mi
è sgradevole soltanto la voce, non posso sentirla che mi
comanda…e in più mi accorgo che degli esseri
viventi non
ci capisce niente! E’ scontato che mi preoccupo per i
bambini:
lei davvero potrebbe condurci sull’orlo di un precipizio con
le
sue folli congetture, non posso permetterle di rovinare i miei
figli…per Ufomon e Gravemon sarei pronto ad arrivare a
qualsiasi
cosa!...e sarà ciò che farò: con
l’aiuto di
questo ragazzo devo assolutamente sbaragliare l’intera
squadra di
Digimon Tamers, e con i loro dati acquisiti digievolveremo fino a
essere più forti di Violetta, per allontanarci da lei il
più possibile, e vivere di vita propria.”
«Oh!!» Mako sussultò…
…ma in
realtà il sobbalzo era di entrambi, qualcosa di luminoso
stava
comparendo…l’ombra di un oggetto che si divise in
tre
prolungamenti...sfrigolando di elettricità oscura, quando la
luce si attenuò «Ma questo è un
Digivice…!» esclamò Mako tendendovi la
mano…mentre Sandmon non era meno abbagliato
«E’
comparso…»…«…c-che
razza di tipo
è questo?!»…«…
…è il Digivice della triade,
Mako…»…«…della
triade…?»
Un
cristallo corvino dalle sfumature violacee, la punta più
alta
sembrava una montagnetta di sabbia, la punta bassa sinistra culminava
con un pianeta, quella bassa destra con un teschietto…
«Grazie a questo, io ed i miei figli diventeremo i tuoi
Digimon:
tu sarai il nostro…Digimon Tamer,
Mako.»…«Ah!...come? Digimon
Tamer…
…di ben tre
Digimon?!»…«…non eri forse
insoddisfatto poiché non avevi mai ottenuto la tua
occasione?
Bene! Ora non hai più bisogno di rimpiangere il
passato…se afferrerai il Digivice appena comparso sarai
potente
e incontrastabile: quale domatore, di quelli appena giunti sulla terra,
può vantare di tre Digimon per giunta nuovi di zecca,
appartenenti alla nuova specie! Noi siamo la generazione
futura…quello che calza a pennello per te, che sei un
ragazzo
che non ha mai avuto la sua occasione per dimostrare agli altri quanto
vale. Però tutto questo richiede un compenso!...se ti
assumerai
la carica di nostro domatore, dovrai impegnarti con tutto te
stesso…nel rinnegare quei traditori che ti hanno ingannato.
Sono
i nemici della nuova specie: loro obiettivo è affermare la
supremazia su Digiworld, e diventare eroi eterni!!»
incattivendo
la sua espressione sabbiosa, nello sbigottimento di Mako. Sandmon
inveì «Se da piccoli sognavano la pace,
crescendono
ambiscono al potere e alla tirannia: il loro disprezzo per le nuove
leve è sconfinato, farebbero di tutto per conservarsi la
loro
popolarità! Persino…sterminare due Digimon
bambini e con
una crescita fiorente davanti, come i miei
figli…»…«Ahh!»
…ma
intanto, fuori dal tunnel, una macchina frenava bruscamente,
nell’echeggiare di una voce nasale
«Ma…Akemi,
ragiona: mi sembra una follia! A quest’ora della notte, t-tu
sei
una mo-sei una monaca!»…«Dammi retta
papà, me
lo sento, non mi sono mai sbagliata!» adagiando sulla
bagnatissima terra i suoi sandali «Mako è qui! E
non
è illogico: questo tunnel!! Come ho fatto a non pensarci
prima!» esprimeva la suora con gli occhiali mentre suo padre
si
accingeva a ripararla con l’ombrello. Nonostante
l’ora, la
ragazza sembrava aver recuperato energie e spirito «Qui
è
dove si è rifugiato Impmon quando credeva di non avere
più nessun amico! Mako e Impmon sono estremamente simili
papà…»…«Lo
so…però…Akemi.»…«Però
niente! Ora lasciami andare, sono certa che qui troverò mio
fratello! Tu aspetta!»…«COOOME,
“ASPETTO”???!!!»…«Sì
invece, tu
aspetterai!! Papà, se ci vede assieme sarebbe capace di
scappare
di nuovo mentre io…so come prenderlo! Credimi, so benissimo
quello che faccio, tu aspetta in auto, ok? Fai il bravo, che la pioggia
ti dà i reumatismi.»…«E i
miei bambini in
giro a quest’ora mi danno
l’INFARTO!»…«Esageraaato! La
compagnia del
padre di Jeri ti ha messo la fissa delle malattie cardiache!»
scherzava la ragazza, ma il padre «Uhmf!» non
sembrava
tanto gradire «Su su, porta
pazienza.»…«Ma
Akemi guaaardati, n-non hai neanche le scarpe adatte, con quei
sandali!»…«Beh? Che
c’è che non va?
Sono perfetti, almeno così come l’acqua entra
esce! Ad
alcune nostre sorelle li hanno raccomandati per andare in India a
curare i malati di lebbra, lì si sa che le piogge sono
intense e
frequenti.»…«E-E tu stai andando in
India?»…«Mmm…quasi! Uhmuhm!
No dai
macché India, è semplicemente il tunnel per la
raccolta
delle acque!» voltandosi con sguardo spoglio da paura
«…un vero must per un domatore di
Digimon…da
bambina quante volte ci sono entrata, nella speranza di un ritorno dei
giorni
felici…»…«…non ti
esprimi con
termini da monaca: cos’è un
MUST???!!!»…«Oooh, dai papà!
Ti devi
modernizzare un po’, lo dice anche Madre Katsumi!»
«I tuoi figli…
…mi sento già affezionato a loro!»
esprimeva Mako
pur con il fiato corto, e Sandmon chiedeva pacato «Te la
sentiresti di prendere in carico tutti e tre
noi…?»…«...io ho sempre
sognato di essere
come mio padre…di crescere come un uomo retto e
onesto…e
avere una famiglia intera di cui prendermi cura: il mio
modello…erano i Digiprescelti delle serie tv, quelli che al
termine della storia erano ormai grandi…ma circondati
dall’affetto dei cari, e…sempre con il loro
Digimon al
fianco.»…«…bene. Allora noi
siamo ciò
che fa per te. Però attento!...bada che dovrai combattere
contro
di lui…
…il tuo amico del
passato…»…«…non mi
importa…!!» stavolta fu il ragazzo a contrarre
l’espressione, nel sibilo «…Beelzemon
non è
più mio amico, ormai non è più
nessuno!! Era tutto
per me: mio fratello, il mio confidente, il mio braccio destro e la mia
spalla, non solo il mio Digimon! Ma mi ha tradito…non
avrò pietà con lui, non doveva portarmi via
Jeri…»
«…non dovrai farti…alcuno
scrupolo…»
descriveva cupamente Sandmon, affermando
«...lui…ed i suoi
alleati sono ormai nemici: meritano il peggiore dei
trattamenti…»…«…non
vedo
l’ora…
…maledetto Takato, finalmente potrò farti
assaggiare di
che pasta sono fatto…»
Il sorriso si apriva nella sabbia…
…ma una suora stava avanzando nel buio del tunnel (canzone: Alessandra
Amoroso - Amore puro) “Signore…
…ti prego guida i miei passi! Mako è qui, lo
sento!...fa
che possa ascoltarmi, fa che il mio nucleo familiare possa ricomporsi!
Lui e Beelzemon non meritano di essere divisi, loro
due…”
rischiando di inciampare, ma reggendosi alla parete e proseguendo, con
la grinta di una vera domatrice “…si vogliono un
sincero
bene! Sono nati per essere amici…”
«Tieniti pronto allora: ti porto a Digiworld, Mako…
…il tuo sogno si
avvera.»…«…finalmente…»
sorrideva subdolamente Mako «…riuscirò
a vedere
Digiworld…
…!!!...»
…allungando la mano fino ad afferrare il Digivice a tre
punte,
sfrigolante di tenebra «A-AAAAAAARGHHHHHHHHHH!!!»
Una scarica avvolse il suo corpo «Ti conferisco il potere
della
triade!! Usaci senza pietà, dimenticati dei tuoi affetti e
del
tuo passato!! Col nostro triplice aiuto reca danno e tormento ai
domatori!!!»
L’elettricità componeva un nuovo costume attorno
al corpo
del ragazzo: l’armatura viola di un guerriero, che sulle
spalline
riportava il simbolo della triade: la montagna di sabbia affiancata dal
pianeta e dal teschio. E due nuovi occhiali a sostituire quelli rotti a
terra…molto più grandi e ornati, dalla sfumatura
cristallina e la forma affusolata «Uhmuhmuhmuhm…
…bene, finalmente non siamo più in
svantaggio…» ghignava Sandmon…
Akemi arrivò «Ahh! Ho sentito un grido!!...
…MAKOOOOOOOOO!!!»
Esclamò con tutta la forza che aveva nei suoi
polmoni…ma
suo fratello non la sentiva più, e circondato dalla luce
saettante del suo prodigio si alzava in piedi «Ah! Finalmente
è ciò che ho sempre voluto: illimitato potere
digitale!!
Sarò il domatore…più grande e
più famoso di
tutto Digiworld, e anche della terra!! Beelzemon non mi avrebbe mai
potuto concedere un simile
primato…»…«…lui
è diverso da
noi: siamo la specie destinata a trionfare. Tieniti forte, sto aprendo
il portale!»…«Apri pure Sandmon! Io non
ho
più paura…
…non sono un bambino, e comunque neanche loro temono
Digiworld.»
La luce si faceva più intensa che mai…
…i passi di quei sandali nella sporcizia, lenti e attoniti
«…oh Cielo…una luce!...
…non riesco a distinguere!...S-Signore, sei forse tu?!
E’
la tua luce ad indicarmi il cammino?! In tal
caso…»
avanzando ancora «…non ne ho paura, tu sei il mio
amico e
la mia guida, mi conduci per mano…
…se mi chiami affinché io possa proteggere mio
fratello
dai pericoli rispondo senza timore alla tua chiamata…Mako
è molto fragile, il nostro mondo incantato non avrebbe
dovuto
infrangersi così. Riconosco d’esser stata
responsabile! E
forse vigliacca…a causa della mia debolezza ho fatto
soffrire
sia lui che Beelzemon! Ma se tu mi vorrai concedere il privilegio di
rimediare ai miei errori te ne sarò grata!
Finché…finché…
…avrò fiato per recitare parole di ringraziamento
per te,
Signore…che hai brillato fino a illuminare la nostra terra e
Digiworld!...noi non siamo soli…la tua luce indirizza
entrambi i
nostri mondi…
…è la luce del futuro…»
…mentre Mako e Sandmon venivano risucchiati…
Il signor Hayami era scattato in corsa all’interno del tunnel
«Ah!...uuun padre snaturato, ecco quello che sono! Lascio
andare
mia figlia, MONACA per giunta!!...da sola a notte tarda
all’interno di un tunnel come questo, devo essere impazzito!!
AHHH! I loro schiamazzi di quando ero bambino debbono avermi fuso il
cervello, CHE GLI RACCONTO A MIA MOGLIE SE SUCCEDE LORO
QUALCOSAAA…AHHH?!!! AKEMI!!»
Akemi, in una posa mistica e solenne, ad occhi chiusi e col suo
crocifisso stretto in mano,
avanzava…«AKEMIIIIIIIIIII!!!»…ed
avanzava
fino a che non udiva più la voce del padre,
poiché la
luce la avvolgeva «AKEMI TORNA INDIETRO TI
INGHIOTTIRAAAAAAAAA’!!!...
…SEI MALATA!! SEI MALATA FIGLIA MIA!!»
Ma la giovane suora camminò così vicino fino a
che
«Oh!» l’attrazione gravitazionale fece
volar via i
suoi occhiali «Ohhh…!!» e la
sollevò da
terra, nell’ondeggiare del suo abito nero: la sua espressione
disorientata simile a quella di una bambina a primo contatto con un
mondo alieno…ma nessuna bambina stringe così
forte un
crocifisso tanto da farsi portar via tutto, ma non quello…a
meno
che non abbia una gran Fede…
«…portami dove sono i miei cari…io ti
seguirò…» sussurrò
Akemi…e la luce
coprì la sua sagoma incappucciata…
…fino a brillare più che mai per poi diradarsi,
lasciando
un tunnel buio…
…e un padre in ginocchio «…ah!...
…no! Nooo, ditemi che non è vero!
A-AKEMIIIIIIIII!»
tendendo la mano…ma vi erano solo topi e
immondizia…
…la bolla
fluttuante in cui volavano Sandmon e Mako perforò la rete,
nei
suoi molteplici giochi di luce…
…mancava però di uno specchietto retrovisore, per
poter
scorgere quell’altra bolla trasparente in cui viaggiava una
giovane suora disorientata e privata dei suoi occhiali…ma di
certo questo non la rendeva cieca di fronte alle meraviglie incredibili
del tunnel informatico, fino a che «Ahhh!! Mako!
MAKOOOOOO!» un vortice di mille bolle, simile ad un bicchiere
d’acqua effervescente, fluttuò separando i loro
tratti,
coprendole la vista sulla direzione di suo fratello e destinando lei
chissà dove «Aaaaaaahhhhhhhhhhhhhh!!!» a
velocità vorticosa, come se avesse il peso di una
piuma… (fine-canzone)
«Ahhh!!!» Beelzemon si svegliò di
soprassalto nel
letto del Grand’hotel, al risuonare di un tuono
«Akemi…
…Mako…» pronunciava in un crescendo di
respiri
affannosi «…bambini miei…
…era solo un sogno…?» sicché
si
volse…nel letto accanto al suo c’era Jeri
addormentata…il suo guanto-marionetta a forma di cane si
allungava sul cuscino, come qualcosa che si ha scordato di sfilare
dalla mano, avendolo usato, fino al sopraggiungere del sonno, per
divertire quei cinque piccoli Digimon che ora dormivano tutti attorno
al suo braccio. Per questo la ragazza sembrava avere
un’espressione particolarmente distesa, come di rado
accadeva…e questo strappò un sorriso al Digimon
alato,
che dopo decise di smontare dal letto…
…e muovere qualche passo «Il vostro pensiero non
mi lascia
in pace…» volgendosi di nuovo verso quella giovane
domatrice, che teneva il loro Digivice sul comodino, al fianco del
cellulare. Nello sguardo del Digimon poteva leggersi un lieve senso di
colpa, ma poi disse «…ormai è inutile
rimpiangere
il passato, quello che è fatto è fatto: ora sono
a
Digiworld con Jeri…il presente è lei, lei
è la mia
domatrice. Devo concentrarmi su quello che ci
aspetterà…»
…afferrando il suo asciugamano dal bordo del letto e
ponendoselo
agilmente attorno al collo…
…ma mentre camminava verso il corridoio, alcune parole
riaffioravano al suo cuore “Purtroppo
è così. Akemi è condannata. Lei
è
affetta…da un male osseo estremamente grave che la
condurrà alla paralisi graduale…
…e-e poi alla morte.”
“Ma non
è possibile, questo!!!...questo…è
inconciliabile con la natura umana!!!”
”E
perché…? Perché è giovane?!
Perché
è una ragazza, e dovrebbe correre, vivere e sognare?! Oh
beh!...se è per questo sono d’accordo con te. Ma
è
anche vero che è abbastanza innaturale che stia ad AMMUFFIRE
IN
CONVENTO FINO ALLA MORTE PER COLPA DI UN DIGIMON!”
«…non riesco a farmene una ragione, tutto questo
rimbalza
dentro di me senza interruzione! Mi distraggo, combatto e cerco di
pensare ad altro…
…ma non appena mi ritrovo solo e al
buio…»
appoggiandosi alla parete e facendo il suo consueto gesto di appendersi
alle sue stesse spalle, nel risuonare incessante dei tuoni
«…mi assale la paura e lo sconcerto. Akemi!...non
mi
rassegno che tu sia condannata. Bambina mia, ora dovresti essere qui
con me, a Digiworld!»
…ma
l’occhio di Jeri si dischiudeva, come se udisse queste
parole…
«Dovremmo essere
assieme…ci dovresti essere tu, tuo fratello, ed io a
difendervi
dai pericoli! Tutti e tre assieme a divertirci, Mako…
…Mako
avrebbe potuto…portare anche il vostro cane! Del resto, come
Rea
ha portato suo figlio Benji…e-e come Ryo ha portato la sua
fidanzata!...ci sarebbe potuto essere da ridere!»
…Jeri si
metteva a sedere, ed ascoltava con sguardo assorto…
«Perché è dovuta andare
così…? Mi
mancate…
…mi mancate terribilmente, amici miei, e…faccio
appello
al cielo di Digiworld! A questo scenario così atipico
rispetto
alla terra…per immaginare che sia stato tutto solo un brutto
incubo, che ciò che ho udito non sia vero!...
…che tu non sia malata piccola Akemi…c-che sia
solo una
sporca menzogna quella che…i tuoi giorni sono
contati…»
Per Jeri fu un sussulto di stupore…e tornò
lentamente a
riadagiarsi sul cuscino…ma il suo sguardo era
pensieroso…
«…chissà se ti rivedrò
più, mia amata
Akemi! Proprio ora che ho scoperto…c-che non ho mai amato
nessuno oltre te! E’ dovuta giungere questa terribile notizia
a
spezzare la mia vita! Ah! Io mi preoccupo per me…
…ma chissà come sta Mako: ho preso Jeri con me e
l’ho portata a Digiworld…lasciando lui solo, a
confrontarsi con un dolore lacerante come questo che ora mi sta
divorando. Ma io sono assieme ai miei amici mentre Mako è
solo.
E’ inutile…» alzando sguardo malinconico
verso il
soffitto «…io sono sempre il solito: combino solo
disastri…non mi so mai gestire, sono peggio di un ragazzino
pasticcione, e stare con me significa infilarsi in un brutto guaio dopo
l’altro. Se solo potessi rimediare…ma ora
è tardi e
non si torna indietro. Se almeno Mako si fosse sposato come
desiderava…
…Jeri non avrebbe dovuto ingannarlo, puntando solo al denaro
della sua famiglia. Il mio bambino è
fragile…»
guardandosi i palmi delle mani «…ed è
stato solo
per troppo tempo. Ora di sicuro…teme quello che
accadrà
se Akemi per caso…
…!! Ahhh, non voglio nemmeno pensarci!!» e stava
per
picchiare un colpo sul muro: Jeri strinse i denti…
…ma quel colpo non giunse mai, Beelzemon si trattenne
«Ora
ci manca solo che sveglio tutti perché non sono capace a
trattenere il mio dolore come invece qui fa ognuno. E’ meglio
che
mi allontani, chissà se ci sono notizie di Alice e
Cyberdramon.
Spero che Rika e Kyubimon siano riusciti a trovarli, come se non
bastasse sono preoccupato anche per loro. Uscire in una notte del
genere! Digiworld può diventare molto pericoloso con un
tempo
così…»
Jeri distesa nel letto fissava avanti a sé
“…non
sapevo che Akemi fosse malata. Beelzemon sembra amarla moltissimo:
questo colpo deve starlo facendo soffrire
profondamente…”
Il Digimon infatti sembrava vagare senza una meta per quei buii ma
lussuosi corridoi, ed il suo sguardo fluttuava a mezz’aria
senza
posarsi su nessuna di quelle mille foto di Clockmon e Hagurumon, appese
ad un albo di eroici fotogrammi di dieci anni di attività
alberghiera…
“…temere di perdere qualcuno di caro è
un dolore
straziante…
…immagino come debba sentirsi. E Mako non deve soffrire di
meno…
…forse Beelzemon ha ragione, non avrei dovuto ingannarlo.
Non ho
fatto che pensare a me stessa…durante tutto
l’allestimento
di quel falso matrimonio che poi non si è mai realizzato.
Ero
ossessionata dai miei problemi…” rigirandosi
“…e non ho fatto caso che attorno a me
c’era gente
che forse stava male più di quanto ci stessi io! Per le mie
mille paranoie non ho fatto che far soffrire…un mucchio di
persone in tutti questi anni…! La costante
preoccupazione…di non farcela a tirare avanti, di divenire
povera! Di essere…esclusa da qualsiasi contesto e forse
più fra tutto di perdere gli ultimi affetti che mi sono
rimasti
mi ha resa…cieca, e indifferente al contesto che mi
circonda. Mi
chiedo…se è mai possibile tornare indietro o una
volta
che si arriva a certi punti si è cambiati definitivamente. E
rimane solo fingere…per offrire all’esterno
un’immagine che non ti rispecchia.” rigirandosi
ancora, e
guardando le creature sparse sul letto, come giocattoli che russano e
respirano “…questi piccoli Digimon ora dormono
sereni,
poiché credono di avere accanto…una coraggiosa
eroina dei
cartoni, forse quasi una fata! Buona, e amante della
giustizia…
…solo i sogni che nascono da un cuore puro come il loro
possono
ovattare, come nuvole, la dura realtà: se solo sapessero io
chi
sono in realtà…che cosa sono stata capace di
fare, e
cos’altro farei! Io sono…tutt’altro che
buona, non
potrei mai cullare il loro sonno. Così
come…nessuno,
adesso come adesso può vegliare sul mio, benché
ne avrei
tanto bisogno! E’ inutile: nel cuore di Beelzemon seguitano
ad
esserci nient’altri che Akemi e Mako…è
con loro che
desidererebbe essere a Digiworld, il fatto di essere venuto con
me…lui lo sente soltanto come un errore. Io e lui non
potremo
mai essere la coppia di Digimon e domatore che questa missione esige,
eppure come devo fare?!” tornando a sedersi di scatto
“E’ necessario che conseguiamo un’intesa,
per poter
beneficiare della potenza necessaria…
…i nostri nemici si fanno sempre più forti, e se
non ci
sbrighiamo a biodigievolvere anche noi…” lanciando
uno
sguardo al suo Digivice “…non avremo potere
sufficiente
neanche per proteggere…coloro che contano sul nostro
aiuto!!” per poi volgersi appenata verso quelle cinque
piccole
creature da poco conosciute…
Nel frattempo
ogni tuono faceva sobbalzare Beelzemon, che si stringeva a
sé e
tirava un respiro teso «…accidenti…il
temporale mi
fa ripensare ai miei due piccoli amici, chissà dove saranno
adesso e cosa staranno facendo. Chissà se piove anche da
loro.
Ahhh!» tuono più forte…
…mentre dei passi giungevano dalle scale…
«Meglio che mi allontani.» dedusse il guerriero
alato
«Bella figura se scoprono che grande e grosso come sono
ancora mi
spaventa il temporale, sai che vergogna!» ma quando stette
per
imboccare le scale prima uno scontro «Ah!!» poi un
tuono
micidiale: risultato fu un doppio grido
«AAAAHHHHH!!!»
…che sovrappose alla sua una voce squillante di ragazza
«Suzie!!» la quale boccheggiò
«Aaahhh…a-ahhh B-Beelzemon…! P-Per
fortuna sei
tu!»…«Che ci fai ancora in
piedi?!»…«Te lo spiego subito:
AAAHHHHHH!!!»
proteggendosi la testa con le mani. Beelzemon la afferrò
istintivamente per le spalle «Fa paura anche a te la pioggia
e i
tuoni?»…«Io?...brrrrrr!!!...n-ne sono
terrorizzata!
Ma non dirlo ai miei amici, te ne
preg-AAAHHH!!!»…«Calma!! Sta calma, no
no…certo che non dirò loro
niente!»…«…con gli altri
faccio quella
avventurosa…ma non ci posso fare niente, su questo non sono
cresciuta! E’ ancora come quand’ero bambina, quando
si
scatena una roba simile, i-io…non riesco a dormire, e di
solito
ci voleva mio fratello a tranquillizzarmi!» Questo tinse di
tenerezza l’espressione del Digimon, che affermò
«…certo, capisco. Ora lui…non
c’è,
però dai, in compenso hai trovato me.
I-Io…!»
dovette trattenersi e sospirare di tensione per sopportare quel tuono
ulteriore…ma il suo impegno fu canalizzato a tranquillizzare
la
ragazza «…beh in due è più
facile, no?
Spaventa di
meno…»…«Mmm?»
quella
ragazza rannicchiata orientò timidamente il suo sguardo
verso il
Digimon, che tradì un lieve disagio. Lei accennò
«”A-Anche a me”? Mi hai chiesto se fanno
paura anche
a me i tuoni e la pioggia, sei spaventato anche tu
Beelzemon?»…«Ehhh?! Ecco io,
veramente…»…«Ohhh, se
così fosse ti
capisco!» …ma lui alla fine si sciolse in un
sorriso, e
nella proposta «Ascolta…perché non
scendiamo e ci
andiamo a prendere qualcosa di caldo, ti
va?»…«O-O-Ottima idea!
MmmmMMM!!!»
…tuoni permettendo, per entrambi.
Alice
esclamò «Stammi lontana, non ti azzardare neanche
ad
avvicinarti!!»…«Ma
Alice…» cercò
di dialogare Gelsomon, però la giovane sembrava irremovibile
«Non voglio più vederti neanche da
lontano…!! Per
te sarebbe equivalso che fossi morta, non ti sei curata di mettermi in
letale pericolo, quando hai sferrato il tuo
attacco!!»…«Alice, ma
veramente…lasciami
spiegare…»…«Avevi da lottare
contro
quel…mascalzone di tuo marito, ed io?!...ho avuto la
definitiva
conferma che per te non conto niente, quindi per quanto mi riguarda
puoi anche sparire!! Avanti, cosa aspetti ad andartene?! Vola via, non
mi servi più!!»
…lo
spiazzato N’Emo guardava l’una e
l’altra…
…mentre gli occhi luminosi delle sue due ombre sembravano
aprirsi, e da loro giungere un gemito
«…Geeeeeelsomoooooon…»…«…vecchia
amiiicaaa…»
«Uhmf!...» la dragona era interdetta, non sapeva
come
rispondere a quell’invocazione…
Il
ragazzino chiese allora «…mandi via la tua
Digimon?»
ma Alice volse le spalle «Quella non è la mia
Digimon!» Gelsomon però obiettava «Ma
come Alice?
Certo, che sono la tua
Digimon!»…«…taci, fa
silenzio!!» volgendosi con occhi indispettiti «Come
se non
lo sapessi che ti sei imbucata qui a Digiworld tramite me solo
perché ti sei innamorata di Ryo, e ti sei messa in testa di
conquistarlo!!»…«Uhm?!»
Gelsomon chinò
il capo, in un getto di istintivo imbarazzo «Che fai, non lo
smentisci?!» alludeva Alice con sorrisetto di aspra
soddisfazione
«…allora è evidente che ho colto nel
segno: questo
segna la fine della nostra “alleanza”, se mai ha
avuto un
inizio!»…«…cosa?»
restò
spiazzata la dragona, ma Alice mosse un passo per distanziarsi da lei
«Non intendo più dover subire i rivoltanti
approcci di
quel degenerato di tuo marito solo perché dobbiamo seguirlo
in
incognito, sono stata chiara?!...non voglio più stare
appresso a
quella comitiva, là nessuno mi apprezza e in questo momento
arde
in loro il desiderio che sia sparita per sempre, e che non faccia
più ritorno! Bene! Non intendo privarli di questa
soddisfazione:
sono abituata a stare da sola!...
…lo sono
stata in tutti questi anni, non…morirò di certo,
puoi
credermi.»
L’espressione di
N’Emo seguitava ad essere sospesa su una disorientata
ingenuità, seguendo quel litigio quasi come avviene per uno
scontro fra i propri genitori…
«Alice…dammi ancora una
possibilità!»…«Ma non lo
capisci che sono
stanca delle commedie?! Tutta questa…farsa del fidanzamento
con
Ryo a conti fatti non mi porterà in tasca niente, per cui
preferisco proseguire per la mia strada e non dover più
vedere
le loro facce: è stato un errore unirmi a loro, io non
ho…» allontanandosi ancora
«…mai fatto parte
di quel gruppo, né mai lo farò.»
però
d’un tratto «Aspetta! Alice…»
esclamò
il ragazzino…
…e la
ragazza dai biondi capelli zuppi si volse stupita
«Uhm?»
«Perché
la allontani…? Gelsomon…è questo il
tuo nome,
vero?»…«Ohhh?» fece stupita la
dragona, ma
N’Emo continuò «Lei se mai ti ha ferito
ora è
molto pentita di quello che ha fatto, vero Gelsomon?!» e
costei
non sapeva cosa dire di fronte a quella difesa inaspettata,
sicché finì per allargare le braccia, e
dichiarare un
po’ goffamente «…ma certo, Alice! Sono
terribilmente
pentita, sono accorsa qui per vedere se stavi bene perché
quando…sei precipitata non sapevo cosa fare! Ho temuto il
peggio, e-e se tu fossi
morta…io…»…«Ah!»
Alice
sussultò…non riuscendo a girarsi verso la
dragona…ma i suoi occhi erano velati da
un’emozione
profonda, mentre le gocce scendevano dai capelli umidi lungo i suoi
delicatissimi lineamenti…(canzone: S
Club 7 - Say goodbye)
…Gelsomon chinò il capo e abbassò le
robuste
braccia «…avrei vagato senza meta. Non ho
più
nessuno qui a Digiworld. I miei figli…li ho lasciati al
villaggio, sono lontani e chissà cosa è successo
loro.
Mio marito…neanche vuole più saperne.»
a quel punto
il ragazzino insistette «Un padre che si disinteressa dei
suoi
figli è una cosa tristissima!! Povera Gelsomon, pensa in che
situazione si trova! Capisco che sei arrabbiata con lei, ma devi
capire…che ora è sola, ed ha bisogno di qualcuno
che le
voglia bene!»
…lasciandole entrambe sbalordite, nel vortice dei loro
pensieri:
“Perché questo ragazzino mi
aiuta…?” si
chiedeva la dragona, abbassando lo sguardo
“…amiche
mie…voi lo conoscete meglio, lo riuscite a capire? Io so
solo
che non l’ho mai visto, ma ora mi sta dando una mano a far
pace
con la mia domatrice. Che cosa ho detto? L’ho chiamata
così…?”
…ed Alice
“…perché ci tiene tanto che io e lei
facciamo la
pace?” ma quel giovane che aveva detto di chiamarsi Nakao
avanzò verso di lei, fino a prenderle la mano
«Oh!»…«Un Digimon è
un dono prezioso!
Non tutti nel nostro mondo ricevono il privilegio di averlo al proprio
fianco…le storie in cui uomini e Digimon vivono felici e
contenti sullo stesso pianeta…forse…»
abbassando un
po’ tristemente il capo «…sono soltanto
favole.
Però questo ci insegna a cogliere
l’opportunità! Tu
non sei sola, Alice, ora hai avuto il dono di una Digimon che ha volato
nella pioggia per raggiungerti ed accertarsi di come
stavi…non
gettarlo via, te ne pentiresti. E poi Gelsomon...» volgendosi
con
occhi buoni e bendisposti verso la spiazzata creatura «Guarda
com’è bella, Gelsomon! Ha l’aspetto di
un Digimon
leggendario, tutti sognerebbero di essere al tuo posto,
Alice!»…«C-Cosa?!»
sussultò Gelsomon
«B-B-Bella?! Hai detto di me “bella”?!!
A-Aspetto…leggendario…?!»
…le due ombre dagli occhi luminosi sembravano
commosse…e
Gelsomon, ad un passo dalle lacrime anche lei «A-Amiche
mie…spiegatemi se le mie orecchie non mi hanno
ingannato…»
«Fate la pace, vi prego!» esortò
N’Emo come
fosse un’esigenza personale «Non ne posso
più di
vedere litigi fra Digimon e umani! Sono stanco del susseguirsi delle
incomprensioni! Che possa una notte di pioggia come questa, ancora,
ospitare una favola! Un’ultima volta…
…in un tempo che le favole le ha dimenticate…
…sfioratevi la mano…come chi, prima che nascessi
io, si
prometteva che non si sarebbe lasciato più…mai
più…»
Le
parole di N’Emo sembravano una formula magica…e
ciò
che ne scaturì, l’incantesimo che fece avanzare la
ragazza
e la dragona l’una verso l’altra come sospinte da
una forza
invisibile…
«Alice…» Gelsomon si puliva le zampe sul
grembiule…ed Alice tendeva la mano, sussurrando piano
«…Gelsomon…» ed era
commossa…
N’Emo annuiva…con un sorriso grato e
sollevato…
«P-Possiamo riprendere il cammino
insieme…?» chiese
la creatura, e N’Emo esclamò «Tu non sei
un’”ex-Digimon Tamer”, Alice!»
ma a quel punto
la ragazza si volse verso di lui e gli domandò
«Chi sei
tu, e perché stai facendo tutto questo?!» ma prima
che la
risposta potesse giungere…
«ALICE!!!»
La ragazza sussultò «…ma questa
è la voce di
Rika!»
Gelsomon fu ancora più impaurita «Ah! Oh no, devo
nascondermi!»…«…forza
sbrigati: regredisci e
rientra nella mia
borsetta!»…«Posso?»…«Certo!!»
N’Emo pensò “E’ ora che
ritorni al
palazzo…” alzando un dito, ed aprendo un buco
nero. Alice
si era girata verso di lui per ascoltare la risposta alla domanda che
gli aveva posto…ma fu troppo tardi, egli si tuffò
nel
varco, scomparendo così come era apparso.
Nel cuore di Alice restarono mille interrogativi…ma non le
restò che alzare il braccio «Sono qui,
Rika!!»
La giovane fu presto da lei, smontando da Kyubimon che le chiedeva
«Va tutto bene, sei ferita?»
Alice restò colpita
dall’interessamento…e rispose
«…è tutto a posto, non preoccupatevi!
Stavo volando
con Cyberdramon solo che ad un tratto…» e Kyubimon
«Ce lo ha detto: siete stati attaccati…
…da un Digimon
selvatico.»…«…!!...
…è andata esattamente così.»
rispose Alice,
e a quel punto Rika accennò, guardandola intensamente negli
occhi «Meno male…l’importante
è che tu non ti
sia fatta niente. Svelta, ora monta su Kyubimon. Torniamo dagli
altri.»…«…Rika…
…non mi aspettavo che proprio tu saresti venuta in mio
aiuto.»…«…non dire
sciocchezze.
Temevo…sai? Che fossi sparita, un’altra
volta…
…hai sempre avuto un po’ questo
vizio…»
Alice
chinò il capo, ed avanzò
«…se
fossi…sparita a te sarebbe
dispiaciuto…?» mentre
montava su Kyubimon, e Rika rispondeva «Beh, la prima volta
mi
dispiacque, e molto. Confesso che avrei avuto il
desiderio…di
conoscerti meglio.»…«Dici
davvero?!» ma Rika
tagliò corto senza guardarla «E quanto a
adesso…beh, non vorrai lasciare Ryo da solo. Era molto
preoccupato, dovevi vederlo, è stato anche sul punto di
svenire.
Comunque Cyberdramon a quest’ora deve averlo già
riportato
in albergo, e riguardo a te ho già parlato con Kyubimon: da
domani ti assegneremo Imagomon come Digimon, in questo modo se avrai
lui a proteggerti molti incidenti si eviteranno. Siamo a Digiworld:
è una terra pericolosa, non si può andare a
passeggio…!!...» scandì la ragazza con
una certa
incisitivà, tornando a cavallo della volpe a nove code, e
aggiungendo «Se tu l’altra volta l’hai
visitata ti
renderai conto che è molto cambiata da quando eravamo
ragazzini.» ma Alice, che si aggrappava a lei,
accennò
«Rika…
…grazie…»
Rika non la
guardava, bensì fissava avanti a sé
«…è un dovere aiutare i propri
compagni. Andiamo,
Kyubimon.»…«Sì!»
La
volpe a nove code riprese la sua corsa nella pioggia…ma la
giovane dagli occhi azzurri alzava lo sguardo al cielo di quella notte,
che stava regalando alla sua vita una pioggia di domande…(fine-canzone)
«Bevi il
latte caldo?» chiedeva Suzie «Io? Sì
sì, ne
vado matto!» rispose Beelzemon seduto al tavolo di quella
graziosa cucina. Lei si sedette accanto a lui rivolgendogli il suo
sorriso «Uhmuhm!» che le faceva gli occhi sottili e
spiritosi.
«Se non vi
serve altro, ci ricarichiamo e vi lasciamo!» disse quella
coppia
di Digimon a forma di scatole di latte. Suzie li rassicurò
«Tranquilli, ci avete già soccorso! Ma
ricaricatevi bene,
vi vedo alquanto smagriti!»
«In
effetti siamo svuotati…» rispose quello bianco e
blu, il
marito «…ma basta un flusso dal
serbatoio!...»
esclamò la scatola bianca e rosa, la moglie. Poi in coro,
dopo
essersi riempiti grazie a quella tanica dall’aspetto
inesauribile
«…CHE TORNIAMO PIENI COME PRIMA!»
«Simpatici
questi coniugi Milkmon.» commentò Beelzemon con un
lieve
sorriso, e Suzie «Uhmuhm! Veramente servizievoli, mi
ricordano
due creature che ho visto una volta in un videclip musicale! Era una
storia d’amore fra bustine di latte…ma finiva
così
male, non ho voglia neanche di ricordarmela! Ahah!...sono proprio
felice che invece fra loro vada a gonfie vele. Dev’essere
così bello essere sposati e poter dividere giorno per giorno
ogni più piccola
quotidianità…ahhh!»
gettandosi sul tavolo, e sospirando «Già, puoi
dirlo
forte…» commentò il Digimon mentre
sorseggiava quel
latte caldo, smarrendo i suoi occhi verso la confortevole luce della
lampada pendente dal soffitto «…io avrei
rinunciato a
tante caratteristiche della mia vita, per una priorità come
questa. La mia libertà, la mia indipendenza, non mi sarebbe
importato più niente, pur di essere come
loro…»
guardando le due bustine di latte che se ne andavano mano nella mano
«…questo rispecchia la mia natura! Le mie
esigenze!»
espresse l’essere a tre occhi, mescolando poi nella tazza con
sguardo più sommesso «…ma a quanto
sembra è
inutile, non si può tornare indietro quando sono state fatte
scelte diverse. Ci si può solo
rassegnare…»…«Tu soffri per
amore,
Beelzemon?» chiese Suzie appoggiando tempestivamente la mano
su
quella del Digimon, in segno di sincero interessamento…ma
questi
la tirò via lentamente «…ah…
…lasciamo
stare, non mi va di parlarne. Non me la sento di annoiarti con i miei
discorsi. Piuttosto invece…parliamo di qualcosa di
più
allegro!» accennando un lieve sorriso, e domandando
«Così tu quindi…sei stata in
classe…con
Mako?»
Anche la ragazza sembrò gradire quell’argomento,
che
subito illuminò i suoi occhi «E’
così! Io e
lui abbiamo la stessa età. E in tutti questi
anni…abbiamo
parlato un sacco di volte di voi Digimon, sai? Io e lui eravamo
accomunati dal fatto di esser stati “i piccoli”
dell’ondata precedente, ed è inutile dire che
siamo
cresciuti coltivando il grande desiderio che un giorno tutti voi
sareste tornati…dandoci così
l’occasione di
misurarci una buona volta con le sfide fronteggiate da quelli che
allora erano i nostri idoli! Nel mio caso, ad esempio, mio fratello. Ho
sempre sognato essere come lui…è per questo che
ti dico
che se vuoi confidarmi del tuo amore io sarò tutta orecchie!
Ascolterò fino all’ultima parola e
porterò ogni
segreto…nella tomba, parola mia! Ouch!» facendosi
un
po’ male, per picchiarsi quella promessa sul petto
«Henry
faceva lo stesso con te?» si interessò Beelzemon,
e Suzie
«…quante se n’è sorbite, il
mio povero
fratellone confidente! Sarà che oltre una sorella-parassita,
che
vuole essere eroica esattamente come lui pur essendo molto paurosa,
glien’è capitata anche una molto scarognata!
Ahhhhhh, per
me l’amore è un disastrooo! Mi domando, ma
perché?
Se guardi i cartoni è tutto così semplice! I
protagonisti
destinati ad amarsi li inquadri subito! Li accomuna…la
stessa
situazione, sono simili, e alla fine riescono sempre a superare
qualsiasi ostacolo! Mentre il fatto di avere tanto in
comune…nella realtà sembra non avere alcun
valore!!!
E’ a questo che io non mi rassegno: lui semplicemente non ti
vede
affatto, va dietro all’altra, ma lei in realtà non
è interessata, e via così, è tutto
casuale, mai
niente si incontra e al più profondo e grande sentimento
corrisponde…la più sincera indifferenza!! Sembra
uno
scherzo, eppure se togliessi questo particolare!...
…ci sono
tante giornate…momenti, contesti…che assomigliano
in modo
impressionante a quelli dei cartoni…» facendo
assorto il
suo sguardo, traboccante di sogni «…e allora ti
senti a un
passo dalla realizzazione di quello…a cui hai sempre
aspirato…
…credi tante volte di essere a quel punto dell’
“ahhh! Ci sono quasi! Se mi tiro lo prendo!” e
invece…» assumendo un visetto deluso
«…ti
accorgi che non è affatto così. Forse hai fatto
tutto
nella tua testa. E intanto che vedi la vita scorrere attorno a te, le
persone cambiare casa, ambiente, situazione familiare…
…ti
accorgi che è passato un altro anno ed i tuoi ricordi sono
sempre più lontani. C’è chi dice che
avere la mia
età sia bello, e che sei un passo dall’avere il
mondo in
mano!» aprendo e chiudendo la sua mano, in cui smarriva lo
sguardo «Certo se solo sapesse che si vive tutto questo forse
capirebbe che non è poi così semplice. In
fondo…che senso ha stringere tra le mani un mondo, se non
assomiglia a quello che avresti voluto! Se devi accontentarti di una
realtà diversa…che non è quella in cui
hai gettato
i semi dei tuoi sogni…»
…Beelzemon seguiva le sue parole con viva attenzione, e con
la
tazza rimasta a
metà…”Già…una
realtà diversa. Posso comprendere questo che
dice.”
posando la tazza “…anche per me è lo
stesso.”
ma poi Suzie sorrise «Certo…non è che
poi proprio
tutto vada storto: per quanto mi riguarda io non finirò
mai…di ringraziare la vita, ogni mattina che mi
sveglierò, per per avermi permesso di ritrovare la mia cara
amica. Lo sai? Da quando Lopmon è tornata io
sento…che
quel pezzo che si era staccato da me e che non aveva fatto che vagare
nell’universo per tutto il tempo della mia
crescita…ora ha
finalmente fatto ritorno qua, nella sua casa.» toccando il
suo
petto ma questa volta pacatamente, con molta delicatezza «E
io lo
custodisco gelosamente, come una pianta che ogni giorno mette frutti
nuovi. Un albero grande e rigoglioso, questa è per me
l’amicizia con la mia Digimon! Il fatto che lei ci
sia…mi
restituisce speranza nel futuro. Ma non solo! Il fatto d’aver
rivisto...la gran parte di voi riconciliarsi con quell’amico
da
cui era stato separato…mi ha dato una grande gioia! Non
smetterei di guardarvi…uhmuhm! I Digimon e i domatori
dovrebbero
stare sempre assieme, non dividersi mai!» e a quelle parole,
il
Digimon chinò il capo «Beelzemon, cosa
c’è…?»…«Niente…»…«Come,
niente.» accennò Suzie sfiorandogli la guancia
«…stai pensando a Mako, non è
così? A lui e
ad Akemi, sua sorella. Ti senti di averli
abbandonati…perché non li hai portati qui a
Digiworld? Ma
Beelzemon, ora la cosa più importante era fermare il
matrimonio
con Jeri se…davvero né lui né lei
erano convinti.
Perché mi sembra di intuire…che tu hai avuto
parte in
questo.»…«Oh?»…«…è
successo tutto…molto velocemente, non
c’è stato il
tempo per decidere, siamo dovuti partire in fretta e furia!
Però
sono convinta che…se non è ancora stato
possibile, al
nostro ritorno tutto si chiarirà. Vedrai, non finisce mica a
Digiworld! Sulla terra, una volta che il vostro mondo sarà
al
sicuro, penseremo a sistemare ogni cosa rimasta irrisolta. Abbi
fiducia…»…«Per te,
Suzie…il fatto di
aver trascorso questi anni lontana da Lopmon non è stato un
pretesto per cambiare. Sei rimasta proprio come quando eri
piccolina.»…«Uhmuhmuhm, ti ricordi di
me?»…«Certo! Ho ricordo molto nitido di
quella…
…bambina…
…che
aveva una gran paura di me.» ma lei gli solleticò
un
po’ la guancia «Dai…! Ora è
tutto passato: lo
vedi? Sono qui con te, stanotte incontrarti mi ha tranquillizzato, e
ora che chiacchieriamo non sento più neanche i tuoni. Basta
crescere…basta capire! Tu non sei scuro dentro come appari
fuori, in realtà sei un Digimon nobile e pieno di buone
intenzioni che aveva solo frainteso alcune cose, in passato. Tutto
qui.»…«E tu…sei
così gentile! Il tuo
cuore non si è indurito con il
tempo…»…«Uhmuhm! Ma no, in
fondo
perché dobbiamo cambiare se da bambini eravamo allegri e
spontanei? La vita è più divertente se rimani
sempre
così!» “…non è una
cosa da
tutti.” pensava il Digimon “Ad esempio
Jeri…è
molto diversa da quando era una bambina.” «Lo
sai?»
svelò poi la ragazza «Guardando Kazu e Kenta mi
verrebbe
una gran voglia di biodigievolvere con la mia amica Lopmon!
Però…non voglio forzarla! Io sento che lei prima
di
tutto…è la mia confidente, la mia sorellina: i
combattimenti e le battaglie vengono dopo! Uhmuhm! Non riesco a
smettere di vedere quelli come lei come dei peluche con cui giocare,
certo ammiro la loro grande forza, però!...io
credo…che i
Digimon anche se mirabili e potenti nei loro attacchi in fondo non
meriterebbero altro…che una vita di pace. Un po’
come noi,
uhmuhmuhm!» “La bidigievoluzione…
…ha
ragione: prima o poi, se vogliamo aiutare gli altri, dovrà
toccare anche a me e a Jeri: non è un affare
semplice…è un processo che nasce dalla sintonia
più profonda fra domatore e Digimon. Per Suzie e Lopmon non
dovrebbe esserci alcun problema…però fra noi due
non
c’è la stessa sincerità, e la nostra
unione seguita
ad essere resa torbida dai trascorsi del passato. Mi domando se
riusciremo mai a liberarcene…una mia biodigievoluzione con
Jeri
rappresenterebbe un traguardo quasi da sogno: non avrei mai creduto che
un giorno mi sarei posto questo problema…”
«Questo
è stato uno degli argomenti con cui spesso cercavo di
attaccare
discorso con Mako!...ma nonostante tutti i tentativi lui ricorda a
stento il mio nomeee, e si deve aiutare con “la sorella di
Henryyyy”!!!» gemendo scherzosamente e buttandosi
sul
tavolo, nello stupore di Beelzemon «Oh! Dici davvero? Mako
non ti
dà…alcuna
attenzione?»…«E’
così purtroppo: io in questi anni l’ho tormentato
con la
storia delle nostre “origini comuni” ma a volte ho
l’impressione di aver fatto un buco nell’acqua:
forse se
fossi stata una domatrice più importante…si
sarebbe
ricordato, almeno mi avrebbe abbinata al
Digimon!»…«Suzie ma…
…a sentirti parlare sembrerebbe quasi che
tu…!»…«Uhm uhm!»
annuendo con broncio
infantile «Quasi come se tu, se lui! Se…
…se tu
fossi molto innamorata di Mako. Del mio
Mako.»…«…risposta
esatta.»…«Ah!» Il Digimon
sobbalzò. E
la ragazza lo guardò con occhi sinceri «Te lo
confesso,
Beelzemon!» prendendogli le mani «Così
puoi
definitivamente capire che ogni paura nei tuoi riguardi mi è
passata! Lo confesso a te che sei…il Digimon di Mako: io
sono
innamorata, pazza di lui, follemente in fissa da quando eravamo solo
ragazzini! Avrei tanto desiderato un viaggio magico assieme come
questo, però…come ti dicevo non
c’è fortuna
per i patiti delle coppie di eroi! Guarda anche Rika e
Ryo…starebbero così bene insieme e invece non
fanno altro
che litigare! Io e lui invece…beh, saremmo carini come i
nuovi
giovani dell’avventura,
però…» alzando
leggermente la spalla «…per lui non esisto! Sono
la
sorella del…tale domatore famoso, potrei diventare alta
altri
tre metri, come Antylamon! Ma per lui non crescerei mai…Mako
punta in alto, sai? Lui sogna…di diventare un domatore
importante. Un uomo di successo!...una come me è troppo
semplice, e opaca: non avrei mai alcuna speranza…»
ma
Beelzemon la scrutava, con uno sguardo assorto che invece sembrava
tessere speranze «…eppure lo sai, Suzie…
…io che voglio bene a Mako trovo…che sarebbe
invece
così naturale!...così spontaneo se una come te e
uno come
lui…» La ragazza arrossì
«Dici
davvero…? No, no!!...ahhh, non dirmi queste cose che vado in
tilt! Addirittura l’approvazione del suo Digimon è
una
beffa troppo grande, quando in realtà lui non mi vede
affattoooOOO!»…«Però tu!...
…avresti quella dolcezza…che lo aiuterebbe ad
essere meno
solo.»…«Oh?» si volse
timidamente la giovane
che si era girata di spalle «…più di
Jeri? Pensi
che io sarei più adatta di lei ad essere al fianco di
Mako?» ma la creatura alata pensava
“…Jeri è
diversa da Suzie: ha troppe ambizioni, lei invece è
così
umile…” e tradusse in parole «Il mio
Mako è
stato molto solo a causa del mio…forzato allontanamento, e
di
sicuro in futuro…dovrà affrontare nuove prove,
assai
dolorose. Io credo che tu hai un sorriso…che lo aiuterebbe a
star meglio. E ad andare avanti senza perdere la speranza.»
Quelle parole sembravano accendere un sogno nel cuore di quella
ragazza, i cui occhi emozionati esitavano nello sfiorarlo, come per
timore della delusione. Ma Beelzemon se ne accorse e la prese per le
braccia
«Suzie.»…«Oh?» in un
atteggiamento da fratello maggiore «Ascolta,
l’amore
è una cosa…tanto preziosa e altrettanto
sfuggente: se tu
lo senti, ed è sincero e autentico, se tu ci credi!...lotta
allora, non lasciare che la vita ci passi sopra, vi possono essere
mille intrighi e fraintendimenti. E si finisce per accorgersi di essere
reciprocamente importanti…quando ormai è troppo
tardi: tu
non devi permettere ai tuoi sentimenti per Mako di passare
inosservati…se davvero ciò che senti è
amore…»
«…sì…
…io ne sono certa. Non è una passione giovanile,
io alle
cotte adolescenziali non ci credo! Sono cresciuta in mezzo alle storie
di fantasia: una come me, quando dice di amare, è per
sempre…» confessò Suzie con sguardo
maturo e
profondo…Beelzemon le sorrise «…e
allora
sappi…che da me avrai sempre la più grande
approvazione e
tutto
l’appoggio!»…«Ahaha!»
rise di
gioia la ragazza…e si gettò tra le sue braccia
protettive
e generose d’affetto.
Anche notti come
quelle hanno una fine. E nel mosaico delle nuvole tornano raggi a
filtrare, illuminando le goccioline sparse lungo lo scenario. A
circondare il globo, squarci di cielo bucavano coraggiosamente la
coltre, intensi nel loro azzurro come solo il mondo digitale riesce a
fare.
Un dolce e fuggevole
Digignomo passò e si soffermò qualche istante,
emettendo
il suo tipico suono flautato, su quello che a terra sembrava un fagotto
scuro, ma che a poco a poco «A-Ahhh…» si
sforzava a
rialzarsi. Pur in quel sonno, la sua mano era rimasta ancorata al
crocifisso di legno. I suoi occhialini giacevano poco più
avanti…
…Akemi
destò lentamente il suo sguardo, smarrendolo nello scenario
«…dove sono…?» sussurrando
con un filo di
voce «Papà…oh? Il tunnel…
…Mako, la
luce! Ah!» ma non appena vide e udì il Digignomo
volarle
attorno incuriosito, sussurrò «Non è
possibile…» e mosse un passo stentato, poi un
altro ma
finì per cadere «A-Ahhh!!»
Stringeva i
denti, sembrava provare dolore…ma un dolore che la spinse a
tendere la mano più in là…e recuperare
i suoi
occhiali: non disse nulla, ma col solo sguardo gridò il
sollievo
per il fatto che non si erano rotti. Per poi indossarli…
…rialzarsi, e rivolgere i suoi occhi smarriti al sole che
filtrava tra le nuvole, attorno al globo azzurrastro. I suoi respiri
erano affannati, ne compì molti prima di parlare
«…
…ce l’ho fatta, ce l’ho fatta…
…!! Ah!» a metà tra l’estasi
e il terrore
«…il mondo digitale…(canzone: Alessandra
Amoroso - Difendimi per sempre)
…finalmente riesco a vederlo, oh!» cadendo di
nuovo in
ginocchio, ma il suo assomigliava quasi ad un ringraziamento. Stringeva
il suo crocifisso «Signore, tu l’hai voluto! E mi
hai
concesso di vedere…
…il mondo tanto sognato…conducendo un corpo
ancora umano!
Avendo ancora mani…per toccare la sabbia…scolpita
dai
dati…» sollevando un mucchietto di terra chiara,
in quella
landa tempestata da cristalli di colori tenui, che risplendevano delle
rifrazioni del globo e dei fasci «Occhi di essere umano per
guardare la luce del sole…
…il
sole…che ha acceso la mattina dei Digimon per
tanti…tanti
anni! Ah! I miei polmoni respirano l’aria…
…del mondo che ha stregato la mia generazione: Signore,
perché hai scelto me? Quasi come ne fossi
degna…quando
invece io non ritengo di aver mai meritato un simile dono! I miei
atti…egoisti, vigliacchi e impauriti hanno generato
dolore…» esprimeva sulla fatica e sullo sforzo,
era
pallida, ma decisa in quelle confessioni, che le piegavano il capo
«…e rovinato la vita di coloro che invece dovranno
crescere felici! Perché Signore, perché un simile
onore?!
Ah!»
Ma i
Digignomi sembravano angeli spediti da Colui a cui si rivolgeva, per
rispondere al Suo posto…le volteggiavano attorno con aria di
fatata tenerezza…alla quale lei non poteva che rispondere
con un
sorriso commosso…alzando il dito e lasciandoli posare su
esso…la loro presenza sembrava farla star bene
«Sono a
Digiworld…
…ebbene forse in me, la tua prima figlia giunge su questo
mondo.
Io ti ringrazio…per aver permesso al vento digitale di far
volare il mio velo sacro…» come effettivamente
stava
succedendo «Ti ringrazio…profondamente
Signore…!...
…per avermi condotto nel cuore di quel mondo che ha
accolto…e plasmato con la Tua grazia…colui che tu
sai che
io amo! Sì…io…
…respiro di gioia…e sono felice, mai le mie grida
potranno essere forti abbastanza per giungere fino a te, e renderti
omaggio!!...
…per non esserti dimenticato di me. I miei piedi ancora
stentano
a prendere coscienza…di stare avanzando per questo suolo:
ormai
l’avevo relegato fra quei sogni che avrei
realizzato…quando Tu mi avresti chiamata al tuo cospetto! Ma
il
mio momento di raggiungerti ancora non è
giunto…»
tendendo la sua mano «Ed io…sono a
Digiworld…
…a Digiworld…» chiudeva gli occhi la
giovane
suora…e si lasciava guidare da quel vento, dai riflessi sui
cristalli…e da quel turbine di Digignomi come angeli del
Cielo
ad accoglierla…
…quando
altrove, in un’umile casa «Ci penso io ad
avvicinarle il
cucchiaio…non si sforzi…» un premuroso
giovane dai
capelli scuri imboccava un anziano orso digitale, che ora posava la sua
zampa sul suo braccio «Sei
così…gentile…!» ma Henry
sorrideva umilmente
«Sta scherzando?...
…io
ricambio solo la vostra cara ospitalità: senza voi
MudFrigimon,
una volta atterrato su questo mondo sarei stato perso…non
avendo
più il mio Digimon a proteggermi.
Ormai…» in
un’espressione un po’ malinconica ma serena
«…le mie gesta da domatore sono solo un ricordo.
Quel che
resta però sono i semi gettati per far crescere un grande
albero
di speranza…la speranza in un futuro, per chi è
ancora in
cammino.»…«Oh! Quale…futuro
può mai
esserci…» parlava il Digimon a fatica
«…per
uno come me…? Sono vecchio!...
…e
il nostro povero mondo si sta
deteriorando…»…«…oh
no, lei ha torto:
non c’è
un’età…» disse Henry
carezzando il capo di quella creatura «…anche
quando si
avrà vissuto tanti anni...non ci sarà mai un
momento per
poter affermare…che tutto è finito, che non
c’è niente che più vale la pena di
vedere. Tutti
gli esseri viventi…che siano uomini oppure Digimon,
poiché non vi è differenza…hanno
diritto di
sognare sempre, da bambini…fino a quando non avranno il
bianco
nei capelli, e tanta esperienza nel loro passato. Osservi molto
bene…»
Così Henry si allontanò…fino a
giungere alla porta
di quella casetta, dischiuderla…
…e
lasciare che il sole del mattino colpisse quell’uscio, con i
suoi
raggi che coraggiosi lottavano contro la coltre di nuvole. Il ragazzo
si faceva colpire e chiudeva gli occhi «Ah…lo
vede? Non
ricorda anche lei, aiutato dal sole…quante speciali
esperienze
ha vissuto…?»
Quel
capo villaggio anziano e così malandato riusciva a sorpresa
ad
accennare un sorriso «…taaante…
…mi ricorda il mondo…della mia
gioventù. Il
Digiworld…che amavo…»
Henry sussurrò ad occhi chiusi, col vento a sfiorargli la
frangetta «…non dobbiamo mai dimenticarlo: se
vogliamo
restituirgli il colore…ognuno di noi dovrà
ridipingerlo
con i sentimenti che porta dentro. Sarà una grande
tela…
…lo sa? E’ un piacere ascoltarla. Guardando chi
è
più anziano di me io…imparo che esiste una forza
più grande che oltrepassa l’oceano di problemi
che, non
appena giovani e impreparati, ci travolge. E’ la forza della
vita
che continua. Mi piacerebbe essere come lei un giorno, signor capo
villaggio…» volgendosi premurosamente verso di
lui, come
si fa con un nonno «…e poter raccontare a coloro
che
amo…d’aver visto tanti colori.
Accendersi…sfumare e
poi ritornare, più forti di prima.»
«Sei un bravo ragazzo…
…la luce è con
te…»…«”La
luce”…io scoprirò cosa
significa…»
mentre il suo cuore tornava a risplendere dell’enigmatico e
luminoso simbolo «…e non smetto di sperare:
perché
so che chi mi ha amato si sta avvicinando…è come
il
calore dell’alba che si fa più intenso, dietro le
alture…
…vedrà, ci salveremo tutti…»
Con
le sue parole sembrava restituire speranza all’anziano
MudFrigimon…e al suo stesso cuore che si riempiva di
luce…
…quasi come se riuscisse a vedere quella ragazza dai capelli
neri che vestiva il suo bambino nella stanza dell’hotel
«Bene Benji: oggi ci aspetta un nuovo giorno di cammino. Sei
pronto?» stringendolo a sé, assieme al suo
Digivice verde
«Vedrai che presto riusciremo a ritrovare papà, lo
sento.» con Terriermon che le sbucava sulla testa
«Ahah!
Momentaiii!» strappandole un’allegra risata
«Ahahahah!» (fine-canzone)
Eppure un paio
d’occhiali ben più simili ad una mascherina di
cristallo,
sbirciavano all’interno di un luogo in cui sembrava penetrare
solo la notte. Era la fastosa sala da pranzo abbandonata, e
attraversata dal vento che giungeva dalla finestra aperta che dava sul
lungo terrazzo.
Delle voci
in avvicinamento «…è qui, ho detto che
voglio
presentarvelo. Mi raccomando: niente battute, è una cosa
seria!»…«…ce lo hai ripetuto
diecimila volte,
papi!» replicava una vispa voce di bambina, ma il vocione
insisteva «E tenete a freno il gatto!!...ci manca solo che
gli
graffia la faccia quando lui ha l’esigenza di essere
bellissimo.
Eccolo qua.»
«Oh?» Mako si volse…
…e Sandmon indicò «Questi sono i miei
figli!...
…Ufomon…e Gravemon. Ptsss…bambini,
salutate!!»
Gravemon
con Scratchmon in braccio si volse «Chi
è…?»…«Ptsss,
figliolooo!!! Te
l’ho detto mille volte chi è! Su,
su…non mi far
fare brutte figure!»
Il
ragazzo, avvolto in quella surreale armatura violacea, era rimasto
assorto alla vista dei piccoli Digimon…
…Ufomon sembrava scrutarselo in silenzio e da cima a fondo,
piuttosto seria in volto, come se valutasse se c’era
eventualmente qualcosa da guadagnarci…
…Gravemon gli si rivolse «…e questa
è
Scratchmon.» ma Sandmon ebbe da ridire, avanzando
«Ehm…sì, queste sono specificazioni!
Devi
perdonarli…per loro esiste solo il gatto!»
Mentre i bambini bisbigliavano «Ptsss! Gravemon!!! A te che
ti
sembra?»…«…papà
quando gli si avvicina
gli schizza tutta sabbia addosso e lui si
pulisce.»…«Sì, non intendo
quello, quello lo
fa con chiunque! Dico…secondo te c’è da
fidarsi?!
Ma adesso non ho capito, siamo agli ordini di quello
là?!»…«…se non
è un amante dei
gatti Scratchmon gli mangia tutti i
capelli…»…«Ma secondo te
è vero che se
noi aiutiamo quel tipo riusciremo a digievolvere come
sognamo?!»
«EHM EHM EHM!!!...ehm ehm!» fece Sandmon
«…bambini quante volte avrò detto che
non si parla
all’orecchio. E’ maleducazione. Dicevo…
…eh, vedi Mako la mia situazione è un
po’…come ti
appare!»…«…che posto
è questo…?» domandò il
ragazzo con voce
soffusa e assorta. Il guerriero di sabbia rispose «Questo? Oh
beh…è il limbo!» Mako si volse dunque a
fissarlo. E
piegò il capo «…il
limbo.»…«Uh…sì.
Per noi è un
comodo ponte di collegamento (…ma non mi chiedere da dove
sbuchi
perché non lo so, da quando ho memoria l’ho sempre
visto e
usato!) Comunque! Tornando a parlare d’affari o per meglio
dire
di battaglia…ecco, li hai visti?! Ufomon e Gravemon sono
Digimon
di straordinario potenziale…»…mentre
costoro
cercavano di mettersi in mostra il più possibile, Ufomon si
riaccomodava il fiorellino con fare seducente. Il padre
seguitò
«Io sono un po’ più avanti con
l’età ma
non c’è da sottovalutarmi, bada bene, sono uno
stallone!...quando mi ci metto. Loro sono la speranza della nuova
generazione: ed hanno un gatto che li aiuta incondizionatamente!
Insomma…
…hai vasta scelta di poteri e capacità, noi non
facciamo
certo gli avari. Vero bambini? (!!) »
In tutta risposta, Gravemon arretrò in un gesto protettivo
«S-Se provi a toccare Scratchmon io ti prendo per quegli
stivali
e ti…ti…
…fiondo
giù di sotto dal
terrazzo…s…s…»
(mentre Sandmon si passava la mano sulla faccia
«Whhaaa…aaaaaaaa!» con aria esasperata)
«…s…senza paracadute così ti
sfracelli di
sotto e q-qualora ci fosse anche un fondo ti si spappola il
cranio…»
Mako, che
si era piegato su di loro, restò in silenzio. Al carico
contribuì Ufomon «E questo senza contare le
percosse e le
umiliazioni che saresti costretto a subire, perciò bel tipo
vedi
un po’ di focalizzare che con noi non si scherza! Non siamo
giocattoli!! Siamo Digimon già con le idee molto chiare, non
siamo tipi della serie “fai questo-fai quello” o
roba del
tipo che ci mettiamo a sgobbare tutto il giorno!» (Sandmon:
«Bambiiiiiini vi prego abbiate
pietàààààà…»)
La piccola
aliena non si fermava «Noi abbiamo già molto da
fare e
facciamo un mucchio di attività! Io faccio nuoto
sincronizzato,
pianoforte e fra poco farò anche ginnastica artistica!
Gravemon
fa piscina, tiro con l’arco, e ora mamma l’ha
segnato a un
corso di ripetizioni scolastiche intensivo! Tra una missione e
l’altra dobbiamo fare i compiti perché io se
permetti ho
una media da favola a scuola e non ci tengo affatto! Poi dobbiamo
prenderci cura di Scratchmon e tenerla sempre in allenamento per cui la
tua sola speranza è infilarti fra queste nostre esigenze se
trovi spazio, dopodiché iniziare a pregare!»
(Sandmon:
«…speriamo che il gatto sia più educato
di
loro…») Gravemon avvicinò
«Bacino a
Scratchmon?» ma la gatta si avventò con tutta la
forza
delle sue zampe e sbalzò gli occhiali dal volto del ragazzo,
buttandoli a terra e frantumandoli. Nell’agonia di Sandmon
«AaaaaaaAAAAHHH!...sono rovinato: aaaahhhh, al primo
approccio
con un domatore umano fare certe figuracceeeEEEEEE!»
«Ptsss…Ufomon adesso papà si dispera e
lo
licenzia…»…«…beh!
Se dovevo rinunciare
a ginnastica artistica per lui, meglio!» ma inaspettatamente
giunse un sorriso «Niente paura: non è successo
nulla!»
«Oh!» sussulto per i due bambini
«Oaaah??»
sbalordimento per Sandmon…
…ma
Mako non sembrava essersela presa affatto «Sono cose che
capitano. E a tutto c’è rimedio.
Uhmuhm!»
…nel magico ricomporsi dei suoi occhiali «Hai
visto
Ufomon…?»…«…Scrachmon
li aveva
rottamati e lui li ha rifatti in un attimo, veramente
mirabile!»
«E
così voi siete…Ufomon e Gravemon, eh? Bene!
Allora…» si rivolse il ragazzo con un tono che non
era
quello di un comandante. Bensì un fare complice, da fratello
maggiore «Vostro padre mi ha detto che avete dei poteri
sensazionali! Quando è che me li farete vedere?...non vedo
l’ora, sono curioso! Ah, e a proposito mi aveva
già
informato riguardo a tutti i vostri impegno: è a posto, non
vi
darò fastidio. Del resto io sono il primo che faccio mille
cose:
studio, vado in piscina…davvero fai tiro con
l’arco,
Gravemon? L’ho fatto anch’io. Bello il tuo fiore
nei
capelli Ufomon, aspetta che te lo sistemo.»
…e
riuscì sorprendentemente a toccarlo, per quanto la bambina
era
imbambolata, come suo fratello. Scratchmon piombava furiosa con le
zampe sui suoi guanti metallici, ma lui vi giocò con
destrezza
«Ahah! E inoltre avete una gatta simpaticissima. E
così tu
sei Scratchmon…ahah! Dai. Ci sfidiamo. Vediamo se mi prendi.
Io
ho un cane, sapete? Anche con lui sono baruffe ogni giorno.»
«Noi con
Scratchmon facciamo anche vere stragi…»
raccontò
Gravemon, e Ufomon «Davvero sai lei cosa a volte arriva a
fare?!»
Mako si
accovacciò a terra «Che cosa? No, non lo so: sono
molto
curioso.»…«In pratica: ti spiego! Lei
affila le
unghie!» ma il fratello la stoppò «No!
No…prima si stende a pancia
all’ar-»…«ZITTO GRAVEMON STO
PARLANDO
IO!»…«Uffi…»…«Allora
ti
dicevo Mako: lei si mette…così in pratica, in
questa
posizione!»…«Così!»…«NO
GRAVEMON NON IN QUEL CAVOLO DI MODO!»
…con Mako
a divertirsi «Ahah! Piano, uno alla volta. Dai Ufomon!
Facciamo
parlare anche il fratellino…»
…Gravemon sorrideva, Ufomon continuava a descrivere con
partecipazione…
…mentre il più incuriosito era Sandmon
“…è sorprendente, dimostra di riuscire
nell’impossibile: ci sa fare con i miei figli!...
…se gli riesce un’impresa del genere allora non ci
sono
dubbi che possa aiutarci a sconfiggere i nostri nemici!”
«Dovete
essere più veloci nei movimenti: in questo modo affinate i
suoi
riflessi, che sono già buoni, caspita!»
commentò il
ragazzo, e Gravemon propose «Io pensavo di…di
portarla in
un vecchio manicomio e
farle…l’elettroshock…così si
elettrifica
tutta e poi, e poi…è più
veloce…» ma
Ufomon sbraitò «Bravo, così ti ritrovi
il gatto
fulminato!»…«Ahah!! Siete davvero
simpatici,
rimarrei volentieri a parlare con voi ma adesso…»
commentò il ragazzo, alzandosi da terra
«…vostro
padre ha ragione, dobbiamo approntare un po’ di
strategie.»
Sandmon si avvicinò «Concordo appieno.»
al che Mako
abbassò il tono «Allora
Sandmon…com’è
la situazione?»…«Come te la descrivevo
prima:
abbiamo qualche gatta da pelare.» Scratchmon si
dimenò in
un miagolio straziato «N-Non!!...nel senso letterale del
termine
pardon è figurato: dicevo!...è fondamentale che
mia
moglie non si accorga di niente: stiamo agendo di nascosto a lei di
proposito, se venisse a sapere del nostro complotto sarebbe capace di
scatenare…un pandemonio, tu non la
conosci!»…«…qual è
il nostro
obiettivo?»…«…un carico di
ingente valore
è precipitato dal nostro camper quando siamo giunti a
Digiworld:
si tratta di un carico…UMANO…»
Mako
rimase apparentemente imperturbabile, e si avvicinò di un
passo.
Sandmon illustrò a bassa voce «Obiettivo mio e di
Violetta
era estrargli il Cuore digitale, sembra che fondendolo con la sfera di
cui ci siamo già impossessati avremmo
ottenuto…illimitato
potere, ma purtroppo il progetto ci è sfuggito di mano. Ed
il
giovane e distinto ex-domatore è smarrito da qualche parte
qui
nel mondo
digitale.»…«Ex-domatore…?»…«…il
suo nome...è…»
…ma lo disse Ufomon «Henry Wong!...
…tipico nome cinese, di una monotonia assurda! I cinesi si
chiamano tutti e solo Wong!»
Ma
questo nome fu un sussulto per Mako «Ah!
H-Henry…?!...
…Henry Wong…ahhh!» ed una scarica
magica pervadeva
i suoi occhiali…ma egli cercò di aggiustarseli
sul viso,
e di riprendere fiato «…Henry…
…dunque è lui che state cercando. Il fratello di
Suzie…»…«Lui è il
nostro
obiettivo…» illustrò cupamente il
guerriero di
sabbia «…Violetta di sicuro lo sta facendo cercare
ma
azzardo l’ipotesi che sia meglio per noi trovarlo per primi:
se
riusciamo ad impossessarci del suo prezioso cuore prima di mia
moglie…lei rimarrà a mani vuote e potremo usare
la
dilagante potenza da lei molto gentilmente individuata per rinvigorire
quanto più possibile il nostro Digivice!» alzando
così il congegno a tre punte «Senza contare che il
giovinetto potrebbe rivelarsi un’esca assai appetibile per
attirare quei ragazzi in trappola, i suoi adorati amichetti: in questo
modo potremmo eliminarli tutti! E acquisire i loro dati!!»
specificò tra i denti, dai quali schizzavano guizzi di
sabbia.
Mako si volse lentamente, e dopo qualche istante di concentrazione
comunicò «…non devi preoccuparti
Sandmon, ti
aiuterò io a ritrovare il vostro prigioniero:
guiderò la
spedizione di Ufomon e Gravemon, e non ci faremo scrupolo di mettere a
ferro e fuoco Digiworld, del resto i Digimon che difendono i miei
compagni…
…sono dei
traditori!!»…«Uhmuhm!»
ghignò la creatura di sabbia «Complimenti per la
decisione…allora ti affido i miei figli: bambini!! Siete
pronti
a sgranchirvi un po’?!»
«Con molto
piacere, papi!» Ufomon incattivì lo sguardo, e
Gravemon
piegò il capo «Dove ci
porti…?» ma Sandmon
smentì «Oh no, io no: stavolta andrete con
Mako!» e
questo sorrise «Allora! Per noi e la vostra gatta si
prospetta
una missione delicata, ve la sentite di andare tutti
assieme…?» nel gesto di sfregarsi le mani:
sembrava
impegnarsi a rendere quanto più coinvolgente quel
“gioco” per i due piccoli Digimon che sorrisero di
gusto.
Ufomon si scrollò i capelli con enfatica eleganza
«Rispondi soltanto a una domanda…se ti aiutiamo,
diventeremo più
potenti?»…«Nulla ci
potrà fermare…?» fece eco Gravemon con
la sua
vocina. Sandmon e Mako si guardarono, il primo ghignò
convinto…ed il secondo terminò con beffarda
determinazione «…ve lo garantisco!!»
«In tal caso…alleanza è
stretta!»
decretò la vanitosa alienina. E gli occhi gialli di
Scratchmon
sembravano avidi di nuove prede.
Ma i sandali di
una ragazza in abito nero e dal velo sul capo avanzavano passo dopo
passo su un suolo mai solcato. Eppure il suo volto sembrava sofferente,
sudava ed il suo incedere era affaticato
«Mako…Beelzemon…» ripeteva
con la pena negli
occhi «…dove…dove cercarvi, miei cari?
Fratello
mio!...
…mio
Digimon e uomo amato!...dove…? Il mondo digitale
è tanto
vasto…» mentre i fasci rosati attraversavano il
cielo e lo
scenario alle sue spalle «…ma io ignoro il vostro
cammino,
ed il mio…è sempre più duro. Mi sento
già
stremata…» fino a che non inciampò su
una roccia, e
cadde a terra «AAHHH!»
Sembrò
provare un dolore immenso. I Digignomi fluttuavano attorno a lei ma pur
volendo non potevano aiutarla ad alzarsi. I suoi occhiali erano di
nuovo schizzati più avanti…tese con enorme sforzo
il
braccio, strinse i denti, e gli occhi fino a versare lacrime
«…sento dolore a tutte le mie ossa…
…temo che il trauma di questo viaggio improvviso abbia
accelerato il progredire della malattia. I-Io…non posso fare
grossi sforzi!...
…il medico me lo ha fortemente raccomandato…ma
ora come
posso fare?! Sono sola, qui non c’è nessuno a cui
posso
appellarmi! Il mondo dei Digimon…
…sembra deserto. E benché io sia diventata una
domatrice,
tanti anni fa…il mio Digimon ora è lontano: ha
un’altra Digimon Tamer con lui, io…
…non posso invocare il suo aiuto, né quello di
mio
fratello!! Cosa significa la mia presenza su questo mondo, dunque?!...
…S-Signore!...almeno tu rispondimi!» impugnando di
nuovo
quel crocifisso…ma chinando il capo, versando lacrime
addolorate
«…perché mi hai fatta venire qui se non
vi è
nessuno a cui posso essere utile? Se non ho forze per
badare…nemmeno a me stessa.» alzando gli occhi al
cielo,
come prima suora a cercare Dio fra l’azzurro e le nuvole
fatte di
dati «Io non sono quel genere di ragazza…adatta a
fare la
domatrice! Non è questo l’abito che indosso!!
Quale
missione di salvezza…potrebbe mai essere affidata ad una
come
me?»
…ma il
suo volto fu illuminato dal filtrare dei raggi del sole tra le nuvole,
che picchiarono sui suoi occhiali rigati…
…e le sembrò di ricordare
«Oh!» (canzone: Steps
- If you believe)…quella
luce che aveva inseguito quando si era addentrata nel tunnel. Quando
aveva esclamato il nome di suo fratello a tutta voce. E le
sembrò di distinguere alcune sagome in quel ricordo
“Quello era Mako…? L’ho visto
andare…
…assieme a un altro Digimon. Perché?
Cos’ha lui a
che vedere con quella misteriosa figura…quando lui ha
Beelzemon?
Il nostro Beelzemon…anche se ora ha una nuova domatrice
seguita
ad essere nostro amico. Noi non dobbiamo
tradirlo!!”
…e quei pensieri sembrarono aiutarla a recuperare forze
«Se Mako è
partito…dev’esserci un motivo, e
se anch’io sono qui dev’essere perché
tu, Signore,
hai voluto invocarmi! Ebbene…» abbassando la voce
«…ignoro se Amen sia una parola che si
può
pronunciare anche in un mondo di fantasia come questo,
però!...» mentre un vortice di Digignomi le volava
attorno
per incoraggiarla «…io credo che dovunque esistano
amore…speranza…
…ovunque picchi la luce del sole, ed il futuro cerchi di
farsi
strada, penetrando tra le nuvole...è il posto adatto
affinché ci si abbandoni a te…
…e ci si lasci guidare dalla tua mano paterna. Non
c’è bisogno che te lo dica,
io…!» nel triste
posarsi di un Digignomo sulla sua spalla, a guardarla con malinconia
«…non assomiglio a una
domatrice…perché il
mio corpo è consumato da un male. Sono cosciente che ben
presto
una malattia porrà termine ai miei giorni! Il momento in cui
tu
mi chiamerai, precludendomi quel futuro che sempre si concede agli eroi
dei cartoni…è vicino Signore, ma io non mi
oppongo!!...
…non mi ribello se in cambio di
questo…potrò
eternamente vegliare sui miei cari, pregare per loro e assistere al
loro ritrovarsi con la felicità...che troppo presto
sfuggì da noi, quel giorno…quando quel vortice di
malinconia risucchiò prematuramente la nostra infanzia, e
tutti
i nostri sogni. Ma se tu hai permesso che questo fosse,
Signore…evidentemente era perché nei tuoi
disegni…avevi in programma di donare a tutti un noi un
importante messaggio! Ebbene dunque…eccoci, noi abbiamo le
orecchie tese, e ormai neanch’io manco più
all’appello. Rispondi, Signore, sono forse mio fratello e il
mio
Digimon che io posso aiutare in questo mondo? Se è
così
anche con questo corpo…» muovendo uno stentato
passo
avanti «…anche con le mie poche forze, ed il mio
spirito
prostrato…tu potrai permettermi di camminare…
…come una giovane domatrice. Il tuo crocifisso,
sarà per
me il Digivice.» un altro passo «Ed io non mi
preoccuperò. No, non penserò. Io
dimenticherò.» chiudendo gli occhi e rasserenando
la sua
espressione «Non devo pensare di essere
cresciuta…non devo
ricordare che questi anni siano passati, devo dimenticare della mia
malattia. Se socchiudo gli occhi e cerco di scorgerti, Signore, tra i
riflessi del nostro globo terrestre lassù nel
cielo…ecco
che già cammino…come se tornassi bambina. Ecco
che per me
non finisce qui…
…tu hai il potere di scrivere il seguito di ogni
storia…anche quelle rimaste in sospeso, come la favola di
Mako,
di Impmon…
…di tutti noi. E persino la mia, Signore. Persino la
mia…» …e commossa, avanzava, come se
una forza
miracolosa avesse ridato spirito ai suoi passi, disteso le sue ossa.
Acceso il suo cuore. Con sguardo stanco ma intriso di dolcezza e amore
sorrideva a quegli spiritelli «…grazie amici
Digignomi.
Assieme a voi non mi sento sola. Non avevo mai visto…
…degli angeli simili a voi. Degli angeli che assomigliano ai
Digimon. In nessun dipinto, di alcuna chiesa, ma spero…che
se
farò ritorno sulla terra potrò
descrivervi…poiché sarebbe bello che ogni giorno
ci
sorrideste, dall’alto di una grande
immagine…»
…Beelzemon sedeva nella hall del Grand’Hotel, e le
sue
mani artigliate sfogliavano un Libro speciale «”Perciò
vi dico…per la vostra vita…non affannatevi di
quello che
mangerete o berrete…e neanche per il vostro
corpo…di
quello che indosserete…”»
pronunciava a tono basso la sua voce un po’ aspra, ma in quel
momento incantata «”…la
vostra vita non vale più del cibo, ed il corpo
più del
vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano né
mietono, né ammassano nei granai, eppure il Padre vostro
celeste
li nutre.” …ah!...
…come se…esistesse qualcuno…nascosto
là
dove non possiamo vederlo! Che senza che ce ne
accorgiamo…muove
il nostro cammino, e ci dona la forza di avanzare…
…come un vento, e noi possiamo deporre le
preoccupazioni…
…il potere non nasce dalla nostra forza fisica…
…una
forza più grande è racchiusa nel nostro
cuore…e
anche quando il corpo cede…noi avanziamo lo stesso, da essa
sostenuti! Come una coppia di ali…
…più solide delle mie…più
luminose…» rielaborava il Digimon, con
l’emozione
nella voce…quando Jeri si accostò a lui
«Beelzemon.»…«Oh?!»
chiudendo di colpo
la Bibbia e alzandosi
«Jeri!»…«Andiamo, sei
pronto?»…«…certo!»
La ragazza
teneva sempre tra le braccia i cinque piccoli Digimon, e disse
«Dobbiamo ancora occuparci di loro.» ed il tondo e
alato
Orphanmon specificò «Lungo la strada passeremo al
nostro
asilo, così sicuramente potremo riunirci alla nostra
maestra!» ma la piccola Stillymon esprimeva «Io non
voooglio tornare a casa…! Sto così bene con te
Jeri.» al che la ragazza sorrise con molta dolcezza, e la
carezzò «Lo so, cara….» Sui
suoi occhi vi era
un velo di tristezza «…ma purtroppo non possiamo
restare
assieme, tutti voi dovete tornare dalle vostre famiglie…
…mi mancherete tanto…»
Ma
Orphanmon aveva espressione triste, e sembrava nascondere un
segreto…(fine-canzone)
Nel corridoio
dell’hotel, gli occhi azzurri di Cindermon erano spalancati
«Dici sul serio,
Kazu?!»…«Proprio
così…» replicava il ragazzo dai capelli
castani e
gli occhi blu, che teneva il nero cappello tra le mani
«Comprendo
che possa sembrare una favola, a raccontarsi…lo sembra a me
tuttora.»…«Tu e mia sorella
Diamon…
…
...realmente siete
innamorati…?»...«…io posso
solo dirti che il mio cuore la ama con tutta
l’intensità,
ed è con lei adesso.» con eco di Guardromon
«Ed
è con lei adesso.» poi il ragazzo aggiunse
«Quanto a
Diamon…io sento che lei è sempre sincera, quando
dichiara
amore.» con nuovo eco di Guardromon «Quando
dichiara amore
lei non mente mai. Guarda, sono diventato più bravo: ripeto
le
frasi in ordine inverso e le rielaboro persino!» Kazu gli
rifilò un pugnetto complice…mentre la ragazza dal
ciuffo
rosso boccheggiava, il suo fiato era spezzato
«Che…che
cosa prova un essere umano…
…ad amare qualcuno come noi…?»
Il ragazzo
sorrise di semplicità «…che cosa deve
provare?
Quello che si prova sempre. O meglio…» indossando
il
cappello «…quello che si proverebbe, se non fosse
in
realtà così raro l’amore, quando
è davvero
sincero. Posso solo dirti che è meraviglioso, ed io che
sentivo
di essere tanto povero…da quando ho scoperto questo amore,
mi
sento l’uomo più ricco del
mondo.»…«…e così
tu sei stato vicino a
mio padre in tutto quel lungo periodo…ed hai imparato a
conoscerlo. Come sta…?» Kazu si
accomodò il
cappello «Cyclemon è un Digimon nobile e
altruista, per
lui la famiglia viene prima d’ogni altra cosa, farebbe di
tutto
per proteggere voi e…per la salvezza di Digiworld sarebbe
pronto
a correre qualsiasi rischio, e Diamon altrettanto. Devi
credermi…
…tu eri sempre nei loro pensieri: non hanno smesso un attimo
di
preoccuparsi per
te…»…«…ma lo sai
che
quasi ti invidio questi giorni che tu hai trascorso con
loro…?» accennava Cindermon con la voce che le si
smorzava, aggiungendo «…sei riuscito a conoscerli
molto di
più di quanto non ci sia riuscita io in tanti
anni.»…«Non devi abbatterti, Cindermon:
tu hai
scelto la tua via. In questo modo, Takato è potuto tornare a
combattere. E’ tornato ad essere un Digimon
Tamer…»…«Takato…»
pronunciò lei assorta «…e la famiglia,
i
legami…
…i lacci con il passato…
…n-non
posso esitare oltre! Non posso continuare a fare in modo che padri,
madri, fratelli e…amici siano separati per colpa di
incomprensioni ed equivoci, devo scrivere quella
lettera!»…«Come
dici?!»…«Oh?!...
…nieeente, non ci badare, parlavo fra
me!»…«Comunque…
…non credere Cindermon: il tuo contributo è stato
davvero
importante. Non posso immaginare come sarebbe andata…se tu
non
fossi comparsa all’improvviso, quel giorno. Come
vedi…purtroppo Takato non ha potuto gioire per il ritorno di
Guilmon, come è stato per noi.»
“Guilmon!” pensò la ragazza
Digimon…
…e le ritornò in mente quella scena della
festa... “GUILMON
DIGIEVOLVEEE!!!...GROWLMON!”
«Sentimi Kazu, scusa se ti rompo ancora con una
domanda…!»…«Tutto quello che
vuoi. Sono a tua
disposizione…cognatina sperata!!!» con eco di
Guardromon
«Cognatina sognata!!!» e rimbeccata di
Kazu
«Che c’entri tu, Guardromon?! Diamon me la sposo
solo
io!» Cindermon rise «Uhmuhmuhmuhm! No sai ancora
non ci
faccio bene mente locale, ‘sta cosa…mia sorella
fidanzata,
va
beh!»…«Ahahah!»…«Senti,
ma…mi hai lasciato di stucco con quel fatto là
del nostro
castello INVASO, e di quella creatura che si fa chiamare col nome di
Guilmon!!»…«E’
così, purtroppo!»
Kazu chinò il capo, spiegando «Ma non sono rimasto
abbastanza al palazzo per poter indagare, credimi mi sarebbe piaciuto!
E l’avrei fatto per Takato…» che
scrutarono poco
distante, mentre parlava con Kenta e Yuki. Il ragazzo dal cappello nero
rivelava «…questa faccenda non mi convince per
niente, e
temo che lui ne andrà a soffrire! Ah, nonostante tutta la
mia
esperienza di questi anni in fatto di vita…e di cose che
possono
capitare, io…ancora non mi capacito, di come possa, uno come
Guilmon, uno così come era lui, semplice, sincero!
Mischiarsi…con gente di una tale malvagità:
sì
è vero non dovrei stupirmi, perché certi fatti ti
possono
cambiare in qualsiasi modo, da ragazzino sognatore puoi diventare
arrogante e distruttivo, o da…insegnante apprensiva ti puoi
svelare disonesta…e piena d’odio. Da padre
premuroso…» abbassando lo sguardo, mentre
Guardromon lo
prendeva per la maglietta in segno di conforto
«…puoi
mutare in un uragano…che distrugge ogni cosa che sia bella,
e
delicata. Ho visto tanti cambiamenti su me stesso e sugli altri, ma a
quello di Guilmon non mi
rassegno!»…«…questo
Guilmon doveva essere davvero speciale…»
commentò
Cindermon assorta, e Kazu rivelò «…che
vuoi, era il
nostro amico. La nostra mascotte…al cambiamento di certe
cose
del tuo passato non ci credi. Anche se te lo vedi davanti.»
Nella mente della ragazza
dal ciuffo rosso tanti pensieri…per poi culminare in un
sorriso
gentile «Beh questo vuol dire che in fondo non credi nemmeno
al
cambiamento degli altri.» Kazu era un po’
interdetto, forse
alle porte della commozione «B-Beh che dire non lo
so…non
mi pongo il problema, io…
…mi attengo a quello che vedo. Forse.
Chissà…
…magari tu hai
ragione. E forse sbaglio…» ma lei gli mise le mani
sulle
spalle, sussurrandogli
«…no…perché devi
sbagliare? In fondo se senti che il tuo papà è
buono
nonostante ti abbia fatto tanto male magari…hai ragione,
forse
è stata solo una nube passeggera.» Kazu
alzò occhi
ingenui «Tu chiameresti una “nube
passeggera”…dieci anni di
sofferenza?»…«…dieci anni non
sono poi
così tanti se ci mettiamo a pensarci. E’ vero, se
contiamo
ogni cosa accaduta ci sembrano
un’eternità…ma a
dire il vero non sono nulla in confronto al futuro, la vita continua e
giungeranno molti, molti più anni! Siamo ancora
giovani…» e Guardromon
«Kazu…la senti? Ti sta
incoraggiando, Cindermon ti sta dicendo che forse anche il tuo
papà potrà cambiare! E magari la tua maestra
ritornerà buona come un
tempo.»…«Se lo
dite…voi Digimon io mi fido di voi, che posso
fare?»
commentò il ragazzo infilandosi le mani in tasca, in un
gesto
tipicamente giovanile «Voi vedete sempre più a
lungo di
noi.» ma Cindermon gli toccò la spalla
«Ehi! Beh di
sicuro mio padre lo ha fatto…quando ha scelto te come nuovo
sovrano. Come erede di
Digiworld.»…«Oh!»
sussultò il giovane, e Cindermon rivelò
«Sono
sicura che questa volta mio padre ci ha davvero visto
giusto.»
con Guardromon a sottolineare «Kazu, la senti? Ti sta dicendo
che
tu sarai un buon sovrano, e lei è la principessa!»
al che
Cindermon rise «Ahahahah!...ma senti un po’ lui il
ripetitore così da dieci anni?» Kazu era
visibilmente
imbarazzato, ballonzolava e non sapeva come accomodarsi il cappello, ma
finì per sorridere «Per dieci anni non
l’ho
visto…però sono sicuro che ha fatto sempre
così!» Il Digimon esortò
«Dai, Kazu! Andiamo
da Takato e Kenta.»…«Oh, ma certo. Ah,
grazie
Cindermon!»…«Ci mancherebbe, sei mio
cognato!!...
…uhmuhmuhm!...Diamon fidanzata, e brava sorellina chi te
l’avrebbe mai detto, hai svangato in mia assenza!»
Il suo
era un sorriso disteso d’affetto…
…ma scivolò in un’espressione
più seria
«Non c’è più tempo per
aspettare: debbo
risolvere questa questione. Ci sono alcune cose che devo chiarire con
me stessa…e con il mio passato. Senza contare il mio
presente!» e guardò Takato nel fondo del
corridoio…per un attimo i loro sguardi si incrociarono e lui
sembrò chiederle a cosa stesse pensando, ma poi riprese a
parlare con i suoi amici e i loro Digimon. Cindermon tirò un
respiro profondo e mosse qualche passo «In questo momento
ogni
punto focale della mia vita si riunisce nello stesso luogo: il castello
in cui sono nata! Là gli invasori hanno scacciato i miei
familiari, che ho abbandonato nel momento di maggior bisogno…
…da
là dovrà partire il piano di salvezza di
Digiworld, per
mezzo del nuovo sovrano eletto da mio padre.
Là…»
volgendosi verso Takato «…c’è
un Digimon che
si spaccia per il migliore amico del mio domatore!...» in una
piega appenata della sua espressione «Si fa chiamare col suo
nome! Ma è il Supremo del palazzo…è a
capo degli
usurpatori.» girandosi di nuovo di spalle «Ma se ci
pensi
bene tutto torna! N’Emo, il fratello di Takato, ci ha
attaccati e
si muove alle dipendenze di quella fantomatica Purplemon! Ed io alla
festa ho visto chiaramente con i miei occhi quel Digimon che si
è definito “Guilmon” scappare assieme
N’Emo!
Basta un due più due banale!...» alzando occhi
azzurri
attoniti «…per realizzare che quello è
veramente
Guilmon! Oh mio Dio, e se così fosse? E
se…?!»
volgendosi freneticamente verso Takato per poi girarsi di nuovo (lui
notò qualcosa «…ma che cos’ha
Cindermon?»)
La ragazza era ogni secondo più agitata «E se
Guilmon
fosse davvero passato al nemico e ben presto lui e Takato dovessero
trovarsi faccia a faccia su fronti opposti?! Oh porco boia sarebbe
terribile, u-un vero cataclisma! Lui lo adooora, n-non può
vivere senza anche se lo fa da dieci anni! E se davvero Takato andasse
avanti nel mito di un Digimon e di un amico che nella realtà
dei
fatti ora è un nemico? Oh povera me non ci posso
pensare…»…«A cosa? Cavoli,
dev’essere
proprio
grave!»…«AAAAAAAAAHHH!!!»
…fu il grido di Cindermon, che si volse di scatto
«M-MA
SEI PAZZO A SORPRENDERMI ALLE
SPALLE?!»…«Scusa...» Takato
restò un
po’ sorpreso «…calmati. Di solito sei
sempre pronta
in queste cose, oggi cos’hai? Sei
strana.»…«Cos’ho?!
Cos’ho?! Cose mie, mi
ronzano affari in testa, perché, non
posso?!»...«Mica ho detto che non puoi:
solo…non mi
sembra giusto che te la prendi con me, io mi stavo solo interessando a
quello che avevi, e se l’ho fatto in modo un po’
scherzoso
beh è perché…
...in fondo tutto il nostro rapporto
è.»…«Uno
scherzo?!»
Takato rimase serio «…sai benissimo che non
è
così. Dicevo semplicemente che è impostato su
un
modo…come dire…non mi vengono le parole ma
è
così: io arrivo, ti prendo alle spalle, tu sempre pronta a
ricevermi e viceversa! E’ stato così
dall’inizio…ma oggi mi accorgo che preferisci
essere
lasciata in pace perciò scusami, ti lascio ai tuoi
pensieri.»…«N-No,
aspett-!»…«Ti
disturbo solo se c’è qualcosa di inerente alla
battaglia.» disse il ragazzo allontanandosi…lei
strinse i
denti e assunse occhi appenati «…accidenti, non mi
sono
controllata, guarda un po’ che ho combinato. Però
forse
è meglio: in questo modo…mi starà meno
addosso ed
io avrò più libertà di fare
ciò che sto
già ventilando.»
“E’ strano…” pensava Takato
camminando per il
corridoio “…è la prima volta che sono
io ad esserci
rimasto male per come lei mi ha trattato.” «Takato,
cos’ha Cindermon?» si interessò Kenta, e
lui rispose
«E’ nervosa, preferisce stare da sola.»
Kazu
obiettò «Strano, ci ho parlato poco fa ed era
tranquillissima.» ma il suo amico dalla bandana rossa
alzò
appena le spalle…
Nei
pensieri della rabbuiata Cindermon “…voglio andare
a casa.
E presto! Debbo appurare la situazione al castello e vedere con i miei
occhi il Supremo.
Ma questo
devo farlo da sola. Senza il mio domatore.”
girandosi…e
scrutandolo con una certa contrizione “…perdonami,
Takato!...
…ma
se sono il tuo Digimon devo andare in avanscoperta per te, e
assicurarmi che non ci siano pericoli lungo il tuo cammino!”
Lui
benché non volesse darlo a vedere, tornava a posarsi su di
lei
con la coda dell’occhio…
Nel gelido e desolato settore
del tempo sospeso,
presso l’antica torre diroccata, le mani gentili di una
fanciulla
giocavano senza timore con dei ragni digitali che avrebbero suscitato
ribrezzo a chiunque «E così…mio padre
non mi fa
metter bocca: l’ha gestita tutta lui
l’organizzazione della
rivolta. Forse pensa che non ci saprei molto fare come generale, eppure
io se dovessi farei del mio meglio per la liberazione di Digiworld. In
fondo tutti combattono, perché io non posso fare la mia
parte?»
Ma un anziano
Digimon veniva su dalle scale con passo un po’ affaticato ma
deciso «Non avere fretta Diamon: quando sarà il
momento…ognuno farà la sua
parte.»…«Papà!» si
alzò lei di
scatto, facendo cadere tutti i ragni «Ops! Scusate Dokugumon,
sono la solita. Allora…? Che cosa dicono i Digimon che
abbiamo
riunito?» si interessò la giovane dagli occhi
verdi ed il
volto per metà di diamanti. Cyclemon smarrì il
suo
sguardo nello scenario oltre la finestra della torre
«Dicono…che sono pronti a partire. Stiamo per
rimetterci
in cammino: per fortuna abbiamo seminato il nemico…ma adesso
è ora di finirla di
scappare.»…«Ah! Questo
significa…che presto ci riuniremo con Kazu e gli
altri?!»…«Uhm…ti manca, quel
ragazzo,
vero?»…«…troppo! Oh
papà sapessi, i
giorni non passano mai: sai che mi sono inventata per passare il tempo?
Conto le zampe dei Dokugumon!...sì, lo so che sono sempre lo
stesso numero, però in fondo può sempre capitare
di
incappare in una specie nuova, o in un esemplare
raro…no?»…«Uhmuhmuhm!...sei
proprio uguale a
tua madre!» descrisse Cyclemon rapendo lo sguardo della
figlia,
che lo ascoltava «Anche lei, quando capitava
che…magari
per colpa dei disguidi nel prendere un fascio teletrasportante, eravamo
costretti a separarci…poi mi raccontava che in quei giorni
mai
il suo animo si era placato dalla tempesta…e si era
inventata le
cose più strane per ingannare
l’attesa!»…«Come
me?!»…«…povera
piccola…»
chinò il capo Cyclemon, con la commozione negli occhi
«…e dire che mi ha sempre detto…che fin
da allora
già mi amava.» Diamon si avvicinò,
sfiorando il
velo di merletto del padre «La mamma era innamorata di te fin
da
quando era bambina, vero? Lo capisco! Anch’io se avessi
conosciuto Kazu all’età del vostro viaggio, o
anche
prima!...sono certa che mi sarei presa per lui una cotta stratosferica
esattamente come quella che ho adesso, per certe cose
l’età non conta! Ci sono anime che
sono…destinate
ad amarsi, e a restare assieme.»
Cyclemon tacque…
Diamon si portò
le mani alla bocca «Uhm!...papà ti domando scusa.
Davvero.
No sai è che per me la
mamma…è-è come se
fosse sempre in un certo senso presente fra noi!» ma lui le
rivolse un’espressione buona «Ed è
giusto che sia
così figlia cara, è quello che voglio. Lei veglia
sempre
su di noi…» al passaggio di un luminoso Digignomo
«…lei è lo spirito…di quella
bambina di
tanti anni fa…che crescendo è germogliato in una
donna
meravigliosa, e ha lasciato due semi per continuare a vivere nel
presente…tu e Cindermon…»
«Mamma…» pensò Diamon
accogliendo il
Digignomo sul suo dito, e soffiandogli un bacio…
…mentre
lontano da loro, Henry appoggiato alla porta della casetta, ripeteva le
parole udite dallo specchio incantato «…uno dei
tre
domatori…era una bambina: il suo cuore traboccava di
speranza e
determinazione, e risplendeva di purezza: come un
diamante…avvolto da una culla di foglie
infuocate…»
Fu allora che Diamon
chiese «Papà…tu non mi hai mai parlato
con
chiarezza dei due compagni del vostro primo viaggio. Chi erano?...
…p-perché ora loro non sono con te, ad aiutarti?!
Hai
visto Kazu ed i suoi amici? Loro sono uniti…e dopo dieci
anni si
sono ritrovati tutti per proteggere Digiworld. Perché per
voi
non è andata così…?»
«I compagni di tua madre…
…
…non…ci sono più,
Diamon.»…«Ah!...n-non è
possibile!»
esclamò la ragazza, ed il Digignomo volò via
«Sono
scomparsi anche loro, come la
mamma?!»…«…
…non c’è più traccia
di…quegli umani
che Digiworld invocò per la sua difesa, tanti anni
fa.»
replicava il Digimon che dava le spalle a sua figlia. Costei insistette
«Q-Questo vuol dire…che ci sono altri due Digimon
come te
che sono rimasti soli, abbandonati?! Senza il loro
domatore?!...o-oppure è successo qualcosa di brutto anche a
loro, rispondi
papà!»…«…di una di
loro…non ho più notizie da molto tempo
ormai.»
replicò Cyclemon smarrendo i suoi occhi nel cielo di quel
settore in cui il giorno era sempre velato e la luce non filtrava
«L’altro…
…lo conosciamo. Sebbene io non l’abbia mai
conosciuto
realmente…era un tipo riservato…e così
è
rimasto…»…«…hai
detto…che lo
conosciamo? M-Ma io non mi sono mai accorta di niente, chi
è?!»…«…fra noi
c’è un
rapporto di rispetto reciproco ma non siamo mai stati veramente amici.
E poi gli eventi ci hanno diviso…
…non ho mai compreso come realmente abbia vissuto i
cambiamenti
che ci hanno attraversato…nostro
malgrado…»
Diamon avrebbe avuto molto da chiedere…ma si tratteneva, non
osava interromperlo cosciente che stava rievocando ricordi dolorosi per
lui…
«Tuttavia…» disse Cyclemon
«…anche lui
deve aver molto sofferto per la perdita di Hideki, il suo
domatore.»…«…Hideki…uno
dei tuoi
compagni si chiamava così? Aspetta! Ora che provo a
ricordare…mi sembra che anche la mamma lo avesse nominato,
però non ne sono certa, a dire il vero anche lei parlava
poco
del vostro primo viaggio. O meglio, di voi due e del vostro incontro
eccome, però quelli dei quali siamo sempre state
all’oscuro sono i vostri compagni, ad esempio
l’altro come
si chiamava?!»
Cyclemon
sembrò avvertire un brivido…e si volse verso sua
figlia
in quello che sembrava il preludio ed una rivelazione. Ma proprio in
quel momento giunse dalle scale un Centarumon «Perdonatemi
grande
Cyclemon: i miei guerrieri mi stanno domandando quando avrà
inizio l’avanzata.» sicché
l’anziano Digimon
si diresse da lui «O-Oh, fra pochissimo. Vengo a parlare
personalmente con
loro.»…«Papà,
aspetta!»…«Dopo, figlia mia! Dopo. Ora
abbiamo la
battaglia imminente, non possiamo angustiare il cuore con rivelazioni
dolorose: ma se destino vorrà che libereremo Digiworld ti
prometto che ti racconterò tutto: ogni cosa!»
stringendole
le mani…
…e
allontanandosi, mentre Diamon affermava «Non si
può
lottare a cuor leggero…se si ignora il proprio
passato!»
per poi avanzare con le sue scarpette cristalline sul pavimento
dissestato, fino ad affacciarsi alla finestra «Se colui che
ti ha
separato dai tuoi cari…non sai che volto abbia.»
smarrendo
il suo sguardo appenato attraverso quelle distese in cui sembrava
soffiare un inverno perenne…
Nelle segrete del palazzo reale…
…una
moltitudine di occhi luminosi si spalancava, estendendosi in tutta
l’oscura profondità…
…a capo
di questi, il Gotsumon, tanto bassetto e roccioso quanto determinato
«Bene, è il momento! Ci siamo, non restano che gli
ultimi
preparativi…
…non
aspetteremo il ritorno di Cyclemon, non ci credo che quel vigliacco
tornerà a liberarci come ha detto! E’ un Digimon
pacifista
e di certo gli importa solo di mettere al sicuro la sua famiglia: per
la nostra libertà…attaccheremo stasera!! Il
Supremo
Guilmon ha le ore contate…»
Nell’ombra
si agitava una massa di sguardi frenetici e vaganti, ma accomunati da
quello che sembrava un bramoso desiderio di attaccare…
Non essendo
intervenuto il processo di regresso, il nero manto tempestato di lune
bianche avvolgeva ancora un drago rosso dalle imponenti dimensioni. Il
suo occhio sinistro spuntava da una delle colonne del tetro corridoio,
quando N’Emo gli camminò vicino
«Mmm…?»
fece la grande creatura digitale «Hai visto?! Perdi
gocce!...sei
uscito di nuovo nella pioggia torrenziale e ti sei completamente
bagnato!» Il ragazzino si volse di scatto «Qual
è il
problema?! Che sporco il pavimento del tuo lussuoso
palazzo?!»…«Ti ho detto un milione di
volte che se
continui a fare queste sciocchezze ti ammalerai, non sto scherzando!
Sai che cosa mi può importare di questo palazzo: se
è
sporco, se è pulito! Nemmeno me ne accorgo…ed
è
l’ultimo dei miei problemi.» scandì
Growlmon, e
N’Emo rimbeccò «Beh almeno…su
una sola cosa
siamo d’accordo!!»…«Certo che
siamo proprio
due tipi strani: questo posto lo odiamo anche se ci siamo venuti di
nostra spontanea volontà.»
N’Emo respirò profondamente, per cercare di
mantenere la
calma «Ascolta…ho molto da fare. Dovevi dirmi
qualcosa,
Growlmon?» al che la creatura emerse da dietro la colonna e
si
avvicinò al ragazzino, che chiedeva
«Perché mi
fissi?!...
…perché te ne stavi nascosto, mi stavi forse
aspettando?!»…«…il motivo del
mio nascondermi
lo conosci: sai che non voglio che nessuno mi veda ridotto in questo
stato. Sono un mostro…con quest’occhio mancante
nel
migliore in assoluto dei casi posso suscitare compassione. Ed il mi
sono stufato della compassione altrui, sai per quale ragione?
Perché la sua intonazione nelle voci della gente…
…il suo riflesso…negli sguardi…
…riassume per intero questi miei dieci
anni.»…«Oh!» restò
stupito il
ragazzino, mentre udiva il Digimon descrivere «La pena dei
miei
amici…che pur soffrendo mettevano da parte il dolore per
aver
perso i loro domatori…e venivano a consolare me.
Perché
ero considerato il più fragile. La loro
pazienza…la loro
quieta opera di tessitura di una ragione, che mi bastasse per accettare
di aver perso Takato…tutto questo era un imponente lavoro di
compassione scaturito dalla loro grande bontà. I miei amici
mi
amavano…e lo strazio del vedermi soffrire faceva loro
mettere da
parte le sofferenze personali. Non mi piace ripensare a come le cose
sono andate: vorrei che fosse stato tutto diverso. Mi sarebbe piaciuto
ricordarmi…di un Guilmon attivo e pronto a consolare lui gli
altri che soffrivano. Un Guilmon capace di sacrificarsi, e di
assemblare assieme quattro parole un minimo dignitose tanto da dargli
la qualifica di “buon amico”. E invece niente. Non
ho avuto
il coraggio di sollevarmi dalla mia prostrazione, fra tutti sono stato
quello che ha lavorato di meno. Quello che si stancava più
presto, nei lavori di edificazione…
…e si
ritirava al tramonto…mentre i compagni rimanevano presso le
impalcature fino a tarda notte. Se sfoglio indietro le pagine del libro
della mia storia mi verrebbe da strapparle!! A che è
servito?! A
niente!» mentre N’Emo ascoltava senza osare
interromperlo…tradendo insicurezza nello sguardo e nella
postura…«Takato è morto…agli
albori di
questa mia agonia.» disse Growlmon…ed il ragazzino
non
riusciva a guardarlo negli occhi, mentre continuava «E di
sicuro…dal cielo ha assistito a tale mio spettacolo e gli ha
fatto tutt’altro che piacere! Ascoltemi
bene!»…«Oh!
Io?»…«Sì,
tu!...perché, vedi qualcun altro in questo luogo? Qualora
così fosse avvertimi, perché ci penserei io
stesso a
spaventarlo al punto da non fargli più osare metter piede
qui!!
Queste sono le mie stanze, i miei corridoi…bisogna bussare
molte
volte e da molto lontano prima di avvicinarsi…»
specificò con fare imperioso…ma poi si prese il
capo tra
le zampe gemendo «N-No!...
…che cosa sto
dicendo…?»…«…tiii…senti
male,
Growlmon?»…«…eccola che
riprende…
…la
compassione, stavolta non è quella degli altri ma
è la
mia…seppur grande e grosso non riesco a fare a meno di
commiserarmi, ma perché sono sempre così
STUPIDO?!»…«Ah!!»
…colpendo una colonna, nel sussulto del ragazzino dai
capelli
neri. In parte spezzandola, e decretando il crollo di un soppalco.
«Growlmon!» accorse N’Emo, sfiorandolo
«Ti sei
ferito…»…«N’Emo…
…aiutami!» mormorò la creatura
sofferente, e per il
ragazzino fu un autentico sussulto «Che cosa?!...
…tu
chiedi aiuto a me??...» …ma quell’occhio
giallo
tradiva commozione, nel confessare
«…sì…senti!...
…cerchiamo…di realizzare qualcosa di decente
dalla nostra
mortificante condizione!»
N’Emo sempre più sbalordito, di fronte a quel
gesto del
Digimon che allargava le zampe nel dipingere la prostrazione di
entrambi. Growlmon confessò «Non voglio marcire in
questo
palazzo fino a che quella creatura più furba di noi
darà
l’ordine di ucciderci! Ascolta, io…è
vero, ti stavo
aspettando! Era perché volevo dirti…
…a-anche se mi costa molto, io e te…!...siamo in
due…
…è-è meglio che essere soli, non
trovi?
Dunque…p-proviamoci, anche se è difficile!
P-Proviamo
almeno…ad unire le nostre forze!...
…e a scoprire qualcosa, indaghiamo su quella Purplemon,
scopriamo da dove viene, qual è la sua fonte di potere e
sconfiggiamola! Poi non so cosa faremo ma intanto…n-non
saremo
morti qui, una vita pur indegna di chiamarsi tale
continuerà! Ho
lottato troppo…in passato…per poter cancellare da
me
l’istintivo impulso di reazione…a ciò
che distrugge
e consuma. Sarò un idiota…ma il mio cuore pur
contaminato
guarda al futuro! Però questo non possiamo farlo se siamo
noi i
primi…a mancare di rispetto verso noi stessi! Guarda tu
stesso!!
Io mi nascondo perché ho vergogna del mio aspetto,
però
tu, però tu…!!...n-non mi aiuti a fare molto di
meglio!
Osservati…»
«Ohhh…?» N’Emo
guardò la sua maglietta
scura, mentre Growlmon la descriveva stavolta non con rabbia
né
disprezzo, ma solo con un profondo strazio «…sei
tutto
grondante di pioggia! Io resto nascosto ma tu esci e puoi incontrare
u-un qualsiasi Digimon in giro per i corridoi! Vuoi forse che ti rida
in faccia?! Guarda in che stato sono i tuoi capelli, io…t-ti
parlo sul serio quando ti dico che non devi fare queste cose!!...
…se prendi
tutta questa pioggia ti ammalerai, e poi cosa vuoi fare? Girare per il
palazzo facendo continuamente
ecciù!!!...ecciù!!!...
…tu non
ci fai mai caso a queste cose. Ma queste cose sono importanti! Sei un
giovane domatore…
…quelli
come te sono una specie che merita rispetto, diavolo, devo insegnartelo
io?! Non devi permettere a nessuno di ridere di te…
…e non
devi…obbedire a quella Muskmon…SINCERAMENTE
almeno! Se
ora non hai forze per contrastarla è meglio che tu la
inganni. E
la raggiri!» volgendo lo sguardo verso lo spiazzato
ragazzino,
fissandolo in modo penetrante «Ma piegare il
capo…MAI,
ricordatelo!! Con nessuno!!…
…se
non te ne fossi mai accorto il tuo aspetto…è
bello…»…«…cosa…?»
accennò N’Emo con un filo di voce, ma Growlmon
fissando
ora avanti a sé continuava «…sei un
ragazzino che
esprime forza!...dinamismo, vigore. E’ incommentabile lo
spettacolo di te che…scoppi in lacrime e scappi nella
tempesta
solo perché quella strega fa la voce grossa! HAI DELLE
RESPONSABILITA’!!» tornando a fissarlo, e
mormorando
«…perché anziché gironzolare
non mi hai
cercato, per il problema dei tuoi abiti
bagnati…?»…«Oh! E tu cosa
avresti potuto
fare,
Growlmon…?»…«…questo…»…«Ohhh…!!!»
(canzone: Taylor
Swift - Back to December (acoustic) )
L’enorme creatura si era avvicinata…ed emettendo
un caldo
fuoco dalle sue fauci…a poco a poco riscaldava il ragazzino
ed
asciugava l’umido sui suoi abiti e i suoi capelli…
…ma a giudicare da come si allietava l’espressione
di
N’Emo…Growlmon forse a sua insaputa stava
asciugando
l’umido anche dal suo cuore…
Il gruppo aveva
ripreso il suo cammino, e Kenta esclamava sorpreso «E
così
tu e tuo fratello vi siete trovati faccia a faccia un’altra
volta, Takato?!» L’altro rispondeva
«Sì,
Kenta, ma è stato
necessario.»…«Perché
dici questo…?» chiese stupito il ragazzo con gli
occhiali.
Ma il suo amico con la bandana replicò
«…perché ora che vi sono stato a
contatto non posso
più dubitare!!...
…io ho un
nuovo scopo! Oltre a salvare Digiworld, oltre a raggiungere la nostra
meta, anche la mia vita personale ha un nuovo obiettivo! Io voglio
riportarlo a casa…voglio che viviamo come veri
fratelli.»…«Certo che tuo padre
l’ha fatta
proprio sporca mentendo e privandoti di lui per tutti questi anni,
nonostante il dolore che ne sarebbe
nato!»…«Lo
so…» accennò Takato un po’
incerto, ma
l’amico gli prese le mani «Fai bene Takato!
N’Emo
è tuo fratello, e hai tutto il diritto di ripianare gli
errori
di tuo padre!»
Quelle parole suonarono come un incoraggiamento per il ragazzo.
Ryo
sembrava essersi ristabilito, e mentre camminava faceva vari cenni
sulla mappa elettronica di Yamaki, tutt’al più
starnutiva
un po’, ma poi si scusava alzando le spalle e
riprendeva…mentre Hideki era sempre accanto a loro, con la
mente
assorta nei pensieri…
…Rika e Renamon costeggiavano gli ingranaggi distrutti,
illuminati dl sole che filtrava il sole dalla coltre di nubi, e si
specchiava nei loro sguardi un po’ malinconici per lo
scenario di
quel settore in gran parte compromesso…
Alice li seguiva in disparte, ma in quel momento Imagomon si
accostò a lei, offrendole la sua protezione.
Jeri
camminava avanti con i piccoli Digimon con sé, scambiandosi
continui consulti con Beelzemon e Snowhitemon.
E
Takato affermava «Il pensiero di salvarlo dal
pericolo…mi
restituisce la forza di combattere! Guardate questo sole, Kazu, Kenta!
Non è stupendo? Voglio tirarlo fuori dal buio…per
far
sì che una luce come questa illumini i suoi capelli, ma
l’avete visto?! Non ha dei capelli meravigliosi, mio
fratello?
Anche facendo il parrucchiere non ho mai visto un nero intenso e lucido
come il suo!...non merita di
nascondersi.»…«…hai ragione
amico mio, vedrai
che ci riuscirai!» rispose Kazu con eco di Guardromon
«Vedrai che ce la farai!» Kenta disse «Ci
riprenderemo tutto ciò che ci è stato tolto,
ahahah!» e Takato «Sì!! Oggi ne sono
più
convinto che mai! Oh?»
...ma poi il suo
sguardo si incrociò con quello di Cindermon, che camminava
in
disparte. Fra loro c’era imbarazzo
“Cindermon…ma che
cos’hai? Ce l’hai con me per qualche motivo, ti ho
fatto
qualcosa…?”
Ma lei stringeva i pugni e i denti “Devo restare concentrata:
Caro Takato…come
può iniziare una lettera di sua madre? Devo completarla
entro stasera!”
Takato
avrebbe voluto parlarle, ma fu distratto da una voce nasale
«Avete notato che è cambiato qualcosa nel nostro
triangolo
amoroso?» Kenta ribatté «Non essere
pettegola,
MarineAngemon!»…«Dico solo la
verità!! Avete
tutti notato che Rika, Ryo ed Alice si guardano in un modo diverso??
Secondo me…presto avremo succulente novità sui
nostri
schermi!»…«…tua moglie
è peggio di un
gazzettino, Kenta…» commentò Kazu, e
questi
sospirò «Ahhh!...povero me…»
…eppure Takato era preoccupato per la sua Digimon…
…mentre un bambino era più sollevato e meno umido
«…Growlmon…»…«Ecco
fatto. Non ci
voleva poi tanto, no?!»…«E adesso dove
vai? Mi
abbandoni?!»…«…dove vuoi che
vada. Faccio due
passi fino alla terrazza, mi servono per riflettere. Devo pensare a
come sbrogliare la situazione.»…«No.
No!» il
ragazzino corse da lui «Tu mi hai già asciugato
gli abiti,
lascia che ci pensi
io!»…«…come?»…«Ma
sì. Tu vuoi scrutare la situazione a palazzo senza farci
beccare
dagli sgherri di Sandmon, no? Ho io quello che fa per noi!...
…LadyMeramon, vieni a me!»
La
Digimon di fuoco emerse dalla sua ombra «Eccomi,
padrone…»…«Ti ordino di dare
un’occhiata in giro: ma non farti vedere da nessuno!...questo
è quello che io ed il mio Digimon esigiamo, non
deluderci!»…«Ai vostri
ordini!» volando via
come un’ombra con la scia di fuoco, fra quelle candide
colonne
avvolte dal buio.
Il drago incappucciato la guardò allontanarsi
“Forse io
non sono diverso da lei…della mia volontà poco
è
rimasto. Però! Ora non c’è tempo per
pensarci…” stringendo più forte il suo
manto con
gli artigli “Devo seguire quella debole luce…e
farlo in
onore di quell’amico straniero con cui ho parlato, ma che mi
ha
ridato speranza!”
…ripensando al principe della festa
“Chissà…forse ora è
ritornato nella sua casa
ai confini della rete…”
Takato era in cammino, ma prestava viva attenzione ai ricchi gossip di
un’entusiasta e incuriosita MarineAngemon, che spingevano suo
marito a portare una mano alla fronte.
“…mi piacerebbe così tanto
vederla…”
sognava Growlmon “…me lo immagino un regno
stupendo,
incorniciato dalle stelle più luminose, ai confini della
galassia. Lui e la sua sposa tengono spesso feste, ed il cielo
è
sempre acceso dai fuochi d’artificio…
…ma gli piace alzarsi presto, ed ama il sole e i suoi primi
tepori…”
Eppure, perso fra i suoi sogni, non si accorgeva del Gotsumon dietro la
colonna «La tua vita qualunque sia stata ormai è
giunta al
termine, Supremo egoista! Il sole di domani…tu non lo vedrai
mai!!» e sopra di lui si innalzavano molteplici occhi
luminosi (fine-canzone)
«Ci ho pensato a
lungo: forse lei può aiutarmi…» disse
Henry,
sedendo accanto al letto dell’anziano MudFrigimon
«Da
quanto tempo lei è a capo di questo villaggio?...
…quando siamo passati dieci anni fa lei già si
trovava
qui ma…prima: si ricorda di
prima?»…«Ohhh…prima…
…è passato tanto
tempo…»…«Ne
sono cosciente ma lì si trovano le risposte che cerchiamo!
Prima
del nostro passaggio…
…agli albori della storia di Digiworld: esaminando il
materiale
con cui è costruita questa casa…ai tempi in cui
mio padre
iniziò a studiare i Digimon doveva essere già
stata
edificata. Si sforzi…
…s-sempre se ce la fa! Non si ricorda…se qualcuno
è venuto a trovarla? Dei Digimon Tamers…
…la mia domanda è se lei ha nella memoria il
sopralluogo
di altri
tre…domatori…»…«Sì!
Sì…i-il ragazzo…
…la
bambina…l-loro
due…»…«…solo
due…?...
…che aspetto avevano…? Si ricorda…per
caso i loro
nomi?»…«…no…!...i
nomi no…
…lei era…
…era così…così
graziosa…aveva i
capelli…
…castani, anche lui. Oh? Anche lui…un bel
caratterino,
mi…mi
diceva…»…«…cosa le
diceva?» Henry gli prendeva la mano con premura, ma gli
sussurrava «…la prego, è molto
importante!»…«Mi diceva…
…”reagisci!”»
ricordò l’anziano
con un lieve sorriso evocativo «”Non
puoi…
…mica…star qui…a permettere a una
moto…
…di
annientarti!”»…«Ah!!...
…aveva una maglietta azzurra questo ragazzo…? Per
caso ne
ricorda il colore?»…«Azzurra!
Sì!...
…che memoria, ragazzo…» ma il sussulto
di Henry si
spense «…niente da fare…questi sono
Takato e
Jeri…è quando siamo venuti noi, con la bambina
c’era un grande leone,
vero?»…«Un leone!!
Sì!!!...
…cooome era grande, quel
leone…»…«Leomon…»
sussurrò Henry ad occhi chiusi «Forse è
inutile…»…«C’era…un
terzo…con loro…
…più…più grande di
loro!» disse capo
villaggio, ma Henry scosse la testa «…quello ero
io. No,
si sbaglia: non ero più grande di loro, però lo
sembravo!
Avevamo la stessa
età.»…«Nooo, nooo!
Più…più grande!» ma Henry
sorrideva con
distinzione e premura «…non ero più
grande.
Però me l’hanno sempre detto tutti, io sono sempre
sembrato più adulto per via del mio modo di fare.»
eppure
il capo villaggio sembrava insistere convinto
«Nooo!!...più graaande! Mooolto! Mooolto
più
grande!» Henry accennò «Questo ragazzo
che sembrava
più grande aveva con sé un piccolo Digimon dalle
orecchie
lunghe, vero?
Terriermon…»…«Sììì!
Un
Digimon!»…«…niente da
fare…»…«Era un
Digimon…speciale!»…«Altroché!...Terriermon
era davvero speciale…»…«Aveva
una maschera
sulla faccia!»…«Cosa?!!» Henry
spalancò
gli occhi «…ma allora…
…ma allora sta cominciando a ricordare!!...
…Terriermon non ha mai portato una maschera sul volto,
né
Guilmon, né Leomon!»
«Era…timido, si copriva…
…il volto con la sua maschera…
…il suo
domatore era grande…lui era più
grande…molto
più grande!» insisteva il capo villaggio
compiaciuto di
sé, aiutandosi con un costante gesto di mano che sembrava
cogliere ricordi dall’aria…
Hideki si
aggiustava i suoi respiratori, camminando presso le macerie di
ingranaggi e pali di sostegno…
…lo
sguardo vigile di Mitsuo, che si sfilava gli occhiali scuri, e di Riley
accanto a lui, non lo lasciava mai…eppure il ragazzino
sembrava
ricercare la solitudine di luoghi distrutti, per poter radunare i suoi
ricordi
«”Purplemon”…»
pronunciò
sottovoce…
“…io
ti ho incontrato recentemente e ti ho visto conversare con una Digimon
malvagia e subdola che sembrava essere una tua antica conoscenza! Il
suo nome è…Purplemon!...
…Non so se il suono ti dice qualcosa, sta di
fatto…che
ora ci sta giostrando tutti come marionette!! Ci fa fare quello che
vuole, e se ci tieni a riscattarti dal tuo passato dovresti ricordarti
chi era!! Che importanza aveva per te e se…sai
perché
è divenuta così perfida, poiché
scoprendolo
possiamo tentare di fermarla! Te ne prego!”
«…quel Digimon alla festa mi ha detto che nel mio
passato
è presente una creatura con questo nome:
Purplemon…»
Ma
qualcosa riuscì a catturare lo sguardo dei suoi due genitori
acquisiti. Sembrava che con gli altri avessero fatto una scoperta
allarmante: Jeri spalancava gli occhi e, pallida, si portava una mano
al collo. Snowhitemon si appostò prontamente dietro di lei
per
sorreggerla, e Beelzemon le afferrò la mano «Jeri!
Ti
senti male?!»…«No…
…solo che…è terribile tutto
questo!»
I
cinque Digimon a terra fissavano tremanti e sconvolti, con le lacrime
agli occhi, le macerie del loro asilo completamente
distrutto…
«Oddio che orrore…» commentava Rea a
distanza, con
suo figlio in braccio. Chiese «…sarà
stato il
temporale di ieri notte?» ma Lopmon tra le braccia di Suzie
scosse la testa «Mmm, non
credo.»…«Cosa?!» fece Rea, e
Suzie «Che
vuoi dire, Lopmon?» La Digimon illustrò
«Li conosco
troppo bene per poterli confondere: quelli sono i segni di un assalto.
Molto spesso succedeva che le case del nostro villaggio fossero prese
di mira da alcuni Digimon rivali dei settori vicini, che non ci
vedevano di buon occhio perché eravamo stati sulla terra.
Sono
stati molti i tentativi di boicottaggio dei nostri lavori. Te li
ricordi,
Terriermon?»…«…purtroppo
sì e
questo è inconfondibile…» rispose il
Digimon
mogiamente…mentre Rea si interrogava
«…chi
può essere stato…?» e Suzie specificava
indignata
«…qualcuno che non ha un briciolo di cuore e di
pietà!!...»
«I nostri
compagni!» esclamava Orphanmon, e la piccola Stillymon
«Oh
no, cosa sarà successo ai nostri
amici?!»…«E
la maestra?» si chiedeva Grassmon il fascetto
d’erba
«Che fine avrà fatto la maestra?!»
Takato si
fece vicino a Jeri, rivelando a bassa voce
«…Lopmon e
Terriermon sostengono che sia stato un attacco. In effetti non ci sono
le tracce di ingranaggi precipitati.» Snowhitemon rispose
«E’ assolutamente così:
sfortunatamente…ho
esaminato tante volte le tracce, quando presidiavo i lavori.»
Lo
sguardo della ragazza e del ragazzo si incontrò, in una
supplica
«Takato…che cosa devo fare? Mi
sento…disorientata,
posso solo immaginare che cosa significhi tornare in un
luogo…di
quotidianità come la tua scuola…e trovarla
distrutta, le
persone che vedi ogni giorno…smarrite!» ma lui le
prese la
mano «Lo so, ti capisco, non dimenticare che io sono stato a
scuola con te: per prima cosa dobbiamo tranquillizzare i piccoli
Digimon, è necessario che abbiano un punto di
riferimento.»…«Sì…»
annuì
Jeri, seppur col fiato smorzato «…hai
ragione.»
chinandosi su di loro, ed approfittando del fatto che le davano le
spalle per chiudere gli occhi ed evocare, con un respiro, la forza
necessaria. Ma Orphanmon le lasciò poco tempo, e
balzò
rigirandosi di colpo sorprendendola «I miei
compagni e la
mia maestra sono gli unici che ho al mondo! I miei genitori sono
morti!! Sono stati acquisiti da un Digimon feroce!!» aveva le
lacrime agli occhi. Jeri tese le braccia…e lo prese con
sé «Sta…tranquillo, sono sicura che la
maestra e
gli altri sono riusciti a scappare in tempo. Vedrai, li ritroveremo!!
Devono di certo essere qua
attorno…»…«Io non
voglio rimanere completamente solo, Jeri!!»
scoppiò in
lacrime il piccolo Digimon, ma lei lo stringeva forte (canzone: Mariah
Carey - Through the rain) «No, non ci
resterai!!...
…te lo garantisco, te lo prometto! Ti fidi di me? Io sono
una
Digimon Tamer, ricordalo! Ho visto tante scene di questo
tipo…ma
alla fine, restando uniti e aiutandosi fra amici ogni cosa è
finita bene e sarà così anche per voi, vedrai!
Vedrete…»
Takato la osservava con tenerezza “Il timore di restare
soli…
…la ricerca di un riscatto, e il tentativo di farcela! Gli
impulsi che ci guidano…
…a poco a poco sento…che tutto torna ad essere
come una
volta, stiamo riscoprendo noi stessi! Quando ho visto quel Digimon
buttarsi tra le braccia di Jeri ed esclamare…io non voglio rimanere
completamente solo!…ho pensato a te, fratello
mio. Un giorno farai lo stesso con me? Ed io
potrò…
…carezzarti il capo, e rassicurarti come ora lei sta facendo
con
lui…?”
Jeri
parlava con materna tenerezza «…vedrai, tutto si
sistemerà. Devi solo resistere…stringere i denti,
come
facciamo noi!» nell’aprirsi di un sorriso poetico e
meraviglioso, traboccante di incoraggiamento e illuminato da sole
«Come abbiamo fatto sempre, fino ad oggi!»
Quella
scena rapiva gli sguardi di Ryo, Cyberdramon e di tutti gli altri, e
spingeva a riflettere.
Takato
pensava “E tu, Guilmon…? Potrò un
giorno…a
seguito di questo lungo, e illimitato tempo trascorso a stringere i
denti…finalmente riabbracciarti, e fare punto e accapo con
questa fase della mia vita…che a seguito della sconfitta del
D-Reaper non si è mai chiusa, ma è rimasta aperta
come
una finestra, che col vento sbatte, e lascia filtrare uno spiffero
gelido?!” ma in quel momento Cindermon giunse dietro di lui
«Mmm? Ptsss, che succede? Brutte notizie?» Takato
alzò gli occhi su di lei, e confessò fissandola
intensamente «…tiemiamo che sia successo qualcosa
di
brutto ai Digimon di quella
scuola.»…«Acc!!!...» fece lei
il gesto di
modersi una mano e commentò «Brutto affare:
dobbiamo
assolutamente fare qualcosa.»
Lui
non lo diede a vedere ma era contento che lei gli si fosse rivolta,
nonostante tendesse a sfuggire allo sguardo di lui per scrutare meglio
le rovine della scuola.
Ma
Hideki seguiva quella scena da lontano, arrampicato sul cumulo di
macerie…
…e d’un tratto ebbe un sussulto
«Oh!...il cuore
quando è innamorato…» Kazu gli si
avvicinò
«Ehi, che dici Hideki?...sei innamorato anche tu, per
caso?» invitandolo con un sorriso «Puoi dircelo,
sai?
Qui…siamo tutti nella tua stessa barca, dare ascolto alla
moglie
di Kenta per
credere!»…«Kazu…è
possibile che quando si è innamorati di qualcuno…
…tanto lo si voglia abbracciare e proteggere dalla
solitudine…da essere disposti a tutto, anche a perdonargli
il
male che ha fatto?!» Kazu lo scrutò incuriosito
«Caspita! Così giovane, già vivi una
storia
talmente complicata?...
…
…comunque è possibile…
…e credo
sia proprio così, a qualsiasi età. Considerati
fortunato:
prima lo scopri, prima comprenderai molte altre cose,
fondamentali…» sicché il ragazzo dal
capello nero
si allontanò…ma Hideki restò assorto
«Perché…? Io mi stavo interrogando sul
nome di
Purplemon…
…ed ho
visto una creatura alta e maestosa, che ne abbracciava
un’altra
che sembrava…così fragile! Quando il cuore
è
innamorato…» ripeté il ragazzino dai
respiratori…
«Si faccia coraggio, c’è quasi
arrivato!!»
esclamava Henry, mentre l’anziano orso marrone descriveva
«Erano…tre, tre esseri umani!!»
Gli
occhi del ragazzo erano attoniti e lucidi di emozione…
«Uno di loro era speciale, gli si…
…i-illuminava il cuore di luce!» allora Henry si
portò la mano al petto «…come
me…?»…«Ed
era…mooolto più
grande, come un padre!!...
…un padre…»…«Un
padre…»
ripeteva Henry, e il Digimon continuò «Un padre
con
due…con due!!» ed apriva le sue braccia, mentre
Henry
affermava «Il gesto che sta facendo!...sembra alludere a
qualcuno…che tiene qualcun altro per mano! Dei figli?! Se
egli
assomigliava a un padre forse aveva dei figli!...
…anch’io ho un
figlio…»…«No…!»
però lo
correggeva il Digimon «Non…dei
figli!»…«…bensì…?»…«Ahhh!»
la creatura mostrò stanchezza, ma Henry lo sorresse
«Oh!
No, la prego!!...
…mi perdoni, non volevo stremarla!...
…ho solo tentato di ricomporre il passato, grazie alla sua
mirabile memoria. E’ un grande Digimon, si ricorda ogni
particolare…»…«Una Digimon
assomigliava a un
fiore!» ma Henry lo invitava «Non si
sforzi!» e
riassemblava le parole dello specchio «Cosciente della
minaccia
che lo stava colpendo, Digiworld chiamò a sé un
domatore
speciale: uno di loro tre era diverso dagli altri…
…aveva il potere, di evocare La Luce nel suo
cuore…La Luce nel suo cuore, La Luce che nasce dalle
tenebre…
…era diverso dagli altri! Ah!...era più
grande!!»
ebbe un’intuizione, che il MudFrigimon confermava col suo
gesto
di mano «Ehhh!»…«Era
più grande!
Più grande degli altri, era un domatore adulto! Di
solito…
…i Digimon Tamers invocati dal vostro mondo sono dei
bambini…questo perché il loro cuore è
considerato
più puro, ma lui no. Lui era un
uomo…adulto…
…è stato il primo Digimon Tamer
adulto…per questo
lo specchio lo ha definito diverso
dagli altri…»
toccando così la tenue luce che illuminava il suo petto
disegnando uno strano simbolo…ma in quel momento si
udì
un boato «Ahhh!» si portò le mani alle
orecchie
l’anziano Digimon, ed Henry si volse di scatto «Che
succede?!!» nel sentir tremare le pareti della casa.
Quando dalle
macerie della scuola, un piccolo Digimon-specchio fece capolino
«Non siete qui per attaccarci…vero?» ed
i cinque
cuccioli esplosero di felicità
«Mirrormon!»…«Mirrormon!!!»
fu il nome
che gridarono a ripetizione, correndo da lui che saltellò
«Amici miei!»
Ma
Beelzemon si avvicinava «Che cosa è successo,
piccolo?!
Perché la scuola è crollata?!»
Il
piccolo specchio rispose «Sono arrivati due Digimon bambini
come
noi ma…molto cattivi!!! Ci hanno attaccati, e hanno fatto
prigionieri i nostri compagni e la nostra maestra!»
«COOOSA?!» esclamarono in coro i cinque
amici…Jeri
si portava la mano alla bocca e i compagni erano altrettanto
sconvolti…
«Io mi
sono salvato perché mi sono nascosto! Ma è stato
orribile: erano due bambini con un grosso gatto nero!» al che
Takato realizzò «Ufomon e
Gravemon…» e Suzie
«Quei Digimon sono tanto piccoli…quanto
micidiali!»
Cindermon commentò «Bisognerà pure
fermarli, in
qualche modo!»
Ma un vento di dubbio soffiava nel settore degli orologi (fine-canzone)
«…voi…?» sgranava gli occhi
Henry, in piedi
sull’uscio di quella casa costruita con pezzi di vecchi
elettrodomestici. Nel grigio del suo sguardo si rifletteva
l’intensità delle fiamme che in un attimo si
propagò lungo il villaggio, attorno a quei piccoli Digimon
di
fronte a lui «Uhmuhmuhmuhm!» sogghignava Gravemon,
e Ufomon
aggiustandosi il fiorellino «Finalmente ti abbiamo trovato
Henry,
ci sei mancato...»
Il ragazzo
tacque. I suoi occhi tradivano timore per sé ma anche per
quei
MudFrigimon che fuggivano in preda al panico tra le fiamme, inseguiti
da un gatto nero dai fulminei movimenti.
Ma da
un’altura vicina, su cui si posava uno stivaletto violaceo,
qualcuno supervisionava quell’ardente e minaccioso
spettacolo...
Eppure due mani avvolte da
guanti consumati si sfregavano nella soddisfazione
«Ohohohhh!» LadyWizardmon assottigliava di
soddisfazione i
suoi occhi verdi, che spuntavano da sotto il grande cappello a punta.
Sembrava contenta e soprattutto…libera. Seguita, come spesso
doveva essere, da una fila di vispi alunni «Ptsss, avete
visto…? Ohohohohohhh!» la sua risata aveva un
suono un
po’ gutturale, di gran gusto «E quando il gatto si
era
addormentato noi…TAC, SUBITO! Gli abbiamo sfilato la chiave
della gabbia da sotto la zampa, l’aveva schiacciata!
Ihihihihihih!»…«Sono stata brava,
maestra?»
chiedeva una piccola Digimon, e la maestra esclamò in
un’impennata acuta della sua voce «Haaaai avuto
un’idea genialeEEEEEE!»…«Ah!
Aiuto, maestra
non baciarmi così! Mi distruggi le guance!
Ahahahah!!!» ma
lei si autodescrisse «La maestra si tiene sempre la giacca
fin
quassù così…QUANDO LE SUE PREDE MENO
SE LO
ASPETTANO LEI---ZAC!»…«…le
riempie di baci!
Come fai con noi!» dicevano i piccoli, e lei
«EeeeeEESATTOOOooo! Ma adesso però-shhh!
O’!
Silenzio!» comandò un tantino più
imperiosa,
battendo a terra la bacchetta dalla punta a forma di zucca
«Siamo
stati fortunati, siamo riusciti a scappare, però dobbiamo
ricordarci che quelle creature possono essere ancora sulle nostre
tracce, dobbiamo fare piano-EEE!...
…CHE HO DETTO?!»
Alzò un
po’ la voce, e gli alunni commentarono «Ptsss,
LadyWizardmon è tanto famosa per i suoi
baci…»…«…quanto
per il fatto di essere
una grande urlatrice! E’ nota in tutto il mondo dei Digimon
come
“l’ugola d’oro”, fra le
maestre!»
«EeEE! IO
SENTO CHIACCHIERARE, PERO’!» sbattendo di nuovo
quella
bacchetta a terra «A chi è che gli devo dare
questa zucca
in testa?! PIA-Piano…
…piano, shhh…siamo fuggiti e ci è
andata
bene…però adesso non dobbiamo farci
scopri-O’!» afferrando con poca grazia un piccolo
Digimon
«Aiuto, maestra non
mangiarmi!»…«Ho detto
piano…» scandì quella maestra con occhi
perforanti
«…ora dobbiamo attraversare questo settore, non
è
il nostro e non lo conosciamo, ma se vogliamo tornare a scuola non
dobbiamo farci vedere da nessuno.»
Passava da
un tono coinvolgente e adatto a narrare avventure, a un rigoroso
disporre che la faceva assomigliare ad una tigre, minacciosa nel suo
strisciarti attorno e capace di assalirti al primo soffio di fiato!
Non
tardò a rimettere presto in riga quei piccoli Digimon
«Adesso…dobbiamo trovare la prima fermata di fasci
teletrasportanti qui in giro, se voi vi guardate attorno come la
maestra vi ha insegnato vedete che sta…più in
là!
Perché che vi dico sempre? Quelli che partono…da
sotto il
globo e hanno quell’andamento…CIRCOLARE, viaggiano
sempre…a nord!» sembrava approfittare di quella
situazione
per tenere un ripasso di nozioni scolastiche, abbassando la voce ed
addolcendola un poco «Allora noi ci dirigiamo verso nord. Se
vi
guardate attorno, notate? Questi cristalli noi li abbiamo
studiati!»…«Sì!! Mi ricordo
maestra!»
saltellò un Digimon, raccontando «Sono quelli che
circondano il settore dove viveva Zhuquiaomon, uno dei
Supremi!»…«Esatto…!»
affermò
ammirata la maestra, e l’alunno chiese «Ma ci
troviamo
davvero a Suzakomon?» al che LadyWizardmon alzò lo
sguardo
con consapevole umiltà «Eh! Chi lo sa? La maestra
mica sa
tutto, è stata catturata come voi, e non è che
per il
solo fatto che è la vostra insegnante…
…significa che conosce…tutto Digiworld! Ci sono
un sacco
di cose che anche lei deve ancora imparare, come tutti! Non si finisce
mai di imparare, ricordatelo sempre: e adesso, se ci troviamo davvero
nel…leggendario settore dove per lunghi anni è
vissuto un
Supremo tanto saggio, e tanto valoroso, lo dobbiamo scoprire da noi. Ve
la sentite?» chiese sincera, chinandosi appena sui suoi
alunni.
Ma ottenne un crescendo di «SiiiIIIII!» ad
accompagnare
un’onda di saltelli eccitati «Allora seguitemi!
Ptsss, e
che nessuno si allontani dalla fila!» Sicché si
misero in
cammino. Ma contenere l’eccitazione di quei cuccioli appena
scampati al pericolo non era semplice, qualcuno balzava più
pesantemente del dovuto, allora la maestra si rigirava con aria
scherzosa ed esprimeva «Ho sentito
un…TONFO!»
Qualcuno ricordò «Le parole che stiamo
studiando!»
tant’è che lei seguitava «Smettetela di
TONFARE!...dovete essere LIEVI quando camminate!» con alcuni
di
loro che si chiedevano «Chi si ricorda che vuol dire
l’aggettivo “lieve”?»
La maestra nascondeva sotto il bavero un sorrisetto consapevole, da
persona vissuta “Meglio così: se sentono
l’atmosfera
di scuola e credono di ripassare, almeno si dimenticheranno la brutta
avventura alla quale siamo scampati per un pelo…”
tingendo
di apprensione il suo sguardo “…quelle creature
erano
davvero cattive, e disposte a tutto!! Non c’è
niente da
fare, Digiworld si sta facendo sempre più inadatto per la
crescita dei bambini: mi domando se riuscirò ad arrivare
alla
fine della mia carriera…prima di dover sparire da un mondo
che
ho tanto amato…” e sembrava rattristata, ma si
rigirava un
po’ scherzosa «A-Ancora un TONFO?» con
quella voce
guizzante, che passava dal rauco all’acuto in modo
imprevedibile
«Ghhhh, guarda se adesso questa zucca la vedo dare in testa a
qualche PICCOLO & INNOCENTE Digimon!» e tutti
giù a
pararsi il capo
«Oooooohhhh!»…«Ohoh! Avete
pauuuuuura della maestra allora!» ma in fondo erano divertiti
da
quel suo modo di fare. Quando lei si fece più seria
«Però ragazzi adesso veramente, che abbiamo da
fare una
cosa importante! D’accordo esplorare il settore,
d’accordo
scoprire se è davvero il leggendario Suzakomon.
Però!...c’è una cosa che viene prima
fra tutte e lo
sapete. Qual è?» e tutti esclamarono in coro
«RITROVARE I NOSTRI COMPAGNI!» al che lei espresse
con
serio compiacimento «Bravi…! Questo non lo dovete
dimenticare mai: i compagni prima di tutto. Orphanmon, Stillymon e gli
altri si sono allontanati prima che ci attaccassero, ora non
c’è priorità che superi il fatto di
ritrovare i
vostri amici! Oh?» l’insegnante dal cappello a
punta si
sporse da quel sentiero sopraelevato, attirata da un particolare.
Aveva visto, nella zona sottostante, una ragazza incedere a passo
affaticato sotto il sole.
«Cos’è, maestra?! Qualche Digimon
feroce?!»…«…no, quello non
è un
Digimon, bambini.»…«E’ un
essere umano venuto
dalla terra?! Ma allora perché è vestita tutta di
nero e
ha quello strano velo in testa?!» La maestra fece
«Eh…non lo so…» molto
concentrata sulla
figura appena avvistata «…ve l’ho detto,
la maestra
non sa tutto, c’è un solo modo per
scoprirlo…voi
aspettatemi qui, eh.»…«LadyWizardmon,
vai a
parlarle! E se è pericolosa?» ma mentre si calava
dalla
roccia per mezzo di una corda, intimò «Voi non vi
muovete!
Se vedete un qualsiasi pericolo…scappate, più
veloci che
potete!»…«D’accordo!»…«Però
sii prudente, maestra!»
…LadyWizardmon discendeva lentamente…
Akemi lottava contro la fatica «Ah!...devo
farcela...»
La sua vista si sdoppiava, gocce di sudore scendevano da sotto il velo.
Ma le sue mani, forti di determinazione seppur tanto delicate, si
aggrappavano ai cristalli vicini
«Su…zakomon…
…! Ma sì, è uguale a
com’è
rappresentato. Sono certa di essere nel territorio…dove
viveva
Zhuquiaomon! Il Supremo…che inviò i dodici
Deva…sulla terra…
…in questo settore…Suzie Wong è
diventata una
domatrice...e-e anche Beelzemon…è stato qui e ha
visitato
l’ingresso del palazzo, anche se non mi ha mai rivelato con
chiarezza cosa è successo. Sento che devo andare
avanti!...a-ahhh! Anche se mi fa male tutto il corpo…
…devo arrivare al palazzo, se c’è
ancora. Lì
chiederò aiuto…se troverò qualche
anima
gentile…e disponibile! Oh?»
Ma improvvisamente una sagoma si frappose dinanzi a lei…
…Akemi non riusciva a distinguerla, perché la
vista le si
sdoppiava…ma tra i raggi del sole e i cristalli sembrava
intravedersi un cappello a punta e un’asta terminante con una
zucca…
«Ohh…» la giovane suora accennava ad
arretrare
lentamente…come se temesse il sopraggiungere di una creatura
con
cattive intenzioni…
Ma LadyWizardmon disse con calma «Aspetta, non voglio farti
del
male.»
«Oh…!»
La Digimon sembrava assorta, incuriosita…
Il guerriero in abito viola incrociava le braccia. Nel suo pugno
stringeva un Digivice a tre punte.
Henry esclamava «Che cosa volete?!» fronteggiando
lo
sguardo beffardo dei due bambini, puntando nei loro occhi
«Non vi
rendete conto…Digiworld sta per andare incontro a un
terribile
pericolo! Esiste un mondo, chiamato Regno abbandonato, che minaccia di
travolgerlo, già anni addietro i Digimon sono sopravvissuti
alla
sua minaccia, ma uno specchio magico mi ha rivelato che il contrattacco
è imminente!»…«Oh, tutto
questo è
veramente una favola esaltante, Henry.» commentò
vezzosamente Ufomon, ma il ragazzo replicò «Non si
tratta
di una favola!!!...
…chi vi controlla, bambini?!...dovete liberarvi! Dei malvagi
vi
stanno usando come strumenti di distruzione, qual è la vera
identità dei vostri genitori?!!...
…chi sono Taisho e Violetta…?» Ufomon
rispose
«Nostro padre è il grande Sandmon!» e
Gravemon
continuò col sorrisetto «…è
il generale
dell’esercito che fra non molto invaderà tutto
Digiworld…»
Henry sgranò lo sguardo, mentre l’aliena
continuava
«Nostra madre…beh, è un po’
rompiscatole, si
diletta a cucinare e a sfaccendare per casa: cosa che io non
farò MAI quando sarò grande, avrò
schiere di servi
ai miei piedi!» ed il fratellino «Mamma
è un
po’ pignola però bisogna ammettere che ci aiuta a
elaborare piani…» sicché il ragazzo
realizzava
«Siete tutti d’accordo…»
ricordandosi infilato
bruscamente in quel sacco nero «…come quando mi
avete
catturato, allora non l’ho sognato.» Ufomon
sfoderò
l’antenna artigliata «Sei stato bravo a scappare
Henry: hai
approfittato di una negligenza della nostra Scratchmon per dartela a
gambe e vagabondare per Digiworld!» ma lui tese la mano
«Bambini! Vi prego, dovete ascoltarmi! Devo dirvi una cosa
important-» Gravemon gli puntò l’asta
«Time-out, ti abbiamo fatto tana: è ora di pagare
la
penitenza!»
Ma
dall’alto una voce «Ufomon! Gravemon!!»
al che Henry
si volse di scatto «E tu chi sei?!!»
«Uhmuhmuhm…» sogghignava trionfante lui,
dai capelli
rossi e la maschera di cristallo…
«Sei anche
tu uno dell’esercito della nuova specie?!...eppure sembri un
essere umano!» affermò Henry, e l’altro
replicò «Io sono…
…il solo Digimon Tamer di questi bambini, e del loro
padre!»
«Cosa?!!» sussultò Henry
«…come puoi
essere un domatore…se fai far loro una cosa
simile?!»
mentre attorno echeggiavano le grida dei MudFrigimon,
nell’intensificarsi del fuoco.
«Silenzio,
noi abbiamo un’importante missione da compiere: dobbiamo
proteggere Digiworld dall’invasione di voi umani intenti a
recuperare il primato, sappiate che la vostra presenza qui non
è
più gradita…!!»
Henry
però ebbe un’intuizione «Ma questa
voce…» …e riaffiorarono in lui i
ricordi di quella
notte trascorsa a prestare soccorso in ospedale, e
quell’ex-domatore più piccolo di lui, con gli
occhiali e
lo sguardo sincero «…non è
possibile…
…Mako?!...
…tu
sei Mako?!»…«Uhmuhmuhm!»
ghignò il
ragazzo, con Ufomon che intervenne «Complimenti Henry,
conosci il
nostro nuovo
domatore?!»…«Ah!!» Henry si
volse
attonito…e Gravemon espresse «Hai vinto un premio:
inaugurerai le unghie potenziate di Scratchmon!»
Il ragazzo
dai capelli scuri fissò quello dai capelli rossi
«Mako,
loro ti stanno controllando, risvegliati, ritorna in te!!...di certo
manovrano la tua mente, ma qui sei a Digiworld!!...sei nel mondo dei
Digimon, e tu sei un Digimon Tamer!! Uno di noi!!...il tuo
Digimon…è
Impmon!!»…«SILENZIO!!...per
me quel Digimon non esiste più, e presto la sua immagine si
infrangerà come uno specchio rotto, e con lui tutto il
passato!!»
Henry
rimase attonito…e Mako ordinò «Ufomon,
Gravemon!!
Radete al suolo l’intero villaggio dimenticato!! E fatelo
prigioniero!»
«Ah!» Henry sussultò, e vide i piccoli
avvicinarsi
con le loro armi «Finalmente la preda è
vicina…» scandiva Ufomon, aggiungendo
«…manca
solo il suo cuore e poi mamma e papà saranno
soddisfatti!»
con eco di Gravemon «Faremo un figurone, ci tratteranno come
degli eroi!» ed Henry indietreggiava, benché non
volesse
rifugiarsi nella casa dove era stato ospitato “Oh no, e
adesso?!...senza un Digimon con me…cosa posso
fare?!”
Lo sguardo
bramoso delle due creature sembrava invalicabile…e quello di
Mako insondabile, dietro gli spessi occhiali dalla forma
fantasiosa…
«E
così…tu saresti un essere umano?» si
avvicinava
quella Digimon non alta e dalla figura un po’ schiacciata,
che si
elevava grazie all’espressività dei suoi occhi
verdi. E
all’attenzione del suo pubblico di alunni che seguiva la
scena
col fiato sospeso.
Akemi sembrava
impaurita…ma la voce di LadyWizardmon era bassa e non ostile
«…non ne ho mai visto uno. Ma ne ho sentito a
lungo
parlare. Si dice…
…che
dieci anni fa voi siate venuti sul nostro mondo…e abbiate
radunato i Digimon più potenti, per fronteggiare il
D-Reaper. Si
raccontano molte altre storie su di voi,
alcune…più
antiche…e in parte dimenticate. Chi può dire cosa
sugli
esseri umani è vero o no…
…a parte
la sottoscritta, circa quello che ha davanti agli occhi. E
cioè
te!»
La suora
temeva…ma respirò profondamente e si fece
coraggio.
Cercava di metterla a fuoco, ma i suoi occhi stremati sdoppiavano le
immagini. Tuttavia esclamò d’un tratto
«W-Wizardmon!»
La Digimon
spalancò lo sguardo «Uh?» e si
avvicinò, sui
suoi grossi stivali che le facevano il passo un po’ goffo
«Riesci a vedermi bene…?»
piegò il
capo…Akemi rispose con un filo di voce
«…no, sono
molto stanca…ti vedo sfocata!
Però…riconosco la
tua sagoma…quel cappello a punta…gli occhi
vivi…l’espressione…intrisa di
giustizia…»
L’insegnante digitale
sembrava emozionata…e con sguardo analogo a quello descritto
definì «…allora posso dirti che io non
sono il
celebre Wizardmon…bensì il suo alter ego
femminile.
LadyWizardmon.»…«Ah!...
…
…una femmina di
Wizardmon…» disse la suora con un filo di voce, ma
colpita
nell’animo, tanto che si avvicinò sciogliendo
passo dopo
passo il suo timore (nello stupore dello sguardo della Digimon)
«…non sapevo ce ne fosse uno…
…oh, come sono
felice che Dio mi abbia portata a
Digiworld…f-finalmente…!» cadendo in
ginocchio
dinanzi alla creatura «…posso guardare, e toccare
con mano
ciò che mi sono sempre limitata a immaginare! Ma allora era
vero
quello che si diceva!»…«Oh!»
LadyWizardmon era
così stupita…
I bambini
commentavano «Guardate, sta toccando la
maestra!»…«Mica vorrà
acquisirla?!»…«Scherzi? La maestra
è la
più forte di tutti, non c’è nemico che
le stia al
pari, li stende tutti per terra!!»
Le dita della
ragazza si sperdevano fra i ciuffi grigi che calavano dal cappello
«…un Digimon nel suo mondo naturale…ah,
che
meraviglia!...
…il vostro
mondo non si è addormentato da quando il portale si
è
chiuso…»…«…n-no!...
…no,
tutt’altro. Abbiamo…sempre continuato a lavorare,
e molto
anche. C’era tanto da riorganizzare.» rivelava la
Digimon a
testa bassa, un po’ imbarazzata (i bambini:
«Guardate!
LadyWizardmon è emozionata,
incredibile!»…«Lei che strilla e urla
sempre a
tutti, ora si sta commuovendo!»)
L’espressione di
Akemi era così allietata «Sono tanto felice di
conoscerti…chiunque tu sia. Io non venni qui a Digiworld la
prima volta. Sono stata una domatrice di Digimon ma ora…non
so
neanche se più posso definirmi tale. In piena
verità,
io…sono più che altro una suora della terra. Una
ragazza
comune…
…
…sono
anche
malata…»…«Oh!»
sobbalzò la
Digimon, per quella confessione sussurrata che però Akemi
gestiva con un sorriso umile e sereno «Sì ed
è per
questo che mi vedi in ginocchio, non perché non abbia voglia
di
camminare: farei chilometri interi…una volta ricevuto il
privilegio di essere qui ma purtroppo il mio fisico non me lo permette.
Devo accontentarmi. E mi basterebbe anche soltanto…ritrovare
il
mio Digimon! O mio fratello. Sono smarriti su questo
mondo…» tingendo il suo sguardo di pena
«…ma
purtroppo non so dove siano e ho un brutto presentimento. Non se se
è Dio a suggerirmelo…ma avverto che Digiworld
è in
grave pericolo!»…«E’ vero,
è
vero!!» confermò LadyWizardmon in un moto
istintivo del
suo modo di fare, e Akemi «Ah! Allora non mi ero sbagliata!!
Guardare tutti quei cartoni…alla fine mi ha permesso di
essere
in sintonia con le vere creature che abitano questo mondo! I lunghi
pomeriggi di quando ero bambina, trascorsi presso…il tunnel
per
la raccolta delle acque fino a che non scendeva la sera sulla
città…in attesa che un portale si
spalancasse!...non sono
stati sprecati…
…è
come un lungo percorso di preghiera, che sempre più ti
avvicina
a Dio…»…e gli occhi verdi della Digimon
brillavano
lucidi d’emozione alle parole della giovane
suora…«LadyWizardmon, sappi che sei ancora
più
bella e vitale di quanto i cartoni descrivevano il tuo alter ego! Che
Dio…ti
benedica…»…«No no, ma
veramente
io…!» stava per obiettare la Digimon dinanzi a
quel segno
di croce, ma prima che parlasse «Ahhh!» Akemi
tradì
un malessere, e LadyWizardmon la sostenne «Che hai?!! Che ti
succede, ti senti male?!!» esclamò visibilmente
agitata,
chiamando poi «Bambini!! Bambini!!!»
«Guardate, la maestra è nei
guai!»…«Andiamo ad aiutarla!»
Sicché quella schiera di piccoli Digimon discese
dall’altura, in una coreografia di saltelli piuttosto
spettacolare «Aiutatemi a sorreggerla!!»
pregò la
maestra, e tutti loro «Eccociiii, maestraaaaaaa!»
sicché si incolonnarono fino a costruire con la loro unione
una
sorta di creatura di supporto. Akemi però sorrise loro
«…mio Dio quanti siete…come siete
belli, siete
così piccoli…
…ah! Ascoltate…perdonatemi se vi chiedo un
favore, mi
aiutereste…così tanto se mi guidaste a
cercare…il
mio Digimon. Per me è un amico tanto caro. Il suo nome
è…Beelzemon.»
E questa
volta fu LadyWizardmon a guardare i bambini, come fossero loro la guida
che avrebbe dovuto dare la conferma. Ma da parte di questi, seppur
numerosi, la risposta fu univoca
«SiiiiIIIII!!!»…«SiiiiiIIIII!!!»
…tanto da
accendere il sorriso della suora, che sollevata accennò
«…Signore, benedici queste piccole
creature…»
…anche la
spiazzata LadyWizardmon accennò, riaccomodandosi il cappello
«…va bene…
…se…lo dite voi, bambini…
…allora
la aiuteremo! Aiuteremo questa
ragazza…»…«Evvivaaaaaa!!!»
e varie
altre esultanze fra i saltelli di quelle creature, e lo stupore della
maestra…
In breve i
ragazzi riuscirono a convocare due Digimon-specchio adulti presso la
scuola distrutta «Tesoooro!» esclamò
quella con la
bocca rossa, tipicamente femminile, stringendo il suo piccolo Mirrormon
che esclamava
«Mamma!!»…«Credevo di averti
perso, io e tuo padre eravamo disperati!»
Cindermon
sembrava prendere ispirazione dalla scena, e seduta su un cumulo di
macerie, appuntava rapidamente su un taccuino «…credevo…di averti
perso! Uhm?» interrogandosi poi sulle prossime
righe.
Ryo commentava
con Yamaki «Questo è il tipico momento in cui la
platea si
commuove per intero ripensando ai propri genitori: in tutto questo chi
è la pecora nera? Io! Preferirei…essere morto
sotto uno
di questi pali crollati piuttosto che rivedere mia madre!» ma
Mitsuo, smanettando sul cellulare «…dai,
Ryo…non
esagerare.»…«Non esagero affatto! Io a
queste scene
madre-figlio…sono diventato allergico, buahhh!
Ecciù!!!»…«Piuttosto…»
fece
sempre Yamaki «…come ti senti? Rika mi ha detto
che ieri
sera…a un certo punto hai perso i
sensi.»…«Sì, è
vero! Però non
li ho persi in realtà, certo ero sul punto di farlo! Con
tutte
le emozioni che ho attraversato!! Ero sinceramente preoccupato per il
mio Digimon, e per Alice…» soffiandosi il naso
«…da questo momento ho deciso, niente
più azzardi
come ieri, siamo cresciuti…e cerchiamo di dimostrarlo: non
ci si
muove più da soli!» Yamaki affermò
«…mi sembra una buona
idea.»…«Se si ha
un problema lo si risolve tutti assieme: ahhh…!
Ihmf!»
tirando un po’ su col naso «Sono deciso a mantenere
i miei
propositi, lo sai? Ero partito con le migliori intenzioni, ma poi
quando ci si trova…sul posto…niente, che fa la
mente?
Torna indietro, l’atmosfera ti concilia e ritorni alla tua
infanzia! Fai botte di testa, ti comporti come uno stupido e
invece…no! Non ne ho intenzione, non sono qui a Digiworld
per
niente, e la chiamata che abbiamo fatto a questi signori è
stata
la prima tappa del cammino di serietà!» alludendo
ai
genitori del piccolo Mirrormon, mentre Mitsuo commentava
«Fortuna
che siamo riusciti a contattarli grazie ai nostri
apparecchi.»
Ryo aggiunse «Le mie prossime tappe riguarderanno altre
faccende…e altre persone!» lanciando
un’occhiata a
Rika, che lo incrociò stupita…
…e
al suo Digimon. E pensando “Rika, Cyberdramon...non
dimenticherò mai la strizza di questa notte.”
«Ecciù!!!...ahhh...» “Mi sto
comportando come
un adolescente sconsiderato. Eppure ho un ruolo importante in questa
missione e il fatto di esser potuto ritornare a Digiworld è
un
privilegio non indifferente. Non so ancora come…ma qualcosa
pur
farò, per riscattarmi! Possibile che a Digiworld siano
finite
tutte le occasioni per…salvare la vita a qualcuno, e
intervenire
nel momento del pericolo? Alice…”
…guardando la ragazza in disparte con Imagomon “Mi
sono
infilato in un ingorgo con lei, debbo assolutamente sbrogliarlo! Se ho
potuto comprare casa a Rika ed evitare l’arresto per venire
qui
lo devo a lei, ma io non posso rimanere vincolato e sposarla come lei
stessa ha preteso! Sarà disposta a parlarne?
Forse…la
gran paura di questa notte ha fatto riflettere anche lei, me ne accorgo
dal suo sguardo.”
Alice infatti
sembrava assorta, pensierosa...seduta sulle macerie, sorreggeva la sua
testa con le mani, sull’eco delle parole che le rivolgeva
Imagomon.
“Devo
assolutamente parlarle!” pensò Ryo infilandosi le
mani in
tasca “Devo farlo al primo momento libero: purtroppo questa
mattina non ce n’è stata la
possibilità. Accidenti
che mal di testa…quest’influenza mi sta
distruggendo, oggi
mi sento davvero a pezzi, e mi sembra tutto
difficile…”
mentre Riley gli si accostava «Abbiamo individuato il
prossimo
fascio per il cestino digitale: costeggeremo Suzakomon, che a quanto
pare è diventato un
insediamento.»…«Come?!»
sobbalzò Ryo
colpito dalla notizia.
Cyberdramon nel
frattempo rifletteva “Gelsomon, moglie mia, dove sarai
finita? La
battaglia di ieri è stata terribile, non avrei mai voluto
combatterti e se ci tieni a saperlo, mi hai lasciato un gran vuoto. Ho
sempre fatto l’indifferente, ma devo ammettere che affrontare
la
propria moglie e scagliarsi attacchi e maleparole al contempo
è
un’esperienza bruciante…come lo è
adesso pensare a
noi, alla nostra casa e ai nostri figli. Vorrei ripianare a tutto
ciò che è stato…ma mi sento confuso.
Ryo si
comporta stranamente e mi sento in soggezione con lui dopo le ultime
scoperte, sebbene ieri sera...” ricordando la loro
riconciliazione nella pioggia “…abbia dimostrato
di tenere
molto a me. Lui non lo ricorda, era molto stordito a pensarci bene.
Però io questa notte l’ho riportato in
albergo…e
l’ho messo a letto come un bambino.” rivolgendogli
lo
sguardo, ora che il ragazzo sembrava in forma starnuti permettendo,
faceva del suo meglio per pianificare con Yamaki, e quando alzava lo
sguardo, rivolgeva un sorriso complice al suo Digimon, il quale pensava
“Quando dormiva mi sembrava proprio lui: il mio ragazzo, il
mio
caro…piccolo domatore. Ma quando è sveglio Ryo ha
mille
facce, non riesco a capire se è davvero il giovane volitivo
e un
pizzico indifferente agli altri come vuole darla ad intendere, oppure
se dentro nasconde fragilità. Caro il mio Ryo…se
fossi
realmente tu quello con tutto quel ghiaccio nell’animo, come
mi
è parso di vedere grazie al potere di quella
carta…sappi
che siamo proprio uguali: anch’io mi sento molto solo ma non
mi
piace mostrarlo.” Ryo però continuava a
sorridergli e a
salutarlo cordialmente “E non lo farò fino a che
non
sarò certo di conoscerti: io sono fatto così, non
riesco
ad aprirmi con chi non ottiene la mia fiducia. Ma ora la faccenda si
complica: ti sei messo in un impiccio con Alice, è la tua
fidanzata!” spostando lo sguardo sulla ragazza
“Ieri notte
mi è sembrato di veder emergere Gelsomon proprio dalla sua
borsetta…ma mi posso sbagliare e ora col fatto che
è
legata a te Ryo non posso parlarle liberamente! Cosa devo
fare…?” si chiedeva il drago nero con
l’animo in
pena.
Nel frattempo
Imagomon si rivolgeva alla ragazza «Offrendoti la mia
protezione
spero di non invadere il tuo
spazio.»…«Oh?» si
volse Alice colpita, e lui spiegò «Io non sono il
tuo
Digimon…ma il fatto che fra noi non sia apparso un Digivice,
non
significa che non si possa fare del proprio meglio per darsi una mano,
quando ce n’è bisogno. Rika e mia moglie mi hanno
chiesto
di starti vicino, Alice. A dire il vero…io sono molti anni
che
mi interrogo su quello che può significare avere un
domatore. E
benché Renamon me ne abbia a lungo parlato…sento
dentro
di me che sono cose che solo vivendole, si possono
comprendere.»…«…tu senti quel
che
c’è nell’animo delle persone,
Imagomon?...percepisci
il passato, il futuro…? E i sentimenti di
ognuno…?»
La volpe nera era integra, insondabile, misteriosa come sempre. Ma al
contempo era contraddistinta da una grande umiltà che
permeava i
suoi gesti e le sue parole «…non riesco a vedere
così tanto nel profondo…quello non può
farlo
nemmeno la creatura dall’intuito più fine, esiste
una zona
del nostro animo…a cui non ci è concesso
accedere: esiste
un solo modo per farvi ingresso, e questo non ha a che fare con i
poteri di cui può disporre un Digimon come
me.»…«E allora…? Qual
è la chiave che
permette di entrarvi?» Imagomon rispose senza esitazione
«L’amicizia. La fiducia l’uno
nell’altro.» ed Alice rimase stupita
«…tu…credi ancora che queste cose
esistano?
Dimmi…dieci anni trascorsi su Digiworld, senza che ti sia
mai
stato concesso di accedere al pianeta terra come tua
moglie…lunghi periodi di attesa, di lavoro, di
sacrifici…e forse di delusioni non hanno spento in te questa
fiamma…che la vita in fondo non ti ha mai permesso di
alimentare, non concedendoti un domatore?» Imagomon non
rispondeva. Ed Alice chiedeva pacatamente, con sincera
curiosità
«In questi tempi avrai di certo visto costruzioni
crollare…cari amici allontanarsi…e la fiducia di
chi ti
sta attorno, sfumare giorno dopo
giorno.»…«Ma
c’è stato qualcuno che ha gettato nuova legna sul
falò del mio cuore…
…sai
Alice? Nella piazza centrale del nostro villaggio…noi
accendevamo sempre un fuoco. Nelle notti di mezza
stagione…ci
sedevamo spesso attorno alla fiamma, al termine di una lunga giornata
di lavoro. Là…ci scambiavamo le nostre
esperienze, i
nostri sentimenti. I nostri sogni…
…le
nostre aspettative. Alcuni di noi tenevano i loro figli tra le
braccia…e il quieto crepitare del fuoco permetteva loro di
addormentarsi dolcemente, sull’eco dei sussurri dei loro
genitori. Anch’io ero lì. Anche Cyberdramon a
volte ci
raggiungeva, assieme ai suoi piccoli…mentre sua moglie era a
riordinare la casa. Quante notti…trascorse a fissare questo
stesso cielo…e lo stesso globo, e ad interrogarci su quale
sarebbe stato il nostro destino.» alzando gli occhi verso la
mirabile raffigurazione della terra, che Alice guardò con
lui
mentre lo ascoltava «…non siamo stati dei Digimon
a cui
sono state offerte grosse prospettive per il futuro. Il nostro
cuore…» descriveva in un sommesso sfumare della
sua
poetica voce «…si posava su quei bambini,
addormentati nel
nostro abbraccio, ci chiedevamo…quale avvenire sarebbe stato
il
loro, così piccoli e venuti alla luce in un modo
che…perde colore. Che smarrisce speranza.» Lo
sguardo di
Alice si tinse di pena, ma quando udì Imagomon riprendere
«Eppure…» sussultò, come se
non si aspettasse
quel risvolto «…sentire i corpi dei nostri figli
sotto le
nostre zampe, il loro respiro pacato sul nostro
petto…osservare
le stelle e le rifrazioni colorate del globo, e la forza della
natura…a plasmare, come lucciole, le fiammelle sempre
più
sottili che si distaccano dalla fiamma madre, fino a
carezzarci…
…ci
restituiva quella fiducia che il giorno ci aveva consumato, che ci
permetteva di andare avanti all’alba successiva e riprendere
il
cammino. Capivamo che…anche se povere creature sballottate
da un
posto all’altro, e costrette a vivere in un villaggio imposto
dai
governanti a seguito della sconfitta del D-Reaper, in un mondo che si
sta riorganizzando…
…eravamo
brave persone: e passami l’uso di questo
termine…!»
che in effetti l’aveva colpita «…anche
se tu sei
un’umana e noi solamente Digimon,
però…mia moglie
mi ha insegnato che forse non è tanto ciò che
appare
esteriormente quanto ciò che si sente dentro quello che
conta.
Ed io credo…che la debole traccia di luce verso il
futuro…sia un mondo in cui fra umani e
Digimon…non ci sia
differenza, ed entrambi possano vivere in pace e offrirsi
reciprocamente il proprio bagaglio interiore. Una vita umile come
quella da noi condotta…non bastava ad affievolire la fiamma
che
si accendeva in noi sull’eco dei racconti di chi aveva visto
la
terra…e percepito sul proprio corpo, scomposto nei dati per
riunirsi e ricomporsi attorno a a quello di un umano…il vero
potere che i sentimenti possono liberare. E’ stata la
leggenda
che ci ha guidato…e che ci accomunava, nonostante avessimo
caratteri diversi, e spesso non fosse facile andare
d’accordo. Ma
tutto sommato anche la nostra vita di ogni giorno era una
battaglia…e noi, che abitavamo lo stesso luogo, eravamo
compagni. Amici…
…questa
è la storia di questi dieci anni, Alice.» concluse
il
Digimon…e si allontanò di poco, nel suo passo
elegante e
distinto. Alice lo fissava…e poi guardava le sue stesse,
candide
mani «…è incredibile se ci si ferma un
attimo a
pensare…
…quante
vite!...e quante esperienze cela la vita di ogni giorno…come
un
manto oscuro che sembra uniforme ma in realtà…il
suo buio
trabocca di sfumature.» Pensieri che non sembravano lasciare
in
pace il suo cuore…e neanche quello della draghetta nella sua
borsa, che si affacciava all’esterno e rifletteva
“Compagni…amici: anch’io avrei delle
amiche. Ma ora
loro…” …ricordando
la loro sagoma,
estendersi nella doppia ombra di N’Emo
“…vivono in
una condizione che non riesco del tutto ad afferrare. Inutile
dire…quante cose sono cambiate da quei giorni che
terminavano
con la luce accesa del falò del villaggio.
Imagomon…ha
fatto tesoro di questi lunghi anni, e benché così
magri
in fatto di soddisfazioni…ne ha staccato un pezzo per
condurlo
sempre con sé. Non mi piaceva riunirmi attorno al
falò la
sera, quando lo facevano gli uomini. Preferivo rimanere a casa, a
lavare i piatti della cena, Renamon invece era quasi sempre con suo
marito, lei non sentiva alcun imbarazzo nell’amalgamarsi con
gli
altri. Io…forse ora capisco che mi sono chiusa da sola la
porta
in faccia, volendomi isolare dagli altri. Mi sentivo frustrata e in
sottordine, ma adesso…non so cosa darei per poter parlare
anch’io in questo modo dei miei ricordi di questi
anni.”
socchiudendo gli occhi con un’espressione che tradiva
stanchezza
“Che cosa devo fare…? Dovrei riconciliarmi con mio
marito,
forse…?” muovendo il suo sguardo verso di lui,
chiuso nel
suo irrequieto imbarazzo “Tentare di…conquistare
Ryo, e
forse strapparmi una follia per la mia vita?” posando i suoi
occhi sul ragazzo, che starnutì nuovamente massaggiandosi la
fronte “Oppure…dovrei andare alla ricerca delle
mie
amiche? Scoprire cosa loro è successo! Mi sento
così
disorientata…” ma in quel momento, la solitudine
di Alice
fu spezzata dall’arrivo di qualcuno «Possiamo
sederci?» chiese Suzie con un sorriso. La ragazza si
meravigliò, e c’era anche Rea «Sempre se
non ti
disturbiamo!» Sembravano cordiali. Alice accennò
«Ragazze…» con un filo di voce, e Rea
disse
«Parlavo un po’ con mio figlio…e credo
proprio che
tu le sia rimasta simpatica dall’ultima volta che sei stata
con
lui.» porgendole il bambino…mentre la bionda
ragazza
sussurrava con sguardo insicuro «Sinceramente…non
so cosa
abbia potuto trovare di speciale in me.» prendendo con
sé
in ogni caso il bambino, e passandosi la mano tra i capelli
«Lui…e voi.» Ma Suzie allungò
la mano per
toccare la sua «Non devi buttarti giù in questo
modo…non è giusto che tu non abbia fiducia in
te.»
ed Alice «…se dovessi dirvi…pensavo di
starvi
antipatica.» Rea allora si espresse spigliatamente
«…non ti mentiremo: in un primo
momento…ci sei
sembrata un po’ scostante, avevamo l’impressione
che ci
guardassi con superiorità! Sai, ognuno ha i suoi
pregiudizi…e basta poco. Basta a volte semplicemente uno
sguardo
per sentirsi giudicati, ed innalzare un mucchio di
barriere.»…«Ma devi sapere che sei
caduta male, mia
cara! Uhmuhmuhm!» scherzò Suzie, andando avanti
«Sei
incappata…in due ossi duri, che non lasceranno andare con
facilità il loro grande sogno, e cioè!...vivere
un’avventura in cui i muri di diffidenza…crollano
travolti
dall’impeto
dell’amicizia!»…«Suzie ha
ragione. Io, anche se non ti conosco, penso che tanto più se
sei
stata una Digimon Tamer, non puoi avere dimenticato cosa si prova ad
avere degli amici su cui poter contare!» ma la giovane
svelò «Io…
…anche
quando sono stata una domatrice ero sola, non avevo un mio
gruppo.» ma Suzie esclamò «Perfetto!
Meglio di
così!»…«Oh?!»
sorprendendo notevolmente
Alice, a cui la ragazza pose una mano sulla spalla «Una
persona…che finora è stata sola, è
insicura e non
sa cosa voglia dire lottare tutti assieme: è quello che ci
vuole…per il nostro presente, noi vogliamo
insegnarti…anzi no! Vogliamo…semplicemente
mostrarti,
visto che non lo sappiamo neanche noi, che cosa significa essere parte
di una squadra. Ce lo permetterai, vero
Alice…?»…«Io!...
…non
pensavo mai che me l’avreste chiesto…»
accennò commossa la ragazza…mentre Terriermon
sbucava
sopra la testa di Rea «Momentaiii! Ma questo succede a
Digiworld,
è un regno magico!» e Lopmon tra le braccia di
Suzie
«Qui le favole diventano
realtà…nonostante ne siano
accadute tante, i settori crollino, e i colori…si spengano.
Ma
non è ancora la fine per il nostro mondo,
nossignore.» Fu
così che Alice a poco a poco tese le sue braccia tremanti di
emozione…e seppur timorosa, toccò le mani di Rea
e di
Suzie, sussurrando «…amiche…»
…una
parola che la rendeva incredula…
…e che
velava anche gli occhi di Minidramon
«…è forse una
risposta dal destino?»
Eppure Imagomon,
distante da loro, stava spalancando i suoi sottili occhi «Che
cosa dite, figli miei?!»
Akirmon e Nymon avevano l’aria spaventata.
Intanto il piccolo
Grassmon parlava a nome dei suoi amici «Noi non ce la
sentiamo di
tornare a casa, Jeri! Non prima di aver scoperto dove sono i nostri
amici e LadyWizardmon, ed averli liberati!» Jeri era incerta
«Ma…è pericoloso…»
ed anche Beelzemon
«Bambini, vi prego! Non ci mettete nei guai: penseremo noi a
salvare i vostri compagni e la vostra maestra, ve lo
prometto!» e
Snowhitemon «Beelzemon ha ragione.» ma il tondo
Orphanmon
dalle ali sulla testa esclamò «No, vi prego!! Non
lasciatemi con questa angoscia!! Jeri, te l’ho detto!
Io…al di fuori di loro…non ho nessuno! Se ora
chiamerete
i genitori dei miei amici per farli venire a prendere io
resterò
solo! Io non ho una mamma e un papà a cui telefonare, che mi
riportino a casa!»
Quelle parole penetrarono nel cuore di Jeri…che si
ricordò del suo ritorno da Digiworld, quando il suo corpo e
il
suo cuore erano già contaminati dal D-Reaper, e stremati dai
dolori vissuti. Invano cercavano di farle bere qualcosa di caldo, e
avvolgerla in una coperta…niente poteva sciogliere il gelo
di
non trovare una madre e un padre a venirla a prendere…
…al suo fianco c’era soltanto quel
ragazzino…che
era divenuto il ragazzo che ora le si accostava
«…so a
cosa stai pensando. Cos’è che
ricordi.»…«Takato, io…
…non posso lasciarlo solo. Capisco troppo…quello
che
prova Orphanmon in questo momento! La solitudine e
l’abbandono…sono la cosa peggiore che ti possa
colpire…
…peggio di una freccia…più laceranti
di un
dardo…distruggono più di una travolgente
esplosione.»…«Lo so…ci
ricordiamo tutti di
quei brutti momenti…» lui allungò la
mano, e lei la
raccolse…sembrò grata.
Cindermon faceva su e giù con gli occhi dalla lettera, ma
d’un tratto «Ahh!...»
l’immagine di quello
scambio affettuoso fra Takato e Jeri la catturò, destandole
una
sensazione che lei stessa stentava a definire.
Suzie
intanto spiegava ad Alice «Né Rea
perché non era
con noi, né io perché ero troppo piccolina
abbiamo visto
il tuo Digimon, lui si chiamava…» e costei
pronunciò con commozione
«…Dobermon…»
al che Suzie spiegò a Rea «…Henry me ne
parlava
come un Digimon fantastico, di grande eleganza! Un po’ come
Imagomon.»…«Eravate molto
amici…?» si
interessò Rea, ed Alice sfregandosi le mani descrisse
«…mi trovavo a Digiworld, e fui
incaricata…
…di traghettare il potere della biodigievoluzione sulla
terra,
senza i dati…inglobati nella memoria di Dobermon agli esseri
umani restava percluso trasformarsi in Digimon…fuori da
questo
mondo, capite…?»
Rea
restò abbagliata, e Suzie descrisse
«…così
Henry e Terriermon già biodigievoluti a Digiworld, poterono
ripetere il miracolo sulla terra, e dar vita a
Megagargomon…» con il tono intriso da
un’intensa
emozione, mentre Terriermon atterrava tra le braccia di Rea
«Ahah!...me lo ricordo come se fosse ieri: Henry e gli altri
erano preoccupati di non poter affrontare l’esercito del
D-Reaper
che stava invadendo la città. E in effetti non ce
l’avremmo mai fatta!!...se non fosse stato per il fantastico
Digimon di Alice, è proprio vero! Dobermon era
straordinariamente forte…» e la bionda ragazza
«Si
sacrificò!...per la salvezza di Digiworld. Sapeva di avere
un
dovere, però lungo il tragitto…
…abbiamo fatto amicizia. Gli confessai molte cose di
me…» e il pianto stava per prendere il
sopravvento, quando
Rea le riscaldò la mano «…capisco cosa
tu possa
sentire, anche nel ricordarlo dopo tanto tempo. Un Digimon è
qualcosa di speciale, molto di più di quanto possa apparire
da
come ne si parla.» per poi scambiarsi, dopo aver pronunciato
quelle parole, uno sguardo profondo con Terriermon…mentre
Suzie
rifletteva e ricordava «La
biodigievoluzione…» e
Lopmon «Ci stai pensando da molto…vero
Suzie?»…«Uhm! Non da molto. Solo da
dieci anni!
Uhmuhm!» stringendo a sé la sua Digimon,
accennandole
«Però tu non devi avere alcuna fretta: anche se
non
diventassi mai grande come MegaGargomon…io sarei sempre la
domatrice più felice del mondo al pensiero di averti
accanto!» La Digimon ricambiò il sorriso,
dopodiché
la sua domatrice disse «Devi sapere Alice che io e Rea
abbiamo
dei sogni molto speciali! Io mi diletto a fantasticare sulla
biodigievoluzione per dimenticarmi del ragazzo che amo, Mako, lui non
mi guarda nemmeno!» assumendo aria mogia, per poi sciogliersi
in
una sognante tenerezza «Però almeno…se
io e Lopmon
diventiamo immense ed esplosive, potrò mostrarlo a mio
fratello
quando lo ritroveremo…» poi parlò Rea
«Io
invece spero che il prima possibile riusciremo a ritrovare Henry, per
riportarlo a casa. Sai, io e Benji ne abbiamo passate
tante…ma
per fortuna un giorno da noi è arrivato Terriermon e da
allora
tutto è cambiato!» Questi testimoniò
«Non
avrei potuto lasciare soli i beniamini del mio amico Henry!»
ed
ancora Rea «Il mio sogno sarebbe…formare una
famiglia,
tutti quanti noi! Sembra facile, ma sapessi invece
quant’è
complicato. Tutto questo per dirti…che non devi smettere di
sperare, un giorno la vita sorriderà anche a te.»
Alice
tradì insicurezza nello sguardo, ma Suzie le
sfiorò
altrettanto la mano «Che ne dici da adesso in poi di essere
amiche?! Se ci raccontiamo tutto, questo viaggio sarà di
certo
meno pesante!» sicché specchiandosi nel loro
sorriso,
Alice non poté fare a meno di sciogliere la sua espressione,
e
nei suoi occhi luccicò una nuova speranza…
Imagomon chiese
tempestivamente «Sono stati avvertiti i genitori di questi
piccoli Digimon?» ma Jeri allargava le braccia «Non
vogliono andarsene! Non…
…so che
cosa fare…» tradendo un’incertezza in
cui Takato, a
giudicare dal suo sguardo, riconosceva quella bambina che lei era
stata. Renamon tuttavia si volse «Che succede,
Imagomon?» e
questi svelò «I nostri figli hanno avuto una
percezione,
Renamon.» destando lo stupore di tutti «Che
cosa…?» fece la volpe dorata. E Rea poco distante
si
alzò di scatto, come avvertendo che ciò la
riguardasse da
vicino. La piccola Akirmon descrisse «Sentiamo che Henry
è
di nuovo in pericolo, in grande pericolo!» tanto che Suzie
balzò in piedi spaventata «Che cosa?! Mio
fratello!!» e Rea corse dai cuccioli di volpe tra le braccia
del
padre «Che gli succede?! Che cosa sentite, vi prego
sforzatevi!!» Il piccolo Nymon rivelò
«Erano sulle
sue tracce…l’hanno raggiunto.» e Rea fu
colta dallo
sconforto «Oh no, che cosa possiamo
fare…?!» Ancor
più Suzie, agitatissima «Dev’esserci un
modo per
raggiungerlo in fretta!! Sapete dove si trova?!» ma Rika si
frappose «Calma!! Così facendo rischiamo di
turbare
Akirmon e Nymon quando invece è fondamentale!!...che ora si
concentrino e ci svelino dove si trova Henry. Vi
prego…»
disse la ragazza dai boccoli rossi toccando entrambi i cuccioli di
volpe, e guardandoli con occhi profondi «…per noi
è
molto importante, dobbiamo capire almeno dov’è
Henry per
poter tentare di raggiungerlo.»
A quel punto
Alice, che aveva finora sofferto di una sensazione di impotenza, colse
l’occasione per raggiungere Rea e Suzie e prendere le loro
mani,
sussurrando «…ce lo diranno…dobbiamo
solo
pazientare.» Entrambe appoggiarono il capo, ed il loro
sconforto,
sulle spalle della ragazza che provò un’emozione
particolare…che condivideva a sua insaputa con la Digimon
che
teneva in borsetta, la quale rivedeva una donna infuocata in abito nero
ed un’imponente orsa dal pelo rosa.
Rika sembrava
cercare di trasmettere la sua forza ai cuccioli toccandoli e chiudendo
gli occhi, attorno a lei si fecero anche Takato, Jeri e gli altri. Ryo,
osservando il gesto della ragazza, allungò la mano e la
adagiò su quella di lei. Rika ne fu colpita, ma quando si
volse
verso il giovane vide che egli chiudeva gli occhi, sicché
anche
lei fece lo stesso cercando entrambi di aiutare i cuccioli…
…i quali si espressero «…il villaggio dimenticato…»
in un «Cosa?!!» generale, a cui Takato aggiunse
«Non
è uno dei primi villaggi in cui siamo stati dieci anni fa?!
Quello abitato dai MudFrigimon!! Jeri, te lo ricordi?!» e la
ragazza a poco a poco realizzava «…ma
certamente…quello che era minacciato dalla moto di cui si
è appropriato
Beelzemon!»…«Esatto!»
confermò il ragazzo. E anche Cindermon posò
rapidamente
le sue carte e i suoi appunti per giungere da loro «Ehm,
sorge
spontaneo un problema: è lontanissimo da qui, come facciamo
a
raggiungerlo al più presto?» Tutti si guardarono,
ma la
risposta sembrava tardare a giungere. Quando d’un tratto
Yamaki
illustrò «C’è un fascio che
può
teletrasportarci! Non è molto distante da qui ma dobbiamo
fare
in fretta, passerà fra poco!» Rea
esclamò
«Non importa!! Sono disposta a correre…fino a
consumarmi
il fiato se questo servirà per raggiungere Henry!»
e
Terriermon balzò a terra «Posso matrixdigievolvere
Rapidmon e portare in volo sia te che Benji! Ma per favore, facciamo
presto!!...» espresse con voce resa tremula da
un’enorme
apprensione «…dobbiamo assolutamente salvare
Henry!»
Intanto «LOPMON
DIGIEVOLVEEE...ANTYLAMON!...coraggio,
Suzie!» esortò il coniglio marrone dalla voce
profonda
«Monta su di me, procediamo a balzi!» e Beelzemon
si
accostò a Jeri, la quale chiese ai piccoli tra le sue
braccia
«Decisi a venire? Allora pronti per un volo!»
Rispose
Stillymon per tutti «Veniamo con te Jeri, vogliamo salvare la
maestra e i compagni!»
«CINDERMON
DIGIEVOLVEEE…WOLFIREMON!»…«RENAMON
DIGIEVOLVEEE…KYUBIMON!» Takato e Rika
presero posto a cavallo dei loro Digimon.
«TERRIERMON
DIGIEVOLVEEE…GARGOMON!» a cui
seguì: DIGIEVOLUZIONE
MATRIX «GARGOMON…MATRIXDIGIEVOLVEEE…RAPIDMON!!!»
Le sue braccia
meccaniche verdi avvolsero Rea con Benji con sé
«Venite…andiamo ad aiutare il nostro
Henry.»
«Kenta,
sei pronto?!» chiese Kazu tempestivamente, ed il suo amico
occhialuto «Non un minuto di attesa!»
sicché assieme
ai rispettivi Digimon esclamarono «BIODIGIEVOLUZIONE DEL FUTURO!»
a cui seguì «GUARDROMON
BIODIGIEVOLVEEE…»
«MARINEANGEMON
BIODIGIEVOLVEEE…»
…e gli
occhi del giovane Hideki li osservavano trasformarsi “Il
potere
di questi Digimon, la loro profonda unione, il fremente desiderio di
correre in soccorso dell’amico in
pericolo…permette loro
di trasformarsi ed assumere le forme più varie e
più
potenti! Anch’io sono un Digimon…”
«…CARERMON!»
«…GENIUSMON!!»
“…questa è per me una fonte di
ispirazione e
incoraggiamento!” pensava Hideki, volgendosi verso Riley con
cui
si scambiò uno sguardo intenso. Dalla tasca della donna
spuntava
il Digivice a forma di maschera “Chissà se un
giorno
anch’io potrò offrire soccorso a chi ne ha
bisogno.
Chissà se l’ho fatto già in passato, ma
ora non ne
ho il ricordo!”
Cyberdramon tese
le braccia «Ryo: te la senti di…?» ma
questi
sembrava non aver alcuna esitazione «Certo!!» nel
montare
sul proprio Digimon «Che domande sono. Non sono
più un
domatore?»
Minidramon nella
borsa di Alice si sentiva divisa “…manca solo lei:
in
questo momento se fossi nobile uscirei allo scoperto per condurre Alice
al fascio teletrasportante…” ma prima che potesse
decidere
Imagomon si avvicinò alla bionda ex-domatrice
«Ascolta
Alice.»…«Imagomon…lasciatemi
perdere,
dimenticatevi di me e correte ad aiutare il fratello di
Suzie!»…«No. Tu fai parte della squadra,
sei una di
noi.»…«Ah!»…«Concentrati,
io
farò altrettanto: sono sicuro che anche se non disponiamo di
un
nostro Digivice, se lo desideriamo entrambi io potrò
ugualmente
digievolvere.» inchinandosi così di fronte a
lei…la
ragazza «Oh!» restò
colpita…tanto da tendere
la sua mano tremante e sfiorare il capo della volpe nera che si
sentì avvolto da un’alone chiaro e scuro al
contempo
“Quanta energia conflittuale al contatto con questa ragazza,
sembra che in lei si alternino pulsioni tenebrose…e luminose
allo stesso tempo. Ma in fondo è così per ognuno
di noi e
se voglio lottare come fa un vero Digimon debbo impegnarmi a domarle
entrambe.” «Bene così,
Alice!...sento…che la
forza cresce in me…»
…la ragazza era abbagliata dalla luce
sprigionata…e
Imagomon esclamò «Forse…per la prima
volta stai
facendo digievolvere un Digimon!»
Il fiato di Alice si spezzò: DIGIEVOLUZIONE
«IMAGOMON DIGIEVOLVEEE!!!...»
Il suo
corpo si smaterializzò rivelando un tracciato digitale
grigio
scuro, che si mescolò affinando la sua forma e provocando la
nascita di nove code, a decorare una sagoma che molto richiamava la sua
controparte femminile. Nera e bordata d’argento, la nuova
volpe a
nove code vedeva risplendere sulla sommità di esse tante
lanterne sprigionanti una luce calda, della rossastra sfumatura del
fuoco «…VISIOMON!»
«N-Non posso crederci…»
sussurrò
Alice…e Visiomon la invitò «Coraggio,
monta
qui.»
La
ragazza si avvicinò con timore reverenziale. Kyubimon li
osservava a distanza e commentava «Imagomon è
riuscito a
digievolvere…» al che Rika
«…è stata
Alice. Meglio così! Almeno potremo lottare tutti
assieme!»
consultando il Digivice «Visiomon:
Digimon animale di livello campione, la sua tecnica è
“Fluido mistico”…»
per poi perdersi con occhi ammirati nel corrispondente di
Kyubimon…
Snowhitemon si diresse da Yamaki e famiglia «Ve la sentite di
venire con me? Possiamo procedere grazie ai miei ampi balzi!»
ma
Hideki intervenne «Siamo troppi! Mamma, papà,
andate con
lui!» però un’altra voce si intromise
«Non se
ne parla, tu non rimarrai qui da solo: ti portiamo noi!»
maschile
e melodiosa, di una creatura che si alternava però con un
tono
più nasale «Però una volta
lì resti nascosto
e al sicuro, eh!» Hideki sussurrò
«Geniusmon…» ed il fatato genio digitale
pose le
braccia attorno a lui…
«Siamo tutti pronti?!» Carermon schizzò
avanti a
tutti. Rapidmon lo seguì «Presto ragazzi: al
fascio di
luce!!» dando il via a quella spettacolare corsa di Digimon
nel
territorio dissestato del settore degli orologi. Takato pensava
“Aspettaci Henry…stiamo arrivando!”
interpretando il
pensiero di Rea, Suzie e tutti gli altri…
Fra i
MudFrigimon disperati e in corsa da ogni lato, Henry balzava
coraggiosamente tuffandosi nel fuoco per poi rialzarsi e riprendere
agilmente a correre.
Mako dalla
sommità dell’altura aggrottava lo sguardo
«Ma cosa
fa?!»
L’ex-domatore dai capelli scuri sembrava però
intento ad
arrampicarsi sulla roccia per raggiungerlo «Mako, scendi di
lì!!»
«Che
cosa?! Neanche per sogno!!»…«Insomma,
smettila con
questo gioco!! C’è poco da scherzare…il
gettar via
quel che di prezioso abbiamo ricevuto…si paga
caro…
…anche se non abbiamo più un Digimon ci resta la
dignità per tutto ciò che è
stato!»…«Parla per te! Tu sei stato un
eroe, hai
combattuto milioni di battaglie mentre io invece non sono mai stato un
domatore come voi!»…«Non dire
sciocchezze!!
Beelzemon è tornato, il tuo Digimon sta proteggendo
Digiworld e
la terra, devi ritenerti
fortunato!!»…«Il mio
Digimon MI HA ABBANDONATO!!...si è schierato con un'altra
domatrice!!»…«N-Non è
vero!!» le mani
di Henry scivolavano, la roccia si sgretolava ma lui insisteva in
quell’intento di arrampicarsi «Anche il mio
Digimon!! Anche
Terriermon si è affiancato a Rea, ora è lei la
sua
Digimon Tamer!!»
…quasi come se riuscisse a scorgere lo sguardo determinato e
appenato di quella ragazza nel suo primo spettacolare volo su
Digiworld, con suo figlio in braccio, a sua volta tra le braccia del
mirabile e sfrecciante Rapidmon…che nei suoi occhi aveva
solo
l’immagine del suo primo domatore…
«Ma
anche se ora combatte assieme a mia moglie ciò non significa
che
abbia smesso di essere quel che nella mia vita ha sempre rappresentato!
Un amico!! Il più prezioso, non c’è
nessuno che per
me possa prendere il posto di Terriermon! E il fatto che ora siano
assieme mi rassicura!»…«LO DICI TU
STESSO!!»
ribatté con rabbia il ragazzo dai capelli rossi e la
recentemente acquistata armatura viola «Quella donna
è tua
moglie…mentre il mio Digimon si è alleato con la
ragazza
che mi ha tradito!!...
…HANNO SEMPRE MACCHINATO ALLE MIE SPALLE!!...io Mako Ayami
sono
lo zimbello dei Digimon Tamer!»…«Non lo
sei, se non
vuoi renderti tu stesso tale!!...
…a-ahhh!...ti prego, ascoltami!» incalzava Henry,
scalando
coraggiosamente la roccia «Dì a quei due Digimon
di
ritirarsi, sono troppo piccoli per combattere e metti fine a questa
follia! Te lo assicuro, io mi sentivo come te!! Anch’io
credevo
di essere stato…scartato dalla storia a cui tenevo tanto, di
essere ormai un rifiuto, dimenticato dai miei affetti e dal mio
Digimon, ma mi sbagliavo!! E non sai quanta sofferenza può
provocare…
…tanta…da innalzare un mondo intero!! Un Regno
abbandonato!! Più parlo, più i secondi scorrono
più mi rendo conto che un luogo del genere può
essere
originato soltanto da un flusso di dati mescolato alla solitudine degli
esseri umani!...
…è terribile…questo da ragazzini non
potevamo
saperlo…era impossibile rendercene conto, ma ora
è
diverso! Siamo tutti adulti ed abbiamo sperimentato che la crescita
può condurre con sé dolori mastodontici tanto da
poter da
soli assorbire i colori di un mondo come Digiworld! Ma noi abbiamo
amato questo mondo!!» (canzone: Christian
Wunderlich - In heaven)
esclamava, sotto lo sguardo superbo di Mako «Abbiamo guardato
i
cartoni assieme…ci siamo appassionati, abbiamo giocato con
le
carte e imparato a memoria miliardi di attacchi! Ci siamo arrovellati
sull’ipotizzare una reale esistenza di Digiworld fino a che i
suoi abitanti non sono bioemersi nel nostro mondo!!...
…noi Digimon Tamers siamo umani privilegiati!!...abbiamo
ricevuto il dono di un amico digitale…e fra noi non ci sono
differenze!! Eroi, gente che è stata in
panchina…tutte
queste sono solo sciocchezze Mako, la sola cosa che resta sono i
ricordi, e l’affetto che ci ha potuto conferire
l’esperienza bellissima!...di abbracciare…un amico
fatto
di dati.»
Gli
occhiali di Mako sfrigolarono di elettricità
«Uhm?!»
sembrò avvertire un dolore alla testa, mentre Henry era
sempre
più vicino «Hai una famiglia! Un padre, una madre,
una
sorella! Ora saranno preoccupati per te, e soprattutto hai la tua vita
davanti! So bene, credimi!! Quanto possa essere dolorosa!...
…essere ragazzi come noi, in un mondo così
diverso da
quello dei nostri sogni, è un pericolo mortale!
Può
succhiarti tutto quello che hai di bello dentro, e lasciarti solo con
un cumulo di ghiaccio a scorrerti nell’anima. Però
per
fortuna non siamo soli…eravamo tutti un gruppo!»
era
arrivato quasi in cima, e ora gli tendeva la mano sorridendo
«Siamo!...un gruppo. I nostri momenti speciali sono targati
con
le stesse date, tutto ciò non può essere un
caso!»…«Uhmf!! Parla per
te…!!»
sibilò Mako apparentemente ripresosi
«…e per i tuoi
amici, io non appartengo alla vostra fascia
d’età!»…«No. Lo so:
perfetto!!...appartieni a quella di mia sorella
Suzie.»…«Ah?!!»…«Questo
cosa
significherebbe, che anche lei è esclusa dalla nostra
esperienza?! Mai e poi mai potrei affermare una cosa del genere: Suzie
è una grande Digimon Tamer!!»
Suzie si teneva saldamente aggrappata ad Antylamon, che balzava
più veloce che poteva, come se il loro fosse un cuore solo,
ed
una sola apprensione per Henry…
«Il mio Digivice…NEANCHE MI RISPONDE
PIU’…!!» scandì rabbioso
Mako, ma Henry gli
disse «…capisco. Ti sei chiesto se per caso non
deriva dal
fatto…che dentro di te c’è confusione?
Diffidenza?!
Sentimenti contraddittori?!»…«GRRR, MA
QUALI
SENTIMENTI CONTRADDITTORI!! E’ TUTTO LAMPANTE!!
I-Io…DESIDERAVO IL RITORNO DEI DIGIMOOON!!! VOLEVO SOLO
ESSERE
UN DOMATORE!!!» si dimenava il giovane. Ed Henry lo
guardò
con occhi profondi «E allora, se è realmente vero
questo,
Mako, dimmi: non ti suscita forse…un’amarezza
incolmabile…lo spettacolo che si consuma di fronte ai tuoi
occhi?»
«Oh?!» Mako sussultò, osservando le
fiamme consumare
il villaggio dimenticato.
Henry illustrava «…stiamo dando fuoco agli amici
che ci
facevano compagnia per illimitati pomeriggi…è
come
bruciare le illustrazioni che danno vita a un cartone…
…o
un album fotografico…con le nostre immagini da bambini. Che
racconta la nostra storia. Non posso credere che questo ti sia
indifferente! Ma non lo vedi?! Questo è Digiworld!
E’ il
mondo…» avvicinandosi a lui senza paura,
ponendogli il
braccio attorno alle spalle «…in cui desideravamo
viaggiare, è il pianeta dove sono nati i nostri amici: se
sei
veramente un eroe…combatti contro il guerriero
malvagio
che convive con te! E’ come l’Imperatore Digimon o
un
qualsiasi altro avversario di quelli che abbiamo seguito. Digiworld non
si è fermato mentre noi crescevamo, è andato
avanti e ha
un nuovo volto e nuovi sogni, come noi. Non dobbiamo mollare proprio
adesso, siamo ancora giovani…e di questo mondo e dei suoi
abitanti abbiamo bisogno più che mai, ne abbiamo bisogno per
tutta la vita…
…per il nostro futuro…
…per i nostri figli,
Mako.»…«A-Ahhh!!»
il ragazzo cadde in ginocchio, reggendosi il capo per il dolore
scaturito dalle scariche elettriche.
Quando echeggiò una voce rimbombante “Mako,
non farti ingannare! Conosci gli esseri umani e gli ex-domatori,
vogliono soltanto riprendersi la gloria! Di quelli come te a loro non
importa niente!”
«Chi è?!!» si volse di scatto
Henry…
«Uhmuhmuhm!» …nel cielo comparve
l’ologramma
del viso di Sandmon…ed il giovane dai capelli scuri
sgranò gli occhi
«…Taisho…» avanzando,
sulla sommità di quell’altura «Sei tu,
vero?!...
…che cosa ne
hai fatto di Mako e dei tuoi figli?!! RISPONDI!! Sei impazzito per
caso?!! Vuoi che…periscano in un modo indegno, in questo
inferno
di distruzione?!! Non posso crederci…un padre non potrebbe
mai
arrivare a desiderare cose del genere, nonostante tutto quello che
abbia passato!»…«…sei il
marito di quella
ragazza chiacchierona, eh? Si vede proprio, avete lo stesso stile in
comune. Oltre che lo stesso
Digimon!»…«Oh…!!»
Henry sussultò
nell’udir nominare i suoi cari, mentre il Digimon la cui
immagine
tremolava nel cielo definì «Comunque ti sono grato
di
preoccuparti per i miei figli, ma non ce n’è
bisogno. Loro
sono forti! Io e mia moglie li abbiamo temprati con tutte le
precauzioni.»…«…voi siete
pazzi…
…se non
vi fermate in tempo saranno i bambini a farne le
spese!!!»…«Oh, andiamo: non ci credo
affatto che
consideri “bambini” i miei figli, che sono soltanto
Digimon!» ma Henry replicò senza esitazione
«I
bambini sono sempre bambini! In qualsiasi mondo vivano, a qualsiasi
razza appartengano!!...e comunque tu dovresti sapere che io amo
profondamente i Digimon!»…«Si
è visto, il tuo
lo hai abbandonato!»
Henry
incassò a fatica il colpo…ma poi strinse i denti
ammettendo «…è vero…
…però so che lui non ha abbandonato me,
Terriermon
è migliore!! Sì, è vero!!!...
…io
ho abbandonato sia Rea, sia Benji sia Terriermon!! Erano le cose per me
più care ma sono stato sopraffatto dalla paura, dai rimorsi,
dal
timore di essere inadeguato per il mondo!! E questo è stato
il
risultato…» cadendo in ginocchio
«…ma la
storia di Digiworld…
…ci
insegna che c’è sempre una seconda
possibilità per
chi sbaglia…»…«PUUUUUUERILE!
Un uomo grande e
grosso che guarda ancora i cartoni, mwhahahahahahahAHAHAHAH!»
Ma
Henry, pur in ginocchio e a capo chino, mormorava
«…certi
cartoni…
…è più una vergogna smettere di
guardarli…
…cancellarli dalla memoria, anziché portarli nel
cuore
tutta la vita!!» (fine-canzone)
«…sarà! Ma così dubito che
andrai molto
lontano.» replicò Sandmon. Ma Henry insistette
«Tu
credi di essere molto migliore?!!»…«Io,
caro mio, ti
avverto: sarò un uomo di successo!» ponendosi una
mano sul
petto, e dichiarando con pomposa spocchia «Quando mi
sarò
liberato dai miei legami con Digiworld partirò per la mia
scalata al successo sulla terra e avrò tutto ciò
a cui un
uomo può aspirare: soldi, successo, soddisfazioni, per me e
per
i miei figli!» ma Henry liquidò con espressione
amara
«Inutile!...in questo modo non si ottiene nulla, tutto questo
non
ci riempie quel vuoto che abbiamo nell’anima! Seguendo questa
strada ci si ritrova solo più soli, niente di
più!»…«Anziché
preoccuparti per me, io
butterei un pensiero…a quella strana luce che ti risplende
sul
petto! Cos’è, ti sei trapiantato una lampadina per
non
brancolare nel buio?»…«Oh!» il
fiato di Henry
si spezzò…
…ed i suoi occhi si adagiarono sul simbolo luminoso che di
nuovo
gli brillava sul petto
«Ah!...sento…p-pericolo!»
portandovi le mani tremanti, stringendo occhi e denti
«D-Dolore!...
…i-il capo villaggio!»
…ed era come se
miracolosamente gli giungesse la voce dell’anziano Digimon,
che
supplicava “Nooo!...vi prego!...
…almeno abbiate pietà dei miei
compaesani!” ma si
sovrapponeva la vocina di Gravemon “Qui gli ordini li diamo
noi,
se non ti pieghi per adorare Scratchmon sarà peggio per
te…” e quella impertinente di Ufomon
“Ecco quindi
hai capito, vecchiaccio?! Hai le via di fuga tagliate, siamo noi ormai
i capi in questo villaggio!!”
«Ah!!» Henry trasalì, e Sandmon
ghignò
«Uhmuhmuhm! E così mentre tu sei qui a fare la
parte
dell’eroe i miei figli devono aver già preso il
posto di
comando: organizzazione un po’ scadente, mio caro
Henry!»
«Ah! Il
capo villaggio!!...devo correre da lui!» lanciandosi
giù
dalla roccia, nella soddisfazione di Sandmon
«Uhmuhmuhmuhm!» che ora poté tendere la
mano…
…e
liberare una scarica per intensificare il controllo mentale
«Mako, è ora di lasciare andare i rimorsi: la tua
opera di
distruzione è giusta e motivata.»
Gli occhi del
giovane lampeggiarono di una nuova, insidiosa luce rossa come i suoi
capelli…
Henry
lottò contro la porta della casa, colpendola a spallate e
spingendola, fino a riuscire a farvi ingresso. Sul volto e sugli abiti
del ragazzo si leggevano i segni del fuoco e della cenere. Anche il suo
sguardo sembrava condurre la cenere della speranza…mentre si
volgeva impietosito verso la MudFrigimon col grembiule, tremante e a
terra. Si precipitò su di lei ma questa gemette
«A-Aiuta
il capo villaggio Henry…»
…il
bastone di Gravemon minacciava l’anziano Digimon al collo
«Basta che lo aziono e parte un raggio talmente potente che
il
tuo corpo rimane qui ma la tua testa fa il volo panoramico di tutto il
villaggio…» illustrò il bambino
digitale, mentre
sua sorella teneva la gatta in braccio «Adesso calmati
Scratchmon! Se continui a dimenarti così non riusciremo a
portare a termine la missione.» assumendo un perfido
luccichio
negli occhi «Potrai mangiare più tardi, tanto
ormai il
villaggio è piegato ai nostri piedi!» ma una voce
esclamò «Come potete fare una cosa del
genere?!»
I bambini
si volsero di scatto «Eeeeh?!» Era Henry…
…e
gli occhi del capo villaggio si alzarono contemplandolo come un
sollievo.
Il ragazzo
era affannato «Come non riesce…a farvi pena. Ma
non lo
vedete, bambini? E’ anziano…ha vissuto…
…dieci volte i vostri anni!...
…nel suo cuore albergano miliardi di esperienze, di
immagini…e ricordi!»
Ufomon e
Gravemon si guardarono con dubbio, e l’alienina
parlò
«Traduzione: è un vecchio scassone! Come il nostro
computer, ricordi Henry?!» ma il ragazzo sentì
dolore e
frustrazione «Perché non capite…?!...
…la vita ha un suo valore profondo…se persino gli
oggetti
meritano rispetto e considerazione, per la loro antichità e
per
chi li ha fabbricati e usati, ancor più una vita, e un cuore
con
dei sentimenti.»…«Ma Henry!»
obiettò
Ufomon «Ormai non ricorda più niente! E’
un vecchio
rimbambito, e benché abbia avuto una memoria davvero
impressionante ora un virus di nome arteriosclerosi ne ha fatto tabula
rasa! Quale utilità potrebbe più
avere?»…«NON PARLARE DI LUI IN QUESTO
MODO!!»
gridò Henry…la bambina si sentì
sdegnata, Gravemon
spaventato, Scratchmon si contrasse di colpo «E’
una…brava persona! Prima o poi tutti diventeremo come lui,
se
riceviamo l’onore di poter vivere a
lungo…»…«Ahhh! Non dire
questa cosa è
impressionante!! Io non invecchierò mai, resterò
sempre
bella, giovane e avvenente, vero Gravemon?! GRAVEMON
RISPONDI?!»
e il fratellino «Q-Questo vuol dire…c-che un
giorno
anch’io sarò vecchio e con la barba e non
potrò
più giocare con le macchinine…?» ma
Henry si
avvicinava, seppur con passo barcollante «Piccolo
Lotti…» Ufomon gridò «No,
Gravemon!! Non
farti toccare!!...non capisci che vuole distruggerti?!» Il
piccolo Digimon sembrava spaventato, ma Henry gli carezzò i
capelli «Ebbene sì, un giorno anche voi
invecchierete…però…
…se anche allora vorrete giocare con ciò che
avete
amato…se questo vi dà felicità potrete
farlo. Ma
non capite? Avrete figli e nipoti, crescere non è un
incubo…»…«Come puoi sostenere
questo?!»
esclamava Ufomon…tradendo d’improvviso sincera
disperazione e smarrimento «Diventi un rifiuto obsoleto!
Esattamente come questa casa, che è composta di dati
scartati
dalle creazioni informatiche! Ti riempi di rughe, la natura perfetta si
corrompe!!...
…cosa ci può essere di bello in un processo
disgustoso e
innaturale come la crescita?!»…«E invece
ti
sbagli…Mya…»…«…IO
SONO UFOMON
PER TUA INFORMAZIONE!!»…«La crescita non
è
innaturale…anzi!...
…può essere qualcosa di bello…se si
impara a
difendere la luce che portiamo nel cuore, e che la nostra giovinezza ci
ha donato.» al che il capo villaggio parlò
«E’
veeero…ascoltaaatelo…» ma Ufomon si
ribellò
«TACI, VECCHIACCIO!» minacciandolo
«Ahhh!» con
la gatta scalpitante «ORA SIAMO NOI I PADRONI DEL TUO
VILLAGGIO,
HAI CAPITO?! HAI PERSO TUTTO, ORMAI NON VALI PIU’
NULLA!» esclamava la Digimon con sguardo furioso, incurante
dei
gemiti del fratellino «Ufomon, calmati…»
Ma
Henry chiuse tristemente gli occhi ed accennò «Vi
prego,
ve lo chiedo per pietà! Era per me che siete venuti, vero?
E’ stato per cercarmi che avete attaccato il villaggio: vi
interessa questo, no…?» …illuminando la
luce del
suo cuore…(canzone: Westlife
- Unbreakable)
«Vi interessa la luce che brilla dentro di me: allora
prendetemi,
non opporrò resistenza.» Gravemon si
avvicinò a
lui, chiedendo pacato «Saresti disposto a farti
catturare?»
piegando il capo dubbioso. Henry rispose
«…purché
non facciate male ad altri Digimon: li amo, sono creature
dolcissime…non posso sopportare di veder soffrire donne,
bambini, anziani…
…e neanche uomini. Preferisco sacrificarmi io al loro posto,
dopo tutto…me lo merito.»
I bambini restarono con sguardo sospeso e circospetto…
Quando
Digimon giungevano in volo, come Rapidmon con Rea tra le braccia che
esclamava «Oh mio Dio!!» agghiacciata alla vista
del
villaggio incendiato.
Altri
arrivavano in corsa tra le fiamme, come Wolfiremon con Takato che
smarriva i suoi occhi nello scenario
«…è terribile
quello che hanno fatto…» riconoscendo un luogo
familiare
tra le grida, il fuoco e la cenere.
Gli altri
arrivarono dietro di loro, la più rapida fu Antylamon che
piombò con un balzo prodigioso, accompagnata dalla voce di
Suzie
«HENRYYY!!! DOVE SEI?!!!»
Alice, a cavallo
del nero e sfrecciante Visiomon, si guardava attorno con aria
attonita…come se per la prima volta acquistasse certe
consapevolezze…
Geniusmon
esortò «Carermon, non perdiamo tempo!!!»
e
l’agile Carermon dal corpo composto di riflessi
balzò
nella piazza centrale «Spengo subito l’incendio! Schiuma dei sogni!!!»
ricorrendo alla magia sprigionata dal suo braccio piumato, e
piroettando fino a spargere schiuma ovunque attorno, attutendo le
fiamme.
Ma una scarica
puntò su di lui «Carermon attento!!!»
esclamò
Geniusmon, ma Carermon «Ah?!!» si volse troppo
tardi, se
non fosse stato per «Ci pensiamo noi!» Beelzemon,
che
portando Jeri con sé si frappose ed evocò
«Bolide…smaterializzante!!!»
fronteggiando con il suo colpo la scarica. La quale però si
mostrò più determinata, e finì per
prevaricare e
colpire Beelzemon «Ma che succede?! A-Ahhh!!!» sul
braccio,
provocando fumo e scintille. Jeri esclamò «Il
cannone
è stato danneggiato?!»
Ma si udì una risata «Ahahahahah!»
Beelzemon trasalì «Chi sta
ridendo?!»
…e anche Suzie «…!! Ma questa
voce…»
Videro così un guerriero in viola avanzare sulla cima di
un’altura. I suoi occhiali, dalla funzione di un rilevatore
elettronico, individuarono un bersaglio alato «E
così
finalmente siamo assieme a Digiworld: “mio
Digimon”…abbiamo atteso dieci anni per riuscire a
farcela.»
Il Digimon
avanzò, lasciando alle sue spalle una domatrice incredula.
«Sei…
…s-sei tu?!» chiese il guerriero alato nella
profonda
contrizione, fronteggiando il suo sguardo superbo, mentre Suzie
esprimeva «Ditemi che non è
vero…» ed Alice
vicina a lei accennò «Suzie…quello
è…?» e la ragazza gemette
«…Mako!!»
«Cosa?!!» sussultò Beelzemon
«CHE CI FAI
LI’?!...
…CHE COSA
SIGNIFICA LA TUA PRESENZA IN QUESTO
DISASTRO?!»…«Cosa significava la tua in
quello che
colpì Digiworld dieci anni fa?»
rimbeccò Mako.
Lasciando di stucco l’intera squadra di Digimon
Tamers…
…e sballottando senza cura «Ahhh!» il
cuore di
Beelzemon «Mi rifiuto di crederlo!...
…A-Akemi malata!...e-e tu dalla parte dei nemici,
nooo!»
prendendosi il capo tra le mani «E’
troppo!» ma in
suo sostegno giunse Jeri «Beelzemon! A questo punto
disperarsi
è inutile! Te ne rendi conto?! Lui è il
responsabile di
tutto questo, dobbiamo attaccare!»…«M-Ma
io non
posso!!»
Antylamon
sosteneva la domatrice «Suzie…coraggio!»
che
sembrava sul punto di svenire «M-Ma…Henry
dov’è…?»
Takato corse
avanti con Wolfiremon, ed esclamò rivolto a Mako
«Sei solo
un traditore!!» ma a quel punto si udì un'altra
risata
«Ahahahahah! Non prendetevi troppa pena, Digimon Tamers! Non
occorre che scateniate una battaglia, la causa è
già
decisa.»
«Chi ha
parlato?!» esclamò Rea. E l’ologramma
del guerriero
di sabbia comparve in cielo.
Takato
esclamò «Sandmon, ancora tu!!» e
Rapidmon
«Perché questa distruzione?! CHE COSA NE AVETE
FATTO DI
HENRY?!» ma il guerriero ribatté
«E’ questo
che siete venuti a cercare fin quaggiù?»
…alzando
una rete luminosa, oltre i cui intrecci si distingueva un volto. Rika
esclamò «Ah!! RAGAZZI GUARDATE QUELLO
E’…!!»…Rea
«HENRY!!!» e anche
Suzie corse avanti «OH NO HENRY!»
«Rapidmon…ragazzi…»
accennò il giovane
prigioniero commosso alla loro vista: il suo Digimon non
tardò
un istante «Siluri
rapidi!!» e anche Antylamon «Scure veloce!!»
ma Sandmon «Altolà!» li respinse con un
vortice
sabbioso. Henry esclamò «Ragazzi,
scappate!!» ma
questi insistettero «Artigli
liquefacenti!!»
si lanciò Wolfiremon ma «AHHH!!!» fu
centrata in
pieno da una coppia di attacchi, e Takato cadde a terra sbalzato da lei
«O-Oh no Henry…»
Ufomon e Gravemon erano apparsi trionfanti sulla soglia della casa.
Henry fece
in tempo a gridare «Ragazzi mettetevi in salvo: dovete
proteggere
Digiworld, u-un grave pericolo lo minaccia!! I-Il regno
abbandonat-» ma Sandmon strinse la rete «Baaando
alle
chiacchiere, qui non è aria! Mako!»
Il ragazzo
si fece avanti (nello sconcerto di Beelzemon e compagni)
«Cosa
proponi, Sandmon?»…«Spazza via tutti
questi
scocciatori, ti lascio i miei figli, mentre io condurrò
personalmente Henry al grande cestino digitale, dobbiamo procedere con
l’estrazione!»
«Con molto
piacere…» rispose Mako. E Takato
spalancò gli occhi
«Come può fare questo?!!»
Rapidmon si
lanciò contro la rete «NON TI LASCERO’
PORTARE VIA
HENRY!!» ma l’energia elettrificata
«AAHHHH!!!»
lo colpì duramente.
Ma in quella
collisione poté incrociare lo sguardo malinconico del suo
ex-domatore «…Rapidmon…amico mio, non
prenderti
pena con me: tu ora hai un’altra domatrice! Devi pensare a
Rea,
proteggi lei e Benji, ti prego! Rapidmon!...»
Rea assisteva alla scena col fiato e le emozioni spezzate…
…erano
commossi entrambi, Rapidmon lottava contro le scariche
«…io non voglio rinunciare a te!» ma
Henry
affermò «…momentai. Devi pensare al tuo
futuro: ti
voglio bene! Voglio bene a tutti voi!» fino a che Sandmon non
lo
portò via «HENRYYYYYY!!!»
gridò il Digimon.
In quel momento a Rea
si accostava Benji…che con occhi ingenui osservava quella
rete
sparire nel cielo, mentre lei si piegava su di lui in un moto di
sconforto.
E Rapidmon gridava
«HENRYYY!!!» sparando missili in modo inconsulto
«No!! Non lo accetto!! I-Io ho bisogno di te ancora adesso,
TU
SEI IL MIO FUTURO ALTRETTANTO!!»
Ma gli occhi più
sofferenti, affranti da un malinconico struggimento, erano quelli di
Suzie…che fissava il guerriero in viola e diceva
«…ma non lo vedi…che stanno portando
via mio
fratello? Digli di fermarsi…ordina a questi
Digimon…di
lasciarlo andare…»
Mako però
sembrava irremovibile…e i respiri di Beelzemon erano
stremati e
increduli di dolore…(fine-canzone)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 27 *** Duello al Palazzo Reale ***
27°puntataDT2
Le fiamme si
erano spente, ma la battaglia minacciava di accendersi più
minacciosa che mai. Scratchmon scivolò tra le braccia di
Mako,
come l’animale da compagnia di un eroico comandante. Ufomon e
Gravemon si posizionarono ai suoi lati «Finalmente
è il
mio momento di dare un po’ di
spettacolo…»
Beelzemon corse
avanti «Grrr, Mako: poni fine a questa buffonata!!!...
…TE LO
ORDINO!!» gridò livido di rabbia, e Jeri corse per
affiancarlo. Ma Mako minacciò «Non vi consiglio di
fare
tanto gli sbruffoni: ora finalmente ho anch’io un Digivice di
tutto rispetto, e anche se non l’ho mai
provato…»
questo sfrigolò nelle sue mani «…solo
toccandolo
avverto che è perfettamente funzionante!» ma
Beelzemon
inveì «NON TI VERGOGNI?!!...
…TUA SORELLA SAPPIAMO ENTRAMBI COME STA!! Mentre Akemi
è
malata tu le…OFFRI QUESTO SERVIZIO?!! M-Ma…che
razza di
fratello saresti, mi RIFIUTO di guardarti ridotto
così!»
Il ragazzo ribatté «E tu?!! Che ci hai abbandonati
quando
eravamo solo due bambini…
…per piombare a Digiworld e portare scompiglio?! Se io sono
un
fratello indegno allora tu sei un Digimon
degenere…»…«Ahh!!»…«Te
ne
sei sempre e solo infischiato di noi, e alimentando la distanza hai
fatto sì che Akemi si affezionasse a te!...hai approfittato
del
legame che si sviluppa fra un domatore e un Digimon…per far
sì che lei maturasse nel cuore un sentimento MORBOSO, che
l’ha portata a chiudersi alla vita e all’amore!! Tu
mi hai
portato via mia sorella, Beelzemon…» sibilava
Mako, di
fronte agli occhi agghiacciati del suo Digimon
«…per poi
voltarci le spalle e legarti a questa sgualdrina!!» puntando
il
dito contro Jeri, la quale però lo penetrava con occhi
profondi
«Ti sbagli, Mako…!!...
…puoi dire di me ciò che vuoi e non mi interessa:
ma
Beelzemon non fa che pensare a voi, ogni giorno!! E ogni
notte…» ma un’altra voce si frappose
«Non
provare a parlare a Jeri in questo modo!!» Era Takato. E Mako
esplose in una risata «Pauf!! Immancabile, figurati se non
c’era il cavaliere difensore per mettere a lucido la
formazione
antica! Peccato che tu abbia perso il tuo mantello rosso,
Takato!» ma Wolfiremon scattò avanti «Ne
ha
acquistato un altro!! Un mantello di foglie infuocate, che ben presto
sperimenterai sulla tua pelle…!!» fulminandolo con
occhi
feroci. Takato però avanzava «…anche se
non ho
più Guilmon al mio fianco…non ho perduto la mia
dignità e i miei ideali. Cosa che vedo non si può
dire
altrettanto di te, Mako!» incrociando le braccia
«…è bastato un soffio di
vento…
…per
cancellare i Digimon e il loro ricordo dal tuo
cuore.»…«Ihmf!!» Mako
indurì lo
sguardo, Takato infierì «IO MI DOMANDO COME TU
POSSA
RIUSCIRCI!! Il tuo Digimon E’ QUI, DAVANTI A TE!!
E’
Beelzemon!!»
…che ancora non si capacitava alla vista della mutazione del
suo
amico…
«Non senti
il bisogno…DI CORRERE DA LUI, DI ABBRACCIARLO
ANZICHE’
RICOPRIRLO DI ACCUSE INFONDATE?! I-Io non riuscirei…MAI,
neanche
se volessi a realizzare ciò che ti passa per la testa!! Come
si
può dopo…esser stati separati per così
tanti anni
buttar via un regalo simile e farlo…s-soltanto per
competizione,
per invidia!!» ma Mako incrociava le braccia
«…tu
non potrai mai capirmi. Io ho trascorso anni ad ammuffire nel ricordo
del sogno che per un soffio non avevo realizzato! Ho assistito inerme
al disgregarsi della mia famiglia e al sopraggiungere delle disgrazie
della vita senza il ricordo di un solo momento d’emozione,
soltanto…sfogliando i petali di un fiore nella speranza che
un
giorno la magia sarebbe tornata, e quando questo è
stato…LUI, questo traditore, mi ha voltato le
spalle!!»
additando Beelzemon «E lei, la tua cara amichetta di
infanzia, ha
complottato con lui per lasciarmi solo!! Lo sai cosa è stata
capace di fare?! Tu evidentemente Takato la vedi ancora come quella
bambina innocente, la “piccola Jeri” rapita dal
D-Reaper
poiché affranta dalla tragica fine del suo Leomon! Ma non
arriveresti mai a concepire, con la tua debole mente da ingenuo
panettiere a cosa è potuta arrivare, come la vita
l’ha
trasformata, come ha mutato il suo animo e i suoi valori!! TU PENSI SIA
LA STESSA DI ALLORA?!! Allora lasciati
sorprendere…»
…mentre Jeri «Ahhh!...» era rimasta
paralizzata,
attonita, non riusciva a difendersi…e fissava Takato che
altrettanto la guardava, temendo di perdere quell’affetto che
gli
era rimasto di lui…
…ma le parole di Mako furono implacabili
«Jeri…(canzone:
Evanescence
- Missing)
…ha architettato un matrimonio senza amore, al solo scopo di
soffiarmi il patrimonio familiare!! Ecco cosa ha significato quel
fidanzamento in grande stile, ecco lo scopo delle sue parole
affettuose, e dei suoi baci!!»
Rivelazione che destò stupore in molti, come
Takato…
…e ancor più Suzie «…che
cosa…?!...»
«Prova a negarlo, Jeri!! E se non ci riesci fallo tu,
Beelzemon!!
Avanti, dì che non è vero, dì che mi
sto
inventando tutto!!»
Il
Digimon tradiva insicurezza nello sguardo…Takato e Jeri si
fissavano, ma a quest’ultima si affiancò
Snowhitemon, che
le pose una mano sulla spalla «Andiamo: sappiamo che le sue
parole sono mosse dal rancore e dalla
frustrazione.»…«Sì
però…
…non sono altro che la
verità…» ammise Jeri.
E questo per Suzie fu un sussulto «Non è
possibile…»
Mako li
sovrastò con un sorrisetto «Uhmf! Degna figura per
una
ex-domatrice dalla malinconica storia! Ora che lo sai prenditela pure,
Takato, basta che tu sappia ciò che fai: la ragazza che ami
tanto…è solo una poco di buono!!
Un’arrivista
interessata!!»
…ma
prima che i ragazzi avessero potuto dirsi qualcosa, Beelzemon esplose
«Grrr, ORA BASTA, MAKO!!» Rika si aggiunse
«E
perché, tu cosa sei?!! Hai tradito il tuo compagno, ti sei
messo
dalla parte di Digimon distruttori…solo perché
intrigato
dalla loro potenza!!» Ryo dopo di lei «Rinnegare la
causa
per cui abbiamo lottato dall’inizio solo perché ci
si
è sentiti accantonati è un atto vile e
spregevole,
dovresti vergognarti!!» ed il ragazzo ribatté
«Non
lo nego: sono stufo di essere messo da parte, e di dover dividere
sempre le cose con gli altri! Non mi è servito a niente
imparare
a mettere in comune ciò che possedevo, ne ho ricavato solo
sofferenze! Ora voglio iniziare a prendermi tutto, sempre di
più! Ho già iniziato con questi Digimon, sono il
domatore
del grande Sandmon e dei suoi due figli!» che su
quell’eco
si pavoneggiavano orgogliosi «Digimon Tamer…di ben
tre
Digimon, tutti per me!! Finalmente quello che mi merito, basta con i
Digivice in comune, e le infantili morali sulla
generosità!»
«Ah!» Beelzemon sussultò…e
ricordò una
tenera scena del passato…
“Io e Mako non litighiamo più per i giocattoli,
lui
può usare i miei e io i suoi.”
“Ti sei sentito in colpa perché abbiamo litigato
per te.
E’ per questo che sei scomparso, vero? Ma vedrai che ora non
litigheremo più!”
“Ci dispiace tanto, Impmon!”
Un pianto
senza lacrime lo scuoteva, un freddo lo pervadeva
nell’acuirsi
del suo consueto gesto di chiusura su se stesso, mentre si frapponevano
Carermon «Sei veramente incommentabile, hai superato tutti i
limiti morali e umani: questo è il tuo rispetto verso
Digiworld?!» e Geniusmon «…allora sappi
che non hai
meritato quei cartoni splendidi, e quei messaggi d’amore: non
doveva mai apparirti un Digivice…»
«Ma
sfortunatamente per te mi è apparso! E ben due volte! Il
primo
è andato a farsi friggere per colpa di due
sciocchi…!» additando Takato e Beelzemon
«…che hanno dato ascolto alle parole di una
bugiarda!» puntando contro Jeri «Ma adesso
finalmente
possiedo il Digivice della Triade della nuova specie…
…e
ora assaggerete il suo potere, grazie al mirabile assalto di Ufomon e
Gravemon!» mentre Scratchmon si arrampicava sulla sua spalla.
«Non puoi
fare sul serio…» mormorò
Beelzemon…i due
bambini balzavano dalla roccia «Gravemon, mi sento
più in
forma che mai: credo sia il momento di abbattere i resti del
villaggio…»…«…palleggiando
i loro
corpi qua e là!»
Carermon
affermò «E’ la cosa più
ingrata che si possa
concepire ma per proteggere Digiworld…dobbiamo affrontare
persino lui, uno di noi!» e Geniusmon, preparando la sua
sciabola
«Non possiamo lasciare i Digimon in balia della sua
malvagità…»
Wolfiremon
ringhiò «Takato…! Questo presuntuoso
comincia a
darmi ai nervi, mi autorizzi a dargli una lezione?!» ed il
ragazzo confermò assorto «…quel che
è certo
è che non permetteremo a questi Digimon di
spadroneggiare…»
L’antenna
artigliata e l’asta a teschio si incrociarono, e
così la
battaglia esplose.
Rea era piegata
su Benji, versava lacrime e non riusciva a combattere
«L’ha
rapito!!...non ce l’ho fatta a fermarlo, e ora gli
farà
del male!!»
…Rapidmon
atterrava attonito e all’apparenza spogliato della sua forza
come
non lo era mai stato, ma quando li vide sentì il bisogno di
andare da loro, e benché il suo corpo fumasse ancora per il
contatto con la rete elettrica, abbracciarli per dar loro conforto in
un sommesso «…momentai…
…vedrete che ce lo riprenderemo…
…ve lo prometto, Rea, Benji…ve lo
giuro.»
«Ultrasuono
stellareee!!!» Ufomon sprigionava
l’enorme zampa elettrificata. Geniusmon controbatteva con
«Riflesso dei
desideri!»
ma la sua sciabola sembrava troppo debole «AHHH!!!»
Ryo
constatò «Ahh! Non riesci ad assorbire
l’attacco?!» Il genio digitale stremato
«E’
troppo potente…» Allora il domatore leggendario
notò «Dev’essere per via di quel
Digivice che lui
stringe fra le mani! Accresce il loro potere, che già di
norma
è forte! Cyberdramon! Te la senti di tentare di
sottrarglielo?!»…«Posso
provare.»
replicò il drago nero. Ryo procedette «Digimodificati!...Carta
dell’invisibilità!»
Antylamon intanto esortava «Suzie, dobbiamo intervenire,
torna in
te!! I nostri amici hanno bisogno di noi…» ma la
ragazza
era come colta da un’immobilità
«No…è
inutile…
…non serve a niente…» e seguitava a
fissare con
malinconia il ragazzo dall’armatura viola.
Wolfiremon attaccava «Piropennellata!!»
seguita da Kyubimon «Fluido
celeste!!» ma Gravemon innalzava la bara
«Replicazione
mortifera!»
inglobando gli attacchi e restituendoli nella forma di dardi luminosi
che
«AHHH!!»…«AAAHHH!»
travolsero le
Digimon, che caddero a terra nel ghigno del bambino
«Uhmuhmuhmuhm!»
Takato
constatò «Ahh! Non abbiamo abbastanza
potenza!» e
Rika «Dobbiamo procedere con la Digievoluzione
Matrix!»
sicché entrambi «Digimodificati!...carta della
Digievoluzione Matrix!»
«WOLFIREMON
DIGIEVOLVEEE…»…«KYUBIMON DIGIEVOLVEEE…»
«…AUTUMNQUEENMON!»…«TAOMON!»
Ma quella
sfilata di trasformazioni non regalava una goccia di coraggio al cuore
di Suzie, che versava lacrime rassegnate incurante dei richiami della
Digimon «Suzie, risvegliati!!» ma la ragazza
replicava
«I nostri sogni…sono stati un inganno. Niente
è
come avremmo voluto…» senza riuscire a staccare
gli occhi
da Mako «…le favole della nostra
infanzia…ci hanno
regalato un’illusione…falsa, in realtà
è
questo il vero volto della vita: gli amici che volevi al tuo
fianco…sono nemici. Le persone a te care…
…anziché restare unite si affrontano tra
loro…» cadendo in ginocchio, nello spegnersi della
sua
voce, tanto che Antylamon fu avvolta da un bagliore
«Perdo…tutta la mia energia!» e
regredì allo
stadio di Lopmon: i suoi occhi erano umidi di lacrime, si aggrappava a
lei «Suzie, ti prego!!»
…e tutto ciò sotto lo sguardo di Alice, che
assistendo
alla trasformazione restò sconvolta…e si volse
verso Rea,
che si avvicinava appoggiandosi a Rapidmon «Rea, per
favore!…dobbiamo aiutare Suzie, lei…non ce la
fa…» Rea, seppur stanca, udite quelle parole
dilatò
i suoi occhi «…Suzie! Lopmon!» correndo
da lei,
mentre Alice rifletteva in cuor suo “Lo sconforto nel cuore
di un
domatore…può spogliare un Digimon delle sue
energie?” e smarriva lo sguardo attorno a sé
“E la
rabbia covata nella crescita…
…può essere la scintilla, che accende questa
distruzione?!” (fine-canzone)
Snowhitemon faceva del suo meglio per incoraggiare «Forza
Jeri,
reagisci!!» ma la ragazza stringeva il suo Digivice con
timore e
rimorso. Il minotauro insistette «Beelzemon!!...andiamo, devi
combattere!» ma la forza del guerriero alato sembrava volar
via
come il fumo che avvolgeva il campo, ed intensa era la pena nei suoi
occhi nel contemplare Mako.
Carermon attaccava con «Carezza
lunare!!» a cui si aggiunse Snowhitemon
compiendo un balzo in avanti «Microsfere di neve!!»
ma Ufomon si frappose «Bracciale
galattico!!»
liberando un cerchio di pianeti dalla scarica potenziata che travolse i
due Digimon
«AHHH!!!»…«AAHHH!»
Il nero Visiomon a
quel punto affermò «Alice! Vado
anch’io!» ma
questa ebbe timore «Oh no! Sta attento
Visiomon!»…«Non devi temere per me: non
posso
lasciare la mia sposa ad agire da sola.»
Infatti, ad affiancare l’attacco di AutumnQueenmon «Vortice rovente!»
giunse Taomon con «Carte
esplosive!!» ma Gravemon contrattaccò
con «Vortice
di teschiii!»
ed i suoi colpi dal volto spettrale penetrarono la pioggia e bruciarono
tutte le carte, fino a colpire la regina dall’elmo dorato
«AHHH!» e la volpe in tunica avorio
«AAAHHH!» …che
precipitò, ma in suo
soccorso giunse una volpe nera a nove code «Non aver paura
amore,
ci sono anch’io ad affiancarti!» smaterializzandosi
in un
getto infuocato «Fluido…mistico!!!»
…ma sfortunatamente, il suo primo attacco
dall’invidiabile impeto non ebbe esito positivo: Gravemon
«Replicazione
mortifera!»
innalzò tempestivamente la bara e
«AAAHHH!!!!!!»
Visiomon si scontrò con la sua potente energia, che gli
attraversò il corpo folgorandolo e facendolo cadere a terra.
Alice tese la mano
«NO!!» ma in quel momento, vicino a lei qualcosa
brillò…
…un congegno
grigio scuro bordato d’oro, che rese attoniti i suoi occhi
azzurri…
…assomigliava a
quelli di dieci anni prima, ma nessuno poté notarlo
perché rapiti dalla risata di Mako «AHAHAHAHAH!
Allora,
come potete vedere è tutta un’altra cosa: ora
sì
che sono un domatore in piena regola!!» orgoglioso col suo
Digivice in mano, e la gatta sulla spalla «Allora,
Beelzemon?!
Perché non mi attacchi!!»
Gli agguerriti bambini, sotto di lui, ghignavano soddisfatti.
Snowhitemon
cercava di rialzarsi da terra, e si rivolse a Jeri e Beelzemon
«Dovete reagire…! Jeri, senza le tue strategie di
battaglia, e senza i tuoi potenti attacchi Beelzemon non ce la possiamo
fare!» ma entrambi, pur ricordandosi delle loro
qualità,
erano prigionieri dello sconforto: lei sembrava diffidare del suo
stesso Digivice, e lui delle sue capacità e forse delle
speranze, piegando le ali e il capo.
Rea scuoteva Suzie per
le spalle «Insomma Suzie, vuoi svegliarti?!! Henry ha bisogno
di
tutto il nostro aiuto!!» ma la ragazza replicava con un filo
di
voce «E’ inutile Rea…non ce la faremo
mai a
liberarlo…» Inaspettatamente l’altra la
colpì
con uno schiaffo
«Ahhh!»…«Basta con tutto
questo pessimismo! Guarda la tua Digimon!!» prendendo Lopmon
e
mostrandogliela, mentre l’altra si reggeva la guancia colpia
e la
guardava con timore «Ha bisogno della tua forza,
così come
Henry della nostra unione!! Sarebbe questa la tua fiducia nel potere
dell’amicizia?!» ma Suzie ribatté
aggressiva
«E’ proprio di questo potere che dubito
fortemente!!»
nello spalancarsi degli occhi di Lopmon. Suzie inveì
«Guardati attorno, Rea!! Siamo circondati da distruzione, i
nostri sforzi…sono stati vani, se non siamo neanche riusciti
a
costituire una squadra unita: Jeri…
…credevo
fosse mia amica e invece ha ammesso lei stessa di aver compiuto un
raggiro alle mie spalle! Sapeva che a Mako volevo bene ma
l’avrei
lasciato a lei se il suo fosse stato amore sincero, invece è
colpa sua!»
…mentre Jeri si volgeva…ed incrociava lo sguardo
recriminante di Suzie…
…ed anche Alice seguiva quella scena ed ascoltava le parole
della ragazza…
«E’
solo colpa sua se ora…Mako…è
lì ad
attaccarci! Se non ci è stato possibile salvare Henry!
Perdonami
Rea, anche tu Lopmon! Perdonatemi tutti ma
questo…è il
crollo di tutti i miei sogni! Forse ciò in cui ho creduto da
sempre non è mai esistito!!» fuggendo via,
incurante dei
richiami di Rea «Suzie!» e Lopmon «No
Suzie aspetta,
ti prego!!» Rea stava per inseguirla, ma Alice la
bloccò
«No aspetta Rea: ci penso io! Dammi
Lopmon…»…«Oh?» La
ragazza rimase
stupita, ma adagiò la Digimon tra le braccia di
Alice…
Cyberdramon, dai contorni sfumati
dall’invisibilità, era
volato in cima all’altura. Ryo, altrettanto invisibile,
puntò Mako e sussurrò «Ci siamo quasi:
ora massima
cautela…»
Il loro obiettivo era il Digivice tra le mani del ragazzo…
Ufomon e
Gravemon se la ridevano
«Ahahahahah!!»…«Uhmuhmuhmuhm!»…«Ahhh,
Gravemon non è poi così male avere un domatore,
non
trovi?»…«Ti riempie di
potenza…»…«Mi
sento…scoppiettante!!» Le loro armi scintillavano
di
magia, di fronte alla squadra in crisi…
…quella
corsa disperata aveva condotto Suzie presso l’abitazione del
capo
villaggio. I passi della ragazza, che teneva gli occhi stretti
poiché non voleva vedere niente e nessuno, scalciavano
debolmente i detriti provocati dall’assalto. Sullo sfondo si
udiva una voce femminile supplicare «Signor capo
villaggio!...la
prego, risponda!» tanto che Suzie aprì a poco a
poco gli
occhi…
La MudFrigimon
con il grembiule stringeva l’anziano Digimon tra le sue
braccia,
cercando di rianimarlo «La prego, non ci lasci!»
Altri
orsetti si riunivano al suo capezzale, mentre Suzie avanzava in quello
scenario. A quel punto il capo aprì debolmente gli occhi
«…quaaanti…sono
morti…?»...«Signor capo villaggio, non
sia in pena
per noi!» gli dicevano, ma lui «Ci
hanno…ci
hanno…!...
…decimato!...
…come la moto di dieci anni fa: ciò che non ha
fatto
lei…si è compiuto…quest’oggi
ad
opera…di questi Digimon di ignota…provenienza,
ahhh!»
Nell’udire di quella moto, Suzie portò la sua mano
alla
bocca in quanto ricordava di tanti racconti.
In quegli
stessi attimi Alice giungeva di corsa presso la porta della
casa…e lasciava andare Lopmon a terra «Vai,
raggiungila.»…«Ma…forse lei
non vuole!»
si volse insicura la Digimon. Però lo sguardo di Alice era
deciso «Sono certa che in fondo al cuore ha bisogno di
te.»
Sicché Lopmon si fece coraggio e procedette…Alice
così restò sola, e poté estrarre
cautamente il
Digivice appena comparso. Lo contemplò…ma poi lo
nascose
come qualcosa di peccaminoso. Arduo da decifrare il suo gesto, che lo
fece ricadere nella borsa tanto che Minidramon se lo vide piovere
«E così Alice è diventata la domatrice
del marito
di Renamon…? Pfff…niente da fare, ho perso ogni
speranza
anche con lei. Non potrò mai avere un Digimon Tamer che sia
mio.
Oh? Che strano Digivice. Non assomiglia a quello di Ryo e mio
marito…né a quelli degli altri ragazzi! Anzi!
Ricordando
le foto che ho sfogliato…sembra tale e quale a quelli che
apparivano dieci anni fa…»
Lopmon avanzava furtivamente, facendo capolino presso la stanza da
letto senza far che Suzie si accorgesse della sua presenza.
«E’ la fine per noi…»
pronunciava il capo
villaggio «…che…senso ha che io
resista? Solo per
vedere altra morte e altro dolore…ora ne ho la conferma: non
ci
si può ribellare alla progressiva
distruzione…ogni
speranza altro non è che un sogno!» Ma udite
quelle
parole, profondamente addolorata e commossa, Suzie non poté
trattenersi «N-No, non deve dire così!...
…non
è giusto che si arrenda! Non deve…lasciare andare
le sue
speranze, l’hanno portata avanti per tutta la vita! Io so chi
è lei, ho udito…molti racconti sul suo conto
e…riguardo al suo
villaggio!»…«Ahhh…»
alzò
debolmente il braccio quel MudFrigimon, come era solito fare
«…tu sei…per caso…la
sorellina di quel
giovane…che è tornato a
trovarmi?»…«Io…»
accennò
Suzie…ma dalla sua insicurezza nacque un umile sorriso
«…sì, sono la sorella di Henry, lei mi
conosce?»…«Ah!...
…lui
parla sempre di te, descrivendoti…come una bravissima
ragazza…» Il suo animo sussultò
«…piena di speranza…e di forza di
volontà,
dice…che sei…
…la
sua speranza!»…«…Henry dice
questo di
me…?» …mentre Lopmon
assisteva di nascosto,
commossa «Oh, Suzie…»
«E’ stato qui, avete parlato?!»
esclamò la
ragazza, e l’anziano Digimon rivelò
«Lui…quel
giovane è il mio più grande
rimorso…»…«…perché
dice
questo?»…«…si è
fatto catturare…
…per
proteggermi...»…«Ahh!» Suzie
portò la mano alla bocca. Il capo proseguì
«Ha
preferito…sacrificarsi pur di proteggere…il
villaggio…e il suo capo, ha detto…
…che ci ama profondamente, e…!!...
…non poteva tollerare…che ci fosse arrecato del
male…»…«Henry ha detto
questo…?...ah!...» il cuore di Suzie
palpitò
d’emozione. Svelò «Lui durante la
crescita…sembrava…
…aver dimenticato i Digimon, averli chiusi in una vecchia
pagina
di ricordi. Sembrava…che non avessero più
importanza,
benché io mi ostinassi a tener vivo quel
passato…così caro per noi…»
La sua voce
sfumava. Ma quella del capo villaggio paradossalmente si rafforzava
«Quel ragazzo ancora palpita d’amore…per
la nostra
povera specie dimenticata. Persino un villaggio come il
nostro…abbandonato…
…composto da dati obsoleti e scartati…per lui
valeva di
più…della sua gioventù, della sua
libertà!
Tanto che è andato con quei Digimon…ed io non ho
potuto
far nulla…per oppormi alla sua decisione.» Suzie
cadde ai
piedi del letto, afferrando le lenzuola «Ma allora!...
…ma allora Henry non è mai
cambiato…lui è
tornato…è rimasto…quello di
allora!!»…Lopmon si avvicinava a poco a
poco…«Mio fratello…
…il mio amato fratellino non è sfumato come un
sogno…non è stato inutile sperare in tutti questi
anni
che potesse sorridere di nuovo al suo passato e ai suoi ricordi!
Lui…
…è tornato a prendermi. Il mio eroe…il
mio
Henry!» e si asciugava gli occhi con quel lenzuolo, mentre il
capo villaggio illustrava «…lui non parlava che di
te…dei vostri
genitori…»…«Ah!»
la ragazza alzò i suoi occhi umidi, e l’anziano
continuò «…di sua moglie, e di suo
figlio: altro
non desiderava…di ricongiungersi a voi e formare una
splendida
famiglia. Lui aveva un Digimon…dieci anni fa: ora lo ricordo
chiaramente…
…Terriermon, dalle orecchie lunghe…» e
Lopmon disse
a sorpresa «Sì, Terriermon.» Suzie si
volse
«Oh?! Lopmon!» e si guardarono piene
d’affetto…mentre il Digimon descriveva
«Non sarei
riuscito a rivederlo di fronte a me…se lui non me ne avesse
parlato incessantemente in questi giorni: lo ama
tanto…magari
potessi con una magia permettergli di ritrovarlo…»
«Amica mia…» disse Suzie, e Lopmon
«Perdonami
se ti ho seguita! Io…non potevo abbandonarti!»
Sullo sfondo
della loro commozione, il capo villaggio descrisse
«…ecco:
era proprio uguale a te.» indicando Lopmon, e ripetendo il
nome
«Terriermon…»
Quando fuori di
lì «Ahahahahah!!!» rideva Mako
«Non sapete
quanto mi diverto a vedervi ballare sotto i miei colpi!!!»
La sagoma evanescente di Cyberdramon era sempre più vicina.
I ragazzi
lo fissavano con immensa rabbia. Takato sibilò «Tu
sei…solamente un essere spregevole, Mako!!» ma
l’altro in risposta aveva un sorrisino beffardo
«Sono
contento che mi apostrofi in questo modo, Takato: certi epiteti sono
riservati ai grandi.»…«Io
ti…!!» ma
Jeri lo trattenne «No, Takato! Che cosa vuoi fare?
E’
inutile!!» e Mako da lassù «Ahah!
Dà ascolto
alla tua compagna di banco, Takato! E dire che non avete ancora visto
il meglio.» Takato e Jeri sussultarono, e Beelzemon
esclamò «Ah!! Che cosa vuoi dire?!»
Ryo
sussurrò «Adesso Cyberdramon…pronto a
colpire.
A-Ahhhh!»…«Ryo, che ti
succede?!» fece il
Digimon invisibile, e l’altrettanto sfumato domatore
descrisse
«M-Mi fischia un orecchio!...mi esplode la testa!»
Cyberdramon desunse «Dev’essere il contatto con le
scariche!» alludendo a quelle sprigionate dal Digivice e gli
occhiali di Mako. Il quale descrisse «Mi chiedi cosa intendo,
Beelzemon? Semplice.» volgendosi minaccioso verso i due
invisibili, che sussultarono spiazzati
«Ahhh!»…«Che il potere delle
vostre ormai
annose carte è inutile contro di me!» tendendo la
mano,
annullando l’invisibilità dei due. Ryo
esclamò
«Oh no!!» e poi il liberarsi di un flusso elettrico
dagli
occhiali e lungo il braccio per catturarli e
«AAAAAAAHHHHHHHHHH!!!» scaraventarli lungo tutto il
villaggio, sotto gli occhi attoniti dei compagni.
«NON PUOI AVER FATTO QUESTOOO!» gemette Beelzemon,
piegandosi in ginocchio.
«RYO!!» esclamò Rika, e Taomon
«Cyberdramon!!»
Domatore leggendario e Digimon furono spinti contro alcune case tanto
da sfondare la porta e fuoriuscire frantumando il muro: i MudFrigimon
che vi abitavano venivano sbalzati per poi smaterializzarsi. Takato
constatò agghiacciato «…stai eseguendo
la
sentenza…che quella moto non era riuscita a
compiere!!»
per poi scivolare in una considerazione tanto amara da spegnere quasi
la rabbia «…non sei diverso da lei, uno schiavo
del
controllo mentale…»
Ufomon e Gravemon ridevano «AHAHAHAHAHAHAH! Hai visto,
Gravemooon?»…«…ha sfondato la
porta ed
è riuscito dalla
finestra…»…«Che
spettacolo diverteeeeeente, AHAHAHAHAH!» finendo per gettarsi
a
terra tale era il moto di riso. Geniusmon cercando di rialzarsi
commentò «…mi fate davvero
schifo.» e
Carermon «…di bambini non avete niente, nel vostro
animo
c’è solo malvagità.»
Mako
concluse «Arrendetevi e inchinatevi ai miei piedi: se mi
adorerete e mi giurerete fedeltà, come al più
grande
domatore di tutti i tempi, vi risparmierò!»
I ragazzi
e i Digimon erano in serio sconforto, e Beelzemon afferrava dei mucchi
di terra «Akemi…sono felice che tu non sia qui e
che non
possa vedere questo scempio…»
Ma
all’interno della casa del capo villaggio, Lopmon
balzò
sul letto «Suzie! Ascoltami, parlo sul serio: Mako
là
fuori sta distruggendo tutto con la sua furia e la sua frustrazione! Se
c’è qualcosa che può fermarlo
è la nostra
fiducia nell’amicizia: dobbiamo credere in quei sogni che ci
hanno sempre guidato, anche se a volte sembra proprio che sia stato
tutto un errore! Io credo momenti del genere possano sempre
arrivare…
…quel che conta è restare uniti, tenerci per
mano, solo
così un giorno potremo finalmente veder sorgere una nuova
alba!»…«Lopmon,
io…» ma il capo
villaggio intervenne «La tua Digimon ha
ragione…» e
muovendo il lenzuolo, rivelò un oggetto che subito
rapì
gli occhi di Suzie (canzone: S
Club 7 - Have you ever)
«…l’orologio di
Henry…gliel’ho regalato
io!» raccogliendolo con affetto, mentre il Digimon spiegava
«Dev’esserglisi sfilato dal polso…mentre
mi accudiva
e mi rimboccava le coperte…»
Suzie lo
contemplava «Il mio caro fratello…è un
ragazzo
premuroso e buono. Lui non ha mai tradito la mia
fiducia…»
spingendosi l’orologio sul cuore, mentre il suo Digivice
iniziava
a brillare di una luce speciale. Lopmon affermò
«Se tu sei
disposta a lottare ancora…io sono con te! Non
lascerò mai
andare la nostra causa, anche col passare del tempo e lo scorrere della
crescita.» Suzie sorrise…e carezzò con
gratitudine
la Digimon «La mia amica d’infanzia…
…l’angelo..del mio futuro…» A
quel punto
anche Lopmon, commossa, si illuminò di un bagliore magico, e
disse «Ricordi il giorno del nostro primo incontro, a
Suzakomon…?» La tenera espressione di Suzie diceva
“come no?” Lopmon espresse
«…quanto tempo
è passato…ma ora mi sento più unita a
te che mai.
Combattiamo ancora, combattiamo assieme. Era destino che ci
incontrassimo, Suzie, era destino che noi due restassimo assieme per
sempre…»…«Per tutta la vita,
Lopmon…
…andiamo, è il momento, diventiamo una cosa sola:
trasformami in un Digimon…c’è il mio
mondo ad aver
bisogno della mia
difesa…»…«Sono
pronta…»
L’anziano capo villaggio sorrideva lietamente…
Lopmon e Suzie esclamarono «BIODIGIEVOLUZIONE DEL FUTURO!!!»
«Ahh!» La MudFrigimon col grembiule si
parò gli
occhi dalla luce sprigionata. Domatrice e Digimon si congiunsero in un
abbraccio «LOPMON
BIODIGIEVOLVEEE!!!...»
Sulla loro
unione si posò il Digivice, che si spogliò del
collare
bianco che lo decorava, iniziando ad emettere segnali elettronici
mentre sotto di lui si componeva un corpo agile e femminile: il marrone
di Lopmon si riversava su stivaletti, guanti e costume, e le sue
maculature rosa si espandevano per realizzare un effetto mimetico
militare. Una serie di proiettili a costituire il bordo degli
stivaletti, cartucce di ricambio fissate alle polsiere. Fu allora che
il bianco del collare tornò a volare sottoforma di piume che
composero i capelli di quella creatura dalla pelle candida, ed il
trucco sfumato di rosa e marrone. Tocco di classe, il Digivice che le
si era appoggiato sul capo mutò in un cappello sulle
ventitré composto da tanti piccoli cannoni mobili «…LADYCANNONMON!»
Alice le aveva osservate, abbagliata e a suo modo sollevata
“Ma
la luce della digievoluzione…non si è offuscata:
anzi,
una nuova generazione è pronta a far risuonare la sua voce
in
tutto Digiworld. Non posso restare qui: devo andarmene!”
pensò poiché piovevano detriti, la casa stava per
cedere,
sicché corse via.
All’esterno Takato affermava
«Ragazzi…benché
mi costi non sapete quanto temo dovremmo fare come dice lui: non
possiamo condannare questi Digimon ad un’orribile
fine!» ma
sopra di lui schizzò velocissimo Rapidmon «GRRR,
MAI! NON
GLI PERMETTERO’ DI AVERLA VINTA DOPO QUELLO CHE HA FATTO AD
HENRY!» Rea esclamò disperata «Rapidmon
fermo ti
colpirà!!!»
Infatti Mako era
pronto a riceverlo «Ahhh, ma allora non ne avete
abbastanza!» e tese la mano.
Ma in quel
momento il tetto della casa del capo si sfondò in un geyser
di
luce, e fuoriuscì qualcuno: che l’istante dopo con
il suo
guantino mimetico bloccò l’avanzare di Rapidmon
«Fermo, amico mio.» gli disse con voce femminile
«Oh?» restò sorpreso lui, e lei gli
affidò il
capo villaggio e la MudFrigimon col grembiule «Porta loro in
un
posto sicuro.»…«…e tu chi
sei?» chiese
Rapidmon «Siamo noi!» le risposero le voci
congiunte di
Suzie e Lopmon. Lui sussultò «Ahhh!» e
la Digimon
gli disse «Mettiti in salvo, qua ci penso io.»
mentre Mako
esclamava contrariato «E tu chi saresti?!»
E la creatura
dalla chioma candida, gli rispose «Io sono il tuo incubo
peggiore.» senza neanche volgersi, ma si giravano
automaticamente
i cannoni sul suo cappellino. Fino a che non lo fece lei stessa
«Sono LadyCannonmon!!»
«Quella
è…Suzie?» si chiedeva stupefatta Jeri
dal basso, e
Rea «Allora lei e Lopmon sono riuscite a
biodigievolvere!»
Mako era
attonito, e quella scattante e graziosa Digimon lo
fronteggiò
«Sono colei che porrà fine al tuo tentativo di
dominio!
Del resto è normale, per ogni antagonista
c’è un
eroe pronto a fronteggiarlo. Un eroe…» nel moto
incessante
dei piccoli cannoni, si scrollò i capelli
«…o in
questo caso un’eroina! Con la tua meschinità hai
attentato
a un mondo a cui sono molto legata, sai?! Credevi di avermi ridotta al
silenzio?...mi dispiace per te…» a quel punto lui
realizzò infastidito «Ahhh!...la sorella
di…»
non ricordandone il nome a causa della scarica degli occhiali, ma lei
insistette «Sono LadyCannonmon, te l’ho detto
prima, non ci
vuole tanto a ricordarlo!!»…«NON
TRATTARMI CON
QUESTA IMPERTINENZA! Scratchmon…sistemale la faccia con i
tuoi
artigli!!»
Il gatto
nero schizzò. Ma anche LadyCannonmon balzò,
sussurrando
«…ma se preferisci…sì, sono
la sorella di
Henry. La sorellina di un…eroico domatore, non mi dispiace
essere ricordata così.»
Rea analizzava sul Digivice «LadyCannonmon: Digimon macchina
di livello Mega, la sua tecnica…»
abbassando il congegno con un sorriso «…ce la dice
lei!»
E infatti «Capriola-mitra!!!»
chiudendosi su se stessa fino a diventare una sfera mimetica dai
cannoni multipli, che roteò liberando proiettili di luce. E
facendo ballare alquanto la gatta «Ahh! Che ti succede,
Scratchmon?!» e il domatore in viola, che dovette nascondersi
dietro una roccia «Dannazione, spara ovunque!» La
pietra
stessa fu sul punto di cedere grazie alla potenza di quei proiettili (fine-canzone)
«Sorprendente!!» esclamò Takato, e Rea
«E’ davvero fortissima!» mentre
contemplavano in
cielo la guerriera dal seducente costume mimetico, che riacquistava la
sua posa e si guardava i palmi delle mani
“Finalmente…ho
sempre sognato essere una combattente accessoriata come MegaGargomon:
Lopmon…essere unite con te conferisce una sensazione di
grande
forza!”…”Mi senti, Suzie?
Anch’io sto
così bene.”…”I nostri sogni
non ci hanno
tradito amica mia: voglio lottare per farlo capire a Mako!”
Ma la minaccia
non era esaurita: Ufomon aveva gli occhi fuori dalle orbite, e la bocca
deformata dal disgusto «…chi è quella
PRESUNTUOSA
che si permette di rubarmi la scena?!!»
LadyCannonmon si volse
verso di loro, e Gravemon rabbrividì «Uuufomon non
farla
arrabbiar-»…«STA ZITTO VIGLIACCO!...il
solito pesce
lesso a cui tremano le gambe quando ne vede altre due femminili: EHI,
CARINA! La luce dei riflettori mette un tantino in evidenza le tue
smagliature!!»
«La luce dei
riflettori…mette in evidenza la vostra età, e la
vostra
debolezza!» ribatté la Digimon. E Ufomon
«CoooOOOOOosa?!!»
LadyCannonmon volò
più vicina, mentre riorganizzava i cannoni sul suo
cappellino
«Siete solo dei bambini, datemi retta: alla vostra
età
molte cose non si possono comprendere!...ciò non significa
che
non possano provare sentimenti, e vivere attimi
significativi…» dichiarava con occhiate profonde,
contornate dal marrone sfumato dal rosa «Ma se non si
incontra
qualcuno in grado di guidarti, indirizzarti e proteggerti sinceramente,
come è accaduto a me…si rischia di finire in un
tranello!
Digiworld è un luogo pericoloso…
…bisogna
fare attenzione…me lo diceva sempre anche mio
fratello…»…«SENTI!»
puntò i
piedi l’alienina «A me non me ne frega un tubo di
tuo
fratello, di tuo padre, di tuo nonno, e tanto meno di te!! Noi siamo i
Digimon della nuova specie…» Gravemon fece
capolino dietro
la sorella «…e tu hai osato mettere in ridicolo
Scratchmon.» Ufomon impugnò l’antenna
«Non
abbiamo bisogno dei tuoi consigli, ve la faremo pagare cara.»
Mako riemerse dalla
roccia, col Digivice più carico che mai «Coraggio,
bambini!! Non è ancora finita!!»
Ma Carermon si
rialzava «Questo vale anche per noi!» e dietro di
lui i
suoi compagni facevano altrettanto…
LadyCannonmon esortò «Ragazzi, non diamoci per
vinti,
possiamo batterli!»
Ryo e
Cyberdramon riemergevano dalle macerie della casa aiutati da
Snowhitemon e Visiomon. Lo sguardo del domatore e del Digimon era
appenato e sofferente, ma la volpe nera disse loro «Non
dovete
demoralizzarvi, a tutti noi è successo di mancare qualche
colpo.
Dobbiamo proseguire nel nostro obiettivo…» ma i
due
tacevano…
Rika li
osservò a distanza, e decise «E’ il
momento di
cambiare strategia! Taomon, te la senti di proseguire e di sostenere
una digimodifica?» La volpe in tunica rispose
«Certamente,
Rika.»
Takato
dichiarò «Mi sembra una splendida idea Rika!
AutumnQueenmon?!» e seppur più volte colpita, la
regina di
pioggia strinse i denti «Pronta e operante.»
La voce
interiore di LadyCannonmon si sdoppiò
“Lopmon…”...”Pronta,
Suzie!”
dopodiché si palesò, puntando il dito
«A noi
due!» ed Ufomon impugnò l’antenna
«Con molto
piacere!!»
Gravemon
strattonò col piede a terra «Io tengo a
bada
loro!»
Ma in quel momento Rika e Takato scagliarono il Digivice in aria
«DIGIMODIFICATI!...
…CARTA DELLA SFERA DI CRISTALLO!»
lasciando che la medesima carta sfrecciasse in entrambi i congegni.
Mako aggrottò lo
sguardo «Che razza di carta è?!» ma
Carermon
descrisse «Una delle mie nuove carte!»
AutumnQueenmon e Taomon di colpo
videro i loro abiti impreziositi da decorazioni in cristallo. Carermon
illustrò «Permette di invocare la forza degli
insegnamenti
ricevuti in passato, che durante la crescita non ti lasciano
mai!»
Taomon
invitò la compagna
«Dammi la mano: ti offro quanto ho appreso nel corso del mio
primo viaggio.» e AutumnQueenmon «Davvero? Te ne
sono
grata. Io…ti regalo quanto mi dicevano i miei
genitori.»
Le loro mani bordate dal cristallo si congiunsero, e nello sprigionarsi
del potere che circondava i loro corpi, sopra di loro iniziò
a
materializzarsi una sfera.
Gravemon ghignò «La faccio a pezziii…Replicazione mortifera!»
innalzando la bara, e spalancandola nel prorompere di una miriade di
dardi. La sfera però sembrò assorbirli, nel sommo
stupore
del bambino «Coooosa…?» e altrettanto
del suo
domatore in viola…
Carermon spiegò
«Grazie allo sforzo e alla maturazione…»
con cui
sembrava descrivere quello delle due Digimon aggrappate l’una
all’altra «…puoi usare gli insegnamenti
per
incassare i colpi: e mutarli in getti ancora più puri, della
tua
anima e i tuoi ideali!»
La sfera sembrava un
corrispondente purificante della bara, e col medesimo funzionamento
invertì la natura dei colpi oscuri, restituendoli luminosi e
benefici, tanto che Gravemon se la vide brutta
«No-No-Noooooo!» ma ebbe un moto di
aggressività
«Grrr, RESISTERO’!» La bara non cedette:
si
aprì, convertì i colpi e li restituì.
Da lì
ebbe inizio un palleggio, che Carermon descrisse «Certo, la
vita
non ti lascia tregua, e solo se la tua fiducia nel passato è
forte e resistente può avere l’ultima parola
contro una
mitraglia d’assalti!...forza AutumnQueenmon, forza
Taomon…!»
«Gh-Ghhhh!»…«Ahhh!»
si sforzavano le due
Digimon, per sostenere la loro sfera cristallina contro la bara
malvagia.
Intanto in cielo
infuriava un duello di calci, pugni e assalti fra le agilissime Ufomon
e LadyCannonmon «Bracciale
galattico!» a tradimento scagliava la bambina,
ma la guerriera ribatteva con «Capriola-mitra!»
divenendo sferica ed emettendo proiettili fino a spezzare il raggio che
legava i pianeti «Non credere che mi arrenda
così!!»
inveiva la bambina, ma l’altra «Io non sono meno
determinata di te!»
Jeri e gli altri
assistevano allo scontro col fiato sospeso…Rea
sussurrò
«Coraggio, Suzie…» ma Alice le si
accostò
«Lei e Lopmon hanno forza sufficiente: ce la
faranno!»…«Oh!»
restò stupita Rea, e le
sfiorò la mano in segno di ringraziamento, quando fece
ritorno
Rapidmon «Il capo villaggio e i suoi parenti sono al sicuro!
Ah!
LadyCannonmon! Vado ad aiutare Suzie e Lopmon!» ma Rea lo
fermò «No! LadyCannonmon sta duellando con Ufomon,
il loro
è uno scontro leale: noi andiamo a sostenere AutumnQueenmon
e
Taomon,
Rapidmon!»…«Cosa?...d’accordo
Rea!» accettò il Digimon, non senza prima
rilasciare un
«Dateci dentro, Suzie, Lopmon!!»
Che queste cosero
«Grazie, Rapidmon!!» ma Ufomon non le dava tregua
«NON TI DISTRARRE!! ULTRASUONO
STELLAREEE!!!» innalzando il grande artiglio
elettrificato.
Rapidmon giunse in
volo presso la sfera di cristallo «Ragazze! Ci sono
anch’io!!» proprio mentre AutumnQueenmon e Taomon
si
stavano piegando in ginocchio: preservare l’incantesimo
dall’infrangersi era sempre più stremante, per la
gioia
del piccolo Gravemon «Uhmuhmuhmuhmuhm!»
Takato e Rika giunsero
a sostenere le loro Digimon «Non
mollate!»…«Ci
siamo anche noi!» e così Rea tese le
mani
«Takato, Rika, forza! Dimostriamo a Henry che come allora
possiamo essere uniti e lottare come se lui fosse qui, ok?» I
due
domatori le sorrisero e le diedero le mani…(canzone: Digimon
Tamers - 3 primary colours)
Rapidmon
«Gggghhhhhhhaaaaaaaaa!!!» diede fondo a tutte le
sue forze.
Così come le altre Digimon sotto di lui.
Gravemon
se la rideva «Ahahahahahah!...oh?» ma poi qualcosa
gli
destò un dubbio.
I domatori
chiudevano gli occhi: nella mente di Takato, Rika e Rea c’era
solo “Henry.”
“Henry…”
“…Henry.”
Chi
l’aveva conosciuto rivedeva il suo volto da
ragazzino…
…c’era chi invece l’aveva incontrato
adulto,
rivedeva i suoi baci nella penombra, e i suoi occhi che si
sovrapponevano a quelli di un bambino che gli assomigliava. Lo
rivedevano condotto lontano, imprigionato da una rete…
…e
infatti così era, dalla nebbia di Digiworld si delineava un
enorme stabilimento dalla forma di un cestino. Ed Henry, dalla rete
appesa al camper guidato da Sandmon, poteva scorgerlo e forse temere
per quel cuore illuminato nel suo petto “Amici,
resistete…”
Ma sua sorella
fusa alla sua Digimon lottava accanitamente contro i colpi di
un’antenna elettrica…
…ed altri
tre domatori erano in ginocchio per mano a pensare a lui. Takato:
“Henry, fratello mio…il fratello maggiore che non
ho mai
avuto. Potrò un giorno, per il fratellino che ho scoperto di
avere, essere…anche solo un minimo come te? Se riuscissi ad
avere anche solo un pezzetto del tuo equilibrio e della tua
bontà…sarebbe un immenso
miracolo…”
Rika:
“Henry…non immagini quante cose mi hai insegnato:
è
grazie a te se ora penso prima di parlare, di agire. Sono indecisa se
dire anche prima di amare: non so ancora se tu mi hai insegnato
questo…oppure a seguire di più il mio cuore. Ma
resta il
fatto che non sono disposta a perderti senza averlo appurato: ci
aspettano ancora molte avventure assieme, amico mio.”
Rea: “Henry…
…l’uomo della mia vita. Il ragazzo dei miei sogni.
Il
padre di mio figlio. Il domatore del mio Digimon. Il nome
dell’amore…nella mia storia. Ti prego, ascoltami.
Ti parlo
anche a nome di Benji. Non mollare, dovunque tu sia…io non
ti
abbandonerò. Io compirò il balzo più
spericolato e
arriverò a raggiungerti…sono onorata di occupare
il tuo
posto adesso.”
«Ah!» Henry si
portò una mano al petto…nel quale vide brillare
tre luci
di colore diverso: rosso, verde, e blu «I miei
amici…»
Sfera e bara si
palleggiavano un ammontare energetico sempre più cospicuo. I
tre
Digimon vi riversavano le loro esperienze. Taomon:
“L’aver
compreso che non siamo fatti solo per combattere…ma anche
per
rivolgere un sorriso a un vaso di fiori, alla finestra.
L’aver
scoperto che c’è una speranza anche se il passato
non si
può cambiare…” dischiudendo
l’occhio verso un
Digimon alato e piegato dallo sconforto
“Beelzemon…so che
ora ti sembra che tutto è finito ma non ti arrendere: la mia
ombra non ti abbandonerà mai.”
AutumnQueenmon:
“Mia madre mi parlava sempre del potere dei Digimon, ma io
ero
troppo piccola, non riuscivo a capire. Mio padre ha cercato di
spiegarmelo quando ero cresciuta, ma soffrivo troppo al pensiero di
aver perso mamma. Ma ora, sentendo sotto la mia le mani di altri
Digimon, ed il cuore dei nostri domatori battere
all’unisono…capisco che è questo il
destino dei
Digimon: stare come noi adesso. L’unico
destino…che una
principessa può auspicare.”
Rapidmon:
“L’averti incontrato…”
rivedendosi fra le
braccia del piccolo Henry “L’averti
perso…”
rivedendosi volare via, e poi litigare con lui adulto
“…e
poi l’averti ritrovato…in tua moglie e in tuo
figlio…ha regalato alla mia vita uno splendido destino,
ancora
più magico…di quello che credevo di aver ricevuto
dieci
anni fa al tuo fianco. Amico mio, il futuro lo aspetto con le braccia
aperte. Ma io non ti relegherò nelle pagine del passato:
questa
è una promessa.”
«Aaaaaaaarghhhhhhhhhh!!!» lo sforzo fu sovraumano.
Ma lo
spirito congiunto dei Digimon e dei domatori riuscì a
irradiare
di luce la sfera di cristallo: la sua risposta fu un getto roteante di
luce multicolore che squarciò la bara «Oh
noooooOOOOOOooooooOOOOO!» che esplose spingendo via il
bambino e
sbalzandogli l’asta di mano.
«Ce l’hanno fatta!» esclamò
Carermon.
«Gravemon!!»
gridò Ufomon ma in quel momento LadyCannonmon
decretò
«E’ il momento di finirla!» slacciando i
proiettili
sugli stivali e le cartucce sulle polsiere, che fluttuarono attorno a
lei in un’ elegante danza «Girandola di piombo!!!»
sfilandosi il cappellino e liberando i suoi capelli piumati, che simili
ad ali angeliche sbatterono per scatenare un vortice di proiettilii
dorati «Cosa?! NooOOO!!! COME LI BLOCCO TUTTI
QUELLIIIIII?!!!» starnazzò Ufomon: la mano
elettrica fu
completamente perforata, e lei
«AAAAAAHHHHHHHHHHHH!!!»
precipitò a terra…
Mako si sporse
attonito dalla roccia «Oh no! Ufomon, Gravemon!! Dannazione,
dobbiamo aver sbagliato la strategia d’attacco!!»
Beelzemon
esclamò «Mako!» lanciandosi in volo
verso di lui
«Getta quel Digivice, lascia perdere questa
storia!!» ma il
guerriero fece uso del teletrasporto per schivare il Digimon e
riapparire più alto, affiancato dai due delusi e un
po’
malconci bambini «Avete vinto, ma la partita non finisce qui:
non
illuderti Beelzemon!» scomparendo in un gorgo oscuro.
«Mako…» mormorò la creatura
dalle ali
pendenti di tristezza.
La sfera di cristallo
si dissolse. AutumnQueenmon si scambiò un sorriso con Taomon
e
Rapidmon. Rea con Takato e Rika, quest’ultima
osservò
«Sembra che il villaggio dei MudFrigimon sia
salvo…»
Anche Ryo e gli altri
sembravano sollevati. Alice si allontanava in silenzio…ma
Visiomon corse da lei «Alice. Perdonami…non sono
riuscito
a farmi valere quanto dovevo, in
battaglia.»…«Oh?...non fa
niente…» lo
sfiorò lei «…hai fatto del tuo
meglio.»
Jeri, seppur
aggravata, rivolse una speranza verso il cielo. E Beelzemon piegato
sulla roccia vi piantò il suo pugno «Io non ti
lascio
andare così, io…!...in un modo o
nell’altro ti
farò ragionare: bambino mio. Piccolo
Mako…» Un
Digignomo sorvolava il villaggio devastato, sul quale batteva il sole
filtrando dalle nuvole...(fine-canzone)
Un portone
imponente, dall’aspetto antico e pesante, si spalancava
dinanzi
ad alcuni piccoli Digimon che sembrarono entusiasti, e si lanciarono in
corsa nel corridoio un po’ tetro, ravvivandolo con grida di
gioia.
«EEE…BAMBINI!!! C-CHI VI HA DETTO DI
ALLONTANARVI?!»
esclamava, come sempre un tantino sopra le righe, LadyWizardmon che
però non sembrava granché intenta a recuperarli:
percorreva piuttosto a passo tranquillo il lungo ponte di lastre di
pietra, forse ritenendo che non vi fosse pericolo in quel castello di
cristalli opachi nel quale presto sarebbe entrata, in compagnia di
quella giovane suora che ora camminava senza bisogno di appoggiarsi.
Sembrava che lo scenario rapisse tanto l’animo di Akemi da
farle
dimenticare del suoi disagi fisici: si limitava a sfiorare le
protuberanze che facevano da margine ai lati del ponte,
anch’esse
più che altro argentee, avevano perso buona parte
del loro
colore, come il resto del castello «Ahhh!...
…e
così questo…è
Suzakomon…»…«Eh
già.» replicava
la Digimon dal cappello appuntito, spiegando
«”Era”
per lo meno: da quanto hanno detto quelli là fuori, ora
è
divenuto un rifugio per famiglie…disadattate. Ne avevo
sentito
parlare.»…«Ah!» Akemi
restò colpita da
un particolare «Guarda, LadyWizardmon!...dalle rientranze
della
roccia che compone il castello…vedo emergere tanti
Digimon!!»…«Eheh…e tanti
più ne
troveremo quando saremo dentro: meno male che siamo qui. Da un lato.
Anche se sono preoccupata per i miei alunni.» riferiva con
quel
tono scuro, che le conferiva quel che di “vissuto”,
al
contrario Akemi assomigliava ad una fanciulla stupita, che si
portò la mano al petto piegandosi sull’altra, che
era
più bassa «Temi che le creature che incontreremo
al
palazzo possano far loro del
male?»…«Quei Digimon?
Nooo…
…qui se ne troveranno per lo più
altri…come quelli
che abbiamo già visto, no? Poco fa! No…io non mi
riferisco a questi alunni che ora sono con me. Ce ne sono altri cinque.
Purtroppo…che dire, eravamo in gita,
stavamo…camminando…» facendo assorti e
profondi i
suoi occhi verdi, come nel tentativo di ricercare una spiegazione per
l’imponderabile «…quando d’un
tratto mi sono
girata e non li ho trovati più, li avevo persi: forse
è
stata colpa mia.» ma Akemi le prese di colpo la mano, non
mancando di sorprenderla «Sono sicura di no! Tu sembri una
persona tanto
scrupolosa!»…«Una…cosa?»…«Ops!
Perdonami, un Digimon: però per me non fa differenza. Sai?
Sono
cresciuta accanto a un fratello umano e ad un…caro
Digimon…che per quanto mi riguarda è sempre stato
della
mia stessa natura. Ci rendono gemelli i sentimenti, non il sangue
necessariamente.» LadyWizardmon restava rapita
«…è…raro sentir parlare
qualcuno
così.» per poi camminare più avanti
«Del
resto…nel nostro mondo è tanto che non vengono
gli
umani.»…«Ti assicuro che non
è strano: se
vivessi sul nostro pianeta potresti capirlo! Sono le cose che impariamo
crescendo: i valori che ci regalano…i giorni della vita.
Sicuramente quando saranno cresciuti anche i tuoi alunni penseranno, e
soprattutto proveranno lo
stesso!»…«Eh…loro
adesso sono ancora piccoli. Io ho avuto tanti alunni…
…ma
ad oggi, la gran parte è sparsa per Digiworld…ha
cercato
di costruirsi una famiglia, di molti non ho più notizie, e
con
tutto quello che succede…» fissando il cielo, che
a poco a
poco si liberava dalle nuvole offrendo spaccati d’azzurro
«…mi chiedo quale possa essere stato il loro
destino.» ma Akemi la rassicurò «Di
sicuro tu hai
dato loro insegnamenti che hanno permesso loro di resistere. Lo stesso
è stato per me e Mako! I nostri genitori ci hanno fatto
capire
cosa è bene e cosa è male, cosa è
realmente
importante! Grazie a loro, abbiamo potuto avere una crescita serena e
piena di splendidi ricordi. Anche se…purtroppo…ci
siamo
dovuti separare da chi amavamo, ma che purtroppo viveva in questo mondo
ed ha dovuto farvi ritorno, quando i cancelli si sono chiusi. Le porte
non dovrebbero mai chiudersi…quando da un lato e
dall’altro di queste vi abitano creature che si vogliono
bene, e
altro non desiderano che restare
assieme.»…«Beh,
quanto a questo…possiamo ritenerci soddisfatti: ora di
fronte a
noi c’è una porta SPALANCATA, direi!»
scherzò
un po’ LadyWizardmon avanzando all’interno del
palazzo, ma
Akemi sussultò «Ahh!!...questa non è
una
porta…è un portone!! Ah!» correndo
all’interno «Mi ricorda quelli delle chiese
maggiori! Ah!
Che momento magico…i domatori leggendari debbono essere
passati
di qua quando hanno conosciuto il grande Zhuquiaomon. Ho sempre pensato
che avrei immaginato questo luogo prima di addormentarmi, e
invece…eccomi qua, oh che gioia sfiorare queste pareti!
E’
meraviglioso!»
“Com’è particolare questa ragazza
umana…” pensava la Digimon, che in alcuni momenti
tendeva
a chiudersi nei suoi pensieri “…come faccio a
dirlo, poi?
Che di umani non ne ho mai visti. Però…che dire,
ci
metterei la mano sul fuoco che non sono tutti come lei.” ma
si
sentì afferrare la mano, al che ebbe timore «Oh!
Non nel
senso materiale del termine: andiamoci piano!» Ma era Akemi,
che
le sorrideva «Sta tranquilla: tu e i tuoi alunni
così cari
avete promesso di aiutarmi ed io farò altrettanto! Vedrai,
qui
sarà di sicuro pieno di Digimon bisognosi a cui
potrà
servire una mano da parte nostra, nel caso tu potresti andare a
raccogliere qualcosa qua attorno e poi io potrei cucinare: lo faccio
sempre per le mie sorelle, mi piace tantissimo! Se ci rendiamo utili di
sicuro loro accetteranno di buon grado di offrirci sostegno nella
ricerca di coloro che abbiamo
smarrito.»…«…non avevi
detto…di avere
un fratello? Hai anche delle
sorelle…?»…«Io?
Sì, tante!!» rispose la suora con gioviale
naturalezza,
spiegando «Ho anche detto che non sempre contano i legami di
sangue! Mako è il mio vero fratello quando sono nella mia
casa
di nascita, ma quando sono in convento io ho tante sorelle. Viviamo
mettendo in comune tutto quello che abbiamo, è una cosa
meravigliosa, ahahahah!» correndo avanti, come se
improvvisamente
i dolori fossero scomparsi e si sentisse leggera «Dai, vieni,
ti
faccio vedere! Di sicuro questi Digimon vivono allo stesso modo! Daaai,
LadyWizardmon!»…«…
…ma
proprio a me doveva capitare questa? Fratelli…D-DI SANGUE,
NON
DI SANGUE, non capisco quello che dice! Mah!...stiamo un po’
a
vedere…» avanzando, e recuperando i suoi
automatici
richiami «Bambiniii, ci mettiamo un po’ in fila?!!
Io che
ho detto, si entra così in un luogo che non è
casa
propria?!!»
Tra le
formazioni rocciose che circondavano il Villaggio dimenticato dei
MudFrigimon, Hideki era rimasto con i piccoli Digimon durante il tempo
della battaglia «I ragazzi si sono allontanati, ma vedrete:
torneranno presto.» diceva, e i cuccioli saltellavano
«Che
strana faccia che
hai!»…«Cos’è quella
strana cosa che fa rumore quando
respiri?!»…«Tu non
sei un Digimon,
vero?!»…«Io…»
accennava…ma poi il suo sguardo andava a Riley e Mitsuo,
poco
distanti da lui «…no…io sono un essere
umano, come
Kenta e gli altri.» I bambini si punzecchiarono un
po’ tra
loro «Ignorante di un Grassmon, non lo senti che buon profumo
che
ha addosso?! Mica è l’odore di un
Digimon!»…«Ahhh, che vuoi Stillymon?! Tu
sei una
femmina e stai attenta a queste cose, io nemmeno ci faccio
caso!»
Hideki invitò «Dai…non
litigate.» ma il suo
sguardo in parte nascosto tradiva apprensione…
…che
andava all’unisono con quella dei due adulti «Le
scintille
sono cessate…» definì Mitsuo, e Riley
«Credi
che la battaglia sia
finita…?»…«Ecco i
ragazzi!» disse tempestivamente lui, così vennero
fuori da
quel nascondiglio «Avete vinto, ce l’avete
fatta?!»
chiese Mitsuo, aggiungendo poco dopo «Ed Henry
dov’è…?»
…ma i
volti della squadra di Digimon Tamers sembravano tutt’altro
che
espressivi di una recente vittoria. Anzi, dubbio e demoralizzazione si
leggeva nei loro sguardi, che neanche le grida dei bambini riuscirono a
ravvivare «Siete
tornatiiiiiiiiiiiiiii!!!»…«Fantastici,
ragazzi!!»…«Siete
grandi!!!»…«Jeriiiiiiiiiiiii!!!»
tanto che la
ragazza si sorprese «Oh?!» e presto i Digimon
furono da lei
«Avete sconfitto il nemico!!» dissero
«Noi?
S-Sì…» fece lei passandosi le mani tra
i capelli,
mentre i piccoli esultavano «L’avevamo detto, ne
eravamo
certi!! Sei stata magnifica, Jeri!!» ma dubbio e incertezza
invadevano il volto pallido della ragazza «Di sicuro
è
merito tuo, sei insuperabile!!>…«Con i
nostri amici
avevamo scommesso che tu avresti dato una lezione a quei brutti mostri!
No? Che vi avevo detto? Jeri è la migliore di tutti i
Digimon
Tamers!!» esclamò il piccolo Orphanmon, mentre
Jeri
dilatava gli occhi, e Stillymon correggeva «AVEVAMO detto,
mio
caro, non prenderti tutto il merito, io ero la prima ad esserne sicura:
di certo hai fatto faville in
battaglia!»…«Io…»
provava ad accennare
la ragazza, ma non le davano tregua «Del resto come fare
altrimenti? Jeri è una stratega nata, grazie alle sue
insuperabili tattiche la squadra è sempre al sicuro! Jeri
&
Beelzemon sono una coppia vincente!» …ma la
giovane
Digimon Tamer si volgeva verso il guerriero alato che la affiancava, e
questi sfuggiva con lo sguardo. La sua mente era tormentata dai
pensieri, e le sue ali calavano sconfortate, mentre alcuni piccoli gli
saltavano attorno ai piedi «Beelzemon, raccontaci, siamo
ansiosi!»…«Descrivici qualche azione
esaltante che
avete messo in atto tu e Jeri in battaglia!» ma lui
«Veramente…adesso…non mi viene in mente
niente,
bambini.» e questi ancora «Cooome no?! Jeri
andiamo, non
tenerci all’oscuro di tutto solo perché siamo
piccoli!
Faremo i bravi, vedrai, e non proveremo a mettere in pratica quelle
tecniche: sappiamo che dobbiamo ancora crescere molto…per
essere
dei Digimon epici come Beelzemon, degni di una
domatrice…insuperabile come te!» Jeri
accennò
«…vedi Stillymon, io…
…di
sicuro ho ancora molte cose da imparare…» ma
Orphanmon le
balzò in mano «Ma noi lo leggiamo dai tuoi occhi
che sei
un’eroina!»…«Cosa…?
Dite
davvero…?» domandava la ragazza colpita…
…mentre a poca distanza…
«Cosa?!
E’ stato catturato?!» chiedeva Mitsuo, e Takato
«Proprio così…» Rea accanto a
lui
«L’hanno portato in quel luogo che stavamo cercando
di
raggiungere, ma non possiamo restare con le mani in mano! Non possiamo
metterci a girare tutto Digiworld ora che sappiamo che Henry
è
lì, ed a momenti tenteranno di estrargli il Cuore digitale!!
Dobbiamo trovare un sistema per raggiungere quel settore al
più
presto, è impossibile creare un fascio artificiale?! Sono
disposta a lavorare senza soste per mangiare né per dormire,
se
voi che siete esperti mi guidate!» Riley rispose
tempestivamente
«In effetti credo sia il caso di tentare
un’operazione del
genere, non possiamo concederci altri
ritardi.»…«Oh,
grazie!!» espresse Rea con Benji tra le braccia
«Grazie
signora Riley, per aver compreso le mie
ragioni!»…«Ci mancherebbe Rea, sono una
madre
anch’i--oh!» si portò la mano alla
bocca, ma Rea
replicò «Non deve spiegarmelo, so che ora Hideki
per lei
è come un figlio! Allora non perdiamo tempo, vi prego,
mettiamoci subito al lavoro!» Takato, che era lì
con gli
altri, chiese «Costruiamo un fascio artificiale?!»
e Mitsuo
rispose «E’ l’unico tentativo possibile,
è
un’operazione complessa in cui non mi sono mai cimentato ma
non
possiamo abbandonare Henry.» Suzie intervenne «Io
cosa
posso fare per aiutarvi?!» ma Rea disse «Niente!
Niente,
lasciate fare a
noi.»…«Ma…come niente,
Rea!» ma questa le pose le mani sulle spalle
«E’
già tanto quello che hai fatto…
…tu e Lopmon siete state
fantastiche.»…«Davvero…?»
fece Suzie
commossa «…è come se me lo dicesse
Henry, se me lo
dici tu…»…«Ti prego, scusa
per
prima!»…«Ma scherzi!! Era solo
perché volevi
svegliarmi, e facevi bene!! Rea io ho capito…ancora di
più e meglio l’importanza di ciò che ci
conduce
qui. Tu sei come una sorella! Sei l’altra metà di
Henry,
ed io ringrazio la vita per avere te accanto ora che lui non
c’è!»…«Vieni
qui!» fece Rea, e si
abbracciarono…
Suzie
mormorò «Saremo una grande famiglia, per tutta la
vita…» Benji era in mezzo al loro abbraccio. E sul
capo di
Rea montò un commosso Terriermon
«Momentai…ora
dobbiamo solo recuperare Henry dalle mani di quei
malvagi…»...«Ce la faremo!»
disse Lopmon che
balzò sulla testa di Suzie, e Terriermon affermò
«Complimenti Lopmon, sei
stata…meravigliosa…»…«Oh!
Ti
ringrazio…Terriermon…»
arrossì
d’emozione la piccola Digimon…e i due si
avvicinarono,
camminando sulle teste delle loro domatrici…di cui Rea nel
frattempo sussurrava «…sono contenta che sei
finalmente
riuscita a biodigievolvere…lo aspettavi da
tanto…»…«Spero che presto,
molto presto
capiti lo stesso anche a te,
Rea!»…«Magari!»
fermò la ragazza, asciugandosi gli occhi in un sorriso di
speranza contro tutta quell’apprensione «Magari
potesse
riuscirmi proprio per salvare Henry, non chiederei di
meglio.»…«Sono sicura che
così
sarà!»
Takato si
guardò con Rika, Kazu, Guardromon, Kenta e
MarineAngemon…e disse loro «Dobbiamo di essere di
pieno
supporto a Mitsuo e Riley, anche se non ci capiamo nulla. Il tempo
stringe…» Questi annuirono, e Rika
parlò «Sto
notando che la forza dei nostri nemici aumenta sempre di
più:
sarà una battaglia dura…
…e
adesso, come se non bastasse…un Digimon Tamer, uno di noi
è schierato dalla loro parte: una circostanza del
genere…cambia l’aspetto di ogni
cosa…!»…«…sono
d’accordo.»
replicò Takato. Kazu fece eloquente espressione «E
noi,
potremmo forse essere di diverso avviso?» parlando anche a
nome
di Kenta, mentre Rika accennava un sorriso «…non
lo so:
libertà d’opinione.» Kazu rise un
po’, assieme
all’amico occhialuto…
Beelzemon
era in disparte, quando una mano si posò sulla sua spalla
«Ah! Jeri a me dispiace non sono
riusci-»…«Perdonami. Non sono la tua
domatrice.»…«…Renamon…»
Fra
loro intercorse uno sguardo intenso «Renamon
io…non so
cosa dire.»…«Ci tenevo solo a farti
sapere
che…capisco ciò che puoi provare.»
disse la volpe
dorata col suo consueto, integro contegno…ma alle parole che
seguirono il suo tono sfumò, tradendo umana emozione
«Mako
è così importante per te…
…e Akemi non di meno…credimi…io
ignoravo che
fosse…!...
…quando l’hai
saputo?»…«Da poco!»
espresse Beelzemon con una nota di disperazione nella voce
«Sapessi Renamon, mi è crollato il mondo
addosso!!»…«Lo posso
immaginare…> ormai la
voce di Renamon tremava, non era più la frigida e saggia
Digimon
di sempre, l’istinto pervadeva i suoi gesti mentre lo
ascoltava
esclamare «E adesso, doppiamente!! Prima la
terra…! O-Ora
Digiworld, o viceversa! Il mio mondo Renamon mi è crollato
addosso due volte, capisci?! I-I miei adorati bambini, il
piccolo
e indifeso Mako e la mia dolce Akemi, lei malata e lui dalla parte dei
nostri nemici! M-Mi odia!!» I suoi occhi erano arrossati
tanto da
far evaporare le lacrime prima di versarle, ma Renamon
accennò
«T-Ti prego non dire così, dev’esserci
senz’altro una ragione, loro devono…a-averlo
raggirato con
qualche indegna frode!!»…«Ma quale
ragione ci
può mai essere?!! Quale?! Se non quella…che io
devo
essere punito, punito ripetutamente! Ora il destino mi serve con la
stessa moneta: dopo aver venduto la mia anima a un patto malefico devo
vedermi il mio amico che subisce la stessa sorte, ma perché,
lui
non c’entra?! E Akemi, allora?! Io non ho più i
miei
domatori, io non ho più
passato!!»…«No!! Per
l’amor del cielo non dire così!!»
lanciandosi ad
abbracciarlo (canzone: Steps
- Why),
stringendolo tanto forte che ora…lui riuscì a
versare
lacrime, e molte. Gemeva…ma anche lei piangeva
«T-Ti prego
Beelzemon non fare così o fai piangere anche
me!!»…«R-Renamon…?»
fece lui un
po’ stupito, ma lei insistette «C-Che
c’è da
meravigliarsi? S-Sono affezionata anch’io a quei ricordi
quanto
te, sono parte di me, credi che mi siano indifferenti tutte le volte
che ne abbiamo parlato? Non posso…accettare che tu non abbia
passato, non proprio tu!! Il passato è una
cosa…così importante, credimi
farò…di
tutto, anche l’impossibile per tirare fuori Mako da
quest’incubo!! P-Per restituirtelo…
…purtroppo…n-non so offrirti una spiegazione per
quanto…succede ad
Akemi…però…posso dirti
che non ti mancherà mai…la mia spalla su cui
piangere!
I-Il mio sguardo…quando vorrai qualcuno ad ascoltarti, e
anche…!!...e anche…
…!!»…«Renamon!! Renamon amica
mia sta lontana
da me, ti prego!! H-Hai già pagato abbastanza per i miei
errori,
a Digiworld tu non hai fatto altro che scontare la condanna di essermi
stata amica, quanto ancora vogliamo continuare?! PER SEMPRE?! Per
sempre…t-tu dovrai asciugare le mie lacrime, recuperarmi da
un
fosso anche quando ho meritato di caderci, salvarmi…!!...dal
baratro, e rilegarmi il fazzoletto al
collo?!»…«E
PERCHE’, ANCHE SE FOSSE PER SEMPRE CHE COSA CI
SAREBBE DI
MALE?!!» esclamò lei con tale impeto da
stupirlo…
…e da attirare l’attenzione di suo marito
Imagomon, che li
osservava da lontano…
«Qual è il peccato in
questo…?» accennava la
volpe in lacrime, stringendolo forte «Io ti voglio
bene…ci
tengo a te, tu sei parte di me, che ci sarebbe di male?! Anche
se…anche se andasse sempre così, se io ti dovessi
consolare per sempre, sempre vegliare su di te?!...se…questo
aspetto…avesse il nostro
futuro…»…«…c’è
di male
che sarebbe ingiusto!! Tu non lo
meriti!!»…«Smettila…»
Rika la
osservava con affetto e premura…e non appena vide Imagomon,
tempestivamente si recò da lui, ponendogli una mano sulla
spalla
e contemplando assieme i due abbracciati, spiegando
«…Beelzemon…ha bisogno di una gran
mano, in un
momento del genere ha perduto una parte di sé.»
Imagomon
non disse nulla, chinò il capo tanto da portare quella
ragazza
ad interrogarsi su quali fossero i suoi pensieri…
«Sai qual
è la cosa…p-più ironica,
più ridicola in
tutto questo, Renamon?!» inveiva Beelzemon, e lei
«Quale…?» sussurrò con un
filo di voce. Lui
gridò «C-Che della malattia di Akemi…
…d-del fatto
che lei è condannata, ho saputo proprio
quando…proprio
quando…
…QUANDO HO
SCOPERTO DI AMARLA!!» Renamon dilatò i suoi occhi
umidi, e
lui gridò «HO IMPIEGATO DIECI ANNI, MA POI HO
CAPITO CHE
LA AMO!! L’HO SEMPRE AMATA!! Perché proprio
adesso,
Renamon?!» mentre lei chinava il capo, e versava lacrime
sulla
schiena di lui «Perché proprio adesso che ho
scoperto che
lei è…TUTTO per me?!! Che non
c’è cosa,
persona o Digimon che io ami più di lei!!
Perché…?»…«…
…perché era destino.» fu la risposta di
Renamon, ma
lui «…destino…ma il mio destino
è
maledetto!!!»…«…non credere,
Beelzemon…in molti viviamo ciò che vivi
tu…a
nostro
modo…»…«Leomon…parlava
di
destino, ma poi…poi si è scoperto che si
può anche
cambiarlo!! E’ forse falso, Renamon?!» e lei
ripeté
«…il passato non conta…si
può solo tentare
di lottare per un…futuro migliore!» come un
prezioso
insegnamento. Sicché lui si asciugò gli occhi
«Forse hai ragione…per questo non posso
permettermi di
paralizzarmi come ho fatto oggi, debbo portar via Mako da
quell’inferno, non posso lasciarlo al suo destino. Costi
quello
che costi…persino la mia vita. Per chi può avere
valore…se li perdo
entrambi?»…«Beelzemon…»
lei avrebbe
voluto dirgli qualcosa, ma tacque…
In quegli stessi
istanti, Jeri domandava «Davvero voi credete che
io…valga
qualcosa?»…«Certo, l’abbiamo
capito appena ti
abbiamo conosciuta!» rispondeva Orphanmon, aggiungendo
«Tu
sei fortissima!...sei una Digimon Tamer di gran valore, e sei anche
buona! Onesta, temeraria, non c’è nessuno migliore
di te
Jeri, per noi sei diventata un idolo!» al che la ragazza si
asciugò gli occhi, in un sorriso di commozione
«Nessuno…mi aveva detto mai una cosa simile prima
d’ora, io…vi
ringrazio!»…«Siamo
coscienti che tu puoi arrivare lontano!» affermava il piccolo
e
rotondo Digimon, e lei lo strinse a sé chiudendo gli occhi e
sussurrando
«Allora…io…cercherò di non
deludervi…»
Altrove, intanto…
…in
quella che un tempo era stata la gran sala di un Supremo, ora infuriava
la confusione «BAMBINI!!» esclamava LadyWizardmon
appena
fatto ingresso in quell’insediamento affollato
«Akemi
scusami ma io devo andare a recuperare i bambini, ci manca solo che ne
smarriamo altri in questo CA-SI-NO!» disse la Digimon con
occhi
quasi spaventati…mentre Akemi era incantata
«Ahh…!
Guarda…quanti Digimon…»
Dove un tempo
ardeva un fuoco sacro, ora bruciava la fiammata che avrebbe scaldato il
pranzo: molteplici le grida: «Non ce n’è
abbastanza
per i miei figli!»…«Il cuoco si
è fatto
male!»…«Adesso come facciamo? Non
controllo
più il fuoco!» ma la giovane suora non attese un
attimo:
diede fiato ai suoi polmoni «Calmatevi!!...
…c-ci siamo noi!!...vi aiuteremo!!...vi
aiu-te-re-mo!!»
Alcune, di
quelle tante creature un po’ malridotte e
dall’aspetto poco
nobile sussultarono alla sua vista «Ah! Sei
un’umana?!» Akemi si piegò su di loro
«Sì! Sono una Digimon Tam…
…!...sono...
…sì appunto, sono una Digimon Tamer giunta dalla
terra,
sono qui con un’altra Digim-…sono qui con la mia
Digimon,
vi daremo una mano non preoccupatevi: state solo calmi, ci sono molti
bambini fra di voi!»
LadyWizardmon radunava
i suoi alunni, ma intanto la sentiva e alzava i suoi occhi verso
l’alto «Sta facendo credere che sono il suo
Digimon…e se fosse lei? E se fosse davvero…colei
che
attendo da tanto tempo…?»
La fiamma non
più sacra ardeva alle spalle del suo sguardo assorto e
velato
d’emozione…(fine-canzone)
«Allora…e
questo diviso questo quanto fa?» chiedeva una voce femminile
ad
un Digimon dal visino innocente e il collare bianco un po’
bruciacchiato, che passandosi le dita sulla bocca si esprimeva in un
timido «Non lo
so…»…«Come?!! Ma sono
venti volte che la facciamo!!...
…almeno
mi aspettavo che voi Digimon foste un po’ più
acuti in
campo scolastico…»
Eppure Gravemon non
sembrava trovarsi molto a suo agio seduto al tavolino della buia
cameretta del limbo «Ma…ma io…mi devo
ancora fare
la doccia perché sono tutto sporco di
cenere…»…«E non trovare
scuse…!»
ribatteva Asanuma…
…mentre
Violetta passava l’aspirapolvere per la stanza, mormorando
«…ma dimmi tu se mio marito me li deve riportare
in questo
stato! Quando li ho visti mi si sono drizzati i capelli, e poi bello
che si dice che sono io che li metto a rischio, i nostri figli!! Solo
perché pretendo di acquisire un Digimon d’alto
rango per
farli digievolvere!...
…ahhh, ma
adesso quando me lo ritrovo davanti gliene dico quattro!»
Sandmon fece ingresso
in quel momento «Ehm, ehm!» e Violetta spense
l’aspirapolvere «Uhhh, ecco vedi: quando si dice
parli del
diavolo, e poi
spuntano…»…«Uhm?! Che cosa
hai
fatto, mogliettina mia?!»…«Io???
Figurati, niente,
che vuoi che faccia da qui con…mille faccende da fare, non
per
ultimo fare il bagno ai bambini, che me li hai riportati in un modo che
faceva veramente paura, non so se te ne sei reso conto! Ma si
può sapere in quale battaglia li hai riversati?! Sporchi,
bruciati, cioè…una cosa da
vergogna!!»…«Vergogna non so per chi!
Non
c’è nessuno che gira da queste parti, siamo i soli
ad
abitare questo luogo
dimenticato!»…«Ptsss!»
Violetta si avvicinò, e mormorò
all’orecchio di
Sandmon «…intanto ci sta quella, che ho raccattato
per
dare ripetizioni a Gravemon e anche qualche lavoretto extra: e mi
scoccia da morire che alle prime lezioni già gli ho dovuto
presentare mio figlio ridotto come un povero…Digimon di
quelli
straccioni che bivaccano negli insediamenti quando io francamente mi
sono ammazzata per cucirgli quel
collare!»…«Ah buono
a sapersi: ho sempre ritenuto che mandassi in giro tuo figlio con un
costume poco adatto per i combattiment-ouch!» il guerriero si
beccò una gomitata, seguita da una petulante mitraglia della
voce della moglie «Guarda che io se permetti mio figlio non
lo
mando come un povero mendicante, ci tengo che almeno
l’immagine…abbia la sua parte, visto che
già la
situazione è quella che è e io mi sento lo
zimbello di
tutto il mondo dei Digimon: non riusciamo nemmeno a scovare un umano
fuggiasco su Digiworld senza cibo, senza Digimon ad assisterlo, qui si
perde tempo abissale e io vorrei tanto sapere
dov’è finito
col suo prezioso cuore!» “…Henry
è stato
sistemato al cestino digitale, ora ha perso i sensi: ma è
meglio
non farsi scappare un fiato con Violetta. Non prima almeno di aver
attirato i Digimon Tamers in trappola: se usiamo Henry come esca
accorreranno in massa, e basterà studiare una strategia
vincente
con Mako, per non fallire come oggi.”
«Cioè io solo
per cultura generale ti farei vedere tutto ciò che ho da
fare
oggi: devo finire qui, poi il salone di sopra è un disastro
ormai da giorni e non so quando lo pulirò! Tu? Non hai
niente da
dire? Poi…questo agguato, senza consultarmi, ma almeno mi
potevi
chiamare prima?! No! Mandare così i tuoi figli allo
sbaraglio
contro i Digimon Tamers della terra che tanto l’abbiamo
appurato,
sono più forti, almeno fin quando non ci organizziamo a
dovere,
io oggi ho sentito Muskmon: anzi, poi ti devo parlare anche di questo!
Insomma dico…cos’altro c’era da provare?
Mi pare che
avevamo visto abbastanza!» “…oggi siamo
stati a un
passo dalla vittoria ma quelle due sono riuscite a biodigievolvere ed
hanno invertito il risultato! Non possiamo più permetterci
una
distrazione simile, più tempo lasciamo passare
più la
loro potenza aumenta: ci servono i loro dati…e quando li
avremo
acquisiti Ufomon e Gravemon potranno digievolvere e finalmente io
potrò prendere le dovute
distanze…da…”
«Tua moglie, sono tua moglie qualora non lo ricordassi, e la
madre dei tuoi figli! Quindi mi devi consultare prima di ridurli in
quel modo: ptsss! Questa è una che guarda tutto, a me mi
scoccia
pure, me la sono dovuta mettere in casa perché è
difficile trovarla di questi tempi gente che ti aiuta però
di
sicuro starà pensando che noi tutti i giorni giriamo coi
bambini
sporchi, laceri!»…«Oaaahhh, insomma
Violetta quanto
la fai lunga! Io…sì lo ammetto mi avevano dato ai
nervi e
volevo fargliela pagare: credevo che i nostri figli se la sarebbero
cavata!»…«Ai nostri figli so io cosa
serve! Ptsss!...
…ho
elaborato un piano con Muskmon, lei si intrufolerà per
raggirare
quel…quel…» …ma
mentre gli parlava
all’orecchio, notava che Asanuma volgeva la coda
dell’occhio verso di loro. Sicché Violetta
«Uhm,
uhmuhmuhmuhm!!! No sai com’è, piccole baruffe
coniugali!
Gli stavo solo ricordando che certi costumi da battaglia hanno pure il
loro costo, eh! Eh no perché tanto gli uomini ci fosse mai
volta
che pensano a cose del
genere!»…«…sei sposata
con un Digimon?» insinuò incuriosita Asanuma, e
Sandmon
venne avanti baldanzoso «Ehm, ehm! Molto piacere: Taisho
Yusak-»…«Sandmon!!!» lo
richiamò
Violetta, e lui «Ops!...vogliate scusarmi madame:
Sandmon…quando ho questa faccia
almeno!»…«Ihmf!!» Asanuma
però
tirò via la mano prima che lui la baciasse,
poiché
inorridita dalla sabbia che scolava tra la sua dentatura ondulata.
Sandmon continuò «E così siete stata
assunta con
l’arduo compito di far studiare questo zuccone,
eh!»…«Ahi!» rifilando un
pugnetto affettuoso
sulla testa del figlio, ed il commento «Non vi invidio per
niente!» per poi tornare da sua moglie che lo chiamava
«Ptsss, Taisho!» e riprendere a confabulare
«Eccomi,
cara: ma lo vedi che poi sei tu che mi chiami Taisho quando ho questo
aspetto?»…«Lascia perdere, ti stavo
dicendo…ihihihihihi!» Violetta gettava sempre un
occhio
vigile su Asanuma, per poi scivolare in una risata quando la vedeva
troppo attenta…
…l’insegnante in ogni caso dissimulò, e
riprese a
concentrarsi sul suo lavoro «Non ti distrarre, Gravemon! Se
adesso non risolvi queste divisioni ti assicuro che…resterai
con
indosso quel costume bruciato per tutta la
vita!»…«Uffaaa…io
però mi devo fare il
bagno…»…«E niente
storie!!»
Ma controluce, oltre la finestra vicina, si delineò una
sagoma
diabolica «Nami non renderti pesante come sulla terra: questa
è gente di tutt’altro livello…Digimon
innovativi e
minacciosi, ci hanno osolati per puro miracolo, vediamo di non
bruciarci questa
occasione…»…«Ahhh, ma chi se
la vuole bruciare, IceDevimon! Mi domando solo
quand’è che
mi faranno lavorare, anziché tenermi qui ad
ammuffire!»…«Non fai
l’insegnante? Non
è questo il tuo lavoro?» ma lei
accartocciò le
pagine del libro (Gravemon si preoccupò «Nooo!
Povero
libro, così si rovina!») «Finiscila con
le
stupidaggini!! Sai benissimo che sono giunta a Digiworld per fare la
Digimon Tamer ma questo…non è neanche Digiworld,
è
una sorta di limbo senza chiara collocazione, nel freezer non
c’è niente di commestibile e a dire il vero questi
due…mi danno proprio l’aria di due imbroglioni,
oltre ad
avere due figli a dir poco insopportabili!» Gravemon fece il
musino afflitto…
…e IceDevimon ipotizzò «…due
imbroglioni? E
perché, cara…? Noi cosa siamo?» ma
ricevette
un’occhiataccia «Ops!...come non detto.»
…mentre Sandmon sobbalzava un tantino
«Uhm!!»
incrociando le dita e facendo vari segni di scongiuro «Per
tutti
i mulinelli di sabbia ma che cos’è quel coso
appeso alla
finestra?!» Violetta liquidò «Lascialo
stare,
è un Digimon storico, di quelli che mica si trattano in
questo
modo: un minimo di considerazione, lui il suo nome se
l’è
già fatto, mica come
te…!»…«Io presto
sarò…!!»…«NOI,
presto saremo, caro:
anzi!! Per essere più precisi i nostri figli! Facciamo tutto
questo per loro!» al che Sandmon ripeté
militarmente
«I nostri figli! Sempre i nostri figli!!» come si
fa con un
motivo di grande orgoglio…dopodiché il suo
sguardo si
tinse di dubbio «Violetta…
…quanti anni hanno adesso…Ufomon e
Gravemon…?»…lei lo fissava con un certo
che di
sfida negli occhi…«…non ricordo
esattamente quando
li abbiamo avuti…»…«Eheh! E
certo, è
ovvio, pensa come ti puoi essere ridotto, e poi ti definisci un buon
padre!»…«N-No, aspetta! Una cosa
è tenere ai
propri figli: io morirei per i miei pargoli!
Un’altra…ben
diversa…
…è non ricordare il giorno in cui sono venuti al
mondo…dovrei averlo fra i miei più bei ricordi,
sarebbe
normale, no?»…«Beh!...fa un
po’ tu il conto,
noi ci siamo sposati e poi li abbiamo avuti, prima la piccola Mya o
Ufomon, poi Lotti-Lotti, o Gravemon come lo vuoi chiamare!»
…ma qualcosa rendeva assorta l’aria del guerriero
di
sabbia «…quando ti ho sposata…?...
…non ho il ricordo di quel
giorno…»…«Figurati un
po’, pensa come
debbono averti ridotto quei Digimon Tamers, ti hanno fatto dare
talmente tante botte in testa dai loro Digimon che hai pure rimosso il
nostro matrimonio: io non è che mi aspettassi tanto di
meglio da
uno come te, eh! Però dico almeno riguardati le foto, di
quel
giorno è tutto
documentato!»…«Le guardo le
foto!!...
…ma
non mi viene in mente il momento in cui ho scelto di indossare quella
giacca, il giorno che ti ho vista scendere…con
quell’abito
lilla…»
“Il
giorno…che presi la decisione di sposare proprio una come
te…” ma constatando che Asanuma non aveva smesso
di
sbirciare, Violetta sminuì «Ahhh, non ci pensare,
ti
stressi soltanto: il lavoro ti affatica troppo, caro, dovresti
prenderti una pausa più spesso! I
bambini…chiedono sempre
di stare in tua compagnia…»
Sandmon sembrava
tradire un soffio di inquietudine, nel fissare negli occhi quella donna
dall’aria fresca e gioviale che gli sorrideva…e
intanto
scherzava con l’insegnante «Mi si è
smemorato il
marito, non…si ricorda più di quando ci siamo
sposati,
quando abbiamo avuto
figli!»…«Figurati…!»
scandì
tagliente Asanuma, spiegando «…le fortune toccano
sempre
agli uomini quando invece non so quanto avrei
pagato…io…
…per dimenticarmi di aver scelto, quel giorno, di
sposarlo!»
Violetta
fissò il guerriero di sabbia «Devi
sforzarti…le
preoccupazioni ti subissano, ma in realtà quel giorno giace
tra
i tuoi ricordi…
…era una
festa…frizzante e piena d’allegria!»
...ma lo smalto
della mano con cui gli stringeva il braccio diventava nero, come se
attraversato da una magia. Asanuma se ne accorse…
…e
Sandmon fissava Violetta negli occhi, la quale altrettanto lo guardava
«Noi siamo una famiglia felice...Sandmon…
…abbiamo
due bambini splendidi, non ci manca…niente, se non!...se
non…
…il Cuore
digitale di Henry Wong…da fondere con la Sfera regale, in
modo
da ottenere illimitato potere…
…ci siamo amati
tanto, per questo ci siamo sposati, non ricordi…? Eravamo
pazzi
l’uno dell’altra…per
questo…ci siamo
scambiati due regali da batticuore, quando ci siamo messi assieme! Non
dirmi che non ti ricordi di quando sei giunto intontito
d’amore
da me e mi hai donato…quel gioiello fantastico! Aspetta che
ti
rinfresco la memoria…uhmuhm!» roteando il dito
come una
fatina, e facendo nascere dalla scia magica uno scrigno fluttuante,
mentre si giustificava con Asanuma «Uhmuhmuhmuhm! Esumiamo i
regali di fidanzamento: tentiamo per questa via!»
Sandmon sembrava
vedere quel baule dall’apparenza magica per la prima
volta…a Violetta bastò un lieve gesto del dito
per
aprirlo…
…e
accanto al volto sabbioso «Ahh!» del guerriero
fluttuò una sfera di magia…che presto si
svelò in
una maschera pulsante di luce «…non
ricordi…?» sussurrava magicamente Violetta
«…apparteneva ai tuoi antenati digitali,
l’hai
regalato a me una notte…con tanto amore, faceva freddo: tu
riscaldavi la mia mano…
…e
io…oh, avevo le pulsazioni a mille! Rischiavo un infarto,
sicché!...anch’io…decisi di farti un
dono…ero molto giovane all’epoca, non misuravo
bene il
valore delle cose! Così, fra tanti gioielli di
famiglia…scelsi di donarti questo. Bello, non
trovi…?
…era di mia madre, il suo preferito…»
Accanto al volto di
Violetta, una sfera di magia si scompose in un vistoso gioiello, un
diamante, contornato da una corona di foglie «Lo afferrai
anche
cosciente che l’avrei fatta soffrire, ma non mi importava!
Quel
che più sognavo…era dividere la mia vita con
te…»
IceDevimon intanto
dilatava gli occhi «Ahh! E’ incredibile, hai visto
Nami?!»…«Come potrei non aver visto?
Devono essere
gioielli di inestimabile valore!»…«Ma
che diavolo di
sciocchezze dici?! Quelli sono artefatti
digitali!!»…«Cosa?!»
sobbalzò
l’insegnante.
«Ahh!...noi…ci saremmo scambiati questi regali,
Violetta?» si chiedeva Sandmon fra i talismani fluttuanti:
Violetta gli sorrise «Uhmuhm!...buon anniversario amore
mio…
…ti amo
tanto!!»…«Uhhh?!» e lo
baciò…
…di
fronte a un Gravemon un po’ attonito
«…guaaardi
signora Asanuma…mamma e papà che si
baaaciano…»
Asanuma aveva aria diffidente…
…e
Violetta sussurrava «…ti amo Sandmon: sei il
Digimon della
mia vita…il mio principe azzurro! Uhm,
uhmuhmuhmuhm!!!»
volgendosi poi verso l’insegnante, e canticchiando
«Ta-Ta-Tadaaan! Ta-Ta-Tadaaan!» la marcia nuziale
«Seconda luna di miele in arrivoooooo, wooouuuu!»
Ma era l’unica
sicura di sé, in quella stanza buia di sguardi
dubbiosi…eccetto quello del piccolo Gravemon, che sembrava
felice…
Una mano composta da
petali si adagiava sulla roccia argentea, e due intensi occhi femminili
dalla sfumatura violacea contemplavano una coppia che discendeva lungo
il sentiero «Vogliono acquisire il cuore di Henry,
perché
avranno scelto proprio il suo, quali poteri
nasconderà?»
erano parole del ragazzo, a cui rispondeva la voce nasale di una
Digimon «Non lo so Kenta: mi piacerebbe molto aiutarti,
credimi…ma purtroppo anche se sono nata qui ignoro molte
cose
del mio mondo. Specie le più recenti: in questi anni
Digiworld
è molto cambiato, quasi stento a riconoscerlo!
Cioè…» fece MarineAngemon abbassando il
tono
«…non è proprio così:
è sempre il mio
Digiworld. Anche se lo radessero al suolo, facendo sempre i debiti
scongiuri, anche se lo riducessero a un macello come il villaggio di
questi poveri Digimon!...rimarrebbe sempre il mio amato mondo,
è
come una persona cara: se anche si ferisce al volto e da bella che era
diventa spaventosa…che ti importa alla fine, se gli vuoi
bene?
Certo ti dispiace per lui: però il tuo affetto non cambia,
tu
continui a vederla bella e al massimo
splendore!»…«…sei veramente
pura di cuore,
MarineAngemon…» le carezzava lui quelle antennine
rosate,
e lei sbatteva i suoi occhioni verdi velati d’emozione
«Ohohohoh, ma no dai Kenta cosa dici? Ho appreso tutto da te!
Scusa provare per credere: tu mi hai conosciuto che ero piccolina e
graziosa e mi hai vista diventare brutta e grassa! Se la tua non
è una prova che l’amore resiste a qualsiasi
mutazione!»…«Vieni qui…
…fatti abbracciare, mi ha stancato tanto la battaglia,
sai…?»…«Ahah! Sono qui per
questo:
atterraggio sul morbidooooooooo!»
I due si
strinsero...mentre Muskmon irrigidiva le sue radici, e induriva il suo
sguardo «Non riesco a decifrare questi dati, comprendo solo
che
non mi appartengono!!...l’energia…
…scaturita da quell’abbraccio non diventa mai mia,
eppure
adesso già dovrei essere assieme ad Henry! Ci saremmo dovuti
congiungere già da molto tempo, ma a causa di questi ragazzi
il
processo ha subito una serie di ritardi…»
Il
ragazzo con gli occhiali e la Digimon si guardarono. Lui disse
«Spero che in queste ore Rea e Yamaki riescano ad assemblare
il
fascio, darei loro una mano ma non sono abbastanza esperto! Loro sono
di certo più competenti di me, hanno studiato e con le loro
conoscenze c’è speranza di raggiungere Henry: non
sopporto
di vedere la loro famiglia
smembrata!»…«Hai ragione,
amore mio: vedere lo sguardo così triste di quel bambino
è per me come una fitta al
cuore!»…«Ma
perché questi Digimon ci vorranno far soffrire
tanto…?
Noi non abbiamo fatto niente loro…»
…mentre Muskmon avvertiva un sussulto interiore “E
così Henry è stato catturato!!”
Kenta
specificò «…né a
loro…né a
Mako!»…«Amore, cos’hai, sei
arrabbiato…?» MarineAngemon gli orientò
il viso con
l’ala «Riconosco il tuo sguardo di quando sei
ferito dalla
condotta altrui!»…«E’ proprio
così, ora
ci mancava anche questo voltafaccia?! Perché si è
messo
contro di noi! Nessuno ha colpa se il suo Digivice è apparso
quando era troppo tardi, certo non che non capisca ciò che
può aver provato, dieci anni fa ero smanioso di diventare un
Digimon Tamer!...se non mi fosse stato concesso di poterti conoscere e
lottare al tuo fianco sarebbe stata una grande frustrazione!
Però penso che neanche in quel caso…sarei mai
arrivato a
schierarmi contro i miei amici: è vero, non ci siamo
frequentati
molto in questi anni, ma pur sempre, formalmente…noi per
Mako
siamo i suoi compagni! Siamo un’unica squadra, anche se
è
stata smembrata in tutti i modi…dal tempo e dagli eventi,
stiamo
cercando di recuperarla e lui cosa fa?! Si allea con quel poco di buono
di Sandmon e dei suoi figli!!»
Muskmon restava sempre più stupita…
MarineAngemon
affermò «Anch’io quando l’ho
visto con
loro…non credevo ai miei occhi, pensavo di avere avuto
un’allucinazione!!»…«Altro che
allucinazione,
io ormai non mi stupisco più di
niente!»…«Calmati,
Kenta…»
Il ragazzo
camminava nervosamente, oltre il vetro dei suoi occhiali scorreva del
risentimento «…figurati se alla gente importa
quello che
abbiamo provato, e che stiamo cercando di ricostruire: mi chiedo
perché si debba crescere…in questo modo,
così
indifferenti, e interessati soltanto al potere. Guarda tu adesso,
persino un ex-Digimon Tamer!...
…e dire che Beelzemon era davanti a lui. Quel Digimon ne ha
combinate di molte. Ma adesso non si può negare che
è
cambiato, ha pagato il suo debito! Anzi ad essere proprio sinceri
già da allora si diede molto da fare per salvare
Jeri…Jeri…
…sentito, a proposito, quello che è uscito
fuori?»
La serpentella rosata replicò un po’ interdetta
«S-Sì…pare che pianificasse un
matrimonio di
interesse…» per poi recuperare sicurezza
«Però io l’ho sempre pensato che in
realtà ci
fosse qualcosa sotto a quella storia! Sei arrabbiato con
lei?»…«Io…?» si
volse appena il
ragazzo, ma poi si infilò le mani in tasca
«…ma no,
che dici…Jeri è una mia compagna…
…sempre, e comunque, e tanto queste cose le abbiamo fatte
tutti!
Anzi…sono pronto a scommettere che ha agito così
perché messa su dal padre…quello è un
farabutto,
che di sicuro era interessato ai soldi degli Ayami. Piuttosto Jeri
oggi, in combattimento, si è paralizzata…forse ha
temuto
che ci comportassimo diversamente con lei a causa di queste
rivelazioni: debbo farle capire che non è
così…» incrociando le braccia,
guardando verso il
cielo «…è bene che vada a
parlarle.»…«Aspetta Kenta, vengo con
te!» si
accostò a lui la Digimon, commentando stupita «Sei
disposto a metterla a suo agio anche se hai saputo che ha fatto
qualcosa che non doveva…?» e lui
accennò un sorriso
«…Jeri è mia amica, e poi è
stata a scuola
con me: se non ci accettiamo, e ci perdoniamo almeno tra compagni di
squadra, come possiamo pensare di ricreare qualcosa che sia
apprezzabile…?» per poi porre la sua mano
sull’ala
di lei «Abbi pazienza MarineAngemon, ma io so come
è fatta
Jeri, è molto riservata: se ci andiamo insieme
potrebbe…alzare delle barriere. Lascia fare a me, ok?
Proverò a parlarle…» per poi
allontanarsi…mentre la sua Digimon lo contemplava
«Oh,
Kenta…per te non c’è cosa che conti di
più
della squadra e dei legami coi tuoi vecchi amici: sei così
scrupoloso, e pieno di premure. Io…mi domando se
diventerò mai come te!»
“La
squadra! I legami fra compagni, la lealtà! Un tempo
anch’io ho udito parlare di queste
cose…” era il
pensiero di Muskmon mentre emergeva dalla roccia, ben cauta per non
farsi scoprire dall’assorta MarineAngemon. Gli occhi della
Digimon vegetale si socchiudevano per vagare nei ricordi
“Durante
il mio primo viaggio non facevamo che ripeterci che la nostra unione
avrebbe fatto la differenza e salvato Digiworld:
poi…”
abbassando tristemente lo sguardo “…sono accadute
molte
cose…tutto questo si è smarrito in un vortice,
però…forse non è tutto perduto! Io ho
ancora
l’affetto della mia Digimon Tamer, non sono sola: Violetta ha
catturato Henry senza dirmi nulla, evidentemente voleva farmi una
sorpresa. Ha temuto che fuggisse di nuovo e che potessi rimanere
delusa, così si è premurata affinché
non sapessi
nulla, almeno finché non avrà proceduto con
l’estrazione del Cuore digitale…ah Violetta come
farei
senza di te! Ti ho aspettata inconsciamente per una lunga
eternità e ora…farei qualsiasi cosa per
compiacerti!
Anche se Henry è nelle nostre mani io ingannerò
questi
ragazzi come mi hai ordinato, in questo modo ti consegneranno
Guardianmon! Spero…che tu sappia ciò che stai
facendo
relativamente ai tuoi figli…” ma il suo sguardo si
incattivì di colpo “…per il corretto
scorrere dei
miei piani questa Digimon mi disturba!!” puntando contro
MarineAngemon “E’ un elemento d’ostacolo
per il
trionfo della nostra antica squadra…”
«Meglio che
raggiungo gli altri.» disse la robusta serpentella,
spalancando
le ali «Mamma miiiiiia, che fame! Ma perché
combattere mi
fa puntualmente quest’effetto??» e volando via.
Muskmon
però la teneva sott’occhio, ed affilava la lama
del suo
sguardo di superiorità…
«Vi
sentite meglio…?» domandava Alice con la sua voce
velata,
piegata sul capo villaggio e l’orsetta col grembiule
appoggiati
alla roccia. Quest’ultima rispose «Il peggio
è
passato, e se siamo salvi è soltanto grazie a voi!»
Alice sorrise
lievemente, come chi sa di non poter prendere parte ad un merito
riconosciuto. Ma l’anziano Digimon alzò la sua
mano
«E…e tu chi sei…? Una bella…
…giovane,
e intrepida Digimon Tamer
umana…?»…«Io…»
accennò
costei passandosi l’elegante mano sulla frangetta bionda
«…sì, sono venuta su
Digiworld…assieme ai
miei…amici.» Il capo proseguì
«Siete
stati…eroici! Non sappiamo davvero come
ringraziarvi.» La
ragazza seguitava a sorridere, lasciando intendere che davvero non ce
n’era bisogno. Ma lui aggiunse «Sfidare quelle
belve
assetate di sangue…solo per noi, che abitiamo un villaggio
di
dati obsoleti…è stato un gesto…di
quelli…che non si scordano…in una vita intera!
Eh…è proprio vero: sono due volte debitore della
vostra
squadra…a distanza di dieci anni…! Se
potessi…far
qualcosa per aiutarvi a recuperare…il vostro compagno, ma
sfortunatamente noi MudFrigimon siamo deboli.» Si aggiunse
l’orsetta col grembiule «E il nostro popolo
è stato
decimato…sono in molti ad essere morti in questo assalto: se
voi
non foste intervenuti ora saremmo estinti!» ma Alice
spiegò «Ora vedrete…che i miei compagni
vi
aiuteranno a ricostruire il villaggio e
riorganizzarvi.»…«Perché…?»
accennò l’anziano «Tu non prosegui con
loro…?»
Ma la ragazza si
alzò e smarrì lo sguardo nello scenario desolato.
Compì qualche passo superando le formazioni
rocciose…
…per poi sbucare su un punto panoramico, e da lì
contemplare il malinconico scenario del villaggio distrutto e fumante.
Fu allora che Minidramon emerse dalla borsetta, e parlò
«Alice…ho preso una decisione: le nostre strade si
dividono qui. Vado dal ragazzino che abbiamo conosciuto questa notte.
Voglio cercare le mie amiche…
…benché tanto diverse e spesso in lite, siamo una
squadra. Quello che ho visto oggi…può forse
avermi
colpito?» …smarrendo i suoi occhi
corvini nello
scenario del villaggio distrutto. Alice taceva, e Minidramon
continuò «La lotta per difendere la propria
vita…l’incontrarsi, il dividersi, nel loro eterno
alternarsi alla ricerca dell’amicizia vera. Voglio vedere se
queste cose…possono mai far parte della mia umile
vita.»
allargando le sue zampette in un’ipotesi un po’
vaga
«Tanto tu non avrai nulla da temere: finora insieme abbiamo
fatto
soltanto danni. Ma adesso hai un Digimon tuo, no? Non sei diventata la
Digimon Tamer di Imagomon?» estraendo il Digivice apparso, ma
Alice sussurrò «Mettilo via,
Minidramon.»…«Ah! Cosa?
Perché? Non sei
contenta, non era quello che volevi? Imagomon ti si addice:
è un
Digimon di classe, lo dicevano tutti al villaggio. Quelli che piacciono
a te: forse somiglia un po’ a Dobermon. Non è come
me…che emano l’odore del fumo della cucina, e
neanche il
tuo profumo riesce a coprirlo.» Ma la giovane
accennò un
sorriso di mesta dolcezza «…allora mi
arrangerò ad
usarne in maggiore quantità. Ma vengo con te…se
mi
accetti al tuo fianco.» A Minidramon cadde il Digivice di
mano,
che finì di nuovo dentro la borsa «Come, Alice?! E
il tuo
Digimon?»…«…Imagomon non
è il mio
Digimon…si è trattato solo di un errore
digitale.»…«Perché lo
dici?...perché
il Digivice non ha la forma di quello dei tuoi compagni,
bensì
ricorda quelli del passato?»…«Ti
prego…Minidramon!» supplicò Alice
«Non
nominare quel Digivice…e non mostrarlo mai a
nessuno!»…«Perché? Te ne
vergogni?...una
conquista del genere è un punto di vanto per ogni essere
umano!» ma la ragazza svelò «Io conosco
il motivo
per il quale quel Digivice ha una forma diversa dagli altri,
e…sì, me ne vergogno! Ma Imagomon non
c’entra, il
problema è mio: un giorno ti racconterò il
motivo…forse…però ti prego, permettimi
di
seguirti! Ti aiuterò a cercare le tue amiche…e a
dire il
vero…anch’io…sento il
bisogno…di ritrovare
il bambino che abbiamo conosciuto, e parlare nuovamente con lui:
Nakao…»…«Lasci la
squadra?» chiese
stupita la draghetta, ed Alice svelò con un sorriso
rassegnato
«…non è mai stato il mio gruppo, anche
se sono
stati gentili con me. Ma ora che è apparso quel Digivice
io…non posso davvero più restare con loro, dovrei
dare
troppe spiegazioni che ora…non mi sento di dare!
E’ meglio
sparire. L’hai detto tu stessa, no? La nostra
accoppiata…ha già portato quella
buona…dose di
scompiglio in questo gruppo che tenta a fatica di riprendere le
redini…di ciò che è stato. Del
passato. Lasciamo
che la vita faccia il suo corso…ed il destino prenda la sua
decisione. Noi è meglio che ci dissolviamo…come
Dobermon,
dieci anni fa. Forse oggi ho permesso una
biodigievoluzione…» ricordando di aver condotto
Lopmon
nella casa del capo villaggio, che ora osservava crollata in quel
panorama devastato «…mi sento simile a lui. Mi
basta.»
Lo spirito di un Digimon simile a un cane nero, sfuggente e maestoso,
costeggiò Alice e la piccola e un po’ goffa
Minidramon,
mentre la bionda fanciulla dagli occhi azzurri si riaccomodava la
borsa. Chiese «Non c’è
nulla…che tu voglia
dire a tuo marito?» ma questa scosse il capo con espressione
seria «…devo prima ritrovare me stessa. E per
farlo ho
bisogno di quelle due vecchie streghe, anche se può sembrare
assurdo.»…«…non a
me…cosa più
può stupirmi, ormai…»
…vedendo il
fantasma del cane aleggiare tra le case distrutte, e volgersi
più volte verso di lei come per salutarla. Lei lo
scrutò
con malinconia, chiedendo
«Allora…andiamo?» ma
Minidramon affermò «Un attimo solo, Alice, ti
chiederei
una cosa: prima di
sparire…»…«Uhm
uhm.»…«…mi piacerebbe vedere
un’ultima
volta Ryo, e parlare con lui. In questo modo potrei dirgli che lo
sciogliamo da ogni ricatto, e che…è libero di
scegliere
quello che vuole, per la sua vita. Sei d’accordo?»
Alice
non sembrava aver da obiettare. E la draghetta confessò
«Tu te ne sarai accorta: io sono sempre stata piuttosto
perbenista, ma ora come ora mi chiedo che motivo avrei di simulare, e
di tenermelo dentro? Mi sono innamorata di lui…»
arrossendo vistosamente «Lui è un umano, ma
è
così bello! Ed io sono la più inelegante delle
Digimon.
Tu pensi che dovrei sprofondare dalla vergogna?» balzando
giù dalla borsetta. Ma Alice si piegò su di lei,
e
rivelò «…c’è altro
nella
vita…di cui vergognarsi…» per la prima
volta
rivolgendole una carezza affettuosa, che lasciò stupida
Minidramon «Ah!»…«Anzi, sono
contenta se lo
vedi. Così potrai dargli questo da parte mia.»
porgendole
un biglietto, ed affermando «Se ci sarà
Cyberdramon con
lui farò in modo di distrarlo, così che possiate
parlare
da soli…»
Gli occhi
assorti della draghetta fissarono quelli della ragazza, sospesi su
un’inafferrabile dolcezza.
Beelzemon era
ancora con Renamon, quando Jeri lentamente si avvicinò
«Beelzemon…ascolta, ho bisogno di
parlarti.»…«Jeri…ah, in
questo momento
perdonami, ma…non riesco proprio ad assemblare un pensiero
di
senso compiuto.»…«Ma dobbiamo
pensare…!» insistette la ragazza con sguardo vivo,
che
penetrava negli occhi del Digimon…mentre Renamon li scrutava
in
silenzio…«Non mi entrano in
testa…tattiche,
strategie, non riesco a ragionare freddamente!» si
spiegò
Beelzemon, ma Jeri affermava «E invece è
necessario
parlare di battaglia…! Come risolvere altrimenti i nostri
problemi se non…pianificando la strategia adeguata? Mi
capisci?...!!» parlava all’apparenza pacatamente,
ma celava
intense allusioni «…non possiamo più
permetterci di
restare in disparte come abbiamo fatto…oggi a
causa…d-di
molte reticenze, sì lo ammetto, di entrambi! Non solo
tue…» lo fissava negli occhi
«…ma io sono
decisa a guardarle in faccia e superarle…e mi auguro che tu
intenda fare lo stesso, in questo momento è il tuo dovere di
Digimon!...anche nei confronti di Akemi e Mako, se è per
questo,
Beelzemon.»…«Oh!» quelle
parole lo
colpirono…Renamon era rimasta alle sue spalle, e scrutava
Jeri
con aria assorta quando lui si volse e le disse «Mi
scuseresti,
Renamon? Solo un attimo…»…«Ma
certo: parla
pure con la tua Digimon Tamer.» così il guerriero
alato si
allontanò con Jeri…e Renamon fu raggiunta da
qualcun
altro, la cui presenza la fece sussultare «Oh!
Imagomon…»
Dopo
pochi passi, Jeri e il Digimon si fermarono, e la ragazza espresse
«Ascolta!...oggi non abbiamo aiutato la squadra, non siamo
riusciti a liberarci dai lacci sentimentali che ci imbrogliavano!
Io…col mio rimorso, e tu con l’affetto che ti lega
a
coloro che sono stati i tuoi
domatori.»…«Akemi e
Mako resteranno sempre i miei amici, Jeri…io spero che tu lo
capisca.»…«E’ proprio per loro
che ti
parlo…per loro e anche per me, e per tutti noi!
Ascolta…hai visto Suzie e Lopmon poco fa?...è
giunto il
momento che noi facciamo lo
stesso.»…«Cosa?!»
sussultò Beelzemon, che non sembrava aspettarsi quella
richiesta
che invece la ragazza mosse con sguardo ferreo «Ti
riferisci…alla
biodigievoluzione?!»…«Che
c’è di strano? Siamo una squadra: un Digimon e la
sua
Digimon Tamer…tutte le coppie come la nostra prima o poi
vanno
incontro a un tale processo, i nostri compagni ce lo stanno
dimostrando! Coloro che dieci anni fa non riuscirono a biodigievolvere
stanno recuperando nel presente, e noi siamo fra
questi!»…«Noi…dieci anni fa
non eravamo una
squadra, Jeri.»…«E questo cosa
cambia…?» fece lei sollevando convinta il Digivice
«Lo siamo adesso, lo siamo diventati ed è giusto
che
uniamo la nostra forza!» Ma lo sguardo della creatura alata
tradiva insicurezza «Se sapessi…mi sento tanto
insicuro.
Sono pieno di dubbi. E biodigievolvere mi sembra quasi un modo per
aggravare la situazione, in fondo…sia io che te siamo in
parte
responsabili di questo cambiamento di Mako, tu con…il tuo
piano
di sposarlo, io con la mia…trascuratezza: non gli ho fatto
sentire abbastanza il mio affetto, e la mia
considerazione.»…«E allora…?!
Adesso cosa
dovremmo fare, sentirci in colpa per tutta la vita?! Dobbiamo buttare
alle spalle il rimorso, ormai quel che è stato fatto
appartiene
al passato! Dobbiamo guardare avanti…!...
…abbiamo bisogno di più potere in
battaglia…»
«C’è una cosa che vorrei dirti, Renamon.
Riguarda…Beelzemon.»…«Ah!
Imagomon…ascolta, io…! Devi comprendermi, a causa
di
tutto quello che è stato il passato, io volevo
soltant-»
dimostrava agitazione la volpe dorata. Ma Imagomon le pose le zampe
sulle spalle «Non devi giustificarti: volevo solo farti una
richiesta. Te ne prego…se non ti costa, sta vicina a
Beelzemon.»…«Ah!»
sussultò
Renamon…e guardò negli occhi quel Digimon che nel
suo
pelo nero nascondeva i loro piccoli, addormentati. Imagomon descrisse
«In questo momento avverto…una tempesta che si
abbatte nel
suo animo. Il ritorno del passato non è mai un nemico facile
da
fronteggiare…ora vedo come uno specchio innalzarsi di fronte
al
nostro amico e mostrargli quelle immagini che…ai tempi del
tuo
primo viaggio…gli causarono dolore e disorientamento. Allora
ci
fosti tu…ora il tuo intervento è di nuovo
richiesto.
Veglieresti su di lui…come se si trattasse di
me?»…«…Imagomon…»
accennò
lei commossa, rivelando uno sguardo di ingenuità
«…tu sei…così
buono…così
nobile nel chiedermi
questo!»…«Perché…?
Sai che stimo
Beelzemon…nonostante il suo passato leggo una grande purezza
nel
suo cuore. Lo considero un amico…e penso che se la vita
è
riuscita a cambiarlo, è stato soprattutto perché
ha posto
sul suo sentiero l’ombra di un angelo…come sei tu.
Avresti
cura di lui in questo duro momento? Sento…che è
circondato dalle richieste di chi vuole da lui qualcosa che
ora…non può
dare.»…«Oh?!» quelle
parole indussero Renamon a volgersi, e a scrutare, al fianco di suo
marito, Beelzemon che si confrontava con la sua domatrice…
Jeri esclamava
«Prima Kazu e Kenta, adesso Suzie!! A poco a poco tutti
stanno
biodigievolvendo! Facendo un rapido conto…gli unici che
manchiamo all’appello siamo
noi.»…«N-Non
è proprio così, Jeri! C’è
anche
Rea…»…«Ma Terriermon ha
già ultimato
la biodigievoluzione con Henry, dieci anni fa! Rea è
subentrata
dopo!»…«Alice! Anche Alice non
è mai
biodigievoluta.»…«Ahhh, non
c’entra niente!
Alice non ha neanche un Digimon, l’hanno affidata a Imagomon
ma
ufficiosamente, purché fosse difesa dai pericoli, ma hai
visto
tu stesso che in battaglia non sono riusciti a dare alcun contributo,
è un legame che non va! Il Digimon di Alice si è
dissolto
ai tempi della prima battaglia!...
…e…anche il mio…però io ne
ho ricevuto un
altro!! E non intendo restare indietro, non ci sono scuse, Beelzemon!
La nostra stasi di quest’ultima battaglia è
inaccettabile,
non possiamo farci etichettare come i pesi della squadra! I prossimi a
compiere la biodigievoluzione dovremo essere noi, in un
modo…o
nell’altro!» decretò Jeri
allontanandosi, sulle
parole «Vedi di rifletterci su!...se…davvero ti
interessa
risolvere il problema di Mako!»
Beelzemon
restò solo, e si portò la mano al viso
«Oh
no…anche questa! Jeri…sei la mia Digimon Tamer:
perché non comprendi il mio
dolore…anziché
pressarmi a compiere un passo per il quale ora non mi sento
all’altezza?»
Renamon rimaneva a distanza, ma si poneva la zampa sotto il mento, in
atteggiamento riflessivo, quando giunse Rika al suo fianco, sussurrando
con una lieve apprensione negli occhi «Tutto
bene…?»
e prendendole la zampa
«Rika…»…«…l’ho
visto
avvicinarsi: lui vi ha guardato quando tu e Beelzemon vi siete
abbracciati.» La domatrice parlava pianissimo, ma la Digimon
le
svelò «No, devi sapere…che ora Imagomon
voleva
parlarmi per tutt’altro motivo: sai, Rika…? Mi ha
chiesto
di vegliare su Beelzemon…» Rika restò
colpita
«…tuo marito…ha di certo un animo molto
nobile…»…«Sei gentile a
preoccuparti per
me.» Renamon le passò la zampa tra i capelli, ma
lei
sussurrò quasi commossa «Ci mancherebbe altro, non
potevo
tollerare che lui sospettasse di te proprio adesso…proprio
ora
che…!...tu e Beelzemon…quell’abbraccio
così
pieno di sentimento, e ora lui in quelle
condizioni!»…«Rika…!...lo sai
cosa mi ha
detto?» ma la ragazza mosse lo sguardo attorno, affermando
«…non è prudente parlare qui, possono
sentirci…»…«Hai ragione!
Dopo…»…«…dopo!»
si
promisero…
Jeri
attraversava da sola quel sentiero scosceso, riflettendo con sguardo
rivolto al cielo nuvoloso «Orphanmon e i suoi amici hanno
detto
che mi vedono come una Digimon Tamer forte e coraggiosa: non voglio far
cambiar loro l’opinione sul mio conto! In
fondo…non sto
chiedendo niente più di quanto mi spetta! Quando Calumon
è digievoluto Snowhitemon ha detto che avrebbe portato la
biodigievoluzione a chi non l’aveva ancora ricevuta: non
capisco
perché Kazu…Kenta e ora Suzie mi siano dovuti
passare
avanti! E io? Non sono forse anch’io fra quelli
che…sfortunatamente, dieci anni fa non hanno avuto una
simile
occasione?...sono stata anche costretta a ritirarmi…ho perso
il
mio Digimon in circostanze tragiche, mentre loro lo hanno avuto accanto
fino alla fine, non ho forse più diritto io di loro?
Avevano…la loro occasione per migliorarsi come domatori, a
me
invece è stata sottratta! Desidero diventare potente e
invincibile, almeno in questo modo loro…continueranno a
guardarmi con occhi ammirati! Ed io potrò
distrarmi…e non
pensare a tutto ciò che ho fatto: se sarò forte
al punto
da sbaragliare Mako non dovrò vedermi i suoi occhi
davanti…che recriminano il fatto che abbia tentato di
ingannarlo. E non dovrò neanche star in ansia al pensiero di
aver perso la stima e l’affetto di…oh?!»
ma lungo la
strada…si incrociò con
«…Takato…»
Fra loro
c’era serietà, imbarazzo…il ragazzo
accennò
«…stavo cercando…Cindermon, non riesco
a
trovarla…
…tu
l’hai vista per caso?» Jeri sospirò,
accennando
«…Takato! Ascolta, io penso che dobbiamo
parlare.»
Lui non disse nulla, il suo sguardo sfuggiva. Jeri, pur timorosa, si
avvicinò «Senti…quello che ha detto
Mako…sì, ecco, forse in parte lo sospettavi!
Io…non ti ho mai spiegato chiaramente cosa sia successo
riguardo
al mio matrimonio…o meglio, riguardo a matrimonio che avevo
allestito ma che poi non si è mai celebrato! Ascolta: se
pensi
che quello che ha detto lui sia tutto sappi che almeno prima devi
concedermi di spiega-» ma prima che potesse terminare,
qualcun
altro intervenne «Non ce n’è bisogno.
Ormai è
passato.» La ragazza rimase stupita «Oh?...Kenta,
sei
tu…»
Il distinto
ragazzo con gli occhiali le sorrideva, e non era solo poiché
con
lui c’era anche il giovane col cappello nero, il quale disse
«I nostri Digimon…ci sono molto cari ma non
è il
caso di coinvolgerli sempre, anche nelle faccende…che
possiamo
risolvere noi, fra ragazzi umani. Hanno già tanti
problemi…»…«Kazu…»
mormorò Jeri…e Kenta guardò attorno a
sé
«Uhmuhm!...curioso ritrovarci noi quattro, no? Ci accomuna
qualcosa di speciale: noi siamo quelli…che quella mattina
finirono tutti in punizione nel corridoio, vi ricordate?»
All’evocazione di quel ricordo, l’espressione di
Takato si
aprì «La signora Asanuma, allora signorina,
passò
vicino al mio banco e…vedendo che stavo disegnando mi chiese
se
trovavo la sua lezione molto noiosa! Affermare che era tutto il
contrario fu inutile, mi disse che avrebbe preso…dei
provvedimenti e che nel dopo-scuola sarei dovuto restare su quel banco
a scrivere il riassunto della lezione del giorno!»
Jeri, che non
sorrideva di frequente, in quel momento si sciolse di tenerezza e
d’emozione, alzando dolcemente la mano «Mi
scusi…!
Uhmuhmuhmuhm! Potrebbe ripeterla anche a me, per favore? Mi dispiace,
non la stavo seguendo!!» e Takato la guardò di
colpo
divertito, stupendosi per il fatto che ricordava del suo intervento di
allora. Kazu proseguì «Neanch’io,
neanch’io!
Stavo…ricontando le mie cart-no, com’era? Aspetta,
aspetta…!» Ma il saggio e sempre preciso Kenta gli
fornì la risposta giusta «”Stavo
schiacciando un
pisolino”» e Kazu «Giustooo!
Ahahah!»...«In compenso la mano dietro la nuca era
proprio
come quella di allora!» fece notare Kenta, Takato disse
«E’ vero!!» e in ultimo il ragazzo
occhialuto
«Ed io…stavo pensando ai fatti miei!...
…uhmuhmuhm!» con un’occhiata complice.
Jeri
commentò, vivamente emozionata «Mio
Dio…è
incredibile!...sembra passato…così poco
tempo!» Al
che Kazu e Kenta esclamarono in coro «Se è
così…fuori!! TUTTI FUORI SENZA PERDER
TEMPO!» Kenta
corredò «Resterete oltre l’orario a
scrivere il
riassunto della lezione di oggi!» e Takato svelò
«Ma
sui nostri quaderni…scrivemmo
tutt’altro!»
rivolgendo un dolce sguardo al cielo…(canzone: Shania
Twain - It only hurts when I'm breathing)
…assieme ai suoi amici che fecero lo
stesso…mentre le
nubi si aprivano, rivelando uno spicchio di cielo azzurro, ed un raggio
di sole per i loro occhi e i loro ricordi. Kazu scherzò
«Hai visto, Kenta?! Prima le abbiamo rifatto il verso in
coro!
Siamo…BIODIGIEVOLUTI
ASANUMAMON!»…«Hai
proprio ragione, vecchio mio.» ponendogli il braccio attorno
al
collo, e aggiungendo «Siamo finiti tutti e quattro in fila
nel
corridoio.» Jeri descrisse con tono sognante «Per
me era la
prima volta…» e Kazu «Lo so: me lo
ricordo!»
Di nuovo lei «Ma non mi importava…» e
Kenta
«…lo so: lo facesti capire fin da
allora.» Jeri
spiegò senza staccare gli occhi dal cielo «Avevo
solo una
gran fretta…che quelle ore passassero, per poter andare a
Digiworld! Poco più tardi saremmo partiti…non
stavo
più nella pelle…»
Le
sfere di polvere digitale volarono attorno a loro, e Kenta ne prese una
«…ed ora eccoci qua: non è curioso
pensare che
siamo sempre noi…e che adesso siamo a Digiworld? Ma siamo
adulti…da quel giorno sono successe molte
cose…»
lasciando andare la sfera rosata. Takato aggiunse «Ma non
siamo
mai riusciti a dimenticare questo mondo…tanto che il destino
ci
ha riportato qui. Dove i nostri passi di ragazzini hanno camminato. Il
destino ci ha riportato…sul sentiero dei nostri antichi
sogni…» ed il suo sguardo si incrociò
con quello
incerto di Jeri…mentre Kenta definì «Io
penso…che questo debba farci riflettere. Ora non dobbiamo
rinvangare quello che c’è stato di sbagliato, non
avrebbe
senso. Possiamo aver commesso…qualsiasi errore
lassù,
nella nostra terra…» indicando il globo
azzurrastro, verso
il quale si mossero gli sguardi di tutti «…ma
adesso la
sola cosa che conta è definire la partita con questo mondo.
Una
partita che è iniziata tanti anni fa, e che ancora non si
è esaurita. Quando abbiamo viaggiato la prima volta non ci
saremmo immaginati…
…che il
viaggio sarebbe stato così lungo. Credevamo di stare via
solo
qualche giorno…» e Kazu precisò
«Abbiamo
creduto!...di esser stati via solo qualche giorno.»
accomodandosi
il cappello, per passare di nuovo la parola a Kenta, con sguardo al
cielo «Ma in realtà…il viaggio
è durato
tutta una vita, e ancora non è finito!»
Gli sguardi di
quei quattro ex-compagni di scuola erano tutti diversi e tutti uguali
al contempo, all’unisono. Kenta disse
«Jeri…voglio
che tu sappia che per quanto mi riguarda…ciò che
ha detto
Mako equivale al fatto che tu quel giorno per la prima volta fossi in
punizione.»…«Ah!» la ragazza
sussultò,
ed il giovane affermò «E’ una cosa di
poca
importanza! Sono contento che tu sia con noi. Spero che tu ora abbia
chiuso quella pagina del tuo passato…e voglia lottare
assieme a
noi col nostro medesimo spirito, non vale forse lo stesso per voi?
Kazu, Takato?» Il primo rispose «Per me
sì:
aggiudicato!» sistemandosi il cappello, ed affermando
«Jeri, io credo che tu oggi sia…una nuova te
stessa: sei
cresciuta e sei migliorata come domatrice, e hai un nuovo Digimon. Un
grande…
…penso che se aspettavi un momento per dimostrare chi sei
veramente questo momento sia arrivato. Dacci dentro. Noi siamo sempre
con te, puoi contare sul nostro appoggio in qualsiasi momento! Vero
Takato?»…«Uh?...!»
restò per un attimo
interdetto il ragazzo…
…ma
poi si volse verso di lei che aspettava la sua risposta come una
sentenza…l’espressione di Takato si sciolse alla
fine
nell’accenno di un sorriso
«…sì…»…«Cosa?!»
sussultò lei, e lui più convinto «Jeri:
quando sei
giunta qui…hai usato il tuo velo da sposa come bandiera.
L’abbiamo piantato nel suolo di Digiworld…e da
lì
abbiamo ripreso il cammino. Tutti noi non siamo più
ragazzini, e
nel bene o nel male…abbiamo dovuto lasciare ben
più di
una maestra preoccupata alle nostre spalle, per atterrare nel mondo dei
nostri amati Digimon. Quel che è stato…ormai
è
stato…» si scambiò così un
sorriso con gli
altri due amici…per poi sentirsi sicuro di confessare
«…e se Kazu e Kenta sono contenti beh
anch’io allora
colgo solo adesso l’occasione per dirti
che…sì,
Jeri…»…nello stupore di
lei…«…sono felice anch’io che
tu sia qui, e
molto. E…spererei tanto, mi
piacerebbe…»
prendendole le mani «…che questo viaggio potesse
assomigliare il più possibile a quelli che sognavamo, quando
eravamo bambini. Mi piacerebbe che questa volta non fosse doloroso per
te, e al contrario: che potessi avere…tutte le
soddisfazioni, le
gioie…che si merita una domatrice valida come sei tu. Ed
anche…una brava ragazza. Perché io ti stimo, e
penso che
tu sia rimasta quella bambina d’animo limpido che sei sempre
stata. Sono felice che siamo
assieme…»…«Takato…!»
disse lei
con voce scossa dall’emozione, pensando “Ma
allora…mi hai perdonato! Non ti importa del mio matrimonio
di
interesse!! In questo momento…sento il mio cuore che batte
più che mai, che mi succede?!” mentre la sua mano
si
muoveva spontaneamente in una carezza tra i capelli del
ragazzo…che suscitò emozione in lui, e una
sospensione
eccitata nei due amici che, immobili quasi come statue, si scambiarono
sguardi espressivi…
“Sento che
vorrei…” pensava Jeri
“…soltanto stringerti!!
Tenerti vicino a me, e non lasciarti andare più!! Non mi
sono
mai sentita in questo modo, lo temo!...ma dall’altro lato lo
trovo bellissimo…Takato…”
Ma furono
interrotti: arrivò Imagomon «Ragazzi.»
Takato e Jeri
si ritirarono, incerti e imbarazzati. Kenta tradì un gesto
di
disdetta, mentre Kazu si volse «Cosa
c’è,
Imagomon?»…«Venivo a dirvi che ho
parlato con i
MudFrigimon e che…approvano la proposta che mi avevate fatto
Vostra Altezz…oh, perdonami.» Kazu
sminuì
«Ah, per carità, non formalizziamoci!...allora
davvero?
Accettano che li aiutiamo a ricostruire il loro villaggio mentre
attendiamo l’assemblaggio del fascio?» La volpe
nera
rispose «Ne hanno un gran bisogno: ci sono famiglie senza
casa…che hanno subito gravi
perdite.»…«Capisco…d’accordo,
arriviamo.» replicò Kazu…gettando poi
uno sguardo a
Takato e Jeri ed accennando un sincero
«…peccato.»
con Kenta che commentava «Intanto però devo dire
che stai
assumendo un tono da vero
sovrano.»…«Ahahah! Ma
piantala!! Dai, andiamo!»
Ma quel ragazzo
con la bandana e quella giovane erano rimasti occhi negli occhi, in
un’espressione speciale…(fine-canzone)
Cindermon era
rimasta isolata dagli altri, e seduta su una roccia senza accorgersi
della sua scomodità, schiacciava il retro della penna sul
mento
per far uscire la punta, e scriveva, scriveva «Caro Takato…figlio
mio.
Cavoli, devo sbrigarmi assolutamente a finirla o altrimenti qua la
situazione precipita. Il fascio, Henry, una cosa, l’altra e
finisce che questa lettera non la faccio quando alla signora Mie
l’ho promesso: dev’essere assolutamente pronta
prima di
stanotte…» facendo così assumere una
più
grave espressione ai suoi occhi azzurri…
…ma
c’era qualcuno che stava svolazzando nei paraggi, e sulla
roccia
si stagliava l’ombra del suo lungo abito ondulato
«Ho
seguito il richiamo del cuoooooore…! Il padrone mi aveva
detto
di dare una controllata al castello ma poi un fascio teletrasportante
mi ha presa alla sprovvista!» definiva LadyMeramon, dalla
voce
costantemente distorta, e lo sguardo vacuo «Una volta in
questo
settore…non ce l’ho fatta a resistere,
è come se
una forza invisibile guidasse il mio volo verso una meta indefinita.
Quasi come se…! Fra queste rocce riposasse qualcuno di
estremameeente caro…!...
…ma
chi potrebbe mai dormire sottoterra per me, che non ricordo neanche
quando sono venuta al mondo? Che ignoooro come ho occupato la mia vita
fino ad oggi? Sono completamente sola al mondo…e il solo
scopo
della mia esistenza è servire e compiacere il mio padrone:
queste sono le uniche cose che so di me stessa. Ah! Ma qui
c’è qualcuno! Sembra una
ragazza…»
nascondendosi presso le rocce «…ma in
realtà
è una Digimon come meee, lo sento!!»
Cindermon
accartocciava un altro foglio: ne aveva sparsi diversi
sull’arido
suolo argenteo, tanto da farli socializzare con la polvere digitale
«Stai connessa, eh Cindermon! Rotaie-binario: vai, che hai
poco
tempo! Allora…» tirandosi su le maniche «Caro Takato, figlio mio.
L’inizio andava bene…» riprendendo a
scrivere in modo serrato «…qui…
…adesso si ricostruisce il villaggio, vedi se
non…finisce…che ci faccio una figura di quelle
proprio…epocali, quella che si
disinteressa…quando…
…tutti stanno a lavorare, figurati! Altro che
principessa…
…insensibile…persino a un popolo di
Digimon…che
hanno perso madri, padri, figli…e un tetto sotto cui
dormire…
…lo so!» alzò un attimo lo sguardo da
quella
lettera e si bloccò…fissando nel vuoto, mentre la
polvere
digitale e i cartocci danzavano davanti ai suoi occhi, sospinti dal
vento (e LadyMeramon ascoltava di nascosto…)
«Forse mi sto
comportando come un’egoista…come la peggiore
becera nei
paraggi: quello che è accaduto a quei MudFrigimon
è
spaventoso, indescrivibile…» sussurrava con
sincera
contrizione attraversata da insicurezza «…quello
che ha
fatto quel Mako fa altrettanto drizzare i capelli. Quello che sta
passando Beelzemon è una cosa che manco a concepirla: non
mancano le ragioni per cui attivarsi. Ora dovrei essere lì.
Con
loro, a rimboccarmi le maniche…del tipo: passa questa
roccia!
Ehi, alzami la corda: tiraaa! Sì ok, il tetto è a
posto!...che poi al convento sulla terra l’ho fatto,
Beelzemon mi
ha vista, lo si sa che sono portata per questi lavori pratici. Ma ora
come ora…
…non riesco a pensarci. Penso
soltanto…»…ricordando della
battaglia…lo
sforzo congiunto con gli altri Digimon, e i domatori…la
sfera di
cristallo…e un ragazzo con la bandana concentratissimo
«…che le emozioni incalzano di istante in istante
e se non
mi affretto a...!!!...bbbuttarle giù su carta poi mi
sfuggono, e
quel che è peggio sfuggono le ore…!» La
sua voce
era attraversata da un tremolio di agitazione «Da un momento
all’altro il fascio potrebbe essere
pronto…lì
almeno è certo che non potevo dare una mano, non capisco
un’acca di computer, anche se sono fatta di dati!
Però
potrei aiutare nella battaglia per riprendere Henry, ma
io…nonostante tutto…
…penso di non andarci a quella battaglia, se partono
subito…» confessò a se stessa, muovendo
il suo
piede lungo la terra secca, e orientando gli occhi verso
l’alto
«…io devo correre al mio palazzo, come avevo
deciso. Spero
davvero che loro se la cavino anche senza di me! Ma non posso perdere
tempo…devo accertarmi riguardo
all’identità di
Guilmon, e questo prima che si incontrino con Takato. Perciò
stanotte penso di svignarmela e di fare fascio-fascio-fascio fino a che
non smonto al capolinea: il grande palazzo reale di Digiworld!
Casa…
…devo fare i conti con le luci e le ombre che sono andate a
costituire il mio presente…» (gli occhi di
LadyMeramon si
dilatavano…) «Papà,
Diamon…»
accennò Cindermon, rivedendo i loro volti nei ricordi
«…il tuo ricordo, mamma…»
…ricordando al suo posto un gioiello dall’aspetto
fiammeggiante, avvolto da una corona di foglie infuocate
«…Takato…» ripensando al
ragazzo in una
sequenza di inquadrature: col gel nei capelli, senza, con la bandana
rossa, senza…
…uniti, in lite, sorridente,
arrabbiato…rattristato, e
per finire mascherato…che ballava con lei
«…e la
misteriosa ombra di Guilmon. Il
primo Digimon…l’amico perduto…»
rivedendo una sagoma avvolta da un manto dorato, ed il grido “GUILMON
DIGIEVOLVEEE…GROWLMON!!!”
«Eri tu quello che ha cercato di aiutarmi alla festa? Se
è
così…lo scoprirò presto: stanotte
sarò
lì in quel palazzo dove è il mio ma dove ora
spadroneggia
un Supremo col tuo nome! Se le cose stanno così è
probabile che mi ritroverò anche faccia a faccia con quel
ragazzino, il fratellino di Takato! Quello che ha sempre la faccia
bianca, e dei capelli da pazzo almeno quanto me!»
(LadyMeramon si
mise una mano in bocca, rosicchiandosi le unghie…)
«…non c’è tempo di esitare:
se sono il suo
Digimon devo preoccuparmi per l’incolumità del mio
domatore, e scivolare nell’ombra per proteggere Takato dai
dispiaceri della vita! Questa notte i giochi si
decideranno…ma
non debbo scordarmi che potrei non tornare, ora il nostro palazzo
è assediato! Per cui, a tutti i costi,
crollassero…tutti
i villaggi io devo finire questa lettera: Takato deve sapere che sua
madre gli vuole bene, prima che io sparisca! Oh?» ma quelle
parole stupirono lei stessa, che si picchiettò la penna sul
mento «…deve sapere…
…che gli vuole bene…»
Così riprese a scrivere…
Ma
LadyMeramon nascosta mormorò «Il padrone deve
sapere che
gli voglio bene…debbo assolutamente informarlo che questa
notte
riceverà visite!!!»
Cindermon
sembrava esser stata colta
dall’ispirazione…scriveva
scioltamente e senza interrompere, riflettendo intensità
nell’azzurro dei suoi occhi…
Tra le macerie
delle case abbattute dallo scontro, si muovevano i passi scoraggiati di
Ryo. Cyberdramon era con lui
“Ryo…perché hai quello
sguardo così triste?”
«Ecciù!»
starnutì il ragazzo, tormentandosi il naso e mormorando
«Ah, maledetto raffreddore…» Il suo
Digimon pensava
“Vorrei dirti qualcosa…ma non mi vengono le
parole!”
tanto che alla fine disse «Ha-Hai visto…? La carta
dell’invisibilità non ha
funzionato.»…«Uh?» si volse
appena il ragazzo,
come se fosse poco interessato, per poi ammettere «Ah
sì…
…è
vero.»…«Già.»…«Dovremo…ripiegare
su altre tattiche. Chissà, forse Jeri ha qualche
idea.»…«Pensi che io e te da soli non
bastiamo?» chiese il drago, ma il ragazzo ebbe
«Pfff!» un gesto di impazienza. La sua mano
scorreva sulla
polvere delle mura ancora in piedi, seppur squarciate e dense di crepe.
I suoi pensieri in quel momento assomigliavano allo scenario che aveva
attorno “…non siamo riusciti a portare a segno la
nostra
azione: ero riuscito ad arrivare lì…ma poi ho
sentito la
testa fischiarmi! Che mi succede? E’ un po’ che non
mi
sento bene, e nel frattempo…è la squadra a farne
le
spese. E non solo, anche gli abitanti di Digiworld!”
…ricordando di quel terribile momento in cui Mako li aveva
imbrigliati con la gravità, scagliandoli contro le
costruzioni
per distruggere queste e i loro abitanti…
Intanto
giungevano anche Takato, Kazu, Kenta e Rika con i loro Digimon.
Snowhitemon era già lì e parlava con Suzie
«Suzie,
non occorre che ti sforzi anche qui, sei biodigievoluta da poco e avrai
consumato un enorme ammontare di
energia!»…«Ma io
sto bene, davvero! Voglio aiutare i
MudFrigimon!»…«…bastiamo noi,
te lo
assicuro.»…«Snowhitemon, dico sul
serio.» fece
lei prendendogli la mano «Ci tengo, non voglio restare con le
mani in mano, ditemi qualcosa che posso fare e contribuirò
volentieri! Anche Rea ha combattuto ma ora sta aiutando Yamaki a
costruire il fascio, non voglio essere da meno!»
Takato si
consultava con gli altri «Sarà sempre meglio che
aspettare
col fiato sospeso, no?» e Kazu «Senza dubbio,
servirà a distrarci! Speriamo di avere presto il mezzo per
raggiungere Henry…» MarineAngemon chiedeva
«Da dove
cominciamo?» e Kenta «Abbiamo un bilancio di tutti
quelli
rimasti senza casa?»
Lo sguardo
di Rika fu però inevitabilmente attratto da Ryo, poco
distante…il quale a sua volta la guardò, ma fra
loro
sembrava esserci una barriera innalzata dallo sconforto che viveva il
ragazzo. Cyberdramon commentò «Toh, guarda Suzie:
tanto ha
fatto che ha convinto Snowhitemon a farla partecipare alla
ricostruzione.»…«…beata lei
che ha tutte
queste energie.»…«Cosa hai detto Ryo?
Oh! Mi
meraviglio di te!» fece il Digimon, ma Ryo si volse stizzito
«E
perché?!»…«Ouuh…»
riuscendo in tal modo a zittirlo. Il giovane si appoggiò al
muro
diroccato e pensò “Bella figura che ho fatto.
Chissà che avranno pensato. Ci tenevo tanto a tornare a
Digiworld per…dare spettacolo, risultare ancora
più
sfavillante di dieci anni fa. Ma una volta qui sento che
arranco!” prendendo un respiro profondo
“…chissà che mi succede, proprio adesso
doveva
capitarmi, quando per dieci anni ho mantenuto una forma fisica
impeccabile? A che è servito?! Che significa, che ora
comincio a
perdere colpi?!” guardandosi attorno con diffidenza
“…sono piombato qui…pieno di casini,
non posso fare
capolino sulla terra…” osservando il globo tra le
nuvole
“…che mi arrestano: quasi dovrei augurarmi di
restare qui
per sempre! Ho un tale impiccio con Alice tanto che con Rika non riesco
a prendermi, e…quella sola speranza, di conquistarla
attraverso
le mie prodi gesta sta andando a farsi benedire! L’intesa con
il
mio Digimon…non è più quella di una
volta…” e scrutava Cyberdramon vicino a lui, che
sembrava
rimaner chiuso in un silenzio d’imbarazzo.
Intanto Rika non smetteva di guardarlo…e sembrava voler
andare
da lui, ma Ryo volgeva lo sguardo. Sembrava infastidito. E la ragazza
esitò…mentre Renamon dietro di lei commentava
«…credo sinceramente…che Ryo non si
senta a suo
agio in questa situazione.»
Anche Kazu si distrasse un attimo dalle disposizioni sulla
ricostruzione, sistemandosi il cappello
«Ma…cos’ha
Ryo?» attirando l’attenzione di Kenta e Takato.
Il
giovane dagli occhi azzurri meditava “Altro che domatore
leggendario: sono stanco, ho schifo di tutto e non ho voglia di fare
niente, escludendo solo infilarmi in un letto e smetterla di pensare.
Non credevo che mi sarebbe accaduto…non è
però un
po’ ingiusto? Anch’io…come tutti gli
altri ho
sognato di questo ritorno a Digiworld, e il fatto che in questi anni
abbia riso, scherzato e…imbrogliato non significa che per me
contasse di meno. E dei miei sogni? A chi è che importa? Mi
fa
male la testa…
…e mi sento un rudere: come questo villaggio. E’
forse
questo il destino…di quel ragazzo pieno di vigore?...non ci
posso pensare…
…mi fa
paura…” tradendo un tremore nella voce
dell’anima,
quando Rika prese coraggio e si avvicinò «Che cosa
c’è, Rika?» fece lui celando un pizzico
di fastidio.
La ragazza illustrò «Venivo a dirti…che
su idea di
Kazu pensavamo di ingannare il tempo necessario a comporre il fascio
aiutando i MudFrigimon a
riorganizzarsi.»…«Sì,
l’avevo
sentito.» tagliò corto lui, e Rika
«Forse i Digimon
possono darci una mano a ricostruire un po’, qua
attorno.»…«Allora sentite loro. Vedete
cosa dicono.
Snowhitemon ha il potere di invocare le ruspe,
no?»…«Cosa…?» ebbe
un attimo di
esitazione Rika, e lui replicò spazientito «Ma
sì,
insomma!! Quella roba di quando siamo venuti qui!! Ahhh!!...il nome
preciso non lo ricordo, sono sistemi nuovi!» dandole le
spalle,
tanto che Rika esclamò «Insomma Ryo, che
cos’hai?!»
Lui strinse i denti e il pugno appoggiato al muro, ma non rispose.
«Se è soltanto per…
…!!...» si sforzò lei, ma volle
ugualmente parlare
«…per aver fallito un attacco, e non essere
riuscito a
rubare la scena, ti ricordo che qui tutti noi le abbiamo prese di santa
ragione, tanto da dividercele! Non mi sembra proprio il
caso!»…«E tu che ne sai?! Ho detto forse
che
è questo, io ho soltanto queste di preoccupazioni?! Rispondi
Rika!!» volgendosi con sguardo astioso…la ragazza
restò rigida, seppur dispiaciuta
«…beh!...
…da quando ti conosco…più o
meno.»…«Non è
così! Vuol dire che non
mi conosci!!» parole che le dispiacquero. Come il suo girarle
le
spalle «Aspetta, Ryo!!»…«E
comunque!!...sì se ci tieni a saperlo la faccenda della
carta
andata a vuoto mi preoccupa, perché per tua informazione il
mio
primo pensiero è dare sempre il meglio per la mia
squadra!!»…«Ryo…»…«Lasciami
in pace.» ma Rika mosse qualche passo in corsa, mentre lui si
stava allontanando, ed esclamò «Se è
davvero
così allora dacci una mano! No?! Qui nessuno sta facendo
queste
storie per i suoi colpi non andati a buon fine, è un
atteggiamento infantile!» Lui resisteva a stento, ma lei
insistette più seria «Stiamo tutti cercando di
fare il
possibile per accantonare lo sconforto, non è
un’impresa
facile considerata la forza dei nemici e la presenza nel loro
schieramento di uno di noi, ma il meglio che possiamo offrire
considerato che in queste ore Henry attende di essere
liberato.»…«”Atteggiamento
infantile”…certo, per te è tutto sempre
infantile!
Da quando sei tornata sulla breccia hai accantonato tutto il tuo
passato inglorioso, sei ritornata la santona che saresti sempre dovuta
restare: complimenti, Rika!...per aver recuperato almeno tu quel ruolo
che ti spettava dopo la prima battaglia, il nostro gli anni e gli
eventi ce lo hanno fregato a tutti!...certe sono proprio
conquiste.» borbottò prima di allontanarsi
definitivamente: Rika tese la mano, ma questa volta le restò
un
ferente e inespresso dispiacere, di cui Renamon si accorse quando si
avvicinò «Rika, cosa è
successo?»…«Questa…non doveva
dirmela, non
è giusto!» affermò la giovane
sull’orlo delle
lacrime «Perché è così
difficile capirsi?
Io…non intendevo!»…«Lo so:
sicuramente
è stato un fraintendimento, vedrai che si
chiarirà.»…«Ma io non
intendevo sbattergli in
faccia le mie qualità, so bene che dei miei anni passati non
ci
si può di certo
vantare!»…«…non dire
così…»…«E invece
lo dico!
Questa…era l’ultima cosa che avrei pensato di
ascoltare.
Forse è vero.» chinò il capo lei
«Ci
basta…sentirci più sicuri, solo per un fuggevole
istante…
…e
recuperiamo tutto l’orgoglio nascosto,
cancellando…anni di
insegnamenti…» allontanandosi anche lei, lasciando
alla
sua Digimon quella sensazione di impotenza per non aver potuto aiutarla
«Rika…aspetta, non…voglio che pensi
questo…» Socchiuse gli occhi come per la pena di
chi
rivede in altri esperienze personali, ma suo marito le si
accostò «Scusa
Renamon.»…«Oh?»…«Volevo
farti una
domanda: hai per caso visto Alice?...non riesco più a
trovarla.»
Ryo attraversava
a passo rapido e orgoglioso il sentiero roccioso che conduceva fuori
dal villaggio, Cyberdramon lo seguiva “Povero Ryo, mi spiace
per
ciò che è successo, adesso gli
dico…qualche
parola.” ma «Oh?» qualcosa distrasse il
Digimon: tra
le rocce sbucava qualcuno «Alice…» La
ragazza
accompagnandosi con un sorriso di velata malizia, pareva invitarlo con
un gesto del dito a ritirarsi con lei: ne conseguì il
rossore
immediato sul volto del drago «STO FORSE SOGNANDO?! Ahhh, sei
proprio tu? Per tutti i draghi, non ho visto un fantasma!
Cos’è? Vuoi stare forse un po’ sola
soletta con
me…? Allora ti sei accorta che ti piaccio!» si
avvicinò lui col suo passo un po’ goffo, ma
l’aria
alquanto contenta…
Ryo
commentò senza voltarsi «Ma guarda Cyberdramon!
Anziché venirmi a dire una parola di conforto mi abbandona.
E’ inutile, oggi non c’è nessuno a cui
interessa
come posso sentirmi.»…«Ti capisco,
Ryo.»…«Meno male, almeno
uno!...oh?!»
Il ragazzo
inizialmente distratto si arrestò di colpo: ma per
riconoscere
chi aveva parlato dovette guardare in basso, incrociando i suoi occhi
con quelli corvini di una draghetta dalle idee chiare «E mi
sono
sentita…un sacco di volte come te oggi.» Ryo
scattò
subito sulle difensive «Si può sapere che cosa
vuoi,
Minidramon?!»…«Per tanti giorni!...della
mia vita
coniugale accanto al tuo Digimon, mi sono sentita ignorata: se stavo
bene, se stavo male, se soffrivo non contava nulla. Importava
solo…quel piatto profumato della cena posato sul tavolo.
Quando
digievolvo…
…io
acquisto le ali. Come Cyberdramon: ma di quanto in alto posso
volare…a lui non importava. Tutti noi
invece…siamo
destinati a volare…»
Ryo la
scrutava attentamente, non riuscendo a capire fino in fondo il
significato delle sue parole…
«E
così è solo per…» accennava
Cyberdramon un
po’ deluso, e benché mantenesse un atteggiamento
un
po’ seducente, Alice espresse con candore «Esatto,
non
volevo andar via prima di averti confessato che ti ammiro con tutto il
cuore, Cyberdramon: tu sei l’esatta tipologia di Digimon che
mi
fa impazzire, solo che l’altro giorno hai oltrepassato i
limiti e
così mi sono infastidita. Però ti assicuro che
è
stato mozzafiato volare assieme a te, io adoro i draghi, e i tuoi
attacchi sono potenti e meravigliosi. Non potevo fare a meno di
cogliere quest’occasione, ti ringrazio di cuore per avermi
permesso di parlarti.»…«P-Prego!
Però…Alice cara insomma, si tratta solo di
ammirazione?
Intendo dire…ammirazione a livello digitale, di
battaglia?»…«Proprio così:
giuro che se non
fosse che sei già il Digimon di Ryo avrei fatto carte false
per
diventare la tua domatrice. Però…»
lasciando uno
sguardo vago e un sorriso sospeso al vento, e a ciò che non
è stato «Una sola domanda! Anzi due, prima che tu
te ne
vada!» le afferrò il braccio Cyberdramon
«Alice
perché lasci la squadra? Punto primo. Punto
secondo…!!...
…dì la verità, tu e mia moglie vi
conoscete? Io
l’ho sentita menzionarti!! La tieni nascosta nella borsa,
vero?»…«No!»…«Fammi
vedere!» Cyberdramon le mise la zampa sulla tracolla, mentre
lei
esclamava impaurita «N-No, ti prego!!» dimenandosi
«Dammi la borsa!»…«No,
fermo!!...a-aiuto!!»
Ma Rika,
giunta per cercare di parlare ancora con Ryo, udì il suo
richiamo e quando li vide esclamò
«…CYBERDRAMON!!»…«O-Ops!!---Rika!»
La ragazza dilatava i suoi occhi lilla (mentre Alice faceva lo stesso
con i suoi azzurri…) «C-Che cosa stavi facendo?!
Ahhh…!! E’ veramente una cosa
INDEGNA!!!» si
portò la mano alla fronte Rika «Non soltanto con
Renamon,
ora persino con Alice! E mentre attendiamo di salvare Henry, mentre gli
altri Digimon stanno cercando di ricostruire il villaggio!! Io mi
domando…c-che razza di aiuto puoi dare a Ryo se fai questo
alla
sua fidanzata?!! Ti sembra un comportament-» ma Alice la
interruppe, accostandosi a lei «Non
più.»…«Cosa?!»…«…hai
sentito bene Rika, fra me e Ryo…è tutto finito. O
sarebbe
meglio dire che forse…non è mai
cominciato.»…«Ma…come
Alice…? Che cosa
stai dicendo?...
…il
matrimonio, sua madre, la
promessa?»…«…tutto
sfumato…» sussurrò la bionda ragazza in
abito nero
«…come Dobermon, ricordi? E come me poco dopo.
Come
me…fra poco ormai, Rika.»
«Alice…» ripeteva attonita la ragazza
dai boccoli
rossi…
Ma da parte di quella
giovane simile a una modella, che la superava in altezza, ogni
ostilità pareva essere cessata…
«Hai
capito bene, Ryo. Io ed Alice abbiamo deciso di andarcene, abbandoniamo
la squadra.»…«Che storia è
questa, adesso?!
Che altro state tramando?!»…«Niente
più…» chinò il capo la
draghetta,
ciondolando le braccia «…te lo posso
assicurare.»
alzando poi i suoi occhi un po’ taglienti e spicci
«Sei
libero! Abbiamo cercato di legarti in tutti i modi, ma abbiamo
capito…di aver perso la partita. Lasciamo andare tutto, la
storia del ricatto, dell’arresto…però i
soldi non
li rivogliamo indietro, eh! Tieniti pure la casa che hai comprato a
Rika…e la simpatia di quel giudice…che ha fatto
rientrare
i suoi agenti come
soldatini.»…«…non capisco:
che motivo avete per questo voltafaccia da un momento
all’altro,
cosa nascondi?! Minidramon!...
…sentimi…» disse abbassando il tono
«…non scherzo: Cyberdramon ha bisogno di te. La
situazione
vostra e quella dei vostri figli mi preoccupa.
Io…!!»
portandosi una mano al capo, e mormorando «…di
nuovo: mi
fischia un orecchio…ma che sarà? Insomma!...
…io
sarò pure diventanto il fantasma di Digiworld, il relitto
del
domatore leggendario, però…non ho smesso di
tenere a
certe cose, e…la realtà dei Digimon è
una di
queste, tanto più dei Digimon a cui voglio bene!»
La
draghetta accennò un sorriso pur beffardo «Ci sono
inclusa
anch’io fra questi?» Ryo, anche se pallido, la
guardò con determinazione «…sei la
moglie di
Cyberdramon.»…«…certo…è
ovvio.» fece lei guardando basso ma mostrandosi forte
«Era
impossibile che uno come te potesse mai vedermi…
…in
un altro modo. Con altri occhi. Come una
creatura…suggestiva. Di
cui ci si può
innamorare.»…«…che
cosa…?» dilatò gli occhi il giovane
«M-Minidramon, per favo-» cercò di
avvicinarsi ma
lei tese una zampa «No, Ryo!» sempre a testa bassa
per non
guardarlo «Per favore lo chiedo io a te: niente scene
commiserevoli adesso!...mi basterà già quanto
avverrà con le mie amiche, quando le rivedrò. E
quando
tornerò al mio villaggio. Non sono tagliata per queste cose,
leggiti piuttosto
questo.»…«Cosa?»
domandò il ragazzo, ma lei «Ah!» glielo
scagliò in mano, lui riuscì a prenderlo
benché si
massaggiasse la fronte «Te lo manda Alice. E’ il
suo
congedo. Il mio è quello che hai
sentito…»
Ryo alzò
lentamente occhi ingenui su di lei…e questa gli diede le
spalle
«Abbi cura di te. Anche noi cercheremo di far luce su una
buona
metà dei segreti di Digiworld. Chissà che un
giorno…l’esito di questa battaglia non ci
riporti…uno di fronte
all’altr…» sfumando
sempre più con la voce «Che cosa
dicevi?!»
sussultò lui, ma lei «Niente!...
…addio. O arrivederci. ADDIO…»
(canzone: Syria
- E' meglio) allontanandosi, traghettando occhi umidi, per
poi fermarsi «Ah e…!!...
…grazie a proposito. Per quel giorno che mi hai portata
all’ambulatorio. Se PinkMonzaemon e LadyMeramon rivedranno il
mio
brutto muso…il merito sarà tuo, verranno a
cercare te per
sistemarti a dovere!»
Ryo apriva lentamente
il biglietto, sussurrando «…le aspetto.»
per poi
leggere…
“Ryo…
…dopo tanto riflettere…ho preso la mia decisione.”
«Lascio la squadra.»…«Come?!...
…ma no,
Alice!» fece Rika, ma questa «Ormai è
deciso.»…«Perché?»
chiese ferrea la
domatrice dai boccoli rossi «Per lui?!» additando
un
imbarazzato Cyberdramon «Rispondi, per lui?! Ma ti assicuro
che
non ti farà niente, è un GRADASSO, fa tanta scena
ma poi
non è capace a concludere nulla: è esattamente
come tutti
gli uomini, il fatto che sia un Digimon non fa testo in
questo!»
…ottenendo come risultato l’umiliato abbassarsi
del capo
del Digimon, alquanto deluso dall’essere descritto in questi
termini. Alice sorrise «…è curioso:
sai…se
le cose stessero in un modo diverso…sarebbe stato
bello…discutere con te a proposito di
uomini.»…«Perché non si
può…?» chiedeva Rika con sguardo fermo
e
orgoglioso, puntato negli occhi della giovane
«Perché io e
te non possiamo essere…amiche, Alice?...io sono dieci anni
che
me lo chiedo.»…«Oh beh, ma
perché
noi…» replicò Alice scostandosi la
frangetta con
disimpegno «Perché noi…»
...ma poi le volse le spalle, pronunciando con naturalezza
«Ma
perché noi siamo entrambe innamorate dello stesso uomo Rika,
è
ovvio.»…«Cosa…?!...m-ma…?!...
…ti riferisci a Ryo?!» Alice non si volgeva
«Alice,
guarda…che ti sbagli! Lui non mi guarda nemmeno, ed
io…beh, per me ora esiste solo la missione! Siamo stati
insieme
tempo fa ma ora è finita, lui nutre disprezzo per la vita
che ho
condotto! Se è per questo che te ne vai, perché
pensi che
noi due…»…«Rika, posso darti
un consiglio?
Ryo ti
ama…»…«…ah!»
restò
colpita la giovane «E tu…
…non scherzi, dovreste cercare di cogliere
l’occasione,
ora che ne avete la possibilità: se non lo fate
adesso…rischiate di non farlo mai più, qui a
Digiworld la
severa signora Akiyama non può vedervi. Io ti ho
avvertita!»…«Aspetta, Alice!!»
ma la ragazza
si allontanava «La vita fugge in fretta!...
…non sprecatela, sappiate riconoscere i sentimenti:
è
questo il consiglio che vi lascio.
Addio!»…«Oh!»
Rika la vide allontanarsi, fra le rocce scolorite…
Alice celava un viso appenato, e un Digivice vecchio stile che premeva
sul cuore “…ti ho detto una bugia, Rika: io non
sono mai
stata innamorata di Ryo. Se me ne vado…è per via
di
questo Digivice: quando Cyberdramon mi ha preso la borsetta, ho avuto
tanta paura che l’avrebbe visto…”
«Come allora…» ripeteva Rika colpita,
vedendola
sempre più lontana…fino a che il suo corpo non
sembrò evanescente, scomparire come quello di un fantasma,
fra
le sfere di polvere digitale…
“…mi
auguro che sappiate gestire con cura l’occasione che vi
è stata offerta.” recitava quel
biglietto “La
vita vi ha ricondotto tutti a Digiworld: è un privilegio non
indifferente. Per questo…ho capito che è inutile
che mi
intrometta fra di voi per soddisfare gli sciocchi capricci di una
ragazza ricca. Io non sono altro che questo. E voi…dei
domatori
di Digimon. Questo ci renderà diversi per sempre…
…salutami tua madre, e gli altri compagni di squadra, Ryo. E
scusami ancora per tutti i problemi che ti ho procurato. Non
volevo…ora credo di poter affermare.
-Alice-“
«Ahh…» Ryo restò senza
parole, abbassando il
biglietto…quando Rika lo raggiunse
«Ryo.»…«Oh?»…«…hai
visto Alice?» ma lui spiegò «Se
n’è
andata. Abbandona il gruppo, mi ha lasciato questo
biglietto.»…«Lo
so.»…«Come?»…«…l’ho
vista andarsene, mi chiedevo se fosse passata di qua. Ma evidentemente
no. Non so che strada abbia fatto, ma posso dirti…che
l’ho
vista svanire come allora. E come allora non ho avuto modo di fermarla.
Né di
ringraziarla…»…«…credo
che Alice…fin da allora ci abbia nascosto dei
segreti.»
definì il ragazzo «Lo credo
anch’io…»
disse Rika fissandolo negli occhi…fino a che lui non chiese
«Di che cosa avresti dovuto
ringraziarla…?»…«…per
avermi...»
alzando gli occhi verso l’alto «…dato un
consiglio…su come vivere la mia vita. A volte ne ho bisogno
anch’io…benché sia una
“santona”.»…«Ah…scusami.»…«…di
niente. Ho
saputo…»…«Sì?»…«…che
tu ed Alice avete rotto, se non mi hanno informata
male…»…«Noi?! Beh…
…è così. Non ti hanno informata
male.»
accennando ad allontanarsi
«Ryo.»…«Sì,
Rika?» La ragazza volse la coda dell’occhio
«…mi dispiace per
prima.»…«…lascia stare.
Piuttosto forse hai
ragione, è meglio che mi dia una svegliata e mi rimetta al
lavoro: è l’unico modo se voglio essere in diritto
di
affermare qualcosa che penso.» volgendo le spalle e risalendo
per
il sentiero, mentre Rika restava sola a sussurrare
«Ryo…» risentendo nel cuore le parole di
Alice
“Rika, posso
darti un consiglio? Ryo ti ama…e tu…
…non scherzi, dovreste cercare di cogliere
l’occasione,
ora che ne avete la possibilità…
…la vita fugge in fretta!...
…non sprecatela, sappiate riconoscere i sentimenti:
è
questo il consiglio che vi lascio. Addio!”
«Cogliere…un’occasione…?»
chinò
il capo la ragazza pensierosa, e in solitudine si apprestò
anche
lei a risalire il sentiero (fine-canzone)
Non distante da
quelle zone sorgeva un piccolo monumento composto da pietre, come
quelli per ricordare chi in vita non è stato famoso.
Sembrava
che qualcuno vi avesse lasciato un vasetto con una piantina di cactus,
dalle cui braccia pendevano oggettini colorati. Sovrastava la zona,
però, il trapanante suono dell’elica di un
aeroplano,
seppur rosa e morbido come un giocattolo «Mi domando dove sia
finita LadyMeramon…accidenti! Le avevo detto di dare
un’occhiata al castello, ma mi è
sfuggita…»
mormorava quel ragazzino che si teneva una mano alla fronte per far
più acuta la vista, mentre i suoi folti capelli volavano
spinti
dal vento «Non mi sento tranquillo ad aver lasciato Guilmon
al
palazzo: oggi c’è un’atmosfera strana,
una calma
apparente che non mi piace affatto...oh?!» ma gli
sembrò
di avvistare la fiammeggiante alleata in abito nero «Eccola
là!
PinkMonzaemon!»…«Sì??»
fece
l’orsa che pilotava l’aeroplano «Atterra!
Abbiamo
trovato la tua complice!»…«Che
gioooia…non so
perché sono gioiosa ma sono contenta.»
LadyMeramon d’altro canto aveva adocchiato il monumento
«Ah! Quella colonna di rocce!! Sono sicura che essa
è la
meta inconfessata del mio vagare! Osservarla anche da lontano riempie
il mio cuore di tenerezza, cosa sarà???...e cosa
sarà la
tenerezza???»
N’Emo però atterrò prima, e
constatò
sbalordito «Ah!! Non è possibile!!...
…perché si è diretta alla tomba di suo
marito se
io ho assorbito tutti i suoi ricordi?!! E’ un fenomeno che
non mi
spiego! Oh?!» ma qualcos’altro attirò
maggiormente
la sua attenzione, tese la mano «Ahi!!» ma si
bucò
con le spine del cactus, che rimosse ad una ad una senza la caduta di
una goccia di sangue, per poi sollevare con poca grazia il vasetto, sul
quale era stata applicata un’etichetta colorata «Per Meramon. 10 anni dopo: i
“grandi” Takato, Kenta, Kazu, Jeri e Rika + Digimon…oh?...un amico che ti
aiuta…si ricorda per tutta la vita…ahhh!!»
N’Emo sussultò sconvolto, ed ebbe un moto di
rabbia
«Sono tornati…!! Quei balordi hanno reso omaggio
al
vecchio e defunto marito di LadyMeramon, accidenti a loro!!!»
scagliando via il vasetto, che si infranse, ed i graziosi oggetti
oggetti applicati ai suoi rami rotolarono fra le sfere di polvere
informatica «Loro possono crescere…e rendere
omaggio a un
amico morto, li odio!!» gridava il ragazzino affannato,
incurante
dei richiami di PinkMonzaemon «Che ti succede,
padrone?»…«…mi succede che
sono
stufo…ecco cosa, stufo della mia condizione!!! Voglio farla
finita una volta per tutte, mio fratello e gli altri devono
pagarmela!!!...
…non posso permettere che sottraggano la tua compagna dal
mio
controllo restituendole la memoria coi loro patetici
bigliettini!!»
…ma in quel momento LadyMeramon atterrava presso la tomba
«Oh!...aaahhh…
…mi trema la mano, cosa mai sarà…?
Oh…
…caaaro…» ma N’Emo
emerse da dietro il
monumento, con sguardo minaccioso «Ti stai forse rivolgendo a
me,
nonnetta…?»…«Ahhh?!»…«…è
la devozione verso il tuo padrone quella che ti fa pronunciare parole
come…”caro”?»…«O-Oh
beh
n-n…s-sì!»…«E
allora di
grazia…perché mi cerchi presso una
tomba…?»
incattivendo la sua espressione a poco a poco
«…sono
forse…MORTO?!!»…«Ahhh!
Padrone, non
arrabbiarti con la tua umile serva!» supplicò la
signora
fiammante. PinkMonzaemon intervenne «Non farci caso, oggi
è nervoso.» ma il ragazzino si rigirò
inviperito
«Qualcuno ti ha forse interpellata?!» per poi
puntare il
dito contro LadyMeramon «Non devi azzardarti a andare a zonzo
quando non sei autorizzata!! Hai idea di cosa abbia significato
sgattaiolare dal palazzo per venirti a cercare?! Abbiamo
dovuto…intontire i Knightmon con del sonnifero nei piatti, e
sviare i Fireflymon con dei finti gusci di lumaca! Mi rifiuto di fare
un SCHIFO simile una seconda volta, io non sono tagliato per allestire
sotterfugi, ma per regnare sotto la luce del
sole!!»…«Ho con me una notizia che ti
farà
ricredere sul mio conto, mio
sovrano!»…«Che cosa
dici, una notizia?!»
Gli occhi di
LadyMeramon luccicarono, dinanzi a quelli dubbiosi di N’Emo e
di
PinkMonzaemon «La nostra nemica giurata…la
fanciulla
digitale dal ciuffo rosso punta questa notte a riprendersi il palazzo
di suo padre!»…«COSA?!!»
trasalì il
ragazzino...(canzone: Laura
Pausini - Every little thing you do)
«E non
solo!» replicò la signora di fuoco «Ella
crede fra
le mura del nostro maniero si nasconda l’antico Digimon e
amico
del suo attuale domatore: sua ambizione da paladina della
giustizia…è farli riunire a dispetto del tempo, e
delle
distanze sigh!...perché mi viene da piangere nel parlare di
anime separate proprio in questo luogo…»
…ma se in lei insorgeva commozione, in N’Emo era
sgomento
più cieco «Padrone, sei più pallido del
solito…» accennava PinkMonzaemon…mentre
lui
mormorava «…vuole farli
ritrovare…nooo…»
…ricordando Growlmon, che col suo caldo fiato asciugava la
sua
maglietta bagnata…«…Guilmon
è
miiio…non lo cederò a nessuno, mai!! Tanto meno a
lui, IO
PIUTTOSTO LA AMMAZZO!!!»
Le
due Digimon sobbalzarono e nonostante il loro stato di prostrazione si
scambiarono uno sguardo complice. Gli occhi di N’Emo
scivolavano
nella follia «Quella maledetta è una
stupida…l’influenza di mio fratello ha corrotto la
sua
sudicia natura fino a renderla un disgustoso e contorto aborto
mentale!!! MA COME PUO’ ESSERE COSI’ IDIOTA?!! Ha
trovato
un domatore, è così antipatica che nessuno la
osolerebbe
mai come Digimon, e anziché tenerlo stretto con le unghie
con i
denti…» volgendosi di scatto
«…LEI TENTA DI
FAR RIUNIRE I DUE VECCHI AMICI?!! Peggio per lei! Ha scelto la sua via,
ma io non lascerò che un destino infausto la prenda tra le
sue
braccia…io sono un eroe…» ammetteva con
sorriso
tremulo, nel seguitare di quelle occhiate espressive fra le due
«…e come ogni buon protagonista,
anziché lasciare
che sia dimenticata come di certo accadrebbe al ritrovarsi di Takato e
Guilmon…farò in modo…che sia ricordata
eternamente…
…COME
OGNI CADUTO IN BATTAGLIA CHE SI RISPETTI! Questa notte Cindermon
farà la fine di Leomon…
…TUTTE
NELLA MIA OMBRA!»…«PinkMonzaemon, lo
sai? Oggi sei
più carina del
solito.»…«Grazie cara, ho
usato la crema di un Gekomon: lo sai che è quasi il caso di
vincere la
diffidenza?»…«NNNON…?!!!...mi
avete sentito?!»
Ma la sua voce
strideva talmente forte che PinkMonzaemon «Ptsss: dopo te la
passo.» decise che era meglio scivolare nell’ombra,
e la
stessa cosa fece LadyMeramon dopo aver guardato con malinconia
«Uhm…» la tomba e aver notato
«Ah!!» con
stupore il vasetto a terra «Muoviti,
vecchiaccia!!»…«Eeeeccomi…ahhh!»
«Peggio
per te, Cindermon: questa è una sfida!!...»
stringeva
N’Emo un pugno di determinazione, ed i suoi occhi rossastri
straripavano di rabbia…mentre le sue due ombre si passavano
un
tubetto di crema «…non avresti mai dovuto metterti
contro
di me, tu vuoi riunire gli affetti di Takato…? E io
farò
in modo che questi si smembrino fra loro!!» balzando fino a
rimontare sull’aeroplano giocattolo, mettendolo in moto per
poi
sfrecciare a tutto gas…travolgendo in pieno la tomba di
Meramon
che esplose in uno sparpagliarsi di pietre, e stridendo con le ruote a
terra fino a che del cactus e dei pendenti non rimase
nulla…per
poi librarsi in cielo…(fine-canzone)
Presso il
villaggio distrutto, anche Hideki si era attivato per dare una mano e
si stava passando dei mattoni con Ryo, che gli accennò un
sorriso «Anche tu hai deciso di metterti sotto, eh?...fai
bene!
Così almeno…puoi iniziare a imparare qualcosa sui
materiali di cui è composto questo mondo.» ma il
ragazzino
dai respiratori «Oh?» notò che i suoi
genitori
adottivi si stavano scambiando dei commenti «E’
così, e qui c’è poco da fare i
conti.» disse
Mitsuo, e Riley «Intendi dire che il lavoro finora svolto
è inutile?»
Il biondo
uomo si scostò gli occhiali da sole per scrutare il lavoro
serrato di Beelzemon, Cyberdramon, e Snowhitemon, coordinati dalle
istruzioni di Imagomon. Yamaki definì
«E’ meglio
interromperli prima che esauriscano le loro forze: il fascio
sarà pronto per domattina presto, è preferibile
che si
conservino per allora piuttosto che impegnarsi in un’opera
che a
conti fatti…non servirà…» I
Digimon notarono
qualcosa e si arrestarono dal loro operato, e anche i ragazzi che
stavano dando una mano dal basso si volsero verso di loro. Cindermon in
quel momento raggiunse Takato «Oook, eccomi qua: pronta! Che
posso fare? Sì lo so: sono imperdonabile, una nullafacente,
me
ne sono strafregata fino ad ora ma offro la mia parola che avevo buone
ragioni, ooora potete anche usarmi come montacarichi!»
…dietro di lei nascondeva un biglietto, una lettera forse
completa. Ma Takato aprì le braccia
«No…purtroppo
da quel che capisco non se ne fa
niente.»…«Come?! E
lasciamo questi poveri orsetti senza un tetto?! Ah no no no e non si
fa, eh!»…«No, non si tratta di questo:
credo che il
villaggio stia messo troppo male per finire in tempo utile, e per
tutelare i MudFrigimon…»
…Yamaki completò «…ci
trasferiamo in un
altro settore.» Terriermon esclamò
«Cooosa?! E-E non
rischiamo di allontanarci troppo?» ma il biondo esperto di
Digimon spiegò «Stiamo progettando un fascio per
il centro
di smaltimento, il punto di partenza è a questo punto
indifferente.» Rea si infilava un golfino, iniziava a tirare
vento «Forse è la cosa migliore…fra
poco
sarà buio e ci troviamo con un mucchio di famiglie senza
casa…vieni Benji, copriamoci perché si
è alzata
dall’aria fresca.»
Ora
le sfere di polvere volavano più rapida e concitate
«Dove
possiamo sistemare un intero popolo di sfollati?» si chiese
Lopmon, e Kazu illustrò «In effetti Digiworld
è un
po’ ovunque così, a seguito dell’operato
di Sandmon
i villaggi sono per la gran parte distrutti.» Rika si
guardava
con Renamon ma le risposte sembravano scarseggiare. Cindermon fece un
po’ stupita «E così…ce ne
andiamo?» ed
il suo domatore sapeva dirle poco altro, ma a quel punto Ryo
rifletté e propose «…sentite! Mi
è venuta
un’idea!» MarineAngemon volle anticipare
«L’albergo di questa notte?! Quello gestito da
Hagurumon e
Clockmon?» ma Ryo scosse il capo «No,
MarineAngemon, quello
non può andare: già era al completo e coi danni
riportati
dal settore degli orologi figuriamoci, sarà stato preso
d’assalto dai Digimon che avevano casa presso gli ingranaggi:
piuttosto…un altro luogo mi chiedevo se fosse ancora in
piedi e
a quanto pare lo è, se la mappa digitale non è
troppo
arretrata. Vi ricordate? Il castello abbandonato in cui feci conoscenza
col resto del gruppo, dieci anni fa.» Rika
spalancò gli
occhi. Per Kazu e Kenta fu un autentico sussulto «Quello dove
abbiamo sostato?!!»…«Quello sorvegliato
dai
Knightmon!!» mentre Takato vagava assorto tra i ricordi
«…quello…di quella
notte…» Jeri con i
piccoli Digimon si limitò ad alzare lo sguardo verso il
cielo…
«Perché Takato, lo dici in questo modo?»
chiedeva
Cindermon «Che è successo quella
notte?»…«…niente di
importante: ritrovai nel
mio zaino una lettera di mia
madre.»…«Gulp!!»
ma poi il giovane domatore avanzò verso i compagni
«Pensavi di portare i MudFrigimon lì,
Ryo?»…«Perché
no?!»…«Ma
c’entreranno
tutti?»…«E’ abbastanza
spazioso, non ricordi! Saranno…quanti metri quadri? Ah e poi
comunque…anche se non è un albergo possiamo
aiutarli noi
a sistemarsi mentre Yamaki e Rea lavorano sul fascio. E nel caso di
bisogno…si chiede ai Knightmon insomma, un paio fra loro
sono
miei vecchi amici, poi Cyberdramon li
conosce…»…«Buona
idea!» approvò
Takato che poi chiese conferma «Signor Yamaki?»
…mentre Cindermon era rimasta cristallizzata, e lentamente
alzava il suo biglietto «…è
incredibile…è il destino che ritorna!...a-alla
fine ce
l’ho fatta ma non lo sooo se mi è venuta
bene!»
piegando la sua espressione in una lieve e apprensiva pena
«Ma
tanto adesso come previsto si prende, e-eee…si
parteee…non c’è più tempo
per rivederla! Il
dado è tratto…come diceva un grande…?
Chi lo
diceva?!»
Snowhitemon e Beelzemon balzarono dal tetto, e il primo chiese
«Lasciamo il villaggio com’è,
allora?» e
Yamaki definì «Agli obiettivi per un nuovo periodo
di
pace, a Digiworld.»
Tutti
sembrarono concordare, mentre si alzava il vento, facendo danzare le
sfere rosate tra le rovine delle case, come se salutassero da quelle
finestre diroccate. Sorgeva un po’ di malinconia, come nello
sguardo di Hideki, ma che Mitsuo seppe smorzare con
l’espressione
«Adesso quel che ha la priorità è
portare al sicuro
i MudFrigimon, e ultimare la preparazione del fascio.» Ryo si
toccava la nuca, accennando un sorriso «Beh io…non
so se
ho avuto una buona idea…però si sa sa
com’è,
in questi casi…si giocano le carte che si
possiedono!» ma
Yamaki si volse «Tutt’altro Ryo, invece
è stata una
splendida idea, non ci avrei
pensato!»…«Grazie!» rispose
sincero il
ragazzo, e Yamaki «Si vede che sei un esperto domatore,
l’esperienza di dieci anni fa da solo in questo mondo ti ha
offerto un bagaglio di conoscenze…di cui dovrai andare
sempre
orgoglioso.»…«Le sono grato, beh si
è fatto
quel che si è potuto!» Suzie intervenne
«Allora si
parte! Ci prepariamo?»
Jeri
accennò «Torniamo in quel castello,
Takato…»…«Già…»
fece
lui…e si guardavano intensamente, mentre i Digimon fra le
braccia della giovane rosicchiavano alcuni snack «Ti ricordi
che
io…non riuscivo a prendere sonno e mi sono
alzata?»
domandò lei con voce velata, ed il ragazzo fece
l’accenno
di un sorriso «…come no…anche per me
era
difficile.»…«Chissà come lo
troveremo,
sarà cambiato?» ma furono interrotti da Yamaki
«Il
fascio dista non molto da qui ed il suo moto è
circoscritto!» sicché si dovettero rimandare i
discorsi,
per partire al più presto.
Sulla sala del
trono del palazzo reale era calato il buio ed il silenzio. Ci volle
l’introdursi di un grazioso e fuggevole Digignomo, per
illuminare
l’occhio sinistro dell’imponente drago rosso che
attendeva
in solitudine «…dov’è finito
N’Emo…?» mormorò
«…prima
sparisce LadyMeramon, e adesso lui. Che giornata strana, che
cos’ha di speciale?» muovendo qualche passo, che
sollevò il suo scuro mantello mentre il Digignomo svolazzava
attorno «…si respira aria…di
morte…»
L’occhio
di Growlmon, benché lui fosse così grande,
sembrava
cercare sicurezze in quello scenario troppo buio e avido di calore.
Non poteva immaginare
che il ragazzino di cui si stava chiedendo fosse appostato dietro la
colonna, con sguardo vigile e determinato. Le due alleate Digimon erano
alle sue spalle, quando egli mormorò «Bene allora:
siete
pronte?» per poi raccogliere del fango da una ciotola
marchiata
con un teschio tra le mani di LadyMeramon, ed iniziare a cospargersi di
questo, e lo stesso facevano le sue Digimon…
Alle spalle
dell’insicuro Growlmon si apriva una moltitudine di occhi
luminosi, ed il Gotsumon sbucava da dietro la colonna stringendo una
cerbottana nel suo pugno roccioso «Molto bene, sono riuscito
a
reperire un veleno potentissimo: i dati a contatto con questa sostanza
non resistono all’impulso di separarsi, ed ogni creatura da
essi
composta si disgrega! Una freccia avvelenata…è
l’arma dei piccoli…come noi…
…i quali
tuttavia rifiutano categoricamente il pensiero di vivere oppressi! Non
mi importa di perire nella rivolta…» avanzava nel
buio la
tozza creatura rocciosa «…ma non
permetterò ai miei
simili di soccombere all’egemonia di un tiranno, i Digimon
hanno
già sofferto troppe pene!» avvicinando la canna
alla
bocca…
…mentre Growlmon avvertiva una strana sensazione e si
stringeva
il suo mantello. Gli occhi alle sue spalle si dilatavano più
che
mai…
…ma
poi si udirono dei passi. E le tante luci si spensero
«Maledizione! Arriva qualcuno.» definì
il Gotsumon
sgattaiolando dietro la colonna «Non è
più solo e
non posso agire adesso.»
«Sei
tornato!!...» esclamò il drago alla vista del
ragazzino,
il quale però «Ahhhhhh!» si
accasciò a terra
«Che ti è
successo?!»…«Growl…mon…»
I suoi
capelli erano in disordine, i suoi abiti laceri, la sua pelle coperta
di fango e terra «Ma…ma!!» boccheggiava
il drago, ma
udì un distorto lamento
«Aaaaahhhh…»…«Ooouuuhhhh…»
ed alzando lo sguardo vide le due Digimon barcollare
«PinkMonzaemon…LadyMeramon…si
può sapere che
significa, che vi hanno fatto?!!»…«Amico
mio…» tendeva la mano il ragazzino
«Parla,
N’Emo!»…«Growlmon…m-mio
Digimon, non
sai per quanti minuti…ho invocato il tuo nome…da
quell’inferno!»…«…a
cosa ti
riferisci…?!!...» scandì ferrero
Growlmon,
dall’occhio inondato di fuoco…
«Siamo stati
attaccati!!» replicò il ragazzino
«Poooooovera
me…!» faceva LadyMeramon dall’abito
strappato
«Ho dolori dappertutto…» si dimenava
PinkMonzaemon
dal pelo imbrattato di fango «Sono stati i soldati di
Sandmon?!
Spiegamelo!! Sono stati loro, vi hanno visti fuggire e vi hanno
malmenato?!» inveì il Digimon, avvolgendosi nel
mantello
«Ora mi conosceranno!!...sono il SUPREMO di questo palazzo, e
Sandmon soltanto l’ambasciatore!! Come osano scavalcarmi e
muovere un simile comportamento verso i miei subalterni, gliela
farò pagare cara!!»…«No,
aspetta!!...
…stiamo
sbagliando bersaglio,
Growlmon.»…«…cosa…?»
Il drago si
bloccò spalancando l’occhio…
…ed il
ragazzino che lo scrutava con la coda dello sguardo definì
«Non si tratta di Sandmon! Né dei suoi
soldati…» Stupore crescente per
Growlmon…
«A-Ad assalirci
lungo i sentieri di Digiworld…a-ahhh…»
spiegava
N’Emo rialzandosi a fatica «…e a cercare
di
precluderci la fuga per arrivare a te…è
stata…
…quella
Digimon di cui abbiamo inavvertitamente udito le parole, che stavamo
spiando poiché abbiamo creduto che cospirasse contro il
palazzo!! E del resto non ci siamo sbagliati…non si
è mai
arresa…al fatto che non fosse più suo ma ora
appartenesse
a te.» N’Emo celava un sorriso subdolo…
Growlmon si volgeva lentamente e attonito…
«Sto parlando
di…Cindermon…!»…«…ahh!!...cosa,
Cindermon?»…«…proprio di
lei.»
«…Cindermon…» si ripeteva
lentamente il
Digimon, quel nome che gli suscitava molteplici emozioni…
N’Emo si volgeva verso
di lui «Lei è la figlia di Cyclemon!...non ha mai
allontanato le sue unghie affilate dal castello di suo padre, ma se tu
credi che sia devozione familiare quella che la spinge ad agire ti
sbagli di grosso!! O per lo meno…non si tratta della sua
famiglia d’origine.»…«Che cosa
vuoi
dire?!»…«…che lei ti
odia…»
sussurrò…e Growlmon dilatò il suo
occhio «Tu
sei il solo ostacolo per la realizzazione del suo piano che si
esplicita…nel dominio assoluto su Digiworld! E’
una
despota e il suo solo scopo è tiranneggiare tutti i Digimon,
a
oriente e a occidente!!»
Il Gotsumon apprendeva attonito dal suo nascondiglio…
«Ma questo
del resto io lo sapevo già.» ammise il ragazzino.
Growlmon
«Ahhh…» emise un soffio di fuoco e
stupore dalle
fauci, e si avvicino a N’Emo «…cosa
significa che lo
sapevi già? Uhm?! Che cosa sai di lei…che io
ignoro?»…«E va bene, te lo
dirò! Sono
cose…» chinando il capo «…che
ho preferito
tacerti perché credevo che ti avrebbero
ferito!»…«Parla!! Io voglio sapere la
verità
su quella Digimon…»…«Lei non
è sola,
ma è affiancata da qualcuno che ha contribuito a ridurci in
questo stato!! Un domatore di Digimon…estremamente
crudele.»…«Brrrrrrrrr!» fece
PinkMonzaemon, e
LadyMeramon «Aiuuuutoooo…!»
N’Emo
specificò «ADULTO…e per questo
enormemente
ambizioso!» mentre si spezzava il fiato di
Growlmon…nel
ricordo di un giovane che abbracciava la ragazza digitale nella
penombra di un corridoio «Lui chi è?!»
ringhiò il drago, e N’Emo abbassò lo
sguardo
«Il…
…fratello
di
Takato!»…«Ahh!!!»…«Ah
sì, lo so!! D’accordo lo ammetto, me la sono
cercata!! Io
sono stato il primo a volerlo attrarre in una trappola ieri e a tale
scopo ho allestito quella festa illusoria, volevo stanarlo e
farlo…prima che venissi a sapere che il fratello del giovane
a
cui volevi tanto bene…in realtà ti vede come un
fastidioso impedimento per le sue
mire!!»…«Qualcosa
non mi quadra!» affermò il drago avanzando
minacciosamente
«Ieri ti ho sentito chiaramente parlare, e ti ho sentito dire
che
alla festa sarebbe venuto TUO fratello! TUO, e non di
Takato!!»…«M-Ma questo lo sai!
Io…quando sono
solo…
…faccio sempre finta di essere lui! Mi immedesimo nel suo
personaggio…perché lui aveva la tua
stima…e la tua
amicizia…gli attimi in cui non siamo insieme Growlmon sono
gli
unici in cui un ragazzino solitario come me può sognare di
essere un giovane…come tutti gli altri…
…sui cui
capelli…batte il sole
dell’estate…»…«…sui
cui
capelli…CROLLA UNA CASA, NEL
TERREMOTO!»…«Questo non ha
importanza!!...
…è
stato felice nei suoi giorni d’infanzia…ha avuto
un
Digimon…
…meglio
una vita breve in cui si incontra te e si gioca
assieme…piuttosto che vivere cento anni una grigia vita da
adulto: senza un Digimon…
…senza
felicità…»…«Grrr…uhmmm,
ghhhh!!! Qui c’è qualcosa che non torna!!!...
…TAKATO NON HAI MAI AVUTO UN FRATELLO! Lui era fi…
…era
figlio unico…»…«Lascia che ti
spieghi!!» insistette volenteroso il ragazzino «Io
sono suo
cugino, te l’ho detto!! So meglio alcune cose…al
riguardo
della famiglia di Takato. Ecco vedi lui…aveva…un
fratello. U-Un fratello gemello, sì! Gli somigliava molto e
sarebbe stato destinato a diventare domatore, esattamente come lui!
Però Cyclemon, Cyclemon…bioemerse sulla terra
quando
nacquero e li divise! Perché…desiderava un
domatore per
sua figlia: potentissimo…»…dinanzi
all’occhio
dilatato e incredulo del drago rosso screziato di
nero…«Egli è cresciuto su Digiworld,
con gli stessi
insegnamenti di lei! Inseguire il potere…accrescere in modo
incontrollato la potenza, e un giorno regnare sul mondo dei Digimon!
Nakao, il suo nome è Nakao! Il domatore di
Cindermon…»…«…Nakao…(canzone:
Mariah
Carey - Bringin'on the heartbreak)
…!! Ecco allora perché li ho visti assieme in
casa di
Takato!!» esclamò il Digimon. E N’Emo
infierì
«Loro…sono amanti!! Mirano a regnare come un
re…e
una regina! Fanno tutto assieme, complici nella vita così
come
nel loro piano di conquista: non appena la signora Matsuki è
morta tragicamente assieme a suo figlio loro hanno sbattuto fuori di
casa il povero signor Takehiro, a Nakao non importava che fosse suo
padre!! Lui desiderava ardentemente occupare il posto di
Takato…alla fine c’è riuscito, e noi
siamo i
prossimi della lista!! Se non ha avuto scrupoli a sbattere suo padre in
mezzo a una strada quanti riguardi credi avrà con
te…che
eri il Digimon…del fratello che ha sempre invidiato?!...ha
inviato la sua complice…a ripulire il campo, lei
sarà qui
stanotte! Vuole ucciderti Growlmon…»
«Cindermon…» il Digimon la rivedeva nei
ricordi, che
ora apparivano come un inarrestabile vortice di fuoco
“Cindermon…e il fratello di Takato!! Io
l’amo, ma
lei…
…mi ha
tradito!! E si è messa in combutta con
l’uomo…” …di cui
ricordava solo le
mani, strette attorno alla schiena di lei per abbracciarla
“…che ha preso il posto del mio amico!! Che gli ha
rubato
la casa, ha scacciato suo padre, ha distrutto...!!...
…TUTTO IL
MONDO CHE LUI AMAVA!!...e che
amavo…anch’io!!”
«Ho udito una cosa, benché non possa esserne del
tutto
certo…» disse N’Emo avanzando verso il
Digimon che
non riusciva a guardarlo in faccia, fissando piuttosto avanti a
sé con occhio sperduto «…le cause del
terremoto in
cui è perito mio cugino non sono del tutto
accertate…si
dice che sia stata opera dei
Digimon.»…«Uhm?!»
Growlmon sussultò…e N’Emo
strisciò vicino a
lui «Pare che Cyclemon volesse eliminare in anticipo tutti i
possibili oppositori della sua diletta figlia…e del Digimon
Tamer da loro prescelto.»…«…!
No!»…«Se Shaggai non vi avesse divisi
anche tu di
certo saresti finito sotto quelle macerie: l’ho sentita
confabulare…vuol far leva sull’affetto che legava
te e
Takato…
…ti parlerà di lui come se fosse vivo: lei ignora
che io
so tutte queste cose!!»…«Silenzio, ora
questo basta
e avanza!!» ruggì Growlmon, volgendosi di scatto:
un
tremore di collera e sconcerto lo pervadeva «Che venga pure
dunque: esaudisce un mio
desiderio!!»…«Tu…desideri
rivederla…?» chiese N’Emo
stupito…
«…io desidero…
...SGOMINARE TUTTI COLORO…!!!...»
nell’accendersi di
un’aura rossa intensa attorno al suo corpo
«…che
hanno calpestato la memoria di Takato, che gli hanno fatto del male!!
Chi l’ha odiato e fatto soffrire…
…ha fatto lo stesso con meee…» gemette
Growlmon
«Chi è stato suo nemico…
…E’…!!!...mio
nemico…»
N’Emo lo guardò
assorto…dopodiché,
benché ridotto in cattive condizioni nell’aspetto,
raddrizzò la sua schiena «Tu sei che io ho covato
invidia
nei suoi confronti perché ha avuto la vita che io non ho
avuto.
Perché lui ha avuto te…
…ma come spiegarti…» seppur Growlmon
già
sembrasse non ascoltare…catturato dalla visione degli
occhialoni
infranti sul capo del giovane «Takato…resta pur
sempre…un mio parente: non permetterò che gente
malvagia
si faccia beffa di lui. Accetti dunque il mio aiuto?»
estraendo
il suo Digivice nero, anch’esso dall’aspetto
riconducibile
a quelli di dieci anni prima…ma ciò nonostante
sembrava
carico d’energia, come il corpo del Digimon, che richiedeva
«Trasferiscimi…t-tutta l’energia che
possiedi…!!»
«Come desideri…» N’Emo
socchiuse gli occhi
arretrando nel buio…che celava un suo sorrisetto soddisfatto
«Uhmuhmuhmuhm!»
Dall’oscurità fuoriuscì solo la sua
mano candida,
ed il Digivice sprigionò un raggio rosso che
colpì il
drago incappucciato, il quale sussultò
«Uhm!!»
DIGIEVOLUZIONE MATRIX
«GROWLMON
MATRIXDIGIEVOLVEEE…!!!» si
udì nel silenzio della sala del trono…
Il Gotsumon nascosto
dietro la colonna abbassò la cerbottana «E
così si
scanneranno fra loro? Miei alleati, meglio aspettare ad intervenire:
è possibile che la figlia di Cyclemon si sporchi le mani per
noi!»
Nell’oscurità l’energia digitale
sembrava concedere
una coppia di alabarde alle zampe anteriori della creatura, che
acquistava anche un possente collare meccanico…(fine-canzone)
«Mi ero dimenticata di aggiungere una cosa!»
La ragazza il
cui rosso del ciuffo contrastava col grigio delle pareti a circondarla,
faceva scorrere per l’ennesima volta la penna su quel foglio
troppe volte ripiegato.
«Ahahahahahah!» rideva intanto Jeri, nei corridoi
di quel
luogo insolito benché raffinato «E dire
che…quando
ho avvistato per la prima volta Meramon, ho temuto che il nostro
finisse prima di
cominciare!»…«…non posso
negarti di aver pensato lo stesso.» illustrava Takato
muovendosi
a suo agio tra le forme irregolari che componevano l’ambiente
«Sebbene conoscendo le carte e le serie tv avessi riflettuto
sul
fatto che non sempre è un Digimon che si comporta
aggressivamente. Magari lo fa quando è
controllato.»…«L’avevo visto
anch’io in
tv! Ma non mi bastò! Uhm!» scherzò un
poco la
ragazza. Alcuni dei piccoli Digimon le si erano addormentati tra le
braccia. Addolcendo il tono rivelò «Certo, se non
fosse
stato per il nostro Kenta…ci saremmo ripresentati dopo dieci
anni a mani vuote. Non è vero, Kenta?» ed anche
Kazu,
lì presente con per mano alcuni piccoli MudFrigimon,
commentò «Jeri ha ragione Kenta: pensi sempre a
tutto, ma
come fai ad essere così accurato?» Kenta faceva
intanto
segno agli orsi adulti «Da questa parte! Qui dovrebbero
esserci
le vostre stanze. Eh? Cosa dicevi? Oh beh…! Circa la tomba
di
Meramon…» abbassando lo sguardo ed arrossendo un
poco
«Niente di speciale, ma io credo che non ci sia cosa
più
importante nella vita…che ricordare. Ricordare chi ti ha
fatto
del bene, e aiutato ad essere quello che sei oggi. E poi…mi
piace fare questo genere di cose! L’idea del cactus mi
è
venuta pensando al terreno desertico del
settore.»…«Sei stato
fantastico…!»
disse Kazu, e Takato «Anche il fatto di esserti alzato presto
ieri mattina ed averglielo portato da parte nostra è stato
un
pensiero impagabile.»…«Mi ha aiutato
MarineAngemon!
Lei mi ha svegliato quando voi dormivate ancora, e grazie a lei
è stato semplicissimo: un rapido volo, siamo arrivati e poi
siamo tornati!» Kazu gli diede una spinta «Ahhh,
non dirmi
queste cose!! Mi manca la mia Diamon. Chissà quando la
rivedrò…» e sull’eco di
questi discorsi, lo
sguardo di Takato e Jeri spontaneamente si cercava. Ma la ragazza
spezzò con un sorriso «Ahhh, comunque hai ragione
Kenta!
Ricordare…» espresse con occhi sognanti
«…non
c’è cosa che sia più bella, ricordare!
Ne abbiamo
tanto bisogno…è un qualcosa di prezioso. Uhmuhm!
Vero
ragazzi?» abbassando il capo per parlare ai piccoli Digimon
«Ehi!»
…ma gli occhi di Stillymon e degli altri si chiudevano a
poco a
poco…destando un sorriso di tenerezza in Jeri
«…devono essere molto stanchi.» Takato
replicò con dolcezza «Certo, qui potranno riposare
anche
loro. Ah! A proposito, devo aver lasciato lo zaino in
camera…» indicando una porta vicina «Mi
aspettate?
Vi raggiungo subito!» ma Jeri notò oltre questa
«Takato: ma quella non è
Cindermon?»…«Oh?» si
stupì il
giovane…
La ragazza
digitale scrisse le ultime parole «Oook, ora è
fatto
davvero!» …non accorgendosi che Takato la stava
scrutando,
assieme a una dubbiosa Jeri sulla soglia della porta…
Piegò il
foglio «Debbo…sbriiigarmi a ficcarglielo nello
zaino
così non desterà alcun sospetto! Devo fare in
freeetta, o
tutto fa a farsi friggere!»
«Ptsss,
Takato!» mormorò Jeri ma lui
«Shhh!!...» fece
ferreo…sorprendendo la giovane con la volontà di
seguitare a guardare…
«Uhm-uhm-uhmmm!» canticchiò Cindermon,
avvicinandosi
allo zaino bianco e argentato del ragazzo. Le sue mani sciolte e
smaltate di rosso se la cavarono agilmente fra le lampo
«Bene!
Così lui penserà una sola cosa quando
leggerà!» tradendo un istante di esitazione
«Sono
sicura di quello che facciooo…?» con le mani sullo
zaino...istante di esitazione che a sua insaputa condivise con Takato.
Dopodiché lasciò andare lo zaino «Ma
sì,
tanto!!...dopo stanotte, potrebbe essere tutto cambiato!!»
Jeri si volse
spontaneamente verso Takato, come ad esigere ragguagli…ma fu
qualcun altro a chiamarla «Jeri?» tanto che lei si
volse e
si stupì «Oh!...
…Suzie!» La ragazza era di fronte a lei, e seria
in volto
affermò «Credo che noi due dovremmo
parlare.» Jeri
si mostrò in difficoltà, e passandosi la mano tra
i
capelli accennò «…proprio adesso,
Suzie…?»…«Sì,
adesso: è senza
dubbio preferibile.» allontanandosi in un tacito invito a
seguirla, al quale Jeri dovette cedere
«…d’accordo.» non senza
lanciare
un’ultima occhiata a Takato prima di lasciarlo.
A quel punto il
ragazzo, mentre Cindermon «Oooolllà!»
risistemava
un’ultima volta la lampo, si avvicinò
«Cindermon.»…«Ahhh!!...
…Taka…» ma lui «No!...no, ti
prego,
scusa.» tese le mani «Non…arrabbiarti
come
stamattina. Non avevo intenzione di farti paura…ti ho
sorpresa
alle spalle, so che ti dà fastidio. Ero solo venuto qui
per…
…eeero qui per…»
…ma
l’espressione della Digimon, da agghiacciata e impallidita
qual
era, si sciolse a poco a poco in un cordiale sorriso, accompagnato dal
gesto complice di un fuggevole pizzico sulla guancia «Ahhh,
andiamo dai. Tu non devi mai chiedere scusa. E-Ero anch’io
sai
qui peeer…!» con vari gesti svolazzanti delle mani
«No sai hai presente? Cercavo quei biscotti che ci eravamo
portati da casa tu-cioè che IO mi ero portata,
perché tu
sei andato via coi tuoi che…te-te-te!» scontrando
gli
indici per indicare una situazione di conflitto
«Sì…» fece lui passandosi la
mano tra i
capelli, ma lei «Ma nooo, vabbè dai che si
risolve! Hai
presente allora quei biscotti?? Te li ho mostrati ieri a pranzo li
avevo dati a te mi pare! Li tenevi nello zaino: sai
com’è,
mi è sorto un improvviso
appetito.»…«E li hai
trovati?»…«Cosa?!...
…e-e-e, sss---nnn-n-n!»…«Dai!
Te lo faccio
vedere, sono qui!...ehi ma…! Ricordatelo! Se mai per qualche
motivo dovessimo separarci almeno tu saprai dove andare a cercare le
provviste. E’ molto
importante.»…«…perché
mai dovremmo
separarci io e te…?» chiese lei come
improvvisamente
spiazzata, e lui, armeggiando col suo zaino «Chi lo
può
sapere. Però può capitare: una
volta…con Guilmon
è successo. Qua a
Digiworld.»…«Cosa?!»
si stupì Cindermon «Tu e Guilmon…siete
rimasti
divisi?!...vi credevo
inseparabili!»…«Oh, lo
eravamo!» replicò lui lanciandole il tubetto di
biscotti
che lei raccolse automaticamente «Però se non
fossimo
stati in grado di vivere l’uno lontano
dall’altro…
…non saremmo sopravvissuti per questi dieci anni.
Né
io…
…né lui, che mi auguro sia ancora vivo, da
qualche
parte…
…e che mi aspetti…io non ho mai smesso di
aspettare
lui…» Cindermon chinò il capo udite
quelle
parole…che proseguivano
«…però mi auguro
anche che ora ovunque si trovi, sia in grado di arrangiarsi, e di
fronteggiare le avversità. Comunque ho fiducia in
lui.»…«Oh?» La ragazza
alzò lo sguardo.
La voce di Takato sembrava serena, come la sua espressione
«Guilmon è un Digimon…più in
gamba di quanto
si possa pensare. Sono certo che in qualunque caso…lui
riuscirà a cavarsela, ha tutte le carte in regola per dare
da
solo una svolta alla sua vita. Non ha bisogno di
me…»…«…parli di
lui come se non avesse
più…bisogno del suo domatore! E’
strano,
no?!»…«Oh, no,
tutt’altro!» scosse il
capo il ragazzo, ed illustrò con le mani sul suo zaino
«Tutti voi Digimon…prima o poi siete destinati ad
andare
incontro ad un cammino che sia solo vostro, ma è normale che
sia
così, come lo è per noi persone. Voi non siete
nostri
schiavi…né dipendete da noi. Da soli avete tutto
quello
che è sufficiente…
…per risolvere i problemi…agire, reagire,
decidere…
…siete creature piene di risorse. Uno come me non potrebbe
sognare di meglio…che vedere i Digimon che ha amato
costruirsi
una vita propria. Fare delle scelte!...sono certo…che
sarebbero
davvero apprezzabili. Ci sarebbe tanto da
imparare…»
Quelle
parole regalarono una nuova ventata all’animo della Digimon
“Fare delle scelte…
…ce
la possiamo fare anche da soli, Takato lo ha detto! Allora faccio bene
a scegliere in questo modo: anche senza di lui me la posso
cavare!” così si aprì in un sorriso
«…perdonami per stamattina, è che
ero…sflashata! Ecco la parola
giusta.»…«Ahhh,
non fa niente.» le sorrise lui, dicendole «Da parte
tua
c’è sempre da aspettarsi qualche
sorpresa.»…«A-Ah, in senso buono
spero.»
ricambiò il sorriso lei…e lui la
guardò fisso
negli occhi, con sguardo penetrante venato di furbizia «Tu
che
dici…? Sei il mio Digimon…!» ma che poi
si sciolse
in un’occhiata d’affetto «Ti sei tuffata
con me in
questo mondo pericoloso.»…«Beh! Tu
dimentichi che
qui c’è anche casa mia! Non dipingermi come una
santa
adesso perché non è proprio il
caso!»…«Tu una santa??? Ahh, ci
mancherebbe!»
ma poi le prese le mani (canzone: Taylor
Swift - Back to December (acoustic)
) «Cindermon…grazie, tu non sai cos’ha
significato
questo per la mia vita! Se non fosse per te io…non sarei
tornato
ad essere un Digimon Tamer. Non avrei più rivisto
Digiworld…» E lei lo guardava con altrettanto
affetto…
…mentre la luce dei fasci e i raggi del globo carezzavano la
finestra di quell’ampia stanza, dall’arredamento
venato di
antichità. Tutto grigio, un vero e proprio castello in
chiaroscuro, che sembrava tracciato dalla matita di uno stravagante
artista: le forme erano disarmoniche e sproporzionate, ma questo
conferiva un certo fascino all’ambiente. Ed i ragazzi ci si
muovevano con la massima disinvoltura, grazie alla forza concessa loro
dai ricordi. Un Digignomo si appoggiava dolcemente al vetro della
finestra, mentre Takato confessava «…e invece ora
sento
che avevo bisogno di tornare, che non avrei potuto farne a meno. Lo
sai? Dalle profondità di questo antico castello, che gli
anni
sembrano aver lasciato integro e
immutato…io…ritrovo le
mie origini. Il mio animo si ricongiunge col passato, un
passato…legato in modo indissolubile…ai Digimon!
Alle
vostre storie…
…al mondo che vi circonda…»
così
allungò la mano…e le carezzò il viso.
Lei restava
immobile ad attendere che lui terminasse, come una creatura fedele
«…ora…ora capisco meglio Kazu. Lui ha
ritrovato lo
spirito che illumina la sua vita…nel fondo del vostro mondo!
Io
non sono diverso da lui…e sento che a Digiworld i miei
sentimenti mutano, ed io…scopro qualcosa di nuovo e di
speciale.
Cresco, finalmente, ti rendi conto?! Ed è solo merito
tuo…tuo…e di tutti voi, ovviamente, che mi avete
accompagnato, che siete con me! Cresco…dopo anni, che mi
sembrava di rimanere bloccato, imprigionato in un blocco di ghiaccio
come quelli che usava IceDevimon per imprigionare le sue vittime!...non
sentivo di crescere più, sentivo che la mia vita era
prigioniera, ma ora…» sfilandosi la bandana dal
capo…ed adagiandola tra le loro mani unite
«…se il
destino vorrà, sarà la volta buona. Auguriamocelo
almeno!» in un sorriso incerto ma volenteroso, vitale.
Cindermon
se lo guardava con tenerezza…e gli passò la mano
tra i
capelli «…ma dai, vedrai, che
“auguriamocelo”.
Certo che sarà così, potrebbe forse essere
diversamente…?
Naaa…!»…«Oh,
beh…!» alzò le spalle lui con fare un
po’
timido…ma poi tornò a guardarla. E lei a pensare
“Takato…ora non posso permettermi di pensare a
tutto
ciò che mi hai fatto provare, altrimenti…finisce
che non
mi schiodo, e non faccio più quello che ho deciso di fare. E
invece io lo voglio fare, perché è importante. Ma
non mi
interessa, sono serena e sai perché?
Perché…grazie
a quella lettera ho potuto sfogarmi. E vomitarti…tutto
ciò che finora hai rappresentato per me, e che non mi sarei
mai
aspettata! Così, qualora non dovessi tornare da questa
missione…pazza come me, tu avresti un ricordo, una traccia
della
mia presenza e delle mie emozioni: anche se figura la firma di tua
madre, e devi credere che te le abbia espresse lei. Fa lo stesso. Ho
scritto…senza neanche soffermarmi a misurare le parole,
sinceramente non so io stessa cos’abbia detto, da una parte
che
ci sia stata tutta quella fretta…è stato un bene:
almeno
non mi sono messa a pensare. A volte non bisogna mettersi a
pensare.” «Beh allora vuoi mangiarli quei biscotti
o
no?!...guarda che la carta è aperta, poi finisce che si
seccano!
Sai? L’aria di dati può accelerare il
deterioramento dei
cibi, l’ho scoperto dieci anni fa.» Cindermon
sorrise
d’affetto «…e tu cosa non hai scoperto
dieci anni
fa?...
…quell’avventura ha fatto di te una persona
completa, non
te ne serviva un’altra, potevi fermarti ad
allora.»…«Oh…no
davvero!»
replicò il ragazzo con sincera umiltà che evocava
gli
eroi dei cartoni, e scivolava nelle persone in carne ed ossa alle frasi
successive «…la vita è un percorso
complesso, e non
si finisce mai di imparare. Io…come
tutti.»…«…un bambino come
tanti…
…un
ragazzo fra mille, in città: la formula
dell’eroe…in cui tutti si possono
riconoscere.»
Così lo
abbracciò dolcemente…tanto che lui
provò qualcosa
di inaspettato «…!
Cindermon…» Sembrava un
celato timore «…sembra quasi…che tu mi
stia
salutando!»…«Ahah! Naaa, ma che ti viene
in mente!
Solo perché…gnam! Vado a farmi…una
sgranocchiata
di biscotti là fuori al fresco tu pensi che io voglia
abbandonarti? Sta attento Takato Matsuki, non ti libererai facilmente
di questa pazza, io ti ho avvertito!» e rifilandogli uno
sguardo
furbo, si allontanò dalla stanza. Per poi sussurrargli
«…ciao Takato.» fra sé
all’ultimo
sguardo sull’uscio…per chiudersi la porta alle
spalle e
prendere un respiro profondo. Riaprire gli occhi…
…e dirsi «Andiamo.» per non venir meno a
quella
decisione.
Takato riascoltò assorto la sua voce “…un bambino come
tanti…
…un ragazzo fra mille, in città: la formula
dell’eroe…in cui tutti si possono riconoscere.”
«…o forse…
…semplicemente me stesso. Con i miei dubbi e le mie
sicurezze. I
miei timori…e le mie speranze. Io sono soltanto un uomo. Non
è a un eroe che ti sei affiancata,
Cindermon…»
sedendo sul letto, presso lo zaino…
Fu allora che
lei si rese conto «Oh!» che le era rimasta la sua
bandana
nella mano.
Takato decise
così di aprire il suo zaino…ed estrarre quel
biglietto
che l’aveva vista infilare…(fine-canzone)
«Caro Takato…»
lesse il ragazzo, ma poi «Oh!...figlio…mio…?!»
furono queste parole a stupirlo.
…intanto, Suzie chiudeva la porta delle cucine del castello
«Suzie…posso immaginare quello che tu abbia da
dirmi.» disse Jeri, continuando «Solo che adesso
non potrei
darti le risposte che cerchi, devi perdonarmi! E’
che…sono
molto stanca, è stata una giornata massacrante e avrei solo
bisogno di poggiare la testa sul cuscino e dormire! Magari
domani.» ma l’altra si volse più che
determinata
«Esigo una spiegazione!!» tanto da spezzare il
fiato di
Jeri «Te la farai passare la voglia di dormire, che io anche
se
volessi non potrei invocare!! Con mio fratello in quelle condizioni non
so sinceramente neanche come tu possa farcela a
dormire!!»...«Suzie…» Jeri si
passava la mano
tra i capelli con aria stanca, ma la sedicenne compagna inveiva
«Ma a quanto pare non è poi tanto difficile per
te, sei
abituata a spegnere la luce e chiudere gli occhi anche quando sai che
gli altri stanno soffrendo a causa di inganni da te
architettati!»…«Calma!...non devi
giudicarmi.»…«Non ti giudico ma voglio
la
verità! Voglio che tu mi dica come hai fatto ad essere
così vigliacca e a prenderti gioco di Mako in quel modo!! Di
lui…E DI
ME…!»…«No, un attimo! Io non
ti ho mai ingannata!» camminò la ragazza per la
stanza,
con passo visibilmente agitato. Si accese una sigaretta «Le
faccende attinenti al rapporto fra me e Mako riguardavano solo me, la
mia vita, non capisco che cosa c’entri
tu!»…«Mi hai detto che lo
amavi!!» insistette
Suzie alle sue spalle «Per tutto questo tempo non hai fatto
che
raccontarmi di un amore…falso, inventato: non appena ne hai
avuto l’occasione l’hai ferito irrimediabilmente!
Il vostro
matrimonio è saltato perché lui ha scoperto che
tu gli
mentivi!»…«No: il nostro matrimonio
è saltato
perché Beelzemon è arrivato
all’improvviso e mi ha
rapita!»…«Per portarti a
Digiworld!!...per farti un
favore e per farlo al suo domatore!»…«Al
suo
ex-domatore!»…«Mako resterà
sempre il
domatore di Beelzemon!» Suzie puntò il dito contro
Jeri
«E tu non puoi pretendere di separare due amici come loro,
Mako
ha atteso quanto noi, e avrebbe desiderato tanto di essere al tuo
posto, adesso!!»…«Ma a quanto pare ne ha
scelto un
altro di molto più prestigio: è tra i nostri
nemici, nel
caso non l’avessi visto
bene!»…«L’ho
visto molto bene, credimi!!» sottolineò Suzie con
sguardo
consapevole e penetrante, che Jeri si impegnava a fronteggiare
benché in realtà stentasse a riuscirci
«Non potrei
mai dimenticare uno spettacolo come quello a cui ho assistito
stamattina…
…perché io lo amo, Jeri! E questo tu
l’hai sempre
saputo!»…«Sì, ma ho sempre
saputo altrettanto
che il tuo non è un sentimento corrisposto.» Suzie
inasprì lo sguardo «Cosa vogliamo farci Suzie?
E’
così, e adesso è inutile nasconderlo, abbiamo
sempre
saputo che benché tu provassi dei sentimenti per lui Mako
non
contraccambiava, questo ti rende automaticamente estranea a tutte le
vicissitudini della tua vita, per cui mi domando perché sei
qui
a chiedermi spiegazioni, sono fatti nostri.» ma
l’altra la
afferrò per la spalla e la costrinse a guardarla in faccia
«Guarda che il fatto che ti chiedo spiegazioni è
la tua
fortuna! Avrei potuto mandarti al diavolo dopo che mi hai pugnalata
alle spalle in questo modo ma io nonostante tutto sono qui, a
insistere, a cercare di scoprire se c’è una
ragione che ti
ha spinta a un atto così basso e squallido nei confronti di
un
ragazzo innocente, perché Mako lo era!!...se tu non
l’avessi ingannato ora non sarebbe passato al nemico. Jeri,
perché?! Io credevo che tu fossi mia amica! Spiegami che
cosa ho
mai fatto per meritarmi che tu avessi questo comportamento con
me!!» Jeri si volse di nuovo…
…e
avanzando tra il fumo liberato dalla sua sigaretta, vagò nei
suoi pensieri con altera espressione…
(canzone: Laura
Pausini - Mi dispiace (strumentale) ) «…come
tu sai non è stato facile giungere alla decisione di
scriverti
questa lettera. Ma alla fine, nonostante…tutto quello che
è successo fra noi, nonostante gli attriti e le
divergenze…ho deciso di prendere il coraggio e
compiere…per la seconda volta quel passo audace che
è
avvicinarmi a te.» …erano
parole che Takato
leggeva attonito, e che lo spingevano a sedersi sul letto a forza,
poiché come un fiume travolgevano il suo animo. Nella sua
immaginazione, la voce di sua madre, conosciuta da una
vita…sfumava magicamente in quella in poco tempo
così
familiare, di Cindermon «Tu
forse non te ne sei mai accorto, ma il coraggio mi caratterizza: questo
mi ha permesso di fronteggiare la sfida di metterti al mondo.»
…mentre
Cindermon smontava agilmente da un fascio teletrasportante e subito si
tuffava in un altro che passava rapido, nello scendere della notte su
Digiworld…
«…e
così ogni giorno ricomincio, è un nuovo
rimettersi in
discussione, un nuovo rivedere le proprie abilità: e
scoprire se
sono adeguata. Ma a me sta bene così. Fa parte del mio
dovere.
Io sono…»
…e sulla terra, la signora Mie si affacciava alla camera
vuota
del figlio «…una
madre.»
Sguardo più appenato di dieci anni prima, e più
esitazione ad entrare ma la stessa tenerezza una volta che il coraggio
è arrivato, nell’avanzare verso quel letto in
ordine,
adagiando la mano sul pigiama «…chissà
se Cynthia
gli ha già fatto avere la lettera da parte
mia…»
Lo
sconforto minacciava di insorgere minaccioso…mentre cullate
dall’aria digitale echeggiavano quelle parole «E
per una come me è normale lottare ogni giorno, scostarsi il
sudore dalla fronte. E sorridere, alla fine, anche se sembra che
borbotta. Ma in fondo al suo cuore scoppia di felicità,
perché sa di aver rivolto sul mondo una
luce…scaturita
dalla vita di quello che è e resterà sempre suo
figlio,
la sua creatura! Un ragazzo che mai niente…e nessuno
potrà sostituire…
…per quanto è speciale.»
La mano di
Takato, inondata di emozione, si adagiava a carezzare la carta di
quella lettera.
Mentre sua
madre Mie tirava via di scatto il pigiama e se lo portava al viso,
riversandovi lacrime e singhiozzi di tutta una vita. Takehiro attendeva
dietro la porta della stanza, nel buio che faceva scuro il suo volto, e
che ora ospitava i due disegni che egli alzava: tracciati dalla stessa
mano, il ragazzino dai capelli neri…ed il ragazzo dai
capelli
più chiari…fino a che le sue mani non piegarono
entrambi
i fogli in un gesto che non si capiva se fosse di frustrazione o
tenerezza, ma che alla fine pur ciancicandoli li univa assieme in un
unico cartoccio…
«Molto bene…» il dito pallido di
N’Emo
carezzava il suo Digivice nero vecchio stile. La sua voce tremava
d’emozione «Quando lei
arriverà…noi saremo
pronti ad accoglierla…
…ti senti bene?!»
«…attendo…
….come te.» scandì un’enorme
creatura avvolta
nel buio, che veniva perforato dalla luce rossa di un solo occhio.
Il
ragazzino assottigliava lo sguardo “Perfetto, sono riuscito a
persuaderlo con quella menzogna: finalmente i due Digimon di Takato
lotteranno faccia a faccia!!”
Il
respiro della creatura era quieto e solenne, come se attendesse una
visita dal suo destino.
“Presente Vs Passato…ed io sarò
l’arbitro!!” pensava N’Emo “Se
riuscirò
a surclassare Cindermon, Takato non avrà più
alcun
Digimon con cui rubarmi Guilmon, glielo porterò via!! E
così lui resterà senza presente e senza passato!!
Ed io
avrò ottenuto la mia vendetta…
…stasera niente deve andare storto…lei non ha
speranze.” volgendosi verso l’essere
dall’occhio
luminoso “E’ una Digimon da sola, mentre noi siamo
un
domatore e un Digimon!! E’ una battaglia impari…e
Guilmon
è potentissimo ora che ha raggiunto finalmente il livello
evoluto!!”
«Io
non te l’ho detto mai. Perché…?
Beh…tralasciando spiegazioni inutili mi limito solo a dire
che
è molto complesso, il nostro ruolo. Noi
siamo…tutto, e
alla fine nostro malgrado talvolta ci ritroviamo a un passo
dall’essere niente. Aria, puf, evanescenti!»
e gli occhi di Takato si velavano di sentimento «Siamo un…mix
fra…angeli custodi, guardiani protettori. Grilli parlanti,
voci della coscienza!...
…fate…quando vi fate male, per curarvi le ferite
con un
tocco magico…
…unicorni quando vi occorre sognare, ma noi, in fondo, siamo
esseri fatti di carne. Come voi. Ci scorre del sangue nelle vene, e a
volte capita…benché sembri strano
immaginandoci…
…sempre accessoriati, pieni di risorse...
…che non bastiamo a noi stessi. Ma questo un figlio lo
scopre,
quando diventa adulto. E’ a questo che serve la crescita. Io
so
che apprenderlo forse è stato…la causa della tua
infelicità. Scoprire che non ero perfetta, ben
diversa…dalla creatura dei tuoi sogni. Così
diversa tanto
da far pensare che la delicata storia di una lettera a un bambino di
undici anni in un mondo sconosciuto, scivoli in un epilogo triste e
malinconico. Ma ora voglio sorprenderti, figlio mio, con quella che
forse è la mia ultima favola di madre, di un periodo felice:
ma
ha il vantaggio che dura per sempre…e ti
accompagnerà
lungo la strada.»
Un fascio
sbalzava Cindermon sull’orlo di un dirupo
«A-A-Ahhhh!!!» la ragazza si aggrappò
malamente,
rocce staccandosi piovvero nel vuoto. Ma un fascio isolato attendeva
sull’altra sponda del precipizio sicché lei
«No! Mi
sfugge! Acc-dev-devo raggiungerloooooo!» tanto
armeggiò
che tirò fuori un rampino. In cielo passava un Digimon
meccanico
dall’aria mite, che ad un tratto «Ouhp!»
si
sentì agganciato da qualcosa: lei lo aveva arpionato, e lo
usò per «Aaaaaaaaaaaaaahhhhhhhh!!!»
…tuffarsi nel vuoto, saldamente aggrappata alla corda che
però…si spezzò
«Ahhhhh!!» ma
atterrò su altri Digi-uccelli, che siccome la riportavano
indietrò, li usò come ponte «Ohp! Ohp!
Ohp!
Ohp!» per attraversare il baratro e alla fine atterrare in
posa
ginnica…non senza il rischio di inciampare
«A-Ahhh!!» a un passo dal fascio nel quale poi
balzò
«E ohp!...ahahah!» completando eroicamente
l’ardua
impresa.
«Voglio
confessarti…che man mano che cresci, quando la mattina mi
sveglio io…
…resto abbagliata…da quanto sei incredibilmente
bello! Ti
guardo e quasi non mi sembra vero che tu sia proprio quello che
chiamavo “Takato” pensando che
era…semplicemente mio
figlio! Tu mi hai stupito: mi hai preso in contropiede, è
per
questo che sono così impacciata. Perché ti vedo e
mi
sembri così incredibilmente pieno di qualità!
Così
coraggioso, così grande, strabiliante, che!...a
volte…
…io temo tu possa dimenticarmi. Io sono solo
un’umile
persona…
…una donna…come tante, che lavora in un
panificio, si
impasta le mani con la farina e a volte le va tutta nei capelli!»
…mentre Cindermon si guardava le mani sporcatesi
per
l’attrito e se le spolverava, scrollandosi anche il
ciuffo…per poi contemplare dinanzi ai suoi occhi…
…l’innalzarsi del palazzo reale, casa sua, che
guardò con profonda malinconia mista a tenerezza,
poiché
nella notte di Digiworld con tutti i problemi che c’erano
sembrava più cupa di un tempo, quando si festeggiava e i
fuochi
esplodevano in cielo…ma nonostante tutto decise di avanzare
«…tu
invece hai dei
capelli…splendidi! Degli occhi grandi e meravigliosi. Un
corpo
agile e fantastico! Mi chiedo, ma posso averti fatto realmente io? E a
volte mi rispondo che c’è un equivoco,
perché non
saresti mai potuto uscir fuori così bello da un disastro
come me!»
…ed il ragazzo pronunciava incredulo
«Cindermon…» carezzando la lettera per
poi leggere
ancora «E’
per questo che
a volte faccio la scontrosa: per paura…credimi, unicamente
per
paura. Perché non sono alla tua altezza e me ne rendo conto,
e
so che un giorno tu apparterrai a qualcun altro. Andrai incontro alla
tua vita, e io ne sono felice ma razionalmente: perché se
dovessi ascoltare il mio cuore…io ti vorrei tutto per me.
Per
sempre. Questo…
…spiega tante cose, Takato.»
Cindermon avanzava, senza rimpianti. Si volse per un attimo verso il
cielo di Digiworld ma non per paura, forse per un rispettoso saluto.
Poi riprese a salire i gradini che l’avrebbero condotta al
portone…
Takato balzava in piedi «Cindermon queste
sono…!!...
…queste sono…le tue
parole…?»
…premendosi lentamente la lettera sul cuore, con mani
tremanti
«E’ questo quello…che pensi di
me?»
precipitandosi alla finestra della stanza, cercandola ai piedi del
castello. E non trovandola, uscendo di corsa, precipitandosi
giù
dalle scale. Si incrociò con Ryo
«Takato!» e Kazu
«Che succede?!»…«Cindermon, ho
bisogno di
Cindermon, l’avete vista?!» Ryo propose
«Non è
andata…?» e Kazu più tempestivo
«L’ho
vista uscire!»…«Grazie
mille!!» e corse
lasciandoli un po’ stupiti.
Emerse sotto le stelle della notte digitale, ma i suoi grandi occhi la
cercavano e lei non c’era «Cindermon!!...
…CINDERMOOON!!!»
Si
spezzava il suo fiato…e si chiedeva dove potesse essere la
sua
amica digitale…(fine-canzone)
Nel frattempo…
«Non ho voglia di fare questi
discorsi.»…«Che
cosa?!» sussultava Suzie «Per te è tutto
a posto,
liquidì così la nostra amicizia?! Non ti importa
niente
del fatto che in tutti questi anni…a-abbiamo parlato come
due
sorelle, io ti ho confidato di tutti i miei amori! I miei timori, le
mie insicurezze ed i miei sogni, e tu?!! Tutti quei ridondanti discorsi
sugli ABITI DA SPOOOSA, le tue favole interiori, immaginare il gran
giorno e l’abito bianco, quando scopro…che erano
tutte
menzogne!! Che l’unica cosa che per te ha valore è
il
conto in banca!!»…«Senti, io non
sopporto che mi
venga fatta la predica da una ragazza ricca e viziata!! Che ha sempre
avuto tutto!!» scattò improvvisamente Jeri in un
moto di
risentimento «A cui bastava…schioccare le dita,
così, perché il papà le scaricasse
addosso ogni
cosa che non aveva neanche fatto in tempo a desiderare, tanto che non
potendo più sognare di avere altro ha iniziato a comprare
senza
più coordinazione e controllo, prosciugando il patrimonio
familiare perché a lei, i soldi, devono ancora spiegare che
cosa
siano!!»…«Ah!» Suzie
inarcò lo sguardo,
attonito e ferito «E’
questa…l’opinione che tu
hai di me?! Pensi davvero che io…sia questo schifo di
persona?!»…«…sei sempre stata
un’immatura, una bambina…n-non hai mai avuto
neanche
l’idea più pallida…di quali sono i veri
problemi
della vita!!» gemeva di rabbia la giovane dai capelli
castani,
che si scrollò in un gesto convulso scandendo
«Devi ancora
pulirti quella bocca sporca di latte…e vieni a criticare me,
per
le mie scelte, quando non hai idea…di quanto siano
costate!!» Suzie respirava affannosamente, scuoteva il capo
ma
nonostante tutto il suo sguardo era fermo «Non posso
crederci…in tutti questi anni tu hai pensato questo e non me
lo
hai mai detto, l’hai sempre mascherato dietro…quel
fare da
amica!! Quando tu sai perfettamente…perché te
l’ho
detto io…che tutto questo non mi ha mai, mai reso felice!!...
…è vero!...» ammetteva Suzie a denti
stretti ma
tenendo alta la testa «Sono stata una
ragazza…benestante,
a cui i genitori non hanno mai fatto mancare nulla! Cosa posso farci,
è così! Mio padre ha sempre occupato una buona
posizione
in ambito professionale, e i miei fratelli altrettanto…e
forse
è vero che mi sono comportata da immatura e spesso non ho
dato
valore al denaro però tu lo sai!...lo sai…che io
agivo in
quel modo, se facevo acquisti incontrollati era per ricolmare la mia
solitudine, la solitudine che mi avevano lasciato i Digimon e il loro
abbandono!! La mancanza di quei tempi felici che stava corrodendo
lentamente la mia famiglia, e che i soldi non avrebbero mai potuto in
alcun modo
colmare!!!»…«PERCHE’ SEI UNA
STUPIDA! Perché non hai saputo accontentarti di quello che
hai,
se io avessi avuto la vita che hai avuto
tu…!!»…«CHE COSA?! Andiamo,
dillo, continua!!
Che cosa avresti fatto, te ne saresti infischiata dei Digimon, avresti
dimenticato il passato?!» Parole che spiazzarono la ragazza a
cui
erano dirette «Rispondi Jeri! Ti sarebbe bastato? Il conto in
banca della mia famiglia arrivava a coprire il prezzo con cui si
dà via un pacco di ricordi preziosi come il nostro?!
E’
questo che stai cercando di
dirmi?!»…«Ahhh!»…«Io
mi rifiuto
di pensarlo…
…noi due
abbiamo avuto la stessa sorte, condiviso lo stesso dolore,
Jeri!!»…«NON PARAGONARE LA TUA
SITUAZIONE ALLA MIA!
Il mio Digimon…è morto, è morto!!!
Mentre la tua
te la scarrozzi in braccio da quando l’hai rivista aprendo
quella
maledetta porta!!» Suzie era sempre più sconvolta
«Non può essere!!...significa…che non
sei stata
realmente felice del fatto che ho ritrovato Lopmon, che mi sono
ricongiunta con la mia amica, ti ha dato
fastidio?!!»…«A darmi
fastidio…
…è
ogni cosa, OGNI COSA!!» espresse Jeri, con occhi traboccanti
di
rabbia «Ogni vostra ricongiunzione con i vostri amici del
passato, QUELLA DI CIASCUNO DI VOI!! I-Io…non
potrò mai
più avere quella gioia, Leomon è morto,
è morto
dieci anni fa per mano di quel…m-miserabile che mi si
è
messo alle calcagna!! Ma tanto anche se diventasse il Digimon
più grande, e più potente che esista io non
riuscirei mai
a perdonarlo per ciò che ha fatto!! Lui ha ucciso Leomon, e
mi
ha tagliato fuori dal gioco del ritorno dei Digimon, dopo che per dieci
anni…ho condotto una vita da pezzente, dovendo tagliare
persino
sulla spesa, dovendo infilare in bocca…del cibo di seconda
categoria, comprato nei supermercati più economici!! E
indossando nient’altro che stracci, mentre tutti gli altri,
quelli come te, crescevano indossando capi alla moda!! Hai idea, hai
un’idea solo vaga di cosa possa voler dire non riuscire a
chiudere occhio per pensare a come risolvere il problema...di tuo padre
che non riesce a lavorare?!! Una ragazza dovrebbe pensare…ai
suoi sogni, e addormentarsi dolcemente anziché stentare a
credere che nella spesa del giorno dopo riuscirà a farci
rientrare anche la cena! Hai mai sofferto problemi simili?! Nooo, tu
vivi in un pianeta scintillante, distante dal mio traboccante di
fango!! Sei cresciuta come una principessina delle favole fino a che
non è giunta la carrozza dinanzi al tuo portone, e ti ha
portata
a Digiworld!!»…«Io sono qui a
Digiworld…
…p-per salvare mio fratello!!» esclamò
Suzie
disperata «Non per un gioco, non perché mi sto
divertendo,
a differenza tua che sembra che abbia dimenticato che mentre siamo qui
a dire STUPIDAGGINI Henry è nelle mani di chissà
quali
Digimon perversi, e rischia la vita!!» (canzone: Claudio
Baglioni - In un'altra vita)
Lacrime sgorgavano dai suoi occhi «Sembra che non ti importi
niente, Jeri!! Sembra quasi che ci provi gusto, quando invece Henry era
tuo amico, è venuto a Digiworld con te la prima volta ed
eravate
nella stessa stanza a dormire, proprio in questo castello!! Possibile
che tu sia così insensibile?!! Allora io lo chiedo a te!!
Hai
idea, hai idea di cosa voglia dire osservare la persona…a
cui
sei più legata e con cui credi di non avere segreti perdere
lentamente la stabilità mentale?! Vedere…che non
è
più quello di una volta, accorgerti che ti nasconde le cose,
non
essere più sicura!...
…s-se il sorriso che ti sta facendo è sincero, se
è ancora lui oppure...» tendendo le mani nel vuoto
«…avvertire…c-che le sue mani sono
fredde e
tremano, sognare di fare qualcosa mai sei una ragazzina e nessuno ti
dà ascolto, tuo padre e tua madre dicono che non puoi capire
e
se provi a telefonare ai tuoi fratelli sono sempre impegnati!! Allora
vorresti…r-risvegliarti come fosse stato solo un incubo e
trovare accanto la tua amica d’infanzia, e tuo fratello
ragazzino
come il suo Digimon, che ti prendono in giro
perché…s-sei
una dormigliona ma invece è TARDI, per scherzi del genere!!
“Siamo cresciuti”…e non
c’è nessuno
accanto a te e tu non sei abbastanza, non vali abbastanza per
accogliere i suoi sfoghi, lo vedi che si distrugge fino a
scoprire…» portandosi le mani al capo
«…cose
sconvolgenti, QUESTA E’ STATA LA MIA VITA!! Ti sembra forse
che
tutto ciò sia bello?!! Benché tentassi non
riuscivo a
divertirmi, non potevo pensare all’amore!! In Mako sognavo di
trovare…un compagno fedele che mi scaldasse la mano e mi
sussurrasse parole rassicuranti come quel fratello maggiore che non
avevo più, così come a lui mancava sua sorella,
perché era andata in convento!! Sognavo che potessimo
ritrovarci…perché la mia vita altrimenti era
piena
soltanto di dolore, e di sofferenza!!» afferrando e scuotendo
Jeri per la spalla «Non puoi permetterti di dire che per te
è stato diverso, TUTTI ABBIAMO SOFFERTO COME
TE!»…«LASCIAMI!! Non ti permettere! SEI
UNA
RAMMOLLITA!!...ecco perché sei stata infelice,
perché sei
una debole!! Se avessi avuto un carattere più forte ti
saresti
fatta rivelare la verità da tuo fratello, e di sicuro
avresti
risolto i tuoi problemi! Cercavi sicurezza in un altro
perché
non ti basti da sola, sei come una ragazzina da
svezzare!!»…«Non ti permetto di
calpestare quella
che è stata la mia vita, ha avuto lo stesso una
dignità!!»…«No, tu non hai
avuto
dignità Suzie: hai avuto fortuna! Solo fortuna, la fortuna
di
crescere in un ventre di vacca e di ritrovare la tua Digimon sana come
un pesce!! Tu e quella…SDOLCINATA, se lo volete sapere mi
date
la nausea!!! NON POSSO VEDERVI APPICCICATE IN QUEL MODO L’UNA
ALL’ALTRA!!»…«STA
ZITTA!!»…«AHHH!!» Suzie la
afferrò per
i capelli «Ti permetto di dire di me quello che vuoi ma
Lopmon
lasciala stare, non azzardarti a parlarne male!! Ahhh!!»
anche
Jeri si aggrappò a lei…
Takato era
rimasto fuori e udì le loro grida «Ah!»
Così
si volse di scatto verso il castello, e rientrò senza
perdere
tempo…
Suzie e Jeri si
accapigliavano «M-Maledetta…s-sei una traditrice!!
Una
vigliacca!!»…«A-Ahhh!! S-Sei una
ragazzina…incapace e stupida! Ahhh!» quando il
ragazzo
proruppe nella stanza «Jeri! Suzie!!...
…per
l’amor del cielo ma che state facendo?!»
separandole
all’istante «Ma siete impazzite?!!»
Suzie si ritirò
ed appoggiandosi al lavandino versò lacrime sconsolate.
Jeri invece si
aggrappò a lui «Takatooo…!!»
e scoppiò
in un pianto di rotto «Jeri!...cosa è
successo?!»
chiese lui attonito, e poiché lei non glielo spiegava
guardò l’altra «Suzie,
insomma?!!» e Suzie
boccheggiò «Takato…! Lei…
…lei…» ma Jeri esplose
«Avanti, dillooo!!!
Brutta ipocrita, che cosa aspetti, DIGLI TUTTO!!» tanto che
Suzie
non resistette «Lei…C-CI ODIA, ED HA FASTIDIO DEL
FATTO
CHE CI SIAMO RITROVATI COI DIGIMON!» Jeri infierì
«SI’, E’ VEROOO!!!» al punto
che Takato la
teneva a stento per quanto si dimenava
«Jeri!!»…«NON CE LA FACCIO
PIU’!!
Vedervi felici e determinati mi provoca il voltastomaco, non vi
sopporto, NON SOPPORTO LA VOSTRA AMICIZIA!! N-Non riesco a tollerare
che ciascuno di voi abbia ottenuto ciò che ho sempre voluto
e
non è mai arrivato, vi INVIDIO fino al punto che se potessi
farvi sparire tutti eccome se lo
farei!!»…«Insomma
Jeri calmati, basta adesso!!» esclamò Takato
«Smettila di dire queste cose, non sei in te!!»
fissandola
negli occhi…ma lei strinse i suoi nel prorompere di un
pianto
travolgente, che le spinse il capo sulla spalla del
ragazzo…mentre Suzie scostava lo sguardo, piangendo
amaramente
anche lei…
…in quegli
stessi istanti i passi di Cindermon solcavano l’ingresso che
aveva percorso al contrario per giungere sulla terra, ed i suoi occhi
si smarrivano ingenuamente nel buio «…che cosa
è
successo alla mia casa…?»
Il silenzio era
piombato fra quelle colonne, a terra tracce di battaglia e nessuno ad
accoglierla.
«Possibile…che non ci sia nessuno? Se i soldati
nemici
l’hanno assediata le loro truppe dovrebbero schierarsi al mio
arrivo, come mai mi fanno entrare liberamente? E se
fosse…una
trappola…?»
Quel pensiero la
intimorì…e la spinse a guardare quella bandana
rossa che
le era rimasta tra le mani fino a decidere di legarsela sul capo
«…uhm!»
…ignara del
ragazzino e della creatura che la osservavano dal buio di un soppalco
«Uhmuhmuhmuhm…» sogghignava
N’Emo. E chi era
dietro di lui disse «Ho dato ordine ai soldati di fare
spazio:
lei è una mia ospite personale…devo riceverla con
tutti
gli onori…»
Il suo occhio
rosso la inquadrava come un mirino…mentre lei sospirava
«…mamma dammi la forza…» per
poi procedere
pur cosciente del pericolo che si annidava in un luogo tanto
familiare…
I singhiozzi di Jeri
erano incessanti «E’-E’ finita,
Takato…»…«Cosa?! Come ti
viene in mente,
Jeri, perché dici che è finita?!»
prendendole il
capo tra le mani…mentre Suzie li osservava con sguardo
rattristato…
«Perché
ora mi hai vista!! Mi hai vista per quello che
sono!»…«…non dire
sciocchezze! E’ stato
solo un brutto momento, come li abbiamo
tutti!»…«No,
no!! In realtà non è così
semplice…!!» insisteva lei, mentre lui faceva un
chiaro e
ferreo accenno con gli occhi a Suzie, lasciandole intendere che il
momento era delicato e di lasciar fare a lui, sicché la
ragazza
gli lasciò spontaneamente il campo e corse via non
resistendo al
pianto.
Takato si
sforzava a sorreggerle il capo e a farsi guardare «Ma certo
che
è semplice!...prendi
quest’acqua…»…«Nooo!»…«Andiamo!»
replicava lui con ferma dolcezza «…un sorso alla
volta…
…me lo disse
Cindermon, sai? “Come la vita…un sorso alla
volta…”» mentre l’agitatissima
ragazza si
apprestava gradualmente a bere «…è
successo anche a
me tante volte.»…«Ahhh, i-i bambini, i
piccoli
Digimon, mi hanno sentita?!»…«Come? No,
ma non
stanno a
dormire?»…«E-E…Beelzemon, era
da
queste parti?!»…«Sta calma!...ci sono
soltanto
io!»…«Ohhh…Takato, e questo
è
sufficiente!! Già
basta!!»…«Perché
dici questo?!»…«Perché tu mi
hai sentito, non
dovevi, e io non volevo!! Ora sei informato...al completo su di me! Sai
che ho ingannato Mako, volevo sposarlo per
interesse!»...«Di questo…mi pare che
abbiamo
già parlato.» replicò lui serio
«Ma ora sai
anche che ho maltrattato Suzie!! Che sono livida di invidia,
che…!!...sono piena d’odio persino verso i miei
compagni!»…«No, io so solo che
ora…sei
sconvolta! Non pensavi realmente quello che hai
detto!»…«Ah sì invece
è quello che
penso!! E per questo non potrai far altro che odiarmi, e disprezzarmi a
tua volta!!»…«…non ti
disprezzo, Jeri, per
favore…cerca di
ragionare!»…«La nostra
amicizia…è-è finita,
Takato!!» gridò
lei disperata, gettandosi su di lui che chiuse gli occhi e le
carezzò il capo «No…non è
finito
niente.»…«E io ci tenevo, è
questo che non
sopporto!! CHE IO CI TENEVO!!»…«Ci tieni
ancora: e
ci tengo anch’io perché niente è
finito. Non
è…finito niente perché io continuo a
volerti bene!
Su coraggio…
…calma, non è successo niente. Ci sono qua
io…»
La carezzava in modo protettivo…
…e
lei con le sue unghie lunghe si aggrappava alla sua schiena quasi
facendogli male «Takatooo…!!» (fine-canzone)
Un Digignomo nel
buio irradiò pacatamente il volto di una ragazza dagli occhi
azzurri e i lineamenti regolari, con il capo avvolto in una bandana
rossa «Papà…sorellina: si sente la
vostra
mancanza…» disse, e poi accolse la luminosa
creatura sul
suo dito per poterlo usare a mo’ di torcia e distinguere
«Ah!» un imponente figura che occupava il trono,
avvolta
nella silenziosa cupezza del suo manto scuro…dal quale sul
bracciolo spuntava una zampa artigliata, rossa e dalle striature nere
«E’ lui…» disse Cindermon con
un filo di voce
«Non ci sono dubbi…»…mentre
quel solo occhio
rosso calibrava la precisione della sua
mira…«…”Guilmon”…
…il Supremo Guilmon, il leggendario Guilmon…
…l’amico di Takato…»
avanzando di un passo,
nel volare via del Digignomo «…non è
come dei
piccoli spettatori possono immaginarselo…» ma
deglutì pesantemente…e decise di proseguire. A
poco a
poco…un fuoco nasceva sulle lanterne ai lati della sala, e
permetteva alle immagini di essere più nitide. Cindermon si
fermò alla distanza dal trono presso la quale si
inginocchiano i
sudditi…e cercò di scrutare qualcosa nel suo
volto,
ancora adombrato…(canzone: Taylor
Swift - Back to December (acoustic)
) forse la traccia di quelle avventure di cui aveva tanto sentito
parlare: storie di sorrisi e lacrime, di sole e d’azzurro del
cielo, e di risate al panificio quando all’interno di quella
buia
sala sembrava soffiare un vento gelido, che scuoteva il fuoco sulle
torce. Ma Cindermon dall’incertezza acquistò
contegno,
respirò profondamente, e parlò «Supremo
Guilmon?!» raddrizzando la sua postura, conformemente al suo
ruolo «Sono la principessa Cindermon!...la figlia di
Cyclemon.
Voi avete occupato illegittimamente la casa che spetta a mio padre, e a
mia sorella! Ma in questo momento non sono qui per rivendicare le
nostre appartenenze, vengo in pace!! Ci sono…delle questioni
estremamente urgenti da discutere, e che ci riguardano entrambi!
Legando noi due…più ancora di quanto abbia fatto
questo
palazzo!»
Nessuna
risposta dalla creatura...ma soltanto il fitto monitoraggio tramite il
suo occhio, che avanzava e retrocedeva come un monocolo…
«Ehm, ehm…» Cindermon si
schiarì appena la
voce, mormorò fra sé «Bando ai giri di
parole…» e pronunciò «Takato
Matsuki!»
…destando lo spalancarsi dell’occhio del
Digimon…
«E’
tornato ad essere un Digimon Tamer ed è tornato a Digiworld!
E’ qui…perché sta cercando voi
anzi…!...
…perché sta cercando te: non ho motivo di
adottare un
tono formale con chi mi ha preceduto! La sottoscritta è
diventata la sua Digimon, ma solo temporaneamente, in onore ad un
accordo affinché Takato tornasse a combattere al fianco dei
suoi
compagni a seguito del ritorno dei Digimon sulla terra!...
…lui ti
aspetta!!» affermò Cindermon stringendo un pugno
di
decisione «Ti considera il suo migliore amico…ed
è
cresciuto conservando premurosamente il ricordo di te…come
si fa
con un gioiello prezioso. Ora che ti ho detto questo, tu mi
seguirai?!...
…tornerai
da Takato? Abbandonerai la mia casa che hai occupato ingiustamente per
riunirti a lui, e fare in modo che tutto torni come una volta?!...
…io sono
disposta a portarti da lui e a cederti il mio posto! Tu cosa
rispondi?!»
Un lungo attimo di silenzio che sembrò
interminabile…
…poi «Mah, non so: questo dipende. E’
un’eventualità da considerare.»
«Ahhh!»
Parole che furono come una doccia gelida sulla principessa con la
bandana rossa «C-Cosa…?» “E
questo
sarebbe…un amico? Una creatura così
fedele…che si
sogna per dieci anni di rincontrare? Per la cui nostalgia si
soffre…durante tutta una crescita?”
La
creatura sul trono sogghignava
«Uhmuhmuhm…»
…e Cindermon si stringeva su se stessa, come se iniziasse ad
avere freddo “Qualcuno…che risponde in questo
modo?!!
E’ per una creatura così che Takato…
…è
passato attraverso tutte le sue sofferenze, continuando a sperare?! Per
qualcuno che parla di rincontrarlo come…un’eventualità…da
considerare…???!...
…non ci
capisco più niente…” scuotendo il capo
incredula…mentre la creatura lentamente, pesantemente ma
inesorabilmente si alzava dal suo trono, lasciando che il manto nero
scorresse e vestisse la sua maestosità. Lo sguardo di
Cindermon
si era fatto più acceso, di sfida, così come la
sua
postura «Non hai…nient’altro da dire?!...
…troppi
impegni ti impediscono di incontrarti con il tuo vecchio
domatore?!...guarda che lui ti aspetta! Per lui…non si
tratta di
un’eventualità ma di un sogno meraviglioso,
questa…è una cosa
seria!»…«…di
questo non ne dubito.» replicò la creatura con una
strana
naturalezza, aggiungendo «Conosco Takato e se il
tempo…e
gli eventi…non l’hanno cambiato dovrebbe
desiderare di
rincontrarmi.» Cindermon era sempre più attonita
«Ti
lascia…così indifferente?!...
…io non
ti capisco, credo…che non puoi essere tu! Devi essere di
certo
un altro Digimon, dev’esserci stato un
equivoco!»…«Uhmuhmuhmuhm…»
sembrava
divertirsi l’essere, mentre lei era sempre più
spiazzata
«Insomma Takato non ti ha mai scordato, l’ho visto
io!!
E’-E’ impossibile farlo smettere di pensare a te!
Sei la
cosa…più preziosa che ha ricevuto nella sua vita
mentre
per te lui…che cos’è, un ricordo
lontano, per
caso?! Hai trovato occupazioni più interessanti, ti ha preso
tanto la scalata al successo che ti sei…dimenticato di lui?!
E’ un remoto ricordo d’infanzia?! BEH…
…in
tal caso…basta che tu me lo dica,
Guilmon…»
piegandosi lentamente ed affinando l’ostilità
della sua
posa «…e noi giriamo i tacchi per sempre, me lo
tengo per
me!! Facciamo vita…in proprio. Non ci servi tu!»
L’occhio si assottigliò.
Anche il tono di lei
«Io ero venuta solo ad avvisarti…ma fatti
dire…che
sei davvero…una delusione: un’ENORME delusione
rispetto a
quello che ci si poteva aspettare di te!! Io non so chi tu sia e come
ragioni ma resta il fatto…che facevo bene ad aver repulsione
della tua figura: in tutta cordialità tu mi fai schifo,
Guilmon!
E anzi…in questo caso…RIVOGLIO ANCHE IL MIO
PALAZZO, e
subito…»…«Andiamo, non ti
scaldare
tanto.»…«Cosa?!»…«Se
il problema
è Takato…io ho deciso che lo andrò a
trovare.»
La creatura
avanzò, e Cindermon si irrigidì
«Però devi
capirmi, Cindermon…non è per cattiva
volontà se
finora non l’ho ancora fatto. Ma è per conoscenza,
perché so quello che Takato avrebbe voluto da me.»
Cindermon piegò il suo sguardo, piuttosto scettica
«…INVADERE…un palazzo, diventare
POTEEENTE,
tirannico?!»…«…no. Non mi
riferisco a questo.
Ciò è venuto con sé. Takato avrebbe di
certo
voluto che vivessi in modo diverso, ma ciò che avrebbe a
tutti
gli effetti preteso, e su cui io ho cercato di esaudirlo, era che io
vivessi. Comunque.»
La ragazza
digitale stringeva i suoi occhi, non comprendeva il significato di
quelle parole (fine-canzone)
«Per questo non
posso andare a trovarlo. Anche se Dio sa quanto avrei voluto. Tuttavia
capisco la tua intenzione di avvicinarmi a lui e non è detto
che
non si possa fare…
…però…» affinando
l’occhio in uno
sguardo sottile e tagliente, ed accingendosi lento ad avanzare sotto la
luce «…perché ciò
sia…tu dovrai
dimostrarti abbastanza forte
per…»…«Ah!»…«…per
riuscire a spedirmi nel luogo dove il mio antico domatore mi
aspetta!!»…«Ah!...ma cosa
dici?!»…«So che lo desideri ma sappi che
non ti
sarà così facile!» Si caricava di
energia: in
evidente intenzione di combattere
«Guilmon!!»…«No, perdonami: io
nella forma
attuale non sono Guilmon. Quando raggiungo il livello evoluto io mi
chiamo…
…WarGrowlmon…!!» scandì
tenebroso, ma le
torce si accesero illuminando la sua sagoma.
Cindermon spalancò la bocca.
Di fronte
a lei un possente drago rosso e nero bardato da un’armatura
meccanica che gli conferiva una coppia di cannoni sul torace, e
alabarde alla terminazione delle braccia. Dalla sua corazza si
estendeva una sottile e agile coda metallica e benché la sua
mole fosse notevole, i suoi passi sembravano rapidi e le sue movenze
decise «Preparati ad assaggiare la mia digievoluzione Matrix:
a
noi due Cindermon!» (canzone: Kylie
Minogue - Please stay)
«Aspetta, che fai, SEI MATTO?!! Vuoi metterti a combattere
contro
di me?!!» esclamò stridulamente Cindermon
«SIAMO I
DUE DIGIMON DI TAKATO! Soltanto una mente…c-completamente
BACATA
potrebbe sognarsi di scatenare un bagno di sangue fra noi
due!!»
mentre WarGrowlmon si avvicinava in fretta «Io
punirò
chiunque sia intenzionato a profanare la memoria di Takato, e tu e il
tuo alleato umano rassegnatevi: siete i primi della
lista!»…«IL MIO ALLEATO UMANOOO?!!! M-Ma
io sono la
Digimon di TAKATO, l-la pe-la persona di cui stiamo parlando
è
la stess-»…«SILENZIO!!...Takato
è in cielo,
solo un Digimon fra noi due può raggiungerlo! E
benché
voglia così tanto essere con lui ora CI SPEDIRO’
TE!!»…«Ahh!»…«Energia plutonica!!!»
emettendo un portentoso getto d’energia rossa dai suoi
cannoni
frontali «AAAHHH!!!» Cindermon si gettò
a terra per
evitare il colpo, ma vide l’energia disgregare tutto il
pavimento
del lungo corridoio «Uhmuhmuhm!» avanzava rapido ma
tranquillo l’insidioso Digimon «Inizia la caccia:
non mi
sfuggirai…! Ora questo palazzo è MIO!! CONOSCO
OGNI SUO
ANGOLO ANCOR MEGLIO DI TE!»…«Oh mio
Dio!»
gemeva la Digimon a terra «I-In che guaio mi sono cacciata!
D-Doveva essere soltanto un cucciolo, me l’avevano descritto
come
un Digimon buono e mansueto invece questo è un pazzo
sanguinario: E’ ESATTAMENTE COME TAKATO, possibile debba
sempre
ripetersi lo stesso equivocooo?!!!»
Ma la
giovane ignorava che dietro al trono qualcuno rideva di lei
«Uhmuhmuhm! Povera Cindermon: questo si ottiene nel mettersi
contro me. Nel ficcare il naso…nel passato quando
è morto
e sepolto!!» sibilava N’Emo stringendo un Digivice
carico
di energia.
Cindermon
scattò in procinto di rialzarsi «Ha la testa piena
di
balzanità, qualcuno deve averlo intontito di cialtronerie ma
ora
se non mi difendo in qualche modo…questo…mi
ammazzaaa!!!» balzando in piedi, mentre WarGrowlmon estendeva
e
ritraeva il monocolo che aveva realmente applicato all’occhio
«Allora…Cindermon! E’ vero quello che si
dice, che
sei coraggiosa? Perché non lo
sperimentiamo!»…«Pfff!» la
ragazza si
pulì la bocca, e reagì determinata «Ti
accontento
subito! Brace
d’autunno!»
ma l’avversario scivolò ed evitò il
vortice di
foglie infuocate «Ah!! Si muove a velocità
fulminea!»…«Energia…»…«Ah!!»
Cindermon sobbalzò trovandoselo alle spalle
«…plutonica!!»…«Ahhh!!»
sicché dovette di nuovo buttarsi a terra, sotto
l’ironia
dell’essere «Quanto ancora credi di continuare
così?
Ahahahahah!»…«Dannazione, è a
livello
evoluto!...
…ed io senza Takato non posso digievolvere!...
…non
posso arrendermi così come se niente fosse, SONO IN CASA
MIA! Combo spezza-fiato!
Arrrghhh!!!» Cindermon caricò mani e piedi di
tutta la forza che aveva.
Il colosso
semi-meccanico che aveva di fronte sorrise ironicamente, quando lei si
gettò su di lui «Prendi questo!!...
…questo-questo-questo-quest---TO!»…«Tutto
qui…?» chiese lui che non si era scomposto di un
millimetro dinanzi a quella raffica di colpi «Ahhh!!
LASCIAMI!!» gridò lei quando si sentì
sollevare da
lui che la afferrò per gli abiti «Una vera
delusione, con
una principessa così debole Digiworld quali speranze
potrà mai avere? Faccio bene a preoccuparmi del suo
mantenimento!» scaraventandola a terra «A-Ah!
Ahhh!»
Cindermon
rimbalzò a più riprese. WarGrowlmon
illustrò
«Una volta che tu e il tuo amichetto sarete fuori dai piedi
istituirò una grande riforma, e finalmente ripiegheremo
sull’unica modalità comprensibile per le teste
dure che
popolano un pianeta: IL TERRORE…» ma la ragazza si
rialzava con sforzo, e con sguardo determinato «C-Che razza
di
bestia sei diventato?!»…«Uhm?»
la guardava lui
dall’alto in basso «Hai perso tutto il tuo valore,
la tua
nobiltà?!...
…Takato mi ha detto che eri un combattente
valoroso…dietro la tua facciata innocente e
dolce…C-CHE
FINE HA FATTO QUEL DIGIMON?! SPIACCICATO TRA LE PAGINE DI UN LIBRO DI
RICORDI?!»…«Ti sbagli: quel Digimon
è sempre
presente. E’ uno spirito! Come il suo antico domatore, e
mentre
lui veglia sulla terra…
…il
sottoscritto si occupa di Digiworld: io lo renderò il mondo
che
Takato avrebbe sognato, un mondo di pace e di giustizia!! Ogni inganno,
frode o misfatto sarà istantaneamente liquefatto dalla
potenza
dei miei cannoni: tutti i colpevoli saranno severamente puniti fino a
che non esisterà più NESSUNO!!...capace di
mancare di
rispetto ai ricordi!!» emettendo un altro flusso dai cannoni
che
«AHHH!!!» Cindermon schivò per un
pelo…riprendendo fiato con stento e preoccupazione
«Mi ero
illuso che tu potessi essere una Digimon dai valorosi intenti e invece
scopro che noi sei altro che una squallida mercenaria che si
è
concessa come una poco di buono a un volgare
terrestre!»…«C-Che cosa
dici?!!» si
rialzò di scatto la ragazza «MA TU SEI IMPAZZITO!!
Chi ti
ha raccontato tutte queste
fesserie?!!»…«Pensa a
difenderti!»…«AHHH!!!» dovette
scansarsi lei
quando lui le piombò addosso in un lampo, minacciando di
falciarla con le alabarde «Ahhh!...
…ahhh!!
Smettila!» i colpi divennero una pioggia incessante
«Basta,
che cosa ti passa per la testa?! Takato non avrebbe mai
volut…TAKATO NON VUOLE QUESTO! P-Per quale diavolo di motivo
parli al passato di lui?!»…«Grrr, TAKATO
E’ UN
BAMBINO!»
Dal monocolo di
WarGrowlmon piovevano lacrime «Egli resterà per
sempre un
bambino amante dei Digimon e sognatore di un futuro di
pace!»…«Che diavolo dici, Takato
è cresciuto,
è quasi un uomo ormai!! Ha nuovi sogni, non che abbia
dimenticato i Digimon! Non che non voglia più la pace, ma
non
è un fantasma eternizzato nelle foto e nei ricordi!! D-DI
QUALE
DIAVOLO DI TAKATO PARLI?! TU HAI SCAMBIATO
PERSONA!!»…«TACI, MALEDETTAAA!!!...
…per te è
finita!»…«A-Ahhh!»
N’Emo
faceva capolino dal trono, osservando lo scontro col fiato
sospeso…
«B-Brace
d’autu…»
ma le poche foglie sprigionate caddero miseramente scontrandosi con
l’alabarda del nemico «Non hai ancora capito che i
tuoi
trucchetti non possono nulla contro di me…?»
La combattente
dilatava i suoi occhi “E’ inutile, non ho speranze
nello
scontro diretto, il mio livello intermedio non potrebbe mai far fronte
a un Digimon di livello evoluto: se voglio svangarla
devo…scappare! E cercare un’altra maniera per
neutralizzarlo!!” e così tentò:
balzò in
piedi «E ora che
fai?!»…«Ahh!...prendimi se ci
riesci!!» lanciandosi nel buio corridoio del palazzo in una
corsa
fulminea.
«Scappi?!! SEI DAVVERO
UNA VIGLIACCA!» ma N’Emo sbucò
«WarGrowlmon,
prendila!»…«Uh?»…«Non
deve
scappare: Cindermon rappresenta una minaccia per il nostro regno ed il
tuo posto di Supremo, non dimenticare che è la scendiletto
del
fratello di Takato!» sicché, pur non contento di
ricevere
un ordine, l’essere sfrecciò
all’inseguimento della
ragazza «Uhmuhmuhm…
…la
distruggerà…» meditò il
ragazzino fra
sé.
Ma non si
accorgeva del Gotsumon che sbucava da dietro la colonna, e non aveva
ancora riposto la cerbottana «Attenti miei prodi, non
è
ancora il momento di abbassare la guardia: la situazione non
è
iniziata nel migliore dei modi e se andrà avanti
così, la
figlia di Cyclemon non riuscirà ad eliminare il Supremo. In
tal
caso dovremmo farlo noi!»
Quegli occhi luminosi non lasciavano mai il buio alle sue spalle (fine-canzone)
Mentre gli occhi di Takato
non abbandonavano Jeri, che sorseggiava lentamente un bicchiere
d’acqua nella cucina del castello in chiaroscuro…
«…ebbene…sì, meditavo di
sposare Mako
esclusivamente per interesse…!» sibilava la
ragazza con
uno sguardo di risentimento perso verso un orizzonte indefinito.
L’amico accanto a lei la osservava con pena mentre non
smetteva
di raccontare «Mi sono avvicinata a lui lavorandolo per mezzo
di…uhm, lusinghe…
…moine da
ragazza innocente…» mimando il tutto con un
sorriso
ironico e avvelenato d’amarezza, ondeggiando quel bicchiere
d’acqua come si trattasse di vino
«…c’è
cascato subito come uno stupido, del resto era quello che avevo
programmato, assieme a mio padre. Ma era stata mia l’idea
principale…! Uhm!...non mi importava che si sarebbe potuto
innamorare anzi DOVEVA…innamorarsi di me. Così
tutto
sarebbe stato più semplice e rapido: ci saremmo sposati e io
avrei messo le mani sul succulento conto in banca della sua famiglia,
ahahahahah!...ahhh…» scivolando dalla
risata…in un
gemito di pena prossimo al pianto, sorreggendosi la fronte. E rivelando
«Non ho mai avuto niente…! I problemi economici
della mia
famiglia sono un gorgo senza fineee…!!...» per poi
riacquistare risentimento l’istante dopo «Per
questo ho
sempre provato un enorme fastidio nel vederlo con tutti quei soldi,
sì, un enorme fastidio! Provavo gusto a rigirarmelo in
quella
maniera, la consideravo la mia vendetta…per il fatto di
esser
stato più fortunato di me…e quando ci saremmo
sposati…» accennando un sorriso, nello stupore
crescente
di Takato «…sarebbe stato peggio: gli avrei fatto
perdere
la testa con mille capricci fino al momento in cui non
l’avrebbero dovuto internare in manicomio!!
Ahah…però io sarei divenuta la proprietaria
assoluta
della sua impresa e di tutti i suoi averi, no? Non lo trovi
incredibilmente divertente, Takato? Uhmuhmuhmuhmuhm!» in
un’inquietante reminiscenza della sua birichina risata di
bambina, di cui Takato si rese conto, e questo conferì
cupezza
alla sua espressione «Ahahahah!...caro…amico di
infanzia,
ma pensa, la tua Jeri…ahah, la tua amica…ah,
ricca
sì! Come una principessa…!»
accompagnandosi con
gesti enfatici, sempre sul sottile filo che divide una tirannica
soddisfazione da un pianto contrito «…e furba come
una
volpe…ahahah!...ahhh…» ma lui si
inginocchiò
ai piedi della sua sedia e le carezzò i capelli
«Ci hai
già spiegato quello che è successo, noi abbiamo
capito,
non è più necessario: hai cercato di ingannare
Mako.
Volevi i suoi soldi. Lo so! Io assieme agli altri ti abbiamo detto che
ormai è acqua passata, non fa
niente!»…«Ahah!
Ma non mi fai i complimenti? Non noti come sono
astuta…?»…«Jeri…io
noto soltanto che
ora tu stai male. Stai soffrendo, per questo dici queste
cose!»…«Ihmf!! Quando Beelzemon mi ha
portata via a
forza l’ho odiato, per aver mandato all’aria il mio
matrimonio!!» incattivendo
l’espressione…per poi
addolcirla subito dopo «Però, al
contempo…benché possa sembrare
strano…io…l’ho amato…e
l’ho visto
come…il Digimon più caro e fedele che possa
esistere,
perché mi aveva portata a Digiworld, dove desideravo tanto
andare…!...» e dunque incupirsi di nuovo
«Ma qui
tutti sono migliori di me e io non posso sopportarlo!!»
stringendo il bicchiere con la sua mano smaltata
«Perché
se ho voluto allestire quel matrimonio, e se volevo raggiungere ogni
traguardo che mi ero prefissata, era per essere la migliore, la prima
in tutto! Sì, io voglio sempre essere la prima in
tutto…»…«Jeri…»…«Non
sopporto che qualcuno mi superi e mi scavalchi, io dopo quello che mi
è successo mi sento!!...ahhh!...in diritto di essere sopra a
tutti, di scavalcare chiunque osi sfidarmi! Mmmm…»
gemette, chinando il capo mentre lui la stringeva «Jeri!
Jeri…devi stare calma…te ne
prego…»…«Takatooo…io
ho maltrattato
Suzie, le ho detto
cose…terribili!»…«…avanti…sono
sicuro che Suzie ha capito. Tu non volevi dirle quelle
cose.»…«OH SI’ CERTO CHE
VOLEVO INVECE!!
Perché, tu credi che non sia vero forse?! Pensi che non sia
vero
che vi invidio tutti, che VIVO invidiando?! E desiderando
ciò
che non è mio, ciò che non posso
raggiungere?!»…«Io so che quando si
soffre, quando
si sta male…!!...si diventa altre persone rispetto a quelli
che
siamo!!»
La ragazza emise
un debole lamento…ed appoggiò il viso sulla
spalla di
lui, che spiegava «Io…con i miei genitori ho fatto
questo
ed anche molto di peggio. Prima di andare a Digiworld sono finito
persino…a ricattare mio padre, una cosa che non avrei
creduto
mai conforme con la mia natura, io mi credevo…buono. E
invece
capisco che tutti noi, anche il più mansueto
all’apparenza
può mutare…in una creatura aggressiva quando
viene
sopraffatto dalle sofferenze. E’ normale così,
bisogna
accettarlo.»…«Ed io…?...
…s-sono
forse una disgraziata, una vittima…della perversione, della
crudeltà?!! No…io sono una ragazza come tutte le
altre!
D-Dopo tutto…è vero, anche se abbiamo avuto
problemi
economici il cibo…n-non mi è mai mancato, se vivo
logorata dall’invidia è perché lo
voglio,
perché lo sento, perché io sono
così!»…«No!»…«Sì
invece, Takato!! Io sono cattiva!!» scandiva la ragazza,
fissandolo negli occhi con sguardo attonito «Sono una persona
cattiva!!...una ragazza crudele…e manipolatrice, Takato
salvati
da me finché sei in
tempo.»…«Per favore:
smettila di dire queste cose. Te lo chiedo…per
me!»…«E invece…io
è per te che parlo:
ti metto sull’avviso…così che tu non
faccia la fine
di quel povero idiota di Mako. Uhmf!...lui ormai è
affondato,
hai visto che fine ha fatto? L’ho fatto
passare…dalla
parte del nemico con il mio simpatico scherzo, al sapore di dolcetti
che…neanche preparavo ma che compravo di nascosto fingendomi
una
fidanzatina…
…ahhh…STUCCHEVOLMENTE LEGGIADRA…come
tutte le
ragazze brave in cucina quando io invece provo un odio smisurato per i
fornelli, e per gli abiti da sposa, per i ricami femminili e per tutto
ciò che compone un mondo romantico e idilliaco!!»
Takato la fissava con
una rattristata tenerezza, e tendeva la mano per accarezzarla senza
però osare toccarla…perché avvertiva
che le
avrebbe dato fastidio…mentre lei scandiva
«…non
l’ho mai amato…
…come non ho
mai amato nessuno.» Takato dilatò gli
occhi…e
seguitava a udire «Io non ho mai provato altro
che…ribrezzo e repulsione per…tutti coloro che ho
avvicinato durante la crescita, dal primo all’ultimo, nessuno
escluso.» Il ragazzo si sfiorò le labbra,
esaminando per
la prima volta sotto una luce diversa moltissimi ricordi, mentre lei
«Ma certo, è così! Prima che tu me lo
chieda…ti rispondo…
…tutte le volte che io ho finto di star vivendo un amore
delicato, una passioncella consona alla mia
età…mentivo
senza ritegno! Desideravo…non essere da meno di tutte le
ragazze
che lo facevano realmente. Mi davo la testa al muro
intanto…per
chiedere al cielo la risposta al perché mi aveva dato un
cuore
così freddo e gelido tanto da non poter provare amore!! Ma
soltanto…
…aridità…e
amarezza…»…«…avresti…
…dovuto dirmelo. Almeno la testa ce la saremmo sbattuta in
due…in tutti questi anni. Jeri…» e
provò a
prenderle la mano, ma lei la tirò via «No,
lasciami!!»
Lui
sembrò ferito da quel gesto…ma le intenzioni di
lei si
mostrarono diverse dall’apparenza «Credi
forse…che
non potrei fare del male anche a te? Pfff, ma se te ne ho
già
fatto un quantitativo abissale in tutti questi anni, quando tu mi hai
persino salvato la vita!» Lui cercò di spiegare
con calma
«Jeri…questo non c’entra: eravamo
bambini e
poi…è un discorso separato! Tu non devi essermi
grata,
l’ho fatto…perché lo volevo, e basta. E
spero…» aggiunse più piano
«…anche
se…
…la
tua vita futura non è stata poi così felice, da
quello
che mi dici…che tu…
…dopo tutto…non ce l’abbia con me per
aver fatto
quel gesto…ma ne sia contenta lo stesso. Non dico grata,
grata
no. La gratitudine non si porta in queste cose.
Però…contenta. Forse ora non puoi
esserlo…ma un
giorno forse…»
Gli occhi di Jeri si velarono di lacrime (canzone: Laura
Pausini - You are) «Sarebbe bello tornare ad
allora…
…a quando ero prigioniera nel D-Reaper e a te…
…bastava ascoltare il tuo cuore…per capire che
quelli che
mi assomigliavano pur essendo crudeli erano solo cloni!...e che io,
nella vita reale, non ero così
malvagia…»
asciugandosi gli occhi col braccio, che lui prese con affetto
«Ma
questo io lo so…!»…«No,
smettila! Come fai a
saperlo?! Io sono qui e puoi farmi analizzare da un esperto, se credi!
E’ il mio vero aspetto, sono la vera Jeri!
L’immagine che
tu potevi avere di me…
…è sfumata!»…«Ma
no, te l’ho
detto! Come posso fare a spiegartelo…?
Io…» e
avrebbe voluto sfiorarla, ma non lo faceva perché a ogni
accenno
lei sembrava ritirarsi «…so che il tuo percorso
non
è stato facile, come quello di tutti noi. A volte ne avevo
il
sospetto, ma poi!...lo mettevo da parte perché pensavo fosse
un
modo per illudermi. Ma ora tu me ne dai la conferma. Jeri, tu hai
sofferto e soffri ancora!» Lei piegò il capo e
versò lacrime, mentre Takato descriveva «Non
è vero
che ci sono tutti quei sentimenti cattivi nel tuo cuore, è
solo
che…sei sopraffatta dall’ansia, dalla paura! Senti
freddo…e questo mondo, attorno a te…risveglia
antichi
fantasmi.»…«…sììì…sì,
è vero!» appoggiò il gomito sul tavolo
reggendosi
la testa con la mano, e pianse, mentre Takato a poco a poco le sfiorava
il braccio «Tu temi…temi che l’essere
qui di nuovo
provochi il ripetersi della tragedia! Temi di rimanere
sola…la
forza crescente dei nostri nemici ti spaventa e vedendo Mako con loro
ti sembra…di raccogliere i risultati delle tue azioni, senti
un’ombra oscura incombere sul tuo destino! Se a questo
aggiungiamo…anche le paure e i sensi di colpa di Beelzemon,
il
tuo Digimon, a cui hai assistito…tutto ciò si
trasforma
in una bomba a orologeria, credimi l’ho provato
anch’io! So
cosa significa essere sopraffatti dai problemi…»
arrivando
ad abbracciarla, per riscaldarla «I rapporti fra i miei
genitori,
la salute di mia madre, le bollette, la casa e la…loro
opinione
di me! E tutto si sommava alla nostalgia per Guilmon e per…
…per chi avrei voluto vicino in quel momento…del
mio
passato…comunque questo è per dirti che alle
volte la
notte questi fantasmi sembravano congiungersi come Digimon e dare vita
a una creatura…immensa, oscura e che fa paura anche a un
adulto,
non solo a un bambino!» Jeri gli rivolse uno sguardo ora
ingenuo,
e lui la scrutò con premura «Ho tremato per tanti
notti…e risvegliandomi ogni mattina sono cresciuto un
po’,
giorno dopo giorno. Ma so che quando la notte ritorna, e quel Digimon
terribile…
…che sono i problemi e i dispiaceri…
…si
riaffaccia ai piedi del nostro letto, non possiamo far altro
che…stringere i denti, scavare con le unghie nella terra,
emettere un grido soffocato e…strizzare il nostro cuore fino
a
fargli uscire…gli aculei per difendersi! In questa vita ci
è chiesto…
…di
diventare violenti e aggressivi, per sopravvivere: quei due bambini
innocenti che eravamo il giorno che ti portai in salvo non sono ben
accetti, nel mondo che ci circonda.» Da quella frase Jeri si
sentì compresa, e ciò accrebbe la sua commozione.
«Però dobbiamo
andare avanti, Jeri…non è giusto farli
estromettere in
questo modo, dobbiamo continuare ad essere quei bambini di allora fino
a che il mondo non si sarà rassegnato ad accettare la nostra
presenza. Non è facile. Ma io penso che tutto
inizi…nel
perdonare i nostri sbagli.»…«Takato
aiutami, ti
prego!!...
…mi sento tanto
confusa, sto tanto male!!» si gettò lei nel suo
abbraccio,
e lui la strinse. Chiuse gli occhi e riversò tutto il suo
affetto «Io sono qui…non temere…ci
sarò
sempre per te.» carezzandole i capelli «Devi aver
cura di
te!»…«Io a volte…vorrei solo
scomparire!»…«Non devi, non devi
permettere
un’altra volta all’insicurezza di prevalere su di
te! Come
allora…devi cercare di illuminarla, grazie alla luce nel tuo
cuore.»…«La luce…nel mio
cuore…?» chiese quel volto di ragazza piangente e
bisognoso di sicurezze, e lui le sfiorò i capelli
«Ma
certo, Jeri, ma
certo…»…«I-Io…c-che
cosa devo fare?! Devo chiedere perdono a Suzie?! Io ora non
saprei…c-cosa dirle, come
parlarle!»…«No,
adesso no!» si premurò Takato, spiegando
«E’
presto…la ferita è ancora calda, si rischia di
peggiorare
la situazione: va a dormire…sei molto stanca, domani si
vedrà! Forse salveremo Henry…ma tu devi
riposare…»…«Sì.
Sì!»
replicò lei quasi contenta di quelle attenzioni, alzandosi
lentamente dalla sedia «H-Hai ragione, sono molto stanca,
ho…bisogno…di dormire!
Ora…prenderò una
delle mie pasticche…così…mi
addormenterò…più
facilmente!» Lo guardava e
gli sorrideva grata, e lui annuiva mormorando
«…brava
Jeri…noi per qualsiasi cosa siamo nelle stanze attorno. Non
farti scrupolo a
chiamarmi!»…«Ora…a-andrò
in camera
mia, v-voglio vedere…se i piccoli Digimon…si sono
addormentati.
Takato!»…«Sì?»
Con la mano
sulla maniglia lei gli chiese «Tu non
sei…arrabbiato con
me, vero?» Lui replicò con pazienza e affetto
«Ma
no, Jeri, cosa dici.»…«Sono
sempre…quella
bambina per te…?» chiese con tanta delicatezza,
come se si
trattasse di una cosa importante e preziosa come un cristallo. E lui la
maneggiò con la cura che richiedeva
«…sei sempre la
mia Jeri.» Al che lei gli soffiò un bacio
«…grazie…» accingendosi ad
uscire con
un’espressione di struggente dolcezza
«…grazie…» fino a richiudere
la porta…
…e a lasciarlo
solo, a ripetere assorto «La mia Jeri…» (fine-canzone)
Ma se là vi era
amicizia e conforto, altrove vi era fuoco e battaglia:
l’energia
plutonica di WarGrowlmon sovvertiva le mattonelle, e Cindermon correva
più che poteva. Pur avendo dimostrato di avere uno scatto
notevole, la ragazza digitale realizzava che il suo fiato non sarebbe
durato a lungo «Se non trovo…una
soluzione…in
fretta…per me è la fine. AHHH!» Il
fuoco
iniziò a emergere ai suoi lati, dal buio dietro le colonne
«Dov’è…?»…«Sono
sempre a
un passo da te, Cindermon…» diceva il colosso
incappucciato, aleggiandosi nei buii anfratti del corridoio
«Sono
la tua
ombra…»…«AHHH!» ed
erano
fiammate a ripetizione «Non percepivi il calore del mio fiato
sul
tuo collo…mentre elaboravi i tuoi intricati
raggiri?!»…«A-Ascolta! Senti!»
si rialzava
lei, pur affaticata ma animata da un nuovo proposito «A
me…non va di combattere con te, non sono disposta a
farlo!» declamò lei non sapendo dove indirizzare
la sua
dichiarazione: altro non vedeva se non un occhio rosso lampeggiare
oltre le colonne, ma si spostava come un fantasma da un lato
all’altro rendendo imprevedibili i suoi assalti
«Non ero
venuta per questo ed è contro i miei principi!» ma
le
arrivò una fiammata «Quali principi può
avere, una
manipolatrice subdola come te?»
Lei
schivò e benché le sudasse la fronte
continuò
«Benché a te possa sembrare strano io ne ho! Ho
dei solidi
principi, e dei chiari sogni per il futuro! Io auspico…la
pace a
Digiworld, e che tutti i Digimon possano vivere in armonia con gli
umani sulla terra! Che i due mondi non siano più separati!
AHHH!!»…«Le tue sono
senz’altro tante belle
parole…MA IO NON TI
CREDO!»…«Apri gli occhi,
Guilmon! Lo so che sei matrixdigievoluto e ti chiami in un altro modo,
non mi frega!!...TI STANNO INGANNANDO! Ti sei…riempito la
testa
di sciocchezze, ti comporti come uno stupido! U-Un animale grezzo e
testardo, un dinosauro con la capoccia dura e poco sale in zucca, ecco
qual è la figura che
fai!»…«SILENZIO!»
e un'altra fiammata, ma lei schivò «No io non
faccio
silenzio io invece continuo a dirla, se è la
verità!...Guilmon tu c’è una cosa che
ti devi
decidere a realizzare: TAKATO-NON E’-MORTO! Non è
morto…!!» esprimeva lei con incredibile
naturalezza
«Che cosa c’è di strano o un essere
vivente è
vivo, oppure è morto e lui appartiene al primo di questi
casi!
Lui c’è, è cresciuto, è qui
a Digiworld e io
posso provarti che tutto questo è vero! Ma se mi ammazzi e
mi
acquisisci…ti sarà impossibile, e lascerai il
campo
libero a chi ha architettato tutto questo per usarti come una
marionetta! E’ questo che vuoi realmente?!»
volgendosi
verso un punto preciso tra le colonne «Tu obbedisci a lui, o
no?
Non sei il mercenario di chicchessia!» Ma due occhi luminosi
scintillarono accanto a quello rosso ed echeggiò la voce
«WarGrowlmon non ascoltarla, ti vuole ingannare: lei ha
allestito
l’intero gioco per raggirarti, e sfruttare il tuo affetto
verso
Takato per compiacere il suo domatore.» Cindermon
spalancò
gli occhi «…!! TU!!» puntando il dito
«E’ lui allora! Io ne ero certa, lo sapevo!!
GUILMON!!...m-maledizione, questo ragazzino è un impostore,
ti
imbroglia!! S-Se solo tu sapessi chi è!! Se ti
dicessi---»
ma WarGrowlmon eruttò «SILENZIOOO!!!» e
Cindermon
«Aaarghhh!» dovette gettarsi a terra, e coprirsi la
bandana. N’Emo dal buio dietro le colonne mormorava
«E’ inutile…lui ascolta solo me, io
è come se
fossi Takato…» ma lei «Ti sbagli!! Tra
Takato e
te…c’è una GROSSA differenza!!
Acc…G-Guilmooon!»…«Ahahahahah!»…«Ahahahahah!»
si sovrapponevano le risate del ragazzino e del Digimon, ma la ragazza
digitale si rialzò «Accidenti…fra
Takato e Guilmon
c’era un’intesa sincera, non vi
permetterò di
continuare questa macabra presa in giro, io…!! Ahh! Vi
fermerò entrambi!» meditando “Devo fare
qualcosa, e
alla svelta! Oh?!”
…ma la sua attenzione fu attratta dal grande lampadario di
cristallo sopra di lei…(canzone: Valerio
Scanu - Could it be magic)
«…ci sono…
…!! Ah!» e ricordò le parole di Takato
“Tutti
voi Digimon…prima o poi siete destinati ad andare incontro
ad un
cammino che sia solo vostro, ma è normale che sia
così,
come lo è per noi persone. Voi non siete nostri
schiavi…né dipendete da noi. Da soli avete tutto
quello
che è sufficiente…
…per risolvere i problemi…agire, reagire,
decidere…
…siete creature piene di risorse.”
«Io posso farcela…» si disse Cindermon
«…anche senza Takato io posso farcela: ho i mezzi
necessari! Ohp!» sicché balzò verso
l’alto…evitando un possente getto di fuoco che
l’avrebbe travolta da lì a poco.
WarGrowlmon avanzava tra le colonne…il suo occhio era fitto
e
concentrato, il suo cuore inondato d’amarezza “La
distruggerò…!!...non mi farò
più ingannare.
Annienterò come mosche tutti coloro che cercheranno di
raggirarmi, approfittando della mia ingenuità! Io non sono
un
bambino stupido, io…!!...” la voce dei suoi
pensieri
gemette “…pur essendo solo un Digimon ho vissuto
sentimenti tanto forti…!! La mia vita ha un grande
valore…”
…e
ricordò di come muoveva la sua codina, Guilmon appena nato,
quando gli bastò volgere il suo sguardo…per
vedere un
ragazzino giungere incontro a lui, felice di vederlo…
“Takato è stato…come la figura materna,
per coloro
che nascono a seguito di un parto. E’ stata la prima immagine
che
i miei occhi hanno messo a fuoco. Il primo contatto…a
irregolarizzare il mio battito del cuore!”
N’Emo
d’altro canto era soddisfatto “Povero piccolo
Guilmon…sei tanto grande ma anche incredibilmente
sentimentale.
Non preoccuparti, un Digimon come te non può distinguere
ciò che è simile per più di tanto
tempo.
Vedrai…presto la tua angoscia terminerà: quando
Cindermon
sarà eliminata e mio fratello scomparso…io
farò in
modo di diventare uguale a lui in tutto e per tutto, e a quel punto
anche la tua ferita smetterà di bruciare. Lo dimenticherai
completamente!!!...
…e ti
basterà guardarmi, per avere la sensazione di non averlo mai
lasciato…”
I cannoni
frontali sul torace di WarGrowlmon fumavano, ma lui iniziava ad
assorbire il fuoco dalle torce, facendo scendere un buio ancor
più fitto sul corridoio…
Cindermon
schizzava da un soppalco all’altro «Ohp!---------e
ohp!»
Mentre lui pensava “Takato…
…perdonami per favore ma se faccio questo è per
proteggere la nostra memoria. A te io chiesi di farlo mantenendo il
sorriso, ma ora sono rimasto solo io alla guardia dei ricordi! E per
difenderli…il mio candore e la mia ingenuità
debbono
scomparire per sempre!! Sono sicuro che mi capisci…e spero
che
non duri a lungo, spero che presto possa anch’io
raggiungerti,
là dove sei!” «CINDERMON!
GRRR!!!» si
agitò WarGrowlmon «DOVE SEI FINITA?!
UHMF!!...VIENI FUORI
SE NE HAI IL CORAGGIO!»
«GUILMON!!» gridò lei.
Lui cercò
attorno «DOVE E’?!» e N’Emo
«Concentrati,
WarGrowlmon!! E’
lassù!!»…«Ahh!»
estendendo il suo monocolo automatico, fino a puntarla in piedi su una
ringhiera sopraelevata, che gli diceva «Sei grande e grosso
ma
alla fine non vali nulla! Guardati!! Senza i tuoi poteri non sei capace
di concludere niente!»
«La senti
WarGrowlmon?!! Ti sta insultando!! Avanti, cosa aspetti: ELIMINALA,
fallo velocemente!» ma lui piuttosto ribatté
«Che
cosa hai detto?! I miei poteri?!!»
E Cindermon «Hai
bisogno di tutto quell’armamentario tecnologico per sputare
fuoco
e dare spettacolo, possibile che non sai ingegnarti con qualcosa di
più svelto?!» amplificando la sua voce con la mano
vicina
alla bocca «FAI PEEENA, sei proprio il tipico esempio di
Digimon
vecchio stile che io non vorrei mai
diventare!»…«COSA?! COME TI
PERMETTI?!» con
eco di N’Emo «Sei solo un’incompetente,
un’ottusa! Guardalo, WarGrowlmon è
l’esempio di un
Digimon come si deve, ha tutto quello che gli serve: equipaggiamento,
potenza, parametri a mille!» ma Cindermon piegò il
capo
scettica «GLI MANCA LA PARTE UMANA!»
«COME?!» parole che colpirono il colosso.
«E
così, apri le orecchie, testone!! Saresti potuto diventare
il
Digimon più umanizzato che esiste, sei nato dal disegno di
un
bambino!! Ma grazie alla tua capoccia dura come queste
colonne…toc-toc! Sei rimasto indietro anni luce, il tipico
bestione meccanizzato come andavano dieci anni fa! E lui che fa il tifo
per te come se fossi un pezzo nuovo di zecca, ma non ti rendi conto che
i Digimon sono cambiati?!»
N’Emo
tremava «Non la sopporto…» e corse
avanti «Tu
cosa ne sai di me?!! Come ti permetti di parlare?!! Ho appena trovato
un Digimon perfetto, molto più perfetto di te!!»
ma lei
insisteva «Siete due arretrati, ecco cosa siete!!»
…mentre WarGrowlmon spalancava le fauci, attonito…
Cindermon
illustrò «Guarda me! Sono una Digimon e sono a un
livello
molto più basso del tuo, ma che mi importa?! Io ho la parte
umana, perché dentro di me scorre il sangue di una
terrestre,
d’accordo!! Ma è anche e soprattutto…
…perché sono stata sulla terra e ho imparato a
conoscere
i segreti e le mille risorse delle persone! Loro non conteggiano
tutto…in parametri e scale di valori! Loro sono sempre
efficienti, e si arrangiano a risolvere ogni situazione…
…non importa quanto sia più grande di
loro…»
e ricordò con sguardo sognante tante scene di umani al
lavoro: i
genitori di Takato al panificio, e lei che li aiutava con le
pulizie…l’allestimento del palco presso il locale
di Rika,
i tentativi di ricostruzione del muro del convento…poi
quelli
del villaggio dei MudFrigimon…
«Questo
è il bello degli umani…» compiendo un
respiro
profondo «…non c’è mai un
limite quando
esiste la forza di volontà…non
c’è mai un
traguardo che non si possa raggiungere rimboccandosi le maniche! Io
sono orgogliosa di essere per metà umana! Loro a volte
avranno
bisogno di noi per ascoltare racconti da fiaba! Ma noi…noi
abbiamo un BOTTO di cose da imparare dagli abitanti della terra!
E’ grazie a loro se non mi arrendo e non tremo di paura, di
fronte al tuo LIVEEELLO EVOLUUUTO, BRRRRRR!» (fine-canzone)
N’Emo accigliato
«Tutti questi discorsi sull’efficienza degli
uomini…M-MI STANNO PORTANDO AL LIMITE DELLA SOPPORTAZIONE!
WARGROWLMON! Tiii ordino di liquefarla con la tua energia
plutonica!!» e WarGrowlmon balzo in avanti, puntandola
determinato «Non ti permetterò di prenderti gioco
di
me!...TU QUI SEI SOLO UN’INTRUSA!» ma lei
rimbeccò
«Questa è casa mia,
bello!»…«LO
VEDREMO! Energia…PLUTONICA!»
Ma lei si
mise le mani sui fianchi «Niente da fare, è
proprio una
testa dura: tale è il domatore…!!...
…TALE E’ IL DIGIMON!» schizzando verso
una vicina
manovella, e spingendola con tutta la forza
«UuuuuUUURGHHH!!!»
«COSA?!» fece WarGrowlmon quando la vide innalzare
il
lampadario tanto da farsi scudo con esso: le candelle e i cristalli
assorbirono interamente la forza dell’attacco «Non
lo sai?!
Questi lampadari sono a prova di fiammata magica, non hai detto che
conoscevi tutti i segreti della casa?! Sei patetico!»
«Non è
possibile!!» boccheggiò il Digimon, e
N’Emo
«Che vuole fare?!»
Cindermon balzò sulla
ringhiera «Ah! Lo vedi?! Quando sono in debito di
potenza…mi arrangio con qualche altra cosa! Questa
è la
mia caratteristica: ne tiro sempre fuori una nuova! Pronto a conoscerci
meglio, Guilmon?!»
«…N-NOO!»…«SCANSATI,
WARGROWLMON!»
Cindermon
si sfilò la bandana e la annodò tra le mani, per
proteggerle dall’attrito e poi balzare sull’ardente
catena,
afferrandola.
«VUOLE PIOMBARE SU DI TE!» additò
N’Emo.
E la Digimon «ArrivoooOOOOOOOOOOOOOOOO!!!»
«Energia
pluto…?...!!...noo!! Ho finito la
carica!!»
Cindermon in
quel volo mozzafiato strinse i denti e si disse
“Adesso!”
per balzare in tempo giù dal lampadario: si gettò
così a terra…
…e quel ardente concentrato di cristalli e fuoco travolse in
pieno WarGrowlmon «AAAAAAAAARGHHHHHHHHHHHHHHH!!!»
spingendolo contro una colonna, che già crepata, si
spezzò. Il fuoco si liberò ed avvolse il Digimon,
fondendo il suo equipaggiamento meccanico tanto da mandarlo in
cortocircuito «Aaaaaaaaaaaaaaaarghhhhhhhhhhh!!!» e
fulminare il suo corpo con le scariche.
«OH NO! WARGROWLMON!...IL MIO WARGROWLMON!» gridava
N’Emo tendendo la mano.
Cindermon da
terra seguiva con occhi vigili e apprensivi quello spettacolo
«Oh
mamma…spero di non esserci andata troppo pesante! Se lo
uccido…TAKATO CHI LO SENTE POI?!!»
«A-A-Ahhh…ahhhh!» WarGrowlmon si
accasciò
stremato. Cindermon accennò «E-Ehhh, su con la
vita eh!...
…oh
no-no-no-no!» ma si aggiunse il crollo del soppalco.
L’enorme Digimon restò sotterrato, sotto gli occhi
attoniti del ragazzino e della combattente…
Il Gotsumon
nascosto monitorava la scena «Forse ce l’ha
fatta…il
Supremo Guilmon…è morto…»
…così come i tanti occhi luminosi alle sue
spalle…
…nient’altro che fumo e macerie, là
dove un tempo
c’era stato un Digimon
super-accessoriato…l’ideale
per ogni ragazzino appassionato…
«Kenta,
hai per caso visto Jeri?» chiese Takato incontrando
l’amico
presso la scalinata «L’ho vista entrare in camera!
Mi
è sembrata molto
stanca…»…«Uh…e
con i MudFrigimon, siete riusciti a sistemare le cose?» Kenta
lo
rassicurò «Tutto a posto, appena
fatto!»…«Scusa, ti prego…se
non vi ho dato
una mano.»…«Ma Takato, che succede?
Qualcosa non
va?!» si preoccupò l’amico «Ci
sono
problemi…con
Jeri?»…«Ah…Kenta, non
puoi immaginare. Poco fa Jeri…
…non so neanche come spiegartelo. Dobbiamo starle molto
vicino!»…«…vieni in camera
mia! Così
mi racconti tutto. Tanto Yuki è rimasta a chiacchierare con
le
signore del popolo dei MudFrigimon! Lei parla tanto ma in questi casi
ringrazio che sia così, dovresti vedere come sono ridotte,
la
maggior parte sono madri, mogli…» orientando i
suoi occhi
sensibili verso l’amico, di cui incontrò lo
sguardo
«…ed è meglio che non ci mettiamo a
calcolare le
perdite, Takato, se vogliamo conservare lo spirito per la battaglia
imminente.»…«Sono state
molte…?...non ci sono
dubbi. Dobbiamo fare in fretta. Stanno squarciando Digiworld in due,
dobbiamo assolutamente riprenderci Mako…e fermare questi
nemici
folli e sconsiderati. Sono preoccupato per
Henry…»…«Rea, Yamaki e la
signora Riley
stanno lavorando al fascio: da quel poco che ho potuto capire
sarà pronto domattina!» illustrò Kenta
ottimisticamente, una volta arrivati sulla porta della stanza. Takato
espresse «E per giunta non riesco a trovare
Cindermon!...l’ho cercata fuori ma non
c’è!! E non
sai…cosa ho letto…di lei: un qualcosa che mi ha
lasciato
sbalordito!»
Il compagno dagli occhiali e dai distinti lineamenti si
apprestò
ad ascoltare…
Il piccolo Benji dormiva beatamente tra il morbido pelo di tanti
orsetti, ma non si trattava dei peluche che accompagnano il sonno dei
bambini bensì di piccoli amici digitali vivi come lui, i
figli
dei MudFrigimon, che muovevano e sovrapponevano le loro braccine
rendendosi reciprocamente il sonno più lieto con il bambino
umano.
Nella stanza tuttavia brillavano i display dei computer, presso i quali
Riley e Mitsuo stavano lavorando assiduamente, mentre Rea era al
telefono «Mamma, parla più piano!...e-e respira!
Non posso
parlare più forte, Benji si è addormentato!!...
…per favore!» supplicava la ragazza che aveva
indossato un
paio di occhiali per lavorare, ma che sembrava stanca e rattristata
dietro quell’aria distinta e professionale «Non
rendere le
cose più difficili…acc!» e stava per
inciampare tra
i cavi «Sta attenta!» la ammonì
pacatamente
Mitsuo…e lei seguitò al telefono
«Ptsss, mamma dai
ho da fare in questo momento!...te l’ho detto, la situazione
è critica, e se non ci adoperiamo per salvare
Henry…!!...
…non è colpa mia! Non l’ho fatto per
cattiveria se
mi sono fatta sentire poco, ma hai idea di che genere di giornate
stiamo attraversando?! Oh, insomma…!!»
…quando la porta si aprì
lentamente…rivelando una
ragazza che ancora si asciugava i suoi occhi segnati «Mamma
aspetta un att-…Suzie! Oh mio Dio cosa è
successo?...scusa mamma devo riattaccare!...Sì!!»
specificò un tantino risentita «Devo riattaccare,
appena
posso ti richiamo! Ciao!»
…ma quel tono usato attirò l’attenzione
di Suzie,
mentre Rea subito si interessava «Suzie, cosa hai fatto?!
Perché
piangi…?»…«Tu
piuttosto…chi era al telefono?» accennò
Suzie, e
Rea alzò un po’ le spalle «Pfff, mia
madre! Che
dire, è fuori di sé! Che non l’ho mai
chiamata da
quando siamo qui: e non è vero, ci tengo a dire! Che non le
do
notizie, che mi dimentico di lei, che sono una figlia de-ge-ne-ra-ta,
ha detto proprio così e non sai quante altre ne ha tirate
fuori!
Ah! Ha anche aggiunto che così faccio ammalare mio padre e
in
questo modo…ciliegina sulla torta, tengo il loro nipotino
lontano da loro: anche questo mi devo sentir dire, mentre qui stiamo
facendo i salti mortali per fargli rivedere il padre!! Ma possibile che
non devono mai capire quello che facciamo?!!» sospirando, e
spingendosi la mano sulla fronte…mentre Suzie le sfiorava il
braccio «Rea…mi
dispiace…!»…«…mi
chiedo, perché
non si può rimanere ragazzini…? In quel
caso…alla
peggio te la cavavi con una sgridata, ma se ti addentravi in una
missione del genere tutti gli adulti si riunivano preoccupati come mi
hai raccontato tu, e facevano il tifo per te come se fossi un eroe!
Mentre invece quando sei grande…sei pieno di
responsabilità verso tutti, devi rendere conto a questo e a
quello e nessuno deve rendere conto a te, anche se ti stai facendo
un…mah, non mi far parlare. E per due motivi non dovresti!
Uno
perché sto dicendo un mucchio di sciocchezze in preda alla
stanchezza, due…perché la sto buttando tutta su
di me,
quando piuttosto!» ponendole le mani sulle spalle, e
guardandola
con dolcezza «Ehi! Che cosa
c’è…?» ma
Suzie strinse i denti…si sforzò a sorridere e si
asciugò gli occhi «C’è
che…niente!»…«Cosa? Come
niente?!»…«Niente di importante!
E’ solo
che…ero un po’ triste per Mako! E preoccupata per
Henry!»…«Non me la racconti
giusta!»…«Stai scherzando Rea, tu stai
lavorando!»…«Sì,
ma…!» lanciando
uno sguardo fuggevole a Riley e Mitsuo «Se mi spieghi che
succed-»…«Ma niente, te l’ho
detto!
Uhmuhmuhm!» la rassicurò Suzie, svelando
«Ci stiamo
impegnando per essere come Henry anche se lui non è qui, no?
Bene! Cosa farebbe lui in questo caso? Nel momento attuale…i
nostri problemi personali non contano, la missione ha la
priorità! Il lavoro che tu stai eseguendo per la
realizzazione
del fascio non merita in alcun modo di essere
disturbato…»
però Rea le disse premurosa «Ricordati che io sono
qui per
qualsiasi cosa di cui tu abbia bisogno…in qualsiasi momento!
Non
siamo macchine da lavoro…» sfilandosi gli
occhiali, e
carezzandole i capelli «Anche in momenti serrati come questo
rimaniamo esseri umani…» ma l’altra le
prese la mano
«Rea, che cosa ho detto??» rivolgendole un sorriso
spiritoso, e specificando «Io ci tengo a essere come lui!
Voglio
crescere…vogliamo o non vogliamo assomigliargli?»
Rea
sorrise…ed ammise
«…vogliamo!!»…«Perfetto!
Allora…c’è qualcosa che posso fare per
aiutarvi?» ed intervenne Mitsuo
«C’è sempre
qualcosa!»…«Fantastico!»
avanzò Suzie,
ed accennò «A-Allora…mi permettete di
restare con
voi…?»
Rea la strinse a
sé in modo complice, appoggiandole la testa sulla
spalla…e sistemandole i suoi occhiali sul viso, cosa che
fece
divertire la ragazza
«Uhmuhmuhm!»...«…una
squadra…» disse Rea «…in ogni
istante, in
qualsiasi momento…anche con il terreno che ci erutta sotto i
piedi…» Suzie proseguì
«…anche con i
genitori che ringhiano contro di noi, dalla terra!!»
indicando
verso l’alto, e lasciando la parola all’altra
«Anche
quando quelli che amiamo sono lontani…sempre…!...
…coraggio…»…«Coraggio…»
le loro mani si strinsero in una riconferma di profonda unione e
alleanza, in quella stanza illuminata dalle luci informatiche che
stancano gli occhi…e in cui l’unica difesa
è
chiuderli e dormire, come Benji e i piccoli orsetti…
Jeri, nella
stanza vicina, era ancora sveglia, benché coperta da uno
spesso
strato di lenzuola. Dai suoi occhi sperduti in un buio in chiaroscuro,
si versavano lacrime sul cuscino: il suo animo sembrava scosso da un
tremore destinato a non trovare pace…ma a questo tremore
capitò di confondersi con un altro così simile,
che
spingeva il piccolo Orphanmon a lievi gemiti
«Mamma…papà…dove
siete?»…«Ah!»
sussultò la
ragazza…e il Digimon ancora «Perché mi
avete
lasciato solo…? Mamma! Papà!» e
singhiozzava nel
sonno, tanto che Jeri accese di colpo la luce. E con lo sguardo di una
madre appenata lo strinse sul cuore. Il rotondo esserino dalle ali
sulla testa si svegliò e alzò i suoi occhi umidi
«Jeri…?»…«Hai fatto
un
incubo…?» sussurrò la ragazza che non
calava
l’intensità della sua stretta. Anche i suoi
respiri erano
scossi, e si confondevano a quelli del Digimon «Sognavo che
ero
solo e c’era tanto buio attorno a me!...
…che volevo qualcuno vicino a proteggermi!...ma non veniva
nessuno e mi sentivo ancora più solo! Pensavo…che
se
tutti mi avevano abbandonato doveva esserci un motivo,
forse…è perché sono cattivo che non ho
né
una mamma né un papà, magari sono antipatico! Per
questo
il mio destino è rimanere solo, non avere qualcuno che mi
protegge! Tutti si allontanano da me…» ma
nell’affanno, Jeri allungò la mano sul
comodino…ed
avvicinò quel guanto dalla forma canina che giaceva
abbandonato
accanto al cellulare, gli auricolari ed un bicchiere con
l’acqua
a metà…
…il gesto
automatico di infilarlo al suo braccio sinistro, per poi farlo parlare,
sembrava quasi che lei non aprisse bocca: la marionetta aveva voce
sottile e stridula, ma questa volta si rivolse pacatamente
«Ma
cosa dici…?»…«Oh!»
lasciando stupito il
Digimon «Sei una creatura così dolce e simpatica!
Bau!
Sei…un bravo bambino, perché dici che sei
antipatico?»…«Io…mi sento
tanto solo. E ho
paura!»…«Bau! Io ti capisco,
sai?»…«Davvero?»
«Sì…» ma a rispondergli non
fu il cane,
bensì la ragazza. Che con sguardo impietosito su quel viso
pallido lo carezzò «A volte capita di sentirsi
soli e
inadeguati…capita a tutti!»
…mentre Takato spiegava «…ho cercato di
farglielo
capire, l’ho vista allontanarsi e…mi sembrava
più
serena! Ma poi quando sono rimasto solo…mi è
presa
un’ansia!» Kenta scuoteva il capo
«…non
c’è che dire: Jeri non avrebbe mai dovuto smettere
la
terapia psicanalitica così
presto.»…«Come…?»…«Non
ti
ricordi, Takato? Lei, a seguito della nostra battaglia, è
stata
in cura da uno psicologo.»…«Certo,
questo lo ricordo
molto bene: tutto quello che era successo…a Leomon e nel
D-Reaper…l’aveva fortemente
provata.»…«Infatti è
così, ma poi ha
smesso di
andarci!»…«Sì…ma
perché era
guarita!»…«Guarita?!» fece
Kenta con un pizzico di risentimento «Pfff, altro che
guarita!
Suo padre le ha fatto interrompere la
terapia…perché non
avevano più soldi per permettersela! Perché il
rispettabile signor Katou aveva perduto la voglia di lavorare, tanto
che anche la stabilità di sua figlia passava in secondo
piano!»…«E tu Kenta…come fai
a sapere queste
cose?»…«Mah, come tutto il resto: grazie
a mia
moglie, e le chiacchiere che girano nel quartiere! Se in questi anni
non ci fosse stata Yuki non avrei avuto modo per informarmi su tutto
ciò che vi accadeva: due parole con uno, tre sorrisi con un
altro, rielabori assieme a casa ed il gioco è fatto, hai
messo
assieme tutta la storia! Questo di Jeri…altro che non
è
che un esempio, un triste esempio purtroppo, di tutte le prodi gesta
dei genitori di noi Digimon Tamers, e su
questo…beh…sono
fiero di poter dire di essere escluso dalla lista: i miei sono stati
impagabili…ma non tutti noi abbiamo avuto la stessa
fortuna!» assumendo poi un’espressione comprensiva,
e
seguitando «Lo so, Jeri mi fa molta pena, è per
questo che
oggi ci ho tenuto a dirle che per me era tutto a posto circa quella
storia di Mako, e che poteva contare su di noi. Non è una
novità per noi scoprire che è
fragile…giusto
Takato?» accennò piano ma in modo eloquente, e
Takato
replicò «Quando l’ho sentita
così aspra,
aggressiva nei confronti di Suzie e di noi tutti…mi
è
tornato alla mente l’incubo degli agenti del D-Reaper che le
assomigliavano. Ma stavolta…sapevo che era lei! E’
una
sensazione
strana…»…«…io non
mi
meraviglio: tu hai sempre tenuto a Jeri. Ascolta una cosa, amico
mio…dimmi la verità.»
accennò il ragazzo
occhialuto con pacatezza, e l’altro fece «Come?
Certo,
dimmi pure!»…«…tu hai
veramente
amato…quella bambina che il D-Reaper aveva fatto
prigioniera.
No? Anche se eravamo piccoli…nient’altro che degli
eroi in
miniatura…quello che lei ti ha lasciato è molto
più che una cotta giovanile, è stato un velo
candido
d’amore…che ti si è adagiato sul cuore
e ti ha
accompagnato nella crescita. Se è così dimmelo,
io queste
cose le capisco.» Takato alzò gli occhi
sull’amico,
e questi svelò «Anch’io…non
ho fatto in tempo
a pulirmi gli occhiali che sono stato raggiunto da un amore
penetrante…come una freccia, nel mio cuore…per la
Digimon
che mi si era affiancata. Tu hai amato tanto la piccola Jeri,
vero…? Quasi o forse quanto io amo Yuki…o meglio
MarineAngemon. Confidiamocelo adesso, visto che la crescita ci ha
tappato la bocca.» si miscelava, la voce di Kenta,
così
bene alla quiete del castello. E Takato non tardò a parlare
«Ascolta Kenta, io…siccome tu mi chiedi questa
cosa devo
spiegarti, o almeno…cercare di spiegarti quello che mi sta
succedendo. Lo capisco a stento io stesso, mi sta prendendo in
contropiede!» scendendo dal letto poiché bisognoso
di
camminare, dando le spalle all’amico «I miei
sentimenti…sai che sono stati paralizzati per molto tempo,
non
riuscivo ad amare! Quella bambina…la piccola
Jeri…»
ripensandovi con un sorriso «La
dolce…innocente…
…e
fragile principessa da salvare, che stregherebbe il cuore di ogni
bambino che sogna di essere un eroe…
…ma che
in realtà anche se ha un sorriso simile a un raggio di sole
e
capace di illuminare le tue giornate, nasconde un dolore profondo,
nelle cui tenebre devi dibatterti fino a raggiungerla, e trarla in
salvo! Quella bambina, proprio lei, lei è
stata…sì…hai ragione. Ora posso
affermarlo:
è stata…il primo…vero e grande amore
della mia
vita…»
Kenta
sorrideva «…sono contento di esserci stato allora,
e di
aver così potuto assistere al nascere di quella
fiaba.»…«Oh, anch’io! Riguardo
alla
tua…» Kenta sorrise grato…e Takato
riprese
«Non l’ho mai dimenticata…ma pensavo che
quei giorni
che erano seguiti alla battaglia mi avessero dato una risposta: per lei
ero solo un amico! Per quanto avessi potuto amarla, dovevo solo
dimenticarla…come Guilmon, e la felicità lasciata
indietro. Io…così mi sono chiuso nel mio
silenzioso
attendere, non sapevo neanche cosa aspettassi! Fino a
che…»…«…fino a
che…?»
Kenta si alzò dal letto, poiché vivamente
coinvolto dal
racconto dell’amico, che si volse di scatto «Fino
ad
adesso! Kenta, sento che io…ritorno ad amare, il mio cuore
sta
riprendendo a battere dello stesso sentimento, ma per qualcuno di
diverso!!»
Quelle parole lasciarono Kenta con gli occhi spalancati…
«E’ la prima volta che amo qualcuno…dopo
quella
bambina...» descriveva Takato con sguardo vivo e intenso
«…e sento che a poco a poco sta maturando,
è un
sentimento forte…
…avvolgente…permea tutto, è appena
nato…ma
lo sento già…
…è ancora più grande, ancora
più forte di
allora…
…e lei è…» (canzone: Mariah
Carey - Through the rain)
Il volto di Cindermon era ingenuo ed incredulo, mentre avanzava a passi
timorosi «Oh no, Guilmon…» verso quel
cumulo di
macerie…
N’Emo respirava affannosamente con sguardo
sconvolto…
Teso e attento il Gotsumon dietro la colonna…
«Tu non puoi essere perito…io devo portarti da
Takato.»
Ma non vi erano
segni di vita da quei resti del soppalco crollato. Ai piedi del quale
lei si inginocchiò, provando
«Aaaaaaauuuuurghhhh!»
senza successo a tirare su la colonna spezzata «E’
inutile,
acc…! Senza la digievoluzione non ho forza
sufficiente.»
sicché volse il suo sguardo tagliente verso il ragazzino,
che
ebbe un sussulto di timore «A noi due,
N’Emo.» e la
sua paura crebbe quando la vide avvicinarsi a passo deciso e
rimbombante verso di lui «Ahhh!! Cosa vuoi?! VATTENE
VIA!»…«Il tuo gioco è durato
abbastanza, io
ora ti riporto da Takato!» provò a afferrarlo per
il
braccio, ma lui si dimenava «No!! Non
voglio!!»…«Senti! Non fare storie!! Non
sei ancora
contento?! Guarda!! Guarda che cosa gli hai fatto!» indicando
il
cumulo di macerie «Non…ci provare, QUELLA SEI
STATA TU,
ASSASSINA!»…«NO, MIO CARO! Quello sei
stato TU, con
il tuo egoismo, con il tuo…m-menefreghismo!! Guarda adesso
come
sta soffrendo, ti piacerebbe ora essere al suo posto?!
Eh?!»…«E’ solo per colpa tua,
GLI HAI
INDIRIZZATO CONTRO QUEL LAMPADARIO,
MALEDETTA!»…«No
senti bello io non sono solita a andare in giro a malmenare Digimon
così, quando miii…prudono le mani! Piuttosto
casomai
è mia abitudine difendermi quando qualcuno tenta di
ammazzarmi!»…«Ahuf,
uhhhf!...tuuu…mi hai
privato del mio Digimon, TI ODIO!» gridò lui con
le
lacrime agli occhi «Quello non è il tuo Digimon,
lo hai
rubato a Takato! TU ti sei sostituito a Takato, e hai riempito a lui la
testa di fandonie!! Sul fatto che è morto, sul fatto che io
cosa, non so cosa, il domatore umano, m-ma come si fa a essere tanto
bugiardi come te mi chiedo, io almeno mi limitavo a bleffare sui
barattoli di marmellata sbaffati!» Lui tirò via il
braccio
afferrato, ma lei lo riprese «Non illuderti, io ti riporto da
lui! Che BONTA’ SUA ancora ci tiene a rivederti dopo quello
che
hai fatto a lui e al suo Digimon! Comunque non temere, lui lo portiamo
con noi!» facendo cenno a Guilmon, e precisando
«Adesso tu
MI AIUTI a tirarlo fuori da là dove tutti i tuoi inganni e
le
tue cattiverie l’hanno sepolto, come non lo so: ti inventi
qualcosa, aumenti la mia forza co-con questo Digivice che non dovevano
neanche affibbiarti-dà! Fammi vedere come
funziona!»…«N-No,
lascialo!!»…«Ohiii, ragazzino! Guarda io
non
è che ho poi tanta pazienz---…» ma
mentre lo tirava
per strappargli il Digivice, restò bloccata…
…e lo
fissò, si fissarono…«Dio, come gli
assomigli…a parte i capelli sei proprio uguale a
Takato…
…un piccolo Takato…
…sei quel
lui stesso bambino…che io non posso vedere,
perché sono
arrivata tardi…» ma quelle parole lo fecero
scattare di
rabbia «E LASCIAMI!!...non sono il tuo bel domatore!
GUILMOOOOOON!»…«Aspetta, dove
vai?!»
…il
ragazzino era corso presso il cumulo di macerie
«Guil---mon!» iniziando a tirare pietre e smuovere
polvere,
nel convulso tentativo di liberarlo, mentre lacrime di rabbia e
tristezza affioravano ai suoi occhi «Svegliati!...SVEGLIATI
AMICO
MIO! Devi reagire, lei ci vuole fare del male! Dobbiamo
biodigievolvere! Guilmon svegliatiii!!!» Cindermon
avanzò
«C-Che diavolo fai, così lo ammazzi a suon di
urli!!
Dobbiamo trovare un modo RAZIONALE per
liberarlo!»…«NEMMENO PER SOGNO, NON TI
AVVICINARE!» N’Emo le puntò il Digivice,
con una
tale rabbia che lei quasi arretrò intimorita
«Comincia a
tremare perché ora noi biodigievolveremo! Vero Guilmon?!
Andiamo, perché noi due non possiamo
biodigievolvere…?» Cindermon commentò
«BIODIGIEVOLV---seee, pfff! Vabbe’! Ma cosa vuoi
biodigievolvere, quello ormai è da
rottamare!»…«E CHE NE SAI
TUUU?!!!»…«…!!!...DDDio---quanto
strilla,
è proprio come il fratello con l’aggravante che
lui ha la
voce da ragazzino!»…«Guilmon alzati e
biodigievolvi!
Sei il mio Digimon!» tirando calci alle pietre «Per
Takato
l’avresti fatto, perché per me non ti alzi?!
Forza!!
MUOVITI!! BIODIGIEVOLVI!! BIODIGIEVOLVIAMO!!» ma Cindermon
«Tu sei matto, dammi retta, N’Emo!! Questa della
biodigievoluzione è l’idea PAZZA
delle…che ore sono
adesso?»…«Grrr, non vi sopporto
più!!!»
tuonò il ragazzino «Maledetti terrestri!!
MALEDETTI NUOVI
DIGIMON!! MALEDETTO TUTTO CIO’ CHE E’ NUOVO, CHE
E’
VIVO, E HA UN FUTURO!! Io voglio Guilmon!!» esplodendo tra le
lacrime «GUILMON RISVEGLIATI E DISTRUGGI
TUTTIII!!!!!!» e
tale fu la rabbia…
…che
finì per accendere il suo Digivice, ed emettere un raggio
rosso
verso l’alto, mentre Cindermon lo ammoniva
«Piantala,
guarda che lui non è il tuo bestione d’assalto per
fare...terra bruciata in giro, ha avuto una storia!! Il suo cuore
trabocca di sentimenti…»…«STA
ZITTA!!»…«…oh mio Dio che
succede…?» Cindermon indietreggiava, constatando
che
qualcosa non andava…
Un simbolo rosso
iniziava a fluire dalle macerie, per innalzarsi come una bandiera sulla
colonna più in fondo: sembrava una girandola composta da
tanti
triangoli rossi «E quello che roba
è…?» fece
Cindermon grondando sudore dalla bandana.
Il Gotsumon sudava
altrettanto «Accidenti, il Supremo è ancora in
vita!»
Il palazzo cominciò a tremare...
Intanto presso il castello
in chiaroscuro, i possenti stivali di Beelzemon solcavano il corridoio
in avanti e indietro «Ah, è inutile che soltanto
provi a
dormire, non ci riuscirei, sono così angosciato.
Finché
non riesco a trovare una soluzione almeno per il problema di Mako non
sono in grado di ragionare lucidamente. Che posso fare? Forse potrei
chiedere un consiglio a Snowhitemon…! Lui è
sempre stato
mio amico, chissà, magari stavolta può aiutarmi.
Fammi
andare in camera sua. Però…se sta dormendo lo
lascio
riposare, non voglio affliggerlo con i miei problemi, domani abbiamo la
battaglia.»
Si limitò
così a scostare con discrezione la porta della stanza. Ma
quello
che vide gli fece spalancare i suoi tre occhi «Ahhh!
Snowhitemon!»
Una luce rossa si
distingueva nel buio. Il minotauro digitale bianco era disteso sul suo
letto «Ahhh…» e Beelzemon si
precipitò da lui
«Che hai?!» prendendogli la mano
«Beel…ze…mon…»…«Ti
senti
male?! Povero Snowhitemon…oh mio Dio, anche questa adesso!
C-Cosa posso fare?! Dov’è che ti fa male?!...
…cos’è questa
luce?!»…«Come…quella…volta…»…«Eh?!...ma…di
cosa
parli…?»…«Ti…ricordi
Beelzemon?
Tu…
…eri lì, io…ero
prigioniero…»
Beelzemon
restò attonito, con l’occhio più alto
dei tre che
si stringeva poiché la luce rossa scaturita dalla fronte
dell’altro vi puntava diretta «Forse…tu
stai
parlando
di…»…«Quando…Guilmon…
…Guil…mon…»…«…compì
la digievoluzione…a livello mega…ahhh!»
Beelzemon si
rivide a lottare accanitamente contro una creatura immensa, ancor
più feroce di lui quand’era pieno di rabbia e
rancore
«Ma che significa?!...perché proprio
stanotte?!»…«Ahhh…!»
Snowhitemon si
lamentava
«Sta…accadendo…qualcosa…
…di…terribile…»
Beelzemon rabbrividì…
Mentre
improvvisamente Mitsuo Yamaki sussultò sulla sedia
«Che
succede?!» constatando qualcosa di imprevisto nel display del
computer: Rea si precipitò e chiese tempestivamente
«Che
cos’è quel simbolo?!»
La croce di
triangoli rossi si replicava in tutto lo schermo e pulsava come un
cuore. Riley fece cenno fermo e deciso sul braccio del marito
«Mitsuo: io questo simbolo me lo ricordo. L’ho
già
visto!» e Suzie confermò
«Anch’io…» destando lo stupore
di Rea
«Che cosa?!...quando?!»
Suzie rispose
«In un momento…in cui tutti avemmo paura che fosse
la
fine…»
«Ma
certo…» fece Yamaki…e lui e la moglie
con i ricordi
si ritrovarono al centro di controllo di Hypnos, con lo stesso simbolo
che lampeggiava attorno a loro…
Riley segnalò
«Quando fu all’epoca…venne segnalato il
rischio di
contaminazione per la terra!» Rea sussultò
«Che
avete detto?!» ed improvvisamente le squillò il
cellulare
«…!! Pronto mamma?!!...
…COME?!»
destando l’apprensione di tutti. Ed anche il risveglio
improvviso
di Benji, che scoppiò in lacrime…
N’Emo
spalancava occhi e bocca, dinanzi a quel fascio di luce rossa che
sgorgava dalle macerie «Ahh! Fantastico…!! GUILMON
ALLORA
MI HAI SENTITO!...stai per biodigievolvere con me!» ma
Cindermon
strillava «Allontanati, N’emo!! SEI PAZZO?!! Sta
succedendo
qualcosa di incontrollabile?!!» Il ragazzino si volse con
sorriso
trionfante «Incontrollabile per te forse, mia cara
Cindermon!»…«I---Incontrollabile per
TUTTI, questa
non è una biodigievoluzione!! Ne ho viste!! Ne ho viste,
nella
mia squadra tre: TRE persone sono biodigievolute senza contare che
l’ha fatto anche Guardianmon quando l’abbiamo
affrontato!
Questo fenomeno inesplicabile NON E’ una biodigievoluzio-MI
ASCOLTI?!»…«Ahahah!...Guilmon non la
stare a
sentire, non ci capisce niente: molto presto ci uniremo in un Digimon
imbattibile…non sto più nella
pelle…»
Cindermon
fece espressione delusa, capì di non essere ascoltata. Ma
restava lo spiazzante sconcerto per il fenomeno in atto.
«…e infatti…»
continuò N’Emo
«Fra poco abbandonerò la mia pelle e i miei panni
per
congiungermi con te: sì però…allora
perché
io non sento niente? Dovrei avvertire una scarica che mi pervade,
eppure non avverto niente. Sai spiegarmelo, Guilmon?» e
Cindermon
«Presto, scappa!!! Tra poco quello digievolverà
senza di
te!!» e infatti «AHHH!» N’Emo
dovette arretrare
perché un vortice di fuoco eruttò dalle macerie
«TE
L’AVEVO DETTO IO!...tu non mi ascoltare!...
…oh mamma e adesso?!» fece la ragazza dal ciuffo
rosso.
«Guilmon…!» fece N’Emo
timoroso.
Improvvisamente
su tutte le pareti iniziò a lampeggiare la croce di
triangoli.
Ed echeggiò un ruggito nel palazzo già scosso dal
tremore
«No…il terremoto no…»
mormorò
N’Emo arretrando spaventato, e destando lo sguardo stupito di
Cindermon. Ma ben presto…la ragazza dovette muovere gli
occhi
per poi sgranarli oltremodo…
…dinanzi all’enorme creatura alata che il vortice
infuocato stava plasmando…
«A-Ahhh!» si lamentava un giovane, prigioniero di
catene
dorate lontano da lì…
…il
suo cuore luccicava di un bagliore intenso
«…di…gievoluzione…sbagliata…»
accennò Henry «…come
dieci…anni fa,
ah!»
Ed il guerriero
di sabbia presso di lui «Uhm?!» si volse
meravigliato.
Il simbolo rosso
iniziò a lampeggiare sulle capsule che li circondavano, in
quel
luogo che assomigliava a un immenso laboratorio «Hai detto
per
caso…”digievoluzione
sbagliata”…?!»
Sandmon avanzò scampanellando «Come è
possibile che
ce ne siano di giuste e di sbagliate?! La digievoluzione è
sempre crescita, potenza!
No?!»…«…n-no! A-A
volte…è
semplicemente…distruzione…»
Gli occhi a buchi nella sabbia si dilatarono oltremodo…
«Quando nasce da rabbia…f-frustrazione!...
…c-come quella di
Takato!...q-quando…Leomon…venne
ucciso…» ma intanto Sandmon si agitava
«Che
cos’è questo simbolo…?»
Lo stesso che
appariva sull’Ipad dei bambini «Perché
fa questa
croce rossa…?»…«Togli la
mano,
Gravemon!!»
«Bambiniii!!! Dai, che è pronta la
cena!» strillava
qualcuno dall’altra stanza. E Ufomon «Un attimo
mamma,
l’Ipad ci dà problemi, è apparso uno
strano simbolo
sullo schermo!»
Violetta
si affacciò con indosso il grembiule, mescolando nel piatto
che
teneva tra le mani «E certo, avrete toccato qualcosa che non
dovevate, come al solito! Ma adesso non c’è
papà
che ve lo può rimettere a posto: se n’è
andato dove
non lo so! Oggi vostro padre è proprio strano: su posate
quell’Ipad adesso e venite a mangiare, quando torna lo
sistemiamo!» Il piccolo Gravemon si lamentò
«Ma
mamma fa una cosa strana…una specie di croce rossa con tutti
triangoli che pulsa…come un cuore che
batte…»…«No! Zitto Gravemon,
glielo descrivi
male!!» fece Ufomon impegnandosi in una viva mimica
«E’ tipo…una girandola, tutta
intrecciata!! E’
una composizione di forme, e nel centro ce n’è una
luminosa che-» ma Violetta sgranò gli occhi
«…aspetta, aspetta, aspetta!...fatemi un
po’ vedere,
datemi l’Ipad!» sicché lo prese.
Pulì
accuratamente il display. Dopodiché
«Uhm!!!» la
vista del simbolo fu una folgorazione che le fece dilatare gli occhi,
dinanzi ai suoi bambini ansiosi di spiegazioni…
Ali demoniache
si spalancavano nel buio del palazzo reale, dinanzi agli occhi
sconcertati di Cindermon. E completamente spiazzati di N’Emo
«No, come!!...Guilmon!! Aspetta, sei digievoluto troppo
presto,
ti sei dimenticato di portarmi con te!!»
«E questo
chi è…?» si chiese
Cindermon…dinanzi a
quell’enorme essere che non aveva più zampe
bensì
una lunga e possente coda: metà drago nella parte superiore,
metà serpente nella parte inferiore. La croce di triangoli
pulsava sul suo petto…le sue fauci eruttavano fuoco.
N’Emo
boccheggiava «E-E tu chi sei…?»
consultando il
Digivice «M-Megidramon…oh?!»
nello stupore suo e di Cindermon «Digi-drago nero di livello
mega…tipo virus…ah?! Ma
no…
…come?!!» aggrappandosi all’enorme coda
della
creatura «Sei digievoluto in maniera sbagliata: il tipo virus
è malvagio!! Perché non siamo diventati assieme
un
Digimon come Gallantmon?!!» implorava il ragazzino come se
fosse
stato tradito, e Cindermon sbottò
«P-Perché tu lo
hai aizzato con tutta la rabbia che
avevi!!»…«Ah?!»…«Gli
facevi
“biodigievolvi! Biodigievolvi!”, ed eri ACCECATO
dal
desiderio di distruggere me che l’hai caricato di
aggressività tanto che ora…
…n-non riconosce più né
te…né
meee…»…«Ahhh!!!»
N’Emo
sussultò «Non può essere possibile!
OH?!» ma
la realtà lo smentì: il Digivice nella sua mano,
nel suo
più sommo sgomento, si crepò…
…fino a «Noooooooooo!!!!!!» esplodere in
un vortice
di schegge che gli graffiò il viso senza sangue, e che lo
lasciò senza niente in mano, per poi cadere a terra, in
ginocchio, e tendere ancora il braccio «G-Guilmon! Ti
prego!»…«VATTENE VIA!!»
esclamava Cindermon
«Quello ormai per te è un estraneo!!!...
…e
spero non lo sia anche per Takato irreversibilmente.»
Megidramon
sembrava un diavolo schiavo di rabbia e furia, che sbatté le
sue
ali fino a smuovere un vento colossale che fece volare il ciuffo della
ragazza: come unica soluzione poté tornare ad indossare la
bandana.
N’Emo era ormai spiazzato e senza speranza…
Il Gotsumon
attonito «Oh no…è diventato
più potente di
prima…»
Cindermon
strinse i denti e puntò i piedi «Guilmon
ragiona!!...m-mi
riconosci?!!...
…a-anche
se sei digievoluto al livello mega erroneamente può ancora
sentirmi!!...sono Cindermon! Io sono la domatrice di Takato, ti
assicuro che lui è vivo, è vivo e vegeto, non
puoi
voltargli le spalle, lui ti aspet-» ma Megidramon emise
un’onda d’urto con il suo ruggito che
«AHHH!!»
costrinse Cindermon a gettarsi a terra, spezzando le colonne e
provocando il crollo del soppalco che solo per poco la mancò
«Guilmon per favore!!» implorò lei.
N’Emo si
alzò e scattò in corsa
«Guilmon!!» ma la coda
si agitò fino a spingerlo
«AAAAAAAAAAHHHH!» via
lontano, lungo il corridoio. Cindermon esclamò
«Sei
impazzito?!!» ma l’istante dopo
«AAAHHH!»
l’enorme coda del drago-serpente la avvolse fino a stringerla
«A-Ahhh! Guil---mon!»
Sembrava volerla stritolare…
Riley desunse
«Dev’essere avvenuta una mutazione, da qualche
parte a
Digiworld! Mitsuo, mi ricordo…dieci anni fa un fenomeno del
genere provocava il rischio di collasso del
sistema.»…«Quanto a quello siamo
tutelati…» replicò l’uomo
massaggiandosi gli
occhi…e destando un respiro di sgravio in Suzie, e in Rea
che
teneva in braccio Benji e lo carezzava per calmarlo «Le
tecnologie si sono evolute da allora, il sistema è tutelato.
Quello che mi preoccupa…è la creatura che
può
essere emersa: è segnalata come estremamente
potente…mi
auguro che non si tratti di una creazione nemica.»
«Mako…» sussurrò
Suzie…
Intanto Sandmon
«Acc! Questo non va, devo sbrigarmi a localizzare la
provenienza
del segnale: fino a che non avrò attuato il mio piano
è
bene che tenga sotto controllo ogni cosa!...
…tu non muoverti da lì, Henry!!»
Ma il ragazzo,
impossibilitato a muoversi in ogni caso, supplicava «A-Ahh!
Fermo…Taisho!!...
…d-distruggerai…l’intera tua
famiglia…!!...»
Sandmon si
bloccò qualche secondo a riflettere…ma poi, senza
voltarsi, procedette per la sua strada.
Violetta esaminava con
occhi tesi “Il sistema arranca a causa di una distorsione non
prevista!...
…qua la
situazione può ribaltarsi da un istante
all’altro!!
C’è da essere tempestivi!” mentre la
nera Scratchmon
le camminava tra i piedi, facendole le fusa
«Miao…»
Ma di tutto questo non
giungeva eco in ogni stanza del castello in chiaro scuro «Ti
senti più tranquillo?» accennava Jeri
accompagnandosi con
un cordiale «Bau!» del cane-marionetta. Orphanmon
rispondeva «Oh Jeri, magari potessi diventare più
sicuro
delle mie qualità! Se fossi come te sono
certo…che tutto
sarebbe diverso! Tu sei amica di Beelzemon, hai un Digimon al tuo
fianco: non c’è dubbio che nel tuo cuore
alberghino tutti
i requisiti di un vero Digimon Tamer: se hai ricevuto il Digivice vuol
dire che sei onesta e leale, e sai stare con gli altri! Sei una ragazza
forte e amante della giustizia: l’amica ideale, che possono
sognare i compagni di gruppo.» Jeri accennò un
sorriso che
era grato, benché lo velassero alcuni dubbi che scelse di
non
confessare, e per tale scopo cambiò argomento
«…Beelzemon: è un Digimon davvero
forte, vero? Ti
piace?»…«Moltissimo! Con
lui…si ha sempre la
sensazione di stare al sicuro.»…«Hai
ragione!»
ammise Jeri manifestando di acquisire spigliatezza a poco a poco, e
chiedendosi «Chissà se ora è andato a
dormire
oppure…sta ancora
pensando.»…«Perché,
Beelzemon ha dei problemi?»…«Oh...beh,
ecco…veramente…» e riflettendo
realizzò
“…il nostro ultimo dialogo non è finito
proprio al
meglio: a pensarci bene…dovrei cercare di ricostruire un
minimo
di intesa se voglio sperare di sentirmi più
stabile.”
«Ascolta,
Orphanmon.»…«Sì,
Jeri?»…«Che ne diresti di fare una cosa,
eh?
Beelzemon è un Digimon che ama la vita mondana, non
è di
certo tipo da andare a letto troppo presto, forse sta bevendo qualcosa,
o conversando con i MudFrigimon. Che ne diresti se lo andassimo a
cercare per stare un po’ con lui, eh? Magari potremmo farci
raccontare…dei suoi attacchi, e delle sue
battaglie…» mentre carezzava il viso tondeggiante
del
piccolo essere, che saltellò
«Sììì!
Fantastico: ti prego, Jeri!»…«Uhmuhm!
Ok: allora
andiamo da lui!» fece la ragazza smontando agilmente dal
letto…
Cindermon
sentiva le sue ossa cedere per la stretta mortale dell’enorme
coda «A-Aaahhhh!!!...ti-ti prego!!» era il suo
grido
strozzato e a denti stretti «T-Tu non sei così,
ritorna in
te!! Recupera il tuo antico spirito!!»
Il demoniaco Megidramon sembrava impenetrabile.
«E-Eri un
Digimon buono, l’ideale…!!...amico per un
bambino!! S-Sei
nato…dal suo cuore, lui non sopporterebbe di vederti
commettere
questo scempio!!...p-per favore!!» sovrapponendosi a quei
cupi
ruggiti «I-Io non ti ho conosciuto che dai suoi racconti, ma
sei
diventata per me una figura…talmente nota e presente!! Sono
sicura di poter parlare…d-di quello che un tempo sei
stato!!...G-Guilmon!!...
…risvegliati, ti scongiuro!! A-Ahhh!»
...mentre nel
suo cuore la ragazza digitale esclamava “Takato…!!
Dove
sei?!”
Proprio mentre
Takato confessava «La persona che ho amato di più
della
piccola Jeri, di quella dolce e sorridente bambina
è…
…
…la
nuova Jeri!!»…«Ah!» Kenta
inizialmente
sussultò…ma poi scivolò nel sorriso di
chi si
aspettava una simile rivelazione.
«Proprio
così, quella persona che sto scoprendo in questi giorni!!
Quella
ragazza…che si sta svelando ai miei occhi così
diversa da
quanto credevo! Proprio lei, colei che è stata capace di
raggirare Mako allestendo un matrimonio di solo interesse! Colei che
è piena di rabbia e livore verso tutti, quella che oggi
è
stata capace di dire a Suzie cose terribili! Quella…
…che di innocente non ha niente, Kenta!»
confessava quasi
come fosse una cosa bella, stupito di se stesso «Ma al
contrario…cova dentro una profonda invidia, è
abile a
mentire e manovra tutti per i suoi scopi! Quella ragazza…che
è esattamente l’opposto di una bambina da
salvare…mi ha fatto perdere la testa, amico mio!
I-Io…» avanzando con passo incerto ed emozionato
«Credo di amarla! Anzi no, non credo…ne sono
sicuro.» ponendo le mani sulle spalle dell’altro
«Kenta, io amo Jeri Katou…ma Jeri Katou per colei
che
è realmente, non per l’immagine falsa che vuole
dare di
lei: credi, per quanto possa aver amato il suo sorriso e la sua
bontà ora non c’è niente di
paragonabile al vortice
di tenebra…
...e
di amore…» addolcendo la sua espressione
«…che compone questa ragazza che è
cresciuta…nascondendo agli altri la sua sofferenza! Io sento
che
non posso amare altri più di lei,
lei…è
realmente…la donna…della mia vita. Ed
è finalmente
arrivata…io l’amo!!» Kenta gli prese le
mani
«Sono contento per te, Takato. In fondo…era
scritto che
andasse così: benché sia cambiata tanto si tratta
sempre
di Jeri. E poi sono stati gli altri a farla soffrire! Suo padre, e
persone che ha
incontrato!»…«Io…se
potessi…vorrei sciogliere il suo dolore! Vorrei farmi strada
tra
le mille insicurezze che hanno composto la sua crescita…come
allora…
…armato di lancia…puntando verso
l’alto, là
dove mi aspetta…rapirla e portarla via. Per me la
vita…non ha mai smesso di essere una
favola.»…«Uhmuhm! O forse sei tu che non
hai mai
smesso di essere un eroe. Ma fai bene, Takato.» disse Kenta e
stavolta fu lui a porgli le mani sulle spalle. Takato sembrò
sorpreso e grato, e l’amico gli disse «Grazie ai
tuoi
sogni…hai concesso anche a noi di sognare. Fin
dall’inizio. Io conservo…un’intera
collezione di
momenti speciali vissuti al tuo fianco: guardandoti intestardirti e
sperare in ciò che a tutti sembrava
impossibile…io
imparavo a fare altrettanto, tu sei stato il mio esempio!
Sai…?
Ho il ricordo di uno fra questi, in particolare: quando Guilmon
raggiunse il livello mega in modo erroneo, digievolvendo Megidramon. Ti
ricordi quant’era feroce? Faceva paura persino a Beelzemon,
intenzionato ad annientarlo. Ma tu ti sei accovacciato vicino a lui,
incurante del suo aspetto, lo chiamavi
“Guilmon”…a
te non faceva paura, era sempre il tuo Digimon…
…così come Jeri.» mentre gli occhi di
Takato si
velavano d’emozione. Kenta spiegò «Anche
lei adesso
è diversa, ma tu vi rivedi la bambina che hai amato. A te la
vita e i cambiamenti non fanno effetto,Takato, quando ami
qualcuno…
…se mai ritroveremo Guilmon cosa di cui mi auguro vivamente,
egli avrà modo di essere molto felice: perché in
qualunque modo sia diventato…ti vedrà accoglierlo
a
braccia aperte come un tempo. Conservati sempre come
sei…»
sfiorandogli i capelli «…hai un grande
cuore…e ne
ha bisogno il nostro mondo così
spento…»…«Kenta,
io…!...
…t-ti ringrazio…» disse commosso
«…ti
ringrazio per avermi compreso. Io ho bisogno di tutti
voi…come
allora…» Kenta sorrise
«…siamo tutti qui a
tua disposizione. La tua squadra...ehi, però non prenderti
tutta
la scena, anche noi vogliamo la nostra parte! Altrimenti che abbiamo
ottenuto a fare un
Digimon!»…«Uhmuhmuhm!...ah! A
proposito, che mi hai fatto ricordare! Un Digimon!! Esattamente di
questo dovevo parlarti, Kenta! Cindermon!! Cindermon,
lei…!!»…«Sì?!
Cosa, Takato, Cindermon
cosa?»…«Lei…non so dove sia
finita! E mi ha
lasciato una lettera, una lettera fingendo che sia stata mia madre a
scrivermela!!»…«Che cosa stai
dicendo…?!»…«In questa
lettera lei,
Cindermon, mi dice cose…
…bellissime…» descriveva con sguardo
perso verso il
basso…per poi rialzarlo
«Leggendola…sembra quasi
che mi ami! Guardala! Tieni, eccola, leggila!»
rifilandogliela in
mano «Leggi ciò che mi ha detto…Kenta,
io…
…non
credevo, mi lascia senza parole…» ed in
effetti, gli
occhi di Kenta si facevano assai stupiti ed eloquenti dinanzi alle
parole espresse nella lettera…
Takato disse
«Da lei non mi sarei mai aspettato una cosa
simile…Cindermon è il mio Digimon,
io…!!...tengo a
lei, lo sto scoprendo giorno dopo giorno…
…lei sta
tamponando la ferita che mi ha lasciato l’abbandono di
Guilmon…»
…mentre
Cindermon «Ahhh! Ahhh!!» stretta nella presa di
Megidramon,
iniziava ad accennare a dissolversi: i suoi dati erano a un passo dal
cedere…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 28 *** Beelzemon biodigievolve ***
28°puntataDT2
«…però…se mi
amasse…io non saprei
cosa fare!» espresse Takato
«C’è posto per una
sola donna nel mio cuore! E questa è Jeri…
…io posso amare soltanto lei.»
Cindermon stava scomparendo, e alla fine gridò disperata
«Takatooooo!!!...
…dove sei?! P-Perché non mi senti?! A-Aiutami, ti
prego,
Takatooo!!...n-non voglio sparire senza rivederti un’ultima
volta!!» ma a quel punto
«Arrghhhhh!»…«Oh?!»
Megidramon la
lasciò. Lei cadde a terra. La creatura
arretrò…
…e lei lo guardava indietreggiare, ancora incredula di
essere
salva.
«PERCHE’ LO CHIAMI…?!!»
ringhiò
cupamente l’immenso drago «PERCHE’ FAI IL
SUO
NOMEEE?!!» prendendosi il capo con gli artigli
«F-FORSE PER
RENDERE PIU’ BRUCIANTE IL MIO DOLORE?!!»
Cindermon era rimasta sbalordita «Megidramon ma tu...
…ma allora non sei fuori controllo!! Ragioni
ancora!!»
constatandolo in particolare dal gesto con cui il drago si ostinava a
stringersi il manto scuro.
Anche N’Emo, a terra nel corridoio, restò
stupefatto.
«Ancora mi senti quando parlo!!» esclamò
Cindermon,
e Megidramon, che con zampa tremante ancora cercava di coprirsi la
cicatrice sull’occhio mancante, mormorò
«NO, TI
SBAGLI…ORAMAI NIENTE PUO’ PIU’
CONTROLLARMI!»…«Sei il primo essere
COSCIENTE di
essere INCOSCIENTE!» ma lui non gradì il gioco di
parole e
ruggì ancor più ferocemente, tanto da scuotere la
terra e
costringere Cindermon a tapparsi le orecchie
«PERCHE’
L’HAI
NOMINATOOOOOOO?!»…«PERCHE’ LUI
E’ VIVO! Te lo vuoi mettere una buona volta in testa
E’
VIVO E TI
ASPETTA!»…«NoooOOOOOOOOOOOOOOoooOOO! TU
MENTI!»…«PERCHE’?!! QUALE
RAGIONE
AVREI?!!»…«GRRR, TU MENTI, TUTTI
MENTITE!!» si
dimenava colpendo con la coda ogni struttura del palazzo
«BUGIARDI! ALTRO NON SIETE CHE BUGIARDI, VOLETE PRENDERMI IN
GIRO! NON AVETE ALTRO SCOPO SE NON RAGGIRARMI CON…FAVOLE
FASULLE! La vita…come un gioco divertente, un cammino felice
QUANDO INVECE E’ SOLO UN INFERNO! SI’, ECCO
COS’E’ IN REALTA’!» ma
Cindermon avanzò,
facendo il suo sguardo per l’ennesima volta pacato e ben
disposto
«Se mi lasci la possibilità di spiegare io posso
dirti
come stanno le cose! Ora…sei confuso, la tua mente
è
ottenebrata per gli effetti della digievoluzione sbagliata, se
però tu…!!» ma dovette bloccarsi a
causa di una
nuova onda d’urto emessa dal ruggito, simile a una bufera di
vento «TI SBAGLI…NEL CHIAMARE
QUESTA…UNA
“DIGIEVOLUZIONE SBAGLIATA”!» disse
Megidramon.
Cindermon spalancò gli occhi…
…e anche N’Emo…
«QUESTO LIVELLO MEGA…
…E’ QUELLO CHE DAVVERO MI RAPPRESENTA! LA
DIGIEVOLUZIONE
REALMENTE FRUTTO DI UN ERRORE…
…ERA GALLANTMON DIECI ANNI FA!!» Cindermon si
oppose
«Come fai a dire questooo?!!!»
(nel frattempo,
un po’ goffamente e anche lui stretto in un manto col
cappuccio,
arrivava Sandmon «Oh…che avvilimento!! Il mio
povero
palazzo finito in macerie, uno fa tanto per assediare la casa di un
Digimon celebre e poi…te la riducono in questo stato! Ma i
miei
soldati che fine hanno fatto, dormivano? Uhmmm!!!...
…ma quello è Guilmon!!...non
c’è dubbio
è solo a lui che ho cavato un occhio!!»
constatò
dall’alto di uno dei soppalchi che ancora si
reggevano…)
«MEGIDRAMON…E’
LA REALTA’! GALLANTMON ERA SOLO UN SOGNO!!»
esclamò
il drago…nel ricordo soffuso del suo aspetto alternativo al
livello mega: il cavaliere dall’armatura candida, armato di
lancia…e generato dalla fusione con il suo giovane domatore
terrestre…
«QUEL GUERRIERO NON ESISTE
PIU’!! SOLTANTO QUESTO E’ IL MIO VERO VOLTO, IL
CHIARO E
SINCERO RIFLESSO…» disfacendosi del manto nero,
gettandolo
via «…DEL MIO DOLORE, E DELLA MIA
SOLITUDINE!!»
Alle sue grida le strutture
cedevano. E Sandmon si aggrappava «Ohp!» a una
colonna,
sempre però intento a seguire la scena.
«IL MIO CAMMINO DI
CRESCITA E’ STATO…ORRIBILEEE!!! COME QUESTO
ASPETTO!
ARIDO, E TRISTE!! SENZA DI LUIII…!!!» gemeva il
rabbioso
colosso…sotto lo sguardo sconvolto di Cindermon…
«TU DICI CHE LA
MIA MENTE ANCORA RAGIONA, QUANDO INVECE…IO SENTO CHE HA
ORMAI
SPEZZATO TUTTE LE REDINI CHE LA IMBRIGLIAVANO!...I RESTI…DEI
PRINCIPI CHE AVEVO CONSERVATO, QUEL DEBOLE FUOCO DI
SPERANZA…D-DI RIVEDERLO ANCORA!! ORMAI E’ BRUCIATO
TUTTO…L-LE VOSTRE PAROLE SONO SOLTANTO ALTRE MENZOGNE, ALTRI
INGANNI!! P-PER…APPROFITTARE DELLA MIA
INGENUITA’!! LUI
E’ MORTO…NON C’E’
PIU’ SPERANZA DI
RIVEDERLO, LA SOLA VERITA’ E’ RAPPRESENTATA DAL
DOLORE!!...
…IO
DESIDERO SOLTANTO…CHE IL RICORDO SIA RISPETTATO, E
PERCHE’
CIO’ SIA LO SEPPELLIRO’ SOTTO QUESTO PALAZZO! TU E
TUTTI
VOI…VOLETE SFRUTTARE L’ANTICO AFFETTO CHE CI
LEGAVA PER
INVENTARE ALTRE MENZOGNE, MA IO NON VE LO
PERMETTERO’!»
iniziando ad agitarsi più che mai «VI
DISTRUGGERO’
TUTTIIIIIIIII!!!»
Il palazzo avrebbe resistito per poco.
N’Emo si coprì la testa con le mani e
mormorò
«Non è…possibile…
…sono stato io a creare questo…?»
alludendo alla
creatura ormai sfuggita al suo controllo.
«Io non te
lo permetterò…» mormorava
Cindermon…caricandosi di rabbia e decisione «IO
NON TE LO
PERMETTERO’!! Distruggere la mia casa…
…e
tutti i vostri ricordi!! NON TE LO PERMETTERO’
MAIIIIII!!!»
accendendo mani e piedi di energia e gettandosi contro di lui, ma
questi con un colpo di coda «DJAAAAHHHH!» la spinse
violentemente contro una colonna «STAMMI LONTANA: TU SARAI LA
PRIMA AD ESSERE CANCELLATA!!»
Tutto questo sotto lo sguardo sbalordito di Sandmon
«…spettacolare, semplicemente spettacolare!!...e
dire che
fino a poco fa altro non era che un mostriciattolo senza valore,
è incredibile che abbia acquisito questo potere inumano!! E
ha
detto che sono state rabbia e frustrazione a
concederglielo…questo è da tenere in
considerazione:
riescono a dare risultati stupefacenti! Non c’è
che dire,
bisogna battere su questi fattori: Mako è già in
possesso
di un Digivice, se riesco ad innalzare la sua rabbia a livelli
esorbitanti…mi potrebbe far digievolvere in una creatura
imbattibile come Megidramon! Non c’è un minuto da
perdere.» accomodandosi il cappuccio sulla testa «A
Guilmon
lascerò che crolli il castello in testa, dopo tutto
è lui
che vuole questo destino! Io devo sbrigarmi a tagliare la corda, i miei
soldati…si arrangeranno, ora non posso fare apparizioni in
pubblico, la mia permanenza al momento
è…ufficiosa:
l’eroe si ritiraaa---OUCH!» ma gli cadde una
mattonella in
testa «…SE CI RIESCE…»
Jeri, nella
penombra dei corridoi con Orphanmon, restò sorpresa
«Strano…Beelzemon non è nella sua
stanza…»
Infatti le mani
artigliate del guerriero si intrecciavano con quelle di Snowhitemon,
avvolte dai guanti bordati di pelo
«Resisti…coraggio amico
mio.» diceva Beelzemon, proponendo «Vuoi che chiami
gli
altri?»…«No! Non dir loro nulla
Beelzemon…ahhh, il fascio per il centro di smaltimento
sarà quasi pronto e non voglio…turbare
Takato…facendogli sapere che…che…lo
rivedo! Rivedo
Megidramon…mi sembra di aver fatto
digievolvere…Guilmon…»…«Ah!
Ma ne sei
sicuro…? Oh Snowhitemon…cielo, ma può
essere
possibile?! Guilmon…non sappiamo neanche dove sia
e…p-perché mai, perché mai dovrebbe
essere
digievoluto in un modo simile?! La sola volta in cui lo ha fatto
è stato…»
…perdendosi fra i fotogrammi
«…perché Takato
era furioso con me, perché avevo ucciso Leomon, e fatto
soffrire
Jeri! Voleva farmela pagare, cancellandomi dalla faccia della terra! E
così ha fatto fluire la sua rabbia in WarGrowlmon
che…che…!...è digievoluto al livello
mega, e io
è stato solo un miracolo se non sono stato acquisito da lui:
lo
ricordo ancora…con un brivido. Ma è diverso, a
quel tempo
era un brivido…dato dalla frustrazione di essere sconfitto,
e la
paura di essere cancellato! Adesso invece…»
prendendosi le
spalle, come faceva sempre «…è un
brivido di timore
al pensiero del mio amico…con cui ho condiviso la casa per
dieci
anni, Guilmon! Povero…vecchio Guilmon…»
tendendo la
mano e accennando a qualcosa di piccolo
«…perché
tutti coloro che sono buoni debbono…mutare, è
come una
maledizione! Uhmf!!» versando lacrime improvvise
«Mako…
…G-Guilmon…e-e anch’iiio…!
Ihmf!
Snowhitemon, io…n-non ero veramente cattivo, ero
soltanto…p-piccolo, inesperto, perché
è dovuta
andare in quel modo?!»
Ma
inaspettatamente si sentì carezzato da quell’amico
minotauro «Io ho sempre saputo che non eri
cattivo…»…«Ah?!»…«Sapevo…che
facevi così perché ti sentivi molto
insicuro…basta
ammetterlo, cosa c’è di male? Mi sarebbe
piaciuto…donarti un po’ della mia allegria e del
mio
buonumore, per alleggerire i tuoi giorni. E se vuoi proprio
saperlo…io tante volte…mi sono sentito inasprito
quasi
quanto te…nella mia solitudine in questi anni, al
villaggio…lontano…dalla vita che amavo, ahhh! Mi
sembrava
di aver perso…tutta la mia fiducia nella vita, e quei giorni
felici di averli solo sognati. Ma in fondo al mio
cuore…sapevo
di non aver sognato! I nostri giorni…c’erano stati
veramente, Beelzemon…anche se…dopo…la
vita…assomigliava solo e soltanto…a-a un cumulo
di
imbrogli…meschinità…
…insoddisfazioni…
…anche se
è sembrato di sognare è stata la
realtà ad
ospitare i nostri più bei…ricordi,
ca…lù…»…«Oh?!>…«…e
questo sai che vuol dire…?...
…rispondi…» sussurrò
Snowhitemon ancora
più piano, e Beelzemon tenne stretta la sua mano
«Sai cosa
vuol dire, amico mio…?
Che…può…tornare…»…«Ah…»…«…come
allora: ci vuole impegno ed è difficile…
…m-ma non è impossibile,
ahhh!»…«Snowhitemon!»…«Va,
non
preoccuparti per me! Io sto bene, è solamente un riflesso
del
processo di digievoluzione, ci sono abituato e presto starò
meglio mentre tu hai…dei compiti da svolgere, Impmon,
vecchio
furfante.»…«Ahh…»…«Devi…devi
assolutamente riprenderti…i-il tuo vecchio domatore, tu
non…puoi perderlo
così!!»…«Mako…?»…«…e
non dimenticarti…che hai…una grande
responsabilità…nei confronti di Jeri: la nostra
Jeri…mentre noi eravamo al villaggio ha sofferto molto: se
c’è qualcuno che può
riportarla…indietro a
quel tempo che amava…questo è solo un Digimon. E
il suo
Digimon sei tu…ma se non scacci prima le ombre dalla tua
vita…n-non potrai fare altrettanto…c-con quella
di
lei!»…«…ma io sono
l’ombra della vita
di Jeri, Snowhitemon…» chinò il capo un
po’
scoraggiato Beelzemon «Io sono l’artefice di tutte
le sue
sofferenze!»…«N-Non dire sciocchezze,
sai che non
è
vero.»…«Cosa?»…«Le
cose
sono andate…diversamente, credimi! Lei…
…ti
aveva perdonato…era pronta per ricominciare, se non ci
avessero
portato via a forza ora!!...sareste amici da anni!!...e
chissà
che il suo sorriso…non sarebbe ora autentico…come
entrambi l’abbiamo sognato, anziché prigioniero di
quella
fitta coltre di ghiaccio dalla quale…sembra proprio non
riuscirsi mai a liberare…»
I respiri
di Beelzemon erano profondi e inesorabili, mescolati a quelli del
minotauro stremato per la reazione energetica «Il sorriso di
Jeri…quel tempo che non siamo riusciti ad afferrare, coloro
che
non siamo riusciti ad essere…!» pronunciava il
guerriero
alato…
In quegli stessi istanti, Cindermon si rialzava…
…il suo labbro
sanguinava, le sue gambe tremavano per la stanchezza…ma la
determinazione nel suo sguardo nonostante tutto non si era spenta.
Sicché si asciugò il sangue col braccio e
pronunciò «Non ancora, non credere di aver posto
l’ultima parola!...
…non finisce in questo modo…»
Megidramon la fissava
con l’unico occhio rimastogli, spalancava le ali e dilatava
le
fauci, come un’ombra diabolica frapposta sul suo destino
«Tutto quello che hai dimostrato…non è
sufficiente
per battermi, per farmi desistere!» affermava la ragazza
«…tra le mie mani…brilla la speranza
per un futuro
che non è mai stato, se mi arrendo ora e ti lascio al suo
destino niente avrà avuto senso!! Tutte le gioie, le
sofferenze,
le speranze…non avranno avuto scopo alcuno!! E
invece…io
voglio che quell’alba tanto agognata sorga sulle
vite…di
tutti voi che l’avete tanto attesa! La vita dei Digimon
Tamers…
…di Takato…
…e persino la
tua! Non posso lasciarti in queste condizioni
Guilmon…»
«…MMM,
SMETTILA…DI RIEVOCARE IL
PASSATO…»…«…come
vuoi: se il passato
non vuoi vederlo…i-io ti mostrerò la luce del
futuro!»…«GRRR! NON CI SARA’
FUTURO PER QUELLI
COME TE…CHE OSANO AVVICINARSI A ME, FINIRANNO
BRUCIATI!»
Ma incurante del
pericolo, la ragazza sussurrava «Ancora uno sforzo,
Cindermon…
…q-quel
futuro non è un sogno…» avanzando,
nonostante il
tremore e la stanchezza «Credici! Ancora uno
sforzo…»
…mentre
Takato raccoglieva il suo Digivice ed esprimeva, avanzando verso la
finestra «Chissà dov’è
andata, dopo avermi
lasciato scritte quelle parole! Io…spero che non voglia
abbandonarmi! Si è trovata suo malgrado coinvolta nel
passato
che non siamo riusciti a trasformare in realtà…ma
ciò nonostante, non l’ha rifiutato,
anzi!...l’ha
raccolto sulle sue spalle ed ha accettato la sfida. Cindermon.
Io…vorrei trovare un modo per esprimerle la mia gratitudine!
Potessi sdebitarmi con lei: ma ora, con il conflitto di sentimenti che
sta sorgendo fra noi, tutto si fa più complicato!»
Kenta era
ancora con lui e lo rassicurò «Coraggio Takato,
vedrai che
Cindermon non è andata lontano, e molto presto si
potrà
parlare e chiarire ogni
cosa.»…«…speriamo! In
questo momento…sai Kenta, sento il mio cuore diviso in tanti
spicchi diversi! Da un lato c’è mio fratello, e il
mio
bisogno di ricomporre la mia famiglia: strappando lui alle tenebre
è come se sentissi…di poter mettere un punto alla
notte
che ci ha travolti, e ricominciare da capo! Da un altro
c’è Cindermon, e la mia gratitudine nei suoi
confronti, ma
c’è anche il ricordo di Guilmon: non voglio
tradirlo e
spero che…sia possibile ritrovarci e restare tutti quanti
assieme! E infine…c’è
Jeri…»
…proprio mentre la ragazza attraversava il corridoio in
pigiama
e a piedi nudi «Dove sarà andato
Beelzemon…?
Oh!» ma notò la porta semichiusa della stanza di
Kenta, e
si affacciò…
Takato
diceva «Sono sicuro che sarà andata a dormire col
cuore…pieno di rimorsi! Avrà preso una pasticca
di quelle
che usa per tranquillizzarsi…ma che non l’avranno
aiutata!
Io so che in questi casi i medicinali…servono a poco. Quando
hai
un dolore dentro la sola cosa che può darti una mano
è la
vicinanza di coloro che ami! Magari…starà
pensando
ancora, nonostante tutto…che io ce l’ho con lei,
che la
mia visione di lei è cambiata, quando invece…se
solo
sapesse…
…se
sapesse che lei…è il più grande sogno
del mio
futuro. Io non posso essere arrabbiato con lei, io
l’amo!»
«Ahh!» (canzone: Steps
- If you believe)
Jeri sussultò. Orphanmon esclamò «Jeri,
sta
parlando di t-»…«Shhh!» ma lei
gli pose le
mani sulla bocca: troppo tardi, poiché Kenta si accorse di
lei…ma Takato no, e dando le spalle alla porta seguitava a
parlare «Io per lei concretizzerei quel tempo che non
è
mai arrivato…so che lei lo desiderava più di
tutti noi, e
le incomprensioni che finora ci hanno separato…sono state
soltanto frutto della sofferenza! Meritano di essere cancellate da una
grande
luce…»…«Takato…»
accennava Kenta alludendo alla ragazza che stava entrando, ma il
ragazzo continuava «E’ proprio così,
Kenta, per me
lei è tutto ma…come una volta, io non sono sicuro
di
quali siano realmente i suoi sentimenti per me! E alla fine sono giunto
alla conclusione che forse…non sono io la persona che lei
cerca,
per questo non mi sono avvicinato, stanotte…quando avrei
tanto
voluto abbracciarla…e
baciarla…»…«Takato!»
disse ancora
Kenta, al che Takato si girò ed ebbe un sussultò
«Ahh!!...Jeri…
…che cosa ci fai qui…?»
La ragazza dagli
occhi segnati dal pianto ma increduli di emozione, accennò
«N-Non…riuscivo a prendere sonno…
…come
allora, ti ricordi? Perciò mi sono alzata…e-e
inavvertitamente…
…ti ho sentito parlare…»
Il ragazzo si
avvicinò prontamente, e Kenta dopo un accenno a lui rivolto
con
lo sguardo si allontanò, comprendendo che era il caso di
lasciarli soli.
«Stavi
male…?» chiese Takato che questa volta non
riuscì a
non accarezzarle i capelli, e fissarla negli occhi per poi dirle
«Ah, anch’io non riuscivo a dormire…
…in
questo castello sembra sia impossibile! Nel silenzio camminano
fantasmi…echeggiano i
ricordi…»…«Takato…è-è
vero…?! E’ vero tutto quello che hai
detto…?»
sussurrò lei…mentre un Digignomo volava attorno a
loro, e
Orphanmon balzò dalle mani della ragazza per inseguirlo
«Eeeehi, tuuu! Ahahah, dove vai?!»
«E’ la verità…»
affermò il
ragazzo, stanco ormai di aspettare «Sì,
Jeri…è la verità! Io…
…ti
amo! Tu per me sei…la cosa più importante, ti amo
e se ti
ho amata quando eri bambina ora…ti amo ancor più
che in
passato…»
Quelle parole
sembravano regalare all’animo di Jeri tale
gioia…che la
sua mano spontaneamente raggiunse il viso di lui…per
carezzarlo
«Io…»…«…sì,
Jeri?!»…«I-Io…» si
strozzava in gola,
la voce della ragazza, che non riusciva a dirlo…ma alla fine
stringendo gli occhi ce la fece, in un sussurro «Ti
amo…»…«Cosa?!»…«Ti
amo…» ripeté lei quasi automaticamente,
come se
stentasse lei stessa a credervi: gli occhi di Takato si spalancarono,
nel suo sussurro «…non può
essere…»
avvicinandosi, ed affermando animato da emozione «Non posso
credere di star ascoltando questo proprio da te, non posso credere che
sia vero!» ma lei ripeteva «Io ti
amo…»…«…non
può
essere…che mi sia toccata una…gioia
così grande,
sei davvero tu Jeri?!! Rispondi!! Sei…sincera?!!»
e lei,
nell’affanno
«…sì…!!...
…sì…!!» un affanno di gioia
«Sì, anch’io ti amo!!» una
gioia crescente
«…anch’io ti amo, Takato!» una
gioia
incredula, che la portava a scuotere il capo
«Anch’io ti
amo, ti amo!!!»
…e scivolarono
così in un abbraccio. E dall’abbraccio in un
bacio. Un
bacio che stavolta nessun poté fermare, non vi fu
resistenza. Ma
solo un sommo affetto, una profonda tenerezza maturata con gli
anni…e dagli anni mutata in desiderio l’uno per
l’altro…
…sotto lo
sguardo lieto di Orphanmon, che era balzato sul tavolo vicino
«Jeri…
…che bello!
E’ come una favola!!» ed il Digignomo gli si posava
sulle
ali…
Takato era incredulo
«Ah, grazie…!!...grazie destino…!...non
posso
credere che tu mi abbia…omaggiato con una gioia
così
grande, Jeri, amore mio! T-Tu…mi
ami…»…«Sì…sì
caro,
sì amore mio…» seguitavano quelle
carezze
«…e ora mi sembra di accorgermi…di
averti amato da
sempre.»…«Ah!»…«Da
sempre…» raccontava lei con un dolce e incredulo
sorriso
«…forse una coltre oscura aveva velato il mio
cuore, ma
sento…che la luce della tua lancia ora abbatte le pareti ed
io…! Oh sì! Sì!! Ci riesco!! Io
amo…! Ci
riesco, amo, amo te!! Il mio cuore non è ghiacciato!
L’amore…
…p-palpita! E’ meraviglioso…
…palpita per te
Takato…» e continuava a ripetere, nella commozione
di
entrambi «…io ti amo, ti amo!!...ti
amo…tanto…
…tanto, amore mio…»
Orphanmon
esclamava «Jeri, sono così felice!!» e
il Digignomo
volava attorno a quegli innamorati…
«…ah, benedetto sia Digiworld!»
affermava Takato
«In questo mondo…rinasce l’amore! Oltre
la
vita…» e Jeri «Il nostro
mondo…il nostro
Digiworld…» piena d’affetto.
A quel punto il Digivice di Takato si illuminò…
E anche il
simbolo di Snowhitemon
«Ahhh!!»…«Che ti
succede, Snowhitemon?!» esclamò Beelzemon. E il
minotauro
«Non lo so…»
Ma stavolta la luce non era rossa, bensì splendente.
Come il chiarore che
avvolse il corpo di Cindermon «Ah!...cosa mi succede? Mi
sento…improvvisamente rinvigorita!»
Spalancato lo
sguardo di Megidramon, così come del Gotsumon…e
di
N’Emo…
Le ferite e le
sporcature sul corpo della ragazza sembravano curarsi miracolosamente,
il suo sorriso tornare a risplendere
«Ah…è
meraviglioso, sento che il mio domatore ama, è felice!
Questo…inietta tra i miei dati una nuova gioia!
Sì…» respirava di nuovo sollievo
Cindermon…
«Una
nuova digievoluzione!!» disse Snowhitemon, e Beelzemon
esclamò preoccupato «Oh no tu sei stremato!! Non
ce la
farai a sostenerla!» ma l’altro gli
afferrò il
braccio rassicurandolo «No…stavolta è
diverso…questa è stupenda…è
piacevole…»
«Uhm?!!» sussultarono Riley, Mitsuo, Rea e Suzie
quando sul
display del computer comparve una croce di cristalli…
«Chi l’ha
detto che le digievoluzioni nascono soltanto dalla
rabbia…dall’odio…e dal
tormento?» si chiedeva
Cindermon a cui il chiarore sembrava conferire eleganza e portamento.
Per poi adagiare gli occhi sul drago dinanzi a lei
«L’amore
può generare il processo inverso…a quello che ha
creato
te.» (fine-canzone)
Henry, dalla sua
prigionia, sembrò beneficiare della luce sprigionata ed
accennare un sorriso, come se un sollievo si potesse
intravedere…
Rea fissava il computer
«Non capisco…» dopodiché le
squillò il
cellulare «Oh!...Digimon Supremi, aiutateci
voi…pronto,
mamma?! Ti sei un po’ tranquillizzata? Persiste sulla terra
quello strano segna-?»…«Rea, ma cosa dici?!...adesso
è diverso, si è accesa una luce bellissima in
cielo, anche se è notte!»…«Cosa
hai detto?!» si volse Rea spingendosi meglio il cellulare
sull’orecchio, e attirando lo sguardo dei presenti «Guardarla
mette…una serenità incredibile: scusami,
figliola! Prima
ero…stravolta dalla paura, e ho detto cose che non pensavo.
Mi
perdoni, cara? So quanto sia difficile fare la Digimon Tamer…»
al che la ragazza coprì il cellulare e annunciò
«Se
riesce ad avere questo effetto su mia madre deve trattarsi realmente di
qualcosa di grosso.»
Suzie si volse incuriosita
verso il computer, e Mitsuo elaborò «Penso di
ipotizzare
di cosa possa trattarsi: dovrebbe essere una sorta
di…processo
inverso rispetto a quello che abbiamo sperimentato
prima…»
Violetta
inarcava ancor più il suo sguardo, ora che l’Ipad
dei suoi
figli riportava una croce cristallina. La gatta era ormai prossima al
sonno, stesa sui suoi piedi.
Riley
segnalò «Guarda, Mitsuo...! La rete
sembra…beneficiare del suo apporto!» e Mitsuo
«L’antitesi al collasso di sistema.» al
che Suzie
fece «Ok d’accordo ma…qual è
la fonte?! Prima
di quel bagliore distruttivo, e ora di questo fascio
benefico?!»
I due
coniugi esperti di informatica si guardarono, e lei ipotizzò
«Probabilmente due entità collegate da
qualcosa.»
Lui ribatté «Un po’ come due sposi. Come
me e
te.»
Megidramon emise la sua ruggente onda d’urto…
…ma
non riuscì a spostare di un millimetro Cindermon, come se
quella
luce la proteggesse «Ahhh!» Questo lo
spiazzò.
E altrettanto
N’Emo «E’ come se quella
luce…la difendesse
dagli attacchi di Megidramon!»
Cindermon
chiudeva gli occhi, sembrava prossima ad un nuovo processo…
Altrettanto
Snowhitemon piegava il capo all’indietro, sembrava
rasserenato
«E’ una luce d’amore, Beelzemon. Cosa ti
dicevo…? Non esistono solo tenebre…
…la forza dei
sentimenti nel nostro cuore può ancora compiere miracoli!
Osserva!»…«Ahh! Snowhitemon!
M-Ma…?!»
Beelzemon rimase
incredulo, quando vide che la luce arricchiva la fisicità
del
suo amico digitale con un particolare nuovo e stupendo: un paio di ali
piumate, simili a quelle di un angelo…
«Non posso
crederci…» boccheggiò
Beelzemon…ora che
erano alati entrambi. Snowhitemon gli sorrise «E invece
è
così…calù…
…mi sento bene, non
sono mai stato così felice di provocare una
digievoluzione!»…«…di
chiunque si
tratti…dev’essere magnifica!» espresse
Beelzemon
recuperando spirito «Mi piacerebbe vederla…ma
purtroppo…ora…ho degli affari da sbrigare! Hai
ragione
tu, e guardandoti me ne sono reso conto! Io devo fare i conti con il
mio passato: devo andare a cercare Mako, ovunque egli sia! Devo andare
a prenderlo per riportarlo indietro! S-Se posso lasciarti!
Tu…stai bene ora?»…«Io?
Sì…ma
tu…?»…«Non ti preoccupare per
me: me la
caverò!»…«Jeri non viene con
te?» ma
Beelzemon chinò il capo «…Jeri ha
già tanti
problemi: lei non c’entra, e se Mako la
vedesse…»
per poi riacquistare determinazione «Se
c’è qualcuno
che può far ragionare Mako quello sono io! Grazie
Snowhitemon!
Grazie per avermi indicato la strada!» sicché
spalancò le ali nere…
…e volò oltre la finestra «Aspetta,
Beelzemon!...
…eheh, non
c’è che dire, è il solito
impulsivo.»
commentò il minotauro dal diadema splendente di quella
rasserenante luce.
Qualcosa stava
accadendo al talismano che Violetta possedeva, dall’aspetto
di un
diamante circondato da una corona di foglie: la corona divenne di colpo
brillante. Violetta provò ad allunare la mano ma
«AAHHHH!!!» strillò per la luce
liberatasi…
…che tanto era forte che fece scappare Scratchmon.
Il simbolo della croce di
cristallo splendeva sulla fronte di Cindermon «Il livello
mega
è vicino! Sei pronto a combattere sullo stesso
piano?!»
«COSA?!»
Megidramon arretrò, ma Cindermon assunse di nuovo posa di
combattimento (canzone: Steps
- Dancing queen)
«Certo! Credevi che sarei rimasta con le mani in mano e ti
avrei
fatto fare macerie dei nostri sogni?! Sei un illuso!! Guarda qua,
ora!»
«AHHH!»
La luce la avvolse completamente.
N’Emo esclamò «Incredibile!»
Una colonna brillante si
innalzò presso di lei…e da questa spuntarono due
agili
ali composte da foglie incandescenti.
L’occhio di Megidramon
si dilatava sempre più…specchiando quel bagliore
che
diradandosi svelò un abito completamente composto di
cristalli,
come quello di una vera principessa: una principessa dalle ali
fiammanti, e dalla bandana rossa che rendeva più dinamica la
sua
immagine! Ma quella mutazione l’aveva resa ancora
più
graziosa, e il suo viso, adornato da un trucco sfumato e luminoso, era
più bello che mai…
La sua immagine
apparve sul display «Guarda là,
Mitsuo!!»
balzò in piedi Riley, e così suo marito
«E’
un Digimon?! Ma…non l’avevo mai visto!»
accomodandosi gli occhiali e poi specificando
«C’è
scritto RedIdolmon…ha
un aspetto familiare! Ahhh!» ma Suzie si catapultò
su di
lui «Fatemi vedere!» ed anche Rea «No dai
anche a me
Suzie, fammi spazio!!» schiacciando un po’
«A-Ahhh!» il povero Mitsuo e strappando una risata
«Uhmuhmuhm!» alla moglie, fino a quando non
esclamarono
entrambe in coro «M-MA QUELLA…E’
CINDERMON!!»
«E TU CHI
SEI?!» ringhiò Megidramon, e la guerriera di
cristallo
rispose «Sono RedIdolmon!...digievoluta al livello mega
grazie
alla forza dell’amore trasmessami dal mio domatore: anche a
distanza…»
…mentre Jeri e Takato si lasciavano cadere sul letto, presi
in
un vortice di tenerezza…
«…il mio
cuore batte all’unisono con il suo! Niente può
fermare la
mia intesa con colui che è stato anche il TUO domatore, e
cioè…Takato!!»…«GRRR,
TU
MENTI!!...ECCO, CONTINUI A MENTIRE!! TU CREDI CHE IO SIA STUUUPIDO E
CHE UDENDO IL SUO NOME IO ABBASSI LE MIE DIFESE, MA TI
ILLUDI!»…«No ti sbagli: non mi illudo di
niente, so
che ora la tua testa è più dura che mai, GUILMON!
Sei
accecato dalla disperazione, e ti tappi le orecchie dalla voce del
cuore, che ti dice che lui è vivo, è
vivo!!»…«…FA
SILENZIO…!!»…«Io parlo
finché ho da
dire qualcosa!! E in questo caso posso garantirti…
…che di
parole…ne ho molte…molte ancora, per il nostro
passato,
per ciò che avete vissuto, per quello che ABBIAMO vissuto!
Tu
non riuscirai a zittirmi con la tua ferocia…
…tu non mi
fermerai così facilmente, GUILMOOOOOOOOON!»
lanciandosi in
volo contro di lui. Che reagì in tutta risposta
«IN QUESTO
CASO…SEI ACCONTENTATA: PREPARATI, PER TE E’
FINITA!!»
Megidramon e RedIdolmon si scontrarono, si afferrarono e lottarono.
N’Emo ed il
Gotsumon seguivano lo scontro col fiato sospeso e lo sguardo sconvolto.
«G-GHHHRRRRRRRRR!!!» ruggì il drago,
travolgendo
l’abito della guerriera con la sua saliva caustica e
incandescente…ma RedIdolmon si illuminò di luce
«No, mi dispiace!...
…la luce dei
sentimenti mi protegge, il tuo respiro mortale non può farmi
niente!»…«TI
TRASCINERO’…NELLA TUA
ULTIMA GIOSTRA!!!»…«Dopo di te, mio
caro!!»…«UUUURGHHHHHH!!!»
E così la
portò in alto: la loro lotta li condusse a infrangere il
tetto…
…e a sbucare
nel cielo notturno di Digiworld. Ed era un’alitata di fuoco
da
parte del drago oscuro. E una girandola di laser e di foglie per la
combattente di cristallo. Così, colpo dopo colpo…
…tanto che i
FireFlymon appostati attorno al castello constatarono
«Guardate
che spettacolo: chi sono quei due
Digimon?»…«Nessuno
li conosce, ma hanno un aspetto leggendario! Forse aspettano che noi li
celebriamo, perché non facciamo uscire i
fuochi?»…«Buona idea!»
E così fu, dopo
pochi istanti: alla girandola di tecniche speciali si aggiunse un
caleidoscopio di fuochi d’artificio ad accendere il cielo. Ma
i
due Digimon pensavano soltanto a lottare
«Prendiiiiiiiii----QUESTO!» RedIdolmon
sferrò un
calcio d’energia. Megidramon
«UUUUURGHHHHHH!!!»
parò con tutta la resistenza che aveva, e le
rispedì
indietro il colpo «ECCOTI SERVITA!» Lei
schivò
«Ah! Mi spiace ma ci vuole ben altro contro di
me!»…«QUANTO A QUESTO NON PENSARE CHE IO
SIA DA
MENO!»…«Bene, allora tira fuori quel che
sai
fare!»…«SUBITOOOOOOOOO!!!»
lanciandosi su di
lei con tutto l’impeto.
Ma questa «Mi
dispiace…ma la rabbia disperata non basta contro la mia
luce.» accendendo una scintilla sul suo dito ed evocando
«Vortice
rosso!!»
Tracciò così
uno spirale nell’aria «AHHH?!» Megidramon
dilatò l’occhio: RedIdolmon sbatté le
sue ali, che
liberando foglie incandescenti seguirono la via della scia di luce per
travolgere in pieno «AAAAARGHHHH!»
l’avversario
«Desolata, ma non ho finito, Guilmon!»
La guerriera si
gettò su di lui e
«GHYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHH!!!» lo
trascinò di nuovo in basso, lungo l’interno del
palazzo.
Atterrarono di nuovo
di fronte a N’Emo «Ahh! Megidramon!! Cof,
cof!» che
tossì, poiché avevano liberato una nuvola di fumo
e
fuoco…e nel diradarsi di questa stavano ancora lottando
«Non li ferma più nessuno!»
esclamò il
ragazzino.
…mentre fra
Jeri e Takato erano ancora baci, come se si regalassero tutti quelli
negati negli anni…
Megidramon la avvolse
di scatto con la sua coda, e piombò a bocca aperta come se
volesse mangiarla «Tu non mi fai paura!!»
esclamò
lei coraggiosa (fine-canzone)
«La tua sofferenza non mi spaventa, anzi! Mi esorta a lottare
con
ancora più grinta! Guilmon, apri gli occhi!! Uno lo hai
perduto…»…«UHMF!!!»
Il drago
ritirò il suo capo sentendosi offeso, e spingendo in modo
violento il suo cappuccio per nascondersi «…ma
l’altro non ti serve a niente se seguiti a fare
così!!
Eppure esiste un modo…per far sì che entrambi
siano
inutili…e riuscire a vedere lo stesso! Disponi ancora degli
occhi del cuore, utilizzali per vedere il cammino che traccia il tuo
destino!!...lui l’ha fatto…quando è
stato il
momento…»…«IHMF!! NOMINALO
UN'ALTRA
VOLTA…
…E
IO TI DI-VO-RE-RO’!!»…«VA
BENE, FALLO PURE!!
Se mangiandomi potrai scompormi in tanti pezzi e sentire il suo
sapore…vai pure, è la cosa che ci vuole in questo
momento!»
Parole che spinsero Megidramon a dilatare oltremodo il suo occhio.
RedIdolmon affermava coraggiosamente «In questo modo sentirai
il
sapore del mio cuore…e lui è nel mio cuore: non
ci
sarà modo per smentire quanto percepirai, se gli hai voluto
bene
davvero!»
Il drago ruggì cupamente…
…e RedIdolmon spalancò le braccia
«AVANTI! Vai,
senza paura, non è una trappola!! Mangiata…da un
drago
immenso, è una fine d’effetto…per una
guerriera e
una principessa come me!! L’HO SEMPRE SOGNATA!...e da te
Guilmon
mi è più grata ancora!!»
N’Emo
aveva il cuore in gola, non sapeva cosa il Digimon avrebbe scelto.
I molteplici
occhi luminosi si aprirono agitati alle spalle del Gotsumon
«Maledizione!! Quella ragazza è soltanto una
sciocca, si
farà divorare senza opporre resistenza, e lascerà
noi
alla tirannia di Megidramon!! Non è degna neanche di essere
chiamata “Digimon”: ormai è contaminata
dagli umani
che hanno portato lui al potere!» estraendo di colpo la
cerbottana «Non mi lascia altra scelta!»
«RWAAAAAAAAAAGHHH!!!» Megidramon ruggì
rabbiosamente
e piombò su RedIdolmon, che si parò il viso:
sembrava
pronto a mangiarla, lei sentiva che era arrivata la fine…
…ma
proprio all’ultimo, lui si era fermato…e lei
«O-Oh…» aprì timidamente i
suoi occhi e lo
guardò con timore…
…le
narici della creatura si muovevano appena, sullo sfondo del suo cupo
mormorio…
«Questo…odore…» disse
più piano il
drago: sembrava alludesse all’odore della bandana di
RedIdolmon
“Takato!!” pensò Megidramon in un
sussulto
dell’anima, che gli condusse al cuore un collage di ricordi
in
cui era stato così vicino a lui, persino nel suo letto,
tanto da
poter percepire il suo odore…
“Non
può essere…che sia proprio lo stesso!! Anche se
lei fosse
alleata di suo fratello…sarebbe impossibile, ogni persona ha
un
odore diverso!! E questo…nooo…non posso
sbagliarmi!!...
…n-non…!!...posso sbagliarmi, erano anni che non
lo
sentivo!!” esclamò nel suo animo versando lacrime
dal suo
solo occhio “…è l’odore del
mio piccolo
domatore, di tutti i miei ricordi! E’ l’odore
inconfondibile della mia felicità…”
«Ti
sei ricordato di qualcosa…?» gli chiedeva
RedIdolmon con
sguardo dolce «Capisci che io non posso ingannarti? Lui
c’è ancora…ti cerca, lui ti vuole
bene!»
“Possibile che l’abbia conservato in qualche modo?!
Ma…!!” e si volse di scatto, verso quel ragazzino
pallido
e interdetto in piedi dinanzi a lui “N’Emo mi ha
detto che
Takato è morto, e che lei è in combutta con il
fratello?!
Posso essermi forse sbagliato?! Oh no!! Non ci capisco più
niente, aiutatemiiiiii!!!” Megidramon si prese il capo tra le
mani ed iniziò a dimenarsi «Megidramon!»
esclamò N’Emo, e RedIdolmon si aggrappò
alla
possente creatura «Andiamo, non fare così, devi
sforzarti
di ragionare!! Puoi farlo!!»
I suoi ruggiti laceravano l’aria.
Ma alle spalle di N’Emo brillava qualcosa di
minaccioso…
…era il Gotsumon, che prendeva la mira
«Perirà
stecchito dal veleno: lurido miserabile bestione…devo solo
riuscire a mirarlo, accidenti, si muove in maniera
inconsulta!!»
e all’imponente bersaglio si sovrapponeva la sagoma di quella
ragazza che cercava di frenare il suo moto
«Forza!!...coraggio,
Guilmon!! Lui è vivo, posso provartelo!! Devi solo accettare
di
seguirmi! Ti prego…!!» tendendogli le braccia
«Non
puoi essere così testone!!»
Lui le fissava quegli occhi azzurri così buoni
“…è inutile, credevo che sarei riuscito
a oppormi!
Ma non riesco a farle del male fino in fondo, se mi guarda in questo
modo…risveglia tutto il mio amore per lei!! Non
c’è
ombra di dubbio…
…io la amo…amo i suoi occhi azzurri, chiunque lei
sia!!
Possibile che questo amore così candido voglia davvero
ingannarmi?!”
N’Emo si volse in apprensione “Se lei riesce a
convincerlo
me lo porterà via!! Che cosa posso fare?! Oh!!” ma
in
questo modo notò il luccichio della cerbottana.
«Addio per
sempre, Supremo maledetto.» il Gotsumon soffiò la
freccia
venefica.
RedIdolmon
scuoteva la creatura «Guil---mon!!» i cui movimenti
ripresero a farsi in consulti.
N’Emo
sussultò «Oh no, sta attento!!
GUILMOOOOOOOOOOOOOOON!» sicché si
lanciò in
corsa…
…negli
stessi istanti in cui Megidramon “L’odore di
Takato…!!...
…i-i suoi
occhi azzurri!! I-Io…!!” e tirò fuori
la sua voce
«NON RESISTO PIU’ IN QUESTA OSCURITA’,
RIVOGLIO IL
MIO CIELOOOOOOOOOOOO!!!»
La luce lo avvolse completamente, liberando fasci in ogni direzione.
Il Gotsumon
abbassò la cerbottana incredulo «Che
succede?!»
Il prodigio
luminoso si dimenò e sfumò ogni sagoma. E quando
giunse
al termine…
…un manto
nero planò dolcemente nell’aria…fino ad
adagiarsi a
terra…e coprire un draghetto rosso rosso stremato e
addormentato: Guilmon.
«Ahhh!»
RedIdolmon tese la sua mano «…è
finita…?»
L’occhietto
chiuso di Guilmon sbucava da sotto il manto…la ragazza si
avvicinò timorosa, nel silenzio tombale che era calato
«Sei…riuscito a tornare alla tua forma, ti sei
arreso…? Ora…ti posso riportare dal tuo
domatore?»
inginocchiandosi preso di lui…
…senza notare
che alle sue spalle giaceva a terra un ragazzino, con una freccia
conficcata nella schiena…
«Dannazione…l’ho mancato, colpa di quel
maledetto
moccioso!!» si lasciò scappare il Gotsumon
RedIdolmon si
girò di scatto «Chi è
là?!!...ah!!» ma
poi vide N’Emo a terra…e lasciò andare
Guilmon per
correre da lui «Oh no…
…ehi,
ragazzino, svegliati! AHH!!» ma il sussulto fu ancora
più
grande quando lo rigirò…e vide la freccia
«No, non
è possibile: ditemi che non è
così…»
staccando il dardo dalla schiena di N’Emo «Oh la
miseria…!!...VELENO…!!...q-questo…p-può
uccidere un Digimon sedutastante, e gli umani…a-a Digiworld
sono
composti altrettanto di dati, fungendo da separatore non lascia loro
scampo oh…!!...nooo…» chinando il capo
sconfortata
«Ditemi che non è andata in questo modo,
perché
l’hai fatto?!...
…volevano uccidere noi, sì, di sicuro
è
così! Chi ha tirato questo dardo malvagio voleva uccidere
noi
regnanti, perché…ti sei messo in mezzo?! Per fare
l’eroe…!!» versando lacrime
«…e adesso
come farò a dirlo a Takato…eh?...lui…
…lui
desiderava riportarti con sé a casa, lui ti voleva bene,
eri…!!...l-la sola speranza…per salvare i
rapporti…fra lui…suo padre, e sua madre, adesso
che tu
sei scomparso chi potrà più
farlo?!...è-è
finita…
…per quella casa, per quel panificio…
…e
tutto…solo per colpa di una…stupida
freccia…avvelenata…»
Ma quella
guerriera avvertì un brivido quando sentì una
mano
pallida e fredda scorrere lungo il suo abito di cristallo:
sicché si girò di scatto
«N’EMO!!»
Il ragazzino era
in piedi di fronte a lei: la fissava con sguardo trionfante
«Ma
bene…! E così sono diventato lo
strumento per
mettere a tacere…scomode contese
familiari!»…«M-Ma…come hai
fatto a resistere
al veleno, q-questa freccia
era…?!»…«Non eri
contenta di rivedermi…? Ora ti dispiace che non
sia…
…MORTO?»…«Ah!»…«Ahahah…sei
patetica…Cindermon, travestita da vera principessa
poi!»
Totalmente allibita…
…e
il Gotsumon non era da meno «Ma come ha fatto a
sopravvivere…? La dose di veleno era letale!!»
“E’
impossibile, c’è qualcosa che non
quadra!” pensava
RedIdolmon, dinanzi a quegli occhi familiari e al contempo ostili
“La freccia lo ha ferito, in questo momento…non
potrebbe
essere qui e invece è sopravvissuto! Che
significa?!!”
«Ti stai ponendo mille domande? Non temere, avranno tutte
risposta! Molto presto ogni segreto sarà svelato, ma nel
frattempo…» N’Emo imbrigliò
il dardo con i
fili scaturiti dalla mano «…è bene che
tutti i
colpevoli paghino, TIENI! Eccoti servito dell’omaggio che
volevi
concedere al mio Digimon: IL SUPREMO!» I fili scagliarono il
dardo con violenza, il Gotsumon dilatò i suoi
occhi…«ASPETTA!» esclamò
RedIdolmon ma era
troppo tardi…
«Ooooooooooooooughhhhhhhhh!» Il piccolo Digimon
roccioso fu
colpito in pieno e spinto a terra. La ragazza fissò attonita
N’Emo, che smarriva lo sguardo più in
là palesando
indifferenza «Nessuno deve osare toccare il mio
Guilmon…»…«Ah!...
…ehi,
tu!!» esclamò la guerriera correndo verso il
Gotsumon…e raccogliendo il suo corpo stremato
«Perché hai fatto
questo…?»…«A-Ahhh…
…principessa,
vieni a mostrarti compassionevole con me dopo che ho tentato di
ucciderti…?» Ma la giovane dal trucco cristallino
e dalle
ali piegate di tristezza lo carezzava amorevolmente
«…io
sono una regnante, ho a cuore la vita di tutti i miei sudditi,
è
normale…»…«E dire che pensavo
che voi ci
aveste abbandonato.»…«Hai
torto!!» gemette lei
«…se ho fatto tutto questo…se ho
rischiato la vita
è stato soltanto per il benessere di Digiworld!!
E-E…del
mondo dei terrestri. E’ vero!! Ho lasciato questo palazzo e
voltato le spalle ai miei familiari, ma ti assicuro che sia io, sia mio
padre sia mia sorella vogliamo soltanto che regni la pace! Ecco
spiegata la mia presenza qui, n-non…lo faccio mica per me!
S-Se
quel Digimon…quel Digimon laggiù torna dal mio
domatore
la mia carriera di combattente è finita, loro si
riuniranno!!
E-E forse…non solo quella da combattente…a-anche
quella
da amica…» asciugandosi gli occhi
«…perderò molte altre cose…
…perderò lui, capisci!! Ma DOVEVO farlo,
DOVEVO!!»
spremendosi in un pianto doloroso e sommesso
«…perché hai voluto scegliere questa
via…?
Potevi vivere! Perché non hai avuto fiducia in noi fino alla
fine…?»…«…a-ahhh…perdonami
principessa…ma quando lo sconforto sopraggiunge a volte si
compiono scelte sbagliate. Io…credevo almeno, di fare il
bene
per la mia
gente…»…«…hai
fatto
soltanto il tuo male…povero Digimon!» lo
carezzava…
…mentre
alle sue spalle N’Emo commentava «Che sciocca: lui
l’avrebbe ammazzata e lei lo piange come un amico. Non lo
capisco.» per poi volgersi «Guilmon?...
…Guilmon,
sei tutto intero?...ah, devo sbrigarmi a portarlo via da lei, o
farà venire alla luce tutte le mie
bugie…»
«I-Io me
ne sto andando principessa, però vi prego solo di una cosa!
A-Abbiate cura di voi, non fatevi
prendere!»…«Cosa?»…«I-I
miei
compagni…i-i miei compagni come me vogliono la vostra
fi---»…«Aspetta! Che cosa stavi per
dire, Gotsumon?!
Non te ne andare, aspetta!»
Ma fu troppo tardi:
stremato dal veleno, il Gotsumon si dissolse in un vortice di dati. Il
dardo cadde a terra e seguì il medesimo esito. RedIdolmon
strinse a sé quel nulla che le era rimasto
«…perché tutta questa violenza, e
questa
ostilità…?» in un sussurro che sembrava
lavarla di
tutto il suo impeto un po’ burrascoso, per farla assomigliare
alla più candida delle principesse delle fiabe…
…ma i
suoi occhi azzurri tornarono a spalancarsi di paura: dinanzi a mille e
più altri occhi agitati «Ahhh! E voi chi
siete?!»
Nel buio sembravano
ribollire e covare astio «Il nostro compagno è
morto…è colpa vostra!!» esclamavano,
lasciando
spiazzata la giovane.
Guilmon dischiudeva il
suo occhio «O-Oh…N’Emo…cosa
succede?»…«Guilmon!! Ti sei
risvegliat---oh?!»
ma il ragazzino si volse e constatò dell’imminente
minaccia.
«MORTE AI
REGNANTI!» esclamò la massa di occhi «LA
PAGHERETE!!»
«Ahhh!!
Fermatevi!!» esclamò RedIdolmon: ma dal cumulo di
sguardi
si abbatté un vortice infuocato. La ragazza
scattò
all’indietro, ma un istante dopo fuoriuscirono zampe,
artigli,
antenne, ali «SONO TUTTI DIGIMON!» gridò
lei.
N’Emo
sussultò «Oh mio Dio siamo in
pericolo!!» e Guilmon
«…!! Dobbiamo scappare!!»
«FUORI-DAL-PALAZZO!» Le tecniche speciali esplosero
in un
vortice congiunto «AAAHHH!» RedIdolmon
gridò:
improvvisamente raggi di potere si sparsero lungo tutte le strutture,
ed il fuoco iniziò ad accendere il buio corridoio…
Presso il
castello in chiaroscuro, l’amore fra Jeri e Takato palpitava
intenso tanto che avvertivano di non voler dare un freno al desiderio
l’uno dell’altro, lei gli sfiorò la
maglietta, e le
dita di lui scorsero fra i bottoni del pigiama di lei…che
scioglieva ad uno ad uno…
Quando
all’improvviso la porta si spalancò: erano Rea
«Takato, una cosa importante!!» e Suzie
«Sul monitor
del computer è appena apparsa l’immagine di
Cind----!!!» ma la prima sussultò
«UHM!» e
puntò gli occhi sull’altra alla quale
schizzò la
mano alla bocca: d’altro canto i due innamorati altrettanto
«UHM!» sobbalzarono, il ragazzo si
abbassò la
maglietta e Jeri si riabbottonò di corsa il pigiama, in
istanti
di estremo imbarazzo. Rea fece «Ragazzi scusate noi
davvero…!!!...non volevamo!!!» non sapendo cosa
fare e
dove andare. Takato accennò un debole
«…non fa
niente…» riaccomodandosi alla meglio i capelli.
Rea stava
per andarsene quando pensò che forse era meglio informarli
«Comunque…c-c’è
Cindermon…sul
computer!»…«Cosa…?»
fece il
ragazzo…mentre Jeri si passava la mano sul viso, e non
riusciva
a pronunciare parola. Rea deglutì e cercò di
lottare
contro l’imbarazzò «S-Sì, noi
stavamo…lavorando sul fascio quando all’improvviso
è comparsa! Digievoluta in una nuova forma, Takato!...al
livello
mega…»…«Come, Cindermon al
livello
mega…?» si domandò il
ragazzo…volgendo
spontaneamente lo sguardo verso il suo Digivice ancora
illuminato…sicché disse «Fatemi
vedere.» per
poi accostarsi a Jeri e porle una mano sulla spalla (mentre Rea e Suzie
si fissavano: quest’ultima era rimasta con la bocca coperta)
«Jeri, mi perdoni? Devo appurare che succede, Cindermon
è
scomparsa da prima. Torno subito, amore mio…» La
ragazza
non disse nulla, ma dal solo sguardo lui comprese sicché
disse
«D-D’accordo, m-mostratemi…quello che
avete
visto!» Rea respirò e riprese controllo
«…va
bene, vieni con me!» allontanandosi, seguita da lui che non
mancò di lanciare un ultimo sguardo a Jeri e uno a Suzie
piuttosto interdetto, per poi confermare «Eccomi!»
mentre
ancora si raddrizzava la maglietta, con un vivo rossore sul
viso…
…lo
stesso che aveva travolto Jeri, di solito così pallida, la
quale
disse a se stessa «…v-voglio vedere
anch’io…!» ma quando si alzò
e cercò
di uscire, finì per costeggiare Suzie, ed il loro sguardo
non
poté evitare di incrociarsi sopra un baratro di
incertezza…
…ognuna
cercava di iniziare a parlare, ma siccome era molto difficile, alla
fine prevalse Jeri con un disarmato quanto sincero «Suzie: mi
dispiace!» L’altra, seppur seria, cercò
di tagliar
corto «A-Andiamo a vedere cosa è successo a
Cindermon!»…«D’accordo!»
Ma quando
uscirono
«Jeri!»…«Oh?!» la
ragazza si
volse…ed avanzò stupita verso una creatura che
ritrovò cambiata «Snowhitemon!»
sfiorandogli appena
le piume «Tu hai le
ali…»…«Ascolta,
devo dirti una cosa: riguarda
Beelzemon!»…«A che ti
riferisci…?»
Rea
accompagnò Takato nella stanza dei computer «Ecco,
l’immagine che è apparsa prima
è…!!...
…uh? Ma dov’è ora?»
Mitsuo e Riley
si volsero, quest’ultima descrisse «E’ da
prima che
dà questo effetto.»
Sul display non
vi era più la sagoma di una creatura, bensì solo
un
vortice indefinito di polvere, a mescolarsi alle distorsioni
dell’immagine «Non riusciamo a capire cosa sia
successo.» disse Mitsuo…e Takato
pronunciò
preoccupato «Cindermon…» temendo una
minaccia da
quella polvere…
…che
altro non era che quella che stava travolgendo il palazzo reale,
colpito dalla furia dei Digimon in rivolta. N’Emo correva a
perdifiato «Di qua!!» per poi riempire i polmoni e
chiamare
con voce lacerata e straziata «GUILMOOOOOOOOON!»
Con il poco
fiato che gli restava, il draghetto incappucciato cercava di scappare
tra le colonne che crollavano e il fuoco che divampava. Quando
improvvisamente delle macerie gli caddero di fronte, sbarrandogli la
strada «AHHH!» tradì un autentico,
inconfondibile
sguardo di paura dall’occhio che gli era rimasto.
N’Emo
contraeva il suo viso «GUILMON NON TI FERMARE O
SARA’ LA
FINE…!!...SALTA, SCAPPA!!»
Ma le
zampe del draghetto tremavano, e il suo respiro era affannato
«N-Non ce la facciooo…! Ouhf, ahuf!...non resisto
piùùù!»
Altrettanto
RedIdolmon, che aveva la vera massa di rivoltosi direttamente alle
calcagna, compiva mirabili balzi da una parete all’altra, e
dove
il suo tocco si posava, l’istante dopo si accendeva il fuoco
appiccato dai furiosi Digimon. La guerriera, che stringeva i denti a
causa di un’ala ferita, stava dando fondo a tutte le sue
capacità, e si addentrò in una serie di salti
rischiosissimi, finendo per appendersi ad un soppalco prossimo al
crollo «A-ACC…smettetela!!...ORA
BASTAAA!!» gridava
ma era inutile «NON VI RENDETE CONTO, IL DANNO
SARA’
IRREPARABILE?! P-PIANTATELA, E’ ABBASTANZA!!»
Ma
dirompevano le grida “Maledetti
regnanti!!”…”Pagherete
l’averci
abbandonato!!”…”Avete rovinato
Digiworld, bruciate
all’inferno!!” sulle quali lei, con sincera stizza,
prevaricava «D-DIGIWORLD LO ROVINATE VOI CON QUESTO GRATUITO
ASSAGGIO DI VIOLENZA!! NON C’ENTRIAMO!!
DIGIWORLD…»
mentre la colonna a cui era appesa stava per spezzarsi, ed il soppalco
crollare «…E’ LO STESSO DI SEMPRE, MA
QUESTO NON
EEEE’…IL MODO PER DIFENDERLO! ACC, VOLETE
CAPIRLO?!
AAHHH!»
La
balaustra cadde. Ma lei si esibì in un multiplo salto
mortale…
…e riuscì prodigiosamente ad atterrare sulla
parte
restante del soppalco. Per poi scattare in corsa ed evitare i dardi
luminosi che le scagliavano «Accidenti, ho perso di vista
Guilmon…» dilatò i suoi occhi azzurri,
tra la
penombra della colonna e l’intensità del fuoco
«…devo assolutamente riprenderlo, se succede
qualcosa a
lui o a N’Emo è la fine.» Dunque si
alzò il
suo cappuccio brillante…e a testa bassa proseguì
in
corsa, incurante del crollo del soffitto…
«GUILMOOON! MUOVITI!» sbraitava
N’Emo…ma il
draghetto era paralizzato dal terrore del fuoco, e guardando il
soffitto prossimo a sommergerlo, era sul punto di piangere
«N-Non
posso, non ce la facciooo!
Takatooo…aiutamiii!»…«N-NON
VOGLIO CHE TU
MUORI!»…«Mettiti in salvo,
N’Emo!»
gemette Guilmon, aggiungendo «Scappa almeno tu!!»
ma il
ragazzino restava immobile «I-Io non ho bisogno di scappare!
T-Tu
devi toglierti da lì,
Guilmon!!!»…«Cosa?!»
Ma il terreno fu
scosso: N’Emo piombò a terra parandosi la
testa…ma
nonostante tutto i suoi occhi si alzavano ancora su di lui
«GUILMOOON, PER FAVORE DEVI METTERTI IN SALVO!» ma
l’altro «Nooo…preferisco farmi
sommergere, del resto
Takato è morto così, no? Almeno farò
la sua stessa
fine!» N’Emo dilatò gli occhi allibito
«Non
dire sciocchezze Guilmon, Takato
non…!!»…«I-Io voglio morire
come lui, non ce
la faccio più a lottare!! T-Takato per favore, ricordati di
me
in questo istante!! Oh?!» ma fu qualcun altro, di scattante e
fulmineo, ad afferrarlo e portarlo via dal subito successivo crollo del
soffitto. N’Emo dilatò lo sguardo…e
Guilmon apriva
appena il suo occhio «O-Oh…a chi appartiene il
calore di
questo corpo? Di nuovo il suo odore…Takato, sei venuto a
prend-?» ma si ritrovò tra le braccia di
RedIdolmon, con
sua grande sorpresa «Sei
tu…?»…«Presto,
non c’è tempo da perdere!!
Ahhh!»…«Ah!
Ti sei ferita alla gamba?!»
Sulla gamba
della ragazza digitale c’era uno squarcio, ma lei nonostante
tutto «Non è niente…acc!» si
rialzò,
pur zoppicando «Io sto bene ma dobbiamo andarcene di qui,
loro,
loro stanno arrivando, e se non ci sbrighiamo…!!»
N’Emo corse avanti «Presto, di qua…!!...
…muovetevi!!»
Ma erano rimasti
occhi…nell’occhio «Perché mi
aiutato…?» accennò il draghetto rosso
come il
fuoco, e lei che come il fuoco aveva il ciuffo replicò
«Non realizzi ancora,
testone…?»…«ATTENTA!»
gridò lui
«Auch!» e si gettò su di lei
poiché li
raggiunse una sfera esplosiva, che colpì il muro
«C’è mancato un
pelo…» disse Guilmon ma
subito lei «STA GIU’!!»
Un’altra
raffica di sfere si schiantò contro il muro provocando
molteplici esplosioni...ma quei due Digimon si facevano l’uno
lo
scudo dell’altro, con la medesima insistenza con la quale
prima
combattevano, come se li legasse un laccio che neanche il fuoco a
circondarli poteva bruciare…
«RedIdolmon!» esclamò Guilmon, ma lei
«Niente
paura!...andate avanti!! Io vi
raggiungo!»…«Ma!»
provò ad obiettare
Guilmon, però lo sguardo di lei non glielo permise
«E’ necessario se vogliamo uscirne vivi. Il
draghetto
restò attonito…e lei, avanzando
«A-Acc…» col suo passo zoppicante
«Abbi
fiducia in me, non sono una da farmi mettere sotto così
facilmente. Devi pensare a proteggere lui ora, ricordalo!»
alludendo a N’Emo in fondo al corridoio, e lasciando a bocca
aperta Guilmon, per poi affermare «Ogni esitazione
costerà
cara! Presto, fatti una bella corsa come eri abituato a
fare.»
Guilmon si volse di scatto e corse più che poteva,
nonostante le
mille emozioni che portava nel cuore. RedIdolmon strinse i
denti…ma appoggiandosi alla parete cercò di
seguirli.
Le torri esplodevano.
I FireFlymon si
sparpagliavano «E’ scoppiata la
rivoltaaa!!!»…«Meglio tagliare la
corda!»…«Come, abbandoniamo il palazzo?!
Chi lo
sente poi il nostro padrone
Sandmon?!»…«Ahhh, poche
storie! Se rimaniamo qua saremo noi a scontare le colpe dei potenti!
Guardate!!...i Knightmon si sono già dati alla
fuga!»
additando lo spettacolo tragicomico dei possenti guerrieri che uno dopo
l’altro sfilavano in corsa lontani dal castello,
trascinandosi la
loro grande spada «Non vorremo essere da
meno???»…«Truppa, RITIRATAAA!
WHAAA!!!» fu il
grido con cui scattò l’esodo della flotta aerea di
lucciole.
Guilmon e N’Emo
proruppero nel giardino, ma quando questo fu «Ahhh!»
I loro…tre
occhi in totale si dilatarono nella stessa espressione di terrore,
all’innalzarsi di tutte quelle zampe, spranghe, armi
«E’ inutile scappare: arrendetevi, la strada e
bloccata!!»
«Ahhh!»
N’Emo si gettò istintivamente su
Guilmon…il
quale…dalla paura…scivolò in
un’espressione
rigida e fredda «Lasciate andare il ragazzino e prendete me:
sono
io quello che volete!»…«Ma no Guilmon,
non dire
sciocchez-»
Ma la folla
prevaricò «Taci, Supremo Guilmon!! Sei
l’artefice
della caduta della nostra specie,
prendi----QUESTO!»…«Ahhh!»
N’Emo si
parò a proteggerlo: ma sorprendentemente, ciò che
fu
scagliato non era uno dei loro pericolosi attacchi o affilate
armi…bensì un semplice pomodoro. Che gli
finì tra
i capelli, e che Guilmon si affrettò a pulire con un moto
stizzito della zampa. Ma quello fu solo il preambolo di un alternativo,
tanto innocuo quanto…umiliante assalto a base di ortaggi
“Ci fate
schifo!”…”Andatevene!!”…”Avete
rovinato i Digimon!!” erano le grida di fondo. Guilmon
mormorò cupamente «Andiamocene, qua non siamo
più i
benvenuti.»…«C-Come?!» gemette
il ragazzino
«Lasciamo il palazzo?!» ma il drago
replicò un
po’ infastidito «Già è tanto
che non ci
tirano quei forconi in faccia!!»
A N’Emo
cadevano le braccia «Perché ci dicono che siamo la
“vergogna dei
Digimon”…»…«Non…TE
LO
IMMAGINI?!» tuonò Guilmon, e N’Emo
scosse il capo
«Nooo! I-Io vedo che noi due siamo perfetti, siamo la coppia
di
domatore e Digimon ideale!!»…«E
allora…tu…con DUE OCCHI!!...sei più
cieco di me!!
Ouch!»…«GUILMON!!»…«NON
E’
NIENTE…» scandì il Digimon…
…pulendosi con l’artiglio dal pomodoro che gli
aveva
centrato in pieno la cicatrice dell’occhio
«ANDIAMO…»…«N-No,
io non ci passo tra
di loro!!»…«ANDIAMO HO
DETTO!!» strillò
però l’altro più forte, tanto che il
ragazzino con
gli occhi pieni di lacrime ebbe paura e dovette seguirlo, chinando il
capo…mentre Guilmon teneva alta la testa, e sfilava
apostrofandoli come «INGRATI…
…o
chissà che non abbiate ragione.» passando in
quella strada
aperta quasi volutamente dai rivoltosi, che li lasciavano scappare, ma
li sommergevano con ogni varietà d’ortaggio, che a
N’Emo sembravano far più paura delle armi e degli
attacchi
stessi.
RedIdolmon
giunse con ritardo, a causa della sua gamba ferita. Ma quando mise a
fuoco quello spettacolo, si portò la mano al
collo…
(canzone: Simple
Plan - Untitled)
Il ragazzino e
il Digimon venivano sommersi…ma non arrestavano il loro
passo,
più deciso per quest’ultimo, più
esitante e
sofferto per il primo…
…e quando
la ragazza vide i Digignomi spaventati e in fuga volarle attorno, non
si trattenne più e corse avanti, gridando con tutta la forza
«ADESSSO---BASTA, P-PIANTATELA!! PIANTATELA TUTTI, UNA BUONA
VOLTA, O…!!» accendendo scintille su entrambe le
dita in
senso di minaccia «…O SARA’ PEGGIO PER
VOI, E’
UNA PROMESSA!!»
Guilmon volse
un’ultima volta la coda
dell’occhio…rivolgendole
espressione amareggiata, per poi sparire dietro quel manto ormai sporco
e lacero.
I Digimon gridavano
“Levati di mezzo, o sarà peggio per
te!!”…”Non farti più
vedere!!” ma la
guerriera inveì «E SE NON MI LEVO COSA FATE, MI
UCCIDETE?!
BENE!! ALLORA…!!» spalancando le braccia
«FATELO,
COSA ASPETTATE?!!...UCCIDETEMI!! Coraggio, se siete stati capaci di
questo ora non vi fermerete di certo davanti a me!! M-Ma dico,
non…v-vi ribolle la coscienza, NON VI FATE SCHIFO DA
SOLI?!»
La folla mormorava…
…e lei indicava
«QUELLA E’ GENTE CON DEI
SENTIMENTIII!!!...»
scivolando in un moto di pianto «H-Hanno avuto una storia,
U-UN
PASSATO! Hanno una famiglia…» asciugandosi gli
occhi
«E-E hanno avuto un letto in cui riposare la sera, come ce
l’avevo io!! Ma adesso…!!» volgendosi
verso il suo
castello in fiamme «MA ADESSO NON E’ PER ME CHE
PARLO! Ma
per quegli sfortunati…!!...che li hanno amati…E
CHE ORA
NON IMMAGINEREBBERO MAI COSA STANNO PASSANDO! Credete, so di cosa
parlo! V-Vi basta…così, sfogare la rabbia, un
giorno
obbedite a qualcuno e il giorno dopo lo sommergete di pomodori, ma non
vedete che ora sono indifesi?! C-Che hanno
perso…coloro…che potevano proteggerli, se non
contiamo…l-la sottoscritta, che non si muoverà da
qui
prima di avervi visto abbassare tutto quello schifo di roba che avete
in mano?! E…E dire che è
incredibile…»
…contemplando
quei rivoltosi d’ogni specie digitale
«…e voi
sareste i Digimon…t-tutte le specie più amate, ce
le ho
tutte in fila, sembra una sagra del fumetto, se escludiamo gli ortaggi!
Come vi siete ridotti, e poi date la colpa ai
“tiranni”…!! P-Per la prima volta in
tutta la mia
vita…s-sono contenta che mia madre sia morta! E-E che non
possa
vedervi…» piegandosi, aggrappandosi alle sue
ginocchia…per ansimare sofferta
«E’…E’
colpa mia! Non…non sarei mai dovuta andarmene, se non avessi
lasciato il castello voi non sareste arrivati a fare tutto questo!
Papà…» asciugandosi ancora le lacrime
«…Diamon, perdonatemi!»
«Ora basta, ci
hai stancati con le tue commedie!!» qualcuno strillava, ma
qualcun altro «No fermo, che vuoi
fare!!»…«Non
la vedi?! Mente, è uguale a tutti gli
altri!»…«E se invece fosse
sincera?!»…«E’ una nobile, di
che ti vuoi
fidare!» e vari altri commenti…
…ma lei
rialzava lo sguardo, e tendeva la mano debolmente
«G-Guilmon…» ma se provava ad avanzare
la folla si
schierava «Non un solo passo o te ne pentirai
amaramente!!»
E intanto,
Guilmon si allontanava senza guardarsi indietro, ma ascoltando tutto:
dal crepitio del fuoco alle grida della rivolta, fino
all’accanita difesa mossa da RedIdolmon. Ma più
vicino e
straziante era il pianto di N’Emo che restava aggrappato al
manto
lacero del Digimon, ma camminava all’indietro, senza staccare
gli
occhi dal castello a cui ancora tendeva la mano «Nooo, non
voglio! A-Abbiamo perso tutto! I-Il nostro Digivice si è
infranto, non voglio andarmene! C-Che ne sarà di
noi?!» ma
così fece perdere la pazienza al Digimon «ADESSO
BASTA!!» che strattonò tirando via il manto e
facendolo
cadere. N’Emo gli si aggrappò inondandolo di
lacrime
«Guiiilmon, perché ci trattano
cosììì?!! Noi avremmo pensato a
loro!!»…«Ci trattano
così…PERCHE’ FANNO BENE!
PERCHE’ NOI NON
AVREMMO AFFATTO PENSATO A LORO e questo tu lo sai, eravamo
lì
solo per ambizione!»
Il ragazzino
singhiozzava aggrappato a lui…ma Guilmon lo scuoteva
«ORA
FALLA FINITA! E’ un po’ troppo tardi per pentirsi,
no?!!
Bisogna assumersi la responsabilità delle proprie azioni,
CHE
VORRESTI FARE ALTRIMENTI?! Andare a chiedere…IL PERDONO DI
QUEGLI INVASATI in ginocchio, così ridotto?! Coperto di
sporcizia e maleodorante come un orto ammuffito?! MAI!! IO TE
L’HO DETTO! Non bisogna suscitare compassione, IO NON
SOPPORTO LA
COMPASSIONE!! Quindi adesso
alzati…»…«Nooo, a
che serve?!! Dove andremo?!!»…«Di questo
non ne ho
idea, da qualsiasi parte, ma tu ALZATI!» negandogli lo
sguardo
«Già è tanto che lei ci ha
difeso…con la sua
arringa ci ha spianato la strada e li ha distratti. Mi rifiuto di
abbassarmi ulteriormente…» procedendo
avanti…tanto
che il ragazzino, se non voleva restare solo, era costretto a seguirlo
e stare al suo passo…pur scomparendo sotto i suoi folti
capelli.
Nella mente di Guilmon
“…ecco com’è finita. E di
tutto questo, che
cosa resta? Takato è vivo, Takato è morto? Non ne
ho
più idea…la mia anima è un vortice
confuso di
inganni, e di macerie: come questo palazzo.” che bruciando
alle
sue spalle, si faceva sempre più lontano “E
comunque
stessero le cose…né su questo mondo né
nell’altro Takato potrebbe mai accettare di scoprire
ciò
che ho fatto. Non è meglio che sparisca e basta…?
Quell’incendio doveva prendermi…eppure la mia
anima
è ancora qui. A vagare. Ed il mio cuore a battere…
…per
colei che mi ha difeso. Ma non ho il coraggio di girarmi a guardarla.
Meglio allontanarsi. L’immagine di quel
Digimon…buono e
amico di tutti è definitivamente sfumata.” alzando
malinconico sguardo al cielo “Il disegno di Takato
è
bruciato ormai. Resta al suo posto un’ombra di
dolore…e
frustrazione.”
Mentre il cielo
tuonava…e come spesso attorno a quel palazzo, la pioggia
iniziava a inondare la notte “Un’ombra che si
allontana
nella pioggia…”
Una pioggia che
stavolta anziché vernice, lavava i resti di
quell’umiliazione, e di quella rivolta (fine-canzone)
Una pioggia che
bagnava il ciuffo di RedIdolmon, che correva e tendeva la mano
«G-Guilmon! N’Emo! Ahhh!» ma una folla
intera le si
addossava bloccandola…e loro erano sempre più
lontani
«Nooo…» gemette sentendo ogni sforzo
inutile, mentre
la esortavano «Dacci retta, se ci tieni alla vita, fila via!!
E
non farti più vedere!!» Ma lei ansimava
«Takato…non meritava tutto questo!» e i
Digimon
ancora «Vattene!!...chi ti conosce, chi ti ha mai
vista!!»
Al che lei,
alzando il suo volto verso la pioggia espresse come una promessa
«Io...voglio diventare una principessa buona e
saggia!»
stringendo un pugno di determinazione, con il palazzo che crollava alle
spalle «Io un giorno riporterò la pace a
Digiworld…e da quel giorno non ci saranno più
tristi
separazioni, nessuno soffrirà più in questo modo!
Né Digimon né domatori!» sfilandosi la
bandana
dalla testa, e stringendola in pugno «Né
Digimon…né esseri umani! Fra la terra e Digiworld
regnerà l’armonia.» Un Digignomo
coraggioso che non
temeva il fuoco si posò sul suo pugno «La mia
è una
promessa, mamma…te lo giuro…!!»
…la
pioggia sfumava la luce del Digignomo e i riflessi del globo specchiati
nell’incendio…
“Io un giorno
riporterò la pace a Digiworld…e da quel giorno
non ci saranno più tristi separazioni”
echeggiava in un altro, buio luogo…ed una gatta nera
nascosta
sotto una sedia si destava e svicolava altrove…
“nessuno
soffrirà più in questo modo! Né
Digimon…né domatori!”
Scratchmon
saltava sui letti della cameretta del limbo…in cui giacevano
addormentati nelle più acrobatiche posizioni Ufomon (letto
superiore) e Gravemon (letto inferiore)
«Ronf…ronf…
…una
pista lunga tutto
Digiworld…»…«Solarium e
saloni di bellezza ovunque…» mormoravano nel sonno
i
piccoli Digimon…
Scratchmon camminava
quatta quatta vicino al visetto del bimbo digitale dalle lacrime
dipinte «…diventerò un generale come il
mio
papà…»…«…avrò
i
riflettori di ogni settore sulla mia bellezza…»
“Né
Digimon…né esseri umani! Fra la terra e Digiworld
regnerà l’armonia”
«Ptsss!...Gravemon!» sussurrò una voce:
inaspettatamente era Scratchmon a parlare! La sua zampetta
iniziò a sfiorare il volto del bambino
«Mmm…uhmmm…» che si
rigirò e dischiuse
i suoi occhi…
Quando presso la cucina, in subbuglio a seguito della cena…
“La mia
è una promessa, mamma…te lo giuro…!!”
echeggiava dal talismano di diamante circondato da foglie, ma una mano
femminile smaltata di nero lo avvolse soffocandone la luce
«Sì sì va bene, continua pure a
chiacchierare,
tanto…sprechi solo fiato! Ormai
è…già tutto
deciso, i programmi per questo mond-PARDON! Per QUESTI mondi sono stati
scritti, mwhahahahahahahahah…ahahahah!»
In cameretta…
«Gravemon…! C’è una cosa
importante che devo
dirti, svegliati ti prego!» chiamava la gatta, e la sua voce
sembrava appenata…ma non appena il bambino dischiuse gli
occhi
incrociando quelli gialli del felino, eruttò in un grido di
spavento «AAAAAAAHHH! WHAAAAAAAAA! AAAAAAAAHHH!»
E Violetta sussultò «Oh perdinci!»
Anche Ufomon si
svegliò, piuttosto di malavoglia
«Ohhhhhhhhh!»
tappandosi le orecchie «Gravemon, sei insopportabile! Hai
fatto
un altro incubo?»
«MAMMA,
PAPA’, UFOMON, CORRETE,
PRESTO!!»…«Sììì…aspetta
e spera!» liquidò subito la sorella, rinfilandosi
sotto le
coperte che alzò fino alla cima dei capelli.
Violetta invece
sbucò «Che ti succede, amore di
mamma?!»…«SCRATCHMON STA PER
ATTACCARMI!»…«Oh!»
balzò appena
Violetta…mentre Scratchmon sgattaiolava agilmente tra le sue
gambe «Ohhh, ma che sciocchezze dici tesorino!»
avvicinandosi al letto del bimbo, mentre Ufomon suggeriva
«Mamma…diglielo te a Gravemon che è
mentecatto!»…«Che vuol dire quello che
mi ha detto
Ufomon, mamma?»…«Eh? Uhmuhmuhmuhm, non
dare retta a
quello che dice tua sorella: mente---GATTO! Wooow! Dice che tu hai in
mente solo il gatto, certo, come se per lei non fosse così,
vero
Ufomon?! Sempre a fare foto e filmini a
Scratchmon?!»...«…io stavo sognando
così
beatamente la riedificazione sul suolo di Digiworld quando questo
sciocco si è messo a
gridare!»…«Mamma,
Scratchmon ha parlato!»…«Ohhh, ma
piccolo Gravemon,
cosa dici!» quando si udirono dei passi
scampanellanti…
…e anche
il padre di famiglia fece capolino in stanza col suo volto sabbioso che
sbucava dal cappuccio «Cosa si vocifera qui?? Non si dorme
neanche a quest’ora? Oh, ma che cos’ha il mio
ometto?!» tanto che Violetta si volse e con fare minimizzante
specificò «Eh niente (!)
cheee…Scratchmon…stava per attaccarlo (!!)
»…«Oh Santi Numi stiamo a questo livello
di
ossessione??» si chiese Sandmon, ma Gravemon insistette
«Papà, Scratchmon ha parlato! Io l’ho
sentita!! Ha
detto che doveva dirmi una cosa
importante!»…«Non
aver paura, bel guerriero del suo papà!»
replicò
Sandmon avvicinandosi ed abbracciandoselo con le sue braccia possenti
«La tua belva nera non parla, hai solo fatto un brutto sogno:
ma
d’ora in poi…potrai riposare tranquillo, ci
penserà
il tuo papà a proteggerti! A proteggere sia te
che…quella
discola di tua sorella, devi sapere che ho scoperto alcune
cos-»…«Dove sei
stato?»…«Uhmf!!»
…il
guerriero di sabbia sobbalzò, colto in flagrante dalla
domanda
della moglie che incrociò le braccia, ed insinuò
con fare
sospettoso «…quel cappuccio in testa, tornare a
quest’ora…ha tutta l’aria di un
sotterfugio…»…«Ptsss,
Violetta non ora (!) Ci
sono i bambini (!!) Eee…ti assicuro: non
c’è-assolutamente-un’altra (!!!)
»…«Uhmuhmuhm!...lo spero per te:
già oggi eri
un po’ troppo smemorino per i miei
gusti…!» si
avvicinò lei con fare vagamente ammiccante, picchiettandogli
sulla testa «Oh? Ti riferisci ancora a quella storia del
matrimonio?...ah, ma è tutto passato, ora ricordo
tutto!»…«…davvero?»…«Sì
amore mio unico! Smack!» rifilandole un veloce bacino
«Eri
bellissima!»…«Uhm! Uhmuhmuhm! Sono
felice che ti
siano tornati i ricordi!» saltellò un
po’ lei,
scuotendo i suoi riccioli «Sarebbe un peccato dimenticare un
giorno così bello e di gran festa, tutti erano felici
attorno a
noi…?»…«Ah sì?? E
lo
saranno…ancor di più fra poco, quando avranno
l’annuncio della
nostra…»…«Della
nostra…?»…«Oh, della
nostra…»…«Della…nostra,
Sandmon…?» cercava lei con fare candido la
risposta in
quei buchi di sabbia che erano gli occhi del marito «Ma della
nostra…oh, definitiva ascesa come famiglia! Smack! Lo sai
che
farei di tutto per
te!»…«Uhmuhmuhmuhm!»
scherzò lei abbassandogli il cappuccio con la forza
«Ouuuh!»…«Mi fai proprio
ridere con questo
affare in testa! Dì la verità che sei tornato
così
tardi…per andarti a procurare un altro gioiello come quelli
che
ti ho mostrato, e regalarmelo…» addolcendo il suo
tono e
facendolo soffice, simulando nel suo abbraccio un movimento vagamente
danzante…
…mentre i bambini li osservavano e sorridevano nel
vederli…anche se Ufomon a celarlo dietro
un’espressione
disgustata «Dormiamo va, che è meglio! Che due
vecchi che
si riconciliano e si ricoprono di sdolcinatezze sono peggio che un
gatto feroce che ti assale nella
notte!»…«…io
comunque l’ho sentita Scratchmon…ha detto che era
importante ciò che doveva dirmi…»
«Ti amo,
Sandmon…»…«Oh
anch’io
amore, smack! E per te e i bambini…farei di
tutto!»…«Allora siamo quasi uguali io e
te!»…«Oh! Perché
“quasi”?»…«Uhmuhmuhmuhm!
Ma
perché tu “faresti”, io faccio di tutto!
Uhmuhmuhmuhm! Oggi mi sono…ammazzata, non ti descrivo
nemmeno!»…«Immagino sia stato terribile:
tutto
regolare a casa?»…«Sì
sì, come al
solito, a parte il gatto che ha vomitato in giardino
e…alcuni
problemi con l’Ipad dei
bambini!»…«Problemi?!» ma
Violetta…liquidò con un sorrisone
«Sì
sì, tu lo sai com’è! Loro se lo tirano
sempre, e
sono apparse alcune luci strane, Ufomon e Gravemon si sono spaventati
ma poi è tornato tutto a
posto!»…«Meno male
che ci sono le mamme a questo mondo!
Smack!»…«E
adesso dove vai…?»…«Eh?...ah
ma in giardino:
a prendere una boccata
d’aria!»…«Ti aspetto in
camera!...non prendere troppo freddo, vabbé che con
quel…coso là, con quella palandrana orribile,
non…c’è pericolo…
…no, non c’è pericolo,
no…» per poi
volgersi «Uhmuhmuhmuhm! Bambiiini, lo so che ridete di
noi!» e rimboccar loro le coperte «Ma che volete
farci,
quando crescere e vi sposerete sarete anche voi un po’
sdolcinati
come il papà e la mamma! E allora vedrete i vostri figli
quanto
vi prenderanno in giro!! Ora chiudete gli occhietti e non fate incubi,
che la vostra gattina non ha proprio niente di strano: lei non parla,
miagola solo quando ha voglia di cibo, perché è
sempre
tanto affamata!»
…ma
Scratchmon era rimasta sulla porta della stanza, e si
allontanò
come se i pensieri le velassero quegli occhi vigili…
«Mamma e
papà sono sempre qui a vegliare su di
voi…»
sussurrava Violetta «…per noi siete la cosa
più
importante…» ma anche lei faceva assorti i suoi
occhi…
Sandmon in
giardino si sistemava gli auricolari…quando d’un
tratto
«Ptsss!...parla il capo. Ho alcune
novità…davvero
sbalorditive!»
Qualcun altro,
dagli stivali violacei, passeggiava nei deserti corridoi
dell’ultimo piano del limbo, tra le statue bianche
«Aspettavo che mi chiamassi…temevo che mi avessi
abbandonato.»
«Oh, ti
prego! Ma è un’ossessione per te questa
dell’abbandono!» replicò il guerriero di
sabbia…
«Cosa
vuoi…? ESPERIENZA PERSONALE…niente è
per
sempre.» disse il giovane dalla mascherina argentea e i
capelli
rossi…
«Ahhh, mi sembra di sentir parlare mia moglie!
Comunque…non parliamo delle mogli! No, niente mogli: se
dobbiamo
parlare di legami familiari…meglio restare là
dove
c’è un legame di sangue…!!!»
pronunciò
enfaticamente Sandmon.
Mako
dilatò gli occhi nel buio «Ahhh!...che cosa
intendi
dire…?»
Sandmon
smanettò con il cellulare «Ouuuh,
beeeh…nieeente!
Devi sapere che i miei figli avevano catturato Digimon per farsi un
po’ di compagnia, sai a loro non basta il gatto!
Però…questi sono scappati, erano alcuni ragazzini
con la
loro maestra, figurati! E i sistemi d’allarme da queste
parti…non funzionano mai come dovrebbero! Resta il fatto che
però Ufomon, e Gravemon sempre previdenti come il loro
papà avevano lasciato loro indosso un rilevatore, prevedendo
l’eventualità che si è poi
effettivamente
verificata: sicché mi sono andato a informare su dove
fossero
finiti e…pare che si siano fatti strada fino al vecchio
castello
in cui abitava uno di que-di
que-pfff…bah…”Supremi”, li
chiamavano
così, che regnavano su Digiworld ai tempi della
glo-»
«I
quattro Supremi…» scandì Mako non del
tutto spoglio
da un pizzico di riprovazione per quelle scarse nozioni
«Zhuquiaomon…Azulongmon…Baihumon ed
Ebonwumon!
Erano i quattro signori di Digiworld…!»
«Pfff…non me li ricorderò mai! E
comunque questo
fatto che erano i “signori di Digiworld” mi irrita
alquanto, IN OGNI CASO…!» seguitando a smanettare
«Ecco, è il primo che hai nominato che ci
interessa! Loro
si sono rintanati proprio presso il suo ex-castello!»
«Sandmon…ascolta…
…io nutro un…profondo rispetto per te e tu lo
sai. S-Se
ho un tono un po’ saccente in riferimento alla tua poca
cultura
digitale è solo perché mi
preoccupo…del nostro
futuro!» spiegava il ragazzo e sembrava sincero…
(il guerriero di sabbia dall’altro lato alzava gli occhi al
cielo…)
«Noi dovremo essere rispettati in tutto Digiworld,
è molto
importante, ma per questo non possiamo fare una simile figura
meschina!...dobbiamo essere a conoscenza di ogni particolare.»
(«Questo è Violetta trasformata in
uomo…»)
«E soprattutto…dobbiamo avere una
credibilità come
squadra: ora…tu lo sai, io già provo molta
simpatia per i
tuoi figli, mi incantano, sono davvero sensazionali!
Però…» passeggiava il ragazzo in
armatura viola per
il tetro corridoio «…io possiedo questo
Digivice…per portarli alla massima potenza: se ora tu mi
spedisci semplicemente a riprendere i loro animali da compagnia che
sono scappati…beh…mi sembra di tornare ai vecchi
tempi. A
quando…» corrugando l’espressione
«…Impmon soggiornava a casa nostra, io e mia
sorella lo
ricoprivamo di premure trattandolo come uno della famiglia, ma non si
combatteva mai e quando è arrivato il momento di farlo,
quando
sono giunti nemici sulla terra, lui si è dato alla fuga e la
nostra avventura si è esaurita così!»
«Cosa hai detto? T-Tua sorella? Non…è
quella
ragazza vestita in quel modo straniiissimo, che indossa quello strano
cappuccio in testa e usa uno stile opposto a quello di mia moglie,
tutta colorata?!»
«Ah!
A-Akemi, sì…! Ma tu come fai a
saperlo…?
L’hai vista…?!» La mano di Mako che
reggeva il
telefono iniziò a tremare.
Gli occhi
di Sandmon si assottigliarono «Si dà il
caso…che
una dolce riunione familiare sia prossima qui a Digiworld: se non ho
equivocato è proprio lei…» proiettando
l’immagine sul suo cellulare «…ad essere
atterrata a
questo mondo ed albergare nell’ex-regia di Zhuquiaomon,
là
dove si sono dirette le prede dei miei figli: è circondata
da
Digimon…»
«Cosa?!!» cambiò mano e
cambiò orecchio per
il cellulare «Akemi è qui?!! M-Ma come
può essere?!
Non sarebbe dovuta venire!! Lei è malata, Digiworld
è un
luogo troppo pericoloso per lei!!»
«In
questo caso ti consiglio di andarla a prendere: e subito! E’
il
dovere di un fratello maggiore: ricordalo sempre!»>
puntualizzò Sandmon con dito didascalico…
…e
Mako, preso dall’affanno «…ahh! Mi metto
subito in
cammino!!»
«Uhmuhmuhm!» Sandmon sfilò gli
auricolari
“Dalle indagini che ho fatto…anche il loro
ex-Digimon
dovrebbe essere nelle vicinanze, alla loro
ricerca…”
Infatti, come il display del suo cellulare attestava…
…Beelzemon stava volando nel cielo di
Digiworld…”E’ determinato a ritrovarli:
se li faccio
incontrare e provoco una catastrofe facendo leva sui loro
già
tesi rapporti…Mako perderà ogni controllo su di
sé
e di questo…potrò beneficiarne solo io:
digievolverò in una creatura inarrestabile…e
finalmente
la squadra di domatori terrestri sarà spazzata via come
merita!!
Ahahah…separazione aspettami, sto arrivando!!
Tornerò un
padre single…” meditò
allettato…
…mentre all’interno della casa, Violetta sollevava
la
gatta «Miao!»…«Scraaatchmon,
Scraaatchmon, tu
non me la racconti giusta!...Gravemon dice di averti sentita parlare
quando si è svegliato: si sa…i bambini hanno una
fervida
immaginazione, i piccoli Digimon poi che te lo dico a fare!
Però
mi chiedo…tu sarai davvero un’innocua gattina come
cerchi
di far vedere? Sappiamo tutti bene...» accennava carezzandola
«…come sono andate realmente le cose quel giorno
in cui i
miei figli CREDONO che tu sia stata trovata…sigh!
Poverina…SOLA…e ABBANDONATA presso il cestino
digitale,
come un dato superfluo e ormai prossimo allo smaltimento tanto che sono
una famiglia di gente amorevole e sensibile come noi avrebbe potuto
raccoglierti! Ghghghghgh…sei la creatura ideaaale per i miei
figli, il migliore animale da compagnia che dei bambini potrebbero
desiderare! Però…» addolcendo il suo
tono in una
sfumatura fatata «…non lo so, io…mi
sento in
competizione con te, leggo la sfida quando mi guardi con quei tuoi
occhioni gialli! E questo…non soltanto perché a
volte mi
cammini sul bucato appena lavato e me lo risporchi tutto, buona grazia
di Ufomon che ti mette sui panni puliti tanto per giocare!»
avvicinando le labbra all’orecchio della gatta, e sussurrando
«…teoricamente…non dovrebbero dare
alcun segno
le…modifiche che sono state apportate su di te per farti
adempiere alla tua funzione: le parole non sono previste! Solo
miagolii…! Uhmuhm!...però…
…in questo periodo stanno accadendo un sacco di fenomeni
strani,
e non è escluso di ricevere una sorpresa…persino
da te:
però sta attenta…perché se dovesse
filtrare
qualcosa che per disgrazia non fosse un
miagolio…oh!...poveri
Ufomon e Gravemon, come sarebbero tristi! Potrebbe anche
succedere…che tu sparisca da un momento all’altro!
Sigh!»
La gatta balzò giù prontamente dalla sua presa, e
si
andò a rintanare…mentre Violetta si asciugava gli
occhi
«In un giorno comune!...tanti gatti spariscono, basta parlare
con
i vicini! Un giorno esci…e non li ritrovi più a
casa! Se
ne sono andati, e chissà dove!...
…i bambini piangono…ihmf! E gli adulti non sono
da
meno…oh Scratchmon, tu non ci abbandonare, sigh!»
camminando per la casa…
…sfiorando le pareti, e i magneti stortignaccoli sul frigo
con
le sue unghie che da colorate sfumavano in una scura
tonalità
dello smalto «Non te ne andare come anche…
…Sandmon sta per fare! Se lui mi lascia io
resterò sola,
e come farò??»
Sandmon strisciò nella camera dei figli «Bambini:
ptsss,
via libera, mamma vi crede al letto!» Ufomon e Gravemon si
destarono all’improvviso: Ufomon chiese
«L’hai
convinta?? Non andrà a mettere le mani sotto le coperte?
Ohhh,
io ho nascosto fra le lenzuola le foto di un Digimon così
bello,
è il mio idolo!»…«Non temete:
mi crede un
padre responsabile, che non vi farebbe mai uscire a tarda notte! E
invece…preparatevi all’avventura piccolini: Mako
ha
bisogno di voi! E’ il nostro domatore…no? Non
vorremo
lasciarlo solo ed esposto al
pericolo!»…«Ahahah!
Fantastico, una nuova avventura con Mako: hai sentito
Gravemon?»
disse la piccola aliena che poté specchiare il luccichio dei
suoi occhi in quello del fratello «Che bello, usciamo di
notte…» Sandmon esortò «Su
su, vestitevi ma
shhh!!!...acqua in bocca e passo felpato, non vorrete farvi sentire
dalla mamma!»…«Gravemon, passo felpato
come i
gatti!» comandò Ufomon. Il padre li guardava
compiaciuto…
…e Violetta, appoggiata alla parete dell’ingresso,
sorrideva «Sì sì, Sandmon, vai pure,
falli uscire
la notte in modo che così si divertano! Il dovere di una
buona
moglie è tacere circa queste cose, però
ricordati…che si accorge di tutto...! E’ in grado
di
leggere negli occhi di suo marito, e capire quando…sta per
finire! C’è aria di crisi…
…ma l’estate ormai è alle
porte…!!
Uhmuhmuhm!» dichiarò con un pizzico
d’enfasi…scorrendo la schiena sulla parete alle
sue
spalle, sospirando profondamente e distendendosi «Non vedi? I
fiori…sbocciano sugli alberi! I tempi sono quasi maturi,
uhmuhm!» ponendosi la mano davanti alla bocca con fare
furbetto
«Presto tutto attorno…wouuuuuuu! Sarà
un paradiso!
Una gioia per gli occhi, e per allora…io…
…mi sarò
riunita…all’unico…e solo
Digimon a cui spetta di diritto di sedere al mio fianco. E non sei tu,
mi dispiace! Uhmuhmuhm! E ovviamente non è
Guardianmon…i
suoi dati sono troppo importanti per la crescita del potenziale dei
nostri figli! Che peccato, e dire che ero convinta che avrebbe
funzionato, fra noi due, quando ti ho creato…
…ma sfortunatamente…i calcoli si sono dimostrati
inesatti, e tu hai rivelato…»
…Sandmon aiutava Ufomon e Gravemon a recuperare
l’articolato equipaggiamento composto da auricolari e
congegni
elettronici, e faceva ripetutamente cenno di tacere…
«…una spiccata propensione al tradimento, ma a
questo
punto di poco mi preoccupo, anzi ben venga! Muskmon mi sta aiutando,
fra poco avrà…sistemato ogni cosa nel gruppo dei
Digimon
Tamers di modo che mi consegnino spontaneamente Guardianmon!
L’ammontare dei suoi dati…fidati,
Taisho…sarà cosmico al punto da superare
qualsiasi
prodezza che intendi allestire con l’aiuto di
quell’…
…UMANO…!» pronunciò con
disgusto, per poi
riesumare un guizzo di ironia «Ah, solo a te poteva venire
l’idea di raccattare un rottame da quella squadra
irrecuperabile,
oh Taisho-Taisho e dire che sognavi di essere un uomo importante, non
accontentandoti di essere un Digimon potente e rispettato. Sei proprio
buffo!!! Ora non mi resta che mettere a tacere ogni azzardo di potere
digitale come quelli di stanotte…»
…ripensando al simbolo rosso…e poi a quello di
cristallo…
«…E POI…apparecchiare accuratamente la
tavola,
poiché la festa si preannuncia esaltante, ihhh!!!»
oscillando, tutta eccitata «Stapperemo…bottiglie
di
champagne e brinderemo al nuovo futuro di Digiworld e della terra! Le
promesse di quella sciocca e i suoi propositi da brava principessa non
mi toccano affatto, è un’oca, ed è TALE
E QUALE A
SUA MADRE…!!...
…peccato solo che una simile feccia umana si sia mischiata
con
un Digimon tanto nobile…mmmmmmmmm!» e
sembrò
accennare un atteggiamento vezzoso al pensiero della nominata creatura.
Gli
occhi gialli di Scratchmon luccicavano sotto al tavolo, ed il suo pelo
nero si confondeva con l’oscurità…
…nella piovosa notte di Digiworld, una sagoma femminile
esile e
fragile alzava il suo sguardo verso l’imponente castello in
chiaroscuro, e chiudendo gli occhi lasciava le gocce scorrere lungo i
suoi lineamenti delicati e tra i suoi scuri e bagnati
capelli…sembrava non gliene importasse niente, anzi che
quasi
amasse, e bramasse la pioggia come se potesse farle bene…per
poi
alzare la mano e far sì che i riflessi dal globo e dai fasci
si
specchiassero nel suo anello…
…poi fu tempo di aprire gli occhi, e per Aki, di procedere a
passo delicato e solenne verso l’interno…
Jeri dilatava i
suoi occhi «Beelzemon è fuori nella
pioggia…?» e nell’intensificarsi dei
tuoni e dello
scroscio, Snowhitemon le rispondeva «Inizialmente
l’ho
lasciato andare, però…poi ho pensato di aver
sbagliato e
che fosse meglio venirti a chiamare.» La ragazza
respirò
per cercare di acquistare ansia, mentre il Digimon le spiegava
«E’ andato a cercare Mako, il suo domatore, vuole
convincerlo a desistere dalla folle idea di affiancare i nostri
nemici.»…«Ma…Mako
è adirato con lui,
vuole fargliela pagare!»…«Lo so,
è quello che
penso anch’io, e per giunta…può contare
su alleati
molto potenti. Per questo ho pensato che la cosa migliore fosse che sia
io che te lo raggiungiamo.» La ragazza fissò
stupita
Snowhitemon, e lui le chiese «Tu che cosa ne pensi
Jeri?»
Dopo un respiro profondo, questa accennò
«Snowhitemon…prima di tutto, io…credo
di doverti
dire qualcos-»…«Non è
necessario.»
disse quel minotauro dall’aria integra e seria. Lei
sussultò «Ahh!» ma sul muso della
creatura sembrava
intravedersi un sorriso «Mi è
sembrato…di sentirti
mentre attivavo automaticamente il processo evolutivo. E ora i tuoi
occhi me lo confermano. Jeri…piccola Jeri, hai scoperto di
essere…innamorata…finalmente…»
Jeri
abbassava il capo, mentre lui continuava «…lo
desideravi
tanto…e ne hai
bisogno!»…«Snowhitemon, sei
sicuro che questo non…ferisca i tuoi
sentimenti?!»…«Io te l’ho
detto fin dal primo
istante: la cosa che più mi stava a cuore…che
più
mi STA a cuore…è la tua felicità.
Nient’altro…»
Il fragore della pioggia faceva da sfondo allo sguardo incerto della
ragazza…
Quando nella stanza vicina…
…Takato fissava preoccupato il monitor del computer, e Rea
affermava «Non capisco come sia possibile che
l’immagine
che fino a poco fa visualizzava ora sia
scomparsa!»…«Cindermon…non
sarà in
pericolo?!» espresse il ragazzo, mentre Mitsuo cercava con
l’aiuto di sua moglie di chiarificare la situazione
«Non
riusciamo ad identificare la fonte del fenomeno, né a
scaricare
immagini del luogo: è probabile che il processo si sia
interrotto.» disse lui, e lei confermò
«I parametri
non segnalano alcuna anomalia: evidentemente il tempo di digievoluzione
si è esaurito.» Takato spiegò
«E’
uscita senza…farmi sapere nulla, perché non me
l’ha
detto?! Io sono il suo Digimon Tamer, avrei potuto aiutarla, mentre
invece ora se è rimasta coinvolta in una
battaglia…» ma Jeri si affacciò
«Takato:
scusa posso parlarti un attimo? Purtroppo Beelzemon è
scomparso…» Il ragazzo ribatté
«Ah, Jeri,
anche Cindermon non si trova! E’ andata chissà
dove, e
pare sia anche digievoluta! Ma non riusciamo a visualizzare
immagini…sono molto preoccupato!» ritirandosi con
lei nel
corridoio. Jeri a quel punto confessò «Con
Snowhitemon…pensavamo di andarlo a
cercare.»…«Da soli…?!...con
questo
tempo…? Ma è pericoloso!»
però la ragazza
rispose con dolcezza «Beelzemon è il mio
Digimon…» rivolgendogli una carezza
«…ed
è mio dovere raggiungerlo, ovunque si trovi. Io
credo…che
tu possa capirmi...tanto più ora, se mi dici che anche la
tua
Digimon non è qui!...cosa è accaduto a
Cindermon?»…«Vorrei tanto
saperlo…»
chinò il capo il giovane, per poi rialzare i suoi occhi
«Permettimi almeno di venire con
t-»…«No, no
Takato! Ascolta…tu devi restare qui perché lei
potrebbe
tornare da un momento
all’altro!»…«Sì
ma tu…»…«Io…me la
caverò. Dico
davvero…!» gli sorrideva «Con me ci
sarà
Snowhitemon.» il quale si avvicinò e
garantì
«Penserò io a proteggerla: tranquillo
Takato.» Il
ragazzo notò ammirato
«Snowhitemon…!...hai le
ali!»…«Le utilizzerò per
tenere Jeri al
sicuro, e farla ricongiungere con il suo Digimon: tu intanto resta.
Jeri ha ragione, è possibile che Cindermon faccia ritorno:
mi
è parso di sentire la sua…enorme
volontà di essere
di nuovo da te, una volta che avesse compiuto la sua
missione.»…«La sua
missione…?» si
domandò il ragazzo, ipotizzando «Chissà
di quale
missione si tratta…il suo palazzo! Forse era preoccupata per
la
sua famiglia e si è diretta nel suo regno da
sola!» ma
Jeri gli prese le mani «Devi farti coraggio, ora che i nostri
Digimon non ci sono…dobbiamo fare del nostro meglio per
essere
forti! Sei d’accordo con me…amore
mio…?»…«Jeri…sicura
che non vuoi che
venga?»…«No. No, amore.» disse
lei con
dolcezza e fermezza al contempo, carezzandogli di nuovo il viso e
spiegandogli «Questo passo…io devo compierlo da
sola!
Beelzemon si è diretto in volo a fronteggiare i suoi
problemi…io devo fare altrettanto: devo dimostrare a me
stessa…che posso farcela!! E’ una sfida che non
posso
permettermi di perdere…»…«Ma
se là
incontraste i nemici, se foste soli a
combattere…!!»…«Non
preoccuparti…!!» garantì lei carezzando
e baciando
quelle mani strette alle sue, e fissandolo negli occhi
«E’
diverso adesso: mi sento…forte! Incredibilmente forte, era
tanto
che non mi sentivo in questo modo, fino ad ora…ho sempre
avuto
la sensazione di essere così vulnerabile. Ma adesso che ho
scoperto che tu mi ami, che io ti amo…!!...ho la sensazione
che
niente potrebbe impedirmi di tornare da te. Non ci sarebbe
forza…su Digiworld o sulla terra tanto grande da esserlo di
più del desiderio che ho…di te. Di rivederti!
Vedrai,
tornerò presto…tu intanto abbi cura di te, dillo
anche
agli altri! Vi raggiungerò per la grande battaglia per
salvare
Henry, vi raggiungeremo assieme a Beelzemon! Lotteremo tutti assieme,
io…» adagiando le sue labbra sulle mani
intrecciate, e poi
il capo, socchiudendo gli occhi in un beato sorriso
«…voglio lottare con te. Tornerò prima
che sia
giorno…»…«D’accordo…»
si
convinse lui anche se l’ansia saliva nel suo cuore
«Ti
prego, Snowhitemon!...la affido a te.» e questi gli mise le
mani
sulle spalle «Niente paura, Takato: io tengo molto a
Jeri…
…specialmente adesso che tutti noi…siamo a un
passo da
sconfiggere le tenebre, e riacquistare la felicità da tempo
negata.»
Le
parole del minotauro sembrarono offrire a Takato il conforto che
cercava. Intanto Jeri si affacciava timidamente sulla stanza dei
computer, avanzando ed accennando «Io…
…scusatemi. L’ho già detto a
Takato…debbo
assentarmi, il mio Digimon è uscito e potrebbe avere bisogno
d’aiuto! Ma non intendo scappare, manca ancora qualche ora
all’alba e tornerò per quando il fascio
sarà
pronto.» Suzie si volse di scatto «Hai
detto…?!...che devi allontanarti…?» e
la sua voce
sfumò, sembrò preoccupata nonostante
l’imbarazzo
che intercorreva fra il suo sguardo e quello della ragazza fino a
quella notte sua amica. Rea si accostò a Jeri «Sei
sicura…? Stanno accadendo cose strane, il computer segnala
fenomeni anomali. Potrebbe non essere prudente,
Jeri…»
sfiorandole la mano per la prima volta come ad un’amica, e
altrettanto questa la guardò negli occhi ferma e decisa come
si
fa in amicizia «Ti ringrazio Rea: ma devo farlo per il mio
orgoglio da Digimon Tamer, devo dimostrare a me stessa…e a
chi
mi circonda…» sfiorando Suzie con lo sguardo
«…che non sono brava soltanto a parlare e a non
concludere
altro, ma che so preoccuparmi del mio Digimon e aiutarlo nel pericolo!
Così come qui fa…ognuno di voi.»
Suzie restò colpita da quelle parole, come se vi leggesse
all’interno una dichiarazione di umiltà e
un’ammissione dei propri torti. Rea rivolse una carezza alla
ragazza «Su questo ti capisco…però
ricordati di
tornare: noi ti vogliamo qui fra noi.» Jeri
ricambiò con
un sorriso grato «E anch’io, anch’io
voglio…star con tutti voi!» sempre scrutando
fuggevolmente
Suzie, che abbassava lo sguardo. Rea volse le spalle e disse
«Piuttosto anche Cindermon si è allontanata e non
sappiamo
dove sia!»…«Takato mi ha
accennato…ma voi
cosa avete visto esattamente?» Intervenne Riley
«Stavamo
lavorando sul fascio quando all’improvviso è
comparsa sul
display l’immagine di un Digimon…del tutto
inedito!»
Rea continuò «Era inequivocabilmente
Cindermon…ma
era digievoluta a un livello inaspettato, e la cosa più
insolita
è che c’è riuscita…lontana
dal suo domatore!
Il riflesso della sua luce digitale si è esteso ovunque,
persino
sulla terra è stato visto! L’aura che la
circondava
sembrava conferire…nuovo splendore e benessere alla sua
figura:
l’ha detto persino mia madre, metteva serenità
guardarla!
Dovevi vederla…era così
bella…» Quelle
parole colpirono Jeri. E Riley si aggiunse «E’
vero, devo
ammettere…che pur essendo la solita, brillava di una luce
speciale.» Rea confermò appieno «Ha
visto, signora
Riley?! Non l’ha trovata anche lei fantastica?! Ahh, e
pensare
che è un Digimon…ma al contempo somiglia
così
tanto a un essere umano: questo è dato dalla metà
di
componente umana che fluisce nel suo sangue fatto di dati. Era
veramente speciale…Cindermon, al suo ritorno voglio
dirglielo!» L’esperta informatica dai capelli rossi
ancora
osservò «E’ indubbio che la fusione fra
la natura
digitale e quella umana produce degli…autentici prodigi e
questo
non solo in fatto di parametri ma…anche per gli occhi: lo ha
sempre fatto.» Rea ammise con tono sognante «La
digievoluzione è una cosa affascinante! E la fusione fra
uomini
e Digimon ancora di più, guarda tu Suzie, questa mattina!
Quando
sei biodigievoluta LadyCannonmon assieme a Lopmon eri straordinaria, e
ora Cindermon! Ho ancora davanti agli occhi quella splendida
principessa digitale…ahhh, ma se si mantiene così
al suo
ritorno farà strage di cuori! Ma avete visto il trucco che
aveva?! Non c’è negozio dove ne compri di simile,
non
fatemici ripensare che ridotta come sono adesso mi sento
così…brutta! Il viso stanco dopo ore passate
davanti ai
monitor, sono l’incrocio fra uno…zombie e una
segretaria
sfigata, con questi occhiali! Ahhh, invece Cindermon era
così
bella…» stirandosi sulla scrivania, e chiedendo
«Com’era il suo nome?
RedIdolmon…»…«RedIdolmon,
sì…hai ragione, era
meravigliosa…»
commentò anche Suzie, assorta al ricordo della Digimon
intravista…
…ma ascoltando quei discorsi, a Jeri veniva spontaneo
sfiorarsi
quel suo viso pallido e segnato dai dispiaceri di quella notte, come se
negli accenni ad una simile bellezza digitale suonasse una nota
sibilante e sottile, in grado di provocarle insicurezza…ma
poi
udì Suzie «Andiamo, Rea: prima o poi
verrà anche il
tuo turno, vedrai!»…«Dici…?
Ma il mio
Digimon…»…«Sì lo
so che Terriermon
è già megadigievoluto con Henry generando
Megagargomon!
Ma questo non esclude che prima o poi tocchi anche a te! Io
immagino…la nostra squadra per intero mutata in Digimon
grazie
al potere della biodigievoluzione: quello che l’altra volta
non
si è potuto fare, nessuno escluso! Sono convinta…
…che la nostra forza, congiunta assieme, possa dare vita a
creature…davvero splendide per gli occhi, che riflettono gli
ideali di giustizia e di pace che ci guidano nel cammino.»
…quelle parole concessero una nuova speranza a Jeri, e nuovi
spunti per sognare e sorridere, così carica di una nuova
forza
uscì dalla stanza. Suzie, che l’aveva seguita con
lo
sguardo, accennò «Beh, o almeno…questo
è
quanto mi è piaciuto sognare lungo questi
anni.»…«E non è detto che non
accada, in
fondo già siamo a buon punto, hai visto?» disse
Rea,
aggiungendo «Questa mattina sei riuscita a
biodigievolvere!» Suzie ammise con un sorriso
«Sì
sì, questo lo so…
…spero di evolvermi anche come persona, non solo come
domatrice.» gettando un’occhiata alla porta
richiusasi, e
al destino sospeso delle sue amicizie, quando Rea le afferrò
le
mani «E più matura di una persona che ha sognato
questo
per tanti anni…?»
Jeri uscì in quel momento dalla stanza, e subito tra le sue
braccia balzò Orphanmon «Jeri! Ho saputo che te ne
vai!!»…«…devo allontanarmi
per un attimo,
Orphanmon…» lo carezzò lei
«Ti prego,
permettimi di venire con
te!»…«No…»
replicò con dolcezza velata da pena «Ti
preeego…!»…«No piccolo, non
posso proprio:
perdonami, ma è davvero pericoloso! Non sappiamo chi
troveremo
là con Beelzemon, ed è probabile che ci sia una
battaglia. Sei ancora piccolo per assistere a uno scenario simile
e…non voglio che ti succeda qualcosa, proprio ora che siamo
diventati amici. Ascolta…» fece lei avvicinandosi
al
ragazzo che era rimasto a parlare con Snowhitemon
«…resterai con Takato.» al quale Jeri
sorrise, e
chiese «Ti dispiacerebbe…prenderti cura di
Orphanmon e dei
suoi amici fin quando non sarò tornata?» Takato
sorrise
d’emozione e affetto «Ma…certo che
no…»
allungando mani piene di premura e delicatezza
«…ciao,
piccolo…»…«Tu sei innamorato
della mia amica
Jeri?»…«Oh!»…«Prima
ti ho visto
baciarla! In questo caso…sono contento di restare con te, ti
vedo un po’ come…il cavaliere delle
favole!» Jeri si
scambiò un’espressione d’affetto con
Takato e
spiegò al Digimon «Devi sapere che
Takato…per me
è la persona…più importante che
esista, nessuno
più di lui riesce a farmi sentire protetta, e amata. Resta
tranquillo e fidati di lui, Takato protegge…sempre coloro
che ha
a cuore.» guardandolo negli occhi, piena di
un’immortale
gratitudine. Il ragazzo replicò «Ma ora non posso
essere
con te a proteggerti.» Jeri scosse il capo…e
sussurrò «Non ce ne sarà bisogno: tu
sei con me. Io
ti porto qui. Dentro.» indicando il suo stesso cuore
«Non
ci separeremo mai, sarà come essere assieme, volare e
combattere
sempre uniti! Io sento…che anche a distanza i nostri cuori
battono vicini, e ci concedono la forza necessaria…per
un’unica, grande avventura…!» mentre
Snowhitemon si
accingeva ad affiancarla, e si allontanavano da Takato
«Tornerò
presto…»…«Abbi cura di
te, Jeri.»…«Vado a recuperare il mio
Digimon, amore.
Snowhitemon…non perdiamo altro tempo,
andiamo.»...«D’accordo, Jeri.»
rispose il
minotauro bianco. Lei soffiò un bacio a Takato e Orphanmon
«Uhmuhmuhm!» condendolo con la cascata di ottimismo
che
aveva accolto dentro di sé, e che si trasformò
nella
forza e nella scioltezza con cui si aggrappò al candido
Digimon…
…che spalancò le ali angeliche da poco
ottenute…
…per tuffarsi oltre la finestra del lungo corridoio in
chiaroscuro, nella pioggia di Digiworld che sfumava i riflessi
intrecciati del globo…
«Mi raccomando, Jeri…!!...sii prudente, ora che ti
ho
trovata…non potrei mai rinunciare a
te…» espresse
Takato, ed Orphamon «Ehi,
tu!»…«Sì…? Dimmi
pure, cosa
c’è?» chiese cordialmente il ragazzo,
che dimostrava
dimestichezza innata con una piccola creatura «Tu vuoi bene a
Jeri? Se la ami significa che hai fiducia in
lei!»…«Oh? Sì è
vero, hai ragione!
Jeri è una grande Digimon Tamer, e anche senza il mio aiuto
saprà benissimo cavarsela da sola!»
«Coraggio, Snowhitemon!!» incitava decisa la
ragazza in
volo, mentre il Digimon spiegava «Prima mi sono permesso di
prenderti la giacca…e le scarpe. Ce la fai ad
infilarle?»…«Grazie! Sì
certo, senza
dubbio!» dimostrò la ragazza una grande
agilità nei
movimenti, mentre lui le teneva una mano attorno alla vita
«Non
c’è tempo da perdere, dobbiamo a tutti i costi
rintracciare Beelzemon!»
L’ora, la pioggia e i pericoli sembravano non ostacolare
minimamente la ragazza, che diede fondo a una rinvigorita
determinazione…
…che sembrava condividere con il suo Digimon, le cui ali
scintillavano di pioggia, così come la sua possente corazza
nera
carezzata da gocce «Mako, aspettami…se ti illudi
che ti
lasci solo nella pioggia ti sbagli di grosso: ti verrò a
prendere, a qualsiasi costo!» smanettando con il suo
cellulare
«Oh?!...che succede? Come mai a Suzakomon la mappa segnala un
grande raduno di Digimon?»
Infatti nella
notte, i cristalli opachi che costituivano la ex-casa del Supremo
Zhuquiaomon ancora risplendevano di una luce tenue. Essa proveniva
dall’interno, nel quale nonostante l’ora tarda
divampava un
fuoco mai visto forse neanche ai tempi della gloria del celebre uccello
infuocato. La confusione si innalzava alle stelle, ma c’era
grande operosità ed un assiduo viavai di piatti e pentole.
L’ampiezza della gran sala era pervasa dal profumo della
cena,
c’era fumo e calore ovunque: quei Digimon
dall’aspetto poco
nobile e piuttosto vissuto, sembravano quella sera alquanto contenti.
Ed
ammirati erano gli occhi verdi di LadyWizardmon, che
commentò
«E’ davvero mirabile,
Akemi.»…«Ah, ma
figurati, per così poco!» sminuì con un
sorriso
cordiale la suora che non sembrava pretendere altro che una piccola
protuberanza rocciosa su cui sedere, assieme alla Digimon dal cappello
a punta, sorseggiando della zuppa nel mezzo di tutta quella folla
risonante «Non è poco…»
osservò
LadyWizardmon, che sembrava smarrire il suo sguardo ma in
realtà
lo teneva sempre vigile sui suoi alunni, che correvano da un lato
all’altro «…questi
erano…disperati prima che
tu ti mettessi
all’opera.»…«Sono contenta se
ho offerto loro un po’ di consolazione!» ma la
Digimon
obiettò un pizzico incisiva «Qui non si tratta di
“consolazione”! Qui si tratta di cibo!...non
sapevano
LETTERALMENTE che pesci prendere fino al tuo arrivo!»
Ma
quella ragazza sorrideva umilmente, e assaporava la zuppa a piccoli
sorsi «…no, ti sbagli.» disse, lasciando
stupita
LadyWizardmon «Io non ho dato loro il cibo: semplicemente li
ho
aiutati a organizzarsi.»…«Eh
ma…questo ha
moltiplicato le loro risorse!»…«Nooo,
quello non lo
faccio io: è Gesù che moltiplicava i pani e i
pesci. Io
mi sono limitata ad offrire loro ciò che sapevo: invitarli a
dividere ciò che avevano, dalle provviste fino…ai
compiti
per recuperarne altre. Sembra che abbiamo fatto un discreto lavoro,
sono contenta.»
LadyWizardmon sembrava interrogarsi incessantemente sul volto pallido
di quella ragazza con gli occhiali, che ora svelò
«Ti
confesso una cosa LadyWizardmon: soltanto adesso mi sono messa a sedere
dopo tante ore di lavoro. Sono stupita di me stessa. Uhmuhmuhmuhm! In
convento non potevo mai sforzarmi così tanto, dovevo recarmi
al
letto più presto delle altre sorelle, altrimenti mi
stancavo:
lasciavo così a loro i compiti più gravosi, ma
sarebbero
state loro stesse a dirmi di ritirarmi se mi fossi trattenuta. Loro si
preoccupavano per la mia fragilità fisica,
eppure…questa
giornata mi ha svelato un nuovo lato di me stessa: dev’esser
stato…lo stare qui, con tutti questi Digimon dimenticandomi
dei
miei problemi e delle mie esigenze per pensare a questa moltitudine. Se
li guardiamo ognuno di loro, ogni singola creatura e ogni famiglia ha
bisogno di qualcosa e non riesce a bastarsi da sola, ma prendendosi per
mano si riesce a realizzare quello che al singolo non spetta.
E’
proprio vero che il Signore sostiene…quando ti rimetti alla
forza propulsiva delle sue ali.» ammetteva con un sorriso di
serenità «Parli di cose…circa le quali
io non mi
ero mai posta il problema.»…«Uhmuhmuhm!
Dicono tutti
così…»…«Oh!»…«…quelli
che in realtà se lo sono chiesto tante volte ma forse hanno
avuto paura della risposta. Familiarizzare col pensiero di qualcuno che
è sempre con te anche se non si vede…non
è una
cosa facile.» Al che la Digimon scavò nel suo
passato…
Le braccia di
Snowhitemon sostenevano Jeri, e le sue mirabili ali bianche la
conducevano in volo «E così Jeri, grazie al tempo
e alla
riflessione, adesso riconosci che ci sono dei sentimenti che ti legano
a…» La ragazza tradì
dell’imbarazzo, ma il
nome pronunciato dal Digimon non fu quello che lei si aspettava
«…Beelzemon.»…«Oh?...
…sì, io…per me è molto
importante
trovarlo.»…«Pensavi ti chiedessi di
Takato?...ma te
l’ho detto! Puoi fidarti di me! Davvero, sono felice per voi
due!»
…momento inframezzato dalla un po’ infelice
apparizione di
un Digimon alato che solcava il cielo in quel momento e
segnalò
a Snowhitemon «Complimenti per le corna!» andando
via
così…e accrescendo un imbarazzo, contro il quale
Jeri
volle comunque lottare «Snowhitemon, ci tengo che tu sappia
una
cosa: tu…ci sei sempre stato per me, in ogni momento! Sia
allegro e spensierato…sia silenzioso come nel tempo sei
divenuto, ma non hai mai smesso di sostenermi…esattamente
come
adesso, sopra il vuoto.»…«…tu
sai che io ti
voglio bene. Ma non te lo ricordo perché tu ti senta
vincolata!...
…sia Takato, che Beelzemon sono dei grandi amici per me, e
sono
contento per entrambi loro, perché adesso finalmente
potranno
avere l’occasione…di starti vicino, come ho fatto
io:
l’hanno aspettata per molto tempo! Non ti nascondo
che…temevo che quanto è avvenuto in passato
avrebbe
ostacolato per sempre il rapporto fra te e
Beelzemon.»…«Ascoltami, siccome tu
rimarrai sempre
mio amico comunque andranno le cose…io voglio confidarti
che…sento di aver preso una decisione, ed ho bisogno che chi
mi
vuole bene mi aiuti a mantenerla! E’ qualcosa…di
estremamente delicato per me…ma che non posso permettermi di
lasciar sfuggire: adesso…che ho scoperto finalmente che
anch’io posso essere in grado di amare…e che amo
Takato!
Sì, lo amo con tutte le mie forze…
…ora che
l’ho scoperto, desidero…!!...lottare con queste
stesse
forze contro ciò che mi ha resa una
persona…diversa da
com’ero, sbagliata forse!!» stringendo i denti e
chinando
il capo «Ho fatto tanti errori, fino a…poche ore
da
adesso, ma voglio provare a rimediare, Takato mi ama ed
io…io
per lui voglio…
…voglio
riportare alla luce quel mondo a cui tanto era affezionato, voglio
restituirglielo, capisci?!» in un moto di speranza che
accendeva
i suoi occhi nonostante la pioggia...(e nonostante il passaggio degli
uccelli digitali «Ehi, ciao amico!» che Snowhitemon
salutava con un gesto della mano, e che poi confabulavano alla sue
spalle «Diavolo, hai visto che tipo? Hai guardato le
ali?»…«E le hai viste le corna?
Superlative!»)
Jeri
proseguì «E di tutta la fitta rete dei miei
sbagli…e delle mie contraddizioni…fa parte
Beelzemon!
Sì, io…
…l’ultima volta l’ho trattato molto
male. Ero mossa
come dici tu, dal mio rancore per il passato ma
adesso…adesso
è tempo di smetterla, quando lo troveremo io voglio che lui
veda
davanti a sé quella bambina…(canzone: Mariah
Carey - Through the rain)
che tanti anni fa gli sorrideva nella luce iridescente, e gli
diceva…che lo perdonava, che non faceva niente, e che
l’importante…sì, l’importante
era che eravamo
tutti assieme, e salvi…
…sì, tutti assieme…»
Snowhitemon accennava un sorriso, era troppo grato per le parole che
udiva per dare credito ai commenti delle creature incrociate, una delle
quali gli lasciò sul corno una specie di coccarda.
Jeri sognava in quel volo piovoso «Se non colgo
l’occasione
di aver scoperto l’amore di Takato…per lavare il
presente,
come questa pioggia che scorre su di noi! E che porta via le
tracce…del dolore, quasi come fosse stato un brutto sogno:
sì, io voglio…provarci e quando
tornerò da lui
voglio che ritrovi…quella Jeri innocente, e allegra di cui
si
era innamorato! Aiutami, Snowhitemon io…voglio far tornare
quella Jeri che è andata
via…»…«…già
una volta dissi che
potevi farlo, e nonostante il tempo trascorso questo non è
cambiato: sei una ragazza dal cuore d’oro,
Jeri…è
in te la forza per questo cambiamento.» cercando di
spigliarsi di
dosso la coccarda «Ahah! Tu dici…che è
possibile?
Che non è un sogno, che posso farcela davvero?!»
Incontrava il sorriso di quel bianco minotauro che la
sosteneva…e fece un sommesso
«…calù…»…«Ah!
Tu
pensi…che potrò fargli questo regalo?!
Potrò
offrire a Takato…che mi ha amata così sbagliata,
quella
bambina…buona e piena di sogni?! Come lo vorrei! E che dici,
potrò avere la forza di guardare negli occhi
Beelzemon…e
riuscire a fargli capire che il passato ormai…non conta
più?»…«Con calma, Jeri, i
tuoi propositi sono
buoni, vedrai: ogni cosa a suo
tempo.»…«Sento…che mi
piacerebbe finalmente
riuscire a compiere quel passo tanto atteso, e
riconoscere…lui
come mio Digimon! I-In fondo…se riuscissi a concedergli quel
posto…ci sentiremmo meno soli entrambi, sia lui per la
perdita
di Akemi e Mako, sia io per quella di Leomon! Finalmente la solitudine
sfumerebbe…»…«Non dobbiamo
avere
fretta.» le ricordava il minotauro…ma lei
respirava
profondo e assaporava l’aria dei suoi sogni
«…io ce
la farò…finalmente accantonerò il
passato…come doveva essere da tanti anni! Un nuovo
Digimon…
…un futuro di speranza…
…l’amicizia in cui credono Takato e i miei
compagni
sarà più forte, bucherà la differenza,
e io e
Beelzemon biodigievolveremo! Comporremo…uno splendido
Digimon
assieme…
…e
sarò bella…come Suzie ha detto il nostro Digimon
rifletterà lo spirito di questo sogno magnifico tanto che
adesso…mi sembra quasi di vederlo ed è
luminoso…e
splendente, si stenta quasi ad
immaginarlo.»…«Ve lo
auguro davvero: tu e Beelzemon lo
meritate.»…«Io
sento che sarà così!...e Takato quando mi
vedrà
sarà orgoglioso di me, vedrà che ce
l’ho fatta!
Tornerò da lui nelle vesti di un magnifico Digimon
costituito
assieme…a Beelzemon, che rappresenterà tutti i
nostri
ideali, ahah! Snowhitemon, non è
fantastico?!»…«Attenta a non
cadere!»…«Ah, ma sono troppo contenta!!
Era da tanti
anni che non mi sentivo così! Sento che tutto questo
scenario
è magico, il cielo di Digiworld…anche nella
pioggia
è straordinario, è il cielo della mia vita! E del
mio
amore…che accende di speranza la notte…e avvolge
i nostri
cuori in un abbraccio…non è
così?» chiese
quasi con timidezza...
…lui le sorrideva, e scrollava le sue ali dalle gocce
splendenti
che carezzavano il viso di lei…
…mentre
Takato osservava i lampi e udiva i tuoni, accostandosi alla finestra
del castello bersagliata dalle gocce. I suoi respiri erano ancora
animati dall’emozione, e non riusciva a liberarsi dal ricordo
dei
suoi baci “Jeri…mio eterno amore: non posso
crederci!!...
…non
posso credere che dopo tanto tempo si sia finalmente avverato il mio
desiderio, in questo momento che tu sei lontana…sono felice
ma
sono anche preso da una paura incredibile! Temo di aver
sognato…e…se così
fosse…” tendendo la
mano al vetro con una dolce pena dipinta sugli occhi
“…non
saprei come fare: non saprei come andare avanti!...
…io
non posso vivere senza di te…se a un principe togli la
principessa dei suoi sogni…un regno crolla. Ed io forse
immodestamente mi sono sempre sentito un po’ un
principe…un principe dei mondi che ho sognato, e delle
avventure
che mi hanno fatto palpitare il cuore.” ma poi si volse, e
parlò affettuosamente scherzoso ad Orphanmon «Non
vuoi
proprio saperne di andare a dormire,
eh?»…«Se
è così tu fai
altrettanto!»…«Ah!...colpito e
affondato: devo
ancora far pratica con chi è più piccolo di me.
Però ho intenzione di riuscirci! Sai? Io ho un fratellino.
Chissà dov’è adesso…ma io lo
riporterò a casa con
me!»…«Cosa stavi
guardando?»…«Oh? La
pioggia…»
prendendolo dolcemente e portandolo con sé alla finestra
«La pioggia che ha scandito la mia vita, un
giorno…cadrà anche su di lui e benché
sia
scrosciante gli traccerà il cammino…»
…mentre N’Emo avanzava faticosamente nella
pioggia,
aggrappato al manto di Guilmon che non lo degnava di uno
sguardo…
«Ma non vi
è da temere, perché forse ci siamo
riusciti.»
ammise Takato «Forse, finalmente ce l’abbiamo fatta
a
passare attraverso la pioggia…» splendette un
tuono
«Forse da adesso molte cose cambieranno, e noi saremo felici!
Guardala anche tu, Orphanmon…impara a conoscere la pioggia.
Uomini e Digimon la attraversano…ma se si spera fino
all’ultimo si può riuscire a
farcela…attraverso…la pioggia!»
Di pioggia ce
n’era per entrambi, e per tutti i cuori che battevano assieme
al
loro (fine-canzone)
Un Digimon ed un umano
si scontrarono nel corridoio «O-Oh,
Kenta…»…«Terriermon!»
dissero
rispettivamente, e poi quello dalle lunghe orecchie domandò
«Rea
dov’è…?»…«E’…nella
stanza al piano di sopra, col signor Yamaki! Non eri a
letto?»…«Non riesco a
dormire…sono in
pensiero per Henry.»…«Ti
capisco…» si
chinò il giovane, mormorando «Vedrai che lo
salveremo…faremo l’impossibile per
lui…»…«M-Momentai…»
disse
Terriermon, ma non era convinto «Lo so che posso contare su
tutti
voi ma…in certi momenti insorge lo sconforto, per cui
pensavo di
andare da Rea e da Benji. Sai Kenta, in queste ore mentre tentavo
invano di prendere sonno…ripercorrevo tutto il cammino di
ricordi vissuto assieme…e non…
…da
allora…fino a qui. Sembra paradossale, ma…ancora
non se
ne viene a capo.»…«…vedrai
Terriermon…è lo stesso per tutti
noi…ma la resa
dei conti è ormai vicina…»
Terriermon
dava le spalle a Kenta, ed affermò
«…non so se
gioirne o essere preoccupato.» Il ragazzo replicò
«C’è solo da prenderne atto, e
nient’altro.
Siamo stati sottoposti…ad ogni genere di prova ma nonostante
tutto siamo ancora in piedi! Certo…se non ci fosse stato
quel
maledetto di Guardianmon a quest’ora sarebbe finita e ne
saremmo
usciti indenni, è sua la
responsabilità!!» ma
Terriermon liquidò stancamente «Ah, a me non
interessa
più
ormai…»…«Oh?» Kenta
rimase
stupito…e Terriermon si allontanò affermando
«Guardianmon…quello che ha fatto, che non ha
fatto…ormai per me è un nome vuoto e senza
significato:
mi fa persino pena, forse perché sono intontito dal sonno.
Chissà chi era e perché ha agito così
e comunque,
se lo ha fatto, adesso non se la deve star passando
bene…a-ahhh…» stirandosi appena
«…come
chiunque sia solo e senza amici…»
In quel momento passava qualcuno e Kenta lo salutava «Oh!
Ciao
Hideki. A letto, eh! Ahah, domani dobbiamo sveglia presto e siamo tutti
ancora alzati!...sempre profumatissimo, anche la notte?! Ma quante
ragazze vuoi
conquistare!»…«Kenta…»…«Oh?
Sì, Terriermon?»…«Come ti
dicevo…ah
scusa ciao Hideki!»
«Buonanotte a voi…» accennò
il ragazzino con
i respiratori, allontanandosi nel buio del corridoio…
«Insomma, riguardo a Guardianmon…come ti spiegavo
ormai
è arrivato a suscitarmi persino compassione. Non sono
tagliato
per portare rancore, questo ho scoperto…anzi per la
precisione
non ne è tagliato nessuno di noi.» spiegava il
Digimon
verdino balzando su una vicina finestra «Non ci sta a
pennello
l’abito di coloro che hanno così tanti conti in
sospeso…questo sia per quanto riguarda noi Digimon, sia per
voi
esseri umani. In fondo…dopo lo spavento iniziale del primo
impatto uno come me si accorge che più che altro
è stato
un lampo fuggevole.» come quello che si verificò
in quel
momento, al quale seguì il tuono «In
realtà…nessuno di noi è
così cambiato da
quello che era un tempo.» scendendo dalla finestra, e
allontanandosi «E quando scende una notte del genere tutti i
nomi
inutili sfumano, e resta solo quello di chi hai amato, ed è
lontano…Henry, nel mio caso…» sparendo
anche lui
nel buio del castello…
…lasciando Kenta a riflettere «…forse
ha ragione,
dovrei relegare nel passato ormai il pensiero di Guardianmon, ma devo
ammettere che mi scoccia non poco che quel farabutto la passi liscia
dopo che ci ha rovinato tutti quegli anni!» Così
avanzò nell’ingresso, dal quale proveniva il
continuo
sbattere del portone «Meglio che sia chiuso bene, si sta
alzando
il vento e se continua così potrebbe rompersi.
Oh?!»
Ma vide qualcosa che non si aspettava: distesa a terra sul pavimento vi
era una ragazza «Oh no!...e tu chi sei?! Ehi,
sveglia!!»
Kenta cercò di scuoterla «Sei un’umana?!
Un’umana come noi, a Digiworld?! Che ti è
successo?!
Sveglia, riesci a sentirmi?!!...no, meglio che chiami Yuki e gli altri!
Ragaz-»…«No! Aspetta!» lo
trattenne lei
afferrandolo per gli abiti «Ah!...hai
parlato?!»…«Ti prego!...
…non dire a nessuno che sono qui…»
supplicò
Aki, e Kenta obiettò «…ma loro sono
miei amici!!
Fidati, sei al sicuro qui con noi!! Come sei arrivata qui, qual
è il tuo nome…?» insisteva il ragazzo
ancora
sconvolto da quella visione, e lei
«”Al…sicuro”, ma siete voi a
non essere al
sicuro. Qui nessuno è al
sicuro.»…«Come
dici?!»…«Io sono qui per mettervi in
guardia da
una…terribile minaccia, un Digimon vi tiene al centro del
suo
mirino, lui…è malvagio, e vuole vendicarsi, il
suo
nome…è…
…i-il suo nome,
è…Guardianmon!!»
pronunciò in un gemito sofferto, e Kenta «Che
cosa?!!» trasalì…fissandosi le mani con
cui aveva
toccato il corpo di lei bagnato di pioggia…
LadyWizardmon
raccontò con schiettezza «…io sono
diventata
scettica! Tanta gente anche qui a Digiworld parlava…bah! Di
un…”Dio” che ci ha creati, una forza che
presiede
alla nascita…alla morte, allo sviluppo e alla crescita dei
Digimon, e delle altre creature viventi. Però io non ci ho
mai
creduto!»…«…perché
non ti è mai
sembrato di incontrarlo.»…«Incontrarlo,
esatto, hai
detto bene! Hai pronunciato una parola importante:
“incontrarlo”…io…non ho mai
incontrato colui
che aspettavo. O meglio!...colui…o colei, non so, che mi era
stato detto che stessi aspettando! Me l’avevano detto altri,
non
so e io…forse mi sono suggestionata con il loro racconto e
ciò ho creduto, ma poi non è mai arrivato e mi
sono
dovuta
rassegnare.»…«Oh…?»
si
stupì Akemi…e vedendo l’altra
nascondere
l’incertezza del suo sguardo sotto i suoi ciuffi grigi e
l’ampia falda del cappello appuntito, le si rivolse
«Le tue
parole…assomigliano in modo incredibile a quelle dei Digimon
che
nei cartoni…
…hanno
sempre atteso, per anni, l’arrivo di un domatore.»
LadyWizardmon alzò le spalle con fare un po’
rassegnato
«…a tanti di noi hanno raccontato la stessa
cosa…ma
la maggior parte…» allargando le braccia
«…ha
atteso invano, non siamo stati mai
raggiunti.»…«Forse…c’erano
degli umani
che erano destinati ad incontrarvi ma poi hanno perduto la fiducia nel
futuro, e hanno smarrito il cammino: ecco perché non sono
mai
giunti a Digiworld…e non hanno mai potuto
conoscervi.»
posando la zuppa sulla roccia vicina, provando ad alzarsi
«A-Ahhh!» non senza un poco di sforzo a cui la
Digimon non
faceva caso poiché le dava le spalle. Ma Akemi giunse e le
sollevò la mano coperta dal guanto logoro «Oh
LadyWizardmon! Sappiate che non siete soli voi Digimon a soffrire!
Quanti, quanti umani
altrettanto!»…«Ah!» era
colpita la creatura. Akemi svelò
«Quanti…padri…e quante madri sarebbero
destinati
a…crescere, ed essere felici accanto ai loro figli ma
ciò
non avviene! Quanti fratelli…avrebbero la riconciliazione
lungo
il proprio cammino e invece…» la voce le moriva
nella
commozione «…le incomprensioni dividono le
creature
viventi.»…«Akemi!...
…guarda che non dovevi alzarti per me…»
disse con
un’intimorita premura, venata quasi di soggezione, quella
Digimon
dall’aria orgogliosa «…sei
stanca…questi
fanno avanti e indietro col cibo solo grazie a te, rimettiti a
sedere.»…«Non mi stanca raggiungere chi
amo per un
abbraccio!»…«Chi
ami…?»…«Certo!»
sorrise la ragazza
«…chi amo è chi…si rapporta
ai miei giorni,
si affaccia sulla mia vita! Mi offre un sorriso, una
parola…o un
frammento del suo vissuto. Chi amo è…ahah! Tutto
questo!» alludendo in un moto di gioia allo scenario
«Oh
guarda LadyWizardmon, non finirei mai di osservarli! Come sono carini i
piccoli Digimon, mentre i loro genitori li imboccano! E quanto
bello…è questo luogo un tempo misterioso e celato
che ora
è diventato una culla…per accogliere immensa
allegria! Ed
è ancor più bello perché loro non sono
Digimon
limpidi e splendenti!! Ma sono il lato…dimenticato di
Digiworld,
sfollati e senza una casa!! Senza una speranza…ma questa
notte
no, no, questa notte loro…splendono di luce, sono sicura che
chi
giunge in volo verso di noi percepisce il bagliore del castello
sprigionato dal fuoco! Tutto questo è
fantastico…assomiglia a un miracolo…(canzone: Steps
- If you believe)
…è degli umili il futuro…!
E’ da questi
poveri Digimon dimenticati…che
rinasce…l’antica
leggenda…» sfumava la sua voce, i suoi occhi si
socchiudevano e LadyWizardmon si preoccupava «Akemi! Ti senti
ma-»…«No…!»
riprendeva fiato Akemi, era
molto stanca ma il suo sorriso era lieto «E’
l’emozione per quel che vedo…che mi indebolisce,
per
quanto è forte! Ma non vi è prezzo che non si
sarebbe
disposti a pagare…se potessi ed avessi le forze andrei da
ciascuno di loro e chiederei se hanno bisogno…che qualcuno
culli
i loro bambini! Tenere un piccolo Digimon tra le braccia
dev’essere
un’esperienza…meravigliosa…»…«E’
vero…» disse LadyWizardmon visibilmente emozionata
«Io l’ho provato…è questo il
mestiere che ho
scelto. E posso assicurarti…che è il mestiere
più
bello del mondo…
…li formi, e li istruisci sulla vita, indirizzandoli lungo
il
loro futuro. Sei una guida. Eppure qualcuno mi aveva detto che
anch’io…un giorno avrei avuto una guida.
Chissà chi
mai, mi chiedo, potrebbe essere…”u-una
guida”…umana poi! Per…per una come me,
un’insegnante!...
…quando ti ho vista per un attimo ho
pensato…»
Akemi si volse e le sorrise, dicendole «Io lo
so…»…«Ah!»
sussultò
LadyWizardmon, e Akemi «Hai pensato…che io forse
potessi
essere quella guida che attendevi, giunta dalla terra. Non è
così?»…«Ma…poi tu
mi hai detto che hai
un tuo Digimon, e che lo stai cercando qui…!» ma
la
ragazza la abbracciò alle spalle «LadyWizardmon,
posso
assicurartelo! Sarebbe stato…fantastico,
meraviglioso!»…«Ma-»…«Tu
sei una
Digimon…che chiunque, qualsiasi umano potrebbe desiderare di
avere al fianco!»…«Ma quello che
aspettavo…se
mai è esistito…non è mai
arrivato.»…«Ed è proprio qui
che si intravede
la provvidenza di Dio! Che ha fatto sì che
io…»
vagando con uno sguardo di dolce malinconia «…per
motivi
svariati fossi così devota al Digimon a cui mi sono legata
da
bambina, tanto da…non poterlo mai tradire! Anche se ora
tutto ci
divide, il nostro Digivice…non esiste più, ed io
e
lui…» nell’insorgere della commozione
«…Impmon, caro…
…amato Beelzemon…» sussurrato di fronte
agli occhi
attoniti di LadyWizardmon, per poi sfilarsi gli occhiali e asciugarsi
rapidamente le lacrime «Ahh, non farci caso: trascorsi di una
mai-stata Digimon Tamer d’epoca. Ma anche noi abbiamo il
nostro
passato. Il mio Digimon io…
…ihmf, forse non lo rivedrò più! Forse
è
arrabbiato con me…» con le mani che stringevano la
gonna
del suo abito nero «…ma a me non importa anche se
il cuore
mi fa male, mi interessa solo che trovi la sua strada e che sia felice:
il primo segno è stata la nascita di un Digivice che lo lega
a
una nuova domatrice! Io…» alzando gli occhi verso
il fuoco
da cui ancora veniva estratta la cena «…ripongo
molte
speranze in lei!! Mi dispiace solo un po’ per mio
fratello…alla fine sembra essere lui il grande escluso da
questa
situazione ma sono certa che Dio ha in serbo delle sorprese anche per
lui. Se solo riuscisse a fidarsi di
più…Mako…» per poi tornare a
rivolgere una
cordiale coda dell’occhio a LadyWizardmon «Ma tutta
questa
digressione solo per dire…che è un bene in questo
momento
che io non possa essere la tua
domatrice!»…«Ah…capisco…»
chinò il capo l’altra che non voleva lasciar
filtrare il
suo dispiacere, ma Akemi si affrettò «No no no
no!!...non
fraintendermi!»…«Oh?»
sollevandole di nuovo la
mano «Non lo dicevo perché mi sarebbe dispiaciuto,
al
contrario. Ma dispiacerebbe…a quell’essere umano
di cui
ignoro, di cui noi due ignoriamo il nome! Che ti aspetta e che deve
assolutamente trovarti!»…«Ma ormai
è inutile
sperare…!!» esortò quasi LadyWizardmon
«Sono
tanti anni che attendo, ormai mi ci sono fatta vecchia! Tu sei il primo
essere umano che vedo!»…«E questa
è la
dimostrazione!!...se la vita ti ha posto davanti me quando credevi che
gli umani fossero solo un’invezione…
…significa che Dio ci conferma che non è mai
tardi…per sperare, non c’è
un’età e
non esiste un momento in cui le porte della felicità sono
chiuse
per sempre! Guarda me…
…io mi
ero ormai rassegnata…che avrei viaggiato in questo mondo
solo
come spirito, una volta che Dio mi avesse chiamata a sé, per
mezzo della mia malattia. Eppure…ahah, eccomi, di fronte al
fuoco più bello…che i miei occhi umani mai
abbiano
contemplato! Circondata…da Digimon, a tarda notte! Sento il
fumo
del loro cibo, dietro di noi echeggia la pioggia ma siamo protetti!
Questo castello…è il cuore pulsante di Digiworld
e tutti
voi animate con i vostri sogni il futuro! Mai, mai una battaglia o una
magia avrebbe potuto compensare un simile spettacolo! Dio ha voluto
premiare…forse chissà, io quasi non ho meriti, ma
uno…mi permetto di arrogarmelo: è quello di aver
saputo
amare…apprezzare e stimare un Digimon…che davvero
lo
meritava. Che era buono e nobile! Io...anche se non è bene
essere orgogliosi di questo lo sono! E non mi pento, no, non mi
pentirò mai! So…so bene quali sono i miei doveri!
E a
cosa devo rinunciare! Ma non è ad amarlo
come…è
sempre stato, come una parte della mia casa! E vederlo
come…il
più grande, il migliore! A dispetto del destino, so che Dio
non
mi biasima perché ai suoi occhi,
Beelzemon…è
altrettanto maestoso!!»
Per
LadyWizardmon era uno susseguirsi di stupore, assistendo ora alle
confessioni di quella ragazza che sembrava recuperare energia solo
pronunciando quel caro nome…(fine-canzone)
…il nome di colui che non avrebbe mai immaginato
così
vicino «Ah! La reggia di Zhuquiaomon!! E’ abitata,
sono
in…molti, moltissimi Digimon! Ma questo settore è
quasi
abbandonato, chi si prende cura di loro in una notte come
questa?» si chiedeva il guerriero volante nella pioggia.
Ma allo
scroscio si sovrapponeva il rombo del motore di un camper dalle ali
demoniache: un guerriero in armatura viola era alla sua guida
«Ah, ma non è possibile!! Beelzemon!!»
sibilò
con rabbia «Akemi è qui…è di
certo venuto a
riprendersela!!»
Beelzemon dilatò i tre occhi «Ah! Che
cos’è
quel velivolo…?...
…mi viene addosso!!»
Mako
spinse l’acceleratore a tutto gas «Non le
permetterò
di farle dell’altro male: Akemi è mia sorella!!
Non gliela
farò rapire come ha fatto con Jeri: Beelzemon, preparati a
soccombere!!»
«Ah! E’ Mako, la sua voce!! A-Ahhh!!!»
Beelzemon
volò. Ma il camper strattonò nell’aria
e
compì una piroetta mozzafiato «Ora ho le ali
anch’io…non ti illudere, siamo alla pari, il
“piccolo Mako” è CRESCIUTO!!»
Nuova spinta sull’acceleratore.
«Mako, basta ora!! Sei impazzito?!! FINISCILA!!»
«Siluri
diabolici,
attacco a volontà!!» comandò il ragazzo
pistando
sulla pulsantiera: le ali da pipistrello del camper si spalancarono,
illuminandosi di molteplici fari. Beelzemon dedusse «Oh
no…quel camper dev’essere…un Digmon in
realtà!! Come Grani, l’arca digitale!»
I siluri
piombarono: ma Beelzemon si fece scudo con le ali
«Nooo!...Mako,
sta fermo!! N-Non costringermi a usare i miei attacchi contro di te,
non voglio, non lo farò mai!!»
«Che cosa aspetti a
reagire?!!...non mi consideri un avversario degno? Non ho ancora la
maggiore età per combattere? Peggio per te…
…oscuro e
temibile sarai schiacciato da un
MINORENNE!!»…«NOOO,
MAKO!» Mako gli piombò addosso col camper e lo
travolse
«AAAAAAAAAAAARGHHHHHHHHHH!!!» spingendolo con la
massima
violenza, in direzione del castello...
Un boato
travolse la gran sala, destando scompiglio fra i Digimon «CHE
COS’ERA?!» trasalì LadyWizardmon, e
Akemi
balzò in piedi pallida «Non lo so…!...e
se…qualcuno ci
attaccasse…?»…«…è
possibile…» mormorò agghiacciata
l’insegnante
digitale, esclamando «Oh no non sarà per inseguire
noi che
siamo scappati?!! BAMBINI!!...
…BAMBINI FORZA, TUTTI QUI!!»
Akemi tossiva a causa del fumo ed era confusa da tutte quelle creature
in corsa, ma cercò di respirare e mantenere la
concentrazione
«Proveniva…dal corridoio!»
sicché corse,
nonostante tendesse ad inciampare «AKEMI!!»
esclamò
LadyWizardmon «Dove
vai?!!»…«Devo andare
LadyWizardmon!!»…«M-Ma ti può
accadere
qualcosa?!!»…«Devo correre il rischio,
sono una
Digimon Tamer umana anche se suora e passata di moda: se qualcuno ha la
responsabilità di proteggere tutti questi Digimon ora quella
sono io!»…«M-Ma…!! Non dire
sciocchezze!!
Akemi!!»
La chiamava ma invano…
Lungo l’ingresso giacevano le macerie del collasso appena
verificatosi. Ma un guerriero balzava agilmente
«Ah!» dal
camper rimasto conficcato per sbiego nel soffitto
«Cos’è, se gioco duro non riesci a
starmi dietro?
Stai invecchiando amico…»
Beelzemon era affannato e provato per il colpo, ma continuava a
supplicare «…ti prego, per favore, piccolo Mako,
a-ascoltami!»…«NON CHIAMARMI
“PICCOLO
MAKO”!!» gridò il giovane con occhi
traboccanti di
rabbia oltre gli occhiali di cristallo «Odio la mia
infanzia…
…la mia maggiore aspirazione è
cancellarla!»…«No, non è
vero, non ti
credo!» insistette determinato Beelzemon. Mako lo
provocò
«Lo credi un ricordo indispensabile solo perché ci
sei
TU?? Non illuderti…hai fatto ben poca parte, quando potevamo
restare assieme TE NE SEI ANDATO!»…«E
con
questo…getteresti via anche tuo padre, tua madre, TUA
SORELLA,
il ricordo con loro?!! Non ti credo…capace di
tanto!» si
rialzava deciso nonostante la stanchezza, impugnando le sue pistole e
tenendo il capo chino ma pronto a mirare «Eri un bambino
buono…e sei cresciuto come un ragazzo onesto, io so che
tutto
questo non ti appartiene! Sei vittima del controllo mentale di quei
Digimon!»…«Io non sono vittima di alcun
controllo
mentale: agisco per MIA spontanea volontà, queste sono le
MIE
decisioni, è la MIA
vita!!»…«LA TUA VITA
E’ SEMPRE STATA VOTATA AI DIGIMON, E ALLA
GIUSTIZIA!!»…«COME PUO’
ESSERLO STATA?!!...se
i Digimon si sono allontanati prima ancora che potessi scendere in
campo?!»…«Ebbene, ora ne hai la
possibilità…q-questo luogo è pieno di
creature
innocenti, la mappa lo ha affermato!! Vuoi ripetere forse lo scempio
del villaggio dei MudFrigimon?! Oppure avere il coraggio di guardare in
faccia il bambino che eri?!! Mako io mi rifiuto di
crederti…simile a me…tu eri diverso! Io ero un
Digimon
senza una fissa dimora, vagabondo e arrogante! Volevo affermarmi e ci
ho provato, lasciando alle mie spalle terra bruciata! Ma uno come me
non è minimamente paragonabile…ad un bambino
cresciuto
con ideali di pace, in una casa, circondato dall’affetto!!
Uno
dei…più rispettabili cavalieri umani
dell’esercito
dei Digimon…un rappresentante della nostra
generazione…e
dei valori che abbiamo rappresentato!! Persino io!!...pur non
sapendolo…
…io mi
assumo pure la responsabilità delle mie ali nere, m-ma sono
pronto…!» puntandogli gradualmente contro quelle
pistole
«…a rischiare di perdere queste e tutto
l’involucro
che mi compone se questo può servire a preservarti dal mio
stesso destino! Uno spreco simile sarebbe davvero troppo…per
un
grande domatore, e per un simile
amico…»…«Tutte belle parole
che hai preparato
per ammorbidirmi…? Pfff!...sai bene che non ho avuto alcuna
parte, i “domatori eroici” sono altri, io per
quanto possa
impegnarmi fra loro resterò sempre un
intruso!!»…«Uhmf! E’ inutile:
tale e quale a
me.»…«Cosa?!»
sussultò il ragazzo
(canzone: Laura
Pausini - If that's love)…di
fronte al sorrisetto beffardo del Digimon, che riavvolgeva il passato
«…guardavo gli altri Digimon crescere e
potenziarsi al
fianco dei loro domatori…e mi sentivo invidioso: volevo
essere
parte della loro squadra, dimostrare a tutti quanto valevo…
…ma
ero troppo orgoglioso per accettare i loro
consigli…»
rivedendosi piccolo, picchiare con rabbia un pugno a terra
«…questo però…
…mi è costato caro…»
Ricordando
il grido di dolore di un Digimon leonino perforato dai suoi artigli
«Ritrovare la strada dopo
quell’incubo…è
stato arduo e doloroso…
…non capisci che finché siamo in tempo dobbiamo
renderci
conto che non siamo onnipotenti?! Non sarà quel potere che
cerchiamo bramosamente a renderci davvero felici!! La
“felicità” è altra storia,
Mako…
…non ha a che fare con le vite degli altri, non
c’entra
niente con “quello che tutti
fanno”…quello in cui
tutti ci sembrano riuscire…
…ma
non ci vedi, i tuoi occhiali sono dei paraocchi in realtà?!!
I
Digimon Tamers che tu tanto invidi…hanno avuto una vita
difficile e piena di sofferenze!! Credi che loro si godano o si siano
mai goduti il successo di tante faticose battaglie?! Nooo…io
sono con loro ogni giorno…e ti garantisco…che la
forza
che trovano per svegliarsi ogni mattina basta sì e no per
arrivare alla sera. Non capisci che niente ha mai premiato i loro
sforzi?! Non basta un Digivice…quello è
un’occasione! Ma bisogna saperla sfruttare…e la
strada
è lunga: credere che essere importanti e amalgamati alla
massa
basti a placare il proprio animo purtroppo…è il
difetto
di chi è troppo giovane. Hai avuto dei sogni, hai creduto in
degli ideali?!! E allora continua a farlo!! Anche se ti senti messo da
parte, se quello in cui speri è autentico prima o poi non
può evitare di dare i suoi frutti! Ognuno dei domatori per
riprendere il cammino ha dovuto per prima cosa accettare se stesso,
dirsi: io sono così! D’accordo: non sono grande,
né
potente, non sono il migliore bensì solo un volto nella
folla,
anzi! Oltre a questo ho anche una buona dose di problemi…
…ma questa è la vita, cosa devo farci? Non sono
solo!!...ci sono...milioni di altre vite che aspettano come me, forse
da più tempo di me! Questo…
…quando avremo detto questo FORSE, forse potremo iniziare a
pensare di essere cresciuti: ma non prima!! Quell’armatura
è ridicola, QUEL FANTOCCIO COLORATO NON SEI
TU!!»…«SE IO NON LO SONO ALLORA TU NON
SEI MIO
PADRE!! Che cos’è questa predica?!! Pensi che io
mi faccia
spiegare cosa nella vita è BENE e cosa è MALE da
un
Digimon?! Pfff…AHAHAHAHAH! Sei ridicolo, m-ma non ti ricordi
che
ti addormentavi sul divano di casa mia?! Mangiavi più tu di
me e
Akemi messi assieme!!»…«Veramente
ridicolo è
che tu ti metta a litigare con me come fossi tuo fratello, sappi che
io…non te lo permetto, sono pur sempre un Digimon: ed esigo
rispetto, come lo esige questo luogo! Era la reggia di un Supremo,
troppo leggendaria, per ospitare certe scene
pietose…!!»…«E che intendi
fare…?» insinuò Mako, vedendolo
armeggiare con le
pistole «Spararmi…con le tue armi altamente
perfezionate?»…«Chi lo
sa…?»
replicò a tono Beelzemon «Di certo non ti colpirei
in
punti vitali…ma potrei essere costretto ad attuare qualche
intervento d’emergenza.» scivolando in un impeto di
grinta
«Devi sapere che se sono qui è perché
ti stavo
cercando: io ti riporterò a
casa!!»…«MAI!! Io
non ti seguirò mai,
Beelzemon!!»…«POCHE
STORIE!! Lo farai che ti piaccia o no Mako perché io resto
pur
sempre il tuo Digimon ed ho la tua responsabilità ora che i
tuoi
genitori sono lontani e tu…ancora troppo immaturo per badare
a
te stesso!!»…«E SAREI AFFIDATO ALLA TUA
DI
“MATURITA’”?!!»…«Ti
ho già
detto…che non sono tuo fratello, bada a certe tue
esternazioni…» carezzando il grilletto col dito,
ma Mako
ribatté «E poi non mentire, so che non sei qui per
me…!! Figurati: chi mai viene a cercarmi con uno scopo
disinteressato!! Se sei qui è per un intento ben preciso, e
poi
vieni a fare la predica a me, quando sono io che debbo tenerti a bada!!
Per il bene della mia
famiglia!!»…«Cosa?!!»
trasalì Beelzemon. Ma Mako non gli diede il tempo
«Proprio
così, e non intendo venir meno ai miei doveri: Ufomon!!
Gravemon!!»
«Eeeeccociiiiii!» si catapultò
l’alienina con
un’entrata trionfale «Siamo ai tuoi ordini
Mako…» si materializzò da una nube il
bambino dal
collare bianco.
«Oh no…!» indietreggiò
Beelzemon. E Mako
«Attaccatelo, dategli una lezione!!»
«Come tu desideri caro, smack!» fece Ufomon
baciando la sua
antenna, e Gravemon avanzando col bastone in pugno «Sei solo
ora:
senza i tuoi amici a difenderti sarà peggio per
te.»
Beelzemon
mormorò «Non…ti vergogni, a farti scudo
con due
bambini come eravate tu e tua sorella?!» ma il ragazzo
specificò «Loro e il loro padre sono i miei tre
Digimon, e
sono molto più potenti di te! Dimostrateglielo!»
«No!
Io non posso sparare a due bambini!!» esclamò il
Digimon.
«MA NOI POSSIAMO FOLGORARE TEEE, AHAHAHA! Ultrasuono stellare!!»...«Vortice di teschi!!»…«AHHHHHH!!!»
Beelzemon si parò…ma non avrebbe resistito a
lungo.
«Uhmuhmuhm!» sogghignava Mako soddisfatto
«Finalmente
ti vedo in difficoltà…» (fine-canzone)
La ragazza comparsa
dal nulla si distendeva in un letto sembrava stremata
«A-Ahhh…»
«Non vuoi almeno
che chiami mia moglie…?» proponeva il ragazzo con
gli
occhiali che l’aveva raccolta e aiutata «Lei
è una
Dig…beh, diciamo…che è qualcuno di cui
fidarsi
appieno e ci sta aiutando a prestare soccorso a dei Digimon che si sono
trovati in difficoltà, esattamente come te! Non vi
è
ragione di nascondertelo perché l’avrai visto con
i tuoi
occhi…i MudFrigimon stabiliti qui sono giunti dal loro
villaggio…che è stato distrutto! Digiworld
è in
preda al caos…e noi ci stiamo adoperando per arginare la
minaccia. Però ci occorrono tutte le informazioni possibili,
altrimenti rischiamo di lanciarci contro un nemico di cui ignoriamo
persino l’origine: e non ce lo possiamo permettere, abbiamo
già perso…troppe cose. Tu hai detto di essere una
Digimon
Tamer…?»…«Ah!...ahh…»
la giovane
alzava debolmente il Digivice adornato di petali…
Kenta si
avvicinò, sussurrandole all’orecchio
«…ti
prego dicci tutto quello che sai: e noi ti prometto che ti aiuteremo e
ti offriremo tutta la protezione! Ma ho sentito bene, poco
fa…?
Guardianmon, hai parlato di
Guardianmon…?»…«E’-E’
a causa
sua…che ho perduto la mia Digimon: Guardianmon non si
è
fatto scrupolo…e l’ha brutalmente acquisita
minacciando
che la stessa sorte avrebbero subito tutti gli altri Digimon dei
domatori!!»
“Oh no…Yuki!!” trasalì il
ragazzo,
benché cercasse il più possibile di dissimulare e
mantenersi calmo “Se fosse vero…tutti noi saremmo
in
mortale pericolo…” «Ascoltami…
…io faccio parte di una squadra…»
spiegò
Kenta «…ho il dovere di informare i miei amici
circa il
pericolo che corriamo: se sei una domatrice vuol dire che anche tu sei
una di noi!»
Ma lei lo
guardò intensamente con i suoi occhi scuri…e lui
si
portò la mano alla bocca «Oh!
Perdonami…»
facendo triste la sua espressione «L’impulso non mi
ha
permesso di ricordare ciò che mi hai detto poco fa,
è che
sono in…grande apprensione!»
Kenta smarriva
lo sguardo di fronte a sé, mentre senza farglielo notare lei
lo
fissava…
“Devo
cercare di stare calmo…” si ripeteva il ragazzo
“La
presenza di Guardianmon…mi terrorizza, ho paura che la sua
ombra
possa ricominciare a opprimerci, temo che l’incubo non
finisca
mai…”
Aki
affermò «…ho un importante
missione…lasciatami in eredità dalla Digimon che
ho
perduto.» Il ragazzo si volse lentamente, assottigliando i
suoi
occhi «…un’importante
missione…?»
«Voi
Digimon Tamers giunti dalla terra siete rimasti l’unica
speranza
per salvare entrambi i nostri mondi dalla minaccia di Guardianmon,
che…come voi stessi avrete avuto modo di sperimentare,
è
un Digimon estremamente potente…
…mira alla conquista di Digiworld: suo desiderio
è
soggiogare tutti i Digimon…»
“Come ha fatto con me…! E con mia moglie, per
tutti questi
anni!! Ma come fa questa ragazza a sapere così tante
cose?!”
«Voi
per lui rappresentate l’ultimo ostacolo alla realizzazione
dei
suoi progetti: lo avete già sconfitto…mi
sbaglio?»
Kenta dopo qualche istante replicò
«…no!» con
una certa sicurezza, sembrava volersi mostrare naturale «Non
ti
sbagli, è vero: l’abbiamo affrontato e sconfitto
in
battaglia.»…«Questo gli ha dato modo di
misurare il
vostro potenziale e capire che fronteggiare…un intero
schieramento di domatori sarebbe svantaggioso per lui: la potenza
scaturita dai vostri nuovi Digivice non è da
sottovalutare.»…«…perché
mi stai
dicendo queste cose…?»…«Ma te
l’ho
detto, sono una Digimon Tamer!!...ho appena perduto la mia Digimon in
battaglia per mano di
Guardianmon…»…«…ma
noi non sappiamo
nulla di te. Chi è stato a mandarti…? Farai parte
di una
squadra anche tu, come ogni
domatore…»…«No,
tu equivochi le cose: e sai perfettamente…che esistono
domatori
che agiscono da soli. Non ne hai conosciuti…lungo il tuo
cammino?» e sull’eco della pioggia, Kenta
riepilogava
“E’ vero: Ryo…ed anche
Alice…”
«Io sono…ero…» abbassando lo
sguardo che si
fece incerto e velato di pena «…una domatrice
solitaria.
Stavo cercando di proteggere il mio mondo, contando…soltanto
sulle mie forze!...
…e su quelle della mia Digimon…»
Kenta
pensava “…come me: che in questi anni ho lottato
al fianco
di Yuki per vegliare silenziosamente sui miei compagni. E
se…questa ragazza avesse sofferto quanto me? Se io dovessi
subire…la sua stessa sorte?!” «La mia
amica
ormai…è-è rimasta consumata dalla
furia
distruttrice di quel mostro…» narrava Aki,
tormentandosi
le mani dalle quali l’anello era scomparso
«…che
illegittimamente si fa forte del nome di
“Digimon”…quando questo appartiene alle
creature che
hanno fatto sognare la nostra generazione, noi agli egoisti che hanno
distrutto i nostri
ricordi!!»…«…dimmi il tuo
nome!» si avvicinò Kenta «Te ne prego,
spiegati! Se
siamo veramente vittime dello stesso male non possiamo restare
separat-»…«No, lasciami!!»
ritirò lei
le mani infastidita, e lo fissò con ostilità
«Io
non mi fido di nessuno!...
…ho sempre agito da sola e nessuno di voi era presente
quando ho
perduto la mia compagna di
battaglia.»…«Non è
stata colpa nostra…» accennò Kenta con
la sua voce
vellutata, chinando tristemente il capo, e spiegando
«Purtroppo a
volte le strade di chi difende lo stesso sogno…non si
intrecciano…»…«Ma ci sono
altre volte in
cui…debbono farlo, affinché siano onorati dei
doveri di
lealtà.» volgendosi e fissando il ragazzo in modo
penetrante (canzone: Sugababes
- Stronger)
«Mi sono trascinata qui allo scopo di mettervi in guardia,
perché il vostro nemico si è nascosto: lo chiamo
così perché ormai io sono…
…fuori dal gioco…
…la mia battaglia si è conclusa…ma non
nel
migliore dei modi, la vostra sfida è ancora in
ballo…
…dipende da voi se conseguirete l’esito sperato.
Per me
ormai è tardi per sognare, tardi per immaginare quel futuro
che
appariva così bello…al termine del faticoso
cammino: non
potrò che ripensare a questo mondo e ai Digimon come un
interminabile incubo…
…per il resto della vita…»
Il
ragazzo passeggiava nervosamente per la stanza “Non mi fido
di
questa ragazza…” pensava senza guardarla in volto
“…la sua apparizione è sospetta: e se
fosse una
spia dei nemici? Ma non posso neanche liquidare la situazione con
facilità, sembra sapere molte cose, e se fosse vero che
Guardianmon è ancora nei paraggi e si è
nascosto…
…è fondamentale che ci fornisca ogni indicazione
possibile. Sembra diffidente…
…debbo agire con molta attenzione. Non posso ricorrere ai
miei
compagni…in questo momento le sorti della mia squadra
dipenderanno dal modo in cui giocherò questa
partita…”
Aki
nascondeva l’anello sotto le lenzuola…e questo
emetteva
una luce violacea che si rifletteva nei suoi occhi assorti…
Kenta deglutiva “Siamo dunque…alla resa dei conti
coi
nostri fantasmi?” mentre all’esterno echeggiava un
tuono…
«AAAAAAARGHHH!!!» Beelzemon veniva spinto a terra,
nella
risata trionfale «Ahahahahahahah!!» di Ufomon
«Uhmuhmuhmuhm!» e Gravemon, e sotto gli occhi
soddisfatti
di Mako «Gioia per i miei occhi, finalmente ti
vedo…a
terra, sconfitto…! Che arranchi nella
polvere…»
«E’-E’ veramente
questo…ciò che hai
sempre desiderato di vedere di me?» chiese appenato il
Digimon, e
Mako si toccò la fronte
«N-No…!» tradendo un
istante di incertezza, ma le scariche dai suoi occhiali si
intensificarono e riprese grinta «M-Ma da quando sei
diventato
così distante, così irraggiungibile
sì, non ho
desiderato altro!! Piuttosto che cederti a Jeri preferisco vederti
sconfitto e acquisito!! Piuttosto c-che prestare quel mio
orsacchiotto…» affermava indietreggiando
«…p-preferisco farlo in mille pezzi! E’
SOLO
MIO!!»
«Maaako…» gemeva Beelzemon con le
lacrime agli
occhi, vedendolo che si prendeva il capo rannicchiandosi
«E’ SOLO MIOOOOOOO!...l’orsacchiotto
è solo
mio!...Akemi è solo mia!!...
…TUUU SEI SOLO MIO! E CHIUNQUE DI VOI CHE OSI ALLONTANARSI
DA ME
LO DISTRUGGERO’!!»
Ufomon
intervenne «Mako, fai bene, sei perfetto: vuoi tutte le cose
per
te, così infatti va la vita, sei il
domatore…ideale per
due Digimon come noi che non si accontentano delle briciole!»
e
Gravemon sogghignò «Sei proprio come il mio
papà…»
Infatti
Sandmon appariva nel suo impermeabile, nascondendosi fra i cristalli
opachi di Suzakomon «Bene, sta andando tutto come
previsto.» sfoderando una misteriosa ampolla «Mako
sta
caricando rabbia su rabbia…quando avrà finito io
la
assorbirò in questo recipiente.»
Beelzemon
però si alzò e tese la mano «A-Allora
d’accordo!» Sorrideva…e questo rese
inquieto Mako
con i suoi Digimon «Allora rimediamo al passato, hai ragione
è colpa mia, Mako! Non dovevo lasciarti, non dovevo farlo
ben
due volte! Se è solo questo il problema…eccomi,
vengo con
te! Mi vedi?» gettando le pistole a terra «Sono
disarmato:
prendimi pure, torniamo a casa, Jeri capirà! Mi vuoi come
tuo
Digimon? Sarò solo tuo, sono sincero, di che altro mi
può
importare, se non di te?!»
«Uhm?!» Sandmon si indispettì per quella
resa
inaspettata.
Gli occhiali di
Mako sfrigolavano…ma il ragazzo non tradiva alcun cenno e
restava immobile…
«Piccolo
Mako hai ragione, siamo tutti un po’ gelosi!
Allora…eccomi, io sono qui, non sono più
irraggiungibile
su un altro mondo! Portami a casa…sarò il tuo
Digimon per
tutto il tempo che vorrai, giocheremo sempre assieme! Tu getta via
quell’armatura ed io ti assicuro…che nessuno ci
dividerà!»
Ufomon
sbatté il piede a terra «Arrghhh, GRAVEMON HAI
SENTITO?!
Questo idiota vuole rubarci il
domatore!!»…«Se ne
pentirà amaramente…»
Ma Sandmon intervenne «Mako!!»
Beelzemon
«Ahh?!» si volse di scatto. Il guerriero di sabbia
gridava
«E’ una menzogna, non gli credere! Non ti ha mai
amato,
è solo una tattica per abbindolarti!» ma Beelzemon
riafferrò le pistole «E tu che ne sai, bestione
bavoso?!!
CHI DIAVOLO TI HA RACCONTATO LA NOSTRA STORIA?!» ma la rabbia
in
Mako riprendeva a ribollire «E’
vero…Beelzemon
è bugiardo…»…«N-No
Mako, non dargli
ascolto: lui non ti ama, ti sta sfruttando soltanto!!» e
anche
Ufomon «Forza Mako, trasmettici energia, stenderemo per te
questo
impostore!!» Il ragazzo ripeteva «Impmon
è un
Digimon di cui…non bisogna
fidarsi.»…«TI
GIURO CHE NON MENTO!!»…«UFOMON,
GRAVEMON,
ATTACCATELO, FATELO A
PEZZI!!»…«NOOO!!»
«Guardianmon è…regredito a seguito
della vostra
battaglia, cela il suo aspetto…» spiegava Aki
«…dietro le sembianze di un misterioso ragazzino
umano!»
Kenta sussultò senza parlare, dandole le spalle…
«Copre il
suo volto…ma il suo istinto vendicatore a stento resta
nascosto
dalla sua maschera…
…probabilmente è
vicino…»…«HIDEKI…»
sussurrava
Kenta: e rivedeva nei suoi ricordi la misteriosa apparizione del
ragazzino quella notte prima di partire…
«Il
profumo che usa…per nascondersi dal fiuto degli altri
Digimon…!!...»
…fino all’ultimo incontro di pochi attimi prima,
nei
corridoi…
Aki
rivelò «…il suo stato attuale prende il
nome di
Defendermon…ma non basta a mutare il suo animo corrotto:
egli
è…un irrecuperabile nemico dei Digimon.»
«Però, però…i-i signori
Yamaki…» sussurrava Kenta fra sé
«…hanno detto che è figlio di amici,
come
può essere vero tutto questo?! Hideki…
…non posso agire in modo inconsulto, debbo accertarmi della
verità…!»
Aki
sussurrava nel frattempo «Forse in questo
modo…riusciremo
a rendere Guardianmon inoffensivo.» fissando il suo Digivice,
e
rivolgendosi a questo «…forse avevi ragione. La
nostra
squadra ha ancora una speranza per
trionfare…?...!!» fu la
sua sofferta domanda, la cui risposta sembrava racchiudersi nel
subbuglio interiore di Kenta (fine-canzone)
«Bracciale…galattico!»
materializzò Ufomon. Beelzemon sentì il suo fiato
spezzarsi «Ah! Non
posso…»…«Replicazione…mortifera!»
Gravemon innalzò la bara…
…ma
il Digimon alato piegava il capo «E’
inutile…non
posso sparare a due piccoli fratellini: anche se sono nemici. Non avevo
messo in conto questo…ma è troppo tardi
ormai.»
sicché gettò a terra la pistola. Mako
esclamò
«Ti arrendi?!!...REAGISCI, NON ACCETTO QUESTA
RESA!»…«E’ più
forte di me, Mako!!...
…r-rivedo te e Akemi persino in loro!!!» e Ufomon
tagliò corto «Peggio per lui Mako, lasciaci fare:
è
un problema suo, premesso che il nome Akemi addossato a me mi fa
sentire brutta e cozza, ma dovrò udirlo per poco. Pronto
Gravemon? Diamogli il colpo di
grazia!»…«Va
beeene…»
Beelzemon
chiuse i tre occhi “E’ finita…forse
meritavo che
andasse in questo modo.”
Ma un
vortice di sfere luminose giunse alle sue spalle fino ad attraversarlo
«Ah!» …le sfere si
trasformarono in zucche
fameliche «Che cosa?!!» sussultò Ufomon
«Che
sooono???» storse la bocca Gravemon, e in breve
«AAAAAAAAHHHHHH!» furono stesi a terra.
Sandmon
gridò «BAMBINI! Ma chi è,
insomma…?»
«SCUSATE!» echeggiò una voce femminile
un po’
roca, Beelzemon si volse di scatto. Aveva un cappellaccio a punta e
un’asta magica dall’estremità a zucca
«Prendetevela con me anziché con chi è
disarmato!!» furono parole di LadyWizardmon.
«E tu chi
sei?!» fece Beelzemon. Mako taceva attonito. Invece Ufomon
«GRRR, guarda Gravemon, è la Digimon che avevamo
catturato
con i suoi mocciosi! Ti sei permessa di interferire nel nostro
operato?!» e stranamente anche Gravemon era arrabbiato
«Ce
la pagherai!!! Tanto sei sola, chi vuoi che ti aiuti?!»
Beelzemon
suggerì «Chiunque tu sia levati di
lì!»
«Sola???» provocò l’insegnante
digitale
«Magari solo all’apparenza!» e fu quasi
“ricoperta” da una moltitudine di bambini che
esclamavano
«Ti aiutiamo noi
maestra!»…«Tutti pronti
bambini?! L’attacco collettivo!» e la rotazione
della sua
asta diede vita all’esclamazione corale «Girotondo saettante!!»
Gli alunni
mutarono in sfere fulminee che si connessero per mezzo di mani,
componendo un cerchio elettrico…
…che
spezzò il bracciale scagliato da Ufomon, e
provocò
l’esplosione della bara di Gravemon. Quest’ultimo
esclamò «Come è possibile?!!»
e Ufomon
«Un Digimon così straccione attacchi
più potenti
dei nostriii???»…«Ve lo spiego
subito!» fece
LadyWizardmon “scomponendosi” di nuovo nei suoi
alunni
«E’ la forza di un gruppo unito! Quello che non
riesce a
fare un colpo solo lo fa una squadra che decide di
collaborare!»
lasciando filtrare un tono di rimprovero «Se ci provaste
anche
voi magari ci riuscireste!»
Gravemon
sembrò considerare, e allungò la mano verso
l’antenna di Ufomon «CHE FAI,
TOGLITI!!»…«Ma…»…«GIU’
LE MANI! Questa è MIIIA, non te l’hanno
insegnato?!»…«Ma lei ha
detto…»…«Lei innanzitutto non
è tua
madre e non devi fare tutto ciò che dice lei, punto secondo
è una nemica quindi ora noi andiamo a riprenderci il nostro
orgoglio ferito!! Ehi tu: hai fatto il più grande errore
della
tua vita!»
Sandmon esclamò «Fermi, bambini!! Dove
andate?!»
Ma fu inutile:
LadyWizardmon li attirò «Vi aspetto: se riuscite a
prenderci, magari! Forza bambini sparpagliatevi!»
sicché
corse verso l’interno. Ufomon gridava
«ARRIVIAMOOOOOOOOO!!!!!!» seguita da
Gravemon…
…mentre
Mako era rimasto spiazzato «Ufomon, Gravemon!! Tornate
qui!!»…«Mako…»
accennò Beelzemon
cercando di nuovo di dialogare, ma il ragazzo si agitò
«Mmm…maledizione, Beelzemon non credere che abbia
paura
anche se sono rimasto solo: anche se sei un Digimon so benissimo
difendermi da te!» sicché balzò e
tirò un
violentissimo calcio al camper rimasto incastrato nel
soffitto…
…dal quale cadde una pistola trasparente che il ragazzo
afferrò prontamente, puntandola contro il Digimon
«Non ti
illudere!! Questa non ho alcuna intenzione di regalartela!»
«Ah!» i ricordi perforarono il cuore della
creatura…quel bambino che gli regalava una pistola
giocattolo
“E’
un portafortuna, usala contro i cattivi!”
…e lo
stesso ragazzo, che poco tempo prima ripeteva il gesto “Dobbiamo ricorrere alla Blast
Mode. Ti ricordi, quando eravamo piccoli?
Ho aspettato tanto. Il tempo dei giocattoli è finito.”
«Per favore,
Mako…!» avanzava il Digimon. L’altro
gridava
«NON FARE UN ALTRO
PASSO!»…«Non sai quello che
stai buttando via! Per l’ultima volta, dammi
ascolto!»…«PER L’ULTIMA VOLTA
ALLONTANATI!»…«No!! Non mi
allontanerò!!»…«Peggio per
te…!!...» Mako avvicinò il dito al
grilletto.
Ma si udì un
grido sottile «Noooooooooooo!!!!!!» che fece
sobbalzare
Beelzemon «AH!» e Mako «Ahh!»
quest’ultimo però dopo aver già
sparato. Sul
Digimon però si avventò qualcuno che lo spinse a
terra,
di modo che il proiettile energetico finì a vuoto.
«Stai
bene…Beelzemon…?» chiedeva quella suora
i cui
occhiali si erano storti.
Per quel Digimon fu la più grande sorpresa della sua vita
(canzone: Anastacia
- You'll never be alone)
«…AKEMI…?!...tu qui a
Digiworld?!!»…«Sì!...sì…!!»
replicava lei in un sorriso commosso…mentre Mako sussurrava
«Akemi…»
«A-Akemi, m-mi hai
salvato…»…«Non potevo
permettermi di
perderti, io…
…t-tu non sei
arrabbiato con me,
vero?!»…«Io…»…«Non
mi
odi…?»…«…io non ti
odio, Akemi. Io ti
amo.»…«BEELZEMON!» e si
lanciarono in un
abbraccio «Ah! Amore mio…!» fece lui,
grondando
lacrime, e carezzandole il capo velato «Non dovevi
arrischiarti
fin nel mio mondo…»…«Non
potevo resistere,
non c’era più altro…non
c’erano altri, per
me, nel mondo in cui sarei rimasta. Senti
io…!»…«Non fa
niente!» fece lui,
aggiungendo «Prima che tu me lo dica…la tua
promessa, io
so che per te è molto
importante!»…«Sì, la promessa
d’accordo, io non voglio tradire il mio Dio,
però…!»…«Nella tua
assenza io
ho…capito una cosa!» disse Beelzemon
«Anch’io!!» fece Akemi contemplandolo
negli occhi, e
lui «Io rispetterò la tua promessa! Magari
rinunceremo al
nostro amore!» Akemi completò quel pensiero che
era lo
stesso «Però separati e in
collera…mai!!»…«Mai!»
e si strinsero di
nuovo, per Akemi sembrò un sollievo «Ah, sono
disposta a
tutto, persino ad imparare ad amarti…come allora, come un
fratello! Purché si stia insieme, e non ci si separi
più!! Io ho troppo bisogno di te, mio
Digimon…»…«Anch’io,
anch’io
piccola mia…»
«Akemi!!» ordinò però Mako,
spezzando
quell’abbraccio «Allontanati da lui, è
soltanto un
traditore!!» ma lei si volse con occhi incolleriti
«…e sarebbe lui, eh?!!»
«Ah!» il
ragazzo dai capelli rossi restò spiazzato, mentre lei
scuoteva
il capo amareggiata «Che cosa hai fatto, Mako…
…che cosa
significa ritrovarti in questo
stato?!!»…«Io…ho fatto solo
quello che
ritenevo giusto: siamo grandi, Akemi! Dobbiamo finirla di pendere dalle
labbra di quel Digimon!!»…«Io non pendo
dalle sue
labbra!!»…«No…?»…«No…!!
Questo Digimon…non è un mio mito del passato, fa
parte
del mio presente!!»…«…levati
di lì
sorellina, non sai quello che dici!» fece lui cenno con la
pistola «MA NON CAPISCI?!!» esclamò lei
con lacrime
disperate «IO LO AMO!!»…«Lo
ami…?»…«LO AMOOO!!»
gridò lei,
gettandosi sul Digimon e intimando «Abbassa quella pistola,
Mako!»…«Lo ami…
…E CI
FACEVI ANCHE LA SUORA!» ma lei ribatté con grinta
«E
TU CI FACEVI ANCHE IL DOMATORE!! Fra i due peccati…il
peccato
d’odio è infinitamente peggiore del peccato
d’amore!! Io conosco i miei doveri, so quali sacrifici
comporta
la mia chiamata!! Ma preferisco macchiarmi dello sbaglio di amare un
Digimon, se mai possa considerarsi una “macchia”!
Piuttosto
che…diventare uno strumento d’odio, e gettar via i
semi
più preziosi con cui sono
cresciuta!»…«Questo
bastardo mi ha tradito, MI HA ROVINATO LA VITA!!» Mako
agitava la
pistola «VUOI ANDARTENE CON LUI?!» e Akemi
gridò
«SE RIUSCIRO’ COSI’ A PRESERVALRO DALLA
TUA
FOLLIA…SI’!!»…«M-Maledetti…volete
andarvene assieme, abbandonarmi!!» gemette il giovane facendo
tremare la pistola «Se è così me la
pagherete
entrambi!!»…«AHH! DOVRAI UCCIDERMI PER
FAR DEL MALE
A LUI!»…«Akemi!!» Beelzemon la
richiamò: ma lei estrasse a tradimento una delle pistole del
Digimon, puntandola contro il fratello che altrettanto la mirava
«Sei malata…» scandiva Mako
«Il mio dovere
è riportarti a casa!!»…«La
mia malattia sei
tu…» affermava la suora aggiungendo
«E’ la tua
brama incontrollabile, che ti ha spinto a farci del
male!»…«TAPPATI LA BOCCA O
SPARO!»…«VEDIAMO CHI DI NOI DUE SPARA
PRIMA!!»
Ma Beelzemon si
frappose fra di loro gridando con disperazione «ADESSO
BASTA!!
SMETTETELAAA!!» Tendendo le mani…
…e mentre ricordava dell’orsacchiotto e del
litigio…
…liberava una
tale energia da infrangere entrambe le armi, che esplosero abbandonando
i detriti a terra…nell’eco della pioggia, e
dell’affanno di Beelzemon
«Tanto…l’ho capito!
Ormai mi sono rassegnato: evidentemente…non può
essere
altro che questo il mio destino!!» esprimeva con
un’estrema
sofferenza negli occhi «E’ proprio vero che
è
impossibile sfuggirvi…eccomi qua, dunque! Io sono condannato
a
vedervi litigare…fino al punto più estremo, fino
a
odiarvi, fino a…puntarvi contro delle armi!! Ma non posso
farci
niente, ormai…ormai!...» ripeteva in un gemito
straziato,
mentre Akemi versava lacrime…
«…ho toccato il mio fondo, cos’altro
potrebbe
succedermi di peggiore?! La cosa che più temevo si
è
appena consumata davanti a me!!! Le promesse della mia infanzia
cadono…le certezze si infrangono…
…ma io non
posso interrompere la mia vita per questo!» asciugandosi gli
occhi arrossati, e ripetendo con dignità «Non mi
resta che
andare avanti, anche se mi sento come se mi fosse passato sopra un
carro armato!!»…«Beelzemon,
perdonami!!» Akemi
si gettò ai suoi piedi in lacrime, ma lui si
chinò
«…non fa niente, piccola mia…sta calma.
Non
è colpa tua. Io…
…s-sono grande ormai…
…sono
grande.» e detto questo puntava adirato la coda
dell’occhio
contro Mako. Che non sapeva come reagire, quando in quel momento
giunsero Jeri «Beelzemon!!» e Snowhitemon
«Va tutto
bene?!»
«Jeri…» pronunciava Mako…
Snowhitemon chiedeva
«Sei ferito?!» mentre Beelzemon si rialzava
«No.
Però non rimane niente di me.» ma Jeri gli si
avvicinò, e lo guardò fisso negli occhi
«No, ti
sbagli, qualcosa rimane.»…«Ah!
Jeri…»…«Qualcosa…di
fondamentale.» prendendogli la mano «E’
quella luce,
e quell’occasione! Ricordi…? “La cosa
più
importante è che stiamo tutti bene…il
resto…non
conta”»…«Jeri…questo
forse vuol dire
che?!»…«Dobbiamo accantonare il
passato!»
affermò lei sfoderando il loro Digivice «Tu sei il
mio
Digimon e ora io e te dobbiamo combattere per il futuro di Digiworld!
Io sono pronta a offrirti la mia forza, Beelzemon, noi dobbiamo lottare
assieme per sconfiggere i nemici! Dobbiamo provarci!» Il
Digimon
alato ripeteva incredulo «Il tuo
perdono…»
…e
rivedeva nei ricordi quella bambina sorridergli come la ragazza che
aveva davanti «Il tuo sorriso…» ed
avvicinò
così la mano artigliata al Digivice…(fine-canzone)
«Basta, basta…!!» mormorava
però Mako. Tutti
si volsero verso di lui «Vi siete messi tutti
d’accordo,
siete…SCHIERATI CONTRO DI ME!»
«Mako ora
basta!!» esclamò Jeri, e Akemi «Torna in
te, ti
prego!!»
«Non vi
sopporto, mi avete portato via ogni sogno: VOGLIO RADERVI AL SUOLO
TUTTI QUANTI!!» Gli occhiali sfrigolarono più che
mai.
Beelzemon e Akemi gridarono a una sola voce
«MAKOOOOOO!!!»
Il ragazzo
emise un grido «AAAAAAAAAAAAARGHHHHHHHHHHHHHHH!!!»
e
sprigionò un fascio folgorante. Il suo Digivice a tre
braccia
pulsava d’odio.
Sandmon
percepì il fascio dalla somma del castello «Ecco:
ci
siamo!! L’apice della rabbia: il suo potere sarà
mio!!» stappando l’ampolla…
…ed iniziando a risucchiare la potente energia…
Nel frattempo
Aki non smetteva di fissare Kenta «Non appena fosse avvistato
il
ragazzino in questione…si renderebbe necessario un
intervento
immediato, per evitare conseguenze disastrose. Io posso
provartelo…
…ho
visto morire un Digimon…e posso
assicurarti…»
mentre la sua mano nascosta sotto al letto giocava con
l’anello
«…che si tratta di uno spettacolo terribile,
niente gli si
può
paragonare…»…«Lo so, lo
conosco…io…
…ho
visto morire
Leomon…»…«…bene,
in
questo modo tu puoi comprendere pienamente il sentimento che si genera
nel cuore di un domatore quando assiste ad una simile ingiustizia:
conoscere una creatura piena di potenza…
…averla vista lottare, sapere il nome dei suoi
attacchi…
…saperti ricreare nei ricordi così bene la
sfumatura
dell’espressione dei suoi occhi…così
familiare…e che da un giorno all’altro ti viene
soffiata
via!»
Il ragazzo
che fissava oltre la finestra non poteva fare a meno di rivedere
“Yuki…!”
Quella
ragazza…e al contempo quella Digimon “La mia
MarineAngemon…!” dall’identica
espressione di
dolcezza negli occhi, quello stesso sorriso...
…sullo sfondo delle parole di Aki «Esistono
Digimon
malvagi…che eliminano altri Digimon per sola invidia:
Digiworld
è molto cambiato da quando eravamo bambini. Se allora le
creature crudeli erano semplicemente esseri…soli e
incompresi
ora è tutto diverso: gli abitanti di questo mondo sono
alimentati da anni di frustrazione, e la loro aggressività
non
ha limiti! E’ morto…ogni appiglio rappresentato da
un
valore…o un sentimento, un legame, tutto è in
preda al
caos! Per salvarsi bisogna essere il doppio più
forti…» scendendo dal letto…e facendosi
vicina a
lui, sfiorandogli il braccio «Qualora mancassimo sotto questo
profilo noi ragazzi saremmo i primi a
cadere!»…«Ah!» si volse lui a
fissarla…
…in
quegli stessi istanti «Mmm, mmm, mmm!»
canticchiando e
sgranocchiando «Gnam!» Yuki stava facendo ritorno
in camera
col suo pacchetto di patatine «Se ne mangio
un’altra giuro
che scoppio e domani non so come combatto! Domani oppure oggi? Chi lo
sa poi, che ore sono? Ho perso la cognizione del tempo parlando con
quelle povere MudFrigimon. Che ingiustizia quello che a loro
è
capitato, alcune sono rimaste proprio sole…tanto che io che
ho
ancora il mio maritino mi sento quasi in colpa. Chissà se
lui
saprà suggerirmi qualche parola per aiutarle…oh?!
Ma
questa è la sua voce: con chi sta
parlando…?»
sicché fece capolino dallo spiraglio della porta…
…ed il suo occhio verde si
dilatò…(canzone: Evanescence
- Missing)
«Ascolta…Kenta, io credo di aver capito che
prendere una
decisione simile ti costa uno sforzo non indifferente. E posso
immaginarlo, anch’io ero completamente diversa prima, fare
una
scelta simile mi sarebbe sembrato…ingiusto! Avevo molti
più scrupoli…sono stata…più
giovane
anch’io…»…«…non
si tratta di
questo…» mormorava lui quasi senza
fiato…e lei gli
prendeva le mani «…lascia che ti aiuti,
d’accordo…?»
…mentre Yuki si chiedeva “Ma chi è
quella
ragazza…?” ed una pena iniziava a infiltrarsi
subdolamente
nel suo cuore “Perché gli stringe le mani in quel
modo…?”
«Che
cosa intendi con queste parole…?» chiese Kenta, e
la
giovane dagli ondulati capelli scuri rispose «Come avrai
capito…lui mi ha fatto un gran male. Lo ritengo responsabile
per
aver segnato il mio destino, se tu senti che un passo simile
è
troppo allora…posso occuparmene
io!»…«…?! Che cosa vuoi
fare?!»
sussultò il ragazzo «Io credo semplicemente
che…» accennò Aki ma in quel momento la
porta
scricchiolò a causa di Yuki che cercava di ascoltare meglio.
Kenta si volse di scatto «C’è
qualcuno?!»
Al
che la bionda e paffutella ragazza si ritirò affannata
dietro il
muro «Oh no…!...stavano per accorgersi di me! Ma
chi
sarà quella tizia, cosa vorrà dal mio
Kenta…?!» si chiedeva con pena e disorientamento,
la voce
le tremava.
Lui stava per
accertarsi, ma Aki cercò di trattenerlo «Per
favore, pensa
a quello che ho detto! Se sai dov’è quel
ragazzino, se tu
e i tuoi compagni l’avete visto…!!...se avete
visto
Defendermon…
…lascia
pure che sia io a sporcarmi le mani! Io devo vendicare la mia amica
scomparsa…potete restar fuori da questa storia se troppo
tenete
ai vostri ideali di giustizia. Ma la minaccia dev’essere
estinta
quanto prima…per il bene di Digiworld…»
“Una
domatrice che vuole farsi giustizia da sola…e che appare dal
nulla: qui c’è qualcosa che non va!”
realizzava il
ragazzo, nonostante la crescente tensione “Di solito tutti i
domatori di Digimon sono soliti agire in squadra…ma il modo
in
cui descriveva la fine di un Digimon sembrava autentico, deve aver
visto…molte cose…”
«Oh?» fece il
ragazzo «Cosa c’è?...!» chiese
lei.
Lo
sguardo di Kenta era stato rapito da qualcosa tra le lenzuola del letto
dal quale lei era smontata «Hai perduto
qualcosa…»
Aki si portò la mano alle labbra, e si precipitò
da Kenta
che raccoglieva l’anello «Sì! Oh, ti
prego
restituiscimelo, è un ricordo di lei!!» ma lui
fece in
tempo a notare “Questo è uno strumento magico,
riconosco
il bagliore!...
…non
c’è dubbio, questa ragazza ha qualcosa che non va,
evidentemente si è introdotta qui con uno scopo, non
è
escluso che si tratti proprio di una sua complice! Non posso
assecondare il suo piano e condurlo da lei, ma non posso neanche
lasciare che Guardianmon si muova tra noi sotto false vesti! Devo
trovare una soluzione, e alla svelta!!...
…devo
smascherarlo…” meditava il giovane, accomodandosi
gli
occhiali senza incrociare lo sguardo vigile di colei che stringeva
l’anello sul suo cuore…
Mako seguitava a
liberare potere «GYAAAAAAAAAAAAAHHH!!!» e
l’ampolla
di Sandmon lo assorbiva.
Lasciando a
Snowhitemon un’appenata Akemi, Beelzemon corse da lui
«Makooooo!!» ma Jeri lo trattenne
«Aspetta Beelzemon,
la sua potenza è eccessiva: ti serve
l’equipaggiamento!» non tardando a scagliare il
Digivice in
aria «Digimodificati!...
…modalità d’attacco!!»
concedendogli il potente bazooka trasparente che si sostituì
al
suo braccio destro. Ma prima che ebbe potuto intervenire in qualche
modo, si udì una voce di un piccolo Digimon
«Prestoooooo!
Aiutateciiiiii!»
Tutti si volsero
sconvolti, e Akemi gemette «Oh no, LadyWizardmon!
E…tutti
i Digimon rifugiati qui!»
La giovane suora non si preoccupava invano…
…infatti la
popolazione digitale nella gran sala era scossa da un tremore
inarrestabile, ed indietreggiava in massa là dove fra pochi
passi vi sarebbe stato il fuoco. Gli occhi di Ufomon e Gravemon
lampeggiavano di un potere maligno «Mi sento molto, molto
più forte…!!» scandiva soddisfatta la
prima, e lui
«Mi giunge potere a non finiiire…!»
In effetti la rabbia
di Mako stava facendo reagire il Digivice a tre punte…
…Sandmon
stringeva i denti di sabbia per trattenere quell’ampolla
bagnata
dalle gocce di pioggia «Ghghghghhh!!!» mentre il
suo
impermeabile volava nel vento battente…
LadyWizardmon
riprendeva fiato stremata, e piegata a terra
«…b-bambini…fuggite…»
ripeteva senza
più voce. Ma questi si addossavano a lei «Noi non
ti
abbandoneremo mai, maestra!»…«Su su
presto…!
Presto, ve lo chiedo per favore!» replicava lei in una tenera
supplica «Se queste creature ci prendono…ci
faranno del
male a tutti, mentre se voi fuggite lo faranno solo a me!» ma
loro montavano sulla falda del suo cappello ed ammettevano
«Noi
ti vogliamo bene! E non permetteremo ai loro attacchi di
passare!»
LadyWizardmon versava
lacrime, e sussurrava «…f-fareste felici tanti
bambini
umani del futuro...!» ma incrociava la determinazione di
Ufomon
«Scusa?! Stai parlando con
noi?!»…«I piccoli
Digimon del futuro siamo solo io e mia sorella, tutti gli altri
sono…»…«NIENT’ALTRO
CHE SCARTI SENZA
VALORE!» e le loro armi si preparavano a un nuovo attacco, di
fronte al terrore dei presenti.
Beelzemon, Jeri, Akemi e
Snowhitemon giunsero di corsa. La domatrice segnalò
«Presto Beelzemon, c’è da intervenire
subito!!» e il guerriero alato si lanciò in
volo…destando lo sguardo di stupore dell’intera
sala…
...per
piazzarsi fra i due
agguerriti bambini e LadyWizardmon «Io non vorrei farvi del
male,
ma se mi costringete…!!» puntando loro il bazooka.
Questi
sfoggiarono aria di sfida, ma Beelzemon gridò «Non
vi
permetterò di toccare i bambini di Digiworld!! E di
macchiare
con dell’altro sangue le mani del mio Mako!!
Purtroppo…» stringendo gli occhi e scacciando
quelle
reticenze «…a volte bisogna fare delle scelte:
ritiratevi
o sarà peggio per voi!!»
LadyWizarmon spalancava i suoi occhi…
«Questo scocciatore
non si arrende,
Gravemon!!»…«Facciamogliela vedere
noi, Ufomon!»…«Aggiudicato: ultrasuono…stellare!!»…«Vortice di teschi!!»
Beelzemon strinse i
suoi occhi, tracciando quella stella luminosa senza guardarla
“Mi
dispiace…mi sembra di sparare contro me stesso.”
Non faceva che
rivedere Akemi e Mako da piccoli…e sovrapporli ad Ufomon e
Gravemon le cui sagome gli furono rigate dai contorni lucenti della
forma da lui disegnata “Ma sono costretto se voglio andare
avanti, se desidero…riportare un po’ di giustizia!
Se
voglio difendere chi amo, e non gettare via quel che resta di me: bolide stellare!!!”
La zampa
elettrica e la raffica di teschi piombarono in collisione con la stella
d’energia.
Il fiato
degli umani, dei Digimon, dell’intero palazzo
restò
sospeso su quello scontro di tecniche digitali (fine-canzone)
Jeri
stringeva il suo Digivice e chiudeva gli occhi “Coraggio
Beelzemon!!...coraggio mio Digimon…” e infatti il
bolide
stellare sembrò neutralizzare gli attacchi dei bambini
«Ahh! Ce l’ha fatta!!» esclamò
Jeri. Beelzemon
stava per aprirsi in un sorriso, e Ufomon e Gravemon in uno sguardo
d’odio quando però «A-AAAHHH!»
un’improvvisa scarica fuoriuscente dal bazooka del guerriero
alato invertì completamente la situazione: nello sconcerto
di
Jeri, Akemi e gli altri Beelzemon si afferrò il braccio,
folgorato dalla sua stessa arma «A-Ahhh, che mi succede,
perché?!» ma poi la memoria non tardò a
riaffiorare
«Ah!»
…rivide la battaglia al villaggio dei MudFrigimon, e una
scarica
nemica colpire la sua arma principale fino a farla fumare…
Jeri aveva
ricordato altrettanto «Oh no…la
modalità
d’attacco è stata compromessa!»
«Beelzemon…» mormorò appenata
Akemi. Jeri
corse da lui «J-Jeri, io…!» che si
piegava
reggendosi il braccio sfrigolante…
…ma
assieme alla sua domatrice finì presto nel mirino del ghigno
dei
piccoli nemici «Uhmuhmuhm!...temo che ora i giochi siano
REALMENTE decisi!» minacciò Ufomon, seguita come
sempre da
Gravemon «Non può muoooverti, ti fuma il
braaaccio, sei da
rottamaaare…»
«Oh no,
Beelzemon!» esclamava Jeri, che incurante dei richiami di lui
«Jeri…presto, allontanati di
lì!» tendeva a
porsi su di lui in atteggiamento protettivo. Negli occhi della ragazza
si leggeva incertezza e timore «D-Devi
allontanarti…» le disse il suo Digimon,
aggiungendo
«Non voglio che ti facciano del
male…»…«Ma io…non
posso
lasciarti!»
A quel punto
Snowhitemon si accostò a LadyWizardmon chiedendole
«Scusami: puoi prenderti cura di lei?» affidandole
Akemi.
La Digimon colpita dal gesto rispose prontamente
«Oh?...sì,
certo!»…«Bene,
allora…è il mio turno!» così
scattò e
si frappose fra i suoi amici e i nemici «Jeri! Beelzemon! Ci
sono
io!»
«E tu che
vuoi, brutto minotauro, ti sei
visto?!»…«…hai
le corna più lunghe del mondo sulla
testa…» dissero
sorellina e fratellino, ma Snowhitemon ribatté
«Questo mi
spiace ma è un…vostro problema!!»
illuminando le
sue corna d’energia e preparandosi ad attaccare.
Jeri
intanto suggeriva a Beelzemon «Non c’è
più
tempo da perdere! Dobbiamo
biodigievolvere!!»…«Ma
pensi che ce la faremo…? Le mie energie sono allo
stremo!»…«Dobbiamo provarci!! Dobbiamo
impegnarci
con tutte le nostre forze!!» replicò la ragazza.
Snowhitemon annunciò «Ci penso io a tenerli a bada
intanto!» e Ufomon «TI SEI SCAVATO LA FOSSA! Presto
Gravemon, zittiamolo!!»
I bambini
evocarono i loro poteri, ma Snowhitemon si mostrò
determinato
«Non illudetevi: ora che ho ottenuto le
ali…anch’io
ho nuovi poteri!! Bufera
celestiale!!»
iniziando a roteare vorticosamente su una zampa, e liberando piume che
si trasformarono in dardi luminosi. Il confronto con gli attacchi
nemici si fece accanito. Jeri disse «Intanto noi proviamo,
Beelzemon!» sfoderando il Digivice, ed esclamando con lui
«BIODIGIEVOLUZIONE
DEL FUTURO!»…ma
come constatò il Digimon «Accidenti, non succede
niente!»…«Riproviamo! Non arrendiamoci!
Prima o poi
dobbiamo
riuscirci!»…«D’accordo…!»
e
ancora in coro «BIODIGIEVOLUZIONE
DEL FUTURO!»
…mentre
Snowhitemon sosteneva la sua piroetta con tutto l’impegno
“Coraggio…Jeri, Beelzemon, non mollate!”
ma Ufomon e
Gravemon avvolgevano i loro corpi con un alone di energia
«Noi
domineremo Digiworld in lungo e in largo! Voi non ci
fermerete…!!» espresse la bambina…e per
il
minotauro «A-Ahhh!» si faceva più
dura…
«BIODIGIEVOLUZIONE
DEL FUTURO! BIODIGIEVOLUZIONE DEL FUTURO!!»
ma Beelzemon si piegò reggendosi il braccio «Ahhh,
è inutile Jeri! Non posso biodigievolvere!
L’afflizione
per aver visto Mako in quelle condizioni mi priva delle ultime forze
rimaste!»...«Non devi lasciarti andare
così!! Non
è finita, capisci?! Io…credo in te, so che noi
possiamo
fare qualcosa di grande assieme?!» Beelzemon alzò
ingenuamente i suoi occhi «Dici
davvero…?» e Jeri
ammise «Ne sono sicura! Ho avuto prova che è
possibile
ottenere anche ciò che sembra inafferrabile! Nel mio cuore
è nato amore…così come nel tuo
può nascere
l’istinto di digievolvere ancora! Ci sono io, non distogliere
il
tuo sguardo dal mio: dimentica tutto il tuo passato! Eccetto il
momento…in cui tutto si è risolto, e per noi si
è
accesa una
speranza!»…«Io…» ma
si
udì chiamare
«Beelzemon!!»…«Oh?
Akemi!»
La
giovane suora tra le braccia di LadyWizardmon seppur stremata ancora
gli parlava con determinazione «Dalle ascolto, e non smettere
di
tentare! Sono sicura che puoi
biodigievolvere!»…«Dici
davvero?!»…«…sì!
Se lo vuoi puoi
trovare la forza di volontà nel tuo cuore: fa come se fossi
io,
e concentra tutte le tue forze con quelle di Jeri!» Jeri
d’altro canto ammise «Io sono pronta a sostenere lo
sforzo…non smettere di concentrarti, e di crederci! I nostri
compagni sognano una squadra di Digimon che rifletta i nostri sogni di
giustizia, e io ci voglio credere! Forza, Beelzemon!» Il
guerriero sembrò aprire il cuore a una nuova
speranza…
Il vortice di Snowhitemon fu intanto surclassato, e lui spinto a terra
«Ahahah, tutto qui quello che sai fare?»
ironizzò
Ufomon, e Gravemon «Sei cornuto ma sei anche molto
deludente…» Il Digimon a terra stringeva un pugno
«Maledizione…per quanto i miei poteri siano
cresciuti in
battaglia non rendono quanto nelle digievoluzioni: non posso
paragonarmi a un Digimon dotato di domatore. Jeri! Beelzemon!
Presto!»
I due si impegnarono ancora «BIODIGIEVOLUZIONE DEL FUTURO!»
Ufomon alzò l’antenna «E’
inutile,
arrendetevi: tanto siete negati per farcela!» ma Beelzemon
ebbe
uno scatto di grinta «Non è possibile,
ritentiamo!! BIODIGIEVOLUZIONE
DEL FUTURO! BIODIGIEVOLUZIONE DEL FUTURO!...
…BIIIODIGIEVOLUZIONE DEL FUTUROOOOOOOOOOOO!!!»
«AAAHHH!!!» fu il sussulto della piccola
aliena…quando vide il loro Digivice accendersi
più che
mai.
La gran sala
restò per intero a bocca aperta: più fra tutti
Snowhitemon, Akemi, LadyWizardmon…
Sandmon per poco non
fu colpito da un possente fascio corvino che scaturì dai
cristalli opachi «Ah! Che cosa sta mai succedendo?!»
Le sagome del
guerriero alato e della ragazza si confusero in un vortice di piume
scure, fino a mischiarsi e non essere più due: «BEELZEMON…BIODIGIEVOLVEEE!!!»
(canzone: Laura
Pausini - Every little thing you do)
L’onda
energetica generata fu tale da spegnere il fuoco con una soffiata di
vento: nella sala calò il buio «Ho paura,
Ufomon…» mormorava Gravemon, e gli occhi della
sorella
nell’oscurità si dilatavano più che mai
«Qui
non si vede niente!!»
Qualcosa stava
mutando: dalle scariche oscure nasceva un corpo dalle sembianze
femminili, di cui luccicavano soltanto i bulloni e le borchie che
adornavano i suoi accessori. Il suo aspetto si mescolava nel
buio…ma la sua consistenza sembrava pulsare di potere: una
lunga
chioma di capelli castani si sciolse…
…dinanzi allo sgomento dei due piccoli nemici, una coppia di
ali
si spalancò energicamente: ma non erano ali
comuni…
I presenti
mormoravano «Si sta generando una creatura…dalla
potenza
esorbitante: divina!»
Ufomon e
Gravemon si facevano cautamente vicini l’uno
all’altro…Akemi accennava
«Beelzemon…»
cercando di decifrare la sagoma del Digimon amato nel miscuglio
digitale appena realizzatosi.
Sembrava
nero lo smalto che adornava mani metalliche, indossava stivali scuri
cosparsi di borchie. Come lo erano le sue polsiere.
Qualcosa di luminoso: un occhio…l’occhio destro
bucò l’oscurità: l’altro
ancora non era
visibile, mentre la creatura cosparsa di scariche si sforzava ad
aprirsi in un movimento liberatorio, che accolse il suo nome
«…ROYALMON!!!»
«Ahh!» Akemi restò
attonita…il Digivice era
rimasto a terra e lei «A-Ahhh!» lottando contro i
suoi
dolori si piegò per raccogliere quel congegno un tempo suo,
e
svelare la sua identità «”Royalmon”…Digimon
macchina…
…livello mega…
…la sua tecnica…la
sua…tecnica…è…”Circuito…di…stelle…”
ahhh!» e così perse i sensi, nel rimbalzare del
Digivice a
terra «Akemi!!! O---ddio, Akemi!!»
esclamò
LadyWizardmon e si prodigò a sostenerla…mentre i
suoi
occhi verdi come fari vagavano in quel nero di mistero…
Una soffusa voce
femminile accennò «…ce l’ho
fatta…?» Assomigliava alla voce di Jeri, velata da
una
sfumatura meccanica «Sono biodigievoluta…
…con Beelzemon…»
I Digimon
presenti nella sala si chiedevano «…che aspetto
avrà questo Digimon?»…«Quello
che conta non
è il suo aspetto…ma se sarà abbastanza
potente da
salvarci!»
Royalmon
respirava gradualmente, per abituarsi alla sua nuova
realtà…Snowhitemon cercava altrettanto di
decifrare la
sua sagoma «Ci sono riusciti…ahhh!»
dopodiché
anche lui si accasciò stremato «L’attesa
di tanti
anni ha avuto termine oggi…» enunciava la Digimon
materializzatasi, in parole di solenne emozione
«…sono
biodigievoluta…
…Leomon,
mi vedi…?» sussurrò chiudendo il suo
occhio
luminoso «…benché sembri
strano…ce
l’ho fatta. Benché tutto sia iniziato con
te…sono
biodigievoluta con un altro Digimon. Era destino che andasse
così…?»
…rivedendo una sequenza di ricordi che le condussero lacrime
luccicanti…dall’occhio destro ne scese una che
illuminò il metallo che le componeva il viso…ma
ciò nonostante i suoi lineamenti erano ancora splendidi, lo
sguardo guarnito da ciglia lunghe e scure, un’espressione
viva e
piena di sentimento…labbra morbide, tracciate da un rossetto
scuro…
“Jeri!...mi
senti?!”…”…sì…ti
sento,
Beelzemon.”…”Ci siamo
fusi!”…”Sì…ce
l’abbiamo
fatta…” ammise lei fra la serenità e la
malinconia…
…dopodiché «Oh!» per Royalmon
fu come
realizzare in quel momento la situazione, di trovarsi in quella sala
traboccante di Digimon da salvare. I nemici non erano ancora sconfitti
«Ufomon, dobbiamo
combatterlo…?»…«G-Gravemon…»
indietreggiava la piccola aliena stringendo gelosamente
l’antenna
«…non so se può rivelarsi la scelta
migliore,
dobbiamo consultarci con
papà!»…«Non posso
creeederci, mia sorella ha
paura!»…«Guarda là
se mi pensi stupida!»…«Oh!!...»
…infatti, come Gravemon descrisse «Ha un bazooka
supersonico al posto del braccio!! Mmm!» dopodiché
nascose
la testa e seguitò a spiare Royalmon oltre i fori oculari
del
teschio sulla sua asta…
Nel buio
luccicò il metallo dell’arma che la Digimon
realizzò di avere applicata al braccio destro: sembrava
altamente perfezionata, tanto da stupire e quasi intimorire il suo
stesso sguardo.
«Ufomon
andiamocene…» invitò Gravemon poco
entusiasta
all’idea di affrontarlo…Ufomon strinse i denti e
l’antenna meditando “Che
faccio…?” ma a
sciogliere i suoi dubbi fu un volto sabbioso che si affacciò
sulle tenebre «Bambini:
ritirata!»…«Ah!
Papà!!»…«Papi!»
esclamarono Ufomon e
Gravemon. Quest’ultimo accennò «P-Prima
erano due ma
poi ha-hanno fuso i loro pote-» ma la sorella gli
mozzò la
parola «Hanno scatenato la biodigievoluzione dando vita a
quella
cosa ambigua là!! Noi saremmo stati pronti ad affrontarla ma
tenere ben presente che-» Il padre la interruppe a sua volta
«Non c’è assolutamente…alcun
bisogno di
sprecare energie inutili, chi sia quell’essere non lo so e
non mi
interessa!» Ufomon sembrò sollevata «Ah!
Anche tu
sei del parere che sia…SOLO UN’INUTILE PERDITA DI
TEMPO
sp-sprecarci c-con quella là??!» che sfiorava con
la coda
dell’occhio, ma aveva un po’ di timore di fissare.
Sandmon
stringeva avidamente la sua ampolla sfrigolante chiusa con il
tappo…sembrava celare misteri e sicurezze
«…ritiriamoci bambini…ora il superfluo
non è
più necessario, ciò che è importante
lo abbiamo.
Uhmf! Presto!» scuotendo il suo mantello.
Ma Beelzemon
all’interno della creatura esclamò con
l’animo
“…Mako!!” tanto che Royalmon tradusse in
parole
«Aspetta! Dove credi di andare!!» e si
lanciò in
volo…
…Sandmon
e figli prontamente disincastrarono il camper, che spiegò le
ali
demoniache nella pioggia notturna.
Mako stremato riposava al suo interno…
Royalmon fece
breccia all’esterno, e la voce di Beelzemon prevaricava
«TORNA QUI!!»
Si
inseguirono…ma Sandmon guidò con determinazione
fino a
riuscire ad aprire un buco nero nel cielo, e a tuffarvisi
all’interno con tutto il camper
«NOOOOOOOOOOOO!»
esclamò la voce di Beelzemon…poi si
udì quella di
Jeri seppur meccanizzata «E’ riuscito a
scappare…?»
Il bazooka si abbassava un po’ sconfortato…(fine-canzone)
Ma in quel
momento fu visibile il vero aspetto della biodigievoluzione. Gli amanti
degli orologi trasparenti, all’interno dei quali sono
visibili i
meccanismi, l’avrebbero scelto come Digimon preferito: il
corpo
di quella creatura ora adornato da tante piccole gocce di pioggia era
interamente trasparente, e sotto di esso giravano in perfetta armonia
una moltitudine di ingranaggi dalle forme e dai luccichii
più
svariati. Sembrava un mirabile prodigio della meccanica. Volava grazie
a due ali ampie e maestose costituite da meccanismi. Indossava un
diadema nero tempestato di borchie, che gli conferiva un aspetto
regale. Di quella donna-ingranaggio dai lunghi e fluenti capelli
castani, solo la metà destra del viso era composta da
metallo
uniforme: presso l’occhio sinistro il volto non presentava
alcuna
placca di copertura, ed il suo sguardo era guarnito da soli grovigli di
fili sfrigolanti e rotelle in movimento.
«Oh!» Royalmon si guardava la mano sinistra,
smaltata di
nero…e poi anche l’altra, quando il
bracciò
tornò normale a seguito della scomparsa del bazooka, non
più utile. Si sfiorava le braccia…e poi si
toccava il
viso…testava la morbidezza dei suoi capelli, scuoteva le sue
ali…ed emetteva un sussurro
«Beelzemon…»
“Sì, Jeri…?” «Come
sono…?»
“Cosa…?”
«Io…!» disse lei con
voce vibrante di emozione. Emozione che accelerava il moto dei suoi
ingranaggi, così come negli umani fa con il fluire del
sangue
«C-Come sono…? Ti sembro bella…?
Com’è
il mio aspetto?»
I fili elettrici
presso il suo occhio scoperto sfrigolavano quanto mai, come se
testimoniassero una profonda eccitazione
“Io…veramente…”
«Voglio vedermi, non ci
sono ancora riuscita…! Ahah!...
…voglio vedere
come sono…» dilatando di speranza i suoi
occhi…quello splendido e femminile guarnito da rimmel
scuro…e quello “nudo” e meccanico. Le
sue labbra
erano incerte se sorridere o no…ma il propendere per la
prima
scelta permise di svelare, sotto la sua splendida bocca di rossetto
nero, denti affilati simili a quelli dei vampiri, ereditati dal Digimon
che aveva dato vita alla fusione. Ma prima che fosse possibile
acquisire una qualsiasi consapevolezza, una sfera energetica a forma di
zucca la sfiorò «Oh!»
Era
LadyWizardmon dal basso che li richiamava agitando l’asta
«PRESTOOO, VENITE
QUIII!»…«Ah!»…”Andiamo,
Jeri!” disse Beelzemon «Sì!»
rispose Royalmon
tuffandosi nella pioggia.
Nel frattempo
presso il castello in chiaroscuro Rea balzò in piedi. E
Yamaki
annunciò «Ci siamo: il fascio è
pronto!!»
Terriermon era
lì assieme a Benji, e pronunciò emozionato
«Henry…
…ci
siamo, è il momento! E’ la resa dei conti, veniamo
a
salvarti…» per poi alzare lo sguardo
«Rea: tu sei
pronta?»
Domatrice e
Digimon si fissarono intensamente. Rea si sfilò gli
occhiali, e
sfoderò il Digivice verde «Ma è
semplicemente
scontato, Terriermon. Io sono con te, insieme noi due riporteremo Henry
a
casa.»…«…d’accordo!»
fu
l’iniezione di coraggio necessaria per il Digimon.
Riley
parlò al marito «Bisogna avvertire i
ragazzi…» e Mitsuo, massaggiandosi il volto,
accennò «…bisogna anche svegliare
Hideki.»
Suzie nel
frattempo si accostava a Rea, Terriermon e Benji avvolgendoli in un
abbraccio incoraggiante, ed annuendo nell’incrociare lo
sguardo
della cognata…
Aki però
scostava leggermente la porta della sua stanza,
nell’intenzione
di constatare cosa stesse succedendo nel castello…
Kazu e Ryo
sembravano essere rimasti a parlare fino a tardi, in compagnia di un
addormentato Guardromon «Quello che mi dici…non
può
fare a meno di colpirmi, Ryo! Credimi, devi darmi ascolto, è
fondamentale oppure…capitolerai e non sto scherzando: non
devi
sentire di essere costantemente sotto prova, qui nessuno di noi ha
intenzione di giudicarti, e soprattutto nessuno mette in dubbio il tuo
valore, qualsiasi circostanza si verifichi in
battaglia.»…«Lo so
Kazu…è una
parola…» si confidava il domatore dagli occhi
azzurri,
aggiungendo «…però non è
così facile
da mettere in pratica. Certo tu sei gentile…» ma
Kazu
balzava in piedi «Altroché se è
“una
parola”! Altroché se sono
“gentile”!»
(destando anche un improvviso risveglio in Guardromon
«Oh!...altroché se sono
gentile…»
ripeté più meccanicamente del solito)
«Io non sono
“gentile”, che significa
“gentile”?! Noi siamo
semplicemente compagni di squadra! E’ naturale,
qui…» (Guardromon: «E’
naturale…») tornando lentamente a sedere
«Qui…nessuno di noi è un
supereroe.»
(Guardromon: «Nessuno è un
supereroe…»)
«O almeno…non lo è più!
Quando eravamo
bambini…magari! Ci piaceva fantasticare su queste
cose…» descriveva il ragazzo giocherellando col
suo
cappello nero «Ma adesso posso assicurarti che sono passati
abbastanza anni per poter accantonare tutte queste belle favole. Su
questo sì, su questo è proprio vero che siamo
cresciuti!
Però in questo caso è un bene. Io ti parlo
così…proprio perché ti ho sempre
ammirato.»…«E mi ammiri ancora?
Nonostante…io
stia collezionando un insuccesso dopo l’altro?
Pfff…sto
facendo cilecca.» si confidava Ryo, orientando i suoi occhi
azzurri un po’ stanchi verso l’alto
«…e a
tutto questo ci si aggiungono anche i problemi con Cyberdramon:
l’hai visto…non abbiamo più
il…bel rapporto
di una volta. Non so di chi sia la
colpa.»…«Non
è di nessuno la colpa.» (Guardromon:
«…non
è di nessuno la colpa!»…per altro
rimanendo
costantemente sdraiato…)
Quelle gag strapparono
a Ryo un sorriso «Certo…vi siete messi in due
contro di
me!» e Kazu replicò con un calmo moto del cappello
nella
mano «Ma è naturale, io e Guardromon siamo sempre
d’accordo. Su tutto.»…«Beati
voi: mi dite il
vostro segreto?»…«Che nessuno…
…pretende
che l’altro sia qualcosa in più di se stesso. Ci
accettiamo per quelli che siamo. Essere
“eroi”…da
adulti si capisce che è questo, e non…sparare
ventisettemila bolidi devastanti e far crollare una base
intera.»…«Ahah!...come ti sei fatto
saggio nel
tempo.»…«…eh,
altroché…»
(Guardromon: «Eh, altroché. Altroché. E
allora? Che
vorresti dire Kazu? Che non sei saggio?») «Ah,
zitto
Guardromon!» Kazu gli tirò il cappello, dicendo
«Lo
vedi come fai? Fingi di ripetere meccanicamente e invece ascolti tutto
e sei sempre pronto ad intervenire!» Il Digimon
replicò
«Evito che tu dica
inesattezze.»…«E chi sei,
il mio maestro???» ma Ryo intervenne
«Però…c’è da dire
che il vecchio
Guardromon ha ragione.» e Kazu «Ora siete voi due
ad essere
contro di me!»…«Ah…Kazu devi
ammetterlo, sei
tanto cresciuto. Più di tutti
noi.»…«Me lo
dicono in molti ma io non ci credo. In fondo…che ho fatto di
speciale? Cosa faccio?
Niente…semplicemente…»
tracciando un umile sorriso sul suo viso pallido, forse un
po’
stanco per la notte insonne ma ancora pieno di vita e di propositi
«…viaggio ancora, attraverso…la
realtà, ed
un presente di contraddizioni…tentando, assieme al mio
Digimon,
in un modo…o nell’altro…
…di non lasciar sfuggire quel soffio d’infanzia.
Affinché un giorno…
…forse lontano…» guardando verso
l’alto, e
sussurrando «…quell’amore…in
cui ho imparato
a credere…nei periodi più felici della mia
vita…possa perforare l’oscurità. E
trionfare.»…«E ti pare poco?»
chiese Ryo, e
Guardromon ripeté «E ti pare poco?» con
spazientirsi
del suo domatore «Ahhh, adesso anche le frasi degli altri,
non
più solo le mie?!!»
…mentre Ryo rifletteva
«L’amore…
…anche quello per me è un
capitolo…incasinato, che
te lo dico a fare?»…«E
perché…? Ne
vale la pena, no?...
…senza l’amore non si può
vivere.» descrisse
Kazu con naturalezza «Io l’ho scoperto ormai. E
infatti…uhmuhm, mi vedi? Respiro a fatica. Ma mi sostiene la
speranza di
rincontrarla.»…«…tu sei
fortunato, hai la tua principessa.»
Kazu
attese qualche attimo con lo sguardo basso, giocherellando con le
briciole al tavolo presso il quale erano seduti, ma poi
accennò
«Ryo.»…«Uhm?!»
questi si destò
quasi impaurito. Kazu specificò «Ma tu hai la tua
regina.» Ryo si guardò un po’ attorno,
avendo ben
compreso l’allusione. Dopo poco affermò con lieve
timidezza «Sì però io non sono un re. O
per lo
meno…sono detronizzato, o quasi. Mentre tu invece si
dà
il caso che a occhio e croce sia un vero
principe…»…«E non sono
detronizzato
anch’io…?...ti sembra forse una reggia,
questa?...ah, che
c’entra! Per me lo è. Almeno
c’è
Guardromon…ci siete tutti voi, in
confronto…credi, a
tanti posti dove ho passato la notte durante la mia
adolescenza…questo vecchio castello si paga oro. A parte
che…uhmuhmuhm! Abbiamo tanti ricordi
qui.»…«Già…»…«…ci
hai condotto tu fra queste mura…per ben due
volte.»…«…è
così…»…«Te lo
ricordi,
Ryo…?»…«…e come
dimenticare…» al che Kazu di nuovo si
alzò in piedi
«Ryo…! Perché allora non fai tornare
anche per te
quei preziosi momenti felici?! Oh insomma, fra te e Rika
c’è qualcosa di speciale…ce ne siamo
accorti tutti
dal primo momento…» affermò abbassando
il tono, e
Ryo replicò con disimpegno «Ahhh, pfff! Ahahah,
beh!
Questo è scontato, fra me e
Rika…uuuuf!» alludendo
ad un lungo tempo trascorso, ma Kazu precisò «Ryo,
non far
finta di non capire: non mi riferisco solo alla storia fra voi due che
avete protratto a spizzichi e bocconi nel tempo smarrendo le origini!
Mi riferisco…proprio a quelle, origini!»
(Guardromon:
«Proprio a quelle origini…oggi sono talmente
tradizionalista che ripeto le frasi pari-pari.»)
«Lo senti
Guardromon? Anche lui a volte avverte il bisogno di tornare indietro.
Insomma, lei non è lontana come Diamon, lei
c’è,
è qui, insomma!» cercando di tenere la voce bassa
per non
farsi sentire «Siete in viaggio assieme, ma dico che
cos’altro aspettate? Abbiamo tutti atteso anni questa
occasione…e se poi sfugge?!» al che Ryo
parlò con
una sorta di ingenuo candore nello sguardo «Ma
Kazu…quelle
origini non possono tornare…!» (canzone: Laura
Pausini - Mi dispiace (strumentale)
) allargando le braccia, tanto che Kazu batté un pugno sul
tavolo «Perché?!!» (Guardromon:
«Perché?!!» provocando un rumore di
piatti e
pentole) «Attento, Guardromon! Dicevo,
insomma…perché parli così,
Ryo?!»…«Ma perché…
…io non
sono più lo stesso, non è più come una
volta.»…«Non parlare come il tuo Digimon
adesso!»…«Uhm?!...ahah! Come il
cucciolo…»…«Sì,
è a lui che
è presa tutta questa storia nostalgica, da un po’
di
tempo!»…«Sarà che inizio a
capirlo.»
per poi avere un moto più diretto ed emotivo «Kazu
ma per
tornare ad allora dovremmo essere…giovani, pieni di energie,
ti
ricordi come eravamo? Anch’io, anch’io credevo che
sarebbe
stato possibile fino a…pochi giorni fa ma ora mi sto
accorgendo
che qualcosa è cambiato! Tutte le…tensioni a cui
mi sono
sottoposto in questi anni, per avere di più, gli impicci in
cui
mi sono messo, debbono aver…stancato il mio fisico, non
credevo
che sarebbe mai accaduto e invece è successo!»
Kazu lo
seguiva con premura…accorgendosi che parola per parola stava
tradendo un’accorata confessione «E non si
può
trascurare…nemmeno l’aspetto morale,
io…lo dico
proprio a te che mi vedevi…assieme a Kenta…con
tutta…tutta quella ammirazione, io…!...non sono
più quello di allora. Mi sono mischiato con le peggiori
persone,
ho fatto il delinquente…» tanto da non accorgersi,
tale
era la foga, che era proprio su quella parola che Kazu gli prendeva la
mano «…parliamoci chiaro…io quello che
avevo di
buono l’ho gettato via, fa bene il cucciolo ad avercela con
me.»…«Perché, lui ti
rimprovera
questo?»…«Lui non ha mandato
giù il fatto che
io ho truffato delle persone innocenti: sì perché
l’ho fatto! Lui…non me la passa perché
invece su
Digiworld pur con il suo carattere e le sue impuntature ha collaborato
con i suoi simili! ACCIDENTI! I Digimon sono rimasti…UGUALI
a
quelli di quando eravamo ragazzini!!» gridò
prendendosi la
testa fra le mani «Quando io invece ero certo, certissimo che
sarebbero cambiati! Che saremmo tutti cambiati, ne ero certo quando il
cucciolo e gli altri se ne sono andati perciò…ho
cominciato a cambiare anch’io sicuro che mi sarei trovato di
pari
passo con loro una volta riuniti, e invece…NO, loro non sono
cambiati e io sì, invece! Da cima a
fondo…»…«Ryo…»…«Rimpiango
ora…quel ragazzino che ero come non immagini Kazu, ma
perché non mi siete stati attorno?! Perché non mi
avete
costretto…a rimanere uguale, a rimanere un ragazzo onesto,
coraggioso?! Guarda Takato!! E’ identico a com’era
allora!
Non ha mai dimenticato
Guilmon…»…«Neanche tu
hai mai dimenticato Cyberdramon!»…«Ma ho
fatto…!!...impicci e imbrogli infilandomi in ogni buco
possibile
e immaginabile! A un certo punto indietro non si torna! Non
c’è che dire, io ho toppato con la crescita, voi
no. E
adesso…io non posso più piacere a
lei.»…«Ma Ryo!! Ptsss:
i-io…d-diamine, per un
periodo ho assunt-…
…ho
assunto sostanze stupefacenti!!» (Guardromon: «Per
un
periodo ho assunto sostanze stupefacenti.») ma Kazu si volse,
con
gli occhi velati d’emozione «…tu no,
Guardromon.»…«Come fai a essere sicuro
che io
no?» ma il ragazzo non vi badò…e si
volse di nuovo
verso Ryo «Mi sono preso cose per sentirmi meglio quando ero
adolescente!! Ho maledetto mio padre e gli ho augurato la
morte!»
ma Ryo alzava la spalla, pronunciando con dolcezza
«Pfff…sai queste cose che effetto fanno ai miei
occhi?...roba da bambini. Esattamente come i vostri schemi di allora
rispetto ai miei da domatore
esperto.»…«Ryo…»
fece Kazu un po’
deluso, e Ryo «Qui non si tratta delle sciocchezze che fanno
tutti gli adolescenti: io ci sono proprio cresciuto
dentro.»…«Però tu non cambi
mai: devi sempre
prendere le distanze dagli altri!»…«E a
te non
smette di dispiacere…anche se non ti accorgi che ora queste
distanze sono un vantaggio: io mi sono conformato a questo stile di
vita…speravo di potermene dimenticare venendo a Digiworld,
però troppo facile.»…«Ti
riferisci a
Cyberdramon?! Al fatto che lui ti tiene il muso per queste cose? Se fa
così allora però vuol dire che è lui a
essere
rimasto molto immaturo! Quando si decide a crescere? Crede forse di
essere migliore? Che io sappia…ha abbandonato la sua
famiglia al
villaggio in cui abitava, ben quattro figli! Io non posso parlare, per
carità, ho abbandonato mio padre: però lui non mi
ha mai
voluto ed io non so dove sia, invece dei figli piccoli scusa Ryo ma non
si abbandonano mai. Noi tutti come avremmo fatto, se i nostri genitori
ci avessero abbandonato?» Ryo ascoltava, con
quell’espressione a tratti rassegnata, e forse ne conveniva
su
molte cose…
Kazu piazzò le mani
sul tavolo e specificò «Ti dico io cosa penso?
Vuoi
saperlo?» e Ryo colse la palla al balzo
«Sì! Se mi
vuoi del tutto sincero lo voglio: è sempre interessante
quando
l’allievo supera il
maestro.»…«Bene…in
questo caso secondo me tu dovresti…
…dovresti
chiedere a Rika…di
sposarla!»…«Eh?!!»…«Di
sposarvi
subito, adesso, magari qui!»…«M-Ma q-qui
non si
può il castello è dei Knightmon bisogna prima
farsi
firmare l’autorizzazione da
loro!»…«Ryooo…non intendevo
QUI IN QUESTO
CASTELLO! Intendevo dire…durante il viaggio, prima che
finisca.»…«Sp…SPOSARMI CON
RIKA…???...» Ryo sgranò gli occhi, ma
Kazu
parlò con la voce che tendeva a velarglisi «Senti,
Ryo…ascolta una cosa. Ora…non voglio parlare come
un
pessimista perché non mi piace: siamo giovani ancora ed
è
giusto che pensiamo di avere la vita davanti, ma dobbiamo anche
ricordarci…che passa in fretta: non sappiamo dove saremo
domani,
potrebbe sempre succedere che un nemico…o una qualsiasi
realtà ci spazzi via tutti.» Ryo
sussultò, ma Kazu
proseguì «Siamo giovani e forti ma adesso il tempo
lo
abbiamo fatto passare abbastanza. Abbiamo riavuto
quest’occasione
speciale, non ce l’aspettavamo: da ragazzini a Digiworld ci
siamo
stati una volta, adesso…non lo siamo più.
Sfruttiamola,
quest’opportunità…e prendiamoci una
volta per tutte
ciò che abbiamo sognato. Non aspettiamo che passino altri
dieci
anni per fare ciò che oggi, oggi, che possiamo!!...non
abbiamo
avuto il coraggio di fare. Ryo, riflettici…è
tutto quello
che uno come me può dirti!»
Ryo
si portò la mano al petto, e respirò
profondamente
«Io…sto iniziando a sentirmi male! Ma non sto
scherzando,
dico davvero! A parte gli scherzi è già qualche
volta che
mi capita che-»
Ma fu
interrotto da un improvviso arrivo «Scusate: avete visto
Yuki?!» esclamò Kenta sporgendosi dalla porta. Ryo
dilatò lo sguardo e non disse nulla, Kazu domandò
«Non…era con te? Pensavo foste a
dormire!»…«La sto cercando, è
urgente!»…«Urgente…perché,
cosa
è successo?! Kenta?!» avanzò Kazu verso
la porta,
ma il ragazzo si era allontanato «Urgente in che
senso?!»
mentre Ryo mormorava «Ma che gli è
preso…?...
…parli di
matrimonio con me e va in crisi il
loro?»…«Ryo…
…ascolta,
facciamo una cosa: mi aspetteresti? E’-E’ che non
mi piace,
Kenta lo conosco…e se adopera quel tono vuol dire che
è
serio. Io…vado a vedere che succede (vieni Guardromon!)
però tu resta qui, eh? Perché mi stavi dicendo
una cosa
importante, poi voglio finire di parlare anche con
te!!»…«Kazu…!»
…ma si
era già allontanato, assieme al suo Digimon. Ryo strinse gli
occhi e si massaggiò la testa…per poi ripetere
«…sposare Rika…» scandire, e
arrivare a
sorriderci sopra «…mi ha detto di sposare
Rika!!...e chi
l’avrebbe mai detto che un giorno mi sarei fatto dire proprio
da
lui una cosa simile…?»
I suoi occhi
erano un po’ cerchiati dalla stanchezza, ma sembrava
accenderli
di un’ultima scintilla di speranza quell’idea
suggeritagli,
che si ripeteva col solo movimento delle labbra…
La pioggia era
finita, l’alba su Digiworld non era lontana. Rika era alla
finestra della sua stanza, a smarrire i suoi occhi lilla nello scenario
con Akirmon e Nymon tra le braccia «E così era
questo il
famoso castello abbandonato…» sussurrò,
scorrendosi
la mano tra i boccoli rossi. In quel momento Renamon varcò
la
porta, ed accennò «Rika…» in
modo più
sommesso, reticente e meno deciso di come un tempo faceva. Non
più come un’immacolata guerriera, ma come
un’amica
dal disperato bisogno di confidarsi. Rika comprese al volo, e
sussurrò ai piccoli «Allora, adesso andiamo a
vedere se il
papà si è svegliato, eh?»
sicché la
costeggiò…sfiorandola dolcemente con la mano come
per
dire “sono subito da te”, e la Digimon
comprese…e
chiuse gli occhi…
Anche
Takato era in apprensione alla finestra. Orphanmon apriva e chiudeva
l’occhietto tra le sue braccia, e il ragazzo accennava
«…Jeri…Cindermon…
…è
quasi giorno, e voi dove siete…?» respirando
profondamente, per non mescolare il suo sconforto ai riflessi
indecifrabili che componevano il globo terrestre, visto da Digiworld
come nient’altro che un mosaico di tasselli luminosi accesi
giorno e notte…
…lontano da loro…
«Guilmon…è quasi giorno…sono
sfinito,
perché ancora camminiamo?» gemeva un ragazzino
«Dove
stiamo andando…?»
Ma il drago con un solo occhio non arrestava il suo incedere, anche lui
non smettendo di fissare il globo che sovrastava il suo
destino…(fine-canzone)
Gli stivali
borchiati di Royalmon solcavano di nuovo il suolo della gran sala un
tempo appartenuta a un Supremo. Il fuoco era stato riacceso, e
finalmente la fitta massa di sfollati appena scampati al pericolo
poteva prendere coscienza dell’aspetto di quel
Digimon…
…tutti
indietreggiavano al passaggio di quell’alta e imponente
sagoma
femminile dai lunghi capelli castani. Molti non tardarono a piegare la
testa, in segno di rispetto non spoglio da un che di soggezione. Gli
occhi di quella creatura dal portamento elegante non sapevano con quale
espressione contemplare i presenti…e questo la rendeva
nonostante tutto un po’ spiazzata. C’erano sguardi
reciproci…che si intrecciavano e poi tornavano a
lei…che
si faceva contemplare, ma era come se chiedesse implicitamente di darle
più informazioni su se stessa, su chi era, su
com’era.
Ma
anziché queste risposte, giunse LadyWizardmon, che
parlò
a bassa voce «E’ svenuta da prima, io non so cosa
fare. Se
dovessi essere proprio onesta…io credo che la dovreste
riportare
a casa, nel suo mondo. E’ troppo per lei quello che succede
qui,
ha detto di stare male. Digiworld è un luogo
pericoloso…» eppure quella creatura dalle
sembianze
femminili sembrava non ascoltare, non guardava lei bensì
guardava la folla. Quando qualcun altro la raggiunse «Jeri,
Beelzemon! O…per meglio dire
Royalmon.»…«Snowhitemon…»
pronunciò la creatura…ed adagiò la sua
mano
metallica e un po’ tremante sul petto del minotauro bianco
«…come ti senti…?»
sussurrò, e lui
rispose «…bene! Non preoccuparti per me,
io…ho
perso conoscenza per un breve istante ma poi mi sono risvegliato.
Dunque…è questa la vostra biodigievoluzione?
E’
fantastico…finalmente ci siete riusciti! Ci avete salvati
tutti.
Ma…non siete riusciti a recuperare Mako, o
sbaglio…?»…«Snowhitemon…»
Royalmon orientò gli occhi su di lui
«…ho bisogno
che tu mi dica una cosa, è molto importante.»
facendosi
più vicina a lui, e chiedendogli con timore
«Perché
questi Digimon mi guardano così…? Ho forse un
aspetto
inquietante…?» ma Snowhitemon replicò
«Che
cosa dici…? E’ perché sei maestosa! Hai
l’aria di un Digimon molto potente…per questo
incuti
rispetto. Ed aggiungiamo che sono salvi grazie al tuo
intervento.»…«Ma io…non ho
fatto niente, i
nemici si sono ritirati prima che potessi fronteggiarli! Ti
prego…descrivimi, dimmi qualcosa in più su di me.
Come
sono fatta? Quali sono…le mie
caratteristiche?»…«…ogni
singola parte di te
sembra carica di potenza! Il tuo aspetto sembra inglobare
un’energia incredibile…il tuo fisico dà
l’idea di un meccanismo mirabile, è davvero
qualcosa di
mai visto nel mondo dei
Digimon!»…«Ahhh!» la
creatura sussultò di eccitazione…ma incrociando
gli
sguardi serissimi degli sfollati, la sua espressione si riempiva di
incertezza…ed i suoi occhi cercavano attorno «In
cosa
posso specchiarmi…?...desidero vedere il mio aspetto! Mi
percepisco in modo…strano! E’ una sensazione che
non ho
mai provato…»…«Non sei
abituata alla
biodigievoluzione, è la prima volta che ti capita da quando
sei
una Digimon Tamer…ma ti posso assicurare che non hai niente
che
non va, anzi: sei mutata in un Digimon…speciale, puoi
andarne
orgogliosa
Jeri!»…«Credi…»…«Sì?»…«Pensi
che Takato…
…sarà orgoglioso di me quando mi
vedrà? Gli
piacerò?» domandò con voce scossa
dall’emozione, e Snowhitemon «Ma certo, che domande
sono.
Puoi starne sicura! Ma adesso…è meglio che vi
disgiungete! Akemi ha bisogno del nostro aiuto, purtroppo tutte queste
emozioni l’hanno
sopraffatta.»…«O-Oh!...sì…
…solo un attimo…» accennò
Royalmon…e
non sapendo dove trovare una superficie in cui riflettersi,
mutò
nuovamente il suo braccio in un bazooka: il metallo lucente di cui era
composta quell’arma dall’alto potenziale, che
prendeva il
posto del cane-marionetta ora che lei era trasformata in Digimon,
avrebbe potuto riflettere il suo volto. Royalmon piegò
così il suo braccio…
…ma quando il suo occhio umano e quello meccanico fissarono
lei
stessa dalla lastra di metallo «AAAHHH!!» la
creatura emise
un gemito di spavento.
Kenta
trovò sua moglie presso il terrazzo «Yuki!! Sei
qui
allora?!! Ti ho cercato dappertutto…» Lei si volse
ed era
seria, aveva l’aria interdetta «Perché
mi
cercavi…? Che cosa è successo?
Oh…guardati, sei
affannato!»…«Non posso spiegarti
ora!» disse
il ragazzo prendendole la mano, nel filtrare penetrante della prima
luce dell’alba che gli picchiettava la frangetta e si
specchiava
nei suoi occhiali «Devi venire con me!
C’è una cosa
molto importante che dobbiamo fare
assieme!»…«…noi due, Kenta?
Di cosa parli? Se
non mi spieghi io non posso capire!»…«Te
l’ho
detto!...ora non posso spiegarti, ci possono sentire!»
abbassando
il tono «…ci può sentire…CHI
esattamente…?» lo scrutava la bionda e paffutella
ragazza
con un po’ di sospetto «Da chi è che ci
nascondiamo?
In questo castello ci sono soltanto
amici!»…«Non
soltanto,
purtroppo…!!»…«…a
cosa
alludi…con precisione,
Kenta?»…«…dobbiamo andare in
un posto.
Dobbiamo allontanarci, ma dobbiamo essere assieme: Yuki!»
ponendo
l’altra sua mano su quella grassoccia di lei «Non
aggiungerò altro se non il fatto che siamo a un passo dalla
resa
dei conti, stiamo per fronteggiare definitivamente il nostro
passato!»…«Questo lo so, stiamo per
completare il
fascio e tra poco partiremo per salvare Henry, fin qui che
c’è di strano? E’ quello che ci
ripetiamo da ieri
pomeriggio ma mi sembra che tu abbia un altro programma,
Kenta!»…«…è
così: noi non
prenderemo parte allo scontro ma contribuiremo in modo diverso alla
salvezza di Digiworld. Ascolta: noi finora abbiamo sempre vegliato
sull’intera squadra e ora dobbiamo compiere il nostro ultimo
atto
in funzione di ciò. C’è un mistero che
dobbiamo
appurare…ma per farlo dobbiamo raggiungere un luogo isolato
da
tutti ed io ne ho uno in mente: il campo digitale
indefinito!»…«Cosa?!!...
…sei per caso impazzito, Kenta?!»
(mentre Kazu li aveva
raggiunti…e si nascose dietro la finestra facendo segno a
Guardromon di tacere e rimanere in disparte…)
«Perché?! Tu conosci bene il campo
digitale?!»
chiese il ragazzo, ma la moglie rispose «No ma che
c’entra!
Ho sentito gli altri Digimon parlarne, hanno detto che è un
luogo pericolosissimo e spaventoso: vi circolano cariche incontrollate,
e si rischia di perdere
l’orientamento!»…«Noi
non corriamo questo rischio, insieme siamo un’ottima squadra
e
tuttavia tale prerogativa fa al caso nostro: se illuderemo il nemico di
starci conducendo in trappola quando siamo noi a tenderla a lui, poi
non riuscirà più a tornare
indietro…»…«Il nemicooo???
Non ti capisco,
parli di cose…che non riesco a collegare
minimamente!»…«Ora non
c’è tempo: ti
dico solo che dobbiamo dirigerci al più presto presso il
campo
indefinito, è una questione urgente e ne va delle sorti di
Digiworld e della squadra! Ah e…Hideki viene con
noi!»
(Kazu dilatava il suo sguardo…)
«Come,
cosa?! Vuoi condurre quel ragazzino in un posto simile, cosa
c’entra lui?!»…«MarineAngemon,
ti fidi di me?
Ho mai tradito la tua fiducia, fino ad
ora…?»…«F-Fino ad ora
no…ma…» piegava il capo insicura, ma
lui le pose le
mani sulle spalle «Allora dammi retta, so quello che faccio:
dobbiamo battere il nemico sul tempo prima che diventi troppo grande e
forte. O altrimenti non esorcizzeremo mai la sua ombra.
Vieni!»…«A-Aspetta, non tirarmi
così,
spiegami! Kentaaa!»…«E non una parola,
degli altri
non lo deve sapere nessuno!»
Kazu si ritirò
prontamente dietro le tende per non farsi scoprire «Che cosa
succede Kazu? Perché Kenta è così
agitato?»…«Non lo so, ha parlato di cose
disumane…
…debbo
scoprirlo!» muovendosi anche lui, seguito dal suo
Digimon…
Royalmon indietreggiava affannata «…ahh!...
…ahhh!» Non riusciva a staccare gli occhi dalla
sua
immagine riflessa nel bazooka: i suoi ingranaggi ora roteavano
più veloci che mai, e il groviglio di fili che sosteneva
l’occhio sinistro scintillava di scariche «E-E
questa sarei
io…?!» sussurrò col fiato che le si
spezzava...per
un attimo smarrì lo sguardo attorno a sé, verso
la
timorosa devozione con cui la fissavano i Digimon della gran
sala…LadyWizardmon e Snowhitemon invece erano intenti ad
assistere Akemi, appoggiata alle rocce priva di sensi…
“Sono un mostro…assomiglio a un
demone!!” esclamava
accorato l’animo di quella ragazza racchiusa in una guerriera
dal
corpo trasparente…di cui ora osservava la mano, e continuava
a
carezzarsi il viso…mentre la sua espressione si contraeva
per lo
sgomento: le sue ali si spalancavano
“E’-E’
spaventoso!” per poi chiudersi di colpo,
nell’atteggiamento
protettivo di chi si sente nudo, come se tale fosse il significato
della sua trasparenza “Si vede…tutto
ciò che
c’è dentro di me!!...si muove più forte
ad ogni mia
emozione!!…
…come
è potuto succedere?!” vagava con lo sguardo e
quello
scenario sembrava rotearle attorno in maniera vorticosa, quasi da
travolgerla “Come sono potuta…biodigievolvere in
una
creatura così atroce?!! Di solito…la
biodigievoluzione
crea Digimon…perfetti e mirabili!! Perché a me
è
dovuto toccare questo…?!” Le mani tremavano sempre
di
più e questo accresceva il moto degli ingranaggi, e
viceversa
quel moto accresceva il tremore. Girava il capo sperduta “Lo
vedo!!...anche se non lo dicono loro hanno paura di me!! Anche se li ho
salvati…temono ad avvicinarmi, e a rivolgermi soltanto una
parola!! Del resto come biasimarli…
…sono…a-armata fino ai denti!”
sfiorandosi la
bocca…ed accorgendosi in un moto di raccapriccio, che la
spinse
a deglutire amaramente, della sua dentatura aguzza
“Assomiglio a
un essere…feroce e distruttivo!! S-Sono come una
macchina…preposta ad inglobare energia nel proprio
involucro,
energia in quantitativi esorbitanti!! Sono una
creatura…s-senza
sentimenti e senza umanità! E’ così
squallido!!
Perché…?” gemeva senza parlare, ma
versava lacrime
da quegli occhi diseguali “…perché
proprio a
me…? Non è forse ingiusto…?”
e si portava le
mani al viso, forse fraintendendo in parte quella che poteva essere
l’originale atipicità di una creatura che pur nel
suo
genere possedeva eleganza e presenza. Ma una voce diversa proruppe
dentro di lei “Akemi!! Basta, non posso più
resistere!!” tanto che Royalmon sussultò
«Oh!»
e l’istante dopo si ritrovò avvolto dalla
luce…
…per
ridursi di dimensioni e sdoppiarsi in due creature: Beelzemon, che
corse da lei «Akemi!!!» e Jeri…che
nonostante non
avesse più le ali, continuava a stringersi su se stessa come
se
fosse ancora trasparente, seguitando a percepire gli sguardi di timore
dei Digimon attorno a lei…
«Fatemi
spazio!» arrivò Beelzemon fra Snowhitemon e
LadyWizardmon
«Akemi, piccola
mia!»…«Beel…ze…mon…»…«Piccola!»
la carezzava lui «Akemi, amore mio, amore che ti succede?! Ti
senti male?!»
L’insegnante digitale e il minotauro bianco si scambiarono
uno
sguardo eloquente, la prima dei due scuoteva il
capo…(canzone: Leona
Lewis - I will be)
«Finalmente possiamo parlare!» affermò
Rika
chiudendosi in camera con Renamon, aggiungendo «Finora non
è stato possibile, perdonami! Con i
MudFrigimon…sono
stata impegnata fino ad ora!»…«Per me
è stato
lo stesso, non devi scusarti Rika!» affermò la
volpe
digitale camminando, e la sua domatrice le sfiorò la schiena
«Che cosa vi siete detti…tu e Beelzemon nel vostro
ultimo
dialogo?! Vi ho visti…piangere entrambi, per un attimo ho
temuto…!!...» abbassando il tono ed alludendo con
lo
sguardo alla porta, benché fosse chiusa
«…che
Imagomon si potesse accorgere di qualcosa: quando l’ho visto
avvicinarsi a voi…è stato terribile, ho cercato
di
parlargli ma…!...» carezzandola con discrezione,
parlandole con premurosa cautela
«…poi…tu mi hai
detto che lui nonostante tutto vi esorta a…rimanere vicini,
a
farvi forza reciprocamente. Ascolta, ora mi è parso di
orecchiare…che lui si è
allontanato!»…«Sì,
Beelzemon…è
andato via con Jeri, è andato a cercare Mako,
era…quella
la causa del suo dolore, quella e nient’altro! Beelzemon non
vive…e non è vissuto…che per i suoi
domatori. E
questo…non può che fargli onore.» Rika
adagiò su di lei uno sguardo appenato
«…m-ma te, ma
voi…!»…«Ma noi niente,
Rika!!»
esclamò Renamon volgendosi di scatto verso di lei, aveva le
lacrime agli occhi «Lui me l’ha
confessato!»…«Gli hai parlato dei tuoi
sentimenti?!»…«Io no!! Ma lui dei suoi!!
E sai cosa
mi ha detto…?...
…CHE NON
MI AMA!!» scoppiando in lacrime. Gettandosi
nell’abbraccio
pieno di affetto e pena della sua domatrice «NON MI AMA,
PERCHE’ LUI AMA!!...AMA LEI! LA PICCOLA AKEMI!!
L’HA SEMPRE
AMATA, non mi ama Rika…
…MENTRE IO LO
AMO CON TUTTE LE MIE FORZE, E SEMPRE DI PIU’!! Come
potrò
fare senza di lui?!!» Le lacrime spontaneamente sgorgavano
dagli
occhi chiusi di Rika, in quell’abbraccio che assomigliava a
un
combattimento, che fonde il domatore e il Digimon in un solo
cuore…
«Calmati,
piccola mia! Adesso…ce ne andiamo di qui!»
Beelzemon le
baciava la fragile mano in uno scosso impeto di sentimento
«Ti fa
male? D-Dimmi dove! Non riesci a
muoverti?!»…«I-Il viaggio nel mondo
digitale…» accennò la suora stringendo
i denti
«…d-deve aver accelerato il decorso della
malattia!…»…«Ahhh, non dovevi
farmi questo
scherzo, perché ti sei precipitata qui?! Che imprudenza,
s-sei
proprio una bambina! Ma…ma adesso ti riporto a
casa!» ma
lei «Noo!!» gli si gettò improvvisamente
al collo
singhiozzando «Noo, non voglio andare a casa, non voglio
dividermi da te!!»…«M-Ma Akemi cerca di
capire…!» supplicava lui che la stringeva con
braccia
tremanti, ed anche LadyWizardmon intervenne «Non puoi restare
qui
tesoro mia, qua è pericoloso…!! In questo
mondo…bisogna camminare, arrampicarsi, combattere! Qui un
giorno
ci stai e l’altro non si sa, e oggi ci ha detto fortuna per
miracolo!!»…«Beelzemon, Beelzemon, no,
nooo!!...non
voglio lasciarti!! N-Non voglio tornare, preferisco…v-vivere
i
miei ultimi giorni qui con
te!»…«…ma non dire
sciocchezze!!» cercava lui di fare la voce
grossa…mentre
il minotauro e l’insegnante li guardavano così
impietositi…
«Io
non lo preferisco!» insistette Beelzemon «Io invece
esigo
che tu torni a casa…d-devi raggiungere tuo padre!»
sciogliendosi poi in una pietosa dolcezza «C-Ci
sono…tutte
le tue sorelle al convento, saranno preoccupate! C-Che cosa diranno,
sapranno che sei venuta qui da me e-e poi si arrabbieranno molto se non
ti riporto! Cerca di comprendermi, io…ho la tua
responsabilità! E non voglio che ti accada qualcosa di
male!!»…«M-Ma
Mako…»…«Lo
salvo amore mio, Mako lo salvo! Ti prometto che lo salvo! Oggi non ci
sono riuscito…ma ritenterò, in un modo o
nell’altro
vedrai che…il nostro Mako…c-ce la farò
a
riportarlo a casa nostra! Tu fidati di me, eh?
Però…devi
tornare!» ma lei gli restava aggrappata con le forze
restanti, e
non arrestava il suo pianto…
Renamon
ammetteva «Il mio equilibrio…si disgrega giorno
per giorno
Rika, io ho paura che da un momento all’altro Imagomon possa
scoprirlo!! Quando mi fissa negli occhi…ho paura che lui
possa
leggere nel mio cuore, per cui abbasso lo sguardo! Uno come lui che
traduce i corsi del destino non può equivocare un
amore…grande come il mio, non so cosa fare!!
Credevo…di
poterlo tenere a bada ma questo viaggio sta infrangendo ogni buono
proposito! Penso…ininterrottamente a lui, e ai suoi
problemi!!
Vorrei poter…intervenire come un tempo, ed essere
l’angelo
della sua crescita, che…
…guarisce…anche la ragazza che lui ama, se questo
può servire a farlo essere finalmente
felice!!»…«Lei è
malata…?»…«Akemi è
condannata…quella povera ragazza ha i giorni contati,
perché Beelzemon deve soffrire ancora così
tanto?!
Soffrire quanto me che debbo rinunciare al suo amore!! Non ha pagato
abbastanza?!»…«Pagare non
c’entra…!!
Soffrono anche gli innocenti, e infinitamente!! Tu non hai mai fatto
male a nessuno Renamon…eppure purtroppo ora il tuo cuore
sanguina!!» espresse con pena Rika, e Renamon «Ho
paura, ho
paura di perdere tutto!! Il mio ruolo di madre, la donna che sono
stata, temo che tutto si infranga!!»…«Ti
aiuterò io!!» la stringeva più forte la
ragazza
«Rika…»…«…abbiamo
cambiato il
destino una volta da piccole, vuoi che non ce la facciamo di nuovo, da
adulte? Ci penserò io…non sei sola di fronte a
questo
conflitto!! Non sei sola…di fronte a questo
nemico…» stringendosi…e regalandosi le
reciproche
lacrime…mentre il sole dell’alba pervadeva la
stanza…(fine-canzone)
Sorreggendo
Akemi tra le sue braccia, Beelzemon si diresse da Jeri «Devo
assolutamente riportare Akemi sulla terra. Te la senti di tornare dagli
altri in compagnia di Snowhitemon? Ti prometto che tornerò
al
più presto…!!» La ragazza mentre
prendeva fiato si
accorse del filtrare del sole all’interno della gran sala e
prese
coscienza “E’ l’alba!”
ricordandosi della
promessa fatta “Vi
raggiungerò per la grande battaglia per salvare Henry, vi
raggiungeremo assieme a Beelzemon! Lotteremo tutti assieme,
io…voglio lottare con te. Tornerò prima che sia
giorno…” …e
realizzando “Non ce
l’ho fatta!” «Jeri…perdonami,
ma non posso
fare altrimenti!! Mi auguro…che tu
capisca…»
Jeri si
sentiva insicura, si passò la mano tra i capelli, ma
Snowhitemon
si avvicinò a lei «Coraggio, Jeri. Non
c’è
motivo di temere: siamo riusciti a costituire un ponte di collegamento
con la terra. Beelzemon riporterà la sua domatrice a
casa…e poi ci riuniremo tutti, nel frattempo io ti
riporterò da Takato e dagli altri.» e
benché avesse
tradito un moto d’ansia nell’udir nominare Akemi
come
“la domatrice” del suo Digimon, sussurrò
«D’accordo…» e si
accostò a
Snowhitemon…senza però smettere di guardare
Beelzemon,
richiedendogli con gli occhi qualcosa di implicito. Questi si
raccomandò «Abbiate cura di voi, mi raccomando!
Anche se
io non ci sarò ad aiutarvi nella battaglia…dovete
stare
in guardia, i nemici sono veramente forti. Jeri…non esporti
ad
alcun pericolo. Tutti dovete stare molto attenti!» Il
minotauro
garantì «Penserò io a proteggere Jeri e
i ragazzi
in tua assenza.»…«Grazie
Snowhitemon!»
ribatté Beelzemon, dopodiché spiegò le
ali
«A presto, Jeri!» allontanandosi assieme ad Akemi.
Fu
allora che LadyWizardmon si fece avanti
«Scusate…ci
sarebbe una cosa molto importante che dovrei chiedervi.» I
suoi
occhi verdi si sgranavano come di fronte a una realtà di
estrema
delicatezza «Prima ho sentito…da quello che
raccontava
Snowhitemon…che voi avete trovato e raccolto alcuni piccoli
Digimon come loro che si erano smarriti.» alludendo alle
creature
che le si erano disposte sulla falda del cappello «Quelli
sono i
miei alunni! Li stavo cercando disperatamente…potrei
chiedervi
di condurci da loro…?»
La ragazza si volse verso Snowhitemon con espressione smarrita, temendo
di dover perdere quei piccoli amici…
Orphanmon
si destò di colpo «Takato! Ho sentito il cancello,
è arrivato qualcuno!» balzando a terra ed
iniziando a
discendere i gradini a salti «Qualcuno? Jeri!!»
esclamò il ragazzo…tanto che finì per
correre
più veloce del Digimon, che supplicò
«Aspetta, non
lasciarmi indietro!!»
«Jeri!!...meno male che sei tornata, se solo immaginassi cosa
sono state queste or-» ma quando si trovò di
fronte a lei
dovette arrestare di colpo le sue parole
«…Cindermon…»
«Takato…» disse questa che sembrava
stremata,
incorniciata dall’intensa luce dell’alba…
Cautamente Aki
veniva fuori dalla sua stanza “Devo riuscire a capire cosa
sta
succedendo…”
Un Knightmon
attraversava il corridoio, e si arrestò fissandola per
qualche
istante, e ricevendo il suo sguardo penetrante in cambio. Alla fine il
colosso dalla grande spada desistette e seguitò la sua
ronda,
mormorando «Che intenso profumo floreale, ihmf! Mi fa venire
l’allergia…»
“Che cosa
avrà deciso Kenta dopo aver ascoltato le mie
parole…?” si chiedeva la ragazza avvolta nel
lenzuolo
candido dei letti del castello, dai ricami argentati. Ma il Knightmon
borbottò ancora «Ecciù!! E questo
è quasi
peggio di
lei…»…«Oh!» Aki
sussultò e si protese…
…il
Knightmon camminò oltre, svelando la sagoma più
esile di
un ragazzino con il volto coperto dai respiratori: i suoi grandi occhi
si dilatarono altrettanto quando quelli di lei, quando si incrociarono
“Questa ragazza! Chi è?!”
pensò il giovane
“Il suo volto…l’ho già visto!
Non posso
sbagliarmi!! Mi suscita un…turbine di ricordi!!”
Aki
indietreggiava con prudenza, pronta a chiudersi nella stanza dalla
quale era uscita ma il ragazzino esclamò «Noi due
ci
conosciamo!! Non far finta di non vedermi, tu devi sapere la mia
identità!!»
La ragazza chiuse di
colpo la porta. Ma lui corse, e picchiò pugni su questa
«Per favore!!...nascondendoti non fai che confermare le mie
ipotesi!! Noi ci conosciamo in realtà, la mia memoria
è
stata fortemente compromessa ma non abbastanza da omettere il tuo
volto! Tu sei come me!! Un Digimon!!»
Aki
tratteneva il fiato con la schiena appoggiata alla porta…
«Il tuo
profumo non basta ad imbrogliare le carte, poiché ne faccio
uso
altrettanto anch’io!!» esclamava Hideki
«Noi siamo
Digimon, perché ci nascondiamo fra gli umani?! Tu svelami
perché sei qui ed io farò altrettanto!!»
Aki stringeva i denti, il suo sguardo tradiva fastidio misto a paura.
Ma proprio in
quel momento
«Hideki!!»…«Oh?!» si
volse
di scatto il ragazzino «Kenta!»
Il ragazzo con
gli occhiali taceva, respirava e lo scrutava…tanto da
destare
del dubbio nell’altro, che pacatamente piegò il
capo
«Cosa c’è…? Perché
mi guardi in questo
modo, ti ho forse fatto qualcosa…?...se adesso mi hai visto
io…ti assicuro che posso spiegarti tutto! Posso spiegarti
tutto…»…«…non devi
spiegarmi
niente…»…«Cosa?» ma
Kenta cercò
di sorridere e di mostrarsi spigliato «Ascolta! Ci sono stati
dei
cambi di programmi repentini, dobbiamo recarci in un
posto…sconosciuto alla gran parte degli abitanti di
Digiworld,
è un luogo misterioso, lo
chiamano…campo…digitale…indefinito!»…«Ah!»
sussultò il ragazzino, pensando “Questo nome mi
dice
qualcosa…e se si trattasse di un luogo che ho già
visitato? Debbo scoprirlo…” volgendosi per qualche
istante
verso la porta chiusa…
…oltre la quale vi era Aki sul cui volto si insinuava un
dubbio
profondo…
Kenta d’altro canto rifletté “Se la sua
intenzione
è eliminarci non si farà sfuggire
l’occasione
rappresentata da un simile luogo.” «Abbiamo
rintracciato il
nostro nemico e sembra che abbia edificato una base…proprio
lì contando sul fatto che si sarebbe nascosto meglio. Ma
nessuna
copertura dura all’infinito…e così
abbiamo deciso
di spartirci i compiti, io e mia moglie ci recheremo lì.
Voglio
che tu venga con
noi!»…«Io…?»…«Sì!...desidero
farti conoscere più da vicino i nostri poteri e il nostro
modo
di agire: hai scelto di seguirci in viaggio…non voglio che
ti
senta soltanto uno spettatore. Questa sensazione la
conosco…e ti
assicuro che non è affatto
piacevole!»…«Ma
io…debbo avvertire prima i miei
genito-»…«Intenti il signor Mitsuo e la
signora
Riley? Già
fatto!»…«Come?»…«Non
c’è tempo, abbiamo molta fretta! Takato gli altri
stanno
per partire per mezzo del fascio, se non ci sbrighiamo non potremo
adottare un’azione coordinata con loro! Coraggio!»
tendendogli la mano «Te la senti di venire?» Hideki
prese
fiato e lo trattenne…ma poi ammise
«D’accordo…» lanciando
un’ultima
occhiata alla porta «Uhmuhmuhm!» Kenta gli
sorrise…ma dentro di sé pensò
“…come
volevasi dimostrare.”
Aki aveva udito
tutto, ed assemblò «…vuole portarlo
lontano! Ha
deciso di isolarlo per affrontarlo con la sua Digimon! Accidenti,
così non va: in questo modo non riusciremo ad acquisire i
suoi
dati! Devo fare qualcosa!» ma non appena tentò di
aprire
la porta dovette richiudere e limitarsi a spiare da una
fessura…in quanto Kazu si trovava lì con
Guardromon. Il
ragazzo parlò «Il campo digitale
indefinito…? Cosa
si è messo in testa Kenta?! Quello dev’essere un
posto
letale!»…«E’ pericolosissimo,
Kazu: Babamon e
Jijimon mi raccomandavano di non allontanarmi mai quando andavo a fare
la spesa. Sembra che ci si possa perdere: è una zona della
rete
che non è stata lavorata, trabocca di paradossi, e vi
circolano
cariche di tutte le
intensità.»…«Inutile, non
c’è niente da fare: Kenta è deciso a
compiere una
follia, ma perché si tiene sempre tanti segreti per
se…?
Guardromon…»…«Uhm?»
Il domatore si
piegò sul tarchiato Digimon meccanico «Tu te la
senti di
avventurarti nel campo digitale, assieme a
me?»…«Vuoi seguire
Kenta?»…«Voglio capire cosa sta
succedendo: ma se
adesso lo dico agli altri ritarderebbero per salvare Henry, e invece
devono farlo. E’ giusto che torni, ha una moglie e un figlio
che
lo aspettano. Noi abbiamo una grossa responsabilità su
Digiworld, Guardromon, siamo i
sovrani.»…«Ve-Veramente sei tu ad essere
il sovrano,
Kazu!» ma il ragazzo sorrise e gli carezzò il capo
«E questo che vuol dire? Se lo sono io vuol dire che tu lo
sei
altrettanto! Noi siamo come due metà di un cuore unico
Guardromon: per questo non ci perderemo mai, neanche nel campo digitale
indefinito.»…«…con te anche
in capo al mondo,
mio domatore…»…«Ahahah,
allora andiamo dietro
a Kenta e MarineAngemon!»
Ma lo sguardo di Aki vigilava su di loro…
«…C-Cindermon sei qui,
ma…perché ti sei
allontanata? Ero molto preoccupato!!» esclamò
Takato sulla
porta del castello «Ti rendi conto che mi hai fatto stare in
pensiero, vuoi farmi impazzire, vuoi farmi rivivere mille volte lo
stesso tormento?!! Sai qual è stato...
...rimanere da
solo…»…«Senti…mi
rendo conto di tutto
ma ci sono alcune cose di cui dobbiamo parlare. Proprio…a
questo
proposito…»…«Ma che ci fai
qua fuori in
piedi, perché resti lì, entra
dentr---!!!» ma non
appena le sfiorò il manto, lo lasciò andare di
colpo
indietreggiando trasecolato «…ma cosa hai
fatto…?»
…notando, cosa che non aveva potuto far prima a causa della
luce, che gli abiti della ragazza erano strappati, e che il suo viso e
le sue braccia erano ricoperti di graffi, lividi, bruciature
«Cindermon ma…?!...mio Dio dove sei stata?!! C-Che
ti
è successo?!!»…«Una cosa alla
volta adesso ti
spiego tutto Takato, t-te lo giuro ma tu aiutami ad
entrare…»…«Certo…»
fece lui
impietosito, con la voce che gli tremava
«Certo…dai,
appoggiati a me! Ma che pazza che sei stata…sparire
così,
io sono il tuo domatore!!»…«M-Ma dovevo
fare una
cosa importan…»…«Non importa,
non sforzarti a
parlare!! Ora la cosa importante, la cosa davvero
importante…è che finalmente il mio Digimon
è
ritornato!»…«Cosa…?»
si volse lei
stupita, ed accennò
«…è-è venuto
qui…Guilmon…?» ma Takato
dilatò lo sguardo
attonito «…che cosa dici…?...io mi
riferivo…a te!!...
…cosa c’entra Guilmon,
Cindermon…?»…«Takato…Guilmon…lui
è...»…«CINDERMON!»
ma la ragazza
«Ahhh…» si accasciò a
terra…
«Hideki! Hideki!!» chiamava Mitsuo presso il letto
sfatto
«Riley, non riesco a trovare Hideki, si è alzato
ma non so
dove sia andato!»…«E se fosse sparito di
nuovo?» si chiese intimorita la donna, decidendo
«E’
meglio chiedere ai ragazzi.» e lui «Sì,
è la
cosa migliore!» sicché sua moglie si
affacciò
«Ragazzi, scusateci!» ma da quel viavai nei
corridoi, che
oltre i ragazzi coinvolgeva anche i Knightmon e i MudFrigimon, giunse
da loro Suzie «State cercando Hideki?!» e Mitsuo
«Proprio
così!»…«E’ con
Kenta!» specificò la ragazza…ma udito
questo lo
sguardo dei due coniugi si incontrò in
un’espressione
timorosa «Non sappiamo dove siano andati ma hanno lasciato
questo
biglietto, l’ho trovato sul letto di Kenta!...”Perdonateci
se non veniamo alla battaglia ma MarineAngemon ha fatto una scoperta
che permetterà di aiutarvi anche a distanza! Hideki viene
con
noi, state tranquilli! A presto -Kenta-“…che
strano
comportamento, non è da lui…»
commentò
Suzie, ma prima che chiunque potesse dire qualcosa giunse di corsa
«Kazu! Che
succede?»…«Suzie!...scusate vado un
po’ di fretta!»…«Kazu, Kenta
si è
allontanato!»…«Lo so! Tutto sotto
controllo! Sto per
raggiungerlo!»…«Vai da lui?!»
chiese Mitsuo, e
anche Suzie «Parti anche
tu?!»…«Sì! Ora
non ho tempo per spiegare, cercavo proprio te
Suzie!»…«Ma…senza di voi come
facciamo in
battaglia con le biodigievoluzioni?» espresse la ragazza, e
Kazu
«Proprio a proposito di questo: ascolta…te la
senti di
prendere il comando della squadra per un attimo?» ponendole
le
mani sulle spalle «Io???»…«
Kenta ed io
dobbiamo assolutamente raggiungere questo luogo: nulla di cui
preoccuparsi, ha a che fare con il regno, poi vi prometto che vi spiego
ogni cosa! Ma se manchiamo sia io che lui tu resti l’unica a
poter far ricorso alla biodigievoluzione! Ti prego, non mettere in
allarme gli altri e cerca di guidare la battaglia: sono certo che ce la
puoi fare.»…«Dici davvero?!»
sussultò
lei, ed il ragazzo confermò
«Assicurato!» con un
sorriso «L’ultima volta tu e Lopmon siete
state…fantastiche! Non ho voluto annunciare pubblicamente
che
andavo via ma ho bisogno di lasciare la squadra in buone
mani!»…«…ti
prometto…che io e la mia
Digimon faremo del mio meglio!» ammise Suzie decisa
benché
la velasse una profonda emozione. Kazu si sentì rincuorato
«Grazie di cuore! Torneremo
prest-»…«Kazu!»…«Sì?
Mi
dica signor Mitsuo.»…«Hideki! Ti
prego…dovunque stiate andando…a-abbi cura di lui,
proteggilo da ogni pericolo! Qualsiasi esso
sia!»…«Certo!...» rispose Kazu
seppur un
po’ stupito per quella richiesta
«…è
naturale. Hideki è il più piccolo di noi ed
è…sotto la nostra responsabilità, per
noi è
normale offrire appoggio ad un…ragazzino in una situazione
di
pericolo.» Riley si aggrappò al braccio e allo
sguardo del
marito…il quale cercò di mantenersi integro
«Bene
allora…io conto su di te!» disse, e Suzie
«…e
voi contate su di me!» Sicché si scambiarono un
cenno di
intesa.
Lo sguardo di Henry,
legato all’interno di quel desolato laboratorio, si
alzò
debolmente quando notò il pavimento bagnarsi delle gocce che
scendevano da un impermeabile. Lo indossava colui che con passo
scampanellante si fece strada all’interno «Ormai ci
siamo.
Sono certo che non tarderanno. I tuoi…adorati amichetti
Henry
sono sulle tue tracce, presto ce li troveremo tutti qui a reclamare la
tua presenza. Ah, ma guarda che fortuna sfacciata!...nessuno di quei
vicini e di quei colleghi che facevano tanto i gentili sulla terra
farebbe lo stesso con me se mi trovassi nelle tue stesse
condizioni…»…«T-Taisho…»…«…uhm?»
si volse con aria di sufficienza quel volto sabbioso sotto il cappuccio
«…per l’ultima
volta…smettila, ci sono troppe
cose in ballo. L-La tua famiglia…
…i-i tuoi figli…
…tua
moglie…»…«Pfff, mia
moglie?!...ah, si vede proprio che a parlare è un misero
terrestre che si è sposato la prima brava ragazza che il suo
cammino gli ha propinato, certo, è naturale! Quando si
è
come te si può raggiungere qualsiasi traguardo: Henry Wong
quello raffinato, di gran classe, eccellente professionista, una mente
geniale in un ragazzo…atletico quanto affascinante!
L’ho
vista sai quella che tanto strepita per la tua sorte e che si
è
presa il tuo Digimon! E’…carina e gentile anche
quando
grida e sai perché? Vuoi che ti dica il perché??
Perché si vede…che cova rabbia non per se stessa,
ma per
il suo bel maritino!! Hai invece idea di cosa significhi essere sulla
carta il “marito” ma a conti fatti lo SCHIAVO di
una come
Violetta?! Lei…» Sandmon tirò fuori per
la prima
volta autentico risentimento «…pensa solo al suo
tornaconto personale, io e i bambini siamo unicamente sue pedine! Ma
certo, non è mica come la tua signora moglie, che ha
scarrozzato
il vostro bambino a Digiworld trascinandosi un intero pacco di cambi,
medicine e…p-premura materna! Lei si vede che queste cose le
fa
perché le sente davvero, mentre invece…quella di
Violetta
è soltanto apparenza! Lei ci tiene che tutto il vicinato
dica
“che brava signoooooora, e che mammina premurosa è
Violetta Yusaki!” …ma sai cosa aveva in programma
in
realtà?! V-Voleva i-ingozzare i poveri…Ufomon e
Gravemon
dei dati di un Digimon grosso quattro volte loro solo allo scopo di
portarli in giro per Digiworld e sfoggiarli come fossero trofei! Non si
rende neanche conto…c-che creature come noi rischiano il
COLLASSO se il nostro potenziale non è moderato
dall’apporto di un domatore umano, imfh! Ma queste cose le ho
scoperte io, iiiooo! Perché sono il loro padre!!
Perché
io so davvero ciò che dev’essere, e ciò
che non
dev’essere fatto!! I bambini non sono solo suoi,
io…u-ugh!...mi sono impegnato per farli crescere sani e
forti…
…anche se non ricordo della loro
crescita…»
mormorò piegando il capo, ed Henry spalancò i
suoi occhi
«Sì, io…non ricordo quando sono stati
messi al
mondo…»…«…come fai
a non ricordare
quando sono nati…? Queste cose si stampano nei tuoi ricordi,
e
non ti abbandonano più!! La nascita del tuo primo figlio
è qualcosa…che niente può
eguagliare…p-per
quanto è poetica, meravigliosa! Un
incantesimo…della
crescita…e che può ripetersi ad ogni nuovo atto
d’amore! Come fai a non ricordarti quando sono nati i tuoi
figli,
Taisho?!»…«Grrr!» Sandmon
digrignava i suoi
denti di sabbia «Qui c’è qualcosa che
non va!
Qualcuno di inganna!»…«Ihmfff!!! Io non
ricordo la
loro crescita MA RICORDO CHE GLI VOGLIO BENE!! Questa
è
l’unica certezza in un mare di interrogativi…
…Violetta non me li porterà via: il suo dominio
durerà ancora per
poco…»…«Ah! Che
cos’è quell’ampolla?!» Henry
trasalì
nel vedergliela sfoderare lentamente, da sotto l’impermeabile
«…è energia
digitale…» riconobbe
subito il ragazzo, le scariche dalle tinte scure oltre quel vetro
crepato «…in quantità abissali! Che
cosa intendi
fare?!! Un forza del genere è estremamente
pericolosa!»…«Con questa…te
lo spiego subito,
Henry: spazzerò via l’intera squadra dei tuoi
amici…»…«Ahh!»…«…tua
moglie…
…il tuo Digimon!! Periranno molto presto sotto il mio
incontrollabile potere!»…«Hai detto bene
“incontrollabile”!! Quel potere ti
distruggerà…»…«Al
contrario, mi
concederà la vita!!» Sandmon spalancò
le braccia
«Finalmente libertà!! Diventerò
così potente
che Violetta…scapperà terrorizzata e finalmente
io e i
miei figli potremo vivere felici! Ci trasferiremo sulla
terra…» ripeteva smarrendo lo sguardo fra le
capsule del
laboratorio, ormai distante nel suo delirio
«…s-saremo una
splendida famiglia a tre, i-il papà…e-e i suoi
dolcissimi
pargoli, saremo tre esseri umani…basta con i Digimon!
Pfff…la natura digitale mi ricorda lei, io invece
voglio…v-voltare pagina, perché, non ne sono in
diritto
forse?!» si volse verso Henry porgendo questa domanda fra il
disperato e il minaccioso…ed Henry attonito rispose
«Per
ottenere il diritto di voltare pagina bisogna fronteggiare le proprie
tenebre…faccia a faccia, non scappare! Ricorrendo al
sacrificio
altrui!! Guarda che lo so anche se non me lo dici!! Io me ne accorgo!!
Mako, quell’ampolla ha a che vedere con lui!! Hai attinto la
sua
rabbia!! Ieri notte eri completamente…inebriato dalla
reazione
verificatasi, volevi sperimentare anche tu la digievoluzione generata
dall’odio e dall’astio, ma è un processo
deforme,
irregolare!! Almeno…quanto quelli progettati da tua moglie:
io
l’ho visto, puoi credermi!! L’odio di Takato diede
vita a
Megidramon, e minacciava di consumare una creatura buona e innocente
come Guilmon!! Anche tu subirai la stessa sorte, Taisho!!»
Sandmon si volse lentamente «…continui a chiamarmi
in
questo
modo…»…«…perché
capisco
che lo preferisci.» ammise Henry senza timore di fissarlo in
quei
buchi di sabbia che erano i suoi occhi «Avverto i tuoi sogni,
sono intensi…tu non sei diverso. Sei buono in fondo al tuo
cuore, come
Guilmon!!»…«Oh!!»…«…e
se
hai scelto di vivere sulla terra come essere umano è giusto
che
tu lo faccia, perché ognuno ha il diritto di seguire il
cammino
in cui si rispecchia. Per l’ultima volta, getta via
quell’ampolla! Lascia andare Mako, riconsegnalo al suo
Digimon! E
io…ti prometto che assieme ai miei amici…ti
aiuteremo a
ricominciare da capo, con i tuoi
figli!»…«N-No, non
mi fido! Sono parole di un ex-domatore osannato, e di un essere umano
di successo! U-Uno come te mi guarda con sospetto, mi considera una
nullità, ma io non mi faccio
raggirare.»…«Non
è vero!!!...
…come devo dirtelo, Taisho, io…!!...non giudico
gli
altri, ho imparato che è inutile, non sono in
grado…nemmeno di badare a me stesso!!...se sopravvivo
è
grazie a chi mi vuol
bene…»…«NON POSSO
LASCIAR VIVERE QUESTE PERSONE! E tantomeno te, anche se ti credessi e
non ti prendessi il cuore lo farebbe Violetta, e allora per tutti noi
sarebbe la fine! Rassegnati Henry, il tuo libro sta per arrivare
all’ultima pagina!» volgendogli le spalle
«Sandmon!!»…«Mentre il
mio…sta per
cominciare,
mwhahahahahahahAHAHAHAHAH!»…«Taisho!!
Sandmon!!» insisteva Henry cercando invano di liberarsi dalle
catene «Aspetta, torna indietro!! ASCOLTAMI TI PREGO!!...
…sarà…una catastrofe!»
Takato la
scuoteva
«Cindermon!!»…«U-Uhhh…»…«Cindermon,
apri gli occhi, ti prego!!» La ragazza, adagiata su una sedia
dell’ingresso del castello, accennava
«Ta…kato…Guilmon…»…«Non
sforzarti a parlare…»…«Ma io
devo…devo!»…«No! La sola cosa
che devi fare
è non sforzarti!» le carezzava lui quel viso pieno
di
lividi, e la guardava così pieno di premura e di tenerezza
«Sono stato…così in pena. Non devi
allontanarti
più, i-io…ho bisogno delle persone a cui voglio
bene qui,
attorno a me! Se voi sparite io mi sento…disorientato!
E’
sempre stato
così…»…«…è
proprio per
questo…»…«Cosa?!»…«Takato…Guilmon…»
Cindermon si aggrappava alle braccia dell’attonito giovane,
stringendole con le sue unghie dallo smalto scrostato. Lui provava
dolore ma stringeva i denti e sopportava
«…lui…n-non è sparito,
lui…
…c’è, è
vivo!»…«Cosa?!» (canzone: Taylor
Swift - Back to December (acoustic) )
Si spezzò il fiato del giovane domatore.
«Sììì!!!...
…lui…è ancora qui a
Digiworld…»…«Guilmon…»
boccheggiava Takato i cui occhi si velarono di lacrime. Cindermon
parlava con sforzo e gli stringeva le braccia quasi ferendolo
«Lui è…
…è…
…i-in una brutta
situazio…»…«CINDERMON!!»
ma tanto era
stanca che tendeva ad addormentarsi «CINDERMON,
RISPONDI…t-ti prego!!» Takato si inginocchiava e
le
prendeva la testa, supplicandola.
Rika
e Renamon, l’una accanto all’altra sedute sul
letto,
udirono quelle grida e si guardarono tra loro.
Cindermon mormorava «Takato, Guilmon
è…»…«…l’hai
visto?!»…«Sì, io…
…l’ho visto! Lui
è…era…il
Supremo…di Digiworld come ci avevano detto!» Il
ragazzo
indietreggiò agghiacciato…e le mani di lei
caddero, ma
seguitava a parlare «Si è trovato…tutto
il popolo
contro, siamo scappati, è
stato…terribile!!»
Takato si portava la mano alle labbra, impallidendo di fronte a quel
sofferto racconto «H-Hanno buttato giù il palazzo
sulle…n-nostre
teste!»…«Q-Quale palazzo?!!
Casa
tua?!!»…«Sììì!...casa
miaaa!» Takato piombò su di lei «E-E-E-E
Guilmon…c-c-…dov’è, cosa gli
è
successo…?» gemette con un filo di voce, mentre le
carezzava convulsamente i capelli
«D-Dov’è il mio
Guilmon…che cosa gli hanno
fatto?!»…«…non lo so
dov’è
ora…» sussurrò lei senza
voce…e lui di nuovo
si ritirò incredulo…
«N-Non l’ho più visto da
quand…» ma in
quel momento giunse Rika «Ti abbiamo sentito gridare Takato,
e
così…
…ahh!! Cindermon!!» ed anche Renamon
«Sei ferita?!!
Che cosa è successo?!!» ma sovrapponendosi a
Cindermon che
tentava di rispondere Takato esclamò «RIKA,
GUILMON
E’ VIVO!!» La ragazza si volse di scatto, la volpe
dorata
dilatò lo sguardo.
«E’
VIVO, RIKA, RENAMON, E’ VIVO! CINDERMON L’HA
VISTO!»…«…l’hai
visto…?»
replicò emozionata Renamon, e Rika si inginocchiò
dinanzi
alla sedia tenendo la mano di Cindermon «…dicci
tutto
quello che sai, ti prego…
…ah, ma…chi ti ha ridotta così?!! Che
cosa
è successo?!!» mentre giungevano anche Suzie
«Rika,
Takato!!» con Lopmon, seguita da Riley e Mitsuo, Rea e
Terriermon, Ryo e Cyberdramon. Quest’ultimo domatore
esclamò «Cindermon, è
tornata!!»
Takato intanto ripeteva «Guilmon…Guilmon, il mio
Guilmon!» scuotendo il capo incapace di credere di aver
saputo di
nuovo di lui…
Il sole appena
sorto splendeva intenso oltre le alture quando Guilmon
arrestò
il suo incedere «N’Emo.» chiese
seccamente.
«Che
c’è Guilmon…? Perché ci
siamo fermati,
adesso…?» replicò il ragazzino
assonnato e poco
entusiasta. Il Digimon gli rivolse la coda dell’occhio
sinistro
«Ci siamo fermati perché non capisco: ecco il
perché.»…«Cosa?! Che intendi
dire?!»
N’Emo sembrò svegliarsi di colpo, ed il Digimon
illustrò «Intendo dire…che Cindermon mi
ha fornito
una versione dei fatti molto diversa dalla tua: lei sostiene
addirittura che Takato sia vivo, contrariamente alle tue
affermazioni!»…«Cosa…?!!»
trasalì il giovane «Tu crederesti più a
una come
quella piuttosto che a
me?!»…«…ti dimentichi
forse che lei ci ha salvato la vita!»…«A
me non ha
salvato proprio niente!»…«Non essere
sleale
adesso!!» ribatté severamente il Digimon tanto da
intimorirlo, aggiungendo poco dopo «…sempre che tu
non lo
sia già stato su altre cose! VOGLIO SPERARE DI
NO!»…«Insomma, Guilmon!!...io sono il
tuo domatore,
mentre lei è soltanto una nemica!!»
scandì con
disprezzo, ma Guilmon avanzò di un passo «Come?
Cosa lega
più noi due? Forse non ricordi che non abbiamo
più
neanche un Digivice, è andato distrutto: allora cosa
dovrebbe
distinguere te da lei?!!»…«Uhmmm, E CON
QUESTO
RINNEGHERESTI TUTTO QUELLO CHE HO FATTO PER
TE?!!»…«Se mi dici di cosa dovrei
ringraziarti!! Se
ora siamo in questa situazione…è soltanto per
colpa tua,
sei tu che mi hai trascinato via dal mio villaggio e ora sono io che
trascino te a stento! E se ti chiedi perché non ti guardo in
faccia, è perché non faccio che domandarmi passo
dopo
passo quanto e cosa di quello che mi hai detto sia
vero!»…«E’ tutto
vero…»
sibilò N’Emo adirato
«…TUTTO!!...Cindermon…è il
braccio destro
del fratello di Takato, lei a Nakao aspirano al dominio su
Digiworld!»…«Che prove ho di tutto
questo?!»…«…la mia
parola!!»…«Perché mai dovrei
credere solo
sulla parola, finora che garanzie mi hai dato? Io non credo
più
alla tua parola N’Emo…SEI UN
BUGIARDO!!»…«Guilmon…!!»
si
incrociavano i loro sguardi, infiammati dal sole…
…che
penetrava accecante nell’ingresso in chiaroscuro, mentre
Cindermon narrava a tutti, ma in particolare a lui che le teneva la
mano «Guilmon…è…
…rimasto vittima di un raggiro di tuo fratello: lui gli ha
detto…
…che tu sei morto!»
Takato si
portò le mani alla bocca, e scosse il capo
«Noo…»…«P-Per
questo lui è
diventato…t-tirannico, e malfidato! I-Io ho cercato di
parlargli
ma…h-hanno fatto scoppiare la
rivoltaaa!!...c’erano
Digimon furibondi in ogni angolo, s-se siamo vivi è solo per
miracolo!»
Gli
sguardi di tutti erano increduli…e si incontravano di
continuo…
«L-Lui è andato via prima di me, non sono riuscita
a
convincerlo in tempo, mi dispiace!! Io ci ho provato, m-ma…i
rivoltosi mi hanno fermata! La sola cosa che ho potuto fare
è
stata quella di…a-agevolar…loro la
fuga…insieme
abbiamo lottato e ci siamo aperti una vita. Altrimenti lo avrebbero
preso…e sarebbe stata la fine…»
Takato tacque con le mani a coprirgli la bocca…ma poi queste
caddero «Vuoi dire che tu lo hai
salvato…?»
stringendole le braccia, poi prendendole più intensamente la
mano «Tu hai salvato…Guilmon, e N’Emo,
hai protetto
mio fratello e il mio Digimon?!!» Cindermon gemeva con le
lacrime
agli occhi «I-Io avrei voluto riportarteli, ma non ci sono
riuscita!!»…«Ahh!!...tu…mi
hai riportato la
gioia!!»
Gli
altri erano commossi, nel vedere il suo pianto di
felicità…
«Tu li hai
allontanati dal pericoli, hai permesso loro di vivere ancora! Ah
grazie…!!...grazie, Cindermon! Grazie, io…non
potrò mai ringraziarti abbastanza…t-tu hai
compiuto un
miracolo!» piegando il viso sulle ginocchia di lei
«Hai
restituito speranza alla mia vita…c-che sia benedetto il
giorno
in cui sei venuta da me!!»
«Takato…» mormorò lei con un
filo di voce, e
gli accarezzò i capelli. La bandana pendeva ancora dalle sue
dita dallo smalto scrostato…
I domatori
e i Digimon si guardavano, nei loro occhi c’era speranza, ma
anche preoccupazione, che Rika espresse con Renamon
«…è terribile quello che è
successo: povero
Guilmon…» e Ryo rivolto a Cyberdramon
«Dobbiamo
assolutamente scoprire dov’è diretto.»
Terriermon
sulla spalla di Rea pronunciò assorto
«Guilmon…amico mio, dove ci ha condotti il
destino.»…«Sono sicura che sistemeremo
ogni
cosa…» sussurrò dolcemente la ragazza
sfiorandogli
la zampa.
Cindermon
sorrideva lieta, il suo viso segnato era carezzato dal sole
«…Takato, sono così…felice
di
rivederti…» (fine-canzone)
Sul volto in
parte coperto di Guilmon invece c’era solo una contrazione
rabbiosa, mentre avanzava verso N’Emo che indietreggiava
«Dove conduce tutto questo irrisolvibile e maledetto
intrigo?!»…«G-Guilmon
calmati!»…«E osi anche dirmi che devo
calmarmi?! Io
non posso più calmarmi, più!! Tu mi hai
reso…UNA
CREATURA DISORIENTATA, SENZA APPIGLI A CUI AGGRAPPARSI! Ora ho perso
tutto…il castello, il dominio, dimmi! Cosa mi rimane, cosa
potrebbe fermarmi dal fare un gesto
estremo?!»…«Vuoi
ammazzarmi?!!...non ci riusciresti…»
mormorò
N’Emo con tono di sfida, ma Guilmon ghignò
«E come
fai ad esserne tanto
sicuro…?»…«…perché…
…PERCHE’ SEI UN VIGLIACCO! Ecco cosa sei!! E
l’esperienza al castello lo ha dimostrato, non sei stato
capace
di conservarti il potere, non lo sei stato in grado di proteggermi
degnamente come avrebbe fatto un vero Digimon di valore col suo
domatore! Non sei stato capace…DI BATTERE CINDERMON, di
ucciderla, acquisirla!! Di farle mangiare la
polvere…l’hai
mangiata tu al posto suo e sai perché? Perché in
quella
tua testa…da zuccone digitale senza voli e ambizioni ancora
non
riesci ad accantonare il passato!! Non mi interessano tutti gli stupidi
dubbi che ti fai sorgere nel puerile tentativo di modificare il corso
degli eventi, benché Cindermon per tirare acqua al suo
mulino
affermi una serie di cose tutte puntualmente previste, Takato
è
morto…E’ MORTO, E’ MORTO!! E’
morto in quel
terremoto…E NON TORNERA’ MAI PIU’ DA
TE!!»…«GRIDALO UN PO’
PIU’ FORTE!! E
mostrala, una buona volta, tutta la tua gioia! Ecco, era quello che
voleva difendere la memoria di un membro della sua
famiglia!»…«La mia gioia…?
Vuoi la mia
gioia?! E ALLORA ECCOLA, SENZA RISERVE!! Tanto se tu hai perso tutto a
me cosa rimane?!! Io possiedo ancora meno cose di te benché
tu
non riesca ad accorgertene!!»…«Che cosa
vuoi
dire…?!» Guilmon assottigliò il suo
occhio, ma
N’Emo incalzò «Vuoi la mia
gioia…? Ebbene
sì, sono GIOIOSO! Non c’è nulla che mi
allieti di
più del fatto che tu e Takato…siate separati,
distanti!!
Perché lui è morto…e tu sei vivo,
disgraziatamente
sei vivo!!»…«Beh, potrei sempre fare una
scelta
drastica. Che so. Lanciarmi, tanto per fare un esempio,
all’interno di un paradosso digitale: mi folgorerebbe
all’istante, così di sicuro i miei dati si
disperderebbero
e la mia anima raggiungerebbe
Takato…»…«Tu
provaci…»…«Uhm?!»
il Digimon lo
fissò…
…e
N’Emo scandì con subdola soddisfazione
«…non
ci riusciresti, perché sei un vigliacco. Moriresti dalla
paura!!»…«Non ti consiglio di
sottovalutare la
risolutezza di chi ha perso tutto.»…«So
di cosa sto
parlando!!...
…tu ora
sei sicuro di te, ma poi tutte le creature vive di fronte alla
morte…tremano, e sbigottiscono! C’è
solo una cosa a
cui tieni di più che al tuo amato e compianto
ex-domatore…LA TUA
VITA!»…«…equivochi!!»…«Cosa?!»…«IO
TENGO PIU’ A TAKATO!» confessò il
Digimon con
lacrime di rabbia nel suo occhio, facendo contrarre il volto del
pallido ragazzino «…senza di lui…e
senza dei cari
amici a volermi bene come i miei di allora…la mia
vita…» volgendogli le spalle
«…che valore mai
potrebbe avere? E’ soltanto…una cosa. Un fattore
informatico, un insieme di dati. Noi Digimon possiamo essere questo o
creature viventi in alternativa…ma credimi
N’Emo…» tornando a
guardarlo…ed abbassandosi
il cappuccio così da non fare più mistero del suo
occhio
squarciato «…a fare la differenza sono i
sentimenti, i
legami. Gli affetti. In una parola…l’amore. In una
parola…ciò che ho perso. Esattamente come
quest’occhio. Tu non mi vuoi bene veramente.»
N’Emo
boccheggiò «…i-i-io ti ho portato al
potere!!!...
…Takato
non ha mai fatto niente di tutto questo!!! Io ho fatto in
modo
che i Digimon ti chiamassero SUPREMO, Takato non si è mai
interessato di questo!! Ha permesso ai suoi amici di giocare con te
come fossi un pupazzo, ti ha reso una marionetta ridicola quando io ti
avrei fatto essere grande e pauroso, ti avrei reso in grado di far
tremare tutti i Digimon, ALLORA…dimmi una buona volta, che
cos’ha il mio amore in MENO di quello che ti offriva
Takato?!! Io
credo semmai che abbia qualcosa in più!!»
«Tu mi hai
voluto bene come un Digimon. Takato mi ha voluto bene come una
persona.»
N’Emo indietreggiò, pervaso dallo
sgomento…
«E
comunque…io quel giorno sul carrello assieme ai suoi amici
mi
sono divertito. Mi piaceva più quello…che
spaventare gli
innocenti.»…«Ah!»…«Preferivo
mille voci allegre a chiamarmi col mio nome…piuttosto che
mille
voci fredde e impaurite a chiamarmi
“Supremo”.»…«Ahh!»…«Preferivo…
…il calore di
un abbraccio…rispetto al gelo di un brivido. Nonostante
tutto,
nonostante tutto quello che è successo...»
smarrendo il
suo sguardo dimezzato nell’alba
«…preferisco ancora
il sole. Questo sole. Alle tenebre.» e N’Emo vi
legò
il concetto «…Takato a me…»
pronunciato in un
sussurro…
…per poi esplodere «NOOOOOOOOOOOO!!!»
(canzone: Mariah
Carey - Bringin'on the heartbreak)
con una tale rabbia che Guilmon si volse di scatto «Allora
non
è servito a niente imbarcarsi in tutto questo, dare fondo
alle…!!...ultime forze rimaste per riabilitare la tua MISERA
VITA! Da Digimon eroico eri divenuto un…RIFIUTO DIGITALE che
stava a rammollirsi in un villaggetto sbullonato, anno dopo anno, nel
rimpianto irrisolto per quell’insulso terrestre! Non
è
servito a niente strapparti da quella vita per concederti una seconda
possibilità!»…«…quella
vita non mi
dispiaceva dopo tutto: è vero, era triste e malinconica!! Ma
ora
scopro che non avrei mai dovuto lasciarla…almeno potevo
svegliarmi e addormentarmi rivedendo il ricordo di lui spoglio
dall’ombra distorta di qualcuno che gli
assomiglia…e che
non sarà mai uguale!»
N’Emo tremava di
rabbia, portava le mani ai suoi capelli e sembrava quasi volerseli
strappare «Grrr…i-io…!!...h-ho voluto
interpretare
i tuoi desideri, erano quelli di un disperato!! O-Ora mi accusi per la
mia somiglianza con lui?! MA SE ERA PROPRIO QUELLA IL PERNO DEL PIANO!
C-Come ragionate voi esseri viventi?! I-Io…trovavo fosse
semplice, la cosa! T-Ti manca…?!» avanzando con
passo
tremante «…e-eccolo!» alludendo a se
stesso aprendo
le braccia «La vita te lo ha restituito! F-Fai un
po’ di
sforzo, non saranno solo degli sciocchi capelli neri e un colorito meno
spiccato!»…ma lo sguardo di Guilmon era distaccato
ormai…«Ho tutto quello che poteva servirti per
sentirlo
accanto, del resto…i-il sangue non è poi roba
così
da niente! Io e Takato siamo quasi due gocce d’acqua,
guardami
meglio se non ci credi? Sono lui! Bambino…amante dei
Digimon…sognatore di mille giochi e combinazioni
incredibili!»…«Ti sbagli, non
c’entra niente!
E trascuri un sacco di
cose!»…«Ahh!»…«Quella
figura
ormai…
…non
esiste più, è mutata in un'altra: adulto, ha
mille nuove
passioni, i suoi sogni sono miscelati a tante nuove consapevolezze, che
gli sono state concesse dalla crescita! Questo è il Takato
che
c’è nel mio cuore e nella mia fantasia: tu sai
ricalcare
una figura simile? Temo proprio di no. E anche se ci provassi non ci
riusciresti: Takato è unico. E lui era il primo a sapere
dell’unicità di ogni essere
vivente…»
enunciava di fronte agli attoniti occhi del ragazzino simile a Takato
«...ha dovuto scoprirlo affinché
biodigievolvessimo
insieme, persino dinanzi alla rivelazione che ero un file informatico
all’infinito riproducibile Takato ha accettato
l’intangibile verità che come me c’ero
solo io.
Certo…e la vita lo ha confermato: provare a negare, ora, che
questa storia, questo volto…
…questo occhio mancante, questa cicatrice!...
…e questo
cuore illividito sono solo miei. La sofferenza…non si
sconfigge
con l’illusione: se si perde qualcosa…la si perde
per
sempre! Né l’informatica…né
la
falsità ci aiuteranno a riavere indietro quello che il
destino
ci ha sottratto. Leomon è morto…
…cadde davanti ai miei occhi…»
raccontò
guardando il sole tra le alture, dove rivedeva l’immagine del
vecchio amico «…e la piccola Jeri che non vedo da
anni di
sicuro ben saprà che nessuno potrebbe mai sostituirlo.
Iniziò allora ad elaborare il lutto, fu dura e lo testammo
tutti…ma fuggire alla realtà portò
alla crescita
smodata del D-Reaper! Io spero che adesso sia giunta al termine del
cammino…e conviva in pace con le sue perdite, è
così per tutti! Ho fatto male a fidarmi di te, ti ho seguito
per
vigliaccheria…» chinando il capo
«…e come i
cloni creati dal D-Reaper...l’abbandonarsi
all’illusione ha
creato il “Supremo Guilmon”…ma allo
stesso modo
malvagio! E senza una volontà se non quella di obbedire
cieco
agli ordini di un processo distruttivo. Ora capisco meglio Jeri. E
tocco con mano…
…la straziante agonia in cui ci precedette tutti
quanti!!»…«Questo vuol
dire…che il tuo
è un addio?!»…«E’
proprio così.
Non posso più seguirti N’Emo. E’ costato
un
prezzo…» volgendogli le spalle
«…già
fin troppo alto.»…«...che tu sia
maledetto…»…«Uhm?!»
si volse appena
Guilmon. E il ragazzino tuonò «MI HAI
SENTITO?!...CHE TU
SIA MALEDETTOOO!!! Io ti maledico, Guilmon! Ti maledico, sì,
per
averlo amato!! Ti maledico…
…p-per esserti fatto guidare lungo il cammino da un simile
sentimento!»…«Questo non è
giusto!!»
declamò il Digimon in un eco soffocato dei suoi valori di un
tempo «I sentimenti sono il diritto di ognuno di noi e
soprattutto…quelli preziosi tanto da durare una vita
intera!»…«Una “VITA
INTERA”…IO
SPERO CHE TU NON CE L’ABBIA, CHE TI TROVINO E CHE TI
AMMAZZINO,
COLORO A CUI HAI FATTO DEL
MALE!»…«Può darsi
che sarai esaudito. Ma sarà troppo tardi ormai:
l’affetto
per Takato mi ha guidato fin qui…
…nel bene
e nel male ha scritto la mia storia.» disse Guilmon
risistemandosi il cappuccio «Nel male almeno sono capace di
scriverla anch’io!! E sai che ti dico?! Che se ora avessi di
fronte a me carta, e matita, traccerei la sagoma di te morto!
Sììì!...e con il colore rosso
dipingerei il sangue
a terra…calcando tanto da non avere più colore
per
dipingere il tuo corpo, vorrei vederti pallido! Gelido…
…vi ci
vorrei vedere entrambi, anziché il disegno di un Digimon
potente
il disegno di due morti, insieme!!»…«Mi
faresti un
favore, in quel caso. I tuoi disegni hanno forse qualche potere,
N’Emo? Quello di Takato mi ha dato la vita: tu potresti forse
esaudire il mio desiderio, e riportarmi indietro alla sua morte
così che potessi essere finalmente con lui?»
Ancor più inorridito, il ragazzino si
spremette…ed
allungò le sue ombre fino a falle emergere «AHH,
NON
SARANNO I DISEGNI MA LA REALTA’!! LADYMERAMON,
PINKMONZAEMON!!»…«Eccoci
padrone…!»…«Che cosa
desideri…?»
«Uhmf!» indietreggiò Guilmon, e
N’Emo vi
puntò il dito contro «Attaccatelo, ACQUISITELO!!
Questo
Digimon deve morire…»
«Ma
tu sei pazzo, lascia andare queste due Digimon!!»
esclamò
Guilmon, ma N’Emo tremava «Niente affatto, loro mi
appartengono, sono creature
fedeli!!»…«Le hai
trattate alla stessa maniera, hai fatto loro il lavaggio del cervello!!
Io le conosco, queste Digimon!!...avevano anche loro dei sogni ma
siccome hanno avuto meno affetti di me alla fine hanno ceduto, e ti
hanno consegnato la loro
volontà!!»…«Sarà
compensata con i tuoi
miseri dati da
spartirsi…GUILMON…l’affetto che ho
provato per te si trasforma in odio!! Ti auguro ogni male, e spero che
voi due non vi riuniate mai, MAI! Almeno finché io
sarò
in circolazione non vi sarà mai permesso di essere felici,
LA
MIA OMBRA VI PERSEGUITERA’ ENTRAMBI!!» scappando in
lacrime, mentre Guilmon «Uhmf!!» dovette balzare
per
schivare gli attacchi «LadyMeramon! PinkMonzaemon!
Fermatevi!!» ma iniziarono ad inseguirlo «Per te
è
finiiita…»
N’Emo scappava senza una meta «Ti odio,
Guilmon…» (fine-canzone)
«Guilmon…» ripeteva Takato fra le
lacrime
«I-Il mio
Guilmon…”Supremo”…di un
palazzo…
…t-temuto da tutti i
Digimon…Guilmon…!...n-non
riesco ancora a crederci, a immaginarlo! Ma è
stato…è stato N’Emo, perché
lui gli ha
detto…lui gli ha detto…che io non c’ero
più!
Che ero morto, così sicuramente il mio…Guilmon si
è sentito disperato e…si è imbarcato
per una
strada…così perversa, oh povero Guilmon!!...p-per
quanto…la mia mente abbia vagato in questi anni non mi sarei
mai
potuto immaginare una storia simile!» asciugandosi gli occhi
«M-Ma lui non è cattivo, non è colpa
sua, lui lo ha
fatto solo…p-perché mi vuole bene,
perché lui si
è sentito…tanto indifeso senza di me, aveva
bisogno di
qualcuno che lo proteggesse e invece…!!...è
rimasto
completamente solo…»
Quel
momento evocava tanta emozione nei presenti…il
più
commosso inaspettatamente era Ryo, che guardava Takato pieno di
malinconia e tenerezza. E Cyberdramon accanto a lui lo fissava,
cercando di strappargli quei pensieri che non lasciava andare, come
invece faceva per quelle lacrime che si lasciava cadere dagli occhi,
come per conservarsi l’orgoglio di aver pianto per qualcosa,
più in là.
Anche Terriermon
era molto scosso, e premeva il suo viso sulla guancia di Rea che gli
carezzava la zampetta…mentre Lopmon accanto a lui sulla
spalla
di Suzie tendeva il suo orecchio per toccarlo, e intanto diceva
«…povero Guilmon…se ci fossimo stati
tutti quanti
attorno a lui a proteggerlo a quest’ora…sarebbe
qui, con
noi! E nessuna di queste brutte cose sarebbe
accaduta…»
Riley e Mitsuo
non dicevano nulla, ma lui sospirava e incrociava le braccia e lei lo
guardava. Le rivelazioni appena ricevute si mescolavano alla
preoccupazione per il ragazzino a cui erano affezionati. Mentre Takato
accennava «A-Allora…era vero, Guilmon era
seriamente quel
Digimon che Kazu aveva visto, K-Kazu!...uh?
Dov’è…?» e Suzie gli rispose
pacatamente
«…Kazu è andato via assieme a
Kenta.»…«Come…?»
restò dubbioso
Takato, e Rika spiegò, non spoglia da incertezza
«Sembra…che MarineAngemon abbia fatto una
scoperta, non ci
ha detto cosa…» rivolgendosi poi ai lì
presenti
Renamon e Imagomon, a voce più bassa
«…effettivamente è molto
strano…io li
conosco abbastanza da poter affermare…che sono tipi di cui
ci si
può fidare: non gente che abbandona la squadra a un passo
dal
momento cruciale…» Imagomon confermò
«Avverto
vibrazioni che mi rendono inquieto, percepisco…il pericolo
di
una disgrazia!»…«Ahh! Dici davvero
Imagomon?!»
chiese la moglie, e Rika «Là dove sono Kazu e
Kenta,
assieme a Hideki…?!» Imagomon spiegò
meglio
«Kenta è guidato da uno spirito non
positivo…» lasciando allibite le
ascoltatrici…
…mentre
Kenta volava a bordo di una MarineAngemon dagli occhi
pensierosi…la sua espressione era ferrea e decisa, e con la
coda
dell’occhio guardava Hideki, che era con lui…e che
si
concentrava, mentre attorno a loro iniziavano a volare cariche, come
comete. Ed il vento si faceva più intenso…
«…ma Kazu giunge a suo seguito come una forza
riequilibrante: dobbiamo avere fiducia in loro! Riusciranno a risolvere
i loro problemi!» illustrò Imagomon…
…mentre Carermon si faceva dietro a MarineAngemon,
penetrando
senza paura in quel vortice dai confini insondabili…lo
animava
la forza attinta dagli scenari che attraversavano il suo corpo di vetro
scuro, e l’ottimismo conferitogli dalle armi applicate alle
sue
braccia, la scopa piumata a sinistra, l’artiglio a
destra…
…il
suo bavaglio, che era il giallo e consumato telo volato dal tetto di
una casa, ora ritornava a ondularsi lungo il vento battente…
Rea
intanto si piegava su Cindermon «…non è
il caso che
tu combatta in questo stato.» carezzandole il viso e
sorridendole
«…ti sei già fatta
valere…più che
eroicamente: quello che hai fatto è stato
mirabile…ti sei
gettata nel pericolo senza guardarti indietro…per
riconsegnare a
qualcuno a cui tieni molto gli affetti di tutta una vita. Vorrei tanto
essere come te. Noi però ti abbiamo vista…sei
apparsa sul
video, splendida…come i tuoi propositi. Ci hai fatto
emozionare.»…«C…Come
dite…?» e
Suzie confermò «Oh, Rea ha proprio ragione! Ti
abbiamo
vista, Cindermon…ci hai tolto il
fiato…»…«M-Mi avete
vist…no, io dicevo
c-circa questo fatto che non posso combat-AHHH!» ma Takato
intervenne prendendole le mani «Guarda che Rea ha
ragione!...è imprudente che tu venga con
noi…»…«…ma
Takato!! M-Ma ti rendi
conto di quello che stai dicendo…? Noi stiamo andando a
salvare
Henry!!» Lui però scosse il capo «Tu non
puoi venire
in queste condizioni.»…«…! Ma
io posso
combattere!!» insistette lei «Io voglio venire,
voglio
lottare, voglio aiutarti a recuperare i tuoi amic-ahhh!» Rea
però disse «Cindermon hai già fatto la
tua parte:
ti ringrazio…ma non devi preoccuparti. Anzi, posso affidarti
Benji? Se restasse con te sarei più tranquilla! Henry ha
gia…abbastanza persone che desiderano il suo ritorno, e che
per
questo lotteranno…con tutte le sue forze. Posso
assicurartelo.»…«Anch’io!»
disse
Terriermon, e Suzie «Anch’io!! E Kazu mi ha
affidato il
comando della squadra finché non tornerà,
perciò
io decido…che tu non verrai a prendere parte a questo
combattimento!» con tanto di dito puntualizzando
«M-M-Ma
comeee?!!» al che Suzie fece la voce grossa «Oh,
niente
storie!!» ma poco dopo si rese conto
«Ops!» e Lopmon
le sussurrò «Suzie andiamo non
c’è bisogno
che entri nella parte del sergente severissimo!» Rea
scherzò «Comunque a un ordine così
avrebbe obbedito
chiunque!»…«Scusate ragazzi! Uhmuhmuhm!
Mi sono
lasciata prendere la mano…»
Takato le
parlò con persuasiva dolcezza «Cerca di essere
collaborativa, ora…è impossibile, non saresti al
pieno
delle forze. Capisco che adesso è il mio momento di farmi da
parte come domatore: ho fiducia che i miei amici riescano a salvare
Henry, io resterò qui con
t-»…«No!» lo
bloccò lei decisa, anteponendo la mano
«Cindermon…»…«Takato
è inutile:
senti, io…sono disposta ad accettare la mia resa
d’accordo, ci---mancherebbe che vi facessi perdere la
battaglia
intromettendomi a forza!
Fiùùù…anche se mi
scoccia quanto mai capisco che devo starmene buona e ferma,
però
tu ci vai non ci sono santi!»…«Ma
io…senza di
te…» replicò lui un po’
incerto, e Cindermon
«Henry deve vederti…
…devono esserci…tutti i suoi amici accorsi per
salvarlo
di fronte ai suoi occhi, basta con i conflitti, basta con le
separazioni!...
…ho sentito bruciare vicino alla mia pelle il loro
fuoco…ho preso una decisione, sai?!...da adesso in poi
niente
più botte di testa e fine con l’egoismo e le
pretese! Da
questo momento…io decido per il bene degli altri, sono la
principessa di Digiworld, mi sembra giusto, no?! E per
questo…io
DE-CI-DO che tu Takato vai da Henry con gli altri, non importa se stai
in panchina…» Il ragazzo taceva, e non smetteva di
guardarla, e di ascoltarla «…e poi…non
è mai
detto che…» smarrendo altrove lo sguardo
«…che a un certo punto Guilmon non ti raggiunga e
che
torniate a combattere assieme, magari alla fine sono riuscita a
convincerlo con le mie
parole…»…«Ahh!»
il ragazzo sussultò, e si portò la mano al petto
come chi
non si aspettava un cambiamento così improvviso
della
propria vita, un ritorno così drastico del proprio passato
«Passaggio di staffetta…Cindermon esce, Guimon
entra. Ci
può stare, no?» scherzò lei ma seria in
volto e
intensa nello sguardo, mimando il gesto della mano alzata che i
giocatori si sfiorano per scambiarsi di posto. Rika intervenne
«Tu però non puoi rimanere da sola!» e
Renamon
«Rika ha ragione, siamo pur sempre bersaglio dei nemici,
è
più saggio che qualcuno resti con
te.»…«Io!» si offrì
qualcuno
«Imagomon…» disse Renamon, e il Digimon
parlò
«Sono il più indicato, non avendo un domatore da
quando
Alice…ha lasciato il gruppo: per altro mi chiedo se per caso
non
sia stato perché non sono stato
all’altezza…della
sua fiducia, permettetemi di riscattarmi, e di proteggere
Cind-»…«No!» si oppose di
nuovo Cindermon,
dichiarando «Siete già in netta
inferiorità
numerica rispetto alla formazione che il nemico si aspetta: io posso
restare da sola, è bene che il nemico si trovi di fronte
quanti
più Digimon possibile. Non puoi digievolvere
perché non
hai un domatore? Non importa, dai una mano dalle retrovie. Ma il tuo
posto è lì! Accanto a tua moglie per proteggere
il tuo
mondo. Io…a-ahhh!»…«No, non
sforzarti!»
accorse il suo domatore, ma lei «Non preoccuparti
Takato…sono solo ferita e un po’ ammaccata, non
sono
né paralitica né in punto di morte. U-Un bel
bagno
caldo…poi mi infilo dentro al letto a riposare un
po’ e
quando mi sveglio voi siete tornati, tanto sono certa che ce la farete
a salvare Henry. E-E se ho bisogno di qualcosa chiedo a Knightmon e ai
MudFrigimon, il castello è pieno dai! Non sono
sola.»
allontanandosi lungo il corridoio, appoggiandosi alla parete
«Sicuro che non ti serve una spalla?!» chiese Ryo,
ma lei
senza neanche girarsi rifilò uno spiccio «Tutto
sotto
controllo!» deglutendo senza che nessuno la vedesse, per
quell’enorme sforzo fisico e morale…
…nessuno
dei ragazzi e dei Digimon lì presenti era del tutto
tranquillo.
Ma Cindermon in quel momento sembrava rifiutare categoricamente
qualsiasi obiezione, e tenere soltanto a che tutto fosse inordine.
Quando Takato «Cindermon,
aspetta!»…«Mmm, non
ti fidi Takato…? Ti ho detto, è tutto ok,
va!»…«No! Non è che non mi
fidi: ci
mancherebbe! Dopo tutto ciò che hai
fatto…»
sfiorandole il viso in una carezza, per qualche istante si guardarono
ma poi lei tagliò corto «Guarda che era anche casa
mia
quella, dovevo far luce
sull’accaduto!»…«Non
mi riferisco a questo, parlo…
…di
tutto l’interesse, e la premura che hai dimostrato verso la
mia
vita, e i miei amici! Verso la mia
causa…»…«Che
fai…?»
accennò lei con un mezzo sorriso
«…riprendi a
parlare come all’inizio, come se fossi un’estranea
disinteressata a tutti i fatti che avvengono qua in mezzooo?»
alludendo con rotazione del dito al loro circondario, ma Terriermon
balzò a terra e li raggiunse «Ha ragione Takato,
Cindermon! Noi tutti…ti siamo debitori!» seguito
dagli
altri, di cui Renamon parlò «Guilmon è
nostro
amico, e tu lo hai protetto per tutti noi. Grazie.» e lei
«Ahhh!!...finitela!» al che Takato si volse verso i
compagni «Piuttosto stavo pensando a Jeri…aveva
detto che
sarebbe tornata per l’alba, ma finora non si sono visti
né
lei né Beelzemon, sarà successo
qualcosa?» chiese
tradendo un po’ d’apprensione, e al nome di
Beelzemon il
capo di Renamon si piegò. Ma i suoi occhi si spalancarono
all’udire le parole di suo marito «Jeri avverto che
è sulla via del ritorno, ma lei e Beelzemon hanno
preso…strade
diverse!»…«Cosa?!» fece
Takato, e Imagomon disse «Pazienza, Takato: a poco a poco
tutto
si chiarirà. Nel frattempo è bene precederli da
Henry.»
Sebbene Takato
fosse titubante, e in fondo al cuor suo preoccupato per la ragazza
nonostante le predizioni di Imagomon, si volse verso la sua Digimon
«Cindermon, ascolta…posso chiederti un ultimo
favore? Se
dovesse tornare Jeri a cercarci…potresti
dirle…che siamo
dovuti andare, che ci dispiace!! Ma che aspettiamo il suo
arrivo…e anche che…!!»
accennò come se si
trattasse di una cosa per lui molto importante, ma poi si
ritirò
«Allora, Takato…? Beh, continua! Che altro volevi
che
dicessi a Jeri?» Lui fissò gli occhi azzurri di
lei, ma
poi pacatamente abbassò il suo sguardo «No,
niente, lascia
perdere. Ah, lo sai?...poi...mia madre mi ha scritto, ho trovato una
sua lettera nello
zaino!»…«Ah!!...» Cindermon
spalancò gli occhi emozionata…ma poi
accennò un
lieve sorriso «Hai visto…? Non avrebbe potuto
lasciarti
partire senza dirti ciò che prova per te, da lei me lo
aspettavo.»…«Già…non
avrebbe
potuto…» accennò il ragazzo con uno
sguardo di
discreta tenerezza, e Cindermon volle spezzare chiedendo «Beh
allora che ti ha detto?! Scritto intendo, nella lettera!» Lui
la
guardò…e rispose «…cose
meravigliose! Che
solo un cuore come il suo poteva
provare.»…«Beh!...dato già il
fatto che lei
ha fatto te stiamo a buon punto, eh!» scherzò un
po’
lei, dopodiché esortò «Su su,
forza!» e
Takato «D’accordo…ti prometto che
torneremo
vincito-» e stava per raccogliere la sua bandana dalle mani
di
Cindermon, ma lei si ritirò d’impulso
«No!»
lasciandolo colpito…sicché sussurrò
«…io vi lascio andare, non trattengo nessuno.
Però
questa lasciamela, ok…? Mi sembrerà in questo
modo…ti poter lottare con voi anche se non sono
materialmente
presente. Ti dispiace…non
indossarla?»…«…ma
figurati…» le
sorrise lui «…tienila pure quanto vuoi.»
sicché si allontanarono…
…lei li guardò incedere verso il cancello
d’ingresso, nella luce dell’alba digitale, che
accese il
colore della bandana rossa tra le sue mani…così
si
ripeté le parole che aveva pronunciato riguardo alla lettera
«Non avrebbe potuto lasciarti partire senza dirti
ciò che
prova per te. Tua madre no, Takato…ma io sì. Io
posso. Io
devo…» avanzando sulla scalinata stringendo i
denti,
gradino per gradino…
(canzone: Valerio
Scanu - Can't stop)
Ma ignorava che dalla cima delle scale si affacciava qualcuno: una
ragazza avvolta in un lenzuolo, dallo sguardo incredibilmente serio che
puntava dritto su di lei.
Raffiche di cuori e
lingue di fuoco piombavano su Guilmon, che balzava
all’indietro
sul suolo argenteo di Digiworld
«PinkMonzaemon!...LadyMeramon!!...
…una buona volta: ascoltatemi!!»
Ma le due Digimon
«Uoahahahahahah!»…«Uhmuhmuhmuhmuhm!»
sembravano scatenate.
«Siete dalla parte
sbagliata! Ahhh!!...N’Emo vi inganna, non è il
vostro
padrone! Ha raggirato anche me, e mi ha fatto commettere una serie di
cose di cui poi mi sono pentito!!...
…noi Digimon
non siamo fatti per obbedire a un sovrano, siamo creature
libere!» ma LadyMeramon rispose «Noooi obbediamo al
nostro
sovrano…perché non ci resta aaaltro altrimenti
nella
vita!!» bersagliandolo a colpi di collana
«Ahhh!!...questo
non è vero!» esclamò il draghetto, e
PinkMonzaemon
chiese con la sua voce tubolare
«Perché…? Tu che ne
sai? Che ci resterebbe?»…«Ahh! Vi
restano…
…i vostri
ricordi!! Che sono il vostro
orgoglio!»…«…ricordi?»
chiese
PinkMonzaemon, e LadyMeramon «Ignoro il significato di questa
parola!» ma Guilmon insistette «LadyMeramon,
sforzati di
ricordare! Tuo marito è morto dieci anni fa,
perché
travolto da un branco di feroci Jagamon! Io ero presente con Takato, ho
visto tutto ma questa…è-è la prima
volta che ho
modo di dirtelo, finora al villaggio non mi hai mai avvicinato
perché mi ritenevi un Digimon sporco…e-e non al
tuo
livello, ed io non mi sono mai impegnato a vincere la tua diffidenza
perché…mi rattristava ricordare quei giorni
felici! A me
e ai miei amici dispiacque tanto per lui!!» LadyMeramon
lasciò andare di colpo la collana che cadde a
terra…
…il filo
si spezzò e le perle rotolarono giù dal dirupo
sul ciglio
del quale si trovava Guilmon…
«Mio
marito…» la Digimon si portò al capo le
sue mani
infuocate, e Guilmon insistette «E tu, PinkMonzaemon!
Tu…avresti sempre desiderato di sposarti e di formare una
famiglia…ed avevi un corteggiatore al villaggio!! Io lo
conoscevo, era un distinto WaruMonzaemon, e voleva cambiare
nonostante fosse un tipo virus! Ma era…troppo timido e
tormentato per i suoi trascorsi, con me si confidava ma io non ho fatto
niente per farvi incontrare perché…!
Perché…» chinando il capo
«…mi veniva
in mente che non avrei potuto aiutare Takato a far colpo su una ragazza
che gli piaceva, né lui avrebbe potuto aiutarmi in amore
perché era lontano! Così…ho lasciato
perdere,
SI’ LO SO! Ho fatto un sacco di sbagli, lasciandomi
sopraffare
dalla mia nostalgia ho spesso trascurato i problemi di chi mi era
attorno, ma ora non vale la pena che per colpa mia,
voi…rinunciate a ciò che pur non realizzandosi ha
sempre
animato i vostri sentimenti!! Io non voglio questo, riprendetevi!!
Riprendetevi la vostra identità, riprendetevi chi
eravate…!!» scandì il Digimon
coraggiosamente…mentre PinkMonzaemon sbatteva le palpebre
«I-Il mio sogno…» e le sembrava di
rivedere
l’ologramma della mai raggiunta famiglia felice…
…mentre
il suo ultimo cuore elettrico si adagiava lento a terra come una foglia
d’autunno…ma spargendo la sua energia sul terreno
lo
crepò ulteriormente «N’Emo non
può tenere
stretti i vostri ricordi più
preziosi…PinkMonzaemon, tu
sei ancora in tempo a rintracciare quel Digimon! E tu LadyMeramon sei
ancora in tempo a portare fiori a tuo marito! Questa volta
però
puoi portargli anche…
…u-un dolcetto
da parte mia! Beelzemon mi ha insegnato a farli, io sono negato in
cucina ma quelli sono l’unica cosa che mi riesce!
Perdonatemi, vi
prego! Io…n-non volevo essere così
egoista…»
«PinkMonzaemon!...è incredibile,
all’improvviso mi
ricordo tutto!! Cosa ci facciamo
qui?!»…«E
tu?» si rivolse PinkMonzaemon a Guilmon «Tu non sei
ancora
in tempo per
qualcosa…?»…«Io…?
“In tempo”…non lo so!» e
guardando LadyMeramon
ipotizzò «Forse…una
tomba…?»
ripensando a quella di Takato, vista nel display di un cellulare. Poi
guardò PinkMonzaemon «Forse…un
amore…?» ripensando alle tante espressioni del
volto di
Cindermon, ma sentiva le sue sicurezze creparsi come il terreno sotto i
suoi piedi «N-Non lo so, è tutto così
confuso, il
destino è solo…un groviglio misterioso!
AHHH!» ma
la roccia si infranse.
«GUILMOOON!» esclamarono le due
Digimon…ma senza
l’ausilio della collana di LadyMeramon non riuscirono ad
afferrarlo…
«AAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH!!!»
Guilmon precipitò dal dirupo…(fine-canzone)
Con
il sole negli occhi, e alle spalle il castello in chiaroscuro, Takato
si promise «Guilmon…
…io giuro solennemente sul sole della mia vita…
…sul sole di Digiworld, che ha incantato tanti
bambini…io
giuro che ti ritroverò e noi cresceremo insieme, noi ci
siamo
incontrati per diventare adulti insieme! Io ti tirerò fuori
dall’incubo, Guilmon…»
…mentre sullo sfondo echeggiava la voce dei suoi compagni, e
Ryo
segnalava «E’ incredibile! Quello che arriva
è
proprio…un fascio fatto da noi! D-Da voi cioè,
figurati
io non ho fatto niente, tutto merito degli esperti
tecnologici.»…«Proprio
così.»
rispondeva Rea, e Ryo «Ma è il primo?! In tutto
Digiworld?! Io credo sia il primo, nella storia!»
«Il primo,
nella storia…» si ripeteva Takato «Io
sarò il
primo nella storia, se necessario…» mentre il
vento faceva
volare i suoi capelli, e regalava nuova speranza a quegli occhi che
avevano pianto tante lacrime da rimanere visibilmente segnati, ma
ancora belli «…il primo che salterà il
confine,
come si salta all’interno di un fascio
teletrasportante…al
di là dell’età…al di
là del tempo, al
di là della vita, io sarò ricordato come quel
Digimon
Tamer…che ha solcato il mondo digitale in lungo e in largo
per
ritrovare il suo Digimon! Il suo amico d’infanzia
adorato…
…io ti tirerò fuori dall’incubo che ti
ha
inghiottito, che ci ha ingoiati tutti! Aspettami Guilmon…ora
dobbiamo salvare Henry, ma ti prometto che subito dopo…io mi
metterò a inseguirti. E non mi rassegnerò,
finché
non ti avrò trovato!»
Il fascio
si faceva sempre più vicino…e gli occhi di Takato
e dei
ragazzi lo puntavano come la prossima fermata del loro
destino…
N’Emo
invece sembrava non aver più storia né destino,
ed
aleggiava come un fantasma tra rocce senza sangue…come lui,
che
aveva mille tagli indosso ma nessuno di essi adornato dal rosso vivo
della vita. Erano simili alle screpolature delle rocce, lui a una
roccia assomigliava…gli restavano solo quelle lacrime
sconsolate, a testimoniare ancora la presenza di una vita e a macchiare
il terreno su cui avanzava, con il passo di chi ormai ha perso
tutto…
(canzone: Claudio
Baglioni - In un'altra vita)
«Tutti pronti, ragazzi?» disse Ryo. Gli sguardi di
Rea,
Terriermon…Rika, Renamon, Imagomon…Suzie,
Lopmon…Ryo, Cyberdramon…Mitsuo,
Riley…e Takato si
concentrarono sul rosa del fascio che Suzie intitolò
«Il
lavoro di tutta una notte.» quando lo vide rispettosamente
fermarsi dinanzi a loro, conformemente alle previsioni dei tecnici. Rea
confermò «Hai detto bene, capo…!
“Il lavoro
di tutta una notte”: questo fascio rappresenta tutto il
nostro
dolore e la nostra fatica. Ma l’abbiamo progettato
perché
ci venisse a prendere quando ormai si è fatto giorno. Eccoci
allora, non facciamoci attendere. Sopra questo fascio riponiamo tutte
le speranze per la nuova alba della nostra vita.» e tutti
assieme
in coro «ANDIAMO!»
…saltarono: il fascio attese di accoglierli ad uno ad
uno…per poi schizzare lontano…
Fu
altrettanto un fascio ad attraversare rapido quel burrone, e ad
accogliere Guilmon prima che precipitasse.
Quello che
nessuno, neanche un fascio, sembrava sarebbe venuto a prendere era
N’Emo, che alla fine si lasciò cadere stanco e
rattristato
su una roccia qualsiasi. Ma fu
allora…nell’intensità più
accesa del sole
che irradiava il canyon, che un’ombra lo sovrastò
negandogli la luce «Oh?»
Era
l’ombra di una creatura draghiforme. Ma era umana la mano che
gli
veniva tesa, benché pallida, come il sussurro che gli fu
rivolto
«Andiamo, con questo fazzoletto asciugati le
lacrime.»
«T-Tu…?» si alzò
N’Emo
ingenuamente…e passandosi sugli occhi quel fazzoletto
merlettato
di nero come i suoi capelli, mise a fuoco la figura…
…di
una bellissima ragazza bionda simile a una modella, o a un angelo,
dagli occhi azzurri così splendidi che in quel momento
accoglievano tutta la luce dell’alba, accompagnata da una
dragona
col grembiule ma dall’espressione dopo tutto bonaria.
«Se non ci facciamo forza almeno fra quelli come
noi…» disse Alice «…come
possiamo sperare un
giorno di sporgerci da un canyon come questo, e contemplare un
mondo…di squadre unite?»
L’espressione di N’Emo si fece così
particolare…pensierosa, assorta, si passò la mano
tra i
capelli e si guardò attorno...
«Eheheheh, ehi però adesso non metterti a
piangere!»
invitò Gelsomon, aggiungendo «…se ci
piace quello
che Alice ha proposto dobbiamo iniziare ora a rimboccarci le
maniche!» mimando materialmente il gesto. Ma Alice le sorrise
«…pazienza, amica mia: a volte per iniziare
un’opera
bisogna disfarsi delle lacrime rimaste in
arretrato…» e
N’Emo commentò con fare più profondo
«Io…credo sinceramente di aver pianto tutte quelle
che
avevo.»…«…capisco come ti
senti.» disse
Alice avvicinandosi a lui…ed accogliendolo a poco a poco nel
suo
abbraccio, mentre anche Gelsomon confermava «Uhmf!»
con
gesto eloquente della zampa come per dire
“altroché se
pure io!”
Ma
N’Emo si abbandonò a poco a poco in un pianto
sommesso,
rassegnato ma allo stesso tempo infinito e triste, travolgente. Ed
Alice gli carezzava i capelli «A volte si sbagliano le
dosi…e le previsioni…» piegandosi sulle
ginocchia,
ed appoggiando la testa così vicina a quella di lui,
così
che il sole potesse miscelarsi fra capelli così
opposti…biondi e dorati quelli di lei, neri e lucidi quelli
di
lui, come il massiccio corpo di Gelsomon…
…ma ad
accomunare il ragazzino e la giovane, lo stesso pallore delle mani che
si intrecciavano…
In quel momento
solenne i Digignomi una volta tanto erano fermi, si disponevano sulle
rocce argentee come i gabbiani sugli scogli…e contemplavano
il
sorgere del sole sul mondo dei Digimon, sovrastato dal bellissimo globo
insondabile come la vita…
Henry chiudeva
gli occhi e stringeva i denti, nel freddo del laboratorio non filtrava
la luce del sole «Amici vi prego…
…non fatevi prendere. Non fatevi fare del male…
…se la scelta è salvare me o
vivere…voi dovete
vivere!! Non dovete preoccuparvi per me, io…ho
già avuto
tanto…potendovi conoscere, e vivere la nostra meravigliosa
avventura. Per me sarà come essere con voi!»
…se non filtrava il sole dall’esterno, questo
sembrava
sbocciare dal cuore del ragazzo, che nuovamente emetteva quel tiepido e
confortevole bagliore…
Il
“Cestino digitale” dall’esterno era un
immenso
stabilimento che di un cestino aveva la forma: Sandmon
camminò
sulla balaustra esterna con passo solenne e sguardo rivolto al sole che
faceva del luogo un’enorme sagoma in controluce
nell’atmosfera, e di lui un’ombra dal mantello
svolazzante.
Ma qualcuno lo raggiunse, accostandosi a lui: era Mako, sembrava
completamente ristabilito…ed allungò il braccio
sulla
spalla del Digimon, in quello che sembrò un segno
d’augurio al quale Sandmon rispose calorosamente, stringendo
la
spalla del ragazzo ed augurandosi che andasse tutto bene.
Mentre Ufomon e Gravemon li osservavano dal vetro del finestrino del
camper, parcheggiato ai piedi del Cestino.
I ragazzi erano
ormai smontati dal fascio, e viaggiavano all’interno di una
navicella di vetro «Ci siamo!! Questa capsula ci
condurrà
a destinazione!!» esclamò determinata Suzie, e
Lopmon si
appoggiò al vetro «Guarda Suzie, in fondo si vede
il
grande Cestino!» Gli occhi della ragazza erano visibilmente
emozionati…
…quando
alle sue spalle Mitsuo affermava «Credo che a questo punto
sia
meglio che lo sappiate.»…«Oh! Mitsuo sei
sicuro…?» chiese Riley timorosa, ma
l’uomo ammise
«Stando così le cose…credo che la
verità sia
la migliore risposta. E la comprensione…una scialuppa
auspicabile. Mi appello alle esperienze che avete vissuto, oramai siete
abbastanza grandi per non giudicare né me né mia
moglie…e per comprendere le nostre ragioni. Dovete sapere
che
Hideki…non è un essere
umano.»…«Cosa?!»
esclamò Rea
sbalordita, e Ryo chiese «E’ un
Digimon?!!» Mitsuo
chinò il capo…mentre il sole bucava il vetro e
filtrava
sui suoi occhiali «In realtà si tratta
di…
…Guardianmon, il Digimon che ha provocato il disastro con i
confini.»
«Ahhh!» per la squadra fu un
sobbalzo…Takato
ripeté «Guardianmon…»
Mitsuo
spiegò con molto contegno «Dovete sapere che
Guardianmon
riuscì a sopravvivere a quella cruenta battaglia che vi ha
coinvolto…ma dopo di allora è regredito e molti
dei suoi
ricordi si sono cancellati. Per dargli una mano a comprendere il
perché delle sue scelte e al contempo…per far
luce su
ciò che è veramente successo abbiamo approfittato
della
situazione e lo abbiamo condotto a
Dig-»…«Non
è esatto!» intervenne però Riley,
spiegando
«La verità è che…vederlo
tornare indietro,
rivederlo bambino, prima neonato e ora…un adolescente ci ha
spinti a…!...volergli bene.» guardando il marito
come per
cercare conferma, ma seguitando a parlare «Noi avremmo sempre
desiderato un figlio…e non abbiamo mai…avuto un
Digimon…ci siamo concessi un’ultima
favola!» e
Mitsuo «Anche se potremmo essere i vostri genitori, come
età. Ma perdonateci, noi…abbiamo pensato che non
era
detta l’ultima neanche per lui! Se voi avete speranze noi ne
abbiamo molte di più, moltiplicate con
l’età, siamo
pieni di sogni!»
Imagomon
fu quello che fra loro si fece avanti, alludendo alla borsetta di Riley
«E avete anche un…Digivice, mi
sbaglio?»…«Oh?!» Riley
sussultò…ma poi estrasse, nello stupore generale,
il
Digivice a forma di maschera. Imagomon ammise «Siete i
domatori
di Guardianmon. Il destino ha voluto darvi questo compito, e il cuore
di chi è genitore…nell’anima anche se
non ha avuto
mai l’occasione di diventarlo realmente, di sicuro non
mente.»
Renamon
sobbalzò «Ah!» e Imagomon
completò «Di
sicuro se avete sentito del buono in lui e intravisto una speranza
sulla sua strada avete visto più in là di noi.
Meritate
tutta la nostra ammirazione.» Quei due genitori domatori
restarono con le lacrime agli occhi…Mitsuo si
sfilò gli
occhiali…
…e Renamon
sussurrò «Imagomon…ha parlato per primo
perché sa che siamo coscienti dei suoi poteri, e se si fosse
mostrato sereno ci avrebbe tranquillizzato, perché avremmo
creduto in una sua percezione circa il cambiamento di
Guardianmon!» Rika rimase sbalordita e fissò la
sua
Digimon, che descrisse «Ha agito prontamente…e
solo
perché ha avuto pena di loro: è stato un gesto di
grande
nobiltà…»
Suzie fu
la prima a sciogliersi in un sorriso «…ma
sì, in
fondo…se vogliamo veramente realizzare i nostri sogni
dobbiamo
credere che anche chi è malvagio
possa…migliorare, come
quando eravamo piccoli!» e Rea «Sono
d’accordo, e
poi…come si può mettere un argine
all’amore di due
genitori?...vale la pena di rischiare…» Terriermon
chinò il capo «Certo, Guardianmon ne ha fatte di
tutti i
colori, e se dovesse ricordare…
…però momentai!!» scivolando in un
sorrisone
«Magari ciò che vede in questo frattempo gli
può
essere d’insegnamento, fargli capire ciò che conta
davvero!!»
«Vi…ringrazio ragazzi, grazie anche a nome di mia
moglie.» disse Mitsuo asciugandosi gli occhi, e Riley
«Grazie di cuore…» sussurrò
fra i singhiozzi.
Takato ammise «Guardianmon…»
appoggiandosi al vetro,
e sciogliendosi in un’espressione distesa
«”Un’ultima
favola”…» volgendosi
verso i due commossi coniugi «…come negare
un’ultima
favola a chi accoglie e fa crescere speranze nel suo
cuore…?...
…vale la pena rischiare, è vero...»
sussurrò, fino a che gli argini si interruppero ed il sole
inondò il suo volto, ormai erano prossimi al
Cestino…(fine-canzone)
Le comete
elettriche nel vento battente si facevano sempre più
frequenti,
ed accendevano gli occhi di Hideki “Questo campo…
…questo vortice…io sono già stato qui:
ho la
sensazione di tuffarmi, incurante del pericolo…al fianco di
compagni di cui potevo fidarmi!” sicché si rivolse
a Kenta
«Quando arriveremo…?» ma il ragazzo non
tardò
a rispondergli «Manca poco, soltanto un po’ di
pazienza.»…«…cosa
c’è alla fine
di questo
vortice…?»…«…fra
un attimo
lo scopriremo!» replicava Kenta con tono che sembrava
cordiale.
Ma Hideki…
…ed anche MarineAngemon…
…percepivano una nota insolito, e questo li faceva essere
assorti. Kenta celava il suo Digivice, sul quale apparivano le
informazioni di un Digimon «Defendermon…non
c’è più alcun dubbio…
…quella ragazza non ha mentito.»
I suoi
occhi oltrepassavano il vetro degli occhiali per fissare il ragazzino
di spalle…
«Eccoci
quaaa, piccolo Benjiii!» esclamava Cindermon tenendolo in
braccio
«Non mi guardare in faccia perché sono brutta.
Tutta
graffiata. Poi un bambino come te mi sogna la notte, fa gli incubi,
NIAARGH!!!» simulando scherzosamente un fare da belva, ma che
sembrava far più che altro ridere il bambino.
Aki la fissava, celandosi dietro la porta…
…mentre la
ragazza digitale si rivolgeva a Orphanmon «E tu chi
stai
aspettando? Jeri?»…«Sì!
Takato ha detto che
sarebbe tornata presto!» rispose il tondo Digimon in
compagnia
dei suoi amici. Cindermon confermò «Ed
è vero ha
detto bene perché sarà così: solo che
adesso…sai com’è? I domatori di Digimon
esperti
devono andare…UAAARGH, a combattereee!! I cattiviii!! Sono
sempre impegnati. Per cui a volteee, noi bambini dobbiamo rimanere in
panchina!»…«Anche tu sei una bambina
come
noi?» chiese la piccola Stillymon, e Cindermon «Io?
Sì, certo! Perché non si vede forse?!»
C’erano anche donne MudFrigimon, che spiegarono «La
signorina Suzie ci ha chiesto se potevamo gentilmente prenderci cura di
questi piccoli.» e la giovane dal ciuffo scarlatto
«Ah
sì? La signorina Suzie ha detto? Ah vabbé ma
comunque
adesso ci sono io mi prendo cura io, voi…potete anche non
preoccuparvi e pensare ai vostri pargoli, ci penso
io…ooooisssaaa! Ecco qua! Ai bambini del mio gruppo, a
ognuno i
suoi: voi avete i vostri figli io i piccoli della mia squadra, sia
umani…sia Digimon, allora piccolo Benji adesso sai che
facciamo?
Andiamo a giocare tutti assieme sì va bene che la zia
Cindermon
è stanca morta però ci andiamo lo stesso e sai a
che
giochiamo? Giochiamo…a fare amicizia con questi piccoli
Digimon
così carini, lo vedete? Lui è Benji, mentre
invece loro
sono…Stillymon, Orphanom,
Vapormon…»…«Li stai dicendo
tutti
sbagliati!»…«Oh---vabbé tanto
ora giochiamo e
ci conosciamo!»
Aki si dileguò dietro lo spiraglio…
…per
muovere lenti e riflessivi passi nel corridoio «Accidenti, in
questo modo tutto si farà più difficile. Con lei
qui ed
il castello pieno di gente sarà arduo trovare un sistema per
comunicare con il campo digitale indefinito: questo fuori programma ha
ribaltato tutte le sorti del piano…»
…adagiava
dolcemente i suoi piedi lungo la scalinata e discendeva i grandini,
avvolgendosi al lenzuolo bianco dai ricami argentati mentre sullo
sfondo echeggiava la voce festante di Cindermon, che giocava con i
bambini «Contavo che appena udito della presenza di
Guardianmon
nella sua squadra, si sarebbe fatto prendere dall’ira, e me
l’avrebbe consegnato. Ma invece quel Kenta si è
rivelato
più nobile, e più riflessivo di quanto avevamo
previsto:
lo sta trascinando in un luogo appartato…
…e ha
portato la sua Digimon con sé, per affrontarlo lealmente in
un
duello diretto. Se ora Guardianmon mostrerà le sue buone
intenzioni…Kenta desisterà e non è
escluso che
facciano ritorno come alleati! In questo modo…»
tradendo
uno sguardo insicuro «…non riusciremo mai ad
ottenere i
suoi dati: se ci sarà l’intera squadra di Digimon
Tamers a
proteggerlo, per di più cosciente del suo
cambiamento…la
battaglia sarà impossibile.»
Giunse dunque
presso l’ingresso principale: in quel momento i piani bassi
erano
per di più deserti. Quella creatura dalle sembianze umane
giovani e fragili camminava sul pavimento polveroso, mescolandosi fra
l’ombra e la luce del sole che filtrava dalle finestre
sopraelevate, e le illuminava i capelli, e i ricami del lenzuolo
«Stanno diventando sempre più forti, e la loro
unione…genera un potere digitale che nonostante tutto noi
non
riusciamo ad afferrare. Si fa sempre più complesso capire i
risvolti che muovono le loro decisioni…» Aki si
volse
malinconicamente, incrociando con il suo sguardo un raggio di sole che
filtrava dall’alto, e sembrava socchiudere le sue palpebre
«E se il fatto che Guardiamon sparisca si rivelasse un bene?
Se
si smarrisse nel campo indefinito e non facesse più
ritorno…forse saremmo al sicuro! Non potremmo più
recuperare i suoi dati e così…Ufomon e
Gravemon…resterebbero sempre piccoli, e innocenti come sono
adesso! Ah, temo per una loro crescita spropositata. Non sono ancora
pronti per affrontare un processo del genere…»
avanzando
verso un’ampia finestra a livello basso, sul lato della sala.
La
sua mano delicata, che ora indossava l’anello viola,
sfiorò la cordicella tirando così la tenda scura,
sembrava che l’intensità del sole le desse
fastidio
«Nonostante ogni garanzia che mi è stata
data…ancora mi ripeto dentro tutti i calcoli,
e…non
riesco a venirne a capo! Sono preoccupata per la sorte di quei bambini,
sono stati…fra gli unici amici che ho avuto, da
quando…sono rimasta sola. Da quando sono cambiate le cose,
temo
che una…minaccia oscura possa portarmeli via!»
…ma dei
passi felpati si facevano strada nella sala deserta…
«Ufomon,
Gravemon…!» chiamava con pena Aki, mentre sul suo
viso la
luce ovattata rifletteva l’intreccio della tenda…
…passi dal pelo nero erano sempre più
vicini…
«E
se…anche questo ennesimo passaggio si rivelasse un errore,
in
grado di ampliare ancor di più il vuoto?! Non posso
pensarci…» esprimeva la ragazza «Dovrei
concentrarmi…ma mi ritorna alla mente lo sguardo di
Defendermon…pochi istanti fa, i ricordi riaffiorano
e…»
…ma
presso i suoi piedi nudi, si accovacciò il pelo morbido di
una
gatta
«Miao…»…«Ah!»
Aki si volse
sorpresa…e si piegò
«Scratchmon…
…che ci fai
qui?»…«Muskmon…»...«…!
Cosa?!» sussultò Aki…
…la
gatta con l’elmo le leccava le caviglie…sembrava
molto
premurosa con lei «…ho sentito bene,
tu…hai
parlato? Come è possibile, non sei stata programmata
per-»
Ma
d’un tratto si udì un’altra voce
«Cucùùùùùùùùùùùù!!!...
…uhmuhmuhmuhm!»
Scratchmon corse via e si andò a rintanare.
«Muskmoooooon!...uhmuhmuhm!»
Qualcuno faceva uno
scherzoso capolino dietro la scalinata, indossando un velo di merletto
nero sul capo ed abiti colorati…
Aki dilatò lo sguardo
«Violetta…?»
Nascondeva briosamente
un sorriso divertito, e trascinava con sé un trasportino per
animali viola.
Il sole
infuocava l’intero scenario digitale. Ma nonostante tutto,
Jeri
sembrava non riuscire a lasciarsi andare alla contemplazione del
paesaggio. I pensieri le adombravano il viso, e di questo, Snowhitemon
che la sorreggeva in volo, se ne accorgeva
«C’è
qualcosa che non va, Jeri? E’ da prima che sei pensierosa.
Non ti
ha fatto piacere conseguire finalmente la
biodigievoluzione?»…«Sì…»
replicò lei, ma il suo sguardo calava in una conca assolata
di
incertezza «Era quello che sognavi…da molto tempo
se non
sbaglio. Tu hai sempre desiderato in tutti questi anni…di
essere
una domatrice completa, come tutti gli altri!
Vero…?»…«…è
così,
Snowhitemon.» disse lei, ma poi sospirò e
guardò
verso l’alto, come se il cielo potesse suggerirle quelle
risposte
che non riusciva ad afferrare «Allora
cos’è che ti
turba…?»…«…non lo
so
neanch’io.»…«…non
sarà che
forse…ti è dispiaciuto di veder andar via
Beelzemon con
Akemi?» Jeri non rispose. Il minotauro bianco
spiegò con
voce sommessa «…ma dobbiamo cercare di
capirlo…sappiamo che purtroppo…la povera Akemi
sta molto
male. Di questo Beelzemon ne sta soffrendo molto…e se
aggiungiamo anche l’improvviso…drastico
cambiamento
vissuto da Mako…possiamo facilmente metterci nei panni del
nostro amico. Sia io che te…se fossimo al suo posto
soffriremo
come se non di più di lui. Solo che è forte, e
cerca di
farsi carico di ogni responsabilità, come quella di
riportare
Akemi a casa da suo padre. Sarà molto
preoccupato…»
Quei discorsi
sembravano mettere a disagio Jeri, il cui respiro si faceva teso.
Inoltre non riusciva a fare a meno di volgersi…e osservare
LadyWizardmon che li seguiva in volo.
I suoi alunni
disposti sulla falda del cappello dicevano «E’
bellissimo
volare con te, maestra! Come siamo in
alto!!»…«…avete visto che
bell’alba…?» chiedeva lei con la sua
voce velata, in
un’intonazione pacata «Digiworld è
bellissimissimo!» esclamavano i piccoli Digimon, e lei
accennava
un sorriso «…è vero: anche se
è un
mondo…che ora è scosso da molte tensioni e
c’è la guerra, resta pur sempre un paese
meraviglioso. Il
nostro mondo. E si deve sperare che i tanti problemi possano
risolversi.»…«Presto ritroveremo i
nostri
compagni?»…«Sì! Il
signor…Snowhitemon,
poi anche…Beelzemon, e la sua domatrice, ci hanno spiegato
di
averli raccolti e aiutati quando si sono persi. Vedete?...gli esseri
umani assieme ai Digimon possono fare cose molto belle. E anche cose
brutte, come purtroppo…quel ragazzo, che però per
Beelzemon è un amico e lui sta facendo di tutto per
riportarlo a
casa. Vedete? Tutti cerchiamo…a nostro modo di tornare a
casa.
Tutti abbiamo case diverse, se guardate in
basso…c’è la nostra. Se alzate gli
occhietti…invece c’è quella degli
umani: Jeri,
Akemi…Mako…tutti loro provengono da
là.
Dal…globo terrestre, bambini.» smarrendovi i suoi
intensi
occhi verdi…mentre si innalzavano tutti quelli dei suoi
piccoli
alunni…
“Forse lì ci sei anche tu.”
pensò
LadyWizardmon “Non so se sei…un maschietto oppure
una
femminuccia. E’ strano, parlo di te…come si parla
di un
bambino che si aspetta. Quando a
giudicare…dall’antichità della notizia
che mi
annunciava l’incontro con te…ora dovresti essere
grande!
Chissà che aspetto hai…
…chissà se esisti, poi! E se
esisti…cosa ha
determinato il fatto che dovessimo essere legati. E cosa ci ha
separati, invece…”
«Sei preoccupata per il fatto che LadyWizardmon viene con
noi?» chiese Snowhitemon, e Jeri chinò il capo
«…è
un’insegnante…ed è giusto
in teoria che si ricongiunga ai suoi alunni,
no?»…«…in teoria
Jeri…
…ma sappiamo che nella vita tante cose non vanno come
dovrebbero. Ce lo insegna la nostra esperienza. Ti ricordi
all’interno del D-Reaper, quante chiacchiere. Di quante cose
abbiamo parlato ingannando quelle ore mortali.» Jeri
sembrò avvertire un brivido di freddo a quel ricordo,
nonostante
il Digimon lo rievocasse con una certa serenità
«Il
rapporto con tuo padre ad esempio…di solito fra padre e
figlia
c’è comprensione, invece…ricordo che tu
soffrivi
parecchio per la sua
freddezza.»…«…non ha mai
smesso di essere così…» alzando
malinconicamente lo
sguardo verso il globo «…nonostante io ci avessi
sperato
allora…»…«…questo
lo so. Come adesso
speri e ti auguri…di non separarti da quei piccoli amici
appena
conosciuti, vero?»…«Oh!» Jeri
restò
sorpresa per l’intuito del Digimon (che schivò
un’altra coccarda che un digi-uccello tentò di
infilargli
sul corno) «Ma non devi preoccuparti: LadyWizardmon non li
porta
mica via per sempre, e se si è instaurato un rapporto
sincero
fra di voi…sono certo che durerà lo stesso!
Piuttosto…pensa che fra poco torneremo dagli
altri…e
potrai rivedere Takato!»…«Forse staranno
già
combattendo…»…«Per questo non
devi temere:
ora sai biodigievolvere…e non appena Beelzemon
tornerà
potrai dar loro una mano
concreta!»…«Snowhitemon,
ascolta…(canzone: Westlife
- Tonight)
…fa paura
il mio aspetto, quando
biodigievolvo…?»…«Eh?
Che cosa dici?!»
Ma la ragazza
fissava nel vuoto «Quello che ho detto…ti chiedo:
sono
così anomala,
strana?!...inquietante…?»…«…come
ti
viene in mente, Jeri? E’ che non sei ancora abituata a
trasformarti in un
Digimon!»…«Sarà, ma quando
è successo…ed ho sentito gli sguardi di quei
Digimon su
di me…mi sono sentita tanto a disagio. Nuda!...senza
protezione…
…come se si potesse vedere…tutto di
me!»…«Jeri, ma…stai
tremando!»
Era
vero…il corpo della ragazza sembrava contrarsi di quel
timore
che si leggeva nei suoi occhi…
…quando invece era gioia mista a sole, quella che
oltrepassava
gli occhiali di Akemi inondando gli occhi della giovane suora, tra le
braccia di Beelzemon «Ahah! Ti piace Digiworld, piccola
mia…?»…«Non ho mai
visto…niente di
simile…!!» esprimeva lei emozionata…
…lui sembrava contento di poterle indicare ogni cosa
«Guarda, tra poco il sole sarà alto nel cielo! Non
è fantastico? Osserva, osserva lì!
Guarda…
…sono tutti Swallowmon!» additando uno stormo di
creature
alate il cui garrire riempiva l’aria «Loro
cominciano ad
apparire in primavera, coprono tutto il cielo! Li senti che chiasso che
fanno? Poi a fine agosto migrano, raggiungono i settori più
caldi!»…«…come le
rondini!»…«…esatto! Da te si
chiamano
rondini!...da noi invece…Swallowmon, però in
fondo
è lo stesso, quello che di bello regalano allo scenario ha
lo
stesso suono, sia da me che da te! Sai? Mi piace riflettere su queste
cose!»…«Ce n’erano tanti, al
villaggio, nelle
mattine di primavera…?»…«Ah!
Delle volte la
loro voce assordante ci svegliava, ci bersagliavano dal cielo, ma era
un bene! Così potevamo alzarci ed iniziare a
lavorare!»…«Oh,
Beelzemon…» lei
allungava una carezza «…mi sarebbe tanto piaciuto
essere
con te…»…«Beh
ma…ci sei ora!! Anche se
in ritardo sei arrivata! Non è mai troppo tardi, per venire
a
Digiworld!»…«…hai
ragione…non è
mai troppo tardi…»…«Te la
senti di fare un
volo?!»…«…sì.»
replicava lei
debolmente «…allora reggiti forte!!!» e
spalancando
le sue ali nere…si mischiava a quel nero stormo di rondini
digitali. Akemi stringeva gli occhi…e le sfuggivano gli
occhiali
«Oh!» ma lui «Niente paura!»
…con i suoi artigli li aveva afferrati, e glieli riadagiava
sul
viso «…meno male avevo paura di perderli, mi
sarebbe
dispiaciuto non riuscire a vedere…tutte le cose meravigliose
che
mi mostri.»…«Se sapessi come sono
felice, Akemi.
Mostrarti il mio mondo…è quello che ho sempre
sognato.» “Se sapessi, amore mio…non
tornerei mai a
casa, non vorrei mai separarmi dalle tue braccia che mi sostengono e mi
mostrano Digiworld! Mi sembra davvero…di essere un
angelo.” «Ti senti al sicuro con me?» e
lei lo
stringeva in un impeto d’affetto «Ah!
Sì, ma voliamo
ancora!!»…«Certo, quanto
vuoi!!»
Piume nere cadevano allo spalancarsi delle sue ali…e si
intrecciavano con quel velo da suora che volava grazie alla spinta del
vento e dell’aria. L’abito ondeggiava come
l’acqua
del mare «Mi piacerebbe…» esprimeva
Akemi
«…aver ancora la forza di muovermi! E correre,
attraversare queste splendide distese! Correre fino a raggiungere il
sole tra le colline, e poterlo
raccogliere!»…«Che
bisogno hai di correre, sei ora puoi
volare?!»…«Oh?...
…si, hai ragione.» appoggiava lei dolcemente il
capo sulla
corazza della creatura, e lui «Il tuo Digimon ti
conduce…ai confini del suo mondo! Registra ogni immagine,
vedrai
quanto avrai da raccontare alle tue sorelle, quando tornerai a
casa!»
Uno
sguardo malinconico…un sorriso di tenerezza…
Jeri
invece rifletteva seria in volto “Come mai la
biodigievoluzione
avrà dato un simile effetto? Del resto…non devo
stupirmi:
mi sono fusa con Beelzemon…lui è sempre stato un
Digimon
tetro e controverso, era prevedibile che un processo del genere desse
vita a una creatura oscura. Però è
così diversa
dal Digimon in cui ho sempre sognato di trasformarmi…da
adesso
manterrò sempre quell’aspetto, quando
combatterò…? Ho paura…temo le reazioni
degli
altri, quando mi vedranno!”
«Tutto questo…è molto più di
quanto potessi
desiderare!» esprimeva Akemi «Sognavo di venire a
Digiworld…ma questo spettacolo…incorniciato dal
giorno
che nasce…!!...i miei racconti non basteranno quando
farò
ritorno al convento: Dio non ci ha fornito di parole in grado di
descrivere…un simile miracolo, soltanto i sentimenti
possono…!!»…«Allora tu apri
loro il tuo
cuore!»…«Ah! Spero davvero che possa
essere grande
abbastanza da accogliere tutto questo sole…e conservarlo per
sempre!»…«Lo è Akemi,
credimi…il tuo
cuore è grande abbastanza.»
Si guardavano, sospesi nell’immensità. E lei
tentava di
nuovo di allungare il braccio…e di sfiorargli il viso
“Ah,
perché non posso baciarlo, Signore…?
Sarebbe…la
sola cosa che manca…a tutto questo immenso di cui mi hai
fatto
dono!”
“Dio degli
uomini…perché non posso baciarla? Io
l’amo! Dio dei
Digimon…perché ci fai essere così
vicini e
distanti al contempo? Specie di luna…perché non
posso
rapirla e vivere per sempre a Digiworld, con lei? Ma devo riportarla a
casa. E non posso baciarti, l’ho promesso Akemi.
L’abbiamo
promesso…”
“Non posso
baciarti, l’ho promesso Beelzemon…l’ho
promesso al
Dio che ti ha riportato da me, e mi ha riportata da te. Però
io
stento a guardare un simile scenario, anche se è
meraviglioso.
Perché i miei occhi sono costantemente attratti dai
suoi.”
“Non riesco a
guardarmi attorno…vedo solo lei. Sei…bellissima
Akemi!”
“Signore…io forse non posso baciare queste
labbra.”
pensava la suora, sfiorando quei denti aguzzi che si intravedevano
“Però fammi gridare…qui sospesi sul
vuoto, dove non
ci sente nessuno o forse ci sente tutta
l’immensità…che per me lui è
meraviglioso!!
Beelzemon, sei bellissimo…!!! Il più bello dei
Digimon…ti amo!” «A cosa
pensi?» chiese lui, e
Akemi «Vuoi saperlo…?...
…ohhh!!» buttando la testa sul suo torace ed
esprimendo in
un gemito «Perché non sono potuta biodigievolvere
con
teee?!!!»…«Ah! Dici davvero,
Akemi?!»…«Quando ti ho visto formare
quel Digimon
con la tua domatrice, all’improvviso…ho rimpianto
il
passato! Quanto avrei sognato di formare una creatura magica
assieme…con te e con Mako! Ma purtroppo è andata
così e dobbiamo accettare la volontà di Dio.
Perdonami se
te l’ho detto…oggi mi sento proprio una
bambina!»…«Tu sei una
bambina!» espresse lui
forte di una strana felicità «Io ti faccio
ritornare
bambina!» e lei si aggrappò alle sue spalle
«Oh
sì ti prego Beelzemon! Fammi tornare bambina, fammi
tornare…nel passato! Vola così forte da farmi
ancora
illudere…che posso correre, e possiamo lasciar indietro
Mako!! E
ridere di lui, perché io sono più veloce, tengo
testa a
un Digimon, piccolo Impmon! E ti ho raggiunto, e possiamo essere felici
su questo mondo! Non tre assieme…sempre felici, fra i mille
Digimon della storia!»…«Sogna quanto
vuoi
amore…ti porto verso il
sole?»…«Sì,
verso il sole!!»…«Reggiti
forteee!!!»
Volò così veloce, che lei si aggrappò
al suo
crocifisso e strinse gli occhi, vivendo di tutta la gioia che le
concedeva quell’angelo dalle ali nere, che aveva inondato di
fantasia la sua vita (fine-canzone)
La navicella
arrivò alla fine del lungo ponte: la porta di vetro si
aprì.
Notando il loro
arrivo «Oh?!» Sandmon si volse di scatto, e assieme
a Mako
compirono un prodigioso balzo dalla balaustra del Cestino.
Dal camper
«Sveglia,
Gravemon!»…«Zzz…oh?!...»…«…sono
arrivati…» sottolineò Ufomon dilatando
il suo
sguardo.
Yamaki, Riley, i
domatori e i Digimon discesero dal mezzo avanzando verso la costruzione
in silenzio e con molta dignità. Adesso era possibile vedere
la
loro maturazione come una massa uniforme, composta dalle esperienze di
ognuno vissute, che muoveva il loro passo e tingeva i loro gesti e il
loro sguardo. Procedettero incuranti del rischio, coscienti di
ciò che li aspettava.
Sandmon che li
attendeva ai piedi dell’edificio in contegno quasi militare
stava
per dirigersi incontro a loro ma fu bloccato dal cenno del ragazzo
accanto a lui, che preferì avanzare per primo nella mischia
quando notò che Suzie faceva la stessa cosa. La ragazza
invitò in silenzio Lopmon a restare a terra, e procedette a
testa alta verso Mako. Il sole picchiava sul sentiero che li
congiungeva, illuminando i capelli rossi di lui e quelli lunghi e scuri
di lei dai riflessi violacei…illuminava inoltre la
mascherina di
cristallo di Mako, e l’orologio di Henry indossato da sua
sorella. Brillava negli occhi limpidi di Lopmon, e
sull’armatura
di Sandmon essendo gli occhi di quest’ultimo due buchi
torbidi.
Ma con i quali poté iniziare a scrutarsi con quella che a
brevissimo sarebbe stata la sua diretta avversaria dalle lunghe
orecchie.
I
due ragazzi in questo momento non si occuparono dei loro Digimon, ma
solo l’uno dell’altra…fissandosi
reciprocamente
negli occhi senza bisogno di chiedere aiuto a nessuno.
Ma
intanto dietro Suzie la squadra di domatori e Digimon si disponeva.
Takato prontamente arretrava, e si faceva vicino a Mitsuo e Riley con
cui bastò scambiarsi un rapido sguardo. Gli altri restarono
compatti, sapevano di non dover intervenire un istante prima del cenno
dell’attuale capo.
Mako
e Suzie ad un tratto si fermarono, erano abbastanza vicini. Non dissero
nulla, mentre una lieve brezza, la prima realmente primaverile in
quella stagione, scuoteva leggermente i loro capelli, che avevano
aspettato tante primavere prima di trovarsi con i piedi sul suolo
digitale, faccia a faccia con la vita.
Anche Ufomon e
Gravemon, di solito assai chiacchieroni, stavolta erano in solenne
silenzio «Fra poco inizierà il
duello…»
descrisse la piccola aliena in un sussurro. I loro occhi incollati al
vetro del finestrino, fino a raggiungere la sagoma distante del padre,
dal mantello svolazzante, che non si muoveva di un millimetro eccezion
fatta per la coda dell’occhio che rivolse loro come
un’ultima, ferrea rassicurazione.
Pollini di polvere
digitale soffiavano sfiorando i Digivice sbrilluccicanti per il sole,
tripartito per Mako, adornato da un collare bianco per Suzie.
Ma altrove, tra
la polvere di un vecchio castello «Cosa ci fai
qui…?»…«Uhmuhmuhm, passavo da
queste parti,
sai? Dovevo fare la spesa per cui ad un certo punto mi sono detta: ma
perché non la passo a trovaaare, giusto che ci sono,
Muskmon!
Del resto mi ha detto di essersi infrattata
qu-»…«Shhh!...silenzio, ti possono
sentire!»
sussurro drasticamente Aki ma l’altra non vi badava
«Avevo
portato Scratchmon, vedi?» mostrandole il trasportino aperto,
e
seguitando con la sua voce squillante «Dovevo fare
rifornimento
del mangime per gatti l’ho quasi finito che poi, mio marito,
Taisho, mica lo compra al supermercato! Nooo, lui vuole che sia
comprato al negozio specializzato! Solo che sai cosa mi ha fatto quella
disgraziata? Che è pure scappata adesso, per giunta!! Si
è andata a rintanare qua attorno, sai che mi ha
fatto?!!»
mentre Aki aveva gli occhi sempre più sconcertati
«Mi ha
fatto la pipì nel trasportino!!»
Gli occhi vigili
di Scratchmon spuntavano dal buio, seguendo la scena da sotto un
vecchio mobile…
«Scratchmon mi ha fatto la pipì qua dentro!! Che
è
abituata, lo sa che non lo deve fare, ha la sua cesta ma niente, mi ha
sporcato tutto qua tanto che…io mi sono fermata e ho aperto,
no?
Perché volevo pulire! E lei cosa ha fatto? E’
scappata e
si è infilata qua in questo castello, quasi sembrava che ti
volesse raggiungere prima di me: MiaoMiaooo!!!»
iniziò a
chiamare a squarciagola, mentre Aki faceva invano un sempre
più
pallido «SHHH!!!»…«MiaoMiaooo!
Dove ti sei
cacciata?!» cercava e chiamava Violetta in giro, con quel
trasportino aperto
«MiaoMiaooo!»…«Ptsss,
Violetta!»…«Che poi…scusami,
dimmi un
po’ tu-MiaoMiaooo! Taisho tu non lo sai che mi ha fatto
questa
notte, stavolta proprio ti faccio ridere, abbiamo raggiunto il culmine:
MiaoMiao! Daaai, non ti fare pregare, esciii, uhmf!» batteva
il
piede e faceva l’aria tutta mogia, per poi riprendere a
chiamare
«MiaoMiaooo!» mentre la disperata Aki le si
aggrappava alle
spalle «Vio-let-ta!!»…«Io non
ti posso
raccontare: quello là mi ha preso…i bambini,
Ufomon e
Gravemon dal letto sperando che io non me ne accorgessi-ma me ne sono
accorta poi-MiaoMiaooo!» Aki si portava appenata la mano alla
fronte, mentre Violetta passeggiava «Li ha vestiti in fretta
e
furia: cioè,
“vestiti”…Gravemon!
Perché Ufomon ha le squame, figurati! Insomma…li
ha
caricati sul camper, con tutte le lorooo…cianfrusaglie, i
loro
sistemi tecnologici, cuffiette, Ipad e cose varie, e se li è
portati a combattere contro quei Digimon Tamers, a fareee…il
duello rusticano! MiaoMiaooo!»
Scratchmon si ripiegava rigida nel suo nascondiglio…
…mentre Aki accorreva «Violetta, ti
prego!» ma
l’altra non le badava e seguitava a scorrere il dito sui
mobili
«Mio Dio Muskmon ma in che razza di ambiente insalubre ti sei
infilata per la missione, guarda tu cioè ma i Knightmon non
puliscono mai! Qui c’è la polvere…non
so, di anni:
mi dovrei legare i capelli e ridare una bella sistemata anzi quasi
quasi lo faccio, ho comprato i detersivi apposta! MIAOMIAOOO! Dai! Esci
di qui che c’è la polvere-che
poi…»
guardandosi attorno, nell’ampiezza di quel salone
«…qui c’è tanto spazio,
però è
talmente vecchio, potrebbe essere sfruttato in tutt’altro
modo!
Che poi insomma ti stavo dicendo-MiaoMiao-no sai perché a me
hanno detto anche che potevo fare l’architetto di
intern-MiaoMiao! Ma dove si sarà cacciata quella disgraziata
tutta nera? Insomma ti dicevo…Taisho non so
cos’abbia in
mente e cosa sia riuscito a fare perché poi che ti credi che
mi
abbia chiamata? Non mi ha chiamata! Cosa che io finché era
stanotte potevo stare a dormire e non essermi accorta di nulla ma poi
lui lo sa che io mi sveglio presto, perché comincio che non
è ancora l’alba tutto il tour delle cose da
fare-MiaoMiaooo!»
…ma in quel momento Aki si accorse agghiacciata che
Cindermon
stava percorrendo il soppalco sopra di loro…
«MiaoMiao,
dove ti sei cacciata? Guarda che poi ti viene l’allergia con
quella polvere, e non riesci a respirare! Sai dove me li ha portati?
Fino a stanotte almeno, poi non lo so! A Suzakomon! Suzakomon ma ti
rendi conto??? C’è
l’amianto!!» descrisse
Violetta inorridita «Quello mi porta i miei bambini in zone
dove
c’è l’amianto ma lo sanno tutti che
è
cancerogeno!!»…«Violetta,
zitta!!»
esclamò soffocata Aki, mentre Violetta girellava e
spolverava
qua e là «Ci sono radiazioni di amianto, non lo
sapevi? Le
ha lasciate Zhuquiaomon, prima di trasferirsi: e figurati, pensa in che
mani stiamo!! Così mi ha messo l’angoscia
perché
poi non ti credere che di queste cose il pensiero non mi resta ora
dovrò far fare loro un altro controllo, AUGURANDOMI che non
sia
troppo presto perché poi questo genere di risultati salta
fuori
con ritardo e in tutto questo Taisho cosa fa? Anziché capire
la
mia angoscia mi porta i bambini in giro non so dove, anziché
darsi un po’ da fare con quella faccenda là, no??
Quella
che riguarda anche te!! Quella di quel certo Cuore
digita-»…«Violetta!!» Aki
corse incontro a
lei…
…ma in quel momento Cindermon «Oh?...
…ma c’è
qualcuno…?» si sporse un
po’ dubbiosa dalla ringhiera.
«Lui niente, se ne disinteressa e mi porta i bambini in una
conca
di amianto, quando lo sa che siamo in alto
mar-MiaoMiaooo---UHM!»
Stavolta Aki la afferrò da dietro e le tappò
saldamente
la bocca…lasciandola ad occhi dilatati, con il prodotto
spray in
mano…
Scratchmon sgattaiolò da sotto il mobile…
Cindermon iniziò a discendere le scale…
…mentre Aki sussurrava tempestivamente
all’orecchio di
Violetta «Violetta devi parlare a bassa voce qui non sono
sola i
Digimon Tamers se ne sono andati ma hanno lasciato qui una di loro, un
Digimon, quella principessa dannata: la figlia di Haruko!!»
Gli
occhi di Violetta a momenti fuoriuscivano dalle orbite…
Cindermon giunse ai piedi della scalinata.
«Potrebbe
sentire quello che ci stiamo dicendo!! Violetta: Henry è
già nelle nostre mani, tuo marito l’ha fatto
recuperare
dai vostri figli, i Digimon Tamers si stanno adoperando per andarlo a
salvare…!! Pensavo che tu lo sapessi, e che non mi avessi
detto
niente per attendere i risultati
dell’operazione…!!»
Ma
Violetta trasecolava…la bottiglia spray le stava per
scivolare
dalla mano…
Mentre Cindermon faceva assorti i suoi occhi «…mi
è
sembrato di udire il nome di mia madre,
possibile…?»
sfiorandosi la frangetta rossa…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 29 *** Rubymon, biodigievoluzione tra le lacrime. ***
29°puntata DT2
Le prime parole a infrangere il silenzio di quel preludio al duello
furono di Mako «Ti hanno messa…a capo della
squadra?» alludendo con lo sguardo all’orologio di
Henry
indossato da Suzie. Questa non si lasciò intimorire e
rispose
spigliatamente «Sono la sorella di Henry. E’
normale che
guidi la spedizione al suo
recupero.»…«…e non
sei un po’ troppo…inesperta?»
insinuò il
ragazzo, aggiungendo «Laggiù
c’è il suo
Digimon. C’è sua moglie.» e lanciando
uno sguardo a
Rea e Terriermon che indurirono l’espressione «Di
sicuro ne
sanno più di te, sono più grandi.» ma
Suzie ebbe di
nuovo parole per rispondergli «In questo caso è
normale
che sia io a provvedere di restituire Henry alla sua famiglia,
è
mio dovere…
…e
comunque Mako…il tempo scorre…per
tutti…ma non in
quantità differenziate.» mentre Lopmon dietro di
lei si
avvicinava…Sandmon invece rimaneva immobile…
«Il
che vuol dire…che tu hai la mia stessa età. Se il
controllo mentale del…qui presente Sandmon non ti ha fatto
dimenticare anche
questo.»…«Uhmuhm!...non credere,
ricordo bene le ragioni…
…che mi hanno fatto esplodere di rabbia al punto di avere
una
voglia matta di stendere tutti voi…!!»
sibilò
incisivo il ragazzo scostandosi appena e lasciando più ampio
campo visivo al suo Digimon, che incrociò il suo sguardo in
quello di Suzie che evocò tutta la determinazione, per far
fronte alla sua insidiosa imponenza. Si sforzò a
dimenticarsi di
essere una ragazza fragile contro un colosso digitale…
…e
a ricordare che una volta accesa la miccia della battaglia lei sarebbe
stata altrettanto un Digimon: fusa con la creatura che ora si piazzava
decisa e dignitosa, seppur piccola, dietro le sue caviglie. Suzie
però con la coda dell’occhio scivolava da Sandmon
a Mako
“…è incredibile…il ragazzo
dei propri
sogni!! Sullo schieramento opposto…nella sfida per
recuperare
tuo fratello. Lui che ti stuzzica e ti provoca…
…lui che si è alleato con le forze
dell’oscurità quando tu desideravi passeggiare con
lui
sotto il sole della tua città! Ma devo riuscirci, debbo
farcela…!!...se sono una vera Digimon Tamer devo affrontare
tutto questo…e convincermi che i valori in cui credo sono
più importanti di
tutto!”…”Suzie…coraggio, io
sono con
te!” le sussurrava Lopmon col pensiero e lei la sentiva
“Lo
so, Lopmon!...è questo che mi dà la forza
necessaria…”
La brezza soffiava più intensa…
…mentre
Cindermon avanzava per la sala d’ingresso del castello in
chiaroscuro.
La bottiglia di
prodotto spray scivolò, ma la mano di Aki la raccolse
prontamente, evitando che facesse uno squassante rumore e rivelasse la
loro presenza in un corridoio laterale: l’altra mano copriva
saldamente la bocca di Violetta, che sembrava tremare.
Cindermon
esclamò «C’è qualcuuunooo?!!
Ah beh
accidenti, cavolo se in questo castello c’è
qualcuno:
trabocca di MudFrigimon, e di Knightmon! Ma perché qualcuno
di
loro avrebbe dovuto nominare mia madre? Me lo sarò
immaginato…oh?!» ma notò un particolare
inaspettato…
…che accrebbe il pallore nelle due che si nascondevano.
Gli occhi di
Cindermon si posarono su un trasportino viola posato a terra
«E
questo che cos’è…?»
Scratchmon era
alle sue spalle…ma scivolò a passi lenti e
felpati dietro
la scalinata, per scrutarla più da vicino…
«Sembra…ad occhio e croce…u-un aggeggio
per
trasportare animali domestici! Qui a Digiworld fa un po’
strano…umano, animale, è tutto
mischiato!» ma
istante dopo istante, il dubbio per la ragazza digitale si approfondiva
«…è curioso trovare un oggetto simile
in un luogo
del genere…disabitato da tempo o quasi…ed
è per lo
più scontato che non lo può aver lasciato nessuno
dei
miei compagni, prima di andare via. Sniff, sniff…uh? Che
cos’è questo odore? Acc…sembra
prodotto!...
…simile a
quello che usavano le cameriere del castello per pulire i mobili: qua
c’è stato qualcuno…» ed
avanzò sui
suoi rimbombanti calzari rossi…
…fino a che Aki
non adocchiò una porta vicina «Presto Violetta,
entriamo
dentro questo ripostiglio: qua non ci troverà!»
riuscendo
a far penetrare le sue radici nel pavimento, per scardinarla ed
infilarcisi, trascinando con sé l’altra
che emetteva
dei lievi gemiti.
Cindermon dopo poco si
trovò in quel corridoio laterale…con la mano
inavvertitamente appoggiata sulla porta semichiusa, dalla quale
spuntava il circospetto sguardo di coloro che la spiavano…
…ma
camminò avanti, seguita dalla silenziosa Scratchmon,
portando
con sé il trasportino di quest’ultima…
Aki ne
approfittò per chiudere a chiave, e Violetta
«C-Che cosa
hai deeeeett-???!!!»…«SHHH! (!!!)
»…«Taisho ha
catturat-»…«Sì,
Taisho…cioè
Sandmon ha catturato Henry: tuo marito, Ufomon e Gravemon in questo
momento stanno disputando la battaglia decisiva con i Digimon Tamers
che di sicuro sono riusciti a raggiungerli! Ma tuo marito di sicuro ha
un piano, e poi io conto sul fatto che sono in inferiorità
numerica: ben tre di loro hanno lasciato la squadra, due di
questi…
…a
causa di quello che io ho messo in giro: ho svelato di
Guardianmon…quel ragazzo, Kenta Kitagawa, come previsto
è
rimasto molto turbato dalla sua presenza, il problema è che
l’ha portato nel campo digitale indefinito anziché
consegnarlo a
me!»…«CoooOOOsa?!!» Violetta
si
portava le mani alla bocca scorrendole poi tra i riccioli
«Non ho
potuto fare nient’altro!!...rischiavo di essere scoperta: non
abbiamo un modo per raggiungerli, oppure per contattarli?!»
Sguardo sconvolto per la donna in abiti colorati…
Mentre a Cindermon «OUFH---COF, COF!!»
arrivò una
spruzzata di spary in faccia. Scratchmon prontamente svicolò
e
si andò a rintanare, e la ragazza digitale
esclamò
«Eeeccooo, TI HO SCOPERT-»…«Oh
mi dispiace
tanto! Scusate,
principessa!»…«Eh??»
sbatté gli occhi un po’ dubbiosa Cindermon. Era
incappata
nella MudFrigimon con il grembiule «Tu non sei quella che
abitava
in casa del capo villaggio??» L’orsetta rispose
«Proprio così! Ed è proprio per lui che
stavo
facendo un po’ di pulizia qua attorno: qui
c’è
troppa polvere.»…«Pfff, figurati,
così
antico! Ah, ma allora sei tu che hai spruzzato il
prodotto!»…«Io? Oh
sì…sì, il
nostro povero capo villaggio è anziano e già
molto
provato dagli eventi.»…«Ci credo, una
vera
catastrofe!»…«Pensavo di fargli un buon
servizio
ripulendo un po’ qua attorno: mi spiace di avervi presa alla
sprovvista.»…«No, figurati,
piuttosto…dì un po’ è tua
questa roba
qui?!»…«Oh?» si fecero
perplessi gli occhi
della MudFrigimon di fronte al trasportino…
Nel ripostiglio intanto…
«Guardianmon
c’è scappato, e Taisho ha riacciuffato Henry senza
dirmi
nienteee!!!»…«Violetta, sta calma!
Guardianmon non
c’è “scappato”,
è-è…con i
domatori! Uno dei quali ha una gran voglia di fargliela pagare per
quello che ha fatto loro in questi dieci
anni…»…«E-E
Taish…Taisho…»…«Riguardo
a
Sandmon…non so proprio cosa dirti, credimi. Pensavo che
agiste
in accordo.»…«L-Lo pensavo
anch’io!!!...ecco…
…ecco
allora…dove ha portato i bambini questa mattina, ecco
perché si è trattenuto con loro fino a tardi,
perché non è tornato a casa questa
notte!!...»
passeggiava e rielaborava…e in quel frangente Aki la seguiva
con
lo sguardo, e sembrava preoccupata di vederla assorbita in un mondo
tutto suo, che la distanziava dai suggerimenti che lei avrebbe potuto
offrirle «Taisho ha cercato…
…di
rubare il Cuore digitale al posto mio, lui vuole scaricarmi! Vuole
soffiarmelo…e fare lo stesso con i nostri
figli…»
ma Aki sospirò «Ora Violetta…per
favore, non
metterti in testa conclusioni astruse, io intendevo semplicemente dirti
che questo era il suo piano. Forse lui non ti ha detto
niente…per non farti
preoccupare.»…«Nooo, lui
l’ha
fatto…»…«Oppure...magari…ha
visto quanto ti sei impegnata. Ti stai dando da fare più di
tutti, ed ha voluto farsi carico di metà della
missione.»…«A-ALTRO CHE META’
DELLA
MISSIONE!»…«SHHH!!!»…«Lui
ha
voluto prendersi…LA TOTALITA’ DEI RISULTATI, NON
LA
META’ DELLE FATICHE!!» sbraitava Violetta con voce
stridula
«Io non vi capisco!» espresse Aki sinceramente
sconcertata
«Non siete moglie e marito, non l’hai creato
perché
ti affiancasse in
tutto?!»…«…così
credevo…!!...» sottolineò cupamente
Violetta
tormentandosi il velo di merletto nero «I-Io
PENSAVO…che
sarebbe andato tutto liscio!»…«Non siete
l’uno
la spalla dell’altro, non vi amate?!» ma
l’altra si
volse di scatto «E’-E’ luuui, che mi ha
tradito!»…«Ma tu mi avevi
assicurato…che fra
me ed Henry sarebbe stato lo stesso, che io avrei potuto basarmi sul
modello rappresentato da te e Taisho, che tu saresti stata in
grado…
…di
plasmare una sua nuova coscienza e un suo nuovo cuore, una volta che
gli avessimo estratto il suo, e che mi sarebbe stato fedele per
sempre!! Ma se tu non sei riuscita in questo intento con Taisho, con
tuo marito…allora…» velando di pianto
la sua
insicura voce «…s-su quali garanzie posso contare,
io…?!» volgendosi lentamente, coprendosi il volto
con le
mani…ed iniziando a singhiozzare sommessamente…
…cosa che faceva ancor più agghiacciata
l’espressione di Violetta…
Scratchmon
intanto si appoggiava alla porta chiusa, e la sfiorava con un gesto
impietosito della sua zampetta, pronunciando
«Muskmon…» con una nota che sembrava
triste.
Violetta si
volse lentamente verso quella creatura dalle sembianze umane ora
sopraffatta dal pianto e dallo sconforto…si avvicino a passi
cauti…dopodiché tirò la sua
espressione con quanto
più sforzo possibile per far emergere, dallo sgomento, un
radioso e solare sorriso «…uhmuhmuhmuhmuhmuhm,
ihihihihihihihihihi!» tanto che Aki
«Uhm?!» volse
stupita il suo volto segnato da lacrime. Violetta rideva
«Sìììììì,
ma che mi
metto a dire pure iooo!!! Ma certo, certo che ci sarà un
errore!
E’ come dici tu!! Taisho non farebbe mai una cosa simile:
è troppo buono, ha un cuore…grande
così, dopo
tutto dev’essere che ha finalmente capito che io,
cioè,
con…queste storie degli artefatti digitali…mi
ammazzo,
tutto il giorno, e sto sveglia pure la notte, sicché
finalmente
gli è venuto in mente di farmi uno sconticino! Su col
moraaale,
Muskmon!»…«…dici sul
serio…?»…«Ihihihihi, ma vuoi
che non conosca
mio marito? (!) » ma lo sguardo di Aki si era fatto
sospettoso
«Hai appena detto che lui ha un
“cuore…grande
così” Violetta, quando tu…
…sai benissimo che Taish…Sandmon non ha un cuore!
Non ce
l’ha, perché un cuore ce l’hanno le
creature vere,
gli esseri viventi, umani e digitali! Mentre lui è una
creatura
plasmata artificialmente!!» al che Violetta la
guardò con
un po’ di disappunto «…ma tutti i
Digimon sono
creature plasmate artificialmente, tesoro! Lo dice il nome
stesso…”mostri”…”digitali”,
anche
tu lo sei!»…«E’
diverso!!» si oppose
decisa Aki…e Violetta indietreggiò battendo i
denti
impaurita. Aki scandì con lacrime d’orgoglio agli
occhi
«Noi nasciamo…dall’operato umano
mescolato con il
flusso insondabile dei loro
sentimenti!!»…«Eee…questaaa…chi
te
l’ha raccontata?!» Violetta cercava un immaginario
appiglio
fra quegli scaffali, tendendo le braccia. Aki strinse i suoi pugni
«…non tu! Mi hai sempre fatto
discorsi…tecnici e
nient’altro, ma quei Digimon! E quei
domato-»…«Quei Digimon (!!) eh
sì appunto e
QUEI DOMATORI (!!!)…tanto peggio…sono persone
poco
raccomandabili, Muskmon!» espresse Violetta picchiettando
sull’altra con ditino saccente «Che ti ho sempre
detto? Non
devi dare ascolto a tutte le loro chiacchiere, sono dannose per le
orecchie…e per la coscienzaaa!» sfiorandole il
cuore, e
terminando con un «Ihihihihihi!»
Quando fuori dalla porta…
«Io
veramente di questo non ne so niente,
principessa!»…«Eh…? Allora
chi può
averlo lasciato…?» si interrogò
Cindermon, ma la
MudFrigimon giunse le mani «Ah! Sapete chi può
essere
stato?»…«No! Se lo sto chiedendo a
te!»…«Ahhh, principessa voi dovete
credermi: abbiamo
il problema dei senzatetto!»…«Ma
davvero??...ah,
veramente avevo orecchiato una mezza cosa simile. Ma in questo
momento…n-non siete voi ad essere momentaneamente sprovvisti
di
un tetto tanto che questo quiii…»
ipotizzò
alludendo allo scenario circostante con dito e sguardo che ruotavano,
ma la MudFrigimon spiegò «Ah, non è
così
semplice! E a dire il vero era così anche già
quando
abitavamo nel nostro villaggio!»…«Ma
va??»
sbarrò gli occhi Cindermon, ascoltando «Qui a
Digiworld…è pieno di creature che hanno perso la
loro
casa, il loro settore è stato completamente distrutto per
cui…girano,
fanno…»…«Girano,
fanno…per mezzo dei fasci? Cioè ta-ta-ta-ta,
salto qui
salto là e mi faccio tutto il tour di Digiworld, in poche
parole?»…«…in poche parole!
Lo avete detto
voi principessa! Tant’è che spesso…si
accampano, e
lasciano oggetti come
questo!»…«Così tu dici
che è stato…che in pratica è stato un
senzatetto,
u-un Digimon qualsiasi a smollare questa specie di scatola mamma il
colore per altro…una cosa kitsch, dici che è
stato-»…«Di sicuro, uno di quei
vagabondi! Ah,
persino adesso che siamo tutti nella stessa barca: ma datelo a me,
principessa, mi spiace che l’abbiate trovato sul vostro
cammino!»…«No no piuttosto figurati!
Anzi dimmi un
po’ di questo problema: no perché devi sapere che
io ho
deciso di cominciare ad infischiarmene dei cavoli miei e mettermi
SERIAMENTE a pensare ai problemi del mio popolo se ti va possiamo
andare su e mentre i bambini giocano mi spieghi questo fatto: ma che
fanno in pratica??? Si accampano, e spargono oggetti
dappertutto?»…«…oggetti
dappertutto…
…di tutte le forme…dimensioni,
funzioni…»…«Oh mamma!...detto
così
acquista un risvolto un tantino agghiacciante!» fece
Cindermon
mentre si allontanavano…lasciando campo libero a Scratchmon
che
scattò agilmente…
Nel
ripostiglio: «Muskmon, Muskmon tu sei
veramente…impagabile, che mi sopporti! Non so come farei se
non
potessi contare su un’amica come te: è che sono
insicura,
mi vedi? E’-E’ che ho la fissazione, lo riconosco,
penso
sempre che mio marito mi tradisca, che preferisca altre donne a me,
altre vite a quella che gli offro io! L-Lo vedi? Sto facendo anche la
dieta per lui perché ero ingrassata di…non so
quanti
chili e avevo l’ossessione che Sandmon non mi guardasse, che
avesse ribrezzo a
vedermi!»…«Oh!...anch’io…»
accennò Aki con sguardo appenato, nascondendo in parte il
suo
volto «…anch’io mi guardo allo specchio
e mi
accorgo…che non sono più la stessa di una volta!
Sono
come un fiore sulla via di
appassirsi…»…«Eh
ma…t-tu ti accetti, perché sei una forte! I-Io
invece…non mi accetto, tanto che eccomi, vedi, vado a
pensare…le più assurde stupidaggini!...
…Taisho
mi ama!...uhmuhmuhm! Abbiamo…una bellissima famiglia
è
solo il lavoro che lo allontana da me e dai bambini!»
Aki scrutava Violetta
con sguardo serio e assorto…ma questa sembrava recuperare
ottimismo «E’-E’ che vedi, mi fa bene
parlare con te,
mi fa ragionare! Tutto quello che ho detto su Henry e il
piano…tutto assolutamente vero, è
garantito!»
appoggiandosi a lei, e specificando «Il progetto della
sostituzione del cuore…non può che andare in
porto: certo
poi si sa come sono gli uomini, sono sempre distratti…dal
lavoro, e dalle manie di grandezza! Lì sta a noi donne
sfoderare
il nostro arsenale per tenerceli stretti, nooo???»
sfregandosi le
mani e lanciandole uno sguardo complice. Aki si asciugava gli occhi
«…t-tu non ce l’hai con me per la storia
di
Guardianmon…?»…«Ma no, cara,
come potrei! In
fondo che è successo? Guardianmon ce lo riprenderemo, e
magari
chissà che quel domatore non ci ripensi e ce lo venga a
riportare: tanto si sa questi ragazzi li metti davanti a una decisione
drastica e…lo vedo anche con mio figlio Gravemon, ah ti ho
raccontato di quella volta che ha trovato un modellino di moto mentre
era in missione?!! Daaai, vieni su che ti
racconto!»…«E che andiamo a
fare…?»…«Come che andiamo a
fare? Un
tè, cara!»…«M-Ma se quella
principessa ci
becca…!»…«Non ci becca, non
l’hai
sentita?» fece Violetta candidamente, carezzando
l’amica
«Se n’è andata con quella MudFrigimon a
parlare del
problema dei senzatetto: come biasimarla, del resto!! Ora noi ci
andiamo a rilassare, tu ti calmi e nel frattempo parliamo un
po’…dei prossimi progetti: cucù,
possiamo
passareee…?» sussurrò con vocina
angelica facendo
capolino dallo spiraglio della porta, per poi decretare
«Ihihihi,
via libera! Ma dove si sarà cacciata Scratch-UUUHHH!
Scratchmooon!!! Eccoti qua, ti sentivi sola?» La gatta
scivolò di nuovo tra le sue braccia «Non devi
più
scappare: e il tuo trasportino?...l’ha preso quella
MudFrigimon??
Muskmon, si sono presi il trasportino con la pipì! Tanto ne
avranno per un po’, per lavarlo ce ne vuole e ne so qualcosa!
Intanto saliamo,
dai!»…«D-D’accordo…»
Aki si fece
strada dalla porta con una certa rapidità, come ne avesse
abbastanza di quel soffocante ripostiglio «Però
adesso…raduniamo le idee,
Violetta!»…«Sì sì,
puoi scommetterci!!
Vieni MiaoMiao? Non ti allontanare…»
Scratchmon
miagolava ma i suoi occhi penetranti non smettevano di fissare.
Violetta
scrutava Aki “Se mi si insospettisce pure lei abbiamo davvero
chiuso, già devo trovare di corsa una soluzione per
Sandmon!!!” tirando di pena la sua espressione.
«Sandmon!!» esclamò Suzie «Ti
chiami Sandmon,
no?» per poi volgersi verso il ragazzo
«Mako…»
innalzando lentamente il suo Digivice «Per l’ultima
volta…
…poniamo fine a questo scherzo di cattivo gusto: ridateci
Henry!...
…lui non c’entra…con le vostre
frustrazioni.
E’ innocente!! L’avete catturato con la forza e la
disonestà, e l’avete separato dal suo Digimon,
Terriermon!»
Il quale
balzò a terra, ai piedi della sua domatrice «Da
sua
moglie!...» continuò Suzie, e Rea fece un passo
avanti
«E da suo figlio!» terminò Suzie,
specificando
«Avete spezzato il prezioso legame di una famiglia! Per
scopi…che solo voi sapete. Vi do una sola
possibilità! Vi
avverto…che non abbiamo niente che per noi conti di
più,
siamo disposti a dare la vita!...se questo…può
essere
necessario per salvarlo.»
I pollini di polvere volavano più intensamente…
…mentre
Henry dall’interno sussultò, seppur pallidissimo,
poiché gli parve di udire una voce
«…Suzie!...»
«Allora…?
Qual è la vostra risposta
definitiva…?!...rifletteteci
bene, vi conviene!» insinuò la determinata
ragazza. Ma a
quel punto Sandmon venne avanti spontaneamente e
parlò…
…sotto
gli occhi tesissimi dei suoi figli che lo guardavano dal
camper…
«Signorina…!» e lei
«”Grande”
Sandmon…!»…«…tu
parli tanto, ma dai
per scontato di essere la sola ad avere…valide ragioni da
difendere! Questo è un errore…tipico dei
ragazzini: qui
ognuno ha la sua fetta di passato. Quelle tu chiami
“frustrazioni” possono essere…vere spine
nel cuore.
Ognuno si trascina dietro il suo fardello di fatica e il suo orgoglio
per tante belle cose fatte. Siamo tutti uguali. La tua natura umana
giovane e incontaminata…non è una giustificazione
sufficiente per trattarci con questa impertinenza.» ma prima
che
Suzie avesse potuto ribattere fu Terriermon a sbottare «Che
diavolo c’entra?!! Avete rapito Henry e lo state facendo
soffrire
lontano dai suoi cari, questo NON HA giustificazioni: si spiega solo
col fatto che siete due squallidi vigliacchi!!» Mako e
Sandmon
gli rivolsero lo sguardo, ma a quel punto si aggiunse anche Lopmon
«E’ vero!!» accostandosi alla sua
domatrice «La
differenza fra noi e voi è che noi lottiamo
perché un
giorno chi ha sofferto e ha pianto possa avere la felicità
meritata: non ci mettiamo al primo posto, ognuno ha avuto sofferenze e
batoste, ma in questo momento, i domatori…E I
DIGIMON…che
sono di fronte ai vostri occhi…l’hanno scordato!
Nella
loro mente…
…c’è solo un nome:
Henry…Henry…
…Henry, a ripetizione e i nostri sfumano.
Questo…è
il lavoro di tutta una notte…» scandiva
Lopmon…all’unisono con lo sguardo di compagni
umani e
digitali «…una notte di dolore e sofferenza ma
dalla quale
nasce un sole splendente. Non lottiamo per spuntarla
un’ultima
volta per tutte quelle in cui ci è stato negato: non ci
interessa, la nostra aspirazione è
un’altra…ma se
voi non riuscite a capirlo…mi dispiace, ma è
inutile
spiegarvelo.» Suzie non staccava lo sguardo dagli avversari
ma
mormorò «Brava…come al solito sei
riuscita a fare
un discorso migliore del mio.»
Terriermon stringeva i denti, e preparava la sua postura…
A
quel punto Sandmon schioccò le dita «Perfetto!
Credo sia
meglio rimandare i convenevoli, dopo tutto qui le teste mi sembrano
abbastanza dure. Mako…fatti indietro: ora ci penso io a
questi
presuntuosi!» ma il ragazzo obiettò «No!
(canzone: Gigi
D'Alessio - Non mollare mai (strumentale) )...io resto qui
con te.» Sandmon restò colpito.
Suzie
alzò il suo Digivice. I compagni alle sue spalle fecero lo
stesso…
Mako
altrettanto «E’ arrivato il momento della
fine…»
Takato al
fianco di Riley e Mitsuo recitava in fondo al suo cuore
“Ragazzi,
coraggio...!!” soffrendo per non poterli aiutare
poiché
sprovvisto del suo Digimon, ma fiducioso nel loro operato…
Ufomon e Gravemon attaccavano i loro volti al finestrino…
Rika
mormorò «Forza ragazzi, sotto con tutto quello che
abbiamo…quando avremo recuperato Henry nient’altro
più ci occorrerà…!» e Rea
«Giusto, hai
ragione!...saremo forti, finalmente la squadra sarà
riunita!»
Ryo
e Cyberdramon si facevano vicini «Mi raccomando
Cyberdramon…» lo guardò con
intensità il
ragazzo dagli occhi azzurri, e pronunciò con voce profonda
«…fa come se fosse uno della tua famiglia: Henry
è
uno di noi! Il tempo che è passato ora non
conta…lotta
con tutto te stesso, io farò altrettanto: per me
è come
se avessero prigioniero un fratello, un compagno
d’avventure!»…«Certo Ryo, puoi
stare
tranquillo.» lo rassicurava il drago con fare pacato,
assumendo
però la sua posa di battaglia «Io lotto sempre con
questo
spirito!»…«Bene!» Ryo
alzò il suo
Digivice decretando «In questo caso niente può
più
fermarci!»
Il movimento dei Digivice di Mako e di Suzie era simultaneo, i due si
fissarono da dietro i congegni. Il ragazzo provocò
«Avanti, mostraci quello che sei in grado di
realizzare.» e
la ragazza ribatté «Con molto piacere!!...
…LOPMON!»…«Sono
pronta!»…«Andiamo! BIODIGIEVOLUZIONE DEL FUTURO!!»
Scintillarono più del sole: e da due sagome si congiunsero
in un
solo tracciato digitale rosa. Il collare bianco si infranse «LOPMON BIODIGIEVOLVEEE...»
…e dinanzi agli occhi determinati ma abbagliati di Sandmon e
Mako…costituiva i capelli piumati di quella creatura in
costume
mimetico rosa e marrone.
Ufomon e
Gravemon incollarono le loro mani al finestrino, finendo per
schiacciarsele reciprocamente ed impicciarsi.
Il
cappello multi-cannone sulle ventitré originò
dalla
mutazione del Digivice «…LADYCANNONMON!!!»
…Henry udì il grido di questo nome
dall’interno del
laboratorio «Ah?!...Suzie è riuscita a
biodigievolvere…?...» per poi scivolare in un
sorriso
d’emozione e affetto «…brava
sorellina…
…brava…»
Rea esortò «Andiamo!»
DIGIEVOLUZIONE
«TERRIERMON
DIGIEVOLVEEE…GARGOMON!»
«RENAMON
DIGIEVOLVEEE…KYUBIMON!»
Ma Ryo affermò «Presto, ragazze: passiamo
immediatamente
al livello evoluto! Ecco a voi le carte!» Le scagliarono una
lui,
l’altra Cyberdramon.
Rea la raccolse
«Grazie!» e Rika «Si proceda
all’istante.»
Entrambe lanciarono il Digivice in aria, all’esclamazione
«DIGIMODIFICATI!!»
alla quale seguì il lancio della carta con la sagoma del
drago e il simbolo dell’infinito «…carta della Digievoluzione
Matrix!!»
DIGIEVOLUZIONE MATRIX
«GARGOMON
MATRIXDIGIEVOLVEEE…»…«KYUBIMON
MATRIXDIGIEVOLVEEE…»
«…RAPIDMON!»…«…TAOMON!»
Rea gridò «Forza ragazzi!! Attacchiamo tutti
assieme!!»
…tanto che Henry udì
«Rea…!...siete…
…siete tutti
qui, per me!!» ed il suo cuore si illuminava di
speranza…
LadyCannonmon
puntò il dito contro Sandmon «Io sarò
la tua prima
avversaria.» piombando in una scivolata stridente contro di
lui
che strattonò. Ma poi balzarono, e il loro duello
infuriò
in aria: iniziarono a colpirsi con violenza e velocità in
uno
scontro corpo a corpo. Presto però si udì
un’altra
voce maschile «Mi dispiace ma non ce la faccio a restare in
disparte, ci sono troppe cose di me in gioco!!» Era Rapidmon,
che
iniziò a bersagliare Sandmon alle spalle il quale
esclamò
«Non importa…tanto riesco a tener testa facilmente
a TUTTI
E DUE!!» dividendosi fra l’uno e l’altra
grazie alle
sue robuste braccia.
«Papi!!» esclamavano i suoi figli.
E LadyCannonmon
«Vediamo per quanto ancora!!» mutando in una sfera
metallica ed iniziando a mitragliare proiettili.
«Le vostre
voci…le sento! E mi regalano…tanta
speranza!!...»
esprimeva Henry in un sorriso
allietato…nell’innalzarsi di
quel vociare di cui giungeva l’eco fra le capsule
“Il
passato e i tempi
felici…l’affiatamento…e i nostri
sogni ragazzi, forza, continuate così, riprendiamoci il
nostro
futuro!!” li esortava dal profondo del suo cuore
luccicante…
«CICLONE
SOFFOCANTE!!!» scatenava Sandmon, ma
LadyCannonmon in forma sferica roteava «Capriola-mitra!!!»
…perforando la sabbia con i suoi proiettili…
Sandmon
«RRRGHH!!» tento di intensificare ma dietro di lui
sbucò Rapidmon «Raggio molecolare!!!»
scatenando il triangolo di luce dietro il colosso di sabbia
«AAARGHHH!!!»
Tanto che
Henry meditava “E’ come seguire un
cartone…essendo
ciechi…” e socchiudeva gli occhi in un
raccoglimento di
tenerezza “Una barriera nera ti preclude le immagini.
Però…tu bambino dagli occhi bendati percepisci
dal
televisore le voci dei tuoi eroi preferiti…li
riconosci…
…e ti accorgi che allora…anche se non vedi non
sei solo:
e l’operazione andrà bene! Perché ci
sono loro a
darti la forza!!...coraggio ragazzi…”
Rea incitava «Forza Rapidmon!!!...
…non aver paura, io ho l’energia che ti occorre!! Digimodificati!...carta delle
ali spezzate!!»
«Che carta
è questa?!» esclamò Sandmon, e Rapidmon
«Una
carta nuova!» mentre dalla sua schiena spuntavano ali
luminose…
…che una
saetta tagliò di netto, rivelandole come metalliche e
sfrigolanti «Grazie alle ali spezzate tu non voli nel cielo!
Però…dalla ferita e le sue consapevolezze nasce
nuovo
potere!!»
Calava lentamente, ma
dalle ali spezzate nascevano nuove ali elettriche che raggiunsero
Sandmon, folgorandolo «AAAARGHHHHH!!!»
«Oh no papiii!»
esclamò Gravemon. Ma Mako in quel momento corse avanti
«Sandmon!! Non ti arrendere!! Ci sono io, abbi fiducia!
Vedrai
che andrà tutto bene!!» innalzando arditamente il
Digivice. Ed infondendogli nuovo potere, che pervase in un alone scuro
il suo corpo «…grazie Mako…»
Il fiato di
Takato era spezzato, stringeva tra le sue mani il suo Digivice ma
Mitsuo prima e Riley dopo gli posero le mani sulle spalle, per
trasmettergli coraggio (fine-canzone)
Un fascio si fermò dinanzi al castello in chiaroscuro.
Cindermon sedeva
su uno dei letti di una stanza affollata di piccoli MudFrigimon, Benji
era a terra con Orphanmon e gli altri Digimon, a giocare con loro,
mentre l’orsetta col grembiule spiegava «E
così noi
ne ospitavamo qualcuno, quando
potevamo!»…«Certo
dev’essere stato difficile!» replicava la ragazza
digitale
aggiungendo «Già il vostro
villagg…cioè!
Io…ad occhio è croce l’ho visto: non
è che
mi pareva tutto questo spazio, tutte queste
possibilità!»…«E’
assolutamente
vero…» replicava l’altra costernata,
mentre
echeggiava la vocina acuta di Benji tanto che Cindermon fece
«Ohilà…piccoletti! Oh? Che
c’è?»
«Guardate,
c’è una luce!!» indicò
Vapormon, la pentolina
con gli occhi. La MudFrigimon e Cindermon «Oha?!»
si
alzarono di scatto e puntarono gli occhi alla finestra.
Il fascio all’esterno lasciava fuoriuscire qualcosa, un
sagoma.
Cadde a terra. Lo
copriva un manto scuro sporco e consumato, sul quale erano ricamate
lune bianche. Un manto grande, tanto da coprire interamente quel che
c’era sotto.
«Che cosa
sarà…?» fece la MudFrigimon intimorita,
sfiorando
la ragazza digitale che replicò «…non
lo so
potrebbe essere in teoria di tutto.»…«Ci
staranno
attaccando…?!»…«M-Ma nooo,
probabilmente sono
i miei compagni che tornano! Sì! Sì adesso che
faccio
mente locale mi ricordo che Takato mi aveva
det-sììì, ma certo, Jeri!
Dev’essere lei,
è tornata e adesso figurati non si ritroverà
perché sono tutti andati…a combattere: meglio che
scenda
e le faccia rapporto prima che scoppi un…incidente
organizzativo: tu mi puoi stare qui? Un secondo soltanto?? Mi guardi i
bambini mentre io vado
da…»…«Sì!
Certamente!» sicché Cindermon, che sembrava aver
ripreso
un po’ d’energie, sfilò per la stanza
«Fate i
bravi, la zia Cindermon torna fra un
attimo!»…«E’ tornata la nostra
Jeri?!»
chiese Orphanmon parlando a nome della felicità di tutti, e
Cindermon accennò un sorriso a metà
«Penso proprio
di sì…!»…«Wow, che
bello!!»…«Jeri è
tornata!!» esultarono
i piccoli…
Cindermon
mormorò fra sé «Ma guarda guarda, Jeri
è
diventata l’idola di questi pargoletti digitali:
già non
bastava quanto fosse gettonata da più d’uno!
Mah!...c’è chi proprio ha sempre l’acqua
che gli va
per l’orto…» attraversando il
corridoio…
Ma in una
stanza piuttosto decentrata da quelle in cui si erano stabilizzati i
MudFrigimon, delle mani femminili dallo smalto colorato sollevavano
delicatamente una frizzante tazza, decorata dalle testine di Digimon
simpatici «Eeeecccoqquà! Il tè
è servito!
Wouuuu!...
…mi sono
dovuta arrangiare, meno male che prima ho fatto la spesa: prima ho
aperto la credenza e mamma mia, che spavento!! C’era un
Roachmon…o beh almeno non so se fosse un Roachmon
perché
a me gli scarafaggi fanno un tale schifo che non ho potuto proprio
guardare! Ma dico, qui non puliscono mai? Ma almeno…le
signore
del villaggio dei MudFrigimon, visto che si sono stabilizzate qui dico
un minimo di pulizia! Ma dico per loro, eh! Eh, mi pare che hanno
anche…fior di bambini da quel che ho potuto sbirciare, non
hanno
paura? Con tutti questi acari, la polvere, bleah!!!»
Aki
raccoglieva la tazza...la sua espressione sembrava seria, aggravata
«Grazie…non dovevi
disturbarti.»…«Ahahahah, ma figuuurati!
Questo ed
altro per
un’amica!»…«Violetta…»…«Sì?!»…«Ascoltami,
stavo pensando…» mentre Violetta si accomodava
sulla sedia
di fronte al letto sul quale sedeva l’altra, e sembrava
fremere
tutta per l’impazienza di ascoltare le sue parole
«Riflettendoci meglio, non sarà stata una fortuna
che quel
domatore si sia portato Guardianmon così
lontano?»…«Oh??»…«Io…forse
ti sembrerà che ritorno sempre sullo stesso
argoment-»…«Beh sì in effetti
un
po’!» Aki alzò il suo sguardo. Ma
Violetta
spezzò con un sorriso «Però dai
continua! Ti
ascolto!»…«Ecco, io
penso…perché
magari non sottoponiamo i tuoi figli ad un
addestramento!»…«Sì, ci stavo
pensando
anch’io a dire il vero! Vedi?» estraendo un
depliant
«Questo me l’ha dato…non mi ricordo se
era…che tipologia di Digimon era? Togemon mi pare, no hai
presente? Il…cactus, che dà tutti i pugni, con i
guantoni! Ne ho incontrato una che è pure una madre di
famiglia
adesso pare che…si mettano d’accordo per il
progetto di
aprire una palestra: eh del resto, con tutti questi tagli ora la sola
cosa da fare è rimboccarsi un po’ le maniche,
l’allenamento per i più piccoli è una
cosa seria
per cui: che ti pare Muskmon, non so a me il luogo sembra attendibile,
va bene che i Togemon hanno le
spi-»…«Violetta! Io
dico sul serio…» fece Aki con sguardo penetrante,
allontanando con rispetto ma anche con fermezza quel
depliant…e
lasciando Violetta del tutto spaesata «…ma
perché…? Non ti piace…? Dici che
è una
Digimon poco avveduta…?»…«Non
mi riferisco a
quel…!!...
…Togemon che
hai incontrato!»…«E allora a
chi…??»…«…io parlo
di tutta questa
storia…» sorseggiando a lievissimi sorsi il
tè,
mentre Violetta riprendeva a passeggiare «Il fatto dei tagli,
e
che il governo provvisorio sopprime le palestre? Beh!...se ci stai in
pena tu pensa la sottoscritta, che ha ben due
figli!»…«Appunto per questo!!»
posando la
tazza, benché non avesse finito il tè
«Violetta, io
non ho figli, è vero!! Mi sarebbe tanto piaciuto
averli!!»…«Ihihihi, chissà
poi con
chi!» fece capolino Violetta dalla stanza attigua. Aki
abbassò lo sguardo «…sai del mio
sentimento per
Henry e del fatto…che il mio animo non trovi pace al
pensiero
che lui ha avuto un figlio da quella
ragazza.»…«Ahaha, tranquilla!...ho letto
l’oroscopo, sai? Dice che per quelli del tuo segno adesso
l’estate che viene sarà una stagione
fortunata!»…«Violetta ora io non
c’entro! Io
sto parlando dei tuoi figli, di Ufomon…!!...e di
Gravemon!»…«Tranquilla: mi
accerterò che non
pratichino sport estremi in quella palestra e che i Togemon
usino…come si chiamano quelli involucri che vanno di moda
adesso, che l’ultimo provvedimento ha reso obbligatori?
Servono…per coprire le spine, tutti i Digimon punzecchiosi
sono
costretti a portarli!»…«Ma a che
può giovare
coprire i loro aculei se poi siamo noi, che li sottoponiamo a una
procedura estrema?!» Violetta si avvicinò e la
guardò negli occhi «Dì la
verità: è
ancora per quella storia di
Guardianmon...»…«Io non
sono convinta!»…«Non è che
hai dei rimorsi?
Dico…per lui: della serie “dopo tutto è
un ex
compagno di squadra”…» ma Aki
abbassò il capo
e nascose lo sguardo, mormorando «…è un
po’
troppo tardi per avere rimorsi.»
Violetta si
limitò ad allargare le braccia, con un’eloquente
espressione che ben confermava il concetto espresso. Ma Aki non aveva
finito «Io ho timore che una scelta del genere
possa…cambiarli per sempre: portarceli via!!»
L’altra
non proferì parola, ma vagò un po’ con
lo
sguardo…
Intanto qualcosa
si muoveva all’esterno, sotto il manto scuro: una zampa
artigliata rossa striata di nero fuoriuscì
all’improvviso
«Che cosa è successo…? Dove sono?!...
…LadyMeramon…
…PinkMonzaemon…ahhh!!»
A poco a poco si
delineava un muso di cui solo un occhio si dischiudeva:
sull’altro spontaneamente si riversava il
cappuccio…ma
sembrava sprofondare in un abisso di oscurità…
Violetta fissava
Aki, mentre questa esprimeva «Io sono perseguitata dal timore
che
la maledizione che ha bersagliato il nostro cammino non si plachi mai,
ma che anzi, intensifichi ancor più la sua
influenza!»…«Uhmuhm, il tuo problema
è che ti
ostini a vederla come un…maleficio, o un cumulo di sfortuna
lanciata da chissà chi sulla nostra buona sorte, quando
invece…l’abbiamo detto, sono state
scelte…decisioni
di alcuni, impuntature di altri, e c’è stato chi
ha
cercato di fare del proprio meglio!...
…io sono
sempre più convinta che sia stato inevitab-cosa posso usare
qui
per pulire la teiera…?...possibile che non ci
sia…il
barlume di un prodotto utilizzabile?» si chiedeva la donna in
abiti colorati, mentre frugava nella credenza non ottenendo altro
risultato oltre che accrescere l’ansia dell’altra
«Violetta…!!...per
favore!!»…«Un attimo
tesoro, mi rifiuto di riporle in quello stato: eh beh!...qui
è
una questione di un minimo di senso civico! A Digiworld…
…è
stato dimenticato il saper vivere: questo mondo…alita una
tristezza che non immagini…era tanto carino, incantava
un…miliardo di bambini! Uhmuhmuhm, tutto colorato
ora…guarda, è tutto grigio: persino questo
castello!
Uhmf!» faccia mogia «…è
talmente deprimente,
andrebbe…hai presente quei lavori che hanno fatto anche a
Shinjuku, dalle parti del parco? Ecco…!...rimozione...di
tutto
ciò che è polveroso: qua ci starebbe
bene…ahahah!
Un parco dei divertimentiii! Coloratissimo, con una grande
ruota!»…«Per farci giocare quali
bambini?!!»
esclamò Aki visibilmente scossa, mentre l’altra
non
perdeva il suo gaio buonumore «Ma quelli del futuro, amica
mia:
no dammi retta…» mentre iniziava a fare schiuma
ovunque,
lustrando per bene quella teiera «…molto presto
qui ci
saranno un mucchio dei bambini e tutti i colori ritorneranno come
è stato un tempo: è solo da…pazientare
un
po’: lavori in corsooo! Whahahahah!...dovremmo mettere
l’insegna…
…certo
adesso non appena possibile devo sentire Taisho e riuscire a capire
cosa ha voluto combinare o meglio…per essere più
precisi
cosa ha voluto combinare!»
…ma nel
frattempo Scratchmon aveva ripreso a fare le fusa ad Aki
«Uhm?» per poi alzare il capo, guardarla
intensamente…
…e
sussurrare piena di pena «Muskmon!» tanto che
costei
sussultò…e guardò prima Violetta che
intravedeva
impegnata nella stanza attigua, e poi la gatta…
«Dopodiché sì, io penso…in
definitiva…come dici tu: prossimo step è
stabilire un
contatto con il campo indefinito, pensa che bello, Muskmon! Ahaha! Si
rievocano i bei tempi, il tanto battuto suolo della battagliaaa!
Ahahah!...a volte mi commuovo ripensando ai nostri
ricordi…certo
che…sniff! E’ incredibile il potere lacrimogeno
che
possono avere le fotografie, non è nemmeno paragonabile al
taglio delle cipolle! Com’ero giovane, sigh!...»
…mentre
Scratchmon sussurrava con voce dolce «…Muskmon
devi
ascoltarmi!» e a questa si spezzava il fiato
«Tu…»…«…io…
…ti
voglio bene!!» disse la gatta. Aki si portò una
mano al
petto «…e devi assolutamente aiutarmi, io in
realtà
non son-»…«Uhmuhmuhm: Muskmooon! Ti sei
commossa
anche tuuu??? No, dai: qui dobbiamo essere allegri, su, facciamo un
brindisi!»
Ogni tanto Violetta
faceva capolino…e gli occhi della gatta si facevano
agghiacciati…
…Cindermon
stava attraversando i corridoi «Cioè possibile che
SIAMO
AL PUNTO che io non mi ritrovo da dove son venuta? DOVE CASPITA---qui
corridoi tutti uguali: ROBA DA DOMATORI RAGAZZINI, mica da Digimon DI
UNA CERTA ETA’ come comincia ad essere la sottoscritta! Dove
vado? Oaaahhh…an-ghi-ngò: di qua!»
Intanto Guilmon
metteva a fuoco, strizzando il suo occhio, una costruzione
familiare…che lo portò a dilatare il suo sguardo
«Ahhh!»
“Questo luogo…”
…e i suoi
ricordi riproiettarono su quella stessa stradina un gruppo di giovani
Digimon Tamer…e di Digimon intraprendenti e
coraggiosi…c’era un ragazzo che chiamavano
“domatore
leggendario”, e rapiva gli occhi di tutti benché
fosse un
coetaneo. Era accompagnato da un possente drago nero…
…poi
tutti decisero di incamminarsi all’interno del
castello…
“Sono
tornato in questo settore…erano anni che non ci andavo! Il
castello è…rimasto ancora in piedi! Quanti
ricordi…” pensò Guilmon avanzando verso
la
costruzione. Il suo passo era esitante “…ma cosa
vado a
fare? Vago ancora alla ricerca del passato…? Non mi
è
rimasta più una meta dopo la distruzione del palazzo reale,
forse farei meglio a preoccuparmi del mio futuro piuttosto
che…UH?!”
Ma vide qualcuno
passare oltre le finestre, rapido come un fantasma. Ma era un fantasma
con il ciuffo rosso.
“Lei
è qui!!!” sussultò il cuore del
draghetto digitale,
nel dilatarsi del suo occhio giallo…
«Muskmon…»…«…Scratchmon…»
disse pianissimo la ragazza dall’anello violaceo, scrutando
attorno con circospezione «…perché
parli piano,
perché ti
nascondi…?»…«Io sono
qualcuno che tu…neanche potresti immaginare.»
«CHE C’E’, TI FA LE FUSA??? E’
CHE SI SENTE IN
COOOLPA! E’ PER LA STORIA DEL TRASPORTINO! Dai Scratchmon,
che
Muskmon ha la pelle delicata, è come una foglia, se la
graffi si
rovina!!»…«…n-non
preoccuparti
Violetta!...lei…
…è buonissima…»
Violetta lavava piatti e pentole, ma intanto fra sé
commentava
«Strano…di solito sbudella il mondo
intero…»
La gatta
in questione espresse «Per favore ascoltami, sei in pericolo
anche tu! Se vuoi aggrapparti…all’ultima
speranza…allora…»
«MiaoMiao!»
«Allora…»
Aki tratteneva il respiro…
Cindermon
realizzò «Niente: io qui sono venti volte che ci
passo,
adesso al primo che trovo chiedo indicazio-uh?»
Notò che
una porta era semiaperta…si avvicinò…
«Dentro di
me! Dentro di me c’è…» disse
Scratchmon. Ma
poi sgattaiolò fulminea al cigolare della porta
«Scratchmon!»
E Violetta
«Cos’è??? E’ scappata di
nuovo???...fa sempre
così quando si sente colpevole!»
Aki
però notò il movimento lento della
porta…sicché avanzò…
Cindermon
stava aprendo «Ma che cos’è tutto questo
profumo?
Sniff, sniff! Sembra roba tipo muschio---INHF!» ma alla fine
sussultò un poco in quanto Aki spalancò di colpo.
E
Cindermon sbatté le palpebre trovandosi di fronte la
(altrettanto attonita) ragazza col lenzuolo bianco.
Gli occhi
azzurri scrutarono da cima a fondo “E QUESTA CHI
E’???” «E-Ehm, miii…scusi no
sa che io-no
è che qui ci si perd-io mi ci sono persa per cui!...
…m-ma lei…no dico per
informazione…»…«Desiderava
qualcosa, per
caso?»…«N-N….ss…»
“Mah!...tutta così proprio della serie...giusto
due gocce
di profumo al muschio, prima di andare a
dormire…dev’essere l’amante di qualche
Knightmon!
Forse è installata qui per comodità.”
«No,
è che…uhmuhmuhmuhm, no sa mi scuuusi, le
sembrerò
inopportuna!» fece Cindermon «E-Ehm…! Se
mi
vuol…dire che cosa cercava, perché poi veramente
io…!» espresse Aki con ritrosia che la portava ad
arretrare verso la stanza, ma intanto Cindermon elaborava “Oh
mamma!...la cosa curiosa qui non è che è mezza
nuda: ma
che non è una Digimon…è un essere
umano. Che un
Knightmon si fosse messo l’amante in casa ci stava quasi
anche se
un po’ strettina ma che in questo castello ci sia un essere
umano
non autorizzato va giù con un po’ più
di
difficoltà…scusa da dove proviene? Che ha
intenzione di
fare qui a Digiworld?!” ed il suo sguardo si stava facendo
penetrante, quando…echeggiò un’altra
voce
«Muuuskmooon!»…«Ahhh!»
Aki
sussultò: Violetta stava arrivando dietro di lei
«Dai che
ho preparato i bicchieri: brindiamo al fatto che ho il marito
più…efficiente e premuroso del mondo!!»
…mentre
Cindermon scandiva
«…Musk…MON…?...!!»
reclamando spiegazioni con il solo sguardo…incrociatosi con
quello gelato di Aki, sullo sfondo dell’esclamazione
«Al
grande Sandmon, alias Taisho Yusaki e ai miei bambini: Ufomon &
Gravemooon! Alla più festante e operosa famiglia di tutto
Digiwo-!»…«Violetta…»…«Cosa
c’è cara…?...
…OPS!»
A Violetta caddero entrambi i bicchieri e si ruppero in mille scheggie,
alcune dei quali caddero presso le zampe di Scratchmon, rintanata sotto
il letto…
Incrociando lo sguardo allibito di Cindermon…Violetta non
poté che «…mmm, uhmuhmuhmuhm!!!
Uhmuhmmm!!!...uhmm…»
La tensione crebbe alle stelle in quella stanza…
Mentre presso il grande Cestino «Mulinelli risucchianti!!»
«Ahhh!» Turbini di sabbia appena emersi dal terreno
minacciarono di inghiottire Rapidmon e LadyCannonmon.
Ma Taomon
affiorò dietro di loro dipingendo col suo grande pennello
«Ideogramma
rovente!!»
Sandmon
reagì «Urgh!!» scagliando un vortice di
sabbia
repentino che lo dissolse, ma in quel momento piombò
Cyberdramon
con «Globi
perforanti!!» che il colosso di sabbia
parò «Urfhhh!!» ma strattonò
a terra, ed una delle sue gambe cedeva.
«Bene ma
abbiamo bisogno di più potenza!»
esclamò Rika. E
Ryo «Sono d’accordo con te Rika, direi di
digimodificare i
nostri Digimon in modo tale da coprire Rapidmon e
LadyCannonmon!»…«…ottima
idea.»
assottigliò gli occhi la ragazza i cui riccioli rossi quel
giorno molto crespi risplendevano alla luce del sole. Questo
altrettanto accendeva gli occhi di Ryo quando scagliò il
Digivice in aria «Digimodificati!...carta
della testa di pietra!»
Uno strato roccioso
iniziò a estendersi dal collo di Cyberdramon lungo il suo
volto…
Rika sibilò «Bene, allora io procedo con questa: digimodificati!...
…carta del cerotto lenitivo!!»
La sagoma luminosa di
un cerotto incrociato raggiunse il pennello di Taomon, avvolgendolo
come un oggetto rotto, e conferendogli un’aura di potere.
Mako però
preparò il Digivice «Illusi! Non crediate che
possa
bastare: dispongo anch’io…di un potere speciale! Digimodificati!!»
scagliando in alto il Digivice della Triade «Carta della replicazione
sregolata!»
«Oh no,
accidenti!» esclamò Ryo, rivelando
«Anche lui
dispone di carte inedite!»
Mako rise
«Ahahah, cosa credevate? Osservando la vostra precedente
battaglia non potevo restare con le mani in mano: è sempre
stato
il mio sogno!!...
…inventare nuove
digimodifiche…»…«Ghghgh…!»
Sandmon ghignava…mentre dai mulinelli sgorgavano infiniti
suoi
replicanti dal corpo interamente di sabbia, sull’eco delle
spiegazioni di Mako «Questa è una naturale
evoluzione
della carta del clone…il processo di base che permetteva lo
sdoppiamento qui si stabilizza, e riproduce l’effetto della
carta
per un numero illimitato di volte!»
Gravemon indicò
«Guaaarda, Ufomooon! Ci sono tutti cloni di papi!»
L’alienina era un po’ disorientata «Non
so se esserne
contenta, già uno è tosto da
sopportare!!»
«Siamo circondati!!...» strinse i denti
Rika…
…ma Rea
lanciava uno sguardo a Rapidmon «Come ti senti, Rapidmon?!
Resisti…?!» Quest’ultimo si rialzava
«A-Ah,
sono stanco…» sfoderando uno sguardo di grinta
«…ma oggi niente basterà a farmi
mollare!!»
«Lo
stesso vale per me…» precisava LadyCannonmon: il
suo
cappellino iniziava a roteare i suoi micro-cannoni più
veloce di
prima.
«Ahh!» Takato si portava il Digivice sul petto, ma
Mitsuo
lo rassicurava «Sta calmo Takato: vedrai che i tuoi amici ce
la
faranno…oggi hanno grinta da vendere!»
Gli occhi
rossastri del domatore in panchina sembravano cercare di infondere
forza, anche nelle sue condizioni.
Ryo
affermò «D’accordo allora, accettiamo la
sfida!
Cyberdramon, ce la fai?!» e Rika «Vediamo quale dei
nostri
due arsenali è più efficace!»
«Non
chiedo altro…CLONI ATTACCATE!» comandò
Mako. Taomon
e Cyberdramon si gettarono nella mischia scatenata dai guerrieri
replicanti, e molto presto il campo si trasformò in un
vortice
di sabbia in cui echeggiava «Gwhahahahahahah!» la
risata di
Sandmon…
Henry respirava
con affanno «…forza…forza
ragazzi…anche se
non sono lì il mio spirito lotta con voi!»
Rea si concentrava
“Henry…” e il suo sentimento scivolava
in luce verde
all’interno del Digivice e da lì al suo Digimon
«Fatti sotto Sandmoooooon!» Rapidmon si
avventò di
nuovo contro di lui.
«Henry
resisti…» mormorava Takato chiudendo gli occhi
«…come vorrei essere lì ad aiutarti
anch’io.»
«Tu…»
Era
l’attonito sussurro di Cindermon, mentre Violetta ancora
sghignazzava «Uhmuhmuhm, i casi della viiita, incontrarci
qui!»…«L-La pazzoide del nascondiglio?!
Quella del
giorno che siamo partiti per Digiworld, quella che
voleva…s-sotterrarci tutti per mezzo di una
RUSPAAA?!!»
spalancando oltremodo occhi e bocca, mentre Aki si volgeva altrettanto
sbigottita.
«Uhmuhmuhmuhmuhm! Perché dobbiamo rinvangare il
passato…? In fin dei conti…è andato
tutto bene,
siamo tutti qui, a Digiworld, wooouuu! E’ come una grande
FESTAAAAAA!»…«…”andato
tutto
bene” ma io ti
ammazz---!!»…«Ferma!» la
bloccò però prontamente Aki «E tu
lasciami! Si
può sapere chi diavolo saresti?! La sua spalleggiatrice?!
L’alleata di questa PAZZA DA INCATENARE, io ti debbo ancora
servire quanto ti meriti! Con la tua cattiveria finora sei riuscita
solo a distruggere un ricordo…ma neanche quello avevi il
diritto
di toccare, il nascondiglio era un luogo caro sia per Takato che per
Guilmon, e inoltre…!!» seguitava ad inveire
Cindermon…
…mentre Violetta la osservava con espressione innocente,
allargando le braccia…
«…hai appena detto…T-TI HO SENTITO,
SAI?! Hai detto
che quei luridi Digimon sono i tuoi familiari, sì! Che quel
bestione che ha rapito Henry è tuo marito, e-e che quelle
due
calamità naturali che hanno ripulito mezzo
Digiworld…sono
i tuoi figli…
…dovresti solo vergognarti…
…MA CHE
RAZZA DI MADRE SEI?!» mentre Violetta le avanzava incontro,
sfoggiando ora un sorrisetto orgoglioso. Cindermon insisteva
«Qual è il tuo problema, OLTRE IL CATTIVO
GUSTOOO?!»
alludendo a lei e al suo abbigliamento, ma questa
«Uhmuhmuhm…che razza di madre sono, vuoi sapere?
Beh…
…di
sicuro una madre migliore della
tua.»…«Cosa?!»
La ragazza digitale trasecolò.
(canzone: Sugababes
- Stronger)
L’ironia negli occhi di chi aveva di fronte mandava in tilt
le
sue reazioni «E tu che ne
sai…?»…«Uhmuhmuhm!»…«Chi
diavolo sei, CHE NE SAI TU DI MIA
MADRE?!»…«Vedi? Tu
me ne dai la prova: tua madre era un’egoista, che si curava
solo
di se stessa, e a te che sei sua figlia non ha mai fatto menzione delle
sue…vecchie
amiche!»…«AMICHEEE?!! N-Non dire
sciocchezze tu mi prendi in giro mi madre era onesta, non avrebbe mai
avuto amiche DEL TUO GENERE!»…«Onesta,
sì,
come no.»…«C-Che vuoi dire?!»
Violetta le dava
le spalle ed enunciava vellutata «Una donna che ha
dimenticato
tutti coloro che l’hanno aiutata al momento del bisogno,
senza i
quali sarebbe stata persa! Tutto questo SOLO e UNICAMENTE per farsi la
sua vita, in quanto era stata baciata dalla
grazia…!!...»
rivolgendo una tagliente coda dell’occhio
«…di
sposare un Digimon…!!»
Cindermon
ringhiò ma Aki la trattenne saldamente, sicché
dovette
accontentarsi delle parole «DA QUEL CHE HO APPENA SENTITO TU
HAI
FATTO LO STESSO! Sei la moglie di Sandmon…
…sei
responsabile…DELLO SCEMPIO FATTO NEL MIO
CASTELLO!»…«No un attimo! Piano con le
accuse,
queste sono cose che fa lui di sua iniziativa: io non c’entro
niente e non ne voglio di che
sapere!»…«BUGIARDA!»…«Figurati
che bisogno avrei avuto di distruggere un castello come quello
smuovendo una TALE POLVERE…uhmuhmuhm! Quando poteva essere
sfruttato in miiille modi alternativi: una simile riserva di spazio
potrebbe diventare il…punto-base del nuovo Digiworld!
Uhmuhmuhm!! Se ai bambini del futuro togli la magia e la leggenda di un
palazzo reale…infh!...cosa colorerà la loro
crescitaaa???»…«Il…nuovo
Digiworld…?!!
Ma tu sei completamente fuori, chi ti credi di essere: l-la
capo-restauratrice del progetto kitsch
dell’anno?!»…«No!»
si volse vispamente
Violetta «Quella è stata la tua mamma quando ti ha
cresciuto permettendoti di tenere questi cape-guarda! E tu ti definisci
un Digimon?!...dai il cattivo esempio ai
bambiiini…»…«Non toccare il
mio ciuffo!...
…e non
toccare la mia vita, non toccare quella che sono, non toccare coloro
che amo!»…«A chi ti
riferisci…? A quel
patetico domatore che ti ha preso sotto la sua ala protettiva soltanto
perché il suo Digimon si allontanato, lungo la cattiva
strada?!
Uhmuhmuhm, ma non credere di contare qualcosa per lui: ti tiene solo
perché gli fai comodo…in realtà ancora
stravede
per il suo primo Digimon e questo te lo dico perché ho avuto
modo di conoscerlo, e ti assicuro che sono della stessa pasta: quel
ragazzo…» avanzava la donna dai riccioli castani
«…è sporco…
…!!...emana il nauseante odore della malavita in cui va a
infognarsi un delizioso bambino quando cresce, come il suo Digimon
emana l’odore del fango! Sono congiunti per
sempre!!...»
piegando l’espressione in una pena inorridita
«…DAL
PATTUME CHE LI RICOPRE, E CHE POTRA’ ESSERE DISINFETTATO CON
UN
BEL COLPO DI SPRAY! Ah, ahahahah!» sfoderando di scatto la
bottiglia di prodotto e spruzzando: Cindermon schivò
prontamente, ma poi si accorse «Oh
mammina…!»
…che
quello spruzzo aveva corroso il muro «…ma che
diavolo di
poteri hai…?...
…chi sei tu in realtà?!!»
Le unghie che
stringevano la bottiglia avevano acquistato smalto nero
«Uhmuhmuhm, te lo dico subito: sono quella che ingiustamente
vaga
senza fissa di mora quando le spetterebbe il posto che ora occupi tu:
INDEBITAMENTE…
…sono la
prossima regina di questo spleeeeeendido e intramontabile
pianeta!»
«Tu
scherzi!» scosse il capo Cindermon. Ma Violetta
esortò con
un sorriso sicuro «Bando alle ciance, Muskmon: dimostriamo
una
volta per tutte a questa scocciatrice ciò di cui siamo
capaci!»…«Ma io…»
esitò Aki
incrociando i suoi occhi con quelli di Scrachmon nel buio sotto al
letto, che sembravano supplicarla di fermarsi ma Violetta le
afferrò il polso «POCHE STORIE, andiamo, dopo
tutto non
l’hai sentita? Ci ha insultate, offende il nostro onore: per
la
realizzazione dei nostri sogni…noi dobbiamo cancellarla,
come
una brutta macchia! Ihihihi!...
…andiamo
Muskmon…non vuoi essere felice con
Henry?»…«…io
veramente…!»…«E allora?!
Quella rappresenta
un ostacolo, i suoi amici se lo porteranno via e non lo rivedrai mai
più!!»…«No!!»…«Se
vuoi
ancora avere speranze con lui dammi fiducia!» volgendosi poi
verso Cindermon «Ihihihihihiii…»
…mentre
anche Aki sollevava il Digivice floreale su cui Violetta poneva la mano
«Preparati a danzare un po’…!»
minacciò
la domatrice dai riccioli castani, mentre la sua amica deponeva le
sembianze umane per riassumere quelle della pianta digitale. Cindermon
scuoteva il capo «Non…posso crederci!» e
le due
esclamarono in coro «BIODIGIEVOLUZIONE!»
«Cosa?!!» trasalì Cindermon.
«MUSKMON
BIODIGIEVOLVEEE...»
Stivaletti bianchi…un
cappello da fata…una bacchetta sfrigolante…
«…PURPLEMON!!!»
occhi adornati da piume angeliche. Increduli quelli di Cindermon, ora
che il suo nemico si era unificato «Tu che hai sangue umano e
digitale nelle vene…
…sei forte a
sufficienza da tenere testa a ME?!!» minacciò
Purplemon.
Guilmon stava salendo
le scale del castello, ma si arrestò di scatto
«Ah!...ho
sentito una voce! Ma io…!!...io questa voce la
conosco!!»
Dall’alto provenivano girandole luminose, e la MudFrigimon
col
grembiule si precipitò «Oh cielo, che sta
succedendo?! La
principessa Cindermon si è diretta lì,
è in
pericolo!!»
«Cosa?!»
si dilatò l’occhio giallo del drago, in parte
adombrato
dal cappuccio…(fine-canzone)
All’interno del vortice di sabbia «Capriola-mitra!!»
nuovamente LadyCannonmon si racchiudeva su di sé divenendo
una
sfera mitragliante: ma per quanti cloni riuscisse ad abbattere con i
suoi proiettili ne nascevano altrettanti, fino a che Sandmon
«ARGH!» la colpì con un pugno
«AHHH!»
stendendola a terra «Bravo così,
Sandmon!!»
esclamò Mako, mentre Rapidmon sussultava «Oh no,
LadyCannonmon!» balzando e sparando dalle sue braccia-cannone
«Siluri rapidi!»
ma l’effetto era il medesimo: i cloni aumentavano
«Oh no,
come è possibile?!» esclamò il Digimon
meccanico
verde, ma i colossi unirono le forze e si concentrarono su un vortice
di sabbia collettivo a lui diretto «A-AHHH!!!» che
lo fece
rimbalzare a terra: Rea corse subito da lui «Oh no
Rapidmon!!» esclamò appenata. Il Digimon
sfrigolava e si
rialzava a fatica «A-Ahhh»
Henry
sembrava soffrire con lui, e stringeva i denti
«…Rapidmon…
…Rea, coraggio! Non lo lasciare!»
«Non
riuscite a capire che l’effetto della carta è
infinito,
infinito! Ghghghgh!» ghignava il Digimon sabbioso,
aggiungendo
«Potrei anche rimpiazzare completamente il mio esercito con
questo fatto di miei soli replicanti, ahahahahahah!» Mako
sorrideva altrettanto soddisfatto.
Gravemon
espresse «Li voglio tutti-tutti come miei
papà!»
Ryo
esclamò «Lasciate stare, è inutile che
cerchiate di
colpire i cloni, la replicazione non ha alcun termine!» e
LadyCannonmon, nello sforzo di rialzarsi «M-Ma allora cosa
possiamo fare…?!» Ryo propose
«…concentratevi
sull’originale! Sono sicuro che se riusciamo a batterlo i
replicanti non seguiteranno ad aumentare!» Rapidmon
obiettò «M-Ma non ci danno
tempo!»…«Non
preoccupatevi, vi copriamo io e Rika!
Rika?»…«Uhm!» annuì
convinta la
ragazza, chiamando «Taomon!» e Ryo lo stesso
«Cyberdramon, sei pronto?! Dobbiamo dare fondo ai poteri
delle
carte nuove: intanto Rapidmon e LadyCannonmon si concentreranno sul
vero Sandmon!» Rika precisò «Dobbiamo
fare lo sforzo
di tenere a bada i replicanti, ve la
sentite?!»…«…certamente!»
rispose la
volpe in tunica bianca. E fra i due domatori vi fu un segno di intesa:
Rika disse «Proviamoci!» e Ryo «Bene:
Cyberdramon!...
…segui le
mie indicazioni: attacco lungo la linea
destra!»…«Agli ordini, Ryo!»
al che il drago
nero spalancò le sue ali rosse, e si lanciò in un
volo
acrobatico: la consistenza rocciosa conferita alla testa gli permise di
perforare una moltitudine di cloni di sabbia. Ryo correva nella
direzione indicata per fargli strada «Da questa
parte!!»
esclamò il domatore leggendario nell’affanno. Rika
d’altro canto «Taomon!...colpisci lungo la linea
opposta,
quella di
sinistra!»…«D’accordo! Ideogramma rovente!!»
di nuovo il pennello tracciò l’ideogramma in aria:
i
colossi alzarono il pugno evocando un vortice di sabbia per
neutralizzarlo, ma questa volta il colpo di Taomon luccicò
di
una luce più intensa, e prevalse nello scontro travolgendo
le
file nemiche. Di questo Sandmon restò sbalordito
«Come
può essere?! Prima sono riuscito a dissolvere quel colpo!
Ah?!» ma poi si accorse che il pennello di Taomon lampeggiava
della luce sprigionata dal cerotto che lo avvolgeva
«E’ il
potere del cerotto lenitivo!» svelò Rika con uno
sguardo
d’orgoglio «Si basa sulle consapevolezze e la
ricchezza che
emergono dalle ferite della vita: quando le curi…loro ti
rafforzano!» Sandmon sbarrò gli occhi dinanzi a
Taomon
«Ecco la spiegazione del suo aumento di potenza!»
ma
Rapidmon era di nuovo dietro di lui «Non distrarti, non ti
conviene!! Non ci hai ancora
abbattuti!»…«Urgh?!» il
guerriero si volse di
scatto e fu costretto a difendersi. Mako esclamò
«Sta
attento Sandmon!»
Intanto un
gruppo di cloni si riuniva per far fronte all’assalto di
Cyberdramon. Stringendosi tra loro costituirono un muro solido, ma il
drago nero non si arrese: per mezzo della sua testa divenuta di roccia,
iniziò a colpire, e colpire. Metteva la barriera nemica a
dura
prova. Rika constatò non spoglia d’ammirazione
«Riesce a lottare senza alcun
cedimento…!» e Ryo
svelò «Ma certamente! Questo è il
significato della
“testa di pietra”: è la carta di chi
nonostante le
batoste non si arrende, e comunque ci riprova, ci riprova sempre!
Raccoglie i valori in cui crede e non smette di picchiare la testa: non
esiste rivestimento…più duro di questa
testardaggine!» La domatrice restò
colpita…e
volgendosi verso il compagno chiese «…tu hai
sperimentato
cosa vuol dire avere la testa di pietra…?» (mentre
Cyberdramon sembrava picchiare sempre più
intensamente…)
«Ammetto di sì, a mio modo…in alcuni
casi!»
Pur nella foga della battaglia…quella risposta
sembrò
strappare un sorriso d’affetto a Rika che forse
risentiva
il vento del passato, quando Ryo le chiese «E
tu?!»…«Io…non saprei dirlo,
molte cose le ho
lasciate andare…» passandosi la mano tra i
capelli, ma poi
assumendo sguardo determinato «Ma forse altre no!»
e Ryo
«Bene! Se vuoi provare a ricordare cosa vuol dire avere la
testa
di pietra…che ne dici di scambiarci la carta?!» Un
sorriso
sottile ed espressivo per Rika, che sussurrò
«…ci
sto!» e si corsero incontro «Però tu
devi provare
cosa vuol dire doversi con calma curare le proprie
ferite.»…«Sono disposto a
tentare!» Le loro
mani si sfiorarono nello scambio della carta. Cyberdramon intanto
ancora picchiava, ed i primi cloni iniziavano a cedere esplodendo in un
vortice di sabbia. Mako esclamò «La barriera sta
cedendo!!...e loro due stanno provando una nuova tattica, presto
Sandmon! Dobbiamo variare l’offensiva!» alzando il
suo
Digivice, ma «Oh?!» si trovò di fronte
LadyCannonmon, che gli disse «Guardati bene! Ti sei visto?!
Ti
senti?!» (canzone: S
Club 7 - Have you ever)
«Ahhh…» il domatore in armatura viola
restò attonito dinanzi a quelle parole…
Intanto Rika e Ryo «DIGIMODIFICATI!»
e rispettivamente «Carta
della testa di pietra!»…«Carta del cerotto lenitivo!»
La testa della volpe in tunica bianca divenne gradualmente rocciosa.
Il cerotto
luminoso luccicò sul petto di Cyberdramon
«A-Ahhhh!!!...mi
sento…
…più forte e più
consapevole!!!»
accendendo di quella luce infuocata le lame sulle braccia «Lame perforantiii!!!»
e travolgendo così lo schieramento di cloni già
provato dalla durezza della sua testa.
Sandmon duellava accanitamente con Rapidmon.
Mentre
LadyCannonmon schizzava vicinissima a Mako «Che cosa vuoi da
me?!»…«Guardati attorno! Stiamo
disputando…una battaglia epica e spettacolare! Osserva il
Digivice nelle tue mani!...non l’hai mai lasciato e sostieni
senza sosta il tuo Digimon, come un vero
domatore!!»…«Oh?!» trasaliva
Mako, ed i
micro-cannoni sul cappello della Digimon puntavano contro di lui
«Non ti rendi conto Mako che questo è uno spreco,
se posto
al servizio di uno scopo malvagio?!»
Lo sguardo
del ragazzo dagli occhiali di cristallo andò a Ufomon e
Gravemon, dal fiato sospeso presso il camper in lontananza. Ma
LadyCannonmon non gli dava tregua «Hai dimostrato
ciò che
sempre sia io che gli altri abbiamo creduto: tu ami davvero i Digimon e
per te la lotta è una cosa seria, come lo è per
noi!! E
allora…perché non diamo alle cose il corso dovuto
e
destinato?!! Getta questi panni e formiamo tutti un’unica
squadra: salviamo insieme Digiworld!!» ma Mako
«Ahhh!» si ritraeva…il suo corpo era
scosso da
tremore e diffidenza. La ragazza-Digimon insisteva «Non
troverai
mai la tua realizzazione se rifiuti l’aiuto dei compagni!
Nonostante il tuo talento sarai un domatore solo a
metà!!»
Sandmon e Rapidmon riprendevano fiato guardandosi in cagnesco.
Taomon si
gettava in picchiata, e travolgeva una serie di cloni grazie alla sua
testa rocciosa. Questi provarono a ripetere lo schema e ad unirsi per
bloccarla, tanto che iniziò a picchiare insistente come
Cyberdramon. Ma qualcuno scattò rapido vicino a lei
«Non
resterò inerte: io ti aiuterò, anche se senza un
domatore
sono debole!» Taomon volse la coda dell’occhio: era
Imagomon. La volpe nera balzò «Pioggia di zirconi!»
…e
inaspettatamente colpì la moglie, ma doveva essere una mossa
di
potenziamento: le schegge si conficcarono nel suo capo roccioso
costituendo una corona tagliente «Vedrai che tutti uniti
possiamo
farcela!» disse lui «…grazie
Imagomon…!!!» esclamò Taomon, ruggendo
«…aaaaarghhhh!!!» …e alla
fine sbaragliando i
cloni, che non resistettero alla tagliente durezza della sua testa
doppiamente potenziata.
«Sì, lo sento!!...» mormorò
Rika stringendo
un pugno trionfante «La sensazione di potenza che ti
conferisce
la determinazione…quando hai accanto chi ti
sostiene…» Ryo si avvicinò a lei
«…anch’io mi sono ricordato di come a
volte curando
le proprie ferite si diventa più saggi: non
c’è che dire, abbiamo fatto bene a scambiarci la
carta.» Rika lo sfiorò con espressione
incuriosita,
commentando «…in tal caso vorrà dire
che ripeteremo
l’esperimento.»…«Uhm…»
sorrise
Ryo.
Sandmon stava cedendo
«Uhmf!...Mako!! Ho bisogno di più
energia!!» ma il
ragazzo «Ahhh!» sembrava spiazzato: alzava il
Digivice ma i
suoi occhiali sfrigolavano, i suoi movimenti erano convulsi e
LadyCannonmon tradusse «E’ il conflitto nella tua
coscienza
che manda in tilt questo sistema!»
Ufomon e Gravemon seguivano appenati. Takato muoveva un passo di
speranza.
«E’
inutile, tu non sei fatto per lottare da solo Mako: siamo noi la tua
squadra, il tuo posto è qui, lo
capisci?!»…«A-Ahhh!
Nooo…!!» e provava
ad alzare il Digivice lottando contro le dolorose scariche
«S-Sandmon!» ma LadyCannonmon decretò
implacabile
«Non serve: abbassa quel Digivice…»
librandosi in
volo «Le tue idee tattiche saranno anche efficaci, ma noi
lottiamo grazie alla forza dell’unione, è questo
che ci
rende superiori a voi!»
La Digimon
slacciò i proiettili sulle caviglie e le cartucce ai polsi.
Rapidmon intanto
evocava «Potrete anche diventare un esercito intero ma non ci
batterete maiii! Raggio
molecolareee!!!»
Sandmon reagì «CICLONE
SOFFOCANTE!!!»
e scattò la sfida fra il suo vortice e il triangolo lucente.
Ma
alle spalle del guerriero «E con questo pongo fine allo
scontro!» decretò LadyCannonmon «Girandola di piombo!!!»
spalancando i suoi capelli piumati come ali, e liberando un vortice di
proiettili. Mako gridò «SANDMOOON!!!»
Questi si
volse «Urgh?! Ma non è possibile!» ma
era troppo
tardi «AAAAAAAAAAAAAAAARGHHHH!!!» il turbine di
munizioni
lo travolse in pieno.
I cloni
esplosero uno dopo l’altro, in un tripudio della sabbia. Rea
esclamò «Abbiamo vinto?!» e anche Takato
«Ce
l’hanno fatta, hanno battuto Sandmon!»
«Nooooooooo!» Gravemon si attaccò al
vetro, e Ufomon
portò le mani alla bocca «Papi!!
Accidenti…»
Sandmon
cadde a terra piuttosto malconcio, col mantello strappato e
l’armatura bucata e fumante. Mako scattò in corsa
«Sand-Sandmon!» rischiando di inciampare ma
rialzandosi per
raggiungerlo. LadyCannonmon planava nel luminoso candore dei suoi
poteri…
…ed
Henry sognava «Suzie, ragazzi…è forse
arrivato il
momento di riunirci…?» lasciando il suo cuore
brillare di
desiderio (fine-canzone)
Ma se al Cestino
il fuoco si placava…le finestre del castello in chiaroscuro
saltavano in una fragorosa esplosione.
In pochi istanti fumo
e distruzione soffocarono quel luogo, e i polmon di Cindermon che
appoggiata alla ringhiera scagliava «Brace d’autunno!!!»
ma come risultato «AH, AHAHAHAHAH!!!» una risata
stridula
decretava lo scontro delle foglie sul corpo da fata, che preludeva al
loro misero crollo «Ah!! Oh
no…»…«Uhmuhmuhm, te
l’ho detto, cosa
speravi di fare? Sono al livello…megaaa! Mentre tu sei
semplicemente una lattante di livello campione, ahahahahahahah! Sta a
guardare, cara…!»
«Cosa
fa…?» si chiese Cindermon
attonita…quando vide le
foglie cadute a terra magicamente riaffiorare: grazie a un suono simile
a quello di una bolla che scoppia, la magia di Purplemon conferiva loro
occhi e…una bocca famelica, dalla grottesca risata corale
«Andate, belle foglioline!» enunciò
muovendo la
bacchetta «La vostra padrona vi
reclama…DISPERATAMEEEEEENTE, AHAHAHAHAHAHAHAH!!!»
e
generando il loro improvviso ruggito collettivo, che le
accompagnò in un getto potente e inarrestabile che raggiunse
Cindermon e «AAAAAAAAARGHHHHHHHHHHHHH!!!» la spinse
giù lungo i gradini.
«E ho solo
cominciato…» espresse Purplemon scendendo
trionfalmente la
scala, e sfiorando le pareti…dove le sue mani si
appoggiavano e
i suoi piedi camminavano, sgorgava il fuoco…
Il flusso di foglie
animate non si era ancora dissolto, anzi volteggiava come uno sciame di
insetti o un branco di piranha, e sembrava intento a divorare entro
breve l’agghiacciata ragazza digitale, che stringeva gli
occhi
sofferente “Accidenti, sono di nuovo sola!! Separata da
Takato
non posso digievolvere…non prevedevo ci fossero nemici qui,
e
invece sono finita nella sua trappola!” «Ohhh,
foglioline
avete fame? Mmm…vedo uno spuntino bello pronto per voi,
ihhhh!» esprimeva la vezzosa e letale fata digitale. Ma
dovette
spalancare gli occhi quando una voce femminile esclamò
«PRENDETE!» spruzzando un colpo di spray che
allontanò le foglie decretando la loro tosse collettiva
«Principessa Cindermon, vi sentite bene?!» era la
MudFrigimon col grembiule, che supplicava «Per favore, vi
supplico!! Dovete aiutarci: Benji! Il piccolo Benji, e gli altri
bambini sono intrappolati
nell’incendio…» ma a
quelle parole Cindermon si rialzava pur lottando contro la fatica
«Non permetterò che accada loro qualcosa di
male…»
Anche in
Purplemon qualcosa cambiò: si udì la voce di
Muskmon
“Benji?!”
«Venite con me!
Presto!!»…«Sì!!»
scattò in corsa
la ragazza digitale assieme all’orsetta.
Purplemon
mormorò attonita «Me l’ha fatta
scappare…peggio per lei, la ucciderò:
eliminerò
tutti i Digimon in questo castello…!!...»
“No,
aspetta Violetta!” «Che cosa?!» Purplemon
parlava con
quella voce che emergeva da dentro di lei “Benji…
…è il figlio di Henry!” (canzone: Valerio
Scanu - Can't stop)
Cindermon correva a
perdifiato. La sua gamba «Ahhh!» che riportava
ancora la
ferita della notte precedente, le provocava dolore ma nonostante tutto
stringeva i denti “Benjiii...non lascerò che tu
soffra!
Sono una Digimon e devo proteggere gli affetti dei miei
compagni!”
Guilmon
altrettanto sfrecciava rapido lungo le scale, mentre attorno a lui le
famiglie dei MudFrigimon erano di nuovo costrette ad una fuga delirante.
«Devo sbrigarmi a trovare Cindermon!» esprimeva in
serrati
respiri contro il fumo sempre più intenso «Quella
MudFrigimon ha detto che si trova in pericolo!! Io…
…non
posso permettere che le accada niente di male!! Lei mi ha salvato la
vita! E poi…» ma socchiuse il suo occhio e riprese
a
correre.
Tra le fiamme
sempre più intense, Purplemon esprimeva «Non
capisco…la motivazione di questo tuo esitare,
Muskmon!»
“Violetta, io non voglio che Henry soffra! Quel bambino
è
suo figlio…per favore, finiamola!”
«Finirla?! Ma
niente affatto: io non lascerò quella miserabile impunita,
deve
pagare!! Deve pagare le colpe di sua madre…»
“Sua
madre ha già pagato!!!” «No, non
abbastanza…!!» mormorava cupamente la parte
terrestre di
Purplemon, mentre lo sciame di foglie fameliche tornava da lei
avvolgendola a mo’ di sciarpa, e questa seguitava la sua
discesa
delle scale…
«Haruko
altro non era che una traditrice, una che è stata capace di
fare
la bella vita, mentre io sgobbavo in solitudine!!» toccando
le
pareti, ed appiccando il fuoco «E dire che ci eravamo
promesse
mille volte eterna unione, lei non era che un’amica falsa,
una
bugiarda, come quell’altro!! Come Hideki…
…loro ci hanno confinate in un buco oscuro, Muskmon, e si
sono
avviati verso una vita di felicità e
soddisfazioni!!»
strideva la voce indignata della fata, ed il suo passo consumava come
un incendio «Io non li perdonerò mai per
questo…la
mia vendetta non cesserà di
perseguitarli…!!...»
«E’
finita!!» esclamava Rapidmon ponendo il suo piede su Sandmon
a
terra «Hai perso la battaglia, Sandmon. Restituiscici
Henry!!»
«Togli il
piede dal mio papà, tu!» esclamava Gravemon dal
camper.
«Non
provare a chiamare i tuoi figli, adesso.» intimò
Rapidmon,
aggiungendo «Dimostrati leale, non costringerci a sconfiggere
anche loro.»…«Uhmuhmuhm, non abbiate
timore, mi sono
promesso che uscirò trionfante da questa battaglia
esclusivamente grazie alle mie forze.» ghignò il
coriaceo
Digimon, e Rapidmon «Cosa?!» trasalì,
quando Sandmon
gli disse «Sta attento: stai mettendo il tuo piede su
qualcosa di
fragile.»…«Come…?...
…e quella che cos’è?!»
Attonito lo sguardo di Takato e gli altri…
Sandmon
nascondeva sotto il suo mantello un’ampolla che il piede di
Rapidmon, che ora arretrò, aveva bucato. Sembrava densa
d’energia «L’ho conservata come asso
nella manica: lo
ammetto, volevo provare a battervi senza il suo potere ma non ci sono
riuscito, siete veramente forti!!» espresse alzandosi in
piedi e
compiendo un gesto dall’aria militare…
…mentre Takato dal fondo faceva «Oh
no…»
sconfortato alla vista di quell’oggetto che Yamaki descrisse
«E’ stracolmo di energia digitale!»
«Uhmuhmuhm, contiene tutti gli ingredienti per una
digievoluzione…strabiliante!» definì
Sandmon,
aggiungendo «Come quella di Megidramon.» con la
coda
dell’occhio rivolta allo sconvolto Takato. Anche Mako si
accostava al suo Digimon forte di un rinnovato sorrisetto
«Contiene la mia rabbia…!!»
definì
orgoglioso. Suzie e gli altri trasalirono. Il ragazzo in armatura viola
provocò «Takato! Tu oggi non combatti…?
Ti hanno
relegato a…fare tappezzeria? Ahahahahah!» ma il
giovane
caricò i suoi occhi rossastri di determinazione
«Io non
attendo disperatamente il momento di venire sotto i riflettori, so
aspettare! E adesso…» chinando il capo
«…non
è il mio momento: ma quello dei miei compagni! Io li
sosterrò con tutta l’anima,
Mako!»…«Peccato: era proprio a te che
volevo
mostrare il potere travolgente di tutto il mio odio, e il mio
risentimento! Mi hanno raccontato…» avanzando
«…che una volta hai tramutato il TUO TENERO E
DOCILE
DIGIMON in una creatura
infernale!»…«Ahhh!!...che
cosa ti sei messo in
testa…?!»…«Uhmuhmuhm!»
Takato corse
avanti «Non obbediva più ai miei ordini: non
riuscivo a
controllarlo!!» mentre l’ampolla rotta sfrigolava
di potere
pronto a liberarsi «Una procedura simile è
pericolosa,
rischia di scatenare una distruzione…senza fine!! Non sai di
cosa parli…» affermò Takato con occhi
sconvolti e
Mitsuo confermò «E’
un’evoluzione distorta:
può condurre al collasso del sistema!» ma Mako era
sicuro
«Con me non succederà niente del genere:
è accaduto
solo perché tu, Takato, altro non eri che un moccioso
inesperto!
Ma la signorina qui presente…» alludendo a
LadyCannonmon
«…mi ha appena confermato che sono un domatore
più
che degno: ve lo dimostrerò…col linguaggio del
potere!» Sandmon innalzò l’ampolla
«E’
ORA DI FARLA FINITA!»
LadyCannonmon si
lanciò «Nooooooooo!!!» per cercare di
afferrarla in
volo…ma non ci riuscì per un pelo e
l’oggetto si
infranse…
Henry udendola comprese «Oh no…non è
ancora finita!»
Le radiazioni oscure dall’ampolla lacerarono la
terra…
…improvvisamente il Digivice della Triade iniziò
ad
emettere elettricità trasmettendola nel corpo
«AAAAAAARGHHHHHH!!!» del domatore dai capelli
rossi…che però stringeva i denti più
che poteva
per cercare di controllarla…
…condotti di
potere fluirono fino a convogliare ai piedi di Sandmon: sgorgando in un
fascio di energia
«GYAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!»
che
lo attraversò completamente, distorcendo i suoi occhi e la
sua
bocca…
All’interno del
laboratorio giungeva l’influsso, ed Henry attonito vedeva le
capsule esplodere in un multiplo fragore di vetri una dopo
l’altra.
Lo sguardo di Takato e gli altri tradiva una sfumatura di paura...
Mentre presso il
castello in chiaroscuro, Cindermon spalancava una porta
«BENJIIIIII!!!» dilatando i suoi occhi azzurri
abbagliati
dal fuoco (fine-canzone)
L’incendio
consumava i letti, e alcune famiglie di MudFrigimon si barricavano in
quel luogo, tremanti e gementi in attesa della fine «Che cosa
ci
fate qui?!! PRESTO, FUORI TUTTI!! IL CASTELLO NON REGGERA’ A
LUNGO!» Una delle madri gridò «Abbiamo
paura!!» ma Cindermon si fece più vicina
«Presto non
ci sarà più via di scampo, datemi retta, dovete
fuggire!!»
I bambini
piangevano disperati, con quegli artigli ancora in formazione
saldamente aggrappati al pelo dei genitori. Ripetevano
«Mamma!...mamma!!...
…papà!!» di fronte al cui spettacolo lo
sguardo di
Cindermon si faceva sconvolto e incredulo, gocce di sudore scendevano
sulla sua fronte…quando decise di infilarsi di nuovo quella
bandana rossa, ed affermare fissandoli intensamente negli occhi
«…se mi date una mano io posso aiutarvi ad uscire.
Ve lo
assicuro, ma dovete solo dirmi dove si trova…q-quel bambino
umano, quel bambino terrestre che fino a poco fa era qui
io…d-devo assolutamente recuperarlo, ve lo chiedo per
favore!!
E’ il figlio…di due miei compagni di squadra, e in
più c’erano…c’erano dei
piccoli
Digimon!»
(canzone: Laura
Pausini - Every little thing you do)
In quegli stessi istanti “Violetta, ti prego!!”
«No!!...ora basta, Muskmon, mi hai stancata!!» ma
la voce
dentro di lei implorava ancora “Fallo per me, te ne
supplico!!
Sono la tua Digimon…
…ti sono stata assegnata tanti anni fa!...
…ma non ti ho
mai tradita, ti ho appoggiata in tutto!!...noi due
insieme…abbiamo fatto tanto male…ma io non ti ho
mai
chiesto niente, mi sono limitata a darti ascolto, tu continuavi a
ripetermi che eri la mia guida! Che sapevi…quale fosse il
bene
per me e per il mio mondo…”
…mentre la
torva Purplemon stringeva rabbiosa un pugno di cenere, e le foglie
fameliche ghignavano intorno a lei…
“Ti prego,
è il primo desiderio che ti manifesto in questi anni! Ti
chiedo
solo…di spegnere l’incendio per salvare quel
bambino!” ma nonostante l’insistenza
l’altra voce di
Purplemon, che batteva il piede a terra, pronunciava un melodioso e
infastidito «Nooo! Mmmmmm, ma quante volte sono costretta a
ripetere quello che dico, a me sembra di parlare con una certa
chiarezza!!...
…Muskmon…tesoro, non facciamola tanto difficile,
mi
sembra tardi adesso, no…? Eh?»
”Adesso…è il tempo in cui Benji
può
salvarsi!” «Dai retta a me! So come stanno le cose:
quel
bambino…il piccolo Beeenji!
Ihihi!...èèè…troppo
pericoloso!»
allargando le braccia con estrema naturalezza, e contemplandosi il
violaceo smalto «Accidenti, mi sono scrostata…che
cosa
dicevo? Ah sì! Quel piccolo
impiastro…è troppo
collegato con i suoi genitori!...
…sono
domatori collaudati, e gli hanno inculcato tutto l’amore per
i
Digimon e per questo mondo! Credimi: se lo lasciassimo in
vita…prima o poi ci sarebbe di intralcio, svilupperebbe la
sensibilità di cui già è dotato, e
finirebbe per
legarsi a questo o a quel Digimon con inclinazioni rivoltose, ti lascio
immaginare: scatenerebbe l’insurrezione contro il nuovo
regno,
per cui…è meglio risolvere il problema alla
radic-accidenti, ci avevo messo tanto a farmi lo smaltooo!...ora
dovrò ricominciare.» “…ma
Violetta!”
«Comunque non preoccupaaarti, ghghghghgh! Se il problema
è
solo che temi di non poter aver figli…abbi fiducia in me! Te
lo
faccio iiio, il tuo figliolino con Henry! Ci metto i suoi occhi neri e
il tuo profumo, uhmuhmuhm! Uso la stessa argilla animata che ho
sfruttato per Ufomon e Gravemon! Vedrai che ne uscirà una
creaturina adorabile!» giungendo le mani «Come lo
vuoi,
maschietto o femminuccia? Ihihihihi!» “Violetta sto
parlando sul serio!!!” esclamò Muskmon disperata
“Benji non è una creatura…finta, Henry
l’ha
fatto con i suoi geni, e con il suo amore! E’ una parte di
lui,
gli assomiglia!!!” «Ehmmm, e con questo cosa
vorresti dire
scusa…?» avanzò Purplemon un tantino
indispettita
«…che lui sarebbe forse più carino dei
miei
figli?!! C-Che quel moccioso con il sangue di domatori maledetti
varrebbe…d-di più di due bambini adorabili
doppia-funzione come Mya & Lotti, all’occasione
validi anche
come Digimon?!...v-vuoi forse dire che a loro manca
qualcosaaa?!!...loro sono perfetti…sono le mie creazioooni,
c-che cosa può avere in più
quel…vomitevole
scarafaggio figlio di un…b-buono a nulla esperto di computer
e
di una ragazzetta super-truccata di
quart’ordine?!!»
“Ma allora…tu disprezzi Henry!!! Con quale
accortezza gli
avresti mai estratto il cuore?!! Non ti sarebbe
importato…che il
processo avesse riportato un errore, se per te fosse morto sarebbe
stato meglio!” «Ora basta, mi hai davvero
esasperata!!
Zitta, sei diventata petulante, e poi il capo della biodigievoluzione
sono io!!» battendo il piede per terra e poi
«Ihihihiiii,
Muskmooon…! Sei proprio malfidata, l’amore ti
annebbia il
cervello: non capisci che se vuoi essere felice ogni traccia umana di
questa compagine di domatori deve diventare…puf, cenere!
Come
questa!» lasciando andare la cenere dalle sue mani, che
volò via «Io mi preoccupo solo di te, vedrai che
un giorno
sarai costretta a ringraziarmi! Mmm? Per il bene collettivo, quel
bambino, diventerà…
…UN
CARBONCINO! Ihihihihihihihihihi, ahahahAHAHAHAHAH!»
“…è pazza!” sembrava desumere
Muskmon senza
farsi udire dalla creatura che la ospitava “…non
è
vero che mi ama tanto, Violetta si preoccupa solo dei suoi obiettivi!!
Lei…
…non mi ha mai voluto bene: e non mi aiuterà
mai!!”
«Devo solo ritrovare quella principessa seccatrice ed
eliminarla,
e per di più ho perso anche Scratchmon!...ma dopo tutto
forse
è meglio così per quest’ultima: tanto
non ho
bisogno di lei…se riesco a ottenere il Cuore digitale di
Henry…»
Qualcosa di nero
saltò tra le fiamme «Tu sei
Guilmon?!»…«Uhm?!...
…e tu
come fai a conoscermi?! Chi sei?!»…«Io
sono
Scratchmon! Stai cercando Cindermon,
vero?!»…«Sì, io…
…ma tu
come fai a saperlo?!»…«Non
c’è tempo,
io so dove può essere: vieni con
me!»…«Ma
io…!» ma alla fine la nera gatta con
l’elmo ed il
draghetto incappucciato si mossero insieme nel fuoco (fine-canzone)
Il laboratorio
stava per andare in cortocircuito: le pareti saltarono e dal soffitto
cominciarono a piovere cavi elettrici: Henry sentì la fine
vicina, mentre la terra tremava…
Il grido di Sandmon
lacerava l’aria
«AAAAAAAAAAAARGGGGGGGGGGWWHHHHHHHHH!!!»
…ed il sole
così intenso di quella mattina fu oscurato dal
sopraggiungere di
fitte nuvole saettanti, tanto plumbee da essere facilmente
riconoscibili come anomale.
«Ahh…»…«Mitsuo…»
fecero
quei due coniugi esperti d’informatica «Temi che vi
sarà collasso di
sistema?»…«Tutto dipende da
lui…» Mitsuo fece allusione a Mako…
«Makoooo!!!» chiamava LadyCannonmon: il ragazzo
stava
accogliendo un’abissale quantità di energia
digitale nel
suo corpo.
«Ho paura
Ufomon…»…«Zitto,
shhh!!!...zitto Gravemon
vediamo che
succede…»…«…il
cielo si
è oscurato…»…«Non
sono cieca lo vedo
anch’io che il cielo si è oscurato!!»
affermava
Ufomon che però sembrava per un verso rapita da quella
solennità «…è il potere di
un Digimon che si
rivela…» sussurrò la piccola
aliena…ma
Gravemon nascose la testa presso i pedali del camper
«…voglio Scratchmon…» si
lagnò
«Zitto, non dire imbecillità! Scratchmon
è una
gatta ed è ancora troppo piccola per capire il significato
di
queste cose!!»…«…ma io ho
paura…»…«S-Se riuscissi solo
a vedere un
po’ meglio! Quel diavolo di fascio si è piazzato
su
papà da un’ora e sembra non volersene
più
andare!»…«Uh?» la testina di
Gravemon dagli
occhioni igenui fece di nuovo capolino dal basso…
Rea e gli altri
erano spaventati, e Rapidmon ammetteva «Non
c’è modo
di fermarlo: se arriverà alla fine del processo
digievolverà in qualcosa di spaventoso!!»
Takato si agitò
«N-Non posso rimanere qua inerte, debbo fare
qualcosa!!» ma
Mitsuo lo trattenne «Fermo, Takato! Non avvicinarti: che cosa
potresti mai fare…?»
Questo
commento sembrò accrescere l’angoscia del
ragazzo…che divenne immensa come quella dei suoi compagni, e
come l’avversario che stava plasmandosi, di cui si
udì la
voce «FINALMENTE!!!...SENTO CHE DIVENTO
GRANDE…!!!...GRANDE!!!...GRANDEEEEEE!!!»
Una sagoma nera
a poco a poco dilatava i confini del fascio di energia. Le scariche non
davano tregua a Mako quando ad un certo punto…cessarono: e
lui
rialzò il capo, in un sorrisetto soddisfatto seppur stremato
«Uhmuhmuhm!»
Fu un ulteriore
colpo per i domatori: Ryo esclamò «Non posso
crederci,
è riuscito a sostenere il flusso di dati!!!» e
Rika
«Ma come ha fatto?!»
Di LadyCannonmon
era visibile l’incertezza dell’espressione, che non
sapeva
se ridere di sollievo...o impallidire d’angoscia…
Riley
elaborò «Lo ha domato: questo forse può
voler dire
che il sistema non andrà in collasso!» e Mitsuo
«Sì, ma c’è
un’altra brutta
notizia.» sfilandosi gli occhiali, ed esprimendo
«Ora
quella creatura agirà in sintonia con
lui.»…«Cosa?!» fece Takato. E
l’uomo
spiegò, riferendosi a Mako «Ha dimostrato una
determinazione…quasi miracolosa: ha messo a serio rischio il
suo
corpo e la sua mente…voleva dimostrarsi
all’altezza di
questo Digimon. E c’è riuscito…il
desiderio di
essere un domatore che ha maturato in questi anni…doveva
essere
davvero tanto! Adesso, qualsiasi cosa emergerà da quel
vortice,
non perderà il controllo come Megidramon: ma sarà
un
Digimon suo alleato…ancora più forte!!»
Takato si
volse, pallido in volto, verso il nemico che avrebbero dovuto
fronteggiare i suoi amici. Rika espresse con i suoi occhi lilla assorti
«…sembra di rivivere l’incubo di
Suzakomon, dieci
anni fa…»
«MAKO, CI
SEI RIUSCITO!! SONO FORTE!! FOOORTE!! SENTO CHE ORA NESSUNO HA
PIU’ SPERANZE DI BATTERE SIA ME, SIA TE!!...
…LA VITTORIA E IL DOMINIO SONO PRATICAMENTE
NOSTRI!!!»
«Ahahahah!» rideva soddisfatto Mako.
«IO
SONO…COLUI CHE RIDURRA’ LA VOSTRA SQUADRA IN
POLVERE!...
…IO SONO CASTLESANDMON!»
Comparendo
dall’oscurità, aveva l’aspetto di un
immenso
castello dotato di quattro possenti braccia e mani dagli artigli
dorati: si reggeva su due solidi pilastri che erano le sue gambe,
dotate di enormi stivali dorati.
I suoi figli
erano completamente allibiti…le loro facce
imbambolate…
«Papi…» boccheggiava Gravemon con un
filo di
voce…e nel suo visetto sembrava intravedersi
l’accenno di
un sorriso di commozione e affetto. Ma anche la sorella non scherzava
«Gravemon l’hai visto…?»
«BAM…BI…NI!» si volse
l’enorme creatura
(di cui Mako nel frattempo contemplava abbagliato la massiccia e oscura
consistenza di pietra)
La sua voce suonava distorta
e multipla per un motivo: la sua tipica faccia sabbiosa, dagli occhi
bucati e i denti ondulati (e scolanti sabbia!) troneggiava incorniciata
da uno scudo d’oro al centro della struttura. Ma si muoveva e
parlava simultaneamente a mille altre facce che aveva su tutto il
corpo: su ogni torre, in ogni punto della sua mirabile struttura aveva
copie ridotte del volto, che però era come se fossero un
solo
viso poiché il movimento era sincrono e preciso, come quando
piegò il faccione sullo scudo in un’espressione
che voleva
essere tenera e paterna «VEDETE COME SONO
DIVENTATO…?» e tutte le altre facce piccole a
imitare il
gesto.
Gli occhi dei
bambini si riempirono di gioia e orgoglio: Gravemon era così
contento che stava smontando, ma il padre alzò le sue
braccione
artigliate destre «NO, NO, RESTATE LI’:
E’
PERICOLOSO, HO PROMESSO CHE AVREI COMBATTUTO PER VOI E LO
FARO’.»
Volgendosi verso la
squadra avversaria, ed assumendo un’espressione aggressiva
per la
collettività delle sue facce
«GRRR…»
Takato analizzò il suo Digivice «CastleSandmon…CastleSandmon,
niente!!» volgendosi verso Riley e Mitsuo «Non mi
fornisce
alcuna informazione!» La donna rispose
«E’ come per
la sua forma precedente: deve trattarsi dello sviluppo distorto di un
Digimon…creato artificialmente! Per questo non è
schedato
nell’archivio.» Queste accrebbe il disorientamento
per i
domatori, quando Mitsuo affermò «Il solo dato che
è
sicuro è che si tratta di un Digimon…di livello
mega!» e Takato «Ahh! Oh no…soltanto
LadyCannonmon
può tenergli testa, lei è del suo stesso
livello!»
Infatti la Digimon si
fece avanti, nonostante rispetto all’immenso castello animato
fosse piuttosto piccola «Tu hai usato la rabbia del mio
Mako…per digievolvere questa mostruosità!!! Non
posso
perdonartelo. A noi due!»…«TI
SCHIACCERO’ COME
UN MOSCERINO…»…«Non ne sarei
tanto
sicura!» CastleSandmon colpì di scatto con la sua
enorme
mano e frantumò il terreno: non si vedeva più
nessuno, ed
i domatori trasalirono «SUZIE!!» esclamò
Rea, e
Rapidmon «OH NO LADYCANNONMON!»
Ma si udì una voce «Niente paura!! Sono
qui!!»
«UHMF?!»
L’edificio vivente alzò i suoi sguardi multipli:
la
Digimon volava agilmente di fronte a lui, e mutò in una
sfera
metallica «Capriola-mitra!»
Ma i proiettili
rimbalzarono ad uno ad uno e caddero a terra, senza scalfire
minimamente quel portentoso castello di pietra e provocando una risata
«Ghwhahahahahahah…» delle sue moltissime
bocche
«GWAHAHAHAHAHAHAHAH, MI FAI IL
SOLLETICO!»…«Cosa?!!»
trasalì la
Digimon. E le bocche del nemico si spalancarono simultaneamente
«TEMPESTA DEL
DESERTO!»
soffiando sabbia come tanti cannoni, e travolgendo LadyCannonmon in
forma sferica «No!! AAAH!» da ogni direzione, con
vortici
più grandi e più sottili, più intensi
e più
deboli fino a stenderla come una comune palla da gioco, in un fragore
metallico che risuonò nell’animo degli spiazzati
domatori.
«SUZIE!!» esclamò Henry percependo il
colpo.
LadyCannonmon fu
avvolta dalla luce, e sullo sfondo di CastleSandmon che affermava
«ECCO: LA PRIMA E’ FINALMENTE CADUTA.»
(canzone: Melanie
C - Melt)
si sdoppiava in due sagome
«Suzie…!»…«Lopmon…»
entrambe stremate. La ragazza guardò la sua Digimon con
occhi
tristi «Mi spiace, non ce l’ho fatta…qui
termina il
mio combattimento.»…«Oh
Suzie!» la coniglietta
le prese la mano, ma tremava alla vista di quell’enorme
nemico
che chiedeva «CHI DI VOI VUOLE ESSERE IL
PROSSIMO…?»
La paura si
insinuò fra quei guerrieri umani e digitali, invitati dal
loro
cuore ad arretrare, sotto il ghigno soddisfatto
dell’ex-compagno
umano dagli occhiali di cristallo.
Takato accennava
«Oh no, l’ha sconfitta...con un colpo
solo…»
sentendo le speranze scivolare via…
«Benji! Bambini!!»
Cindermon li
trovò rintanati presso un vecchio camino. Il bambino
terrestre e
i cuccioli digitali erano accomunati dallo stesso modo di tremare, e lo
stesso sguardo impaurito.
«Presto,
qui---COF, COF!» Cindermon tossiva, la sua voce si frantumava
«…f-fra poco non si respirerà
più! Andiamo,
l-lo so che siete bambini coraggiosi! Benji---dammi la mano!»
Ma sempre
più vicino quel melodioso «Ciiiiiindermooon,
uuuuuhhhh???
Dove ti sei cacciata??? Giochiamo a nascondino? Uh che
diverteeente!» della fata dagli stivaletti bianchi…
«V-Vi
pregooo!...qui tra poco ci crolla in testa! Benji non vuoi rivedere la
tua mamma, non sei ansioso di riabbracciarla?...se io potessi fare lo
stesso con la mia attraverserei anche il fuoco! Dai coraggio, fidati di
Cindermon!...sono un amica!...dai!» esortava con dolce
supplica
nei suoi occhi arrossati…
Il bambino
d’un tratto tese la sua mano
«Bravo…ecco,
così, piano piano!» (mentre Orphanmon e gli altri
gemevano
«Ho paura! Moriremo tutti in questo incendio!»)
«…bravo Benji…naaa, qui non
morirà nessuno!
Cindermon vi tira fuori tutti, ecco
bravi!»…«…principessa!»
arrivò
la MudFrigimon con il grembiule, e Cindermon «Ecco, meno
male!
COF-COF!» porgendole Benji e gli altri «Posso
chiederti un
enorme favore? Li porteresti all’uscita? Io devo provare
almeno a
dare una mano agli altri Digimon
intrappolati!»…«Ma
siete ferita!»…«Non importa: porta fuori
i bambini,
ora la cosa più importante sono loro! Torno subito Benji,
piccolini, la zia torna subito!»
La
MudFrigimon si congedò esclamando «Abbiate cura di
voi!!» e la Digimon con la bandana, pur respirando affannata,
e
con una mano sul petto, incoraggiava se stessa «P-Posso
farcela…devo fare tutto il possibile!» ma quando
guardò verso l’alto, al soffitto che si crepava
«A-AAAHHHHHH!!!»
…non riuscì ad evitare l’improvviso
crollo, che la
travolse «A-AHHH!»
La
sua gamba era bloccata da una trave precipitata, non riusciva a
muoversi…la sua espressione esprimeva sofferenza, e la sua
mano
andava spontaneamente al collo, animato da una tosse sempre
più
fonda…
«Presto, da questa parte!» sgattaiolava
Scratchmon…e
a un certo punto Guilmon spalancò il suo occhio
«…!! Cindermon!!» precipitandosi da lei.
Scratchmon
arretrò «Oh no, è
intrappolata…» ma il
drago si fece strada agilmente e coraggiosamente tra le macerie, e una
volta giunto da lei che socchiudeva appena gli occhi incredula di
vederlo nuovamente, lui tentava di sollevare quella trave
«Uuuuurgh! AAAARGHHHHH!!!» ma l’affanno,
e le poche
forze glielo impedivano «G…
…Guilmon…?» sussurrò
Cindermon…
…ma
improvvisamente «MiaoMiaoooooo! Scrachmoooooon, finalmente ci
siamo ritrovate! Anche nel mezzo di un incendio…tu cerchi
sempre
la tua padrona, noi siamo inseparabili!»
«PURPLEMON!!» ringhiò attonito Guilmon,
quando vide
la fata piegarsi e raccogliere dolcemente l’impaurita gatta
nera
che ancora sembrava supplicare in lui un disperato aiuto. Ma Purplemon
puntò gli occhi su di lui «Sorprendente
incontrarci qui,
Guilmon!...è inutile, neanche il fumo
dell’incendio riesce
a coprire il tuo nauseante odore di pattume! Ora poi che ti sei
coalizzato con lei devo dire che hai perso quel…minimo di
fascino che ti restava!»…«…e
così sei
stata tu la causa di tutto questo!! Te la farò
pagare…»…«Sì,
sogna
ingenuamente!»…«Pirosfera!!!»
«Pioggia di
meteore!!!»
evocò aggressivamente Purplemon convogliando stelle
infuocate in
una raffica di siluri che «AHHH! AAAAAAAAHHHH!»
travolse
violentemente il Digimon spingendolo accanto a Cindermon, la quale
balbettò «G-Guilmon!» nel trionfo della
nemica
«Bene, vi ho incastrati entrambi!! Ahahah!!»
Ora il medesimo sguardo di paura accomunava Guilmon e
Cindermon… (fine-canzone)
Nonostante la
paura fosse molta, Rika sussurrò
«…dobbiamo
procedere…non abbiamo scelta.» e fissava Ryo negli
occhi,
quasi addirittura sorpresa di leggervi, pur velato, il suo stesso
timore che gli scuoteva appena la voce «Sono
d’accordo con
te, ora non si torna indietro. No? E allora
procediamo…!»
Le facce multiple di CastleSandmon sorridevano…
Mentre Takato, Mitsuo
e Riley ponevano al sicuro Suzie e Lopmon «Suzie, come ti
senti?!
Riesci a camminare?!» chiedeva appenato il ragazzo, e lei
«Sono spaventata, Takato…!» mentre la
facevano
sedere sul cofano della navicella usata per raggiungere il Cestino
«Ho paura che sia troppo forte, che i nostri compagni non ce
la
facciano!» Takato si volse verso di loro, e sebbene il suo
cuore
fosse schiavo della paura disse alla compagna «Non dobbiamo
smettere di avere fiducia! Finora abbiamo affrontato…tante
situazioni!»…«Sì, ma ora
è diverso!!...
…non
è mai capitato di affrontare un amico!» ed
entrambi
guardarono Mako…che ora si sentiva il re della battaglia
«In questo percepisco l’inizio di qualcosa di
terribile…» svelava Suzie
«…se una squadra si
frantuma come questa terra…cosa può
più costituire
salvezza, spiegamelo!!» ma Takato prese fiato e coraggio
«…la squadra non è disgiunta,
è
solo…!!...un malessere passeggero: Mako si è
allontanato,
è vero, ma fra noi il legame si è rafforzato!
Sono
sicuro…che è il nostro spirito a poter prevalere
sul suo,
e che riusciremo a farlo tornare a casa con
noi!»…«…mi auguro che sia
così,
Takato…»
Rea stringeva i denti
per la paura, ma in lei sgorgava nuovo coraggio «Ragazzi, non
possiamo arrenderci così: ricordiamoci che Henry
è
prigioniero!!»
Henry infatti
divideva, nel suo pallido affanno, l’apprensione per le sorti
di
quello scontro, circondato da un laboratorio ormai distrutto e prossimo
al cortocircuito…
Rapidmon si
parò davanti alla sua domatrice «Nnnon ci
intimorisci,
brutto bestione!» per poi balzare. Rea estrasse
un’altra
carta «Digimodificati!!...
…carta del bazooka dell’agonia!»
Rapidmon, fortemente
provato dallo scontro e dall’armatura spaccata in
più
punti che sfrigolavano di scariche, vide comparire fra le sue mani
un’arma nera decorata di rosso, che descrisse cupamente
«…dalla reazione con le tue ultime
forze…nasce
un’arma estremamente potente: ancora pochi colpi a
disposizione,
ma puoi contare sul suo aiuto! O la va o la spacca!» Rea
esortava
«Fatti coraggio, Rapidmon!» e il Digimon meccanico
verde
puntava il suo bazooka nero contro CastleSandmon «Io ti
neutralizzerò!»…«VOGLIO
PROPRIO VEDERE COME
TE LA CAVI…» Rapidmon si spremette
«Ahhh---AAAAAAAARGHHHH!!!» convogliando un
portentoso
bolide di energia nel suo bazooka, e scuotendo lo scenario con un
potente sparo: CastleSandmon concentrò le sue quattro mani
nel
tentativo di parare il colpo
«UHMUHMUHMUHM…»
Mentre anche
Rika e Ryo tenevano duro, e quest’ultimo si attivava
«Rinunciamo al volo per un colpo estremo, ci stai
Cyberdramon?»…«Vai, Ryo!»
rispose il Digimon,
e il domatore «Digimodificati!...
…carta delle ali spezzate!»
Taomon e
Imagomon si facevano vicini, e questo carezzando la tunica della moglie
esprimeva «Vorrei tanto poterti aiutare…e se ti
conferissi
i miei poteri?»…«Oh?
Imagomon…»…«Potresti essere
più forte
in battaglia…» Rika intervenne «Possiamo
provare!» e la volpe nera ipotizzò «Puoi
riuscire a
far confluire il mio spirito in quello di Taomon?» La ragazza
propose «Ho la carta: la attiverò.»
scagliandola
verso il suo Digivice fluttuante «Digimodificati!...
…carta del modello!»
«Ahhh…ci sono, sento che scorro dentro di
te…» mormorò Imagomon dissolvendosi e
fluendo
all’interno di Taomon, la cui tunica fu scossa dal possente
spostamento d’energia…
…che le
conferì segni neri sul volto e sull’abito, a
testimonianza
della fusione.
Intanto CastleSandmon
si impegnava a contenere il bolide del bazooka…dal faccione
sullo scudo centrale e dalle altre facce sul suo corpo scolava sabbia,
poiché lo sforzo comportava denti stretti…
(canzone: Mariah
Carey - Bringin'on the heartbreak)
«La corsa è finita…uhmuhmuhmuhm, siete
in
trappola!!» minacciava trionfante Purplemon, incorniciata dal
flusso di foglie dal ghigno tenebroso e dai denti bramosi
«Che
bello spettacolo, finalmente posso godermi la resa di due Digimon tanto
presuntuosi quanto inconcludenti come voi due!»
Gli occhi più
straziati erano quelli di Cindermon, a terra e con la gamba bloccata,
che ormai non ce la faceva più. Guilmon invece si sforzava a
rialzarsi e a fronteggiare la nemica con lo sguardo determinato del suo
solo occhio «Perché vuoi fare tutto questo
male…?
Spiegaci una buona volta i tuoi piani
perversi!!»…«Oh, come ficcarlo nella
testa di due
sentimentaloni come voi!» passeggiava la fata
«Ecco,
vedete? Affinché il mio progetto di pace e
prosperità su
Digiworld possa andare in porto, gli esseri umani debbono
essere…puf! Completamente cancellati, e stesso vale per i
Digimon che si sono contaminati con loro! Voi non potete capire,
rappresentate…l’apice di questa categoria!
Uhmuhmuhmuhm,
il vostro affetto morboso e intramontabile per un domatore umano, lo
stesso poi! Vi rende completamente…ciechi, sordi e
invulnerabili
a ogni nobile prospettiva di
sviluppo!»…«Quale pace
puoi mai pensare di far sorgere da tutta questa
distruzione…?» chiedeva Guilmon, ma lei gli
rivolse la
coda dell’occhio «Visto? Come volevasi dimostrare,
è
inutile, ormai il vostro cervello è completamente assuefatto
da
un sentimento malato, credete ciecamente negli umani quando non vi
rendete conto…
…CHE SONO MALVAGI!! Che la loro natura è
irrecuperabilmente corrotta, e che la loro indole li trascina prima o
poi pur sempre verso il tradimento! Io sono una fata e come fata debbo
preservare le favole, l’incanto e la magia:
ERGO…»
muovendo appena la sua bacchetta stellata «…devo
ripulire
il campo da ogni bacatura, e la natura di quelli come voi e i vostri
domatori costituisce un serio ostacolo per un mondo di grazia &
perfezione! Per cui…wouuu! Perirete miseramente divorati
dalle
mie foglie, ahahahahahah!»…«No, non te
lo
permetter-ahhh!» Guilmon gemeva per il dolore, e anche
Cindermon
«N-No Guilmon scappa, tu devi…metterti in salvo,
lascia
perdere lei, è troppo
forte…!»…«Ma
Cindermon!!» si volse lui…e lei, pur prossima a
perdere i
sensi, affermava «Tu
devi…salvarti…»
Il drago la fissò dilatando il suo occhio…
Ma Purplemon esclamò «PER---FETTI! Ihih,
sorridete?
Meritereste una foto: tutti e due accomunati dal medesimo infausto
destino, quanto avrei gusto che ci fosse lui, quel ragazzo sporco e
vomitevole che a voi piace tanto, o per lo meno il suo bel fratellino
passato a miglior vita, ahahahahahah! Tanto sono entrambi della stessa
pasta: pidocchiosi e
antiestetici!!»…«Cosa?!»
trasalì Guilmon «…ma di quali fratelli
stai
parlando?!»…«Uhm! Troppo complicato
perché
sia afferrato dal tuo cervello ottuso Guilmon…»
…mentre Cindermon mormorava
«…Guilmon…Takato…è…»
«Tempo scaduto!...addio, miei cari!» fece Purplemon
strizzando l’occhio…e poi puntando la bacchetta
«Foglie, divorateli entrambi e poi pulite le tracce di
saaangue,
AHAHAHAHAHAH!»
Il fiato di
Cindermon si spezzò dal terrore e Guilmon si
gettò su di
lei per proteggerla.
Le foglie
ringhiarono. Ma poi ad un tratto furono avvolte dalla luce
«Foglioline? Non avete sentito?!» Purplemon agitava
la
bacchetta «M-Ma che vi prende, oh nooooooooo!!! MA CHE
SUCCEDE?!» gridò stridulamente e si
agitò
«N-NON RIESCO A MANTENERE QUESTA FORMA! N-NON E’
POSSIBILE!! PERCHEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE’?!!!»
lacerò
l’aria, e si portò le mani alla testa: le foglie
tornarono
normali e si adagiarono a terra…dove cadde anche il cappello
conico, dissolvendosi in dati l’istante dopo…
«Te lo
spiego io perché!!» echeggiò
un’altra voce, e
le sagome si divisero
«Muskmon!!»…«E’
finita ormai, Violetta!!» esclamò con rabbia la
Digimon
vegetale «Come sarebbe è
finita?!»…«Non
voglio più
obbedirti!!»…«…è
per
questo che hai stoppato la biodigievoluzione…?!!!»
inorridiva Violetta che si teneva stretta la gatta «TU SEI
PAZZAAAAAA, MI VUOI ROVINARE
TUTTOOO?!!»…«Tu mi hai
rovinato LA VITA!!» ribatté la
Digimon…sotto gli
occhi increduli della ragazza e del drago…
«Sempre a dar retta alle tue teorie, ad assecondarti!! Non mi
rendevo conto…che ero solo uno strumento nelle tue mani,
come
Sandmon!!! Come i tuoi
figli…»…«…sei
un ingrata…
…t-tutto quello che finora hai potuto ottenere lo devi a me,
SIII’! Tu eri una Digimon debole e manovrabile, io ti ho
spiegato
cosa è bene e cosa è male su questo
mondo!!»…«Tu mi hai raccontato solo
fandonie, e hai
seminato il mio cammino…DI MORTE, E DI DISTRUZIONE! Oh ma
adesso
ti assicuro che non potrai più
nulla…»…«…idiota…sei
solo una
stupida, l’amore per quell’umano ti ha
corrotta…» avanzava minacciosa Violetta con quella
gatta
stretta in braccio, come si tiene un figlio «Per quanto possa
infastidirti, tesoro…io resto sempre la tua domatrice
selezionata dal destino: la tua Digimon Tamer!!» alzando il
Digivice «Tanti anni fa fu scritto che eri destinata a
m-AAHHH!» ma Muskmon con un colpo di radici spinse via il
Digivice floreale…che finì tra le fiamme, e alla
fine
esplose «E adesso…è scritto che fra noi
l’alleanza è rotta,
Violetta!!»…«Io
ti---!!! UHM!» Violetta si stava avventando su di lei ma
impallidì quando Muskmon le puntò al collo le sue
affilate cesoie «E cosa vuoi fare…? Non puoi
più
nulla: senza una Digimon sei solo un’umana inutile! Anzi, ti
consiglio di iniziare a scappare prima che ti crolli in testa il
castello. Io ho altro da fare…» scandì
Muskmon
fissandola con occhi ardenti di determinazione
«…Henry…me lo conquisterò da
sola…!!...»…«TORNA
QUI!...MUSKMOOOOOOOOOOOON!» gridava disperata Violetta
«MUSKMOOOOOOOOON! AAAHHHH!» ma i detriti
cominciavano a
caderle sul capo, e le incendiavano il velo di merletto che dovette
gettare istericamente a terra «Q-Quella maledetta
è uscita
fuori di teeeeesta, HAI VISTO SCRATCHMON CHE MI HA FATTOOO?! Annullando
la biodigievoluzione mi ha lasciata sola e smarrita
nell’incendio, ME LA PAGHERAI! AAAHHH!» inziando a
fuggire,
e congedandosi con un «ME LA PAGHERETE TUTTIIIIII!!!
AIUTOOOOOO!
DOV’E’ L’USCITAAAAAAAAA?!!!!!!»
«…! Presto!!» Guilmon colse
l’occasione, ma
Cindermon «Nooo…io non ce la
faccio!»…«Ma come,
Cindermon…?!»
trasalì il drago…(fine-canzone)
Gli enormi
stivali del castello gigante strattonavano lungo il terreno crepato:
Mako stringeva il Digivice con il cuore in gola, ma Cyberdramon stava
planando lentamente, pronto ad attaccare con il potere delle ali
spezzate «Ah! Fa attenzione CastleSandmon, sta puntando
contro di
te!»…«UHM?!» si mossero gli
occhi delle facce
multiple.
«Dai,
coraggio!!!» Rapidmon incitava il suo stesso colpo sparato
dal
bazooka. Ma quando dalle ali spezzate di Cyberdramon, che
minacciò «Non ti permetterò di
spuntarla!»
iniziò a sgorgare energia luminosa, il grande castello
ringhiò di cattiveria «RUGHHHHH!!!»
…e
riuscì a deviare il colpo di bazooka che stava parando,
scagliandolo indosso al drago nero «Cosa?
AAAAAAAAAAAHHHHHHH!!!»
«CYBERDRAMON!» esclamò Ryo, e Rika
«Oh no,
l’ha colpito!!»
Quello che
rimbalzò a terra fu Monodramon, che Ryo andò
prontamente
a raccogliere mormorando «No…» con occhi
agghiacciati.
Rapidmon
arretrò «No, il mio colpo di
bazooka…!»
«Ahahahah!» rideva Mako. E altrettanto si
scambiavano gesti
di vittoria Ufomon e Gravemon. Il robot verde puntò di nuovo
la
sua arma «Non è possibile, non può
essere!!»
e sparò colpi multipli, ma CastleSandmon attaccò
«TEMPESTA DEL
DESERTO!!» travolgendolo con i vortici, e
rispedendogli incontro i suoi bolidi
«AAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHH!»
Suzie da lontano trasalì «Oh no,
Rapidmon…!!»
E altrettanto
Rea…che quando si piegò a terra trovò
un Digimon
molto più piccolo «Ahhh!
Terriermon…»
espresse con la voce che le si rompeva nel pianto
«Mo…mentai, Rea…anche se a dire il vero
stavolta
non riesco a pensare positivo.» La ragazza lo strinse a
sé, specchiando i suoi occhi lucidi in quel cielo di nuvole
che
copriva le speranze.
Takato constatò «Stanno cadendo uno per
uno!»
«E’
INUTILE, SONO TROPPO FORTE PER VOI: LA RABBIA E L’ODIO COVATI
NEL
CUORE DI MAKO MI HANNO RESO IMBATTIBILE, AHAHAHAHAH!»
…ma Taomon ancora si frapponeva fra lui e la
vittoria…
«DOVETE
INCHINARVI A ME E CONSEGNARMI I VOSTRI ORMAI IRRISORI DATI: SENZA DI
VOI FRA I PIEDI LA MIA FAMIGLIA POTRA’ FINALMENTE REGNARE
SOVRANA
SENZA PIU’ BISOGNO DI MIA MOGLIE! E MAKO DIVENTERA’
IL
PIU’ GRANDE DOMATORE DI TUTTI I TEMPI,
AHAHAHAHAHAH!»
ridevano le molteplici bocche scolanti sabbia
«Ahahahahah!!...CastleSandmon, sono orgoglioso di
te!!»
esprimeva Mako pieno di fierezza, quando però
«MAKO!!» Takato lo chiamò da lontano
«Devi
smetterla!! Ma…non ti rendi conto di quello che stai
facendo?!!...lascerai terra bruciata di fronte a te!!...ti stai
comportando…esattamente come Beelzemon!! Quando lui uccise
Leomon…voleva solo dimostrare a tutti la sua enorme forza!!
Ma
il risultato…
…fu
solo un vortice di morte senza fine: nel D-Reaper abbiamo rischiato di
perire tutti, anche tu e la tua famiglia eravate in pericolo!! La
città intera…stava per essere fagocitata da un
programma
cresciuto in maniera smodata poiché alimentato
dall’aridità e la disillusione rimaste nel cuore
di Jeri
dopo la morte del suo Digimon! Capisci?! Da un simile gesto
d’impulsività…è scaturita
una minaccia
terribile, che abbiamo scampato tutti per miracolo! Non ci
credo…che non ricordi altrettanto anche tu
l’intensità di quel rosso…che mano a
mano si faceva
sempre più sconfinato!»
…mentre Taomon disegnava l’ideogramma
nell’aria…
«Le
incerte…parole degli adulti che volevano rassicurarci ma
erano i
primi a temere per il nostro destino: vuoi che tutto si ripeta, in una
forma molto peggiore?!!...»
…perché hai tradito Beelzemon…?
Cos’hai da
rimproverargli?!! TU NON SEI DIVERSO DA
LUI!!»…«ORA
BASTA!! Non provare a paragonarmi a Beelzemon…
…lui è un buono a nulla che cambia partito ogni
secondo,
è un Digimon di quarta categoria, mentre io sono un domatore
inarrivabile: e ho come alleato…IL DIGIMON PIU’
POTENTE DI
TUTTI! Osserva Takato…» accostandosi
all’immenso
castello «CastleSandmon è enorme…ma
nutre rispetto
e devozione nei miei confronti: io e lui siamo veri
amici…»
L’ideogramma di Taomon brillava
nell’aria…
«Finalmente qualcuno che mi stima e mi rispetta!»
esprimeva
Mako…mentre gli occhi di quelle tante facce gli rivolgevano
uno
sguardo di premura «Quando mai Takato, rispondi, quando
mai!...tu
sei stato in possesso di una forza simile? Hai potuto avere al massimo
un Digimon! Mentre io…conta tutte quelle facce: ognuna di
loro
è mia, crede in me, mi guarda con considerazione! Finalmente
ho
realizzato il mio sogno…e non ho solo lui, ho anche Ufomon,
e
Gravemon!» alzando il Digivice «Io sono il solo e
unico
domatore dell’eroica Triade di Digiworld! I Digimon del
futuro,
più potenti e capaci, costituiscono la mia
squadra!!»
spalancando le braccia «Io ho una nuova
famiglia…»
mentre la mano dell’enorme Digimon si adagiava dietro di lui,
raccogliendolo delicatamente…e ponendolo sulla sua spalla
«Ammirami Takato, ammiratemi tutti! Questa è
realizzazione!!...
…IL VERO POTERE DIGITALE, I SOGNI DI QUANDO ERAVAMO
BAMBINI!»
«No…» chinò però
il capo Takato, e
volse le spalle tristemente (canzone: Alessandra
Amoroso - Difendimi per sempre)
«…tutto questo…
…non è niente che valga la pena di essere
guardato.
E’ questo che lo rende abissalmente diverso da quelli che
erano i
nostri sogni.»
Mako restò indignato «Come sarebbe a
dire?!!...GIRATI!...
…VOLGITI,
TAKATO…voglio che mi guardi. VOGLIO CHE MI FISSI, HAI
CAPITO?!!
VOGLIO CHE MI GUARDI, COME GUARDAVAMO I NOSTRI EROI!!»
Takato non si
girò. E fu Taomon che parlò al suo posto
«Guarda
qui, piuttosto!! E’ molto meglio per
te!!»…«Ahh!!» Mako si volse
attonito.
Taomon segnata di nero evocò a doppia voce con Imagomon
«Ideogramma
rovente!!!»
Ma CastleSandmon
parlò «NON TEMERE, MAKO! CI SONO IO A PROTEGGERE
IL MIO
EROICO DOMATORE: CON LA MIA SOLIDA CORAZZA A DIFENDERTI, NULLA
PUO’ SCALFIRTI!»
Spalancando oltremodo
l’enorme bocca sullo scudo centrale (stavolta fu la sola a
muoversi) provocò la fuoriuscita di un gigantesco
giavellotto,
che inondò di sgomento gli occhi di Taomon «CHE
COSA?!»…«ARPIONE DI SABBIA!!!»
La volpe in tunica bianca fu
colpita in pieno «AAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHH!!!»
Renamon cadde a terra.
Imagomon accanto a lei. Takato non si volse a guardarli, se lo
aspettava.
Rika li fissò, portando una mano al collo…
«Moglie mia, non ce
l’abbiamo fatta: nonostante la carta del modello, che
conferisce
la forza di chi è per te un’ispirazione, lui si
è
rivelato più forte. Forse io…non sono un
riferimento
sufficiente, per te…?» chiese quasi con candore
ingenuo,
ma Renamon accennò «M-Ma cosa
dici...caro…»
quando Rika li raggiunse…e il suo primo sussurro fu
«…spostatevi di qui: siete ancora un facile
bersaglio…!» benché fosse la prima ad
ignorare cosa
fare.
Mako ancora inveiva «Takato…
…Takato girati.
GIRATI! Esigo che mi guardi…S-SONO IL DOMATORE
PIU’ FORTE!
E’ illogico che un amante dei Digimon come te non sia
calamitato.
VOLTATI, TAKATO!»
Ma questi socchiudeva
gli occhi con malinconia «Se per te è
illogico…significa che questi anni sono stati solo fumo,
sulla
tua vita.» allontanandosi, mentre Mako ancora gridava
«TAKATOOOOOO!»
Il ragazzo si
accostò a Riley e Mitsuo, visibilmente preoccupati.
Quest’ultimo disse «La
squadra…è stata messa
a tappeto.» e Takato gemette col Digivice tra le mani
«Vorrei tanto fare qualcosa…!»
ricordando le parole
di Cindermon quella mattina “…e poi…non
è mai detto che…
…che a un certo punto Guilmon non ti raggiunga e che
torniate a
combattere assieme, magari alla fine sono riuscita a convincerlo con le
mie parole…
…passaggio di staffetta…Cindermon esce, Guimon
entra. Ci
può stare, no?”
Rivolgendo gli occhi al cielo «Guilmon…
…dove sei, amico mio, perché non torni?!...mi
vuoi
lasciare solo…persino di fronte…alla disfatta dei
miei
amici? Senza poter…fare nulla per loro…? Non sono
tante
già, le tappe dolorose…che abbiamo dovuto
affrontare
separati?! Dove sei…?...
…perché non sei qui e non possiamo
biodigievolvere?!» scivolando in ginocchio…
Alla fine,
trascinandola con i suoi denti aguzzi, Guilmon era riuscito a spostare
quella trave.
«Appoggiati a
me.» le disse con dolcezza, e benché le loro
dimensioni
fossero sbilanciate lei provò a piegarsi, e scaricare il suo
peso su di lui «Coraggio, non aver paura! Forza…ti
porto
fuori, ti porto in salvo!»…«Guilmon,
Takato
è…COF-COF!»…«Non
sforzarti a
parlare…»
…mentre il castello crollava attorno a loro…
«Taka-COF,
COF!»…«Il fumo ti soffoca, taci
Cindermon! O non
riuscirai a respirare!»…«Ma io ti devo
di-COF!
Guil---mon!»
…quando
arrivarono all’uscita, e lui la scaricò ad altri
MudFrigimon «Per favore, prendetevi cura di
lei!»…«G-Guilmon!» tese la
mano la stremata
ragazza, e lui sulla porta del castello «Io non posso
scappare,
ci sono altri Digimon rimasti intrappolati: debbo pensare a loro! Tu
pensa a riprenderti, Cindermon!!» volgendosi, ed
addentrandosi di
corsa all’interno «GUIL---
…cof,
cof!! F-Fermate quel Digimon, per favore!!»
implorò ai
presenti, che le chiesero «Perché
mai…?» e
lei espresse, con la sofferenza nei suoi occhi arrossati dal fumo
«E’ il Digimon…di un mio amico, del mio
domatore!
Lui deve sapere che è vivo!»
Guilmon
era solo, circondato dalle fiamme. Il suo manto iniziava a prendere
fuoco, e il castello crollava «DOVE SIETEEEEEE!!!!!! SE
C’E’ QUALCUNO CHE MI RISPONDA!!!»
«Aiutateci, vi
prego!» emerse una voce sottile
«Cosa?!...eccomi!!»
scattò il draghetto.
Penetrando
all’interno di una stanza, c’era una donna
MudFrigimon
«Aiuta mio figlio, ti
prego!»…«Dov’è?!»
si
dilatò quell’occhio attonito «Sotto la
finestra, e
il soffitto sta crollando!»
«Ahh!» Guilmon si lanciò…
Il piccolo orsetto si
copriva il capo «Ho pauuura…il castello trema,
tutto
brucia attorno, voglio la mia
mamma!»…«Svelto,
piccolo! Afferra la mia zampa, ci sono qui io, ti
salverò!!»
«Ah! Ma tu sei…il Supremo Guilmon!»
«Cosa?!» egli
trasalì, e il bambino «Ti ricordi? Al palazzo! Tu
non
volevi darci ospitalità per la notte!»
«Uhm!!» Guilmon
improvvisamente ricordò, ma disse «…ti
prego,
dimentichiamo il passato: ora sono cambiato! Voglio ritornare un
Digimon buono come ero un tempo, per favore fidati di
me!»…«Va bene, Supremo: mi fido di voi,
avete lo
sguardo buono!» l’orsetto tese quella mano, e
Guilmon
«Bravo…» sussurrò…
…mentre lo
traeva in salvo, immaginando un’altra scena
«…bravo
Takato…vieni con me, ti porto via da un triste
destino…» porgendolo alla madre, e disfacendosi
del manto
«Signora, scappi!! Ecco, lo avvolga in questo per
proteggerlo!!
L’uscita è qui sott---AAAAHHHHHH!»
Il soffitto crollò,
schiacciandogli la coda. Il Digimon rimase bloccato a terra, e la
MudFrigimon esclamò spaventata «Oh no, e
voi?!!»…«SCAPPATE!!!...
…vi
preeego…» supplicò Guilmon versando
lacrime dal suo
solo occhio «La vita dei suoi figli è la cosa
più
imporante ora, lui deve crescere, diventare un ometto! Se lei mi
è grata adesso deve fuggire, dimenticarsi di me: mi lacera
il
rimorso per non aver potuto salvare il mio domatore, solo in questo
modo la mia vita può terminare serenamente!»
Sicché
pur rattristata, e con l’orsetto incappucciato che scoppiava
in
lacrime…la madre decise «Andiamo,
figliolo!»…«Nooo, Supremo
Guilmooon!»
«Addio, piccolo…
…n-non perdere mai il sorriso…
…è la tua forza, vale…p-più
di tutto
l’oro del mondo…»
sorridendo…e poi piegando
il suo muso ormai stanco…
“Takato ce
l’ho fatta…vieni a prendermi, torniamo a
giocare…”
Cindermon si
dimenava «Oddio oddio è dentro, io devo
anda---!!!»
ma la trattenevano «Ma cosa volete fare, principessa?! Siete
ferita!!»…«MA LA’ DENTRO
C’E’…!!!»
…gridò…ma la sua voce ed il suo
sguardo furono
interrotti dal suono del castello che crollava…
…verso il quale si volse lentamente…
Una MudFrigimon veniva
fuori in extremis «L’ha salvato!!!»
portando con
sé un orsetto incappucciato «L’ha
salvato, ma lui
è rimasto dentro!!!»
Cindermon versò
lacrime incredule quando si volse, e sfiorò il cappuccio
dell’orsetto che piangeva «Cosa hai fatto,
Guilmon…?...
…CHE COSA HAI FATTOOO?!!!»
Il suo fiato si
mischiava a quello di un incendio che sfumava, lasciando sparsa
soltanto cenere, e lacrime (fine-canzone)
Nel frattempo
una curiosa automobile si allontanava sulle vie di quel settore a tinte
grige, la guidava uno Starmon (Digimon dalle sembianze di una stella
metallica) e ai sedili posteriori ospitava qualcuno che
stava…pulendo il proprio viso «Guarda come mi sono
combinata! Mi sono---tutta imbrattata di cenere, oooddio, faccio paura,
sembro la befana che porta il carbone! Scratchmon che dici, ci sta
seguendo qualcuno?!» guardandosi fulmineamente attorno e
sporgendosi sul retro di quell’auto senza tetto
«Nessuno in
viiista, meno male altrimenti si capiiisce, che sono stata io, basta
guardarmi in faccia!!!...
…no-no-no-no-no, nessuno
deve scoprirlo!» esprimeva con occhi accigliati cerchiati
dallo
scuro della cenere «Non ci sono testimoni, nessuno mi ha
vista
entrare in quel castello e appiccare il fuoco e se qualcuno mi vede io
sono un’innoooooocua madre di famiglia! Che è
balzata in
un portale nel tentativo disperato di ritrovare i suoi adoraaabili
bambini, che sono tuffati a Digiworld!...
…che sono
stati cattiiivi…!! Capito Scratchmon? Se ci ferma
qualcuno…noi gli diciamo questo! EHI LEI SCUSI, EH?!
STARMOOON,
O COME DIAVOLO SI CHIAMA! Potrebbe andare un po’
più
veloce e guidare un po’
meglio?!»…«E lei
potrebbe agitarsi un po’ meno? L’automobile
è
vecchia!»…«E allora perché
non la rinnova?
Ecco, vede! Poi si dice che uno a torto: è vero, che a
Digiworld…n-n-niente va come deve andare, il servizio taxi
è pessimo, io guardi la pago la metà quando
arriviamo a
destinazione!...
…anche
perché sono rimasta completamente senza
soldi!»…«…metà
prezzo, metà
percorso…»…«Coooosa?!
NoooOOOOOOooooo!!! Le
vendo la mia gatta!...
…ah no!
No. Mi serve.»…«Ma se lo tenga quel
gatto pulcioso.
Che razza di Digimon è?! Non l’ho mai
visto.»…«L-L-L’ho trovato con
i MIEI
BAMBINI…» puntualizzò indispettita,
stringendosi la
gatta «Ihmf, poverina! Era sola e abbandonata nella
spazzatura…come me, sigh!» meditando fra
sé
“E’ stato meglio aver recuperato Scratchmon dopo
tutto: con
gli artigli di Sandmon e di Muskmon entrambi sul Cuore digitale di
Henry…mi restano poche probabilità di ottenerlo
per me.
Meglio che conservi lei come ruota di scorta!”
La gatta
nera tra le sue braccia d’altro canto alzava il suo sguardo
preoccupato, e pensava “Accidenti, non sono riuscita ad
avvertire
Muskmon in tempo! Ma spero che comprenda da sola la
situazione…così come spero che quei Digimon si
siano
salvati: io sono cosciente di essere in pericolo…ma ora non
posso abbandonare Ufomon e Gravemon, i miei padroncini!”
sfiorandosi le polsiere con gli artigli “…anche se
è rischioso debbo tornare da loro…”
«Muskmon,
Muskmon, è tutta colpa sua…» mormorava
la donna dai
capelli in disordine, e gli abiti colorati sporchi di nero
«…è colpa sua, ma spero
davvero…!!...c-che
se riesce a diventare la moglie di quell’Henry i loro soldi
di
famiglia le vadano tutti in medicine, tutti!!!» chiudendo le
mani
in una lacerante stretta della gonna «Mi ha tradito proprio
sul
più bello! E’ colpa loro,
sììì, sono
quei ragazzi, le hanno fatto il lavaggio del cervello e ora il
risultato è che sono stata ABBANDONATA dalla MIA DIGIMON,
sono
rimasta sola c-con tutte le incombenze ma me la pagherà
sììì, eccome se me la
pagherà! Dovrà
tornare, e chiedermi strisciando di perdonarla!!...maledetta Muskmon, e
maledetto Sandmon: lui mi ha tradiiito e ha cercato di sgraffignare il
cuore di Henry al posto mio! Ah, che devo fare Scratchmon, avanti
dimmelooo…sigh!» piagnucolò e fece
boccuccia mogia
«Sono rimasta nei casini per colpa di quei disgraziati
vigliacchi! Ah ma se pensano di avermi tolta di mezzo in questo modo si
sbagliano: pfff, ahahahaha! Io ho due figli e non li mollo certo
così! E comunque…
…ho un'altra carta da giocare…non credessero di
avermi
lasciata senza l’aiuto di un valido Digimon, so chi
può
fornirmelo: ehi!!...
…Starmon!!»…«Eh?! Ma la vuole
finire di
battere dietro la mia testa? Mi fa male! E finisce che andiamo a
sbattere!»…«Mi ascolti
anziché protestare
inutilmente: io al momento sono sprovvista di liquidità e
non
posso pagarla, ma le assicuro che…ehm, ehm! Deve sapere che
io
sono sposata e mio marito è un professioniiista, uno
importante
in questo mondo, si figuri! Un generale dell’esercito, di
questi
tempi i militari sono strapagati! Ho urgente bisogno di raggiungerlo,
se lei mi ci accompagna poi le assicuro che sistemiamo
tutto!»…«Dove dovrei
portarla?»…«All’accampamento,
presso il
palazzo reale di Cyclemon!»…«Che cosa?!!
Ma lei
è pazza: ieri notte c’è stato un
assedio, ed il
castello è stato raso al
suolo!»…«Mi porti
lì e non protesti, ho detto!!! Mio marito mi aspetta e
ignora se
sono viva o se sono morta: lei se la sente di accollarsi sulla
coscienza un suo attacco di cuore? Poverino, lo stressano molto di
questi tempi sul lavoro!»…«…a
chi lo dice!
(accidenti, ma questa chi me l’ha rifilata?!)
»…«Uhmuhmuhm!...
…Scrachmon, mia cara, grazie del suggerimento: è
stata
una splendida idea, se non avessi te che mi dai certe folgorazioni?
E’ verooo…?
…è vero, amore…? Uhmuhmuhm,
ahahahahahah!»
tornando così a sorridere radiosa come sempre, mentre
l’espressione della gatta non era quella di chi aveva
sfornato un
suggerimento vincente…
I Seadramon,
serpenti marini digitali disposti in cerchio come le statue di una
fontana, spegnevano l’incendio grazie ai loro poteri
acquatici.
Le loro sagome sfumavano dissolte dal fumo che avvolgeva lo scenario
dove sorgeva, fino a poco prima, il castello in
chiaroscuro…(canzone: Claudio
Baglioni - In un'altra vita)
ora le macerie giacevano in terra…e Cindermon avanzava.
Anche il
suo viso era annerito dalla cenere che tracciava sentieri lungo i
lineamenti delicati…ma le lacrime scolavano, e tali sentieri
distorcevano e sfumavano…come a simbolo
dell’incertezza
della vita, e delle strade da intraprendere…
Gli
schizzi dell’operato dei Sedramon iniziarono a picchiettare
il
suo ciuffo rosso e macchiare la bandana come gocce di pioggia
“Guilmon…
…non può essere finita
così!” pensava in
fondo al suo cuore, mentre la MudFrigimon col grembiule le si accostava
avvicinandole Benji che le tendeva le braccia, come se avesse bisogno
di lei. Lei lo prese quasi automaticamente, con molta
lentezza…e
gli chiedeva «Piccolo Benji, tu…
…riesci a vederlo…?...no? E allora è
proprio
così…!!» scivolando nel pianto
«…è-è finita, non lo vedi
più
né tu…né io!! Guilmon ci ha
lasciati…»…«Principessa…la
mia
compaesana che è stata salvata con suo figlio mi ha detto di
darvi
questo.»…«Oh…?» Le
stava porgendo
il manto nero…ormai sporco, consumato e bruciato, ma che
ancora
lasciava intravedere le lune a decorarlo «Mi ha detto che
potete
tenerlo, se è un ricordo di lui. Se siamo tutti
salvi…lo
dobbiamo solo a voi due!»…«Non dite
sciocchezze…!!...io non ho fatto niente!...
…niente…» piegandosi in ginocchio, ai
piedi delle
rovine «…non ho potuto! Non sono riuscita!!...
…e
adesso…? Cosa mai potrà pacificare il
destino…?...
…è stato tutto…» alzando i
suoi occhi
azzurri tra il fumo, come nebbia attorno
«…NIENT’ALTRO ED ESCLUSIVAMENTE CHE UN
GROSSO,
GRANDISSIMO SBAGLIO!!» e piangeva, con Benji tra le
braccia…mentre l’orsetta dal grembiule bruciato le
sfiorava la spalla «Lo conoscevate, era un vostro
amico?»…«Mmm…n-no!»
scosse lei il capo
«Era…!!» ma i singhiozzi bloccavano le
parole
«…era qualcuno di molto imporante…
…p-per una persona che lo è per me. Era un amico
speciale! Un ricordo d’infanzia…della vita che non
c’è più…che è
andata in cenere!
C-Come questo castello!...» prendendo stancamente quei
ciottoli
nella sua mano e lasciandoli poi andare «...anche questo era
un
ricordo del passato! E-E come è sparito in un
attimo…è-è sparito anche
lui!» chinando il
capo «…ed io non sono riuscita a fare niente,
niente!!» asciugandosi gli occhi col braccio «Ma
perché?!...
…PERCHE’
NON SONO BUONA A NIENTE?!» picchiando fra i ciottoli
«Spiegami perché non sono stata capace di
difendere…la creatura che aveva più cuore!! Non
sono
bastata a proteggerla…m-ma…che razza di Digimon
sono,
io?!!...
…CHI E’
CINDERMON?!!...a che serve…?» mentre tirava su col
naso, e
smarriva il suo sguardo triste nel vuoto
«…dovrebbe
portare felicità…come i suoi simili, e
invece…E
INVECE E’ SOLO CAUSA DI
DOLORE!»…«Non dovete
fare così! Tante persone contano su di voi! Vostro padre,
vostra
sorella…»…«Mio padre e mia
sorella è
meglio che mi stiano lontani se non vogliono
guai!»…«Molti vi debbono la
vita!!...come questo
bambino…» che Cindermon carezzò
dolcemente
«Piccolo Benji…» Lui sembrava tranquillo
ora, e
tendeva le braccia al viso di lei in maniera affettuosa, come volesse
asciugarle le lacrime «Se sapessi…come mi sento.
Io che
conosco. Io che so, che sapevo, che ho sempre saputo!!...
…e che
sono perfettamente a conoscenza…del fatto…che
sarebbe
bastato un soffio!! E nient’altro, semplicemente…
…un
insignificante scambio di creature, ma al contempo così
determinante!! Se fossi stata io al suo posto e ora lui fosse al
mio…SAREBBE STATO GIUSTO! E sarebbe
stata…felicità. Lui sarebbe stato felice, io lo
so!! Si
sarebbero ritrovati…e mi avrebbe dimenticata, lo so
bene!»…«…perché
dovete dire
così di voi?» le chiedeva quell’orsetta
premurosa
«I vostri amici vi vogliono bene, principessa.» ma
Cindermon scosse il capo «Mmm, mmm. Loro si volevano
bene…i-io sono venuta per errore, soltanto per errore! Io
sono
frutto…
…nient’altro che di uno sbaglio, di
un’interferenza…di sistema! Perché lui
è
volato via e io invece…?!!!...resto
qui…»…«…se ora
siete fra noi,
credetemi, è giusto così! Così
dovevano andare le
cose.»…«No.»…«Principessa…!»…«No,
senti!...te lo dico io come dovevano andare le cose, il solo e unico
modo…
…in cui sarebbero dovute andare sarebbe stato che!...
…Takato e
Guilmon non si fossero mai separati: che quel brutto vortice non li
avesse mai strappati l’uno dalle braccia
dell’altro!!» guardando verso l’alto e
forse
immaginando il vortice di un tempo…benché il fumo
offuscasse il cielo azzurro di allora «Che fossero cresciuti
insieme! Che le porte di Digiworld non si fossero mai chiuse per la
terra e-e che la mia comparsa non fosse mai stata
necessaria!!!»
picchiando un pugno sulla sua stessa gamba «Loro non dovevano
mai
perdere quella felicità, punto…e basta, tutto il
resto
altro non è che una…grrr, u-una sadica e
grottesca
deformazione!»…«…un bambino
come
lui…è frutto di una deformazione come questa: non
disprezzate i tempi che son
venuti.»…«Oh…?...
…no
è che io…a dire il vero…non ho davvero
la
più vaga idea di dove, in cielo o in terra
cercherò
quelle parole che NON ESISTONO DA NESSUNA PARTE…e con le
quali
potrò riferirgli di come è andata veramente la
sua vita,
com’è finita la sua
storia!!»…«…credetemi vi
capisco: io non
sapevo altrettanto dove cercare le parole…per dire ai miei
bambini che il loro padre non c’era più. Che era
andato
via per sempre.»…«Ihmf!!
M-Ma…» gemette
la ragazza digitale, appoggiandosi alle spalle di
quell’orsetta
«…v-voi siete madri!! E siete più forti
per natura
invece guarda me, ti prego!! G-Guarda…questa faccia, con
questa
faccia dove vado, cosa dico?! I-Io…non sono in
grado!!»…«…troverete il
coraggio necessario:
siete stata tanto forte, e un giorno anche voi sarete
madre…siete giovane…e la vita continua, per voi e
coloro
che
amate.»…«…continua…ma
come
continua, cosa…? Nient’altro che uno sbaglio,
sempre,
ininterrottamente…?»…«…non
parlate di
sbaglio.»…«…come?»
sussurrò
Cindermon con un filo di voce, assottigliando i suoi occhi per meglio
comprendere. E la Digimon svelò «Se il destino ha
permesso
che le cose andassero in tal modo…
…beh…»…«Uhm?»
Cindermon la
guardò un po’ incuriosita, e l’orsetta
si espresse
delicata «…non lo so! Si tratterebbe di dare una
spiegazione alle cose quando vanno tristemente…e
anch’io
sono troppo giovane per farlo, benché sia madre. Purtroppo
è così per tutti. Ma non disperate: continuate ad
alimentare la speranza nel vostro cuore, come avete sempre fatto. Sono
certa che un giorno troverete le vostre risposte, per allora
ricordatevi di me.»
Cindermon
guardò il cielo…dal fumo si apriva un timido
spicchio
d’azzurro, ed un raggio le ravvivava il colore della bandana,
del
ciuffo…e di un sorriso timido altrettanto
«…d’accordo, farò
così. Ma prima devo
fare un’altra cosa.»
Sicché con i suoi calzari scalò i ciottoli del
castello.
E materializzò una foglia magica nella sua mano
«Ciao
Guilmon…questa è per te. Una foglia
d’autunno…
…come le stagioni della nostra vita che sono state, e non
torneranno più. Come te.»
La
fogliolina cadde fra i ciottoli, fino a mischiarsi ad essi e scomparire.
Poi
Cindermon si rivolse alla MudFrigimon
«…è rimasto
qualcosa del fascio?»…«La signora Rea ne
ha lasciato
un
po’.»…«Bene…ihmf!
Devo portare
questo bambino a sua madre. E poi devo andare da Takato. Debbo dirgli
la verità.»
Soffriva, ma il raggio
di sole illuminava lei e Benji tra le sue braccia, indicandole, seppur
debole, una speranza (fine-canzone)
Il cielo presso il Cestino digitale tuonava tempestoso.
«E’
IL MOMENTO DI FARE GIUSTIZIA…» affermava
l’imponente
CastleSandmon, e se un domatore umano sogghignava sulla sua
spalla…
…cinque
ragazzi, Takato, Rika, Ryo, Suzie e Rea si stringevano tra loro ed
arretravano, impauriti. I loro Digimon a terra: Renamon, Imagomon,
Monodramon, Lopmon e Terriermon…quest’ultimo
accennava
«A-Alziamoci, n-non possiamo certo permettere…che
faccia
del male ai nostri domatori!» ma il draghetto viola lo
smentiva
«F-Fermo, cosa vuoi fare tu? Non capisci che ci
schiaccerà
come mosche? Ti serve il centimetro, Terriermon, per misurare noi e
lui?!»…«M-Ma tanto lo farà
comunque!!»
ribatteva il Digimon verdino, mormorando indignato
«…ci
acquisirà, tanto vale fargli il solletico fino al
sopraggiungere
della fine, almeno ricorderà di noi come i Digimon
più
molesti della sua carriera di distruzione…
…NON E’ COSI’ CASTLESANDMON?!!...
…NON HO
PAURA DI TE, ANCHE SE SEI IMMENSO E PUOI SCHIACCIARMI!!» si
faceva strada il Digimon ferito e malconcio, incurante dei richiami di
Rea «TERRIERMON!»
…e di Lopmon «Oh no,
Terriermon…»
Ma avanzava con
sguardo caparbio e stizzito «Non mi spaventa la tua enorme
mole,
né la tua assenza di scrupoli. Ho affrontato…un
milione
di altri Digimon come te, non credere di essere l’unico!!...
…SCENDI
DAL TUO PIEDISTALLO!!»…mentre le facce multiple
dell’essere si aprivano in un sorriso
«…dai tanto
spettacolo ma non vali nulla…la tua sola forza…
…è
l’odio: tu ti nutri di odio, questo scorre nelle tue vene,
ciò e nient’altro è la linfa della tua
digievoluzione!!...
…sei
senza ombra di dubbio…l’avversario più
squallido e
indecoroso che abbiamo affrontato in tutta la nostra
carriera!»
Mako quasi sobbalzò su se stesso «Ahh?!»
oppure era
il suo Digimon ad aver balzato «COME TI PERMETTI?! IO
SONO…IL PIU’ BEL DIGIMON DI TUTTA LA
STORIA!»
Dato confermato
da Gravemon, con sorrisino furbo «…è
vero, meglio
del mio papi non c’è nessuno.» e Ufomon,
con fare
altezzoso «Sarà anche il più crudele,
ma è
senz’altro il più forte: rassegnatevi, contro di
lui siete
spacciati.»
Mako mormorò
«CastleSandmon, ci hanno insultati: presto, acquisisci questo
Digimon!» ma Terriermon infierì «Per non
parlare del
domatore poi: il fango del tradimento fatto persona, eh
Mako?!»…«Tappati la bocca!!»
inveì il
ragazzo, mentre CastleSandmon si innalzava in tutta la sua imponenza
«MMM, PAGHERETE CARI I VOSTRI AFFRONTI, E’ EVIDENTE
CHE NON
SAPETE PERDERE E TANTOMENO RICONOSCERE LA SUPERIORITA’ DI CHI
E’ PIU’ GRANDE DI VOOOI!» alzando il suo
piede:
Terriermon strinse i denti ma «No!!»
esclamò una
voce femminile, e presto qualcuno giunse a prenderlo per portarlo via
«Non gli farete del male, non finché io
sarò qui e
sarò
viva!!»…«…Rea…»
disse lui…tra le braccia della ragazza dallo sguardo
infuocato…
«Rea…» lo stesso disse Suzie, tendendo
debolmente la mano.
La ragazza dai capelli
scuri infierì «Troppo comodo uccidere un Digimon:
sembra
di non commettere neanche un delitto. Certo, tanto quando fa comodo
è fatto solo di dati! Un vortice e si dissolve, non
è
più niente!! Anche se fino a poco prima…
…era il
tuo più grande confidente…» versando
una lacrima
che cadde sul suo Digimon, il quale si strinse a lei come un bimbo di
pochi anni…
«E’
questo che hai fatto col tuo Digimon…eh Mako?»
sussurrò Rea asciugandosi le lacrime «Pur non
riuscendo a
uccidere lui hai eliminato il suo ricordo…non ti senti un
po’ vuoto…?»
Quelle parole
scuotevano di tremore il ragazzo, e minavano le sue sicurezze: lo
dimostravano le scariche sui suoi occhiali.
«Mi dispiace ma
non è così facile!» continuò
la ragazza, che
posò a terra il Digimon «Coraggio Terriermon,
fatti
indietro.»…«Rea, che vuoi
fare…?»
chiese con voce dall’udibile sfumatura tremante, e la ragazza
puntò il dito contro i nemici «Se volete prendere
i
Digimon dovrete avere prima il coraggio di uccidermi, avanti vi sto
aspettando!!»
Il cuore di Henry pulsava di luce e di affanno
«Rea…»
I suoi occhi
brillavano di commozione e di gratitudine, ed alimentavano il bagliore
del cuore.
«Rea ha ragione,
andiamo ragazzi!» fece Suzie con nuova decisione (canzone: Anastacia
- You'll never be alone), Rika e Ryo avanzarono con
sguardo deciso e senza parlare.
I Digimon a
terra chiedevano «Nooo…che
fate?» (Monodramon)
«Rika!...torna indietro, è una follia!»
(Renamon)
«Fermatevi…» (Imagomon)
«Suzie…!...Suzie, che ti sei messa in
testa?!»
(Lopmon)
Ma i ragazzi formarono
uno schieramento accostandosi a Rea: Suzie tradusse «Prima di
toccare i nostri Digimon dovrete sporcarvi le mani con noi, con tutti
noi! Uccidere dei veri esseri umani, te la senti Mako?! Tu che sei
tanto coraggioso!!»
«Ahh!» il ragazzo sussultava sconvolto. Ma qualcuno
invece
avanzava con coraggio «Sì, ben detto!»
era Takato,
che si unì ai compagni nello sgomento del domatore in
armatura
viola «Che diavolo fai tu li, LEVATI! Tu non hai un Digimon
da
difendere!»…«Non mi interessa: credi che
non darei
la vita per proteggere quelli dei miei amici?!...
…sono cresciuto con queste creature…»
volgendosi
verso i Digimon, di cui Terriermon esclamava «Fermatevi,
siete
solo dei pazzi, non dovete fare questo per noi!!» e anche
Renamon
«Takato!! Mi conosci da dieci anni, accontentami
e…vattene
da lì con gli altri, non meritiamo il vostro
sacrificio!»
Ma Takato volse letteralmente le spalle alla volpe dorata, negandole lo
sguardo. Oltre a ciò qualcuno le disse «Mi spiace
Renamon…ma hanno ragione i ragazzi e non saranno i
soli.»…«Mitsuo…»
sussurrò
Imagomon vedendo il biondo uomo farsi strada scavalcando Digimon a
terra, seguito dallo sguardo deciso di sua moglie.
Formarono
una barriera, e Yamaki parlò «Ci siamo lanciati in
questo
nuovo viaggio…
…perché crediamo seriamente in una causa, questo
non
è un gioco!...
…questi amici sono per noi…la vita intera!! Noi
crediamo
nella loro bontà e nel loro diritto di essere felici, per
cui
siamo il vostro ostacolo finale verso la loro rovina! Mako!!...tu
potresti essere parte di questo muro ma se non voi essere con
noi…
…è un TUO problema, è una TUA scelta!
Sei libero
ma ti raccomando di esserne consapevole: non potrai incolpare nessuno
in futuro della tua assenza…»
Mako si alzava
lentamente in piedi, sulla spalla di CastleSandmon. Era
affannato…e dalle bocche del Digimon scolava sabbia, che si
traduceva nel pensiero “ACCIDENTI…SE MAKO CEDE IN
SICUREZZA SONO IO A FARNE LE SPESE IN FATTO DI POTENZA!”
Quell’unione sembrava aver ridato speranza ai ragazzi, di cui
Takato ammise «Sì, ben detto, non servono sempre i
Digimon
per combattere! Anche noi possiamo fare qualcosa
come…impuntarci
a difenderli, anche se siamo umani! Mako, se vuoi ottenere la tua
vittoria dovrai sbaragliare noi! Se credi che scapperemo abbandonando i
Digimon ti sbagli di grosso!»
“Sono sempre i
più forti…” pensava il domatore dai
capelli rossi
“…sono sempre i più uniti, hanno sempre
qualcosa in
più!! Perché?!! PERCHE’?!!
Ora…ora ho con me
il Digimon…più forte che si sia mai visto!
E’
immenso, ma loro così piccoli e così fragili
sembrano in
qualche modo più forti di me, perché?!
Questo…non
è giusto!!”
La sabbia
scolava in quantità sempre maggiori da quelle tante bocche
dentate “MAKOOO…! SE TU ESITI
ANCH’IO CI VADO
DI MEZZO, NON LO CAPISCI?!”
Ma Ufomon
dilatò i suoi occhi «Gravemon, li hai visti?!
Rischiano di
mandare a monte la vittoria di papà…dobbiamo fare
qualcosa e alla
svelta…»…«…ronf…zzz…quando
riprendono a
combattere?»…«GRAVEMON!»…«Oh!...Ufomon,
che fai? Hai messo in
moto?»…«Sì, ho in mente
un piano!» …il camper azionava minacciosamente il
suo
motore: come minaccioso era lo sguardo della piccola Ufomon
«Guardali, tutti assieme e allineati: voglio investirli
tutti!!
Così Mako la finirà di avere problemi di
coscienza!»…«V-Vuoi fare un
mega-mega-mega-incidente???»…«…voglio
fare
una carneficina di Digimon Tamers...» avvicinando il piedino
smaltato all’acceleratore «Li schiaccerò
come
bacarozzi!»…«Uuuufomooon,
fermaaaaaaaaa!»
I domatori
univano le mani, Suzie stringeva gli occhi «Coraggio,
ragazzi!...se moriremo almeno sarà per i nostri amati
Digimon,
non dovremo avere rimpianti!»
Il camper
strattonò, spalancando le sue ali demoniache
«SORRIDETE
ALLA STAMPA, DIGIMON TAMERS!» esclamò Ufomon. I
domatori
trasalirono
«Ahhh?!»…«…E
LEVATEVI DI
MEZZO UNA BUONA VOLTAAAAAAAA!!!»
Sarebbe stato
quello il momento buono per disperdersi: ma realizzato il
pericolo…i domatori restarono stretti e a mani unite.
Mako si portò
tremante la mano alla bocca, e a quel punto gridò
«…NO, FERMATEVI!!»
Terriermon gridò
«RAGAZZIIIIIIIII!» e Monodramon «Non
possiamo
lasciarli morire così!!» sicché
mutarono in sagome
di luce: i Digivice dei domatori scintillarono, e seppur stremati i
cinque si frapposero fra i ragazzi e il camper. La loro unione
generò la barriera di luce sulla quale si abbatté
lo
squassante rumore di ferraglie: occhi spalancati per tutte le facce di
CastleSandmon «OH NO BAMBINI!»
Ufomon attonita,
spingeva l’acceleratore ma era bloccata «C-CHE
SUCCEDE,
GRAVEMON?!»…«Ci hanno fatto
barrieeera…»
Terriermon
esclamava determinato a nome di tutti «Mi
dispiace…ma
anche pesti e malconci non vi permetteremo di toccare i nostri
amici!» I domatori erano attoniti…e Terriermon
affermava
«Loro avrebbero dato la vita per noi: credete forse che non
faremmo altrettanto?!»
Le ali del
camper esplosero in dati «Oh no Gravemon il camper si
distrugge!!»…«Noooooo...il veicolo di
mammaaa…le era costato tanti soooldi…»
La Purplemobile si
dissolse inesorabilmente, nel contatto fatale con la barriera magica
nata dall’amicizia.
«AAAAAAAAAAHHHHHHHHHHH!!!»…«OOOOOOOOOOOOOOOOHHH!!!»
esclamarono i due Digimon, che caddero a terra pesantemente
«FIGLI MIEI!» CastleSandmon si piegò su
di
loro…
La barriera
esaurì la sua luce e la sua funzione…nello
stupore di Rea
«Ci avete salvati?!!...» e degli
altri…Terriermon
«O-Ohh…» fece un sorriso
allietato…ma
poi…
…la luce
avvolse tutti loro: e li riportò indietro ancora di un
livello.
Divennero tutti simili a Digimon bambini, simili a testine colorate
«Cosa succede ai Digimon?!» fece Takato allarmato,
e Rika
«Guardate, sono regrediti!...ah! E’ come quando
Shaggai li
ha risucchiati…dobbiamo affrettarci a portarli in
salvo…» descrisse la ragazza con negli occhi
l’ombra
del passato…
«Mo…mentai…ragazzi…»
disse quella
dolce creaturina verde chiaro in cui era mutato Terriermon, dalla voce
sottilissima.
«Amici…» disse Henry, ma poi
piegò il capo, e
perse i sensi per le mille emozioni (fine-canzone)
«Ahh...che
facciamo ragazzi?» Rea si guardò attorno pallida
in
volto…approfittando dell’attenzione del nemico
momentaneamente rivolta ai suoi figli…
(CastleSandmon «STATE BENE? VI SIETE FATTI LA BUA, NIENTE DI
ROTTO?» Ufomon «…Ahh…ci hanno
sfasciato il
camper, accidenti!» Gravemon «…papi ho
battuto la
testa…»…«DOVE, CAVALIERE DI
PAPA’?
DOVE? DOVE?? DOVE???» si chiedeva apprensivo il padre con le
bocche multiple)
Rea
affermò «E’ agghiacciante sfruttare una
situazione
del genere ma temo sia l’unica cosa da fare: dobbiamo
fuggire,
approfittando del fatto che è preoccupato per i suoi
figli!» chinando il capo e scrutando con pena
l’edificio
del Cestino “Henry…!”
Henry dormiva nel buio del laboratorio…
Ryo
arretrò sfiorando Rika, aveva sguardo spaventato
«Ragazzi…arriva qualcosa.» e altrettanto
lei fissava
intimorita quella luce in avvicinamento nel cielo tempestoso.
«Mitsuo!»
alluse Riley con lo sguardo, e lui cercò di stringere i suoi
occhi per decifrarne la forma...ma non servì
perché li
raggiunse in un lampo, oltrepassando i Digimon in un
«Ohhhhhh…!» delle loro vocine…
…e
travolgendo uno in particolare dei domatori «Rea,
attenta!!» esclamò Suzie e Rea
«Oh!!!»
strattonò un poco in quanto travolta da qualcosa che piovve
tra
le sue braccia. La luce della barriera che lo aveva condotto si
dissolse e la ragazza nel più sommo stupore si
ritrovò
tra le braccia qualcosa di…estremamente familiare
«…!! Benji!...?...!!»
«EEEHHH???» fecero gli altri domatori, quando la
giovane
madre calò il cappuccio che nascondeva il volto di suo
figlio,
che era stato avvolto in un manto logoro decorato da lune bianche
«Che cosa ci fai tu qui…?!!» esclamava
Rea
accertandosi delle sue condizioni.
Ryo commentò
«Non capisco, non era rimasto con Cindermon?» e
Rika
«E se fosse successo qualcosa?!» sicché
si
guardarono intimoriti, ma Suzie indicò «Guardate!!
Ragazzi
guardate là in fondo!!»
Takato fu il primo a
identificare, distante da loro «…!! Cindermon,
quella
è Cindermon!!»
La ragazza digitale
avanzava, con passo zoppicante ma deciso. Takato dedusse
«…di sicuro è successo
qualcosa!»…«Aspetta, Takato!»
lo
richiamò Mitsuo ma il giovane era già corso a
gran
velocità.
Quando lo vide
arrivare…Cindermon, molto seria, arrestò il suo
passo.
Non appena fu vicino abbastanza la prima cosa che notò
furono le
sue condizioni «Ma che ti è successo?!...tu sei
ferita,
chi è stato a farti questo?!! Ahh!...
…Cindermon
rispondi, hai dovuto combattere di nuovo, senza di me?!...altrimenti
non ti saresti mai allontanata dal castello, siete stati
attaccati!?...dimmelo…per questo hai riportato indietro
Benji…»…«…Takato…
…devo dirti una cosa.»
Lui comprese
immediatamente che si trattava di qualcosa di grave e si
spaventò
«…Cindermon…riguarda Jeri, per
caso?!...non è riuscita a tornare, le è forse
accaduto
qualcosa?!!» aggrappandosi al suo manto, ma Cindermon
replicò stancamente «N-No…non lo so,
Jeri non
l’ho neanche vista, non so se nel frattempo è
rientrata.»…«Come non l’hai
vista…?!!» arretrò Takato
«…e
allora…?»
…mentre anche
gli altri arrivavano «Cindermon, che cosa è
successo?!» esclamò Rika, e Ryo notò
subito
«Oh…diavolo, è ferita!!»
Rea era quella che
rimaneva più indietro…tenendo stretto suo figlio,
come se
il manto con cui era stato avvolto le suscitasse un timore. Cindermon
li sfiorò tutti con lo sguardo, ma aveva occhi per
«Takato…ascolta, devo…riferirti una
cosa
importante…che…
…riguarda Guilmon.»
Il ragazzo
dilatò lo sguardo «Guilmon…»
aggrappandosi a
lei «…l’hai rivisto per caso?!...Guilmon
è
stato lì, al castello?!!» scuotendola per il
manto…ma lei iniziava a piangere, come quando si tratta di
un
parente o di un amico. E bastarono le sue lacrime ad allontanare
Takato, che impallidì ed indietreggiò di paura.
Gli occhi
dei compagni ne ospitavano altrettanta.
«Siamo
stati…attaccati dal nemico…» riferiva
Cindermon con
un filo di voce «Purplemon si è rivelata, si
tratta…di un potente Digimon al livello mega,
nato…dalla
fusione…di due esseri viventi, una Digimon...
…di nome
Muskmon…»…«Ahh!!»
sussultò Rea,
che quel nome ben conosceva…
«…e…e
una donna umana…priva di scrupoli, noi l’abbiamo
conosciuta, è la donna...che ha cercato di ucciderci
tutti…quando siamo venuti qui!...»
Takato si avvicinava a piccoli passi, sempre più
attonito…
«Il suo nome…è Violetta, lei!...
…odia sia i terrestri sia i Digimon, per
questo…e-e per
cancellare…me...
…ha sferrato l’attacco al castello!!...»
tra i
singhiozzi e l’affanno «…tutti abbiamo
rischiato di
morire, le famiglie dei MudFrigimon e il piccolo Benji erano
intrappolate…nell’inferno di fuoco che ha
scatenato, solo
animata dall’odio che…che lei prova per me e-e
per…mia madre, per motivi che ignoro! Non sapevo nemmeno che
la
conoscesse…»
…le sue
parole rapivano e ingabbiavano il fiato di quei ragazzi…e di
Takato, che non smetteva di fissarla in quegli occhi azzurri che ora
fissavano lui «…lei ha detto di essere la moglie
di
Sandmon…e la madre…
…di
Ufomon e
Gravemon…»…«…cosa…?»
fece
Rika, ed anche Ryo cercò lo sguardo della compagna per
capacitarsi…
(mentre
CastleSandmon armeggiava «HAI BATTUTO LA TESTOLINA? FA VEDERE
A
PAPA’!» ma era talmente grosso che con un colpo di
mano
faceva cadere il piccolo Gravemon «Attento papà, o
finisce
che lo accoppi tu con le mani che ti ritrovi!!» lo
rimproverava
aspramente la figlia «MA IO SONO PRECCUPATO! TI GIRA LA
TESTA,
PICCOLO MIO? QUANDO HO VISTO QUEL FURGONE ESPLODERE MI SI E’,
MI
SI E’ FERMATO IL CUORE: NON DOVETE FARE PIU’ QUESTE
COSE
IMPRUDENTI!»…«Oh, se è per
questo
l’infarto è venuto anche a me, con i soldi che
è
costato!!!» puntualizzò l’aliena, e
Gravemon
«Perché?? Voi avete dovuto pagare per farmi
nascere?»…«Non tu scemo, il
camper!!»…«NON DIRE SCIOCCHEZZE PICCOLO:
NON SEI
MICA UN GIOCATTOLO FABBRICATO, SEI UN BAMBINO
VERO!»…«…però a me
la testa mi fa
maaale…»…«DOVE, CUCCIOLO? LA
FRONTE O LA
NUCA??» e via così, con quelle mani poco
pratiche…)
«Guilmon…» riprendeva Cindermon
«…quando l’incendio ha intensificato
l’ho
visto apparire, io…non avevo neanche idea che fosse
lì,
non l’avevo più visto…da ieri sera e
pensavo…
…fosse andato lontano!...e invece era vicino…
…q-quando…mi ha portata via in salvo,
io…»
nello scolare delle lacrime, che cercava di arginare quanto poteva
asciugandosi a destra e a sinistra «…i-io ho
provato a
dirgli la verità, che tu non eri morto, Takato,
ma…!...m-ma!...il fumo era troppo forte:
c’era…s-si
soffocava insomma, un inferno!! Io non riuscivo più neanche
a
ricordare se ero viva…
…s-se non
ci fosse stato lui a portarmi fuori e dirmi…e-e
dirmi!...c-che
ormai ero in salvo, e che lui…sarebbe andato a
recuperare…l-le ultime famiglie di MudFrigimon in
pericolo…»
Takato respirava
affannosamente, tenendosi una mano sul petto…Benji si
lamentava
e sembrava voler dire qualcosa alla madre, ma lei era talmente
imbambolata dinanzi al racconto da non riuscire a dargli retta.
«L’ho visto rientrare nel castello,
correre…come
coraggiosamente…deve aver fatto, per tutta una
vita!»
Takato arretrò
impressionato, ma Ryo gli disse solo «Takato!!...»
per
esortarlo a non cessare l’ascolto: al giovane dagli occhi
rossastri bastò incrociare lo sguardo
dell’amico…per poi muovere di nuovo e
automaticamente i
suoi occhi su Cindermon. Che lo fissava con tanta compassione,
piangendo…
…per poi
camminare verso Rea «Perdonami, ma i vestiti di Benji
erano…tutti bruciati e…faceva freddo,
all’interno
del fascio, e poi nel viaggio in navicella: lui aveva già
affrontato l’incendio e…capisci? Non…ho
trovato di
meglio, mi hanno dato questo quando…» mentre quel
manto
scivolava di nuovo e lentamente tra le mani, visibilmente segnate, di
Cindermon che precisava con un lieve sorriso «H-Ho cercato di
pulirgli il visino, che era…tutto sporco di
cenere!» Rea
guardò Benji come se fosse una cosa nuova e non suo figlio,
ma
poi tese di nuovo la sua attenzione alla ragazza che si accostava a
Takato, il quale mormorava «…ti hanno
dato…questo…
…quando…?» con sguardo penetrante e
allusivo.
Cindermon rispose «Q-Quando…!»
trattenendo a stento
quel pianto impetuoso, che già picchiava con arroganza
all’animo degli ascoltatori «Q-Quando il castello
è
crollato, e con lui tutti i tuoi sogni Takato, sì lo so!!
Dobbiamo essere forti!»
Il ragazzo accolse con
sguardo incredulo il manto nero tra le mani…Cindermon
svelò «Q-Questo era suo!! Lui lo
usava…per
avvolgere se stesso, e-e copriva il suo volto col cappuccio
p-perché devi sapere…che
Guilmon…!!...a-aveva
perduto un occhio! Qualcuno doveva averlo ferito, e-e lo
nascondeva!!...»
Takato spalancò la
bocca, e il suo fiato si spezzò: fissò la sua
Digimon,
che terminò «…usando questo manto,
c-che è
stato poi quello che mi hanno ridato!! Riconsegnandolo nelle mie mani
perché pensavano!...pensavano…che io lo
conoscessi, che
fossi un’amica!! Restituendomelo…quando ormai non
c’era più niente da fare!!»
aggrappandosi alla mano
di lui, piegata dal pianto «T-Takato dobbiamo farci
coraggio!!
G-Guilmon…
…è-è morto!!!»
«…!! Cosa…?!!»
esclamò il giovane
domatore, agghiacciato…
«Ahh!!» sussultò Rika. E istintivamente
spinse il
suo capo sul petto di Ryo, altrettanto sconvolto.
Come Rea, che si
portò la mano alla bocca. A Suzie invece invece la mano
cadde, e
lei indietreggiò scuotendo il capo.
Mitsuo e Riley li
fissavano attoniti, e quest’ultima cercò negli
occhi di
suo marito.
«Sì,
è morto…!!...» affermava Cindermon fra
i
singhiozzi, scuotendo il capo «Mi spiace è finita
Takato,
è finita…anche se…dobbiamo resistere,
farlo per
lui!...»
«N-No…» mormorò il ragazzo
fra le lacrime (canzone: Laura
Pausini - Mi dispiace (strumentale)
) Per poi gridare rivolto al cielo saettante
«Noooooooooooo…!!» travolto dalla
tristezza, con le
mani che stringevano quel manto nero…
Ignorava, Takato, del
bagliore che quella fogliolina riuscì ad accendere tra le
macerie.
E che attirò su di
sé una zampa che emergeva tra i sassi. Artigliata, e
profondamente segnata dall’incendio. Ma di una creatura che
ancora emetteva gemiti di vita…e disperatamente si muoveva
per
cercare di riaffiorare dalla distruzione.
«Qualcuno è
intrappolato sotto le macerie!» gridavano «Presto!
Andiamo
ad aiutarlo!»
Ma ce la
fece da solo. Lentamente, ma ce la fece…
…sassi e detriti
scivolavano giù dal corpo di una creatura sofferente, il cui
colore era ormai soffocato da bruciature e ferite che rendono la pelle
arida. Una creatura che ormai era stata privata di tutto…se
non
di quell’occhio che ancora apriva e chiudeva e
quella zampa
che tendeva, impigliata alla foglia d’autunno alla quale si
era
aggrappato, come un’estrema salvezza «D-Dove
sooono…che succedeee…?» si chiedeva
disperato quel
draghetto scomposto, avanzando a passi stremati tra i ciottoli
«Ta…
…Takato…» era ancora il nome tra il suo
affanno
insistente, ed il suo incedere barcollante
«…Takato!...
…dove sei, d-dove sei…?»
Lo cercava tra le forme vorticose e fumanti di un destino
avverso…
Lui era con un manto
in mano, sul quale piovevano le sue lacrime. Scivolava in ginocchio
«N-No, nooo…
…Guiiilmon!» e
Cindermon si piegava su di lui, a mischiare le sue lacrime con le sue
«Takato, mi dispiace…!!...
…m-mi
dispiace…!!» ripeteva la ragazza con un filo di
voce. E
lui chiamava «GUIIILMON!!...
…GUIIILMON!!»
Dinanzi alla tristezza, irreversibile, dei suoi compagni umani.
«M-MI RIFIUTO DI CREDERLO!!...
…n-non può eeessere vero, nooo!...
…n-non è
giusto!!» portandosi il manto al viso, per asciugare quelle
lacrime irrefrenabili «A-ALLORA A CHE E’ SERVITO
TUTTO?!!...
…a cosa è servito, tutto questo?!!...
…n-non
può essere finita
cosììì…» e
Cindermon «T-Takato, lo so…!!...m-ma
adesso…
…n-non possiamo
dire così, a-anche se…!!...lo so che sembra
inaccettabile!!...
…che non
sembra…altro…che un
incubo…!!» ma il ragazzo
esclamò a denti stretti «MA IO NON POSSO FARE A
MENO DI
RICONOSCERLO!! Questo…
…E’ IL SUO ODOOOREEE!!!»
Lacrime scorrevano sul
volto di Rika e di Suzie, e si affacciavano agli occhi di Ryo, Rea, e
Riley. Mitsuo era composto, in una seria e rispettosa tristezza.
Takato camminava
a passo stanco con quel manto in mano
«…è
l’odore…del mio Digimon, non posso confonderlo!
Anche…
…se non lo risentivo da dieci anni. Questo!...è
l’odore inconfondibile…della mia infanzia e della
mia
felicità…» smarrendo i suoi occhi umidi
nell’orizzonte
«…d-dell’amico…nato
dalla matita dei miei sogni…
…e-e portato via così
infelicemente…dalla
realtà, e dal futuro! Guiiilmooon…» il
suo era un
flebile, straziato e malinconico grido, per tornare a far sprofondare
il suo volto nel nero del manto…mentre Cindermon si faceva
strada un poco alla volta dietro di lui, claudicante ma determinata
«…Takato io…
…n-non contare su di me per quelle parole!...n-non ci
contare
perché io quelle parole miracolose non ce le ho, eh, te lo
dico
in partenza!» piegando il capo…singhiozzando e poi
riprendendo, con la mano aggrappata alla spalla del giovane
«P-Però…t-ti posso solo dire…
…! T-Ti posso dire che ci si passa, a-anche a me
è
successo quando la mia mamma se n’è andata via!!...
…q-quando mi ha lasciata sola per sempre,
è-è
terribile e-e…!!...
…a-ancora penso a lei, al suo dolce sorriso e-e tutto si fa
così…i-incredibilmente crudele! Non
c’è
maniera di trovare consolazione per queste cose s-se
non…!!...dentro di noi…
…n-nel nostro ricordo di chi abbiamo amato tanto, e ci ha
reso
tanto felici!» ma Takato piombò in un pianto fondo
e
disperato, con la faccia nel manto «N-Nooo, basta,
maledizione!!!» alzando l’istante dopo occhi
segnati tanto
quasi che sembravano sanguinare
«…QUANTO…ANCORA SI
PUO’, QUANTO
ANCORA?!!»…«T-Takatooo…ti
prego…»
Rika intanto
guardava tutti i compagni senza parole…le sue uniche furono
«…non se lo meritavano. Non se lo meritavano
Takato e
Guilmon. No…» allontanandosi…mentre Ryo
cercava
invano di chiamarla «Rika…!» ma Rea si
accostava a
lui, con Benji tra le braccia. Non si dissero nulla, ma si scambiarono
uno sguardo di eloquente disillusione. Suzie invece disse
«Sì, è
così…!!» confermando
quanto detto da Rika e raggiungendola, al che Rika ebbe bisogno di
abbracciare qualcuno e le due ragazze si strinsero, fra le lacrime.
«Come lo
diciamo ai Digimon…?» si chiedeva Ryo pallido in
volto,
seriamente preoccupato, lanciando un’occhiata a quelle
testine
rimaste in lontananza «Quelli ci muoiono…lo vedi
come sono
ridotti? Regrediscono…fino a
scomparire…» erano le
parole del domatore leggendario.
«I-Il
destino è stato crudele con noi!» diceva Cindermon
abbracciando il disperato ragazzo alle sue spalle, stringendolo forte
«C-Ci ha incantato con delle illusioni…p-per
poi…!!...farci schiantare con violenza al suolo!! E-E
dire…che fino a questa mattina eravamo tanto felici,
vero…?» accennava dolcemente cercando il suo
sguardo, che
invece scivolava in un dolore più ardente «Avevamo
acquistato speranza, anch’io!!...anch’io alla fine
mi ero
convinta che poteva avermi dato ascolto, aver creduto che tu non eri
morto ed essere finalmente…sulla via…del ritorno,
qui,
insieme a tutti noi!!! E INVECE NIENTE!!» in un moto di
stizza
addolorata…alla quale seguì la sua fievole
ipotesi
«Forse così è stato…
…è
questo il motivo per cui è venuto al
castello…»
“Guilmon…” pensava Takato
“…non hanno
fatto in tempo a dirti…
…che io c’ero, ero qui! Sulle tue
tracce…ti stavo
cercando. Non ti avevo mai dimenticato…” mentre
quel
draghetto digitale bruciato avanzava, superando chiunque tentasse di
fermarlo, benché il suo passo fosse affaticato. Inseguiva
una
meta che solo lui sapeva, puntandola con quel solo occhio che apriva e
chiudeva «Che cosa è successo…? Ho
tanta
confusione, dov’è la mia casa…?
Takaaato, dove
sei?!...ti prego!...
…n-non ti vedo, non riesco a sentirti!»
“Povero amico mio…”
«Takaaato…» “Ti ha avvolto un
destino di
disgrazia…come questo manto nero…”
«E
ti ha portato via da me…che ti avrei
nascosto…sotto le
lenzuola del mio letto! C-Così i miei genitori non sarebbero
riusciti a trovarti, e nemmeno!!...
…gli eventi dolorosi della vita! Avremmo giocato insieme per
sempre, e nessuno ti avrebbe…raccontato quella bugia che ti
ha
fatto così male, che ha stravolto il tuo cuore buono e ti ha
costretto a trovare rifugio…in un mondo così
incredibilmente intricato, e oscuro!!» ancora inginocchiato,
con
quel manto abbracciato «MA LO HAI FATTO PERCHE’ TI
MANCAVO
IO, PERCHE’…!!...
…eri ancora piccolo, per affrontare un dolore tanto grande,
a
differenza di me, che sono cresciuto!!...
…Guilmon…e adesso…? Che cosa
resta…?...
…cosa…più si può raccontare
di noi, e chi
può farlo…?» adagiando il manto a terra
«Che
suono ha la nostra favola, amico mio…?» alzando lo
sguardo, nel tuonare del cielo «…forse quello
oscuro…della morte…?»
La creatura inciampava.
Ma poi…senza mai lasciare quella fogliolina tra i suoi
artigli,
su cui picchiava un tiepido raggio di sole, si rialzava…e
riprendeva un cammino che seppur profondamente marchiato dalle tracce
della sofferenza, è quello della speranza. Che pur stremata
riemerge, che pur ferita va avanti, là dove
all’orizzonte
scorge la luce dell’amore. Come un Digimon sotto un sole
soffocato dal fumo, ma dolce quel tanto da riaccendere, come
un’illusione, la sfumatura sotto le ustioni di quello che un
tempo era stato il suo rosso infuocato.
Rea
fece cenno a Ryo. E questi trasalì…nel vedere
CastleSandmon che si rialzava «AVETE FATTO LA BUA AL MIO
BAMBINO…!! QUESTO LO PAGHERETE TUTTI MOOOLTO
CARO!!»
Cindermon si volse di scatto «Ah!!» e dopo aver
dilatato
gli occhi…sfiorò il ragazzo
«Takato…ptsss…
…Takato, dobbiamo combattere!» ma lui
piegò il capo
amaramente, lasciandola del tutto spiazzata. Sembrava rifiutarsi di
andare avanti, come se tutto fosse inutile.
«UUUAH,
AHAHAHAHAHAH! AH, AHAHAHAHAHAH!!!» ridevano le mille facce
dell’imponente castello, preludendo a una tempesta ancor
più ostica per tutti i domatori.
Ma il
Digivice di Takato scivolava dalla sua mano, come lo spontaneo
abbandono dell’ultima speranza (fine-canzone)
Nel frattempo,
planando grazie alle sue ali angeliche «Allora, ti senti un
po’ meglio Jeri?» chiedeva Snowhitemon
«Non hai
più parlato, per tutto il tempo del
viaggio.»…«Oh…?...perdonami
Snowhitemon, ma
non riesco a fare a meno di pensare a Takato e allo scontro che
staranno disputando!»…«Molto presto
saremo
lì. Ti capisco: sicura che non ci sia
dell’altro…?»
La ragazza aveva
viso serio e assorto, e solo dopo alcuni istanti fece
«Uh?»
e il minotauro ipotizzò «Non sarà per
la faccenda
della biodigievoluzione?»…«Eh?...ma no,
che dici!...
…ora la
cosa più importante è raggiungere gli altri, per
poterli
aiutare assieme!...
…anche se
non siamo esattamente un…Digimon e la sua Digimon Tamer, tu
ed
io potremmo sempre…oh!...
…guarda,
Snowhitemon!!»…«Che cosa
c’è?!»
Gli occhi di
Jeri si fecero increduli, il suo volto pallido
«…non
è possibile…il castello!» Snowhitemon
spiegò
le ali «Presto, andiamo a vedere!!!»
Alla ragazza non servirono esortazioni per reggersi forte.
Poco dietro di
loro «Guarda,
maestra!!»…«Assomiglia a quelle
illustrazioni di guerra sui libri di testo!»
LadyWizarmon
spalancava i suoi occhi verdi «Eh, in
effetti…lì
è crollato un palazzo. Speriamo che tutti quelli che erano
là dentro si siano
salvati!»…«Li aiuteremo
tutti insieme, maestra?»…«Non erano
lì i
nostri compagni, vero?»
“E chi lo
può sapere…?” pensava la Digimon con
un’ansia
ardente nel cuore, che la spinse a planare più rapida
«Bambini, aggrappatevi bene alla falda, adesso raggiungiamo
Snowhitemon.»…«SIIIIIIIII!»
Jeri e il
Digimon atterrarono. Ancora una folla di MudFrigimon,
l’intero
popolo del villaggio, era riunito presso le rovine «Cosa
è
accaduto qui?!» chiese tempestivamente il minotauro, ma la
ragazza era già corsa «Jeri, aspetta!...torna
indietro!»
…e stava
sgomitando tra la folla «…permesso! A-Ah, fatemi
passare!
Vi prego, devo controllare la situazione, fatemi spazio! Sono una
Digimon Tamer!!» la ragazza chiese, quasi implorò
ascolto
innalzando il suo Digivice «Sono una Digimon Tamer,
alloggiavo
qui con i miei compagni, ho bisogno di sapere cosa è
successo!!
N-Non mi riconoscete?! Qualcuno di sicuro mi ha vista con gli altri!!
Che ne è stato del castello, dove sono andati i ragazzi e
gli
altri Digimon che erano qui?!» ma ad un tratto, un coro di
vocine
sottili
«Jeri!»…«Jeriii!»…«Sei
tornata!!»
Jeri si volse di
scatto «Orphanmon…» ed i suoi occhi si
illuminarono
di gioia «Orphanmon!!...Sillymon, Vapormon, Fogmon!
Grassmon!!...ahah!» riaccogliendoli tra le sue braccia, fra
le
quali i Digimon si tuffarono «Oh che gioia rivedervi! Piccoli
miei…state tutti bene?!»…«Ce
la siamo vista
brutta, Jeri!» rispose Grassmon «Abbiamo avuto
tanta
paura!» disse la nuvoletta Fogmon «Siete
tutti…sporchi di cenere!» la ragazza si affrettava
a
pulirli con premura, scossa quasi da materna apprensione, che la spinse
ad utilizzare i suoi abiti
«…ascoltate…dove sono
T-Takato, e tutti gli altri?» ma prima che potessero
rispondere
Stillymon la gocciolina esclamò «Quella
è
LadyWizardmon!!» e tutti in coro
«MAESTRAAAAAAAAA!»
In un grido
euforico i piccoli Digimon balzarono dal cappello
dell’insegnante
per andare incontro ai compagnetti. E anche a lei cadde
l’asta
dalla mano «AH! PIIICCOLIIIIII!!!...AMORI DELLA
MAESTRAAA!!»
…in
quello che fu un tuffo di molteplici cuccioli simili a batuffoli da
ambo le parti, di cui la maestra era il centro e si ritrovò
soffocata dal travolgente impeto di quel ritrovamento: visti da lontano
sembravano una di quelle sfere di vetro con la neve, di cui i piccoli
saltellanti erano i fiocchi…
«ABBIAMO AVUTO
TANTA PAURA!»…«IIIOOOO! IOOOO HO AVUTO
PAURA! La
maestra ha avuto paura!!! Ha avuto paura di non rivedere più
i
suoi bambini adorati!!! Ma che avete fatto, che vi è
successo?!!»
Jeri li osservava poco
distante, leggermente spiazzata…ma in quel momento le si
accostò «Signorina Jeri.» la MudFrigimon
col
grembiule «Ah!...ah, è lei! Lei è la
MudFrigimon
del villaggio!! Si ricorda di
me?!»…«Come potrei non
ricordarmi di lei?»…«La
prego!!»…«Sì, le
spiegherò tutto:
purtroppo siamo stati vittima dell’assalto…di un
Digimon
malvagio. La principessa Cindermon ha tentato di
difenderci.»…«La…principessa
Cindermon,
dice?...allora è rientrata. Quando io sono partita non aveva
ancora fatto ritorno…» Snowhitemon li raggiunse
«E
così Cindermon era qui?» e la MudFrigimon
«Sì, ed è merito suo se siamo riusciti
a salvarci
tutti, la principessa è stata davvero eroica e
coraggiosa.»
Jeri non diceva
nulla, e smarriva lo sguardo mentre alle sue orecchie giungeva il
seguito del racconto «I domatori erano già
partiti, e se
l’è vista da sola con quell’essere
infernale. Non
fatemi ripensare alle ore che abbiamo
trascorso…»…«Ahh!...i ragazzi
sono
partiti?!...da quanto? Oh la prego sia gentile mi dica come posso
raggiungerli, hanno lasciato delle istruzioni per
me?»…«…certamente! I suoi
amici mi hanno
affidato una porzione di fascio destinata a lei, e mi hanno anche
incaricata di prendermi cura di quei Digimon che lei, signorina, aveva
preso sotto la sua
protezione.»…«Oh!!...» Jeri
fissò quei Digimon…
…che erano ora divenuti vittime di LadyWizardmon che li
tirava
per le guance «C-C-COME SONO POTUTA STARE TUTTO QUESTO TEMPO
SENZA LE VOSSSSTRE BELLE GUANCIOTTEEE!»
Se
però tutti erano distratti, Orphanmon fissava la
ragazza…che con la mano a scorrere tra i lunghi capelli
castani,
e presa dalla timidezza, non riusciva a rivolgergli neppure una parola.
Con lo sguardo sembravano chiedersi se quello era un’addio, e
gli
occhi del Digimon parevano esprimere un commosso e orgoglioso rifiuto.
Quelli di lei un’impietosita e malinconica supplica. Fino a
quando però Stillymon parlò «Maestra!
Noi vogliamo
dirti una cosa!»
LadyWizardmon
però era distratta ad agitare, scherzosamente, la sua asta
come
a voler colpire i piccoli «Ihmf! Mmmm!!!...v-v-ve la ssspacco
in
testa se mi provate un’altra volta a scappare! Eh? EH?!
MMMMrrr!!!»…«Perdonaci
maestra!» disse
Grassmon, e questa socchiuse gli occhi «La maestra
è
troppo contenta di avervi ritrovati sani e salvi.»
«Ascolta,
maestra!» si avvicinò la gocciolina «Lo
so che siamo
stati disobbedienti, ci siamo allontanati senza chiederti il
permesso.»…«Non si tratta di essere
disobbedienti
Stillymon, è che vi poteva capitare qualcosa!»
spiegò paziente seppur convinta la maestra «Adesso
Digiworld non è un posto sicuro: vedete? Jeri…e i
suoi
amici alloggiavano qui in questo castello ma poco dopo una brutta
disgrazia ha coinvolto loro e questi MudFrigimon. Io ho la vostra
responsabilità, le vostre mamme e i vostri papà
saranno
stati molto in pensiero!»…«Jeri e i suoi
amici li
hanno avvertiti!» replicò Stillymon «E
ora…noi vorremmo chiederlo a te! Abbiamo fatto amicizia con
Jeri, e ci piacerebbe restare in sua compagnia almeno finché
lei
e i suoi compagni non riusciranno a compiere la loro
missione!»
Jeri sussultò,
ed un sorriso si accese sul suo volto. Lo stesso negli occhi ora
così ridenti di Orphanmon «Ecco, come al solito la
richiesta importante l’ha dovuta fare una
femmina!!» ma
Stillymon rimbeccò «Zitto, Vapormon! Se stavo ad
aspettare
voi maschi non arrivavo mai, e ci saremmo dovuti separare da Jeri per
tornare a casa! Io invece voglio restare in sua compagnia, Jeri
è il mio modello! Voglio vederla…combattere e
biodigievolvere!»
La ragazza
avvertì un istante di timore nell’udire quella
parola…ma subito dopo Orphanmon balzò tra le sue
braccia
«Jeri, non sei contenta?! Resteremo insieme, non ci
separeremo
più!» Costei seppur emozionata accennò
«…dobbiamo…prima dare ascolto alla
decisione della
tua maestra, però.»
LadyWizardmon si
avvicinava. E benché fosse bassetta e un po’ goffa
rispetto alla ragazza così alta e di bell’aspetto,
quest’ultima parve tradire del timore simile a quello di una
giovane studentessa, benché cercasse di darsi il contegno di
un’adulta.
«Tu mi hai protetto
gli alunni, Jeri. Me li hai difesi…quando erano soli e
avevano
tutta la ferocia di Digiworld su di loro. Non posso portarteli via,
anche se dovrei.»…«…ah!...
…stai
dicendo LadyWizardmon…che io posso…condurli con
me, dai
miei amici?!»
LadyWizardmon
ammise (mentre gli alunni alle sue spalle esplodevano in un festante
boato) «Ammesso…TI CHIEDO, se puoi!...»
nascondendo
il suo sguardo, in un gesto che evidenziava la sua natura orgogliosa
«…che anch’io possa venirvi dietro, e
vegliare su di
voi. Ci sono alcune cose che…mi piacerebbe scoprire su
Digiworld. E’ il mio mondo. E’ dove
insegno…come
farò a formare questi bambini nel modo più
adeguato…se sono la prima ad ignorare molte cose?»
Jeri
scattò come se volesse abbracciarla, ma poi si trattenne e
sussurrò «Sei la benvenuta,
LadyWizardmon...»…«Ti ringrazio, sempre
che non ti
disturbo.» Ma Jeri svelò un dolce sorriso
«…come potresti disturbarmi,
tu…?» ma a quel
punto Snowhitemon si avvicinò «Jeri?
Andiamo!» e lei
annuì con rinnovata convinzione «…uhm!
D’accordo.» riassumendo
l’integrità e la
decisione di una domatrice «Dobbiamo prendere il fascio
residuo,
ho lasciato i miei amici a combattere contro il nemico, dobbiamo
assolutamente raggiungerli!»
Presso gli
addensamenti di nuvole che circondavano il palazzo reale di Digiworld,
si estendeva un vasto accampamento militare. Moltissime tende
popolavano i fiocchi nuvolosi nell’azzurro infinito, che
faceva
da cornice ad un luogo da sogno, sul quale altrettanto si era abbattuta
la realtà.
Numerosi i
Knightmon seduti a terra, con i loro spadoni conficcati in fitti
gruppi, nel bianco soffice delle nuvole. Quel giorno sembrava soffiare
un’aria svogliata, nonostante lì da loro il sole
splendesse «Che caldo…con queste
armature.»…«E che noia, amico! Ma quel
che è
peggio è che quando non sono attivo mi comincio a far
prendere
dai pensieri: e la preoccupazione del futuro, le prospettive di
impiego! La situazione all’orizzonte è
tutt’altro
che rosea, eh!»…«Puoi dirlo
forte.» si
dicevano quei possenti guerrieri digitali «Il comandante se
n’è andato e ci ha piantati in asso. Il Supremo
sconfitto
e bandito dal regno! Dobbiamo ritenerci forse salvi per il solo fatto
che poi, i rivoltosi, non se la sono venuta a prendere anche con
noi?»…«…siamo Knightmon,
cavalieri dei
potenti: il nostro è un ruolo secondario, non ci si
filerà mai nessuno! Nonostante i nostri spadoni
l’attenzione è tutta rivolta ai Digimon di primo
piano…!»…«Uhmf, ma di solito
i ribelli non
stanno a fare tante sottigliezze: quando si tratta di far piazza pulita
travolgono un po’ tutti, di chiunque si
tratti!»…«Mmmmm…dammi retta:
valiamo troppo
poco. Anche per finir spazzati via, non saremo mai Digimon protagonisti
alla stregua del grande Sandmon o del Supremo. Quelli a cui
penso…sono i miei figli! Sono dei piccoli Gladimon
così
graziosi!...brutta storia avere il padre senza
lavoro…»
sedendosi con pesante rumore di tante ferraglie e poche speranze, che
risuonò persino su una superficie nuvolosa «Siamo
tutti
nella stessa barca, Fireflymon
compresi!»…«Sì, ma loro non
si lamentano,
pensano soltanto a ronzare in volo qua e là!» Uno
dei
Knightmon provò a scostare una tenda, al suo interno si
intravidero tante piccole luci, ed il suo amico lo avvisò
«No, non svegliarli! Lo sai che non vogliono essere
disturbati:
sono lucciole, volano solo di notte!...sentire uno di quelli sveglio
fuori orario è la cosa…più pesante che
posso
augurarti, preferisco essere spedito in missione suicida su un settore
remoto, almeno addio problema dei soldi!»
«Su
con la vita, bando al pessimismooo! Wouuuuuuuuu! Ahahahah!»
si
udì una festante esclamazione femminile. I cavalieri
digitali si
alzarono «Uh? E questa chi è?»
«Uhmuhmuhm!»
Violetta, appena
smontata dall’auto di uno Starmon che stremato si asciugava
il
sudore, avanzava con passo…più militaresco dei
Knightmon,
affondando i piedi nelle nuvole che le conferivano traballante andatura
«Mmm…accidenti, queste nuvole sono fatte con dati
riciclati. Uhmuhmuhmuhm!! Animo, Knightmooon! Cosa sono quei musi
lunghi??? Voi siete l’orgoglio di Digiworld, la
leggenda!»
«…tu la
conosci?» giravano la testa le ferragliose creature
«No, e
sicuramente lei non conosce noi: non ha sentito nulla dei nostri
discorsi di prima.»
«Ihihihihi, non
crediate! Violetta ha le orecchie ben tese e sente tutto!»
Mentre una sospettosa Scratchmon spiava dall’automobile.
«Solo che vi
sbagliate sul vostro conto! Sottovalutate le
vostre…assolutamente miraaabili capacità,
confermate da
fior di scontri epici, nelle serie animate!!! Iiiihhh!!!»
sfregandosi le mani con gusto.
Uno dei
Knightmon avanzò
«Non ci conosciamo, e ad occhio e croce tu sei
un’umana.
Spiegaci cosa ci fai all’accampamento, non sarai mica una
domatrice…spedita per guidare la
rivolta?!»…«Rivoltaaa??? Che fantasia
alata! Forse
perché stiamo…ahhh…volaaaando, nelle
nuvolette!
Ahahah, quanto mi piace questo accampamento sopraelevato!»
scherzava la donna. Uno dei guerrieri cercava di estrarre la spada
conficcata «Uuuurghhh!» ma lei «No no non
ti
scomodare Knightmon, tanto è inutile: quei dati riciclati
l’avranno ossidata, e voi siete troppo demotivati! Se volete
fare, come la leggenda della Spada nella roccia…
…dovrete
venire con MEEEEEEE! Ihihihi!» sfoderando un sorriso con la
sua
dentatura candida come le nuvole.
«Eh?! Ma che dice?!» fecero i Knightmon.
«Andiamo,
sono di casa!» spiegò Violetta «Io sono
la moglie
del grande Sandmon!»
«Cooosa?!
La moglie?!»…«Ma certo! Mio marito non
vi aveva mai
parlato di me? Oh! Mi meraviglierei del contrario! Non vi ha detto mai
di avere una dolce mogliettina che gli cucina le sue pietanzine
preferite a tavola? Oh!...che sbadati questi uomini digitali di oggi!
Comunque sta di fatto che…ora che è stato rimosso
dalla
carica dalle autorità del governo provvisorio, sono
subentrata
io al suo posto: sono vista…come direee, con un occhio di
favore! Visto che sono una donna, ed ho molto molto a cuore le cause
sociali, sia ben inteso! Sono…l’angelo custode di
tutti i
rivoltosi e certamente…dei Digimon…
…alle mie dipendenze…» unendo le
braccia dietro la
schiena e ondeggiando tutta moine «…potrebbero
sgraffignare molte interessanti opportunità sfornate
dalle…più recenti riforme a Digiworld che non
fanno che
alternarsi, e alternarsi!»
«…compagni, l’avete
sentita…?»…«Ptsss, ci
sarà da
fidarsi?» si chiedevano…
Mentre Violetta
«Uhmuhmuhm!» li fissava con ghigno così
penetrante
da perforare le loro stesse armature…
«Non lo
so, ma in effetti mi era giunto l’eco del fatto che il grande
Sandmon avesse una moglie, ma con i tumulti che ci sono stati la vita
privata delle alte cariche è rimasta avvolta nel
mistero.»…«Voi cosa
suggerite?»…«Pensiamoci bene, noi qui
abbiamo seri
problemi di lavoro: e bocche familiari da sfamare a ogni angolo del
cielo!»
«Ahah, vi ho
sentiiitiii! Oh mi commuove il vostro amore per la famiglia e sappiate
che vi posso capire: Violetta for Presideeent! Ihihihihihi!»
con
brioso segno di vittoria «Vi assicuro che so cosa voglia dire
essere in allarme per il futuro dei figli, sono una madre
anch’io: di ben due bambini, e ci tengo che Digiworld sia un
regno di…
…ordine e pace, in modo così da accogliere il
loro
futuro. E chi può garantire la stabilità
sociale…meglio dell’eroico esercito regio? Datemi
retta:
venite con me, e un giorno…in tutti i settori, anche i
più remoti parleranno di voi!»
«Capitano,
andate avanti voi per noi!» suggerirono i Knightmon, ed uno
di
loro avanzò cercando di scurire la voce e rivolgendosi a
Violetta «Che sia ben chiaro che dopo essere caduti in
disgrazia
a causa della rivolta, ci occorrono tutela e garanzie convincenti! Lei
è in grado di offrircele,
signora?»…«Uhmuhmuhmuhm!!!...
…assicurato: guardate e capirete!!»
Sui palmi
delle mani di Violetta qualcosa brillò: qualcosa che spinse
Scratchmon a balzare giù dall’auto, per ammirare
più da vicino…
Aveva
materializzato degli oggetti: questi catturarono letteralmente le
emozioni dei Knightmon «Ah, ma li avete visti,
compagni?!»
La
maschera lucente…ed il diamante circondato da
foglie…
«…sono Cuori
digitali!!» dissero i guerrieri «Artefatti
mirabili: questa
donna detiene davvero un’ingente risorsa di potere…
…altro
che il nostro
comandante!!»…«…è
la
nostra opportunità: Fireflymon, svegliatevi!!...fa niente
che
è ancora giorno, sono certo che non avrete da
protestare!!»
Un ronzio si levò nell’aria…
…e Violetta con
i cuori luminosi fluttuanti sui palmi commentò
«Uhmuhmuhm,
beeene, questa sì che è una riassestata:
tentooo…la carriera militare!»
Là dove il cielo era tempestoso, dei passi scuotevano la
terra.
Cindermon
constatava da lontano «…mio Dio…ma
quanto è
diventato grosso…?...ptsss, Takato…!»
Ma il ragazzo
era a terra e non dava segni di reazione.
Se CastleSandmon
avanzava con un ghigno per tutte le facce, Mako indietreggiava e si
distanziava da quello scenario, come se un vortice avesse posto in
subbuglio le sue sicurezze.
Tremavano, i
cinque piccoli Digimon risultati dal regresso evolutivo. La loro
crescita, gli anni e le esperienze da loro vissuti sembravano ora
scomparire risucchiati dal terrore, per un Digimon che faceva i loro
occhi simili a quelli di cuccioli. Così come il tremore del
loro
pelo…giallo…nero…viola…marrone…verdino…ma
pur cambiati non avevano dimenticato la loro amicizia che li portava a
stringersi tra di loro.
Ufomon e
Gravemon si erano ripresi e li contemplavano con sorriso soddisfatto
«Con quella fascia intorno alla testa sembri…una
vera
mummia,
Gravemon!»…«Uhmuhmuhmuhm!»
rideva lui
con sfizio, prendendola come un complimento.
«Takato!!» insisteva Cindermon
«…li
schiaccerà, dobbiamo proteggerli!!» ma lui
sembrava
rifiutare il suo stimolo «Nooo, tanto è
inutile!!»
Così che il pianto tornava ad insorgere in lei «Ma
se non
li aiutiamo quel mostro farà loro del
male!!»…«E-E cosa potrei mai
fare…?!...
…sono stanco ormai…» esprimeva con un
filo di voce
«…stanco…e privo di forze!!»
scivolando con i
pugni sul manto nero a terra. Lei si gettò su di lui
«Tu
non puoi mollare così!!» Lui singhiozzava
«N-Non
è colpa mia, Cindermon!!...
…i-io davvero!...non ce la faccio
piùùù,
posso strizzare il mio cuore con tutto l’impegno, m-ma non ne
uscirebbe!...più nemmeno una goccia di luce, per il mio
Digivice…
…per il nostro Digivice…!...tu…
…hai il diritto di odiarmi, io ne sono consapevole, m-ma,
ma…!!»
…e lei piangeva sommessa alle sue spalle…
«…ma ho lottato fino a adesso, e di me ho dato
tutto!...è crollato!!…
…il mio castello, come quello che hai visto precipitare su
Guilmon!»
Cindermon
tornò ad aggrapparsi a lui «Takato non
può dire
così, tu..!!...
…tu
sei un eroe…!» gemette lei, ma lui
«Nooo!!!...BASTA!...
…NON PIU’!!» espresse con sofferenza,
come se quella
sola parola lo esasperasse.
Gli altri
constatavano la situazione col cuore in gola: Rika affermò
«Takato e Cindermon sono la nostra unica speranza!»
Suzie
scosse il capo «Però Takato adesso non
è nelle
condizioni di combattere...!» Rea richiamò
l’attenzione «Dobbiamo proteggere i Digimon,
ragazzi…!!» temendo vivamente per la loro sorte,
ma Ryo
come imbambolato disse «Sì, ma come
fare…?»
Cindermon si
aggrappava agli abiti del ragazzo «Takato!...» e
stringeva
i denti «T-Ti prego!...
…ti
supplico!!!...dobbiamo reagire te lo chiedo per pietà, noi
dobbiamo…b-biodigievolvere!»…«NoooOO!»…«TI
SCONGIUROOO…!!» scivolava lei, ma lui finiva
altrettanto a
terra «N-Non posso, non ce la faccio, non è colpa
mia
Cindermon, s-sono…!!...vuoto
dentrooo...!!»…«E-E
tutti…tutti i tuoi
sogni?!»…«I miei sogni…
…I MIEI
SOGNI, I MIEI SOGNI!!» gridò lui con rabbia
«BASTA!!...
…C-CHE
DIAVOLO SONO STATI I MIEI SOGNI,
FINORA?!!...soltanto…»
placandosi in un pianto più triste, ma sempre amareggiato
«…soltanto cartoni…!!...e
nient’altro…»
La sua
Digimon singhiozzava più forte, stretta a lui che diceva
«…cartoni…e fumo, cartoni e vuoto,
cartoni!!...
…e
lacrime!!!» prendendosi il capo…e poi lasciandolo
andare,
con mani stanche «…io non ne posso più
dei cartoni,
basta cartoni, io non…!!...
…ce
la faccio più!»…«Lo
sooo…»…«Io sono
veramente…STANCO!» Takato innalzava i suoi occhi
arrosati
di sangue al cielo «STANCO di
essere…!!...L’EROE DEI
CARTONI!...
…quello che si fa sempre forza, CHE SI RIALZA!!»
…ignaro che Guilmon procedeva sulla sua strada, pur ridotto
in
quello stato, e ogni volta che inciampava…si rialzava e
proseguiva…
«…quello che passa…attraverso la
pioggia. La
pioggia…
…HA ATTRAVERSATO LA MIA VITA FINO A CONSUMARLA, SI
E’
PORTATA VIA TUTTOOO!!...
…quell’eroe è morto,
quell’eroe è
cresciuto, quell’eroe…NON E’ MAI
STATO!!»
La sofferenza di Cindermon era indescrivibile nell’udirlo
parlare
così.
«Io sono solo un essere umano…!!» gemeva
Takato,
scandendo «…non sono un personaggio mitico,
maledizione,
non ho potere, NON HO ALCUN POTERE!!...per invertire il corso della
vita.»…«N-No, nooo, noi non
dobbiamo!!...i-invertire
il corso della vita, Ta…Takato!!...
…noi dobbiamo
solo…biodigievolvere!!!»…«NON
CE LA
FACCIOOOOOOOOO!!!»…«M-MA SARA’
LA FINE ALLORA!
L-La fine…
…P-PER TUTTI NOI!...P-PER QUEI POVERI
DIGIMON!»…«La fine, la fine,
E’ GIA’ LA
FINE, E’ GIA’ LA FINE!!...
…come lo devo dire?!!...
…c-che senso ha…» mentre i passi di
CastleSandmon
scuotevano la terra «…ripetersi, e ripetersi
costantemente
che non è la fine, anche di fronte alle peggiori
disgrazie…?»
Cindermon non rispondeva e piangeva. Mentre Takato enunciava
«…è solo un modo per prolungare un
ciclo senza
soluzione…l-la felicità…
…non torna più! Sono un’illusione gli
eroi!...
…sfuma così, tutto: come Guilmon!...la
speranza!...
…sono un’illusione io…
…e-e quello stupido, là in fondo, che mi ha
invidiato,
Mako!...c-che cosa…credeva di trovare mai, scavando a fondo
nel
mio “mito”?! Uhmf!...
…solo fantasia…» guardandosi i palmi
delle mani
«…troppo fievole per resistere alla pioggia, le
gocce la
confondono…e
scompare.»…«N-N-No, tu non puoi
dire così!! N-Non puoi farmi questo, non puoi!!...
…FARCI
QUESTO!!»…«Oh…?»
In
qualche modo lo colpì quell’affermazione, di
quella
ragazza che gli stava così saldamente aggrappata. Quella
ragazza
fatta di dati.
«Perché Takato e Cindermon non
intervengono…?» si chiedeva impaurito il cucciolo
verdino.
Mitsuo disse «…! Devono sapere.» e stava
per
accorrere in quanto i ragazzi erano spaesati, e non riuscivano
più a prendere un’iniziativa. Ma fu bloccato da
sua moglie
«No aspetta: vado io! Non posso dipendere in tutto e per
tutto
dagli altri, anch’io ho da fare la mia
parte!»…«Riley, aspetta!!»
Ma
la donna corse svelta, incurante dei richiami del marito: e raccolse
con gesto pratico tutte e cinque quelle testine digitali
«Signora
Riley!» implorò quella viola, e quella marrone
«Cosa
succede ai nostri amici?» Riley sfoderò sguardo
fermo
oltre la commozione «Takato non riesce a entrare in azione,
dovete sapere che purtroppo abbiamo avuto perdita.
Guilmon…non
c’è più.»
«Cosa?!!»
…lacrime iniziarono tristemente a scolare dagli occhi di
quelle
creaturine. Mentre CastleSandmon alzava un suo pugno.
«RILEY, SCOSTATI!!» gridò Mitsuo.
Il castello
vivente minacciò «CANCELLIAMO IL DOLORE IN UN
COLPO
SOLO?!» ma la donna si mostrò abile, corse e
balzò
rotolando a terra con tutti loro tra le braccia, quando il pugno
frantumò il terreno. Strinse i denti e disse «So
che
è dura, ma dobbiamo avere fiducia in Takato e Cindermon,
sono
certa che riusciranno a farcela!» rialzandosi in piedi, e
riprendendo a correre.
Cindermon
ripeteva fra le lacrime «N-Non puoi fare questo…a
noi
Digimon, Takato!» e lui «C-Che cos’altro
volete…voi Digimon…da me, e dalla mia
vita…?» ma non suonava come un’accusa
bensì
più come una supplica «…vi ho dato
tutto…i
miei sentimenti, i miei sogni, la mia infanzia…e anche il
futuro, cos’altro può salvarvi, di
me…?...
…cosa mi appartiene più…che possa far
del bene al
vostro mondo? Forse altre lacrime…?...ho finito anche
quelle,
sai?...ho pianto davvero tanto…per tanti
anni…»
«Takato…» disse però
un’altra donna
(canzone: Taylor
Swift - Back to December (acoustic)
) E lui si volse, sussurrando senza quasi più fiato
«Riley…» e contemplandola con quei
cinque Digimon
tra le braccia. Cindermon supplicava «Signora Riley la prego,
l-lo convinca lei!!»
Riley
parlò «Io so…cosa significava. Ma se
adesso ti
lasci andare non potrai più neanche…arrivare al
momento…in cui potrai realizzare una tomba, come per Meramon
anche per lui. E offrirgli il tuo personale tributo. E quello
è
doveroso. Guarda questi Digimon…» …su
cui si
posarono gli occhi stremati del ragazzo…«Per loro
era un
amico. Un fratello. Un compagno. Hanno diritto ad un luogo in cui
onorarlo, e realizzarlo spetta a te. Cerca di capirlo.»
Cindermon
si aggiunse «Sì!
Sì…» prendendogli la
mano, ed adagiandogli delicata il Digivice «…non
è
per molto, non è per sempre, non è per…
…!!...tutta la
vita, io te lo prometto! Dopo puoi…anche scaricarmi:
è
solo per arrivare a quell’istante! Per salvarci da questa
brutta
avventura e…
…rendere
omaggio a Guilmon, come è giusto che sia! So che anche tu lo
vuoi!»
E quel pensiero
inondava di tenerezza il cuore di quel ragazzo sui cui era passata la
distruzione…
…ma
CastleSandmon li aveva puntati: la sua bocca centrale iniziò
a
spalancarsi, nel minaccioso luccicare della punta di un giavellotto,
mentre le altre facce assumevano grottesche espressioni di
noncuranza…
I ragazzi si scambiarono un cenno agghiacciato.
Fra
i singhiozzi il giovane domatore disse «S-Sì!
Sì,
però!!...i-io non so, non sooo…! Non so se ce la
faccio!»
Ufomon esortava bisbigliando «Dai dai papi colpiscili
adesso!» e Gravemon mugolando «Ora che stanno
piangendo…»
Cindermon
gli teneva strette le mani, e sorrideva tra le lacrime come un sole tra
le nuvole «Proviamoci! Noi semplicemente proviamoci,
m-mettiamoci…tutto l’amore, e il desiderio di
rendere
onore a Guilmon! Io ti aiuterò Takato, io sarò il
tuo
Digimon…biodigievolviamo,
eh?»…«Cindermon,
io…»…«Proviamoci!...»
affermava ancora
lei, asciugandosi gli occhi e tirando su col naso. Il ragazzo gemette
«M-Mi sento
morireee…»…«Lo so! Lo so
Takato, ma…diventeremo un Digimon, e non sentirai
più
niente! Un sorso alla volta, come ti ho
insegnato!»…«U-Un sorso alla
volta…» si
ripeteva lui nonostante lo straziante dolore…
…e lei si
sfilò la bandana, tornando a legarla sulla testa di
lui…
«BIODIGIEVOLUZIONE
DEL FUTUROOO!»…ma non succedeva
niente, e Cindermon «Ancora una volta. Dai! Biodigievoluzione del futuro!!»
e lui «Biodigievoluzio…
…biodigievoluzion…ahhh,
è inutile…n-non ci riesco, ma quale
“futuro”…? N-Non riesco nemmeno a
pronunciarlo...»…«Il futuro
più prossimo, non
la vita intera! Sarò il tuo Digimon non per una lunga
carriera…ma per aiutarti a sopravvivere al prossimo minuto!
Questo è crescere. Dammi fiducia!»
Sicché pazientemente, asciugandosi ancora le lacrime, Takato
riprovò «Biii…biooodig…
…biodigievoluzio…»
e addirittura non riusciva a sostenere il braccio col Digivice, che lei
dovette sorreggergli «Forza con quel
Digivice…»…«…biodigievoluzione del futuro…»
ci provava ancora…e la timida luce del tracciato digitale
rosso
iniziava a ondeggiare sul corpo della guerriera…
Riley si volse di scatto «Ahhh!» e il terrore si
lesse nei
suoi occhi.
Il
giavellotto luccicava contro tutti loro «PRONTI A VOLARE VIA
DALLE LACRIME?»
«VAI PAPI!!» esclamò Ufomon.
«STATE
ATTENTI!» (Rika) «VI COLPIRA’!»
(Ryo)
«TAKATO,
CINDERMON!!» (Rea) «VIA DA
LI’!!!» (Suzie)
«RILEYYY!!!» (Mitsuo)
Takato lo vide, ed impegnò le ultime forze rimaste
«Biodigievoluzione
del futuro!»
Il giavellotto partì. Spezzando l’istante per
tutti.
Ma contro
l’impeto delle lacrime, quel domatore e quella Digimon
riuscirono
a pronunciare «BIODIGIEVOLUZIONE…DEL
FUTUROOO!!!»
Quello che di
solito è un grido di coraggio, stavolta fu un grido di
strazio.
Lo strazio estremo per il dolore della vita, ma da questo strazio
nacque la luce che li unì: Takato e Cindermon si toccarono
finché la mano dell’uno non penetrò nel
petto
dell’altro venendosi incontro nel cuore del vortice che li
inghiottì.
«CINDERMON
BIODIGIEVOLVEEE!!!»
La sagoma della
ragazza si abbandonò nel candore in cui dirompeva la luce
del
tracciato, facendosi un angelo in grado di accogliere qualsiasi altra
sagoma. E così fu.
Quei ragazzi umani si
portarono le mani al collo nello strazio più
inumano…per
poi lasciarle cadere ad una ad una mutando il loro terrore in uno
sguardo di meraviglia…
Mako era letteralmente a bocca aperta…
Riley stringeva gli
occhi e stringeva i Digimon…ma li riaprì
lentamente al
suono del giavellotto che cadde.
Progressivo…graduale e incredulo aprirsi delle tante bocche
di
CastleSandmon, che scolò sabbia a dirompenti cascate.
…Riley non
aveva ancora realizzato, quando su di lei e sui Digimon
«Oooohhh…» iniziarono ad adagiarsi tante
piccole e
pacate scintille di fuoco che però non sembravano bruciare,
quanto invece riscaldare.
«…RUBYMON!»
accompagnato dal fruscio di ali che sbattono, nel lento planare a terra.
Aveva rapito gli occhi di
tutti, ma chi attendeva un drago o un robot da quel turbine infuocato
sarebbe rimasto sorpreso: egli aveva l’aspetto di un ragazzo,
ed
il suo corpo era composto di pietra scura. Assomigliava a un angelo per
la grande delicatezza dei suoi lineamenti, ed i suoi capelli erano
foglie autunnali, come quelle che lo rivestivano facendolo simile, nel
suo costume semplice, ad una sfuggente divinità forestale.
Ispirava poesia e celestiali armonie grazie alle sue così
eleganti movenze, ed il suo volo era accompagnato dal cadere di foglie,
che costituivano le sue ali. Dal suo corpo zampillavano scintille ed
emanava tepore.
«IO STO
SOGNANDO…!» ringhiò
CastleSandmon…
«Rubymon…» disse Ryo a nome di tutti.
Ufomon era letteralmente sconvolta, Gravemon spaesato.
«E’
nato dalla fusione…» accennò il
domatore
leggendario «…fra Cindermon e
Takato…?»
Ma la cosa che di lui
più colpiva erano i suoi occhi, dalla sfumatura del fuoco
acceso. Così buoni, seppur segnati dalla malinconia che si
traduceva in un’ultima lacrima, incandescente e scintillante,
che
cadde in terra. Ma il suo sguardo era compassionevole come chi consola
dal dolore, e il suono delle sue ali era un racconto sommesso di un
dolce passato.
«Sei
Takato…?» gli chiese la vocina del Digimon
verdino.
Rubymon si volse e lo guardò con affetto, parlandogli con
voce
velata di magia «…eccomi. Sono qui,
amici…»
…allungando verso di loro una discreta carezza che non
bruciava,
con le sue mani dalle unghie luminose come fiammelle (fine-canzone)
Dopodiché
quegli stessi occhi fronteggiarono da soli i mille altri di un nemico
che lo fissava incredulo di rabbia. Ormai la sabbia che zampillava tra
i denti di CastleSandmon era incontenibile «UUUARGH, NON CI
CREDO…!!...C-COME HAI FATTO A FONDERTI, COME HAI FATTO A
DIVENTARE COSIIIII?!!!»
Mako era
altrettanto allibito «Ahhh, si è trasformato in un
Digimon…p-più bello del mio, ahh!!» ed
indietreggiava scuotendo il capo, ma CastleSandmon lo udì
«UHMMM…?» girandosi lentamente, e tutte
le sue facce
lo guardarono in cagnesco. Il ragazzo si spaventò.
Suzie nel
frattempo aveva estratto il Digivice ed enunciava ai compagni
«Rubymon…Digimon
semiumano di livello mega…sentite cosa dice,
ragazzi: è
il più bello di tutti i Digimon…ohhh…»
e alzò lo sguardo per contemplarlo ammirata assieme agli
altri.
Rubymon si volse verso di loro, ai quali altrettanto rivolse
un’occhiata d’affetto e gratitudine, con
espressione che
fondeva la dolcezza di quelle dei due esseri viventi dai quali era
nato. Già solo il suo muoversi impercettibile esprimeva una
tale
grazia: non vi era minima traccia di rabbia, e aggressività,
sembrava così ingenuo…fragile era il suo fisico
da
danzatore, sembrava che qualsiasi presenza più grande e
imponente avrebbe potuto ridurlo al nulla. Cosa che sembrava
intenzionato a fare CastleSandmon, il suo totale opposto «E-E
COSI’ SIA SECONDO TE, MAKO, CHE SECONDO…C-COLUI
CHE SCRIVE
IL COPIONE DEL DIGIVICE IO NON SAREI IL PIU’ BELLO,
PERCHE’
LUI LO E’ PIU’ DI
ME!!»…«No aspetta
CastleSandmon! Io non volevo
di-»…«VIGLIACCOOO!!» Il
castello gridò
tanto forte che «Ahhh!!!» emise una raffica ventosa
che
spinse indietro il ragazzo «ORA NON TI RIMANGIARE LE PAROLE,
TI
HO SENTITO!! TI HO SENTITO!!» ripetevano le facce multiple
«LO PREFERISCI A ME!»…«No te
lo chiedo per
favore, stai fraintendendo, io ti
vogl-»…«GRRRRRRRRRRRRMMMM!!! PER QUESTO
LO
ELIMINERO’!!!»
Rubymon, dai suoi occhi guarniti e contornati di luce aurea lo guardava
senza paura e senza collera, semmai con una punta di tristezza.
Sembrava chiedere “…perché dobbiamo
combattere…? Perché dev’esservi guerra
e
dolore…?” nel quieto e pacifico cadere delle
foglie
infuocate che erano i suoi capelli.
«E’ più potente di
papi…?» si chiedeva
Gravemon con viso sperduto, ma Ufomon con gli occhi attaccati alla
creatura appena apparsa «Non dire
sciocchezze…!!...guardalo, è magro come uno
stecco,
nostro padre può schiacciarlo come una zampata!»
Il
castello ringhiò «PAGHERAAAAAAAAI, PER AVERMI
PORTATO VIA
L’AMMIRAZIONE DEL MIO DOMATORE!! LUI MI GUARDAVA COME IL
PIU’ GRANDE…PRIMA CHE APPARISSI TU!!!»
(benché Mako insistesse ancora «CastleSandmon, ti
stai
sbagliando!!» ma l’ascolto che implorava non gli
era
concesso)
Rubymon avanzò pacatamente, e sussurrò
«…non
c’entra l’essere il più
grande…nell’affetto fra due
amici…»…«SILENZIO!!»
batteva i denti di
ogni bocca l’indignato CastleSandmon «T-TU VUOI
PORTARMI
VIA IL TRONO, E IL PRIMATO PICCOLO UCCELLACCIO PRESUNTUOSO…
…MA IO NON MI FARO’ SOFFIARE IL TITOLO DI
PIU’
GRANDE SU DIGIWORLD DA UN MOCCIOSO COME TE…»
(canzone: Laura
Pausini - I need love) Ogni bocca, grande e
piccola, sembrava preparare un giavellotto al suo interno…
«IO SONO CASTLESANDMON, UN DIGIMON CHE DOPO AVER FATTO PIAZZA
PULITA DI OPPOSITORI SU QUESTO MONDO…SI
TRASFERIRA’ SULLA
TERRA, E SARA’ UN ESSERE UMANO INARRIVABILE!...
…SARO’ RICCO…NESSUNO MI
PORTERA’ VIA IL
SUCCESSO. SARO’ BELLO…OGNI CREATURA MI
INVIDIERA’!...
…SARO’ UN PADRE…ORGOGLIOSO E
REALIZZATO, CON DUE
FIGLI PARI A STELLE SPLENDENTI!!»
Ufomon incintava «Vai papà, spiana il nostro
futuro!!...» e Gravemon «Cancella quel brutto
diavolaccio,
mi fa paura…»
Ma
Rubymon si volgeva con pena
«…bambini…perché
avete paura di me…? Io…non voglio farvi del
male…» Mosse un passo, ma Gravemon
scattò indietro
«No! Non ti avvicinare!!» fino a inciampare e
cadere. Si
riparava, come da un pericolo.
Rubymon tendeva
la mano «…sono qualcuno che ha perso la creatura
più importante per lui…» ma
CastleSandmon gli
intimò «STA LONTANO DAI MIEI FIGLI!...ORA PERDERAI
ANCHE
LA VITA. E DOPO DI TE MI PRENDERO’ I TUOI COMPAGNI!»
Ma a quel
punto la creatura dischiuse gli occhi mormorando
«…no…finché ci
sarò io non ti
permetterò di far loro del male. Tu non
sfiorerai…i miei
amici col tuo tocco malvagio, perché ci sarò io a
difenderli…»
«CREDI DI
POTERE QUALCOSA???...ILLUSOOOOOOOOO!!!» e spalancando le
bocche
scagliò i giavellotti multipli.
«ATTENTO
RUBYMON!» esclamò Rika, e Ryo «Togliti
da lì,
ti colpirà!!»
I giavellotti si
abbatterono come una chiassosa pioggia di metallo, perforarono la terra
e sfumarono l’immagine.
L’ansia travolse
tutti «Dov’è finito?!» disse
Suzie
«L’ha colpito?!!» chiese Rea.
Il castello ghignava,
e Ufomon accendeva la sua espressione «E’ fatta,
è
sparito!! Papi l’ha cancellato in un colpo
solo!»…«Oh! Guaaarda,
Ufomon!»…«COOOOOOSA?!!»
gracchiò
l’aliena «COME E’ POTUTO
FUGGIRE!»
Rubymon volava alto, e
CastleSandmon «WAAHHH!» dilatava di sgomento le sue
bocche
«L’HO MANCATOOO! COME HO POTUTO? QUEI GIAVELLOTTI
ERANO…INFINITI!»
Ma a quel punto la creatura
alata si tuffò in un volo saettante attraverso tutto lo
scenario: era impossibile afferrarlo, cosa che tentò di fare
CastleSandmon con le sue enormi mani finendo solo per impicciarsi e
scivolare pesantemente. Come fece notare Rea «Che
agilità,
si muove a una velocità incredibile!»
Era avvicinabile a un Peter
Pan del fuoco e dell’autunno. Piroettò attorno a
tutto il
Cestino, e una volta sulla sommità estrasse lento una
sciabola
da dietro di sé. La lama era una foglia dall’alone
infuocato.
CastleSandmon lo
puntò con sfida «MMM, E’ IL DUELLO CHE
VUOI,
ALLORA?...NON TI PREOCCUPARE, SARAI ACCONTENTATO! TEMPESTA DEL DESERTO!!»
indirizzando il vortice multiplo verso l’imponente edificio,
ma Rubymon si tuffò…
…ed
attraversò il gorgo di sabbia senza paura
«COSA?!!»
Era talmente veloce
che nemmeno l’impeto della sabbia riusciva a fermarlo. Il
faccione del nemico si spalancò e cercò di
scagliargli un
giavellotto. Ma Rubymon chiuse gli occhi, stringendo la sua arma
«Lampo
inafferrabile!»
illuminando la lama e sfiorando fulmineo giavellotto, per poi
scomparire «MA…??» sbatterono i molti
occhi
«DOVE E’ FINITO? OAHHH!» ancor
più quando
videro il suo arpione spezzarsi ed esplodere fra dati e sabbia. Rubymon
era alle sue spalle, e sfrecciò su di lui colplendolo con la
sciabola «WRAAAAAAAAAAGH!!!»
«Guardate!!» esclamò Ryo ammirato.
Ufomon
sbraitò «Non posso crederci!!» e
Gravemon «Ha
sbattuto papi a terra…»
Mako «CastleSandmon!!...» esclamava preoccupato.
Ma il coriaceo
castello si rialzava stizzito «NON CREDIATE CHE ABBIA FINITO
QUI…» benché quel principe
d’autunno gli
volasse alle spalle, e riprendesse a rivolgergli la tacita supplica di
concludere «MAI, NON RINUNCERO’ MAI A ZITTIRVI
TUTTI! IL
SOLO FATTO CHE SIA SOLO…NON SIGNIFICA CHE NON ABBIA FORZA
SUFFICIENTE!»…«…nessuno di
noi è
forte, nella solitudine…» svelò
Rubymon, ma ebbe in
risposta «TACI! IO NON MI FACCIO DARE LEZIONI DA UN RAGAZZINO
S-SOLO PERCHE’…E’ PIU’ MAGRO E
PIU’AGILE
DI ME!...
…I MIEI ARTIGLI ROVINERANNO LA TUA FACCIA PERFETTA, E
POI…TI STRAPPERANNO LE ALI!» mentre scioglieva le
sue
quattro braccia, pronto a farle piombare sul nemico «TI
STACCHERO’ LA TESTA…E LA APPENDERO’
NELLA MIA CASA,
COME UN TROFEO!»
Paura per
Digimon e umani. Ma Rubymon non aveva paura, bensì pena.
Questo
il nemico lo notò «PERCHE’ MI FISSI
COSI’…? OSI PENSARE CHE SONO RIDICOLO?!...
…TI
INSEGNERO’ IO CHI SONO DAVVERO! ADESSO CONOSCERAI UN VERO
UOMOOOOOOOOO!!!»
Ma Rubymon
restò immobile dov’era e quando quegli artigli
furono
vicini…
…chiuse
gli occhi ed emise un lieve alito di fuoco. Lo accolse nella sua mano,
e la agitò mutandolo in uno spirale. Al grido «Soffio incandescente!!!»
iniziò a piroettare su se stesso, sciogliendo lo spirale
infuocato e accompagnandolo con una pioggia di foglie e scintille
inarrestabile.
CastleSandmon
dilatò le facce con dolore «AAAHHHH,
SCOTTAAAAAAAAA!»
Rubymon volteggiava: e
le foglie si abbatterono sulla pietra del castello, ma tanto erano
calde che lui «BRU-BRU-BRUCIOOOOOOOOO! ACQUA! ACQUA, DATEMI
DELL’ACQUA, UN SECCHIO D’ACQUA
GHIACCIATAAAAAAAAA!»
Ufomon
«GRAVEMON MUOVITI UN SECCHIO D’ACQUA
GHIACCIATA!»…«Era sul caaamper, il
refrigeratore…» gemette il ragazzino
«C-Comeee…???!!!...aaahhh (!!) »
Agghiacciato era
piuttosto lo sguardo di Mako, sotto il quale il castello che aveva
preso fuoco iniziò a correre ridicolmente dappertutto
«BRUCIO! DATEMI DELL’ACQUA, NON
RESISTOOO!»
…mentre
Rubymon planava pacato, ed elegantemente riponeva la sciabola nel suo
costume, cosciente che la battaglia era terminata.
CastleSandmon
finì per sbattere contro il Cestino
«UUGH!...AAAHHH,
CHE BOTTAAA…UGH! GUMMP!» …si staccavano
alcune
strutture esterne e gli cadevano addosso. Fino a che da un tubo non
iniziò a scolare anche acqua «OH! FINALMENTE!
AHHHH…» annaffiandolo…
…tanto che fumò come un camino…
…fino ad accasciarsi a terra, nello scuotente rumore di
ferraglie. Nello sgomento dei figli. Nella delusione del suo domatore.
Nella
più abbagliante ammirazione dei domatori umani…e
di quei
piccoli Digimon che seppur commossi lo guardavano come si guarda un
miracolo.
Rubymon si
volse senza orgoglio né sfida, ma semplicemente in uno
sguardo
d’affetto, che esprimeva sollievo al pensiero di averli
protetti (fine-canzone)
All’interno del laboratorio…
…alcuni passi strisciavano tra i vetri infranti a terra.
Erano
silenziosi, ma non abbastanza da non svegliare Henry
«O-Ohh…» benché
così stremato
riuscisse con stento ad aprire gli occhi.
Ma
sentì la sua mano raccolta con grande gentilezza, da
un’altra di qualcuno che gli sussurrava «Ti
amo…»...«O-Oh…Rea?...
…sei tu…? Ce l’avete
fatta…amore mio?!
Possiamo finalmente tornare a casa insieme…?»
Ma spesso la
realtà non ha l’aspetto di quanto si sogna
«Fra
poco, molto poco saremo a casa: e da quel momento staremo insieme per
sempre!!» e per Henry fu un sussulto
«Ahh!!...Aki?!!»
Un cavo
elettrico cadde dall’alto, e col suo sfrigolio la
illuminò
permettendo ad Henry di constatare che non era un essere umano
«Sono qui per te, amore! Henry!!...ti porto via per sempre
dalla
gente che vuole allontanarci…!» esprimeva Muskmon
animata
da un impeto di passione che più non controllava
«Nessuno
potrà più dividerci, Henry…la fine
è ormai
vicina!!»…«…n-no!...
…R-Rea, Suzie!...amici!!» chiamava Henry ma quelle
mani di
petali gli scorrevano sul volto, il cui pallore risaltava nel buio
illuminato dalla luce intermittente dei cavi…
…che delineava il sorriso tremulo benché
trionfante della
pianta digitale...
Sul campo
all’esterno erano rimasti solo Ufomon e Gravemon, il cui
sguardo
atterrito incrociava il riflesso infuocato degli occhi di Rubymon
«…c-che dobbiamo fare,
Ufomon…?» chiedeva
Gravemon con viso sofferente e timoroso «Shhh, zitto
Gravemon!!» faceva cenno l’alienina visibilmente
tesa…sulla quale gravavano gli occhi di tutti i domatori, di
Mitsuo e Riley, e del Digimon da poco emerso dalla fusione
«D-Dobbiamo combattere…? Ma lui h-ha sconfitto
papà, io ho paura!»
CastleSandmon giaceva svenuto presso il grande Cestino, e Mako non
aveva il coraggio di avvicinarsi. I figli del grosso Digimon
arretravano con le loro armi strette tra le mani «C-Ci
batterà!» esprimeva il bambino terrorizzato
«A-Anche
a me scoccia dargliela vinta non sai quanto, ma in effetti devo
riconoscere ciò che dici!!» chinando il capo e
stringendo
gli occhi con frustrazione «Saremmo avversari facili ora che
si
è sbarazzato di lui!! Ma come ha fatto papà a
perdere,
io…non me lo spiego! Aveva…tutto il necessario!
Come
può essere andata così, io…!! Sento
vacillare…ogni mia sicurezza!!» gemette
afferrandosi il
capo con le mani. Vedendola tremare, il piccolo Gravemon accennava
«…ma allora il mio papà non
è
imbattibile…»
Di
pietà ancor maggiore era lo sguardo
dell’inafferrabile
Rubymon rivolto a quelle così spaurite creature. Ed
incrociava
quello dei suoi compagni, che sembravano chiedere come comportarsi con
loro.
«N-Non
c’è neanche Scratchmon a proteggerci!!...ho paura,
sorellina!» Gravemon si accucciava nascondendo la testa
dietro il
teschio sulla sua asta…Ufomon sibilò ad occhi ben
stretti
«…anch’io…» quando
improvvisamente si
udì una risata «Uhmuhmuhmuhmmm, del resto non
poteva
andare che in questo modo!»
Ufomon
sussultò «Ah! Viene dall’Ipad,
Gravemon!» e
lui «E’ la mamma!»
«Ufomooon, Gravemooon!...
…uhmuhmuhmmm!» chiamava Violetta che, dietro il
richiamo
di sua figlia «Mamma!» comparve sullo schermo in
una
veste…inedita: divisa mimetica con tanto di berretto, e
capelli
legati a coda di cavallo «Aaaa---gli ordiniii!»
mimava il
saluto militare.
Poco distante
Yamaki affermava «Attenti, sono molto pericolosi.»
ma
parole di Rika erano «…ma sono solo dei
bambini…
…anche se…terribili nemici…»
Stando sulla sua
stessa lunghezza d’onda, la decisione si faceva critica per i
compagni…quando Rea si volgeva col cuore scosso da una
profonda
emozione, sussurrando «Ragazzi…io devo andare a
recuperare
Henry, probabilmente è
dentro.»…«Vengo con
te!» disse prontamente Suzie, e si udì la vocina
del
piccolo Digimon verde «Reaaa…lasciami venire con
te!»…«Oh?...Gummymon…»
chiamò
lei così lo stadio primario di Terriermon, raccogliendolo
con
delicatezza «Non potrei aiutarti in combattimento! Ma non
posso
aspettare, per rivedere il mio amico! Sono dieci anni che non gli dico
che gli voglio bene…!» La ragazza provò
pena per
quella richiesta, e lo accolse con sé
«Anch’io!»…«Kokomon…»
disse
Suzie, raccogliendo il Digimon marrone e affermando
«D’accordo andiamo tutti insieme.» Rika
ammonì
«State attenti, là dentro sarete
indifesi!» e Ryo
«Noi restiamo a controllare la situazione qui
all’esterno.»
Le due domatrici
si fissarono con sguardo teso dandosi la mano, comprendendo che era
arrivato il momento decisivo…
«Aki, te ne prego!!...
…lasciami rivedere mia moglie, e mio
figlio!»…«No, non se ne parla
nemmeno!!»
ribatté la Digimon scossa da un inquieto tremore, che le
conferiva sguardo smarrito «Tu sei l’unica cosa che
mi
rimane, il mio passato è distrutto! Non
permetterò mai a
quell’inetta di essere felice rubando il tuo cuore luminoso,
appartiene solo a me!!» ponendo le sue mani di petali sul
cuore
del giovane, offuscandone la luce «Lei è piena di
amici…
…che la sostengono e le vogliono bene…»
scandiva
Muskmon con risentimento…
…mentre Rea e Suzie facevano cauto ingresso fra gli
intricati
tubi metallici di quel luogo oscuro, illuminato solo dalla luce
fluorescente dei piccoli Digimon tra le loro braccia. Addentrarsi non
era facile, e una aiutava l’altra quando rischiava di
inciampare…
«Tu lo sai? Io ero una Digimon…innocua e innocente
che
attendeva l’arrivo del suo domatore nella foresta in cui era
nata! Un giorno mi ha raggiunto ma lei non mi amava, in
realtà!
Lei…Violetta…
…mi ha usata solo per seminare il terrore, e far del male
alle
persone attorno a noi!!» gridava con voce straziata, e si
portava
le mani al capo come nel rievocare un incubo. Henry trasaliva
«E
così tu saresti…la Digimon…di
Violetta?!»
Muskmon si
volse di scatto ed avanzò di nuovo verso di lui
«Io ero
esattamente come tutti i vostri Digimon, desideravo un futuro di sole e
di speranza per il mio mondo! Volevo la pace e sognavo un domatore che
mi amasse accanto al quale vivere entusiasmanti avventure, ma non ho
avuto niente, e le sole carezze che ho ottenuto erano false, gesti
opportunisti! Dopo di lei non mi fido più di nessuno, se la
mia
Digimon Tamer è stata capace di ingannarmi gli altri esseri
umani non possono che essere bugiardi, e spregevoli come lei!! Io
conquisterò da sola il futuro che mi è stato
negato…»…«…aspetta!!...
…ascoltami, per favore!!» supplicava il ragazzo:
lei lo
avvolgeva al collo con le sue strette radici…
Il piccolo
Gummymon d’un tratto balzò dalle braccia di Rea
«Sento che sta soffrendo! Henry! Henryyy!!!» e la
sua
domatrice lo richiamò «Aspetta!!»
…costretta a correre, poiché quella lucina verde
fosforescente avanzava a svelti balzi «Sento che chiede
aiuto!!»
«Adesso ti
porto nella mia casa, Henry: finalmente ripercorreremo la mia storia al
ritroso!»
Gummymon
però proruppe nella sala «Lascialo, brutta
strega!!»
strillò con la sua vocina «Giù le mani
dal mio
amico!!»
«Gummymon…» dilatò gli occhi
Henry, in un
sussulto d’emozione…
Quel piccolo
Digimon lo fissava pieno d’amore
«Henryyy!!!»…«Attento!!!»
gridò
il giovane. E Muskmon lo fissò con risentimento
«Sta
indietro!!» afferrando i cavi elettrici con le radici. E
scagliandoli violentemente contro il piccolo Digimon
«N-NOOOOOOOOOOO!» sbalzandolo via.
«GUMMYMOOOOON!...c-che cosa gli hai fatto,
perchééé…?!!»
gemette il ragazzo, ma
Muskmon gli tappò la bocca con le radici
«Silenzio,
Henry!...
…devi
dimenticarti di lui per sempre, se accetterai che soltanto io compongo
il tuo presente smetterai di soffrire!»
Gummymon
rimbalzò violentemente, e in suo soccorso giunse la piccola
Kokomon «Gummymooon!» che gli era corsa dietro. Il
piccolo
e sfrigolante Digimon tremolava come chi è prossimo a
dissolversi, nello sgomento dell’amica digitale «Oh
no!
Amico mio, resisti!!» che si gettò su di lui per
passargli
un po’ di sua energia, rischiando «Oh!»
di restare
altrettanto folgorata dai cavi a terra «Attenta,
Kokomon!!»
I due cuccioli si strinsero in lacrime, in quel momento
tesissimo…
Il pavimento
ondeggiò come sabbie mobili, e la Digimon e il ragazzo
iniziarono a sprofondare sull’eco delle grida disperate di
Henry
«G-Gummymon!...
…R-Rea e Benji!...p-proteggili!!»
«Henryyyyyyyyy…» gemeva, e singhiozzava
il piccolo
Gummymon mentre Kokomon lo teneva stretto
«Gummymon…coraggio…»…«M-Me
lo
portano via, ancora!! Sono dieci anni, basta
adessooo…!»…«Gummymon…»
Quando arrivarono
Suzie «…Kokomon!!» e Rea «Che
cosa è
successo?!...Henry!!...
…HENRY!!»
…era
ormai troppo tardi e lui e Muskmon si erano inabissati. Suzie raccolse
i due piccoli Digimon con volto stanco e incredulo…sentiva
le
lacrime di entrambi, ora così fragili, scorrere lungo la sua
mano come sangue se si fosse ferita il palmo…
Rea avanzava per
quel laboratorio devastato, fino al momento in cui realizzò
«…!...
…questo profumo…»
«Rea…» poté solo accennare
Suzie…mentre i Digimon singhiozzavano nel silenzio di quel
luogo. Rea non si volse a guardarli, ma fissava ai resti della
permanenza in prigionia di Henry. Strinse così i denti,
chinò il capo…ed ebbe un moto di stizza che la
portò ad afferrare un contenitore e a scagliarlo contro una
capsula, frantumandola «Rea, calmati, te ne
prego!!»
implorò Suzie, ma Rea ancor più indignata
colpì
un'altra lastra con un calcio, per poi cadere in ginocchio e sfregarsi
i capelli con la mano «…tutta questa fatica per
niente…!!...» scandì con rabbia, che la
sua amica
non aveva le parole per placare, disponendo solo di tristezza. Il
pianto di Gummymon e Kokomon arrivava al cuore di Rea come
un’ingiustizia impossibile da sopportare…
«Mamma, che cosa ci fai conciata in quel modo?!»
chiedeva
Ufomon, e Gravemon «Ci hanno distrutto il caaamper,
mammaaa…»
«Lo
hanno distrutto?!...ooohhh, accidentiii! Era un così bel
camper.
Beh! Ce lo faremo ripagare!» Lo sguardo dei due Digimon
subito si
illuminò, e Violetta illustrò «Da
questo
momento…inizia una vita nuova per noi, e questa è
anche
un po’ la risposta alla tua domanda, Ufomon: questo mio nuovo
costume…rappresenta la nuova opportunità che ci
si apre
davanti! Uhm, curiosi?» chiese col suo solito slancio
“pubblicitario”, alzandosi il berretto mimetico e
sistemandoselo al contrario, sotto gli occhi allettati dei suoi figli.
Presso lo
spiazzo arrivò una nuova navicella, e qualcuno vi
smontò
rapidamente: era Jeri, accompagnata da Snowhitemon «Takato!
Ragazzi!!» chiamò tempestiva.
Rika
indicò «Ryo guarda! Quella è
Jeri!!» ed il
ragazzo fece segno «Ehi!! Siamo qui!»
«Ahh!» la giovane sussultò e sotto
esortazione di
Snowhitemon «Andiamo, Jeri!» si lanciò
di corsa
incontro ai compagni.
Rubymon si era
chinato, ed allungava timidamente la sua mano verso il manto nero
rimasto a terra quando si udì chiamare
«Takato!!...»
Il Digimon
sussultò, nel sentire quei passi sempre più
vicini...si
alzò lentamente fino a che una mano non lo
afferrò per la
spalla «Takato, stai be---?!»
Quando si volse il
cuore di Jeri balzò di emozione «Ahh!»
poiché
non immaginava di ritrovarlo con quell’aspetto
«Jeri…» accennò Rubymon con
un discreto
timore…lei non riusciva a smettere di fissarlo
«…T-Takato…»
…incredula…indietreggiò in un primo
momento ma poi
si faceva più vicina…a poco a
poco…come
improvvisamente rapita da quell’aspetto
«Sei…
…sei
tu…?» …ed allungava la sua
mano tremante,
tessendo un sorriso abbagliato dall’enorme gioia di
rivederlo…e di ritrovarlo cambiato «Sei
riuscito…
…a biodigievolvere…?»
Lui non rispose, ma la
guardò con gentile affetto. Si lasciò carezzare
il volto
di pietra scura, dai così delicati lineamenti. Jeri ora che
lo
vedeva sembrava amarlo ancor più di prima, quasi a volersi
accertare della sua consistenza, non smetteva di toccarlo…
Quel ragazzo dai
capelli di foglie parlava con poche e sussurrate parole, ma con la sua
sola gestualità sembrava cercare amore, come se i suoi occhi
implorassero di rivolgergli gesti
d’affetto…così i
dolci movimenti del suo fragile corpo, il lento aprirsi e chiudersi
delle ali di foglie…e il quieto discendere delle scintille.
Jeri
era attratta e al contempo…aveva quasi paura di sfiorare
quella
creatura, come se avesse potuto ferirla con poco. Lui però
sembrava dirle “avvicinati…ho bisogno di
te…”
con quello sguardo aureo e mite. Sembrava cercare le mani della
giovane, per una carezza fra i suoi capelli di magia. Il suo respiro,
emozionato di rivederla, emetteva dei lievi aliti di
fuoco…che
però Jeri provava piano a sfidare…avvicinando la
mano, e
prendendo confidenza con quelle labbra che
sfiorò…accorgendosi che lui l’amava, e
non
l’avrebbe fatta scottare…
Nel
frattempo Rika e gli altri si avvicinarono, la domatrice chiese
«Jeri…stai
bene?»…«Ah!...io sì,
ragazzi…
…e
voi?» domandò Jeri con un pizzico di timore,
scrutandoli
tutti «…Henry…?» cercandolo
invano tra di
loro…
…ma
intanto Violetta stava affermando «Ahahah, non dovete temere
il
futuro, ragazzi! Sono in arrivo…delle news da urlo, in grado
di
ribaltare l’intera situazione!! Guardate un po’
qua?»
Oltre il display dell’Ipad si levò un ronzio, e
Gravemon
spalancò la bocca «Sono tutti
Fireflymon!!»…«Knightmon...?...FireFlymon??!»
Ufomon aggrottava lo sguardo (nella soddisfazione della sorridente
Violetta) «Mamma non mi torna qualcosa: da quando in qua tu
ti
interessi diii…schieramenti militari?! Tu non ci capisci
niente,
impastrocchi solo in cucina, quello è l’esercito
di
papà!»…«Da
quandooo…sono costretta,
data la situazione, ad occuparmi di queste cose! Dopo quello che ci ha
fatto vostro padre se non prendo in mano la situazione io noi rischiamo
di finire TAGLIATI FUORI dalla scena di Digiworld per colpa di
quegli…spregevoli domatori da cui si è fatto
battere…!!»…«Cosaaa…?!
Non ti
capisco!» esclamò Ufomon, ed anche Gravemon aveva
assunto
di colpo espressione smarrita «Ah, c’è
bisogno che
ve lo spieghi, bambini?!» puntualizzò Violetta un
pizzico
indispettita «Basta che vi guardiate attorno! Siete
abbastanza
grandi ormai per capire certe cose, e anche per
accettare…umhf,
sigh! Alcune…amare realtà!...» agitando
un
fazzoletto bianco, sembrava piangere, vi tamponò incisiva
entrambi gli occhi per poi lasciarlo andare assieme al pessimismo
«Uhmuhmuhmuhm, ma ora su col moraaale, non voglio vedere quei
musetti! Noi tre abbiamo un esercito potente, se mi raggiungete
qui…potete toccarlo con mano: guardate?
Ta-ta-ta-ta-ta!»
Aveva estratto
un mitragliatore supersonico, e faceva finta di sparare di fronte agli
occhi sbalorditi dei figli «Vostro padre ha fallito, si
è
rivelato un incapace…!!» scandì ad un
tratto con
cattiveria, insinuando «Vi ha riempito la testa di illusioni,
e
invece guardate? Nemmeno i suoi uomini si fidano più di lui,
tanto che mi hanno supplicato, implorato di prendere il comando del
loro esercito: lui era stato solo capace di lasciarli senza lavoro e in
mezzo a una strada! Loro!!...
…le loro
famiglie e i loro poveri bambiiiiini, come voi! Pensate che brutto, e
tutto per colpa di papà!»
…ma
l’enorme CastleSandmon, pur dolorante
«AHHH…»
si stava alzando…e gli occhi delle sue tante
facce…istante dopo istante si dilatavano all’udire
quelle
parole «NOO…»
«Vostro
padre non vi vuole bene…è questa la
verità!!...» sibilava Violetta indignata. Ufomon
le chiese
«Che cosa dici, mamma?!...ha combattuto fino
all’ultimo
fiato contro i Digimon Tamers!»…«Apri
gli occhi,
Ufomon, e non mi fare l’ingenua proprio
tu!»…«Cosa?!...
…io ingenua?! M-Ma…»
I due bambini si
guardavano spaesati. E Violetta illustrava con voce stridula ed aria
inorridita «N-Non vi accorgete che stiamo
come…p-poveri
spiantati, abbiamo perso tutto!! Lui non vi ama abbastanza, per lui non
contate nulla, ecco perché ha fallito!...
…non mi aveva
detto niente, ci ha raggirati tutti con un imbroglio, voleva rubarsi il
cuore di Henry per spartirselo con quella…f-feccia di
ragazzo
umano, quel domatore!! Sapete? Vostro padre è immischiato
fino
alle viscere con dei malintenzionati della terra!...
…e una
volta che fosse diventato potente ci avrebbe abbandonato, VI avrebbe
abbandonato!!»
«Ahhh!» Gravemon sussultava, respirando
affannosamente come
durante un attacco d’asma.
«Papà è cattivo,
sììì, per
questo ci ha condotto alla rovina! Guardate!! Siamo
circondati…da domatori che ci odiano e sono a un passo dal
farvi
del male: lui ha distrutto la nostra vita con le sue manie di
grandezza, voi dovete odiarlo, sì, odiarlo e disprezzarlo!!
Voi
dovete…
…acquisirlo!!»
«NOOO!» gemeva il grande e malconcio castello
«COSA
GLI DICE?...
…BAMBINI, NON LE CREDETE, LEI STA MENTENDO!»
Ma loro si
volgevano a fissarlo imbambolati…mentre Violetta
dall’Ipad
infieriva «Non avrete più niente di quello che
desiderate,
capito? Niente!! Ora noi dovremo lavorare sodo con l’esercito
per
cercare di risollevare le sorti sia nostre che loro perché
grazie al suo EROICO OPERATO sia noi, la sua famiglia, sia i suoi
soldati siamo IN MEZZO AI GUAI! Lui non ci ha mai amati, Ufomon,
Gravemon, voi dovete acquisirlo!...
…uccidetelo e acquisitelo, adesso che è debole!!
Noi
vivremo molto meglio senza di lui!»
«NOOO!!...BAMBINI, VI PREGO, NON LO FATE!!!...
…F-FIGLI MIEI!»
Ufomon prese l’antenna…Gravemon posava
l’Ipad a
terra…
…all’interno del quale Violetta mormorava
«Acquisitelo...
…sarà una riserva in più, dovesse
Guardianmon
rivelarsi arrugginito poi, a conti fatti!»
«F-FIGLIOLI!» supplicava il grosso essere, ma
Ufomon lo
fissò con risentimento «Papà, tu ci hai
traditi…»…«N-NO, N-NON
E’ VERO!»
ma la piccola aliena scandiva fra i denti «Sì
invece, la
mamma ha ragione!! A te non è importato niente di noi, per
questo non hai lottato con impegno! Altrimenti avresti
vinto!»…«N-NON E’ COLPA MIA,
E’ CHE I
NEMICI ERANO TANTO FORTI!»…«Tutte
scuse!!»…«L-LA MAMMA E’ UNA
BUGIARDA, NON
DATELE RETTA, L-LEI E’ MALVAAAGIA, NON VI VUOLE REALMENTE
BENE!
GRAVEMON! GRAVEMON, ALMENO TU! TUA SORELLA E’ MOLTO TESTARDA
MA
TU HAI SEMPRE AVUTO FIDUCIA IN ME! DIGLIELO TU, CAVALIERE DEL TUO
PAP-» ma a quel punto, il grido più rabbioso
giunse dal
suo figlio più piccolo
«ZITTOOOOOOOOOOOO!» con le
lacrime agli occhi.
«GRAVEMON!»
Ma
il bambino afferrava di colpo la sua asta «Allora tu non sei
l’eroe che io amavo!! Non sei quel papà
così forte
e invincibile che schiaccia tutti i
nemici!!»…«B-BAMBINO MIO!»
indietreggiava
impaurito il grosso castello «IO HO FATTO…QUELLO
CHE
POTEVO MA VI ASSICURO CHE IO…
…CHE IO…!!» ma le lacrime scolavano dal
volto di
Gravemon «Tu non non ci vuoooi bene, ci hai raccontato tutte
bugie!! Non hai più un esercito, tutti i tuoi soldati ti
hanno
abbandonato!»…«E’ STATA LEI!!
ME LI HA RUBATI
A TRADIMENTO, MI HA SOTTRATTO I MIEI
UOMINI!»…«Silenziooo!!! Sei un incapace,
un buono a
nulla!!! A-Anche questa fascia che mi hai messo tu la odio come
teeeEEE!!!» strappandosi di colpo le bende dalla testa
«GRAVEMOOOOOON!» gridò Sandmon, ma il
bambino
evocò la sua bara magica, e la scagliò con
violenza
inaudita contro CastleSandmon «AAAAAHHHHHHH!!!»
…fu colpito nel pieno del suo faccione centrale e cadde a
terra.
Ufomon scandì con occhi lampeggianti di rabbia ardente
«E
sappi che questo è soltanto
l’inizio…!!»
alzando l’antenna «Ultrasuono stellare!!»
ed evocando l’enorme artiglio elettrico, che si
abbatté
sul padre «OOOAAARGHHHHHHHHH!!!» folgorandolo.
Gravemon
infierì «Diamoci giù, Ufomon!! Vortice di teschiiii!!!»…«AAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH---AAAHHHH---URGHHHHHH!!!»
…rimbalzava a terra, sfondando immense zolle di pavimento ma
nonostante tutto i bambini non sembravano soddisfatti…
CastleSandmon alzò stancamente i suoi occhi e si
ritrovò
l’Ipad sotto di sé, dal quale lo contemplava il
sorriso di
sua moglie «PERCHE’…PERCHE’ MI
FAI QUESTO,
VIOLETTA…?...TU!...
…T-TU LO SAI CHE IO AMO UFOMON E
GRAVEMON!...P-PIU’ DELLA
MIA STESSA VITA!»…«Uhmuhmuhm, allora
vale davvero
poco il tuo amore, considerato che la tua vita…non ha
più
alcun significato, ihihihihihi!»…«M-MA
PERCHE’…?»…«Tu hai
cercato di
ingannarmi e di sottrarre il cuore ad Henry alle mie spalle! Ma ti
è andata male, caro, come mi è andata male a
me…
…quando ti ho
creato…»…«OUUH?»…«…utilizzando
dell’argilla in grado di prendere vita se mescolata con una
determinata tipologia di dati! Ti avevo fatto su misura
affinché
fossi…il marito ideale: bello, forte e pieno
d’ambizioni!
Sarebbe stato grazie a te che avrei potuto rivalermi su quegli sciocchi
dei miei compagni, con i loro nauseanti matrimoni felici!! E saresti
stato il primo step verso il grande progetto che ho intenzione di
attuare: rielaborazione di Digiworld in chiave…”famigliola gioiosa"!
Ora devo solo eliminare i Digimon Tamers, e poi! Uhmuhm!!...»
…mentre le espressioni multiple del Digimon erano sempre
più sconvolte…
«Finalmente qui regnerà la pace, raderò
al suolo
ogni imperfezione! Beh! In un primo momento, IN TEORIA, perfetto
saresti dovuto essere tu! Un marito che nessuno, umano e digitale
avrebbe potuto mai eguagliare! Ma ti sei rivelato in
sostanza…un
esperimento
fallito!»…«UUHM?!»…«Lo
ammetto!...devo fare ancora pratica con la creazione di vita
artificiale, ma diventerò brava, te lo garantisco! Solo che
quel
giorno…
…purtroppo non potrai guardarmi, perché la tua
oltremodo
nobile esistenza termina qui. Grande Sandmon! Uhmuhmuhm, mio caro
Taisho!»…«M-M-MA…!!»
lui afferrò
l’Ipad con le sue enormi mani.
«Ufomon & Gravemon sono di certo più
perfezionati di
te, c’è solo da mettere a posto
qualche…piccolo
fuori programma!»
I Digimon in questione si avvicinavano minacciosi…
…mentre
la donna vestita da soldato illustrava «Ma ho intenzione di
tenermeli cari: SONO I MIEI FIGLI!!...anche se li ho creati come
te.»…«T-TU UN GIORNO GLI FARAI FARE
QUESTA STESSA
FINE!»…«E chi ti dice che si riveleranno
scassoni
scadenti come te? Ohhh…non illuderti, molto presto muteranno
in
Digimon rivoluzionari. Sai?...
…mentre noi siamo qui a parlare Henry è
stato…ehm…trasferito!»…«COSA?»…«…quella
sciocca di Muskmon se l’è portato via, non so cosa
crede
di fare, brutta stupida!! Comunque cioè, a questo
punto…se lo tenesse, chissenefrega! Io ho un altro asso
nella
manica, volevo evitare ma sarò costretta! Ihihihi, solo che
adesso non vorrei mettere alla prova il tuo cervello fuso…e
soprattutto disturbare l’operato dei nostri figli: IN BOCCA A
LUPO BAMBINI!!...
…ghghgh, sono un generale rispettabile, il comandante
dell’esercito, AGLI ORDINI!!...uhmuhmuhmuhm, AHAHAHAHAHAH!
AHAHAHAHAHAH…ahhh…che…d-divertimento
enorme, la
vita!...si invertono le parti come niente: amici,
nemici…mogli,
mariti…genitori, figli…! Solo che in nessuno di
questi
ruoli tu sei più necessario, cavia sei nato e come
cavia…meriti di essere smontato: ora scusa
taaanto…» pronunciò con voce candida,
accomodandosi
continuamente quel berretto «Ma i doveri del mio ruolo mi
chiamano:
addio-addiiiooo…»…«VIOLETTA!!»…«…mio
amatissimo…illustre…ARROGANTE E INUTILE TAISHO
YUSAKI!»…«VIOLETTAAAAAAAAAAA!!!»
ma
l’Ipad si oscurò sull’eco della risata
di lei, e
tanto fu lo sgomento che gli cadde in terra, infrangendosi. Ufomon e
Gravemon erano arrivati.
Mako li vide
«Oh no!!...gli faranno del male, vogliono
acquisirlo!»
sicché corse verso di loro, stringendo con sé il
suo
Digivice.
«Bene,
adesso hai rotto anche l’Ipad!...» mormorava
Ufomon, e suo
fratello assottigliò lo sguardo «Questo conferma
che a te
non importa nulla di tutte le cose a cui noi
teniamo…»…«N-NO BAMBINI,
RAGIONATE!
ORA…DIMENTICATE QUESTO STUPIDO IPAD, IO…HO A
CUORE LA
VOSTRA VITA!»…«GUARDA PAPA’,
LO STAI
PESTANDO!!» strillò la piccola aliena, e Gravemon
«Ti odiamo sempre di più…»
alzando le armi
per colpire «NO! BAMBINI FERMATEVI FINCHE’ SIETE IN
TEMPO,
LA MAMMA E’ PERFIDA, L’HO SENTITA
DI-»…«Silenzio!!» Gravemon
stoppò la
sua parola affermando «Adesso tu non sei più il
capo…Replicazione
mortif-» ma qualcuno si intromise
«NO!!»
«UUH??» lasciando sbalordito il grande
castello…quanto i bambini…
Mako si
era gettato sull’imponente Digimon «Non toccatelo,
vi
prego!!»…«…MAKO…?»
pronunciavano
in coro le facce dell’essere…mentre il ragazzo dai
capelli
rossi scandiva «Non dovete fargli del male!!
Lui…!!...è stato un guerriero valoroso anche se
ha perso!
Non merita ricevere questo voltafaccia proprio da voi, che siete i suoi
figli!! Ha fatto tutto questo…principalmente per
voi!»
…tante bocche spalancate…e tanti occhi da
ciascuno dei
quali stavano iniziando a sgorgare lacrime…
Mako
tremava ma lo stesso avanzò verso quei due Digimon immobili,
dall’espressione impenetrabile «Ufomon, Gravemon,
datemi
ascolto!» parlò con buona volontà
«Vi state
sbagliando a giungere a conclusioni così affrettate, il
fatto di
non essersi rivelati…all’altezza di uno scontro,
non vuol
dire non possedere un valore in senso assoluto, e vostro padre,
Sandmon, ce lo ha! E’ indiscutibilmente un Digimon forte!!
Perché ora dovete fargli questo, sbranarvi fra di voi?!
Siete
una famiglia!! Fate parte della stessa squadra, non
è…non
è forse meglio…c-che proviamo a ragionarci, a
parlare con
calma?! Questa violenza gratuita non può di certo
aiutarci!!» si esprimeva con lo stesso tono dalle venature
fraterne con il quale si era rivolto loro appena entrato in possesso
del Digivice, che ora stringeva nella mano. Ufomon avanzò
verso
di lui, e gli chiese seria in volto «Ah
sì?»…«…ma
certamente!!» la
risposta di Mako non tardò
«Ufomon…Gravemon, voi
siete due Digimon fantastici! Abbiamo perso, mi assumo
anch’io le
mie responsabilità, però smettetela con questo
comportamento, è
irragionevole.»…«In questo
caso…»
«AAAAAAAAAAAAAAAAAAHHH!!!» (canzone: Evanescence
- Missing)
CastleSandmon
sbarrò gli occhi
«MAKOOOOOOOOO…!!!»
…Ufomon
l’aveva colpito violentemente con l’antenna, e ora
respirava di un affanno rabbioso «Tu altrettanto ci hai
traditi:
ci avevi promesso che saremmo diventati potenti, e invece si sono
rivelate solo parole le tue!!»
Il ragazzo dal labbro
spaccato si volse attonito
«U-Ufomon…»…«MAKO
TOGLITI DA LI’,
SCAPPA!!»…«M-Ma che dici,
CastleSandmon?!!...
…io non me ne vado, non ti lascio!!»
Ufomon
digrignò i denti «Sei alleato con lui, lo
difendi?! Bene!!
E allora morirai anche tu!! Gravemon!! Dammi una mano, eliminiamoli
entrambi, che aspettiamo?! Sono due incapaci buoni a nulla della stessa
pasta!» Mako provò ad avanzare, barcollando
«N-No,
aspettate! U-Ufomon, Gravemon, vi preg-AAAHHHH!» ma
l’aliena gli colpì la mano «NON DARCI
ORDINI!»
sbalzandogli così il Digivice che rimbalzò a
terra
«Tu oramai non sei più nessuno…non lo
sei mai
stato!»
«Ufomon…» disse il ragazzo…
«Noi
ti avevamo detto che saresti stato nostro amico solo se avresti
esaudito i nostri desideri: se non sei abbastanza potente
allora…» pestando il Digivice col bianco
stivaletto…fino a farlo esplodere «…non
abbiamo
più bisogno di te!»
«Gravemon…» gemeva Mako, scuotendo il
capo
incredulo…
Ufomon propose
«Gravemon, ho un’idea! Dei pezzi umani potrebbero
sempre
servire per potenziare i nuovi equipaggiamenti militari della mamma!
Forse possiamo colpire i terrestri con la loro stessa essenza, e
sbaragliarli per sempre!»…«Ottima idea,
sorellina!
Non buttiamolo, teniamoci qualcosa!!»
«Ahhh!»
rabbrividì il ragazzo. CastleSandmon esclamò
«NOOO!!! ALLONTANATI, CHE ASPETTI?!!» E i due
Digimon
sfoderarono gli artigli «PREPARATI AD ESSERE
SMEMBRATO!»
Gli si
attaccarono al corpo, e alle braccia, ed iniziarono a tirarselo
«AAAHHHH!» nel suo più sommo dolore
«Questo
braccio lo prendo io!!»…«No Gravemon te
lo scordi!!
Braccio destro e gamba sinistra li ho puntati io per prima!!»
«A-AAHHHH!» …nel fondo del suo strazio
Mako
ricordava quell’orsacchiotto smembrato…ora si
sentiva lui
e chi per lui, vittima della furia di quei piccoli e avidi
Digimon…
…furia
che rapì gli occhi di Rubymon, che di colpo
innalzò le
sue ali indicando in fondo «Ragazzi, guardate!!...stanno
facendo
del male a Mako!!» scattando in volo…a seguito del
sussulto dei suoi amici.
Ma benché
lui avesse le ali…ci fu qualcuno che fu più
rapido di
lui: era Suzie, che veniva fuori dall’interno del
Cestino…e quando lo sentì gridare
avvicinò mano
tremante alla bocca, e corse più veloce che
poteva…
«Ahhh! Ora
gli stacco il braccio!!»…«Gravemon
lascialo o poi lo
stacco a te!!»…«Ci facciamo un fucile
per
mamma!!»…«Una gamba è molto
più
indicata per la funzione!!»
Ma una
voce lacerò l’aria
«BA-------STA!!!!!!»
Nello
sbalordimento di tutti Suzie si scagliò con violenza
inaudita,
aggrappandosi a quei Digimon con le sue stesse unghie, per trascinarli
via
«AAHHH!»…«AAAAAAHHH!»
lottando
come una belva, incurante di tutto e di tutti, afferrando le loro armi
e tirandogliele a terra…
…finché Ufomon e Gravemon non si ritrovarono
stesi anche
loro, spinti da una forza che loro stessi stentavano a identificare. Ma
che poi si rivelò nell’affanno straziato della
ragazza
«M-MA CHE…
…DIAVOLO VI SALTA IN MENTE DI FARE?!!...
…E’
DAVVERO COSI’…ILLUSORIO IPOTIZZARE UNA MINIMA
TRACCIA DI
UMANITA’ NEL VOSTRO CUORE?!! C-Credete forse…che
quello
sia un giocattolo?!! No…
…lui
è un essere umano, un ragazzo e ha un letto in cui dormire,
la
sera!! Nel suo cuore ha…gioie e paure a cui rimbocca le
coperte,
voi non avete---MICA IL DIRITTO DI TRATTARLO IN QUESTO MODO!! Lui ha
gente che gli vuole bene!» gridava la ragazza fra i
singhiozzi…mentre Mako, a terra, la fissava sconvolto
«…S-Suzie…»
…la quale
continuò asciugandosi gli occhi «…e
che…SOFFRIREBBE ATROCEMENTE NEL VEDERE CIO’ CHE
GLI
STAVATE FACENDO!»
Ufomon si
rialzava indignata «Piccola strega…» ma
aveva agli
occhi lacrime di rabbia «TU CHE NE SAI DELLA NOSTRA
DELUSIONE!
Quel pagliaccio che ti è tanto caro, si è alleato
con
nostro padre, vuole impedirci di vendicarci e acquisirlo quando lui ci
ha traditi!!» ma Suzie ribatté «LO FA
SOLO
PERCHE’ E’ NOBILE, PERCHE’ E’
UN DOMATORE DI
DIGIMON!!...e fa solo che bene…»
Gravemon
alzò la testa da terra «Ma tu non lo odiavi il
nostro
papà…?» Suzie si
asciugò gli occhi con
dignità «Io non odio nessun Digimon…io
lotto per la
pace, come Mako! Vero Mako?!»
Mako tremava, con
quegli occhiali di cristallo crepati e storti sul suo volto…
Suzie parlò con
voce profonda «…vi sembra forse nobile riservare
un
trattamento…così crudele e disgustoso al proprio
padre?!» al che Gravemon gemette «Ma lui ci ha
mentito!!!
Ci ha promesso mari e monti e non è riuscito a concludere
niente, ha deluso la nostra fiducia!!» Ufomon
rincarò
«Ci ha causato solo problemi!!» ma Suzie strinse i
denti
«Questo non significa…ASSOLUTAMENTE
NIENTE!!»
lasciandoli sbalorditi «Che
cosa c’entra?!!...
…anche
mio padre…in passato ha profondamente tradito la mia
fiducia!!
Ha preso senza consultarmi una decisione importantissima!!...le cui
conseguenze sono ricadute su di me, e sui miei cari, è a lui
che
debbo tanti anni di sofferenza!! Ma con questo?!...lui rimane sempre
mio padre ed è una delle persone più importanti
che ci
siano!! Io gli vorrò bene…
…finché mi sarà accanto, e anche dopo.
Lui
è e sarà sempre la mano paterna che mi
accarezzava da
bambina…»
…i
due Digimon si volsero, e videro le quattro grandi mani del loro padre
muoversi lente come gli animali agonizzanti, nel tentativo di afferrare
cosa chissà…
…nell’eco di Suzie «i-i suoi sbagli li
perdono e li
comprendo, perché sono un essere umano!! E
perché…ANCHE LUI…è un
essere umano! Siamo
tutti esseri umani!!...voi? Come vi schierate?!»
La ragazza era
animata da una profonda convinzione…ma alle sue spalle si
udì un gemito fondo «E’
INUUUTILEEE…»…«Ah?!»
al che Suzie si
volse di scatto (fine-canzone)
CastleSandmon
era in ginocchio, con una triste espressione per tutte le facce
«NON C’E’ MODO DI CONVINCERLI, I MIEI
FIGLI LI
CONOSCO, QUANDO SI METTONO IN TESTA UNA COSA…! E-E
POI…LEI LI HA PERSUASI CON MILLE RAGGIRI, LI HA CREATI IN
MODO
CHE SI RIBELLASSERO A ME UN GIORNO, COME STANNO FACENDO! SONO UN ESSERE
INUTILE, ORMAI…
…HO PERSO I MIEI FIGLI…
…I MIEI BAMBINI…N-NON MI VOGLIONO PIU’
BEEENEEE!!!» (canzone: Steps
- Why)
E
così tutte le facce scoppiarono in un pianto dirotto,
singhiozzante, disperato…
…ma nonostante tutto sul volto di Gravemon e Ufomon restava
orgoglio, e nel loro sguardo amarezza…
…Suzie non riusciva a trattenere le sue lacrime di fronte a
quello spettacolo, e non riusciva a dire alcuna parola…
I
suoi compagni stavano arrivando. Rubymon mosse sguardo di
pietà
verso il grande castello…come specchiando il suo dolore in
quella perdita, e voleva avvicinarsi…ma si
arrestò,
quando vide che qualcun altro lo stava facendo.
Era
Mako…si era rialzato. E a passo lento si
incamminò verso
di lui, incurante di farsi travolgere da quella doccia di lacrime, mise
una mano sulla solida pietra che componeva quel colosso digitale
«Coraggio…CastleSandmon…» gli
diceva
pacatamente. Ma quelle facce piegate dal dolore seguitavano a
singhiozzare.
«…so cosa si prova
all’abbandono…
…conosco il suono del
dolore…»…«V-VATTENE DA
QUIII…»…«Ti prego!...non
mandarmi via anche
tu!» supplicò il ragazzo «NON POSSO
ESSERE
PIU’ UTILE! NON POSSO REALIZZARE…N-NESSUN
SOGNO!»
Il giovane
dai capelli rossi scosse però con rassegnazione il suo
capo…e gli disse «…non ti chiedo di
realizzare
alcun sogno.»
E fu così
che spontaneamente si sfilò quegli occhiali di cristallo,
tornando a svelare i suoi occhi umani e azzurri. Ora anche i suoi
esprimevano compassione.
Rubymon poco distante li guardava con tenerezza. E anche
Suzie…
Mako versava una
lacrima di pietà per lui…che cadde sugli occhiali
fino a
dissolverli.
«OOHHH???» CastleSandmon fu avvolto dalla
luce…
…fino a
regredire, e tornare quel guerriero di sabbia che di volto ne aveva uno
solo…per piangere «Cosa è
successo…? La mia
digievoluzione è sparita…!» e Mako
svelò
«Era nata dal rancore e dal risentimento nel mio cuore. Ed
ora io
non provo più…alcun rancore.» Sandmon
singhiozzava
«V-Vuol dire che non provi più invidia nei
confronti dei
tuoi rivali, per l’essere stato sempre
nell’ombra?!»…«…vuol
dire…» esprimeva il ragazzo con sguardo forse
rinnovato da
un velo di maturità…che si lasciava illuminare
dai primi
raggi che tornavano a fare capolino dalle nuvole in lento diradarsi
«…che grazie a te ho scoperto che anche chi
è
grande e potente può restare
solo.»…«Ohhh…?»
faceva faccia
così ingenua, quel Digimon dal mantello strappato…
…intanto
la sua “figlia” maggiore sussurrava
«…andiamocene, Gravemon…tanto qui non
abbiamo
più niente da fare,
ormai…»…«Sììì…torniamo
dalla mamma…»
Suzie si volse di scatto «Aspettate!!»
Ma loro non si
fermarono se non per un attimo…a rivolgere
l’amareggiata
coda dell’occhio, entrambi, per poi farsi lontani con lo
stesso
passo lento, appoggiandosi alle loro armi come due anziani
anziché due bambini…
Sandmon
però dal dolore scivolava nella rabbia «Grrr,
mmmm!!! CHE
ASPETTI?!»…«M-Ma io?!» fece lo
spiazzato Mako,
ma il guerriero inveiva «Avanti, fai anche tu come loro!! I-I
miei figli se ne sono andati…seguili, è la cosa
migliore!
Io…
…non
saprei come aiutarti!» e provava ad alzarsi «L-Le
mie
garanzie…si sono rivelate vane-AHHH!» ma
inciampò e
rischiò di cadere, Mako si gettò su di lui con
premura
«Ma dove vuoi andare, sei tutto
dolorante…!»…«Ahhh, E
LASCIAMI!...cosa
credi?...
…che mi
serva la tua compassioneee…?!!» eppur gemeva
«Sono
un guerriero, n-non mi serve la compassione di nessuno, tantomeno la
tua!»…«Ah!...
…perché dici che tantomeno la mia ti
serve?»
chiedeva il ragazzo sinceramente dispiaciuto, ma Sandmon ordinava senza
neanche guardarlo in faccia «Mako! Tu hai la tua squadra,
vattene
da loro, è la cosa
migliore!»…«Ma Sandmon,
io…!!» tornava ad aggrapparsi al suo mantello
strappato
«Io non posso tornare da lo-» ma il guerriero si
alzava e
lo spingeva «AHHH!»…«Tornatene
dal tuo
Digimon!»…«Sandmon!»…«NON
MI HAI
SENTITO?!!...TORNATENE DAL TUO DIGIMON!!!»
L’espressione di Mako si infrangeva nel dolore…
«L-Lui…ti aspetta, e forse è stato un
errore
allontanarvi! Forse tutto è stato un errore. Ritornatene da
quel
tizio alato, quello è il tuo
posto…AHHH!!» ma il
suo ginocchio cedeva nuovamente, così anche i sentimenti di
Mako
che lo afferrava «No! Quello non è il mio posto,
adesso il
mio posto…
…SEI TU!»
Nell’aprirsi del
cielo…il sole splendette sul così incredulo volto
sabbioso del Digimon…
«A-Abbiamo combattuto
insieme e anche se è stato un errore io…t-ti ho
sentito
realmente come il mio Digimon!! Ci abbiamo messo tutti noi stessi e non
è stato uno spreco! Anche se eravamo dalla parte sbagliata,
io…non ne ho…un brutto
ricordo…»
Sandmon stavolta si volse a
fissarlo…mentre lui gli prendeva quelle mani dai guanti fusi
«Dopo una cosa del genere non…si può
tornare
indietro, io sono un domatore di Digimon!! Per me…queste
cose…
…sono importanti…»
…nella loro
vicinanza, Rubymon e i ragazzi intravedevano un nuovo inizio, per
questo non li interrompevano…
…su quei primi raggi
di sole dopo tanta tempesta, Cindermon racchiusa nel cuore della
biodigievoluzione ne approfittava per realizzare
“…sono
entrata in Takato…
…sono dentro di
lui…avverto i suoi sentimenti…percepisco il suo
animo…”
La sua voce suonava dolce
come lo sguardo che il ragazzo dai capelli di foglie dedicava
malinconico al cielo che tornava a splendere…forse
interrogandosi sul suo futuro…
Ma una voce ben più
aspra proruppe fuori dal grande Cestino «…tutto
pieno di
profumo al muschio!! Là dentro si soffocava!!»
Era Rea, che ancora prendeva
a calci tutto ciò che trovava, incurante dei richiami di
Gummymon e Kokomon tra le sue braccia «Calmati,
Rea!!»…«Ti preeego!!»
Rika indicò «Ma
quella è Rea!»…«Ed
Henry?!» chiese Ryo.
La domatrice esortò«Presto, andiamo a
vedere!» (fine-canzone)
«Maledetta. La odio!! Lei e il suo dannato profumo, me
l’ha
portato via, un’altra volta!!» La prima a
raggiungerla fu
Jeri «Rea! Henry dov’è?!» ma
questa si fece
strada «Dov’è?!
DOV’E’?!! Chiedilo a
quella STREGA
dov’è!!»…«M-Ma…di
chi stai parlando?!» chiese la ragazza, e Rika sopraggiunse
«Fammi indovinare: di Muskmon, quella che l’ha
portato via
la prima volta!» e Rea sbraitò «Certo,
chi altri
sennò!! Provare per credere, entrate!
Ha…T-TALMENTE
APPESTATO là dentro con quel suo cavolo di profumo muschio
che
se ci restavo un istante in più vomitavo di sicuro!! Ah ma
adesso non sa contro chi si è messa…sapete che vi
dico?!
Che quella Digimon BACATA si è innamorata di Henry, vuole
portarmelo via!! Ma se vuole la guerra…lei non mi conosce,
io
sono pronta a dargliela, vedrà di che sono
capace.»
volgendo le spalle, e dirigendosi verso la navicella con passo
tamburellante «Vado da mio figlio. PERCHE’ HO UN
FIGLIO,
IO!!...un figlio che ha anche un padre sempre che quella DEGENERE non
lo faccia girare come una trottola per tutto Digiworld per poi
soffocarlo col suo profumo da voltastomaco!!»
Le espressioni dei
ragazzi passarono da accenni vagamente ironici ad una fitta
serietà, quando Mitsuo parlò «Vuol
dire…che
Henry non è qui, e che i nemici lo hanno condotto in un
altro
luogo?» Rika con sguardo fisso all’orizzonte
«Sì…esattamente: provare forse a
smentire le parole
di una madre…?...
…dovremo organizzarci
per bene, qui…la posta in gioco si fa sempre più
alta…» muovendo qualche passo nella luce del sole,
nella
quale smarrì i suoi occhi lilla rivolgendo espressione
eloquente
ai suoi compagni
«…stiamo…rischiando…tutto
ciò che resta di noi…» e facendo chiaro
accenno con
gli occhi a Rubymon «…e che ancora teniamo
stretto.»
Il Digimon poco
distante volse appena il suo sguardo, incrociando quello di
Rika…
Jeri, a cui si
accostava anche Snowhitemon, ancora non sapeva, per cui non poteva del
tutto comprendere l’accenno della compagna.
Il cielo era sempre
più libero…le nuvole migravano lontano, come
cercava di
fare Sandmon benché
«AHHH!...aaaahhh…» fosse
estremamente dolorante «Dammi retta…» lo
esortava
quel ragazzo, riprendendogli delicatamente la mano «Basta con
questo strazio, non intestardirti!!...permettimi…di
accompagnarti, non ce la puoi fare da solo!!...» facendosi
più vicino a lui…toccando quelle ferraglie che
costituivano il suo corpo «…tutti ti hanno
lasciato…so che vuol dire…
…l’ho
provato anch’io!!» Gli occhi azzurri di quel
giovane
supplicavano ascolto, ma il Digimon ripeteva
«Sarebbe…un
esperimento inutile.»…«Non è
un esperimento
inutile!!...
…per favore,
Sandmon…ti prego, non lasciarmi anche tu! Io ho bisogno di
sentire…che c’è qualcuno per cui almeno
posso fare
qualcosa!»…«Uhmf!» il Digimon
sorrise
ironicamente «Ti serve qualcuno da compatire?» ma
Mako
affermò «…no: non mi serve qualcuno da
compatire!
Mi serve qualcuno…
…in cui possa
rispecchiarmi. Riflettere il mio
destino.»…«Ihmf,
non dire sciocchezze!!...hai dei compagni, degli amici! Una famiglia
che ti aspetta a casa…IO sono veramente solo,
io…non ho
nessuno!...io non ho più una famiglia.» piegandosi
in
ginocchio «…né una casa in cui
tornare…»
…ma nulla
intaccava quella pazienza di Mako «Oh…?»
tanto che
sorprendeva anche lui, così testardo «Permettimi
di venire
con te…credimi…io…non posso tornare da
loro. Ho
fatto cose…che non me lo
permettono.»…«A
causa mia!!!»…«Questo…ormai
non ha più
importanza.» Mako sfiorava la possente spalla del guerriero
«…il colpevole, l’innocente…
…chi ha
cominciato prima…questi sono…giochi da
bambini…e
benché…
…possa
sembrare così strano anch’io…sento che
forse inizio
a
crescere…»…«Oh?»…«…lo
sento guardando te…»
Lo
carezzava «…ora, alla tua vista…di
fronte…a
un padre abbandonato…benché fosse così
potente,
fino a un istante prima…persino un ragazzino impenitente
come me
può attingere la speranza di capire quelle
cose…che solo
crescendo…si possono comprendere. La vita,
Sandmon…» smarrendo i suoi occhi
nell’intensità del sole
«…è molto
più vasta…e sconfinata di un…misero
Digivice che
si infrange, come un giocattolo rotto…»
…ora con
la coda dell’occhio guardava Suzie, che lo contemplava in
lontananza, ed i suoi lunghi capelli volavano nella brezza…
«…per
questo ora non avrà importanza il fatto che non
c’è
più ormai neanche quello a legarci,
Sandmon.»…«N-Non ti
dispiace…?» ma Mako
scosse la testa, allietato da una nuova, profonda e speciale
serenità «…queste cose…non
contano
più ormai. Non contano…vieni, appoggiati a me per
camminare. La vita anche senza un Digivice può unire due
mascalzoni come noi, permettere che l’uno…si
sostenga
sull’altro, quando fa fatica a camminare…che
Beelzemon non
avesse ragione…quando diceva…che non contavano
che il
legame. I ricordi. I sentimenti…»
Sandmon era
così commosso, che le lacrime gli annebbiavano la
vista…e
non potendo reagire automaticamente si abbandonava alla premura di
Mako, che si allontanava con lui «Ecco, bravo vieni.
Appoggiati,
dai. E fa attenzione a dove metti i piedi. Così,
vedi…?...un uomo…e un Digimon possono andar via
assieme.»…«…dove
dormiremo…?»…«E chi lo
sa…? Ma
Digiworld…amico mio, è tanto vasto, e scoprendolo
assieme
troveremo anche un luogo in cui riposare. Pazienta un po’ per
queste ferite…so che ti fanno male ma ti prometto che le
curerò, io…amo curare le ferite altrui, sulla
terra
andavo spesso…a fare volontariato all’ospedale,
ogni volta
che potevo. Con pazienza, si può guarire ogni
ferita…del
corpo come dell’anima…cosi è la
vita…
…a
che serve litigare…?»
…sparirono
all’orizzonte, nella luce intensa, uno accanto
all’altro,
uno più imponente l’altro più gracile.
Uno umano, e
l’altro digitale. Ma in fondo che differenza faceva, quando
due
amici si offrono reciprocamente la spalla, attraverso il dolore? Era
forse questo che pensava Suzie, che scelse di lasciarli andare e
lasciare a lui quel Digimon a cui aveva sempre tenuto tanto.
Il
malinconico Rubymon altrettanto li osservava andar via, come si
osservano scorrere i periodi della vita, fino ad allontanarsi. E in
fondo al cuore si ripeteva le parole udite da Mako “Con
pazienza…si può guarire ogni
ferita…del corpo e
dell’anima…”
«Ahhh!...
…ahh!» era stanco e mosso dall’affanno,
il passo di
un Digimon dal corpo ricoperto di ustioni, nella luce del tramonto, tra
le rocce aride che componevano il suo mondo. Il sole stava ormai per
scomparire fra le alture.
«Non credo…di poter!...resistere!...a
lungo!»
Erano le parole
di quella voce un tempo simpatica, ora straziata. Come suo unico
conforto e compagnia, quella foglia autunnale nella sua zampa
artigliata «Sento le energie venir meeeno…
…Takato!...ah! Amici!...
…qualcuuuno…da solo non resisto! I-Il
tramonto…
…è ormai vicino, lo sento!»
Barcollava,
trascinando il suo corpo di dati ormai consumati dal fuoco. Una sfera
di polvere informatica, piccola come una perlina, passò
vicina
al suo occhio stanco.
«H-Ho
freddo…» disse Guilmon, rimasto ormai sprovvisto
del suo
mantello, alludendo alla brezza resa più intensa dalla sera,
che
faceva volare malinconica la sfera, come dovesse essere
“l’ultima”…una sorta di
“saluto” a
quel mondo sovrastato dal globo azzurrastro, che il draghetto sentiva
di lasciare alle spalle…come lasciò quella
piccola sfera,
che volò via da lui…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 30 *** Un nuovo livello mega per Terriermon ***
29°puntata DT2
In uno dei molteplici e remoti angoli di Digiworld, si estendeva una
foresta fitta e rigogliosa. La luce del sole sembrava che non filtrasse
fra quei grovigli a metà fra piante e creature, rispetto ad
esse, ben più vigili e sospettose…il sibilo dello
scorrere dei loro rami cosparsi di spinse frusciava
nell’atmosfera, sulla quale gravava un silenzio
tombale…
Fu da
quell’umida terra che emerse Muskmon, portando con
sé
«A-Ahhh…» imbrigliato tra le sue radici,
uno
stremato ragazzo dai capelli scuri «Eccoci, finalmente siamo
arrivati nella mia casa, Henry. Ti piace? Uhmuhm…!»
La Digimon
sembrava contenta, quando lo lasciò gradualmente andare, ai
piedi di un grande albero «A-Aki, ti prego…non
resisterò a lungo, ho…la febbre
alta…»
esprimeva il ragazzo, cosparso di graffi sul viso e sulle braccia
«…permettimi di rivedere mia moglie e mio
figlio…
…se
mi vuoi bene
davvero.»…«Ohhh…amore
mio!» Muskmon si piegò su di lui «Non
devi
preoccuparti, ora sei al sicuro con me! Penserò io a guarire
la
tua febbre, preparerò grazie a queste piante un filtro che
ti
restituirà la salute! Oh…povero
Henry…»
carezzandolo con le sue mani di petali «…il tuo
viso
scotta davvero…non posso permettere che leda la pregiata
materia
che compone il tuo cervello: tu sei un genio fra gli umani, un
autentico luminare dei computer! Dovrai ristabilirti completamente, un
ragazzo come te è destinato a detenere un invidiabile tono
fisico, e a conseguire fama, e prestigio…!»
congiungendo
le mani ammirata e sognante, ma Henry stringeva i denti
«Basta!!...u-ugh!...
…basta
con questi discorsi una buona…u-una maledetta volta!...
…basta
con le ambizioni frustrate, non ne posso più!! La sola cosa
che
conta…
…n-non è la vendetta, non è la
rivalsa!...
…lo dico
anche per te…mi hai detto…di essere stata
abbandonata!»…«N-Non mi sento
più
sola!» espresse Muskmon, passeggiando nella foresta
«Ora
che sono tornata nella mia casa, al settore forestale,
è come se fossi tornata a nascere: Violetta non conta
più! Sento lontana l’eco della sua voce, qui nella
pace
dei boschi. Tutto il passato è
stato…cancellato.»
ma Henry nonostante la febbre conservava sguardo penetrante
«Magari come nel computer…bastasse solo un click
per
cancellare il
passato!»…«…uhm?»
si
volse appena la donna-pianta, per poi sorridergli ed accucciarsi presso
di lui «Non temere, Henry: ti ho promesso che da adesso non
soffrirai più a causa del tuo passato. Te lo
ricordi…?» Lo carezzava con i suoi petali, ma lui
si
scostava infastidito. Muskmon rievocava «Te lo
promisi…molto tempo addietro, all’inizio della
nostra
terapia psicanalitica. Tu avresti dovuto…azzerare il tuo
background.»…«Ahh, è stato un
errore!! Tutto
questo è stato un errore Aki, nient’altro che un
errore!!!»…«Ahh!»
balzò in piedi la
creatura e indietreggiò «Vuoi dire che tutto il
nostro
cammino
assieme…?»…«Sì,
voglio dire
esattamente questo: è stato uno sbaglio!» chinando
il capo
«Non avrei dovuto…
…darti
man forte e permetterti di ingannarmi. Insinuo piuttosto…che
se
fossi stato…un domatore di Digimon…degno anche
solo poco
così di quello che sono stato al fianco di
Terriermon…mi
sarei dovuto accorgere subito che eri un Digimon. A-Avrei
dovuto…invitarti a ragionare!» esprimeva con
rimpianto…nell’ingenuo stupore della Digimon
dall’elegante diadema…
Rea era con
Benji all’interno della navicella, abbracciava da dietro il
suo
bambino che accennava
«Mam…ma…» …e
confessava con occhi amareggiati «…ho fallito,
piccolo
mio. Non sono riuscita a salvare il tuo papà. Non ho fatto
in
tempo…» chinando il capo, nel sopraggiungere dello
sconforto «Questi nemici ci stanno battendo!...e lo stanno
portando…sempre più lontano…
…sembra
quasi che l’essere cresciuti significhi essere diventati dei
domatori molto più deboli!...che non sono in grado di far
fronte
ad avversari crudeli…cosa che invece sanno fare dei
ragazzini
inarrestabili, è la loro specialità. Ma noi non
siamo
più ragazzini, Benji…
…non lo
siamo più…da molto tempo. Da abbastanza tempo.
Questa
sembra essere la nostra disgrazia. E per questo…ci stanno
portando via…tutti coloro che amiamo…»
sfumavano le
sue parole e stava per piangere, quando fu raggiunta da una delle sue
compagne: Jeri «Rea!...
…prima…hai accennato delle cose, io sono arrivata
quando
era tardi e…non ho potuto capire!» Suo intento era
darle
conforto, per questo le sfiorò la spalla «Ma
è vero
che hanno portato via
Henry…?»…«Ah sì,
Jeri!!» si lasciò andare Rea
«E’ stata quella
maledetta di Muskmon!!»…«Ah,
ma…! Come ha
fatto?! Era qui con Sandmon, erano d’accordo,
insomma…!!
Cosa è successo?!!»…«Molte
cose, Jeri. Molte
cose…»…«Sì, ma se
nessuno me le
spiega…io qui rischio di impazzire!!» passeggiava
agitata
per la navicella «Ma si può sapere cosa diavolo
è
successo ai Digimon?! Sono regrediti tutti,
è…inaudito!» e in quel momento
arrivò Rika
«Sentite, stavamo pensando…» ma riprese
fiato con un
sospiro. La domatrice dai riccioli rossi sembrava molto stanca
«…non possiamo andarcene disinteressandoci della
situazione dei MudFrigimon.» Jeri affermò
«I
MudFrigimon li ho visti prima, si sono salvati
tutti!!»…«Sì
ma…» la
bloccò Rika, pazientemente «…non
dimentichiamoci
che non hanno una casa, hanno perduto il loro villaggio e siamo stati
noi a condurli in quel castello…
…facendoli finire dalla padella nella brace,
sfortunatamente.» Jeri però insisteva
«Ah, adesso la
priorità maggiore ce l’ha trovare
Henry!!»
Ma gli occhi di
Rika si posarono su di lei, e per qualche secondo non disse nulla. Per
poi aggiungere «Lo so io per prima…»
anche guardando
Rea «…che Henry ha la priorità ma al
momento non
sappiamo neanche dove sia, dobbiamo fare delle ricerche:
Mitsuo…e Riley ci aiuteranno con il computer,
però
dobbiamo almeno fare atto di presenza nel settore del castello e
tentare di ipotizzare una nuova sistemazione per quelle povere
creature. Anche se al momento…non me ne viene in mente
nessuna.»…«No, neanche a
me…» e Rika
«Conoscessi Digiworld, poi! Pfff…”Regina
dei
Digimon”…ancora mi ci viene quasi da
ridere.» La
giovane madre dai capelli scuri parlò ancora «Non
devi
dire così di te, Rika, non è giusto!
Comunque…anch’io sono d’accordo sul
fatto di aiutare
quei poveri Digimon: in fondo…anche tra di loro…
…ci sono
madri…figli, e padri dispersi. Non siamo gli unici a
soffrire.»…«…già…»
sussurrò Rika, mentre Jeri affermava indignata
«E’
tutta colpa di Mako, soltanto sua!! Se non avesse distrutto il
villaggio di MudFrigimon aiutato da quei Digimon immondi
adesso…non ci troveremmo nel mezzo di questi
problemi!» ma
Suzie entrò in quel momento
«Mako…è andato
via con Sandmon.» al che Jeri si volse di scatto
«Cosa?!!...e l’abbiamo lasciato andare
così?!»
Suzie incrociò
il suo sguardo. Ma Rea tempestivamente intervenne
«Suzie…i
Digimon dormono ancora?» La ragazza sedicenne
rivelò
Gummymon e Kokomon, teneramente addormentati tra le sue braccia
«Sì…sono crollati.»
Il Digimon verdino nel
suo sonno pronunciava sottilmente
«…Heeenry…»
tanto che Rea commentò «E poi dire che il Digimon
non
somiglia al suo domatore: eccomi…io sono
Gummymon…»
accennando ad allontanarsi prima dell’insorgere della
commozione
ma fermandosi, appoggiando la mano all’entrata della
navicella e
volgendosi appena, con la coscienza che forse non era il caso di
lasciare Suzie e Jeri da sole. C’era comunque Rika, la quale
chiese alla compagna dai capelli castani
«…Beelzemon?»…«…cosa?»…«…non
è tornato con te…?» ma Jeri
abbassò lo
sguardo «Akemi è a Digiworld. Ma sta poco bene,
per cui
Beelzemon la sta accompagnando sulla terra. Ci raggiungerà,
non
appena l’avrà riportata a casa!» In quel
momento
però dall’interno della navicella giunse qualcuno
«Perdonatemi se vi interrompo…»
Sguardo di
stupore da parte di Rika, e di Rea alla vista di quella Digimon dal
cappello appuntito ed i grandi occhi verdi che spuntavano dal viso
coperto. Jeri prese subito parola «Ah,
ragazzi…questa
è LadyWizardmon. Mi ha chiesto di accompagnarci,
è
l’insegnante della scuola dei piccoli Digimon che avevamo
soccorso. Siccome però loro hanno scelto di venire con
noi…io ho pensato che fosse giusto che anche lei ci
seguisse!» Rea mormorò alla compagna dai capelli
rossi
«…mi sembrava di riconoscere quella famosa
tipologia di
Digimon…ma non sapevo che ce ne fosse
un’equivalente
femminile.»…«…già…»
accennò Rika, nella stessa disposizione interiore. Nel
frattempo
Jeri si interessava con LadyWizardmon «Orphanmon e gli
altri…?»…«…sì
sono
addormentati. Certo, erano stanchi…» espresse la
maestra
con sguardo assai eloquente, chiedendo poi a bassa voce
«…e…voi? Siete…riusciti a
capire qualcosa
sui responsabili dell’attentato al
castello…?»…«Beh…»
fece Jeri, ma
poi si volse verso le compagne in attesa di quelle spiegazioni. Rika
incrociò le braccia «Jeri…devi sapere
una
cosa…»…«Che cosa?!»
ribatté la
ragazza tradendo dell’ansia
«E’…da prima che
vi vedo lanciarvi sguardi, non capisco se c’è
qualcosa che
mi tenete nascosto, maledizione!» Suzie e Rea stavano per
rispondere ma Rika le precedette «Non ti teniamo nascosto
niente,
solo che non c’è stato il tempo: tu eri
via.»…«Ma adesso sono
tornata!»…«…sì…lo
so che sei
tornata.» disse Rika «E
questo…è anche il
motivo per cui stiamo dando il nostro tempo a
Takato.»…«Perché è
ancora là
fuori, perché non viene
qui?!»…«Jeri…» Rika
avanzò verso
la compagna…un ultimo raggio del tramonto filtrò
oltre il
vetro della navicella illuminando i loro capelli e accendendo i loro
occhi «Devi sapere che Guilmon…si trovava presso
il
castello quando c’è stato
l’attacco.» Jeri
spalancò lo sguardo, e Rika confessò
«E’
morto.»…«…cosa…?...!»
(canzone: Laura
Pausini - Mi dispiace (strumentale)
) sussultò la ragazza con un filo di voce, e Rika ammise pur
stringendo i denti «Sì, purtroppo è
così…! Non c’è
più…
…ce
l’hanno portato via, Jeri. Takato lo ha perduto per sempre
e…»
…mentre
la commozione, graduale, affiorava agli occhi così guarniti
della domatrice dai capelli castani…
«…anche noi, anche a noi lo hanno strappato, per
questo ho
detto!!...»
…mentre
Suzie e Rea partecipavano in silenzio a quel momento…
«…prima…che dobbiamo tenerci
caro…ciò
che ancora abbiamo.» Rika prese le mani di Jeri
«Qui si fa
sul serio, non è più come un
tem…Jeri?!» ma
la ragazza si distaccò e camminò «State
mentendo.
Mi state prendendo in giro, Guilmon non può essere morto!...
…i
MudFrigimon mi avevano detto che si erano salvati tutti al
castello!!» Suzie però precisò
«I MudFrigimon
si sono salvati: grazie all’operato di Guilmon…e
Cindermon.»…«…Cindermon…ma
cosa ci
faceva lì, perché era al castello da sola
anziché
qui con Takato?!...
…perché se n’è andata
l’altra
notte?!!» Rea intervenne «Jeri: un
attimo…» ma
questa tagliò corto «Devo parlare con
Takato!»
uscendo dalla navicella a passo deciso e sbattendo contro Ryo che
rientrava seguito dai coniugi Yamaki…e che subito
intuì
«Ha saputo?»
Rika si
sfiorò le labbra «Accidenti…!...ma che
ho detto,
come mi è venuto in
mente…?»…«Cosa
intendi Rika?» domandò Rea. La domatrice rispose
«Stavo per dirle…”non è
più come un
tempo”…
…ma dimenticavo
che Jeri ha già provato questo. Sa come ci si
sente…di
fronte alla perdita del proprio Digimon…»
Anche Suzie
sembrava pentita, e fissando la porta d’uscita affermava
«…non sentirti in colpa,
Rika…anch’io ho
fatto lo stesso. Le stavo rispondendo in modo tagliente…ma
guardala: lei ora sente…la stessa cosa che sente
Takato.»
Rika si accostò a Suzie, per osservare Jeri in lontananza
dalla
porta della navicella…Rea, meno addentro agli eventi di
allora
volle prendervi parte, finendo così per ignorare lo stanco e
dubbioso cenno di Ryo relativamente alla presenza di LadyWizardmon.
Jeri era uscita
dal veicolo con passo spedito…ma mano a mano che avanzava
sul
terreno dissestato dalla battaglia, perdeva sicurezza,
impeto…e
assieme agli ultimi, tristi raggi del sole le venivano incontro mille
immagini della sua infanzia…
…del suo abitino verde, quando era una semplice bambina che
una
mattina aveva conosciuto…un Digimon, poiché il
suo
migliore amico glielo aveva presentato. Nei suoi occhi sgranati, nel
suo gesto di indicare il draghetto c’era così
tanta
spontaneità…la spontaneità di un
età in cui
le emozioni nascono dalle più piccole, grandi
cose…
“Ahhh, che cariiino!!”
“Che carino? Scusa Jeri, ho capito
bene?”…“E-Ehm, forse dovremmo
presentarci!”
“Hai ragione, io sono Jeri Katou. Molto
lieta.”…”Io Guilmon, lo stesso anche per
me.
E’ una tua amica, immagino.”
“Uh? E-Eh, sì. Più o meno!”
“Oh, che sbadata! Ti ho portato un regalo. Con questo sarai
ancora più carino!”…”Carino?
Che ne dici
Takato?” (“Sei un amoriiino!”)
“Uh? E-Eh sì, sì,
molto…molto carino (!)”
A Jeri ora il cuore
sembrava far male nel ricordare quell’innocente, e colorato
adesivo a forma di fiore incollato sul naso della simpatica creatura.
La stessa che si rivolgeva a Leomon, che era divenuto il Digimon di
quella bambina.
Colui che con gli artigli
aveva scavato nel suo nascondiglio, scoprendo il portale per
Digiworld…l’ingresso per quella grande avventura.
Lui la proteggeva, e
si prendeva cura di lei. Aveva sempre un occhio di
premura…come
il suo giovane domatore che sembrava tenere tanto alla sua piccola
amica…
…di
quell’amico di infanzia, ora restava a Jeri la sagoma di un
Digimon in controluce, che spalancava le sue ali di foglie incorniciato
dal tramonto…lei si stava dirigendo da lui…
…all’occasione da quei due nasceva un cavaliere,
che
volava armato di lancia contro tutti i cattivi…penetrando
nel
buio e traendola in salvo…
Takato e il suo
Digimon…il loro sorriso d’intesa, come il sole del
giorno,
quando ora il sole stava per svanire nella sera
«…Guilmon…» e lacrime di
nostalgia scendevano
sul volto della bella Jeri, non più una bambina, e non
più dal passo spedito bensì esitante,
insicuro…guardando il cielo sembrava chiedersi
perché si
doveva morire, la ragione dell’infinito ripetersi di quel
ciclo
di ingiustizia…
La piccola Jeri e i suoi amici…
Takato,
Guilmon…insieme Gallantmon…un Digimon per due
amici
affiatati…
…due,
come le due sagome sempre più vicine, entrambe alate:
Rubymon, e
Snowhitemon che gli si era affiancato, e nonostante la mole e la sua
maestosità piangeva come un bambino
«Guiiilmon…il
nostro Guilmon!» tanto che sembrava lui a dover essere
sostenuto
dal gracile principe autunnale, che però non sembrava farlo
malvolentieri «Lo sai…? Cindermon mi ha
detto…che
aveva perduto un occhio, Snowhitemon.» esprimeva Rubymon con
una
struggente tenerezza, e quel manto sempre tra le mani «Il mio
Guilmon…cieco, senza un occhio, poverino.»
versando
lacrime che brillavano nel blu della sera, ma sorrideva. Jeri si
fermò ad un passo da loro, e non palesò subito la
sua
presenza, bensì li udì parlare «Doveva
essere…dura andare avanti…» diceva
Rubymon…provando a coprirsi l’occhio sinistro, ma
Snowhitemon scuoteva il capo «No, non mi interessa e non
voglio
saperlo, non voglio sapere niente perché non è
giusto!!
Perché è tutto sbagliato, perché non
doveva andare
così, non doveva andarci così!!...
…non ci
hanno permesso di proteggerlo!!» singhiozzava il minotauro
che
dietro la sua voce rauca filtrava una sfumatura di quella squillante
del piccolo Calumon «Quando eravamo noi i suoi amici!!...noi
saremmo dovuti essere con lui!!...E INVECE CE L’HANNO PORTATO
LONTANO!!...
…perchéééééé…
…mi-mi-mi
hanno rubato il compagno di giochi, Rubymon!!...E CON CHI GIOCO ADESSO
SENZA IL MIO GUILMOOON!» Rubymon lasciò andare il
manto e
si volse di scatto ad abbracciare il minotauro, colpito dal suo dolore
«Snowhitemon…grazie! Grazie di ricordarlo
così…»…«Io non mi
chiamo
“SNOW…WHITEMON”, questo nome STORPIO, io
sono
Calumon!!...Calumon!!...
…questo
minotauro è osceno…come questo seguito che
è stato
offerto alla nostra storia. FA SCHIFO!! NON POTEVA ANDARE PEGGIO DI
COSI’!»
Rubymon piangeva
ma gli carezzava il capo «Coraggio, io…!...lo so,
lo so
Calumon…caro Calumon! M-Ma noi non possiamo parlare
così
perché…nonostante tutto lui non lo vorrebbe e noi
non
possiamo,
n-non…!!...possiamo!»…«…!!
TAKATO COME FAI AD ESSERE COSI’!!...SAGGIO, COSI’
EQUILIBRATO, IO HO SOLO…UNA GRAN RABBIA!! VORREI PRENDERE A
CALCI TUTTO!!...altro che Beelzemon, fare mille volte peggio di
lui!» Rubymon socchiudeva gli occhi, e sussurrava
«Io non
sono saggio…sopravvivo…
…c-cerco di sopravvivere, di resistere alla
notte…»
ma quando alzò gradualmente il suo sguardo…
…la
trovò lì, ad aspettarlo, con le lacrime agli
occhi
«Oh…!» sicché…pur
con delicatezza
lasciò andare Snowhitemon, e sussurrò
«Jeri…»
Jeri lo
guardò piena di dolore…e Snowhitemon capendo di
doverli
lasciare soli se ne andò rapido. Ma con un laser dal suo
diadema
disintegrò una pietra, per rabbia.
La ragazza e il
delicato Digimon si vennero incontro «Rika e gli altri mi
hanno
dell’incidente al castello, ma non è la
verità!
No…?»
Rubymon raccolse
il manto, ed avanzò verso di lei
«Cindermon…me lo
ha posto tra le mani, sembra che lo usasse per avvolgersi, negli ultimi
giorni della sua vita.» Jeri chinò il capo nel
sopraggiungere del pianto…benché cercasse di
stringere i
denti ed alzare lo sguardo per fronteggiarne l’impeto
«Questo è tutto quello che mi rimane di Guilmon,
Jeri,
quello che ci rimane…di lui.»
Il Digimon era
accanto a lei, ma guardavano nella direzione opposta. Lui verso la
navicella, lei verso l’orizzonte…ma era come in un
certo
senso se fossero occhi negli occhi, le dita di lei cercavano il manto e
lo trovarono. Jeri sembrava mordersi le labbra per non scoppiare in
singhiozzi, ma la lotta era dura…fino a che non le fu
spontaneo
volgersi verso di lui, accorgendosi che forse soffriva di
più.
Ed avanzando alle sue spalle, carezzandogli i capelli di
foglie…adagiandogli lentamente il manto sulla spalla, e
scorrendovi la mano, carezzandogli il collo…
«Perché non ci hanno permesso di rivederlo,
Takato…?» mormorò la ragazza
«Perché
non ci hanno permesso…di salutarlo?!...non avevamo
forse…
…questo diritto…?»
Lui si volgeva,
con le sue lacrime simili al sole sole a illuminargli il viso simile
alla notte. E così la luce lo
avvolse…sdoppiandosi con la
sua Digimon, e restituendo a Jeri il suo amico di infanzia. Questa
fissò Cindermon, che rimaneva nell’ombra della
sera, ma
quando lui la chiamò «Jeri…abbracciami,
ti
prego…ho bisogno di te…!» lei lo
avvolse con
amore…e lo baciò.
A Cindermon
rimase da raccogliere il manto, mentre si sfiorava le labbra
“Takato e Jeri hanno scoperto di
amarsi…” facendo un
passo indietro, e rivolgendo al cielo occhi insicuri “Allora
dev’essere questo che ho sentito…quando sono
riuscita a
digievolvere al livello mega da sola…”
Eppure quel pensiero sembrava riempirle il cuore
d’inquietudine.
Takato e Jeri si
riversavano il loro dolore, ora che c’era il buio a
circondarli.
Il buio della sera, e di un terreno dissestato dalla battaglia.
L’ombra di una Digimon dal ciuffo rosso così si
allontanò, con un manto nero tra le braccia (fine-canzone)
Una piuma nera
si adagiò su un giardino della terra, accompagnando il dolce
planare di un Digimon assieme all’insistente abbaiare di un
cane
che si era destato, sebbene loro non avessero fatto rumore. Akemi tra
le sue braccia «O-Oh...oh?» dischiuse gli occhi in
quel
momento, ed ebbe un sussulto nel cuore
«…cucciolo!!»
al quale si sovrapponevano le parole del Digimon «Perdonami
piccolina, ma ho preferito portarti a casa prima che al tuo convento:
era bene che tuo padre fosse informato che eri al sicuro.»
Si udì
infatti una voce un po’ nasale «Che ti prende a
quest’ora, per la misera, che hai da abbaiare?
Ohhh!!» che
accompagnò l’uscita dalla porta a vetri di un uomo
in
vestaglia, il quale appena li vide si portò le mani alla
bocca
«Ake---!!!...
Akeeemiii, forse sto sognando!»
Beelzemon
salutò con un educato sorriso
«O-Oh…buonasera
signor Ayami. Mi perdoni per
l’ora.»…«AKEMI!»…«Papà…»
disse debolmente la ragazza in abito da suora, quando il padre giunse
da lei inondandola di lacrime «AKEMI SEI TORNAAATA,
PICCOLA!» Beelzemon rispose al posto di lei
«Già,
e…può star sicuro di una cosa: ha una figlia
molto
coraggiosa.»…«Ahhh! A-Akemi! Come
stai?»…«…bene
papà…»…«M-Ma!»…«…non
impressionarti se non posso
camminare…»…«C-CHE COSA?!
Come?!»…«Non farci caso:
è-è normale
che sia così…lascia che Beelzemon mi porti al
convento.»…«N-Non se ne parla
nemmeno!!»
protestò Ayami, puntualizzando «Tu adesso entri
qui, a
casa tua, e-entrate entrambi è casa vos---»
…ma
le sue parole furono interrotte dall’arrivo di qualcun altro
dall’interno nella casa: un uomo dagli occhi infossati e lo
sguardo serio e stupito, che Beelzemon riconobbe immediatamente
«…!! Lei?!» e non fu una bella sorpresa.
Intanto
Ayami parlava a sua figlia tra le lacrime «P-Piccola Akemi!
Quanto mi hai fatto preoccupare, quando quel vortice ti ha ingoiata ho
creduto…h-ho creduto che…wahhhhhhhhh!!! M-Ma che
ti ha
fatto l’aria di quel mondo, tesoro mio? Oh mio
Dio…v-vieni! A-Adesso ti aiuto a sistemarti come quando eri
piccola e-e…i-il tuo-il tuo Digim-» ma Beelzemon,
dopo
aver incrociato lo sguardo del padre di Jeri, abbassò il
capo e
disse «…signor Ayami, io le ho riportato sua
figlia ma a
questo punto…penso sia meglio che torni a Digiworld. I miei
amici mi aspettano.» ma l’uomo baffuto si oppose
«M-Ma come, Beelzemon?! N-Non vuoi fermarti un poco da noi?
Giusto un
attimo!!»…«Non…credo che sia
il
caso…» e stava per volgere le spalle…
…ma
lei lo chiamò con un filo di voce
«…Beel…zemon…»
Tanto che lui
ebbe un sussulto al cuore…e non poté fare a meno,
sullo
sfondo dell’abbaiare del cane, di volgersi
un’ennesima
volta verso quella casa dal giardino e dalla porta a vetri, quella casa
accesa anche di notte, quella casa che seguitava a richiamarlo anche
quando lui se ne voleva andare «Beel…zemon non
lasciarmi…»…«…Akemi
mia…»
tremò il Digimon d’emozione, e Ayami gli prese la
mano
«Ascolta…Beelzemon dico sul serio: n-non potrei
mai
esprimerti la mia gratitudine per avermi riportato la mia bimba sana e
salva, n-neanche…se mi mettessi in ginocchio!
Però lo
faccio: ecco vedi? Grazie Beelzemon! Saremo persi senza di
te!»…«M-Ma cosa fa…no, per
carità, si
alzi. Va bene! Va bene, vengo dentro con voi!»
Akemi si accese
in un sorriso di sollievo, e anche Ayami fu contento
«Ptsss…non fare caso alla sua presenza: il signor
Katou si
è trasferito qui dal giorno del matrimonio, o
meglio…del
mancato matrimonio. Ma posso assicurarti…che non
è
più lo stesso da allora: la lontananza da sua
figlia...»
…mentre
quell’uomo dall’espressione scura non smetteva di
fissarsi
col Digimon…
«…forse sta ripetendo uno di quei
miracoli…c-che
solo la vostra presenza è in grado di portare!
Quell’uomo
forse sta cambiando…voi Digimon ne siete gli artefici:
vieni! Ti
prego, non sai quanto vorrei che anche solo per poco tu e Akemi foste
di nuovo in questa casa, come un tempo! Mia moglie ora che ti
vedrà rimarrà a bocca aperta. E poi Beelzemon,
io…ho bisogno di sapere, francamente. Notizie di mio figlio!
Dov’è il mio Mako? Se non è tornato con
voi devo
presupporre che la situazione…sia…!!...»
Beelzemon
chinava il capo, così come Akemi socchiudeva gli occhi con
sconforto. Parole del Digimon furono «Ora…che
saremo
dentro anche con la signora, ve lo spiegherò con calma. Ve
lo
prometto. E grazie! Grazie…
…per
l’ospitalità.»…«Ci
mancherebbe, questa è casa tua! E poi…non hai
sentito la
mia bambina?...desidera anche lei che tu ti trattenga un po’,
non
vorrai mica deluderla!»…«I-Io? Oh no,
non di
certo!»
Così
Beelzemon, nonostante…la vita e i tanti cambiamenti che gli
suscitavano una buona dose di imbarazzo, si decise a farsi strada un
ennesima volta verso quella casa così speciale per lui.
Teneva
le mani infilate nelle tasche del giubotto, e le ali abbassate dietro
la sua schiena, quando costeggiò il padre della sua attuale
domatrice, e si fissarono intensamente…
Takato e Jeri si
apprestavano a rientrare nella navicella dopo quel momento di profonda
condivisione «Prima…ho sentito Rika.»
illustrava
Jeri con tono permeato di cautela, sfregandosi le mani
«Sembra…che passeremo dai MudFrigimon, per offrire
la mano
alla loro popolazione. In questo modo
però…sarà
inevitabile passare davanti al luogo
dell’incident…»…«Voglio
vederlo e poi
non è stato un incidente!» affermò
Takato con
decisione, che assottigliava i suoi occhi su cui le tracce del pianto
spiccavano nel pallore «Guilmon…lo hanno
sotterrato i
nostri nemici, e io ho il diritto di tornare dove è morto,
ne ho
il diritto!! Io…sono il suo domatore!» Jeri si
mostrava
titubante relativamente a quell’argomento, ma in quel momento
si
avvicinò Cindermon «Takato…penso
sinceramente che
sia un’ottima idea, le cose…meglio guardarle in
faccia che
immaginarsele per anni, dammi retta.» La ragazza digitale
aveva,
come gli altri, un tono affaticato ed era pallida in volto, ma
ciò nonostante si sforzava a sostenersi in piedi
«Io…con mia madre non ho mai potuto capire bene
cos’è successo…e non è
piacevole. Se poi a
ciò dovessi aggiungere alcune cose che ho
sentito…»
«Dici
bene, esatto! “Alcune cose che ho
sentito”…!»
scandì Jeri con decisione ed avanzò verso la
«Uh?» alquanto stupita ragazza digitale, fissandola
in modo
penetrante «Ho sentito che tu eri lì quando
c’è stato quell’attacco: sapresti
spiegarmi per caso
il PERCHE’, di grazia, non eri assieme a
Takato?!»…«…come…?»
mormorò Cindermon corrugando l’espressione, e Jeri
infierì con stizza «Non far finta di non capire,
sto
parlando molto chiaramente!»
Takato
accennò
«Jeri…Cindermon…» ma la prima
delle due insisteva «Voglio una spiegazione del
perché
ieri sera te ne sei andata nel bel mezzo della
notte!»…«CooOOsaaa?!!! Ma sto sentendo
bene, o forse
mi sto immaginando?!! No, eh!!!» mise la mano avanti, ma Jeri
gliela abbassò «Che diavolo sei andata a fare, sei
un
Digimon, non te lo ricordi?! Il tuo dovere è restare sempre
accanto al tuo domatore, con questi fuori-programma si creano solo
problemi alla squadra!!»…«C-Che cosa
dic-tu devi
essere sconvolta, perché soltanto una
persona…d-del tutto
fuori dal contesto in cui si trova potrebbe uscirsene con una cosa del
genere: FUORI-PROGRAMMA?!! Senti, a me mentre ieri notte tu eri
altrettanto a gironzolare…demolivano il castello, buttavano
giù la casa!!»
Takato le
guardava appenato, ma in quel momento fu raggiunto da Rika, che gli
pose la mano sulla spalla «Takato…dimmelo
chiaramente se
non te la senti.» e Ryo «Noi l’abbiamo
solo
ipotizzata come tappa…ma capiamo la
situazione…» Il
ragazzo accennò «No, io…l’ho
già detto
a Cindermon, voglio vedere con i miei
occhi…ma…»
orientando però il suo sguardo verso le due. Anche i due
domatori appena giunti le osservarono.
«E
così sei andata lì, poi, hai fatto di testa
tua!!»
esclamava Jeri «Quando sapevi benissimo che gli accordi erano
altri, avevamo detto che ci saremmo andati tutti
assieme!!»…«Senti, non accetto queste
critiche
proprio da te!!» ringhiò Cindermon fulminandola
con gli
occhi «Chi ti ha visto? Chi ti ha sentito?! Sei arrivata qui,
candida candida a fatto compiuto!»…«Io
non devo
rendere conto a te di ciò che vado a
fare…!!»…«Ah tu a me no ma io
a te
sì?!»…«Ascolta!!...»…«E
lasciami il
braccio…!!»…«…io
sono qui
da molto più tempo di te, per tua informazione, sono
diventata
Digimon Tamer molti anni fa e sono anche…!!»
accennò rivolgendo lo sguardo a Takato, il quale
però
supplicò «Ora basta, vi prego!!» e anche
Ryo
«Finitela dai ma vi sembra il momento?! Non abbiamo
abbastanza
problemi?!»
Cindermon
scandì «Tu non puoi sapere i motivi che mi hanno
spinta a
andar via ieri notte NON LI PUOI SAPERE perciò il tuo
giudizio
sul mio operato ti informo che non lo
tollero.»…«Facili da immaginarsi, i
“motivi”: mettersi in mostra, fare sempre la bella,
la
prima donna, l’eroina della
situazione!»…«SENTI UN PO’,
TU!! Modera i
termini, guarda: mi sono fatta tra ieri e oggi due incendi e ho visto
cose che avrei preferito non vedere, giusto per lasciarti
intendere…che non è
giornata…»…«Se non lo
è per te ti puoi
figurare quanto lo è per me! Oggi per tua cronaca ho perso
un’amico!!» esclamò Jeri con le lacrime
agli occhi
«Un caro amico, che faceva parte della mia infanzia, e non
è la prima volta che perdo un
Digimon!»…«ANCH’IO HO PERSO
UN…!!!...
…DIAVOLO,
Mmmm…!!!»…«Tu non lo
conoscevi Guilmon!! Io
sì!»…«PURE IO L’HO
CONOSCIUTO!»…«PER PORTARLO ALLA MORTE,
CON LE TUE
DISORGANIZZATE ALZATE DI TESTA! SE FOSSI RIMASTA COMPATTA CON LA
SQUADRA QUESTO NON GLI SAREBBE ACCADUTO!» ma Takato non si
trattenne e giunse fra loro «BASTA, HO DETTO!» ma
le
conteneva a sentento: Cindermon sbottò «MI STAI
ACCUSANDO
ma tu sei pazza, bella mia, sei malata adesso te la faccio vedere
io!!»…«E TU SEI UNA CRETINA,
UN’IDIOTA! UNA
PRESUNTUOSA E NIENT’ALTRO!!» e si stavano
afferrando per
gli abiti se Takato non avesse strillato «CINDERMON LO HA
FATTO
PER ME!» (canzone: Steps
- Why)
Parole che spinsero Jeri a indietreggiare
«Cosa…?»
Takato
affermò «Sì!!...lei è andata
ieri notte al
suo palazzo…
…non
perché le interessasse riconquistarlo ma perché
aveva
scoperto che Guilmon si trovava lì! Lei
sapeva…»
mentre la sua voce si arrochiva nel dolore «…c-che
era
stato preso in un brutto giro, che i nostri nemici lo avevano reso il
Supremo a capo…del loro piano di conquista,
sicché…h-ha cercato di liberarlo da sola,
perché
non aveva intenzione di farmi soffrire, qualora avessi scoperto la
verità su di lui! E’ vero, Cindermon?!!»
Ma agli occhi
della Digimon stavano affiorando le lacrime, sicché
girò
la schiena mormorando «Io non confermo certe cose che
faccio.» procedendo verso l’interno della navicella.
Jeri avvertì un
improvviso disagio nel trovarsi gli occhi addolorati di Takato di
fronte, abbassò lo sguardo e si sfiorò i capelli,
a
parlare fu Rika «E’ vero! Lei non lo conferma: ma
lo faccio
io. Cindermon…ha rischiato di morire ed essere acquisita,
non
merita di essere accusata…Jeri. Se ti dovessi descrivere lo
stato in cui è tornata questa mattina…
…sono lieta che almeno per te non sia stato altrettanto,
quando
ti sei allontanata per cercare
Beelzemon.»…«I-Io…non lo
sapevo!» disse
la ragazza che non riusciva a guardare i compagni. Takato tese la mano
«Non fa niente…Jeri…adesso, la sola
cosa che mi
importa, è che ci sia armonia fra noi: vi supplico, sono
già abbastanza…distrutto per Guilmon.»
Jeri
pescò frettolosamente nella sua tasca e si accese una
sigaretta
«N-Non lo sapevo…mi
dispiace!»…«Jeri…»
provò a
parlarle Rika, ma Jeri si sedette a fumare da sola, visibilmente scossa
dal tremore, e con espressione rattristata.
Cindermon proseguiva
verso l’interno, ma a metà strada il pianto
proruppe e
Suzie le venne incontro «Cindermon! Ma…che cosa
hai fatto?
Prima ho sentito…strillare tu e
Jeri!»…«Senti
io…ho esaurito le risorse, d’accordo!
Perché
finché è prassi io sono buona e cara ma adesso
sinceramente anche con la gente matta non mi ci metto a combattere,
specie dopo una giornata come oggi!!»
Suzie si sporse appena per
guardare nell’abitacolo attiguo…mentre la
navicella si
metteva in moto…
Cindermon, appoggiata al
finestrino, aveva le lacrime che le scolavano sul viso, tanto che Suzie
la raggiunse «Dai…non fare
così.»
carezzandole la testa, mentre la Digimon tirava su col naso
«Se
ti dovessi descrivere anch’io come mi sento…e poi
ci sono
passata anch’io, so cosa significa litigare con
Jeri.»…«Ma quella è
ma-cioè Suzie
adesso parliamoci seriamente, quella ha qualche problema, non
è
normale, è BACATA!»
Suzie sospirava ed accennava un paziente sorriso…
…mentre
Takato, con discrezione, sedeva accanto a Jeri
«…ti prego,
non fare così…non è successo niente.
So che
siamo…
…soltanto
i pezzi di noi stessi, adesso, su questa navicella! E’
difficile
per tutti…basta che…restiamo uniti!»
Ma Jeri
non riusciva a guardarlo…smarriva i suoi occhi tristi oltre
lo
scenario che scorreva, sorseggiando la sua sigaretta e versando
lacrime…
«Amore mio!...
…so quanto anche tu eri affezionata a
Guilmon…»
disse Takato prendendole dolcemente la mano «E ti ringrazio
per
starmi così vicino…»
Ma neanche questo bastava per confortarla…Jeri
ribadì
solo un sussurrato «Mi dispiace,
Takato…» mentre
tremava la mano che sorreggeva la sigaretta…
Cindermon si sfogava «NON TI DICO CHE E’ ARRIVATA A
DIRMI…!»…«Uhm. Se ti dico che
ha detto a me
ieri sera!»…«…CHE IO HO FATTO
MORIRE GUILMON,
che è stata tutta colpa
mia!»…«Uhm,
competitiva, la signorina qui accanto a
me!»…«Io?!»…«Beh,
ammettiamolo:
tu hai Guilmon sulla coscienza, io…mio fratello! Sono stata
una…ragazzina viziata con la fissa dei soldi e
nient’altro
per tutta la mia crescita! Con la mia incoscienza ho fatto allontanare
Henry ed è colpa mia se adesso è finito vittima
dei
nemici, perché se avessi avuto un carattere più
forte
sarei riuscita a far svoltare la
situazione!»…«CCCHE?! Beh, non ci
è andata
leggera neanche con te! Ma…secondo te è giusto,
farci
giudicare così il nostro operato, il nostro cammino? Ohi, ha
avuto una dignità
eh!»…«…è
quello che le ho detto anch’io. Ma che vuoi farci…
…sarà banale dirlo…ma Jeri ha sofferto
molto…»…«H-HA…SOFFERTO
MOLTO
perché noi non abbiamo sofferto! Noi abbiamo avuto una vita
FACILE & FELICE, da cartolina! Pubblicità con tutta
la
famiglia conteeenta!»…«Ah, lo so
Cindermon.
Però ti posso assicurare che non cambierei il mio passato
con il
suo, perdere tutto senza mai avere avuto davvero
qualcosa…è ciò che di peggiore possa
esserci. Noi
almeno, anche se brevemente, siamo state felici.»
Cindermon era un
po’ allibita «…a-ah beh!...beata tu che
ci riesci, a
me mi girano proprio di santa ragione! Non sarà
che…d’accordo è tutto come dici tu, sei
una ragazza
fantastica!»…«Figurati!» Suzie
alzò la
spalla con umiltà «Cerco solo di
ripetermi…
…le cose
in cui finora ho sempre creduto. In cui spero di riuscire ad affondare
ancora la mia fiducia, almeno in questo modo…mi resta
l’illusione che niente sia mai cambiato realmente.»
allontanandosi, mentre Cindermon commentava «Va bene, io a te
ti
lascio tutti i dovuti onori ma seguito a pensare che
c’è
qualcosa che davvero non funziona: ok finché siamo tutti
imperfetti, ma anche con la gente psicotica adesso io proprio non ci so
trattare, ammetto il mio limite!...
…e
adesso? Senti…? Fuma. Si è accesa la sigaretta, e
qui
manco si potrebbe fumare tra l’altro!»
Cindermon si
alzò…mentre Suzie spiegava
«Fumare…per Jeri
è la maniera di scaricare i suoi dolori.»
La Digimon si diresse a passo cauto a spiare nell’altro
abitacolo.
E lo vide mentre le teneva la mano, benché lei non lo
guardasse…
«…il
bello è che Takato la sopporta…lui ce la fa a
reggere il
fumo passivo. A me invece dà un fastidio! In questo momento
dovrei spararmi qualcosa di alcolico al massimo, altro che
fumare!»
Takato però
distendeva il capo sulla spalla della ragazza, e socchiudeva i suoi
occhi provando a dormire. Jeri sentì una contrizione di
tenerezza, e dolore.
E Cindermon, con viso incerto, si allontanò (fine-canzone)
Sulla terra…
«Ecco, brava figlia mia! Disteeenditi nel tuo
letto…!»
Akemi socchiudeva gli occhi,
mentre il padre le accarezzava la fronte «Fra poco
verrà
il dottore, ma non dovrai preoccuparti di nulla! D-Di nulla, capito
piccolo tesoro?»
…ma lei, seppur
così stanca, così fragile, ancora disegnava sul
suo viso
il sorriso complice di una bambina, rivolto a quel Digimon alato
accanto a sua madre: la signora Ayami era una donna dai tratti distinti
e dall’aspetto gradevole, senza dubbio colei da cui Mako
aveva
ereditato i suoi capelli rossi e ondulati «Non
immagini…il
regalo che hai potuto farci, Beelzemon. Anzi, piccolo
Impmon.»…«Ma…che cosa dice,
signora…?» allargava le braccia il Digimon
«Lo sa
quanto mi stiano a cuore Akemi e
Mako…»…«Lo
so. Siete cresciuti assieme. E quando è
così…niente può spezzare questo
legame!»…«…coraggio…non
faccia
così…» la invitava lui con dolcezza,
poiché
la donna stava per piangere «Se soltanto…sapessi
tutto
quello che stiamo attraversando! Non riusciamo a farcene una
ragione…nostra figlia malata, m-mi domando…quando
ci
abitueremo! Quando ormai
sarà…?»…«No
non dica così, la prego!»…«Ma
purtroppo
è inevitabile!!...» gemeva la donna, fra le
braccia di
Beelzemon «E allora ci chiediamo: ma se ancora il solo
fatto…che non possa correre, e vivere come le altre ragazze
è così ostico da ammettere, allora quando saremo
di
fronte alla realtà come
faremo?!!!»…«Shhh! La
prego.» gemette il Digimon «La capisco,
però…la prego! Akemi non deve
sentirla.»…«P-Perdonami…ma
ora non
c’è mio figlio qui accanto a me, a cui
posso…confessare il mio dolore! Vederti…mi
conforta
perché so che se c’è qualcuno che si
ricorda i
sapori, gli odori, e i suoni degli anni in cui ancora eravamo felici
questo sei tu!»
Beelzemon
era commosso, ma tratteneva le lacrime, e con i suoi artigli carezzava
il capo della donna «…sì…
…io
c’ero. Ero seduto…su quel divano. Amavo molto la
sua
cucina, lo sa signora Ayami?»
…mentre
il marito della donna stringeva la mano della figlia quasi
addormentata, dicendole «Non ti lascio a quelle monache
rapaci,
no!!...
…non ti
faccio portar via da loro. Ti tengo qui, del resto chi può
impedirmelo?! Sono tuo padre…» ma accanto a lui si
fece
Hajime Katou «Andiamo, Ayami. Ora non cominciare proprio tu a
fare questi discorsi,
eh?»…«Oh?»…«La
sua casa è
quella. Quella è la sua vita. Dopo…che hai detto
a me
tante volte di lasciare mia figlia libera di
scegliere…proprio
tu vuoi metterti a fare…ciò che facevo
io?»…«Uhmf? Hai ragione…dura
da accettare ma
pur sempre la verità.» ammise Ayami asciugandosi
gli
occhi, e descrivendo «Akemi ha un’altra casa: e
nonostante
le prospettive così poco ottimistiche sul suo
futuro…ciò non significa che non debba
vivere…come
un essere umano libero, dannazione!» Quel padre dal volto
tanto
serio si lasciò scappare un gesto d’affetto, ed
appoggiò la sua mano sulla spalla di Ayami
«Andiamo.
Coraggio…lasciamola dormire, ne ha bisogno. E’
stata…tanto coraggiosa, come ha detto Beelzemon.»
«Oh?» Beelzemon restò colpito dal venir
menzionato,
e la signora Ayami si fece da parte tornando da marito e figlia, per
permettere al padre di Jeri di confrontarsi con quel Digimon
«Dimmi sinceramente…tu stai viaggiando con loro:
come
sta?»…«O-Oh? Si riferisce…a
Jeri?...bene.
Stia tranquillo…
…da
quando l’ho portata con me a Digiworld, Jeri sta lottando con
molta determinazione, e senza alcuna riserva. Ci sta
aiutando…a
salvare il mio mondo. E sta aiutando me…ad essere un Digimon
migliore.»…«…e
così Jeri è
divenata la tua domatrice prendendo il posto di Akemi.» ed
entrambi rivolsero uno sguardo alla ragazza addormentata nel letto
«Evidentemente…questo era il destino.»
disse Hajime
Katou continuando «Non sai quanti anni sono che questa parola
continua a ronzarmi nella testa. E lo stesso per mia figlia: non
sappiamo dove questa…linea infinita ci sta conducendo, e non
ti
nascondo che talvolta…ci sentiamo smarriti. E ci perdiamo
persino fra noi.»…«Oh…quanto
a questo, non lo
dica a me.» ammise Beelzemon chinando appena il capo, mentre
il
padre di Jeri ne scrutava lo sguardo «…stai
parlando sul
serio? Dunque…neanche una creatura…con il tuo
aspetto e
le tue potenzialità riesce a decifrare i misteri della
vita…meglio di noi umani? In un primo momento lo si potrebbe
pensare.»…«…in un primo
momento, signor
Katou. Ma poi, chi ci conosce da vicino, scopre che noi
Digimon…non siamo diversi da voi.
Nasciamo…cresciamo.
Sognamo. Soffriamo…» alludendo ad Akemi
«…amiamo. Tutte queste cose si mescolano,
come…i
partecipanti ad una grande, frenetica battaglia: e non si sa
più
chi ne uscirà vincitore. Se…l’amore, o
la
sofferenza. L’intensità dei sogni…o le
consapevolezze dell’età adulta. O
ancora…se tutto
questo andare avanti sta per…riavvolgere il nastro e
ritornare
invece alla nascita. La Città della
Rinascita…»…«Oh?»…«Così
chiamano il luogo mistico…dove la nostra specie si rigenera.
Ora
non voglio annoiarla con leggende del mio mondo
ma…»…«No, no:
continua…te ne
prego.»…«Signor
Katou…» si stupì
Beelzemon, quando l’uomo gli prese le mani svelando
«E’ il mondo dove ora si trova mia figlia. E
benché
possa sembrare strano…anche lei è la
mia…piccola
Jeri. E’ come per Ayami sua figlia. E io…
…mi
sento molto in colpa. Perché temo di avere sbagliato di
nuovo
con lei. Di averle rovinato la crescita…dopo averla lasciata
indifesa a fronteggiare la morte di sua madre. Ti prego, se hai qualche
frammento di saggezza che ti giunge dal tuo
mondo…illuminami.
Perché così possa riaccoglierla nel modo
più
adeguato, quando tornerà: la prima volta…nemmeno
mi feci
trovare.»
«…come vuole…
…come desidera signor Katou…» rispose
Beelzemon con
gli occhi fissi su Akemi addormentata, alla quale il padre e la madre
avvicinavano quel vecchio orsacchiotto di
peluche…perché
sembrava richiederlo…(canzone: Alessandra
Amoroso - Difendimi per sempre)
«E’
così, Aki…» affermava Henry
«Avrei
dovuto…bucare la diffidenza nei tuoi occhi, saper cogliere i
tuoi dolori! Da piccolo…mi ero promesso che sarei stato un
grande domatore, che avrei messo i Digimon al primo posto! I loro
bisogni, le loro esigenze…
…le
loro sofferenze. Volevo impegnarmi per loro! Ricordo…pochi
giorni prima di separarmi da Terriermon avevo pensato che una volta
sconfitto il D-Reaper…mi sarei rimboccato le maniche e avrei
dato tutto me stesso per aiutarvi nei problemi rimasti irrisolti della
vostra specie!»
Quella Digimon
dall’aspetto di pianta era attonita di fronte a quelle
parole,
che portavano il cuore del ragazzo a brillare ancora una volta,
nonostante la febbre, ed il buio che abbracciava i rovi di quella
foresta oscura «Volevo essere come mio padre…
…qualcuno in grado…di tramutare sogni
all’apparenza
possibili in realtà! Per gli uomini eravate delle
illusioni…ma qualcuno ebbe il coraggo necessario per credere
in
voi e così vi creò: i Digimon…
…una tappa epocale…del tratto che costituisce le
emozioni
e i sentimenti, della crescita di un essere umano…
…un marchio…destinato a non eclissarsi
mai!»
Muskmon
avanzava verso di lui, che enunciava «I Digimon…un
emblema
del nostro tempo, e della forza inarrestabile di unione e amicizia!
Questa è la vostra specie, e se la tua domatrice non te ne
ha
mai parlato ora lo faccio io!»…«No!
Lei…n-non
me ne ha mai parlato! Non…di recente almeno.»
piegava il
capo insicura la Digimon «Allora apri quelle orecchie,
Muskmon!!» affermava Henry con determinazione,
benché la
febbre gli procurasse affanno «Io ti posso
testimoniare…contro tutte quelle esortazioni di fronte a cui
mi
hai posto nel corso della terapia, che dimenticare i Digimon
è
impossibile!!»…«Ahh!»…«Loro…entrano
dentro di te…anche se sembrano accoglierti in loro, quando
biodigievolvi. Ti attraversano l’anima…ti cambiano
per
sempre. Guarda come sono intricati i rovi di questa foresta!
Ebbene…anche voi Digimon siete un intreccio! Un intreccio di
mani, che si sostengono le une con le altre, assieme a quelle degli
esseri umani! Gli eterni detentori di quei messaggi…
…di
incoraggiamento senza i quali la crescita di un giovane terrestre
sarebbe arida, come una pianta…che non può
giovare della
luce del sole! Non posso credere che tutte queste verità ti
siano indifferenti: hanno fatto storia! E benché fossi
confuso…
…non è la prima volta che ne parliamo.»
Muskmon, che gli dava le spalle, si volgeva appena, timorosa nello
sguardo perché sapeva che gli occhi di Henry vi puntavano
«Io ti ho vomitato tutto quello che sentivo, pur
nell’agonia della mia incertezza! Il momento del bivio
è
sempre delicato: cosa faccio? Sono a un passo dalla vita vera, ora non
sono più un bambino! Seguo gli insegnamenti che ho ricevuto?
Oppure li relego in un angolo, perché sono favole? Se per
caso
sbaglio…è finita! Non sarò mai un
uomo…
…uscire da qui…è la prova
peggiore…è
come il labirinto di un videogioco, e hai due vie: sai che una ti
conduce all’uscita…l’altra alla trappola
che ti
seppellirà. In questi casi…
…soltanto se hai dei veri amici, che sanno quanto hai amato
e al
contempo quanto sei fragile…puoi trovare la chiarezza
necessaria
per compiere il passo decisivo. Ma talvolta neanche questo basta:
poiché non ti fidi…credi di essere migliore, o
forse temi
che qualcuno di loro lo sia e non lo vuoi accettare! Ciò non
fa
che prolungare l’agonia…e propagare le sofferenze.
Ma alla
fine…se c’è stato qualcosa di vero a
fondamento di
tutto…non può astenersi dal riemergere, eruttare
come un
vulcano! Io l’ho sentito…mia sorella che
biodigievolve, le
voci del mio Digimon e di mia moglie che si intersecano e si
sovrappongono! Anche se mi avete allontanato da loro…un
bambino
è ostinato! E riaccomoda l’antenna televisiva in
mille
modi, pur di non perdersi il suo cartone preferito! E quel
bambino…sono io! Questa volta sono finalmente felice di
esserlo.
Perché solo accettando il bambino che è in noi
potremo
veramente diventare grandi!»
«B-Bambino?!...no! L’infanzia non è
altro che una
menzogna ingannatrice!!» esclamò Muskmon
portandosi al
capo le mani di petali «Perché devi dire
così,
Muskmon?!»…«Perché…io…l’ho
incontrata quando era solo una bambina, lei fingeva di volermi bene!!
Ma poi si è trasformata in un essere…freddo ed
egoista.
Di quella bambina è scomparsa ogni
traccia!»…«Terriermon…potrebbe
dire le
medesime cose di
me.»…«Cosa?!»…«Vogliamo
forse
parlare di come l’ho trattato, suggestionato dalle tue
parole…? Ma non voglio addossarti una colpa che è
solo
mia, Muskmon, è solo per spiegarti che ci accomuna la stessa
situazione: la crescita trasforma inevitabilmente, e la sofferenza
può indurire il cuore e accecare gli occhi! Se la tua
domatrice
è cambiata tu non commettere i suoi stessi errori, stringi i
denti! E continua a credere nella sua parte buona…sei un
Digimon! Fa come Terriermon…che nonostante tutto ancora
parla
sottovoce a quell’Henry che se n’è
andato lontano.
Mi piacerebbe farvi conoscere, sai…?
Avreste…tanto da
condividere…»…«Ora basta, non
seguitare a
manovrarmi con le tue parole!! Sei molto astuto, ma io non sono
così
ingenua!!»…«Veramente…sei
sempre
stata tu e solo tu ad aver cercato di manovrarmi! Hai approfittato
della mia fragilità…questo devi
ammetterlo!» ma lei
fece un sorriso «Io ti amo, Henry…»
avanzando, e
carezzandogli il viso «E non permetterò
un’altra
volta, ad un’altra domatrice di passarmi avanti: non
cederò a tua moglie l’amore che puoi
offrirmi!»…«M-Muskmon io…io
non posso amarti!
Nel mio cuore c’è solo Rea-ughhh!» ma
una radice lo
strinse al collo «Cancellerò quella
ragazza dalla
tua memoria, puoi starne certo…quando eliminerò
lei e i
suoi dati dal tuo cuore, tu amerai solo
me!»…«Io…n-non sono un
computer. Le variabili
informatiche…non potranno mai spiegare la vita.
Mai…!!» scandì il domatore dai capelli
scuri…
…ma gli
occhi della Digimon lampeggiavano di determinazione «Io ti
assicuro…che riuscirò nel mio intento: stavolta
sarà una Digimon a vincere. E voi terrestri dovrete solo
piegarvi al suo volere!» (fine-canzone)
All’arrivo
del fascio presso i resti del castello, c’era già
un
grande movimento di Digimon che si stavano adoperando per circondare la
zona.
I Digimon Tamers
smontarono dalla colonna luminosa teletrasportante con grande
dignità. Nel loro sguardo, malinconico e intenso, si
rifletteva
l’affetto per un amico perduto.
Scese anche
lui…sotto le stelle di quella notte era un ragazzo avvolto
da un
manto scuro. Lo aveva indossato, per sentirlo più vicino. Da
dietro il cappuccio spuntava il suo viso pallido, e la frangetta
picchiettata di biondo sfiorava i suoi occhi segnati. Ma ancora, con
forza e integrità, avanzava…attraverso le luci di
moltissime sirene che in realtà erano veri e propri Digimon,
dalla forma di lampadine arancioni roteanti. Sembravano gli addetti
alla sicurezza «Voi lì in fondo,
allontanatevi!»…«…pronti ad
arginare!»
erano alcuni fra i (molti) ordini che echeggiavano da un lato
all’altro…
…ma
il ragazzo avanzava oltre loro, verso il castello crollato, come un
fantasma…
I domatori erano
fermi, in un gesto di tributo, ma gli sguardi iniziavano a vagare
poiché bisognava fare qualcosa, al che Ryo
sospirò, e
sentendosi investito della responsabilità ruppe il silenzio
benché gli costasse fatica
«Eh…sì,
allora…! I MudFrigimon recuperati dal villaggio,
dunq…ahia! Sss…!» Rika si volse, e Rea
chiese
«Cosa c’è, Ryo?» vedendo che
il compagno si
massaggiava la testa «No, niente è
che…la
stanchezza, però adesso…!» ma Mitsuo lo
raggiunse,
e gli pose le mani sulle spalle «Ryo, Ryo: guarda
che…nessuno qui ti ha scaricato tutti i
compiti.»…«…lo so, Mitsuo,
però…che vuoi
farci?»…«Però
niente: adesso…voi riposatevi, avete combattuto!»
Il
domatore quasi rise «Eheh! Cosa…?
Riposarci?!»…«Esattamente: riposarvi! E
adesso ce ne
occupiamo io e Riley, non siamo qui per sfruttare le vostre
energie!» Riley intervenne «Mitsuo ha perfettamente
ragione, e poi non dimenticatevi…che avete perso un
amico.» e alludendo a Takato disse
«Stategli
vicino…» tanto che Ryo chinò il capo
«…forse hai ragione, Riley…»
I compagni ne
convennero con lo sguardo…ma mostravano grande rispetto per
la
solitaria avanzata di Takato verso le macerie.
I coniugi Yamaki
si accostavano ai MudFrigimon, ma Riley si lasciò sfuggire
«Senti…sono in pensiero per
Hideki.»…«…anch’io…ma
ora non
possiamo chiedere alcunché ai ragazzi, dobbiamo arrangiarci
noi.» La moglie non disse nulla, ma era d’accordo.
Cindermon era rimasta
accanto a Suzie…ma il suo sguardo spontaneamente si adagiava
su
Jeri, che al contrario delle sue aspettative restava indietro
«Ptsss, ma che fa?» chiedeva la ragazza digitale
alla
compagna vicina «Non ci va, con lui? Cosa aspetta?»
Anche
Suzie era un po’ stupita ed interdetta
«…evidentemente…no…»…«Ma
non è la sua fidanzata?! Giusto?!
Sbaglio?!»…«Forse…»
allargò le
braccia la ragazza «…Takato le ha detto
che…preferisce restare da
solo…»…«Niente
affatto!!»
ribatté però decisa la Digimon. Suzie
restò
stupita…
Il passo di
Takato si era fatto esitante…e tendeva a guardarsi indietro,
con
occhi malinconici che ricordavano quelli della sua controparte
biodigievoluta «Quando Takato fa così vuol dire
che vuole
qualcuno con sé, è in
difficoltà!!»…«Cosa…?
Vuoi dire che tu
lo capisci, Cindermon?» chiese Suzie, e la Digimon
«Ho
imparato a farlo, non dimenticare che sono biodigievoluta con lui,
adesso…!!...
…le cose sono cambiate.» ammetteva la giovane con
occhi
azzurri sinceri, su cui si riflettevano le sirene «E io SO
che
ora lui vuole la compagnia di qualcuno! Predilige inequivocabilmente
lei e sto aspettando che alzi i tacchi ma se ne resta impalata
lì come uno stecchino! Io non capisco perché e la
pressione mi sale! Eh? AVVERTO che mi sale! Uhmf!»
incrociando le
braccia…e lanciando un’occhiataccia a Jeri, che
fissava
avanti a sé con commosso orgoglio. Ma c’era una
nota
ineluttabile nella sua espressione…
…Snowhitemon, benché molto provato dal dolore, se
ne
interessò «Jeri…
…non vai
assieme a Takato…?» Jeri non rispondeva, e il
minotauro
proseguì «Io…non vorrei equivocare, ma
mi sembra
che lui stia chiamando.» ma lei scandì un ferreo
«Non posso…»…«Come
sarebbe?...voi due
state
assieme.»…«…è
appunto per
questo…
…ora non è il momento,
Snowhitemon…!!...»
Era molto seria, sembrava che nulla le avrebbe potuto far cambiare
idea. Spiegò dunque «Se adesso camminassi verso di
lui e
lo raggiungessi…sembrerebbe a tutti che io stia
approfittando
del mio ruolo…nonché della
situazione…per mettermi
in mostra…di fronte a tutti i presenti come
l’unica in
diritto di occupare quel posto! E preferisco morire piuttosto che dare
questa idea…
…ora stiamo commemorando Guilmon: non è il
momento per
simili esibizioni!» Snowhitemon socchiuse gli occhi, e
replicò pazientemente «Non so se è la
cosa
migliore: e se lui ora avesse bisogno di te…?» ma
la
ragazza scandì con fierezza «Ognuno si vive il
dolore per
conto proprio, se Takato ha fiducia in me sa che in questo momento sono
con lui, anche a distanza. Se hai desidero di stargli accanto vacci
tu!»…«Oh?» Snowhitemon
restò colpito da
quelle parole…e sulla scia di esse, sembrò
incamminarsi.
Cindermon
d’un tratto si alzò il cappuccio del manto
«Adesso
mi ha stufato: poi non si dica che non le ho dato
l’occasione, ci
sono…mille testimoni.» e sui suoi calzari
tamburellanti si
avviò a passo deciso e trionfale…rapendo
così
anche lo sguardo di Jeri.
(canzone: Simple
Plan - Untitled (instrumental)
) I compagni intanto conversavano con i Digimon presenti, Rika chiese
«Voi
sareste…Rescuemon?»…«Esattamente,
signorina! Siamo gli addetti al soccorso!» risposero quelle
lampadine con gli occhi dalla luce rosso-arancio roteante. La domatrice
si volse verso i compagni «Voi ve li ricordavate?
Dev’essere una specie nuova.» e Rea confermava
«Proprio così.»
…mentre
Mitsuo e Riley sembravano aver rinvenuto una nuova destinazione, i
Rescuemon dissero loro «Il villaggio è distrutto,
ma
già sono iniziate le ricostruzioni. Di questi tempi
è
meglio che niente!» L’esperta informatica
guardò suo
marito «Potremmo portare lì i
MudFrigimon.» e questi
si informò «Quando passa il fascio?»
Riley a quel
punto la vide passare e colse l’occasione per chiamarla
«Ptsss, Cindermon!»
Takato era arrivato lì, presso la sommità delle
rovine.
I MudFrigimon lo
guardavano con pietà, e l’avevano fatto passare
oltre la
recinzione disposta dai Rescuemon.
Una lacrima di
pena scendeva dall’occhio del domatore incappucciato di
nero…che si piegava lentamente, come se anche il movimento
gli
facesse male…ma nonostante tutto voleva farlo. E scorrere la
sua
mano giovane ed elegante tra quei sassi tutti uguali. Passava tra di
loro, cercando, in lotta contro il dolore, di riconoscervi una traccia
della sua infanzia, e dei ricordi che gli erano stati portati via.
I suoi compagni lo
guardavano, e non riuscivano neanche a piangere per quanto tutto
sembrava assurdo. Ryo sembrava soffrire più fra tutti per
non
poter andare da lui, tanto che Rika lo consultò
«…cosa…suggerisci?...vuole
noi?» ma senza
staccare gli occhi dal compagno di squadra, il domatore leggendario
accennò «Sono già andati i
Digimon.»…«Oh?» si
stupì Rika. Lui
disse «In certi momenti sono meglio loro.»
Infatti
d’un tratto Takato si trovò attorniato da un
cerchio di
piccole creature colorate, dalla voce sottile e le lacrime brillanti
come perle «Takato…! Siamo tutti qui, a
condividere il tuo
dolore!»
Lui alzò gli occhi
sorpreso. Glielo aveva detto la piccola volpe dorata, che aveva
occhioni dolci e non sottili e misteriosi come da adulta…e
tanto
ingenui ora che vide «Ohh…» i suoi
stessi figli,
Akirmon e Nymon, farsi accanto a lei e a suo marito apprendendo con
stupore «Mamma! Papà!...siete uguali a noi,
adesso!»
Era vero.
C’erano anche Ketomon, il piccolo draghetto viola
«Non
sentirti solo! Dall’alto ti proteggerà!»
e…qualcun altro, che gli disse
«Takato…calù.»
Gli occhi di Takato si
sorpresero nel rivedere…il piccolo Calumon dagli occhietti
pieghettati e segnati, che gli apriva le braccia davanti
«Questo è l’effetto del dolore
su di me,
calù: sono regredito nel tragitto per venire da
te!»
Akirmon e Nymon parlarono «Takato, non essere triste! Guarda
noi:
ora la mamma e il papà sono cuccioli, possono essere i
nostri
compagni di giochi!»…«Un giorno anche tu
lo
ritroverai e niente ci sarà più a separarvi, lo
sento! Si
potrà giocare tutti assieme, e dimenticare il
dolore!»
«Vi
ringrazio…tanto…» diceva quel ragazzo
con sguardo
buono «…non sapete quanto sia importante
avervi…tutti con me, adesso…» Il
piccolo
papà-volpe si accostò a suo figlio ora identico a
lui, e
disse «Anche per tutti noi Guilmon era un amico! Non potremo
mai
conosolarci di averlo perso…perdona Kokomon e Gummymon,
erano
esausti!»
Accennando a loro,
addormentati tra le braccia di Suzie «Però ti
assicuro che
ora sarebbero qui.»
Takato li carezzò
«Lo so, come voi…a tenermi compagnia.»
sorridendo…ed alzandosi in piedi, guardando il cielo
«”Quel giorno”…che hai
nominato, Nymon, io
quel giorno mi riunirò a Guilmon! E’ il giorno
della
morte, ormai…solo quella può ricongiungermi al
mio
compagno di giochi…»
…le lacrime
scendevano, ma una mano si posò sulla sua spalla
«Ehi: non
si può parlare di morte quando hai troppi Digimon attorno a
te.
Loro sono la
vita…»…«Oh?...Cindermon, sei
tu.» Lei gli sorrideva, svelando «...anche
se…la
morte fa paura e fa soffrire anche loro! Ma che vogliamo
farci…va così per tutti. Senti,
Takato…»
sussurrò la ragazza sconstandosi il ciuffo
«Chiamalo
destino, ma i Rescumon ci hanno suggerito una meta. Il villaggio al
Vertice digitale.» Il viso di Takato si aprì
all’istante. Cindermon ancora «Potremo passare
lì la
notte, i MudFrigimon si ambienteranno.
Così…vedremo il
luogo in cui Guilmon ha vissuto questi dieci anni.»
«Sììììììììììììì,
torniamo a casaaaaaa!!!» esclamarono Akirmon e Nymon e si
misero
a saltare…alla fine coinvolsero anche il violaceo Ketomon,
ma
Calumon ritraeva rattristato le sue orecchie
«Calù…»
«Oh,
sì, Cindermon! Io…lo voglio, lo voglio
tanto…» disse Takato e lei gli strinse la spalla
«Senti…lo voglio anch’io: te la
sentiresti
di…girare un po’ assieme il villaggio? Sono certa
che
grazie al tuo cuore individuerai molti luoghi a lui cari, ci aiuteranno
gli altri Digimon: a loro farà piacere tornare a casa, anche
se
ahimé, distrutta.» Takato era emozionato, e
Cindermon gli
diceva «Bando alla tristezza, vogliamo girarci il villaggio?
Mi
guiderai alla scoperta del mio predecessore? Io lo ammiro: voglio
diventare eroica proprio come lui, mi aiuterai allora?»
Benché non si potesse tornare indietro, quel pensiero donava
a
Takato tenerezza e speranza.
Guilmon
era nei pensieri di tutti, in quella notte così strana.
Jeri
fissava Takato e Cindermon, ma stringeva i denti e si sforzava a
ripetersi «E’ stato…meglio
così, ho fatto la
cosa migliore!» volgendosi e allontanandosi fra i Rescuemon (fine-canzone)
Mentre Beelzemon
raccoglieva e riguardava quella foto incorniciata, del furbo Impmon
assieme ai suoi piccoli amici, nel salotto echeggiava il pianto della
signora Ayami «Su cara, su…» cercava di
consolarla
il marito, con buona volontà ma con scarsi risultati
nonostante
quell’abbraccio premuroso. Anche Hajime Katou le diceva
«Coraggio…signora non faccia
così.»…«…anche
questa, il resto era
troppo poco!» si sfogava però la donna
«I miei
bambini…in conflitto, ed il mio povero
Mako…vittima di
creature malvage!!» Il marito cercava di lottare contro il
pessimismo «I-In fondo nostro figlio è molto
intelligente,
è un ragazzo basato, non potrà farsi raggirare a
lungo!»…«Mako è fragile, lo
sappiamo
bene…» replicava la signora Ayami «N-Non
ha mai
veramente accettato l’idea di perdere la sua sorellina, e
questo
è il riflesso di tanti anni…di silenzio! Lui si
è
chiuso in se stesso, noi abbiamo fatto finta…di non udire il
suo
grido!»…«Abbiamo fatto del nostro
meglio: tu sei
stata una madre eccezionale…» le diceva il marito
con
umiltà, ma lei non era d’accordo «Noi
abbiamo…chiuso occhi e orecchie cercando di fare la vita
normale, lo abbiamo sommerso di responsabilità con la
scuola, i
compiti ed i progetti sul futuro! Non ci siamo preoccupati di come
stava affrontando il problema della malattia di
Akemi…perché eravamo i primi ad essere disarmati
di
fronte a una simile disgrazia!!»
Tutte quelle
parole cadevano una dopo l’altra sul cuore di Beelzemon, con
quella foto tra le mani. I suoi occhi si riempivano di tristezza e di
rimpianto, specchiandosi nei suoi stessi immortalati sul viso di un
Digimon più piccolo, che come unica preoccupazione pareva
avere
scherzi vorticosi e spettacolari. Sfiorandoli con gli artigli, sembrava
tanto compiangere quei due bambini e quel Digimon…ma rimise
a
posto la foto, sull’eco delle parole del padre di Jeri
«Signora…se la può consolare, posso
dirle di aver
fatto esattamente lo stesso con mia figlia. Io ho perduto mia moglie.
Ben due volte, la prima a causa di una disgrazia…la seconda
a
causa mia. Entrambe le volte per me è stato troppo. Non
c’ero più. Non potevo bastare anche per mia
figlia, e
così lei ne ha fatto le spese. Se ci può essere
un
responsabile…per ciò che sta accadendo a Mako
questo sono
io, non è lei, suo marito ha ragione: è stata di
sicuro
una madre irreprensibile…io invece ho permesso a
Jeri…ah,
non fatemi ricordare la storia di quel matrimonio.
Non…meriterei
neanche di essere ospitato in questa
casa.»…«Hajime
falla finita, stai diventando noioso.» gli disse Ayami,
sorprendendolo un po’ «Oh?»
…ma in
realtà era un commento bonario «Andiamo, chi di
noi non ha
fatto sbagli scagli la prima pietra. Perdonatemi: mi sto lasciando
contagiare da mia figlia…sto diventando una monaca
anch’io.»…«Oh…caro
non mi ci far
pensare.»…«Perché, non starei
bene col velo,
tesoro?»
Nacque una lieve
risata tra loro tre…e Beelzemon sembrò
riacquistare
speranza mormorando «Ma certo…ecco: un
germoglio!» e
si volse verso di loro «Bravi così, continuate a
sorridere! Non dovete…non dovete lasciare, per nessun
motivo,
che su questa casa calino le tenebre della disillusione! Voi avete due
figli fantastici, e nonostante il destino sia avverso,
io…io…!» stringendo i suoi artigli in
un pugno
«…vi prometto che riporterò a casa
Mako, lo
farò riconciliare con Akemi! Sono pronto a dare la mia vita
per
questo, ve lo assicuro!»
Il cane
abbaiò, e il signor Ayami pur commosso guardò
verso
l’alto «Sarebbe così
bello…che in questa casa
potessero tornare i tempi in cui si rideva, felici e
spensierati.» ma Beelzemon prometteva
«…io vi
riporterò il germoglio di quella felicità!...
…vi riporterò vostro figlio…
…vero
piccolo Mako?» chiedendolo a quel dolce bambino nella foto.
D’un tratto Ayami scattò «E’
la voce di
Akemi!» e dopo di lui sua moglie «Si è
svegliata?!» con un velo d’apprensione. Beelzemon
gridò «Akemi!!» e si
precipitò in camera da
lei.
(canzone: Westlife
- Tonight)
Una volta inginocchiato ai piedi del letto, la ragazza
allungò
pur con sforzo la mano per carezzarlo «Beel…zemon,
non te
ne andare…prima di salutarmi.» Lui le raccolse
quella mano
delicata «Oh no Akemi mia, non lo farei
mai!»…«S-Se dovessi
risvegliarmi…e…vedere che tu sei scomparso. Che
te ne sei
andato, che sei tornato a Digiworld, io…non ce la
farei…ad affrontare…il giorno.» ma lui
la
rassicurò «No. No piccolina, ti sei spaventata
perché stavo parlando al tuo papà e alla tua
mamma, e
dicevo loro che sarei andato presto a Digiworld. Ma per riprendere
Mako, e riportarlo presto da voi! Ahah, hai
visto…?» fece
lui avvicinandole l’orsacchiotto
«…questo vecchio
orsacchiotto ne ha passate tante, ma è ancora forte e pieno
d’energie, ed è ancora qui con
noi!»…«Caro…mi piacerebbe
così tanto
essere come lui…almeno…sarei
sicura…» diceva
sfiorando il suo viso, e guardandolo con un tale amore
«…che avrei ancora tanti anni per crescere al tuo
fianco…
…com’è fuggevole la vita,
Beelzemon…»…«N-Non dire
così,
tesoro!» lui le baciava ripetutamente quella piccola mano
«Tu ti devi rimettere: tutte le tue sorelle stanno aspettando
di
rivederti, saranno molto preoccupate!» Akemi sorrise
«Le
mie…sorelle: mi mancano…voglio tornare al mio
convento.
Voglio…il mio crocifisso, la luce del sole dalla mia
finestra, e
l’immagine del Signore che mi conforta in ogni momento.
Però mi ha fatto piacere tornare a casa, lo
sai…?»…«Ahhh, il tuo
papà è
euforico!» evidenziò il Digimon, ma lei
«E’
perché crede che in questo modo potrà tornare il
passato…ma si sbaglia, il passato…
…può tornare
soltanto…a-ahhh…se lo
desideriamo con tutti noi stessi! E non permettiamo mai ai legami
importanti…di spezzarsi.» Beelzemon attinse nuovo
coraggio
da quelle parole e si alzò «L’hai detto
Akemi, lo
sai? Hai descritto la mia missione, ora è per questo che mi
avvio verso Digiworld: io difenderò i legami della famiglia,
i
legami del passato! Vincerò vedrai…faremo una
grande
festa quando tornerò, oh? N-No, non ti alzare! Il dottore ha
detto che devi stare in assoluto
ripos-»…«Volevo
darti un portafortuna…come quella volta, ricordi?»
e
avvicinava le sue labbra
«A-Akemi…»…«Aiutami…»
chiese lei con un sorriso…lui le mise le mani dietro la
schiena…
…per un
attimo le loro labbra erano così vicine
«Akemi…» ma poi lei…
…strinse
i denti e volse il suo capo, per baciare la sua guancia «In
bocca…al lupo,
Beelzemon.»…«…tesoro
mio!»…«Ah, io…ti
penserò sempre, e
pregherò per te. Anche a letto, anche nel patimento
più
fondo…stringerò il mio crocifisso e
riproietterò
nella mia mente tutte le cose meravigliose che mi hai mostrato! I
luoghi…stupendi che compongono il tuo mondo,
io…»
…mentre i commossi genitori si affacciavano sulla
porta…
«…nessuno
mi fermerà, lotterò come una vera domatrice,
anche
se…n-non sarò lì. Il mio Digivice a
forma di croce
non smetterà di brillare per te, e per Mako…i
miei
eroi…sapeste quanto vi amo, io…vi amo
tanto.»…«E-E tu sei la nostra beniamina,
fiorellino!» diceva Beelzemon (mentre Ayami doveva portar via
sua
moglie, che scoppiava in lacrime) «La nostra eroina e
preziosa
alleata, non possiamo far niente senza di te! Noi…siamo un
terzetto vincente, una squadra imbattibile, come in quella foto!...
…siamo i
tre protagonisti dell’avventura…e-e
poi…c’è l’orsacchiotto, ci
sono mamma e
papà, c’è il cucciolo là
fuori,
sono…sono tutti a sostenerci!»
Lui le raccolse le
mani e la invitò «Stringi forte il tuo Digivice,
piccola:
vedrai che ci faremo valere!» Lei acquistò della
decisione
negli occhi, e gli disse «Beelzemon, non dimenticarti di
questa.»…«Oh?» Gli
avvicinò così
quella Bibbia che lui portava con sé «I tuoi
simili hanno
bisogno di qualcuno che parli loro d’amore, chi
più
indicato di te.»…«Va bene: va bene, se
tu hai
fiducia in ciò che c’è scritto in
questo
libro…vorrà dire che l’avrò
anch’io,
te lo prometto! Te lo prometto…» rimboccandole le
coperte
«Riposa.» ma lei espresse un deciso «Vai,
Beelzemon.» e lui si allontanò.
Si volse
un’ultima volta prima di uscire dalla stanza…e le
fece un
sorriso acceso e convinto, d’incoraggiamento. Con le forze di
cui
disponeva, lei rispose un’espressione simile.
Quando chiuse la
porta alle sue spalle, lo sconforto saliva minaccioso e la sua voce si
spezzava «Akemi…» ma stringeva i denti
con coraggio
«Devo andare, devo farmi forza!»
Sicché
avanzò in quel salotto, dove lo aspettavano come un eroe,
immobili al suo arrivo
«Così…vai.» disse
Ayami, e Beelzemon alzò deciso il capo
«Sì! Vado a
combattere la mia battaglia: vado a ricomporre questa famiglia,
aspettatemi! Tornerò assieme a Mako, dite a Akemi di
aspettarmi,
l’ho già fatto anch’io ma voi
ribaditeglielo!»
La signora si avvicinò e gli prese la mano
«…mia
figlia sarà di parola: sai? Non potrebbe mai mentire proprio
a
te…ti vuole molto bene.» Lui le toccò
la mano
«Questo lo so signora, e io ne voglio a lei. Lo voglio a
tutti
voi.»
«Allora fatti valere.» gli disse Hajime Katou
«E ti
raccomando mia figlia. Ti chiedo in particolare di farle
sapere…quanto ti ho
detto.»…«Non si
preoccupi: Jeri saprà che suo padre la aspetta, e una nuova
vita
si affaccia!»
Katou si portava una mano sul cuore, Ayami si preoccupò
«Amico, vuoi sederti?»…«No,
non è
niente: ce la faccio, credimi.»
Beelzemon disse «Ognuno di noi qui stringe i denti per tirare
avanti, ma vedrete che non durerà per sempre questa notte:
questo esser divisi terminerà, e presto sarà di
nuovo
giorno! Abbiate fiducia nei
Digimon!»…«Hai tutta la
nostra fiducia!» disse Ayami «Forza e coraggio,
Beelzemon!» disse la signora, e lui quasi con allegria volse
le
spalle «Ahah, certo, sempre!» e corse oltre la
porta a
vetri, dove c’era il cucciolo ad accoglierlo «E tu
fai il
bravo, sta di guardia alla casa fino a che non
tornerò!»
…correndo nel giardino…balzando…
…e spalancando le sue ali nere in controluce con la luna, in
un
ultimo saluto «A PRESTO!» per poi volare via. La
signora
Ayami disse in ultimo «Sei la nostra unica
speranza!!»
Beelzemon
volava nella notte di Tokyo, illuminata come un affresco moderno senza
tempo “Torno a Digiworld! Torno da te Mako, e tu aspettami
Akemi!...
…io
vi riporterò l’uno
dall’altro…”
La casa
illuminata si allontanava sempre di più alle sue
spalle…ed ogni stella della notte era un ricordo del
passato, da
quei gemelli che si contendevano l’orsacchiotto, al ritorno
del
piccolo Impmon. Da quella pistola giocattolo e quel
bacio…alle
più dure pistole della vita vera, e della vita vera i baci,
come
quello ricevuto pochi istanti prima…
“Siamo
cresciuti…” pensò Beelzemon
«MA SIAMO SEMPRE
NOI!!» gridò fino a scomparire nella notte. Al
ricordo
della foto dei bambini con il Digimon burlone (fine-canzone)
«…ce la fai…?» era il
sussurro di un ragazzo
nel silenzio.
«A-Ahhh…» era il respiro stremato di un
Digimon un
tempo possente, che ora sembrava provare dolore soltanto nel sedersi,
appoggiando la schiena a quegli scaffali così vecchi e
spezzati.
Un libro stava cadendo da essi, ma il ragazzo fu tempestivo
«Attento!...» e lo afferrò
«…sarebbe
caduto su di
te.»…«…perché fai
tutto
questo, Mako…?» chiedeva il debole Sandmon: la
sabbia del
suo viso si era fatta più pallida, e l’espressione
dolorante. Il ragazzo rispose con una nota
d’umiltà
«Perché ora sei l’unico di cui posso
prendermi cura,
non avendo accanto il mio Digimon. Beelzemon…»
ricordava
Mako guardandosi attorno in quella che sembrava una biblioteca
diroccata e deserta «…chissà dove
sarà
adesso. Mi auguro che abbia portato mia sorella al sicuro. Quasi
sicuramente…ora lui mi crede ancora intento a far del male.
E a
lui ne ho fatto…tanto…» sussurrava, e
sembrava
contrito…mentre Sandmon alle sue spalle lo contemplava con
curiosità «…certo che voi esseri umani
siete
strani: fate una cosa…e poi ve ne
pentite…» Mako
gli rivolse la coda dell’occhio, svelandogli
«…questo succede nei casi più rari: di
solito ci si
intestardisce. Come me…fino a poco
fa.»…«Uh…io ho conosciuto un
essere
umano…
…ma non si pentiva di ciò che faceva.»
L’aspetto
di quel giovane di sedici anni portava le tracce di quella che era
stata probabilmente una lunga e faticosa camminata, ma non aveva perso
candore e distinzione che gli erano propri, anche se i suoi vestiti,
ora liberi dall’armatura viola, erano sporchi e strappati.
Eppure
si muoveva con eleganza fra la polvere di quelle sale,
benché
«E-Ecc…ihmf! Sai? Sono un po’ allergico.
Sempre
stato, fin da
piccolo!»…«Mmm…»
fece il
Digimon…accennando un’espressione distorta che
doveva
essere un sorriso «Questo posto…mi fa pensare a
una
cosa.» descriveva il ragazzo «Deve
trattarsi…della
biblioteca abbandonata dove i domatori dieci anni fa incontrarono
l’ologramma di Mizuno, uno dei Pionieri digitali. E dove
attendeva il prototipo di Arca…!» Quei pensieri
portavano
a dilatarsi d’ammirazione i suoi occhi al momento non velati
dagli occhiali «Quante…cose sai su Digiworld,
Mako…» commentava Sandmon piegando appena la testa
«E’ che questo mondo mi appassiona…non
smetterei mai
di acquisire conoscenze! Se potessi…leggerei questi
libri…che sono caduti, eccoli qua.» colpendoli
appena con
un calcetto «Ma ora non potrei farlo, ho perduto gli occhiali
e
mi sforzerei. Invece è fondamentale conservare ogni
energia…quando ci si trova in uno stato di
precarietà
come il nostro.» Parlava ma con serenità,
raccogliendo i
libri e riposizionandoli negli scaffali, benché questi
fossero
spezzati, e lo portassero a commentare «Quanti luoghi di
Digiworld hanno subito un’opera
distruttiva…»
smarrendo il suo sguardo in una malinconica espressione, mentre Sandmon
contraeva la sua «Noi abbiamo distrutto…u-un
mucchio di
cose! S-Senza nemmeno…preoccuparci di cosa vi fosse sotto la
nostra aeronave, prima di bombardare senza…a-alcuna
pietà!» ma il ragazzo si avvicinò a
lui, si
inginocchiò e gli pose una mano sulla spalla
«…ma
potete pentirvi, come noi esseri umani. E ricominciare da capo, come
sto facendo io. Sai, Sandmon? Io ho ricevuto un’educazione
religiosa: per noi…riconoscere i propri peccati è
la
chiave fondamentale per raggiungere
l’eternità.»…«…l’eternitààà…?»…«Proprio
così!»…«Oaaahhh…che
parola
incomprensibile! Io invece…» raccogliendo
stancamente dei
ciottoli, per poi lasciarli andare «Sento unicamente che
tutto
è temporaneo, attorno a me! Ogni cosa si
distrugge…c-come
l’amore dei miei figli per
meee…!!»…«…su col
morale, Sandmon.
Takato…e gli altri ragazzi stanno alle costole della tua
famiglia: con loro…vedrai che chi comanda i tuoi figli non
potrà prevalere, e sicuramente i miei compa…
…o
meglio…coloro che sarebbero tali se io non gli avessi
voltato le
spalle…non procederanno mai all’acquisizione di
Ufomon e
Gravemon! Hanno pietà di loro perché sanno che
sono dei
bambini.» Il Digimon scosse il capo «Non sono dei
bambini…»…«Cosa?» e
portandosi una mano
al viso «S-Sono creature artificiali, come
me!!»…«Ma questo non vuol dire
niente!» Mako
gli tolse quella mano «Voi Digimon siete tutti creati dagli
uomini ma siete belli proprio per questo, non è il caso di
disperarsi!»…«Per noi è
diverso, Mako: i
cosiddetti “Digimon della nuova specie”…
…altro
non sono che…marionette plasmate con
dell’argilla…d-di cui neanche so
l’origine! E
preparate a DOVERE…p-per obbedire agli ordini del loro
ambizioso
creatore!!...»
Il ragazzo,
anche senza i suoi occhiali, rifletteva e analizzava incrociando le
braccia «…però qualcosa è
andato storto a
questo creatore: tu hai rifiutato questa natura. Ora sei con
me!»…«Oh?» Di nuovo Mako gli
prese le mani ed
ebbe un gesto premuroso «Non gettar via la
speranza…e
guardati attorno: siamo soli, e in pericolo, è vero!
Però
siamo liberi…e questo è un dono impagabile: la
libertà noi ragazzi la cerchiamo ovunque…e non la
troviamo quasi mai. Per questo ripieghiamo su
comportamenti…aggressivi e irrazionali come il mio, lo hai
visto?»…«Uh…»…«Però
adesso…ti confesso che è da qualche ora che provo
delle
sensazioni…che avevo dimenticato! Ed era un
peccato.»…«…quali, dimmi: la
tristezza, la
solitudine e la paura? L’incertezza per il
futuro…e la
frustrazione di trascinarsi un Digimon non più
utile?»…«…no,
tutt’altro...» Mako
lo guardò con dolcezza, spiegando «Queste hanno
fatto
parte della mia vita per lunghi anni…nell’attesa
del mio
Digimon, mentre mia sorella si ammalava e si allontanava da me. I miei
genitori soffrivano…ma cercavano di accantonare il pensiero
per
cui avevano sempre e solo la carriera e il futuro come idea fissa.
E’ stata una crescita…piena di spifferi, in
confronto ai
quali quelli che soffiano in questo luogo sono piacevoli.»
Camminando su quel pavimento dissestato «Essere con te,
doverci
preoccupare della nostra incolumità…il riparo, la
scarsità di cibo! Tutto questo mi fa sentire…un
vero
domatore, anche senza Digivice! E’ proprio vero
che…recuperi quanto di prezioso amavi proprio quando ti
liberi…da tutto il superfluo! Noi giovani siamo
così,
riceviamo doni e felicità ma poi…diventiamo
avidi,
pretendiamo di tenerli stretti!...quando invece non…
…scegliamo, più saggiamente, di disfarcene, come
mia
sorella Akemi. Eccomi dunque: io non sarò un messaggero del
mio
Dio con tanto di abito…però…adesso
posso
anch’io come Lui procedere senza bisaccia né
bastone. Ho
con me soltanto un compagno…un
Digimon…» a cui dava
le spalle, e questi lo guardava con una tale
ingenuità…
«Ma tutto
questo mondo mi viene incontro, non sono io ad andare da lui! Hai
visto? Alla fine ci ha fatto trovare un riparo. Andrà
così anche con il cibo, e nel frattempo…osserva,
guardati
attorno Sandmon, guarda cosa ci ha
donato!»…«Uhhh?
Un luogo distrutto e inospitale??» era perplesso il
Digimon…
…ma
il ragazzo apriva le braccia e descriveva «Un
luogo…antico
e mistico, la culla di una
leggenda…!»…«…mmm…?»…«Ora
finalmente sia io che te apriamo gli occhi alle bellezze di questo
mondo…il nostro cammino è iniziato. Basta
ignorare tutto,
da dove veniamo, chi siamo!»…«Un
esperimento
fallito!» disse Sandmon con amarezza
«Nient’altro che
un ammasso d’argilla…senza più affetto!
E senza
figli!» ma il ragazzo si accostò a lui
«…ti
sbagli: e non devi parlare di te in questo
modo.»…«Come
faccio?»…«Segui me:
io qui ho ritrovato le mie origini religiose, e gli insegnamenti di
quando ero bambino. Questi portano con sé
un…profondo
rispetto per la vita, in qualsiasi modo essa sia originata. Tu sei una
creatura…rispettabile come tutte le altre, Sandmon. Vedrai,
insieme ci faremo forza…sperando che non sia troppo tardi
quando
Beelzemon tornerà e verrà a salvarci, entrambi.
Perché lui lo farà…è un
eroe, e come mia
sorella e i miei genitori…non smette di amarmi anche se
l’ho tradito. Sono stato molto ingiusto con
lui…»
ammise chinando il capo «…ma ora…non
è
finita per me perché ci sei tu. Animo,
Sandmon…passeremo
la notte qui e troveremo anche del cibo. Riposati e aspettami, vado a
cercare qualcosa attorno.»…«C-Che speri
di trovare
in un luogo così squallido…?» il
Digimon allargava
le braccia con contrito disgusto, in riferimento a quello scenario
brulicante di digi-topi, ma il giovane era speranzoso «Dammi
retta, il Signore non ci volterà le spalle: Egli
può far
nascere il cibo anche dalle
pietre.»…«E’ la
sua tecnica speciale??»
Il ragazzo si
scostò i capelli con un sorriso, e disse «Nel
frattempo…sarà l’occasione per
ritornare dopo dieci
anni nel luogo in cui una misteriosa e tecnologica Arca ha
atteso…a lungo, affinché dei coraggiosi domatori
vi
montassero. Lo sai…?» sedendosi accanto a lui,
scostando i
libri sotto di sé (canzone: Steps
- If you believe)
«Si narra…che fosse stata creata per salvare gli
abitanti
di Digiworld da un terribile disastro, come l’Arca di
Noè.
E che potesse contenere…tutto il sapere del vostro mondo
sottoforma di dati.»…«”Il mio
mondo”…ignoro se posso ancora chiamarlo
tale!» ma
l’altro prendendogli le mani «Chiudi gli
occhi: e
prova a abbandonarti al suo silenzio. In questo Digiworld…tu
ritroverai il mondo che ha dato la vita, pur in modo contorto, ai tuoi
figli a cui tanto vuoi bene. Non sempre nella vita le cose vanno per il
verso più lineare…ma sopra di noi
c’è un Dio
che è superiore a queste cose…
…come la forza dell’amore…che
è come un
sole, ed i suoi raggi filtrano anche in una biblioteca come questa,
dove la luce del giorno non arriva.»
Il volto
di sabbia si apriva ingenuamente…ed il ragazzo esortava
«Animo, Sandmon…vedrai che ce la
caveremo.»
Dei
Digignomi iniziavano a far capolino fra le librerie, come angeli a
vegliare sul disperato tentativo di sopravvivenza di quelle creature
così diverse ma ora così accomunate.
«Ahhh! Ora
basta, io!...non…ce la
faccio…più!» e cadeva
a terra, dal suo barcollare, il draghetto coperto di bruciature
«H-Ho fame!...e-e ho tanto freddo!!» tendendo la
sua
zampa…ma non avrebbe mai potuto né voluto
mangiare quella
foglia che era l’unica cosa rimastagli, oltre freddi ciottoli
«Credo che stavolta ci siamo, sono sopravvissuto fino a
qui…ma il capolinea non è distante! Sento le
forze
scivolare da me…Takato!!...
…mi
sto avvicinando, lo sai? La mia vita tormentata è ormai
arrivata
al termine, lo avverto…i-i miei dati…
…cedono…» mentre il suo occhio
accennava a
chiudersi, la sua voce sempre più flebile
«…bramano
di scomporsi…vogliono essere liberi…
…giocare liberi…come un tempo
Ta…ka…to…»
Guilmon si
addormentò sul terreno di Digiworld. E in quel momento
giunsero
tanti Digignomi…anche in questo caso assomigliavano agli
angeli
giunti a prelevare un’anima stanca, per condurla nel luogo
che
presiede la Vita.
…improvvisamente il malridotto draghetto si trovò
circondato da nebbia «Dove sono? Oh, forse ci
sono!» disse
avanzando «D’un tratto non sento più
dolori…né stanchezza, il momento per me di
lasciare il
mio mondo dev’essere arrivato. Se non
avessi…a-anche
questa paura Takato, brr! Paura…di non incontrarti, neanche
qui.
Dove devo andare…? E’ tutto così
confuso!»
Ma d’un tratto una voce “Guilmon!”
«Oh! Chi ha parlato?!»
“Guilmon!”
«Chi
è che mi chiama?!» si guardò attorno
strizzando il
suo occhio.
“Non riconosci
la mia voce…? Sono io!”
Quel
timbro maschile era infinitamente dolce e paterno, tanto da lasciar
pensare alla voce del buon Dio, di cui si narra che siamo tutti figli
attesi nel suo Regno.
«Non
ti vedo, mi dispiace! Ho perso un occhio…sei tu forse
quell’ombra che vedo volare nella nebbia, tanto
veloce?!»
“…la
mia forma non ti dice niente?”
«Veramente…»
“E
l’intensità del mio volo…? Prova a
ricordare!...
…quando eri felice e lottavi per la giustizia…”
«…un attimo! Ma questa voce
io…!!...l’ho
già sentita!!»
“Quando potevo
donarti le ali, Guilmon…”
«Ah!!!»
sussultò il draghetto dilatando l’occhio
«GRANI!!...
…GRANI, SEI TU?!!»
E così dalla
nebbia penetrò una luce scintillante «E
così mi hai
riconosciuto!»
«GRANI, AMICO
CARO!!!» esclamò Guilmon correndo da lui, che
così
rapido sfrecciava…
…ma così
dolce atterrò presso il commosso draghetto
«GRAAANIII…» a cui tremava il muso, e le
lacrime
sgorgavano impetuose.
«Ciao…quanto
tempo…» diceva quella creatura simile a un drago
rosso
meccanico, di medie dimensioni ma dalla superficie così
lucida e
splendente…in quel momento l’opposto del corpo
segnato di
Guilmon.
«C-Come stai?!»
chiedeva quest’ultimo, tendendo le sue zampe verso quel muso
di
metallo, ma dalla così buona espressione degli occhi, che si
fondeva a quella voce dal timbro amabile e soave.
«Io bene. Ora lo sai?
Sono finalmente libero. E volo lungo cieli sconfinati senza mai
stancarmi. Tu piuttosto…come…come stai,
Guilmon?»…«I-Io…!»
balbettava Guilmon
fra le lacrime, e lo sfiorava con le zampe «O-Oh Grani non
sai,
sono successe tante cose! E’-E’…cambiato
tutto,
semplicemente tutto da quando tu sei andato via!!
Grani…Grani…»
«…lo so…
…è per questo che i Digignomi mi hanno condotto
da te. Ho
avvertito la tua presenza!»…«Allora
è vero,
non mi ero sbagliato! Io sto morendo…sto venendo a farti
compagnia: ma no! So che purtroppo non potremo stare assieme, caro
Grani: tu sei stato un’arca diligente, e un Digimon eroico
che ci
donò le ali per la salvezza. Non posso albergare nel tuo
stesso
luogo Grani, io…sono stato un Digimon cattivo! Mi sono
corrotto,
e l’inferno è il posto per me!!»
«Sbagli,
Guilmon.»…«Cosa?!»…«Io
posso
dartene la prova. Guarda…questo è un regalo che
ho
portato per te…»…«Che
cos’è…? Oh!...
…Grani, tu stai piangendo!»
Dall’occhio della navicella rossa a forma di drago cadde
qualcosa
di splendente: una lacrima si tramutò in una piccola sfera
luccicante…che volò vicina al muso di Guilmon che
si
muoveva per seguirne il tratto. Ma questa sapeva già dove
andare…e si adagiò sulla cicatrice, tanto che al
dissiparsi del bagliore…
«Ah!!...NON POSSO CREDERCI, CI VEDO DI NUOVO!!»
«Ora hai di nuovo il tuo occhio. Non meritavi di
perderlo.»
«Grani!!!» …e la luce sprigionata da
quell’incanto avvolse il corpo del draghetto, cancellando
ogni
bruciatura e ferita «Sono di nuovo io, il vecchio
Guilmon!!...non
mi sembra vero!...amico caro…»
…si
guardavano con tanto, leggendario affetto…in quel luogo
misterioso e pieno di nebbia in c’erano solo loro…(fine-canzone)
Sotto un cielo
di stelle che incorniciava il globo azzurrastro, un falò
crepitava malinconico.
I passi di
Calumon erano stanchi, i suoi occhi svogliati non riuscivano ad alzarsi
sui Ruspimon che lo circondavano «Non sapete quanto siamo
felice
di rivederla, Direttore! Di chiunque fra voi sia stata l’idea
di
venire qui…avete fatto
bene!»…«Non ci siamo
mai arrestati, mai un istante dal giorno in cui Sandmon ha raso al
suolo il nostro villaggio! Certo…attorno
c’è molta
distruzione ma noi Ruspimon ci siamo, come dire, rimboccati le maniche.
Sapevamo che le avrebbe fatto piacere, ci ha sempre esortato a lavorare
senza lamentarci! Questo è stato il nostro
motto.»…«…bravi,
calù. Mi rallegra
sapere che almeno voi avete la voglia e le energie che a me
mancano.»…«Che cosa dice,
Direttore?!»…«Ma se lei era una meteora
inesauribile: iniziative, disposizioni! Nottate alzato fino a notte
tarda! E’ stato l’energia del nostro programma di
lavori.»…«…calù.
Quel programma si
è preso le ultime gocce della mia
giovinezza!»…«Oh, la capiamo!
Realizziamo che le si
spezza il cuore nel vedere il frutto di tanti giorni di
impegno…spazzato via da un’opera distruttiva. Ma
purtroppo
va così, su Digiworld! Il nostro mondo è in
tumulto, non
possiamo sognare di vedere alti palazzi durare tanto da diventare
storici: quell’epoca è passato, ahhh, tempi di
gloria! I
quattro Supremi, vi ricordate, amici Ruspimon?»
Calumon
però sembrava aver voglia di star solo, liberandosi presto
di
quella compagnia «Calù…scusate, ma
io…in
questo momento proprio non ce la faccio. Ho voglia solo di
appartarmi…ricordare il passato mi fa male,
calù.»…«Direttore…
…non
faccia così: si ricordi che noi la stimiamo sempre e
comunque
come il primo giorno! Vero amici?»…«Non
fraintendetemi, vi sono grato, Ruspimon. E ora capisco che non
meritavate tante scenate…qui tutti hanno voglia ed energie,
io…chi sono per criticare? E-Ero sempre vispo e pieno di
vivacità! Ma ora che ho perduto un’amico
così
importante, anche se…erano anni che non giocavo con lui,
capisco
ancor meglio quanto ci si può sentire…stanchi, e
sfiduciati! Calùùù…non
fatevi contagiare e
statemi lontani, ve lo
consiglio.»…«O-Oh,
beh…» I Ruspimon erano interdetti…
…ma
una ragazza umana passò accanto a loro «Non vi
preoccupate: lasciate fare a me, ok?» Era Jeri, che poi fece
una
corsetta per raggiungerlo.
…Calumon se ne andava in solitudine, smarrendo i suoi occhi
nel
cielo stellato a cui sembrava confessare quanto si
sentisse…piccolo, e inadeguato per ciò che la
vita lo
obbligava ad affrontare. Ma sentì due mani femminili
«Oh?
Calù!» raccoglierlo dolcemente «Calmo.
Sta
calmo!» disse Jeri…sciogliendosi in un sorriso
premuroso
«Sei diventato diffidente…un tempo eri molto
docile e non
scattavi in questo modo, se ti si
raccoglieva.»…«…un tempo
molte cose erano
diverse…» mormorò il piccolo Digimon
con voce rauca
e fonda, abbassando lo sguardo. Jeri gli parlò «E
così almeno una volta...sei tu ad essere sconfortato ed io
quella che deve mormorarti parole di
coraggio?»…«Calù?»…«Sono
venuta…per chiederti scusa per prima Calumon…ti
sembrerà che mi sono rivolta a te…in maniera
sgarbata.»…«…non fa niente,
calù.» volgeva la testa lui, e Jeri «Ma
lasciami
spiegare! Io…tu mi conosci ormai, fin troppo bene: quando
perdo
qualcuno…
…quando
muore…come mia madre, e come Leomon…io mi chiudo
in me
stessa. Non sono brava ad esternare i sentimenti! Sono fatta
così, ma non con questo mi rifiuto di vivere il
lutto…quel che basta affinché alla
persona…o al
Digimon scomparso sia resa giustizia. Ed è quello che
intendo
fare, e venivo a chiederti se volevi darmi una
mano.»…«Calù?» Il
Digimon bianco
aggrottò l’espressione.
Rea sedeva
presso il falò, e suo figlio era accanto a lei, addormentato
nel
sacco a pelo dal quale spuntavano le testine altrettanto dormienti di
Gummymon verdino e Kokomon di color marrone.
La ragazza
sperdeva il suo sguardo attorno «Siamo stati proprio
fortunati a
trovare questi Ruspimon così disponibili: si sono subito
offerti
di occuparsi dei MudFrigimon.»
«Già…» fece Rika che era con
lei, mentre Ryo
era alle sue spalle a smanettare come sempre col cellulare (ma in
realtà il suo viso, su cui passavano i fili degli
auricolari,
era pensieroso)
Suzie sedeva accanto a
Rika, ed alluse ai Digimon dormienti «Poverini…non
si
saranno neanche accorti di essere tornati nel loro
villaggio.»
Rika era molto seria «Non so se sia un male…dato
come
è ridotto. Dio mio, è terribile…
…togli
l’ottimismo dei Ruspimon, e ora lo spirito
d’adattamento
dei MudFrigimon, e resta solo distruzione…»
ponendosi una
mano sulla fronte «…ma che ne stanno facendo di
questo
povero Digiworld, che ne resterà…?»
A quel punto Ryo
udì. Così infilò in tasca il cellulare
e li
raggiunse «Comunque!...adesso stiamo dando il tempo,
giustamente,
a Takato di familiarizzare con la perdita. Ma poi, e quando dico poi
intendo…da domattina presto, dobbiamo subito attivarci in
qualche modo, qualsiasi esso sia, per scoprire dove quella Digimon ha
trascinato Henry! Non possiamo…minimamente fermarci a
sollazzare.»…«…e chi
“sollazza”…!» fece
eloquentemente Rika, e Rea
commentò infastidita «Non ha lasciato neanche una
traccia,
ad eccezione del profumo lì non c’era niente o io
non
l’ho vista!» ma Rika disse «Cosa vuoi non
aver visto,
Rea…? Un cartello con scritto “l’ho
portato
lì”? Beh di certo non lo ha lasciato…si
è
visto questi di cosa sono capaci.» Ryo intervenne
«…e va bene! Ma…insomma, ragazzi?
Vogliamo darci
per vinti così?!...
…un po’ di energia, un po’di
iniziativa!»
…ma le espressioni attorno a lui lasciavano intuire ben
altro
che questo…
…tanto che dovette moderare il tono
«…capisco che
è dura…
…se mi fermo solo un attimo a pensare a Guilmon…
…non ci credo ancora. Lo rivedo davanti a me!...e pensare
che…eh, quanto tempo è
passato?»…«Lo
sappiamo tutti quanto tempo è passato…»
accennò Rika cambiando posizione e stirandosi…
Rea rifletteva e sembrava cercare di immaginarsi il Digimon nei
pensieri dei compagni…si volse a osservare suo figlio
dormiente
come se lui, poiché bambino, meglio potesse svelarle segreti
come quelli. Si respirava un’aria di malinconia profonda in
quei
luoghi…
…Viximon, cioè la testina dorata con la coda, e
Patchmon
il suo coniuge nero, ora strisciavano come due sfere luminose fra le
macerie che circondavano un faro spezzato di netto. Il loro sguardo era
triste e incredulo. Lui si volse, la sua voce dolce era sottile come
quella di un bimbo «Cara…i nostri piccoli mi
chiedono
della casa: ho paura di ciò che vedranno, quando saranno
svegli.»
Viximon
balzò, agilmente anche se era solo una testina,
là dove
c’era una parete squarciata, frammenti di vetro e di petali
«…la mia finestra. Da qui guardavo il sole
sorgere, ogni
mattina…»
Lui
balzava vicino a lei, le cui lacrime stavano affiorando agli
occhi…sembravano farsi coraggio strofinandosi con il loro
pelo
morbido…ma anche il nero Patchmon era commosso…
«…nessuna notizia…dei figli del tuo
Digimon?»
chiedeva intanto Rika volgendosi verso Ryo «Uh?
Di…Cyberdramon, intendi?» chiese lui, ma lei
lasciò
intendere che era arduo ipotizzare un altro suo Digimon
«Macché…niente di niente.
Chissà dove li
avranno portati. Lui cerca di fare l’indifferente…
…però…
…immagino come debba sentirsi…»
…il suo
pensiero volava a Ketomon, la testina violacea con il
corno…che
ora tremava nascosto tra le rovine della propria casa
«B-Bambini
miei…»
…Ryo
giocherellava con i ciottoli a terra, il suo sguardo era aggravato,
irrisolto. Sembrava cercare di mostrarsi naturale, disinvolto, ma non
riuscire a liberarsi di un senso d’oppressione che
però
non lo lasciava. E di cui forse, qualcun altro accanto a lui si
accorgeva…
Rea si
interessò «E i tuoi Digimon, Rika? Cioè
scusa…sai com’è, deformazione
professionale…li unifico, essendo moglie e
marito…che
posso farci?» con voce che già le moriva. Rika
replicò con espressione dolce, seppur triste
«…Renamon…cioè
Viximon…»
(mentre Ryo volgeva il suo capo, interessato ad ascoltarla)
«…si è voluta incamminare da sola
là sul
promontorio, era con suo marito ed io…non potevo
intromettermi,
anche se ti confesso che forse…per questo caso specifico
sarebbe
stato meglio andarci assieme e non con il proprio coniuge: contesti del
genere possono…allargare le incomprensioni, anche se in
realtà non dovrebbero.»
Rea
attese qualche istante…dopodiché
domandò
«…qualcosa non va fra Renamon e
Imagomon…?» e
Rika abbassò lo sguardo, alzando un po’ le spalle
«…che vuoi, anche fra Digimon come fra uomini, non
tutti i
matrimoni sono felici, a volte sorgono dei problemi.» Ryo
chiese
«Non saranno in crisi?!...lei non avrà mica un
altro?!...
…o ha dei sospetti su di lui?» ma Rika
sospirò, in
un visibile sforzo di pazienza. Suzie parlò «Non
credo che
si tratti di questo…!...alle volte…semplicemente
risulta
difficile parlare: è la cosa fondamentale in una
coppia…almeno credo.» Rika la guardò e
disse
«…esatto: chissà, forse in
realtà è
proprio questo.» e Rea, riguardo all’importanza del
dialogo
«Non ti sbagli.» Rika aggiunse «Possono
sorgere molti
ostacoli…ma…finché…fra due
persone
c’è un’intesa…e si riesce a
essere sinceri,
mostrarsi per chi si è realmente…io
penso…che alla
fine, anche passando attraverso un lungo percorso, ma si
riesce…a trovare un’equilibrio. Non lo so,
è una
teoria mia: di una che non ha mai potuto sperimentarlo…e
chissà se mai
succederà.»…«Ah,
perché devi buttarti giù
così!» fece Ryo.
Lei lo scrutò intensamente…
…il
ragazzo sembrava ripetere con automatismo quelle frasi venate
d’ottimismo, ma in realtà essere il primo non del
tutto
convinto…tanto che un attimo dopo la sua espressione tornava
insicura.
Rea buttò un
occhio ai Digimon dormienti «…pensare che loro
sono
cresciuti in questo luogo. Questo villaggio ha costituito il limbo
fra…quel passato felice, e il nostro
presente…»
Rika continuò «Fra la battaglia contro il
D-Reaper…e questa lotta cieca e frenetica. Non credere,
Rea…non faccio che pensarci.» Anche Suzie e Ryo
sembravano
dello stesso avviso, lei in chiave più assorta, lui
più
tormentata. Rika raccontò «Ho
immaginato…per tanti,
tanti anni questo luogo non sapendo neanche che avesse questo
nome…e l’aspetto…di cui poi seppur in
pochi giorni
ho tanto…tanto udito parlare: Renamon me lo ha descritto in
ogni
minuzioso particolare quando è tornata, ed
io…provavo a
pensare di essere qui. Non avrei mai immaginato che l’avrei
visto
ridotto in queste condizioni…» sfumava la sua
voce,
sembrava soffrire profondamente a quel pensiero «Qui
è
dove la mia Digimon…
…da
ragazza è diventata una donna, una madre. Pensare che ora
noi
non vediamo…che un cumulo di macerie quando questo villaggio
ha
ospitato…giorni…pensieri…
…sentimenti. Pensiamoci un attimo,
ragazzi…»
invitando lo sguardo volenteroso di Suzie e di Rea…e quello
quasi un po’ intimidito di Ryo «…il
tempo…della nostra crescita. Da un lato stando a Digiworld
sembra che sia passato…un soffio da quando vi siamo giunti
la
prima volta.» Rea si scostò la frangetta
«E’
davvero così? Io…provo la stessa cosa per i
periodi della
mia infanzia. Quando andavano di moda i Digimon! Ma pensavo di essere
la sola.» Rika scosse il capo, e definì
«Riguardando
le cose rimaste uguali, i settori invariati…il tempo si
appiattisce. Ma sotto una…prospettiva differente, passandosi
in
rassegna tutte le cose…che sia sulla terra, sia qui sono
cambiate…ci si accorge di quanto…invece
è
trascorso, quanto di nuovo ha portato con sé…
…e
se ora noi smarriamo i nostri occhi nello scenario che ci
circonda…altro non vediamo che il luogo che in questa
lunga…articolata fetta di vita…ha cambiato i
nostri
amici…coloro con i quali…combattiamo, al passo
dall’essere fusi…in un’unica
entità vivente.
Ero una grande appassionata. Sapete che mi chiamavano “La
Regina
dei Digimon”. Già: questo nome ormai è
“leggenda”…
…però…mai avrei immaginato
allora…che
indossare…quella corona avrebbe
significato…ritrovarsi
attorno a un falò, in una notte come questa.»
raccogliendo
le sue gambe in un abbraccio, lasciando riflessivi i suoi occhi lilla
«…e interrogarsi…anziché su
carte, mosse e
abilità…
…sulla vita e il tempo che cambiano chi sei.
Nonché sulla
morte…
…di
un amico che ora…non è diverso da una persona
cara.
Benché si narra che sia uscito da un disegno. Ma io Guilmon
lo
rivedo…e lo ripenso…
…mi
ripercorro dentro tutte le tappe vissute, le cose dette e i posti
visitati…esattamente come quando ricevi la notizia che una
persona che conoscevi molto bene…» e non
continuò,
ma abbassò lo sguardo. Gli altri anche riflettevano, Suzie
ammise «Anche per me è
così…»
Rika
guardò le stelle, e disse con un sorriso a metà
«Il
peso della corona…della Regina dei
Digimon…»
…sullo
sfondo del silenzio notturno, e del crepitio del fuoco, accompagnato
dai cigolii dei Ruspimon.
«Ma è un
dolce peso…sotto certi aspetti.»
continuò la rossa
domatrice «…ti insegna, forse…a
trattare ciò
che è importante come un materiale prezioso,
perché non
dura per sempre, un giorno c’è e
l’altro…
…tu sei
diverso, e lui non c’è più.
Perdonatemi.»…«Dove vai?»
chiese Ryo quando la
vide alzarsi. Aveva il tono di un bambino che vede la madre
allontanarsi all’improvviso. Rika rispose con
dignità
«Ho bisogno di constatare come sta la mia Digimon.
Scusate.»
Ryo non la
trattenne con le
parole…ma restò spiazzato, ed il suo vuoto
interiore si
ingrandì.
Rea,
esortata dalle parole
pronunciate, accomodava il sacco a pelo e guardava intensamente il viso
del suo bimbo dormiente.
«Si è addormentata…
…devo fare in fretta…» erano le parole
di un
ragazzo febbricitante: la Digimon che lo teneva prigioniero alla fine
aveva ceduto al sonno e si era accasciata ai suoi piedi, con sguardo
sereno che valorizzava i suoi lineamenti delicati…lasciando
forse filtrare un raggio del suo puro passato
nell’oscurità della foresta «Devo
andarmene di
qui!» sussurrava Henry con sguardo attonito, pur grondando
gocce
di sudore «Devo farlo prima che si svegli…o
sarà la
fine!» scrollandosi qulle radici dalla caviglia, e muovendosi
a
passo barcollante.
Muskmon si rigirava, e ripeteva il suo nome
«…Heeenry…» mentre tutto
attorno a lei era un
tripudio di inquietanti sibili e fruscii. Ma pareva sentirsi a suo
agio…
…Henry si allontanava «Anche…senza un
Digimon…» fra quei cespugli e quei rovi di cui
ognuno
sembrava vivo, e munito di occhi per seguirti
«…devo
provare a farcela! Devo…raggiungere i miei amici, o almeno
qualcuno a cui chiedere aiuto!» addentrandosi
nell’oscurità…
...i suoi passi riuscirono a non svegliare Muskmon…
…in quegli
istanti Takato, sempre avvolto nel manto scuro, faceva ingresso tra le
rovine che restavano di una casa che aveva ospitato strumenti musicali.
C’era una chitarra a terra, che Cindermon raccolse e
scrutò un po’ incuriosita…ma senza mai
distogliere
i suoi occhi vigili dal ragazzo…
…che assorto,
ricercava tra le macerie quegli anni che gli erano stati
negati…
…all’esterno, poco distante da lì,
c’era
qualcuno che contemplava le rovine della casa: si trattava di Jeri, che
i pensieri non lasciavano in pace. Oscillando il capo e rivolgendo al
cielo i suoi occhi umidi di lacrime, riascoltava parole che sembravano
ferirla “CINDERMON
LO HA FATTO PER ME!...
Sì!!...lei è andata ieri notte al suo
palazzo…
…non perché le interessasse riconquistarlo ma
perché aveva scoperto che Guilmon si trovava lì!
Lei
sapeva…c-che era stato preso in un brutto giro, che i nostri
nemici lo avevano reso il Supremo a capo…del loro piano di
conquista, sicché…h-ha cercato di liberarlo da
sola,
perché non aveva intenzione di farmi soffrire, qualora
avessi
scoperto la verità su di lui! E’ vero, Cindermon?!!”
«Lei…» si diceva ora Jeri
«…è
sempre così nobile, così eroica!...» ma
quelle
verità, dalla voce di quel ragazzo che le stava tanto a
cuore,
parevano suscitarle sofferenza. E poi da quella di Rika “E’
vero! Lei non lo conferma: ma lo faccio io. Cindermon…ha
rischiato di morire ed essere acquisita, non merita di essere
accusata…Jeri. Se ti dovessi descrivere lo stato in cui
è
tornata questa mattina…
…sono lieta che almeno per te non sia stato altrettanto,
quando
ti sei allontanata per cercare Beelzemon.”
…per poi volgersi di nuovo verso la casa, e promettere
sottovoce, ma fermamente «…anch’io
farò
qualcosa per te, Guilmon!! Ma lo farò…a modo
mio.»
…e
le sue dita si stavano intrecciando lentamente tra alcuni strati di
carta colorata…quando si accostò a lei
LadyWizardmon
«Questo…è tutto quello che ho potuto
trovare. Non
è rimasto
molto…»…«Va bene lo stesso,
è sufficiente.» ammise Jeri. La Digimon descrisse
«Ho trovato questa carta, e questa colla presso la scuola
là dietro: hanno buttato giù anche
quella…»
rimarcando con la viva espressione dei suoi occhi
«…è una cosa…veramente
terribile. Mi domando
di chi abbiano avuto
pietà.»…«Di
nessuno…» ammise Jeri, smarrendo i suoi occhi
«…non hanno avuto
pietà…neanche di chi
è sempre stato soltanto innocente, come Guilmon. Comunque ti
ringrazio molto, LadyWizardmon.» prelevando lentamente, ma
con
molta cura quei materiali, e poi guardando la Digimon che diceva
«Di nulla.» ma Jeri specificò
«E invece
sì: non dev’essere stato facile cercare
là in
mezzo…» LadyWizardmon chinò il capo,
nascondendo lo
sguardo sotto la falda del cappello…quando giunse anche
«Calù.» e Jeri si volse
«Calumon!»…«Ho trovato ago,
filo e spago,
calù: me lo hanno dato alcune donne fra i
MudFrigimon.»
Jeri disse «Bene! Sempre decisi ad aiutarmi?» e
LadyWizardmon «Jeri…noi sì,
ma…tu?»…«Io sto
bene!»…«Ma…all’anima
dello star bene,
tu sono due notti che non dormi.» si premurò la
maestra
digitale, ma la ragazza replicò «Tanto non
riuscirei a
dormire. Io soffro d’insonnia, sapete? E poi…mi
sento
ancora piena di energie. Su forza, iniziamo. Desidero
fare…questi fiori di carta per Guilmon.»
appoggiandosi su
un ceppo di pietra, e smistando il materiale «Non sono molto
pratica ma amo questi lavori. Una volta li ho visti fare!...dovrei
ricordarmi come si fa, volta per volta. Allora…la colla la
abbiamo, per tagliare…anche…»
Calumon e
LadyWizardmon si guardarono fra loro, forse commentando senza bisogno
delle parole quella sicurezza che la ragazza sentiva il bisogno di
mostrare «Allora Calumon: tu potresti tagliare le strisce
colorate per fare i petali, te la
sentiresti?»…«Calù?»…«Le
forbici sono troppo pesanti forse, per te? Sennò faccio
io.» LadyWizardmon si avvicinò «Jeri,
guarda che non
devi strafare. Ti può far male, dico davvero:
ascolta…io
sono un’insegnante, ho fatto tantissime volte lavoretti come
questi e di tanti altri tipi, se vuoi…possiamo aspettare di
avere un momento, domani, e ti spiego come si
fa…»…«Molte grazie, ma voglio
farlo adesso!
Guilmon se lo merita, e poi, domani non si sa se avremo tempo: il
nostro viaggio a Digiworld procede a ritmo incalzante, siamo nel mirino
dei nemici. Adesso abbiamo questa notte,
sfruttiamola!»…«Calù! Scusa
se mi permetto
Jeri…» accennò Calumon mentre la
ragazza cercava di
aprire un pacco di bastoncini di sughero, ma che si spaccò
decretandone la caduta «…Takato non ci
resterà male
se aspettiamo fino a domani.» Jeri, che nonostante un pizzico
di
stizza si piegava per raccogliere «Ma pensate forse che lo
faccia
solo per far piacere a lui? Non è così,
è una cosa
che faccio per me! Io…» bastoncino per bastoncino
«…ho il grande desiderio di portare un regalo alla
tomba
del mio amico, quando esisterà! E’ una cosa che mi
fa star
bene. Ero affezionata a Guilmon, e voglio che anche da lassù
dov’è ora possa vedere il mio regalo.
Così…saprà che non l’ho
dimenticato. Dei
fiori di carta come questi sono la cosa più indicata,
perché…»
…mentre i due Digimon seguitavano a guardarsi…
«…perché i fiori veri sono belli,
però…finiscono per seccarsi!»
accentò quel
concetto con un velo di pena nel suo sguardo, che però in
parte
ritrovò speranza nel seguito «Invece, se i fiori
li
prepari con le tue mani…magari non
profumano…però
basta spruzzarvi sopra un qualsiasi prodotto per far sì che
assumano un odore gradevole. E…anche se passa il
tempo…non possono rovinarsi. E restano sempre lì,
a fare
compagnia a chi non c’è più.»
nell’aprirsi graduale della sua espressione, che accompagnava
i
gesti di disposizione del materiale «E’ una bella
cosa, no?
Coraggio, diamoci da fare! Sono certa che faremo un buon lavoro
insieme!»
Ai Digimon non rimase
che «E-Ehh…d’accordo.
D’accordo,
allora…forse è meglio che la carta la spianiamo
in questo
modo.» fece la maestra, e Calumon
«Calù!»
balzò da quel sasso e si avvicinò
«Come? Come ho
fatto io non va bene?» chiese Jeri, e LadyWizardmon
toccò
la carta «Proviamo…? Mmm,
allora…»
Non lontane dal
villaggio c’erano le porte di Digiworld, rimaste incustodite.
Fu
presso di esse, a seguito di un accecante bagliore, che Beelzemon
atterrò «Oahhh!» cadendo a terra
«Ah?» I
tre occhi del Digimon alzato si destarono, scrutando attorno
«Ma
questi…!»
In breve fu in
piedi, ed adagiava i suoi artigli sulle pareti antiche e crepate del
corridoio «Questi sono i cancelli!...allora sono
tornato!»
Non ci mise molto a
riemergere dal cratere che circondava quel luogo abbandonato
«Il
portale terrestre mi ha ricondotto…dalle parti del mio
villaggio!» che scrutava da lontano
«Chissà dove
saranno i miei amici…
…però almeno così posso fare un salto
a casa!
Salutare gli altri al villaggio, sentire come stanno! Chissà
se
hanno avuto notizie di Guilmon! A-Ah…non vedo il faro, come
mai?
Di solito è acceso nella notte! E’ meglio che vada
a
controllare!» spiegò così le sue ali, e
spiccò un nuovo volo.
Takato perdeva
se stesso tra i resti di quella casa, e Cindermon gli poneva la mano
sulla spalla «Lo so, lui ha vissuto qui per…tutto
il
periodo in cui l’hai perduto. Però guarda qua!
Quanti
poster, uuuhhh! Lui e Beelzemon si sono proprio dati da fare, ad occhio
e croce…
…da quel
che permettono le rovine, di spulciare…hanno condotto una
vita
da gente sempre attiva, tipi tosti! Mica…gente depreeessa,
erano
aggiornati su tutta la musica del momento!» raccogliendo
riviste
da terra e sfogliandole, per poi lasciarle andare.
Lui non si
volgeva, seguitava ad avanzare…e lei si faceva
più dolce,
accostandosi al suo orecchio e mormorandogli «So cosa stai
provando adesso…e lo sa anche
lui.»…«E
così…questo è l’aspetto che
ha…»…«…ptsss…il
luogo della tua
immaginazione? Sì…
…non c’è ombra di
dubbio…questa è la
casa dove è vissuto Guilmon in questi anni.»
Takato si
chinava appena…
…quella stessa mano che da ragazzino aveva tracciato il
disegno,
e che crescendo aveva impugnato forbici e pettine per lavorare come un
adulto, ora sfiorava le lenzuola…lacere, bruciate e coperte
di
ciottoli, che restavano del letto. I suoi occhi poi si alzavano,
facendo capolino dal nero cappuccio, per scrutare le stelle e il globo
oltre quel soffitto a brandelli «Lo so…»
diceva
Cindermon smarrendosi con lui tra i pensieri
«…questo
soffitto ti sembra assomgli alla tua vita, per niente solido per
proteggere, ma intricato quanto basta per impedire la vista del cielo.
Takato…(canzone: Mariah
Carey - Through the rain)
…io
so che ora…proseguire la vita ti sembra la
cosa…più brutta che si possa
concepire!»…«Non si tratta di questo,
Cindermon!!...» si volse lui con voce rotta dal pianto,
affermando «Mi trovo qui…nella casa di Guilmon,
qua ci
sono…i resti delle sue cose. Mi sembra persino…di
sentire
il suo odore, di riconoscere la sua presenza anche se è
stato
tutto distrutto!»…«SE SEI UN DOMATORE
COME SI DEVE
è direi ovvio che senti la sua
presenza!»…«Ma
lui non c’è
più!!!»…«Questo non
vuol dire: ha lasciato tracce, ovunque…
…guarda
là, ci stanno dei piatti rotti. Probabilmente lui ci
mangiava,
sai cosa mi ha detto Beelzemon? Di essere un cuoco provetto, quindi
probabile che anche il tuo Digimon si sia esercitato ai fornelli.
Dai…» appoggiando la testa sulla sua spalla
«…quando torniamo a casa ci cimentiamo anche noi,
li
facciamo…gridare dallo sballo, i tuoi genitori! Oppure li
avveleniamo?» ma lui anziché ridere
chinò il capo e
pianse, e lei «Ops! Scusa: mi sono dimenticata che ora
è
un pensiero doloroso, quello di tornare a casa.» Takato
scosse la
testa «Non è
questo…»…«Allora
cos’è?»…«E’-E’
che…ah, non capisco me stesso, pur stando qui, in questo
luogo,
circondato dalle tracce del suo passato! Io non riesco a pensare a lui,
Cindermon!!»…«Come sarebbe a
dire?!»…«Io penso…a me, a
me!! Riesco a
fare…solo e soltanto questo, come un egoista!!»
Cindermon
gli sorrise «Ahhh…!» e lo accolse in un
abbraccio
«Io dovrei sentirmi morire dalla tenerezza, questo ci si
aspetta
da me e invece sai che faccio?! E invece sai con che spirito sono
entrato qui?! Continuando…a chiedermi come farò,
IO, come
ce la farò ad andare avanti e dove troverò la
forza!! Non
riesco a pensare che a questo, e a dire il vero è stato il
mio
primo pensiero quando l’ho saputo! Non riesco a pensare a
Guilmon
perché finora ho sofferto così tanto che a ogni
frammento
che si stacca mi chiedo…e adesso…che ne
sarà di
me?!»…«Ah,
sciocco.»…«Sono
proprio un egoista, vero?»…«Mmm, no!
Risposta
sbagliata.»…«M-Ma come?»
alzò lui occhi
umidi e ingenui…e lei che se lo stringeva come un figlio
benché fosse velatamente commossa, narrava
«…perché…tutti siamo un
po’ egoisti di
natura. E’ l’istinto di sopravvivenza!»
parlando di
“natura” con…estrema naturalezza
«Gli altri
che amiamo fanno parte del nostro nutrimento per pedalare, sono il
nostro carburante. Ma io so che in fondo al tuo cuore…tu non
fai
che rivivere quei momenti e desiderare di essere con lui.»
aggiungendo più piano «…fino alla
fine…»…«Sì,
è vero!! Io…
…r-riavvolgo il nastro e torno al crollo di quel castello, e
vorrei!!...
…VORREI!!...esser stato lì per portarlo via da
una tale
orribile fine! E’-E’ morto bruciato, Cindermon,
oppure
l’ha sotterrato prima il soffitto, non lo so!! In entrambi i
casi
non meritava di finire in questo modo, il mio povero
Digimon…!!»
Cindermon
lo abbracciava da dietro…e seria, con lo sguardo avanti a
sé affermava «…puoi dirlo
forte…ho avuto il
fuoco a un passo da me…e ti posso assicurare…che
tremavo
come un coniglio, anche se sembro coraggiosa. Avrei fatto…le
scelte più perverse per salvarmi da una fine del genere, lo
ammetto…»…«Ah, Cindermon
perché non
c’ero anch’io?!! Cosa ci faccio…
…n-nonostante tutto ancora, con questo manto addosso! Come
un
fantasma, sì! Ad aggirarmi fra rovine come
queste…alla
ricerca di…cosa? Di quello che ho cercato per dieci anni,
quando
era vivo! E lo cerco ancora, ora che è morto,
perché,
perché?! Perché sempre fantasmi?!!»
Cindermon non rispondeva…
…e Takato
si avvolgeva in quel manto «Sono…sempre
più
lontani…ma io respiro ancora l’aria della
vita…è paradossale.» ma lei,
più vicina
«…perché chiami
“paradossale” la tua
presenza fra noi? Eh? Sciocchino. Come se nessuno qui avesse il minimo
bisogno di te.» Lui seguitava a singhiozzare, e lei spiegava
«Tutti la abbiamo…ci sono i tuoi…amici,
che contano
su un capo.»…«Io non sono il
capo…»…«Beh!...allora che
contano su compagno
fedele, Takato. Poi c’è…
…ohi!
C’è tuo
fratello!»…«Ah!» Takato
sembrò ricordarlo improvvisamente «Dimentichi per
caso che
è smarrito…qui nei meandri di Digiworld e attende
solo
l’arrivo del fratellone? Costui sei
tu!»…«N’Emo…»…«…poi
ci sono mamma e papà…» seguitava a
dirgli
all’orecchio «…loro sono un
po’ litigarelli, e
a volte ammetto che siano tosti da sopportare
però…quei
due diventeranno vecchi Takato, da qui a una…manciata di
anni se
continueranno a essere così testardi: e se tu non ci fossi
loro
resterebbero…completamente soli! Vale la pena che tu li
sostenga. C’è…
…»
Cindermon si girò per pochi secondi, facendo
un’espressione vagamente disgustata che lasciò a
volare
per le rovine, per poi tornare a lui «…ci sta
quella,
ohi!...
…Jeri!!
Ohi, c’è Jeri! E’ la tua fidanzata
Takato: tu la
ami!...sei finalmente riuscito a conquistarla. E-E lei ama te.
Sì!! Quella si vede lontano un miglio che ti ama,
vuoi…vuoi lasciarti sfuggire adesso la gioia di stare
assieme?!
Sarebbe una completa
assurdità!»…«Jeri…lei…
…ha perso
un Digimon, dieci anni fa.»…«Eh, lo
so!»…«Può capire bene cosa
sto passando.
Perché è rimasta in disparte, perché
non è
voluta venire qui…? Io…non avrei voluto
rattristarla, ma
mi avrebbe fatto piacere ricordare Guilmon insieme. Mi avrebbe dato
forza!» Cindermon sospirò con pazienza
«Senti…dobbiamo renderci conto che quando accadono
certe
cose poi non è che si torna indietro proprio
così.»
simulando uno schiocco di dita che attirò lo sguardo di
Takato
«Io pure sai? Per me è lo stesso, quando
morivano…le mamme di qualche altro Digimon che lavorava al
castello io tutti quei discorsi non è che li potevo sentire,
mica sono stata a tutti i funerali ma ciò non vuol dire che
quelli non fossero miei amici: è più che evidente
che
Jeri ti è vicina, basta…guardarla in
faccia.»…«Tu dici…?»
Cindermon lo
fissò seria in volto, ed ammise
«…accidenti: ma non
hai visto che occhi?...
…quelle
sono lacrime per Guilmon. Infuocate…tanto che le sta tenendo
da
parte per te, perché sa che il tuo dolore brucia
già
abbastanza. Abbi pazienza con lei, Takato…è il
suo modo
di esprimersi.»
Parole che regalarono
al ragazzo un sorriso di speranza «…sì
lo
so…hai ragione. E’ solo che sono…tanto
insicuro…» ma lei lo riaccolse in un abbraccio
«Migliorerà. Un sorso alla volta tutto
apparirà
più chiaro: ed il sole filtrerà anche da questo
tetto
dissestato.» a cui andò la coda dello sguardo di
quel
giovane stremato…
«Cindermon?»…«Ohi!»…«Prima
hai elencato…chi ha bisogno di me in questo mondo, anche tu
hai
bisogno di me?»…«EEHH?!!» non
si aspettava
quella domanda, sobbalzò un tantino «I-I-Io??
B-Beh
ss…
…certo,
PER DIGIEVOLVERE!!! M-Mi vuoi lasciare allo stadio primario come un
bacarozzetto???! No, grazie!...mi hanno…traumatizzata i
nostri
amici così piccoli.»
Lui sorrise, e
tornò nel suo abbraccio. Lei lo carezzava, e ripeteva
«…non voglio finire come
loro…» ma il suo
sguardo teso diceva altro «Io voglio essere un
Digimon…grande e potente. E’ sempre stata la mia
ambizione. Il mio sogno, il mio un…
…il mio unico…unico sogno!
Sì…»
Un Digignomo volò come una lucciola tra i brandelli di tetto
(fine-canzone)
La dorata e piccola
Viximon era rimasta presso il muro diroccato, osservando lo scenario
oltre i taglienti frammenti di vetro «Anche la tua casa, come
l’hanno ridotta…! Da questa finestra mi
affacciavo…per scorgerti quando uscivi…amore
mio!...» mormorava con la sua vocina sottile, versando una
lacrima, quando all’improvviso qualcosa fece sobbalzare il
suo
cuoricino «Ah! Ma quello…!!...sei…tu,
Beelzemon…» però qualcuno giunse dietro
di lei
«Moglie mia…» parlando con voce
altrettanto flebile
«Capisco che forse non è il momento, ma penso che
ora o
mai più potremmo riprendere il discorso della carta del
modello.»…«Oh!» Viximon
sobbalzò…ed il marito, che ora non osava balzare
al suo
fianco sul davanzale spezzato, volgeva le sue spalle e la sua coda con
aria triste «E’ inutile nasconderci, e mentire nel
mezzo
delle rovine della nostra casa: la digimodifica non ti ha dato alcuna
forza…io non riesco ad essere per te quel punto di
riferimento.»
Il pelo della piccola volpe tremava…
In quegli stessi
istanti dei passi si avvicinavano alla casa crollata, in cui Cindermon
stava sussurrando all’orecchio di Takato «In questo
momento…sai cosa è importante? Recuperare quelli
che
siamo: sì, lo so che sembra una fatica improba!»
specificava constatando la sfumatura di sofferenza che assumeva il
volto del ragazzo a quelle parole «Però se
continuiamo
così sarà peggio: lui non avrebbe voluto che
questo. Tu
devi tornare quello di sempre, devi seguitare…»
carezzandogli i capelli sotto il cappuccio «…a
curare il
tuo aspetto come fai ogni giorno, metterti…il gel nei
capelli,
spruzzarti tutto quel profumo! Anch’io, sai!
Anch’io ho
deciso che adesso…chiedo a qualcuno qui dei Ruspimon come
siamo
messi a servizi idrici e appena posso mi faccio una DOCCIA di quelle
come si deve perché…non mi posso più
vedere
così! Ci sistemiamo e ci riordiniamo, lui
dall’alto ci
deve vedere sempre…attivi e determinati, eh? Non pensi anche
tu,
tu che conoscevi Guilmon!...» mentre Takato si sforzava a
riflettere, guardando verso l’alto…
…ignari che Beelzemon, dietro di loro, stava facendo ingenuo
e
costernato ingresso nella casa…
«Non credi che
lui non potrà che essere contento nel vederti…il
suo
amico di sempre! Tu devi dare una…botta di grinta Takato,
ora
più che mai devi stringere i denti e mostrarti forte.
Credimi
è la via migliore e io sarò con te in tutto e per
tutto:
il tuo Digimon, mi…mi rifaccio splendente il mio ciuffo,
tanto
che qualunque nemico ci vedrà…potrà
solo tremare
di paura e sai perché? Perché sembreremo il
domatore…e la Digimon più inarrestabili che ci
sono!» stringendosi più forte a lui
«L-Lo so che
sarà uno sforzo, lo sforzo più grande della
nostra vita
però dobbiamo farlo, una volta compiuto il balzo tutto il
resto
verrà!...di conseguenza, si tratta solo di rompere il
ghiaccio
ma noi sappiamo che lo facciamo…per Guilmon…
…perché lui vorrà vederti forte, e
deciso tutta la
vita…ne sarà contentissimo, lassù nel
cielo!
Oh?» Fu allora che Cindermon notò la presenza del
guerriero alato…
Takato era
commosso da quelle parole, e stringeva i suoi occhi per farle scivolare
dentro sé…
Beelzemon però scuoteva il capo «Che…
…c-che
cosa…state dicendo…?» Cindermon
sospirò
profondamente, e rivelò «…quello che
hai sentito
Beelzemon.
Bentornato.»…«Beelzemon!» si
volse
anche Takato, e questi «Takato!...
…Cindermon!...n-non sarà mica
vero!»…«Sì,
purtroppo…» rispose
il domatore, e il Digimon si guardò attorno «Q-Qui
è tutto distrutto, è-è
terribile!!...ma al di
là di questo,
G-Guilmon!»…«E’
così, Guilmon non c’è
più…»
spiegava Takato «E’ rimasto vittima del crollo del
castello
nel settore che abbiamo appena
lasciato…»…«V-Voi mi state
raccontando una
bugia, n-non è possibile! I-Il mio Guilmon, il mio
amico!»…«Caro
amico…» gli si rivolse
Takato prendendogli delicatamente gli artigli, col gesto di un nobile
principe «…vorrei tanto che tu avessi
ragione.»…«M-Ma no!!» lacrime
affioravano ai
tre occhi del Digimon, che scivolò nell’abbraccio
di
Takato «Purtroppo è
così…»…«Ma no!! Ci
dev’essere un
errore!!» Cindermon spiegava «Purtroppo sarebbe
molto
bello…ma io ero lì, ho visto ogni
cosa.»…«M-Ma non potrebbe essere che
magari si fosse
salvato?!! Magari…è sgattaiolato senza che
nessuno
l’abbia visto! L-Lui era bravo in queste cose!!
Insomma…a-andiamo ragazzi non può mica essere
andata nel
modo in cui raccontate, Guilmon era uno tosto! I-Il nostro
Guilmon…non era mica un tipo così facile da
abbattere,
ricordo che io ci ho lottato…e-e…!!!...ero sul
punto di
essere acquisito!»…«Quanto a questo
posso
confermartelo…» disse la ragazza digitale,
incrociando le
braccia «…ci ho lottato anch’io, e posso
assicurarti
che era…decisamente un osso duro! Ma ho anche visto in
anteprima…ciò che poi lui mi ha dimostrato nel
corso di
quel terribile disastro: era ostinato nel salvare chi era in
pericolo…ancor più che a combattere. E
così
è stato…
…per
trarre in salvo delle famiglie che rischiavano di
morire…è rimasto schiacciato lui.» al
che Beelzemon
sembrò provare una fitta di dolore «…oh
no una fine
eroica, allora questa sììì!!!
Sììì, che questa era degna di Guilmon,
ALLORA
E’ VEROOO!!!»
Ma Takato lo
strinse forte «…caro Beelzemon…n-non ti
disperare.
Cindermon…
…C-Cindermon proprio in questo momento mi
stava…mi-mi
stava ricordando che lui ci avrebbe voluto vedere…forti e
compatti…»…«NOI NON SIAAAMO
FORTI
COM’ERA LUI!» gridò Beelzemon con
frustrazione
«Questo…questo lo so,
però…non ha
importanza! Lui ci guarda, e…benché sia dura ci
vuole
vedere così, e noi dobbiamo esaudirlo, Beelzemon: qui ognuno
di
noi…ha qualcosa o qualcuno per cui lottare.» Fu
allora che
Beelzemon alzò il suo sguardo e gli sembrò di
ricordare
nitidamente di Akemi e la promessa fatta alla famiglia. Takato si
asciugò gli occhi e spiegò «Anche se mi
costa
molto, io…ho intenzione di seguire ciò che mi ha
consigliato Cindermon.» volgendosi verso la ragazza
«Cindermon…
…grazie,
tu forse sei quella…che costituisce il ponte fra il mio
dolore e
l’accettazione della perdita di Guilmon, non…ti
rendi
conto di quanto tutto questo sia incommensurabile.» La
ragazza
volse lo sguardo, smarrendolo tra le rovine
«Beh…!»
in un’espressione che cercava di sminuire quanto affermato,
ma il
ragazzo si avvicinò «Dico davvero: in questo
momento…tu stai svolgendo un ruolo che…
…non
è soltanto quello di un Digimon…è
molto di
più. Ed è qualcosa dalla quale io non
posso…
…capisci?
Non posso non
ripagarti…»…«Oh?»…«Io
in
qualche modo…dovrò, dovrò restituire
ciò
che mi hai donato…a-alla tua vita, ai tuoi sentimenti! Non
so
ancora come…no! No, ti prego…non devi pensare che
sia
come per…quei soldi…che ti ho offerto quella
volta.» Cindermon lo fissava colpita (mentre Beelzemon
attendeva
dietro di loro, con una sofferenza scolpita sul volto) «Io
voglio
farlo, io…sento il bisogno di farlo!» spiegava
Takato
tenendole la mano «Lo faccio per me…e
per…
…Guilmon che se
desidera…che tutti noi andiamo avanti di certo vuole vedermi
un
ragazzo…» tessendo un sorriso al cielo oltre il
tetto
squarciato «…grato…e capace di
riconoscere i veri
amici…come te. Aspettami, Cindermon…aspetta il
mio
ritorno…quando mi sarò ripreso da questa
prostrazione
io…saprò restituirti quanto mi hai offerto, ma
no, anche
prima. Anche prima…
…basta
trovare il modo…indicamelo, ti prego!» chiese col
tono di
una supplica, all’abbagliata ragazza «Se lo
scorgerai non
me lo terrai nascosto…vero? Indicami un modo, chiedimi un
favore, i-invoca il mio aiuto…lasciami essere…
…un
bravo domatore! Il tuo domatore…cara
amica…»
allungando la mano, e rivolgendole una carezza sul viso, mentre
affermava versando una lacrima «…o-ormai mi sei
rimasta
soltanto tu!!...
…il
mio primo Digimon è scomparso…tu sei
l’unica,
Cindermon…
…l’unica…»
Nel cuore
della ragazza digitale quelle parole scatenavano un tumulto di
emozioni, sul quale sopraggiungeva il disagio che non permetteva al suo
sguardo di trovare appigli «Beh…penso che ora,
seriamente
parlando! Lasciamo stare tutti i convenevoli, non dimentichiamoci che
siamo in battaglia, la cosa più importante può
essere
soltanto liberare finalmente Digiworld da questa minaccia. Salvare
Henry!! E poi…scacciare i nemici.» a quel punto
intervenne
Beelzemon «Ah!! Sono stati loro, vero?! Non mentitemi, hanno
appiccato loro l’incendio nel quale Guilmon ha perso la vita,
non
è così?!» Takato rispose con un filo di
voce
«…è così.» e
Beelzemon digrignò
i denti «Maledetti…!! Come si può esser
così
crudeli da prendersela con una creatura…buona e onesta come
Guilmon?! Ma gliela farò vedere io a quei vigliacchi: conta
pure
su di me Takato, lo vendicherò! Loro non sanno cosa voglia
dire…a-avere tutti quei preziosi ricordi che avevamo noi con
lui, ora loro ce li hanno infranti! Ma non la passeranno liscia! Da
adesso…sarò un Digimon ancora più
potente e
spietato, si accorgeranno di quello che sono capace!!» ma
Takato
gli raccolse la mano «Ora la cosa più importante
è
che tu…badi a te stesso, prima di tutto. Hai tante
responsabilità: Jeri…ti ha ritrovato, dopo aver
perso un
Digimon. E’ fondamentale che ti abbia
vicino.»…«Sta tranquillo, fra me e lei
le cose
stanno migliorando e siamo anche riusciti a
biodigievolvere!»…«Cosa?!»
sussultò
Takato, e Beelzemon affermò «Adesso nessuno ci
fermerà, dobbiamo dare il meglio di noi stessi! Anzi, vado
subito a parlare con lei: Jeri!!...
…JERI!!» allontanandosi dalla casa.
«Ptsss…anche loro hanno fatto la
biodigievoluzione??» si informò Cindermon, e il
ragazzo
scosse la testa «Non lo sapevo…»
Le mani di Jeri
erano intente nell’intrecciare quei petali di carta, quando
«Ihm!! Ah!» come la bella addormentata, si
succhiò
il dito sanguinante «Calù! Jeri, ti sei
punta?»…«L-Lascia stare, non
è
nient-ahh!» ma con un gesto inconsulto
«Noo!» fece
cadere la boccetta di colla…e tutto il suo contenuto si
riversò sui fiori realizzati, sull’eco di
LadyWizardmon
«Ihhh, anima di Diiiooo!!! Tutto il lavoro
fatto…»
Jeri sentì lo sconforto affiorare al suo cuore, si
comprendeva
guardandola che aveva voglia di piangere…ma nonostante tutto
si
sforzò «Non fa
niente…ricominciamo.»…«Calù!
Ma Jeri,
sei troppo stanca, per questo i tuoi gesti sono imprecisi. Dammi retta,
ora non è il
momento!»…«…io
voglio continuare…» mormorò
però ad occhi
chiusi, ma ferma e determinata «Tesoro!!»
supplicò
l’insegnante digitale specificando «Ma non
è
ragionevole!!» e Jeri «Del resto è stata
colpa mia
se il lavoro si è rovinato: se volete andare a letto siete
liberi, continuerò da sola!» e con pazienza, aveva
ripreso
carta, ago e filo…e seguitava a lavorare sotto gli occhi
apprensivi dei due Digimon. Quei gesti le suscitavano sforzo e fatica,
ma lei voleva giungere alla fine di quel lavoro «Mancano
ancora…diverse ore al giorno. Sono abbastanza
affinché
Guilmon domani all’alba trovi…un mucchio di fiori
di carta
colorata ad accoglierlo. No, non mi
fermerò…»
L’insegnante dal cappello a punta si fece vicina, e
parlò
con tono profondo «Io so perché lo
fai.»…«Uh?» Jeri
alzò sguardo quasi
ingenuo e impaurito dinanzi a lei, che spiegò «Tu
pensi
che lui possa non distinguere il vostro impegno, e riconosca solo a lei
il merito di essergli stata accanto…senza notare che tu ci
stai
mettendo tutta l’anima.»…«Ti
ho già
detto che non è per questo!!» ribatté
però
con sguardo acceso la ragazza «Anzi, non voglio che si
sappia! E
guai a chi di voi lo dirà a
Takato!»…«Calù! Come sarebbe,
non vuoi che
sappia che hai preparato questo
pensiero?»...«Certo, gli
porterò i miei fiori e gli dirò che sono il mio
regalo
per Guilmon, ma non deve sapere che ci ho lavorato tutta la
notte!» intensificando i suoi gesti nell’allestire
quel
regalo, e descrivendo «La nostalgia per un amico
perduto…non si ostenta in alcun modo, la si porta qui,
dentro al
cuore!» lanciando una fuggevole occhiata alle rovine della
casa,
per poi riprendere senza sosta «Io non permetterò
mai…!...che la morte di Guilmon…! Diventi il
teatro…!...per stupide competizioni meschine!
Ahhh!» si
fermò per lo sforzo. E si succhiò il dito, si era
punta
di nuovo…ma talmente era decisa che i due Digimon si
guardavano
e non osavano fermarla. E lei riprendeva «…andate
a
riposarvi…» quasi supplicando «Qui ci
penso io:
è un mio confronto personale con Guilmon…
…con
quanto ha rappresentato per me e nei miei ricordi, ce la
farò a
portarlo avanti! Del resto…dove sta scritto che non sono
capace
proprio a fare niente?! Ahh!» e stava di nuovo cadendo sul
barattolo di colla «Attenta Jeri,
calù!!»
esclamò Calumon e LadyWizardmon tese la mano.
Ma qualcuno
giunse a sorreggerla «Ehi! Jeri! Jeri, che ti
succede?»…«Ohh…»
«Beelzemon, calù…!»
La ragazza si volse,
ed incrociò lo sguardo del suo Digimon
«Oh…sei tu.
Sei tornato…!» Si fissarono per qualche istante.
Beelzemon
balbettò «H-Hai saputo di
Guilmon…?» e Jeri
fece cenno eloquente con lo sguardo, alludendo al lavoro che stava
realizzando «C-Come stai?» chiese Beelzemon
«Io…?...bene!» rispose la giovane
scorrendosi la
mano tra i capelli, per poi tornare a guardarlo
«E…Akemi?»…«Uh?»
Jeri
cercò di porre delicatezza nella sua domanda,
benché
abbassasse lo sguardo in un primo momento
«Sei…riuscito a
riportarla a casa?» ma poi tornò occhi negli occhi
con lui
che rispose «Akemi ora è al sicuro e sta
riposando:
dobbiamo sbrigarci a rintracciare
Mako.»…«Mako…è con
Sandmon
adesso.»…«Acc!!...questo lo so ma non
posso
lasciarlo nelle grinfie di quel
farabutto!»…«Non
fraintendermi.» disse la ragazza guardandolo con la coda
dell’occhio «Credo che sia finita. Hanno perso la
battaglia…e si sono allontanati per cercare un
riparo.»…«Questo vuol
dire…che Mako si
è arreso, che non lotterà più al
fianco di quei
Digimon?!»…«Credo, da quel che ho
capito, che i loro
alleati li abbiano completamente isolati. Quando perdi ogni
appoggio…non ti resta che desistere.» Beelzemon
abbassò lo sguardo «Il mio
Mako…chissà cosa
starà passando adesso…!! Voi…non avete
più
avuto notizie?!» e Jeri gli prese le mani «Ora non
resta,
che per ognuno di noi, di sperare di trovare la propria strada lungo i
sentieri di Digiworld: il destino sa se i nostri cammini si
incroceranno ancora. Piuttosto…per…quanto
riguarda noi
due…»...«Jeri!» Beelzemon
strinse un pugno di
grinta «Ora abbiamo un compito importante: Guilmon era nostro
amico e i nemici gli hanno fatto del male! Dobbiamo dare pieno sostegno
alla squadra, ciò vuol dire sfruttare la totalità
del
potenziale della nostra
biodigievoluzione!»…«Veramente…»
la
ragazza arretrò e si mostrò incerta
«Cosa
c’è, Jeri? Non ti invoglia sapere di esser
riuscita a
conseguire un traguardo così importante?!» ma
Calumon
intervenne «Calù! Devi perdonarci,
Beelzemon…ma in
questo momento siamo tutti talmente sconvolti per la perdita di
Guilmon, che…ogni discorso di potenza ci sembra
illusorio.»...«Ah…vi capisco, avete
ragione!»
replicò quello alato…mentre Jeri fissava Calumon
con
sguardo teso, grata per quell’intervento così
pronto e
opportuno «Piuttosto…Calumon! Ma sei
regredito!»
esclamò Beelzemon
«Calùùù…»
al Digimon bianco
cadevano le braccia «…è
l’effetto della
nostalgia.»…«Lo immagino!...a-a me
sostiene solo la
voglia di combattere e ottenere un riscatto! M-Ma altrimenti io sarei
nelle stesse
condizioni!»…«Calù…»…«T-Ti
ricordi…tutti i giochi che abbiamo fatto, noi tre assieme,
quando…non avevamo preoccupazioni, l-laggiù,
sulla
terra?!» indicando il globo sopra di loro, tanto che Calumon
si
avvicinava coi suoi piedini «Beelzemon…»
balzando
nelle mani dell’amico «Se sapessi quanto vorrei
tornare ad
allora!!»…«Ahh, anch’io
Calumon!! Per
comportarmi in modo…completamente diverso! Su su andiamo,
non
fare così, non piangere! Non piangere o…f-farai
cedere
anche me, già mi trattengo a stento! Quanto mi piacerebbe
poterlo conoscere di nuovo! E-E anziché punzecchiarlo di
continuo rivolgergli un
sorriso…»…«Beeeeeelzemon!!!»…«D-Dargli
la mano, dirgli…”ciao caro amico! Sono contento di
non
essere solo su questo mondo che non è il mio, ci sei anche
tu!
Giochiamo assieme…” ahhh, caro Calumon quanto
sprechiamo
la vita, quando potremmo godercela! C-Ci accorgiamo di quanto
è
preziosa…soltanto quando è troppo tardi, quando
abbiamo
perso molto, e gli amici se ne sono
andati!»…«C-Calùùù!»
…Jeri li
osservava in quello scambio di lacrime, e rifletteva sulle loro parole
tra uno sguardo al cielo e uno a quei fiori incompleti. LadyWizardmon
d’altro canto pensava “…accidenti,
quanto devono
aver sofferto questi Digimon: il loro mondo…è
come un
villaggio distrutto. Esattamente come questo scenario, ma non si tratta
d’aver perduto solo una casa. E’ in quello che
c’era
dentro di loro…i palazzi di sentimenti, e di ricordi che il
tempo più mite ha edificati…che sono passati
attraverso
l’azione di distruzione che a volte la vita opera senza
alcuna
pietà…per le sue vittime.”
…l’immagine dell’imponente Beelzemon che
con le sue
ali proteggeva il piccolo Calumon ed asciugava il suo pianto sembrava
averla colpita molto…
«E’
inutile continuare a far finta di niente…» diceva
Patchmon
amaramente, spiazzando la piccola Viximon «Il linguaggio
della
battaglia a volte esprime certe cose meglio delle parole: io ho cercato
per lungo tempo di non farci caso, di illudermi che fosse
solo…una mia impressione! O magari una mia insicurezza: ma
vederlo dall’interno di te, credimi…è
tutta…un’altra cosa!»
La piccola volpe
continuava a tremare, mentre il suo coniuge piccolo come lei strisciava
fra i ciottoli ed affermava «E lo testimonia il fatto che ora
non
pronunci una parola! In una coppia si dovrebbe sempre parlare, e invece
noi…è ormai fin troppo tempo che non lo facciamo!
Ci
nascondiamo dietro…alla battaglia e alle sofferenze di
Digiworld
per celare che il nostro legame…in
realtà…
…è
più diroccato di questa
casa!!»…«M-Ma cosa
dici, Patchmon?!» esclamò Viximon balzando a terra
«Come ti viene in mente una tale assurdità,
io…n-non ti permetto!!» ma il marito
replicò
«Non permetterò che quello che è
successo a Guilmon
diventi l’ennesima toppa per nascondere la verità
su di
noi! Lui era un amico e non si merita un simile ruolo! E’ un
ruolo ingiusto quello di colui che sfuma la realtà delle
cose
per permettere al mondo esterno…di farsi un’idea
sbagliata!» volgendosi con occhi amareggiati, che spingevano
la
volpe ad indietreggiare «Io ho scavato nel fondo del tuo
animo
per attingere quanta più potenza possibile per
quell’attacco…
…ma
sebbene mi impegnassi a nuotare in quel mare oscuro che è il
tuo
cuore, alla ricerca della luce del tuo amore per me, non la trovavo!
Vedevo solo buio!»…«I-Il fatto che non
sia andato a
segno un attacco…non trovo giusto che sia il pretesto per
mettere in discussione un legame come il nostro! Noi abbiamo due
figli!!»…«E’ vero, abbiamo due
bambini! Ma
neanche loro possono essere la nostra eterna scusa!!»
…Akirmon
e Nymon si facevano strada con sguardo ingenuo verso la loro casa
distrutta…e quando li udirono, si guardarono con
incredulità…
«Anche se
la nostra unione ha dato la vita a due piccoli Digimon…nel
tuo
cuore io non sono quella figura da cui trarre forza, quella che
costituisce la motivazione per affrontare ogni giorno. Ti cercavo con
ostinazione…ma non c’eri! A quel punto mi chiedevo
chi,
chi potesse che a mia insaputa rapiva i tuoi pensieri, rendendoti forte
e motivata come sempre appari, visto che non sono
io!»…«Ti assicuro che ti stai
sbagliando!! Io…
…t-ti voglio bene!!» strillava la piccola volpe
«Come posso fare per
dimostrartelo?!»…«Ma non
sono io a cui pensi quando guardi il cielo da quella finestra! Non sono
io il volto che associ all’immensità della vita,
non sono
io a dare la carica ai tuoi giorni, dì la
verità!!»…«Smettila, non dire
cosììì!!!»
…lacrime sgorgavano dagli occhi di Akirmon e
Nymon…in
effetti il cuore si stringeva nel sentir discutere una moglie e un
marito che sembravano due cuccioli, anziché adulti maturi.
Vi
erano lacrime anche negli occhi di entrambi
«Benché tu non
lo creda io ora sto soffrendo tanto nel vedere la nostra casa crollata!
Perché io sono affezionata a ogni angolo di questo luogo,
volevo
bene a ogni singolo particolare perché mi
ricordava…la
dolcezza dei nostri giorni insieme, QUESTO NON RIESCI A VEDERLO, SE
LEGGI DENTRO DI ME?!» ma il marito disse «Hai
ragione:
smettiamola.»…«Oh?»
E dinanzi
agli occhi di Viximon, Patchmon fu avvolto dalla luce che
allungò la sua sagoma, e tornò ad essere Imagomon
«La decadenza di questo luogo merita rispetto, e noi con
questi
scontri e sospetti…non glielo stiamo offrendo. Sono i giorni
della vita nostra e dei nostri figli: avverto una grande
desolazione…solitudine, oscurità fluttuano
attorno a noi!
E non voglio aggiungervi carico: anch’io ho amato questa
casa…» disse con mesta contrizione, avanzando
verso di
lei, raccogliendola delicatamente «…e ho amato te,
benché tema che tutto ciò che ho rincorso fino a
adesso,
come l’unico sole di speranza per la mia vita…sia
stata
solo un’illusione. Me lo conferma il tuo pelo, anche se mi
astengo dall’insinuarmi tra i tuoi sentimenti: ti senti?
Tremi…lo si nota solo sfiorandoti…questo
è il
tremore dei sentimenti, quando non sono sicuri. Moglie mia,
io…non ho intenzione di importi niente: non sono io chi
desidera
imporre l’amore. Perdonami…»
riadagiandola con la
medesima cura a terra, fra i ciottoli «…ho bisogno
di star
solo.» allontanandosi così, fra i muri crepati
«Imagomon!!» non fermandosi al richiamo addolorato
di
lei…
(canzone: Mariah
Carey - I only wanted)
I loro figli gemevano, ma di questo Imagomon non si accorse
perché balzò fulmineo dal promontorio. Quando
invece
giunse Rika, di cui la luce notturna illuminava gli orecchini a forma
di luna: una volta in cima alle scale che conducevano alla casa, i suoi
occhi si dilatarono alla vista dei volpacchiotti
«Akirmon…Nymon! Perché
piangete?»…«Rika!!» rispose il
più
piccolo e nero balzando nella sua presa agile, mentre la sorellina
rimase a terra «I nostri genitori
litigano!!»…«Che…cosa
dite?»
trasalì la ragazza avanzando verso la piccola Digimon
striata
«E’ così! Abbiamo sentito la nostra
mamma e il
nostro papà alzare la voce, non sembravano più
loro! E
quel che è peggio…di ciò che abbiamo
udito con le
orecchie è quello che è giunto al nostro
cuore!!»
Rika dilatava lo sguardo, ed il piccolo Nymon prendeva parola
«C’è tensione e distacco fra di
loro…è
come un vento…freddo e gelido!» Di nuovo Akirmon
«Guarda la nostra casa, Rika, è distrutta! E con
questa…i nostri giorni felici, e l’amore fra i
nostri
genitori!»…«Ma no…»
disse la ragazza,
ed anche se era in apprensione lottava per mantenersi ferma
«Io…vi capisco, so cosa vuol dire quando fra i
propri
genitori…non c’è unione.»
chinando il capo
«I miei vivono…separati, ma non è il
caso vostro!
Vostra madre…e vostro padre si vogliono un bene autentico,
un
bene…che nessuno…può spezzare. O far
crollare….»
…fu
allora che la ragazza alzò i suoi occhi
«Viximon!!»
E corse da lei,
accovacciandosi e cercando di essere l’adeguata barriera fra
lei
e i suoi figli «Ci sono i miei bambini?!» chiese
spaventata
la Digimon dagli occhi lucidi, e la sua domatrice guardandosi appena
alle spalle
«…sì…però
io…li ho
rassicurati: dimmi, che è
successo?»…«E’
successo…q-quello che da
tanto temevo, Rika! Imagomon…inizia ad accorgersi di
qualcosa!»…«Ma come ha
fatto?!»…«E’ stata la
carta…e la
battaglia, la nostra affinità è stata
insufficiente, e
lui…
…teme che
io gli abbia mentito in tutto questo
tempo.»…«…ma non è
vero…»…«Sì,
invece!! Tu sai come
stanno le cose.»…«Io lo so ma tu NON gli
hai
mentito!...il tuo affetto è sincero! E i tuoi
sentimenti…
…ahhh!» piegando il capo, ed affermando
«Come si
può tagliare di netto con un giudizio…una
faccenda in
realtà così complessa? Le vicende del cuore non
hanno mai
una sola faccia, non c’è il bianco e il
nero…l’amore, o l’indifferenza: sempre
un muscuglio
agita le acque dei sentimenti. Affetto…e passione, il
fantasma
del passato! I ricordi…di un tempo. E le speranze del
presente…»
…in
quegli stessi istanti, lungo quelle scale giungeva Ryo…che
restò colpito nell’udirla parlare, ma poi il suo
sguardo
cadde sulle piccole volpi
«Ryo!!»…«Ehi, che vi
succede?!» che stavolta entrambe balzarono tra le sue braccia
«La nostra mamma e il nostro papà non vanno
più
d’accordo!!»…«C-Cos…come
sarebbe…?» e si fece a poco a poco
vicino…
«Ho tanta
paura, Rika!!» esclamava Viximon «E mi
sento…tanto
sola, tanto colpevole!»…«Non devi aver
paura.»
quasi intimò Rika, e stringendola «E non devi
sentirti
sbagliata…non è colpa tua, il cuore ti ha preso
in
contropiede!»
«Scusate.» intervenne Ryo. E Rika si volse stupita.
«E’…successo qualcosa…?
Venivo…ad
informarmi…» La ragazza restò un
po’
interdetta, ma la Digimon disse
«Rika…benché mi
costi, posso chiedervi di…restare con i miei figli? Io devo
cercarlo, gli debbo assolutamente parlare!» al che
l’altra
propose «Ma…gli parlo io se
vuoi!»…«No…» volse
il capo la creatura
che, anche se allo stadio primario, in questo caso rifletté
il
suo consueto e malinconico orgoglio «…almeno
questo sono
ancora in grado di farlo: parlare.»
Così a
piccoli saltelli discese quel promontorio molto più grande
di
lei.
Rika e Ryo
restarono occhi negli occhi «Ero venuto…per quello
che
abbiamo detto: ci tenevo che tu non pensassi che…parlavo con
superficialità…prima.» alludendo con
gli occhi
proprio alle volpi tra le sue braccia, e agli accenni al rapporto tra i
genitori che si erano scambiati dinanzi al falò
«…non fa niente…» fece la
ragazza
accostandosi a lui «In questo momento siamo…tutti
molto
tesi.» Ryo confermò «E’
proprio
questo…ci teniamo compatti a
stento!»…«Ci
sono notizie di Kazu e Kenta?»…«Eh, come
dici?!...
…no, sono
irraggiungibili.»…«…comincia
a preoccuparmi la cosa. Ma dove saranno andati…?»
si
domandò Rika, e lui le si accostava presso quella ringhiera
spezzata «Probabilmente in uno di quei settori dove vi
è
assenza di linea.»…«E sono anche i
più
pericolosi!! Almeno a questo ci
arrivo!»…«Ptsss,
shhh!» Ryo alluse ad Akirmon e Nymon « (Non
facciamoli
preoccupare…) » Rika, un po’ presa alla
sprovvista,
in ogni caso comprese « (…d’accordo)
»
Ryo
scherzò «E così questa…era
la vostra casa?
Ahhh, ma non dovete farla lunga perché è
distrutta!
Io…ho un giro di amici, qua a Digiworld: ve la faccio
ritirare
su dalla…migliore impresa edile in
circolazione!»…«Davvero,
Ryo?!»...«…sicuro.»
…mentre Rika
rivolgeva un primo, vero e cosciente sguardo al faro spezzato e alle
rovine di quella casa un tempo grande, e bella. C’era il
rumore
del mare, sullo sfondo…(fine-canzone)
Era proprio tra
le rocce della spiaggia che in quel momento camminava la volpe nera,
con passo malinconico e insicuro, e stringendosi a sé come
se
avesse un freddo…più profondo, e interiore come i
misteri
del destino che era in grado di leggere. Ma in quel momento i suoi
occhi erano simili a tutti quelli di coloro che cercano affannatamente
qualcosa che la propria vista stenta a mettere a fuoco. Ciò
accresceva le incognite, e riempiva i suoi occhi di pena al momento in
cui il pensiero sfiorava con l’immaginazione il pelo dei suoi
due
cuccioli. Si sentiva inadeguato, per non poter pensare a loro in quel
momento tanti erano i suoi dubbi…quando incrociò
qualcuno
«Ehi,
Imagomon.»…«Oh?»
Si trattava di
Cyberdramon, gli veniva incontro lentamente «Sei digievoluto
anche tu!» indicò il drago, spiegando
«Anch’io
come vedi, e di ben due livelli! E’ che ho attinto un
po’
d’energia qua attorno, io ho i miei sistemi e per fortuna
questi
masnadieri che hanno abbattuto il villaggio non sono riusciti a trovare
i miei pozzi nascosti. Però mi chiedo che me ne faccio: mica
capita che tutti i giorni torno a qui ridotto allo stadio neonatale!
Ahhh…ero identico ai miei quattro bambini, per fortuna che
hanno
rotto tutti gli specchi, non avrei sopporatato di vedere riflessa
l’immagine che riunisce i miei quattro draghetti in uno: il
sottoscritto! Quello che li ha fatti. Ahhh…dove me li
avranno
portati…?» Seppur appenato Imagomon
offrì interesse
a quello sconforto «Non…hai avuto alcuna
notizia…?»…«Mah.»
aprì le
braccia il drago «Dicono che le squadre di soccorso avendoli
trovati soli, senza né padre né madre, dovrebbero
averli
portati in qualche centro di quelli sorti recentemente. Bisognerebbe
informarsi, ahhh, ma la burocrazia puoi immaginarti quello che
è, sei un padre di famiglia! Queste cose le
capisci…» Imagomon chinava il capo, e il drago
seguitava
«Tanto più in tempi di guerra e
distruzione…le
linee sempre staccate, la gente di cattivo umore. Ed io sono qui
intanto, a morire d’angoscia. Quella…bodrilla di
Gelsomon
mi ha mollato con cento da pelare! Contentati tu!»
sfiorandogli
il braccio con una pacca amichevole «Hai Renamon, quella
sì che è una Digimon vecchio stile: seria e
integerrima!
Io pensavo d’aver fatto l’affare ma si è
rivelata
peggio di una draghetta sexy e piena di grilli per la testa. Se sapesse
il mio dolore di padre. Ma non voglio pensarci, speriamo
l’acqua
sia piuttosto fredda abbastanza: una doccia gelida sulla testa! Lo uso
sempre quando sono stressato.» allontanandosi di qualche
passo.
Quei discorsi
accentuavano il bruciare della ferita nel cuore di Imagomon, che
mormorava «…lui i suoi figli non sa dove siano e
non
può rivederli…anche se lo volesse!»
mentre
osservava Cyberdramon che ficcava deciso la sua testa sotto
l’acqua, facendo mille bolle con un ruggito subacqueo
(benché dentro di se pensasse “Bambini! Neanche il
gelo
dell’acqua mi fa scordare di voi!”)
Imagomon
realizzava «Io invece potrei correre da loro, ma non ci
riesco e
sono qui perché…non ce la farei, solo guardandola
avrei
timore di farle del male! Di imporle la mia presenza.
Io…»
avanzando verso il mare «…l’ho amata
tanto e
sinceramente: tanto che la amo ancora…tanto…
…che non
riesco a liberarmi dal desiderio di…trattarla con
delicatezza!
Io non voglio essere l’ombra della sua vita.»
specchiandosi
così nelle acque come una sagoma nera (mentre Cyberdramon
realizzava «Noo…non hanno rotto tutti gli specchi:
il mare
è rimasto! Meno male che sono digievoluto. O forse
è
peggio: assomiglio ai miei figli quando saranno grandi.»)
Imagomon
confessava «Io vorrei essere la sua
felicità…l’avrei tanto
sognato!» tendendo la
mano, e gli sembrava di rivederla accanto a lui, ma bastò
sfiorare l’acqua con la zampa per disperdere la sagoma di
Renamon
e lasciare la sua soltanto «Quale immenso vuoto…in
una
notte come questa. La tua scomparsa Guilmon…sembra
accompagnare
la fine totale della dolcezza e dei progetti futuri, per noi Digimon:
è come se adesso...» guardando il cielo
«…iniziasse una lenta…ma inesorabile
corsa che
parte da questo villaggio e travolge tutto il nostro mondo. Non
lasciandone…altro se non un cumulo di macerie. Non voglio
vedere
quel giorno, ho tanta paura…cosa ci accadrà?
Oh!»
Notò però qualcuno qualcuno nei pressi della
spiaggia.
Si trattava di
Riley e Mitsuo, sempre alle prese con le loro strumentazioni. Lei
chiedeva «Risponde
qualcuno?»…«…niente,
sono isolati. Sono sempre più in pena, questa assenza
così prolungata non è normale, e ad essere
sincero mi
allarma il fatto che Kenta sia andato con lui: i suoi sentimenti
verso…
…il
nostro Hideki erano molto tesi, da più di un accenno mi sono
accorto che non gli ha fatto passare il suo operato di questi
anni.»…«E se l’avesse portato
via…per
trovare l’occasione per vendicarsi?!»
ipotizzò lei
con sguardo preoccupato, ed il marito «Kazu è
andato con
lui, anche se fosse non gli permetterebbe mai
di…»…«Mitsuo, sono in pena,
non sarebbe
possibile…scoprire dove si sono diretti e
raggiungerli?!»…«Non saprei
come…» ma
Imagomon «Perdonate!»
«Oh?!»
destò il loro volgersi improvviso «Non avrei
voluto, non
ho ascoltato intenzionalmente il contenuto della vostra conversazione.
Però…vi ho sentiti preoccupati, volevo dirvi che
io…se volete, se il vostro cuore di genitori è
preoccupato posso…provare a concentrarmi per indicarvi dove
si
trova
adesso…Guardianmon.»…«Ahh!»
Riley
gli corse incontro, e gli prese la zampa «Davvero faresti
questo
per noi, Imagomon…?»…«Pensi
di essere in
grado…?» domandò anche Mitsuo
aggiungendo
«…noi non ve l’avremmo chiesto: meno fra
tutti a te,
è grazie alle tue parole se gli altri ragazzi non hanno
biasimato la nostra decisione…di condurlo a
Digiworld.»…«…datemi le
vostre mani.
Io…vi capisco! E se il mio cuore ora è troppo
turbato per
essere accanto ai miei figli…posso ugualmente svolgere il
mio
dovere di Digimon, aiutando una coppia di genitori!»
Riley sembrava
esortare, col suo sguardo di speranza, il marito a seguire il
consiglio. Questi avanzò «E’ molto
nobile da parte
tua…sei un Digimon scevro da pregiudizi.» Imagomon
fece
sue quelle parole con le loro luci ed ombre…e si
concentrò, tenendo le mani dei due coniugi.
Negli stessi istanti Viximon girava per il villaggio
«Imagomon!...
…Imagomon!!...ahh…» un po’
affannata a causa
delle sue piccole dimensioni, quando sbatté contro il piede
di
un Digimon «Ouuhh!» tanto da rotolare
all’indietro,
ma rimettendosi in sesto con un balzo rapido «Imagomon, meno
male
che ti ho trovato! Devi assolutamente sapere
che…oh!»…«Viximon!»
Ma non si trattava di Imagomon
«…Beelzemon!!»
«Ahh!» il
Digimon alato la raccolse con delicatezza «Sei
tornato!»
«…anche tu…sei regredita allo stadio
primario?» La creaturina dorata volse lo sguardo come se
avesse
un po’ di vergogna, ma quello di Beelzemon era un approccio
di
tenerezza «Cosa è successo a tutti
noi…? Che vi
è capitato in battaglia? Oh, avrei tanto voluto aiutarvi!!
Perché non ero né da voi…né
da
Guilmon…? Povera Viximon…chissà
cos’hai
provato quando l’hai saputo, tu verso di lui
eri…così premurosa! Una sorella, una madre!
Così
come…per tutti noi! Non è giusto che abbiano raso
al
suolo anche la tua casa…era così bella!
L’avevi
resa…un posto fantastico, grazie al tuo
buongusto…»
Viximon non
riusciva a dirgli nulla e lo fissava con occhioni emozionati, il suo
visetto dorato si tingeva di rossore…
«Una cosa,
però…voglio mostrarti!» disse Beelzemon
che
sembrò strappare un’ultima speranza da quel
momento di
prostrazione…
Akirmon e Nymon
avevano chiuso i loro occhi «…dormono?»
chiese Rika
in un sussurro, e Ryo «Sembra di sì, sembra che
siamo
riusciti a farli addormentare!»
…mentre si
addentravano, tra la penombra e le luci della notte, nelle rovine della
grande casa sul promontorio. Rika sospirò
«…meglio,
speriamo in questo modo diano almeno il tempo ai loro genitori per
chiarirsi.»…«Ci vuole tempo per queste
cose, eh?...
…non basta spesso…quello di una semplice
dormita.»
La ragazza espirò
nuovamente, come a voler affermare che era proprio questo che la
preoccupava. Così camminava fra quelle
macerie…vagando
con lo sguardo come se fosse alla ricerca del suo spirito
più
giovane, che pur non avendo nessun dato sull’aspetto di
quella
casa, più volte si era trovato a vagare tra quelle pareti.
Sfiorava con rassegnata tenerezza ciò che restava delle
finestre…del tavolo, dei mobili…
Ryo la seguiva sempre, come
un angelo custode. E quando furono presso la finestra dimezzata dal
crollo del muro, lui le si accostò, sfiorandole la mano ed
accennando il delicato gesto di porgerle uno dei volpacchiotti. Lei
accolse spontaneamente la piccola Akirmon, ed il ragazzo
adagiò
il suo capo sulla spalla di lei, socchiudendo gli occhi come se avesse
sonno. Rika benché il suo sguardo tendesse a vagare, glielo
lasciò fare «Perché a
volte…» si
interrogava Ryo «…non ci si lascia semplicemente
andare…? Non è…più
semplice, di tante,
aggrovigliate parole…? Ecco,
semplicemente…così…»
espirando, e cercando
di distendersi «Non si risolvono…molti
più
problemi, anziché crearsene altri…? Io delle
volte me lo
chiedo, perché non…si
potrebbe?»…«…perché
a volte non si
può.» rispondeva Rika con pacata
sincerità
«Uhm? No…?» chiese Ryo rialzando
debolmente il capo,
e lei «Alle volte…il passato te lo impedisce, o il
presente. Quello che si è stratificato nel
tempo…non ti
permette di appoggiare il capo su di un cuscino. Anche se magari
vorresti, e ne avresti il
bisogno.»…«Mmm. Brutto
affare, se sei arrivato al limite!» La ragazza
abbassò lo
sguardo…affermando un sincero e fondo «Puoi dirlo
forte!»…«Uhm?!...
…a te è capitato?»
La giovane si
mosse, camminando fra quei ciottoli «Mi capita di
continuo…ormai è una costante della mia vita, non
ci
faccio più caso!»
Ryo spalancò gli occhi…
Rika gli dava le
spalle ed incrociava le braccia «Si estende...dai problemi
quotidiani, quelli che ho lasciato sulla terra…alle vicende
interiori…fino ai Digimon, anche adesso: le sorti della
terra.
Di Digiworld. E…
…di
tutti noi, compresa la mia Renamon che adesso se dovessi descrivertelo
nel particolare, il suo problema…» un nuovo
sospiro
profondo, per poi definire «Complicato e semplice al
contempo…come quelli di tutti noi, ma fa ancora
più male
quando tutto ti crolla addosso, come adesso.» Ryo assunse
espressione più seria e matura, avvicinandosi «Lo
so…sono d’accordo con te, questa di Guilmon non ci
voleva:
noi…non meritavamo questo colpo ai nostri
ricordi.»…«Pfff…
…!!!» Rika si portò la mano al viso,
restò
così per qualche secondo per poi confessare «Ryo,
Ryo
sapessi…
…sono così stanca…! Di
tutto…»…«Oh?...
…tu, Rika Nonaka, stanca?» chiese il ragazzo che
sembrava
molto stupito «Quasi stento a crederlo!» ma lei si
volse
appena con uno sguardo ben eloquente «Senti…io non
so
davvero se tu lo fai apposta, o proprio ti viene
naturale!»…«Ma…!...a cosa ti
riferisci, ora
perché sei arrabbiata?!» la sfiorò lui,
ma lei si
volse senza alcun impeto «Mi riferisco a me, al mio
stato…! Non sono arrabbiata. E’ solo che mi
chiedo…
…come fai…guardandomi, a stupirti se ti dico che
sono
stanca? Lo sono talmente tanto che…ogni, ogni sfumatura di
me lo
comunica! I miei occhi…i miei capelli, i miei gesti, il mio
passo! Il mio sguardo…» Mentre i loro sguardi si
incontravano tra il buio e la luce della luna «Soltanto un
cieco…potrebbe non accorgersene.» ma lui rispose
«Tu
non puoi accusarmi di questo! Tu devi ammettere…che nella
vita
di tutti i giorni sembri piena di energie! Sembri la più
forte,
irraggiungibile!»…«Ancora con questo
mito vetusto e
obsoleto?!!» esclamò lei con esasperazione
«…ah diamoci un taglio, basta una volta
tanto!!...perché dobbiamo ancora fare i buffoni persino qui
a
Digiworld!»…«Non faccio il buffone!
E’ la
verità, Rika!»…«Sappiamo
tutti come sono
andate le nostre vite!...» per poi espirare la tensione che
conduceva quei concetti…ma il ragazzo seguitava ad avanzare
alle
sue spalle, sfiorandole poi con la mano ed accennando «No,
forse
non lo sappiamo.»…«…della mia
si sa ogni
cosa, io non mi sono fatta scrupolo di nascondere niente, a che
servirebbe? Quanto alla tua…
…se ci
sono cose che non hai detto…che non hai voluto dire, beh
questo
puoi saperlo soltanto tu.» Ryo la guardò serio in
volto
«Rika: tu all’esterno sembri una roccia, non sei
cambiata!
Puoi esserti successo quello che vuoi, ma conservi lo smalto della
“Regina dei Digimon” anche a seguito di anni!
Ordini di
qua, disponi di là, sempre integra di fronte a ogni
situazione,
si ha paura a contraddirti!» Rika fece assorti i suoi occhi,
sussurrando «Mi domando…come tu faccia ad aver
ancora
“paura” di me se è vero che ce
l’hai, se non
mi menti…»
Ryo tacque, la guardava e basta…
«…quando…hai potuto vedere tutto di me,
sapere
tutto. Conosci quella che sono, sai quanto sono
fragile…è
per questo…che ti chiedo se ti ostini volutamente ad
accecare i
tuoi occhi. E allora mi domando perché lo fai…?...
…che gusto ci
provi a vivere…nei miti del passato? Ti fa così
paura,
crescere?»…«…
…forse.»
disse Ryo, e Rika spalancò gli occhi «Forse, e
anche se
fosse cosa ci sarebbe di male, su cosa mi si potrebbe
biasimare?»
rivolgendo sguardo malinconico oltre quella finestra distrutta
«Basta mettere il naso là fuori…che ti
fa talmente
paura, è tutto un gorgo…sembra che ti vuole
mangiare…»…«Ryo…
…non ti
ho mai sentito parlare
così…»…«Ihmf…
…è
perché non lo faccio, preferisco evitare: finché
posso…fuggire.»…«…non
si fugge da
queste cose.» scosse il capo Rika, e Ryo
«E’ proprio
per questo che sono qui da te,
ora!»…«Oh!»
sussultò lei, e lui la carezzò, cercando di
abbracciarla
«Magari…se sarò con te sarà
più
facile!» ma lei «No…ti
prego…!» tendeva
a scostarlo, finché Ryo «No! Aspetta. Non
fraintendermi,
adesso non voglio fare…
…niente
di scandaloso, ci mancherebbe: nella casa distrutta della tua Digimon.
Voglio stare solo così, questo però non puoi
negarmelo,
Rika! Ecco…così...» Ryo
ricercò un abbraccio
affettuoso, senza alcuna pretesa se non di dolcezza
«…ho
bisogno di coccole…» affermava, nel profondo
stupore della
ragazza «…ti prego Rika…non mi
scacciare: è
scomparso Guilmon…
…abbiamo
perso…un ricordo della nostra infanzia. E’ dura
anche per
me.» toccandole il braccio «Non ti sto
mentendo!»
E lei
avverì un sussulto nel cuore, poiché sembrava
diverso dal
solito.
Il suono dello scorrere del mare cullava la notte del
villaggio…
Rea, lasciato
suo figlio nell’abitacolo di un amorevole Ruspimon che lo
carezzava con la sua scavatrice, camminò assorta e
guardò
le stelle “…Guilmon: io non ti ho conosciuto, ma
ora il
tuo ricordo attraversa i pensieri di tutti i miei compagni. Takato
parla spesso di te come un caro amico. E Cindermon…mi ha
detto
che ti sei battuto fino all’ultimo per la salvezza di umani e
Digimon in quel castello. Ed è così che io voglio
ricordarti: come quel Digimon…eroico e dal cuore buono al
quale
mio figlio e tante altre creature debbono la vita. Spero tu mi dia la
forza di ritrovare Henry da lassù dove sei ora…e
se
questo sarà gli chiederò…di parlarmi
di te: forse
allora potremo tornare liberamente a quel passato a cui io non ho
partecipato, ma che porterò lo stesso nel
cuore…come i
miei amici…” «Oh?!» il piccolo
Gummymon che
teneva tra le braccia parlò nel sonno
«…la
sua…casa…»...«Come?!»
sussultò
Rea.
«Muskmon…ha parlato…della sua
casa…»
Il fiato della ragazza si spezzò…
Rika e Ryo
camminavano vicino ai resti del faro «Questo lo hanno rotto,
doveva fare una luce immensa fino a poco tempo fa. Ecco! Questo sono
io.»…«Ryo!»…«Non
c’è
da stupirsi, mi sento davvero in questo modo: hai visto…? In
battaglia, nei rapporti con il mio Digimon…
…nella vita che ho lasciato lassù, ogni cosa va
nel
peggiore dei modi, è una lotta continua e
giornaliera.»…«Non…credevo…
…che questo fosse il tuo modo di vivere ciò che
stiamo
passando: sembri sempre…così
sicuro!»…«Senti, io non so davvero se lo
fai apposta
o ti viene proprio
naturale!»…«Ah!» la
sorprese lui con le stesse parole di lei «Rika, ma non mi
vedi…?...(canzone: Charice
- Always you)
…se dici
che ci conosciamo bene, non ti accorgi che il mio sguardo è
stanco, non è più quello di
allora…?»
La ragazza tacque…
«Se come
prova non basta…allora il fatto che ti abbia chiesto le
coccole?
Io…
…lo so bene che prima mai e poi mai avrei fatto una cosa del
genere. Ma adesso non posso farne a meno…
…quando sbatti il muso con questa crescita non ne puoi che
uscire…bruciato, tutto coperto di ustioni! Non credere di
essere
la sola…io non sto messo meglio.»
Lei
gli allungò una carezza sul viso
«…allora
perché non parli…perché non sfoghi i
tuoi
problemi?»…«Ma perché mi
sento inadeguato, ti
vedo così forte e sicura e penso…che dovrei fare
andare
le cose come un tempo! Ma non ci riesco…e il disagio si
accresce!»
«Noi
non siamo forti…» disse Rika «Noi
siamo…come
loro.» accennando ai volpacchiotti tra le loro braccia
«Piccole...creature il cui pelo trema al primo soffio di
vento…lo resteremo
sempre.»…«Ah, hai ragione,
è vero, mi sento proprio
così!»…«Ryo
ma…con Alice, che è successo?! Chiarezza una
buona
volta!»…«Alice…mi ha
ricattato, per questo
l’ho portata a Digiworld come mia fidanzata. Mia madre
l’ha
abbordata come possibile pretendente, ma lei poi si è
offerta di
pagare il giudice perché non mi arrestassero il giorno
stesso
della partenza! Aveva…la mia vita nelle sue mani, e anche
questo
viaggio! Volevo venire…qua c’è il me
stesso
bambino, volevo ritrovarlo!»
La brezza
attraversava i capelli di Rika. Anche la frangetta di Ryo volava mentre
diceva «Mi manca…così tanto: secondo te
è
possibile puntare sul suo ritrovamento? O si resta inevitabilmente
sconfitti…?»…«…io
vi punto da
anni…consapevole del
rischio…»…«Lo
vedi allora, che ho ragione…? Ho ragione a dire che sei
coraggiosa…
…ma
bisogna provare ad esserlo, anch’io voglio esserlo!
Rika…» lui la prese delicatamente per la vita
«Io…»
“Ryo…”
…avvicinandola e avvicinandosi a lei in un bacio che la
colpì per la sua grande dolcezza…aveva la
discrezione e
il rispetto di un bacio della gioventù…
Le mani di
lei dallo smalto verde intenso gli raccolsero il viso…
Gummymon
accennava «L’ha…portato…nel
suo settore Rea!
E’ lì il nostro
Henry!»…«Cosa?!»…«Io
l’ho…sentita, prima che mi
colpisse…»…«Ah!!...allora…dobbiamo
andare!!...
…SIGNOR YAMAKI!!» gridò scattando in
corsa.
La sua
esclamazione destò Rika da quel bacio
«Oh!!...era…la voce di
Rea.»…«No Rika
ti prego…! Non adesso…è
così bello.»
supplicò il ragazzo, ma lei si volse a fissarlo negli occhi,
e
gli disse «Ryo, non farmi…illudere di
qualcosa…come
questa.»…«Perché
no?!»…«…perché un
giorno
c’è, e
l’altro…fugge!»…
…facessimo che ci si sposasse?»
La giovane dilatò lo sguardo…
«Così, per superare questo momento. Ma
perché poi
durasse anche in futuro. Questo…non puoi dire che te
l’ho
mai chiesto. Né l’ho fatto con
nessun’altra. Rika
io…non mento: mi sento tanto solo, e…non tutti
possono
colmare questo vuoto, forse…nessuno se non tu. Ti prego,
credimi, non mento un’ennesima volta, n-non potrei!
E’
tutto diverso, gli amici mi stanno morendo attorno, sono cambiato!
Prima o poi potrà succedere anche a me, no? Venire su questo
mondo ha davvero…
…davvero…cambiato la mia
vita…» afferrandole
la mano «La mia proposta non te lo dimostra? Rika: e se ci
sposassimo, noi due?!»
Ma si udiva Rea
chiamare «SIGNOR YAMAKI!!» e il piccolo Nymon si
svegliò «Uh? Mamma, dove
sei…?» tanto che
Rika fece cenno
«Scendiamo…c’è bisogno di
noi.» benché l’emozione sospendesse
entrambi i loro
sguardi…
Era incredibile
ma nel lasciare la casa di Guilmon, Cindermon saltellava festante
«Ahahahah!! Dai, manca ancora un po’ al giorno!!
Possiamo
girarci…tutto il villaggio, e andare alla ricerca delle
tracce
del passato! Portami in giro Takato, dove senti che il tuo cuore ti
chiama? Eh?!»
Il ragazzo dal
cappuccio scuro smarrì il suo sguardo in
quell’intero
scenario di notte e rovine, fino a che non lo adagiò in un
punto
preciso «Oh?...il falò…»
«Ohh…» che con la sua luce tenue
rapì anche
gli occhi di Cindermon…
«Pur fra
le macerie, questo sono riuscito a ritrovarlo!» affermava
Beelzemon, facendo sussultare Viximon «Oh!!» alla
vista di
quel copricollo di pelo «Non avevo fatto in tempo a portarlo
sulla terra, sono stato risucchiato a tradimento! Ma avrei sofferto al
pensiero di perderlo…è un tuo regalo di questi
anni e mi
è così caro!!»
«Oh…» e fu così che la
piccola volpe fu
avvolta dalla luce…e riacquistò la sua sagoma
elegante e
longilinea, tornando Renamon «Mi fai così
felice…con le tue parole!!» ammise commossa, e
scivolando
nel suo abbraccio «Coraggio: coraggio, Renamon!
Vedrai…che
ce la caveremo, noi siamo
forti!»…«A-Ascolta,
Beelzemon io...!»
Lo
guardò intensamente negli occhi, e poi gli chiese
«…
…
…come sta Akemi?»…«Oh?!...
…è a casa a pregare e darmi forza: sei gentile a
preoccuparti per lei!»
D’un
tratto Imagomon lasciò le mani dei coniugi «Ah!!
Ecco dove
sono, nel campo digitale indefinito!!»
«Cosa?!» sussultarono Yamaki e Riley,
quest’ultima
disse «Dobbiamo assolutamente aiutarli!» ma in quel
momento
giungeva Rea di corsa «Signor Yamaki!!...
…ho scoperto
dov’è Henry! Gummymon ha udito Muskmon!!
L’ha
portata nel settore dove è nata!!»
Il biondo
esperto di informatica
prese la mano della ragazza «Ascolta Rea: io e Riley dobbiamo
allontanarci, abbiamo scoperto che Hideki si trova in un luogo
pericoloso! Voi ve la sentite di andare da soli? Se Muskmon
è un
Digimon floreale allora di sicuro è il settore forestale
quello
di vostro interesse. Pensate di
farcela?»…«Io…
…sono disposta
a tutto, anche a mettere a repentaglio la mia vita, per
Henry.» (fine-canzone)
«Allora vi procurerò le coordinate del fascio,
così
potrete andarci: vi prego…perdonate me e mia
moglie.» ma
Rea rispose «Non dovete dirmelo, per voi…lui
è come
un figlio.»
A quel punto Imagomon prese
parola «Scusate! Vi prego, ho da farvi una richiesta: avrete
bisogno di un Digimon a proteggervi. Non potreste…portarmi
con
voi?» Rea domandò «Ma come
Imagomon…non resti
con tua moglie e i tuoi figli?» eppure la volpe nera
insistette,
con la zampa sul braccio di Mitsuo «Vi prego! E’
l’unica cosa che vi chiedo, in questo momento…non
posso
che distanziarmi e agire in solitudine. Vi assicuro che ho le mie buone
ragioni.»
Mitsuo lo
guardò
«Imagomon, noi siamo in debito con te: se tu ci esprimi
questa
esigenza…noi non possiamo fare a meno di
esaudirti.»…«Grazie, vi sono molto grato
e vi
prometto…che vi proteggerò a costo della mia
stessa
vita.» promise inchinandosi…
Rea rivolse
sguardo al cielo, pensava a lui. Il primo raggio dell’alba
nasceva dal mare in quegli istanti…
…il sole
non era che un remoto miraggio nella nebbia, là dove
guardavano
quel drago di metallo rosso ed il draghetto tornato a vedere con
entrambi i suoi occhi «Dimmi, che genere di posto
è
questo, Grani?»…«E’ un
limbo.»…«E’ questa la tua
casa,
adesso?»…«…no: la mia casa si
trova oltre
questa distanza, Guilmon.» Quest’ultimo sbatteva le
palpebre «La nebbia fa sembrare questo luogo
infinito.» e
Grani gli disse «Se ora tu ti trovi proprio
qui…c’è un
motivo.»…«Grani…»
Guilmon gli si
rivolse ora con sguardo più assorto, più maturo:
attraverso esso era possibile vedere gli anni trascorsi «Caro
amico mio, tu mi hai fatto un regalo restituendomi il mio vecchio
occhio, e curando completamente le mie ferite: ora mi sento bene, non
ho più dolori e la pelle non mi brucia. Mi dici che io non
sto
morendo. Però…mi dici anche che questo
è un
limbo!»…«Un limbo è
ciò che sosta a un
passo da un importante
balzo.»…«E…per questo
balzo noi abbiamo le ali?» aveva chiesto Guilmon con un
po’
di timore.
Grani lo fissò,
senza dire nulla…e l’altro assottigliò
lo sguardo
«Nei tuoi occhi…leggo qualcosa…che
è
estremamente importante, per tutti noi!...non so perché
ancora
parlo così. Io adesso sono
solo.»…«Ti
sbagli.»…«Oh?» infatti Guilmon
ritrovò
fra i suoi artigli quella foglia autunnale, sicché
piegò
l’espressione «Hai ragione, è vero. Ho
questa
fogliolina con me. Mi ricorda…chi ha cercato di salvarmi, e
di
farmi tornare a guardare la luce.» riversando il suo sguardo
assorto nella nebbia «Quella foglia…può
essere la
tua guida, Guilmon.»…«…ma io
mi sento
smarrito, Grani! Ho perso coloro che tanto amavo!
Ma…ascolta,
forse…forse tu puoi aiutarmi! Dimmi…»
…abbassando il tono…per porre quella domanda che
la rossa
arca draghiforme si aspettava, tanto che non si mosse di un
millimetro…
«…Takato è lì con
te…?...
…non mi mentire: svelami la verità, anche se
è
dura. Lui…vive con te, nel mondo oltre questo limbo? Ti ha
raggiunto…
…poco dopo che ci siamo salutati, è morto da
bambino, in
quel terremoto…?»
«Mi
dispiace…»…«Ecco! Lo
sapevo!...il mio Takato,
che triste fi-»…«No Guilmon, stai
equivocando!»…«Ah! Come sarebbe, vuoi
dire forse
che…?»…«Ho
detto…che mi dispiace: ma
purtroppo non posso darti questa risposta. Né sì
né no. Non mi è concesso di rivelare queste cose.
Dovrai
scoprirlo da solo.»…«Ma Grani, cerca di
capirmi! Io
sono stanco, non ce la faccio più! Tutte le cose che ho
provato
a fare…hanno solo accresciuto ancor più la
voragine! Era
già immensa…quando i domatori e i Digimon si sono
detti
addio. Poi però il fantasma del passato è
riapparso, e
tutto ciò che abbiamo tentato nella speranza di tornare
felici…ha portato morte e distruzione! Ora come
ora…» fissandosi i palmi delle zampe
«…ho
paura di questi artigli. Hanno combinato solo guai, non sarebbe
più semplice mettere un punto? Tu mi porti con te nel tuo
mondo,
e io…potrò rivedere Takato, in fondo un Digimon e
il suo
Digimon Tamer sarebbero destinati a restare sempre
assieme!»…«…quello che ti
manca…è la fiducia nella vita,
Guilmon.»…«Ah…»
scosse il capo Guilmon
«…io non so più che significato abbia
questa
parola.»…«Ecco: allora il tuo
compito
sarà scoprirlo. La tua missione,
Guilmon.»…«Scoprire il
significato…della
vita? Ah, io non sono portato per queste cose, sono uno zuccone! Con
Takato era tutto diverso: lui era intelligente! Insieme
eravamo…una coppia così
bella…» fissando
verso quel cielo nebbioso, come il suo tono che andava a
sfumarsi…per poi adagiarsi sull’arca in un sorriso
«Certo, quando ti ci mettevi anche tu eravamo proprio
splendidi!
Una squadra come si deve: ricordo ancora il rosso luccichio
dell’armatura che mi donasti, quando ci lanciammo
all’interno del D-Reaper! La tua energia pulsava…
…come la bellezza di tempi
irripetibili!»…«…possono
ancora giungere dei
tempi
così…»…«Aah?»…«Ascolta…»
Grani si avvicinò «Io non posso portarti con me
nella mia
casa Guilmon: il tempo in cui possiamo stare
insieme…è
limitato. Però…possiamo sfruttarlo per ritrovare
anche
solo un frammento di allora, che scivoli in quella foglia che hai in
mano…
…e che ci dia la forza per andare avanti. Anch’io
combatterò al vostro fianco come allora, anche se non mi
vedrete.»…«Ho tanto bisogno di forza,
Grani!»
supplicò il Digimon rosso dagli occhi gialli, chiedendo
«Potresti fare come allora?...perdonami se ti chiedo anche
questo, dopo ciò che già mi hai
dato!»…«Senti…purtroppo sono
tempi duri, e
non si possono “regalare ali” come si faceva
allora.
Però posso portarti con me. Per un po’. Le ali
dovrai
imparare a scoprirle nel tuo
cuore.»…«Non ho
compreso del tutto il significato di ciò che hai
detto…però io mi fido di te, Grani!»
L’arca si avvicinò «Coraggio, monta su
di me, non
aver paura.»…«Dove mi porti?
Oh!» (canzone: Claudio
Baglioni - In un'altra vita)
Il
cuore di Guilmon balzò di emozione, quando in un mirabile
incanto di luce vide la nebbia diradarsi…
…e svelare il cielo di una città
conosciuta…nel
centro della quale sorgeva una torre luccicante «Tooookyo! Ma
questa è la nostra città, Grani!»
E quell’arca draghiforme che l’aveva ospitato sul
suo dorso
descrisse «E’ la Tokyo del passato: quella che
avevi
imparato a conoscere. Possiamo farci un volo, un volo
soltanto!»…«Che bello!! E-E
rivedrò
Takato?!»
Grani rispose «Questo è il luogo…in cui
non era
successo ancora nulla di brutto, non era giunto il dolore. Questa
città…si preparava ad accogliere i Digimon, i
giovani
aprivano le porte del cuore: pronti a far entrare quegli amici fatti di
dati…e sovrani dell’avventura e
l’emozione.»
«Portami in volo, amico mio…» espresse
Guilmon in
una lacrima di commozione, e mentre Grani si apprestava a decollare gli
disse «Reggiti forte, mi raccomando. E guardati attorno,
osservando quanto era bella Tokyo dieci anni fa…capirai
l’importanza del tempo presente. E della lotta
affinché
l’amore torni sempre a trionfare. Come un ciclo
eterno.»…«Takato…»
sussurrò
Guilmon assorto, e Grani «Guarda bene: ora niente
è
cambiato, anche tutti i negozi sono quelli di
allora.»…«Lo scenario…della
nostra
felicità!» disse poeticamente il
Digimon…e Grani
con la voce di chi conduce un figlio per mano «Pronti al
decollo…voliamo!»…«Oh!!...»
in un
sussulto, il fiato di Guilmon si spezzò…
…ora aveva finalmente, di nuovo due occhi da spalancare sul
suo
passato…
…e le immense insegne quadrettate con la scritta DIGIMON luccicavano
come stelle, nell’estasi della Tokyo notturna.
Quando nella piazza di un villaggio diroccato, una Digimon dal ciuffo
rosso vegliava premurosa su un ragazzo in un manto scuro che avanzava,
a passo lento e solenne verso un falò. Cindermon disse
«Chissà quante volte si è seduto
qui…e
mentre si faceva riscaldare dal fuoco pensava a te. Si domandava come
stessi crescendo…ed immaginava il tuo viso, fino a
tesserlo…simile a com’è ora, in
contrasto con la
luce del fuoco.»
«Guilmon…» ripeté lui alzando
gli occhi verso
il cielo…per poi sedersi, lentamente, davanti al fuoco.
Cindermon
non si sedeva, ma restava indietro rispettando il suo raccoglimento,
che contemplava con un dolce sorriso.
Lui aveva
infilato la mano tra le pieghe del mantello…dalle quali
estrasse
lentamente qualcosa. Aprì con premura la carta piegata a
più riprese…
…e
svelò quel disegno. Quello tracciato dalla sua mano, dal
quale
Guilmon era nato…
Grani sfrecciava
come una cometa fra le case della Tokyo “antica”
«Ahh!!...quella, quella era casa di Takato!!...
…c’era la luce accesa in camera sua,
l’ho visto,
forse!...forse stava tracciando il mio disegno!!»
«E’
probabile…» disse dolcemente Grani. Guilmon
indicò
«Ho visto la sua ombra dietro la finestra, ne sono sicuro,
l’ho visto…prima che la luce si spegnesse!!
Oh?!»
Il cielo
tuonò…e iniziò a scrosciare
«Si è
messo a piovere!!»…«Ti dà
fastidio
Guilmon?»…«Oh no…!»
rispose il
draghetto beatamente «Avverto la presenza del mio amico, e
questo…rende di nuovo splendido questo scenario,
è come
una grande
festa!»…«Coraggio…voliamo
verso la
torre, là osserveremo quanto la gente era entusiasta dei
Digimon!»…«Ah! Passeremo anche vicini ai
negozi,
Grani?»…«Ma
certo…»…«Che
bellooo! Con Takato mi piaceva tanto guardare i ragazzi che assaltavano
le vetrine, nei giorni di pioggia!»
«E’ il
mondo che ci ha accolto, Guilmon. Il mondo che ci ha
amati.»…«Voliamo,
arca!!»…«Ahah!...quanta
fretta.»…«E’ che sono troppo
contento!»
Fu così che
Takato sorrise a quel disegno, e in quel sorriso riversò
ancora
una volta l’intera sua vita e tutti i sentimenti.
Cindermon pregava in
silenzio per il suo futuro…fino a che
«Oh!» lo vide
fare l’ultimo gesto che si sarebbe mai aspettata da lui:
Takato
aveva avvicinato la mano al falò…
…lentamente, l’immagine di Guilmon fu avvolta dal
fuoco…
Grani era come
un razzo scintillante, tra i marciapiedi e le auto che sollevando
enormi onde di pioggia confondevano quelle innalzate
dall’arca
digitale…
…da cui
Guilmon «Oh?» si riparava, con le mani sul capo
fino a che
Grani non lo rassicurava «E’ passato.»
“Mamma, ho visto un razzo magico sfrecciare in
strada!”
indicava qualche bambino al quale veniva risposto “Non dire
stupidaggini, siamo già in ritardo e poi devi finire i
compiti,
altrimenti tuo padre si arrabbierà!”
”Ma mamma, non mi compri l’action figure di
Omnimon?”
”Che cosa dici?? Hai già tanti giocattoli, e poi
con tua
sorella litigate sempre!”
”Entriamo, ti prego! Prometto che poi faccio tutti i
compiti!”
”Ok…ma solo per cinque
minuti!”…”Woooow! Omnimon è
il mio
preferitooo!!!”
…ed anche se in volo e già lontani, loro
sentivano
«La gente sembrava così felice, guarda quanti
bambini,
Grani! Il nostro passaggio…sembrava mettere allegria alle
sere
della città di
Tokyo!»…«…è
vero.»…«Le mamme e i papà
erano così
premurosi, anche se volevano fare i severi! Adesso…quei
bambini
saranno
grandi!»…«…esatto.»
rispose
l’arca, e il draghetto abbassò un po’ le
orecchie
«Chissà che vita avranno avuto, dopo quella sera
di
pioggia trascorsa a fare i compiti…per non fare arrabbiare
il
proprio papà.»
«Avranno avuto…le loro gioie…e i loro
dolori. I
loro sogni, e i loro amori.»…«E noi
Digimon
dov’eravamo, nel frattempo…?»
Grani alzò lo sguardo, che penetrò la pioggia
«…nel cielo. Nei ricordi. Nel cuore: come gli
angeli. Come
ti ha amato…e veglia sempre sul tuo cammino.»
Guilmon si
fece assorto, pur nell’alta velocità
«Questa sera
sarebbe così bella…se non fosse per il fatto che
tra
poche ore dovrà passare. Grani, tu che ora osservi il mondo
dall’alto, dimmi: è possibile far tornare il
passato?...
…è un sogno illegittimo…oppure
è un
incantesimo che noi Digimon possiamo ancora realizzare? In fondo
eravamo stati dotati di grandi poteri…» alludendo
alla
grande insegna col loro nome applicata sulla Torre di Tokyo.
«Io
credo…» propose umilmente Grani
«…che per
quanto questa notte sembri un miracolo, a plasmarla sia stata
unicamente…la fiducia nel futuro e la voglia di amare.
E’
come te: nato dal semplice disegno di un bambino…ma sei una
vita, un cuore che batte, e provi sentimenti,
Guilmon!»…«Ah! E’ vero, hai
ragione,
sapessi…quanto amo!! Il mio cuore è pieno di
sentimenti,
gusti e sogni che attendono solo di essere espressi! Lo sai che mi sono
innamorato di una Digimon, Grani?! Ah! Ah! E lo sai che ho scoperto una
cosa?!...mi piace la musica!! Vorrei tanto diventare bravo come
Beelzemon!»
«Uhmuhm…» sorrideva come un padre
dinanzi al vortice
dei sogni d’un figlio, l’arca digitale
«Una cosa alla
volta…abbi fiducia, Guilmon: hai tutta la vita
davanti…»
«Tutta…» si ripeteva Guilmon, tra la
domanda e
l’affermazione «…la
vita…ancora,
davanti…?...!»
…ma la sua
immagine bruciava «TAKATO!! Oh?!!» Cindermon corse
da lui,
già affannata anche solo per pochi passi «M-Ma che
cosa
fai?!...
…p-perché lo bruci, quello era…i-il
tuo disegno!!
Era un ricordo…FONDAMENTALE del tuo passato!!» ma
lui le
pose una mano sulla spalla, ed assunse espressione serena
«Cindermon…non darti
pena.»…«M-M-Ma!!...NON TORNERA
PIUUU’! Il
disegno di Guilmon come allora, quello di una volta, n-non
tornerà pi…
…Takatooo…» constatando che ormai era
troppo tardi
per fermarlo. Ma Takato sorrideva e le sfiorava la mano «Non
soffrirne, e…guarda, piuttosto!»
…alludendo alle
scintille di fuoco che scaturivano dal falò
«…ora…Guilmon…è
finalmente libero per
sempre.» disse, e si scese il cappuccio nei primi raggi
dell’alba. Il fiato di Cindermon era spezzato, ma il sole
carezzava le labbra di un giovane più tranquillo in fondo al
suo
cuore «C’era il bisogno di rimuovere ormai
l’ultimo…legame…con il passato: non
potevo
più vederlo prigioniero della carta che si
ingialliva!»
espresse con pena, per poi tornare a sperare «Ora lui
è
nell’aria, è…dappertutto. E soprattutto
nel mio
cuore.»
«Ah?» Cindermon guardò il
falò,
metabolizzando attimo dopo attimo quella decisione.
Così
finiva quel disegno nato da una sera e dalla mano di un bambno
sognatore…che aveva attraversato un lungo cammino fra gioie
e
dolori, sogni e verità…per giungere fino a quella
notte:
il fuoco lo accolse nel suo ardere, liberandolo in tante scintille nel
cielo ancora scuro…
Fu allora che
Takato diede le spalle, e disse «Addio…Guilmon.
Addio,
infanzia mia. Addio, mio caro…grande amico. Mio
Digimon.»
…ricordando le sue parole di un tempo “So che non potremo
più giocare assieme, che non potrò rivederti. Ma
non mi importa…” «Ma non mi
importa…
…perché resterò il tuo Digimon Tamer.
E ti
porterò…» sfilandosi il manto
«…per
sempre nel cuore.»
Per poi
tendere la mano
«Cindermon?»…«Oh!»
questa sobbalzò. Lui la guardò con la coda
dell’occhio «Te la senti di ricominciare
assieme?...vuoi
venire assieme a me…nel futuro?»
Cindermon
evocò un sorriso deciso, determinato e orgoglioso di
lui…e lo raggiunse abbracciandolo alle spalle. Entrambi
guardarono l’alba sorgere dal mare, e lei indicò
l’orizzonte «A patto che conserveremo sempre un
posticino
per lui, e lo condurremo con noi dovunque andremo! Eh, ci
stai?»
Lui le sorrise…e un Digignomo gli giunse nella mano,
Cindermon
definì «Ecco, come lui! Guilmon ti
seguirà
sempre…»…«Sai? Io non voglio
perdere…quel sorriso.» e lei gli sfiorò
le labbra
«…è la tua forza. Vale più
di…tutto
l’oro del mondo,
Takato.»…«Uh…»
poi appoggiò il capo sulla spalla di lei e chiuse gli occhi,
restarono incorniciati dall’alba, che si specchiava nel
Digignomo
rendendolo splendente…(fine-canzone)
E così la nebbia si riaddensò…
Ma il metallo
rosso lucido di quell’arca draghiforme era adornato da tante
piccole gocce: ciò che avevano vissuto, benché
simile a
un sogno, era realtà.
«Uuuuhhmmmmfffh!!!» Guilmon si sgrullò
vivacemente
da tutto il bagnato, e nuove gocce caddero su Grani che però
attendeva con pazienza e non si spostava, seppur alcune finissero nel
suo occhio che si limitò a strizzare appena
«Grani,
è stato magico…! Era una di quelle
cose…che avrei
dato per scontato che non avrei vissuto
più.»…«…che questo
ti serva da
lezione: mai perdere la speranza. Quel che credi impossibile
può
materializzarsi dalla nebbia, come
stanotte.»…«Ascolta: ma tu parli sul
serio quando mi
dai tutte queste raccomandazioni sulla vita? Davvero…il mio
cammino non si interrompe qui? Oh?...!...
…Grani!!» esclamò allarmato il Digimon
quando vide
la nebbia lentamente sfocare l’immagine
dell’amico-arca.
Anche il suo tono si fece più ansioso
«Guilmon…non
posso restare ancora: il tempo a mia disposizione si sta
esaurendo!»…«Aspetta, non
andartene!!...mi hai
donato un sogno, ma se ora tu sparisci ricomincerà
l’incubo!! Io sono completamente solo Grani, non posso
farcela!»…«…abbi fiducia in
te.
G-Guilmon…»…«Grani!!»
Quello spazio
irreale iniziava a distorcersi come un video fulminato
«Ascolta
molto bene ciò che ti dico! Purtroppo non è
ancora
finita, Guilmon: Digiworld è in pericolo!
C’è da
pedalare ancora…»…«Ma io ho
causato solo
rovina a Digiworld! Il mio mondo non mi vuole più, non ho
speranze, senza un domatore, di dare forza ai Digimon!»
affermava
Guilmon allargando le sue braccia «T-Tu devi riscoprire te
stesso!» suggeriva però Grani, e mentre il vecchio
amico
gli tendeva le braccia, suggeriva «T-Tu devi
raggiungere…l-la Casa
dei Digignomi, Guilmon! Là tu
potrai…realizzare un desiderio…
…c-che
è molto importante per
te!»…«Un
desiderio?!...mio?! Grani, aspetta ti
prego!!»…«Non
posso restare! Cerca la Casa, Guilmon, segui la scia del loro volo,
fatti guidare! Una volta che l’avrai trovata…tu!...
…potrai!!»…«Amico, non
lasciarmi!!!»
gridava il draghetto con le lacrime agli occhi…ma Grani
svaniva
sempre più, assieme a quello scenario «Mi ha fatto
piacere
rivederti…non ti dimenticare di me, e ricorda questa notte.
Guilmon…
…Takato
è…»…«GRANIII!!!»…«Cerca
la Casa, Guilmon! La Casa
dei Digignomi!!...
…e
abbi cura di te e di Digiworld come un tempo! Allo stesso modo!!...
…addio!»…«Grani!»…«…al
prossimo sogno sospeso sulla vita…»
«AMICA ARCAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!» gridò
Guilmon.
Ma persino
un mondo composto di sola nebbia sembrò crollare ed
esplodere.
Quando si
risvegliò, si trovava esattamente sull’arida terra
dove si
era accasciato «O-Oh?»
Si
alzò con facilità e senza dolori, mosse le zampe,
allargò le narici e si guardò attorno. La luce
dell’alba era alta, e infuocava lo scenario. Il primo
particolare
che gli saltò all’…occhio, e
all’orecchio fu
rispettivamente il volo, ed il sottile verso di un paio di Digignomi
accanto a lui «Mi sono addormentato…
…però…oh!! Questi Digignomi li vedo
con tutti e
due i miei occhi!!»
Stringendosi a sé notò «Non sono
ferito!!»
…e
scorrendosi le zampe indosso, vide la terra sotto di lui bagnarsi di
gocce «Piuttosto sono tutto bagnato! NON E’ STATO
UN
SOGNO!»
Il suo cuore
rimbalzò d’emozione: i Digignomi volarono, nel
raggio del
suo sguardo determinato «Ho incontrato davvero il mio amico
Grani: lui mi ha dato una traccia! Mi ha detto di recarmi…
…alla Casa
dei Digignomi…
…perché l’avrà
fatto…?» il suo
cuore si riempì di incognite «…cosa ci
potrà
essere in quel luogo di ancora importante per la mia vita?
Oh…»
Muovendo
la zampa…si accorse di avere ancora con sé quella
piccola
ma resistente foglia…
…e
fissandola, intravide l’immagine di quel volto di ragazza,
con
gli occhi azzurri ed i capelli rossi come le chiome infuocate degli
alberi «Cindermon…
…il
futuro…e il passato che torna: non posso
arrendermi!»
stringendo la foglia in un rinnovato moto di grinta. Vedeva quelle
sfuggenti creature volare con delicatezza, ma sempre più
lontano
«Grani mi ha detto di seguire il loro volo! Per quello che ha
rappresentato nel nostro passato…io non posso astenermi:
dovrò fare ciò che mi ha detto!
Chissà…
…dove mi porterà questa strada, ma ora non
è il
caso di fare domande: debbo seguirla e basta!!»
Così,
lasciando sul terreno scolorito di Digiworld le gocce di una pioggia
passata, si avviò lungo il suo cammino. Là dove
le gocce
cadevano, il colore del terreno tornava acceso e intenso.
Ma vi era un
luogo dal quale invece i Digignomi sembravano scappare impauriti
«Che cos’hanno questi poveretti? Sembrano in preda
al
terrore!!» esclamò sorpresa MarineAngemon
rivolgendosi a
Kenta che volava sul suo dorso…ma proprio quando il ragazzo
stava per rispondere, lo precedette Hideki «E’
l’intensità della carica che li spaventa! Sanno
che
procedere…equivarrebbe a mettere a serio rischio la loro
consistenza.»…«Oh cavoli!»
esclamò la
robosta serpentella rosa «Allora anche noi siamo in pericolo,
non
erano dicerie quelle che circolavano! Non sarà mica
perché siamo…”più
robusti” che
rischiamo di meno! A Digiworld certi parametri non contano, non
è come sulla terra che se sei grasso o magro ti cambia la
vita.» ma Kenta non sembrava in vena di scherzi, ed
indicò
serio in volto «Coraggio, non ci occorre di addentrarci fin
nel
profondo: atterriamo lì!» Hideki
obiettò
«…ci siamo già addentrati!»
ma il ragazzo
rispose con una vena tagliente «Volendo potremmo
proseguire…ma lo evitiamo, per il nostro scopo questo
livello
è più che sufficiente!»
Il
ragazzino con i respiratori faceva vagare inquieti i suoi grandi occhi,
ripetendo «Il nostro…scopo?» ed anche
MarineAngemon
era turbata “Che cosa avrà in mente,
Kenta…? Sono
sempre più spaventata…non avrebbe dovuto dare
ascolto a
quella donna apparsa al castello, di chiunque si sia
trattato!”
«…bene…adesso è finalmente
giunto il momento
della resa dei conti…» sibilava il ragazzo con gli
occhiali, fissando il sempre più spiazzato ragazzino che li
aveva seguiti.
Il vortice che li
circondava si era intensificato assumendo sfumature rosate e
d’azzurro chiaro: le sue striature erano i lampi di carica
elettrica nonché le scie luminose lasciate dalla fuga dei
Digignomi. All’interno però di questo angolo
occulto della
rete, vi erano i resti di alcune costruzioni: assomigliava ad una
struttura ferroviaria abbandonata e fluttuante, l’energia
battente che la circondava aveva spezzato i binari, e i detriti
fluttuavano nello scenario spesso incontrandosi e scontrandosi in
fenomeni elettrici di varia intensità.
Là dove Kenta
aveva indicato vi era una lastra più ampia, che faceva
pensare
ad una stazione per via del semaforo fuso e sfrigolante, ed il treno
ribaltato. Se gli occhi del giovane erano determinati, quelli dei due
Digimon sospesi e inquieti.
Eppure c’era chi
vegliava su di loro come farebbe un angelo: si trattava di Carermon,
che «Ahhh!!» dovette pararsi gli occhi
poiché una
carica lo raggiunse. Una voce si udì dal suo interno
“Oh!
Kazu ti sei fatto male?” e poi la creatura parlò
con voce
da ragazzo «No, sta tranquillo Guardromon, non ho tempo di
pensarci tanta è la mia preoccupazione: ma che
avrà
intenzione di combinare, Kenta?!» “Non lo so,
è
assurdo che ci abbia condotti in un posto così
spaventoso!” «…è ancora
più assurdo
che ci si sia lanciato spontaneamente, e con sua moglie! So che lui la
ama tanto…quale obiettivo potrebbe averlo mai spinto a
metterla
in pericolo…ohhh?!» “Kazu!!”
Stavolta non fu una
carica, ma un Digignomo a spiaccicarglisi sul viso. La mano destra di
Carermon, pur artigliata, lo raccolse delicatamente «Ehi!
Ciao,
amico. Perché scappate in questo modo?...vi fa paura il
vortice…?»
La creaturina luminosa
emise i suoi deboli sibili, e Carermon fece
«Cosa?!»
“Kazu, non posso crederci! Capisci il linguaggio dei
Digignomi?” «La biodigievoluzione mi concede questa
facoltà ulteriore…ha detto…
…che
molto presto il campo digitale andrà incontro a una
perturbazione, e se rimescola i sentieri poi potrebbe essere difficile
tornare indietro!! Per questo si affrettano a volar
via…»
Gli occhi di Carermon si facevano allarmati...
Intanto le
intere legioni di Knightmon e di volanti Fireflymon si mescolavano in
un mirabile cocktail digitale che li confinava ai lati del vasto
accampamento sospeso, in modo così da lasciare strada
spianata
per l’incedere di due giovani Digimon di certo meno possenti
dei
Knightmon, sforniti di armature ma impugnanti solo un’antenna
e
un’ asta dall’estremità a teschio:
Ufomon e Gravemon
avanzavano, nello splendore del sole dell’alba, come ospiti
d’onore. Lei aveva portamento altero e sguardo inorgoglito,
lui…benché cercasse di mantenersi distaccato, non
poteva
fare a meno «Ohhhhhh…ohh…» di
farsi incantare
da quella pulsante atmosfera militare.
«Ufomon, guarda…al nostro passaggio loro piegano
la testa.
Perché? C’è uno spiritello che li
decapita
segretamente?»…«Non…!!...dire
stupidaggini!
E’ una questione di
rispetto!»…«Perché
ci rispettano?»…«Ah! Ma
perché noi siamo i
padroni, ovvio!»…«…e
perché noi siamo
i padroni?»…«Ah, ancora con questa
storia? Lo sai
anche tu! Perché…nostro padre era un generale, e
ora
nostra madre ha preso il suo
posto!»…«…e
perché ha preso il suo
posto?»…«Perché…lui
non si è
rivelato all’altezza della
situazione!»…«…e
perché non si
è rivelato all’altezza della
situazione?»…«Perché…papà
era
un fanfarone! Tante chiacchiere e niente sostanza: ma noi non
ripeteremo i suoi stessi errori!»…«E
perché
non li
ripeteremo…?»…«…perché
noi…
…siamo molto più forti e perfezionati di quel
Digimon
ormai vecchio e prossimo all’archivio: siamo giovani, e in
procinto di impossessarci della più ingente riserva di dati
di
Digiworld!»…«…
…è troppo lungo perché possa chiederti
il
perché anche di
questo…»…«E infatti
fai bene a stare zitto! C’è poco da domandare, fra
poco
saremo arrivati a
palazzo!»…«…ma è
distrutto!»…«Non sono cieca, lo vedo
anch’io!»…«…e
perché è
distrutto?»…«…colpa di
questi, che non sono
stati in grado di proteggerlo a dovere: ehi!!...
…ti ho visto alzare la testa, ti risulta forse che io sia
passata e te l’abbia concesso?! No!» puntualizzava
la
piccola aliena puntando l’antenna contro un interdetto
Knightmon
«Quindi non prenderti tanta confidenza: d’ora in
poi,
comandiamo
noi…!»…«Sentito…?
Non fare
arrabbiare mia sorella, se no lei…s-se no
lei…»…«Andiamo
Gravemon!»…«Ohhh!» lo
trascinò lei,
borbottando «…basta guardarmi in faccia per capire
di cosa
sono capace!»
I
Knightmon, pur cauti assai, mormoravano «Ptsss!...sono solo
due
bambini!»…«Eppure sono loro, i figli del
grande
Sandmon!»…«E noi dovremmo accettare
ordini? Doveva
essere l’ascesa di noi Knightmon, invece il fondo da toccare
si
è considerevolmente
avvicinato.»…«Shhh,
zitto: ringrazia che hai ancora un lavoro e non sei…a pulire
i
pavimenti di Digiworld! Già è scolorito a
sufficienza!» e così si rimisero in riga.
«Non hai
dormito per niente…» si premurava Cindermon,
chiedendogli
«Come ti senti…?» ma il suo domatore
nonostante il
viso stanco annuiva e le rispondeva
«…bene…»
accennandole un sorriso…ma la ragazza digitale fu attratta
da un
particolare «…perché corre
tanto…? Ohi,
Rea!» quando costei si precipitò da loro
«Cindermon!! So dov’è
Henry!»…«Come?!» fece la
Digimon,
dopodiché Rea si sfiorò le labbra e si rivolse
con
ponderazione «Takato…»
L’alba
stava infiammando il villaggio al Vertice digitale, che così
distrutto ben più ricordava un antico e mistico complesso di
rovine…
«Tu come
ti chiami?» si chiedevano tra piccoli Digimon «Io?
Fogmon!
E tu?»…«Enginemon! Diventerò
un Ruspimon
quando sarò grande, e poi un Excavatormon, come il mio
papà! Però il mio maestro dice che se voglio
digievolvere, devo studiare!»…«Anche la
nostra
maestra LadyWizardmon, la stessa cosa!...però questa
notte…ci ha lasciato liberi e così siamo rimasti
svegli a
giocare!»
Alcuni di loro si
arrampicavano e saltavano dall’insegna con il nome del
villaggio,
spezzata e penzolante.
«Voi avevate qui
la vostra scuola?» chiese Stillymon, e il piccolo Enginemon
assunse espressione triste «Studiavamo qui tutte le
mattine…però poi è arrivato il
vascello di Sandmon
e ha raso al suolo il villaggio! Anche la nostra scuola è
crollata: guardate qui, sono tutte le sue
macerie!»...«Ohhh…»
spalancavano gli occhioni,
quegli amici da poco conosciuti «E’ così
triste
ricordarlo…e se penso a quando anche il nostro maestro e la
nostra maestra lo sapranno…»
Gummymon e la piccola
Kokomon erano nei paraggi «Così capisci, Kokomon?!
Mi sono
ricordato: Henry è lì, di sicuro Muskmon lo ha
portato
nel settore forestale!»…«Pensi di avere
sentito
proprio bene?»…«Ne sono più
che sicuro?
Oh!» ma qualcosa catturò lo sguardo del Digimon
verdino.
E improvvisamente una
nuvola di batuffolini digitali si mosse verso di loro
«Maestro!!»…«Maestra!!»…«Siete
voi?!»
Gummymon e la compagna
si presero per mano «Kokomon…» disse lui
con gli
occhi che tremavano di emozione. In breve, nella luce intensa
dell’alba, si trovarono circondati dagli alunni
«Ora siete
piccoli come noi! Sembrate bambini!!» esclamavano
questi…e
la nostalgia travolgeva come un fiume in piena.
Poco distante
«…Jeri?» accennava una pacata voce
maschile
«…stai dormendo?»
«…no…» rispose la ragazza
riaprendo i suoi
occhi stanchi, e lasciando i raggi del sole illuminare il sorriso che
si accingeva a tessere, sul suo volto pallido, in
un’espressione
di serenità «Sono sveglia, Beelzemon…
…finalmente ho terminato…»
Le sue dita
scorrevano liete fra la carta colorata che componeva i petali di tanti
fiori finti «Tutti questi sono…per
Guilmon?!» si
stupì Beelzemon, e lei smarrendo il suo sorriso nella luce
all’orizzonte «…è stato un
lavoro duro ma
alla fine ce l’abbiamo fatta. Lo sai…?»
piegando
appena il capo e lasciando il sole insinuarsi tra i lunghi capelli
«Quando fai qualcosa…col cuore…e la
dedichi a
qualcun altro…non senti la fatica, anche se lavori senza
sosta.»
Il Digimon
alato le camminò attorno «Jeri…io debbo
parlarti.
C’è una cosa importante che devi sapere
e…
…riguarda tuo
padre.»…«Oh!...»
preoccupato si fece il volto della bella domatrice,
nell’udire il
Digimon «Quando sono stato sulla
terra…l’ho
visto.»
Rea allungava
lentamente la mano verso la spalla del compagno «Ascolta
io…non ho bisogno di alcuna giustificazione,
perché ti
capisco benissimo. Sono pronta a lottare anche da sola, se non te la
senti! Sono pronta a farlo…per Henry! Io mi
addentrerò
nel settore forestale assieme a Terriermon e…» ma
Takato
le prese la mano, e la fissò negli occhi
«…Rea: non
dire sciocchezze, andremo…tutti assieme. Come è
giusto
che sia. Come
sempre.»…«Ma…Takato!»
e
anche Cindermon bisbigliò «Ptsss…Takato
non devi
bruciare le tappe e forzare te stesso. Uhm? Qui non sei alla prova. Sei
fra amici!»…«Uh, no ma
voi…non capite. Io non
lo faccio…
…per
altri, lo faccio…per me. E forse per Guilmon.» per
poi
rivolgere espressione serena e d’affetto all’amica
«Rea, io ci sarò quando tu andrai da Henry: non
posso
lasciarlo nelle grinfie dei nemici. Ascoltate,
io…!»
…riprendendo la bandana rossa...e legandosela sui capelli,
mentre il sole accendeva il colore di essa e dei suoi occhi
«Non
permetterò…a quello che è
successo…di
arrestare…
…il
prorompere di quelli che sono i miei sogni.» disse con tono
flebile ma, sotto il velo, profondamente convinto «Non
permetterò…alla scomparsa di
Guilmon…di far
svanire…ciò che finora sono stato. E-E che ci
tengo…a continuare ad essere. Io…»
…sfoderando lentamente il suo Digivice, la cui foglia dorata
splendette nella luce «…sono un domatore di
Digimon.» …così come lo stesso fu per
l’espressione, grata e ammirata della ragazza e della Digimon
«Ho creduto nel potere dei sogni…sia nella gioia
che nella
disgrazia. E Guilmon…ha lasciato in eredità un
sorriso…che io, in qualche modo, debbo seguitare a
difendere:
è la sola cosa che mi rimane di lui. Questa
notte…è stata necessaria…»
volgendosi verso
la giovane dal ciuffo rosso, con una dolce espressione
«…e
ringrazio Cindermon per aver comunicato con la mia anima, adottando il
suo stesso linguaggio…» Lei sminuì con
uno sguardo
di cordiale umiltà, ma Takato continuò
«Io non
posso fermarmi adesso, anche se…è dura. Devo fare
questo
sforzo. Devo andare avanti, ora più che mai:
Rea…sappi…che puoi contare su di me per quella
causa in
cui stiamo investendo tutti…noi stessi, e cioè il
ritorno
del passato amato!»
Rea
spalancava gli occhi, così colpita, mentre la brezza
carezzava i
loro capelli «Per me…non sarà
più possibile
ritrovare Guilmon. Però…sappiate che non
rinuncio…a ciò che di allora si può
ancora
salvare: e prima di tutto non rinuncio al mio amico Henry. Al quale
nessuno deve rinunciare! Né Benji…né
te Rea,
né Terriermon. Nessuno di noi…!» con
tono che
scavava in profondo, sotto la stanchezza, sotto quel sussurro e
conferiva nuova intensità ai suoi occhi segnati.
Cindermon
lo guardava, e scuoteva il capo pensando
“Takato…sei
proprio un eroe! Sei, sei…una roccia!”
Rea toccò
il braccio del giovane, affermando «…ti ringrazio,
anche a
nome di Henry che ora non può essere qui. E a nome di suo
figlio. Takato io…sono stata fortunata ad incontrarti. Sai
cosa
ho promesso, a mio figlio e a me stessa ieri notte? Che io anche se non
sono potuta esserci dieci anni fa…
…cosa che sinceramente rimpiango nel profondo…
…non
permetterò agli eventi della vita di sottrarmi il privilegio
di
ricordarmi di Guilmon…come se lo avessi conosciuto quando
ero
una bambina. Tanto ingenua…d-da potermi divertire ed
esaltare…alla vista di quel dolce sorriso che mi sembra di
aver
visto da sempre!»
Era commossa, e
anche lui che disse senza esitazione «Di sicuro è
lui che
te lo suggerisce. Da dov’è
ora…» e si
abbracciarono, permettendo l’unirsi anche di Cindermon che
fece
«Su su, via! Ora…non più lacrime. Siamo
combattenti
e dobbiamo entrare in azione!» ma in quel momento giunsero
anche
Rika «Ah! Ecco dov’eri!» e Ryo
«Ti abbiamo
cercata dappertutto Rea! Ma…dove sono Yamaki e la
moglie?»
C’era anche Cyberdramon «Un attimo fa erano in
spiaggia ma
poi si sono come volatilizzati.» Rea si volse
«Ragazzi,
scusatemi! Debbo comunicarvi una cosa…estremamente
importante!»
I loro sguardi si fecero sospesi.
Una volta
entrati, Gravemon descrisse eloquentemente «Guaaaaaarda! Sono
solo roviiiiine! Non è più il bel palazzo che
abbiamo
lasciato!»…«Che cosa ti meravigli?!
Quando
c’è la guerra è
così!»…«…e
perché
c’è la guerra?» continuava a chiedere il
piccolo
Digimon col visetto triste e l’espressione lagnosa
«La
guerra c’è perché ci sono i giusti da
una parte, in
questo caso noi, e i cattivi dall’altra! Sai che
c’è
sempre gente che non aziona il cervello, per questo si è
costretti a combattere per garantire l’ordine e la
prosperità!» Il faccino di Gravemon si
illuminò
«Noi riporteremo Digiworld agli antichi
splendori?»…«Puoi starne certo! Ora che
abbiamo
assunto il comando tutto comincerà ad andare nella direzione
prestabilita! Vedrai Gravemon: i colori
perduti…aaaahhhh!...che
poesia!» declamò enfatica fra quelle colonne
spezzate,
rivolgendo sguardo verso l’alto attraverso i drappi strappati
«…ritorneranno tutti e sarà un
caleidoscopio
mirabile: il nuovo Digiworld, la nuova era…ahhh, ci saranno
statue di noi due
ovunq-»…«SCRATCHMOOOOOON!»
esclamò Gravemon. E anche Ufomon si destò di
colpo
«IHM! SCRATCHMON SEI QUI! Non aspettavo di trovarti: quanto
ci
sei mancata!!!»
La gatta nera si
avvicinava a passo felpato e circospetto…quando
all’improvviso si udi «Uhmuhmuhm!...mhumuhmuhm!
Cucùùùùùùùùù!!!»
«Ah! Hai sentito
Gravemon?! Oh guarda! Quello là non l’avevamo
riconosciuto
ma è il trono!»
Del trono non rimaneva altro
che un ammasso di rocce dopo la rivolta, ma da esso si vide far
capolino un vispo volto coperto dalla visiera di un berretto mimetico
«Dei messaggeri sono venuti a fare rapporto circa
l’arrivo…oouuuuh, di due valorosi
comandanti!»
«Mamma!!»
esclamò Ufomon. E ancor più euforico Gravemon
«Mammmaaaaaaaaaa!» correndole incontro
«Ah,
ahahahahahah! Ciao piccoli miei, quanto tempo, mi siete mancati! Sembra
un secolo! Gravemon? Fa vedere-ops!! Sta attento, amore, tu hai il
collarino bianco, qua si sporca con tutta questa polvere!»
Ufomon avanzava
con fare schizzinoso «Mamma, sono sdegnata! Tu di solito
lucidi
tutto impeccabilmente, qui invece non si respira:
c’è un
livello igienico sanitario da far paura!»
Violetta si
scrollò la coda di cavallo «Lo so e non crediate
che non
sia abbastanza costernata dalla situazione di dover lavorare in un
castello distrutto! Ma qui…è impossibile, con
tutte le
incombenze che sono rimaste uno deve occuparsi dell’assetto
militare e…trascurare tutte quelle che sono le esigenze
primarie! Per esempio dovevo fare il bagnetto a Scratchmon
però,
peròòò! Poi ultimamente è
proprio vivace e
non fa che scappare!! Sarà che le mancate voiii!»
Ufomon
la prese in braccio «Scratchmon dì la
verità: senza
noi a guidarti non sai dove trascinare la tua felina esistenza, ti
capisco!»
«Mamma
quando spediamo in missione
l’esercito?»…«Ohhh!...molto
presto piccolo
Gravemon, credimi: fra poco si comincia a divertirciii!»
batté le mani euforica la donna in tuta mimetica, e la
figlia le
chiese «E così ti sei stabilizzata qui: hai
già un
piano?»…«Uhmuhmuhm!...
…bisogna
parlare a bassa voce, con tutti questi militari digitali frustrati in
giro ANCHE LE PARETI ROTTE HANNO LE ORECCHIE! Ma pazientate, e vedrete
che i fuochi d’artificio non tarderanno: ora che ci
siamo…finalmente liberati di quel buono a nulla di vostro
padre,
non ci sarà nessuno, né originario di Digiworld,
né della terra…che potrà arrestare il
nostro
operato! Uhmf, vedrete!» raccontava col tono di una mammina
adorabile, che narra una favola «Molto
presto…questo bel
mondo ci apparterrà, in tutti i suoi settori e continenti!
Ritornerà splendente e colorato, di modo
che…un’infinità di bimbi della terra
possa
affezionarsi a voi, e vedervi come dei miti!! Non siete contenti? Voi
sarete la nuova leggenda!»
«Uhmuhmuhm…» Gravemon alzava gli occhi
sulla madre
in un risolino soddisfatto…
Intanto
Beelzemon parlava, mentre Jeri passeggiava smarrendo lo sguardo
«Lui mi ha raccomandato di farti sapere…
…che ci
tiene, una volta che saremo di nuovo sulla terra, a ricostituire un
rapporto autentico con te. E’ molto dispiaciuto. E a me
è
sembrato sincero!»
La ragazza aveva
spalancato gli occhi, ma lui non poteva vederla «Jeri, tu lo
sai
che io sono il primo che si è scontrato con lui opponendosi
alla
sua decisione di farti sposare con Mako: però credi, ho
visto
davvero negli occhi di tuo padre le tracce del pentimento.»
Jeri
abbassò lo sguardo con un po’ di tristezza, e si
volse
appena
«Tu…dici?»…«Ah,
io…!...ne
sono sicuro. Conosco quello sguardo…
…ci sono
passato anch’io.» ammise il Digimon chinando il
capo, ma
poi vi furono ragioni che lo spinsero a rialzarlo «Io
francamente
credo che tu debba dargli un’altra possibilità
Jeri…si tratta della felicità di entrambi. Anche
tu ti
sentirai meno sola, e potrai…a poco a poco fare pace con
quel
passato per te così ostico da ricordare.»
Ma in
fondo al suo cuore la ragazza si chiedeva “Perché
c’è sempre un passato con cui è arduo
confrontarsi…? Perché ci sono sempre ricordi che
avvelenano la vita? Mio padre…lui mi aveva promesso, tanti
anni
fa, che sarebbe cambiato, che mi avrebbe trattata con più
dolcezza e gentilezza, ma poi ogni parola è stata vana,
tutto
è ricominciato come prima, anzi peggio di prima! Io ormai
non
gli credo più…” di nuovo accennando a
girarsi,
accennando con noncuranza «Uhm. Ha detto
altro…?»…«Oh,
ma…?...! Jeri,
non…ti fa felice che tuo padre abbia mostrato interesse
nel…ripristinare un dialogo? Se non sbaglio tu soffrivi
parecchio per la sua distanza!»
La ragazza
pensò fra sé “…una bambina
può
illudersi che le promesse del suo genitore siano l’anticamera
ad
una nuova vita, solare e spensierata come la si sogna. Però,
un’adulta…sa che le persone quando sono fatte in
un certo
modo non possono cambiare. E questo, questo purtroppo è il
mio
caso con mio padre. Anche se…mi piacerebbe tanto essere una
bambina per poter sperare come allora…”
«Veramente…non vedo perché dovrei
essere
così contenta: in fondo…ho già
ascoltato questo
ritornello. Ogni tanto lo fa, mio padre si pente per come mi tratta, e
si ripropone che in seguito sarà diverso. Poi
però ogni
cosa resta uguale a se stessa. Ormai lo so e lo accetto…non
c’è motivo perché io sia
particolarmente
euforica.» ma Beelzemon le pose con gentilezza le mani sulle
braccia «...non bisogna mai perdere la speranza che alcuni
legami
si possano ripristinare: è un cammino che non si esaurisce,
attraversa tutta la vita. Guarda anche Akemi e la sua
famiglia…loro trascinano problemi da anni, e tornando a casa
ho
visto la signora Ayami piangere. Si sente responsabile, vuole rimediare
e io credo sia sincera, come lo è tuo padre.» al
che lo
sguardo che Jeri gli rivolse era venato di pena «E’
perché sei un Digimon, che vuoi convincermi che certe cose
siano
ancora possibili…?» ma Beelzemon mantenne sguardo
orgoglioso «E’ perché sono…
…!...tuo
amico. Perché io…sono tuo amico, Jeri?
Posso…considerarmi tale?...
…dopo
tutto quello che abbiamo passato!» ma la ragazza gli aveva
girato
le spalle, per nascondere il suo sguardo spiazzato e colto alla
sprovvista da quella parola, che la portava a guardare il cielo
“Amico…” ma neanche là
sembrava trovare la
sua risposta e seguitava a vagare, mentre il cuore le si riempiva di
incertezza. Beelzemon la prese per le spalle, sempre con molta cautela
«Ascolta io…so che il nostro rapporto è
iniziato in
modo diametralmente opposto. Però poi…un ciclone
ha
attraversato le nostre vite. Se non ci credi…guardati
attorno,
ecco, questo era il mio villaggio, quella era la mia casa. Ma del resto
non c’è bisogno che te lo dica perché
tu volendo
bene a Takato soffri per Guilmon. Gli eri affezionata anche
tu…anche lui ha rischiato per salvarti. Non siamo
più gli
stessi di allora, nessuno di noi Jeri! E’ per questo che
io…mi illudo, anche se è difficile! Mi illudo che
un
giorno…
…anche tu…possa considerarmi…un amico.
Oltre che
il tuo Digimon.»
La ragazza
fissava il sole accecante, dentro di lei si agitava un uragano e non
riusciva a pronunciare parole. Beelzemon intanto si permetteva di
raccogliere con premura quei fiori di carta, e passandovi i suoi
artigli si ostinava a parlare, benché lei non si volgesse
«Non ripetermi oltre che certe cose non sono possibili: io
voglio
superare i miei limiti! Non posso lasciare che la morte di Guilmon
scorra…e non lasci un segno sulla mia vita, ora non posso!
Adesso…è diverso, anch’io ho un amico
da
compiangere, come lo hai avuto tu! Questo…pur nella
sua…dolorosa realtà…
…ci
può permettere di essere ancora più uniti. E di
aggiungere intensità…alla nostra
biodigievoluzione.» ma quella parola suonò come
una fitta
di dolore nel cuore della giovane, che dovette prendere fiato
improvvisamente, per controllare le sue emozioni
«Beelzemon…senti…»…«Oh?»
Jeri si scorreva la
mano tra i capelli e non si girava, se non di poco
«A…tuo
parere…
…come mai…l’immagine…del
nostro legame…
…è
proprio quella rappresentata da
Royalmon?»…«Uh?»
spalancò gli occhi il
Digimon «Cosa intendi? Non ti capisco!»
«Per te è
normale…? Oppure…c’è un
errore nella nostra
biodigievoluzione.»…«Perché
mai ci dovrebbe
essere un errore?!...
…io ero
dentro di te e ho sentito tutta la sua enorme forza.
Royalmon…il
nostro Royalmon è un Digimon potentissimo. Mentre eravamo
uniti
io…riconoscevo tutto il mio desiderio di giustizia e di
libertà, non ero un
altro!»…«…e
riuscivi a sentire anche quello che provavo
io?»…«Cosa?!»
Jeri
sospirò, si portava la mano al petto e sembrava sforzarsi di
non
pronunciare parole che potessero ferire «Ascolta,
io…è da allora che ci penso, e mi
chiedo…
…se non
eravamo forse…ancora impreparati per effettuare la
biodigievoluzione.»…«…Jeri…»…«…magari…quello
che è successo fra noi è stato di intralcio! Lo
vedi
anche tu, basta poco perché il processo subisca un errore:
forse
quello non è il nostro vero
aspetto!»…«Senti,
Jeri.» si avvicinò lui prendendola per le spalle
con fare
protettivo, e cercando di placare il tremore che la scuoteva, e che lei
tentava di celare stringendo i denti «Ma anche se
fosse…conta poi tanto l’aspetto di un Digimon? Non
sono
forse…le sue intenzioni e i suoi ideali a fare la
differenza?» al che lei replicò, supplicando
comprensione
«Ma l’aspetto, a volte, riflette quello che abbiamo
dentro!»…«E in questo caso, cosa
sarebbe?
Ingranaggi??...
…Jeri,
noi non siamo mica macchine! Siamo entrambe creature viventi!! Abbiamo
dei sentimenti!»
Ma i pensieri non
cessavano di imbrigliare la mente della ragazza, su cui gravava
l’ombra alata di quel Digimon femminile composto da
ingranaggi
“Assomiglia…in modo incredibile agli agenti
plasmati dal
D-Reaper. Ho già sperimentato…cosa significa
essere una
creatura per metà meccanica e…!...
…tutto questo…mi fa una gran paura!”
sfiorandosi la
fronte, come se le facesse male “ E’ come se
quell’immagine, esprimesse in un certo senso
malvagità.
Vestendo i suoi panni…temo me stessa. O forse…ho
paura di
ciò che si può scorgere al di là del
mio corpo
trasparente…
…e del muoversi di quei meccanismi che nel tempo ho imparato
a
padroneggiare per occultare la mia vera persona…”
«Jeri, non devi essere così timorosa: adesso era
destino
che tu ti trasformassi in quel Digimon.» ma la ragazza
dovette
scrollare la sua presa e compiere qualche passo, scossa
d’improvviso e in modo incontrollabile da quella parola
«Destino…»…«Ti
spaventa ancora…?
Ma adesso non si sta parlando…
…di qualcuno che scompare, bensì…
…alcuni la descriverebbero
come…l’unione…fra
due amici…
…lei umana…lui digitale. Per combattere insieme!
Jeri,
non relegare tutte queste…cose anche belle
nell’infanzia!
Non fare un pacco di vecchi giocattoli di cui disfarti per sempre! Di
questo…la tua vita ha bisogno! Così come di tuo
padre. E
così come anche…
…della speranza…per un futuro migliore, tu non
puoi
vivere senza speranza! Sei giovane! Sei…
…ancora giovane…nonostante i giochi da bambini
siano
passati.» affermava Beelzemon
nell’intensità di
quell’alba «Fattelo dire da qualcuno…che
ora soffre
come non gli è mai capitato prima…al pensiero di
chi
forse vive il suo sole…già come un tramonto. Non
far
sì che questa sia la tua storia, Jeri. E se puoi ricomincia
da
capo. Ricomincia dai Digimon. Ricomincia da…
…Royalmon.» e così Beelzemon si
allontanò.
Lei si volse di scatto, ma non riuscì a dirgli niente per
trattenerlo. Vedeva la sua sagoma plastica, dalle ali abbassate, che
malinconicamente avanzava tra le rovine. Poté solo
raccogliere i
fiori di carta, e smarrire ancora quei suoi occhi…
«Sono
andati!» affermava Rea «Hanno detto che
è urgente, e
ci hanno chiesto…di recarci da soli nel settore forestale,
se ce
la sentivamo!!»
Rika prese fiato ed
affermò «…d’accordo: questo e
molto altro,
per Henry.» Ryo espresse «Sì
però…cosa
staranno passando Kazu, Kenta…?!» con visibile
sguardo
preoccupato, aggiungendo «Perché Yamaki
è corso
lì all’improvviso?!» mentre anche Takato
assumeva
sguardo di colpo attonito, rivolgendolo a Cindermon. Ma Rika
guardò intensamente Ryo ed affermò «Io
credo…che dobbiamo avere fiducia in loro. Non abbiamo fatto
tanta strada in vano, per non riuscire ad essere…una squadra
anche a distanza, quando necessario.» Ryo tacque fissandola,
e
lei affermò «…io sento che loro se la
caveranno: e
anche a noi spetta la nostra parte. Dobbiamo recuperare
Henry.»…«D’accordo…»
fece il
domatore leggendario…e le sue parole sembrarono scivolare
anche
nel cuore di Takato, che annuì silenziosamente con
Cindermon,
disponendosi interiormente per quell’imminente missione. In
quel
momento giunse qualcuno, Cyberdramon notò
«Renamon!
Cos’hai? Sei così affannata!»
Il pelo della volpe dorata
era velato da gocce di sudore «Non riesco a trovare
Imagomon!»
Rika assunse espressione grave…
«Su, bambini!»
LadyWizardmon intanto veniva a prendere i suoi alunni, non mancando di
«EH?!»…correggere qualcuno che stava
giocando un
po’ troppo intensamente «Si fa
così?!» lo
trascinò a se per mezzo dell’asta, sbottando
«Ci si
comporta così con amici Digimon conosciuti da
poco?!...EH?!...
…spintoni,
calci?! Poi proprio qua che ci stanno le macerie: io vi ho detto CENTO
VOLTE che è pericoloso, che crollano i detriti. Adesso ce ne
andiamo: in fila.»…«Ma LadyWizardmon!
Noi stavamo
giocand-»…«IN FILA!!»
sbraitò con la
voce sonora «Che adesso dobbiamo andar via, anche i domatori
umani lasciano il villaggio.» …sicché
la fila di
cuccioli un po’ mestamente si ricompose. Eppure neanche gli
strilli di LadyWizardmon erano riusciti a distogliere gli occhi di
Gummymon e Kokomon dalle macerie della scuola. Lei versava lacrime
«…h-hai sentito, Gummymon…?...
…a-alcuni dei
nostri…piccoli alunni, quando è stato distrutto
il
villaggio…!!...» arrestandosi prima di pronunciare
un
seguito forse troppo doloroso, che però si
specchiava
nelle candide lacrime di Gummymon, che con voce già
più
matura sussurrò «…non credere, ho ben
sentito.» Fu così che la luce lo avvolse, e dalla
sua
sagoma rinacque Terriermon…il quale mosse qualche passo
verso la
scuola, sistemando alcune margherite che qualcuno vi aveva adagiato
«Sei digievoluto!» esclamò Kokomon, e
lui
«Questa è dunque la sofferenza, che nel suo triste
risvolto ti fa crescere. Addio, piccoli angioletti…
…guidate
i miei passi, quando dovrò combattere. Avrei tanto voluto
presentarvi Henry…purtroppo non ho fatto in tempo.»
«Oh,
Terriermon…» disse Kokomon in uno strazio
profondo,
così che la luce la avvolse, e tornò Lopmon anche
lei,
terminando «…avevi ragione.»
Così si
avvicinò a lui, e si presero per mano. Entrambi stringevano
i
denti per frenare le lacrime: nei loro occhi lucidi si rifletteva il
sole di quell’alba. Lopmon appoggiava il capo sulla spalla di
Terriermon…e la sua zampetta le scivolò vicino al
cuore
di lui…che intanto le diceva «…teniamo
duro,
Lopmon…!!...
…resistiamo!...i-i nostri amici umani se lo meritano!
Dobbiamo
aiutarli! E-E…
…anche
loro!» alludendo a chi aveva lasciato la sua vita sotto
quella
scuola «…anche loro, le nostre piccole
compagnie…che hanno addolcito quel futuro ingrato! Anche
loro
vogliono vederci…a-al massimo delle nostre forze. Dobbiamo
sforzarci. Mom…m-mo..
…mo…men…tai!!...
…momentai!!» lo gridava in un’estrema
lotta contro
il dolore. Quando giunse Suzie «Lopmon, Terriermon! Siete
digievoluti! Oh?!...che vi succede?!»
Lopmon non si
staccò da Terriermon, ma si volse «Oh Suzie!...lo
sai?
Alcuni degli alunni a cui io e Terriermon facevamo lezione!...
…s-sono purtroppo rimasti vittima dell’attacco di
Sandmon!!»
La giovane domatrice
si sfiorò le labbra, un’espressione di stupore
misto a
dolore pervase il suo volto delicato…che lei
piegò,
nascondendolo sotto la sua frangetta “…Mako, quale
compito
gravoso ti sei assunto: delineare la traccia di un futuro per un
Digimon che si è macchiato…di così
gravi
azioni.” pensò come una fraterna premura,
dopodiché
si avvicinò con discrezione alle rovine…e
lasciò
tra le margherite quel raffinato orologio
«Ma…Suzie!» fece Lopmon, ma la ragazza
neanche si
volse «Sono sicura che Henry avrebbe approvato.»
Terriermon
fece «Quello era il suo orologio! Glielo avevi regalato
tu.» ma la ragazza scostandosi i capelli affermò
«In
questo modo quei Digimon potranno avere la compagnia di un grande
domatore. E conoscerlo, se ancora non l’hanno fatto. Sapete?
Quando…tocchiamo qualcosa, vi lasciamo una traccia di noi.
Henry
ha portato quell’orologio…»
Pur tra le
lacrime, i due Digimon dalle lunghe orecchie le sorrisero di
gratitudine. Lei si chinò a raccogliere Lopmon
«Coraggio,
dobbiamo andare: andiamo a salvare
Henry.»…«Sì!»
rispose la creatura con
determinazione buttando un ultimo fuggevole occhio alla scuola e ai
fiori, come per chiedere a quegli spiriti di affiancarla. Suzie si
interessò «Ce la fai Terriermon?» lui
scostando le
lacrime e sfoderando la sua solita forza «Certo, come
no!»
seguì a piedi il passo della ragazza che cercò di
essere
sciolto, degno di una domatrice esperta. Con la sua Digimon sulla
spalla…
Renamon
apprendeva attonita «Cosa state dicendo?! Imagomon se
n’è andato?!» La sua voce si
frantumò di
terrore, ma Rika le fece cenno «Shhh…!...ci sono i
bambini. Sì Renamon, però hai sentito quello che
ha detto
Rea?» La ragazza nominata prese parola «Ha chiesto
spontaneamente a Mitsuo e Riley di accompagnarli, è stato
per
non lasciarli indifesi!» eppure la volpe dorata fu presa
dallo
sconforto «Non ci credo, di sicuro è
stato…a causa
di quello che è successo!» Rika la
afferrò per le
spalle «Calmati! Ti prometto che chiariremo tutto!»
Ryo
intanto fissava Rika…e dal suo sguardo era più
che
evidente che cercasse di immaginarsi la risposta a quella domanda
rimasta in sospeso. Ora però gli occhi della domatrice dai
boccoli rossi sembravano esserci solo per la sua Digimon, la quale
diceva «Rika…io…
…sento che ho sbagliato, che ho impostato tutta la mia vita
in
un modo…controverso, e ora non si può tornare
indietro!»…«Tu mi hai insegnato che
invece è
possibile…
…!!...» Rika la fissò intensamente
«Da quando
sei tornata io…ho potuto riportare indietro il tempo,
rimettere
al passato le lancette dell’orologio! Non è mai
tardi
per…modificare ciò che è andato male,
non devi
essere così severa con te
stessa!»…«Ma
io…!!» chinava il capo Renamon trattenendo a
stento il
pianto, quando all’improvviso «Che cosa
succede?!»…«Oh!» la volpe
alzò il suo
capo. Lui era lì «Renamon, perché
piangi?!»…«Beelzemon…»
sussurrò
la Digimon...avanzando lentamente e spontaneamente…tanto che
Rika…non ce la fece a trattenerla benché si
sentisse
incerta…con Ryo che seguiva con attenzione ogni sua mossa (e
anche Cyberdramon, alquanto incuriosito).
«Beelzemon,
io…»…«Renamon,
ma...?!»…«Imagomon…! Ah,
lui…
…se
n’è andato, mi ha
lasciato…»…«Che cosa
dici…?!...come
può essere possibile?! Tu sei una compagna fedelissima, il
tuo
cuore…
…non
batte che per lui!» ma a quel punto lo sguardo di Rika
inevitabilmente si abbassò, e quello di Ryo con lei.
Takato, che
anche sapeva, acquistò una particolare espressione
consapevole
che rivolse a Cindermon, la quale era rimasta
«Maaa…aaa…?...!» col dito
puntato e
l’espressione alquanto dubbiosa, però al suo
domatore
bastò tacitarla con la riflessione «I nuovi
amori…
…le
realtà del presente: non c’è
dubbio…c’è bisogno di
noi!...»
Dall’incertezza, Cindermon acquistò coraggio e
determinazione che si trasmise con lui.
Beelzemon stringeva Renamon «Coraggio…
…!!...c’è di sicuro un malinteso,
nient’altro! Imagomon era molto amico di
Guilmon…quello
che è accaduto non poteva lasciarlo indifferente! E tutti
noi,
nostro malgrado, nella disperazione commettiamo azioni…che
non
ci rispecchiano.»
Fu allora che
giunse anche Suzie «Eccomi!» accompagnata da un ora
deciso
«Momentai!»
E anche Jeri
«Sono qui! Ragazzi, ma…che succede?
Takato…?»
fissandosi con lui in modo non del tutto spoglio da timore. Cindermon
sbuffò un po’ tanto da sollevarsi il ciuffo, e si
fece da
parte mormorando «Benarrivata…dove sei stata
durante tutta
la notte?» Jeri mosse fuggevolmente lo sguardo su di lei
“Oh no…è rimasto in sua compagna: di
sicuro lei non
avrà fatto altro che parlargli di me in modo
negativo!” ma
a sua sorpresa, l’espressione di Takato si aprì in
un
sorriso «…ti aspettavo, amore mio. Lo
sai…?»…«Oh?»…«Durante
questa notte, ho esaminato ciò che mi resta…e
sento che
tu sei quella luce che illumina il futuro, io…non mi
lascerei
mai andare Jeri, perché…non voglio rinunciare a
te.» tenendole strette le mani, mentre lo sguardo di Jeri
scivolava sorpreso verso Cindermon “Stando assieme a lei, ha
capito questo…?” ma la Digimon non la guardava,
restava in
una posa rigida, ondeggiando un po’ su se stessa. Takato
pregò la ragazza «Non abbandonarmi Jeri,
io…ho tanto bisogno di te, ora più che
mai.» Jeri
sorrise come se quelle frasi le curassero ogni livido
dell’anima,
gli carezzò il capo, e si avvicinò a lui in un
dolce
bacio…
…durante
il quale Cindermon ingannava il tempo guardando l’orologio
che
non aveva e chiedendo «Come lo raggiungiamo là,
quel
settore? Con un fascio?!»
Ma il bacio
aveva rapito gli sguardi dei compagni…Ryo accennava un
timido
sorriso «…beh…a quanto pare
c’è ancora
amore, anche in mezzo alla
distruzione…»…«Sì…»
fece
Rika volgendosi appena verso di lui e descrivendo
«…a
quanto pare…proprio quando tutto sembra perduto ecco che
è una scintilla del passato…a risplendere
illuminando
l’oscurità.» Il giovane la
fissò cercando di
decifrare il significato di quelle parole. Anche Renamon sembrava
più tranquilla dopo l’abbraccio di Beelzemon, come
se
avesse recuperato quantomeno il coraggio necessario per affrontare la
battaglia.
Takato e
Jeri si guardarono teneramente, e lei domandò «Hai
deciso…» sfiorandogli la frangetta
«…poi,
riguardo a quella storia…? Parlo della
sua…sepoltura,
amore.»…«Sì, ho pensato anche
a
questo.» relicò il ragazzo con dolcezza, e lei
«Ah,
beh allora? Dove sarà…qui a Digiworld?
Oppure…sarà nel nostro mondo?»
Takato a quel
punto mosse lo sguardo verso il sole intenso, e svelò
aprendosi
in un sorriso «Né a Digiworld né sulla
terra. Non
sarà da nessuna parte…» col tono di chi
si
abbandona a una profonda libertà, ma che lasciò
Jeri
spaesata «Cosa…?!» Lui scuoteva il capo
«Jeri,
Guilmon non avrebbe desiderato un luogo triste in cui recarsi per
ricordarsi di lui: una tomba…incatena lo spirito. No,
Guilmon
tutti i suoi amici lo ricorderanno…semplicemente
così:
basterà guardare il sole, o sentire il soffio
dell’aria!
Rivolgere il sorriso…ad una splendida giornata che nasce, e
collezionare momenti di allegria. Niente tomba. Sarà
così
che chi gli ha voluto bene ricorderà il mio
Digimon.»…«Oh…» si
sfiorava le labbra
Jeri, come se quel pensiero in un certo senso le portasse via
un’occasione…ma Rika e gli altri lo avevano udito,
e la
rossa domatrice affermò «Mi sembra…la
migliore
delle idee.» avanzando verso Takato e mormorando
«Noi lo
conoscevamo abbastanza per sapere che lui non amava la
tristezza…vero Takato? E sarà proprio
così che lo
ricorderemo. Con allegria!» La voce le si rompeva per la
commozione. Takato annuì grato, e Rika lo afferrò
per il
braccio «Senti…Takato! Voglio che tu
sappia…
…che
questo sogno non si infrange solo per te ma per tutti noi!!»
Intervenne anche Rea «Sì…è
così.» ponendogli la mano sulla spalla. Anche Ryo
si
avvicinò, e così Cyberdramon, Beelzemon e
Renamon. Lo
stesso per Suzie, Terriermon e Lopmon.
Rika
parlò, con viva commozione «Sappiamo
tutti…q-quanto
è stata dura arrivare fin qui! E quanto il ricordo dei
Digimon
abbia marchiato la nostra vita. E’ stata la nostra scia! Per
cui,
Takato! Tu che hai perso definitivamente il tuo…a-al
contrario
di noi che invece l’abbiamo ritrovato…»
mentre anche
Ryo incrociava lo sguardo con Cyberdramon, lungo quelle parole di Rika
«…sappi che non sei solo, perché
Guilmon aveva il
cuore tanto grande da non bastare per un solo domatore!! Era piuttosto
in grado…di abbracciare chiunque avesse attorno, ed ha
lasciato
un frammento…dentro ognuno di noi. Nella nostra
infanzia!»
carezzando la mano del ragazzo, e rivolgendo ai compagni quelle lacrime
che le scioglievano il trucco «…anche per chi non
l’ha conosciuto…» come Rea, anche lei
commossa. Rika
disse ancora «Sappi che potrai condividere con noi sempre,
sempre!!...i-il ricordo di quelle risate!! Della sua enorme simpatia!!
E del suo grande eroismo.» Ryo si fece vicino, abbracciando
il
ragazzo da dietro, e sussurrandogli mentre lo guardava
«…ti capisco tanto amico mio, e mi dispiace!...mi
dispiace…come non sai…» Takato gli
toccò la
mano con gratitudine, e Rika di fronte a lui affermò
«Anche quando saremo vecchi…a-anche allora, se ci
arriveremo, anche allora Guilmon resterà sempre nel nostro
cuore, non ci lascerà mai!!» Takato e Rika si
abbracciarono «Grazie Rika…
…ti
ringrazio di cuore, anche da parte
sua.»…«E’
così.» disse anche Renamon, smarrendo il suo
sguardo
luccicante attorno «Guilmon resterà
sempre…come
questo villaggio: una traccia della speranza per ricominciare. E anche
se qualcuno l’ha abbattuta sempre ritornerà a
pulsare…e ad animare il futuro…»
nell’intravedersi del primo sgranchirsi dei Ruspimon al
mattino,
in procinto di tirar su ancora qualcosa da tanta desolazione.
Terriermon si avvicinò
«E’…come ha detto
Renamon.» mormorò con voce bassa di commozione,
abbracciando la caviglia del ragazzo. Lo stesso fece Lopmon con
l’altra, ma in silenzio. Suzie gli appoggiò il
capo sulla
spalla «Coraggio, amico caro! Non ci sentirai…mai
mancare!
Sarà
una…grande…responsabilità, per tutti
noi! Sì: la responsabilità di saper conservare a
dovere
il suo prezioso ricordo.»
Jeri restava in
disparte…così come Beelzemon, che chiudeva gli
occhi e
cercava di concentrarsi, sentendo di aver detto già quanto
gli
spettava. Fu allora che vicino al suo piede si accostò il
piccolo e sempre serio Calumon. E dall’altro lato giunse
LadyWizardmon, che accennò con sguardo sospeso
«Credo che
il fascio stia per passare…»
…in
quegli stessi attimi MarineAngemon atterrava sulla stazione sospesa nel
vortice, e Kenta esclamava contro Hideki «Adesso puoi
finalmente
gettare quella maschera!! L’hai indossata per troppo tempo:
tutto
quello che hai rubato alle nostre vite, distruggendole senza
pietà!!»
«Ah?!!» il
ragazzino si volgeva di scatto. Così come sobbalzava la
serpentella grassa «Ma…?! Kenta!! Che cosa stai
dicendo?!»
«Lui
è Defendermon!!» gridava con rabbia il ragazzo
occhialuto…mentre Hideki si portava una mano al collo
«…nient’altro…che il livello
intermedio di
GUARDIANMON!!»…«EEEH?!»
rabbrividì
MarineAngemon.
Mentre anche
Carermon giungeva in volo e udiva «Cosa?!» ma in
quel
momento una cometa elettrica lo colpì in pieno
«AAAAHHHHH!!!» folgorando tutto il suo corpo
“Kazuuuuuuuuu!” strillò Guardromon
dall’interno «AAA-AAHHHH!»
«Ah!» Hideki sussultò come per
un’intuizione,
ma Kenta gli si avventò addosso «E---togliti
questa
maschera, NON TI SERVE PER RESPIRARE!» strappandogli i
respiratori e gettandoli nel vortice, che presto li consumò
con
l’arrivo di una carica. Ora il volto dai lineamenti nobili
del
ragazzino dai capelli rossi era libero, ma reso attonito da
ciò
che aveva attorno «Tu sei la causa di tutto il nostro dolore,
hai
macchinato per anni!!» gridava il ragazzo tingendosi di
indignazione, e mentre MarineAngemon strillava
«Kenta!»
questi puntava il dito «Ora finalmente siamo faccia a faccia,
lontani da vittime innocenti!»
…ma
Hideki sembrava quasi non accorgersene, attratto piuttosto dallo
scenario attorno “La…mia
memoria…”
(canzone: H
& Claire - You're a love song)
A quel punto Takato parlò «Grazie, vi
ringrazio…davvero amici miei: voi avete saputo
realmente…curare il cuore di chi è
ferito…per la
perdita del proprio Digimon. E sappiate che è
tanto…
…tanto…
…poiché il vuoto da loro lasciato, le parole non
bastano
a descriverlo.»
Ognuno si
soffermò a meditare su una simile, non capitata, esperienza.
Oppure vissuta personalmente come nel caso di Jeri, tanto da lasciare
ancora talvolta ardere la ferita.
I Digimon furono grati per simili parole di pregio per la loro natura.
Poi Takato
parlò ancora «Però nonostante
tutto…anche…di fronte a un dolore così
grande,
bisogna andare avanti! Vedete il sole?...significa che sta nascendo un
nuovo giorno…
…sia su Digiworld…
…sia
sulle nostre vite, sia forse su quel mondo dove è ora chi
non
vediamo più…ma che non smette di seguirci,
è un
mondo…non composto di dati…» descriveva
Takato con
un gentile sorriso «…né di materia, e
fisicità. Ma è un mondo…
…dove
regna solo l’amore. E’ il mondo dove mi auguro sia
il mio
Guilmon, ora…» sentendo di rivederlo, specchiarsi
nel sole
del suo villaggio che si svegliava. Cindermon si accostava al ragazzo,
e anche Jeri chiudeva gli occhi e provava a respirare profondamente.
Takato alzò il suo Digivice «A noi resta questo.
Proviamo,
amici: proviamo a dargli ancora quel corso che desideriamo. Che abbiamo
tanto sognato. Non è ancora troppo tardi.» fu un
appello
pacato e senza forzatura. Ma i domatori e i Digimon lo accolsero, Ryo
accennò «…sono
d’accordo.»
Le mani di
Cindermon e Takato si incontrarono, ed il ragazzo esortò
«Siete pronti? Lasciamo il villaggio, andiamo nel settore
forestale! Andiamo…a tendere la nostra mano di
soccorso…ad Henry!!...»
Cindermon
rimarcò con un
«…coraggio!!...» più
sussurrato per non sovrastare l’appello del giovane, ma non
vi fu
bisogno di altri inviti perché il gruppo si
apprestò a
procedere…e a gettare indietro il passato, il dolore e la
distruzione per attraversare quel villaggio, e raggiungere il fascio
che li avrebbe condotti a destinazione…
Kenta
afferrò Hideki scuotendolo con violenza «FATTI
SOTTO,
COMBATTI!!» «No!!...aspetta!!»
gridò il
ragazzino «Ti scongiuro di ascoltarmi!
C’è…una cosa importante che devi, che
dovete
sapere! In questo luogo io e i miei compagni-OUGH!» ma il
domatore lo spinse a terra con un pugno «Io---non voglio
sentire
altre menzogne da te! Coraggio, MarineAngemon!» ma costei era
intimorita «Dobbiamo biodigievolvere, mutiamo in Geniusmon! E
mettiamo una volta per tutte a tacere questo
farabutto!!»…«I-Io
non…!» scuoteva il
capo agghiacciata la serpentona…mentre il ragazzino dal
labbro
ferito si rialzava a fatica “Il…campo
digitale
indefinito! La missione di allora!!...
…sto
ricordando tutto!!!” «Preparati, ormai è
la
fine!» lo fece sussultare Kenta.
Carermon non
poteva intervenire poiché pervaso da quella scarica
«A-AHHH!!!»
La squadra sfilava vicino al falò del villaggio...
Rea riprendeva Benji dal
Ruspimon «Ti ringrazio di cuore…» e Jeri
rifletteva
“Takato è così
forte…nonostante il dolore
sta cercando di ricominciare.” scrutando il ragazzo che
guardava
avanti assieme alla sua Digimon, vi fu solo una fuggevole occhiata al
fuoco. Le dita di Jeri intanto scorrevano fra quei fiori ai quali forse
sentiva di non poter più dare collocazione
“Perché
io non sono riuscita a fare altrettanto, quando è stato il
momento? Perché mi sono lasciata
andare…?” ma
«Oh?» poteva sempre contare sulla vicinanza del suo
Digimon
alato, che anche senza parlare si offriva di camminarle al fianco.
Quando d’un tratto si volse «Oh?»
…assieme a
tutti gli altri: all’improvviso su ogni altura, dalle rovine
di
ogni casa distrutta fecero capolino dei Digimon «I Digimon
Tamers
della terra!» esclamarono «Fate
attenzione!»
sollevando un gran chiasso, che sorprese assai i ragazzi
«Siamo
tutti con voi!!» gridavano «In bocca al lupo,
maestro!!»
…e
Terriermon rispondeva «…farò del mio
meglio,
ragazzi.»
Ancora gridarono
«Maestra Lopmon, vi siamo
vicini!»…«Vi
vogliamo bene, questi sono per voi!!»
Takato
sussultò, e Cindermon indicò «Guarda
Takato! Quelli
sono fiori!»
La moltitudine di
superstiti del villaggio, assieme anche ai MudFrigimon,
scatenò
una cascata di fiori colorati su quei giovani e quei Digimon dallo
sguardo rapito…
…in breve Jeri
vide i suoi fiori confondersi fra mille altri…Renamon ne
raccolse uno, si impigliavano nel pelo di Lopmon e Terrermon
abbracciati…e i loro petali cadevano sul visetto di Benji,
dai
capelli che la madre spazzolava…
...era una pioggia di colori, sopra la distruzione…
…Henry si faceva
strada fra quei rovi spinosi «A-Ahhh!» piegandosi
per la
fatica e il dolore, ma non demordendo «Amici
miei…!»
…mentre davvero
sereni e allegri erano Mako, circondato dai resti di una cena, e
Sandmon, in procinto di addormentarsi sulle sedie dell’aula
magna
«Hai visto, compagno? Non mi sbagliavo! Non siamo stati
abbandonati, queste gentili creature ci hanno offerto l’aiuto
necessario: non si rimane mai soli…a Digiworld!»
Erano circondati da
Digignomi, probabilmente rimasti anni nascosti in quella biblioteca. Il
ragazzo spalancò la finestra «Ormai è
quasi
giorno…un po’ di riposo, e poi il cammino
riprende.
Ahah…!»
Spoglio da
sovrastrutture, finalmente sorrideva al venticello che gli muoveva la
frangetta. E che soffiando in ogni angolo permette di essere vicini
nonostante ampie di stanze. E di muoversi all’unisono come un
unico, grande meccanismo.
I ragazzi balzavano nel
fascio, circondati da petali colorati e dal tifo acceso dei
Digimon…
E Guilmon proseguiva con
nuova motivazione, stringendo una foglia d’autunno e seguendo
una
luce all’orizzonte (fine-canzone)
Ufomon
accarezzava la gatta fra le sue braccia, con aria da gran signora
«Sentito Scratchmon…? Diventeremo famosi: la gente
spenderà una fortuna per acconciare il proprio gatto
spelacchiato in modo che assomigli a te! Ah mamma, prima che mi
dimentichi: cosa hai intenzione di fare poi riguardo a Henry? Noi del
suo Cuore digitale abbiamo
bisogno!»…«Eh?!...
…ops!
Uhmuhmuhm, no bambini dimenticate Henry!» sorrise Violetta
«Cooosa?!!» sobbalzò Ufomon
«Non gli estraiamo
più il cuore?!» ma la madre tagliò
corto
«Troppo complicato e troppo lungo, non abbiamo
tempo!»
scalando, non senza un po’ di prudenza, quel trono di rocce
accatastate e pensando nel frattempo “Mi dispiace molto,
bambini:
volevo evitare ma…per la nostra causa ci
occorrerà
l’ingrediente
segreto!
Uhmuhmuhmuhm!” Intanto Gravemon si accostava alla sorella,
cercando di strapparle la gatta «Dai, non fare il
prepotente!! La
sto accarezzando, ha tutta polvere nel pelo e non va bene: lei ha un
pelo bellissimo che semba seta!!»…«Dai,
io la voglio
abbracciare…»…«E LA ABBRACCI
DOP-dop-GRAVEMOOOOOOON!» ma nonostante le sue grida lui
gliel’aveva strappata dalle mani, stringendola fortissimo
come la
cosa più adorata.
Violetta li osservava, e sfoggiava un sorrisone.
«Mamma, lo
vedi?! Gravemon mi ruba
Scratchmon!»…«Dai, bambini!
Non battibeccate, in realtà è tanto semplice: le
volete
bene entrambi, è la vostra gattina, e anche lei ha atteso
tanto
per rivedervi!»
Infatti la guardavano
con una tenerezza immensa, che si rifletté nelle parole di
Gravemon «Scratchmon, lo sai? Ci sei mancata tanto, non ci
sembra
vero di rivederti…!» Ufomon aggiunse
«Senza di te
girare per Digiworld non è la stessa cosa! Oh ma mamma!
Ma…se non rubiamo il cuore a Henry come fa poi
Muskmon?!»
Violetta piegò l’espressione…
«Lei ne è
innamorata, e se non potrà averlo come suo fidanzato ne
soffrirà!»…«Oh ecco,
vedete…? Sigh!
Dovete dimenticarvi di Muskmon, bambini! Ouuhhh…sigh,
sigh!»
«Cosa?!!»
trasalì Ufomon correndo avanti «Ma mamma, Muskmon
è
MIA amica, io la adoro, la divinizzo!! Per me lei è un
simbolo
di stile, non posso rimuoverla dalla mia memoria!» e anche
Gravemon «Lei…quando sono triste…mi
accarezza
sempre con le sue mani…di petali e mi parla con voce
dolce.» ma Violetta seguitò a singhiozzare,
soffiandosi il
naso con un fazzoletto mimetico «Oh! Anche quando vostro
padre
era triste lei a quanto pare lo consolava! Sfrnnnnn!!!»
I bambini indietreggiarono attoniti.
«L-Lui e
Muskmon…lei e vostro padre…ah, non fatemici
ripensare,
è troppo triste!»
«Mamma non vorrai mica
dire che loro due sono
AMANTI?!»…«…perché
sono amanti,
Ufomon?»…«Due amanti sono quando stanno
insieme pur
non potendo, e il coniuge di ciascuno ha le corna, in questo
caso…m-mamma…»
«Ohohohoh, sigh
sigh!!!» Violetta nascose il suo viso sul trono
«…intuito fine, bambini: loro due se la
intendevano alle
mie spalle, mi hanno reso lo zimbello…d-di tutto questo
mondo
scolorito! Muskmon…sfrnnn!!! Io la credevo
un’amica…una fedele!»
Ufomon piegava il viso
di sgomento «Non posso crederci…la mia
Muskmon!»
(mentre Violetta lasciava filtrare un lampo di
soddisfazione…)
La piccola
aliena indietreggiava «…s-se tu la consideravi
un’amica ed è stata capace di
tradirti!»…«Bambini che volete! Per
ambizione si fa
questo ed altro, era zitella ed il fatto che fossi la moglie di un
illustre generale non le è mai andato giù! Ma vi
rendete
conto? Non ha avuto rispetto neanche per VOI, vi definiva i suoi
piccoli amici!!»
Gravemon rivolse occhi
tristi alla gatta «Scratchmon…ora che non
c’è
più Muskmon tu devi starci più vicino che
mai…ci
sentiamo soli…» e stranamente anche Ufomon,
nonostante le
sfumature d’orgoglio, carezzava quella gatta come qualcosa di
importante.
Violetta intanto
pensava “Uhmuhm, figurati se mi metto in competizione con
Muskmon
per accaparrarmi il cuore di quell’idiota umano! Non ne ho
bisogno, ne possiedo uno…ancor più denso di
energia!!
Avevo intenzione di usarlo per scopi…estetici e di
intrattenimento: in fondo un gatto non stona in una famiglia graziosa e
da cartolina, però posso sempre fabbricarne un altro e
poi!!...anche se adesso Gravemon e Ufomon si mostrano così
affettuosi, quando saranno diventati due Digimon giganteschi e potenti
non si ricorderanno più minimamente né di lei,
né
di Muskmon, ihihihihi!” «Bambini!! Uhmuhmuhm, ma
non
pensiamo alle cose tristi!!»
Il volto di
Ufomon e Gravemon era però velato
nell’espressione, mentre
accarezzavano entrambi Scratchmon «Un po’
d’allegriaaa!!!» si piegò la madre per
poi aprirsi
in un guizzo festante «Non vi piacerebbe
digievolvere?!»
«Eh?!» fece Ufomon ed entrambi lasciarono andare la
gatta,
che corse via (non senza guardarsi indietro un’ultima volta)
«Dici che puoi
farci digievolvere?!» esclamò la piccola aliena, e
Violetta «Calma! Se vogliamo raggiungere la meta sperata
abbiamo
bisogno, come dire…di un coraggioso candidato!»
«E chi può
essere un candidato per noi due?» insinuò Gravemon
con la
sua vocina.
«Ahahahah! Fiducia,
piccolo Gravemon!» esortò Violetta giungendo le
mani
«La mamma ha sempre la buona soluzione a tutto! Ascoltate:
che ne
direste…di un Digimon assolutamente mozzafiato come
Guardianmon?? Ih??»
La bocca dei due
si spalancò simultaneamente
«Guaaardianmon?!» fece
Ufomon, e Violetta «Proprio
cosììì!»
tra i saltelli euforici. Gravemon descrisse «Quel
Digimon…alto alto con tutta l’armatura e la
maschera che
fa paura…?»…«Senza ombra di
dubbio! Ma ci
pensate? Quel Digimon può diventare…vostro, i
suoi dati
possono scivolare dentro di voi piccoli cari!»
I due bambini si
guardarono con occhi rapaci. Ma Violetta segnalò
«Piano,
concertiamo per gradi! Guardianmon
è…assolutamente un
Digimon di qualità il solo problema è che
è al
momento irreperibile!» La piccola mosse un passo avanti
«Questa non è una scusa sufficiente per la grande
Ufomon!
Sono gli altri che devono accorrere da lei, onorati per esser stati
prescelti dalla sua ineguagliabile
grazia!»…«Oh
sì cara, ma vedi…figliola…qui sussiste
un problema
informativo!»…«CoooOOOOooosa?!»…«Ehm…
Guardianmon è…ACCIDENTALMENTE scivolato nel campo
indefinito! Per ottenere l’onore della sua presenza qui al
palazzooo…
…bisognerebbeee…» ma un Knightmon
affannato li
interruppe «Comandante Violetta!! Auhf!!» correndo
e
strattonando a terra, destando lo sdegno di Ufomon
«Ouuuuaaah,
che andatura inelegante, ma ti sei visto?! Dovresti solo
vergognarti!»
«Comandante
Violetta! Un avvistamento! E’ terribile, vengono a
riconquistarsi
il palazzo!»
Risposta di Violetta fu
«Uhmuhmuhm, ahahah dev’esserci un errore, questo
palazzo
è miiiio…»…«Il
grande Cyclemon e la
principessa Diamon stanno per fare ritorno: giunge con loro
una…truppa di Digimon sconfinata, proveniente da tutti i
settori! Potenti…come pochi altri rimasti. Noi siamo nel
mirino.»…«C-Cheee…???»
rabbrividì un tantino la donna in tuta mimetica, suo figlio
assunse espressione spaurita e sua figlia «Ihhhhh,
mammaaaaaa! Si
può sapere cos’è questa storia?! Non ti
sei
attrezzata a ricevere a dovere quei presuntuosi ingordi a cui la nostra
supremazia va di
traverso!»…«Non…sei tu la
comandante Ufomon quindi cerca di moderare i termini ti spiace, eh?
Fa-Fatemi vedere cosa avete vist-MOSTRATEMI il tutto,
dannazione!» si fece strada Violetta con sdegno principesco e
voce tremula, mentre il Knightmon le faceva «Da questa parte:
attenta al
mattone!»…«AUCH!»…«…purtroppo
va così: pavimento distrutto!»
In effetti, il
terreno scolorito di Digiworld era solcato dal passo delicato ma al
contempo deciso della candida principessa dagli occhi verdi e il volto
di diamante. Al suo volgersi, si innalzava una schiera di Digimon di
ogni specie…dai classici come il verde Ogremon armato di
clava e
il recentemente potenziato GoldCentarumon, di cui avevano dipinto
d’oro gli zoccoli e
l’elmo…l’immenso e
molliccio ShogunGekomon dagli occhi iniettati di dieci anni di
esperienze, per la prima volta mirabilmente al fianco di Orochimon
dalle tante teste, che in passato aveva oppresso il suo popolo. Ma si
arricchiva, la schiera, con le recenti creazioni come gli sferici
Stakemon: sfere meccaniche dagli occhi socchiusi e vigili. Gli
apparentemente innocui Toothpickmon: un reggimento di bastoncini di
legno piccoli e dal passo allegro, ma che lasciavano
l’incognita
sul loro risvolto bellico. Fino ai propriamente guerreschi colossi dal
corpo agile ma dalle smaniose zampe-armi, i millepiedi da battaglia
Kalamimon.
«Il
momento di innalzare la polvere mi sembra ormai prossimo…mi
sento inquieta.» sussurrava Diamon, portandosi una mano al
petto
«Kazu…perché non sei con
me…? Tutto questo
sarebbe diverso. Non sono tagliata per la parte del
“generale”, ma devo farlo perché mio
padre è
anziano e anche se sta facendo del suo meglio non può
gestire
tutto da solo. Se almeno tu fossi qui sorellina, Cindermon! Vi siete
allontanati tutti, ci siamo sparpagliati per ogni via dei due mondi
paralleli e facciamo fatica a ritrovarci: in questo modo…per
ciascuno il peso da portare è più
gravoso.»
rivolgendo occhi appenati verso l’alto
«Perché il
cielo azzurro deve tingersi di sangue…? A un passo dalla
nostra
casa, occupata con la forza da ingiusti
oppressori…io…non
riesco a trovare spiegazione!»…«Che cosa
hai
detto?» echeggiò la voce di suo padre, e la
ragazza
digitale si volse si volse sorpresa «Oh?»
Cyclemon non si
rivolgeva a lei, bensì al Digignomo con qui stava parlando
«E’ incredibile…non posso crederci! Sei
sicuro di
ciò che dici?...penso di sì, perché te
lo sto a
chiedere. Voi creature leggendarie non scherzate su simili
eventualità.» sicché Diamon lo
raggiunse in una
corsetta «Papà! Cosa…che ha detto il
Digignomo?
C’è qualche problema?»
Il vecchio ma ancora
coriaceo e tenace Digimon la fissò in modo penetrante
«Guardianmon è regredito. E si trova nel campo
digitale
indefinito, lo hanno avvistato.»…«Nel
campo
digit-mmmm, papààà!»
esclamò
spaventata la fanciulla portandosi una mano alla bocca «Ma-Ma
lì il tuo corpo digitale ti finisce disgregato dalla carica
impazzita! Io odio il campo indefinito, quel posto è il mio
incubo! Da bambina sognavo sempre che un mostro cattivo entrava nel
castello e mi ci buttava a
tradimento!»…«Eheh…e poi dire
che i figli non
vogliono seguire le orme dei loro
genitori.»…«Uhm!
E’ veeeeeero, perché tu mi hai detto che assieme
alla
mamma era proprio lì che avete compiuto la vostra prima
missione!»…«…e ti ho anche
rivelato figlia
mia che uno dei miei compagni di squadra era proprio
Guardianmon.»…«Sì papi questo
è
vero…però…»
accennò la giovane con
molta ingenua delicatezza, scorrendosi la mano tra quei capelli che
sembravano acconciati più per una festa che per una
battaglia
«…mi hai anche detto che non si è mai
creata
un’intesa fra voi, non siete mai riusciti ad essere
amici!»…«Questo per via del suo
carattere chiuso.
Lui ha trovato un amico sincero solo nel suo domatore umano: del resto
come biasimarlo, era un uomo…saggio e dalla mente
penetrante, un
promettente genio mentre noi eravamo solo creature allo stadio
primordiale. Ignoranti su tutto: lui invece sapeva molti segreti del
mondo digitale, senza di lui…e la luce che brillava nel suo
cuore di sicuro ci saremmo persi nel labirinto. Perché il
campo
digitale è un labirinto, figlia mia: un labirinto nel
quale…solo l’unione e l’amicizia possono
fare la
differenza, tracciando il cammino come un faro
acceso.»…«…chi
potrà
mai…ora…indicare la via al povero Guardianmon?
Ops! Papi
non lo dire a Kazu io dico “povero Guardianmon” non
per
niente, ma a me fa pena: fa pena! E poi tutti a chiedermi
perché
mi fanno pena questi Digimon grossi e inquietanti, che ci posso fare?
Mi sembrano così
soli.»…«…Diamon…conservati
così
pura e generosa e forse un giorno sarai davvero una luce per i
labirinti oscuri.»…«Pensi che potrei
diventare
come…come si chiamava il domatore di Guardianmon? Se posso
saperlo?»…«Hideki.» si mosse
lentamente
Cyclemon «E…quanto alla prima domanda che mi hai
fatto…penso che ci sia qualcuno che possa tendere una mano
al
nostro…eroe tramontato.»…«E
chi
è??»…«Ne conosco un altro. Di
eroe
tramontato, intendo.»…«Dove??
Dov’è,
non lo vedo!» fece la Digimon guardandosi ovunque attorno, e
proponendo «Forse dovremo tentare di allestire un contatto
con le
alte sfere, sopra le nuvole? L’olimpo dei Digimon eroici e
sovraordinati?»…«Uh, quante
complicazioni. Pensare
che ce lo hai
davanti.»…«Uhm!!»
sussultò Diamon «Io. Io sono quell’eroe.
Io sento
che devo andare a prestare soccorso a Guardianmon. Non posso
abbandonarlo.»…«Ma
papà!!»…«E’ pur
sempre stato un mio
compagno: è vero, ci siamo allontanati e i tempi sono
cambiati
parecchio, ma non credo che riusciremo a raggiungere alcuna delle
nostre mete se smettiamo dell’unione che congiunge gli
elementi
di una squadra…»
…con le
sue parole sembrava quasi materializzare l’immagine di Takato
e
gli altri, penetrati con impeto nel settore forestale, che
congiungevano le loro voci in un unico richiamo
«Henry!!»…«HENRY!!»
…e
l’amico invocato d’altro canto avanzava verso di
loro…benché quell’intrigo di rovi
spinosi sembrasse
del tutto intenzionato a trattenerlo…
I ragazzi non si
arrendevano: fra le loro voci spiccavano quella di sua moglie
«Henry, dove sei?!!» e quella animosa e
instancabile del
suo Digimon «Henryyyyyyyyy!»
…lontano
da loro Cyclemon completava «…per vincere la
guerra
dobbiamo essere tutti uniti, non basta un esercito.»
alludendo
alla schiera di Digimon che veniva con loro. Diamon affermò
senza esitazione «Sono d’accordo, lo pensavo
anch’io!
Però…
…non me
la sento di lasciarti da solo, papi. Senti, facciamo una cosa:
permettimi di venire con te!»…«Cosa?
Ma…Diamon…
…si
tratta di un viaggio rischioso.»…«E
perché?
Tornare al palazzo e attaccare non lo è? Ormai siamo in
ballo
papà, non possiamo più tirarci
indietro!»
Ma non sapevano
di essere nel mirino del lungo Eyelongmon, il Digimon-cannocchiale
presso il quale si appostava Violetta «Vediamo un
po’…(!)…che cosa sono tutti questi
allarmi
terroristici!---IHMMMP!»…«Vedete bene,
comandante?»…«S-Sì
Eyelongmon…
…m-ma
preferirei non aver visto nulla di questa roba, grrr!!!»
battendo
il piede a terra. Come Gravemon constatò
«…la mamma
si è arrabbiata…» e Ufomon
«Vorrei ben dire!
Quanto sarà? C-Cinque minuti neanche che siamo qui
già
vengono ad assediarsi: possibile che non ci sia un po’ di
pace da
nessuna parte?!»
Violetta alzava
il suo sguardo, ed i suoi denti stridevano di stizza…
Diamon esprimeva
«Permettimi…di essere parte di questo sogno di
salvataggio
di Digiworld, ma come dico io! Come generale dell’esercito
non mi
trovo affatto papà, te lo dico! Però il soccorso
ad un
amico in difficoltà è tutta un’altra
cosa…e
poi…sarò sincera…»
…mentre il padre non smetteva di fissarla…
Diamon con la
sua gestuale ingenuità espresse «Io voglio
conoscere il
mondo del tuo passato! Voglio scoprire le mie origini, e voglio
anche…se posso…
…sentirmi vicina a Kazu: lui ha combattuto dieci anni fa e
anche
adesso, per dare manforte ai suoi
amici!»…«…e
va bene figlia mia mi hai convinto, oramai anche tu sei cresciuta.
Effettueremo questa deviazione.» volgendosi verso
l’esercito «GoldCentarumon, ti affido il comando
momentaneo
della truppa: io e mia figlia ci rechiamo nel campo digitale
indefinito.»…«Contate su di me, grande
Cyclemon.» replicò il Digimon, e Diamon
suggestionata
scattò sull’attenti, scurendo la voce
«Mantenete le
truppe compatte fino al nostro ritorno! Ohp!----pfff,
uhmuhmuhmuhm!...mi sono lasciata prendere dall’atmosfera
militare.»…«…sei unica,
figlia mia.»
persino il vecchio Digimon accennò un sorriso dal suo volto
coperto.
In quegli
istanti, Violetta si sfilava il berretto e lo piegava di rabbia
«Q-Quella povera incapace…
…!!
M-Maledetta buona a nulla, sorella di quell’altra
inguardabile
strega! Si crede forse di essere un comandante migliore della
sottoscrittaaa…?!!»…«Mamma,
datti una
calmata!» suggerì Ufomon aggiungendo
«Dammi retta,
tu in questi casi diventi completamente isterica: e non rendi quanto
dovresti sotto il profilo di
guerra!»…«Zitta Ufomon!
Adesso non mi deconcentrare, non iniziare ora con le tue uscite
polemiche, eh! G-Già la doccia fredda è stata
abbastanza!...
…che devo
fare…?» facendo un mozzicone di quel berretto
mimetico.
Gravemon propose «Io ho un’idea! Con mia sorella
potremmo
andare nel campo indefini-» ma Ufomon sbraitò
«NON
DIRE CAVOLATE, SCEMO! Adesso abbiamo un esercito, abbiamo finito di
sguatterare per Digiworld!» con richiamo della madre in
aggiunta
«Bambiniii!!!...adesso ci manca solo che litigate voi, con
tutto
questo mormorio di Knightmon, vi ci mettete con le vostre vocette,
ecco…m-mi date fastidio!» Gravemon come non avesse
sentito
«Però…se ci andiamo di
persona…è
più divertente…
…oh! Un
Fireflymon! Che beeellooo, papà aveva detto che me ne faceva
montare uno!»…«Lott-ehhh,
Gravemooon!»
richiamava Violetta sempre più spazientita, e Ufomon a
ricordarle «Lascia fare, è già
corso!»…«Voglio…montare il
Fireflymon!»
esprimeva Gravemon correndo a perdifiato, ma
«Ouch!»
sbatté contro qualcuno che lo riprese aspramente
«Ehi tu,
dove credi di andare “piccolo eroe”? Su, fila! Che
non
abbiamo ancora terminato i nostri corsi, quando saranno finiti potrai
comandare un esercito!» Gravemon alzò gli occhi da
quelle
scarpette col tacco fino all’austero viso, e
rabbrividì
«Ooohhhh…s-signora che ci fa anche lei
qui…???» Ufomon scoppiò in una risata
«Pfff,
AHAHAHAHAH! Ben ti sta, va dalla tua insegnante di ripetizioni, e poi
piloterai un Fireflymon! Un giorno!! FORSE!!» amplificando
con
mano presso la bocca, quando la madre sbottò
«SENTITE MI
AVETE PROPRIO STANCATO ADESSO, VOLETE STARE BUONI, UN
MINUTO?!»
ma qualcuno di molto più padrone di sé le si
accostava
«Che cosa succede…qualche problema?» era
l’accenno di Asanuma, con sguardo allusivo. Violetta si
passava
nervosamente le mani sul collo «Ah, lascia perdere Nami, i-io
non
so più come metterla con questo problema di Digiworld,
è
una cosa impossibile: cioè…che devo fare?! Adesso
avevo
preso questo palazzo, possibile che nemmeno qui si sta al
sicuro?!»…«Uhm!...già
è tanto che hai
racimolato una stanza in cui ospitarmi, benché piovano
tracce
della rivolta persino dal soffitto.» enunciava
l’insegnante
dallo sguardo perennemente ironico, aggiungendo «Ma io ci
sono
abituata, piuttosto mi dispiace per te cara: non sono il tuo habitat
luoghi come un palazzo distrutto, tu…hai la pelle
delicata!»…«GrrrRRRrr, io lo considero
un
investimento per il futuro: è MIIIA la
responsabilità
familiare per passi del genere, dopo che NON HO PIU’ UN
MARITO…p-perché lui me l’ha fatta alle
spalle!!» piegando e accartocciando il berretto, tanto che
sembrasse un monocolo «Nessuno può capirti meglio
della
sottoscritta, credimi.» espresse Asanuma, e l’altra
«Ora non so che fare…» parlando piano
per non farsi
sentire dai bambini, e spiandoli per aggirare l’occhio vigile
e
rapace di Ufomon «…ptsss, se spedisco
l’esercito
contro quelli poi il castello resta scoperto. E ho pauuura, considerato
che quei Digimon Tamers sono in libertà, aizzati da quella
principessa bramosa di
riscatto!»…«Comprendo: hai
bisogno per caso di qualche aiuto…materiale?» ma
Violetta
sospirò «…no grazie Nami…va
piuttosto a fare
ripetizioni a Gravemon: è ignorante quanto mai!
L’altra
volta mi se n’è uscito con uno sfondone davanti a
un
Digimon poi oltretutto di un certo livello, io mi sono vergognata,
cioè ora anche i Digimon delle serie animate debbono dire
che
mio figlio parla come un troglodita?! Quindi per favore!»
Dall’altra
ottenne un sorrisetto tirato
«…d’accordo: quanto ti
servirà qualcosa di più
incisivo…»…«Sì
sì, va bene! Ti
verrò a chiamare (!) » replicò Violetta
con un
certo automatismo annoiato e spazientito. Asanuma si
allontanò
nel buio “Accidenti! Ancora non si decide a farmi scendere in
campo contro i miei ex-alunni, sono stufa di fare la muffa come
insegnante sottopagata che fa lezione a dei Digimon, per
altro!!”
«Andiamo, Gravemon. Ah, c-con che ti stai gingillando?!
Fila!!
Sei proprio…u-un Digimon grossolano e zotico! Va a lavarti
le
mani!! E poi vieni in studio!»…«M-Ma lo
studio…è tutto distrutto il tavolo è
spezzato e
c’è la polvere a cui sono
allergico…»…«FILA! Oltre che
maleducato sei
anche molto capriccioso!!» sbottò severamente la
donna.
Violetta intanto
«Ufomooon…!»…«Sì,
mamma?! A tua
disposizione: hai deciso di spedirmi da sola senza mio
fratello?!»…«Sì, adesso non
cominciate con le
aspirazioni militari, ora non si spedisce nessuno! Sistema
l’Ipad
piuttosto, dobbiamo inserirgli la funzione-spia di modo che possa far
breccia anche nel campo indefinito: non possiamo perderci a nessun
costo il monitoraggio degli
eventi!»…«Ahah! Ci
guardiamo un bel film!» rise soddisfatta l’aliena
digitale.
«MarineAngemon!!» seguitava a chiamare Kenta presso
la
stazione fluttuante, mentre dietro di lui Defendermon si portava alla
bocca la mano tremante.
«Che cosa
aspetti, biodigievolviamo!!» ma la Digimon arretrava
«N-No,
io…non voglio!»…«Ma come
no?!!»
protestò suo marito dalla voce risuonante «Ma non
capisci?!...lui è Guardianmon, è
Guardianmon!!»
Mentre Carermon
«A-AHHH!...Guardromon, amico
mio…d-dobbiamo!...c-cercare
di far fronte al pericolo, Kenta e Yuki hanno bisogno di
noi!»
nonostante il suo corpo fosse pervaso da elettricità tentava
di
muoversi, e la voce del Digimon meccanico echeggiò dentro di
lui
“Darò fondo a tutte le mie energie,
Kazu!”
«Aspetta
Kenta, ti prego!» si appellava il giovane Defendermon, ma il
domatore con gli occhiali neanche lo guardava «Yuki, amore
mio!!»…«Smettila! Non chiamarmi
“amore
mio”!! Tu ora…
…n-non ricordi nemmeno chi sei, stai facendo tutto questo
mosso
da un istinto che ti rapisce, e ti porta lontano!»
affermò
piegando il capo la serpentona rosa. Il ragazzo però
avanzò, con il Digivice stretto nella mano
«MarineAngemon…
…non avrai dimenticato quanto abbiamo sofferto…?
Siamo
stati…confinati per dieci anni in casa nostra, come due
prigionieri! Ci è stato negato…anche il
più
legittimo slancio di rapportarci ai nostri amici con un sorriso! Ci
è stato negato perché lui, perché lui
ci ricattava
e ci minacciava di continuo!» indicando insistentemente il
ragazzino alle sue spalle che invano cercava di intervenire. E che
MarineAngemon non voleva guardare, infatti abbassava il capo
«Ci
ha costretti…ad apparire come due egoisti, ad inscenare una
commedia grottesca, ti rendi solo conto di quanti anni ci ha portato
via?! L’intera adolescenza, e per colpa sua i nostri amici
sia
umani che Digimon sono dovuti crescere separati! Lui ha mentito circa
le porte di Digiworld, il varco rilevato da Takato esisteva davvero, il
signor Wong lo ha confermato! E imputabile a lui la conformazione che
ha assunto il nostro quartiere in questi anni! Un
aspetto…che
non ho mai accettato: io amavo quello che era un tempo!! E
così
sarebbe dovuto rimanere, i Digimon sono stati dimenticati per colpa
sua, altrimenti ora nella nostra città loro vivrebbero al
fianco
degli umani, come nelle serie animate! E’ sua…!!...
…la responsabilità se il nostro futuro ha avuto
un esito
tanto diverso…» affermava Kenta stringendo un
pugno di
rabbia, e piegando i lineamenti delicati del suo viso dal risentimento
«…tu sei un Digimon…» prese
la zampetta
grassoccia dell’attonita MarineAngemon
«…e io tuo
marito, l’uomo che ti ama, avrei desiderato…un
futuro
tanto diverso per te, come credi che mi senta nel vedere il tuo mondo
scolorito e la tua specie prostrata?! Eh?! Distanziando i nostri mondi
con la sua crudeltà, lui ha tracciato un solco
incolmabile…
…ora gli
uomini hanno voltato pagina, e forse l’integrazione con i
Digimon
sarà impossibile, IO NON VOLEVO QUESTO!! Era il mio
sogno…» versando una lacrima…come
faceva anche lei
«Un futuro tutti insieme…» scandiva
Kenta…(canzone: Giorgia
- With you)
…mentre anche Defendermon, ragazzino digitale dal volto
così simile a un umano, respirava di pena e si ricordava
più voci congiunte nell’espressione “Un
futuro tutti
insieme!!” «…compagni
miei…» ripeteva
«…Hideki…
…Haruko…
…Muskmon,
Cyclemon…! E tu!! Tuuu…» piegandosi in
ginocchio in
quello che sembrava un moto di sofferenza. Kenta continuava a insistere
«T-Ti rendi conto che per colpa sua…a-abbiamo
tremato di
paura al pensiero di avere dei figli, Yuki?! A-Anche solo sfiorarci
quando facevamo l’amore ci dava i brividi, perché
temevamo
che le nostre creature sarebbero finite vittima della sua vendetta!! IO
SONO STANCO…stanco di vivere in un mondo come
questo!»
mentre MarineAngemon tremava, e versava lacrime cristalline dai suoi
occhioni verdi «P-Possibile che i miei sogni siano sempre
così faticosi da realizzare?!...v-volevo un Digimon, e sono
stato l’ultimo ad ottenerlo! V-Volevo un futuro felice!!...
…crescere…assieme ai miei amici e ai nostri
Digimon,
avere figli da te, ed essere accolti dal mondo che ci
circondava…e-e invece è stato tutto
l’opposto, qual
è il mio sbaglio?!»
…mentre
Carermon nuotava a fatica e contro il vento del cortice
«Ken…ta…!!»
«Se
ripenso a tutte le tappe che abbiamo affrontato ho il disgusto. Ora
molto probabilmente sarà un’impresa impossibile
convincere
la gente sulla bontà di voi Digimon, quando dieci anni fa
sarebbe stato semplice! Dovremo nascondere la natura dei nostri
bambini, quando nasceranno…iscriverli a scuola come se
fossero
esseri umani e raccomandarci ogni mattina di non mostrare a nessuno i
loro poteri?!...IO NON VOLEVO QUESTO, DANNAZIONE! PERCHE’ NON
PUO’ ASSOMIGLIARE AD UN CARTONE, IL FUTURO?!...dove non ci
sono
ostacoli, le diffidenze si vincono! E-E i protagonisti
ottengono…
…l-la meritata felicità!» muovendosi
con passo
stanco, quasi barcollante, versando lacrime per poi inasprire la voce
«I-IO LO SO PERCHE’, PER COLPA DI QUELLI COME
TE!»
puntando un dito contro lo spaventato ragazzino
«PERCHE’ I
VERI DIGIMON MALVAGI SONO MOLTO PEGGIORI DI QUELLI DELLA TV! Andiamo
MarineAngemon, non vorrai dirmi che tu non lo odi?! So bene che questi
sogni erano anche i tuoi…non vorrai dirmi che non vuoi
surclassarlo, perché non
biodigievolvi?!»…«N-No,
io…n-non voglio
biodigievolvere!!» esclamava lei sofferente, e Kenta
«Ma
perché?!!...ti assicuro che è vero, lui
è
Guardianmon!!...è davanti a noi, mi sono accertato e non
c’è ombra di
dubbio!!»…«Ma non lo
capisci, non mi importa! Non mi
importa!!»…«Ahh!...» il
ragazzo rimase
attonito, e lei gridò «Perché quello
che non
è più di fronte ai miei occhi è un
altro, sei tu!
Io non potrei mai…p-prendermela con un ragazzino, con un
amico!»…«Un amicooo?!!...QUELLO
E’
GUARDIANMON, YUKI APRI GLI OCCHI!»…«Non
alzare la
voce, con me!!» gemette lei, e Kenta si sovrappose
«E’ il più acerrimo nemico che abbiamo
mai
avuto!!»…«Ma hai forse dimenticato che
tu fino a
poco fa, fino a prima di sapere chi era ti prendevi cura di lui come
fosse un fratello più piccolo?! O hai forse perso la
memoria,
Kenta?!» ed il giovane trasalì ricordando
all’improvviso…ma poi abbassando lo sguardo e
assottigliandolo d’amarezza…
…ignaro
del fatto che tra le mani di Defendermon si adagiava un Digimon di
livello primario spinto lì dal vento «Ti prego,
aiutami a
ritrovare la strada!» supplicò con la sua vocina
il
cucciolo violaceo e con un piccolo corno sulla fronte «I miei
genitori sono lontani, e io ho smarrito i miei fratelli! Ho paura in
questo brutto vortice!»
Il fiato del ragazzino
si spezzò, mentre sentiva le grida dei due alle sue spalle
farsi
sempre più acute. MarineAngemon inveiva «IO SO CHI
E’ STATO A FARTI CAMBIARE! E’ stata quella donna
che
è apparsa in albergo, quella che profumava di muschio
bianco,
dì la verità
Kenta!»…«Ma…che
cosa dici?! Come ti viene in mente!»…«Io
vi ho
visti, tu le accarezzavi la mano e di sicuro le hai aperto il cuore
perché ti mettesse in testa queste cose! La vendetta,
mezzi…squallidi come questi per ottenere un riscatto: ti
rendi
conto che ci siamo separati dalla nostra squadra per farci giustizia da
soli?!»…«Io…non voglio farmi
giustizia da
solo, voglio giustizia e basta!!» affermò Kenta,
ma lei
scosse il capo «Io non ti riconosco più…
…non
è nella tasca di una persona così che mi sono
infilata
quel giorno, tanti anni fa!»…«No! Dove
vai,
Yuki?!...MarineAngemon!!» tese la mano Kenta quando lei gli
voltò le spalle, ma poi si girò
un’ultima volta
«Se non fossi completamente annebbiato capiresti che non
posso,
non posso!!» gridando con gli occhi pieni di lacrime
«Non
sono questi i miei sogni! D’accordo, lui può
essere pure
chiunque, ma io, sono un Digimon che brama la pace!! Io lotto per la
felicità di tutti, e anche se il passato non è
stato come
avrei voluto non mi arrendo, perché ho ancora speranza nel
futuro! Non posso e mi rifiuto categoricamente di ricorrere alla
vendetta, è contro la mia natura, capisci?! E’
CONTRO LA
MIA NATURA!!»…«MARINEANGEMON!»
ma lei volgendo
il capo in un moto di pianto, volò via. In quel momento le
scariche pervasero il vortice, mentre Kenta gridava
«YUKIIIIIIIII!»
…e
Defendermon si gettava a terra per proteggere il piccolo Digimon che
esclamava «Ho tanta paura!»
Kenta si volse con
occhi arrossati di rabbia e dolore «…è
colpa tua,
E’ COLPA TUA SE HO PERSO ANCHE LEI!!» facendosi
avanti
minaccioso, ma a quel punto Defendermon sfoderò sguardo
determinato «Senti! Potrai fare di me quello che vuoi ma non
adesso: c’è un Digimon con me e le correnti stanno
cambiando! Se si smarrisce sarà perduto e io lo
difenderò
a tutti i costi!!»…«…non sei
cambiato,
Guardianmon…» sibilò Kenta amaramente
«Ricorri ad ostaggi, e mezzi
sleali!»…«PENSALA
COME TI PARE! Ma ora…il rimorso per quello che ho fatto non
mi
impedirà di tentare di rimediare!»
In quel momento
arrivò pur a fatica
«Kenta…ahhh!»…«Ah?!...
…Carermon!!» (la cui presenza indusse Defendermon
a
gettarsi con maggiore intensità alla difesa del piccolo) (fine-canzone)
«Sta tranquillo
sono con te non sei solo amico!» disse Carermon, guardandosi
attorno «Dov’è
Yuki?!»…«Kazu!»
esclamò Kenta
appendendosi a lui «Aiutami, ti prego! MarineAngemon
è
volata via, abbiamo discusso!!»…«Cosa?!
Oh no!!
Guarda i colori del vortice: stanno mutando, un Digignomo mi ha detto
che i percorsi possono invertirsi, Yuki rischia di non riuscire a
tornare indietro e qui non potrà resistere a lungo: queste
cariche sono nocive per la nostra consistenza! Dobbiamo andare a
salvarla: presto, non c’è tempo da perdere, prendi
Guardiamon con te e…»…«CHE
COSA?! Sei
impazzito, io con questo…mostro non vado da nessuna parte,
è sua la colpa di tutto e tu vuoi mettertelo in squadra,
Kazu?!» ma Carermon lo afferrò per le spalle
«Kenta,
ma…non realizzi?!! Svegliati, apri gli occhi: ora siamo in
pericolo, tutto questo non conta!! Non conta…chi ha
sbagliato,
non conta ci ha fatto del male e non conta il passato, ma soltanto il
presente e riprenderci coloro che ci sono
cari!»…«AHHH, MI HAI
STANCATO!!» Kenta spinse
via Carermon «Ahhh!»: in quel momento si
sdoppiò,
rivelando sia Guardromon che Kazu, al quale l’altro
girò
le spalle «Anche tu con le tue teorie, le tue massime di
sopravvivenza! SEMPRE COSI’ SANTO! Certo, il tipico candore
per
il prossimo principe di
Digiworld!»…«Stai dicendo un
mucchio di sciocchezze!!» ribatté Kazu
«E non ti
accorgi che in questo modo ti stai giocando tua moglie, ma ci arrivi o
no?!! Tu quella don-quella Digimon la
ami!!»…«Soltanto io so quello che mi
riguarda, e non
permetto a nessuno di interferire! Tantomeno a un amico…che
è stato per così tanto tempo
lontano!»…«Beh!...questo di certo non
per colpa
mia.» ammise Kazu…nel frattempo il vortice
sembrava
calmarsi, ma aver assunto tinte più verdognole rispetto alle
precedenti rosate…
…ciò che
non si placava era la frustrazione nell’animo del domatore
occhialuto, quando invece il suo amico si ostinava a parlargli
«Kenta, io avrei voluto come tu…non puoi
immaginare una
crescita insieme, come avevamo iniziato tanti anni fa. Quando poi i
Digimon si sono allontanati noi…eravamo appena diventati
domatori: io ci ho sperato. Ma purtroppo è andata
così,
ormai che ci possiamo fare?!» sfiorandogli la spalla, ma
l’altro si scostò infastidito «E
lasciami! E’
facile per te dirlo, tu sarai il marito di una Digimon, vivrai a
Digiworld fra gente che ti rispetterà: non come
me!»…«Volete venire nel mio palazzo, tu
e
Yuki?!!» esclamò Kazu, aggiungendo poco dopo e
molto serio
«…a me…farebbe soltanto
piacere.» Kenta
però si sedeva a terra con frustrazione, fra quei detriti di
metallo fuso «Anche se volessi non
potrei…!!...non…potrei mai stabilirmi a Digiworld
anche
se Yuki è nata qui: io ho due genitori sulla
terra…non
posso certo portar via loro il figlio e la nuora come amano come fosse
una figlia altrettanto! Ma tanto tu che puoi capirne, tuo padre
l’hai abbandonato!»
Kazu a quelle
parole chinò il capo «Io…non ho
abbandonato mio
padre…»…«Non
fraintendermi…»
replicò Kenta giocherellando con quelle rotaie spezzate
«…non ti biasimo, su quello hai fatto solo che
bene: altro
non era che un farabutto. Lui meriterebbe di stare qui, assieme a tutti
quei diavolo di genitori dei nostri amici, e assieme a questo
qui!!» puntando il dito contro Defendermon…il cui
sguardo
sperduto si incrociò con quello…alla fine
impietosito di
Kazu, sull’eco delle parole di Kenta «Loro
dovrebbero
rischiare di smarrirsi, e non ritrovare la strada, non noi.»
allontanandosi lungo quel complesso di rotaie, rifilando duramente
«Lasciatemi in pace, non voglio sentire nessuno!»
…a
rompere il silenzio che era conseguito, fu Defendermon con il sussurro
«…sono desolato, è tutta colpa mia. Sia
per…lui…» alludendo con lo sguardo a
Kenta
«…sia per tutto ciò che vi è
accaduto.» Kazu attese qualche istante, poi disse
«No,
guarda che ti sbagli: la colpa è stata di Shaggai, quel
programma ha risucchiato i Digimon nel loro mondo.» al che si
sovrappose Guardromon «Tu sei
Guardianmon…?»
avanzando incuriosito anche se leggermente intimorito
«E’
strano, lui era alto-alto e faceva paura mentre tu
invece…assomigli a un ragazzino
umano.»…«E
assomigli così tanto…alla signora Riley e al
signor
Mitsuo…!» aggiunse il domatore, tanto che il
giovane dai
capelli rossi illustrò «Permettetemi di spiegarvi:
io…non ho un volto che sia mio, è da quando sono
stato
creato che i miei tratti si fanno simili…a quelli dei miei
cari.»…«…quindi
c’è stato
qualcuno che hai amato, Guardianmon. Fin
dall’inizio!»
dedusse Kazu…e Defendermon chinò il capo
«…credo solo da poco di iniziare a ricordare. Ma
questi
non se n’è mai andato dal mio
cuore…» al che
il ragazzo «…non importa, questo spiega
tutto!»…«Oh!» Defendermon ebbe
un sussulto, e
Kazu affermò «Non si tratta di odio senza logica!
Se le
tue azioni sono state dettate dall’amore…hai una
giustificazione, qualsiasi essa sia!» con eco di Guardromon
«Qualsiasi essa sia.» Defendermon si fece assorto
«Come fate…ad esserne sicuri?» e
Guardromon
aprì le braccia «Non lo so: lo dice il mio
domatore. Ed io
mi fido sempre di lui.» guardando verso Kazu il quale
illustrò «E’ semplice: è
così per
tutti noi…tutti abbiamo alle spalle errori e scelte
sbagliate…» lasciando sempre più
stupito il giovane
«Ohh…»
Kazu
replicò «Mi preoccupa solo Kenta, proprio lui non
merita
di perdere chi ama, e ora è disperato: non credo sia
facile…per chi si trova nel suo stato…orientarsi
in
questo luogo…» (canzone: Sugababes
- Stronger)
fissando l’amico sul ciglio delle rotaie, prima di incontrare
lo
sguardo di Defendermon che gradualmente accoglieva tutto il terrore per
lo sfrigolante vortice a circondarli…
«Henry,
dove sei?!!» era ancora l’esclamazione di Cindermon
e gli
altri, addentrandosi nel buio della foresta
«HENRY!!»
strillava sempre Terriermon più forte degli altri: era
affannato
ed il suo sguardo rifletteva inquietudine.
«Fratello!!»
esclamava Suzie, per poi appoggiare la mano sulla spalla di Rea
dichiarando pallida in volto «Mio Dio che posto
inquietante!» ma la cognata la esortò
«Non
arrendiamoci, continuiamo a cercarlo! HENRY!!» e Suzie ancora
«Henry siamo qui, se ci senti rispondi ti prego!!»
Lo stesso Rika
«HENRY!!»…Ryo «Henry!!...ahh,
così non
va, magari è meglio sorvolare la zona con
Cyberdramon!»
forse con ciò esprimendo anche una propria esigenza di
evadere
da quei sentieri soffocanti. Beelzemon notò «Qui
l’aria è molto rarefatta…!» e
Jeri scrutava
attorno con prudenza, tenendo una mano vicina al collo ma non volendo
mostrarsi in difficoltà
«…sì, lo noto!»
Rika affermò rivolta
a Ryo «E’ inutile, stiamo già
perlustrando
dall’alto: non si vede nulla!» alludendo a Renamon
che
sopra di loro stava agilmente destreggiandosi tra gli alberi alti.
I pensieri affollavano
la testa della volpe rendendo ancor più insidiosi quei
rampicanti animati, che più di una volta le fecero
agghiacciata
l’espressione, ma ciò nonostante non riuscirono a
prevaricare, per via di uno scatto e una prontezza consolidati negli
anni. Abbinati ad una ferrea determinazione.
Benji tossiva tra le braccia
della madre, che diceva «Calmo, amore mio!»
aggiungendo
poco dopo con voce tremante «…ho fatto un errore a
portarlo!» ma Suzie le disse «Non lo potevi sapere
e poi
nessun posto è al sicuro qui a
Digiworld!»…«Se
volete…!» intervenne
LadyWizardmon «Posso tenerlo io!» tendendo le
braccia
«Rea!» Suzie le fece notare la
possibilità, ma la
ragazza rispose tempestiva «No ci mancherebbe, io sono
un’umana: per ogni evenienza è importante che
tutti voi
Digimon abbiate le braccia libere!»…«Va
bene…» fece piano la Digimon, che però
come Suzie
non poté che notare una notevole prontezza di ragionamento
nella
giovane madre, la quale poco dopo aggiunse «Ah grazie
comunque!
Grazie!» con sincero slancio, al quale la Digimon rispose
«Di niente…» tradendo una sensazione di
impotenza. A
quella pensò Jeri «Coraggio
LadyWizardmon!» tanto
che questa si riprese «…certo! Ci
mancherebbe.»
dopodiché la ragazza diede fondo alla sua voce
«Henry,
riesci a sentirci?!!» con Beelzemon dietro
«HENRY!!»
che sbatté inavvertitamente «Ohp! A-Ah,
scusami!»
contro LadyWizardmon «Fa niente, sono stata io a
inciampare!»
…la quale
si fermò a seguire con lo sguardo il guerriero alato nei
secondi
successivi, ma fu distratta «Oh?» dal fruscio
provocato dai
balzi di Renamon, che fece cadere delle foglie dall’alto.
Takato seguitava
a chiamare senza sosta «Henry!!» deglutendo, e poi
riprendendo con più intensità
«Henry!!!» Il
pallore del suo viso dagli occhi segnati spuntava da sotto la bandana,
posto in risalto dalle tinte oscure e gelide di quella fitta foresta,
ma nonostante tutto le sue mani seguitavano a scansare rovi. Ed i suoi
occhi a consultarsi implicitamente con la sua Digimon.
Lopmon grondava
di sudore, ma nonostante tutto si faceva strada a piedi al fianco di
Calumon
«C-Calù…»…«…coraggio,
Calumon…»…«Se solo
riuscissi…a
digievolvere!»…«Non è colpa
tua, ci vuole
tempo per mandar giù il dolore per la scomparsa di Guilmon:
noi
tutti stiamo provando ad accantonare i pensieri!...
…e concentrarci nella ricerca di Henry…
…ma guardati attorno: ognuno di noi ha un cuore che esplode
di
preoccupazione repressa! Non sei il solo!»
Calumon scrutò i compagni…e nonostante la fatica
strinse
i denti e proseguì
«…calù…»
Henry nel suo fondo affanno d’un tratto udì
qualcosa e
spalancò gli occhi «…le loro
voci…
…sono loro!! I miei amici sono qui, debbo---sbrigarmi a
raggiungerli, AAAHHH!» ma dei rovi improvvisamente lo
imbrigliarono: una pianta digitale rossa comparve alle sue spalle,
aprendo in un ruggito la sua enorme bocca dentata ed avventandosi su di
lui.
«RIKA!! Ho sentito un grido!» avvisò
Renamon
dall’alto, e la sua domatrice «Che cosa?!»
Rea
strillò «HENRY!!» e si lanciò
di corsa tra i
rovi con suo figlio in braccio seguita da Terriermon
«Henry!!»…«Aspetta,
Rea!!» la
richiamò allarmata Suzie, andandole dietro dopo un cenno
tempestivo «Vieni
Lopmon!»…«Subito!»
Takato
segnalò «Presto, affrettiamoci!!» e
Cindermon
«Da questa parte!!»
I ragazzi non si fecero attendere (fine-canzone)
In quegli
istanti Muskmon riemergeva dal suo sonno, ma il suo viso sperduto non
tardava a tingersi di ansia «Henry…!»
strisciando
attorno, con le sue radici «Henry, dove sei?!...
…amore mio rispondi!!...
…ah!! Henry?!!...oh no, l’ho perso…
…dove sarà andato? Debbo…assolutamente
ritrovarlo,
solo nella foresta rischia di smarrirsi! Il mio povero
Henry…n-non può girare da solo per Digiworld,
è
ancora un bambino! E…!...» aggirandosi come
un’anima
in pena «…qui è pieno di Digimon
malvagi, gli
faranno del male! Lui è solo è indifeso se non ci
sono
io…» ma improvvisamente…fu percepibile
il deciso e
inarrestabile avanzare di voci umane, che chiamavano il suo nome in
modo incessante «…questi sono loro, i domatori del
passato…» scorrevano le radici di Muskmon in
un’ambigua consapevolezza «Vogliono portarmelo
via!...ah!!...
…c’è lei, la sento!!...
…è sua moglie, quella maledetta
umana!!»
conficcando con rabbia le sue cesoie nella corteccia
dell’albero
«Lei di sicuro vuole attirarlo a sé, usando come
esca il
piccolo Benji: ma non ci riuscirà! Quel bambino è
MIO
FIGLIO, e se non è così biologicamente
è destinato
a divenire tale per un intreccio del destino!
Sì…»
tremava d’apprensione, ma anche di estasi la voce della
creatura
«…dopo tutto…n-non è detto,
perché
per il solo fatto di essere un Digimon…non sono in diritto
di
essere felice? L’essere composta di dati…non mi
rende
diversa da quella insulsa sciocca della terra! Io sono una creatura
molto più interessante!...» mescolando attrazione
e rabbia
«Non mi importa ciò che dice Violetta! Anche se la
missione di dieci anni fa non ha lasciato che cenere lungo i nostri
sentieri io non mi sono ancora arresa, e sono convinta di poter
strappare ancora felicità dagli abitanti della
terra!!»
scivolando fra il terreno umido e la fitta vegetazione.
Col cuore
intriso di paura e smarrimento, MarineAngemon vagava per le vie del
frenetico vortice magnetico. I suoi occhi riversavano lacrime che si
disperdevano fra le cariche e i detriti, mentre dentro di lei il
continuo ripetersi “Non può aver fatto davvero
questo!”
Sola in
quello spazio in mutamento incessante, grazie alla sua mole diventava
un bersaglio facile per le zolle che distaccandosi dalle piattaforme
fluttuanti le venivano incontro «Aaahhh!»
Ma mai i colpi
di quei massi che così facilmente si sgretolavano,
sembravano
farle male come il suo animo nel riavvolgere la storia
dall’inizio, da quell’istante in cui (canzone: Alessandra
Amoroso - Fuoco d'artificio)…come
una meteora una creatura così piccola si era schiantata sul
suolo digitale…e nella vita di un ragazzino che
l’aveva
estratta da terra prendendola per la coda: fu allora che il Digivice,
anziché una comune presentazione fra adolescenti, gli
rivelò il suo nome, e il fatto che era un Digimon al livello
mega.
Lei già
gli si adagiava sul cuore…e lui era un giovane come tanti
che
sognava di essere un domatore. Lui, a cui i genitori facevano portare
gli occhiali perché, come molti altri coetanei, aveva
rivelato
problemi di miopia a seguito di una visita oculistica in un giorno
comune. Lui…che inizialmente diffidava del suo aspetto poco
potente e la invitava ad andarsene…
…e
che ora era mordersi le labbra, seduto su un vagone capovolto, mentre
le lacrime macchiavano i suoi occhiali più adulti e distinti
«Yu…kiii…!!!»
...ma
c’era un amico che gli sfiorava la spalla «Kenta,
ti
prego…non mettiamoci a far questo proprio noi, eh?...
…siamo in
pericolo, bersagliati da tutti e quattro i lati dalle cariche impazzite
di questo luogo assurdo. Non possiamo indugiare, tua moglie
è in
pericolo…»
E poco distante
li osservava quel ragazzino digitale, Defendermon, mentre il Digimon
più piccolo nelle sue mani chiedeva «Quel ragazzo
umano e
sua moglie hanno litigato? Anche il mio papà e la mia mamma
battibeccano sempre, certe volte si son tenuti il muso per
giorni!»
In quel momento
Defendermon realizzava di averlo già visto…era
insieme ad
altri tre fratelli e alla madre, una dragona dal grembiule
bianco…Guardianmon li sovrastava da una rupe, parlando al
cellulare con occhi minacciosi oltre la maschera.
MarineAngemon non riusciva a liberarsi dal ricordo di sé,
piccola come un folletto, adagiata presso il cuore del ragazzino quando
adesso era lei…che stringeva al cuore la roccia che
l’aveva colpita fino a vederla disgregarsi, ed era come se si
disgregasse il suo cuore stesso. Il visetto era graffiato, e riversava
gocce di sangue nel vuoto al ripetersi del suo nome
«Kenta…
…n-non può aver ceduto al rancore fino a tal
punto, e
aver architettato una simile trappola! Lui che era sempre
così
delicato, così gentile!...
…dov’è il mio Kenta?!»
Mentre una
roccia più grande stava per avvicinarsi. Tanto grande da
esserlo
addirittura più di lei, abbastanza grande per
schiacciarla…
“Senza di
lui mi sento…smarrita tra questi sentieri! Non so
più
dove andare!! Che qualcuno…
…m-mi aiuti, per favore! Mi indichi la strada!”
era il suo
grido interiore…al malinconico ricordo del brillare del loro
Digivice sull’arca per tornare a casa.
A
confronto con l’ombra che si avvicinava, della grande roccia.
Lei
non si spostava.
E Kenta balzava
in piedi stizzito «Ah, non ti avvicinare!! Tu ti porti dietro
quello là come niente fosse…!!»
puntando il dito
contro Defendermon, ma Kazu lo afferrava per gli abiti
«Adesso mi
hai veramente stancato!! Vuoi tornare in te? Questo non è
Kenta!
Chi ti ha fatto il lavaggio del cervello, lo hai scordato? Noi siamo
domatori, abbiamo una missione, anche a distanza di anni!!»
L’altro lo spinse «Non mi dare ordini!! Non
riconosco
autorità a un mio amico d’infanzia, non siamo
partiti---dagli stessi banchi di scuola, ora che pretendi, che ti
chiami anche “vostra
altezza”?!»…«Stai
dicendo un mucchio di sciocchezze!!» ma Kenta insisteva
«Che cos’è questa?! Una campagna
umanitaria per
Digiworld?! “Raccattiamo rifiuti della società
digitale”, lo vedo già come slogan per acquisire
consensi
da una massa di Digimon!» ma si intromise Guardromon
«Non
rivolgerti in questo modo al mio
Kazu!»…«Il Digimon
che lo difende…inutile dire, voi due non siete cambiati,
continua a essere il tuo pappagallo digitale tanto da appoggiarti nelle
tue folli imprese: NON LO CAPISCI CHE CI DOBBIAMO LIBERARE DI
QUELLO?!!...
…O CI
RICOMBINERA’ LO STESSO GUAIO! Questa è la volta
buona,
siamo soli Kazu e nessuno ne soffrirà! Mi RIFIUTO di
giocarmi il
mio futuro perché Guardianmon è ancora in giro,
rischiare
che magari stavolta mi separi da mia moglie!! O che spedisca i miei
figli a Digiworld, quando nasceranno!! Sbarrandomi le porte e non
facendomeli rivedere più! IO MI RIFIUTO DI VIVERE ANCORA IN
QUESTO MODO!» ma Kazu gli rimetteva le mani addosso
«Quello
che ci è successo!!...
…non
giustifica il nostro disfarci di quei valori che ci hanno sempre
guidato! Il perdono, una seconda
possibilità!!»…«Io voglio
vedere i miei figli
crescere!!...sono un uomo, voglio essere padre, a me non basta e non
interessano un trono e uno
scettro!!»…«SMETTILA!» Kazu si
avventò
su di lui: gli occhiali volarono, e anche il cappello nero, quando lo
spinse sulle rotaie.
In quel momento Defendermon
sussultò. E anche Guardromon
«Fermateviii!»
«Kenta, io…
…! Senza di te non posso vivere!» MarineAngemon
voleva il
capo, per non vedere quella roccia «ADDIO!»
«Catena splendente!!» ma qualcosa intervenne al
suono di
una voce femminile «Oh?!»
Improvvisamente la serpentona si trovò avvolta da una catena
di
diamante: c’era una Digimon su una zolla vicina, che
stringeva i
denti per tirarla a sé «Tieni duro amica: non vale
la pena
di gettare la spugna!» esclamava Diamon e dava fondo a tutte
le
sue forze per trascinare l’altra «E tu chi
sei?!»
«A-Ahhh! Te lo dico dopo! Ora
aiutami---aaaahhhhh!!!»
«Whooaaaaaaaaaaaaa!!!» Alla fine ce la fece.
MarineAngemon
cadde addosso a Diamon che fu sbalzata e le due
«WAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHH!!!» precipitarono
insieme
nel vortice.
Ma solo per
poco. Perché poi la più grossa tornò a
volare, e
riuscì a sorreggere l’altra che ancora riprendeva
fiato a
grossi sospiri, con la mano sul cuore e lo sguardo sconvolto
«Eheh! Certo che sei una bella incosciente: ci vuole coraggio
ad
avvolgere con una catena e tentare di trascinare proprio me!»
Eppure
anche se il momento era frenetico, già si sorridevano come
due
amiche (fine-canzone)
Per via delle
sue piccole e agili dimensioni, Terriermon fu il primo ad arrivare e
quando ciò fu contrasse l’espressione
«Ahh,
Henry…!»
…constatando con orrore che la mano disperatamente tesa del
suo
domatore spuntava tra i denti di una famelica pianta. Rea e Suzie,
quest’ultima con la sua Digimon, giunsero subito dopo
«Henry!»…«HENRY!!»
ma Terriermon si
volse agghiacciato «Oh no Rea guarda!
L’ha…catturato!»…«Fratello
mio!!»
esclamò la sorella spaventata e Rea non attese un attimo,
posò Benji a terra e si lanciò contro la pianta
carnivora
incurante di rovi e spine «A-Ahhh!» cercando di
sbrogliarli, ma Terriermon le ricordò
«Debbo…digievolvere!!» nonostante la
voce gli
tremasse per il momento, ma a quel punto si udì qualcuno
«Risparmia l’energie: il tuo intervento sarebbe
completamente inutile, ahahahah!» che emerse dal terreno
l’istante successivo «…!
MUSKMON!»
esclamò Terriermon, e Suzie «CHE COSA HAI FATTO A
MIO
FRATELLO?! Sei soltanto…UNA PAZZA CHE GODE
DELL’ALTRUI
DOLORE!»…«Ahahahahah!» rideva
la pianta
digitale, e in quel momento arrivavano gli altri domatori e i
Digimon…che subito scattavano in una posa ostile.
«E’
lei!!» esclamava Cindermon con determinazione
«E’
lei, la riconosco! E’ una delle assassine di Guilmon, Takato:
è l’alleata di quell’altra
pazza!»…«Tu…!!...»
sibilava il giovane
domatore, muovendo un passo avanti «…hai portato
alla
morte il mio Digimon, ora ridammi il mio amico…LASCIA STARE
HENRY!»…«Altolà!! Non fare un
solo
passo!»
«Takato!»
esclamò Jeri, dagli occhi agghiacciati come tutti…
…quando vide le
cesoie della Digimon puntare al collo del ragazzo, che non sembrava
tuttavia avere affatto paura, anzi manteneva sguardo di sfida
«Non vi conviene mettervi contro di me: e comunque! Ti
sbagli…CINDERMON cara…! Io non sono
più
l’alleata di nessuno: dovresti ricordarlo!»
annunciando a
tutti loro «Sono stata io stessa a ripudiare la mia Digimon
Tamer: ora agisco da sola!»
Rea nel
frattempo aveva le mani coperte di graffi e di sangue, e si volgeva
gridando «C-CHE COSA ASPETTI A LIBERARLO?! Sta soffrendo
moltissimo!!»
«A-Ahhh…» Henry gemeva
dall’interno di quella
pianta che minacciava di trangugiarlo…
«Tu dicevi
di amarlo, allora fa qualcosa se possiedi un cuore!!!» erano
le
parole accorate di quella giovane madre, ma Muskmon
sentenziò
«E’ esattamente questo che cerco di
spiegarvi!!...Henry…» volgendosi con un sorriso
verso la
pianta «…è nelle mie mani ora, soltanto
io posso
dare ordine a quella pianta di liberarlo: è mia amica, siamo
cresciute insieme e questo è il mio settore. Come vedete,
è un luogo buio e desolato da quando Digiworld è
piombato
nel suo baratro di disillusione: soltanto…»
passeggiando
tra i cespugli «La luce di un cuore…come quello di
Henry,
traboccante d’amore, può offrire un po’
di sollievo
a questa foresta e alla sua regina, e
cioè…io!»
«E QUESTO CHE VUOL DIRE?!» (canzone: S
Club - Say goodbye)
gridò Terriermon, e Muskmon «Uhm?!» si
volse
attonita a fissarlo. Il Digimon aveva le lacrime agli occhi
«Henry con la luce del suo cuore illuminava la vita di tutti
noi!
Sono i nostri giorni, e quelli del piccolo Benji che hanno bisogno
della sua presenza costante, e-e anche… i miei!!»
Henry
dall’interno della pianta lo sentiva
“…piccolo amico
mio…”
«Io
ormai sono un Digimon esasperato, trascino ogni giorno nella speranza
di rivedere il mio domatore! Ho fatto…tanta strada per
giungere
fin qui, e ho rischiato di morire molte volte! Per…
…dieci anni, ripetendomi nient’altro che una
parola, un
nome, Henry, Henry!!!» e in quel momento Benji sembrava avere
compassione per lui, allungava la sua mano fino ad
abbracciarlo…mentre il Digimon quasi supplicava
«P-Per
favore…riuniscici!» ed anche Rea si aggrappava
alle sue
radici «TE NE PREGO! Sono disposta…a qualsiasi
cosa, ma io
lo amo!!» con le lacrime agli occhi «Non posso
sopportare
la vita senza di lui: ti scongiuro! Se…ancora il cuore di un
Digimon batte dentro di te, se come tutti loro provi compassione,
sentimenti umani allora…!! Guarda gli occhi di suo
figlio!» indicandole Benji, che stringeva Terriermon
più
forte che poteva per consolarlo «Loro non…chiedono
altro…che formare una famiglia assieme a Henry: andare verso
il
futuro insieme! Non…puoi
negarcelo…ahhh!» ma la
Digimon la spinse via «Ma cosa credete?!!»
esclamò
con rabbia «Che io non abbia sofferto, che io non sappia
cos’è la solitudine?! Guardatevi attorno, queste
piante
sono la mia unica compagnia!! Sono sola, COMPLETAMENTE SOLA!»
Una parola che
faceva breccia in molti cuori tra di loro, come Renamon, o Jeri.
«Non ho un
domatore…come lo avete voi Digimon!» gemeva
Muskmon
versando lacrime «Colei che doveva essere la mia
amica…mi
ha tradita e usata come uno strumento di guerra!!! E non vi
è
nessuno: NESSUNO…» fissando con odio addolorato la
stretta
fra Benji e Terriermon «Che lotterebbe in questo
modo…per
portarmi via e condurmi nella sua vita: io sono un Digimon dimenticato
come questa foresta, caduta in disgrazia per la disillusione di voi
umani! La mia sola luce del futuro è Henry, NON VI
PERMETTERO’ DI PORTARLO VIA!!!» innalzando le sue
radici
nell’intento di colpire Terriermon
«Ahhh!» e il
piccolo Benji. Ma quel colpo mortale si conficcò nel solido
metallo della scure di Antylamon…
…che si
frappose tra di loro e puntò la Digimon con i suoi occhi
sottili
«Non ti azzardare a toccarli.» con Suzie che le si
affiancava coraggiosamente «Loro sono due innocenti, come
Henry!
Come Rea.» rivolgendo uno sguardo all’amica a terra
«Non ti permetteremo di far del male a chi, per noi,
rappresenta
la cosa più importante!»
«Hai
già separato un domatore e un Digimon…»
mormorava
Takato con sguardo ardente «…non farai lo stesso
anche con
loro!!» volgendosi verso i compagni «Coraggio
ragazzi!
E’ arrivato il momento di combattere!!»
«Sì!» rispose decisa Jeri, innalzando il
Digivice.
Rika «Non ce lo facciamo dire due
volte…!»
così altrettanto Ryo, ripetendo lo stesso gesto.
Rea da terra
trovò la forza di estrarre il Digivice da sotto di
sé.
Sicché furono
scagliati in alto, nella fitta oscurità di quella foresta
che fu
presto irradiata dalla luce.
«DIGIMODIFICATI!»
Le carte col drago e il simbolo di infinito splendettero.
«Modalità
d’attacco!» esclamò Jeri.
«CARTA DELLA
DIGIEVOLUZIONE MATRIX!» furono parole di Takato,
Rika e Rea.
«CINDERMON
DIGIEVOLVEEE…» / «RENAMON DIGIEVOLVEEE…»
/ «TERRIERMON
DIGIEVOLVEEE…»
DIGIEVOLUZIONE
MATRIX
«WOLFIREMON
MATRIXDIGIEVOLVEEE…AUTUMNQUEENMON!» /
«KYUBIMON
MATRIXDIGIEVOLVEEE…TAOMON!» /
«GARGOMON
MATRIXDIGIEVOLVEEE…RAPIDMON!»
Le sagome splendenti
di AutumnQueenmon, Taomon e Rapidmon si delinearono e fu allora che
infuriò lo scontro…da parte di Muskmon «Centrifuga florealeee!!!»
col suo vortice di petali dalla mano roteante, contro «Raggio molecolare!!!»
il triangolo luminoso di Rapidmon.
Gli attacchi entrarono
in collisione…ma a quel punto emerse Taomon «Carte esplosive!!»
con una raffica tempestiva e fulminea, alla quale Muskmon dovette
rispondere prontamente «Cesoia
demolente!» facendo ricorso all’altro
suo braccio.
«Coraggio
Cyberdramon, non battiamo la fiacca! Evitiamo azioni spettacolari,
limitiamoci a restare nelle retrovie e incassare i colpi
nemici.»
propose Ryo scagliando il Digivice «Digimodificati!...carta della
Sentinella!»
Raffigurava una
creatura di pietra chiusa su se stessa «Che razza di carta
è, Ryo?!» chiese il drago nero «Una
delle nuove
carte! Attinge dalla tua esperienza per farti essere più
resistente: in questo modo attiri spontaneamente gli attacchi esterni,
distogliendoli dai tuoi compagni!!»…«Una
tattica
difensiva?? Non è da te Ryo!» ma il
concentratissimo
ragazzo rispose «In questo momento a che servirebbe gettarsi
nella mischia? E’ evidente: siamo in deficit di forza
rispetto
alle nuove digievoluzioni…
…ora la
cosa che più conta è un buon gioco di squadra per
riuscire a liberare
Henry!»…«…sono
d’accordo!» ammise Cyberdramon, che
concentrò le sue
energie assumendo una posa chiusa come la creatura della carta: in
questo modo «…uuuuurgh!!!»
sviò
spontaneamente molti dei petali su di sé, riuscendo a
sostenerli
grazie alla corazza di pietra supplementare.
Muskmon non si
faceva intimorire «Ahahahah!! Non crediate di potermi
fermare: io
gioco in casa qui!»
Improvvisamente,
la sua affermazione si tradusse in un potenziamento
dell’assalto
da parte delle piante circostanti, per mezzo di petali e spine.
Taomon e
Rapidmon gemettero, e Rika strillò «OCCORRE
QUALCOSA CHE
CI COPRA!»
A quel punto
Jeri corse da Suzie «Senti!» Quest’ultima
spalancò gli occhi stupita, ma l’altra le mise le
mani
sulle spalle «Te la senti di sperimentare una tattica con
Antylamon?»…«Che genere?!»
chiese la
più giovane, e Jeri alluse al proprio Digimon
«Useremo le
sue scuri per riflettere l’attacco attorno nel bosco, vedrai,
sarà un successo!» Suzie titubava, ma Antylamon
affermò «Suzie, io ci sto!» al che la
ragazza prese
coraggio «…d’accordo!» e Jeri
comandò
«Beelzemon!!...fai come ti ho detto!»
Il guerriero
alato balzò in volo, e dipinse una stella nel buio
«Bolide…stellare!!»
«Antylamon!» ordinò Suzie, la Digimon
alzò le
sue scuri e concentrò il suo sforzo per assorbire la luce
della
stella con una di esse, mentre con
l’altra…liberava il
bagliore attorno a sé, iniziando a roteare per toccare tutte
le
piante grazie al fascio luminoso.
Ryo e Rika
rimasero abbagliati «Funziona!!» dissero
rispettivamente
«Le piante prendono fuoco!»
«NO!!» trasalì Muskmon…
La pianta
carnivora aveva quasi coperto la sagoma di Henry…il braccio
che
spuntava perdeva di forza…quando il triangolo luminoso del
suo
Digimon stava per prevalere «A-Ahhh!» strinse i
denti
Muskmon. Ma a quel punto intervenne AutumnQueenmon «Vortice rovente!!»
E la pianta digitale
specchiò nei suoi occhi la luce minacciosa delle foglie
infuocate.
Takato si concentrava
«Guilmon…mi vedi? Lotto per te, lotterò
fino alla
fine!...» traducendo i suoi slanci negli attacchi della sua
Digimon (fine-canzone)
Distante dal
buio della fitta foresta, la luce intensa del sole di primavera
intrecciata alle sfumature del globo rendeva impossibile delineare la
vetta di quell’alta montagna, ai piedi della quale…
«A-Ahhh!» un draghetto rosso dal corpo rinvigorito
di
energia si riparava proprio quell’occhio che aveva
riacquistato
«I Digignomi si sono diretti qui! Li ho seguiti fino a che
non si
è fatta mattina: possibile che sia questa la loro
casa?»
Il
percorso si prospettava irto e difficile…quando invece
quello
lasciato alle spalle, verso il quale Guilmon si volgeva, era rimasto
macchiato da una scia di colore: quella che il Digimon aveva condotto
con sé, bagnando il terreno con le gocce di pioggia
“trasferite” dal suo strano sogno «La
pioggia che ho
riversato sul mio cammino ha restituito colore a Digiworld. Mi tornano
in mente le parole di Grani: “osservando
quanto era bella Tokyo dieci anni fa…capirai
l’importanza
del tempo presente. E della lotta affinché l’amore
torni
sempre a trionfare. Come un ciclo eterno.”…
…in effetti sembra vero.» allungando il suo
artiglio
appuntito sul terreno chiazzato «Il suolo di Digiworld si
è fatto argenteo nel tempo di dieci anni, non
l’avevo mai
visto riacquistare la tinta originaria. Fosse vero…che la
speranza racchiusa nei nostri cuori può cambiare il destino
del
nostro mondo…» si fecero assorti gli occhi del
draghetto,
di fronte a quel monte tanto elevato da nascondere la sua cima per
mezzo della luce del sole «…riguardo al mio non
saprei
proprio come: se Takato è morto…non potrei
più in
ogni caso tornare felice come in quei giorni. Ma è inutile
chiederselo, una volta arrivati qui: proseguiamo, solo il futuro
può svelarci i suoi misteri.» Dopo aver riguardato
la
foglia d’autunno che racchiusa nella zampa, un lieve lampo di
sfida attraversò i suoi occhi sottili «Grani mi ha
detto
che devo farmi strada fino a questo luogo: sarà un cammino
faticoso, il monte è altissimo…ma io gli ho dato
la mia
parola che farò tutto il necessario e lui è stato
un caro
amico: ci ha aiutati quando il momento era
disperato…»
avviandosi con passo calmo, ma convinto «…e mi ha
restituito l’occhio, mi ha permesso di vivere! Io sono un
Digimon
di parola, non tradisco le promesse fatte: anche se sono stanco di
procedere andrò avanti, voglio che Grani da dove
è ora mi
guardi e sia fiero di me, se può riuscirci.
Takato…»
…mentre
qualche Digignomo seguitava a costeggiarlo, per avviarsi verso
l’alto con la più estrema facilità
grazie alle ali,
e alla luminosa leggerezza…
«…mi vedi? Lotto per te!
Io…lotterò fino
alla fine, amico mio!»
Così iniziò quella scalata.
Il vortice
rovente di AutumnQueenmon accendeva come lucciole mille foglie
infuocate. Takato mimava i gesti, Muskmon resisteva con
tenacia…ma ad un tratto il domatore dalla bandana rossa
riaprì gli occhi e con un gesto liberatorio delle braccia
intensificò la spinta: fu allora che
«AAAAAAHHHHHH!»
la Digimon vegetale fu travolta «Ben ti sta
carina!» la
apostrofò AutumnQueenmon riprendendo fiato. Takato faceva lo
stesso…e Muskmon li fissava con rabbia mista a rimpianto. La
regina digitale di pioggia parlò «Per quanto tu
possa
intestardirti non hai possibilità contro di me: sei fatta
d’erba! Il fuoco ti brucia…» alludendo
all’intera foresta che a poco a poco stava accogliendo il
bagliore di fuoco, a seguito dell’effetto riflettente del
bolide
stellare «Non hai speranza senza la tua complice a farti
scudo…» avanzò AutumnQueenmon,
strillando
«RESTITUICICI IL NOSTRO AMICO! Cioè! Il loro
amico, ma
tanto io mi auto-includo nel discorso!» ma alle sue parole si
sovrappose il «Nooo!!!» disperato di Muskmon: la
vista del
suo settore in fiamme la fece rabbrividire «La mia casa!!...i
miei amici!!» strillò…lasciando
attoniti i
domatori. I suoi occhi luccicavano di lacrime, che portavano via la
cenere che le anneriva il volto dopo l’attacco. Rea
l’aveva
notato, e cautamente si stava avvicinando a lei…ma prima che
potesse sfiorarla, Rapidmon spalancò gli occhi agghiacciato
«Oh no, Henry…!» constatando che la
pianta carnivora
stava prendendo fuoco…
«HENRY!!» si lanciò in volo. Ma in quel
momento
Muskmon scattò «STA INDIETRO,
MALEDETTO!»…«Oh?!»…«Cesoia demolente!!»…«AAAAAAAAHHHHH!!!»
Rapidmon fu trafitto in pieno. Rea sussultò incredula
«…RAPIDMON!!» e lo stesso Antylamon
«Oh
no!!»
Ma Muskmon non diede loro il tempo di reagire, riprendendo ad attaccare
«Centrifuga
floreale!!»
in una disperata rotazione di petali e foglie, che si fece
più
minacciosa a causa del fuoco che avviluppava la foresta. La Digimon
gridava disperata «NON VI LASCERO’
PASSAREEE!!!» e
attaccava senza pietà.
«AAHHH!!!»
i domatori si trovaronoin difficoltà. E i Digimon si
gettarono
su di loro per proteggerli da quella pioggia improvvisa. Muskmon
attaccava con furia «NON PERMETTERO’ CHE MI
LASCIATE SOLA
DOPO AVER CARBONIZZATO IL MIO MONDO!!» ma Takato replicava
«…t-tu però hai carbonizzato il
mio!!»
lasciandola stupefatta, e aggiungendo «A te cosa è
importato?! Tu…e i tuoi alleati siete tutti
uguali!»
Rea si era
lanciata a coprire suo figlio, e nonostante foglie infuocate le
piombassero sulla schiena «A-AHHH!» resisteva
all’atroce dolore e non si spostava. Rapidmon, gravemente
compromesso da quel colpo, sfrigolò fino a ritornare
Terriermon…ma la vedeva, e si sforzava ad avanzare verso di
lei
«R-Reaaa…»
Rea stringeva i
denti in uno sforzo inumano…ma qualcuno la riparò
da
quelle foglie infuocate «Oh?» Era Suzie
«Non
preoccuparti cognatina…sta su Benji, non permettere che sia
colpito, ti riparo io!»
Henry
percepiva il loro dolore nonostante il suo stato estremo…e
al
suo grido “Rea!!...mia famiglia! Miei amici!” il
simbolo
del suo cuore luminoso brillò dall’interno della
pianta.
«Ah!!» Muskmon sussultò ed interruppe
l’attacco, realizzando «…li chiama!!...
…chiama loro!!» arretrando inorridita
«Nonostante
tutto…seguita sempre ad amarlo, loro sono il loro unico
pensierooo!!!» e tanto fu insopportabile che dovette piegarsi
e
prendersi la testa fra le mani. Ma quello fu il momento in cui
Terriermon corse più veloce di tutti
«HENRYYYYYYYYY!...AHHH!» Il fuoco che scalava il
tronco
della pianta lo respinse. Ma lui strinse i denti e non si arrese, Rea
lo chiamava «TERRIERMON!»
Ma il
Digimon verdino dalle orecchie lunghe aveva espressione determinata
nonostante le molte ustioni, e seguitava a invocare
«Henry!!...t-terriertornado!»
ma la sua rotazione era debole «Raffica magnetica!»
ma i dardi dalla sua bocca erano pochi, sicché
passò ai
pugni «Acc---lascialo! Maledetta pianta, lascia andare il mio
amico!! Henry!»
…mentre sotto gli occhi increduli di Rea…e di
quei
domatori e quei Digimon…(canzone: Westlife
- Unbreakable)
…la pianta digitale stremata e consumata dal fuoco
finì
per aprire la sua bocca dentata in un ruggito
straziato…facendo
piombare così il corpo di quel ragazzo sul piccolo
Terriermon,
il quale in un lampo si ricordò del passato: di quando
proprio
lui stesso in modo simile fuoriuscì malconcio dal video di
un
computer, atterrando tra le braccia di un ragazzino premuroso.
Ma
l’istante dopo l’attenzione di Terriermon fu rapita
dalle
molteplici ferite sul corpo di chi ora, dinanzi a lui, altro non era
che un fagotto insanguinato. Ora le parti si erano invertire. Ma lui in
passato non era ridotto come Henry in quel momento presente.
«HENRY!» Rea piombò su di lui. La pianta
carnivora
stava per cader loro addosso, ma a questo pensò
«Attenti!!
Scure veloce!!»
Antylamon che la spezzò di netto con un
colpo di scure, disintegrandola, mentre Suzie si precipitava sul
fratello «Henry!!...
…fratello mio!!»
«Henry…!» lo chiamava con tono disperato
Terriermon.
Ormai il suo
cuore non brillava quasi più…ma la sua mano
debolmente
ancora si alzava
«…ciao…Terriermon…»
Takato fece cenno
attonito «Presto, ragazzi!!» e nessuno di loro si
fece
attendere: in breve circondarono quella famiglia.
«Resisti!!» insisteva Terriermon, sollevandogli la
mano con
le orecchie «Henry devi resistere, siamo arrivati, siamo
qui!!
Ora…sei salvo!»...«Amore
mio!!» era
l’invocazione di Rea.
Ma Henry sorrideva «Sono contento di rivedervi
tutti…
…un
istante prima della fine.» folgorando il suo Digimon
«Ahh!!»
…e tutti
i suoi amici con quelle parole: Rea gli raccolse la mano «OH
MIO
DIO SCOTTA DALLA FEBBRE!» e Suzie tra le lacrime
«E’
ferito gravemente!!»
«Henry!...» seguitava a invocarlo Terriermon
«Henry
non dire così, non parlare della fine ti prego! Proprio ora
che
ti ho ritrovato!»
Con le orecchie gli
puliva il sangue dal viso, ricercando gli occhi di
quell’amico
così importante, lungo tutti i suoi anni. Era arduo tanti i
lividi, ma era rimasto il sorriso e la dolcezza nella voce
«Perdonami, è colpa mia…»
diceva Henry
«Ti ho abbandonato, e mi sono incamminato da solo. E senza un
Digimon che ti protegge…questo mondo è insidioso:
non ce
l’ho fatta a difendermi, a volte capita. A qualcuno purtroppo
succede. Mi dispiace, piccolo Terriermon…che si toccato
proprio
a noi due.» frantumando le speranze di quella creatura in un
solo
colpo «S-Sono contento che almeno…tu abbia trovato
un’altra domatrice: qualcuno che può essere
migliore di
me. Rea…io…» ma lei gli si
gettò addosso in
singhiozzi disperati «HENRY!!...
…Henry ti prego
non puoi lasciarmi proprio adesso!! Non te ne andare, non posso
accettarlo!!»
(mentre Muskmon poco distante li guardava malinconicamente…)
«Io ti
amo, ho fatto tanto sforzo!! Sono venuta…FINO A DIGIWORLD
PER
CERCARTI, NON MI PUOI ABBANDONARE PROPRIO ADESSO!!»
«Fatti forza,
amore mio…» la carezzava lui con la sua mano
stremata e
grondante di sangue, arrestando il cuore di lei alle parole
«Sei
stata fino ad ora…tanto
coraggiosa…»…«Fratello, non
puoi parlare sul
serio!!!» gemette Suzie, e lui in un sussurro
«…sorellina…!...
…quanto
sei stata brava, avrei tanto voluto vedere…la tua
biodigievoluzione…» in estrema dolcezza fraterna
che
provocò l’esclamazione di Suzie
«Nooo…!!» che non riusciva ad arrestarsi
dal pianto.
Antylamon regredì in una Lopmon commossa «Henry
non vorrai
lasciarci così!...
…tu fai parte della squadra!...
…d-dobbiamo tornare sulla terra tutti assieme!»
E anche Takato
versava lacrime stremate «Amico mio non puoi lasciarmi anche
tu…! Henry…fratello!»
Così come erano lacrime per tutti quei compagni.
Ma Henry
sembrava già così distaccato nella sua
serenità
«”A casa”…questa parola sembra
un miracolo, a
seguito dei sentieri intricati della crescita: ma non demordete. Voi
avete l’occorrente. Voi sì. Per tornare a casa.
C’è sempre qualcuno che sbaglia e si arresta e
qualcuno
che va avanti, in ogni storia. In questa sono stato io, è
strano…ero partito come quello che sembrava il
più forte,
il più equilibrato…
…ma il
futuro ha ribaltato i risultati: non avrei mai dovuto lasciare
questa…creatura cara. Eh, piccolo Terriermon?»
asciugandogli quelle lacrime incredule con una carezza, che gli
macchiava il viso verdino di sangue «Lo sai…?
Quanto ti ho
trovato tu eri più o meno come…me adesso. Ci
siamo
scambiati le parti per salutarci: ma ora permettimi di dirtelo, quante
ne abbiamo passate. Come è stato bello digievolvere insieme
a
te, quante entusiasmanti
avventure…mio…dolcissimo…amico
digitale: tu mi hai
fatto felice, io non ti ho mai scordato davvero…»
Rea intanto
piegava la testa «Henry, ma…non ti rendi conto?!
Abbiamo
Benji…ABBIAMO LUI, VUOI LASCIARCI SOLI A CRESCERE?! Come
potremmo mai farcela senza di te?!!...siamo smarriti!...
…s-se tu ci lasci!»
(LadyWizardmon intanto
si faceva nei paraggi, e notava che Benji era rimasto da solo
«Uh?»)
Terriermon deglutiva e
si impuntava «Henry, però…!»
camminandogli
sul petto «…quando tu mi hai trovato io stavo
male! Io ero
a un passo dall’acquisizione! Ma la tua premura, e il tuo
amore,
mi hanno fatto guarire! MI HAI FATTO GUARIRE COL TUO AMORE,
PERCHE’ MAI NON POTREI FARE LO STESSO?!»
«Amico
mio…allora eravamo giovani, era diverso. Era…il
passato.» ma il Digimon «No!! Non lo accetto!!
Perché il mio affetto per te è ancora
più forte
che in passato!! Io ti voglio bene con
un’intensità…ACCRESCIUTA DI DIECI ANNI,
HENRY! Se
il tuo amore mi salvò allora cosa mai potrebbe il mio oggi
tanto
grande e palpitante?!!»
A quelle parole accadde
qualcosa: d’un tratto il viso di Rea si illuminò
in tutti
i sensi «…!! Guardate ragazzi!!» e tutti
si
protesero increduli «Il cuore di Henry sta
brillando!!»
esclamò la ragazza.
Dopodiché
qualcuno alzò la voce «SCUSATE, EH!!»
quasi
recriminando: era LadyWizardmon con Benji tra le braccia, anche un poco
indispettita «MA QUI ANZICHE’ PENSARE A SALUTI
CINEMATOGRAFICI VOGLIAMO VEDERE SE SI PUO’ FARE MATERIALMENTE
QUALCOSA?!»
Incredibile, ma li
lasciò tutti a bocca aperta: l’unica che
intervenne fu
«MI ASSOCIO!» AutumnQueenmon, che corse da lei
regredendo
in Cindermon ed affiancandosi a LadyWizardmon «Mi associo
ragazzi, in fondo siamo a Digiworld e qui tutto è
possibile!!
Dove starebbe scritto che noi non possiamo…curare un
domatore!»
«LA FORZA
DEI CUORI DIGITALI, CALU’!» esclamò
d’un
tratto Calumon.
Terriermon, al
culmine della gioia, aggrappò le sue zampe al cuore luminoso
«…HENRY, RESISTIII!!! HAI SENTITO?! FAREMO
L’IMPOSSIBILE PER GUARIRTI, DACCI FIDUCIA!» a cui
seguì Rea «Terriermon ha ragione, non mollare,
non---mollare adesso, amore mio!!!...» in un moto di grinta e
di
intensità «Sono sicura che un’ultima
favola ci
spetta di diritto!» Poi Suzie «Sì
fratello mio dacci
ascolto, non smettere di credere, non è…il
momento, per
smettere di credere!»
I volti dei ragazzi si irradiavano di nuova speranza.
LadyWizardmon
gli avvicinava suo figlio…e quelle mani tremanti e
insanguinate
tendevano a lui «…bambino mio…
…Benji…
…figlio mio, piccolo sogno…» nel
risplendere
più acceso del suo cuore, quando Terriermon gli sorrideva
tra le
lacrime «MOMENTAI, Henry…!!!...credi adesso
più di
sempre a questa parola: è una promessa amico mio, MOMENTAI,
noi…ti porteremo fuori da quest’incubo! Te lo
prometto io,
credimi…te lo prometto!»
«Terriermon…» sussurrava
Henry…
E il
Digimon con le sue orecchie stringeva forte la mano insanguinata di
quel padre umano (fine-canzone)
«Bisogna
portarlo via di qui!» Rea indicò tempestiva. Ma
ignoravano
di essere tutti nel mirino dello sguardo di Muskmon, che ora
lampeggiava di perfidia «Maledetti, hanno neutralizzato il
mio
piano di raggirarlo, e non contenti hanno distrutto il mio settore! Non
li lascerò tornare a casa!!...
…PIUTTOSTO SONO DISPOSTA A…!!!»
Un alone rosso la circondava.
Cindermon si volse di scatto
(anche LadyWizardmon, intimorita) «Arrenditi
Muskmon!» le
puntò il dito con coraggio la ragazza digitale
«Anche se
ora volessi opporti, sarebbe inutile: siamo un battaglione, ed Henry
con noi non corre alcun pericolo! Hai perso, mi
dispiace!!»…«Per tua
informazione…non prendo
ordini da te, Cindermon!!» avanzando minacciosa
«Principessa figlia di una domatrice che ben conoscevo,
Haruko
è stata una mia compagna di
battaglia!»…«C-Cooosa?!»
piegava il volto
Cindermon «Tu saresti stata un’alleata di mia
madreee?!
Come è possibile, STREGA E MALVAGIA come ti ritrovi a
confronto
di lei che era una domatrice
E-R-O-I-C-A!»…«Sta
zitta!! Tu sei soltanto la sua brutta copia ridicola…la
nostra
era una prode e valorosa squadra, in passato abbiamo salvato Digiworld
quando era ancora allo stato primordiale!!» declamava
spalancando
le braccia, dinanzi agli occhi attoniti di Cindermon «Ma
poi…i domatori umani si sono corrotti, e hanno spezzato il
prezioso vincolo di unione che aveva permesso la vittoria! Questa trama
merita un solo epilogo: Digiworld deve tornare nelle mani dei Digimon,
voi altro non siete che ospiti molto sgraditi…!!»
Rea con Suzie e i loro
Digimon si affrettavano a portare in salvo Henry, ma questi mosse
appena il capo «Musk…mon…»
«Henry…!»
ripeté costei versando lacrime che accendevano il fuoco
quando
cadevano sull’erba «Ormai so che è
finita, non mi
appartieni più! Ma io non ti perdonerò mai per
non avermi
amata!!...» stringendo un pugno di collera «DINANZI
ALLA
DISTRUZIONE DEI TUOI CARI IL TUO CUORE NON RESISTERA’!
UUUUUAAAAAAAAAAAARGHHHHHHHHH!!!»
La Digimon
scatenò un ruggito micidiale. E un fascio di luce rossa la
attraversò.
«CHE
SUCCEDE?!» esclamò Cindermon che si parava gli
occhi. E i
compagni attorno a lei erano altrettanto spiazzati.
I raggi di
energia sprigionati dal fascio appiccavano il fuoco ovunque
penetrassero. In breve la foresta fu avvolta dalle fiamme.
Ma in
realtà non si trattava di getti di energia
incontrollati…bensì degli spari mirati di chi si
trovava
all’interno del fascio, e che si rivelò al suo
diradarsi.
«ECCOMI
FINALMENTE: LIVELLO MEGA!» esprimeva la creatura con voce
distorta «NON E’ STATO NECESSARIO
L’INTERVENTO DELLA
MIA DOMATRICE, POSSO ESSERE FORTE UGUALMENTE SENZA DI LEI,
AHAHAHAHAHAH!»
Rea, da lontano, esclamò «Oh no,
un’altra
digievoluzione d’odio!!»
«E tu…
…chi saresti?!!» esclamò Cindermon.
«IO SONO…CREMATORMON!»
Takato fece «Ha detto…Crematormon?» e
Ryo «Ha
smarrito la sua natura vegetale.»
In effetti, a sorpresa per chi si fosse atteso una pianta immensa e
letale, il Digimon appena apparso era di natura meccanica. Takato
consultò il Digivice «Crematormon…Digimon
macchina
di livello mega. Tipo virus. La sua tecnica è…
…Forno crematorio…» parole
queste ultime in cui si
lesse un tremito d’orrore.
«AHAHAHAHAH!»
Le
sue radici erano divenute tubi. Le pietre del suo diadema, pulsanti.
Le
sue mani di petali, lucidi lanciafiamme metallici. Crematormon era
rosso come un camion dei vigili del fuoco. Ma conservava una parvenza
femminile ed il medesimo viso, nei cui occhi però
l’odio
era ormai ardente come una brace.
Rika la
guardava e pensava «E’ divenuta
così…poiché ha visto distruggersi la
sua
casa.» ma l’istante dopo
«AAAHHH!» la medesima
domatrice dovette ripararsi dal getto infuocato liberatosi dal
lanciafiamme: Crematormon volutamente la mancò…ma
con il
suo colpo travolse una fila di alberi incenerendola completamente.
Takato sobbalzò «Ma…?...!! Come
può
essere?!!»
«VE LO SPIEGO SUBITO, AHAHAHA! ORMAI HO PERSO
L’AMORE DI
HENRY! NON MI IMPORTA PIU’ DI NIENTE E DI
NESSUNO…QUINDI
SE POSSO SACRIFICARE LA MIA GENTE PER POTERVI VEDERE BRUCIARE
NELL’INCENDIO DEL SETTORE NON ESISTERO’ UN SOLO
ISTANTE,
AHAHAHAHAH!!!»
Il
suo possente arsenale meccanico, dallo stesso moto intricato delle
radici, minacciava di trasformare quel luogo in un inferno molto presto.
Henry
mormorò
«B-Bisogna…fermarla…» ma Rea
lo rassicurò «Sta tranquillo amore mio, gli altri
ce la
faranno!!» e anche Terriermon «Ora tu devi solo
concentrarti per riprenderti!» mentre LadyWizardmon chiamava
«Bambini!! Bambini su forza, venite, qui
c’è bisogno
di voi!!» con la sua voce stentorea che scivolava in una
supplica, mentre tanti piccoli Digimon accorrevano esclamando
«Che sta succedendo?!»…«Un
incendio!!» e
la loro maestra «Sììì,
quella Digimon sta
incendiando tutto perché si sente…abbandonata, ma
non
riesce a capire che Henry ha una famiglia!! Ci sono…Rea, e
Benji
che lo amano! Bisogna sempre rispettare i sentimenti e i legami degli
altri!!»
Fu allora
che Suzie afferrò il Digivice «Rea: perdonami, io
e Lopmon
andiamo!»…«Suzie!» voleva
trattenerla la
ragazza, temendo a causa della parvenza inquietante
dell’avversario.
Anche Takato
guardava «Cindermon…» e lei
«Sì,
d’accordo: biodigievolviamo!»
Suzie dichiarava
«Sono pronta a lottare fino alla fine per mio fratello:
Henry…!» piegandosi su di lui (mentre
LadyWizardmon
parlava ai piccoli alunni «Vi prego! Dovete concentrarvi,
fatelo
per me, la maestra ve lo chiede come favore personale!! Lui ha un cuore
luminoso: concentrate i vostri poteri! Fate scivolare tutto
l’amore e la speranza che vi conferisce
l’infanzia!! In
questo modo lui potrà guarire!»)
«S-Sorellina…» tendeva la mano il
giovane
insanguinato, ma Lopmon gli disse «Henry abbi fiducia in
noi!» e anche Suzie «Sta calmo! Tante volte hai
rischiato
la vita per proteggermi: per una volta soltanto…scambiamoci
i
ruoli, lascia che sia io a lanciarmi in battaglia per te,
eh?»…«O-Oh…Suzie…
…la
nostra…c-casa…» ma Suzie gli sorrise,
carezzandogli
la fronte «Ma sì, la nostra casa, ci torneremo,
torneremo
assieme! Mamma e papà saranno fieri di noi, si ritroveranno
una
famiglia…» alzando gli occhi verso la commossa Rea
«…piena di eroici domatori! Ah sono più
che sicura
che tuo figlio promette al meglio con i Digimon, e tu devi vederlo, che
impugna il Digivice! Ma per il momento…dovrai accontentarti
di
me,
ahahaha!»…«Sorellina!»…«Sta
tranquillo, tornerò vittoriosa! Vieni Lopmon!»
Così Suzie esclamò
«Takatooooooooo!»
precipitandosi accanto a lui «Puuuuuuf! Ci sono
anch’io!
Non permetterò a questa Digimon di carbonizzarci
tutti!»
Crematormon puntava i cannoni.
E i
Digivice di Takato e Suzie si incrociarono, come le loro parole
«…per Henry.»…«Per
Henry!»
(canzone: Steps
- Only in my dreams)
E in coro «BIODIGIEVOLUZIONE
DEL FUTURO!!!»
«CINDERMON
BIODIGIEVOLVEEE…» / «LOPMON
BIODIGIEVOLVEEE…»
«…RUBYMON!!!» /
«LADYCANNONMON!!!»
«UHMF?!»
Crematormon storse lo sguardo alla comparsa del leggiadro spirito dai
capelli di foglie e della guerriera dai capelli di piume.
Rika si volgeva verso
Ryo, constatando «…loro sono gli unici che possono
biodigievolvere.»…«Già, noi
non
l’abbiamo ancora fatto. Nel presente,
intendo!»
«Dobbiamo limitarci a fornire aiuto alla squadra con i nostri
Digimon. Taomon!»…«…sono
pronta!»…«Cyberdramon!!»…«…eccomi!»
Jeri invece era
rimasta attonita: tra le foglie infuocate sospinte dal vento, lo
sguardo di Rubymon si volgeva verso di lei…
Beelzemon le afferrava
il braccio «Coraggio Jeri, è il nostro turno!!
Facciamo
vedere anche noi di cosa siamo capaci:
biodigievoluzio…»…«No!!»
lo
fermò lei istintivamente, spiazzandolo
«M-Ma…?
Perché no?!!»
La ragazza
tornò a fissare Rubymon, che era come se la chiamasse
implicitamente “E’
così…bello…!
E’ stata la fusione con lei a renderlo
così…?” «JERI!!» la
chiamava il suo
Digimon, ma otteneva in risposta uno sguardo insicuro.
«VI
RENDERO’ CENERE E NIENT’ALTRO: FORNO…»
aprendo
delle appuntite girandole metalliche a terminazione dei suoi cannoni
«…CREMATORIO!!!»
e scatenando l’equivalente
infuocato della sua centrifuga floreale: i Digimon dovettero balzare di
scatto per evitare quel doppio getto altamente incenerente
«Mi
dispiace, ma non ti sarà così facile scavalcare
tutti
noi!» esclamò LadyCannonmon, liberando i suoi
proiettili
ai polsi e alle caviglie, e spalancando le ali-capelli «Girandola
di piombo!!!»
Il
contatto fra i proiettili e il fuoco generò una sequenza di
frenetiche esplosioni.
Gli occhi
di Jeri erano incollati allo scontro «Jeri, non ti rendi
conto?!!» la tirava Beelzemon «I nostri amici sono
in
pericolo, un alleato in più o in meno può fare la
differenza!!»…«No,
aspetta…!»
supplicava però lei, e meditava “Guarda
Suzie…
…lei è divenuta un Digimon dai richiami angelici,
si vede
chiaramente che persegue la giustizia!!”
Intanto
Rubymon nel suo volo “Jeri…perché non
combatti con
noi? Henry ha bisogno di tutti i suoi amici!”
«OHHH!»
ma fu colpito da un getto di fuoco.
«Ahh!» Jeri sussultò, e Beelzemon ancora
«Dammi retta, biodigievolviamo!!...
…lascia andare tutti quei timori!»
La ragazza
strinse il Digivice tremando “Se io
biodigievolvo…tutti
vedranno che aspetto ho in quelle condizioni!! Scopriranno che
assomiglio a un demone, e io…ho paura!!” piegando
il capo
come non volesse vedere la realtà
«Jeri…»
Beelzemon restò esterrefatto per quell’esitazione,
quando
arrivarono Taomon «Beelzemon, Jeri! Voi potete attuare la
biodigievoluzione?!» e Cyberdramon «Prestooo, o i
cannoni
di quella pazza ci liquefaranno!»
Beelzemon
balbettò «Beh, ma…se Jeri non
vuole!» tanto
che Taomon sussultò «Come?!» e
fissò la
ragazza, che sosteneva a stento il suo sguardo
«…Jeri,
perché non vuoi biodigievolvere con il tuo
Digimon?!» ma
Cyberdramon scattò «Attenta Taomon! Globi
perforanti!» Nonostante questo sia lui che lei
«Ahhh!!» dovettero balzare per evitare il fuoco:
Taomon
attaccò «Ideogramma
rovente!»
Ma
Crematormon sciolse la lettera luminosa «AHAH! MI DISPIACE MA
QUESTI ATTACCHI SONO GIUNTI AL TRAMONTO, HANNO BEN DIECI ANNI! MENTRE I
MIEI…SONO APPENA ERUTTATI, COME UN VULCANO!»
I pulsanti sulla
sua fronte si attivarono tutti insieme, facendo sgorgare dal terreno i
suoi tubi lanciafiamme «Groviglio
arroventato!!!»
I tubi
rivelarono teste di serpenti meccanici: al brillare del loro occhio,
scatenarono un alito di fuoco «Taomon via di
lì!» si
parò Cyberdramon ma «AAAAHHHHH!!!» fu
travolto dai
molteplici soffi di quei serpenti in moto convulso. Finì tra
le
braccia del suo domatore
«Cyberdra----Monodramon…»…«Mi
spiace
Ryo…»
Rika realizzò
«Mmm…no, accidenti!! Non possiamo sfoderare sempre
i
vecchi attacchi, ci servono le digievoluzioni nuove!!»
Beelzemon non desisteva
«Jeri! Non vuoi capirlo che siamo l’unica
speranza?!»…«…ma
io!»…«Ah,
d’accordo, lascia
perdere!!»…«Ah! Beelzemon,
dove vai?!»
Vedendo che non la
convinceva, il Digimon spiccò il volo in solitudine
«Ehi,
allora, brutta medusa di quart’ordine, che cosa credi di
fare? Io
ti farò star zitta! Bolide…»
tracciando rapido la
stella «…stellare!!!»
Caricò
nel suo colpo tutta la forza del suo bazooka trasparente, e tanta fu la
potenza che riuscì a resistere alla collisione con il getto
dei
serpenti. Beelzemon stringeva i denti «Uuuurghhhh!»
In quel momento
Rubymon respirò…liberando il suo alito di fuoco,
e
piroettando su di sé «Soffio incandescente!!»
ma la
nemica, pur a seguito di un notevole sforzo di resistenza,
riuscì ad incassare il colpo «MI DISPIACE, MA NON
E’
PIU’ COME PRIMA: IL MIO CORPO E’ FATTO DI AMIANTO!
NON SONO
PIU’ VULNERABILE AL FUOCO, ANZI SONO IO A
MANOVRARLO!!!»
«Ahh!»
dilatò gli occhi lo spirito infuocato, ma LadyCannonmon
«Attento Rubymon!» lo tirò via dalla
fiammata appena
in tempo. Nei loro sguardi si lesse la preoccupazione su come far
fronte al nemico: lui si volse spontaneo verso Jeri…
…la quale
stringeva i denti, e il Digivice «Ah! Non posso farmi
bloccare in
questo modo!!» riaprendo gli occhi «Una squadra ha
bisogno
di tutti i suoi elementi per raggiungere la potenza massima! Se resto
indietro è perché sono io che lo
voglio!!»
volgendosi tempestivamente verso l’amico ferito
«Per Henry
sono disposta a correre questo rischio…non mi importa
dell’aspetto di Royalmon: darò pieno sostegno a
Takato con
l’aiuto di Beelzemon! Ohhh?!!» (fine-canzone)
però
il suo sguardo si dilatò, quando vide la stella luminosa
infrangersi: i serpenti prevaricarono, e Beelzemon «OH
NO!!»
Taomon gridò «…BEELZEMOOON!!!»
E lui «NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!»
«Oh no
Beelzemon!!!» fu l’esclamazione della sua attonita
domatrice, quando vide il fuoco travolgerlo con la più
estrema
violenza, e spingerlo lontano attraverso gli alberi infuocati.
I domatori rimasero
paralizzati, Ryo con Monodramon in braccio definì
«…lo ha colpito in pieno…»
Taomon nonostante lo sforzo
non resistette «…Beelzemon!!» si
lanciò
così in volo là dove l’aveva visto
scomparire.
«Taomon!!...aspetta!» invano la richiamò
Rika.
Rubymon seguitava a fissare
Jeri, e negli occhi di questa
«…io…!» si
leggeva paura e quasi mortificazione, tanto che alla fine
sfuggì
allo sguardo e si mise a correre alla ricerca del suo Digimon
«Beelzemon!»
(canzone: S
Club 7 - Have you ever) Crematormon
rideva soddisfatta «AHAHAH, RIMANETE SOLO VOI DUE
ADESSO!»
mentre si innalzava il groviglio di serpenti-lanciafiamme dinanzi a
Rubymon e LadyCannonmon «VI CREDETE TANTO FORTI, SOLO
PERCHE’ SIETE RIUSCITI A RAGGIUNGERE QUESTO AMBIGUO LIVELLO
EVOLUTIVO? AHAHAHAH! LE BIODIGIEVOLUZIONI DEL FUTURO SONO SOLO
ILLUSIONI CREATE PER ESUMARE UNA SPERANZA, DALLA CENERE DEL
TEMPO!»
Terriermon constatava
da lontano «Oh no…ora LadyCannonmon e Rubymon
finiranno in
pericolo!» e l’impotenza si leggeva nel suo sguardo.
Ma il Digimon dalle
ali di foglie sfoderò la sua sciabola e il suo sguardo
determinato «Noi non ci lasciamo intimorire dalla tua
potenza!
Non ci conosci…quel tempo di cui tu hai parlato ci ha dato
nuove
consapevolezze, e la forza per lottare con più
decisione!!»
«IHMF!!» la nemica sembrò infastidita.
LadyCannonmon seguì
l’esempio «Giusto, è vero!»
nella ripresa del
moto dei mini-cannoni sul cappello «Quel qualcosa di
importante
che abbiamo da difendere implica ancora colpi su colpi da parte nostra:
non pensare di averci sconfitti così!»
Terriermon li osservava «Non…si
arrendono…!!»
«E ALLORA MI
DIVERTIRO’ A BRUCIARVI SENZA PIETA’!!»
Crematormon si
preparava ad attaccare.
Le due
biodigievoluzioni si guardarono e annuirono, per poi evitare la
fiammata in un balzo congiunto e piombare ancora all’attacco:
lui
con la sua sciabola, lei divenendo una sfera mitragliante.
Ma in quel momento
Calumon si aggrappava al cuore di Henry «Henry! Resisti,
calù! Ora questi Digimon ti doneranno…qualcosa di
molto
prezioso! La loro luce dell’infanzia!»
LadyWizardmon,
come si trattasse di una recita scolastica, faceva cenno sussurrato ma
deciso «Coraggio bambini, adesso, liberate il
potere…!!...»
I piccoli Digimon
chiusero gli occhi «Noi vogliamo offrirti il nostro
entusiasmo,
Henry…così che tu possa tornare a
vivere!»
…e sotto lo sguardo abbagliato di Rea…
…che stringeva
forte la mano di lui…«Coraggio,
amore!...»
…una
congiunzione di scie candide confluiva nel suo cuore
«…mi
sento…
…leggero…»…«Vedrai
che andrà
tutto bene!» lo rincuorava lei «Ci sono io qui con
te!!» e Terriermon «Momentai,
Henry!…momentai, amico
mio, momentai…»
…la
battaglia infuriava «…ME LA PAGHERETE TUTTI,
TUTTIIIIIII!!!»
Crematormon
sembrava voler estendere il suo getto fino ad Henry, ma LadyCannonmon e
Rubymon si pararono «AAAHHH!!!...non credere di poter
passare!!»…«Ci siamo noi fra te---e
loro!
Ahhh!!»…«Rubymon
resistiamo!»…«Sì!»
La nemica stringeva i denti di stizza.
Rea parlava
«Rubymon e LadyCannonmon stanno lottando per noi!»
e
Terriermon «Sei circondato da amici che ti vogliono
bene!»…«A-Ahhh…perché…mi
sono
allontanato da solo?» si chiedeva Henry, e il Digimon
«Hai
sempre creduto di avere la responsabilità per gli altri, te
l’ho sempre detto…! E quando noi Digimon siamo
scomparsi…hai pensato che crescere e essere un uomo fosse
tacere
le tue fragilità. Ma adesso guarda il tuo lato
bambino…» alludendo alla luce che gli scorreva nel
cuore
«…non intende indebolirti, ti fa star meglio. Esso
ravviva
i tuoi ricordi, affinché tu possa sentirti più
forte…lungo il tuo cammino.» descriveva con
premura. Rea
aggiunse «Terriermon ha ragione! Henry, il tuo errore
è
stato pensare che la crescita fosse esclusivamente un’estrema
prova di forza! Ma non è così!!...
…crescere
può essere un’avventura stupenda, piena di
dolcezza…! Ci sono tante cose che vale la pena di provare:
amicizia, amore…avere dei figli, la gioia di una famiglia!
Tutto
questo può diventare
realtà…
…basta solo
restare assieme, e tenersi stretti per mano, come noi due adesso! Io ho
imparato dai Digimon…che c’è un
cancello spalancato
per noi, assomiglia al Digivarco! Ma sono le porte del
futuro…
…un nuovo
mondo…e un nuovo tempo di avventure fantastiche ci sta
aspettando: siamo solo all’inizio! Ma se vogliamo
scoprirlo…e attingere ogni goccia della sua luce dobbiamo
crederci: credere l’uno nell’altro…
…e credere che
non è essere bambini il più bello dei
sogni…
…ma vivere!! In ogni sua età ed
istante…»
«Calù!...loro hanno ragione!»
confermò
Calumon a cui il riflesso della luce d’infanzia sembrava
sfumare
le pieghe degli occhi. E Terriermon «Ahah! Tutti insieme
riusciremo a convincerti, ci scommetto!»
Henry sorrideva «Ah…è così
bello…
…amici,
grazie! Le vostre parole…sembrano diventare
realtà dentro
di me…
…mi sento meglio…»
LadyWizardmon
seguiva il processo con lo sguardo sospeso di un direttore
tecnico…
…e il
sorriso di Rea splendeva «Ah, guarda Terriermon…!
Le
ferite…si
rimarginano.»…«Ahah! Io l’ho
detto Rea!...AVEVO DETTO “MOMENTAI”! Questa parola
è…magica, nel tempo non perde il suo valore!!
BISOGNA
PENSARE POSITIVO, SEMPRE PENSARE POSITIVO!»
«Pensare
positivo…» a poco a poco si rialzava Henry, e
tendeva la
mano a sua moglie «Rea…vogliamo pensare
positivo…riguardo al seguito della nostra vita? Vuoi venire
con
me…nel
futuro?»…«AHAH!» lei si
lanciò ad abbracciarlo. Terriermon li guardava con lo stento
di
credere a tanta felicità. Ma dovette farlo quando lui si
volse e
gli sorrise, col volto finalmente pulito (LadyWizardmon
«Bravi,
bambini…» li riprendeva tutti, stanchi, con
sé)
«Terriermon…»…«Momentai…amico
mio. Vogliamo…riprendere da dove avevamo
interrotto…?» chiese il Digimon.
Ed il ragazzo
gli rivolse un paterno e al contempo giovane sorriso (fine-canzone)
Rubymon si
lanciava «Lampo
inafferrabile!» ma un tubo metallico si
mosse di scatto e «AAAAHHHH!» lo spinse con
violenza a
terra «Rubymooon!!!» gridò
LadyCannonmon. Ma un
gettò infuocato piombò su di lei
«DJAAAAHHH!!»
«AHAHAHA, E’ INUTILE, PER VOI E’
FINITA!...
…SONO TROPPO POTENTE, L’ODIO E LA FRUSTRAZIONE
SONO COME
UN FLUIDO TONIFICANTE, PER LE MIE VENE.»
I serpenti
metallici incedevano aggrovigliati, attratti dall’idea di
liberare il loro alito contro i due Digimon a terra
«A-Ahhh…»…«Mmm…!»
Rubymon
e LadyCannonmon erano allo stremo delle loro forze.
«ANIMATA
DA QUESTA FORZA DISTRUTTRICE NESSUNO POTRA’ SCONFIGGERMI!...
…DIVENTERO’ LA NUOVA REGINA DI
DIGIWORLD!!...NEMMENO LA
MIA DOMATRICE PUO’ PIU’ AVERE ALCUNA SPERANZA: LA
GRANDE
CREMATORMON NON PERDONA!...
…FINALMENTE IL NOSTRO MONDO SARA’ DOMINATO DA UNA
CREATURA
DIGITALE, REGNERANNO IL TERRORE E LA TIRANNIA! MA ALMENO...LA MACCHIA
CAUSATA DAL PASSAGGIO DI VOI UMANI SARA’ COMPLETAMENTE
CANCELLATA!»
«Suzie!» esclamò Rea
«Takato!!» invece
Henry, e Calumon «Sono in periiicolo,
calù!»
Terriermon strillò «Presto, dobbiamo
biodigievolvere!»
Al
che si volsero entrambi, moglie e marito «Scusa: a chi di noi
due
stai dicendo, Terriermon?» chiese la ragazza «A me
o a
Rea?» domandò Henry.
Terriermon se la
rideva sotto i baffi. Rea ammise «Beh! Ora che finalmente
stai
bene, io…sono disposta ad accettare di dimettere il mio
incarico! Ti lascio Terriermon!» ed il marito
«Ma…come, Rea?! Terriermon si è
abituato a lottare
con te in questo tempo, io ora non gli sarei
d’aiuto!»
«Ahah!
Mooomentai: volete scatenare una lite coniugale su chi sarà
a
biodigievolvere con me?!»
Si volsero un
po’ dubbiosi
«Ma…Terriermon…» (Rea)
«Spiegati meglio, così non ci fai
capire!» (Henry)
«Ahah, ma
è semplice ragazzi: voi siete i miei domatori, in un tempo o
in
un altro siete stati entrambi responsabili della mia crescita! Mi avete
aiutato a maturare, e mi avete reso un Digimon più
potente!»
«Ma…Henry
è sempre stato il tuo domatore
storico…»…«Sì,
però Rea ti ha
fatto riprendere a combattere nel presente!» ed incrociando i
loro gesti, non se ne veniva a capo «Oh?» questo
Rea lo
notò, e avanzò un altro fattore
«Megagargomon
è il tuo livello mega: e si realizza mediante fusione con
Henry!»…«Ah, dai Rea, non
impignolirti!» fece
Henry, e lei «Ma come…?» aprendo le
braccia.
«Ahahah, siete davvero
comici, mi fate morire dal ridere! Ma non capite…?...
…che posso accogliere tutti e due voi?» (canzone: Steps
- Human touch)
«COOOOSA?!!» sussulto per i due coniugi: che si
fissarono dubbiosi.
«Ahah! Mooomentai! Non credete abbia abbastanza
forza?»
«Due domatori in un
Digimon??» fece Rea, ma Henry affermò
«In fondo che
c’è di male? Può essere
possibile.»…«Beh…sì,
però…io non voglio invadere il campo,
Terriermon!»
«Ma scherzi, Rea! Ormai mi
sei fondamentale come è fondamentale Henry! Io ho bisogno di
tutti e due, e poi chi l’ha detto che in un Digimon entra
solo un
Digimon Tamer?»
«CALU’!! E’ vero
ragazzi! Henry: pensa! Era così per Beelzemon, almeno in
origine! Il suo primo Digivice è nato affinché
appartenesse ad Akemi e Mako e se mai le cose fossero andate
diversamente, un giorno sarebbe biodigievoluto con loro!»
«E’ vero,
è proprio così!» ammise Henry, e Rea
«Sì ma
allora…Megagargomon…» ma
Terriermon scosse la testa «No no, Megagargomon appartiene al
passato! Lo ricorderemo sempre come le nostre origini ma ora
sento…che sto per trasformarmi ancora: diventerò
un
Digimon completamente nuovo!»
«Un nuovo
livello mega per Terriermon??» era sempre più
stupita, ma
anche eccitata Rea. Henry le prese le mani «Proviamoci, sono
convinto che potremo farcela…!»
La fissava deciso. Un
velo di emozione le attraversò gli occhi «Saremo
uniti…nello stesso Digimon…?»
Crematormon era ormai
pronta a colpire gli avversari atterrati «AHAHAHA,
ADDIO!!!»
Ma Terriermon
assottigliava lo sguardo «Fermiamola, sento di avere in corpo
energia sufficiente! Il mio Digimon assomiglierà a un
compromesso di tempi, sarà quella luce di novità
che
Digiworld attende: Rea, Henry, avvicinatevi…» e
così fecero, profondamente emozionati…
«Preparatevi ad
accogliervi il mio potere, mi sento forte, pieno di speranza! Dopo
tutto perché mi avrebbero dotato di due orecchie, se non per
invitarvi entrambi? Un orecchio per il passato…»
tendendo
l’orecchio ad Henry che lo raccolse «…e
un orecchio
per il futuro!!» Rea raccolse l’altro orecchio e si
fece
convinta. Terriermon esclamò «Siamo pronti,
ahahahah!»
Ed Henry «BIO…»
…Rea completò «…DIGIEVOLUZIONE…»
Fino a che insieme «…DEL
FUTURO!!!!!!»
Il tracciato digitale verde
lampeggiò su Terriermon fino allo splendore definitivo.
«AAHHH!» Crematormon si parò con uno dei
suoi lanciafiamme.
«TERRIERMON
BIODIGIEVOLVEEE!!!...» roteando nella luce il
suo corpo si fece
agile e slanciato, pronto ad accogliere una coppia di sfere luminose:
le sue lunghe orecchie divennero antenne che composero sul suo capo la
forma di un arco da tiro.
Lampi lucenti gli conferirono stivaletti e guanti verdi.
Dal
volteggio del Digivice nacque un arco più grande, che la
creatura dotata di cintura per le frecce impugnò con scatto
e
disinvoltura, rivelandosi in tutto il suo sfavillio
«…CUPIDMON!»
Rika e Ryo
si volsero di scatto «E quello chi
è…?»…«Un altro
Digimon? Ci sarà
da fidarsi…?» si chiese il ragazzo che si era
perso la
trasformazione, esaminando «Cupidmon…Digimon
semi-umano di
livello mega…»
Cupidmon,
dinamico arciere dalla splendente armatura bianca bordata di verde,
aveva sembianze e voce maschile «Ci sono
riuscito…»
che ricordava quella di Terriermon: questa volta erano i due domatori a
parlare al suo interno “Siamo…biodigievoluti
all’interno di Terriermon, Henry…?”
”…è
così…” si dicevano
estasiati i due coniugi “Erano così tanti anni che
non
biodigievolvevo…è una sensazione
bellissima…”
“Per
me invece è la prima volta…non credevo fosse
così…speciale. E non credevo di poterti sentire
così vicino…”
“Anch’io ti sento vicina…”
«La sua
tecnica…» seguitava a leggere Ryo
«…Perimetro
dell’amore! Ma…questo
Digimon?!» ed iniziava ad
avere qualche sospetto.
Cupidmon
incrociava gli occhi con quelli abbagliati del bambino che
LadyWizardmon si preoccupava di sorreggere «Ehi, guarda
Benji!
Là in quel Digimon ci sono la tua mamma e il tuo
papà che
sono biodigievoluti!»
«Benji…tutto questo è per
te!» disse il
Digimon convinto.
“Henry, nostro figlio ci
guarda!!”…”Non
deludiamolo: diamo il meglio di noi!” «Tenetevi
forte!» disse Cupidmon, e schizzò in volo
lasciando una
scia luminosa.
«QUELLO
E’ IL DIGIMON…» scandiva Crematormon
«…NATO DALLA LORO UNIONE: DI SICURO E’
LA CREATURA
CHE DEVO PIU’ ODIARE AL MONDO!» preparando i
lanciafiamme
«TI DISTRUGGERO’!»
«Crematormon!!» Cupidmon gli puntò il
dito contro.
Attirando a
sé lo sguardo di Rubymon e LadyCannonmon
«Ma?!»
«Hai fatto una cosa molto grave! Guardati attorno!!...
…tutta la foresta sta bruciando: anziché avere
riguardo
verso la tua casa e le tue origini ti sei rivoltata contro di loro! Mi
spiace, ma non posso perdonartelo! Mi costringi a
punirti…» estraendo una freccia dalla punta
cuoriforme
«…con il potere dell’amore!»
«GRRR!» la creatura ringhiò ed i
serpenti sibilarono
«SEMPRE CHE IL MIO ODIO NON FINISCA PER
SOVRASTARTI!»…«L’odio non
è mai
più forte dell’amore.»
decretò Cupidmon
“Andiamo, Henry!”
«Groviglio
arroventato!!!» ordinò Crematormon
scatenando i serpenti. Ma Cupidmon li attese senza paura
“Ricordo
che Megagargomon…utilizzava il Kung fu!” disse
Henry
“Ho preso anch’io lezioni, sai?” fece Rea
“Allora andiamo!!” rispose lui con
scioltezza…
…e altrettanto scioltamente, sotto gli occhi attoniti dei
presenti: calci. Giravolte, colpi. Piroette e capriole: Cupidmon era
una furia inarrestabile nella lotta corpo a corpo, cominando il talento
di ben due guerrieri umani. I tubi furono mozzati e le teste di
serpente caddero miseramente «COME PUO’
ESSERE?!»
inorridì Crematormon.
«Riconosco
quello stile di lotta!!
E’…è!!»
esclamò LadyCannonmon.
“Ragazzi!!” echeggiò una voce, Rika fece
«Rea…??»
“…siamo
noi!!” e Rubymon si destò di scatto
«…HENRY!!»
Ryo
realizzò «Sono insieme!! Uniti,
all’interno dello
stesso Digimon!! Ahhh, fantastico, questa sì che
è…BIODIGIEVOLUZIONE DEL FUTURO!»
(attirando lo
sguardo colpito di Rika…)
Rubymon sembrava
così felice «Ce l’hanno
fatta…» e
LadyCannonmon «Fratellone!!»
Cupidmon
declamò contro il nemico «E così volevi
gli
attacchi nuovi, ti eri stancata di avversari d’epoca? Eccoti
servita!»
«M-MALEDETTI…VI
SIETE UNITI IN UN SOLO DIGIMON SCARTANDOMI COMPLETAMETE, MA IO NON VI
LASCERO’ ESSERE FELICI! CONSUMERO’ LA VOSTRA
UNIONE…CON IL MIO FUOCO LETALE!!! FORNO CREMATORIOOO!!!»
Scatenando il doppio getto dalle trivelle rotanti.
Ma
Cupidmon invocò «Perimetro dell’amore!»
afferrando una manciata di frecce e scagliandole verso l’alto
per
mezzo dell’arco: le stelle vi conferirono luce
così i
dardi piombarono sul terreno, conficcandosi ai lati di Crematormon
«MA…COSA?!»
Dalla loro unione nacque un perimetro di luce dalla forma di un cuore,
al quale Cupidmon dovette solo aggiungere «E ora il tocco
finale!» un’ultima freccia: che raggiungendo il
cuore nel
suo centro lo illuminò di energia, alla cui eruzione la
nemica
non poté resistere
«N-NOOOOOOAARHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!»
I domatori erano abbagliati…(fine-canzone)
Cupidmon uscì trionfatore, sopra la foresta in fiamme.
Rika
sorrideva sollevata «…siamo
salvi…»
Il
guerriero dell’amore constatò «Queste
piante stanno
bruciando!» “Cupidmon…non possiamo
salvarle?”
chiese la voce di Rea, poi quella di Henry “Sono tutti
Digimon!” «Niente paura, miei domatori! Io
spegnerò
l’incendio per voi grazie al mio potere!»
spalancando le
braccia «Scia
analgesica!»
Rimuovendosi la cintura, le frecce si sciolsero in un liquido e
Cupidmon rovesciò il vaso come si trattasse di un bicchiere:
(canzone: Laura
Pausini - Mi dispiace (strumentale) ) quella cascata
verdina e splendente si adagiò ovunque
attorno nella foresta. Rika alzò lo sguardo, commentando
«Mmm, che profumo…meraviglioso, è
così
delicato…»
Dove quel
flusso buono si adagiava, il fuoco si spegneva. I primi timidi raggi
iniziarono a penetrare, a poco a poco, in quel settore fitto e
abbandonato.
«Hai
visto?» fece LadyWizardmon con quei raggi negli occhi e il
bimbo
tra le braccia «La tua mamma e il tuo papà ce
l’hanno fatta. Adesso…piano piano tornerete a
casa…!» quando Rubymon si avvicinò a
lei
«Oh?»…«Scusa,
LadyWizardmon…ti
dispiace?»
Con i suoi
modi delicati, lo spirito dai capelli di foglie tendeva le braccia e
sorrideva «Mi piacerebbe tanto…essere io quello
che
adagerà Benji tra le braccia di
Henry…»…«Oh…?
Certo…»
fece la Digimon un po’ interdetta, nascondendo lo sguardo in
quanto colta alla sprovvista…
Cupidmon atterrò planando dolcemente, ma quando si
sdoppiò di nuovo nei suoi due domatori, Henry stava
piangendo
«C-Che cosa hai detto,
Terriermon…?»…«…purtroppo
è
così, Henry.» ammise il Digimon tristemente, ed
Henry
piegò il capo «Guilmon! Guilmon non può
essere…
…!» Rea gli massaggiava la spalla
«Henry,
coraggio…!» ma in quel momento il ragazzo si volse
«Oh?»
E
vide in lontananza Rubymon con Benji tra le braccia.
L’espressione del delicato Digimon lo invitava a raggiungerlo.
Rea fece
«Dai…appoggiati.» ma Henry
«Oh…no, ti
ringrazio Rea.»…«Oh,
ma…» però
lui le sorrise «No, non fraintendermi: da adesso in
poi…tutto sarà diverso, mi lascerò
aiutare.
Però…in questo momento desidero raggiungere
Takato, non
voglio aggrapparmi a nessuno perché…è
lui ad aver
bisogno di un appoggio. Lui ha lottato con coraggio per
salvarmi…e non è stato fortunato come
me…che ho
ritrovato voi.» sfiorando il viso della moglie, che comprese
e
gli sorrise grata così come Terriermon.
«FRATELLONE!» «Ouh!» Suzie gli
saltò al
collo, in lacrime «H-Ho temuto così
tanto…»…«Sorellina mia,
sorellina cara:
io…!» sussurrava Henry tra carezze e lacrime
«…
…non
basteranno mai abbastanza parole…per chiederti perdono:
Suzie,
mi scuserai…per tutto ciò che ti ho fatto passare
durante
tutta la nostra
crescita…?»…«Ah!...
…tu sei
proprio uno sciocco!» lo colpì lei con un pugnetto
affettuoso «Non devi scusarti di niente!! Mi basta averti
ritrovato.»…«E a me aver ritrovato te:
brava. Sei
una domatrice…valorosa e la tua biodigievoluzione
è…bella da togliere il fiato. A noi
l’avrebbe
tolto…se l’avessimo vista da piccoli.»
Gli occhi di
Suzie si illuminarono, e lui «A me tuttora fa lo stesso
effetto…»
Il domatore dai
capelli scuri attraversò così l’erba,
con passo un
po’ barcollante, ma deciso. Passando vicino a tutti i suoi
compagni. Ryo alzò il pollice e gli sorrise
«Bentornato.» e Monodramon in braccio a questi
«Ci si
ritrova, Henry!»
Henry rispose a
entrambi con un sorriso mite e amichevole. Rika gli toccò la
spalla con sguardo orgoglioso, e appoggiando il viso vicino al suo
mormorò «…squadra ricomposta: ti
stavamo
aspettando.»…«…io stavo
aspettando voi, Rika:
grazie, di tutto.»…«No, di
niente.» ci tenne a
specificare lei che poi militarmente si fece da parte.
«Calù, calù!» comparve ai
suoi piedi
«Toglimi una curiosità, Henry! Ma tu…
…ti
ricordi quando siamo andati tutti in campeggio
assieme?»…«…troppo bene,
piccolo Calumon:
tanto da provare ancora la stessa gioia nel pensarvi sereni e
distesi.»…«Calù!»
sorrise il Digimon
dagli occhi pieghettati, ed il ragazzo ammise «Non sai quanto
sono felice di rivederti.»
Illuminato dai primi raggi, Calumon si fece da parte…
…ora non vi era più nessuno fra lui e suo figlio.
Fra lui
e Rubymon, che Henry già guardava con affetto misto a pena.
Il
Digimon gli rivolse un sorriso accogliente, assieme al quale gli
porgeva Benji. Ma la prima cosa che Henry disse, mentre il pianto
insorgeva nei suoi occhi grandi grigio scuro, fu «Mi
hanno…appena detto di Guilmon: c-ci
hanno…bruciato i
sogni, Takato…»
…grato per quelle parole, Rubymon lo abbracciò
lentamente
e dolcemente, incrociando le sue ali calde dietro la schiena del
ragazzo…che diceva in tristi singhiozzi
«…non
riusciremo più…
…più a tornare indietro!...»
Però
Rubymon rivelò un sorriso incoraggiante «Nel tuo
caso non
è del tutto così, Henry: tu hai quel che
è
necessario per porre nuove basi…e da lì edificare
un
futuro di nuova speranza.»…«Perdonami,
Takato.» disse Henry serio «Potrai mai
perdonarmi…per non essere stato quell’amico di cui
avresti
avuto bisogno, in questi anni duri…?» ma Rubymon
scosse il
capo senza alcun rancore «…fra noi due niente
è
cambiato, Henry: tu seguiti ad essere…quello che sei sempre
stato. Il fratello che non ho avuto. Il fratello maggiore: è
un
ruolo importante, sai…? Ora ho scoperto…di
ricoprirlo
anch’io.»…«Che
cosa…?» si
spalancarono gli occhi del ragazzo, ma Rubymon con un gesto della sua
mano dalle unghie luminose «Ogni cosa a suo tempo, amico:
intanto
permettimi…l’onore di ricomporre almeno uno dei
frammenti
che ci hanno riguardato. E donarti quel bambino…che
è tuo
figlio: quando l’ho scoperto sono
stato…così tanto
felice, sai? E’ bello stringere una creatura…che
è
sangue del tuo sangue, amore del tuo amore: ci conosciamo da
così tanti anni…e sembra ieri che eravamo
bambini.
Benji…
…raggiungi il tuo papà. Lo sai…?
E’ un
grande domatore di Digimon…l’ho conosciuto una
mattina,
nel cortile della mia scuola. Dal primo giorno abbiamo
capito…che saremmo divenuti amici
inseparabili…»
…e
fu così, dalle mani di quella creatura a metà fra
un
Digimon e un amico umano, ma dai modi infinitamente amorevoli, che
Henry poté ricevere quel figlio che guardava come il
miracolo
mirabile, ed il sole illuminava i loro capelli e i loro occhi
così simili «Piccolo
mio…Benji…!» gli
sorrideva tra le lacrime «…mi sei mancato tanto!
N-Non
immagini…quanto ho sognato…
…di riabbracciarti!!!»
Stringendolo fra le lacrime…ora che anche sua moglie
arrivava,
sfiorandogli la spalla in un sorriso. Con lei anche Suzie, e tutti gli
altri. Rubymon contemplava affettuosamente quella scena
“Takato…! Ma…come fai a rimanere
così saldo
di fronte a queste…sigh! Ricongiunzioni familiari, a me
fanno
venire proprio…d-dove sta qui un fazzolettooo,
all’interno
della biodigievoluzione?!!! Sigh, sigh!”
“…io non rimango saldo, Cindermon…io
sono felice!
Ed il sole della gioia…asciuga la pioggia delle
lacrime.”
…lacrime che scintillavano presso i suoi occhi, ma che il
fuoco
che lo componeva asciugava quasi subito.
Henry
rivolgeva ad occhi chiusi un bacio, pieno
d’intensità, sul
viso di suo figlio…dopodiché smarrì il
suo sguardo
assorto verso sua moglie, i suoi compagni, il suo Digimon…e
dopo
che li ebbe guardati tutti decretò ferreo «Non
più
lacrime…
…non più separazioni! Da questo momento in
poi…
…basta soffrire, basta allontanarsi!!» sembrava
esprimere
il palpito di un incontenibile sogno, celato nel suo animo
«Abbiamo perduto fin troppo dei nostri anni a causa della
diffidenza e del dolore: adesso…è tempo di fare
il nostro
dovere affinché sia la terra sia questo mondo possano
realizzare
i sogni irrisolti! Questo…sarà il mio nuovo,
grande
obiettivo. Come sarebbe dovuto essere da tanto tempo.»
«…ben detto!» sorrise pacatamente
Terriermon. E Rea
si accostò al ragazzo «Sono d’accordo
con te,
Henry…ti aiuteremo noi: vedrai, ce la
faremo.»…«Sempre il più
saggio,
fratellone.» commentò Suzie, e lui
«Siete tutti con
me? Io voglio…desidero…
…che chi non è riuscito a farcela possa
dall’alto
essere fiero del nostro operato. Io…
…Takato spero che un giorno potremo riguardare a questi anni
con
serenità e pensare…che Guilmon…ha
sentito che
abbiamo esaudito tutti i suoi desideri, fino in fondo. Lasciamogli da
contemplare un mondo che possa farlo felice, lassù
dov’è ora.»
«Io ho fiducia…» rispose Rubymon
«…e
come vedi non ho smesso di lottare. So che lui l’avrebbe
voluto.»
«D’ora in poi cambierà tutto:
io…non ti
lascerò più solo, amico mio. E…
…neanche
tu, figlio mio.» donandogli un altro bacio «Ti
prometto che
non ti abbandonerò mai più: e che un giorno, non
so
quando…ma un giorno di sicuro…io ti
mostrerò il
Digiworld che amo. E anche la terra a cui sono tanto affezionato! Un
giorno…» ammetteva Henry Wong specchiando il suo
viso
pallido ma sfumato di nuova speranza nella luce dei raggi che
penetravano oltre le foglie «…la forza
dell’amore
riuscirà a prevalere sulle tenebre, e a restituirci la gioia
di
vivere.» Ryo esortò «Domatori del parco
bruciato?
Sempre più
convinti!!»…«Uhmuhm! E tu sempre
il solito!» scherzò Rika, al che lui
«Non so se devo
prenderlo come un complimento!»
«Sì…» fece Henry
assorto…raccogliendo
una di quelle foglie bruciate che volavano attorno a loro, e alla loro
nuova speranza come un sole che buca la coltre, che è
rimasta a
seguito di un’opera che nulla ha risparmiato (fine-canzone)
Ma improvvisamente LadyWizardmon accorse «PRESTOOO!
Uhhf!»
Era affannata
«Che succede, LadyWizarmon?!» chiese
tempestivamente Rika
«Non lo so, è lei…! Poco fa, fino
a…che
dire, pochi minuti sembrava priva di sensi, sono rimasta a
sorvegliarla!! Ma adesso le sta accadendo qualcosa!!»
«Muskmon!!» esclamò Lopmon, e Henry
«Aki!
Lei…io…debbo assolutamente parlarle!
Sentite…non
può finire in questo modo, in una maniera o
nell’altra io
devo cercare di-» ma una vocina echeggiò
«Guardaaaaaate,
calùùùùùù!!!»
Il dito
del piccolo Calumon puntava ai piedi di un albero, dove alcune scariche
rosse infierivano su un corpo già fortemente compromesso
«A-Ahhh!...»
|
Ritorna all'indice
Capitolo 31 *** Il male di Ryo ***
31°puntata DT2
Crematormon era stremata, e i suoi congegni stavano cedendo. Questo
provocò però un propagarsi della scarica
attraverso il
terreno, che iniziò a tremare «Che
succede…?!» fece Rubymon, e Calumon
spiegò
«La digievoluzione mossa dal rancore si sta disgregando,
presto
tornerà a rivestire il suo livello intermedio,
calù!» sicché Rika «Ma
allora, se è
così, perché la terra
trema!»…«Calù! E’
una
controindicazione: quella digievoluzione era sbagliata e ha messo a
dura prova il sistema! Tutto il settore forestale ne sta scontando le
conseguenze!» Henry corse avanti «Mi spiace ma non
posso
lasciarla in questo stato! Terriermon! Se tu puoi aiutarmi
io-»
ma quando provò ad avanzare «Ahhh!!» una
barriera di
carica rossa lo spinse indietro: improvvisamente il terreno si
spaccò, spezzando la corteccia dell’albero che
precipitò sulla Digimon a terra, la quale fu presto
inghiottita
da quel gorgo di distruzione «Non si può procedere
oltre,
è pericoloso, calù! Piuttosto se non ci
sbrighiamo
l’intero settore sarà
distrutto!!»…«Ma
io…» fece Henry provando impotenza e pena nel
vederla
scomparire…ma alle sue spalle Rubymon sussultò
«Jeri!!» e anche Rika
«Renamon!!» così
Ryo «E anche Beelzemon, ricordate? E’ stato
colpito!»
Henry si volse di scatto «Cosa?! Loro sono ancora
qui?!» e
Suzie «Dobbiamo rintracciarli, e subito! E poi dobbiamo
fuggire
da qui!» Rea invitò i compagni «Coraggio
ragazzi:
andiamo!» e tutti annuirono.
Jeri con
apprensione cercava tra quei cespugli e quei rovi, quando
d’un
tratto «…uh? Ma che succede, perché la
terra sta
tremando?!...c’è una scarica elettrica che avvolge
le
piante!» Renamon che balzava nello scenario circostante
affermò «Avverto una distorsione dello spazio che
ci
circonda!»…«Oh no, e cosa si fa se non
troviamo
Beelzemon in
tempo?!»…«…è
vicino…lo sento, è da queste parti!»
atterrando in
un agile scatto. Jeri le si aggrappò «Per favore,
Renamon,
conducimi da lui!»…«Jeri.» la
fissò la
volpe dagli occhi sottili «Oh…?» e la
ragazza
arretrò come avvertendo un’impercettibile
minaccia. Ma la
Digimon le parlò con quieta fermezza «Toglimi una
curiosità: perché hai rifiutato di biodigievolvere
con
lui quando è stato il
momento?»…«Io…!»…«Beelzemon…è
un Digimon dalle straordinarie potenzialità, lo conosco:
protetta dal suo involucro non avresti corso alcun pericolo. La vostra
unione…di sicuro avrebbe dato vita a un Digimon molto
potente.»…«…questo lo
so…!»
cercò di spiegare Jeri, in visibile difficoltà
«…però non è mai facile, per
noi domatori,
compiere scelte del genere!»…«Che cosa
c’è di difficile…?!»
arretrò la volpe
spiazzata da quel commento, e Jeri affermò con decisione
«Voi Digimon siete sotto la nostra
responsabilità!! Questo
non riuscite a capirlo, ma qualsiasi cosa possa
succedervi…»…«…Jeri:
era esattamente
questo che intendevo. Ascolta, io…comprendo e rispetto i
tuoi
timori scaturiti dal passato. Tanto più un passato in cui
Beelzemon ha avuto una parte…
…decisiva…»
scandì…e lo sguardo di
Jeri si abbassò «Ma ti sbagli nel dire che voi
siete
responsabili per noi, al contrario: quando ti ho chiesto cosa
c’è di complicato mi riferivo semplicemente al
fatto…che biodigievolvere significa affidarsi a noi, e
lasciarsi
guidare. E in questo caso permettimi di dirti che
Beelzemon…più di una volta ha dato prova di esser
disposto a sacrificare anche la vita, se questo può servire
a
proteggere te: la sua domatrice.»
Jeri
abbassò lo sguardo «…io so
tutto...»
mormorò intensamente
«…però…
…!!...» ma Renamon la guardava fissa, quasi a
voler bucare
quel velo di distanza con i suoi occhi penetranti «I nemici
sono
agguerriti: la squadra ha bisogno di nuove ed efficaci combinazioni.
Approfittane: voi due potete già biodigievolvere, magari io
potessi fare altrettanto.» attirando l’attenzione
di Jeri,
e muovendo lenti passi «Sono dieci anni che non biodigievolvo
con
Rika e non so dire quando e sé potrò riprendere a
farlo.
Questi processi sono casuali…e possono incidere tanti
fattori…» abbassando lo sguardo
«…comprese le
nostre sicurezze…e la nostra motivazione: aspetti che non
vorrei
mai compromettessero la mia domatrice, ma purtroppo non
ho…alcun
potere al riguardo. Tuttavia lo hai visto…
…i nemici
irridono i nostri attacchi ormai densi di storia quanto privi di
efficacia: sono mosse emblematiche ma ormai superate dalle nuove forme
di battaglia, se i Digivice del Futuro sono nati…»
mentre
Jeri raccoglieva il suo, decorato con la ruota dentata, e lo fissava
sull’eco delle parole di Renamon
«…è
perché Digiworld richiede una nuova generazione di
battaglia:
una domatrice come te, e un Digimon come Beelzemon, potrebbero esserne
la punta di diamante!»…«Ah!!...lo credi
davvero?» sussultò la giovane domatrice, e Renamon
che le
dava le spalle «Ne sono assolutamente sicura: tutti noi
vostri
compagni, sia Digimon che umani…contiamo tantissimo su di
voi,
sappi che ci siete
indispensabili!»…«Ah!»
…quella parola penetrò nel cuore della giovane,
che
fissò il suo Digivice
“Indispensabili…non avrei mai
pensato che qualcuno si sarebbe riferito a me con questo termine:
forse…?” rivolgendo lo sguardo verso
l’alto
“…è vero, finora mi sono
trattata come un
elemento superfluo. Sto permettendo alla mia diffidenza verso la
biodigievoluzione con Beelzemon di tenermi fuori dal gioco quando in
realtà…basterebbe che mi rendessi conto di quel
che siamo
in grado di realizzare insieme: mi sentirei più
sicura…e
di certo la squadra ne gioverebbe. Debbo mettermi in testa di superare
i miei preconcetti…da questo momento devo familiarizzare con
Royalmon!” ma d’un tratto Renamon
«Uhm?!» si
volse come colta da un’intuizione «Che ti succede,
Renamon?»…«Ho sentito
qualcosa…è lui!!
Da questa parte!!»…«Oh!!...»
Jeri ripose il
Digivice. E si impegnò nel non facile compito di tenere il
passo
della volpe dorata…
…il
terremoto intensificava nel settore forestale, quando Renamon
trasalì di fronte ad un cumulo di alberi spezzati a
bloccarle la
strada. Jeri arrivò poco dopo «…ahh!
Beelzemon
sarebbe…là sotto?!» chiese
improvvisamente
impaurita.
Ma d’un tratto
una voce familiare, seppur stremata
«A-Ah…Jeri!...Renamon!!» Entrambe
sussultarono, e
quest’ultima esclamò «Ahh!
Beelzemon!!!»
piegandosi ai piedi di quel cumulo «Beelzemon sei tu, riesci
a
sentirmi?! Parla!!»…«Ahhh!...siete
qui!...meno
male!»
Jeri rimaneva
indietro, sentendo che il campo era stato preso dalla volpe digitale,
che affermò con voce scossa dall’emozione
«Aspetta,
ti tiro fuori subito!»…«Renamon! N-Non
preoccuparti
per me, io…!...sto bene! Sto bene, soltanto che è
successo…u-un piccolo inconveniente!»
Renamon
spalancò gli occhi di terrore «Ah…sei
ferito?!! Non
riesci a muoverti?!!» e scavava fra quei tronchi con
più
impeto, quasi volesse consumare i suoi artigli, ma lui «N-No
no!
Io…ti ripeto, sto bene, è solo che…ah,
ecco!
Finalmente, mi hai liberato! Ora…esco, se ce la faccio!
Dammi la
mano…ti sarei grato!»
La sua mano
spuntò: ma nel più grande stupore di Jeri e
Renamon non
era la stessa mano: piccola, avvolta da un guantino rosso
«Ah,
ma…no, forse no, non serve! Ce la faccio da solo, eccomi,
eccomi
qua!»
Jeri
indietreggiò, scuotendo il capo. Quando vide, un
po’
malconcio e col bianco visetto coperto di graffi, quel folletto viola
dalle lunghe orecchie piegate emergere dalla matassa di tronchi, e
spolverarsi i legnetti di dosso con movenze vagamente feline,
così come i suoi grandi occhioni verdi, simili nel taglio a
quelli dei gatti, ma non di certo nell’espressione
così
ingenua di quel momento attuale, che sembrava aver preso il posto di
un’antica sfumatura di furbizia. Impmon era tornato
«Beh…che
c’è…?» chiedeva con
quella voce simile alla sua controparte adulta, ma forse un
po’
più nasale e meno ruvida «Perché mi
guardate in
questo modo…?» e ancora si spolverava a
mo’ di gatto
le pagliuzze dalla testa.
«No…!» indietreggiava Jeri, come colta
da
un’improvviso disorientamento «Non può
essere…!!»
Lui ne
incrociò lo sguardo
«…Jeri…?» con
interrogativa, bisognosa ingenuità. Ma lei ogni secondo era
più incredula e sconfortata…tanto che non
udì in
un primo momento le voci degli altri, che accorrevano
(«Jeri!!»…«Renamon!»…«E’
tutto a posto, venivamo a cercarvi!!»)…tanto era
impegnata
ad esclamare «No…!!...lui nooo…!!...
…vi prego, qualsiasi altra cosa ma lui
no…!!»
E Impmon «Jeri…ma…?»
Fu allora
che Jeri fu distratta «Jeri!» da una mano che le si
appoggiò sulla spalla «Oh?!...
…Henry…!» si illuminò di
sollievo, e
commozione il volto della domatrice «Come stai, cara
amica…?»
«Henry…!!» si aprì di gioia
solare anche il
visetto di Impmon «Ma allora è salvo, ce
l’avete
fatt-ahhh!» ma strinse i denti quando provò a
camminare:
aveva la gambetta ferita.
«Renamon!» Rika arrivò di corsa ma
quando la vide in
ginocchio di fronte a Impmon si arrestò e invitò
anche i
compagni a trattenersi.
«Renamon,
ti dispiace?» chiedeva quel gentile folletto viola
«Mi
piacerebbe salutare Henry, ma non riesco a
raggiungerlo.»…«O-Oh…sì…aspetta,
adesso…ti aiuto io…!» ma quando lei si
protese per
afferrarlo, ebbe un attimo di esitazione che sorprese lei stessa
«Oh?» Dunque provò di
nuovo…ma quando si
trattava di sfiorarlo le sue zampe tremavano, non riusciva a
raccoglierlo e dal suo sguardo sembrava quasi…una questione
di
rispetto. Ma lasciava in dubbio il piccolo Digimon «Che cosa
ti
succede…? Tanti anni fa mi raccoglievi…con la
più
estrema
facilità!»…«…è-è
che erano anni…che non ti vedevo così,
io…»
ma le zampe si ritiravano spontanee, sfiorando le labbra «Non
ci
riesco, mi dispiace!» d’un tratto Renamon si volse
e si
allontanò in profonda difficoltà, non
accorgendosi
neanche di Rika «Renamon…» che le aveva
sfiorato il
pelo quando l’aveva costeggiata. Renamon procedette oltre.
Impmon abbassò lo sguardo
«…è comprensibile,
forse si era abituata a vedermi adulto, aveva scordato quanto fossi
brutto in realtà!»
Ma nei
pensieri di Renamon, che tremava “Rivederlo così
è
un tuffo nel passato, i-io…! Non riesco a prenderlo come si
fa
con un bambino: le emozioni affiorano…lo amo ancora di
più!!!”
Fu quando
udì lo sforzo del tenace Impmon «V-Va bene! Anche
se
nessuno mi aiuta…u-un passo alla volta-ahhh!»
…che
Renamon ebbe un sussulto, il cuore le sembrò fermarsi per
qualche istante, sicché si volse e corse da lui
«Oh?!»
Sollevandolo e
stringendolo a sé come la cosa più cara, versando
lacrime
su di lui «O-Oh, Renamon…andiamo!»
“Amore
mio…!!...mio sogno…di un tempo
felice…!!”
esclamava dentro di sé la volpe digitale. Rika li guardava
con
tenerezza. E lui aprì gli occhi per salutarla
«Ciao,
Rika!» Lei sorrise «…a volte fa piacere
rivedere
volti assai noti. Bentornato
Impmon.»…«Grazie! Oh?
Volevo…salutare Henry!» al che Renamon
realizzò
«Sì sì,
d’accordo…» asciugandosi
le lacrime.
Jeri
sfiorava il volto di Henry «Sei salvo…abbiamo
avuto…molta paura per
te.»…«Grazie…» lui
le prendeva la mano
«E io sono tanto felice di rivedere tutti voi, mi sembra
come…essere improvvisamente tornato nel
passato.»…«E non hai ancora visto tutto,
Henry!» parlò Rika affermando «Guarda
che sorpresa
abbiamo per te, in esclusiva per il tuo ritorno: saluta,
Impmon!»…«Henry!!»…«Oh!!...
…Impmon!!» sorrise il ragazzo…al quale
il Digimon
tese le braccia come un bambino (mentre Jeri si distanziava, mostrando
evidente disagio) «Sono così felice che tu sia
salvo!» ed Henry, che aveva suo figlio in braccio, ebbe
qualche
secondo di difficoltà nel fronteggiare il balzo espansivo di
Impmon, ma alla fine li sorresse entrambi, uno vicino
all’altro
«Come sei cambiato…» diceva Henry
«Davvero? Tu
trovi?»…«…però ti
trovo bene. Quanti
ricordi…eh, Impmon?»…«Eh
già!»
replicava Impmon a cui brillavano gli occhi
«Benji!»
chiamò Henry, e suo figlio scontrò il visetto con
quello
vicinissimo del folletto digitale «Questo è un
altro dei
vecchi amici del tuo papà: si chiama
Impmon.»…«Ciao…piccolo Benji.
Ora siamo quasi
delle stesse dimensioni! Ahahahah!»
«Uhmuhmuhm!» sorrideva anche Henry vedendoli
afferrarsi, e
prendere confidenza. Quando giunse anche Rea «E questo chi
è?? Un altro Digimon?! Ah no aspetta-aspetta-aspetta! La
descrizione calza a pennello! Lui
è…!!»…«E’
Impmon, Rea!»
disse Suzie, e Rea contenta «…è
Impmon!!!
Già, la forma primaria di Beelzemon!» con
Terriermon che
le si arrampicava sulla spalla «Ahahahhh!!! Impmon, quanto
tempoooo!!! Ti sei ridotto male amico mio: beh, cosa credevi? Di poter
fare sempre il bellimbusto motorizzato con noi tutti più
piccoli? Ah, scendi dal piedistallo: tocca a stare sullo stesso
livello!»…«Eh già!»
replicava Impmon,
rivelando buon carattere «Devo ammettere che era parecchio
tempo
che non mi sentivo…a-ahhh, così però
è una
sensazione piacevole! Se…questo mi permette di stare in
braccio
ad Henry: anche lui è tornato, è un modo di
sentirci
tutti…un poco più a
casa!»…«…sì,
è vero. Hai
proprio ragione.» disse Henry profondamente affine a quel
pensiero. Rea sembrava provare simpatia istantanea «Ah,
comunque
non hai scuse: adesso giochi con Benji! Guarda, ti ha scelto senza
dubbio come suo nuovo compagno!»…«Certo!
Con molto
piacere ora che posso.»…«Henry toglimi
una
curiosità.»…«Sì?»
fece lui e la
moglie chiese «C’era anche lui in quel famoso
giorno al
campeggio, no?»…«Come no!»
Rika
era vicina a Renamon, che nascondeva il suo volto sopraffatta da un
pianto emotivo.
L’unica che si estraniava da quel momento di festa era Jeri
«…accidenti, doveva regredire proprio adesso?! E
ora come
facciamo per la biodigievoluzione? Se è sceso fino a questo
livello vuol dire che ha perso molte energie…ma a qui
nessuno
sembra importare niente, tutti pensano unicamente a rievocare il
passato quando quel Digimon che chiamano “vecchio
amico” in
realtà…!!» rimarcando non priva di
stizza, ma
qualcuno le raccolse le mani «Come
stai…?»…«Oh!»
facendo sobbalzare il
cuore della bella domatrice «…
…amore…!» disse lei in un sussurro
quando lo vide,
e lui le sorrise «Hai visto…? Abbiamo ritrovato
Henry!
E…da quel che vedo Beelzemon è regredito, ah che
effetto
che mi fa rivedere Impmon! Sembra quasi…un segno,
è come
se volesse dire che stiamo…ripartendo
dall’inizio!»
ma lei gli lasciò le mani, allontanandosi istintivamente di
qualche passo «E con questo si intende che dobbiamo cibarci
di
nuovo
quell’incubo?!»…«Oh…?»
rimase male il ragazzo, quando Jeri «Ah!»
inavvertitamente
sbatté contro «Ops!»
Cindermon…non vi fu uno
scambio di parole fra le due perché la Digimon si
affrettò ad allontanarsi, ma non senza sottolineare con
oscillazione della mano (e occhiata rivolta a Takato) il livello di
tensione creatosi.
Nel frattempo
«…bentornato,
Henry.»…«Oh?...Renamon…
…no, ben
ritrovata a te…credimi, è un piacere, non
immagini
quanto…» allungando mani emozionate e sfiorandole
il pelo
«Grazie per quello che avete fatto. Rivedendoti in azione mi
accorgo…che sei più bella di dieci anni fa, lo
sai?» con Rika dietro la Digimon, che scherzava
«Ah, dai
Henry ora non fare ingelosire tua moglie, sei un uomo sposato: il tempo
dei domatori incantati è
passato!»…«Di una
rivale come Renamon confesso che avrei un po’ di
paura!» si
divertì un po’ Rea con eco di Suzie «E
come darti
torto!»
Henry aggiunse
«Come stanno i tuoi figli? Mi piacerebbe rivederli, e
poi…ora che siamo a Digiworld, sarei contento di poter
conoscere
tuo marito.» ma la Digimon indietreggiò
sfiorandosi le
labbra in una fitta di dolore interiore di cui il ragazzo
sembrò
accorgersi all’istante «Ah…»
ma sua moglie gli
sussurrò all’orecchio «Fra loro due
è
accaduto qualcosa: non abbiamo ancora capito bene.» Rika
prese
con sé la sua Digimon, spiegando con calma ad Henry
«Ci
sarà tempo, ora, per tutte le dovute presentazioni. Vieni,
Renamon…» quando una voce acuta
echeggiò
«Iiiiiiiiiiiiiiiiiimpooooon!!!» e il suddetto
folletto
balzò a terra «Ahah! Calumon! Eccomi qua, puoi
vedermi:
tutti e due combinati nella stessa
maniera!»…«Calù!»
piegò la testa
il Digimon dagli occhietti pieghettati, ed accennò con
cordialità «Vuol dire che se il destino mi ha
tolto
Guilmon come compagno di giochi…ora mi ha restituito
te!»…«Eh già!
Adesso…le dimensioni ce
le abbiamo per giocare come un tempo! Basta solo un’assestata
al
cuore, ma i presupposti non ci mancano,
amico.»…«Calù.»
replicò con un
occhiolino. Era d’accordo, ed aveva le orecchie dilatate come
quando era contento.
LadyWizardmon
era rimasta poco distante, e fissava in un’assorta
sospensione
Impmon, il cui sguardo «O-Oh…?» si
incrociò
col suo per qualche istante.
Takato intanto
si avvicinava a Jeri «…ti prego, perdonami amore,
non so
come abbia fatto a dimenticarlo, forse…è stata la
gioia
per aver ritrovato Henry! Mi ha illuso di poter tornare…a
quel
tempo a cui ho tenuto tanto.» ma lei, seppur dallo sguardo
basso
e insicuro, gli prendeva la mano e gli parlava con dolcezza
«Ma
no…tu non hai nessuna colpa! E anch’io, credimi,
sono
tanto…tanto felice che Henry…adesso sia qui,
assieme a
noi, e che possa ricominciare al fianco della sua famiglia!
E’
solo…che…dovete avere pazienza, e comprendere
che…quel periodo che per voi è stato
così bello e
importante, per me invece è stato
terribile…!!»…«Lo
so…non potrei mai
dimenticarlo.» lui le si fece vicino. Si guardarono negli
occhi
«Però, Jeri…anche tu devi capire me e
cercare di
realizzare che allora, se sono stato tanto felice era
perché…
…c’eri
tu.»…«Oh?» (canzone: Laura
Pausini - You are)
«…eri sempre a un passo da me, vicina tra i banchi
di
scuola, compagna di mille avventure, io…mi sentivo il
bambino
più felice del mondo, ogni secondo era
un’occasione per
conquistarti! E poi, anche nel pericolo…»
scaldandole
quella mano fredda e insicura, benché la sua fosse ritornata
umana e non godesse più del fuoco digitale
«…era
un’occasione per salvarti. Tutto mi concedeva
un’opportunità per avvicinarmi…alla mia
bambina
preferita! Alla mia…dolce ossessione infantile!»
Lei fu grata e
commossa per quelle parole, e gli carezzò il viso
«Takato…
…dimmi,
ma come hai fatto ad innamorarti di me…? Io sono…
…! Uhm…non…
…so bene
come spiegartelo!»…«Perché
non devi! Io ti
amo così come sei!!»…«Ma io
non sono quella
che tu credi!...
…io non
sono una bambina perfetta…io non sono buona, dolce
e…
…uhm,
ahhh…non so, forse è per via del mio aspetto! Tu
credi
che corrisponda a ciò che sento dentro ma se
qualcosa…soltanto…
…ti
permettesse di vedere…chi sono in
realtà.»…«Io non ho bisogno
di
vedere.»…«Uh?»…«…io
ti
conosco. Ti conosco da tanti anni, amore mio. Sono tanti anni che ti
amo. Io…
…ho trascorso mattine, pomeriggi!...
…notti, a
pensare a te. Mi interrogavo in silenzio sulle tue
difficoltà e
le tue esitazioni.»…«…e che
ne traevi?»
chiedeva lei tra la gratitudine e un po’ di amaro scetticismo
«Sei riuscito a dare una risposta a quei questiti che io
stessa
stento a decifrare?!» e stava per andarsene, ma lui la
trattenne
«Mi sono convinto…che ogni sfida è
superabile per
mezzo dell’amore. Hai visto Rea ed Henry, oggi? Sono riusciti
a
dar vita a un Digimon…grazie alla forza del sentimento che
li
lega!» ma Jeri si volse a guardarlo negli occhi
«Takato…tu però hai un’altra
Digimon…!»
(Cindermon orecchiava
qualcosa e accartocciava l’espressione, esprimendosi poi in
una
rotazione della mano come per dire “Ma questa è
matta?”)
«Oggi ti osservavo, tu
è con lei, è grazie a lei che dai
vita…»
sfiorandogli di nuovo la guancia «…ad una
creatura…così bella…
…quando
biodigievolvi…mi togli il
fiato…»…«E
tu…?»…«Oh!»…«…oggi
perché non mi hai mostrato il tuo aspetto durante la
biodigievoluzione? Ero…tanto curioso!» ma lei si
volse di
scatto «No,
ma…!»…«…sai che io
non solo ti amo come persona…e ti apprezzo come ragazza! Io
ti
stimo come domatrice, credi non c’è nulla che mi
esalti di
più che pensarti…quando sei in battaglia! Tu sei
la mia
eroina: quando mi omaggerai, con il regalo di vederti finalmente che
biodigievolvi…?» chiese quasi come una supplica,
mossa
però dall’amore e la grande considerazione per il
ruolo di
lei, la quale si trovò interdetta
«O-Ora…però non si può, hai
visto che
maledetto incidente è successo! Beelzemon è
regredito,
e…ora di sicuro impiegherà molto, moltissimo
prima di
recuperare le energie necessarie alla
biodigievoluzione!»…«Se avrà
te accanto di
sicuro i tempi saranno stretti: tu sei la
migliore!»…«Ah!...lo…
…pensi veramente? Non lo dici…solo
perché sai che
non ho avuto fortuna, come domatrice?» ma negli occhi del
ragazzo
si leggeva serena spontaneità «Io sono sempre
sincero con
te, Jeri…
…il
mio amore è uno specchio, e tu puoi leggerlo dai miei
occhi…»
Lei non smetteva
di carezzare quel viso caro «…io sono stata
fortunata…troppo. Tanto che a volte penso
che…!» e
gli diede le spalle, ma lui le si accostò con dolcezza
«Jeri, andiamo…!...
…tutto è incredibilmente simile a dieci anni fa,
mi
sembra di risentirti…quando cercavi di convincermi che non
eri
buona realmente, poiché non eri mai riuscita ad accettare la
tua
matrigna.» la ragazza deglutì e rivolse al cielo
la sua
malinconia per quei ricordi «Ma io sapevo che erano
solo…sensi di colpa
eccessivi.»…«…il
D-Reaper non la pensava così, a quanto
pare…» disse
Jeri fra le lacrime, ma lui «Il D-Reaper mentiva. Era una
macchina che non possedeva un cuore: e non poteva riconoscere, con i
suoi dati e le sue statistiche…di aver rapito la ragazza
migliore al mondo. La principessa più bella…e
buona che
ci
sia…»…«Takato…»
ma lui la
baciò prima che potesse aggiungere altro, prima che potesse
confessare…quel vortice di timori che le scuoteva il cuore.
Ma
il bacio di lui scioglieva ogni ghiaccio, e l’amore che lei
provava era così intenso che non poteva fare a meno di
lasciarsi
andare, tacere e contraccambiare (Cindermon li guardò e
canticchiò «…e vissero tutti felici e
contentiii…ih! Va, fammi andare a toccare le orecchie di
quell’Impmon!»)
A
spezzare quel bacio giunse il terremoto «Ah, che
succede?!»
fece Jeri spaventata, e Takato «Dimenticavo che dobbiamo
andarcene di corsa, il settore è a rischio!»
Terriermon li raggiunse «Presto, che ricomincia anche
più
forte di prima!! Dobbiamo raggiungere il
fascio!!»…«D’accordo!»
fece Jeri ma poi,
un po’ spiazzata, non sapeva bene dove correre quando lui
«Dammi la
mano.»…«Oh?» le
offrì
il suo aiuto…e il suo sorriso per procedere assieme, lei la
accolse come sempre tra l’affetto e il timore.
…sotto le scosse e le scariche, quella foresta sembrava
capitolare «Cosa ne sarà adesso, del settore
forestale…?» si chiedeva Rea prima di saltare nel
fascio.
LadyWizardmon commentò «Non possiamo saperlo:
quando un
settore va in collasso…sopraggiunge il subbuglio digitale, i
dati si mischiano. Alcuni luoghi si salvano, grazie alla resistenza dei
suoi abitanti.
Altri…purtroppo…»…«…abbiamo
fatto così tanto per cercare di
salvarlo…» disse
Rea con un po’ di rimpianto negli occhi, così come
suo
marito accanto a lei. Ma l’insegnante digitale disse
«Lo
so, ma che ci possiamo fare…? Soffermarci su ciò
che non
siamo riusciti a salvare…non serve a nulla. Piuttosto adesso
dobbiamo pensare davvero seriamente a quanto è ancora
recuperabile.»
Gli
sguardi di Rea ed Henry si fecero assorti dinanzi al crollo di quegli
alberi…dopodiché lui invitò
«…andiamo, amore mio.» avvolgendola in
atteggiamento
protettivo, e lei «…sì.»
LadyWizardmon, con un ultimo sguardo allo scenario, si
incamminò
nel fascio col suo passetto un po’ goffo.
La colonna
di energia li accolse svanendo lontano…prima dello spaccarsi
della terra e l’eruttare delle scariche, che non avrebbe
lasciato
alcuna speranza di sopravvivenza (fine-canzone)
Due mani
femminili dallo smalto mimetico raccoglievano lentamente un cappello
con un velo nero…
…posando
il berretto, e indossando questo «…un minuto di
silenzio
per la tragedia al settore forestale, prego: sono una
domatrice…
…che ha
appena perso la sua Digimon, sigh! Una come me ha bisogno che tutti le
siano intorno: un po’ di sostegno umano!!
Ouuhhh…sniff!» tamponandosi gli occhi con un
fazzoletto
«Comunque…» aggiunse con voce flebile e
affranta
«La funzione-spia dell’Ipad
funziona…anche troppo
bene Ufomon!!! Oouuhhh, ohohohohoh!...
…oh?!»
Violetta
si arrestò dal suo “pianto” vedendo sua
figlia di
spalle. Sicché scese dal trono di rocce accatastate
«
(Scivolooo! Ohp!) » e le andò vicino, ma questa
sembrò scansare quelle premure
«Ohhh…!»
Ufomon stringeva
i denti per non piangere, ma i singhiozzi bussavano alla porta del suo
petto «Povera piccolina, lo so, capisco quello che provi in
questo momento: eri molto affezionata a
Muskmon!»…«…non voglio parole
di
compianto.»…«Ma io non sto facendo alcun
compianto,
Ufomon! Anzi!» recuperando spirito…con una certa
fretta
«Se dovessi proprio essere sincera io credo che in fondo le
cose…hanno preso la piega che dovevano prendere, almeno in
questo modo lei la finirà di soffrire per amore e noi la
finiremo di soffrire…per la sua presenza, che ha contribuito
al
disfacimento della nostra famiglia per giunta, già che tu ed
io,
assieme pure a tuo fratello…E ALL’INSEGNANTE DI
RIPETIZIONI sottolineiamo bene, per fortuna ancora resistiamo!! No
perché qui guarda io non so più come va a finire
anzi
comincio a vederlo!»…«Mamma…
…ti pregherei di mettere un freno alla tua mitraglia di
stupidaggini…!!...» scandiva la piccola aliena con
sguardo
fiero, ma la madre era come se fosse sorda «Ufomon, piccola
mia,
mi si spezza il cuore nel vederti così!» e
incurante dei
sospiri della figlia, cercava a suo modo di consolarla
«Ma…cerchiamo di vedere le cose sotto la luce
migliore:
che Muskmon sia perita…è un bene! Non ci amava
mi-ni-ma-mente, tanto che ci ha traditi e se n’è
andata
per cavoli suoi: oltretutto dimenticando TUTTO QUELLO CHE ABBIAMO FATTO
PER LEI, queste sono proprio…le Digimon di oggi:
opportuniste e
infide e tu, e tuuu, signorina!» picchiettandole sulla
spalla,
anche se a lei dava fastidio «Non devi provare compassione
per
lei!»
Ufomon rimase
immobile, con atteggiamento orgoglioso…mentre Violetta le
sussurrava all’orecchio «Tu devi
odiarla…!...
…devi maledire il suo ricordo, lei era soltanto
un’amica
falsa, ti circuiva con affetto e premure unicamente per capire i
segreti…della tua bellezza, sapeva che saresti diventata una
Digimon più affascinante di lei e voleva spodestarti: era
crudele e malvagia, e tu, tu Ufomon, che sei una ragazza di carattere e
con le unghie affilate devi graffiare, così! Tutti quelli
che
vorranno essere migliori di te, più forti, più
potenti,
più ambiziosi, devi ridurli a brandelli! Hai presente? Ih,
ihihihihihihi! Come la tua gattiiina! Come fa Scratchmon quando tu ti
avvicini a lei? Ti punta la mano e…ZACCHETE! Te la agguanta
con
una bella zampata: e tu altrettanto cara, devi essere astuta e
spietata, sempre, ogni giorno di più!»
…ma nascosta nel buio sotto le colonne spezzate, una gatta
nera
versava lacrime sconsolate «…no,
Muskmon!...»
«Uhmuhmuhm! Andiaaamo, fammi un sorriso, presto miglioreremo
il
nostro umore…cambiando canale su questo benedetto Ipad e
dando
un’occhiata a cosa stanno facendo quei ridicoli pagliacci al
campo indefinito! Ho preparato…» estraendo un
pettine e
scorrendoglielo con fare amorevole tra i capelli, parlandole con tono
candido «…una sorpresa meravigliosa per
te…ti
farò acquisire un Digimon strabiliante come Guardianmon in
persona, diventerai più bella e avvenente che mai: tutti i
Digimon ti correranno dietro…! Non dirmi…che non
sarai in
grado di apprezzare questa gioia perché sarai ancora triste
per
Muskmon.» ma la figlia la spinse via di colpo «Ah,
quante
volte sono costretta a ripetertelo,
mamma?!!»…«M-Ma
cara!»…«BASTA, PIANTALA TI HO
DETTO…
…!!...» la fissava quasi con odio, non volendo
concederle
quelle lacrime che tratteneva salde negli occhi «Non mi vedi,
per
caso…?...!!...
…sono un’ADULTA…non sono più
una bambina,
non ho bisogno di essere consolata!! So benissimo, PERFETTAMENTE chi
era mio amico e chi no, chi devo ricordare e…!!!...
…c-chi invece devo maledire, lo so, LO SO!»
portandosi le
mani al capo e stringendosi le orecchie «Non
c’è
bisogno che nessuno me lo dica!!...» per poi tornare a
fissare la
madre con rancore «Le moine e le consolazioni risparmiatele
per…
…Gravemon, per lui, che è ancora un bambino
piagnucoloso
e…lo senti?! Senti? Sta gemendo! Figurati quando
saprà di
Muskmon che…I-INUTILE SCENA PIANTERA’ se
già tanto
mi dà tanto con quella STREGA che gli hai affibiato per le
ripetizioni! LUI è quello piccolo,
i-io…!!...ormai sono
una donna, e presto sarò molto, ma molto più in
alto
persino DI TE, quindi fammi il favore di starmi qualche palmo alla
larga!» girandole le spalle.
Ma
Violetta ne sorrideva, scostandosi la frangetta “Non
c’è che dire, è proprio nelle mie
mani!”
avvicinandosi a lei e sfiorandole la spalla «Ufomon,
cara!»…«Ahhh, ma allora non ci
senti!...» la
scansava la piccola, ma…già con meno convinzione
«Non credere, ti sento, strilli abbastanza: e mi fa piacere,
anche che ti ribelli contro di me, è normale, vuol dire che
stai
venendo una ragazza con le ossa. Mi raccomando: sempre in gamba!! Da
adesso in poi…via tutte le foto e i poster di Muskmon dalla
tua
stanza, è tempo di cambiare
aria!»…«Di queste
cose mi occupo io, se non ti
spiace!»…«Ma-Ma
amore…! Andiamo che figura faccio se al castello vedono che
ti
tieni in camera i poster DELL’AMANTE DI TUO PADRE, lei ormai
è morta: e lui, se ancora non lo è spero
vivamente che
incappi in…hai presente? Un bello sciame di quei Digimon
insetti
molto affamati, spero che se lo spartiscano a dovere come tu e Gravemon
non siete riusciti a fare solo per colpa di quei fastidiosi Digimon
Tamers…» ma a quel punto Scratchmon non ce la fece
più, scattò in corsa e allungò la
zampa contro
Violetta «AAAHHHH!!!» rifilandole un graffio niente
male
«M-MA INSOMMA PRIMA CITAVO TE E LE TUE UNGHIE COSI’
PER
DIRE, MICA HO DETTO CHE MI DOVEVI GRAFFIARE?! ScratchmoooOOOon! Ma che
modi sono?! T-TORNA IMMEDIATAMENTE QUI!» ma Ufomon la riprese
«E datti una calmata: poi ti preoccupi per la figura che fai
a
palazzo!! Vado in camera
mia…»…«M-Ma cara
dobbiamo guardare
l’Ipad!»…«Guardatelo da
sola, se permetti io non ne ho voglia: ho molti altri interessi, che
seguirmi un noiosissimo eccidio fra domatori e Digimon!»
Violetta
restò impettita «…è
un’impertinente…
…però in realtà è tutta
apparenza, aveva
DUE LACRIMONI appostati qua che non aspettavano altro che uscirsene, e
finché è così! Uhmmmm!»
lanciando via il
cappello nero ed indossando di nuovo il berretto
«…è tutta da impastare: se solo non ci
fosse quel
dannato gatto…ad origliare sempre QUASI COME CAPISSE
CIO’
CHE DICIAMO…
…ma che mi preooooccupo, è soltanto un gatto e
poi!...
…durerà poco…»
mormorò,
scivolandosene poi con scatto giovanile sul trono di rocce, come si fa
con un morbido divano, e raccogliendo l’Ipad con
l’espressione di chi si sintonizza su un programma rilassante
e
spiritoso.
Ufomon versava
lacrime nel buio, emettendo deboli ma tristi singhiozzi. Scratchmon con
lo sguardo in pena si avvicinava a lei
«…Ufomon!»…«…
…non ti
ci mettere anche tu, Scratchmon…» sussurrava la
bambina
senza guardare quella gatta che, facendole le fusa, le rivolgeva
sguardo preoccupato…eppure la piccola aliena non sembrava
realmente risentita con lei «…almeno tu…
…rispetta
il mio orgoglio…accetta la mia persona, non fare come lei,
che
vuole solo plasmarmi come una sua copia: io…
…sono una
creatura autentica. H-Ho una mia volontà e dei sentimenti
solo
miei, non sono…una marionetta che le
appartiene.»…«…Ufomon,
vogliamo allora
parlare di chi sono io…? Ascoltami!...
…ti prego
è importante, io…non sono quella che tu pensi,
devi
ascoltarmi! Ufomon!
Io…»…«…basta
Scratchmon…»…«Ma…!»
Ma le lacrime
della Digimon cadevano sul pelo nero della gatta
«…guarda…cosa mi combini se mi fai le
fusa: finisco
a un passo dall’impazzire…
…e
mi sembra di sentirti parlare! Mi sembra che tu abbia la
voce…d-della mamma che io desiderei avere, al posto di
quella
che ho!»...
«…Ufomon io…»
…mentre
Violetta distoglieva lo sguardo dall’Ipad per riprendere quel
cappello nero…e fissare nel vuoto
“Muskmon…quella
sciocca è di certo perita: in questo momento dovrei forse
provare…
…dolore! Lei è stata la mia Digimon…io
ero la sua
Digimon Tamer predestinata! Lei mi ha aspettato, fino al giorno in ci
sono arrivata a Digiworld…e l’ho
raggiunta.”
avanzando tra le rovine della sala del trono “Era una
Digimon…
…la
MIA Digimon…ora dovrei soffrire, e versare lacrime ancor
più di come fa MIA FIGLIA…
…però non lo faccio. Per quale
motivo…?”
Nei
pensieri la sua voce suonava dura e metallica, così diversa
dal
suo consueto parlare festante “…molto
probabilmente
perché a differenza di lei, che è una Digimon
bambina, io
sono grande…e ho capito da molto tempo quali sono i
sentimenti
che veramente prevalgono, lungo il cammino della vita: odio, egoismo,
indifferenza…
…questi
sono i veri ingredienti della crescita, al di là di tante
favole. Frasi poetiche e giochi da bambini sono destinati a
consumarsi…”
…le sue unghie
da mimetiche si facevano nere come quel cappello, che si incendiava
nella sua stretta “…sopraffatti dal vento gelido
della
vita, che depaupera la loro luce fino ad eclissarla del tutto!! Andare
avanti con gli anni significa esclusivamente capire…che
nessuno
è mai sincero quando dice che ti ama!!” stringendo
un
pugno di rabbia e abbandonando i brandelli del cappello. I suoi occhi
erano sottili e ardenti di gelo “Questi mondi sono sorretti
da un
filo che si regge…sull’opportunismo e
l’inganno, ed
i miei figli sarà questa la realtà che
conosceranno!!
Voglio che si abituino...
…a
un mondo freddo e indifferente, così saranno tanto potenti e
agguerriti che mai nessuno!...avrà il coraggio di sfidarli.
L’amicizia…
…l’amore, il calore della famiglia, sono tutte,
nient’altro che illusioni, una per una…
…ciliegina sulla torta, l’unione fra Digimon ed
esseri
umani: nient’altro che cialtronerie inventate dalla tv per
illudere il nostro cuore infantile!!” riavvolgendo la sua
memoria
non spoglia da un gemito di sofferenza, il cui riflesso si intravide
nello sguardo “E noi…molti anni fa ci siamo
cascati in
pieno! Per poi non ottenere altro che cenere…
…i
miei figli…non avranno il medesimo destino: io per loro
cambierò tutto! Invertirò il corso di questi due
mondi…
…e
offrirò finalmente loro…quella realtà
che noi
avremmo tanto sognato! Ma che ci è stata negata…
…gli
artefici pagheranno fino al loro ultimo alito di vita!!!”
Pestando i resti
inceneriti del cappello nero con il suo stivaletto militare, e
stringendo saldamente l’Ipad tra le mani…
…Ufomon appoggiava il capo ad un cumulo di macerie, oltre il
quale sembrava udirsi la voce lagnosa di Gravemon.
«No, io…
…cosa sto facendo!» esprimeva la Digimon severa
con se
stessa «Non debbo chiedere aiuto a mio fratello, cosa ci
faccio
qui? Lui è anche più piccolo, e poi non sono
forse capace
di restare da sola in camera e togliere…tutte quelle
maledette
foto? E poi…i poster, buttare tutti i profumi! Non
sono…» stringendo un pugno di decisione
«…forse forte abbastanza per cancellare il ricordo
di una
cara amica?! Di una che…credevo tale! Come credevo che mio
padre
mi volesse bene!!» con voce sofferta, mentre Scratchmon la
chiamava «Ufomon, vuoi
ascoltarmi!!»…«ADESSO
BASTA!» (canzone: H
& Claire - You're a love song)
fece la bambina spazientita, tappandosi le orecchie «Ne ho
abbastanza dell’illusione di avere una gatta parlante,
Scratchmon
non è in grado di dire alcuna parola, è soltanto
un
Digimon da compagnia e sono io che debbo darle da mangiare, lei
è totalmente dipendente da me mentre io…!!...non
sono
dipendente da nessuno, né da mio padre, né da
Muskmon
né tantomeno…pfff, da mia madre, figurati, una
ridicola
buffona come lei, se ora vado in camera e incenerisco tutto
è
PERCHE’ IO LO VOGLIO!» muovendo un passo
«Ufomon! Ti
stai sbagliando! S-Se solo mi guardassi, se solo mi ascoltassi! Se
solo…
…ti
rendessi conto di che suono ha la mia voce! A chi
assomiglia!!»…«TACI, BASTA!! CHIUNQUE TU
SIA!!» si dimenava la bambina…e la gatta era
costretta a
ritirarsi sotto le rovine «TU NON ESISTI! E a
me…non
servono gli amici immaginari, né quelli veri!»
sfoderando
la sua antenna «Non sono forse dotata di potere
sufficiente…p-per carbonizzare, con questa antenna, ogni
ricordo
scomodo?! N-Non sarò anch’io, forse, dipendente da
qualcuno?! Oh nooo, io ne ho paura!!!» lasciando che
l’antenna le sfuggisse di mano, e per poco non cadesse sulla
gatta. Ufomon si spremeva il capo «Ho paura di affezionarmi
ai
ricordi, tanto tutti ti tradiscono in questo mondo!! Basta!! Ho preso
una decisione!!» recuperando
l’antenna…sotto lo
sguardo spaesato di Scratchmon «Distruggerò tutto
quello
che mi ricorda sia Muskmon sia papà, e una volta che
l’avrò fatto mi sentirò più
libera, e molto
più potente!!»…«No,
aspetta!!»
Scratchmon uscì allo scoperto, ma Ufomon scatenò
i poteri
dalla sua arma e «AAHHH!» poco ci mancò
che la
colpisse «NON SEGUIRMI, SCRATCHMON!...
…una
ragazza non ha bisogno della sua gatta in momenti del genere, CERTE
COSE DEVE FARLE DA SOLA!»
Così si ritirò.
E
l’istante dopo gli occhi della gatta rifletterono il bagliore
che
scaturiva dal liberarsi dei poteri dell’antenna
«Ufomon…
…è inutile, non mi ascolti.»
Piegò il
capo…era così triste il suo muoversi in quel
palazzo
distrutto, fra le colonne spezzate e i brandelli di stoffe bruciate.
Appoggiò l’orecchio alle macerie che confinavano
la
“sala di studio”, ma ne ottenne nuova delusione
«Gravemon…
…sei troppo piccolo per capire, e troppo fragile. Con
Muskmon ho
fallito, così come con voi. Non mi
rimane…più
nessuno, probabilmente sono destinata a scomparire fra non molto, ad
eclissarmi! Come un’ombra nera…» alzando
verso un
soffitto alto e crepato i suoi occhi umidi…
…mentre Violetta fissava l’Ipad, digrignando di
odio i
suoi denti «…uhm, ecco Guardianmon! La mia
preda…»
Fu allora che Scratchmon sussultò «Un attimo!...
…forse qualcuno c’è ancora che
può
ascoltarmi!...Guardianmon!! Lui…i suoi sentimenti,
io…
…li
ho conosciuti…quando ancora splendeva il sole, alto nel
cielo
azzurro…» tingendo di un’ultimo barlume
di speranza
i suoi occhi felini e malinconici «Guardianmon! Il suo
nome…suona come…
…speranza, devo farmi coraggio! Devo tuffarmi…nel
campo
digitale indefinito! Ma non ho paura se è il vostro pensiero
a
guidarmi!» scattando in corsa…per poi fermarsi un
ultimo
istante e guardarsi indietro «…bambini,
aspettatemi…
…è per voi che lo faccio! Per la vostra
felicità!
Ah!»
Diede
fondo al suo fiato, e al suo scatto agile come quello di
un’ombra.
La mano di un
ragazzo, seppur graffiata, si tendeva a raccogliere un cappello nero
«Ti fa molto male,
Kazu…?»…«…no
Guardromon, non preoccuparti…ho passato di
peggio.»
sussurrava il giovane «…sto bene.»
asciugandosi il
labbro un po’ spaccato, e procedendo su quelle rotaie con
sguardo
assorto ma ben fisso su un punto all’orizzonte «A
volte le
zuffe sono inevitabili, no? Anche fra amici
storici…»…«Oh…»
rimaneva un
po’ interdetto il Digimon, ma in fondo si fidava.
Kazu si
preoccupò anche di raccogliere gli occhiali a terra, e
controllarli prima di porgerli all’altro
«…non mi
sembra che si siano piegati. Tieni.» ma Kenta gli scostava la
mano «Ffff, e falla
finita!»…«Possibile,
Kenta…? Mi rifiuto di
crederlo.»…«Cos’è,
sono incluso
anch’io nel programma di
sensibilizzazione…?»
Kazu lo guardava un po’ come un caso senza
speranza…
Mentre Kenta,
tra i cui distinti lineamenti si leggevano i segni della scazzottata
«Tanto a cosa mi servono quegli occhali…ORA CHE
NON POSSO
VEDERE PIU’ LEI!» tirando un calcio ad un pilastro
di ferro
«Per ritrovarla!!!» gli ricordò
l’amico
«Siamo qui a perdere tempo, PER COLPA TUA, quando invece
potremmo
essere a cercare MarineAngemon! NON TI RENDI CONTO CHE QUI E’
ESPOSTA AL PERICOLO PIU’ CHE
MAI?!»…«E TU NON
TI RENDI CONTO CHE LO SAREMMO TUTTI SE CI PORTASSIMO DIETRO
QUELLO!»…«Sei più cocciuto di
un mulo.»
con eco di Guardromon «Sei più cocciuto di un
mulo.»…«Basta, piantatela vi prego:
sopporto tutto
ma non davvero il vostro continuo
pappagallare.»…«E
noi non sopportiamo più te!»
puntualizzò il
Digimon, e Kenta «Volete biodigievolvere?!...così
almeno
combattete avvantaggiati, tanto ormai io…» tirando
un
altro calcio «NON POSSO PIU’ FARLO! A meno che non
mi
PRENDA IN PRESTITO IL GENTIL SIGNORE LI’ PRESENTE, come ha
fatto
col signor Wong!» indicando più avanti…
…ma Defendermon…sembrava avere intenzioni
tutt’altro che bellicose, sedeva con le gambe che pendevano
nel
vuoto, sul ciglio dell’isolotto fluttuante. E nutriva il
draghetto «Dai, bevi…
…fortuna che quel gentile Digignomo ci ha muniti provviste.
Se
non ci fossi tu a trattenermi…
…me ne sarei già andato di qui,
anziché
essere…» stringendo i denti
«…la continua
pietra dello scandalo fra quei due amici!»
«Kenta…»…«E’
inutile, Kazu!
Basta, non cercare di convincermi: lo odio troppo per credere al suo
pentimento! E se tu non sei con me io…me ne andrò
per
conto mio non appena possibile: è finita!!»
Facendo spalancare gli occhi del compagno, e di Guardromon…
«Io non voglio
avere a che fare con i pusillanime che non si rendono conto di quel che
abbiamo passato…E ANCHE SE SONO STATI PISTATI A SANGUE DAL
LORO
PADRE ANCORA DIFETTANO DI SPINA DORSALE! Io…mi assumo anche
i
compiti più ingarti, come hai visto.»
«Kenta…»…«Kazu
coraggio non può
star parlando sul
serio.»…«…stavolta ne ho
paura, amico mio!»
Defendermon si
alzò sentendo Kenta alle sue spalle…era arrivato
il
momento della resa dei conti (fine-canzone)
«Uhmuhmuhm! Siamo fortunate, finalmente un pezzo di
terraferma!» sorrideva MarineAngemon, atterrata presso un
isolotto sul quale vi erano i resti di una vecchia capanna
«Comunque io debbo ancora ringraziarti per quello che hai
fatto
per me: non so cosa mi fosse preso, sai quei momenti in cui senti di
aver perso la speranza?»…«Uuuuuh, io ce
ne ho un
giorno sì e l’altro pure, te lo
garantisco!»…«Uh!! Che mi fai venire in
mente! Fra
una cosa e l’altra non ci siamo ancora presentate!»
pulendosi la zampa sul suo corpo rosato e morbido, e tendendola
«Io mi chiamo
MarineAngemon!»…«E’ un
piacere conoscerti! Io sono…
…? Un momento! Come hai
detto?!»…«…MarineAngemon.»
la
serpentona sbatté i suoi grandi occhi verdi con aria
interrogativa «Per gli amici Yuki! Perché,
c’è qualcosa di
strano?»…«No, ma
tu…» si avvicinò Diamon incuriosita
«…non sarai mica: scusa eh che mi
insinuo…»…«No no fai
pure!» faceva
l’altra cordiale «Ma tu non è che per
caso
appartenevi ad un’antica squadra…che è
stata
celebre dieci anni fa, ha sconfitto il D-Reaper dopo averlo
valorosamente combattuto, penetrando nelle sue viscere, uh?
C’erano tanti Digimon…e un…gruppo di
domatori
umani!»…«…altroché
se ne facevo
parte.» abbassò gli occhi tristemente la Digimon,
mentre
l’altra li spalancava un po’ allarmata
«Come?!...perché dici “ne facevo
parte”,
perché parli al
passato?»…«Perché con
mio marito le cose…
…pfff!»…«T-Tuo marito hai
detto, sei
sposata?»
L’altra sospirava malinconica…
Diamon si fece
vicina, e sfiorandola la invitava a guardarla negli occhi «Ma
cosa c’entra questo con la battaglia? Scusa se sono tarda e
non
ci arrivo: i rapporti di coppia sono una cosa diversa, da un lato
c’è il cuore e dall’altro
viene…»…«…certo!
Sono d’accordo
con te! Diversa, una cosa del tutto separata!...FINO A CHE non ti vai a
innamorare PROPRIO del tuo domatore, STUPIDA come sei perché
lui
ha la testa più dura di un marmo, ti ci sposi ed ecco
là
che la frittata è fatta! Bella che fregata, ti saltano
assieme
la battaglia e…e…
…sigh! Le faccende sentimentali. Non so però
francamente
se sia peggiore l’aspetto tecnico-digitale, fra le due
cose!...dove ho messo un fazzoletto…»
…ma
Diamon aveva già le mani alla bocca
«…scusa…ma non è che per
caso la persona di
cui stiamo parlando…
…è un certo Kenta? Kenta…Kitagawa,
è stato
un domatore molto importante!»…«Lui non
si considera
tale.»…«COME non si considera
tale?!!...c’è…c’è
un suo amico che non
fa che parlare di lui, fa riferimento a Kenta come fosse…il
più grande, ne ha una smisurata ammirazione!...
…aspetta!...
…MarineAngemon…ascolta!...ma non è che
se tu
conosci Kenta…»…«Io non
è che
“conosco” Kenta: io sono la
moglie!»…«Sì
sì!...no!...
…sì, appunto! Oh mamma ma Kazu non mi aveva
det…
…vabbé è tutto un casino, comunque
prima che mi
impappolo se non l’ho già fatto: ma non
è che per
caso se tu sei qui…allora…» aiutandosi
con dei
gesti che si sforzava a rendere precisi «…anche
Kenta e
qui ilcchévuoldire che…conosci anche
Kazu-vabbé
certo che lo conosci, se tu sei quella MarineAngemon lì
allora-»…«Kazu? Certo, il miglior amico
di Kenta!
Loro due sono un tutt’uno, una coppia inseparabile!»
Mani alla bocca di scatto, occhi sgranati.
«No no ma io intendevo come amici, eh!...ah ma un attimo!...
…oh
mamma ma questa è una svolta, una
scoperta!»…«…cosa…?
(!) » chiese
Diamon (con un pizzico di timore) «Il tuo viso…di
diamanti!...
…queste tue armi, tutto corrisponde!! Anche il tuo
carattere!!» puntava la zampa MarineAngemon, e Diamon
indicava se
stessa più dubbiosa che mai.
«Tu sei…una delle principesse di Digiworld, sei
Diamon!»…«No!!...
…CIOE’ SI’, SI’! Oddio che mi
metto a
direee…non mi ricordo manco più chi sono: sono
Diamon!
Questo è accertato! Ma
tu…?»…«Ma
allora sei la fidanzata di Kazu!» (canzone: Shania
Twain - Forever and for always)
Diamon spalancò gli occhi di gioia «Kazu parla
così
di me?!»…«Ahahaha! Altroché
amica
mia…» arrossiva e si divertiva la serpentona,
nascondendo
un po’ il suo riso dietro la zampa che assomigliava a una
pinna
«…è innamorato cotto: e lui
sì che ha un
carattere d’oro, tienitelo caro, sei
fortunata!»…«…Kazu…»
l’espressione di Diamon si sciolse nella tenerezza
«…amore mio, quanto ne sento la
nostalgia…»…«Io
l’ho visto…fino
a poche ore fa!»…«Cosa?!»
sussultò la
ragazza digitale prendendole le zampe «Ma allora è
qui!
E’ qui a Digiworld, lui è tornato!! Allora
sicuramente…presto tutti ci riuniremo!!» ma
l’espressione di MarineAngemon era dubbiosa «Oh, a
te lo
auguro di sicuro: ma “tutti ci
riuniremo”…è
un’espressione grossa,
credimi!»…«Perché…?!...
…non sei ottimista? Kazu mi ha parlato di te come una
Digimon…che rimetteva il buonumore
però…»
scrutandola da capo a piedi (= fine coda) «…iiin
effetti…qualcosa di…diverso
c’è, non dovevi
essere…un piccolo Digimon che entrava in un
taschi-UHM?!»…«Ahahahah! Ahahahahah, ti
ha fornito
questa descrizione di me,
vero?!»…«…no ma
io!...scusa!!...ti giuro che non
volevo!»…«Tranquilla: almeno abbiamo
appurato che
Kazu ha una buona memoria, è vero io ero così,
proprio un
follettino piccolo piccolo che volava e aveva le dimensioni adatte per
entrare in una tasca: NON LE AVESSI MAI AVUTE, fossi stata grassa
così fin da subito almeno non facevo quello che
probabilmente
è il mio…più grosso
errore!»…«Ma…perché
dici
così…?
…Kazu mi
ha detto che fra te e Kenta c’era un rapporto
Digimon-domatore
stupendo: non mi ha parlato di matrimonio eh, questo te lo devo
dire!»…«Perché non lo
sapeva!»
affermava l’altra con naturalezza «E magari fosse
stata
solo una favola! E’ stato…un brutto incubo, tutto
quanto…» si sfiorava la bocca con la sua pinna
rosata, e
Diamon le si aggrappò «Ti prego! Sfogati,
raccontami
tutto!»…«Ahaha!...comunque lato positivo
della cosa
è che almeno…ci siamo incontrate noi due e
abbiamo fatto
amicizia: siamo la controparte femminile di due…
…grandi domatori della leggenda…ops! Guarda un
po’
ancora parlo in questi termini ammirati, sono stupida
vero?»…«Uhm uhm!» scosse il
capo Diamon con la
sua un po’ goffa ingenuità, e l’altra
buttò
un occhio ai resti della capanna «Senti ma…non ti
dispiace
fare una cosa? Perché mentre ti racconto il mio percorso non
mangiamo qualcosa? Io…sto morendo di
fame!»…«Oddio…! Io
altrettanto: sto
letteralmente svenendo, ma secondo te troveremo roba commestibile? A me
qui…col dovuto rispetto per mio padre che ci ha combattuto,
non
mi sembra proprio che …» osservando attorno il
poco
incoraggiante scenario di quel vortice elettrico, ma MarineAngemon
«Ahah, niente paura, compagna!» soffiando un cuore
che
scoppiò a mo’ di bolla «Oh!»
sorprendendo gli
occhi di Diamon con la comparsa di un sacchetto di patatine
«Io
non c’è pericolo che non abbia la scorta pronta
per le
evenienze!»…«Sei
fantastica!»…«Più che altro
dovresti dire che
sono PIENA---di risorse, ne inglobo talmente tante che sono grossa da
scoppiare!»…«Senti no ma…mica
te la sarai
presa per quella cosa del grasso, io non
volevo.»…«Ahah, nooo, ma
dai!»…«Anche perché io non
sto messa
meglio.»…«Tuuu??? Ma fammi il piacere
per favore:
guardati, sei…così
elegante!»…«Sì
però tu il grasso ce lo
avrai lungo il corpo: io invece ce l’ho tutto nel
cervello.»…«Ahahahahah!»…«Uhmuhmuhm!»
…sembrava essere scattata una simpatia immediata e frizzante
fra
le due…quando ad un tratto «Oh! MarineAngemon, che
ti
succede?» chiese Diamon quando dovette afferrare al volo il
sacchetto di patatine, che le cadde di mano «Non lo
so…a-aiuto, mi sta succedendo la cosa che di solito meno mi
capita al mondo!...non ho voglia di mangiare: anzi!...sento un dolore
qui, allo stomaco, è insopportabile, ma non è che
qui
c’è un posticino per vomitare, per
caso?!»…«Ohhh…?»
Diamon si
guardò un po’ attorno, e riferì
«Prego! Hai
tutto il vuoto a
disposizione!»…«Bluoah…g-grazie
infinite!» affermava la serpentella rosa piegata e dolorante.
Defendermon
rifletté fulmineamente “Se non sparisco dalla
circolazione
all’istante…sarò la causa della
frattura definitiva
fra questi due amici!...
…non posso permetterlo, ho già visto i miei
compagni
dividersi e odiarsi!!!”
«Defendermon, anche se la mia Digimon non è qui io
ho…la forza di un essere umano dalla mia parte, non ti
permetterò di minacciare il futuro che abbiamo ancora di
fronte!» avvicinandosi lentamente una spranga di metallo
abbandonata in terra.
«Ma fa sul
serio…?» chiedeva Guardromon, e Kazu constatava
«E’ impazzito…» avanzando
verso di lui…
«HAI ANCORA IL
CORAGGIO DI GUARDARMI IN FACCIA?! Dopo aver minacciato i miei genitori
e mia moglie?!!» Kenta alzò la spranga, ma Kazu
gli
bloccò le braccia «Non ti rendi conto che
è solo un
ragazzino?!!»…«NON E’ UN
RAGAZZINO, E’
UN DIGIMON, E QUESTO ASPETTO SERVE SOLO A INGANNARCI!»
Defendermon
deglutì, e il draghetto disse «Ricominciano a
litigare!
Dobbiamo metterci al riparo, due creature che litigano possono
diventare molto pericolose!»
«Ero
anch’io un ragazzino, ANCH’IO!! E lo eri anche tu
Kazu,
dov’è finita la tua devozione a
quell’età,
eh?!!! Se la provassi veramente dovresti odiarlo, saresti potuto
scappare da tuo padre e rifugiarti a Digiworld, se lui non avesse
mentito sul Digivarco! E’ lui la causa delle tue
sofferenze!»…«No! La causa delle mie
sofferenze
è stata…la vita,
l’incomprensione delle
persone, e le barriere che purtroppo finiscono per sorgere, NEL CAMMINO
DI OGNUNO DI NOI! Non soltanto nel mio o nel nostro, e non solo a causa
di Guardianmon!»…«E’ inutile
sperare che tu
possa comprendere le sfumature del mio dolore, sei il tipico amico che
tace e subisce, e non appena riprende un po’ di quota scorda
tutto il passato!! NON SO CHE FARMENE DI UN AMICO COME TE!» (fine-canzone)
«Oh no le
stesse parole di lei!!» esclamò Defendermon. E a
quel
punto slittò, divenendo una scia luminosa. Ed iniziando a
saltare fulmineamente tra gli isolotti fluttuanti.
«Sta
scappando…»…«Kenta
fer---»…«LASCIAMI!» spinse via
Kazu che cadde
sul suo Digimon «Non lascerò che questa storia
finisca
così…»
«Sei
pazzo!!!...fermati, c’è una nuova
inversione!!»
Kenta non si
lasciò intimorire, anche se il colore del vortice nuovamente
cambiava «Kenta!!!...ahhh, dammi ascolto!»
Gli isolotti
mutavano di posizione «Sei un vigliacco, Defendermon! Adesso
scappi?!»
Il Digimon accusato si volse attonito.
Sulla stazione
abbandonata si levò un forte vento, e Kazu fu costretto a
reggersi il cappello «Non possiamo inseguirlo?»
chiese
Guardromon «Con questo tempo è
impossibile…! Non
riesco…nemmeno a biodigievolvere…»
replicò
il ragazzo, ma il suo sguardo era preoccupato
«Kenta…»…«Non ha
nemmeno i suoi
occhiali.»…«Uhm?!»
Kenta cercava di
eguagliare il Digimon nello scalare gli isolotti, ma i suoi passi erano
instabili. Tuttavia non gli importava, per lui contava solo raggiungere
quell’acerrimo avversario, o almeno colui che reputava tale,
ma
che in realtà gli gridava «Fermo,
rassegnati!!...tu non
hai i miei poteri, non puoi farcela e ti metterai in
pericolo!»…«…non
sottovalutarmi!...
…io
ho fatto la mia gavetta per arrivare fin qui, conosco Digiworld quando
lo attraversi senza un Digimon al tuo
fianco!»…«Ahh!
Ma…
…non conosci il campo digitale indefinito! E’ un
luogo
pericoloso, qui non valgono le stesse leggi del Digiworld che tu e i
tuoi compagni avete visitato!!...
…è un luogo di confine informatico, queste isole
e queste
costruzioni sono dati scartati, incompleti!...possono essere distrutti
da un momento all’altro, da una combinazione di dati
più
forte!»…«E tu cosa hai
fatto…? Un dottorato
su questo luogo?!» lo provocò aspramente il
ragazzo
«E’ stato anch’esso teatro dei tuoi
inganni?!»…«Questo è
stato…
…teatro dei miei dolori!!...
…oltre che delle mie gioie ma di quelle a nessuno importa
niente!»…«E così sostieni di
aver avuto anche
tu un cuore…allora spiegami la logica con la quale puoi aver
allestito una simile malvagità per me e i miei compagni, di
solito chi soffre non desidera infliggere il medesimo dolore negli
altri!!» Defendermon abbassò lo sguardo, ma a quel
punto
sbottò il draghetto nelle sue mani «Di solito chi
soffre
non giudica gli altri ma cerca di comprenderli! Lo dicevo sempre ai
miei genitori, mia madre afferma di aver sofferto tanto, allora
perché si scagliava così contro il mio
papà?!
E’ proprio come te, siete tutti della stessa pasta, e io vi
odio!»…«No, Midramon!»
esclamò
Defendermon ma troppo tardi: la creatura balzò, e si
aggrappò al braccio di Kenta «AHHH!»
mordendolo e
facendogli cadere la spranga di mano «Lascialo, o cadrete
entrambi!» esclamò Defendermon che
iniziò a
percorrere le isole a ritroso.
Rischiò
di inciampare…ma strinse i denti e frenò la sua
paura per
proseguire: il piccolo Midramon restava appeso al braccio di Kenta
«A-Ahhh!!» che alla fine per il dolore e per la
spinta del
vento non riuscì a restare in piedi e cadde a terra
«AAHHH!»
«Kenta!» Defendermon giunse appena in tempo
impedendogli di
precipitare, ma quando lo rigirò «Ah!»
dilatò
i suoi occhi di fronte alla ferita del ragazzo, che gemeva dal dolore
«A-Ahhh!!!»
La spranga metallica si era conficcata nella sua gamba.
«E
attento, perché adesso ti faccio…il solleticooo!
Ahahahahah!» Impmon si divertiva con Benji sul suolo di
Digiworld, e i due si accapigliavano come due micetti, cosa che al
bambino sembrava piacere e molto…mentre attorno la sera non
era
lontana dal discendere, accompagnata dai passi dei domatori
«Fortuna che c’è sempre un posto libero
al
Grand’Hotel degli Orologi, dovrebbero farli santi Hagurumon e
Clockmon!...ci siete tutti? Cyberdramon, ci sei?» si
informava
Ryo «Io? Sì, perché? Dove dovrei
stare?»…«No, io…mi accerto:
bene, allora
tutti dentro, che devo anche…dire due parole ai miei amici,
volevo consultarli su una certa faccenda circa lo sfruttamento del
suolo a Digiworld.» alludendo ai Digimon
all’interno
dell’edificio, sempre aiutato dal suo cellulare e gli
auricolari
di cui però uno finiva per staccarsi nel momento in cui si
volgeva a guardare Rika. Questa era sempre con Renamon, la quale aveva
aspetto visibilmente stanco, ed affermava «Inizio a essere
preoccupata per
Imagomon.»…«Ptsss…lo so ma le
linee nel campo indefinito non prendono, ormai lui assieme a Mitsuo e
Riley dovrebbero essere
arrivati.»…«Anche i bambini
mi cominciano a chiedere di lui! Ed io…non so cosa dir
loro.»
Quello scenario
di tramonto fra gli obelischi dagli ingranaggi roteanti non lasciava
spoglio da emozioni l’animo della domatrice, ma non
permetteva a
nessuna di esse di distoglierle l’attenzione dalle esigenze
della
sua Digimon «Poi li porti da me e ci parlo io.
D’accordo?»…«Rika…
…io non
voglio che tu-»…«Scusate, se non ho
trovato di
meglio.» si fece vicino Ryo «L’albergo
è un
po’ caotico, trabocca di sfollati da tutti i settori
però…io mi sono preoccupato più che
altro per
ptsss: Benji, insomma dico una famiglia si ritrova, non li puoi far
dormire nel sacco a pelo!» gesticolando quanto bastava per
dare
ai suoi discorsi aria di pretesti, come forse non sfuggì
alla
ragazza e a Renamon «No ma…
…hai
fatto bene.»…«Sono contento che approvi.
Rika! Senti
poi…quando hai fatto, eh ovviamente, quando hai
tempo-capisco
che con Renamon hai bisogno di parlare-però quando avanza un
minuto io…avrei ecco sì avrei bisogno di
consultarti!
E’-E’ una questione di battaglia, ovvio,
è per fare
un po’ il bilancio!...»
La ragazza
sospirò profondamente. La sua Digimon la guardò,
e dopo
aver incrociato il suo sguardo Rika disse
«D’accordo…»
L’espressione di Ryo era intensa, e rifletteva il
tramonto…
Poco distante da
loro, si levava un grido gioioso «JERIIIIIIIIIIII!»
Orphanmon e compagni si diressero in corsa dalla domatrice, che li
accolse sorpresa «Bambini!» …mentre
Takato le
sfiorava la spalla, sorridendole per dirle che la lasciava con loro.
«Siamo
rimasti nascosti durante tutta la battaglia!» saltellavano i
piccoli Digimon «E LadyWizardmon ha mandato avanti altri
nostri
compagni, per il soccorso di Henry!»
La Digimon
menzionata udì e puntualizzò, mai spoglia del suo
esporre
didattico «Eh! Era un momento di emergenza, e ho mandato
avanti i
bambini che padroneggiano al meglio l’arte curativa! Quando
la
saprete usare bene anche voi potrete allora partecipare ad
un’operazione come quella di oggi…!
Perché,
vogliamo forse dire che ci impegnamo tutti allo stesso modo per
studiare la pratica di guarigione? No…! Che cosa dice sempre
LadyWizardmon? Che poi può capitare che serve di usarla in
momenti del genere e uno che fa? Si trova impreparato!»
Orphanmon
piegava l’espressione «Io…mi sono
sentito escluso,
Jeri!»…«Anch’io!»
fece Fogmon la
nuvoletta, e Jeri si piegò su di loro «Vi capisco,
anche a
me è capitato diverse volte di sentirmi esclusa. I membri di
una
squadra dovrebbero sempre svolgere gli stessi compiti!»
Ma LadyWizarmon la
udiva, e muoveva la coda dell’occhio verso di lei…
«Hai ragione!
Uhmm!!» fece Fogmon battendo il suo stivaletto per terra, e
Jeri
«Posso parlare con la vostra maestra, e magari chiederle la
prossima volta di includervi nell’intervento, se ne
occorrerà uno.»…«Grazie,
Jeri!! Faresti
questo per noi?» chiese Orphanmon aggiungendo «Sei
davvero
fantastica, mitica!! Un’eroina!!»
La ragazza
sorrise di gratitudine, ma poi si stupì nel vedere i Digimon
distratti da qualcos’altro «Ehi! Ma quello chi
è?!»
Impmon era
ancora a lottare giocosamente con Benji, quando i piccoli si fecero
attorno a lui «Tu sei
nuovo?»…«Ehi, ciao
bambini!» li salutò lui cordialmente, alzando la
zampa col
guantino rosso. Stillymon spinse un po’ Grassmon
«Ehi
sciocco, no che non è nuovo: guarda il fazzoletto! Non lo
sai
che i Digimon possono regredire? Lui lo conosciamo!» e Impmon
«Infatti, Stillymon ha ragione!» (mentre Benji alle
sue
spalle tendeva le braccia, già impaziente di riprendere a
giocare) «Lui è Beelzemon!»
precisò la
gocciolina «Sì infatti! Sono sempre io ma sono
regredito:
in questo stadio mi chiamo Impmon, molto piacere!»
Arrivò
Vapormon e si lanciò su di lui «Impmooooooon! Che
bello,
ora sei piccolo come noi e possiamo giocare assieme!» Il
folletto
viola fu contento «E’ proprio vero, eheheh! E poi
c’è anche Benji, può giocare anche lui
con
noi!» ma il fascetto d’erba aveva dei dubbi
«Beeeeeelzemon??? Ma non era alto due metri e con una moto
straordinaria?!»
Jeri
intanto udiva e vedeva «Cosa? Ma---!!!»
precipitandosi da
loro con passo rimbombante. E afferrando Beelzemon per il braccio,
tirandolo via dalla mischia «Che---diavolo ti salta in
mente?!»…«Jeri!»…«Perdendo
le
energie hai perso anche il
cervello?!!»…«Ma
io…!»…«Ptsss…!»
abbassando il
tono e guardando attorno per non farsi udire «Accapigliarti
con
dei bambini, ti sei scordato di essere un Digimon adulto?! Questo
aspetto è solo…un’apparenza, una
risultante di
dati! Sai quanti anni hai o hai scordato anche il percorso svolto
finora?!»…«Mi ricordo tutto, so bene chi
sono, in
tutti i sensi! Io…cercavo solo di farli
divertire!»
esprimeva con quegli occhioni sinceri, e le orecchie che gli si
piegavano un po’ «Approfitto del mio aspetto per
regalare
il lato più giocoso di me…visto che per
così poco
ho potuto farlo nella vita!»…«Ah beh!...
…questo non di certo per colpa mia!» Jeri si
guardò
attorno (mentre LadyWizardmon li fissava) «Vieni con
me!!»…«No, ma---dove mi
porti?!» fece il
Digimon, e lei stizzita «Andiamocene, questo spettacolo non
si
può guardare…!!» riflettendo sul suo
volto un
evidente e sofferto disagio «No, Jeri----!! Ti prego, non
fare
così! Sei ingiusta!» supplicò Impmon,
ma a quel
punto intervenne «Eeeee---scusa?!!»
«LadyWizardmon!» segnalò il Digimon
dalle orecchie
viola. Quegli occhi da sotto la falda del cappello puntavano con
riprovazione la spiazzata Jeri «No,
dico…!!» inveiva
un po’ aggressiva la Digimon «Lui è
regredito…e non può giocare?!! Tu lo tiri via?!!
Bell’esempio allora che diamo ai bambini! Che cosa insegnamo
loro, che quando un Digimon perde le sue energie perché ha
COMBATTUTO in battaglia perde pure la dignità, non
può
più fare ciò che sente e desidera,
perché? Vale di
meno?! Queste sono le nuove generazioni di Digiworld, hanno un rilievo
direi fondamentale per il
futuro…!!»…«Senti…!...LadyWizardmon
io…» cercò di spiegare Jeri con aria
paziente
venata di superiorità «…lui
è il mio
Digimon: credi…so davvero quello che faccio, così
come tu
hai i tuoi alunni.»…«Ahhh, ed
è per questo
che fino a due secondi fa dicevi loro che saresti venuta a mettere in
discussione quello che io ho deciso PER IL LORO
BENE…!!!»
scandì duramente. Jeri si irrigidì, e
LadyWizardmon
incalzò «Allora come tu ti intrometti nel MIO
lavoro
permetti io faccio lo stesso con il tuo! Ma ti confesso in tutta
schiettezza che al di là di questo fatto avrei reagito
COMUNQUE!
Perché quello del domatore NON E’…!...
…un
lavoro come quello dell’insegnante, che deve formare i
bambini!!
Il domatore se permetti sta sullo stesso livello, è un
rapporto
di AMICIZIA, e COLLABORAZIONE quello che vi lega! Quindi lui
è
libero, e se vuole giocare gioca, e non sei certo tu che gli vieni
lì, e gli dici davanti a tutti i bambini per giunta
“andiamocene perché QUESTO SPETTACOLO NON SI
PUO’
GUARDARE”! Questo…scusami! Ma è un
atteggiamento
degno di una persona a cui quell’affare che chiamate
là
c-coso, come si chiama, il Digivice, non sarebbe mai dovuto
apparire!»…«Ah…!»
Jeri sussultò,
Impmon si fece avanti «No, vi prego! Non
litigate…!»
tendendo le sue braccia «Io non vogl…»
ma fu troppo
tardi, Jeri sbottò «AH MA INSOMMA! Ma tu lo sai
che cosa
ha fatto questo Digimon, tu che parli tanto come se fossi anche la mia
maestra quando la mia l’ho salutata da un pezzo?! E anche mia
madre…perché è morta.»
scandì la
ragazza con sguardo ardente «Sai che cosa ha fatto quel
Digimon?!
Ha ucciso il MIO Digimon, dieci anni fa!!»
(canzone: Steps
- Why) «Ahh!!» il piccolo Impmon
trasalì.
E anche Renamon che era nei paraggi si volse di scatto.
Il cappello di
LadyWizardmon calava sui suoi occhi «…io
questo…non
lo sapevo…»…«Bene, adesso lo
sai…!!» sottolineava Jeri con un affanno di
risentimento…senza accorgersi che il suo Digimon si
allontanava
da lei a orecchie basse «…perciò puoi
anche
risparmiarti le tue uscite poco pertinenti e poco gradite,
perché non sai niente della mia vita!! Non puoi nemmeno
lontanamente immaginare quello che ho passato!!»
Impmon
camminava mogio, e i bambini lo circondarono «Impmon, che ti
succede?»…«Perché non giochi
più con
noi? Sei triste?»...«Bambini…»
rispose lui
«…io sono un Digimon grande travestito da bambino:
non
posso correre, saltare perché…»
volgendosi verso la
sua domatrice «…ho un peso grande che mi schiaccia
la
coscienza.»…«Coscienza? Che vuol dire
coscienza?»…«LadyWizardmon ci ha
spiegato che
“scienza” e “coscienza” sono le
uniche parole
in cui ci vuole la “i” dopo il suono
“sc”, e in
tutte quelle che da esse derivano!» enunciava Stillymon,
elencando «Coscienzioso! Scientifico,
scienziato…cosciente,
conoscente…»…«No, conoscente
no! Deriva da
conoscenza!! Stillymon si è
sbagliataaa!»…«Beh, che cosa volete?! Vi
sbagliate
tante volte voi!!»
Ma quello
sguardo malinconico e pieno di rimpianto non abbandonava gli occhioni
verdi del folletto a cui si affiancò la gocciolina
«Impmon, hai visto? I miei compagni mi prendono in giro
perché mi sono sbagliata! Per te è tanto grave?
Uno non
puoi mai sbagliare, una volta?» e lui rispose
«…piccola Stillymon…sì,
tutti sbagliamo.
Però io credevo che una certa persona…avesse
finalmente
dimenticato e mi avesse perdonato. E invece ora mi rendo
conto…che non sarà mai così. E poi ci
sono sbagli
più o meno gravi, e persone come te…che anche se
inciampano su una parola in realtà fanno tutto il resto al
meglio.»…«Lo so, me lo dicono tutti! Io
sono la
prima della classe!»…«Ecco, io
invece…il
primo della classe…
…non lo sono stato mai.» e stava per lasciarla e
andarsene, quando Grassmon saltellò «Allora sei
proprio
come
me!»…«Oh?»…«Io
sono
l’ultimo della mia classe, e il più pestifero!
Però
Impmon…non te ne andare, dai! Noi vogliamo giocare con te, e
non
è vero che non puoi correre e saltare: prima ti abbiamo
visto
muoverti come un flash, e noi in tua compagnia…stiamo bene!
Perdonami se appena ti ho visto il tuo aspetto mi ha meravigliato, in
fondo ti trovo simpatico anche così, anche senza
moto!»…«…dici davvero,
Grassmon?» ed i
compagni fecero eco
«Sìììììì!
Alzi la mano
chi vuole che Impmon resti con
noi!»…«Io!»…«Io!!»…«Io…non
ho le mani, però
saltello!»…«Io alzo le mie
ali, fa lo
stesso?»…«Impmooon!»
«Piccoli
cari…» sorrise commosso il folletto
«…va
bene, in fondo…perché no? Potreste
essere…i
miei figli!» realizzando forse in quel momento più
che
mai, che nonostante il suo aspetto evocativo, il tempo era passato.
Riacquistò furbizia oltre le lacrime «Va bene,
allora…! Impmon…arrivaaaaaaa! Ahahaha!»
e tutti
gridarono, contenti e divertiti ripresero a correre e giocare.
Quelle che
facevano tutt’altro erano Jeri e LadyWizardmon
«Senti
però…» accennava quest’ultima
«Anche se
io non conosco gli eventi che hanno caratterizzato la tua
vita…in fondo…quello che ho detto è
sempre vero,
perché debbo sentirmi in colpa?!» scandiva la
Digimon con
gran schiettezza «Anche ammesso che quel Digimon ti abbia
fatto
del male…ormai siete alleati, il passato è stato
sepolto
dal presente!»…«Il mio
passato…sarà
sepolto…quando lo deciderò
io…!!»
affermò Jeri fissandola in un modo da far dilatare gli occhi
verdi dell’altra «E tu non sei nessuno per dirmi
che
devo…DIMENTICARE!!»…«…no,
è
vero. Io lo ammetto, ti conosco da
poco.»…«Ascolta!
Ti ho permesso di venire con noi perché ci tengo che quei
bambini imparino cosa sia un’avventura, può essere
loro
utile per il futuro! Ma non ti permetto di intrometterti in questo modo
negli affari miei, tu non sei né la mia Digimon
né la mia
compagna, né tantomeno la mia
insegnante!!»…«…no, hai
ragione Jeri, non
sono la tua insegnante.» specificò
l’altra la cui
rabbia sembrava aver far posto ad una calma rassegnata, ed aggiunse
riaccomodandosi il cappello «Però da qualche
parte…lassù nel globo…»
alzando i suoi occhi
malinconici, come fece istintivamente anche Jeri
«…questa
persona esisterà. Avrà avuto una vita,
sarà stata
qualcuno.» Jeri tornò a guardarla sbalordita, e
LadyWizardmon completò «E di chiunque si
tratti…provo un po’ di dispiacere per lei, ecco.
Perché ha fallito.» ma ebbe in risposta
un’espressione sfrontata «Uhmf! Tu non puoi
parlare, cosa
ne sai della mia maestra? E’ una donna…subdola e
spregevole, che si è rivoltata contro di me e contro tutti
noi
suoi
alunni!!»…«…già.
Io non la
conosco, è vero…però non posso non
provare
compassione per il suo ricordo, accantonato come uno straccio vecchio.
Io non vorrei mai che i miei alunni facessero questo di
me.»…«E TU NON CI PENSI AL NOSTRO DI
RICORDO?!»…«Uh?» si volse la
Digimon che si
stava allontanando. Jeri gridava «NON CREDI CHE ANCHE NOI
AVREMMO
VOLUTO UNA MAESTRA AMOREVOLE, CHE AVESSE CONTINUATO A CAREZZARCI, anche
una volta diventati adulti?! Ma tanto è
impossibile…
…!!...nel
mondo tutti cambiano, e gli anni rendono egoista ogni persona!!
E’ infantile sognare ancora che qualcuno comprenda i tuoi
sentimenti quando sei cresciuto, e questo vale per gli uomini come per
i Digimon! Fatti forse qualche domanda, se ancora non hai trovato un
tuo
domatore!!»…«Ah?»…«Magari
non
si è avvicinato perché sei un’egoista
come lei, CHE
ESCLUDE I SUOI ALUNNI DALLE EMOZIONI SOLO PERCHE’ NON SONO
BRAVI
ABBASTANZA!» volgendole le spalle e andando via.
LadyWizardmon
tese la mano «Ahh!...Jeri!...»
Ma la ragazza
dalle lacrime amare a decorare i suoi occhi si allontanava senza
guardarsi indietro, e faceva ingresso nell’hotel.
Renamon
commentava incredula con Rika «…perché
l’ha
trattata in questo modo…?...!
Perché…ha rievocato
quella vecchia storia su Impmon?...!!» che ora vegliava con
lo
sguardo, mentre lo vedeva giocare e sorridere con apparente
serenità.
«Non
so…» si limitò a rispondere la
domatrice fissando
verso la porta dell’edificio «…non so
c’è qualcosa che non va, io…non riesco
a
ritrovare…quella mia compagna di allora.»
lanciando alla
sua Digimon uno sguardo eloquente, e preoccupato.
LadyWizardmon intanto alzava di nuovo i suoi occhi tristi verso il
globo, carezzando con gesto automatico uno degli alunni che le faceva
le fusa (fine-canzone)
«Questo quanto fa…?»
«…non lo
soo…» ma lei si alzò «Ahhh,
ma insomma,
Gravemon!!!» sbattendo le mani sul tavolo. Che già
malconcio, si spezzò «Ahiaaa…mi si
è, mi si
è…spezzato un
piede…»…«Si
è spezzato il tavolo, non ti si è spezzato IL
PIEDE! Per
te ogni scusa è buona per smettere di fare lezione, quando
quel
che credo sia certo è che è il tuo cervello che
si
è SPEZZATO!»
Il bambino digitale
assumeva espressione triste, tanto da far sembrare vere le sue lacrime
dipinte.
«Stiamo
facendo queste operazioni da ore, da giorni, e tu ancora non riesci a
raccapezzarti con la matematica, io non so veramente più
cosa
devo fare con te! Dovrò riferirlo a tua madre: forse lei
può trovarti un’insegnante più severa e
più
intransigente di me, che ti costringa una buona volta a mettere la
testa a posto, ficcare il tuo bel musetto digitale sui libri e
STUDIARE!»…«No! No, a mamma
nooo…!
Io…non voglio un’altra maestra di
ripetizioni…»…«Ohhh, e questo
cosa sarebbe??
Un tuo…ah!...modo per esprimere l’immenso affetto
che hai
per me? La gratitudine che provi nel vedermi che sacrifico gli ultimi
neuroni nel mio cervello con l’intento di farti apprendere le
moltiplicazioni?!»…«…io
voglio…
…v-voglio
il mio papà!»…«Ahhh, ANCORA
con questa storia
del tuo papà!! Basta, devi rassegnarti, non hai sentito tua
madre?! Vi ha lasciati!»…«E-E voglio la
mia
Scratchmooon…» si lagnava il bambino
sull’orlo delle
lacrime, mimando un abbraccio affettuoso a un corpo che non
c’era
«Dov’è? E’ da prima che la
chiamo e la cerco e
lei non viene…» la sua voce si faceva
più gemente
parola dopo parola, ma Asanuma lo puntava con occhi sottili e glaciali
«Una volta per tutte basta con queste inutili smorfie! La
gattiiina, il tuo adorato sacco di pulci che asciuga le tue lacrime con
le sue fusa svenevoli: non potrai chiamare sempre lei quando sarai in
difficoltà!»…«Ma-Ma la mia
Scratchmon…è mia amica! Lei mi vuole bene per
quello che
sono!!» insisteva il bambino acquistando una certa decisione
«Quella è solo uno stupido gatto, e ti si struscia
addosso
perché vuole che le dai del cibo, non l’hai ancora
capito?! Eppure la tua mamma mi sembra che sia abbastanza esplicita nel
metterti davanti la realtà della vita. Ma tu non vuoi
accettarla, ceeerto, perché sei come
loro!»…«Loro chiii,
signora…?» chiese
il Digimon con tono sofferto, e Asanuma replicò fra i denti
«…t-tutti loro, i miei adorati
ex-studenti!»
facendosi calare i capelli a nasconderle lo sguardo, come dinanzi a un
argomento che evoca un radicato risentimento «Loro ancora si
trastullano in un mondo come questo, perché non vogliono
accettare il tempo che passa. E creature come voi, come i Digimon, li
aiutano in questa impresa distorta!! Si sono…stesi per la
seconda volta ai loro piedi come dieci anni fa,
stolt…isssime
bestie! Quanto fremo di acquisirle tutte con l’aiuto di
IceDevimon!! Così una buona volta capirebbero!»
picchiando
un pugno e sgretolando un’altra parte del tavolo, che andava
a
corredare quella sala di macerie sparse «Che la vita ha in
realtà ha tutto un altro aspetto!! Dì la
verità…» alzando il suo sguardo subdolo
sul bambino
che ora la rimirava con espressione di sfida «…tu
lo sai
Gravemon!» avvicinando a lui la mano, ma egli si
scostò
«Tu conosci il lato doloroso della vita, sei come me! Sai
cosa
significa essere abbandonati: tuo padre ti ha scartato, andandosene con
un’altra Digimon! E tua sorella ti considera solo un peso,
sei un
moccioso fastidioso e insopportabile, tanto volentieri si disferebbe di
te: ah! Quanto si divertirebbe la nostra Ufomon se una cometa la
liberasse del suo piagoso
fratellino!»…«Mi-Mia
sorella mi vuole
bene!»…«Andiamo…!»
lo
canzonava la donna con aspro sorriso, ma lui alzava la voce
«U-UFOMON MI DIFENDE SEMPRE! Non è vero che si
vuole
liberare di me, noi siamo
alleati!»…«Alleati?? Tu
sei solo un bambino ingenuo!» ponendo il viso vicinissimo al
suo,
e puntandogli gli occhi come due coltelli «Non realizzi che
quella pensa solo a se stessa? Mira solo al successo, è
un’ambiziosa come la madre e non aspira che a un piedistallo
su
cui montare per fare ammirare al mondo la sua bellezza, è
come
tutte le ragazze di oggi! E tu sei solo un ostacolo per la sua
sfavillante ascesa!»…«Questo lei lo
dice…
…PERCHE’ E’ SOLTANTO
INVIDIOSA!»…«Cosa?!»…«SIII!»
gridava Gravemon, con tutta la sua convinzione
«PERCHE’
E’ INVIDIOSA…DI MIA SORELLA, PERCHE’ SA
CHE
UFOMON…E’ MOLTO PIU’ CARINA DI
LEI!»…«Co-Co-Come, cosa ti sei permesso
di
dire?!!»…«E’ COSI’ E
BASTA! LA INVIDIA
PERCHE’ E’ PIU’ BELLA E POI
PERCHE’…HA
ME CHE LE VOGLIO BENE, MENTRE LEI…E’ SOLTANTO UNA
STREGA!» e stavolta fu lui a picchiare sul tavolo, finendo di
smontarlo, sotto gli occhi attoniti dell’insegnante
«E’ SOLA! TUTTI I SUOI ALUNNI NEL TEMPO E NELLO
SPAZIO
L’HANNO ABBANDONATA PERCHE’ E’
INSOPPORTABILE,
SCHIAVIZZA TUTTI SENZA ALCUNA PIETA’! E ANCHE SE E’
UN’UMANA NON E’ MAI RIUSCITA A FAR APPARIRE UN
DIGIVICE!
PERCHE’ NESSUN DIGIMON LA
VUOLE!»…«Uuugh!»…«Auch!»
Uno schiaffo
improvviso sfuggì dalla sua mano. Il piccolo Digimon si
aggrappò alla guancia colpita gemendo, mentre lei sibilava
«…piccolo insetto spregevole fatto di dati...su
questo ti
sbagli…
…c’è un Digimon che mi ha
scelta…un Digimon
grande e potente più di voi, della vostra mamma, e di quei
ridicoli animali travestiti che si sono affiancati ai miei
alunni!!»
Una sagoma alata
si celava tra le colonne distrutte, ed i suoi occhi luccicavano di
gelida soddisfazione «Brava Nami…continua
così, ed
il tuo odio sarà la garanzia del nostro successo.»
«E per
quanto possa stupire te…e tutti quelli che hanno
un’intelligenza livellata pari alla tua…ecco!
Questa
è la dimostrazione!!» sfoderando quel cristallo di
ghiaccio «Possiedo anch’io un Digivice, non
soltanto
quei…MOCCIOSI! Con aspirazioni da guerrieri, io
sono…
…UNA
DIGIMON TAMER! E un giorno…sarò la più
grande e
potente della galassia. Anch’io…sono…
…la domatrice di un Digimon…»
Mentre Gravemon
se ne scappava piangendo «Scratchmoooooooooooon!»
Asanuma
sogghignava…e anche IceDevimon
«Uhmuhmuhm!» che
svanì nell’oscurità. La donna dalle
classiche e un
po’ severe scarpe col tacco passeggiava fra i resti di quel
palazzo…
“Domatrice di Digimon…
…quel sogno di cui i soli ad essere degni sembrano i
ragazzi,
coloro a cui le porte del futuro si spalancano di fronte agli occhi. E
chi si ricorda di noi…? Noi adulti…
…che lasciamo alle nostre spalle una vita di fallimenti, e
frustrazioni. Una vita di sacrifici…e sforzi che mai
un’alito di gioia ha allietato col suo
soffio…”
…mentre LadyWizardmon camminava solitaria nella sera, tra
gli
ingranaggi. E contemplava la sfera terrestre con lo stesso
rimpianto…
…con cui Asanuma si smarriva nel soffitto crepato del
palazzo
reale “Non siamo noi forse i più degni? I primi a
meritare
qualcuno…che ti offra la sua ala per proteggerti, una zampa
per
riscaldarti e infonderti coraggio?” tradendo
un’espressione
di sconforto, per lei rara “Ma invece, di noi sembrano
essersi
dimenticati, coloro che hanno scritto la sceneggiatura di
questo…ironico cartone che è la vita: proprio noi
che
siamo i più deboli…” sfiorando una
colonna
spezzata, e stringendo di rabbia la mano impolverata
“...vediamo
mille ragazzi passarci avanti senza una ragione! Chi si ricorda di
tutte le nostre esigenze?! Di tutte le volte che abbiamo pianto, e ci
siamo sentiti soli?! Un simile compito non si può certo
affidare
agli umani come noi: sono i primi a tradirti! Sono loro la causa del
nostro eterno ricercare…un mondo fatato e in concreto, come
Digiworld: il luogo di fuga ideale…per rifugiare il proprio
animo stanco, triste e desolato!” avvicinando la mano al suo
occhio, che stava forse per riversare una lacrima su quel suo viso a
cui dieci anni di tensioni avevano concesso più di una ruga.
LadyWizardmon
sedeva su un ceppo, presso un obelisco spezzato. E piantava a terra la
sua asta dall’estremità a forma di zucca, come fa
una
creatura stanca di avanzare e ricercare senza risultati. La notte,
stellata a poco a poco scendeva e si specchiava nei suoi occhi chiari,
che accoglievano mille pensieri e rimpianti. Anche se si sarebbe detto
che era solo una Digimon, ora sembrava una vita vera e palpitante. Che
ogni origine di dati smentisce con la sfumatura del suo sentimento.
Asanuma gemeva
«Perché io…non è stato mai
scritto che fossi
una Digimon Tamer…? Che…!...ci sarebbe stato di
male
anche se solo…non fossi stata sempre da sola, ma ci fossero
state…
…due signorine Asanuma, due insegnanti, due…!!...
…amiche, la donna umana e la sua Digimon!
Perché…?» versando una lacrima
malinconica che
più niente tratteneva, e macchiava i suoi abiti austeri e
poco
consoni a un luogo ultraterreno e per di più distrutto come
quel
palazzo «Perché soltanto i miei
alunni…e io
niente?» riguardando nel palmo della sua mano,
nient’altro
che polvere «Perché dieci anni così
tristi e amari
per me, in fin dei conti…cosa ho fatto di male? Ho cercato
di
mettere impegno nel mio lavoro e…
…a-anche se non era l’insegnante ciò
che avrei
voluto fare dall’inizio, e-e se a volte sono stata
forse…severa…
…desideravo anch’io una vita di gioia, avevo
anch’io
dei sogni. Ho temuto…e tremato quando apparve il D-Reaper in
città: perché neanche il residuo di un ricordo?!
Perché io non ho avuto alcun amico da
piangere…quando
è stato il momento dell’addio, come Takato e gli
altri…
…per poi ritrovarsi, in allegria, dopo dieci anni!!
Perché, mi chiedo, cosa ho io di sbagliato?! Sono forse
davvero
così brutta, e così antipatica, come dice
Gravemon…
…che nemmeno i generosi e socievoli Digimon potrebbero mai
avere
il desiderio…
…di
lottare al mio fianco…?» rannicchiandosi su quel
terreno
sporco, come una creatura fragile.
Come quella
Digimon dai capelli grigi che calavano da sotto il cappello da spaventa
passeri, e che chiedeva al globo
«…perché non sei
venuto…o venuta? Io ti aspettavo…
…e ti aspetto ancora, che fine hai fatto…?...
…perché non è stato scritto che io
potessi offrire
il mio amore a un domatore, anche solo per poco: anche solo…
…per il tempo di un soffio, guarda Impmon, ad esempio: la
sua
presenza ha forse fatto la differenza…nella vita della
piccola
Akemi che è probabile che tra non molto lascerà
questa
terra.» alzando una margherita con il suo guanto consumato,
che
poi volò trascinata dal vento come qualcosa di estremamente
caduco. I suoi occhi chiari ancora riflettevano
quell’accorato
“perché”…quando si
udì chiamare
«Maestra!»…«Oh?...
…e tu che
ci fai qui piccolina? Lo sai che è pericoloso.»
disse la
maestra alla piccola Stillymon «No, ci sei tu: e io con te
non ho
paura di
niente.»…«…sì lo
so.
Vabbé che tu non hai mai paura di niente a
prescindere!!»
disse l’insegnante un po’ scherzosamente, e
Stillymon
«Uhmuhmuhm! Stai dicendo che in fondo sono discola e
pestifera
come i miei compagni?»…«No: tu lo sai
che la
maestra…vuole bene a tutti voi e per lei siete tutti uguali.
Certo, a volte mi trovo a fare delle graduatorie di impegno. E come ti
impegni tu…è obiettivamente diverso da come si
impegna
Grassmon, o Fogmon, o…Orphanmon, Vapormon e tutti gli altri!
Però…se fai una cavolata tu, o la fa Orphanmon o
anche un
altro di loro, io strillo uguale a te come a loro. E questo tu lo
sai!»…«Che strilli sempre? E’
vero,
uhmuhmuhm!»
LadyWizardmon
sorrise «…perché la maestra
è una
belva…» e anche se la sua bocca era coperta la sua
espressione si leggeva dagli occhi. Raccolse tempestivamente
l’asta per fare il solletico alla piccola «E CON
QUESTA
ZUCCA VI DIVORA TUTTI,
AHAHAHAH!»…«Uhmuhmuhmuhm!
E’ per questo che ti vogliamo tanto bene! Tu sei
super-simpatica,
maestra!»
Quegli occhi si socchiudevano di gratitudine…
…mentre Asanuma osservava con sguardo quasi intimorito la
scena
di Gravemon che si gettava in lacrime tra le braccia della madre
«Mammaaaaaaa!»…«Che
è successo, amore
di mamma?? Eh? Che tragedia è mai questa,
adesso…?»
chiedeva Violetta con fare candido e leggiadro, sollevandogli il viso
con dolcezza «Hai litigato con tua sorella…? Ecco
figurati, tanto me lo sentivo, era nell’aria!
Perché
Ufomon oggi è a dir poco elettrica, cioè, non ci
si
può parlare! Ah a proposito, te l’ha detto forse,
no?
Diii…Muskmon, quella faccenda: quando vi dico di tenervi
care le
persone, perché un giorno ci sono
l’altro…puf!
Vedete? Anche vostra madre! La stressate così tanto che non
è mica detto che resterà in piedi fino alla fine
della
giostra, può darsi pure che un giorno o l’altro
schiod-»…«Mamma
dov’è andata Scratchmon
ho bisogno di lei…»…«Eh! Io
veramente venivo
a chiedertelo Gravemon: pensavo fosse con voi! Magari è
interessata alla matematica, mi son detta! Ecco ci si mette pure quella
gatta che scappa sempre, io mi sono fatta tutte le scale, rotte tra
l’altro, a fare MiaoMiao-MiaoMiao lei niente,
ma…dove
può essere andata poi qui con tutta questa polvere
è una
cosa che finiremo tutti
all’ospedale!»…«Mamma,
io, devo…devo andare all’ospedale
gua-guarda!»…«Iiihhh!!! Amooore, cosa
hai
fatto?!» esclamò di preoccupazione, mentre lui le
mostrava
il viso.
Asanuma girava
lo sguardo amaramente “…perché la mia
bambina
è così distaccata con me? Perché ha
preferito ad
occhi chiusi…restare con suo padre, quando il giudice
l’ha
affidata a lui dandomi della donna sadica e psichicamente instabile?!
Io sono una madre!! Perché mia figlia non corre da me come
fa
lui con sua madre, quando ha bisogno di protezione?!...
…io sono
destinata ad avere tutti rapporti finti e sterili d’amore! Il
Digimon che mi ha avvicinata agisce solo per ottenere un tornaconto
personale!! E la mia bambina con me anziché affettuosa
è
gelida come il ghiaccio!! A dire il vero starebbero bene
l’uno
vicino all’altra, anziché di suo padre Akiko
sembra quasi
figlia di…
…!!! Un
momento…” e si portò la mano alla
bocca, come
avendo avuto una folgorazione.
Mentre Violetta sobbalzava
«ODDIO COS’E’ QUESTO LIVIDO?!! Gravemon
ma…h-hai tutta la faccia scomposta, non
sembri…quasi
più tuo! Oddio…che macello, la preziosa
argil-EHM, volevo
dire…la morbidissima pelle che ti ha fatto la tua mamma:
guaaarda qui, che scempio! Ma…insomma si può
sapere avete
fatto la guerra?! Con tua sorella vi siete dati…non so, il
gatto
addosso?!!» ma Gravemon gemeva quanto mai
«NoooOOOO!
E’ STATA LA SIGNO…LA SIGNORA…!
IHHHHUUUF!»…«Gravemoncino mio, un
attacco
d’asma?!! KNIGHTMOOON! DEL GHIACCIO!!»
sbraitò la
riccioluta madre in tuta mimetica, con voce aspra da sergente
«FIREFLYMON LO SPRUZZO PER L’ASMA, PRESTO! Piccolo
tesoro…che cosa dicevi? Parla, invece di respirare, no?
Se…una cosa ti riesce meglio
dell’altra…!»
esprimeva con soffice candore, e Gravemon anziché parlare
indicò «Cosa? Lei??? E’ stata
lei?!»
Violetta si soffermò a guardarla…
Ma questa
sembrava essere sprofondata in un altro mondo «La mia
bambina…non può essere! Oh no, è
soltanto una
beffa. Devo liberarmi di questi sospetti astrusi: io sono una donna
razionale! Mia figlia…è un comune essere
umano!»
stabilì con fermezza…ma l’istante dopo
tradì
insicurezza «Ma se quanto ho pensato fosse
vero…invece…invece Akiko sarebbe per
metà
un…»
Gli occhi di
Violetta si facevano sottili e scrutatori…mentre Gravemon la
tirava per la mano
«Mamma…»…«U-Un
attimo amore! Eh! Mamma adesso è un comandante, ha i suoi
impegni a cui pensare! Fatti…fatti dare…ma poi
non avevo
chiamato i Knightmon, scusa? E i Fireflymon?!
Dov’è finito
lo spruzzo per l’asma?! Ah non ci posso credere, in questo
castello tutto va a rotoloni, è una cosa a cui non si
può
star dietro!»
Ma fra sé meditava “Questa donna mi
interessa…”
Scrutando
Asanuma dilaniata dai tormenti
«…no…devo essermi
sbagliata…
…in quei giorni io…
…ma no,
certo che è impossibile. E poi ho preso tutte le precauzioni
necessarie…
…io con i
Digimon non ho nulla a che fare. A parte rapporti di lavoro, si
intende!»
“E’
talmente attraversata dal rimpianto di non essere
una…giovane
domatrice che farebbe di tutto, pur di realizzare il suo
sogno!”
pensava Violetta “E gente
così…costituisce una
riserva pressoché illimitata di opportunità, se
lavorata
con la dovuto premura!” assottigliando i suoi occhi in un
lampo
di furbizia “E poi…senza contare che le ho sentito
fare
accenni alquanto sospetti.”
Mentre suo
figlio, alle sue spalle, si inoltrava nel buio trascinando il suo passo
barcollante, e invocando con il pianto nella voce
«…Scratchmon…! Scratchmonina dove sei
finita…?»
«Gravemon!!...non ti allontanare!...
…c’è la polvere! Dì
piuttosto a tuo padr-no
ma che tuo padre?!! Aaai…Knightmon, se li vedi, di portarti
lo
spruzzo! E ai Fireflymon…vabbé forse era il
contrario,
non importa, comunque! Digli di portarti il ghiaccio!...tienilo premuto
sulla faccia per dieci minuti! Pure che è gelido!...
…vabbé che qui non so se hanno quello adatto per
tener su
le facce di argilla…
…vuoi vedere che finisce che a mio figlio si scioglie la
faccia
per colpa di un innocuo schiaffetto correttivo: inutile, la loro
costituzione è troppo debole, debbo sbrigarmi ad acquisire
Guardianmon! Quel domatore che ha perso gli occhiali sembra alquanto
propenso a fargliela pagare, se solo fossi riuscita a vedere come
andava a finire ma mi si è oscurato l’Ipad! E qui
non
c’è nessuno che lo sappia accomodare, questi
Knightmon mai
fosse che si aggiornassero sulle tecnologie! Dovrò
riscrivere
tutte le regole di Digiworld…
…COMUNQUE…
…ora la cosa che mi preme di più sapere
sarebbe…
…dove si è andata a cacciare
quella…tanto graziosa
gattina…
…non può andarsene a spasso come niente fosse
quando nel
suo petto di pelo nero batte a sua insaputa un cuore…dal
valore
non direi proprio del tutto indifferente!...
…Scratchmon deve tornare al suo focolare…
…quanto…prima.»
Ma di
quelle incisive specificazioni, Nami Asanuma non poteva sapere
poiché sulle sue labbra vi era solo un gelido sospetto
«Mia figlia non può essere una
Digimon…»
«Tu cosa
avresti voluto fare da grande, maestra?» chiedeva la piccola
Stillymon che si era accomodata tra le braccia di LadyWizardmon, la
quale rispose senza esitazione
«L’insegnante…!» ricercando
poi il suo passato
tra le stelle che, dolci e discrete, illuminavano il cielo tra gli
elevati ingranaggi «Non c’è stata mai
cosa che avrei
sognato di più di fare, dedicarmi ai bambini,
plasmare…a
modo mio anche se…non è che sia questo
granché di
Digimon…» aprendo le braccia
«…plasmare il
futuro. Ce n’è tanto bisogno,
sai…?»…«Tu sei una Digimon
meravigliosa.»…«E tu?» le
chiedeva la maestra,
nel silenzio accompagnato dal quieto rigirare delle rotelle meccaniche
«Hai già pensato a quello che vorresti fare quando
sarai
adulta, tesoro?» carezzandole quel corpo cristallino con i
suoi
guanti consumati, ma che tanto sembravano amorevoli da non intaccare la
purezza della piccola goccia, la quale rispose «Oh, non
c’è dubbio: la guerriera! Come Jeri!»
L’espressione della Digimon si fece incerta, mentre
l’alunna confessava «Voglio diventare brava e
coraggiosa
come lei, nel mio ambito! Io sono un Digimon…in questo
caso…vorrei davvero rendere felice il mio domatore come lei
fa
con il suo
fidanzato!»…«…sono…due
cose
diverse, amore.»…«Sì,
però io le
voglio tutte e due! Voglio sia diventare una grande Digimon,
sia…uhmuhm! Trovare un bel fidanzato come quello di Jeri! Lo
hai
visto, LadyWizardmon? E’ proprio bello Takato,
vero…?» La Digimon fece un’umile sorriso
«Beh…sì, molto. E’ un bel
ragazzo.»…«E quando biodigievolve
poi…!!
Ancora di più, oh ma hai visto in che meraviglioso Digimon
si
trasforma?!»…«Quello…è
anche merito
della sua Digimon, anche lei è molto
carina!»…«Oh…ma mai come
Jeri! Jeri
è…oltre che bella, anche molto temeraria, non ha
paura di
niente e di nessuno! E’ simpatica e sa stare con noi bambini,
lotta sempre per la giustizia e la verità! Fra lei e il suo
Digimon c’è un’intesa
perfetta!»
…ma gli occhi della creatura più adulta
scomparivano
sotto la falda del suo cappello, per poi riemergere più
assorti
in un sospiro «…sai, il rapporto fra domatore e
Digimon
è una cosa…particolare, non si può
dire…così! A
priori…”è
perfetto”, “è un rapporto in cui non ci
sono
problemi”. E’ come…tutti i legami della
vita, in
qualsiasi…ambito, ambiente, storia, capita sempre che ci
siano…delle cose in comune che fanno incontrare,
e…e…altre che invece purtroppo allontanano,
possono
essere…eventi, fatti del passato, punti di vista.
L’altra
volta parlavano di punti di vista, no? “Che
cos’è un
punto di vista”…chiedeva la vostra maestra?
Eh…e a
che conclusione siamo giunti? Un punto di vista è…
…un
insieme di…dati, diremmo noi, ma poi non sono dati
bensì…esperienze vissute.
Che…costituiscono il
modo in cui ti vai a rapportare alle diverse situazioni.» Il
suo
parlare era velato, forse un po’ stanco come il suo sguardo,
a
volte le frasi iniziavano in un lieve sussurro...ma nonostante
quell’ora e la giornata faticosa non smetteva di parlare e
spiegare, sembrava viverlo come una missione, qualcosa di cui
necessitavano gli altri e lei stessa per prima
«…certe
volte…i punti di vista possono variare, da persona a
persona…o…da Digimon a Digimon. E
così…in
alcuni casi, purtroppo…non ci si viene a
incontrare.»…«Come è successo
a
te…?»…«Uh? Come
dici?!» sussultò
leggermente allarmata, quando la limpida gocciolina digitale chiese
«Tu e il tuo domatore avevate punti di vista diversi, per
questo
non vi siete
incontrati…?»...«…eheh! E io
come faccio a sapere se avevamo punti di vista diversi, se non
l’ho mai visto? Non posso giudicare in partenza, sarebbe un
pre---»…«…un
pregiudizio!!»…«Brava, piccolina!
Ahahaha!»…«Uhmuhmuhm!»
premiandola con un
po’ di solletico per mezzo dell’asta «I
pregiudizi
sono la cosa da cui la maestra…vi ha sempre detto di
guardarvi
maggiormente: perché separano inutilmente, nascono quando
noi ci
crediamo…in diritto di giudicare ciò che non
conosciamo!
Oppure, molto più spesso…CHI…non
conosciamo.» rivolgendo lo sguardo al globo
«…io non
giudico il mio domatore: evidentemente…se non è
venuto
qui da me come sarebbe stato in teoria previsto, è stato
perché…» abbassando il capo e
nascondendo gli occhi
«…ha avuto i suoi motivi. Molto spesso le cose non
vanno
come il destino…SEMBREREBBE volere che vadano. Eheh, gli
eventi…prendono una piega diversa ma questo non è
una
buona giustificazione per formulare giudizi affrettati. Si
sarà
trovato…preso nei suoi affari di vita!...
…e non
avrà trovato un minuto di tempo per giungere a
Digiworld…» abbassando lentamente la
mano con
l’asta, come se dovesse mollarla da un momento
all’altro.
Come una resa…
…quando
c’era una donna che camminava in un palazzo in rovina
“Una
volta che la città fu libera dalla minaccia…
…la
comparsa di quelle creature, i Digimon, aveva lasciato il segno dentro
al mio cuore! Ma devo confessare…che fin da bambina sentivo
parlare di loro, e delle ricerche che un qualificato team di scienziati
svolgeva sulla vita artificiale: ne ero così
affascinata…e avrei tanto desiderato una creatura come loro,
come compagno! Confidente dei miei pensieri…
…e dei
miei sentimenti…” Asanuma si volgeva verso
l’oscurità del corridoio dal pavimento dissestato,
sotto i
cui squarci stava nascendo l’erba. Lo sguardo
dell’insegnante, di solito austero e autoritario, era adesso
fragile e malinconico tanto da far intravedere tra i suoi tratti,
un’eco sfumata dell’antica giovinezza che lei
stessa, forse
più del suo documento d’identità,
sentiva sfiorita
“Ma non c’è stato niente da
fare…
…a me non
era concesso vedere i cartoni e dedicarmi ai giochi degli altri
bambini…” alzando lo sguardo, per poi passare
oltre con
rassegnazione “La mia famiglia aveva costanti problemi
finanziari, mia madre era una donna autoritaria…e soggetta
alla
depressione, mio padre c’era e non c’era, su di lui
non si
poteva contare: se avessi avuto bisogno di un aiuto
immediato…non mi restava che rimboccarmi le maniche e
cercare di
trovare un impiego, all’epoca quello di insegnante era
facilmente
conseguibile. Adesso…più neanche quello. Ma non
sono
più problemi miei…
…sono un’insegnante di ruolo ormai. Mia
madre…è a un passo dal terminare la sua vita,
consumata
da un brutto male. Mio padre qualcuno l’ha
sentito…dicono,
ma io non ho mai voluto sapere di più. Quante croci, quanti
sbarramenti ti lasci alle spalle, sembra quasi…
…questo corridoio: ti fa passare la voglia di ripercorrerlo
a
ritroso, tanti sono gli ostacoli che dovresti scavalcare. E
così
sono presto diventata una giovane…
…concreta e realistica. Una di quelle che non si perdono tra
sogni irrealizzabili! Ma che puntano sempre…ad ottenere
quella
stabilità che a conti fatti non giunge mai. Ricordo
chiaramente
il giorno in cui, alzandomi da una sedia, voltai le spalle al video di
un computer rinunciando in questo modo a tutti i miei sogni annidati
qui! In questo luogo che stento a riconoscere come…
…il Digiworld che ho sognato. Eppure adesso mi trovo davvero
qui. Ci sono arrivata, ma…come?!” volgendosi di
nuovo e di
scatto, con occhi ancor più sofferenti “Per
fare…del male, accompagnata da un Digimon traboccante di
desideri di vendetta e così diverso rispetto alle
tenere…amorevoli creature che sognavo come amici! Ma un
Digimon
al quale…in un momento di disperazione…mi sono
concessa...”
E lo
vedeva, intravedeva un alone di brina dietro le poche colonne rimaste
in piedi, immerso nell’oscurità che
però delineava
la forma delle sue ali. E il lampo di quegli occhi che sembrava la
controllassero…tanto da suscitarle un sottile, ma straziante
dolore nel cuore “Avevo dei sospetti, devo ammetterlo:
l’ho
fatto anche…e forse soprattutto per avvicinarmi a loro. I
Digimon. Pensavo che se l’avessi legato a me lui mi avrebbe
portato qui! E infatti…” guardandosi attorno, e
rimpiangendo uno scialle più pesante di quel foulard legato
al
collo, per proteggersi dalla brezza della sera forse resa ancor
più rigida dalla presenza del gelido diavolo
“…ha
fatto proprio questo! Però io…
…non mi
sento più sicura, al contrario! Ho il cuore che trabocca di
paura, mi spaventa questa gente così priva di scrupoli!
Anche i
piccoli Digimon sembrano divenuti calcolatori e scaltri…
…niente…di tutto questo…assomiglia
all’antico Digiworld che sognavo da bambina.”
confessava
tristemente a sé “…e a quel mondo nel
quale mi si
accese la speranza di tornare! All’epoca del suo boom, dieci
anni
fa: quando vidi…
…e questo non l’ho detto a nessuno…
…i miei alunni, nel video del televisore
io…!!...”
La
sua mano tradì un lieve tremito, aggrappandosi alla
camicetta
“…sognai tanto di essere come loro…ma
non potevo
dichiararlo, dovevo tacere, avevo una responsabilità: ero
un’insegnante! Un’educatrice…una come me
requisisce
le carte con cui gli studenti si distraggono durante la lezione!!
Prova…disprezzo per le nuove tecnologie, e guarda con
sufficienza i moderni mezzi, e le mode del momento! Certo,
perché in questo modo tutti ti rispetteranno!! Otterrai
un’immagine autoritaria e traspirante cultura,
così potrai
conservarti un posto sempre e dove vorrai anziché
essere…scansata! Io soffrivo molto…quando non
potevo
essere assieme ai miei coetanei perché dovevo restare in
casa, a
dare una mano a mia madre, in quanto mio padre era sempre in viaggio, o
chissà dove a tradirla! E’ stato grazie a lui che
ho
sviluppato un odio per gli uomini…e a causa di
lei…se
sono finita dieci anni fa, già avanti con gli anni e con un
lavoro…che definiscono serio…a-a far tremula la
mia voce,
assumendo scuse poco credibili…quando vedevo i miei alunni
allontanarsi con lo zaino in spalla, verso quella destinazione che
avevano specificato i quei riassunti della lezione…assai
elaborati!” decorò con tono ironico, malinconico
più che altro “Trattenni a stento la
supplica…!
Sarebbe bastata…una sola richiesta: signorina Asanuma…
…poiché a quel tempo ero ancora
signorina…
…vuole…venire
anche lei assieme a noi? Fonti certe l’hanno informata che
c’è un suo Digimon che la aspetta!!”
e due
lacrime solcarono il suo viso, lei le asciugò prontamente
“Ma non sono giunte…e ormai è troppo
tardi per
tornare indietro. Noi non siamo più gli stessi. Digiworld
non
è più lo stesso, e non c’è
alcuna speranza:
questo cambiamento, ormai è irreversibile…
…se solo potessi chiarire quell’ultimo sospetto
che mi
rimane, riguardo a mia figl-“
«Nami.»…«Oh?...
…che cosa vuoi?!» si fece spigolosa, quando il
silenzioso
diavolo si accostò a lei nel suo volo che emetteva solo un
lieve
sibilo, e un vago fruscio. L’insegnante si strinse a
sé
«Non avvicinarti troppo! Sono vestita troppo leggera, e
qui…
…di notte fa già abbastanza freddo senza che tu
offra il
tuo contributo!»…«Andiamo, non essere
respingente.
Volevo solo interessarmi a cosa
avevi.»…«Non ho
niente!!» scandì lei, dandogli le spalle e
sfoderando
occhi taglienti «Mi domando solamente quando, di grazia,
quella
donna si deciderà a farci scendere in campo: ne ho
abbastanza
delle ripetizioni…a quello zuccone di suo
figlio!!»…«Sei ansiosa di
combattere…? Ti
capisco…io sono come te. Per questo non riesco a starti
lontano
per più di tanto, cara. Prima ti ho visto, stavi piangendo.
E le
tue lacrime hanno fatto sanguinare il mio cuore…»
le
ronzava attorno cercando il suo sguardo, ma lei volutamente volgeva il
capo «Tu devi avere le traveggole: nessuno piangeva,
tantomeno
io! Qui…l’unico che si aggira come un fantasma
lacrimoso
è il figlio di quella…pfff, buffona vestita da
soldato!»…«Shhh…non dobbiamo
spettegolare con
un tale impeto, vedi? Ora non possiamo neanche più
beneficiare
di pareti integre, e quella donna, benché alquanto
grottesca,
manovra Digimon e manufatti di potere incommensurabile, dobbiamo
tenercela buona. E vedrai che sarà molto utile alla nostra
causa.»…«Lo spero bene!!» ora
lei lo
guardò «Perché non vorrei che invece
fossimo noi a
essere utili a lei!! Per…tenerle decentemente questo posto
irrecuperabile, e gestirle il figlio
ignorante!»…«Non fare la
bambina…»
parlava lentamente e con voce da seduttore l’inquietante
essere
che, pur composto di ghiaccio, riportava un viso visibilmente
invecchiato di dieci anni «…hai fatto
l’insegnante
tutta la vita, non ti costerà un altro piccolo
sforzo.» ma
lei si distaccò, passeggiando «La mia
sopportazione sta
arrivando al limite, ti avverto!!»
Lui la contemplava
mentre gli dava le spalle, e ghignava fra sé
«…
…non ne posso
più di continue attese e contrattempi!! Sono venuta a
Digiworld,
qui, con te, non per dare ripetizioni, ma per fare la Digimon
Tamer!» sfoderando il cristallo di ghiaccio «Questo
lo
so…
…ma vedi?
Finché non potenziamo il nostro Digivice…saremo
troppo
deboli.»…«Vorrei tanto sapere quando
attuerai quei
piani che tanto avevi sbandierato! Dì un po’! Non
dovevi
vendicarti di quella Rika con la sua Digimon?! Oppure mi
sbaglio?!»…«Ma te l’ho
detto…»
seguitava lui a svolazzarle attorno, benché Asanuma
sfuggisse di
proposito «…cerco solo di non urtare la
sensibilità
alquanto delicata del
“capo”…»…«Uhmf!
Quella donna non
è il mio “capo”, io non lavoro alle
dipendenze di
nessuno!»…«Uhmuhmuhmuhm, da quel che so
non ti hanno
ancora fatta preside: le qualifiche le avevi…ah, se solo non
ci
si fossero messe quelle seccanti voci emerse dal processo, la gente non
è mai scevra da pregiudizi! “Lei è
instabile”…»…«Uhmm…!!»…«…”Non
ci si può fidare”…”Ha perso
l’affidamento della figlia benché il marito sia
invalido
civile”…ahhh, che cattiveria! Mi ribolle il
sangue!»…«Finiscila!!...
…credi forse di essere così più
qualificato della
sottoscritta?»…«…io sono un
Digimom
d’epoca.»…«Di
un’epoca di gloria DI
ALTRI e non certo tua, sei il…tipico scomodo seccatore che
viene
puntualmente sconfitto!»…«Oh, che
epiteti offensivi,
guarda che ferisci la mia
sensibilità.»…«Ti
hanno camminato sopra in cento, in
mille!»…«No, non
così tanti…
…solo in tre: il
terzetto eroico…
…quella svergognata ragazza con la sua malinconica
volpe…
…il
saputello esperto di computer, col microbo dalle orecchie lunghe che
poi è passato alla moglie…
…e
infine il terzo, quel moccioso che ha approfittato delle tue lezioni,
per studiarsi la parte
dell’eroe!»…«Takato…»…«Lui
possedeva il Digimon che mi ha acquisito, o meglio che ha tentato di
farlo: quel draghetto…ritardato e senza alcuna eleganza, lo
odio! Suscitano…fantasie pittoriche apocalittiche le tue
spiegazioni in classe, cara Nami. Mwhahahahahahahahahah!» ma
lei
si volse offesa «Di certo non mi aspetto di essere capita da
un
ignorante irrecuperabile come
te!!»…«Ouh?...! Non
sei autorizzata a sindacare sul mio grado di istruzione…a
Digiworld le maestre sono superflue, la cultura si acquisisce in modo
diverso, per mezzo dei dati: grazie ad essi ho cercato per anni di
scoprire cosa avesse spinto Takato…ed Henry, con i loro
Digimon
a correre in aiuto di un’amica così fredda come
Rika, che
si era sempre mostrata antipatica e distante. Ma benché mi
sia
sforzato…al contrario dei tuoi studenti…
…non ho mai trovato risposta: evidentemente covavano in
fondo al
loro cuore il desiderio di mantenerla in vita per carpirne i segreti,
Renamon era oggettivamente più potente di entrambi i loro
animaletti digitali. Era una
Digimon…credimi…»
smarrendo il suo sguardo freddo e al contempo assorto verso gli spicchi
di cielo oltre gli squarci
«…veramente…mirabile, la
ricordo ancora. Una così la vedi raramente. E
infatti…!» stringendo un’improvviso
pugno congelante
(che non mancò di intimorire leggermente la donna)
«Non ho
desistito dall’intento di inserirla nella mia collezione,
voglio
quella Digimon…
…ormai il mio è un pensiero fisso, non riesco
più
a dormire…!!»
Asanuma cercò di esorcizzare la paura con sfacciata ironia
«E’ comprensibile! Con la domatrice non ti
è
riuscito!!»…«U-Uhgg!! Ma il mio errore
è
stato solo quello di non ucciderla subito, appena l’ho avuta
tra
le mani, sarebbe bastato
stringerla…così…
…!!...sul suo…morbido
collo…»…«…tu quel
collo volevi
baciarlo.»…«STA ZITTA!!»
sbraitò,
riversando cubetti di ghiaccio che suonarono cristallini a terra
«Io sono un Digimon…!!...la gloria e il dominio
incontrastato sono le mie aspirazioni, certe cose non cambiano col
tempo…
…e
se all’epoca…mi sarei accontentato di Renamon e
basta ora
sono quasi felice che allora non abbia potuto concludere a mio favore
la battaglia, e sai perché? Perché in questi anni
quella…stupida volpe si è fatta una famiglia, ed
io sono
tutti loro che voglio: per ciascuno…
…un
posto nella mia collezione è lì ad attendere, il
ghiaccio
li avvolgerà…
…trascinandoli nel gelo del sonno eterno: madre…
…PADRE…e i due adorabili
cuccioli…»…«…!!...uccideresti
anche
due bambini?!» sussultò improvvisamente Asanuma.
Ma
IceDevimon aveva un sorriso da rifilarle «Che ti prende,
Nami...?» chiese pacatamente, avanzando verso di lei che
sentiva
il buio di quel luogo minacciare la sua esistenza
«…io
sono un Digimon: per me questi legami non esistono. Noi non abbiamo
sesso…
…né bisogno d’amore per
riprodurci.»…«La tua nemica ti
smentisce! Lei si
è…chiaramente costruita una famiglia sul modello
degli
esseri umani!»…«Non…mi
smentisce poi
così tanto, credimi: anche lei…e dico
“anche
lei” a ragion veduta…ha fatto del valore della
fedeltà unicamente un’apparenza.
Avverto…uhmmm, ed
è un soave respiro…tutto il suo conflitto
interiore:
è legata da un vincolo di gratitudine al marito…
…ma ha
consacrato la sua esistenza…ed i palpiti del suo cuore in
questi
dieci anni…ad un altro Digimon.» rifilando una
gelida
carezza sulla guancia della donna, col suo dito artigliato
«Povera Renamon, bisogna capirla: non lo trovi
incredibilmente…intenso e
romantico?!»…«Non…starmi
così
vicino.»…«Eppure un tempo ti piaceva,
eri tu stessa
a chiedermelo.»…«L’hai detto,
“un
tempo”! Ora le cose sono cambiate.» si difese lei,
irrigidendosi «Già è un nuovo corso?
Così
presto? Peccato…» lui le volò vicino,
sussurrandole
all’orecchio «…mi ero affezionato a
certi aliti del
tempo trascorso.»…«Finiscila!»
lei gli
negò lo sguardo, e dichiarò «Ora siamo
qui a
Digiworld per combattere, non per occuparci di
sciocchezze!»…«Eppure potrebbero essere
un
rilassante diversivo.»…«Non sono affatto
del
parere!!...
…senti…IceDevimon…» aggiunse
poco dopo con
tutt’altro tono, insicuro e fragile. Il diavolo bianco alle
sue
spalle si aprì in un sorriso ipotizzando un ripensamento
«…ascolta una cosa,
è…proprio vero
ciò che hai detto poco fa, vale a dire il fatto che per i
Dig…
…che per te…
…l’eventuale legame con un…
…figlio…» pronunciato con voce
bassissima
«…non merita la minima considerazione? Per molti
Digimon
è diverso!»…«Oh, io di
ciò che fanno i
miei simili digitali non mi curo, non l’ho mai fatto. Posso
solo
dirti…cara…» sfiorandole la spalla, ma
lei
mostrò di sentir freddo e lo scostò
«…che
per la mia natura è impossibile ipotizzare alcun calore
affettivo, per me un figlio non è niente, e poi un bambino!
Se
fosse capitato a me sarebbe stato unicamente una seccatura. Sissignore:
nient’altro…
…che una fastidiosa seccatura.»
Detto
questo, volse le spalle e volò via. Come se quel pretesto
fosse
bastato per stancarlo.
Asanuma
guardò quella luce bianca svanire nel buio e
sussurrò
«…che razza di Digimon sei…?...
…vi fanno tutti diversi…»
«E’
stato…qualche anno fa, io avevo da poco compiuto diciotto
anni.» narrava la voce gentile e femminile di una giovane in
una
stanza d’albergo, le cui mani si intrecciavano con le zampe
ricoperte di pelo di una creatura altrettanto altrettanto elegante
«Mia nonna…
…si
era ammalata improvvisamente. Di solito la sua salute è
forte…come quella di tutte noi.» Rika alzava i
suoi occhi
grandi, profondi e sinceri verso quelli della volpe che sembravano
sempre gli stessi, impenetrabili e sottili, ma tra i quali in
realtà lei leggeva ogni sfumatura, dall’amore alla
compassione, come in quel caso, per via dell’incertezza e
dell’imbarazzo che pervadeva gradualmente la voce di Rika,
dandole un profondo disagio «Però quella volta
sembrava…realmente grave, e noi eravamo disarmate! Capisci?!
Io
non avevo ancora…avviato il progetto del locale, mi
arrangiavo
con lavoretti saltuari che non rendevano se
non…!...l’essenziale per mettere qualcosa sotto i
denti la
sera, più o meno: bisognava sapersi accontentare! E
saper…dividere quel che si ha, come si conviene per una
famiglia. Una famiglia…»
…espirando aggravata e nascondendo il suo sguardo sotto ai
boccoli rossi «…come quella che sognavo, ma che
non potevo
azzardarmi a sfiorare, nella sua patina onirica, con le mie mani!!...
…come fossero state…sporche.» lasciando
ora quelle
della volpe e guardandosi i palmi «…e forse lo
erano. Lo
erano.» ammise poi ben più consapevole, vagando
con i suoi
occhi lucidi in quella camera elegante. Per poi alzarsi…e
dirigersi verso uno scrittoio sul quale era stata posta la cesta con i
volpacchiotti addormentati. Rika li carezzò ed
appoggiò
il capo sul loro morbido pelo, come se avesse bisogno di un cuscino
«Lui ronzava attorno ai…luoghi che frequentavo
ancor prima
dei tempi del locale. Me lo trovavo sempre davanti, era diventata una
dannata ossessione!...però…non potevo negare di
essere a
conoscenza del fatto…
…che disponesse di un buon capitale, o
almeno…così
lui diceva, e le sue auto testimoniavano. In giro…tutte mi
dicevano di stargli alla larga, perché era un tipo di
quelli…» facendo eloquente il suo sguardo
«…da cui un giorno potresti doverti salvare.
“Se ti
avvicini troppo potresti finire in trappola”…e
infatti…poi così è stato.»
La volpe
assumeva posizione più eretta, ricordando la parte che aveva
avuto in quell’intervento. Rika ricordava «Ma per
fortuna
ho avuto accanto a me una fidata amica…una volpe
leggendaria…dal cuore impastato di dati e nobili
intenzioni…» sulle quali Renamon nascose lo
sguardo
«…che quando è stato il momento di
sprofondare in
quell’inferno…di ghiaccio e sofferenza
è
intervenuta, sbucando direttamente dal mio passato! E riportando il
calore della casa…
…nella mia vita, ma allora no!! Anni prima no, capisci?! Ero
sola…»…«Rika,
io…m-mi
dispiace!»…«Oh
no…!» le sorrise lei con
pena, facendosi vicina e prendendole le mani «So bene che non
è colpa tua, tu eri sola altrettanto ed io…non
parlo per
accusarti!»…«Ma
io…» fece Renamon
volgendo il capo «…ho sempre avuto chi mi
è stato
vicino. E…non l’ho saputo apprezzare. Non sono mai
stata
sola…come te, Rika!» ripiegandosi sempre di
più in
quel conflitto di rimorsi, nel quale la sua domatrice cercava di far
breccia con la dolcezza «Anch’io…ho
avuto sempre chi
mi era vicino: amici, familiari, mia madre si sarebbe buttata nel fuoco
al posto mio. Ma che dire…non ci ho voluto sentire. Hai
visto
Henry…? Ora lui dopo un lungo cammino è tornato
di nuovo
fra chi lo ama, e quando era nel pericolo ha confessato di aver
tentato…senza successo purtroppo, di scavalcare
l’ostacolo
della crescita da solo. Come risultato…ne abbiamo ottenuto
esclusivamente i patimenti dai quali ora, per fortuna, sembriamo essere
usciti. Ma io non sono migliore di lui…
…ci ho provato anch’io, del resto era nella mia
natura.
Così questo sembra essere stato il cammino comune di noi
Digimon
Tamers, abbiamo…tentato di fronteggiare da soli un nemico
più grande di noi e ne siamo usciti sconfitti. Ma ora sono
contenta nel pensare che Henry è finalmente nella stanza
accanto, in compagnia delle persone che più lo hanno a
cuore:
sua moglie…suo figlio. Ed il suo
Digimon…!»
Il dito gentile
di Henry sfiorava infatti Benji e Terriermon addormentati nello stesso
lettino…per poi passare accanto a lei, e socchiudere una
porta
«Allora…io vado a farmi una doccia.» ma
Rea gli
bloccò il braccio e gli disse «Lascia
perdere.»
(canzone: Gigi
D'Alessio - Dentro un cinema (strumentale) )
Così lo condusse vicino a sé…e lo
baciò, lo
baciò con passione. Un bacio così intenso al
quale lui
non poté non rispondere, chiudendo gli occhi e lasciando
indietro tutta la sofferenza e le avversità percorse.
Quell’impeto la portò presto a strappargli la
camicia di
dosso, e li avvolse entrambi, come un vortice. Lei, con la schiena
premuta contro il muro, accoglieva quei baci che giungevano intensi e
teneri allo stesso tempo, una tenerezza che concesse loro di pensare
alle due creature addormentate nelle vicinanze. E strappò a
lei
uno «Shhh…!» furbetto e giovane, che
però non
interruppe quella magia trasferendola dalla durezza del muro, alla
morbidezza del letto. Là non vi sarebbe stato alcun rumore
in
grado di disturbare i numerosi alloggiati nelle stanze
vicine…
…nei loro cuori e nel linguaggio dei loro gesti era
descritta
tutta la gioia di essersi finalmente ritrovati. Tutto lo sgravio e
tutte gli ostacoli di una vita, finalmente sbaragliati. Si guardavano
l’uno nell’altra, increduli di essere proprio loro
e di
specchiarsi in quell’amore che aveva attraversato tappe e
momenti
dolorosi. Quell’amore che sembrava perduto, un errore
dell’età adulta. Quell’amore che
sembrava da
dimenticare, nonostante avesse dato un frutto. Ma ora
quell’amore
tornava alla sua culla, ed era alimentato da una luce ancor
più
intensa…nonostante su Digiworld, oltre le tende e la
finestra
calasse una notte stellata tra gli ingranaggi roteanti.
Le
loro mani attraversavano con grande gioia i capelli, scuri di entrambi.
Assomigliavano quasi lui a un principe, nobile e impetuoso e lei a una
leggiadra e al contempo così travolgente principessa: gli
eroi
di una favola…
…e quell’oggetto, quel congegno bianco bordato di
verde
che era appartenuto un po’ all’uno un po’
all’altra, era appoggiato sul vicino comodino come una cosa
cara.
E i raggi di luna sfioravano quella decorazione a forma di cuore che
gli aveva dato la trasformazione nel futuro.
Il
bambino si rigirava un po’ nel suo sonno pacato, schiacciando
col
braccetto il lungo orecchio della creatura che dormiva al suo fianco.
Ma questi non sembrava provare alcun disagio, anzi sorrideva, e
benché dormisse lo abbracciava con ancora più
affetto.
E
l’amore cresceva e incalzava, istante dopo istante, fra quei
due
giovani ricondotti l’uno presso l’altra, lungo i
sentieri
di Digiworld. Attraverso il percorso di un’età
ancora
giovane, ma che sembra già tutta una vita…
Dalle finestre socchiuse soffiava la brezza della primavera, e un
Digignomo guizzava veloce tanto da essere discreto, benché
ci
fosse una vocina ad apostrofarlo «Cosa guardi,
curiosone…?
Lasciali in pace, hanno aspettato così tanto per ritrovarsi.
E
ti posso garantire…»
…narrava la piccola Lopmon, in piedi sulla ringhiera del
balcone
«…che un’attesa è dura da
scartare ma questo
forse tu lo sai meglio di me: sei un abitante di Digiworld anche tu. E
ormai la nostra specialità, al di là delle
tecniche e del
combattere, sembra essere diventata quella di aspettare, senza mai
perdere la speranza. Vero…Terriermon? Per te è
stato
così: ora hai finalmente ritrovato i tuoi domatori,
è
valsa la pena non cedere mai sul pensare positivo, come ci hai esortato
a fare in tutti questi anni. Conserverò anch’io
una
speanza nel mio cuore: mi piacerebbe tanto che tu…un
giorno…
…potessi accorgerti di ciò che provo per te. E
finalmente
smettere di vedermi solo come un’amica: Terriermon,
io…ti
amo.» intonava poeticamente rivolta al cielo.
Mentre il Digimon si rigirava, nel più beato
«…momentai…» della sua
vita…
Lopmon tingeva di un pizzico di pena i suoi occhietti «Ti amo
e
forse la mia è una pretesa impossibile: se non hai sentito
niente per me in tutti questi anni di lavoro fianco a
fianco…ormai…è inutile.
Però io non perdo
la mia speranza, sento che non voglio perderla! In un angolo del mio
cuore conserverò sempre questo sogno: è il sogno
più grande…di tutta la mia vita,
Terriermon…
…amore mio! Mio...unico…grande amore!»
Ormai Rea
ed Henry erano lontani da tutto e da tutti, congiunti nella gioia
sfavillante di essere di nuovo insieme, parte di uno stesso meccanismo.
Se mai fosse vero che Digiworld muta le vite in dati, ora loro
appartenevano ad uno stesso file, che però con la sua forza
sorregge un’intera struttura informatica.
Lopmon si
preoccupò di accostare la finestra, così che ai
due
innamorati non giungesse alcuno spiffero.
Riaccomodando
con amore le coperte a Benji e regalando un bacino a Terriermon, la
coniglietta marrone balzò a terra e si accinse a lasciare la
stanza.
Un ultimo sguardo al cielo e alla notte…
…per poi
uscire, e richiudere la porta con l’accuratezza che solo un
Digimon può esprimere, verso i sentimenti di coloro a cui
vuol
bene (fine-canzone)
In quegli stessi
attimi Rika confessava con le lacrime agli occhi «Quel giorno
alla fine cedetti, fui costretta ad accettare!! Eravamo arrivati a un
punto limite, quelli…
…intorno ai
miei diciotto anni furono i periodi in cui raggiungemmo
l’acme
dei problemi e delle difficoltà, non vi fu alcuna
festa!!...vera…a parte quella che mia madre volle
organizzarmi a
tutti i costi, ma…non basta, a
volte…truccarsi…» avanzando per la
stanza con lo
sguardo smarrito fra ricordi dolorosi, e quello della sua Digimon fisso
su di lei «…prenotare un locale, circondarsi di
discorsi
“consoni”, per così dire, alla tua
età,
no!!» sbattendo una boccetta sul comodino «In
realtà
tutto si risolve solo e soltanto in una lunga…e squallida
recita, basta che ti guardi attorno la tua vita ti crolla addosso, una
sera stai soffiando candeline!...per cui ti sei indebitato, e quella
successiva…beh…!...
…devi
pagare quel conto…che non avresti mai dovuto contrarre se
avessi
avuto realmente spina dorsale, e fossi stato coraggioso come dicevano,
quanto bastava per accettare che tu…eri diverso da coloro
che in
quegli anni erano felici!! E puntavano ad un estate di sogni e
avvenuture!!...dopo quella primavera, ed il termine…di un
ennesimo…
…anno scolastico trascorso fuori al cortile di scuola, ad
osservare gli alberi che si rivestono con i petali. Io ho lasciato la
scuola presto…» confessava abbassando un amaro
sguardo
«…e vedevo le sue foto attraverso il computer, era
sempre
felice e non sembrava mancargli niente! O forse molte cose mancavano
anche a lui ma era più che certo che io non fossi fra
queste!!
Io ero lì, esasperata dai problemi neanche fossi stata
già madre, un’adulta!!! Non avrei dovuto
lamentarmi…ma non ne avevo la forza, ho offerto un quadro
patetico di me durante la mia adolescenza. E intanto…
…guardavo i suoi giorni per mezzo degli strumenti
informatici
che ci hanno messo a disposizione, e anno dopo anno vedevo allontanarsi
sempre di più il mio…”principe
azzurro”
dell’infanzia, risucchiato da una vita che gli offriva tutto,
assolutamente tutto! Felicità, amici, occasioni,
vacanze!»
…volgendosi verso la Digimon con uno sguardo indignato
altamente
evocativo della sua personalità di un tempo
«Capisci
Renamon…perché nonostante tutto non riesco a
perdonarlo?!
Oh sì so che dovrei!! Ma…non ci riesco e ogni
volta che
è di fronte a me io sono fredda e distaccata, sì,
sono in
mortale imbarazzo!! E questo è per via del fatto che
lui…!!...
…lui era
a festeggiare in un locale splendido e adatto all’alto rango
della sua famiglia, nelle stesse ore in cui…
…q-quel poco di buono mi faceva strisciare addosso le sue
sudice
mani…!!»
Pochi
secondi di immobilità. Poi Renamon si gettò ad
abbracciarla dalle spalle, in un gesto tipicamente umano e istintivo
che dieci anni prima non avrebbe fatto.
Rika stringeva
quelle zampe che si univano sul suo petto
«…c-capisci?!
Io…avevo orrore di quella scena, ma lui aveva
promesso!...aveva
promesso…!!...» gemette con voce impaurita
«…che mi avrebbe dato i soldi per comprare le
medicine per
nonna, E INFATTI ME LI HA DATI! ALMENO SU QUESTO E’ STATO DI
PAROLA! Mi ha pagata…!!...
…come si
fa con una prostituta, ma almeno mi ha permesso di salvarla, persino un
delinquente come Fiocco di Neve è stato più di
parola di
Ryo, che mi aveva assicurato che ci sarebbe stato sempre,
all’interno di quel maledetto D-Reaper ma che poi se
n’è andato in giro per terre ben più
floride e
promettenti di Digiworld, col biglietto pagato dalla mano smaltata
della sua insostituibile mammina,
QUELLA…!!...VECCHIA…PAZZA E COMPLETAMENTE IDIOTA,
INCAPACE DI DISTINGUERE UN ESSERE VIVO DA UN CADAVERE,
PURCHE’
ABBIA IL PORTAFOGLIO PIENO E UNA QUALIFICA SOCIALE ABBASTANZA
ALTISONANTE…
…!!»…«Rika
io…» Renamon chiuse
gli occhi, e ammise un sincero «…ti capisco!
Ascolta, tu
puoi anche…non credermi, ma ti assicuro che anche se sono un
Digimon io…capisco di queste cose: capisco
della…rabbia
che si può provare, delle diverse condotte adottate dalla
gente
e dell’effetto…a volte terribile delle maldicenze.
Sì! Conosco anche questo. Sono vissuta dieci anni…
…non come un Digimon. Ma come…
…una donna.» stringendosi a sé, al suo
corpo di
pelo dorato, e guardando con la coda dell’occhio i figli
«Sono i sentimenti a rendermi donna. E una donna…
…porta con sé tutto ciò che ne
consegue.
Indipendentemente dalla materia che compone il suo essere.»
La
domatrice riprendeva la sua zampa cara, e con essa si asciugava le
lacrime che le facendo scolare il trucco «Capisci,
ora…?!
Capisci perché non devi sentirti…
…impura, e colpevole per il tuo amore
illegittimo?!»…«Ahh!»…«PENSA
A
ME, ALLORA…!! Magari avessi adottato la tua impeccabile
condotta
dedicando la mia vita a un uomo, anche se in segreto ne amavo un altro!
Piuttosto che essermi…gettata via come si fa
con…!!...merce di scambio, pur di strappare un giorno in
più alla mia squallida vita! Non posso ripensare a fin dove
ho
spinto quella me stessa…» osservandosi nel lungo
specchio
che aveva dinanzi «…che adesso rivista con occhi
adulti mi
suscita tenerezza! E ora proprio lui torna e…mi chiede di
sposarlo!»…«Cosa?!» (canzone:
Laura Pausini - Mi dispiace (strumentale)
) sbarrò gli occhi Renamon, che non lo sapeva «Ma
io non
posso accettare, provo troppa vergogna!!!» esclamava Rika
scuotendo il capo e afferrandoselo «Proprio da lui che ho
visto…forte, sempre vincente in questi anni e a cui ho teso
la
mano invano! Io sento che questa è la ciliegina sulla
torta…PER UMILIARE DEFINITIVAMENTE ME
STESSA!!»…«Rika…!»
fece la
Digimon…ma in quel momento «Scusate. Ho visto la
porta
semichiusa. Rika adesso possiamo parlare come avevamo detto?»
si
udì la voce di Ryo.
«Ah!» Renamon sussultò e istintivamente
si
portò vicino alla sua domatrice come per coprirla, mentre
questa
si asciugava le lacrime. Ryo, pur con passo discreto, entrò
lo
stesso «Scusate davvero, signore…ma preferirei
farlo entro
stanotte visto che domattina probabilmente dobbiamo ripartire presto.
Renamon, ma…cosa fai? Perché la
difendi…?
Io…
…non sono mica un nemico.» la guardò
con occhi
intensi.
Renamon in quel
momento capì davvero che quel giovane che aveva visto
accostarsi
alla sua domatrice ragazzina ora si era fatto un uomo. Ed i suoi occhi
non chiedevano più una battaglia assieme…ma
parlavano
d’amore. Così come d’amore tremava lo
sguardo di
Rika, che fece un incerto capolino dietro la sua Digimon. Profondamente
emozionata per queste consapevolezze, Renamon disse «Vi
lascio
immediatamente. Prendo…i miei figli con me.»
raccogliendo
il cesto con la sua zampa gentile e accingendosi ad uscire.
«Rika…perché seguiti a
fissarla?» chiedeva
lui sfiorandole il viso «Non hai bisogno di lei
ora…ci
sono io qui con te.»
Gli
sguardi di quei due ragazzi si incontrarono nuovamente. Alle spalle di
Rika, oltre la finestra, Ryo notava lo scenario con quegli ingranaggi
pieni di storia.
...raggiunta la
vetta il sole che la occultava era tramontato, ed il passo di quelle
zampe artigliate si era fatto stanco «Finalmente…
…sono arrivato, è la Casa…dei Digignomi,
oh!»
Guilmon cadde
stremato a terra «M-Muoio di fame! Mmm…?»
Ma in quel
momento accorsero mille di quelle creature luminose: formavano delle
file simili a collane, ad abbracciare la notte. E a circondare il suo
corpo, dopo un giorno di estenuante cammino «P-Piccoli
amici…era ora. Forse…
…voi siete i primi a domandarvi perché sono qui.
No, i
primi no. Soltanto i secondi…perché il primo sono
io!» accennava un sorriso debole, prossimo ormai a chiuedere
gli
occhi. A stento la sua vista appannata distingueva quella sfera di
vetro dalla quale erano giunti: simile a quelle in cui nevica quando le
scuoti, era pervasa da una polvere luminosa che gravitava verso
l’alto. L’enorme bolla sembrava contenere un
castello
grazioso, simile a quello delle favole. Di cui i Digignomi erano i
fedeli guardiani «Mi ha spedito qui…un mio vecchio
amico
dal regno di chi non c’è più. Mi ha
detto…che voi potete esaudire un mio desiderio, ma io non so
cosa chiedervi. Non lo so…
…eccetto rivedere il mio domatore, ma non credo che voi
possiate
riportarlo in vita!»
…sempre stropicciando quella foglia d’autunno tra
i suoi
artigli. I Digignomi sembravano allegri, ed invitarlo a non deporre la
speranza.
Takato si
era addormentato. Cindermon gli sfiorò appena il braccio
nella
stanza buia, commentando «Eri troppo stanco. Ritrovare il tuo
amico e adagiargli suo figlio in braccio ti ha stremato,
ora…è meglio che ti riposi, temevo a dire il vero
per
questa notte, è la prima senza Guilmon in cui
bisogna…almeno cercare di dormire! Bah. E dire che non
abbiamo
idea di dove siano finiti gli altri nostri amici: Kazu, Kenta, ohi! Qui
dobbiamo rimboccarci le maniche per cercarli, se solo prima
non…»
…richiudendosi la porta della camera alle spalle, e
sospendendo
i suoi occhi nella penombra «…riuscissi a sapere
dove si
è mai cacciata quella SPECIE di FIDANZATA: magari, non mi
dispiacerebbe, oh?!»
Intravide Jeri a
capo del corridoio, parlava con Hagurumon e Clockmon sorseggiando una
sigaretta «Abbiamo fatto, è tutto sistemato,
signorina
Katou! Finalmente ha una stanza anche
lei.»…«Vorrei
ben dire!! Alla buonora!» ribatteva la ragazza visibilmente
scossa, nel suo consueto gesto di scorrersi la mano tra i capelli
«Potrei mai sapere che diavolo di problema
c’era?!»…«Ci deve scusare, non
è colpa
nostra!» allargava le braccia l’ingranaggio
parlante
«E’ che purtroppo siamo al completo, ci sono tanti
sfollati!»…«Sì ma noi siamo
domatori!!»
protestava Jeri, mentre Cindermon le picchiettava sulla spalla
«Ehmm…(!)» ma questa non sembrava darle
retta
«Ci scuseremo anche con Ryo per il disagio arrecatole, questo
è sicuro.» disse la sveglia incappucciata di rosso
«Ryo non è il capo della nostra
squadra!!»
puntualizzava la giovane «Qui abbiamo tutti gli stessi
diritti!
Si può sapere perché gli altri miei compagni
hanno una
stanza e invece con me si sono fatti tanti
problemi?!»…«Ehm, scusa-ptsss!!! (Ma
questa
cos’ha, è sordaaa???!)» faceva Cindermon.
Hagurumon e
Clockmon piegarono il capo, e quest’ultimo parlò
«Comunque le abbiamo riservato una stanza dalla vista
stupenda!»…«Figurati che cosa mi importa
della
vista! Sono così stanca che crollerò
addormentata.»…«Solo che
dovrà condividerla
con il suo Digimon.»…«…che
cosa?»…«Sì è
già
accomodato.»…«Gli avete dato il permesso
di entrare
prima di me?! Ehi, sto parlando con voi, dove state
andando?!»…«Ehm, Jeri…! No
perché-»…«Ah…sei
tu.» solo
allora si accorse della ragazza digitale, manifestando non grande
entusiasmo.
«No
è che non per niente, ma qui…non si potrebbe
fumare.» sfilandole la sigaretta dalle dita, ma lei se la
riprese
«Che vuol dire…? Loro non rispettano le regole e
non ci
trattano a dovere? Perché dovremo farlo noi!» al
che
Cindermon puntualizzò un tantino più affilata
«E’ che Takato si è addormentato, e a
lui per tua
informazione il fumo passivo è molto, molto
dannoso!»
riprendendole quella sigaretta e soffiandola a mo’ di
candelina
«Il fumo passivo…? E questa da dove
esce…?»
chiese Jeri con aria di sufficienza a celare un senso di sfida
«Ehmmm…(!)»…«Non
è mai stato
così. Lo conosco bene.»…«E io
ci sono stata
dentro.»…«…
…che…?» sgranò gli occhi
Jeri
«Sì sì, adesso perché ti
meravigli? Non
è stato mica di nascosto! Eravamo in battaglia fino a poche
ore
fa, siamo biodigievoluti! E da lì ti posso assicurare che si
capisce mooolto, molto di più dell’essere umano
che fa da
domatore…
…a uno come noi, a un Digimon!» accentò
Cindermon
con un pizzico d’orgoglio «Ed io ho imparato che
Takato
è delicato di vie
respiratorie.»…«Ah!»…«E
non
ama…
…chi lo lascia solo per troppo tempo la sera quando ha
bisogno
di compagnia.»…«Uhmf!! Ero a risolvere
uno…stramaledetto e gratuito problema circa la mia
stanza!!» sbottò Jeri «Ho perso un
mucchio di tempo
per poi, per poi…!! Ahhh, è inaudito, quegli
idioti ci
hanno messo Impmon là
dentro!»…«Anche lui
avrà diritto a un cuscino su cui poggiare il capo, no? O
deve
dormire fuori in un letto di chiodi come espiazione per essere
regredito?»…«Senti…
…per favore, risparmia almeno il tuo spirito di patata per
quest’ora della sera, eh…?» fece Jeri
con aria di
sdegno, prendendole di nuovo la sigaretta e gettandola nella tromba
delle scale «Perché, che ore sono?! Non ho
l’orologio (e poi faceva quella che predicava di
civiltà,
eh!!!) »…«E’
tardi…»
riferì la ragazza, accingendosi ad andare
«…abbastanza!»
Così si ritirò nella sua stanza. Cindermon
alzò le
spalle «Bah, io non le capisco, certe cose! Delle
volte…i-i fidanzati di vecchia data sono proprio una cosa da
allontanare con SPRAY REPELLENTE!» scendendo le scale a passo
tamburellante.
Jeri, sola
nella buia stanza, faceva più insicuro lo sguardo che il
trucco
le tracciava sul pallido viso. Si avvicinava a quella sagoma scura che
le aveva occupato il letto, e che si era già addormentata.
Lei stava
per dirgli qualcosa, sembrava una richiesta d’aiuto, ma prima
di
ciò…
…giunse uno sbadiglio, ampio e totale, da parte di quel
folletto
ronfante, con visuale completa sui suoi denti aguzzi.
A quel
punto lei ritirò la mano con occhi delusi. E volse il capo
in un
gesto di fastidio, come se lo sentisse poco utile e poco amichevole.
Quando lui
nel suo sonno, pronunciava alcune parole
«…Jeri…
…perché non siamo amici…?»
La ragazza si
portò le mani al capo in un gesto di esasperazione
«…perché non siamo
amici…?...!» si
chiedeva altrettanto «…perché tutto
è
così complicato?!» con una punta di frustrazione,
che le
impedì di notare il Digignomo alla finestra vicina, per poi
accingersi a coricarsi (fine-canzone)
«Ma che
cosa hai fatto…?» chiedeva Ryo sfiorando il viso
della
nervosa Rika «Tu hai pianto! Capisco…la commozione
per il
ritrovamento di Henry ma quella lasciala alla moglie ptsss: adesso
basta aguzzare l’immaginazione per intuire cosa stanno
facendo!» ma la ragazza si scostò infastidita
«Non
avevi detto che dovevamo parlare di
battaglia?»…«Di
battaaaglia, fammi pensareee…uh…
…sì! Di battaglia.» precisò
il ragazzo con
un pizzico d’orgoglio. Ma poi, più che questo, la
sua
espressione assunse serietà
«Senti…suppogno che
prima dei nostri affari personali venga la faccenda di Kazu e Kenta: ho
provato a rintracciarli, niente da fare e io sono preoccupato. Non
recupero compagni smarriti per perderne altri. Inutile
dire…che
la squadra dev’essere completa ed efficiente, adesso
più
che mai: beh te ne sarai accorta, Rika! Eri in battaglia anche tu, hai
visto la questione. E c’è una cosa…che
mi dà
pensiero più delle altre.»
La ragazza
teneva le braccia conserte, quell’atteggiamento dispositivo
da
parte di lui sembrava infastidirla.
«E’ la faccenda degli attacchi
obsoleti…» Ryo
si avvicinò «Rika, qui la situazione è
critica, i
nostri compagni…tutti più o meno chi prima chi
dopo sono
riusciti a biodigievolvere.»…«Jeri non
ho ancora
capito se l’ha fatto.»…«Beh! A
me Beelzemon
aveva detto di sì ma ora è regredito,
l’hai
visto!»…«Certo, ho gli occhi
anch’io!!»…«Non ti
arrabbiare!...mmm,
nervosetta stasera. Ma penso sia…
…sì! La questione della battaglia, dopo
tutto…noi
due siamo il Re e la
Regina…»…«Insomma,
veniamo al punto, sarebbe
meglio!!»…«Come
volete…! Ah, Sua Maestà è alquanto
indisposta!»…«E il re è
alquanto in vena di
scherzare, da quel che
vedo!!»…«Sì! Sono
allegro, che c’è di strano?» fece il
ragazzo
simulando un atteggiamento sciolto «Questa cosa di Henry mi
ha
reso carico! Però non preoccuparti: tengo ancora la testa
sulle
spalle! Infatti…non ci siamo ancora avvicinati oltre la
linea
rossa pur essendo soli in camera…»…Rika
sospirò…«Ptsss!...
…però ci sono i Digimon: io lo so che sono
alquanto
curiosoni, quando vedono le coppie appartarsi! Prima ho visto Lopmon,
pfff!!!...non ci crederai scalava il balconcino di Henry LOPMON POI chi
se lo aspetta, piccolina-piccolina…
…ok…
…la smetto e torno serio. Scherzi a parte, Rika…
…sono davvero preoccupato, penso che domattina dobbiamo
avviarci
verso il campo indefinito,
però…!...c’è una
cosa che dobbiamo sistemare in qualche modo. Noi due
dobbiamo…»
Rika alzò gli occhi su di lui, come allarmata da
quell’inizio…che però
terminò in modo
diverso dal previsto «…biodigievolvere:
assolutamente,
è
fondamentale!»…«Uhm?!»…«E’
scontato: ormai siamo rimasti gli unici. Tu ed io ancora non ci siamo
riusciti, le nostre prodezze risalgono a dieci anni fa! E
intanto…
…i nuovi
nemici fra poco ci fanno la pelle, a noi due per primi e ai nostri
Digimon, ignorando il ruolo che
ricopriamo.»…«Il
ruolo?! Ahhh…per
favore!»…«”Per
favore”, Rika qui il discorso è serio: ti devo
riprendere!
E’ una cosa molto importante, ma io…del resto
stento a
credere che tu non l’abbia già realizzato da parte
tua, ti
conosco, sei una domatrice scrupolosa e
quindi…»…«Sì
d’accordo, è
ovvio! L’ho realizzato, è scontato visto che
c’ero
anch’io in battaglia: è il tramonto degli antichi
attacchi, le tecniche che hanno fatto la storia gloriosa dei Digimon
sono ormai bazzecole per i nostri
avversari!»…«Ptsss, pardon! Non lo sono
le tecniche:
lo sono i Digimon stessi!» Rika a quel punto si volse di
scatto
«Che
cosa…?»…«Ptsss, ehi stai
calma! Mi
riferivo…solo al livello attuale, ci mancherebbe che
rinnegassi
il mio cucciolo! Lui deve…restare sempre al top:
però a
un nuovo livello mega si intende! I…globi
perforanti…
…non si possono più vedere: lui invece
è un
sempreverde!»…«Ahh, senti, non mi pare
rispettoso il
modo in cui parli!» avanzò lei con le braccia
incrociate,
e lui «Beh senti, io dico le cose come stanno,
non…mi
piace fare tanti giri di parole, in fondo a che servono? Questa
è la verità: siamo-in-arretrato, poi tu dovresti
sapere
il significato di espressioni del genere, il locale e tutto il
resto…!»…«Tu invece non credo
abbia mai
provato cosa significhi trovarsi alle strette: mamma ha risolto sempre
tutto, eh?» fulminandolo con la coda dell’occhio,
al che
lui «Ecco la solita Rika! Quando non sai più cosa
inventarti per darmi contro tiri in ballo mia
madre.»…«Che ci vuoi fare: io ho un
particolare
accanimento con lei, sono cattiva! E mi piace
tormentarla.»…«Povera vecchia! E pensare
che ho
sempre creduto che potreste andare d’accordo se non aveste
entrambe un carattere che brrrrrfhhh! Meglio scappare a gambe levate,
si dice che due cariche coincidenti non fanno che respingersi, ed
è il caso di voi due! Però! A me piace fare
esperimenti
ritenuti assurdi e trasformare in possibile l’impossibile:
è il mio mesterie, Ryo Akiyama fa autentiche magie!...ma
questo
tu lo sai già.»
Lo sguardo
scrutatore di Rika non smetteva di penetrarlo…e lui le
teneva
testa nonostante non demordesse da quell’ironico declamare
«…dobbiamo riportare la magia anche sul campo.
Kazu e
Kenta hanno bisogno di noi! E Yamaki e famiglia non immaginano nemmeno
lo spettacolo che gli
allestiamo…»…«Che
intenzioni hai? I Digimon sono
stanchi…»…«Stanchi??? Ma se
devono cominciare
adesso soltanto a fare follie!»…«Senti,
sono
creature viventi, e non hanno fatto che combattere da quando sono
qui!»…«Beh!
Combattere…è la loro
natura. O no…?» a quel punto lei
sospirò di
pazienza…e dandogli le spalle commentò
«Se io non
cambio musica anche tu non è che sei da meno: sempre lo
stesso,
non appena le cose…prendono una piega ostica tu arretri e
cerchi
di riflettere ma basta che si intraveda un minimo progresso che ecco,
riprendi a dire cose insensate, e sembra che tu non sia cresciuto. I
Digimon…
…”strumenti da
combattimento”…»
volgendosi con occhi affilati «Ryo? Ma ti
senti…?»…«Che vuoi farci?
E’
così che bisogna essere. Forti! Reattivi…
…sì lo ammetto, la storia di Guilmon mi ha
assestato un
bel colpo, vedere Takato così depresso…
…ma ora non si può! Abbiamo la gente che aspetta
che li
andiamo a salvare, non si può battere la fiacca! Dobbiamo
reagire ma del resto credo che tu Rika benché sia una
campionessa nel dissimulare sia in realtà sulla mia esatta
lunghezza d’onda: altrimenti perché tutti quei
discorsi
con Renamon fino a notte inoltrata? Ho visto che bisbigliavate,
così vicine mi avete fatto paura: presumo tu le stessi
accennando circa la biodigievoluzione, io col cucciolo
adesso…inizio a
pungolarlo!»…«Pfff, cosa? Ma
che dici! Senti: siamo proprio su due mondi distinti, io con Renamon
parlavamo…di tutt’altre cose! E francamente non mi
sembra
sensato parlare d’altro, sì lo so che al momento
siamo in
difetto come potenza offensiva ma non si può far niente, se
non…aspettare che il processo avvenga con naturalezza. Se
deve
avvenire.»…«Rika, si avvicina lo scontro
finale!! E
tu sei qui con la tua Digimon a parlare…degli affari vostri,
perché presumo a questo punto si tratti di cose personali
visto
che non riguarda la biodigievoluzione! Anche da Renamon mi meraviglio,
insomma possibile che non capisca l’entità del
problema?
Fagliela capire tu a questo
punto!»…«Io?!! Puoi
scordartelo!! Escluso…a priori Ryo, mi rifiuto
CATEGORICAMENTE
di riprendere le vesti del mio personaggio di dieci anni fa ed iniziare
a…a far cosa, a far che, ma non ti senti?! Forse dormi poco,
avresti bisogno di riposare!! Pfff…suvvia,
Ryo!»…«”A far cosa”,
“A far
che”, a mettere le carte in tavola!! Per te a far cosa,
secondo
te?! Lo vedi che non vuoi capire? Quasi quasi dieci anni fa eri una
persona con cui si ragionava di
più…»…«…beh!
Ammesso che sia,
ciò non ha destato l’interesse di
nessuno.»
liquidò lei con aria indifferente
«Rika!» mentre lui
ricercava quello sguardo, intento a riportarla
all’ordine…
…ma Renamon era nascosta dietro la porta, e ascoltava tutto.
«Rika…» chinava il capo tristemente la
Digimon
«Mi addolora che per colpa mia ora tu abbia problemi proprio
con
la persona che…
…!!»
«Dai
su…!» faceva Ryo «Adesso lo dico io a
te: non
cadiamo nel solito, ormai…pfff, scontato battibecco fra me e
te,
è un cliché a questo punto delle cose!»
e lei
«Ah, su questo sono perfettamente
d’accordo!»…«Ah! Benissimo,
allora se sei
d’accordo dì a Renamon quello che devi
dirle!»…«Ma…?!!...non
c’è un
“qualcosa” che devo dire…!!...alla mia
Digimon!»…«Dille di dare fondo al suo
impegno! Dille
che dovete biodigievolvere,
dille-»…«”Dille”
che, ma che le dico?!!
Ma mica queste sono cose che si fanno a comando!!
“Dille”…di biodigievolvere, ma lei
cos’è, la mia
schiava?!»…«Beh…lei
è la
tua…»…«No! Senti: il discorso
è
chiuso! Se queste cose le vuoi fare tu con il tuo Digimon sei
liberissimo di farlo: è una cosa
veramente…!!...umiliante
alla nostra età comportarci come ragazzini che ancora
smaniano
nel trasformarsi in creature potenti ma se tu e
quell’altro…zuccone vi divertite in questo modo,
prego!
Vediamo cosa mai i Digivice recepiscono di questa ENCOMIABILE
manifestazione di eroismo, c’è da essere
curiosi!»…«”Ah! Ah!
Ah!”, stai
divertendo il pubblico in modo veramente…non lo vedi,
Rika?»…«No guarda, Ryo!!» lo
puntò lei
con severità negli occhi «Tu mi stai
dicendo…che
nel momento in cui siamo, nella situazione in cui ci troviamo, devo
rapportarmi alla mia Digimon come si fa con un…carro armato,
e
scuoterla fino a quando non avrà assunto una forma nuova! Tu
ti
rendi conto che è una cosa molto grave nei confronti dei
principi e dei valori che ci hanno trainato fin, qui dandoci la
forza?!»…«Lo hai detto tu stessa:
“NEL MOMENTO
in cui siamo, NELLA SITUAZIONE in cui ci troviamo”, io non
dico
tanto così per fare, per tenere una sfilata fra di
noi.»…«Ah lo spero
bene!»…«Sono
serio anch’io: non mi dare del pagliaccio e non ti permettere
di
mettere in dubbio le mie intenzioni, ho…grossi progetti per
questo nuovo scontro.» affermò il domatore
leggendario con
un riflesso d’orgoglio nei suoi occhi azzurri
«Digiworld
è più in pericolo che mai, ed il sottoscritto
è
fermamente deciso a offrire tutto l’aiuto possibile a un
mondo
che ha molto a cuore, non ti permetterò di frenare tutto
solo
perché a causa di come sei vissuta…ti rimorde la
coscienza.»…«…come…?»
(canzone: Anastacia
- You'll never be alone)
assottigliò lo sguardo la ragazza, e lui
specificò
«Mi hai sentio bene! E’ così Rika non
devi negarlo:
tu non sei più decisa come una volta e per questo resti
indietro, se avessi la grinta di un tempo saresti biodigievoluta da un
pezzo, solo che sei perseguitata dai fantasmi! Questi ti impediscono di
progredire come domatrice…
…e come persona.»
Renamon stringeva gli occhi, e soffriva all’udire quelle
parole…
«…questo…è molto indicativo,
Ryo.»
affermò la ragazza cercando di esorcizzare quel disagio con
un
atteggiamento riflessivo «Stando così le cose mi
sembra
alquanto evidente che certe…PROPOSTE probabilmente dettate
dai
postumi di una sfiancante battaglia e di un dolore fresco non meritano
la minima considerazione, sono state soltanto parole vane. Come sempre.
Come molte altre, da tanto tempo a questa
parte.»…«Ora non mettere avanti questi
discorsi, non
è leale: te l’ho detto che non è il
momento per
parlare di noi…stiamo discutendo di un argomento
serio.»
definì lui con fermezza, ma lei sfoggiava un sorriso ironico
«Mmm, di bene in meglio…! Quello non era un
discorso
serio, tutt’altro! Beh, sai che ti dico: non sono
stupita!!»…«Ihmf!» la mano di
Ryo
attraversò i suoi capelli castani in un gesto esasperato di
chi
si sforza a farsi capire «Ti sto semplicemente
dicendo…
…che è più saggio rimandare certe
faccende a
quando saremo più calmi, è evidente che ora non
lo siamo
e…!!...ascolta, non voglio agitarmi più di
così,
ho bisogno…di essere lucido anch’io, per decidere
al
meglio.» massaggiandosi la fronte, che gli sudava. Ma Rika
non
poteva vederlo perché gli era di spalle, e stringeva le sue
braccia conserte nello sforzo di sopportare quel momento
«…allora! Cerchiamo di non…sviare il
punto: ci
occorre nuova potenza, e benché…credimi, mi
dispiaccia
dirlo, questa introduzione dei Digimon in faccende comunemente umane
è dannosa dal punto di vista dei risultati. Guarda Impmon
con
Jeri, è un disastro perché non riescono a
capirsi, lui
pensa di continuo ai suoi vecchi domatori, lei e gelosa e alla fine non
concludono niente! Anche Cyberdramon è diventato
suscettibile
con la storia di sua moglie impazzita e dei suoi figli dispersi, ma
almeno cerca di separare gli affari personali dalla battaglia! Quando
è in combattimento per lui esiste solo il nemico, e dovrebbe
essere così anche per Renamon.»
Rika
avvertì un brivido di fastidio, e intanto lui affermava
«Lei ha la testa in panne! Ptsss…adesso
è inutile
che ci nascondiamo dietro a un dito, è in crisi
perché il
marito l’ha mollata e dopo averla vista un po’ di
tempo con
Impmon comincio ad avere qualche sospetto, ma non è che loro
hanno qualche tresca?!»…«C-Come ti
permetti di dire
una cosa del genere?!! Quello che vive o sente Renamon riguarda solo
lei!!!» gridò la ragazza, e lui «Non mi
interessa
chi ama o no, è libera di fare quello che vuole, ma diventa
un
problema quando per questo si
indebolisce!!»…«Io non
voglio spendere un altro minuto in questo stupido discorso!! Basta,
è inutile parlare con te!! Non capisci niente, e non serve
illudersi che tu sia diverso: tu sei sempre stato, e rimarrai per
sempre una persona da poco!!»…«ADESSO MI
HAI
VERAMENTE STANCATO COI TUOI INSULTI!» la afferrò
lui con
rabbia per il braccio.
Renamon
trattenne il fiato sentendoli gridare «…forse
dovrei solo
sparire, se me ne andassi tu staresti più tranquilla, io ti
ho
dato…solo problemi tornando!!»
«NON
CAPISCI CHE ANCH’IO STO FACENDO IL POSSIBILE, STO CERCANDO DI
SUPERARE ME STESSO PUR DI FAR ANDARE TUTTO AL MEGLIO!! NE
HO…FINO AL CULMINE, DELLE TUE
UMILIAZIONI!!»…«Tu mi fai paura, hai uno
sguardo che
non è normale!!! NON SEI IN TE…!!»
espresse
sconvolta la ragazza, constatando in quegli occhi azzurri un rossore
sconosciuto.
Renamon
mosse un passo «Devo decidere in fretta!!
Rika…addio…»
«Lasciami
Ryo!!»…«Tu non mi manderai via anche
stavolt-AAAAAHHHHHHH!!!»
«RYO!!» esclamò la ragazza agghiacciata,
nel vederlo
stringersi il capo e accasciarsi a terra.
E il suo grido
fermò Renamon, che spalancò gli occhi
«Che
cosa?!»
«Ryo, che ti
succede?!!» lo scuoteva lei «RYO
RISPONDI!!»
Renamon si
affrettò a forzare la porta «Cosa è
successo?!» Era chiusa a chiave, ma alla fine decise di
colpirla
con un calcio «RIKA!!»
«RYO E’
SVENUTO,
RENAMON!!»…«Cos’ha?!»
La volpe
si piegò all’istante su di lui.
Mentre Rika si passava
le mani sul volto sconvolto dal pianto e dalla paura…
In quegli stessi
momenti Guilmon avanzava fra i corridoi di quel castello fatato,
attraversato da flussi di polvere lucente, e dal volo di molteplici
Digignomi «E così…tutti voi Digignomi
sparsi per
Digiworld provenite da questo
luogo?»…«Sì!»
rispondeva qualcuno di
loro con voce sottile «Questa è la nostra casa!
E’
il luogo dove nasciamo e dove torniamo quando ci serve di attingere
nuova speranza.»
«E’
incredibile…» rifletteva il draghetto rapito da
quei
quieti flussi di polvere, e volgendo lo sguardo verso la finestra
vicina, ora che poteva contemplare dall’interno il vetro
limpido
della sfera che racchiudeva il palazzo «Quante cose sto
scoprendo. Quanti angoli del mio mondo di cui prima ignoravo
l’esistenza. Sarebbe bello parlarne con Takato e i miei
amici…e pensare che credevamo di aver rivoltato Digiworld,
quando in realtà…ne sapevamo così
poco.»…«Coraggio amico, fidati di noi e
seguici.»…«Ti portiamo a conoscere la
Regina.»…«La Regina? E chi
sarebbe?!»
aggrottò il muso Guilmon. La lunga fila di Digignomi volgeva
verso una porta sul fondo del corridoio…i suoi occhi gialli
si
fecero assorti…(fine-canzone)
«Va un
po’ meglio?!» chiese tempestiva Diamon, e
MarineAngemon che
si copriva la bocca con l’ala «Sì ma
secondo te
perché mi sarò sentita male…?
Sarò
malata…??» domandò con voce tremula,
come se la
prospettiva la intimorisse alquanto «Malata? No, di
solito…quando qualcuno è malato è
tutto pelle e
ossa, così!» replicò la ragazza Digimon
alzando il
dito mignolo per indicare magrezza «E francamente non ti
offendere ma a me tu pelle e ossa non mi sembri
affatto!»…«Meno male: su questo mi
consolo.
Però sai, non è mica normale per me che al solo
pensiero
del cibo mi senta…come se tutto mi girasse, quasi come se
attorno a me ci fosse un
vortice!»…«Beh…!»
Diamon si
guardò un po’ attorno…e poi si
coprì anche
lei la bocca «Pfff--!! Quanto a questo non mi pare che stai
tanto
male!»…«Dici? Uhmuhmuhmuhm!»
scivolando in una
risata complice.
Poi Diamon
consultò l’orologio che non aveva «Io
piuttosto mi
sto preoccupando per mio padre: era andato in perlustrazione
però quand’è che
torna?»…«Anche
tuo padre si trova qui?! Sei venuta con
lui?!»…«Ah
ah! Tu devi sapere che noi siamo nel mezzo di una
missione…ad
alto tasso di segretezza, stiamo per andarci a riprendere il nostro
castello assediato. Siamo stati invasi, e ci hanno soffiato la Sfera
regale da sotto il naso sul più bello, senza quella Kazu non
avrebbe occupare il trono. Lui è il nuovo sovrano!
Però…non può affrontare da solo
l’invasione,
è soltanto un ragazzo umano con il suo Digimon! Gli
servivano i
poteri della Sfera, lo avrebbero reso più forte del
nemico!»…«Ma si può sapere
chi è
questo nemico??» chiese la serpentona con la sua schiettezza
dal
suono nasale, ma «Uhm…»
mugolò Diamon
«Credimi amica, vorrei tanto saperlo
anch’i-»
«Ogni cosa
a suo tempo: ve lo assicuro, l’attesa è quasi
giunta al
termine.» si intromise una voce. Era Cyclemon, che apparve
fragile ma integro sul ciglio di quel binario fluttuante «Oh!
Il
grande Cyclemon!!» esclamò ammirata MarineAngemon,
e
Diamon «Brava! Si chiama
così!»…«Ci
mancherebbe! Tua sorella lo nomina ogni
secondo!»…«Ahh!
Giààà, è
vero perché allora tu…conosci
Cindermon…sei stata
in viaggio con lei.» dedusse Diamon con emozione
«Altroché!» dopodiché si
avvicinò
Cyclemon, e con i suoi occhi giallastri la fissò
intensamente in
quelli di lei grandi e verdi «…come sta mia
figlia,
MarineAngemon…?»…«Vostra
figlia? Bene grande
Cyclemon! E’ sempre piena di energie: è la Digimon
di
Takato, sapete? Ah, meno male che c’è stata lei
altrimenti
come avrebbe fatto dopo la sparizione di Guilmon!
Ma…piuttosto
mi sto preoccupando per il vostro regno: ma è vero che
stavate
andandovelo a riprendere da soli???» Diamon precedette il
padre con un convinto «No no!» che scosse
la sua
acconciatura sempre impeccabile, e Cyclemon «Dire
“soli” fa sorridere quando ci accompagna la
schiera…di più forti Digimon da tutti i
settori.»…«I più forti?! I
più forti
di tutti, proprio in assoluto?!! Wooow, vorrei tanto vederla la vostra
schiera!» affermava MarineAngemon «Però
confesso che
ne avrei anche un pizzico paura, se sono così forti
potrebbero
schiacciarmi con una sola zampata!»…«Non
farti poi
così debole.» le disse Cyclemon scrutandola con
occhi
penetranti «Dopo tutto hai fatto una lunga strada anche
tu.»…«Modestamente!
Uhmuhmuhm!»…«Dunque…»
continuò
l’anziana creatura «…tu sei una Digimon
che si
è integrata con gli esseri umani e ha trascorso con loro
dieci
anni.» mentre Diamon gli faceva una serie di cenni silenziosi
quanto estremi per fargli capire che erano allusioni da evitare (gli
diceva “lei e il marito…” e gli faceva
vari segni
separatori con le dita, ma ad un tratto l’ala di
MarineAngemon la
fermò rassicurandola) «Sì esatto! E
posso
assicurarvi che le prospettive di integrazione
sono…possibilissime, per quanto ne dica mio marito che si fa
mille problemi! Basta rimboccarsi le maniche, superare i perbenismi ed
i puntigli stupidi ed ecco là che è fatta!
Digimon &
esseri umani uniti e vicini! Come vuole la storia! Come esorta la
leggenda, come finivano le serie animate! Non serve odiarsi e
combattere…
…è
la tolleranza la formula più semplice e
veloce!»…«Uhm!»
annuì con aria
consapevole Cyclemon «La tolleranza è di sicuro un
fattore
dalle indiscutibili buone qualità: ma purtroppo non
è
semplice. Tantomeno veloce.»…«Lo so!
Però
consentitemi grande Cyclemon: se noi la facciamo più
difficile
di quanto già non sia finisce tutto bruciato, ed ecco
là
che non si realizza neanche un
sogno!»…«Uhmuhm!...
…non c’è dubbio, sei una
Digimon…di rara
spontaneità e
purezza.»…«Grazie! Detto da voi
mi fa arrossire però, siete
così…»…«Vecchio,
hai visto
quanto?» fece Diamon aggiungendo «Anch’io
quando
ricevo complimenti da Digimon anziani vado…che dire, nel
pallone: li guardo e faccio…ooo’! Ma tu che stai
un
pooo’, eh??? Ti fuma la testa?? Guarda chi c’hai
davanti!»…«Uhmuhmuhm, daaai!»
la spinse un
po’ MarineAngemon con l’ala, e Cyclemon chiese
«Toglimi una curiosità: cosa ti ha permesso di
assumere
sembianze di essere umano?»…«A me?? Chi
me lo ha
permesso? E’ stata la
Regina!!»…«Chi?!»
fece Diamon incuriosita, e MarineAngemon «La Regina dei
Digignomi! Come, non la conoscete? Lei ha il potere di esaudire alcuni
desideri di noi Digimon: io sognavo quanto mai di poter diventare una
ragazza in carne e ossa per poter stare vicina al mio Kenta
così
lei mi ha esaudita, sono entrata in contatto psicocinetico con lei,
anche se ero sulla terra! Quando mi sono risvegliata, e avevo
l’aspetto di Yuki…»
…abbandonandosi al ricordo del primo sbattere delle palpebre
di
quella giovane bionda e robusta, che si rialzava da un prato,
sgrullandosi tutta l’erba che aveva indosso, mentre un
Digignomo
le svolazzava attorno…
«…non
potevo credere alla morbidezza del mio stesso grasso: ce
l’avevo
fatta!! La Regina mi aveva accontentata, mi ha detto che anche se lei
ci aveva messo il tocco finale con i suoi poteri magici in
realtà l’artefice della trasformazione ero io,
perché l’avevo voluto con tutte le mie forze,
altrimenti
non sarebbe riuscito!»…«E’
probabile…» fece Cyclemon, commentando
«…allora non si trattava solo di una
leggenda.»…«Mi ha detto che aveva
già
trasformato una Digimon prima di allora!» aggiunse la
creatura
rosata «Però non mi ha fatto il suo nome: le aveva
concesso il doppio aspetto, umano e digitale! Però non
sembrava
parlarne volentieri…forse si era pentita di ciò
che aveva
fatto.»…«Papà! E se si fosse
trattato di uno
dei nostri nemici?» propose Diamon. Cyclemon
abbassò gli
occhi, e MarineAngemon prese parola «Prima lo stavo chiedendo
anche a vostra figlia, ma siete arrivato e ci avete interrotte! Grande
Cyclemon, perché non ci rivelate finalmente chi è
il
nuovo nemico di Digiworld? Fidatevi di noi, siamo una squadra vincente!
Anche seee…abbiamo il brutto vizio di separarci di continuo
perché le incomprensioni sembrano fuoriuscire in maniera
illimitata!»
Cyclemon la
fissò negli occhi «Ho intenzione di parlarvi.
Ma…quando saremo tutti assieme. Da quel che capisco anche
voi
avete dei dispersi in questo vortice senza regole. E’ giunto
il
momento di riportare l’ordine qui nella culla da cui tutto
iniziò: quando i superstiti si saranno
riuniti…finalmente
svelerò…
…il
nome…e la storia di chi ci ha fatto tanto del male e ora
minaccia Digiworld…più di quanto non abbia mai
fatto…qualsiasi altro nemico…»
Diamon
impallidì ed il suo volto si fece timoroso, ma MarineAngemon
la
sfiorava con l’ala sussurrandole «Coraggio, non
dobbiamo
aver paura: dobbiamo avere fiducia in noi stessi!»
…intanto lo sguardo determinato di Cyclemon si definiva nel
display tremolante di un Ipad, e su di esso scorrevano mani gentili
dallo smalto nero, in quella che sembrava una carezza
«…e
così hai intenzione di incantare quei coraggiosi ragazzi con
una
favola sul tuo mondo, eh vecchia roccia? Uhmuhmuhmuhm, non ti
permetterò di conferir loro emozioni…non adatte
alla loro
età, certe notizie non autorizzate non devono circolare, a
qualsiasi costo…!!...» era la scandita,
velatamente
tremula sentenza da parte della riccioluta madre di famiglia in tuta
mimetica.
Ma c’era
una donna che la spiava nascosta dietro una colonna “Le sue
parole non mi hanno lasciata tranquilla…debbo assolutamente
scoprire come si regolerebbe se venisse a sapere che ha una figlia! E
per far questo ho bisogno di trascorrere del tempo con lui.”
sicché avanzò allo scoperto…
Violetta intanto
si picchiettava le dita «Mi occorre solo scegliere un
candidato…» grattandosi la testa al contempo
«Chi
posso spedire? Ho talmente tanti Digimon alle mie dipendenze, ma i
Knightmon…no: i Knightmon e i Fireflymon no, mi servono a
proteggere il castello…» mormorava «I
bambini…no, i bambini nemmeno, questa storia di Scratchmon
dispersa in giro non mi lascia tranquilla, se li incontrasse e ci
parlasse potrebbe lasciarsi scappare qualcosa di…scomodo,
meglio
non rischiare. Intanto devo trovare qualcuno che mi cerchi il gatto! Ma
devo anche portare scompiglio nel campo indefinito, dunque Violetta,
una cosa alla volta! Non perdere la calma, tu quando vuoi
sei…la
migliore stratega su Digiworld!»…«Ehm
ehm!»…«CHI E’ CHE OSA
INTERROMPERE LA MIA
CONCENTRAZIONEEEEEEE?!!!»
Sbraitò aggrappandosi ai suoi stessi capelli, ed una voce
ferma
si insinuò «Non intendevo distoglierti dal tuo
pianificare, ma semplicemente…offrirti
un’opportunità»…«Guarda!
Mio figlio
l’hai traumatizzato! Ora…non metto in discussione
i tuoi
metodi, per carità, però devi capire che Gravemon
fra
poco deve combattere, cioè…non è che
me lo puoi
ridurre un…Digimon sgonfio come un palloncino solo per
qualche
operazione di matematica a cui non
arriva!»…«Riconosco i miei sbagli: sono
la
prima.»…«Eh?»
Asanuma si
inchinava, con atteggiamento rispettoso «Mi rendo
conto…di
avere esagerato, questo dimostra che sono alquanto inesperta come
insegnante di ripetizioni: benché abbia svolto questo
mestiere
per tutta la vita…non mi ci raccapezzo in un mondo nuovo e
con
dei Digimon. Specie…creature potenti come il tuo
Gravemon.»…«Ohhh…?»…«…cerca
di comprendermi, mi sento in soggezione: sono solo un’umana
che
non è mai stata una domatrice…se non da pochi
giorni, ma
se vuoi posso provare a sperimentare se ti sono più
utile…in un’altra veste.»
Lo sguardo di
Violetta era alquanto stupito, ma cercava di non tradire insicurezza e
di vagare un po’ attorno, come se stesse valutando le varie
possibilità.
La voce di
Asanuma assumeva un tono metallico come il sorriso ironico
«Se
vuoi di questo compito posso occuparmene io assieme al mio Digimon.
Dopo tutto siamo tuoi ospiti da diverso tempo, e non ci teniamo ad
assumere il ruolo di seccanti parassiti. Io e
IceDevimon…fremiamo dalla voglia di dimostrarti la nostra
lealtà, e i nostri nemici sono i medesimi: i Digimon
Tamers…» nei suoi occhi si intravide un lampo di
determinazione «Se ci darai carta bianca posso assicurarti
che
non ne resterai delusa. Prova: dopo tutto sei circondata da estranei,
mentre io ho un serio debito con te. Non potrei mai
tradirti…»
“Questa donna nasconde segreti che ho tutta
l’intenzione di
approfondire…però! Sono curiosa di sperimentare
come se
la cava in battaglia, e a quanto ammonta sul serio la potenza del suo
Digimon che si dà tante arie!” «Va bene
d’accordo Nami, affare fatto…»
dichiarò
candidamente «Cosa?!» facendo spalancare gli occhi
dell’austera seppur ancora giovane insegnante «Se
ti sei
stufata di dare ripetizioni…ti autorizzo a sgranchirti un
po’, dirigiti verso il campo digitale indefinito assieme ad
IceDevimon, ed elaborate un piano: l’obiettivo finale
è…farsì che MAI, per nessuna
ragione-ascoltami
bene qui perché è il punto importante-MAI quei
domatori
devono riunirsi al cospetto di Cyclemon, lui vuole vuotare il sacco su
una vecchia storia ma è…di parte, se permetti
come sono
andate le cose realmente ci terrei a raccontarlo io,
tu…limitati
a sfogare la tua ira. E quella di IceDevimon, dopo tutto mi sembra che
fra te e lui non si scherza, in fatto di odio verso i Digimon Tamers,
nooo…?» accennava con un allusivo sorriso di
gusto…che fu ricambiato da Asanuma «No,
è
così, non ti sbagli: aspettiamo da tempo
l’occasione
adatta per farla pagare a tutti
loro.»…«Uhmuhm:
Violetta la fatina…ve la fornisce!» spalancando le
braccia
«Vai cara, fammi vedere un po’ di scintille,
è
talmente…NOIOSO questo programma di riunioni tutte
spezzettate!» dichiarò alludendo imbronciata
all’Ipad «Ti prometto che non ti
deluderemo!» si
accingeva ad allontanarsi Asanuma «Ah! Una cosa
però!
Whaa-ahhh!!!»…«Attenta
Violetta!»…«Accidenti casco dal trono
ultimamente
nemmeno i ruderi son fatti a norma di legge!!! DICEVO!...
…quel vecchio, Cyclemon, il tipo che cammina
curvo…
…quello
non me lo toccate, dì al tuo Digimon di tenere a freno i
suoi
istinti
congelanti.»…«Ma…cosa?»…«Sì
sì. Di lui vorrei occuparmi personalmente: no sai
cos’è è che lo conosco!»
riaccomodandosi su
quel cumulo di rocce, e sperdendo lo sguardo. Per poi fare cenno
«Vai, vai! Hai capito quello che ti ho detto,
no…?»…«…certamente.»
Asanuma si
dileguò nell’oscurità.
Mentre Violetta
riprendeva quell’Ipad, e commentava
«Cyclemon…»
Sfiorando la sua
immagine nel display «Il focolare prescelto come
famiglia-immagine della nuova era…ha bisogno di un padre
amorevole!!! Ghghghuhmuhmuhm, ihihiii!» abbracciandosi
l’Ipad, tutta divertita.
E c’era
una volpe nera dalle così eleganti movenze, che accennava
«Figli miei…» rivolgendo lo sguardo a
quel vortice
di scariche che gli copriva la vista del cielo
«Chissà
come state…non avrei dovuto lasciarvi
nell’insicurezza di
un momento. Mi sono lasciato trascinare dai miei timori, ma
adesso…non posso più tornare indietro. Mi trovo
qui.
Renamon, mi sento molto in colpa…non avrei dovuto mai
accusarti.
Se ti accadesse qualcosa perché non sono lì a
proteggerti…io…» muovendo un passo. Era
in piedi
sul ciglio del binario fluttuante, e nella zona in cui si trovava il
vortice aveva assunto sfumature blu scure come la notte. Qualcuno
però restò colpito dalla sua solitudine e si
interessò a lui, sfiorandogli la spalla
«Imagomon…» Si trattava di Riley, la
quale chiese
con fare cortese «Sei preoccupato per i tuoi
figli…? Ti
capisco, come sai anche per noi è lo
stesso.»…«…lo sento, stando a
contatto con
voi.» rispose il Digimon dagli occhi sottili e penetranti.
Mitsuo era poco
distante e stava svolgendo alcune analisi del luogo «Le
strutture
elettroniche…stanno lentamente cedendo, ci lasceranno tutte
mano
a mano che ci addentreremo…»
…e intanto
Imagomon disse «Però voi se siete qui è
per
avvicinarvi a vostro figlio, io invece mi sto allontanando dai miei.
Sono stato vigliacco…» chinando il capo
«…ho
dubitato dell’amore di mia moglie. E questo
soltanto…perché ho una gran paura di
perderla.»…«Io vi ho visti assieme. E
dalla mia
esperienza posso dirti che…mi sembrate legati da una
profonda
unione. Però se tu hai avuto sospetti di questo tipo
c’è di sicuro un motivo, a questo punto ti chiedo:
tu che
leggi nei cuori, non sei forse in grado di comprendere se ti ama o
no?»
Imagomon
sospirò e fece assorto il suo sguardo
«…la risposta
è complicata.» al ché Riley
ipotizzò
«Non…vi è, una
risposta?»…«…qualcosa, forse
le stelle o il
vento, me ne hanno suggerita una. Ma a volte temo che mi possa esser
sbagliato. Avere una sensibilità approfondita come la
mia…non preserva dai timori che ci colpiscono tutti, senza
distinzioni.»
Lo sguardo
della donna dai capelli rossi sembrava esprimere pena per quella
creatura digitale ed i suoi affetti.
Non potevano
però immaginare che il loro dialogo fosse riprodotto dalla
sfera
di ghiaccio sorretta da IceDevimon «Eccolo qui, Nami: neanche
a
farlo apposta abbiamo a portata di mano il bersaglio che avevo puntato
da tempo! Questa volta non falliremo, del resto operiamo già
su
un terreno fragile: la condotta…DEPLOREVOLE di quella
Digimon
dall’aria per bene ha scosso non poso le effimere certezze di
quel…bastone impalato che si ritrova per marito.
Basterà
aggiungere la conferma, e finalmente l’amore stucchevole di
quel
padre cornuto…si trasformerà in un mezzo alquanto
utile
per la nostra causa!»…«Mah, veramente io
stento a
capirti.» avanzò la donna dal Digivice a cristallo
di
ghiaccio «Che cosa potremmo mai ricavarne noi dal
disfacimento
totale di una famiglia di
Digimon?»…«Nami, te
l’ho spiegato mille volte: forse dimentichi che quel Digivice
che
stringi con avidità si potenzia grazie all’odio,
alla
sensazione di essere emarginati e soli! Finora non siamo riusciti a
trovare nessuno in grado di donarci l’energia necessaria, ma
questa volta riusciremo ad attingere il potere che ci serve da Imagomon
e dal suo…sventurato amore familiare!»
L’espressione della donna voleva mantenersi dura e rigida,
benché fosse attraversata da mille sfumature di incertezza
«Che ti succede…?» lui le
sfiorò il viso col
gelido artiglio «Ti fa pena quel pietoso
infelice…?»…«Fff!»
lei gli
scostò la mano «Figurati che mi importa di
famiglie
composte…da quelle creature, io con i Digimon non ho nulla a
che
fare a
parte…!!...»…«…a
parte…?»…«A parte…
…q-questo
Digivice! E il mio personale conto in sospeso con i miei ex-alunni! Non
ho altro legame o interesse nei confronti della vostra così
controversa specie: non sono una ragazzina smaniosa di emozioni! A me
queste cose non interessano. Forza, partiamo! Non voglio sentire
lamentele da quella donna alla quale con tanta fatica sono riuscita a
estorcere un simile incarico.» procedette avanti senza
girarsi a
guardarlo «Questa volta non voglio fallire!»
IceDevimon
parlò «Sta tranquilla: questa sento che
è la volta
buona.» alzando la sua sfera di ghiaccio, nella quale si
specchiò il suo viso candido e i suoi occhi malvagi
«Questa volta finalmente riuscirò a vendicarmi di
Rika…e di quei ragazzi presuntuosi!»
Rika e la sua
Digimon erano presso il letto in cui Ryo, a poco a poco, riprendeva le
forze «E’ tutto
passato…»…«E’ stato
un momento
terribile, Ryo: non riuscivi a riprendere conoscenza!» ma lui
le
sfiorò il braccio «Ti ringrazio per la
preoccupazione
Renamon…ma adesso sinceramente, va meglio.» La
Digimon
continuò «Ti è capitato altre volte di
accusare
questi malori…? Io penso…che un medico dovrebbe
vederti.
Se a Rika capitasse qualcosa del genere io…» ma il
ragazzo
sorrise umilmente «Uhm, ma Rika sta bene. La tua domatrice
è un osso duro. Per la fortuna…
…di
tutti noi.» disse alzando gli occhi su costei, spoglio da
ironia
e forse arricchito da una tenerezza dagli intenti rappacificatrici. Lei
lo fissava con un’insicurezza che la riportava indietro
nell’età, e dai suoi occhi lilla traspariva tutta
quell’enorme pena ed apprensione che lui cercava di
scioglierle
con il sorriso, e il ripetere «E’ tutto
passato…»
Renamon tendeva a guardarla, ma constatando che da questa non potevano
giungere disposizioni, si accostò a lei
«Rika…penso
che sarebbe meglio avvertire gli altri: magari insieme possiamo
pensa-»…«No!!» però
espresse Ryo, come
una supplica «No ti prego Renamon!...non dire niente, ora sto
bene!»…«Ma…» si
avvicinò di
nuovo la Digimon «…Ryo, hai avuto un brutto
malore. Dammi
ascolto, io sono solo una Digimon…» abbassando gli
occhi
che si velarono di timidezza al ricordo del dialogo ascoltato, ma che
alla fine non frenarono le sue premure
«…però anche
noi a volte stiamo male e abbiamo bisogno che ci curino. Ho visto mio
marito ferito per un incidente…avvenuto nei lavori, anni fa.
E
ho tremato, assieme a lui, quando i nostri figli sono stati poco bene.
Inizialmente…il confronto con situazioni di questo tipo
è
stato ostico per noi. La nostra unica inclinazione era quella alla
lotta…
…ma era necessario, prima o poi.» ammise smarrendo
i suoi
occhi oltre la finestra «Poiché non ci ha
limitati,
anzi!...ci è servito per diventare più utili. E
forse
più profondi. Più in grado di darci una mano gli
uni con
gli altri! A volte…la via più semplice sembra
essere
quella di deporre i pesi scomodi, e proseguire inconsapevoli.
Però io sono del parere…se mi posso permettere
una
personale opinione…che valga bene la pena di
procedere…
…talvolta…trascinando un fardello che ti
impedisce di
saltare come un tempo. Come quello delle preoccupazioni, e le scoperte
che fai quando diventi una persona…o una
creatura…”adulta”. Ma esso anche se
all’apparenza può sembrare un castigo in
realtà
poi…!...
…viene ripagato con qualcosa…che magari non
subito,
magari più in là nel tempo…ma ti
permette di
brillare e di volare ancora più in alto...di come facevi
quando
credevi…che più leggera…non ti saresti
potuta
sentire…»
Quelle parole narrate dal suo onirico e vellutato tono riportarono
indietro i ricordi dei due domatori occhi negli occhi, che ripensavano
a quel tuffo nel pozzo rossastro che aveva dato vita a Sakuyamon, tra
un sussulto e un’esclamazione delle loro, all’epoca
così giovani, ma già molto intraprendenti. E poi
volare
assieme, grazie al potere delle loro biodigievoluzioni. A quella
notturna regina dorata si accostava un guerriero avveniristico dal
movimento sciolto, che portava uno scialle rosso con disinvoltura,
Justimon.
Ryo adesso, con i suoi occhi non più arrossati ma stanchi,
sembrava chiedere scusa a Rika che sembrava invece chiedergli come
stesse…e porgli anche una lunga, infinita serie di
“perché?” accorati e sofferti come la
crescita. Lui
fra questi rispose solo ad uno «Non desidero che disturbiate
i
compagni…perché adesso Rea ed Henry si sono
appena
ritrovati, poveracci, sono i primi…istanti che hanno il
diritto
di trascorrere assieme dopo un infinito tribolare: momenti del
genere…non meritano proprio di essere spezzati. Poi per
stupidaggini simili!» Renamon guardava Rika come per
conferma. E
Rika sembrava colpita da quella premura espressa con sguardo tanto
sincero che era impossibile dubitarne «Posso garantirvi che
so di
cosa si tratta: purtroppo mi imbarazza molto dirlo…
…ma
è lo stress. Io non sono più…lo
stallone di un
tempo e mi sale la pressione, avete notato che occhi avevo, no? Rika!
Prima me l’hai detto, avevo…qui, tutto arrossato,
giusto?
Eh…
…cosa
vuoi, non mantengo più il sangue freddo come un tempo, tutto
si
cumula e io mi agito. Lo devo riconoscere però, voi mi avete
colto il flagrante ed è inutile negarlo. Ci ho tenuto, ho
provato a nasconderlo perché…
…perché…
…beh: sai, si cerca sempre di superarsi. Un po’
come
dicevo prima, e di non lasciar sfumare
l’immagine…che gli
altri si sono fatti di te. Ma a volte bisogna accettare che non
è possibile.» Parlava con rassegnazione, sembrava
più maturo di poco prima. Rika allora gli si rivolse
inizialmente con un filo di voce
«…sì…però…
…Ryo non puoi continuare in questo modo. Così ti
fa
male.»…«Non fa morire.» scosse
lui il capo
«Ti garantisco…che non ammazza: l’erba
cattiva non
muore mai, si deteriora soltanto. Ecco anche
perché…se a
volte mi vedete un po’ nervoso…lo dico anche a te,
Renamon…»…«Oh?»
prendendo il braccio
della volpe, e rivolgendole un sorrisetto «…che da
quel
che capisco ti sei conservata con le orecchie buone di un
tempo.»
in fondo privo di uno slancio recriminatorio, ma che
imbarazzò
lo stesso la Digimon «Ah!!» che si alzò
e volse le
spalle «No, non ti allontanare! Dai, scherzavo. Non volevo
offenderti. Anzi, vi volevo chiedere scusa, volevo farlo…con
tutte e due, e mi dispiace che vi siate trovate a dover assistere a uno
spettacolo…così disgustoso, io che cado a terra,
sembro
morto…!» ma Rika tagliò corto
«Queste…sono tutte sciocchezze!»
avanzando
«Ora la cosa più importante è
organizzarci.»…«Ma cosa ti vuoi
organizzare,
Rika…?» mugolò un po’ lui, e
lei «Non
puoi mica…combattere in questo stato, sei debole!»
Ryo
sospirò, e con lo sguardo basso antepose la mano
«Capisco…queste esigenze, e ti prometto che appena
possibile parlerò col mio Digimon. Se è
necessario…resterò nelle retrovie, oggi
l’ho
già fatto tutto sommato. Del resto…non possiamo
ancora
biodigievolvere.» ammise con un velo di delusione sugli occhi
«…per cui sarebbe inutile fare tante
scene.»
rigirandosi nel letto «Mi
limiterò…all’essenziale.»
anche se le due si
guardavano e Rika sospirava, non si sentiva tranquilla «Rika,
davvero! Non sto scherzando: non voglio fare il ragazzino.»
evidenziò lui con serietà che sembrava granitica,
e lei
«Io mi preoccupo solo…!!...
…ah…la salute di un membro del gruppo
è una cosa
importante. E’ una faccenda di priorità.
Renamon!»…«Oh? Sì
Rika?»…«Dobbiamo fare in modo di
risparmiare a Ryo e
Cyberdramon qualsiasi colpo in battaglia: non scordiamoci che il
domatore sente ciò che il suo Digimon vive su di
sé.»
Ryo
espirò ed accennò un sorriso
«Perfetto…adesso ho anche due mamme, oltre quella
che ho
già! Una umana e l’altra
digitale!»…«Tu
fai poco lo spiritoso!» lo apostrofava quella umana
«Hai
avuto uno…sbalzo di pressione pazzesco, se ti fossi visto
sembravi un vulcano! Uno come te in queste condizioni ci va piano e si
fa assistere! Uhm!...adesso riposa, noi andiamo. Vieni
Renamon.»…«Rika!»…«Oh?»
la
trattenne lui quando stavano per lasciarlo.
«…non sei più
arrabbiata…vero? Davvero,
quelle cose io…
…non volevo dirle…anche quelle cose sul tuo
passato…» aggiunse più piano
«…e
quelle su Renamon, certamente! Come dicevo prima a lei…io
sono
nervoso, è per questo che ho quei momenti: ho paura di farmi
vedere più debole, per cui accumulo tensione e alla fine
scoppio! Ma io sono fatto così, purtroppo non
c’è
proprio modo di cambiarmi: dovete avere pazienza.»
Rika
lo guardò, ma alla fine emise un sospiro profondo e gli
rifilò un «…abbia cura di
te.» che sebbene
suonasse stanco, celava un intento di premura. Volse così le
spalle ma lui «Rika!» la fece girare di nuovo. E
lei subito
capì che si trattava di qualcosa di più delicato,
tanto
che dalla coda del suo occhio si leggeva timore
«…non…dimenticarti che hai una proposta
su cui
riflettere: pensaci bene! Ah e…!...beh, sempre che tu non
sia
allergica a un malato pressorio dentro il
letto.»…«Pfff…
…!!! Lo
sbalzo letale te lo farei venire io!» lo apostrò
con le
mani sui fianchi «Ahahah! Regina dei Digimon! Così
mi
piaci!» scherzò lui, ma lei gli volse le spalle e
si
allontanò sbattendo un tantino la porta.
«Uhmm!!...» il rumore portò di nuovo la
mano di Ryo
alla testa. Con la luce ora spenta, il suo sorriso sfumava in
un’espressione di preoccupazione.
Impmon seguitava
a riposare serenamente, ma la ragazza nel letto ai piedi del quale lui
dormiva sembrava turbata, non faceva che rigirarsi ed emetteva dei
lievi gemiti. Seppur addormentato, il suo viso era
sofferente…
Nel suo sogno,
lei vestiva abiti consueti ed i suoi stivaletti solcavano le strade
della sua città. Sembrava una giornata di primavera, tardo
pomeriggio, ed il cielo era rosato. Gli occhi di Jeri scrutavano un
po’ attorno, come alla ricerca di un alito o una sfumatura
del
vento che fosse speciale e riconoscibile. Ma d’un tratto
«Uhm?...» qualcosa rapiva la sua attenzione, oltre
la
strada ed il comune sfrecciare di auto e moto.
C’era una folla
di bambini, si accalcava presso la vetrina di un negozio
«Guardate, ci sono le nuove action figures dei Digimon!
Accidenti, come sono belle!!»
Quell’esclamazione sembrava accendere una luce negli occhi
della
ragazza, come se risvegliasse una speranza sopita,
tant’è
che si avvicinava per poter udire e guardare meglio.
«Guarda! Lì
c’è
Royalmon!»…«Royalmon? Chi è?
Non lo conosco!»…«Hai presente
Beelzemon?»…«Beh, lui sì, ci
mancherebbe!!»…«Bene!» si
dicevano quei
bambini «Royalmon è la sua nuova
biodigievoluzione!»…«Quel
Digimon???» fece una
bambina con un po’ di diffidenza «Veramente a me
non piace
molto, mi fa paura! Guardalo com’è oscuro, sembra
cattivo…!»
Quelle parole
giungevano come una freccia nell’animo di Jeri, penetrando il
suo
cuore e spegnendole quel sorriso in uno sguardo di pena e delusione,
che la portava a indietreggiare.
«Francamente anch’io penso lo stesso, sai?
Beelzemon mi
piaceva tanto, perché era forte e potente ma sotto il suo
aspetto oscuro…aveva un sorriso buono! Royalmon invece ha lo
sguardo malvagio, e di sicuro ha cattive intenzioni! Una cosa
è
certa: non mi comprerò mai la sua action
figure!»…«No,
neanch’io…!»
…ma quella ragazza alle loro spalle tendeva loro una mano
tremante «…bambini…!»
chiamandoli con un
po’ di esitazione, ma sul suo viso si leggeva la buona
volontà «Aspettate, lasciate che vi spieghi!
Voi…vi
sbagliate sul suo conto!» tracciando con le labbra un sorriso
che
supplicava di essere creduto, e additando a quella riproduzione, molto
ben realizzata, della donna dal corpo di ingranaggi trasparente
«Ehi, amici guardate, c’è Jeri! Lei
è una dei
Digimon Tamers, forse può farci un
autografo!»…«Mmm, veramente io non ti
consiglio di
andare da lei: sarà ma a me non piace per niente,
è
così antipatica, è sempre fredda e
distaccata!»
(canzone: Evanescence
- Missing)
…soffiando così come un vento freddo
sull’ulteriore
speranza di quella ragazza accesasi all’udire di
quell’autografo. Quando improvvisamente qualcuno fra i
bambini
indicò con gioia «Ehi, avete visto?!! Guardate chi
ha
appena aggiunto il negoziante in vetrina!!!...
…quella
è Cindermon!! E’ fantastica, è la mia
preferita!»…«Cindermon è
fortissima, è
proprio il mio idolo!!»…«Coraggio,
andiamo a
chiedergli quanto costa: magari se uniamo i nostri risparmi possiamo
comprarla e poi giocarci un po’ per uno, che ne
dite?»…«Oh, come mi piacerebbe una
Digimon come lei!
Ma avete visto che poteri?! E che splendide
digievoluzioni!»…«Forza, che
aspettiamo?» e
stavano per allontanarsi, mentre Jeri tendeva ancora la mano
«U-Un attimo…! Aspettate, vi prego!
Non…vi
piacerebbe…vedere anche i miei
poteri…?» accennando
un sorriso che rifletteva ancora qualche speranza «Vattene,
Jeri!
Non ci piaci per
niente!!»…«Ma…come fate a
dirlo?» chiedeva con tono supplichevole, che accennava a
frantumarsi nel pianto «Se…ancora non mi
conoscete!»…«Ti vediamo, sei brutta e
malvagia!!»…«Ah!!»…«Noi
sei come
Cindermon, che ha un sorriso in grado di contagiarci tutti!! Oh
guardate amici è lei!! E’ proprio lei!!
E’
Cindermon, è la vera
Cindermon!!»…«Andiamo!!» e
corsero tutti.
Jeri implorava
«Aspettate, non ve ne andate, non
lasciatemi…!!» e
alte nel cielo, echeggiavano le rondini assordanti di una primavera
piena.
«C’è
anche il suo domatore!»…«Possiamo
chieder loro di
fare qui la loro biodigievoluzione, che ne
dite?!»…«Rubymon è il
più bel
Digimon…che sia mai esistito nella storia!»
Jeri guardò quelle
due sagome in lontananza…e vi intravide quello che riconobbe
come il sollievo da quell’enorme sofferenza
«Takato…» sussurrò, per poi
dirigersi in
corsa «Takato!! Ahh!!» ma in quel momento il
semaforo
diventava rosso, auto e moto, assieme ai camion, iniziavano a
sfrecciare bloccandole il passaggio, la vista, e accrescendo
l’ansia nel suo cuore…mentre cercava di alzarsi
sulle
punte dei piedi e di scrutare quella scena. Chiamava, faceva cenni
«Takato!!!»
…ma i suoni
della strada, le grida dei bambini ed il garrito delle rondini erano
troppo forti perché lui potesse sentire. Il sole gli
illuminava
la bandana, aveva un’espressione serena e bendisposta come
nella
sua biodigievoluzione, ed era accanto alla sua sorridente Digimon
«Cindermon, sei fantastica, lo sai?» le diceva una
bambina
«Io voglio diventare bella e forte come te! Mi fai un
autografo?» Cindermon sembrava rapportarsi ben volentieri a
quella bimba di cui carezzava il viso, prima di raccogliere la rivista
ed estrarre il pennarello «Takato e Cindermon fanno una
coppia
perfetta assieme!» si lasciò scappare qualcuno di
quei
bambini.
E Jeri li
osservava impotente, aspettando con affanno che il semaforo ritornasse
verde, e che non dovesse più contemplare la scena tra uno
sfrecciare e l’altro di mezzi.
Anche lui si
apprestava a conversare coi bambini e firmare autografi, assieme a
Cindermon sembrava indaffaratissimo «Non dovete mai
separarvi!» gli dicevano «Voi due assieme
scriverete il
futuro dei Digimon, siete i migliori! Grazie a voi…noi non
temeremo più di perdere la nostra serie preferita! I Digimon
vivranno per sempre grazie alla vostra coppia
indimenticabile!»…«Guardate quanta gente
sta
arrivando, anche gli adulti vi ammirano! Le nostre mamme e i nostri
papà vanno pazzi per voi, anche i nostri fratelli e sorelle
più piccoli! Tutta la città trabocca di vostri
poster!»
Qualche bambina gli
diceva anche «Takato…sei bellissimo!» e
lui le
sorrideva grato.
In quel momento il
semaforo tornò verde, e Jeri scattò a correre a
perdifiato «Takato!» alzando le braccia e facendo
gesti: ma
ora gente accorreva da ogni angolo, rendendo sempre più
spessa
quella calca in origine composta da soli bambini.
Jeri sgomitava tra la folla,
con il cuore che le batteva a mille «Takato!---permesso,
lasciatemi passare. Takato!!...non mi vedi?! Sono qui!!...
…non mi
senti?!» chiedeva sempre più disperata. Ma
c’era un
chiasso sempre più assordante…che la portava a
tremare e
a tapparsi le orecchie «T-Takato…»
Gli autografi e le
interviste per lui e Cindermon erano così incalzanti che non
gli
concedevano un minimo di distrazione. E per Jeri era sempre
più stremante farsi strada fra la folla, era così
stretta
che pareva soffocarla e provocarle dolore. Loro si facevano
più
lontani, fino a che le sagome cittadine li coprivano. E lei tendeva il
braccio, col viso solcato dalle lacrime «TAKATO NON LASCIARMI
ANCHE TU!!»
Ma volgendosi alle sue
spalle, vedeva il negoziante sfilare la riproduzione di Royalmon dalla
vetrina. E per sbaglio gli sfuggiva di mano, cadendo a terra nel
frantumarsi del suo corpo di vetro e nel disperdersi di tutti gli
ingranaggi lungo il marciapiede e la strada «Ah!!»
sussultò quella domatrice…e quando volse lo
sguardo lui
non c’era più, come inghiottito da una fitta
coltre di
persone «TAKATOOO!!!...» gridava disperata tanto
quasi da
raggiungere l’enorme e altrettanto inquietante scritta
DIGIMON
che troneggiava sulla torre di Tokyo.
Così Jeri Katou
si risvegliò «Ahh!!» con sguardo
incredulo e lacrime
agli occhi. Tremava tutta, aggrappandosi alle sue stesse braccia con
mani che poi scivolarono lungo la testa e i capelli (fine-canzone)
Takato si era
svegliato, e stava guardando alla finestra quando
all’improvviso
«…il mio nome…?...
…Jeri!» esclamò con apprensione.
Jeri si diresse verso la finestra della sua stanza.
Alle sue spalle,
Impmon si destò di scatto «Uhm?!»
scrutando attorno
come un gatto nell’istinto protettivo, per poi alzare
occhioni
più ingenui «Oh…? Che
cos’ha…?»
montando in piedi sul letto.
Jeri ansimava e versava lacrime con sguardo rivolto al cielo oltre la
finestra.
Impmon mosse qualche
passo sul letto «Sta male. I rapporti fra noi non vanno
bene…» piegando le sue orecchie
«…ho quasi
paura a rivolgerle la parola,
però…io…non posso
permettere che soffra!» e rialzandole più deciso,
tendendo
la zampa «J-Je-»
«Jeri! Amore mio, ho sentito male oppure…
…hai
pronunciato il mio nome…?» domandò
Takato, appena
entrato in stanza. Lei si volse «Ma che
cos’hai…?...oh mio Dio, tu stai
piangendo!»…«Takato…»
accennò
lei con voce tremula, ed il ragazzo confessò
«Anch’io non riuscivo a dormire!!...ah, tesoro
vieni
qua!» e lei si lanciò nel suo abbraccio,
singhiozzando
intensamente.
Impmon
restò a guardarli, erano così presi che non si
accorgevano di lui «E’ arrivato Takato. Meglio
così,
lei di certo gradirà di più sua compagnia: forse
è
il caso di non disturbarli, farò finta di continuare a
dormire.» tornando a distendersi sul letto.
«Come puoi
capire…» accennava Takato stringendola forte
«…mi è difficile prendere sonno, non
riesco a
liberarmi dal pensiero di Guilmon ma ora…dimmi che ti
succede!
Sei spaventata forse, è per quello che è successo
a
Impmon?! Ma…non è stata colpa tua, te lo
ripeto!» e
la fissava intensamente negli occhi. Lei lo guardava quasi con timore.
Lui mormorò «Anche se questo dolore mi ha
prostrato…io…seguiterò a
proteggerti…sempre, non pensare che qualcosa mi porti via da
te,
al contrario…
…questo è il pensiero che mi dà la
forza.
Amore…» carezzandole il viso
«…se sapessi
quanto ti amo, se potessi vederlo! Io…ci
terrei…tanto che
tu ora mi confidassi ciò che ti fa più paura.
Vieni,
sediamoci qui sul letto. Lo faresti…?> chiedeva
dolcemente
(canzone: Steps
- If you believe)
«Mi permetteresti di…penetrare tra le tue paure e
proteggerti, come ho fatto già all’interno del
D-Reaper?
Io…non chiedo che questo dalla mia vita adesso, poterti
proteggere sempre, che tu mi confidassi ciò che ti fa star
male,
fino a…dissolvere ogni segreto fra noi.»
I
sussurri del ragazzo suonavano assai poetici nel silenzio della
notte…mentre Impmon vegliava su di loro con un occhio aperto
e
uno chiuso…
In quegli stessi
attimi avanzava in un’ampia sala, attorniata da scie di
Digignomi, una creatura mirabile al punto da abbagliare gli occhi
gialli del draghetto rosso, che si coprì la vista con la
zampa
«Ohh!» perché il corpo di lei luccicava
di una
materia fatata.
«Non aver paura
di lei!» gli suggeriva un gentile folletto lucente, al che
lui
«Oh?» si scopriva appena, per poter poi udire da
voce di
lei stessa «Infatti non devi temermi: sono stata io a
chiamarti.
Sentivo nel tuo cuore una moltitudine di desideri inespressi.
Sentivo…che gridavi aiuto, anche se con gli altri ti
mostravi
forte.»…«…tu hai ascoltato la
mia voce? Mi
conosci?» chiese Guilmon stupito.
Quella creatura
dall’abito argenteo rispose
«Certo…»
Aveva una voce
gentile e materna: era un Digignomo a grandezza umana, e dalle ampie
ali. I suoi sudditi più piccoli le volteggiavano attorno, e
sembravano volerle bene «Io dall’alto di questo
castello,
veglio sui Digimon assieme ai miei piccoli simili. Loro sono i miei
occhi e le mie orecchie…captano le vostre storie. E a nostro
modo, umilmente cerchiamo di aiutarvi…anche se non possiamo
intrometterci direttamente nelle vostre vite: il cammino di ognuno
è qualcosa…di prezioso e intangibile. Solo una
mano
altruistica talvolta è ben accetta.»
Guilmon si
avvicinò, tra il sospetto e l’attrazione
«Tu sei la
Regina dei Digignomi…
…allora conosci Grani? E’ stato lui a dirmi di
raggiungere
il tuo castello. Ma io non ho riferimenti, come potrei esserti
d’aiuto? Sono…completamente solo al
mondo!»
«Nessuno
è mai solo…tra i nostri
mondi.»…«Eh?» restò
alquanto perplesso
quel Digimon che aveva fatto tanta strada…per ritrovarsi
soltanto una foglia d’autunno nel palmo della zampa.
«Ho sognato…!»
si alzò
di scatto Jeri, avanzando verso la finestra mentre si tormentava le
mani “Non posso dirgli la
verità…!”
«Sfogati amore mio, dimmi cosa ti
tormenta!»…«C’era…
…Mako,
voleva farmela pagare per averlo ingannato col matrimonio,
e…!!...tentava di uccidermi…col suo
Digimon!!»…«Che cosa?!»
sussultò Takato.
E altrettanto quelle parole fecero sobbalzare Impmon
«Eh?!»
«O-Oh…sì, avevo paura, lui
era…così
accanito, sembrava odiarmi!!»…«Jeri
calmati…
…datti
pace per quella storia, ormai è passata.» la
carezzava lui
«E credo che Mako si sia reso conto dei suoi
errori…e stia
cambiando. Non tenterebbe più di farci del
male…»…«Oh sì lo
so, ma
io…!!...ahh, non…è facile da
spiegare!»…«Ci sono io. Non
temere…
…un
sorso…alla volta, ricordi quel che ti ho
detto?»…«…oh,
sì…!»
replicò lei, ma il suo sguardo si tingeva di afflizione
mentre
si specchiava nel cielo stellato. Lui non desisteva, e si portava alle
labbra quelle mani amate per riscaldarle «…come
sei
fredda…
…anche se non sono un Digimon adesso…il mio fiato
ti
riscalderà ugualmente. E’ il fiato del mio
amore…»…«Takato…!»…«Sì…?»…«Tu…
…credi che io…
…potrei
essere…ecco…a-adatta…per stare al
tuo fianco?»…«Cosa?!...come ti viene in
mente solo
di dubitarlo!»…«Ma noi due in fondo
siamo…così
diversi!»…«…perché
lo dici…?...
…dopo
tutto abbiamo molto in comune, abbiamo
attraversato…esperienze
simili. Entrambi abbiamo riso, ci siamo emozionati…abbiamo
pianto…abbiamo sperimentato che cos’è
la
solitudine…»…«Sì,
però…il nostro cammino è stato
completamente
diverso, e tu lo sai! Tu…adesso ami me come…la
tua…prima ragazza. Mentre io…
…come tu ben sai…» scorrendosi la mano
tra i
capelli, mentre lui la guardava con stupore «…h-ho
avuto
molte esperienze! Sì, molti…baci, ho avuto un
sacco di
ragazzi! Ecco, mi domandavo…non sarà che in fondo
potremmo accorgerci che dopo tutto non funzioniamo così bene
insieme?!»
Impmon allibito.
E Takato non da
meno «Jeri…non mi starai dicendo che per caso ti
sei
pentita!»…«Oh, no!!»
sussultò lei e gli
afferrò le mani «Non volevo ferirti,
io…!!...dimentica quello che ho
detto!»…«…però
esigo che io sia il
primo a saperlo, ora non potrei sopportare altre menzogne. Jeri! Se tu
ti accorgi di non amarmi io-» ma lei gli chiuse la bocca con
la
mano. E poi con un bacio…
…tremava
«No! No amore ti prego…non osare neanche pensarlo.
E’ che sono spaventata! Nel sogno ho visto…tanti
volti del
passato, e sentito…tante mani lungo il mio corpo! Era
orribile,
e pensavo a te che ancora…!!...
…non hai
provato queste cose. Sei così puro…»
disse
facendogli una carezza e guardandolo teneramente «Io
non…sono come te.»…«Jeri, non
sarà che
a spaventarti è forse il
fatto…?»…«Sì,
è proprio
così!! Che tu sei alla prima esperienza, mentre io ne ho
avute
un’infinità e penso che tu
possa…giudicarmi male!...
…io
non sono quella che credi!! Non sono brava a fare il pane né
a
vendere al bancone! Non…sarei capace di tenere una casa,
io!!...
…non sono quella compagna fatta col
pennello!»…«Ma a me di tutto questo non
importa!!» esclamò lui prendendole il viso
«Come
faccio a fartelo capire?! Tu continui a parlare di te come se fossi
un’estranea! Io ti conosco!! Io invece è proprio
perché ti conosco…che ti
amo!»…«Ah,
Takato!»…«Jeri!
Io…benché abbia
disegnato il mio Digimon non credo alle persone o alle creature ideali,
io penso…che ognuno di noi sia bello per quello che
è!»…«Dici
davvero…?» chiese lei
asciugandosi le lacrime come una bambina
«L’importante
è essere sinceri, non indossare maschere: io non voglio
“una compagna per la vita”, io voglio te! Oh, vieni
amore…lasciati rassicurare…»
stringendola forte
«Hai visto Impmon? Dorme sereno perché sa che tu
sei con
lui…»
Sicché a lei sfuggiva uno sguardo verso il Digimon
“Impmon! Non si è neanche accorto che ho avuto un
incubo…”
Impmon simulava un sonno sereno, ed un respiro regolare…(fine-canzone)
«…attento a dove metti i piedi
adesso…»
pronunciava una voce dal dolce suono, benché maschile e
adolescenziale. Dopodiché un balzo
«Ohp!» ed
entrambi rotolarono presso una formazione rocciosa: lui ed il ragazzo
dalla gamba ferita, che stringeva i denti per il dolore, ma che ancora
aveva occhi, seppur sofferenti e sforniti di occhiali, per guardarsi
attorno «E qui dove
saremmo…?»…«Qui…?
Ad occhio e croce
dovrebbe trattarsi…» pronunciò assorto
Defendermon
«…del Crocevia
del vento. Riconosco questa brezza intensa e penetrante!
E…non solo…»
…avanzando fra i detriti metallici, mentre era seguito dallo
sguardo sottile e trafiggente di Kenta…
«Benché il vento abbia smussato molte sporgenze
riconosco
il luogo dove sostammo, diverse volte! E in diverse notti!...per poi
proseguire il cammino…
…verso il confronto con il Regno abbandonato…»…«…che
piani hai portandomi
qui…?»…«Cosa?»…«Mi
hai
sentito benissimo!!...
…ti ho fatto una domanda…»
sibilò il ragazzo
più grande, dallo sguardo astioso «…ti
ho chiesto
cosa speri di ottenere, di estrapolare da questo posto
disumano.»
ma a quel punto il giovane Digimon esclamò «Non
sono io
che sono voluto tornare qui!! In questo “posto
disumano” mi
hai condotto tu, e mi ci hai portato con
l’inganno!!»…«Beh sai che ti
dico? Io ti debbo
ancora molti inganni, te ne debbo molti!!...
…per
tutti quelli che tu hai rifilato a me e hai miei
amici!!»…«E credi…»
domandava il
ragazzino scuotendo il suo capo adornato da capelli rossi
«…che in questo modo riuscirai a lenire le ferite
del
cammino percorso…?» La sua espressione era saggia,
forte
di una maturità che andava oltre gli anni che dimostrava.
Quella
di Kenta invece era aspra e acerba, come chi ha le orecchie chiuse e il
cuore serrato «Pensiamo a quelle presenti, di ferite! Vado a
cercare qualcosa per curare la tua gamba, aspettami
qui.»…«Defendermon!!»…«Cosa
c’è…?»
Kenta cercava di
avvicinarsi, nonostante fosse costretto a strisciare fra quei resti
metallici in quanto non poteva alzarsi «Guarda che non
basterà allestire una patetica commedia di buonismo per
allisciarmi! In realtà tu non mi conosci, come non mi
conosce
nessuno tra i miei amici!!»
Defendermon chinò il capo, come chi si ritrova in una frase
udita.
Kenta continuò «…io sono un
serpente…
…la
mia aria da innocuo ragazzo è da molto tempo
nient’altro
che un’apparenza ed una proiezione del passato, è
dal
primo esatto minuto che quel portale si è richiuso che io ho
iniziato a trasformarmi, gradualmente! Sì, ho iniziato a
mutare,
e a diventare prudente, là dove ero ingenuo e affabile! Ho
dovuto tutelare la mia Digimon, che poi è diventata mia
moglie!
Ho imparato ad essere maturo quando prima volevo solo giocare! Ho
imparato a vedere i miei amici soffrire, quando prima mi sentivo il
più sfortunato! E ho imparato il significato di molte cose,
del
silenzio rispetto alla parola! Della riflessione a confronto con
l’impulso, dell’azione rispetto alle chiacchiere!!
E della
gratitudine…
…rispetto all’egoismo, sì! La
gratitudine verso chi
ti offre una mano, la gratitudine verso i miei
genitori!!»…«Ah?!» quelle
parole colpirono il
ragazzino che si volse di scatto. Kenta sibilava e scandiva con
orgoglio quelle verità «Per merito tuo sono
diventato
adulto in un solo istante, complimenti! Con un incantesimo hai
trasformato l’occhialuto piagnucolone in un predatore sempre
vigile! Ora ho mille occhi, non più solo quattro…
…e ho unghie lunghe…e affilate, da cui chiunque
ci ronza
attorno deve ben guardarsi!!»…«Mi hai
detto…
…di avere dei
genitori…»…«Ora non
fingere, tu lo sai benissimo che ho dei genitori!!...
…ci hai
ricattati!!»…«…quello
è
il “passato”…» ma Kenta
assottigliò lo
sguardo «Comodo stabilirlo ora…! Dovresti
attraversare
tutto quello che abbiamo passato noi, e poi permetterti di mettere un
punto conclusivo!! I miei compagni ed io abbiamo pianto e sofferto, a
poco a poco abbiamo visto disgregarsi l’intero mondo che
amavamo!! In fondo non è diverso da questo, là
dove noi
viviamo!!» alludendo allo scenario che li circondava
«Detriti, nient’altro che la forma e
l’ombra di
quello che era un tempo!! Cosa faresti se qualcuno ti costringesse a
vivere qui per sempre, eh?! Non ti sentiresti anche tu…
…che sei così pericoloso e
potente…solo e
abbandonato?!! I miei compagni hanno subito esattamente
questo!!»…«E I MIEI SONO
MORTI!!»…«Cosa?!»
«Sì!!...sono morti…
…!!!» sibilò Defendermon.
Il ragazzo ventunenne restò attonito.
Negli occhi del ragazzino c’era rossore e sgomento, il suo
corpo
tremava ed era udibile la vibrazione metallica data dalle sue polsiere
«Sono stati…
…uccisi crudelmente…
…meglio sarebbe stato…restare qui ed
addormentarsi al
suono dei ricordi…s-sarebbe
stato…!!...» stringendo
un pugno di frustrazione «…m-meglio!»
“Guardianmon!” si udì però
una voce
«Uh?! Chi ha parlato?!» sussultò
Defendermon. Anche
Kenta era incredulo.
“Non
lasciare che il dolore ti faccia tornare quello di prima! Vai piuttosto
ancora più indietro! A quando eri un Digimon buono,
portatore di
giustizia!” «Ma questa voce…non
è possibile!!
Oh?!»
A Defendermon
parve di vedere qualcosa di nero schizzare fra i cumuli di detriti
«…un gatto?...un Digimon? Ehi, aspetta!»
scattando a
correre lungo il binario, nel sonoro rumore dei suoi
stivali…mentre Kenta si ripeteva
«…è stato
buono…e portatore di giustizia…? Quella voce ha
detto
questo…»
Spoglia dalle
venature di rabbia, anche la sua voce tornava ad assumere la sfumatura
gentile datale dalla crescita.
Anche lei aveva
le polsiere alle zampe. Ed un elmo sul suo capo di pelo nero. Era in
piedi sul ciglio del baratro, al termine del binario spezzato,
circondato dalla notte e dalle cariche in conflitto.
Lui corse così
veloce che riuscì a raggiungerla, mentre il vento gli faceva
volare i capelli rossi (canzone: Laura
Pausini - I need love)
Lei lo fissava con i
suoi occhi felini…e a poco a poco le sue zampe scure si
mossero
sul metallo senza fare alcun rumore, poiché il suo passo era
felpato.
«Tu chi sei in realtà…?»
«Io sono colei
che torna…come te.»…«Colei
che torna…?
Che torna da
dove…?»…«Entrambi torniamo da
un
passato…che non è andato come sarebbe stato
giusto! Il
tempo ci ha preso in contropiede…
…e il
dolore ci ha battuti. Ma l’amore non si è arreso.
E come
vedi ancora lotta…lotta sia in me…che nel tuo
cuore.
Guardianmon…
…vecchio amico…»
«Dimmi il tuo
nome, per favore…!!...non permettere che il suono della tua
voce
mi illuda!»…«Io sono
Scratchmon!»…«Oh?!»
Si era
presentata lei, scandendo il suo nome con orgoglio «Ma ora
non
guardarmi come se fossi un semplice gatto! Pensa piuttosto che io sono
l’unica…
…l’unica…» ripeteva con un
po’ di
tristezza negli occhi «…che avrebbe
potuto…amarti…
…se
tutte le cose fossero andate in maniera
differente!!»...«Ah, ma non è
possibile!...
…la
donna che amavo…!!» affermava il ragazzino
«L-L’umana…che aveva rubato il mio
cuore…»…«Il tuo cuore ti
batte ancora in
petto, Guardianmon! E’ il suo invece…
…a battere…
…nel
mio…»…«Oh?!!»
Assomigliava a un fiore, il talismano di luce che riluccicò
oltre il nero del pelo di Scratchmon. Un fiore luminoso e splendente
come la speranza, la cui luce si riversò tra i
detriti…e
negli occhi di Defendermon.
«…come può questo essere
possibile?!»
esclamava lui tendendo le mani alla gatta scura, la cui luce ora si
ritraeva, alla ricomparsa delle ombre «…si tratta
di un
prodigio!»…«Ebbene
sì.» rispose lei
chinando il campo «Una stessa creatura può
dividersi nella
sua parte buona e in quella oscura…quando si manova il
nostro
corpo scomposto in dati. Ma adesso questo è anche un gran
pericolo!!» ammise determinata «Un
pericolo…?»…«Sì!
Un pericolo per
noi…e per Digiworld! Lei, l’altra metà
di me ci sta
cercando!» la gatta chinò il capo svelando
«E
purtroppo è diventata abbastanza forte per sopravvivere da
sola.
Si è messa in testa di eclissarmi del tutto, il suo
obiettivo…
…è oscurare i nostri mondi per accenderne uno
nuovo a
immagine e somiglianza della sua malvagità! Nel tempo ha
accumulato una grande riserva di sofferenza, quella che
basta…
…per cambiare faccia a un mondo…
…per
dimenticare un’epoca, per accantonare una
moda…»
mentre il ragazzino ricordava le parole rabbiose di Kenta “a
poco a poco abbiamo visto disgregarsi l’intero mondo che
amavamo!! In fondo non è diverso da questo, là
dove noi
viviamo!! Detriti, nient’altro che la forma e
l’ombra di
quello che era un tempo!!”
«Ahh!» il suo animo sussultava dinanzi a quelle
consapevolezze.
Ma Scratchmon
sembrava decisa «Non c’è tempo per
pensare! Dobbiamo
contrattaccare prima che sia troppo tardi, io non voglio vedere il
mondo…
…che ho
amato…e sognato cadere ed essere dimenticato solo
perché
non sono stata forte abbastanza, e le ho permesso di diventare quella
che è adesso! Ma purtroppo io posso poco
ormai…»
abbassando di nuovo la sua testina «…sono soltanto
un’ombra, la mia forza è effimera. Posso solo fare
la
guardia a questo cuore, e insinuarmi nell’oscurità
per
mettere sull’avviso chi ancora può dare un grande
contributo, come te!!»
«Io
cosa posso fare?!» chiese il ragazzino con tono quasi
disperato,
e la gatta rispose «Guardati da lei, che ti cerca per
acquisirti!! E aiuta quei ragazzi…a cui un tempo facesti del
male, solo a causa dei ricordi! Volevi separarli dai
Digimon…per
timore che si ripetesse la tragedia! Ma noi dobbiamo continuare a
sperare, a volte la felicità si consegue dopo un lungo
cammino.
Il legame gli uomini e Digiworld è forte…
…non merita di essere spezzato…solo a causa dei
miei
errori.» in procinto di versare una lacrima
«Scratchmon…» tendeva le mani il ragazzo
«…tu…!»
Raccogliendo gentilmente la gattina, che allungò la zampa
impigliandola ai suoi capelli rossi. Ma era una carezza
«Guardianmon…raccogliamo i nostri pezzi.
Risorgiamo: aiuta
questi ragazzi a uscire dal labirinto, sfrutta i tuoi poteri e
non…piangere…» ma il giovane era
commosso, si
asciugava gli occhi col pelo scuro del gatto
«Non…piangere
per me, vedrai che andrà tutto
bene.»…«No
aspetta, non te ne andare!»…«Purtroppo
non posso
restare, sono anch’io nella sua lista e insieme saremmo un
bersaglio facile! Debbo disperdermi nel campo, ma tu tira fuori i
ragazzi e spiega loro la verità! Spiegagliela
Guardianmon!»…«Scratchmon!!»
La gatta si
dileguò tra i detriti di metallo…ma si volse
un’ultima volta, con occhi commossi
«…Guardianmon,
amico mio…»…«Scratchmon,
aspetta!!
Scratchmon!!» il ragazzino inciampò e cadde in
ginocchio,
mormorando «…m-mio antico
sogno…»
“Guardianmon, perdonami se ti lascio!” pensava
Scratchmon
correndo a perdifiato su quel binario infinito e fluttuante
“Torniamo ad essere frammenti sparsi, ma un giorno sono
convinta
che il vetro si ricomporrà, tornando a riflettere la sua
luce
infinita…
…!!” balzando così, tra le cariche
scintillanti.
Defendermon si alzò in piedi, e guardò al cielo
con nuova
determinazione «…non posso mollare proprio
adesso!» (fine-canzone)
I primi raggi di
un’intensa alba irradiavano la landa, filtrando tra gli
ingranaggi che col loro quieto roteare cullavano il risveglio.
Il
Grand’hotel era bersaglio di quella luce così
fervida e
vitale.
Henry scese dal
suo letto, e dopo aver rivolto uno sguardo amorevole ai suoi cari
addormentati volle avanzare sul balcone per prendere parte a quel
suggestivo spettacolo. Fu a quella brezza carezzevole, che
dedicò il suo sospiro profondo, che aveva il profumo del
nuovo
inizio.
«O-Oh…» Rea si svegliò in
quell’istante, carezzata dai raggi che filtravano dalla
finestra.
Tenendo il lenzuolo stretto a sé, si piegò appena
e
strinse gli occhi poiché la luce era forte «Sei
sveglio,
amore mio…?»…«Oh?
Sì, scusa se ho
fatto rumore.»…«No, invece è
meglio che mi
sia svegliata.» sorrise la ragazza «Non mi sarei
mai voluta
perdere uno spettacolo simile…per niente al
mondo…»
sussurrò intensamente. Lui in controluce si volse e le
sorrise,
e lei gli chiese «A cosa stai
pensando…?»…«…sai?
Non voglio mentirti
Rea: pensavo…
…a
Muskmon.»…«Oh?» si
stupì la
ragazza…ed i suoi occhi tradirono una lampo di insicurezza.
Ma
lui si avvicinò al letto «Oh no, ti prego, non
fraintendermi: io non intendevo dire che lei…
…occupasse un posto nel mio cuore, quelli ormai appartengono
solo a voi. A te, a Benji…e al nostro caro Terriermon.
Nessuno
al mondo potrà mai sostituirvi, niente sarà mai
più grande della gioia di avervi ritrovato.»
carezzandole
i capelli, e sciogliendo già ogni traccia di timore
«Però non voglio neanche
nasconderti…che mi
suscitava pena il pensiero di quella creatura alla quale, nel bene o
nel male, durante tutti questi lunghi e tortuosi periodi, sono stato a
stretto contatto. E’ pur sempre una creazione del mondo
digitale,
come Terriermon. E ammesso che sia sopravvissuta alla distruzione del
suo settore, è rimasta completamente sola e dispersa. Io so
come
ci si sente quando si è soli, non basta il fatto che mi sia
stata nemica a sciogliere questa stretta che…non posso fare
a
meno di provare se rivedo il suo viso davanti a me.»
Proprio quelle
parole sembrarono suscitare in Rea un sorriso speciale, e la sua mano
si allungò per carezzare dolcemente il viso del giovane
amato,
che le chiedeva «Questo ti ferisce, amore mio? Dimmi la
verità, se è così io…non ne
parlerò
più.»…«No, al contrario
Henry. Tu devi
parlarmene, e le tue intenzioni non mi feriscono affatto,
tutt’altro! Non saresti tu…» ammise con
espressione
dolce «…se in fondo al tuo cuore non soffiasse
questo
gentile alito di giustizia, se il tuo animo non manifestasse indole
buona e caritatevole. Anzi, finalmente posso guardare senza
più
veli a ostacolarmi la vista, il vero Henry, l’uomo di cui mi
sono
innamorata: quel ragazzo…
…coraggioso…» fra carezze per le quali
lui era
grato, e vi si abbandonava chiudendo gli occhi
«…mite, e
buono…dalla limpida purezza dei
sentimenti.»…«…io non sono
così
puro.»…«…ti sbagli:
poiché invece solo
qualcuno il cui cuore risplende…di una luce non comune
avrebbe
avuto un pensiero tanto nobile…per chi gli ha fatto del
male. Io
ho sognato di conoscere quest’uomo…e
l’ho cercato
attraverso le tenebre. Ora l’ho finalmente trovato, e
adesso…» esprimeva la giovane nei cui occhi si
accendeva
una luce nuova, brillante di amore e di speranza
«…ho
l’occasione di condividere con lui tutti i miei
sogni…per
un mondo nuovo, e più giusto! Oh Henry è
così
bello che finalmente possiamo parlare dei Digimon…e
custodire
assieme i progetti affinché un giorno ci
sia…più
tolleranza, più amore! Ogni creatura sia accettata per
quella
che è…e riceva sempre una nuova occasione per
ricominciare. Ho coltivato questi sogni in un angolo nascosto del mio
cuore, ma mi sentivo sola! Avevo bisogno di te…
…perché mi aiutassi ad aprirmi, così
che
finalmente non dovessi vergognarmene più, e potessi
brillare!!»…«…ed io ho
trovato finalmente la
persona…con cui coltivare assieme, giorno per giorno, il
giardino costituito da ciò che sempre, fin
dall’inizio,
è stato ciò che di più caro per me. Ti
amo.»…«Anch’io…»…«Ti
amo, Rea…» e si lasciarono andare ad un nuovo,
dolce
bacio…
…mentre Terriermon riapriva gli occhietti
«U-Uh…oh?!...
…uhmuhmuhm!» e sorrideva nel vederli.
«Benji! Benji sveglia, dà un’occhiata!
La tua mamma
e il tuo papà si stanno baciando. Guarda come sono
belli…!»
«Grazie, Henry.»…«E di
cosa…?»…«Grazie per amarmi, e
per
preoccuparti dei Digimon! Con il tuo pensiero per Muskmon mi hai fatto
un grande regalo: sai? Anch’io se dovessi essere realmente
sincera…» abbassando lo sguardo
«…ho provato
fin dall’inizio molta pena nel vedere quella creatura
così
sola, e non in grado di distinguere l’amore al fine di
confonderlo…con qualcosa di estorto! E incapace di conferire
calore. Voglio che tu sappia che se vuoi ricercarla, e cercare di darle
una mano io ti aiuterò! In fondo tante creature stanno
agendo
solo in quanto mosse dal dolore…!»
rifletté la
giovane, volgendosi verso la luce dell’alba
«Sarebbe
così bello…se tutto potesse cambiare e Digiworld
tornasse
bello come la prima volta che siete stati
qui.»…«Era
questo che stavo pensando prima.»
(canzone: H
& Claire - You're a love song)
Così si avviarono insieme verso la finestra, e si
affacciarono
sul balcone «Osserva, Rea…questo mondo ha rapito
il mio
cuore tanti anni fa e mi piacerebbe tanto…che un giorno
potesse
esservi pace, e tutti gli esseri umani come noi potessero raggiungerlo
ogni volta che lo desiderino. In questo modo tanti Digimon soli
potrebbero trovare il loro compagno, e la loro presenza potrebbe
asciugare le lacrime di molti uomini. Con una
vita…»
smarrendo gli occhi nel sole «…difficile come
quella che
spetta a ciascun essere umano, la presenza di un’amico che ti
accompagna ovunque può fare la vera differenza. E forse in
questo modo si realizzerebbe il desiderio di mio padre, e di tutte
quelle persone che hanno dato loro stessi, sfidando la sorte ed
avviando il progetto della vita digitale, superando ostacoli e
avversità…»
…mentre Rea appoggiava il capo sulla sua spalla e si
lasciava
cullare dal suono dolce della sua voce…
«…oltrepassando la diffidenza, coscienti anche di
un
pericolo! La storia della creazione dei Digimon ha attraversato luci ed
ombre…ma ora guarda noi due: siamo ancora qui nonostante
tutto,
con nostro figlio che riposa carezzato dai raggi di un sole di dati. E
se ci siamo ritrovati e abbiamo superato le difficoltà lo
dobbiamo ai Digimon. Questo io credo sia la dimostrazione: un simile
incontro non è sbagliato, può nascere tanto amore
dalla
conoscenza fra umani e Digimon! E’ come…ogni
contatto che
la vita ti presenta, comporta rischi e problemi. Ma possono essere
superati…
…e un
giorno tanti, come noi, potranno risvegliarsi alla luce di questo
sole…è
bellissimo…»…«…hai
ragione…» disse Rea assorta, ponendogli una mano
sul petto
«…come lo sei tu, e questi
sogni…» Henry
raccolse quella mano e la baciò, e restarono in silenzio a
farsi
attraversare da quel dolce vento.
Terriermon li
osservava e pensava “Sono il Digimon più felice al
mondo…ho ritrovato il mio domatore, ha una moglie e un
figlio
meravigliosi, loro si vogliono bene. Cos’altro potrei
chiedere di
più…?...
…debbo essere grato alla vita…e alla speranza che
mi ha
condotto fino a questo giorno. Piccoli amici, affetti che mi sono
lasciato indietro.” si appellò il Digimon verdino
guardando verso l’altro “Guilmon…mio
caro e prezioso
compagno: vorrei tanto che poteste essere tutti qui a prendere parte a
questo momento. Ho ritrovato Henry…” mentre
osservava la
sua sagoma e quella di Rea in controluce “…le
tenebre di
un tempo di dolore sono state rischiarate da una nuova luce. Io
rinasco…
…di nuova forza e vigore. Ecco, dunque…
…questo è il vero potere digitale.
L’essenza
intrinseca…di un’evoluzione continua e
infinita.”
Alla vista dei due ragazzi, sempre più vicini
“Uhmuhmuhm!
E’ fantastica, spettacolare!”
Defendermon si
chinava «Stendi la
gamba.»…«Che vuoi
fare?»…«Stendi la gamba, debbo
curartela!! In questo
mondo si attraversano ampie distante, non si può mica
procedere
con una gamba sola!!»
«Che cosa
fai…?» chiese Kenta quando un bagliore di magia
illuminò il suo viso. Defendermon chiudeva gli occhi e si
concentrava «…sfrutto i miei poteri…
…io sono
stato dotato di tecniche curative…ma questa forma non mi
concede
di sfruttare appieno il mio potenziale…»
«Non…faresti meglio a conservare le tue energie
per
lasciare questo luogo, in cui IO ti ho trascinato?!» propose
il
ragazzo con tono sempre velatamente provocatorio, ma il ragazzino
aprì i suoi occhi «…certo che sei
proprio
testardo!...
…io non ho
intenzione di lasciarti qui: io devo trovare pure un
modo…per
rimediare ai miei errori. Concentrati! Afferra la mia
mano!»…«Oh?!» Kenta
titubava…non sapeva
se raccogliere o rifiutare quel guanto iridescente che gli veniva
posto. Ma nel suo animo si dibatteva un dubbio
“Farà sul
serio…? Ci sarà da fidarsi?! Potrebbe essere mai
vera
l’opportunità…che si ripeta una storia
come quelle
di allora?” appoggiando il capo alla roccia e guardando verso
l’alto “Quando c’era chi sbagliava ma si
pentiva, e
ci era concesso credere all’amicizia che nasceva anche fra
chi
era stato…
…nemico…” pronunciò piano
nel suo cuore
“…fino a un attimo prima? Vorrei lasciarmi tanto
andare!” «U-Ugh!» Defendermon sembrava
fare un grosso
sforzo. Kenta dilatava i suoi occhi “…ma ho paura,
il
mondo che ci circonda mi frena! Così pieno…di
menzogna, e
di tradimenti, e se facessi la scelta sbagliata?! Priverei i miei amici
di un alleato…e se mai dovesse perdonarmi, Yuki di un
marito!
Cosa devo fare…oh mio Dio, bambino che ero un tempo: aiutami
tu!! Ti prego…” stringendo gli occhi nel tentativo
di
rievocare la sua immagine di allora.
Ma ricordò le parole di Kazu “Kenta,
ma…non realizzi?!! Svegliati, apri gli occhi: ora siamo in
pericolo, tutto questo non conta!! Non conta…chi ha
sbagliato,
non conta ci ha fatto del male e non conta il passato, ma soltanto il
presente e riprenderci coloro che ci sono cari!”
“Kazu…lui ci crede ancora!!” e poi
un’altra
voce “Io lotto
per la
felicità di tutti, e anche se il passato non è
stato come
avrei voluto non mi arrendo, perché ho ancora speranza nel
futuro!” era quella di MarineAngemon, che aveva
gridato “Non
posso e mi rifiuto categoricamente di ricorrere alla vendetta,
è
contro la mia natura, capisci?! E’ CONTRO LA MIA NATURA!!”
“Yuki…amore mio!” riaprì lo
sguardò
Kenta, con una pena negli occhi “Se lei fosse
qui…mi
direbbe di dargli una possibilità!! Affetti miei…
…io…!!...”
E così
alla fine allungò quella mano, e raccolse il guanto
iridescente
«Oh!!» sussultò Defendermon
“Non posso
tradirvi: siete la cosa più cara per me. La mia
guida.”
ammise Kenta nel suo cuore, e in quel momento il bagliore si fece
accecante, nello stupore di entrambi.
La ferita alla
gamba si richiudeva «E’ il potere
dell’amicizia!» ammetteva il Digimon «La
nostra
stretta congiunta potenzia la mia tecnica.» ed il ragazzo
incredulo ipotizzava “Forse…abbiamo ancora
speranza?
Guardianmon…io…” scrutandolo per la
prima volta in
un modo diverso, mentre lui gli sorrideva “…posso
ancora
osare di considerarti una…favola a lieto fine, per la mia
vita…?”
Era timoroso, la
voce del suo animo tremava. Ma ora poteva piegare la gamba
«Sei
guarito. Ce l’abbiamo fatta.»
“…una simile luce non può esser nata da
un potere
malvagio!!”
Erano rimasti
con le dita intrecciate, mentre Defendermon si scostava i capelli e
guardava in alto “Scratchmon…ho solo cominciato!
Vedrai,
esaudirò il tuo desiderio.” (fine-canzone)
Un volto di
bambino piangente, un volto di bambina sconvolto. Guarniti da ornamenti
digitali «…dov’è la mia
gattina…?» mugolava Gravemon sciogliendo il trucco
delle
lacrime fine grazie a lacrime vere «Scratchmon è
scappata…»
«Oh
sì, piccolo caro, la vostra gattina non si trova
più…!» si insinuava una vocina dalla
“pubblicitaria” intonazione materna, e due mani si
preparavano ad accoglierlo in un abbraccio, per chiudersi dietro la sua
schiena nel mutare in nero delle unghie smaltate «Ma non devi
fare così, coraggio, sei un ometto! E qualcosa mi
dice…che la ritroveremo presto, molto presto!»
Ufomon si
sforzava di mantenersi rigida, ma le tremava il labbro e cercava di
nasconderlo mordendoselo, e trattenendo le lacrime anteponendo lo
stupore al dolore «M-Ma…come può
essere, io
l’ho vista qui in giro, fino a poco fa?!...h-ho messo un
Knightmon a guardia di ogni uscita, facendomi raccomandare che
tenessero gli occhi aperti, lei la vedi, è
grossa!!»
I
gemiti di Gravemon echeggiavano, corredati da singhiozzi «Su,
su…non fare così piccolo di mamma DAAAI, che
adesso ti
faccio ridere con una cosa! E’ sparita…ANCHE la
tua
insegnante di ripetizioni, è andata lontano!...
…no…? Non ti fa ridere va bene Gravemon allora
inventiamoci un’altra cosa, duuunque,
vediamo!»…«Ahh! Cosa hai detto,
mamma?!»…«Ufomon
calmati…» accennava
Violetta con tono vellutato e leggermente tremulo «Quella
rapa-zitella-acida che non sa un cavolo anche se fa
l’istruita e
porta camicette da damigella del quattrocento è sparita
senza
lasciar traccia?!! Quella ha rapito Scratchmon, ci ha rubato il
gatto!!»…«Ma che rubato il gatto, dai
amore,
figliola su non essere
fantasiosa.»…«FAN-TA-SIO-SA
IOOO???!!!» gridò Ufomon con occhi inondati di
rabbia
«Sei tu che non ci vedi e non ci senti ma per sciagura
collettiva
ancora parli, mamma!!!»…«Grazie tesoro,
sono
onorata, è sempre piacevole ricevere questi apprezzamenti da
te,
ihihihi!»…«Ma t-tu trascini gentaglia
non
identificata in giro e poi si prendono Scratchmon, la nostra gatta per
RIVENDERLA perché è questo che ha fatto quella
strega!!» Gravemon alzò gli occhi
«E’ vero
mamma?»…«Ptsss, no piccolino: tua
sorella
vaneggia.»…«Mamma guarda che io ti sento
ho orecchie
buone!»…«…e una lingua lunga,
cara.»…«Hai detto che vaneggio! Te lo
faccio vedere
io quanto vaneggio adesso vado a mettere…!!...
…c-cartelli in giro ovunque, tanto i Fireflymon hanno
attivato
la connessione Internet: c’è una pagina di
Facebook per
gli animali dispersi, la…iiiintozzo con quintali di foto di
Scratchmon, il solo peccato è che non ne abbiamo una
dell’insegnante di ripetizioni! Gravemon!! Potevi
scattargliene
qualcuna, ora l’unica speranza è che le faccio un
ritratto
convincente!»…«M-Ma io ho finito la
memoria…ho tutte foto solo di
Scratchmon…»
accennò il bambino, e la madre «Ihihihiii,
è
proprio vero voi fate interi servizi a quella gattina, neanche fosse
una modella…»
Ufomon
procedeva a passo di piombo «Ora gliela faccio vedere io a
quella
ladra di gatti!...
…ha
adocchiato il felino dalle uova d’oro, si crede
lei!»…«I-I gatti sono
mammiferi…»…«Shhh, zitto
amore di mamma tua
sorella non è nello stato per
capi-»…«ZITTO
GRAVEMON LO SO E’ UN MODO DI DIRE QUELLO! POSSIBILE CHE SEI
COSI’SCEMO CHE NON CI ARRIVI?!»
«U-Ueeeeeeeeeeeee, sigh sigh! Perché mi
insultaaaaaa?
Voglio Scratchmooon…» e Violetta lo carezzava
«Tua
sorella fa la grande, fa la forte…ma in realtà
è
più preoccupata di te.»
…infatti Ufomon nel buio si asciugava lacrime di rabbia
“…amica mia, è solo perché
ti ho
maltrattata, e me la sono presa con te perché mi
è
sembrato che parlassi! Ma io ti farò tornare a casa, te lo
garantisco! Io ti riporterò al sicuro!”
«Scratchmon tornerà,
mammina…?» alzava gli
occhi il piccolo Digimon sofferente, e la madre lo carezzava
«Ma
ceeerto, tesoro! Quella di cui ho dubbi è la prof di
ripetizioni, dato l’umore di Ufomon!»
Ma poi
meditò fra sé con un sorriso “Gli
scleri di mia
figlia mi tornano solo a vantaggio, almeno è risolto il
problema
di chi mi cerca Scratchmon: pagina di Facebook per gli animali
dispersiiiiii!”
Un possente e
ancora prestante drago nero stava facendo sollevamento pesi quando
«Cyberdramon?»…«Oh?»…«Debbo
parlarti…!» gli disse il suo domatore con voce
decisa ma
scossa da un lieve tremore «…pensavo stessi ancora
dormendo, Ryo.»…«Ti ho
disturbato?»…«No no!»
replicò il drago
cercando di mostrarsi naturale, e spiegando «Visto che
Hagurumon
e Clockmon hanno allestito questa palestra nel loro hotel ho pensato di
farci un salto: sai? In questi anni ho sempre colto
l’occasione
quando ho potuto: mai trascurare il proprio corpo, è la
prima
cosa!»
Quelle parole
portarono Ryo a fissarlo in un modo insolito, si leggeva
gravità
nei suoi occhi cerchiati di rosso. Cyberdramon andava però
per
la sua strada «Un buon allenamento per mantenersi sempre in
forma
è quello che ci vuole: non c’è niente
da fare,
quando perdi tono sei da buttar via! Le donne non ti guardano
più, e io non ci tengo a fare la fine di tanti Digimon che
ho
visto: credi erano sulla cresta dell’onda ma questo ai tempi
in
cui ancora speravano di tuffarsi sulla terra. Poi il portale si
è chiuso per colpa di quel disgraziato di Guardianmon
e…ora che potrebbero…uahf! Non possono
perché si
muovono appena!» Ryo sembrava sentirsi inquieto
nell’udire
quei discorsi, era pallido e la sua espressione assomigliava a quella
di chi soffre di nausea «E invece guarda
qui!»…«…uh?»
alzò gli occhi il
ragazzo con un po’ di timore, mentre il Digimon gli mostrava
il
robusto braccio «Tocca: è materia digitale
lustrata fino a
splendere! E’ un po’ vecchiotta ma ancora nel pieno
delle
sue funzioni, e finché sarà
così…io me ne
starò tranquillo! Aivoglia che si dice tanto “la
gente
guarda quello che hai dentro”, pfff tu ancora ci credi? Beh
se
è così devo dedurre che sei ancora un bambino
Ryo, ed io
un drago antico e sapiente! Ma va bene…ognuno qui
è
cresciuto…a suo modo…» liquidava il
Digimon a mezza
bocca, andando a riporre il suo attrezzo, al che Ryo colse
l’allusione «Ce l’hai ancora con me per
quelle
storie?»
«Pfff...» Cyberdramon sospirò, si vedeva
che faceva
sforzo a guardarlo negli occhi.
«Pensi…ancora di me che sono un succhiasangue di
innocenti
civili?»…«…iiil problema non
è quello
che penso io, Ryo! Ma sono i fatti a
parlare.»…«…i
fatti…?»…«Ti stavano per
arrestare, se siamo
arrivati qui è stato per il rotto della cuffia! Io
l’ultima cosa che mai avrei creduto di dover fare assieme al
mio
domatore era…fuggire a Digiworld clandestinamente,
perché
la polizia della terra ci stava alle calcagna ma non per
ringraziarci!!»…«Se fosse anche
così…beh!...comunque a ognuno di noi sarebbe
giusto che
fosse concessa l’occasione per
riscattarsi.»…«Uhm?» il drago
corrugò
il muso, mentre seguiva il passeggiare di Ryo per quella palestra
«In fin dei conti tu l’hai avuta…
…quando hai assaltato quella stazione televisiva.»
e
Cyberdramon abbassò lo sguardo. Ryo parlava fissando un
punto
indefinito di fronte a sé «Gli eventi si sono
combinati in
modo da farti spiegare di nuovo le ali, e farci salvare grandi
quantità di persone al Centro ricerche. Così in
città non ti hanno più visto come un Digimon
grosso e
distruttore, ma come un eroe. In fondo…tutti siamo uguali,
sarebbe ingiusto che ad alcuni sì e ad altri non fosse data
una
simile possibilità! Ahhh, dopo tutto…!! Non credo
di
essere tanto peggiore di te, io non ho avuto una moglie e dei figli!
Qualsiasi cosa di sbagliato abbia fatto, ammesso che l’abbia
fatta, ma sì che l’ho fatta! MA
ANCHE…se l’ho
fatta le conseguenze sono cadute su me e me soltanto: non ho portato
giù anche una famiglia, dopo tutto su questo ho fatto bene a
non
legarmi mai a nessuno e non sposarmi mai! Non era il momento…
…non ero
maturo.»…«…Ryo.»
mosse
un passo il Digimon, verso il ragazzo che non lo guardava e gli dava le
spalle «…sinceramente benché mi sforzi
non riesco a
cogliere alcune sfumature del tuo discorso sibillino.»
pronunciò con un tono un tantino sostenuto, e Ryo, che
tirava un
sospiro sofferto «Cyberdramon…ascolta: ormai
è
più che evidente che il nostro storico e leggendario
rapporto
soffre di alcuni problemi che non lo rendono…più
quello
di un tempo. Questo sì che
è…materia…deteriorata, come per
fortuna non
sembrano esserlo i tuoi
muscoli.»…«Oh?»…«…e
mi
rincuoro per te. Per noi non posso far altro…»
prendendo
un sospiro e allargando le braccia «…che
rassegnarmi: del
resto poteva succedere, no?» alzando poi quegli occhi
stanchi,
che nonostante tutto un velo di dolore attraversava «Non
tutte le
amicizie…restano splendenti tutta la vita, alcune purtroppo
si
interrompono. Il fatto…» chiudendo la mano in un
pugno
«…che tu sia stato il Digimon che mi è
stato
assegnato e che ho raccolto tanti anni fa ed io…il tuo
domatore
storico non…cambia assolutamente niente: capita molto
facilmente
che poi in un modo o nell’altro ci si perda.
Avviene…anche
nelle migliori famiglie…fra padri, figli,
fratelli…madri...è una cosa della vita: del resto
pretendere il compagno perfetto che ti asseconda in tutto è
infantile. Fff, a parte…» svelando un debole
sorriso
«…casi come quello di Guardromon e del nostro
Kazu, ma
loro stanno entrambi un bel pezzo avanti a noi. Fra poco lo faranno
sovrano di Digiworld…
…se ne
usciamo vivi. Se riusciam…se…riescono a
recuperarlo.» al che Cyberdramon, che durante quel discorso
aveva
mostrato evidente disagio non trovando attrezzo ginnico su cui posare
il suo sguardo, ora restò sorpreso
«”Riescono”…?? Ryo, ma che
stai dicendo, e noi
che cosa dovremmo fare?! Ahhh, non avrai intenzione di lasciare i tuoi
compagni da soli…spero!!» protestò un
tantino…Ryo non si girava e sospirava, e il Digimon
insisteva
«Già l’altra volta ci siamo dovuti
accontentare di
una battaglietta pietosa disputata in difesa! Proprio ora che volevo
rifarmi agli occhi di Renamon! Sai…? Devo approfittare che
Imagomon non
c’è…»…«…agli
occhi di Renamon…!!...ti rifarai un’altra volta,
Cyberdramon…!» scandì Ryo con uno
sforzo di
pazienza «E perché?! Dove sarebbe mai previsto che
andassimo, mentre gli altri partono alla ricerca dei compagni?! Ryo ti
avverto, mi sono stufato di stare sempre alle tue disposizioni e essere
sballottato come un pacco postale: sono un Digimon!!» ma Ryo
si
volse di scatto «LO SO CHE SEI UN DIGIMON! Ci mancherebbe, tu
piuttosto hai scordato chi sono?! Pensi che non ti riconoscerei?!!
Ahh…»…«Ryo…ma che
ti succede, ti senti
male…? Perché ti tocchi la
testa?»…«Niente…»
ma il drago si
avvicinava «Fa vedere, ti hanno colpito in
battaglia?»…«N-Non ho
niente…e leva le
zampeee!!»…«Sei
davvero…peggio di un bambino
che fa i capricci! Tutto questo discorso, non vuoi combattere,
ma…?...! Dico! Si può sapere che ti prende? Non
ti
riconosco più!»…«E LO VEDO,
GRAZIE, ME NE
SONO ACCORTO!!»…«Smettila di urlare!! Ma
insomma…anche tu non ci tieni a conquistare
Rika?»…«Ihmf!!» Ryo
abbassò il capo con
sforzo e fastidio «Questa potrebbe essere la nostra grande
occasione! Se biodigievolviamo prima di
loro…»…«Non…!!...biodigievolviamo
prima di loro, o almeno mi auguro di no perché vorrebbe dire
che
loro non biodigievolverebbero mai! Andiamo Cyberdramon siamo
realistici, quante prospettive abbiamo per una
BIODIGIEVOLUZIONE…DEL FUTURO tu ed io?! Nessuna, ecco!
Questo
tipo di processo si basa sulla rafforzata intesa fra un Digimon e il
suo domatore! Ti sembra forse…che noi siamo su quella
strada?!
No, ecco e sinceramente neanche a me! Anche se…»
mormorò chinando il capo «…anche se
come dicevo
prima…è un po’ ingiusto, a tutti
dovrebbe essere
data una seconda occasione…» Il drago mosse un
altro
passo, affermando «…ne ho abbastaaanza di tutti
questi
sibili e mormorii incomprensibili! Sono tocco, ho una mente digitale da
bestia selvatica e non ti capisco!! Ti spiace spiegarmi?!»
Ryo si
volse di scatto e lo fissò con occhi sconvolti. Cyberdramon
insistette «Perché stamattina tutto questo
pessimismo?! Io
non ero partito poi così male, ci mettevo buona
volontà!
Capisco che a Digiworld serve aiuto quindi…»
mentre si
accingeva a riprendere gli esercizi, ma Ryo
«…Digiworld…può aspettare, a
me serve aiuto,
A ME SERVE AIUTO!!» gridò disperato. E
l’istante
successivo tese le braccia «C-Cyberdramon…!
A-Aiutami…ti prego!» al che il Digimon si
affrettò
a posare i pesi «Ry-Ryo! Ma di che parli? Cos’hai?!
Non mi
far spaventare!»…«Tu devi
aiutarmi…!»…«Ma se tu non mi
spieghi io come
faccio? Calmati!»…«Ti prego!
S-Sei…l’unico che mi è rimasto,
nonostante
tutto!»…«…sei fuori di te,
calmati!
Sediamoci, ecco qua! Sulla panca: spiegami con calma! Spiega al tuo
Digimon…c-cosa mai succede, per tutti i
draghi!»…«A-Adesso non posso uscire, non
potrei fare
capolino là fuori che Rika già mi guarderebbe e
mi
direbbe che devo tornare sulla terra e io…! Sì lo
so che
lo farebbe, perché la conosco: direbbe che ci ha pensato
tutta
la notte, e-e che è meglio che torni sulla terra a farmi
visitare ma io non voglio!!» esprimeva tremando, come un
bambino
terrorizzato «Visitare?? Sulla
terra??!»…«Sììì,
visitare da un
medico della terra, capisci?! Un medico della terra!!»
gridava
(afferrandogli istintivamente le zampe artigliate, nel lieve disappunto
del Digimon) «E io non voglio, io voglio salvare Digiworld:
anche
a costo…di andarci in barella io voglio vedere la salvezza
di
Digiworld! Qui! Con questi miei occhi azzurri, ai quali non ho creduto
quando mi hanno mostrato questo mondo per la prima volta
io…!!...non voglio rinunciare a quest’occasione, e
tu sei
l’unico che può aiutarmi Cyberdramon, ti prego!
S-Sei…il mio
Digimon…!»…«…tu
sei pazzo, m-ma dici tutte cose sconnesse! Abbi un po’ di
pietà di me, c-che cos’è ora tutto
questo
parlare…d-di medici, di
visite!!»…«E CHE SONO
MALATO,
CYBERDRAMON!»…«Cheee??!!» e
Ryo, in
preda al panico più cieco
«Sììì!!!
E’ che ho tanta paura di essere
malato!!»…«Cosa?
No!!»...«Sì,
invece!»…«Noo! Tu di
sicuro…dici sciocchezze,
hai alzato il gomito! Oltre che delinquente sei pure alcolizzato: ti ho
visto, sai?! Con Hagurumon e Clockmon hai alzato il gomito e adesso
smaltisci i resti di una
sborniaaa!!»…«Non
c’è nessuna sbornia!! Non sono alcolizzato, non
dico
stupidaggini!!!» gridava e si agitava con un affanno
soffocato
«A me gira la testa, mi fischiano le
orecchie!!!»…«Cosa?!!»…«Io
ho di
sicuro qualcosa!! Ho tanta paura…!!» gemette
sull’orlo delle lacrime, ma il drago gli afferrò
il capo
«Non dire---cose insane, tutto questo non può
essere
possibile: stai bene, ti ho visto!»…«No,
io ho
qualcosa che non va!!» seguitava nei gemiti il ragazzo
«Sono…sicuro che ho qualcosa che non va, mi sento
male, e
ho continui attacchi!»…«No! No no no no
no questo
non può essere, è-è solo una follia
possibile che
non te ne rendi conto? E’ una stupidata tirata fuori per
spaventarmi, non la voglio
sentiiire!»…«Cyberdram-»…«No!
Ti
proibisco di dire un’altra parola al riguardo: tu stai bene
Ryo,
non hai assolutamente niente, per carità, il mio bambino sta
bene, lui
non…!»…«Oh!» si
sorprese Ryo
di udire quelle parole, e di essere istintivamente abbracciato
«…lui non può avere niente di simile,
accidenti
ma---cosa diavolo mai devo sentire, venisse giù anche il
cielo,
e il globo terrestre!! Tu non hai niente: mi hai sentito?! Hai sentito
questo vecchio drago? Tu non hai niente!! NIENTE!» gridava
Cyberdramon...di colpo frantumato nel terrore, che gli rendeva stridula
la voce, e gli scioglieva quell’aria sostenuta facendolo
tremare
«Io…sono caduto ieri sera, ha cominciato a girarmi
la
testa, e oggi!! Oggi…!! N-Non ci sento più da un
orecchio!!»…«No! NO!! Quale orecchio?!
QUALE?!
Questo o-o quell’altro?! No-No Ryo ti prego cal-calmati non
fare
così, ti scongiuro…!!» avvolgendolo con
le sue
zampe, mosso da un istinto protettivo «Ma allora, allora non
era
finto quel mancamento che hai avuto quando stavamo venendo qua, avevamo
lasciato casa tua!!»…«Nooo, no che non
era finto!!
L-L’ho detto per non farvi preoccupare e-e
perché…!! Ci tenevo a partire, DIAVOLO, CI
TENEVO!!»…«NO RYO TI PREGO NON FARE
COSI’ non
piangere ci dev’essere una spiegazione, ci
dev’essere…senz’altro un
errore!!» mentre il
ragazzo gli singhiozzava tra quelle braccia muscolose «I-Io
non
l’ho detto agli altri, non ho lasciato che trapelasse niente!
Però…! Tu devi sapere che io ho sempre avuto, da
sempre!
U-Una paura immensa delle malattie!! E adesso non voglio che mi portino
via di qui, è-è stato…il mio unico
sogno, non
voglio che me lo portino
viaaa!»…«…povero il
mio bambino, solo a crescere con questa paura senza il suo Digimon a
consolarlo! Ma ora c’è!! Ora lui è qui,
possiamo
andare…d-da un Digimon superiore a farci miracolare,
chiedere un
unguento magico!!»…«H-Ho cominciato ad
avere forti
mal di testa…!»…«Bere una
pozione,
dannazione!!»…«P-Poi questo fatto
dell’udito!
Facevo fatica a tenere
l’equilibrio!»…«U-Una
cerimonia purificatrice, u-un’infusione di dati proteici!! A
volte fanno magie!»…«Ora…ci
sento così
così da questo orecchio e alterno momenti in cui mi lascia
in
pace ad altri in cui riprede il dolore, e…mi danno fastidio
i
suoni forti!»…«C’è
un amico di un
Digimon mio conoscente che fa pratiche di----oh?!...
…cosa hai
detto?!»…«Che
sbarello…»…«No, prima!
Cioè
dopo!!»…«Che…?
Ah…la
testa…»…«La
testa?!»…«S-Sì, la testa
e…l’orecchio!»…«…l’orecchio?!
La testa, l’equilibrio?!»…«Non
ci
sento…»…«Non senti i
suoni?!» si
impegnava a rielaborare il Digimon, ed il ragazzo si massaggiava la
tempia con lo sforzo «Sì, ho…mal di
testa, i suoni
ovattati, a volte mi sento
svenire!»…«Che vedi tutto
nero?!!»…«…sì…
…p-perché?»
Le braccia del
Digimon si spalancarono come mai prima, spaventando un tantino il suo
domatore che lo vide prender fiato come se fosse prossimo a sputare una
carbonizzante fiammata, ma il suo alito assunse voce
nell’esclamare
«…eeeeeeeeeeEEEEEEEEEEEEEeeeeeeeee
tutto
quiiiiiIIIIIIIII???!»…«…c-cosaaa?!!»
Ryo balzò in piedi «Come sarebbe a dire
tut-» si
toccò la testa, come se sbandasse
«…t-tutto
quiii?!»…«E sarebbe questa?! La tua
malattia, il tuo
male mortale?!» chiedeva Cyberdramon. Ryo piegò il
volto
«Io…sto morendo dalla paura!! Ho anche chiesto a
Rika di
sposarmi però-»…«Io ero
convinto che…
…HAI
CHIESTO A RIKA DI
SPOSARTI?!!!»…«ShhhHHH! Abbassa la
voce! A-Ancora è una notizia ufficiosa, ma
io…!»
tornando a contrarsi in un gemito «…ma io!! Sono
terrorizzato, già è altamente probabile che alla
fine
decida di no! E se decide di sì, ED IO FOSSI MALATO?!
Rispondi!!
Ti rendi conto di che razza di---ASSURDO e più che assurdo
smacco sarebbe?!! Non riuscirei soltanto a concepire una cosa del
genere!»…«…Ryo…!
Sangue freddo,
mettiti seduto! Ecco bravo l’hai fatto da
solo!»…«E’ una parola!
“Sangue
freddo”, bravi voi Digimon, sempre con questi
proclami!»
mugolò Ryo su quella panca «Siete sempre capaci di
sparare
sentenze a destra e sinistra ma se sapeste come ci sentiamo a volte noi
umani!»…«Per quella storia della
testa?!»…«EH B-BE-H??!!!»
sbottò Ryo un
tantino irritato, ma il Digimon sciolse in un
«…eeeeeeEEEEEEEeeeee, ma quello non è
nieeeeeeeeeeente!» Ryo con due occhi di fuori
«N-NIENTE?!»…«Ma mi hai fatto
perdere dieci
anni in…d-due secondi inutilmente, ESAGERATO, guarda che
razza
di stramberia hai montato
per…per…pfff!»…«Cyberdramon!
Comincio
davvero a essere in crisi, sento di…impazzire, tanto da non
connettere più e questo mi fa sentire assai
malato!!»…«Ma sei malato
perché se visionario
e esagerato, scusa se te lo dico, Ryo!» venendo incontro a
lui,
sempre più attonito «Hai fatto una montagna di una
stupidaggine! I sintomi me li hai descritti, sono quelli,
no?»…«Eh? Sì sì
sì sì:
testa, orecchio, mancanza di
equilibrio!»…«Mancanza
d’equilibrio, orecchio, testa, questa ha un nome preciso: in
poche parole…la sindrome
da labirinto digitale!»
Il domatore
leggendario sbatté le palpebre «…???
Che
cosa?»…«Ma certo! E’
inequivocabile, a tutti
gli effetti!»…«Tu conosci la mia
patologia, sai di
che si tratta?»…«Sono un
Digimon…antico e
d’esperienza, mio caro signorino…!!»
tornando un
po’ saccente «Ho visto un mucchio di Digimon malati
della
stessa cosa!» Ryo lo afferrò per il braccio
«Parla,
dimmi tutto quello che sai!» ma Cyberdramon scostò
la
presa «Con una certa calma! Pfff, ma guarda tu. Mi hai fatto
prendere uno spavento per una bazzecola, esagerato! H-Ho ancora il
cuore che mi batte a mille, e io stupido che ti do retta.»
avviandosi a raccogliere il pesi e riprendere gli esercizi
«Sindrome…da labirinto digitale, ma sarebbe la
labirintite?!»…«SINCERAMENTE…di
come la
chiamate VOI UMANI non me ne curo: qui siamo a Digiworld! E si chiama
così, ha un nome preciso!»
«Sindrome…da labirinto digitale…
…e-e si cura, non è mortale?! Cyberdramon guarda,
non ho
tutta la pazienza di questo mondo, tu adess-e molla
quell’affare
grazie che mi dai ai nervi a-apri quella boccaccia dentata, piuttosto,
sputami tutto il quadro della tu-della mia malattia sì pfff,
figurati non so più neanche quello che dico ed è
colpa
tua!»…«Ah adesso sarebbe colpa mia?
Sempre pronto a
scaricarmi la responsabilità, comunque a me non hanno dato
la
laurea da medico!»…«E ci mancherebbe
altro…!»…«Non…!!...colgo
il fattore
provocatorio nella tua affermazione solo perché riconosco
che
sei molto sconvolto…!! Sei solo un ragazzino: non sai niente
delle creature viventi e vuoi fare anche il saputo, cosa proponi alle
donne di sposarti! Vuoi formare una famiglia così
ridotto?!»…«Uhmf!!...la mia vita privata
non
è affar tuo, io faccio quello che reputo giusto!»
Ryo
recuperò orgoglio, e l’altro
«Scusa…! Volevo
solo darti un ammonimento ma vedo che non mi senti, sarà per
quell’orecchio.»…«PfffFFF!...
…a parlare ai
draghi…» il ragazzo lo stava liquidando,
andandosene per
conto suo quando però il Digimon posò i suoi pesi
«Senti,
Ryo.»…«Mmm…che
c’è
ancora?! Me lo cerco su
Internet!»…«Ascolta: non
facciamo gli sciocchi. Eh?»…«Sciocco
sarei
io?!!»…«Adesso calmati!!»
rimbeccò con
tono di paziente autorità, anteponendo la zampa artigliata
«Visto e considerato come stanno le cose noi non possiamo
andare
avanti così, siamo nel mezzo di una battaglia e combinato in
questo modo con la sindrome da labirinto rischi di non essere
all’altezza di ciò con cui ci andiamo a
confrontare: ai
nostri compagni serve supporto, e che ti piaccia o no ci aspetta la
biodigievoluzione. Processi del genere con una salute compromessa,
scemenza che sia il fattore dannoso, possono essere grossi ostacoli in
una situazione simile. Lascia che ti guidi e ti dia qualche buon
consiglio.»…«Tu?? Non vedo proprio come,
hai appena
ammesso di non essere un medico, cosa che tra l’altro
sapevo!!
Ero venuto a chiederti aiuto sperando che conoscessi qualche creatura
in grado di offrirmi su questo mondo ciò che non volevo
andare
magari a ripescare nel mio ora che siamo qui, ma certe volte penso
proprio che contare su voi Digimon sia tempo
sprecato!»…«Sei superbo e arrogante,
Ryo! Parli e
straparli senza sapere che io posso avere la chiave per farti sposare
con Rika come desideri.»…«Oh?»
il ragazzo, che
gli dava le spalle, spalancò gli occhi a quelle parole che
seguitavano «Vuoi forse cascarle davanti quando la porterai
all’altare? Un uomo che sviene dinanzi a una donna forte
è
lo spettacolo più deprimente che si possa
prospettare!»
“Veramente…è già successo
stanotte…” chinò il capo il ragazzo
fortemente corrucciato da quelle consapevolezze, mentre il
suo
Digimon si avvicinava «E’ sempre l’uomo,
comunque e
in ogni caso, che dev’essere quello forte, che sostiene la
compagna in difficoltà! TANTO PIU’ se questa ama
fare la
spaccona e tirar fuori le unghie, ricordatelo sempre, TANTO
PIU’
in quel caso!» enunciava con un didascalico indice alzato,
dall’artiglio sbrilluccicate «Q-Quindi
tu…»
Ryo titubava, visibilmente restio al guardarlo
«…credi che
non sia il caso di far filtrare
niente?»…«Assolutamente escluso! Conosci
Rika, no?
Non c’è bisogno che ti spieghi io
com’è! Un
uomo fuori uso non è assolutamente adatto per colei che
aspira a
riconquistare di nuovo il titolo di Regina dei Digimon: l’hai
vista, è in piena forma e molto presto con Renamon
biodigievolveranno di nuovo!»…«Io non
sono un uomo
fuori uso!! Io…!!...anch’io sono quello di una
volta!!»
Ryo si
tormentava le mani benché sudate e tremanti…il
suo
mormorio era fondo, il suo sguardo ardente rivolto in alto
«Sono
ancora giovane e pieno d’energie, anch’io posso
recuperare
assolutamente tutto ciò che ho perso! Ho aspettato anni e mi
sono tenuto in allenamento solo per questo momento…non solo
Rika, anch’io! Anch’io posso tornare il Re dei
Digimon:
quel ragazzino di allora…è un eroe
immortale!!»…«A tal proposito
sistemeremo quanto
prima questo seccante inconveniente della…labirintite, come
la
chiamate voi.»…«Cyberdramon, puoi
aiutarmi
davvero…?»…«Ma certo,
perché dubiti?
Ascolta Ryo.» facendosi vicino ed abbassando il tono
«C’è un mio conoscente…dico
davvero, un
tipo…in gamba, la promessa della nuova scienza medica fra
creature digitali. Lui è uno…che utilizza rimedi
av-ve-ni-ristici, non c’è che dire! Ti
assicuro…che
è proprio ciò che fa al caso tuo, l’ho
sperimentato
su me stesso e persino sui miei figli! Risultati
ineguagliabili…a prova di fiammata di
drago…»
Il
ragazzo accoglieva quelle parole con profonda concentrazione,
soppesando l’opportunità che gli veniva presentata
«Un medico…per
Digimon?»…«Di solito
cura noi ma per te può fare un’eccezione visto che
è molto quotato: gli umani sono bazzecole,
l’organismo di
noi Digimon è molto più
complicato.»…«Senti un po’,
questo
tipo…vorrà essere pagato in qualche
modo?!»…«Scherzi?! Certo che no! Te
l’ho
detto, è un mio
amico!»…«Veramente mi hai
detto che è un
conoscente!»…«Ah, come ti
formalizzi! Dammi retta, ci siamo scambiati qualche favore in questi
anni: cose innocenti, inutile che ti spieghi come ci si regge il gioco
fra uomini perché credo…tu lo sappia meglio di
me.»
Ryo abbassò appena lo sguardo
«…sì,
ok, ma a me non interessano queste cose, ora voglio solo sapere se
può aiutarmi davvero, se può farmi guarire! Tu lo
conosci
bene, allora?! Lui e le sue stramberie con la medicina, insomma, non
è roba
pericolosa…?!»…«Ma da chi
pensi
potrei mai portarti? Ah, è incredibile: sono il tuo Digimon
ma
mi arrivasse mai da te un briciolo di considerazione e fiducia. Al
contrario, sempre diffidenza e sospetto quando, a conti
fatti…sei tu quello che si è reso in tutti questi
anni un
tipo poco raccomandabile. Io sono un onesto padre di famiglia. Tradito,
per giunta!»…«Ora non
ricominciamo…»
mormorò un po’ amaramente Ryo «Ok, sono
d’accordo! Prendere o lasciare! Allora?»
Ryo
deglutì…ma alla fine mosse un passo avanti
«Accetto
di sperimentare le tecniche di questo tuo
amico.»…«Mi sembra la scelta
migliore.»…«Ma chiariamoci, non una
parola con
nessuno e facciamo alla svelta, voglio solo togliermi di torno questo
fastidio!»…«Ryo…puoi mettere
anche la mano
sul fuoco, ti porterò da qualcuno che
farà…sparire
il tuo problema, esattamente così come è sparita
mia
moglie! Gelsomon ormai è storia passata, mi sono rassegnato
ad
aver perso sia lei che i miei figli: ora la mia unica ambizione
è recuperare la gloria perduta, ritornare un Digimon eroico.
Come te! In fondo, anche se abbiamo vedute distanti, ci sono
sufficienti cose in comune…per basare una
biodigievoluzione…no?...coraggio, animo:
tornerai…quello
di una volta, l’idolo di vecchie e nuove generazioni! Ed io
al
tuo fianco…»
Così sull’onda di quello sguardo di sfida, si
scambiarono
un gesto complice che evocava i vecchi tempi.
Da un
addensamento di nuvole, incorniciato dall’intenso sole del
mattino, sorgeva un’elevata torre che aveva tutto
l’aspetto
di una costruzione moderna.
Oltre le vetrate
dell’ultimo piano, dei Digimon simili a camaleonti
dall’andatura raffinata si alternavano fra vassoi e rumore di
vetri.
Fra i numerosi
Digimon a popolare quel luogo che aveva l’aria di un bar, ce
n’era una piuttosto robusta, dall’aspetto
mascherato da un
vivace look etnico e colorato, che però non sembrava
riuscire a
farla sentire meno a disagio, mentre prendeva posto al tavolo
«Sicuro che qui nessuno dirà niente? In fin dei
conti
abbassiamo il livello del locale! O meglio…lo abbassate voi
se
vi portate dietro me.» intrecciando sul tavolo i suoi artigli
smaltati.
Ma una dolce voce femminile disse «Andiamo…
…chi vuoi
che ci noti?...cosa vuoi che ce ne
importi…?»…«…h-ho
capito Alice!
Però insomma…tu sei stata così gentile
a portarci
in un posto del genere!» fece quella dragona guardandosi un
po’ attorno «I-Io per altro non pensavo nemmeno
esistessero
più a Digiworld posti così!» ma la
ragazza dai modi
nobili e distinti, velati da un distacco forse solo apparente, riferiva
«Questo non è un posto che è
sopravvissuto al
tempo: è un posto che è sorto di
recente.»…«Hanno costruito un bar??
Sulla cima di un
grande magazzino??» mentre un cameriere-camaleonte si
affacciava
«Desiderate ordinare, Madame?» e Gelsomon
sobbalzava
«E’ RIVOLTO A ME QUESTO
APPELLATIVO?!!»…«Ptsss, Gelsomon: lascia
stare. Un
succo grazie, per tutti e tre. Dietetico, per
me.»…«Dietetico? Come vuole
madmoiselle.»
replicò la creatura verde dalla coda arricciolata, alla
vellutata disposizione di Alice. La dragona imbardata con etniche
cianfrusaglie bisbigliò «Ptsss!!...ma sono
Chameleonmon?
Non erano esseri rudi e rintorcinati?!» ma la ragazza accenno
un
lieve sorriso «Questa è la variante raffinata
adibita a
servizi pubblici: JuiceChameleonmon. Applicazioni migliorative immolate
alla speranza del rifiorire della civiltà. Come AirWhamon.
Devo
ammettere che i tentativi sono tanti, fra…edifici, come
questo
bar…» smarrendo i suoi occhi azzurri trasognati
oltre
l’immensa vetrata accanto a lei «…e
Digimon, come
questi che abbiamo di fronte. Nonostante la crisi si cerca di risalire
la china. Chissà se frutterà qualcosa. In ogni
caso…a-ahhh…!» sgranchendosi un
po’…e
poi mettendosi a sfiorare le bustine di zucchero con le sue mani snelle
ed eleganti «…non si può negare che un
posto del
genere sia davvero irresistibile, fa piacere stare qui. Non
trovate…?» sfoderando un inaspettato sorriso,
portatore
forse di un ironico, disimpegnato invito all’ottimismo e allo
svago. Gelsomon commentò con una lieve smorfia
«…beh! Devo dire che non mi sarei mai sognata di
schizzare
così in cima: lì per lì ero diffidente
ma la
prossima volta che me lo proponi non me lo faccio dire due
volte.»
Alice poi si
volse alla sua sinistra, e disse «…mi sono
rivolta…a due compagni di colazione, non solo a Gelsomon.
Cosa
mi dice questo…distinto domatore ultradimensionale, circa il
mio
gusto turistico…?»
Un ragazzino
vestito interamente di nero come i suoi capelli abbassò un
cornetto svelando appena il suo viso pallido, in parte nascosto dalla
falda di un cappello (anch’esso stile M. Jackson)
«Pensiamo
piuttosto a ciò che faremo, d’ora in
poi…»
Non
sembrava in vena di scherzare…ma la bionda ragazza al suo
fianco
spezzava la sua serietà con un pacato sorriso, come i raggi
di
sole oltre i vetri e tra i bicchieri.
Dopo più
di uno spruzzo di profumo sul collo, Takato si legava la bandana di
fronte allo specchio. Una controllata all’aderenza dei suoi
capi,
e poi al suo viso, che gli suggerì che era il caso di
passarsi
un po’ di crema attorno agli occhi, quando udì
cigolare la
porta «Uh?» ed una voce festante
«Takato?! Ahah,
buongiorno!!»…«Ah, sei tu Terriermon.
Buongiorno a
te.» replicò il ragazzo dolcemente, ed il Digimon
balzò sul comodino «Ti stai preparando?! Sniff,
sniff…! Che buon profumo che
usi…!»…«Grazie. Sei
gentile.» sorrise
il giovane i cui movimenti sembravano sciolti e decisi «Hai
dormito bene?» domandò al Digimon, e questi
«Momentai! La miglior dormita dalla sera che precedette la
battaglia col D-Reaper.
Takato…»…«Oh,
sì…?» si volse il ragazzo notando la
sfumatura di
serietà con cui si era tinto il tono del Digimon
«Ascolta,
anche se ho ritrovato Henry tu…non pensare che ti sia meno
vicino riguardo al fatto di Guilmon. Seguita a mancarmi
molto…e
sarà così per tutta la vita.»
abbassando le
orecchie. Ma Takato si avvicinò «…non
ho mai
pensato che un amico come te potesse essermi meno
vicino.»…«Però sono contento
nel vedere che
ti prepari, che reagisci! Che sei tornato…quello di
sempre!» al che il ragazzo, smarrendo lo sguardo nella sua
immagine riflessa, affermò «Ho perduto
Guilmon…» per poi volgersi verso il Digimon
«…però Henry l’ho ritrovato,
credevo che un
amico fosse ormai lontano e invece è di nuovo con noi e
questo
mi restituisce speranza e forza: ci sono tante persone che hanno
bisogno di noi…
…non c’è tempo di indugiare sul
dolore…»…«Ahah…bravo…pensa
sempre positivo…e vedrai che la vita sorriderà
anche a
te, non so come…ma è in grado di inventarsi i
peggio
arzigogoli…» pronunciò Terriermon
sfiorandogli la
guancia con sincero affetto «Uhmuhmuhm!» il ragazzo
ne
rise, e il Digimon «Sono sicuro che un giorno sarai felice
Takato. E anche Guilmon! Beh…forse…da mondi
distanti.»…«”Da mondi
distanti”…» ammise il ragazzo
trascinandosi tanti
anni di consapevolezze «…oramai ci siamo abituati
a questo
regime benché camminassimo sempre fianco a
fianco…»
mormorò mentre cercava qualcosa fra i suoi prodotti
«…comunque adesso non voglio di certo essere io
quello che
fa mancare il suo contributo per completare ciò
che…così faticosamente stiamo costruendo: il
nuovo futuro
di Digiworld.» Le sue parole erano vellutate, sembrava
più
maturo e Terriermon pareva accorgersene. Takato affermò
«Ognuno, nella nostra squadra, umano o digitale che sia ha la
sua
fragilità e le sue paure, non è giusto che ci
sia…qualcuno che prevale. Tutti siamo uguali. E io mi sono
promesso…che sarò forte e cercherò di
essere di
supporto per chi si trova in difficoltà.
Questo…»
tornando ad osservarsi nello specchio «…mi fa
sentire
vicino a lui. E poi…» arrossendo un tantino
«…lo voglio io! E’ la…traccia
per il mio
futuro!»…«Ahah, diventi rosso come tanti
anni fa,
uguale!!»…«Ma dai…»
replicò
Takato, che non si difendeva più con tanto ardore da quelle
accuse «Che c’è di male, Takato? E in
effetti questa
sì che è una…fantastica
novità, assieme al
ritrovamento di Henry! Sei riuscito…dopo tanti sforzi e
tanti
anni, a conquistare finalmente Jeri, il tuo unico
amore!!»…«Jeri…»
sorrise il ragazzo,
pieno di tenerezza e sentimento «Lei questa volta deve avere
la
soddisfazione che merita dal viaggio, e non le mancherà di
certo
il mio appoggio.»…«Cos’altro
di meglio
potrebbe chiedere se non il tuo amore?!...anche Rea è
contenta e
felice perché Henry è al suo fianco e lei lo
ama!»…«Rea ed Henry…sono una
coppia
già consolidata, dobbiamo fare ancora molta strada io e Jeri
affinché ci si possa paragonare a loro, io non
sono…saggio e maturo come lui ancora,
e…Jeri…»…«Pensi
che anche Jeri e
Rea…?»…«No, non dico che ci
siano differenze,
nel valore a meno. Però a volte…ciò
che cambia
è il carattere. Era per questo che glielo dicevo, anche
questa
notte: io e Jeri siamo simili.» aprendo la
finestra…ma poi
pensando che fosse meglio lasciarla socchiusa, per via della brezza
«…bambini. Sognatori. Ancora è lungo il
cammino che
dobbiamo percorrere. Siamo entrambi testardi. Insicuri. Non ci rendiamo
conto…forse…ognuno delle qualità che
possiede…e cerchiamo sempre la conferma
nell’altro. Ma che
ci vuoi fare, caro Terriermon…»
…mentre
il Digimon seguiva quelle riflessioni umane con così grande
concentrazione e interesse…
«…io…non
credo, come mio padre, nel progetto del cambiamento delle persone,
credo di più in quello…della tolleranza,
dell’accettazione. Che vuoi, sono fatto così, sono
cresciuto all’ombra del giorno in ci uomini…e
creature
digitali sarebbero vissute vicine, gli uni al fianco degli altri. E
benché la mia crescita mi abbia
servito…l’opposto...
…qualcosa, che stento anch’io a definire
correttamente…mi spinge ancora, tutt’oggi, fino a
questa
mattina, ad attraversare la pioggia. Oltre le lacrime. Per un futuro
migliore.»
Il
suo parlare era quieto come il silenzio del mattino. Poi si volse verso
quel Digimon e sorrise «Terriermon, dillo un po’ tu
che mi
conosci da un secolo: ma quanto potrà essere dura la mia
testa?»…«…
…la più dura della storia dei
Digimon…»…«…e
invece ti sbagli,
sai?»…«Oh?
Come?!»…«Sì…!»
fece Takato
allungando le braccia su quel comodino «Perché ce
n’è un’altra che promette di essere
molto peggiore
della mia. Solo che una cosa ci differenzia: io ho i capelli
chiari…» sfiorandoseli appena, e intonando assorto
«…lui invece…»
Una mano pallida
scorreva tra capelli neri come la notte più oscura. E come
oscuro era il suo sguardo, benché avesse una
tonalità
rossastra. Una ragazza lì presente mugolava «Dai,
Nakaoooo…!» ostentando un fare un po’
infantile
«Su con la vita!» accomodandogli la scura frangetta
con la
sua mano altrettanto pallida «Non ho voglia di fare discorsi
seri, scusa siamo qui: goditi il panorama! Non ti piace?» Ma
il
ragazzino non accennava a volgersi, sembrava una statua «Oh
andiamo, perché dopo tutto dobbiamo guastarci
l’umore e lo
stomaco: proprio noi che possiamo
permettercelo…perché
non infischiarcene, e andare a zonzo a spassarcela, cosa ce lo
impedisce…eh?» si stirava Alice sulla sua sedia,
senza
perdere però mai la sua innata distinzione. Il bicchiere tra
le
mani di Gelsomon tremolò, nel definirsi di
un’eloquente
espressione sul volto della dragona. Ma quell’atteggiarsi di
Alice in realtà era per lo più avvicinabile ad
un’ironia sulla sua stessa persona…e infatti il
sorriso le
si spegneva già, gradualmente accogliendo
un’espressione
di incertezza, sulla quale Nakao assestò il colpo di grazia
scandendo amaramente «…LA
DIGNITA’…» ma
a quel punto «Allora.» prese parola Gelsomon
anteponendo la
zampa a mo’ di mediatrice «Cerchiamo di non perdere
il
filo: ragazzi, lo so che è dura. Ehm!...sì,
soprattutto
per voi due, io…sapete, sto come sto! Però non
crediate:
sono angosciata quanto voi. Nei miei sogni sento di continuo il pianto
dei miei piccolini, e…n-non riesco a perdonarmi per averli
abbandonati. Cyberdramon, quello…pfff,
sciagurato…non ho
idea di come se la passi. Seee…c’è
almeno una cosa
che spero e che stia svolgendo il suo dovere.» sbattendo il
bicchiere sul tavolo in un moto di decisione «Che lo stia
facendo
come è giusto!! Almeno quello! Il padre e il marito non
è
stato capace di farlo.» grattando lo zucchero col cucchiaino
«…mi auguro almeno che si riveli un degno compagno
di
battaglia, come tanto si vantava di essere!
C’è…» abbassando il tono,
rendendolo
più che altro un severo borbottio «…un
domatore che
ha grande bisogno di lui…eh! Poveraccio. E mi
auguro…che
sappia averne cura…come DEVE, dopo che ha sproloquiato per
anni
e anni!...sapete…c-che quel ragazzo nonostante tutto mi
è
rimasto ancora nel cuore, ci sono…molto affezionata!
Sigh!...fff!...ci sono certi aromi di cucina in questo luogo,
sarà meglio che estragga un fazzoletto.»
I due
l’avevano ascoltata senza staccare gli occhi, Alice prese un
sospiro come chi non ha molte possibilità materiali. Quando
ad
un tratto «Alice!» gli si rivolse Nakao. Qualcosa
in quel
lasso di tempo sembrava cambiato in lui, al di là
dell’essersi spogliato del suo pseudonimo. Come se fosse
interiormente cresciuto, ed il suo fare si fosse reso più
rigido, implacabile «A te cos’è che
ancora ti
trattiene qui…?»
«Uhm?!» Gelsomon si fermò prima di bere,
come se la
spaventasse quel tipo di domanda così diretta.
Alice mantenne
occhi bassi…ma quelli di Nakao la puntavano senza darle
tregua.
Grazie a un sospiro cercò di aiutarsi, seguitando a
giocherellare con quella bustina di zucchero che poi, lentamente rimise
al suo posto. Appoggiandosi con le mani sul tavolo, e lasciando tingere
di luce solare e malinconia i suoi splendidi occhi celesti,
svelò «Io sarei dovuta andarmene da molto tempo.
Soltanto
che…» perdendo ulteriore sicurezza, facendosi
timorosa e
forse un po’ timida, come se si vergognasse tanto che
riuscì a sciogliere appena il gelido contegno di Nakao, che
se
ne accorse e pose la mano su quella di lei per darle coraggio
«…inizialmente…mi rifiutavo di
allontanarmi
così, senza aver lasciato alcun segno. Nessuno sapeva chi
ero.
Ma io…avevo ancora tanto da dire, eppure mi erano stati
tagliati
tutti i canali, non me lo aspettavo!! E…
…non lo accettavo…»
Gelsomon aveva
definitivamente deposto quel succo, per concentrarsi meglio su un
ascolto partecipe. Nakao abbassava lo sguardo come se in quelle parole
ritrovasse molto di se stesso
«Così…»
deglutiva la bionda ragazza «…nel tentativo
di…barcamenarmi, strappare ancora qualcosa, non so da dove e
non
so in che modo!! Non mi ponevo il problema…
…mi sono
aggrappata con tutte…le forze che avevo, e sono andata
avanti. E
così avanti, e avanti ancora, negli anni!»
Quelle parole
sembravano intimorire Nakao su quello che sarebbe stato il suo futuro,
ed il suo sguardo dovette prendere una boccata d’aria
perdendosi
fra le nuvole addensate in cielo oltre la vetrata del bar
«…tra specchi di fumo…e giocattoli di
carta…ho occupato un posto che non era mio per
ben…dieci
anni. Dieci anni…» confessò Alice.
Gelsomon si
sfiorò l’orecchino etnico verde. La ragazza
allontanò il bicchiere del succo come le suscitasse nausea
«Nonostante tutto non sono mai riuscita a trovare niente,
niente…che colmasse quella sensazione indescrivibile!...un
vuoto
qui…sopra allo stomaco. Che neanche un rigoglioso cornetto,
una
torta!!...
…o un
ragazzo affascinante possono colmare. Dobermon era
scomparso…ormai perduto, per cui…ero ancora
indecisa…che fare? Andare o non andare? Però
volevo
decidere per conto mio, non volevo che me lo imponesse nessuno,
quando…»
Sotto gli occhi
dei presenti, il suo sguardo si smarrì tra i
ricordi…
“Alice non
posso credere a ciò che vedo…
…sei tu!! Ma questo…è impossibile!!
E’
semplicemente assurdo!!”
“…potrà
essere assurdo quanto vuoi, zio, ma quella che hai davanti sono proprio
io! Io! Alice! Tua nipote!” replicava con voce
astiosa…
“Come…come
sei riuscita?”
“Questo non
è affar tuo!!...quel che conta è che io sia
qui.”
“Tu non dovresti
essere qui…questo non è il tuo
posto.”
“Ti dà tanto fastidio avermi rivista?! Strano,
eppure agli
occhi di tutti sembravi volermi un mondo di
bene!!”
“…è proprio perché ti voglio
bene…che…mi sgomenta vederti in questo
stato…!...
…tu non puoi andare avanti in queste condizioni,
io…devo
fare qualcosa!”
“Non
intenderai forse rivelare a qualcuno di avermi vista?!! Nessuno deve
saperlo, e tienimi lontani quegli scienziati pazzi dei tuoi amici, io
non voglio avere nulla a che fare con le
loro…mostruosità
che come unico risultato hanno strappato i Digimon alla
terra!!”
“I Digimon non
c’entrano adesso!...è di noi esseri umani che
parliamo, e tu Alice ora sei…
…quella che si suol chiamare…
…un’irregolarità. Devo fare qualcosa
per riportare
equilibrio.”
“…grazie mille per la tua calorosa accoglienza,
zietto…sono
commossa!”
“Che cosa fai…?...! Che intenzioni
hai?!”
“Io ancora non mi sono arresa!! Voglio soddisfazioni da
questa
vita, non mi rassegno ad aver perso tutto nel modo più
stupido!!
Ho ancora delle carte da giocare, e tu non smuoverai
un’equipe di
scienziati per mandarmi via!!”
“Ferma…!!...sei impazzita, stammi lontana!!...
…ti prego! ALICE!!...
…AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHH!”
E al ricordo di quel
grido lacerante, gli occhi di Alice si velarono di terrore ed ebbe uno
scatto nervoso che «AHH!» fece cadere il bicchiere,
che in
un rumore assordante si frantumò in mille pezzi.
«Non fa niente
mademoiselle.» si adoperò un servizievole
JuiceChameleonmon…
…mentre Gelsomon
realizzava «…è
incredibile…allora è
così che è realmente andata la faccenda del
professor Rob
McCoy. Si diceva…che fosse…che fosse caduto dalle
scale,
che si era trattato soltanto di un incidente!»
«”Un
incidente”…» ripeté Alice con
un filo di voce
(Nakao nascondeva i suoi occhi sotto la falda del cappello e la folta
frangetta) «…quello vi è stato molto
prima.»…«Ca---Capisco…»
chinava il muso
la dragona, manifestando una visibile pena.
«Quindi
adesso…tu stai aspettando che lui si risvegli dal coma? Che
i
medici sciolgano la prognosi sul suo stato? Correggimi sei
sbaglio.»
Alice
sussurrò sfregandosi le mani
«…adesso…è troppo tardi per
scegliere. Ora
la posta in gioco…è vertiginosa, e si
dice…che
qualora…si decida di compiere quel…grande
balzo…che io in teoria sarei costretta a compiere…
…ci si
trova a confrontarsi…inevitabilmente con il resoconto della
propria esistenza! Con ciò che si è fatto di
bene…e di male, ed io ho paura!!» confessava la
ragazza
col respiro spezzato e le lacrime agli occhi. Mentre
l’angoscia
cresceva per quel malinconico ragazzino dai capelli neri, che si
abbandonava alla contemplazione del cielo con l’espressione
di
chi conserva una spina nel proprio cuore.
«Uhm…hai…paura, dici.»
Gelsomon con i suoi
artigli riuniva le bustine di zucchero «Pensi che se tu
andrai
lì insomma…vorranno che tu renda conto
loro…di
tutti questi anni di ritardo, e poi…di
quest’ultima
storia.»…«Io…ormai sono
disperata, vorrei
solo…farla finita, con tutto! Ma più vado avanti
più finisco per imbrogliare la situazione anziché
scioglierla, non ce la faccio
più!!»…«Calma,
calma! Tesoro, siamo tutti qui con te, una soluzione troveremo.
Andiamo…» la dragona tendeva le mani, e lei
sussurrava
«Gelsomon…» (mentre Nakao sembrava in un
mondo a
parte, ma in realtà le sentiva) «Intanto nessuno
ci ha
spedito una diffida o un’intimazione, il che è
tanto,
credimi, con i tempi che corrono!» cercava di confortarla la
Digimon «Siamo qui, a Digiworld, la terra delle
opportunità: se cerchi qualcosa che ti sia utile per
riscattarti…non farai fatica a trovarla, ne sono sicura.
Con…tutti i poveri infelici che in questo mondo necessitano
di
un aiuto! C’è solo che da
chiedere.»…«…amica mia,
ascoltami…» accennò Alice, carezzandole
quelle
zampe con gratitudine «…hai avuto più
notizie delle
tue compagne?»…«LadyMeramon e
PinkMonzaemon…?
No…» abbassò il capo la dragona dal
turbante etnico
«…purtroppo qui a Digiworld regna il caos, gli
uffici-informazioni sono un vero marasma, e la viabilità qui
è quella che è, hai visto tu stessa per venire
qui,
è il caso di dire che ci sono toccati i salti---mortali.
Ops!
Scusa l’espressione.» ma Alice sminuì
con un gesto,
sicché Gelsomon continuò «Io
però non mi
arrendo e continuo a cercarle, sono più che sicura che anche
loro si stiano dando da fare per trovare me e alla fine dovremmo
incontrarci.»…«Ti prego!» la
ragazza dalle
mani vellutate strinse quelle zampe rudi e ineleganti
«Permettimi
di aiutarti!»…«O-Oh beh
ma!»…«Io
ho bisogno di fare qualcosa per…riequilibrare la mia
disperata
situazione! In questo stato…non troverei mai il coraggio
per…fare ciò che devo: finirei per vagare
all’infinito!...fino ad essere un
tutt’uno…con
questo caos che tu così effiacemente
descrivi.»…«…in questo caso
non
c’è bisogno di dirlo: sei la benvenuta!
Tu…lo sai
che io ti devo
molto.»…«Allora…su questo
siamo d’accordo. Nakao…?»
Il ragazzino
taceva…e oltre la finestra contemplava il globo terrestre.
Il
suo sguardo restava sospeso e non si volgeva, mentre Alice lo invitava
pacatamente «…vuoi…venire anche tu con
noi?»
e Gelsomon piegava il capo «Sei dei nostri?»
Egli prese un respiro profondo…
…poi
rispose metallico «Perdonatemi! Ma io non è
proprio il
caso che resti a Digiworld.»
«Ahhh!»
Alice sussultò spaventata. Gelsomon le accennò
«…ma…che intende
dire…?»
La ragazza
toccò la spalla del giovane, che tirò un respiro
sofferto. Ma alla fine le carezzò la mano dichiarando
«…non volevi che fosse un’imposizione
esterna…non è così Alice? Volevi
essere tu a
decidere, ebbene…per ognuno è lo
stesso.»…«…attento
però: io è
per questo che adesso mi trovo in questa
situazione.»…«Non ha
importanza!!...quando qualcuno
decide di fare qualcosa…deve andare fino in fondo!»
Una ferrea
determinazione si leggeva nelle sue parole. Il cui suono sembrava
suscitare timore in Alice (e in Gelsomon di conseguenza), ma era decisa
comunque a rispettare la decisione del giovane compagno di viaggio, il
quale enunciava «Essendo andate così le
cose…è evidente che ho perso il Digimon che
volevo fare
mio, e per sempre!! Il mio sogno da Digimon Tamer è ormai
svanito…ma c’è ancora qualcosa che mi
rimane. Se
con i Digimon ho fallito…
…non mi resta che tentare con gli esseri
umani…»
ponderò con un tono ambiguo, contemplando il globo che
troneggiava nel cielo, e sussurrando «...stavolta
andrà in
maniera completamente diversa…
…non dimentichiamoci che ora lui è lontano.
E’ qui
a Digiworld.» volgendosi verso le due compagne. E sfoderando
un
sorrisetto metallico «Mentre
lassù…c’è
qualcuno che sta aspettando impazientemente di conoscermi…
…finalmente il suo sogno troppo a lungo represso
sarà
esaudito…»…«…non
ti chiedo
niente…eccetto una cosa…»
mormorò Alice, e
lui la scrutò con una coda dell’occhio venata di
superbia
e gelo «…sei sicuro che questo non possa
comportarti del
dolore ulteriore…?» Nakao alzò appena
le spalle
«Può anche darsi…!...
…ma
qualcosa mi spinge a non arrestare la mia lotta. Ora ditemi una
cosa…
…quanto potrà mai essere dura, la mia
testa…?»
Ragazza e dragona non risposero…
…e
il ragazzino lanciò uno sguardo al globo alto nel cielo,
coprendosi poi gli occhi con la falda del cappello.
«Forse noi
due tra una cosa e l’altra non è che abbiamo avuto
tanto
modo di conoscerci, insomma!» descriveva Cindermon con
animata
gestualità, in piedi sulla porta del Grand’hotel
in
compagnia di un ragazzo dai capelli scuri che le rispondeva
«Questo è vero, ma benché finora le
occasioni avute
siano state frenetiche e pericolose, non mi è sfuggito
l’enorme impegno che hai posto nell’affiancare il
mio
amico, e nel salvare il sottoscritto come se mi conoscessi da una vita.
Io comunque sono Henry Wong…» si inchinava
«Davvero
lieto di fare la tua conoscenza,
Cindermon.»…«Mamma…che
distinzione…!
Allora non erano solo dicerie quelle sul tuo conto, ha ragione tua
moglie, adesso la capisco ancora meglio: se c’è
qualcuna
che ha arpionato il tipo giusto quella è Rea!» ma
Henry
sorrideva con il suo sguardo assorto e profondo «No, ti
sbagli:
quello è anche
Takato.»…«Cosa?! Ahhhh,
ssss…no va bene per il fatto che voi-anche tu-siete tutti
una
combriccola, tutti amici con
Jer-»…«Takato
incontrando te…» ponendole la mano sulla spalla
«Oh?!»…«…ha di
certo ricevuto
quell’occasione che un…ragazzo come lui non poteva
non
meritare: di andare avanti, e scrivere un nuovo
capitolo…nonostante la perdita di Guilmon che purtroppo, ha
colpito tutti noi…»
Cindermon si
grattò la testa
«…cavoli…uhm! Lo so che
è stato un brutto affare. E’ come se vi fosse
stato tolto
in un certo senso un pezzo del vostro
passato.»…«Non
si tratta di una concezione simbolica: è realmente
così.» ammise Henry senza esitazione
«Uhm.»…«Però…»
riprese il
ragazzo «Per fortuna, anche se il buio è fitto, la
vita
non ti lascia mai senza una debole luce. Io l’ho sperimentato
personalmente. E…qualcosa mi
dice…guardandoti...»
mentre lei sbatteva gli occhi dubbiosa «…che sarai
la
chiave perché Takato possa recuperare il passato perduto, e
l’antica
felicità.»…«Uhm, uhmuhmuhmuhm
forse tu ti sbaaagli! Mi confondi con la tua amica! E’ Jeri
il
vero…”lume sul futuro”, tanto luminosa
che stanotte
non volevano neanche darle la stanza, no: temevano che avrebbe fatto
una luce pazzesca e avrebbe svegliato tutti, che magari provocava anche
un incendio per quanto è
“luminosa”!»…«Uhmuhmuhm!»
rise
Henry con la sua discreta spontaneità, e lei
«Naaah,
io…faccio solo lavoro di supplenza! Ormai da un
po’, e
nient’altro…»…«Eppure…»…«Oh?!»…«…qualcosa
mi dice che quella a cui tu…dai il nome di
“supplenza” sarà
determinante.» Sempre
più incuriosita la Digimon «Tu leggi per caso nel
futuro,
Henry?? Come il marito di Renamon?»…«Eh?
No…» replicava lui non smettendo di fissarla, ma
il suo
sguardo era concentrato in un’orizzonte indefinibile
«…però lo dico così,
ascoltando il mio
istinto. Sai? Da adesso almeno cercherò di essere, se
possibile,
una persona…dalla mente più aperta, e
l’animo
più disposto ad ascoltare i sentimenti…penso che
sia su
questo che fino a adesso ho mancato. Ma cercherò di
recuperare:
se non altro…non posso negare che ci sia qualcuno sempre
disposto ad aiutarmi. Ed eccolo che arriva.» (canzone: S
Club 7 - Sunshine)
Cindermon si volse con un sorriso là dove Henry stava
avanzando.
«Henry!! Ahahah, allora! Sei pronto a partire?!»
Il giovane padre
dai lucidi capelli corvini e il piccolo Digimon dalle lunghe orecchie
si vennero incontro «Prontissimo, ho dormito molto bene
questa
notte, sai? Per ripartire non ho bisogno che di una
cosa.»…«Ah sì?? Che cosa, che
cosa???»
ansimava Terriermon, ed Henry lo strinse al culmine
dell’entusiasmo «Il mio caro Digimon!! Il mio amato
amico,
il mio compagno d’avventure di una
vita!!»…«Ahahahhhhh! MoooOOOOooomentai,
l’individuo chiamato all’appello non si fa di certo
mancare!! Ahahahahahahah!»…«Ahahah,
Terriermon!
Terriermon mio…» innalzandolo, verso la luce del
sole…
…specchiandosi nei suoi occhi e ricordando quando i suoi, di
ragazzino, versavano lacrime nei primi secondi in cui lo stringeva tra
le braccia, e già temeva di perderlo.
Ma ora il sole
sembrava aver asciugato le lacrime, e poteva contemplarlo con il
sorriso, pronto a ricominciare «Non ti lascerò mai
Henry…
…te lo prometto! Non ti lascerò una seconda
volta...
…il mio
è un giuramento. Ti ho portato il tuo
Digivice!»…«Oh? Grazie!» lo
afferrò
Henry con la massima scioltezza, come avesse trascorso i suoi ultimi
anni a ripetere incessantemente quel gesto.
Cindermon li guardava a distanza, sembrava provare tenerezza.
«Ed io tuo
figlio.» disse una voce: era Rea, e Terriermon
esultò
«Ahah! Il piccolo Benji ci accompagna nel campo
indefinitoooooo!»…«E’
assicurato.»
ammise Henry andando incontro a sua moglie che gli sorrideva, ed
affermando «Ormai noi siamo una famiglia: in qualsiasi posto
andremo, ci andremo insieme! Affronteremo ogni cosa assieme: io, Rea,
il piccolo Benji…tu, Terriermon!» al che la
ragazza
parlò «E non dimentichiamoci di qualcun altro,
siamo una
famiglia allargata!» al che echeggiò una voce
dalla porta
dell’albergo «Giusto, ben detto!! E
cos’è
questo raduno di prima mattina, avevate intenzione di andarvene senza
di noi, eh? Ammettetelo!»
Suzie teneva le mani sui fianchi, e da dietro di lei sbucava Lopmon
«Per questo non ve lo perdoneremo mai!» ma Henry
andò incontro a loro «Ma come potete solo
pensarlo? Come
potremmo mai allontanarci senza…la nostra fondamentale
biodigievoluzione alleata!»…«Ahhhh,
allora è
solo per quello, fratellino! Io e Lopmon vi serviamo unicamente
perché biodigievolviamo, in realtà io sono la
sorellina
rompiscatole non appena veniamo fuori dalla
battaglia!»…«Ahahahahah!»
mentre Terriermon
faceva eco «Giusto!! Voi ci servite solo per
combattereee!!» ma Lopmon lo redarguiva «Attento a
te
Terriermon, che ti strappo tutte e due le orecchie! Questa mattina mi
sono svegliata, mmm…! Alquanto spinosa, attento ad
avvicinarti:
potresti pungerti!»…«Momentai,
Lopmon!»
balzò Terriermon giocherellando con le orecchie di lei per
farla
calmare in un uragano di complicità.
In questo
modo diedero l’occasione ai due fratelli per guardarsi negli
occhi «Io sono pronto,
tu?»…«Io…? Non
ho mai desiderato che questo, poter finalmente essere al tuo pari, e
scendere in battaglia assieme. Fratellino, io…sono
così
contenta che tu sia
tornato!»…«Anch’io sono
felice, credimi.» ma Rea avanzò «Ora non
fargli
montare troppo la testa Suzie, non farlo sentire così
importante: e sai perché? Io so che tu, in
realtà, hai
desiderato un alleato in particolare…ancora più
di
lui!!»…«Shhh!
ZittaaaAAA!»…«Come
sarebbe?» fece Henry ponendosi le mani sui fianchi lui
stavolta
«Fra voi due ci sono dei segreti che al fratello maggiore
vengono
nascosti?! Ah, questo è il colmo, non avrei dovuto farvi
fare
troppa comunella!» girandosi con le braccia conserte e
l’aria un po’ offesa, mentre Terriermon balzava a
terra
«Come?! Dei segreti?! Oh nossignore, noi dobbiamo sapere
tutto!
Ahi!» ma Lopmon gli sferrò una schicchera
«Ora non
essere indelicato! Ogni ragazza…» arrossendo un
poco e
nascondendo il musetto «…ha il diritto di tenersi
per
sé le cose più
riservate.»…«Anche tu,
Lopmon?!»…«Oh?!» la
coniglietta ebbe un
più forte sussulto, e ancor più si nascose
«Daaai,
non tenermi fuori, raccontami tutto! Del resto siamo amici da tanti
anni: chi è?! Lo
conosco?!»…«Dai, ora basta!
M-Mi metti davvero in imbarazzo: no, non lo conosci e comunque non sono
affari tuoi!»…«Non ti creeeeeedo,
ahahahahaha!
Lopmon è innamorata!» canticchiava, e lei
«Smettila!»
Suzie
raccoglieva il bambino «Benjiii! Vieni dalla zia: oggi ti
porta a
fare un bel giro per un luogo…misterioso e pieno di
pericoli, ma
tu non devi avere alcuna paura! Sia lei che i tuoi genitori sono con
te: vedrai, tutto andrà bene! Questo è il motto
dei
Digimon Tamers, ora e per sempre!»
Henry e Rea si
guardavano con simpatia «E così,
sorellina…Mako
è riuscito a stregare il tuo cuore: sei innamorata di
lui…?» adagiò con molta pacatezza, e
Suzie
abbassò lo sguardo «Sì,
io…non lo nascondo,
però dubito che lui sarà mai un mio alleato:
dall’ultima volta che l’ho visto, è
partito da solo
assieme a Sandmon. Ora spero sia al sicuro, mi accontento di questo. Mi
sarebbe tanto piaciuto andare in viaggio con lui,
un’avventura
che riunisse realmente…tutti i Digimon Tamers di allora,
un’unica grande squadra! Ma purtroppo
c’è sempre
qualcosa che non va come si sogna. Che dobbiamo fare? Soltanto
rassegnarci.»…«No, ti sbagli
Suzie.»…«Oh?
Henry…!» Lui si
avvicinò «Quello che invece devi
fare…è
continuare a sognare, ricorda: non desistere mai, quello che tu hai
desiderato…se è vero amore a muovere i tuoi
sentimenti,
prima o poi farà breccia nelle tenebre. Voi me
l’avete
insegnato ed io…posso solo provare a
restituirvelo.» La
ragazza sorrise, e carezzò il viso di suo fratello svelando
«…non ho mai smesso di ascoltare, anche nei
momenti di
solitudine…la tua voce che dentro mi sembrava ripetermelo:
nonostante tutto io sapevo che era questo ciò in cui
credevi.»…«Grazie, sorellina. Per aver
avuto fiducia
in me.»
Benji sembrava contento e a suo agio.
E anche
Cindermon osservava la scena dipingendo un dolce sorriso sulle sue
labbra “Sono proprio carini, è bello vedere una
famiglia
che si riunisce dopo lunghe peripezie!” smarrendo lo sguardo
verso il cielo “E così il nostro sforzo ha dato
frutti,
chissà che non sia da continuare per questa via, forse
riusciremo davvero a fare qualcosa di grande, riusciremo a salvare
Digiworld!!...
…mi
domando cosa volesse dire prima Henry pronunciando quelle parole sul
mio conto, ricordo che un giorno anche Renamon mi aveva detto la stessa
cosa. Ha descritto…il mio ruolo come determinante per un
imponente cambiamento…! Non so. A me
basterebbe…”
mentre vedeva il suo domatore uscire dalla pensione
“…essere sufficiente per colmare il vuoto che in
questo
momento si è formato nel cuore di Takato. Ma forse non sono
io a
dover ricoprire questo ruolo, benché sia un Digimon! Ci sono
altri avanti a me: c’è Jeri, la
fidanzata…e poi
c’è suo fratello. Per me non
c’è spazio.
Takato ha un suo mondo e dei suoi affetti…”
…mentre lui alzava gli occhi e i loro sguardi si
incrociavano…
“…e questo da molto prima che io mi introducessi a
forza
nella sua vita.” (fine-canzone)
ma prima che si fossero potuti parlare «Takato!»
echeggiò una vocina «Oh? Dimmi,
piccolina!» si
rivolse lui a Stillymon tra le braccia di LadyWizardmon «Mi
faresti un tuo autografo? Ti ammiro tanto!!» con eco
dell’insegnante «…non
c’è stato modo di
tenerla a freno! E pensa che è rimasta sveglia tutta la
notte!
Fa…”glielo chiedo, non glielo chiedo”,
eh? Vero che
hai fatto così??»…«Mmm,
sì!»
arrossì la gocciolina digitale, ma Takato le tese le mani
raccogliendola con affetto «Stillymon…io non
faccio
autografi, non sono una persona importante. E non mi piace darmi arie
da vip solo perché sono nel mondo…da cui proviene
qualcuno a me caro. Però possiamo essere
amici…!»
appoggiandosela sulla spalla «In questo
modo…ognuno
potrà vedere l’altro come e quando
vorrà e non ci
sarà bisogno di un autografo scritto, per sentirsi meno
soli!»…«Beh!!» fece
LadyWizardmon «In
questo caso, come si
dice???»…«…grazie!»
espresse la
gocciolina il cui corpo vitreo tremava d’emozione emettendo
un
rumore cristallino. Takato la sfiorò con affetto
«Uhmuhm…»
…mentre Cindermon lo scrutava…
…e
LadyWizardmon accennava «…hai veramente una grande
educazione! Devi aver avuto proprio dei cari genitori…ed
anche
una brava insegnante!»
Takato restò con sguardo incerto per qualche
istante…
…poi si volse verso la Digimon e le sorrise
«…è proprio così.»
Quei gesti non mancavano di colpire la spettatrice Cindermon.
Una mano
femminile si avvicinava alle spalle di una creatura, mentre il vento
soffiava smuovendo il suo pelo nero. Costui si chinava sul ciglio del
binario che fluttuava sul bluastro vortice «Degli amici sono
stati qui…avverto chiaramente la loro presenza.»
Toccava il
terreno «Kenta…sì, lui e anche
Guardianmon sono
passati per questo crocevia. Avverto l’eco del
passato…» era il sussurro di Imagomon
«Sì,
qui c’è una forte presenza del passato! Un
passato…che va sempre più indietro, come un
nastro che si
riavvolge. E coinvolge tutti…anche la più piccola
comparsa in questo luogo diventa la più grande! Nulla
può
sindacare…l’intensità dei sentimenti di
chi
talvolta è ridotto al silenzio, però!»
stringendosi
a sé «Avverto anche un gran freddo, è
come se
detriti di ogni genere vagassero sparsi e fosse forte il
rischio…di una terribile collisione! Ah!!» ma
prima che
quella mano ebbe potuto sfiorarlo, il suo scatto fu istantaneo e la
portò a ritirarsi
«Perdonatemi…» disse quella
donna dall’aria austera che però si sforzava ad
essere
gentile «…voi non siete
Renamon…?»…«Un essere
umano…»
assottigliava gli occhi la volpe nera, sembrava nutrire del sospetto
«…conosci mia
moglie?!»…«Vi ho confuso
perché il vostro aspetto è esattamente uguale!
Però…tu sei diverso: il tuo pelo ha il colore
della
notte. Sei…il marito di quella
Digimon?»…«E
tu…» la scrutava Imagomon
«…sbaglio o conosci
i nostri compagni umani…? Hai fatto parte del loro
passato?»…«…parli
di…Takato? Kazu,
Kenta…la piccola Jeri Katou? Ebbene
sì…io sono
stata la loro insegnante.» “E’ una di
quelle presenze
che ho avvertito…ma il fatto che sia qui è un
dettaglio
che genera sospetto. Per altro, nel destino di questa donna leggo
chiaramente il ruolo di un Digimon: dev’essere anche lei una
Digimon Tamer…” mentre con Asanuma si fissavano,
quasi
come si trattasse di una gara, un braccio di ferro tra la forza di
leggere nella mente e la capacità di respingerla. La donna
altrettanto stringeva i denti, celando uno sguardo di sfida dietro
quell’approccio pacato.
“Tuttavia
c’è qualcosa di strano, quando mi ha toccato ho
avvertito
gelo, è come se ad accompagnare questa donna vi fosse un
vento
freddo…
…che sovverte i frammenti di passato…
…anche le sagome dei Digimon attorno a lei si deformano e si
sdoppiano…” ma ciò nonostante Imagomon
era troppo
concentrato sullo sguardo e l’identità di lei per
accorgersi di quelle ali gelide che spuntavano dal cumulo di detriti di
metallo. E di quegli occhi che lo puntavano come una facile preda
«…uhmuhmuhm…»
«E
così sei riuscita a biodigievolvere, Jeri?!»
esclamava
contento Orphanmon tra le mani della ragazza, seduta su un piedistallo
spezzato presso la landa degli ingranaggi «Oh?» si
stupì la ragazza colta alla sprovvista, dal viso ancora
esprimente il pallore per il brutto sogno della sera prima
«Lo
abbiamo saputo e siamo stati strafelici!» saltellavano gli
altri
Digimon del gruppetto, attorno a loro
«Chi…è stato
a riferirvelo?» accennò Jeri, e una voce maschile
rispose
«Io.»…«…Snowhitemon!...sei
riuscito a
digievolvere nuovamente!» affermò la ragazza, e il
Digimon
«E’ così: rivedere Henry con noi mi ha
dato la
forza. Takato e gli altri si stanno impegnando a superare il dolore, e
io non posso essere da meno di loro. Ho promesso che stavolta sarei
venuto a Digiworld per essere utile al gruppo…e questo
voglio
fare anche se sono cosciente che la mia natura, non incline a lottare
al fianco di un domatore, non mi renderà mai forte come i
miei
compagni. Farò quel che mi è concesso.
Però Jeri,
permettimi di dirti: tu che hai le possibilità, che hai
acquisito una potenza incredibile…perché tenerlo
nascosto? In questo momento, si tratta di un fattore di enorme aiuto
per la squadra.»…«Jeri è
potente quando muta
in un Digimon, Snowhitemon?!» chiesero i bambini, e lui
«Ma
certo, Grassmon: ho avuto modo di osservarla…è
una forza
della natura.» pronunciò con ammirazione
«Jeri,
perché ce l’hai tenuto nascosto?»
chiedevano, mentre
lei abbassava gli occhi con imbarazzo sempre maggiore
«Intendevi
farci una sorpresa in battaglia,
forse??»…«Non…è
questo, è solo
che queste cose non si raccontano in giro!» alzandosi dal
ceppo,
per smaltire la tensione passeggiando «Quando
avvengono…avvengono!»…«Ma
Jeri! Sapevamo che
questo era il tuo
sogno!»…«Oh?» si
stupì per quelle parole di Orphanmon tra le sue mani, che
disse
inoltre «Tu ci hai sempre dimostrato che quel che
più
desideri è essere una grande domatrice! Ora che sei
finalmente
riuscita a biodigievolvere con Beelzemon…di sicuro puoi
sentirti
soddisfatta, hai realizzato ciò a cui puntavi! Come per
noi…crescere! Non vediamo l’ora di essere
grandi…»
Quelle parole di
realizzazione e traguardi sembravano adagiare un velo sugli occhi della
ragazza, che ancora con così grande difficoltà
sentiva di
maneggiare concetti simili. Però il bianco minotauro alato
si
accostò a lei «Il piccolo Orphanmon ha
ragione…devi
sentirti sicura dei tuoi poteri: ora tutti i tuoi compagni contano
sull’aiuto che tu, ed il tuo Digimon potete offrire
loro.»…«Però…adesso
Beelzemon è
regredito a Impmon, Snowhitemon: sicuramente non sarà
altrettanto facile attuare la
biodigievoluzione.»…«Questa è
solo una
questione di tempo: lui desidera recuperare l’energia
dispersa il
prima possibile, sicuramente si impegnerà e tu dovrai
aiutarlo.
Ricorda, ogni elemento ha la sua parte, e nella sua dimensione ricopre
un ruolo fondamentale. Questo è essere una
squadra…»…«…una
squadra…»
ripeté lei assorta, mentre la brezza le smuoveva la castana
frangetta «Ognuno ha il dovere di fare quel che è
nelle
proprie possibilità: o almeno…questo è
ciò
che ho cercato di pensare io, quando ho espresso il desiderio di
recuperare questa forma! E sono stato esaudito…»
disse
Snowhitemon con dolcezza, prima di sfiorarle la spalla
«Coraggio…amica mia.» allontanandosi nel
suo passo
maestoso e lento, non prima di aver permesso con fare spiccio ma
cordiale ad alcuni piccoli Digimon di fare lo scivolo sulle sue ali
piumate.
Jeri rimase
pensierosa a guardare il cielo «Forse ha
ragione…dopo
tutto Royalmon, al di là del suo aspetto, è un
Digimon
indiscutibilmente potente. E qui c’è urgente
necessità di attacchi nuovi che possano sbaragliare le
risorse
nemiche. Magari…» passeggiando, quasi
dimenticandosi di
avere un Digimon tra le sue braccia «…se
riuscirò a
padroneggiare adeguatamente tutta la mia potenza la smetterò
di
sentirmi costantemente in inferiorità.
Lei…»
arrestando il suo passo, e guardando il terreno
«…non
è certo migliore di me se biodigievolvo. In questo modo
potrò sentirmi finalmente al suo pari…e al
contempo,
scacciare i miei fantasmi circa l’aspetto di
Royalmon.»
Ripensando in un
gelido flash dell’anima alla scena dell’action
figure che
si frantumava a terra, nel suo sogno.
«S-Sì, ho deciso…devo far leva sui miei
poteri, in
fondo sono sempre un Digimon! E il suo ruolo…è
combattere…»…«Jeri…»…«Oh?...Orphanmon!
P-Perdonami! Ero soprappensiero e…ho finito per parlare da
sola.» La creatura la guardava con occhi amorevoli
«Io ho
una grande fiducia in te, e il pensiero della tua biodigievoluzione mi
riempie di emozione…! Mi fa battere forte il
cuore!»
Lei lo carezzò
commossa «…dici davvero…?» e
tutti gli altri
piccoli Digimon si misero a saltare «E’ proprio
così! Jeri è la migliore domatrice del
mondo!»…«E’ una ragazza
fantastica, ed
è il nostro mito!»…«Tu sei la
nostra migliore
amica, devi ricordare che noi facciamo sempre il tifo per
te!»
Orphanmon aggiunse infine «Quando starai per
trasformarti…tratterremo il respiro e quando finalmente le
tue
ali immense si saranno spalancate nel cielo, ci metteremo a gridare a
squarciagola il tuo nome, tanto da sovrastare il suono dei tuoi
inarrestabili attacchi!!»…«E’
vero, evviva
Jeri!!!» …e facevano un gran chiasso…
…in lei si sovrapponeva il ricordo di quei bambini umani
così ostili nel suo sogno, e sul suo viso compariva un
dolcissimo sorriso «Grazie…grazie, voi col vostro
affetto…!...
…sciogliete ogni mio timore ed ogni mia insicurezza.
Io…vi voglio bene davvero.»
I
suoi occhi lucidi e in quel momento sfiorati dal sole esprimevano un
sentimento profondo e incredibilmente sincero. Orphanmon
confessò «Jeri…sei tu che da quando sei
apparsa non
hai fatto che darci sicurezza e farci sentire protetti? Tu lo sai,
io…non ho più la mia mamma né il mio
papà…» Lei lo carezzava piena di pena
«Piccolo Orphanmon…so cosa vuol dire sentirsi
soli.
Anch’io non ho la mamma…e ho perso anche un caro
fratellino a cui volevo molto, molto bene…proprio come ne
voglio
a te…!»…«…ma ora
tu hai ritrovato noi.
I miei amici possono essere un po’ come tuoi piccoli
fratellini
digitali. E tu poi essere un po’ come la mia mamma!...mamma
Jeri…»…«Oh!!»
quell’appellativo
fece sussultare il suo cuore: le lacrime iniziarono a scendere dai suoi
occhi, adagiandosi sul corpo rotondo di quell’esserino
così premuroso, che lei seguitava a carezzare
«…come…mi hai
chiamata…?»…«…mamma…!»
Al ché lei strinse gli occhi, e sussurro
«M-Mamma…
…tu che mi guardi da lassù, ora…lo
senti?
C’è un…Digimon, che mi chiama con
questa
stessa…strana…parola, che io mi sono disabituata
a
pronunciare…d-da così tanto tempo!...
…questa parola…di cui…improvvisamente
sento un
bisogno…ed una nostalgia così grande!
Io…»…«…anche se un
giorno avrai figli
con Takato, io potrò restare sempre un po’ il tuo
bambino
digitale, Jeri?...non mi dispiacerà avere dei fratellini
umani,
se continuerai a volermi
bene!»…«…ma
certo…
…ma
certo, tesoro mio…io ti vorrò bene per sempre,
non ti
lascerò mai, capito? Io non me ne andrò mai, non
scomparirò mai dalla tua vita! Noi due resteremo
sempre…»…tra le lacrime di entrambi, ed
i sorrisi
dei compagnetti digitali «…l’uno accanto
all’altro, e cresceremo
assieme!»…«Mamma
Jeri!!» si spinse lui sul suo petto «Ti voglio
tanto bene!
Tanto!! Tanto…»
E lei alzava lo sguardo «Anch’io…!!...
…anch’io, Orphanmon…con tutto il mio
cuore...!»
Il sole filtrava tra gli ingranaggi, adagiandosi sul loro abbraccio.
«Rika, questa mattina sei ancora più bella, lo
sai?»
E la ragazza
nella stanza d’albergo sfiorava quel pelo screziato,
sussurrando
«…ti ringrazio piccola Akirmon. Ma mai come
te…»…«Ci manca il nostro
papà, lo
sai…? Nymon questa notte ha avuto un incubo, lo ha visto in
pericolo. Ma io gli ho detto che sento in lui una grande voglia di
tornare da noi, e dalla
mamma…»…«…e
hai fatto bene perché è senz’altro
così.» replicò la domatrice pacata ma
ferma. In
effetti era vero, quella mattina appariva particolarmente affascinante,
il sole accendeva il suo trucco sfumato in verde, e dondolava sui
grandi orecchini cerchiati dai pendenti etnici. Renamon fece ingresso
accennando un «Posso entrare…?» assai
più
timido di come avrebbe fatto dieci anni prima «Vieni pure
Renamon…» mentre il tono della ragazza lasciava
trasparire
più di allora l’affetto.
«Ben
svegliata,
mamma!»…«Buongiorno…figli
miei.» disse Renamon sempre rispettosa, anche nei confronti
delle
creature sangue del suo sangue. Rika avanzò sui suoi
stivaletti
dal tacco affilato, e sfiorò il braccio della Digimon,
parlando
piano mentre la fissava «Io ci ho pensato a
lungo…e…credo che non solo Suzie…ma
qui tutti
dobbiamo a nostro modo deciderci ad accettare la realtà. E
compiere quel sacrificio, io credo tu capisca di cosa sto parlando,
no…?»…«…tu…ti
riferisci forse
a…?» ipotizzò la Digimon manifestando
grande
discrezione nell’approcciarsi all’animo della
ragazza, e
questa fece un «Esatto…» sempre velato
da uno strato
di ironia dagli intenti però non offensivi, e per lo
più
rivolti a se stessa «Benché qui ognuno
abbia…fantasticato sul suo viaggio magico in compagnia
dell’alleato ideale, penso che sia il caso di fare gli
adulti,
è il momento giusto, no? Giunti a questo punto della
missione,
con le consapevolezze acquisite e le cose viste, ritengo che ritardare
ancora un po’ sarebbe davvero grave, non
trovi…?»...«…che cosa intendi
dire?»…«…ci ho riflettuto, e
penso che sia
più opportuno che Ryo ritorni sulla terra a seguito
dell’attacco di questa
notte.»…«Cosa…?
Ma…Rika, sei sicura?» avanzò la
Digimon, mentre la
ragazza sospirava, sistemando nel frattempo le sue cose nella borsa
«…credimi…non sono riuscita a chiudere
occhio tutta
la notte. Almeno grazie al trucco ho coperto
qualcosa?»…«…perdonami se mi
intrometto,
ma…credo che lui non accetterebbe
mai.»…«...quello che lui accetterebbe o
no non
è un problema di fronte a certe evenienze di forza maggiore:
un
malore del genere LUI lo attribuisce a fattori come la stanchezza ma
non è in realtà cosa da trascurare, se si vuole
avere un
minimo di giudizio nell’agire: con cose simili non si
scherza,
lui necessita di essere visto rigorosamente da un medico della
terra!»
Nello sguardo della Digimon si lesse una consapevolezza che andava
oltre le parole pronunciate. Rika le si avvicinò e le chiese
«Tu non faresti lo stesso se…
…sapessi che qualcuno a cui tieni si sta esponendo a un
grosso
rischio che può evitare? Io sono sicura di sì. In
questo
cerco semplicemente di imitarti.» ma Renamon le
sfiorò il
braccio «Rika, tu non devi imitarmi, sai che io faccio cose
di
cui poi mi pento.»…«…di
essere stata
più saggia e aver visto più a lungo della
creatura che
amavi non devi essere pentita, è merito tuo se è
arrivato
tra noi completamente cambiato, ora è maturo e pensa sempre
agli
altri. Di questo c’è solo
un’artefice…»
ma Renamon scosse il capo, precisando «…la sua
buona
volontà.»
Rika
sorrise per la sua modestia, e le sfiorò il viso con una
carezza
mentre la Digimon le diceva «Non devi mentirmi…so
che in
questo modo…per te…
…ah
insomma Rika non è più come prima, ora le capisco
queste
cose…» mentre lo sguardo della ragazza si
abbassava in un
sorriso rassegnato. Renamon disse «Senza…bisogno
delle tue
parole so che questo significa qualcosa…di decisivo per te.
La
fine di un sogno!» ma Rika rispose in un sussurro
«Io non
sono qui per realizzare un mio sogno…sono a Digiworld
perché c’è bisogno
d’aiuto.»…«…sì,
ma se io non
devo farlo allora non devi trattare neanche te stessa come una
macchina! Non parlare come se i tuoi sogni e desideri venissero sempre
per
ultimi…»…«…però
è
così…
…ma credimi, non lo dico con amarezza. Ammetto semplicemente
la
realtà, è
giusto…»…«Ptsss…»
fece la volpe
dorata lanciando, assieme alla sua domatrice, un’occhiata ai
volpacchiotti per assicurarsi che non sentissero «E circa
quello
che mi hai svelato
stanotte?»…«Pfff…lascia
stare, dimenticalo Renamon, adesso è l’ultima cosa
a cui
possiamo pensare.»…«Rika!»
però la
trattenne per il braccio la Digimon «Non si tratta di una
cosa da
niente, una proposta di matrimonio…!...
…è qualcosa che può
cambiare…
…l’intero corso della tua vita.»
(canzone: Mariah
Carey - I only wanted)
Quelle ferme parole, echeggianti del rigore digitale di un tempo
passato, ma al contempo ancora vive nel profumo che emanavano misto
all’essenza dell’età adulta, spingevano
nella
penombra e verso il basso lo sguardo della domatrice dai capelli
rossi…
«Mi
chiamo…Nami…Asanuma.» affermava la
donna i cui
capelli volavano sospinti dal vento del campo indefinito
«Sì, sono stata la maestra dei ragazzi, prima di
essere
donna e madre! Sono giunta a Digiworld…inseguendo mia figlia
che
si è perduta, risucchiata da un campo digitale apparso
all’improvviso!»
Imagomon non
aveva smesso di scrutarla…ma dietro il cumulo di detriti
metallici IceDevimon sogghignava.
«Mentre vagavo per queste terre sconosciute ma delle quali ho
tanto udito parlare, mi sono imbattuta in una Digimon! Il
suo…pelo dorato e la sua encomiabile distinzione mi hanno
stregato al punto da rimanere impressi nei miei ricordi, osservandone
l’aspetto ne ho dedotto…che dovevo averla vista di
sfuggita anni prima, accanto agli amici dei miei alunni. Lei, era
speciale. Assomiglia ad uno spirito intrepido, e mi ha tratta in salvo
dal pericolo! Però poi è scomparsa…e
vedendoti ho
creduto di avere una seconda occasione. Volevo sdebitarmi con lei! Ma
evidentemente…non siete voi quello che cercavo. Vogliate
scusarmi!»…«Aspetti,
signora…!»
Asanuma si arrestò, ed i suoi occhi dimostrarono di aver
atteso
e desiderato quel richiamo «Forse lei può
aiutarmi, sono
io a essere disperso! E a desiderare ardentemente di ricongiungermi a
mia moglie. Senza contare che lei è…un essere
umano da
solo a Digiworld, ha bisogno di difesa! Sa…? Il nostro mondo
è pericoloso, forse questo…le parole di giovani
alunni
non possono raccontarlo, poiché le menti lo
ignorano.» al
che la donna si volse e svelò «In
effetti…mi
avevano narrato che si trattava di un mondo
bellissimo…»
con parole e occhi incantati per i quali forse non dovette sforzarsi
«Lo era…» rivelò Imagomon
«…ma
poi è arrivata la solitudine. Poi è giunta
l’opera
del tempo…a consumare come un vento gelido illusioni e
speranze.»
Asanuma si
teneva stretta la camicetta come se accusasse freddo a causa del vento,
ma quelle parole non riuscivano nonostante tutto a sottrarre ai suoi
occhi un velo autentico di emozione.
IceDevimon li
scrutò «Che succede a Nami…? Non
starà mica
concedendo alle parole di quel maledetto accesso nel suo
cuore…!»
“Questa
donna evoca sensazioni…strane e opposte, avverto un odio
immenso!...
…ma anche un grande amore…che volteggiano
attraverso le
sagome di due Digimon! Chi mi avrà mai dotato di questo
potere
percettivo…perché l’avrà
fatto? Non riesco,
nonostante tutto, a decifrare i complessi nodi che intrecciano i capi
del nostro mondo…tutto sembra confuso…
…il caos regna sul tempo…”
Asanuma stringeva di nascosto il Digivice a forma di cristallo di
ghiaccio…
«Devi rifletterci bene, Rika, il tempo dei giochi ormai
è
finito. Ogni passo falso…si sconta a caro
prezzo.»…«Questo lo so
bene…!» rispose
la ragazza con occhi grati ma appenati «Noi abbiamo iniziato
molto presto a scontare le conseguenze di ciò per cui
neanche
avevamo colpa…!»…«Oh?
Perdonami…ma
io…cerco solo di offrirti la mia esperienza.» al
che la
giovane si avvicinò «Lo so, e per questa ti sono
grata! E
so che vuoi soltanto che io sia felice
Renamon…però…adesso non è
il momento,
capisci…? Prima di tutto, prima di ogni cosa, prima anche
del
mio stesso sogno di salvare Digiworld al suo fianco…Ryo sta
male. Ha bisogno di tener sott’occhio la sua
salute…e io
non posso comportarmi come una ragazzina, me ne pentirei tutta la
vita.»…«Se vuoi…noi Digimon
possiamo
adoperarci per dargli una mano!»…«Ti
ringrazio…» sorrise sincera la ragazza
«Ma ci sono
cose che ancora non potete realizzare coi vostri poteri. Ryo ha bisogno
che un medico lo visiti, un medico umano, c’è
bisogno di
capire la provenienza di quegli strani attacchi che non è la
prima volta che accusa, da quel che capisco…!...
…ora questo viene prima…del mio bisogno di lui,
del mio
desiderio di averlo al mio fianco…!»
(ma non metteva
in conto che Ryo in quel momento si accostava alla porta, e percependo
quelle parole «Oh?» rimase nascosto ad ascoltare)
Mentre
Akirmon e Nymon giocavano e rosicchiavano la colazione, Rika rivelava
«E’ vero, non nascondo che io…non ho
fatto che
desiderare un viaggio del genere per anni, sognavo di averlo di nuovo
accanto, che si ripetesse la magia di un tempo!
Poter…stringere
la sua mano nella frenesia del campo di battaglia,
e…quando…lui mi ha proposto di sposarci, proprio
qui nel
nostro
mondo!...”nostro”…poiché qui
ci siamo
conosciuti, a me non è sembrato vero, è parso di
sognare!
Improvvisamente…tutti quei frammenti sparsi si ricomponevano
e
sembravano volermi premiare…con ancor più fasto
di quando
vincevo i tornei di carte! Io…avrei voluto gridargli di
sì, sovrastando l’eco di tutto il timore di
soffrire
ancora! Ma stanotte, quando l’ho visto star male io ho
capito…che ora è tempo di sacrificarsi! Suzie ha
visto
allontanarsi Mako…e si è rassegnata. Io devo fare
lo
stesso, è mio compito, anzi devo andare a
parlargli!»
(“Rika…!” gli occhi di Ryo si
strizzavano di
emozione “Non…posso crederci, ma allora
è vero! Non
sono io a immaginarmi tutto…!! Fra noi
c’è ancora
la scintilla di allora, il tempo non l’ha spenta! Non posso
perderti…costi quello che costi devo tornare da te!
E’ la
mia più importante battaglia come domatore
leggendario…debbo sbrigarmi a curarmi, e raggiungerti di
corsa!”) così si rivelò «Non
ce ne
sarà bisogno: eccomi.»
«Ah!!» sussultarono Rika, e la sua Digimon.
«Sono
qui.» disse Ryo fissandola intensamente «E ho preso
una
decisione.» (fine-canzone)
Asanuma ebbe un
brivido improvviso “Ma cosa sto facendo?...perché
mi
lascio incantare dalle parole su Digiworld, non sono mica una ragazzina
in cerca del suo Digimon! Sono qui perché ho una missione da
compiere…” «No, io…dopo tutto
ho pensato che
è meglio che le nostre strade si dividano!» disse
la
donna, stringendosi la camicetta e volgendogli le spalle «Io
seguiterò a cercare mia figlia da sola, non ho
paura!»…«Aspetta!...Nami, mi hai detto
che è
questo il tuo nome? Perché ti allontani?»
ponendole la
zampa sulla spalla. Lei stringeva i denti, per cercare di resistere
«Ggh, io…! E’ meglio che vada prima che
sia troppo
tardi!!» ma Imagomon le si fece più vicino,
bisbigliandole
«Avverto che il tuo cuore è pieno di paura e
conflitti: io
so leggere la mente, c’è un dubbio che ti
tormenta…! Perché non ti sgravi di questo peso,
fidandoti
di qualcuno di noi?»…«Ahh, che
cosa?!!»
sobbalzò Asanuma terrorizzata «Tu leggi nelle
menti
altrui?!» “…è vero, ne ero a
conoscenza!!
L’avevo dimenticato…!!”
confessò a sé
stessa in una frenetica pena.
IceDevimon
mormorava «Nami, cosa ti succede, perché esiti
tanto?...devi svelargli la verità…»
«Chi
è?!» fece d’un tratto Imagomon
guardandosi attorno
con prudenza «…avverto una presenza carica di odio
e
vendetta, anche lui torna dal passato!»
«Nami!!» esortava IceDevimon.
Imagomon
afferrò per le spalle Asanuma «Devi decidere
qualche
Digimon seguire!!» ma lei si tappò le orecchie
«Ora
basta, mi…!! Lacerate!!»…«Un
dubbio! Un
dubbio relativo…a un
figlio!!»…«Ah! STA
ZITTO!!» gridò lei.
IceDevimon
spalancava gli occhi sempre più «Che
cosa…?»
«Tu non
sai se tua figlia è in realtà
un…!!»…«TACI!!»
eruttò lei, con
gli occhi intrisi di furia «PENSA AI TUOI DI FIGLI!! MENTRE
TU
SEI QUI A MARCIRE MALINCONICO IN UN CAMPO DIGITALE…!!...
…TUA MOGLIE SE LA SPASSA CON UN ALTRO DIGIMON!!»
«Che cosa?!!»
sussultò la volpe nera. E l’insegnante
«Sì!!
Sì, lei è una poco di buono, è
nient’altro
che la vergogna della vostra
specie!!»…«Come osi?!...
…nessuno
può parlare in questo modo di Renamon, chiudo un occhio
riguardo
te solo perché sento…che sei molto
sconvolta!!»…«Io non sono
sconvolta…!!»
sibilò la donna come un serpente (IceDevimon
«Brava,
Nami…») «…io sono
perfettamente lucida!!...e
tra poco lo sarai anche tu, sulle sue prodi gesta!! Se davvero leggi
nella mente allora smettila di nascondere la testa sotto la terra come
un
idiota!!»…«Ma…!»…«Non
dirmi che non lo senti!! Non dirmi che non nutri in fondo al cuore il
sospetto di star sfuggendo ad una troppo triste consapevolezza sulla
tua pittoresca famiglia e sul grande amore che vi ha
congiunti!!»…«Io…!!...
…io
mi fido di Renamon!!» ammise quel maschio di volpe dalla
sagoma
elegante «Lei è una creatura
onesta!»…«No, non è vero!!
E’ una
svergognata, esattamente come la sua domatrice!! Loro due sono
unite…
…NEL FANGO che inonda le loro vite!!» alzando il
Digivice
a forma di ghiacciolo. Che grazie alla magia di IceDevimon splendette
più che mai.
«Ahhh!!» gli occhi di Imagomon furono
accecati…e il
Digivice si trasformò in uno specchio dalla cornice
ghiacciata,
dietro le parole ferenti di Asanuma «Osserva tu
stesso…
…l’impeccabile e proverbiale RIGORE MORALE di tua
moglie…!!»
«Renamon…» mormorò Imagomon
quando vide
comparire l’immagine di costei nel vetro splendente dello
specchio.
Rika e Ryo erano
rimasti occhi negli occhi. Renamon accennò «Io
allora…vi lascio soli!» mentre il ragazzo si
smarriva nel
trucco verde che contornava gli occhi della domatrice
“Accidenti…è bellissima, ogni giorno
che passa Rika
si fa sempre più splendida! Devo lottare con tutto me stesso
per
lei…” al che afferrò la volpe per il
braccio
«No Renamon, non è necessario: quello che sto per
dire…non è un segreto, e chiunque di voi
può
ascoltarlo. Ebbene…faccio il mio ritorno sulla terra con
Cyberdramon.»
Fu stupore per
entrambe loro: Rika ebbe un sussulto
«Cosa…?!»…«Sì…»
ammise Ryo senza timore di guardarla negli occhi «Ho capito
che
è insensato intestardirsi come ragazzini, io ho bisogno di
cure
ed uno nelle mie attuali condizioni sarebbe solo di peso alla squadra.
Quando io voglio che vada tutto bene davvero! Voglio salvare
Digiworld…» e Rika, fino a pochi attimi prima
così
sicura, improvvisamente sentiva le sue certezze vacillare, sotto lo
sguardo della sua Digimon che se ne accorgeva
«Ma…ne sei
sicuro…? Vuoi…realmente andartene,
così…?» Stava per sfiorargli la guancia
con una
carezza ma ebbe timore e si ritirò «Sì
Rika, io non
voglio riflettori e successo: io voglio il bene dei Digimon!
Però…dal modo in cui mi parli credo che ti sfugga
qualcosa che invece voglio ti sia ben chiara! Io non mi ritiro
definitivamente: faccio solo un sopralluogo sulla terra per una visita
medica. Se il dottore mi dirà che sto bene e i miei sono
solo
problemi passeggeri, farò ritorno qui da voi, non rinuncio
ad
aiutarvi!»
Rika era confusa, i
suoi sospiri ansiosi e non sapeva dove guardare «Allora,
Rika…? Per te è a
posto?»…«Ss…
…sì…!»…«Ho
pensato, ed ho anche
sentito che era più o meno quello che anche tu mi avresti
esortato a fare!»…«…
…è esatto!...» replicava Rika ma senza
reale
convinzione, e fissava gli occhi di lui come se implicitamente lo
supplicasse di non andarsene «Coraggio…non vado
mica in
guerra. Siamo già in guerra! Si tratta solo…di
analisi,
da un medico della terra, uno qualsiasi! A pensarci bene conosco un
amico a cui posso rivolgermi. Mi accompagna il cucciolo! E te
l’ho detto…tornerò, voi aspettatemi! E
nel
frattempo recuperate Kazu e gli
altri!»…«…sì…noi
ci
proveremo…!...» seguitava lei a volgersi ovunque
senza
conquistare alcuna stabilità «E…se vi
capita,
provate a biodigievolvere tu e
Renamon!»…«Come?»…«No!
No, non
fraintendetemi, né tu Rika, ma neanche tu Renamon! Non
è
per fare come ieri sera, però dobbiamo
metterci…davvero
tutti noi stessi: io farò la mia parte! Questa
volta…contrariamente al mio solito è battere in
ritirata,
ma voi dateci dentro! Voglio venirvi incontro e ritrovarvi tutti, mi
farete questo favore?! Rika…mi prometti che ti impegnerai a
migliorarti e biodigievolvere? Non c’è niente di
male…fa parte del dovere del
domatore…»…«Io…vedrò
di fare
quello che posso, non so!
Ryo…!»…«Uh?»
si volse lui con un lieve sorriso da eroe coraggioso. E fin troppo di
una dama fiabesca era lo sguardo di lei
«…abbi…cura
di te, fatti spiegare a dovere…quello che
hai.»…«Si mancherebbe, ci vado apposta!
Forza,
animo! Avverti tu gli altri!» sicché
girò le spalle
e si allontanò, lasciando Rika letteralmente con la mano
tesa
«Rika…» Renamon si avvicinò
per
confortarla…
Mentre Ryo
attraversava il corridoio “E’ andata!! Lei pensa
che
andrò da un medico della terra, ma sarebbe troppo lungo e
complicato! Mi ama, è in pena, stavolta o la va o la spacca:
spero che l’amico del cucciolo sappia togliermi la
labirintite,
devo sbrigarmi e sfrecciare da lei al più presto! Stavolta
se mi
rivede mi accoglierà a braccia aperte, finalmente
accetterà di sposarci!!” sicché
affrettava il suo
passo, travolto dall’eccitazione.
«So come
ti senti…» diceva Renamon, e la ragazza
«Ero
così…convinta, sicura…! Ma ora che
l’ho
visto, e mi ha detto…che mi lascia sola ho paura di uscire,
Renamon! Ti rendi conto?!!» volgendosi e fissandola negli
occhi,
mentre le rispondeva
«…perfettamente.»…«Ho
paura di andare
in missione, ho paura di combattere, mi sembra che non
sia!!...»
mentre i suoi occhi si smarrivano tra gli ingranaggi oltre la finestra
«…più neanche
Digiworld…senza di
lui!!»…«…questo vuol dire
solo una
cosa.»…«…e
cioè…?»
Renamon rispose «…che tu lo ami, Rika.»
(canzone: Alessandra
Amoroso - Amore puro)
Gli occhi della ragazza si spalancarono.
«E quando
una persona ama in questo modo…ama tanto: Ryo rappresenta il
grande amore della tua vita, Rika.»
La giovane
accolse quelle parole come una sconvolgente rivelazione…e
con
tenerezza mista a rimpianto avanzò verso la finestra e
carezzò il vetro.
Tra gli
ingranaggi si librava Cyberdramon con il suo (sempre) giovane domatore
saldamente aggrappato, che però si impegnava a non volgere
il
capo “Mai voltarsi indietro: una donna non deve vedere che ti
giri a salutarla!”
Così agli occhi di Rika lui sembrava proseguire impavido
lungo
la sua strada «Può essere
vero…?»
accennò con un sorriso la ragazza, e quella mano smaltata di
verde sembrava volerlo afferrare ora che era una cosa piccola
all’orizzonte, come una action figure, per tenerla stretta a
sé «…può questo stesso
cielo, esser stato
così disgraziato…!!...
…da tendermi un tale scherzo…?» ma la
sua voce
suonava morbida, vellutata. Accompagnava il fluire del ricordo di lei
anni prima, ben più simile a un maschietto coi capelli
legati. I
primi battibecchi, con lui che teneva testa alla sua
“autorità”. Per poi confondersi di nuovo
tra le
nuvole di quel cielo del presente. Ryo si volse quando già
era
troppo lontano per essere visto
“Rika…chissà se ti
sei affacciata: ho fatto lo sforzo più grande della mia vita
e
adesso quasi rimpiango…di essere già
così lontano!
Ma tornerò. Te lo prometto, tornerò!!”
sicché lasciando una scia, Cyberdramon penetrò il
bianco
delle nuvole da cui il giovane domatore dovette riparare i suoi capelli.
«Ecco,
guarda con i tuoi stessi occhi se non credi alle mie parole!! Questo
è il Digimon che ha rubato il cuore di tua moglie, e da
quanto
mi sembra…non ti assomiglia per niente!!»
esclamava
Asanuma mentre gli occhi sconvolti di Imagomon accoglievano la scena di
Renamon che rivolgeva un bacio a Beelzemon, riflessi nello specchio
«Non dirmi che le tue percezioni non ti confermano
ciò che
vedi!» scandiva l’insegnante
«…il palpito
della sua anima, le sfumature del suo sguardo possono forse smentire un
amore come questo?!...
…ammettilo, fallo una volta soltanto e lo specchio si
infrangerà, smettendo di tormentare il tuo animo con questa
scena straziante! Ma devi ammetterlo, affermare che è tutto
falso e i tuoi pensieri smentiscono categoricamente le
immagini!!»…«No…!! Ma
questo…non
può essere vero!!» esclamava il Digimon
indietreggiando,
quasi giungendo sul ciglio del binario «Lui è un
mio
amico!!»…«Anche…molti fra i
miei alunni erano
“amici”, almeno così dicevano! Sedevano
al banco
assieme e si scambiavano le carte…ma poi ai primi ostacoli
della
vita si sono persi di vista, e non hanno più saputo
l’uno
dell’altro! La vita è
questa…l’amicizia non
esiste, solo l’egoismo e il tradimento dominano il corso
della
storia!»
Il pelo di
Imagomon tremava nel vento, soffrendo per il riflesso di quel bacio
“Renamon…Beelzemon…non è
possibile!”
Mentre
IceDevimon era compiaciuto «Ottimo lavoro, Nami, è
perfetto.» e lei si volgeva a scambiare un cenno complice. Il
Digimon illustrò «Sento già la sua
disperazione
fluire, non appena avrà raggiunto il picco…la
assorbiremo
con il nostro Digivice e lui lo lasceremo qui a terra! Spoglio della
sua energia…e delle sue speranze. Finalmente
digievolverò
in una creatura tanto potente…da poter sbaragliare tutti i
miei
vecchi nemici.»
«No!...nooo!!» Imagomon si piegò a terra
“Mia
moglie non può avermi
tradito!...percezioni!!...perché
non mi assistete in questo momento di insicurezza, perché
sembrate confermare ciò che ho visto?!!...non posso
crederci!...
…la
mia Renamon e il mio amico Beelzemon…che mi pugnalano alle
spalle! Sembra tutto vero, non riesco più a vedere,
c’è solo buio!
L’insicurezza…fluisce dentro
di me…”
Asanuma
stringeva rapacemente il suo Digivice e respirava affannata, scandendo
«…me la pagherete, tutti voi
Digimon…!!...
…distruggerò la vostra armonia, per vedicarmi
dell’esser stata scartata da ciascuno di voi!»
IceDevimon chiudeva gli occhi e si beava di tutto quell’odio.
Imagomon
tappandosi le orecchie riascoltava la sua stessa voce “Sei una Digimon
leggendaria…con troppi meriti alle spalle per vivere
infelice in un mondo che non è tuo.”
…e poi quella di sua moglie…
“Ma
io amo la nostra casa!! Io amo i nostri figli!! Amo…i nostri
oggetti, la nostra tovaglia! Le nostre tende…le lenzuola, ho
amato questi anni…!”
Rivedendosi vicini alla finestra, in un ricordo disturbato come il
campo digitale.
«Renamon…mio unico amore. Mia ragione di vita,
luce sul
futuro! La notte…scende su di me, il
buio…è
ovunque! NON E’ POSSIBILEEEEEE!!!...
…AAAAAAAAAAAAAARGHHHHHHHHHH!!!» e così
si
lasciò cadere nel baratro alle sue spalle.
«Ahh!!» Asanuma sussultò e tese la mano.
IceDevimon
«Che cosa?!!» venne fuori attonito dal suo
nascondiglio.
«Si
è lasciato cadere!!» gridò la donna
«Ha
preferito morire piuttosto che concedere l’energia del suo
astio!»…«Non ci posso
credere…oh!! Nami,
allontanati!!» gridò aspramente il Digimon
coprendosi la
vista da una moltitudine di raggi che sgorgarono dal vuoto
«Ma
che sta succedendo?!» esclamò Asanuma dallo
sguardo
sconvolto.
Una colonna di
energia rossa e palpitante si innalzò da quel burrone senza
fondo. All’interno si delineava una sagoma nera, armata di
falce.
Grazie alla sua
arma tagliente fece a fette la luce rossa, rivelando il suo aspetto
inquietante e minaccioso «E tu chi
sei…?» chiese
Asanuma con un filo di voce.
«Il mio nome è…
…Nemesimon!»
svelando un muso da volpe bardato di metallo scuro. Lo avvolgeva un
manto di un nero impenetrabile, e un cappuccio adombrava i suoi occhi
malvagi.
«Dannazione,
questa non ci voleva!!» esclamò IceDevimon
«Come
sarebbe a dire?!» chiese ragguagli la sua complice
«Ha
raggiunto il livello mega, ha compiuto una digievoluzione
d’odio
anziché conferirci il suo
potere!»…«Vorresti
dire…!!» balzò in piedi agghiacciata e
irritata
«Che anziché potenziare noi è diventato
più
potente di prima?!»
IceDevimon
sembrava contemplare con prudenza e timore quel Digimon
dall’aria
calma e implacabile «…dobbiamo allontanarci da
qui, il suo
mutamento, potenziato dal caos che regna nel campo indefinito, potrebbe
diventare incontrollabile!
Presto!!»…«Ah, mi rifiuto
di crederlo, E ADESSO CHE COSA
RACCONTIAMO?!!»…«NON
C’E’ TEMPO PER QUESTE STUPIDE PROTESTE, NAMI! NON
TE NE
RENDI CONTO?! FORZA!»…«Ahh!» e
suo malgrado,
l’insegnante fu costretta ad aggrapparsi al collo di
IceDevimon e
volare via, contemplando con occhi impauriti quella creatura nera che
si faceva sempre più lontana (fine-canzone)
In
ultimo si volse verso di loro, provocando un sussulto nella donna. Ma
IceDevimon volò fino a smarrirsi in cielo.
«L’amicizia non
esiste, solo l’egoismo e il tradimento dominano il corso
della
vita.» ripeté cupamente Nemesimon, la cui falce in
pugno
gli conferiva l’aspetto di un giustiziere
«Poiché le
percezioni confermano una verità come questa, nulla ha
più senso di esistere: io decreto la fine del campo
digitale!» sentenziò muovendo la sua falce, e
richiamando
attorno a sé un ingente quantitativo di energia
«Che le
cariche si sparpaglino da ogni direzione, e consumino il vortice
inghiottendo Digiworld al suo interno!!!»
Il Crocevia del vento
iniziò a disgregarsi: i detriti di metallo si sparpagliavano
ed
iniziavano a fluttuare in eleganti spirali attorno a quel giustiziere
nero con il muso da volpe.
Le cariche si
intensificarono nel cielo a incorniciarlo. I suoi occhi scintillarono
di una luce rossa «Molto presto qui non vi sarà
altro che
cenere…
…!!»
|
Ritorna all'indice
Capitolo 32 *** Moglie contro marito ***
32°puntataDT2
Eppure ci fu qualcuno che avvertì un riflesso di quel
processo
consumatore di prossima attivazione. Una mano delicata ed elegante
sosteneva un Digivice vecchio stile, di colore grigio bordato
d’oro. Tutt’un tratto però
«Oh!» questo
accennò a creparsi, ma lei vi pose sopra l’altra
mano e lo
strinse più che poteva come per proteggerlo
dall’imminente
infrangersi «Alice! Alice, che succede? Ti senti
male?»
chiedeva un vocione femminile, e subito la dragona dal turbante etnico
le si accostò «Possibile? Anche quelli come voi
hanno dei
malori?
Oh?!»…«Gel…somon…»…«Ma…che
ti succede? Ah, ma questo non è il Digivice che è
comparso nelle tue mani legandoti…al marito di
Renamon?»
La bionda ragazza
stringeva i denti ed affermava «A-Aiutami…dobbiamo
fare in
modo…che non si
spezzi!»…«Ma…ma
perché?! Tu hai voluto nascondere a tutti la sua comparsa,
se
sparisse non sarebbe forse la cosa migliore? Oh! Ho
capito…ti
aiuto.»
Le rudi zampe
artigliate afferrarono le mani della fanciulla
«L-L’ho
nascosto…agli altri perché…non
volevo…c-che
scoprissero…la verità su di me: u-un
Digivice…con
questo aspetto contraddistingue quelli…come me o come
Nakao…
…è un
Digivice…in cui non c’è
futuro…»…«Ma…allora
perché
sarebbe comparso? Secondo me se un affare del genere appare una ragione
dev’esserci!»…«St-Stento
anch’io a
capirlo!! Ma adesso…non voglio che si spezzi, non deve
succedere
niente a quel Digimon! H-Ho già perso
Dobermon…non
voglio…che anche a lui accada lo stesso, ti prego aiutami
Gelsomon!»…«Ahh! Sì, ma io
seguito a non
capire!! Perché ora si sta crepando, e sembra che voglia
rompersi?!»…«A-Ah!...quando…si
verifica un
fenomeno del genere è in
atto…un’anomalia del
sistema! Il tessuto di dati che compone un Digivice non
resiste…dinanzi all’odio che nasce nei
cuori!»…«…odio, odio e
nient’altro che
odio…
…basta, non se ne può più, a Digiworld
non si
parla d’altro da un po’ di tempo a questa parte!
Non
riconosco più neanche il mio mondo…mi sono
stufata!»…«Ti prego!!»
invocava disperata
Alice «Se vogliamo avere una speranza…di
riscattarci per
ciò che abbiamo fatto dobbiamo impegnare la nostra
energia…p-per
difenderlo!»…«D’accordo,
ho capito!» fece Gelsomon, e la strinse ancora più
forte.
La ragazza si piegava «Alice!
Cadi?»…«No
no…ce la faccio, non temere…»
“Alice…” rifletteva intanto la dragona,
guardandola
mentre l’altra non poteva accorgersene poiché
temeva gli
occhi chiusi “…sei animata da una determinazione
incredibile, saresti una domatrice…strepitosa!
Perché
è dovuto succederti quello che ti è
capitato…?” «Stringi!!» le
chiedeva lei
«Eh? Oh, ah e…d’accordo!»
replicava Gelsomon
un po’ spiazzata…ma poi concentrava tutta se
stessa in
quella delicata operazione.
Altrove invece
non vi erano ripercussioni di quello strano fenomeno, e sotto al sole
del settore degli orologi la squadra si stava riunendo.
Impmon cercava
qua e là, persino nel suo bavaglio rosso, sembrava ansioso
«Ah! Mi sono svegliato tardi: avrò dimenticato
qualcosa?
Acc---ccidenti, Jeri si arrabbia se io
non…!»…«Impmon!» la
ragazza si
precipitò da lui, chinandosi per livellare la sua notevole
altezza alla bassa statura del Digimon «Oh?
Jeri!»…«Ascolta Impmon, una cosa
importante!»…«S-Sì
io…volevo dirti
che!»…«No aspetta ti prego, lascia
parlare
me!»…«Volevo dirti che mi
dispiace…per quello
che è successo fra noi ieri sera, per il fatto che giocavo
con
quei bambini!»…«Lascia stare,
cancellato!»
rispose lei «E forse avevi diritto a giocare, non capivo che
adesso hai bisogno di rilassarti e recuperare tutte le energie
necessarie! Senti, mi dispiace se a volte ho alcuni momenti in cui
sembro scontrosa ma ora è importante più che mai
che
stabilizziamo un’intesa fra di noi: la squadra ha bisogno
d’aiuto, e io ci ho riflettuto sopra! Non appena possibile io
e
te dobbiamo essere in grado di…» ma Impmon
«Whoaaaaaaah!» fu quasi schiacciato da Benji che si
avventò su di lui, seguito da
«Ahahahahhh!» un
alquanto divertito Terriermon «Impmooon! Stai allerta e non
ti
distrarre, Benji ti ha puntato come suo nuovo giocattolo! Ed io come
mio nuovo rivale: nessun può soffiarmi quel
posto!!»…«A-Ah va bene! Se ci tiene, a
me fa piacere
giocare con lui.»
Jeri
sospirò in un volenteroso sforzo di non smarrire la calma,
per
essere stata interrotta in quel discorso che sentiva importante. Ma una
voce giunse «Ah, perdonali ti prego: in due poi li contieni
meno
che quando li prendi ad uno ad uno!» Si trattava di Rea, che
le
si accostò sfiorandole il braccio «Scusali se ti
hanno
interrotto: stavi parlando con il tuo Digimon…!»
ma Jeri
volle accogliere la compagna con un sorriso «…non
fa
niente…tuo figlio è così carino, e mi
fa piacere
vedere Terriermon così
allegro.»…«Qualcosa mi
dice…che anche tu hai ricevuto una buona notizia questa
mattina!
Ti si illuminano gli occhi, Jeri! Ptsss, di un
po’…!» abbassò la voce Rea
sferrandole delle
gomitate con aria complice «Takato per caso ti ha fatto
qualche
proposta…? Ti ha chiesto di sposarvi qui, a
Digiworld?»…«Oh? No, ancora stiamo
insieme da poco
tempo…» replicò Jeri aggiungendo
pacatamente
«…tu credi che lo
farà?»…«Come?
Ah beh, riguardo a Digiworld non so se la battaglia ce lo
permetterà, ma circa il fatto di sposarvi prima o poi, ne
sono
assolutamente sicura! Ma non l’hai visto? E’
innamorato
cotto, si vede che per lui sei la cosa più
importante!»…«Ah, ma…non
parliamo di
me.» fece la ragazza benché si specchiasse nel suo
sorriso
l’emozione per quella risposta «Dimmi di te,
piuttosto:
finalmente hai ritrovato Henry, immagino che abbiate avuto tante cose
di cui parlare.»…«Puoi dirlo forte, ma
non ci
interessa parlare del passato: ora tutto ciò che conta sono
i
nostri progetti futuri, gli sbagli commessi sono ormai un capitolo
chiuso. Pensa piuttosto una cosa! Sai stamattina che cosa mi ha detto,
Henry?»…«No, cosa? Dimmi, sono
curiosa…»…«Mi ha
chiesto…di Muskmon:
si è interessato al fatto che possa essere ancora viva, lui
vorrebbe ricercarla.»…«Che
cosa?!!»
sussultò però Jeri, manifestando visibile
disappunto
venato di fastidio «No, mi rifiuto di crederlo Rea!! Ha detto
davvero questo?!» afferrando per il braccio la stupita
compagna
«Sì…perché?»…«Ha
osato
farti una cosa del genere, mancarti di rispetto in questo modo?! Ah,
è inaudito!! Gli uomini sono davvero tutti uguali, non sanno
dove stia un limite ma da lui questa proprio non me
l’aspettavo:
vado a parlargli immediatamente, non può sognarsi di farti
questo proprio dopo esservi
ritrovarti!»…«No,
aspetta!!...Jeri!» la trattenne per il braccio
«Ma…perché,
Rea…?»…«Non
devi prendertela in questo modo, a me…
…non
è dispiaciuto, anzi. Mi ha fatto
piacere.»…«…ma…come
può
essere…?» la scrutò Jeri con sguardo
assorto e
offuscato «Muskmon è una nostra
nemica…e fin
dall’inizio ha cercato di separarvi, lo ha ingannato e
raggirato
e adesso voi volete ricercarla?! Non sarebbe forse meglio dimenticarla?
Io spero tanto che alla distruzione del suo settore lei non sia
riuscita a scampare!» ma Rea le rivolse una carezza sul viso,
non
spoglia di pena «…non devi parlare
così, amica
mia…»…«Oh…?...ma…come
fai a
dire queste cose, Rea?!!...non ti senti messa da parte,
scartata?!!»
Rea però la guardava con un dubbio attraversato da
compassione.
«L’uomo
che ami e che hai ritrovato dopo tanta fatica viene a parlarti proprio
della creatura…che vi ha fatto così tanto male!!
Io se
fossi al posto tuo sarei gelosa, e odierei sia lei sia lui per avermene
parlato!!»…«Io non potrei mai odiare
Henry!...
…io lo
amo…»…«…p…proprio
per
questo!!...non temi che sei lei ricomparisse potresti perderlo una
seconda volta?! Non so tu come faccia francamente a rimanere tanto
calma quando…!!...sei circondata dal
pericolo!»…«Ti sbagli: questo
ritrovamento mi ha
dato la prova…che non c’è nulla di
più forte
dell’amore fra me ed
Henry.»…«Ma
prima…allora…»…«Prima…te
l’ho detto, è il
“passato”.» rispondeva
Rea forte di una serenità molto profonda, alla quale gli
occhi
ansiosi e diffidenti di Jeri stentavano ad accedere. La sua compagna le
prese le mani «Ascolta, tutti possiamo sbagliare.
Però per
fortuna abbiamo la possibilità di comprendere i nostri passi
falsi, così da non
ripeterli.»…«Ahhh, secondo
me qui sei tu che stai sbagliando!!» specificò
Jeri
scrollandosi la presa e camminando più in là
«Perché dici
questo…?»…«Ma
perché in questo modo te lo farai portare via!! Ricorda Rea,
i
nemici sono sempre dietro l’angolo, non si può mai
abbassare la guardia!! Noi abbiamo il cuore pieno di sogni e
aspettative per il futuro…
…e loro
non attendono altro che saltarci addosso per rubarceli, io
l’ho
provato!...mi avevano sottratto tutto, persino il mio
aspetto…mi
hanno confinata in una prigione e hanno creato un intero esercito di
replicanti, al cui operato io dovevo assistere impotente!! Mi sono
promessa…che mai, mai più un nemico avrebbe avuto
vita
facile con me. Il problema è che ero troppo debole!! Se
continueremo a essere così, a intestardirci ad assomigliare
alle
eroine candide e dolci dei cartoni della nostra infanzia gli avversari
se ne approfitteranno!! Ero una bambina…
…come
tutte.» affermò con le lacrime agli occhi, e lo
sguardo
che sfuggiva per vagare nel cielo «Piena di…paure,
così come di sentimenti dirompenti come geyser! Si sono
approfittati della mia fragilità…amavo le storie
a lieto
fine, mi piaceva fantasticare sugli eroi e sull’amore eterno
e
cosa ne ho ottenuto? Che tutto questo è diventato il mezzo
per
schiavizzarmi. Il D-Reaper ci andava sicuro, lui di certo mi vedeva
come una bamboletta senza forza né spina dorsale. Una facile
preda…per edificare un mondo d’orrore.»
fissando
più in là, con sguardo che ardeva
«…da
allora ho giurato a me stessa che qualsiasi nemico avrebbe tremato alla
mia vista, e al solo eco del mio nome…!!...»
stringendo un
pugno di decisione «Solo così…soltanto
in questo
modo sarei stata certa di non perdere più quello che molto
faticosamente mi sono conquistata…!!...e tu!!»
puntandole
il dito contro «Tu con questo atteggiamento da mogliettina
fedele
e fiduciosa non ti rendi conto che non fai che dare campo libero al
fantasma di quella maledetta, che a quanto pare ancora aleggia fra noi
se Henry non l’ha dimenticata! Ti comporti come una sciocca,
io…è per il tuo bene che ti parlo,
perché
nonostante ci si conosca da poco io mi sono affezionata a
te…» ponendole le mani sulle spalle, ma Rea scosse
la
testa «Non sono d’accordo con quello che
dici.»…«Oh…?»…«Io
penso
che se c’è qualcosa che ci ha veramente aiutato,
questa
è la fiducia reciproca, e il credere che il rapporto che ci
lega…non sia un’illusione…
…ma
qualcosa di vero, e pronto a scintillare di magia quando è
necessario! E’ questo che ci distingue dai nemici, se
continuiamo
a esser schiavi di paura e diffidenza, finiamo per restare soli! E
rischiamo…di diventare come
loro.»…«Ah!!» quelle parole
sembrarono
spaventare Jeri, alla quale stavolta fu Rea a porre le mani sulle
spalle «Ascolta. Anch’io ti voglio bene, e fino dal
primo
istante ho avuto l’impressione che fossi una brava ragazza,
piena
di qualità. Io posso comprendere il dolore che tu devi aver
provato in passato…ma adesso hai un Digimon che ti vuole un
bene
sincero, e non solo lui! Hai anche il cuore di un ragazzo che da anni
palpita soltanto per te. Segui il mio consiglio, lascia andare il
risentimento, può farti male. Se Takato ti parlasse come
Henry
ha fatto con me questa mattina, non ti fideresti…? Io credo
sia
impossibile…
…l’amore è
fiducia…!» ma Jeri
scostò il capo «Ahh, tu non puoi capire! Non sai
cosa
possa aver passato!»
Rea si pose una
mano vicino al cuore «…però sono pronta
ad
accoglierlo. Perché non me ne parli…? Anche a
distanza di
anni le ferite si possono curare.» ma Jeri le dava le spalle
«…s…sarebbe inutile! Non riusciresti a
comprendere
cosa si può sentire, tu hai avuto una famiglia che ti ha
voluto
bene, hai dei genitori uniti e per fortuna ancora vivi! Mentre
io…
…io visto
disgregarsi il mio nucleo, so che cosa vuol dire, che amaro sapore ha
questo bicchiere!! Soltanto le creature che hanno sperimentato la
solitudine possono comprendere davvero i miei
sentimenti…!»...«Tu non puoi sapere
quante
volte…
…io non
mi sia sentita capita dai miei
genitori!»…«Oh?»…«Sì
è vero, sono ancora vivi e si vogliono bene, e di questo
ringrazio il cielo! Però la crescita…è
composta
anche dal collage di…tanti momenti di solitudine, in cui una
persona giovane non sa a chi confidare i suoi problemi. Il proprio
padre e la propria madre…alla fine ti vogliono sempre in un
certo specifico modo, diverso da quello in cui sei. Gli amici sono rari
e spesso non ti ascoltano, e gli animali!...
…benché più fedeli nei loro gesti non
hanno il
dono della parola, per sbrogliare la complessità che a volte
lega i tuoi sentimenti. Non si può giudicare
superficialmente,
ognuno anche se si mostra felice ha i propri momenti di
oscurità
e vuoto. Ognuno, Jeri, ha la sua prigione e i suoi
fantasmi…il
suo
D-Reaper…»…«Oh!»…«…e
circa quello vero, che ha scritto la storia del mondo
digitale…
…perdonami se mi intrometto…io non vi ho avuto a
che fare
direttamente, all’epoca non ero ancora una domatrice di
Digimon.
Ma ho condotto studi sul campo: e per quanto ne ho tratto…si
trattava di un agglomerato di dati mosso da un comando orientato alla
cancellazione. Non di un essere in grado di pensare…provare
sentimenti…
…e architettare un piano per raggirare una persona fragile,
forse non hai motivo di credere che abbia voluto ingannarti di
proposito!» facendosi più vicina, con
atteggiamento
nonostante tutto premuroso. Lo sguardo di Jeri però era
sconvolto, come se quelle parole creassero un terremoto sulle sue
sicurezze «Il fantasma da cui ti difendi potrebbe non essere
mai
esistito, non vale la pena di alzare barriere verso il mondo
poiché braccati dal suo ricordo: la fragilità che
ci
spaventa davvero…si trova dentro di noi, non
all’interno
di un programma per computer.»…«Ora
basta!! Che
cos’è la tua, una lezione di informatica?!! So
benissimo
chi era quel mostro, e anche se non sono laureata mi basta la mia
memoria per avere un idea ben chiara di cosa fosse capace di fare!! Non
permetto a nessuno che mi si dica come devo o non devo ricordarlo,
perché certi ricordi sono soltanto miei!!...»
avanzando
orgogliosa, ed affermando «Ed ora sono abbastanza adulta per
assegnar loro il volto più consono!»
In quel momento
si udiva la voce di Terriermon «Reaaa!!! Ahahaha, sto
cercando la
mia seconda domatrice, tu l’hai vista per caso???»
tanto
che la giovane dai capelli neri, seppur dispiaciuta, dovette realizzare
che non vi erano altre parole con cui farsi capire dalla sua compagna
dai capelli castani che più neanche la guardava.
Sicché
decise di allontanarsi per raggiungere il suo Digimon, ma nascondendo
lo sguardo sotto la frangetta mormorò
«…”nessuno può vivere da
solo”, diceva
il ritornello di un vecchio videogioco…»
Ma Jeri guardava
l’orizzonte smuovendo i suoi capelli con la mano
“Io non mi
farò mettere i piedi in testa…!
Diventerò forte, e
molto coraggiosa! In questo modo sarò in grado di preservare
me
stessa e coloro che amo da quell’agghiacciante sensazione di
solitudine! E’ la cosa peggiore che si può
provare…e io non la proverò mai una seconda
volta, costi
quello che costi!...
…non ho
paura. Io sono una domatrice di Digimon…” mentre
attorno a
lei soffiava il vento, e volavano le sfere rosa di polvere informatica
“…e sono adulta. Non ho più bisogno
della mamma che
mi rimbocchi le coperte, posso farcela da sola! Ho sperimentato gioia e
sofferenza…ho tutto il necessario per camminare in piena
indipendenza. Non necessito né di una
mano…né di
parole di conforto. Sono io quella che deve pronunciarle, io quella che
può guidare gli altri! Sì…io
sarò la
più grande. Jeri
Katou
sarà un nome immenso, che risplenderà nel cielo
di
Digiworld come un astro immortale! Tutti mi conosceranno, ogni Digimon
e anche tutti gli appassionati! Il mio nome non tramonterà,
resterà nella storia. E’ questo il destino che mi
spetta…dopo aver perduto Leomon, questo è questo
che
davvero avrebbe voluto per me!! Non deluderò il mio antico
Digimon…
…io non mi fermerò di fronte a nessun ostacolo, e
abbatterò qualsiasi nemico.” allungando lentamente
il
braccio destro, e ponendo le dita a pistola nel tentativo immaginario
di sparare un colpo. Sembrava sentirsi a suo agio, compiaciuta di se
stessa, tanto che dopo soffiò il fumo dalla sua arma
composta di
sogno «Ma sì, può
andare…»
ponderò con sguardo orgoglioso e di sfida «Devo
smetterla
di farmi tremare le gambe, in fondo non ho niente da temere. Ben presto
tutti i miei compagni si accorgeranno di chi sono, e di quello che
valgo! Devo finirla di confinarmi nelle retrovie, da questo momento
nessuno potrà togliermi la prima linea.»
sicché si
diresse a passo deciso verso l’entrata del
Grand’hotel,
dove c’erano anche i suoi compagni.
«Allora, che stiamo aspettando? Quali sono le coordinate del
fascio per il campo indefinito?!» ma Snowhitemon le
parlò
«Jeri, hai saputo? Ryo ha lasciato il
gruppo.»…«Come…?!»…«E’
così, lui e Cyberdramon sono tornati momentaneamente sulla
terra. Pare che stanotte abbia avuto un
malore…così ha
deciso di farsi visitare da un medico. Però ha promesso che
torneranno al più
presto…»…«Ah…!...ma
è
incredibile!! Un Digimon e un domatore in meno!!»
esclamò
la ragazza «Ma Ryo non poteva aspettare?! Si atteggia tanto
come
quello dalla tempra eternamente giovane e poi ecco i risultati, al
primo malessere si dà alla macchia: certo che è
proprio
vero che da un certo punto in poi i codardi si scoprono in
oro!...vorrei tanto vedere che altra pensata hanno fatto Kazu e Kenta,
e ora a noi ci tocca anche ad andarli a salvare!» ma volgeva
le
spalle alle scale d’ingresso, dalle quali stavano scendendo
Rika
e Renamon. Entrambe si bloccarono all’udirla parlare, e la
domatrice dai capelli rossi adagiò i suoi occhi sulla
compagna,
che dopo poco si girò accennando «E
tu…? Che hai
stamattina…?» con una percepibile nota di
sufficienza.
Renamon volse il
capo dal lato opposto, in un atteggiamento di inquieta riflessione,
mentre Rika scese i pochi gradini, rispondendo seria
«…niente. Perché me lo
chiedi…in quel modo
poi…?»…«Uh, hai una faccia!
Considerato poi
che questa mattina ognuno ha le sue strane idee!»
passeggiando a
braccia conserte ed elencando «Abbiamo…! Due
domatori
dispersi in un luogo inutile e inospitale, un terzo che se ne parte per
una…banale influenza stagionale!! Ci manca solo che qualcun
altro si offra, c’è un Digimon o un domatore che
magari ha
dormito male e oggi desidera prendersi una vacanza?!! Ragazzi forse qui
non avete capito, bisogna pedalare, è una missione seria
quella
in cui siamo impegnati!!» Rika stava prendendo fiato per
rispondere ma in quel momento arrivò Suzie
«Rika!!!
Accidenti come sei bella questa mattina, sembri quasi…una
zingara! Come sono belli i tuoi orecchini, potrei sapere dove li hai
comprat-»…«Ryo non ha
una…”BANALE
influenza stagionale”…!»
precisò Rika rivolta
a Jeri per poi mormorare «Ptsss, scusa Suzie…poi
parliamo
di sicuro dei miei orecchini.» scendendo altri gradini,
mentre la
sfida e la superiorità nello sguardo di Jeri non accennavano
a
calare «L’ho visto io, ero presente quanto mi
è
svenuto davanti agli occhi. Non so cos’abbia, lui lo
attribuisce
allo stress. Ma il fatto di ritirarsi è stato
l’atto
più…nobile…e più maturo che
si sarebbe
potuto compiere.»…«Mah…! Per
me ha sbagliato,
se ognuno di noi si ponesse dei così stretti limiti di
resistenza nessuno si adopererebbe per Digiworld.»
Snowhitemon
provò a intervenire «Andiamo, Jeri…!
Non mi sembra
il caso di parlare in questo modo!» ma in quel momento si
udì un'altra voce dall’interno
dell’albergo
«Scusate!! Ho fatto tardi, vi prego di perdonarmi, ma ho
cercato
informazioni sul campo digitale e il mio telefono si è
bloccato!» Henry rispose «Non ti preoccupare
Takato, anche
noi stavamo facendo lo stesso.»
Il ragazzo scese
agilmente i gradini «Grazie Henry!...eccomi qua, io sono
pronto a
partire. Cindermon? L’avete vista?»
Rika e Jeri
erano ancora occhi negli occhi, quando all’arrivo di Takato
la
prima si ritirò, e l’altra alzò lo
sguardo,
accennando un sorriso sollevato alla vista di lui
«Oh…ciao.»…«Come ti
senti questa
mattina…?» sussurrò il ragazzo
carezzandole i
capelli «Io…? Bene!» replicò
lei
«Sicuro?» chiese Takato con sguardo eloquente,
fissandola
negli occhi, ma lei «…te lo assicuro! Stavo
infatti…parlando con gli altri riguardo a certe cose sul
piano
odierno, e vorrei che anche tu mi dessi ragione circa il
fat-»…«Eccomi, scusate!!!»
giunse Cindermon
«PuuuuuuUUUF! Uno dei piccoli di LadyWizardmon si era
imbucato
nelle cucine, una faticaccia per stanarlo! Ecco: rediviva! E pronta
all’azione.» parole alle quali seguì un
deciso cenno
d’intesa con Takato…
…sul quale il sorriso di Jeri si spense, inghiottito da una
profonda serietà. La mano scorreva tra i capelli, e lo
sguardo
cercava di scavalcare i turbamenti interiori per mostrarsi sicuro.
«Ti
stavamo tutti aspettando!» scherzò Takato con la
sua
Digimon, la quale «Cindermon è finalmente
arrivata! Lo so
la sottoscritta è una star!» al che Jeri
iniziò a
guardarsi intorno e a chiamare «Beelz---Impmon!!...
…Impmon!!!...accidenti, ma…?!!...dove si
sarà
cacciato?! Impmon!!»…«Ah! Uff, puff!
Eccomi,
perdonami Jeri!» arrivò in tutta fretta il
folletto viola
«Si può sapere dov’eri?!» ma
Terriermon
scherzò «Ahah, momentai! Era con me, mi prendo io
la colpa
di tutto! Uooouuuuu, ahahahahah! Eccomi, pronto anch’io
all’appello!»
Jeri bisbigliò
Mentre Renamon
li fissava «Rika…che è successo
prima?»…«…niente, eccetto che
qualcuno mira a
soffiarmi il titolo di quella che perennemente si alza col piede
sbagliato, fra i Digimon Tamers.» replicò la
ragazza con
un velo d’ironia con cui cui cercava di esorcizzare il suo
vissuto sentimentale, mentre Henry le si accostava «Rika,
allora
ci siamo.»…«Uhm!
Novità?» fece la
ragazza sporgendosi a scrutare l’Ipad
«Sì: i fasci
per il campo indefinito sono ai confini del settore. Dobbiamo camminare
un po’.»
Intanto Impmon
«Biodigievolvere? Ma Jeri, tu non avevi una grossa
prevenzione
verso Royalmon?»…«Che vorrebbe dire?
L’ho
superata! Cos’è, solo perché ero
perplessa circa
l’aspetto del Digimon in cui mutavo mi sono bruciata la
possibilità di biodigievolvere? Neanche per idea amico, io
ci
tengo se permetti alle mie risorse!» tornando a sfoggiare uno
sguardo convinto «Impmon, ho deciso! D’ora in poi
il ritmo
per noi sarà ancora più serrato! Non lasceremo
alcuno
spettatore deluso.» avviandosi più in
là,
lasciandosi dietro uno spiazzato Digimon
«Ma…aspetta un
attimo, Jeri! Io non ho ancora l’energia necessaria per
passare
al nuovo livello!»
Renamon teneva
gli occhi fissi su di lui, che piegava le braccia sconfortato e
intimorito. Quando Rika desunse
«D’accordo…ho
capito.» dalla consultazione dell’Ipad, e anche
Takato si
aggiunse a loro «Allora ragazzi: ci siamo?!
L’obiettivo
è chiaro?» restando a parlare con Henry
«Sì
Takato, osserva qui.»…«Questa assenza di
Kazu e
Kenta mi preoccupa…ma è inutile pensarci.
Dobbiamo…procedere!»…«Vedrai,
andrà
tutto bene.» lo rassicurava l’amico…
…mentre
Rika accennava alla sua Digimon «Imagomon di sicuro
avrà
protetto gli altri ma ora non preoccuparti, tutti ci
riuniremo.»…«Comincio a
temere…Rika: è
possibile che stavolta sia io a percepire una sensazione
inquietan-»…«Rika! Puoi venire un
attimo, ti
spiace?» la chiamò Takato, e lei si
congedò dalla
sua Digimon «Scusa…ma dopo il consulto col marito
appagato
sentiamo cos’ha quest’altro fidanzato
felice…uhm?» con furba ed eloquente occhiata a cui
seguì il suo volgersi «Allora, chi è
che invoca i
consigli di questa leggenda…?» alludendo
ironicamente a se
stessa, mentre Takato scherzava «Uhmuhmuhm! Sottolineerei
“vecchia”
leggenda!»…«Non posso dirti
invece cosa io, sottolineerei…!» fece lei con la
allusiva
noncuranza, dando occasione sia a lui sia ad Henry di riderci sopra.
Renamon la osservava a distanza meditando “Rika…so
che sei
preoccupata e delusa ma nonostante tutto cerchi di non farlo pesare su
nessuno. Anch’io…devo cercare di impegnarmi a fare
lo
stesso!” provando a respirare profondamente, ed evocare tutte
le
sue forze.
«Ce la
fai, Guardromon? Sei stanco, amico mio?» era la domanda di
quel
premuroso domatore dai capelli castani e il cappello scuro
«Oh-Oh-Oh-Oh---no! Resisto!» ribatteva il tozzo
Digimon
robotico dandosi una spinta per scalare quella sporgenza di detriti
«Povero Guardromon…» Kazu gli
carezzò il
capo, riconoscendo «…non ti sei fermato un minuto.
Sei
davvero una tempra forte sotto il tuo aspetto docile.» ma il
robot digitale gli sorrideva «Sarà che sono
insieme a te,
che non mi fai mai mancare la speranza, così è
come se le
mie vene si riempissero di benzina tonificante!» Kazu
ricambiò il sorriso «…non sai quante
volte durante
la crescita avrei sperato di udire questo da mio padre: io mi
comportavo nella stessa maniera! Con lui però…non
attaccava. Ma del resto è inutile pensarci adesso, toglie
solo
il coraggio quando invece ci serve davvero tutto quello che abbiamo,
credimi.»…«Presente
all’appello: ho tutto il
coraggio necessario!» scattò
sull’attenti finendo
per darsi una botta in testa da solo
«Ouch!»…«Ahah, attento, puoi
cadere.»
Gli occhi
di Kazu si smarrirono nel vortice bluastro che circondava quei miseri
isolotti su cui si trovavano: il percorso lasciato alle spalle non era
che una flebile scia di “macchie metalliche”
sospese nel
vuoto. Ma ce l’avevano fatta, insieme e senza volare, a
raggiungere il punto più alto. Il ragazzo si
sfilò il
cappello e scrutò più in là con i suoi
occhi blu
intenso, ponendosi la mano là dove anni prima stava la sua
visiera verde «Vedi qualcosa, Kazu?» gli
domandò
Guardromon, e lui rispose «Là tutte le cariche si
riuniscono…forse è un punto che fa da nucleo
elettrico
all’intera struttura. Possiamo solo andarci e sperimentare,
del
resto la strada alle spalle è bloccata. Indietro non si
torna…» avanzando col suo passo leggero,
nonostante il
pericolo «Te la
senti…?»…«Oh…?»
fece
semplicemente Guardromon. Ma poi gli si accostò. E gli prese
la
mano. Confortato dalla sua presenza, il ragazzo espresse
«…l’unico che mi preoccupa davvero
è Kenta:
ci siamo separati nelle peggiori circostanze. Mi auguro davvero che
stia bene…
…e che
Guardianmon nonostante il suo sporco passato abbia rivelato un cuore
umano…e si stia prendendo cura di lui.»
Là dove
Kenta e Defendermon stavano agilmente procedendo, il vortice aveva
tonalità rosse e le cariche erano palle di fuoco
«Ce la
fai?» chiedeva il Digimon
«Sì!» rispondeva
tempestivo il domatore «Attento qui!» di nuovo il
ragazzino. E Kenta saltava da quella piattaforma rocciosa che alle sue
spalle fu presto liquefatta da un geyser di lava: i suoi occhi la
osservarono attoniti «…se solo avessi ancora i
miei
occhiali…
…per
quanto possa sembrare assurdo in simili circostanze sono le cose
più banali che ti
occorrono.»…«Stai mostrando
un grande sforzo di volontà: nonostante i tuoi limiti ti
impegni
a proseguire.» ammise il ragazzino digitale con una fermezza
che
oltrepassava gli anni dimostrati «Io…ho sempre
agito
così.» replicò assorto il domatore, dal
volto
acceso da quella danza di lingue di fuoco. Là dove si
trovavano
assomigliava all’interno di un vulcano, e Defendermon fece
avanzare i suoi stivali sulla lunga roccia sulla quale ora posavano
«Anch’io! Quando ho scoperto di esistere ignoravo
perché fossi stato creato! I primi istinti mostrati da un
Digimon conducono al combattimento, ma non mi sono mai arreso nel
cercare qualcosa di più profondo, di più
speciale…»
La sua voce
suonava morbida, sul gorgoglio della lava…e Kenta non
smetteva
di osservarlo con occhi incredibilmente stupiti.
«…ad un
certo punto, quando mi ero ormai dato per vinto ed ero pronto ad
impugnare una spada per trasformarmi in una macchina
distruttiva…arrivò lui: era un domatore umano, e
mi tese
la mano…» muovendo lo sguardo attorno a
sé
«…proprio quando il costante pericolo di questi
luoghi ci
avvolgeva, circondando le nostre vite!» descriveva con
passione e
orgoglio. Kenta gli chiese prontamente «Era un ragazzino?!...
…un
giovane domatore
prescelto?»…«No!»
replicò Defendermon, muovendo qualche passo
«Quelle lo
erano le mie altre due compagne! Le domatrici dei
Digimon…che un
giorno scoprii avrebbero combattuto, viaggiato…rischiato al
mio
fianco: Muskmon…
…e
Cyclemon. E le loro compagne umane…così piccole e
fragili…» Kenta dilatava gli occhi
«…Cyclemon!! Il padre di Cindermon e
Diamon!»
Defendermon lo
guardò con occhi assorti, svelando «Ha
sposato…la
sua domatrice una volta
cresciuta.»…«…
…come Yuki…ha sposato
me.»…«Ma il mio
domatore era diverso.»…«Come, in che
senso?!»…«Lui era un uomo! Un padre di
famiglia…»
Kenta era
stupefatto, e si lasciavava guidare da quelle parole «Lui
aveva
lasciato sulla terra un figlio dell’età delle
altre
domatrici.» Il più grande sussurrò ad
occhi bassi
«…nonostante fosse…un uomo…e
un padre lui
riusciva ad attivare un Digivice, e a comunicare con i
Digimon.»
al che l’altro confermò «La sua vita era
stata
stentata e difficile!...ma aveva ancora una grande speranza. Questa
faceva illuminare il suo cuore…lui desiderava…
…un mondo popolato da amici come noi…»
mentre le
luci fiammeggianti evidenziavano quel lucido d’emozione e
commozione negli occhi di quel ragazzino dai ricordi paradossalmente
tanto estesi.
«…come me e i miei compagni…»
accennò
Kenta «…anche noi abbiamo affrontato le
avversità
della vita per ritrovarci uomini, a Digiworld.»
Defendermon non disse nulla, attese il fluire dei suoi pensieri.
«Tutto quello
che abbiamo passato…ha finito per fortificarci, e in un
certo
senso, se così si può dire… anche le
sofferenze,
che sono state tante…hanno lavato il nostro cuore, e
purificato
le nostre speranze. Attraverso il lungo cammino il
nostro…amore
per il v…
…per il
vostro mondo…si è rafforzato.» alzando
ora uno
sguardo simile a quello dell’altro, altrettanto assorto
«Io
da bambino ero incantato da Digiworld, ma sento che
adesso…quello che provo è più
profondo. Ho udito
Kazu dire altrettanto…e posso capirlo più che
mai: io amo
questo mondo! Ma…non come si ama un qualcosa che appassiona
e
dà emozioni per un tempo limitato, quello di una serie o di
una
puntata! Io amo Digiworld…
…come
qualcosa che è per sempre, per tutta la vita! Riesci a
capirlo…?»…«…uhm…mi
rincuora
che almeno qualcuno si sia servito del dolore che ho arrecato per
rafforzare l’amore che vi unisce.»
Kenta
orientò lentamente lo sguardo verso di lui, e lo
fissò a
lungo senza dire niente. Defendermon attese pazientemente, fino a che
il ragazzo disse «…q-quanto devi aver sofferto
per…
…la morte
del tuo domatore: chi è stato ad
ucciderlo…?»
Defendermon
dilatò a poco a poco i suoi occhi…e Kenta
percepì
quella paura istantanea, tanto che ebbe un sussulto. Ma il giovane
Digimon esclamò «Alle tue
spalle!!»…«Oh?!!» il ragazzo
si volse.
Le zolle di
terra si disgregavano, la lava era agitata ed il soffitto tremava,
sembrava in procinto di crollare «Che
succede…?»
fece Kenta, e Defendermon rispose «…le correnti
stanno
cambiando…
…conosco
questo fenomeno: qualcosa…o qualcuno attenta alla struttura
del
campo indefinito!» correndo fino ad accostarsi al ragazzo,
sul
ciglio del baratro «Accadde lo stesso quando i soldati del
Regno
abbandonato sferrarono l’attacco distruttivo, la loro
speranza
era...seppellirci tutti nel caos del
vortice!!»…«Che
cosa si può fare?!» chiese il ragazzo esprimendo
volontà e coraggio, e l’altro si volse attonito a
fissarlo
«Non ci rimane che fuggire, e sperare di individuare la causa
di
alterazione al termine del sentiero! Una volta
scovata…sperare
di poterla
rimuovere.»…«D’accordo, che
aspettiamo?!» ma Defendermon gli prese la
mano«Dovremo
essere molto uniti: ascolta…(canzone: Giorgia
- With you)
…su di
noi trasmettevano dei cartoni, vero…?»
accennò il
giovane assieme a un lieve sorriso «Io…non ricordo
di
essermi accostato mai a questi, scegliendo di rimanere confinato alla
guardia dei cancelli: temevo che storie del genere avrebbero alimentato
in me il desiderio di tentare di nuovo. Umani & Digimon: era
stato
il binomio di una tragedia che non volevo ripetere. Per questo vi ho
tenuti distanti ma adesso capisco…
…che
forse le battaglie non sono due, tre o chissà quante ma
è
unica…quella che si disputa per il nostro futuro e rende
tutti
noi…compagni…
…di
un'unica…grande
squadra.»…«…che cosa
è stato a fartelo capire…?»
sussurrò Kenta
senza smettere di scrutarlo, e il ragazzino rispose senza esitazione
«L’amore di quegli umani che hanno scelto di essere
i miei
genitori: mi sembra di sentirlo pulsare dentro di me…anche
se
siamo lontani. Tu non senti, Kenta…anche da questo inferno,
l’amore di quei genitori…
…che io ho ricattato?»
Il domatore
abbassò lo sguardo…replicando in un sussurro
insicuro
«…il pensiero della mia mamma…e del mio
papà
non mi abbandona mai…»…«E
allora aggrappati
ad esso!!» esclamò Defendermon in un moto di
sentimento e
speranza che stupì l’altro ragazzo
«E…resta
ben saldo alla mia mano. Proviamo a fare come in quei cartoni, te la
senti…di fidarti di
me…?»…«Sì…»
rispose Kenta
accennando un sorriso, e svelando «Ho fiducia
sufficiente…per credere che seguirli sia la strada
giusta.»…«Allora andiamo.»
Sullo sfondo del
fuoco, l’elegante mano di quel distinto domatore si
intrecciò col guanto iridescente del ragazzino digitale, che
gli
sorrideva grato e pronto ad accogliere nel cuore una nuova
verità.
Quei genitori
non di sangue a cui Defendermon rivolgeva il pensiero, si trovavano
anch’essi nell’abbraccio del vortice
«Forse ci siamo
allontanati troppo Mitsuo, sarebbe il caso che tornassimo da Imagomon:
sono preoccupata per lui, anche se è un
Digimon…ora
è troppo in pensiero per la sua
famiglia.»…«Riley, dove
sarà…?»…«Oh? Non
devi tormentarti,
vedrai che lo troveremo presto!» la donna si
aggrappò al
suo braccio, cercando di riversargli la speranza che aveva negli occhi
«Più è lontano
più…sento affetto per
lui!!» confessò il biondo uomo, e lei
«Anch’io…è per questo che
capisco
Imagomon.»…«Possibile che sia successo
proprio a
noi?!» chiedeva lui, ma lei sorrideva
«Perché? Solo
perché siamo razionali studiosi del mondo digitale non
poteva
succederci di affezionarci a un Digimon? Tanto
più.»…«…ma io
sento che non lo amo
come un Digimon! Sarà forse…il suo volto che
ricorda il
mio, quei capelli così simili ai
tuoi!»…«Lo
so…» lei gli carezzò il volto
«Lo ami come un
figlio, proprio come me: dal primo giorno in cui l’ho trovato
in
quel cassonetto.»…«Il suo passato non
conta, sento
che non mi importa! A parte…
…i suoi
ricordi più cari si intende. E lui ne ha alcuni. Come li ho
io.
Come li abbiamo tutti noi!»
Il volto buono e
amabile di quella donna dai capelli rossi era sempre pronto ad
ascoltare e condividere ogni pensiero. Ad un tratto con i suoi occhi
profondi accennò
«Guarda.»…«Oh?»
e lui scostò i suoi occhiali da sole.
Oltre la
sporgenza che avevano scalato, c’era un vuoto sul quale
fluttuavano resti di costruzioni «Sembrano
case…»
ipotizzò Mitsuo, e lei chiese «E’
possibile che ci
siano state abitazioni, qui?»…«Non
credo…hai
visto le condizioni di abitabilità. Però
è
possibile che siano state risucchiate da altri settori…dopo
la
distruzione che ha colpito Digiworld. Una specie…
…di
cimitero…fluttuante dei tentativi
falliti.»…«E’
triste…ma fa parte di
quelle cose che si ha bisogno di
vedere.»…«Te la
senti di andare un po’ più su?» propose
lui
«Forse dall’alto si vede
meglio.»…«…certo.»
Così fecero.
E dandosi
la mano per scalare le rocce, raggiunsero la sommità della
scogliera fluttuante: là i detriti attorno a loro erano
talmente
tanti da sembrare palloncini, abbandonati in cielo durante una festa.
«Guarda
Mitsuo!»…«…osserva tu, Riley.
Questo…
…merita un istante di silenzio e un bacio.»
C’erano
anche peluche e giocattoli infranti, a fluttuare nella dolce corrente.
L’uomo illustrò «E’ la parte
di Digiworld che
sceglo. Non sarà un’alba o un suggestivo tramonto,
ma
è molto di più: cosa più di questo
può
testimoniare che i Digimon sono veri? Che sono vivi, e che provano
sentimenti come noi!»
Tra le
braccia di Riley si adagiò per poco una pecorella di peluche
che
poi volò via «O-Oh…!»
«Ti chiede
solo una lacrima…» disse Mitsuo, asciugandosi con
distinzione gli occhi «…ma in cambio ti regala la
forza di
andare avanti. Quelle creature non vorrebbero che ci fermassimo: in
onore dei loro tentativi di sopravvivere dobbiamo proseguire, non
arrestarci di fronte alle avversità. Questo…
…dal nostro osservatorio a Hypnos non avremmo mai potuto
osservarlo: neanche grazie alle tecnologie più
evolute.»
Ma tra le
mani della donna scivolò un oggetto, sicché
sorrise e
rispose «Però anche noi vi eravamo in contatto, e
c’è un posto anche per il nostro passato in questo
fiume
eterno: guarda
Mitsuo…»…«E’ una
penna…»…«Già,
è quella di
Tally, la riconosco: ti ricordi? La usava sempre. Dovrò
restituirgliela quando torneremo, era così dispiaciuta per
averla persa.»
Quel
pensiero strappò loro un sorriso e si strinsero
più
vicini, un bacio era ormai prossimo…
…quando d’un tratto «Oh?!»
Mitsuo notò
qualcosa a terra «Ma
questo…!!»…«Cosa
c’è?!»…«Leggi,
Riley!»
Sul terreno c’era un incisione che sembrava molto antica.
Riportava le scritte: “HIDEKI”
“GUARDIANMON”
«Mio padre…» dilatò gli occhi
l’uomo
«Ma allora…lui era il suo Digimon!!»
Riley era attonita per l’emozione.
«Hideki…cioè, Guardianmon, il nostro
Defendermon!!
Era il Digimon di mio padre!» per poi alzare gli occhi verso
l’alto «Ah, questo è il
destino!!»
E
sollevare incredulo il Digivice a forma di maschera, al quale si
aggrapparono le mani della commossa moglie (fine-canzone)
Ma ormai era una
moltitudine di detriti a circondare il tetro Nemesimon, formando anelli
e spirali di ferro, sospinti da una forza sempre più
vorticosa.
Il Crocevia del vento altro ormai non era che cenere.
Ma niente
sembrava provocare una minima mutazione sul volto imperturbabile di
quella volpe incappucciata, che compì un gesto di mano,
sembrava
tracciare forme nell’aria: il risultato fu la sua elevazione
sempre maggiore, ed il suo intento pareva essere raggiungere la
sommità di quel cielo di scariche, lasciando soltanto un
vortice
inarticolato sotto di sé.
Diamon stava
solcando il vortice dai contorni verdini “a bordo”
dell’imponente e volante MarineAngemon, che però
d’un tratto
«Ahhh!!»…«Che cosa
è
stato?!» esclamò la ragazza dal volto di gioielli
«Ti sei fatta male, amica
mia?!»…«Ho preso una
scossa, è come se ci fosse una barriera
invisibile!»
gemette la serpentona.
Improvvisamente
il vortice cambiò colore e si fece blu come la notte
«Ahhh! Oh mamma: qualcuno ha spento la luce!»
esclamò Diamon portando le mani alla bocca. Ma il vecchio
Cyclemon dietro di lei, i cui occhi si svelarono fosforescenti nel
buio, definì «Qui sta succedendo
qualcosa.»…«Molto illuminante
papà! Se
aggiungevi anche “qualcosa di terribile” ti davo
direttamente il premio!» con voce tremula, ma in fondo
affettuosa
tanto da strappare «Uhmuhmuhm!» una risata
all’anziano Digimon che di certo non mancava di contegno, ed
affermò «Dobbiamo tornare indietro: qui di certo
non si
può proseguire. Questo è il campo
indefinito…ragazze: ve l’ho detto che sarebbe
stata una
vera spina nel fianco, ma noi non ci arrenderemo e continueremo a
cercare chi abbiamo smarrito. Sarei onorato di mostrarvi con tutti i
crismi il luogo dove ho disputato la mia prima battaglia…ma
purtroppo…
…a
intimorirmi sono le sfumature anomale del suo colore ancora
così
vivo nei miei ricordi: sembrano testimoniare una manomissione
artificiale.» Diamon sobbalzò «Che cosa
vuol dire?!
Che mentre noi siamo qui a disperarci per trovare i nostri cari
qualcuno sta cercando di tagliarci il filo di
Arianna?!»…«Rara efficacia espressiva,
Diamon.»…«Booaaaahhhhhhhhh! Rimpiango di
vantare un
simile talento! O-Oh,
MarineAngemon?»…«U-Ugh! Non
posso proseguire!!...
…m-mi
viene da vomitare?!» stringeva i denti sofferente
«AH!!
MARINEANGEMON?!» tanto da destare un estremo panico in
Diamon,
mentre Cyclemon si manteneva saldo.
Kenta e
Defendermon balzarono, rotolando tra pareti di roccia un attimo prima
che un’esplosione di fuoco e lava disgregasse il sentiero
appena
percorso. Da terra, i due constatarono ciò che il ragazzo
umano
mise in parole «Non si torna più
indietro…»
Defendermon
stringeva gli occhi, proteggendo strenuamente quel piccolo Digimon
draghetto che teneva tra le mani. Kenta si volse «E
quello…? E’ da prima che lo vedo con
te…ma poi era
sparito, e pensavo di essermelo
immaginato!»…«Lo
nascondevo…sotto la mia
armatura.»…«Lo hai
trovato qui, nel campo
indefinito?»…«…è
uno dei figli…
…di
Cyberdramon!»…«Cosa?!» Kenta
restò
sbalordito.
Il malinconico
volo dei detriti attorno a Nemesimon, condusse anche un volantino con
la scritta WANTED
in prossimità del primo piano di un gatto digitale, i cui
occhi lucenti sbucavano come fari dal lucido pelo nero.
La creatura
armata di falce lo scrutò con la coda dell’occhio,
per poi
negargli ogni attenzione e riprendere a concentrarsi nella sua opera
distruttiva.
Ma una gatta
uguale a quella raffigurata, osservava da lontano il suo svolazzante
manto nero, posando le zampe su una roccia galleggiante
«Ahh…! Sta distruggendo tutto! E intanto mi stanno
cercando…» piegando angosciata il suo capo bardato
di elmo
«Ti prego, sbrigati Defendermon! Non so se arriveranno prima
loro
o la catastrofe per mano di questo Digimon!»
«Uno dei
suoi figli…?» domandava Kenta, colpito dalla cosa
«…e come ha fatto a finire
qui?»…«Quando Digiworld è
stato colpito dalla
distruzione, i suoi frammenti si sono sparpagliati ovunque. Questo
luogo ne è testimonianza…» rispose
Defendermon,
rapito in un’intima concentrazione, mentre analizzava quelle
pareti rocciose. Il domatore assieme a lui rifletté,
realizzando
«…siamo l’unica speranza per ricomporre
il
puzzle…
…forse Kazu è stato chiamato come sovrano proprio
per
svolgere quest’opera: non so come abbia
potuto…!!...parlargli in quel modo, lui è il mio
più caro amico!...
…ed io sono…felice per il meritato traguardo che
ha
raggiunto, quando adesso non potrà pensare altro che sono
invidioso di lui!!» tirando un calcio a una pietra, ma
Defendermon si volse, invitandolo con un dolce sguardo «Ora
non
perderti
d’animo…»…«Ahhh,
come
faccio?!» prendendosi la testa fra le mani «Questo
luogo
è un tunnel mortale, ci sono mia moglie ed un amico che per
me
è come un fratello dispersi in giro chissà in
quale
angolo di questa stella infuocata!! E tutto per cosa?! PER COLPA MIA,
io li ho portati qui!!»
Il ragazzino però gli prese le mani
«No…ti sbagli.
La colpa semmai è mia, tu ti sei spinto qui…per
combattere una battaglia leale.»…«Altro
che leale,
volevo…!!...volevo…!!» Quel guanto
iridescente
sfiorò il suo viso tirato dall’ansia
«…so che
volevi acquisirmi, ma la tua innata onestà ti impedisce di
dirlo. Se mi hai condotto qui è stato perché non
volevi
che altri fossero coinvolti nella lotta: non sai…come posso
capirti…»…«Oh…?»
e si fissarono,
mentre Defendermon confessava «Se avessi potuto
anch’io
farmi carico di tutto il male, ed evitare che i miei compagni
patissero. Se avessi potuto…svanire come una stella
cadente…ma in compenso conceder loro la felicità
lo avrei
fatto. E ora sarei felice, potendo contemplare il mio
dolce…e
amato domatore adulto invecchiare lentamente, e serenamente. Assieme a
suo figlio…nel ricordo di me, il suo Digimon,
giunto…quando si è ancora giovani
benché non
più ragazzini.»
Quelle parole, gradualmente, tingevano lo sguardo di Kenta di una pena
profonda per quella storia, tanto che accennò «Non
c’è…niente più, che noi
possiamo
fare…?» Defendermon sfoderò un sorriso
gentile ma
deciso al contempo «Per il momento è sufficiente
uscire da
questo labirinto. Per tornare a vedere la luce.»
così
indicò l’intreccio roccioso che si estendeva
dinanzi a
loro «Un
labirinto…?»…«Sì.
Purtroppo la mia memoria non rammenta il percorso, temo anzi che questa
non sia stata mai una tappa del nostro antico
viaggio…benché ne avessimo udito parlare, e ne
fossimo
terrorizzati.»…«Ahh!...tieni stretto il
draghetto,
non vorrei che prendesse freddo!» si premurò
Kenta,
stringendo poi gli occhi nel suo sforzo visivio per l’assenza
degli occhiali «E procediamo! Non…importa che sia
un
labirinto, ne
usciremo!»…«…sì…
…hai
ragione.» replicò Defendermon scrutando quegli
occhi
miopi, nei quali ogni minuto di più sentiva nascere i
germogli
di un’intesa.
Sul ciglio di
una sporgenza composta di terra argentea, si innalzava un possente
fascio teletrasportante. Di fronte ad esso si disponeva la squadra di
domatori.
«Dunque,
è questo?» domandava Henry. Terriermon
balzò dalle
sue braccia «U-Uhm…sì!...sì,
a occhio e
croce è questo Henry, sento una forte interferenza. In
questi
casi…mi viene sempre molto prurito ad una guancia ed un
fischio
nell’orecchio, ricordi?» Henry annuì, in
un profondo
«…altroché…» che
attirò lo
sguardo della moglie.
Un occhio
attento come quello di Renamon (benché fosse molto tesa)
avrebbe
notato che l’allusione al disturbo uditivo aveva spinto lo
sguardo di Rika verso l’alto, tra i giochi luminosi del globo
terrestre.
«Che
cosa possiamo fare?!» domandò Takato con
decisione,
incrociando le braccia. Jeri replicò «Quanto altro
tempo
vogliamo perdere? Coraggio, entriamo!» e si stava avviando
per
prima, ma Impmon tese la mano «Jeri aspetta, non andare da
sola!» al che si intromise un'altra voce
«Sì
sì sì sì, Impmon ha ragione!»
Jeri
si volse stupita. Si trattava di Cindermon, la quale insisteva
«Per quanto ridicolo possa essere mi gorgoglia lo stomaco! E
questo FIN DALLA MIA PRIMA INFANZIA è stato sintomo di
conflitti
digitali---DA PAURA, quindi è meglio prima connetterci a
quel
coso ed estrapolare una pseudo-mappa o quant’altro,
altrimenti
rischiamo di essere trasportati alla deriva! Non sapete che le correnti
del campo cambiano in continuazione?!»
I Digimon
rifletterono…e anche i domatori. Tutti, tranne Jeri che con
risata ironica «Ahah…!»
avanzò verso la
ragazza digitale «E noi ci dovremmo affidare…a una
RILEVAZIONE emessa dal tuo apparato digerente?» al che
quest’ultima subito si infastidì «Mmm!!
Per quanto a
te possa irritare cara, io sono un DIGIMON! Uhm? Realizzi?
“Mostri digitali”…eh? Mai sentiti? No
ecco quindi
che ti piaccia o no siamo fisiologicamente collegati alle variabili di
questo mondo, al contrario di VOI--UMANI!» spingendole il
dito
indosso, ma senza riuscire a piegare il suo sguardo deciso
«Hai
sentito Terriermon, no? Gli fischia…la guancia e gli prude
l’orecch-no, il contrario! Vabbé insomma il
nocciolo della
questione è che siamo in due a percepire che oltre quel
fascio
che giace tranquillo sta succedendo un vero INFERNO e noi andiamo
lì per uno scopo preciso, non per
gozzovigliare!»…«E chi ha detto che
andiamo a
divertirci?!! Sono la prima consapevole dei rischi, così
come so
che due nostri compagni sono intrappolati là dentro con i
loro
Digimon! Aggiungiamo a loro la signora e il signor Yamaki, e Imagomon
che li ha seguiti: abbiamo mezza squadra oltre quel fascio, quindi io
non ho di certo paura di proseguire! Impmon? Vieni!» ma il
folletto aveva sguardo incerto. E Cindermon la afferrò per
la
spalla «Senti!!!»…«Togli
quella
mano…»…«Molto volentieri, il
contatto con te
mi è sgradevole ma non esito a sacrificarmi, se questo
implica
l’agire con un minimo di testa in più!!»
La tensione fra le due saliva…
Poco distante,
LadyWizardmon stava contando i suoi alunni «…tto,
dieci…dodici, quattordici…» con occhi
erano
concentrati come sempre. Snowhitemon era con lei «Non ti
dispiace
prenderti cura anche di Benji mentre saremo lì? Portarlo nel
campo indefinito sarebbe veramente
pericoloso…»…«…sedici,
diciot-no,
no…! Figurati, ci mancherebbe…
…e-e poi
è un bambino così buono!!» espresse con
tono ed
espressione più ridenti. Benji si stava divertendo con i
piccoli
Digimon che gli saltavano sotto la maglietta.
«E’ come
la sua mamma e il suo papà!! Tale e quale!»
espresse
l’insegnante con gusto, e Snowhitemon «Posso
confermarti
appieno. Allora…a presto!»…«A
presto!!»
rispose lei entusiasta, ricordandosi poco dopo «Ah!
E…buona fortuna, eh!!...
…ciotto,
vent…»…«Grazie. Ne avremo
bisogno.» e
il minotauro si allontanò.
Orphanmon era un
po’ in disparte con i suoi quattro amici «Io non
voglio
rimanere qui: voglio vedere Jeri che biodigievolve. Voi ci
state?»…«Assolutamente sì,
Orphanmon!»
replicò Stillymon a nome di tutti, ma LadyWizardmon
alzò
un po’ la voce «Che cos’è
questo
mormorare??!!! Vi state a confessare i
segreti?!»…«Scherzi,
LadyWizardmon!»
ribatté la gocciolina, descrivendo «Stavamo solo
ipotizzando quali Digimon diventeremo quando digievolveremo!»
ma
la maestra agitò l’asta, borbottando
«…adesso
ve la do io la digievoluzione, state tutti fuori posto: in fila!!
Forza!!»…«Ma
maest-»…«IN FILA!!...
…che qui
intralciamo il campo, i domatori devono compiere una missione delicata
e già è tanto che ci hanno condotto fino a qui,
dico:
GIA’ E’ TANTO…!...ci stanno scarrozzando
gratuitamente.»…«Maestra, chi
è quel Digimon
bianco e alato in cielo?» indicò Vapormon, ma
LadyWizardmon neanche alzò gli occhi
«Sì, ve lo do
io adesso il Digimon alato, non c’è nessun
Digimon: forza,
vi voglio vedere tutti in fi---LAGGIU’!!...CHE
COS’E’? VEDO GESTI INCONSULTI, TECNICHE CHE PARTONO
SENZA
PERMESSO!»
Eppure un’ombra alata stava oscurando l’argenteo
terreno.
«Forse
devo rinfrescarti le idee: lo vedi lo schieramento?»
mormorava
Jeri, scandendo metallica «I domatori decidono…ED
I
DIGIMON ESEGUONO. Non il
contrario.»…«Ah,
interessante teoria: noi saremmo i vostri
schiavetti?!»…«Non ho intenzione di
perder tempo con
qualcuno che partorisce simili sciocchezze.» volgendole le
spalle, e appellandosi a tutti «Ma insomma, non avrete
intenzione
di farvi fermare soltanto per gli sciocchi scrupoli di una come questa,
una
Digimon?!»…«Jeri…»
la tirava il suo
Digimon per il pizzo della maglia «…ti prego, non
ti rendi
conto che stai esagerando?»…«Lasciami
stare
Impmon!» lo scostò lei bruscamente «So
benissimo
quello che è meglio fare!!» esclamò,
lasciandosi
dinanzi occhi stupefatti.
Takato stava
analizzando l’Ipad con Henry, ma prima quest’ultimo
poi
l’altro alzarono lo sguardo. Il ragazzo con la bandana non si
fece attendere «Jeri!» disponendosi tra le due
«Si
può sapere cosa sta succedendo?!» al che Cindermon
«Takato!! Fai stare un po’ calma e zitta la tua
DOOOLCE
CONSORTE magari, grazie!»…«Che cosa?!!
Non ti
permettere!!» sbottò Jeri, e Takato
«Adesso basta!!
Smettetela: stiamo cercando di individuare un percorso, dateci almeno
il tempo!»…«NON C’E’
il tempo per
individuare un percorso,
Takato!!»…«Ma…Jeri…»…«Ascolta,
dobbiamo fare in fretta, Kazu e Kenta ci stanno attendendo e il campo
è un luogo pericoloso!» tornando poi ad alzare lo
sguardo
verso tutti «Finora non ci siamo fermati davanti a niente e
mi
sembra sciocco accettare consigli da chi arrivato per ultimo, il nostro
modo di operare non ha mai presentato alcun problema: per cui bando
alle esitazioni e coraggio!» avanzando verso il fascio,
quando
Takato prese parola «Jeri abbi pazienza ma io credo
sinceramen-!» ma qualcuno lo sovrastò, era Rika
«Non
è ancora sicura un’incursione
all’interno del campo
indefinito, e ammesso che la nostra squadra operi
impeccabilmente…!!...» fece una pausa, di modo da
richiamare lo sguardo attonito di Jeri «…qualora
oltre
quel fascio venissimo divisi non saremmo più una squadra: e
il
valore della nostra azione collettiva verrebbe completamente
vanificato. Bisogna buttare un pensiero alle conseguenze delle
affermazioni, spesso è nascosta proprio in esse la chiave
rivelatrice dell’agire.» Rika le dava le spalle, ed
il suo
intervento palesava il chiaro scopo di eliminare una possibile causa di
conflitto fra i due fidanzati. Continuando «Ah, in ogni
caso…questo mi fa venire in mente un’altra cosa: e
cioè che da quando Henry è tornato e la squadra
potrebbe
tornare utile eleggere un capo!...» rivolgendo la coda
dell’occhio a Jeri e specificando «…non
l’abbiamo ancora fatto.»
Proprio Henry
sussurrò «…ci sono
tensioni…» con sua
moglie e il suo Digimon che in silenzio ne convenero
«…strano, prima che me ne andassi…non
era
così.» aggiunse il domatore, un po’ come
gli anni
trascorsi da quel tempo non avessero importanza. Quella presa di
coscienza sembrava suscitargli pena.
Gli occhi di
Jeri erano sconvolti per l’apparentemente canonica ma in
realtà assai eloquente affermazione di Rika (che destava un
sospiro assai grato e sgravato di Cindermon!) Takato guardava
l’una e le altre, sentendo difficoltà nel trovare
le
parole. Quando Rika definì con naturalezza «Che ne
dite?
Io ci sto, potrebbe velocizzare l’azione ed evitare
disguidi…come questi!» Terriermon intervenne
«…Ryo non è qui adesso, e nemmeno Kazu
e
Kenta!» al che Rika affermò con un sorrisetto
«…giusto, è vero! Vorrà dire
che…rimanderemo a quando la squadra sarà al
completo e
fino a quel momento…cercheremo di sopravvivere: evitando di
sbranarci…uhm?» in ironica esortazione rivolta
più
alla compagna umana che a quella digitale. Dopodiché si
strinse
le braccia come avesse freddo. Ma proprio Jeri sgranò gli
occhi
vedendo qualcosa «Attenta Rika!!»
Tutti si volsero in un
sussulto. Rika più fra tutti dilatò lo sguardo ma
Renamon
la spinse a terra «Ahh!» evitandole quella zampa
artigliata
emersa dal nulla che aveva cercato di afferrarla.
«Che
succede?!» si guardò attorno Henry con prudenza
«Ci
stanno attaccando?!»
«Quella
sensazione…» pronunciò Rika a terra,
con sguardo
agghiacciato…
Fu allora che si
udì una voce «Quanto tempo…Digimon
Tamers, siete un
po’ aumentati dall’ultima volta che vi ho
visti.»
«Si
può sapere chi sarebbe??!!» Cindermon cercava
ovunque, ma
Takato mormorò «…questa voce
io…la conosco
bene…» non potendo credere alla sua stessa
intuizione.
Neve e ghiaccio stavano componendo una sagoma…
Nel frattempo
LadyWizardmon mormorava a un suo alunno «Scusa…ma
che per
caso hai visto Orphanmon e il gruppetto suo? Erano qui un attimo
fa…!»…«Mi ha detto di non
dirlo a
nessuno!» rispose il piccolo Digimon. Ma la maestra aveva
compreso e già i suoi occhi profondi fissavano in direzione
del
fascio: si incamminò per di
là…(canzone: Mariah
Carey - Bringin'on the heartbreak)
Henry
pronunciava «Non è
possibile…ma?!» Rea
però mormorava «E invece sì purtroppo
Henry.»
con occhi sottili e determinati, Terriermon aggiunse «Si
è
rigenerato, io e Rea lo abbiamo già incontrato una
volta.»
Stupore per il domatore dai capelli scuri.
E altrettanto per
Impmon, che tremava sentendosi piccolo e impotente quando dinanzi a lui
compariva un maestoso diavolo di ghiaccio «Curioso ritrovarci
a
Digiworld...ho ricambiato l’ospitalità che mi
offriste
dieci anni fa, quando bioemersi sulla terra.»
«IceDevimon?!!» scandì Takato con
sguardo di sfida,
e Cindermon si informò «Uno dei vostri nemici
storici?!» guardando a salti il suo domatore e, incuriosita,
il
nuovo nemico che sogghignava soddisfatto.
Rika scosse la testa
«…non può essere…»
facendo dondolare i
suoi orecchini verdi, mentre Renamon le afferrava la mano
«Non
aver paura, Rika!»
«Come cambiano
le cose!» apprendeva il gelido Digimon, rivolgendosi a Takato
«Sei cresciuto, piccoletto: dov’è finito
il
tuo…fido compagno dall’alito ardente?»
Il ragazzo
strinse i denti…e Cindermon sussurrò
«…ha
cambiato sesso.»
«Ma almeno
a consolarci per ciò che si perde vi sono alcune istituzioni
intramontabili come…Rika e Renamon, mano nella mano!
Rika…» avanzò l’essere, che
la ragazza
riuscì a fissare con orgoglio, abbandonando la paura
«…un’informazione, come sta tua
nonna?»…«Oh?!»…«Sai…mi
chiedevo se per caso non avesse bisogno che le
comprassi…qualche
altro medicinale molto costoso. Dovete sapere che io e Rika abbiamo
contratto nel tempo…un rapporto di onesta collaborazione
reciproca.»
Renamon fissò
la sua domatrice, che rabbrividì «…mi
rifiuto di
crederlo…» portandosi la mano al collo.
Mentre Suzie
correva avanti impugnando il suo Digivice «Ma di che diavolo
stai
parlando, tu hai le traveggole!! Rika non si mischierebbe mai a un poco
di buono del tuo stampo, una domatrice come lei contatterebbe uno come
te soltanto…per farlo acquisire dalla propria
Digimon!»…«E invece ti sbagli,
ragazzina: io e
Rika…
…abbiamo avuto una storia ardente e appassionata!
Imprevedibile…date come erano iniziate le cose fra noi due!
Ma
del resto ho affermato dal primo minuto…che eravamo simili,
uguali, la stessa pasta!!»
Jeri e gli altri
compagni sgranarono gli occhi, incapaci di credere a quelle parole. Ma
Rika avanzava, lentamente sui suoi stivali dal tacco affilato,
incurante che «Rika!» Renamon la chiamasse
«Andiamo
IceDevimon, non deformare il passato adesso, eh?» disse la
ragazza, scrollandosi con noncuranza i rossi boccoli «Io non
ti
ho mai amato…
…è per SOLDI, che sono venuta al letto con
te!!»
Il demone
sobbalzò poiché non si aspettava quella sicurezza.
«Rika…» fece Henry…e
altrettanto
«…Rika…» mormorava Takato: il
loro sguardo
era accomunato dalla premura verso la compagna. Di cui IceDevimon
fissava lo sguardo «Gli stessi occhi
d’allora…orgogliosi e scaltri, più di
allora!!»…«…avevo bisogno di
un aiuto
urgente, perché mia nonna stava male. Non mi pento di
ciò
che ho fatto, se ci fosse il bisogno lo ripeterei anche in questo
istante!!!» lasciando tutti ancor più stupiti, e
terminando «…sempre…
…che lo stomaco non mi esplodesse prima, dal
disgusto!!!...ma
sono rischi che in battaglia si devono conteggiare.»
smuovendosi
di nuovo i capelli «ALLORA?!...vogliamo…scendere
in
particolari?!» ma si fece avanti Renamon «Niente
affatto
Rika, mai e poi mai, tutto questo…è
abbastanza!!»
Gli occhi della
volpe fissavano IceDevimon con odio «E’ giunto il
momento
che io saldi il conto con questo maledetto una volta per tutte, specie
per quello che ti ha fatto!!»
Ma si udì
LadyWizardmon, che rincorreva un suo alunno
«Fermo…!!
A-Ah!» rischiando di cadere «Aspetta, è
pericoloso!!!»…«Non mi importa, voglio
vederlo da
vicino! E’ il leggendario
IceDevimon!»…«MA
E’ UN DIGIMON MALVAGIO!» gridava inutilmente la
maestra,
che si fece spazio tra i domatori «Scusate!
E’-E’ che
mi è scappato!...
…torna indietro tesoro lui non è uno per te!
Oh!»
ma per afferrare il piccolo Digimon finì per inciampare e
cadergli addosso. Il cappello le rotolò a terra, mentre
IceDevimon «Uh?» la scrutava incuriosito.
La maestra
mormorò «Non ti azzardare a fargli del
male…!!...»
Ma una
voce si intromise «Lasciali perdere IceDevimon, non perdere
tempo
con loro…sto apprendendo che ci sono Digimon talmente
insignificanti…» rivelandosi, da dietro le ali del
diavolo
«…che non meritano nemmeno di essere
considerati!»
«Questo è il colmo!!» esclamò
Terriermon.
Il suo
sorriso beffardo dominava tutti loro, e il ragazzo con la bandana rossa
scuoteva il capo incredulo «…signora
Asanuma…? Lei
qui?...!»
LadyWizardmon alzava i suoi occhi deboli ma orgogliosi verso la
donna…che intanto accennava «…ciao,
Takato.
Perché? Non sono anch’io ammessa in questo mondo
dove vi
siete precipitati per ben due volte, non è per maestre?
Eppure…mi pare che qui ce ne sia un esempio, sebbene sia
alquanto patetica!! Più che a un’insegnante
somiglia…a una stracciona, uno spaventapasseri!»
«Non
parlare così della mia maestra!!»
saltellò il
piccolo Digimon «Sta zitto!! Non ho interpellato te,
sgradevole
microbo!»…«Tu sei una
strega!»…«Grazie, sono in tanti a
dirmelo, ma ormai
non me ne curo più!»
Henry pose
una mano sulla spalla di Takato indicando «Guarda: quello che
ha
in mano, Takato! Sembra un Digivice…» al che
Cindermon
«Takato!! Ma la conosci?! Io pensavo appartenesse
all’esercito
nemico!»…«…se è
alleata con loro…questo non lo so: ma è la mia
maestra
delle elementari.»…«CoooOOOOsa?!! NO VA
BENE
cioè PFFF…!...ragazzi qui
c’è una telecamera
nascosta, è-è assurdo, qui si è
proprio toccato il
fondo!!»
«Complimenti per la memoria!» provocò
Asanuma
«Ma la tua risposta è inesatta come al solito,
Takato,
perché io ormai non sono più
un’insegnante
squattrinata!!» alzando con orgoglio il cristallo di ghiaccio
«Io adesso sono una Digimon Tamer!! Sono la domatrice di
IceDevimon!»
Rika
alzò il sopracciglio «Complimenti per
l’affare…! O hai una nonna che sta male anche
tu?!»…«Zitta, sgualdrina!!»
rimbeccò
Asanuma…mentre Renamon si preparava ad attaccare.
L’ex-insegnante dichiarò «Al momento
attuale ci
troviamo ACCIDENTALMENTE su fronti opposti: so che il vostro obiettivo
è questo fascio teletrasportante, ma io e IceDevimon non vi
permetteremo mai di raggiungere il campo digitale
indefinito…» scandendo, e passeggiando
«…e
salvare così i vostri compagni, quei ridicoli rifiuti degli
altri due miei alunni!» costeggiando Jeri, e sfiorandole il
viso
in un’ironica carezza, in risposta alla quale la ragazza
raddrizzò la schiena e ravvivò il suo sorriso di
sfida.
«Preparatevi a essere eliminati ad uno ad uno dal nostro
potere!»
«Scappa…» sussurrava LadyWizardmon al
suo alunno
«…torna dai tuoi compagni.» ma vide la
scarpa di
Asanuma pestare aspramente il suo cappello a terra «E tu,
razza
di strega digitale?! Chi ti ha dato il permesso di metterti in
mezzo?!»
IceDevimon si godeva quello spettacolo di conflitti.
Takato
assumeva lentamente posa di battaglia
«Cindermon…preparati
a intervenire.»…«Contro la tua
maestra?!»…«S…!!»
il ragazzo stava
rispondendo…ma scoprì che gli era più
difficile di
quanto credeva.
Asanuma
invece sembrava soddisfatta, e non veder l’ora di scatenare
la
sua furia, di cui dava un assaggio schiacciando il cappello di
LadyWizardmon (fine-canzone)
«Inutile
dirlo, com’erano belli e felici quei tempi.»
raccontava
Guilmon camminando per i corridoi di un castello fatato
«Quando
Takato andava alle elementari aveva una maestra, ricordo bene il suo
nome: signorina…Asanuma! Sembrava severa ma in
realtà era
molto buona e aiutava i suoi alunni quando erano in
difficoltà.
Pensa che una volta ha tirato fuori dai guai Takato con un poliziotto!
Eh già…
…ahhh…!
“Quando Takato andava alle
elementari”…certo, come
se avesse frequentato altre classi dopo di allora. Takato è
morto bambino! A volte parlo e me lo scordo, come se ancora ci fosse.
Sarebbe così bello se si potesse tornare spensierati, come
ai
tempi in cui era possibile andarlo a prendere a scuola, e vederlo
salutare la sua maestra “Arrivederla signorina Asanuma, a
domani!”. Ohp!» balzando su una panca
dall’aspetto
antico, e seguitando a stropicciare la fogliolina tra le sue mani
descrivendo «…sarebbe bello, sì
ma…sarebbe
un miracolo: nemmeno i Digignomi possono un tale prodigio.
Non…mi sbaglio forse, vero regina?»
Con grande
eleganza, quel Digignomo più grande e luminoso si accingeva
ad
accomodarsi su una sedia in quel salotto, rivolgendosi al draghetto con
la sua voce gentile «E’ vero, non possiamo
modificare il
passato, ma ciò non significa…che ci sia
impossibile
cambiare il corso degli eventi!» Con il suo tono sembrava
volerlo
esortare a sperare «La vita è composta da
ricordi…ma anche da speranze verso un futuro. Tu sei sicuro
che
non ci sia niente in grado di ricondurre nel tuo cuore…la
luce
del sole del tuo passato, la spensieratezza di quei
tempi!»…«Senza Takato no, è
impossibile!» rispose Guilmon con pacata sicurezza
«Lui
era…
…era…» abbassando il muso, smarrendosi
in un oceano
di consapevolezze «…era il mio amico ma era anche
la mia
guida, io…non ho mai saputo dove andare, cosa guardare e che
valore assegnare alle cose. Era lui a prendermi la zampa, e spiegarmi
con dolcezza cos’era il bene e il male. Infatti la vita lo ha
dimostrato: non appena lui è sparito…io ho
iniziato a
commettere errori. E
adesso…»…«Adesso…sei
qui,
Guilmon.»…«Oh? Sì,
però…!»…«Hai
raggiunto la casa dei
Digignomi, non è un traguardo facile. Solo il più
forti,
e temerari ci riescono.»…«…o
forse chi non ha
più altre possibilità se non quela di ascoltare
in sonno
le parole di un vecchio amico anche lui in Paradiso: Grani mi ha detto
di cercarvi.»…
…il
tuo cammino non si è concluso. Anzi, è appena
cominciato…»…«”Appena
cominciato”…certo che sei un po’ strana,
regina. Ha
un suono assurdo questa frase: tutto attorno a me ha
l’aspetto di
un qualcosa che lentamente volge al termine, un tramonto!
L’inizio ricordo bene com’era…»
Rivedendo
le ferraglie, le scintille, e l’azzurro della maglietta di
quel
ragazzino che gli veniva incontro…
«…ma
adesso è lontano.» abbassando il muso
«Io mi
nascondo pur non avendo più un manto scuro e sfuggo al mio
passato per timore che possa raggiungermi. Io ormai sono
un’ombra…» cercava di spiegare con
riguardo e
partecipazione a quella creatura paziente e quieta, come la luce che
emanava «…non più un Digimon solare e
allegro, che
fa divertire i ragazzini. Takato morendo si è portato via
anche
quella parte di me. Ora non posso far altro…che andare
avanti su
questo ambiguo sentiero che ben più assomiglia a un
limbo…che alla vita vera. Ahh, io ne ricordo fin troppo bene
il
tepore dei raggi del sole! Ora può far freddo o caldo. Ma
per me
non cambia niente, poiché niente mi indica la direzione. La
mia
guida è scomparsa e io sono solo. Completamente.
Perché a
questo punto non smaterializzarsi? In fin dei conti sono fatto di dati.
Perché mi trovo ancora qui? Io sono...
…ormai un errore informatico.»
Ma
dopo qualche istante d’attesa, la Regina chiese
«…sei sicuro di essere solo?
Completamente…?»…«Oh?»
e il Digimon si
volse verso di lei, ed il suo sorriso che alludeva a qualcosa che lui
portava con sé. Ricordò così di
averla nella
zampa, e aprì contemplando la fogliolina adagiata sul suo
palmo
«Ha guidato i tuoi passi…ti ha portato da
noi…»…«…non so
neanche cosa sia, e da
dove provenga esattamente.»…«Spesso
è una
condizione che colpisce chi è come te un essere
vivente…non soltanto un insieme di dati o
un’ombra.»…«Che intendi dire,
Regina?»
piegò il muso il draghetto «Pensi forse che anche
per me
ci sia un futuro, che io possa forse ancora essere felice…
…in un
mondo in cui il mio amico umano…il mio piccolo domatore ha
cessato di esistere, di
respirare?»…«…quando
si muore…» spiegava la creatura muovendo
pacatamente le
sue ali luminose «…non si cessa di esistere:
l’anima
fluttua e risplende ovunque, e rinvigorisce il mondo con i suoi
sentimenti. Fa sbocciare nuovi fiori, e fa splendere la luce del
sole…e delle stelle la
notte.»…«…il
mio Takato adesso…
…è
lì, cioè qui, cioè
ovunque?!» chiese Guilmon
velando di commozione i suoi occhi gialli «A-Anche lui fa
sbocciare i fiori ora che è
primavera?»…«Beh…
…se lui
davvero ha smesso di condurre una vita
terrena…»…«Sì
sì, lui è
morto! Ormai ne sono quasi sicuro, e da tanti
anni!»….«…in questo caso lui
è sempre
vicino a te.»…«Oh? Dove, dove?! Tu forse
lo
vedi?!» si agitava e si girava da ogni parte
«Takato, dove
sei?! Amico mio, rispondimi, ti
prego?!»…«…tu
non puoi vederlo.» e al deluso Guilmon calarono le braccia
«…a che serve,
allora?»…«Ma puoi
sentirlo.»…«Oh?» le sue
orecchiette si
drizzarono «E’ dentro al tuo cuore. Non solo
permette alle
stagioni di scorrere…e ai nostri mondi di sostenersi a
vicenda…
…lui ti
guida adesso e ancora più di prima. Ora lui può
farlo.»…«Vuoi forse dire che in questa
foglia per
caso c’è l’anima del mio
amico?!» tornando a
osservarla, ma con uno spirito nuovo «Io voglio
dire…che
forse lui ti ha regalato una foglia d’autunno
perché
adesso il tuo cuore è simile a
lei.»…«Oh…quanto è
vero.»
piegò il capo di nuovo quel Digimon «Mi
sento…così, consumato, privato del mio colore e
della mia
vitalità.» ma il sorriso della creatura si
ravvivò
«Niente di più adatto per il lavoro di
un’anima!»…«Oh?»…«Ora
che
è primavera, il fiore più importante che deve far
sbocciare si trova…dentro di te: Takato, il tuo amico, deve
farti tornare a vivere e a provare quelle gioie di una volta!
Entusiasmo, emozione! Impazienza di smontare dal letto, quando
è
mattina! Tutto questo, il suo compito è riportarlo a te dopo
che
il vento della vita…
…è passato come una stagione fredda,
frapponendosi fra di
voi e facendovi star distanti. Facendovi soffrire. Ma abbi fiducia,
Guilmon: nessun inverno dura per sempre, e quando è
passato…
…sembrerà esser durato un soffio, e ci si
accorgerà…che ogni ostacolo…ogni
lacrima non ha
fatto che rafforzare l’amore che lega coloro che sono
destinati
fin dall’inizio…a restare vicini, oltre il tempo e
l’eternità. Tu e il tuo piccolo amico
umano…uhmuhm,
mi sembrate sinceramente l’esempio migliore: una coppia unita
e
unica…adatta a testimoniare
nell’eternità il potere
dell’amicizia, come un poster gigantesco, sulla vetta
più
alta di una città illuminata.»
Il
draghetto versava lacrime di tenerezza «I-Io e
Takato…?
U-Una coppia…che tutti possono ricordare nei tempi a
venire?» asciugandosi con i suoi artigli «Q-Quanto
tempo
che nessuno mi parlava in questo modo, ogni elemento dei nostri mondi
sembra alludere al fatto che tutto è finito, e ormai
dimenticato! Sembra ripetere che quella gioia così
speciale…ormai più niente, e nessuno la
farà
tornare!»…«Uhm…scava a fondo
al tuo cuore,
Guilmon. Come facesti un giorno nel tuo nascondiglio, e così
scovasti nelle sue fondamenta il portale per Digiworld: scava con lo
stesso impegno nel tuo cuore, non senti…
…che a
dispetto di questo mondo che perde luce e colore, dentro di te sboccia
una nuova primavera? Fioriscono sentimenti, amori, passioni!...
…il tuo
amico Grani mi ha parlato in sogno, e mi ha detto che
così!»…«Oh!!...»
iniziando a
singhiozzare sommessamente, aggrappandosi con gli artigli ai veli
dell’abito di quella regina elegantemente seduta
«…Grani, ha…sempre ragione!
Sì, è
così, io…! Lo sento! O meglio lo sentirei, ma non
so se
ho il diritto di provare questi sentimenti! Io non sono un
essere…degno, o potente, Regina! Sono uscito da un disegno!
Sono
un sogno di Takato, il frutto di un’anima che crede
nell’amore, e spera nella felicità! Non so se
c’è ancora posto per queste cose, non so se ci
appartiene
ancora questo mondo! Se appartiene ancora…
…ai Digimon, e noi apparteniamo a lui.»
Quell’ala
luminosa si mosse a carezzargli maternamente il capo
«…una
timida foglia d’autunno ti ha condotto fuori dalle macerie
che ti
avevano sepolto, ti ha concesso di riempire di nuovo i tuoi polmoni
digitali dell’aria del mondo. Questo è un segno,
Guilmon…lui, se è morto, sta operando attorno a
te. Devi
far spazio nel tuo cuore, e accogliere i semi che egli vuole gettare:
vuole fare della tua vita un giardino, tu non devi far altro che
permetterglielo, ora…
…è
questa la sua missione di domatore. Ed il tuo compito di Digimon, come
allora, è
aiutarlo.»…«A-Allora…!...non
è vero che sono solo, non ho perso proprio del tutto il mio
amico?!» supplicava Guilmon aggrappato a lei tra le lacrime
«Lui continua a esserci, in qualche modo?! Posso
ancora…farlo sorridere?! Temevo di aver perso ormai del
tutto
questa occasione…»
Lei lo
carezzava «…non smettere di
sperare…» mentre
i singhiozzi del Digimon facevano da sfondo «…non
perdere
mai il sorriso…» invitava la dolce Regina, e lui
ricordava
quella frase «L’hai detta al tuo bambino, quando
è
stato il momento: ma ora è giunto il tempo che qualcuno la
ripeta a te, che da fin troppi anni soffri e patisci, Guilmon. Non
perdere il tuo sorriso, Takato…non lo
vorrebbe.»…«P-Puoi dirmi quello che
posso
fare…affinché lui sia contento e
sorrida?» chiese
tirando su col naso, e la Regina rispose «Pensa a un
desiderio…»…«Oh?»…«Noi
possiamo esaudirne soltanto uno: ma dev’essere qualcosa di
speciale. Purtroppo non ci è concesso riportare indietro chi
ha
lasciato questo mondo, né possiamo svelare in anticipo come
andrà il futuro. Però…
…se nel
tuo cuore giace un sogno che per te ha un valore unico e
insostituibile…il potere di noi Digignomi può
compiere un
incanto. E tale può essere l’avvio
affinché con
più leggerezza tu riprenda il cammino. Hai portato pesi
più grandi di te…come tutte le creature buone, e
spontanee: purtroppo non c’è rimedio, sembra che
ognuna di
esse, prima o poi…sia destinata a confrontarsi con
l’oscurità che permea il mondo e nasce
dall’egoismo…e dall’indifferenza.
Però, in
ogni luogo e in ogni tempo…
…ci
sarà la forza dell’amore a poter dirompere con la
sua luce
e scacciare le tenebre. Fa spazio nel tuo cuore per questa
luce…affinché la tua vita possa accoglierla. E la
magia
di noi folletti di Digiworld…darle una forma unica: questa
volta
il disegno lo traccerai tu, con le tue stesse zampe. Ma Takato ti
guiderà la mano…lui che sapeva dipingere
miracoli, come
te.»…«Ahhh…!...
…un disegno insieme…
…che bello!!!...quanto…quanto tempo
era…che non
facevo qualcosa…
…insieme…a-al mio Takato!!» (canzone: Claudio
Baglioni - In un'altra vita) buttando il
muso sulle ginocchia della Regina «Oh su su,
coraggio…»…«Ahh, lasciami
piangere! Lasciami
sfogare tutto il mio dolore Regina, io ti giuro…!!...non ce
la
faccio più!! Un tunnel, un tunnel nero e basta!! Ecco cosa
mi ha
risucchiato quel giorno, quel maledetto giorno!! Strappandomi dalle
braccia del mio
amico!!»…«…quel
giorno…non maledire quel giorno, Guilmon. Forse doveva
andare
così: abbi fiducia nell’amore…
…può riavvolgere ogni sbaglio. Non
c’è
ostacolo o nemico…che possa bloccare il potere
dell’amore.»…«Uhmf!!...continua
a ripetermelo,
ti prego!! Ripetimelo all’infinito, per tutto il silenzio che
sono stato costretto ad ascoltare! Ripetimelo Regina, e per favore non
lasciarmi!!»…«…no…caro
Guilmon, non ti
lascio…»…«A-Accarezzami…come
farebbe
una madre!! Io…tu lo sai? Non ho né una
mamma…né un papà: Takato era
l’unico ad aver
cura di me! Quanto avrei avuto bisogno di una famiglia, e-e di una
madre che mi mettesse a letto! E mi sussurrasse…come te,
parole
di speranza! Quando la mia vita è precipitata nelle
tenebre…»
Tra le carezze, quella creatura rispondeva «Ma certo,
allora!» con un lieto sorriso «Pensa che
io…sia un
po’ come la mamma che non hai avuto. Confidami ciò
che
più hai a cuore: lo
condivideremo.»…«S-Sì!»…«Grani
mi ha detto…che ti piace la musica, è
giusto?»…«Oh? Sì!»
fece Guilmon
asciugandosi gli occhi, e la Regina «Ma è
meraviglioso!
Può essere senz’altro un buon inizio: le note
musicali
possono suggerire all’anima i giusti
sentieri.»…«Anche le
parole!»…«Dimmi, sono curiosa: hai un
genere che ti
piace più degli altri?»…«Uhm?
Nessuno lo
penserebbe…» disse il draghetto con un
po’ di
timidezza, passandosi la zampa sugli occhi e tirando su col naso, per
poi confessare nel riaprirsi di un sorriso «…la
musica
rap!»…«Oh…!» fece
la Regina sorpresa e
ammirata. E lui spiegava «Sai perché? E’
la musica
di tante creature e popoli oppressi! Attraverso le rime la gente trova
il coraggio di gridare i suoi ideali di giustizia e libertà!
Io…avrei voluto tanto promuovere questi valori e invece ho
fatto
il contrario! Erano i valori per cui lottavo al fianco di Takato!
Sarebbero stati quelli su cui avrei voluto impiantare la mia vita, se
tutto fosse andato…semplicemente nel modo opposto a
com’è in realtà
andato!»…«…con
calma…ci sarà
tempo…
…ci
sarà modo…se crederai…»
quelle amorevoli
carezze e quei singhiozzi seguitavano, in un quadro d’affetto
contemplato da tanti dolci Digignomi nascosti tra gli antichi mobili.
«Hai
tradito i tuoi alunni di un tempo per schierarti coi
malvagi?!»
puntava il dito Cindermon affermando «Nessun bersaglio
più
adatto per me: io sono Cindermon! Combatto per un futuro di pace e
unione!! Andiamo Takato, fammi digievolvere: uh? Takato…?
Cos’hai, esiti forse?!»…«Per
me è
difficile…!» confessò il ragazzo che
impugnava il
Digivice con espressione sofferente «E’ pur
sempre…un pezzo della mia vita.» ma gli bastava
alzare lo
sguardo, per vedere il suo piede pestare il cappello di LadyWizardmon
«Ehi, tu!» apostrofandola ironicamente
«Un domatore
non ce l’hai fra tutti questi somari, affinché
possa
venirti a salvare?!» e provocando l’alzarsi dei
suoi occhi
stremati…
Ma non
appena udì quelle parole in Takato affluì la
rabbia che
lo portò a correre da lei ed afferrarle il braccio
«LASCIALE…il cappello o TI DISTRUGGO,
sarà peggio
per te…!!...» scandì a tono basso, ma i
suoi occhi
erano così taglienti che l’avrebbe trafitta con un
solo
sguardo «Takato…lo sai? Sei solo un
verme!!»…«Non mi importa! Basta che tu
stia ben
lontana da LadyWizardmon! E’ una creatura innocente e nobile,
l’esatto contrario di
te!!»…«Ah!! Avresti
davvero il coraggio di combattermi?!» stringeva i denti
Asanuma
per liberarsi della sua presa, ma lui specificò
«Mi ci
costringi…» (mentre i piccoli alunni accorrevano a
raccogliere il cappello della commossa maestra
«Grazie…grazie piccoli
miei…»)
«…se fai soffrire coloro a cui voglio bene, e che
nei
momenti di solitudine erano con me!!» volgendosi
«Cindermon…coraggio, che aspettiamo?» e
questa
soddisfatta «Oh, bene: per quanto mi riguarda soltanto un tuo
comando!»
«Ahahah!!
Siete patetici!» Asanuma si scrollò dalla presa
«Volete fare tanto i grandi eroi ma non siete capaci di
prendere
una sola decisione! Perirete sotto i colpi del mio potente Digimon:
IceDevimon, coraggio! Dimostriamogli chi sono i più forti
ora a
Digiworld!!»…«Uhmuhmuhm, non aspetto
altro.»
Ma qualcuno disse
«Non illuderti tu!» rivolta ad Asanuma
«Oh?!»
Era Renamon «Non siamo sprovveduti come credi e siamo
disposti a
tutto pur di proteggere i nostri amici umani! Eccotene la
dimostrazione!»
DIGIEVOLUZIONE
«RENAMON DIGIEVOLVEEE…KYUBIMON!»
La volpe a nove code comparve nel suo splendore ringhiante.
«Ci sono
anch’io!» esclamò Cindermon, e poco dopo:
«CINDERMON
DIGIEVOLVEEE…WOLFIREMON!» Gli altri
Digimon si schierarono
di fronte ai domatori pronti a proteggerli.
Kyubimon e Wolfiremon
avanzavano come due belve feroci «Me la pagherai per aver con
le
tue parole gettato fango sulla mia
amica!!»…«…e a me per aver
spezzato
l’infanzia del mio domatore, e aver inquinato i suoi
ricordi!!»
«Ahh!!»
arrestrava un’improvvisamente spaventata Asanuma, fissandoli
con
odio «Non sopporto l’amicizia che li lega e li
spinge a
proteggersi con tanto ardore…» quando
«Eppure
è lo spirito di questo mondo.»
Si alzava
dinanzi ai suoi occhi LadyWizardmon «Se non ci credi
perché sei venuta? Questo posto non è per
te!» ed i
piccoli Digimon a disporsi sulla falda del cappello pur spiegazzata.
«Inhf!!
L’affetto premuroso dei tuoi alunni riempie le mie vene di
odio
devastante: li trasformerò in tanti piccoli cubetti di
ghiaccio
grazie al potere di IceDevimon!»
«Prima di
farlo dovrai passare sul mio cadavere, e non ti sarà
facile...lo
sai?» sibilava la Digimon «Si dice che io sia una
BELVA…» impugnando l’asta a forma di
zucca
«…se ti avvicini a loro ti
morderò…!!»…«Coraggio
maestra!!
Facciamogliela vedere a questa brutta strega!»
«Ahhh...!!» tremava la donna dagli occhi arrossati
«…me la pagherete cara.» ed il suo
Digimon
«Brava così, Nami! Odia, detesta questa gente! Il
tuo
rancore mi risana e mi rende potentissimo!!! Dardi di ghiaccio!!»
Ma in risposta «Fluido
celeste!!!»
Il travolgente
flusso azzurro sbaragliò l’intera raffica di
frecce gelide
e la rispedì al mittente
«AHHH!!!»…«ICEDEVIMON!»
gridò
Asanuma. Kyubimon ringhiò «Allora, come la
mettiamo?! Di
attacchi obsoleti ne sferriamo entrambi, solo che io ho dalla parte il
potere dell’amore!! Allora?!! Chi vince fra noi
due?!!»
Wolfiremon corse
avanti esclamando «Io!!» ed agitando la coda nel
comporre
«Piropennellata!!»
una foglia luminosa che scagliò
contro il nemico. IceDevimon non si arrese e prese un respiro profondo,
pronto a scatenare «Fiato
congelante!!!»
La foglia e il
vento gelido iniziarono a configgere, mentre Asanuma esortava ansiosa
«Ahhh, IceDevimon, smettila di perder tempo con loro!!
E’
lei che devi attaccare…!» puntando il dito contro
LadyWizardmon, concentrata per scatenare l’attacco collettivo
con
i suoi alunni «E’ sola, non ha un domatore! E tutti
quei
piccoli Digimon possono esser spazzati via facilmente dai tuoi colpi di
ghiacc-ahhh!» Ma qualcosa le colpì il braccio, al
quale si
aggrappò «Maledizione, chi è stato?!
Bruciava!!»
«Io!!» replicò un Digimon di bassa
statura «Cosa?!»
Gli occhi attoniti di
Asanuma si soffermarono su Impmon, che le puntava un dito ancora
fumante per la bomba scagliata «Come osi progettare una
simile
crudeltà?! Dei bambini indifesi e una maestra che li
protegge
non li attaccherebbe neanche un mostro!! Ma evidentemente tu sei molto
peggio di un mostro!!»
La donna dilatava gli occhi, sentendosi insultata.
«Anche se
sono piccolo e debole ti impedirò di compiere le tue
ingiustizie!»
IceDevimon
arrestò la sua offensiva e sogghignò
«Mmm…un
piccolo eroe! Perché non concentrarci su di lui
invece?»
Impmon deglutì,
ma mantenne alto quel dito puntato «Io…!...non ho
paura di
voi!!...due vigliacchi che non sono altro, ecco cosa siete!
I-Io…vi sconfiggerò…a-anche
così!
Mmm!» e ai suoi sforzi corrispondeva la ricomparsa fulminea
dell’ologramma di Beelzemon, come se tentasse di
digievolvere. Fu
allora che Jeri si schierò con lui ed esclamò
«PASSATE!»
«Jeri!!
Ma…cosa stai dicendo?!» esclamò Takato
stupefatto.
Ma la ragazza insistette «Passate!! Approfittate che li
distraiamo, penetrate all’interno del fascio! Non fatevi
bloccare, è quello che loro vogliono!! Ma io glielo
impedirò: l’essere domatori è una cosa
molto seria,
non consentirò a questa GROTTESCA donna e al suo indegno
Digimon
di infangarne il valore grazie alle loro buffonate!!»
Kyubimon però
gridò «E’ troppo pericoloso per te e
Impmon!»
eppure Jeri era sicura «Non preoccupatevi!»
osservando il
suo Digimon stringere i denti «Sta cercando di digievolvere!!
Se
ci troveremo in pericolo il processo si velocizzerà! Forza,
non
abbiate paura! Dovete avere fiducia in noi!»
«Siete dei
pazzi suicidi. Ma è molto meglio!» IceDevimon
preparava le
sue frecce ghiacciate tra le dita.
«Io
resto!!» decise Kyubimon, e dietro di lei Rika
«Sì,
anch’io!!» Jeri si oppose «Non fate le
sciocche!!
Kazu e Kenta sono in pericolo, dobbiamo sbrigarci!» ma la
volpe a
nove code rimbeccò «Io non abbandono un compagno
in
difficoltà, quando è da solo e rischia di essere
acquisito!! Tu questo dovresti capirlo,
Jeri!!»…«Ahh!» La ragazza
restò colpita
per quelle parole. Mentre Impmon si spremeva «Uuuughhh!!!
Rggghhhhhaaaah! Perché…!! Non
riesco…!! A
digievolvereee…?!!!» ma la sagoma di Beelzemon non
riusciva a prendere altra forma se non quella di un ologramma
(fine-canzone)
«Uhmuhmuhmuhm, non sforzarti troppo: sono talmente carico
d’odio che non riusciresti a sconfiggermi nemmeno se mutassi
in
quell’essere grottesco! Preparati…sprofonderai nel
sonno
più gelido che esista!!!»
«IMPMON!!» Kyubimon corse.
«Dardi di
ghiaccio!!!»
La volpe si
parò di fronte al folletto viola e
«AAAHHHHHH!»…«OH NO
KYUBIMON!...
…Kyubimon,
amica mia!» tese le braccia Impmon quando la vide cadere a
terra.
Giunse anche Rika «Kyubimon!!»
Le frecce ghiacciate
penetravano il pelo della volpe e facevano gelare il sangue che
sgorgava «Maledetto!!» gridò Impmon
«Come hai
osato colpire la mia amica?! Devo---DIGIEVOLVERE, PERCHE’ NON
RIESCO?!!» ma Kyubimon mormorava col fiato spezzato
«Impmon---non sforzarti!»…«Eh,
come?!»
si volse lui attonito, ma Jeri insisteva «E invece devi
farcela!!
Solo così potrai combattere IceDevimon!» Rika
strillò «Ora basta, Jeri!! Non ci riesce, che
senso ha
ostinarsi?!!» ma l’altra replicava «SE
LUI VUOLE
PUO’ FARCELA!...
…è solo una questione di volontà,
nient’altro!!»…«No…»
mormorava
però Kyubimon, che nonostante la ferita cercava di rialzarsi
«…Impmon non darle retta, non fare
come…dieci anni
fa!» sotto gli occhioni allibiti del folletto «La
fretta di
digievolvere…ti ha condotto sulla strada
dell’errore!» Jeri incalzava «Impmon, non
ascoltarla!! Libera la tua mente…e digievolvi!!!»
«Che devo
fare?!» si prendeva il capo tra le mani, e tremava
«Aiutatemi, sempre la stessa confusione!!»
Confusione
che disturbava l’ologramma di Beelzemon, fino a dissolverlo
completamente. Impmon cadde in ginocchio «Mi
sento…stanco!»…«Impmon!!»
ancora
esclamava la sua domatrice.
IceDevimon
si divertiva «Povero fallito, il tipico Digimon che non
riesce a
saltare abbastanza in alto: che
pena!!»…«Ahahahahah!! Che ti aspettavi,
dai miei ex
alunni?! Era prevedibile!» ma Takato rimbeccò
«Ahhh,
ora basta, sei
veramente…DISGUSTOSA!»…«Modera
i termini!» intimava la donna, muovendo un passo orgoglioso
«Ormai siamo superiori a voi: dovete portarci rispetto!
Abbiamo
vinto…!!» ma una voce si frappose «Non
ancora!»
Tutti si volsero. Snowhitemon spalancò le ali.
«E tu chi
sei?!»…«Quello che giocava nel cortile
della scuola
in cui insegnavi!» rimbeccò il minotauro con
coraggio,
spingendola a indietreggiare «Vuoi un consiglio? Faresti
meglio a
tornare da dove sei venuta! Per te e il tuo Digimon non
c’è spazio…» illuminando il
suo diadema di
una luce rossa.
IceDevimon aggrottò lo sguardo «Che vuole
fare?!»
Snowhitemon si
concentrò, stringendo i pugni
«DIGIEVOLUZIONE…INFINITA…DEL
FUTURO!!!»
Iniziando a roteare vorticosamente.
«Ahhh!!»…«Ugh!!»
Asanuma e IceDevimon si
coprirono gli occhi per proteggersi dalla moltitudine di piume liberate.
Dalla piroetta di
Snowhitemon sgorgò un fascio di luce: due enorme ali
composte di
acqua si spalancarono, la sua tecnica aveva invocato un essere immenso.
Henry la osservava
abbagliato «...è…è molto
più forte
del suo potere di dieci anni fa!»…«Lo ha
usato anche
quando siamo partiti per Digiworld!» lo informò
Rea, e
Terriermon spiegò «Grazie alla sua mossa
Snowhitemon muta
gli elementi inanimati in
Digimon!»...«Ah!» Henry
sussultò…
…quando
vide qualcosa cambiare alle spalle dei due nemici «Che
succede,
IceDevimon?! Il
fascio!!!»…«Ahh!!»
arretrò il diavolo di ghiaccio, illustrando «Sta
cambiando
forma! Si sta trasformando…
…in un Digimon!!»
La colonna di
luce si piegò e si distorse fino al mutare della sua sagoma,
che
acquisì una coppia di ali…
…e
l’aspetto di una chimera, dalle eleganti bardature. Tre
teste:
lupo, serpente marino, uccello. Accomunati dal raggio rosato con cui
accompagnavano il ruggito, composto della stessa luce del fascio.
Suzie contemplava
ammirata «E’ veramente incredibile…! Hai
visto
Lopmon?» e la piccola «Chissà di che
Digimon si
tratterà!» tanto che la domatrice
consultò il
Digivice «Journeymon:
variazione vivente dei fasci
teletrasportanti presenti su Digiworld, nato dal rimescolamento dei
loro stessi dati.»…«Ohhh…»
fece Lopmon.
«Questa
creatura io…non l’ho mai vista!!»
esclamò
IceDevimon «Come sarebbe?! Non saresti un Digimon
leggendario?!» protestò la sua compagna.
Ma quando la chimera
scalpitò, LadyWizardmon esclamò
«Bambini, tutti su
di
luiii!!!»…«Sììì,
maestra!!!»
Asanuma restò di
stucco «Cosa fa…?» sfiorandosi la sudata
frangetta,
quando la vide balzare agilmente, nonostante il suo fisico poco
slanciato, su quell’essere frenetico e dirompente, esortando
con
la sua voce stentorea
«All’attaccooooooooooooooo!!!»…«Sììììììììììììì!»
Journeymon si alzò in volo.
«Cosa aspetti?!
Fermala!!»…«O-Ouh…f-fiato
congelante!!!» attaccò IceDevimon. Ma
il Digimon a tre
teste concentrò i getti in un unico fascio che infranse
«Ahh!!» il flusso di IceDevimon in tanti cubetti di
ghiaccio «Non ci credo è impossibile!!»
protestò Asanuma.
Ma LadyWizardmon
«Pronti bambini? Attacco collettivo!!» e tutti
insieme
«Grandine
luminosa!!!»
Le loro mani e ali alzate
generarono una tuonante nuvola oscura, dalla quale però si
liberò una pioggia di scie inarrestabili.
Un’autentica
grandine di scintille, dalla quale IceDevimon dovette ripararsi
«A-Accidenti!! Tutti insieme sono troppo
potenti!!»…«Ma come sarebbe a
dire?!»…«Dobbiamo ritirarci,
Nami!!»…«No!! E’-E’
inconcepibile!!»…«NON
C’E’---ALTRA
MANIERA---PER USCIRNE VIVI!»
Asanuma fissò quella
nuvola con occhi attoniti, meditando “…quella
patetica
maestra di Digiworld non può avermi battuto! Io sono in
possesso…di un Digimon leggendario, temuto assolutamente da
tutti!!” ma lui dovette afferrarla per il braccio
«N-Nami!!
Vuoi sbrigarti?!» e su questo infierì Takato
«VATTENE, ASANUMA!!»
Lei si volse a fissare il
suo sguardo rabbioso, e lui insistette «Hai tentato di
uccidere
Kazu quando eri sulla terra! Sei
un’assassina!!»…«Ahhh!!»…«Vattene
via!!!» gridò il ragazzo con un deciso gesto del
dito
«Sparisci da Digiworld, sparisci dalla mia vista!! Non farti
mai
più vedere, né qui!! Né
altrove!!»
Era colmo di
rabbia. Wolfiremon gli si accostò «Su questo ti do
pienamente ragione!» ed era pronta ad attaccare se la nemica
non
avesse scelto alla fine di ritirarsi «M-Ma ti assicuro che
non
finisce qui, Takato!»…«E INVECE FINISCE
ECCOME!!
VATTENE PER SEMPRE!! IO…!!...
…NON VOGLIO PIU’ NEANCHE SENTIRE IL TUO NOME DA
LONTANO!!» scivolando in un respiro affannato. Wolfiremon lo
leccava «Acc, ti capisco Takato: dev’essere dura
quando una
persona a cui volevi bene ti fa una roba simile.» Lui
guardò la lupa digitale…grato per quelle parole,
e quegli
occhi azzurri in cui poteva ritrovare una costante intesa.
IceDevimon
però costeggiò Kyubimon un attimo prima di
fuggire,
sussurrandole gelidamente «Ti lascio una sorpresa: quando
sarai
approdata al campo indefinito, scoprirai che fine ha fatto il tuo bel
marito!» Parole che fecero «Ahh!!»
sussultare il suo
cuore.
Suzie si
guardò attorno «Che ne è del
fascio?!» ma
Henry esclamò «Presto, ragazzi!! Facciamoci
teletrasportare da Journeymon, lui ci spedirà nel campo
digitale!!»
Snowhitemon
confermò «Non essendo un fascio inanimato
è in
grado di tutelare il nostro viaggio!» e LadyWizardmon
gridò dall’alto «Noi restiamo qui con
lui!!»
alludendo al Digimon in groppa al quale volava, che le avrebbe
garantito un’adeguata protezione in loro assenza
«Voi
preparatevi, che adesso vi spediamo a destinazione!! Bambini, reggetevi
forte, eh?»…«Sì,
LadyWizardmon!»
(mentre
Orphanmon confabulava «Ragazzi, pronti? Al mio tre ci
buttiamo
giù!» Gli amici annuirono)
La maestra si
aggrappò alla chimera, dal pelo rosso scuro
«Forza!!!...tira fuori un bel fascio e trasporta questi
giovani
verso la loro meta!!!»
Journeymon
compì un volo spettacolare, roteando
vorticosamente fino a
generare non uno, ma una girandola di fasci.
Domatori e
Digimon chiusero gli occhi, e si lasciarono assorbire dalla forza
teletrasportante.
Orphanmon
decretò «Uno…due…E TRE!
FORZA, ANDIAMO
AMICI!»
«ASPETTATE!
FERMIIIIII!» gridò LadyWizardmon. Ma troppo tardi:
quei
cinque Digimon si lanciarono nel vortice roseo. Il laccio sparato da
quell’asta a forma di zucca si rivelò troppo corto
e
tornò indietro. La luce li inghiottì
completamente.
«Ahuf…!» era il suono di un sommesso
sospiro.
Là non vi
erano né nemici né catastrofi, ma soltanto un
bancone e
pochi clienti, nella routine di un giorno comune.
Un uomo in
grembiule bianco stava sfogliando la posta «Sarebbe ora che
ci
facessimo un computer come si deve, così almeno tutta questa
roba ce la spedirebbero via e-mail e non avremmo la casa piena di
carta. Io ho un account mio…ma non lo uso quasi
mai.»
Sua moglie
però non commentava, sicché ad un tratto lui
«Che
ti prende…?» chiese con una vaga nota scocciata.
La
signora, che si reggeva il viso appoggiata al bancone, non rispose,
smarrendo il suo sguardo un po’ assorto…ma che
facilmente
scivolava in una malinconia, che correva il rischio di tingersi di
intensa tristezza «Dì la verità! Pensi
a
lui…no?» buttò lì
l’uomo, gettando
simbolicamente l’ennesima busta bianca.
«…non vedo come potrei evitarlo!!»
puntualizzò lei con una punta di fastidio
«…è mio
figlio!!»…«Uhm…!
A sentirti parlare…sembra quasi che non sia anche figlio
mio!» replicò lui un po’ sarcastico,
tanto che lei
sbottò «Hai voglia di litigare,
Takehiro?!»
Lui
la scrutò con la coda dell’occhio, affermando
«…credimi: tutto meno che
quello!»…«Allora risparmiami le tue
battute!...
…non so come fai a star lì, così
tranquillo, e
sfogliare la posta!»…«…che
altro devo
fare…?» mormorò a voce bassa
l’uomo
seguitando nella sua attività «…quello
non posso
seguirlo nei posti in cui va: sono fatti per lui, e per i suoi amici,
su misura. Predisposti appositamente…per simili occasioni,
così quando non si va molto d’accordo coi
genitori, si
fugge a Digiworld. E’ lui che mi vuole chiudere la porta in
faccia rintanandosi dove uno come me non può
andare…
…io non
ho una di quelle creature che reclama disperata la mia presenza: per
Takato è il posto ideale, no…?» in un
crescendo
cupo di tensione, che Mie percepiva
«…smettila…te
ne supplico quasi! Così anziché tranquillizzarmi
mi fai
agitare di più, non te ne rendi
conto…?!»
Un’ombra
si avvicinava alla loro vetrina. Ma quei discorsi catturavano
completamente l’attenzione dei due genitori
«Takehiro…!...sforziamoci, ti supplico.
N-Non…siamo
più quelli di una volta. Non lo siamo più, ormai
lo
abbiamo appurato, però…» confessava
quella donna,
tra la disillusione ed un’esortazione estrema e accorata,
rivolta
all’uomo che seduto sullo sgabello le dava le spalle, celando
il
suo respiro sofferto «…nostro figlio è
a Digiworld,
è assente da casa da diversi giorni ormai, e adesso che
è
grande io sono più ansiosa di quando era bambino,
anziché
essere più serena!! Non so…ma ho delle brutte
sensazioni…» stringendosi a sé
«…è come un
vento…freddo…
…questo viaggio in età adulta non ci voleva e
sento che
può portare cose molto negative per la nostra famiglia!
E’
sopraggiunto…quando già l’equilbrio era
instabile,
temo che con il suo epilogo possa definitivamente
precipitare!!»…«E smettila!...poi ero io
quello che
ti metteva agitazione.»
L’atteggiamento di quell’uomo sembrava respingere
la
signora, e ferire i suoi sentimenti accrescendo la voragine di
angoscia. Quella stessa che non permetteva a nessuno di loro di notare
quella mano candida, che si adagiava sulla vetrina allestita con cura
modesta, come se ormai anche lì si lasciasse un
po’ andare
l’accortezza che aveva contraddistinto tempi andati.
«Ho
paura per nostro
figlio…»…«Perché?
C’è quella ragazza con lui,
“Cindy”…sai
di che pasta è fatta, è un’altra di
quelle creature
che a lui…piacciono tanto, e da quel che mi è
parso prima
che partisse, si è fatto…più
intraprendente, il
nostro Takato.»…«…ne sono
convinta. Ne sono
sicura, sta per accadere qualcosa di brutto, di irreparabile!!...
…è la conseguenza di una catena di dolore, e
grava sul
viaggio di nostro figlio!»…«Piantala
Mie, dico sul
serio, oggi sei davvero disfattista, è impossibile
ascoltarti!
Col tuo atteggiamento…mi soffochi!» La donna
assottigliò gli occhi «E tu con il
tuo…non fai che
confermarmi tutto il male che intravedo!!»
Takehiro
seguitava a sfogliare la posta con uno sguardo freddo e intriso
d’orgoglio “Chissà se Takato
è già
riuscito a trovare mio figlio a Digiworld…
…mi
auguro che non gli vengano idee strane come…farlo sparire
soltanto per restare l’unico e il solo!”
«Tu mi
nascondi qualcosa, lo fai da anni ormai!» lo accusava la
moglie
«Se abbiamo iniziato a soffrire è stato per colpa
tua!!
Anche l’esaurimento che ha avuto Takato e lo ha portato ad
aumentare così tanto di peso è stato conseguenza
del tuo
comportamento!!»…«Credo che stiano
entrando dei
clienti.»…«Non cambiare discorso e non
cercare di
interrompermi!» si alzò, seppur con sforzo, quella
donna
«E guardami quando ti parlo, smettila di sfogliare quella
posta!!»…«Deve pur farlo qualcuno, sono
cose
importanti!» ribatté Takehiro con un velo di
rimprovero
«Se non restiamo aggiornati finiremo per avere problemi
aggiuntivi, oltre quelli che già
abbiamo!...pubblicità,
promozioni…ancora non hanno capito, questi!»
rifilando un
sussurro dispregiativo a quella catasta di carta, mentre Mie ripiegava
il suo sguardo contrito sul bancone «Niente da
fare…
…per quanto mi sforzi non riesco a sentire la speranza e
l’ottimismo di allora, sento solo freddo! E un vuoto,
immenso!
Incolmabile…
…risucchia tutto…» allungando la sua
mano di madre
quasi come avesse tenerezza per quei piccoli dolci da lei disposti sul
bancone, intravedendoli come le prime vittime dell’imminente
catastrofe che sentiva incedere. Iniziò a raddrizzare la
loro
disposizione…quando gli occhi di Takehiro si dilatarono in
un
sussulto agghiacciato alla vista di una busta in particolare, la cui
sola intestazione riuscì a causargli un brivido, contraendo
il
suo volto, spingendolo a deglutire «Su forza,
andiamo…» disse Mie con poca voglia
«…al
forno di là dovrebbe essere pronto. Oh? Takehiro che ti
prende?!...
…oh mio Dio ma che cos’hai in mano?!
Perché quella
busta ti spaventa tanto, sono forse altri pagamenti
imprevisti?!»
portandosi le mani alla bocca, e lui si volse di scatto
«O-Oh…!!...sì…
…sì, è una multa! Una multa per
un’infrazione…c-commessa tanti anni
fa!!»…«Non posso
crederlo…!!...i-il destino
si accanisce contro di noi! Ma cosa abbiamo fatto di male?! Siamo
sempre state brave persone, ora…cosa mai sarebbe questa
infrazione?!» cercando di prendergli la busta, ma lui si
ritirò «Lascia stare!! Hai la pressione in bilico,
potresti avere un malore! Tu non ti occuperai di questa cosa, io
penserò a
tutto!»…«Takehiro!!...ma dimmi
almeno di cosa si tratta!!»
Troppo tardi, l’uomo si allontanò. Allora
entrarono dei
clienti «Signora Mie!! Come vanno le
cose…?»…«…vanno
che non ce la faccio
più,
signora.»…«Come?»…«Mi
ha sentito bene! Stanno…per finire i bei tempi di questo
panificio, io glielo dico! Fra poco si
chiude!!»…«No
la prego! Non ci dica così!!...
…se se ne
va un’altra istituzione del quartiere come la vostra, cosa ci
rimarrà? Qui tutto
sarà…irrimediabilmente perso,
ormai!»
Ma Mie non aveva
parole, soltanto un’espressione pallida e sofferente.
Eppure
c’era un occhio che spuntava tra i dolci oltre la vetrina, e
seguiva Takehiro mentre si rintanava nelle buie scale “Eccolo
lì, finalmente…
…mio
padre!!” esclamò dal fondo della sua anima quel
ragazzino
in abiti completamente neri, dal cui cappello discendeva una folta e
splendente capigliatura corvina.
Con il suo look
inconsueto di ciondoli e borchie stava attirando gli sguardi di
più di un passante. C’era qualche persona anziana
che
percependo il riflesso del suo volto nella vetrina, mescolandosi fra i
dolci, si portò la mano al cuore «Oh non posso
crederci,
è la vecchiaia! Mi sembra di vedere…
…un fantasma!!»
Egli
rimaneva impassibile, sembrava attendere il compiersi degli eventi.
Nel
frattempo Takehiro nella penombra delle scale strappava la busta
«”Kaori
Harada”…non è possibile!...
…è morta da tanti anni, non può avermi
scritto!!»
L’affanno lo travolgeva, e il sudore scendeva da sotto la
cuffietta «Devo calmarmi…» mentre
brandelli di carta
si adagiavano ai suoi piedi.
Ora quel
biglietto era davanti ai suoi occhi, sorretto dalla sua mano tremante
“Se credi
nella fantasia…e corsi indomabili del
destino…questa notte vieni al vecchio
deposito…nell’indirizzo da cui ti
scrivo…”…oh?!!
L’ho strappato…»
ma chinandosi, e poi ricomponendo i brandelli di carta mise insieme
qualcosa di ancor più sconvolgente «Ma questo
è il
luogo…dove Takato ha incontrato per la prima volta Guilmon!
Ma
sì…me ne ha parlato e me l’ha descritto
un milione
di volte…» riprendendo a leggere
«”…finalmente,
dopo tanto attendere, anche il tuo
momento è giunto!” …oh?
No…! Ma…
…che cosa significa?» nell’eco di un
tuono, quel
panettiere smarriva i suoi occhi nella penombra.
Come
l’eccentrico ragazzino si perdeva tra i dolci in vetrina, in
un
assorto contegno.
«Il mio passato giunge alla soglia di casa, dopo
anni…
…che potrà mai intendere, con la frase che
è
giunto anche il mio momento…?»
La cuffietta bianca gli scivolava un po’ sul viso, ma lui non
se
ne accorgeva, mentre le sue mani seguitavano a stringere quel biglietto
già rovinato.
E quel bambino sentiva di aver esaurito il suo dovere, accingendosi a
lasciare la vetrina sulla quale picchiavano le prime gocce di una nuova
pioggia primaverile. Attraversò la strada fino a mescolarsi
tra
la gente, seminando increduli scambi di sguardi alle sue spalle.
Kenta arrestava
di colpo la sua corsa affannata, alla quale Defendermon teneva testa
con notevole prontezza «Ahh…!» Il
più adulto
si stropicciò gli occhi «Forse sono io che ci vedo
male
però…mi sembra che siamo già passati
per di
qua.»
Il ragazzino
chiuse gli occhi sospirando profondo, per accogliere
quell’ennesima consapevolezza gravosa. Kenta stringeva i
denti
«…non siamo riusciti a tenere il filo, abbiamo
perso
l’orientamento!»…«…era
prevedibile:
questo è un labirinto.»
Il domatore
avanzò, accompagnando i suoi respiri
all’esortazione
«Calma…
…non
possiamo continuare in questo modo, dobbiamo trovare una
via…» sedendosi su un ceppo roccioso, sul bordo di
quel
complesso di pareti scure così incredibilmente simili.
Tenendosi
il viso tra le mani socchiuse, fece eloquente espressione
«Accidenti, mi sto rendendo conto che nonostante
tutto…sono ancora parecchie le cose che devo imparare come
domatore: si cerca di recuperare terreno…
…ma
non si finisce mai di essere mancanti, a volte. E di avere bisogno
incredibile delle indicazioni altrui, cosa darei ora perché
ci
fossero i miei amici.» ma questa volta erano ammissioni
pronunciate con pacatezza, senza traccia di rabbia o frustrazione.
Defendermon, che stringeva il draghetto dagli occhi socchiusi, chiedeva
«Siete…molto legati,
vero?»…«Uhm…»
accennò un mezzo
sorriso il ragazzo, descrivendo «…un po’
è il
tempo, e sono…le esperienze vissute. Fondamentali. Ti
cambiano
la vita. Adesso come adesso…è come qui, da questo
luogo:
non si torna indietro. Ebbene…anche io e loro abbiamo
vissuto
esperienze che ormai ci legano in modo indissolubile, e così
sarà per
sempre.»…«Però…»
abbassò lo sguardo il giovane fatto di dati
«…da
quel che mi sembra di capire, da quando ho deciso di tenervi separati
dai Digimon…anche voi vi siete tanto divisi.»
La voce
rimbombava in quel labirinto. Defendermon sembrava aver bisogno di
esperienze come quelle per arricchire la sua banca dati interiore, come
se il racconto di esse potesse riempire un vuoto dall’aspetto
incolmabile. Kenta smarrì lo sguardo verso l’alto,
e
descrisse «Fino a adesso…ho covato in me una
grande
indignazione nei confronti dei
genitori!»…«Ma…!»…«No
no,
non hai sentito male: io non mi riferisco ai miei, sai che a loro
voglio bene. Ma parlo di quelli dei miei
amici!»…«Non…tutti…i
genitori
terrestri amano e rispettano i loro figli?»
Il
ragazzo senza occhiali ma dallo sguardo profondo volse la coda
dell’occhio, e rispose con un velo di maturità ad
attutire
l’amarezza «…no,
Defendermon.»…«Oh?»…«Non
tutti…» tornando a piegare il suo capo
«…purtroppo alcuni di loro dopo averti regalato
un’infanzia serena e piena di sogni ti distruggono
completamente
durante la crescita!! E’ quello…che è
stato fatto
ad alcuni dei miei amici, come Takato…
…o Jeri…
…per non
parlare neanche di Kazu, lui è quello che ha sofferto
più
di tutti noi! Ti rendi conto che aveva una bella famiglia?!»
Il giovane
Digimon era molto colpito. E l’altro descriveva «La
mamma e
il papà lo amavano come i miei genitori con me, e
forse…il signor Mitsuo e la signora Riley…con te.
Ma poi
la mamma è morta…e da quel
momento…!!...è
come se fosse morto anche il padre, anzi peggio! Perché se
fosse
morto, il povero Kazu si sarebbe trovato solo, ma sarebbe potuto andare
ad abitare assieme a qualcuno di noi, e crescere al nostro fianco!! E
invece…è stato costretto a restare accanto a
quell’uomo, che di quel padre premuroso nonn aveva
più
niente, niente!! Neanche l’ombra…
…il padre di Kazu
è…esattamente…
…come la mutazione di un Digimon buono in una creatura
distruttiva! Una digievoluzione d’odio!! Come
Megidramon…che trasformò in un mostro il caro
Guilmon…uhm!...immagina di essere adottato da un essere del
genere e doverci vivere, eh?!» si volse Kenta con un sorriso
di
aspra ironia. Defendermon accennò
«…a-anche
Hideki...soffriva per alcune incomprensioni all’interno della
sua
famiglia. E temeva di perdere il rapporto con il suo bambino…
…se solo riuscissi a ricordarne il nome…eppure me
l’avrà nominato tante volte!...»
Kenta si
rimise a sedere, non smettendo per un attimo di
guardarlo…per
poi dirgli dopo qualche istante «Non devi preoccuparti, le
cose
importanti poi si ricordano nel momento
essenziale.»…«Oh?»…«Fidati…te
lo dico per esperienza, se c’è qualcosa che ci ha
colpito
è materialmente impossibile rimuoverla dalla nostra mente.
Ricorderai anche quel nome…» e sulle sue labbra si
leggeva
l’accenno, seppur timido, di un sorriso incoraggiante.
Sicché quel ragazzino si avvicinò, e piegando il
capo
pose una domanda «Ascolta…come è stato
sconfitto,
poi?»…«Uh?»…«Quel
Digimon…di cui mi hai fatto il
nome.»…«Megidramon?...
…merito di Takato: ha riconosciuto in lui il vecchio
Guilmon,
il…nostro, il…suo amato Guilmon, nonostante
quell’aspetto infernale. E lo ha chiamato fino a farlo uscire
da
quel labirinto
d’odio.»…«…ecco. Lo
hai
detto tu.» enunciò in una curiosa sospensione, che
stupì il domatore ventunenne «Riconoscere negli
altri
quello che sono stati in passato…nonostante
l’immenso
cambiamento: questa è la chiave per riportare il tempo
indietro.
Se si sarà coraggiosi come il tuo amico con
Megidramon…si
potrà realizzare quel sogno che sembra impossibile.
Oh?!»
Una luce inaspettata si accese tra i suoi guanti iridescenti. Kenta
balzò in piedi…ed il giovane enunciò
«Lanterna…dimensionale…questo
è il nome
della mia tecnica, non riuscivo più a ricordarlo!
Ah!»
La
luce dalla sfera che aveva materializzato si riversò a terra
e
sembrò iniziare a tracciare dei percorsi
«…io ho il
potere di orientarmi nei
labirinti!!»…«Dici
davvero?!»…«Sì…!»
sorrideva quel
giovane Digimon, come di rado faceva «Non ricordavo
più di
possederlo, ma questi discorsi hanno risvegliato in me la sua luce! Ti
ringrazio,
Kenta…»…«…e di
cosa?
Semplicemente…di averti parlato della mia
esperienza?»
Ma si
udì un boato «Ahh!! Che succede?!»
esclamò il
domatore. Ed il giovane Digimon con la sfera luminosa sgranò
gli
occhi «Avverto un pericolo!»
La terra
tremava, quando Kazu sbucò tra le rocce «Ah!!...ce
l’abbiamo fatta,
Guardromon!»…«Questo è
il nucleo del campo indefinito? Ma è un
labirinto!»
esclamò il Digimon robotico. Kazu si guardò
tempestivamente attorno «Dobbiamo assolutamente raggiungerne
l’uscita, non possiamo mollare qui!
Ah?!»…«KAZU! ATTENTO! AHHH!»
Le rocce
si sgretolarono: domatore e Digimon strattonarono a causa del terremoto
e finirono per scivolare dalla sporgenza «Guardromon, afferra
la
mia mano!!» esclamava Kazu aggrappato ad una roccia, che non
si
curava del rischio di tendere la mano «Non posso, ho le
braccia
troppo corte!»…«Oh
no!!...biodigievoluzione del
futuro!!» si spremette il ragazzo, ma constatò con
occhi
agghiacciati «No, non abbiamo energia
sufficiente…»
Il momento era critico…
«Mitsuo!»
esclamò Riley estraendo il Digivice a forma di maschera. E
suo
marito constatò «Sta brillando!...
...dev’essere vicino, Riley!! Il Digimon di mio padre, nostro
figlio!! Dev’essere vicino: continuiamo a
cercarlo!» La
donna si guardò attorno con timore «Qui si sta
disgregando
tutto!...
…dobbiamo
sbrigarci Mitsuo!» cercando di fare più deciso e
pronto il
suo passo. Lui stava per afferrarla per mano ma poi si
ritirò, e
lei ne sorrise «Cos’è? Pensi che sia
troppo esperta
per essere trascinata come una principessa in
pericolo?!»…«Beh…sei tu a
dirlo!»
ricambiò il sorriso lui «Quanto a me non mi
permetterei
mai di prendere la mano a una mia dipendente: abbiamo un rapporto
lavorativo esemplare, noi due!»…«Sono
onorata, capo!
Oh?»…«Là
c’è qualcuno!»
Qualcosa di
grosso e di rosato compiva un atterraggio un po’ azzardato,
adagiandosi tra le rocce
«Ahhh!!»…«Ti senti
male?! Cos’hai?!» chiedeva tempestivamente Cyclemon
scuotendola, e Diamon gridò «E’ da
prima,
papà!!»
«Ho la
nausea…come non l’ho mai avuta prima
d’ora, neanche
dopo una scorpacciata di tartufi al cioccolato il giorno che hanno dato
il lavoro a Kentaaa!!» gemeva MarineAngemon, e
l’anziano
Digimon «Oh mio Dio…che si
fa?!»…«Non
lo sooo…» fece sua figlia, la quale poco dopo
«Aspetta-Aspetta-Aspetta!! C’è qualcuno!
Fermi qui
che vado a chiamare
aiuto!!»…«Ma---Diamon!!
Figliola, sta---ferma, insomma, non sappiamo---neanche a chi lo vai a
chiedere, l’aiuto!»…«Lasciate
stare grande
Cyclemon, chiunque sia mi sta bene!» affermò la
serpentona, e il vecchio (visibilmente a disagio in una situazione di
quel tipo) «M-Ma…! Ma potrebbe essere un Digimon
malvagio!!...DIAMON!!»
Diamon, Mitsuo e
Riley si corsero incontro «Prestooooooo, ci serve
soccorsoooooo!!!»
La coppia di
studiosi arrestò, sbalordita dal suo aspetto: Riley
esclamò subito «E’ un Digimon! Anche se
sembra una
ragazza umana è un Digimon, è come
Cindermon!»
Diamon
contraeva i suoi lineamenti in un gemito prossimo al pianto
«Vi
prego di venire ad aiutarci, vi scongiuro! C’è una
Digimon
che si sente male e mio padre non sa dove mettersi le mani, e
neanch’io!!...
…toh! Che
avete detto? Conoscete mia
sorella?!»…«Chi è
che si sente male?!» chiese però Mitsuo con
prontezza, e
Riley «Mitsuo, andiamo a
vedere!»…«Sì!»…«Venite…da
questa parte!»
«Haruko, amore mio dammi la forza…»
pregava Cyclemon
«I-Io in questi casi sono una frana, dovresti ricordarlo!
Anche
quando…rimanesti incinta delle nostre
bambine…»…«C-CHE COSA DITE,
GRANDE CYCLEMON?!
CHE PARAGONI FATE?!» sobbalzò MarineAngemon, e lui
«F-Fa come se non avessi detto nulla!» ma in quel
momento
arrivò Diamon «Ecco, di qua!»
Mitsuo
«…non posso crederci!» e Riley
«MarineAngemon!!» piegandosi presso di lei, che
sorrise
«Signor Mitsuo, signora Riley...! Anche in questo posto e
anche
nauseata…mi fa piacere
rivedervi!»…«Kenta
dov’è?!» chiese l’uomo (mentre
Diamon e
Cyclemon si consultavano tacitamente circa il loro conoscersi)
«L’ho perso, ci siamo separati a causa di un
litigio.»…«Separati…ma siete
matti?!! In un
posto del genere, m-ma cosa diavolo vi dice la testa a voi
innamorati?!!»…«Calmati,
Mitsuo!»
invitò Riley, ma MarineAngemon affermò con occhi
sinceri
«Il signor Mitsuo ha pienamente ragione invece! Io e Kenta
siamo
stati due begli sciocchi: quel che è peggio è che
lui si
era fermamente intestardito a volerla far pagare
a…UHM!!»
ma si tappò la bocca con l’ala «Cosa
stavi
dicendo?!» fece Mitsuo. Ma la serpentona scosse il capo, e
balbettò «M-Mi viene da
vomitareee!»…«Non
fingere…stavi accennando
qualcosa, dì la verità!»
intimò
l’uomo. Ma Riley iniziò a toccare la Digimon,
sfiorandole
l’ala e scrutandola con attenzione, come durante una visita
medica «Aspetta,
Mitsuo…»…«…cos’ha
signora Riley,
ho forse qualcosa di strano addosso? Sono piena di macchie, ho
contratto un’epidemia digitale? Sono forse malata gravemente,
è per questo che mi sento male? Dica la
verità!»…«…io ho
fatto un master per
riconoscere segni di questo tipo! MarineAngemon io…(canzone:
H
& Claire - You're a love song)
…credo
che tu sia incinta!»…«CooooOOOOOOOoosa?!
Oh mammina
mia tanto bella!» gemette e sgranò gli occhi la
serpentona
rosata.
«Come?!!» sussultò altrettanto Diamon
«Incinta, in che senso?! Che aspetta un
bambino?!»…«Hai mai udito questa parola
associata ad
altri significati, figliola?»…«No,
e…che ne
so, papà! Qui siamo a Digiworld, può voler dire
di
tutto!»…«No, Diamon. Da qualsiasi
parte…» enunciava Cyclemon con un sorrisetto
«…questa vuol dire sempre la stessa cosa: nuova
vita.»
Riley era commossa «Sei…incinta, MarineAngemon!...
…ritieniti fortunata…» facendole una
carezza sul
paffuto visetto «…tanti auguri…anche se
siamo qui!
Uhmuhmuhm! E’ pur sempre una bella notizia.»
«Auguri! Anche
da parte mia…» alzò la mano Diamon
senza capire
bene, forse, cosa stava dicendo «Anche da parte di mio
padre!»…«O-Oh…?»
alzando il braccio
anche al padre…
«In…cin…ta…?» si
ripeteva con un filo
di voce MarineAngemon «Aspetto un figlio…da Kenta?
D-Dal
mio…adorato…
…amato…
…povero…smarrito...!..
…p-piccolo…m-meraviglioso…!!...
…S…STRAORDINARIO maritino, il mio Kenta!!!
N-Nascerà così un altro folletto che
sarà piccolo
da potergli entrare nel taschino?!»
Anche Mitsuo era
commosso, e rispose «Proprio così
MarineAngemon…ha
ragione il qui presente Cyclemon, è la vita che si rinnova:
non
puoi capire…che effetto mi faccia. A te emoziona il pensiero
di
un figlio dal ragazzo che ami. A me l’esser giunto proprio
qui…e scoprire che coloro che ancora ricordo…come
bambini, intimoriti dal mio aspetto rigido e dai miei occhiali
scuri…
…ora sono
padri. Bravi ragazzi…lo siete diventati prima di me. Ma solo
in
un certo senso…
…lasciatemi…ritrovare quel…
…pfff,
disgraziato che si è allontanato senza permesso e poi saremo
tutti sulla stessa barca! Padri…» asciugandosi le
lacrime,
sorreggendo gli occhiali scuri con la mano. Riley gli si accostava ed
appoggiava il capo sulla sua spalla, mentre lui mormorava
«Riley…dai. Qui niente effusioni, siamo di
fronte…a
Digimon leggendari, non è il caso, noi ricopriamo una carica
importante: piuttosto sono opportune delle presentazioni. Salve, io
sono…!...
…Mitsuo
Yamaki e lei è mia moglie Riley.» disse rivolto a
Cyclemon
e figlia «Facciamo da spalla di sostegno…al gruppo
dei
Digimon Tamers.»
«…noi siamo…ehm ehm!» si
schiarì
rigidamente la voce Cyclemon…per dichiarare
«…due
poveracci di un padre e una figlia alla disperata ricerca di
uscirne!»…«Uh?
Papà!!»…«Shhh, Diamon
andiamo: è
l’unica verità!»
«M-Ma cosa dite?! Voi avete un regno!» fece Mitsuo.
Ma
Cyclemon replicò «Se riusciremo a vedere
l’alba del
domani scopriremo…
…chi
possiede realmente qualcosa e qual è il regno che conta di
più.» lanciando eloquente sguardo a MarineAngemon
come se
assegnasse a lei quel valore, nella più grande
incredulità della Digimon «Kenta…amore
mio, dove
sei…?» gemeva con un filo di voce
«…devo
darti…
…una grande gioia, sarai un padre! Noi potremo…
…creare
una nuova generazione di uomini e Digimon, come desideravi!»
Il ragazzo a cui
pensava percorreva di corsa un ponte di roccia, che si disgregava alle
sue spalle «Forza!!...Defendermon, sbrigati!! Afferra la mia
mano!!»…«Ahh!!»
Fu un balzo
mortale, ma ce la fecero. Dopo neanche aver ripreso fiato il ragazzino
indicò «Di
là!»…«Sì!
Oh?!»
«Guardromon, ho
sentito una voce!» esclamava il ragazzo aggrappato alla
sporgenza. Ma il suo Digimon gemeva «Kazu, siamo
perdutiii!»…«Ahh!! Non mollare la
presa!!...
…ti
scongiuro!!» supplicava mentre il suo cappello nero era ad un
passo dallo scivolargli, per cadere nel vuoto.
Fu allora che arrivarono «…!! Kazu!!»
Ed il ragazzo
esclamò «…Kenta!!» ed il suo
Digimon a
seguito «E c’è anche
Defendermon!»
Kenta
afferrò prontamente il braccio del ragazzo «Non
temere,
amico mio!!...u-ughh!...
…mi
dispiace tanto per come ti ho
trattato…»…«Non
ci pensare
più…»…«Mi devi
solo fare un
grande favore: reggiti il cappello!...
…se perdi
quello come speri di indossare la corona da
principe?!»…«Ahah, sei sempre il solito!
Ma
sì, non lo perderò!» affermò
Kazu contento e
commosso nel ritrovare il compagno.
Defendermon
tirava su Guardromon «Un ultimo
sforzo!»…«Ma
sei proprio tu…? Guardianmon? E’ incredibile, sei
così
gentile!»…«Io…» ma
fu Kenta
a sovrapporsi «Guardianmon è cambiato! Ora
è dalla
nostra parte, perché in fondo siamo così
sorpresi?!» Kazu ne sorrise, balzando in salvo mentre si
teneva
stretto il cappello «Ma sì in fondo hai ragione
Kenta…abbiamo creduto tutta la vita nel potere
dell’amicizia, sarebbe sciocco lasciarlo andare proprio ora,
no?»…«Già…!»
sorrise
l’altro, e Kazu «Ah, a proposito!...
…devo
restituirti i tuoi occhiali. Spero che non si siano
rotti.»…«…impossibile…»
sorrise
ancora l’amico, svelando «…erano con te
e chiunque
ti segue resta al sicuro,
Kazu.»…«Cos’è?!
Ahahah! Cerchi di
conquistarti i favori del nuovo sovrano?!!» con una gomitata
scherzosa, alla quale fu risposto «Si vede tanto?!»
Seguì un
abbraccio…amichevole e profondo, durante il quale Kenta
tornò ad indossare gli occhiali.
Guardromon
in modo analogo abbracciò Defendermon, il quale
sussultò
«O-Oh?!...»
Kazu
accennò «Non ci badare! Guardromon replica sempre
tutto
ciò che faccio!»
…ma il
suo Digimon bisbigliava all’orecchio del ragazzino
«…nessuno mai mi capisce, io non mi limito a
copiare. Io
faccio ciò che ritengo giusto: benvenuto fra
noi…»
Il ragazzino dai
capelli rossi era commosso «…grazie per avermi
accolto…» (fine-canzone)
Kenta annunciò
«Vedrete, ce la faremo! Ora che siamo insieme ce ne andremo
di
qui!» e Kazu gli pose le mani sulle spalle «Kenta,
ti
prometto che ti aiuterò a ritrovare tua moglie! Yuki
è di
certo al sicuro, e non può essere lontana!»
Ma quella dolce
riconciliazione fu presto spezzata da un tremendo boato che rimise i
quattro sull’allarme: alzando lo sguardo, videro cariche
elettriche e infuocate danzare nello stesso vortice. Le rocce che
componevano lo scenario si stavano gradualmente consumando…
In un luogo
distante, c’era un Ipad che riceveva colpi e scossoni al pari
di
un odiato nemico «Dannazione, questo maledetto affare non fa
che
oscurarsi!! Non ha proprio intenzione di farmi capire come procedono le
cose in quel luogo dimenticato…!!...d-dai Digimon e
d-d-dagli
uomini che è il campo indefinito!! Ugh!»
riaccomodandosi
il berretto mimetico, con aria alquanto stressata
«…vorrei
tanto capire dove sono finiti tutti! Scratchmon, e
poiii…quella
scema che ho spedito con quell’altro diavolo di pagliaccio
alato!
O pagliaccio di diavolo? Ah, non lo so, mi
confondo…!» ma
da dietro al suo trono diroccato giungeva sua figlia con passo da
indossatrice e rigore militare nello sguardo «Mamma, su quel
sito
non concludono niente di utile, io
esco!»…«…sì, torna
presto tesoro, e se
passi al supermercato ricordati di comprarm----UHM! Un momento, qui
siamo a Digiworld!! No scusa cos’è questa storia
che esci,
Ufomon?!»…«Eh! Esco! Hai presente?!
Quando uno mette
i piedini uno davanti all’altro per un terreno che non
è
quello di casa sua? Ecco, è esattamente quello che
faccio!!»…«Ufomooon!---e non mi
rispondere
così, senti scusa a me non sta bene questa storia io non ti
ho
dato il permesso di
uscire!»…«Mammaaa…!»
allargò le
braccia Ufomon con aria esasperata «Non ti sembra di essere
ridicola, chiedo per informazione?»…«Oh
beh…»…«Ritengo di essere
grande abbastanza,
ormai!»…«Questo lo dici
tu!!»…«Ah
sì è vero! Posso diventarlo ancora di
più
mangiandomi tutti i dati di Guardianmon, però io ho paura
che
quando sarà il momento tu non resisterai alla tentazione e
li
farai assorbire tutti a Gravemon: è così piccolo
che non
ti dai pace, non cresce nemmeno se gli annaffi i piedi e ci ho provato,
credimi, ci ho provato!»…«CHE HAI
FATTO?!!! SEI
MATTA?!!! I suoi piedi sono fatti con un materiale delicatissimo, per
farglieli ho
dovuto…»…«???...di che
materiale
sono fatti i piedi di Gravemon???»…«Oh,
beeeh…ecco,
io…»…«Che hai
dovuto…usare, per farglieli??» sbatteva le
palpebre
l’alienina digitale, fra curiosità e sospetto
«Ho
dovuto usare, ho dovuto usare…ehmmm…
…ah!
Certo!! Ci ho dovuto mettere…TUTTO L’AMORE PER
VOSTRO
PADRE, beh bell’affare! Ecco la
stupida!»…«Se
te lo dici da sola io non ci posso fare
niente.»…«U-Ufomooon!»…«Comunque
io ormai maggiorenne secondo il conteggio dell’età
dei
Digimon per cui adesso esco in quanto ho tutto il diritto di cercare la
mia gatta, visto che su Facebook sono dei
poltroni!»…«Non c’è
nessun
“conteggio” dell’età dei
Digimon, i Digimon
sono grandi quando lo sono le persone, e tu devi ancora compiere
diciotto an-NI!»…«Sì, e
intanto posso avere
la gatta…SBUDELLATA, SVENTRATA, DECAPITATA, FATTA A PEZZI E
MESSA NEL BRODO da una PAZZA a cui TU MIA MADRE hai dato
l’ordine
di fare RIPETIZIONI a MMMIO FRATELLO e ripeto MMMIO FRATELLO
perché è troppo stupido e mentecatto per
impararsi la
matematica da solo!»…«Sei diventata di
una
maleducazione…incontenibile!»…«Io
ho
solamente a cuore il destino della povera Scratchmon e visto che sono
l’unica in questo castello, mi APPROPINQUO ad eseguire i miei
doveri morali: chiamasi anche…ciao
ciao!»…«Ufomon, aspetta!!...
…f-figliola! Su dai non comportiamoci in questa maniera!!...
…Ufomon!!...
…daiii!»
(dalle altre sale la si udiva gridare «MAMMA NON SONO IO LA
GATTA, SONO TUA FIGLIA! E’ INUTILE CHE MI CHIAMI COL TONO DI
QUANDO CHIAMAVI SCRATCHMON PER IL CIBO, IO NON CI TORNO
INDIETRO!») «…ah è
incredibile, guarda con
che diavolo di figlia mi devo ritrovare! E-E con che…DIAVOLO
di
Ipad che non riprende le funzioni! Ecco: è oscurato! Lo devo
portare ad accomodare, figurati, adesso PURE accomodare
l’Ipad,
poi a chi chiedo qui?! E’ tutto distrutto! Ah no eh, questo
mondo
va a rotoli ogni giorno di più e intanto io sono qui,
isolata!
Senza gatta, senza marito, senza…figlia un altro
po’
perché è ribelle! Mio figlio…tanto
senza
insegnante di ripetizioni è come se fosse sparito anche lui,
niente: sola! Senza Digimon perché Muskmon…tanti
saluti:
ecco, il mio destino! Dimmi tu se poi uno non si deve fare due conti, e
dire cheee…l’unica nota positiva è che
magari
mentre l’Ipad si oscura Guardianmon potrebbe essere stato
ucciso
dalla furia incontrollata di un domatore umano
dagli…spiccati
istinti di vendetta, wooouuuu!» buttandosi sul trono
«Speriamo che sia così! Ihihihihi! E speriamo
soprattutto…» addolcendo il tono e sfoderando un
soffice
sorriso «…che non abbiano raccontato a Cyclemon
qualcosa
di sconveniente, quei brutti buffoni linguacciuti.
Mmm…Haruko,
Haruko…tu sì che avevi buongusto!
Uhmuhmuhmuhm!»
coprendosi la bocca col berretto che si era sfilata, allungandosi sul
trono in una posa frizzantina, a pancia sotto e coi piedi alzati come
se si trattasse di un morbido letto «Ah,
intanto…devo
pensare a cosa indosserò il giorno del
nostro…incontro
romantico. Mmm? Muskmon non si offenderà lassù
dagli
inferi se rubo qualcuno dei vestiti con cui voleva far colpo su Henry,
vero? Ihihihihihihihi!!! Ma certo che nooo! Io sono la sua Digimon
Tamer!!...
…e si sa
che domatori e Digimon dividono sempre tutto
come…buoni…amici! Ghghghghgh, uhmuhmuhmuhm,
ihihi!»
«Sta
ferma…lascia che ti tamponi la ferita.» diceva la
dolce
voce di Rika, accompagnando la mano smaltata di verde al pelo dorato
che ancora scintillava di energia rosa teletrasportante
«Rika…sono preoccupata! Quello che ha detto
IceDevimon…»…«…ora
non pensare alle
parole di quel poco di buono.»…«Ma lui
ha nominato
Imagomon!! E mi ha detto…che avrei avuto una sorpresa in
questo
luogo!! Cosa avrà mai voluto intendere?!»
La sua domatrice
socchiudeva gli occhi e la tamponava gentilmente, per mezzo di un
fazzoletto a fiori, mormorando fra sé
«…la sorpresa
qui l’avremo tutti…non appena ci renderemo conto
di dove
siamo…» In effetti, quella ferita regalava un
pretesto per
non alzare lo sguardo verso un cielo in disgregazione.
Reduci dal viaggio,
gli altri domatori con i loro Digimon riprendevano fiato e
familiarizzavano con i primi scorci di quell’intricato
complesso
di pareti di roccia «Siamo dentro?!» chiese Jeri
con una
punta d’ansia, mentre si guardava attorno e Snowhitemon
rispondeva «Sì, questo dev’essere il
campo digitale
indefinito! Finalmente riesco a vederlo…»
«Terriermon, Rea…!» Henry si rialzava
tendendo le
braccia per assicurarsi che loro fossero con lui «Abbiamo
fatto
bene a non condurre Benji qui…» commentava la
ragazza
accostandosi al marito, il quale assunse uno sguardo di pena
«Che
posto orribile…
…ignoravo
che Digiworld potesse accogliere luoghi…desolati fino a
questo
punto.»…«…hai ragione, non
c’è
niente, soltanto…rocce, e cariche
impazzite!»…«Mm…momentai,
vedrete che
usciremo anche da qui.» disse il Digimon scrollando le
orecchie
«Questo è il
luogo…»…«Cosa dici,
Henry?!» alzò il capo Terriermon, stupito dalle
sue
sommesse riflessioni «Ragazzi! C’è una
cosa che devo
dirvi, ascoltatemi!!» parlò il giovane. Ed i
compagni si
fecero attorno a lui «Che cosa c’è,
Henry?»
domandò sua sorella.
Il domatore
illustrò «Sono stato ospite dei MudFrigimon prima
di
essere catturato da Sandmon, e loro mi hanno condotto presso uno
specchio fatato che mi ha svelato qualcosa che ignoravo! Questo luogo
è stato…il punto d’origine di
Digiworld,
inizialmente il mondo che conosciamo aveva interamente questo
aspetto.»…«Coooosa?!» fece
Cindermon,
chiedendo «Era tutto un campo digitale
indefinitooo?!!»
Henry allora la fissò negli occhi «Cindermon! Tuo
padre
non ti ha parlato per caso delle origini di Digiworld?» e lei
«Pfff!» con eloquente gesto di mano
«…questaaa…è una vecchia
storia! La PUNTUALE
riservatezza dei miei genitori circa il narrare del passato,
è
come se fosse calato un velo di mistero! Sapevo che erano lui un
domat-no, aspe-faccio confusione! LEI…era una domatrice e
LUI il
suo Digimon o qualcosa di simile-beh sì altrimenti io non
uscivo
come sono-insomma!» (mentre Jeri alzava gli occhi al cielo,
sembrava spazientirla il modo di fare della compagna digitale e questo
costei lo captava con un’occhiataccia, ma preferì
non
dargli peso) «Insommaaa (!!)…dicevo:
sì, io so che
loro hanno combattuto un’epica battaglia, ma non so altro!
Non so
chi era il nemico e pure sui loro compagni c’è
tutta una
confusione che non ti dico! D-Da quello che ho capito quegli IMPOSTORI
perché non sono altro che questo, d-di quella pianta
malvagia
che abbiamo sterminato, assieme a quell’altra donna
completamente
BACATA che si definiva la sua Digimon Tamer! Ecco insomma loro si
autoqualificavano come…parti illustri della battaglia di un
tempo ma io inutile dire che ci credo poco e ci capisco ANCORA DI MENO
a questo punto, darei cosa non so per fare uno squilletto a mio padre e
farmi spiegare TUTTO-TUTTO questa volta, maaa…
…uhm,
uhm?» guardandosi un po’ attorno
«…ho
l’impressioneee…che quiii…
…non
prenda la linea! Se a ciò aggiungiamo il fatto che mio padre
è un disastro coi cellulari completiamo il quadro!»
Il piccolo
Impmon, a passo piuttosto goffo e barcollante, si faceva strada fra i
compagni per ascoltare anche
lui…«Capisco…»
diceva intanto Henry «…quindi tu sai
poco…»…«Già
già! Molto poco. E
credo che mia sorella non stia messa meglio! Però
chissà:
Diamon ha passato gli ultimi tempi molto più a stretto
contatto
con papà e può darsi che lui le abbia rivelato
qualcosa
ma non posso garantirlo! Certo gioca a favore che lui ha sempre avuto
un’opinione di alta di lei piuttosto che di me!! La riteneva
più affidabile!» Jeri mormorò
«Può
darsi che avesse i suoi motivi…» al che Cindermon
si volse
«Ehm…! Scusa hai detto
qualcosa…?» ma
l’espressione di sufficienza dell’altra
troncò ogni
replica, supportata dall’invito di Henry «Su
andiamo,
adesso la priorità maggiore…» facendo
determinati i
suoi occhi «…ce l’ha ritrovare i nostri
compagni e
svelare il mistero! Capisco che questo posto fa
paura…coraggio,
compagni: sono certo che siamo all’altezza di muoverci anche
qua
dentro, senza perdere l’orientamento!» Terriermon
scalò il suo collo fino ad arrivargli sulla testa, nel
trionfale
annuncio «Momentaiii! Date retta a Henry, ha perfettamente
ragione!»…«Sai? Mi mancavi
lassù!»
sorrise il domatore «E a me mancava vedere il mondo da questa
altez…ah, caspita Henry!! Sei diventato così
tanto
più alto!! Il campo digitale da
quassù…non fa
altrettanta paura!»
Quel così
spontaneo scambio di parole sembrò restituire ai ragazzi e
ai
Digimon quel barlume di sorriso e di speranza che occorreva loro per
lanciarsi in un’ennesima avventura. Impmon guardava
Terriermon ed
era contento «Ahah!» ma in quel momento Jeri si
volse di
scatto «Non è possibile!
Dov’è finita quella
proiezione apparsa poco fa?!»…«Cosa,
Jeri?»…«Non far finta di non capire, ti
sto parlando
chiaramente!!» aggrappandosi con le unghie alle sue spalle e
scuotendolo «Stavi per digievolvere!! Si può
sapere
perché sei ancora ridotto in queste
condizioni?!»…«M-Ma non è
colpa mia!»
mugolò il folletto piegando le orecchie e
abbassando gli
occhi «Prima, in battaglia, mi davate indicazioni
contraddittorie
e…mi sono sentito così confuso, e
stanco!»…«Ahhh, sciocchezze, sono tutte
scuse!!» replicò indignata la ragazza (ma in quel
momento
Kyubimon alzò lo sguardo su di loro) «Non sono
sciocchezze! Lo sai Jeri che questa è la mia storia:
è
fin dai tempi in cui Akemi e Mako erano bambini…io se
c’è qualcosa che odio sono le situazioni divise e
conflittuali, è stato per questo che quando loro mi tiravano
da
una parte e dall’altra come fossi un giocattolo, un giorno mi
sono spaventato così tanto che…me ne sono
andato!»…«E con questo che vorresti
dire, che forse
ciò che hai fatto dopo è
giustificato?!»…«Ma-»…«Oppure
che
hai intenzione di scaricare presto anche
me?!»…«Ma
Jeri, come ti viene in mente?!» Impmon le si
aggrappò agli
abiti con le sue zampe artigliate, mentre lei manifestava esasperazione
«Io ormai ne ho…abbastanza di te!! Ne ho fin sopra
la cima
dei capelli di tutti i tuoi ritardi, tutte le tue questioni, ed
esitazioni!! Sono sempre costretta a…restare indietro per
stare
al tuo passo, e hai sempre una una buona scusa! Ogni volta ne tiri
fuori una pur di giustificare la tua incompetenza, possibile che non
sappia fare il Digimon come si deve?!»
Gli occhi
di Impmon erano ingenui e spiazzati. Quelli della ragazza intrisi di
rancore «Non devi ascoltare centomila indicazioni, hai un
solo
domatore, e quella sono io!! Sono solo le mie direttive quelle a cui
devi obbedire, le idiozie degli altri non le devi
ascoltare!!» ma
una voce tuonò
«ADESSO…BASTA!!»
«Ahhh!!» Jeri sussultò, quasi spaventata
da quella
volpe ringhiante che si frappose fra loro fissandola con sguardo ancor
più bruciante del suo «Ah!!
Kyubimon…» si
stupì Impmon.
«Se tu ne
hai abbastanza sapessi io…» mormorò la
volpe dorata
«NE HO ABBASTANZA DI TE!!» spingendola ad arretrare
«Ne ho abbastanza della tua cattiveria, delle tue proteste
gratuite!! Sempre a…maltrattarlo e umiliarlo con
crudeltà
inumana!!»…«Kyubimon…non
è il
caso!» supplicava Impmon tentando senza successo di afferrare
una
delle nove mobili code della Digimon, la quale si volse appena
«No Impmon, perdonami!! Ma ci sono cose di fronte alle quali
non
posso star zitta!!» tornando a fissare l’attonita
Jeri…
…mentre Takato che parlava con Cindermon d’un
tratto
«Scu-Scusa un attimo!...ma che succede?» si volse
verso le
due.
«Tu non
sei in te…» mormorava Kyubimon nella sua fonda
rabbia
«Si può sapere che ne hai fatto della persona che
eri, e
dei valori in cui credevi?!! Questo spettacolo non si giustifica con
niente, e insinua in me un inquietante sospetto: sai, a volte temo mio
malgrado che la vera Jeri Katou non sia mai stata
ritrovata…» nel dilatarsi degli occhi della
ragazza
«…che sia finita risucchiata da qualche parte, e
che
quella che è di fronte a me altro non sia che uno di quei
cloni
malvagi, che il D-Reaper fabbricava senza dotarli di un cuore, per
decifrare i sentimenti delle creature viventi!!!»
gridò,
scivolando nell’affanno l’istante dopo.
Impmon
emise un «Kyubimon…» tremulo e
agghiacciato, mentre
si portava la zampa al collo, là dove aveva il fazzoletto.
Jeri era
pervasa da un tremore, e alla fine esplose «Ma…chi
ti
dà il diritto di parlarmi in questo modo?!! Tu non sei
nessuno
per giudicare quella che sono!!! Occupati della tua domatrice e pensa a
giudicare il SUO di operato, credo che tu abbia lavoro in abbondanza,
visto che oggi siamo stati resi partecipi tutti di quanto è
stato nobile!!»
Rika
alzò lo sguardo, aveva udito le sue parole e quando vide
Takato
muoversi «Jeri adesso smettil-» lo trattenne
energicamente
«No---fermo Takato, per favore!» ed
avanzò lei al
suo posto, incurante del «Ma!» del compagno.
Kyubimon
ringhiava «Non sai quello che dici…tu hai voltato
le
spalle a tutti noi, e quel che è
peggio….!!...è
che lo hai fatto con la memoria di quel Digimon che ti aveva a cuore, e
che si è sacrificato perché potesse in questo
modo
trasmetterti sentimenti di giustizia!!»
A Impmon calarono le braccia.
«Possibile che tu non
riesca a realizzare che il tuo comportamento infanga e vitupera il
ricordo di Leomon?!»…«Il suo
ricordo…è
scolpito dentro me, e solo io so come riuscirò un giorno a
rendergli onore!! Nessuno deve intromettersi…tantomeno
tu!...» sibilò intingendo le sue parole di un
sentimento
ostile verso quella Digimon…
…mentre Takato la osservava con pena…e Rika si
faceva
più vicina…
Kyubimon teneva testa allo sguardo della ragazza che la additava con
disprezzo «Una Digimon che è rimasta la fedele
guardia del
corpo bendata della sua domatrice, che pur di avere un sostegno in
grado di conferirle un’identità fa finta di non
vedere
ciò che è diventata!! Ma non ti accorgi che Rika
è
completamente cambiata?! Della domatrice valorosa che era un tempo non
è rimasta neanche l’ombra, finendo persino ad
ANDARE A
LETTO con un Digimon come IceDevimon! Un nemico!! Forse era talmente
inebriata dall’avvenenza del suo aspetto umano?! Oppure
magari
era cieca come te, perché tu lo sei con
tutti…guarda quel
folletto che ti si nasconde dietro le zampe…! Eh?! Tu nella
tua
coscienza hai azzerato ciò che ha fatto, ceeerto, come no!
Vita
nuova, tanto l’importante è che la squadra sia
ricomposta,
non conta più il passato!!»
Impmon ancor
più era spinto a nascondersi dietro le code in
movimento…e quella scena impartiva un duro colpo
nell’animo di Takato…ma anche di Cindermon accanto
a
lui…
«E poi
perché lo difendi così tanto…?
Rispondi!!
Perché prendi tanto a cuore la sua causa, e sei sempre
così dannatamente pronta a gettarti in suo soccorso?! Non
sarà che forse persino una Digimon che si dà
l’aria
da INTEGERRIMA SIGNORA come te magari si è concessa qualche
diversivo?»
Kyubimon assottigliò lo sguardo, tra fierezza e ansia.
«Forse per
imitare la sua insigne domatrice, o magari per fare ingelosire il suo
troppo signorile marito! Ora forse capisco perché Imagomon
è sparito dal giorno alla notte, magari aveva scoperto che
sua
moglie in realtà disdegnava le sue indiscutibili
qualità
in quanto ben più interessata a un imbarazzante microbo che
non
è neanche capace di compiere una normale
digievoluzione!!»
«Ahh!» Impmon sussultò, lasciando le
code che aveva
afferrato.
Kyubimon
serrò i denti «Non…!!...giocare con me,
potresti
pentirtene!!» ma Jeri replicò «Non mi
fai paura, io
non ho paura di nessuno, figuriamoci di te! Dì la
verità,
ti sei presa una cotta per un Digimon più piccolo e
più
rozzo di te, non ti accorgi di essere PATETICA?!»
Impmon venne
avanti «Che ti salta in testa, Jeri, ma sei completamente
impazzita?!! Kyubimon è innamorata di suo marit-»
ma a
quel punto la volpe esplose «NON CI TROVO NIENTE DI PATETICO
SE
LO AMO!!»…«AHHH!» decretando
un più
drastico sbiancare del già pallido volto di Impmon. E
incredulità negli sguardi di tutti. Rika degluitiva con
pena, e
teneva la mano al collo.
Lacrime
luccicavano sul bordo dei sottili occhi di Kyubimon «Io lo
vedo…GRANDE E VALOROSO, AL CONTRARIO DI COME FAI
TU!!» ma
Jeri sfoderò un sorriso tagliente e rancoroso
«…lo
vedi allora che avevo ragione. Pff, e vieni a fare la morale a me:
dovresti solo vergognarti!! Tu non sei altro che una bavosa,
perché non ti guardi allo specchio, Kyubimon?! Il tuo ruolo
altro non è che l’equivalente digitale di una
donna
vecchia e che ormai non può piacere a nessuno!!!»
Ma prima che
avesse potuto realizzare altro pensiero, Jeri si sentì
colpita
da uno schiaffo deciso e diretto.
«Rika!!»
esclamò Henry. Era stata lei. Rea appoggiò il
capo sulla
spalla del marito stringendosi in un’espressione sofferta
«No…!» nella quale sembrava leggersi il
timore per
il loro gruppo. Takato chiudeva gli occhi, come per incassare una
consapevolezza. Lo sguardo di Cindermon era su di lui.
Jeri volse
lentamente il suo capo, fronteggiando quegli occhi lilla che la
fissavano fino a bucare il suo animo «Tu queste cose a lei
non le
dici.» sibilò Rika, per poi esplodere
«HAI
CAPITO?!» con una furia ancor maggiore della sua compagna
dall’aspetto animale. La quale emise
«Rika…»
con un filo appenato di voce. Ma Rika non distolse lo sguardo da Jeri,
limitandosi ad additare Kyubimon
«Nessuno…può
permettersi di parlarle in questo modo.»
Impmon si
allontanava ad orecchie basse e viso triste…ma
incontrò
due mani che lo presero in braccio «Oh?» Era
Takato, che
gli fece appoggiare il capo sulla sua spalla dandogli dei colpetti per
rassicurarlo, come si fa con un bambino.
«Sono stata
ferma…e zitta quando mi hai apostrofato in quel modo.
Perché di quello che pensi di me…
…sarei
falsa a dire che non mi importa ma sono rassegnata al fatto che non
vedevi l’ora di esprimerlo! Bene, adesso reputati
soddisfatta, ma
non azzardarti a toccare lei…sono stata chiara? Bada bene:
io
sarò quello che sono…» precisava quella
fiera
domatrice accompagnandosi con incisivo dito indicatore. Kyubimon si
volgeva lenta, e si allontanava tristemente fino ad incontrare una
carezza amorevole: era Henry, che assieme anche a Rea e a Terriermon le
fecero cenno di allontanarsi da lì. Mentre Rika continuava
«…ma lei è una Digimon nobile e
stimabile,
qualsiasi siano i suoi sentimenti, PER CHIUNQUE! Chi parla male di
lei…non sperasse di avere l’occasione di guardarmi
in
faccia. Non la cercasse.» girandole le spalle, per poi
compiere
un sospiro sofferto, e passarsi le mani sul viso…mantenendo
giusto la cautela essenziale per non distruggere il trucco. Ma dietro
di lei luccicava l’astio nello sguardo della compagna, che si
reggeva la guancia colpita affermando «Ma
bene…» per
poi guardarsi intorno freneticamente «SIETE CONTENTI?! Come
vedo
nessuno è intervenuto…E’
PERCHE’ SIETE
D’ACCORDO CON LEI, NON MI SBAGLIO VERO?!»
A quel punto
Takato avanzò, affermando deciso «Jeri!! Non
è come
credi tu! E’ che-»…«Lasciami,
Takato!!»
si scrollò freneticamente dalla sua presa
«VIGLIACCHI!!...qui tutti mi odiate, vero?!
Domatori…&
Digimon, dite la verità!» ma scattò in
avanti
Terriermon «Ma che diavolo dici Jeri, ma come ti salta in
mente?!
Stai dicendo solo…un mucchio di
sciocchezze!»…«Non sono sciocchezze,
Terriermon!!
E’ la verità!! E lo sai anche tu, lo sapete tutti
che
è la verità!!»...«No, non
è la
verità!!» esclamò Rea aggiungendo
«Sei tu che
sei convinta di questo!»…«Bugiardi, io
lo so!!
Sì, voi sareste molto felici di liberarvi di me!! Sareste
stati
contenti che io non fossi mai venuta in viaggio con
voi!»…«Questo non è
vero!!»
replicò Suzie stringendo un pugno di decisione e precisando
«Lo abbiamo sperato fino
all’ultimo!»…«Ma adesso ve ne
siete pentiti,
certo!! Perché quella lì è davvero
vostra
amica!» additando Rika, che si volse di nuovo con sguardo
ostile
«Perché è una conoscenza di vecchia
data, quindi
lei va bene, e vai bene anche tu!» indicando Suzie
«E
persino tu vai bene!!» facendo lo stesso con
l’attonita Rea
«Persino tu che sei arrivata da poco, ma io no! Io non
sarò mai una di voi!!» ma a quel punto
parlò
Lopmon, scandendo tra i denti «Che cosa dici…? Non
posso
sopportare di sentirti…soprattutto quando insulti lei senza
averne il diritto!!!» indicando Kyubimon, il cui occhio
malinconico si volse appena. Anche Lopmon aveva agli occhi lacrime di
impeto «Noi non ci meritiamo il tuo disprezzo!! Possibile che
non
ricordi che quando eri in pericolo noi eravamo in prima linea per
salvarti?!...o forse hai perso la
memoria?»…«Ecco…lo hai
detto…Lopmon!» scandì Jeri tra le
lacrime, senza
smettere di reggersi quella guancia…
…intanto
Snowhitemon teneva il capo basso e stranamente restava
estraneo…(canzone: Steps
- Why)
«”Quando…eri in pericolo”,
è questo!
E’ soltanto…un vincolo di coscienza che ci lega
ormai da
anni, non è vera
amicizia!»…«Ti stai
sbagliando...» accennò il ragazzo con Impmon in
braccio,
tendendole quella mano che però lei scostò
«E’ inutile Takato, sarebbe negare
l’evidenza!!» appellandosi a tutti loro
«Voi non mi
considerate una domatrice al vostro livello! La verità
è
che vi faccio pena!! Pena!!...per questo mi scarrozzate in giro, per
questo vi mostrate gentili! Io per voi…
…resterò sempre un fardello ingrato e scomodo,
non
sarò mai quella compagna in cui si confida, e nella quale si
ha
fiducia! Questo io…non posso perdonarvelo!!»
Cindermon
sembrava mordersi labbra e lingua nel tentativo straziante di rimanere
zitta, che comportava anche lo scrostamento dello smalto alle unghie.
Henry
avanzò deciso «Non è così,
Jeri!!»
esclamò con impeto «Capisco come puoi sentirti ma
ti
sbagli: stai fraintendendo i sentimenti…di tutti
noi!!!»…«Non mentirmi,
Henry!!» gemette lei
«Io ne sono cosciente ormai da tempo, lo so!! Ma sappiate che
io
non provo qualcosa di meglio per voi, umani o Digimon, senza
differenze!! Io…!!...vi odio, vi odio con tutti i miei
sentimenti!! Disprezzo senza esclusioni ciascuno di voi!!!»
correndo via in lacrime. Takato non poté trattenersi
«Jeri…! Aspetta!!» gettandosi a
rincorrerla e
soffermandosi solo per pochi istanti a scrutare Snowhitemon, che era
rimasto impassibile. Ma ora lei era ciò che contava di
più «Non sai dove vai, questo è un
labirinto,
rischi di perderti!!»
Non si era
accorta che fuggendo aveva lasciato alle sue spalle soltanto volti
addolorati, alle cui porte la pena e le lacrime non si astenevano dal
bussare.
«…è matta: non c’è
altro da
dire!» ne concluse Cindermon, pigiandosi per bene il dito
sulla
tempia. Rika accanto a lei tirò un sospiro sofferto
«…no in realtà è
che…!»…«No! Senti abbi
pazienza qui non
c’è altro da spiegare o giustificare: quando una
persona
non sta bene di cervello è inutile, non puoi ragionarci!
Solo
che non vieni a Digiworld! Ora poi TUTTO QUELLO CHE VUOI, non dico che
se sei matto non devi essere capito, però ti vai a far
curare!
Vedi come ha fatto Ryo? STAVA MALE---E’ ANDATO A CURARSI, lui
ha
tutta la mia ammirazione, ora dico: appurato che hai dei problemi di
testa PERCHE’ LEI CE LI HA, NON MI VENISSERO A DIRE---PRIMA
ti
fai curare, e POI MAGARI vieni a Digiworld ma questo mondo ha
già un mucchio di casini, abbi pazienza non si
può
accollare pure le stramberie del tuo cervello! Ma non l’hai
sentita? Ha detto tutte cose insensate, per l’ennesima volta!
Ah
io ci sono alcune volte che proprio non riesco a seguirla: mi spiace ma
smarrisco il filo!»
«Ma
perché pensa questo di noi?! Noi le abbiamo sempre voluto
bene!!» esclamò Suzie con frustrazione. Henry
replicò «Lo so, ma in certi momenti è
impossibile
ricordarlo, si è…sordi e ciechi, capaci di vedere
unicamente la propria frustrazione! Io…non posso giudicare
Jeri,
anzi…
…la
comprendo profondamente.» Queste parole diedero a Rea nuova
speranza «Giusto, immagino Henry! Ascolta…secondo
te
cos’è meglio fare, forse è meglio che
le vada
dietro? Come si comporterebbe una vera amica…?
Perdonami…ma sono una principiante anche in questo:
forse…è il caso che la
segua?»…«Aspettiamo un
attimo…»
suggerì il ragazzo «…è
andato Takato.
Lui…ora è l’unico che può
aiutarla a
comprendere: lui la ama…» carezzando lunghi
capelli scuri
della moglie, e concludendo «…e in questi casi
solo
l’amore è il giusto antidoto al dolore che ti
scorre nelle
vene, ma noi ci manterremo dietro l’angolo, e non appena
sarà il momento adatto saremo lì. A
confermarle…
…che non
abbiamo mai smesso di essere quei suoi amici di allora, i suoi
compagni…»
Nessuno
osò contraddirlo, gli sguardi si piegarono
nell’accenno di
un lieve sorriso.
Lopmon chiese
«Snowhitemon, perché non hai detto
niente?»…«…a che serve?
E’
inutile.» alzò le spalle il minotauro un
po’
amareggiato «Almeno in questo modo le persone mostrano il
loro
vero volto.»…«Non ti ho mai sentito
parlare
così!» si stupì la coniglietta marrone,
e lui volse
le spalle «Che senso aveva che continuasse a fingere? Jeri
è così, è…piena di
risentimento! A ben poco
serviva darsi l’aria da ragazza dolce.
Scusate…»
allontanandosi a passo lento, sotto lo sguardo un po’
interdetto
di Lopmon che aveva captato la profonda delusione che colpiva
l’aninmo dell’amico.
Infatti
Snowhitemon si addentrava tra le rocce chiedendosi
“Jeri…come hai potuto dire simili cose?”
nel
frenetico, e ora ferente ricordo della bambina prigioniera con Calumon
in braccio.
Rika era rimasta
in disparte, a sfiorarsi la mano con cui aveva colpito la compagna, ed
i suoi occhi si velavano tra il dubbio e il rimorso…fino a
quando la coda del suo sguardo fu attratta da quella volpe dorata che
sembrava più triste e più stanca, forse
più adulta
di sempre.
Si fissarono in
silenzio per diversi istanti…fino a scivolare in un
travolgente
abbraccio, commosso per entrambe. Questa volta il trucco cedette, e
scivolò tra quel pelo prezioso macchiandolo. Le unghie di
Kyubimon si aggrappavano alla schiena di Rika, rischiando di lacerare
il fragile tessuto della sua maglia. I compagni con pena le guardavano,
ascoltando i loro singhiozzi all’unisono…(fine-canzone)
In quegli stessi
istanti si dischiudeva lentamente la porta di un luogo atipico quanto
affollato: pieno di fumo, e di Digimon di tutti i tipi.
L’entrata
non era un esempio di modernità, una porta di legno
rotatoria
simile alla dimora di Babamon e Jijimon. E anche l’interno di
quella sorta di cava sembrava raccontare anni di incubosi graffiti,
raffiguranti Digimon esagerati nelle loro caratteristiche, e circondati
da ogni sorta di attrezzi.
Gli occhi che, dalla
luce dell’esterno, si erano inoltrati in quel caotico
anfratto
erano azzurri, e attoniti al confondersi e allo sfumarsi del loro
colore per via dei fumi verdastri emanati dalle pentole «No,
fammi capire…sarebbe
questo??!!!»…«Sì
Ryo.» replicava Cyberdramon dietro di lui
«Perché,
che c’è di
male?»…«…CHE
C’E’ DI…(!)…???...!!!...
…ma io mi dovrei andare a fare curare in un posto del
genere?!»…«Se ci tieni a
guarire.»…«Ma ricorda una discoteca in
cui…!!!...
…ahhh, avrei tanto tenuto a festeggiare i miei diciotto
anni: ma
mia madre me l’ha impedito! Diceva che era un luogo troppo
squallido e pieno di tentazioni, e grazie tantissimo! Io era proprio
per questo che lo volevo, almeno potevo passare alla maggiore
età senza il pensiero ossessivo della cara Rika a
tormentarmi,
ma come sarà andata? Un fiasco totale ovviamente, vedevo la
sua
faccia persino sulla torta nonostante tutte le graziose pollastre
d’alta estrazione che la vecchia aveva avuto la cortesia di
invitare, pfff…ragazze noiose! Tutte “che fai Ryo,
quali
sono i tuoi progetti dal prossimo autunno?”»
imitando una
vocetta insipida «Uuuaaah, un supplizio senza fine! E-E qui
è l’esatta imitazione, questi Digimon dovrebbero
beccarsi
una denuncia per aver copiato lo stile: nooo, io qui mi
rifiuto!»
e stava per voltare le spalle, ma il drago nero lo trattenne
«Fermo, Ryo!»…«Lasciami
andare, Cyberdramon!
Preferisco sopportare, guarda: mi tengo la labirintite!
Ooo…la
sindrome da labirinto, come la chiamate voi, ma io qui NON MI FACCIO
VISITARE e poi chi sarebbe il medico del
luogo?!»…«Te l’ho detto:
Hippocramon, il mio
amico!»…«Non so chi sia questo
Hippocramon
nonostante la mia enciclopedica erudizione digitale,
c’è
sempre da imparare a quanto
pare!»…«Ryoooo!»…«No-No-No,
io in
quei pentoloni non mi ci faccio infilare! M-Ma li hai visti tutti quei
Digimon? Sono…p-pieni di chiazze dappertutto, qui minimo si
rischia di beccarsi un epidemia, io non voglio ridurmi come quelle
creature che…credi: ho paura di
guardare!»…«Come sei
fifone…»
In effetti,
quello che Cyberdramon intendeva come un ambulatorio medico non
esattamente popolato da Digimon dal bell’aspetto
«Ho
fronteggiato lo sguardo di Digimon grossi il doppio di me ma arrivato
qui ti giuro che ho paura! Ma non li hai visti??? Sono tutti schizzati
e nevrotici come se qui ci fosse un…passa-passa di certe
sostanze che conosco io, sono invasati a dir poco! Nooo, no, finirei in
causa, difeso da un avvocato digitale col cravattino! Meglio PREVENIRE,
che curare!»
Cyberdramon
però lo bloccò, aggrappando gli artigli alla sua
giacca
«Ryo,
ragione…»…«Non voglio
sentirti!»…«Hai fatto tutta questa
strada! Non
vorrai rinunciare: non è da te!» Il ragazzo
deglutì, facendosi un tantino più serio
«Io non
voglio…mettere il mio prezioso corpo a disposizione di un
Digimon pazzoide che compie esperimenti sui suoi simili: sono un umano,
non sono del suo campo!»…«Questo
“Digimon
pazzoide” è un gran luminare: te l’ho
detto,
è un amico.»…«Un amico
perché ti
reggeva le sveltine, mica perché ti
curava!»…«Quelle che ti chiami con
questo termine
dispregiativo mi facevano sentir meglio, più in salute, e mi
aiutavano a sopportare quella brontolona di mia
moglie.»…«E poi fai tanto il
virtuoso…!»…«Senti, Ryo: di
me pensa quello
che vuoi, ma che a te piaccia o no ora sto svolgendo irreprensibilmente
il mio dovere di Digimon. Mi preoccupo per te, per la tua salute e il
tuo futuro! E mi preoccupo, mio caro, per il tuo matrimonio.»
pigiandogli l’artiglio indosso, benché Ryo lo
scostasse un
po’ infastidito «Ti è già
passata la voglia
di sposare Rika? Non ti manca un
po’?»…«Cosa?
Ahhh, mi manca…da pazzi!...» espresse il giovane
con tono
quasi sofferto, mentre il clima rarefatto di quel luogo faceva sudare
la sua fronte, o forse era il pensiero della ragazza
amata…ed il
ricordo delle sue parole…
“E’
vero, non nascondo che io…non ho fatto che desiderare un
viaggio
del genere per anni, sognavo di averlo di nuovo accanto, che si
ripetesse la magia di un tempo! Poter…stringere la sua mano
nella frenesia del campo di battaglia,
e…quando…lui mi ha
proposto di sposarci, proprio qui nel nostro
mondo!...”nostro”…poiché qui
ci siamo
conosciuti, a me non è sembrato vero, è parso di
sognare!”
«…Rika…» si ripeteva il
domatore leggendario
stringendo i denti e tormentandosi le pellicine delle dita
«Che
devo fareee…!»…«La risposta
è semplice
Ryo: abbiamo fatto trenta…facciamo trentuno visto che ci
siamo!»
La vista
di quella cava traboccante di Digimon vittima di un riso nervoso e di
un prurito frenetico non faceva che scuotere e agitare
l’animo
del domatore leggendario più di una nave sul mare in
tempesta.
Ma a quel punto Cyberdramon esclamò «Toh guarda,
il mio
amico medico: Hippocramon, che piacere! Ti trovo ringiovanito di
qualche secolo, lo sai?»…«E io devo
darti qualcosa
per la corazza: sai? Inizia ad imbiancare!»...«Oh
mamma!
Sei sicuro?»…«Come sta
Gelsomon?»…«Gelsomon?!
Oh…benone…come
sempre! Purtroppo!...» e così via proseguivano le
chiacchiere con quella creatura equina e alata appena
intravista…
…ma Ryo
era troppo preso dalle sue valutazioni per poterci vadare
«Io…non ho…paura, posso
farcela!» si ripeteva
«Posso superare qualsiasi ostacolo e così
sarà:
tornerò da Rika, e mi sposerò con lei!
Coraggio…coraggio vecchio Ryo, sei quasi alla realizzazione
dei
tuoi sogni!» sicché si fece coraggio, e (ben
attento a non
sfiorare quei Chumon topiformi e dal continuo grattarsi)
avanzò
accostandosi al suo Digimon
«Cyberdramon…!»
assumendo espressione seria e rigorosa «Non mi presenti al
tuo
amico?!»…«…non credo ai miei
occhiali storti,
Cyberdramon!»…«E invece devi: stavolta
anziché una draghetta tutta curve ti porto un
umano.»…«Un…vero
umano?» si
aggiustò le lenti Hippocramon, e Cyberdramon
replicò con
tranquillità «Oh puoi andarne ben certo:
nient’altri
che il mio domatore Ryo
Akiyama.»…«…pensavo
fosse leggenda.»…«E perché,
non lo
sono?!» provocò Ryo, mostrandosi spavaldo.
La dolce Regina
dei Digignomi stava conversando con alcuni suoi sudditi
«E’
molto triste…ho cercato di suggerirgli una via. Ma ora la
sola
cosa che può aiutarlo è ascoltare il suo
cuore.»…«Speriamo che si riprenda
presto,
Regina!» dicevano i piccoli e volanti folletti luminosi.
Quando una voce
si udì «Scusate davvero se vi disturbo:
Regina?»…«Oh?» si volse costei.
Guilmon la
scrutava, aveva sguardo sereno «Ascoltami, ho pensato a lungo
a
quello che mi hai detto.»
Dopo pochi secondi di
attesa sospesa, e di batticuore per quella creatura mitica, il
draghetto striato confessò «Credo di aver pensato
a un
desiderio adatto.»
«Oh?!» la Regina
si coprì la bocca con l’ala luminosa, e i
Digignomi
circondarono Guilmon come bambini curiosi
«Davvero?»…«Daiii, dicci che
cosa!» La
Regina si raccomandò «Andiamo…! Non
siate curiosi:
un desiderio è una cosa personale. Guilmon ha diritto a
rivelarlo unicamente a chi vuole.»…«Io
non ho
problemi a parlarne qui con voi, ahahah!»
giocherellò con
i Digignomi allungando il suo artiglio. Dopodiché il suo
sguardo
si fece più insicuro, ed i suoi occhi si abbassarono
«…non so se quello che ho pensato può
avere un
senso o magari sarà inutile.» e lei «Non
importa che
raggiunga un risultato: basta che ti faccia star bene. Un giocattolo
non serve ad altro che a divertire il bambino che ci
giocherà, a
fargli un po’ di compagnia. E noi abbiamo detto che saremo un
po’ come madre, e figlio: mi piacerebbe regalarti un
sorriso…anche se dovessi comprarlo con buona parte
dell’ormai…scarsa energia magica che ci resta.
Avanti,
Guilmon.» e lui «Come tu mi hai
detto…sarebbe
inutile domandarti di far tornare in vita il mio caro amico Takato.
Però devo confessare che…dopo di
lui…c’è stato qualcun altro che ha
risvegliato in
me un’emozione…diversa sì, ma
altrettanto bella e
speciale!»
«Ohh…» fece la creatura, colpita dalle
sue
parole…
Guilmon aprì il
palmo della sua zampa, scrutando la piccola foglia «Da quando
l’ho vista, si è adagiata sul mio cuore, e io non
ho fatto
altro che pensarci!» rivolgendo sguardo verso
l’alto
«Io l’amo!» (canzone: Laura
Pausini - Mi dispiace (strumentale) )
I suoi occhi
gialli da creatura animale e buona erano velati da una così
delicata e preziosa emozione, che la luce dei Digignomi che gli
svolazzavano attorno rendeva ancor più limpida
«…la
amo, per me è bellissima…
…è
una creatura fantastica, meravigliosa. La più
bella…creazione che il mio mondo sia mai riuscito a
concepire.»
Nei suoi
ricordi rivedeva quell’agile e dinamica guerriera dai capelli
rossi come il fuoco, il cui cammino si era intrecciato con il suo nel
corso di tante, frenetiche vicende…
«Però lei è una principessa! Ed
è talmente
nobile…e raffinata, che non potrebbe mai interessarsi a uno
come
me!» piegando il capo ed abbassando le tremule orecchiette,
che i
folletti cercavano invano di rialzare. La Regina si
impietosì
«Guilmon…non parlare in questo modo, non
è mai
detto che qualcuno non scorga le nostre
qualità!»…«E’
inutile Regina! Io mi
sono definitivamente convinto, lei non potrebbe mai amarmi come
l’amo io! Se mai ama qualcuno…costui è
di certo
bello, giovane e affascinante.»
La Regina
sorrise «Anche tu…sei giovane,
Guilmon.»…«Ma io mi sento tanto grande,
da quando
è morto Takato!! E comunque ho questo aspetto che per
strappare
un sorriso a un bambino di dieci anni fa poteva andar
bene…» alzando le zampe e fissandosi i palmi
«Però…non di certo per fare innamorare
una Digimon
per metà umana e così carina. Però non
fa
niente…
…io non ho bisogno che lei mi ami! Mi
accontento…»
accennava con sfumatura delicata della sua vocetta gracchiante
«…di poterla anche solo osservare da
lontano…la sua
energia e vitalità sono linfa per la mia anima
stanca…anche se solo sarò costretto…a
sedermi
distante da lei, e poterla osservare mentre vive i suoi giorni, forse
troverò anch’io lo spirito giusto per affrontare
il mio
futuro, che in questo preciso istante…non so proprio che
faccia
abbia. Però non posso presentarmi in questo modo, lei mi
conosce!!» esclamò accorato, prendendosi il capo
tra le
zampe «E se mi vedesse penserebbe che voglio solo
importunarla,
le darei fastidio e mi scaccerebbe lontano, così che io non
potrei più neanche nutrirmi del colore candido della sua
pelle!
Oh…mia meravigliosa Cindermon…
…io non
ho mai amato tanto qualcuno…come amo te: se solo Takato
esistesse ancora…povero lui, che testa gli farei con
il…grande sentimento che esploso nel mio cuore! Passerei
giorni…e notti a parlargli di te.»
«…devi amarla davvero.» sorrideva la
Regina piena
d’affetto, aggiungendo «Si parla così di
un
sentimento…quando è davvero qualcosa di unico.
Destinato
a passare solo una volta…» al che gli occhi ora
più
maturi del draghetto la fissarono con dolce sincerità
«Io
non credo che possa esservi più amore tanto grande come
quello
che provo per lei nella mia vita…» riguardando la
foglia
«Lei…è la sola foglia sopravvissuta a
un inverno di
anni: l’ultimo petalo…di una sequenza di stagioni
felici,
che è giunto fino a me. Nella mia mano.»
«Dunque…cosa vorresti che io facessi?»
«Regina! Tu hai detto di aver incontrato MarineAngemon,
vero?!»…«Oh
certo!»…«Ti prego,
vorrei che tu esaudissi lo stesso desiderio che hai tramutato in
realtà per lei!...
…trasformami in un essere umano, ti scongiuro!!»
implorò il draghetto.
«Oh!» la Regina sussultò
Guilmon
abbassò il capo, affannato «Se potrò
celare il mio
aspetto…c’è la speranza che lei nutra
simpatia a
prima vista, per quello sconosciuto che si siederà su una
panchina ogni mattina, di fronte a dove abita. E che a volte le
sorriderà, altre scatterà una
foto…ma…non
oserà mai disturbarla. Egli non sarà
un’eco del
passato: solo e soltanto…uno spirito del presente che veglia
su
di lei, o come vorrei che fosse vero! Tu pensi…che puoi
esaudirmi? Puoi concedermi, come alla mia vecchia e cara compagna,
l’aspetto di un terrestre…?» alzando le
sue tremule
zampe…e sfiorandosi a più riprese il muso con gli
artigli…
Anche quella fatata sovrana luminosa era emozionata…
«…mi piacerebbe…per la prima volta
scoprire cosa
significa avere mani e piedi come li aveva Takato…osservare
il
mondo…dalla sua prospettiva, sarebbe un tributo alla sua
vita:
quasi come…indossare la giacca di qualcuno a cui hai voluto
bene
e che non c’è più. Sarebbe un
sogno…»
descriveva circondato dal dolce volo di tanti Digignomi…
Un ragazzo dalla
bandana rossa correva affannato fino a che non la trovò,
seduta
su un ceppo roccioso, nascosta da tutti
«…Jeri!!»
La ragazza era in
preda a un pianto addolorato, stringeva gli occhi e respingeva con un
gesto di mano «Vattene Takato!! Lasciami da sola!»
Takato aveva una pena
profonda nello sguardo, e con Impmon in braccio assomigliava un giovane
padre. Anche perché gli occhi del folletto violaceo era
tristi e
ingenui come quelli di un bimbo di pochi anni, che ripeteva
«Ma
Jeri…»
E lei «Andate
via tutti e due, non voglio vedervi!! E’ meglio
così!...
…questo
è un labirinto, non è vero?! Perfetto! Chi vi si
perde…non può più tornare indietro,
è la
soluzione ai problemi di ”incompatibilità
caratteriali” del nostro gruppo, sparita la pietra sparisce
anche
lo scandalo! Non…prenderti pena per me, Takato.»
scandiva
metallica, seppur adolorata, senza guardarlo «Vai tranquillo,
e
cercati una brava ragazza tra le tante che popolano la terra, e non
solo! Dimentica quella…
…STREGA che era
in squadra con te, quella vipera di cui credevi di essere innamorato da
bambino!!» ma Impmon parlò per primo
«Ora basta,
Jeri!! Ma non ti rendi conto?!» e aveva le lacrime agli occhi
«Mi stai facendo male!! Mi stai facendo molto male!»
Lei rivolse loro
sguardo ostile «Andatevene entrambi, anche tu Impmon cercati
qualcun altro! Torna dalla tua domatrice, no?! La…DOLCE E
CARA
Akemi sarà molto ansiosa al pensiero del ritorno del suo
AMATO
Digimon, probabilmente
festeggerà!»…«Oh…?»
a Impmon si
bloccò la parola, ma Takato giunse a sostituirlo
«Akemi
è bloccata a letto, probabilmente sta
soffrendo…»
avanzando «…perché parli di cose che
sai benissimo
che non sono vere, solo per farti male…?»
Al che
Jeri si piegò, come chi ha un male forte allo stomaco. Ma il
suo
dolore non colpiva un organo vitale, o forse ciò che in un
creatura è quanto di più vitale esista:
l’animo. Il
suo singhiozzo era scosso dalla frustrazione di chi ha la convinzione
che mai si libererà dal malessere che lo imbriglia. Ma la
voce
di quel ragazzo era pacata come un velo e al contempo ferma,
nell’affermare «…io non ci credo che tu
pensi quelle
cose di Renamon…
…non credo al fatto che ci disprezzi…
…io non
ci credo, Jeri! Perché dici cose che non
senti…?»
avanzando, e sedendosi vicino a lei che tuttora non riusciva a
guardarlo. Fissava avanti a sé, al buio delle rocce e al suo
dolore sconsolato. Takato invece non cessava un secondo di fissarla
«Persino questo Digimon…tu puoi dire qualsiasi
cosa, ed
entrambi conosciamo il passato. Ma io sento che lo ami.»
Impmon non
diceva nulla, limitandosi ad attendere con occhi appenati quella
conferma d’affetto. Jeri spalancò il suo sguardo a
quell’affermazione.
«Io sento
che gli hai voluto bene…dal primo momento in cui il Digivice
ha
brillato e vi ha uniti…allora io mi chiedo…che
cos’è che ti fa parlare contro lo slancio del tuoi
stessi
sentimenti? E la mia non è una domanda da amico…o
magari
da fidanzato: no…la mia è una domanda da
domatore. Voglio
sapere…contro quale nemico devo combattere. Chi devo
sfidare,
per liberare la mia principessa…da ciò che le fa
paura e
la fa soffrire?» a quel punto lei si volse. Lo
contemplò,
fino ad afferrargli le spalle con energia, e gettare il capo su di lui
per sfogare tutto il suo pianto
«Takaaato…!!!...»
«Amore
mio…» lui chiudeva gli occhi…le
carezzava il
capo…e Impmon approfittava di quel momento di confusione per
fare altrettanto, scorrendo con felina esitazione il suo guantino rosso
fra i lunghi capelli castani, ma con la premura che solo un Digimon, o
un amico fedele può avere.
«Takato…!!...Takato…!!»
seguitava a ripetere
convulsamente Jeri, e lui pazientemente «Sono
qui…sono
accanto a te. Non aver paura…
…sfogati di tutto.»
“Jeri…”
pensava intanto Impmon guardando il buio e inquietante cielo di cariche
“Come posso fare? Sono il tuo Digimon…”
aprendo le
sue braccine sottili e viola “…cosa posso
inventarmi per
farti sentire protetta?”
Niente sembrava
sarebbe mai riuscito a consolare l’animo, così
inondato di
dolore, di quella domatrice così giovane e bella. Quando
d’un tratto Impmon vide qualcosa e sgranò gli
occhi
chiedendo «E tu cosa ci fai qui?»
Il piccolo Orphanmon
sostava a terra, e chiese «Mamma Jeri…?»
con la sua
vocina, svelando dietro di lui Stillymon «Che
succede?» e
gli altri tre compagni.
Impmon domandò
«Ma non sareste dovuti restare con LadyWizardmon?»
ma a
quel punto Jeri ebbe un sussulto improvviso e si affrettò ad
asciugarsi gli occhi
«Orphanmon…amici…»
I cuccioli si
avvicinarono e Takato sorrise «Hai visto…? Un
labirinto
oscuro fa paura ai bambini…se loro ti seguono fin qui
significa
che il tuo sorriso li fa star bene. Non devi perdere il tuo sorriso,
Jeri…» disse il giovane carezzandole il viso e
destandole
stupore «…vale tanto,
vale…più di
tutto…l’oro di entrambi i nostri mondi,
amore.»
Una profonda
commozione inondava i suoi occhi, portando via il trucco goccia dopo
goccia…(fine-canzone)
Nascosta nella
penombra di una cava argentea, a mangiucchiarsi con frustrazione
l’unghia tremante, stava una donna dalla camicetta un
po’
sgualcita, e gli occhi arrossati dalla rabbia di una recente sconfitta
«Non devi prendertela in questo modo,
Nami…» diceva
un’ombra alata che si proiettò sulla parete
«Quegli
sciocchi tra poco scopriranno di essersi messi in trappola da soli:
nessuno di loro, credimi, sfuggirà alla furia di
Nemesimon.»…«Nemesimon, Nemesimon, non
mi importa
niente di
lui!!!»…«Perché…?»
si
fece più vicino IceDevimon «Non provi gusto al
pensiero
della sua falce che non risparmia nessuno dei tuoi piccoli, adorati
alunni di scuola?»…«Zitto sciocco, sai
benissimo a
che mi riferisco!!» sibilò la donna
«…ci
tenevo ad essere io, io personalmente!!...ad eseguire la sentenza, ora
l’unico risultato che otterremo, se lo otterremo,
sarà
concedere a quell’idiota mentecatto di una volpe oscura la
sospirata soddisfazione di rifarsi per l’infedeltà
di sua
moglie!!»…«Lo so: ammetto che
anch’io avrei
avuto piacere, che dico? Un grande piacere a sterminare tutta quella
dannata brigata di presuntuosi, trasformandoli in statue di ghiaccio
grazie al potere estrapolato dalla rabbia di quell’idiota
cornuto. Ma sfortunatamente la situazione è sfuggita dal
nostro
controllo…»…«Non intendo
tornare al palazzo e
subire le umiliazioni di quella…CRETINA al cui figlio faccio
ripetizioni!!»…«Uhmuhm! Lo so che
è quello
che ti preoccupa: ma non devi temere, mia dolce
metà…» carezzandola con un dito, ma lei
lo
scostò con fastidio «E non chiamarmi
così!»…«Perché…non
hai mai
pensato a fare una famiglia
insieme?»…«…sm-smettila!
Questo discorso
dà i brividi, rivolgilo a qualcun’altra delle tue
vittime
preferite, come quella Rika
magari!»…«Che ti prende,
sei anche gelosa…?»
Lo sguardo di lei rabbrividiva, forse non solo a causa del gelo.
«A me
piaci tu più fra tutte…delle altre non mi fido
più, dopo Rika…potevano apparire come le
più
adatte a vestire i panni di regine del gelo, ma all’atto
pratico
si rivelavano delle sciocche sognatrici e sentimentali: solo tu sei una
vera garanzia, la degna controparte…per un sovrano dei
Digimon
come me. Senza cuore e senza sentimenti, un’insegnante
spietata e
crudele…io penso che mi sto innamorando davvero di te Nami,
ogni
giorno che passa. Che ne pensi? Immagina, fantasticare non costa
niente: io e te…come Cyclemon con sua moglie, e le loro
figlie
metà umane metà
digitali.»…«A-Adesso
basta!!» si scrollò dalla sua pesa
«Ohhh!...per poco
non mi facevi male.»…«Ti ho detto di
piantarla con
questi discorsi disgustosi, e se non ci senti non è colpa
mia!!
Apri bene le orecchie, io non sono come quella sgualdrina con tanto di
locale!! Sono una persona seria, sia come insegnante sia come
domatrice!! Gli inciuci fra i nostri due mondi teniamoli da parte:
pensiamo piuttosto una volta per tutte a come vendicarci e riabilitare
la nostra immagine…!!»…«Ti
importa tanto
dell’opinione di quella Violetta…?»
svolazzò
IceDevimon, commentando «Ahh…devo ammettere che
non hai
torto: dispone di una riserva di poteri di cui sono più che
certo…che abbiamo visto solo la punta
dell’Iceberg. Quella
donna nasconde segreti…molto accattivanti. Ma non
è il
mio tipo…è più che scontato che non
è fatta
per dividersi la gloria, una come lei vuole comandare da sola. E io non
sono il tipo da fare il maggiordomo delle aspiranti tiranne:
io…Nami…
…sono il
Re. Mi hai capito?» tornando vicinissimo a lei. Occhi negli
occhi, si fissavano facendo a gara di determinazione. IceDevimon diede
voce al suo fiato gelido «Per l’appunto mi appresto
a
profilare una possibile soluzione per lo scabroso problema di quella
volpe che…autoritativamente ha assunto il controllo del
campo
digitale indefinito: ho un piano per non farci
scartare.»…«Vuoi tornare
lì…?!»
piegò lo sguardo Asanuma «Assolutamente scontato:
visto
che non possiamo affrontarlo direttamente per un accidentale dislivello
fra poteri, penso che l’unico modo per riprendere le redini
della
situazione sia fingerci…al suo
servizio!»…«Cosa?! Ah, e sarebbe questo
il piano da
“Re” di cui
parlavi?!»…«Ahhh…Namiii…ti
chiedo di
non essere sempre così
disfattista.»…«Come
altro dovrei reagire?! Forse non ci vedi, non ce ne va bene una, per un
motivo o per un altro noi due non facciamo altro che
fallire!»…«E’ vero: ammetto
che fino a adesso
quei ragazzi hanno avuto
fortuna.»…«”Fino a
adesso”…è un discorso che si protrae da
dieci anni,
IceDevimon!! E non voglio andarci di mezzo io…»
stringendo
quel Digivice cristallino e gelido, nascondendo la pena rabbiosa del
suo sguardo «Ho un conto in sospeso con i miei alunni e con
il
mio passato…!!...ma ciò nonostante questo
Digivice resta
sempre uguale a se stesso e mentre i loro risplendono di energia e
potere il nostro è freddo e inerte!!»
ponendoglielo sotto
gli occhi con fare accusatorio «Perché me
l’hai
posto tra le mani se non sarebbe servito ad alcuno
scopo!!»…«Te l’ho detto molte
volte! Per
attivarlo occorre la disperazione di un Digimon…è
un
Digivice contrario a quelli che adoperano i domatori umani e i fattori
che lo rafforzano si contrappongono all’amicizia e ai buoni
sentimenti: sfortunatamente per noi benché si dica, questo
mondo
brulica ancora di queste nocive radiazioni e questo spinge me e te
nella polvere! Ma non potrà durare a
lungo…»
accennando a solcare l’uscita della cava, ponendo la sua
sagoma
diabolica in controluce «Il tempo scorre inesorabile e quando
avrà ripulito la terra e Digiworld da ogni traccia
dell’epoca gloriosa dei Digimon…sarà la
volta
dell’ascesa al trono di uno come
me.»…«E anche
di una come me?!» provocò lei, accostandosi a lui
con
sostenuto orgoglio «Sono anch’io un emblema
rappresentativo
di un’epoca arida e
decadente?!»…«…sinceramente,
Nami…» sfiorandole la camicetta, che stavolta lei
si
lasciò toccare con aria provocatoria «Non sei male
esposta
in una vetrina…» ma a quel punto lo
scansò
bruscamente «Infh!!...questo è tutto da vedere,
sono
curiosa di scoprire come te la caverai di fronte a quel distruttore
armato di falce! Ah, io non voglio saperlo, me ne resterò
nascosta a distanza di
sicurezza!»…«Uhm.»
sorrise il gelido essere «Non sono un vigliacco, abbi fiducia
in
me…»
Con le rocce in
disgregazione attorno a loro, Kenta indicò «Kazu,
ragazzi,
guardate là in
cielo!!»…«Cos’è?!»
fece il
giovane col cappello nero aggiungendo «E’ troppo
lontano,
non riesco a vederlo bene!» Guardromon esclamò
«E’ un Digimon…!» e sempre
Kazu «Ma
sembra che tutti i detriti vadano a convergere intorno a lui! E se
fosse l’artefice di questo processo di
distruzione.»…«Non
c’è dubbio,
dev’essere lui ma a questo punto mi domando chi
sia…» fece l’altro domatore
raddrizzandosi gli
occhiali. Mentre Defendermon fissava in alto con occhi assorti
«Un Digimon…il cui animo buono è stato
stravolto da
una digievoluzione
d’odio.»…«Che cosa
dici?!» esclamò Kazu, seguito da Guardromon
«Non
è possibile!» e Kenta «Digievoluzione
d’odio…?!! Oh no, ma a questo punto…se
è un
Digimon buono non possiamo lasciarlo lì, dobbiamo aiutarlo a
recuperare la sua forma.»
Defendermon
chinava il capo con espressione insicura «Purtroppo
sarà
difficile, considerando che si trova così in
alto…»
sicché strinse i denti, e nel silenzio scandito solo dal
cupo
mormorio di distruzione, sembrò valutare rischi e vantaggi,
giungendo a mordersi le labbra per poi stabilire
«Però…possiamo fare un
tentativo!» sfoderando
la sfera luminosa precedentemente evocata «Guarda,
Kazu!»
additò Guardromon, e il suo domatore indicò
«Quella
cos’è…?» Kenta
spiegò
«L’aveva con lui da
prima!»…«Serve per
trovare la strada!» replicò il ragazzino dai
capelli
rossi, e da sotto l’armatura sbucò un draghetto
che
domandò con voce sottile «Usciremo dal
labirinto…?»
«Lui da dove
sbuca?» domandò Kazu…a cui la vista del
piccolo
Digimon strappò un sorriso di curiosità
«Non ci
crederai mai…ma è uno dei figli di
Cyberdramon!»
replicò Kenta con una vena di emozione «I FIGLI DI
CYB---…nooo, davvero?!!»…«Eh
già…» fece Kenta, e Kazu si
avvicinò
chiedendo «Mi permetteresti di tenerlo, Guardianmon? Ops,
scusa…Defendermon.»…«D’accordo…
...»
aggiungendo in un timido sussurro a occhi bassi
«…Altezza…» ma Kazu lo
udì e lo
fissò intensamente, specificando
«No…niente
formalizzazioni.» per poi sciogliersi in un nuovo sorriso
alla
vista di quel cucciolo, che si presentò «Io sono
Midramon!»…«…e io
sono…
…un ragazzo che
ammirava come non mai il tuo papà ed il suo domatore.
Accidenti…» carezzando quella creatura e
volgendosi verso
il compagno umano «Mi fa effetto: non avrei mai creduto un
giorno
di tenere tra le mani il figlio di Cyberdramon: sembrava una creatura
così selvaggia e indomabile. Ti
ricordi?»…«…altroché…»
ricordò Kenta con sguardo ben consapevole, e Kazu
«Se fa
questo effetto a me…posso figurarmi Ryo, quando lo
vedrà.
Senti…qui non conta quanto sia difficile: dobbiamo uscire di
qui. E ci portiamo via anche il tizio lassù in orbita, costi
quello che costi: me lo sento, tutti noi assieme possiamo farcela! Ci
supporta l’amore per i figli…e per il
futuro…
…Kenta
manchiamo solo noi…non ci resta che darci da
fare.»…«…ci mancherebbe: io
sognerei
così tanto un figlio…» ammise con
gentile
umiltà il ragazzo, e l’altro
«…ed io di
tentare di acchiappare in volo un figlio tuo…e di
MarineAngemon…»
Silenzio,
crepitio e sguardi emozionati...«Kazu, me lo fai tenere un
po?»…«Oh, ma certo…
…Midramon: lui è Guardromon, un nostro caro
amico. Ti
affido un po’ a lui, ok?»
Guardromon
inizialmente ebbe una presa un po’ goffa, ma poi
riuscì ad
accoglierlo nelle sue mani «Ahah! Sei emozionato, vecchio
mio?» scherzò Kazu, e lui «N-No,
è
che…non ho mai tenuto un bambino. Ehi, ciao. Lo sai che ho
combattuto anch’io con il tuo papà? Una volta lui
e Ryo
dicevano che li avevo salvati…»
I due ragazzi si
scambiarono uno sguardo complice, e divertito per quei commenti fra
creature…
Defendermon
osservava la scena e pensò “…chiudendo
le porte
avrei impedito tutto questo: ma sì…vale la pena
di
lottare ancora, il futuro non è ancora scritto!”
Kenta allora
esortò «Forza allora! (canzone: Alessandra
Amoroso - Difendimi per sempre) Ci guida
l’affetto
ricevuto in quanto figli, e il sogno di essere un giorno genitori!
Coraggio ragazzi, uniamo le nostre forze e lasciamo il labirinto
digitale!» allungando la sua mano, sulla quale si
adagiò
quella di Kazu «Ritroveremo i nostri compagni smarriti!
Ristabiliremo
l’ordine.»…«Kazu, amico
mio…» gli si rivolse Kenta «So che forse
il pensiero
di tuo padre è doloroso…» stringendogli
forte la
mano «…ma ora cerca di pensare intensamente a
qualcosa di
bello, e cioè il viso di tua madre! Sono sicuro che sarebbe
fiera di vederti combattere e difenderti!» Kazu
alzò i
suoi occhi commossi e lasciò che dolcemente la falda del
cappello calasse fino a coprirli. Ma rifilò un gesto di
positivo
incoraggiamento. Guardromon espresse «Anche mio padre
sarà
orgoglioso di me, tornerò da lui e racconterò di
esser
sopravvissuto a un luogo mortale!»
“Mamma
Riley…papà Mitsuo…” pensava
Defendermon
immaginando di rivederli, ed innalzando sui loro ologrammi plasmati dal
pensiero quella sfera luminosa che aveva tra le mani
“…è a voi che dedico questa mia sfida:
voi mi avete
aiutato a cambiare!”
«Per i
genitori che ci hanno amato, e per i figli che verranno!»
esortò Kenta. A quel punto Defendermon caricò il
potere
invocando «Lanterna
dimensionale!!!»
La sfera
di luce splendette più che mai, e riversò un
fascio sul
terreno roccioso che iniziò a tracciare un percorso
«Presto corriamo! Questo posto fra poco
cederà!»
affermò il ragazzino «Coraggio!» disse
Kazu, e per
loro quattro, che portavano con sé il piccolo Midramon,
scattò una corsa decisa contro l’opera di
distruzione.
…in
quegli stessi istanti, dalla formazione rocciosa, MarineAngemon
scuoteva il capo incredula «Non è
possibile…Imagomon!» e Riley dietro di lei
«Lo
abbiamo lasciato solo per un attimo, chi può aver fatto
tutto
questo?!»…«Dev’essere stato
qualcuno di molto
malvagio.» si fece avanti Cyclemon, e Diamon con lui che
chiese
«Il nostro nemico giurato,
papà?!»…«…è
possibile.»
mormorò l’anziana creatura. MarineAngemon espresse
«Non possiamo lasciarlo lì!! Ha sua moglie che lo
aspetta,
e ben due figli che attendono il loro papà! Anche con una
nausea
allucinogena e con dieci serpentini gemelli nella pancia devo pur fare
qualcosa! Devo volare, dobbiamo raggiungerlo! Ohhh!»
Ma il vento
sorprese tutti loro. Diamon «Aaaah!» si
aggrappò
alla sua acconciatura per tenerla ferma, e poi si sollevò il
cappuccio «Ma cos’è questa
buferaaa???»
Cyclemon
additò «Si sta spostando! Decentra il nucleo della
distruzione!»…«Oh no,
Imagomon!»
esclamò allarmata MarineAngemon, protendendosi sul ciglio
«Devo inseguirlo!» ma Riley la afferrò
da dietro
«No!! Fa attenzione…!» e giunse anche
Mitsuo
«Mia moglie ha ragione: senti
MarineAngemon…»
ponendole le mani sulle spalle «…capisco la
preoccupazione
che nutri per il tuo compagno: ma tu aspetti un bambino e Kenta di
certo non vede l’ora di diventare padre. Io…so
cosa
vogliono dire queste cose, per cui non devi arrischiarti, nonostante la
situazione dobbiamo procedere con molta cautela. Poniamo fiducia nei
ragazzi: sono certo che penseranno a Imagomon, non lo lasceranno certo
in quello stato!»
La serpentona
digitale strinse gli occhi e prese un respiro profondo, soffiando un
cuoricino fluttuante sul suo ventre, e sussurrando «Avete
ragione…
…devo aver cura
di me.» ma Riley le sorrideva, in una stretta affettuosa
«…la avremo tutti: sai è la prima volta
che ci
capita di occuparci di una Digimon…che ospita in
sé il
miracolo di creature…per metà umane e per
metà
digitali.»
Diamon
all’udire quelle parole guardò le sue mani, e
meditò sulla sua stessa natura.
Riley
affermò «Non c’è dubbio: la
vita digitale ha
fatto passi da gigante, e la prospettiva di un futuro uniti non
è lontana...»…«Se lo dice
lei, signora
Riley…uhmuhmuhm! Mi consola e mi incoraggia!»
ammise
MarineAngemon, sfoderando il coraggio e affermando
«D’accordo, prima di tutto sono una madre e
avrò
cura di mio figlio! A Imagomon penseranno i miei compagni, non sono
sola!»…«Bene!» fece Mitsuo, e
Cyclemon
«A questo punto procediamo ragazzi: non possiamo restare qui
o
saremo coinvolti nella distruzione.»
«La mia arte
è onorata dall’occasione che mi offri in questo
modo.» ammise Hippocramon, chiedendo dopo «Vogliamo
procedere?»
La sua voce era fonda e seccamente decisa.
Ryo seduto sul lettino per
le visite, fissava avanti a sé con determinazione mista a
coraggio, sbottonandosi lentamente la camicia…per poi
lasciarla
andare con noncuranza “da eroe” e scoprire il
torace, su
cui era evidente l’effetto di una serrata attività
ginnica
«Bene…sdraiati.» affermò
l’essere
equino, con eco di Cyberdramon «Ryo, non aver paura. I miei
bambini non hanno versato una
lacrima.»…«E chi dice
che io abbia paura, qualcuno forse?...
…brrr…» fece il domatore nel
rapportarsi a quella
gotica testa di drago decorativa a capo del letto, che sembrava
ripiegare i suoi occhi rapaci proprio su di lui ora che era disteso.
«I tuoi bambini,
a proposito Cyberdramon! Come stanno i tuoi quattro
campioni?»…«I-I miei figlioli? Ah
benone!...oramai
li tengo a freno a stento, starò invecchiando.»
«Cavoli, credevo
che non avrei mai conosciuto qualcuno di più
bugiardo!...dopo
essermi visto allo specchio!» commentò Ryo fra
sé e
sé.
«Ok…iniziamo.» stabilì
Hippocramon, e il
ragazzo «Va bene…e vediamo di far
presto!»…«Non essere impaziente,
Ryo!» lo
invitò il suo Digimon e lui «Ho una battaglia da
combattere!!...ho lasciato i miei amici in balia del pericolo, e
ho…una dama da salvare, come tutti gli eroi.»
Il cavallo
alato garantì
«Grazie a me…ti sarà garantita
l’entrata
trionfale…più spettacolare fra tutte quelle che
hai mai
fatto!»…«Lo spero bene!»
…nel seguitare delle
chiacchiere «E tu che mi dici, Hippocramon? Hai
più
sentito quellaaa…?...sai di chi
parlo…»…«Preferirei
scordarlo!...l’ho
dovuta far partorire!»…«No…!
Ed è tuo
il figlio?»…«Sciocchezze!!...beh, non
credo
almeno...» ma Ryo cercava di tenere i pensieri in ordine e lo
sguardo dritto in quello della testa di drago (fine-canzone)
Kyubimon era
tornata ad assumere le sembianze di Renamon, e ora dava le spalle alla
sua domatrice nel confessare «Alla fine l’ha
scoperto…»
«Renamon…» Rika nonostante il brutto
momento vissuto
sembrava esortarla a non perdersi d’animo, ma si leggeva
amarezza
nelle parole della volpe dorata «Non è servito a
niente
recitare fino a qui! Che ne abbiamo tratto?! Nient’altro che
una…squallida commedia, che ha fatto soffrire tutti, e che
ha
diviso chi prima era unito!!»…«Per
favore…!!» supplicava la ragazza tendendo la mano
«Non…devi scoraggiarti proprio
adesso.»…«Ho fallito tutto, ho fallito
completamente…» assottigliava gli occhi quella
Digimon
fiera ed elegante, ma dallo sguardo ora pieno di ardente dolore. Rika
avrebbe voluto travolgere quelle parole con un fiume di stima, ma
sentiva come se l’altra alzasse un muro
«…il mio
tentativo come Digimon con una vita propria e dei suoi affetti
è
stato un…fiasco completo!! Io non sono buona a
niente…e
adesso, come se non bastasse…» scuotendo il capo
«…anche…quell’opinione buona
che lui poteva
avere di me si è completamente
dissolta…»
volgendosi lentamente, e scandendo «Andiamo
Rika…non mi
chiedi A CHI mi sto rivolgendo?!» e la sua occhiata era
così amara che a Rika sembrò quasi far paura
«Se a
Imagomon, mio marito, o forse a lui, al Digimon che amo?! Avanti, non
mi chiedi di essere più chiara e specificartelo?!
Perché
io sono così, sono un’eterna divisa, per Renamon
non
c’è soltanto la sagoma di un amore,
c’è
puntualmente lui…E L’ALTRO! Ha ragione Jeri!...
…nel dire
che LA PIETA’ è l’unica, sola cosa che
si può
provare per me, anche nel migliore dei casi!
Perché…?» chiedeva in una nota di
maggior dolore,
galleggiando su quella asperità
«…perché
Rika…continui ad ingannarmi parlando…d-del mio
pelo
splendente, dei miei modi eleganti e del mio profumo di gran pregio,
eh?! PERCHE’ ti ostini a vedere in me la proiezione di quella
creatura del passato, di quella!!...
…ragazza…digitale…» nello
scendere di una
lacrima, da parte di lei…
…e
così da parte della sua domatrice, che la ascoltava
descrivere
«…quella “ragazza” che sono
stata…e che
non sarò mai più, mai
più!»…«No!!»…«PERCHE’
MI SONO COPERTA DI FANGO!»…«NON DIRE
COSI’!!»
La ragazza
si lanciò ad abbracciarla, sembrava implorarla con il suo
pianto
di non continuare su quella via. Renamon stava per ricambiare
l’abbraccio, ma poi finì per spingerla indietro
«Ahhh, e finiamola una buona
volta!!»…«Ahh!» tanto che per
Rika fu un
sussulto, poiché non l’aveva mai sentita parlare
così «Tutta questa
compassione…è soltanto
fuori posto!! Anteponiamo, una BUONA VOLTA, la
verità!!»
stringendo in un pugno le sue zampe
«Questo…”gioco
adolescenziale” ci rende ridicole…uhm: Beelzemon
che si
avvicina, Imagomon sta vederci e tu lo distrai, io che col cuore ancora
scosso mi dirigo da lui e gli rivolgo parole da “dolce
mogliettina”, e non appena sono sola con te ti confesso
quanto
invece amo l’altro, e non sopporti che lui viva del pensiero
di
quell’altra ragazza, la sua antica domatrice! Ma che
cos’è questo…?!...
…un gioco
per tornare giovani?! Per trasformare Digiworld in un telefilm
appassionante o cosa?!!»
Rika abbassava
lo sguardo, nascondendolo sotto la sua frangetta e versando lacrime
silenziose…
…i
compagni avevano fatto in modo di lasciarle sole, poiché
coscienti che avevano molte cose da chiarire. Tuttavia c’era
qualcuno che non riusciva a smettere di osservarle da dietro le rocce,
era Cindermon “Non posso vederle
così…” ed i
suoi occhi riflettevano una pena sincera “Sono sempre andate
d’accordo…! Loro sono state il mio modello
originario e
ora non è giusto che per colpa di tutte queste storie si
debba
intaccare il loro rapportooo…!” fremendo, e
battendo il
piede a terra.
«Non
dovevi prestarti a questo…» mormorò
Renamon, e Rika
si asciugò gli occhi confessando umilmente
«…d’accordo, forse i problemi in cui ora
ti trovi
sono stati causati da me, mi
dispiace.»…«Se tu ami
Ryo è giusto che tu viva questo sentimento!! Ma non puoi
pretendere che per me sia lo stesso, io sono…!!...una donna
sposata, non è facile come per una ragazza
libera!!»…«E’…vero,
lo ammetto,
io…!...desideravo tanto…» svelava Rika,
asciugandosi le lacrime nel contempo «…avere
qualcuno con
cui condividere…
…una storia come questa, forse anche un intrigo
appassionante,
perché no…! Non ero…mai riuscita a
vivere niente
di tutto questo, per cui appena sei tornata io…!...mi sono
attaccata a te, e cosciente che anche tu…
…vivevi un amore complicato, non ho esitato a fare di
te…la mia amica del cuore, e la mia confidente. Lo
so…» abbassando uno sguardo ben consapevole
«…ammetto che…
…è abbastanza ridicolo, tu ti definisci
patetica…ma osserva me, eh? Guardami…questo
è…
…quello che rimane…della ragazza tanto spavalda
che hai
conosciuto allora:
una…!...quasi-donna…che…si
ritrova a Digiworld nel bizzarro tentativo…di recuperare
l’adolescenza che ha vissuto, e gli amoretti romantici che
dovevano…in teoria…rammendare il suo cuore
spezzato.»
Quelle parole a
poco a poco sembravano ledere il rigore di Renamon, e quel suo impeto
infastidito, fin dalle fondamenta…
Rika
continuò «Senza rendersi conto, che
ormai…è
in ritardo!!» asciugandosi incisivamente gli occhi
«Che
ormai è fuori tempo! Guarda!! Guarda i miei
capelli…non
mi stupirei che fra poco cominciassero ad imbiancare. Uhm, e mi
starebbe bene…
…mi
sputerei in faccia se ora avessi la fortuna di trovarmi uno specchio
davanti.»…«Rika…»…«No,
adesso fammi dire quello che è vero! Ma certo, ho cercato di
scordarmi chi ero, come ero cresciuta, mi sono lanciata
qui!!...»
prendendosi il capo tra le mani «…come la
più
stupida…la più sciocca…
…!!...certo che è vero che la vita fa strani
scherzi: ti
ritrovi a vestire i panni che meno credevi nel momento più
impensabile. Pensi di essere in un modo e sei il contrario, credi di
conoscerti…e scopri la persona opposta.» Stavolta
fu lei a
volgersi e guardarla con la coda dell’occhio…tanto
da
spingere ad arretrare quella Digimon «Ho tentato di rimettere
insieme i pezzi di sogni, e stagioni rubate…
…DIMENTICANDOMI DI ESSERE STATA LO SVAGO DI MILIONI DI
UOMINI!!...e da come abbiamo potuto apprendere nemmeno agli uomini ci
siamo limitati: poco così ci è mancato che
diventassi la
dolce mammina di una creatura…come Cindermon, per
metà
umana e per metà digitale! Uhm!...esito divertente per la
“Regina dei Digimon”, forse ci sarebbe stato: mi ci
vedo…IN CAUSA con IceDevimon per farmi passare mensilmente
il
necessario per sfamare mio figlio!!» Renamon
dilatò gli
occhi…mentre la udiva mormorare
«…peccato che non
è andata così…
…se il
nostro…caro, epico nemico mi avesse messa
incinta…forse
adesso sarei più matura e responsabile, avrei
un…cucciolo
dalle mirabili capacità a cui badare, e consumata dalla
preoccupazione, oltre che del cibo, di mantenerlo costantemente a una
temperatura più fredda del normale, forse sarei
più
simile a quella che dovrei essere! Niente di tutta questa robaccia
addosso!!» alludendo al suo look e ai suoi
orecchini…sfilando uno di essi lentamente…e
oscillandolo
di fronte agli occhi della sua Digimon «…pfff,
ancora nel
tentativo di sembrare carina…e giovane! Ma dove voglio
andare?!
Se avessi avuto un figlio almeno sarei come dovrei essere, pallida e
disfatta!!...
…una donna senza più alcuna
velleità…
…completamente annullata in suo figlio…come
quelle eroine
che sanno bene mettere da parte loro stesse, con la loro giovinezza e i
loro sogni! Si sa che si vuole questo nel nostro mondo, da donne come
me! Quello che faccio io…è
“illegale”…
…sì, è la mia ennesima
trasgressione…io mi
tengo su, cerco…di non mollare le cinghie di quel passato
che
non fa che strattonarmi, vuole fuggire ma io lo trattengo, e
così giochiamo al tiro alla fune!! Chi vince alla fine?...
…pfff...ma ti
pare normale? A me dispiace solo…che quella che ho messo in
mezzo sei tu…non avresti meritato di rimanere coinvolta nei
giochi di un’eterna ragazzina, tu che come giustamente hai
ricordato sei una donna sposata…con tutte le luci e le ombre
che
questo comporta…» sfumando in un sussurro, e
lasciando
cadere l’orecchino a terra. Renamon mosse un passo
«Rika!» ma la ragazza scivolò in un
pianto
addolorato «Io avevo promesso…!...io avrei
voluto…essere…
…uno
“spirito dell’amore” per te, e i tuoi
affetti…io prima di partire avevo affermato…che
avrei
lottato per far sì che l’amore trionfasse nella
tua vita,
ma mi accorgo che non sono capace di far questo neanche nella mia!!
Figuriamoci in quella degli altri!! Io…» muovendo
un passo
verso la creatura dorata «...ho parlato troppo presto, mi
accorgo
che mi sono solo illusa e quello che realmente volevo…era
un’ultima favola! Un viaggio magico
dove…ognuno…ha
la sua parte, e alla fine va tutto bene, per ogni protagonista! Io
posso solo chiederti…di perdonarmi se con i miei intrighi da
sciocca ho reso ancor più profonda la voragine in cui sta
cadendo la tua famiglia! Ma io…ti giuro!...che avevo buone
intenzioni…!!...io non volevo solo assegnarti il ruolo della
mia
“amica del cuore”, tu lo sei veramente per me! Io
volevo…soltanto…farti
felice!!»…«…Rika…»
era commossa
la volpe dorata, e disse «…non…!...devi
prendere
per te la mia rabbia, te ne supplico!!» Rika singhiozzava, e
Renamon «Io non…ti accuso, so che tu non hai fatto
niente
di male e volevi solo il mio bene!! Quella con cui ce
l’ho…altri non è che me stessa, IO sono
la sola
responsabile della rovina della mia vita!!» al che la ragazza
insistette «Ma tu non devi prendertela con te in questo
modo!!
Non…devi rivolgerti quelle parole di disprezzo, non sono
vere!!
Sbagli…e a questo punto preferisco che tu te la prenda con
me,
forse avresti le tue ragioni!»…«Ah!
“Le mie
ragioni”?!»…«S-Sììì!»…«M-Ma
quali ragioni, Rika?!» tornò
l’asperità, con
la quale le diede le spalle «Quali giustificazioni posso
avere
io?!»
Rika però
si avvicinava, e le sfiorava quella schiena di pelo che ben conosceva
«Le stesse…che posso avere io! Q-Quelle
dell’amore!!»…«AMORE?!»
si volse
indispettita la creatura «MA QUALE AMORE?! AMORE PER CHI?!
EH?!
Ti rendi conto che se solo…mio marito o i miei figli fossero
qui
ad ascoltarci sarebbe una
catastrofe?»…«Ahh!»…«Sì!!
Se adesso riapparisse Imagomon, magicamente proprio come è
scomparso, cosa dovrei dirgli per essere sincera e fare onore ai valori
per cui abbiamo sempre lottato? Mi dispiace, dovrei dirgli,
è
stata tutta una svista, NON TI AMO: ti ho sposato unicamente
perché ti indicavano come un Digimon al mio livello, ed
allora
ero troppo giovane e mi ero separata da poco dalla mia domatrice, la
mia guida, ergo ero confusa tanto da non essere in grado di difendere
il mio vero amore! I nostri figli sono stati…ehm! La
conseguenza
“accidentale” del nostro matrimonio equivoco in
partenza,
perché ero già innamorata di un altro da allora!
Ecco,
questo dovrei dirgli!!» confessò per la prima
volta con
una metallica asperità prima mai sfruttata «E se
fosse qui
Beelzemon?! O Impmon, visto che abbiamo appurato che grande o piccolo
non fa la differenza! Perché lo amo lo stesso, e questo
dovrei
dire con l’uno e con l’altro presente, incurante
delle
conseguenze: sì! Dovrei dirgli che lo amo, così
se non
muore davanti a me per la combustione data dal troppo rossore sarebbe
in grado di ascoltare una seconda volta che…!!...
…che lo
amo!! Sì, che lo amo…CON TUTTA ME STESSA, E CON
TUTTO IL
MIO CUORE!! Non mi curo che hai l’aspetto di un mascalzone
perché ti amo ancora più per quello,
perché sei
stato sempre diverso da me e al contempo uguale, e ti amo da anni! Non
devi rimproverarti Rika se rimpiangi il passato perché se tu
lo
rimpiangi io lo amo, mi hai sentita? LO AMO, che mi sentisse tutto
questo stramaledetto campo digitale, IO LO AMO!!»
confessò
in un impeto di passione…che faceva vibrare il suo pelo
ancor
più dell’energia digitale…
Cindermon le osservava nascosta «Mio
Dio…quanto…
…quanto
lo ama! Renamon trema tutta, sembra quasi che stia per digievolvere!
Quanto…DIAVOLO può essere grande
l’amore…?
Davvero può pervadere di fuoco…ADDIRITTURA un
essere come
lei, che sembra di ghiaccio a volte?»
Renamon era in
pieno affanno, ma ancora ripeteva nel suo respiro straziato
«…io…lo amo, Rika!...e-e mi sento
maledettamente
soffocare, ma perché, dimmi?!! PERCHE’ non posso
gettarmi
su di lui un’ultima, decisiva volta e…s-sentire il
corpo
così gracile di quel piccolo…e impertinente
Digimon e
questa volta non lasciarlo più andare, niente prediche
né
morali! Niente raccomandazioni, perché sono io la prima a
non
mantenerle! Soltanto rapirlo…e portarlo via con me, rispondi
Rika!! Perchééé non si può
tornare
indietro, perché non si può cambiare il
passato?!!...
…oh?» ma si era accorta che nel suo impetuoso
incedere,
che aveva accompagnato quelle confessioni, era finita per mettere la
zampa su quell’orecchino a terra.
Attonito era il
suo sguardo quando lo raccolse, e si accorse che si era
rotto…mentre Rika deglutiva e, persino in quel momento,
evocava
un riflesso del suo antico orgoglio affermando «E va
bene…vorrà dire che noi condivideremo lo stesso
destino!» adagiandole la mano sulla zampa che sorreggeva
l’orecchino «Diventeremo…vecchie
assieme, nel
graduale e inesorabile deteriorarsi del nostro
bell’aspetto!»…«Oh?!»…«Sconteremo
le conseguenze del nostro cuore matto, e porteremo i segni della nostra
vita…dissoluta e contraddittoria!! Saremo l’ombra
di
quelle che eravamo…ma almeno, se nessun uomo, se nessun
marito
più vorrà noi resteremo assieme, e mai
l’una
sarà sola senza l’altra!!»
Quelle parole
penetrarono come una freccia nell’animo della volpe, che
accennò «Rika…» (canzone: Anastacia
- You'll never be alone) «Che te ne
pare come destino…per noi due, eh?» sorrideva la
ragazza,
con quella sua tipica ironia consolidata negli anni «In una
casa
squallida…come da programma in questi casi. Tu conterai i
tuoi
peli bianchi, io i miei capelli. Diventeremo…forse terribili
alla vista, e vada come vada non metteremo mai la testa a posto: non ci
sarà verso, saremo sempre le stesse,
testarde…tanto che
neanche un trapano a perforarci il cervello riuscirebbe a privarci di
quegli amori su cui abbiamo puntato. E a toglierci la nostra
dannatissima fissa sul passato. Perché
quella…è un
qualcosa che ci rimarrà sempre, e ci
caratterizzerà.
Però un giorno, forse, almeno!» alzando gli occhi
a quel
cielo di cariche in collasso, in una poetica speranza
«…ci
sarà una legge, sulla terra o in questo mondo, che
assegnerà all’amore il nostro stesso significato e
ci
giustificherà…concedendoci magari, se la
felicità
è chiedere troppo…almeno…la pace al
pensiero che
coloro che ci sono entrati dentro sono finalmente felici. Lo sai? Non
mi spaventa questo pensiero…è come…ti
dissi nel
D-Reaper, non ho paura se ci sei tu al mio fianco.
Neanche…di
affrontare una vita del genere…»
Renamon tremava ancora, ma ora di un’emozione diversa.
«Io credo che
questo giudice sia arrivato!» disse una voce. Entrambe si
volsero
«Oh?!»
E Cindermon
venne avanti «Sono io! Cindermon!» rivolgendo loro
un
sorriso «Oh beh sì lo so non ho la tonaca,
però
sono una principessa in questo mondo, almeno riconoscetemi
un’autorità! Sentite…»
ponendosi fra
l’una e l’altra «Io credo
proprio…schiettamente, in tutta franchezza…!
Che…
…le cose
di cui vergognarsi siano altre, in questa vita! Non certo
l’essere andati a letto con IceDevimon,
Rika!!...specie se
per un fine altruistico.» volgendosi poi dolcemente verso
l’altra «…né l’aver
amato
un…fammelo dire: UN GRAN BEL PEZZO DI DIGIMON COME
BEELZEMON,
perché è così, lo riconosco
anch’io!!...
…pure
quando è piccolo è carino.
Ascoltate…!...qui siamo
tutti alle prese con qualcosa che non è andato esattamente
come
era giusto: guardate me! Io sono una che ha MOLLATO di sana pianta la
famiglia che l’aveva cresciuta per andare a fare i bagordi
sulla
terra! E se osservate alle mie spalle vedete chiaro, belle: Digiworld
sta andando incontro alla distruzione e io dove sono?!»
facendosi
più seria e assorta «…Diamon e
papà di
sicuro mi staranno invocando col cuore in gola e il respiro sofferente:
quando torno un po’ di mazzate mi sa che non me le leva
nessuno!!» abbracciandosi poi l’una e
l’altra, e
tenendole strette a sé «Però almeno non
sono sola,
ci siete anche voi…! Ci siamo tutti meritati il peggio col
nostro comportamento…quello che davvero conta
però
è cercare di trarne la morale, io ho capito che devo fare di
più la brava: tu Renamon magari non li guardare troppo i
giovani, eh! E tu Rika…almeno sii sportiva:
IceDevimon…lascialo alla maestra di Takato! Hai visto come
sono
carucci? Tutti pucci-pucci, dai non essere
invadente!»…«Ahh, smettila!»
Rika
rifilò una gomitata scherzosa «Sei davvero
matta!»…«Ahimé, lo
so!» ma Renamon
aggiunse «Però è fortunato chi
assomiglia a te,
Cindermon.»…«Ti vuoi fare il ciuffo
così,
Renamon?» chiese Cindermon aggiungendo «Beh!
Sarebbe in
linea con la cosa qui di quella trasgressiva,
rovina-famiglie!»…«…io mi
riferivo…alla tua interiorità.»
«Oh beh
quella…la pettino ancor più difficilmente, la
mattina.»…«Mi piacerebbe tanto
assomigliarti.»…«TU A ME,
RENAMON???» ma la
volpe imperturbabile enunciò «Le
persone…e bada che
uso questo termine…forti della tua
semplicità…non
rischiano mai di incorrere in errori come i
nostri.»…«Oh…non credere,
bella
mia.»…«Sai?»
continuò la Digimon
dorata, avanzando, ed allungando una zampa in una carezza sul ciuffo
della compagna «Sono più volte che ti sento
parlare…e mi ricordi un mio amico.
Guilmon.»…«Cosa…?»
si sbalordì
Cindermon, ma Rika confermò «E’
vero…»…«Gli
assomigli…così
tanto!...» espresse Renamon commossa
«…che a volte
mi sembra che basterebbe parlarti!...per potermi sgravare da tutti i
miei rimpianti!!...
…quello
di non avergli mai rivolto una carezza, così, negli anni,
forse…per il troppo orgoglio!...
…l’aver mantenuto un distacco alla fine sciocco
quando…o-oggi, sapendo come è andata non immagini
quanto
vorrei riavvolgere anche il nostro nastro!! Ma perché almeno
una
volta non mi sono lasciata andare, a scherzare, e a ridere come ogni
Digimon dovrebbe fare?!!» ma Cindermon le raccolse la zampa
«Tu vai benissimo come sei Renamon, non credere: ci vuole
qualcuno che ci rimetta in riga, ti sbrachi pure tu e qui andiamo
proprio alla frutta, dammi
retta!»…«Uhmuhm!»
rise un po’ Rika, per poi confessare
«…comunque
è vero…Guilmon manca tantissimo…e hai
tanto in
comune con lui.»
Cindermon
deglutì per arginare la commozione, e poi sorrise
«…ti ringrazio, Rika…
…non so cosa direbbe lui ora ma io credo che ciò
che
conti di più sia restare uniti: qualunque sia il
passato!...voi
due non dovete cedere: siete una grande coppia!»
Rika e
Renamon si guardarono, quest’ultima accennò
«C’è…davvero un posto per me
in
quella…casa squallida?» e la sua domatrice le
riadagiò l’orecchino nella zampa. In quel momento
qualcosa
volò, e Cindermon indicò «Toh guarda!
Un
Digignomo…è rimasto chiuso qui nel
campo!»
Il tenue
bagliore della creatura specchiandosi nell’orecchino
diffondeva
il suo riflesso nel buio del labirinto, e Rika disse «Noi
saremo
per sempre questo, Renamon: un orecchino rotto. Una traccia di amore, e
di femminilità che si è corrotta. Ma che
nonostante tutto
è ancora in grado di far luce…in un modo o
nell’altro.»…«Oh
sì…
…sì!!» e
seguì un abbraccio, profondo ed intenso da parte di quelle
due
amiche “storiche”, reduci da un lungo cammino.
Cindermon le ammirava
sorridendo «Ecco, mi sembra la definizione più
appropriata.» abbandonando poi a un sospiro
l’interrogativo
sul loro futuro. Ma di esso l’unica cosa certa, osservando lo
sguardo di Rika e di Renamon, sembrava essere che non si sarebbero mai
divise, per niente al mondo (fine-canzone)
I detriti si
frantumavano a contatto con la falce tagliente di Nemesimon: ormai il
vortice a circondarlo era intensissimo «L’amicizia
non
esiste, solo l’egoismo e il tradimento dominano il corso
della
vita.» ripeteva, ma era piatta e monocorde la voce della
volpe
incappucciata, dal muso bardato di metallo scuro. I suoi occhi non
esprimevano più vita, ma solo un fisso automatismo che
conduce
al nulla…simile al processo inesorabile che stava per
consumare
del tutto il campo indefinito, e che forse avrebbe inglobato lui
stesso. Tuttavia vi fu una sagoma candida e gelida che volle sfidare
quel turbine di metallo e roccia, comparendogli dinanzi ed inchinandosi
«Ci prostriamo alla tua volontà ineluttabile,
grande
Nemesimon.»
L’essere si volse meccanicamente.
Asanuma
attendeva col fiato sospeso, in piedi su un isolotto sospeso nel vuoto.
Stringeva il suo Digivice per farsi coraggio, ma talvolta i suoi occhi
non potevano fare a meno di sfuggire e guardare basso
«Se…solo focalizzo dove mi sono spinta
è la fine,
devo cercare…di non pensare a niente! A
nient’altro
fuorché la vendetta!!...
…forza
IceDevimon…fa vedere un po’ di che pasta sei
fatto, tira
fuori i muscoli, o per meglio dire l’astuzia.»
Il gelido
diavolo infatti «Coscienti della tua indiscutibile
superiorità siamo venuti a offrirti i nostri
servigi.»
Nemesimon
attese in silenzio per diversi istanti. Per poi puntargli la falce al
collo.
Asanuma sussultò «Ah!!...
…se lo…elimina io sono spacciata…
…e
mia figlia…la mia Akiko potrebbe star rischiando di perdere
suo
padre…»
Tuttavia
IceDevimon non tradiva un movimento, teneva gli occhi chiusi e
l’unico segno emotivo che filtrò fu,
paradossalmente, una
goccia di sudore che ben presto si tramutò in una scheggia
di
ghiaccio, e gli rimase sul viso anziché cadere.
«Che cosa
mi offri…per provare la tua fedeltà?»
mormorò cupamente Nemesimon. IceDevimon dischiuse gli occhi,
e
materializzò lo specchio dalla cornice di cristallo
precedentemente sfruttato dalla sua domatrice
«Un’altra
prova…dell’INFEDELTA’ di tua
moglie!»
Gli occhi di
Nemesimon restarono
imperturbabili…all’apparenza…
Quelli di
Asanuma dilatati e sospesi, nel vento battente che smuoveva i suoi
capelli…
Lo specchio
riproiettò la scena svoltasi pochi istanti prima “Se
adesso riapparisse Imagomon, magicamente proprio come è
scomparso, cosa dovrei dirgli per essere sincera e fare onore ai valori
per cui abbiamo sempre lottato? Mi dispiace, dovrei dirgli,
è
stata tutta una svista, NON TI AMO: ti ho sposato unicamente
perché ti indicavano come un Digimon al mio livello, ed
allora
ero troppo giovane e mi ero separata da poco dalla mia domatrice, la
mia guida, ergo ero confusa tanto da non essere in grado di difendere
il mio vero amore! I nostri figli sono stati…ehm! La
conseguenza
“accidentale” del nostro matrimonio equivoco in
partenza,
perché ero già innamorata di un altro da allora!
Ecco,
questo dovrei dirgli!!”
Nemesimon tacque inizialmente…
…poco dopo
iniziò a ripetere
«…conseguenza…accidentale.
Conseguenza…accidentale.» e IceDevimon
«Uhm, vedo
che afferri le parole chiave!»
Tanto che
Asanuma sussultò «Ahh!! Fa leva sul rapporto con i
suoi
figli, non si fa scrupolo di distruggerlo!!» e questo
sembrò accrescere in lei quel freddo groviglio di dubbi.
«Per lei i
vostri figli non sono altro che un errore, non li ama come non ama
te!» specificava IceDevimon.
Negli occhi di
Nemesimon si materializzava il riflesso di Renamon. Ma poi si deformava
fino a dissolversi, consumato dal potere digitale, o forse dalla
sofferenza dell’anima
«Conseguenza…accidentale.»
Sulla lama della falce si specchiarono Akirmon e Nymon.
IceDevimon
«Perché lei non ti ama, ha espresso molto
chiaramente
quali sono i suoi veri sentimenti.» Lo specchio
svelò il
seguito del dialogo “E
se fosse qui Beelzemon?! O Impmon, visto
che abbiamo appurato che grande o piccolo non fa la differenza!
Perché lo amo lo stesso, e questo dovrei dire con
l’uno e
con l’altro presente, incurante delle conseguenze:
sì!
Dovrei dirgli che lo amo, così se non muore davanti a me per
la
combustione data dal troppo rossore sarebbe in grado di ascoltare una
seconda volta che…!!...
…che lo
amo!! Sì, che lo amo…CON TUTTA ME STESSA, E CON
TUTTO IL
MIO CUORE!!”
Lungo le
bardature sul muso e sotto il suo manto comparve l’immagine
di
Beelzemon…ma su di essa iniziarono a convergere i detriti,
schiantandocisi a ripetizione fino a dissipare l’ologramma.
Ma
lasciando imperturbabile Nemesimon, la cui consistenza sembrava
più solida tanto da prevaricare sull’impatto con
le rocce
«Bene, e aggiungo che molto presto tutti
loro…saranno di
fronte a te, grande Nemesimon! Se fossi nei tuoi panni non esiterei a
raggiungerli, e ad eseguire personalmente la tua sentenza di
distruzione! Ora, in questo preciso istante sono nel labirinto
digitale…
…se
vuoi…io e la mia domatrice possiamo farti da
spalla…devi
sapere…
…che i tuoi nemici sono anche i
nostri…»
insinuò con una vena di infido servilismo.
Asanuma
deglutì ancora, ma drizzò le spalle con orgoglio
avvertendo che era prossimo il momento del riscatto.
Nessuno comprendeva cosa si muovesse oltre lo sguardo di Nemesimon.
Forse soltanto IceDevimon, che sogghignava sentendosi soddisfatto.
Hippocramon aveva l’aspetto di un cavallo alato dalla
consistenza
corporea simile a terracotta, mentre le ali e la criniera erano di cera
pallida. I suoi occhi erano seri e sottili, e l’uso delle
lenti
sembrava farli più penetranti.
Ryo li fissava,
e quello fra loro due sembrava un duello fra belve della foresta,
dall’esito in bilico fra la rapacità
dell’uno
nell’assalire o l’abilità
dell’altro nel
dileguarsi.
«Allora
Hippocramon!» si fece udire Cyberdramon quando
l’ombra
alata del medico digitale sovrastò il torace scolpito del
prestante domatore «Io ho formulato una diagnosi: sindrome da
labirinto! Tu cosa dici in proposito, è questo
ciò di cui
soffre il mio Ryo…?»
Gli occhi del
giovane vagarono a destra e a sinistra. Hippocramon si volse lentamente
verso il vecchio conoscente drago «Eh…?...
…ooovvio…!»
Ryo
dilatò gli occhi. Il medico continuò
«Ma lo
sai…ma lo sai che ti devo prendere come assistente? E bravo
il
nostro Cyberdramon!» con pacca sulla spalla sferrata con
l’ala «Grazie! Io ho solo provato a indovinare: mi
sono
basato sull’esperienza!»
Il ragazzo
intervenne «E così dunque avrei la labirintite?!
Ouchhh!» ma Hippocramon lo riprese «Attento a
quella testa
di drago: non ti ammaccare il naso, nel mentre che ti cerchiamo di
risistemare i centri uditivi e
nervosi.»…«M-Ma
questa è una fortuna! Almeno non ho una malattia digitale di
quelle strampalate, posso continuare a curarmi sulla terra quando
saremo tornati!»…«Calma Ryo!»
fece Cyberdramon
anteponendo una zampa, e l’altro disse «Sulla
terra…è più che certa una cosa: non
troverai mai
un esperto come me.» Ryo replicò «Pur
devotissimo
alla vostra secolare esperienza Hippocramon, io ora però se
permettete avrei una certa fretta, dovrei raggiungere il campo digitale
indefinito per cui, quello che mi servirebbe se non chiedo troppo,
è qualcosa che mi permettesse di tenere a bada questi
sbarellamenti finché combattiamo qui!
Sapete…?»
tingendo il suo tono di emozionata enfasi «…stiamo
disputando una battaglia leggendaria…ho bisogno di essere
più in forma che mai per l’occasione, per cui se
potete
dateci dentro e sbrigatevi, e poi lasciatemi
andare!»…«Dì un
po’…fa sempre
così?» si volse il medico verso il vecchio amico,
e
Cyberdramon allargò le braccia «Fin da piccolo:
è
impaziente.»…«E’ peggio di un
bambino che
scalpita.»…«Che vuoi, i
giovani…» e Ryo
«La finite o no?! Scusate se esisto, e se ancora sono
qui!»…«Eheh! Il vecchio
Hippocramon…
…non si
scorda di certo che tu esisti: la fai sentire…alquanto la
tua
presenza, caro il mio…Ryo,
Ryo…Akiyama.»…«Grazie! La
prendo…come
un complimento!» si rigirava il ragazzo su quel lettino, e il
cavallo alato «Ora mettiti questi sul petto: devo verificare
le
inclinazioni del tuo organismo per poter elaborare il complesso
vitaminico necessario da affiancare alla tua cura.» iniziando
a
disporre sul suo torace (nel vago dubbio del domatore) una serie di
statuette a forma di Digimon, simili a scacchi «Cosa sono??
Delle
sonde, per caso?!» Cyberdramon «Ptsss, si Ryo.
Shhh!»
con cenno dell’artiglio sulla bocca, a cui Ryo rispondeva
allargando le braccia «E-Ehhh…!!» ma
Hippocramon
ordinò «Fermo!...o cadono le sonde. Ecco,
vedi?»…«Scus-eee…!...vogliate
scusarmi…gra…grande
(!)…Hippocramon.»
Il cavallo alato
gli si piazzò davanti a fissarlo «Beh che
c’è?! L’ho offes…VI ho
offeso?»…«…no. Niente
affatto, guardavo i
tuoi capelli.»…«Che cos’hanno
che non va, i
miei capelli?!» fece Ryo iniziando a passarci le
mani
«Sono preziosi, ne-ne tenga bene cont-te-tene-teneteNE bene
conto, grande Hippocramon: sono uno dei miei punti forti, le ragazze me
l’hanno sempre
detto!»…«…benissimo. Del
resto ti capisco, stesso vale per la mia
criniera.»…«Quel parrucchino di cera?
Ops!»…«Uhmmm??? (!!!) » e
Cyberdramon
«Ryooooo (!) »…«E scusate, mi
viene, che posso
fare, io sono così…!!»
La zampa di
Hippocramon si allungò presentando una boccetta
«Questa
devi metterla mattina e sera. Spalmarla bene in
testa.»…«Cosa?!»…«MATTINA…e
sera. Te la passi ben
bene.»…«Impiastrocchiarmi i
capelli con quella roba?!!» ma il medico digitale rispose con
aria saccente «Se vuoi combattere in questo mondo con tutta
la
labirintit…ehm, ehm! Sindrome da labirinto, pardon. Se vuoi
combatterci qui lo devi fare.»…«Ryooo,
è
necessario!»…«S-Sì ho capito,
è
inutile che vi ci mettete in due! Lo so che questa storia della
labirintite in sintesi è un bel, fastidioso
casino!»…«Ti assicuro che non
dà effetti
collaterali.»…«Ma non è che
magari emana
cattivo odore??» mugolò il ragazzo «Non
è che
mi rinsecchisce tutti i capelli rendendoli simili a paglia bruciata?!
Oh insomma io ho una certa reputazione da difendere quiii, se
hooo…fatto tutto questo viaggio infilandomi in
questo…luogo da incubo avrò pure un motivo,
no?!»…«Uuusa questo unguento e non fare
il
diffidente!!» glielo spinse in mano Hippocramon, e Ryo lo
infilò in tasca «Ci proverò!»
alzando le
spalle in modo poco convinto, e tornando a distendersi «Per
ora
procediamo…con queste sondine, ma facciamo in
fretta!...l’ho detto, ho i minuti
contati.»…«Ihihihiiii!»
ridacchiava il medico
«Ehi Cyber!...dì un po’ ma sono tutti
così i
domatori umani o solo il
tuo?»…«Cyberdramon attento
a come rispondi!!» e rispose «Solo il
mio.» (Ryo
alzò gli occhi al cielo e come gesto di esasperazione
afferrò quella testa di drago, come per chiedergli ragguagli
su
che avrebbe dovuto fare) «Ahah!» seguitava
Hippocramon
«Comunque capisco…PERCHE’ IO NON HO MAI,
E POI MAI,
E POI MAI AVUTO UN DOMATORE CHE E’ VENUTO DA ME! AH,
AHAHAHAHAH!»…«Perché
dici?...rifiuto
psicologico? Anche a me capita a volte
sai?»…«Per me
è uno stato quotidiano!
Ahahahah!»…«Ahaha…»
Ryo in tutto
questo sospirava di pazienza “…speriamo bene: sto
sopportando tutto questo unicamente per la mia squadra,
perché
non voglio essere di peso bensì di aiuto! Ma mi auguro che
la
cura di questo Hippocramon dia davvero gli effetti promessi!”
raddrizzando la sua posizione su quel lettino.
Mentre Impmon
giocava con i bambini invocando «Badda-booom!»
la sua
piccola bomba di fuoco contro Stillymon «Bolla-splash!»
con
eco di Fogmon «Ehi! Lo dico alla maestra che usate tecniche
senza
permesso, ha detto che non si può fare!» rimbecco
di
Grassmon «Ora però la maestra non è
qui, e non
può vederci!» ed esortazione di Vapormon
«Coraggio,
giochiamo alla battaglia spettacolare! Impmon, spiegaci tutti i segreti
per diventare
Digimon…potentissimi!»…«Veramente…io…non
ci avevo pensato ma se la vostra maestra vi ha detto di non usare
tecniche forse è meglio fare come dice: ad agire contro i
consigli altrui...non se ne ricava niente!»
…Jeri
raccoglieva Orphanmon che si era addormentato, ed accennava
«Forse ha ragione Renamon.» (sull’eco di
«Ma
Iiimpmon! Noi volevamo
divertirci!»…«Raccontaci,
quanto sei potete quando biodigievolvi?»)
«Forse ha ragione lei…» affermava un
po’
tristemente, accarezzando il piccolo Digimon
«…magari io
sono soltanto un clone!» ma Takato la afferrò per
le
braccia «Che cosa dici?!...come ti viene in
mente…?»
fissandola negli occhi con intensità, ma lei lo guardava con
pena, chiedendogli come se fosse quasi naturale «Come fai ad
esserne sicuro…?...
…il
D-Reaper…aveva creato esseri che mi somigliavano in tutto e
per
tutto: chi ti dice che quel giorno tu…inavvertitamente non
ti
sia sbagliato e abbia portato via uno di loro. Magari era
più
perfezionato degli altri, forse era stato creato per questo esatto
scopo e cioè…» camminando per quel buio
anfratto
«…seminare scompiglio, tanti anni dopo,
all’interno
del nostro gruppo!»…«Ma Jeri, amore mio,
ti rendi
conto di quello che dici?!...
…e allora tutti questi anni, dove li
metti?!»…«Cosa?» si volse la
ragazza stupita
«Come sarebbe…”tutti questi
anni”?»…«Mi riferisco
esattamente a ciò
che ho nominato!»…«Ma questi anni non
sono stato
altro…pfff…
…che un susseguirsi di sbagli, niente è stato
bello! Non
c’è nulla che stoni con la mia
tesi.»…«Sì, sì che
c’è!» la raggiunse lui e la costrinse a
guardarlo
negli occhi «E tutte le volte che io sono stato
male?!»…«…e
allora…?» ma lui
allungò la mano fino a sfiorarle il braccio
«…c’eri sempre tu, disponibile ad
ascoltarmi…e a sussurrarmi parole di incoraggiamento, a
dirmi di
non mollare!»
Jeri
sfuggì con lo sguardo, e fissò un punto
indefinito nel
complesso di rocce, mentre Takato non smetteva di guardarla
«Mi
spiace…unicamente di non aver potuto fare
altrettanto…
…per te, mentre vivevi quelle
esperienze…così
terribili con quei ragazzi!»
Jeri
tradì un lampo di incertezza negli occhi, per poi stringerli
ed
affermare «N-Non parliamo più quel
passato!» e la
sua voce suonava sofferta «Se rispondi così
è
perché ti ha fatto tanto soffrire…e ora non sai,
non
immagini amore quanto sarei voluto essere sempre lì come tu
c’eri per me, ma tu hai preferito tacere!»
esprimeva il
ragazzo senza accusa né rimprovero, era una partecipazione
d’affetto «Hai taciuto, e tenuto per te tutte
quelle cose
tanto che io pensavo…mi illudevo, credevo che tu fossi
felice!
Per cui…pfff, lo ammetto, ho fatto un po’ la
vittima: ho
attirato su di me e sui miei problemi la completa luce dei riflettori.
Riconosco di essere stato immaturo…» tenendo la
mano di
lei, che chinava il capo nascondendo lo sguardo nell’ombra,
senza
riuscire a volgersi come lui avrebbe voluto «…ma
altrettanto ti sono grato per aver fatto un tale sforzo, mettendo da
parte te stessa per dedicarti solo a me!...
…ricordi…» abbassando il tono e
facendosi
più vicino, cercando il suo sguardo
«…anche quando
ero grasso…?...tu…
…ti
sedevi…accanto a me, sulla
panchina…»…«…Takato,
smettila…»…«Perché?
Perché devo
smettere, per me era un ricordo importante! Mi
sentivo…»
alzando un po’ le spalle, con espressione fragile ma serena,
quasi intenerita per se stesso «…così
ridicolo,
goffo, come…un grosso Digimon ingombrante. Pensavo che
nessuna,
più nessuna ragazza al mondo avrebbe potuto
guardarmi…
…come si fa con un…normale ragazzo! Mi sentivo
insicuro
e…scartato, ma tu non perdevi occasione di dirmi che dovevo
darmi una mossa, che anche tu attraversavi situazioni complesse ma che
non ti arrendevi mai e io dovevo fare altrettanto!»
“Takato…quanto ti ho mentito, amore mio. Quante
bugie…nel tempo di dieci, lunghi anni.”
sfiorandosi la
frangetta, e rivolgendo in alto i suoi occhi lucidi “Non
c’è stata alcuna storia, nessun atto di coraggio
giovanile
e determinato…” «Io…ho gli
incubi adesso a
pensare a cosa…di così cinico, e spietato possono
averti
fatto quei…maledetti che vorrei tanto avere fra le mani! Mi
piacerebbe dare a loro tutta la sofferenza con cui ti hanno di sicuro
rovinato gli anni migliori! Tutta quella con cui si
può…distruggere la giovinezza di una ragazza, tra
le luci
deliranti di una discoteca…
…e la propria immagine che si specchia nell’alcol,
nel
bicchiere i un pub: luoghi che io non ho mai frequentato…ma
che
mi immagino!...io…
…voglio immaginarmi com’è stata la tua
vita…»
“Allora…faresti prima a scartare questi luoghi, e
limitarti ad immaginare semplicemente lunghi, interminabili pomeriggi
chiusa in camera, da sola…a ripercorrere incessantemente,
come
un’ossessione, i siti Internet dei Digimon sul
computer…
…riguardarmi le vecchie puntate del cartone…e
ricercare
quella me stessa che ero, e che invece sentivo sempre più
lontana!” stringendosi alle braccia conserte, come avesse un
brivido “Ero piena…di rabbia, e di vuoto, e
invidiosa di
tutti coloro che avevano una vita felice e appagata. Cercavo conforto
in mio padre anche se sapevo…che non avrebbe potuto
darmelo.” mentre lui la avvolgeva con discrezione e
delicatezza
da dietro «So…che ti fa orrore soltanto
ripensarci…
…anche se
prima o poi, io credo…dovremo…deciderci, provare
almeno
ad affrontare quei particolari, anche i più terribili! I
più squallidi…
…io non
mi scandalizzo, sai? E’ inutile ribadire…anche
alle
silenziose pareti di questo luogo remoto…» e
suonava
vellutata e musicale la sua voce, adagiata sul silenzio
nell’eco
delle risate e degli scherzi fra piccoli Digimon
«…come
sia andata la mia vita: purtroppo esiste…ancora un
dislivello
fra noi, nonostante l’amore grande che provo per
te!»…«…ma no,
Takato…»…«Sì,
invece! E’ il
dislivello dato…dalla mia ormai fin troppo proverbiale
inesperienza.»
Jeri strinse
ancora gli occhi, piegando il capo e tirando l’ennesimo
sospiro
sofferto.
«Sono cosciente
del fatto che non si potrà colmare immediatamente, che
occorrerà tempo. Però!...
…io ti
chiedo di darmi questa possibilità, se
puoi…» disse
sottovoce, come una supplica «Jeri, è come per la
mia
biodigievoluzione da bambino…io sembro fragile,
ma…l’amore mi fa diventare immenso, e
potente!»
“Se avessi
capito cosa fa diventare me, la
digievoluzione…ora…” pensò
Jeri rivolgendo
sguardo sfiduciato a Impmon “…sarei già
a un buon
punto.” «Tutto questo, però, per dirti
che
è…assurdo tagliare questi anni come se non
fossero
esistiti, e dipingere te stessa con colori oscuri
quando…!!...
…ti sei
rivelata talmente forte da essere per me un
modello.»…«Oh?»…«Un
modello
irraggiungibile! O meglio…che credevo essere tale: sapessi
quanto mi hai fatto felice col tuo amore, io…ancora non ci
credo, è accaduto così velocemente!
E…sono
successe tante cose…tanto che ancora non mi capacito che
davvero
mi ami!»
“Takato…sono io che ancora non mi capacito che
proprio il
ragazzo di cui ho scoperto di essere innamorata…mi
ricambia!!
Non so, mi sembra impossibile…ma focalizzo, mano a mano che
passa il tempo…” pensava…mentre
allungava il suo
braccio tremante verso il ragazzo che restava immobile, attendendo i
suoi tempi, limitandosi a condurre dolcemente quella mano che voleva
accarezzarlo, e rivolgendole baci pieni di tenerezza
“…che
ciò che ci ha tenuto lontani per tutti questi
anni…forse
fin dall’inizio non è
stato…altro…che
un’infinita serie di strati di paura!...
…io avevo
paura…temevo…la tua bontà, il tuo
carattere,
temevo…
…il tuo
aspetto così bello, pieno di grazia e gentilezza
così che
quando è mutato, io…mi sono sentita al sicuro, ho
sentito
di trarre forza da questo per dar sostegno alla mia
identità!
All’epoca ero molto in crisi, benché
tu…avessi
un’impressione diversa, non sapevo chi ero! E
forse…non
l’ho tuttora scoperto.”
Per lui
quella mano di lei sembrava la cosa più preziosa al mondo,
seguitava a carezzarla e baciarla, e a tratti alzava gli occhi, e la
contemplava con amore, con gentilezza simile a quella che si specchiava
nella sua biodigievoluzione. Jeri smarriva i suoi occhi in quelli
rossastri che aveva di fronte “Il bambino
disordinato…
…il ragazzo sovrappeso…sono state solo proiezioni
delle
quali ho approfittato, per
difendermi…dall’inquietante
fantasma del bambino bellissimo ed eroico che mi faceva battere il
cuore. E di cui non mi sentivo degna! Poiché mi reputavo una
bambina ritrosa e ingrata, piena di ombre, e anche allora mi
nascondevo!...e successivamente…
…il ragazzo che riemerge dalle sue ceneri, purificato dalla
crescita! Impreziosito da nuovi ideali…forte al punto da
essere
capace di superare le sue stesse paure, e riacquistare la bellezza
originaria, anzi no! Una bellezza ancor più
fulgida…come
la luce che è sopravvissuta alle tenebre. Takato,
io…quando ti ho visto con il tuo nuovo look, ed i vestiti
che
avevi scelto personalmente…all’inizio ti ho
respinto
esclusivamente perché ho avuto paura che tutta quella
sicurezza…di certo ti avrebbe portato via da me, che ero
ancora
impantanata nel fango della mia vita. Aveva ragione Rika…
…quando mi disse…che la mia…era
soltanto paura,
paura…che quel ragazzo…
…mozzafiato, così alla moda…che
riuscivo a
malapena a guardare tanto era il desiderio e la passione che mi
suscitava…
…non fosse mai mio. E lo temo ancora adesso…ti
guardo…
…e mi domando cosa può legare uno come ad una
ragazza che
è cresciuta accumulando…ombre, e putridume
interiore.
Forse…solo un rimpianto del passato? E se fossi solo questo,
nient’altro che un ricordo nostalgico…e non un
vero amore?
Di certo…un bel ragazzo come te non avrebbe problemi a
trovare
quella ragazza giusta, su cui impiantare davvero il presente, e con cui
sognare il futuro. Non me che…i bei ragazzi…mi
sono
limitata a guardarli in foto, su Internet, per dieci anni. Soltanto
perché quello che più amavo, e che amavo da
sempre, era
una sfida troppo grande. Un trauma!”
…mentre si scioglieva lentamente, e si lasciavano andare a
un
bacio.
Impmon si
volgeva a guardarli «O-Oh…?» un
po’ perplesso.
Mentre
Jeri pensava, rivolgendogli il suo amore “…non ce
l’avrei mai fatta a guardarti negli occhi. E infatti non lo
facevo. Te ne sei mai accorto…?”
«Jeri…sapessi quanto ti
amo…!»…«Anch’io, ti
amo…!!» esprimeva lei tra passione e pena
«Io voglio
farti felice!» espresse Takato…e si diresse verso
Impmon,
tendendogli le braccia in una discreta esortazione. Il folletto
«O-Oh…» con passo un po’
timoroso ed esitante
si avvicinò e quel ragazzo che ben conosceva, e che
lentamente
lo sollevò. Jeri li guardava con timore…mentre
Takato
adagiava lentamente Impmon «O-Oh, ma cosa fai?» tra
le
braccia della ragazza «Ascoltami.» ponendole le
mani sulla
spalla «Io so il nostro passato è segnato dalla
terribile
tragedia che ha colpito Leomon, i miei ricordi sono ancora quanto mai
vivi! E ti posso capire a perfezione perché anche a
me…altrettanto…hanno ucciso il Digimon nel modo
più crudele, lo hanno sotterrato vivo!...
…so che
non si può muovere alcuna opposizione al tempo, nella sua
autorità che definisce il tempo di cura delle ferite: e io
per
questo desidero aiutarti a lenire il tuo dolore. Però Jeri,
credimi…non mi intendo di pub e notti folli, non sono mai
stato
a sballarmi con gli amici…ma sull’introspezione, e
lo
scavare dentro noi stessi…ho esperienza. E molta. E per
quanto
possa sembrare paradossale, forse…sono ben cosciente che la
cosa
che più fra tutte aiuta una ferita nel suo lento processo di
rimarginazione…è l’amore, e la
dolcezza! Il
perdono: Jeri, le creature cambiano! E’ un ciclo continuo di
nascite e morti…per poi sfociare in nuove rinascite! La vita
è come…
…la
Città della Rinascita che tanto poeticamente ci
rappresentavano
nelle serie tv.» descriveva, mentre Jeri lo scrutava con
occhi
così colpiti. Anche ad Impmon batteva forte il cuore, mentre
ascoltava Takato «L’oscurità nel cuore
delle
creature sfuma e fa spazio…a sentimenti d’amore
che
scrivono il futuro, ora…perché non ci provi
almeno?
Perché non tenti di immaginare…che è
iniziato un
nuovo cammino, e che quello che tieni in braccio non è
più il Digimon che ha ucciso Leomon! Io credo che Impmon sia
d’accordo…»
«Ohh…» accennava il folletto viola dalle
orecchie
piegate…e gli occhi così emozionati.
«Perché
non provi ad aggrapparti all’idea…che la luce ha
ripreso a
risplendere anche per te, trasformandoti in una Digimon Tamers ancora
una volta! Regalandoti un Digimon…
…che ti
ama…e che si getterebbe nel fuoco per difenderti.»
“Questo
Digimon…” Jeri guardava negli occhi Impmon, che li
sgranava come se attendesse un responso
“…perché…? Perché
non riesco ad amare
il mio Digimon? Takato…ha ragione, dovrei riuscire a
ricominciare, ma…!!...non posso fare a meno di guardarlo e
veder
affiorare una catena di sofferenza! Sento che lui è il
responsabile della mia solitudine, e adesso l’artefice di
quella
proiezione che rende visibile…l’interno di me
stessa! Che
con tanto impegno ho cercato di nascondere, costruendogli una corazza
che…proprio questo Digimon ha perforato! Perché?
Perché proprio lui, perché è dovuto
toccare a me
proprio questo Digimon?! Se fosse stato un altro…uno
diverso,
uno nuovo! Sarebbe stato più facile…lasciarsi
andare a
una speranza per il futuro! Perché
Impmon…?...perché Beelzemon…?...
…e perché Royalmon?”
E Orphanmon che
dischiudeva gli occhi dal suo sonno «Guardate, amici! Mamma
Jeri
con il suo Digimon!»
«Oh?» la ragazza si volse…e arretrava
appena, come
nel cercare di farsi avvolgere dall’ombra per nascondere
Impmon.
Ma Fogmon esclamava «Sono fantastici!» e Vapormon
«Pensate quando biodigievolveranno!»
Takato si
avvicinò alla stupita Jeri «Li senti, amore mio?
Fanno il
tifo per
te!»…«Io…»…«…tu
devi avere fiducia in noi, siamo i tuoi compagni!»
carezzandola
«Non ci credo che pensi quelle brutte
cose…»…«Ah, Takato, non sono
io! Sono gli
altri, tutti loro mi guardano come se fossi
diversa!»…«Questo non è
vero.» disse
lui dolcemente, ma con fermezza «Sei tu che lo immagini ma io
so
per certo che a ognuno di loro sei cara e soffrono tutti…al
pensiero di perderti.» Lei allora insisteva «Come
fai ad
esserne sicuro…?!» sebbene nella sua domanda non
vi fosse
vera aggressività bensì una sorta di premura, e
una
tacita scusa nei confronti di quel ragazzo di cui scaldava la mano
«Magari sono i tuoi occhi che ti
ingannano!»…«Ma si tratta di te!! Pensi
che non mi
curerei del fatto che ti amino davvero?! Pensi che…
…non
riuscirei a distinguere la ragazza che amo, da un suo clone senza
cuore? Jeri, ma…ti fidi del mio amore? Ci credi
davvero?!»…«Non è questo,
Takato! E’
che…» (canzone: Anastacia
- I ask of you) confessava, pur sentendosi in pena verso
la fiducia di quel ragazzo «…io non riesco
più a
credere che qualcosa di bello possa durare! Da quando ho perso Leomon
io temo…
…che ogni
cosa…» fra cui sembrava includere lui,
carezzandogli il
viso «…ogni luce che mi sfiora sia destinata a
passare un
attimo e poi…schizzare via, abbandonarmi e lasciarmi
nell’oscurità! Perché così
è stato
col mio Digimon, io ero…entusiasta di non essere
più
sola!»
Mentre Impmon,
aggrappato a lei, socchiudeva gli occhi ripercorrendo quel sentiero di
dolore.
«Ma lui mi
ha lasciata, tutta quella gioia…si è dissolta
velocemente
e in un attimo! Temo che possa succedere ancora, capisci?! E che possa
prendersi…
…il tuo
amore…Takato…» fra quelle carezze piene
di dolcezza
«…perché adesso questa
è…la cosa
più grande, e meravigliosa che mi sia capitata!»
al che
lui si aggrappò saldamente alle sue braccia «Ma
Jeri! Io
sono qui, io ti amo!! Niente potrà spegnere questo
sentimento,
cresciuto negli
anni…»…«Sei…sicuro?»…«Ah,
sì!!»…«Ripetimelo un'altra
volta!»…«Ma…!»…«Ripetimelo…ti
scongiuro, ti chiedo solo questo! Ripetimelo…
…ho
bisogno di sentirne la conferma.» allora il ragazzo si
sciolse
nella tenerezza, e ripeté con pazienza
«Jeri…io ti
amo!» e lei lo supplicava «Un’altra
volta…!»…«…io ti
amo!»…«Un’altra volta, ti
prego!!»
stringendolo forte «Ripetimelo un’altra volta,
ripetimelo
fino a che…non sarò sicura che queste tenebre
all’apparenza invincibili svaniranno, sopraffatte dalla luce
del
tuo amore!! Ripetimelo un’altra volta, Takato…ti
prego…»…«Tutte le volte che
vuoi…» socchiudeva gli occhi lui «Per
tutta la vita,
io…ti amo, Jeri…»
“Takato…!!” pensava lei, e mentre lo
stringeva
invocava nel suo animo “Ti amo…!!...ti amo tanto,
come non
ho mai amato nessuno!! Sei la cosa più…bella che
la vita
mi abbia mai donato, ti amo almeno quanto ho paura!! Ho
una…mortale paura di perderti!! Sono completamente
terrorizzata!!”
Ma si
udì la voce di qualcuno «Anche noi abbiamo
qualcosa da
ribadirti.»
«Oh?» Jeri si staccò da Takato e lo
guardò:
si trattava di Henry che le sorrideva, in compagnia di Terriermon
«Momentai, siamo venuti a dirti che nonostante quello che hai
detto noi…ti consideriamo un’amica.» e
Rea
«Sappiamo che stai attraversando un momento molto difficile,
questa battaglia è dura per tutti.»
C’era anche Suzie, che parlò umilmente
«Noi
però vorremmo…che tu potessi fidarti di noi. Puoi
provarci?» e Lopmon «Jeri, ti promettiamo che
sarà
bello essere una squadra, farà sentire ognuno meno
solo.»
“Amici…perché non riesco a fidarmi di
voi? Non
riesco a liberarmi da questo…complesso di
inferiorità,
temo che vi scopriate più forti, e che finireste per
lasciarmi
indietro! Oh?”
Ma notò qualcuno che
restava in disparte, nonostante Suzie lo chiamasse «Ehi
Snowhitemon, che fai lì? Vieni, che aspetti!»
Era nella
penombra a braccia conserte, appoggiato ad una roccia “Mi
spiace…ma in questo momento non avrei niente da
dire.”
Quella
resistenza fu percepita da Jeri, alla quale fece male
“Snowhitemon…” ma in quel momento
giungevano anche
Rika, e Renamon. E mentre la prima restò per diversi istanti
a
fissarsi intensamente con un’intimorita Jeri…
…la
seconda avanzò verso Impmon con lo sguardo di chi attende
una
sentenza. Il folletto balzò a terra, e un po’
timidamente
alzò lo sguardo su di lei
«R-Renamon…»
accennò con un filo di voce. Ma stentava a guardarla e
abbassava
gli occhi “Impmon…si sono forse rovinati i nostri
ricordi?”
Ma si levò un vento gelido.
Jeri fece in tempo a tendere la mano «Rika, io…
…ahhh!!» e Rika «CHE SUCCEDE?!»
Dalla nube
addensatasi nel cielo del campo digitale, si delineò un nero
Digimon armato di falce.
«E’
arrivata l’ora della fine: mi fa piacere trovarvi tutti
riuniti.»
Lo sguardo
di Renamon restò agghiacciato. In quel momento giunse
Cindermon
a perdifiato «Uff, puff!! Takato, sono arrivata
appena…ohh?! Chi è quel Digimon?!»
Renamon
avanzava, Rika cercò di trattenerla ma lei procedette
ugualmente…superando un titubante Impmon.
Cercava qualcosa in quegli occhi impenetrabili che la
fissarono…
…e finì per gridare
«…Imagomon!!!»
«COSA?!» la squadra fu gelata dalla notizia, Rea
esclamò «Ma non è possibile!»
eppure Rika si
aggrappava al braccio della sua Digimon e con i suoi intensi occhi
lilla parve identificare la creatura.
«Ahahah,
bravi, avete indovinato!!» si udì una voce
maschile e due
ali bianche comparvero dietro Nemesimon. Henry esclamò con
rabbia «Come?!! Ancora tu, IceDevimon?!!»
Il diavolo
di ghiaccio teneva in braccio con aria trionfante la sua domatrice, la
quale annunciò «Per una volta siete stati attenti
alla
lezione sulle…digievoluzioni d’odio!!»
«ASANUMA…!!» Takato corse avanti
«Non ti sei
ancora arresa?!»…«Che cosa credevi, caro
Takato?!
Che scacciandomi come hai fatto dal tuo negozio ti saresti liberato di
me?!...io sono la tua ossessione!!» IceDevimon prese parola
in
quel vortice frenetico di detriti «Visto che prima abbiamo
solo
giocato…questa volta vi elimineremo sfruttando la rabbia di
questa creatura per il tradimento di sua moglie!!»
additò
così Renamon col suo artiglio bianco, la quale
scattò
avanti e gridò «RESTA FUORI DAI MIEI PROBLEMI,
MALEDETTO!!»…«Spiacente mia
cara!»
rimbeccò IceDevimon «I tuoi
problemi…sono il mio
toccasana! Ahahahaha!» volando in alto intrecciandosi alla
risata
della sua domatrice «Ahahahahah!!»
Rika si
aggrappava a Renamon per proteggerla, mentre questa supplicava
«Imagomon…n-non fare così, ti prego!
Torna in te!...
…n-non posso vedere questo mostro al posto tuo, non ci credo
che
sei venuto per eliminarci!» ma lui puntò la falce
«Tu mi hai dimostrato che l’amore non esiste,
giurandomi
fedeltà e poi tradendomi con questo schifoso
folletto.»…«Oh!!» Impmon
sussultò, e
Renamon si gettò istintivamente su di lui per proteggerlo
mentre
gli occhi di Nemesimon si assottigliavano «Preparatevi ad
assaporare tutto il mio odio.»
Jeri sembrava
avere improvvisamente paura, e cercava ovunque quel punto
d’appiglio che il suo Digimon non sembrava offrirle
«Mamma
Jeri, ho paura!»
Quella vocina le
ricordò della presenza dei piccoli
«Ah!!» sui quali
si lanciò «Bambini, di qua!!» ponendoli
al sicuro
tra le rocce «Tu e Impmon biodigievolverete?» le
chiedevano
e lei non sapeva cosa rispondere «Sconfiggerete col vostro
potere
quel brutto mostro?»
Takato, Suzie,
Rea ed Henry si protesero avanti con coraggio «Pronti
amici?» chiese il giovane dai capelli scuri aggiungendo
«Dobbiamo assolutamente liberare Imagomon da questa
digievoluzione errata.»…«Sì
Henry!»
fece la sorella del domatore.
IceDevimon
spalancò le ali ed annunciò
«Preparatevi a subire
l’incubo del campo indefinito!!»
Ma ad avversare
il suo impeto, il grido multiplo «BIODIGIEVOLUZIONE DEL
FUTURO!!» (fine-canzone)
«CINDERMON
BIODIGIEVOLVEEE…» / «LOPMON
BIOGIDIEVOLVEEE…» / «TERRIERMON
BIODIGIEVOLVEEE…»
…lo spirito
forestale dai capelli di foglie «…RUBYMON!»
…l’esplosiva combattente dal cappellino
mitragliante
«…LADYCANNONMON!»
…l’agile arciere dell’amore «…CUPIDMON!»
Quest’ultimo fu il primo a parlare «Imagomon,
aspetta
ragiona! Noi siamo tuoi amici, IceDevimon ti ha ingannato, tu sei un
Digimon nobile!» ma si udì la risata del diavolo
di
ghiaccio «Ahah, mi dispiace, ma Nemesimon non può
sentirvi: il risentimento ha annebbiato la sua mente e ora nel suo
cuore vi è solo odio, odio travolgente!!»
Nemesimon
costituì una sfera di detriti attorno alla sua
falce…e li
indirizzò contro Cupidmon, il quale si parò ma
volle
resistere «A-Ahhh!! Non ci credo che vuoi attaccarmi! Io sono
tuo
amico!! Sono Terriermon!!» …ma i due domatori
all’interno del Digimon si scambiavano un parere
“La
digievoluzione ha forzato i suoi dati assegnando, un valore minimo a
tutti i suoi affetti!”...”Sono d’accordo
con te,
Henry! Come ci
regoliamo?”…”…non abbiamo
altra scelta, Rea! Dobbiamo accantonare l’aspetto informatico
e
puntare sul suo cuore: io non lo conosco, ma so che se Renamon
l’ha sposato…di sicuro è un Digimon dai
sentimenti
limpidi!”
Rika intanto
consultava attonita il Digivice «Nemesimon…Digimon
mago di
livello mega…tipo virus! La sua tecnica…Baratro di
malinconia!» volgendosi poi a occhi sgranati
verso la sua Digimon
«Renamon, è un tipo mega…! Non possiamo
lasciare
soli gli altri, dobbiamo
intervenire…!»…«Non
posso!!» gemeva però la volpe dorata «Io
non posso
combattere contro…
…il
padre dei miei figli! Lui è la rappresentazione delle mie
colpe!...è mia la responsabilità se è
diventato
così! Era un Digimon…» descriveva con
una
malinconica lacrima che solcava il suo viso, che si specchiava in
quello bardato di metallo di lui «…dai sogni
così
poetici, e io glieli ho
distrutti!»…«Piantala di
dire sciocchezze!!» esclamò la sua domatrice,
aggrappandosi a lei «Tu non hai fatto niente, hai
solo…!!...
…cercato di seguire i tuoi sentimenti, capire meglio te
stessa!!
Hai vissuto la tua
vita!!»…«…non avevo il
diritto di segnare anche la sua.»
Ma
Nemesimon indirizzò la falce verso di loro «Tu e
la tua
amata domatrice: unite avete complottato alle mie spalle!
Io…non
rinuncerò a farti provare il dolore di quando si perde
ciò che più si ama, eliminerò quella
ragazza che
ti è tanto cara!!» orientando in avanti la falce,
ed
evocando «Deriva
del pensiero!»
Massi di
roccia grandi e piccoli furono levigati da una forza invisibile che
affilò i loro spigoli più appuntiti, fino a
mutarli in
vere armi che furono scagliate contro la Digimon e la ragazza, che
strette l’una all’altra sgranarono gli occhi quando
«Lampo
inafferrabile!!»
Una lama
fiammeggiante disintegrò quei dardi: Rubymon si era
frapposto
fra loro «Rika, Renamon! Pensate a mettervi in salvo, lui
è voi che vuole! Ci pensiamo noi a farlo tornare
com’era!
Ohhh!!!» un masso lo colpì in pieno stomaco e lo
spazzò lontano «Rubymon!!»
esclamò Rika
(altrettanto Jeri «Takato!!»)
Rika
afferrò il braccio di Renamon «Non possiamo
tirarci
indietro come dice, noi dobbiamo affrontare la verità!!
Renamon…
…quando è stato il mio turno io l’ho
fatto! Ho
accettato la mia vita squallida, ho confessato davanti a tutti di aver
trascorso una notte con IceDevimon! Ma in un certo senso mi sono
perdonata!! Non puoi continuare a darti addosso in questo modo,
così lo potenzi!!»
«Questa volta non mi sfuggirete.» di nuovo la falce
puntava
su di loro.
E Rika insisteva
con più forza «VUOI
SCUOTERTI?!»…«E’
inutile!!...mi sento…
…SPORCA,
UN RIFIUTO!!»…«SEI TU CHE VUOI RIDURTI A
UN
ESSERE…SENZA VALORE A CAUSA DEI TUOI RIMORSI!»
«Questo è per voi.»
Rika gridò
«Sta attenta! AHHH!!!» parandosi davanti a lei fu
colpita
alla schiena da un’enorme roccia «Rika!
AHHHHH!!!» ed
entrambe furono sbalzate a terra.
LadyCannonmon
reagì «Imagomon, devi smetterla!! Torna in te,
dannazione,
non riuscirai a perdonarti per quello che hai fatto!!»
Nemesimon
orientò gli occhi su di lei...mentre Impmon a terra
rifletteva
su quelle parole «Oh
no…”Nemesimon”…è
come
“Beelzemon”! Un essere spietato che nasce dalla sua
frustrazione, il mio amico Imagomon a causa mia…è
diventato un mostro e senza volerlo rischia di far soffrire tutti
quelli che ama!»
«Ora
toccherà a te.» decretò Nemesimon, ma
LadyCannonmon
affermò «Non ho paura del tuo odio,
riuscirò a
infrangere la tua corazza di violenza!» sciogliendo le
cartucce
ai polsi e alle caviglie «Girandola…di
piombo!!» ed
evocando lo splendente spirale di proiettili al quale Nemesimon rispose
con «Deriva
del pensiero.»…«Ah!! Non
è
possibile!!» LadyCannomon dovette pararsi
all’istante dalla
raffica di detriti affilati, quando qualcuno la afferrò in
volo
«Via di lì!!»…«Ah!
Cupidmon.»
L’arciere dell’amore volava più rapido
che poteva
per portarla in salvo «I suoi attacchi sono troppo forti,
dobbiamo studiare una strategia mirata!» e intanto la
stringeva
saldamente a sé…tanto che all’interno
della Digimon
insorse la voce di Lopmon “Suzie…quanto lo
amo!”…”Eh, come? A chi ti
riferisci??”…”Ma a
Terriermon…naturalmente!” ma il discorso non
poté
essere continuato poiché Cupidmon «Attente adesso!
Aaaahhhh!!!»…«Cupidmon!»
esclamò
LadyCannonmon. Alcuni detriti avevano colpito il Digimon sulla schiena
«N-Non è niente…»
Impmon nel
frattempo si alzava pur sulle sue deboli gambe
«I-Io…anche
così ridotto…non posso
permetterglielo!» ed ecco
che tornava a ricomparire per secondi fuggevoli l’ologramma
di
Beelzemon, ad accompagnare la determinazione nei suoi occhi.
Sicché corse dalla sua domatrice «Jeri! Ascoltami:
io devo
digievolvere, tu devi aiutarmi!» La giovane sgranò
gli
occhi, ed il folletto affermò «Senti lo so che i
nostri
rapporti non sono affatto buoni…ma adesso i nostri amici
sono in
pericolo e questo cade in secondo piano: la cosa più
importante
è aiutarli e far riaffiorare la coscienza di Imagomon! Te la
senti?!»
Jeri
osservò l’intensità dello scontro, e la
coscienza
di avere alle spalle quei piccoli Digimon che facevano pieno
affidamento su di lei, contribuì a far nascere da quello
smarrimento uno sguardo deciso
«D’accordo…»
affermò sollevando il Digivice, e Impmon «Bene!
Concentra
tutta la tua forza, devo riuscire a raggiungere la forma più
alta possibile!»
Asanuma, che si godeva
il volo sostenuta a mo’ di sposa dalle braccia di IceDevimon,
se
la rideva «Ahahahahah, sarà inutile, ogni
trucchetto che
potrete tirar fuori non servirà contro la potenza di
Nemesimon!
Credetemi, non c’è niente che più
dell’odio
riesca a conferire forza a un essere vivente!» (canzone:
Leona Lewis - I will be)
Ma Jeri chiudeva
gli occhi, stringendo il Digivice “Non posso permettere alla
signora Asanuma di trionfare e a questi Digimon di spazzarci tutti
via…io…devo riuscire a conferire potenza al mio
Digimon!”
«Uuuuuuuurghhhhhhhhh!» si spremeva Impmon
«T-Ti prego!!!...
…digievoluzione vieni a me!!...vieni a me, ti
supplico!!»
L’ologramma lampeggiava a intervalli irregolari.
Rika sfiorava la
sua Digimon a terra «Renamon…ti
prego…»
implorava con un filo di voce, ma questa sembrava ormai del tutto
sconfitta «Mi dispiace Rika…hai
commesso…un errore
di calcolo a conti fatti ad affiancarti a me: credevi che
fossi…una Digimon forte e impiegabile quando mi hai raccolta
tanti anni fa…ma non è così, in
realtà
è bastato il vento della vita…a spazzare via
tutto
ciò su cui la mia immagine si erigeva.» La
domatrice
stringeva gli occhi e versava lacrime «M-Ma come, noi non
dovevamo essere…un orecchino rotto?! Non avevamo
promesso…di andare a vivere assieme in quella casa
squallida, a
condividere le sofferenze dell’amore…?!»
Il ricordo
riaffiorò nel cuore di Renamon, suscitandole inevitabile
commozione «Rika…» pronunciò
con
pena…ma a quel punto comparvero due sfere luminose
«Oh?» e da esse, si materializzarono Nymon
«Mamma!» e Akirmon «Abbiamo sentito il
cuore tuo e di
papà palpitare di dolore tanto che…ci siamo
precipitati
qui!»
I due
volpacchiotti affranti si lanciarono a leccarle le ferite, ma lei
gemette «A-Ah…bambini, allontanatevi di qui, per
favore!!»…«No! Non ce ne andiamo, non
possiamo
lasciarti in pericolo!»…«Noi ti vogliamo
bene…»
Ma la falce di
Nemesimon li puntava
«…conseguenza…accidentale.»
Renamon
dilatò gli occhi «FIGLIOLI!» ma loro,
versando
lacrime rassegnate, nemmeno si volsero «Il Digimon che
è
alle nostre
spalle…»…«…è
papà, vero?»
L’espressione di Rika era sconvolta, attanagliata
dall’impotenza per quella realtà.
«Ci
attaccherà…non è così?
Sentiamo che il suo
cuore è pieno
d’astio!»…«Non ci vuole
più bene…?»
I due
cuccioli seguitavano a lampeggiare negli occhi di Nemesimon, ma egli
spingeva indietro il loro riflesso continuando a ripetersi
«Conseguenza…accidentale: io devo rimuovere tutti
gli
errori che hanno contraddistinto il nostro rapporto.» e la
sua
falce si caricava di energia.
Ma a quel punto
Renamon balzò in piedi «No!!...non ti permetto di
mettermi
in bocca parole che non ho detto!!» Il suo sguardo si era
tinto
di rabbia. IceDevimon insistette «Quei cuccioli non sono
altro
che una conseguenza accidentale della vostra unione distorta,
l’ha detto lei! Non li ha mai desiderati, almeno quanto
te!!!» (parole che spingevano Asanuma a deglutire
stentatamente)
«I miei
figli non sono una conseguenza accidentale!!!»
affermò la
volpe dorata con l’impeto di una madre «Io li ho
amati dal
primo istante con tutte le forze, e li amo tuttora!! Loro rappresentano
il mio futuro!!» sfidò, senza paura, il volto
impenetrabile del giustiziere incappucciato «Io non ti
permetterò di torcer loro un pelo, per farlo dovrai passare
prima sul mio cadavere!» volgendosi «Rika!...
…presto,
aiutami a digievolvere, non sarà abbastanza ma
proverò a
sfidarlo!»
La domatrice
sorrise sollevata «…con molto piacere.»
scagliando
il Digivice in aria, e liberandone il bagliore
«Digimodificati!!...carta
della digievoluzione Matrix!»
«RENAMON
DIGIEVOLVEEE…
…KYUBIMON!»---«KYUBIMON
MATRIXDIGIEVOLVEEE…
…TAOMON!» e così la volpe
in tunica bianca armata
di enorme pennello si elevò per fronteggiare in volo lo
sguardo
inquisitore di Nemesimon, ma lo fece con uno sguardo ancor
più
penetrante, quello a cui concedeva forza la presenza di quei due
cuccioli che si arrampicarono su di lei disponendosi sulle sue spalle
«Non ti permetterò di porre una sentenza sulla mia
vita
senza il mio permesso: ho commesso errori, ma respiro e amo
ancora!»
Rika
stringeva il Digivice e chiudeva gli occhi «Vai Taomon, vai
amica
mia…ti concedo tutta la mia poca forza!!...» ma
dalla
passione nel suo tono, di forza sembrava averne da vendere.
«Deriva…del
pensiero!»…«IDEOGRAMMA
ROVENTE!!!»
Quella lettera
luminosa, pur obsoleta, si scagliò con tutte le sue forze
contro
il cumulo di rocce affilata, e l’energia che sprigionata
dalla
collisione era inimmaginabile.
Jeri si
spremette fino a piegarsi su se stessa «A-Ahhh! Impmon,
sforzatiii!!»
«Non temere Jeri!!...sento che ci riesco…
…Renamon…è stata lei a insegnarmi il
valore della
digievoluzione, se riuscirò a conseguirla sarà
per
aiutarla!»
Così il
folletto fu avvolto dalla luce «IMPMON DIGIEVOLVEEE…
…BEELZEMON!»
A Jeri si illuminò lo
sguardo «Ahah…!» e Orphanmon
saltellò
«Guardate ragazzi, è tornato Beelzemon!»
Il Digimon si volse con la
coda dei tre occhi e il suo fare venato da bonaria sfrontatezza
«Aspettate qui bambini, eh? Torno
subito…» coprendo
il suo volto con lo spalancarsi delle sue ali «Jeri, mettiti
al
riparo!»
La domatrice si affiancò ai piccoli Digimon.
E lui a Taomon,
proteggendola con un’ala «Sono qui amica mia! Mi
aspettavi?»
«Ahh!!» Taomon
sussultò, e in una momentanea tregua degli attacchi si volse
a
guardarlo «Beelzemon, ma allora tu…
…n-non ce l’hai con me…?»
«Ascolta…io voglio bene a Imagomon. Tengo ad
Akirmon e
Nymon come fossero figli miei. Non so cosa ti abbia colpito di un
disastro come me…ma conosco l’amore quando
è
complicato, e…proibito. Nel mio libro dell’Amore
c’è scritto “non…giudicare”:
sarà quello che farò con te, amica mia. Anche
perché sei troppo importante…perché
possa
rinunciare ad averti accanto.»
«Caro…» pronunciò commossa
Taomon allungando
una zampa, sulla quale corsero i due volpacchiotti per leccargli il
viso «Beelzemon!»…«Sei qui per
aiutarci?»…«Ciao, piccolini!»
fece lui, e
Taomon spiegò «Certo che è qui per
quello,
Beelzemon…lo sapete, è un…caro e
fedele amico
della mamma.»…«Ahahahah! Non temete
bambini: vi
garantisco che riusciremo a salvare il vostro
papà!»
prometteva Beelzemon con decisione (fine-canzone)
I due Digimon si schierarono uno accanto all’altro.
Asanuma
trasalì «E’ una sfacciata! Si coalizza
con
l’amante per eliminare il marito, quella volpe proprio non
conosce vergogna!!»
…ma Rika
sorrideva appena, concentrata sul Digivice «…no,
io riesco
a distinguere la realtà oltre le apparenze.» e
accanto a
lei giunse Jeri, nella medesima posa: casualmente si trovarono una
vicina all’altra per via di quel duro scontro, ma ogni
chiarimento fu da rimandare per rivolgere lo sguardo ciascuna al
proprio Digimon.
La vista delle loro
sagome destò in Nemesimon un violento impulso
«…loro! Sono insieme: l’immagine del
tradimento
subito! Lo specchio del mio dolore…» ma Taomon
alzò
il capo e parlò «Imagomon!» mentre
IceDevimon
ridacchiava «Uhmuhmuhmuhm! Il suo nome ormai è
NEMESIMON…!»
Eppure Taomon restava
imperutbabile «Imagomon…! Le voci degli altri e la
tua
apparenza non mi ingannano, tu seguiti a restare quello che sei: il
Digimon che ho sposato…il padre dei miei figli! Ascoltami
bene
adesso, non sono qui per scappare ma per confessarti una volta per
tutte la verità, fissandoti negli occhi: ebbene…
…è vero!!»
IceDevimon e Asanuma
sussultarono «Che
cosa?!»…«GLIELO CONFESSA?!
E’-E’ arrivata addirittura a un punto
simile?!!»
Ma Rika accennava un
sorriso «Brava…Taomon…» che
non mancava di
sbalordire Jeri accanto a lei.
Taomon dichiarava con
fermezza a sostituirsi al turbamento «Ti hanno detto la
verità quando hanno affermato che io…ho coltivato
nel mio
cuore, di nascosto a tutti, un sentimento sincero e profondo per
Beelzemon! Un Digimon…che raffigura il mio passato e i miei
ricordi felici. La mia gioventù!!...
…questo…è…Beelzemon per
me.» mentre
Nemesimon mutava il suo sguardo atono per inarcarlo di rabbia, ma lei
non si arrestava «Ma ti hanno mentito quando ti hanno
detto…
…che non
ti voglio bene, e disprezzo ciò che mi hai donato,
cioè i
nostri figli!!»
Akirmon e Nymon
ascoltavano sulle sue spalle, con sguardo sospeso
«B-Bambini…» disse commossa la volpe in
tunica
«Mi sto mostrando per quella che sono solo per voi senza
più…maschere a coprirmi il volto, in modo che voi
un
giorno, quando sarete grandi, possiate comprendere
l’importanza
della verità! E’ il
più…prezioso dei
valori.» chinando il capo…ma Beelzemon le
volò
vicino, e le sfiorò il braccio per darle coraggio.
Jeri
faceva assorti i suoi occhi intrisi di ansia, e all’udire
quelle
parole non poteva impedire all’insicurezza di travolgerla.
Di nuovo la
volpe trovò il coraggio di fissare il marito avvolto nel
cappuccio «Se ti ho sposato è
stato…perché
ho sempre nutrito una profonda…stima nei tuoi confronti,
mista
alla gratitudine per ciò che avevi fin dall’inizio
fatto
per me!...quando ero rimasta sola, quando ero…perduta.
Imagomon,
io…!...
…mi puoi
credere!! Sono sincera quando affermo che se ora potessi fare
altrettanto per restituirti quello che forse…io stessa ti ho
strappato…
…con la
mia sconfinata limitatezza, con i miei conflitti,
con…»
«…la mia
paura.» continuava Rika…che parlando al Digivice
illuminato era come se parlasse ad una sola voce con la sua Digimon, e
questo le conferiva un’espressione rasserenata. E lasciava
che le
parole scorressero spontanee.
«Perché
io ho molta paura, Imagomon. Ne ho sempre avuta…di vivere!
Di
affrontare…anche un solo giorno…distante da
coloro che
per me sono la vita e l’energia per andare avanti.
Io…se
ho delle responsabilità, me le prendo! E’ vero, ti
ho
taciuto tutto questo deliberatamente e per molti
anni…perché me ne vergognavo, perché
temevo di
perdere ciò che mi dava stabilità!
Ma…più
fra tutto…e devi credermi!!!...
…perché temevo…di fare
soffrire…qualcuno
che mi era immensamente caro, ed era al mio fianco dalla mattina fino
al calar del sole, e inondava di dolcezza le mie giornate! E quello sei
tu. Sei tu, mio sposo!! Tu mi hai dato…lunghi anni di pace,
ricordi sereni che occuperanno per sempre un posto speciale nel mio
cuore, e…!! Soprattutto…
…mi hai
donato i miei figli…Akirmon…e Nymon, la mia vita.
La mia
gioia. Ora senti bene quello che ti sto per dire!! Ciò che
penserai di me…non avrà importanza: lo
accetterò
senza muovere obiezione, del resto…
…a me non
mentirono quando mi parlarono di te come un Digimon nobile e premuroso,
che avrebbe saputo ascoltarmi e comprendermi. Mentirono a te quando ti
dipinsero la sottoscritta come una creatura…pura e sincera.
Tutt’altro, io sono piena di difetti! Il mio pelo
è
macchiato…
…il mio
oro è solo finto, e la pioggia basterebbe a fare evidenti le
tracce della corruzione. Io…sono una creatura sporca e
indegna,
e forse…!!»
Rika continuava
«…non meritavo il tuo amore.» sotto gli
occhi dei
compagni, così colpiti.
Taomon ancora,
con più decisione «Però…!!
Quello che stai
facendo non c’entra! Io non posso permettere che con il
pretesto
dei miei sbagli tu conduca te stesso alla rovina!! Una
creatura…irreprensibile, un padre! Un cuore…
…pieno d’amore non può vendersi ai
comandi di un
Digimon malvagio, si tratta di un’ingiustizia imperdonabile,
alla
quale io porrò fine…a costo della mia vita
Imagomon.» sfoderando il pennello, mentre Beelzemon estraeva
le
sue pistole «Non ho paura né vergogna a farmi
aiutare da
Beelzemon, poiché lui prima di tutto è un mio
amico, e
tiene anche a te!! Se io l’ho amato…lui non ha
colpa,
ignorava persino il mio amore! E’ stato sempre un amico
sincero,
e ora te lo
dimostrerà!»…«Sono pronto,
Taomon.» mormorò Beelzemon.
Ma
IceDevimon spalancò le ali, esclamando rabbiosamente
«Non
ascoltarla, Nemesimon!!! E’ una bugiarda!!!»
additando
Taomon «Una svergognata, una Digimon perduta!! Il suo scopo
è farti abbassare la guardia così che possa
eliminarti!!
E vivere felice con il suo amante, PORTANDOTI VIA ANCHE I TUOI
FIGLI!!»
Taomon si
sovrappose «TI SBAGLI, LUI MENTE!! NON FAREI MAI UNA COSA DEL
GENERE, TORNA IN TE!!» ma Nemesimon ripeteva
«L’amicizia non esiste, solo l’egoismo e
il
tradimento dominano il corso della
vita.»…«IMAGOMON!» ma la sua
falce era di
nuovo carica «Io non credo alle vostre parole…
…non
credo a una luce in grado di penetrare in questo buio!! Baratro di
malinconia!!» alzando la mano ed evocando una grande sfera
oscura
sul suo palmo. Sotto di lui si propagò il buio, e ben presto
da
esso emersero delle mani oscure e artigliate con l’intento di
afferrare gli avversari
«AAAHHH!»…«Mamma, che
succede?!» fece Akirmon quando vide sua madre venir catturata
«Ho paura!» gridò Nymon.
Ma
un proiettile di luce neutralizzò quella mano imprigionante.
Era
Beelzemon, che esortò «Presto, facciamoci
coraggio!
Andiamo!» (canzone: Charice
- Always you)
Di fronte
a quell’esortazione a non mollare, Taomon si
lanciò per
mano a lui in un volo spericolato in fuga da quegli artigli che
sgorgavano da ogni angolo del vuoto, con l’intento di
trascinare
le loro vittime nel buio.
Rubymon
innalzò le ali di foglie ed esortò
«Presto, andiamo
anche noi!»…«SI’!»
fecero Cupidmon e
LadyCannonmon, e altrettanto si gettarono
nell’oscurità
circostante, sfidando il pericolo che emergeva da ogni punto.
In pochi
istanti, Taomon e Beelzemon furono presso Nemesimon, e lì
iniziò lo scontro corpo a corpo: Taomon estrasse il pennello
che
si incrociò con la falce malefica in uno stridere di metallo
«Pallottole
smaterializzanti!!» affiancava Beelzemon, ma
Nemesimon si difendeva con un getto di detriti. Taomon ne approfittava
elevandosi e sferrando «Carte
esplosive!!» dalle sue ampie
maniche, ma lui tagliò le carte magiche in pochi colpi di
falce.
E cercò di afferrare l’uno e l’altro per
mezzo degli
artigli emergenti, dai quali ognuno dovette difendere
l’altro,
fra spari e colpi di pennello.
La velocità dello scontro era davvero a livelli massimi.
Jeri
strinse i denti, e poi si sentì di tentare:
scagliò il
Digivice in aria…
…mentre Snowhitemon la scrutava, facendo la guardia ai
piccoli
Digimon…
«Digimodificati!»
gridò la ragazza
«Modalità
d’attacco!!»
Beelzemon
ricevette il bazooka trasparente installato al braccio
«Grazie,
Jeri!» e poté esibirsi in una giravolta, che
culminò nel convergere del potere tra gli ingranaggi di esso
«Bolide…smaterializzante!!»
Il colpo
era potente, ma Nemesimon parò con un gorgo di detriti.
Tuttavia
Taomon non si arrestò ed infierì con «Ideogramma
rovente!!»
Gli assalti entrarono in collisione.
IceDevimon constatava
«Uhmf, guardali!! Stanno dando fondo a tutti i loro attacchi,
e
benché siano obsoleti lottano ancora con
ostinazione!»…«IceDevimon!»
Asanuma si passava
una mano tra i capelli scossi dal vento, affermando «Non
possiamo
assolutamente permetterci di
perdere!!»…«Lo so,
credi di dovermelo ricordare?!...dobbiamo…impedir loro di
tornare a casa!!»
Rika si piegava
sulle ginocchia, i suoi stivaletti col tacco spingevano indietro
ciottoli di quella terra dissestata, ma nonostante tutto non si
arrendeva…stringeva i denti fino all’oscuramento
del
pensiero stesso…
…quando
c’era un ragazzo che pensava a lei disteso su un lettino,
mentre
in quello studio bizzarro ancora parlottavano «Ecco ci siamo,
ho
finalmente individuato le sue predisposizioni. E’ stato
facile,
tra poco posso anche lasciarlo
andare.»…«Bene…Hippocramon,
sono felice che
si sia risolta in questo modo: ho fatto bene a suggerire a Ryo di
venire da te.»…«Ahah!! Io sono una
garanzia!»
…mentre
Ryo tirava un sospiro di sollievo “Meno male, pare che sia
andata!” nel graduale affiorare dell’eccitazione,
che lo
faceva stare fermo a stento su quel lettino “Presto
potrò
essere di nuovo da Rika e dagli altri. Ahhh…
…!” stringendo gli occhi, e concentrandosi sul
pensiero di
lei “Amore mio…queste ore…
…i
minuti trascorsi in questa soffocante sala delle torture che chiamano
laboratorio, sono serviti a farmi rendere conto che in
realtà
non posso…resistere neanche un solo istante lontano da te!
E’ servito a farmi rendere conto di quanto ti amo.
Sì…
…ti amo!...
…ti
amo tanto amore, sei diventata importante come…e
più
dell’aria per respirare! Quando tornerò voglio
sposarmi
con te, io…non ce la faccio ad accettare più
alcun
compromesso, l’unica vita che sono in grado di sopportare
è quella…accanto a te ogni giorno. Rika. Piccola
mia…” ed accennava un sorriso mentre Cyberdramon
si
raccomandava «Sta fermo solo un attimo ancora
Ryo.»…«Sì.»…«Dà
il
tempo a Hippocramon di compiere l’ultimo
prelievo.»…«D’accordo…basta
che poi
posso andare.»
Hippocramon si
avvicinava con strumenti affilati sorretti dalla sua zampa artigliata,
Ryo cercava di non guardarli e deglutire mentre la creatura chiedeva
«…eheh…lo aspettano?» e
Cyberdramon
«Ptsss! Ha proposto a una ragazza di
sposarlo!»…«Ma è
matto?!»…«Nooo, ma che vuoi?
Questa…è
una compagna storica. Milioni, miliardi di
avventure!»…«…in casi
così è
anche peggio, vecchio mio.»
Ryo era diviso
tra l’euforia e un che di disagio “Per non guardare
gli
attrezzi di Hippocramon, chiudo gli occhi e penso al passato: trovarmi
qui…
…ha
un che di paradossalmente bello, sai? Tutta questa fretta di tornare da
te, mi sento un bambino! La voce del mio cucciolo nel sottofondo,
così familiare…la battaglia che infuria e tu
che…sono certo invochi il mio nome. Mi attendi come il tuo
salvatore…! Io non credevo che ci sarei
riuscito…tornare
a Digiworld sembrava un sogno impossibile eppure...sono qui! E guarda
tu in quali condizioni, il mio corpo è alla mercé
dell’equivalente digitale di uno…scienziato pazzo!
Ho
oltrepassato davvero tutti i limiti, e mi sono infognato nel
più
delirante dei rischi pur di rimettermi in sesto…per poterti
finalmente prendere per sempre, di modo che stavolta…nessuno
ti
porti via da me! Diavolo…che cosa non si fa per il passato.
E
che cosa si va a pensare…nei luoghi e nei contesti
più
incredibili!!” «Vuoi stare fermo?!...ci vuoi
tornare o no a
casa, giovanotto?!» (Cyberdramon «Ptsss, Ryooo!
Eh?!...fermo, che ti costa!») «Ci può
conta-ci
puo-ci potete contare che voglio tornare a casa,
Hippocramon!»…«Uhmuhm,
bene…!»
sogghignava il vecchio medico equino «Allora mi raccomando:
le
creme che ti ho prescritto. Rispettare le dosi!»
«…tutto ciò che è
necessario…»
mormorò Ryo smarrendo i suoi occhi più in
là di
quella testa di drago che lo sovrastava…
D’un
tratto Beelzemon fu catturato dall’artiglio
«AAAHHH!!»
Taomon
esclamò «Beelzemon!!» e si
lanciò per
liberarlo ma Nemesimon giunse prima, scagliandosi contro di lei
«Non lo salverai…»
Jeri si
piegava dal dolore, col Digivice stretto a sé
«A-Ahhh!!»
La volpe
incappucciata tuonò «IO VI SEPARERO’ PER
SEMPRE!!
URRRGHHHH!!!» avventandosi su Taomon
«Aaaahhhhh!»
aggrappandosi alle sue braccia, e minacciando di farla sprofondare nel
vuoto.
Rika
avvertì dolore «Aaaaahhhhh!!» ma la
sofferenza dei
loro Digimon finì per far incontrare, a terra, la mano di
lei
con quella di Jeri: istintivamente si afferrarono, e si strinsero per
far fronte a quel momento terribile.
Taomon incitata dai suoi figli «Mammaaaa!!!»
cercò
di reagire e antepose di nuovo il pennello.
Beelzemon stava per essere inghiottito quando all’improvviso
«Soffio
incandescente!!»…«Capriola-mitra!»
…i
colpi di Rubymon e LadyCannonmon spezzarono la mano oscura
«Oh?
Grazie, amici!» espresse Beelzemon reggendosi la spalla,
quando
arrivò anche Cupidmon «Scia analgesica!»
riversandogli la delicata polvere verdina «Questa
curerà
le tue ferite!»…«Vi sono grato: forza,
andiamo ad
aiutare Taomon!»
La volpe
dorata era alla sua lotta più accanita
«Ghhh!!!...IMAGOMON, SVEGLIATI!!»
Per un
attimo il suo riflesso lampeggiava nei suoi occhi, ma poi un mormorio
«Nel mio cuore c’è solo
TENEBRA!!!»…«AAAHHH!» un colpo
di falce le
lacerò la tunica.
Rika
«Aaaahhhh!» si piegava a terra per quel dolore
straziante.
Ma la mano di Jeri stringeva più forte.
Traducendosi in un rapido «Bolide stellare!»
di Beelzemon,
che costrinse Nemesimon a pararsi.
Affiancato
dagli altri tre Digimon spalancò di nuovo le sue
ali nere
«Non credere, non mi sono ancora arreso, Nemesimon! Non
desisterò dal farti tornare l’amico che eri
prima!»
L’essere incappucciato lo fissò…
E Beelzemon
descrisse «I miei amici sono con me, non sono
solo…»
rivolgendo uno sguardo a Rubymon, LadyCannonmon e Cupidmon. Ed
aggiungendo «Sono certo che il potere di queste tenebre non
spezzerà il nostro legame, io ho imparato che dove da soli
ci si
smarrisce…
…insieme
si può accendere una luce! E si ritrova la strada!!
Preparati.» puntandogli il bazooka, su cui già
lampeggiava
una nuova stella «Stai per sperimentare il nostro
potere.»
(fine-canzone)
Nemesimon fissava attonito quei Digimon.
Ma IceDevimon
tremava di rabbia «Non posso permetter loro di averla
vinta…
…!!...
…SPROFONDERETE IN UN INCUBO DI ORRORE! DARDI DI
GHIACCIO!!» a tradimento scagliò la
sua raffica contro i
quattro Digimon, che furono costretti a pararsi
«Ahhhh!!!»
«Fiato
congelante…!!...» soffiò
poi lungo la
coltre di buio, ed il suo alito gelido si sparse là dove
Snowhitemon proteggeva i cuccioli «Ah! Oh no, sta gelando
tutto!
Presto, di qua!!» riuscì a portarli via appena in
tempo,
ma si volse in volo «JERI!!...RIKA!!»
Improvvisamente
le due ragazze
«Ah!!»…«Ahhh?!!»
sentirono il gelo in avanzata lungo i loro corpi e sui loro Digivice.
Taomon si volse
di scatto «Rika!!» ma Nemesimon sollevava la falce
in quel
momento. La volpe se ne accorse troppo tardi e provò a
pararsi
col suo pennello ma…
«AAAAAAAAHHHHHHHHHH!» il fendente fu talmente forte
da
spezzare l’arma, lasciando senza protezione la sua tunica che
fu
definitivamente strappata.
«TAOMON!!» gridarono Beelzemon e i tre compagni.
Quel pennello
che aveva combattuto tante battaglie terminò lì
la sua
carriera, precipitando in due metà precise nella voragine
oscura
che lo inghiottì completamente. E dopo di esso la guerriera
che
lo brandiva…
Nel profondo di
Nemesimon una voce “Renamon…mia sposa!!”
intrisa di
pena e contrizione, che fu però sovrastata da un tono
più
cupo e monocorde «Ho finalmente fatto giustizia, e castigato
il
tradimento.» abbassando la falce in un elegante giro.
Rika era atterrita
«…! AMICA MIA…!!» Jeri
accanto a lei in
quella pioggia di ghiaccio le diceva «Rika presto, dobbiamo
andare!» ma l’altra piuttosto corse avanti, per
poter
raccogliere Taomon che cadeva pesantemente a terra, e alzava lo sguardo
su di lei «Sono stata sconfitta…»
mormorò con
un filo di voce mentre la luce la avvolgeva…
…facendola ritornare Renamon. Eppure anche in quelle
condizioni,
la sua prima preoccupazione era quella di non distendersi da quella
stretta intensa con cui proteggeva i suoi figli, svenuti tra le sue
braccia sanguinanti, tanto che Rika la carezzò
«…no, se non hai pensato ad altro che a
proteggerli…una madre…non è mai
sconfitta.»
ma ora la Digimon gemeva «A-Alla fine non mi sono rivelata
abbastanza forte per proteggerti…benché abbia
lottato…c-con tutto l’impegno! Scappa Rika, devi
metterti
in salvo, ora io…non posso fare più niente per
te!»…«No, io non ti
abbandono…» rispose
la ragazza con profonda consapevolezza intrisa d’affetto,
benché la Digimon insistesse ancora «Tu non
c’entri…con le mie colpe!!...Nemesimon vuole
vendicarsi di
me, tu non meriti di pagare al mio posto!!...
…sei una
ragazza giovane, puoi ancora…sposarti, e avere la vita che
desideri!!» ma Rika rispose con una serena consapevolezza
«Noi due ci siamo promesse tanti anni fa di rimanere unite in
tutto, io non verrò meno alla mia parola, né
ora…né mai!»
Jeri seguitava a chiamarla «Rika!!!»
Ma la compagna non lasciava
la sua Digimon, e benché questa insistesse
«Presto…!!» lei seguitava a carezzarla
con premura.
Quando IceDevimon
tuonò «Questa…SARA’ LA VOSTRA
CONDANNA!!!
Fendente di ghiaccio!!!»
Jeri corse da Rika per
portarla via, ma in quel momentò piombò
Snowhitemon
«Via da lì, Jeri!!» afferrandola con
sé, ma
quando cercò di soccorrere Rika e Renamon fu bloccato
«Ahhhh!!!» dalle raffiche scatenate dagli artigli
di
IceDevimon che si erano abbattuti sulle rocce.
«Oh no!! Non
riesco…a raggiungerle!! Ahhh!!» Snowhitemon fu
spinto via
e l’unica cosa che riuscì a fare fu portare Jeri
con
sé.
Improvvisamente, nello
sgomento di entrambe, il ghiaccio cominciò ad avvolgere Rika
e
Renamon «Rika…» salendo fino a
costituire una cupola
su di loro.
«Uhmuhmuhmuhm,
finalmente ci sono riuscito! Il momento tanto sognato è
arrivato…» mormorava IceDevimon.
«RIKA!!...RENAMON!!» gridava Rubymon, ma lui e i
compagni
erano immobilizzati dall’attacco incessante di Nemesimon e
non
potevano abbassare la barriera per raggiungerle.
«E’
finita…?» si chiedeva Renamon mentre era congiunta
alla
sua domatrice dal distorto legame di un blocco di ghiaccio avvolgente.
Gli occhi di Rika erano attoniti, ma anche in quella situazione non
smettevano di preoccuparsi per lei, ripetendo
«I…tuoi…figli…» Ma
Renamon versava
lacrime, sembrava tutto perduto anche quei cuccioli svenuti tra le sue
braccia, attorno alle quali il ghiaccio si faceva sempre più
fitto.
«Spariranno entrambe, una volta per
tutte…»
sogghignava IceDevimon «…dieci anni ci sono
voluti, ma
adesso almeno potrò gustare la mia vendetta fino
all’ultimo boccone.»
Asanuma lo
osservava dall’isolotto fluttuante, e si passava la mano tra
i
capelli. Dal suo sguardo, sembrava imporre a se stessa di non provare
alcuna pietà per le vittime di quell’assalto, e
intanto
meditava “E’ un bastardo, un essere
spietato…no, non
gli dirò mai che Akiko è sua figlia! IceDevimon
non
saprà mai di essere padre, tanto si rivelerebbe soltanto un
degenere come ogni uomo della terra!!”
Ad un tratto, il
riflesso di Renamon e dei suoi figli lampeggiò negli occhi
di
Nemesimon che interruppe l’attacco. Rubymon ne
approfittò
«Ah! Presto ragazzi, tutti da Rika e
Renamon!»…«Sì!»
rispose Cupidmon. Ma
IceDevimon li ostacolò «Fiato
congelante!»…«Ahhh!!!»…«Non
andrete da nessuna parte!!...
…le vostre
compagne sono spacciate!! Grande Nemesimon, non cedere a esitazioni!!
Aiutami ad eliminarli!!»
Nemesimon impugnava
lentamente la falce, ma poi dentro di lui echeggiava di nuovo un
fievole grido “Renamon, bambini, vi prego resistete!!...
…amore mio…aiutami…
…sono prigioniero!...
…riesci a sentirmi, Renamon?!”
Il ghiaccio era quasi
arrivato ai loro volti, quando Renamon accennò
«I…mago…mon…
…che…ne…sarà di
lui…ora?»…«Dobbiamo…f-fare
qualcosa,
non…può finire in questo modo!...» era
il tentativo
disperato, e all’apparenza vano della domatrice dai boccoli
rossi
coperti da brina, che non si rassegnava «Lo…sento,
sai?...
…mi sembra…che chiami il mio nome,
vorrei…
…così tanto aiutarlo…mi…
…ricorda…Impmon…!»
Pur in quegli istanti
mortali, quelle parole non mancarono di colpire Rika…che
alzò il suo sguardo commosso sulla compagna, di cui vedeva
ghiacciarsi il pelo inesorabilmente «Chiudi…gli
occhi
Renamon…»…«Oh?»…«…p-prova…a
rispondergli!!»
Lottando contro i brividi, la volpe digitale
obbedì…
...la coltre tenebrosa le avvolse…
…e a lei
parve di trovarsi sola in un luogo buio «Dove
sono…?»
Soffiavano neve e
ghiaccio attorno a lei, ma tra le rovine, sul ceppo di un faro
spezzato, stava un piccolo volpacchiotto scuro, i cui occhi erano
solcati da lacrime «Aiutami, per favore!!»
«Ahh!!»
fece Renamon, a cui la neve impediva di vedere con chiarezza
«Nymon…sei tu?! N-No tu…non sei mio
figlio…»
«Ho tanta paura!
Ho fatto cose brutte e malvage, e adesso sono solo!! Solo tu, che sei
una madre e hai il volto buono vieni a interessarti a me!! Ma
così facendo rischi di morire! Questo luogo presto si
congelerà…devi scappare, metterti in
salvo!»
«N-No,
io…!»…«Lasciami al mio
destino!...
…hai dei figli, un
futuro, un’amica a cui vuoi bene! Io
invece…»…«...ma io non
posso.»…«Mettiti in salvo!!...devi
andartene,
Renamon!»…«…non
posso!!» affermò
lei con più grinta «Mi dispiace! Ma non posso
abbandonare
una creatura in preda al pericolo e ai rimorsi, questa non sono
io!»
Facendo affondare le sue
zampe tra i detriti e la neve, sempre più fitta. Ogni passo
pesava quanto mai…ma parandosi il viso andava avanti
«Sarebbe come…rinnegare il mio passato! Io invece
credo
nel futuro!! Dieci anni mi hanno insegnato...mi hanno
CONFERMATO…che ogni creatura, anche la più
colpevole,
merita una seconda possibilità! Non è la morte
che mi
spaventa…se sto agendo…secondo quello in cui ho
sempre
creduto mi sento serena. E mi sembra di riempirmi di una
forza…speciale…»
Le lacrime sul
volto del volpacchiotto si arrestarono
«…Renamon…» e lei si
fermò per qualche
istante «…Imagomon…
…sei tu?»
I suoi occhi
sottili fissarono gli occhioni di quel Digimon allo stadio primario.
Poi tese la zampa «Sono qui per salvarti. Afferra la mia
mano!!»…«Non posso! Non ho le
mani!»…«Ahhh?!»…«Renamon!!»…«Imagomon!!!»
una forza sembrò allontanarli, nell’intensificarsi
della
neve…
…Renamon
riaprì gli occhi dal suo sogno «Devo
salvarlo…!!» gemette, quando il ghiaccio presto le
avrebbe
chiuso la bocca, e Rika propose «Scava nel mio cuore! Non
c’è più…altra forza che tu
possa
attingere…per il tuo compito…?»
(canzone: Daniel
Powter - Beauty queen)
«Rika, dimmi una cosa…»
La giovane
alzò debolmente i suoi occhi lilla stremati
«…fino
a adesso, fino all’ultimo…non mi hai mai
giudicata, ti sei
messa a mia disposizione per offrirmi ogni parte di te.
Perché…?»
Rika
riuscì ad accennare un sorriso «…sono
proprio…quei conflitti…
…quelle
contraddizioni a renderti così…dolcemente, e
meravigliosamente
umana.»…«Oh?!»…«…io
non
voglio una creatura perfetta, in fondo non l’ho mai voluta. E
poi
comunque sono troppo affezionata a te…
…io non
potrei più lasciarti ormai…siamo legate da troppo
tempo…e da troppe cose…
…ci siamo
già divise una volta…per tanti anni, ora non deve
più succedere, a costo di terminare il nostro cammino
unite.»…«…lo sai? Sentendo le
tue parole mi
sembra di riacquistare forza…
…i tuoi
occhi a guardarmi, la voce di Imagomon, bambino e solo, ad affermare
che ha bisogno di me!...mi fa sentire importante. Il calore dei miei
figli…anche nel fondo del ghiaccio…
…lenisce le mie ferite, è forse
possibile?»
«Qui a
Digiworld…tutto è possibile, tu me lo hai
insegnato: non
si possono correggere gli errori del passato, ma si può
lottare
contro il destino, compiendo…tutto ciò che
è nelle
proprie forze perché il futuro sia
migliore.»…«Sakuyamon…!»…«Oh?»…«…lei
nacque da questo…» ricordò Renamon, e
Rika si
abbandonò ad un caldo ricordo «La
nostra…biodigievoluzione…»
…rivedendo lei
stessa ragazzina assieme a Renamon gettarsi nel cratere del
D-Reaper…
«Mi faceva
sentire…così leggera…»
pensò Renamon,
e Rika «E a me insinuava nel cuore un tepore mai provato: lo
sai…? Se solo volessimo potremmo far tornare quella
sensazione.»…«Tu lo credi
davvero…?»…«…minuto
dopo minuto…
…sento il
mio cuore
illuminarsi…»…«Anch’io…»
prendeva coscienza Renamon.
IceDevimon non
placava la scarica di ghiaccio “Molto bene, ce l’ho
quasi
fatta!”
Beelzemon e gli
altri lottavano contro gli artigli che sgorgavano dal buio, ma intanto
«RESISTETE!!» esclamava il guerriero dalle ali nere
«DOVETE REAGIRE!» gridava Rubymon, Cupidmon
«Coraggio!!» e LadyCannonmon «Non vi
arrendete!!»
«Lo senti, Rika?
I nostri compagni ci incoraggiano, credono ancora in
noi!»…«…anch’io
credo ancora in
te…»…«…sforziamoci!!»
esortò Renamon
«Oh?»…«Anche in queste
condizioni possiamo tentare di unirci
insieme!»…«…pensi che
Sakuyamon possa
tornare…?» chiese la ragazza «Non so!!
Ma quel che
è certo è che non mi arrenderò, non
cederò
senza la certezza di averti difeso fino all’ultimo!»
Ma a quel punto il
ghiaccio le coprì completamente, chiudendo la cupola sopra
il
loro capo.
«AHAH!!» IceDevimon rise trionfante.
Asanuma si sporse
«Ce l’ha fatta?!» traballando per altro,
e rischiando
di cadere.
«FINALMENTE!! MI SONO
LIBERATO DALLE MIE ODIATE AVVERSARIE, NE’ RIKA NE’
RENAMON
ESISTONO PIU’!! HO ELIMINATO…LA PIU’
SFRONTATA DELLE
DOMATRICI E LA PIU’ OSTINATA DELLE DIGIMON! SONO IL
MIGLIORE!»
Cupidmon bloccò
la sua lotta «…non può star dicendo sul
serio!» gemette di pena, e altrettanto LadyCannonmon
«Rika…Renamon!»
Rubymon si
sfiorò le labbra, mormorando insicuro
«Cindermon…tu
senti che è la verità?» “Beh
io
veramente!…” ma prima della risposta della Digimon
dal suo
cuore, giunse l’esortazione di Beelzemon
«Continuate a
lottare!!»…«Ma…Beelzemon, e
se fosse
finita?!» chiese LadyCannonmon. Ma il guerriero alato
impegnato
più che mai in un duello di artigli con quella mano oscura
«Acc!...io conosco Rika e Renamon! E posso
assicurarvi…che
non è certo così facile avere la meglio su di
loro,
abbiate fiducia!! In questo modo darete loro la forza!»
Quelle parole trasmisero speranza.
Da quel possente blocco di ghiaccio…
“Rika…avverto il battito del tuo cuore!”
“Anch’io…! Allora non era
un’illusione…!”
“No, la
nostra speranza non è stata vana: anche da questa prigionia
il
nostro affetto ci sostiene, impedendoci di affondar!”
“Allora…sei pronta a lottare assieme ancora per
una
volta…?”
“Ogni
volta che sarà necessario…per tutta la vita,
Rika!”
«UAHAHAHAHAHAH!» rideva a squarciagola IceDevimon
«SONO IL RE DEI DIGIMOOON!...
…OAAHHH?!» per trasalire nel più
cruento sussulto,
quando vide un pugno umano e un pugno di pelo perforare il blocco
ghiacciato: la mano umana impugnava un Digivice decorato di
perle…e pronto a emanare un immenso bagliore.
«Come?! Che succede?!» si sporse una sbalordita
Asanuma.
«Mi
rifiuto…di credere ai miei occhi!!» inorridiva
IceDevimon
«Sono sopravvissute?!»
«Renamon…» sussurrava Rika
«Cerco la tua
mano…dov’è…?»…«…eccola…»
mano e zampa cercavano di congiungersi sopra lo strato di ghiaccio
attorno a loro.
IceDevimon
sbatté frenetico le sue ali «Nooon è
possibile,
cosa mai vi ha dato la forza?!! Non siete altro che…DUE
SGUALDRINE, UNA CHE GESTIVA UN PUB CITTADINO, E L’ALTRA CHE
HA
RIEMPITO DI CORNA IL MARITO!»
Ma la voce di
Rika sussurrò «No, io non ti permetterò
di
infangarla con le tue parole: difenderò la
nobiltà di
questa creatura…per tutta la vita.» Mano e zampa
si
incontrarono «E io muterò il tuo affetto in
sfavillante
potere…»
«Ci siamo,
Renamon…»…«Sì
Rika…preparati a
volare di nuovo.»
…e insieme «BIODIGIEVOLUZIONE
DEL FUTURO!!!»
E a quel punto,
il blocco di ghiaccio esplose completamente
«NIUUAAAAHHGHHHHH!!!!!!!» IceDevimon fu travolto
dalla
scarica di frammenti.
La perla sul
Digivice mutò in una collana che unì al collo le
due sue
sagome fulgide «RENAMON
BIODIGIEVOLVEEE…»
Nemesimon
sembrava timoroso, la mano che impugnava la falce tremava al
delinearsi…
…di quel
manto col cappuccio, candido e cristallino come la neve. Impugnava un
lungo scettro con una perla alla sommità.
Il suo volto era
quello di una bellissima donna, che sugli occhi adagiava una maschera
argentea di volpe, decorata con le stesse perle che componevano i suoi
stupendi bracciali, e gli stivaletti «…IRISMON!!»
Ogni dettaglio
della sua sagoma rifulgeva di un quieto e armonioso alone iridescente,
che dissipava le tenebre, rasserenando il cuore (fine-canzone)
«Guardate!
Rika e Renamon hanno compiuto la biodigievoluzione!»
esclamava
Orphanmon eccitato dal loro rifugio tra le rocce. Jeri cercava di
guardare verso l’alto, ma la luce del prodigio digitale era
troppo intensa e la costringeva a pararsi lo sguardo.
«Ce
l’hanno fatta!» esclamò Snowhitemon, e
la ragazza si
volse «Sono riuscite a unirsi? E’
Sakuyamon?»
Senza guardarla
negli occhi, il minotauro bianco rispose «No!» ed
una punta
di secchezza si percepiva nel suo tono «Il Digivice del
futuro ha
permesso loro di dar vita a un Digimon completamente nuovo.»
«Non…capisco, ma il loro livello mega non era
Sakuyamon…?» chiedeva anche LadyCannonmon ai
compagni, con
una delicatezza che…ben presto si sciolse in un sorriso
estasiato «…ah, ma avete visto, questo Digimon
è
del tutto sconosciuto! Ed è…bellissimo…
...non…immaginavo si potessero creare tanti nuovi Digimon
così speciali, io…!...
…Rika, Renamon…
…siete meravigliose…»
IceDevimon prendeva
fiato a stento, incredulo di ciò che vedeva…e la
sua
domatrice lo stesso, andando quasi grottescamente a ritmo con lui, che
si volse di scatto «CHE FAI?!...mi copi i
respiri?!!!»
Asanuma serrò i pugni «Non…!!...dire
sciocchezze,
contentati di quello che già sei riuscito a combinare!
GUARDA!!» additando Irismon e facendo
«Uh?» quasi
ingenuo, e spiazzato lo sguardo del diavolo di ghiaccio.
Irismon
risplendeva come una regina dissipando a poco a poco le tenebre in quel
cielo di cariche e detriti, quando da dentro di lei
“Renamon…ma…?...
…da dove
nasce…questo Digimon, io non me lo
aspettavo…!”
In risposta
“…dalla nostra speranza, Rika: d’ora in
poi…questo sarà il Digimon del nostro futuro.
Irismon.
Altrimenti detto…” mentre Irismon stringeva con
più
intensità lo scettro con la perla “…il
nuovo,
splendente simbolo della nostra unione attraverso le linee del tempo, e
della vita.”
“E’ meraviglioso…mi sento ancora meglio
di allora…
…ancora più serena…” mentre
Akirmon e Nymon
spuntavano da sotto il cappuccio candido della creatura, di nuovo
svegli e con sguardo pacifico e rincuorato
“…ancora
più leggera, ancora più piena di speranza!!...
…grazie, Renamon…
…grazie
di esserci stata sempre in questi anni, di non avermi mai abbandonato
realmente…”
“Grazie a te, Rika…
…ora hai recuperato il tuo posto.”
“Oh? A…che ti riferisci precisamente?”
“Osservati…
…sei di nuovo la Regina
dei Digimon: domini un cielo in
decadenza, e con il tuo bagliore lo risani. Ogni voce maligna, ogni
macchia che il mondo si è illuso di vedere ha ceduto di
fronte
al potere della digievoluzione: essa rifletterà in
eterno…l’immacolata purezza del tuo
cuore.”
“Ti sbagli amica mia…
…questa luce che vedi scaturire deriva dal tuo cuore: solo
un
cuore tanto luminoso sarebbe potuto penetrare attraverso le viscere
oscure della vita…per riprendermi, e riportarmi in cielo.
Non
c’è che dire, sono…una donna ormai: ma
non mi sono
mai pentita…né mai potrò
pentirmi…
…di
aver scelto quella creatura simile a una volpe, una notte, rientrata da
un torneo di carte: la sua eleganza, la sua classe innata mi
colpirono…e senza ancora esserne
cosciente…l’angolo
più fondo del mio cuore mi suggerì che sarebbe
stata
colei…dalla quale mai mi sarei separata…
…sì, ecco, ora lo sento…”
mentre il vento
faceva volare il suo manto, diffondendo ovunque le iridescenze
sprigionate dai suoi gioielli di perle “Ogni cosa raggiunge
il
suo posto, ogni tassello si riordina:
Renamon…”…”Sì,
Rika?”…”…raccogliamo il
futuro, con lo stesso
amore con cui tu riprendesti colui che hai amato, da un destino
infausto. Riportiamo l’ordine nel mondo dei
Digimon…e la
pace nei cuori di coloro che l’hanno
perduta.”…”Insieme questo ed
altro…
…mia domatrice di tutta una vita.”
I compagni umano-digitali erano incantati…
Rubymon
accendeva a poco a poco un gioioso sorriso sul suo volto, e da dentro
di lui “Takato!!...hai visto quanto DIAVOLO sono belle Rika e
Renamon?!”
Altrettanto
Cupidmon si accostava a lui «Hey!» dandogli una
gomitata, e
poi lasciando spazio alla voce di Rea “Sono diventate
splendide,
io penso che se lo meritassero! Questo Digimon rispecchia
appeno…la personalità entrambe loro!” e
poi quella
di Henry “Altroché se lo meritavano, Rea: hanno
aspettato
tanto!...e anche noi…di rivederle così in forma!
Mi
sbaglio, Takato?”
«…no, Henry…
…non ti sbagli affatto.» e fissando Irismon,
Rubymon
pronunciò «…bentornate amiche mie,
brillate
più del sole!» La Digimon di perle alzò
la mano per
accennare un discreto saluto e un sorriso.
Beelzemon
scuoteva la testa compiaciuto
«…ahhh…magnifiche!
Oh?» poi ricordò «Ma
dov’è finita Jeri?
Meglio che vada da lei, non mi farò certo indietro adesso!
Voglio biodigievolvere e dare una mano ai miei compagni!»
così spiegò le ali e spiccò il suo
volo.
Al placarsi del
bagliore, Jeri scostava lentamente la mano che le riparava il viso, ma
il suo sguardo era spiazzato «Ma…come
può essere?...
…non è possibile!!»
Snowhitemon
piegò appena il capo, insinuando «Come mai sei
così
sorpresa, Jeri…?»
«Un’altra
digievoluzione celestiale e poetica!» la ragazza era
affannata, e
incredula «Come è possibile che sia uscita proprio
da
loro?!...
…è
semplicemente assurdo!!...Rika…ha condotto una vita
deprecabile,
e Renamon ha mentito per anni a suo marito e ai suoi figli!!...come
può spiegarsi ciò che vedo?!» senza
riuscire a
staccare gli occhi dal Digimon in alto, in un cielo che si purificava
«Come può…la biodigievoluzione, che
dovrebbe
riflettere quello che abbiamo dentro di noi, quello che siamo!! Come
può aver assunto un aspetto dalla purezza impeccabile, come
può non vedersi neanche una macchia, io questo…
…NON ME LO SPIEGO!»
«Evidentemente…»…«Cosa?!»
Jeri si
volse di scatto, ed il minotauro specifico piano, ponderando
sottilmente parole affilate «…come hai detto tu la
biodigievoluzione è lo specchio di ognuno di noi: ma di
ciò che portiamo dentro, non di ciò che
esterniamo
all’apparenza, e per quanto attiene a Rika e
Renamon…
…questo
risvolto ha prevalso sulla fama delle loro vite. Toglimi una
curiosità…ti infastidisce questo,
Jeri?»…«N-Non si tratta di
questo!»
replicò cercando a stento di mantenersi stabile, scorrendosi
la
mano tra i capelli «E’ che comunque pretendo
chiarezza!
Sono una Digimon Tamer anch’io, ed esigo che la
digievoluzione
esterni il suo aspetto più
veritiero!!»…«…e
perché, non lo
fa?»…«Uhm?!»…«…dimmi:
che
digievoluzione avresti disegnato…se ne avessi avuto la
possibilità, per Rika e Renamon? O…
…magari per te?»
Jeri rimase
attonita dalla tagliente domanda di quel Digimon di solito amichevole,
quando in quel momento giunse «Jeri!
Snowhitemon!»…«…Beelzemon.»
si fece
avanti il minotauro bianco. Nel frattempo Jeri esaminava il Digivice
«Irismon…Digimon
semi-umano di livello mega…la sua
tecnica…Faro
della purezza…»
Snowhitemon
fissò l’amico dritto negli occhi dritto negli
occhi, e gli
pose le mani sulle spalle «…hai combattuto con
valore. Mi
spiace non avere potenza sufficiente per
affiancarvi.»…«Grazie! Ma non devi
preoccuparti, il
tuo contributo nel proteggere i bambini è stato essenziale!
Per
di più hai anche protetto Jeri nel pericolo!
Jeri!»…«Oh?» alzò
gli occhi la ragazza,
che stentava e si sforzava a mantenere uno sguardo basato, di chi
controlla appieno la situazione. Il Digimon si avvicinò
«Io credo…che sia arrivato finalmente il
momento.»
prendendole le mani «Smettiamola di nasconderci,
biodigievolviamo!»
Jeri
guardò lui e poi alzò gli occhi verso il cielo. E
Irismon…che per un istante si volse a osservarla.
La domatrice
assottigliò lo sguardo “Scendere in campo, e
mettere a
confronto il mio orribile aspetto con il suo, così
splendente…” «Jeri, andiamo, quanto
ancora vogliamo
restare indietro?!» la scosse Beelzemon «Manchiamo
solo
noi!»
Mentre
alle loro spalle Orphanmon annunciava «Tenetevi forte amici,
è in arrivo un’altra sorprendente
biodigievoluzione: Jeri
e Beelzemon si stanno preparando!» Vapormon
commentò
«Cavoli, vedremo autentiche scintille! Chissà chi
è
più potente: secondo voi in forza chi batte chi, fra Rika
&
Renamon, e Jeri & Beelzemon?» Stillymon
replicò
«E’ difficile stabilirlo…»
“In fatto di potenza…
…ma sì, forse in fondo non è solo
l’aspetto
che conta, se Rika punta su quello io posso farmi valere per mezzo del
mio travolgente potere! Non è detto che sia sempre il
Digimon
più bello a prevalere sulla scena, e poi Rika non
è di
certo una domatrice migliore di me.” impugnando il Digivice
con
convinzione “Posso dimostrare finalmente a tutti chi sono!! E
in
questo modo i bambini avranno lo spettacolo che da tanto
attendono!” volgendosi verso di loro con un sorriso
«Tenetevi forte: vi prometto che sbaraglieremo il nemico in
men
che non si dica!»
I cuccioli
esultarono «Wow!! Che
bello!!»…«Sono
emozionata,
amici!»…«Anch’io!!»…«Dacci
dentro, mamma Jeri!»…e Beelzemon le chiese
«Ti sei
finalmente convinta?»…«Sono stufa di
restare in
panchina!» la ragazza rifilò un sorriso di sfida
«Bene, questo è un segno positivo! Vedrai: faremo
faville!»…«Non ne dubito!» al
che Beelzemon si
volse «Snowhitemon…! Posso chiederti di aver cura
dei
bambini ancora un po’?»
«Andate in battaglia…?»
domandò il minotauro
che era rimasto in silenzio ad assistere al dialogo. Beelzemon
replicò eccitato
«…biodigievolviamo!»…«In
bocca al lupo
Beelzemon e…state attenti: combattete ancora da
poco…ed
è fondamentale seguire le dinamiche di squadra.»
ma Jeri
rimbeccò con una punta di impazienza
«Ascolta…!
Sappiamo benissimo ciò che facciamo! Allora, andiamo
Beelzemon?»
«Beh…io vi ho avvertiti.»
incrociò le braccia
Snowhitemon.
«Andiamo,
Jeri!» e insieme «BIODIGIEVOLUZIONE DEL FUTURO!!»
«Ohhh…» Orphanmon restò
abbagliato,
così come i suoi amici dietro di lui…
Snowhitemon
assisteva in silenzio, con i suoi occhi verdi fattisi sottili e
assorti…
Un’enorme
catena metallica unificò le sagome di Digimon e domatrice, e
poi
tutto fu inghiottito da un vortice di piume scure…alcune
delle
quali volavano sul viso del minotauro bianco, che restava
impassibile…
…e tra i
cuccioli, che altrettanto non distoglievano lo sguardo dal prodigio in
formazione…
…il tracciato
digitale grigio scuro iniziò a prendere la forma di stivali
borchiati neri…due enormi ali di ingranaggi si liberarono
dalla
coltre oscura, dando un assaggio dell’enorme ammontare
energetico
che pulsava nel corpo della creatura…
Negli occhi ora
sconvolti di Nemesimon la proiezione di Irismon si alternava a quella
di Renamon e dei cuccioli, e la sua solidità sembrava
cedere: il
suo manto vibrava in quanto scosso da un intenso tremore. IceDevimon si
appellò disperato «Arghh, g-grande Nemesimon, sei
la
nostra unica speranza! Solo tu!! Solo tu puoi eliminare quella dannata
impertinente, guardala!! Ha acquistato un potere immenso al solo scopo
di eliminarti!!»
Nemesimon si
parò gli occhi spaventato «Ahhh! L-La tua
luce...!!...m-mi
fa paura, temo il tradimento…IO LA OFFUSCHERO’!
Deriva---del
pensierooo!!!»
«Attenta
Irismon!» ammonì Rubymon. Ma la Digimon dal manto
bianco
restava impassibile, e con la sua voce profonda decretava
«Ormai
è inutile, non vi è motivo di temere il tuo
potere
oscuro. Frusta-arcobaleno!»
sfoderando agilmente un lungo laccio
composto di luce iridescente: bastò un’elegante e
rapida
mossa per infrangere le rocce affilate che le erano state indirizzate
contro «Ahhh!» e che Nemesimon vide sgretolarsi in
mille
frammenti luminosi di fronte ai suoi occhi, quando poi
«Imagomon!» lei lo puntò «Ora
guardami
attentamente, perché in me ritroverai chi sei in
realtà:
io accenderò una luce tanto intensa e tanto pura da
perforare il
tuo manto di sconforto!»
La grande
perla brillò, e si staccò dalla
sommità dello
scettro di Irismon, per scivolare lentamente tra le sue mani.
«Che
cosa fa?!» trasalì Asanuma «Non lo so
Nami, ma
è meglio andare!!» espresse frettoloso IceDevimon
palesando segni di agitazione, come notò la sua alleata
«Non dirmi che hai
paura!!»…«Ahh! Quelle
maledette guastafeste hanno acquistato una potenza notevole, possono
distruggerci!!» L’insegnante dilatò gli
occhi, e
IceDevimon gemette coprendosi il volto «Non soppooorto questa
luce, l’unica speranza è tagliare la corda e
chiedere
rifornimenti alla base!!»…«Ahh! Vuol
dire che
abbiamo fallito?!...non lo posso
accettare!»…«Se
questo è il tuo solo problema allora SAPESSI IO COME POSSO
ACCETTARE DI USCIRNE SCONFITTO PER LA SECONDA
VOLTA!!»…«Ah, poteva andarti peggio!! La
prima volta
sei stato direttamente acquisito, se non ricordo male?!!»
infieriva aspramente la donna, e il diavolo la afferrò
infastidito «Uhmf!...sbrighiamoci!!»
Al che Rubymon
si volse di scatto. E si lanciò in volo deciso
«Aspetti,
signora Asanuma!!»
«Ahh!!...guardalo, ci viene dietro!!»
additò
terrorizzata l’insegnante: in effetti, l’agile
spirito
autunnale si era gettato in picchiata con una decisione inaudita,
puntava su di loro assottigliando lo sguardo. IceDevimon si
infuriò «Staaai lontano!! Dardi di ghiaccio!»
Ma Rubymon con
la sciabola frantumò in un colpo le frecce. Asanuma
rabbrividì «Ahh!! Via di quiii,
presto!!» tanto che
IceDevimon spiegò le ali, ed iniziò una fuga
mozzafiato,
di tuffi e volteggi fra le cariche impazzite in cielo.
Irismon
intanto sollevava la grande perla sopra di sé «Faro della
purezza!!»
Questa
emise un bagliore mirabile, e Nemesimon «AHHH!!»
dovette
pararsi gli occhi, tanto che lasciò andare la falce, essa
precipitò nel buio.
«Osserva bene la luce sulla sommità della mia
immagine…e ricorda il passato! Tu eri un
Digimon…buono,
che viveva in una casa vicino a un faro. Sulla cima di un promontorio
che dava sul mare impetuoso di
Digiworld.»…«Oh?!» (canzone: Shania
Twain - It only hurts when I'm breathing)
La
vista abbagliata di Nemesimon sovrappose a quella Digimon in abito
candido la sagoma di un faro «Ricordi la sua dolce rotazione,
che
cullava tante notti…della nostra crescita? Fissa la mia
luce…
…e torna indietro…
…anche se la casa è stata distrutta proviamo a
raggiungerla per mano, nel luogo in cui tutti i ricordi sono
presenti…»
Irismon roteava la perla muovendo con dolcezza le sue mani, ed i suoi
raggi iridescenti, simili alla luce di un faro nella notte, plasmavano
attorno a loro lo scenario di un promontorio e del mare.
«Ohh?!» La volpe nera ne fu sbalordita, e a quel
punto
Akirmon e Nymon balzarono dal cappuccio della loro madre per giungere a
terra, fra le rovine
«Casa?!»…«Siamo tornati,
Nymon: in questo luogo possiamo rivivere…tutti i nostri
ricordi!»…«Guarda Akirmon! I sassi
fluttuano…
…le pareti si ricompongono!»
Ed anche i fiori
recuperavano i loro petali, regalati dalle scie del tiepido vento di
primavera. Improvvisamente Nemesimon si ritrovò a
contemplare
Irismon dalla finestra, nell’interno di una casa, e alle sue
spalle c’era un tavolo integro, sul quale balzavano i
volpacchiotti
«Papà!!»…«Oh?!»
Lui era incerto se
avvicinarsi o temere «P-Perché mi chiamate
papà…? Io…
…non ricordo di
voi!» ma una dolce voce femminile gli disse
«…menti
a te stesso, Imagomon…
…loro non hanno mai lasciato il tuo cuore: sono i tuoi
figli…
…e io so che li
ami tanto…come solo un padre può fare,
più di te
stesso! Saresti pronto…a sacrificarti per loro. Mi chiedi
come
faccio a sapere queste cose…?...e io ti rispondo…
…che lo so
perché ti conosco…perché insieme
abbiamo vissuto
tanti begli anni…anni…che forse a volte non sono
riuscita
ad apprezzare nel loro valore speciale…»
abbassando il
tono in una gentile nota di umiltà
«…nel…calore…immenso che
trasmetteva la tua
presenza.»
I raggi penetravano
oltre il vetro plasmando due ologrammi iridescenti: una volpe dorata e
un maschio dal pelo scuro, che si camminavano incontro sotto gli occhi
di Nemesimon, tra il suo sguardo e quello dei cuccioli, felici sul
tavolo «…guarda Nymon…la mamma e il
papà si
vogliono bene…»
«…figli…
…figlioli…
…Renamon…» pronunciava lui, e il
piccolo Nymon
sussurrò alla sorellina «Ptsss…sta
iniziando a
ricordare.»
Quelle sagome tornavano ad apparire nei suoi occhi, mentre gli
ologrammi iridescenti si univano in un profondo abbraccio. E lui
meditava “E’ vero…adesso ricordo tutto:
a me fu
donato, dallo spirito che plasma i Digimon, il potere di leggere nel
futuro: scavando nel fondo della mia vita…mi era sembrato di
scorgere un amore molto grande. Un destino di luce, e di
felicità, pieno di abbondanza!...e di tutto ciò
che
scalda un cuore e lo fa fiorire come una pianta!...
…scie di
vento mi parlavano di un conflitto nel cuore di mia moglie, di un
segreto…nascosto dai suoi occhi che appaiono inaccessibili,
a
prima vista…però…
…c’era una voce più forte dentro di me,
più
calda, più gentile che mi diceva di non
preoccuparmi…che
tutto sarebbe finito…nel modo più giusto e che
nessuno ne
avrebbe sofferto. Così, pur sapendolo sono andato avanti, ho
ignorato le ombre…e mi sono aggrappato a quella meravigliosa
predizione di felicità di cui pochi Digimon possono giovare.
Eppure!…quando ho sentito la verità
minacciosamente
avvicinarsi…ho avuto paura, e ho dubitato di quella voce
buona
che vedeva più in là! Ho temuto che mi avrebbe
ingannato…” chinando il suo capo
“…e che in
realtà, nulla mi aspettasse lungo la strada futura se non
solitudine…abbandono!”
«…ti sbagli, Imagomon…»
mormorava però
quella Digimon che aveva preso il posto di un faro spezzato, e che
accennava «Io…io ti…»
Ma lui chiudeva
gli occhi in una tristezza profonda “…che cosa ho
fatto?...bambini miei, come ho potuto mettervi in pericolo,
dimenticarmi di voi che siete la cosa…più
preziosa? Non
posso perdonarmi per ciò che ho fatto…”
«E invece devi…» lo esortava la moglie.
Akirmon
balzò vicino a lui «Non piangere,
papà!» e
lui gemeva «Akirmon…Nymon…!!»
fino a che le
sue lacrime non diedero vita alla luce che consumò la sua
digievoluzione, e concesse ad Irismon di socchiudere gli occhi sentendo
di aver compiuto il suo dovere.
Imagomon era riapparso
«Bambini miei! Figlioli…miei piccoli sogni di un
sereno
futuro…!»…«Papà!»
lo leccavano i
cuccioli premurosamente.
Irismon sussurrava
«…questo sogno non è solo tuo, non sei
solo
Imagomon…
…io sarò sempre al tuo fianco…
…sempre…a quella finestra…ad aspettare
il tuo
ritorno. Mio sposo…»
“Renamon…
…se
tu sei buona al punto da perdonarmi per le azioni che ho compiuto,
beh…io non riesco a fare altrettanto.” chinava il
capo
malinconico il maschio di volpe nera, desistendo dal proposito di
accarezzare quei figli che non riusciva a sfiorare, pur contemplando
con amore e gratitudine la loro premura nel leccargli le ferite
(fine-canzone)
Nel frattempo,
Kenta e gli altri erano quasi venuti a capo del labirinto. Kazu
indicò verso l’alto «Guardate, ragazzi!
Si è
accesa una luce nel cielo, sembra quella di un Digimon
splendente!» Guardromon aggiunse «Sbaglio o anche
quell’ombra che faceva paura è
scomparsa?»…«No, non ti sbagli
Guardromon, è
andata esattamente così!» Defendermon
parlò dunque
«Perfetto, allora sbrighiamoci a uscire di qui!
Oh?!»
Ma la sfera
luminosa tra le sue mani esaurì di colpo la sua luce,
lasciandoli nella penombra «Accidenti, questa non ci
voleva!» disse Kazu, e Kenta «Non ci rimane che
seguire la
luce indicata da quel Digimon, augurandosi che sia un
alleato!»…«Ma sì, credo sia
la cosa
migliore!» replicò il ragazzo col cappello nero.
Allungando
il suo collo da una piattaforma fluttuante sul vuoto, Scratchmon
osservava il cielo “Fantastico, ce l’hanno
fatta…!!
Quell’ombra è definitivamente scomparsa...
…il campo
indefinito…accenna a ritrovare il suo equilibrio di cariche,
molto presto tutti potremo tirare un sospiro di solliev-“
«Scratchmoniiiiiina…?»
«Uhmf!!» la gatta si irrigidì.
Qualcuno dai piedini
squamati sollevava un trasportino per gatti da un’altra
piattaforma fluttuante «Sei stata molto disobbediente a
scappare
di casa, dovrei prendere seri provvedimenti!» declamava
Ufomon
con note del tono materno «Buttarti addirittura nel campo
indefinito, ma dico io: siamo impazziti?! Lo sai che hai lasciato
Gravemon a…piangere disperato, e con il castello non messo
in
regola in fatto di sicurezza rischiavamo di annegare tutti nelle sue
lacrime, non ci sono gli aaargini, per contenere
un’ALLUVIONE!»
“Oh no,
Ufomon!...ma ora non posso tornare a casa: se mi consegno, sforno su un
piatto d’argento l’elemento necessario per
provocare una
catastrofe!!” era il pensiero della gatta digitale…
Ma c’era
qualcuno che le osservava dal video di un Ipad
«Quella…povera incapace di Asanuma ha fallito, lei
e il
suo Digimon sono la coppia ridicola dell’anno, è
inutile,
non puoi fidarti di nessuno!! N-Nemmeno…di un Digimon
rinomato
in tutti e quattro i punti cardinali di Digiworld per la sua
pericolosità!» starnazzava Violetta con voce
stridula, per
poi scivolare in un sorriso lampeggiante
«Però…almeno in tutto questo
c’è un
lato positivo: abbiamo ritrovato il gatto, uhmuhmuhmmuhm, ihihi!
Gravemooon!...
…Gravemooon, guarda che ti fa vedere la mamma?!»
(Gravemon dalle sale
attigue «Che cooosaaa…? Guardianmon morto
ammazzato…???»)
«Sì-eee,
no, quello purtroppo ancora no! Ma fidati di me, sono sicura che ti
farà piacere!»
Il bambino dal collare
bianco si fece avanti emozionato, per poi sussultare alla vista del
video «…uh!
SCRATCHMONINA!»…«Ihihihiii!...medaglia
d’oro a
tua sorella!»
Gravemon
strappò l’Ipad dalle mani della madre
«Sì
però che maniere! Come si dice? Per…favore!
Uhm?»
tant’è che se lo riprese lei.
«Scratchmon…
…nel trasportino!! Con le buone…o con le
cattive!»
disponeva militarmente Ufomon «E bada che questo annuncio
passa
una sola volta in radio…!!»
Scratchmon soffiava, in posa ritrosa e ostile…
«…!» il ragazzino dai capelli rossi si
arrestò di colpo «Che cos’hai,
Defendermon?»
chiese Kenta.
“E’ lei…è in pericolo, lo
sento!”
avvertì nei suoi pensieri, sicché
avvisò
tempestivamente «Continuate a seguire i fasci di luce,
vedrete,
sarete presto fuori dal labirinto!»…«E
tu?!»
fece Kenta, e anche Guardromon «Dove hai intenzione di
andare?»…«Io devo fare una
cosa!...c’è
qualcuno che mi sta molto a cuore ed è qui, è
vicino, lo
sento!»…«Da solo?! Ma è
pericoloso!» si
protese Kazu, ma il ragazzino in rapido allontanamento
affermò
«Lo sarà ancora di più se ci muoviamo
in massa,
Kazu! Datemi retta, voi raggiungete la luce!» scomparendo
nell’ombra del labirinto, mentre Kenta chiedeva
«Che
facciamo?!...» improvvisamente incerto e intimorito
«Non lo
so…non mi piace che si avventuri da solo: però la
sola
possibilità che abbia ragione mi induce ad ascoltare il suo
consiglio, in fondo non dobbiamo scordare che è un ragazzino
solo all’apparenza. In verità è un
Digimon molto
potente e esperto!»
Il domatore
occhialuto annuì, compiendo un respiro profondo per placare
l’ansia.
«Bluaaah…» esprimeva una serpentona rosa
dallo
sguardo sbarellante.
«Resisti,
MarineAngemon! E perdona tutti noi sul tuo groppone!» la
esortava
Diamon, quando Riley propose «Sarà il caso di
fermarci?»…«Un’altra
volta???» si volse
la stessa MarineAngemon, ma Mitsuo ammonì
«E’ il
caso di procedere a piccoli passi, e di limitare tutti i
rischi.»…«Altro che piccoli
passi!»
commentò MarineAngemon a metà tra stupore e
divertimento
«Quello che stiamo facendo è…il volo di
un
passerotto ai suoi primi tentativi! E di isolotto fluttuante in
isolotto, tutti prossimi alla disgregazione! Uhmuhmuhm! Mi sto
cominciando a stupire di me stessa, mi ritrovo abilità che
non
consideravo! O sarà che ora ho qualcun altro dentro di me a
concedermi un bonus? Uhmuhmuhmuhm!»
Il
pensiero di suo figlio non smetteva di suscitarle un sorriso di
rossore, che si affrettava a coprire con la sua ala. Diamon
parlò subito dopo «Non so a voi ragazzi ma io ho
l’impressione che qualcosa sia cambiato in cielo! Non vi
sembra
che la situazione stia migliorando?» MarineAngemon rispose
«E’ veroooo! Non vedo più
Imagomon!» e Mitsuo
scrutò attraverso i suoi occhiali scuri «Che i
ragazzi
siano riusciti a dissolvere la sua digievoluzione
malefica…?»
Cyclemon cercò di protendersi per mettere a fuoco la
situazione,
ma in quel momento «Uhm?!» notò fra le
rocce un
ragazzino dai capelli rossi, che si muoveva in un’agile
scalata
“…Guardianmon!” volgendosi poi verso i
presenti
«Aspettate: credo di aver visto Guardianmon!»
lasciandoli
tutti sbalorditi «Ahh! Hideki!!» esclamò
Riley, e
Mitsuo «Dove?! Dove Cyclemon, diccelo ti
prego!»…«E’ più in
là, e molto
distante.»…«Non importa!»
replicò il
biondo uomo aggiungendo «Dovunque sia noi lo raggiungeremo,
portaci…» ma l’anziano Digimon scuoteva
la testa,
costringendolo al silenzio «Non possiamo spingerci tutti fin
laggiù, per MarineAngemon è pericoloso un volo
come
quello.»…«Non dite così
grande Cyclemon: in
questo modo mi fate sentire in colpa!» si espresse la
serpentona
digitale, ma Diamon mormorava «Colpaaa? Ma che ti metti a
dire,
ma sei matta? Un figlio una colpa, io non lo so…»
e
Cyclemon «In effetti Diamon ha ragione, una nuova vita che
germoglia nel proprio corpo non è cosa di cui chiedere
scusa.
Quel che mi dispiace è piuttosto che ora questi due genitori
non
potranno raggiungere il loro figlio: sono desolato…io posso
usare il mio potere di teletrasporto, ma non ho forza sufficiente per
portarvi con me. Però vi posso garantire che non appena
avrò raggiunto Guardianmon gli parlerò e gli
riferirò che voi lo cercate e siete molto
preoccupati.»…«Sì, ti prego
Cyclemon!»
e lui «Non deve dubitare,
Riley…Guardianmon…
…è
stato un mio compagno.»…«Tu conoscevi
mio padre
Hideki, Cyclemon?!» ed il Digimon rispose senza esitazione
«…un grande uomo tanto riservato e silenzioso
tanto nobile
nei suoi ideali: inutile dire che si specchiava appieno nel suo
guerriero digitale, che sotto la maschera…possedeva il suo
stesso volto.»
Riley si strinse
a suo marito, il quale riuscì ad accennare un sorriso
«D’accordo…Cyclemon: ci fidiamo di
te.» La
stessa moglie sembrò stupita da quella manifestazione di
controllo, ma Mitsuo illustrò accomodandosi gli occhiali
«Siamo stati addestrati a mantenere la calma in ogni
situazione,
solo in questo modo potevamo gestire le sfide che provenivano dal
vostro mondo: ora…faremo uno sforzo con le ultime energie
che ci
restano, anche se vi è coinvolto un
Digimon…legato a
più riprese col nostro
destino.»…«Tutti i
nostri destini sono legati.» espresse Cyclemon avvolgendosi
in
una sfera luminosa «Papà! Sii
prudente!»…«Non temere, Diamon! Andate
verso la
luce…noi vi raggiungeremo al prima
possibile…»
Cyclemon scomparve tra le rocce, allontanandosi con il suo globo
lucente.
Riley
sospirò ed esortò «Stringiamo i denti,
Mitsuo!...MarineAngemon, Diamon!» e quest’ultima
«Sì, presenti tutti! Riprendiamo il
cammino!»
«L’abbiamo seminato?!» esclamò
una pallida e
atterrita Asanuma tra le braccia del suo Digimon volante, il quale
replicò «…sembra che ce
l’abbiamo
fatta!»
Rubymon
guizzò tra le cariche, fino a scrollare le sue ali di foglie
e
scintille di fuoco, volgendo il capo «Dove sono?!»
“Takato, abbiamo perso la tua maestra?!” chiese la
voce di
Cindermon dall’interno, e lui serrò un pugno
«Sììì…!»
piegando il capo
“Accidenti, non sai quanto mi dispiace!”
«Volevo
strapparla dalle braccia di IceDevimon! La signora Asanuma non
può continuare a far del male in questo modo!
Lei…ha una
figlia!! Una bambina piccola, e suo marito è
invalido…!!» “E viene a fare la buffona
qui a
Digiworld?!”
Lo spirito
forestale aveva occhi tristi, nonostante quella calda luce simile a una
brace nel suo sguardo “Come non detto:
Takato…posso
capirti appieno! Sai, anch’io avevo un’insegnante
quando
vivevo al mio palazzo, qui a Digiworld! Poveraccia, l’ho
fatta
disperare tanto che una volta era regredita allo stadio neonatale,
temevo che tirasse le quoia! Le avevo messo un Gekomon nel bicchiere.
Decapitato. CIOE’! Ora precisiamo, non era un Gekomon vero ma
solo una action figures…però ti posso assicurare
che le
fece il medesimo effetto!”
«Cindermon…»…”Uh?”…«…sono
stanco.» espresse con tono sincero e gentile, e lei
“Lo so,
sento! Abbiamo combattuto tanto, dai che il pericolo è
scampato:
peccato solo per l’incidente della tua maestra. Ma vedrai che
la
recupereremo: non c’è che dire, sei proprio il
Takato di
sempre, rincorri la giustizia…persino in un cielo del
genere!” «Forse è perché ho
un Digimon a
sostenermi…» accennò un sorriso Rubymon
“Ahhhhhhhhhhh, yes, lo so, quando si dice che è la
classe
a fare la differenza!...
…SCHEEEEEEEEERZO! Mica il merito è tutto mio, se
insieme
riusciamo a fruttare qualche risultato è anche
perché tu
ti impegni con tutto te stesso! Sai? Questa è una postazione
particolare, dove mi trovo io adesso…è un
po’
come…stare seduti alla scrivania presidenziale della tua
persona, mi giungono imput da ogni parte!”
«…davvero…?»
ipotizzò la creatura
dalle ali di foglie, piegando il capo con la grazia che lo distingueva,
e facendo assorti i suoi occhi all’ascolto di quelle
rivelazioni
“Caaaspita, a volte non è neanche facile
gestirlo!”
«Non ne dubito…trattandosi di me!»
“Riesco a
sentire…il battito del tuo cuore!”
elencò Cindermon
“Il…PULSARE di tutte le tue passioni, e diavolo,
sono
tante! Il fluire dei tuoi ricordi…
…e il
risplendere dei tuoi valori! Fra cui in ultimo ma non di importanza il
tuo desiderio di ritrovare la tua maestra e strapparla
dall’influenza nefasta di quel Digimon. Non è da
tutti,
sai?! C’è chi la propria maestra delle
elementari…la butterebbe in un fosso, o meglio ancora, lo
vedi
il vuoto sotto di noi? Ecco…farebbe quella fine!”
Rubymon
sorrise…e si pose vicino al cuore la sua mano, dalle unghie
accese di luce fiammeggiante «Cindermon…tu mi
capisci…così bene! Riesci a decifrare ogni mio
segreto. O
meglio…si può dire che io non abbia segreti per
te.» “Ascolta Takato…
…sai? Io non ti chiedo mai
niente…CIOE’, ti
ricordi?! Il nostro rapporto è iniziato con tutto quel
passa-passa di soldi, ci siamo accapigliati che era una bellezza,
lì confesso che qualche sfizio me lo sono levato! (manco
tanto
poi…pagare la pensione, chiamalo sfizio!)”
Il Digimon sorrideva dolcemente al ricordo di quegli esordi…
“Una cosa
però che francamente mi piacerebbe e che non si paga in
banconote…non è che questo!”
«E
cioè…?» “Che…fra
me e te andasse
sempre un po’ così! Che non ci fossero segreti!...
…io sai,
accetto tutto. Accetto pure che sei fidanzato CON QUELLA CHE A ME NON
E’ CHE POI SIA TANTO SIMPATICA, CERTI GIORNI GIA’
MI
SVEGLIO STORTA POI LEI MI FA PROPRIO GIRARE!”
Lui
socchiuse gli occhi con espressione pacata
«Bisogna…capire
Jeri: se sapessi sotto la sua corazza di forza, in realtà
quanto
si sente sola…
…lei
teme…che tutto le scivoli dalle mani. Come…queste
foglie,
le vedi?»
“…altroché! Avverto la percentuale di
dati corporei
in diminuzione!” alludendo alle foglie autunnali,
dai
contorni scintillanti, che talvolta si distaccavano dai capelli o dalle
ali di Rubymon, per riversarsi nel vuoto.
«Io non posso
che comprenderla…e pazientare: sai…? Sono
cresciuto in
una famiglia che…con l’andare del
tempo…ha iniziato
a pretendere che fossi…completamente diverso da come sono,
quando in origine gli andavo bene per com’ero. Una cosa del
genere fa sentire abbandonati. E io…semplicemente non
desidero
che Jeri provi lo stesso con me: voglio che sappia…che nulla
pone una condizione al mio amore, che lei può essere se
stessa…
…e spero
che un giorno…stringendo la mia mano fino al punto di
stritolarla mi confessi gli incubi che più la
tormentano.»
“Ma a quella la tormentano gli incubi? Cioè non
è
Takato scusa che quella è tocca di testa, proprio di suo,
cioè è il caso di ammetterlo quando le cose
stanno in un
certo modo: non è che ti sei accollato la fidanzata da
manicomio?” …ma lui sorrideva di quei commenti,
stemperandoli con pazienza «…no, no, ti
assicuro…che gli incubi ci sono e fanno paura: il cuore
della
mia Jeri…è un’enorme cassettiera piena
di incubi,
per ogni stipo o cassetto. Dovrò affacciarmi a ciascuno di
essi…e in questo modo…un
giorno…»
“…SE NON FINISCI AL MANICOMIO PER
PRIMO…”
«…forse riuscirò a regalarle la
serenità che
la crescita non le ha donato.» “…uhm
uhm. In bocca
al lupo e figli maschi: senti io non voglio andarmi a riprendere il
domatore con la camicia di forza, imbottito di psicofarmaci,
eh!!” «Uhmuhmuhm!...se non ci sono arrivato fino a
adesso,
con tutto quello che ho passato, non mi ci porterà certo
Jeri.» “Non…SI PUO’ MAI DIRE
IN QUESTI
CASI!” ma lui svolazzò e ipotizzò
ancora «Se
non mi ci ha spedito la famiglia…accogliendomi e poi
rifiutandomi, e rifilandomi dal giorno alla notte la notizia che avevo
un fratello. Un fratello di cui ignoravo
l’esistenza…
…se…sono sopravvissuto a queste cose non ci sono
dubbi
che potrò anche confrontarmi con i problemi di Jeri: in
fondo
l’ho già fatto! E poi…questo mi aiuta a
non
soffrire…per la morte di Guilmon.» smarrendo lo
sguardo in
quel cielo frastagliato e in chiaroscuro «Ho
duellato…contro i suoi fantasmi tanto tempo fa, e avevo solo
dieci anni! Ora sono un ragazzo…più grande, e con
una sua
esperienza, anche se poca rispetto alla sua!»
“Pleaaase,
padron?!” «Uhmuhmuhm! Nooo, niente! Forse tu sei un
Digimon
e magari ti sfugge.» accennò con espressione
cordiale
«Quando sarai come Renamon, con un marito e dei figli,
probabilmente ti sarà facile capire.»
“Guarda che
non sei per niente spiritoso: sono un Digimon, non sono
mentecatta!” «Ahahahahah, non ho detto affatto
questo!» “E non scordarti, che sono per
metà
U-MA-NA! Quindi so benissimo a cosa alludono certe
allusioni!”
«Davvero?...dimostramelo, ti sfido!»
“Guarda tu che
discorsi uno si deve mettere a fare nel cielo di un campo
digitale!” «Ma sei tu che hai iniziato!»
“Va
beeene, allora sparo: Takato! Ma tu sei sicuro che quella abbia avuto
tutte quelle esperienze?!”
«Chi…?»…”COME
CHIII, Jeri!”
«…ma certo!...ti pare forse una ragazza a cui
manca
qualcosa? No, anzi, è la tipica preda dei mascalzoni che
girano
per la città, SPECIE in un quartiere come il nostro:
dovresti
vedere, è diventato talmente degradato, e la sera dai locali
escono facce da far paura!» “Mah, io veramente
tutte queste
brutte facce non le ho viste!” «Perché a
te non
fanno effetto! Sei dotata di poter speciali, e a un ragazzo che cerca
di abbordarti tiri una bella fiammata magica! Invece Jeri è
stata dieci anni senza un Digimon a proteggerla, e pensa come si doveva
sentire! Avevo paura io, che ero un ragazzino, un maschio, ma temevo
sempre quel qualcuno più forte e più muscoloso
che mi
avrebbe costretto a varcare la soglia di casa…tutto coperto
di
lividi: temevo…che le avrei prese e di brutto, senza Guilmon
a
proteggermi…» “…
…davvero
avevi paura, Takato…?” chiese la voce dentro
Rubymon, con
maggiore pacatezza. E quel Digimon fatato rispose
«…quando
non si ha l’affetto di qualcuno al proprio
fianco…si ha
paura anche della propria ombra! E io…sono cresciuto con il
ritornello di mio padre che mi ricordava che non mi sapevo difendere,
che non ero in grado di giostrarmi e aspettavo ancora il ritorno del
mio Digimon, per imbucarmi in una discoteca! Così ecco come
è finita!» svolazzando fino a raggiungere una
roccia
fluttuante, e sedendosi incrociando le gambe in una posa
comoda
quanto inusuale in un luogo simile «Sono cresciuto
come…il
“figlio del panettiere fatto col burro avanzato”!
Che non
appena scende la sera si rintana in casa, e si piazza davanti al
computer a riscorrere siti passati di moda…ascoltare le
canzoni
che gli ricordano la prima adolescenza…!» ponendo
le mani
dietro la nuca e distendendosi lentamente «…e
sognando…la ragazza che amava quando erano bambini, che
però nel frattempo aveva superato persino i suoi tortuosi
problemi psicologici, e faceva la sua vita senza alcuna inibizione o
remora: un po’ pietosa come parte la mia, non
trovi…?» commentò con una punta
smussata di
amarezza “Beh questa sa proprio di frullata! Superato i suoi
problemi psicologici: quella non ha superato proprio un
picchio di
niente, è-è matta come una locomotiva coi pedali
spezzati!” «Uhm, uhmuhmuhm, dai…! Quello
è un
altro discorso.» “Ma mi spieghi come fai a rimanere
così tranquillo MI SPIEGHI COME FAI A DIRE CHE E’
UN ALTRO
DISCORSO?!” «…perché lo
è.
Ahhh…!» si rigirava e si stirava su quella roccia
come
fosse un letto “Sarebbe, la differenza?!”
«…ora Jeri soffre, d’accordo. Ma
è
perché…persino in una vita come quella di ogni
ragazzo
è possibile incappare in…spine o trappole. Per
lei
è andata così: abbiamo vissuto cammini
diametralmente
opposti, io ho sofferto la solitudine e lei…la troppa
compagnia.
Gli eccessi…io penso…fanno sempre male, per il
fatto
stesso di essere tali. Appunto, degli eccessi! E…anche
quando
c’è troppa confusione, gente, amici,
un…ricambio
così svelto e continuo di persone!»
“…per me
non c’è stato nessun ricambio: quella stava sola,
piazzata
su una sedia, a rimpiangere se stessa tipo aaaahhhhhhh! Me miiiiiisera,
non mi si fila nessun fidanzato perché sono matta! Rosico
tipo A
BESTIA perché voglio fare la domatrice ma sono finiti tutti
i
Digimon in circolazione, quello che avevo io è moooooorto,
ahhhh
che orrore! Se solo non avessi il tipo del panificio, il mio
compagnetto di banco ed ex-compagno di battaglia pucci-pucci che mi fa
sentire una regina quando sono una nullità!”
«Ahhh,
c’è poco da scherzare: non l’ho fatta
sentire…proprio niente, altro che una regina!»
“AH
DI PIU’ PURE?! Regina non va bene…IMPERATRICE?!
Cos’altro dovevi offrirle, oltre la tua bava (scusa!)
protratta
in tempo immemore e in modo disgustoso per tutti questi DIECI
ANNIII???!!!” ma lui sembrava imperturbabile, e non
c’era
neanche mezza sfumatura di quel modo di fare che lo irritasse, lo si
vedeva dalle pose che assumeva e dal suo tono
«Dovevo…farla sentire protetta: mostrarmi
più
forte, così che lei potesse sentirmi in grado di accogliere
le
confidenze…sul mondo che frequentava! I ragazzi, le storie
d’amore, il…
…sesso…» (lo disse piano, ma cadde a
peso morto un
Digignomo dal cielo, e Cindermon si chiese “Strano: ma non
avevano messo il veto alle battute di caccia, nel campo
indefinito?”) «…queste sono tutte cose
di cui io ero
E SONO completamente all’oscuro! Chi l’ha
mai…avuta
una storia d’amore? Chi l’ha mai…
…sfiorata…una partner, a parte ora che grazie a
Jeri so
cosa vuol dire baciare la persona che si ama?»
“Mmm, e
immagino che presto verrà dell’altro: mi sento
male!” «Calma, non correre troppo!»
“AH BEH MI
CONSOLO! Hai intenzione di essere cauto, in proposito?!...saggia
decisione, Takato!...
…magari
quella la tocchi in un punto che non le sta bene, le girano, e tira
fuori un coltello sbudellandoti: CHE NE SAI, qui
c’è poco
da scherzare! Quando la persona è fuori di testa non puoi
mai
sapere come ti-ti-ti si rivolta, e a me serve il domatoreee! Io non
voglio un Digimon Tamer morto o sbudellato, non voglio ricomporre un
puzzle di pezzi scomposti!...ricordalo, Takato!...
…ora
Guilmon svolazza in Paradiso, IO sono sotto la tua
responsabilità, è PER ME che ti devi mantenere
integro e
francamente a pensare te in un letto con quella furia mi trema il
pizzetto del manto!...oltre che poi…
…ma
scusami ma poi è accertato che lei è tutto questo
fenomeno? Per me quella è anche un po’ scarsina, a
parte
che è fredda come il ghiaccio! In quei contesti si dice ci
voglia passione!” «Uhmuhmuhm! E poi eri tu che ti
lamentavi
dei discorsi che si facevano in questo luogo!»
“Mmm,
lasciamo perdere: meglio!”
«Comunque…» si
rigirò quel giovane dal corpo scuro e gli occhi lucenti
«…francamente non ho intenzione di cogliere la
palla al
balzo e comportarmi come cento altri si sono comportati prima di
me.» “Ah ah, traduzione per Digimon
limitati?!”
Rubymon
fissò avanti a sé, e reggendosi la testa con le
mani
confessò «…prima di dar sfogo ai
miei…istinti, che chiamo così solo per evitare
ipocrisie
e non trincerarmi dietro la parola sentimenti, visto che ci sono anche
quelli, gli istinti e sono tanti, e forti da scoppiare!...
…prima di darvi sfogo io intendo fare in modo che il nostro
rapporto sia stabile e sicuro. Di modo che…nessuno possa, o
debba avere rimpianti questa volta!» “In generale
non
saprei PERO’ QUESTA VOLTA, NEL CASO SPECIFICO ti confesso
cheee…ti appoggio, Takato.” al che Rubymon si
rimise in
piedi «Forza, rimettiamoci in cammino!»
“Comunque non
mi hai convinto, sai?” «Ahah, ah no?
Cos’altro vuoi
che ti dica, che conterò fino a dieci? A cento, che mi
legherò a una sedia??» “Non mi riferisco
a questooo,
per quanto mi riguarda in questa materia tu puoi fare quello che ti
pare!” «Uhmuhmuhmuhm!» “EH BEH
CI MANCHEREBBE!
Ognuno ha la sua sfera privata, pure che siamo così uno
dentro
l’altro!...
…no io
parlo…di lei Takato, di Jeri, non so, n-non so che prove
offrirti ma io MI INTIGNO ad affermare che lei si
è…data
un mucchio di arie infondate con te mostrandosi come la ragazza esperta
e disinibita solo perché è più di
moooda, QUANDO,
IN REALTA’, HA PIU’ CASINI DI QUANTO TU NE POSSA
AVERNE MAI
AVUTI! E’ bloccata,
è-è-è-è
i-i-i-mp-p-pacciata, impanicata! E di questo tu non te ne accorgi
perché in fondo hai complessi!” Rubymon
piegò
l’espressione «Complessato io?!!!...oh no,
affatto!»
replicò spavaldamente, ma inutilmente
“Sì!
Sì, proprio tu signor Takato, in fondo hai dato retta alla
tua
famiglia!” «Ma neanche per idea! Io…non
mi curo di
queste cose, me ne infischio di ciò che dicono gli altri e
mi
piaccio così! Sono…il tipico ragazzo sfrontato
con il gel
nei capelli, le risposte mordaci e testardo come un mulo, la disgrazia
della sua famiglia!!!» “Buuuuuuuuu, naso di
Pinocchio in
crescita! Tu alla fine dei giri dici tanto ma dai ragione a tuo padre
quando afferma che sei carente!” «E questo chi te
lo
dice…?» ostentò con
superiorità (forse
celatamente scherzosa) “Lo vedo!!...
…non
scordare dove mi trovo!” «…bugiarda. Te
ne
approfitti, ecco la verità! Taci anche tu perché
non vuoi
dirmi che in realtà ho un brutto carattere e sono imbevuto
di
presunzione!» “Tu ti sei fatto mettere nel sacco da
quella
solo perché pensi di essere sbagliato nel mosaico
sociale!” «Figurati, io questi pensieri? Ma devi
essere
ubriaca, io mi sento sempre al posto giusto!» piazzandosi le
mani
sui fianchi “Uhmuhmuhm, ahhhhh, aria di casa! Mi mancava un
po’ litigare con te: sai? E’ insolito qui
però…è stata una bella
chiacchierata.”
Rubymon sorrideva celatamente, e lei “Takato! Ascolta, era
questo
che volevo dirti prima…
…non voglio più soldi, anche perché ho
capito che
non ne hai!” «Chi te lo dice? Io sono ricco in
realtà!» “Attento al naso, falci qualche
altro
Digignomo dopo quello pudico di prima! Mi
riferivo…”
«Uhmuhmuhm! Dai, spara: senza timore! Io non mangio.
Gnam!!!» “Semmai non mangi adesso, visto che prima
mi
sembra ti piacesse alquanto!!! Senti…
…mi
piacerebbe fosse sempre così. Questa sedia è
comoda. E
alla scrivania che mi hanno assegnato presso il tuo cuore…si
lavora bene. Senti, a te la scelta…di fare il bello e il
cattivo
tempo con quella pazza assatanata. Basta che non ti rovini! E basta
che…
…farai
sempre come oggi, mi confiderai sempre tutto. Passeremo lunghe
ore…anche sdraiati su una nuvola, però non voglio
che mai
tu ti tenga qualcosa per te.”
Rubymon sorrise, nella sua espressione si leggeva affetto e tenerezza.
“Sarà la mia
natura di Digimon, forse, che ne so! Sarà che ho bisogno di
confidenze, forse sarà che sono pettegola, mah lo ignoro!
Però…in momenti così sento che sto
bene, per cui
Takato…non smettiamo mai di dirci tutto come facciamo
adesso,
eh…? Glielo fai questo favore alla tua Cindermon che si
prodiga
tanto a combattere al tuo servizio?”
«E…cosa ti
dovrebbe far pensare che da un momento all’altro potrei fare
il
contrario?!» “Che ne sooo!!!...le compagnie che
girano…” mormorò piano, ma non
abbastanza da non
farsi sentire. Tuttavia lui smorzò con un sorriso, ed
avanzò sul ciglio di quella roccia
«Cindermon…ascolta: tu mi hai raccolto nel
momento…più difficile della mia vita. Sei il mio
Digimon:
il mio futuro come domatore…e sei anche…
…»
socchiudendo gli occhi, e piegando il capo «…da
quando non
c’è più Guilmon tu sei diventata la mia
migliore
amica. Io non potrei mai mentirti! Io non potrei tenerti nascosto
qualcosa. Io non ti voglio meno bene…
…di quanto ne abbia voluto a lui, ricordalo…
…
…
…sei
morta? Non è che abbiamo esaurito la carica della
biodigievoluzione?!» “…eh?!!! No
è
che…stavo cercando una cosa (dove ho messo quei cavolo di
fazzoletti, di---avoliccio!) no prego continua, dicevi?!”
«No perché mi è presa paura! Se ci
tolgono il volo
qui in pieno cielo, tra le rocce fluttuanti, sì che
è un
bell’affare! Insomma io…
…no, a parte gli scherzi: capisci perché io mi
sento
così in debito verso Jeri…? Tu mi hai appena
chiesto di
confermarti la mia amicizia, mentre lei in questi anni chi ha avuto?
Con chi poteva fare discorsi come i nostri?»
“Beh…
…c’era chi era sempre sulla soglia di casa propria
ad
aspettare nessun’altro se non lei!”
«Sì,
certo, e cosa poteva offrirle? Comprensione…?...
…maturità, esperienza, saggi consigli? Niente di
tutto
questo…
…non era una persona strutturata, bensì soltanto
un…ragazzo grasso, come un sacco flaccido pieno di
insicurezze e
di…»
“…da quel che mi risulta era un sacco pieno
d’amore:
quello…in teoria dovrebbe bastare. Ci sono persone che si
farebbero…i capelli di tutti i colori pur di averne mezza
scheggia, non capisco perché solo per Jeri Katou questo non
dovesse essere abbastanza, francamente…”
Rubymon chinò il capo, e spiegò le ali
«Andiamo, si
è fatto tardi e gli altri potrebbero avere bisogno di noi:
prima
che ci lascino a piedi.»
“…bella scusa a volte, il potere digitale, per
troncare
certi discorsi!”
Lo spirito
autunnale si tuffò in volo nel cielo del campo indefinito,
non
senza rifilare un ultimo «Ma chi tronca niente!!!»
Ma se lui si
lasciava cadere, Royalmon schizzava verso l’alto, aprendo in
cielo le sue vibranti ali di ingranaggi «E’
impossibile, mi
rifiuto di accettarlo!! Irismon ha sconfitto Nemesimon in men che non
si dica, non le è servito che alzare una sfera nel
cielo!!»
“Adesso
dove stiamo andando, Jeri?” chiedeva la voce di Beelzemon
all’interno della guerriera meccanica dai fluenti capelli
castani
«Silenzio, lo so io!!»
“…anch’io avrei il diritto di saperlo,
visto che
sono dentro di te, non trovi?”
La
creatura lì per lì non rispose, perforando cumuli
nuvolosi e schivando cariche. Per assottigliare l’avvenente e
deciso sguardo su quel volto per metà trasparente
«L’unica speranza che ci resta per fare un
po’ di
scena è scovare Asanuma con IceDevimon, e fargliela
pagare!» “Vuoi ingaggiare un duello con la tua
insegnante?!” «E perché
no…?...
…dopo tutto ha scelto lei di non essere più la
mia
deliziosa maestrina bensì la mia nemica! Si è
alleata con
uno dei nostri avversari più temibili, non mi spiego la
ragione
per cui dovrei risparmiarla: qui ognuno si assume le
responsabilità delle scelte che compie, imparalo Beelzemon,
è la regola numero uno!»
“Io
perdonami ma non sono d’accordo!” «E
perché?!
L’hai vista, ha tentato di eliminarci tutti, non si
è
fatta scrupoli neanche ripensandoci bambini!!...
…ha cestinato quel poco di ricordi che ci restavano, e
adesso io
cestinerò lei: è giusto!!...deve
pagare.» “Ci
stiamo avventurando in un’area pericolosa, torniamo
indietro!” «…
…no. Non voglio tornare indietro. Non desidero fare
l’ennesima misera figura tipica della sottoscritta, voglio
riportare una vittoria!!...altrimenti questa sera dovremo stappare
bottiglie di champagne per Rika e Renamon, e sperare solo di affogare
nell’alcol la nostra frustrazione!!»
“…Jeri,
sei piena di rancore, mi preoccupi!” «E chi credi
che sia
il responsabile?!...
…sono così per la vita che ho vissuto: tieniti la
tua
preoccupazione, non è fondata se questa rabbia mi trasforma
in
un Digimon abbastanza potente. IceDevimon sarà completamente
acquisito dal mio potere, e quando avverrà
ciò…» avvicinando al viso
l’avveniristico
bazooka installato al braccio destro
«…diventerò
otterrò forza in aggiunta, e i miei compagni moriranno di
invidia…!!»
Dai cavi
che sorreggevano il suo occhio sinistro fluì una fulminea
scintilla.
Beelzemon
rifletteva fra sé “Mio Dio…mi fa
paura!...
…è così simile a me…nel suo
animo ribolle
solo voglia di primeggiare!...mi ricorda quello che ero, e di cui ho
scontato le gesta a caro prezzo!!” «Uhmuhm, vola
più
veloce…»
Royalmon
sembrava impaziente di raggiungere la meta, e tendeva ancora di
più le sue ali guizzando tra le nuvole a velocità
inarrestabile, lasciandosi alle spalle una scia di
elettricità.
Eppure ignorava
che qualcuno la stesse seguendo in volo: era Snowhitemon
«Ahhh,
non mi fido di quei due!» ammetteva, sostenendo quel
quintetto di
piccoli Digimon tra le braccia «In un primo momento li ho
lasciati andare, ma poi mi sono pentito: Jeri non ragiona
più
con la testa, e benché mi abbia ferito non ci tengo che si
metta
nei guai! Beelzemon è ancora vittima dei suoi rimorsi di
coscienza, e farebbe di tutto pur di accontentare i suoi capricci:
meglio che li tenga sott’occhio, prima che combinino qualcosa
di
irreparabile!»
«E’
bellissimo volare assieme a te, Snowhitemon!» si espresse
Orphanmon, e lui «Grazie!» Stillymon
seguitò
«Oggi è stata proprio una bellissima giornata:
piena di
emozioni e trasformazioni inaspettate!» Il minotauro
accennò un sorriso «Tenetevi forte: il meglio deve
ancora
venire!» e nel «Wooooooooooooow!»
generale di quelle
creature emozionate, si tuffò tra le nuvole e
compì
volteggi mozzafiato lasciandosi una scia di piume candide.
«Scratchmon! Sto ancora aspettando, comincio a stancarmi
sai?!»
Ufomon batteva a
terra il suo piedino smaltato, e con la mana picchiettava sul
trasportino.
“Che
faccio…?” stringeva gli occhi il felino dal pelo
scuro e
le polsiere brillanti “Non voglio abbandonare questi piccoli
Digimon…per me lei e Gravemon sono come figli!
Però se
vado con lei esporrei sia me stessa che gli altri a un pericolo
terribile! Temo per la loro sorte…e vorrei restare a
vegliare
come un angelo custode, ma purtroppo non ho abbastanza
forza!!”
«Già ti preannuncio che per venire qui ho dovuto
sfidare
mamma in piena crisi isterica, non voleva permettermi di uscire! Ho
fatto distribuire un po’ di questi cosi via
computer!»
afferrando un volantino con la faccia di Scratchmon, per poi lasciarlo
andare al vento battente «Ma non c’è
più la
benché minima traccia, in un luogo DESOLATO come questo
triste
campo, di un Digimon disponibile a fare un favore a una graziosa
signorina digitale come me, aiutandola a ritrovare la sua gattina,
sigh! Non esistono più i cavalieri di una volta: i Knightmon
se
li è rubati tutti mamma per l’esercito!...
…ma come
vedi io sono più che efficiente da sola e non temo di
avventurarmi fin quaggiù, nelle putride viscide di Digiworld
pur
di avere…!!...» declamava con
aggressività
improvvisa, puntando il dito contro la gatta
«…TUTTO!
Semplicemente tutto! Io non accetto di perdere neanche
l’angoletto di un’unghia, se mi si spezza pretendo
che mi
sia riattaccata!! Io non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno,
e un giorno…ahhh!» spalancando le braccia e
sospirando nel
vento sempre più intenso «Tutto questo ben di Dio
digitale
sarà mio, sarò una regina ammirata e venerata e
tutti i
Digimon saranno onorati di baciarmi la punta del piedino!
Uhm?»
strizzando l’occhiolino «E TU CHE FAI LI’
IMPALATA
SCRATCHMON, NON HAI UDITO LA MIA AUTODICHIARAZIONE DI
AUTORITA’?!
Ahhhhhh, diventerò ricca, e avvierò dei lavori
per
rimuovere un campo…bbbrutto e antiestetico come questo,
darò una sistemata alle correnti ventose: è
evidente che
sono lasciate allo sbaraglio! Ho molti progetti per il mio
futuro…e mamma neanche riesce a immaginarlo
perché mi
crede una bambina, incapace di fare altro che non siano i compitini
eee…intrecciare insulsi braccialetti di palline colorate,
non ha
mica capito che io sono tutta una garanzia di qualità! Il
problema è che mi confonde con Gravemon…ahhh,
già!
Ahimé questa è la triste realtà, le
mamme fanno
sempre le preferenze per i maschietti più piccoli,
è
l’amaro destino…sigh! Delle star incomprese come
noi!...
…mi viene
voglia di cantare una canzone triste.» sfoderando la sua
antenna,
e tenendo il capo piegato «Nessuno mi capisce, io
sono…una
creazione perfetta, in pratica non esiste Digimon che mi superi in
fatto di bellezza, di potenza, sono la vera dominatrice di questo mondo
ma la gente accidentalmente non lo sa
perchééé…ha il cervello
bacato, e gli occhi
ciecati, e-e non riesce a mettere a fuoco di che pasta sono
fatta!»
«Di argilla per
le creazioni digitali abusive!!!» gridò Scratchmon
«Ecco! Meno male che almeno ho te Scratchmon che essendo
gatta,
ed essendo femmina ci capisci un minimo di p…
…
…cooome
scusa?» aggrottò il volto Ufomon
«E’ proprio
così!» replicò affannata Scratchmon,
mentre si
sforzava a mantenersi rigida a causa del vento…e la sua
padroncina aliena dilatava gli occhi «…Scratchmon
tu hai
parlato…!»…«Non è
questa la sola cosa
strabiliante, conta anche il contenuto delle mie parole!! Ufomon!...
…io non
avrei voluto, credimi, dirtelo in questi termini…»
Sempre
più immensi e sgusciati gli occhi della bambina
digitale…
«…avrei aspettato il momento necessario per
mettere te e
Gravemon a conoscenza della verità, ma
purtroppo…! Il
tempo stringe…e la situazione
precipita…»
Ufomon trasaliva…
…così come Violetta era sconvolta «No
no no no
no…
…n-n-n-n-n-…!!...
…lo
sapeeeeeevo, MALEDETTA GATTACCIA GLIELO STA DICENDO!! D-Devo fare
qualcosa…e-e-e subito! Aaaaaaaah, aiuto!!...sono una madre
che
sta per perdere i suoi figli, mettete---un cerotto in bocca alla
stampaaaaaaaaaa! Ufomon! UFOMON, TESORO-accidenti al diavolo, come si
inserisce questo auricolare-ahhh!...
…Ufomon!!»
La sua
voce echeggiò nel campo digitale. Scratchmon si
irrigidì.
“Parla la
mamma! Ufomon sbrigati, sta per avvenire una
catastrofe, il campo sta saltando!! Afferra Scratchmon per la coda e
corri a casa, è un OOOOOORDINE, E NON SENTIRE QUELLO CHE
DICE!
L-L’altra sera ha mangiato un cibo che le ha fatto mal-“
«Non ho
mangiato proprio niente!!» Scratchmon si sarebbe avvicinata a
Ufomon se non si fossero trovate su piattaforme distanti, ma
camminò fino al ciglio di essa «…se
facciamo
eccezione per il cuore che fui costretta ad ingoiare quel giorno! Come
se fosse…una scatoletta di cibo per gatti!!»
Tra i peli neri
di Scratchmon scintillò una sagoma a forma di fiore.
Violetta
dilatava gli occhi «…mi sta rovinando
tutto!!»
contorcendosi su quel trono, e facendo cadere il berretto mimetico
«Gravemon! Gravemon vieni qui, TUA SORELLA SI VUOLE RAPIRE
SCRATCHMOOON!»…«Cooooooooome?»
lacerò
l’aria il gemito del bambino «Sì! Hai
sentito bene!
Si vuole prendere il gatto digitale…e portarlo via, a
spasso:
vieni qui e dille qualcosa!!»
«Ma…ma io…!...
…la mia
Scratchmonina…»…«E
SMEEEEEEEEETTILA DI LAGNARTI INUTILMENTE!!! FA QUALCOSA DIAVOLO PARLA A
TUA SORELLA, ALTRIMENTI CHE TI HO CREATO A FAREEE!!!»
«Chi…? Come hai creato, chi hai
creato…?»
«Ups!!!!...
…oddio qui sto dando di matto, finisco per darmi la zappa
sui
piedi: caaalma, sta calma Violetta, vedrai che riuscirai a
riequilibrare…la tua situazione…i-in men che non
si
dica!...
…ci vuole un’idea…»
riprendeva fiato a stento.
«Ufomon,
se ti parlo adesso è perché penso che tu sia
abbastanza
grande e abbastanza matura! Se vuoi fare tutte le cose che mi hai
detto, significa che hai anche la forza per accettare una
verità
amara come questa: a volte purtroppo bisogna ingoiare dei bocconi che
non vanno giù, io…» la gatta strinse
gli occhi
«…dovetti farlo, poiché
anch’io fui creata
per uno scopo ben preciso!»…«M-Ma...!
Noi ti abbiamo
trovat-!»…«No, niente affatto: non dire
sciocchezze,
non mi avete trovata piccola e abbandonata! Non dar retta a
ciò
che tua madre ti fa
credere!»…«Ma…!!...
…TU
SEI LA NOSTRA GATTINA, SCRATCHMON!» esclamò
disperata la
piccola aliena, e Scratchmon «Non è
così, e
benché abbia l’aspetto di un semplice, e grazioso
gatto
digitale da compagnia la mia funzione è estremamente
delicata:
io sono stata creata per contenere…
…il
tocco finale di un processo distruttivo!» dichiarò
spalancando i suoi occhi gialli, sotto quelli attoniti della bambina
«Ora mi cercano perché vogliono estrarmi dal corpo
questo
elemento, io non ho speranze! Tua madre…!!»
Ma
un ragazzino balzò dalle rocce più elevate
«Fermati, non la toccare!!!»
«Ahhh!» Ufomon sobbalzò.
Defendermon
atterrò presso la gatta nera
«Defendermon…»
che pronunciò il suo nome con un filo di voce, ponendogli
una
zampa sul guanto iridescente «Come stai? Anche da lontano ho
avvertito il tuo timore…!» affermava il giovane,
ma lei
«Non avresti dovuto spingerti fino a questa
trappola…»
Infatti
Ufomon ponderava «Quello…» ed
improvvisamente
proruppe una voce “Ufomon!
Ecco, ci siamo!!...
…quello
è Guardianmon, l’abbiamo
trovato!!”..«Ahhh?!...mamma!!»
Scratchmon e
Defendermon sussultarono, e il ragazzino si schierò di
fronte
alla gatta in atteggiamento protettivo.
“Catturalo!
Cattura entrambi, sia lui che Scratchmon e poi
ritorna alla base!” «M-Mamma
io…»
“Catturali,
Ufomon! Lui rappresenta l’ingrediente finale
per la tua sfavillante digievoluzione: quando l’avrai
acquisito
tu e tuo fratello diventerete potentiiiiiisssimi, potrai aprire un
centro commerciale a Digiworld come hai sempre desiderato, tesoro!...
…sarà la realizzazione di tutti i tuoi desideri,
sarai
importante, sarai famosa, ti rendi conto?!...ammiravi tanto Muskmon ma
se catturi Guardianmon saranno gli altri ad ammirare te, finalmente
Digiworld avrà una sola stella, non accetti la sfida?!”
«Io…?» replicò Ufomon con
sguardo
insicuro…ma poi i suoi occhi si assottigliarono
«Ma
certo…io sono la grande Ufomon, e molto, molto prima che
tutti
quanti se lo immaginino diventerò il nuovo astro nascente di
Digiworld!!»
«Ufomon,
no!!» strillava Scratchmon «Non devi cedere ai suoi
falsi
complimenti, lei vuole
solo…!»…«SILENZIO, tu
sei un gatto!! Il tuo solo scopo è scaldarmi le ginocchia
quando
sono stanca!! Bracciale
galattico!!»
«SCAPPA, DEFENDERMON!» gridò Scratchmon
tentando di
spingerlo via: ma in realtà fu inutile
«AHHHH!»
(canzone: Sugababes
- Stronger) il bracciale si strinse attorno a loro,
intrappolandoli
assieme.
«Ahahahah!» Ufomon rise trionfante.
E Violetta
«Woooooooooow!!! Centroooooooooooo!
A-Ahhhh!»…«Mamma, attenta, non cadere
dal
trono…»…«Ma sì,
sì, Gravemon:
hai ragione, non imitarmi quando esulto, eh? No, ma tanto figurati, tu
quando esulti! Ma quando avremo acquisito Guardianmon…ti
garantisco che farai i salti di gioia! Possibilmente non dal trono, che
è duro e ti rompi la tua…
…bella…testolina di
argilla…» aggiunse
più piano, carezzando il faccino di suo figlio su cui si
faceva
strada un lampo di accattivata soddisfazione «Non
c’è che dire…vi ho fatti proprio
perfetti…
…per conseguire le vostre ambizioni sareste pronti a passare
sul
cadavere di chiunque…è proprio quello che ci
vuole per
emergere, in questo mondo!...che ora è diventato competitivo
e
ostile…
…ma
voi sarete più forti di tutte le creature umane e digitali
che
ci intralceranno, e insieme conseguiremo la realizzazione
dell’ambito progetto, il cui titolo
sarà…!...
…Depilazione
definitiva…uhmuhmuhmuhm!!!...
…rimuoveremo ogni impurità attorno a noi, come
quando fa
una fanciulla quando…si rade i peli per avere una pelle
liscia e
splendente!...
…noi
purificheremo questo mondo dai malvagi che lo hanno corrotto, e
finalmente ristabiliremo la supremazia del regno dei
cartoni…e
dei buoni sentimenti, ihihihihi! Tutta quella gentaglia
dovrà
perire miseramente sotto i colpi del vostro micidiale
potere…»…in quel momento facevano
ritorno Asanuma e
IceDevimon, con aria alquanto frenetica «Uh guaaaaaarda,
Gravemon! E’ tornata la tua adorata maestra di
ripetizioni!»…«Oh no,
mammaaaaaa!» si
lagnò i bambino «Io non voglio studiare
matematica,
adesso…»…«Suuu, fai il
bravo!» gli
sorrideva la madre, e lui «I-Io voglio vedere mia sorella che
acquisisce Guardianmon…»…«Non
lo deve
acquisire ora…lo deve portare qui, tesoro!!
Ihihi!»
ghignò Violetta.
Asanuma
era piuttosto costernata «Che…succede,
cos’è
questo buonumore?» e Violetta «Oggi si
fa…festaaaaaa! Sono contenta che siate
qui!»…«Ma…!»
obiettò IceDevimon
«Ma se quei ragazzi l’hanno avuta vinta
un’ennesima
volta!»…«Quei
ragazzi…» replicò
Violetta scostandosi un boccolo che le scendeva sul viso
«…non sono più una preoccupazione,
ormai!...
…dai Gravemon su, allora? Dove hai lasciato i libri di
matematica l’ultima volta? Li spargi sempre in
giro…»…«I-I-Io non lo
sooo…» e
così via…
…mentre Asanuma e IceDevimon si guardavano in modo alquanto
perplesso…
«Ahahahah! Siete stati sfortunati ad incappare in me! Non
c’è davvero nessuno in grado di farmi
ragionare!»
affermava Ufomon tenendo il capo di quel bracciale che aveva legato le
due vittime, fra le quali Scratchmon affermò
«Purtroppo
è tristemente
vero.»…«COSA?!!»
sbraitò la bambina, intensificando la stretta «Non
capisco
cos’hai tanto da protestare Scratchmon, sei una gatta
parlante?
Benissimo, vorrà dire che avrai la fortuna di acclamarmi
quando
sarò su un palco!»…«Altro che
palco, qui non
ci sarà niente di tutto questo! Niente! Non
rimarrà altro
che distruzione!» ribatté il felino digitale
«Come
dici?!» sussultò Ufomon.
Ma in quel
momento un paio di ali di ingranaggi si spalancarono dietro alle rocce
«Che cosa succede qui?!»
«Ahh!!» sussulto per la piccola aliena. Stupore per
Scratchmon e Defendermon.
«Tu…!!» Royalmon corrucciò
l’espressione del viso guarnito, puntando il bazooka contro
Ufomon che sgranava gli occhi.
Violetta
altrettanto, fissando nell’Ipad «E quella chi
è…?...!!»
«Ah!! Chi
sei, brutta…strega spuntata da un
incubo?!!»…«Sta
zitta…» le rispose con
sufficienza la Digimon «Io non mi faccio insultare da una
ragazzina…
…MISERA e
ignorante, che ancora non sa niente del mondo che la
circonda.»
alzando lentamente la sua arma «Grrr! COME TI PERMETTI?!! Io
se
vuoi saperlo sono la nuova stella digitale, sono Ufomon!!
Diventerò la più importante e famosa su questo
mondo, non
appena avrò acquisito…QUEL DIGIMON!»
Additando
Defendermon, stretto con la gatta in quella soffocante prigionia.
Royalmon li
scrutò con la coda
dell’occhio…dopodiché
rifilò a Ufomon un sorriso, che per metà viso era
un
ghigno alimentato da scintille meccaniche «Pensi davvero di
diventare qualcuno…? Povera illusa…!» e
mentre
Ufomon sbigottiva, Royalmon prendeva la mira incattivendo
l’espressione «Comunque non avrai tempo di
acquisire
proprio nessuno perché io ti eliminerò
prima!!»
attivando il meccanismo scintillante del bazooka…
…e
sparando un colpo micidiale, che Ufomon dovette evitare compiendo
«AHHHH!!» un pericoloso balzo «Dove sei
finita?»
Royalmon
ricaricava velocizzando il moto dei suoi ingranaggi «Non
importa…tanto è solo questione di tempo, non
riuscirai a
resistermi a lungo!!» scandì metallica, e
spiccò il
volo.
“Jeri, ma…
…stiamo facendo la cosa giusta?”
«E’ ovvio
Beelzemon, non serve chiederlo!! Ufomon è una dei nostri
nemici!» “Perché non pensiamo a liberare
Guardianmon
prima?!...
…
…Jeri, mi hai sentito?!...
…sto parlando con te!!” (fine-canzone)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 33 *** Il contrattacco dei Digimon Tamers ***
34°puntataDT2
Nel frattempo Irismon non aveva arrestato per un attimo la rotazione di
quella perla splendente, che irradiando fasci iridescenti stava facendo
luce in ogni area del campo indefinito “Non
smetterò
neanche per un minuto di accendere
l’oscurità…
…chiunque si è perduto in questo luogo deve
ritrovare la
strada: io lo aiuterò.” scandiva la Digimon dal
profondo
della sua anima, ed i suoi gesti traducevano in realtà le
parole.
LadyCannonmon e
Cupidmon assistevano al processo con posa rigorosa, restando di guardia
affinché andasse tutto bene.
I piccoli
Akirmon e Nymon alla fine avevano ceduto, e si erano addormentati tra
le braccia del loro padre il quale ora, con sguardo malinconico,
contemplava sua moglie fusa digitalmente con la sua domatrice mentre
riportava la giustizia in un luogo di caos. Rimpianto…ma
anche
una profonda gratitudine albergavano nello sguardo della volpe nera, il
cui bel pelo era stato fortemente provato dagli scontri e le catastrofi.
La
sommità del labirinto, e l’enorme voragine
rocciosa nella
quale si era consumata la battaglia, era ormai prossima nel cammino di
più creature.
MarineAngemon,
il cui volo era ormai affannato «Ancora un piccolo
sforzo…vedo la luce!» accennava Diamon. Riley e
Mitsuo
seguivano il percorso con sguardo attento e cuore sospeso.
Altrettanto Kazu e gli
altri «Di qua!...attento
Guardromon!»…«Ops!» il
tarchiato robottino
marrone rischiò di inciampare «Ho sentito un
rumore Kazu,
dev’esserci
qualcuno…!»…«Allora stai
indietro…» il domatore dal cappello nero tese il
braccio
per invitare alla cautela i compagni, ma Kenta spalancò gli
occhi «…non è possibile! Riconosco quel
rumore di
ali…»…«Può forse
essere lei?!»
sussultò Kazu.
Diamon disse
«E’-E’ incredibile! Riconosco quella
voce!»…«Sì ma non mi saltare
sulla
schiena.»…«Scusa! Ma tu non senti nulla,
MarineAngemon?»…«Io? Sì
però pensavo
fossero le mie orecchie a ingannarmi perciò proseguivo
dritta!»…«Ma lo vedi con che testa
ragioni? Prosegui
dritta ma verso le voci, non verso la parte
opposta!»…«E scusa!»
battibeccarono
scherzosamente, ma in quel momento (canzone: Giorgia
- With you)
…due ragazzi e un Digimon spuntarono da dietro le rocce.
Facendo sobbalzare le ragazze «UHM!!»
«MARINEANGEMON!» gridò Kenta
«SEI TU?!»
«No guarda
sono un’altra: quante Digimon della mia specie conosci Kenta,
giusto per sapere?!» si mise le pinne sui
fianchi…ma si
vedeva che era commossa.
Diamon era
rimasta col volto nella penombra
«Quel…cappello…»
Lui
scostò molto gradualmente la falda dal viso, la paura di
essersi
illuso si rifletteva nei suoi occhi, ma scomparve quando Guardromon
esclamò «Principessa Diamon!...è
incredibile, ci
siamo ritrovati tutti, qui è come una festa!»
«Diamon…tu
qui…?»…«Soltanto uno
potrebbe portare il suo Guardromon per mano con un simile affetto,
soltanto uno…
…!!» scandiva Diamon, scrollando il suo capo
dall’emozione «…potrebbe assomigliare a
un principe
anche in jeans e maglietta, girando per un corridoio di rocce in
disgregazione!»
«Amore
mio!!»…«KAZUUU!!»
Si corsero incontro, tanto
veloci che Guardromon «Kazu!!...aspetta, il
cappello!» lo
raccolse, perché era caduto. Ma il suo domatore non si
volse,
così con un sorriso di tenerezza verso i sentimenti di
costui,
Guardromon indossò quel cappello trendy.
«Questa sì che
si chiama luce in fondo al labirinto!» espresse il giovane
che
aveva perduto il cappello, aggiungendo «Oh grazie,
mamma!...grazie di aver guidato i miei passi, e di avermi riportato dal
mio amore! Diamon!»
La ragazza dal volto di
diamanti già versava calde lacrime e singhiozzava, tanto che
le
scolava il trucco scintillante e non riusciva neanche a guardarlo
«Tesoro mio…stai facendo un pasticcio come al
solito,
guardati un po’!
Uhmuhmuhmuhm!»…«Nooo, ti
prego! Mi fa paura!» rise Diamon al pensiero.
Riley e Mitsuo sembravano
cercare qualcuno con lo sguardo, e contare i presenti per esser del
tutto certi che egli mancasse all’appello.
«Ma tuo padre?!»
chiedeva Kazu «Perché sei qui, Cyclemon come sta?!
Oh
cielo non farmi stare preoccupato, eh! Tutto
bene?»…«No…eeee,
sì! Non so più
neanche quello che dico!»…«Non farmi
prendere uno
spavento però!» con eco di Guardromon
«Non farmi
prendere uno spavento.» Diamon illustrò
«Dovrebbe
essereee…qui, in giro! Non lo so, a un certo punto si
è
allontanato!»…«Così anche
Cyclemon è
qui!» apprese Kazu, con eco di Guardromon
«Così
è qui anche Cyclemon!»
«Se…potessi, se solo ne avessi i poteri ti giuro
che mi
farei…!!» affermava Kenta
«…tanto piccolo da
potermi infilare nel tuo taschino!!»…«Oh
no per
carità! Già sono piena a sufficienza di carichi
extra
grazie a te, e ti assicuro che scarrozzarli in volo non è
affatto facile!» Il ragazzo rise «Ahahah!
Sì,
eh?» prendendole la mano-pinna «Capisco: paura,
preoccupazione, anche un pizzico di rabbia! Ma sei giustificata al
cento per cento: mi sono comportato come
un…»…«Pfffff, ahahahah! Ma
che dici Kenta!
Non cambi mai!»…«Come?! In che
senso?!»
sussultò il ragazzo un po’ perplesso, e lei
abbassando gli
occhi ed arrossendo un po’ in quelle moine «No sai
com’è? E’ che è vero, tu sei
di certo un
po’ presuntuoso ed hai quegli occhiali talmente affilati che
vedi
tutto, persino minacce dove non ci sono e in questi casi starti dietro
è un tantino difficile specie per una Digimon piccolina e
ingenua come me (!)
Peròòò…nonostante la
tua ormai proverbiale vista lunga ora guardi ovunque altrove senza
capire che il carico…
…si muove
sì…ma un po’ meno di rabbia e
preoccupazione!» coprendosi il ventre con le ali, nel
più
sommo sussulto del ragazzo «Quelle ribollono!»
spiegava la
Digimon «Invece lui o lei che sia è ancora
piccolino e si
muove appena…e dopo una simile traversata sarà di
certo
addormentato.»
Kenta
deglutì e due lacrime gli sgorgarono dagli occhi a
velocità praticamente estrema, quando Diamon
sobbalzò
«Oh ma! A proposito!...a-avete saputo? MarineAngemon
è
incint-ah proposito!!...tu sei Kenta? Piacere io sono Diamon! Ho
chiacchierato con tua moglie durante il viaggio, è
simpatica!» ma MarineAngemon la tirò via
«Lascialo
perdere, gli ho dato la tramvata: ora è sconvolto, lo
conosco…ti si presenterà un’altra volta
ufficialmente come mio marito: dovrai aspettare!»
Infatti Kenta si
stava dirigendo a passo barcollante da Kazu, che aveva sentito ed era
commosso altrettanto. Fu Guardromon a parlare in un’eco
ovattata
«Kenta…stai per avere un figlio dalla tua
Digimon…?» come fanno i bambini quando una notizia
li
colpisce. Kenta, dopo essersi sfilato gli occhiali, scivolò
nell’abbraccio dell’amico
«Kazu…»…«…complimenti,
papà digitale: hai visto? Guarda la coincidenza con quanto
dicevamo prima.»
«Perché?!» sobbalzò
MarineAngemon «Voi
prima parlavate di bambini e gravidanze?!» e Diamon
«A
questo punto noi esigiamo di sapere!»
Ma i due amici
in coro «ZITTE RAGAZZE!!» con eco spigoloso di
Kenta
«E’ mai possibile che non vi riesca di capire i
momenti in
cui a noi maschi occorre appartarci?!! E cavolo!»
«Prego
signori, fate pure! Basta che tornate, uhmuhmuhm!»
scherzò
MarineAngemon, e Diamon «Ecco, come ha detto lei! Brava, a
proposito!»…«Ohhh, onorata!»
Ad un tratto
però Kazu asciugandosi gli occhi notò
«Signora
Riley, signor Mitsuo! Siete venuti anche voi?» e Kenta
altrettanto «Perdonateci, noi…» tornando
a infilare,
e pronunciando con un filo di voce «Non vi avevamo visti, ci
dispiace…»
I due
accennarono un sorriso, e Mitsuo disse «Non preoccupatevi
ragazzi, è la crescita: è normale che quando la
propria
vita è a un passo importante, persino un uomo…
…alto ed
esperto come me, che coi suoi occhiali intimoriva fino al minuto
prima!…finisca a retrocedere. Vuol dire che siete uomini:
congratulazioni
Kenta…»…«…la
ringrazio, è molto buono.» replicò il
ragazzo con
dolcezza, sebbene le sue lacrime sembrassero quelle di un bambino (fine-canzone)
Ufomon
spezzò uno dei suoi bracciali e gonfiò come un
palloncino
uno dei pianeti che lo componevano, così poggiarci i piedi e
volare su di esso mentre Royalmon la inseguiva sbattendo vigorosamente
le sue ali di ingranaggi.
Gli occhi di
Scratchmon e di Defendermon, uniti nella stretta di un altro bracciale
galattico, erano sospesi sull’esito di quello scontro aereo.
Allo
stesso tempo Violetta apprendeva «…è
una di quei
ragazzi…biodigievoluta con il suo compagno!...» e
dietro
di lei Gravemon, Asanuma e IceDevimon si sporgevano sull’Ipad
per
seguire la battaglia, non senza un po’ di problemi di spazio
ed
espressioni di stizza «Insomma?!»
sobbalzò di colpo
Violetta «Che cosa avete da guardare, cosa
c’è lo
spettacolo qui?! Cioè un po’ di privacy non si
può
avere, dico io!» parlando all’interno
dell’apparecchio «Ufomon non abbassare la
guardia!!»
«Sta
tranquilla, mamma! Io…ah!» esprimeva la bambina,
nonostante avesse sguardo sconvolto e voce affannata
«…nnnon mi farò sconfiggere da una
Digimon BRUTTA e
tenebrosa come questa!»
Royalmon
preparava di nuovo il suo bazooka «…i tuoi insulti
mi
hanno stancato ragazzina: se non te ne fossi accorta ancora guardati
allo specchio!!...
…fai orrore al solo
guardarti…»…«C-CHE
COSA HAI OSATO FAR PASSARE PER LA TUA BOCCACCIA?!! Si vede che sei
un’invidiosa, e ora ti darò la lezione che meriti!
Ppppreparati perché sarai mandata in corto circuito!! Ultrasuono…STELLARE!!»
innalzando l’enorme artiglio elettrico per mezzo
dell’antenna. Ma Royalmon tirò un calcio,
potenziato dal
tacco dei suoi stivali borchiati, e fece a pezzi la proiezione
elettrica «Allora! Tutto qui quello che sai fare?»
provocava. Ufomon «Ah…!» era
attonita…ma
stringeva i denti e non permetteva di cedere alla sua determinazione.
Gli ingranaggi
di Royalmon ripresero una più rapida rotazione, ed erano
numerosi e costanti gli imput elettrici che fluivano al suo occhio
sinistro per mezzo dei cavi. Sorrideva «Tu ancora non mi
conosci…ma io sono entrata in possesso di una potenza
smisurata.» esprimeva con la sua voce metallica, accennando a
sollevare il bazooka «All’interno del mio corpo si
produce
automaticamente un illimitato ammontare di energia, questo mi rende una
bomba a orologeria per chi viene a contatto con me!!»
«Maledetta…» mormorò la
piccola aliena…
Mentre
Violetta si mangiucchiava un’unghia “E’
mooolto
pericolosa! Ma c’è anche da osservare che
è molto
determinata: sembra agire per suoi interessi egoistici, a differenza
degli altri compagni…!” lasciando brillare nel suo
sguardo
un lampo di interesse, per poi avvicinare il microfono
dell’Ipad
«Ufomon! Lo so che mi stai sentendo: allora, calma e sangue
freddo, ti assicuro che hai…tutti i poteri necessari per
battere
quella Digimon.»
«Lo so
mamma, non c’è bisogno che bisogno che me lo
ricordi
tu!»…«Con chi parli?!» la
interruppe Royalmon,
caricando un nuovo colpo «Non si intrattengono discussioni
nel
mezzo della battaglia,
imparalo!!»…«Zitta! Tu non
sei nessuno per dirmi cosa devo o non devo fare: stavo parlando con MIA
MADRE!»
Royalmon assottigliò lo sguardo.
Ufomon
descriveva «Che è sempre così
dannatamente ansiosa
e pretende di darmi consigli, non vuole mettersi in testa che io ormai
sono grande e perfettamente in grado di giostrarmi da sola!»
«Hai una madre
che ti consiglia e si premura per te…questo non fa che
accrescere il mio odio, io ho perso mia madre quando ero solo una
bambina!!» guizzando in aria e piroettando tanto da tracciare
cerchi intrecciati attorno a sé per mezzo del bazooka
«Sono sola, completamente sola e nessuno guida i miei passi!!
Ma
sono diventata potente e autonoma grazie alle mie forze, circuito di stelle!!»
Una
moltitudine di stelle luminose decorarono i cerchi come i pendenti di
un bracciale: gli ingranaggi di Royalmon rotearono più che
mai,
e le sue ali sbatterono per indirizzare quei gioielli luminosi contro
l’avversaria «Ahhh---AHHHHHHH!!!»
Ufomon e il suo
pianeta furono travolti, e la gravità del colpo li spinse
contro
una roccia fluttuante, frantumandola.
«Ufomon!!» esclamò Scratchmon con una
nota protettiva.
«Ah,
ahahahahah!!!» rise aspramente Royalmon, sollevando il
bazooka
«E ho appena cominciato.» mentre la voce dentro di
lei
insisteva “Jeri! Jeri finiamola, una buona volta:
è durato
troppo!” ma era come parlare al vento che soffiava in
quell’enorme spazio di cielo: lei non lo ascoltava e si
tuffava
in volo.
Snowhitemon con
i piccoli Digimon scorse una sagoma all’orizzonte
«Ecco ci
siamo: quello è Royalmon, siamo riusciti a riprenderlo!
Ma…che succede? Cosa sono quelle scintille, sta combattendo
contro qualcuno?!»
Orphanmon
sgranò gli occhi incantato
«Ohhh…è
incredibile…
…già da lontano…mamma Jeri assomiglia
a
un’esplosione di potenza…» e Grassmon
«Mi
batte forte il mio cuore d’erba, Orphanmon: non vedo
l’ora
di essere nei pressi dello scontro per vederla da
vicino!»…«Anch’io!»
Eppure lo sguardo del bianco minotauro tradiva apprensione.
Ufomon era
illividita, ma non ancora sconfitta…si reggeva la spalla
dolente, ed il pianeta sul quale volava emanava scintille elettriche
dai buchi che gli erano stati provocati.
Royalmon
discendeva trionfalmente di fronte a lei
«Uhmuhmuhmuhm!»
Violetta
grondava gocce di sudore «…dannata
sfortuna…»
scrollandosi il boccolo davanti agli occhi
«U-Ufomooon!»
espresse con voce tremante.
“Ufomon
figliola…non star lì a perdere tempo, h-hai fatto
dei
prigionieri, che si fa i-in…questi casi? Si lasciano perdere
i
combattimenti…inutili, e si torna alla base con gli ostaggi!”
«Dì a tua madre di chiudere il
becco…uhmuhmuhm!» disse Royalmon puntandole contro
l’arma «Sta diventando noiosa.
Uhmuhmuhmuhm!» ma
un’altra voce da dentro di lei “Jeri, insomma!! Ora
basta,
mi rifiuto di continuare su questa linea!! Ho smesso da tanti anni di
combattere in questo modo, approfittando della mia forza per far
soffrire i più deboli!” «Ahh?! Ora
smettila
Beelzemon, nessuno ha chiesto la tua opinione!» “Lo
so,
l’ho espressa spontaneamente!” «Qui non
ci sono
nemici più
deboli, ci
sono nemici e basta!» “Io non ragiono in questo
modo. Non
più, almeno!! E poi comunque qui non ci sono solo nemici, ma
anche amici! Guarda laggiù!”
Royalmon
volse la coda del suo occhio meccanico, dall’espressione
sprezzante e distaccata, verso Scratchmon che era imprigionata con
Defendermon, e le diceva «Ti prego, non farle del male!
Ufomon…agisce senza la coscienza delle sue azioni,
perché
le è stato insegnato che tutto è solo e soltanto
un
gioco, anche il combattimento!» Il ragazzino altrettanto
«Jeri, te ne prego! Fa come ti dice Scratchmon,
lei…non
è come loro, è dalla nostra parte in
realtà!»
“Jeri, li hai sentiti?!” chiese Beelzemon
«Ma
certamente.» replicò lei con freddezza
“E
allora?” «…e allora
niente…!!»
sibilò “Come?!...non…posso credere a
quello che
sento!” «E invece dovrai Beelzemon,
perché il fatto
che tu senta rimordere la coscienza non giustifica che tu debba
diventare un codardo: uno che non è capace di fare
ciò
che deve, quand’è il momento!»
“Jeri!!!...
…svegliati, dannazione, non…hai idea di come stai
parlando, pensi che Leomon sarebbe orgoglioso di sentirti dire queste
cose?!” «Leomon…»
…nel lento dilatarsi dei suoi occhi, quello guarnito e
quello
sullo sfondo di trasparenza «…voleva che io
diventassi
grande, che io diventassi forte: che finalmente fossi una ragazza
coraggiosa, che non si lascia spaventare dai nemici, ebbene eccomi
qua!...il mio Digimon sarebbe felice al pensiero che io sia divenuta
una potente domatrice, e ora finalmente ho realizzato il suo sogno. Non
mi faccio commuovere più come una volta, quando mi bastavano
le
lacrime di un nemico a trarmi in inganno. Ora…»
alzando il
suo bazooka «So benissimo chi merita di vivere e chi no, e
benché tu non riesca ad afferrarlo io faccio tutto questo
per la
mia squadra! Tengo ai miei compagni, e non voglio che Takato e gli
altri corrano dei rischi inutili: io mi preoccupo per il corretto
andamento della missione, e desidero che il mondo dei Digimon sia
completamente ripulito da esseri immorali e senza scrupoli. Li hai
sentiti? Vogliono portare odio e scompiglio fra questi
settori…
…ma non ci riusciranno finché Jeri Katou
sarà in
circolazione…io cancellerò completamente ogni
traccia di
coloro che hanno osteggiato il rifiorire di Digiworld, e una volta che
così sarà, questo mondo tornerà agli
antichi
splendori…
…sarà florido e rigoglioso come un tempo!!
Diverrà
un regno epico e tutti gli esseri umani non potranno più
proferire parola di dubbio sulla grandezza della specie dei Digimon!!
Ma non sei contento, Beelzemon?! Faccio tutto
questo…unicamente
per la tua specie, gli uomini vi guardano con sospetto ma grazie al mio
operato tutti un giorno si inchineranno a voi e vi contempleranno come
una razza superiore!! Io…sono stufa di osservare il mondo
della
mia infanzia denigrato e spogliato dai suoi colori: io voglio tornare
al Digiworld di un tempo, e per questo sono disposta a qualsiasi
cosa…» “Jeri, ferma!!...NON TI RENDI
CONTO!!”
«Persino sostituire a questo scenario…
…un CAOS
di distruzione e detriti!!!» scandì, generando un
circuito
di luce e potenza nel suo bazooka trasparente “Stai
fraintendendo
ogni valore, parli come una persona…che ha smarrito i suoi
ideali!!” «Io sono perfettamente cosciente dei miei
ideali!
Tu piuttosto!! Dovresti sostenermi, ed essere orgoglioso di me, e
invece non fai che criticare il mio operato! Dev’essere
perché a te non è mai importato niente degli
altri
Digimon, Beelzemon, sei sempre stato uno gnomo egoista e attaccato al
suo tornaconto personale, mentre io, IO, Jeri Katou non
c’è stato mai giorno che abbia smesso di
preoccuparmi per
gli altri!!...
…per mio padre!!...ma lui non lo ha compreso. Per i miei
amici,
per gli altri Digimon!!...
…ma
vengo sempre fraintesa in ciò che faccio e che
dico…» tradendo un gemito, in
quell’invettiva
animosa e determinata «…persino per te, per te che
mi hai
fatto quello che mi hai fatto!! Io sono qui a preoccuparmi della tua
gloria, mi prendo pena affinché tu sia un Digimon grande e
rispettato, possibile che nessuno di voi capisce lo scopo del mio
impegno?! Ma no…nessuno no…
…c’è qualcuno che mi
capisce…Takato…sa che io agisco solo per il
meglio e mi
appoggia! E-E anche quei dolci bambini digitali mi vedono…
…come un’eroina…come quella che
sono…»
espresse in una sfumatura di dolcezza e affetto
«…di
sicuro ai loro occhi semplici il mio aspetto esteriore retrocede e
riescono a scorgere i veri sentimenti del mio cuore.
Io…»
…stavolta
nei cavi elettrici fluì una lacrima…fu incerta se
uscire
o no e tra tutta quell’elettricità
rischiò il corto
circuito…ma alla fine sgorgò e cadde nel vuoto
del cielo
di cariche «…li amo tutti come fossero figli miei,
e per
loro sarei disposta a qualsiasi gesto…!»
Mentre
Snowhitemon atterrava lentamente su una roccia fluttuante, e
scorgendola di spalle «Jeri…» non poteva
fare a meno
di bloccarsi, poiché quelle parole erano scivolate nel suo
cuore. Così come quei cuccioli scivolarono dalle sue
braccia,
ormai impazienti «Quell’enorme Digimon di spalle
è
mamma Jeri? Oh…amici non sto più nella
pelle!»
Royalmon completò «…persino…
…generare
una catastrofe senza precedenti per eliminare
chiunque…!!...per
loro un giorno o l’altro possa costituire una minaccia!! Non
mi
importa chi possa rimanere coinvolto: del resto…quel gatto
nero
è sempre stato il tappeto scendiletto dei nostri avversari,
e
Guardianmon nient’altro che l’impostore che ha
tenuto i
cancelli di Digiworld sbarrati per dieci anni!!»
«Ahh!!» fu un sussulto per Scratchmon…e
accanto a
lei Defendermon impallidì, scuotendo il capo…
Snowhitemon
boccheggiò «Jeri…!...non è
possibile…»
Royalmon
sfiorava il suo bazooka con l’altra mano, dalla linea
elegante e
le unghie smaltate di nero
«…risucchierò senza
distinzioni chiunque si avvicini…nel mio processo volto
all’eliminazione di quella STUPIDA RAGAZZINA!»
puntando il
bazooka contro Ufomon “Jeri, nooo!! Ti prego, non
farlo!!”
«Ora basta Beelzemon, mi hai stancata!! Ho preso la mia
decisione!» “Non voglio tornare ad essere uno
strumento di
dolore!! Ti prego, non costringermi in questo modo!!”
Ma Ufomon ne
approfittò «E tu parlavi della voce di mia madre?!
Ne hai
una dentro di te ancor più noiosa, e il che non è
poco!»…«Oh?!»…«Ultrasuono stellareee!!!»…«Ahhh!!!»
Royalmon fu colta alla sprovvista dall’emersione di un
artiglio
elettrico più rapido e potente: ingaggiò con esso
una
lotta corpo a corpo.
Gli spettatori avevano il fiato spezzato.
Ufomon infieriva «Bracciale
galattico!!!...
…non mi
lascerò mettere i piedi in testa dai tuoi SPORCHI
STIVALACCI!!»
Il cerchio di
pianeti puntava a velocità incredibile contro Royalmon.
Orphanmon esclamò «MAMMA JERI ATTENTA!»
La Digimon lo
udì e volò in tempo: piroettò e
scatenò
«Circuito di
stelle!!»
I suoi cerchi stellati
entrarono in collisione con i bracciali, generando
un’esplosione
senza precedenti «Non si vede niente!!»
esclamò
Snowhitemon. Ma Stillymon, spruzzando acqua qua e là,
cercò di dissipare la nebbia «Eccola, Jeri
è
lì!!»
Royalmon
resisteva ancora ed era in volo. Alcuni pianeti si distaccarono dal
bracciale scagliato da Ufomon e puntarono contro l’avversaria
nel
loro sfrigolare, minacciando di esploderle indosso ma costei
caricò il bazooka e «Ahhh!»
iniziò a sparare.
Pianeta dopo pianeta questi esplodevano. Ma lei sparava ancora, senza
curarsi di cosa aveva attorno “Jeri, piantala adesso!!
Liberiamo
Guardianmon e Scratchmon e fuggiamo via!!”
«No!»
“Il signore e la signora Yamaki saranno mortalmente
preoccupati
per lui!!” «Problemi loro se si sono fatti nascere
l’istinto da genitori per un Digimon che merita solo di
perire!!» “JERI BASTA!!”
«…non mi fermerò
mai…ahahahahahah!!»
iniziando a volteggiare in quel fumo.
«Come vola bene…che
eleganza…ahhhhhhh…!» Stillymon era
incantata…
…ma
c’era un’ombra di insicurezza che iniziava a farsi
strada
negli occhi del piccolo Orphanmon…
«BAMBINI, AMMIRATEMI! AHAHAHAHAH!»
Con la sua
ombra sovrastò il gruppo di quei cinque che
«Ahhh!»
spalancarono occhi e bocca alla vista del suo aspetto.
Royalmon continuava a sparare all’impazzata «Lo
desideravate tanto, no?! E adesso finalmente mi avete di fronte,
OSSERVATE!...
…questo è l’esempio di un Digimon
potente!!
VERA…!!...
…e
autentica energia digitale, illimitata!!» serrando il suo
pugno
smaltato «…senza confini…!!...
…nessun nemico potrebbe più osare mettermi i
piedi in
testa, nulla è paragonabile al potere della mia
biodigievoluzione, finalmente ho cessato di essere una vittima
inerme!» volgendo la coda dell’occhio
sinistro…
…e
strizzando un’occhiolino sfrigolante da
quell’occhio in
trasparenza. Ma appena lo fece i cuccioli «Ahhh!»
si
andarono tutti a rintanare dietro le zampe di Snowhitemon (tranne
Orphanmon, che era rimasto impietrito e sconvolto). Royalmon non si
accorse però del loro gesto perché aveva ripreso
a
fissare avanti a sé «Se il D-Reaper esistesse
ancora
finirebbe miseramente consumato…basterei io da sola per
eliminare completamente quella minaccia!
Bene…!!...»
sospirando profondamente, e riprendendo a ridere «Ahahah!
Bambini…
…ascoltate bene e guardate attentamente, mi vedete? Ecco,
perché sarà questo ciò che dovrete
diventare da
grandi, nient’altro che il traguardo finale di tutto il
percorso
che state compiendo! Forse però questo la vostra maestra non
è in grado di spiegarvelo…perché lei
stessa non
è mai riuscita a diventare un Digimon del mio calibro!
Ebbene,
adesso possiamo festeggiare perché non
c’è
più un nemico su Digiworld che abbiamo motivo di temere! Non
siete felici? Potremo volare insieme ed esplorare i settori
più
remoti e chiunque ci ostacolerà…farà
la fine di
quella ragazzina miserabile che di certo non è sopravvissuta
ed
è divenuta un tutt’uno con questo fumo, che ha
avvolto
tutto!...
…è
il fumo della potenza!!» spalancando le braccia
«NIENT’ALTRO…CHE SCINTILLANTE POTERE
DIGITALE!!
E’ IL TRIONFO DEI DIGIMON!! AH, AHAHAHAHAHAHAH! AH,
AHAHAHAHAHAHAHAH! AHAHAHAHAHAHAHAHAH!» rideva, senza
guardarsi
indietro…
…Snowhitemon, Orphanmon erano sconvolti…
…Stillymon, Grassmon, Vapormon e Fogmon tremavano
terrorizzati
dietro le zampe del minotauro…
Il suono della
risata di Royalmon, i cui ingranaggi ruotavano a velocità
inarrestabile fra scariche e scintille, era stridente e
metallico…
«Ahahahahahahaha, ahahahahahahahah…
…finalmente ce l’ho fatta: ho odiato questa
digievoluzione…» ammise guardandosi il bazooka e
la mano
libera «…ma ora mi rendo conto che può
conferirmi
tutto ciò che avrei sempre desiderato: potere, sicurezza, la
sua
potente energia scorre nelle mie vene…
…Leomon so che sei fiero di me, e anche tu
mamma…la
vostra bambina finalmente è diventata
grande!...ahahah…
…bambini…» mormorò senza
quasi più
fiato, poiché l’aveva consumato per ridere
«…siete rimasti così sbalorditi che
neanche…riuscite a dirmi una parola…?
Eh…?...andiamo…
…non dovete aver paura…anche se ora sono
imbattibile…io resto sempre la vostra amica Jeri. Sono fusa
con
Beelzemon, era quello che aspettavate di vedere, no? Forza andiamo dite
qualcosa: oh?!!»
Ma
trasalì quando si volse e li vide stringersi ancora
più
agghiacciati dietro Snowhitemon.
Tutti tranne Orphanmon, che non aveva avuto neanche la forza per
nascondersi, e scuotendo il suo capo tondeggiante espresse
«Tu
non sei mia madre…»
«Ohh?!!» (canzone: Evanescence
- Missing)
A Royalmon si spezzò il fiato all’udire quelle
parole, a
vedere quegli occhioni amabili e così delusi e
smarriti…
…quando si udì un’altra risata
«Ah,
ahahahahahhhh!!!»…«Ahhh!»
Royalmon si volse di
scatto…e dal fumo si delineò un oscura sagoma
aliena
«Credevi davvero di avermi eliminata…?...
…POVERA SCIOCCA!!»
La Digimon di ingranaggi restò agghiacciata.
«Il
tuo spettacolino consuma-energia è servito soltanto a
movimentare le acque: ora tu stessa stenterai a orientarti quando io
porterò via i miei ostaggi: AHAHAHAH!»
«NOOO!!» Royalmon volò. Mentre Ufomon
risucchiò a sé Defendermon e Scratchmon
«AHHHHH!!!» imprigionandoli nella versione
ingrandita del
trasportino per gatti, sbarrando saldamente lo sportello
«Godetevi il volo: si fa rotta verso il palazzo reale di
Digiworld!!»
«Ahhh! STA
FERMA!!» Royalmon caricò il bazooka, e
cominciò a
sparare all’impazzata.
«Ora la
ucciderà…?» chiedeva Fogmon che
sembrava voler
scomparire dentro il suo stesso corpo fumoso «E poi
tornerà a eliminare tutti noi?» chiedeva Stillymon
con le
lacrime agli occhi, aggiungendo «Quella non è
Jeri, ne
sono certa! E’ un Digimon malvagio, come quelli che ci hanno
catturato! Di sicuro odia i bambini come noi, e punta solo alla
conquista del nostro mondo!» eppure «No! Non dovete
dire
così!» si intromise una voce, e Vapormon
parlò
«Ma Snowhitemon! Hai visto? Non ha avuto pietà per
nessuno, nemmeno per Defendermon! Avrebbe consumato lui e quella povera
gattina con i suoi spari impazziti!»
Il
minotauro li strinse tutti a sé e pronunciò
«Dovete
capirla, Jeri purtroppo ha sofferto molto…!
Lei…in
realtà non è malvagia non si rende conto in
questo modo
di far del male alle persone che ha attorno: come…molte
creature
viventi, purtroppo. Umane & digitali.»
Eppure quelle
parole sagge non sembravano bastare come consolazione a quei cuccioli
che ora avevano perso il loro più grande punto di
riferimento. E
che rivolgevano a quella sagoma alata nel fumo uno sguardo malinconico.
Royalmon si agitava «Dove sei finita?!...
…ESCI FUORI MALEDETTA!!...
…accidenti, non vedo niente!!»
“Jeri…datti
una calmata, PER L’AMOR DEL CIELO!!”
«Beelzemon, se
vuoi davvero aiutarmi…cerca di penetrare questo fumo con la
vista, dannazione!!» “E’ troppo
tardi!!”
«NON PUO’ ESSERE!!»
“E’ fuggita, non lo
capisci?! CE LI SIAMO FATTI SCAPPARE!!”
«NoooOOOOOOOOOO!!!» Royalmon si portò le
mani al
capo: il suo organismo meccanico lanciava scintille inconsulte,
sembrava che sarebbe saltato in aria da un momento all’altro.
Ma
in quel momento giunse Snowhitemon ad afferrarla «Basta una
buona
volta, Royalmon! Questo gioco è durato a sufficienza, non
sei
ancora
soddisfatta?!»…«LASCIATEMIII!!»
“Snowhitemon!!...grazie al cielo, aiutami tu!! Io non ce la
faccio, sono imprigionato all’interno ma non riesco a
controllarla!!” «Non ti preoccupare, ora sono
qui!...forza
Jeri, ora poche storie: torniamo dagli altri…
…dobbiamo
elaborare un piano per salvare Defendermon…»
Royalmon si
accasciò con la testa sulla spalla del minotauro…
…il suo
occhio scintillava ritmicamente per quelle lacrime che si ostinavano a
fluire lungo i cavi…alla vista di quei piccoli Digimon, in
lontananza sulla roccia fluttuante, increduli al pensiero dello
spettacolo al quale avevano assistito…
Violetta era
rimasta incantata con l’Ipad in mano “Il potere di
quella
Digimon è straordinario, sarebbe un immenso vantaggio averla
dalla propria parte! Però…ora non ho
più bisogno
di un alleato…” tracciando un sorriso soddisfatto
“Ufomon si è fatta valere egregiamente, e quando
avremo
estratto il cuore da Scratchmon e assorbito i dati di
Guardiamon…
…nulla potrà più fermarci,
uhmuhmuhm!”
avanzando verso il trono distrutto, sui suoi possenti stivali militari
“Sarò finalmente la regina di Digiworld! E la
congiunzione
fra gli artefatti magici avvierà il processo di distruzione
reciproca fra questi mondi! Allora…sarà solo da
sostituirli con quello che ho accuratamente preparato, e finalmente la
pace e la tranquillità regneranno indisturbate…
…ihihiii, uhmuhmuhmuhm!”
«Mammina…!»…«Graaavemon,
piccolo tesoro
della mamma: hai acceso i fornelli per la cena? Uhmuhmuhm, mamma vi
prepara qualcosa di prelibato, vedrai, molto presto la vostra gattina
varcherà un’altra volta la soglia di casa!...
…saremo di nuovo uniti! Tutti insieme!!! Ihihiii!»
A Gravemon
si illuminò lo sguardo «Avremo di nuovo un
papà?»…«Eeee…SI’…»
scandì Violetta in una strana sospensione dello sguardo e
del
tono, enunciando con gesti fatati «Avrete…di
nuovo…un papà!»
Come descrivere la gioia del bambino?
Cyclemon nella
sua sfera luminosa sgranò gli occhi “Oh no!! Sono
arrivato
troppo tardi, l’ha catturato! Ma io non lo lascio
andare…
…Guardianmon è stato un mio compagno, e quella
donna ha
invaso il mio palazzo: non posso trincerarmi sempre dietro a mia
figlia…io li inseguo: cara ti prego guida i miei
passi…anche se hai cessato di vivere resto sempre il tuo
Digimon
e tu la mia amata domatrice…oltre che la madre delle mie
figlie!”
Così il
suo globo magico come un gioiello sparì nel fumo che si era
addensato in quello spiazzo sospeso…
Royalmon si
aggrappava tristemente alle spalle di Snowhitemon, che teneva stretti
in volo quei cinque Digimon percependo al tatto il loro tremore.
“E’
successo quello che temevo…” ammetteva Jeri in
fondo al
suo cuore “Orphanmon e gli altri hanno avuto ribrezzo di me
perché sono brutta! Ormai è finita
completamente…
…li ho persi…e questo è per sempre:
non hanno
neanche il coraggio di guardarmi…”
Infatti
Orphanmon mormorava «…c-coraggio,
amici…!»
Ma la sola
ombra di quelle imponenti ali di ingranaggi era come una stretta gelida
al loro piccolo cuore.
“E’
sempre così…inutile tentare di invertire il
corso: tutto
si perde…inevitabilmente…
…inesorabilmente: ogni frammento di luna che graffi con le
tue
mani…scivola via dalle tue dita e attorno resta solo
pioggia. E
un vuoto…oscuro e profondo dentro al tuo cuore.
Questo è il mio destino…”
…mentre Snowhitemon compiva mirabili prodezze in volo per
sfuggire alle cariche del campo digitale (fine-canzone)
I raggi generati
dalla perla di Irismon avevano guidato il gruppo ricongiunto
«Che
cosa dite?» chiedeva Kazu aggiungendo «Quindi
quell’ombra che abbiamo visto in cielo sarebbe stato
Imagomon? E
quella Digimon chi è?!» e additando la creatura
splendente, dal cappuccio candido «Questo non lo so, lo
ignoriamo
anche noi!» replicò MarineAngemon, quando
all’improvviso «Ahhh! Kazu! Kenta!!» una
voce
proruppe chiamandoli, e qualcosa volò tanto velocemente che
«Ohhhh!!!» tutti loro dovettero coprirsi la testa,
per
proteggersi dalle scie di fuoco che lasciava.
Rubymon
spalancò le sue ali di foglie, e Kazu «Chi
è questo
Digimon…?» invitando gli altri ad arretrare
«Facciamo attenzione…da quel che ricordo non
l’ho
mai visto.»
Ma lo spirito
autunnale si divertiva a osservare il loro sguardo di sospetto
“Takato non posso crederci ma quella è MIA
SORELLA!!” «…in effetti me
l’ero immaginata
così.»
Diamon
sussultò «A-Avete sentito? Ha parlato!»
e
MarineAngemon «Ha un’aria familiare!»
quando Kenta
però avanzò «Kazu…guardalo
bene…!» aggiustando i suoi occhiali, al che
l’amico
esclamò «Ma allora non era stata solo una mia
impressione!!»…«Assomiglia…incredibilmente
a
Takato!» (canzone: Digimon
Tamers - 3 primary colours)
«Ragazzi, non fatevi ingannare dal mio
aspetto…»
esortò cordialmente Rubymon «Chiudete gli occhi, e
come
allora ascoltate la mia voce!...
…sono sempre io, e sono felice di vedere che state
bene.»
Il sorriso
di Kazu si aprì gradualmente
«…ahah!...è
incredibile, gli anni passano ma riesci sempre a toglierci il fiato
quando ti trasformi tanto che…non riusciamo a riconoscerti!!
Anche se siamo amici da sempre…ma non
c’è che dire,
come quando biodigievolvesti Gallantmon dovesti rivolgerti a noi con la
tua voce, ricordi Kenta?!»…«E come posso
dimenticare!!» poi ancora Kazu «Ma-Ma allora se hai
acquisito un aspetto nuovo significa che sei
biodigievoluto…con
Cindermon!»
Al che
Diamon sussultò «COSA?!
Con…Cindermon…?»
Ma Rubymon
planò dolcemente verso di lei…allungando la mano,
e
Diamon aveva paura di sfiorarlo. Lui però era più
insistente, e la invitava a fidarsi sfiorandole il manto con quelle
unghie luminose «Piacere…io sono Takato
Matsuki…»…«O-Oh…»
“E io
sono una Digimon eroica e leggendaria!...
…del
resto ho il tuo stesso sangue!” «CINDERMON!!
Ma…questa è la tua voce!»
“Eh! Ma va!”
«Sei…sei
tu?»…«Fidati…» le
disse Rubymon con un sorriso…
…e Diamon
accarezzò quei capelli di foglie, pronunciando un commosso
«Sorellina…
…q-quanto
mi sei mancata…!» prossima al singhiozzo, tanto
che le si
piegava la bocca «Takato, lascia che ti prepari!»
fece Kazu
affiancandosi all’amata «Diamon si mette a piangere
per
tutto, ha proprio le lacrime in tasca!» al che Diamon si
volse a
guardarlo «Tanto se lui è biodigievoluto con
Cindermon lei
glielo avrà detto!» “Ma per chi mi avete
preso?!!
Per una pettegola?!!” esclamò Cindermon ma Kazu si
sovrappose «Takato, hai saputo la grande notizia?!»
Rubymon dilatò i suoi dolci
occhi…all’udire
«Kenta è…
…in…cin…to! Beh sarebbe più
corretto dire
che lo è la nostra MarineAngemon!» con Diamon a
redarguirlo «Come ti esprimiii? Ti sembra il linguaggio
adatto ad
un sovrano?»…«E a te sembra un
comportamento da
principessa, tentare di acciaccarmi il piede?!»
«Kenta!» si volse Rubymon «E’
proprio
così, Takato…» replicò
l’amico ancora
commosso, e MarineAngemon si affiancò a lui
«Avremo un
bambino, lo sai? Un piccolo digi-umano!»
Rubymon si
aprì in un sorriso, che accendeva il fuoco dei suoi respiri
e
faceva più vive le scintille lungo il suo corpo, mentre si
portava le mani al cuore «Cindermon, che…magnifica
notizia
che è questa per me, sai?...
…immaginare il mio amico…che diventerà
padre!
Quando mi sembra ancora ieri…noi tre, sotto quello scivolo,
a
giocare a carte. E a ritardare alle lezioni a scuola!»
“Cavoli, lo posso immaginare! Ma-Ma qui la nostra squadra
riempirà Digiworld di una nuova generazione di
Digimon!”
«Oggi è un giorno…veramente
straordinario!
Kenta…Kazu…»
Ma arrivavano
dal fondo anche Riley e Mitsuo «E così ce
l’avete
fatta!» disse quest’ultimo aggiungendo
«Il campo
digitale si sta placando.» e Rubymon «Signor
Mitsuo!
Riley…!...
…e
Defendermon? Lui dov’è?» ma Kazu si
frappose
«Un momento Takato, ci sarà tempo per spiegare
tutto ma
intanto facci capire: è tutto regolare? Chi è
quella
Digimon lassù?» e Rubymon «Oh?! Irismon,
mi ero
dimenticato di lei! Sta adoperando molte energie, debbo correre a dirle
che voi siete qui! Scusate!» spiegando le sue ali
«Torno
subito!» volando sempre più in alto, ma seguitando
a
esclamare «Congratulzioni, Kenta, MarineAngemon!»
per poi
dirigersi verso la compagna in cielo…
…mentre sugli amici si riversava una cascata di scintille e
foglie luminose «Non c’è che dire,
è sempre
il più spettacolare!» commentò Kazu,
con eco di
Guardromon «Il più spettacolare.» Diamon
espresse
emozionata «Ahah! Tanto più adesso: ora con lui
c’è mia sorella, anche lei è la
migliore!»
Rubymon chiamò a tutta voce
«Irismon!!!!!!»
E la
Digimon «Uh?» si volse con la consueta classe.
Anche
Cupidmon notò «Guarda, è tornato
Takato!»
“Andiamo da lui allora!” (Henry)
“Sì!”
(Rea)
LadyCannonmon invece restò indietro, alle prese con una
conversazione interiore «Allora, fammi capire bene! Tu mi hai
appena detto di essere innamorata…»
“…di
Terriermon, sì! Oh Suzie, e con tutte le mie
forze!”
«Ahhh, ma questo è sorprendente,
Lopmon!» “Io
direi che è anche un gran bel casino!”
«Perché…? Siete sempre l’uno
al fianco
dell’altro, vi conoscete da
un’eternità!»
“A volte è proprio questo il grande problema,
amica
mia!”
Rubymon si
affiancò ad Irismon «Puoi interrompere la tua
azione! Kazu
e gli altri hanno fatto ritorno, sono
salvi!»…«Ah…sono
sollevata.»
accennò un sorriso la Digimon. Rubymon continuò
«Resta solo da trovare Defendermon! Non l’ho visto
con loro
ma…presumo che Kenta ne sappia qualcosa, dovrò
chiederglielo!» a quel punto arrivò anche
Cupidmon, che
con la voce di Henry chiese “Takato! Cosa ne è di
IceDevimon e della tua maestra…?”
Il Digimon
abbassò lo sguardo «…purtroppo non sono
riuscito a
raggiungerli.» ma Cupidmon gli pose una mano sulla spalla,
parlandogli con la stessa voce “Non
temere…” e poi
quella di Terriermon «Vedrai che prima o poi sistemeremo
tutto
anche con loro. Momentai!»…«Davvero
ragazzi?»
si aprì il sorriso di Rubymon, che guardò
Cupidmon e
Irismon «Voi mi aiuterete anche con la signora
Asanuma?»
Irismon a quel punto accennò un sorriso «La cosa
più importante…è che la giustizia e il
bene
trionfino. I torti subiti sono un qualcosa che sfuma, al sole del
mattino…»…«La pensate davvero
così…?...
…che amici preziosi che ho al mio fianco.» disse
Rubymon
chinando il capo e sfiorando la mano di Cupidmon sulla sua spalla
“Non devi stupirti, Takato!” (Henry) “Sai
che noi
faremmo questo ed altro per te!” (Rea) “Col tempo
abbiamo
imparato che la vendetta e le ripicche non valgono
quanto…” affermava la voce di Rika
dall’interno di
Irismon, aggiungendo mentre sfiorava Rubymon
“…quel
passato prezioso, che con i nostri sforzi stiamo cercando di far
tornare. In ogni suo protagonista.”
«Io…vi
ringrazio. Sono contento di avervi qui con me e voglio dirvi che la
vostra presenza non smette mai di infondermi forza! Io…sarei
smarrito…senza di voi al mio fianco.»
I due
Digimon amici gli sorridevano, mentre la luce del tramonto sembrava
penetrare finalmente tra le nubi del campo…e filtrando tra
loro
tre così vicini era come se plasmasse un antico ologramma
del
passato: un possente cavaliere vedeva volare il suo mantello
rosso…prima di essere sostituito da uno spirito leggero e
dai
capelli di foglie…dietro l’arcere dalla verdina
corazza,
per un attimo ricompariva un immenso robot dal muso canino e i missili
dal volto sorridente…e una guerriera dall’armatura
dorata
e lo scettro tintinnante aveva il tempo di sorridere, per poi lasciar
posto a una signora di perle, dal manto limpido come la purezza.
«Quanta
strada abbiamo fatto…questo vuol dire non perdersi
mai!»
disse Rubymon spingendo le mani di entrambi sul suo cuore
«Puoi
dirlo forte!» replicò Irismon, e poi Cupidmon
«Siete
pronti? Raggiungiamo i nostri amici!»
«SI!» risposero i tre che ancora incantarono il
cielo di
Digiworld, col loro volo magico e mirabile che esortava i Digignomi a
volteggiare altrettanto (fine-canzone)
Nel frattempo
uno degli spiriti luminosi in questione svolazzò per poi
piegare
le sue ali e mimare il gesto di una creatura che si addormenta. La
Regina comprese l’accenno, e si accinse ad andare con
lui…
Disteso su una
lastra di vetro sulla sommità di un altare ligneo al centro
del
salone, stava Guilmon che aveva chiuso i suoi occhi sotto
l’influsso della polverina sbrilluccicante dei folletti
«Molto bene…i più piccoli possono
ritirarsi e
andare a dormire: lasciatemi sola con i miei assistenti, vi sarei
grata.»…«Ma Regina…! Non
vogliamo vedere la
trasformazione!» accennò con voce sottilissima
come la
notte un Digignomo piccolo come un moscerino. La Regina si volse, e in
un sorriso accogliente espresse «Va
bene…però
facciamo silenzio, non disturbiamolo: ha bisogno…di tutta la
pace possibile per congiungersi alla nuova forma che presto
acquisirà.»
«Prometto di fare silenzio, mia Regina! Anche a nome dei miei
amici!»…«Uhm, bravo…dimmi,
gli ingredienti
sono pronti? Avete già preparato il sacro olio di stelle e
polvere informatica?»…«…sta
bollendo in
pentola, sono gli ultimi
minuti!»…«…d’accordo,
allora
attendiamoli con calma, nel frattempo resterò io a vegliare
su
di lui: ricordate…
…ogni
passaggio di questo delicato incantesimo ha un suo profondo
significato…non dobbiamo trascurare alcun gesto: Guilmon
deve
sentire…che ci stiamo prendendo cura di lui. Come se fosse
anche
lui un piccolo Digignomo come voi, che riuscite ad
adagiarvi…sul
palmo della mia mano! Ebbene…lui deve sentire altrettanto
che
noi siamo qui, e che raccogliamo la sua vita come qualcosa di molto
prezioso, che ha già subito sufficienti scossoni. Andate,
piccoli miei…la notte sta scendendo…
…il momento si avvicina…»
La Regina
si volse verso il draghetto, e gli rivolse una carezza. Guilmon rapito
in quel sonno era come ripercorresse le fasi della sua vita
“Takato…”
…e
rivedesse i volti, gli eventi…i primi incontri…
…le
avventure vissute “Amici cari…” in cui
figuravano
volti umani e digitali…tanto tutto era pieno di imprevisti e
scintille, che assomigliava alla presentazione pubblicitaria di un
appassionante cartone…
La Regina dei
Digignomi sorrideva «…riposa piccolo
Guilmon…» e non smetteva di carezzarlo. Nei
ricordi della
creatura addormentata, il D-Reaper assomigliava a un mare rosso, le cui
onde bagnano e asciugano una spiaggia…
…e quel
vortice…la luce splendente che risucchia in cielo e ti porta
lontano dalle lacrime di colui che ami…è come un
sipario
che si chiude sull’azzurro del cielo, e della
felicità
«…non devi mollare…non ora che la tua
vita sta per
cominciare di nuovo: riinizierà Guilmon…lo
sento…
…tu
tornerai ad sorridere come un
tempo…»…«…non…»
accennava
lui nel dormiveglia «…non
perdere…mai…il
sorriso…
…è
la tua
forza…vale…più…di…
…tutto…di tutto l’oro del
mooondo…»
mentre i Digignomi affluivano a portare pentole, calici, candelabri e
ciotole tutte completamente in oro, sembravano davvero offrirgli
quell’oro a cui aveva fatto allusione «Molto bene,
bambini.
Cominciamo…»…«Sì
Regina!»…«Sì mia
Regina!» sembravano
entusiasti i Digignomi.
“Ed
io…? Dov’è finito il mio
sorriso…?” si
chiedeva Guilmon, mentre vedeva la sua stessa immagine sorridente
risucchiata da un baratro di oscurità, e un manto nero
cosparso
di lune adagiarsi su di lui fino ad avvolgerlo, lasciando vivo solo lo
sguardo astioso.
Altri volti, un ragazzino dai capelli chiari che improvvisamente
diventano neri come la notte, e folti come una foresta in cui ci si
smarrisce. Poi colpi, esplosioni, Digimon indignati, un castello che
crolla. Fiamme e odio a volontà…
…un
mondo prossimo alla distruzione, che non risparmia i cuori alla paura
più cieca, e proprio quando tutto sembra ormai perduto e
consumato dal caos…
…ecco l’ultimo dettaglio che si adagia sul quadro
frastagliato della vita: una piccola foglia
d’autunno…
…come quella che il palmo della sua zampa seguitava a
stringere,
anche in quel sonno profondo. La foglia…dalla quale nasce il
sorriso di quella giovane, e la luce torna a accendersi: è
di
nuovo primavera…ed il processo si srotola in senso inverso,
restituendo tutto il bene che aveva tolto, la felicità che
un
triste giorno si era portato via. Il cielo è di nuovo
azzurro…
“Io andrò fino in fondo…
…scavalcherò…i confini che
separano…la
natura digitale da quella umana…
…io…Guilmon…ritroverò il
mio cielo…
…e forse tu, da dove sei ora, sarai orgoglioso di
me…mio
domatore…mio amico di tutta una vita…mio
piccolo…
…per sempre amato…Takato…”
Il ragazzo a cui
pensava «Ahahahah!» ora era una creatura dai
capelli di
foglie, che giocava festante in volo con il suo amico arciere e la
splendente signora dal cappuccio bianco, quando d’improvviso
«Ehi Rubymon, guarda chi arriva!» indicò
Cupidmon, e
lui «Oh?» sgranò i suoi occhi gentili e
lucenti
«Ma quello è
Snowhitemon…allora…quel Digimon
che è lì con lui potrebbe essere…
…Jeri!!!» sicché si lanciò a
volo spiegato,
a velocità supersonica.
Cupidmon
scherzò con Irismon «Ahah, non
c’è che dire,
è sempre il solito: non appena vede lei non capisce
più
niente.»…«Di cosa ci
stupiamo…? E’
l’amore, te lo chiedi proprio tu che ne sei il
guardiano?»
Il guerriero verdino accennò un lieve e consapevole sorriso,
mentre Irismon rifletté fra sé «Quanto
piuttosto…c’è qualcuno…con
cui io dovrei al
più presto parlare!»
La signora dalla
maschera argentea di volpe si volse verso la sconfinata landa rocciosa,
ed il suo sguardo incrociò quello di una volpe nera con due
cuccioli tra le braccia. Sicché preparò il volo,
stava
per dirigersi da lui quando…
«Ragazziiiiiiiiiiii…!»
Irismon si
arrestò «Rika! Ma questa voce?!» e la
ragazza
dall’interno “…è
lui…ma…come
può essere?!!”
Cupidmon gli andò incontro per primo
«Ryo!!!»
Cyberdramon con
il suo domatore aggrappato volò incontro
all’arciere
verdino «Per fortuna ho fatto in tempo a tornare! Beh
“in
tempo”, si fa per dire!»…«Come
stai?!»
chiese Cupidmon e Ryo «Tutto bene, ringraziando il
cielo!»
Cyberdramon illustrò «Io e Ryo ci siamo fatti una
scappatella fulminea sulla terra e appena ritirata la ricetta siamo
tornati!»…«Per fortuna sembra che non
abbia niente
di serio: labirintite!» al che filtrò la voce di
Henry
“Ahah, amico mio: stai diventando vecchio!”
«Vecchiooo??? Iooo?? Molte grazie Henry!» ma
Cupidmon gli
batté sulla spalla «Sto scherzando ovviamente,
momentai!» e Ryo stemperò con una risata
«Ahaha,
siete sempre i soliti! Sentite ma…
…come
è andata…(?)…la…battaglia?
(?) »
sporgendosi alquanto dubbioso poiché notava la presenza
della
ritrosa Digimon dal cappuccio bianco alle spalle di Cupidmon
«Ptsss, senti un po’ Cupidmon ma quella chi
è io non
la conosco: cos’è, avete fatto conoscenza con
qualche alta
carica di Digiworld al femminile? Recentemente…si sa che
anche
le sfere di Digimon angelici e via dicendo si sono aperte alla presenza
di membri femminili, è come in
politica!»…«Ahah, Ryo non dire
sciocchezze!» e
la voce di Rea dall’interno “E’ possibile
che tu non
le riconosca in questa veste? Mi fa specie, proprio da te!”
«Ma insomma, si può sapere di-di chi state
parlando?!
C-Con questo fatto che parlate a due, o a tre voci insieme dentro lo
stesso Digimon mi fate salire l’angoscia!»
“Quella
è…” accennò Henry per
completare con la voce
di Cupidmon «…Rika biodigievoluta con
Renamon.»…«Ah!! Ma
allora…sono riuscite a
compiere la biodigievoluzione!» sussultò
Ryo…
…che
gradualmente sgranava gli occhi alla vista di Irismon, la quale invece
sembrava tentata a nascondersi sotto il suo cappuccio fino a scomparire
«Ti lascio con lei: così le fai i complimenti!
Vado da
Rubymon e dagli altri, a proposito: abbiamo ritrovato Kazu e Kenta! La
squadra si è ricomposta!» illustrò
Cupidmon, e Ryo
«Ah sì?! Mi fa
piacere!!»…«Anche a me,
che tu sia tornato! E soprattutto che tu stia bene!!»
così
l’arciere volò via, e Cyberdramon
mormorò
«Ryo: siamo rimasti gli ultimi ormai! Tu ed io dobbiamo
inventarci qualcosa per biodigievolvere come dieci anni
fa!»…«Ptsss, sì con calma
Cyberdramon,
ora…
…se
permetti, ci sono cose più importanti.
Puoi…volare
più vicino? Gentilmente…»
(canzone: Alessandra
Amoroso - Amore puro)
Sicché raddrizzando la sua presa su Cyberdramon, Ryo
evocò in sé il maggiore contegno e le
salutò
«Rika…Renamon…
…lieto di
vedervi in questa veste, ero certo che ce l’avreste fatta:
ora…si può dire davvero che la squadra
è ritornata
ai suoi antichi splendori. Per non dire che brilla più di
allora.»…«Ma…Ryo…
…come ha
detto Cyberdramon…ci sei ancora tu che devi
biodig-»…«Ah, lascia
stare!...ascolta…ho
capito, mentre ero…lì, a curarmi sulla terra,
che…insomma, stare come bambini con la riga e la squadra a
misurare i dati è una cosa inutile, ci sono
priorità
molto più importanti! Per questo mi sono tanto affrettato a
tornare, io…
…»
con lo sguardo di un cavaliere, aggrappato al suo Digimon come fosse un
destriero, mentre il vento faceva volare i suoi capelli
«…non ho fatto che pensare a noi e alla nostra
proposta.
Rika, io…
…ti
amo!»…«Oh?!» Irismon
arrossì e si
portò la mano alle labbra
“Ryo…” «Ma ti
amo davvero!!...ti amo…
…da
impazzire, e non per trascurarti o prenderti in giro: io
desidero…regalarti la felicità che ti ho
sottratto quando
eravamo ragazzi, perché so che l’ho fatto! Mi sono
comportato come uno sciocco e ho calpestato il bellissimo rapporto che
stava sbocciando fra noi due! Cioè che è venuto
dopo…è stata solo la brutta copia: non ha fatto
felici
né te né me…per questo ora ti chiedo
Rika,
vogliamo riprovarci?...
…ti sto
chiedendo se vuoi sposarmi, presto, a breve, a ore, qui a Digiworld! Mi
sei mancata…
…mi
daresti un’altra possibilità? Mi sposeresti,
Rika…?»
Silenzio…
...e poi
«Sì…»…«Ahaha!!!»
Cyberdramon esclamò «Ryo hai sentito? Ha detto
sì!»…«Hai davvero accettato?!
Vuoi
sposarmi?!»…«N-No, un attimo!»
arretrò
Irismon, e Ryo «Come “un
attimo”?!»…«Questa…»
spiegava
Irismon «…non è esattamente la voce di
Rika…»…«Allora sei Renamon! E
Rika?!
Dov’è finita quella disgraziata? Esortala ad
accettare la
mia proposta!» Irismon rispose «E’ quello
che
sto…cercando di fare…
…Rika, andiamo…
…rispondi a Ryo
…sì…»
“…Renamon, ma io!”
«…coraggio…» replicava
dolcemente la
Digimon…
…mentre
Ryo respirava con affanno, scostandosi i capelli dalla fronte che
grondava di sudore…
“Ho
paura!” esprimeva Rika, ma Irismon le parlava
«…non
fare…l’errore che ho commesso io, dubitando della
persona
che si ama! Nessuna paura…»
«Rika
io…» parlò il ragazzo «Non so
come altro
spiegartelo, non so trovare altre maniere! Non sono un asso con le
parole quanto con il Digivice ma se tu mi dai la
possibilità…!...se tu mi dai…
…fiducia, come quella
volta nel D-Reaper…se-se mi consegni la tua vita
un’altra
volta come allora io ti giuro che come allora non ti
deluderò!»
«Sì…!»…«Vai,
dai così
Renamon, lei ti
ascolta!»…«Sì…!!»
e Cyberdramon
«Meno male che c’è lei a darci man
forte!»
«Sì…» e Ryo «Ahhh,
ma quanto ci vuole
per convincerla! Stai facendo spolmonare la tua
Digimon!»…«No, non è
più Renamon a
parlare!»…«COSA?! C-Come non
è più
Renamon?!»
Renamon accennò
“Io sono qui…” e l’altra voce
«Sono io a
dirti dal profondo del mio cuore…
…sì, Ryo!
Sì, io…io voglio sposarti. Io accetto di
sposarti, qui, a
Digiworld!»
Ryo spalancò gli occhi…
Irismon
splendeva di luce «…sì, amore mio,
anch’io ti
amo…
…ti amo
tanto!! Ti offro la mia vita come allora…rammenda il mio
cuore
spezzato.»
“…brava,
Rika: è la decisione migliore.”
«…grazie
Renamon…» mormorò Irismon asciugando
una lacrima
«…per avermi dato il coraggio
necessario.»
«Rika…amore…» e Cyberdramon
«Ryo, so
che non riesci a crederci! Fortunato come sempre, ma come fai a
ottenere sempre tutto ciò che
desideri?»…«LO
IGNORO ANCH’IO CYBERDRAMON MA SONO TROPPO FELICE!!!»
Cyberdramon
volò vicino ad Irismon e Ryo la afferrò per le
spalle ma
lei «N-No,
a-a-aspetta!!»…«Perché, che
c’è
ancora?!»…«D-Debbo
ancora…separarmi, sono in
biodigievoluzione!»…«Non mi
importa!!»…«R-Ryo! N-Non facciamo casini
ulteriori,
ti prego!! Renamon è sposata e ha
già---sufficienti
problemi senza che arrivi tu a
baciarla!»…«Ah, io ci
rinuncio! Con tutta questa storia dei Digimon e degli intrecci con gli
umani è impossibile anche baciare la propria fidanzata dopo
che
lei ha accettato di sposarti! Ditemi, ma non vi vergognate?
“AMICI DIGITALI”, e dire che così vi
chiamano!»
Ma la luce splendette…
…Renamon e Cyberdramon approdarono su una roccia fluttuante,
e
si guardarono con un sorriso.
Rika
e Ryo su un’altra roccia…e si lasciarono andare ad
un
bacio appassionato, e pieno d’amore. Tanto che Cyberdramon
accennò
«Sentiii…Renamon…» ma lei
già lo scostò con la zampa
«Piantala!»
guardando verso il basso dove però…
…Imagomon
regalava un bacio profondo e intriso d’affetto ad Akirmon e
al
piccolo Nymon, per poi adagiarli delicatamente a terra fra le rocce,
alzando lo sguardo verso la moglie e comunicando senza bisogno di
parole “Mi dispiace…ma non posso rimanere al tuo
fianco e
accanto ai nostri figli convivendo con la coscienza di aver tentato di
farvi del male. Mi sento indegno della gioia che potrebbe regalarmi la
vostra vicinanza: per questo…me ne
vado…” volgendo
le spalle.
“Ah!! Imagomon!!” sussultò Renamon.
“Abbi cura di Akirmon e Nymon…li affido a
te.”
“Ma…io non voglio che tu te ne vada!”
esprimeva
commossa la volpe nei suoi pensieri.
Eppure suo
marito era irremovibile, non si volse nemmeno indietro ma si
limitò a dire “Comunque…sappi che non
nutro alcun
rancore per il tuo amore nascosto. Sei stata fin troppo tollerante col
mio operato…e forse hai ragione: Beelzemon è un
Digimon
migliore di me. Addio Renamon.”
«Imagomon!!!» esclamò lei compiendo uno
dei balzi
più ampi della sua vita…e discendendo a terra
«IMAGOMON!»
Lui si
allontanava a passo incessante “Non aver pena, io
cercherò
un senso alla mia esistenza, e una risposta ai miei quesiti. Non so
quando…e se lo troverò: tu nel frattempo continua
per la
tua strada e non arrestarti…mai…!”
scomparendo
all’orizzonte come un’ombra oscura…
…mentre la voce di quella Digimon tuonava
«IMAGOMOOON!!!» piegandosi a terra, come qualcuno
quando
è disperato…
…per raccogliere così i suoi due cuccioli, e con
il loro
pelo asciugarsi le lacrime mentre si destavano appena
«M-Mamma…dov’è
papà…?»…«…perché
hai gli
occhi…pieni di lacrime…?»
«Bambini miei, io…» (fine-canzone)
Royalmon
d’un tratto si distaccò da Snowhitemon
«Non…voglio incontrarmi con gli altri!»
gemette e
volò via. Il minotauro bianco fu fermato da Cupidmon
«Finalmente siete tornati! Tutto bene? Eravamo
preoccupati!»…«Ecco…ci sono
alcune notizie
che dobbiamo darvi…» piegò il capo
Snowhitemon, e
dall’interno di Cupidmon “Qualcosa di
grave?!”
(Henry) “Oh Henry, speriamo di no!” (Rea)
Grondando
lacrime dai suoi occhi meccanici Royalmon sembrava desiderare di volare
il più lontano possibile “Mi dileguerei fino a far
dimenticare agli altri della mia presenza, mi sento un
mostro!!”
ma «Ahh!» in un sussulto vide le ali di Rubymon
spalancarsi
di fronte a lei. Il Digimon boccheggiava…e Royalmon si
copriva
il corpo trasparente, tremando
«…T-Takato…!
Io...!»…«Jeri, è…
…sorprendente!!»…«Oh?!»…«Un
Digimon…sensazionale!!» esclamò con
sincero
entusiasmo, afferrandole la mano «Fammi
vedere!»…«No…!» ma
fu costretta a
mostrarsi nella sua meccanica trasparenza…di scintille, cavi
e
ingranaggi…sotto gli occhi del bellissimo spirito autunnale
che
però sembrava avere il fiato spezzato
«E’…bellissimo! E’ molto
meglio di come avessi
mai potuto immaginare…»
Increduli si fecero quegli occhi dalle lunghe ciglia scure impreziosite
dal vistoso rimmel…
«Credimi ho trascorso tanto tempo a interrogarmi su come
potesse
essere la biodigievoluzione fra te e Beelzemon, Jeri!
Ma…questa
supera davvero ogni tentativo della mia immaginazione!!» e la
contemplava dal diadema borchiato fino alla punta degli stivali
«…meravigliosa…
…n-non sarei mai riuscito a disegnare un Digimon del genere,
benché mi sia stato sempre detto che ho
creatività da
vendere! Qui il potere digitale ha fatto valere la
superiorità…oltre ovviamente al contributo
conferito da
te e da Beelzemon! L’originalità…
…di
una composizione del genere, che fonde l’umano con il
meccanico
è…a dir poco esaltante, non smetterei mai di
guardarti!» volando vicino, benché lei
«Ahh!»
si ritirasse, poiché aveva paura «Sappi
Jeri…che questo è uno dei Digimon più
belli che io
abbia mai visto! Oh beh, non più bello di te
all’aspetto
naturale, si intende!» ma a quel punto lei ritirò
la mano
stizzita e disperata
«SMETTILA!!»…«Ma…Jeri!»…«Anche
tu mi prendi in giro?! Ti prendi gioco di
me?!!»…«Io
ti giuro…!!» ma lei volò
così rapida da
costringerlo a pararsi, molte foglie e scintille volarono via da lui
con lo spostamento d’aria «Jeri, torna qui,
perché
reagisci in questo modo?!!» sicché si
lanciò al suo
inseguimento…mentre Cindermon dentro di lui mormorava
“Io
l’avevo detto…(!!)…che era molto
stabile di
mente!!” «Ah, lascia stare Cindermon vola
più veloce
che puoi, ti prego!!» “Agli
ordini…capo!”
«Cosa?!
Hanno rapito Defendermon?!» sussultava Cupidmon, e
Snowhitemon
con i cuccioli in braccio chinava il capo «Purtroppo non
siamo
riusciti a intervenire in tempo…»
La voce di Rea emerse
dall’arciere “Cielo…e quello che ci hai
detto su
Jeri…è terribile!!” così
anche Henry
“Dev’essere sconvolta…io mi sono accorto
che
qualcosa non va…”
«Credetemi…non mi sembrava
più lei! E’ stato terribile, e credo che lo sia
stato
anche per Beelzemon, all’interno della
biodigievoluzione.»
“Ora non devi preoccuparti, Snowhitemon.” disse la
voce di
Henry “Saremo noi suoi compagni a pensare a Jeri.”
«Grazie…vi ringrazio di cuore perché
credo che a
me…non darebbe ascolto: è a conoscenza dei
sentimenti che
nutro nei suoi confronti, e questo…
…costituisce un velo che non mi rende credibile. Per favore,
Henry…Rea…» “Sta
tranquillo…conta su
di noi, amico mio.” rispose Henry, poi Rea “Ti
promettiamo
che le resteremo vicini: anche Takato è sempre pronto a
sostenerla con il suo amore!...ora ne avrà bisogno
più
che mai visto che…da come si intuisce…la
battaglia
è alle porte.” «Sì, hai detto
bene Rea, non
possiamo più aspettare.» ammise Snowhitemon
specificando
«Ora che la squadra è ricomposta…altro
non ci
rimane che recarci al palazzo reale e guardare in faccia questo nostro
nemico, chiunque egli sia!»
L’agile ed
elegante Cupidmon raddrizzò la posa, in un contegno che
emanava
coraggio.
Ufomon rifaceva
ingresso trionfale all’interno del palazzo distrutto, e un
Knightmon dietro di lei sosteneva il trasportino divenuto enorme.
Lo sguardo della
piccola aliena era fiero, e non degnava di un’occhiata
neanche
uno dei guerrieri che si inchinavano «Bentornata, grande
Ufomon!»…«Aspettavamo con ansia il
vostro
ritorno!»…«Ci rende felici apprendere
che è
andata a buon fine la missione di recupero…della vostra
gattina!»
Neanche una
parola, eccetto il sussurro «…svelto
tu…con quel
coso, là dietro!!» ed il Knightmon con il
trasportino
traballò appena «O-Oh, siate paziente grande
Ufomon!»
Ufomon si fermò
e si volse di scatto. Lui comprese l’antifona
«D’accordo non siate paziente, contate su di
me!»…«Bene!!» riprendendo ad
avanzare con
più decisione.
Quando all’interno di quella scatola violacea…
«Scratchmon…!» esclamava con pena il
ragazzino
tendendo le mani al pelo di quel felino stremato e dagli occhi tristi
«Defendermon…è colpa mia se ci troviamo
in questo
guaio…»…«…sta
tranquilla, sono certo
che i ragazzi ci verranno a salvare! I miei…
…genitori
adottivi non ci
abbandoneranno…»…«A-Ahhh…»…«Vedrai
che loro riusciranno ad avere la meglio su questa oscurità,
già una volta…
…salvarono la terra e il nostro mondo!»
Quando Ufomon
giunse presso il trono, Violetta faceva capolino con il grembiule e i
guanti da cucina «Uhhhh, siete già arrivati???
Scusate,
eh, che io mi presento così! Lo dico a tutti: scusate,
Knightmon, Fireflymon, ma sono in piena preparazione della cen-BEEENE!
Wow! Ma chi abbiamo come ospiti in quel trasportino?!» Ufomon
fece rapporto «Nient’altri che Guardianmon e quella
birbante di
Scratchmon!»…«Fantaaastico!»
si
piegò Violetta, aprendo le braccia «Ups! Mi stava
cadendo
il mestolo: Ufomon…vieni qui dalla mamma tesoro, meriti
davvero
un premio per la tua prontezza!»…«Ouuu,
lascia
perdere: ma guardati, sei tutta sudata e puzzi di fumo della cucina, mi
fai quasi schifo!»…«Certo, certo, tu
sempre molto
carina non ti smentisci mai, eh? Bene!» battendo le mani, con
il
mestolo tra di esse «Potete andare Knightmon, lasciatemi quel
coso lì-no aspettate fa un effetto…orrendo
là
piazzato in mezzo alla sala, magari un po’ a
des…un
po’ a sinistra: dietro quella colonna! No: poi mi dimentico
che
c’è e cerco gli ostaggi ovunque nel
palazzo…»…«Comandante
Violetta…il
palazzo è distrutto: che valore ha l’estetica in
queste
condizioni?»…«Ehm…!...
…no cioè mi
scusi signor Knightmon, le ho forse chiesto la sua opinione? No, ecco
appunto quindi quel coso…mettetelooo…mettetelo:
non lo
so! Mettetelo lassù nella stanza dove dormiva il vecchio
Cyclemon!»…«Ma lì
verame-»…«Se ci entrate! Sì
lo so,
c’è una colonna che blocca la strada, fa niente:
se non
riuscite a sollevarla voi che avute due bicipiti
così!»
«MAMMA LA SMETTI
DI DARE DISPOSIZIONI SCIOCCHE E PARLIAMO DI COSA FARE CON
L’OSTAGGIO?!» tuonò Ufomon, e Violetta
«Con
l’ostaggio…» ma in quel momento
piombò
Gravemon «La mia
Scratchmonin-»…«GRAVEMON
SILENZIO!» sbraitò la sorella, e Violetta
«Adesso
buono tesoro della mamma, fai il favore eh? Che siamo in
pieno…delirio, io ho lasciato l’acqua sul fuoco e
intanto
siamo qui tutti riuniti a decidere dove mettere il trasportino: senti
che mi puoi andare a vedere se esce fuori, là in
cucina?»…«Ma…ma
perché non fate uscire
Scratchmonina? Io ci voglio gioca-»…«No
adesso
Gravemon caro pucci tesoro non è proprio aria: Scratchmon
deve
rimanere lì, lo ha detto il dottore!»
spiegò
Violetta, e lui
«Ma-»…«Sì! Il
veterinario le ha diagnosticato una…malsana propensione alla
fuga, hai visto come siamo stati preoccupati? Avevemo il cuoricino
crepato-crepato se non fosse stato per tua sorella!»
«Uhmuhmuhm!» sogghignò Ufomon.
Gravemon era
alquanto deluso, e il Knightmon chiese «Comandante
Violetta…permettete, io soffro d’ernia, e con
questo coso
tra le braccia finisco all’ospedale: devo sistemarlo in
camera di
Cyclemon, dunque?» Violetta replicò
«Sì no
adesso io…! Ho bisogno di qualcuno che mi vada a spegnere
sotto
il fuoco in cucina, per piacere! E quel coso: ma sì,
mettetelo
in cam…o sennò si potrebbe fare nel ripostiglio
laggiù. Ma poi…no, io ci
dovevo…mettere i vestiti
perché sto facendo una cernita…no che poi
lì si
impolvera! Ma mettetelo al piano di sopra! No, lì poi
ingombra,
meglio di no!» mentre il Knightmon fremeva, serrando i denti
per
lo sforzo…
…e anche
i due prigionieri nella scatola viola tingevano di pena
l’espressione, al pensiero di essere sballottati come un
carico
inanimato…
«Ma
mettetelo nello sgabuzzino, tanto da qui a
poco…!»…«Lo sgabuzzino
è andato
distrutto!»…«Allora non lo so,
mettetelo,
mettetelo…dove vi pare basta che poi qualcuno se lo ricorda
e
non si creano ritardi, incrociamo le dita, al momento
dell’estrazione!»…«…quale
estrazione,
mamma…?»…«Pucci Gravemon te
lo spiego dopo,
vuoi…?» mugolava Violetta, e il Knightmon
«Bene,
io…vado!» girando le spalle.
«Mamma,
una cosa…di una certa importanza!»
insinuò la
ragazzina «No Ufomon adesso perdonami ma non
c’è
niente di più determinante per le sorti
dell’universo
che…non mi si bruci la cena! Ci ho messo tutto il mio sudore
e
il mio sangue, se ci tieni a
saperlo!»…«Puah!! CHE
SCHIFO!!»…«…metaforicamente
parlando (ma che
avete in quella testa? L’argilla?!)
»…«Scratchmon, quando eravamo ancora
laggiù
al campo indefinito…ha parlato! E ha accennato DELLE
COSE…!» Gravemon sussultò di gioia
«Wooow! Ho
la gattina parlant-»…«Ma che vai a
pensare,
Gravemon?! Sei un Digimon grande! Ptsss, Ufomon però anche
tu
con queste cose davanti a tuo fratellooo (!)
»…«Non
si tratta di parti della mia fantasia BACATA, mamma cara: io
l’ho
sentita! Con queste belle orecchie tanto pregiate che mi hai fatto
tu!»…«Comincio a dubitare della mia arte
nel fare le
orecchie se poi il risultato è che la gente
sente…i gatti
che parlano!»…«Non è solo un
problema delle
mie orecchie…
…CARA MAMMINA Scratchmon parla davvero…! Io
l’ho
sentita…! E non solo sentita…!»
esprimeva Ufomon
con tante moine a plasmare un tono saccente «L’ho
anche
vista! Come? Beh quando uno parla non servono solo ORECCHIE per sentire
le sue parole ma anche gli OCCHI…!» mimandolo con
una
sorta di occhiali composti con le dita «…per
vedere il
movimento delle labbra: non ci sono
dubbi!»…«Woooow!
Ho la gattina parlanteee! Potrò farmi suggerire i risultati
degli eserciziiiiii!» e così scappò
via, con
commento della madre «Ecco, adesso abbiamo anche vanificato
le
ripetizioni di tuo
fratello…!»…«Lascia stare
mamma tanto erano inutili: non diventa più intelligente di
com’è!...piuttosto…
…tu
sapevi qualcosa di questa
storia?»…«Ufomon…»
Violetta sorrideva
in modo persuasivo «…dammi retta: oggi il tuo
contributo
alla baracca è stato…più che
soddisfacente,
credimi non è richiesto altro se non che tu vada a lavarti
le
mani e poi venga a sederti a
tavola!»…«Mamma io ti
faccio una CAPOOCCIA COSI’ con Scrachmon che parla a tavola
se tu
non mi dici se lo sapevi già! Anche
perché…ora che
ci penso…
…la sua
voce di quando parla…ha un nonsoché di simile
alla TUA,
mamma!»…«Alla mia? Ahahaha, questa
è proprio
comica: io, tua madre, la stessa voce del gatto, ma tu…mi
fai
davvero commuovere Ufomon, fai tanto la coraggiosa ma basta che poi
metti il naso fuori di casa che subito senti la nostalgia della tua
mammina, ihihi! Tanto da ritrovarla persino nel gatto, in un gatto
parlaaante!»…«Mamma credi: in quel
momento tutto mi
volevo ricordare meno che la tua nefasta
esistenza…!»…«Gghghghgh…io
lo so che
stai attraversando un periodo
difficile…»…«E
non mi toccare!! Ti ho detto che mi fai schifo, sei tutta sudata e
così mi contagi con l’odore della
cucina!» ma
Violetta era come se non sentisse «Piccola
mia…anche se
non parli capisco bene tutte le tue esigenze e i tuoi disagi: sono
stata una ragazzina anch’io…
…so cosa
voglia dire quando…si vede la propria
famiglia…s-smembrata!! Quando sembra di non avere
più…p-punti di riferimento!» Ufomon
scostò
lo sguardo «Io mi basto da sola! Sono
autosufficiente!»
Gli occhi di Violetta si fecero però penetranti
«Questo era quello che mi ripetevo sempre
anch’io…
…credo
ora tu sia abbastanza grande per poter comprendere, sono cresciuta tra
gli stenti!»…«Mamma!» Ufomon
si volse di
scatto «Non ti ho mai sentita parlare in questi
termini!»…«E-Eppure è
così, cara!...
…io mi sono
sempre dovuta graffiare la vita e se sono arrivata dove sono adesso
è stato…grazie alla mia forza di
volontà, ho fatto
un bel pacco di dolori e insicurezze e me lo sono ingoiato, come una
medicina amara, ma non l’ho detto a nessuuuuno, no, non mi
sono
mai confidata con nessun amico!» diceva scorrendo le dita in
ripetute carezze fra i capelli di quella Digimon, lunghi e belli tanto
da esser simili a seta «…volevo farcela da
sola…
…non
volevo essere seconda a nessuno e infatti da allora ho imparato cosa
voglia dire tener duro e…ssstrappare tutto il
malloppo…!!...
…tu sei
come
me…»…«Io…»…«Noi
due
siamo uguali, madre e figlia: abbiamo lo stesso
sangue!»…«…
…ma
Scratchmon ha parlato di un’argilla,
mamma…!»
mormorò con voce tremula «Lascia stare Scratchmon,
è soltanto una gatta…i gatti non parlano Ufomon,
tu
l’hai solo immaginata…perché desideri
qualcuno a
cui confidare il tuo timore: sì lo so, tuo padre ci ha
lasciati
in mezzo ai guai, e Muskmon che ammiravi tanto si è rivelata
come un’amica falsa e manipolatrice!!...ma non devi
cedere…
…tu
non hai bisogno di nessuno e quella gattina che parla esiste solo nella
tua testa…è la tua ricerca di
sicurezza…
…te
lo dice una a cui non è stata mai data stabilità,
la mia
situazione familiare era…insostenibile, cambiavo casa,
amici, in
continuazione!! Mio padre ne trovava sempre una buona
per…metterci nei pasticci, lui e i suoi affari maledetti ci
hanno rovinato e fatto girare come trottole durante tutta la mia
infanzia!...ma quando si diventa grandi…
…la
paura si schiaccia con il potere…e sarà quello
che
accadrà a te quando finalmente avrai acquisito Guardianmon,
piccola…inizia a contare i minuti…» al
che gli
occhi di Ufomon si fecero improvvisamente insicuri, come la sua voce
«Io diventerò una Digimon potente, mamma?
Smetterò
di sentire…questo magone qui, al cuore, che
anche…se sono
giovane, carina e posso avere tutto mi fa sentire come
sola?!»…«Uhmuhmuhmuhm!»
Violetta le
accarezzò il capo «…tutto questo
scomparirà
in una…brimp! Folata di potere digitale! Tu diventerai
talmente
grande e potente che ti scorderai di ogni affetto che ti ha
tradito…»…«Come Royalmon?!...
…mamma io diventerò forte come lei? Oggi stava
quasi
per…spazzarmi via!»
Violetta
la guardò intensamente e promise «Tu sarai
più
forte…di quella Digimon e di chiunque incontrerai lungo il
tuo
cammino! Che cosa credi che abbia di tanto speciale quella
lì,
eh…?» giocherellando coi capelli della figlia
«Mah,
non lo so, lei…è l’unica avversaria che
mi
intimorisce!»…«Suvvia, quale credi che
possa essere
questa fonte quantomeno inesauribile del suo potere? Eh? E’
solamente l’odio!...
…la
tecnica è facile, tu devi odiare…dieci volte
tanto
lei!»…«Odiare?! Basta questo?!
L’odio,
immenso, e illimitato!!» scandì Ufomon che
sembrò
alquanto attratta dalla prospettiva «Brava figlia
mia…vedo
che riesci a capire!»…«Se io
odierò
più di quanto fa lei…diventerò molto
più
potente di lei! Diventerò più forte di chiunque,
e
finalmente la smetterò di aver bisogno di qualcuno: da sola
basterò per…CENTO
DIGIMON!»…«Anche
mille.»…«ANCHE MILLE, CHI PIU’
NE HA
PIU’ NE METTA!» spalancando le braccia in gesto
trionfante
«Uhmuhm!...» la madre le sfiorò le dita,
inginocchiandosi «…ora va a lavarti le
mani…»…«Mamma! Una cosa
soltanto!»…«Uhmuhm, ma certo, bambina
mia, tutto
quello che vuoi!»…«Io accetto di
rimuovere ogni mio
ricordo però…c’è qualcuno
che io non voglio
mai dimenticare, anche se sarò digievoluta! Questa
è
Scratchmon, mamma!»…«Oh
beh-»…«Non mi importa se parla o no,
è mia
amica e so che anche se scappa di casa lei ci tiene a me, mi
è
affezionata ed io i debiti, così come i torti…
…non li
dimentico…» scandì con
intensità e
determinazione negli occhi. Violetta le pose le mani sulle spalle
«Ti prometto che il processo non
produrrà…alcuuuna
contro indicazione e se tu vorrai restare amica della tua
gattina…
…voi due resterete unite per sempre…uhmuhmuhmuh,
del
resto siete nate lo stesso giorno, o mi sbaglio? L’abbiamo
trovata il giorno del tuo
compleanno!»…«S-Sì,
noi…
…l’abbiamo…
…abbiamo trovato Scratchmon…sola e al
freddo…e-era
molto piccola e…»…«Oh tesoro
come sei
pallida, hai bisogno di mangiare…!» si
premurò
Violetta facendo il tono soffice, e sfiorandole la fronte
«Sei
molto
stanca…»…«S-Sì…»…«Va
a lavarti le mani, e vedrai che dopo una buona cena ed una bella
dormita ti sentirai di certo
meglio!»…«D-Devo anche
farmi la doccia!...allora vado in camera mia, mamma.»
allontanandosi, sull’eco della madre «Ti
aspettiamo!! Non
metterci tanto come al solito!!...
…uhmuhm,
e così te l’ho fatta, maledetta gattaccia dalla
lingua
lunga: cosa credevi mai di mettere nella testa di MIA
figlia…?
Uhmuhmuhm!»
…sfiorando le colonne distrutte, e lasciando che i guanti da
cucina cadessero, sfoderando le sue unghie dal magico smalto corvino
«Ormai lei è completamente nelle mie mani, ed io
la
renderò…una Digimon spietata, che possa spianarmi
la
strada per il mio trionfo!!...
…non conoscerà amore, e non avrà un
cuore a
battere nel suo petto…»
Rubymon
planò fino a raggiungerla, presso la spiaggia del campo
digitale. Sedeva su quella che sembrava una cassapanca arenata nella
sabbia, e copriva il suo aspetto con le sue ali di ingranaggi e dalla
linea più oscura che angelica «Vattene via,
lasciami
stare!»…«No!»
ribatté Rubymon deciso
«Io non mi faccio mandar via! Non più di certo
adesso, che
so che hai bisogno di me!»…«TI FACCIO
COMPASSIONE,
VERO?!» gridò con gli occhi pieni di lacrime, e
lui
«Tutt’altro!! Pensi che ti abbia mentito dicendoti
che sei
un Digimon
affascinante…?»…«N-Non so tu
come
faccia a dire che ho qualcosa di bello, Takato, ma non mi
vedi?!»
tendendogli quelle mani di metallo, ora che il bazooka si era ritirato
«La biodigievoluzione ti rende cieco, forse?! Sono orribile,
il
mio aspetto non trasmette altro che…oscurità e
caos,
mentre tutti gli altri hanno assomigliano a Digimon puri e
angelici…!» tornando a rannicchiarsi su se stessa,
e a
chiudere quel sipario di ali «LASCIAMI SOLA! Non voglio la
compassione tua e della tua…splendente Digimon che ti rende
così bello!...a confronto con
me.»…«…ah! Ma cosa
dici…?»
tendeva lui la mano accennando un gentile sorriso, mentre dentro di lui
“Takato…ma con chi ce l’ha, con me per
caso?”
«Ptsss…poi ti spiego, Cindermon.»
Royalmon lo
fulminò con uno sguardo, mentre lui si avvicinava
«…non sarà mica perché hai
visto Rika e
Renamon biodigievolvere Irismon…? Loro sono
loro…! E tu
sei tu, Jeri, ha una personalità diversa, tutto
qui!»…«Loro hanno una
personalità…
…buona…e orientata alla giustizia.»
versò
lacrime la creatura, stringendosi più forte alle sue
ginocchia
«Mentre io sono piena di tenebre…e di calcolo,
fino al
punto di assomigliare quasi a una macchina!
Guardami…»
fece, aprendo lentamente e seppur con timore la sua posa…
…mostrando tutti quegli ingranaggi in piena rotazione
«…non c’è traccia in
me…di un barlume
di sentimenti, non ho neanche un cuore fra tutti questi
ingranaggi!»…«Come fai a
dirlo…? Ti sei forse
aperta, ed hai smontato le parti che compongono il tuo
corpo?»…«Che bisogno avrei avuto?!!...
…io lo sento: in me non c’è
umanità. E
questo…i bambini lo
percepiscono.»…«Cosa? Ti
riferisci a Orphanmon e agli altri? Ma se ti vogliono bene! Loro non
aspettavano altro che vederti biodigievolvere
e…»…«Ah, adesso non
più!! Tutto
è finito, il rapporto che stavo costruendo con loro
è
andato in pezzi!!»…«Non può
essere…» fece Rubymon costernato, e lei
«Sì!
Sì, invece!!» (Cindermon
“Chissà che brutti
versacci gli avrà fatto per spaventarli…poveri
ragazzini!”) «Ha parlato qualcuno,
Takato?!» si
irrigidì Royalmon, ma lui «N-No, e…solo
Cindermon
che mi diceva di aver
fame!»…«Uhmf!...che aspetti?
Va a sfamare la tua adorata amichetta
digitale!»…«Jeri, andiamo:
perché dobbiamo
essere infantili…?» fece lui prendendole
delicatamente la
mano…e lei stavolta non ebbe la forza di ritirarsi
«…proprio ora che ci siamo
ritrovati…adesso siamo
ragazzi: il tempo dell’infanzia è finito,
perché…perderci in queste cose? Smarrirci in
piccolezze
come…l’aspetto di un Digimon, quando sappiamo
perfettamente entrambi…che quello che conta…
…è ciò che si ha dentro...»
Così
Rubymon allungò dolcemente la sua mano verso il petto della
creatura, e a contatto con il suo fuoco gli ingranaggi di Royalmon
sembravano roteare più rapidamente
«Guarda…! Questi
riflettono…le sfumature del tuo animo…non
è vero
che non hai un cuore, questi ingranaggi roteano al ritmo delle tue
emozioni!» Eppure quegli occhi di metallo erano tristi
«Ma
Takato…questo dei bambini digitali come Orphanmon e gli
altri
non sono in grado di comprenderlo…! Loro appena mi hanno
vista
hanno avuto paura di me, proprio come temevo! Mi hanno allontanata
perché ho un aspetto tetro e
inquietante…» muovendo
qualche passo malinconico verso la riva…e lasciando che
quell’acqua evanescente e soffusa bagnasse a più
riprese i
suoi stivali neri e borchiati «Di sicuro non vorranno
più
che mi avvicino, neanche quando avrò riacquistato il mio
aspetto
umano. E’ sempre così…ormai ci sono
abituata…» chinando il capo
«Jeri…»
tese la mano il Digimon, mentre due foglie si staccavano dolcemente dai
suoi capelli, lasciando un’impronta bruciata nella sabbia.
«Ogni
volta che mi capita di tenere tra le mani una cosa
bella…questa
mi viene sottratta prima che io sia riuscita a vivere un solo momento
felice! Io mi chiedo perché debba andare sempre
così…!» alzando gli occhi verso il
cielo «Se
ho fatto qualcosa di male…eppure io…
…anche se a mio
modo ho sempre cercato di agire per il meglio! Mi
sono…buttata
con tutto l’impegno in ogni sfida. Anche sulla terra, quando
ho
capito che mio padre non bastava a se stesso, ho cercato…di
mettere da parte quelli che erano i miei sogni, le mie esigenze da
ragazza per dare sostegno a lui, io…!...volevo che si
sentisse
in pace, che sapesse che sua figlia c’era e che poteva sempre
contare su di lei. Ma tutto si è risolto soltanto in un
grande
disastro…» abbassando lo sguardo «Mako,
la storia
del matrimonio…hai visto tu come è
finita.»
volgendosi malinconicamente verso di lui «E anche verso i
nostri
compagni io cerco…incessantemente di architettare le
soluzioni
migliori! Ma quello che appare di me nient’altro è
se non
una…proiezione egoista, gli altri sono sempre più
buoni!
Anche i peggiori…
…diventano i migliori…a mio confronto.»
Rubymon
avanzò sulla sabbia, lasciando le sue impronte
incandescenti, ma
lei esclamò «Io non voglio essere
compatita…!...
…se mi
sono meritata un castigo lo accetto, però…mi
piacerebbe
tanto sapere…
…qual
è stato il mio errore: se…impegnarsi, sognare o
cercare
di essere felice.» serrando i pugni «…io
credevo…che avrei fatto la felicità di Leomon se
lui
avesse visto in me una domatrice più sicura e
determinata.» ma a quel punto Cindermon disse
“Takato:
posso sciogliermi un istante da te? Me lo permetti?”
«Vai.» “Grazie.”
Rubymon si
separò in due sagome splendenti, così che Takato
e la
Digimon dal ciuffo rosso fossero entità separate sotto lo
sguardo rassegnato di Royalmon, la quale altrettanto emise un turbine
di piume oscure…
…sicché Jeri restò presso la riva del
mare, e
Beelzemon si allontanò in atteggiamento solitario e ombroso
«Io torno dagli altri…» dandosi un
debole cambio con
Cindermon con il gesto degli sportivi.
Takato
affermò «Anch’io ho fatto lo stesso
errore con i
miei genitori, Jeri: credere di dover superare i nostri limiti, e
risultare più determinati di come siamo, calpestando le
nostre
fragilità…conduce solo a brutte conseguenze,
questo
lasciatelo dire da me…che per lungo tempo ho sofferto la
sensazione di sentirsi sempre e comunque inadeguato! Non
c’è bisogno che ti ricordi del mio brutto
aspetto!»…«Sì,
però…! Poi sei
riuscito a superarlo. Io invece…» smarrendo lo
sguardo
presso le ondine ai suoi piedi «…sono ancora in
alto
mare.»…«…ti comprendo, capita
a tutti.»
si appoggiò lui alla spalla di lei…e Jeri
dolcemente
accostò la testa accanto alla sua
«Takato…ma
perché dobbiamo soffrire in questo modo…? Siamo
così giovani…
…avremmo meritato di sognare ancora…solo ancora
un
po’, non trovi? Era come…quando andavamo a scuola,
e la
mamma o il papà ci svegliavano ma noi ci lamentavamo, in
quanto…sognavamo di restare a letto “ancora cinque
minuti.” Ebbene…io l’ho gridato a lungo,
e lo grido
tuttora: “ancora…cinque
minuti!”…
…cinque minuti di infanzia, spensieratezza! Cinque minuti di
sogni…
…cinque minuti d’amore…solo cinque
minuti, non
chiedo tanto!»…«Jeri, ascoltami: tutte
queste cose
forse non potremo averle, tutte meno che una!
L’amore…
…di quello avrai molto più che cinque
minuti!»…«Ma
Takato…»…«Quello
durerà tutta la vita!
Il mio amore…non dura solo cinque minuti…
…è sopravvissuto a dieci anni…e
sopravviverà all’eternità.»
La ragazza
strinse i suoi occhi, e versò lacrime
«…ma che ne
sarà di noi…? Questo mondo non accetta
chi…stenta
a correre, guarda i nostri compagni! Loro
volano!!»…«…anche noi
voliamo.»…«Sì, ma con quali
ali…?» fece scetticamente, guardando poi il cielo
«Le mie sono ali…di intrighi e
complessità che ho
strutturato nel tempo! A volte ho l’idea che mi pesino di
più, vorrei…tagliarmele, e accontentarmi di
correre,
sulla spiaggia, a piedi nudi, libera da ogni vincolo! Eppure
no…
…quegli ingranaggi mi
perseguitano…io…non mi
libererò mai dallo spettro di quella me stessa che rifiuto,
dall’ombra di tutte le mie
insicurezze.»…«Eppure Jeri, ora noi
siamo qui:
abbiamo fatto tanto per tornare in questo mondo…e ci sono
creature che talvolta ancora più di un
innamorato…o un
fidanzato sono in grado di guidarci alla scoperta dei nostri lati
oscuri e luminosi, per accettare i primi e accendere ancor
più
gli altri: questi sono i Digimon…(canzone: Laura
Pausini - Mi dispiace (strumentale) )
…tu in quella creatura non sei sola, hai Beelzemon con te!
Se
hai quell’aspetto non si tratta soltanto di una proiezione di
te
stessa, in Royalmon c’è di lui quanto
c’è di
te. Perché non parli a lui di questa cosa…?
Perché
non gli confidi delle tue insicurezze? Io sono qui, pronto ad
ascoltarle, in ogni ora del giorno e della notte!...se
vorrai…» accompagnando una carezza alle sue parole
«Però…comprendo che forse tu non
è solo ed
esclusivamente di me che hai bisogno: se ora sei una domatrice, se sei
ritornata a combattere dopo tanti anni è perché
c’è una creatura digitale…
…un’anima di questo mondo…»
…mentre
Beelzemon se ne camminava malinconico, ad ali piegate e sguardo
amareggiato nei suoi tre occhi, tanto che nemmeno il volo gentile e
leggiadro di quei Digignomi sembrava riuscire a distoglierlo dai
crepuscolari pensieri…
«…che ha bisogno di te, che ha invocato il tuo
nome, e ti
ha scelta sulla terra fra un miliardo di
abitanti!»…«Ahhh, non dire sciocchezze
Takato!» si volse lei con una punta di fastidio, fissando il
mare
«Sai com’è andata, è stato
tutto un errore:
nient’altro! Io stavo rischiando la vita, Beelzemon si
è
gettato per salvarmi e casualmente…il Digivice si
è
attivato, le pulsioni digitali si sono incrociate! Si sa che fra noi ci
sono sempre stati legami: lui aveva altri domatori, ma si sentiva in
colpa per avere ucciso Leomon privandomi del mio Digimon, e
così…
…
…ma questo è diverso dal dire che
avesse…o che
abbia bisogno di me. Per lui…sarebbe stato di certo
più
bello se quella ragazza, Akemi, non si fosse fatta suora e non si fosse
ammalata, così ora lui potrebbe essere qui a Digiworld con
lei,
e con Mako! A me non mi vuole, mi sopporta unicamente perché
si
sente vincolato dal passato, dalla sua coscienza!! Io…non
credo
che lui nutra una vera stima nei miei confronti:
talvolta…sarebbe meglio che strumenti come i Digivice ci
pensassero due volte prima di creare astrusi meccanismi che legano gli
esseri viventi…
…senza un vero e proprio senso alla
base!»…«Non sono d’accordo con
te…!» disse Takato (mentre Cindermon li osservava
per
mano) «Non sono del parere che sia stato tutto un errore:
anzi!
Io intravedo in tutto questo…un gioco del
destino!»…«Pfff, il destino, ma chi lo
scrive il
destino?! Che cos’è il destino?!! Io
l’ho udito
nominare talmente tanto…
…che ormai è diventata una parola vuota. Mi
interrogo, mi
pongo incessantemente domande…ma non ne vengo a
capo.»…«…in
fondo…il nostro cammino
non si è mai interrotto da allora: non sei del
parere?»…«Uh? Che cosa intendi,
Takato?»…«…che siamo ancora
qui…uno
accanto all’altro, inesperti su quelle che sono le complesse
linee che intrecciano la
vita…però…anche se
soffriamo abbiamo ancora desiderio di…sbrogliare quel
groviglio.
Per poter trovare in fondo all’intrigo…quella
felicità il cui ricordo è sempre più
lontano,
è vero…
…però il nostro bisogno è sempre
più vivo,
e questo…forse può spingerci a cercarla con
più
impegno. Ascoltami…» lui le scaldava le mani,
tenendole
vicine al suo cuore e fissandola, nella luce del tramonto che accendeva
i suoi occhi e i loro capelli «…tu sai io con
che…spirito di parlo, con che cuore…illividito e
fatto a
pezzi: il destino ha voluto che anch’io fossi accomunato con
te…nella perdita di quel Digimon che mi era tanto caro. Ora
lui…lo rivedrò per sempre in questo sole, fino a
che
sarò vecchio…anche allora mi affaccerò
alla mia
finestra ed i miei occhi stanchi invocheranno un nome il cui solo
suono…mi farà tornare bambino. Ma sarà
l’unico modo…io non lo potrò rivedere
mai
più. Mai più, Jeri!!...e tu…
…sai
quanto ci ero legato: nella sua semplicità lui ha
costituito…quel fiore i cui petali erano i valori e i sogni
di
tutta la mia crescita…
…adesso i
petali di quel fiore volano sospinti da ogni vento…ma io
sento
che non posso arrestarmi, non posso e non devo! Devo seguitare a
cercare…benché sia
dura.»…«…cercare…cosa…?»
accennò Jeri con un filo di voce, e lui
«…la
strada…
…la luce: una nuova alba dopo il tramonto…
…la
felicità smarrita, io so che…» fissando
il
sole…nel definitivo congedarsi della luce, e sopraggiungere
del
crepuscolo «…Guilmon non ha smesso di guidarmi, e
anche
nel silenzio mi sussurra la
via…»…«…e
a me…?!...
…a
me può
sussurrarla?»…«Oh?»…«Qualcuno,
c’è almeno un Digimon, un umano,
un…maledetto
qualcuno che può sussurrare a me un’indicazione,
accidenti?!!...
…avevo sognato…di poter intravedere una luce
nel…tenero richiamo di Orphanmon…mamma…Jeri…
…ma
ora so che non ascolterò mai più quelle parole:
non
riesco a smettere di vedermi davanti il suo sguardo
terrorizzato!»
«Orphanmon, dove vai con le valige?» chiedeva
Stillymon,
saltellando «Orphanmon, mi senti quando ti parlo?!»
Ma il piccolo Digimon
mandava indietro le lacrime deglutendo, e proseguiva lungo la sua
strada.
Stillymon fu raggiunta
dagli altri tre compagni «Sei riuscita a farti dire che gli
prende?» chiese Grassmon «No…»
abbassò
gli occhi la tenera gocciolina, spiegando «Ho provato a
invitarlo
a tornare da LadyWizardmon, gli ho detto che se non ci vede si
preoccuperà! Ma non ha voluto
ascoltarmi!»…«E
allora che facciamo?» chiese Vapormon aggiungendo
«Lo
lasciamo andare in questo modo?» e Fogmon «Certo
che no!
Noi siamo suoi amici!» Grassmon aggiunse ancora
«Che
aspettiamo ragazzi,
raggiungiamolo!»…«A-Aspettate,
amici, e se ci mettiamo di nuovo in pericolo?» chiese
Stillymon
attirando a sé gli sguardi dei compagni…ma questi
furono
eloquenti al punto che la gocciolina sfoderò determinazione
«D-D’accordo…sono coraggiosa a
sufficienza! Io
voglio diventare una grande guerriera da
adulta!»…«Presto allora!»
«Orphanmon aspettaciiiiiiiii!»
E sembrarono sparire nella notte…
Jeri chinava il capo
tristemente, tornando a sedersi sulla cassapanca, e Takato le batteva
sulla spalla «Su coraggio…vedrai che se
c’è
stato un malinteso, si chiarirà! Sono disposto a parlare con
tutti loro.»…«No, Takato lascia stare!!
Te lo
proibisco!»…«Ma
perché…?»…«Perché
non avrebbe
senso!! Ognuno…sceglie con chi vuole e con chi non vuole
stare.
Noi non avremmo voluto anche da piccoli che avessero influenzato le
nostre decisioni, e se loro…
…hanno
scelto di allontanarsi da me io…rispetterò questa
loro
volontà.» scorrendosi la mano tra i capelli
«E li
lascerò andare…tanto…»
piegando appena le
spalle «…cosa può
rappresentare…un Digimon
in più o in meno, in questa vita…?»
Cindermon
si morse le labbra, e puntualizzò «No,
eh…!
A-Adesso io esig-»…«Ti
sbagli.» però la
precedette Takato, inginocchiandosi accanto a Jeri «Un
Digimon in
più o in meno fa…una grande differenza! Guarda la
mia
storia per credere: se io non avessi
avuto…Cindermon…»
…nello spalancarsi degli occhi…di
entrambe…
«…sarebbe stato tutto diverso…per
me…in
questo momento…»
Il vento
si alzò, e Jeri percepì subito quella brezza
più
rigida che le muoveva i capelli, mentre si alzava mormorando
«…per te, lei…è
così
importante…?» ma a quel punto «Ehm ehm
(!) »
Cindermon fece un passo avanti «Finora sono stata
zitta…ma
adesso desidero parlare!»
Con Jeri
si fissarono, nella penombra della sera che oscurava i loro volti.
Cindermon avanzò con passo deciso «Ascolta Jeri:
fra noi
due le cose non sono certo nate…nel migliore dei modi.
Questo lo
ammetto. Anzi diciamo la verità: se riavvolgiamo indietro il
nastro…è stato proprio per salvare me che quel
giorno il
Digivice brillò unendo per la prima volta te e Beelzemon.
No?
Sbaglio? Ricordo male? Ma no, in fondo non è passato tanto
tempo. Senti! Io…non sono certo la più indicata
per fare
discorsone su…amicizia, affetto e fedeltà! Sono
le…è-è quest’ora, si
è fatta sera e
io sono ancora qui quando invece ho mia sorella che mi sta aspettando,
son giorni e giorni che non la vedo e ora che ci penso non le ho manco
chiesto come sta nostro padre. Tra parentesi!...
…però…diciamo che se mi trovo qui e
ora è
perché sto svolgendo il mio dovere da Digimon che IN TEORIA
prevede che stia al fianco del mio domatore e divida con lui tutti i
momenti importanti, belli e brutti, fra cui ovviamente quelli che
coinvolgono i suoi affetti più cari e tu per Takato rientri
fra
questi…su questo, non c’è
dubbio!»
Jeri
abbassò lo sguardo, e seguitò a passarsi la mano
tra i
capelli, mentre Cindermon proseguiva «Senti! Io è
soprattutto per lui che ti parlo ma non soltanto, è anche
per
me! Perché anch’io ho un cervello, sono una testa
pensante
e non solo un’esecutrice digitale! Che combatte, salta,
brilla,
scalpita ma che non ha un cuore, e SUE personali emozioni, SUE ferree
opinioni e un SUO guardaroba di sogni da sfogliare! I Digimon sono
cambiati nel tempo…non sono più…
…né le primordiali forme di vita informatiche con
cui
giocherellava il padre di Henry…
…né i Digimon di dieci anni fa! Abituati a una
lotta
istintuale, e ad abitare un mondo dove vige la legge del più
forte! No, adesso formiamo famiglie, costruiamo città!
Desideriamo essere come voi umani!!»
Lasciando
abbagliati sia Jeri che Takato con quello sfogo così vivo
«…è-è per questo che io
credo che
sia…meglio per tutti abbandonare le distinzioni
persona/Digimon
e creare un’unica grande stretta di mano: io non ho ancora
stretto in un abbraccio mia sorella ma questa sera voglio dare la
precedenza…alla tua mano, Jeri!» tendendola
«Io
voglio chiedere la tua
amicizia…»…«Cindermon…»
accennò Takato colpito da quel gesto, e Cindermon senza
smettere
di fissare Jeri con occhi penetranti «…so che
avevi un
buon rapporto con Guilmon: te la senti di accettarmi al suo
posto…anche tu?»
Jeri aveva
sguardo incerto, e vagava nella notte del campo digitale che rendeva
simili a comete le cariche che si intrecciavano in cielo, specchiando
nel mare il loro sfrigolare.
E se un Digignomo svolazzava dalle loro parti…
…un altro si affrettava verso il magico castello sospeso.
In cui riposava un
draghetto addormentato su una lastra di vetro, circondato da miriadi di
folletti luminosi in una dolce danza «Le stelle e i fasci dal
globo sono allineati,
vero…?»…«Allineati,
Regina!»…«Bene…
…offritemi il vostro sostegno, piccoli Digignomi: ho appena
constatato che il nostro potere è agli
sgoccioli…e se non
ci impegnamo…il suo sogno potrebbe non realizzarsi! Non
sarebbe
giusto…ha già tanto sofferto, e ha chiesto
così
poco. Io desidero esaudirlo, vi prego, conferitemi la vostra forza:
facciamo come se fosse…un nostro caro
amico…»
I Digignomi
guizzarono da ogni parte i mirabili vortici di luce, e la regina si
concentrò “Coraggio Guilmon…”
Quella sfera in
cima alla montagna iniziò a splendere di quel bagliore che
solo
le favole possono concedere…
…una coppia di cerchi concentrici si delineò,
sospesa
attorno ad essa…e sul loro bordo lucente molti altri
Digignomi
si appoggiarono…come chi non trova posto
all’interno, ma
può ugualmente contemplare lo spettacolo dagli
spalti…(fine-canzone)
Riley e Mitsuo
erano in disparte con Rea ed Henry, e ciò che stavano
apprendendo fece scendere il pallore sui loro volti, tanto che lei si
aggrappò al marito ma Rea le toccò prontamente la
spalla
accennandole parole di speranza, a cui Terriermon ne aggiunse altre
protendendosi dalla schiena della sua domatrice. Nel frattempo
«Ryo!» esclamava Kenta alla vista del compagno che
li
raggiungeva di corsa «Chi resiste…si
ritrova!»
affermò il domatore leggendario aggiungendo
«Allora non
sono storie quelle sulla pelle coriacea di
qualcuno!»…«Puoi dirlo forte!»
replicò
Kazu anche a nome del suo amico, felice come lui per
quell’apprezzamento «Bene ragazzi, una
notizia!» Ryo
si sfregò le mani, mentre Rika giungeva dietro di lui con un
sorrisetto «Frena
l’entusiasmo…!» ma lui
«Ahah! Nessuno può permettermelo in questo
momento!»…«Anche noi abbiamo una notizia
da darti,
Ryo!» fece Kazu con eco di Guardromon «Abbiamo una
notizia
da darti anche noi!» Ryo precedette chiunque «Noi
ci
spo-siamo! Avete afferrato?! CI SPOSIAMO!» ma Kazu insistette
«MarineAngemon è incinta, Kenta ha messo a segno
il
colpo!» Kenta afferrò la notizia di Ryo
«Eh…?
Cosa avete detto, vi sposate?! M-Ma voi d-» e Ryo
«Cosa,
è incin…noooooo! NOOOOOO, che diamine,
è una cosa
davvero…i-inconcepibile! Con voi non
c’è storia,
non si può neanche dare un annuncio sorprendente che voi non
potete star dietro, siete proprio…proprio
dei…ROSICONI!...quella è incinta, figurati adesso
che gli
frega a loro del mio matrimonio!»
Ma Rika accanto
a lui, dall’espressione visibilmente radiosa
benché
tendesse a nasconderla sotto la consueta ironia, accennò
«Dai non prendertela
Ryo…»…«MA COME
FACCIO A NON PRENDERMELA?!! Ho aspettato questo momento
da…SECOLI, posso
dire!»…«…siamo la
vecchia leva, ormai: i giovani corrono…molto più
veloci
di noi.» disse la ragazza, e lui «Pfff,
sì altro che
vecchia leva!» Eppure Kazu affermava «Come fa a
dire quello
sciocco che non ci importa niente: Rika ma è vero? Vi
sposate
voi due?» e Kenta si sovrappose «A proposito!
Sbaglio o
eravate…tu e Renamon là sopra,
quello…strabiliante
Digimon biodigievolut-»…«BEN
RITROVATI…
…illustri compagni di ventura!»
ironizzò
però la ragazza con le braccia conserte: Kazu e Kenta si
guardarono tirando l’espressione in modo eloquente, e
alludendo
coi gesti alla minaccia imminente quantomeno di una ramanzina. Infatti
Rika assottigliava l’espressione «Volatilizzarsi
dal giorno
alla notte…GETTARSI nel campo digitale indefinito,
luogo…rinomatamente pericoloso quanto non conosciuto:
DIVIDERE
il gruppo, e lasciare i compagni in difficoltà. SEPARARSI
in…c-centomila sottogruppi una volta giunti a destinazione
ceeerto, come no tanto bastiamo da soli! Bene…
…se poi a questo aggiungiamo…»
enunciava, in una
folata che profumava di passato, come i due stessi ragazzi constatavano
col solo sguardo (Kazu si spingeva il cappello sugli occhi)
«…il fatto che è stata necessaria la
luce
sprigionata dai compagni per orientarsi all’interno del
LABIRINTO…io posso concludere con MIO IMMENSO GIUBILO: erano
quelli che “erano cresciuti”! Mi complimeeento, gli
anni
non sono passati dunque invano, a quanto pare: abbiamo due compagni
diventati finalmente MATURI…&
RESPONSABILI…»…«Dai,
Rika…» fece
Kazu con un sorriso esortativo «…non fare come
dieci anni
fa, sembri più arcigna di allora! Al punto in cui siamo ti
fai
venire le rughe, non puoi più
permettertelo!»…«Come…prego?
(!) » la
ragazza lo fulminò con lo sguardo, e lui rise
«Ahahah!
Fiato sprecato, Kenta!» Quest’ultimo
infierì
«Rika: se fai in questo modo…tuo marito ti scarica
subito!
Io ti ho avvertita!!» scambiandosi poi il cinque con il
compagno,
mentre Rika puntualizzava «Chi mi vuole…mi prende
per come
sono, e poi tu preoccupati di quella santa di tua moglie che sopporta
la tua faccia ogni
mattina!!!»…«Oh?!» Kenta
spalancò la bocca commentando poi
«Ooooohhhhhhhhhhh (!)
» assieme a Kazu «Aaaaaahhhhhhhh, tasso del ph a
livelli
criticiii! Kenta hai controllato le riserve di yogurt scaduto che Rika
si spolvera ogni mattina?!»…Rika nel frattempo
«…fate poco gli spiritosi,
eh…» celando una
punta di sorriso, mentre giungeva anche «Chi è che
mi ha
chiamata in causa? Sono qui!» MarineAngemon
«Qualcuno ha
detto che sono una santa? Woooooow, la prima santa
Digimon…!» Rika scherzò
«Felicitazioni
MarineAngemon…chi se non
tu!»…«Quindi ora
sono persino santa oltre che
incinta!»…«Eheh! Fai un
po’ tu…» disse Rika per poi girarsi di
scatto
«INCINTA?!!» e in coro i due ragazzi
«Oooooooooohhhhhhhh!!!»…«Ma
allora proprio le
orecchie non ce le laviamo la mattina!!!» (Kazu)
«Ahhh, che
vuoi fare Kazu, è la vecchiaia!» (Kenta) con Ryo
che
sopraggiungeva «La vecchiaia?! Di chi, chi ha nominato
questa…nefasta e sciagurata parola?! Qui
siamo…tutti in
smagliante forma!»…«Tranne
Rika!»
segnalò Kazu, e Ryo «Tranne Rika??
Ah…va bene
d’accordo in questo caso dovrò ritirare la mia
proposta.» Kenta esclamava «Ryooo, salvati
finché
sei in tempo!» con MarineAngemon che gli dava uno spintone
«Ouch!»…«Che significano
queste esclamazioni?
Matrimonio = prigionia, per caso???»
…quando poco distanti da loro…
«Vedrete…ce la faremo a salvarlo.»
mormorava Rea
aggiungendo «Domattina ci incammineremo sul presto presso il
palazzo reale.»…«Ragazzi
io…» fece
Mitsuo, dal volto tirato da lacerante apprensione
«…n-non
voglio che rischiate la vita per qualcuno
che…!!...beh…
…io…non mi dimentico le cose come sono andate!
E’
stato la causa di tutto il vostro dolore!! Guardianmon…
…oh
beh a noi è capitato di affezionarci a lui però
voi…
…non siete costretti.»...«Non siamo
costretti a
salvare qualcuno che sta a cuore a chi ci ha sempre
aiutati?»…«Oh?
Henry…» restò
stupito il biondo uomo, e il ragazzo dai capelli neri
seguitò
«Non siamo costretti a
restituire…l’aiuto che ci fu
offerto quando eravamo solo dei ragazzini inesperti, e…
…se
non avessimo avuto adulti competenti e responsabili a coordinare le
nostre azioni saremmo stati perduti?» Rea si
appoggiò alla
sua spalla «Hai detto bene,
Henry!»…«Mooomentai! E poi Guardianmon
è uno
di noi, è un Digimon!»
«Sì però…» fece
Mitsuo, e Riley
«Noi siamo i suoi domatori!» mostrando il Digivice
a forma
di maschera ed affermando «Sarebbe compito nostro andare a
soccorrerlo ed evitare che voi vi infiliate…in
un’altra
trappola, avete rischiato tanto!» Rea ribatté
«Non
avete sentito ciò che ha detto Henry? Voi ci siete sempre
stati
nel bisogno, e anch’io…se permettete voglio
autoincludermi
nel ricordo di quella mirabile collaborazione, anche se non ero
presente. Riley, Mitsuo, noi siamo genitori: capiamo cosa possa voler
dire avere a cuore una creatura…
…che ti assomiglia, in cui senti di aver
riversato…parte
di te. I legami di sangue…spesso non sono così
importanti, e c’è comunque il potere digitale a
sostituire
molte variabili della scienza umana: questo è un vincolo
indissolubile…e merita di essere protetto, a qualsiasi
costo.»…«Parlo anche a nome dei miei
compagni.» disse Henry «Non appena sapranno cosa
è
successo sarà impossibile fermarli: fidatevi di noi! E ora
che
ci siamo ritrovati…procediamo, tutti insieme. Sono convinto
che
ce la faremo…»
I due coniugi si
guardarono, Mitsuo sussurrò velatamente commosso
«…abbiamo fatto bene a dare fiducia a questi
ragazzi,
eh…? Guarda…come sono cresciuti bene.»
Rea
sfiorò la spalla di Henry, ed accennò
«…andiamo dagli
altri.»…«Sì…»
mentre Terriermon
era passato dalla schiena di lei a quella di lui, e si era
addormentato, in una pace che denotava autentica fiducia.
Più in
là nel labirinto l’entusiasmo esplodeva
«Questa
è roba da annali, un matrimonio qui a Digiworld!!»
esclamava Kenta, e Kazu «Avete pensato dove?!» Ryo
svelò «A me piacerebbe tanto…tornare
alle origini,
che ne dici amore mio?!» avvolgendo Rika per le spalle, la
quale
mormorò «Mi sembra un’idea
interessante…»…«Non
preoccupatevi, sono
convinto…che quando lo dirò ad Hagurumon e
Clockmon
saranno più che felici di
occuparsene!»…«…dici sempre
che sono tuoi
amici…ora è tempo di dimostrarlo.»
disse la
ragazza, e lui «Faremo del settore degli
orologi…un
affresco destinato a restare immortale nella storia di
Digiworld!»…«…non rendiamo
troppo audace
questa sfida, potrebbe…sfuggirci di
mano…!»
mormorò lei ma in realtà lo fissava intensamente
e senza
paura, e Ryo ammise «Ah, niente affatto!
Adesso…nulla
più può sfuggirmi di mano, ora ho recuperato la
mia vita!
Ho vinto la mia battaglia più grande, io…ho
finalmente il
tuo amore!! Ti amo, Rika…e voglio…»
diceva
carezzandole il viso e scostandole i boccoli rossi
«…che
questo giorno sia…bello, per te…che ti possa
ripagare per
tutta l’infelicità che hai attraversato…
…per
tutto quello che ingiustamente ti ho fatto passare…non
meritavi
di essere delusa, di sentirti come una cosa da niente. Tu sei tutto,
tutto per me…»
Lei non temeva
più di perdersi in quegli occhi, e confessare ferma e
convinta
«Io ti amo, Ryo…
…ti amo.
E…» e stava per sfiorargli il viso, quando si
ritirò appena «Che ti ha detto il
medico…?»
accennò in un sussurro premuroso, e lui
«Eh?»…«…avete…svolto
una visita
accurata? Non è che per la fretta di tornare si è
risolto
in un controllo superficiale…? Io non
vo-»…«Ah, ma non preoccuparti
amore!»
replicò lui baciandole le mani «Te l’ho
detto: non
ho niente, se non un po’ di seccante labirintite! Ma mi hanno
dato le cure adatte, da domani inizierò il
ciclo.»…«…uhm…»
lei gli
carezzò i capelli «…non sarebbe stato
meglio che
fossi rimasto sulla
terra…?»…«Cosa?!! E il
nostro grande giorno?!»…«Sì,
io lo ammetto,
ci tengo…
…come tu non puoi immaginare a sposarmi, nel settore degli
orologi, a trasporre in realtà
questo…meraviglioso sogno
che tu mi proponi però…tengo prima di tutto alla
tua
salute: qui è pericoloso Ryo…»
scrutando un
po’ attorno ed abbassando il tono «…i
nemici sono
agguerriti, e noi siamo ancora in alto
mare…»…«Tanto
più!» ma lei
accennava «…questa non è una cosa su
cui
scherzare.»…«Ti assicuro che non sto
affatto
scherzando!!» guardandola fissa nei suoi occhi lilla, ed
affermando pieno di decisione «Mentre ero là
nello…nello studio di quel mio amico medico a Tokyo mi sono
visto scorrere tutto il nostro passato e anche il presente:
è
stato uno dei momenti…più veri e autentici di
tutta la
mia vita. Anche se ero…distante anni luce il mio cuore era a
Digiworld. Sentivo la tua voce che mi chiamava durante la
battaglia…»…«…confesso…»
accennò lei smorzando nella fragilità
l’espressione
dei tuoi occhi «…che mi chiedevo dove
fossi…e…perché non…
…tornassi, a salvarmi come è sempre
stato.»…«Ecco, appunto: ma te la sei
cavata
egregiamente anche da sola e ora sono qui. Non ti lascerò
mai,
mai più!» stringendole più forte le
mani. Lei
sorrise «…uhm. Uhm, voglio
crederti…»
abbandonandosi a lui…
…mentre anche
Diamon era tornata, e chiedeva «Ma ho sentito che anche altri
due
della squadra si sposano, è
vero?»…«Sì! Rika e
Ryo!» replicò
Kazu, spiegando «Se formano loro un unico
nucleo…guai per
tutti! Mi immagino che genere di figlio possa uscire!» Ryo li
udì ed affermò «Caaalma, adesso! Per il
momento non
se ne è parlato, non corriamo troppo come…nostro
solito,
in ogni situazione!» Anche Rika si divertiva tra quegli
scherzi,
e MarineAngemon «No perché di elemento incinta
della
squadra basto io eh, adesso calma che non voglio che altri mi
sottraggano il brindisi! Uhmuhm!» Kazu dichiarò
«Hai
ragione, questa sera ci starebbe proprio bene un brindisi! Al
ricomporsi della squadra e alle coppie…CON FIGLI sottolineo
Ryo,
CON FIGLI!» Ryo ribatté «Ma pensa a
farlo tu!»
Diamon si
portò le mani alla bocca «Ihm! Kazu! Il tuo amico
mi fa
paura!» e Kenta scherzò «Chi non
potrebbe capirti,
Diamon, nella tua situazione!»…«Che
vorresti
dire?!» rimbeccò il ragazzo dal cappello nero, e
quello
con gli occhiali «Iiiio…niente!»
…ma
arrestò il suo scherzare quando vide Henry e Rea
raggiungerli,
assieme a Riley e Mitsuo. A parlare fu il domatore con Terriermon sulla
schiena «Ragazzi…dobbiamo dirvi una cosa
importante.»
Kenta comprese
subito che si trattava di Defendermon, tingendo la sua espressione di
timore…
Ryo intanto era
a scherzare con Kazu, e anche Diamon e MarineAngemon partecipavano ai
festeggiamenti, quest’ultima affermò
«Ora
però scatta inevitabilmente la competizione
all’interno
della squadra: chi è la coppia più bella? Io non
rinuncio
a gareggiare!»…«Se è per
questo
neanch’io!» fece Diamon, e addirittura Guardromon
«Neanch’io…! E’ ammesso anche
chi come me non
ha la fidanzata?» e Ryo «Ma ceeerto, in fin dei
conti voi
siete i veri vincitori: gli eterni zitelloni!!» Kazu si
raccomandò «Ahah, non me lo traumatizzare: si fa
venire i
complessi!» ma Ryo stemperò con un «Viva
le
coppieee!!» raccolto volentieri da Kazu «Viva le
coppie! E
auguri e figli maschi,
ahahah!»…«Ahahahah!»
A Rika divertiva
quel siparietto, ed era sul punto di aggiungersi quando,
nell’eco
delle fragorose risate, vide avvicinarsi Renamon a passo lento, con i
suoi figli tra le braccia. La volpe dorata teneva il capo chino, e la
ragazza si accorse subito che qualcosa non andava
«Renamon…che cosa è
successo?» le
sfiorò il braccio.
Costei
alzò lo sguardo su di lei e confessò
«…Imagomon se n’è andato: mi
ha
lasciata…!»
Rika
spalancò gli occhi…e sul viso della sua Digimon
discese
una lacrima luccicante e cristallina. Che alla fine cadde tra il pelo
dei volpacchiotti.
«Sicura
che non vuoi che ti prepari un boccone? Non hai toccato cibo
e…non ci metto niente!» domandava una voce grossa
e
spiccia, ma premurosa.
«No…» rispondeva una voce delicata come
il velluto,
ed una mano altrettanto elegante sollevava uno zampone artigliato
«…ti
ringrazio.»…«…beh…
…comunque ora
è tutto finito!» replicò la dragona,
appoggiando
sul comodino vicino al letto un Digivice grigio vecchio stile, le cui
crepe si stavano riassorbendo «E’ stata dura ma
alla
fine…qualsiasi cosa sia successa siamo riuscite a proteggere
il
Digivice ed evitare che si
infrangesse.»…«E’
stata la cosa…migliore che potevamo fare.»
sorrideva la
ragazza i cui splendidi capelli biondi si spargevano sul cuscino
«Su su Alice, adesso…cerca di dormire: hai
sforzato
oltremodo le tue energie. Non mi va tanto giù il fatto che
mangi
poco, sei così pallida...!»
La giovane
accennò un sorriso…pieno di impliciti, tanto che
Gelsomon
«Ok! Ok non c’è bisogno che tu aggiunga
altro…
…d’accordo! Mi cucio la bocca. Resta il fatto che
comunque, anche messe come stiamo…abbiamo potuto offrire il
nostro contributio per la preservazione di un Digimon: Imagomon non se
ne sarà neanche accorto…ma noi siamo rimaste
aggrappate a
quel coso, a fare il tifo per lui. Mi interrogo su una cosa…
…sull’incomprensibile disegno che
lega…i domatori e
i Digimon su questa
terra…»…«…se
sapessi quanto lo faccio io
altrettanto…»…«…uhhh??»
Gelsomon
si volse stupita a fissarla, come se non si aspettasse
quell’affermazione «Anche tu ti domandi cosa ti
lega a un
Digimon…piuttosto che a un altro?» Ma Alice
accennava un
sorriso «Ma non serve interrogarsi…soltanto
andando avanti
si può scoprire o almeno questo è ciò
di cui mi
sono convinta…di fronte a un sistema così
complicato,
tanto da intessere legami anche fra Digimon e quelli…
…come
me…»…«Oahh?! Ah, Alice non
parliamo di questa
storia, eh? D-Dimentichiamo! Facciamo come se…come
seee…
…niente fosse!
In fondo…sarà poi così difficile? Dici
che
è impossibile…se ci proviamo?»
Alice la guardava con
un sorriso che sembrava esprimere premura e anche un pizzico di
compatimento per quella Digimon robusta, che aveva ripreso ad indossare
il grembiule ma non si era spogliata del turbante e degli orecchini
etnici, costruendo un curioso insieme «Francamente penso che
dovresti provare a dormire un po’ anche tu.»
distendendosi
lentamente…assomigliava ad una principessa nel modo di
chiudere
gli occhi, e piegare il suo capo sul cuscino, nonché per
come
lasciava al sonno di sopraggiungere così presto…
Gelsomon
rifletté «Forse non hai tutti i torti, non
è che
non sia stanca. Pfff…
…figli
miei, dove sarete? Amiche mie…che fine avrete fatto?...
…io sono
qui, mi arrabatto come posso: già è tanto che
abbiamo
trovato questa casa in affitto…» muovendo il suo
muso
nello scenario circostante «…dovremmo iniziare le
ricerche
ma siamo a mal partito, Digiworld…sembra esso stesso una
bestia
feroce in ansia di mangiarci! Ed io…
…mah…meglio che non mi ci metto a
pensare.»
volgendosi verso la ragazza «…è meglio
che segua il
tuo consiglio, e cerchi almeno di dormire. Ci provo…poi se
non
ci riesco si vedrà. Ah…
…mi ero
dimenticata che la tua fredda manina era rimasta nella mia. Uhm!...
…come fare del
resto…?» aggiunse più piano
«…dopo che
sono rimaste unite tutto il giorno, la tua mano e questa zampa, nello
sforzo congiunto per non far rompere quel Digivice in mille pezzi:
Alice…(canzone: S
Club - Let me sleep)
…pi…piccola Alice…ma…? Che
ha voluto fare
questo destino, con noi due…?» avvicinando
lentamente i
suoi artigli a quel volto così gentile che sembrava si
sarebbe
graffiato con niente, eppure…quella non era che una carezza,
e
la premura che la accompagnava non permise che si lasciasse alcun segno
«…le ore sono trascorse…ed io non me ne
sono
neanche accorta. Mi capita di rado, sai? Nessuna meglio di me sa cosa
significhi…sbuffare di fronte ad un orologio,
nell’attesa
che la pentola sul fuoco inizi a bollire. Eppure insieme a te
è
stato diverso…
…come mai
il destino non ci ha fatte incontrare…prima, tanto prima!
Eh?
Magari quando tu eri bambina…
…ed
io una draghetta ingenua, figlia di uno dei pezzi più
autorevoli
della mia razza!» ingrossando la voce «Che durante
tutta
l’infanzia non ha fatto che ripetermi “Gelsomon! Tu
devi
trovare un buon marito e rispettare i doveri delle donne
digitali!” sì, pfff…le “donne
digitali”. I Digimon solo da poco hanno imparato
cos’è un uomo e cos’è una
donna…se ne
sono fatti, di tentativi per acquistare un minimo di
civiltà. Ed
eccoci qua. L’abbiamo trovata? Bahf…domanda troppo
difficile, passo. Comunque…» scorrendole quei
rozzi
artigli come un pettine pregiato attraverso i lunghi capelli biondi
«…nella mia vita non c’è
nulla di
interessante, nessun mistero da svelare. Tu piuttosto…
…q-questo
non posso chiedertelo quando sei sveglia…riaprirei alcune
tue
ferite!! Ma te lo chiedo ora…che dormi: Alice…che
ti
è successo?!!»
La sua voce era
tremula e scossa «…cosa ti è accaduto,
che ti ha
resa così pallida?!...
…perchééé proprio a te?
E’-E’
ingiusto!»
Gelsomon versava
lacrime «…ti guardo e…e…sei
bellissima!
Anche se non sei un drago, così addormentata mi sembra come
se
fossi…mia figlia!! Ma che razza di destino ti è
toccato,
piccola mia, anziché un Digimon?!...
…anziché un Digimon…e la crescita.
Anziché
un Digimon…e la felicità. Anziché un
Digimon…
…e-e la
vita!»…«Gelsomon…»…«Oh?!!»
sussultò la dragona «Alice, sei sveglia?! Pensavo
che
stessi…»…«…dormendo…e
dormivo,
però poi…»
«Però…poi…?»
scandì Gelsomon
timorosa, ed il turbante le scivolò dal capo, cadendo sul
letto
e poi rotolando a terra «…poi ho fatto un
sogno…»…«Uhm?! Che cosa?!
L-L’incident-»…«Ho
sognato…lui.»…«Di chi
parli?!»…«…è dal
mattino che ci penso:
è partito…congedandosi con poche parole, che
starà
facendo adesso il nostro Nakao…? In che…guai si
starà mettendo?»…«Oh beh,
senti Alice!
Io…dico sempre quello che penso: e penso che quel ragazzino
sia
un vero e proprio cercaguai! Ah io non lo so, non voglio criticare le
decisioni di nessuno qui, tantomeno le
tue!»…«Però…?»
accennò
Alice con un lieve sorriso
«Peròòò…»
Gelsomon si
alzò dal letto con le mani sui fianchi
«Però per me
hai fatto male ha lasciarlo
andare!»…«E’ la
sua vita…»…«No! Non
è la sua vita, e
questo lo sai perfettam---uhm?!!» le zampe artigliate
raggiunsero
le labbra «…p-perdonami
Alice…»
Alice aveva le lacrime agli occhi…quando bussarono alla
porta
«…ma chi è a
quest’ora…?...vado a
vedere…t-tu resta lì! Perdonami! P-Perdonami non
volevo
uscirmene con una frase simile, Cyberdramon fa bene a dirmi che parlo
sempre trop-» spalancando la porta
«UHHHHHHHMMMMMM!!!»
Sobbalzando di sbalordimento:
«Gelsomon!!!»…«Amiiica, ti
abbiamo
trovata!!!»
Alice si alzò di scatto.
Gelsomon boccheggiava «L-LadyMeramon!
P-PinkMonzaemon!»
La prima
definì con un sorriso lieto «Nel pomeriggio a un
tratto si
è accesa su Digiworld una luce perlata, che ci ha guidate da
te!» e nondimeno l’orsa «Guarda che ti
abbiamo
portato…» rivelando tra le sue braccia…
…ciò che fece sorridere Alice, e piangere
Gelsomon:
«Mammaaa!!»…«Mammina!»…
«Finalmente!!»
«…I MIEI FIGLIII!!!» esclamò
la dragona
«Ahhhhhhhh, TESORI MIEI!» stringendoli forte tra le
sue
braccione. I cuccioli svelarono «Ci sei mancata tanto: ci
hanno
fatto fare su e giù per Digiworld e volevano anche affidarci
a
un centro per cuccioli dai genitori dispersi! Finché oggi
giocando non abbiamo incontrato LadyMeramon e
PinkMonzaemon!»…«Sia-Siate benedette per
ciò
che avete fatto! Vi ho cercato dappertutto!!»
«Anche
noi, cara…!» replicò LadyMeramon,
aggiungendo
«Credo di poter affermare che l’odissea sia
finalmente
finita.» Gelsomon confermò
«S-Sì! Senza
dubbio!» regalando ripetuti baci ai suoi figli
«Belli!
Amori della mamma, ma…Midramon?!
Dov’è?!» un
moto d’ansia si accese improvvisamente nel suo cuore.
Alice assunse
sguardo apprensivo…così come LadyMeramon
illustrò
costernata «…del quarto non ci sono
tracce.»
La dragona restò folgorata (fine-canzone)
«Dove
siamo…?» risuonò la voce di un
draghetto, ma
«Shhh…»
…fece
Defendermon, poiché Scratchmon si era addormentata
«Non
aver paura e non parlare, Midramon…»
sussurrò il
ragazzino «…non devono accorgersi che ci sei anche
tu con
noi…»…«…perché
parli
così, Defendermon? Siamo in pericolo…?»
Il cuore
del ragazzino dai capelli rossi pulsava di pena, stretto tra le anguste
pareti di quella scatola di plastica viola. Viola come il piccolo
draghetto i cui occhi ora si tingevano di paura
«…mamma,
papà, dove siete…? Perché non venite a
salvarci…?»
Eppure da quel silenzio non pareva giungere alcuna risposta…
…altrove la pioggia scendeva…
…scorreva
lungo i tubi arrugginiti, e fluiva a cascate là dove essi si
piegavano.
Non sembrava uno
scenario digitale, a confermarlo la presenza, seppur sfuggente, di
normalissimi topi che afferrata l’antifona non esitavano a
ripararsi all’interno dei vani oscuri del muro. Solo un
debole
riflesso dei loro occhi lucenti restava vigile…e intanto i
passi
di un uomo dagli stivali da pioggia disegnavano cerchi sul terreno
bagnato. Il suo incedere era lento, ponderato…ma al contempo
inarrestabile. Il suo volto si svelò lentamente da sotto il
cappuccio della sua pratica giacca impermeabile di tonalità
viola scuro «…il luogo che mi è stato
segnalato non
poteva che essere questo…non c’è
possibilità
di confondersi.» affermava Takehiro, proseguendo avanti
«Doveva mettersi a piovere così tanto proprio
adesso?!...eppure…mi sembra di ricordare dai racconti di
Takato
che pioveva anche in quei giorni…se non
sbaglio…esattamente quando il Digivice si attivò
scannerizzando il disegno di Guilmon! Sì…quel
giorno
pioveva intensamente come oggi!» dichiarò fra
sé
denotando una sorta di eccitazione nella stretta presa in cui teneva
saldi quei ricordi.
«Del
cantiere abbandonato ormai non resta che un luogo triste e in
desolazione…» descrisse efficacemente quello
scenario su
cui erano passati altri dieci anni, essendo già vecchio da
allora. Quello che ne era rimasto non era che un complesso di tubi,
scale, lastre in metallo…
…e
meccanismi abbandonati in cui, assieme ai topi, si divertiva ad
insinuarsi la notte. Non più una luce, ma soltanto una
pioggia
fitta: un luogo come un capitolo chiuso…ma dal quale a
dispetto
di esso stesso era ancora percepibile l’eco della
città
«Ho lasciato Mie con una scusa…qualsiasi, le ho
detto che
un mio vecchio amico stava molto male! Ha fatto l’espressione
di
sempre, forse ha mangiato la foglia ma non mi importa!»
enunciava
con un pizzico d’orgoglio, mentre si avvicinava a quella che
sembrava un’enorme voragine: un profondo pozzo, la cui
scaletta
laterale non era realmente incoraggiante
«Mmm…questa
reggerà?» la scosse Takehiro provando con mano il
suo
metallico cigolio «Mah sì: in fin dei
conti…non
peso mica tanto di più di mio figlio! E-E se anche
consideriamo
l’effetto del tempo…sulla scala, e il fatto che
allora lui
fosse un bambino, il calcolo permetterebbe…comunque un mio
onesto tentativo!» per cui si avviò «E
se
cede…non mi interessa, significherà che era
giunta la mia
ora!...
…io non mi faccio fermare così…
…sono vecchio…ma non ancora da buttar
via!»
Sicché
adagiò il piede su quei gradini, passo dopo passo…
…lasciando che il buio più fitto lo inghiottisse,
e
l’eco della città si facesse sempre più
lontano. La
pioggia inondava quell’enorme vano fluendo dal bordo,
assomigliava ad una cascata circolare. Più nessuna luce
splendeva nel fondo, ogni struttura sembrava ripiegata su se stessa, a
conservare gelosamente i suoi segreti, se mai ne avesse avuti quando
«O-Oh?» Takehiro si arrestò per un
attimo, con la
mano sulla ringhiera «…mi è sembrato di
sentire
qualcosa…
…C’E’ QUALCUNO?!»
gridò…
…ma
nessuno rispose, se non l’intensificarsi della pioggia. Il
biglietto era spiegazzato e bagnato…ma quel panettiere lo
aprì un’ennesima volta, estraendolo dalla sua
tasca
«…il nome di Kaori…e questo misterioso
appuntamento
non possono essere una coincidenza. No, non può essere!...
“finalmente,
dopo tanto attendere, anche il tuo momento è giunto”,
cosa avrà voluto dire…?»
Il suo cuore era
eccitato, e impaurito allo stesso tempo. Non poteva notare, preso in
questo modo nei suoi peniseri, quell’ombra dalla folta
capigliatura che si stagliava sulla parete…ma che ben presto
si
dileguò «E’ inutile
esitare…» ammise
Takehiro deglutendo «…mio figlio Takato ha
oltrepassato la
paura qui e in molti altri luoghi! Io non posso essere da
meno…
…e poi confesso…non ero mai sceso fino in
fondo…
…benché abbia osservato questo deposito da
lontano…più di mille volte in questi dieci anni.
Cosa mi
ha impedito di addentrarmi qui…? Forse il mio orgoglio di
padre.
Cosa me lo permette ora? Forse…
…forse il mio amore…di padre. Che sia
dunque…» aggiunse infine in un mormorio grave e
profondo…
La scala aveva retto…
…non aveva ceduto nonostante le sue critiche condizioni.
Ormai
Takehiro contemplava il fondo di quel pozzo dagli ultimi gradini,
sporgendosi per cercare qualcosa che stesse lì ad attendere
lui.
Il buio
era fitto, c’erano solo vecchi oggetti abbandonati. E
rifiuti…tanti rifiuti. Alcuni di essi persino galleggiavano
nelle pozze che si erano formate, in un’ambigua, goliardica
danza. Quel padre si sporgeva di più e cercava di delineare
qualcosa dall’oscurità, non arrendendosi di fronte
a
quelle tenebre che smentivano ogni presenza umana, o almeno vivente
“Sul fondo di questo pozzo dieci anni fa…mio
figlio
conobbe il Digimon che lo fece tanto felice. E adesso…?...
…loro si sono separati, si sono persi di vista e Takato ha
sofferto tanto, fino a…scomporre completamente il suo stesso
fisico in quelli che sarebbero stati i suoi anni migliori! Che senso ha
avuto, mi chiedo a questo punto: non sarebbe stato forse meglio che in
fondo a questa voragine non si fosse mai verificato alcun fenomeno
paranormale, così che saremmo vissuti tutti
più…tranquilli, sereni si presume. Come gente
normale,
mio figlio magari sarebbe diventato un panettiere, come
me…senza
grilli per la testa e sentimenti calpestati. E io non avrei tradito mia
moglie…
…perché impazzivo all’idea che lui
avesse vissuto
un’avventura emozionante e io fossi rimasto confinato in
casa!
Quel Digimon si era preso Takato, cambiandolo in modo irreversibile!
Non mi restava più neanche la consolazione di un
figlio…che seguisse le mie orme, così da rendermi
orgoglioso: Guilmon…lo ha trasformato prima in un eroe e poi
in
un depresso, per finire in un ribelle! Si è rubato il meglio
di
lui e se n’è andato senza lasciare
traccia…
…quel
Digimon ci ha traditi, e nessuno sa quanto mi sia costato seguitare a
fabbricare il suo dolcetto al panificio, per non far sì che
Takato ci restasse male. Forse se niente fosse
iniziato…saremmo
stati tutti meglio! Una vita banale, noiosa, senza
emozioni…ma a
che servono mi chiedo allora, le emozioni e le avventure se ti
emarginano dal mondo, relegandoti in un pozzo…più
fondo
di quello in cui mi trovo adesso? Realizzo solo ora, guardando dal
punto in cui mio figlio vide per la prima volta il suo Digimon:
è stato un errore venire qui…”
distogliendo
amaramente lo sguardo da quel biglietto che accartocciò
“Sarei dovuto rimanere a casa, per salvare il salvabile di
ciò che resta del rapporto con mia moglie, come si incolla
un
oggetto rotto, o si rammenda uno straccio strappato: le ho fatto
già abbastanza male, e purtroppo non si può far
tornare
indietro il tempo…
…come Guilmon non può riapparire in questo
luogo…io non posso correggere i miei errori. Né
riportare
in vita i morti.” abbandonando il biglietto nella pozza di
rifiuti galleggianti, con i quali il cartoccio bianco presto fece
amicizia. Takehiro si rivolse dunque alla scala “Spero che
regga
anche nel ripensamento, circa il mio viaggio inutile.”
Ma fu quando mise mano sulla ringhiera che «Oh?»
Un circuito di
luci di cui non aveva calcolato l’esistenza si accese
gradualmente: lanterna dopo lanterna, svelavano quei nastri e
striscioni colorati che pendevano da ogni lato «Che
cos’è tutto questo?!»
sobbalzò l’uomo
scostandosi il cappuccio nonostante piovesse ancora
«Festoni…? Al buio mi erano sembrati
nient’altro che
vecchi brandelli, mi chiedevo…a quando risalisse la loro
presenza in questo luogo!» sicché si
allontanò da
quella scaletta metallica…e fece sguazzare i suoi stivali da
pioggia sul terreno bagnato e brulicante di rifiuti…
…sfilando
tra i palloncini e i pupazzi che in un attimo avevano ravvivato,
assieme alle lanterne colorate, un luogo così buio e
solitario,
e che erano accomunati tra loro e con i festoni per l’unico
tema
che celebravano: una parola non faceva che ritornare
incessante…
…Papà…
«Ahhh!» Takehiro trasaliva…mentre
un’ombra si
delineava presso la scaletta, discendendo con eleganza
nell’alternarsi degli aloni colorati…
Le mani
dell’uomo sfioravano i peluche, alcuni dei quali emettevano
una
musica dall’eco infantile, come quelle per fare addormentare
i
bambini «Sono tutti Digimon!» realizzò
l’uomo
guardando meglio i pupazzi e i palloncini «…tutto
questo
è…assurdo!»
“Auguri
papà”…”Ti voglio bene papà”…”Benvenuto papà”
erano fra le esclamazioni più serrate di quelle scritte
colorate
«Chi è l’uomo a cui si stanno
riferendo…?!»
«Esplora dentro il tuo cuore…sei sicuro di non
conoscere
la risposta?» chiese una voce da ragazzino. Takehiro si volse
lentamente…
«Ah!!!» e il suo fiato si
spezzò…quando lo
vide ai piedi della scaletta (canzone: Muse
- Unintended)
Egli copriva il
suo sguardo con la falda di un cappello alla moda, dal quale spuntava
una folta frangetta corvina.
«E tu…
…chi sei…?» fu il sussurro quasi
stremato di quel
padre. Sicché egli si distaccò con leggiadra
scioltezza
dalla ringhiera…
…ed avanzò tra i rifiuti e le pozzanghere con i
suoi
stivaletti neri dalle borchie metalliche.
Takehiro col sospiro mozzato cercava di decifrare quella figura che si
stagliava di fronte a lui, e a cui talvolta il volo dei palloncini
tendeva a sovrapporsi come le nuvole oscurano il sole o la luna. Ma
quella notte la luna era coperta da una coltre di nuvole…e
la
pioggia cadeva su quel cappello per poi grondare dalla falda, e fluire
lungo i suoi capelli più notturni del cielo. Eppure
così
somigliante, ed era questo che Takehiro percepì dal primo
istante, a dispetto dell’eccentrico look
«Vieni!...avvicinati, non voglio farti del male.»
«…questa voce…
…non può
essere…»…«…la
riconosci…? Questa era la voce…del tuo passato,
prima che
gli anni vi adagiassero il velo della crescita. Questa era la voce di
tuo figlio…
…e tua prima di lui. Quella notte…dieci anni fa,
un
bambino rivolse al suo Digimon e in questo luogo le medesime
parole…»
Takehiro spalancava gli occhi, ed il ragazzino si avvicinava
«Uhmuhm! O almeno…io credo che gli abbia potuto
solo
dire…
“avvicinati…non aver paura”
poiché io avrei
fatto lo stesso. Ma a quanto pare qualcuno ha voluto che fossi al suo
posto…questa notte. A ritrovare qualcuno che mi è
altrettanto caro…»
Le sue candide
dita allusero a quegli striscioni ovunque, in quella festa soffusa e di
pastello come il passato…metallica e piovosa come il
presente,
colorata e al contempo oscura come un sogno. In pochi istanti la
dimensione in cui si trovavano era divenuta indefinibile…ed
una
clessidra aveva arrestato il suo scorrere, lasciando loro due sospesi
«Ma allora…!» fece l’uomo
aiutato dalle
scritte colorate «Tu sei…»
Tese la sua mano
tremante…e a metà strada le mani pallide del
bambino la
raggiunsero, conducendola spontaneamente al suo cappello…
…affinché con un solo tocco gentile e indotto,
cadesse
nell’acqua e si mettesse a galleggiare tra i
rifiuti…
Un solo respiro,
dall’incerto ritorno, per le emozioni di tutta una vita.
Quegli
occhi lo guardavano «Ti prego…se mi vuoi bene
anche dai
soli primi istanti…evita di chiamarmi con quel nome: io
assomiglio a Takato…
…ma non
sono lui.» mormorò ma pieno di
intensità
«A-Ahhh!» e la mano di Takehiro scivolò
al volto
candido e bagnato.
Bagnato come quei
tanti giocattoli e palloncini dei Digimon, che coloravano la prima dopo
tante notti per quel luogo ormai abbandonato…
Il leggendario e
indubbiamente vivo Journeymon, il Digimon a tre teste nato dalla
mutazione di fascio teletrasportante, ritirò il suo laser e
balzò nella notte di Digiworld, facendosi sempre
più
lontano.
Là vi era
un ragazzo dalla bandana rossa a coprire i chiari capelli, che
mormorava «Addio…campo digitale indefinito.
Hideki…
…resisti,
noi ti trarremo in salvo!...» sembrava promettere a se stesso
quando «Takato!
Ptsss!»…«Dimmi,
Cindermon?» la ragazza dal ciuffo rosso bisbigliava al suo
orecchio «Senti, ma tu che la conosci: il fatto di aver
chiesto
la sua amicizia…lei, come l’ha persa? Ci si
è
offesa??»…«Eh…?
No…ma come avrebbe
potuto?»…«Che ne sooo, non mi ha mica
dato una
risposta, da quando le ho parlato è ancor più
muta di
prima!» Takato allora le sfiorò il braccio
«…abbi pazienza: conosco Jeri. Sono sicuro che in
fondo ha
apprezzato il tuo gesto.»…«Ah! Lo spero
bene!»
fece la ragazza, per poi stiracchiarsi…
…e
tornare da Diamon «E così papà non ti
ha accennato
niente…né del nemico né di cosa
è accaduto
realmente ai tempi della
battaglia.»…«No,
Cindermon!» alzava le spalle la ragazza dal volto di diamanti
«Figurati che non mi ha detto neanche
dov’è andato
adesso! Si è limitato a comunicare al computerino di Yamaki
dicendo che sta bene e che…ci
precede!»…«Ma
se mi hai detto che è andato dietro a
Guardianmon…non
c’è la possibilità che si faccia
catturare anche
lui?!»…«Io non lo
sooo!»…«Ooopsss, acc, scusa! Lo so, ho
afferrato il
concetto: “questa poche ore che l’hai ritrovata
già
rompe”, ahimé lo ammetto, sono fatta
così!»…«M-Ma cosa dici,
Cindermon…?» ci tenne a smentire la sorella, ma
Cindermon
le pose le mani sulle spalle «No, ascolta una cosa piuttosto:
mi
dispiace…
…A
MORTE…di essermene andata così, per come sono
finite le
cose fra noi l’ultima volta.» e la fissava
intensamente con
quegli occhi azzurri penetranti, negli occhi verdi dell’altra
che
si sciolsero in dolcezza «Sorellina…a me basta
l’averti ritrovata…!» con una carezza, e
l’altra precisò «A me FA FELICE, ma non
mi basta:
non me la sento di non fare niente per ripagarvi, vi ho lasciato in
mezzo a un mucchio di problemi, e me la sono svignata sulla
terra.»…«Pensi che sia poco
l’aver riunito la
squadra di domatori che ci aiuterà a salvare il
regno?»…«La squadra…si
è rinuita da
sola, evidentemente era destino! Era legata da un vincolo molto
profondo: io non ho fatto davvero niente…»
sminuì
Cindermon aggiungendo «…niente…eccetto
la sorella
DISASTROSA e la figlia che…nemmeno ne parliamo! Mi dispiace
di
avervi fatto soffrire così, scusa, sono pentita.»
Le due sorelle si strinsero
«Ma che diciii…! Ecco, guarda che hai combinato,
mi ero
appena rifatta il trucco!»…«Tu non te lo
rifare,
tanto piangi ogni due secondi, ti conviene quello cromatico o tanti
saluti!»…«Mmmm,
spiritosa!»…«Ora
sul serio: perdonami Diamon. Cercherò di riscattarmi in
qualche
modo con te e papà: da quando sono con questa gente ho
imparato…l’importanza di tante cose che prima
neanche
lontanamente osolavo.»
Diamon
appoggiò dolcemente il capo sulla mano con cui Cindermon le
stringeva la spalla (fine-canzone)
Il gruppo stava
procedendo attraverso la landa del settore degli orologi, di ritorno al
Grand'hotel. Dopo il dialogo avvenuto presso la spiaggia del campo
indefinito, la mente di Jeri era ancor più affollata dai
suoi
pensieri, ed i suoi occhi sembravano alla ricerca di quella stessa
notte che le oscurava il viso “Mi ha chiesto di essere sua
amica…
…possibile che sia stata sincera con me?! Fin dai nostri
primi
contatti c’è stato attrito fra noi!
Però, Takato mi
esorta ad avere più fiducia negli altri…
…che devo
fare…?” si chiedeva sfiorandosi la fronte
“Non so
se…credere a Cindermon, e cercare di costituire un buon
legame
con lei. Però…non riesco a liberarmi dal pensiero
che lei
è sempre e costantemente così vicina a Takato,
ora che
è il suo Digimon! E’ più forte di me,
lui
sembra…appoggiarsi così tanto a lei…
…delle volte mi fa paura il loro rapporto, temo che lo possa
portare portare lontano da me! Proprio ora che ho scoperto di avere
bisogno di lui…come dell’aria per
respirare.” e lo
vedeva di spalle, camminare avanti a lei “Non riesco a
smettere
di pensarlo…
…è come se…soltanto ora, che mi sono
liberata
dalle catene che per tanti anni mi hanno imbrigliato il cuore, mi
accorgessi che i miei sentimenti…non hanno più
controllo,
e dirompesse in me tutto il travolgente bisogno che ho di lui!
E’
possibile…rendersi conto di vivere grazie…
…a tutto
ciò che compone una persona? Vivere dei suoi occhi, dei suoi
capelli, del suo profumo! Del…suono della sua
voce…!!...
…più ci penso più tutto questo
è…meraviglioso, e terrorizzante allo stesso
tempo! Quanto
può crescere, un sentimento del genere…?
Avverto…che sfugge ai miei comandi…ed io non ci
sono
abituata.” chiudendo la sua mano di cui stava fissando il
palmo
“E se fosse questo…il grande amore di cui
tutti parlano nelle fiabe? E se stesse scivolando dentro me…
…senza
che io possa arrestarne il flusso? Riuscirei a
sopravvivere…ad
una simile realtà, che finora ho sempre e solo cercato di
sfuggire?!” «Oh?» ma la sua attenzione fu
catturata
da un dialogo poco distante, in cui Snowhitemon riferiva
«Hanno
approfittato di un momento in cui eravamo tutti distratti. Hanno
lasciato soltanto poche parole: “Non preoccupatevi per noi. Ce la
caveremo, e in bocca al lupo per la battaglia! –Stillymon e i
suoi amici-“»
LadyWizardmon si arrestò di colpo: i suoi occhi verdi come
gemme
nella notte fissavano atterriti il minotauro bianco
«…e
adesso dove saranno
andati…?»…«…non ne
ho idea LadyWizardmon.»…«…qui
è
pericoloso…e se si infilano dentro a qualche tranello?!! Qui
la
responsabilità è mia!!! I genitori è a
ME che li
hanno affidati!»…«Questo di certo
è escluso a
priori: siamo tutti responsabili! E faremo il possibile per
ritrovarli.» garantì Snowhitemon, e
l’insegnante
«Io…io non posso crederci: perché VA
BENE il
fatto…di essere incuriositi dalle meccaniche della
battaglia!» scandiva incisivamente
«Però! Stillymon
e gli altri non si sono mai spinti fino a un punto del genere! Un
po’ disobbedienti d’accordo, però
così non lo
hanno mai fatto, addirittura lasciare un bigliettooo!»
finì per mugolare, e concluse «Io sono
sicura…che
hanno visto qualcosa che li ha spaventati, altrimenti te lo assicuro:
non si sarebbero comportati così! Non mi avrebbero fatta
stare
preoccupata in questo modo!» al che Snowhitemon si volse
lievemente verso Jeri la quale scostò il capo di scatto,
fissando avanti a sé
“Orphanmon…Orphanmon e gli
altri…
…se ne sono andati!...
…mi hanno
abbandonata…” ed i suoi occhi si riempivano di
incertezza
e di pena.
Presso la cima
della montagna, all’interno del castello fatato
«Digignomi,
ora seguite i miei movimenti!» esortava la creatura luminosa
dal
manto argenteo «Io ho paura, Regina!» confessava
svolazzando uno dei più piccoli fra i Digignomi, ma lei
replicò «Non devi! Non vi è nulla di
difficile,
dobbiamo semplicemente regalargli…ciò che
portiamo dentro
di noi…
…i nostri
sogni e sentimenti: si fonderanno con i suoi e ciò che ne
risulterà sarà…un
meraviglioso…mosaico!» tessendo un sorriso
emozionato
«In realtà, anche se siete piccoli…io
penso che
ognuno di voi racchiuda segreti in un angolo remoto del proprio cuore,
non è così? Bene…dobbiamo soltanto
donarli a
Guilmon, affinché essi costituiscano la superficie del suo
nuovo
corpo…! Lui si risveglierà come un essere
umano…il
cui aspetto sarà come un vetro! E la sua funzione
sarà…riflettere i sogni di centinaia, e centinaia
di
creature!! Fino a che tutte non si sentiranno più unite:
congiunte…in un unico Digimon, proprio come lui desidera
unire i
popoli attraverso i testi delle canzoni rap! Sapete…? Mi ha
confessato di amare tanto quel genere musicale, perché non
ci
impegnamo affinché una volta riaperti gli occhi possa
conseguire
ciò che per lungo tempo ha considerato
irraggiungibile…?...pur non smettendo…di
coltivare quel
fiore in un giardino nascosto anche a se stesso. Guilmon non merita di
nascondersi…» affermò la regina
afferrando
delicatamente la zampa artigliata con la sua ala luminosa
«…ha un cuore tanto grande da poter ricevere il
mondo
intero in regalo!! Noi…aiutiamo la vita a offrirgli questo
dono,
volete?»…«Sìììììì!»
volarono da ogni parte, tracciando cerchi e volute dinanzi ai suoi
occhi addormentati (canzone: Claudio
Baglioni - In un'altra vita)
I Digignomi,
volenterosi seppur piccoli, iniziarono a sollevare quelle boccette di
polvere magica, e ad intingervi la punta dell’ala per poi
lasciarla piovere sul suo corpo «Io ti offro uno sguardo
vispo e
allegro, con cui tu possa guardare il sole!» diceva con la
sua
vocina un piccolo folletto «E perché tu possa far
sorridere i tuoi amici, ti regalo una voce simpatica, che riporta il
buonumore!»
Guilmon sembrava accennare un sorriso nel sonno.
Un altro gli
carezzava il capo con l’ala impregnata di magia «Io
dei
capelli morbidi, perché tu senta la carezza del
vento!»
«…una manciata di polvere per affinare il tuo
fiuto,
così da assaporare in primavera, il profumo degli alberi
fioriti!»
“Amici…” pensava Guilmon nel suo sonno
mentre quella
polvere luccicante sfumava ogni suo contorno “Il
mondo…con
le sue mille meraviglie…”
«Io,
perché tu nelle sere d’autunno in cui piove possa
correre
veloce a casa, ti regalo un passo…svelto e scattante! Un
corpo
agile: se vorrai potrai andare in palestra!»
“Grazie…vi sono tanto grato.”
E nel suo limbo
onirico rivedeva i volti di Takato…Jeri, Kazu, Kenta e gli
altri
quando erano bambini. E allora davvero le stagioni esplodevano in
mirabili caleidoscopii di colori, e c’erano piogge da
sfuggire in
autunno, e istanti in primavera in cui chiudere gli occhi e riprendere
fiato…
«…io
credo tu lo possieda già, però per
precauzione…ecco! Un po’ di polvere che ti doni un
carattere solare! E preservi la tua voglia di giocare sempre, anche
quando sarai grande!»
“Sì, giocare…
…quanto tempo che non gioco e mi diverto.”
Fu allora
che si fece avanti la Regina, e regalò un sorriso ai piccoli
«…bravi…avete fatto un lavoro
meraviglioso.»
I
Digignomi ne erano felici. Poi lei guardò là dove
la
polvere stava compiendo il suo incanto, e disse «Io ti
dono…» intingendo l’ala e sollevando una
luce
intensa come il sole ma pacata come un caldo camino
«…un
cuore che possa battere, e aprirsi all’amore. Aprirsi sempre
al
futuro. Accogliere i giorni che verranno con ogni volto, e soffio di
vita. Perché nel tempo siano mille, le foglie degli autunni
dei
ricordi che conserverai dentro di te: tracceranno un cammino che
sarà solo tuo…
…chi disse che eri solo un file, matematicamente
riproducibile?
Tu sei unico…
…la tua vita è un miracolo prezioso: un cuore
splendente
porterà unione e felicità. E’
tuo…»
“Sì, ora lo sento…
…questo sono io! Giocoso e amichevole…il mio
sogno
è unire gli amici, condurre l’allegria!
E’ lo scopo
di un Digimon…
…ed anche il sogno di chi ha piedi e
mani…anziché
zampe! Mi sento rilassato…
…è come se la mia vita dopo un lungo vagare
finalmente
raggiungesse una culla in cui adagiarsi, l’abbraccio di una
madre…dal quale sempre…è possibile
rinascere.
Anche quando qualcosa va male…si riparte da lì. E
non si
smette mai di camminare…
…vero Takato? Amico mio, ti vedo così
nitido…anche
se sono passati tanti anni…
…tanti…anni…”
E i Digignomi erano a bocca aperta…
…nel vedere che dove c’era un draghetto,
già non vi
era più altro che un involucro vitreo e scintillante, sulla
cui
superficie si specchiarono immagini «Guardate…!
Sono i
suoi ricordi?» chiese un Digignomo, e la Regina
spiegò
«Sì: ora grazie alla magia che ha rimosso le
barriere, ci
è possibile vederli. Osservate…stanno componendo
ciò che lui diverrà.»
«Ohhh…» le creaturine si fecero
più vicine.
La Regina supervisionava con un materno sorriso.
Era un
mirabile prodigio: su quella sagoma di vetro e magia comparivano
immagini di ragazzi e di sorrisi. Di lampi e di battaglie. Un corpo che
assomigliava ad uno straordinario televisore, che riproduceva una serie
antica di dieci anni, intrecciando le scene più intense fra
le
sue sfumature e iridescenze.
E
benché spesso trafitto dalla luce della magia…il
cielo
finiva sempre per tornare azzurro. I ragazzi per mano…
…gli amici scivolavano in un abbraccio, come lui e il
piccolo
Takato in primo piano sullo strato magico, a giocare e a farsi le
feste, come chi è destinato a restare insieme sempre. Ed il
volto che la Regina carezzava più non aveva
l’aspetto di
un muso animale: composto di vetro, ma delicati lineamenti accoglievano
lo scorrere dell’ala, immobili in un sonno che può
ricordare a volte quello della morte, o quello prima della
vita…
…quel ragazzo che si accomodava la bandana rossa
costeggiò una finestra del Grand’hotel e qualcosa
rapì la sua attenzione, bloccando i suoi movimenti. Si fece
più vicino…e fu allora che Kazu passò
di lì
«Guardromon, guarda che non puoi bere troppo, ti fa
male!»…«Ma sono troppo felice
perché Rika e
Ryo si sposano, e MarineAngemon è
incinta!»…«Quello anch’io, e
non appena
possibile festeggerò: ma ora non possiamo lasciarci andare
ai
bagodri, dobbiamo combattere ancora!...che cosa stai guardando,
Takato?» chiese accostandosi all’amico, il quale
disse
«…osserva quel monte in lontananza, Kazu: non ti
sembra di
scorgere una luce?»…«Uh? Sì,
certo…non
c’è dubbio, non sono una, sono…tante
che…»…«…sì,
che
compongono…un unico bagliore. Ignoro di cosa si
tratti…» descriveva Takato con occhi assorti
«…però è affascinante, non
trovi?»
Kazu
accennò a poco a poco un dolce sorriso
«…sì,
specialmente in un momento come questo…in cui il destino
è sospeso, non sappiamo cosa accadrà e
se…ci
è consentito festeggiare, come prima dicevo a
Guardromon.»
grattandosi il capo e aggiungendo «Però ricordo
che Diamon
una volta mi ha detto che a Digiworld porta fortuna quando si scorge
una luce di cui si ignora la
provenienza.»…«Io
spero…» e l’amico lo prese per le spalle
«Lo
so…» battendogli con la mano in modo amichevole, e
piegando il capo «Posso
immaginare.»…«Certo
Kazu, chi mi conosce meglio di
te?»…«Credimi, quando
me l’hai detto avrei avuto voglia di…piangere e
prendere a
calci tutto. Ma no, che dico? Mento…non avevo più
voglia
di fare nulla. E’ sempre così quando una stella
muore: e
il piccolo caro Guilmon…era una stella, la stella della
nostra
infanzia e dei nostri anni felici. Takato…tu avrai sempre
noi
con cui dividerti il suo ricordo: personalmente io non mi
scorderò mai di quei…due occhi come lampi che
spuntarono
dal buio del nascondiglio. E tu sta
attento…perché
potresti rivederli, quando meno te li aspetti.» Takato
accennò un sorriso grato «…grazie,
amico
mio…» riservandosi un po’ di dubbio su
quelle parole
che Kazu aveva pronunciato d’istinto, e tornando a volgersi
verso
la finestra «Io non so dove dovrò
guardare…per
scorgere quel lampo: ma per adesso mi accontento di pensare che ogni
volta che vedo una stella…
…una luce di cui…ignoro la provenienza…
…non sia
un’illusione ma ci sia lui laggiù. Che mi sorride.
E mi
ricorda di andare avanti, sempre
avanti.»…«…sei un grande
domatore.» gli
disse Kazu con la mano sulla spalla, aggiungendo «Che ha
attraversato il tempo e la
pioggia.»…«Chissà
qual è il “tesoro”…che mi
spetta oltre lo
strato di pioggia, forse soltanto una luce…
…il
tenue bagliore di una stella, nella notte. Ma io mi
accontento…
…sono cresciuto nel…panificio di famiglia: non
sono
abituato a chiedere tanto…»
«Coraggio, Digignomi…ormai è fatta.
L’incanto
è compiuto, ora non ci resta che aspettare. Accompagnatelo
nella
sua stanza…ed aiutatelo a mettersi a letto: domani per lui
sarà come se la vita cominciasse di nuovo. Una seconda
possibilità.»…«Sì,
mia Regina!»
Costei mormorò «…andiamo!...
…so che
hai tanto sonno, ma prova ad alzarti, Guilmon: i miei Digignomi ti
faranno strada.»
I piccoli
folletti luminosi condussero un lenzuolo con cui avvolgere quel corpo
pervaso dai riflessi magici, che ora
«Ohhh…» faceva
lo sforzo di alzarsi…
«Uhmuhmuhm!» la creatura più grande si
lasciava
sfuggire un sorriso di speranza.
Con passo lento e un
pizzico assonnato, circondato da un alone di Digignomi premurosi, egli
attraversò i corridoi del castello e costeggiò le
finestre, avvolto fino al capo da quel lenzuolo bianco.
La sua
sagoma…non spiccava per un’imponente altezza,
forse questo
a causa della naturale rielaborazione delle sue dimensioni digitali non
immense. E in quel momento sembrava così fragile, mormorava
«Aiutatemi…» e tendeva il braccio, che
una
moltitudine di folletti non tardava a sostenere.
Ben presto
arrivò nella sua stanza…e i Digignomi gli
rimboccarono le
coperte. Sembrava aver bisogno di così tanto
riposo…era
ancora impossibile distinguere i lineamenti o l’espressione
del
suo volto, su cui la magia doveva attecchire. Ma si intravedeva una
distensione serena, ora che era finalmente a letto. Si
rigirò
mugolando appena, e scivolò in un sonno profondo.
La Regina poco
dopo scrutò dallo spiraglio, e dolcemente chiuse la porta
per
poi accostarsi alla finestra. Fidati Digignomi la circondarono, e lei
spiegò «Ora non ci resta che pregare per il suo
futuro:
noi abbiamo soltanto posto l’argilla…alla vita
starà plasmarla. Oh?...siete molto stanchi. Andate a letto.
Vi
ringrazio per avermi aiutato…»
Nei loro voli concentrici si dispersero fra i corridoi.
E
lei restò alla finestra a sognare il futuro di quella
creatura…il castello era ancora avvolto da un’aura
magica,
che rende più serena la notte.
Gli
occhi della Regina rivolti al globo terrestre
«…per la
pace sulla terra. Ed il riscatto del nostro
mondo…» per
poi sollevarsi il suo cappuccio argentato e allontanarsi.
Takato era ancora alla finestra, e scrutava il suo Digivice con la
foglia dorata quando «Oh?» si sentì
abbracciare da
dietro: era Cindermon, che gli si accostò e si mise a
contemplare con lui la luce. Per entrambi non vi fu bisogno di parole,
la ragazza digitale lo incoraggiò con la sua stretta, e
rivolta
all’orizzonte fece «Ciao, Guilmon!
Uhmuhm!»
Il ragazzo le fu grato, e mormorò «Ciao,
Guilmon…
…buonanotte amico mio. Che le stelle cullino il tuo
sonno.» per poi rivolgersi a Cindermon «Andiamo a
dormire?»…«Ah-Ahhhhhhhh….credo
sia
ora!»…«Scusa, hai visto Jeri per
caso?»
Per
poi volgersi un ultima volta…sempre piuttosto assorto, verso
quella finestra e l’alone in lontananza…
La creatura dormiente avvolta nel lenzuolo bianco rifletteva ancora,
nel vetro del suo viso, un ragazzino umano e un Digimon che si
promettevano eterna amicizia…per poi scivolare in un
sorridente
abbraccio che scioglieva ogni amarezza della vita (fine-canzone)
Presso quella
stanza distrutta, dalle tende bruciate e le lenzuola strappate, si
appostò qualcuno che indossava delle graziose pantofoline a
forma di Gabumon, celebre mostro digitale. Mille bigodini colorati
acconciavano per la notte i suoi riccioli castani, quando
«Ehm
ehm…!!» schiarendosi la voce sembrò
rivolgersi a
quel trasportino per gatti più imponente del normale e
collocato
tra le macerie «E’ a voi che parlo,
miei…arditi e
coraggiosi Scratchmon e Guardianmon!! O-Oooo…Defendermon,
come
cavolo ti chiami ora!»
La gatta
si svegliò di scatto, e il ragazzino di colpo assunse
espressione d’allarme, stringendo più forte il
piccolo
draghetto Midramon.
«Ci
tenevo soltanto a farvi presente…» descrisse
Violetta,
scandendo incisiva «…che ormai, la vostra rinomata
e
proverbiale buona sorte si è…completamente
esaurita! Puf!
Siete in trappola: quindi credetemi quando vi dico che fareste
più saggia scelta e miglior figura ad arrendervi piuttosto
cheee…magaaari tentarne una delle vostre nella speranza vana
di
fuggire! Uhmuhm, non vi conviene…tanto il vostro destino
è ormai segnato, quindi seee…volete che tutto si
concluda
in modo quantomeno rapido e indolore come io stessa sarei intenzionata
a procedere è altamente consigliato evitare alzate di testa
che
potrebbero ehm come dire!...spostare drasticamente l’ago
della
bilancia in una posizione critica. Spero che…le orecchiette
siano state lavate la mattina, sia per…GATTI che
per…Digimon dalle VELLEITA’ di sembrare esseri
umani!»
Scratchmon
impaurita scivolò nell’abbraccio di Defendermon,
che la
strinse più che poteva serrando lui stesso gli occhi.
«Anzitutto
un annuncio per te cara Scratchmon: ti informo che è FALLITO
il
tuo alquanto audace piano di rivelare le tue indiscusse
abilità
ORATORIE per raggirare MIA FIGLIA! Lei non ti crede! E’
convinta
che tu sia solo un gatto e tale dovrà rimanere nella sua
testa
il concetto di te anche quando…
…anche quando poverina dovrà ricordarti solo in
foto: ma
per quel giorno ti prometto che io farò del mio meglio per
far
sì che in famiglia resti sempre viva la memoria
dei…sigh!
Dei…giorni felici trascorsi in tua compagnia!…
…accidenti dove ho messo un fazzoletto? Sempre la stessa
storia,
quando ne ho bisogno…n-non lo trovo! Comunque, stavo
dicend-SFNNNNNNN, fa niente, mi soffio con la camicia da notte tante
è lo stesso! Insomma!...
…uhmuhmuhmmm! State comodi lì? Vi ho trovato una
buona
sistemazione?? Ghghghghgh!»
Scratchmon esclamò d’improvviso «CHE
COSA VUOI DA
NOI?!» ma Defendermon le tappò la bocca
«Shhh!...zitta, per carità!»
In effetti
messe a confronto le voci di Violetta e di Scratchmon mostravano
più di una nota in comune. Tuttavia la prima fra loro
sogghignò «Uhm, uhmuhmuhm non so francamente tu
chi ti
creda di essere per alzare così tanto le penne o nel tuo
caso…il pelo…
…i-il fatto che tu tenga in custodia un prezioso cuore
digitale
perché si dà il caso che tu lo abbia ingoiato non
ti
autorizza ad atti di insubordinazione come questo! E il
fatto…» attorcigliandosi i boccoli attorno al dito
«…che le nostre voci suonino simili non ti
autorizza ad
avere crisi di identità: io…sono io, mentre di te
non
credo sia necessario specificare ancora il ruolo dato
il…posto
in cui ti trovi. Tuttavia cerchiamo di essere chiari e di ripetere per
i più tardi di comprendonio: sei la gatta…di
famiglia…compianta, ihhhh, ihihihihihiiii!»
Defendermon la
strinse come la cosa più cara…mentre udiva
Violetta
declamare «Ma non sei la sooola, che tra poco
compirà
l’emozionante atto di puuuf! Abbandonare questo
mondo,
c’è anche quel…romantico eroe
innamorato che ora
sono sicura! Ti sta riempiendo di baci e coccole: ti posso lasciare
solo lui dato che se ti ammollo ai miei figli tu te ne riscappi!!
Comunque…la differenza starà nel fatto che mentre
tu
avrai un altare, servizi commemorativi su Youtube, libri fotografici e
biografie cara Scratchmon il tuo amichetto non sarà pianto
proprio da nessuno-nessuno tsz-tsz-tsz! Se ne
andrà…
…nell’anonimato, nessuno si ricorderà
di portargli
un fiore visto che ha combinato solo che guai in giro…! E ha
fatto soffrire fino al…torcersi delle viscere quei poooveri
ragazzi umani!» ma Scratchmon esclamò
«Non parlare
così di lui!!» e Defendermon si sovrappose in uno
scatto
rabbioso «Ora finiscila!!»
«Ghghghgh!»
«Tu
lo sai bene come sono andate le cose!! Non modificare gli
eventi!!» gridava il ragazzino «Tutto
ciò che
ho fatto…
…E’ STATO PER COLPA TUA!!»
«Oh?!» sobbalzò frivolamente Violetta.
«…PERCHE’ TU MI HAI ROVINATO LA VITA!!
MI HAI
PORTATO VIA…
…TUTTI GLI AFFETTI PIU’ CARI, TU SEI
UN’ASSASSINA
SCHIFOSA!!»
«Però…accidentalmente io ho sentito
dalle tue
labbra…
…GUARDIANMON…parole…
…ahhhhhhhhhhh, del tipo...
…ti
ameròòò…per sempre, e
starò sempre al tuo fianco! Sono forse sorda o
mitomane…?»
Il ragazzino
serrò i denti nella frustrazione, e così
dichiarò
«Non…era questo il lato di te che
amavo!!»
«Ah no…?»
«…no, questo è quello che ti ha
condotto
all’oblio e al caos!! Non l’avrei mai voluto,
invece il
lato che più amavo di te era…» ed i
suoi occhi
incrociarono lo sguardo intenso e apprensivo di Scratchmon…
Ma
Violetta dichiarò «Tu la puoi mettere come
vuoi…caro il mio cavaliere dall’armatura
splendente! Ma
resta il fatto…» passeggiando per la stanza
«…che adesso ormai quella Violetta non esiste
più
se si fa eccezione per una certa sua alquanto ambigua
proiezione…felina! Ma fra poco cesserà di
esistere
persino quella: vita nuova!...
…sta per cominciare una nuova era, le sorti di Digiworld
stanno
per venir riscritte daccapo, del resto se si lasciano le redini guarda
tu dove si va a finire! Insomma datevi un occhiata attorno:
è un
disastro da brividi!! Tutto ha perso colore, come fate
aaa…desiderare di soggiornare in quello che altro non
è
che il REGNO della…della meschinità e
dell’egoismo!
Noi abbiamo ptsss!...
…la responsabilità delle…»
avvicinando le
labbra al trasportino e sussurrando «…nuove
generazioni di
bambini: si stanno traviando a poco a poco perché il nostro
mondo si è…spompato come un palloncino sgonfio,
spuuuufff…
...noi
siamo gli eroi di punta…non possiamo scrollarci da dosso
questo
compito delicato.» ma Scratchmon fece piombare i suoi artigli
sulla parete del trasportino («AH!!» Violetta
sobbalzò di colpo) «Che cosa ti vai inventando per
giustificare le tue azioni?!! Hai rinnegato la tua missione di
domatrice…molti anni fa!»…«E
invece ti
sbagli, mia dolce Scratchmon, perché io non
ho…mai smesso
di preoccuparmi per il vostro mondo, faccio solo ciò che
è giusto! E che voi, ahahahahah! Dalla vostra prospettiva
limitata di creature arrese al fato non potete minimamente comprendere!
Ma ti garantisco…eee…dillo questo al tuo
bellimbusto…ma tanto è lì che sente
tutto VERO
GUARDIANMOOON?!...
…io non
ho mai smesso di fare la Digimon Tamer…è il MIO
compito.» scostandosi i boccoli dalla fronte «E il
fatto
che la mia Digimon personale mi abbia tradito perché TROPPO
STUPIDA non mi preclude affatto la possibilità di seguitare
ad
adoperarmi affinché Digiworld abbia…sempre e
comunque
tutto ciò di cui ha bisogno per autoalimentarsi e
sopravvivere!»
«Certo,
come Ufomon e Gravemon!! Palestra, scuola, cibi altalmente
selezionati!!» sbraitò Scratchmon «Ed al
nostro
mondo non hai riservato sorte migliore di un menù perfetto,
che
dipinge lo stereotipo della mamma premurosa quando in realtà
si
tratta di un concentrato di…!!...
…perfezione preconfezionata, iniettata a dosi massicce, e
che al
supermercato vendono a un prezzo molto, molto alto!!!...
…la
VITA…» scandì con occhi infuocati di
furia
«…di milioni, miliardi di creature
innocenti!!!»
«Talvolta…è necessario compiere dei
sacrifici…per il sostentamento familiare: ricordatelo
Scratch-ops!...
…mi dimenticavo che sei sterilizzata. E questo ti rende
anche
tristemente ottusa…»
«…se c’è qualcuno che ha
sterilizzato i
sentimenti…
…QUELLA SEI SOLTANTO TU!! Per barattare la perfezione di un
mondo che coi suoi difetti ti faceva troppa paura non hai esitato a
gettar via la tua anima!! L’hai macchiata…
…col sangue dei crimini e il nero
dell’odio…»
Violetta in
camicia da notte candida si avvicinò al trasportino. Si
inginocchiò, e sfiorandolo mormorò piena di
dolcezza
nella voce «…ma nessuno vedrà il nero
di quelle
macchie una volta che il mio piano sarà compiuto:
solo…e
soltanto colori! Ihihihih! Tutto tornerà…
…come noi un tempo lo abbiamo amato!»
Defendermò specificò amaramente «Ma
coloro che se
ne sono andati…non torneranno più!»
Prima di
andarsene Violetta si volse «E chi può
testimoniarlo…se anche quelli che li ricordavano se ne
andranno
a loro volta? Uhmuhmuhmuhm…!» (canzone: Melanie
C - Melt) e li lasciò soli.
«E’ inutile…» piegò
il capo Scratchmon
«…ormai ha perso completamente il suo cuore.
Niente
può più far breccia fra i suoi sentimenti.
E’
finita per noi…»
Defendermon la
abbracciò lentamente, sussurrandole pur con voce impaurita
«…non dire così, non dirlo
mai…»
Midramon si avvicinava
a loro, affinché quell’abbraccio asciugasse le sue
lacrime
e placasse il suo tremore…
Intanto a Tokyo,
nel cantiere abbandonato «Non posso crederlo,
sei…venuto
da me?!» boccheggiava quell’uomo in giacca
impermeabile
«Perché ti stupisci…?
Avevo…tanto desiderio
di conoscerti…» sussurrava il ragazzino.
Palloncini
volteggiavano attorno a loro…Takehiro non cessava di
scorrere le
sue dita su quel viso pallido, e tra i neri capelli
«…hai
il suo stesso volto, sei…sei
ugua-»…«Tuo
figlio…
…sono tuo figlio!»…«FIGLIO
MIO!!...»
…di colpo
l’uomo l’aveva abbracciato…e il bambino
mormorava
«Papà…» con sguardo
sospeso…eppure una
forza incontrastabile richiamava le sue braccia, e le sue mani ad una
ad una si adagiarono sulla schiena di quell’uomo, sul cui
viso le
gocce di pioggia si mischiavano alle lacrime
«Quanto…!!...quanto ti ho pensato da quando ho
saputo
che…!!...
…io ti
giuro che non sapevo niente!! NIENTE!! Tua madre…era sparita
senza lasciar traccia, era fuggita da
me!»…«…ma ora tu sei
tornato.»…«Sì!!»…«Lei
stessa…gioisce da lassù: lo
vedi…?» Il
ragazzino indicò verso l’alto
«…là
dove i palloncini spariscono lei ci guarda e ci benedice.»
Takehiro gli
prese il viso…ed accennò un sorriso nella timida,
seppur
pulsante richiesta «Co…come ti chiami figlio
mio?»
«…il mio nome…
…è…
…Nakao…Harada,
papà…»…«Nakao…!»
Takehiro
spalancò gli occhi «Mia madre mi
raccontò che
questo era il nome che volevi dare a Takato, ma tua moglie scelse al
tuo posto. Glielo avevi confidato
tu…»…«S-Sì,
io…!...
…m-ma Kaori, lei è…!!» Nakao
enunciò
«…un terremoto malvagio…non si
è fatto lo
scrupolo di prendersi la mamma!»
L’uomo gemette sulla spalla del ragazzino «Ma ora
non
piangere papà, a me…basta averti ritrovato.
Credimi, non
ti sto mentendo.» svelava, con parole vellutate
«Tuo
fratello mi aveva detto che eri…che eri a Digiworld, in quel
mondo!»…«…sono
scappato…»
spiegò guardando il padre fisso negli occhi
«…nessuna di quelle bestie spietate mi avrebbe
trattenuto
ancora lì quando…il mio papà era ad
attendermi
sulla terra. Qui…
…in un
luogo pieno di storia che per i miei dieci anni di vita ha ospitato le
mie fantasie: mi sono sempre chiesto…perché a me
non
spettasse ciò che era toccato a lui!»
Ma a quel
punto gli occhi di Takehiro assunsero determinazione
«…ma
certo che ti spetta…» afferrandolo per gli
attillati abiti
neri «Ma certo che ti spetta, tutto ti spetta!! Fra voi due
non
vi è alcuna
differenza!!»…«P-Papà, non
dire sciocchezze, ti prego!»…«Ma non
sono
sciocchezze!...
…Nakao…» gli sfiorava la spalla, ora
che il
ragazzino si era girato di schiena «…Nakao, fammi
pronunciare il tuo
nome…»…«Mmm, ma non a voce
troppo alta, papà! Tu sei sposato, hai una
famiglia!»…«E-E questo che vuol
dire?!»
Nakao si volse lentamente…e si fece ammirare e sfiorare,
immobile e paziente, con sguardo quasi implacabile
«…ora
finalmente ti ho ritrovato, ti ho ritrovato in questo…luogo
di
miracoli: non solo mio figlio, no, anche a me è
toccato…u-un premio, finalmente!! Ma
sì…
…sei bellissimo, che capelli
meravigliosi…»…«…ti
ringrazio…» accennò il ragazzino
scrollandosi
elegantemente la pioggia tra i capelli. Takehiro affermò
deciso
«Ti porto a casa!» Il figlio lo fissò
«Questa
è una follia.»…«No, una
follia sarebbe far
finta che niente fosse stato! Io ti porto a casa, Mie
sarà…costretta ad accettare la tua
presenza!!»…«Ma…io non voglio
sconvolgere la
tua vita, credimi ora che ti ho conosciuto sono disposto…
…a
sparire…andarmene per
sempre.»…«Non
esiste!!» Takehiro lo afferrò per il braccio
«Nessun
essere che si incontra in questo luogo lo si lascia poi andare
così, senza che ti abbia donato…un po’
di
felicità. E tu figlio mio me la dai già soltanto
stando
in piedi, di fronte a me!! Abbi fiducia, lascia che mi occupi di ogni
cosa, ho…già in mente un piano
affinché tu possa
prendere posto in casa, ottenere tutto ciò che è
tuo, ti
spetta di diritto!! Non è molto…»
ammise con un
sorriso umile e mesto «…io non sono un uomo
importante,
non posso darti né soldi né
lussi…gestisco solo un
panificio di famiglia però…»
Ma Nakao per la
prima volta sorrise dolcemente «Non preoccuparti…
…io mi
accontento. Non sono abituato a chiedere
tanto!»…«Amore mio!» Takehiro
lo strinse di
nuovo e gli baciò i capelli «…sei mio
finalmente…non ti lascerò mai più
andare…
…mai più!!» esclamava quel panettiere
dal profondo
del suo cuore.
Ma nessuno
poteva decifrare i pensieri che si celavano dietro il metallico sguardo
di quel ragazzino dagli stivaletti neri, bersagliati da una pioggia
incessante (fine-canzone)
«Buonanotte, maestra!» dicevano alcuni fra i
piccoli alunni
nei corridoi del Grand’hotel, e l’insegnante
digitale dai
capelli grigi, con il suo ampio cappello tra le mani, faceva cenno
«Su su andate svelti a dormire, che domani i ragazzi devono
svegliarsi presto.»
Quella fretta
sembrava mossa da un certo bisogno di rimanere in disparte, infatti
quando si chiuse alle spalle la porta della sua camera, vi
appoggiò la schiena e respirò profondo,
rivolgendo
presumibilmente il suo pensiero ai cuccioli che aveva perso di vista.
Del resto anche
i compagnetti in corridoio non avevano smesso di pensarvi
«Speriamo che ritrovino presto Orphanmon e gli
altri!»…«A letto amici: la maestra ha
già
tante preoccupazioni!» sicché si avviarono a suon
di
saltelli, ma dalle scale giunse di corsa Jeri chiamando
«LadyWizardmon!» I cuccioli si arrestarono
«E’
già andata a letto!»…«Era
molto
stanca…non è che le puoi parlare
domani?»...«Io…veramente…»
replicò insicura la ragazza…ma poi
abbassò lo
sguardo e lasciò andare le piccole creature.
«Volevo
parlare di Orphanmon e gli altri…magari lei aveva idea di
dove
potessero essere…o cosa li avesse spinti a scomparire
così, senza preavviso.» mormorò la
ragazza, ed i
suoi passi lungo il corridoio erano mossi da una malinconica e delusa
andatura.
Snowhitemon
però era sulla soglia della sua stanza, attendeva nella
penombra
con la schiena appoggiata alla parete, e quando lei lo vide ebbe un
lieve sussulto «Oh! Sei sveglio…»
Il
minotauro non rispose, e lei si affrettò a chinare il capo
«Buonanotte…» procedendo avanti
però…arrestandosi un attimo prima di discendere
le scale
«Snowhitemon!...
…ascolta…tu hai trovato il biglietto di
Stillymon, non
è così…? Non è che per
caso…c’era scritto qualcosa di
particolare…?»
chiese la ragazza non senza una dose di difficoltà. Il
Digimon
ponderò con tono lento e indecifrabile
«”Particolare”…di che
tipo…?» al
che lei «Andiamo! Non far finta di non
capire…»
dichiarò lievemente spazientita, senza voltarsi
«Mi
riferisco…al motivo per cui sono spariti!
Insomma…se ne
sono andati senza dire niente, non si sono confidati nemmeno con la
loro maestra! Mi chiedo…perché
l’abbiano
fatto!»…«Già…»
incrociò
le braccia Snowhitemon, precisando
«…chissà
perché!» con un tono strano che la ragazza non
poté
evitare di notare, e questo destò in lei una reazione di
fastidio che la portò a puntare gli occhi contro il Digimon
«Che cosa vorresti insinuare con quel
tono…?!»…«E tu…?
Che cosa ci tieni a
farmi credere? Che non immagini cosa può aver spaventato
quei
bambini?!!»…«Ahh!...
…ed hai
il coraggio di parlarmi in questo modo…? Proprio
tu?!»
muovendo passi verso di lui «Oggi mentre stavo combattendo mi
sono chiesta cosa ti avesse spinto a portarli proprio
lì…in un luogo così
pericoloso…»…«Vuoi sapere che
cosa mi ha
spinto?!!» ribatté il bianco minotauro
«Tu te
n’eri andata con Beelzemon, digievolvendo Royalmon senza dire
niente a nessuno e quando il nemico era già sconfitto! Si
vedeva, era palese che cercavi un pretesto per…sprigionare i
tuoi poteri senza un vero e proprio criterio, ed avevi lasciato quei
poveri bambini soli e
indifesi!!»…«C’eri tu
lì, avresti potuto
proteggerli!!»…«Lo sai
benissimo che non ho la forza sufficiente per combattere al pari degli
altri Digimon! E poi comunque se avessi dovuto badare a
loro…non
avrei potuto far niente per proteggere te, per proteggere voi due
dall’assurdo…!!...vortice di pericolo in cui ti
eri messa
in testa di trascinare il mio amico
Beelzemon!»…«Beelzemon è il
mio Digimon, ti
ricordo che io prendo le decisioni in base a ciò che lo
riguarda!!»…«Uhm,
già!» gli occhi verdi
della creatura nella penombra si fecero sottili e taglienti
«…dopo l’occasione mancata di avere il
sottoscritto
al tuo fianco non ti resta che lui per esercitare le tue…
…pretese di
autorità…»…«Non
credo a ciò che
sento…
…ma certo! Adesso,
improvvisamente tutto mi è chiaro! E’ ovvio, mi
chiedo
come ho fatto a essere talmente stupida da non averlo capito
prima!!»
Snowhitemon non si scompose,
e attese di vederla girarsi «…tu l’hai
fatto
apposta, volutamente…li hai condotti lì,
perché
sapevi che sarebbero rimasti impressionati dal mio aspetto!! Sai che la
mia biodigievoluzione a differenza delle altre è inquietante
e
minacciosa, e tu hai voluto che loro avessero paura, per distruggere
l’opinione che si erano fatti di me, e l’affetto
che ci
legava!! E tutto questo…» avanzando verso di lui
«…perché sei geloso…
…perché ti dà fastidio,
perché non puoi
sopportare che io ora sia innamorata di Takato e non possa
contrattaccare i tuoi annosi sentimenti!! Dillo che è
così,
ammettilo…»…«…che
cosa
dovrei ammettere?» provocò lui, e Jeri
«…che
sei un vigliacco Snowhitemon, ecco cosa sei…
…ed io
che ti credevo un amico…» aggrappandosi a lui con
le sue
unghie «Tu volevi solo vendicarti, e hai aspettato
l’occasione propizia!!»…«Ora
finiscila!!
Quante altre stupidaggini vuoi eruttare, eh?!! Possibile che non ti
rendi conto di ciò che dici, quando parli?! Scarichi sugli
altri
la colpa di quella che invece altro non è che la conseguenza
delle TUE azioni! E delle TUE
scelte!»…«Tu mi fai
schifo…anziché sostenermi in questo momento che
sai
essere difficile e doloroso per me preferisci incolparmi, e scaricarmi
la tua frustrazione! Mi domando come nella tua testa potessi solo
arrivare a pensare che avrei potuto amare uno come te, un Digimon!! Per
altro uno che non è neanche capace di combattere al fianco
degli
altri, uno che si è sempre rifiutato di scendere nella
mischia,
da quando lo conosco!! Cosa credevi…che questo tuo
“nuovo
e maestoso” aspetto mi avrebbe stregata?! Se è
così
lasciati dire che non sei nient’altro che uno stupido, le tue
corna e il tuo diadema luminoso non bastano a renderti diverso da
quello che sei e sei sempre stato: un moscerino!!...
…cresciuto come un burocrate frustrato, e senza
ambizioni!!» ma lui la afferrò per il braccio
«Interessante!! E quando ti sei accorta di avere questa
così alta opinione di
me?»…«A-Ahhh, lasciami,
toglimi le mani di dosso o mi metto a gridare, te lo
assicuro!!»…«Così arriva il
tuo fidanzato a
trarti in salvo dal Digimon malvagio?» spingendola via
«Ahhh!»…«Risparmiatelo! Questa
scena
l’ho vista già sfruttata fin troppe volte tanto
per
coprire e dare una chiave interpretativa VITTIMISTA a quella che non
è altro che la condotta di una bugiarda, una che prende in
giro
tutto e tutti, la racconta-frottole del quartiere! E…Takato
prima o poi se ne accorgerà, puoi starne certa!»
Jeri lo
fulminò con lo sguardo «…vuoi dirglielo
tu…?
Mi spiace, ma arrivi troppo tardi…io e Takato non abbiamo
più segreti, lui sa tutto di me! E se speri di prenderti la
soddisfazione di vederci divisi faresti meglio a metterti
l’anima
in pace, perché devi sapere che lui mi ama!! Mi ama da
sempre, e
non riuscirebbe mai a smettere, è più forte di
lui!
E’ un sentimento…maturato con gli anni: e tu, mio
caro,
dovresti sapere bene…
…di cosa
sto parlando…» facendosi vicina con aria ed
ostentando
aria sicura e sfrontata. Snowhitemon però fissava con
amarezza
quello sguardo sottile e ammaliante «…povera Jeri:
mi fai
pena, lo sai?»…«Ihmf!!» parole
che le
suscitarono rabbia maggiore «Come sei calata in
basso…e
pensare che eri una domatrice di valore…
…e una
bambina con una sensibilità: che
spreco…l’aver
gettato ciò che di prezioso si possedeva in cambio di un
carattere egoista e di meschine
ambizioni!»…«…quello che
pensi tu non mi
interessa, un vigliacco che si serve di un gruppo di piccoli Digimon
soltanto per mettere un freno alla sua dirompente depressione per un
amore non contraccambiato è quanto di
più…pfff,
squallido si possa pretendere persino da un Digimon! Tieniti i tuoi
desideri!» girandogli le spalle, ma lui precisò
«Non
me ne sono rimasti…!!...
…da
quando ho visto di che pasta REALMENTE è fatta la nuova Jeri
Katou…
…lo
sai…? Mi sono sempre chiesto se tu avessi mai fatto mente
locale
su…chi fosse…il vero destinatario di
quei…
…BISCOTTI…che tu avevi preparato e confezionato
con tanto
amore…nella tua…da tempo e tempo fertile
immaginazione…!!»
Jeri
pulsò di rabbia, ma si volse con aria fiera e indifferente,
e di
nuovo avanzò verso quella creatura alata e più
alta di
lei, benché fosse una ragazza di statura elevata
«La mia
vita personale non è mai stata di tuo interesse
né mai lo
sarà…»…«…no…come
vuoi:
però tieni bene a mente che mi sta molto a cuore la vita sia
di
Takato, che di Beelzemon, che di tutti gli altri. Sono miei amici. Loro
ce l’hanno fatta a restare moralmente considerabili! Per
cui…sappi signorina…» si fece avanti
lui
«…che non esiterò un
attimo…qualora si
trattasse di proteggere i loro destini da un ORRORE come quello di cui
hai dato sfoggio quest’oggi e con cui hai messo in fuga un
gruppo
intero di piccoli
Digimon!»…«M-Maledetto, io
ti---disprezzo!!!» gridò lei aggrappandosi al
Digimon, ma
questi la tenne a freno senza difficoltà «Su, su,
datti
una calmata!!...mi rifiuto di fare certe scene qua in
mezzo!»…«Cosa ti credi, tanto
più
dignitoso?!! Ma non farmi ridere! E comunque puoi lasciare andare le
tue alate fantasie, perché qualsiasi cosa tu possa dire o
fare
non riuscirai a influenzare Takato, lui è diverso da quei
bambini e non vede altro che me!! Mi ama, ed io…lo tengo in
pugno!! Io e lui ci sposeremo, e staremo insieme per sempre, tu non
potrai fare niente per impedirlo! Per cui rientra nel buio da cui sei
emerso…e puoi anche risparmiarti di presentarti in
battaglia,
tanto non servi a niente! Non so come mi sia mai saltato in testa di
desiderare un Digimon del tuo basso livello, io sono una grande
domatrice e punto soltanto a una creatura che possa concedermi tutta la
potenza che mi spetta!! Io e Takato diventeremo due Digimon Tamer
celebri e di gran prestigio, mi dispiace che tu non sia incluso nel
gioco soltanto perché hai deciso di limitare volutamente le
tue
capacità!! Non so che farmene di uno come te!» ma
lui la
fissò negli occhi e si piegò lentamente su di
lei, tanto
da «Ah!» farle quasi paura «Se con questo
ti
illudi…» scandì il Digimon
«…che mi
inginocchi ai tuoi piedi, prostrato dai sensi di colpa come farebbe
Beelzemon, o magari come Takato…uhm, ti sbagli di grosso! Io
non
ho problemi di coscienza, io non ti devo niente,
Jeri…»
sibilò suscitandole espressione attonita «...ero
entrato
di mia spontanea volontà nel D-Reaper per starti vicino,
c’ero io dieci anni fa lì con te a sostenerti e
condividere la tua pena, io!! Sei tu che mi devi tutto Jeri, non il
contrario! Mi devi il rischio che ho corso per non lasciarti sola, e
l’affetto che ti ho offerto!!...
…disinteressatamente, per essere ripagato dopo anni col tuo
disprezzo. Comunque se credi che abbia resistito tutto questo tempo per
esser poi demolito…pezzo per pezzo…dalla tua
lingua
biforcuta mi rincresce davvero darti una delusione: l’averti
confessato di essere innamorato non equivale…ad essere un
povero
stupido dipendente dall’opinione di
una…»
scrutandola dal basso verso l’alto
«…ragazzina
viziata e doppiogiochista! Sono un Digimon: ho una dignità
anch’io, conferitami dalla specie a cui appartengo: noi ci
leghiamo ad esseri umani di gran valore, che si distinguono grazie alle
loro qualità FINO ALL’ETA’
ADULTA…! Tu non
rispondi più a questi requisiti?...vorrà dire che
si
sposterà lo sguardo altrove, che problema
c’è? Se a
te non occorre l’amicizia di un Digimon…debole
come me
figurati a me quanto può interessare quella di
una…
…prostituta frustrata, visto che ha fallito anche in
quello!!»…«Ahhh, VATTENE!!»
(canzone: Anastacia
- You'll never be alone)
gridò la ragazza con tutta la sua rabbia, ma lui le aveva
già voltato le spalle, e stava rientrando nella sua stanza
«SPARISCI, HO DETTO!! VA VIAAA…!!!»
finendo per
afferrare il suo Digivice e scagliarlo, ma esso sbatté
contro la
porta che lui chiuse prima.
Snowhitemon
appoggiò ad essa la schiena e chiuse gli occhi in un respiro
profondo, nella buia stanza.
Jeri si
piegò a raccogliere il suo congegno, ma i singhiozzi la
scuotevano e sembravano voler arrivare a soffocarla, per quanto erano
impetuosi.
Nella memoria di
entrambi si facevano strada gli stessi ricordi, quell’incubo
rosso di cavi e grovigli che imprigionava la bambina dal vestito verde,
la quale lottava strenuamente…in quanto incoraggiata da un
Digimon piccolo come un fiocco di neve ma temerario come un leone. E
quanta paura, quando i tentacoli si stringevano ai loro corpi e
sembravano voler spezzare quell’abbraccio, separandoli per
sempre.
Adesso a
separarli vi era una porta bianca senza tentacoli, quella della stanza
di un albergo arredato con buongusto…quella delle
incomprensioni
di quando si cresce, che spinge a ritirare la mano che vorrebbe bussare
e chiedere scusa. Che esorta a lasciar cadere quella zampa, che si era
già adagiata sulla maniglia.
Che induce ad allontanarsi in lacrime lungo le scale…
…che induce ad incedere sui propri zoccoli presso la
finestra.
Che induce
a guardarsi indietro «…ma cosa ho
detto…?»
mormorò la ragazza con le lacrime agli occhi
«Che…
…cosa ho fatto?!!...
…Snowhitemon…
…Calumon…»
«Jeri…»
Anche a un
Digimon alto e imponente, dotato di un paio di grandi ali bianche, non
erano precluse le lacrime dai suoi grandi occhi verdi.
Jeri era sul
punto di risalire quei gradini ma…una forza più
lacerante
la bloccò «Ahhh, è
inutile…!!...ormai
è tutto inutile…»
Piegò il capo, e seguitò a discendere fino a
quando,
arrivata in fondo alla rampa, le sue mani scorsero fra i capelli fino
ad intrecciarsi sul capo «Oh no, non…!!...
…posso
andare avanti in questo modo, così…!!...rischio
di
impazzire…»
Non sapeva dove
guardare, chi cercare per placare quel respiro convulso e incontenibile.
Sui divani della
hall sedeva un Digimon che non riusciva a trovare una posizione quieta:
Beelzemon seguitava a passarsi le mani sul viso «Che cosa
abbiamo
fatto…? Non riesco…a togliermi il pensiero dalla
testa!
Jeri…
…a
che punto stiamo giungendo? Io…!...mi chiedo se faccio bene
a
restare qui al tuo fianco o se non dovrei sparire, andarmene per
sempre.»
Proprio in
quel momento stava giungendo Renamon, sui suoi passi soffici ed
eleganti, e mille pensieri a specchiarsi nello sguardo assorto.
Lì per
lì lui non se ne accorse, ed aggravò la sua
espressione
«Quando si dice che un Digimon appare nella tua vita per
portare
l’amicizia, ed essere uno strumento di pace…sembra
proprio
che nel mio caso…sia quasi tutto l’opposto! Non so
più quale sia il mio ruolo…» fissando i
palmi delle
sue mani artigliate, finché non percepì una
presenza
«Oh?!...
…Renamon…»
La volpe dorata
lo fissava senza dire niente…colta leggermente alla
sprovvista.
«E-Ero qui
per…» e lui «Ho saputo…di
Imagomon…quindi…»
Renamon
camminò, e disse pianissimo «…uscivo un
attimo per
prendere una boccata d’aria…ho
bisogno…di
riflettere…»…«Certo…
…posso capirti bene,
sai?»…«Oh?» La
Digimon restò sorpresa.
«Ascolta…» fece Beelzemon chinando il
capo
«…Imagomon se n’è andato: non
sarà…colpa nostra, per caso?» ma lei
scosse la
testa inesorabilmente «…semmai è colpa
mia…
…non farti carico di colpe che non ti appartengono,
Beelzemon…! Già conduci ogni giorno un
peso…schiacciante!»…«Puoi
dirlo forte.»
al che lei mosse un passo, e tese la zampa tremante «H-Hai
bisogno…di parlare, che resti qui con te?» ma poi
lo
sconforto la raggiunse «Ma forse no, dopo quello che hai
saputo
di me…preferisci restare da
solo.»…«Infatti
è meglio di no. Però…!!...non
è per quello
che mi hai detto! A-A me davvero, non dà fastidio solo che
ora
è bene non generare altri sospetti! Già Imagomon
si
è allontanato, io…non voglio che credano
ciò che
non è, non ci tengo a distruggere la tua famiglia!»
Seppur con dolore, Renamon abbassò lo sguardo «Ma
sì…forse hai ragione tu, è meglio
così.» sicché si allontanò
lentamente, dando
le spalle al divano. Mentre lui si ripiegò su di esso.
Però ad un tratto «Renamon!»
«Oh!» lei sussultò quando si
udì chiamare:
lungo il divano si arrampicò Impmon. Gli erano bastati pochi
secondi per regredire «H-Ho cambiato idea,
ascolta…ti
spiacerebbe restare con me? Come…ai vecchi
tempi…?...
…ho
bisogno di aiuto…» aveva le lacrime agli occhi.
Lei si
volse lentamente…
…dopodiché scattò in corsa per
abbracciarlo con
viva intensità, e scambiarsi la loro commozione (fine-canzone)
Alla fine Guardromon
aveva dato fondo al bicchiere, che ora scivolava dalla sua mano
meccanica se non fosse stato per Kazu che giunse a raccoglierlo
prontamente, impedendogli di frantumarsi a terra per poi rivolgere una
carezza al suo Digimon e lasciarlo sonnecchiare sul divano.
«Eccomi,
ragazzi…chiedo scusa per lui.» disse poi il
domatore dal
cappello scuro. Ma Henry gli sorrise e gli pose una mano sulla spalla,
per poi tornare più serio «Bene…credo
sia
finalmente arrivato il momento.» accennò con la
sua voce
pacata, ma su cui si radicava una ferma determinazione. Terriermon gli
dormiva sulla schiena con le orecchie annodate presso il torace del
domatore, come si legano le maniche di una felpa.
La sala da
pranzo era in subbuglio, e riportava le tracce di una bella mangiata ed
una sonora bevuta. Ma gli sguardi dei ragazzi presenti erano ravvivati
da una sospensione particolare. Rika si accostò ad Henry, ed
accennò «…Takato?» Il ragazzo
rispose
prontamente «Gli ho suggerito io di andare a dormire: sia lui
che
Cindermon mi sono sembrati molto stanchi.» La domatrice dai
boccoli rossi comprese e riferì «Renamon come si
può comprendere…è turbata dal pensiero
di suo
marito, non ho voluto aggravarla.»…«Hai
fatto
bene.» disse Henry, e Rea aggiunse con pacatezza
«Del
resto…bastiamo noi per fare il punto della situazione,
no…?» accavallando le gambe, in movimenti sciolti
anche a
quell’ora della sera. Kazu si informò
«Jeri e
Beelzemon…?» Suzie, seduta con Lopmon addormentata
sulle
ginocchia, rispose «Lui era in sala e lei l’ho
vista uscire
poco fa: dev’essere successo qualcosa fra loro,
un’altra
volta.»
Anche da parte
dei ragazzi era visibile lo sforzo per rimanere in ordine
nell’aspetto e svegli nei pensieri: Kenta
costeggiò il
divano su cui sonnecchiava sua moglie, accanto a Guardromon
«…Yuki…»…«Uhm?»…«…va
in camera. Uhm? E’ meglio…»
esortò
prendendole la mano ma lei «No no, sto tanto
comoda.» al
che Kenta si piegò sussurrandole all’orecchio
«Adesso ti devi riguardare
particolarmente.»…«Dico sul serio Kenta,
non sto
scherzando. Questo divano un altro po’ è
più
morbido del letto lassù. Voi continuate pure a parlare, io
sono
qui e dormicchio, ma tanto se dite qualcosa di importante mi desto
all’istante: spalanco l’occhio, mi viene di
istinto.»
Il ragazzo sorrise di quella caratteristica «…lo
so!» mentre Kazu prendeva posto su una delle sedie
lasciandosi
cadere col suo stile leggermente metropolitano
«Allora…
…da
quello che ho potuto capire c’è un esercito
pronto.»
Diamon accanto a lui gli rubò il cappello, e dopo avergli
dato
una guardata, lo adagiò lenamente sul suo stesso capo fino a
nascondere lo sguardo, assumendo un’aria più
misteriosa
«E’ così…
…io e
papà lo abbiamo composto in questi giorni che sono
trascorsi, in
attesa del grande momento.»
«Fatemi
capire…!» si fece avanti Rika
«Conosciamo chi ci
aiuterà ma ignoriamo il nemico che andremo a combattere! Chi
è che pilota quei due bambini Digimon, che cosa vuole
ottenere
realmente? Perché cercava i Cuori digitali sulla
terra?!»
Kazu aggiunse
«E la Sfera regale a Digiworld!» ed Henry
«Che
correlazione ha con il “Regno abbandonato”, e la
missione
di tanti anni fa?»
Infine, Mitsuo
Yamaki sbattendo un pugno sul tavolo «Perché ha
rapito
Defendermon?!» ma a quel punto Kenta venne avanti, con passo
eretto e distinto, e ponderò «Probabilmente per
acquisire
potere…lui nella sua forma più evoluta accoglie
un’immensa quantità di dati: è
probabile che il
nemico ambisca a metterci le mani…ma vi posso
garantire…che sono deciso a fermarlo, a qualsiasi costo, non
consentirò che si compia un’ingiustizia e
cioè che
sia inflitto del male a chi ha compiuto un nobile tentativo di
redenzione! Il cammino per rimediare ai propri errori non
può e
non dev’essere precluso a nessuno! Io vi chiedo
perdono…sono il primo che deve guardare a ciò che
ha
fatto, mi dispiace di aver condotto Hideki nel campo
indefinito…pensavo solo…a vendicarmi e mi
illudevo di
star preservando il nostro futuro.»…«Non
c’è bisogno che tu dica niente, Kenta.»
replicò Riley aggiungendo «Siamo i primi ad essere
coscienti di ciò che il nostro Digimon è stato
capace di
fare…l’abbiamo condotto a Digiworld mentendovi,
consapevoli del rischio» stentando ad arginare
l’apprensione che bussava imperiosa allo sguardo, ma Kenta le
sfiorò il braccio con un sorriso rassicurante
«Riley…io sono il primo ad essersi reso conto che
invece…qualcuno che fino a un istante prima può
essere
sembrato malvagio, in realtà può rivelare valore
e
coraggio. Non voglio rinunciare a queste convinzioni per quanto mi
riguarda…tra poco sarò
padre…»
Yuki
destò il suo occhio…ma poi sorrise e
tornò a
ronfare.
Diamon
sfiorò il braccio di Kazu «Che cos’hai
amore mio, ti
senti male…? Improvvisamente sei diventato più
pallido.»…«No, è
che…» rispose
lui «…stavo iniziando a…prendere
coscienza della
situazione: insomma, io sono il sovrano che è stato
designato
dalla Sfera regale e forse comincia a essere il momento di scendere in
campo per il futuro di Digiworld, ma
sinceramente…»
cercando con gli occhi qua e là «…vi
confesso che
non so come fare, mi sento smarrito: la mia unica fonte di energia
è…» rivolgendo uno sguardo al suo
Digimon tozzo e
ferraglioso che si rigirava sul divano come un bimbo
«Guardromon…» pronunciò il
domatore con un
sorriso «…però non posso spingere su di
lui:
è una creatura vivente, e mi aiuta già ogni
giorno. Forse
dovrei avere…delle idee, vi aspettereste che proponessi una
strategia!» ma una voce si intromise «No no no no!
Cos’è questa storia? Un attimo!» Kazu
alzò lo
sguardo «Ryo…!» e il domatore
leggendario ci tenne a
precisare «Guarda che se esiste un sovrano per le leggi di
Digiworld ciò non vuol dire che qui, fra noi, qualcuno abbia
maggiori responsabilità: e questo non per disconoscere la
tua
autorità, vecchio mio…» Kazu
afferrò e
sorrise, abbassando lo sguardo con lieve timidezza
«…tu
chiami me “vecchio”?» ma Diamon fece
«Ha
ragione il tuo compagno! Guarda che adesso non hai il tuo cappello
sotto cui nascondere lo sguardo, te l’ho rubato io: sei
costretto
a fissarci negli occhi.»…«E ad
ascoltarci!»
completò Ryo aggiungendo «Devi stare tranquillo,
perché ti affiancheremo in ogni tappa del tuo compito: io
è anche per questo che sono tornato presto! Ed è
per tale
motivo che mi sono già occupato di tutto per quanto attiene
alla
confluenza dei raggi di teletrasporto, se permettete vorrei
illustrarvi!»
Vi fu sorpresa,
specialmente da Rika «Come…?...hai già
pensato a
tutto?»…«Rika, io sono mancato durante
una battaglia
importante, desidero dare il mio apporto! E poi…»
abbassando il tono «…hai sentito che hanno
raccontato Kazu
e Kenta? Sembra che con Defendermon ci fosse uno dei figli di
Cyberdramon. E’ il mio Digimon…e so che momento
sta
passando, non posso assolutamente prolungare questa angoscia.»
Il ragazzo
ci teneva a dimostrare serietà a partecipazione maggiori, e
questo Rika lo percepiva. Per cui Ryo si volse e spiegò, con
l’ausilio degli inseparabili cellulare e auricolari
«E’ proprio per questo che ho insistito per tornare
qui:
grazie alla connessione dell’hotel siamo a cavallo,
è
stato possibile accedere direttamente ai dati di Journeymon, il Digimon
che Snowhitemon ha creato dal fascio grazie al suo potere! Prima
dell’alba ci verrà a prendere proprio qui e grazie
alle
modifiche che ho apportato la sua energia non condurrà
più al campo indefinito bensì…
…presso il palazzo reale di Digiworld!»
«Bene!!» esclamò Mitsuo con grinta,
aggiungendo
«Così salveremo Defendermon, lo sottrarremo dalle
grinfie
di quei folli! Riley…» ponendo la mano
su quella
della moglie «…prepariamoci perché
molto presto
potremmo essere chiamati al nostro atto da Digimon Tamer.»
La donna
respirava profondamente, cercando di evocare la concentrazione
necessaria per quel momento, quando Suzie parlò
«Ragazzi,
parliamoci chiaro: il nemico che andremo ad affrontare è
quella
donna che sulla terra si fingeva un’innocua
babysitter?»…«E’ inaudito
pensare a ciò
che è arrivata a fare!» espresse Rea, ed Henry
elaborò «Violetta Yusaki…io
l’ho conosciuta
da vicino, la moglie di Sandmon! E si fingeva amica di Aki,
cioè
di Muskmon, quando in realtà era la sua domatrice! Ancora mi
riesce…quasi impossibile credere che è stata lei
la
responsabile…» Kenta chinò il capo,
completando
«…della morte di Guilmon…» e
sedendo sul
bordo del divano, descrivendo «…certo che
è
incredibile: la gente gioca con certe cose…come le vite
persino.» smarrendo i suoi occhi malinconici nella sala
«…e non si rende conto di quanti ricordi, e di
quanta
gente, si finisce per bruciare spietatamente…
…tuttavia
benché ripensi con malinconia a quel giorno al parco di
tanti
anni fa, con il carrello del supermercato, non sono io quello che sa
che significa davvero piangere per Guilmon. Quello è Takato:
solamente lui…» (canzone: H
& Claire - You're a love song)
Eppure il
ragazzo ignorava che c’era qualcuno in quel momento che
muoveva
passi tristi, simili a un tributo, lungo la landa con gli ingranaggi
fino a giungere presso a un cumulo di macerie, residuo
all’ultimo
incendio del settore degli orologi. Fu lì che Jeri si
piegò, conducendo rispetto misto ad affetto nei suoi occhi
intrisi di commozione…
…e le sue
mani svelarono dei fiori di carta, che la ragazza lasciò
cadere,
abbandonandoli nei pressi del cumulo come fosse una tomba. Per poi
alzare lo sguardo al cielo stellato «Guilmon…!...
…Takato
ha deciso che non dovrai avere una sepoltura. Lui vuole
rivederti…in ogni angolo dello scenario, ma
io…!...
…sentivo
che avevo bisogno di un luogo come questo. Così come sentivo
che
nonostante tutto…avevo il desiderio di portarti questi
fiori.
Fiori fatti da me, intessuti con la carta come si insegna ai bambini a
scuola! Per adagiarli a terra, come faccio quando vado a
trovare…mia madre, al cimitero.»
La giovane
chinò il capo, e con la mano si aggrappò a
quell’ingranaggio caduto sulla sommità del cumulo,
simile
a un cappello sulle ventitré «Forse da
lassù ti
starai chiedendo…il perché della mia visita!
Forse ti
domanderai cosa ci faccio proprio io, Jeri, presso un
luogo…qualsiasi, che non è neanche la tua vera
tomba!
Perché non ti stia cercando…ovunque, come Takato
aveva
detto, e perché…sia arrivata solo ora. E non la
prima
notte, e nemmeno la seconda! O forse, più
semplicemente…
…ti
chiedi perché venga a disturbarti, proprio io. Ti
ricordi…di me? Ero quella bambina che hai
salvato…che era
in pericolo mortale!…al fianco del tuo…amato
domatore tu
la traesti fuori dall’incubo.» per poi sciogliersi
in un
sorriso di inondante tristezza, mista a tenerezza
«Ma…certo che ti ricordi di me!!! Eravamo amici!
E…
…quando
lo si è realmente il tempo non consuma il
legame!!»
gettando il suo viso in lacrime fra quei detriti
«…è…
…tanto
tempo…troppo che non parliamo. Ma io
ricordo…»
asciugandosi, inutilmente, gli occhi «…fin troppo
bene la
tua voce! Forse non mi riconosci, mi trovi cambiata…
…ebbene
ti confesso…caro…vecchio amico
digitale…che alle
volte stento anch’io a riconoscere me stessa!!...
…è
un’estranea quella che vedo riflessa nello specchio!
E’ la
mia peggior nemica!! Una ragazza che è capace di compiere le
azioni peggiori! E di ferire…gli amici…
…anche i
più cari, nel modo più crudele, anche quelli come
te!!...
…Guilmon io…
…se
sapessi, non so più cosa devo fare! E’ per questo
che
stanotte sono fuggita…» alzando debolmente lo
sguardo,
già segnato dal rosso alone delle lacrime
«…augurandomi che dal cielo…magari tu
potessi far
scendere la tua voce amica per consigliarmi! Si…
…si dice
che coloro che se ne vanno non ci abbandonano mai realmente, e anche se
non sono mai riuscita a sentire mia madre vicina in questi
anni…!...né Leomon…
…ho
pensato che…forse tu…tu che
eri…così buono
e spontaneo da eludere persino le leggi che governano vita e
morte…magari avresti avuto pietà di quella
bambina che
conoscevi! Di quella…vecchia amica, con cui…
…dividesti qualche momento divertente della
tua…breve…
…TRISTE…!...e ingiusta vita!!»
singhiozzando, di
quella che sembrava essere una pena struggente e infinita per il
destino per quella creatura «Tu non dovevi andartene in
questo
modo!! Noi tutti avevamo ancora bisogno…così
tanto di te,
da soli non riusciamo a fare niente!! Io almeno…!...
…sono un disastro…che cerca…di
rimettere insieme,
disperatamente, gli ingranaggi che la compongono! Ma non fa che
collezionare uno sbaglio dopo l’altro!! E a ogni errore non
fa
che ingrandire lo squarcio…che ha infranto lo specchio della
nostra infanzia felice! Se solo…
…tu
potessi credermi! Almeno tu, Guilmon! Tu che…gli hai voluto
tanto bene, se solo…potessi capire che…
…è vero…
…che io non mento, ti giuro che non mento quando ti dico
che…
…!!
CHE LO AMO!!...CHE LO AMO CON TUTTE LE MIE ENERGIE, E TUTTA
L’INTENSITA’ DEL MIO CUORE!!...
…amo il ragazzino che divenne il tuo domatore dieci anni fa,
e
che ora è diventato un ragazzo. Amo Takato…
…disperatamente, come non ho mai amato nessuno…!!
Perché io non ho mai amato, non è vero niente di
quello
che ho detto!! Non ci sono…
…né storie complesse né notti
travagliate nella
mia crescita, ma soltanto…tanta solitudine!
Perché ve ne
siete andati…? Se tu non sai rispondermi…per
favore,
chiedilo a qualcuno che è lì con te adesso!
Perché
ci avete lasciati soli…?» e le sue lacrime
luccicavano del
riflesso della luna «Guilmon, tu che mi hai salvato ora
dimmi…chi riuscirà a salvarmi da questa angoscia
che mi
stringe il cuore, e mi impedisce di amare nel modo…solo e
unico…da cui scaturisce felicità?! Chi mi
libererà
da questa…tremenda, e incontrollabile paura di perderlo, e
di
perdere ancora e ancora tutti coloro che amo?!!...
…io
sento che…non ho abbastanza forze! E perdo, continuo a
perdere
anche se lotto, tutti si allontanano!...
…come i Digimon, dieci anni fa…
…come la mamma, ancora prima…
…come Masahiko, e la donna che avevo imparato ad amare!...
…come Orphanmon…
…e
i suo amici…che si rivolgevano a me
chiamandomi...mamma…
…i
cicli della vita scorrono, le stagioni e l’età si
alternano…ma io continuo a perdere coloro che amo,
ma…!!...quando finirà tutta questa
sofferenza?!...Guilmon…
…dimmelo tu…» …e
lo ripensava nel
nascondiglio, al fianco di Takato, il giorno che l’aveva
conosciuto, abbracciato, appiccicandogli poi un adesivo sul
naso…mentre ora fiori di carta giacevano sul terreno
argenteo (fine-canzone)
Una sfera dalla
superficie lucida ma scura e tenebrosa al suo interno
fluttuò
fino a scivolare tra mani delicate e femminili, dal magico smalto nero
«Molto bene, la Sfera regale ha perso completamente la sua
luce…» meditò Violetta seduta nel suo
letto simile
a una morbida bomboniera che richiama il colore del suo nome
«Non
mi resta che tenerla lontana da quei ragazzi primo fra tutti quel
maledetto sovrano usurpatore, ma tanto fra poco il mio piano
sarà pronto!» i suoi occhi erano determinati
«Abbiamo dovuto rinunciare al Cuore digitale splendente di
Henry
Wong, un cuore animato da amore pulsante e dilaniato dai conflitti! Mi
ero premurata affinché Muskmon svolgesse egregiamente il suo
compito e lo tenesse lontano dai suoi amici e dalla sua famiglia!...un
cuore soffocato che lotta disperatamente per liberarsi genera un
quantitativo di luce davvero inesauribile!! Ma non mi resta altra
scelta…»
Due luci
fluttuarono ai suoi lati, e rivelarono una coppia di artefatti
luminosi: la maschera scintillante, e il diamante coronato da foglie.
Come lei stessa
descrisse «Perfeeettooo, ihihihihi! La Sfera regale si
illumina a
contatto con loro…»
Il display
dell’Ipad adagiato sulle coperte si attivò: ed
iniziò a visualizzare una quantità rapida e
mutevole di
codici «L’algoritmo di Digiworld sta cambiaaando!
L’energia è quasi al massimo, manca solo
l’ingrediente finale…un ultimo cuore è
sufficiente
per completare il mosaico!» fissando decisa a quel terzetto
di
artefatti «…e se non possiamo usare quello dello
sciocco
di cui Muskmon si era innamorata…!...
…non ne
rimane che un altro, un cuore che ho tenuto come asso nella manica per
una simile eventualità, e che le sofferenze della vita hanno
insistentemente provato affinché divenisse anche
più
lucente!!...» afferrando le lenzuola in un moto intenso e
sofferto «…e anche più
straziato…di quello
che è riuscito a sfuggirmi!»
Aggiustando i peluche
sparsi tra i cuscini, tutti raffiguranti Digimon celebri e noti,
descrisse «Il cuore custodito nel petto di
Scratchmon…apparteneva ad una personalità unica
ed
insostituibile nell’universo dei Digimon!!...»
La sua voce stridente
sembrava tradire una sofferenza per costui o costei, che si rifletteva
nei suoi occhi velati di brama di riscatto…
Scratchmon sembrava
riposare ma in realtà non chiudeva completamente il suo
occhio,
nel quale filtrava un raggio della luce tenue emanato dal fiore che si
delineava sul suo petto di pelo nero. Defendermon si abbandonava a
silenziose riflessioni, ed il piccolo Midramon riposava tra le sue
mani…
«…il suo frustrato e…calpestato
desiderio di pace e
serenità si trasformerà
nell’elemento-chiave, nel
quantitativo energetico in grado di ultimare l’operazione!
Grazie
a quel cuore finalmente la Torre
digitale
sorgerà una seconda volta, in tutto il suo
splendore!!»
declamò la donna sollevando il peluche di un Digimon in un
gesto
trionfale.
Ma non si
accorgeva che Cyclemon era giunto lì, e strisciando furtivo
presso l’entrata della stanza sgranò i suoi occhi
giallastri “Eccola…!...
…ed
il suo obiettivo è la Torre digitale, proprio come avevo
sospettato…!!”
«Una
volta che la vetta della Torre sfiorerà i
cieli…di sicuro
il Regno abbandonato non potrà resistere
all’attrazione
gravitazionale sprigionata: finalmente…quel regno inutile e
nefasto uscirà di scena onorando un nobile scopo!!»
“La
situazione precipita…” realizzò
tempestivamente
l’anziano Digimon nascosto “Devo fare in fretta,
ritrovare
Scratchmon e Guardianmon…e liberarli!!” scivolando
nel
buio…
«Uhmuhmuhm, pooovera piccola e nera Scratchmon,
ghghghgh…!» sogghignava Violetta ordinando con
assidua
precisione i peluche su quella bomboniera circondata da macerie
«Si dà proprio il caso che sia giunta la tua ora!
Ufomon,
Gravemon…questa notte assicuratevi di aver salutato la
vostra
adorata gattina perché…!...mmm!»
simulando un
broncio rattristato «…questa è
l’ultima notte
che passa a casa con noi…» per poi rifiorire in un
sorriso
«Uhmuhmuhmmm!» e buttarsi a pancia sotto, con i
gomiti sul
cuscino e lo sguardo sognante, in una posa adolescenziale e sbarazzina
«Ma è anche una notte magica…!
Sì: è
l’ultima notte della vostra
infanzia…perché una
volta acquisito Guardianmon diventerete grandi e inarrestabili!
E’ come quando cade il dentiiino…!»
raccogliendo un
peluche e giocherellandovi «Questa notte passa la dolce
fatina
dei Digimon…e dona a tutti un livello nuovo e scoppiettante!
Ihihihiii!» serrando i pugni in una briosa posa di vittoria
«Non sto più nella pelleee…!»
per poi
distribuire carezze qua e là «Dormite bene! Smack!
Piccoli
cari, mamma Violetta…ama singolarmente, smack!...ciascuno di
voi…Digimon!...
…e-e
farà sempre di tutto per voi, ci sarà
sempre-sempre, in
ogni momento…!» descriveva con tono fatato,
sussurrando
poi «…finiché ci sarà
lei…non avrete
da temere nulla: e il cielo di Digiworld sarà sempre azzurro
e
fatato! Dormite bene! Uhhhhhh…che sooonno…sono
tanto
stanca…! Mi si chiudono gli occhiii…»
sempre
più remoto il suo sussurro, fino a che non si
rannicchiò
sotto le coperte…e dopo un ultimo risolino
«Ihihihihi!» spense il suo Agumon luminoso che le
faceva da
lume.
Ma calato il
buio si stagliò la luce dei tre artefatti sospesi: la Sfera
regale e i due Cuori digitali. Avvolta dalle tenebre, la loro presenza
suonava inquietante, simile a una sentenza.
Jeri si era
trattenuta presso il cumulo di macerie, e rivolgendo al cielo uno
sguardo malinconico, non smetteva di narrare come se vi fosse realmente
qualcuno ad ascoltarla «Mi sarebbe piaciuto
essere…diversa!» accennando un lieve sorriso
introspettivo, e ondeggiando lievemente le gambe, seduta presso
l’ingranaggio crollato «Fin da piccola: da sempre,
fingevo
perché gli altri si facessero un’idea determinata
di me.
Io…» abbassando appena lo sguardo, e
giocherellando con un
fiore finto tra le sue mani «…sai Guilmon? Non
immagini
cosa darei per essere una persona autenticamente allegra, di quelle che
risvegliano il sorriso con la loro sola presenza. Mi piacerebbe che la
gente pensasse: guardate, arriva Jeri, lei porta una ventata di
buonumore! Forse era per questo…
…che
anche a scuola apparentemente ridevo, e scherzavo con i miei compagni
quando in realtà nascondevo dentro di me insicurezze e
sofferenze. Takato…lo scoprì a poco a poco, il
D-Reaper
gradualmente…demolì l’immagine della
bambina piena
di vita di cui si era innamorato, mostrandola in tutto il suo intricato
groviglio di paure…e…rimorsi!...
…mi
mancava…mia madre, e soffrivo perché non riuscivo
ad
essere abbastanza espansiva con la donna che papà aveva
sposato!
Anche se…sapevo che lo meritava! Da
allora…»
scendendo e passeggiando «…si insinuò
in me il
sospetto di essere una persona…malvagia, una ragazzina
fredda. E
non mi ha mai abbandonato…
…vedevo le altre ragazze, quelle come Suzie, mostrare sempre
un
sorriso autentico, benché soffrissero anche loro!
E…ne
restavo ferita: perché non riesco a fare altrettanto? Mi
chiedevo. E così mi sforzavo ma alla
fine…»
abbandonando le braccia in un gesto disilluso
«…chiunque
fosse stato in grado di leggere oltre i comportamenti apparenti avrebbe
visto addensarsi nuvole dinanzi al mio sorriso, come accade al sole, in
una giornata in cui si è deciso
che…pioverà!
Io…
…sono
arrivata qui percorrendo questo tipo di cammino, e ciò che
mi
accadeva nella vita di ogni giorno si ripropone adesso…con i
Digimon!! Se tu sapessi…
…quanto
in questi anni ho fantasticato su una forma digitale meravigliosa, che
avrei conseguito se…si fosse concretizzato il miracolo del
ritorno dei Digimon!» rievocò
nell’illuminarsi di un
sorriso palpitante di vita, che come sempre si faceva strada tra le
tenebre «Immaginavo, come chi è povera e sogna di
essere
una principessa…!...
…come chi immagina che una fata…buona e premurosa
la
rivesta di un manto prezioso, rendendola la più bella della
festa!...io sognavo…i Digimon correre incontro a me, tornare
ad
essere una domatrice, nella gioia collettiva di tutte le creature di
questo mondo che mi dicevano!!...che il mio cammino…si era
interrotto troppo presto…!» volgendosi tanto da
far volare
i suoi capelli, come una fanciulla che si prova un abito dinanzi allo
specchio «Sognavo…tutti i miei amici attorno a me,
tenerci
stretti per mano, un viaggio fantastico! Sognavo di essere coraggiosa,
e di riuscire a infischiarmene dell’ansia di mio padre in
quanto…ero con altri ragazzi…che conoscevo da una
vita, e
che altrettanto avevano lasciato genitori con l’animo
sospeso!
Allora vedevo il portale spalancarsi, noi che lasciavamo andare le
borse e gli altri oggetti di ogni giorno!! E ci tuffavamo
qui…a
Digiworld…» pronunciò il nome di quel
mondo col
tono profondo e sognante di chi ama profondamente un certo scenario,
tanto da respirare come stava facendo lei, ad occhi chiusi, come per
inglobare nei suoi polmoni quanta più si può di
quell’aria a lungo rimpianta «…sognavo
amori e
storie, che tornavano a restituirci l’infanzia
prematuramente…strappata dalle nostre braccia di ragazzini!!
Mi
vedevo…bella e piena di luce, esser rivestita
dalle…
…piume di
un angelo buono e composto di dati…innalzarmi in
volo…sotto gli occhi ammirati dei miei compagni.
Rinascere…come le protagoniste delle mie serie animate
preferite, e conseguire quel traguardo che avevo scrutato dal tetto
della mia casa!...la sera…che sedevo accanto a Leomon, non
riuscendo a dormire perché…la mattina dopo
saremmo
approdati qui per la prima volta. Le domande affollavano la mia testa,
non riuscivo a liberarmi da…!!...mille quesiti irrisolti su
questo mondo che!...» scivolando in un sorriso di tenerezza
«…persino al mio maestoso e caro Digimon erano
oscuri…avremmo dovuto scoprirli assieme…
…”avremmo dovuto”…ma niente
è andato
come doveva andare. Ed eccoci qua, adesso!!» con la voce
tradì un gemito di sofferenza
«Forse…»
accennò più piano, muovendo passi insicuri
«…ora dovrei essere felice: ho finalmente
raggiunto quello
che volevo, sono riuscita a biodigievolvere. Ho un
Digimon…lui…dice di essere contento e onorato di
essere
al mio fianco. Allora cos’è…eh?
Perché
continuo a sentire dentro di me…questo vuoto, questa paura,
questa sensazione distruttiva?!!...che non fa che spargere schegge di
conflitto fra me e i miei compagni! Io…
…non mi
riconosco in quella creatura, temo che si possa scorgere qualche lato
di me che…mi renderà di nuovo sola, e
dimostrerà
una volta per tutte ai miei amici e ai Digimon che io!...
…non sono
fatta per questo mondo: che io sono adatta solo per la
terra…a
fare le unghie alle altre ragazze!! A condurre una vita di stenti e di
difficoltà, ad assistere mio padre...
…fino a
che non sarà…sempre più immobilizzato,
fino a che
non morirà! E anche allora io dovrò dibattermi
fra mille
problemi…senza nessun adulto a cui chiedere un consiglio! E
nessun amico a cui poter telefonare…
…ma
non sarebbe stato forse più semplice se fossi stata un
Digimon
anziché un essere umano?! Se fossi nata…
…in
questo mondo, forse avrei potuto…spendere l’attesa
di anni
di difficoltà…aspettando quel domatore che fin
dall’inizio era scritto che avrebbe dato un senso alla mia
esistenza!! Se non fosse mai esistita quella bambina dal vestito
verde…se fosse stata solo un fantasma…
…ed
io una creatura composta di dati…» accennando un
sorriso
timido, come chi scarta un regalo che si preannuncia meraviglioso
«…avrei forse potuto…raccogliere la
vita di
Takato…proprio quando…era scivolata nella
solitudine. Mi
sarei potuta presentare a lui come…la sua guida, come colei
che
l’avrebbe aiutato a ritrovare la strada…
…allora…forse mi sarei sentita…p-per
la prima
volta nella mia vita utile a qualcosa! Sarei stata il suo Digimon! Io,
al posto di Cindermon!!!» piegandosi su se stessa, come se
provasse una stretta dolorosa «…in questo
modo…forse soltanto non avrei temuto così tanto
di
perderlo e avrei avuto la certezza di essere unita a lui da un legame
che niente…!!...e nessuno può spezzare! E invece
questo…corpo composto di carne non fa che bloccarmi,
limitarmi!!!» gridò in un moto di frustrazione
«…questo corpo…questo
volto…questa
natura…
…e questo
passato non fanno che accogliere dubbi e paura. A volte…temo
che
non riuscirò mai ad uscirne. Sai…caro amico
digitale…? Ti racconto una cosa…
…che finora non
ho mai svelato a nessuno: esisteva…una canzone…
…che avevo
scoperto ai tempi del nostro primo viaggio a Digiworld. Una canzone che
in pochi conoscono, non era famosa nel nostro paese, e che avevo
ascoltato…per caso…» sedendosi
lentamente a terra,
ed appoggiando con delicatezza il suo capo tra i detriti, senza
smettere di scrutare il cielo stellato con un velo di
curiosità
sugli occhi «…nel videoclip di questo brano, la
cantante…
…uhm,
è laboriosa e piena di premure! Non si arresta mai e ha
sempre
un nuovo progetto: cucina, fa giardinaggio, lava un automobile!
E’ così piena di vita, e vorrebbe condividere
questo con
gli altri ma…» nel lieve rabbuiarsi del suo volto
pallido
come la luna «…ogni volta che prende
un’iniziativa…c’è sempre
un'altra ragazza che
arriva e le sottrae la compagnia del giovane di cui si è
innamorata. Costei è più spigliata, balla con
disinvoltura…
…ed
il ragazzo che prima parlava con l’amica dalle mille
inventive
non può che lasciarsi trascinare dal suo impeto grintoso e
alla
fine…
…la protagonista rimane puntualmente sola…
…però…» pronunciò
quest’ultima
parola con una speciale sospensione, dalla quale sembrava nascere
un’alba di luce tenue e sempre più intensa
«…ad un tratto, quando aveva…perso
proprio
tutte…le sue speranze, fino all’ultima…
…ahah! Ecco che…tutti gli amici fanno ritorno da
lei!!
Sono in tanti, la circondano e…!!» balzando in
piedi,
tanta l’eccitazione nel descrivere quella scena
«…con il loro sguardo le fanno capire una cosa
importantissima! E cioè che…
…lei…così
com’è…con il suo
carattere, il suo aspetto, i suoi gusti, i suoi sogni!
E’…
…indispensabile…» stringendosi a se
«La
amano, le vogliono bene! La conoscono, sono un gruppo unito!! Allora
finalmente è felice…
…lei…smetterà di aver
paura.» descrisse con
gli occhi a brillarle anche in piena notte…
…ma
poi…le nubi…come le lacrime tornarono ad
affacciarsi
sull’espressione di Jeri, velando gradualmente il suo sorriso
così come gradualmente, timidamente era sbocciato…
…ma
senza lasciarvi un solo angolo di luce, e spingendola a voltarsi
lentamente verso il cumulo di rifiuti…scrutarlo con una coda
dell’occhio amareggiata e intrisa di dolore, per poi gridare
disperata «…A ME NON ACCADRA’ MAI
QUESTO!!!»
Così
gemette, e si lasciò cadere presso il cumulo di detriti,
nascondendo il suo volto.
Eppure un
Digivice decorato da una foglia aurea era avvolto dalle mani di un
ragazzo alla finestra, e con lo sguardo sempre rivolto a quella luce
dall’alone magico oltre i monti esprimeva
“Guilmon…ti prego, amico mio! Fa che Jeri possa
superare
le sue paure…e ambientarsi nel gruppo! Noi le vogliamo bene,
ed
io…la amo! Fa che possa smettere di
soffrire…poiché non ci sarebbe cosa che ora per
me
sarebbe più grata della sua felicità!!...per
curare il
vuoto che tu hai lasciato nel mio cuore. Tu sapevi quanto la amavo, lo
hai visto dal principio…
…e ora che
ancor meglio leggi nel mio cuore puoi comprendere che tengo a lei
più di allora, e che nulla mai potrà consumare
questo
sentimento…” e questo sembrava infondere nuova
speranza
nel suo animo, che si specchiava nei suoi occhi così come le
stelle di quella notte “Aiutala a star
meglio…aiutala a
non perdere il sorriso! Fa che possa accettare l’amicizia di
Cindermon! Desidererei…tanto che tutti coloro che amo
potessero
vivere in pace, come i miei genitori, come mio fratello!!”
Ma una sagoma alta dai
timidi occhi azzurri si intravide in controluce oltre la porta
«Ptsss…Takato?»…«Oh?»
Cindermon
bisbigliò «Ma non stavi
dormendo…?» al che il
giovane si volse e la guardò con dolcezza
«…ci ho
provato…ci sono riuscito solo per un po’, i
pensieri non
lasciano che mi addormenti.»…«A chi lo
dici…uaaaahhhhhhhhhh…a-ahhhh…!»
in un sonoro
sbadiglio. Takato si avvicinò «Pensi al tuo
regno…?
E a tuo padre che è andato a salvare Guardianmon?»
La
ragazza digitale abbassò lo sguardo, descrivendo a tono
profondo
«Nnnon…riesco a togliermi dalla testa tutto
ciò che
è successo, rigiro,
rigiro!»…«Ehi…!»
rise appena il ragazzo
«Guarda che non fa bene pensare così
tanto…!»
sfiorandole il braccio, e lei un po’ imbarazzata
«Ma
sì, lo sooo, solo che non posso farne a
meno…!»…«…è
vero: ti capisco,
anch’io avrei dovuto risparmiare le mie energie, magari
recuperando un po’ di sonno, Henry me lo aveva suggerito.
Però mi hanno sorpreso i pensieri su chi
ho…lasciato
sulla terra, e chi invece è qui attorno a me a Digiworld.
Ricordo che mi capitava anche la prima volta che ho messo piede nel
vostro
mondo…»…«…ahhh, io
non faccio
che ripensare…a mia madre, e tutto quello che mio padre non
mi
ha detto! Mi rivedo che lascio il regno e piombo laggiù da
voi
sulla terra, poi ecco che rivado a ciò che è
successo nel
frattempo. E la battaglia, la battaglia di tanti anni fa, non faccio
che ripensarci, e tutte le voci che ho sentito…! Quella
donna
che ha detto di conoscere mia
madre…»…«…ti
riferisci…a
Violetta, la donna che…
…?»
accennò Takato profondamente serio in volto. Cindermon si
strinse a sé come se avesse un brivido
«…che ha
causato la morte…del mio Digimon?» La ragazza
mostrò disagio, e lui «No, non devi sentirti in
colpa: io
ho accettato l’idea…
…ne
sono consapevole, se anche mi sforzassi non potrei evitare di pensarci.
Lei è la nostra nemica…probabilmente è
lei che
andremo ad affrontare, ma anche quando me la troverò di
fronte,
io…
…non potrò di certo permettermi di smarrire la
calma:
probabilmente lei tiene prigioniero mio fratello! Ne va della sua
vita…e di quella di ognuno di noi. Dovrò
comportarmi da
persona responsabile e non lasciarmi andare ai miei istinti di
vendetta…che credimi, ci sono, ma ho già
sperimentato…» respirando profondamente e
passeggiando per
la stanza «…a cosa, di terribile, possono portare:
Guilmon
digievolse Megidramon…quando Leomon
morì…a causa
della mia furia nei confronti di Beelzemon, che non perdonavo per aver
spezzato il cuore di Jeri. Ma io feci molto peggio…e la
costrinsi ad assistere alla mutazione di Guilmon in un essere che non
gli assomigliava per niente! O meglio…
…se
c’era qualcuno che poteva riconoscere in lui
l’amico di
sempre…questo ero io. Solamente io…»
Fece una
pausa, un altro respiro nel buio…mentre la Digimon non
staccava
i suoi occhi da lui neanche per un attimo.
«Per
questo richiedo il tuo aiuto, Cindermon…quando ci troveremo
faccia a faccia con Violetta. Io…non voglio fare come
allora!» al che lei accennò un sorriso
«Cos’hai?! Paura che mi trasformi in un Digimon
AGGHIACCIANTE e
MOSTRUOSO?!»…«Eh?!» si volse
lui un poco divertito, e lei si avvicinò «Se
già
sono tanto brutta e esasperante quando sono normale figurati in quello
stato, grrr!» facendogli un po’ di solletico
«Ahahah,
smettila dai! Che cosa dici?»
Volgendosi a guardarla, prendendole le mani e dichiarando «Ho
fiducia in te. Penso che insieme…potremo farcela!»
Quel
viso furbetto carezzato dal ciuffo rosso accennò un sorriso
«Che dici? Torniamo dagli altri?» Takato
annuì
convinto, e Cindermon «No perché ho lasciato a mia
sorella
piena disposizione delle cose, non vorrei che quella prendesse il
comando! Non sai, dopo tutto…il sangue non è
acqua…anche quando si tratta di dati.»
Così si allontanarono insieme.
Quando Jeri
rientrava nell’hotel, Renamon e Impmon stavano ancora
parlando su
quel divano. Le loro voci si intrecciavano nel silenzio della notte
«…capisco come puoi sentirti: benché
passi il
tempo…» sospirava la volpe dorata
«…resta
sempre una complessa sfida definire la biodigievoluzione.»
«Oh?» udita quella parola, la domatrice dai capelli
castani
restò colpita e volle nascondersi presso la penombra
all’imbocco dell’ingresso, per restare in ascolto.
«Tu e Rika
siete…biodigievolute dopo ben dieci anni. Come è
stato
per te?»
«…speciale, Impmon. Molto
speciale…»
sfumò il tono di Renamon «…tanto che
ancora
ripercorro le immagini che hanno dato vita a quella trasformazione
che…per lungo tempo ha trovato unico rifugio nei miei
sogni.»…«…anche per me
è stato
speciale biodigievolvere con Jeri,
però…»
raccontava l’insicuro folletto, piegando le sue lunghe
orecchie
viola «…in un altro senso.»
La ragazza nascosta
ebbe un sussulto, ed il suo cuore si riempì di incertezza.
«Là,
dalla postazione in cui mi trovavo…c’era
così tanta
violenza, e buio dappertutto! Io non ero mai biodigievoluto prima di
adesso…però…
…non era come mi aspettavo che fosse, forse
perché!...
…per lunghi anni ho immaginato di farlo assieme ad Akemi e
Mako:
sognavo di diventare un Digimon grande e forte tanto da proteggere i
miei due piccoli amici. Non avrei mai creduto che mi sarebbe stato
possibile vedere l’interno dell’anima di Jeri,
io…
…! Non lo so, adesso ho paura se dovesse
risuccedere!!»
Quelle parole suonarono come un brivido gelido nel cuore della ragazza
“Era come immaginavo…Impmon è scontento
di avere me
come domatrice!”
«Quando biodigievolviamo…» si
sovrapponeva la voce
di Renamon ai suoi pensieri «…in effetti
è come se
sedessimo sul cuore di coloro al fianco dei quali lottiamo ogni giorno!
Da lì riusciamo a vedere tutto, e a sentire ogni sfumatura
del
loro animo.»
Ancora un brivido per Jeri, che dilatò gli occhi…
«Il flusso dei loro sentimenti è come un fiume, o
il velo
di un abito…che ci scorre tra le mani: io quando ho accolto
Rika
per la seconda volta ho provato…
…un’indescrivibile felicità, puoi
credermi! Sentivo
che finalmente, dopo un lungo percorso, quella persona che mi
è
stata assegnata come guida non aveva più segreti per
me…!
Né io per lei, vi era comunione totale…una
creatura sola,
per l’appunto.»
Jeri
si portò la mano al collo “E’ questa la
biodigievoluzione?!” fissando più in
là, verso
qualcosa di indefinito come una massa oscura e inquietante
“Così è questo il vincolo che
unisce...Takato e
Cindermon quando digievolvono insieme?!...come…una sola
creatura…
…lei ha accesso a ogni sfumatura del suo animo, e lui le
apre il
cuore…
…ah! E’ troppo assurdo per poter essere
vero…!” affermo dentro di sé
allontanandosi.
Proprio quando Renamon affermava «Io comprendo che per te sia
stato terribile, ma non devi arrenderti in questo
modo!»…«Come…?»
restò stupito il
folletto viola. La volpe lo fissò «Il destino ha
voluto
assegnarti a Jeri come suo Digimon…so che potrebbe sembrare
assurdo, proprio tu per lei, a cui hai fatto del male, e proprio lei
per te! Che da allora…non fai altro che ripensarci.
Però…è assurdo soltanto…se
lo si guarda da
un unico verso! Dall’altro lato…può
suonare invece
come un meraviglioso ritrovamento! Tu in questo modo puoi avere
l’occasione di restituirle la protezione che cerca…
…e lei
può sgravarti dai tuoi pesi interiori…con la sua
amicizia.»…«M-Ma lei non vuole essere
mia amica,
Renamon!!» confessò il folletto con occhi segnati
da un
rosso di dolore «Ce l’ha ancora con me per la
storia di
Leomon, per la faccenda di dieci anni fa!! Sono sicuro che non
riuscirà mai a dimenticarlo, finché
avrà
vita!»…«Io no.»
replicò fermamente
Renamon «Io non ne sono altrettanto sicura: vedi
Impmon…» smarrendo più in là
quello sguardo
da qui il folletto viola, a distanza di anni, sembrava pendere
«…Jeri è una ragazza…che
è arrivata
qui profondamente smarrita. E’ cresciuta senza una guida. Lei
si
difende…
…ma
conduce con sé una sofferenza forse ancora più
profonda
del tuo senso di colpa.» per poi adagiare gli occhi su di
lui,
mormorando «E tu…» per poi affermare
più
convinta «…e tu sei qualcuno che
come…!!...pochi
altri può trasmettere calore e…riempire la vita
del suo
prossimo!! Farlo sentire meno solo! Tu sei un Digimon…
…toccato
dal miracolo della tua specie, sei in grado di adempiere al tuo compito
nel modo più pieno! Ed il nostro compito…
…è
quello di condurre per mano i nostri amici umani. Proprio quelli come
Jeri, più in difficoltà degli
altri.»…«N-Nessuno mi aveva mai parlato
in questo
modo!» ammise Impmon versando lacrime. Renamon lo
guardò
più che altro con tenerezza «…chi se
non
io…che ti conosco così bene poteva rivolgerti
parole
simili…?...
…io ti
conosco da sempre…è passata…la vita da
quella
sera, sui pali della luce, nella nostra città della
terra…Tokyo…»…«Renamon!!!»
Impmon si
gettò su di lei, che fu colta alla sprovvista
«O-Oh…!» (canzone: Laura
Pausini - I need love)
Le loro labbra,
bisognose d’amore, d’un tratto erano
così vicine,
tanto vicine da sorprendere entrambi…
…ma poi
lei fu la prima a lasciare che tutto scivolasse dolcemente in un
abbraccio amichevole…un abbraccio in cui lui
ritrovò il
cuscino ideale per poggiare le sue insicurezze, e versare le sue
lacrime.
«…Gravemon…sei sveglio?»
domandava Ufomon dal
suo letto, sempre animata da un tono un po’ imperioso
«GRAVEMON!»…«Uh?!...
…mi stavo
quasi per addormentare…» mugolò il
bambino accanto
a lei, rialzando dal cuscino i capelli spettinati.
«Siamo
alla vigilia di un giorno importante! E tu pensi a dormire?! In una
notte del genere non si dorme, impara!!» riprovò
la
piccola aliena «Ma io ho sonnooo…» fece
il
più piccolo espressione mogia «E poi…mi
manca la
mia Scratchmonina.»
Ufomon lo
scrutò con la coda dell’occhio, ascoltandolo
«Io…io non ci credo alla storia che mamma ha
raccontato,
lei secondo me non scapperebbe da noi!...
…lei ci
vuole bene!» dichiarava il piccolo Digimon con naturalezza,
mentre Ufomon ripensava «Scratchmon…» e
le
ritornavano in mente molte frasi…
“No,
niente affatto: non dire sciocchezze, non mi avete trovata piccola e
abbandonata! Non dar retta a ciò che tua madre ti fa
credere!”
…e gli occhi intensi della gatta dal pelo nero…
“Ufomon,
se ti parlo adesso è perché penso che tu sia
abbastanza
grande e abbastanza matura! Se vuoi fare tutte le cose che mi hai
detto, significa che hai anche la forza per accettare una
verità
amara come questa: a volte purtroppo bisogna ingoiare dei bocconi che
non vanno giù, io…
…dovetti farlo, poiché anch’io fui
creata per uno
scopo ben preciso!”
«Acc, devo
resistere…!» mormorò Ufomon stringendo
saldamente
il lenzuolo: nel suo sguardo lampeggiava determinazione «I
dubbi
sono tanti e la tentazione di cedervi è enorme,
ma…non
posso permettermi di farmi traviare! Io…
…ho anche un fratello a cui badare, è
più piccolo:
senza di me resterebbe solo un piagnucolone, e il mondo gli metterebbe
i piedi in testa! Sta a me temprarlo affinché impari a
difendersi e farsi strada, io sono la sorella maggiore! EHM
EHM!»
e così si schiarì la voce «Gravemon!...
…fai come me: chiudi gli occhi, e libera la
mente…»
appoggiando il capo alla colonna spezzata, in un atteggiamento di
concentrazione «…dobbiamo renderci conto che da
domani non
saremo più gli stessi…
…stiamo per accogliere dentro di noi un potere molto grande,
acquisiremo Guardianmon!...
…un
Digimon da leggenda…questo ci porterà…
…molta più forza! Ma anche molte più
responsabilità: d’ora in avanti…saremo
noi a
dettare le regole di Digiworld, e questo
comport…??...GRAVEMON?!»
Ma lui «Ronf…
…Scratchmonina mia…»
Tanto che la
sorella provò un barlume di tenerezza, e con un mezzo
sorriso
decise «Lasciamolo riposare. Figurati, altrimenti domani
crolla a
metà acquisizione!...
…la
mamma avrà fatto tutto questo esclusivamente per
noi…?» si domandava l’alienina con
espressione
scrutatrice nei suoi occhi sottili «Possibile
che…le
interessi tanto che diventiamo grandi e forti? Proprio lei che dice che
nessuno agisce senza un proprio tornaconto! Che…la mamma ci
stia
ingannando??» tremolò la voce della Digimon, ma
poi scosse
con decisione la testa «Ahh, no! Non devo permettere a questi
dubbi di passare, se si insinuassero anche in Gravemon sarebbe la fine!
E poi se voglio diventare forte abbastanza da sconfiggere Royalmon devo
essere lucida, e non permettere ad alcun ostacolo di appannarmi la
vista!!...
…devo concentrarmi…» congiungendo le
sue mani in
una solida morsa…
Quando Cyclemon
giunse presso il trasportino «Guardianmon!»
chiamò,
attento a rendere il suo tono ovattato. Il ragazzino
spalancò
gli occhi all’istante.
«Guardianmon, riesci a sentirmi?!»
«…Cy…cle…mon…
…!!!» pronunciò Defendermon, e anche
Scratchmon si
destò di scatto «E’ qui?!»
A quel punto
l’anziano Digimon dilatò lo sguardo «Ma
questa
voce…
…io…!!!...» avvicinandosi al blocco
viola, che
quando provò a toccare «Ahhh!!» emise
una scarica
che lo spinse indietro «Ascoltate!!...
…io ora
proverò a liberarvi, ma voi fate silenzio, per
carità!...
…non devono accorgersi che mi trovo
qui…»
Tesissimo era lo sguardo dei due prigionieri
«Cyclemon…
…vecchio
amico…» seguitava a ripetere
Defendermon…
…mentre nella
sala dell’hotel «Molto bene
ragazzi…coraggio.»
sussurrò Rika, le loro mani si congiungevano «Sono
sicuro
che ce la faremo…» disse Henry, e ancora Rika
«Il
nostro atto nasce dal silenzio della notte…ma
riuscirà lo
stesso a rischiarare il cielo di Digiworld.» al che Ryo
aggiunse
«Del resto…lo avevamo detto, no? Siamo i domatori
del
“parco bruciato”.» e Kazu «Sono
convinto
anch’io che ora sia questo il nostro ruolo…
…replicare
quando il resto del mondo è assopito nel
sonno.»…«Ma a noi non importa,
vero?» sorrise
Kenta aggiungendo «Ci basta…essere
assieme.»…«Sì…avete
ragione,
amici.» fu la risposta di Suzie.
Anche le mani di Riley e
Mitsuo si aggiunsero alle loro, e Rika li rassicurò
«Vedrete, riusciremo a liberare vostro figlio dalle grinfie
del
male.» I coniugi sorrisero grati, e per la prima volta Rika
sfiorò il braccio di Ryo con espressione di piena fiducia e
complicità, e lui «Ma sì amore mio,
vedrai: non
avrai da temere nulla.» Lei socchiuse gli occhi e si
fidò.
Henry si
scambiò un sorriso con Rea, col quale sembravano dirsi le
stesse
parole.
In quel momento Diamon esclamò «Guardate chi
arriva!!»
«Takato!!»
esclamò Henry, e Diamon «Cindermon!»
Costei rispose
«Eccomi qua, sorellina.» afferrandole il braccio in
una
stretta rassicurante. Il ragazzo affermò pacato
«Eccomi
amici…scusate, ma non sono riuscito a dormire: la nostra
battaglia è alle porte, non potevo evitare di essere con
voi.» Henry sorrise «Non possiamo fare a meno di
restare
insieme nei momenti importanti, eh?» e l’amico lo
guardò «…hai detto bene,
Henry.» smarrendo
gli occhi più in là
«…è questo che si
consolida col crescere: non si può fare a meno dello
sguardo…
…dei
propri compagni…» scorrendo gli occhi di tutti, a
lui
rivolti in un’espressione complice.
Cindermon
garantì «Vedrai, salveremo papà! Te lo
prometto
Diamon: conta su di me.»…«Io non ho mai
smesso di
aver fiducia in te.» replicò spontanea ma seria
l’altra ragazza digitale.
D’un tratto
Takato notò «E Jeri…? Non è
qui con
voi?» (fine-canzone)
La ragazza
attraversava di nuovo il corridoio, e quando si trovò
dinanzi
alla stanza di Snowhitemon la sua espressione si tinse di pena, ma poi
l’insicurezza ebbe il sopravvento e la costrinse a incedere,
seppur a passo più incerto. D’un tratto una voce
«Cosa ci fai
qui?»…«Uhm!!»
sussultò la ragazza e si volse «Ascolta io volevo
dirti
che…!!»
…ma il
suo sguardo si tinse di delusione apprendendo, al contrario di come
aveva forse creduto, che non si trattava di Snowhitemon
«Ah…sei tu Cyberdramon.»
Il possente
drago nero era in piedi di fronte a lei «Come mai non sei
assieme
agli altri? Sembra stiano pianificando la battaglia
finale.»…«La battaglia
finale…?...!»
quella parola riempì il cuore di Jeri di ansia, che
però
cercò di arginare quanto poteva «Ecco,
io…avevo
bisogno di una boccata d’aria, mi capita sempre
così
quando si avvicina un evento decisivo! E poi, comunque, se è
per
questo neanche Renamon e Beelzemon si trovano giù con gli
altri,
ma stanno parlando tra di loro!! E tu, per completare il quadro, sei
qui con me!»…«Calma,
calma…!» il drago
antepose la sua zampa artigliata «Era solo una domanda, non
c’è bisogno di aggredirmi.» al che la
giovane
abbassò lo sguardo «Scusami!
Dev’essere…l’ansia per questa battaglia,
ma
sì!» passeggiando avanti e cercando sigaretta e
accendino
nelle sue tasche «Non si può fumare
qui.»
avvertì Cyberdramon, ma lei fece finta di non avere sentito
e
rigirò la domanda «Come mai non sei al fianco del
tuo
domatore…?» assumendo una sfumatura altera nel suo
sguardo
e nel tono. Il Digimon abbassò il capo
«…lascia
stare, in questo momento non sarei né utile e tantomeno di
compagnia.» Jeri lo scrutò colpita «Da
come
parli…sembra che ti sia accaduto
qualcosa!»…«Uhmf!...
…da
quello che affermano Kazu e Kenta…sembra che nel campo
digitale
si fosse smarrito uno dei miei figli, e che ora sia stato catturato
assieme a
Defendermon!»…«…!!...dici
davvero?» fece la ragazza, riflettendo poi “Certo
che non
c’è alcun dubbio: la scelta di Yamaki e sua moglie
di
adottarsi Guardianmon come fosse un loro figlio ha portato soltanto
guai!” ma scelse di tenere per sé quelle
riflessioni,
muovendo passi lenti mentre sorseggiava la sigaretta «Agli
altri
può sembrare strano che vada a preoccuparmene proprio adesso
quando…finora ho semplicemente cercato di accantonare il
pensiero, facendo finta di essere un Digimon scapolo ed omettendo di
aver avuto ben quattro figli, in quanto è Gelsomon la madre,
e
questo è un dato della mia vita che…non mi piace
ricordare!»
Jeri rifletteva fra
sé, mentre il drago continuava
«Però…!
Adesso non posso fare a meno di immaginare Midramon nelle grinfie di
quei malvagi perversi, che non sanno neanche che significhi avere
pietà di un
cucciolo!»…«Senti!
Adesso…è inutile stare qui a plasmare ipotesi
inquietanti, eh? Fra poco Takato e gli altri individueranno il percorso
e partiremo tutti, in questo modo se sarà possibile potremo
finalmente mettere la parola fine a questa
storia…!!»
«Ma
sì…» fece Cyberdramon
«…forse hai
ragione tu. Pensarci serve solo a
indebolirsi…»…«…ovvio!»
replicò lei dandogli le spalle in uno sforzo di rigore della
sua
postura «Ahh, Jeri sei una ragazza davvero forte. Ma come fai
a
essere così? Mi dici il tuo segreto? Tu non sembri aver
paura di
niente, sei determinata e inoltre hai un cervello…in
continua
elaborazione di tattiche vincenti! Oltre a essere indubbiamente molto
bella, ma questo te l’avranno già detto in
molti…» accompagnando un lesto scivolare della sua
zampa
artigliata, ma la ragazza si tirò via «Ma che
fai?!...e
lasciami…»…«Scusa!
E’ che non so dove
sbattere la testa, ti prego di perdonarmi!!...ma ti assicuro che i miei
complimenti sono veri.»
Jeri lo
inceneriva con un’espressione diffidente e scostante.
Cyberdramon
si congedò «E’ che sto vivendo un
momento molto
difficile e per la prima volta mi chiedo se non sono anch’io
come
Ryo: forse io ho accantonato i miei figli come lui ha accantonato
l’onestà e il rigore morale. Magari ho fatto male
a
giudicarlo così duramente…forse è il
caso che vada
da lui…» avviandosi lungo le scale con il suo
passo goffo,
e lo sguardo fulmineo di Jeri che lo seguiva fino a che non
scomparve…
La giovane
lasciò cadere la sigaretta sulla moquette, pestandola
perché si spegnesse “Questo Digimon altro non
è che
uno screanzato, un farabutto! Dimmi tu come si fa ad abbandonare i
propri figli in questo modo…un tipo del genere non
meriterebbe
neanche di essere chiamato padre! Cyberdramon è veramente
squallido sotto il profilo umano. Però
c’è da
ammettere che è anche molto potente!
Ultimamente…la sua
celebre intesa con Ryo non sembra più quella di una volta,
pare
soffrire di alcune incompatibilità. Certo però,
ciò non toglie che si siano ritrovati, e nonostante tutto
sarebbe ben difficile che sciogliessero il loro accordo, anche se ha
smesso di funzionare! Se non altro per l’immagine: non
c’è che dire…”
rifletté con un sorriso
amaro “…è come per i matrimoni, che in
lunghi anni
hanno messo i vermi ma nessuno dei due ha il coraggio necessario per
farli terminare!” facendo ingresso nella sua stanza
“E’ così: la gente per salvare la
maschera aurea di
un tempo glorioso sarebbe capace di tutto! Guarda quella sciocca di
Renamon…dovrebbero dare una medaglia a Imagomon, che ha
avuto il
fegato necessario per lasciarla! In ogni caso…
…è
un peccato che un Digimon come Cyberdramon debba spettare ancora a Ryo,
che non ci va più d’accordo, anziché a
me, che
saprei di certo sfruttare appieno il suo enorme potenziale.”
avanzando verso la finestra, per aprirla e affacciarsi “Con
lui
di certo non accadrebbe come con Beelzemon: la biodigievoluzione non
implicherebbe alcun problema con un Digimon di un tale peso storico
come Cyberdramon!!” drizzando le spalle in
un’espressione
orgogliosa, per poi sciogliersi in delusione “Ma tanto in
questa
vita niente si trova mai al posto giusto!” proprio mentre la
porta della sua stanza veniva dischiusa cautamente…
…e
rivelava in controluce la sagoma elegante di una creatura volpiforme
«Oh?» Jeri si volse stupita.
Renamon
conduceva un folletto dalle orecchie piegate tra le braccia
«Ti
chiedo scusa se mi sono permessa di entrare. Si è
addormentato:
l’ho riportato dalla sua domatrice…»
Jeri
scrutò il Digimon «…incredibile,
è regredito
di nuovo?»
La volpe la
fissò senza dire nulla, adagiando Impmon sul letto mentre
Jeri
si volgeva visibilmente infastidita «Ahh…adesso ci
mancava
solo questa.» prendendo un respiro teso e passandosi le mani
tra
i capelli «Abbiamo uno scontro decisivo alle porte: mi dici
in
questo modo come sarà possibile combattere?! Dovremo
scendere in
campo facendoci strada con le sue…patetiche bombe di
fuoco?!»…«Mi dispiace ma credo che
abbia…!!...» scandì Renamon, non
riuscendo a
nascondere una sfumatura di durezza nel suo tono
«…consumato anche troppe energie per una
biodigievoluzione
che in quel momento…
…non era
necessaria.»…«Ah, io non capisco
perché solo
con lui ci devono essere questo tipo di problemi: insomma, voi non mi
sembra che vi prosciughiate del vostro potere anche quando digievolvete
con i vostri domatori! No?!» ma si vedeva fissata da quegli
occhi
sottili e taglienti della creatura «Ascolta: io venivo
semplicemente a riportarlo da te, è questa la sua
camera.»
La ragazza replicò con eloquente e stufa espressione
«…e questo dove sta scritto?» avanzando
verso la
finestra.
Gli occhi di
Renamon scivolarono spontaneamente sul Digimon dolcemente addormentato,
interrogandosi sul futuro del rapporto tra lui e la sua domatrice.
Costei d’un tratto fece «Dì un
po’,
Renamon…» rapendo l’attenzione della
creatura dal
pelo dorato «Adesso cosa farai?» chiese la ragazza
«Non capisco di cosa tu stia
parlando.»…«Mi
è giunta voce che tuo marito ti ha lasciata. Tenterai con
lui?» alludendo a Impmon dormiente, ma Renamon
serrò i
suoi pugni «Se non ti rispondo è unicamente
perché…!!...
…è vicino uno scontro importante e occorre la
massima
concentrazione…ma ti posso assicurare che la mia mente
memorizza
ognuno di questi subdoli affronti.» così le volse
le
spalle e stava per andarsene. Quando si fermò sulla soglia
della
porta, e precisò «Comunque
no…!» Jeri si
volse, e Renamon la guardò negli occhi «Non ho
intenzione
di compiere alcun tentativo…te lo dico così che
tu non
vada a raccontare in giro che mi trincero dietro insulsi
pudori…!»…«Ah! Pudori tu,
Renamon…?
Per favore, non potrei mai pensare una cosa simile.»
La volpe la
fissò intensamente, mentre la giovane ciondolava le gambe
seduta
sul comodino «Io ci tenevo solo a darti un consiglio, fossi
in te
batterei il ferro finché è caldo: se è
vero che lo
ami da…così tanto tempo, come ci hai
svelato…
…come fai lo sai solo tu!...
…andiamo, insomma, hai messo in fuga un marito come il tuo!
Un
Digimon di classe, elegante e raffinato, non ti sembra di esser scesa
un po’ in basso…?» rifilando
un’occhiata
distaccata a Impmon. Renamon replicava con un silenzio più
tagliente delle parole.
«Comunque tu sei libera di fare ciò che ti pare:
l’amore è cieco!...si dice.» fece Jeri
mentre si
ripassava lo smalto delle unghie, e l’altra
replicò
«Forse tu dimentichi un dettaglio importante…e
cioè
che l’amore dev’essere corrisposto.» Jeri
si
limitò ad alzare appena il sopracciglio, mentre Renamon
precisava «Impmon non mi ha mai
amata…perché in
tutti questi anni c’è stata solo una persona che
ha
occupato il suo cuore e rubato i suoi sentimenti: si tratta di
Akemi…»...«Già, “la
sua
domatrice”…» accennò Jeri con
espressione
annoiata, ma Renamon ribatté «No, non
più!!...resta
soltanto…una ragazza nobile e di sentimenti limpidi, alla
quale
in fondo al cuor mio non posso evitare di esser grata,
poiché
è grazie al suo ricordo se lui ha imparato a coltivare il
suo
lato buono!»…«Francamente non so come tu
faccia: io
al tuo posto la detesterei per avermi rubato un amore “tanto
grande” come quello che ci
descrivi…!»….«Nutri odio nei
confronti di
Akemi…?» insinuò Renamon, e
l’altra
lasciò cadere «…non ho detto questo: ti
dimentichi
che io non sono innamorata di…questo Digimon. Quella sei tu!
Ma
evidentemente devi aver contratto la sindrome di quell’altra,
la
moglie di Henry, che a momenti si mette a scavare con le sue stesse
mani nel suolo di Digiworld per riprendersi la sua rivale in amore che
io invece tanto mi auguro sia rimasta sotterrata, e non ci disturbi
più. No…!» mentre pescava nei suoi
borsellini alla
ricerca di alcuni oggetti «…circa Akemi ti sbagli
proprio
Renamon perché io verso di lei non provo…proprio
nulla!
Perché semplicemente non la conosco, non ho mai avuto un
vero
contatto con lei ed io verso chi non conosco non nutro alcun genere di
sentimento…! Né bello né
brutto.» ma Renamon
si sovrappose «Neanch’io posso dire di averla
realmente
frequentata!!...ma è grazie a lui che mi giunge qualcosa di
lei!!» indicando Impmon «Frequentandolo e guardando
nei
suoi occhi non posso fare a meno di apprendere la storia di quella
ragazza e scorgerne il valore!! Dovresti ascoltare di più il
tuo
Digimon,
Jeri…»…«…credimi,
lo ascolto
anche troppo.»…«Non si
direbbe…!!»
puntualizzò la Digimon, e Jeri si irrigidì, tanto
più quando Renamon affermò «E comunque
riguardo ad
Akemi non ero io quella sul punto di sposare suo fratello!!»
volgendole le spalle e andando via.
«…volpe inacidita.» mormorò
Jeri stizzita
«Sei talmente inebriata dall’amore per questo
sgorbio che
lo difendi incondizionatamente, e fai la predica a me quando sai
benissimo che lui non mi vuole affatto come domatrice, io vi ho
sentiti…!!» stringendo i denti per sopportare quel
frustrante dolore, per poi volgersi…
…e
guardare Impmon rigirarsi nel sonno con uno sguardo di pena e rifiuto
«Perché…?!...perché essere
costretti a
lottare al fianco di una creatura così indecorosa, che per
di
più non ti vuole con lui! Che disprezza ciò che
gli
offri!!» ma non riuscì a guardarlo per
più di pochi
secondi, la sola vista di quel sonno velatamente turbato sembrava
scuoterla in modo insopportabile.
La magica luce
bianca emessa da Cyclemon alla fine riuscì a rimuovere il
sigillo del trasportino viola «Siamo liberi!!»
esclamò Scratchmon sgattaiolando fuori. Defendermon pose le
mani
sulle spalle curve dell’anziano Digimon, pronunciando
lentamente
«Tu…ci hai
salvati…»…«Non
c’è tempo adesso!» tagliò
corto questo
«Ma Cyclemon!» provò a obiettare il
ragazzino, e
Cyclemon lo afferrò per le braccia «Dovete
mettervi in
salvo, lei vuole voi! Custodite…gli ingredienti di cui ha
bisogno per attuare il suo terribile piano, se non la fermiamo
condurrà Digiworld alla
distruzione!»…«E tu?!
Che cosa farai?!» esclamò il giovane.
L’anziano
rispose appoggiandosi al suo scettro in posa orgogliosa «La
affronterò: sapete che ho un conto in sospeso con
lei.»
Scratchmon esclamò «Sta attento,
Cyclemon!» e
Defendermon «Se è per questo anch’io, lo
sai
perfettamente: per questo lascia che io ti affianchi! Non
l’ho
mai fatto se non con la spada durante la nostra
battaglia…stavolta permetti che lo faccia anche con
l’anima! Ho visto tua figlia e gli altri Digimon lottare come
una
vera squadra…»…«Mi fa piacere
che Cindermon
abbia realizzato quel miracolo in cui speravo quando l’ho
vista
varcare la soglia di questo luogo…ma sono spiacente, il
permesso
non è accordato.»…«Ma tu ci
hai
salvati!!»…«E’ proprio per
questo.»
replicò Cyclemon, spiegando «Perdona la franchezza
ma non
voglio aver compiuto questo sforzo invano: voi dovete allontanarvi, io
non posso offrirle niente, vada come vada anche se mi elimina
resterà a mani vuote! Mentre tu, tu inglobi i dati
sufficienti
per trasformare i suoi figli in due Digimon…devastanti!
Mentre
tu…» fissando la gatta e dilatando gli occhi
«…devi fuggire lontano, il più lontano
possibile!!
Se ti ruberà il cuore lei evocherà la Torre
digitale…»
«LA TORRE
DIGITALE?!» esclamarono ragazzino e gatta. Il primo fra i due
disse ancora «Perché vuole riesumare la torre, che
cosa
spera di ottenere…?»…«Non
c’è
tempo…» si accomodava il cappuccio
l’anziano Digimon
«Dovete andare,
svelti!»…«Cyclemon!!»…«Non
indugiare, Defendermon!!!» alzò la voce il vecchio
«Altrimenti sarà stato…tutto
inutile.»
stringendosi il mantello con atteggiamento ritroso. Il ragazzino
però lo prese per le spalle (canzone: Alessandra
Amoroso - Difendimi per sempre)
«Mi dispiace…di non aver saputo comportarmi come
un amico,
di non averla fermata quando ero in tempo!! La verità
è
che…
…l’ho sempre amata, pur sapendo come fosse amavo
le sue
fragilità, e ho sperato di cambiarla fino
all’ultimo!!
Ma…» versando lacrime, di un età forse
più
matura di quella che dimostrava «…non ci sono
riuscito, e
le conseguenze della mia debolezza le hanno pagate…degli
innocenti!!...
…mi
dispiace aver ricorso alla folle iniziativa di sbarrare i confini: ero
disperato! E credevo che in questo modo…isolando i mondi,
avrei
evitato una nuova tragedia!»
«Defendermon…» accennò
Scratchmon
impietosita, scivolando a fare le fusa presso gli stivali iridescenti
del Digimon. Cyclemon sosteneva quel giovane «…su
su…adesso non è il momento di rimpiangere il
passato: se
il destino ci assisterà da questa battaglia
nascerà un
nuovo futuro! Sono convinto…che le mie figlie e gli altri
ragazzi sono sulla strada, molto presto saranno qui e per
allora…dovete essere lontani!...
…e anche
tu hai qualcuno da cui tornare se non
erro…»…«Oh!» si
stupì il
ragazzino, e Cyclemon lo scrutò con occhi penetranti
«…so che sei diventato un
“figlio”, li ho
conosciuti…i tuoi domatori o dovrei per meglio dire
genitori.»…«…e come
stanno…?»…«…molto
preoccupati, e non
cessano per un attimo di pensarti. Su su, vai!! So bene cosa vuol dire
essere un genitore, con il proprio figlio…in preda al
pericolo!»…«Andiamo,
Defendermon!» esortava
Scratchmon tirandogli gli abiti con i denti «E’ la
cosa
migliore! Se tu ed io non fossimo potenzialmente due armi
così
determinanti…resteremmo senza dubbio ad aiutare Cyclemon! Ma
ora
il suo desiderio primario è che Digiworld sia messo al
sicuro.
Coraggio…»
La separazione
fu dolorosa, ma alla fine il ragazzino sembrò
convincersi…e guardava l’anziano Digimon con
rimpianto
mentre Scratchmon lo tirava via. Cyclemon non si voltava, ma fissava
avanti a sé con lo sguardo di chi si prepara a un grande
salto…
Scratchmon,
benché si mostrasse risoluta, versava lacrime commosse e
alla
fine accennò «Sii prudente, Cyclemon…
…le tue figlie contano su di te, adesso!»
Così
uscirono. Cyclemon disse fra sé «Le mie figlie
sanno
cavarsela da sola ormai: sono cresciute.»
Le mani di
Cindermon dallo smalto rosso, e di Diamon dallo smalto argentato, si
incontravano mentre una creatura calava lentamente a sovrastarle: alata
e a tre teste, simile a una chimera.
Gli altri domatori e i
Digimon la attendevano con sguardo sospeso e pronto, quando attorno a
loro era ancora buio, e gli ingranaggi roteanti erano ombre oscure nel
cielo del settore.
Jeri nella stanza a
luce spenta non era riuscita a prendere sonno, né a
liberarsi
dal pensiero che la spingeva a passeggiare su e giù. Il
cane-marionetta al suo braccio starnazzava incessante «E se
la
biodigievoluzione legasse Takato e Cindermon in modo diverso, rispetto
a un domatore con il suo Digimon…?» accrescendo le
insicurezze della ragazza, la cui voce presto sopraggiungeva
«E
se!...» scorrendosi la mano tra i lunghi capelli
«…lei avesse in questo modo accesso ad alcune aree
del suo
animo che a me sono percluse? Non…riesco a fare a meno di
pensarci, quest’eventualità non mi lascia in
pace!»
Le prime fievoli
luci filtravano dalle persiane, e si specchiavano nei suoi occhi che
esprimevano timore «E se fosse così in
realtà…?» al che il cane
«Bau! Devi stare in
guardia, Jeri!»…«I-In guardia? Ma
com-» ma si
volse di scatto in quanto una sagoma compariva sulla porta. Era alata.
La ragazza dilatò gli occhi e tese la sua mano
«Snowhitemon ascolta
i-»…«E’ arrivato
Journeymon.» disse lui
«Cosa?!»…«…è
ora di
partire.» specificò lentamente il minotauro bianco
«Io venivo solo ad avvertirti…» per poi
svanire
lungo il corridoio
«…è…già
ora…?» la mano della ragazza sfiorò il
collo,
dopodiché «I-Impmon?!...coraggio, sveglia!
Dobbiamo
anda-»…«Ho
sentito…» la precedette il
piccolo Digimon, che nonostante la stanca espressione faceva sforzo su
se stesso per tirarsi su. Questo comportamento sembrava colpire la sua
domatrice, che ad un tratto si sentì dire
«Coraggio, cosa
stiamo aspettando? E’ arrivato Journeymon, andiamo
Jeri!»
balzò dal letto Impmon, e lei
«A-Aspettami!»
Takato
all’uscita dell’hotel «Aspettate ragazzi!
Forse Jeri
è ancora addormentata, vado a chiamarla!» ma
Snowhitemon
si sovrappose «Ci ho già pensato
io.»…«Ah…sì?»
fece il domatore,
e in quel momento giunse di corsa la ragazza «Eccoci! Scusate
il
ritardo!»
Renamon
portò lo sguardo altrove, c’era incertezza
nell’accoglierla.
La giovane
se ne accorse, e guardò con timore l’imponente
chimera, ma
a spezzare il silenzio fu Henry «Non fa niente,
Jeri!» il
quale le sorrise con la consueta spontaneità. Il suo gesto
condusse l’atteggiamento di Kazu «Jeri, molto
probabilmente
questo è lo scontro decisivo: se sconfiggiamo Violetta io
potrò diventare sovrano. Mi serve l’aiuto di tutti
voi,
anche il tuo!»…«Oh?» si
stupì la
ragazza, e poi parlò Kenta «Certo, e non
dimentichiamoci
che una volta vinto potremo anche noi realizzare i nostri sogni! Ormai
abbiamo ritrovato i Digimon, i due mondi sono comunicanti e questo
viaggio ci ha fatto apprendere che non possiamo restare
separati…per continuare a crescere avremo bisogno sempre
l’uno, dell’altro.»
Le nubi sul
volto di Jeri erano molte, ma quelle parole riuscirono ad accendere un
sorriso che accompagnava le prime luci del mattino, e la spinse a
sfilarsi il guanto parlante «Sono con voi,
ragazzi…»
Anche le espressioni dei compagni iniziavano a sciogliersi, e Takato si
accostò a lei «E io con te: amore, impegnamoci al
massimo…!» pregò il ragazzo
«Seppelliamo il
passato…per poi iniziare una nuova vita
assieme!»…«Ah…!...sì…»
lo
fissò intensamente lei. Cindermon li guardava e disse
«Io
comunque…aspetto sempre che tu accetti la mia proposta!
Riflettici
bene.»…«Io…!» fece
Jeri ma
in quel momento Mitsuo avvertì «Ragazzi,
prepariamoci!
Journeymon attiva il teletrasporto!»
Le tre
teste iniziarono a plasmare un fascio dai raggi convergenti. Ben presto
ogni questione fu assorbita dal propagarsi della luce rosata, che la
rimandò necessariamente alla conclusione di
quell’impresa (fine-canzone)
Quel letto da
principessa cosparso da peluche di Digimon era vuoto e sfatto nel
momento in cui Cyclemon fece capolino sulla stanza “Molto
bene…
…non
c’è! Posso approfittare, devo far
presto!” avanzando
tra le macerie di quella che in origine era stata la sua stanza
“Voglio sottrarle gli artefatti di cui si è
impossessata,
in questo modo non potrà evocare la Torre digitale!...
…dove saranno?!” allungando il suo
scettro…
…e
scostando qua e là i peluche, molti dei quali caddero dal
letto
come pesi morti. D’un tratto «Uhm!!»
Gli occhi
inumani dell’anziano Digimon si dilatarono: una sfera magica
fluttuava dinanzi a lui «La Sfera regale!!»
Cyclemon
avvicinò lo scettro, ma fra lui e la sfera si frappose un
altro
artefatto «Ahh!!»
Egli
riconobbe qualcosa, o qualcuno in quel diamante circondato da foglie
auree, che brillava tanto da tramutare il giallo dei suoi occhi in oro.
D’un tratto, una voce dall’artefatto
“Amore
mio!”
«Uhm!!» Cyclemon strinse il suo scettro e rimase
cristallizzato.
Un Digignomo
svolazzò presso la creatura splendente seduta sul trono
«Mia Regina!»
Costei teneva
gli occhi chiusi e in apparenza sembrava dormire, ma udito il richiamo
rispose sorridendo «Avete già portato la colazione
a
Guilmon?»…«Non ancora! Quando possiamo
andare?»…«Oh, adesso piccoli cari:
dovrebbe
svegliarsi a momenti.»
Svolazzando in
molteplici piroette, il Digignomo si allontanò
dall’emozionata regina.
I primi raggi
iniziarono timidamente a carezzare un lenzuolo bianco: colui che da
esso era stato avvolto per una serena notte, iniziò a
muoversi e
a mugolare impercettibilmente.
Da fuori dalla porta
una vocina sottile «Colazione! E’ pronta la
colazione!»
«Mmm…arrivo…» in risposta da
una voce su
cui…sembrava essersi adagiato un velo, benché
dietro di
esso fosse riconoscibile l’originale suono
«…a-accidenti, che mi succede? Devo aver preso
l’influenza…non riconosco il mio tono, la voce mi
si
dev’essere abbassata…
…oh?»
Egli una volta in piedi,
sentì il bisogno inspiegato di recuperare il lenzuolo e di
avvolgersi in esso «Brrr, che freddo! Forse è per
questo
che ho bisogno del lenzuolo, non lo so, ma senza mi sento a disagio.
Cavoli, che confusione. Non ricordo più niente, ho la testa
completamente intontita. Che cosa è successo prima che
andassi a
dormire? Nel sonno…mi è sembrato di ripercorrere
tutta la
mia avventura…» pronunciava assorto.
«E’ pronta la
colazione! Guilmon ci sei?!» reclamava il Digignomo col
vassoio.
«U-Uh, sì! U-Un attimo che mi
sistemo…e…vengo fuori!»
Ma una forza
altrettanto misteriosa lo spingeva ad avviarsi verso il grande specchio
situato vicino alla porta «Ma che cos’è
questa
sensazione strana che avvolge il mio corpo? E’ come
se…fossi sempre io, ma allo stesso tempo fossi diventato un
altro!...
…un
altro…?» aggiunse piano, mentre gradualmente
lasciava
scivolare il lenzuolo con cui si era avvolto fino al capo…
…ma
quello che svelò lo specchio fu talmente strabiliante da
travolgere, come un treno in corsa, tutte le sue certezze!
Gli occhi si
dilatarono, e non erano più gialli bensì neri,
dal taglio
tendente ad assottigliarsi in un’espressione malinconica, e
mansueta. Niente più orecchiette simili ad ali a troneggiare
sul
suo capo, che lui cercò invano tastando e facendo ancor
più spettinati quei capelli scuri già scomposti
dal
cuscino, benché il taglio fosse corto e ordinato: qualcosa
era
accaduto, che aveva ribaltato ogni previsione che una creatura come lui
poteva plasmare.
La vita di
Guilmon aveva ospitato un milione di vicende, molte fra esse assai
ostiche da superare. Questo, in aggiunta ai mutamenti del suo carattere
e alla maturazione che gli anni gli avevano conferito, aveva portato
lui per primo a ipotizzare che se mai fosse giunto in possesso di un
aspetto umano, lo specchio avrebbe riflesso una persona attempata e
consapevole, assai adatta a trainare con sé il suo tono
vocale
da creatura leggendaria e magica.
Ebbene,
niente di tutto questo era ciò con cui ora i suoi occhi si
confrontavano: era un ragazzo. Semplicemente un ragazzo, più
o
meno della stessa età degli altri domatori. Le dimensioni
non
stratosferiche della sua forma digitale si convertirono in una statura
piuttosto bassina rispetto alla media, ma aiutata una linea corporea
esile che prometteva agilità.
Quando prese coscienza del mutamento avvenuto in lui, tanto fu lo
stupore che…lasciò andare il lembo del lenzuolo
provocando la caduta di esso, senza accorgersi nei primi istanti di
essere nudo per quanto boccheggiava. Scalando i suoi respiri affannosi
(«Guilmon! Ti senti male?! Posso
entrare…?») il
braccio si alzava voleva sfiorarsi le labbra…ma quando lo
fece,
un altro sussulto lo scosse ancor più, provocando la
reazione
inversa che lo spinse a raccogliere tempestivo il lenzuolo ed
avvolgersi di nuovo e completamente, tremando impaurito: cosa aveva
visto? Ebbene…
…alla terminazione delle braccia, mani umane non ce
l’avevano fatta a sbucare, lasciandogli per ricordo le sue
ben
conosciute zampette artigliate rosse e striate di nero.
«Ohhh, per bacco…!» esclamò
il Digignomo
quando si fece strada all’interno col vassoio «La
Regina lo
aveva detto: il potere magico scarseggiava, evidentemente la polvere
non è riuscita ad attecchire sulle mani e sui piedi, ci
dispiace
Guilmon!»…«Co-Come sui
piedi…??...ohhh!!!»
Nuovo
spavento per quel ragazzo: che guardò in basso…e
riconobbe le sue zampe posteriori, nel posto che sarebbe stato
destinato a piedi di forma umana.
«Dai, non ti abbattere, una soluzione si troverà!
Vuoi…fare colazione intanto?» proponeva il piccolo
folletto luminoso cercando di spezzare la tensione.
Cyclemon avanzava attonito «…Haruko!!!»
“Mio sposo…”
Le mani inumane di
quella creatura digitale che versava lacrime tendevano verso
l’artefatto luminoso «Questa n-non può
essere
realtà…!!!» eppure
“Cyclemon…”
seguitava a pronunciare con tono romantico e innamorato quel gioiello
che prometteva poteri mirabili «Questo è il
tuo…cuore?!» “…io ti stavo
aspettando…non sai da quanto, amore mio!!”
«Amata!!...
…ah!! Adorata
sposa…» Cyclemon sfiorava con sacro rispetto il
gioiello
“Le nostre figlie…! Come stanno, amore?”
«B-Bene!...loro sono forti, sta tranquilla, ti salveranno! Ti
libereranno da questa prigionia! Haruko…ma allora tu in
tutti
questi anni…»
“Sì!...dopo
aver perso la vita sono rimasta nelle sue grinfie! Non mi restava che
ascoltare il suono del mio stesso battito…
…cavalcare i raggi sprigionati dalla mia luce…per
non
smettere mai di vegliare su di voi!”
«S-Sapessi…!!...q-quanto anch’io ti ho
aspettata!!» singhiozzava il Digimon «N-Non trovo
consolazione!! Mi manchi tanto amore!» “Oh su,
coraggio…ora non devi perderti d’animo, il nostro
mondo ha
bisogno di tutta la tua forza! Digiworld…”
…parola che spinse Cyclemon ad alzare il capo nonostante le
lacrime “…e le nostre bambine sono smarriti senza
la tua
guida! Ora il momento è vicino, presto ci scontreremo con il
pericolo più enorme mai incontrato fino ad ora,
l’oscurità e la disillusione sono a un passo
dall’inghiottirci e…” «Non
devi
temere!!» garantì il Digimon che nonostante
l’età e il dolore mostrava ancora
solidità
«C’è qualcuno che ancora crede in
Digiworld! I
ragazzi di dieci anni fa, quelli che hanno respinto il D-Reaper! Le
nostre figlie sono con loro ed io…li aiuterò a
ristabilire l’ordine, e la giustizia! Ti porto in
salvo!!»
“A-Aspetta, Cyclemon! Stai attent-“ ma non fece in
tempo a
finire la frase.
«Ma
bene!!! Abbiamo un ospite d’onore, il…grande capo
di
Digiword è tornato per omaggiare con la sua saggezza la
giovane
erede!...
…ghghghghgh, uhmuhmuhmuhm, ihhh!».
«Ahhh!!» Cyclemon si volse di scatto
«TU…!!» (canzone: Sugababes
- Stronger)
Violetta era dinanzi a lui, avvolta ancora dalla graziosa camicia da
notte bianca.
Il
suo passo era leggiadro come quello di un angelo, quando
avanzò
«Ti confesso che ti stavo aspettando anch’io,
Cyclemon, se
vogliamo anche più di lei…»
illustrò con
tono vellutato. I suoi occhi incrociarono quelli dell’anziano
Digimon, il quale insinuò «Osi persino presentarti
di
fronte a me dopo quello che hai
fatto…?»…«Oh,
andiamo, cosa sarà mai stato…»
Ma Cyclemon
assottigliò lo sguardo «Semplicemente distruzione
di
ricordi e felicità: niente di più!! Ma questo tu
non sei
più in grado di capirlo.»…«A
volte bisogna
buttar giù i ruderi, per poter edificare di nuovo: una
città futuristica richiede ampie aree di costruzione e
l’autorizzazione delle autorità competenti! Ma si
sa:
spesso queste sono sorde, e insensibili nei confronti delle nuove
generazioni!»
«Tu sei un
essere spregevole…!!...» sibilò
l’anziano
colmo di indignazione «Dietro le tue iniziative
“encomiabili” si nasconde dolore e
morte!!»…«L’importante
è che non si
vedano: è così tetro il colore della morte,
quando
invece…
…uhmuhmuhm, l’arcobaleno ha delle sfumature
così
ridenti, solo che per puntellarlo in cielo ci vuole sudore e sangue!
Che dire, qui ognuno cerca di rimboccarsi le maniche con quello che
ha!...
…ed io oggi sono qui…
…per
realizzare i tuoi sogni: gli stessi che ti ho sentito mormorare ad
Haruko, in gran segreto…ma ora lei non è
più in
grado di realizzarli, io sì. Sono una
fata…!»…«Ahhh, stammi
lontana!!»
arretrò il Digimon.
«Uhmuhmuhm,
ahaha! Noi sai che progetto bolle in pentola: non avresti mai creduto
che ti avrei dato un ruolo di primo
piano!»…«Piuttosto preferisco…
…farmi
acquisire in modo spietato dal Digimon più brutale, ma se
speri
che collabori con te puoi definitivamente deporre questo sogno
perverso!!!»…«Andiamo…non
permettere che
l’età ti renda ottuso e offuschi i tuoi
orizzonti…» stringendogli le spalle con le sue
unghie
corvine «Cyclemon, io ho molta stima per te, l’ho
sempre
avuta…!!...» sibilò intensamente
Violetta
«Haruko mi ha soffiato il posto accanto a te molti anni fa,
ma se
ora ti sposassi con me, tu ed io potremmo far sorgere il Digiworld
ideale: il mondo che hai sempre sognato!! Basterebbe che tu ponessi i
tuoi poteri al mio servizio…e tutto si risolverebbe in una
grande magia! Evocheremmo la Torre digitale e una volta fatta piazza
pulita di questi mondi ne faremmo sorgere uno nuovo, sarà
completamente perfetto! Il sole risplenderà alto in cielo e
regnerà la pace: accetta, che ti costa? Non è lo
specchio
anche del tuo sogno?»…«Tu non sai quello
che
dici…
…l’oscurità ti annebbia la mente,
vorresti
travolgere e mandare in pezzi miliardi di vite come fossero
giocattoli?! E tutto questo per cosa? Per un
mondo…artificiale e
falso come i Digimon che tu hai creato? Mi spiace…ti sbagli
di
grosso se pensi che potrei mai sottostare a una simile, assurda
proposta! Se pensi che anche solo riuscirei a sfiorarla, senza provare
un brivido terribile! No, io credo nel futuro…
…io credo
nell’affetto autentico!! IO CREDO NELLE MIE
FIGLIE!!»…«Lascia andare le tue figlie,
Cyclemon…» accennò Violetta
approfondendo il tono e
strisciando presso di lui «…prima o poi ti
tradiranno,
fidati!» sussurrava al suo orecchio «In fondo sono
ragazze
ambiziose, le attrae non poco il dominio su Digiworld…! Se
ti
disfi di loro, io posso creartene altre, non capisci? Dei figli ideali,
potremmo avere tutti gli eredi che vogliamo! Saremmo amati e rispettati
dalla nuova specie, i regnanti felici di una terra…da fiaba,
sulla torre più alta di un castello incorniciato dal cielo
blu!
Uhmuhm, che te ne pare della mia proposta?» si
inchinò con
le braccia unite dietro la schiena, e un sorriso radioso
«Allettante, non trovi? Ahh!» ma lui
scostò con lo
scettro la mano di lei che aveva tentato di sfiorarlo
«Tieniti le
tue fantasie per un libro sull’infanzia, un libro nero!...
…le cui pagine
sono consunte dall’odio!!» ma quella definizione
sembrò mandare in pezzi le aspettative di Violetta e
insinuare
in lei un tremore di rabbia e frustrazione, che le deformava i
lineamenti «E così…tu pensi che sia
solo spazzatura
il mondo perfetto che avevo preparato per te?! I-Io…ci ho
messo
tutto l’amore!!!» battendo il piede a terra, ma lui
rimbeccò «”Amore”, che ne sai
tu
dell’amore?! Amore era quello che univa me e Haruko, quello
che
tu hai distrutto per inseguire puntualmente i tuoi scopi assurdi e
distorti!»…«Vvvecchio
rimbambito…»
mormorò tra i denti, volgendosi per un attimo verso il cuore
di
diamante «Maledetti tu e lei!!! Sei stata tu, vero?!! Gli hai
insinuato che era meglio non accettare la mia proposto, ceeerto, tutti
coalizzati contro di me, come al solito!! Avete formato una bella
squadretta, ipocriti come sempre, quanto vi
detesto!!!»…«Era anche la TUA
squadra!!!»
tuonò l’anziano. Ma lei si volse con occhi
taglienti di
rancore «No, ti sbagli…!! Era la vostra
combriccola
personale, voi mi avete sempre esclusa e mai ascoltata!! IO VOLEVO IL
MEGLIO PER VOI!» attirando un FireFlymon volante dalla
finestra
«Ma visto che non sapete apprezzarlo io vi
annienterò uno
ad uno…SENZA NESSUNA PIETA’, PRENDI
CYCLEMON!»
sferrandogli contro la minacciosa lucciola gigante.
Cyclemon vide la fine e si parò con lo scettro quando
«Lanterna
dimensionale!!»
…una sfera luminosa e incandescente disintegrò il
Fireflymon e scottò «Ahiii!!!» la mano
di Violetta.
L’anziano
sbigottì alla vista del ragazzino armato di spada
«…Defendermon!!»…«Mi
spiace Cyclemon!...
…ma non
potevo andar via, costi qualsiasi rischio resterò ad
aiutarti!»
«Anch’io…!»
strisciò audacemente
Scratchmon.
Cyclemon
affermò «…siete dei pazzi!!»
mentre Violetta
perdeva il controllo «…stramaledetti, VEDETE CHE
ERA VERO
CIO’ CHE DICEVO?!»
Quando fecero
ingresso i suoi due figli «Mamma! Che sta
succedendo?!»
fece Ufomon «Scratchmonina!» sussultò
Gravemon.
«UFOMON,
GRAVEMON, PRESTO!! SIAMO SOTTO ASSEDIO, VOGLIONO RUBARCI IL REGNO,
ELIMINATELI TUTTIII!!!» si dimenava Violetta gridando a
squarciagola. Defendermon si parò avanti armato di spada
«Presto Cyclemon, scappa!! Resto io ad
affrontarla…tu sei
troppo vecchio, sarebbe uno scontro impari! Corri dalle tue
figlie!»
«Ma…io!» esitò Cyclemon, ora
che un singolo
istante aveva invertito le parti. Gravemon si gettò
«Scratchmoninaaa! Ouch!» ma cadde a faccia avanti
poiché la gatta svicolò «Ora no
Gravemon, mi
spiace!» aprendo il cammino per Cyclemon
«Presto!!»
il quale pur controvoglia si trovò costretto ad ammettere la
sua
inferiorità e lasciare il campo a Defendermon.
«Neanche per
sogno, non mi lascio fregare così…!!»
avanzò
Violetta, e incurante del richiamo di Defendermon
«Ferma!»
diede ordine schioccando le dita «Ufomon, Gravemon!
Sconfiggetelo
e poi acquisitelo, io mi occupo di quel vecchio ingrato e di
Scratch-mmm! Voglio dire che impedirò a Cyclemon di
rubaaarcela!»
«Lascia
fare a noi, mamma!!» replicò Ufomon, e in un
focolare di
scintille la battaglia iniziò (fine-canzone)
Giunti al suo
orecchio quegli scuotenti boati, Nami Asanuma ancora in vestaglia si
massaggiò il capo «Ah, ma
cos’è questo
baccano di prima mattina? Sono impazziti ormai del tutto gli abitanti
di questo castello?!» ma IceDevimon emerse dal terreno,
spalancando le sue ali «Nami: grosse
novità.»
comunicò con la sua aria sempre serissima «Cosa
intendi
dire?»…«Si stanno avvicinando: i tuoi
alunni e i
loro aiutanti puntano verso il castello e sono affiancati da
una…
…moltitudine di Digimon, un vero esercito! Che raccoglie i
colossi più temibili, provenienti da tutti i settori.
Guarda!»…«Che cosa?!»
sussultò la
donna, e del timore si lesse nei suoi occhi quando il Digimon le porse
lo specchio dalla cornice cristallina.
«…è incredibile…»
le immagini non
lasciarono spazio a dubbi «…quelli sono
Takato…Kazu, Kenta, Jeri, ci sono tutti!! E
quest’orda di
Digimon?!»…«Ho una teoria: credo siano
guidati dalla
principessa Diamon. Deve averli riuniti assieme a suo padre, allo scopo
di recuperare la loro dimora.»…«Questo
significa…che per noi si mette male IceDevimon! Cosa si
dovrebbe
presupporre? Che quella Violetta è in grado di sconfiggerli
tutti?! Io anche se me lo giurasse non le crederei! E adesso? Non
abbiamo un posto in cui andare se ci mandano via da qui!» al
che
il Digimon illustrò tentando di celare una punta di velenosa
indignazione «Purtroppo se fossimo riusciti a caricare il
nostro
Digivice ghiacciato a quest’ora avremmo poteri sufficienti
per
scendere in campo! Ma stando così le cose saremmo in netto
svantaggio…!!» La donna si rosicchiò
l’unghia
«Non ci voleva…!...io non rinuncio al mio
riscatto.»…«Non ci sono solo le tue
esigenze ad
attendere qui, Nami, ci sono anche le mie!»
protestò
IceDevimon specificando «Anch’io voglio vendicarmi
dei
ragazzi e tu lo sai
bene!»…«Sì, come so bene
che tutti i tuoi congegnatissimi piani non fanno altro che fallire
e---!!!» ma fu interrotta «DOVE SONO?! LI AVETE
VISTI?!»
…Violetta
entrò in camera come una furia, con gli occhi sgusciati ed i
capelli spettinati (tanto che lo stesso IceDevimon tradì un
lieve timore che lo fece arretrare) «Ehi…calma,
cosa ti
prende, non hai un esercito per fermarli?» (IceDevimon
cercava di
arginare il suo parlare «Nami…» ma
costei sembrava
insensibile agli avvertimenti) al che Violetta sbottò
«L’esercito è FUORI, mentre invece quel
vecchio
rintizzito non so come ma è penetrato QUI DENTRO, eludendo
del
tutto la sorveglianza!!»…«Beh! Se le
cose stanno
così vedo la battaglia assumere fin da adesso una brutta
piega!»
Lo sguardo
di IceDevimon seguitava ad essere sospeso e incerto, mentre il passo di
Violetta si fece pesante, facendosi strada all’interno della
stanza «T-Ti dispiace…!!...essere più
chiara?!!
Q-Q-Quale
“BATTAGLIA”??!!»…«Ahhh,
ma
allora sei ancora meno informata di quanto pensassi: guarda tu
stessa!» fece Asanuma porgendole lo specchio, accompagnandosi
col
commento «Il mattino ha l’oro in bocca!»
Violetta
constatò e «AAAAAAAAAAAAHHHHH!!!»
cacciò un
urlo stridulo con conseguente caduta dello specchio, che si infranse
(IceDevimon: «Dannazione, l’avevo plasmato con i
miei
ultimi risparmi!!») «Da dove vengono quelle bestie
infuriate, DOVE HA RACCATTATO, QUELLA STUPIDA OCA DELLA FIGLIA DI
CYCLEMON, TUTTI QUEI DIGIMON BRUTTI E
ANTIESTETICI?!!»…«Da tutti i luoghi che
volevi
conquistare e in cui hai fatto fiasco, tu e
quell’…altro
imbecille di tuo marito!»
La donna dalla
vestaglia candida e dai riccioli castani restò
cristallizzata,
ed il suo sguardo vagò cullato da un folle tremore
«Se
fossi in te io afferrerei l’antifona, e capirei che non
c’è trippa per gatti dunque risulta una scelta
molto
più saggia arrangiarci fin d’ora a trovare
un’altra
sistemazione, e in fretta! Altrimenti…» enunciava
l’insegnante incrociando le braccia
«…temo che fra
poco non avrò nemmeno un tavolo distrutto…per
fare
lezione di matematica a tuo figlio!»
Violetta
ponderò, per poi lottare contro il battito dei suoi stessi
denti
nel pronunciare «N-No…!» Asanuma e
IceDevimon
assunsero espressione dubbiosa, vedendo che nello sguardo di lei vi era
sicurezza crescente «Non vi è motivo per
arrendersi
così presto e così facilmente…lo hai
detto tu,
no?! Io ho un esercito…» pronunciava fissando
avanti a
sé «E ora il mio esercito darà la sua
prova di
valore!!» innalzando le braccia in segno di trionfo, di
fronte
agli occhi alquanto dubbiosi di Asanuma e IceDevimon che si guardarono
«Avete forse dei dubbi sulle mie abilità
gestionali?! No,
ditelo se è così!» si volse di scatto
Violetta, e
Asanuma replicò «Oh…niente affatto,
cara.»
IceDevimon a ruota «Confidiamo appieno…nel talento
del
“comandante”.»…«Vi
stupirò…!!» serrò il pugno
la donna
«Quei ragazzi stanno per timbrare un biglietto
d’ingresso
gratuito nel parco degli orrori!»
Un FireFlymon
svolazzò e le fece scivolare l’Ipad tra le mani
«Grazie FireFlymon…allora! Al lavoro
Violetta…
…formazione…conchiglia
di Shellmon…uhmuhmuhm!» smanettando
sul touch screen e disponendo tanti pupazzetti raffiguranti Knightmon e
FireFlymon.
(canzone: Hearsay
- The way to your love)
L’orda di Digimon scalpitava con discrezione: sotto la guida
del
severo GoldCentarumon, non smarriva la coscienza di essere la speranza
residua per Digiworld, dunque ogni fermento personale,
benché
presente, andava accantonato.
Le loro
zampe, di molteplici forme e dimensioni, poggiavano sulle nuvole: era
sul fondo della scia di batuffoli candidi che si scorgevano le rovine
del palazzo.
Fu allora che
Diamon si portò la mano al collo
«O-Oh…no!
C…Casa…!» con gli occhi già
pieni di
lacrime, e stava per svenire ma Kazu la sostenne
«Coraggio!!...» fissandola intensamente da sotto il
suo
cappello scuro «Io ti capisco, sai? Ho visto mio padre
distruggere con rabbia ogni oggetto a noi caro, che rappresentava un
ricordo della mia infanzia. Ma ora dobbiamo guardare al futuro! Quando
il nemico sarà sconfitto…» rivolgendo
anch’egli uno sguardo appenato a quel palazzo diroccato, come
se
una parte di sé lo sentisse già suo
«…lo
ricostruiremo, come quando ho comprato tanti nuovi soprammobili con i
miei risparmi.»
I ragazzi e i
Digimon si facevano più compatti «Coraggio,
amici…!» esortò Henry con sguardo
deciso
aggiungendo «L’esercito ci assisterà
coprendoci la
spalle, ma noi procederemo avanti! Loro sono gli abitanti di Digiworld,
coinvolti sentimentalmente nell’invasione! Non è
giusto
scaricare tutto su di
loro…»…«Hai ragione,
Henry!» venne avanti Suzie rifornita di coraggio.
Rika
parlò «Occhio ragazzi! Lo schieramento da cui Kazu
e
Diamon sono fuggiti è possibile che ci verrà
incontro!» e subito a ruota Ryo «Già,
anche
perché se Violetta lo ha rubato a Sandmon è
probabile che
lo userà ora che non ha più un Digimon
personale!»
Kenta e
MarineAngemon si avvicinarono «Mi
raccomando…cautela.»…«Tanto
so che sarai
dentro di me: proteggerai sia la sottoscritta sia il
cucciolo!»
Il domatore occhialuto sorrise.
Rea
fissava il castello e sfiorava l’orecchio di Terriermon
«Momentai, Rea…» ed anche Henry
ripeté
«Momentai Rea…» in un sorriso
rassicurante, mentre
negli occhi della ragazza si specchiava il caleidoscopio blu e
rossastro nato dall’alba in pieno cielo.
Cindermon
indicò «Prima di arrivare al castello dovremo
oltrepassare
l’accampamento!! Da lì è probabile che
giunga il
primo attacco, visto che abbiamo avvistato le tende dei
Knightmon.»…«Non ti
preoccupare…»
accennò Takato che sembrava in forze, ed aggiunse
«Abbiamo
una strategia.»
«Cyberdramon!» si volse Ryo verso il suo Digimon
«Ascolta, noi non siamo in grado ancora di biodigievolvere, e
tu
sei provato dal pensiero di tuo figlio: cercheremo di essere utili in
modo diverso! Aiuteremo il signor Mitsuo e la signora Riley ad accedere
al palazzo, là se si incontreranno con il loro Digimon
potranno
combattere come veri domatori!» I due coniugi dagli occhiali
da
sole erano pronti, e il drago piegò il capo mormorando un
«D’accordo…»
«Impmon…» accennò Jeri
vagamente tremolante,
ma il folletto aveva sguardo deciso «Non temere Jeri, so qual
è il mio dovere!» facendo tremolare
l’ologramma di
Beelzemon sopra di sé «Quando sarà il
momento sono
certo che riuscirò a digievolvere!»
A Rika
bastò un «Renamon…» e costei
«…sono pronta.»
Cindermon stringeva le
mani di sua sorella, che Kazu sosteneva per le spalle «Non ti
preoccupare, Diamon!!» diceva la giovane dal ciuffo rosso
aggiungendo «Tu…libera la mente, e pensa solo a
coadiuvare
GoldCentarumon come fosse un esercitazione! Un gioco e
nient’altro, no?! Riponi piena fiducia in noi, scateneremo
l’inferno! E da questo inferno ripescheremo
papà!»…«Non troppo bruciato,
però!» si raccomandò l’altra,
e Cindermon
«Piuuuuf! E chi lo ammazza! Non per niente è mio
padre!» sgranchendo i muscoli per poi decretare
«Eccomi
Takato!» e lui «Bene!» assunse sguardo
all’unisono con quello di lei.
Jeri cercò di acquisire determinazione assieme ad Impmon.
D’un tratto Guardromon additò
«Guardateee!»
In un
«Ohhh?!» generale la squadra scatto
sull’attenti: uno
spirale di FireFlymon si costituì attorno alle rovine,
stringendosi in punta come la chiocciola di una conchiglia.
«Uhmuhmuhm, adesso
vedreeete di cosa sono capace!!» Violetta si
piazzò sul
trono distrutto con l’Ipad saldo fra le mani
«Sarà
come un’emozionante partita a un videogioco,
uhmuhmuhm!!!»
Iniziando a pistare in ogni angolo dello schermo.
«Ci
siamo!!» Kazu corse avanti, volgendosi e poi gridando
«L’ESERCITO SI TENGA PRONTO!» sfruttando
come segnale
il lancio del suo cappello. Per poi richiamare
«Guardromon!» e sfoderare il Digivice
«Sono
pronto!» replicò il Digimon.
Allora la squadra si levò in coro «BIODIGIEVOLUZIONE DEL
FUTURO!!!»
«CINDERMON…» /
«TERRIERMON…» /
«RENAMON…» /
«LOPMON…» /
«GUARDROMON…» /
«MARINEANGEMON…»
«…BIODIGIEVOLVEEE!!!»
Il bagliore
liberato fu accecante, e anche Impmon si caricò di energia
«Devo…farcelaaa!!! A-Ahhh!!!» fino a
quando
l’ologramma di un paio d’ali nere si
spalancò deciso
«IMPMON
DIGIEVOLVEEE…BEELZEMON!»
e a quel punto esortò «Bene, adesso coraggio,
Jeri!»…«D’accordo!»
e insieme «BIODIGIEVOLUZIONE
DEL FUTURO!»
«BEELZEMON BIODIGIEVOLVEEE…»
…spalancarsi delle ali di ingranaggi «…ROYALMON!»
A seguire «…RUBYMON!»
/ «CUPIDMON!»
/ «IRISMON!»
/ «LADYCANNONMON!»
/ «CARERMON!»
/ «GENIUSMON!»
…negli
stessi istanti quelle zampe rosse condussero fuori dalla stanza un
ragazzo avvolto in un lenzuolo. Era così timida la sua posa
stretta su se stesso, e la prima cosa che ebbe l’istinto di
fare
fu avanzare verso la finestra e guardare il cielo.
Il vento
del mattino sfiorò la sua frangetta, e a poco a poco il
bagliore
del sole sorgeva nei suoi occhi scuri. Fu allora che dischiuse la sua
mano rimasta zampa, e ancora quella fogliolina era con lui, non
l’aveva abbandonato. Un soffio di vento rischiò di
sbalzarla via ma lui «O-Oh-Ohhh!» arrabbattandosi
con gesti
ancora simili al suo lato digitale riuscì ad afferrarla
«Non abbandonarmi anche tu…»
mormorò
«…devi indicarmi il cammino: il nostro
viaggio…non
è ancora terminato! Uhmuhmuhm…!»
così chiuse
gli occhi e si lasciò carezzare dal vento.
I suoi
lineamenti spiritosi non lasciavano che l’espressione del
draghetto si smarrisse del tutto (fine-canzone)
L’espressione di un draghetto colorava alcuni dolcetti che
una
signora stava disponendo presso il bancone di un panificio, e che a
giudicare dal sorriso che si insinuava in lei, la rendevano alquanto
orgogliosa di averli preparati. Infatti ne prese uno «Non
c’è che dire…nonostante sia passato
tanto tempo,
riguardare questa forma di biscotti mi fa tornare in mente il passato.
Ahhh…quanto eravamo felici, magari tornassero quei
tempi!»
ma d’un tratto «Mie! MIE!!» un grido le
fece cadere
il dolcetto di mano
L’uomo
sbucò dalle scale, aveva sguardo attonito e sembrava
affannato
«Takehiro che ti succede? Mi hai fatto prendere uno
spavento!»…«Mie…»…«E’
da ieri che sei strano, e per la precisione da quando ti è
arrivata quella lettera! Io…mi crederai la solita ficcanaso
ma
se vuoi saperlo non ho creduto affatto alla storia del tuo amico che
stava male, a giustificare l’ora assurda in cui sei tornato
ieri
notte!»…«D’accordo…tanto
a un certo
punto non avrebbe senso nascondere certe cose, no?»
chinò
il capo l’uomo, e lei arretrò di scatto
«Che vuoi
dire?!»…«Ti dirò come stanno
le cose, Mie, la
verità è che quel telegramma…
…veniva
da
Digiworld!»…«…!!...cosa?»
fece la
donna con un filo di voce, portandosi la mano alla bocca
«D-Devo
sedermi…» disse, e in effetti le gambe sembravano
aver
iniziato a tremarle, così si avvicinò uno
sgabello
«Da-Da Digiworld…?» L’uomo non
rispose
(benché i suoi occhi celatamente vigilassero su ogni
reazione di
lei) «Non farmi consumare in un’attesa straziante,
dimmi
subito che cosa è successo a nostro figlio!...i-io lo
sapevo!!» appoggiandosi a quel bancone, costellato di
biscotti a
draghetto «Una volta può andare bene, ma non due,
due no!!
Ohhh…! Takato…il mio
Takato.»…«Takato
è tornato ieri notte,
Mie.»…«Ahh!
Come?!» fece lei e tanto fu lo stupore che si alzò
di
scatto, nell’improvviso cessare del tremore alle gambe
«Lo
sono andato a prendere personalmente, come…i suoi amici mi
avevano chiesto.»…«M-Ma cosa
è
accaduto…? E’ ferito?! Una di quelle creature gli
ha forse
fatto del male, adesso è in
ospedale?!!»…«No,
no…!...
…ascolta
in silenzio senza interrompermi.» disse lui con calma velata
da
una certa dolcezza, che ammorbidì l’atteggiamento
di lei
«S-Sì…»…«Nostro
figlio è
qui. Ma effettivamente…gli è successo qualcosa.
Mentre
era a Digiworld ha subito una…
…trasformazione. Ieri sera sono uscito e l’ho
riportato
qui a casa di nascosto, perché non volevo minare la tua
salute:
sappiamo che sei debole, soprattutto durante la notte!
Contavo…di parlartene questa mattina, come in effetti sto
facendo.»…«…sono sua madre,
lui è mio
figlio, mio figlio!!» sbatté lei la mano sul
bancone
«Io ho diritto di sapere tutto ciò che lo
riguarda!
Sempre, comunque!! A-Anche adesso che è
grand-»…«Mie…!!»…«Oh?!»…«Non…dire
altro: vuoi vedere tuo figlio? Rispondi, vuoi vedere
Takato?»…«…!!...sì!!
E
subito!!»…«Allora seguimi.» si
fece strata
Takehiro nella penombra delle scale, e lei completamente costernata non
poté che seguirlo, lasciando il bancone con i biscotti in
bella
mostra.
(canzone: Steps
- Chain Reaction)
Rubymon era alla guida del gruppo dei compagni, il cui volo perforava
grossi e candidi cumuli di nuvole. Ma dalle tende
dell’accampamento sospeso, qualcosa iniziava a muoversi
all’echeggiare di una stentorea voce femminile “Sveglia Knightmon, presto!!
Venite fuori…E FERMATELI!!”
La conseguenza
fu la lacerazione, violenta e immediata, del tessuto delle tende per
mezzo delle possenti spade che con altrettanto impeto affettarono
ammassi di nuvole: il gruppo vide piovere su di sé un
bombardamento bianco simile a una bufera di neve, ma quando le spade
dei Knightmon furono vicine ai loro corpi digitali e pronte per la
collisione…
«Whaaa!» a dispetto dei robusti guardiani bardati
di
metallo, il gruppo scivolò in un’impennata
vertiginosa,
sorvolando la flotta terrena che era sprovvista di ali.
In quel momento
GoldCentarumon si rivolse tempestivo a Diamon «E’
il nostro
turno, principessa! Copriamo le spalle al sovrano attaccando i
Knightmon!» ma lei tese la mano «Aspetta un attimo
GoldCentarumon!»…«Cosa
ordinate?»…«Ordinare niente,
però…!!
Loro sono raggirati!» additando i Knightmon
«Insomma non
sono qui per cattiveria, cercano solo un lavoro! Sono padri di
famiglia, è possibile che non ci sia altra via che non sia
affrontarli?!» ma il centauro digitale le negò lo
sguardo
«Sono spiacente Altezza, ma ormai i Knightmon si sono votati
al
nemico: la guerra è l’unica via
risolutiva.»…«M-Ma…!»
provò ad
obiettare, ma la nuvola su cui si appoggiavano subì un
allarmante scossone.
«Alla carica!!» strillarono i Knightmon
«Seguiamo gli
ordini del comandante e sbaragliamo la loro squadra di
terra!»
sicché in un grido furioso partirono all’attacco,
e a quel
punto GoldCentarumon «Esercito in avanzata! Prepararsi a
rispondere!»
Seguì un
tumulto che sovvertì il cielo: fiocchi di nuvole si
innalzarono
ovunque in vortici vigorosi. Diamon era schiacciata nella folla di
alleati in avanzata «N-No, aspettate---un attimo!!»
ed
avvertiva che l’autorità dei suoi ordini aveva
ormai
ceduto «Fermiiiiiiiiii, piantatela!! N-Non ho ancora dato un
ordine!!»
Ma il
rumore del metallo e delle grida d’odio prevaricò:
le
spade dei Knightmon si incontrarono con le molteplici armi dei
rivoltosi, e lo splendore delle tecniche scosse quell’alba
come
uno spettacolo pirotecnico.
Snowhitemon volò vicino a Diamon per proteggerla con le sue
ali
«Scansati Diamon, o ti travolgeranno!» ma lei
«Bisogna fare qualcosa!! Io non voglio la guerra per il mio
popolo, né uccidere innocenti per riconquistare una casa
ormai
distrutta!!»…«Hai ragione, sono
anch’io
d’accordo con te.» e lei gli si
aggrappò in
lacrime «C-Che possiamo fareee, se li chiamo non mi danno
rettaaa!»…«Qualcosa in nostro potere
c’è ancora! Tu resta qui!!» e
volò sulle
nuvole più alte «M-Ma!» la ragazza tese
la mano.
Snowhitemon si
concentrò, caricando il suo diadema di energia rossa
«DIGIEVOLUZIONE
INFINITA DEL FUTURO!»
piroettando così da causare un’eruzione di fiocchi
bianchi
(Diamon si parò gli occhi dalla pioggia di questi)
L’ologramma della creatura alata dal corpo acquatico
scaturì maestosa e circondata dal vortice di nuvole: i raggi
intensi del sole dell’alba perforavano la sua consistenza e
gli
conferivano il potere necessario…
…per realizzare ciò che portò Diamon a
spalancare
lo sguardo «Oooh?!»
La magia
di Snowhitemon permetteva ai cumuli nuvolosi di assemblarsi
«Quelli sono Digimon!!» esclamò Diamon
«LE-LE
NUVOLE DIVENTANO DIGIMON!...
…questa mi mancava!»
«Ahah,
adesso invece siamo al completo!» scherzò il
minotauro,
rivolgendosi a quella truppa serafica plasmata dalle nuvole
«Andate, CloudAngemon! Mitigate la battaglia grazie
all’effetto delle vostre frecce
celestiali!»
In risposta, il
fermento degli archi da tiro: una quantità infinita di
frecce fu
intrecciata dalle loro mani angeliche per poi procedere ad un lancio
tanto spettacolare da invadere il cielo.
Improvvisamente
GoldCentarumon alzò lo sguardo «Che
succede?!» e
stranamente a rispondergli furono proprio i Kalamimon (nuovi prototipi,
Digimon millepiedi metallici, con l’aspetto più
bellicoso
fra tutti) «E’ un segno del Cielo, comandante: gli
angeli
ci esortano a non schierarci contro i
Knightmon!»…«Ma…!»
Le frecce
celestiali non ferivano il bersaglio, ma inondandolo con una cascata
splendente sembravano frenare il suo impeto. Così accadde
con i
Knightmon, dei quali molte spade precipitarono nel cielo. Ma
c’erano rivoltosi che ciò nonostante ancora si
accanivano,
come ShogunGekomon (grande rana) e Orochimon (bestia a tante teste)
«Vi arrendete, pezzi di ferro?!!» ma a bloccarli
giungevano
gli alleati Kalamimon «Fermi! Un ordine superiore, la
principessa
non vuole---che si sparga il sangue!» e lo stesso
GoldCentarumon
«Il codice rosso è caduto: queste schiere
angeliche ci
assistono! Non è più necessaria la difesa
estrema,
fermate le ostilità, è un ordine! Nel nome del
nuovo
regno!»
«N-Non
posso crederci…» boccheggiava Diamon
«E’ tuo
il merito di tutto questo, Snowhitemon?!» esclamò
commossa
ma lui giunse a prenderla «Quando ti ho vista in quella folla
ho
ripensato a me, piccolo e smarrito fra i passanti in città:
ti
confesso, anch’io sogno la pace…»
smarrendo i suoi
occhi nel cielo che si tingeva d’azzurro, per poi aggiungere
«Ma ora non c’è tempo, ti porto dagli
altri! I
CloudAngemon si occuperanno dei
Knightmon!»…«Che
belli, per altro…!» commentò lei mentre
il Digimon
la prendeva in braccio (fine-canzone)
Una spada
strattonava con violenza segnando un solco profondo sul terreno.
«Uhmuhmuhm!»…«Uhmuhm…»
sogghignavano due piccoli e subdoli Digimon, mentre un ragazzino si
appoggiava alla sua arma piantata a terra e riprendeva fiato: stremata
era la sua espressione. «Arrenditi Defendermon!»
provocava
Ufomon con mano ancora sfrigolante di elettricità
«Ormai
anche tu sei troppo piccolo per noi…»
mormorò
Gravemon, e di nuovo sua sorella «La tua prestazione
è
durata anche troppo, del resto che prospettive hai? Siamo in casa
nostra, avete fatto un grande errore a venirci a sfidare!»
«Questa
non è casa vostra…» mormorò
il ragazzino
«…il palazzo appartiene a Cyclemon, e sorge per il
bene
del popolo dei Digimon! Voi glielo avete
rubato!!»…«Ohhh, e da quando ti
è spuntata
un’indole così nobile?» fece Ufomon
sfiorandosi il
volto in un gesto vezzoso «Se non erro…ne hai
fatte di
tutti i colori!»...«Da quando ho scoperto che
significa
avere dei genitori che ti amano, da quando ho visto, con questi stessi
occhi, dei ragazzi lottare accanitamente per qualcosa a cui non crede
nessuno!! Il futuro!!...
…da
allora, informaticamente parlando, questi nuovi dati si sono mescolati
ai miei antichi ricordi e hanno plasmato la risposta definitiva!!...
…e
cioè che è stato un errore cedere allo sconforto,
e
pensare di risolvere ogni problema con la repressione!! Mio
compito…pur arduo che fosse sarebbe stato attendere, come
questi
ragazzi! Confrontarmi con la mia sofferenza: la
solitudine…per
aver perso il mio domatore…esattamente come ha fatto il
nuovo
sovrano di Digiworld, Kazu, quando era solo un ragazzino ed
è
rimasto solo, perdendo la sua amata mamma! Ma nonostante questo non si
è arreso…
…non ha permesso ai grovigli del male di imbrigliare quel
ragazzino che era, ha continuato sempre a sperare…
…e ora un regno sta per sorgere dai suoi sforzi! Io invece
cosa
ho fatto…? Ho seminato solo dolore…e panico. Ma a
quanto
sembra non è troppo tardi, neanche per me…
…no, dei cari amici sono giunti a ricordarmi che ho ancora
un
contributo da offrire al mio mondo.»…«Ti
riferisci a
quel vecchiaccio?!» esclamò Ufomon
«Ormai ha le ore
contate come te: quanto veloce credi possa correre, prima che gli venga
un attacco d’affanno? Getta quella spada, ci fai miglior
figura
ormai! Cerca di fartene una ragione, oramai siamo noi i nuovi
dominatori di Digiworld.» con eco di Gravemon
«…tutti voi usurpatori dovrete essere acquisiti
senza
pietà…» ma il giovane
replicò «Questa
strada conduce solo a un baratro, dovete credermi!!...
…parlate
così perché la luce dell’amore
è lontana dai
vostri cuori come lo era dal mio, ma quando vi accorgerete di
ciò che avete fatto potrebbe essere troppo tardi! Fermatevi
finché siete in
tempo!»…«SILENZIO!!» fu
però la piccola aliena a prevaricare «Parli come
uno
sconfitto: è per questo che fai questi discorsi!! Certo, a
chi
mangia la polvere gli rimane solo da predicare: ma noi abbiamo studiato
alacremente un altro linguaggio…» materializzando
un
bracciale di pianeti sul palmo della mano «…e
cioè…quello del potere, ben più
efficace delle
parole!! Non riuscirai ad incantarci sei avvisato: e non sperare come
uno sciocco nell’intervento dei tuoi amichetti,
perché la
mamma li farà a fettine prima che tu abbia potuto
rivederli!!»…«Ufomon…sbrighiamoci
ad
acquisirlo.»…«E’ proprio
quello che mi sto
accingendo a fare!!»
(canzone: Valerio
Scanu - Could it be magic)
Le loro ombre si facevano minacciosamente vicine, e Defendermon
recuperava fiato “Mamma…papà, fate
presto! Non
resisterò ancora a lungo…!”
…il
Digivice a forma di maschera era avvolto dalle mani intrecciate di
Riley e Mitsuo, in volo assieme a Ryo a bordo di Cyberdramon…
Ma intanto
«GRRR! Gran “bella”…trovata
per liberarsi
della…f-flotta di terra!! Sandmon, che incapace, mi hai
lasciato
con un esercito di buoni a nulla quanto te!!» strideva la
rabbia
di Violetta, come una pentola pronta a straripare «Uhmuhmuhm,
ma
io non sono certo a secco di risorse e ho pronto per voi qualcosa che
vi sbalordirà! Flotta aerea ai miei ordini!!»
parlò
aiutandosi con il microfono connesso all’Ipad.
LadyCannonmon
segnalò «L’avete sentita, ragazzi?!
Quella era la
voce di Violetta!»
Infatti i
comandi echeggiavano attorno al palazzo diroccato, di modo da essere
recepiti dallo spirale di lucciole dorate «TI ASCOLTIAMO,
PADRONA!»
“Molto
bene, vi ordino di attuare lo schema -pioggia serpeggiante-! Fate
ballare quei pagliacci volanti…scommetto che sono una massa
di
imbranati, GHIAHAHAHAHAH!”
Ma
c’era Irismon che replicava con un sorrisetto beffardo
«Non
ti illudere…riserviamo delle sorprese!»
Rubymon avvertì «Attenti, ragazzi!!»
Infatti lo
spirale di FireFlymon fu percorso da una scintilla che lo
attraversò fino a brillare sulla cima: seguì una
pioggia
scatenata di dardi luminosi.
Il gruppo
si parò e Carermon avvertì «Si tratta
dell’attacco combinato dei FireFlymon, i nuovi
Digimon!!»
ma Geniusmon replicò «Andiamo amici, vogliamo
forse
lasciarci battere così?» Irismon raccolse
«…neanche a dirlo: presto, sotto con tutto quello
che
abbiamo!!»
E fu la prima a portarsi avanti «Frusta-arcobaleno!!»
I suoi
raggi iridescenti portarono scompiglio fra i FireFlymon
«RWAHHHHHH!!!» il cui spirale iniziò a
tremolare.
Carermon e Geniusmon si accostarono l’un l’altro, e
scatenarono «Carezza
lunare…» il primo, disciogliendo un
frammento di luna, e «Flusso
stellato!» il secondo liberando una scia dalla
lampada magica, accogliendo e potenziando l’attacco
dell’amico.
Royalmon assottigliò i suoi occhi
«Bene…è
arrivato il momento di scoppiare qualche cartuccia.»
innalzando
il bazooka trasparente…mentre LadyCannonmon già
attaccava
«Capriola-mitra!»
divenendo sferica e scatenando una raffica.
Il terzetto di
attacchi ricevuti scosse ulteriormente lo spirale di FireFlymon. La
situazione si aggravò quando Royalmon si librò
nell’aria «Circuito
di stelle!»
elevando attorno a lei due cerchi intrecciati che le stelle decorarono,
per poi piombare sugli avversari grazie alla spinta del vento liberato
dalle ali di ingranaggi.
I FireFlymon
segnalarono «ALLARME!!! LO SPIRALE RISCHIA LA
DISGREGAZIONE!!»
(«Mmmaledizione…!!» ringhiò
Violetta tra i
denti…)
«Uhmuhmuhm!» Royalmon constatava soddisfatta, e
soffiava
sul fumo del suo bazooka con elegante scioltezza.
Geniusmon
segnalò «Andiamo così ragazzi!! Siamo
in
vantaggio!!»
Ma
all’interno del palazzo Violetta abbandonava l’Ipad
a terra
«Basta! Io ci rinuncio! Che
l’esercito…coli a picco
con tutta la sua dilagante incompetenza, è qualcosa che
veramente si fa fatica a guardare!» afferrando il berretto
mimetico e la tuta lasciata sul bordo del trono. In quel momento giunse
Asanuma «Là fuori l’esercito
sta-»…«Ecco brava, proprio te cercavo!
Renditi
utile!»…«Come?!!...
…hai intenzione…di spedire noi in
battaglia?»
chiese la donna stupita, mentre spuntava anche IceDevimon dietro di
lei. Ma Violetta sfumò le loro intenzioni «Ma che
battaglia e battaglia, io me ne lavo le
mani!»…«Vuoi
dire che scappiamo?!» propose il gelido Digimon. Ma la
riccioluta
donna arrestò il suo passo «No…!
Semplicemente che
accolgo l’allegra brigata all’interno del palazzo:
che
c’è di strano? Se con la guerra non è
andata a
segno…voglio provare con le negoziazioni! Piuttosto cara,
senti!
Con questi facci un bel falò!» si rivolse
all’insegnante, alludendo agli abiti militari
«Abbandoni in
questo modo
l’esercito?»…«Senti, io mi
sono
proprio stufata di fare il comandante, la vita militare non fa per me!
Che quei FireFlymon…bruciassero i loro ardenti spiriti fino
al
consumo, tanto per me valevano come cartucce di scarto! Digimon troppo
brutti, grezzi come non ti dico, la loro presenza non era contemplata
nel nuovo regno! E io…devo andare a vestirmi,
perché
vedi? Sto ancora così, in camicia da notte…
…i nemici
mi bussano inferociti alla porta e io li ricevo
così?»
allontanandosi distintamente nel buio del palazzo.
Asanuma si
guardò con IceDevimon «Per questo “nuovo
regno”…comincio a chiedermi se noi lo abbiamo
l’aspetto adatto.»…«A questo
proposito non
sarebbe ora che anche tu andassi a cambiarti,
Nami?»…«Oh!»
sobbalzò la donna rimasta
anch’essa in vestaglia (fine-canzone)
Lo spirale
iniziava a sfumare i suoi contorni «CHE ORDINI
ABBIAMO?»
chiedevano i FireFlymon «…NIENTE! NON SENTO
PIU’ LA
VOCE DEL COMANDANTE: CI HA ABBANDONATI!»
Irismon
sottolineò «Ragazzi! Avete sentito?» e
Royalmon
«Quella donna non è nient’altro che una
spregevole
vigliacca, ma è meglio per noi! In questo modo riusciremo a
entrare senza alcuna difficoltà!» ma Cupidmon
smentì «Non ci conterei! State a
guardare!»…«Ah?!»
Sotto gli occhi
stupiti dei ragazzi, lo spirale si sciolse «NON POSSIAMO
RESTARE
IN BALIA DEI NEMICI! IN ASSENZA DEL COMANDANTE…NON CI RIMANE
CHE
ATTACCARE! ATTACCATE, MIEI PRODI! SENZA PIETA’!»
«Fermiii!!!»
strillò Cupidmon, ma ben presto si rese conto
«E’
inutile…»
L’orda di lucciole dorate piombò sulla squadra con
rabbia bellicosa.
“Pronto Henry?!”
chiese Rea, ed ebbe in risposta
“…sì!”
così il Digimon si lanciò, incurante del richiamo
dell’amico Rubymon «Attento, Cupidmon!»
«Non
preoccuparti, non ho paura!!» replicò l’
arciere
verdino tuffatosi nella furia delle lucciole digitali, che audacemente
fronteggiava a colpi di Kung fu “Non vi rendete conto---di
essere
manovrati?!!” esclamava la voce di Henry, seguita da quella
di
Rea “Desistete, non siamo qui per distruggervi!! Non vogliamo
farvi del male…”
I FireFlymon
ringhiavano «CHI CE LO ASSICURA?» e Carermon si
fece avanti
«Io! Io sono il nuovo sovrano di Digiworld, il prescelto!
Capisco
che ora non posso provarvelo, ma se solo aspettaste che recuperi la
Sfera regale vi dimostrerei che aspiriamo unicamente alla
pace!»
Alcune lucciole si
congiunsero in cerchio «MI DISPIACE, MA ABBIAMO LA NOSTRA
STIRPE
DA SOSTENTARE! NON POSSIAMO CREDERE ALLE PAROLE DI DIGIMON FUSI CON
ESSERI UMANI! PIOGGIA
DORATA!»
«AHHH!!!» una terribile scarica luminosa travolse
il gruppo.
Royalmon preparava il
bazooka, ma la mano di Geniusmon lo bloccò «No,
Jeri!»…«Cosa? Ma…!! Se non li
attacchiamo ci
distruggeranno!» Il genio digitale dagli occhiali di
cristallo
spiegò «…d-dobbiamo resistere, anche se
è
dura! Se ci sveliamo ostili non avremo speranza di essere creduti, non
ci resta che confidare nel dialogo con loro!» Royalmon
rifletteva
“Restare in balia della comprensione di questi
Digimon…?
Lo trovo insensato, e se rifiutassero di ascoltarci?! Perché
non
affidarci ai nostri poteri, per farci strada…?” si
chiedeva sfiorandosi il bazooka.
«Fermi, ve
lo chiedo ancora!!» Carermon anteponeva la sua mano, ma
dentro di
lui la voce di Guardromon “Attento, Kazu!” in
prossimità di una corona di scintille che stava per colpirlo
in
pieno «Oh?!!»
Ma in quel
momento qualcuno intervenne, saettando rapido come una cometa
«Lampo
inafferrabile!»
Lasciando di
stucco Carermon, Rubymon era slittato disintegrando il bolide con la
sua sciabola fiammante «Quello che lui dice è
vero!!...dovete credergli. Non mente, è il
sovrano!!»
dichiarò con voce decisa lo spirito dai capelli di foglie.
«Takato…» restò colpito
Carermon.
Cupidmon continuava a
lottare «A-Ahhh!! Metteteci alla prova, siamo giunti a
liberarvi
dalla tirannia! Dateci una possibilità!»
Rubymon replicò
ancora «Quel colpo era potente, eppure siamo riusciti a
neutralizzarlo! Se abbiamo i poteri per far questo significa che
potremmo attaccarvi, eppure guardateci: rimaniamo inerti, ci limitiamo
solamente a difenderci, perché…anche
noi…non
crediate…
…nel nostro mondo lassù abbiamo stenti e
problemi!»
Per un attimo le
ostilità cessarono, e Cupidmon poté riprendere
fiato
mentre il suo fiammante compagno catturava lo sguardo dei FireFlymon,
indicando il globo terrestre con la sua spada «Voi non ci
conoscete…perché purtroppo i confini fra la terra
e
Digiworld sono rimasti chiusi per dieci anni: ma da quel che
vedo…siamo accomunati da vicissitudini che ci rendono molto
simili. Vi prego, non laceriamoci a vicenda! L’ho
sperimentato
nel mio mondo, i conflitti non fanno che accrescere le
difficoltà per ogni singolo individuo: quanto
sarebbero…più semplici i nostri anni se ognuno
pensasse a
dare una mano all’altro…anziché vedere
in
lui…
…un nemico…come su questo campo.»
Si udiva nel
sottofondo il sommesso ringhiare di quegli insetti luminescenti, che
conducevano nel cuore diffidenza, ma che con le loro chele affilate
sembravano ponderare le parole del Digimon, che a dispetto della sua
consistenza non bruciavano, ma si limitavano a riscaldare.
«…lui ha ragione…ha parlato
più saggiamente
di me.» disse Carermon accostandosi all’amico e
aggiungendo
«Vi prego, voi non potete neanche immaginare cosa abbiamo
passato, mentre noi, noi francamente non abbiamo alcun problema a
figurarci le vostre preoccupazioni ed ansie di ogni giorno! Specie in
un momento in cui Digiworld è senza un punto di riferimento,
un
governo operoso e affidabile: ve lo chiedo, permetteteci di dimostrarci
il nostro interessamento, concedeteci di mettere a
frutto…ciò che abbiamo imparato. Altrimenti che
senso
avrebbe esser diventati adulti?» chinando il capo…
…ma in
quel momento, come Royalmon notò spalancando gli occhi
«…guardate…»
(canzone: Gigi
D'Alessio - Dentro un cinema (strumentale) )…lo
spirale luminoso si sciolse, ed i FireFlymon si separarono in una
miriade di luci nel cielo azzurro.
Cyberdramon giunse in
quel momento «Ce l’avete fatta, li avete
convinti?!»
esclamò sbalordito Ryo, e Irismon si volse
«…sembrerebbe di sì: i FireFlymon ci
hanno aperto
il loro cuore.»
«PASSATE…» disse la lucciola comandante
«…CONCEDETECI L’ULTIMA OCCASIONE PER
SOGNARE UNA
VITA DIGNITOSA.»...«Ahhh! Vi siamo
grati!» disse
Carermon aggiungendo con tono emozionato «Vi prometto che non
vi
deluderemo, farò del mio meglio!»
Rubymon in un
sorriso luminoso «Presto ragazzi: all’interno del
palazzo,
forza!» facendo un cenno da leader, grazie alla sua spada.
Compagni lo seguirono ben volentieri, e si udì anche
Snowhitemon
«Aspettateci! Ci siamo anche
noi!»…«Snowhitemon!»
esclamò Cupidmon,
e Carermon «Diamon, amore mio!» Costei rispose
«Buone
notizie, sembra che siamo riusciti a fermare la battaglia!»
Geniusmon
commentò «Non potevamo permettere una
carneficina…ora sta a noi mantenere la parola: il popolo di
Digiworld ha solo noi su cui contare.»
Così,
uniti dal loro obiettivo, quelle creature che mescolavano la
più
semplice umanità ai più mirabili prodigi del
potere
digitale, slittarono in volo fra i luminosi FireFlymon…ora
che
niente più impediva la loro avanzata verso il castello in
rovina…
Rubymon, fra
tutti il più leggero e rapido, mentre volava sognava
“N’Emo, fratellino mio…sei forse in
questo castello?
Se è così aspettami, ti prego!...vengo a
salvarti…”
Non poteva
immaginare che in quel momento, a casa sua, sua madre avanzava in
lacrime verso un ragazzino dai capelli neri.
«Una
maledizione…scagliata da un Digimon malvagio ha colpito il
nostro povero figlio…
…lo vedi, Mie? Takato è tornato
bambino…»
«Mamma…» pronunciò costui
tendendo le braccia
tremanti. Mie incredula cadde in ginocchio «C-Come puoi
essere
tu…?!» aggrappandosi alla maglietta bianca che
indossava,
ed esclamando «Mio figlio è grande ormai!!
E’ un
ragazzo adulto…e-e bellissimo, dov’è
ora il mio
ragazzo?!!» piangeva disperata (mentre lo sguardo di padre e
figlio si incrociava)
Le sue mani di
madre scorrevano tra i folti capelli
«Dov’è ora il
mio Takato?!!...ditemi che è un incubo!
V-Voglio…i-il mio
ragazzo, che fine ha fattooo?!!»
«Ohh…! Lo so Mie, è orribile! Quando
l’ho
visto…ho avuto la tua identica reazione. Però non
devi
piangere in questo modo!»…«E COME
FACCIO?! C-Come
faccio Takehiro?! TI RENDI CONTO DI CIO’ CHE E’
SUCCESSO?!...
…se
adesso volessi vedere quel figlio che ho cresciuto con tanto
amore…non potrei, se volessi sentire i suoi muscoli!!
Toccare…il suo viso e sentire la barba che
ricresce…»…«Mi rendo conto di
tutto, è
distorto, è innaturale ma…tu non devi dimenticare
che lui
è sempre nostro figlio.»
«Mamma…» e lei
«Oh?»…«Non
piangere, è già…abbastanza triste per
me! Quando
quel Digimon mi ha colpito!...ed ho sentito…
…le mie
ossa restringersi, la mia pelle tornare liscia come dieci anni fa,
io…!...h-ho avuto paura, ti giuro che in quel momento ho
invocato il tuo nome!» con eco esortativo di Takehiro
«Lo
senti, Mie?» ma lei «No, nooo!! E’
inutile che
cerchiate di convincermi, io ho un figlio, un solo figlio!!! Ed
è un ragazzo, è il ragazzo…
…CHE MI RENDEVA
COSI’ ORGOGLIOSA, ADESSO IN QUALE BUCO DEL TEMPO E DELLO
SPAZIO
SI E’ PERSOOO?!!! ME L’HANNO PORTATO VIA!»
Nakao fissò Takehiro
come per chiedergli ragguagli, ma questi gli comunicava “abbi
pazienza” aiutandosi coi soli gesti.
Tra i pensieri
del ragazzino, che socchiudeva gli occhi “…questa
donna,
come Guilmon: tutti ti vogliono ragazzino, e quando sei
adulto…non puoi più avere un Digimon tutto tuo. I
genitori…rimpiangono quando eri piccolo e dal carattere
docile.
Ma quando torni bambino…tutti improvvisamente scoprono
quanto
quel ragazzo adulto era importante, e manca la sua presenza tra le
pareti della casa. Perché…? Perché mi
chiedo, non
c’è un posto per me, da nessuna parte?”
Ma il
padre si accostò a lui mostrando di abbracciarlo, quando gli
comunicava all’orecchio «Sta tranquillo,
imparerà ad
apprezzarti così come sei, in fondo sognava che suo figlio
tornasse bambino: era esasperata dalla sua ribellione. Il posto di
Takato…sarà tuo, Nakao.»
Così il
ragazzino si fece strada, e sfiorò il capo di quella donna
piegata a terra tra le sue lacrime «…non
vuoi…tirar
fuori qualche vecchio vestito, per me? Non mi vuoi più
bene…?» ma udito questo, lei alzò gli
occhi e lo
abbracciò di scatto, con tanta intensità da far
sobbalzare il suo cuore «NOOO!...
…FIGLIO MIO!!...COME PUOI DIRLO?!!»
Una forza
incontrollata spinse le braccia del ragazzino a stringerla, e
rubò alle sue labbra uno spontaneo
«…m…mamma…!» e ai
suoi occhi una
lacrima “Quanto tempo che non pronunciavo questa
parola…quanto tempo che qualcuno non mi stringeva
così…”
Takehiro osservava la scena celando un sorrisetto soddisfatto.
E anche Mie si
sforzò di sorridere, asciugandosi gli occhi «E-E
va bene,
vorrà dire che…tireremo fuori le vecchie cose!
Faremo
finta…di esser tornati indietro nel tempo, ma solo per un
po’! Solo finché non si troverà un modo
per
scioglierti da questo brutto incantesimo, e farti tornare il giovanotto
fantastico che ora sei!» Nakao accennò un sorriso
«Ok, solo per un po’…» e
Takehiro si
accostò alla moglie «Sarà un
po’ come un
gioco!» aiutandola ad alzarsi «Coraggio Mie, in
fondo…è un qualcosa che molti vogliono pur non
potendoselo permettere.»
All’affacciarsi di un sorriso sui loro volti, anche Nakao
sembrò lasciarsi andare a una debole speranza, e un raggio
di
sole filtrava dalla finestra della stanza, risplendendo
nell’occhio vispo del pupazzo di Agumon (fine-canzone)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 34 *** La storia di Violetta ***
puntataDT2
Un’ala composta di luce tenue e fatata sollevava una zampa
artigliata rossa «Ohhh, che guaio! Non era invano che mi
preoccupavo per la scarsità del potere rimastoci! Ora sarai
costretto a nascondere le estremità dei tuoi
arti!»…«Guarda che non devi sentirti in
colpa,
Regina! Io sono già contento così!»
replicava quel
ragazzetto dai capelli neri e dalla statura ben distante da quella di
un giocatore di basket. Eppure nei suoi occhi anche se non
più
gialli era rimasta quella sfumatura di ingenuità, ed il
sorriso
cordiale tra i lineamenti che tendevano a
“ciancicarsi”,
era quello del draghetto che aveva cessato di essere «Voi
avete
fatto per me…molto più di che avrebbe fatto
chiunque!
Guarda, adesso posso…saltare! Stare in piedi su due zampe,
posso…un, due! Fare esercizi e sgranchire i miei
arti.»…«Ma
Guilmon…!» sorrise
bonariamente la Regina dei Digignomi «Quelle erano tutte cose
che
potevi fare anche prima! Se ci
pensi!»…«Ops!!»
fece il ragazzo…
…e si
grattò il capo con il suo artiglio, come era solito fare
anche
prima «…ora che mi ci fai pensare è
vero…»
…ma il
suo broncio un po’ incerto, come prima e come sempre si
illuminò in un sorriso vivace «Però
adesso posso
andare in giro sulla terra senza che nessuni mi noti, e a Digiworld in
modo che tutti mi indichino! E non più il contrario!
Ihihihihihi!»…«Oh…ma…questo…
…può essere divertente ma anche
pericoloso.»…«Cosa? Come,
perché? Non
capisco…»…«Guilmon…»…«EHM,
EHM!...accidenti! Uhmuhm! Non riesco ancora a liberarmi da questa
sensazione strana: mi si è abbassata la voce!
Dovrò farci
l’orecchio. Sì? Dimmi Regina cara…a
proposito:
grazie per la colazione, era buonissima! Me la sono sbaffata
completamente, certo però adesso è un
po’ difficile
con questi denti, prima mi bastavano un paio di morsi e il cibo spariva
in due secondi, me lo diceva sempre anche Takato!
Però…
…così almeno ho il lato positivo che la mangiata
dura di
più e ho più tempo per godermi il buon
sapore!»
alzando appena le spalle, in quello stato di euforia che non lo faceva
smettere di muoversi «Devo ancora abituarmi che non ho
più
la coda, e se voglio mettere a posto degli oggetti dietro di me non mi
rimane che girarmi! Uhmuhm, già io sono tanto disordinato di
natura, mi ricordo che Beelzemon non smetteva di prendermi in giro. Ah!
A proposito! Un’ ultima cosa poi sto zitto:
promesso!»
giungendo le sue mani-zampe per dare portata maggiore alla sua
garanzia…per poi aprirsi in un sorrisone «Grazie
infinite
per avermi rifornito di questa roba con cui vestirmi, altrimenti sarei
dovuto andare in giro con il
lenzuolo!»…«Oh…di
niente.»…«Però ti prometto
che non appena
faccio qualche soldo te la
riporto!»…«No…tienili pure.
Come ricordo di
noi.»…«Per ricordarmi di voi mi basta
guardarmi allo
specchio, Regina…!» espresse il ragazzo pieno di
gratitudine «Grazie a voi ora ho una nuova vita da iniziare:
sono
un’altra persona. Anzi! Sono una persona per la prima volta.
E di
questo…smack!» baciando il lembo
dell’ala della
creatura «Non finirò mai di essere grato a te e a
tutti i
piccoli Digignomi: siete stati insostituibili. E non di meno lo
è stato Grani, che mi ha indirizzato qui parlandomi in
sogno.
Grazie, Grani!! (ptsss, mi sente da qui?) » alludendo
all’ampiezza della sala del trono, e strappando una risata
«Uhmuhmuhm!» alla Regina dei Digignomi
«Amico mio,
riesci a vedermi???» esclamava Guilmon contento, con sguardo
rivolto verso l’alto e la speranza di essere udito da chi non
aveva consistenza corporea «Adesso con questo corpo sono una
garanzia! Ihihihi!» alludendo alla sua nuova consistenza col
gesto di afferrarsi la maglietta e scuoterla.
Il dono della
Regina oltre all’aspetto nuovo era proprio quella maglietta
di
sfondo bianco con l’immagine di un bel Digignomo in primo
piano.
Unita ovviamente al paio di pantaloncini corti neri, che potevano
costituire un primo passo per mimetizzarsi fra gente
sull’onda di
una discreta linea di moda «Mi raccomando
Guilmon…»
esprimeva la creatura con la premura di una madre unita a quel pizzico
di preoccupazione affinché il figlio non fosse avventato
«Comandi! Io sono tutto orecchie. Anche se non ho
più le
mie orecchiette flessibili. Ihihihihihi!» rispose lui con
l’entusiasmo non granché arginabile tipico della
giovane
età «Se andrai fra gli
umani…»…«Sì
sì! Ho intenzione
di farlo.»…«…sarà
importante
procurarsi un paio di scarpe. E dei
guanti…(!)…per
coprire queste.»…«Lo farò
senz’altro, a
me piacciono molto le scarpe, lo sai? Ptsss…ti confesso una
cosa: guardavo con un pizzico di rimpianto i Digimon che potevano
indossarle. Come Beelzemon, ad esempio! Lui è sempre
così
alla moda e delle volte alzavo la testa e mi mettevo a guardare il
globo: Takato è sempre stato aggiornato sulle nuove uscite,
pensavo che chissà quante belle scarpe aveva potuto
comprarsi in
questi anni. Ahhh…» sospirando per far spazio a un
po’ di malinconia «…ma ahimé,
ignoravo che da
quando io l’ho lasciato il suo piede non è
più
cresciuto.» Gli incantesimi potevano modificare tanti
dettagli,
fino alla natura stessa del proprio essere, ma le lacrime per i dolori
del tuo passato, come un velo a renderti gli occhi lucidi, sopravvive
persino all’incanto più stravolgente:
così accadeva
a Guilmon, che per la prima volta ospitava commozione nei suoi scuri
occhi umani. La Regina gli sfiorò la guancia…e
lui volle
gratificarla tornando a sorridere «Comunque mi
procurerò
le scarpe, puoi stare tranquilla! Per i guanti è un
po’
più fastidioso, ora comincia a far caldo, è quasi
estate
e il sudore mi fa irritare il pelo.» iniziando già
a
grattarsi i dorsi delle sue “mani” rimaste immutate
«Però se è necessario lo
farò. Bisogna
essere persone responsabili…!» alzando di nuovo le
sue
spalle un po’ strette, e poi raccogliendo le mani della
creatura
«Regina, ti prometto che sarai orgogliosa di me, non dovrai
essere in pensiero! Mi comporterò bene e saprò
fare di
certo buon uso di questo aspetto che tu e i tuoi piccoli aiutanti mi
avete così generosamente donato. Uhmuhm! Non so ancora
come…
…ma in
qualche modo mi procurerò da vivere: qualcosa
salterà
fuori, una luce mi guiderà!» rivelando nel suo
palmo la
fogliolina che ancora lo seguiva, e la Regina vi adagiò
l’ala, stringendo con essa anche la zampa di lui
«…portala sempre con te…ha segnato il
tuo
destino.»…«Certo, mi ha permesso di
continuare a
vivere! Mi ha fatto riemergere dalle macerie…
…così che potessi conoscere tutti
voi!»…«Guilmon, ma
dimmi…è vero? Vuoi
andare sulla terra?»…«Sì,
Regina…» ammise il ragazzo cercando di mostrarsi
serio ed
esprimere maturità «Voglio tornare nel mondo dei
miei
amici umani, sono dieci anni che non lo vedo e le ultime
volte…sono stati solo brutti momenti che ci terrei a
dimenticare. Però ci tengo al mondo da cui veniva Takato,
voglio
imparare a conoscerne ogni cosa! E poi…non posso
più
restare a Digiworld perché anche se ho un aspetto nuovo
c’è il rischio che con queste mi
riconoscerebbero.»
muovendo gli artigli delle sue zampe anteriori e posteriori
«E
come hai detto anche tu potrebbe essere pericoloso…dopo
quanto
ho combinato al castello, potrebbero essere in molti intenzionati a
farmela pagare: e chissà che non abbiano
ragione…»
«Sei un
caro ragazzo…» diceva lei tra le carezze, e lui
alzava le
spalle un po’ mogio «Un caro ragazzo che ne ha
fatte di
tutti i colori, tanto che come sola speranza aveva quella…di
cambiare volto! Però dai: adesso non mi voglio lamentare,
l’ho fatto anche perché lo volevo. Sognavo di
respirare
come fanno gli esseri umani, ihiumf…ahhh…! E poi,
non
è escluso che Cindermon prima o poi possa far ritorno sulla
terra: lei ha una casa lì! Io l’ho vista, anche
perché…quella casa…»
abbassando lo sguardo
«…la conosco bene…» La Regina
accennò
un sorriso, e chiese
«Promettimi…»…«Tutto
ciò che
vuoi!»…«…una cosa soltanto:
che mi darai
notizie di te, e mi farai sapere come stai! Mi raccomando, non farmi
stare in pensiero.»…«Oh certo! Sicuro:
non
smetteremo mai di sentirci, ci terremo sempre in contatto!»
Così
arrivò quel tanto rimandato, ma necessario momento dei
saluti
«Addio Regina. E grazie! Grazie ancora di tutto: questo
Digimon…continua a vivere grazie alla tua
bontà.»
si inchinò appena, alzando i suoi occhi furbetti
«…anche attraverso i veli del destino, che ci
cambiano il
volto e ci portano lungo le le strade più
impensabili!»
Lei rispose «…dovunque andrai, e qualsiasi volto
avrai…tu rimarrai sempre tu, Guilmon. E il tuo cuore
sarà
sempre lo stesso.»…«Già, che
accoglie Takato
dentro di sé!» sorrise Guilmon col suo nuovo volto
«E lo porta per mano in qualsiasi luogo, com’era un
tempo!
Oltre la vita…e le barriere che ci
separano.»…«…buona fortuna. E
mi raccomando,
abbi cura di te!»…«Te lo prometto!!...a
presto
Regina!! Ciao!!» (canzone: Claudio
Baglioni - In un'altra vita)
Fu
così che quelle zampe che ora sostenevano un corpo di forma
umana, solcarono l’entrata della sala in cui i Digignomi
l’avevano condotto la prima sera in cui era giunto al
castello,
presentandogli la loro sovrana. Ora per Guilmon era tempo di riprendere
il cammino ma era certo che avrebbe portato quel luogo da fiaba, sulla
cima di una montagna altissima a Digiworld, sempre fra i suoi ricordi
più speciali.
«Come
siete gentili!» espresse emozionato quando vide i Digignomi
giungere in volo e portargli uno zaino nero, ma piuttosto alla moda
«Ma non dovevate…grazie…
…ahah!
Come farebbe Digiworld senza voi Digignomi?…avevamo ragione
dieci anni fa a guardarvi con occhi così
incantati…» mormorò con tono
sognante…
…e la
Regina, che si asciugava una lacrima con l’ala brillante,
espresse «…come farebbe Digiworld senza di te: in
bocca al
lupo…piccolo grande Guilmon. E non smarrire mai il
cammino…pregherò quella foglia, da qualsiasi
albero sia
caduta, di non lasciarti mai senza una speranza…o una
piccola
luce all’orizzonte da inseguire, come quella che ti ha
condotto
qui. E mi ha permesso di…ampliare la mia secolare
conoscenza…con una nuova storia. La storia che ti rende
unico.
Per sempre unico…per tutta la vita e oltre.»
volgendosi e
tornando ad avviarsi verso il suo trono.
Quel ragazzo di
scarsa statura sembrava aver fretta di correre via «Ciao
Digignomi! Ehi, dai però non fate così altrimenti
mi fate
commuovere e poi non me ne vado più. Comunque io non vi
lascio
senza notizie di me: sulla terra mi impegnerò sodo! E se
diventerò qualcuno…voi sarete i primi dai quali
tornerò! A presto, e pregate perché riesca a
svoltarla!»
Quella nuvola
luminosa di affezionati folletti, alcuni dei quali gli dicevano
«In bocca al lupo Guilmon!»
…lo
seguì fino al momento in cui spalancò i cancelli
d’entrata…
…e «Ahhhhhhhhhhhhh…!»
…poté
bearsi, in uno di quei respiri intrisi di speranza che raramente si
fanno, di tutta l’aria pura e palpitante che conduceva la
mattina
di primavera.
I suoi occhi si
posarono sul globo alto nel cielo «…terra sto
arrivando…
…mi vedi Takato?...
…vivrò anche per te, ed ora ho questo corpo per
trainare
anche la tua natura umana. Quella vita che non hai potuto
vivere…la vivrò io per te. Sarò quel
ragazzo che
tu non sei stato, ed ogni vittoria o piccola
gioia…sarà
dedicata a te, bambino mio. Perché anche se ora ho la faccia
di
un umano…io resterò sempre il tuo Digimon. Per
sempre!
Finché il cielo avrà la forza di abbracciarci. E
scrivere
nuove storie.»
Il moto di quei
Digignomi faceva pensare all’eterna ciclicità
della vita,
che mai si arresta un attimo nel suo eterno circolo d’amore.
Rubymon fu il
primo ad atterrare, sui suoi piedi dalle unghie luminose come
fiammelle, sulle pietre crepate del palazzo diroccato. I suoi occhi di
medesima luce fiammeggiante si smarrirono nel buio scenario circostante
“…Cindermon!...
…questa era la tua casa…?”
In
risposta da dentro di sé, una voce triste e sofferta
“…sì, Takato!
Era…!”
Al che lui
socchiuse gli occhi, e si portò le mani al cuore come per
darle
calore e consolazione. Lei percepì e disse
“Grazie…! Che soffio…caldo che ha il
tuo amore!
Persino qui in questo luogo dove ci sono spifferi dappertutto! E
pensare che un tempo…non era così, la mia casa
era
così calda!”
“…ti capisco, lo sai?” Rubymon
smarrì i suoi
occhi malinconici “Anche nella mia casa ora
soffiano…spifferi…” e fu allora che
alle loro
spalle giunsero gli altri Digimon «Eccoci, siamo
qui!» fece
Cupidmon atterrando, e Irismon a bassa voce «Mi raccomando,
occhi
aperti ragazzi…Violetta potrebbe essere qua attorno:
sbrighiamoci a trovarla, e a sistemare i giochi!»
Ryo disse
«Ragazzi allerta, ho sentito un rumore!» e tutti
scattarono
sull’attenti «Sarà lei, che
dite?!» fece
LadyCannonmon, e Carermon «Dobbiamo essere
prudenti…»
Diamon
però indicò «Ho visto qualcosa muoversi
tra
macerie! E’…piccola, è nera!»
così
poco dopo tutti «OH?!» e Geniusmon
esclamò
«Quella è Scratchmon!»
La gatta con
l’elmo avanzò dignitosamente, fissandoli tutti
«Benvenuti domatori. Benvenuti anche a voi, amici Digimon.
Grazie
per essere accorsi in supporto di un Digiworld…prossimo a
essere
dimenticato.» Rubymon chiese stupito «Sei stata tu
a
convocarci?!» ma la gatta scosse il capo «Oh,
no…se
escludiamo le preghiere che ho recitato in fondo al mio cuore
fuggiasco…
…in
realtà chi ha rischiato, e lottato preparando un esercito, e
scovando il Sovrano del futuro...è qualcun altro.
E’ qui
con me…» fu allora che si scostò, per
fare spazio a
un passo lento ma solido su un profondo rigore.
Diamon corse
avanti e si accostò a Rubymon, balbettando già
con le
lacrime agli occhi «N-Non può essere
vero…!»
…e
nel più profondo sbalordimento dello spirito autunnale, che
intensificò la luce dei suoi occhi e il fiato dei suoi
respiri
“…PAPA’!!!”
Cyclemon si
fermò, visibilmente stanco, appoggiandosi come sempre al suo
scettro. Alzando i suoi occhi inumani, e soffermandosi prima su Diamon
«…invece tutto è possibile come
già ti
dissi, Diamon.» per poi volgere lentamente il suo
sguardo…
…fino ad adagiarlo su Rubymon, spalancando gli occhi
«…Cindermon...
…è incredibile, sei…
…bellissima!...
…finalmente biodigievoluta con un essere umano…
…pieno
accesso alla sua anima, ed ai segreti più delicati del suo
cuore…» (parole che tutti ascoltavano col fiato
sospeso,
specialmente Royalmon…)
«…tua madre sarebbe orgogliosa di te.
Dev’essere per
questo che il suo cuore brillava tanto: percepiva il tuo
arrivo.»
Rubymon versava
lacrime, ed avanzava a passo tremante verso Cyclemon
«…p-potete concedermi di chiamarvi...papà,
grande
Cyclemon…?» inchinandosi piegando le sue ali,
dinanzi a
Cyclemon che replicò anche commosso «Ma
certo…
…tu devi
essere il ragazzo che ha…scovato mia figlia. E ha saputo
cogliere le sue buone qualità!...a volte un po’
nascoste.»
«…mi chiamo Takato…»
sussurrò la
creatura «…Takato Matsuki…
…vivo a Tokyo, i miei genitori gestiscono
un…panificio
nel quartiere di
Shinjuku.»…«…umile e onesto.
Spero di non imbarazzarti se ti dico che ho sempre
desiderato…uno come te al fianco di mia
figlia.»…«Oh no,
affatto…»
“…papà, imbarazzi me: ma
che…CCCAVOLO TI
SALTA IN MENTE DI DI-“ ma Diamon sfiorò Rubymon
tagliando
corto «Niente! Lascia perdere, fa come se non avessi
sentito!» “Ma…?! Come LASCIA PERDERE io
sono qui, in
pienaaa missione e lui se ne esc-“ ma «E’
a
posto!» si sforzava ad esortare Diamon, dopodiché
si volse
«Papà, noi dobbiamo parlare!» e Cyclemon
«Certamente!» piantando lo scettro a terra
«E’
finalmente giunto di giocare a carte scoperte, basta con i misteri e i
segreti, ho scoperto anch’io che…non serve agire
da soli,
e ora che siamo una squadra vi dirò tutto. Vi
svelerò
cos’è successo in passato, e qual è la
vostra vera
missione. Ma prima lasciate che vi dica...» scorrendo il suo
sguardo lungo tutti loro «…che sono felice di fare
la
conoscenza di ciascuno di voi. Vi stimo uno per uno:
ragazzi…che
sono stati capaci di lottare, di non arrendersi alla vita. Questo
è essere veri guerrieri…quello che da bambini non
si
può immaginare, e si pensa solo a scagliare
poteri…o
parole arroganti. Ma voi siete andati oltre il velo del tempo. Avete
riaperto le porte di Digiworld. Bravi!»
Carermon
avanzò «Cyclemon, io da adesso sono al tuo
servizio!
Prometto che farò di tutto per svolgere il mio compito nel
vostro mondo.»…«Ci sarà tempo
Kazu, ma ora
ciò che più mi rallegra…»
accennando un
sorriso «…è che la mia Diamon non sia
più
sola.»…«Ahah!» Carermon e la
ragazza digitale
si presero per mano, e lei commentò «Sei
bellissimo
biodigievoluto.» (rispose Guardromon “Grazie, mi
fai
arrossire!”)
Rubymon ammise «Mi permetto di dirti…
…che
Cindermon è una ragazza meravigliosa, e una Digimon ancor
più straordinaria: è stata colei che mi ha
raccolto
quando…la mia vita è bruciata, assieme al mio
Digimon! Il
mio adorato amico d’infanzia…che è
volato
via…
…una
seconda volta e per sempre. Ma ora la vita mi chiama di nuovo, prima
che io voli a raggiungerlo. E lo fa…grazie alla voce di tua
figlia.»
Royalmon a quel
punto volse le spalle, ma Geniusmon la sfiorò
«Guarda che
non devi essere gelosa! Lui lo dice solo poiché nutre
gratitudine e affetto nei confronti di Cindermon! Lo sai che il suo
cuore non batte che per te.»…«O-Oh, ma
io…!...n-non sono affatto gelosa, è solo che
vorrei che
ci sbrigassimo! Con tutti questi discorsi stiamo ritardando, e non
vorrei che finissimo in pericolo!»
Cyclemon
picchiò lo scettro a terra «La qui presente ha
ragione,
bando alle chiacchiere!» (al che Royalmon
«Ahhh!»
sussultò, per l’imbarazzo di essere stata udita)
Mitsuo e Riley
corsero avanti «Cyclemon! Per caso hai notizie
di…Defendermon?»…«…Defendermon
è qui: e si sta facendo valere come un vero
Digimon!»
Scratchmon aggiunse «Ma noi dobbiamo aiutarlo!» e
ancora
Cyclemon «Ma prima…è giusto che
sappiate tutto sul
vostro nemico.»
Cyberdramon si lasciò scappare «E mio
figlio?!!»
correndo avanti, incurante dei richiami di Ryo «Cucciolo,
aspetta!»…«Mio figlio! E’
piccolino, tanto
cuccioloso, si chiama Midramon! L’avete visto?!»
Cyclemon tacque, celando il suo sguardo…(fine-canzone)
«Oh
no!» esclamava il piccolo Midramon, smarrito fra le macerie
«Quei bambini crudeli e malvagi se la sono presa con
Defendermon!
Lui non potrà più proteggermi, devo scappare! Ma
dove…? Papà, mamma, aiuto! Dove siete? Fratellini
miei,
sento tanto la vostra mancanza! Vorrei tanto che tutti e quattro
assieme potessimo aiutarci a vicenda, come una vera
squadra…» ma il draghetto era solo, e non gli
restava che
addentrarsi in quel buio pertugio, tra le colonne spezzate…
Cyclemon
rivelò «Purtroppo quando siamo stati
attaccati…ci
siamo persi di vista. Ma non temere!!» puntando i suoi occhi
ancora vivi e vigorosi verso Cyberdramon «Ho intenzione di
recuperare tutti i frammenti di questo specchio infranto, e a scontro
concluso ti aiuterò,
Cyberdramon!»…«Io-» ma Ryo lo
interruppe sul
nascere «Dà ascolto al grande Cyclemon, vedrai che
lo
ritroveremo: tutti insieme ci metteremo a cercarlo…non
potrà essere andato lontano.»
A quel punto
Diamon avanzò, ed adagiando il suo sguardo
sull’anziano
padre «Papà…
…chi è il vero nemico di Digiworld?...
…chi è che ha…
…
…ucciso
la mamma?» ma a quel punto Rubymon fu scosso da un brivido
folgorante “Coooosa?!! Ho capito male, suppongo!!!”
«No, sorellina! Hai capito benissimo.»
replicò la
ragazza dal mezzo volto di diamanti “La mamma è
stata
uccisa?!” esclamò con voce tremula, mentre Rubymon
si
sfiorava il petto «Calma, Cindermon…»
benché
anche il suo tono vocale fosse appenato. Non rimase che voltarsi verso
Cyclemon, che abbassò lo sguardo «Non te
l’ho mai
detto…perché temevo avresti cercato di farti
giustizia da
sola.»
Rubymon
avanzò e la voce da dentro di lui tuonò
più forte
“A-Allora non è andata come sapevo io, non
è stata
aggredita da un Digimon feroce!! Lei…aveva qualcuno che la
odiava, un nemico che desiderava la sua morte!! Ed è lo
stesso
di cui ci hai sempre parlato, la…fantomatica minaccia che da
anni grava su Digiworld!!” e a quel punto Cyclemon rispose
«La risposta per entrambe le domande di Diamon è
la
stessa: ad uccidere vostra madre Haruko è stata…
…
…una donna. Credo che tutti voi ormai la conosciate, e che
siate
qui proprio per confrontarvi con lei: il suo nome è
Violetta.» (canzone: Mariah
Carey - Bringin'on the heartbreak)
La squadra
trasalì…Irismon fece «Avete
sentito…?
Violetta ha ucciso anche la madre di Cindermon e Diamon!»
Fra le due
nominate, quest’ultima aveva le mani alla bocca e le lacrime
agli
occhi. Rubymon sguardo attonito e mani al cuore “N-No,
papà…! Non ti posso credere, tu stai
mentendo!”
«Cindermon, allora…» accennò
la voce propria
del Digimon, cioè di Takato «…l-la
persona che ha
ucciso tua madre è la stessa che ha causato la morte di
Guilmon!»
Royalmon a
quel punto si fece strada fra i compagni «Abbiamo atteso
abbastanza, parlate chiaramente!! Abbiamo il diritto di sapere come
sono andate le cose!!» e Geniusmon «Chi
è questa
Violetta?!!»
Cyclemon rispose prontamente «…una Digimon Tamer.
Una
compagna di squadra di vostra madre…figlie mie. Lei si
è
rivoltata contro i suoi stessi compagni: e li ha uccisi…per
estrarre il loro cuore digitale. Haruko…la mia domatrice
nonché mia sposa…
…e Hideki: il domatore di Guardianmon.»
Mitsuo si
sfilò gli occhiali da sole…e incurante di Riley
che lo
sfiorava (ma non potendo fermarlo, avanzava con lui) «Che
cosa
hai detto, Cyclemon…?...!!...
…allora
mio padre…è stato
eliminato…!!...d-dalla stessa
donna che si nasconde nelle profondità di questo
palazzo!!»
Tutti si
volsero agghiacciati a guardarlo. Cyclemon chinò il capo
«Violetta prese parte con noi alla battaglia contro il Regno
abbandonato, la prima che Digiworld ospitò quando era ancora
allo stadio primordiale, e da pochi mesi mani umane tentavano di dargli
una forma: plasmarne un luogo…dove i viventi potessero
abitare.
Per questo fu vittima dell’astio degli scarti informatici,
coalizzati come un unico grande regno, mossi dall’invidia
poiché di loro mai nessuno si interessò,
perché
potessero avere una storia o un seguito.» Cupidmon mosse un
passo
avanti «Violetta era una Digimon Tamer buona, allora! Era la
domatrice di Muskmon, perché adesso vuole distruggere questo
mondo?!»…«Perché ha perduto
la speranza. Ha
smarrito la fiducia nel suo prossimo, ed il tempo e gli anni trascorsi
le hanno conferito la convinzione che è solo il
tradimento…
…a regnare sovrano tra la vita umana, e digitale.»
Parole che
rapivano l’attenzione di Royalmon e degli altri compagni
Digimon,
intrecciandosi in sfumature svariate al loro personale vissuto.
“E-E per questo
motivo ha ucciso la mamma?!!” gridò Cindermon dal
fondo
della biodigievoluzione, seguì a ruota Mitsuo «Per
questo
non…!!...si è fatta scrupolo di calpestare vite
umane,
anche chi aveva una famiglia?!! Spezzando legami…
…che avrebbero avuto diritto ad un’altra
possibilità…non è giusto
questo…»
asciugandosi lacrime di rabbia mentre Riley lo carezzava
«Mitsuo,
coraggio…»
Diamon
incalzò «Il signor Yamaki h-ha pienamente
ragione!! Come
ha potuto?!!»…«…Violetta
purtroppo…» si accinse a spiegare Cyclemon
«…non riesce più a comprendere i
sentimenti umani
come un tempo sapeva fare: lei per perseguire il suo scopo…
…si
è privata del suo stesso
cuore.»…«Che
cosa?!» fece la voce maschile di Rubymon. Cyclemon
seguitò
«Quella che ora vedete non differisce molto…da un
agglomerato di dati, e di sentimenti negativi: Violetta ha fatto uso
delle sue conoscenze digitali e informatiche…per disfarsi
della
sua parte buona.» Carermon domandò «Che
ne è
adesso di quel lato di lei…?»
«E’
qui!» rispose Scratchmon venendo avanti, in un sussulto
generale
degli spettatori…quando videro il fiore nel suo petto
illuminarsi di luce “Guardate, quello è un Cuore
digitale!” esclamò la voce di Henry
dall’interno di
Cupidmon, e poi Rea “Ma allora il lato buono di Violetta
esiste
ancora!”
La gatta
illustrò «Purtroppo siamo rimaste separate: il
potere
digitale tavolta realizza di queste cose, e adesso…grazie al
sostegno che le danno l’odio e la rabbia mutate in dati,
Violetta
è in grado di agire indisturbata: non ha bisogno suo cuore!
E
infatti…vuole estrarmelo per completare il suo mosaico
energetico.»
Irismon espresse
«Non capisco…ma qual è il suo scopo
finale?!»
e anche Ryo «Infatti non ci arrivo: morte, uccisioni,
tradimenti…tutto questo spirale di violenza per poi portare
a
cosa?!» Cyclemon rispose «Vuole sostituire
Digiworld! Il
suo obiettivo è la versione…
…distorta del
suo sogno originario di un regno di pace, un unico regno! Che
comprendesse la terra e il mondo digitale: Violetta ora vuole
edificarlo…sulle ceneri dei nostri mondi che reputa
corrotti! E
cospargerlo di abitanti…artificiali, in quanto ritiene che i
sentimenti autentici siano la fonte da cui generano
disonestà, e
cattiveria: quelli che lei chiama “Digimon della Nuova
Specie” altro non sono che…
…bambole,
costriute con argilla proibita. Secondo lei…sarebbero di
certo
abitanti migliori di umani e Digimon, di cui vuole conservare solo la
forma esteriore.»
Geniusmon
riassunse «In pratica un libro illustrato! Un paese da fiaba
in
cui tutto finisce bene, ma dove abitanti e costruzioni…sono
di
cartone…» e da dentro di lui MarineAngemon
“Che
bruuutto, un mondo così! Non c’è la
minima traccia
di un sentimento autentico, anche imperfetto che sia! Ma in fondo
è umano, no?”
“E’ un piano perverso…”
boccheggiò
Cindermon, e Rubymon confermò «…sono
d’accordo.» ancora attonito per quanto udito.
Carermon ammise «Tutti noi abbiamo avuto problemi e
difficoltà, ma non ci saremmo mai sognati, per questo, di
mettere il nostro mondo sotto vetro!» e Ryo
«Sì
però cosa ti puoi aspettare da un essere senza cuore?
E’
una creatura…dalla mente deforme!» ma Cyclemon
batté lo scettro a terra «Eppure vi invito ad
aspettare a
giudicare, benché sia io stesso il primo ad aver sofferto:
Violetta…ha eliminato la mia amata sposa. Tuttavia penso che
colui o colei che volesse processarla, avrebbe prima il dovere di
ascoltare la sua storia. Ed è quella che voglio
raccontarvi.» ma Royalmon ribatté «Che
ci importa di
sapere che storia ha avuto?! Eliminiamola e basta, ormai sei stato
molto chiaro! Ha commesso atti imperdonabili, vuole la distruzione di
tutti noi! Per il bene di Digiworld e la terra Violetta merita di
essere…cancellata!» caricando il bazooka
«Aspetta,
Roylamon!» la richiamò Rubymon, lanciandosi
all’inseguimento di costei che aveva spiegato le ali per
tuffarsi
nelle profondità del castello. Irismon esortò
«Cosa
aspettiamo ragazzi? Andiamo anche noi!» e LadyCannonmon
«Sì!» a nome di tutti.
I Digimon si inoltrarono nell’oscurità…(fine-canzone)
La sala dal
trono distrutto era tetra e deserta quando Royalmon planò,
sfoderando la sua arma tecnologica e sfrigolante «Vieni
fuori,
Violetta!!» gridò aggressiva «So che mi
stai
sentendo! Abbi il coraggio di uscire allo scoperto!»
Dentro di lei
l’avvertimento “Fa attenzione, Jeri!...non
conosciamo
questa nemica e se è vero che quelli sono i suoi
intenti…non è minimamente da
sottovalutare!”
«Non ho paura, Beelzemon!...
…ormai sono una domatrice come gli altri, ho conseguito la
biodigievoluzione e non mi manca nulla!» assottigliando il
suo
sguardo, per metà meccanico «So come trattare
meschini
impostori come lei che aspirano a mettere le unghie su Digiworld e
sulla terra…
…a dispetto di tante parole…»
innalzando la sua
arma «…l’esplosione del potere digitale
è
l’arma più indicata per alcuni
nemici…!!...»
Quando improvvisamente «Uhmuhmuhmuhm!»
«Chi è?!...
…ho sentito una voce, TI STO
ASPETTANDO!»…«E
così tu saresti Royalmon! La Digimon che ha fatto perdere la
testa a mia figlia: sei diventata il suo nuovo mito!...da quando la mia
Muskmon purtroppo…»
La
Digimon assunse espressione determinata
«…sì, sono
Royalmon! Tu invece devi essere Violetta, quella che aspira a infilarci
tutti nel suo…
…NAUSEANTE libro di favole come fossimo suoi
burattini!!»
«E
così a quanto pare il vecchio Cyclemon ha vuotato il sacco:
c’era da aspettarselo, gli anziani…smaniano al
pensiero di
condividere i segreti di tutta una vita.
Uhmuhmuhmuhm!»…«TI HO DETTO DI
MOSTRARTI, VIENI
FUORI!»…«Un momento…! Una
vera
regnante…
…prima di
ricevere fa attendere tutti i suoi invitati col fiato
sospeso…
…uhmuhmuhmuhm, ahahahahah!» (canzone: Evanescence
- Missing) «Dove
sarà nascosta…?» si chiese Royalmon.
Ma in quel
momento arrivò Rubymon «Royalmon!!»
assieme a tutti
gli altri «Jeri, sei pazza a correre come
un’incosciente
verso il nemico?!» esclamò LadyCannonmon
aggiungendo
«Noi non dobbiamo separarci
mai!»…«Io sono
perfettamente cosciente di quello che faccio!»
ribatté
l’altra, ma la voce di Violetta li esortò
«Andiaaamo, non litigate! L’alba di una nuova
era…
…promette di essere limpida, e spoglia da qualsiasi
nuvola.»
I ragazzi si misero in guardia.
Dalle
scale diroccate sul retro del trono, scendeva con grazia una figura che
indossava scarpette rosa allacciate con grazioso nastrino…e
che
appoggiava la delicata mano su una ringhiera spezzata. Mano
impreziosita da anelli e bracciali come si conviene per una raffinata
principessa, a completare l’affresco concesso dal suo lungo
abito
rosa dalle maniche a palloncino…
…il
diadema, gli orecchini, ed un sorriso così luminoso persino
in
quel buio, che sembrava poter accogliere chiunque «Buongiorno
a
tutti, cari! Lieta di avervi qui nel mio regno…!»
Ma una voce
gorgogliava nel cuore di Rubymon “…hai scelto il
regno
sbagliato…Violetta…!!” e che si
tradusse nella sua
voce maschile «Quel trono apparteneva a Cyclemon, e a sua
moglie
Haruko!!»
«Uhmuhmuhm!...Cyclemon e Haruko in realtà
desiderano
ciò che ho intenzione di offrir
loro…benché non
abbiano il coraggio necessario ad ammetterlo.»
replicò,
discendendo con distinzione gli ultimi gradini «Ma si
sa!»
aprendosi in un sorriso «A volte è difficile
credere nei
sogni più belli! Ma io continuo a farlo: del
resto…
…sono una
Digimon Tamer, e come tale paladina dell’amore e della
giustizia!» descriveva tra mille moine «Guardate,
ammiratemi: non mi trovate bellissima?» sbattendo le
palpebre,
per poi scrollarsi i capelli.
In quel momento dal
fondo giunsero Riley e Mitsuo, quest’ultimo fissò
con
particolare disdegno la donna in abito rosa. Che fronteggiò
il
suo sguardo con un lampo di sfida celato dietro il suo sorriso. Mitsuo
accompagnò con mano tremante gli occhiali da sole al viso, e
una
volta indossati sua moglie replicò il gesto, ingoiando
insieme
tutto il rimpianto, in favore dell’ennesima azione a mente
fredda.
«Chiariamo le
cose!» antepose le mani Violetta «Temo che qui
siamo al
passo da un…grossissimo equivoco che ci tengo per prima a
chiarire: le guardie…all’entrata di questo
palazzo, i
Knightmon e i FireFlymon, sono solo una misura cautelare! A me FA
PIACERE avervi qui, non vi sto prendendo in giro: e non voglio
combattervi, tzs, tzs, tzs! Nooo…!...
…davvero: non
ho niente realmente contro di voi e se vi ho fatti entrare è
per…parlare!»
Royalmon già
calibrava la mira mormorando «…noi non abbiamo
nulla da
dire…
…a una come
te…!!...» ma Violetta si volse «Aspetta
prima di
sparare Royalmon, mi rivolgo…a te per prima!» al
che la
Digimon abbassò il bazooka con sguardo attonito.
«Io ti conosco, ho fatto qualche ricerca sul tuo conto
come…
…su
quello di tutti voi, ihihihi “che impicciona”, voi
direte!» discendendo a passeggiare fra quelle macerie
«Sono
a conoscenza…
…delle
molte, e avventurose traversie in cui si è imbattuto il
vostro
destino, prima di portarvi qui oggi. E…p-penso che in fin
dei
conti non sia poi così remota la possibilità di
un’alleanza, fra me e voi, perché no? In
fondo…vogliamo tutti la stessa cosa e credo che se ora siamo
di
fronte su un punto almeno non ci sia alcun dubbio: questo
presente…
…proprio…non…va! Ihihihi!»
Violetta
illustrava con furbi occhi sottili «L’antico mondo
dei
cartoni…
…e della
spensieratezza è precipitato in un baratro buuuio, persino
Digiworld ha perso il suo intenso colore originario! Sfortunatamente
gli esseri umani…
…non si
sono svelati all’altezza delle aspettative, e colpo di scena
neanche i Digimon sono riusciti a tenere stretti i valori a cui si
erano votati quando eravate bambini. Io sono un po’
più
grande di tutti voi, ihihihihihi!...posso parlarvi con cognizione di
causa: urgono misure…immmediate se ci teniamo a conservare
il
mondo per il quale sia voi che io abbiamo lottato! Pensateci bene:
Jeri…!...
…e voi tutti…
…in fin
dei conti tutti avete sofferto! Che ci costa? Il salto è
piccolo, e può permettere in un attimo…puf! Di
metter
fine a tutto il dolore: un mondo
perfetto! Ghghghgh, colorato e
splendente, di cui io sarò la regina! E voi i miei fidi
cavalieri se vorrete…coraggiooo, non fatevi pregare, siete
così belli! E avete potenza da vendere…concessa
dalla
biodigievoluzione del futuro che INUTILMENTE, ci tengo a sottolineare,
è saltata fuori allo scopo p-pfff, ridicolo di risollevare
le
sorti di un tempo che ormai è perduto! Irrecuperabilmente
perduto…» e la gaia ilarità scivolava
lentamente in
disprezzo, nelle sfumature della sua voce «…il
“futuro”…è una corsa
inesorabile verso la
consumazione…
…questo
presente ne è la prova!! Guardatevi attorno, dove prima
c’era amore ora
c’è…malvagità, tutti
si pugnalano alle spalle, le prospettive di amicizia e unione sono
andate in pezzi!!» assottigliando perfidamente lo sguardo
«…pensate alle vostre famiglie…
…ai vostri
amici…» scorrendosi ad uno ad uno quei Digimon
«…ai vostri rapporti di questi anni, a tutto
ciò
che avete cercato di costruire…e che poi il tempo e le
incomprensioni hanno spazzato via! Da questa fiaba triste non si
può che attingere un’unica morale…
…e
cioè che la luce sprigionata dal cuore, e dai sentimenti
umani
è soltanto una luce ingannevole! Unitevi a me e offuscatela
per
sempre, così finalmente smetterete di soffrire!! Per vostro
padre, per vostra madre…
…per i vostri amici che non ci comprendono…per il
terrore
di essere illusi, e abbandonati…
…so
che serpeggia attorno a tutti voi, anche se
tacete…»
“E’ incredibile…sembra
conoscerci!” constatava
la voce di Henry, e Rea “Sembra aver studiato a memoria tutte
le
nostre storie, sapere di punti deboli e passi falsi!”
Rika
“Sa padroneggiare la paura…che spontaneamente
nasce nei
cuori col progredire degli anni!”
Royalmon
aveva sguardo assorto “Aspira a un mondo
perfetto…? Un
mondo di bambole in cui nessuno possa mai…tradirti o farti
del
male…?”
Rubymon
“…un mondo senza conflitto…”
ma il tono di
Cindermon esclamò “Takato!! Non farti ingannare:
lei
è quella che ha ucciso mia madre!!” al che il
Digimon
alzò il suo sguardo sicuro «…ed
è colei che
mi ha privato di Guilmon: non temere, Cindermon! Sono perfettamente
cosciente di ciò che mi ha guidato fin qui. E’
stata una
luce…molto speciale.» avanzando, e destando
«Ahh?!» un non piacevole stupore in Violetta
«E’ stata la speranza nel futuro!! In un futuro
vero…
…emerso dai frutti dei nostri sbagli, e reso solido
dall’amore che ancora palpita dentro di noi, nonostante
tutto!!
Non illuderti Violetta…
…di
noi non hai studiato abbastanza, hai trascurato un particolare! Ti sei
limitata ad apprendere del passato…quando
c’è un
nuovo capitolo pronto a svelarsi. Fossi in te non ci
sottovaluterei…”
I suoi
occhi ardenti come una brace che scintilla nel buio si incrociarono con
lo sguardo gelido e metallico della promotrice di quel progetto
(fine-canzone)
«Vediamo se indovino!» Violetta antepose il suo
dito indice
«Tu devi essere…Takato…diavolo, ma ti
sei ripreso
perfettamente da quella brutta…disfunzione alimentare che
aveva
fatto preoccupare tutti, ora sei in splendida forma!
Ghghgh…non
c’è che dire…
…sei tornato…quello che eri una volta, il tempo
sembra
non essere passato!» ed abbassando il tono
«Ptsss!...
…e
sei anche colui che ha permesso alla figlia di Cyclemon di avere un
domatore, forse dobbiamo attribuire a lei il tuo
recente…tentativo di rinascita? Uhmuhmuhm, quella Cindermon
la
sa lunga!...del resto è tutta sua
madre…»…«…e tu sei
colei che
gliel’ha portata via!» ma Violetta rimbalzava
«E tu
colui…
…che ha sofferto in segreto l’incomprensione dei
suoi
genitori…ouuuh!» simulando un broncio infantile
«Che
tristezza…quando non si viene accettati dai propri
familiari!
Sigh!...io ne so qualcosa…e ti posso assicurare che
all’udire la tua storia mi si stringe il cuoricino, Takato!...
…loro, vedi…semplicemente non sono mai riusciti
ad
accettare com’eri fatto. E non mi riferisco soltanto al tuo
fisico che da quel che vedo…ha assunto una linea perfetta,
wow,
ora sei uno schianto! Poi biodigievoluto non ne parliamo. Ma il tuo
carattere sensibile, umano o digitale che tu ti presenti, non cambia
mio caro, resta sempre lo stesso! Inutile ribadirlo: l’eterna
spina nel fianco di mamma e papà!...
…che ti vorrebbero più risoluto, coraggioso!...
…uhmuhmuhm! Sì, un po’
com’eri tanti anni fa,
ora si sa, ti fai forte dietro la figlia di Cyclemon e chi non
coglierebbe una tale occasione: insomma, una principessa digitale che
viene a cercarti perché!!...è…
…disperata e non le rimane altro se non un…
…povero…e umile garzone da forno uscito da poco
da una
dieta di quelle massacranti, e di cui nessuno più ricorda le
eroiche gesta! Un…parrucchierino che sbarca il lunario in un
quartiere degradato…e di cui i Digimon sono solo una traccia
remota nel suo passato di bimbo, ihihihihi!»
Violetta
si avvicinava, strisciando accanto a Rubymon apparentemente
impassibile, sussurrandogli all’orecchio
«Ptsss!...è
innamorato di quella ragazza laggiù in fondo…
…uhmuhmuhm!» additando Royalmon, che la inceneriva
con lo
sguardo «Che ora è diventata un Digimon anche lei,
ihihiiii! Il sogno che si avvera, tutti di nuovo trasformati come un
tempo! Ma anche in questa nuova forma lei dimostra molta più
spina dorsale di te, Takato, guardati…!
Capelli…di
foglie, ihihihihihi! Soltanto tu potevi trovare una trovata tanto
ridicola, vi ci siete messi assieme a pensarla, con la figlia di
Cyclemon! Invece guarda lei com’è bella, tanti
ingranaggi
pronti a caricare: wrrooom, wrooom! Mwhahahahahahah! Royalmon
è
un autentico Digimon come si deve, potente ed esplosivo: mi spiace
Takato! Rassegnati…con lei non avrà mai speranza
un
ragazzo dai capelli di…f-foglie, pfff! AHAHAHAHAHAH! Me la
rido
a crepapelle! Scusa sai se non ti accarezzo la testa, ma ho paura di
scottarmi!»
Eppure Rubymon
taceva, e scrutava quella figura con occhi taglienti quasi quanto la
sua sciabola affilata. Violetta ne era consapevole, ed il suo sguardo
si intrecciava con il suo come quando due belve si misurano prima di
saltarsi addosso «…quello che hai lasciato sulla
terra…
…ti
tormenta non poco: hai compiuto un'altra volta il tuo grande balzo! E
ti sei lasciato andare alla speranza…Digiworld!!!...di nuovo
dopo dieci anni…ma temi che la magia possa spezzarsi ancora
come
un tempo!! Sì…io leggo nel tuo cuore Takato, non
puoi
sottrarti al mio intuito, ricooorda…io sono divenuta una
domatrice molto prima di te, e conosco come nessun altro le leggi in
questo modo. Ora dico…
…che tu
temi qualcosa, e io so cosa o meglio chi! Temi i tuoi genitori, hai
paura di scontrarti l’ennesima volta con il loro disprezzo,
hai
paura che ti chiedano quello che non sai fare, e di essere chi tu non
sei! So che ora avverti nel cuore una graaande, grande
paura…ma
non vuoi confessarla…nooo, perché sei cresciuto,
i tempi
del bambino con la maglietta azzurra sono passati…per
te…
…e
per il mondo…» avvicinandosi «Ascolta
Takato!...
…tu, credimi…sei perfetto come domatore, incarni
la forma
più sublime che si sia mai svelata, per la categoria! Sei
giovane, audace, coraggioso!! Hai…un solo, ed unico difetto:
sei
grande!...
…sei un adulto ormai e se il tuo volto di bambino metteva
insieme la perfezione per la gioia dei fans…la tua
controparte
adulta assembla la disarmonia! Tutto è storto nella tua
apparenza, niente occupa il posto giusto: i pensieri che fai, le cose
che dici, i tuoi sogni, ogni cosa!!...e
soprattutto…»
abbassando ancor più il tono, e sibilando come la lama di
una
spada «…il tuo Digimon…!!!...»
Ma Rubymon non tradiva reazione.
«Tu non seii
fatto per lei, accoppiati siete…u-un vomitevole cazzotto
nell’occhio, fattelo dire da una…!!!...che voleva
fare
l’architetto d’interni! E aprire un negozio di
vestiti per
bambini, una volta diventata adulta, me ne intendo di estetica io!!...
…esperimento…FALLITO, quel Digivice con
quell’orribile foglia…è solo il frutto
di un futuro
come non doveva essere: prova le tue…innumerevoli, e
innumerevoli lacrime, oh povero bambino del panificio! Sigh!...
…tu
e Guilmon…rappresentavate l’icona, unica e sola,
del solo
tempo che poteva essere felice!!!...
…confeeessalo, anche se non hai il coraggio che da quando
è apparsa la figlia di Cyclemon non è riuscita
mai, una
volta, neanche una sola a farti divertire come faceva lui!
Ihihihihihi!...
…io
posso concederti la possibilità di riavere…
…TUTTO…!!!...
…ma
proprio tutto quello che amavi di più: posso restituirti il
tuo
passato, non respingermi!» ponendogli la mano dalle unghie
corvine sulla guancia «Posso
trasformarti…nell’immortale re bambino dei
Digimon! Posso
regalarti…
…una mamma…e un papà adoraaabili, che
prepareranno
in eterno biscotti a forma di Guilmon!...
…posso donarti l’amore di quella bambina che ti
piaceva
tanto…» incattivendo l’espressione e
alludendo a
Royalmon «…so che ora in realtà la
temi! La vedi
con tutti quegli ingranaggi tenebrosi e temi sia cambiata, che non
ritroverai mai più in lei quella fresca rugiarda che
rappresentava col suo buonumore!!!»
E Royalmon
«Ahhh!...no…!!» ansimava, e temeva che
lui
ascoltasse quelle parole.
«Ma soprattutto…
…posso ridarti lui: Guilmon!!!...
…sono brava Takato, tu dammi fiducia e io ti prometto!!...
…ti prometto…che ti costruirò una
bambola
perfetta: sarà identico al tuo amico!! Tanto identico che tu
stesso non…ti accorgerai della minima differenza!...
…ma ci pensi…? Potrai recuperare il tuo paradiso
personale, addio sofferenze, addio lacrime, addio pioggia! Addio,
addio! E l’unico addio che ti sarà chiesto come
acconto
sarà quello…alla figlia di Cyclemon: getta via il
vostro
Digivice, tanto non l’hai mai amata come Guilmon! Fa una
manciata
di questi giorni frettolosi e…gettali nella spazzatura, e
riavrai indietro il tuo passato!...
…misura bene la tua risposta Takato: l’ago della
bilancia
è sbilanciato senza alcun dubbio!»
La risposta di Rubymon fu «…se non ti
spiace…
…avrei una proposta diversa, Violetta. Tieniti tutta questa
mondezza senza
valore…»…«Ahhh?!»…«…e
restituiscimi mio fratello: VERO! Niente bambole né altre
diavolerie, dopodiché sparisci!!...
…E LASCIACI VIVERE IN PACE IL NOSTRO FUTURO!!»
gridò più aggressivo che mai “Grande,
Takato!!” esclamò Cindermon dal fondo del suo
cuore.
(canzone: Laura
Pausini - Mi dispiace (strumentale) )
Ryo e gli
altri Digimon si abbandonarono a un sorriso «E bravo
Takato.» fece il domatore leggendario, e Cupidmon
affermò
«Già, è proprio vero, ha parlato a nome
di tutti
noi!»
«Ahhh!!
Sei solo un idiota!!» esclamò Violetta arretrando
sdegnata
e atterrita «Il grasso deve averti annebbiato anche il
cervello!!
Ha-Ha proprio ragione la tua maestra, nel dire che sei soltanto un
MENTECATTO! Le foglie nei capelli non ti
servono!»…«Pensa
tu…» incrociò
le braccia Rubymon «…come puoi essere messa se dai
ancora
ascolto alla mia
maestra.»…«Grrr…!!!...b-brutto
screanzato…!!»…«Finiscila,
Violetta!!»
esclamò duramente Rubymon «Tu non lo hai ancora
capito: io
amo stare qui! Questo presente mi piace, anche se è
difficile!!
Anche se…
…i
tempi della nostra infanzia erano spensierati e ora dobbiamo
arrabattarci fra mille problemi! Ma non rimpiango di essere cresciuto,
e se potessi lo farei mille volte! Affronterei…
…di
nuovo, e ancora e ancora tutta la faticosa salita…
…se sulla sommità potessi ritrovare…
…il
sorriso dei miei amici!» volgendosi verso di loro
«La loro
vicinanza, che il tempo ha rinvigorito e reso invincibile!!
Più
forte ancora di allora…
…se sulla cima…di quella irta montagna…
…potessi ritrovare…
…Cindermon!» “Oh?!”
«Non stupirti, dico
quello che penso!...
…per me il Digivice che mi lega a lei è composto
d’oro ma vale ancor più di esso! E’ il
simbolo…e la testimonianza del fatto che anche questo tempo
di
dolore…può dar vita…ad amicizie
sfavillanti, in
grado da sole di riavvolgere la vita!! Come quando invertimmo il flusso
del D-Reaper…
…e permettemmo che fosse confinato a Digiworld…la
fiducia
della mia Digimon…» ponendosi la mano sul cuore
«…il suo affetto…
…la sua voce che parla dentro di me…»
(tutti i
Digimon alle sue spalle replicarono quel gesto. Anche Ryo pose la mano
sul petto di Cyberdramon, sorridendogli)
«…si rimangia tutte le piogge di dieci anni, una
per una!!
E mi ridà indietro quel sorriso antico…senza che
io debba
fare sforzo per non perderlo. CAPISCI, ORA?!! Io non devo
più
faticare…perché c’è chi
è con me e mi
aiuta a realizzare il sogno di Guilmon!!...
…e poi, oltre a questo…!!...un altro motivo mi
trattiene
qui e questo è…
…Jeri!!!»
«Ahhh!» Royalmon sussultò di gioia, e i
suoi
ingranaggi scintillarono di nuova forza iniziando a muoversi
più
rapidi «E rimangiati quello che hai detto, non è
affatto
vero che ho paura di lei!!! Io la amo, così
com’è,
esattamente come la vita l’ha resa!! E’ la sola
ragazza…che abbia mai realmente amato, e qui, nel presente!
Con
l’aspetto che ha e il suo carattere! Non ti permetto di
intrometterti nei miei sentimenti come hai già fatto nella
mia
famiglia, e nella mia vita!!...
…TI
ORDINO DI RESTITUIRMI SUBITO MIO FRATELLO!» puntandole
«Ihump!» la spada alla gola «E’
il minimo che
tu possa fare…dopo avermi privato per sempre del mio
Digimon!!»
Lo sguardo di Violetta mostrò odio e sgomento…
Intanto sulla terra…
…la mano di Mie
scorreva incredula tra i folti capelli corvini
«Perché…?...
…come mai
così…neri?!?!...»…«Oh,
mamma, non puoi
immaginare…!» esprimeva Nakao con sguardo sofferto
«Avevo…appena deciso di provare una nuova tinta,
per fare
colpo su Jeri! Ma quel Digimon ha infanto i miei sogni, ora che
speranza avrei mai che guardasse un bambino, lei che è una
ragazza grande…!!» ma lei fu costretta ad
interrompere il
discorso «Uhm! C’è una cliente: presto,
nasconditi!!» e Takehiro prontamente «Ci penso
io!»
trascinandolo in cucina.
«Buona sera
signora Mie, avrei bisogno delle solite focaccine, quelle che fate
voi!...
…
…signora Mie, mi ha
sentita?!»…«…certo…»
replicò imbambolata.
Nel frattempo il ragazzino «Quella donna, tua moglie, ha dei
sospetti!»…«Non ti preoccupare, le
passeranno!» sminuiva l’uomo.
Mie
lavorava con un’ombra a velarle lo sguardo, e a condurla per
mano
errore dopo errore, dei quali umilmente si scusava…
«Papà, dammi retta!» affermava il
ragazzino con una
punta di amarezza «Tutto questo non…può
avere
senso!»…«E perché no?! Tu sei
davvero mio
figlio, e io sono tuo padre! Su questo non sto
mentendo!»…«Ma questa è casa
di
Takato…lei è sua
madre!!»…«Imparerà a volerti
bene, te
l’ho detto figliolo: devi avere pazienza!» ponendo
le mani
sulle fragili spalle del ragazzino «E nel
frattempo…essere
molto affettuoso, come hai fatto fino a adesso: sei stato bravo.
Vedrai, Mie è sensibile a questo tipo di gesti. Soffre da
quando
Takato ha smesso di essere
espansivo…»…«E
anche se fosse…?! Per quanto potrebbe durare?! E’
un
gioco, esattamente come abbiamo detto prima!» esprimeva Nakao
lasciando trasparire della frustrazione «Sarà
“divertente” fino a quando…Takato non
tornerà
da Digiworld, e allora tanti saluti e
arrivederci!»…«Non è
così e ti stai
sbagliando! Fidati di me, ho in mente un piano perfetto! Una cosa
è certa…
…non permetterò che tu te ne vada. Voglio tenerti
a
vivere qui!»…«Ma come potremmo mai
fare?!!...
…hai intenzione…di tenermi nascosto?! In cucina,
come se
fossi uno…straccio vecchio e
sporco?!»…«Nemmeno per idea: tutto il
contrario.» ammise l’uomo assottigliando gli occhi,
e il
ragazzino spalancò i suoi rossastri
«Cosa…?»
Takehiro si
accovacciò dinanzi a lui «Quella di
adesso…è
stata solo una casualità dettata dalla fretta, ma in
realtà quello che voglio fare non è nasconderti
alla
gente, tutt’altro! Voglio mostrarti all’intera
clientela…»…«Ma questa
è una
follia!!!»…«Perché?? Invece
è
un’idea geniale! Ho pensato ad ogni dettaglio: se la gente ti
vede…penserà che Takato è davvero
tornato bambino
a causa di un incantesimo del mondo digitale. Questo luogo si
riempirà di visitatori, il mio diventerà il
“panificio dei miracoli”!!» spalancando
le braccia.
Nakao lo fissava a occhi spalancati, senza dire niente.
«La
gente sarà felice di rivedere mio figlio com’era
prima che
diventasse ribelle e scorbutico. Punteremo sul fattore pubblicitario, e
se registreremo un aumento della clientela…
…non è escluso che avremo un’entrata
economica
sufficiente per poter…pagare Takato, e chiedergli di tenersi
distante da qui!»…«Ahh! Hai intenzione
di…offrire dei soldi a tuo
figlio…perché tenga la
bocca chiusa?!»…«Perché no?
In fondo i soldi
fanno gola a tutti.»…«Ma è
evidente che non
conosci Takato, nonostante tu sia suo padre!!»
replicò
metallico il bambino, volgendogli le spalle e incrociando le braccia
«Io ho avuto modo di incontrarlo! A lui queste
cose…i
soldi, il successo, non
interessano!!»…«Ahhh,
sciocchezze! Ognuno ha il suo prezzo, Nakao, e guarda che mio figlio
non è affatto come lo descrivi tu: dà la polvere
negli
occhi…ma non pensare, è il primo ad essere
attratto da
abiti firmati…auto alla moda…ha sempre desiderato
essere
come tutti gli altri ragazzi! E poi...» facendosi
più
vicino, e mormorandogli all’orecchio
«…se avesse
soldi tra le mani potrebbe comprare l’amore di quella ragazza
che
ha sempre corteggiato!»
Il ragazzino
restò folgorato da quelle parole
“…così
come…gli uomini pagavano mia madre?!” stringendosi
a
sé come se avesse un brivido “Nello stesso modo in
cui…tu hai pagato il suo amore…per avere
me?”
Ma la mano di
quell’uomo «Oh!» gli scorreva vicino alla
spalla
«…mi puoi credere, Takato è un
frustrato, anche se
si sforza ancora a mostrarsi come l’eroe buono. Tu dammi
carta
bianca Nakao…e io ti prometto…che nessuno
potrà
toglierti questa casa!»…«Ahh!»
il ragazzino si
volse di scatto.
«Diventerai il nuovo piccolo re di questo quartiere! Io
voglio
tenerti con me per sempre…» abbassando il tono
«…permettimi di fare ciò che mi
è
stato…precluso, impedito finora! Sia con te che
con…tua
madre…» Quelle parole colpirono il ragazzino, e il
padre
si accovacciava di fronte a lui «Tu sei mio…
…e
adesso che ti ho trovato nessuno mi impedirà di tenerti con
me…voglio che tutti ti vedano…» ma il
modo in cui
lo guardava e gli aggiustava la frangetta era preoccupante,
poiché era lo stesso con cui si scruta la propria immagine
riflessa nello specchio. Takehiro sfuggiva allo sguardo diretto del
figlio, apparendo più interessato ai dettagli come i capelli
in
ordine, le pieghe della maglietta…
«Oh? Hai
un po’ di sporco sugli zoccoli…»
affrettandosi a
pulirlo con un panno «…un po’
è normale, ma
non troppo: ricordati, non
troppo.»…«Papà!»…«Oh?»
Takehiro alzò lo sguardo, e Nakao accennò con un
pizzico
d’incertezza «Forse…sarebbe il
caso…
…visto
che debbono credere che io sia Takato, che mi tinga anche i capelli del
suo colore?»…«Cosa?
Mmm…» Takehiro
passò con disinvoltura il dito fra quei capelli neri
«Sì! Forse è meglio.» ma un
attimo dopo
«No però…aspetta…
…mi piace
troppo questo colore…» scorrendovi la mano
«…non saprei proprio: ci penserò! Forse
una leggera
spuntatina, io lascerei il colore e cambierei pettinatura. Magari
qualche colpetto qui e là giusto per far credere a Mie che
ti
ricrescano chiari…»
Nel frattempo il
ragazzino pensava “In fondo perché no? Mio padre
ha
pensato a tutto, in questo modo mi ha risparmiato di dover elaborare
personalmente un piano per restare in questa casa. Ha bisogno di me, e
sente la coscienza rimodergli: dopo tutto mi chiedo perché
dovrei rinunciare a quello che mi offre. E’ ciò a
cui ho
sempre aspirato…
…!! E ora
finalmente è tutto mio: Takato…” mentre
il padre
gli spettinava i capelli e lo abbracciava “…avrai
una
bella sorpresa quando tornerai nel tuo mondo!!”
Takehiro chiudeva gli
occhi…e gli carezzava i capelli come un qualcosa di
immensamente
prezioso…(fine-canzone)
Ma
quell’umile donna rimasta sola presso il bancone, raccoglieva
un
biscotto dal viso di draghetto e pensava «Figlio
mio…!...
…è
incredibile, ho rimpianto per così tanti anni il sorriso di
quanto eri un bambino, il tuo entusiasmo che mi sembrava che il tempo
spegnesse! Ho riguardato le vecchie foto con le lacrime agli occhi,
viaggiando con la mente ad allora, come se fosse possibile tornare
indietro! Ma adesso…che ti ho rivisto, che sei
tornato…come nei giorni in cui eri più felice,
improvvisamente sento un vuoto dentro! E rimpiango con ancora
più intensità…quel ragazzo che non ho
neanche
salutato bene, prima che partisse!” stringendo al cuore il
biscotto e chiudendo gli occhi che a stento trattenevano lacrime
“Quel ragazzo che mi rispondeva male! Con quella voce aspra
che
aveva e che…ora mi accorgo…non mi sono mai arresa
a voler
addolcire, un giorno, riuscendo a instaurare quel dialogo con lui che
la crescita, e i…fraintendimenti ci avevano portato a
perdere.
Magari potesse essere ancora qui il tuo Digimon…»
(canzone: H
& Claire - You're a love song) riguardandosi quel
biscotto con struggente commozione
«…se Guilmon fosse fra noi saprebbe trovare le
parole
giuste per aiutarci…! Non mi sono…mai sentita
tanto
triste. E-E non mi importa: anche se so che sei di
là…e
mi basterebbe andare in cucina per trovarti, io prego ancora, e non
smetto di chiedere che un giorno…!...veda rientrare
da…quella porta, il ragazzo che ho lasciato per un viaggio
nel
mondo digitale! L’unico che realmente abita in questa casa:
mio
figlio…!!»
«…non sarai mai perdonato per questa scelta insana
e
illogica!!» esclamava Violetta, scossa dal tremore
«E
così ti sta meglio un mondo a…tal punto
traboccante di
fango e immondizia?!!...ti sei deteriorato…
…il
tuo animo puro ed eroico da domatore si è fatto deforme
ancor
più di quanto non lo sia stato il tuo corpo!! Tu fai
solamente…schifo e ribrezzo, e quella creatura che hai tanto
amato non è da meno!!»…«Ahh!
Sta
zitta!!» gridò Rubymon con rabbia «Non
ti azzardare
nemmeno a nominare Guilmon!!»…«Ah
sì, e
perché no?! Perché me lo ordini tu?!! Un fallito,
un
decaduto, un essere…sporco e meschino che preferisce
rifilare
Digiworld alla CONSUMAZIONE, solo perché gli manca il
coraggio
di accettare un progetto come il mio?! E’ perché
io sarei
la regina, dì la verità!! Ti irrita
perché
vorresti sempre essere il priiimo, allora ha ragione tuo padre, sei un
frustrato!!»…«Oh?»…«E
ha ragione
la tua maestra, sei solo un povero stupido! Esattamente come quel
rifiuto da cassonetto che era il tuo Digimon, ben venga che sia morto!!
Sono felice di esserne stata l’autrice, spero che abbia
sofferto!!»…«TACI!»…«Spero
che
abbia provato un dolore insostenibile, e che si sia udito il rumore
delle sue ossa che si spiaccicavano, quando gli è crollato
il
castello in testaaaa!!!»…«QUESTE PAROLE
IO TE LE
FARO’ SCONTARE…
…CON LA VITA!!!» ma quando stava per perforarla
con i suoi
artigli fiammeggianti, che aveva innalzato e reso più
affilati…
…una forza incomprensibile a lui stesso lo bloccò
«O-Oh…» “Fermo,
Takato!”
«Cindermon!» esclamò lui…
…nel fiato sospeso dei compagni, e sotto lo sguardo attonito
di
Violetta…
“Non
lasciare che la rabbia ti prevarichi! Ricordi cosa avevamo detto, prima
di partire?” «M-Mi hai fermato…come ti
avevo
chiesto…» ammise lui indietreggiando, e abbassando
l’artiglio “Ascoltami, io ti capisco!! Sono la
prima
che…pochi istanti fa ha sognato di disintegrare
completamente
quella donna che è davanti a te! Ma poi mi sono ricordata di
averti fatto una promessa!!...Takato, la nostra missione è
più importante e la rabbia digitale non è una
buona
consigliera. E comunque, ripensando ai nostri morti…
…ho
capito che non ne vale la pena.” rifilò con una
punta
d’amarezza «E a te chi ti ha interpellata, piccola
orfanella?!» provocò l’altra, ma lei
“Violetta? Posso sputarti in faccia?”
«Provaci
solamente, se ne hai il corag-» ma quando si
avvicinò
Rubymon alitò fuoco «AHHH! WAAHHH! BRUCIAAA!!
AHHH! I-Il
mio vestito! GRRR! E va bene, l’hai voluto tu!! Per questo
affronto sarai punito!!» afferrando a tradimento
l’Ipad che
si caricò di luce magica generando un doppio dardo. Ma
Rubymon
non ebbe tempo di serrare gli occhi che…già lo
vide
dissolversi grazie a una freccia.
Era un
colpo secco scagliato da Cupidmon «Non ci credi in grado di
proteggere Takato, quando ne ha bisogno…?»
«Ahhh!» Violetta boccheggiò.
Irismon riponeva
la sua frusta, con cui aveva disciolto l’altro dardo
«Noi
siamo sempre presenti, come la sua ombra: nessuno potrà mai
toccarlo…»
«Grazie,
amici…» disse Rubymon commosso, e Cindermon
“Guardala, lei non capisce queste cose, è senza un
cuore!
Lei FA pena: non si merita il nostro rancore…”
Così Rubymon si fidò «…hai
ragione.»
«Sottoscrivo, sorellina!!» si fece avanti anche
Diamon al
fianco di suo padre, dichiarando con disprezzo misto a commozione
«N-Non vale la pena di sporcare questa sala, che era cara
alla
mamma…
…col sangue della sua assassina!»
Mitsuo mosse un
passo avanti «Avete ragione…» chinando
il capo, e
mormorando «…non ne vale la pena,
papà…»
«Che siate
maledetti…!!...TUTTI QUANTI, SENZA ESCLUSIONE!!»
tuonò la donna in abito da principessa Disney.
Irismon parlò a
seguire «Piuttosto decidiamoci a mettere un punto con una
battaglia onesta: ora comincia a stancarmi…»
alludendo a
Violetta. La quale affermò «Non immaginate neanche
con
quale colpa vi siate macchiati grazie alla vostra brillante decisione!
Ora ne sconterete le conseguenze, sarò io stessa a
presentarvi
il conto!! GUARDIE!! NON E’ RIMASTO NESSUNO IN QUESTO
CASTELLO?!»
Si presentarono
un Knightmon «C-Comandante Violetta!» e un
FireFlymon
«Dovete allontanarvi, lo schieramento esterno ha
desistito!»
La donna
ribatté con grinta «Ma all’interno
è ancora
battaglia: presto, fondetevi!! E’ un ordine!»
«M-Ma
comandante…» fece il Knightmon
d’improvviso
impaurito «Non siamo settati per una prassi
simile!»
affermò il FireFlymon.
«Ah no,
eh??? Non volete obbedire?! Allora vi insegno io le buone
maniere!» afferrando l’Ipad ed iniziando a
smanettarvi
furiosamente «BIODIGIEVOLUZIONE INDOTTA!!»
«N-NO,
COMANDANTE!!»…«ASPETTATE!»
gridarono i due
Digimon ma era inutile: una forza gravitazionale di luce aurea li
spingeva inevitabilmente uno verso l’altro, sullo sfondo del
ghigno «Uhmuhmuhmuhm!» di Violetta.
Royalmon indicò col bazooka «Si stanno
fondendo!»
«Ora
finalmente avrete un assaggio del vero potere digitale quando posto al
servizio di pace e prosperità!!! Assemblati creatura
infernale!» Violetta spalancò le braccia, facendo
tintinnare i bracciali «Nessun limite alla fusione fra
Digimon!
Altro che “biodigievoluzione del futuro”, saranno i
miei
esperimenti a scrivere le nuove generazioni di Digiworld! Appari in mio
aiuto, cavaliere fluorescente!!...
…FLYKNIGHTMON!»
«E’ un
Digimon inesistente!!» esclamò Mitsuo, Riley a
ruota
«Lo ha creato lei!»
Sotto gli occhi
sbalorditi dei guerrieri digitali, un enorme creatura
dall’armatura aurea che brillava nel buio, spalancava le sue
ali
insettiformi.
Violetta giunse le sue
mani in amabile espressione «FlyKnightmon, fammi un grande
favore!» per poi incattivire oltremodo il suo sguardo
«PULISCIMI LA SALA TOGLIENDO DI MEZZO QUESTI
SCOCCIATORI!!»
«E’ il
nostro turno, ragazzi!» esclamò LadyCannonmon
aggiungendo
«Prepariamoci alla lotta!» ed ebbe in risposta un
«SIII!» generale a cui seguì il tuffo in
volo della
squadra digitale, che si mescolò in mirabili volteggi.
Ryo parlò
al suo Digimon «Teniamoci all’erta, Cyberdramon!
Noi
intanto proteggiamo Cyclemon e sua
figlia!»…«Sì Ryo.»
FlyKnightmon
ruggì nelle tenebre, sovrapponendosi alla risata a
squarciagola
della sue creatrice (fine-canzone)
Dalla penombra
in cima alle scale, la sagoma alata di IceDevimon scrollava le sue ali
liberando mille ghiaccioli «Ahhh, non bagnarmi i capelli!
E’ freddo.»…«Non lamentarti
sempre,
Nami.»…«Cerco di essere previdente:
dobbiamo
mantenerci in ordine.» declamò la donna con una
certa
sicurezza, aggiustandosi i capelli «Da un momento
all’altro
potrebbe essere necessario mostrarci in
pubblico.»…«Che cosa intendi
dire?» chiese il
Digimon, e lei «Shhh…
…è iniziata la battaglia…»
espresse con
sguardo sospeso, per poi scendere qualche gradino con portamento
austero e regale «La mammina
premurosa…cercerà di
proteggere il caldo focolare che ha…molto opportunamente
rubato
ad altri.»…«Senti chi parla: e noi? Cosa
facciamo
tutto il giorno, se non cercare di ingannare…e
rubare?»
La donna neanche
lo guardò, ma si limitò a disegnare un sorriso
ironico
sul suo volto «Uhm!...non avevo intenzione di metterlo in
dubbio,
ma solo di illustrare la situazione. Che può
imboccare…diverse
vie.»…«…francamente
io non penso che questa volta quegli sciocchi abbiano alcuna speranza:
avverto la forza del Digimon plasmato da Violetta, è
incontenibile!!...fa quasi paura a
me.»…«Perché sai che la
nostra posizione
è…come dire? Fra l’incudine e il
martello: a
seconda della parte da cui ci schiereremo
potremmo…guadagnare
molto o perdere tutto.»…«…che
piani hai? Sono
curioso…»
Ma
l’insegnante incrociò le braccia «Niente
per ora:
limitiamoci a guardare. E teniamo gli occhi aperti qualora si presenti
un’occasione propensa! Nel frattempo…
…sarà un po’ come seguire un cartone in
tv…no?»
IceDevimon
come un bravo Digimon replicò il gesto della sua domatrice,
e
assottigliò il suo sguardo.
Le ali del
cavaliere-lucciola rombavano come una moto impazzita. Non appena
Violetta sfregò la sua unghia sul touch screen, la scia
luminosa
tracciata si tradusse nell’attacco «Impennata
letale!!!» gridato dalla fonda voce del Digimon
che
sfrecciò in volo disperdendo energia fluorescente. Ma
incontrò la resistenza di Cupidmon, che a dispetto di
quell’impeto mortale si sforzò di trattenerlo
«Non
facciamoci…sopraffare, ahhh!!» respingendo
FlyKnightmon,
per poi assumere posizione di lotta, pronto a colpire ancora.
LadyCannonmon raccolse «Giusto, hai ragione!»
balzando in
volo. E mentre FlyKnightmon si lanciava di nuovo contro Cupidmon
«Ahhh!!!» intento a scagliarlo contro il muro, la
guerriera
scatenava «Girandola
di piombo!» il suo spirale di
proiettili lucenti, che piombò sulla schiena del nemico.
Violetta fissava
in alto e gridava «E’ inutile, tanto è
tempo
sprecato!!» pigiando entrambi i suoi pollici sul touch screen
«FlyKnightmon, libera l’alta tensione che inglobi
in
corpo!! Attacca con Tempesta
di lucciole!!»
L’elmo del guerriero si aprì facendo emergere una
sfera
luminosa: questa si infranse in un turbine di luci impazzite che a
guardarle meglio disponevano di ali, tanto belle a vedersi quanto
letali nel loro saettare che accese il buio soffitto, e
scaricò
su Cupidmon «Aaaaarghhh!!!» la sua potente energia
allontanando LadyCannonmon al contempo «Ahhh!»
Ma quando
accadde, si librò Royalmon «Così dai il
via alle
scintille? Nessun problema, anche noi vi disponiamo!!»
spalancando le sue ali di ingranaggi e alzando il bazooka: le scariche
liberate dalle prime andarono a confluire nel secondo, per scatenarsi
in un volo rotatorio «Fulmine
roteante!!!» che avvolse il
nemico a sorprendente velocità. FlyKnightmon poté
solo
far ricorso al suo scudo, nel tentativo di assorbire parte di quella
centrifuga elettrica.
Fu allora che,
mentre Violetta si impegnava ai comandi di quella potente creatura,
Mitsuo Yamaki avanzò
«Perché…?!»
«Come?!»
sussultò la donna. E quel biondo uomo con in mano il
Digivice a
forma di maschera chiese «Perché fai tutto questo,
ci
provi forse gusto…?!»
Gli occhi atterriti e
sdegnati di lei si incrociarono con quelli che spuntavano appena dagli
occhiali da sole «Cosa ti ha spinta allora…quando
hai
ucciso mio padre, e l’altra tua compagna?! E cosa ti spinge
ora…a far del male a tutti questi ragazzi?!...io quando
è
stato il mio turno l’ho capito…
…è stato
a causa tua…» Violetta rabbrividì.
Mitsuo
esclamò «Era per vendicare mio padre che non davo
tregua
ai Digimon!! Impazzivo al pensiero che fosse morto a causa di una
minaccia dal mondo digitale, per questo ho tormentato i Digimon Tamers
costituendo il loro primo terreno di prova, con i miei programmi di
cancellazione!! Ora la causa ce l’ho finalmente davanti,
è
stato per te!!»
«Uhmmmmmm!»
indietreggiava con l’Ipad in mano, agghiacciata per quel dito
puntato contro «Tu mi hai privato del suo affetto in
realtà…eri quel mistero che ho inseguito per
anni! Volevo
eliminarli tutti, separare i due mondi…proprio
come…
…Guardianmon…
…sono
stato il primo Guardianmon. Era destino che lui incontrasse
me…me, che odiavo tutti i Digimon, come potevo sapere che in
realtà non era stato uno di loro a rubarmi mio padre
bensì una creatura che proviene dal MIO stesso mondo, un
essere
umano!! Perché hai fatto tutto questo…
…Violetta?!»
Con voce tremula
e viso tirato scandì «Ti interessa la mia storia,
Mitsuo
Yamaki?!» e lui si sfilò gli occhiali replicando
orgoglioso «Sì!...
…voglio
saperlo, perché la tua storia si intreccia indissolubilmente
con
quella mia e delle mie origini! Con quella delle origini di tutti
noi!!»
Violetta
strinse i denti, serrò gli occhi come si fa in uno sforzo,
dopodiché avanzò «…e va
bene!!!»
prendendosi i lembi della gonna per qualche passo, e piazzarsi le mani
sui fianchi «Visto che me lo chiedi con tanta insistenza e
abbiamo un po’ di tempo, mentre FlyKnightmon combatte ti
racconterò chi sono e cosa mi è successo! Prepara
i
fazzoletti, perché stai per apprendere del mio infausto
destino,
sigh!!»
Mitsuo
strinse il suo Digivice, e si preparò a far fronte a una
dura
verità.
FlyKnightmon spezzò l’attacco di Royalmon e si
caricò di nuova energia. Ma quest’ultima,
LadyCannonmon e
Cupidmon benché colpiti non erano ancora sconfitti, e si
preparavano ad attaccare ancora quando Violetta iniziò a
narrare
«Tanti…e tanti anni fa…(canzone: Laura
Pausini - Every little thing you do)
…circa…trenta anni fa i Digimon erano soltanto un
remoto
sogno degli esperti di computer! E una bambina come me giocava con le
bambole…
…asciugando le sue lacrime…coi loro vestiti,
quando i
suoi genitori rifiutavano di guardarla in faccia!» si rompeva
nel
pianto la sua voce «Mia madre si era risposata poco dopo la
mia
nascita, e mio padre…reputava assai più
divertente
viaggiare per mettere a segno affari loschi, piuttosto che occuparsi di
sua figlia! E così lei e suo fratello trascorrevano le loro
giornate affidati alla vicina scorbutica, o alla…portiera
del
palazzo! Del palazzo di turno…fra i mille che cambiavano, di
città in città affinché il loro padre
sfuggisse
alla pulizia! Finché un giorno…»
assumendo un tono
fiabesco…
“Violetta! Non
sei più
sola!”
“E tu chi sei??? Aiuto!! Signora, venga, presto!”
“Shhh, non voglio farti del male! Io sono Petalmon!
...sono un Digimon…
…tu sei
la mia
guida…”
“Cosa?!...devi esserti sbagliata, io non sono la guida di
nessuno!
Sono una bambina inutile, che nessuno vuole!”
“Ti sbagli! Io ho bisogno di te…
…il mio mondo è appena nato, e già lo
odiano!
Dei malvagi sono
invidiosi, perché alcuni umani vogliono darci una storia e
farci
crescere!
Hanno assemblato un
temibile esercito…ma grazie a te posso diventare potente,
posso
digievolvere!
Mi hanno detto che sei una
bambina piena di sogni, e altrettante insicurezze: niente di
più
indicato per
noi, che abbiamo bisogno che
ci raccontino storie umane, siamo creature fatte col computer!...
…voi siete
l’elemento che può fare la differenza: e tra i
dati
impazziti…condurre l’amore!”
«E così per quella
bambina si aprì un mondo nuovo! Lei non avrebbe mai creduto
nell’esistenza di un angolo di universo…in cui non
fosse
di troppo, in cui potesse essere accettata! In cui potesse
essere…felice, sigh!»
“Hanno
chiamato anche voi? Avete un
Digimon!”
“Io mi chiamo Haruko. Lui è Halfmon. E
tu…?
…dai, non essere timida, dimmi il tuo nome!...
…d’ora in poi combatteremo insieme, abbiamo la
…stessa età!”
“…V-Violetta.”
“E questo? Che
vorrebbe dire, che dovrei fare il babysitter anziché
combattere?!”
“Hideki…andiamo, devi essere paziente: non mi hai
detto che anche tu hai un figlio della stessa età?”
“Sì…questo lo so Guardianmon, ma non
andiamo d’accordo!
E’ un bambino
ribelle…è come sua madre, con lei è
stato solo un
grosso errore!
Non dovevo sposarmi così presto…”
“Vedrai…grazie a questa avventura imparerai ad
apprezzare il dono di tuo figlio, e a guardare alla
tua vita con occhi diversi. Ti aiuterà il mio potere
…ti indicherà la strada, come in un
labirinto…”
“…ti sono grato per starmi vicino.”
…intanto
FlyKnightmon attirava il suo flusso di lucciole, ma dinanzi a lui si
innalzava Irismon «Faro
della purezza!!»
La scarica
elettrica si scontrò con la luce emessa dalla perla
splendente.
La Digimon dal cappuccio bianco «A-Ahhh!!» fu
bersagliata
dagli insetti luminosi, ma a sostenerla giunsero Geniusmon
«Coraggio, Irismon!...Riflesso
dei desideri!» assorbendo
con la sua sciabola il flusso nemico, e Carermon «Non
lasceremo
passare le tenebre…Schiuma
dei sogni!» roteando il suo
braccio di piume e inondando il soffitto di quella schiuma splendente
di cui il cavaliere-lucciola sembrava risentire, infatti ruggiva
straziato e si dimenava, ma le sue ali erano così affilate
che
tagliavano le ondate di schiuma, e presto sarebbe stato di nuovo
libero…
«E
così…i tre domatori unirono le loro
mani!»
“PERCHE’
DIGIWORLD SIA UN MONDO ABITATO!”
«I loro
Digimon…avrebbero dato la vita per
proteggerli…»
“Haruko…nella
tua ribellione io leggo dolcezza: tra le foglie infuocate…io
vedo rifulgere la luce di un diamante! Questa mi dà la
forza…HALFMON DIGIEVOLVEEE…CYCLEMON!!!”
“Mio figlio,
Guardianmon!...
…ho capito che ho
agito male, Mitsuo è tutto quello che
ho!”
“Non aver paura Hideki
usciremo da
quest’incubo! Io ti permetterò di
rivedere i suoi occhi…
…BIODIGIEVOLUZIONE DEL FUTURO! GUARDIANMON
BIODIGIEVOLVEEE…
…MERCYMON!”
“M-Muskmon!...
…ho
paura!!...
…non voglio
perdere anche te, sei la mia unica
amica!”
“Devi essere coraggiosa…piccola
Violetta.”
“Io te
l’ho detto, non ti servo a niente!!
Non sono forte come i
miei compagni, è
colpa mia se sei ridotta
così!”
“No, non dirlo!...il tuo cuore ospita tanto coraggio, devi
solo
scoprirlo!”
“No, non
è vero! Questo lo dici…solo perché
mi vuoi
bene!”
“Io non ti mentirei mai…
…dal nero della tua paura vedo nascere un fiore
splendente…”
(mentre Scratchmon avanzava nella sala, ed un fiore brillava nel suo
petto…)
“Devi solo ricordare che…quando ti sentirai
sola…
…non sarà così in realtà! I
tuoi amici
saranno sempre al tuo fianco…”
“Muskmon ha
ragione, guardaci ora, siamo una squadra!
E pensare che
all’inizio non facevamo che
litigare…”
“Io e Hideki ti saremo sempre vicini, Violetta!
E in più avrai sempre la tua Digimon…”
“…a-avete ragione…
…vedete? Uhmuhm, ho smesso di piangere e per me non
è
poco!”
…ma quella principessa in abito rosa si asciugava meste
lacrime
nell’oscurità della sala…prima di
alzare gli occhi
e incrociare quelli della gatta nera…(fine-canzone)
«Che sei venuta a fare, Scratchmon…?!...
…forse…a ridere di me? Perché non
sei…scappata lontano anni luce, in un mondo dove i gatti
digitali possono vivere in pace, eh?! Me lo spieghi…?...
…mi credevi già atterrata e sconfitta? Debbo
deluderti,
FlyKnightmon sta lottando accanitamente e presto avrà la
vittoria!»
«Ti
sbagli!!» replicò orgogliosa la gatta: solo
un’orecchio attento avrebbe percepito
l’affinità del
timbro vocale, in quanto il tono utilizzato lo faceva apparire
diametralmente opposto «Sulla vittoria…e su di me,
i
ragazzi non perderanno!!...
…e io non potrei scappare con un cuore che non mi
appartiene.»…«Peggio per
te…!!»
sibilò perfidamente Violetta «Vorrà
dire che mi
impadronirò dello stesso cuore con cui ti ho dato vita! E lo
userò al posto del cuore scintillante di Henry, per
completare
il mosaico digitale: nel tuo cuore, Scratchmon, o per essere
più
precisi nel mio, splende luce sufficiente per congiungersi con la Sfera
regale, e con l’aiuto degli altri due cuori evocare la Torre
digitale!!!» spalancando le braccia in segno di trionfo.
«Non te lo
permetteremo mai…» bisbigliò Rubymon, e
la voce di
Cindermon “I cuori non servono uno scopo
malvagio!!”
«SOFFIO
INCANDESCENTE!!» gridarono assieme sprigionando
il
loro spirale di alito fiammante. FlyKnightmon ruggì dii
strazio,
travolto da esso e dalle foglie liberate con la piroetta…
«La Torre
digitale?!» esclamò Mitsuo «Che cosa
sarebbe
mai?!!»
Violetta
ribatté «Se tuo padre fosse
qui…saprebbe
spiegartelo!! Devi sapere che in passato, agli albori di Digiworld, i
Digimon Superiori condensarono in cospicue masse di potere le loro
aspirazioni circa un mondo sviluppato, che potesse accogliere e cullare
i sogni di tutte le creature sotto la loro guida, all’epoca
assai
primitive e quasi prive di forma! Dalla solidità di questi
sogni…nasce la Torre digitale: doveva essere una difesa, e
una
sorta di grande seme tecnologico per un futuro prospero. Quando il
Regno abbandonato scagliò l’offensiva
finale…»
FlyKnightmon ruggì ferocemente, liberandosi dallo spirale di
foglie nello sbalordimento di Rubymon «Cosa?!»
“Non
è possibile, accidenti!”
Violetta
teneva lo sguardo basso, nascosto nell’ombra
«…noi
tre domatori non potemmo che compiere un passo di quelli da cui non si
torna indietro…
…esponemmo il nostro stesso cuore, coscienti che la luce lo
avrebbe difeso dalle scariche impazzite di un mondo ancora primordiale!
Ebbene…così fu, e l’incanto pervase
ogni angolo del
mondo in cui ora ci troviamo!!»
(anche Cyclemon ascoltava in una profonda concentrazione, ripercorrendo
a ritroso il suo cammino, per mano a sua figlia Diamon dal fiato
sospeso…)
«Il cuore
di tuo padre, Mitsuo…fu quello che sprigionò il
bagliore
decisivo!» illustrava la donna dai capelli ricci, con una
punta
di asperità «Ah, eri tu stesso a dargli la forza
benché non lo sapessi!» affermava rivolta al
biondo ed
attonito uomo «Si sa…per un figlio si è
disposti a
far tutto, tu rappresentavi il germoglio del futuro! Così il
cuore di Hideki splendette nel petto del suo domatore e la sua luce
congiunta alla nostra permise alla torre di innalzarsi, e dominare sul
caos! Le tenebre del Regno abbandonato…
…non
resistettero: la nostra congiunzione era più forte,
un’amicizia ultraterrena ci legava tra di noi e con i nostri
Digimon!! La battaglia…ebbe esito incontestabile!»
narrava
con orgoglio, e sguardo assorto rivolto verso l’alto
«La
terra era salva…e Digiworld poteva iniziare un lungo cammino
che
nel giro di poche generazioni l’avrebbe reso il mondo che
avete
conosciuto!! Voi, Digimon Tamers, viaggiandovi personalmente, e gente
come te Mitsuo, o come tua moglie, eseguendo studi e ricerche! Molto
bene, fine della storia, cala il sipario, vissero tutti felici e
contenti!! Applauso...» battendo le mani con amara ironia
«No!» disse però Mitsuo…
Mentre
FlyKnightmon reagiva con «Giostra
pirotecnica!!!» bloccando
a mezz’aria le sue lucciole fluttuanti, e scatenando la loro
energia in un bagliore collettivo.
«A-AHHH!!» Rubymon cercò di proteggersi
gli occhi,
mentre lui e gli altri combattenti si impegnarono in una strenue
resistenza. Cupidmon si sforzò «D-Dobbiamo
tentare…di fermarlo!! Scia
analgesica!!» liberando il
flusso verdino delle sue frecce liquefatte…
…ma la scarica del cavaliere sembrava prosciugarne
l’energia “Oh no…” fece Henry,
e Rea “La
sua potenza è troppo elevata!!”
«Sappiamo bene che questo fu solo un inizio, e che non furono
tutti felici…» replicò Mitsuo. Violetta
volse il
capo con stizza «E infatti cosa ne fu dei tre eroici
domatori,
quando il cielo del mondo che avevano salvato tornò a
risplendere della luce del sole?!...
…eh?! Che ne fu di quell’amicizia che si promise
come
eterna, e quale destino fu assegnato ai loro Digimon?!»
“L’esercito del Regno Abbandonato è
stato
sbaragliato…ma la minaccia resta costante, potrebbero
riorganizzarsi. Non possiamo permettere che la crescita di Digiworld
sia gravata da quest’ombra perpetua: in qualità di
rappresentanti delle entità superiori del nostro mondo, noi
quattro Supremi stabiliamo che non si può lasciare il Regno
Abbandonato al suo destino. Destino che si è dimostrato
esser
congiunto col nostro: c’è bisogno di un
Amministratore…
…qualcuno che si trasferisca lì. Che si occupi
della sua
crescita e del suo sviluppo…
…poiché cessino le ostilità, noi
decretiamo che
anche quegli scarti informatici abbiano diritto a una mano che li
guidi. Affinché vi sia uguaglianza fra i due
mondi!”
“…proprio io?!...
…perché è stato fatto il mio nome?!
Dovrei
trasferirmi fra quei mostri infernali, aiutarli a ricostruire il loro
mondo, gestire i loro problemi?!”
“…i Supremi sono rimasti colpiti dalla tua
sensibilità. E li ha
impietositi…il pensiero che sulla terra saresti da sola, in
quanto
tuo padre è sparito senza lasciar traccia. Pensano che tu
sia
la persona più indicata…”
“…ma
io ho paura, Haruko!! Il Regno abbandonato è un luogo triste
e grigio…
…e
i suoi abitanti ci guardano con sospetto!”
“Andiamo, Violetta, bisogna essere coraggiosi in questi casi.
Stiamo diventando adulti, le cose che abbiamo visto ci
hanno cambiato per sempre: pensa a quelle creature,
abbandonate senza che nessuno si occupi di loro…e poi
non sarai da sola, Muskmon verrà con te. Avrai la tua
Digimon al tuo fianco, alla quale potrai confidare ogni
problema…”
“Haruko ha ragione: noi purtroppo non possiamo venire
con te, il dovere verso la nostra famiglia ci chiama. Io
devo tornare da mio figlio…ma siamo convinti che sarai
all’altezza della situazione. Devi avere fiducia in te
stessa!
Ti sei dimostrata una domatrice di Digimon…dal valore
ineguagliabile: è il momento di dimostrarlo anche come
persona. Lo sai? Nella vita non sempre si combatte col
Digivice alla mano…ma non per questo una battaglia ha
minore importanza…”
“…ma
se io con il Digivice sono una scheggia, di fronte ai problemi della
vita
e
all’astio della gente tremo di paura! E poi così
che ne sarà della nostra unione?
Ci eravamo promessi di
rimanere vicini sempre come sul campo, e di crescere
insieme!!!”
…mentre
sul soffitto della sala, i guerrieri digitali cercavano l’uno
la
mano dell’altro, per unirsi e resistere assieme alla scarica
micidiale di FlyKnightmon…
“…anche
se lontani…non ci separeremo, ci guideranno i nostri ideali
comuni.
Abbiamo fatto tanto per affermarli a Digiworld, Violetta…ora
è tempo che anche tu
trovi la
tua strada. Io ho fiducia in te, amica mia, e anche Hideki: siamo certi
che farai del Regno abbandonato un luogo migliore.”
(canzone: Laura
Pausini - If that's love)
«Fu
così che, afferrando la sua valigia…»
riprese
Violetta «…e benché soltanto una
bambina, quella
domatrice si avviò verso il
viaggio…più ingrato e
controverso mai concepibile. Ma nonostante tutto, oltre la sua Digimon,
costei portava con sé il suo sorriso.»
“…ma
sì, in fondo i miei compagni hanno ragione,
perché dovrei aver paura?
Sono anch’io convinta che il Regno abbandonato abbia
bisogno di
luce e felicità, e io riuscirò a portarglieli!
Dopo
tutto…
…sono riuscita a crescere sia come domatrice che come
persona,
ho
affrontato nemici…spaventosi, e ho una voglia grande di
offrire
al
quel mondo tutto ciò che porto dentro!
Sì…
…io
lo renderò un regno splendido! I suoi abitanti faranno
amicizia
con quelli di Digiworld, faremo nascere un unico regno, basato sui
valori in cui crediamo! Non è vero Muskmon?”
“…ma certo Violetta, sono convinta che ce la
farai, se non
abbandonerai mai i tuoi sogni.”
“Io voglio
diventare…un grande architetto di case digitali! Mi ha
colpito
così tanto vedere quei poveri Digimon con la casa
distrutta…e poi, quando mi sarò
fatta una posizione sogno di aprire un negozio di vestiti per bambini,
voglio disegnarli
io
stessa!! Così sia gli umani che i Digimon avranno sempre di
che
vestirsi e non
soffriranno mai il freddo!”
“…fai bene a coltivare questi desideri dentro di
te.”
“Io ho
conosciuto l’infelicità da bambina…ma
sogno una
crescita basata sui valori
appresi
durante il nostro viaggio! In fondo sono contenta che mi abbiano scelta
per questo compito,
perché
non dovrei riuscirci? L’amore è in grado di fare
miracoli,
ed io è questo che voglio donare al Regno abbandonato: amore
ed
allegria!! Tutti quelli che la mia infanzia mi ha negato! Aiutami
Muskmon, voglio aggiustarmi il trucco! Quando scenderemo dal treno non
voglio che gli abitanti del regno mi vedano con l’espressione
impaurita…voglio accoglierli con tutto il
buonumore!!”
“D-D’accordo, se ci tieni
andiamo…”
«Così, una volta che lo scomparto si
aprì…»
“Ciao a tuttiiiiii!
Ops! Scusatemi, stavo inciampando con la valigia!
Da oggi in poi io sarò la vostra Amministratrice, mi chiamo
Violetta! Vi seguirò nelle vostre esigenze, e se avete un
problema chiedete pure a me, non fatevi problemi! Ihihihi, scusate il
gioco di parole! Sono certa che ci troveremo benissimo insieme,
guardate qui?...vi ho portato un po’ di regali, tanto per
cominciare! Ceste di dolcetti per le famiglie, e ci sono anche buste di
caramelle per i bambini! I nastrini li ho fatti io!”
“Chi ti ha chiesto di farli?!!”
“…oh?!”
“Noi non
abbiamo bisogno di te,
vattene!”
“Ma
l’avete vista? E’ una di quegli impostori che hanno
sgominato i nostri soldati!”
“E’-E’ stata solo una misura di difesa!
Voi
avevate attaccato
Digiworld!!”
“Sono tutte scuse, noi non ti vogliamo nel nostro
regno!”
“A-Aspettate!...vi giuro che non ho intenzioni ostili,
non sono una nemica!! Se mi verrete incontro, io sono
seriamente intenzionata a dare fondo al mio impegno
per tutti
voi!”
“Guardatela, quant’è ridicola! Con quel
trucco e
quei
vestiti sembra un clown!”
“Riprenditi pure la tua robaccia!!”
“Violetta…
…dai non
prendertela.”
“Perché, Muskmon…? I miei amici avevano
detto che
sarei riuscita a farmi voler bene! Ma loro…sembrano
non poter neanche vedere la mia faccia!”
“Col tempo si
abitueranno…”
“Restami vicina, amica mia!!!”
«Così il tempo
passò…» narrava la donna in abito
rosa…
(mentre
Snowhitemon faceva trionfale ingresso nella sala, con le sue ali di
piume candide)
«…fra i problemi che
piovevano uno dopo l’altro come grandine: quella bambina
faceva
tardi la sera china sulla scrivania! Lei cercava solo di aiutare quei
rudi rifiuti informatici che l’avevano accolta
così male
all’inizio, la sua speranza era che prima o poi si sarebbero
accorti del suo impegno!»
(Il minotauro bianco
si arrestò e socchiuse gli occhi: sembrava ritrovarsi in
quel
racconto…)
«Fra pioggia e
neve…i suoi anni scorrevano. E com’erano solitari
i suoi
pomeriggi: non vi era un amico con cui parlare, fra le aride rocce del
Regno abbandonato. Né un genitore a farle una
carezza…
…era sola!
I
suoi compagni si erano avviati verso una promettente
carriera…
Hideki era tornato sulla terra, tentando di recuperare un rapporto con
la sua famiglia.
Haruko era rimasta a Digiworld, e si seppe che si era fidanzata col suo
Digimon, e che era incinta.
Mai
le fu fatta una telefonata!!!» esplose disperatamente
«Mai
nessuno le chiese come stava, in quegli anni dolorosi! Non si
interessarono affatto a lei, fu archiviata come un ricordo lontano e
scomodo!! L’unica che le restava per confidarsi era la sua
Digimon…ma ormai…
…anche lei mirava a crescere e a costituirsi una vita!
Mille
giorni!!...e mille notti a sbattersi la testa alle pareti, chiedendosi
perché era dovuta finire così!! Perché
mai
quell’amicizia che sembrava brillare così
tanto…sul
campo di Digiworld era dovuta svanire, eclissata dal tempo…e
dalla distanza, lei non l’avrebbe mai creduto!!!...
…ma fu
costretta…ad accettare la realtà: ormai di quella
bambina
non esisteva altro che un fantasma…sommerso dalle…
…scartoffie di un regno che non l’aveva mai
accettata! La
sua gioventù, il suo entusiasmo…tutti i suoi
sogni
annegarono nelle tenebre!! E anche i suoi sentimenti furono calpestati,
nel Regno abbandonato non esisteva la parola amore! Solo
astio…e
amarezza dipingevano i suoi scenari!!>
Snowhitemon
rifletteva «…sembra…la descrizione del
nostro
mondo!»
…e alle sue
spalle Mitsuo «Ahh!...è quello…che
è
capitato a tutti noi.»
Gli occhi del biondo
uomo si incrociarono su quelli umidi di lacrime asciutte di Violetta
«Capisci ora, Mitsuo? Capisci cosa mi ha spinta a rinnegare
ogni
cosa?! Amore, sentimenti!! Tutti coloro che me ne avevano parlato poi
al momento cruciale mi hanno abbandonata!!»
«Ferma
lì, Violetta!!» (fine-canzone)
«Oh?!» qualcuno
l’aveva interrotta.
Era Cyclemon «Non
modificare il passato a tuo
favore!!»…«…c-come…?»
boccheggiò lei.
Mitsuo si sforzò ad
assemblare i tasselli «Mio padre non mi ha mai parlato di
tutto
questo! La battaglia…Guardianmon…il Regno
abbandonato…» Riley corse da lui, aggrappandosi al
suo
braccio «Ahh! Perché ti avrebbe tenuto nascosta
una simile
verità?»…«Ignoro persino dove
fosse il suo
Digimon…perché non ho conosciuto Guardianmon
prima di
adesso?» si interrogò il biondo uomo. Cyclemon gli
rivolse
lo sguardo «A questo quesito posso rispondere io! Visto che
Violetta esita sul punto…» rifilando
un’occhiataccia
a lei, la quale mormorò
«…Cyclemon…sei solo
un vecchio petulante, ecco cosa sei!»
«Guardianmon non era con tuo padre Mitsuo, perché
si
trovava presso il Regno abbandonato! A vegliare sulle azioni della
neoeletta Amministratrice!!» Riley allora intervenne
«Perché anziché restare a vivere con il
suo
domatore aveva scelto di trasferirsi lì?!» e
Mitsuo
«E perché non una parola?! Durante gli anni che mi
hanno
reso, da bambino…un uomo, mio padre…si era fatto
ancora
più taciturno e sfuggente, sapevo che conduceva delle
ricerche
sul mondo digitale…ma…
…non
volle mai rendermi partecipe, soltanto adesso scopro in cosa ha
consistito realmente il suo viaggio. Ma la mia mente è piena
di
interrogativi…»
«Ad alcuni di
questi posso rispondere io!» replicò
l’anziano
Digimon aggiungendo «Cosciente appieno di chiarire in questo
modo
anche quelli che le mie figlie…si astengono dal pronunciare,
non
è vero
Diamon?»…«O-Oh…»
fece la
ragazza digitale alle sue spalle la quale espresse «Io non ho
fatto che chiedermi…perché tu e la mamma abbiate
sempre
taciuto, anziché raccontare con orgoglio della vostra
missione:
adesso scopro che lo stesso comportamento lo ha avuto il padre di
Mitsuo!» Cyclemon allora parlò
«E’ comodo
buttare tutta la colpa sugli altri, eh Violetta?! Fare la
vittima…e far passare per farabutti i propri compagni! Tu li
accusi di averti abbandonata…
…ma perché non racconti cosa arrivasti a proporre
loro a
seguito della vittoria! Eh?!!»
Nelle sue
esclamazioni il disprezzo sembrava scorrere a fiumi, e portò
Violetta a irrigidirsi «C-Che importanza può mai
avere…?!»
«…è stato quello a determinare il
futuro…
…loro che ti hanno abbandonato?! Ma perché non
dici
piuttosto ciò che le loro orecchie furono costrette ad
udire!!!»
Mitsuo intanto piegava il capo e svelava
«…nonostante
tutto…le cose fra i miei genitori non migliorarono: mia
madre…soffriva per la vita misteriosa che suo marito
conduceva.
Io mano a mano mi facevo più grande…ponevo
domande,
volevo sapere ma mio padre mi chiudeva la porta sulla sua vita! Mi
parlava solo di disciplina…
…e dell’importanza di impegnarsi sinceramente e
appieno,
in tutto ciò che si fa! Sono cresciuto con questi suoi
insegnamenti…
…e col suo mito ma al posto di questo avrei sempre
voluto…condividere anche solo uno spicchio delle sue
emozioni:
di ciò…» alzando i suoi occhi ora non
velati dagli
occhiali, bensì assai limpidi «…che
aveva visto
quando un mondo magico come questo aveva invocato il suo nome. Mi
sarebbe piaciuto sentire una folata dell’odore che emana
l’affetto di un amico digitale. Ma su quegli anni
calò il
sipario…perché?...
…io non sono mai riuscito a darmi pace!!»
«Tuo padre fu costretto…»
parlò Cyclemon
«…a separarsi dal suo Digimon a causa delle parole
pronunciate dalla sua compagna di squadra!!!» Violetta
arretrò agghiacciata, portandosi una mano al petto
«Avanti, Violetta…» esortò
l’anziano
«…abbi il coraggio di confessare quello che da
allora
già era il tuo piano. Parli tu o parlo
io?!»…«…maledetto…
…sei solo un vecchio serpente!...»
Riley guardò Cyclemon, mentre Mitsuo si volgeva verso
Violetta.
L’anziano Digimon riferì «…se
quelle
telefonate non giunsero mai un motivo esisteva…»
“Andiamo
Haruko, dammi ascolto! Sbarriamo definitivamente
Il
Digivarco, spezziamo la connessione tra Digiworld e la terra!”
“Ahh! Perché, Violetta?! In questo modo
impediremmo per
sempre…a tantissimi Digimon di incontrare un loro domatore! E
a tanti umani come noi di avere un amico digitale…”
“Tanto gli uomini non sono in grado di capire il valore dei
Digimon!!
Non sono come loro, e prima o poi combinerebbero un disastro qui a
Digiworld!
Approfittiamo del fatto che abbiamo vinto, ora ci considerano degli
eroi, i Digimon si fidano di noi:
interrompiamo il flusso connettivo fra i due mondi, in questo modo
regneremo per sempre sul popolo digitale! Solo noi tre, i domatori
eroici
che
hanno salvato Digiworld! I nostri Digimon…non ne verrebbero
mai
informati…”
“Ma si tratta di un’ inqualificabile
ingiustizia!!”
“E perché? In fondo è grazie a noi
se i Digimon hanno salvo il loro mondo,
abbiamo il diritto ad essere ospitati!
Il nostro pianeta…non è paragonabile al mondo dei
Digimon, è pieno di astio e di egoismo, e io non voglio
farvi
ritorno!!
Non ho intenzione di rivedere mio padre e ripiombare
nell’incubo
che ho lasciato alle spalle giungendo a Digiworld! Perché
non approfitti?!
Non ti senti anche tu…incompresa dai tuoi genitori?! Me lo
hai confidato,
pensi che amino di
più tuo fratello perché è diligente e
rispettoso,
mentre
considerano soltanto una ribelle!”
…parole sulle quali lo sguardo di Diamon volò
verso
l’alto, incontrando quello di Rubymon che si volgeva nel
tentativo congiunto di far fronte alla scarica. Le due sorelle non
poterono fare a meno di ritrovare il loro vissuto in quel frammento di
memorie materne…
“Non ti sto
mentendo, dico la verità!!...intendo dividere il regno con
voi:
siete i due
unici amici che abbia mai avuto…neanche Hideki è
così entusiasta
di tornare da sua
moglie, quella è soltanto una strega! Perché non
ci
gettiamo
la terra alle spalle?!
Siamo domatori assennati, e i Digimon hanno bisogno di pace:
noi tre possiamo rendere Digiworld un luogo meraviglioso, una terra
incantata!
Non è difficile, basta soltanto…escludere gli
umani…
…e se prima o
poi giungessero nuovi domatori e i Digimon ci dimenticassero?!
In questo modo noi resteremmo gli unici terrestri ad abitare il loro
mondo…
…inutile dire
che l’avventura non avrebbe mai fine!! Per tutta
l’eternità!”
“No, Violetta!!...i Digimon non sono fatti per questo, non
sono
giocattoli!! Sono creature viventi…
…hanno dei sentimenti…”
…mentre
dalla congiunzione delle mani dei Digimon fluiva nuova
energia…i
loro cuori si illuminavano “Ragazzi…coraggio, i
Digimon
sono con noi…” esprimeva la voce di Henry
dall’interno di Cupidmon, aggiungendo “Non
deludiamo i
nostri amici!”
“…non è questo che il nostro viaggio ci
ha
insegnato! E se parli
in questo modo significa che non hai capito niente!!!”
Fu
sull’eco di quei ricordi che la squadra unita in cerchio
respinse
la scarica di FlyKnightmon grazie all’energia dei loro cuori
illuminati, rispedendo il flusso di lucciole elettriche contro il suo
mittente, che ne restò folgorato.
«NOOOOOOOOOOOOOOO!» gridò Violetta
portandosi le
mani al capo, sentendo infrangersi come uno specchio la sua immagine.
«Ecco il motivo di quella decisione così
inaspettata!!» esclamò Cyclemon.
“Hideki!
Sono preoccupata, Violetta è venuta da me proponendomi
qualcosa…
…di
terribile circa il futuro dei Digimon! Ho riferito le sue parole ai
Supremi:
sono
allarmati…temono che possa usare il suo talento e le sue
innate
capacità
informatiche per compromettere irrimediabilmente il Digivarco, se
ciò
accadesse la disgrazia sarebbe irreparabile: Digimon e umani non possono
auto-mantenersi gli uni
senza gli altri…per Digiworld sarebbe la fine, perderebbe
tutta la sua energia fino a
scomparire, e allora gli sforzi per salvarlo sarebbero stati
vani! Ma Violetta non
è in grado di comprenderlo…lei pensa, da sola, di
poter
offrire ai Digimon tutto
ciò che essi si aspettano…dalla gente, e dal
futuro!”
“La paura ed il rifiuto verso il mondo terrestre le
annebbiano il
cuore…
…qui occorre una soluzione immediata.”
“A tale scopo i Supremi hanno elaborato una misura
cautelare…ma anche noi dobbiamo fare la nostra parte!
Siamo i suoi compagni, abbiamo il dovere di instradarla
verso un cammino che le faccia prendere coscienza delle sue idee
sbagliate!
Lei non dovrà
sospettare niente…dovremmo farle credere che le
Autorità
abbiano voluto
premiarla: Guardianmon è stato scelto…per
seguirla nel
Regno abbandonato e vigilare sulle sue azioni.”
“Perché proprio lui?!!...dovrei separarmi dal mio
Digimon
per colpa di Violetta?! Io ho bisogno di lui, mi servono i suoi
consigli per riconciliarmi con mia moglie…
…speravo che Guardianmon potesse seguirmi sulla
terra!!”
“Loro non si fidano di Muskmon perché è
troppo
piccola e inesperta, e Violetta esercita su di lei un ascendente
eccessivo:
finirebbe per convincerla ad assecondare i suoi piani!”
Mitsuo
realizzò «Per questo mio padre è
tornato sulla
terra senza il suo Digimon!» e Riley «Ed
è per
questo che era restio a parlare di tutto ciò che per
lui…costituiva un ricordo nebuloso, alla luce di questi
ultimi
fatti…»
Diamon
intervenne «Questo è anche il motivo per cui tu e
la mamma
evitavate di proposito di parlare del passato: la faccenda era
delicata…la situazione in bilico.»
«Già…» Cyclemon
alzò gli occhi sulla
tremebonda Violetta, travolgendola con la sua riprovazione «I
nostri animi erano sospesi sugli esiti di quel periodo di
prova…» ma l’ex-compagna
reagì «Quello
che tu chiami “periodo di prova”, vecchio
rudere…HA
SEGNATO TUTTA LA MIA VITA!! Mi avete confinata in un buco, senza amore
né amicizia, tutti d’accordo a mia insaputa,
affinché il mio fantasma fosse esorcizzato!!»
FlyKnightmon precipitò a terra, in uno squassante boato che
fece
tremare la sala distrutta.
«Rimase per poco “a tua insaputa”,
venisti a
conoscenza ben presto della verità!»
ribatté
l’anziano, e lei si irrigidì.
«A tradire Guardianmon…fu
l’amore.»
rivelò Cyclemon «Egli nutriva un sentimento
speciale per
te fin dall’inizio…» fissandola con
occhi di
rimprovero…
“Amo quella
bambina, Hideki!
In lei scorgo il potenziale di una grande luce, benché sia
offuscata dalle nubi di un passato difficile, e dalla paura del futuro!
Lei
per me rappresenta…uno spicchio di cielo, gli ideali su cui
vorrei edificare
il
mio mondo! E’ come un simbolo…del nostro viaggio,
e di
questa nostra età:
anche se
sono un Digimon…mi sembra già di capire queste
cose…”
Rubymon e
gli altri Digimon planavano a terra, e Royalmon si accostava allo
spirito autunnale...
Negli
occhi di Violetta si leggeva però solo uno sprezzante
rifiuto
nel rievocare quel mosaico di sentimenti.
«Tu sapevi quanto fosse legato a te, e che quello era il suo
punto debole: fu ciò che sfruttasti quando ne avesti
l’occasione, ammettilo!!» inveì
Cyclemon. E la donna
lo fronteggiò con sguardo di sfida.
FlyKnightmon sfrigolava a terra, mentre le lucciole luminose scalavano
la sua possente armatura…
“Guardianmon, il tuo amore…giunge nella mia vita
come
qualcosa di inaspettato!
Nessuno mi ha mai amata prima d’ora…sogno due
braccia che
mi stringano, ma al contempo
ho paura dell’inganno e della menzogna! Ormai non mi fido
più dei miei compagni…
…hai visto?! Hideki e Haruko dicevano di volermi bene, ma
invece
mi hanno relegata qui, e
mi hanno lasciata sola, mentre loro proseguono beatamente il cammino
della loro vita!!”
“Non devi giudicarli in modo affrettato…benche a
te sembri
che ti abbiano abbandonato, in realtà i loro occhi non hanno
mai
smesso di seguire i tuoi movimenti…sono come la tua
ombra…”
“Ah!! Sai qualcosa che io non so su di loro?!
Se è così, ti scongiuro, dimmelo! Se è
vero che mi
ami…
…dimostrami la tua sincerità, così che
anch’io possa lasciarmi andare al tuo amore!!
Sono
disposta a qualsiasi cosa pur di salvare il ricordo del mio viaggio, e
di
quell’amicizia speciale!!”
Mitsuo spalancò lo sguardo «…le ha
rivelato la
verità!!!»
Sul
viso di Violetta comparve un ghigno
«…sì, quello
stupido non ha resistito al pensiero che io potessi ricambiare i suoi
patetici sentimenti!!»
Royalmon esclamò «Lo ha raggirato sfruttando
l’amore
come mezzo?!»
La donna avanzava con passo orgoglioso «Avevo bisogno di
vederci
chiaro sulla macchinazione allestita da Haruko e Hideki, Guardianmon mi
ha fornito ciò di cui avevo bisogno…»
“E
così…è come sospettavo!!!
Loro…hanno mentito parlandomi dell’ammirazione che
avevo
suscitato
agli occhi dei Supremi! La verità è che ero
diventata
scomoda…
…il loro unico scopo era isolarmi, rendermi inoffensiva!
Non è
importato loro di sacrificare i miei anni più preziosi, la
mia
crescita
e il mio bisogno
d’amore! Purché non dessi fastidio, e rimanessi
confinata
in un angolo
di universo, solo perché avevo desiderato un futuro migliore
per tutti!!
Ma per questo…me la pagheranno…
…io non lascerò impunito il loro atto
traditore!!”
«Attenti, si rialza!!» esclamò Carermon.
Infatti
FlyKnightmon, per niente sconfitto, accennava una violenta reazione che
fu osteggiata da «Globi
perforanti!!»
«Dobbiamo fare attenzione, ragazzi!» furono parole
di Ryo
che aggiunse «Mentre eravate in battaglia lo
osservavamo…temo disponga di un serbatoio nascosto, con cui
si
autoricarica!»
«Uhmuhmuhm!!! Avete proprio ragione! Complimenti, domatore
leggendario…» declamò la creatrice
mentre si
affiancava al suo risorto alleato «Vedo che stare in panchina
sviluppa le tue doti intellettive: FlyKnightmon è
imbattibile!
Le mie conoscenze permettono a qualsiasi limite mai presentato dai
Digimon di essere superato! Haruko e Hideki hanno fatto male a
rifiutare la mia proposta: Digiworld non si accorge che con me potrebbe
conseguire l’apice, anziché arenarsi in una lenta
agonia…» ma Ryo ribatté
«Lascia stare, un
mondo come Digiworld di certo preferirebbe arenarsi con
dignità,
piuttosto che privarsi della sua anima per consegnarla a una come
te!»
«La rovina
è vicina…» fece lei assottigliando gli
occhi
«I colori stanno ormai scomparendo del
tutto…è
stata una mossa tanto ridicola quanto inutile quella di Guardianmon nel
tentare di isolare i due mondi: e così voi cari compagni
avete
cercato di ostacolarmi ma vostro malgrado siete riusciti a conseguire
il medesimo risultato!»
Fu allora che
«AAAAAAARGHHHHHHHHHHHH!!!» sotto gli occhi
sconvolti di
tutti, qualcuno fu colpito da un raggio potentissimo e cadde con
violenza lungo le scale, rimbalzando sui gradini: Mitsuo lo riconobbe e
corse da lui «DEFENDERMON!» assieme a Riley
«HIDEKI!!» (canzone: Anastacia
- You'll never be alone)
I presenti
spalancarono lo sguardo, e Violetta sogghignava
«Uhmuhmuhm…»
…mentre
Ufomon e Gravemon emergevano dalla penombra, con le loro mani ancora
sfrigolanti di potere «Non era ancora
soddisfatto…abbiamo
dovuto rincarare la dose!» descrisse la piccola aliena.
Il corpo del ragazzino
dai capelli rossi fumava per i colpi subiti, la sua pelle era coperta
di graffi e lividi, e la sua armatura ormai fusa.
«DEFENDERMON!
Piccolo…figliolo!» espresse Mitsuo precipitandosi
su di
lui, e Riley «Bambino mio!» non riuscendo a
trattenere le
lacrime «Mamma…
…p-papà…» disse il ragazzino
con le sue poche forze.
«Sappiamo tutto!»
affermò il biondo uomo sollevandogli la mano «I-Io
sono…
…Mitsuo, non ti dice
niente il mio nome? Sono il figlio…di
Hideki…»
Mentre Violetta sorrideva
soddisfatta…lo sguardo del ragazzino si illuminava di una
luce
speciale, oltre la stanchezza e l’estremo dolore
«…Hideki…
…sì…!
Ora finalmente la mia memoria non è più
annebbiata…l-lui…!...mi parlava così
tanto…di quel bambino a cui
teneva…p-più…della
vita…» mentre con
il suo guanto infranto adagiava carezze deboli e tremanti sul volto di
Mitsuo. Riley chinava il capo versando lacrime, e abbandonando
così ogni veste fredda e professionale per indossare solo
quella
di madre.
«Cosa gli
hai fatto…?» tuonò Cyclemon
«…sei solo
una…ASSASSINA…SCHIFOSA!! Che cosa hai insegnato
ai
tuoi…?!...!!» ma non gli veniva la parola, che
Violetta
pronunciò con orgoglio «Figli,
Cyclemon!» lanciando
uno sguardo complice ai soddisfatti bambini «Ufomon e
Gravemon
obbediscono a tutti i miei comandi: loro mi considerano la loro madre!
Non sei solamente tu ad avere avuto una prole, mio
caro…»
avanzando…
…mentre anche Scratchmon si lanciava a leccare il ferito
«Defendermon!»
E il piccolo
Gravemon esclamava «Scratchmonina! Ora ti riprendiamo con
noi…»
«Ci sarà
tempo bambini, state tranquilli, è…tutto sotto
controllo!!» affermò la madre con un sorriso,
prima di
aggrapparsi agli abiti di Cyclemon «Quella sciocca di Haruko
mi
ha rubato un Digimon come te, quando insieme avremmo edificato un nuovo
Digiworld!! Ora non avresti un mondo da ri-imbiancare, se mi avessi
dato ascolto!! Ahh!» ma il suo polso fu bloccato dalla mano
di
Rubymon “Ehi, tu: lascia stare mio
padre…” e
l’altro da quella di Diamon «E circa Digiworld non
ti
preoccupare: lo ri-imbiancheremo noi!!»
«Ihmf!» Violetta li guardò con
sdegno…mentre
FlyKnightmon si preparava ad attaccare di nuovo.
Defendermon si
volgeva appena verso Geniusmon…accennando
«Kenta…avevi ragione, sai? E’ nel
momento…più adatto…che la memoria
riaffiora…assieme ai nomi e ai ricordi
cari…»
La creatura
accennò un sorriso commosso dietro i suoi occhiali di
corallo.
«Ora…ricordo…tutto…»
disse
Defendermon, ma Riley lo fermò «Non
sforzarti!»
Irismon
esclamò contro la nemica «Fu per vendetta che li
eliminasti!!» e Violetta illustrò, passeggiando
per la
sala «Dopo vent’anni trascorsi nel Regno
abbandonato,
pianeta gelido e arido d’amore, tornai da
loro…»
“Ora
è il momento di affrontarci a viso aperto, sappiate
che sono a conoscenza di tutto!! Ma non sono pentita…anzi,
sono più risoluta di prima! Ormai è tempo di
tagliare i
convenevoli:
vi rifaccio la proposta di tanti anni fa, ma non potete sperare nelle
stesse condizioni!
Io sarò la regina di Digiworld, e voi al mio servizio!!
E’ l’ultima chance per ricomporre la nostra antica
unione
altrimenti…sbaraglierò questo
mondo, il potere non mi manca!! La mia Digimon mi appoggia senza
riserve!!”
Mitsuo assemblò «Loro non accettarono…
…e tu li uccidesti!!!» e anche Diamon
«Sì,
mia madre non si sarebbe mai piegata a un compromesso del
genere!!»
«Uhmuhmuhm…» sorrise Violetta…
“Violetta,
no!...questo non è giusto nei confronti di
Digiworld!!”
“Se ami i Digimon come dici, spera anche tu nel
futuro!”
“SILENZIO! Al diavolo il vostro futuro!! Sarò io a
scrivere il futuro
del mondo dei Digimon e non solo, anche quello della terra!!
Voi avete distrutto il regno dei miei sogni e ora io raderò
al
suolo il vostro,
sostituendolo con un regno a mia immagine e somiglianza!
Muskmon!!...attaccali e ruba i loro Cuori digitali!!”
A quel punto
Defendermon si rialzò «…io fui troppo
debole per
impedire i tuoi crimini!!!» esclamò disperato. Lei
lo
fissò «Tu sei troppo debole per qualunque cosa,
sei un
Digimon senza valore Guardianmon! Uguale identico…»
(mentre
FlyKnightmon ruggiva) «…a quelli di questi
ragazzi!»
«No,
ti sbagli!» reagì il ragazzino avanzando a
dispetto delle
sue ferite «Loro sono creature eroiche, mi hanno insegnato ad
amare! Hanno edificato su quel mondo…che tu avevi ridotto in
rovina, con la tua malvagità! La loro luce…ha
prevalso
sulle tenebre delle nostre cattive azioni, Violetta: per difendere il
futuro che si sono conquistati…
…non esiterò a dare la vita! Presto, genitori
miei,
fatemi digievolvere!»
«COSA?!» esclamarono Riley e Mitsuo.
Violetta spalancò gli occhi.
Altrettanto Scratchmon.
«PRESTO! NON C’E’ TEMPO DA
PERDERE!»
esclamò Defendermon.
FlyKnightmon si librò nell’aria e si
caricò di
energia.
Riley si volse verso il marito «Mitsuo…»
e insieme,
e coraggiosamente, innalzarono il Digivice scintillante a forma di
maschera.
Al
giovane bastò chiudere gli occhi «DEFENDERMON
DIGIEVOLVEEE!!!...
…GUARDIANMON!»
In una cascata
di comete iridescenti, quell’imponente cavaliere mascherato
apparve nel buio in una luce nuova «Eccomi
finalmente…» disse con voce virile, ma volgendo la
coda
dello sguardo agli abbagliati genitori «…grazie,
mamma…papà.» per poi sfoderare la spada
«Raccolgo così la mia antica missione, che un
giorno
abbandonai per paura.» e puntandola contro la nemica
«Whaaa!»…«Violetta! Ho amato
la luce del tuo
cuore e sognato un futuro per Digiworld: ti impedirò di
spargere
ancora dolore!»
«GRRR, PERCHE’ OSTINARSI, GUARDIANMON?!»
«Per
costoro…che mi hanno amato. E per ogni cuore buono annegato
nelle tenebre.» rispose signorilmente.
Scratchmon era commossa «Guardianmon…»
…Ryo e i compagni Digimon sorridevano di speranza…
Cyclemon
lo guardava con affetto e orgoglio «Bravo,
Guardianmon…»
Gli occhi
oltre la maschera erano più decisi che mai, e finalmente
limpidi
(fine-canzone)
«Si
mette male…»…«Uh? Nami, che
ti prende?»
chiese IceDevimon. La donna avanzò
«Quell’idiota con
l’armatura ha appena raggiunto il suo massimo potenziale,
è un Digimon abilissimo, non ricordi il trambusto che ha
scatenato in città?»…«Lo
ricordo…
…e
con questo?» il gelido diavolo le strisciò
più
vicino, e lei si volse «Andiamo a prendere le carte per la
digimodifica, presto!»…«Uhm?! Che vuoi
fare? Non ho
intenzione di sporcarmi le mani combattendo contro di lui, ti
avverto!»…«Ma non parlo di quello, non
far finta di
non capireee! Sarei la prima che non ti spedirebbe mai contro uno che
ti batterebbe di
certo!»…«Ma-»…«Serve
piuttosto
che ti trasformi quanto prima in qualcosa che sia in grado di volare e
di trasportare più persone!» lanciandosi su per le
scale e
rischiando di inciampare sui suoi tacchetti «C-Che razza di
piani
hai?! Nami!! E-E poi io NON HO DETTO che mi avrebbe
battuto!»…«Vuoi
muoverti?!»…«Arrivo (pfff!...chi me
l’ha fatto
fare. Mi sembra di esser tornato alle elementari!) »
(canzone: Westlife
- Written in the stars)
Il guerriero
mascherato aveva rapito gli occhi dei due bambini digitali
«Guarda, Gravemon! Quello è Guardianmon, il nostro
bersaglio: se lo acquisiremo diventeremo
potentissimi…»
assottigliava gli occhi la piccola aliena «Ma
noi…non ce
la possiamo fare, non abbiamo speranza!» si lagnò
il
fratellino, facendola irritare «E perché, questo
chi te lo
dice?!»…«Guardalo…come
è potente!
Distruggerà il Digimon della
mamma!»…«Ah!» Ufomon
tradì un sussulto
di preoccupazione circa la sorte di FlyKnightmon.
Ryo avanzò
«Ci aiuterai?» e Guardianmon si volse verso di loro
«Voi mi avete perdonato ogni cosa.» al che il
domatore
leggendario «Perché anche noi non resteremo certo
con le
mani in mano, ti daremo supporto!»
I compagni
concordavano, ma Guardianmon «No, state indietro.»
volgendosi verso Violetta e FlyKnightmon «Sono stato io la
causa
di questo disastro, se non avessi ceduto alle sue false promesse ora
degli innocenti sarebbero ancora
vivi.»…«Tutto
questo è passato!» tagliò corto Ryo,
volgendosi
verso i compagni «Pronti ragazzi?!»
«SI’!!» e
ancora Ryo «Diamo supporto a Guardianmon e sbaragliamo
FlyKnightmon!»
«GRRR! Non riuscirete
mai ad abbattere il mio potentissimo Digimon! FlyKnightmon, dimostra a
questo branco di presuntuosi chi è che comanda a
Digiworld!!»
«Tu di certo no,
Violetta: e non comanderai mai!» Guardianmon compì
un
balzo prodigioso…
…Mitsuo e Riley lo
guardavano incantati, con le loro mani tremanti di emozione strette sul
Digivice, come due giovani domatori innamorati e pieni di
speranze…
«Tempesta di
lucciole!!» attaccò FlyKnightmon con
il suo flusso di
insetti fluorescenti «Radiazioni
energetiche!!!»
reagì Guardianmon, concentrandosi sulla sua spada e
generando
una moltitudine di raggi caleidoscopici. I due attacchi si incontrarono
in una violenta collisione.
A quel punto Cupidmon
scattò in avanti «Coraggio ragazzi, diamoci
dentro!!
Perimetro
dell’amore!!» scagliando in aria le
sue frecce
cuoriformi che dissolsero molte lucciole, per poi piantarsi a terra e
disegnare il cuore attorno a FlyKnightmon: bastò un ultima
freccia al centro del perimetro per provocare un’eruzione
«WRAAAAAAAAAAAGHHH!!!» e renderlo indifeso dinanzi
al
flusso di Guardianmon.
«NO!!» esclamò Ufomon.
«FLYKNIGHTMON!!» strinse i denti Violetta con
rabbia
«Uhmf, reagisci, dannazione!!!...sei nato per vincere, esci
fuori
da quel---maledetto guscio di ferro e dà una lezione a
Guardianmon!!»
Il cavaliere
sembrò obbedire: la sua armatura si spaccò fino a
tuonare
a terra in molteplici tonfi: aveva rivelato il suo vero corpo di
insetto fluorescente, gli era rimasto solo
l’elmo…dietro
il quale si leggeva furente aggressività. Il metallo della
corazza si fuse fino a costituire un’enorme spada che la
creatura
afferrò di scatto…
…e a
confronto della quale quella di Guardianmon sembrava sparire
«Ah!
Sta attento!» fece Mitsuo, e Riley «La
spezzerà di
certo!» ma il loro Digimon li rassicurò
«Non
temete!»
…e
destreggiandosi agilmente con la sua arma affilata, attese che
FlyKnightmon si scagliasse contro di lui in un feroce
ruggito…
…per
scattare al momento decisivo e piantargli la sua spada nella parte
piatta dell’enorme lama. La spada nemica iniziava a creparsi
all’invocazione «Vulcano…iridescente!!!»
Ancor più
abbagliati Rubymon e gli altri. Violetta attonita «N-Non
è
possibile!!!»
Irismon si
innalzò «Faro
della purezza!» accecando il grosso
insetto con il bagliore della sua perla. Questi non poté
più difendersi dalla graduale disgregazione della sua arma a
causa dell’energia iridescente di Guardianmon, fino alla
fragorosa esplosione dell’enorme spada.
FlyKnightmon
scivolò a terra, mentre Rubymon avvertiva «Irismon
resta
dove sei!! La tua luce lo aiuterà a purificarsi: annulleremo
la
biodigievoluzione! Salveremo i due Digimon che l’hanno
composto!» La compagna annuì.
L’insetto
luminoso non era ancora sconfitto, e facendo rombare le sue affilate
ali si scagliò nuovamente contro Guardianmon: essendogli
sfuggita la spada, al mascherato non rimase che afferrare con forza gli
arti incontrollati del nemico, ed ingaggiare con lui uno scontro corpo
a corpo.
Ogni tuono di
ferraglie era un balzo per il cuore dei due domatori per mano, il cui
respiro era scandito dal suono di quella battaglia mortale…
Ma FlyKnightmon
ignorava che nel buio alle sue spalle luccicavano gli occhi di
Royalmon, che restando celata nell’oscurità
tracciò
col bazooka pendenti stellati per i suoi cerchi luminosi: al sussurro
«Circuito di
stelle…VAI!!!» i suoi bolidi
intrecciati di energia raggiunsero l’insetto nemico e
«AAAAAAAARGHHHH!!»
«…vi ringrazio ragazzi…»
mormorò
Guardianmon…facendo più salda che mai la sua
presa sugli
arti dell’insetto «Ti purificherai: la luce del
futuro
annullerà il maleficio che ti ha colpito!!»
Così lo
trascinò con sé in volo…la resistenza
dell’insetto era ormai inutile contro la forza prodigiosa del
guerriero, che in un’agile e vorticosa piroetta
lanciò il
nemico direttamente contro la perla di Irismon, che liberò
il
suo bagliore definitivo.
«NO, ACCIDENTI,
NON E’ GIUSTO!!» si parò gli occhi
Violetta.
«Abbiamo
perso…?!» caddero le braccia a Ufomon, e Gravemon
piagnucolò «Addio alla speranza di
acquisirlo…!»
Scratchmon era abbagliata…
…e Mitsuo e
Riley increduli «Ce l’ha
fatta…?»…«Sì
Mitsuo…il nostro
Digimon ha vinto la battaglia, il nostro amore è riuscito a
tramutarsi in forza, e a
raggiungerlo.»…«…essere
domatori…è…
…bellissimo…» espresse lui, e la moglie
lo
abbracciò…mentre le loro mani restavano strette
su quel
Digivice luminoso, e su di loro esplodeva un fuoco
d’artificio
(fine-canzone)
Schizzarono in
direzioni opposte: il FireFlymon verso l’alto, schiantandosi
contro una colonna che si spezzò. Il Knightmon piombando
violentemente a terra, in un rumore squassante.
Ma mai quanto il grido
di un’indignata Ufomon «Mamma hai fallito, sei una
povera
incapace!!!»
Violetta già
addentava stizzita il lembo di un fazzoletto «Avevi promesso,
avevi SPROLOQUIATO, ci avevi GARANTITO che avremmo acquisito quel
Digimon, e invece…!!! Guardianmon ha messo a tappeto
quell’inutile ammasso di ferraglie che avevi progettato,
dico:
sei una frana! Possibile che non mi poteva toccare una madre
più
efficiente?!» Gravemon accennò (sfregandosi le
labbra con
le dita per sfumare in parte il suono) «…se
Muskmon…l’avesse affrontato l’avrebbe
battuto…» e Ufomon «Ecco: io non lo
volevo dire,
però…!» ma Violetta afferrò
di scatto il
braccio ad entrambi «…!!...non vi azzardate
neanche a
nominarla…!!» sibilò, ed i suoi occhi
erano
stravolti «…mamma non stringere mi fai
male…»
mugolò il bambino, e lei fece un distorso sorriso
«Ah
sì??? E questo e niente, ora ti farò ancora
più
male Gravemon se ti sentirò fare NOMI NON AUTORIZZATI:
Muskmon
è morta. E’ chiaro? Non esiste più,
cancellata!»…«AH SI?!»
gridò la bambina
«E NOI INVECE?! Fra poco quei ragazzi verranno a presentarci
il
conto: a Muskmon le andiamo tutti a fare
compagnia!!»…«Magari in
un’altra
vita…ma magari anche no: portami l’Ipad,
Ufomon.»
mormorò Violetta, ma era ferrea «Non avete
sentito…?...
…GRAVEMON TI VUOI SVEGLIARE?! Vammi a prendere
l’Ipad!...
…ho
capito, me lo prendo da sola, tanto in questa casa sono diventati tutti
sordi!!!»
I due bambini digitali
erano rimasti imbambolati, osservavano Guardianmon nella sua armatura
scintillante, che li fissava oltre la sua maschera con occhi buoni, che
finalmente esprimevano pietà.
Una pietà che
spogliava Ufomon e Gravemon dalle loro speranze, insinuando nel loro
cuore un massiccio groviglio d’oscurità circa il
futuro.
Scratchmon lo
capì dai loro occhi, e comprese che era arrivato il suo
momento:
così sgattaiolò agilmente
«Ohp!» e si fece di
fronte ai bambini, di cui Gravemon esclamò
«Scratchmonina!»
«Ufomon,
Gravemon…devo dirvi una cosa! E’ importante, ora
dovete
ascoltarmi…»
«IHM!!!...SCRATCHMONINA PARLI!!!»
esclamò Gravemon.
(ma
l’esclamazione fu un sobbalzo per Violetta, con
l’Ipad in mano…)
Anche Ufomon sgranava
gli occhi «Ma allora…non era
un’illusione!!!»
«Io non sono mai stata
un’illusione! Io…sono vostra amica, vi voglio
bene!»…«Anche noi Scratchmonina, anche
noi!!»
saltellava euforico Gravemon.
«Ascoltate
attentamente, devo dirvi una cosa che riguarda le nostre
origini.»
(ma Violetta sibilava
«Maledetta…!! Se lei parla perderò i
miei figli:
devo fare in fretta…»
L’Ipad si
illuminò di luce…e lentamente mutò in
un
mitragliatore…)
«Noi ti
abbiamo trovata nel cestino digitale,
Scratchmonin-»…«Shhh! Lasciala parlare,
Gravemon!»
Infatti la gatta
smentì «No, bambini!! Le cose sono andate
diversamente,
questo è quello che vostra madre vi ha fatto
credere!!»…«Perché tu in
realtà da
dove vieni Scratchmon, chi sei…?» chiese Ufomon
facendo
assorti i suoi occhi allungati…
(Violetta regolò al
massimo una barra luminosa «…energia al culmine:
colpo
mortale! Lascia salvo il cuore e smaterializza quel gatto…
…Scratchmon è la tua fine,
preparati…!!...» )
Guardianmon
intanto avanzava verso Riley e Mitsuo: lei lo guardava con stima e
commozione…lui, come un padre, gli pose le mani sulle spalle
«…sei stato meraviglioso, e ci hai regalato le
emozioni
più belle della nostra vita…»
Il
guerriero mascherato regalava loro amore con il suo solo sguardo.
(Violetta
fissava nel mirino «…prendere la mira...»
…cercando di trovare la fessura decisiva tra i suoi figli
«Gravemon…scansati un pooo’, Ufomon
più a
sinistr-BENE…!!...
…puntare…»)
Cyclemon si
accostò a Guardianmon «Sei stato fantastico, ti
sei fatto
valere: ora, insieme, sarà da pensare a questo
futuro.»
Ma il
guerriero mascherato con la coda dell’occhio notò
qualcosa
«Uhm!!!»
Scratchmon
esclamò «Lei non è vostra madre, voi
siete stati
crea---!!!»
(Violetta «FUOCOOOOOO!!!»)
Uno sparo
energetico saettante e luminoso. Paralizzò gli sguardi di
tutti
di tutti i presenti, sospese i cuori. Bloccò il tempo, se
non
per qualcuno «Scratchmon: no!!»
Era Guardianmon, si lanciò in un balzo.
Piombò sulla gatta «SCANSATI DI QUI!»
Ma quel colpo «...!!!»
Richiamò quei suoi occhi amorevoli verso
l’alto…
…spezzando il fiato di Scratchmon
«…Guardianmon…»
…e
regalando la più triste, e incredula delle sfumature negli
occhi
di Riley e Mitsuo…la cui forza nelle mani, per sostenere
quel
Digivice, si esaurì completamente…
…e la
maschera, perdendo la sua luce, cadde a terra tintinnando nel silenzio.
Per Ryo e i compagni
biodigievoluti fu indescrivibile, ognuno associò quella
scena a
qualcosa di vissuto personalmente. Royalmon assunse sguardo
attonito…e in quell’istante rivide Leomon ferito,
che
svaniva a terra dinanzi alle sue lacrime…
…ma
poi a svegliarla e a riportarla alla realtà fu il suono
dell’armatura di Guardianmon che cadeva a terra, nel grido
disperato di Scratchmon «GUARDIANMON!!»
…sul cui musetto nero iniziavano a fluire i dati luminosi
che lo
abbandonavano, sgorgando da quello squarcio che gli si era fermato in
pieno petto.
Cyclemon
aveva occhi agghiacciati e tremava, soltanto lo scettro gli impediva di
cadere a terra. Diamon accanto a lui si portò di colpo le
mani
alla bocca, volgendo il capo da quell’immagine e gemendo
«Mmm-MMM!!!»
Mitsuo si lanciò in una corsa al grido disperato
«GUARDIANMOOON!!!» sovrapposto a quello di sua
moglie
«HIDEKI!!!»
Rubymon si
portò una mano al petto e boccheggiò, e Royalmon
che era
in seria difficoltà lo raggiunse nell’urgente
bisogno di
intrecciare le mani alle sue. Rimasero così,
stretti…«…Guardianmon!...»
pronunciò
lo spirito autunnale senza fiato…
…Ufomon e Gravemon dilatavano lentamente occhi e bocca,
incapaci
di credere a quella scena…
Violetta
abbassò a poco a poco il mitragliatore, e la follia nei suoi
occhi lasciò spazio…
…a
un radioso sorriso…e all’esclamazione
«…CEN---TROOO!!!» con gaia esultanza
come per chi ha
appena vinto a un videogioco di tiro.
Udito
ciò, Mitsuo alzò uno sguardo sconvolto dalla
furia e
corse da lei «…tu…M-ME LA
PAGHERAI!»
Violetta alzò prontamente il mitragliatore su di lui.
Ma
qualcosa, di cui egli stesso stentava a capacitarsi, lo aveva fermato.
«Non----farlo, Mi…tsuo…»
Era quella
mano dal guanto iridescente, benché molto debole
«…non…devi morire mio…
…domatore…»
E sotto gli
occhi sconvolti del biondo uomo, e le grida di Riley
«HIDEKI!!»
…la
maschera iridescente scivolò dal suo viso (canzone: Westlife
- You raise me up) rivelando
quello che fece boccheggiare Carermon «…u-uguale
al signor
Yamaki…»
…per poi accorgersi dell’espressione,
così
incredibilmente ingenua e addolorata, di Geniusmon accanto a
lui…
Ma Mitsuo
tra le lacrime, mentre si avvicinava a passo barcollante, vi
riconosceva qualcun altro
«…p-papà…?!»
Sicché raccolse il suo corpo stremato
«…m-mi
chiamano il Digimon…che assume
l’aspetto…di coloro
che più ha amato…
…è-è bella…come
caratteristica, per la mia
razza…no?»
«Ah,
Guardianmon non ci lasciare!...» era la fievole supplica di
Riley, che gli accarezzava i capelli rossi come i suoi «Ti
abbiamo…a-appena ritrovato!»
«…io vorrei…ma purtroppo non
posso.»
svelò la creatura «…la scia della luce
digitale mi
chiama verso quel luogo…dove tutto comincia e tutto si
ritrova:
la Città della Rinascita…
…è giunto anche il mio tempo di
seguirla…se un
giorno ci ritroveremo, probabilmente sarà
lì.»
«No!!» esclamò però una voce
sofferente: era
Geniusmon…versando lacrime dai suoi occhiali di corallo in
quel
buco sempre più ampio, che consumava dolcemente il suo corpo
in
mille luci.
Violetta
intanto aveva sguardo soddisfatto «…coraggio
Ufomon &
Gravemon, assorbite i suoi dati fino all’ultima goccia,
dovranno
essere solo vostri!»
I bambini
chiudevano gli occhi e lasciavano quel potere fluire in
loro…ma
nessuno vi prestava attenzione, poiché tutti si facevano
attorno
a quel Digimon che diceva «…ho fatto tanto del
male…a ciascuno di voi eppure mi siete tutti accanto, nel
momento della fine: fanno bene a dire che siete degli eroi…
…non conoscete odio, ma solo amore!»
Mitsuo e
Riley erano disperati, piangevano con le loro teste l’una
accostata all’altra.
Geniusmon
gli teneva la mano, supplicandolo «…non devi
lasciarti
andare, se vuoi hai ancora forza! Non siamo noi a essere eroi, sei tu
ad essere buono! Ci hai insegnato…che si può
sempre
tornare indietro dai propri errori, ti prego non andartene adesso!...
…non lasciarci anche senza di te: abbiamo già
perso
tanto!...
…e tanti…troppi amici…»
«…Kenta…» accennò
Guardianmon
carezzando gli occhiali di Geniusmon «…sono stato
felice
di poterti conoscere meglio. Porterò con me il
ricordo…
…del nostro viaggio, nel campo indefinito.»
Diamon
piangeva emettendo gemiti disperati, piegata su suo padre dal capo
chino…le cui lacrime cristalline si adagiavano a terra.
L’unico
che si accorse di qualcosa fu Ryo, che fece cenno tempestivo e
sconvolto a Carermon accanto a lui, il quale notò
«…!! Lo stanno acquisendo!!»
Le sagome di
Ufomon e Gravemon risplendevano e aumentavano di dimensioni
«Ormai è inutile Digimon Tamers, il potere di
Guardianmon
fluisce all’interno dei miei figli, non potete più
contrastarci: la combinazione di dati
risultante…nullificherà del tutto la vostra
resistenza,
uhmuhmuhmuhm!»
«M-Mamma…» accennava la sagoma di
Gravemon
«…l’hai eliminato per noi?» e
lei
«Oh?...ma certo, bambino mio! Sognavo di esaudire il vostro
grande desiderio, mi sono esposta al rischio per voi!»
Il risentimento
negli sguardi degli spettatori era indescrivibile, ma le parole di
Guardianmon richiamarono l’attenzione dei loro cuori
«Mi
raccomando, adesso! Tutto dipende da voi, non è il caso di
arrendersi proprio ora…D-Digiworld…!...sta per
precipitare nel pericolo!...
…soltanto
la luce del futuro che nasce dai vostri cuori congiunti
potrà
impedire…la cancellazione del nostro mondo!!»
Cyclemon
si fece vicino, e disse umilmente «Ma noi siamo sperduti, non
sappiamo con che mezzi far fronte alla minaccia!»
Intanto la mutazione si completava…
«UFOMON
DIGIEVOLVEEE…STARSHIPMON!»
Un’avvenente ragazza vestita di tecnologia.
«GRAVEMON
DIGIEVOLVEEE…TEARDROPMON!»
Malinconico
giovane armato di tamburo.
Il loro
aspetto minaccioso era la gioia e il trionfo di Violetta
«Uhmuhmuhmuhm!!»
«…insieme potete, Cyclemon, dammi
retta.» disse
Guardianmon afferrando la sua mano «Sei una creatura
saggia…guida questi
ragazzi…oh!»…«Guardianmon!!!»
esclamò l’anziano.
Il suo corpo era quasi consumato.
Snowhitemon
piegava le ali «Ormai è
finita…» e
LadyCannonmon accanto a lui «Non è
giusto…!»
«G-GUARDIANMON!!» esclamava ancora Mitsuo
«I-Io non
mi rassegno, non lo accetto!!!» sollevandolo e fissandolo in
quel
volto prossimo a svanire «I-Il tuo volto, io…!!...
…perché devo perderti un’altra volta?!
Perché in questa vita si perde, si
perde…soltanto, e
tutto?!!» mentre Riley piangeva sulla sua spalla.
Guardianmon
sussurrò «…non è
così
Mitsuo...» sfiorando la sua guancia, con il guanto che
scomparve
«…prima o poi…tutto torna: insegnalo a
questi
ragazzi…
…ora puoi camminare da solo…dì
loro…che…
…tutto torna…
…come io torno…dal mio antico domatore.
Dì loro
che tutti ci rivedremo, e-e che quel giorno felice!... q-quella
nuova…alba, quel---giorno atteso…» ma
non fece in
tempo a finire la frase.
«G-Guardianmon aspetta!» Mitsuo si
ritrovò ad
abbracciare il vuoto «GUARDIANMON!!!» piegandosi a
terra,
con sua moglie che si aggrappava a lui.
Solo scintille
volavano nel buio
«…perchééé…»
gemeva quel
biondo uomo, mentre il Digivice a forma di maschera si dissolveva.
LadyCannonmon si
accostò a Diamon, e per una volta dovette stringere i denti
per
consolare un pianto più disperato del suo
«…coraggio, Diamon!...so che è
dura…!!» Accolse così il volto sulla
sua spalla
«Fa tanto male…ma poi ci si abitua. No…
…è una
bugia: non ci si abitua mai…» smarrendo i suoi
occhi fra
quelle luci fluttuanti «…ma ne vale la pena, per
chi ci ha
lasciato.»
Così Diamon si fece forza, e si asciugò le
lacrime (fine-canzone)
Irismon e
Cupidmon avanzavano con circospezione, scrutandosi reciprocamente con
quelle due creature appena comparse.
Scratchmon
chinava il capo, nascondendo i suoi occhi gialli
“Guardianmon,
perché…? E’ stata tutta colpa mia, ti
sei fatto
colpire per proteggermi, ma nonostante tutto non ho fatto in tempo ad
avvertire i miei bambini. Sono una buona a nulla…e
adesso…
…non ho neanche il coraggio di guardarli in faccia, per
scoprire
come sono diventati…”
Ma sapeva che non avrebbe potuto ritardare di molto quel momento.
Intanto era un
duello di sguardi: dinanzi ai Digimon Tamers si erano delineati un
ragazzo e una ragazza emananti energia digitale, ma
dall’aspetto
riconducibile all’essere umano nell’età
dei
vent’anni circa.
Lei veicolava
l’atmosfera dello spazio, ed il succinto costume a rivestire
la
sua linea alta e slanciata era un complesso equipaggiamento altamente
tecnologico, tempestato di bottoni e luci intermittenti,
un’autentica centralina galattica.
Lui al contrario
vestiva un manto regale chiaro, e portava un turbante sul capo,
richiamando alla vista un giovane sovrano dei paesi arabi. Un trucco
nero più elaborato decorava i suoi occhi in un contorno di
lacrime più grandi e più piccole, che sfumavano
sulla
carnagione candida. Brandiva un tamburo dalle grandi bacchette.
Irismon si
avvicinava prudente «…dovremmo intendere che loro
valevano
la vita di Guardianmon?!...» e Cupidmon
«…la loro
digievoluzione è costata il sacrificio di un altro
compagno…un altro ancora! La sua anima senza cuore non
conosce
limite...
…non si ferma davanti a niente…»
La mano della prima
scivolava lentamente lungo la frusta, quella di lui si portava alle
frecce. LadyCannonmon si allarmò «Attento,
Cupidmon!» e anche Rubymon «Allontanatevi, non
sappiamo
quanto siano potenti!!»
«Fate un
po’ il calcolo, ragazzi…uhmuhmuhm!»
insinuò
Violetta «Ricordatevi quanto lo era
Guardianmon…»
Ciò che
più fra tutto scacciava i dubbi, o ne insinuava di ancor
peggiori, era lo sguardo di quei due esseri a metà fra
creature
umane e digitali: sicuro e determinato tanto da apparire invalicabile.
Riley d’un
tratto balzò in piedi, nei suoi occhi si leggeva un fuoco di
stizza «…sei soltanto una maledetta!!...che ne hai
fatto
dei suoi dati?!!...
…RISPONDI!»
Violetta alzò
gli occhi al cielo, sospirando «Pfff…oddiooo,
adesso mi
tocca anche a sopportare questa stupida!»
«Ti ho fatto una
domanda, ti ho chiesto…!!...CHE NE HAI FATTO DI LUI, COSA HA
A
CHE FARE CON QUESTE CREATURE?!!» lanciandosi in corsa. Mitsuo
esclamò «RILEY!!»
Ma la donna
incappò nel bloccaggio di Irismon e Cupidmon «Non
puoi
avvicinarti, è
pericoloso!!»…«Dammi retta,
mettetevi al sicuro: lasciate loro a noi Digimon!» Lei
però replicò con rabbia «Io non vado
proprio da
nessuna parte finché lei non mi avrà detto cosa
ha fatto
con i dati di Guardianmon!!»
«Sei una
studiosa di Digimon…dovresti intuirlo!» si fece
avanti
Violetta nel suo abito rosa, con aria di superiorità animata
da
un sorriso beffardo e orgoglioso «Teardropmon…
…e
Starshipmon sono il frutto del rimescolamento dei dati di Gravemon e
Ufomon…
…con il tuo grande eroe mascherato!»
Riley
reagì con ancor più violenza, tanto che per i due
Digimon
fu arduo trattenerla «LASCIA SUBITO ANDARE I SUOI DATI!!...
…lascialo libero, TU NON HAI IL DIRITTO DI SFRUTTARE IL SUO
POTERE PER I TUOI SCOPI!!» ma fu raggiunta da Mitsuo
«Riley!!!...ma che cosa ti metti a fare?!! A RAGIONARE CON
CHI
NON HA UN CUORE?!»…«Mitsuo…io
non permetto
che lei lo utilizzi, come si fa con un…!!...
…miscuglio di dati senza valore!! Lui…ESISTEVA,
AVEVA
UN’ANIMA!! L’ho raccolto io!» guardando i
palmi delle
sue stesse mani…in uno sfogo accorato che suscitò
in suo
marito e nei loro amici una pena profonda «L’ho
trovato in
un…cassonetto ribaltato! Lui…p-piangeva, come
fanno i
neonati!!» ripeteva la donna strizzando ripetutamente i suoi
occhi sconvolti. Le sue mani tremavano «Lui non era solo un
insieme di dati, non era un Digimon, no!!
E’---SCIENTIFICAMENTE
IMPOSSIBILE CHE SIA SCIVOLATO DENTRO DI LOROOO!!!» Mitsuo la
strinse forte, e serrava i denti «Riley---coraggio, ti
prego---coraggio!» in quello che era uno sforzo estremo anche
per
lui.
Quelle immagini dipinsero dolore sul volto di Royalmon…che
si
fece avanti sui suoi stivali borchiati, ed una volta dinanzi a loro
affermò «So che cosa prova: resto io con la
signora.»…«…oh?»
timidamente Riley
alzò il capo…incrociando quello sguardo sorretto
da un
cavo in cui sfrigolava elettricità, ma che paradossalmente
in
quel momento era molto umano.
Rubymon scrutò con malinconia l’abbraccio di
Royalmon in
cui scivolò quella donna distrutta
«Coraggio…» sussurrava la creatura,
carezzando quei
capelli rossi con mani trasparenti. Nei ricordi della Digimon dal volto
per metà meccanico, un’altra
acquisizione…
“Perfetto, lo
sapevo, i suoi dati sono molto forti!
Diventerò sempre più potente, nessuno mi
fermerà!
Nessuno! Nessunoooo!” aveva affermato anni prima
un Digimon
uguale in tutto e per tutto a Beelzemon…
«Non ci pensi…» sussurrava Royalmon
«…lui non è lì: è
nel suo
cuore…» sembrando così regalare una
timida speranza
agli occhi segnati di quella donna dal cuore spezzato.
Mitsuo chinava il capo amaramente…stringendo i suoi occhiali
fino a frantumarli, mentre solo con la coda dell’occhio, e
con
odio, poteva fissare quelle creature che gli avevano rubato il suo
Digimon. Ma soprattutto la donna che ne andava tanto orgogliosa, e
sembrava irriderlo col suo solo sorriso.
Di certo i
guerrieri appena apparsi si distinguevano per una bellezza inconsueta,
la loro crescita aveva valorizzato ogni singola caratteristica
dell’aspetto dei due bambini. Di costoro ritrovavi i capelli,
morbidi e lisci come seta, che la ragazza spaziale portava molto
lunghi, e impreziositi da riflessi dorati come quelli sulla frangetta
del fratello, che aveva smarrito l’espressione innocente e
affilato la lama del suo sorriso furbo, ora decorato da denti
vampireschi, come quello di lei. Lei aveva occhi allungati e
affascinanti, nei quali si leggeva una brama senza pari che per la
prima volta echeggiò nella sua voce
«…uhm!...hai
visto fratello…?...finalmente siamo riusciti a oltrepassare
i
nostri stessi limiti…» assorta e ammaliata
«Sì, sorella mia…ne prendo coscienza
ogni secondo
di più.» replicò lui, al che la sorella
disse
ancora «Sento…fluire nelle mie mani un potere
sconfinato…» sollevando il suo palmo, in parte
rivestito
dal guanto elettronico «Anch’io, è
indescrivibile…!!...»
Allarmati, i
Digimon avversari si unirono per fare barriera, e tutelare i compagni
umani come Ryo, Mitsuo e Riley. Solo che improvvisamente «Che
succede?!» esclamò Rubymon, e Cindermon dentro di
lui
rispose “Non lo so, Takato! Non riesco a mantenere questa
forma!!
Sento che…regredisco!” «Oh no,
Cindermon!» ma
presto nello sbalordimento generale, subirono tutti la stessa sorte.
Mentre i
due fratelli si guardavano compiaciuti, la squadra si
frammentò
in molti più elementi. Terriermon barcollando ammise
«Abbiamo combattuto tanto…e-e quello che abbiamo
visto ci
ha sconvolti.»…«Vieni
Terriermon!» Rea lo
afferrò tra le braccia, e si scambiò uno sguardo
con
Henry «…e adesso come
facciamo…?»…«Non lo
so…» lui
aveva altrettanto sguardo timoroso, ma anche atteggiamento protettivo
verso i suoi cari.
«Uhmuhmuhmmm, ridotti all’ossooo! Dovete accettare
la
vostra resa ragazzi: è meglio! Avete dato ciò che
potevate, la nostra squadra è senza dubbio più
forte!» ironizzò Violetta. Cindermon mosse un
passo
«Chiudi il
bec--!!»…«Cindermon!!» la
richiamò Cyclemon «Ma
papà!!»…«Che cosa vuoi fare
tu? Senza il
potere della biodigievoluzione contro quelle creature: farti uccidere
come la mamma?!!» ma lei sbottò «M-Ma
non possiamo
neanche arrenderci cosììì!»
«Se
fossi in te!...principessa cara, darei ascolto a quel vecchio fossile
che ti ritrovi per padre.» parlò Violetta, e
Cindermon si
volse ringhiando di risentimento. La domatrice in abito rosa
continuò «E’ saggio…quando
non si impunta per
ragioni di età. In questo stato siete sbaragliati,
accettatelo:
neanche tutti assieme e biodigievoluti avreste avuto speranza contro
Starshipmon e Teardropmon, il viaggio è
finito!!...l’avventura si è conclusa. La resa
è la
condotta più onorevole: consegnatemi Scratchmon! E senza
opporvi, o altrimenti le conseguenze saranno
fatali…»
Lo sguardo
di tutti piombò sulla gatta nera nascosta fra loro, che
uditasi
nominare sussultò…
…e
fu costretta a fronteggiare lo sguardo di quei due ragazzi digitali
così prestanti e dall’aria così
potente, tanto da
suscitarle paura “Non potete essere voi…
…Gravemon…Ufomon…”
Violetta avanzava tra di loro «Uhmuhm! Miao miaoooo!...
…dove ti sei cacciata, miao miaoooo? Ti sei nascosta?
Fra…una schiera di eroi sconfitti? Pffff,
whahahahahahahahah!
Non è il più consigliabile dei nascondigli:
avanti vieni,
non voglio farti del male! Miao miaooo…!»
Rika
consultò i compagni con sguardo agghiacciato «Che
facciamo?! Non possiamo permettere che la prenda, se entra in possesso
del suo cuore sarà la fine!»
Scratchmon
stringeva i denti “Devo…resistere!! Se mi consegno
il
sacrificio di Guardianmon non sarà valso a nulla e allora
sarà stato…t-tutto…inutile!!”
«Andiamo miao
miao non tirare troppo la corda o altrimenti…temo saranno
questi
ragazzi a fare le spese!»
«Ahh!» Scratchmon sussultò.
«Dai, fai la brava gattina Scratchmon…ormai
scappare
è inutile: anche se sei nera…»
incattivendo lo
sguardo «…i tuoi occhi luccicano
nell’oscurità…ergo…!!!...
…i tuoi nascondigli lasciano il tempo che trovano!!
Coraggio, fa
il tuo ritorno a casa…i bambini saranno contenti! Ghghghgh,
diii…GIOCARE…ancora con te,
uhmuhmuhmuhm!»
Starshipmon e Teardropmon contemplavano la squadra con una scintilla di
sfida nello sguardo.
Takato, i
compagni e gli altri Digimon arretravano accalcandosi su Scratchmon, e
scambiandosi occhiate impaurite nelle quali si leggeva il
più
cieco sconcerto sul futuro.
«Ora
basta, sto perdendo la pazienza!» brontolò
Violetta.
«Guardali…hanno paura, che ridicoli!»
commento
Starshipmon con voce seducente, e Teardropmon dalla nota virile e
sdegnosa «…evidentemente avvertono che la fine
è
vicina.»…«La strada per il nostro
trionfo…è spianata, fratello.»
Starshipmon fece
sfrigolare il suo guanto elettronico, e Teardropmon afferrò
le
bacchette del tamburo «Direi di non aspettare
oltre…»…«Decisione
approvata…»
replicò la sorella, al che Violetta «Ma
sì, sono
d’accordo anch’io in fondo questa scenetta mi sta
annoiando: forza, tiriamo fuori gli artigli e facciamogli vedere chi
siamo, Starshipmon, Teardropmon, al lavoro! Recuperate Scratchmon e
poi…eliminate Cyclemon e tutti lo-» ma quando
toccò
la spalla della figlia per esortarla ad agire…
…accadde
qualcosa di strano: questa si volse, e la guardò con
espressione
indecifrabile «Beh? Che vi prende? Vi ho dato il via, potete
scatenare il vostro potere!» ma la bella Starshipmon ebbe da
precisare «Io…non prendo ordini da te.»
«Cosa?!» sobbalzò con disappunto
Violetta.
E altrettanto
«Uhm?!» quel comportamento sbalordì
l’intera
squadra di domatori e Digimon.
«Su su forza,
finiamola di scherzare, qui abbiamo perso fin troppo tempo! Io vi ho
fatto digievolvere e voi avete il dovere di
assecondarmi!»…«Gra…ti…tudine?»
elaborò Starshipmon consultando il computerino applicato
alla
sua polsiera «Nel mio database non risulta questa
parola.»…«C-Che cosa intendi
dire…?!»
dilatò gli occhi Violetta, facendosi a poco a poco
più
vicina a lei «…è grazie a me se ora sei
entrata in
possesso dei dati di Guardianmon! Io l’ho eliminato per farti
crescere, era quello che desideravi…!!...e ora tu sei
obbligata
ad agire ai miei comandi!»…«Se
è per questo
anche nostro padre ha fatto molto per proteggerci e farci diventare
più forti: ma tu ci hai proibito di provare alcun sentimento
d’affetto e gratitudine nei suoi confronti.»
Violetta
sbiancava «Ehhh?!» e Starshipmon avanzava verso di
lei
«Altrettanto Muskmon: lei ci amava. Ma tu ci hai spinti a
dimenticarla. Ora, onestamente…
…perché noi dovremmo ricordarci di te? Esserti
grati per
averci resi così potenti e incontrastabili? E’
vero, lo
hai fatto. Ma dentro di noi ogni sentimento di riconoscenza
è
del tutto assente. E’ un dato superfluo…
…un
fattore nocivo destinato alla cancellazione, capisci ciò
cosa
vuol dire, mamma?...!!» chiudendo il suo pugno vagamente
sfrigolante, in atteggiamento che si preannunciava minaccioso e che,
secondo dopo secondo, sgretolava inesorabilmente tutte le sicurezze di
Violetta «N-Non posso crederci, è un assurdo
scientifico!
Dev’esserci un’anomalia tecnica: lei è
impazzita,
non risponde ai miei comandi!! Gravemon! Eeeehm---Teardropmon! Forza,
almeno tu mantieni la testa sulle spalle!» esortò
fiduciosa «Aiutami a tenere a bada tua sorella! La senti?
Vaneggia, non sa quello che dice, se-sembra quasi che non si ricordi
più chi sono io!»
Ma a dispetto
delle sue aspettative, i due fratelli si lanciavano
un’occhiata
divertita «T-Teardropmon!» e il ragazzo
raccontò
«Papà…mi teneva sempre abbracciato, e
insieme
giocavamo con i modellini delle automobili: mi diceva che sarei
diventato…il più potente generale del suo
esercito. Ma
tu…ci hai spinti ad assalirlo e ad eliminarlo. Ad
acquisirlo.
E’ stato solo…un colpo di fortuna che sia riuscito
a
fuggire.»…«M-M-Ma…!!!...
…IO
SONO VOSTRA
MADRE!»…«”Mamma”?
Questa
parola è assente dal mio vocabolario. E ha un suono
distorto…» definì Starshipmon,
accentuando il
tremore nella donna dall’abito rosa…
…e il
più totale sbalordimento da parte di Scratchmon e dei
ragazzi…
«Tu mi hai
sempre esortata ad essere avida e ambiziosa, se non ricordo male: mi
hai insegnato…a calpestare chiunque si ponesse sulla mia
strada,
senza preoccuparmi che avesse con me un legame d’amicizia, o
di
gratitudine. Dovevo essere la più grande, in tutto, mi hai
suggerito di affilare le unghie. Ecco: ora non c’è
da
stupirsi se fra le mie priorità c’è
quella…
…di
cancellare la tua presenza dal mio campo
d’azione…»
delineando con lo sguardo lo scenario circostante
«…che si
preannuncia essere esteso. Molto: due mondi almeno di larghezza. Due
mondi nei quali tu non sei
inclusa…»…«A-Ahhh!»
boccheggiò
Violetta, e Starshipmon seguitò «Io ho intenzione
di
diventare la padrona assoluta di tutto questo spazio sconfinato: non
posso calcolare anche la tua presenza, perché sei molto
ambiziosa, e potresti tradirmi! Tu…mi hai insegnato che
chiunque
costituisca una minaccia alla nostra supremazia deve essere
rimosso…
…come un virus fastidioso ed attualmente le uniche due
figure
che esulano dal mio programma di cancellazione, ricevendo in
concessione un posto accanto alla sottoscritta sono…
…mio fratello…» volgendosi verso di
lui, che
sorrideva soddisfatto «…con il quale mi sento
legata e in
cui rispecchio parte di me stessa…
…e…» riflettendoci un attimo, per poi
precisare
incuriosita «…Scratchmon!»
«Oh!» Violetta sussultò…e
altrettanto la
gatta con l’elmo.
La
ragazza spaziale declamava «Al momento i miei dati mi
nascondono
parte della natura che compone questi legami: ignoro perché
mi
senta grata e vincolata a tali figure. Lo scoprirò in
seguito:
ma quando sarà…tu non avrai modo di vederlo.
Perché la tua presenza è diventata attualmente
superflua
e poco gradita. Ci hai procurato il potere che ci occorreva, dunque
è arrivato il momento per te di uscire di scena, mamma:
sarai
cancellata ed eliminata con l’urgenza consona a situazioni
simili…» caricando potere elettrico nel suo palmo,
e
determinazione nei suoi occhi…(canzone: Evanescence
- Sick)
…facendo
così attoniti quelli della squadra, e soprattutto di
Violetta
che balbettò «E-Elimiiinata?! Ioooo?! Grrr!!
E’-E’ un brutto sogno, sto soffrendo di
allucinazioni! Non
esistono più i valori di una volta fra i Digimon,
è-è proprio vero che per i giovani
d’oggi i
genitori sono solo…stracci vecchi e da buttare!!!»
Dopo uno sguardo
piuttosto dubbioso fra i due fratelli, la ragazza spaziale
replicò «Sotto un certo aspetto hai
ragione.»…«Ihmf, ingrata!!...»
sibilò
la madre con disprezzo, sfiorandole la guancia «Io ti ho resa
bella come sei ora, prima eri soltanto una nullità, un
b-bambinetta digitale…incapace di camminare da sola! Io ho
cresciuta, tenuta in forma, ti ho preparato da mangiare!! Tu mi devi
ogni tuo alito di energiiia, Ufomon!» ma questa la
afferrò
con violenza per il polso «…!!...COME mi hai
chiamata?!» fissandola con occhi più minacciosi
che mai,
tanto che lei si appellò a
«T-Teardropmon!» ma lui
«Ti mi hai insegnato a non avere pietà per
nessuno:
nemmeno per chi non ha…
…più
speranza!!»…«E VORRESTE
LIQUIDARMI COSI’?!!...IO VI HO AMATI CON TUTTA ME
STESSAAA!» gridò stridulamente. Ma Starshipmon
tagliò corto «Tu ci hai insegnato a respingere
l’amore: ora perché dovremmo provarlo per
te…?»
«T-…
TRADITORIIIIIIIIIIIIIIIII!!!» così Violetta
fuggì
nelle profondità del castello.
Starshipmon
schioccò le dita «Coraggio fratello inseguiamola,
apprestiamoci a rimuovere rapidamente questo
problema.»…«E con loro? Cosa
facciamo?» chiese
Teardropmon, e la sorella lanciò un’occhiata
sdegnosa alla
squadra «Loro…
…ormai
sono inoffensivi, più in là avremo tempo per
divertirci,
ma quel che adesso mi preme è eliminare la mamma al
più
presto che si
può.»…«Concordo! Andiamo,
presto!»
Teardropmon
dovette solo schioccare le dita «Infernomobile,
vieni a
me!» affinché un’auto sportiva rossa
fiammante
penetrasse le rovine per strattonare presso di loro: i due Digimon vi
montarono con la scioltezza di giovani di buona famiglia, ed il ragazzo
spinse l’acceleratore «Si parteee!!!»
lanciandosi con
inaudita furia fra le rovine.
«Vogliono eliminarla!!» esclamò Suzie. E
fra tutti
quella che corse avanti fu Rea «Presto, ragazzi!!...dobbiamo
impedire questo massacro!!»
Destò stupore fra i compagni, lo stesso Terriermon
esclamò «Ma cosa dici, Rea?! Lei ha ucciso
Guardianmon!» e Jeri «E’ una
follia!!» ma la
ragazza ribatté «Una follia sarebbe permettere a
quei due
mostri di agire indisturbati! Ragazzi, riflettete! Sono cosciente di
tutto quello che ha fatto, ma noi…» descriveva con
sguardo
accorato «…lottiamo per l’amore e per la
giustizia,
un simile peso sulle nostre coscienze non può gravare!!
L’aver lasciato che si commettesse…un simile atto
di
crudeltà…
…ci renderebbe identici a loro, e noi non lo
siamo!!» ma
quella reazione destò rabbia in Riley che esclamò
«Che avresti fatto se la vittima fosse stato il tuo, di
figlio?!!» al che Rea abbassò il capo
«I-Io…
…avrei cercato di onorarlo…i-in questo modo!
Comunque lo
capisco, e chi non vuole seguirmi è libero di
restare!!»
volgendo il capo con le lacrime agli occhi. Ad Henry non servirono
altre parole, corse per raggiungerla seguito da Terriermon
«Aspettate, vengo con voi!»
Kenta lo stesso «Hanno ragione, Guardianmon
l’avrebbe
voluto!!»
Takato consultò la sua Digimon
«Cindermon?» la quale
ripeteva «Lascio che la ammazzino!» Fissava avanti,
aveva
lo sguardo fisso «Ha ucciso Guardianmon, ha eliminato mia
madre,
è una sporca bastarda, la lascio…cuocere con
l’acqua sua, adesso!!...
…ahhh, ma che cosa dicooo?!! I-Insomma datemi uno schiaffo
se mi
addormento così! Quelli sono pazzi, cosa aspettiamo?!
Andiamo a
soccorrerlaaa!!» correndo con tanto impeto da trascinare il
suo
domatore e varie altre persone, fra cui Kazu «Ha ragione,
è proprio per tutto ciò che abbiamo
passato!!»
Ma Jeri no «Ahhh, siete pazzi, non contate su di me!! Se
credete
che io sia così insana
da…»…«Jeri,
vado anch’io.»…«Oh? Beelzemon,
ma?!! Hai perso
completamente il cervello?!!»…«Non
credere, anche a
me…ripugna profondamente dover accorrere in soccorso di
colei
che ha ucciso Guardianmon. Però io ho ucciso
Leomon.»…«Ah!»…«Prima
l’ho
rivisto nei tuoi ricordi. E forse a qualcuno ripugnava accorrere in mio
soccorso…ma lo ha fatto lo stesso. Non posso evitarlo,
Jeri!»
La ragazza restò sola «Ahh, è
incredibile! Non
sanno quello che fanno!!» ma dietro di lei si
insinuò una
vocina «…siamo ancora in pericolo?»
«Oh?!» la ragazza si volse…e vide un
piccolo
draghetto viola spuntare dalle macerie.
Fu così che quella squadra di domatori e Digimon si
inoltrò nel buio più profondo tra le rovine, in
una corsa
a perdifiato.
Violetta aveva
quasi perso il suo fiato, e rischiava di inciampare nel suo pomposo
abito «AHHH!...
…a-accidenti, ho perso il controllo dei miei figli!! Se ora
mi
raggiungono per me sarà la fine!»
sicché senza una
meta definita si apprestava a scavalcare altre colonne crollate.
Colonne che
finivano in pezzi, nella collisione violenta con l’auto dei
due
Digimon «Ahaha, tanto non può
sfuggire!!» esclamava
trionfante Teardropmon, spingendo più che mai
sull’acceleratore con il suo stivale dalla punta arricciolata.
La loro automobile lasciava una scia di fuoco.
I resti
del palazzo avevano iniziato a tremare «Li avete visti,
ragazzi?!» esclamò Suzie, e Lopmon «Sono
più
potenti che mai!»
Renamon
aggiunse «Anche se li raggiungiamo non avremmo mai la
speranza di
sconfiggerli!» e Rika dilatava i suoi occhi «Come
potremmo
confrontarci con dei nemici del genere, adesso…?!»
(fine-canzone)
«E tu chi sei?» avanzò Jeri.
«Io sono
Midramon!»…«Uno dei figli di
Cyberdramon?! Quello
che stavamo cercando?!»…«Avevo appena
visto il mio
papà…ma poi è volato via assieme agli
altri!»…«Presto, sei in pericolo, qui
sta
crollando!» disse la ragazza guardandosi tempestivamente
attorno.
Nel
frattempo Snowhitemon era rimasto con Mitsuo e Riley, e li avvertiva
«Le rovine stanno per sommergerci, è pericoloso,
dobbiamo
andarcene!»
Benché i due fossero piuttosto sconvolti, cercarono di
rimettersi ai suggerimenti del minotauro bianco che poco dopo
chiamò «Jeri!!» ma non riuscendo a
scorgere colui
con il quale costei stava parlando.
«Sei una
coraggiosa Digimon Tamer? Ti prego, portami dal mio
papà!»
Una sfumatura di
tenerezza balenò dietro l’intensità
dello sguardo
di Jeri.
Violetta
proruppe nella stanza da letto, che a seguito del crollo delle pareti
aveva solo il cielo come cornice. Con ampio gesto allargò un
sacco ed iniziò ad afferrare furiosamente gli artefatti
fluttuanti «La Sfera regale! I-I Cuori
digitali…WAAAHHH!!!» ma dovette tapparsi le
orecchie
quando udì un fragoroso boato.
Le voci che
seguirono furono ancora più allarmanti «La folle
corsa
è terminata.» disse Teardropmon nella sua entrata
trionfale, seguito da un’ironica Starshipmon
«E’
stata l’avidità a metterti in trappola, come al
solito.» alludendo al sacco che la terrorizzata madre teneva
stretto «Se avessi pensato a fuggire abbandonando ogni
cosa…probabilmente a quest’ora saresti
già in
salvo: vedi? Ho avuto ragione nel fare i miei calcoli: non saresti un
alleata affidabile. Dunque preparati ad essere miseramente
distrutta.»…«N-NON CI
PROVATE!» Violetta
mollò il sacco e sfoderò l’Ipad
«Non vi
avvicinate!! Ho ancora questo dalla mia parte e se
solo----!!!»
trasformando di nuovo il congegno in un mitragliatore e puntandolo
contro di loro «State lontani!!»
«Oseresti
rivolgere dei colpi contro di noi…? Oh, che madre
premurosa!» ironizzò il ragazzo dalla voce
suadente, ma la
madre rimbeccò «Beh, in amore e in guerra tutto
è
possibile: voi vi siete ribellati contro di me quindi io ho tutto il
diritto di---!!!»
«…tre…due…uno. Mirare:
fuoco.»
mormorò Starshipmon prima di liberare dalla polsiera una
scarica
non così potente, ma sufficiente per
«WAHH!!»
travolgere quel mitragliatore, e farlo cadere a terra, dissolvendosi in
dati grazie all’opera consumatrice del fuoco «Tu
farai la
sua stessa fine.» avvisò la ragazza spaziale.
Violetta
«Iiiiiihmmmmmm!!!» gemette arretrando, per poi
accorgersi
che alle sue spalle c’era il vuoto.
Quando ad un tratto «Fermi, Ufomon, Gravemon!»
I due Digimon si
volsero stupiti verso chi li aveva chiamati con i loro vecchi nomi
«Scratchmon…» si volse Starshipmon
facendo assorta
l’espressione dei suoi occhi lunghi e guarniti, e analizzando
la
gatta grazie al mirino che si innalzava dalla sua polsiera: il computer
delineava il tracciato digitale della creatura ponendo in risalto il
suo cuore luminoso «Di te
rilevo…l’energia…calorifera…emanata
dal tuo
cuore: è una sensazione piacevole. Scratchmon,
perché non
ti unisci a noi…?» chiese dolcemente quella
guerriera fino
a poco prima spietata, piegando il capo «Insieme potremmo
partire
per la missione più epocale che Digiworld abbia mai
ospitato:
conquista a tambur battente…di ciascun settore.»
Teardropmon si affiancò «Ed invasione del suolo
terrestre:
punteremo al globo, il mondo degli umani non sarà
più un
limite, Scratchmonina ti prego! R-Resta con noi per sempre, avrai un
cuscino tutto tuo sul trono che faremo
innalzare!»…«Non voglio un cuscino!!...
…voglio
soltanto che i due mondi vivano in pace! Bambini miei, purtroppo solo
in ritardo riesco a dirvelo! Voi siete stati creati, in
realtà
non siete Digimon come tutti gli altri!!...
…nasceste
come strumenti di morte, ma in realtà potete ribellarvi al
vostro destino! Vi prego!! Se veramente mi amate, se c-conto qualcosa
per voi due…aiutate questi ragazzi ad arrestare
l’operato
di vostra madre, permettete alle due metà del suo cuore di
ricomporsi!!» esclamò con le lacrime agli occhi,
sotto lo
sguardo della sconvolta Violetta.
«Ah!
“Madre”?!» sussultò
Starshipmon tingendo di
pena il suo sguardo «Noi…non abbiamo una madre, lo
hai
affermato tu stessa in questo momento.» Scratchmon
chinò
il capo «Violetta non è vostra madre: io
custodisco la
parte buona che albergava nel suo
cuore.»…«Ma no,
Scratchmon! Cosa dici…?» si avvicinò la
ragazza
spaziale, inginocchiandosi presso di lei «Tu sei la nostra
gattina…» ma Scratchmon si ritirò da
quella carezza
«Non mi toccare, ti prego, Starshipmon!...
…ascolta piuttosto le mie parole, se mi ami fermate la
vostra
folle missione! Dì a tuo fratello di smetterla, tu sei la
sua
sorella maggiore!»…«Ah! Ma…se
rinuncio alle
conquiste e al potere…cosa mi resta?!» la Digimon
si
portò la mano al petto, indietreggiando «Non avrei
più…alcuno scopo!» ed il fratello
aggiunse
«Piccola Scratchmon, ma…? Cosa ci stai dicendo?!...
…ci hai appena detto che siamo Digimon diversi da tutti gli
altri, saremmo destinati a restare sempre emarginati?!» con
voce
che assumeva una nota sofferta «No, se non
volete!!»
ribatté la gatta con decisione «Potreste rinnegare
le
vostre origini, e ricominciare da capo!! Basta soltanto che lo
vogliate!» ma Starshipmon scosse freneticamente il capo
«No, mi rifiuto categoricamente di rinunciare al dominio
incontrastato!! Non voglio restare sola e
abbandonata!»…«Neanch’io,
sorellina!» al
che il loro sguardo tornò crudele, e Starshipmon
serrò i
pugni «Ora basta, si farà come ho deciso!! La
terra e
Digiworld soccomberanno al nostro volere e…TU sarai tolta di
mezzo sedutastante!» puntando il dito contro Violetta che
rabbrividì «Ihmmm-m-m!!!». Teardropmon
rincarò la dose «Ci hai fatto credere di essere
tuoi
figli, quando in realtà eravamo marionette al tuo servizio!
Che
cosa proponi, sorellina? Una morte rapida e indolore oppure lenta e
sofferta…?»…«Si potrebbe
giungere a un
compromesso.» decretò la ragazza facendosi vicina
alla
madre ed estendendo una lama dalla polsiera «Una fine
crudele, ma
rapida! Non voglio perdere tutto il mio tempo, abbiamo molto lavoro da
sbrigare.»
Fu allora che
Scratchmon realizzò «Oh no! I sospetti che aveva
Muskmon
erano fondati…
…nessuno
riesce più a controllarli!! Teardropmon e Starshipmon non si
sentiranno soddisfatti finché non avranno seminato ovunque
distruzione e caos!»
Starshipmon
sorrideva «Uhmuhm, ma ci pensi fratello…? Stiamo
finalmente per liberarci di nostra madre, non saremmo più
costretti ad ascoltare la sua insopportabile
risata…»…«Ora le nostre
orecchie si beeranno
solo del silenzio del nulla.»
La lama
elettrica rombante era sempre più vicina al collo di
Violetta…che solo pochi passi separavano dal vuoto del cielo
e
delle nuvole, dominato ormai dai CloudAngemon e gli altri Digimon
dell’esercito. La donna fissava la sua creazione con tanto
terrore quanta era l’indignazione «…dopo
tutti i
miei sforzi vi rivoltate contro di me!!...n-non
c’è
castigo---che possa stare al pari di un simile tradimento…!!
V-Vi auguro ogni male, spero che la vostra missione si risolva in buco
di dolore e sofferenza, è questo che vi auguro!!
NIENT’ALTRO CHE DOLORE!!...» gettando nel vuoto il
diadema
che le stava scivolando dal capo «…E
SOFFERENZA!!»…«Uhm.» un
sorriso beffardo in
risposta «Le parole tipiche di chi non accetta di aver
perso.» Violetta si guardò alle spalle
«Mmmmm!
Aiuuuuuuuto, soffro di vertiiiiiiiginiiiii!»
Ma
improvvisamente giunsero Takato «Fermiiiii!!!» e
gli altri,
precipitandosi all’interno della stanza. Violetta
sobbalzò
«Gulp!» e Starshipmon «Ahhh, ma allora ve
la siete
cercata!» volgendosi verso la squadra assieme a suo fratello,
e
declamando «Avevamo deciso di eliminarvi con tutta calma, ma
visto che venite a interferire…» tagliando
agilmente
l’aria con la sua lama (canzone: Sugababes
- Stronger)
«Vi
informo che avete di fronte a voi la nuova coppia di sovrani che da
questo momento…terrà le redini di questo
mondo.»
Takato
indurì lo sguardo «Voi terrete giù le
vostre
unghie, Digiworld non è
vostro…!!»…«Ah
sì…?» replicò la Digimon con
atteggiamento
superiore, facendosi avanti «E questo chi lo
dice…? Un
misero terrestre, a cui invece converrebbe molto più
mettersi in
coda? Perché il vostro pianeta attende in lista di rientrare
nel
nostro programma, e molto presto quelli come te…e come tutti
voi
dovranno accorrere al nostro palazzo, per offrirci doni, e
adorarci.» ma Cindermon sgomitò e si fece spazio
«Il
“misero essere umano” ha un Digimon con
sé! E questo
non lo rende più indifeso, anzi gli concede il potere per
fare a
pugni con degli invasori presuntuosi…!!»
«I veri presuntuosi siete solo voi.»
lasciò cadere
il sussiegoso Teardropmon, affiancandosi alla sorella e aggiungendo
«Guardatevi, assomigliate a una comitiva di…poveri
spiantati, coi vostri Digimon sparsi in giro!» ma Terriermon
si
irritò «Ehi, brutto maleducato, con chi credi di
parlare?!»
«Non
avete la minima idea di quali siano i nostri
poteri…»
declamò il ragazzo caricando d’energia una
bacchetta
«Io se fossi in te darei loro un assaggio: non credi
fratello?»…«Mi sembra una proposta
allettante.»
Cindermon
avanzò con coraggio «State indietro, ci penso
io…»…«Attenta,
Cindermon!» la
richiamò Takato, e giunse anche Diamon «Sorellina!
Ci sono
anch’io con te!»
«Uhmuhm!
Patetici…» ghignò Teardropmon,
dopodiché
scatenò «Mosaico
spettrale!!!»
Sulle facce del
tamburo comparve un volto di belva composto da tasselli oscuri.
Cindermon
attaccò con «Brace
d’autunno!» ma Teardropmon
fece piombare violenti colpi di bacchetta sul tamburo dal quale
fluirono spettri neri dalla testa di lupo: nel loro feroce ruggito
divorarono la raffica di foglie per poi travolgere
«AAHHHHH!!!» la ragazza dal ciuffo rosso e
spingerla a
terra «Cindermon!» esclamò sua sorella,
preparandosi
ad attaccare «Collana
splendente!» ma bastò un colpo
secco della lama di Starshipmon per spezzare la sua catena di diamanti
«Cosa?!».
«Uhmuhmuhm…» sogghignò
l’avversaria che
alzò il mirino sulla polsiera centrando la sagoma di Diamon
«Ora non muoverti…
…mitragliatore
galattico!!»
Scatenò una raffica di dardi elettrici senza pari. Diamon
provò a reagire con «Mitraglia luminescente!»
dissolvendo un globo energetico in mille luci, ma il confronto non
durò più di qualche secondo, la raffica della
ragazza
tecnologica era violenta e insistente tanto da neutralizzare ogni
bolide nemico «AHH-AHHHH!!» fino a stendere la
giovane.
«Sorellina…» fece Cindermon stremata e a
terra
accanto a lei, sollevandole la mano «Oh no Diamon amore
mio!» fu l’esclamazione di Kazu.
«Questo era solo un assaggio…come
introduzione.»
decretò Starshipmon, e Teardropmon «Ma se ora non
sparite
sarete omaggiati con tutto il resto!!!» facendo il suo tono
aggressivo.
I ragazzi
erano sperduti. E lo sguardo delle due principesse a terra si cercava
nella pena di quel momento…ma sembrava soggiogato ormai da
quel
doppio sguardo tirannico e trionfale, pronto a tradursi di nuovo in
portentosi colpi digitali.
Fu allora
che Scratchmon si frappose fra le due squadre «Ora basta,
smettetela di far del male a questi ragazzi!!» Lo sguardo dei
due
si posò su di lei, che li fissò con grinta
«Loro
non c’entrano con le vostre sofferenze…con il
rancore per
le vostre origini!!»
Nel frattempo
Violetta era rimasta sul ciglio del precipizio, a contemplare la
battaglia con occhi dilatati «Li elimineranno...?
Approfitteranno
del grande potere conseguito?!» ma a quel punto si
udì
rombare qualcosa che la fece «Aaaaahhh!!» voltare
di
scatto: una moto aerea si innalzò nel cielo, alla guida
della
quale stava una donna «Serve un passaggio?» chiese
con una
buona dose di ironia. Violetta trasalì
«…!!...N-Namiiiiiiiii!»
La moto
aveva un’aria familiare, e stranamente un manubrio parlante
«Baby se vuoi favorire fa in fretta.»
pronunciò con
volto demoniaco, dal quale si estendeva quel ghiacciato e sfrecciante
bolide dei cieli «Mi sembra che ti stiano un tantino
sfrattando,
se non vado errata!» ironizzò Asanuma, e Violetta
non
esitò a sollevarsi i lembi della gonna, per farsi
più
vicina «Non puoi capire! Qua è scesa
l’apocalisse!!»…«Me ne sono
fatta una mezza
idea, per questo mi sono affacciata nel dubbio che ti servisse una
mano.»…«Guarda, grazie, capiti proprio a
proposito!!
A-Aiutami a salire!» L’altra le tese la mano con
sufficienza, mentre Violetta «U-Un attimo!» si
arrischiò in una fulminea corsetta…
…che le permise di afferrare il sacco con gli artefatti.
Dopodiché montò aiutata dall’altra
«Ma non
posso crederci, è IceDevimon?» chiese alludendo
alla moto.
Asanuma commentò «Guarda il volto sul
manubrio…»…«E’
veeero, è
identico!» al che l’interessato precisò
«E’ la mia versione
motociclistica.»…«L’importante
è che
voli veloce e che mi porti…il
piùùùùùùùù
lontano di qui, devo
scappareeeeeeeee!»…«La
situazione ti è un poco sfuggita di mano o
sbaglio…?»…«NON E’
STATA COLPA MIA!
Problemi tecnici! Come sempre, del resto, in questo mondo!!»
ma
IceDevimon si intromise «Smettetela di starnazzare fra donne,
se
non vogliamo attirare l’attenzione collettiva.»
Infatti Takato
se ne accorse «…!! Violetta sta
scappando!» e Kazu,
mentre aiutava Diamon a rialzarsi, si scambiò uno sguardo
col
suo amico «…quella è la signora
Asanuma.»
La quale prima
di volare via rifilò un sorrisetto beffardo ai ragazzi,
accompagnato dal sussurro «…a presto,
cari.» mentre
Violetta incitava «Presto, IceDevimon! Rotta
dall’altro
capo del mondoooooooooo!!!»…«Non mi sono
impiegato
come autista.» rifilò il Digimon prima di
marchiare il
cielo con una scia di cristalli di ghiaccio che lo condusse
lontanissimo, in direzione del globo terrestre.
Cyclemon fece
irruzione in quel momento «No!! Scappano con il cuore di
Haruko,
assieme a quello di Hideki e la Sfera
regale!!»…«Non
è giusto…» fece Cindermon a terra, e
Diamon
versando lacrime «Il cuore della mamma…»
(fine-canzone)
Scratchmon
soffiava dalle sue fauci com’è tipico per un gatto
quando
indignato. Teardropmon si volse «…è
fuggita...» e Starshipmon «…tanto
è inutile:
la ritroveremo, e allora ce la pagherà per averci
ingannati.»
La gatta
seguitava a ripetere nel suo soffio «Non vi
permetterò di
fare ancora del male...
…G-Guardianmon!...
…era un amico. Un caro amico! Lui rappresentava per me quei
sogni…che non si sono mai avverati!...perché
abbiamo
fatto in modo che le cose andassero…
…diversamente da come era giusto…!!»
versando
lacrime «…tutto l’amore che ci veniva
offerto, e che
potevamo cogliere…come un fiore, ci è sfuggito
per colpa
della paura prima…e poi del risentimento…
…un
prato bellissimo è stato completamente bruciato
dall’opera
devastante dei cattivi sentimenti! Ora…!!...
…io
sono soltanto una gatta, un’ombra, lo ammetto!! Sono solo un
rimpianto! Io sono “ciò che non è
stato”, ma
dentro di me brilla ancora un cuore che se per il passato è
rassegnato…verso il futuro nutre ancora
speranze!!»
volgendosi con un mesto sorriso verso la squadra. Kenta pronunciava
«Scratchmon…» colpito dalla dolcezza
della creatura.
Rea le comandava «Ti prego, allontanati, mettiti in salvo!
Poni
al sicuro…
…quel buono che è rimasto di lei, non permettere
a loro
di travolgerlo!»…«Siete cari a
preoccuparvi per me:
vi ho scoperti a poco a poco! (canzone: S
Club - Say goodbye) Inizialmente ero schiava del
controllo mentale, Violetta voleva che fossi il Digimon da compagnia
nella sua famiglia perfetta! Così si è privata
del suo
cuore perché le tornava scomodo, in questo modo
l’eco dei
rimorsi sarebbe stato meno intenso…
…dunque mi ha creata ed ha nascosto in me le sue
qualità
ed i suoi sogni più nobili, ma contava che
l’energia
oscura con cui mi aveva avvolto avrebbe preso il predominio, rendendomi
così un’altra schiava ai suoi ordini, per questo
vi ho
attaccati! Mi usava per distruggere i villaggi…
…perché ero ancora debole, ma giorno dopo giorno
accanto…a loro…»
…alludendo a quei due fratelli bellissimi quanto
minacciosi…
«…imparavo a guardare dentro di me, e scoprire
cos’è l’affetto e la
vicinanza…
…benché fossero solo bambole…
…la determinata e fragile Ufomon…ed il piccolo e
affettuoso Gravemon…» rivedendo un collage di
ricordi
casalinghi e quotidiani, con i piccoli Digimon che la tiravano da tutte
le parti, ma all’occasione ci parlavano, e la stringevano
come
qualcosa di caro «…mi insegnavano a poco a poco
che il
solo contatto fisico…che produce un gatto quando ti fa le
fusa,
se sincero può produrre calore. E
amore…»
I domatori sembravano incantati dalle sue parole.
«Così la luce è gradualmente scivolata
in
me…» nell’illuminarsi del fiore
splendente nel suo
petto «…questi due guerrieri che vedete ne sono la
fonte,
anche se adesso…
…nel loro cuore c’è soltanto tenebra!!
Perché anche loro hanno un cuore, anche se sotto il loro
tessuto
apparentemente non si vede!...perché le bambole non hanno
cuore…
…ma io so della sua esistenza! Anche chi è
composto
all’apparenza di soli ingranaggi in realtà
può
nascondere un’anima…
…a volte, la parvenza informatica è solo uno
scudo per
celare le nostre fragilità. Se dovessi immaginare di tornare
indietro…mi piacerebbe avere dei figli come loro.»
Henry allora si fece avanti «…tu sei quella
piccola
domatrice…che è svanita tanto tempo
fa?» chiese con
dolcezza, e con assorta discrezione. Scratchmon replicò
«Io sono quel raggio di luce che si cela in ogni anima che
scappa. Io sono quel gatto che attende
nell’ombra…che un
essere vivente ritrovi la strada. Io svicolo rapidamente…
…così che anche se veloce come un
fantasma…posso
lasciare un messaggio. E suggerire il sentiero da imboccare. Io a volte
sparisco…
…ma i
miei occhi dall’oscurità vigilano su ogni vita. Io
sono…»
Ma Starshipmon
si fece avanti «Scratchmon! Tu sei di certo una creatura
mirabile, sei di gran lunga superiore a ogni abitante di Digiworld! Se
ti unisci a noi potrai diventare…potentissima, i popoli ti
adoreranno! E noi tre saremo insieme per sempre, nessuno
disturberà il nostro nucleo di
felicità!!»…«Coraggio
Scratchmonina…alleati con noi!»
«No!! Io
non posso, e ora voi non dovete parlare come lei!! Non dovete sognare
un mondo finto, e una felicità di cartone!!» La
ragazza
spaziale ribatté serrando un pugno di emozioni in conflitto
«Lei ha avuto la sua occasione per tentare, perché
ora io
non posso fare altrettanto?!!...
…ora
voglio essere io la regina di quel regno sconfinato, non voglio
più mia madre tra i piedi…!!» e
Teardropmon
«Anch’io!! Voglio diventare…quello che
mio padre mi
prometteva che sarei stato!! Ora nessuno potrà
più
impedirlo!!» sicché insieme gridarono
«NOI ABBIAMO
MOLTI SOGNI DA REALIZZARE! E PER QUESTI VI
DISTRUGGEREMOOO!!!»
congiungendo i loro poteri in un bolide mortale che accecò
gli
occhi della squadra. Ma Scratchmon non ebbe paura «No, i
sogni
sono il motore della vita: non è giusto che siano causa di
sofferenza! Io fermerò i vostri piani!»
Così dicendo, Scratchmon si illuminò di luce.
«Che cosa
succede…?» chiese Takato. E Ryo esclamò
«Sta
digievolvendo!»
«COS’E’ QUESTA LUCE?!»
Starshipmon si
parò gli occhi, e lo stesso Teardropmon
«Scratchmonina!!!»
…mentre
il suo corpo si allungava delineando una sagoma sinuosa, lungo la quale
si chiudeva un seducente abito nero. Dalle sue zampe ora ben
più
simili a piedi umani si allungavano tacchi affilati. Il suo elmo mutava
in una maschera dal viso di un gatto, dalle ampie e dritte orecchie, e
scivolava sul suo volto lasciandone scoperta solo la bocca, dal
rossetto nero.
Una bacchetta roteava
nella sua mano, e rivelò l’estremità a
forma di
zampa argentata.
Cindermon e Diamon, a
terra e per mano, si addentravano con lo sguardo nel bagliore per
delineare il suo aspetto inconsueto, che rivelò una chioma
di
lucidi riccioli neri.
«E tu chi sei?!
Non sei la nostra Scratchmon!» esclamò Teardropmon
attonito.
La creatura rispose «Il mio nome è…Iasugnumon!»
…nome che
ripeterono Cindermon «Ia…su…»
e Diamon
«…gnu…mon…»
Kenta commentò
incantato «Avete visto, ragazzi…? E’
bellissima…ouch!!» prima di ricevere uno
schiaffetto con
l’ala da MarineAngemon «Non intendevo in quel
senso!»
precisò lui, ma poi anche costei fu colpita «Certo
però che anche tu hai ragione: è veramente
fantastica!»
Benché il
suo costume avesse potuto destare qualche perplessità,
poiché riconducibile ai più urbani angoli in cui
prolifera la sensualità, quella giovane donna vestita da
gatta
dava l’idea di essere seria e rigorosa. Si
avvicinò ai due
fratelli «Gettate via le armi. Ci sono io fra voi e loro,
penserò io a proteggerli finché sarà
necessario.»
Lo
sguardo dei due si incattivì
«Allora…anche tu ci
hai ingannati!!» esclamò il ragazzo, e Starshipmon
«Noi non ti conosciamo, non hai l’aspetto di
Scratchmon!»…«Vi assicuro che sono
io!!»
ribatté però Iasugnumon «Il desiderio
di porre fine
al conflitto, e preservarvi da azioni di cui vi pentireste, mi hanno
portata a
digievolvere!»…«TACI!!»
rimbeccò Starshipmon aggiungendo «Noi ormai non
siamo
più dei bambini! Siamo adulti, che a te piaccia o no! Ormai
sappiamo benissimo quello che vogliamo e sappiamo distinguere chi ci
è amico o no!»…«Hai detto
bene, sorella!...
…noi ormai abbiamo scelto: vogliamo il dominio e lo
otterrermo!» Iasugnumon ribatté «Al
termine di
questo sentiero…trovereste solo uno squarcio di malinconia,
ad
affliggere il vostro cuore come una
ferita.»…«Non ci
servono i tuoi consigli…!!» sibilò
Teardropmon
aggiungendo «Hai l’aspetto di una poco di buono,
sei
fastidiosa alla nostra vista!»
«Se
sapeste andare…oltre
l’apparenza…» ammise la
donna-gatto un po’ tristemente…benché
le sue parole
non mancassero di colpire alcuni fra gli ascoltatori…come
Rika,
e Renamon…che rimanevano incantate a guardarla.
«Io
vi assicuro che vi ho sempre voluto bene. E ora è per voi
che
sono qui!» (fine-canzone)
«Non
ti crediamo…» sibilò Teardropmon, e
Starshipmon
«Noi ormai non ci fidiamo più di nessuno, se non
di noi
stessi!»…«Aspettate!!»
obiettò
Iasugnumon…ma il loro potere era di nuovo carico
«Starshipmon, facciamo sparire questa intrusa e poi partiamo
per
la missione!!»…«Approvato!»
«Mosaico
spettrale!!»…«Mitragliatore galattico!!»
«Sta attenta!!» esclamò Rika.
Ma Iasugnumon
roteò il suo scettro a zampa felina, mormorando
«No, mi
dispiace! Ma la difesa di un cuore buono vale la vita! Io non
esiterò a giocarmi il tutto!!...
…Eclissi
digitale!!!»
«Ahhh!» la squadra restò senza fiato.
Liberando
ovunque un potere splendente, Iasugnumon mutò in un sole che
si
oscurava a intermittenza: la sua forza sembrava incontenibile, tanto
che i due fratelli se ne accorsero «Ma che
cos’è
quello, Starshipmon?!!!»…«Non lo so
Teardropmon, so
solo…che non riesco a
contrastarlo!!!»…«Non
è possibile!!!»
I loro
colpi furono dissolti e respinti, fino a che il bolide non li raggiunse
«NOOOOOOOOOO
OOOOOOOOOO!!!»…«AA-AAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHH!!!»
disgregando il terreno e sollevandoli in un’eruzione di luce.
Rika
fece segno «Presto ragazzi, andiamo a vedere!!» in
quanto
l’emergere di molteplici geyser spingeva i due in cielo
aperto.
Sembrava che quell’eclissi solare volesse spedirli il
più
lontano possibile. Quando i domatori giunsero sull’orlo del
precipizio, le due creature erano già lontanissime.
Nient’altro che due puntini in cielo, come Iasugnumon che li
aveva travolti ma che ora si ignorava dove fosse, mentre la luce di
quel prodigio digitale e magico iniziava a dissiparsi
nell’azzurro…
…e nel solenne raccoglimento dei CloudAngemon e gli altri
Digimon dell’esercito, che restarono immobili con lo sguardo
alto, poiché non avevano mai visto tanto potere.
Coprendosi
ancora gli occhi, poiché il filtraggio luminoso seguitava a
essere intenso, i domatori si trovarono circondati da un cielo azzurro
di incognite «Li ha distrutti…può
averlo
fatto…?» domandò Kazu vagamente
tremulo, ma non
tardò la risposta da Cyclemon «…no. Li
ha solo
confinati temporaneamente. Loro torneranno…» I
suoi occhi
inumani si smarrivano nel blu. Kazu insistette
«Confinati…?...dove?!» con eco di
Guardromon
«…dove…? Dove li ha
confinati?»
L’anziano esitò qualche istante,
dopodiché si
volse, e muovendo passi stanchi appoggiandosi al suo bastone
replicò «Nel
limbo dei sogni sfumati…»
Un nome
che non mancò di colpire i giovani domatori, non essendo
giunto
prima d’ora alle loro orecchie…
«Il limbo
è un luogo assemblato da Violetta…una dimensione
spazio-temporale anomala…» spiegava
Cyclemon…
…mentre Starshipmon e Teardropmon giacevano privi di sensi,
e
ancora sfrigolanti di magia luminosa, nella penobra della cameretta del
limbo, presso i letti a castello sfatti, nel disordine dei
peluche…
«…nasce dalla…digitalizzazione di quei
luoghi che
non sono mai sorti, rimanendo a esistere soltanto
nell’immaginario.» spiegava cupamente
l’anziano
Digimon, dando le spalle a quei ragazzi e alle sue figlie, che a poco a
poco si rialzavano da terra.
Nel frattempo, i
suoi pensieri vagavano fra le stanze di quel luogo insolito
«Il
limbo è un luogo dove soffia solo abbandono…non
ci si
può vivere. Ma quei due fratelli…
…vi
riposeranno fino a che i loro poteri non saranno completamente
rigenerati: non manca molto…questo colpo li ha scossi
violentemente. Ma loro sono forti…
…molto
forti…»…«Cosa vuol dire,
papà…?» accennò Cindermon
adagiando una
carezza sulle spalle curve del padre «…che noi non
potremo
sconfiggerli? Che non riusciremo a essere forti come
loro…?» Il padre si volse a fissarla negli occhi,
mentre
costei chiedeva con delicatezza «Insomma noi ci siamo
impegnati
per biodigievolvere ed arrivare fin qui, possibile che adesso una sfida
simile si profili insormontabile…? Io non riesco a
crederci…» ma lui sorrise inaspettatamente
«…uhm. E’ la prima volta che posso
rivederti con il
tuo consueto aspetto…da quando ci siamo
rincontrati.»…«Oh!»
sorprendendola…e
tendendo il braccio, per scostarle il ciuffo «Ma tu neanche
te ne
accorgi, impegnata tra calcoli e digievoluzioni. Brava. Il mio non
è un rimprovero, anzi: sono contento di apprendere che hai
trovato la tua strada. Mi sei
mancata…»…«…anche
tu
papà…» la giovane tradì
commozione, per poi
esplodere «…anche tu papà,
moltissimo!!!»
piombando su di lui per abbracciarlo…dovette scivolare in
ginocchio, per essere alla sua altezza. Lui la avvolgeva con calore, e
le picchiettava dietro la schiena «Su,
su…l’incubo
è finito. Non per sempre…per il momento si
è solo
interrotto. Dovrete dare nuova prova della
vostra…sorprendente
forza. Il nemico non è ancora sconfitto.»
Takato si
accostò con discrezione a Cindermon…sfiorandole i
capelli
mentre lei singhiozzava stretta a suo padre. Il ragazzo le
sussurrò «…hai combattuto con grande
valore, e mi
hai dato molta forza: ti ringrazio.» Cyclemon alzò
il suo
sguardo verso di lui «Sei gentile a dire
così.»…«…no,
Cyclemon.
Tutt’altro…» accennò Takato,
ma a quel punto
si avvicinò anche Diamon, al fianco di Kazu come se fossero
già una coppia di regnanti, benché circondati da
un
palazzo distrutto «E’ stato terribile scoprire in
un solo
istante del destino della mamma!» confessò la
ragazza dal
volto di diamanti, e Cyclemon «…perdonatemi per
avervelo
taciuto. Ma avevo paura e non sapevo come regolarmi. Quando Haruko e
Hideki furono eliminati voi…eravate soltanto delle bambine,
e
non c’erano dei coraggiosi domatori ad affiancarvi, per far
lievitare il vostro potere. Sconvolto per ciò che la
terrestre
da lui amata era arrivata a fare, Guardianmon approfittò del
regresso del D-Reaper, che separò momentaneamente Digiworld
e la
terra. Si mise a guardia del Digivarco…e diffuse una
moltitudine
di storie false circa il pericolo che avrebbe costituito la riapertura
dei cancelli, così da dissuadere i Digimon, ed insinuare in
loro
il timore della catastrofe. Altrettanto si preoccupò,
come…ben sapete…di ricattare i pochi terrestri
venuti a
conoscenza della verità, e cioè che il
Digivarco…ci aveva di nuovo posto in contatto. Uomini e
Digimon.»
Henry chinava il capo a quelle parole, e Rea si volgeva a guardarlo.
«Consacrò se stesso a quella che, per lui, era una
missione di protezione. Ma lei aveva trovato un’altra via:
trascorsi dieci anni per fabbricare i suoi alleati, ed elaborare un
piano…iniziò a muoversi fra la terra e
Digiworld…per mezzo del limbo.» Renamon allora si
avvicinò «Cyclemon…prima avete detto
che il limbo
è un luogo composto…da sogni
dissolti…»…«Sì…
…è il
cimitero dove riposano i detriti…di un futuro felice mai
giunto,
per Digiworld e per la terra.»
La mente dei ragazzi provò ad immaginare un luogo
simile…
…e così
si ritrovò a vagare fra quegli spazi interconnessi a
più
piani, che alla base aveva una casa con giardino…
…e in cima alle
scale, un salone principesco, simile a quelli dei palazzi delle fiabe,
con un terrazzo che si affacciava in un cielo sconfinato. Rika
osservò «…è
incredibile…» e
Suzie interpretò il suo pensiero
«…pensare
che…tutti noi potremmo costituire un luogo simile. Qui
ognuno…aveva delle aspettative per il futuro
che…non si
sono realizzate.»…«Sogni mai
avverati…»
continuò Rea, aggiungendo
«…è curioso
pensare che qualcuno ha sognato con tanta intensità da
generare
una dimensione alternativa. Però, non tanto se ci si
sofferma a
riflettere: i sogni hanno molto potere…possono dare la forza
per
vivere! Però…possono anche consumare sentimenti
ed
energie…quando non si avverano.» assumendo sguardo
malinconico e scostando la sua frangetta scura…
Nel frattempo,
la moto ghiacciata perforò la membrana di luci intrecciate
che
avvolgeva il globo terrestre, e si immerse nello spazio surreale della
rete. Là, fra i colori alterati dai riflessi informatici,
risaltava il pallore sul viso di Violetta, ed il suo sguardo sconvolto
«GRRR, NON POSSO CREDERE A COME SIA ANDATA!» Il suo
abito
era ormai sporco e bruciacchiato, e la sua elegante acconciatura aveva
lasciato il posto a capelli arruffati, tra cui passava convulsamente le
mani.«Calmati!» la redarguiva Asanuma, che al
contrario di
lei ancora manteneva aspetto austero, con i capelli ben pettinati e la
camicetta impeccabile. Questo dettaglio sembrava irritare Violetta, che
per di più si dovette sentir dire «Sbaglio o hai
perso i
tuoi figli…? Ti si sono rivoltati contro…hanno
collassato
dopo che gli hai fatto ingurgitare un guerriero digitale, per cena!
Stavolta il tuo decalogo da mammina premurosa ha fatto un fiasco
completo!»…«N-Non è stato per
questo…
…sono
stati quei ragazzi!!!» gridò Violetta fissando un
punto
indefinito di quel reticolo di dati fluttuanti…nella cui
fredda
luce verdina risaltava il fuoco del suo sguardo d’odio
«Chi? Vuoi dire i miei ex-alunni?...devo ammetterlo: Kazu e
gli
altri sono davvero sorprendenti, qualcosa di indefinito permette loro
di cavarsela assolutamente in tutte le situazioni, persino quelle
più disperate! Vedi quella massa rossastra che ci aveva
invaso
la città?...anche allora, eravamo tutti terrorizzati, ma
loro in
qualche modo se la sono sbrigata!»
Violetta non sembrava
neanche ascoltare. Teneva lo sguardo basso, come una bambola vecchia e
rotta, il cui collo si è spezzato. IceDevimon intervenne
«…non dirlo a me: dovrei dire lo stesso di Rika e
la sua
combriccola.»…«Siamo onorati di udire
ancora dei
tuoi fallimenti!» lo schernì Asanuma, e lui
«Io
sarei più onorato se una di voi due mi dicesse dove siamo
diretti.»…«Dì un
po’…»
fece l’insegnante (che visibilmente aveva perso anche le
tracce
restanti di timore reverenziale verso Violetta)
«…l’hai sentito?! Ha bisogno di
istruzioni, quando
inizia così poi diventa noioso. Fammi capire…tu
ormai hai
perso tutto. Giusto? Quei due mocciosi erano i tuoi soli alleati: ora
che sono diventati nemici e per giunta molto, molto potenti non ci
resta che rifugiarci nell’angolo più remoto
dell’universo e sperare che non ci
trovino!»…«D-Dannazione…!
S-S-Se solo potessi
tornare nel limbo! Ma non possooo!!» tremò la
donna in un
brivido di stizza e disperazione «Loro ne hanno pieno
accesso,
hanno le chiavi! Rifugiarsi lì sarebbe un
SUICIDIOOO!»…«Senti, carina!!»
Asanuma la
prese per gli abiti «Io non ci tengo a fare una brutta fine!
Prima di morire debbo ancora decidere quale lezione impartire a mio
marito, e credimi! Non ho intenzione di abbandonare il campo, prima di
averne partorita una abbastanza
crudele.»…«E-E vieni
a fare questi discorsi a me…? SAI CHE IO HO PERSO
ALTRETTANTO
MIO MARITO!»…«Tu lo hai perso solo
perché sei
stata un’incapace: coi Digimon sei un completo
fallimento!»…«S-Senti chi parla!
A-Abbiamo una
domatrice provetta qui con noi: Nami Asanuma! L’iiidolo di
tutti
i mostri digitali zucconi in
matematica!»…«Ritira
quello che hai detto!!»
(commento gratuito di IceDevimon «…chi me
l’ha fatto
fare: potevo restare nella mia prigione di ghiaccio, era
meglio.») «Attualmente sei a terra, principessina
mancata,
non c’è bisogno che te lo dica! Io ho ancora un
Digimon
dalla mia parte, mentre tu no, TU NO…! Questo…la
dice
lunga sulla situazione che ora intercorre fra noi!»
(IceDevimon
«Perché il Digimon in questione è un
santo…e
poi qualcuno lo chiama anche “diavolo”.»)
«G-Già, già…t-tu hai ancora
un Digimon dalla
tua parte…
…hai
ancora un Digimon…» elaborava Violetta con sguardo
fisso,
e sussurro ambiguo…ma l’altra la prese per il
braccio
«Ehi, apri le orecchie!!...
…io qui
esigo quel che mi spetta! Ho sprecato le mie ultime gocce di pazienza a
fare ripetizioni a tuo figlio per poi ritrovarmi alle calcagna un
nemico istruito in matematica che ora vuole ammazzarmi
perché ti
proteggo! Qui, io e il mio Digimon, ora siamo a tuo carico! E
pretendiamo che tu ci offra le garanzie che ci hai fatto sfuggire
laggiù, in quel palazzo in rovina! Sbaglio o ti sei portata
quei
gingilli luminosi con te? Beh, non servono per caso a
qualcosa?!»
Violetta descrisse «L-La Sfera regale…
…e i
cuori di Haruko e di Hideki possono congiungere il loro
potere…e
fungere da esca attrattiva per la Torre digitale, che riposa nel
substrato della rete…
…MA NON HANNO
ABBASTANZA ENERGIA!! Come catalizzatore del
processo…occorreva
un terzo cuore che fosse luminoso a sufficienza…
…m-ma prima
abbiamo perso quello di Henry Wong!! E ora addirittura il
miiio!!»…«Pfff…! Figurati che
anche il mio
ignoro che fine abbia fatto.»…«E
PIANTALA DI FARE LA
SPIRITOSA!» tuonò stridulamente Violetta
(IceDevimon
«Pietà: non dispongo di mani per tapparmi le
orecchie al
momento.») «I-Io sto parlando di artefatti
informatici e tu
ti metti a fare della stupida ironia?!!...e pensare che ce
l’avevo quasi in pugno…
…s-se
Guardianmon non si fosse messo in mezzo a quest’ora avrei
vaporizzato Scratchmon! Se i miei figli si fossero fidati ancora per un
po’, e me l’avessero consegnata, a
quest’ora tutto
sarebbe pronto per attivare il progetto, eppure NNNIENTE,
PERCHE’------QUEGLI SCIOCCHI NON HANNO ABBASSATO LA GUARDIA!
E-E
poi i bambini si sono
ribellati!»…«Quelli…non
sono più bambini,
tesoro!»…«GrrrRRR, E SONO
IO CHE LI HO FATTI DIVENTARE COSI’! Pensavo che avrei avuto
due
soldati potenti al mio servizio e invece no, e invece nooo! Per colpa
di quel gatto e d-dell’aria che tira in questo mondo anche
loro
si sono messi in testa sciocchezze sull’amore,
l’amicizia,
la gratitudine…h-hanno ritirato fuori la storia del loro
padre,
di Muskmon, e alla fine quella che ci rimette chi è? La
stupida!
Sono io!! Io che mi sono ammazzata, gli ho preparato pranzo, cena! Gli
ho fatto fare sport e li ho addestrati per la guerra, ho fatto far loro
ripetizioni scolastiche senza limiti
d’orario!!»…«Io…sono
la prima ad averti
detto che erano inutili.» seguitava a ironizzare
l’insegnante…e gli occhi di Violetta si facevano
più dilatati e stravolti minuto per minuto «Sono
state
inutili…P-PERCHE’ HO NEMICI DA OGNI LATO, ECCO
PERCHE’! Anche quando arrivi a mettere le mani su un Digimon
forte niente, tutto deve andare male come al solito, io penso di avere
una macumba!! Non me ne va bene una: non me ne va bene una!
Non-me-ne-va-bene----UNA!»
…scandì con incantevole grazia completamente
permeata da
un velo di instabilità. L’insegnante se la
guardava a
braccia incrociate, e Violetta d’un tratto
«…c-c-cosa suscita in te quel risolino?? T-Trovi
le mie
disgrazie
tanto…esilaranti?!»…«…no
cara, tutt’altro: lo sarebbero se ora per una fortunata
combinazione di cose non mi trovassi a bordo del tuo stesso mezzo di
trasporto.» (IceDevimon «Ora che
c’è che non
va? Neanche quando diventi moto riesci a fare contente le
donne.») Violetta infierì «Sei qui per
avidità, perché anche tu non è che hai
poi
sgraffignato una così grande fetta dalla
torta!»…«Ti correggo: non ho
sgraffignato proprio
niente. PER ORA. Ma adesso destino infausto ci vuole unite nella
disgrazia: una disgrazia che prevedevo dalla prima volta che ti ho
vista, te lo confesso.»…«C-Che cosa
intendi
dire?!»…«…sapevo che questo
piano a Digiworld
sarebbe poi andato a fallire: sarà che ho sempre odiato quel
mondo!!...da quando…
…quei
mocciosi dei miei ragazzi mi hanno mollata in pieno dopo scuola, per
tuffarsi a capofitto in una delle fogne che collegano i due mondi!!
Sono contenta…di lasciarmelo alle spalle. Sta di
fatto…che ora sono rimasta la tua unica alleata: e se
vogliamo
entrambe salvarci dalla ritorsione che il mondo digitale
scatenerà fra non molto dobbiamo imparare a collaborare!...e
dobbiamo anche…
…farci venire un’idea…che sia
efficace!»
Violetta
seguitava a tremare e battere i denti «…s-se solo
fossi
riuscita a mettere la gatta nel sacco!...
…se solo riuscissi a mettere le mani sul mio
cuore!!»
Terminata la
battaglia, sulle rovine del castello era discesa un’atmosfera
malinconica.
Diamon lasciava che il
tacco delle sue cristalline scarpette si adagiasse delicato fra i
ciottoli e l’erba che cresceva sotto le mattonelle
dissestate…c’era anche qualche fiore, che adesso
il sole
illuminava, filtrando in raggi gentili dalle crepe sul soffitto, e
lungo le pareti.
Lo sguardo della
ragazza dal volto di diamanti era di infinita tristezza, e nei suoi
gesti, nelle sue carezze su quelle colonne spezzate si leggeva tutta la
pena per la sua casa perduta, per ogni angolo di infanzia e di passato
che era sfumato così, per un motivo che lei stessa stenteva
a
spiegarsi. La metà del suo volto di diamanti era adesso tra
la
penombra e la luce dei raggi che rendeva intenso il suo bagliore. Ma
una lacrima discendeva fra quei gioielli preziosi…ed anche
se
là nell’ingresso principale incedeva
l’avanzata dei
Digimon dell’esercito (accompagnata da grida trionfali
«Finalmente gli invasori sono stati messi in
fuga!!» e
altre) lei sembrava non accorgersene, e sentire solo che niente mai
sarebbe tornato come prima.
Eppure
c’era qualcuno che si preoccupava per lei, e muoveva i suoi
occhi
blu fra le rovine nel desiderio di ritrovarla
«Kazu…guarda, è tutto
distrutto!» osservava
il fido Guardromon «Dove regnerai ora? Il palazzo non
c’è
più…»…«…già,
è
vero amico mio.» rispose il ragazzo che teneva il cappello in
mano, in segno di rispetto «Mi costa dirlo, ma il regno di
Digiworld ha subito la stessa sorte…del nostro passato, e
delle
nostre case anche se non materialmente. Sono profondamente addolorato
per Diamon…ma anche per sua sorella e per Cyclemon. E per
tutti
i Digimon…che in questo modo hanno visto crollare un punto
di
riferimento. E’ sempre brutto in questi casi,
e…vorrei
essere con lei in questo
moment-»…«Vostra
Altezza!»…«Oh?» il ragazzo
rimase
sorpreso…
…il sole
che aveva illuminato il suo volto fu oscurato dall’ombra di
una
creatura immensa, una rana gigante con tanto di grammofono
«Lo
conosciamo,
Kazu?»…«…ShogunGekomon…tu
eri uno dei Digimon dell’esercito, là
fuori!»…«Sono io! Sono Digievoluto! Non
mi
riconoscete, umano
prescelto?»…«Ohhh…?...
…ma certo, il Gekomon! Signor direttore
d’orchestra!...l’avevamo vista partire assieme a
Cyclemon.»…«E infatti sono rimasto con
lui e mi sono
unito al suo esercito, mi sono ribellato con gli altri compagni e
finalmente abbiamo conquistato il
palazzo.»…«Uhm…!»
fece Kazu
un’umile e scettica espressione «…se
vogliamo dirlo
per consolarci! Ben poco rimane del
palazzo.»…«Tuttavia gli altri rivoltosi
sono
più che entusiasti del risultato.»
precisò il
grasso e imponente ShogunGekomon, e Guardromon si incuriosì
«Perché Kazu? C’è qualcosa di
cui essere
soddisfatti…?»
Quelle rovine
iniziavano a riempirsi di Digimon che facevano ingresso risonante e
fragoroso («Finalmente il palazzo è di nuovo
nostro!»…«Digiworld non si
tocca!»…«Lunga vita al nuovo
sovrano!») mentre
i ragazzi discendevano le scale diroccate, ma sui loro volti vi era
tutt’altro che espressione festosa. Suzie spiegava a Lopmon,
Henry e Rea «E così ho ricevuto una comunicazione
da
Snowhitemon sul cellulare, ha detto che assieme a Jeri hanno portato il
signore e la signora Yamaki al sicuro. Sono già tornati al
Grand’hotel…»…«Immagino
come possono
stare!» espresse con pena la coniglietta digitale, e Rea
commentò «Quel che è successo
è…terribile: se solo penso a quelle povere
persone
che…per la prima volta avevano provato la gioia di essere
domatori! E che misto a questo…provavano per il loro Digimon
un
affetto simile a quello per un figlio!
Ora…dev’essere un
incubo…vorrei tanto essere con
loro…»…«Ci resteremo Rea, e
faremo
qualcosa.» promise Henry descrivendo «Il signor
Mitsuo e la
signora Riley non ci hanno mai abbandonato, per tutti questi anni e
fino ad oggi: noi faremo lo stesso anche se…è
impossibile
curare un dolore del genere. Possiamo solo avere molta
pazienza…» così lasciò che
dolcemente la
moglie si appoggiasse a lui.
Un’altra
coppia era molto vicina: quella di Kenta, che scendeva le scale con
sguardo assorto, e MarineAngemon che gli teneva l’ala
adagiata
sulla schiena «So che sei molto
triste…»…«…cara
MarineAngemon…quanti sentimenti contrastanti è
possibile
provare in questa vita…» rivolgendo sguardo verso
l’alto, ai raggi del sole che filtrando fecero brillare i
suoi
occhiali «…si può odiare qualcuno. Si
può
arrivare a respingerlo per paura, a desiderare che scompaia come il
sole durante un’eclissi.» La dolce e robusta
Digimon lo
guardava con un sorriso, e gli carezzava i capelli scuri
«…ma tu non sei capace di odiare, io lo so.
Difendere i
propri cari è un’altra
cosa.»…«Sapessi
adesso, Yuki!!» espresse commosso (canzone: Claudio
Baglioni - In un'altra vita) «Se solo ti
descrivessi che cosa sento!! Non faccio che rivederlo, me lo rivedo
davanti!!...
…e-e…anche se era adulto e forte quando
è
scomparso…io non posso evitare di rivederlo ragazzino. Quel
ragazzino che…con la sua sola presenza…
…ha
riaperto una porta di speranza sulle nostre vite, e mi ha permesso di
sentirmi di nuovo come allora! In un cartone: in una fiaba in cui tutto
finisce bene…e i nemici diventano amici! Lui ha realizzato
questo miracolo, e per un momento ci ho sperato! Sai? Quando
l’ho
rivisto in battaglia con Mitsuo e Riley ho sperato
che…»…«Lo so, non
c’è bisogno
che tu lo dica: che venisse con noi, che restasse al nostro fianco fino
alla fine, che fosse uno dei
nostri.»…«…sì…»
il
ragazzo alzò il suo sguardo commosso
«…speravo di
riportarmelo sulla terra…assieme alla mia giovinezza.
Presentarlo a mamma e papà e
dire…”ecco…ve
lo ricordate? Entrò in casa minacciandoci…lui
è la
prova…
…che tutto torna…tutto torna prima o
poi…”»…«Sono le sue
stesse
parole…»…«…lo
so…»
sussurrò lui versando una lacrima
«…alla fine io mi
ci ero affezionato, sai Yuki?»
In
quel momento di sconforto, sembrava aver solo bisogno di tutta quella
morbidezza da cui si lasciò avvolgere, scivolando dolcemente
nel
suo abbraccio…
Takato scendeva
i gradini assieme a Cindermon, smarrendo il suo sguardo malinconico
attorno a sé e sussurrando
«…nessuna…traccia
di mio fratello qui…»
Rika, accanto a loro,
gli mise una mano sulla spalla «…nemmeno del
figlio di
Cyberdramon.» rivolgendo poi uno sguardo di pena verso Ryo,
poco
più avanti, che accarezzava la schiena del suo Digimon,
incoraggiandolo «…andiamo…mica ci
arrendiamo
così, eh? Noi siamo forti. Continueremo a cercare. Midramon
non
può essere andato
lontano!»…«M-Ma io ho perso
le speranze, Ryo! E se quella donna in preda ad uno dei suoi attacchi
di cattiveria l’avesse
ucciso?»…«Non devi
dirlo---neanche per
scherzo!!!»…«Già, e
intanto Guardianmon ha fatto una brutta fine.»
Il
domatore leggendario sospirò, trovandosi in
difficoltà.
Takato
accennò alla sua Digimon «…capisco
benissimo
Cyberdramon, purtroppo…» al che lei
«V-Vuoi dire che
pensi a…?!» al che il ragazzo confessò
«Sono
preoccupato, Cindermon! Lui era…alleato con Violetta, era un
suo
aiutante! E se lei non contenta delle sue prestazioni gli avesse fatto
del male?!...
…contavo di ritrovarlo in questo castello,
eppure…»
afferrando un ciottolo dalla ringhiera infranta…per poi
lasciarlo cadere con disillusione «…è
sparito, e a
questo punto non so più dove cercarlo…
…dove sarà andato? E’ soltanto un
bambino…
…come farò a dirlo a mio padre se non
riuscirò a
ritrovarlo…? Ne soffrirà
troppo…»…«…n-no…dai
Takato, ora
non fare così eh! N-N-Non puoi perdere le speranze proprio
tu!
Tu non perdi mai le speranze!» fece Cindermon…ma
lui la
guardò in un modo tanto eloquente, che le comunicava tutta
la
sua stanchezza, ed un animo ridotto come quel castello in rovina.
Cindermon poté solo condividere quella pena, e meditare
“…che ne sarà di tutti noi
adesso?”
Rika si
rivolse a Renamon «Che ne sarà stato di
Iasugnumon…?» La volpe dorata rispose
«…è sparita assieme a Starshipmon e
Teardropmon,
è possibile che sia stata sbalzata da qualche
parte.»…«Chissà se
è in
pericolo…» ipotizzò la domatrice,
mentre il sole
concedeva riflessi dorati ai suoi riccioli rossi. Aggiunse
«...quello che ora stento a immaginare è
ciò che
potrebbe succedere. Come si metterà adesso per
Violetta…?!» al che intervenne Beelzemon
«Rika,
Renamon…prima ho sentito Cyclemon parlare: ha detto
che…almeno in teoria, Violetta è inoffensiva se
non
riesce a recuperare il suo cuore. Essendo ora rimasta senza un Digimon
i suoi poteri non sono…molti di più di quelli di
un
comune essere umano! Quelli che Cyclemon teme sono Starshipmon e
Teadropmon, crede che torneranno alla carica non appena si saranno
rimessi in sesto!»…«…che
significherà…? Dovremmo proteggere Digiworld dai
loro
assalti…?» si chiedeva Rika, aggiungendo
«…saremo all’altezza?» mentre
Renamon meditava
«Non c’è da scordare che Violetta non
è del
tutto sola! Ha quella donna al suo fianco…la maestra degli
altri
ragazzi: e ciò vuol dire anche IceDevimon!!»
Il solo nome
spinse Rika a sfregarsi le braccia, come se uno spiffero gelido fosse
filtrato fra le rovine.
Diamon si era
seduta su una colonna spezzata, e nessuno di quei soldati digitali si
era curato di lei, tutti avevano preferito far echeggiare il loro
trionfo: GoldCentarumon aveva reperito una coppa e del vino
«Un
calice per tutti! Chi vuole brindare alla nascita del nuovo
regno?» e dietro di lui veniva il grosso Orochimon dalle
molte
serpentifere teste, e andatura strisciante «Ho sempre adorato
le
occasioni in cui l’alcol scorre a fiumi!»
Ma
le gocce di vino riuscivano a distogliere l’attenzione dalle
lacrime della principessa, alla quale con passo lento si
affiancò suo padre «…piangi per tua
madre, piccola
mia?» al che lei rispose «…piango per la
mamma, e
piango…!...
…per questo mondo che non c’è
più,
papà! Piango per…Digiworld che ormai non
può
più fare marcia indietro! E’ come un giocattolo
rotto: un
oggetto del passato! Guarda tutti questi Digimon…pensano
soltanto a festeggiare, non si chiedono neanche quanto è
costata
la vittoria, cosa ognuno di noi ha passato! Non sono più
quelli
di una volta, ha ragione chi guarda con rimpianto a tanti anni fa! Sono
così egoisti che di certo…nessun bambino e nessun
ragazzo
terrestre sarebbe mai felice di averli al loro fianco, è
così ormai! Siamo diventati…vecchi, pieni di
rabbia, ed
il colore non è scolato soltanto dalle rocce! Ma anche dai
nostri
cuori…»…«…su, su,
parli
così soltanto perché sei addolorata. Ma io ti
conosco: e
so che nel tuo cuore c’è tanta speranza nel
futuro…»…«Papà…ma
noi…
…facciamo
bene a sperare nel futuro? Non ci staremo conquistando il titolo
di…
…più grandi…e colossali illusi mai
esistiti in
tutta la storia?!...
…faremmo
bene a investire tutto in questa chimera a cui nessuno
crede…o
forse dovremmo rassegnarci e fare come gli altri, vivere nel passato?
Desistere…e accettare che tanto tutto non potrà
che
andare sempre e solo peggio!»
«…Diamon…» la
guardò intensamente,
riversando nei suoi occhi tutti l’affetto che un legame di
sangue
può regalare «…soltanto nel tuo cuore
può
trovarsi la risposta a un simile quesito. Ma io lascia che provi a
fare…come quando eri piccola…ed un giocattolo si
rompeva,
o accadeva qualcosa di storto, allora io…venivo da te, e mi
portavo dietro sempre una scusa, o un proposito per spingerti a
sorridere di nuovo. E sempre ci riuscivo. Adesso…permetti
che ti
dica un qualcosa che spero possa…asciugare queste lacrime
sul
tuo bel volto.»
Diamon
alzò appena gli occhi, un po’ incuriosita dalle
parole del
padre che spiegò «Ormai il palazzo seppur
distrutto
è stato riconquistato, e benché gli invasori non
siano
sconfitti impiegheranno del tempo prima di radunare le forze, ed
elaborare un nuovo piano. Durante quel tempo, i Digimon non possono
restare senza una guida. E quella guida siete voi: tu, cara figlia
mia…e quel ragazzo che tanto ami, Kazu. Ora che siamo
finalmente
a casa, con un esercito a proteggerci…
…procederemo alla sua incoronazione.»
Diamon
spalancò gli occhi. Cyclemon aggiunse «A
breve…potrete sposarvi come
desiderate.»…«Ahhh!!...
…dici davvero, papà…?!»
chiese la
ragazza…con le consuete mani alla bocca, scuotendo il capo
di
incredula emozione «Sono contento…vedo che come
allora la
tecnica funziona: sono riuscito a farti sorridere.»
Una
gioia immensa, incontenibile affiorò nel cuore di Diamon,
riflettendosi nel tremore che scuoteva il suo corpo, e che la spinse ad
abbracciare commossa quel padre che le carezzò i capelli.
I
CloudAngemon stanchi della battaglia si addormentavano con il capo
scontrato, fino a che diventava impossibile distinguere la loro
consistenza da quella delle nuvole, nel cielo blu a incorniciare quel
cumulo di rovine (fine-canzone)
«Ma ne sei
proprio sicuro?» chiedeva qualcuno dalle cui zampe rossastre
pendevano un paio di scarpe da ginnastica «Scusa, a te non
servono? Guarda che io non voglio rubartele. Solo che ho visto che le
hai buttate via così…!»
Ma il
ragazzo a cui parlava sembrava solo desiderare solitudine
«Non mi
serve niente…!!» affermava con voce stizzita,
nascondendo
il suo corpo sotto una coperta logora
«…né le
scarpe…NE IL RESTO, PUOI PRENDERTI TUTTO SE VUOI, BASTA CHE
MI
LASCI IN PACE!!»
«O-Oh…se è
così…»
balbettò intimidito il giovane con le zampe al posto delle
mani,
sgattaiolando con scatto animale dietro una lapide, per poter
finalmente con un po’ di sforzo infilarsi le scarpe
«I-Ihhhhh, uh accidenti che faticaccia.» per poi
fare
capolino da dietro la tomba, in quanto quell’incontro
benché fruttuoso sembrava averlo rattristato «Ma
cosa
avrà quel ragazzo…? E’ così
strano trovare
una persona che dorme in un posto così…»
Il giovane
era disteso tra le lapidi sul prato, e si raggomitolava come per
chiedere uno spicchio di tutta la requie che si respirava.
L’espressione del suo viso, che spuntava dalla coperta,
sembrava
contrattta «Cavolo, mi fa pena: mi ricorda me in una delle
tante
notti trascorse a Digiworld…
…che brutto periodo…»
«Sei anche
tu come lui? Se è così, sparisci!»
proruppe la
burbera voce di un uomo, tanto che Guilmon sussultò
«Oh!» e si affrettò a nascondere le
“mani” dietro la schiena «E-E-Ehm,
ma…cosa
intende scusi?»
Il
vecchio sembrava un guardiano, e lo fulminò con lo sguardo
«Hai appena detto di sentirti
simile.»…«M-Mi
ha sentito? N-No ma veramente io non intendevo
di---»…«UHM?! Che hai fatto alle
mani?!»…«OPS! (accidenti…mi
devo contenere e
non gesticolare troppo: devo sforzarmi a tenerle dietro la schiena
finché non avrò trovato dei guanti!)
»…«Guarda, che se siete qui per
bivaccare come
vostro solito, non è aria: qui riposano i
morti…non
è giusto che li
disturbiate!»…«Ma…guardi che
si
sbaglia…» mugolava il ragazzo dai capelli neri e
gli occhi
un po’ sguarniti «…io e lui siamo venuti
separatamente, non so neanche che nome abbia! Perché, lei lo
conosce?»…«Io? No, ma sarà un
drogato! Si
vede da lontano un
miglio…»…«Cosa?! Un
drogato…» restò colpito Guilmon, e si
sporse da
dietro la tomba per osservare quello che ormai altro non era che un
qualcosa di mobile sotto una coperta «…ma
è
così giovane, è appena
adolescente…» disse
con un pizzico di tristezza e delusione, facendo seguire un colpo di
tosse per rompere il ghiaccio con la sua nuova voce
«E’
quella l’età in cui si comincia! Se ci sei dentro
anche tu
ti consiglio di smettere in fretta…se i tuoi ti vogliono
piazzare in una comunità faresti bene ad andarci! Altrimenti
ti
ritroverai presto come lui a cercare riparo in un cimitero, sotto una
coperta per dormire! E dopo qualche giorno…morto!
E’
così per i ragazzi che prendono la cattiva strada.»
Udito questo,
Guilmon emerse a poco a poco da dietro la tomba, e riempiendo il suo
sguardo di infinita pena mormorò fra sé
«…no, lei non lo sa…(canzone: Laura
Pausini - Mi dispiace (strumentale) )
…ma io
sotto una coperta come quella ci sono già finito. Ho cercato
riparo. So come si sta, quando si resta…completamente senza
punti di riferimento…
…guarda questo ragazzo…»
Ogni tanto quel volto
giovane e sofferente emergeva da quel cappuccio improvvisato, con cui
sembrava cercare di far scendere la notte prima che fosse ora.
«…chissà chi avrà perso per
sentirsi
così…forse anche lui è giunto in
questo cimitero
per cercare la tomba…con il nome di chi lo aveva reso
felice. Di
chi lo svegliava ogni mattina…quando la vita era
più
facile. E la sera c’era un letto in cui andare a riposare.
No, io
so che significa…
…povero caro. E pensare che potrebbe ancora
sorridere…la
vita gli potrebbe donare un Digimon, ma lo tiene stretto. E lui
è da solo a confrontarsi con…chissà
quanti
problemi più grandi di lui. Potrebbe essere
Takato…» sussurrò con un filo di voce
commossa,
mentre il guardiano brontolava «Che fai, parli da
solo?!»
Ma lui non si volse, e rimase con sguardo fisso ed una posa rigida che
gli allargava le spalle strette, un atteggiamento quasi rigoroso in cui
forse qualcuno avrebbe ritrovato il “Supremo
Guilmon.” Ma
ora egli esprimeva l’autorità della
pietà…benché non sedesse su un trono e
avesse il
corpo esile di un ragazzo umano, sul quale una maglietta con
l’immagine di un allegro Digignomo «Magari sapessi
il suo
indirizzo, per poterlo riportare a casa…
…potrebbe
essere un po’ come…tornare a passeggiare assieme,
essere
fianco a fianco a qualcuno che guida i miei primi passi sulla
terra…dopo tanto
tempo…»…«Senti un
po’, tu…!...eri venuto a fare qualcosa oppure solo
a
perdere tempo? Hai una casa?! O vuoi dormire
qui…?»…«Uh?!...»
sussultò il
giovane…ma da stupito si fece serio e un pizzico disilluso
«…ero venuto in questo cimitero per
cercare…la
tomba di un bambino: Takato Matsuki…non so se è
sepolto
qui.»…«Matsuki? No, niente da
fare!»…«Capisco, immaginavo. E non si
preoccupi…
…ho una
casa…una casa in cui non torno da dieci
anni…»
rivolgendo sguardo al cielo «…ma so già
che
dormirò lì stanotte. Lo avevo già
programmato.
Sarà come tornare indietro…» per poi
farsi vicino
al ragazzo addormentato…
…e stando
attento a non mostrare le sue mani al guardiano, raccolse quella
fogliolina che l’aveva guidato. Con la tenerezza di un
Digimon
verso il suo domatore, sfregò il giovane con i suoi artigli
lasciandogli in dono il suo porta fortuna «Tieni, amico. Ora
questa sarà più utile a te.» per poi
rivolgere al
guardiano un’ultima richiesta «Mi faccia un
favore.»
alludendo con gli occhi al ragazzo addormentato «Con me non
vuole
parlare, io ho provato a chiamarlo ma mi ha scacciato. Però
se
si sveglia e ha bisogno di qualcosa cerchi di capire chi è
e…se ha ancora qualcuno in questa città. Io non
credo…quando si sta così…è
perché
non si ha più nessuno. Ma lei ci provi lo stesso: si ricordi
che
ogni ragazzo che muore sulla terra…
…è
un Digimon che versa lacrime nel suo mondo.
Buonasera.»…«…eh?!!! Di che
parla questo?...
…bah, è matto!»
Così il guardiano riprese un po’ stancamente il
suo lavoro.
Mentre sulle labbra
del ragazzino addormentato si tracciava la frase
«…perché…mi
hai…abbandonato…?» e la fogliolina
d’autunno
lo vegliava adagiata sulla lapide.
Era in quegli
istanti che Riley faceva ingresso nella stanza semibuia del
Grand’hotel. A vegliar lei c’erano gli occhi di suo
marito,
segnati almeno quanto i suoi. Mitsuo si conteneva a stento dal pianto,
ma serrava il pugno perché sapeva di dover essere forte per
sua
moglie che, con sguardo rivolto in alto, si sfilava lentamente la
tracolla della borsa, lasciandola cadere sul letto…
…nell’affiorare di una tenerezza struggente, un
dolore che
stritola il cuore…al quale suo marito non poté
restare
indifferente, avanzò piano…fino a sfiorarle le
spalle,
con discrezione, chiedendo con i suoi soli gesti il permesso di farlo.
Lei glielo diede, o meglio sembrava chiedergli di essergli accanto
«…
…q-questa
stanza…sembra vuota senza di lui!»
affermò Mitsuo,
aggiungendo «L-La nostra vita…sembra vuota, senza
di
lui!» e lei «…la nostra vita…
…assomiglia agli uffici di Hypnos, quando giunsero gli
agenti
e…
…si
portarono via ogni attrezzatura, ogni
oggetto!!»…«S-Sì!!»
scontrando il capo
su quello di lei, che seguitava a parlare «Ognuna di quelle
strutture…e-era piena di storia! Non hanno
lasciato…niente, portarono via tutto, fino a farlo sembrare
un
locale…
…vuoto…che neanche si riconosceva!!»
Le loro mani
erano strette l’un l’altra con forza disumana.
Quella donna
dai capelli rossi seguitava a descrivere «…nessuno
di loro
poteva immaginare cosa potessero significare…anni di vita.
Istanti…di sogni, e di speranze! N-Non abbiamo potuto fare
niente, Mitsuo…
…c-ci spogliarono di tutto, e ci costrinsero a ricominciare!
E
così…!...
…e-e così è il nostro destino! Un
giorno, dopo
l’altro, tutto quanto! Non resterà…
…niente di noi, soltanto un locale vuoto!! Pareti
silenziose…
…sbarrate da una recinzione, e più nessuno si
ricorderà, NESSUNO!!»…«NO!!...
…non dire che nessuno ricorderà lui
perché non
è vero!! N-NON E’ VERO! Lo ricorderanno tutti,
N-NOI LO
RICORDEREMO!...
…era il…nostro bambino.» al che lei si
aggrappò ai suoi abiti ed esclamò «LUI
ERA
PIU’ CHE IL NOSTRO BAMBINO! Era le nostre speranze, era
l’ultima gioia, l’ultima che ci concedeva la
vita!!!
E’ sparita così, in un attimo!!! E’
bastato un
attimo…
…per spazzare via qualcosa di immenso, perché era
immenso
l’amore che era nato in noi per lui, immenso come un
grattacielo
elevatissimo!! E ricolmo di strutture talmente
sofisticate…da
incantare i ragazzini!!!»
Lui la
strinse con tutto l’amore che aveva, quasi con violenza, ed
affermò col fiato spezzato
«…E’
VERO!!...» restando a piangere assieme a lei…
I due
coniugi ignoravano che ad ascoltarli di nascosto, appoggiata alla
parete accanto alla porta, c’era Jeri. Teneva Midramon
addormentato nel palmo della sua mano, e con l’altra si
asciugava
gli occhi da triste e incessante commozione. Una pena infinita
luccicava nel suo sguardo, e le lacrime non sembravano potersi
arrestare, cullate dai suoi passi attraverso il corridoio
«…povero signor Yamaki…
…povera signora Riley. Io so. Io capisco.
Io…»
stringendo gli occhi e scuotendo inesorabilmente il capo
«…ricordo ogni particolare, che loro credono ormai
dimenticato. Ho tutto…così nitidamente davanti ai
miei
occhi, da Hypnos…
…
…a Guardianmon: e pensare che ho creduto di odiarlo, per
quello
che ci ha fatto. Eppure è incredibile, ma ascoltando il loro
pianto…riesce persino a mancarmi. Persino uno come lui. La
vita…è un qualcosa di così
indecifrabile…
…proprio come un codice informatico, per gli ignoranti. Per
chi
non ha potuto prendere una laurea, poiché ostacolato dai
problemi della vita…»
…sicché si volse verso quella porta chiusa, oltre
la
quale sentiva i loro singhiozzi…e si lasciò
andare ai
ricordi di tutti loro bambini, così in soggezione di fronte
a
professionisti tanto seri e rigorosi, che sembravano aver scordato cosa
fosse un gioco. Ma sapere assai bene cosa fosse un Digimon
«…mi dispiace tanto…»
sussurrò la
ragazza, quando l’unico che avrebbe potuto udirla era il
draghetto addormentato. Jeri rivolse lo sguardo al soffitto, e
pronunciò
«…Guardianmon…riposa in pace.
Leomon…sta di guardia al suo sonno. E…se puoi
digli di
star vicino ai…» e volle scandirlo
«…suoi…genitori! Poiché
è molto
brutto quando perdi qualcuno e non riesci a parlargli.
E’…estremamente doloroso, e ti consuma
dentro.»
Così se ne andò solitaria come sempre, a passo
lento e
malinconico sui suoi stivaletti (fine-canzone)
Ma se nel
Grand’hotel del settore degli orologi si rimpiangeva il
passato,
lungo le strade di Tokyo esplodeva la primavera in un mosaico talmente
sfavillante di luci e colori che niente sembrava più bello
del
momento presente. I giovani si accalcavano di fronte alle vetrine,
c’erano biciclette tra le aiuole e borse alla moda a
tracolla. I
petali volavano nell’aria, e la vita sembrava pulsare in
tutto il
suo vigore energetico. Alla colonna sonora di moda quell’anno
si
sovrapponeva il concerto delle strade, intessuto dai clacson e dal
fragore dei treni lungo i ponti sopraelevati.
Era
sull’asfalto di quel momento incorniciato
d’azzurro, che si
posavano in punta di piedi due scarpe da ginnastica, come temendo di
osare di calpestare qualcosa a cui i suoi occhi ancora non credevano
«Ohhh…è incredibile. Solo ora mi
accorgo di aver
creduto…
…che il mondo
si fosse fermato, dopo che me ne sono andato. Forse perché
ha
coinciso con la morte di Takato. Così ingenuamente ho
pensato…che ci sta a fare più Tokyo senza di lui
a girare
per le strade? E invece…
…guarda un
po’ qua…mi fa una sensazione strana. Da un lato
è
stupendo, dall’altro…» alzando appena le
spalle,
come spesso faceva, con a tracolla il suo zainetto nero donatogli dai
Digignomi «…mi sembra quasi che tutti se ne
infischino.
Ehi, esseri umani…hanno spezzato il nostro duo fenomenale,
possibile che non ci sia neanche uno che è triste per
questo?
Tutti sembrano…così tanto impegnati a guardare le
vetrine…mah! Certo però una cosa è
sicura:
è così diverso da Digiworld…
…il
nostro mondo ha perso i colori: invece la terra…maaammma,
guarda, non sembra mai stata più bella di
così…
…unico
difetto…» specchiando in una vetrina la sua sagoma
della
mani in tasca «…unico difetto che tu non ci sei,
amico
mio. Ed io?» accertandosi che non ci fossero sguardi
indiscreti,
per estrarre la zampa e grattarsi la testa con l’artiglio
«Di me cosa rimane, di quello che era un tempo?
Certo…a
guardarmi così sembro irriconoscibile. A
parte…queste
mani! Ma a cosa ti servono due zampe come le mie…quando se
anche
scavassi nella terra, non potresti ridare la vita a chi è
sepolto lì?» ma la vista dei suoi palmi
strappò un
dolce sorriso al suo visetto spiritoso e dai lineamente delicati
«Uhmuhm! Mi fa strano pensare che siano le stesse mani con
cui ho
scavato il profondo cunicolo che collegava il nascondiglio al
Digivarco. Takato non riusciva a credere ai suoi occhi quella mattina
quando gliel’ho mostrato: chissà se io
riuscirò a
credere ai miei…quando fra pochi minuti sarò di
nuovo
lì…»
I
petali rosa sfioravano i suoi occhietti non più gialli, ma
ancora sognanti…
Tanti erano i passanti fra cui un ragazzo come lui poteva confondersi.
Alcuni di questi si soffermarono a scrutare qualcosa
all’interno
di un buio vicolo, ma poiché in compagnia di amici, furono
presto richiamati «Che cosa guardi? Dai, andiamo, siamo
già in ritardo!»…«Oh? Scusa,
vengo!»
Ma qualcosa si muoveva. E qualcuno, di più ardito, si
avventurò nell’ombra. Sembravano uomini
«…ehi, guarda un po’ che abbiamo
qui…difficile di questi tempi trovarne una in tali
condizioni!»…«Ahhh, devo correggerti:
ultimamente
è sempre più facile! Con i problemi che ci
sono…le
ragazze non sanno più cosa inventarsi per
arrotondare!»
«…dev’essere una che si è
messa nei guai con
qualcuno…e questo le ha dato una bella lezione, guarda
com’è ridotta.»
Abbandonato tra i rifiuti, sembrava esservi un corpo
tremante…
…la mano, avvolta da un guanto scuro che lasciava scoperte
le
dita, dal lucido smalto corvino, tendeva con fatica ad
un’asta a
forma di zampa felina «….aiutaaatemi, vi prego!...
…i miei bambini! Devo andare…dai miei
bambini…»
«Come previsto: ha
figli!»…«Quella che
sarà più oscura è
l’identità del
padre, ahahah! Guarda come è
vestita…»…«Io preferisco
immaginarla senza.
Comunque una così non me la lascio scappare, può
mandare
in tilt sai quanti
clienti!»…«Ultimamente il look
felino fa tendenza!»…«Ahhh, i gatti sono
sempre
andati di moda!...
…LE GATTE NON TI DICO, AHAHAHAHAHAH!»
Così iniziarono a trascinarla «No, vi
prego…!!...aiuto! Che cosa volete farmi? Ahhh!...
…i
miei bambini! Devo salvare i miei
bambini!!»…«…sta zitta: non
sei in condizioni
di dettar regole…»
Una porta si
apriva su un luogo buio, e il suo cigolio rivelava tre sagome in
controluce sulla soglia «Ma prego, miei prodi…fate
come se
foste a casa vostra!» annunciava una voce femminile dalle
andature serpiginose.
«Non
dircelo.» replicava uno scuro tono maschile, chiedendo
«Questa sarebbe casa tua,
Nami?»…«Ihmf!
E’ una casa come tutte le altre, non so cos’abbia
tu da
lamentarti!» ribatté la padrona di casa, facendo
ingresso
nel tamburellare dei suoi tacchetti, mentre accendeva delle luci
mortifere di cui alcune non resistevano e si fulminavano
«Sembra
che il povero paralitico abbia miracolosamente preso la
fuga.»
commentò quell’uomo dal volto candido celato dal
cappuccio
di una giacca umana «Su questo devo darti ragione!»
sottolineò l’insegnante strappando con un
po’ di
stizza un biglietto appuntato sul frigorifero. I suoi occhi sottili e
sprezzanti scorsero quelle poche parole, per poi scivolare in uno
scatto di fastidio «Fff! Quell’imbecille ha di
certo
trovato qualcuno che spinge la sua sedia a rotelle! Ma che a differenza
di me non la fa finire in un fosso. Quanto lo vorrei tra le
mani…p-per fargli fare la fine di questo
biglietto…»
…che stritolava e accartocciava senza la minima
pietà.
«Lo
credo…e scusa se entro.» fece lui, aggiungendo
«Un
marito che ti lascia…completamente abbandonata, in una
casa…bah, cadente come questa.» e destando
fastidio
malcelato sul volto tirato della donna «Per
giunta…portandosi via vostra figlia!»
infierì
IceDevimon. Ma udita quell’affermazione Asanuma
sbatté il
biglietto sul frigo «…adesso bando alle
chiacchiere! Non
vi ho invitati per farvi sputare sentenze sulla mia vita privata, sia
chiaro!!»
«…ma certo…a noi basta allietarci in
tua
compagnia…e sono convinto che anche la nostra insigne ospite
la
pensa così…vero?»
Passi
cauti, silenziosi, sostenuti da stivaletti neri si adagiavano con
prudenza, come se fosse suolo nemico, fra quelle pareti che di certo
soffrivano di desolazione e abbandono. Un abito completamente nero
aveva sostituito ogni festante sfarzo principesco…ora gli
occhi
di Violetta erano come fari, il suo sguardo quello di un animale
impaurito e prudente, e questo Asanuma lo notò
«Andiamo,
cara! Se pensi che i tuoi pargoli ci aspettino qui nascosti da qualche
parte ti sbagli…
…loro sono ragazzi! E un luogo come casa mia…ben
poco si
addice alla gioventù!»
«…assomiglia al limbo…» era
il sussurro che
restava della voce squillante di colei che ora intrecciava i suoi
capelli sotto il velo nero, di cui si teneva stretti i pizzi con mano
tremante: l’ultima nota di colore era il suo smalto
variopinto
scrostato «Non so se prenderlo come un complimento o
meno.»
commentò Asanuma, ed aggiungendo mentre chiudeva la lampo
della
sua borsa «Tuttavia adesso non è il momento di
perderci in
simili frivolezze: perché a meno che il nostro erioco
IceDevimon
non voglia deliziarci con una cena a base di Digimon
surgelati…!» (il diavolo di ghiaccio
restò
impassibile ma tradì un lieve sussulto)
«…noi tre
strano a dirsi dobbiamo pensare alle esigenze
più…elementari! Tu cos’eri abituata a
mangiare
nella tua...fortezza personale, PRINCIPESSA…?»
Violetta la fissò ad occhi sbarrati e impauriti, ma non
proferì parola. L’insegnante sfoderò il
suo sorriso
tagliente «Capisco, non vuoi dircelo per non mettere il dito
nella piaga: evidentemente sai che nessuna di quelle prelibatezze
potrò permettermela con miei quattro spiccioli,
giù al
supermercato. Però devo andarci lo stesso: il digiuno non
favorisce le idee!!» avviandosi a passo spedito verso la
porta.
Per poi voltarsi in ultimo «Mettetevi comodi…
…è casa vostra…
…!!» chiudendo alle sue spalle, e lasciandoli soli.
Violetta e IceDevimon si fissarono…quest’ultimo
pensò “…perché ha dovuto
lasciarmi qui con
questa macellaia? Io non ci voglio stare…”
«Ptsss!» fece la donna, e il diavolo
tagliò corto
«E-Ehm, mi pare di aver capito che se cerchi del cibo
c’è rimasto qualcosa ma…forse
è meglio
aspettare che
torni.»…«…Nami…
…ha
figli?!»…«Come?!» si
stupì lui, e lei
si fece più vicina «Intendo…la figlia
di cui parla,
tu sai qualcosa di lei? Con chi l’ha
avuta?!»…«Oh beh…
…con suo marito, ovvio!»
Violetta si
tirò indietro lentamente…i suoi occhi spalancati
e
sospesi potevano celare qualsiasi pensiero. IceDevimon
lasciò
cadere la giacca, e scivolò col suo passo gelidamente
soffice
lungo la casa «Nami è una delle tante donne che
hanno
fallito nel tentativo di costruirsi una vita e una
famiglia…io
l’ho adocchiata per questo: fin da dieci anni fa avevo notato
in
lei una particolare inclinazione all’astio…ma il
mio
operato era ostacolato da troppe buone intenzioni. Sai, io
sono…allergico all’amore, e sono molto pericoloso
per
cui…è bene che mi si lasci in pace
(!)…e che mi si
abbia come amico, piuttosto che come
nemico.»…«M-Maaa…adessooo…noi
tre
siamo amici…
…sì!
Siamo come i tre moschettieri…» definiva fissando
un punto
incerto di fronte a sé, accompagnandosi con gesti non del
tutto
naturali, che denunciavano la presenza di un substrato di turbamento.
Se poco prima sembrava una bambola senz’anima, ora
assomigliava
ad una bambola inceppata…restava ancora qualche vibrazione
del
suo antico funzionamento, ma l’uso eccessivo ne aveva
distorto
l’aspetto esteriore. IceDevimon preferiva non guardarla, ma
fissare avanti a sé e distrarsi con le sue memorie
«Nami
desiderava essere una brava maestra…ma ha un passato oscuro,
e
ha sempre guardato…con amore misto a sospetto i suoi giovani
alunni: non riusciva a perdonar loro che avessero una certa
età…che a lei era sfuggita. Poi ci fu il
cosiddetto boom
dei Digimon…» (Violetta in tutto questo sembrava
invece
molto interessata. Si distraeva solo per raddrizzare qualche quadretto,
o pulire col dito la polvere dai mobili) «…e
così
vide partire per Digiworld coloro che tutte le mattine sedevano al
banco per ascoltare la sua lezione. Quel momento…
…non lo
svelò a nessuno, ma fu emotivamente assai sconvolgente per
lei…»
Sull’ultimo aggettivo Violetta si sporse, per captare uno
sguardo
dagli occhi sottili del gelido Digimon «…un misto
di…malinconia, speranza e voglia di ringiovanire. Tenerezza
infinita, bluah, per quei ragazzi. Voleva chieder loro di portarla con
lei ma…non ne ebbe il coraggio, sicché
celò il suo
stato assai precario dietro un discorso…poco convincente di
doveri e responsabilità. Poteva ingannare tutti. Ma non me,
il
grande IceDevimon! Lei avrebbe sognato…come pochi altri
esseri
umani di divenire…
…l’idolo di quel viaggio, la maestra, la guida!
Quella da
cui i giovani domatori corrono…quando qualcosa va storto e
sta
calando la notte sul mondo digitale. Nami è
questo…»
…mentre la donna dalla camicetta impeccabile faceva ingresso
nel
supermercato, in un susseguirsi di gesti infastiditi fra cui
«Accc! Quest’orecchio mi fischia, ma si
può sapere
chi è che sta parlando di me?!»
«…quelle parole le rimasero strozzate in gola per
anni,
non fece che chiedersi come sarebbe andata la sua vita se solo quel
giorno ce l’avesse fatta…ad umiliarsi, per
così
dire, di fronte a quattro bambinetti sfrontati, scambiando i ruoli e
facendosi lei quella che, per una volta, chiede il permesso. Ma la
nostra Nami è orgogliosa, uhmuhmuhm! E quando vide i suoi
pupilli nello schermo televisivo, che proiettò le
biodigievoluzioni in presa diretta…generando un boato di
ragazzini urlanti in un’aula
scolastica…» portando
in bella mostra i suoi denti vampireschi grazie al suo sorriso beffardo
«…prese la sua decisione finale!! Una volta
sconfitto il
D-Reaper…avrebbe chiesto aiuto ai suoi Digimon Tamers di
scuola,
supplicandoli di farle conoscere i suoi amichetti digitali ed ospitarla
in un viaggio oltre il Digivarco. Poco fa ha confessato di
odiarlo…
…uhmuhmuhmuhm! Ma io in fondo so quanto le fa gola quel
mondo,
quanta gliene ha fatto da sempre! Il suo contegno da donna razionale,
che si pavoneggia in un contesto concreto e
quotidiano…è
esclusivamente una posa, uhmuhmuhmuhmuhm!»
…mentre ad una ad una cadevano nel carrello scatolette e
merci
mosse dalla mano frettolosa di quella donna perennemente infastidita,
che sembrava conoscere a memoria gli anfratti del supermercato. Ma era
una conoscenza che non concedeva distensione ai suoi occhi, non
liberandoli dall’intensa frustrazione in cui si specchiavano
sconti colorati…
«Però con la fortuna di tutti i
ritardatari…la
signora maestra ha visto i suoi piani sfumare, e il miraggio dei
Digimon…andare in pezzi come uno specchio, in quei pochi
secondi
che hanno segnato il corso del destino facendo sì che
venissero
risucchiati tutti all’interno di Shaggai, il famigerato
vortice
luminoso che salvò i due mondi!...a caro
prezzo…per tante
vite. Ma le vittime di questo olocausto sono famose, quasi tutti
ricordano il nome di Ryo Akiyama…
…che Rika Nonaka brillasse è storia conosciuta,
benché sepolta assieme alla sua purezza. Per Takato
Matsuki…ancora qualche curioso nostalgico si addensa dinanzi
alla porta del panificio. Ed Henry Wong…quello che gli
è
sfuggito coi Digimon…lo ha recuperato nella vita. Almeno
così sembra. Tutti: tutti loro hanno un posto grande e
piccolo
nell’albo struggente del passato, tranne una persona:
un’ombra…o forse sarebbe meglio dire…
…una maestra…»
…mentre nel corridoio del Grand’hotel a Digiworld
aleggiava un’ombra di dimensioni schiacciate, con
un’asta
tra le mani ed un cappello a punta…
Asanuma sembrava
aver acceso la miccia di un battibecco alla cassa del supermercato, con
tanto di pioggia dei suoi spiccetti…
Violetta si
interessò «Si è trovata un
fidanzato…?» e la cosa sembrò
riaccendere
un’impercettibile scintilla di curiosità nei suoi
occhi.
Si avvicinava ad IceDevimon con passo felpato, si esprimeva in soli
sussurri «E’ passato il principe sul cavallo bianco
a
prelevarla…?» chiese col tono eccitato di una
bambina che
attende l’emozionante seguito della fiaba. Ma lui coi suoi
denti
affilati sorrise «Le creature magiche al punto da poter
trasformare in una carrozza la sua auto usata…erano rimaste
confinate nel loro
mondo.»…«…ma non tutte! Tu
sei rimasto al suo fianco: sei…quello che si suol chiamare
un
veeero gentiluomo, IceDevimon!»…«Uhm!...
…non
potevo lasciarmela sfuggire, nella sua natura di antieroina convinta se
per i buoni è spazzatura per me è un esemplare
pregevole,
e senza macchia!!»…«…mai un
uomo mi si
è rivolto con simili parole…oh, IceDevimon! Tu mi
fai
arrossire…cosa darei perché qualcuno si
ricordasse di me
come tu hai fatto con lei…oh!
L’amore…è il
sale della vita…» commentava scuotendo il capo con
mani
alle guance, che riacquistavano velocemente colorito. IceDevimon
replicò «…e il rimpianto e la
frustrazione…
…sono benzina per Digivice malvagi come il
nostro!!»
materializzando con una magia ghiacciata quel congegno simile a un
cristallo…
…la
cui luce gelida brillò negli occhi di
Violetta…che
lentamente si apriva in un sorriso «…è
il vostro
romantico portafortuna?»
Ma la luce
glaciale presto si infranse, e a provare frustrazione fu lo stesso
Digimon che afferrò l’oggetto con i suoi artigli
«Purtroppo per il momento è solo un gingillo
spento e poco
utile!»…«Ma se tu imparerai a metter
fuori quello
che senti risplenderà come una stella…! Ohhh,
IceDevimon…tu sei troppo chiuso, devi lasciarti
andare…
…si vive
una volta sola e si deve sognare fino a esaurimento forze…
…ihihihi!» gorgheggiò la sua risatina
come un
flauto, fra le pareti crepate. Ma fu soffocata dalla rabbia della
creatura «Purtroppo!!...non siamo riusciti a recuperare il
carburante che speravamo su
Digiworld.»…«Andiamo…non
abbatterti, di
inciampare succede a tutti, andrà meglio!...
…iiincrociamo le dita!» facendo guizzare sulle sue
labbra
un sorriso di entusiasmo «Esattamente cosa cercavi che poi
non
hai trovato?»
IceDevimon
fissò avanti a sé «L’odio di
un
Digimon…
…!!!»
Quella parola
abbagliò gli occhi di Violetta. Il diavolo descrisse
«…rabbia sconfinata, autocommiserazione!!...
…DISPERAZIONE…
…non
esistono altri motivi che mi hanno spinto a stimolare Imagomon a
Digiworld, facendo leva sul tradimento presunto di sua
moglie.»…«Ma poi
com’è
finita…???...
…è tornata con lui oppure si è messa
con
l’amante?!...dai, dai!! Ihihi!» saltellando
«I gossip
mandano il mio umore alle stelle!»…«Non
credo,
francamente…che Imagomon abbia potuto sottostare a una
simile
sconfitta: è un Digimon
orgoglioso…!»…«Ouuh…»
fece lei
viso imbronciato commentando «…che peccato. E
così
a lei è rimasto campo libero con quel fusto…?
Dì
un po! Uhm! E’ quello tutto palestrato e con l’aria
da
motociclista il suo target, no?» sfregandosi le mani con
gusto,
ed aggiungendo «In questo caso come biasimarla!» ma
IceDevimon ebbe un moto stizzito «Infh!!...
…in
questo mondo vanno avanti solo soggetti del
genere!»…«Dai, non prendertela, la vita
va
così: Beelzemon ha senz’altro dalla sua parte un
fisico
tonico e robusto come piace a noi ragazze! Ma…»
rigirandosi il velo attorno al collo con agile gesto
«…non
possiamo certo restare indifferenti a un po’ di sano
buongusto
classico che ci propina un Digimon…dai poteri mozzafiato:
l’unica cosa che mi sfugge!...seee miii…permetti
di essere
un po’ curiosa è cosa non abbia ancora permesso a
questo
gingillo di funzionare correttamente.» facendo il suo tono
basso
quasi come mille orecchie indiscrete fossero nei paraggi
«Uhmf…» IceDevimon chiuse il pugno sul
Digivice di
cristallo, e Violetta insistette «Se è la rabbia
il
carburante di cui necessita non basta la tua, o-o quella di quel povero
maritino un po’ sfortunato?
Ih?»…«…!!
La mia non è rabbia, è gelida amarezza! Mentre la
sua
è…rassegnazione: Imagomon posto di fronte alla
verità ha preferito arrendersi e uscire di scena, non era
nella
sua natura una vendetta spietata nei confronti di chi lui
aveva…sempre amato, benché lei l’avesse
tradito.»…«Mmm, possibile che
dev’esserci
sempre…
…quel po’ d’amore, quel po’ di
lealtà e
antica fedeltà a rovinare tutto, caspitericchio?»
si
chiedeva Violetta nascondendo il suo volto dietro il velo saldamente
stretto, e passeggiando per la stanza «Basterebbe che queste
cose…puf! Sparissero come per magia anche solo per un attimo
che…ghghghgh! Tanti poveri sfortunati potrebbero
sgraffignare la
meritata soddisfazione! Senti IceDevimon fammi capire: ma se puta
caso…tu riuscissi a trovare quel Digimon talmente disperato
da
riempire il serbatoio di questo Digivice con il suo
avvilimento…finalmente digievolveresti, e non avresti
più
rivali? Diventeresti potentissimo? Più potente anche dei
miei
fig-ehm, nooo! Dicevo così per
dire!»…«Certo!!» il Digimon
serrò il
pugno con orgoglio «Io e Nami potremmo diventare una coppia
imbattibile: è ciò di cui ho bisogno, rabbia e
dolore a
fiumi per rigenerarmi! Un cocktail esplosivo…da consumare in
un
sorso e finalmente…il Digivice oscuro che ho progettato mi
consentirebbe di vendicarmi di quegli sciocchi: questa volta niente e
nessuno potrebbe salvarli!!...cadrebbero ad uno ad uno…
…DEFINITIVAMENTE…» scandì
come una sentenza.
“…sembra molto sicuro di quello che dice: e questo
non
è un dettaglio da trascurare! Certo…rimane pur
sempre il
problema del bersaglio: chi si potrebbe usare...?” si
interrogava
Violetta tormentandosi il mento.
(canzone: Anastacia
- How come the world won't stop)
«…avevo dimenticato questa
roba…» mormorava
Asanuma fra sé, mentre riempiva il suo carrello
«E’
la ventesima volta che faccio questo giro…possibile che sia
talmente stressata da dimenticarmi metà della spesa?
Mah…
…forse!»
In ogni
suo gesto sembrava esserci il fastidio per una vita che si ostinava a
proseguire, nonostante non avesse alcun pretesto, se non infilare il
dito in una ferita bruciante.
«Ihihi,
ciao ciao!» echeggiava tra le corsie del supermercato, e
alcuni
bambini gli rispondevano «Che buffa maglietta!»
quando lui
gli rivolgeva quel luminoso sorriso
«Ahhh…!»
sospirò Guilmon mentre spingeva il carrello con dei lievi
calcetti, visto che teneva le mani infilate nelle tasche
«Accipicchia quanta gente. Avevo dimenticato che la terra
fosse
così affollata, forse perché Digiworld ormai
è un
luogo desolato, e anche quando vai al supermercato incontri sempre le
stesse persone…» ma quell’aria un
po’ mogia si
riapriva presto in un luccichio emozionato degli occhi
«Passeggiare per le strade mi ha fatto venire una gran fame!
Ho
deciso che prima di arrivare a casa farò un po’ di
rifornimento, così sarà anche una scusa per
imparare a
comportarmi come un vero essere umano. L’atmosfera del
supermercato mi mette allegria, ihihihi! Mi verrebbe da comprare di
tutto. Però non posso: la Regina dei Digignomi mi ha
lasciato
qualche soldo, è stata molto gentile ma non posso
sprecarmeli
così. Mi debbono durare fino a quando non sarò
riuscito a
trovare un qualche lavoro stabile, di qualsiasi cosa si tratti!
Anche…» scrutando alcuni addetti
«…scaricare
pacchi al supermercato, ma sì in fondo perché no?
A me
piace far lavorare i musc---ihm! Accidenti, ricasco sempre nello stesso
errore: devo tenere le mani in tasca, ancora non ho dei guanti con cui
coprirle. Meglio essere prudenti…»
…la
punta delle sue scarpe da ginnastica da poco arraffate seguitava a
spingere le ruote del carrello, e lui a simulare una camminata sciolta,
e l’espressione disinvolta…a cui
all’occasione
sfuggiva l’accenno di un saluto a questo, o a quel
passante…e più d’uno lo guardava con un
pizzico di
curiosità, ma lui si limitava a replicare
«Buonasera!...bella giornata fuori, eh? Uhmuhmuhm!»
…ridacchiando sotto i baffi, letteralmente in quanto il suo
sorriso era contornato da una lieve peluria che a quanto pare aveva
preferito non radersi del tutto, e che ogni tanto richiamava un
fulmineo artiglio per grattarsela. Per poi scappare di corsa nella
tasca, e riprendere il giro…quel ruolo in incognito sembrava
alquanto divertirlo.
Ciò
che ignorava era la presenza di un padre e di un figlio nella corsia
attigua alla sua, di cui quest’ultimo domandava
«Sei sicuro
che sia stata una buona idea portarmi qui,
papà…?»
sempre a metà fra l’incertezza ed un metallico
orgoglio,
ma l’uomo accanto a lui si mostrava disinvolto «Ma
certamente! Voglio che tu sia in grado di giostrarti in ogni locale del
nostro quartiere, che tu ne conosca ogni angolo!» passandogli
occasionalmente la merce prelevata dagli scaffali…che il
ragazzino gettava nel carrello, senza porre grande attenzione a cosa
fosse, poiché più interessato ad altro
«Per
Takato…era così, questi luoghi non avevano
segreti?» ma il padre gli pose le mani sulle spalle
«Coraggio, Nakao! Non ha senso che ora tu parli come se fossi
un
estraneo.»…«M-Ma io mi sento un pesce
fuor
d’acqua,
papà!»…«Perché
ancora
nessuno ti ha riconosciuto: hai i capelli troppo lunghi, e ti coprono
il viso…» scostandogli delicatamente la frangetta
per
svelare occhi rossastri e tesi «…ma quando
qualcuno ti
additerà sbalordito, chiamandoti per nome…vedrai
che
tutto cambierà, ti sentirai importante! Sarà un
nuovo
inizio per te…»
Il ragazzino
spingeva avanti il carello…e intanto mormorava con un
pizzico
d’amarezza «Hai già…informato
tutto il
quartiere che mi chiamo Nakao…? Perché qualora
gridassero
un qualche altro nome…non sarebbe il mio.»
Erano più
o meno distaccate le occhiate che lanciava agli scaffali, come se tutti
quei prodotti gli guastassero la digestione.
Al di là
del fitto schieramento di lattine, c’era Guilmon che invece
scrutava con gusto, dovendo fare un po’ di sforzo a
trattenere
quell’impeto che avrebbe fatto del suo carrello una montagna.
Ogni tanto afferrava qualcosa, ma poi la ricollocava con un
“No,
dai!” accompagnato dal sorriso di chi sa che è
più
saggio accontentarsi.
Quella che non
sembrava divertirsi affatto era Asanuma, che brontolava «Per
giunta quella stupida alla cassa mi ha fatto persino tornare indietro,
adducendo la scusa che “non avevo pesato la
frutta”! Pensa
un po’ che ci si inventa in un supermercato per lavorare di
meno:
con tanti addetti in giro perché devo pesarla io?!»
Takehiro e Nakao stavano per sbucare dalla corsia.
Il
carrello di Guilmon fu spinto avanti, anticipando lui. Il ragazzino fu
lievemente urtato, fisicamente e moralmente, dall’arrivo di
quel
carrello, tanto che senza badare al mittente lo rispedì
indietro
con una certa violenza (fine-canzone)
«Oaaahhh-ahhh-ah!» Guilmon fu quasi travolto
«Accidenti, ma chi è che spinge un carrello in
modo
simile? Non è segno di civiltà! Adesso vado a
dirgliene
quattro, quasi quasi…!» avviandosi a passo
deciso...
«Tutto
bene, figliolo…?» chiedeva Takehiro. Nakao stava
per
voltarsi…
…quando
d’un tratto suo padre esclamò «SIGNORA!!
Ahaha, che
piacere vederla qui!!»
Asanuma
alzò gli occhi al cielo «…ah, ci
mancava, ora
quell’imbecille del padre di
Takato.»…«Non sa
che gioia!»…«Come mai è
così allegro
oggi, signor
Takehiro?»…«Beh…tanto per
cominciare a me fa sempre contento incontrare la maestra di mio
figlio.»
Ma quando
Nakao udì quella definizione, l’idea di
incontrarla
insinuò in lui un improvviso disagio «Oh
no!!» che
lo portò a scappare, conducendo il carrello con
sé.
«Ci
incontriamo quasi tutti i giorni…» alzò
le spalle
Asanuma con una certa indifferenza, e Takehiro «Sì
ma
oggi…è un giorno
speciale!»…«Cosa ci
sarebbe di tanto speciale? A me sembra un giorno come tutti gli
altri.»…«Perché non ha ancora
visto niente:
mi creda, rimarrà sbalordita! Quello che le
mostrerò…la riporterà indietro di
anni, la
farà ritornare
giovane!»…«Come?! Certo che
lei è proprio un bel maleducato, chissà suo
figlio da chi
ha preso!»…«Mio figlio? Mio figlio ha
nominato?
Guardi un po’ chi…
…oh? Ma dov’è finito?» si
stupì
l’uomo.
Nakao
corse dietro uno scaffale, piegandosi per non farsi vedere e coprendosi
con il carrello.
Guilmon
guardò un po’ attorno a sé
«Uh? Ma non
c’è nessuno. Possibile che il carrello sia stato
spinto da
un fantasma?» sicché con la sua consueta e umile
alzata di
spalle, tornò indietro.
«Naka-ehm!...Taka…
…accidenti!» Takehiro mostrava incertezza sul nome
col
quale rivolgersi, e Asanuma «Si sente bene signor
Takehiro?»…«O-Oh,
beh…sì
però…ci tenevo a mostrarle una
cosa.»…«Se lo risparmi, se credeva che
mi avrebbe
fatto sentire più giovane: niente è
più in grado
di farmi sentire giovane! Quelle sensazioni sono sparite:
così
come l’infanzia di Takato, e la sua istruzione visto che ha
abbandonato gli studi.»…«Oh
beh…sì,
certo…» piegò il capo l’uomo,
un po’
deluso mentre lei tornava ad afferrare le sue buste «Ora se
permette avrei molta
fretta!»…«Certo…sarà
per
un’altra volta…
…
…ma dove si sarà cacciato?»
Guilmon
passeggiava «Abbiamo anche i misteri! Uhmuhmuhm! Forse hai
voluto
farmi uno scherzo: sei stato tu che mi hai spinto addosso il carrello
per ricordarmi che ci sei sempre, anche se non ti vedo. Sarebbe
così divertente giocare insieme in un pomeriggio bello come
questo. Sono certo che metteremmo a soqquadro il supermercato, poi tua
mamma si arrabbierebbe perché le abbiamo ridotto la spesa
come
un colabrodo, ihihiii!...tu, tua mamma…
…è proprio un peccato che facciate parte del
passato.
Soltanto del passato ormai…» costeggiando quel
ragazzino
nascosto…
Nakao da dietro le sbarre del carrello vedeva solo le sue scarpe da
ginnastica, e rimaneva immobile, e teso. Guilmon
«Uh?» si
volse appena…
…ma poi alzò le spalle «Uhm! Meglio che
mi sbrighi.
Altrimenti non mi decido mai. Poi magari pensano che sto rubando e
qualcuno mi grida “mani in alto”! Allora
sì che sono
davvero nei guai, ihihihi!»
Takehiro giunse
in quel momento e afferrò per il braccio Nakao «Si
può sapere che cosa ti è preso?!
Perché sei
scappato?»…«I-Io
papà…!...
…non
avevo intenzione di vedere
nessuno!!»…«Ma come
sarebbe! Quella è stata la maestra di
Takato!»…«APPUNTO!!»
…affermò quel ragazzino con un’ardente
intensità nei suoi occhi del colore del fuoco «Mi
avrebbe…scambiato per un bambino che non esiste
più, io
non voglio interpretare un bambino che non esiste più! Io
voglio
essere un bambino che esiste
adesso!!»…«Lo so
caro…» l’uomo si fece vicino, ed
accostò a
sé quella testa di folti capelli neri
«…lo so, ma
devi capire…che le cose non sono semplici come potrebbero
sembrare. Se tu ed io fossimo soli non ci sarebbe niente di
complicato…ma ci sono altre persone attorno a
noi.»…«”Altre
persone”…!!»
ripeté Nakao con incisiva amarezza…
…mentre
Asanuma e Guilmon si accostavano l’un l’altro,
schiena
contro schiena, presso la stessa corsia…
«Sono certo che se mia moglie venisse subito a sapere che tu
sei
frutto…che tu sei il figlio, ecco
di…»…«Che io sono il frutto
di un
tradimento!!» Nakao gridò con fare
sfrontato…
…e alla fine Takehiro dovette accettare quella definizione
«…se lo scoprisse…sarebbe capace di
sollevare un
finimondo! Mie sembra innocua…ma ti assicuro che ha covato
anni
e anni un risentimento generato dal suo stato…di silenzio,
accettazione. Rassegnazione!...
…una persona che è stata sempre zitta e ha
accettato la
vita passivamente, mandando giù tanti bocconi
amari…può esplodere come un vulcano. E io non
voglio che
un’eruzione ci distrugga la casa. Io voglio tenerti
lì!
Voglio che tu occupi il posto che ti spetta. Ma per questo è
meglio aspettare, prima è il caso di farla affezionare a te
il
più possibile. Se crederà che sei Takato tutto
sarà più facile, e quando si sarà
abituata alla
tua presenza, e al tuo volto, tanto da dimenticarsi che un tempo nostro
figlio è cresciuto ed è stato un
ragazzo…sicuramente non vorrà più
separarsi da te,
scoprisse qualsiasi cosa!!»…«T-Tu
credi…che
sia così facile?» Takehiro sospirò,
replicando
«…non è facile. Non è facile
ma è
necessario,
Nakao!»…«Perché?!!»…«Perché
tu riprenda il posto che ti spetta di diritto!!...
…Takato
ha sprecato la crescita, non ha saputo sfruttare il dono degli anni che
si avvicendano: lui è rimasto paralizzato
all’infanzia…da quando ha perduto il suo Digimon,
Guilmon.
Tu puoi fare la differenza: grazie a te il tempo può
riprendere
a scorrere dal momento in cui si è
arrestato…»
Nakao fissava
suo padre senza dire niente: nei suoi occhi vi era
scetticismo…mescolato però ad un grande bisogno
di parole
a cui aggrapparsi, per dare un senso ai suoi giorni. I suoi occhi
esprimevano una supplica implicita. Ed il padre lo fissava
«…tu puoi restituirci la felicità che
ci è
stata sottratta. Abbiamo perso un figlio!!...i Digimon ce
l’hanno
rubato ma ora tu che non sei passato attraverso quel terribile giorno
della chiusura del Digivarco…puoi restituirci la gioia di
essere
genitori. Ti prego, Nakao…»
Le emozioni del
ragazzino erano sospese…Nakao sembrava chiedere aiuto ai
suoi
ciuffi corvini, perché lo nascondessero fino a renderlo solo
un’ombra sfuggente «…Mie
l’abbiamo fatta
cadere nella rete, ma ora abbiamo bisogno di soldi, di molto denaro! E
questo possiamo ottenerlo soltanto con la tua presentazione al
quartiere: tutti dovranno credere che tu sia Takato! La tua
trasformazione…sarà alla base di ogni iniziativa
commerciale, solo in questo modo potremmo risolvere il nostro problema
più grande: tu lo sai…che fra noi e la
stabilizzazione di
questa vita…
…c’è Takato: lui tornerà da
Digiworld da un
momento all’altro…e senza soldi a tappargli la
bocca
rivelerà tutto a sua
madre!»…«Ihmf!!
Takato…» strinse i denti il ragazzino, lasciando
filtrare
una stizza senza limiti «…perché
dev’essere
sempre in mezzo, perché deve rovinare tutto?!!...
…lo
odio, se lui non ci fosse tutto sarebbe così incredibilmente
perfetto, invece la sua sola esistenza compromette
l’equilibrio
di un mondo ideale…!!...
…ma
perché non sparisce per sempre, perché non se ne
resta a
Digiworld per tutta la vita?!!»
«Ho deciso
che una volta giunto a casa mi apparecchierò la tavola,
sarà come fare un picnic.» diceva il ragazzetto
moro,
mentre scorreva il suo artiglio tra i prodotti approfittando che
l’insegnante gli dava le spalle «Certo
sarà triste
stare da soli…» ammise mogiamente…ma
poi
guizzò di nuovo il buonumore
«…però con
tutta questa roba almeno mi riempirò la pancia e ci
penserò di meno! Ops? E guarda qui queste
patatine…maaamma, speriamo non costino tanto, io vado matto
per
le patatine: poi magari con una bella fiammata magica posso cuocermi
ciò che non-» ma i due si chinarono insieme,
finendo per
scontrarsi «Ooops!» Lui finì a faccia
avanti nello
scaffale. A lei crollò di mano il mucchio di cose che aveva
afferrato «Ma guarda cos’hai combinato, hai la
cenere al
posto del cervello?! Guarda! Si è aperta anche bustina del
latte, ora incolperanno me per averla rotta…!»
gemette la
donna. E lui «M-Mi dispiace! Non l’ho fatto
apposta!»
mentre cercava di scastrare la propria testa «Ahhh, non
c’è niente da fare! Voi giovani siete tutti
uguali,
siete…un caso
irrecuperabile!»…«L-Le ho
già detto che mi dispiaceee…»
mugolò il
ragazzo con la sua voce che favoriva quella nota rattristata
«Acc, diavolo: poche ore che sono qui e ho già
combinato
un disastro.» tirando fuori finalmente il suo capo, dal
ciuffo un
po’ spettinato «A-Aspetti! La aiuto a
raccogliere!»…«N-Non fa
niente…faresti
peggio!»…«Ma io dico sul serio: voglio
darle una
mano! Mi spiace di averle causato problemi!»
sicché si
precipitò a terra…
…ed
incurante delle conseguenze, si mise a raccogliere in fretta e furia
«Ecco fatto: uno, due…qui è tutta la
sua roba.
Oh!» ma si accorse troppo tardi di non aver prestato cautela.
E
la donna si insospettì «Che cosa hai fatto alle
mani…?»…«I-Io?! Niente!
(accidentiii…)
M-Mi scusi signora! Ho molta
fretta!»…«Aspetta!!» lo
richiamò
imperiosamente Asanuma.
Ma fu
inutile «Io devo andare!!» Erano bastati
pochi
secondi perché fuggisse lontano, con il suo carrello. E una
volta al sicuro, adagiò la zampa sul suo petto per placare
l’affanno e lo spavento.
Asanuma
però aveva registrato quel particolare nella sua memoria
«…quelle non sono mani
umane…assomigliano alle
zampe di un Digimon!!»
Guilmon ripeteva
fra sé «Oh mamma…! Sono davvero
disattento,
è meglio che mi sbrighi ad andare la cassa e fili via di
qui.
Non è il caso che vada tanto in giro fino a che non
avrò
trovato dei guanti. Che strano…il volto di quella donna che
ho
visto di sfuggita mi è sembrato familiare.»
Le
scarpette dell’insegnante solcarono la corsia in un passo
lento e
meditabondo «…quelle zampe…»
Le
ritornò in mente un ragazzino dai capelli
castani…e i
suoi disegni durante le lezioni scolastiche, che consumavano la punta
di una matita rossa…
«E
poi…il padre di Takato aveva quello strano atteggiamento.
Possibile che si tratti di…? Devo assolutamente
scoprirlo!»
Guilmon si
avviò verso la cassa…si sforzava a respirare
profondamente, chiudendo gli occhi e ripetendo a se stesso
«Calma…e sangue freddo. Non è successo
niente,
Guilmon. Solo un piccolo incidente.»
Ma
ignorava che gli occhi vigili di quella donna spuntavano dalla corsia,
intenti a spiarlo.
Mitsuo usciva
dalla stanza, chiudendo lentamente la porta. La sua espressione era
scura, il suo volto segnato dalle lacrime, quando in corridoio gli
venne incontro Jeri «Come sta la
signora…?»…«…adesso
si è
addormentata.»…«Signor
Yamaki…ci terrei a
farle sapere una cosa: che lei e sua moglie potete contare su di noi.
Per…qualsiasi cosa di cui abbiate bisogno, vi prego di non
farvi
problemi nel chiamarci.» Benché stanco,
l’uomo fece
un sorriso sinceramente grato «…ti ringrazio
Jeri…sei molto gentile a dire
questo.»…«Ma…cosa
dice…» la
ragazza si avvicinò, lasciando che il suo viso tracciasse
un’espressione gentile «…con tutto
quello…che
avete sempre fatto, e fate tuttora per
noi.»…«…non so più
cos’altro
potremmo fare, d’ora in poi. Riley è distrutta. E
comunque…
…ormai non abbiamo più un Digimon, il nostro
l’hanno ucciso: saremmo…solo di
peso…»…«Oh!» Quelle
parole colpirono
Jeri…
…e la spinsero ad abbassare lo sguardo, vagando nel passato
e
tra i ricordi. Mitsuo se ne accorse e mormorò
«…ti
prego di perdonarmi Jeri, non so più neanch’io
stesso
quello che dico.»…«Non…fa
niente.»…«…ti prego di essere
comprensiva:
per me Guardianmon…Defendermon, Hideki o in qualsiasi modo
lo
volessimo chiamare…
…era come un figlio.» Jeri fissò il
biondo uomo con
espressione profonda «…questo lo so: e mi dispiace
molto…infinitamente, mi creda…per
com’è
andata.»…«…ti
ringrazio.» Mitsuo le
adagiò un bacio affettuoso sulla fronte, per poi
allontanarsi
lungo il corridoio.
La ragazza rifletteva fra sé “Possibile che non ci
sia
nulla da fare per queste persone? Qualcosa…che anche di poco
possa lenire il loro dolore? Non mi rassegno…”
muovendo
dei passi, e lasciando vagare il suo sguardo pensieroso in
quell’arredamento di classe. Ma una delle porte era
socchiusa, e
dalla penombra spuntava un occhio verde ed un’ala bianca
«Quando sarà il momento di smetterla, con simili
ipocrisie?!» provocò una voce
«Oh!» Jeri
sussultò…
…ed il suo sguardo incrociò quello di Snowhitemon
«Quella gente ha sofferto molto, e davvero!» la
apostrofò con tono di rimprovero «Questo lo so
anch’io!!» ribatté lei decisa, e lui
«Ah
sì? Non si direbbe, visto che ti diverti a rifilar loro il
tuo
consueto spettacolino. Improvvisamente sei pentita, ti dispiace per
ciò che è successo? Forse…Mitsuo e
Riley
meriterebbero di sapere cos’è accaduto
l’altro
giorno, in quel momento in cui anche Orphanmon e i suoi compagni hanno
deciso di andarsene!» Jeri si irrigidì di colpo,
quelle
parole scossero con violenza le sue certezze.
«Mi pare
di ricordare…qualcosa. O per meglio dire qualcuno, che
affermava
che…
…era un loro problema se si erano affezionati a un Digimon
indegno e perverso, e qualora fosse ACCIDENTALMENTE perito in uno
scontro non avrebbe poi costituito una così grande perdita!!
L’ho forse
sognato?!!»…«Ah!!...ma quello era
prima!!» ribatté lei con convinzione «E
adesso…? Vuoi farmi credere che improvvisamente ti sei resa
conto che anche Guardianmon, magari, meritava di essere
perdonato…?»…«I-Io…!»
Jeri
serrò il pugno, ed affermò
«…sono sincera!!
Mi dispiace per quella gente e…forse Guardianmon non era
veramente cattivo!»…«Ohhh! Abbiamo un
cambiamento di
vedute.» ironizzò il minotauro…per poi
scivolare
nell’aggressività «…peccato
che io non ci
creda!!!»…«Che cosa vorresti
insinuare?!»…«Semplicemente…che
ormai non
credo più a una sola parola che esce da quella tua bocca,
Jeri!»
La ragazza si
sentì spiazzata, il suo sguardo d’improvviso
vagò,
mentre il Digimon infieriva «Per me tu sei solo capace di
raccontare frottole, e hai sempre uno scopo a celarsi dietro le tue
moine…!»…«Tu…!!...mi
stai offendendo,
non hai il diritto
di…!!!»…«DI DIRE QUELLO
CHE PENSO DI TE…? Oh…Jeri forse tu dimentichi che
io ti
ho assistito e salvato quando era tempo: sono perfettamente in diritto
di esprimermi come meglio creda. E anche di affermare…
…che mi disgusta vederti circuire quelle persone con premure
e
attenzioni false, quando nessuno qui può immaginare il
dolore
che stanno attraversando!!!»…«Io conosco
molto bene
quel tipo di dolore…!!» si difese lei stringendo i
denti e
serrando il pugno «…lo conosco bene…e
tu dovresti
saperlo…»…«So ancora
meglio…che tu hai
dimenticato completamente ogni insegnamento passato, e sei diventata
ambiziosa e
manipolatrice!»…«Se…!!...in
alcuni casi della mia vita ho fatto ricorso agli inganni per farmi
strada questo riguarda solo me, ho avuto i miei motivi, tu non hai il
diritto di interferire!!!»…«Ma ti ho
già
detto più di una volta che non ho neanche voglia di
assistere
passivamente e vederti raggirare come niente fosse gente onesta,
vecchie conoscenze, alle quali sono affezionato
anch’io.»
Jeri provava dolore nel sentirlo chiedere «Cosa
vuoi…?
Cosa speri di ottenere da quei due poveri disperati? Il loro Digimon
è morto, non ce ne hanno un altro da scaricare a te, di modo
che
tu possa finalmente toglierti quel sassolino nella scarpa che ti
tormenta da molto tempo: tu vuoi la soddisfazione di scacciare
Beelzemon davanti a tutti, così da fargli provare tutto il
dolore per cui ancora gli serbi rancore, quando non arrivi a
capire…
…che Beelzemon…che tutti noi in questi dieci anni
abbiamo
sofferto almeno quanto te! Non sei sempre tu al centro
dell’attenzione Jeri, anche noi abbiamo pianto e siamo stati
spogliati da tanti sogni!! Dovresti avere più rispetto per
gli
altri…e tenerti a distanza da chi ora soffre davvero, non ha
il
diritto di finire nelle reti dei tuoi numerosi
intrighi…»
La ragazza si
passò la mano tra i lunghi capelli, e fissò
avanti a
sé. Quelle pesanti accuse tagliavano come lame.
«Io non ti
permetto di insultarmi Snowhitemon!...quello
che…è
accaduto fra noi dieci anni fa non ti dà il diritto di
parlare
come se ci fossi sempre stato! Eh?!...
...è vero, abbiamo condiviso…attimi di terrore
all’interno del D-Reaper…ma chi c’era
con me, a
casa, quando mio padre si ubriacava talmente tanto che non riusciva
neanche più ad alzarsi dalla sedia?! I clienti venivano a
bussare alla porta, volevano sapere quando apriva il ristorante, ed
io…dovevo scendere e…inventarmi una scusa, ogni
sera una
diversa! E quando andavano via li vedevo ridere tra di loro,
perché avevano intuito l’accaduto!
Un’umiliazione
dopo l’altra, cosciente che ben presto avremmo esaurito i
nostri
pochi risparmi, e dopo dove saremmo andati?! Sotto i ponti?! Dunque chi
c’era con me allora…? Era terrore anche
quello…
…la paura
non deve avere necessariamente l’aspetto di un
mostro…o di
un Digimon! Bastano le pareti della propria casa, e io ti posso
garantire che…!...non sono più tanto sicura di
cosa fosse
peggio: se il D-Reaper…oppure la
crescita…»
Gli occhi
verdi di Snowhitemon la fissavano assorti, assomigliando a due smeraldi
nella penombra della soglia della stanza…
«In
quel tempo nessuno, né Digimon né essere umano
era con me
a confortarmi e a tenermi la mano. E’ stato difficile! Ma in
un
modo o nell’altro sono riuscita a resistere ed eccomi
qua.»
buttandosi i capelli indietro, ed affermando con orgoglio
«E’ vero, ho dei propositi per il mio futuro! Ci
tengo a
non restare più ai margini come quand’ero bambina
e
adolescente: adesso è diverso, voglio conquistarmi
ciò
che mi spetta,
a…»…«…qualsiasi
costo?!» la precedette lui. Jeri assunse sguardo di sfida, ed
il
minotauro insinuò «Attenta, perché chi
comincia in
questo modo…poi finisce come Violetta, l’hai vista
anche
tu.»…«Ahh! Cosa c’entro io con
quella
spregevole assassina?! Eh?!! Hai un bel coraggio, non conosci un limite
nel calpestare la dignità degli altri, è forse
così forte la tua frustrazione per il fatto che io non
ricambio
i tuoi sentimenti?!» ma gli occhi di Snowhitemon si
assottigliarono, sembravano esprimere autentico risentimento di cui lei
avrebbe avuto timore, ma si sforzava a fronteggiarli con
l’aria
di chi non ha mai paura «Senti chi parla…di
calpestare i
sentimenti: se me lo ha insegnato qualcuno è stata la
frequentazione con te, Jeri. Ma non ti illudere…
…per
quanto mi riguarda…quel sentimento che era sbocciato
appartiene
al PASSATO! Uhm? Devo essere più specifico? Io sono diverso
da
Takato, che oggi ha dichiarato…pubblicamente di seguitare ad
amarti nonostante l’effetto che ha avuto su di te il tempo e
la
crescita…»…«…io e
Takato…CI
AMIAMO…
…fra noi
esiste un legame che niente…e NESSUNO può
spezzare, cerca
di mettertelo bene in testa.»…«Questo mi
dispiace.
Per lui, perché nel momento in cui realizzerà a
chi si
è affiancato nell’illusione di ritrovare la Jeri
del
passato, subirà un trauma terribile e non gli ci vuole, dopo
quello che ha già
attraversato.»…«…le
tue parole non mi toccano…» bisbigliò
Jeri, facendo
i suoi occhi simili a coltelli ed affermando «…io
sono
sicura del suo amore.»…«Ah
sì? Ne sei davvero
certa…? Dillo, che lo consideri uno stupido, ti fai tanto
forte
perché lo credi un ragazzo di poca spina dorsale,
completamente
rammollito al ricordo del suo amore
d’infanzia.»…«Ora basta, mi
stai stancando, ti
stai facendo noioso, lo sai?!»…«No,
aspetta!!»
la trattenne lui saldamente per il braccio, con i suoi guanti bordati
di pelo «Non ho ancora finito…prima che tu ti
congeda ci
tengo a dirti che per un fatto di correttezza, dovrei informare Takato:
se fossi veramente un amico gli dovrei riferire ciò che hai
detto l’altra sera, quando l’hai definito come una
tua
proprietà!»…«Ah!! Se tu
facessi una cosa del
genere io…!!!»…«MA NON
PREOCCUPARTI, non lo
farò!»…«Ah!»
lasciandola andare con
poca grazia, e specificando «Perché nonostante
tutto…nonostante la vita sia passata sul mio carattere
modificandolo inequivocabilmente…mi rimane un briciolo di
lealtà, e disdegno questi sistemi: è meglio che
ognuno
scelga la propria strada in base alle proprie esperienze, senza
l’intromissione degli altri. Ma credimi: Takato si
accorgerà.» specificò, provocando il
dilatarsi
degli occhi attoniti di Jeri «Lui si accorgerà di
che
pasta sei fatta prima o poi, perché non è uno
stupido
come pensi!! E a quel punto anche per lui sarà tempo di
radunare
i frammenti della sua vita…e prendere la decisione
definitiva.
Io l’ho già fatto: non sfrutterei mai parole come
le sue
di oggi, quella che io amavo era colei con cui mi trovavo
all’interno del D-Reaper, e per quanto mi
riguarda…quella
bambina…E’ MORTA…!»
affermò piegando
il muso su di lei e fissandola con il suo sguardo perforante
«E’…tragicamente perita in quel
disastro, e la donna
che ho davanti non ha nulla a che fare con lei! E’ una
perfetta
sconosciuta che non avrà mai il mio amore, bensì
esclusivamente il mio disprezzo!!» al che lei
scandì
«Anch’io…!!...ti disprezzo
Snowhitemon…!!» volgendogli le spalle, e
allontanandosi a
passo deciso lungo il corridoio finché lui non la vide
entrare
nella sua stanza, sbattendo la porta.
(canzone: Gigi
D'Alessio - Dentro un cinema (strumentale) )
Jeri
sentì lacrime d’esasperazione affiorare ai suoi
occhi.
Si
gettò sul letto, dove Midramon stava
riposando…allungando
le sue unghie adornate dal french verso un Digimon dalla simile
sfumatura di viola. Sembrava averne bisogno come una bimba del proprio
peluche, ma aveva remora a portarlo vicino, poiché temeva
che si
svegliasse. Nascose il suo volto dietro i lunghi capelli, e
sussurrò «…io non voglio finire come
Violetta.»
Sembrava
far sforzo a trattenere le lacrime, impegnava ogni residuo di decisione
nel suo cuore «Una frustrata…sola e senza amici,
che si
diverte a tormentare gli altri. Io…non voglio essere come
lei. E
tu non mi sconfiggerai col tuo disprezzo…
…n-non ti basterà…calpestare il nostro
passato,
rubarmi i nostri ricordi in comune…»
…mentre anche Snowhitemon rientrava a passo lento nella sua
stanza…per poi sbattere la porta di scatto, con un gesto
magico
della mano, intriso di profonda indignazione.
«Anche senza più poter ripensare a quegli
istanti…che mi hanno dato tanta forza nel corso di questi
anni…io andrò avanti lo stesso!»
rivedendo le
immagini di loro due nel D-Reaper, per poi asciugare i suoi occhi
«Andrò avanti a testa alta, come ho sempre fatto!
In
questi anni non ho fatto altro…che rialzarmi sempre, un
colpo
dopo l’altro!...
…uno schiaffo dopo l’altro, per ogni batosta che
voleva
schiacciarmi io sanguinavo a terra…ma poi riprendevo i miei
frammenti sparsi, tamponavo le mie ferite e procedevo, più
forte
di prima!...
…questa è Jeri…
…e Jeri non si arrende mai, nemmeno di fronte ai nemici
più oscuri! A lei…non fanno più
paura…
…!!...non è più una bambina, sa
guardare negli
occhi le tenebre che vogliono rubarle il futuro…a lei non
spaventano…
…e non le impediranno di realizzare i suoi sogni! Di trovare
il
suo…
…cielo…!» nell’infrangersi
dell’orgoglio in tanta tenerezza, al pronunciare quella
parola
«…di riscaldare il
suo…amore!» pronunciandola
come una parola infinitamente bella e terribile, raccogliendo ora senza
paura quel Digimon e tenendolo stretto come se fosse un simbolo di
quell’amore «…che per lei…ha
unicamente il
suono di un nome: Takato…Matsuki…»
Sembrava pronunciarlo per star meglio, ed il solo suono di quel nome
restituì speranza ai suoi occhi
«Sì…!...Takato…Matsuki, lui
è quel
nome che dà senso a Jeri
…che…è la ragione di ogni sua azione!
Il motivo di
ogni sua scelta…la forza…
…propulsiva che la fa crescere, e che non l’ha mai
abbandonata, anche se lei non era cosciente di averla accanto!!
Sì…
…Takato…il suo nome è
come…aria per
respirare...» ed i suoi respiri si facevano impetuosi, come
per
chi ha rischiato di soffocare. Tanto intensi da far aprire
l’occhietto del piccolo Midramon.
«…e così si torna a vivere…
…a lottare…!» pronunciava Jeri
sorridendo, come se
realmente quei pensieri fossero un’iniezione di forza
«…s-siamo salvi…?»
accennò Midramon
«…oh?!» sussultò la ragazza,
mentre il
draghetto chiedeva «…dov’è il
mio
papà…?»
Jeri lo scrutava con tenerezza, mista a curiosità…
…mentre
sulla porta del Grand’hotel, Kazu esclamava emozionato
«Davvero tuo padre ti ha detto
questo?!»…«Uhm
uhm.» annuiva Diamon con un sorriso furbetto…che
celava un
profondo sentimento «Finalmente…il premio per i
nostri
sforzi sta per arrivare.» ammise il ragazzo carezzando la
mano di
lei, che chiedeva «Ma ci pensi amore mio? Potremo sposarci!!
Anche se…a pensarci bene ora il castello è
distrutto, e
non si addice molto ad un
sovran…»…«Non me ne
importa niente!!...non sono cresciuto che…fra le macerie:
soltanto l’amore è rimasto integro, e immune ai
terremoti.
Ti amo, Diamon…» mentre i Digignomi volavano fra
di loro
come angeli dell’amore, emanando luce tenue che si specchiava
negli occhi blu di lui e verdi di lei, entrambi tremanti di emozione
«…ti amo: e farò del mio
meglio…per te e per
i Digimon. Mi impegnerò al massimo…per fare onore
a
questo ruolo che mi è stato…così
generosamente
donato!»
Si scambiarono un bacio, nella sera del settore degli
orologi…e
lui guardò verso l’alto
«Grazie…Babamon,
Jijimon, cari vecchi amici! Per avermi indicato la strada, e fatto
giungere qui!»…«Sei felice, amore
mio?!»
chiese Diamon, e Kazu rispose senza dubbio
«…sì!
Sì, il poter essere al tuo fianco per sempre mi
rende…felice! E’ la meta che ho inseguito fino ad
oggi.»
…con eco del solito fido Guardromon
«…è la
meta…che ho inseguito fino ad oggi.» lanciando uno
sguardo
di felice condivisione al suo amico domatore (fine-canzone)
«Ahah!...caro parco di Shinjuku…»
sussurrava con un
dolce sorriso il ragazzo carico di buste del supermercato, tra le quali
celava le sue zampe artigliate «…hai sentito la
mia
mancanza in tutti questi anni? Ebbene eccomi…sono tornato da
te.»
Fermandosi per un
istante: la sera, come una madre gentile abbracciava il parco
cittadino. E lui era l’unico a dirigersi verso
l’interno,
mentre una moltitudine di bambini gli correva incontro, anticipando le
famiglie che si accingevano a far ritorno a casa, davanti alla tv.
«In questo
tempo in cui ti ho lasciato…ho imparato a camminare da solo:
così va per tutti, e infatti adesso sono io che
spontaneamente
torno a casa, Takato non ha bisogno di riaccompagnarmi al cancello.
Guarda tutti questi bambini, mi superano senza neanche vedermi, a
momenti mi passano attraverso come fossi un fantasma. Ma è
solo
perché ignorano che dietro la mia faccia…
…a
gran sorpresa si cela un Digimon dal passato! Uhmuhmuhm.»
Ma lui
invece ignorava Asanuma che svicolava dietro un albero, restando
appostata ad osservarlo, e ad ascoltare le sue parole.
«Mi
sento uno spirito, che torna qui per ricordare agli uomini il passaggio
della sua razza, così presto dimenticato. Infatti adesso
nelle
vetrine non ci sono più i nostri giocattoli come un
tempo…» commentava un po’
triste «Ma se
anche solo qualcuno avrà la sensazione di vedermi le zampe
al
posto delle mani…forse sorriderà al nostro
ricordo!
Magari anche quella signora al supermercato, forse è stato
meglio che è andata così! Può darsi
che abbia dei
figli che amavano noi Digimon, e se tornando glielo
racconterà
qualcuno di loro sarà
emozionato…penserà che
domani se esce avrà la possibilità di incontraci.
Ihihihiii…mi divertono questi pensieri: sono la mia unica
compagnia, mi aiutano a sentire meno la tua mancanza!»
Asanuma assottigliò lo sguardo “Non mi ero
sbagliata…è lui!!!”
«Tutti tornano a casa…chissà che volto
hanno i
bambini del tempo presente. Quali sono i loro sogni, chi sono i loro
idoli. Mah! Avrò molto tempo per scoprirlo: se mi
stabilirò qui avrò modo di mescolarmi alla gente,
e
varrà la pena di imparare nuove cose anche se
tu…purtroppo non puoi più tornare a rallegrare
questi
giorni. Ma tu avresti detto che era giusto andare sempre avanti: o
almeno mi illudo di conoscere i tuoi pensieri. E’ meglio che
vada: presto farà buio! Conosco il buio di questo
parco…come le mie tasche.»
Ma Asanuma
uscì da dietro l’albero, e quando il ragazzo fu
sufficientemente distante si espresse «Anch’io,
vivo qui da
una vita intera!!» apprestandosi a seguirlo.
Lungo il
sentiero circondato dagli alberi, il suo passo era eccitato
«Che
emozione! Finalmente rivedrò casa: mi sembra incredibile
poter
risentire l’odore, il freddo della pietra! Una volta
là
dentro non sembrerà di essere separati, sarà come
se tu
fossi lì a mangiare con me. Se solo potessi capire come mi
sento! Ma forse lo immagini: da dove sei ora hai accesso al mio animo,
leggi tutte le mie emozion…oh?!»
Ma
una volta presso la scalinata si arrestò. Le buste gli
caddero
di mano «E qui cosa è successo? Non è
possibile!» esclamò con una profonda delusione nei
suoi
occhi sguarniti.
Le
gambe tremanti si mossero insicure verso i gradini «C-Che
cosa
sono tutte quelle recinzioni? Qua c’era casa. Ne sono
sicuro…ne sono sicuro!!!» e la voce gli si rompeva
nel
pianto (canzone: Taylor
Swift - Back to December (acoustic) )
Gradino
dopo gradino, si dirigeva verso quella verità che lo rendeva
incredulo, e che lo portava a scuotere il capo ancora e ancora
«Non è possibile…»
Gli alberi
e i cespugli rivestivano interamente quella zona dove non vi era
più un blocco di pietra cubico ad erigersi nel suo mistero.
Guilmon, tornato sulla terra in veste umana, benché affamato
aveva dimenticato persino della cena, abbandonando le buste ai piedi
della scala là dove Asanuma giunse, non risparmiandosi di
curiosare «Ah, questo è persino avariato!
Oh?» per
poi però concentrare l’occasione sulla scalata di
lui…
«Non dovevano farci anche questo…
…perché? Non è giusto!»
oltrepassando la
recinzione, e crollando in ginocchio…là dove non
vi erano
che ciottoli. La grande ruspa troneggiava alle sue spalle
«Qua
sorgeva la mia casa…
…la…nostra casa di tanti giorni insieme! Quanti
giochi
divertenti…e adesso? Niente più!»
invocava con
occhi umidi rivolti alla luna «Il tempo se
l’è
portata via! Non più il suo odore, né il freddo
della
pietra potrò più sentire…sotto di me!
Ma
perché ci hanno fatto questo, Takato, questo luogo potevano
almeno lasciarcelo coscienti di quanto era stato importante!»
Asanuma dal basso desumeva “Non ci sono più dubbi!
E’ lui…
…invoca Takato…
…è il Digimon che lui aveva
disegnato…”
ricordandosi di modesto capolavoro a matita rossa
“E’ il
Digimon…che lo accompagnava!!” per poi tornare con
la
mente a quella tv…e al cavaliere digitale dal mantello rosso
comparso all’improvviso…
Le sue zampe artigliate non si capacitavano…seguitava a
sollevare quei ciottoli, come se per magia avesse potuto ricomporre il
luogo di un tempo «N-Non ce l’ho fatta! Q-Questi
lavori…» sollevando appena la recinzione
«…sono iniziati da poco, se solo mi fossi
affrettato sarei
arrivato in tempo!» mentre le lacrime scolavano
«E-E avrei
potuto rivederti! Casa, perché non mi hai
aspettato?!!»
piegandosi a faccia avanti sui ciottoli. Per poi sollevare il viso
«Adesso! A-Adesso…!!...
…sarò io che dovrò aspettare di
morire! Sì,
dovrò…aspettare che venga il mio ultimo giorno,
per poter
tornare con Takato in questo luogo! A-Anche senza di lui mi sarei
accontento! Avevo…fatto rifornimento di cibo e invece in
questo
modo…non voglio più mangiare.»
volgendosi
appena…
…tanto che Asanuma sussultò
«Uhmp!» e
sgattaiolò prontamente, schiacciandosi a schiena rigida
contro
il confine della strada.
«Ancora un altro…» disse Guilmon
lasciando andare
con disillusione il ciottolo «La mia
vita…è come
questo cumulo di sassi. Un pezzo dopo l’altro si stacca e va
a
raggiungere il mucchio. Oltre quel
cielo…c’è un
cumulo che aspetta me. E quante volte si vorrebbe essere un
sasso…» asciugandosi le lacrime col braccio
«…nell’attesa che una mano gentile ti
lanci
nell’abbraccio dei tuoi frammenti più cari.
Ma…casa…ancora non è il mio momento,
q-quindi ti
prego di…aspettarmi: la Regina dei Digignomi si è
impegnata assieme ai suoi piccoli amici per trasformarmi…non
posso ancora raggiungerti, anche se vorrei!... quanto…lo
vorrei…
…!!...» aggiunse in un sussurro pieno di
intensità
e commozione…lasciandosi andare al pianto mentre adagiava il
capo sul durissimo cuscino delle macerie del suo
nascondiglio…
…mentre
le mani di due ragazzi si intrecciavano in segno di conforto
«Sono così preoccupato, Henry…mio
fratello è
l’unico che abbia davvero bisogno di me dopo che è
sparito
Guilmon. Ma ora…lui sembra aver subito la stessa
sorte.»…«Non devi dirlo neanche per
scherzo, Takato!
Abbiamo udito qualche brutta
notizia?»…«No,
però…»…«Ecco,
questo basta e avanza:
dobbiamo continuare a sperare! Pensi che rimarremo indifferenti di
fronte alla tua angoscia? Che non ti venga in testa…
…domani stesso inizieremo le ricerche, avrà la
priorità! Non ce ne andremo da Digiworld finché
non
l’avremmo
trovato!»…«…ti ringrazio,
Henry!» esprimeva il giovane con occhi intrisi di gratitudine
«Sei…veramente un
amico!»…«Ma
scherzi?!...sai bene che ho fatto una promessa, da adesso in poi i
problemi di ognuno appartengono agli altri: non voglio più
cadere in quello sterile egoismo. Tu però…non
devi dire
che lui è il solo ad aver bisogno di te. E a noi tutti dove
ci
metti?» con eco di Terriermon sulla sua spalla
«Giusto,
Henry a ragione!» Takato sorrise «Ma
voi…siete
forti, potete cavarvela da soli. Ognuno ha la sua vita, la sua
realtà…»…«…tu
fai parte della
nostra vita…e di quella realtà, Takato: come
potremmo
stare senza di te…?» disse l’amico e si
strinsero in
un affettuoso abbraccio, con Terriermon che carezzava con
l’orecchio i capelli del giovane
«…momentai
Takato…sono sicuro che il tuo fratellino non è
lontano…»
…ma
questa scena, sui gradini del Grand’hotel, non sfuggiva agli
occhi di Cindermon: occhi piuttosto appenati “Accidenti, ma
perché quel ragazzino non si trova? Takato ci teneva
così
tanto…ahhh, non posso accettare di restare così
con le
mani in mano! Di non poter far niente per lui!” e seguitava a
guardarlo con malinconia…per poi volgere gli occhi verso il
cielo “…ma ora sono una nullità
digitale, sono una
principessa spiantata! Le mie possibilità si
riducono…nettamente!” piazzandosi le mani sui
fianchi
“Però forse…potrei anche…ma
sì, in
fondo che ci sarebbe di male…?” (fine-canzone)
«Tu sei
una domatrice di Digimon?»…«Uhmuhmuhm,
proprio
così…» rispondeva Jeri
all’incuriosita
domanda del piccolo Midramon, scrutandolo con dolcezza velata da
incertezza «Allora conosci il mio
papà!»…«Sì…!»
replicò la ragazza scostandosi i lunghi capelli, e
raccogliendo
delicatamente il draghetto «Io e il tuo papà ci
siamo
incontrati…molti anni fa. Sul suolo di
Digiworld…in un
periodo in cui...succedevano molte cose, ogni giorno era una
novità. Non c’era davvero tempo per
annoiarsi…» descriveva con una sfumatura
malinconica nello
sguardo e nel tono di voce, accompagnando delicate carezze con il suo
french «Non trovi che il mio papà sia il miglior
Digimon
fra tutti?!»…«Oh?...
…sì…è molto
forte.» replicò
con un paziente sorriso, ed il piccolo «A te che sei umana
non
piacerebbe avere un Digimon come
lui?»…«Oh
beh…!» la ragazza si alzò di scatto dal
letto, ma
il draghetto non le diede tempo di rispondere «Ma lui ha
già il suo domatore!! Mio papà me ne ha parlato
tanto, si
chiama Ryo! Lui è il più forte! Non ci sono altri
domatori umani in grado di tenergli testa, Ryo è il
migliore! Tu
lo conosci?»…«…uhm…
…sì…certo che conosco
Ryo.»...«Me lo
potresti presentare??? E’ da quando sono nato che vorrei
incontrarlo, potrei parlarne con i miei fratellini quando li
ritroverò! E tu? Come si chiama il tuo
Digimon?!»…«Oh, ehm…
…
…Leomon.»…«…fantastico,
sei la
domatrice di Leomon!! E’ un Digimon di fama
internazionale!!»…«Uhm…»
gli occhi
della ragazza si illuminarono in un sorriso pieno d’affetto,
che
accompagnò il sussurro «…hai ragione,
Leomon
è fantastico. E’ come…un
papà, gentile e
premuroso.»…«Ahhh, ma non
sarà mai grande
quanto il mio! Il mio papà è il migliore,
è il mio
mito! Sai? Devi sapere…
…che il
mio papà è sempre dolce con me. Prima di andare a
dormire…mi viene sempre a fare una carezza con i suoi
artigli, e
per farmi addormentare mi racconta storie epiche sui Digimon. Quando
faccio il cattivo fa finta di arrabbiarsi, ma in realtà non
mi
sgrida mai. Io con lui mi sento…al sicuro, quando sono fra
le
sue braccia sento che non c’è alcun pericolo che
possa
minacciarmi!»
…mentre la ragazza, sull’eco di quelle parole
avanzava
verso la finestra e scostava la tenda. Specchiando gli occhi nel cielo
stellato oltre i vetri lasciava che i suoi occhi si riempissero di
commozione e rimpianto, forse nel confronto fra la sua esperienza e
quella che udiva dal simpatico esserino «Il mio
papà
è unico…e mi vuole tanto bene! E’
così
buono, e affettuoso. Anche se ho tre fratelli…lui mi fa
sentire
sempre speciale. Tu hai fratelli?!...
…ehi! Jeri, parlo con
te!»…«…! Oh?...
…n…
…no. Sono
figlia unica.»…«Beata teee! Allora puoi
tenerti il
tuo papà tutto per te!» mentre lo sguardo della
ragazza
continuava a sperdersi…
«E’
una noia avere dei fratelli, vogliono sempre impicciarsi dei fatti
tuoi, non ti lasciano mai in pace!»
…quella parola sembrava condurla sull’orlo della
commozione…quando improvvisamente disse
«Midramon…ascolta: presuppongo che tu abbia voglia
di
rivedere il tuo papà.»…«Oh?
Sììì, non sai neanche quanto,
Jeri!»…«Allora…perché
non andiamo da
lui? Così gli diciamo che ti abbiamo trovato, lì
al
castello.»…«Mi porteresti da lui???
Grazieee, sei
fantastica!»…«Oh…»
la giovane sorrise
per il complimento, e quando alzò i suoi occhi questi
brillavano
di una luce speciale «Cyberdramon si trova qui, ti
sta
cercando da molto. Ho voglia di fare…qualcosa di bello, per
qualcuno!» così sollevò il draghetto
«Andiamo! Gli faremo una sorpresa: sarà contento,
non se
lo aspetterà! Tanto gli altri sono già tornati,
li
sento!» uscendo dalla camera, con rinnovato entusiasmo ad
animare
il suo passo “Ho tanta voglia di rivedere
Takato…poche ore
che siamo distanti e già mi manca!”
Cyberdramon
sedeva in solitudine sui gradini dell’albergo, e il modo in
cui
ripiegava le ali esprimeva una posa malinconica. Sembrava desiderare di
essere lasciato solo. Ma ovviamente quella pena non poteva sfuggire
allo sguardo del suo domatore, che poi stringeva gli occhi e si
massaggiava la tempia «Che cos’ha il tuo Digimon,
Ryo?» chiese la sveglia dal cappuccio rosso, ed il ragazzo
rispose «Oh? Purtroppo, in questi casi si tratta di problemi
familiari, Hagurumon.»…«Ha litigato con
sua moglie?
Come lo capisco!»…«No,
quello…prima, è
già capitato! Tanto che…fiù,
fiù!»…«Si sono
separati?!» sbucò
l’ingranaggio Hagurumon animato da curiosità, e
Ryo
sospirò «Solo adesso realizzo…che non
poteva andare
peggio di così: sarebbe stato meglio accollarseli
entrambi…magari con figli appresso come ha fatto Rika con i
cuccioli di Renamon. Ma quando arrivano momenti
difficili…restare separati non è mai un
bene…» smarrendo il suo sguardo sui gradini, su
cui mosse
un po’ stanco passo «E
pensare…» compiendo un
sospiro «…che adesso avremmo…bah, che
dire? Tutto
Digiworld da riorganizzare. Eh sì
perché…calcolando che…il palazzo
è stato
distrutto e l’esercito vi ha fatto ingresso solo da poche
ore…» riepilogava fissando l’edificio,
ma si vedeva
che compiva uno sforzo nel tenere assieme quei dati
«…Cyclemon & soci avranno come minimo
bisogno di un
supporto per…avviare le attività di ripresa.
Senza
contare che…non abbiamo la minima idea di dove siano finiti
i
nemici. E alleati: nemici e alleati! Se aggiungiamo a questo…
…che
abbiamo avuto una perdita. Di uno che era…prima una cosa e
poi
l’altra. Più o meno. E se ci mettiamo che ha
lasciato due
pseudo genitori-domatori in preda, che dire, alla
disperazione…acc, mamma! La testa…
…la
crema di…come si chiama? Hippocramon! Mi devo ricordare di
Hippocramon, ha detto…sera poi matti-no, mattina e
ser…»…«Ryo…»
si avvicinò
Clockmon «…io e Hagurumon eravamo venuti anche per
chiederti una cos-»…«Ah sì lo
so! No per quel
fatto del Bed’n’Breakfast credo che se ne
riparli…a
questo punto…a occhio e croce…a palazzo reale
ricostruito!»…«Ovviamente non
intendevamo
quello!» replicò Hagurumon aggiungendo
«Sappiamo che
le vostre priorità vengono prima d’ogni cosa:
perché sono quelle di Digiworld, del
resto!»…«Che spirito patriottico,
Hagurumon!»
commentò con un bonario sorriso il ragazzo, e la sveglia
seguitò «Assieme a Clockmon però
pensavamo
che…qualche volta sarebbe da pensare anche alle vostre
priorità: con “vostre” intendo
dire…quelle
personali, che vi riguardano! A tal proposito volevamo dirti
che…gli allestitori sono pronti. E devi vedere che addobbi e
decorazioni hanno portato, sono dei veri professionisti della festa,
abbiamo chiamato lo staff completo, come ci avevi detto!» Gli
occhi del domatore accolsero un’emozione speciale, quando
udì Clockmon continuare «Basta che tu ce lo dica,
e il tuo
matrimonio verrà fissato, Ryo.» “Il mio
matrimonio…” volgendo lo sguardo verso lo scenario
del
settore degli orologi, e alla solenne rotazione degli ingranaggi nella
notte, sulla sommità degli alti obelischi. Nei suoi occhi
azzurri sembrava riflettersi il ricordo del passato e il profondo
legame affettivo con quel posto “…anche in queste
condizioni è lecito pensare a se stessi? A dire il vero un
altro
disdirebbe tutto, visto ciò che è successo con
Guardianmon e lo stato precario in cui versa Digiworld. Ma
ciò
che mi aggrava maggiormente…” orientando lo
sguardo verso
la massiccia schiena del drago nero “…è
la pena che
sta vivendo il cucciolo! Mi sembra ingiusto che mentre suo figlio e
disperso io vada a divertirmi e a sposarmi. Ma posso venir meno alla
promessa che ho fatto a Rika…?...
…no…
…no, mi
spiace. Perdonami, Cyberdramon. Perdonatemi anche voi, signor Mitsuo e
signora Riley. Perdonami Digiworld per intero, che un giorno promisi di
salvare in tutta la tua estensione: ma benché sia cosciente
dei
miei doveri io non posso dimenticare l’attesa di una
ragazzina…che ora è una donna, ed è la
donna che
ho scoperto di amare. Rika ha sofferto tanto ingoiando mille bocconi
amari a causa mia. Ora non posso privarla di questo sogno: prima di
chiunque, adesso viene lei.” sicché si volse
«Ascoltami bene Hagurumon, anche tu Clockmon: ho
alcune…istruzioni da darvi.»
Proprio in quel momento giungeva Jeri con Midramon, sgattaiolando e
nascondendosi presso la porta d’ingresso «Ptsss,
restiamo
nascosti! Sentiamo cosa dicono…» coprendo la bocca
del
draghetto viola, nell’eccitazione per quella
sorpresa…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 35 *** Il piano di Jeri ***
Rika si era ritirata nella sua stanza e spazzolava i suoi riccioli
dinanzi allo specchio, sebbene ad un tratto un’esitazione
bloccasse la sua mano, come se si interrogasse sul senso di gesti
quotidiani come quello. All’immagine riflessa della sua
insicurezza, come spesso era accaduto nel tempo, si affiancò
quella della sempre impeccabile Renamon «Ti vedo pensierosa,
cara. A cosa stai
pensando…?»…«…penso
a tutto quello
che è
successo.»…«…ti
capisco.»…«…le immagini non
riescono ad
abbandonarmi.» descriveva la ragazza scorrendo delicatamente
il
dito sui denti della spazzola «…mi fanno pena quei
due
poveretti, e se mi metto nei loro panni…
…poi devo
affrettarmi a tornare nei miei perché onestamente non
resisto…»
Renamon le pose le
zampe sulle spalle «Capita la stessa cosa anche a me. Tu puoi
credermi.» al che Rika alzò lo sguardo, scrutando
la sua
Digimon attraverso lo specchio «E i tuoi figli, Renamon?
Come…stanno vivendo l’allontanamento del
padre…?»
Gli occhi
della volpe dorata si fecero sottili, e assorti nel sussurro
«…oggi è solo il primo giorno e ancora
vi sono
speranze: ma questi dolori purtroppo accrescono giorno dopo
giorno…ed è quello che temo…»
Nello
sguardo di Rika si leggeva l’impotenza per quella situazione,
affiancata a un’incessante, quasi stremante ricerca di una
via
d’uscita «…eppure si dovrà
pur fare
qualcosa…
…Imagomon
se n’è andato
perché…sopraffatto dal senso
di colpa, eppure non capisce che…!!» lasciando
andare la
spazzola sulla toletta «Le colpe non hanno senso in casi come
questi!!»…«Rika…!»
restò
colpita la Digimon, e la ragazza abbassò lo sguardo
«Scusa…è che a volte
l’esperienza che si ha
avuto riaffiora. Io sono cresciuta senza un padre, conosco quella
nostalgia tanto che adesso…non posso fare a meno di
rivedermi
nei piccoli Akirmon e Nymon.» Renamon sfuggiva con lo
sguardo,
come se si sentisse colpevole, ma Rika si alzò e le prese le
zampe «Ma lasciandomi andare alla malinconia per la mia
crescita
ho scordato per un attimo che…qui si sta parlando della tua
vita. E tu hai diritto di decidere ciò che per te
è
meglio, anche se…ascoltami bene…anche
se…
…questo dovesse costare della nostalgia per i tuoi
figli.»…«Oh!» la volpe dorata
sussultò, incrociando gli occhi della ragazza che le diceva
«…anche se fosse: è meglio
questo…credimi
Renamon, è meglio questo piuttosto che un’unione
falsa,
che non significherebbe niente. Un’unione senza
amore…
…nessun figlio necessita di qualcosa che non
c’è.»…«Io…»
iniziò Renamon muovendo qualche passo lungo la stanza, ma
d’un tratto disse «Senti, Rika! Per un momento
però
lasciamo perdere ciò che mi riguarda. Sono stata io a
crearlo e
io troverò la strada, in qualche modo. State sempre a
preoccuparvi…per noi Digimon ed ora siete reduci da una
battaglia per salvare il nostro mondo. Non vogliamo vedervi esaurire le
vostre forze, dovete capirlo.» Rika si scostò i
boccoli
in un gesto intriso di fascino, volgendosi verso lo specchio e
mormorando «…è curioso, detto da
voi.»…«…però
è
così.» replicò Renamon, facendosi
vicina a lei «Piuttosto…perché per una
sera, specie…una
sera come questa, così triste…non ci dedichiamo
invece
completamente a
voi?»…«Oh…» sorrise
e arrossì un po’ Rika, e Renamon
continuò «Anche noi Digimon ne abbiamo bisogno a
volte, per uscire dalla
nostra spesso controversa realtà. Non parliamo di me, amica
mia:
parliamo di te…
…se
non sbaglio…si sta facendo vicino un momento importante, Ryo
ha
chiesto di sposarti…» ma Rika a quel punto fece un
lungo
sospiro e disse «…Renamon…
…quanto a questo io…sinceramente…non
credo che
niente di quella fantasia possa tramutarsi in realtà. Almeno
per
il momento.»…«Oh?! Ma perché
dici
questo?»…«Ma…semplicemente
perché
ora la situazione è troppo precaria. Necessitiamo di
riorganizzarci…
…Ryo non mi ha detto niente, ma su questo lo anticipo io.
Sono
certa che abbia già preso la decisione…e fra non
molto
verrà a comunicarmela: è solo questione di tempo,
ci sono
abituata e lo accetto. Del resto…
…io sono io e non mi è successo apparentemente
niente,
mentre due persone, due nostri compagni hanno perduto qualcuno che era
quasi un figlio. Non avrei alcun diritto, di divertirmi mentre loro
soffrono.»…«Ma come fai a essere sicura
che
Ryo…?!» accennò Renamon, ma si
udì bussare «Permesso?! Posso entrare?!»
Rika sussultò, e con Renamon volsero simultaneamente lo
sguardo
alla porta. Era la voce di Ryo «Renamon…so che sei
lì! Per favore…puoi dirle un attimo di farmi
entrare?»
«…te l’avevo detto
Renamon…»
accennò la ragazza…che prima sembrava tanto
serena ma sul
momento non poté evitare di tradire del timore. Stava per
alzarsi e aprire ma Renamon la bloccò e andò al
suo posto «Ahah, sei insostituibile: quando si intestardisce
e non vuole
farmi entrare la mia unica speranza sei tu!» Ryo
salutò
la Digimon, per poi dirigersi verso la ragazza «Scusa amore
se
ti disturbo entrando in questo modo ma si può sapere come
mai
non sei ancora a nanna? Ohi: basta chiacchiere, eh! Lo dico a entrambe
ma cos’hai fatto tesoro mi sembri pallida ma hai mangiato
qualcosa? Ha mangiato?!» consultò Renamon, la
quale si
trovò alquanto interdetta
«Ehm…»…«Comunque
ora ti lascio
dormire e me ne vado solo cinque secondi ti chiedo di ascoltarmi circa
alcune cose: allora! Con Hagu e Clock ho parlato adesso e loro hanno
preparato tutto: allestitori, buffet, manca solo che noi gli diamo il
via! Tu sei sempre disposta a fare questo passo? Non è che
mi
hai cestinato?! Smack, ti amo!» ma dopo il bacio
restò la
sorpresa «Ma…Ryo…?»
boccheggiò la
ragazza, e lui «Cosa c’è?!»
chiese quasi con
timore…
…mentre l’espressione di Renamon si scioglieva un
lieve
benché visibile sorriso di sollievo…
«Hai incontrato un altro
ragazzo?!»…«N-No
è che…!»…«Un
Digimon!...ci avrei
giurato, sempre più tamarri ed ecco il
risultato!»…«Ma no, che dici,
è
che…!!...
…io…pensavo che…
…che avresti
rimandato.»…«Cosaaa?! Come ti
può essere solo saltata in testa questa stupidaggine! Scusa
tu
NON VUOI PIU’ SPOSARMI, Rika?»
La ragazza
lo fissò negli occhi, e quasi imbambolata replicò
«…non è questo…
…è per via di tutto quello che è
successo.
Questo…» spiegava mentre gli sorreggeva le mani
«…non è il momento adatto per
sposarsi…io
me ne sono resa conto.» ma a quel punto il ragazzo prese un
sospiro e si sedette sul letto «…ah, lo so. Non
credere
amore, quello l’ho notato anch’io, io sono il primo
ad
avere il Digimon con il…figlio disperso, e poi
c’è
la storia di Mitsuo e Riley, il regno da ricostruire. E
l’angoscia per l’operato
nemico…però…» rivolgendo uno
sguardo dolce
dai suoi occhi azzurri, e prendendo la mano della ragazza
«…io mi sono anche reso conto che non posso
più
aspettare: è vero, avrei desiderato un altro momento per
sposarci, magari pieno d’allegria, così da poterla
condividere con tutti ma se non è in vista che possiamo
farci?
Io…non voglio rinunciare ad essere tuo marito e se siamo
circondati da evenienze tristi…voglio affrontarle al tuo
fianco.
Sposati finalmente, non ne posso più del nostro rapporto
ibrido
“stiamo insieme, però non ci stiamo, siamo
compagni
però sì, però non”,
insomma…guarda
Henry e Rea, in fondo anche loro sono circondati dai nostri stessi
problemi! Però sono una coppia. Marito e moglie. Rika,
tu…
…credi di
esser stata la sola ad aver sofferto l’attesa per questo
momento,
e fai bene a darmene la colpa, lo ammetto!
Però…ti sbagli
nel pensare che anch’io non abbia dovuto mordere il freno per
tanti anni…io…
…ti volevo solo per me…» (canzone:
Charice - Always you) alzandosi, e carezzandole il viso
mentre Renamon li contemplava col rigore di un guardiano. E un amore
materno nello sguardo.
«…e ora vorrei sposarti, anche se siamo circondati
da
problemi. Ci
stai…?»…«…io…»…«…ti
prego, Rika! Dimmi che ci stai. Abbandoniamo il nostro rigore
granitico, una volta tanto! Lasciamoci
andare…»…«Io…
…
…ti
amo.» disse lei donandogli un bacio, contemplandolo con
profonda
emozione «…e non credevo che l’avresti
fatto. Non
credevo che mi avresti rivolto…queste
parole.»…«Allora è un
sì?! Posso
dirlo ai miei amici quaggiù, posso dare il via alle
danze?!»
Rika
sorrise, e rispose convinta
«…sì!» (e fu
visibile il sollievo di Renamon)
«Desidero
anch’io condividere tutto questo con te
Ryo…io…voglio sposarmi con te. Voglio essere tua
moglie…» così chiuse gli occhi...nel
gesto di
abbandonarsi e di donare se stessa a quel bacio, che anche il ragazzo
era incredulo all’idea di poter concedere
«Rika…»
Le loro labbra
erano così vicine, e ma quando furono a un passo
dall’incontrarsi «Aaaaahhh!!!» il ragazzo
si
portò la mano alla tempia «Ryo!!» lo
sostenne
Rika. E anche Renamon si mosse di scatto.
«Accidentiii…!!»…«Che
cos’hai?!»…«Ma niente,
è
che…!!...oggi in battaglia ho preso un colpo, una fiammata
nell’orecchio! Ecco le conseguenze del fatto che Cyberdramon
non
biodigievolve!»…«Senti,
Ryo...» disse la
ragazza, aiutandolo a sedersi sul letto «…ritengo
sia
giunto il momento di discutere assieme di un certo argomento: che ti ha
detto il medico?»…«Eh,
cosa?»…«…il medico, la
visita!»…«Ahhh! Beh che ho la
labirintite, ma te
l’ho detto!»…«Sì,
questo l’ho
capito! Ma finora non abbiamo avuto modo di discutere, tra una
battaglia e l’altra non ci fanno respirare ma è
importante
lo stesso! Come si è espresso, che cura ti ha dato?! Quali
prospettive di guarigione
intravede?!»…«Hi-Hippocram-cioééé…il
medico, mi ha detto cheee…c’è da avere
pazienza,
ovviamente! Mi ha dato un
farmaco…»…«Come
si chiama?!» Rika si alzò dal letto, e lui
«Ma non
mi ricordo, è scritto sulla scatola! Io sono un disastro coi
nomi dei medicinali!»…«No Ryo, non il
farmaco, il
medico! E’-E’ uno conosciuto, ci si può
fidare?!
Guarda che al locale giravano certi tipi che si spacciavano persino per
medici, dovevi vedere che loschi
figuri!»…«M-Ma
questo me l’ha consigliato un amico!! Non
c’è
possibilità d’errore!» ma il solo udire
ciò
portava Rika a sospirare, ponendosi le mani sui fianchi mentre lui
insisteva «Il medico!...Sakaguci, Sakagaci, i-il nome non me
lo
ricordo: mi sono lanciato lì come una furia per tornare poi
a
Digiworld!»…«E ho paura che altrettanto
così te ne sia andato, senza badare a ciò che ti
raccomandava! Ryo…andiamo, cerchiamo di ragionare: di
labirintite…ne so qualcosa, guarda che mia
nonna…anche
lei è da circa tre anni che soffre di un disturbo
dell’equilibrio che non le
permet-»…«Pfff,
sì ma tu mi porti l’esempio di tua nonna amore mio
abbi
pazienza! Io sono giovane non sono mica come tua nonna ma è
ancora viva tua nonna?!»
Rika si
guardò con Renamon in un’eloquente sospiro,
precisando poi «…direi che l’hai anche
vista: sei venuto a
casa.»…«Si ma quanti anni ha, ottanta,
novanta?!...
…no
perché…insomma è tua nonna da quel
dì, noi
eravamo ragazzini e girava tua nonna e già era vec-comunque!
Ora
con tutto il rispetto per la tua nonnina amore ma io sono un caso
diverso! Smack! Sono un uomo forte, tu devi avere fiducia in
me!» toccandosi il muscolo del braccio e affermando
«Questo vecchio domatore non lo abbatte nessuno, tu devi
pensare
che stai sposandoti con un uomo forte, mica con un rudere! Ti assicuro
che ho ascoltato il medico e vedrai, molto presto mi farò
passare la labirintite. Tu però non stare così in
ansia,
ok? Ti lascio. E va al letto, ragazzina! Renamon, controllala! Io mi
sento già molto meglio!» così si
allontanò
con passo baldanzoso, richiudendosi la porta alle spalle.
La ragazza si
abbandonò a un profondo sospiro, dirigendosi verso lo
specchio «Renamon…
…tu ed io
ci conosciamo da molti anni. Ma sono giunta alla conclusione che
nonostante tutto, qualcosa non ha funzionato. E sai
perché?...perché se tu fossi una vera
amica…
…ora mi
fermeresti!!» accompagnandosi con un sorriso ironico che
forse
celava gioia «E invece te ne resti impassibile, lasciando che
getti me stessa nella voragine di questo “fatidico
sì”: sto per commettere la follia più
grande di
tutta la mia illustre vita, stavolta ci rimarrò
sepolta!!» affermò riprendendo a prepararsi per la
notte.
Mentre
Renamon fra sé pensava “Temo per la salute di Ryo:
non
credo alle sue parole, per me sta mentendo!!”
Ryo era
rimasto nel corridoio e si ripeteva «Ce l’ho fatta:
sono a
un passo dal mio sogno! Ora niente e nessuno dovrà impedirmi
di
realizzarlo…la cura di Hippocramon! Devo fare in
fretta!»
sicché si precipitò in camera sua. E
ribaltò la
sua borsa con poca grazia, fino a ritrovare impigliata con
l’auricolare quella boccetta che sembrava contenere una
sostanza
antica e mistica: senza esitare ne spalmò un po’
tra le
mani resistendo al cattivo odore e alla viscida consistenza, per poi
passarsela fra i capelli «La salute deve stare ferma e buona
al
posto suo il giorno del mio matrimonio! Del resto…ho
aspettato
tanto, è giusto che mi faccia questo regalo.»
disse
sfiorandosi il viso e rivolgendo tenerezza alla sua immagine riflessa.
Gli sembrava di vedersi sovrapporre quella del ragazzino che era stato,
al quale disse «E’ per te che lo faccio.»
continuando a passarsi quella sostanza tra i capelli (fine-canzone)
«Sentito
Hagurumon? Ryo si sposa, che
emozione!»…«Lo dici a
me, Clockmon! Mi sembra ieri che era un ragazzino. Presto, diamoci da
fare!»…«Questi ragazzi hanno bisogno di
un
po’ di soddisfazioni con ciò che stanno
passando.»
si dissero i due Digimon allontanandosi lungo la hall nella loro
macchinosa avanzata.
Fu allora
che Jeri uscì dal suo nascondiglio «E
così…Rika si sposa.»
commentò fra
sé, ma il pensiero sembrava renderla titubante. Persino un
pizzico infastidirla «Uhm…!...Ryo non si
è fatto
scrupolo di attendere, eppure sapeva che c’è gente
che sta
soffrendo: Mitsuo e Riley hanno perso il loro Digimon, e
Cyberdramon…!!»…«Allora Jeri?
Prendiamo
papà alle spalle così gli facciamo fare un bel
volo?
Uhmuhmuhm!»…«Oh!» la ragazza
sussultò ricordando in quel momento di avere il piccolo
Midramon
tra le mani «Sì, adesso…andiamo da
lui…» accennò, ma poi notò
che qualcuno
stava arrivando «Ah! E’ Takato!»
sicché
tornò a ritirarsi tra il divano e la parete…
…proprio
nel momento in cui
«Takato!»…«…oh?»
il ragazzo
si volse stupito, e fu raggiunto da Cindermon «Ascolta:
ehmmm…scusa se ti disturbo, io…immagino che sei
stanco e
che avresti voglia di andare a dormire.
Peròòò…ecco, ci sarebbe: il
punto è
questo!» si espresse la ragazza digitale in un turbine di
gesti,
accomodandosi il ciuffo «So che tu forse penserai che sono
inopportuna e quasiasi cosa succeda sto sempre in mezzo come il
prezzemolo.
Peròòò…è anche
vero che
ti ho sentito parlare con Henry, con il qualeee…non hai
detto
poi cose nuove rispetto a quelle che hai detto prima con me, no?
Riguardo…tuo fratello, il fatto che sei molto preoccupato,
bla
bla bla tutto quel discorso, no? Ecco…così io mi
sono
detta: se lui non si trova…io potrei parlarne con mio padre.
Perché no, ora sfruttiamo l’utilità di
esser
tornati una famiglia! E lui, ti garantisco: possiede…reti ad
estensione sconfinata su Digiworld, senza contare che ora abbiamo anche
un esercito! Siamo a cavallo! Lui può sguinzagliare Digimon
a
destra e manca, e non è improbabile che lo ritrovino,
proprio
lui, tuo fratello!!»…«Ah, ma
Cindermon…!» provò ad obiettare
lui…
…mentre Jeri sussultava «Ahh!» e
Midramon chiedeva «Jeri, chi è quella
Digimon?...assomiglia a un essere
umano, sembra molto forte!»…«F-Fa
silenzio un
attimo!...fammi
ascoltare…»…«…scusa…»
«Perché nooo?!» si lagnava la giovane
dal ciuffo
rosso, ed il ragazzo replicò «Ma perché
tu hai
già tante cose a cui pensare, e tuo padre e tua sorella
altrettanto!»…«Che
c’entraaa!!! Io sono il
tuo Digimon!»…«Ma sei
anche…la figlia di
Cyclemon, e la sorella di Diamon!...
…loro vengono prima di me, e tu finora non hai fatto che
occuparti dei miei problemi!»…«M-Ma
Takato…io l’ho fatto con piacere. Lo
so…»
mugolava un po’ lei, sfregandosi i pizzi del manto avorio
«…forse mi rimproveri di essere stata una figlia
un
po’ testa matta, e una sorella non granché
affidabile!»…«Pfff…ti pare
che proprio io
mi metterei a pensare questo? Osservami, hai forse dimenticato che sono
un figlio che ha lasciato due genitori disperati…? Ed ha un
fratello disperso, per giunta, e non riesce a
trovarlo!»…«A-Apposta ti dico: fidati di
mio
padre!! Credimi!!...
…a-a parte che poi, a proposito di PADRI il fatto che tuo
fratello sia disperso qui non è colpa tua,
eh!!»…«Sì, però
è mio compito
ritrovarlo!» replicava lui pazientemente, e lei
«Poteva
anche scomodarsi lui a venirlo a
cercare!»…«Ora…questo non ha
più
importanza.» scosse il capo il giovane con espressione stanca
«Ascolta, io…apprezzo davvero quello che fai. Ma
non
posso approfittarne,
io…»…«A-ANCORA con
questa storia dell’approfittarsi? Ma è una
fissazione la
tua! E’ come quella volta dei soldi, se fosse stato Guilmon
non
ci sarebbe stato problema!»…«Ma Guilmon
non aveva
una sua famiglia!...era nato…
…dalla mia
creatività.»…«…
…ah.
Ciò vuol dire che in pratica io siccome ho un padre o una
sorella non sarò mai vicina a te come un vero
Digimon.»…«Oh?» il ragazzo si
volse
stupito, e lei sussultò portandosi la mano alla bocca
«OPS!...scusa…n-non so più neanche io
quello che
dico.»…«…Cindermon…»
Il ragazzo le
prese le mani…ignaro degli occhi attoniti di Jeri che lo
fissavano…
«…siccome temo che tu possa rioffenderti come
quella
volta, anche se sono titubante
accetto.»…«D-DAVVER---?!»…«…sì
(!) Ho troppa paura di restare senza di te in questo momento, lo
confesso.»
Cindermon non
sapeva bene dove guardare, e non trovando di meglio
«A-Acc…! Questo ciuffo…non vuole
starsene a posto,
dovrei passarci una piastra
elettrificata!»…«Non…fare
alcuna stranezza
di questo tipo, che poi finisce che resto senza Digimon! Cindermon:
però mi prometti che non ti annulli per me e pensi prima di
tutto al tuo regno?...
…è così triste vederlo
così…e anche
se non l’ho mai visto prima
d’ora…è sempre
brutto quando una casa crolla…
…e di tutti i ricordi, e le speranze che ha
ospitato…non
restano che rovine, e ciottoli...»
Cindermon
si fece più seria, e lo fissò con i suoi occhi
azzurri «…stai pensando a quello che è
successo prima che
venissimo a Digiworld, giusto…?...
…quella…pazza squilibrata che ha ucciso mia madre
ha
anche buttato giù il nascondiglio di Guilmon!»
sibilò con risentimento, ma Takato scosse il capo fissando
avanti a sé «…tanto lo avrebbero
abbattuto
comunque: era previsto.»…«Vorrei vedere,
con me in
giro! Ma sai che…DESTRO che gli mollavo a tutti quegli
operai?!
Li facevo morire abbrustoliti sotto le mie
foglie!»…«Uhm!...sei carina a dire
questo.»
si volse lui a sorriderle, e lei «…faccio
solo…il
mio dovere. Di Digimon…» piegando il capo con
un’aria ingenua che rese Takato assorto…forse
permettendogli di ritrovare qualcuno del suo passato in quel viso di
ragazza dagli occhi azzurri…dopodiché lui disse
«…beh, allora…buonanotte. E
grazie!»
allontanandosi.
«B-Buonanotte…
…Takato.» per poi sollevarsi il cappuccio del suo
manto,
ed alzare le spalle «Maaamma, sto fusa alla grande!!! Devono
essere queste luci al neon, è meglio che me ne vada al
letto!!»
Ma quando se ne
fu andata, Jeri emerse di colpo dal divano. Il suo volto era spiazzato,
spaventato. Un affanno scuoteva i suoi respiri
«…non
è possibile, è peggio di una persecuzione!!!...
…ma
perché si deve intromettere sempre, perché
è
sempre in mezzo!!»…«Jeri! Di chi stai
parlando?»
Ma la ragazza era
troppo angosciata per badare al draghetto, e si passava la mano tra i
capelli «…ah, se adesso riesce a ritrovare suo
fratello…lui le sarà grato a vita!!
Così…
…non può
andare, che posso
fare?!»…«…Jeri, mi
ascolti?!»
La ragazza camminava nervosamente, non sapendo in che direzione
spostarsi.
In quel momento
qualcuno bloccò la giovane dal ciuffo rosso
«Scusa,
Cindermon.»…«Ihhh!!! Oh mamma
Cyberdramon mi hai
spaventato, lo sai?!»…«Ti prego,
scusami: non
intendevo. Piuttosto…stammi a sentire io non è
che sia un
impiccione abituato a origliare i dialoghi…che non mi
interessano! Però ti ho sentita inavvertitamente chiedere a
Takato il permesso di farti aiutare da tuo padre, nella ricerca
del…fratellastro.»…«Mmm…sì,
e…sì: corretto! Ohi non lo chiamare
così!»…«Beh ma
è…»…«E’
il fratello capito?
FRA-TEL-LO! Mi raccomando perché Takato ci tiene
tanto!»
Jeri si era piegata dietro il divano, per rimanere in ascolto.
«Ecco insomma
volevo dirti…non è che per caso tuo padre
può
scomodarsi anche per il mio
Midramon?»…«…ah
già è vero tuo figlio!!! No scusa è
che sai io con
tutti questi pensieri! Ma certo!»…«So
che avrei
potuto chiederlo a Ryo però…avrai visto anche tu
che in
questo periodo nel momento in cui finisce la battaglia fra noi cala,
calaaa…come dire? Cala un velo di diffidenza.
Sarà che
non mi sono ancora fatto una ragione del fatto che lui, mentre io ero a
spezzarmi la schiena per instradare i miei figli verso una vita retta e
onesta…» puntualizzato con didascalica alzata
dell’artiglio «…lui sulla terra faceva i
suoi
sporchi comodi! Trafficava ragazze, guadagnava denaro in modo
illecito…»…«Trafficav…TRAFFICAVA
RAGAZZEEE?! Forse trafficava CON ragazze nel sensooo…beh!
Non
stiamo qui a specificare MA NO CHE TRAFFICAVA LORO, nel senso che
faceva commercio, e-eh beh!»…«E cosa ne
sooo,
tutto è possibile!»…«Ohi
bella, ma
Cyberdramon?! Ma che ti sei fumato qualcosa di troppo per
caso?!» fece Cindermon con una punta di rimprovero, e lui
allargò le braccia
«Perché?»…«E’
IL TUO DOMATORE,
non far finta che siate illustri conosciuti perché non sta
in
piedi!»…«Tu dici che io per il solo
fatto di
essere il suo Digimon dovrei fidarmi di lui? E se lui mi
tradisce?»…«Non “per il solo
fatto”,
ma per il fatto che lo conosci! VI CONOSCETE, e comunque bello mio
guarda che chi parla tanto di tradimenti poi è il primo che
li
mette in pratica!»…«C-Che cosa vuoi
dire?! Io con
mia moglie sono stato…un marito
E-SEM-PLA-RE!»…«Sì: esemplare
nel senso che
sei il TIPICO ESEMPIO del marito mascalzone, perché sono
tutti
così come te!»…«In fondo un
uomo ha le sue
priorità!»…«Tu non sei un
uomo -numero uno-
ma sei uno che critica pure gli uomini quando invece dovresti chinare
un po’ più la testa con il tuo domatore, guarda
che Ryo lo
conosco anch’io, è una persona onesta!
Sì
d’accordo che è un po’ malandrino, ma
qui chi
è senza peccato scagli la prima
pietra!»…«Ahhh, insomma! Mi sono
stancato di star
qui a sentire una novellina che cerca di darmi consigli! Io sono un
Digimon storico, sai?» precisò con le mani sui
fianchi «Sono all’attivo da molto, molto
più senso di
te!»…«La
“NOVELLINA”, qui, è
una che se vuole ti fa un mazzo grosso quanto il doppio del tuo sedere,
che già è grosso di suo visto che non
è esercitato
benché tu dica di essere
“ALL’ATTIVO”, ma
all’attivo in un altro senso e so io quale!! Mica
all’attivo per
lavorare!!»…«Iiio ho sempre
dato tutto me stesso per fare quello CHE E’ GIUSTO! Non
permetto
a nessuno di criticarmi: non l’ho permesso a mia moglie,
né lo permetterò mai ai miei figli quando
cresceranno!»…«Bravo!! Applauso,
così
entrerai nella top ten dei padri da mandare al diavolo! No no
complimenti Cyberdramon: fa un po’ come il papà di
un
certo domatore di mia conoscenza, che stavamo poco fa a dire che ora
dobbiamo farci il coso per cercare il fratellino a Digiworld la colpa
chissà di chi è! E tu lo stesso: ecco infatti
perché ci sono i dispersi!» volgendogli le spalle,
ma lui
la trattenne afferrandole il manto con gli artiglio «Vuoi
forse
dire che Midramon e gli altri miei cuccioli si sono smarriti per colpa
mia?»…«E-Eh, non lo so fai un
po’ te: finora
ti sei mai dato da fare per sapere dov’erano, che cosa
facevano?!
Hai messo da parte l’orgoglio verso tua moglie? Potevate
unirvi
assieme e cercarli ma no: uno come te non mette mai da parte
l’orgoglio, sei il tipico…MASCHIO che fa roteare i
gioielli di famiglia sì ecco non sei un uomo, sei un
MASCHIO, e
semmai io dovrò aver vicino qualcuno spero non sia mai un
maschio come te! Fortuna che in giro c’è di
meglio,
eccome!!» allontanandosi, mentre lui borbottava «Ma
senti
un po’ che presuntuosa: ora sarei io quello che ha la colpa
perché i miei figli si sono dispersi. Ceeerto, come no:
quando
quei bricconi anziché aspettarmi con pazienza a casa hanno
pensato di andarsene a zonzo. Ah ma quando li ritroveremo mi
sentiranno, dovranno imparare la lezione per avermi fatto preoccupare
in questo modo!» incrociando le braccia…
«Jeri!
Che cosa dicono? Non riesco a sentire! Sembra la voce del mio
papà!»…«…mmm, no
no, ti stai
sbagliando!» replicò la ragazza…che
intanto
scrutava cautamente da dietro il divano…
…per poi abbassarsi e trarre le conclusioni
“…le
stesse parole di mio padre, sembra di sentir parlare lui! Di
sicuro…Cyberdramon non avrebbe scrupolo di piantare in asso
i
suoi figli come fece mio padre al mio ritorno da Digiworld, dieci anni
fa. Mi costrinse a raggiungerlo in taxi, anche se ero solo una bambina:
voleva darmi una lezione per essere partita senza il suo permesso, che
non mi avrebbe mai dato. Pfff…padri imbevuti di loro, che
credono sempre di sapere cosa è giusto, incapaci di
comprendere
le esigenze di noi figli! Il solo per cui mi
dispiace…è
Midramon, lui pensa che suo padre lo accoglierà a braccia
aperte, ha fiducia in lui. Ma io so come viene ripagata questa
fiducia…” alzandosi in piedi, con sguardo fisso ed
espressione determinata “…e non
permetterò a
Midramon di provare una simile delusione.” «Ho
cambiato
idea…»…«Ma come? Non facciamo
una sorpresa
al mio papà?»…«Ehm! Devi
sapere che prima,
inavvertitamente ho sentito che è
uscito.»…«Come uscito?? E quando
tornerà…?»…«Presto…!
Ti
assicuro, presto, e quando sarà gli faremo una sorpresa!
Però adesso torniamo su, sai cosa faremo? Organizzeremo uno
scherzo ancora più grosso, così quando
tornerà
proverà un bel sussulto al
cuore!!»…«Sììì,
voglio far
saltare il cuore del mio papà!»
Ma
la giovane assottigliava gli occhi “A Cyberdramon
salterà
davvero il cuore, e non sarà il solo! Sono stanca di tutte
queste ingiustizie…!!” sicché si
diresse a passo
rapido lungo le scale. Incurante del fatto che Beelzemon si stava
affacciando nella hall «Jeri!...Jeri!!» ma fu
inutile, la
ragazza procedette lungo la sua strada.
«Niente
da fare, non mi sente neanche. E’ talmente presa dai suoi
pensieri…che non si cura nemmeno del fatto che sia tornato
salvo
dal castello.» ammise il nero motociclista, in una sfumatura
di
delusione nel suo sguardo.
Una mano
femminile attingeva stuzzichini dal piatto, a seguire lo stesso gesto
ma da una mano inumana e dal colorito candido «Una sola
curiosità Nami…dove hai comprato questa roba
(gulp!)…altamente prelibata? Per caso…al
supermercato che
penso io???» intonava il cupo Digimon con una sfumatura di
disprezzo, a cui seguiva un sospiro annoiato dalla donna interpellata.
Quando ad un tratto «IceDeeevimon! Hihihihihi!» una
voce
flautata richiamò il loro sguardo. Costei sostava in piedi
con
un piatto di cui andava molto orgogliosa «Uhmuhmuhm, ho
preparato queste polpette apposta per te, lo sai?»
(inevitabile
sguardo impaurito del Digimon, mentre le portava a tavola)
«Desideravo davvero…avere l’opinione di
un Digimon
illustre come te sulla mia
cucina.»…«Avremo di
sicuro molte occasioni per
provarla.»…«Ma io lo
desidero adesso…» mormorava lei dai riccioli
castani,
facendo il suo tono fiatoso e cercando di orientargli gli occhi nei
suoi «…su, fammi
contenta…»…«Ma non la senti,
IceDevimon…?» ironizzava Asanuma
«Andiamo, che
aspetti…? Che cos’hai, PAURA per caso?!»
Il Digimon
deglutiva mentre fissava quelle polpette dall’aspetto un
po’ atipico, che invece facevano brillare gli occhi di
Violetta,
che appoggiava i gomiti sul tavolo e si sorreggeva la testa con i pugni
«Uhmuhmuhmuhmmmm!» contemplando in attesa che
compisse il
fatidico gesto “Francamente ignoro cosa possa contenere un
intruglio simile: e a dirla tutta ho paura di scoprirlo!”
«Va bene…io ci ho provato ad esortarlo, ma se non
ce la
fa devi pazientare: ognuno ha un suo limite in questo
mondo…e in
quello digitale, ahahahahah!» se la rideva
l’insegnante,
mentre Violetta faceva espressione mogia ma sussurrava «Io
comunque non mi arrendo: prima o poi farò in modo di farti
apprezzare la mia cucina!» IceDevimon si chiese
“Che
cos’è, una minaccia?!!” mentre
l’autrice
finì per…avventarsi sul suo stesso capolavoro
culinario,
divorando le polpette a grossi morsi e suscitando il disdegno da parte
dei suoi due spettatori (anche lo sgomento, da parte di lui)
«Oh, andiamo…un minimo di contegno, anche se non
ci
vedrà di certo qualcuno da questo buco
d’oscurità!» commentò
Asanuma, e IceDevimon «Comunque davvero,
Nami…questa casa è ancora
più oscura del mio covo infradimensionale. Con la pecca
aggiuntiva di essere…sprovvista di condizionatore
automatico.»…«Potevi prestarmi il tuo
prima che ti
distruggessero la baracca!» rimbeccò
l’insegnante
(ottenendo come risultato che lui sputò nel piatto)
terminando «…io non posso
permettermelo.»…«N-Ne
esistono di economici! Mi posso informare!» intervenne
Violetta
con la bocca piena, ma Asanuma la liquidò con uno sdegnoso
«…lascia perdere,
resisteremo…»
(IceDevimon: “Parla per te!”)
«Piuttosto…» riprese l’austera
insegnante…spizzicando con noncuranza gli stuzzichini di sua
probabile creazione «…indovinereste mai chi ho
incontrato?» IceDevimon alzò gli occhi al cielo
rifilando
un annoiato «…tuuuo
marito!»…«Pfff,
ahahahahah! Non so come faccia a venirti in
mente.»…«Soltanto
perché…paradossalmente visto il fatto che siete
separati…non fai che pensare a
lui.»…«Devo
correggerti mio caro…se fossi sposata con il tipo che ho
beccato
oggi al supermercato…a quest’ora altro che
condizionatore
automatico! Sarei ricca! Vivrei del riflesso…
…della
sua stessa fama! Benché dall’ultima volta
l’abbia
trovato…un tantino
cambiato!»…«Mmm!!!» Violetta
fece cenno con
la posata visto che aveva la bocca piena, sicché
provò ad
accennare «Qualche attore fascinoso del cinema che
è
ricorso alla chirurgia estetica?!!» (ma la reazione di
IceDevimon a quell’entusiasmo fu un ulteriore conato
«Puahh!!!...scusate.») «Ahahah! No,
acqua!»
corresse Asanuma (e IceDevimon si versò letteralmente
l’acqua per deglutire) «Io mi riferisco a una
celebrità che per cambiare aspetto…ha dovuto
farsi
tagliare e ricucire i suoi dati!»
Parole che
destarono un lampo nello sguardo degli altri due, e
l’esclamazione di Violetta «Un
Diiigimon?!»…«Incredibile ma
vero.»
replicò ironica Asanuma, aggiungendo «O
più
corretto sarebbe dire…un disegno! Sì!»
stirandosi
lungo la sedia «…un disegno destinato a essere
sequestrato perché realizzato in orario scolastico! Almeno
in
teoria, ma si sa: negli anni passati giravano insegnanti fin troppo
indulgenti…con i loro ragazzini oziosi e perditempo!
Sicché quel disegno è potuto arrivare a casa e
magicamente prendere vita!»
Violetta dilatò gli occhi più che mai…
…mentre
IceDevimon chiedeva non meno stupito «Ma non starai parlando
mica di…?!»…«Certo! E chi
altri se non
lui?!» fece l’insegnante sbattendo le posate con
una punta
di disprezzo. IceDevimon tinse di rabbia il suo sguardo, e
mormorò cupamente
«Guilmon…!!!...nient’altro
che il…bastardo che mi acquisì la prima
volta!!!»…«Ebbene, ha fatto ritorno in
patria.
Uhmuhmuhm, peggio per lui, avrà una brutta sorpresa quando
il
mio caro ex-alunno Takato tornerà e lui scoprirà
che…
…non
sopportando la nostalgia si è procurato un'altra Digimon:
questa
non l’ha disegnata! Abbiamo…potuto tutti
apprendere che si
tratta della figlia di alte cariche. Takato stavolta non si
è
limitato a un umile cartoccio, ma si è fatto il suo
calcolo…quando si dice che tutti sviluppano una certa
avidità col tempo…»
“…Guilmon è
tornato…!!!...allora non era
mortoooo!!!” esclamò Violetta nei suoi pensieri,
mentre
Asanuma accennava «Non…dici niente?...
…ehi, parlo con te! Principessina…sei fra
noi?!»…«Uhm? Eh? Ah…perdonami
Nami, ma tu
parli di “principesse” quando guardami, eccomi
qua!»
alludendo al suo abito nero «Il nome più adatto
per me
sarebbe Cenerentola!»…«Cenerentola
Rossosangue…lo vedo ancor più indicato!»
Violetta si ritirò con sguardo impaurito, come se volesse
proteggersi da quello stesso appellativo. IceDevimon intanto fissava la
maestra seduta accanto a lui «Cosa volevi dire circa il fatto
che quel babbeo…ha cambiato
aspetto?!»…«Uhm! La cosa più
sorprendente:
ora sembra un umano!...
…e dire che mi ha anche combinato un disastro con la spesa!
L’avrà fatto perché così
spera che Takato se
lo riprenda. Ma detto fra noi stento a credere che lo farà,
oramai il giovane panettiere non è più un
bambino, anzi:
a guidicare da come va in giro sembra sentirsi un vero latin
lover!» mentre iniziava a sbucciarsi una mela
«Ormai ha
preso il volo…spiacente per il povero Digimon,
rimarrà
senza domatore! In ogni caso posso assicurarvelo: il nuovo aspetto non
gli serve, figuriamoci che non è neanche completo! Si
riconosce…da lontano un miglio che è lui: stessa
goffaggine…analogo cattivo odore…
…quel
Digimon è un povero buono a nulla…!!»
scandiva
Asanuma con rabbia crescente, mentre affondava il coltello nella mela,
e IceDevimon commentava «Sono d’accordo.»
pulendosi
signorilmente la bocca. Asanuma incalzò
«E’
uguale…!!!...al suo domatore…e quella principessa
truccata da punk non è da meno di loro!!! Un bel terzetto di
falliti che vale per
passato…!!...presente…!!!...E
FUTURO…»…«Non ci
sarà nessun
futuro.» disse IceDevimon alzandosi e posando il tovagliolo
«Perché questa volta Guilmon non mi
sfuggirà: lo
eliminerò, salderò il conto rimasto in sospeso
per dieci
anni. Aspettate e vedrete. Con permesso…»
allontanandosi…con il suo portamento elegante impreziosito
dalle
ampie ali da cui scrollò ghiaccioli. Asanuma lo vide sparire
dietro la porta, accompagnandosi con un sorriso per poi commentare
«…pfff! Povero fallito!...
…sembra
aver fretta di beccarsi la seconda batosta! Quel Guilmon è
un
idiota, non ci piove, ma lui contro gli idioti ha una sfortuna
particolare: non c’è sfida!...
…mi senti quando parlo?!...
…ehiii!
Sei entrata in uno stato di trance?! Guarda…te lo dico per
esperienza: è inutile che pensi ai tuoi figli, loro ormai si
sono ribellati, vogliono cestinarti!...
…li hai persi…!!!...
…tanto vale che li cestini altrettanto nella tua
memoria…se non l’hai già
fatto…
…ahahahahahahah!» sbattendo il tovagliolo con
un’aspra risata, e congedandosi.
Violetta rimase
sola «…Guilmon è tornato ed ha assunto
aspetto
umano…
…ma cosa sarà venuto a fare qui sulla terra???...
…devo assolutamente indagare…»
sicché si
alzò…
…stringendo i denti per fare attenzione a non strattonare
con la
sedia, che rimise…scrupolosamente a posto…
…si mosse in punta di piedi costeggiando il
frigorifero…e
all’occasione buttando giù un po’ di
polvere che si
era addensata.
Si
inoltrò nel buio corridoio…sbirciando Asanuma che
nella
sua stanza cercava di stirarsi per distendere i suoi muscoli, e si
accingeva ad andare a dormire in una successione di gesti annoiati. Lo
sguardo di Violetta si adagiò spontaneamente su quel
cristallo
di ghiaccio adagiato sul comodino…
…che
l’insegnante raccolse e contemplò fra le sue mani,
sfiorandolo col dito ed affermando
«…qui…i disegni
dei bambini si trasformano in Digimon sensazionali! Mentre io non ho il
diritto nemmeno ad un potenziamento, che possa rendere il mio un
po’ più utile e meno incapace!»
Udite quelle parole, Violetta si dileguò…
…seguitò ad avanzare
nell’oscurità, facendo
a se stessa cenno di silenzio con un dito di fronte alle
labbra…
…si
premurò che nessuno la stesse
osservando…così che
afferrò di scatto la borsa, aprì la porta di
casa…
…e stando
bene attenta a richiudere senza far rumore, si affrettò sul
pianerottolo con i suoi passetti svelti.
Il piccolo
Midramon socchiudeva i suoi occhietti, prossimo ad addormentarsi sul
letto di Jeri la quale nel frattempo fumava e passeggiava per la
stanza…ma scomode e amare parole riaffioravano alla sua
memoria…
“Attenta,
perché chi comincia in questo modo…poi finisce
come Violetta, l’hai vista anche tu.”
“Ahh!
Cosa c’entro io con quella spregevole assassina?! Eh?!! Hai
un
bel coraggio, non conosci un limite nel calpestare la
dignità
degli altri, è forse così forte la tua
frustrazione per
il fatto che io non ricambio i tuoi sentimenti?!”
«…io non sono come Violetta!» ammise
Jeri
incisiva, gettando la sigaretta e poi pestandola «Io sono
diversa da lei. Semplicemente sono una persona che sa quello che vuole.
Che non sopporta più che siano sempre i traditori, a doverla
sempre e comunque aver vinta!...
…sono qualcuno…che si è stufato che le
siano messi
i piedi in testa! Stufa di vedere…sempre lo stesso film
ripetersi, a distanza di anni! Gli attori sono
diversi…»
lanciando uno sguardo al piccolo Midramon «…ma la
morale
non cambia.» rivolgendo poi gli occhi verso
l’altro, e
meditando tra i passi «Cyberdramon…non si merita
che suo
figlio si umilii tornando da lui che altro non vuole che rifilargli un
rimprovero. Ha avuto tempo per cercarlo, poteva adoperarsi per
ritrovarlo! Ma adesso ormai l’ha perso! E’ inutile
cercare
di rammendare ciò che si è strappato. Io non lo
consegnerò a lui, terrò per me il fatto di averlo
ritrovato. Mio padre…» avanzando verso la
finestra, e
specchiando il suo volto serio e intransigente nel vetro
«…non si meritava che io tornassi a testa
bassa…completamente prostrata dal dolore, che lui ha finito
per
accrescere fino a consegnarmi al D-Reaper! Avrebbe
meritato…che
fossi scomparsa per sempre, meritava di non aver più mie
notizie!!» serrando i suoi pugni «…di
crescere col
senso di colpa che io fossi lontana e in pericolo: questo e
nient’altro sarebbe stato pari a ciò che ha fatto!
E
invece io…» riprendendo a passeggiare
«…mi
sono umiliata, mi sono fatta trattare come un pacco postale! Da dar
via, ma poi da richiedere indietro quando la coscienza brucia troppo!
E’ esattamente così che lui ha fatto: prima mi ha
liquidata con la sua freddezza, poi si è atteggiato a padre
disperato quando mi vedeva incatenata da quel mostro. Per poi
riprendere a trattarmi come se fossi invisibile, una volta tornata
libera. E’ inutile, i genitori sono tutti uguali e i Digimon
non
fanno la differenza!...
…ogni
essere vivente, da qualsiasi materia sia composto…diventa
vittima di egoismo e finisce per far del male! Io sono una
domatrice…quindi sono nemica di tutto questo: mio compito
è ripristinare l’ordine e la giustizia, e non mi
fermerò sicuro di fronte a certe scene lacrimevoli! La
nostalgia
di Cyberdramon…per me è niente, quelle nella mia
banca
dati sono schedate come “lacrime…di
coccodrillo”, il
cui sapore sciaguratamente conosco fin troppo bene!!»
scandiva
con disprezzo…per poi volgersi, passarsi la mano fra i
capelli e
fare il suo sguardo assorto, intravedendo opportunità
«Terrò il piccolo con me: e nel
frattempo…
…all’insaputa dei miei compagni
elaborerò un piano
che possa permettermi di…neutralizzare…una volta
e per
sempre la nostra nemica…Violetta.» Avanzava
sfregandosi
le mani, quella prospettiva sembrava allettarla
«…la
presenza di quella donna mi infastidisce: essa rappresenta
l’icona…di una fallita, di una persona che non
è
stata abbastanza forte da realizzarsi! E non sapendo tener duro ha
assunto il ruolo di un essere spregevole…che si fa strada
mediante l’uso della forza. Non può evitare di
suscitare
in me…un misto di inquietudine…
…e odio,
e disprezzo sconfinati: deve sparire. Del resto è una nemica
di
Digiworld, eliminarla è mio compito. Sono una Digimon
Tamer…» indossando il guanto che fungeva da
marionetta…
…ma
immaginando che si trattasse di un bazooka, per tendere un colpo
immaginario verso l’infinito «…e ce la
farò,
un modo troverò, anche se non mi aiuterà nessuno!
Così finalmente Takato e gli altri non potranno che essermi
grati: avrò eliminato la più grande minaccia che
Digiworld abbia mai fronteggiato…tutti i Digimon non
potranno
che sentire un vincolo di riconoscenza nei miei confronti! E i miei
compagni…una volta per tutte saranno in dovere di ammettere
la
mia superiorità. Sì….io sono molto
migliore di
loro. Loro sono…costantemente distratti, e non perdono mai
di
vista i loro affari personali! Solo io dispongo della
serietà
che esige una missione come la nostra. Soltanto io…
…so cosa
sia un’operazione in cui si rischia la vita…in cui
possono
esserci delle perdite, soltanto io!! E quanto ho sentito stasera ne
è la prova: Rika & Ryo, i due “domatori
leggendari” pensano a convolare a nozze, quando oggi stesso
un
Digimon degno di rispetto ci ha lasciati! Ormai è
lampante…e io sono abbastanza grande per poterlo ammettere:
i
miei compagni…sono degli immaturi. Non fanno che prendere
sotto
gamba le missioni, e non realizzano che Digiworld richiede
dedizione assoluta…!!...
…io
intendo dargliela…in onore del vincolo contratto con questo
mondo molti anni fa, quando il grande Leomon mi scelse fra mille esseri
umani come sua domatrice!...Digiworld ed io siamo legati da un filo
indissolubile, ed io prometto che in onore di Leomon
liquiderò
Violetta. Non riserverò sorte migliore ai suoi figli, quelle
creature violente e abiette!! Ripristinerò la
pace…
…ma tutto
questo, non potrà mai realizzarsi finché
avrò
Beelzemon al mio fianco!» bloccando il suo passeggiare, nella
decisa affermazione «E’ inutile tapparsi le
orecchie per
non sentire: io l’ho udito molto chiaramente! Ha ammesso che
gli
torna sgradevole avermi come domatrice, e che prova disagio nel corso
della nostra biodigievoluzione!!...con lui non potrà mai
sorgere
un’unione fruttuosa: ma questo…non
bloccherà di
certo il mio piano. E a tale proposito…
…ho
un progetto…» volgendosi verso
Midramon…che si era
addormentato, e sfoderando a poco a poco un sorriso soddisfatto
«…tu neanche puoi immaginarlo, ma riguarda te e
tuo padre
assai da vicino: se tutto va bene…finalmente mi
libererò
di molte fra queste propaggini scomode in un colpo solo.»
Iniziava
così a prepararsi per la notte…le sue dita
scorrevano
lente tra i bottoni della camicetta, sciogliendoli…mentre
con lo
sguardo fissava più in là, aleggiando fra i
progetti che
stava accuratamente ponderando «Non illuderti,
Cindermon…!! Questo non è un
palcoscenico…preparato perché tu possa incedere
sola,
sotto la luce dei riflettori!» incurante del fatto di aver
lasciato la porta socchiusa, che ora si muoveva lentamente
perché qualcuno stava entrando
«C’è qualcun
altro, e da molto più tempo di te…che ti
impedirà
di strapparti indebitamente il titolo dell’eroina della
situazione!!»
La figura appena giunta parlò «Amore, sei
qui?!»
«Oh!!»
Jeri sussultò riconoscendo la sua voce, e si
piegò su se
stessa per non mostrare la camicetta aperta (canzone:
Laura Pausini - You are)
Takato se ne accorse «Ti prego…scusa se sono
entrato in
questo modo! Desideravo darti la buonanotte…solo ora mi sono
liberato, qui sotto ho incontrato il signor
Mitsuo!!»…«N-Non fa
niente…»
replicò la ragazza timorosa (approfittando della sua posa
per
nascondere Midramon sotto al cuscino) «Hai ragione, sono
stato
un vero villano! Se vuoi…vado
via!»…«N-No!
No aspetta Takato è che io---!!!» scattando in
corsa per
sedersi di fronte alla toletta…
…e
riabbottonarsi gli abiti, solo quando l’ebbe fatto
rialzò
il suo viso pallido. E guardò il ragazzo riflesso nello
specchio. Il giovane era emozionato «…stavi
andando a
dormire…?...
…ti capisco…io se vuoi saperlo sono timoroso
quanto te in
questi contesti. Però…» facendosi
più
vicino (lei che lo vedeva avanzare nello specchio iniziò a
tremare) «…ora…penso anche che stiamo
insieme
e…a poco…a poco…dovremmo imparare a
conoscerci. E
non avere…pudore di noi stessi…
…no?» Le parlava con molta
delicatezza…la stessa
con cui scorreva il dito sul braccio di lei, che pronunciava solo
«…Takato…» a metà
fra il bisogno di
lui e la paura. Il solo contatto con lui la portava a stringere gli
occhi, ad essere quasi a un passo dal pianto, come se le mancasse il
respiro. Lui se ne accorse…e ritirò la mano
«…ti…dà fastidio? Ti sembra
che io sia
troppo
irruento…?»…«…no,
ma…
…è-è che non mi aspettavo! Pensavo
fossi…già andato a
dormi-»…«Anch’io pensavo tu
fossi già
al letto! Ma non volevo concludere la giornata senza salutarti: qua non
mi fanno respirare, non mi fanno stare con te!! E io…ne ho
bisogno, credimi amore mio!»
Jeri
piegava il capo, si sentiva in vivo disagio. E lui si destreggiava in
quell’insicurezza tra l’avanzare e il ritirarsi.
Per poi
passarsi la mano fra i capelli «Forse…capisco che
sei
stanca. Non avrei dovuto
disturbarti…»…«No,
aspetta!!» lei si volse, e confessò
«Takato, non
è questo! E’ che io non…!!!...
…come posso dirti…io…
…n-nonostante…tutto quello che…tu sai
bene…
…seguito…
…a nutrire…una…profonda
insicurezza…circa
me stessa, tanto più accentuata da…!...
…tutte quelle che sono state…le mie esperienze.
Tu non
sai, in quei contesti si dicono tali e tante
cose…» al
che il ragazzo la fissò con stupore velato di slancio
protettivo…e si accovacciò di fronte a lei
«E’ vero, non so nulla. Ma allora pensa altrettanto
a me,
sarebbe la prima volta che…sperimenterei il mio fisico. Il
mio
fisico che ne ha passate tante, sotto certi aspetti: ignoro che effetto
possa fare a una ragazza come te che…» scorrendole
la
mano tra i lunghi capelli «…sa che cosa sia
l’intimità con un…bel
ragazzo.» al che lei
assunse sguardo ansioso, smarrendolo altrove «Ah,
Takatooo…!...
…ancora con questa sfiducia nei tuoi confronti!»
al che
lui accennò un sorriso e disse
«…già: mi
sembra di risentire uno dei nostri dialoghi durante
l’adolescenza.»
Jeri
chinò il capo, evitando di guardarlo. E lui le si
accostò «Me l’hai detto tante volte che
dovevo farmi più
coraggioso, avere faccia tosta con le ragazze. Ma se mai questo
coraggio nascerà in me sarà solo per te.
Perché io
amo solo te!» e lei alzò gli occhi fissando
avanti, come
in un’implicita richiesta di conferma.
«Credevo di sopportare quei discorsi…mi illudevo
che
avrei potuto sfruttarti come amica, per imparare un giorno come ci si
giostra in questi casi! Ma era inutile, e non mi
riusciva…perché tutte quelle cose a cui mi
esortavi
io…!!...
…perdonami la sfacciataggine…desideravo farle
solo con
te.»…«…
…chissà…
…forse se ci fossi riuscito con un'altra ragazza ora saresti
felice. E…non verresti a cercare
me.»…«Cosa?!» fece lui,
obbligandola a
guardarlo «Vuoi forse insinuare…che io ti cerco
soltanto
perché sei la mia amica d’infanzia, come se mi
fossi
rimasta solo tu?!»…«…chi lo
sa,
magari…» mugolò lei, che sempre tendeva
a sfuggire
con lo sguardo. Ma lui non le dava tregua «…mi
credi
così disperato…da accontentarmi di un ripiego?
Non mi
conosci abbastanza: io sono cresciuto coi Digimon…
…io punto
sempre al massimo…!!...» sussurrò, ma
pieno di
grinta «…io non mi accontento di una vita misera:
voglio
la felicità completa!»…«E ti
sei convinto
che sarei io?!» chiese lei un po’ scetticamente
«Mi
sono convinto che sia il vero amore!» ribatté
lui…finendo per sorprenderla «E il vero
amore…per
me ha solo un nome: Jeri…»
…avvicinandosi
lentamente…e adagiandole un dolce bacio sul viso, mentre
ripeteva «…Jeri…
…Jeri…io
ti amo, lo capisci?!...il…solo suono del tuo nome mi fa star
bene!» A quel punto anche lei riuscì a fargli un
sorriso…e di quei baci gliene restituì solo uno,
ma dolce
e profondo, pieno di gratitudine. Dopodiché lui
affermò «E comunque tu non devi essere insicura di
te, io ho già
detto…
…proprio
oggi, e in quel momento terribile…» adagiandole la
mano
sul cuore «…che ti amerei comunque
fossi…
…e per
quanto riguarda il fisico: beh, soltanto una
ragazza…completamente insana potrebbe dubitare di
sé con
il…tuo aspetto! Guardati,
sei…bellissima…»
“…soltanto un ragazzo insano potrebbe dubitare di
sé…
…con il tuo aspetto. Guardati…
…sei bellissimo, il più bel ragazzo che abbia mai
visto,
e ti desidero!”
La sua
mano tendeva ad avvicinarsi…ma poi si ritirava “Ti
desidero!!...però…”
Lui se ne accorgeva.
“…non so cosa mi prenda, e se non mi spaventi
tanto che tu
veda ciò che c’è sotto i miei abiti
quanto…
…che tu veda cosa c’è sotto la mia
pelle. Dentro il
mio cuore. E’ per questo che fuggo da te.”
Terminò così di riabbottonarsi la camicetta, fino
a che
lui le bloccò la mano. Lei ebbe timore, ma lui non aveva
intenzioni impetuose «…col tempo. A poco a poco,
ok?
Io…ti capisco, Jeri. Impareremo a poco a poco a
conoscerci!»
Così si allontanò «Takato,
aspetta!» lo
richiamò lei. Ma quando la porta fu chiusa, lei
sentì
come se le fosse sfuggito dalle mani qualcosa di prezioso, lasciando un
vuoto al suo posto (fine-canzone)
Con la schiena
appoggiata alla porta della stanza di Jeri, Takato rifletteva
“Come mi è venuto in mente di comportarmi
così…? Possibile che abbia prevalso
l’istinto?! Non
so come abbia fatto a domenticare che Jeri…ha passato
esperienze
molto brutte, quei ragazzi l’hanno fatto soffrire tanto: come
ho
potuto…” contemplando i palmi delle sue mani,
serrando poi
i pugni “…entrare da lei con questa arroganza?!
Non mi
riconosco in questo comportamento…che stia diventando
davvero
come mio padre?! No! No, io…voglio essere una persona
diversa!
Non voglio perdere i valori che mi hanno accompagnato fin qui, anche se
adesso ho una ragazza, e l’amo!” volgendosi per
guardare la
porta “Jeri…potrai mai perdonarmi?” per
poi
allontanarsi, ma quel conflitto interiore non lo faceva smettere di
sfregarsi le mani “…io sarò diverso da
mio
padre…non permetterò il ripetersi di una storia
come
quella che ha…determinato il corso delle nostre
vite…”
Le luci di un
panificio in città brillavano ancora nonostante il buio a
circondarlo, e benché fosse ormai ora di chiudere. Eppure
una
moltitudine di gente si stava addensando presso l’entrata del
modesto locale, quasi come se al suo interno stesse avvenendo una
magica.
Il vociare era
alle stelle…e non mancavano singhiozzi di pianto, da parte
di
qualche signora anziana. Una mano da uomo imbiancata di farina scorreva
lungo una spalla fragile da ragazzino, nel mormorio
«…osservate: i miracoli del potere digitale!...ho
sempre
detto che Digiworld è un luogo…da fiaba, e ho
sempre
desiderato che mio figlio vi facesse ritorno, giorno o
l’altro!...
…per fortuna che qualcuno finalmente ha riaperto i
cancelli.»
Il
giovane, il cui ciuffo scuro spuntava dalla cuffietta, era immobile,
come imbambolato, di fronte a quella matassa di reazioni differenti di
cui lui era il punto focale.
«Cara!!» esclamava Takehiro con sguardo rivolto
verso la
cucina.
Paradossalmente il
bancone era ancora pieno di prelibatezze: e la ragione era
l’inarrestabile attività della signora in cucina
«U-Un attimo!...
…oh
mamma…temo che sverrò: se riesco a resistere a
questa
giornata non crederò più alla mia pressione
bassa, lo
giuro!»
«Servono altri dolcetti!» strillò il
marito dal bancone.
E lei, indaffarata tra
forni e vassoio «Sono quasi pronti!
Uuuf…» si
asciugava il sudore dalla fronte «Fammi ricordaaare, cosa
viene
prima? Oh mio Dio, un caffè, non chiedo molto! Se devo fare
la
nottata almeno che qualcuno mi porti un buon
caffè!»
D’un tratto,
presso il bancone, qualcuno si piegò a terra
«Oddio,
signora!! Si sente male?!» sussultò Takehiro.
Ma
l’anziana donna alzò i suoi occhi pieni di lacrime
«…Takato…» (canzone: Laura
Pausini - Mi dispiace (strumentale) )
…raccogliendo
la mano di Nakao, pallida non per causa della farina, il quale
«Oh!» sobbalzò sorpreso. Lei lo guardava
come si
fa con un miracolo «…io…ho sognato
tanto…un
momento del genere, benché non lo ritenessi possibile.
Dicevo a
me stessa…”sono una persona
razionale”…ma
sapevo…che tu, tanti anni fa…
…volavi
su una cometa!! Grazie a una creatura che proveniva da un altro
mondo…» descrisse incantata quella vecchietta
dall’aria così fragile e dolce. Il bambino non
sapeva che
dire, la fissava facendo attoniti i suoi occhioni rossastri…
«Ora che
ti vedo…capisco che la magia esiste. Tu lo sai molto
bene…bambino mio! Io…ho avuto tante disgrazie
nella vita.
Però ho sempre cullato dentro al mio cuore il
ricordo…di
quei giorni così dolci, di quelle tante
mattine…in cui
venivo a fare la spesa al tuo negozio. E tu poi salivi a casa mia a
portarmi i pacchi più pesanti. Te lo ricordi.
Vero?»
chiedeva come se fosse certa la risposta. Ma sul volto del ragazzino si
delineava paura «…signora…io…
…non…»…«Andiamo,
Takato…» faceva cenno esortativo Takehiro, ma
Nakao era
sempre più spiazzato mentre la vecchietta inginocchiata non
gli
lasciava la mano «E’ stato il periodo in
assoluto…più felice della mia lunga vita, quello
in cui
passavo ogni mattina a salutarti, in compagnia del mio caro nipotino
Taichi. Tu ti ricordi del mio nipotino Taichi.» di nuovo
più affermazione che domanda «Aveva la tua stessa
età. Lui…
…era affetto da quel male bruttissimo!! Però tu
dicevi…che lui doveva essere forte, perché
portava il
nome…del tuo
eroe…sììì, del
ragazzo…di quel cartone, che portava
occhiali…molto
grossi, qua attorno alla fronte. Come te! Hai ancora quegli occhiali.
Vero?...
…ma certo. Non avresti mai potuto gettar via un
ricordo…
…e-e
quando Taichi peggiorò, tu…!...eri
così buono,
e…venivi…a trovarlo ogni settimana,
all’ospedale.
All’epoca avevi solo…quattordici…anni!
Eh
sì. Perché lui aveva quattordici
anni…quando
purtroppo ci lasciò tutti.»
«…signora non
pianga…»…«Non
preoccuparti bambino mio, ti chiedo solo…di non lasciarmi
questa
mano se proprio puoi!!!» gemette la donna, e Takehiro
«Ma
certo…signora, che Takato non le lascia la
mano.»…«V-Va bene!»
balbettò il
ragazzino…
«Sei sempre
stato…un così buon ragazzo. Così
delicato,
così…attento…alle esigenze degli
altri. Io ti ho
sempre voluto bene, sappilo…anche se poi…venivo
al tuo
negozio e…
…parlando con tua madre…lei mi diceva che eri
cambiato. E
mi dispiaceva. Quando ti ho visto…
…scusami, se te lo dico! Così tanto
ingrassato…io…ho temuto per la tua salute!!! Ma
ora…adesso che ti vedo com’eri un
tempo…»
…scorrendo le sue dita piene di rughe e di anelli attraverso
il
ciuffo del ragazzo «…a parte…questi
capelli
così scuri, ma non fa niente. Non è quello
l’importante. Ora che ti vedo…come in quei tempi
felici in
cui tuuutto per noi andava meglio! In cui c’era…
…ancora la vecchia farmacia…
…più in là…le aiuole. Ti
ricordi? Tu ci
andavi sempre a giocare. E poi…
…c’era la signora…che vendeva le
calze…come
si chiamava?»
«Oh!» sussultò il ragazzino. La donna
insistette «Come si chiamava? Dai, che veniva sempre qui al
negozio, ci
mettevamo a
chiacchierare!»…«Io…!»
ma Takehiro replicò «Kazama. La signora
Kazama.»
così che la donna raccolse «…Kazama!!!
E’
vero. Ohhh…quanti ce ne hanno portati via. Ma almeno uno ce
ne
hanno restituito…
…eh già piccolo Takato. Tu non te ne sarai
accorto.
Perché eri un ragazzo e crescevi, quando si è
giovani non
ci si accorge dei ciottoli che si lasciano indietro. Ma quando si
è così anziani…come la
sottoscritta…
…non si desidera altro che un’altra cometa, per
viaggiare
nel proprio passato! Piccolo, tesoro…!! E
così…hai
conservato uno spicchio della tua cometa per far viaggiare la tua
povera signora Suizenji…»…«Ma
io…non
ho fatto niente…» si giustificò il
bambino, lei
però esclamò «Il solo fatto di
vederti!!!...
…il tuo volto bambino ci riporta indietro ai tempi felici!!!
Guarda questa gente alle mie spalle, è
incantata!!!»…«Oh?» il
ragazzino
alzò lo sguardo.
Niente di più vero poteva dire la donna. Il panificio
assomigliava a un palazzo antico, per quante statue lo popolavano.
Talmente tanti che la fila si estendeva all’esterno. Era
proprio
dal buio della notte, di cui il panificio era la stella…che
emerse una sagoma vestita di nero: Violetta teneva premuto un velo sul
suo volto…ma lo lasciò andare tanto lo stupore
«Ehhh…?» di vedere quella folla, che la
spinse ad
avvicinarsi e ad accodarsi alla fila.
«Questa è la magia della sera!!!»
declamò
quell’anziana «E’ un dono del
destino…che non
ci ha abbandonati, si è
detto…”restituisco le
aiuole a quei poveretti, così da permettere ai bambini di
oggi
di giocare?...no…
…restituisco la signora che vendeva le calze?
Così tutte
le vecchiette potranno farsi due chiacchiere e un sorriso?
Neanche…
…e non ridò indietro neanche il piccolo Taichi!
Perché troppo né ho bisogno, come angelo del
Cielo!! Ma
c’è un ragazzo…
…limpido come uno specchio, che può accogliere in
sé tutti questi ricordi messi insieme. Allora
avvertirò
quei…mostri. Quelli fatti col computer! I Dig…i
Dig…»…«I Digimon,
signora.» la
corresse Takehiro, e Nakao ripeté «…i
Digimon…»
La donna
continuò «Li avverto che un piccolo
“scherzo”
non potrà nuocere, a un quartiere prostrato dal dolore!!! Ed
eccoti qua, la magia è fatta! Ora che sei tornato piccolo,
ora
che sei tornato indietro aiuterai tutti noi a fare altrettanto!!! Tu ci
riporterai a quei tempi che tanto rimpiangiamo, basterà il
tuo
sorriso a compiere l’incanto!!!» …per
poi piegare
il capo. E lasciarsi andare a un pianto sommesso ed incessante. Nakao
era attonito, e Takehiro scattò per aiutare la signora
«La prego…si appoggi a me signora
Suizenji.»…«Non si preoccupi per me
signor
Matsuki…son lacrime…di gioia…
…e di incredulità…»
Violetta sgomitava tra la gente (che intanto mormorava «Ma
guarda questa!»…«Passa
avanti!»…«Che
maleducata!»…«Ma chi si crede di
essere!»)
Lei
d’altro canto «Vorrei proprio sapere---che diavolo
hanno
esposto, cos’è, una torta megagalattica a prezzo
scontatooo?!! Cosa può riunire tutta questa gente, vuoi
scommettere che è quello che penso io? Ho fatto bene a
venire
qui, adesso però---devo emergere in superficie:
aiutooooooo!!!»
La
gente presso il bancone si guardava ammirata e commentava
«…in effetti la signora ha ragione: ora che
è
avvenuto questo miracolo, sarà un po’ come tornare
ai bei
tempi…»
«…il figlio dei signori Matsuki è stato
una
mascotte del quartiere per tanti anni: era tipico vederlo al negozio
coi suoi, oppure in giro a giocare. Certo poi…è
cresciuto, è così tanto ingrassato. Si
è messo a
fare il parrucchiere, secondo me è un po’
cambiato.»…«Neanche lui era
più come una
volta…ma adesso è un po’ come
ricominciare!»…«Harasawa non
potrà
più tenerlo al suo salone: è sfruttamento
minorile!»…«…ora
può ripartire da
dove aveva interrotto: e chissà che non riprenda gli
studi!»…«Preghiamo perché
questo
esperimento vada meglio! Se va meglio per
lui…andrà
meglio di certo anche per noi, mi
sbaglio?!»…«Ah,
su questo non ci
piove!»…«Giustissimo.» e
così via…
In
tutto questo, arrivava Mie con un vassoio pieno di biscotti a
draghetto. Ma il suo sguardo era sperduto “E’
incredibile…
…possibile che neanche uno di loro rimpianga Takato quando
era
adulto?” I suoi occhi scivolarono tra quei draghetti
prelibati
“Questa gente è così
disperata…che non si
accorge nemmeno che si tratta di un fenomeno distorto? E’ una
cosa contro natura…
…p-possibile…che a questo la nostalgia ci ha
portati?!!”
«Mamma…»…«Oh?
Takato…»
Gli occhi del bambino, che si era rivolto a lei, erano lucidi
«…sono tanto stanco…»
Mie lo fissò piena di pena…
“Bambino mio…
…com’è arduo…e complesso
riassemblare i
frammenti di una vita!” così posò il
vassoio coi
biscotti. Che già andarono a ruba, prelevati dalle mani di
un
intero quartiere.
«Takato, dobbiamo fermarci, è tardi! E tutto
questo…è troppo per te!!!»
sicché lo
abbracciò d’impulso. Nakao versava lacrime sul
grembiule
della donna, sussurrando «…io non sono
Takato..»
Takehiro era
invece soddisfatto, e sollevava un cestino colmo di monete
“…perfetto, il piano è riuscito ancora
meglio di
come credessi!!!...
…ottimo lavoro Nakao…” lanciando
un’occhiata
compiaciuta al ragazzino che quasi ne ebbe paura.
“Hai
steso un intero quartiere…già abbattuto dalla
nostalgia!
Non c’è che dire, il potere del rimpianto non
c’è redine che possa imbrigliarlo! Continuiamo
così…e presto di questo luogo faremo un
monumento!!!”
«Calmo, piccolo mio…ora…vado a parlare
con tuo
padre. Gli farò chiudere il negozio anche con la forza!
E’
ora di andare a dormire…» prometteva
Mie…e gli
passava le dita sugli occhi, asciugando le lacrime mentre lui ripeteva
«Mamma…»
E lei altrettanto piangeva, non cessando di contemplarlo…(fine-canzone)
Jeri
ancora non era riuscita a prendere sonno, non faceva che sorreggersi la
mano che non era riuscita a trattenerlo. E quando camminò
vicino
allo specchio, innalzando gli occhi alla sua immagine riflessa,
sfruttò quella mano afferrare una boccetta di crema e
gettarla
contro la cornice «…stupida!!!»
gridò
contro se stessa, intrisa di disprezzo «Altro non sei
che…una stupida, una vigliacca!! Ti prenderei a schiaffi se
non
ci fosse questo dannato vetro a proteggerti!!...
…tu ti barrichi sempre dietro uno schermo, e in questo modo
finirai per perderlo!! Sì!!...
…mi hai sentita, lo perderai, perché
andrà a
cercare da quell’altra sciocca Digimon quello che tu non sai
dargli, pur essendo una ragazza come tutte le altre!!...
…io ti disprezzo…» scandiva rivolta
alla sua
stessa immagine «…Jeri Katou, sei…solo
una
debole!!» piazzando le mani sulla toletta, ed esclamando
«Quando ti deciderai a svegliarti?!! Quando…la
smetterai
di comportarti come una bambina…p-perennemente impaurita, mi
hai
stufato, MI DAI LA NAUSEA!!» afferrando la spazzola, e
stringendone il manico con forza «Ma io ti
esorcizzerò…
…!!!...ti prometto che ti renderò soltanto un
oscuro
fantasma…
…scomparirai per sempre, e io otterrò quello che
merito!» iniziando a passarsi la spazzola tra i capelli, in
gesti intensi che sembravano mirati a rendere più fluido il
suo
fascino. Scuoteva i suoi capelli e si ammirava nello specchio, cercando
di vedersi bella «Da adesso…lui mi
vedrà molto
più decisa e determinata. Sì, io devo capire cosa
sono in
grado di fare: così è stato come Digimon Tamer!
Non
credevo sarei potuta divenire così potente, e invece
è
bastato credere nelle mie capacità, e non lasciarmi
intimorire
dai nemici! Lo stesso sarà come ragazza, come persona!!...
…attuerò tutti i progetti che mi sono
prefissata…
…e molto
presto…la smetterò di aver
paura…»
(canzone: Anastacia
- I dreamed you)
mentre si slacciava, lentamente, i bottoni della camicetta
«…Takato…sarà mio, come
tanto sognamo
entrambi…» sollevando la camicia da notte e
stringendola
a sé, lasciandosi cullare da quel sogno
«…finalmente non vi sarà più
ostacolo al
coronarsi del nostro amore. Io prometto che ce la
farò…!!...
…io lo giuro…
…Leomon…tu mi sei
testimone…» pronunciava
fissando intensamente nel suo stesso sguardo...
Ma
ignorava che Beelzemon stesse osservando attraverso la porta socchiusa,
con espressione delusa sul suo volto
«…è meglio
che mi cerchi un’altra stanza: Jeri è troppo presa
dai
suoi pensieri per accorgersi che ci sono, per capire…
…che anch’io…dopo una giornata come
quella di
oggi…non avrei bisogno di nient’altro…
…che di un domatore…» mentre si
allontanava nel
corridoio, con le sue ali piegate di tristezza
«…di un
amico. Akemi, Mako, potessi sapere dove siete ora, e cosa state
facendo. Non sapete quanto mi mancate. Mi sento di
nuovo…così tanto solo!»
Pochi istanti
dopo la folla nel panificio si era diradata, ed i padroni si
apprestavano a riordinare il bancone mentre il loro
“figlio”, o almeno quello che si presumeva tale,
era seduto
in cucina e si sfilava la cuffietta candida in un gesto stanco.
«Francamente…non capisco perché hai
dovuto
insistere perché
chiudessimo.»…«Perché Takato
è
stanco, Takehiro!!»…«Ma che dici? Ah,
andiamo,
è una tua idea: è giovane, ha energie da
vendere.»
allora Mie replicò il medesimo gesto di sbattere la
cuffietta,
ma con più rabbia e puntando gli occhi verso il marito
«E’ COSI’ giovane perché ha
subito un
incantesimo! Forse ti dimentichi come sono andate le cose: lui non
è realmente un bambino, ormai è un ragazzo
grande!!»…«Beh!...
…ciò non
toglie che sia comunque giovane. E io gli ho sempre consigliato un
po’ di moto salutare: per me è stata la
sedentarietà, là sopra, in quella camera, di
fronte a
quel computer a farlo aumentare così tanto di
pes-»…«Shhh!!! E’ in cucina,
ti potrebbe
sentire!»…«Ah Mie senti! Il fatto che
ora sia
tornato bambino non autorizza te a tornare una madre apprensiva come
una che ha il figlio piccolo! In questo modo…si
ripeterà
la stessa crescita, dammi retta!» allontanandosi, mentre la
moglie esclamava «P-Perché tu…!!...dai
per
scontato che non ritornerà normale, e che dovremmo
ripercorrere
quelle tappe fin dall’iniziooo?!!...
…Takehiro!» gemette la donna intravedendo una
prospettiva
inquietante «…lui è ringiovanito ma noi
no…diventiamo sempre più vecchi e…oh
mio
Dio!!» ponendosi una mano sul viso.
Takehiro intanto
penetrava in cucina «Nakao.» e questi balzava in
piedi «Papà! Ascolta, io non voglio più
fare una cosa
come quella di prima!»…«Come sarebbe a
dire? Ma se
adesso dobbiamo spingere più che possiamo?! I clienti del
negozio sono tutti incantati dalla tua
presenza!»…«Ma io non sono
Takat---!!!»…«Shhh, zitto, sei matto?!
Questo non
importa: conta solo ciò che credono loro.»
accovacciandosi vicino a lui «Li hai visti?!
Sono…certi
di averti ritrovato, e con te anche quel periodo che disgraziatamente
ci è
sfuggito.»…«Ma…papà…»
gemeva il ragazzino «…il passato anche quando
è
rimpianto non può
tornare!»…«Ma qualcuno
abbastanza abile può dare la polvere negli occhi, e questo
qualcuno sei tu Nakao!»
Nakao spalancò i suoi occhi rossastri, mentre il padre
spiegava «La signora di stasera altro non è che un
simbolo, noi
sfrutteremo i ricordi di ognuno: chi per un negozio, un edificio, un
parente che non c’è più! Qui ognuno ha
da
rimpiangere qualcosa, e questo sai per noi che significa?»
prelevando il cesto e mostrandoglielo «…monete:
una
pioggia di monete che riporterà questo luogo agli antichi
splendori, anzi! Lo renderà come non è mai
stato.»…«Tu…!!...vuoi
arricchirti
sfruttando i dolori altrui?! Come quelli di quella signora, il cui
nipotino è morto come…!!...è morto
come…
…!!»…«…uhm? Come
chi,
Nakao…?»…«…n-niente…come…
…un mio amico. Un ragazzino…che viveva nel mio
palazzo!...
…anche lui è rimasto vittima del terremoto in cui
la
mamma…» e la commozione stava riaffiorando ai suoi
occhi,
ma il padre lo afferrò per le spalle «Coraggio
figlio
mio, ora non è il caso di mollare! So che la mamma ti manca,
manca…a entrambi, te
l’assicuro.»…«Ah! Ma se tu sei
vissuto
benissimo in questi anni senza di lei!» ribatté il
ragazzino volgendo un po’ scetticamente le spalle al padre,
che
però non smise di fissarlo «…sono
vissuto, ma chi
ti dice che sia stato bello?...ho sofferto incredibilmente
anch’io, e non ho potuto rivelarlo a nessuno!!...
…se non a tua
madre.»…«…tuo…figlio…
…non ti ascoltava…?» domandò
Nakao volgendo
appena la coda dell’occhio, ma Takehiro replicò
«Takato era un ragazzino!!» con gesto seccato,
aggiungendo «…per di più fissato sui
propri
problemi, non avrei mai potuto parlare dei miei irrisolti, delle mie
insoddisfazioni…a chi poi?! A uno che ignora cosa sia il
lavoro
duro? Cosa sia essere un uomo?! E avere un padre…severo?
Perché io l’ho avuto: mio padre era molto severo e
in
confronto io con Takato sono stato indulgente…
…ma lui,
abituato ad aver sempre il piatto scodellato, è incapace di
riconoscerlo.» e stava per allontanarsi ma
«Aspetta…papà!» udito
ciò si volse,
ancora nonostante tutto colpito dal suono di quella parola
«Se
io sono qui ora per colmare il tuo vuoto…voglio provarci,
ecco!»
Nei suoi giovani occhi esprimeva affetto. Il padre accennò
un
sorriso volgendosi «…ti sono grato, figlio mio.
Ascolta…
…tua
madre.»…«Oh?!»…«…volevo
dire…mia moglie: lei ancora non riesce ad abituarsi al tuo
aspetto. Perché non cerchi di avere premure per lei? Ha la
massima priorità…per il progetto che vogliamo
portare
avanti…»
Nakao
restò immobile, con le emozioni sospese dinanzi a quella
richiesta…(fine-canzone)
Intanto Mie
aveva appoggiato il vassoio con i biscotti a forma di
drago…quando ad essi si avvicinò una mano
femminile dallo
smalto colorato scrostato, e attenta a non farsi vedere ne raccolse
lestamente uno, portandolo alla bocca ma…
…a
un passo dall’ingurgitarlo, lo sbriciolò
stringendolo
forte, e la polvere che ne restava si adagiò silenziosa,
briciola dopo briciola, presso i suoi stivaletti neri come
l’abito…
Mie
d’un tratto si volse e «AAHHH!» nel gesto
di
portarsi le mani alla bocca frantumò un bicchiere, il cui
suono
fu attutito da un «Mi
scuuusiii!»…«Oddio,
signora mi ha fatto paura!!»…«Mi
perdoni, mi
dispiace tantissimo! Lo so, è colpa mia, non sarei dovuta
entrare: questa non è di certo l’ora per comprare
il pane
però ho visto tutto illuminato così…
…uhmuhmuhm! La curiosità ha prevalso: ha presente
gli
animaletti abituati al buio, che appena vedono una luce sono subito
attratti…? Ecco! Questa più o meno sono io!
Uhmuhmuhm, lo
so, sono strana!»…«…chi non
lo è in
questo mondo…» commentò Mie riprendendo
fiato a
poco a poco, mentre Violetta si guardava attorno con vispa
curiosità «Ma davvero siete ancora aperti a
quest’ora? E’ incredibile, è il sogno di
ogni
ritardatario che non fa in tempo a fare la spesa: un panificio aperto
anche di notte, ihihihiii! Sarà così sempre
d’ora
in poi?!»…«…non so fare
pronostici su
quanto durerà quest’impostazione di
cose…»…«…beh! Si
lasci dire che
è un’idea commerciale vincente! Io me ne
intendo!»…«Oh?
Davvero…?»
alzò lo sguardo la signora, piuttosto colpita.
La donna
avanzò «…permetta che mi presenti! Il
mio nome
è Violetta, mi sono trasferita da poco in questo quartiere,
assieme alla mia famiglia! I miei bambini mi aspettano a casa, ma dopo
il divorzio da mio marito è un inferno, non se lo faccia
dire!
Se lei ha un marito…lo trattenga con le unghie:
sola…finisce come me! A girare a quest’ora, le
sembra
normale?!»…«…sì…signora…
…ho
un
marito.»…«Ohhh!»…«…è
di là, in cucina.»…«E
immagino che siate
sposati da tanti anni!» fece Violetta sfregandosi le mani, in
risposta all’occhiata d’eloquente conferma da parte
di Mie «Che sfiiizio, la tipica coppia su cui fare
affidamento: limpida
e gustosa come il pane fatto in casa!...
…ahhh…in questa casa si respira un’aria
paradisiaca…
…altro che la mia…di cui non rimangono che
macerie…»…«O-Oh…senta…visto
che è qui, le serviva
qualcosa?»…«Ops,
prego?!»
Mie
cercò di accennare un sorriso cordiale
«E’ che per
la verità la capisco…se mi dice che è
in giro per
i suoi bambini…»…«Anche lei
è una
madre???»…«…sì.»…«…CHE
BEEELLOOOO!» saltellando come una bambina «Non sono
più sola in questo quartiere, finalmente ho
un’amica!»…«Ah, ma lei
è più
giovane, signora! Che se ne fa di un’amica come
me?»…«Altro che giovane: noi madri non
abbiamo
età, conta solo quella dei nostri figli! Il suo
com’è?! Grande o
piccolo?!»…«…eh?!...
…ehm…»…«Ops!...ora
che ci penso mi
sono anche scordata di chiederle se è maschio o feeemmina!
Se
è solo uno o sono
tanti!»…«…è…figlio
unico.
Takato…»…«…è
un nome
stupendo!»…«Grazie…»
sorrise Mie per
quel nome che aveva scelto lei. Per poi chiedere «E lei? I
suoi
sono…piccini,
oppure…?»…«EEEHMMM…
…(!!!)…uh ma che bei dolcetti li fa
lei?!»…«…sì, un
po’. Con mio
marito!»…«Voi dovete essere tanto amati
dalla
gente di questo…incantevole quartiere! Infatti poco fa
confesso
di aver vista una nuvola di clienti, appostata di fronte alla porta
come…uno sciame di pipistrelli! No. U-Uno sto-uno stormo di
pipistrelli…no, forse è una mandria. Ecco ho
trovato:
come una mandria di pipistrelli, l’immagine rende bene senza
dubbio!!!»
Mie era a
metà fra il sorridere e il mantenersi seria, e chiese
«Posso…servirla in qualche
modo?»…«Oh ma no grazie, immagino che
non vi
sarà rimasto niente: con tutta quella folla…! Ma
è
meglio così, con la crisi di questi
tempi.»…«A dire il vero abbiamo ancora
qualcosa,
avevamo lavorato
molto.»…«E…mi dica:
perchééé??? E’ un evento
particolare, una
ricorrenza?! Il compleanno di
qualcuno?!»…«N-No e
beh…
…ecco vede: è che non so come spiegarle
esattamente.»…«Perché??? In
fondo se si
tratta di un evento felice fa piacere parlarne anche a
quest’ora
della notte!»…«A dire la
verità…non
si tratterebbe di quello
che…comunemente…»…«…io
intanto mi
servo…»…«…prego.
Di
quello che comunemente…
…si definisce un evento
felice…»…«…uhm
uhm.» faceva
Violetta, mentre intanto sgranocchiava i biscotti a forma di draghetto,
seguendo con occhi svegli e incuriositi
«…però mio
marito ci teneva tanto e
così…»…«…avete
fatto una
sorpresa ai vostri amati clienti: che
cariiiniii!»…«E-Ecco…una cosa
del
genere…»
Violetta piegava il capo come un gatto che si prepara a balzare per
sgraffignare del cibo…
Takehiro intanto porgeva a Nakao un canestrino di cioccolatini
«L’ho preso al supermercato in previsione di
questo.
Perché non lo porti a mia moglie, ringraziandola per il
lavoro
di questa sera? Magari le diciamo che è stata
un’idea tua
comprarlo…»…«Dovrei far
questo?!»…«Che c’è
di male…?...
…così tutto sarà più
facile, quando lui
tornerà…»
Il
ragazzino curvò le sue spalle, acconsentendo a malincuore a
quel
gesto “…ahhh, Takato ma perché non
torni?!
Così è una noia, mentre invece se fossi qui
almeno ci
sarebbe lo sfizio di renderti la vita
impossibile…!!” ed
un lampo d’odio attraversò il suo sguardo.
«Mie, sei lì?!» strillò
Takehiro, e costei «Sì, non ho ancora
finito!» mentre Violetta con la
bocca piena accennava «E-E insomma, mi diceva?»
«Ecco, io…» replicò la
signora, mentre
Takehiro annunciava «Stiamo arrivando! Veniamo a darti una
mano,
e anche una sorpresa!» al che Violetta sussultò
«”Stia-Stiamo arrivando”…a chi
si
riferisce??!» Mie accennò un sorriso
«…mio
marito, e mio figlio Takato. Aspetti qui, voglio
presentarglielo.»…«Ihmp (!) E-Ehmmm!!!
N-No, temo
cheee…io…» indietreggiando
«…debba
decisamente…andare!»…«Solo un
minuto, abbia
pazienza.» sorrise la signora, ma Violetta deglutì
«Gulp!» “Se Takato mi vede
qui…chiudiamo…decisamente…inequivocabilmente
i
battenti!!! Ma è già tornato da Digiworld?! Come
ha
fattooo?!!”
«E
così ecco dov’eravate, anziché darmi
una
mano!» Mie si portò bonariamente le mani ai
fianchi,
quando il ragazzino balbettò «M-Mamma...volevo
darti
questo.» con eco di Takehiro «Mi ha costretto a
comprarlo, al supermercato.» Mie disse «Volevo
presentarti una signora…
…uh, ma questo che
cos’è…?»
raccogliendo il canestrino...
…mentre
Violetta aveva arrestato la sua fuga poiché notava qualcosa
di
strano, e si piegò per cercare di veder meglio…
…Mie le
bloccava la visuale su suo figlio «Lo hai comprato per
me?!» e Takehiro «Ah, ma allora non ti fidi di tuo
figlio! Te lo ha appena detto: e sai che ti adora!» aprendo
così quel cofanetto di cioccolatini
«…Takato…»
nell’affiorare delle
lacrime…
…che ad un tratto furono più impetuose e la
costrinsero a
fuggire in cucina. Takehiro guardò compiaciuto il figlio
«Ha funzionato.» ma in quel momento Nakao si volse
e…
«A-Ahhh!!!» la bocca di Violetta si
dilatò a
più non posso, e il suo fiato si mozzò nel
più
profondo stupore che le fece cadere il biscotto di mano.
Nakao
sussultò intravedendo in quella fisionomia qualcosa di
inspiegabilmente conosciuto, mentre il padre alle sue spalle diceva
«Buonasera…signora.»
Questa si
avvicinava al ragazzino, e per farlo calpestò il biscotto
che le
era caduto, frantumando il prelibato draghetto.
«Vi
conoscete, per caso…?» domandò stupito
Takehiro
guardando entrambi, per poi riprendersi «Oh…deve
perdonarmi ma mio figlio, anche se ancora piccolo, è
già
un ometto e mi nasconde molte cose! Non è forse vero,
Takato?!»
A quel punto
Violetta prese un respirone e trattenne il fiato, boccheggiando
«C-Come ha detto?!»
Nakao
sembrò avere una folgorazione all’udire
quell’accenno.
«…a cosa
si riferisce? Al nome di mio figlio…? Takato, sì,
si
chiama Takato. Lei…è nuova di questo
quartiere?»
Violetta lo
guardava con due occhi strabuzzati. Lui continuò
«Perché qui lo conoscono tutti: lui è
il mio
orgoglio…»…«Ta…Taka…
…???...
…!!!» non si capacitava lei. Il padre chiese
«Takato, per caso la signora…è la mamma
di qualche
tuo amico?» ed il ragazzino pensava
“…questa
voce!!...
…io…la conosco, sono sicuro di averla
già sentita!
Ma…non può essere!!” a quel punto mosse
un passo,
chiedendo «Signora!...il suo volto non mi è nuovo
anche
se non ricordo precisamente dove l’ho vista. Potrebbe dirmi
il
suo nome?»…«I-Il
mio…?!»
“Ne sono certo…
…l’ho sentita, l’ho sentita, ma
dove?!!” era
il grido interiore del ragazzino. Violetta a quel punto
«Senta
miii…scusi, lo dica anche a sua moglie: carino il siparietto
del
canestrino, davvero romantico! Io devo proprio andare: ho una fretta
indiavolata e ho già fatto tardi, poi lo sa le storie che si
sentono, tutti questi serial killer in giro per la città,
ecco
io ho…paura a girare…la notte, sì!
La…notte, però ci rivediamo di sicuro, tanto vi
trovo
qui, no?! Siete aperti, anche di giorno, voi siete i padroni! Lui
è vostro fi-vostro fi…glio
Ta…kato…Takato,
no? Lui è Takato, non è un altr-non è
un…
…altro? E’ proprio Takato-Takato!»
Takehiro a quel punto assottigliò i suoi occhi. E Violetta
«NON SO NEANCH’IO CHE SCIOCCHEZZE DICO,
ahahahahahah!!!
Devo essere proprio stravolta dal sonno, meglio che vada a nanna! Ciao
ciao TAKATO! Uhm, uhmuhmuhmuhm! PISTAAA, WROOOM!»
…facendo cadere il vassoio, nello spargersi dei draghetti.
Takehiro
afferrò suo figlio per il braccio «Dì
la
verità, la
conosci?!»…«Io…»…«E’
una che può riconoscerti come Nakao?! Dobbiamo stare molto
attenti, ora più che mai figliolo! Se quella donna
è una
tua conoscenza, faresti bene a dirmelo! L’hai incontrata
prima
d’ora?!»
Nakao mosse la coda dell’occhio alla notte cittadina oltre la
porta d’ingresso “…è quello
che vorrei
scoprire…
…la sua
voce mi ricorda molto qualcuno di mia
conoscenza…ma…stento a credere che si tratti
proprio di
lei!”
Ignorava che Violetta era rimasta con la schiena spiaccicata alla
vetrina, nascosta dall’alto scaffale «Stento a
credere che
si tratti proprio di lui!! Allora ha raggiunto suo padre, e
lui…!!...
…e lui…lo ha accolto in casa, e lo sta spacciando
per
Takato…
…agli occhi di tutto il quartiere…»
ponderò
con i suoi occhi dilatati come fari nella notte…
Quella lunga
giornata terminò e sorse un nuovo mattino, con Hagurumon e
Clockmon ad addentrarsi nella landa degli orologi, a capo di una coda
di Digimon «Presto allora, dovete metterli…tutti
qui, e
anche qui! Stanotte questi pali debbono brillare!»
Intanto,
nei corridoi del loro albergo «E’
così…mi
sposo questa sera.» confessava Rika ai coniugi Yamaki, e
benché si trattasse di un’annosa conoscenza, la
ragazza
sembrava tradire un’insicurezza che faceva sfuggenti i suoi
occhi
lilla «Io comprendo che possa sembrarvi indifferenza, la mia,
nei vostri confronti. Ma…» compiendo un profondo
sospiro «…posso soltanto dirvi che non
è così.
Decisioni del genere non si prendono mai da soli, e sia io che Ryo
riteniamo di poter capire meglio il nostro prossimo…essendo
sposati.» fu allora che riuscì a guardarli
«Forse
sarà un modo per completarci reciprocamente, e diventare
più maturi. Ecco, per questo ho deciso di acconsentire al
mio
matrimonio nonostante tutto e voi…siete i primi a cui vengo
a
dirlo: non lo sanno neanche mia madre e mia
nonna…dovrò
avvertirle. Io…spero davvero che l’amicizia che ci
lega da
così tanti anni non si…!» ma Riley
avanzò
verso di lei. La signora dai capelli rossi quella mattina vestiva di
scuro, come si conviene per chi ha perduto una persona cara. Il viso
era pallido ed i suoi occhi segnati, ma riuscì ugualmente a
sciogliersi in un sorriso, raccogliendo la mano della ragazza
«…basta così Rika, non occorre che
continui: Ryo
ci aveva già avvertiti.» al che Rika
spalancò gli
occhi «…Ryo…?» e Mitsuo,
anche lui in abiti
scuri «Proprio così: mi ha fermato ieri sera prima
che mi
ritirassi, e mi ha detto tutto. Desiderava…risparmiarti il
peso
di un momento simile.»
Dagli occhi
della giovane si leggeva quanto fosse colpita dal gesto del ragazzo che
stava per sposare, quando Riley le parlò con voce stanca, ma
gentile «Ascolta, quando…io e Mitsuo…ci
siamo dati
il primo bacio…la città rischiava la
devastazione,
Vikaralamon era in libertà per le vie di Shinjuku
e…milioni di cittadini rischiavano di perdere la vita, noi
compresi. Però nonostante tutto…quello stesso
motivo di
cui ci hai parlato ci ha spinti l’uno tra le braccia
dell’altro. E poi, quando abbiamo deciso di
sposarci…
…l’attività era cessata, e con i
Digimon tornati
ormai presso il loro mondo, il nome nostro e dei nostri collaboratori
era schedato fra i responsabili della catastrofe. I problemi non
finiscono mai Rika, non smettono un istante di
circondarci…però solo l’amore
può darci la
forza per farvi fronte: questa sera tu e Ryo non pensate a noi,
realizzate una bella festa. Siete giovani…e i Digimon di
questo
settore hanno diritto a veder brillare delle luci, nelle loro notti
così tristi…»
Rika era
commossa, ma resistette in uno sguardo d’orgoglio e di stima,
ponendo la sua mano dallo smalto rosso intenso di quella della donna,
che nonostante tutto aveva usato dello smalto perlato «Lo
sa…? Lei è una donna molto forte. Siete delle
grandi
persone…un’enorme fonte di insegnamento…
…per chi
come noi anche se gli anni passano resterà sempre come ha
detto
lei…giovane.»
Riley le fu grata per
quelle parole, e restarono in silenzio a specchiare i loro sguardi
emozionati...
C’era
qualcuno che all’esterno, là dove la landa
iniziava ad
estendersi nel suo argenteo terreno, terminava una composizione
realizzata con la terra e i fiori di carta. Midramon era accanto a lei
«Sei bravissima,
Jeri!»…«Attento a non
farti vedere…» replicava lei con materna
serietà
sul volto, ma il draghetto non sembrava intenzionato a darle ascolto
«E’ un monumento? Come hai fatto a realizzarlo in
così poco
tempo?!»…«…è stato
facile: la terra di questo settore è morbida e molto
maneggevole. E’ bastato tracciare il volto, come un disegno.
Poi
prelevarlo ed unire le parti, e in ultimo aggiungere i
fiori.»…«Sei una vera
artista!»
affermò il piccolo Digimon rivolto a colei che
indietreggiava
per scrutare la sua creazione, che in effetti denotava un notevole
senso artistico ed una innata abilità nei lavori manuali. Si
trattava di una maschera realizzata con terra argentea, che si
innalzava su un piccolo supporto il quale però veniva ora
coperto da petali di carta sparsi ovunque, così ben colorati
da
sembrare veri «Se nessuno si occupa di queste
cose…per me
invece sono molto importanti! Se tutti…
…sono troppo impegnati a “sposarsi” o in
mille altre
faccende per me al momento non c’è nulla che conti
di
più che chi è caduto per aiutarci abbia degna
sepoltura!» chinandosi, per aggiustare la composizione
«Che significa…che un corpo composto di dati si
smaterializza…? Questo rende forse meno importante chi in
quel
corpo teneva racchiusa l’anima…che ora vola
libera, nel
cielo di Digiworld?» guardandosi attorno, e lasciando che il
vento facesse volare i suoi capelli, e carezzasse il suo viso assorto
«Ognuno ha diritto a petali colorati…su cui
potrà
adagiarsi il pensiero di chi resta, come un cuscino! Questa
è
per Guardianmon.» alzandosi e fissando il monumento
realizzato «Un Digimon valoroso, caduto per il nobile scopo
di
permettere…a chi resta di seguitare a proteggere questo
mondo.
Quando usciranno dall’albergo…il signor Mitsuo e
la
signora Riley vedranno questo tributo fatto a posta per lui!»
Midramon intervenne «Dai, corriamo ad
avvertirli!»…«No!»
però si volse
Jeri, spiegando «…queste cose non si dicono: non
devono
sapere che sono stata io a realizzarla, basta che siano
certi…che c’è qualcuno che ricorda
colui che per
loro era come un figlio…» articolando quelle
parole con
premurosa, e pensierosa dolcezza «…questo
è
sufficiente a riscaldare il cuore. Non è bello vantarsi di
simili gesti, l’importante è che
arrivi…l’amore con cui si compiono. Anche se
penseranno
che sia opera di Hagurumon e Clockmon, un tributo dell’hotel
nei
loro confronti…a me basterà.»
limitandosi a
fissare il cielo lungo la landa…
…per poi
affermare «…i miei compagni dovrebbero badare di
più a queste cose!! A volte mi sembra di avere a che fare
soltanto con dei ragazzini, esattamente come allora! E’
assurdo:
Kazu è destinato a diventare il sovrano di questo
mondo…Kenta è sposato con una Digimon, Rika e Ryo
sono
considerati domatori leggendari! Eppure sembra che basti la
più
piccola distrazione: un bacio, un amoretto adolescenziale!! Ed ecco
là che si accantonano i discorsi veramente seri: possibile
che
non capiscano l’impegno che queste creature mettono giorno,
dopo
giorno, per proteggerci?! Rischiano la vita in
combattimento…» scandiva incisiva, incrociando le
braccia
come in un brivido di freddo «…ma per loro sembra
che
contino solo questi giochi, è inconcepibile!
Guarda…che
razza di pagliacciata, è da stamattina che questi idioti
fanno
un baccano infernale per riempire tutto il settore di festoni e questo
perché?! Ma perché i signorini devono sposarsi,
è
inaudito! E’ una…mancanza di rispetto senza
precedenti nei
confronti del signor Mitsuo e della signora Riley, spero che loro
manifestino senza alcuna riserva il loro disappunto!
Ihmf…!» sbuffando…
…per poi
rivolgere occhi malinconici al cielo «…possibile
che se
c’è qualcuno che vuole occuparsi realmente dei
Digimon
questa debbo essere sempre e soltanto io?! Eppure…almeno in
teoria avrei una squadra, dei compagni. Il bello è che
dicono di
essere seri, di aver soppesato con maturità la situazione! E
dicono anche di essere affezionati ai loro alleati
digitali…a
che diavolo è servito ritrovarli, se poi non sanno
comportarsi
come veri
domatori!»…«…Jeri?»
una
voce la chiamò un po’ timidamente.
La ragazza si
volse. Era Impmon «Ah…sei tu.» si
limitò a
dire lei, e le orecchie della creatura si piegarono di delusione
«…sei regredito di nuovo, possibile che
ultimamente ti
sia così difficile mantenere la tua forma?!» disse
senza
neanche guardarlo, passeggiando attorno al monumento (dietro al quale
Midramon si affrettava a nascondersi)
«Ecco,
io…non so perché mi succeda.»
cercò di
giustificarsi il Digimon «E’ come se a un certo
punto mi
mancassero le forze, perdessi la mia linfa vitale e non riuscissi a
tenere stretto il mio livello mega.»…«Lo
so io
cosa potrebbe essere: non sarà Renamon…con i suoi
intrighi sentimentali, e i suoi discorsoni che ti distoglie dal tuo
obiettivo, non ti permette di essere concentrato abbastanza come
dovresti per mantenere un livello utile?!...
…non riesce a farsi una ragione del fatto che non la
ricambi, e
così ti ronza sempre attorno. Dovresti cercare qualcun altro
di
cui occuparti, quella volpe ultimamente è un elemento di
disturbo per la tua crescita come Digimon!»
Il visetto di
Impmon era dispiaciuto «Renamon è una mia amica.
Io e lei
parliamo molto bene da sempre, e poi…non ho molti altri
amici di
cui occuparmi: tu non mi permetti mai di darti un consiglio o di
aiutarti, anche se sono il tuo Digimon. Io…avrei sempre
desiderato avere un domatore umano a cui far compagnia, è
per
questo che mi allontanai da Akemi e Mako, tanti anni fa: pensavo che
non mi volessero! Temevo la delusione al pensiero che mi considerassero
nient’altro che un giocattolo. Per questo…sono
scappato!
Ma in realtà…la mia amica Renamon aveva
ragione…» raccontava denudando i suoi segreti
più
intimi, ma questo sembrava infastidire Jeri e spingerla a compiere un
sospiro seccato «…io avevo solo paura
dell’affetto,
e del calore di un domatore. Preferivo illudermi di potercela fare da
solo, di essere abbastanza
forte.»…«…e
poi?! Com’è andata a
finire?!»…«Ah!!...
…Jeri, ma perché me lo chiedi?! Lo sai anche
tu!»…«…io so solo che hai
stretto un patto
con uno dei Deva affinché ti concedesse potenza sconfinata,
perché ti permettesse di
digievolvere!»…«Volevo
solo…» mentre
le punte di quelle orecchie sembravano quasi accartocciarsi
«…sostituire con il potere
quell’amicizia che non
avevo più, poiché io stesso vi avevo rinunciato.
Mi
illudevo che cospargendo il mio cammino di trionfi e
vittorie…
…avrei colmato quel vuoto, e non mi sarei più
sentito
tanto solo.»…«Pfff…
…ci siamo andati…tutti di mezzo, solo
perché non
sei stato abbastanza forte da sopportare la
solitudine!»…«M-Ma io,
Jeri…!!...
…ti assicuro che soffrivo tanto. Rimanere soli fa davvero
paura.
Non con questo voglio giustificarmi per le mie
azioni!»…«E fai bene: perché
una
giustificazione non ce
l’hai.»...«Jeri!...ti prego,
non essere così dura con me. Io sto cercando di fare del mio
meglio! Su queste basi ho impostato la mia nuova vita, adesso ogni
mattina quando mi sveglio il mio primo pensiero è fare il
massimo per chi mi sta attorno! Dare tutto me stesso. Io…non
voglio più essere un folletto egoista: il mio
sogno…» stringendo i pugnetti avvolti da guantini
rossi «…è diventare quel Digimon di cui
ogni essere
umano potrebbe avere bisogno!»…«Uhm!
Strano, ero
convinta che il tuo sogno fosse diventare un
musicista!»…«…che cosa
c’entra?
Quello mi piacerebbe…
…ma se non sarò mai un buon amico neanche la mia
musica
potrà mai trovare la giusta ispirazione! Io vorrei
essere…quell’amico su cui puoi contare, che col
suo
sorriso ti incoraggia! Che con le sue ali ti protegge…che
col
suo potere combatte per te…
…esattamente quella creatura che Akemi e Mako sognavano
quando
erano piccoli!»…«Ahh, ma allora tu sei
uguale a
Renamon!! Ecco perché vi trovate bene assieme, possibile che
siate incapaci di rassegnarvi quando avete
perso?!»…«Oh…?»
ingrandì lui
i suoi occhioni verdi «Ti ricordo che Akemi si è
fatta
monaca, ormai l’hai perduta, è inutile che cerchi
di
superare i tuoi limiti nella speranza di far colpo su di lei! Il tuo
sogno d’amore…
…non ha
futuro.»…«…questo lo so bene,
e se la
mettiamo così…
…non
c’è bisogno di ricordare che Akemi ha preso i voti
in
quanto Akemi…è malata.»
confessò Impmon con
un umido orgoglio negli occhi, risvegliando in Jeri un celato sussulto
«…probabilmente è la prima destinata ad
avere un
futuro breve. A volerla dire tutta non so neanche se quando torneremo
da Digiworld mi sarà concesso di rivederla. Ma non mi
importa!!
Io non rinuncio a realizzare il suo antico sogno, quel Digimon
delineato dai desideri di due dolci gemellini…è
il
Digimon di cui il futuro ha bisogno!»…«E
credi di
poterlo diventare tu?!» si volse di scatto la ragazza, nei
suoi
occhi si leggeva risentimento «”Il Digimon di cui
il
futuro ha bisogno”, complimenti Impmon! Passano gli anni ma
tu
non smarrisci la tua antica indole, punti sempre in grande!! Desideri
gloria e prestigio, ma non capisci che con le parole non si ottiene
nulla?!!» Impmon abbassò lo sguardo, e
pronunciò
con sfumatura adulta nel tono «Se tu volessi Jeri…
…se tu
solo me lo chiedessi, io prenderei il volo assieme a te. E farei di te
altrettanto quella domatrice…di cui la terra e Digiworld
hanno
bisogno…» ma lei dopo aver smarrito gli occhi nel
cielo
liquidò senza volgersi «…sciocchezze,
tutte
quante.»
Impmon
spalancò lo sguardo, e la giovane avanzò altera e
sprezzante «Il traguardo…si consegue solo con il
cosciente sacrificio. Per realizzare un obiettivo nella vita altro non
occorre che il sangue e lo sforzo, le chiacchiere sono inutili, e non
ricompongono questo mondo in frantumi. Non ti permettono di riportare
indietro chi hai perso! Né di…
…trattenere chi purtroppo si avvia ad andare, no! Le
chiacchiere
appartengono ai deboli. E io non sarò una debole,
l’ho
promesso! L’ho promesso…da tanti
anni…al MIO
Digimon…!» scandì con
orgoglio…e a quel
punto Impmon comprese che la sua presenza era di troppo, e si volse in
procinto di allontanarsi con tristezza. Lei non si girava, e si
limitava a fronteggiare quegli impulsi di frustrazione, soffocandoli
dentro di sé. Quando poco prima di andarsene
«Oh…?» qualcosa richiamò gli
occhi di
Impmon.
Era
un piccolo monumento con una maschera «E quello che
cos’è?» al che la ragazza
alzò le spalle «Ah, non ne ho idea! Probabilmente
qualcosa che è qui da
sempre!»
Il Digimon la fissò per diversi secondi, e per altrettanti
guardò lei. Sperava che lo trattenesse ma ciò non
avvenne, così alla fine si decise a far rientro
nell’hotel.
«…o almeno questo è ciò che
si dovrà
dire fra degli anni! Tuttavia che tu lo sappia non mi importa,
perché ormai, di te, non mi importa più
niente…!» mormorava fra sé la giovane
«Molto presto io avrò un nuovo Digimon,
così
finalmente smetterò di essere perseguitata dalla tua brutta
faccia.»
«Li hai
informati tu...?» domandava Rika carezzando la mano di Ryo
«Sì…ho pensato che fossero in diritto
di saperlo
per primi.» rispose lui alludendo ai poco distanti Mitsuo e
Riley, al che la ragazza ribatté «Ma non
c’era
bisogno: io l’avrei
fatto!»…«Appunto!...avrei voluto
evitarti un
momento difficile ma vedo che non ci sono riuscito…ti sei
fiondata da loro come tuo solito, possibile che non si riesca a tenerti
legata?» disse lui nell’accennarsi di un sorriso di
tenerezza, accanto al quale si posò la carezza della giovane
che
sussurrò «In ogni caso non avresti dovuto
prenderti
questo fardello per me…»…«Ci
sono
abituato!»…«Ascolta…come ti
senti
oggi?»…«Io?? Molto meglio, come vuoi che
stia? In
piena forma!!» nel costante gesto scherzoso di mostrare i
muscoli «Oggi mi sposo con
te!»…«Sicuro…?»…«A-Ah
perché, c’è qualche dubbio?! Guarda
Rika che
abbiamo dato disposizioni, abbiamo smosso mezzo Digiworld! Non possiamo
tornare indietro.»…«Nooo,
dico…sicuro che
stai meglio!!» insistette la ragazza che pareva sforzarsi a
mantenere un contegno serio quando le veniva da sorridere «E
poi
cos’è questa storia di…”mezzo
Digiworld”?!»…«Ma
sì, Hagurumon e
Clockmon hanno fatto telefonate di qua, di là! E’
bastato
un quarto d’ora…che dico? Dieci minuti, ieri
notte, per
invitare gente da ogni settore: stanotte la landa sarà tutta
piena, si farà fatica a trovare un
posto!»…«I-Io dovrei ritrovarmi una
valanga di
Digimon che nemmeno conosco per il mio
matrimonio?!!»…«Che vuoi amore
mio?---smack! Siamo
cariche importanti, rappresentiamo la leggenda! Farai bene ad abituarti
agli impegni diplomatici.»
Quelle parole
non ebbero altro effetto che sciogliere la granitica serietà
che
si dipingeva sul volto della ragazza…e Ryo ne fu contento
«…ecco: è così che ti voglio
vedere, la mia
fantastica bambina. Imbronciata sì…ma anche colei
che
è in grado di sfoderare il sorriso più bello del
mondo.»…«…anche Renamon mi
dice sempre che
ho uno splendido sorriso…» mormorò
velata
d’emozione, senza staccare i suoi occhi innamorati da quegli
azzurri di lui che le pose le mani sulle spalle
«…la tua
Digimon…ha sempre saputo vederci più lungo di noi
ragazzini, e ci ha indicato la strada.» ma lei
replicò «Se ti dovessi dire ieri Renamon ha visto
più lungo nel
senso…che ha notato qualcosa di strano nel tuo modo di fare:
come se non stessi dicendo tutta la
verità!»…«Cooosa?!
Ma…non
sarà ancora per la storia di quelle altre donne,
Rika?!»…«Non mi riferisco a
questo!» ed il
tono di lei non era spoglio da una nota didascalica che però
altro scopo non aveva…che mascherare quella premura che
poté leggersi nettamente dal seguito delle sue parole
«Mi
riferisco alla tua salute: Ryo, in questo periodo stiamo combattendo
veramente tanto…dobbiamo fare attenzione a non sottoporre
noi
stessi ad uno sforzo eccessivo!»…«Senti
chi
parla.»…«Mmm, le mie follie non sono
l’eterna giustificazione per adottare un comportamento
trascurato! D’accordo, le ho fatte, ho messo a segno un colpo
di
testa dopo l’altro quando ero ragazzina, la mia vita non
è
certo l’esempio di un percorso sicuro, però!...
…adesso
ho capito che ci sono cose a cui tengo, non mi azzarderei mai a
metterle a rischio…
…e se le
perdessi, come farei?»…«E fra queste
cose
indispensabili ci sono anch’io, Rika??»
Ma lei lo
guardò in modo talmente serio ed eloquente da riflettere
tutto
il passato…tanto che lui ammise «…no,
hai
ragione.» strofinandosi una mano sul volto, che
rivelò
espressione stanca e preoccupata «…allora vedi che
ho
ragione io!! E che ha ragione anche Renamon: tu hai
qualcosa!!»…«Sì…
…è circa la faccenda del matrimonio. E’
che
l’ho detto a loro, questo è vero, ma non
l’ho detto
ancora al cucciolo. E francamente sono un po’ sulle
spine...» smarrendo i suoi occhi più in
là. Rika
dilatò lo sguardo e si affrettò a dire
«…guarda Ryo che se preferisci
che--»…«No!» però
la bloccò
lui «Ma…ti assicuro che io capirei!
Davvero!!»…«No,
Rika.»…«Si
tratta…del tuo
Digimon…»…«E tu sei
la ragazza che amo!» ribatté con decisione che
penetrò nei sentimenti di lei, facendola tacere
«Anzi…che dico: la donna che amo, tu sei la donna
con cui
voglio stare tutta la vita. E per questo ti assicuro che me la
caverò con
Cyberdramon.»…«Però
io…
…mi
preoccupa questa situazione.»…«Ma tu
credi che io
mi faccia spaventare da quello là?! Da-Da quel brutto coso
nero,
dall’espressione ringhiante?! Andiamo, lo conosco da un
secolo e
so come prenderlo! E poi non vado di certo a chiedergli il permesso per
sposarmi: non è mio padre, è lui che sta sotto di
me e
deve accettare! Ero io che qualche anno fa lo tenevo fermo con quella
bella e utile cinghia luminosa e così riprenderò
a fare
se me ne darà
motivo!»…«Dai…non lo
giudicare.»…«Oh?» lui si volse
stupito, e
Rika gli ricordò «…ha smarrito suo
figlio.
Sarà molto in pensiero, immagino…io come mi
sentirei se
mi trovassi nei suoi panni: impazzirei…
…ed ora
che ci penso dovremmo adoperarci per cercarlo, anziché per
allestire un matrimonio…» volgendosi e nascondendo
il suo
sguardo «Rika…ma allora non ti fidi abbastanza di
me.» fece lui afferrandola per le spalle «Ho
promesso che
lo troverò, e così sarà.
Ritroverò il
figlio del mio Digimon, sia Midramon sia gli altri tre dispersi.
Riuscirò a far questo, e anche a sposarmi con te, la donna
che
amo! Vi prego…fidatevi tutti di me, io cerco solo di farvi
capire che…ci tengo a voi. Siete la cosa più cara
che
ho…
…io vi
giuro che andrò in viaggio e recupererò quel
mondo felice
che abbiamo perso tanto tempo addietro: una famiglia per i nostri
Digimon…
…quell’amore…e quei giorni di festa che
ci sono
stati sottratti, a te donerò quella rugiada che si asciuga
col
soffio del vento, e il candore della crescita di cui ingiustamente ti
ho privato…
…sarà il candore del tuo
abito…» e
benché lei abbassasse lo sguardo lui continuava
«Rika,
dammi questa possibilità: quale altro può essere,
ora, il
compito di un domatore
leggendario…?»…«…lanciarsi
al
recupero del passato…è una missione
rischiosa…mi
preoccupa il suo esito…» accennò
fissandolo
intensamente, ma lui sorrise «Niente paura: il rischio
è
il mio mestiere! Lo è sempre stato…
…non posso venir meno proprio adesso…»
Rika prese un
respiro non spoglio da tensione, ma in quel momento furono interrotti
«Ne sei davvero convinto, Henry?!»
Era la voce di
Rea, che chiedeva «LadyWizardmon è
scappata?!» e
suo marito sulla soglia della stanza della Digimon le spiegava
«Ha lasciato un biglietto: guarda.» Rea, che aveva
Benji
tra le braccia, afferrò il pezzo di carta
«”Mi
dispiace di dare preoccupazione ma non posso restare inattiva quando i
miei alunni sono scomparsi. Vado a cercarli. Vi ringrazio per tutta
l’ospitalità e vi prego di avere pazienza”…oh
mio Dio ma dove sarà andata?! Con Digiworld in queste
condizioni!»…«In effetti sono
preoccupato
anch’io: non avrebbe dovuto allontanarsi!»
osservò
Henry. Sua moglie aggiunse «E’ incredibile, ma
allora che
senso ha essere tutti insieme? Qui va di moda lasciare biglietti!
Ognuno se ne scappa da una parte, dall’altra, crede di fare
meglio quando…!!...non si rende conto che una perdita, qui,
brucia davvero!!»
…ma si
rese conto troppo tardi «Oh?» del cenno che Henry
le fece
con gli occhi, alludendo ai lì presenti Mitsuo e Riley.
Questi
intanto stavano parlando con Suzie, e quando lui si
interessò «Che cosa sta
succedendo…?» la ragazza
riferì «Credo…che sia scomparsa
LadyWizardmon…comunque di questo non dovete preoccuparvi, ce
ne
occuperemo noi.» appoggiando la mano sul braccio
dell’uomo «Come le dicevo…signor
Yamaki…non appena saremo
sulla terra parlerò con mio padre, intendo metterlo al
corrente
dell’importanza determinante del gesto di Guardianmon. Voi lo
sapete, lui ci ricattò, e costrinse mio padre a tacere circa
il
varco digitale...inviandogli alcune mie foto. Guardianmon mi ha
minacciata, ma ciò nonostante non potrò mai
dimenticare
quello che ha fatto per tutti noi, ci ha indicato una direzione.
Personalmente, voglio ricordarlo come nient’altri che un
grande
eroe, che ci ha difesi con coraggio, come Leomon, dieci anni
fa…» L’uomo pose la mano su quella di
lei «…ti ringrazio per le tue parole,
Suzie.» La
ragazza sorrise, per poi accennare «Signora
Riley…io…» ma questa sembrava cercare
il confronto
con un’altra persona, verso la quale avanzò.
Rea stava
parlando con Henry «Intanto torniamo a palazzo per dare una
mano
con l’esercito…poi potremmo chiedere a qualche
Digimon di
farla cercare!» e si era aggiunto anche Terriermon il quale
affermò «Momentai, mi sembra un’ottima
idea.»…«Benji, aspetta…hai il
colletto
della maglietta piegato, lascia che te lo sistemi!» fece Rea,
ma
quando Riley fu vicina avvertì disagio ed il fatto di tenere
suo
figlio in braccio la fece sentire di troppo, tanto che
abbassò
il capo «Scusate…allora ci vediamo dopo, per poi
partire.» ma la donna la trattenne
«Aspetta…Rea.»
La
ragazza, già in procinto di allontanarsi, si volse
lentamente…
...il volto, così serio e segnato, della donna dai capelli
rossi
sembrava intimorirla. Ma questa si avvicinò sfiorandole il
braccio «Desideravo chiederti di perdonarmi per le parole che
ti
ho rivolto quando eravamo lì…»
Nella memoria di
entrambe si riaffacciò quella frenetica scena…
“L’aver
lasciato che si commettesse…un simile atto di
crudeltà…
…ci renderebbe identici a loro, e noi non lo
siamo!!”
“Che avresti fatto se la vittima fosse stato il tuo, di
figlio?!!”
«Se puoi cerca di capirmi, io ero…
…sconvolta! Ho perduto…per due volte
già
l’illusione di avere un figlio, sarebbe stato il mio grande
sogno, e con lui…!...con lui per un attimo ho creduto
potesse
diventare realtà. Ma non con questo disprezzo te,
e…tantomeno tuo figlio! Posso accarezzarlo…se me
lo
permetti?» chiedeva velata di commozione, la stessa che
finì ad attraversare gli occhi di Rea
«…ma
certo…!»
Riley passò la sua mano tra i capelli di Benji con la
profonda
delicatezza che contraddistingue una madre. Henry e Terriermon
contemplavano quella scena con uno sguardo d’affetto.
«Ha…proprio i capelli di suo padre. E il tuo
sguardo! Si
vede che è vostro
figlio…»…«Signora,
io…!»…«Oh ti prego
perdonami!» Riley
ritirò la mano «Parlo come una
pazza…sei
autorizzata a farti qualsiasi opinione sul mio conto,
io…sì, è vero! Forse
adesso…altro non sono
che una donna distrutta, dovrei smettere la mia attività
e…curarmi. Tutti questi dolori hanno preso il sopravvento su
di
me, e in certi casi forse è necessario ammettere la
sconfitta…» smarrendo i suoi occhi verso
l’alto,
con espressione umile. Ma Rea parlò «Se mi posso
permettere…io non penso che lei debba parlare in questi
termini
di se stessa! Prima Terriermon, poi i genitori di Henry e
infine…Henry stesso mi hanno parlato di lei e del signor
Mitsuo
come persone molto forti. Poi ho avuto modo di conoscervi…e
vi
confesso che mi piacerebbe che un giorno si potesse guardare a me e mio
marito come a voi due. Persone su cui si può
contare…
…due rocce…» sussurrò Rea, e
Riley
sembrò colpita da quella definizione.
«Sono cosciente di essere una ragazza fortunata…ho
mio
figlio, e l’uomo che amo accanto a me, ho tutto
ciò che mi
occorre per essere felice e guardare al futuro, ma sei mi permette di
mettermi nei suoi panni…
…posso capire cosa prova e…mi dispiace, mi creda!
Mi
dispiace…profondamente per com’è andata
la sua
vita, ma non si arrenda se può! Sarebbe un
peccato…per
molti…
…per molti ancora che necessitano della vostra
guida…»…«Prima ti ho sentita
dire…che ogni perdita tra di noi brucia davvero. Sappi che
questo mi ha colpito, e anche se non l’hai menzionato
l’ho
sentita riferita a lui…»
Rea si
sentiva impotente, avrebbe voluto fare di più per lenire il
dolore di quella domatrice che aveva perso il suo Digimon, o di quella
donna che aveva perso suo figlio «…ha fatto bene a
intenderla in questo modo perché…se vuole
saperlo,
signora…era proprio a lui che pensavo!!» Riley
alzò gli occhi verso quelli di lei, la cui commozione
tendeva a
sciogliere il trucco scuro «Si lasci dire che vi ho guardati
nella lotta, e…mi avete colpito: eravate
bellissimi…
…voi due,
e lui. Bellissimi…mi dispiace che ciò non possa
continuare!...»…«…evidentemente…devo
rassegnarmi al fatto che era destino…»
confessò
Riley abbassando tristemente lo sguardo e stringendosi a se stessa,
quando Terriermon balzò sulla spalla di Rea premurandosi di
asciugarle le lacrime, e dicendo al contempo «Signora
Riley…ci eravamo tutti affezionati a Guardianmon, o per
meglio
dire al piccolo Defendermon: lui è vissuto al nostro
villaggio
per dieci anni…ma in pochi giorni, voi due ci avete donato
un
amico che porteremo dentro tutta la vita. Si faccia forza e non
pianga…
…momentai…se mi è concesso dirle di
pensare
positivo, nonostante tutte le disgrazie della sua vita.»
In quel momento la
voce del Digimon, di solito ironica e spedita, suonava estremamente
delicata «…lei per me rimarrà sempre
quella
signora…bellissima e professionale tanto da riuscire a
incutere
anche un po’ di timore, ma che ci ha sempre aiutati nei
momenti
di difficoltà. Assieme a suo marito siete…fra i
ricordi
più epici di tutta la mia vita…non lasciateci
senza di
voi, vi prego.» e Rea aggiunse asciugandosi gli occhi
«Come sempre Terriermon ha le parole più sagge fra
noi.» e Riley tese la mano «Vi ringrazio, siete
tanto
cari…!» sfiorando la guancia di
Terriermon…che
premurosamente raccoglieva la mano con le orecchie «Di
nulla…»
Mentre Lopmon
sulla spalla di Suzie fissava la scena e mormorava
«Terriermon…che belle parole…oh Cielo
come ti
amo…!» tanto che la sua domatrice
«Oh?» si
volse, avendo percepito qualcosa.
In quegli
stessi istanti Riley confessava «Quello che adesso
però
mi fa paura…è il futuro! Come farò ad
affrontare
la mia vita che…tornerà alla
normalità, dovendo
fingere che sia stato soltanto un sogno?! Ora so che il nostro dovere
sarebbe tornare in quel palazzo ma…i-il solo pensiero di
rivedere il luogo in cui lui…i-in cui
lui…!!...» e
il pianto stava prendendo il sopravvento.
Mitsuo se
ne accorse «Oh no Riley…» ma Suzie lo
bloccò «Lasci! Resti lì signor Yamaki,
ci pensiamo
noi!»…«Ma…Suzie!»…«In
questo momento anche lei è molto sconvolto: dovete solo
pensare
a rimettervi, lasci a noi sua moglie, ok? Si fidi!!» e prima
che
potesse trattenerla, la ragazza era già corsa.
Rika nel
frattempo si era accostata a Riley «Guardi che se non se la
sente…può rimanere qui tutto il tempo che
vuo-» ma
Suzie sopraggiunse «Adesso pensiamo noi a questa bella
signora!» ponendo il braccio attorno al collo della donna dai
capelli rossi, che restò sorpresa dal suo fare allegro
«Uhmuhm! Sa cosa faremo? Oggi lei verrà con noi,
tornerà indietro di qualche anno e trascorrerà la
giornata assieme a noi ragazze! Dove andremo? Ma al palazzo
ovviamente!» per poi scivolare in un’espressione
più seria «…perché invece
è meglio
andarci: i dolori vanno guardati in faccia, glielo dice una a cui hanno
nascosto per dieci anni un Digivarco, e che si sarebbe messa a scavare
con le dita pur di evitare di immaginarselo in mille modi, come invece
ha fatto. Se non vi torniamo quel luogo resterà sospeso su
un
limbo di incubo, anche quando sarà ricostruito, e il regno
di
Digiworld sarà tornato al suo splendore. Lei non vorrebbe
più tornarci, neanche in quel caso: e invece è
bene che
lei sia in prima fila quando i Digimon vinceranno…lui
l’avrebbe voluto.» Riley dilatò lo
sguardo
all’udire di quelle parole calme e premurose, dalla ragazza
che
le accarezzava la mano «Per cui oggi tornerà e
vedrà i Digimon fare avanti e indietro imbracciando le
travi, e
i raggi di sole adagiarsi là dove lui è
scomparso…
…sì lo so è dura ma in tutto questo
non
sarà sola signora Riley, perché noi non la
lasceremo un
attimo!!»
Lo sguardo
della donna era profondamente impaurito, ma Suzie sembrava intenzionato
a scioglierlo grazie al suo sorriso «E sa di cosa
parleremo…? Diii…quegli argomenti sui quali noi
ragazze
siamo molto curiose, e non desideriamo che un’amica
più
esperta che ci dia qualche dritta! Lei capisce anche se non mi spiego,
signora!»…«Oh!
Ma…veramente…»
esitava la donna, ma lo sguardo della ragazza luccicava di furbizia
«Eh già, anche perché ora che ci
penso…non
abbiamo mai avuto molto tempo per discutere con calma in proposito, e a
questo bisogna assolutamente rimediare: niente di meglio di adesso, voi
siete d’accordo ragazze?!»
…e se
Lopmon affermava «Ma…di cosa vuoi parlare, Suzie?
Scusa,
non ti seguo!» con voce un tantino allarmata, Rika esponeva
un
sorrisetto consapevole «…lo so io di
cosa…!
Intende parlare…d’amore!» e Rea
altrettanto
divertita «Oh per meglio dire
di…(!)»…«Eeesatto, avete
afferrato al
volo!» confermò Suzie, mentre Lopmon «Io
no! Oh
Suzie ti prego, non tenermi sulle
spine!»…
…ragazze…!» Riley si sentiva un
po’
spiazzata, ma Suzie insisteva «Suuu, non sia timida! Guardi
che
noi vogliamo sapere! Si ricordi che siamo più giovani, e
pendiamo dalle sue labbra!»…«Che cosa
dite,
ma…?!...che vi viene in mente??...
…uhmuhmuhm…!»
Mitsuo la vide
allontanarsi, ed era sbalordito «…stento a
crederci.» ma Henry si accostò a lui «Io
no:
questo è il potere di mia sorella. Lei riesce in
questo…meglio di chiunque altro...» espresse con
tenerezza negli occhi, per poi adagiargli la mano sul braccio
«Coraggio, stia tranquillo. Vedrà che in compagnia
di
Suzie...sua moglie riuscirà a superare questo scoglio di
dolore.»…«Lo spero
bene…»
affermò l’uomo dai capelli biondi.
«Jeri,
chi era quel Digimon che è venuto
prima?»...«Oh?
Nessuno…» rispondeva la ragazza al piccolo
Midramon «Perché diceva di essere il tuo Digimon?
Non avevi detto
che il tuo si chiamava Leomon?»…«Ma
infatti quel
Digimon si sbaglia: ascolta Midramon…» la ragazza
si
piegò su di lui «Se lo incontri non devi mai dar
retta a
quello che dice: Impmon è un Digimon…che si
diverte a
prendere in giro gli altri, racconta sempre un mucchio di bugie. Se non
ci credi…puoi consultare gli archivi o i
database.»…«Non ne ho bisogno: il mio
papà
mi racconta sempre
tutto!»…«Ah…sì?»
la ragazza
tradì un barlume di incertezza «Sì! Hai
detto che
si chiama Impmon…ah?! Ma allora deve trattarsi del livello
intermedio di Beelzemon! Lui vive nel nostro villaggio, non
l’avevo mai visto in questo stadio! Beelzemon è
fortissimo, è un Digimon davvero in
gamba!»…«Sì però
adesso…nascondiamoci, non vorrei che qualcuno potesse
vederti.»…«Quando tornerà il
mio
papà?»…«Presto! Ti assicuro
che
tornerà presto, e nel frattempo non dovrai dire a nessuno
che
sei qui con me, né dovrai mai farti vedere in giro, siamo
intesi?»…«…va
bene…»
mugolò il piccolo draghetto «Hai già in
mente che
genere di sorpresa fargli? Gli faremo uno scherzo?» chiedeva
con
curiosità. Ma lo sguardo di Jeri si smarriva verso le scale
dell’hotel «…gli faremo una
sorpresa…che
cambierà il suo destino…»
In quel momento
qualcun altro stava scendendo i gradini, e Midramon esclamò
«Ihm! Guarda, è quella Digimon dai capelli rossi
di ieri
ser--»…«Shhh!...non dire una
parola…resta
nella mia borsa.» sussurrò Jeri
«E’ una tua
amica?» chiese lui dal suo nascondiglio…
…e fu
allora che lo sguardo di Cindermon e quello della giovane si
incrociarono.
Quest’ultima prese un respiro, sussurrando
«Jeri…calma e sangue freddo…puoi
farcela.»
così, a gran sorpresa dell’altra
«Oah?!» si
mosse incontro a lei.
«Ehm-Ehm, EHM…(!)…
…s-sì no Takato è dentro, o-ora scende
si è
intrattenuto un attimo con Kazu e…Kenta no sai
com’è è che ieri mio padre PARE abbia
accennato a
mia sorella qualcosa tipo INCORONAZIONE ma questione di un aaattimo,
adesso arriva!»…«No
Cindermon…non cercavo
Takato. Volevo parlarti.»…«??...
…parlare con meee???...qual buon vento!» ma Jeri
si
mantenne seria e impassibile «E’ molto
importante.»
Cindermon la scrutava, cercando di strappare una risposa a quegli occhi
seri e silenziosi. Dopodiché prese un respiro
«Senti un
po’ una cosa!...
…io ora mi ritrovo con la casa distrutta, quando prenderemo
il
fascio per me comincerà…tutto un capitolo nuovo,
non so
ora cosa farò io, né mio padre, né mia
sorella,
né il mio domatore! Perché fino a prova contraria
i
nemici sono spariti, non sappiamo come si metteranno le cose
d’ora in poi, ci manca un piano d’azione per
cui…non
ho proprio voglia di litigare, guarda…spreco energie, e mi
serviranno da adesso!»…«Cosa ti fa
pensare che io
desideri litigare…?»
“Beh…il fatto stesso che mi guardi in quel
modo!”
«Nel caso in cui tu ne dubitassi…quel che
è
successo ha sconvolto anche me: la fine di Guardianmon mi ha lasciato
spiazzata, e sono in grande apprensione circa ciò che ci
aspetta.» spiegò la ragazza smarrendo lo sguardo
verso il
cielo, ma la Digimon replicò «Beh ma di certo non
dovrai
preoccuparti, con il tuo Digimon al tuo fianco non corri alcuni
pericolo: lui è potentissimo!»
Jeri mosse
la coda dell’occhio verso di lei. E Cindermon la
scrutò in
modo penetrante «…ed è
disposto…a rischiare
anche la vita per te, lo ha dimostrato.»
Seguì un istante di silenzio, dopo il quale Jeri si mosse
lungo
i gradini «Sì, non metto in dubbio che
Beelzemon…sia un Digimon indiscutibilmente potente. Ma
talvolta
questo non basta.»…«Co-Cosa vorresti
dire con il
fatto che “non basta”?!!...
…agisce con incondizionata fedeltà a causa del
suo…beh!...
…a-a causa del
suo…»…«…senso
di colpa, non aver timore di dirlo.» specificava Jeri dandole
le
spalle, e Cindermon ribatté «Beh! Quello non si
può di certo negare che ci sia, ma ANCHE un peso non
indifferente ce l’ha il fatto che lui…
…ti vuole bene. Non puoi negarlo Jeri…
…quel Digimon ti considera un’amica e ha voltato
pagina
dai suoi domatori del passato per proteggere soltanto
te…»
Le parole
della ragazza digitale seppur all’apparenza delicate in
realtà perforavano come frecce…
«…questo non puoi dire che non ti
basta…è
quanto di più si possa chiedere a un Digimon…
…era ciò a cui io…non credevo e che mi
sono
impegnata a cacciar fuori da me…per svolgere adeguatamente
il
mio ruolo.»…«Tu ti sei
impegnata…
…nel voler bene a Takato? Nell’essere sua
amica…?» si volse appena Jeri…
Cindermon non abbassava il suo sguardo orgoglioso «Takato
aveva
perduto Guilmon e aveva bisogno di un nuovo Digimon, io avevo bisogno
di una guida, qualcuno che desse un senso alla mia esistenza: i
grovigli del tracciato digitale hanno permesso a me e lui di
incontrarci, così, una notte, di punto in bianco! E da quel
momento è tutto cambiato…» al che la
ragazza si
volse «Che cosa intendi esattamente…quando affermi
che
“tutto è
cambiato”…?»
La Digimon restò in silenzio, respirò
profondamente e
deglutì appena, per poi rispondere
«…perché
me lo chiedi…?...
…lo sei anche tu, hai assistito a tutta la
storia…non sei
mai stata assente un
attimo…»...«…è
vero. Devo riconoscere che…hai ragione tu: ci sono sempre
stata,
ed ho anche assistito, molto prima, a tutta la nostalgia che Takato ha
sofferto per Guilmon nel corso di questi anni…
…una
nostalgia profonda, lacerante…che è riuscito ad
arginare
a stento. Come sai gli ha procurato molti problemi…
…povero
Takato…»…«Sì
è vero dopo
tutto essere separati per dieci anni dall’amico
più caro
che hai a causa delle bugie di
una…!!!...sant’anima di
Guardianmon…che mi perdoni se adesso mi sente
io…gli sono
profondamente riconoscente per il suo pentimento, ed il suo onorevole
sacrificio. Però bisogna ANCHE dare a Cesare quel che di
Cesare,
e riconoscere che un povero ragazzino a cui viene strappato il proprio
amico dalle braccia dopo averci dato dentro in una lotta mortale, beh
ha tutto il diritto di soffrire! Specie se è circondato da
altrettanti genitori…
…!!!...E AMICI…
…ugualmente disperati che per CAUSE DI FORZA
MAGGIORE…non
sono in grado di aiutarlo.»…«Stai
insinuando che
noi non siamo stati vicini a Takato come avremmo
dovuto…?»
Cindermon non
ebbe timore di guardarla negli occhi «…non sto
dicendo
questo: ho appena detto che è stato inevitabile. Tutti hanno
sofferto, indistintamente. Ognuno aveva su questo mondo il suo Digimon
ad attenderlo e invocarlo.» La ragazza abbassò lo
sguardo…e la Digimon incupì il tono
«…sì, hai ragione Jeri: tranne
te…»…«Non devi avere timore
di affermarlo,
ormai ci sono abituata…
…e forse
non hai tutti i torti: io stessa non sono mai stata in grado di capire
fino in fondo il dolore che provava Takato…perché
non
potevo immedesimarmi: ormai il mio Digimon non c’era
più…
…che mi
fossi trovata in un mondo oppure nell’altro…quello
per me
era un capitolo chiuso.»…«…e
così
sei andata avanti…
…non ti
si può biasimare, che altro avresti potuto
fare?!!»…«Ho cercato…soltanto
di fare del
mio meglio.» ammise passandosi la mano tra i capelli e
fissando
nel vuoto, mentre Cindermon affermava «Però devi
capire
che per Takato il tempo si è fermato: io
ora…guarda,
anch’io avevo perplessità all’inizio ma
adesso lo
capisco meglio!»…«…che cosa
intendi
dire…?» la scrutò Jeri, e
l’altra
replicò «Semplicemente che i genitori
cheee…pretendono sempre che lui sia diverso, che sia
più
forte, agguerrito, tutte queste storie qua…sbagliano!
Perché quando qualcosa ti spezza la vita a
metà…
…quando
qualcosa resta in sospeso, e ti lascia un irrisolto…
…crescere
pesa il doppio. Già è difficile di per
sé…» Jeri le rivolse dunque uno sguardo
e
commentò «Forse dopo tutto non è
contestabile
quello che dici.»…«Io non critico
nessuno!...
…dico
solo che qui nessuno ha il diritto di commiserare Takato come se fosse
un bambino sciocco, come se non fosse abbastanza forte,
perché a
suo modo fin troppo lo è stato!...
…lui non
ha mai smesso di essere se stesso, ed è rimasto fedele ai
suoi
ideali. Semmai è chi ha cercato di ostentare una forza che
non
aveva…indossando maschere che non lo
rispecchiano…la
persona veramente da commiserare, perché è
soltanto un
debole. Mentre io su questo non smetterò mai di portare alta
l’immagine del mio domatore, perché ne
sono…veramente
convinta!!»…«Sembri…
…volergli
molto bene.»…«…ah, e questo
ti
stupisce?»…«Nemmeno io…che
sono la sua
amica d’infanzia ho mai declamato in questi termini la mia
stima
per lui.»…«Veramente…
…che io
sappia tu non sei la sua amica
d’infanzia…»
scandì lentamente Cindermon «…tu sei la
sua
ragazza.
Giusto…?!»…«…è
così: io e Takato abbiamo scoperto di amarci.»
disse
pacatamente, ma con fermezza, stringendo saldamente i manici della sua
borsa «Uhm. E dato ciò cosa ti impedisce di
DECLAMARE
simili cose altrettanto?!»…«…
…il mio
carattere.»…«Cosa?!»…«Sì
sì, hai sentito bene. Purtroppo…sono fatta
così, e
non posso farci niente. Ognuno è cresciuto in modo
diverso…in base alle esperienze che ha avuto. Io ho imparato
a
tenermi le cose chiuse dentro. Non sono mai stata una ragazza
espansiva, fin da bambina…fingevo, ostentavo un fare allegro
ma
non rivelavo mai agli amici i reali problemi che vivevo. Che vogliamo
farci, ognuno è diverso, c’è chi nasce
solare e
chi…riservato, come me. Uhm, e forse è inutile
tentare di
cambiarci, cresciamo tutti come siamo sempre
stati.»…«Beh!...» si
avvicinò
Cindermon «…non è però
neanche il caso di
restare con le mani in mano, e non fare niente per cambiare noi stessi.
Altrimenti che senso ha avere un cuore, dei sentimenti?!...una macchina
è sempre uguale a se stessa.» Jeri
accennò un
sorriso «…già. Forse è
vero.»
tornando a perdersi nel cielo «Sai, devo aver imparato a
ragionare come una macchina, tanto tempo
fa…»…«Tanto tempo fa
quando?!»
…e
siccome Jeri non rispondeva la Digimon propose
«Quando…il
D-Reaper ti ha fatta
prigioniera?»…«Uhm…credo di
non essermene
ancora liberata dopo tutto. Sai? Essere una macchina a volte comporta
dei
vantaggi.»…«…sì.
Sì
è vero, comporta dei vantaggi!»
specificò
Cindermon in modo eloquente. Ognuna sembrava comprendere le allusioni
dell’altra, ma non raccoglierne le provocazioni. Il loro era
un
palleggio equilibrato e scattante, quello che serve a due avversarsi
sul campo per studiare le mosse l’uno dell’altro
«Ad
esempio…permette di non ragionare. E scartare ogni pensiero
scomodo e che fa paura. A te è un po’ successo
così, correggimi se sbaglio
Jeri.»…«Ti
riferisci a Takato…?»…«Brava,
hai
indovinato!...
…ora
sembri amarlo da sempre, ma prima…non credo tu abbia dato
prova
di essere così cotta di lui! Conferma il fatto
che…fino a
solo poco tempo fa…stavi per sposare un altro…se
Beelzemon non ti avesse fermata portandoti a
Digiworld!»…«Tutto vero: ammetto che
avevo
scartato il pensiero di Takato. Nonostante tutto credevo, o mi
illudevo…che fosse un ragazzo troppo fragile, e se ottimo
per
una bella amicizia non reputavo che fosse altrettanto ideale per una
relazione amorosa. Sai, questo è un passo importante. Forse
era
per paura…
…ma come
vedi è bastato essere costretti a stare a
contatto…il
crollo forzato di quelle barriere che io stessa avevo appositamente
innalzato in questi anni. A volte nella vita si è vittime di
una
forza inarrestabile, ed io e lui siamo il caso in questione. Che dire,
forse ora è meglio
così…»…«Posso
dirti sinceramente una
cosa?!...
…io non ti capisco, Jeri.»
Jeri
accennava un sorriso, sembrava aspettarsi quelle parole…
«Tu ora avresti
la possibilità di essere felice accanto al ragazzo che ami,
eppure…ti perdi in mille complicazioni e problemi!!
Perché
mai?!»…«Uhm…molto
piacere.»…«Eh??»…«Mi
hai
conosciuta.» disse Jeri volgendosi «Questa sono
io…
…i miei compagni lo sanno già, non sono mai stata
diversa…
…già dal primo viaggio era
così…e
probabilmente lo sarà per sempre…»
Cindermon
assottigliò lo sguardo
«…perché non cerci
di fare a pugni con i tuoi fantasmi
interiori?»…«Ahh, ma
perché…!!!...
…io mi sento sola!»…«Hai
l’amicizia
di tutti loro! E se c’è anche gente che te
l’ha
offerta, PERO’ TU NON L’HAI
ACCETTAT-»…«Cindermon!
Io…»
L’espressione negli occhi di Jeri era sofferta. Incerto il
passo
con cui si avvicinava «…ti prego, io ho bisogno
d’aiuto!»…«Come dici??...ho
sentito bene?
Forse ho qualcosa che non va alle orecchie: tu che mi chiedi
aiuto?!»…«Per
favore…» supplicava
però Jeri, prendendole le mani «…abbi
pazienza con
me, ho solo bisogno di qualcuno che mi aiuti a scoprire di
più
me stessa! Avevi detto che ti sarebbe piaciuto…essere mia
amica…»…«Sì…è
vero, io
l’avevo detto...» ma da quegli occhi azzurri
interdetti
nacque un’espressione decisa «…ed io non
mi tiro
indietro.»
Jeri
sorrise, sembrava sollevata «Ero…molto amica di
Guilmon,
lo sai…?» accennando una carezza sul volto della
Digimon
che replicava «Qui tutti erano amici di
Guilmon.»…«Lui…nella sua
semplicità
mi aiutava ad aprirmi, e a tirar fuori quella che ero! Mi piacerebbe
tanto…poter ritrovare un po’ di lui in te, che sei
la
nuova Digimon di Takato. In questo modo forse
riuscirò…a
crescere, per capire meglio anche lui.»
Cindermon la fissava negli occhi «…io non nego di
aver
sempre desiderato di conoscere meglio proprio
te.»…«Ora sono io a
chiedertelo…»
sussurrò la ragazza, e la Digimon
«…niente paura,
Jeri! Da quando Guilmon è andato via mi ha lasciato
una…grossa eredità, io non la respingo, la
accetto!!...voglio fare del mio meglio…
…per lui, per tutti voi…per tutti coloro che
Guilmon ha
lasciato soli…»
Un
lieto sorriso si affacciò su quel volto
insicuro…e
seguì un abbraccio impetuoso. Cindermon sembrava porre tutta
se
stessa in quel compito che si era data. Ma era difficile decifrare lo
sguardo di Jeri, simile a un cielo su cui si addensa una nube oscura.
«U-Uhhhhhh…ahhh!»
Un Digignomo era
volato accanto a lui, ma neanche se ne accorse poiché troppo
impegnato a stiracchiarsi. Tuttavia al posto della sua luce,
poté godersi quella del sole, che filtrava intensa fra gli
alberi «Adesso abbiamo dormito anche troppo.» disse
scherzoso, rimuovendo dalla sua maglietta gli ultimi residui di pietre
e sassolini che caddero tra i ciottoli e le recinzioni strappate
«E’ giunto il momento di fare del nostro meglio,
ahhh!» massaggiandosi i muscoli e roteando le braccia
«Ouoafh!...uhmuhmuhm.» Sotto la peluria che gli
accennava
quei baffetti nacque un sorriso, e sulla scia di questo si decise a
prendere le mosse dal cumulo di macerie. Il suo umore quella mattina
sembrava decisamente migliore «E’ tempo che mi
cerchi un
lavoro se voglio rimanere in questa città. Chissà
dove
potrei chiedere, e per cosa.» grattandosi i baffetti con
l’artiglio «Prima di tutto è bene che
trovi un modo
per coprirmi queste zampe, altrimenti si accorgeranno che sono un
Digimon.»
Ma le foglie nei
paraggi frusciavano al delinearsi di un’ombra…
«Questa
mattina mi sento carico! Uhm! Sento che avverranno…tante
cose
straordinarie. Basta poltrire sugli allori, è andata
com’è andata.» volgendosi verso i
detriti «Hanno fatto…macerie di noi stessi e della
nostra casa.
Però guarda qui, amico mio: senti che buon
profumo…»
Di quel profumo
riempì i suoi polmoni «La primavera torna a
fiorire.
E’ il profumo del mio parco, lo riconosco. E tu lo senti?
Guarda
attorno, Takato…» sporgendosi un po’ tra
i cespugli «Guarda quanta gente che cammina, bambini in
bicicletta. Il
tempo rinasce per noi, per permetterci di scrivere una nuova storia.
Anche se tu non puoi correre non temere, io ti porto con me. E ti
farò…volare, ah!» saltando
agilmente…
…ed
atterrando sui gradini come un acrobata, in un inchino a braccia tese
«Guilmon biodigievolveee…Gallantmooon! Grazie,
grazie a
tutti! Ihihihi!...
…sì, esatto Takato: sarà come allora.
Anche se
adesso non ho un mantello, ma soltanto questa maglietta. Grani mi ha
dato altre ali per volare...smack, Grani!» rivolto al cielo
«Spero che tu sia orgoglioso di me. Allora!»
sgranchendosi le spalle «Amico mio, cosa aspettiamo? Ora
tieniti
forte, tu mi hai condotto alla scoperta della tua città, ed
io…ora farò lo stesso con te: attraverso i miei
occhi ti
mostrerò…la Tokyo del futurooo! Ahahahah! Vedrai,
sarà un gioco molto divertente.»
E così si mise in cammino.
Dal basso della
scalinata, volse il capo e guardò su: egli non vedeva
più
il blocco sorgere maestoso tra gli alberi. Ma ora il verde si era fatto
più intenso, ed i raggi di sole lo attraversavano da ogni
parte.
Fissare lì induceva a stringere gli occhi, sicché
Guilmon
si congedo alzando le strette spalle in un sereno
«…ma
sì, dai.» volgendosi verso la strada «La
vita
continua.» per poi procedere lungo il sentiero.
Ma non si era
accorto di quell’ombra che ora emergeva dalle foglie,
sostenuta
dai suoi stivaletti neri…
…a
contrasto con un sorrisone radioso «Taaana per Guilmoooooon!
Uhmuhmuhm! Chi non si nasconde bene è destinato a perdere a
questo…appassionante gioco, ihihihihi!» furono le
parole
di Violetta, che un po’ sporca di foglie avanzò
verso le
macerie per poter contemplare dall’alto la spedita corsetta
del
ragazzo «E così, Nami detta “occhio di
lince”
ci aveva visto giusto, ha fatto proprio una…bbbella faccia
da
umano! Seppur sia impossibile non riconoscerlo grazie a quelle zampe:
lui resta sempre…
…un
povero draghetto deluso che era diventato il terrore di tutto
Digiworld, una volta messi gli artigli sul trono del palazzo
reale…!» narrava con enfasi fiabesca, per poi
scivolare
in considerazioni personali «Non c’è che
dire…N’Emo ha avuto proprio un’idea
audace a
piazzarlo in un ruolo simile, ma del resto mi pare che questa sia la
sua specialità, visto il ruolo recentemente assunto da lui e
cioè quello del…
…p-piccolo!...e innocente Takato Matsuki…il
figlio dei
signori della panetteria…miracolosamente tornato indietro
nel
tempo, per la gioia di tutto il quartiere! Uhmuhmuhmuhm! Manca solo il
suo amato draghetto digitale disegnato a matita che…puf! La
favola sarà di nuovo completa! Ohh!!» ma
ricordò
un dettaglio che le fece portare la mano alla bocca «Ma
Guilmon
non è al corrente di questo! Se l’avesse saputo si
sarebbe
diretto a passo fulmineo verso l’antico panificio dei
ricordi, e
invece…uhmuhm! Sembra più intento a cercarsi un
lavoro.
Povero Guilmon…avrà proprio una bella sorpresa.
Uhmuhmuhmuhm!» piegandosi…
…e
tendendo la sua mano dallo scrostato smalto variopinto per raccogliere
uno dei ciottoli a terra «Cosa accadrebbe se lo
scoprisse…?» chiese in un angelico sussurro
«Se
per una…accidentale combinazione di cose venisse a sapere
che il
posto spettante al dolce bambino che lui crede morto è
attualmente preda di un piccolo…bastardo che si è
installato lì con l’inganno. E del suo avido
papà,
uhmuhmuhm! Che lo tiene per fare soldi, e lustrare a più non
posso l’insegna del suo forno scalcagnato!»
I Digignomi sembravano fuggire non appena scorgevano il suo abito nero.
«Ohhh,
sarebbe…pffffff! Spaventosamente divertente! Questo
è uno
scoop che non devo assolutamente farmi sfuggire!
Shhh…!»
faceva con dito davanti alla bocca, rivolta a destinatari ignoti
«Shhh, non ditelo a nessuno, spiritelli che aleggiano attorno
a
un luogo di leggenda! Guilmon non lo sa ancora…
…ma il
destino dopo avergli strappato il mantello da cavaliere sta per
omaggiarlo con un nuovo ruolo di punta: affermativo! Sta per diventare
il protagonista…
…del mio
nuovo piano per riprendermi il posto che mi spetta, e cioè
quello di regina del maxi-regno che scaturirà dalla fusione
tra
Digiworld e la terra!!!» spalancando le braccia in gesto
trionfante.
«I miei figli
credono di avermi tagliata fuori ma in realtà non sanno che
ho
un asso nella manica, e se proprio tutto andrà esattamente
come
previsto…dei mondi attuali da un lato e dall’altro
del
varco digitale non resterà che…»
gettando
così il sasso raccolto…
…che
andò a raggiungere gli altri ciottoli, nelle macerie del
nascondiglio «Ihihihiiiiiiiii!»
Si copriva il
viso con il velo, per ovattare la sua risata
«Guilmon…!
Non correre troppo veloce sulle tue nuove gambe anzi sulle tue vecchie
zampe: non mi è concesso di perderti di vista neanche per un
minuto! Pistaaaa…wrooom!» rituffandosi tra le
foglie del
cespuglio…
…che al suo passaggio sembravano perdere di forza vitale,
come
se un fuoco le bruciasse.
In una stanza buia…
«Uhm…
...Scratchmon…
…papà!» erano richiami da una voce
femminile, ma
d’un tratto «Oh?» alzò il suo
capo dal
cuscino e si accorse di essere sola. I suoi occhi, che nel buio
luccicavano di luce fucsia, si strinsero in un’espressione
malinconica.
Scostati i suoi lunghi capelli…
…scese dal letto adagiando prima una gamba, poi
l’altra a
terra. I suoi piedi erano squamati, ma dalla forma elegante e dalle
unghie smaltate di un gradevole fucsia fluorescente. I suoi movimenti
non mancavano di grazia e sensualità, con le quali si
allacciò prima l’uno…poi
l’altro dei suoi
stivali metallici cosparsi di luccichii tecnologici.
Dopodiché
si alzò…e uscì da quella stanza
disfatta, e forse
un po’ troppo infantile per la sua età.
Ogni oggetto nel
bagno sembrava richiamare ad un età passata, come lo
spazzolino
con l’estremità del manico a forma di Chumon
(Digimon
dalle sembianze di topo). Le bastò azionare la sua
polsiera…che questo si attivò grazie a una
speciale forza
di gravità. Il rubinetto si aprì di scatto, la
doccia
iniziò a riscaldarsi…
…tutto ciò senza la necessità che lei
toccasse
nulla.
Così fu veloce lavarsi i denti (o meglio…farseli
lavare
dallo spazzolino)
…lasciare che un caldo getto d’acqua inondasse la
sua
chioma, mentre la tenda della doccia copriva la sinuosa sagoma che
appariva come un mosaico di luci colorate…
…per poi arrestare il flusso, di cui restò solo
una
malinconica gocciolina a grondare. E congedarsi da un
bagno…che
ne restò completamente devastato.
Scendere le scale…
(…mentre qualcuno stava armeggiando in sala…)
…e chiamare con voce stanca
«U-Uh…Gravemon? Oh!
Perdonami, Teardropmon.»
«Sono qui!» strillò il ragazzo dalla
cucina «Sto preparando la colazione!»
Era di
spalle, davanti ai fumanti fornelli. L’accappatoio azzurro
tempestato da Patamon svolazzanti non si addiceva alla sua voce giovane
e affascinante.
«…ma eri stato tu in bagno?»
accennò lei
esitando nel discendere quegli ultimi gradini.
«…ne ho approfittato per farmi una doccia! E anche
per
lavarmi i capelli!» replicò lui.
La ragazza
tecnologica si accomodò al tavolo, massaggiandosi il capo
«…sono così
stanca…»
In effetti
la sua espressione era sofferta, come quella di chi non è in
salute. Tuttavia non si astenne dall’evidenziare
«Ho
notato…che una delle docce non funziona come dovrebbe,
è
rotta.»…«…è
completamente scassata!!
Spruzza acqua da tutte le parti!» ribatté il
ragazzo con
una punta di amarezza, mentre portava il latte a tavola
«Dovremmo farla cambiare…»
accennò lei, lui
replicò «Sì, ma chi si potrebbe
chiamare?! Questo
posto è desolato…»
«Pfff…» la bella Digimon
smarrì i suoi
occhi assorti verso il giardino oltre la veranda, mentre sollevava la
tazza lasciando che il fumo le carezzasse il viso «Dammi
retta,
Starshipmon.» disse il ragazzo che accostando il volto a
quello
di lei evidenziò la somiglianza «E’
inutile
scorrersi su Internet un elenco interminabile di Digimon idraulici:
sono tutti degli incompetenti, i Digimon di oggi non sanno
più
fare un lavoro come si deve!» scivolando sulla sedia con mani
dietro la nuca, e l’aria spavalda di un giovane viziato.
Starshipmon propose «Beh…si potrebbe sempre
catturare
qualcuno e costringerlo a occuparsi di questo tipo di
mansioni…pfff! Ahhh, il latte è
freddo!» disse
tingendo di fastidio la sua espressione «Il fornello non
scalda
bene…!» le ricordò il fratello alzando
gli occhi
al cielo con aria annoiata, e aggiungendo «Ho cercato di fare
il
possibile…ma l’atmosfera rarefatta di questo luogo
attutisce le fiammate magiche.»
La sorella non
ribatteva, accentuando la demotivazione nel suo sguardo mentre
sosteneva con poca convizione quella tazza di latte freddo.
Lui
d’un tratto protestò «Dimmi tu se uno
dev’essere costretto a vivere in queste condizioni!!...
…due giovani come noi avrebbero bisogno…di lussi
e
comodità, e invece relegati qui! In una
casa…fatiscente!»…«Il cattivo
gusto dove lo
metti…?» bofonchiò lei sorseggiando il
latte, e
lui incrociò le braccia «Ahh, è
arredata in
modo…infantile! Ma chi potremmo chiamare per darle una
restaurata?! Confinati…in un luogo avulso dal tempo! Le
linee
sono fuori uso…
…Internet non prende, non riesco nemmeno ad attivare il mio
Ipad!!»…«Abbiamo ancora un
Ipad…?»
domandò la Digimon con espressione scettica, e Teardropmon
incrociò le braccia infastidito.
«Scusa!
Era solo per informazione…considerato che non abbiamo
più
una madre e un padre che pensino a
noi.»…«Siamo
qui…! Soli, abbandonati al nostro destino! Nessuno viene a
darci
una mano, che sia un idraulico, un elettricista o
semplicemente…qualcuno in grado di rimettere un
po’
d’ordine in questo porcile!! Ahhh!» accartocciando
la
carta di quello snack e lanciandosela alle spalle (alcuni Digimon
insettiformi presero un deciso fugone al suo contatto con la terra)
«Ascolta…»…«Uhm?!»
rispose
lui infastidito e con poca voglia di ascoltare. Starshipmon
accennò «Lei…poi non è
tornata?»…«No!!»
ribatté lui
incrociando le braccia e sfuggendo con lo sguardo
«…e
nemmeno lo farà, dobbiamo metterci una pietra sopra!
Scratchmon
ci ha abbandonati…
…ci ha
relegati qui e poi si è disinteressata di noi!! E’
un
capitolo chiuso…»
Ma nello sguardo
dell’avvenente fanciulla spaziale sembrava fluire malinconia
al
pensiero di quella gatta che non più si aggirava come un
tempo
per la loro casa, vegliando come fa un’ombra.
Teardropmon
serrava i suoi denti vampireschi, evocando negli occhi la
determinazione per rimuovere un ricordo.
«Jeri, tu
e quella Digimon siete diventate amiche…?»
chiedeva il
piccolo Midramon. La ragazza fissò avanti a sé,
dopodiché replicò
«E’…meglio che ci
prepariamo, fra poco immagino partiremo per raggiungere il
palazzo.»…«Torniamo a
palazzo?!» chiese il
draghetto, ma lei ormai era distante dalle sue domande e gradualmente
acquistava sicurezza in se stessa “Molto bene,
Cindermon…è finalmente giunto il momento in cui
io e te
potremo confrontarci ad armi pari.” ma udendo dei passi si
volse
lentamente «Oh…?»
Si trattava di Riley, stava uscendo. L’animo di Jeri
sussultò d’emozione, fremendo affinché
qualcosa
richiamasse lo sguardo della donna al monumento con la maschera. Riley
stava infatti per notare qualcosa…quando in quel momento
arrivò Suzie «Scusiii, mi perdoni se ero sparita
per un
attimo!»…«Oh…oggi non mi
lasci proprio
sola, vero?» chiese con dolcezza la signora, e Suzie
«Eeesattoooo!» con eco di Rika «E non
solo, ci
siamo anche noi!» e Rea «Uhmuhm, a questo punto
Suzie ci
ha contagiato la
curiosità.»…«Ma
insomma…cosa volete sapere? Oh, dai…»
arrossiva un
po’ la più adulta, uniformandosi al colore dei
suoi
capelli. E Suzie «Ce lo stava dicendo prima ma poi si
è
interrotta! Quando vi siete dati il primo bacio con il signor
Mitsuo?!» Rea ribatté «Ma te
l’ha detto! Il
giorno dell’attacco al quartiere di
Shinjuku!»…«Sììì,
quello
l’ho capito: ma ciò che vorrei sapere
è…voi
già da quanto tempo vi conoscevate?! Da quanto era che
lavoravate assieme, un anno?! Sei
mesi?!»…«Dalle
almeno il tempo di rispondere!» la esortava Rika,
scambiandosi
poi un sorriso con Rea che ammetteva «Certo che Suzie
è
imbattibile: quando hai bisogno di tirarti su il morale, lei non ti
dà neanche il tempo di pensare alle cose
brutte!»…«Col calma! Vi prometto
che…vi
spiegherò tutto!» anteponeva le mani
Riley…ma si
notava che quei discorsi stavano risvegliando il sorriso suo volto
stanco, sfumando il pallore nel rossore, regalando una luce ai suoi
occhi cerchiati «Allora…io e Mitsuo ci siamo
incontrati
la prima volta…»
…e le ragazze non si staccavano mai da lei, rapendo la sua
attenzione al punto che i cenni di Jeri furono inutili. Aveva sperato
che se ne accorgesse spontaneamente, ma non era successo e ora la
vedeva allontanarsi con le sue compagne. Questo le provocò
un
dispiacere improvviso e intenso, dovette mordersi l’unghia
per
contenere il pianto «Jeri…quella non era la
signora che
ci tenevi vedesse il monumento? Non avevi detto che doveva accorgersene
da sola? Perché l’hai chiamata?» ma la
ragazza si
volse…
…e
avanzando verso il monumento «…tanto non ha
importanza!!!» lo colpì con un calcio violento.
Il
supporto si spezzò, e la maschera cadde a terra
frantumandosi
fra i fiori di carta «Perché l’hai
distrutto?!!» esclamò il draghetto, ma Jeri si
accomodò la tracolla della borsa «Del resto stiamo
per
partire, non abbiamo tempo per queste
frivolezze!!»…«Jeri!!...aspetta!!»
ma la
ragazza incurante dei suoi richiami fece nuovo ingresso
all’interno dell’hotel.
(canzone: Laura
Pausini - Che storia è)
Quando quel ragazzo dalle mani in tasca alzò il suo sguardo
verso le chiome degli alberi al parco, notò «Oh
mamma…e qui che è successo…?...
…sembra
che li abbiano bruciati. Ieri sera non ci ho fatto
caso…sarà che stava facendo giù buio.
E’
proprio così, anche nella vita: quando le tenebre sono
intorno a
te…pensi solo a te stesso. E non ti accorgi dei cambiamenti.
Invece con il giorno e le speranze nel cuore è tutto
più
chiaro…
…questo
non è il mio parco! Qualcosa ha indebolito le
foglie…ora…la maggior parte assomiglia a quella
che
portavo con me e che ho lasciato a quel
ragazzo…»…«C’è
stato un
incendio.»…«Oh?» Guilmon si
volse. Un uomo,
dall’altro lato del cespuglio, gli si era rivolto
«Non
molto tempo fa…alcune creature hanno attaccato il parco,
generando un grande incendio. Qualcuno pensa addirittura si sia
trattato dei Digimon! E credo anch’io sia stato
così
purtroppo.»…«I-I
Digimon…?»
balbettò il ragazzo «L-Lei ne è
sicuro?»
«Ovviamente…non posso esserne sicuro.»
rispose
quell’uomo ancora giovane. Indossava un paio di occhiali, ed
aveva l’espressione accogliente, benché il suo
viso fosse
stanco e sparuto. Accennava un lieve sorriso «Ma dieci anni
fa
si è tanto parlato di loro ed io…sono sempre
rimasto
della convinzione che prima o poi avrebbero fatto ritorno.»
Il suo
sguardo lasciava sperduto quello del giovane moretto, che si ripeteva
dentro “Quest’uomo ha qualcosa di familiare, mi
sembra di
riconoscerlo. Non so cosa…ma c’è
qualcosa
nell’intonazione con cui parla di noi…che mi fa
pensare
che ci abbia conosciuti molto da vicino.” «Sei
nuovo di
questo quartiere?» chiese a bruciapelo quel signore
«I-Io?!
E-E-E…s-sì…sì…»
rispose il
giovane con aria insicura, accennando un lieve inchino «Ahah,
ci
avrei scommesso. In questo quartiere mi conoscono tutti. Ed io sono
sicuro di non averti mai visto prima
d’ora…»…«A-A-Ah
sì,
signore?»…«Uhmuhm, sì, ma non
c’è bisogno che balbetti in questo modo: sembra
che tieni
il ritmo, non fai mica il rapper!»
Guilmon piegò il capo un po’ dispiaciuto, ma
l’altro
disse «Però non abbatterti…puoi
farcela!»…«Come?»…«Dal
solo
modo in cui balbetti sembri avere un gran senso del ritmo: se ti piace
la musica rap non devi lasciarti sfuggire
l’occasione!»
Quelle parole bastarono per accendere sul volto del ragazzo un sorriso
simile al raggio di sole che filtrò fra di loro
«Davvero
lei crede che io possa
farcela?»…«…io
penso…» accennò quell’uomo
dall’aria
gentile «…che un giovane non deve mai, per nessun
motivo,
per niente al mondo rinunciare alle sue aspirazioni: queste saranno le
sue ali, che lo faranno volare in cielo. A volte ahimé, le
nostre gambe non
bastano.»…«…le
sembrerà un po’ strano…ma io ho provato
cosa
significa volare. Uhmuhmuhmuhm!» rise il ragazzo alzando un
po’ le sue spalle, e l’uomo occhialuto
replicò «…io volo con la fantasia. E
ogni volta che vedo un
giovane…la magia si ripete: io sono un maestro.»
«Come dice?!» Guilmon sussultò
“…ecco, allora!!! Sì! Ricordo dove
l’ho
visto…”
…le immagini di un campeggio lontano ed assolato come
l’estate si affacciarono alla sua memoria…
“Lui
è un maestro che insegnava alla scuola di Takato!
Chissà
se ha ancora una cotta per la signorina Asanuma, la sua
collega.”
ricordando che costoro erano sempre uno accanto all’altro,
nonostante l’aria scostante di lei “…mi
fa piacere
rivederlo, quanto tempo è passato…mi piacerebbe
rivedere
anche lei, chissà come sta!” ma i suoi pensieri
furono
spezzati dall’avvicinarsi di quell’uomo
«Per
questo…prima ti dicevo di non aver paura. Guarda, che cosa
potrei farti?»…«Oh!»
Il ragazzo
sussultò quando lo vide venir fuori da dietro il cespuglio.
L’uomo era su una sedia a rotelle «C-Che le
è
accaduto…?»…«Un brutto
terremoto…»…«Come?!»…«Purtroppo
da quando è crollata la casa dei miei genitori ho perso
l’uso di una gamba. Ma sono fortunato ad aver ancora la
vita…potevo perderla…come è stato per
la mia mamma
e il mio papà. Da allora mi sono reso conto che ogni giorno
è prezioso, e che non c’è occasione che
possa
andare sprecata. Anche se sono in queste condizioni io…sento
che
c’è un motivo se sono ancora vivo. E il mio dovere
è godere di ogni giorno, di ogni istante! Peccato che non
possa
condividere questo ideale con mia moglie…
…ah…perdonami, non mi sono ancora presentato. Il
mio nome
è Toshiaki Mori.»
“Povero
signor Mori…com’è ridotto, e pensare
che dieci anni
fa sembrava un ragazzo anche lui, correva e scherzava. Quante cose
riesce a cambiare il tempo…spezza le ali di chi hai lasciato
illuminato dal sole. E lo rivedi dopo anni, che emerge
dall’ombra. Takato…se tu sapessi che il tuo
maestro ha
perduto i suoi genitori, e attualmente non può neanche
camminare. Chissà cosa diresti, forse ti verrebbe da versare
quelle lacrime che ora sento affiorare ai miei occhi. Ma prego
perché stiano buone…aiutami a trattenerle, amico
mio,
ora…non posso asciugarmi gli occhi, o mi vedrà le
zampe!!” «E tu come ti
chiami?»…«I-I-I-Io?!»
“Giààà, non ci avevo
pensato! Io non ho
neanche un nome, e adesso come faccio?!” «Sei un
po’
timido o mi sbaglio? Non preoccuparti…non voglio
costringerti a
raccontarmi i tuoi segreti. Se ti andrà lo farai,
ok?»
“…non è così
facile…
…è che tutto è terribilmente
complesso, non posso
svelare la mia identità! Anch’io sono come lei,
signor
maestro, sono reduce da mille peripezie! E…non ho idea di
cosa
mi riserverà il futuro, a dire il vero ignoro cosa
avverrà nel momento successivo, chi
incontrerò…è tutto sospeso!
L’unica cosa
certa…è che sono ancora vivo. Lo stesso vale per
lei.
E’ strano. Sembra che questi maledetti
terremoti…scuotano
la terra nell’intento di scardinare le nostre fondamenta, e
far
crollare quelli che un tempo eravamo. Di noi resta soltanto un vecchio
ceppo. Di un parco…foglie bruciate, e di un
campeggio…
…l’emozione di un maestro nel vedere ancora oggi
ragazzi
giovani. Chissà se tutto questo basta per incamminarsi verso
il
futuro…è come un paese distrutto da una
calamità,
che per andare avanti ha solo poche scorte di cibo. Eccoci
dunque…signor Mori, uno di fronte all’altro.
Confesso di
essermi imbucato di nascosto al suo campeggio, dieci anni fa! E lei
invece con chi si è sposato? Parla di una moglie che non lo
capisce, di certo non è la signorina Asanuma: il
terremoto…non avrà risparmiato nemmeno quel
sogno.”
(fine-canzone)
«Sai che
ore sono?!» chiese d’un tratto il maestro, e
Guilmon «Oh beh…» ma l’attimo
dopo «IHM!!!» si accorse di aver fatto il gesto di
guardare
l’orologio, nascondendo di colpo le mani dietro la schiena.
Eppure l’uomo sembrava distratto da altri pensieri per poter
badare alle sue zampe «Ma dove sarà finita Akiko?
Si
è allontanata per giocare ma…l’ho persa
di
vista.»…«C-Come dice?!»
scattò
sull’attenti il ragazzo «Di chi
parla…?»…«…io ho
una
figlia…»…«…come?»
sussultò Guilmon, visibilmente emozionato
«L’ho
portata al parco, perché…nonostante le mie
condizioni…è affidata a me. Però
purtroppo in
questo stato non posso sorvegliarla come gli altri padri…e
sono
costantemente in ansia.»…«Si calmi!
Non…sarà andata poi così lontano,
no?»…«L’ho vista muoversi
verso quei
cespugli, ma ormai è da un po’ che non fa ritorno.
Akiko!!»…«Aspetti, resti qui signor
Mori!»…«E dove vuoi che
vada?»…«Ah…già,
dimenticavo. Quel
che volevo dirle è…non si preoccupi, sua figlia
si
chiama…Akiko ha
detto?»…«Sì,
Akiko.»…«Bene! Gliela vado a cercare
io!»…«Ma non
disturbarti!»…«Sta scherzando,
è un
piacere, e poi devo ricambiare!» replicò
cordialmente il
ragazzo…lasciando di stucco quell’uomo
«Ricambiare…per
cosa?»…«Uhmuhm! Un
giorno lo saprà. Allora: vado!» sfrecciando verso
i
cespugli indicati.
Il maestro Mori
era rimasto colpito «Chi sarà quel
ragazzo…?»
«Ricambiare per
un giorno assolato e divertente…uhmuhmuhmuhm!» si
ripeteva Guilmon mentre si addentrava fra i cespugli
«Ripagare
un ricordo del genere…è impossibile!
Così come
impossibile è descrivere l’emozione…che
ti suscita
rivedere una faccia del tuo passato dopo così tanti anni.
E’ magico. Tanto magico…» mentre
scostava i rami e
le foglie «…che quasi mi dispiace non avere la mia
vecchia faccia di allora! Però adesso devo accettare di
essere
così, e da oggi inizierà un nuovo tempo: questa
sarà la faccia con cui un giorno fra altrettanti anni si
ricorderanno di me. E questo…il mio primo intervento a
favore
del prossimo! Eh già: basta con la sfiducia e
l’egoismo!
Voglio…seppellire il Supremo Guilmon, e da adesso dedicare
le
mie energie per intero all’aiuto della agente. Piccola
Akiko!!!...tu sarai la prima. Akiko?!!...il tuo papà ti sta
cercando!...
…è molto preoccupato! Su, esci fuori! O
altrimenti si
spaventerà…» avanzando…
«Papà!! Sei tu?!!» echeggiò
una voce di
bambina.
«Akiko?!...ooops!» Il ragazzo stava inciampando, ma
non
smise di avanzare in quella zona non adibita al pubblico, incitandosi
«Coraggio…»
«Tu ti chiami Akiko?» chiese quando vide una sagoma
di
piccole emergere dall’erba
«Sì…»
rispose costei in un lieve sussurro «Coraggio, lo so che
giocare
a nascondino è divertente…» le si
rivolse lui con
aria cordiale, piegandosi con le mani dietro la schiena
«…però poi finisce che gli altri si
preoccupano.
Sai? Ci sono passato anch’io: il mio amico mi diceva sempre
di
restare buono al nascondiglio la sera, e io puntualmente uscivo. Quanti
spaventi gli ho fatto prendere! Adesso a ripensarci viene da sorridere.
E anche un po’ di malinconia. Però adesso dai! Non
voglio
rattristarti…su, coraggio! Dammi la mano che andiamo fuori
di
qui, ti porto dal tuo papà!» ma…
«Ahhh!!» si accorse troppo tardi di aver compiuto
il
gesto sbagliato, se ne accorse quando si sentì afferrato
«Chi sei tu in realtà…?»
…chiese quella bambina dal tono soffuso come il suo sguardo,
velato da occhiali e incorniciato da lunghi capelli scuri…
«Cavoli…l’ho fatto di nuovo, sono senza
speranza!
E’ come quando Takato mi diceva di non allontanarmi, la
notte.» volgendosi appena, come se si vergognasse un
po’ «N-Non ti fanno impressione le mie
mani…?» ma lei
si limitò a dire «Che zampe strane che
hai…» più assorta che
spaventata…
…gli
occhi di lui si dilatarono «…e tu che mano fredda
che
hai…»…«Vieni da un altro
mondo…?» piegò il capo Akiko,
commentando «Mani come le tue…possono appartenere
soltanto a una
creatura
soprannaturale.»…«Ascolta…Akiko.»
si
accovacciò accanto a lei «Adesso non
c’è
tempo di parlare di queste cose: il tuo papà ti aspetta!
E…eee…»
…ma lei continuava a scrutarlo negli occhi…
…e
d’un tratto nello sguardo di lui affiorò tensione
“Che cos’è questa
sensazione…? Sento,
sento…” annusando qua e là
“…quello
strano odore!!” «Sei
raffreddato…?»…«Co-Cosa?!»…«Succede
spesso! Alcuni bambini si sono ammalati perché dicono che
quando
mi avvicino soffia un vento più freddo! Per
questo…io non
ho amici.»
Guilmon ansimava “Che mi succede…? E’ la
sensazione
che avevo quando…una creatura digitale bioemergeva nel mondo
reale! Per quale motivo mi capita adesso? Ci siamo solo io e questa
bambina! Possibile che Akiko…sia un…?!”
Akiko descriveva composta e impassibile «Sono sempre
sola…anche la mia mamma mi ha abbandonata. Per questo
speravo di
fare amicizia con
lei.»…«Chi?!»…«Lei…!»
indicò Akiko con naturalezza «Siccome è
così coperta magari non sentirebbe freddo se io mi
avvicinassi.» al che Guilmon volse lo sguardo nella direzione
indicata…
…fra le foglie e i rovi c’era qualcuno
intrappolato, aveva
l’aria molto stanca e sembrava dormire. Era infagottata come
uno
spaventapasseri…
…ai suoi piedi giaceva un’asta
dall’estremità
a forma di zucca.
C’era un
gran viavai al palazzo reale, tanto da far dimenticare per qualche
attimo che era distrutto. Anzi sembrava preludere a una gran festa, se
ci si fermava ad osservare l’operato di quelle Floramon
(Digimon
piante dal rosso collare di petali) «State ferma,
principessa…»…«Per favore,
dobbiamo farvi
calzare il vestito…» invitavano con erre moscia
spiccatamente nobiliare, ma ottennero in risposta solo un tuonante
«AHIA!...
…papààà, ma si
può sapere che male
ho fatto per meritarmi questa torturaaa???» si lagnava una
Cindermon un po’ inedita grazie ad un pomposo abito da
cerimonia «Ti rispondo subito: hai scelto di combattere al
fianco di un
Digimon Tamer.» replicava Cyclemon, affaccendato fra le
macerie «Ah sììì,
è per Takato che dovrei
farmi bella in questo modo?! Non mi sembra che me l’abbia mai
chiesto, gli è sempre andato bene il mio vestire pratico,
che
oltretutto per combattere è
l’ideale!»…«Lo
so…ma non si tratta di
questo: la tua nuova vita implica degli
impegni.»…«Che starebbe a significare
“degli
impegni”?! Acc, COSI’ MI SOFFOCATE!» (le
Floramon «Ma
principessa!»…«Voi vi muovete in
continuazione e ci rendete il lavoro
impossibile…») «Oltretutto il colore non
si intona ai miei capelli!
Cos’è un…color crema sbiaditooo??? Ma
dove
l’avete trovato, in quale fondo di magazzino di un palazzo
digitale distruttooo?! Acc!---questi spilliii!»
(«Ferma…lo chiediamo per
voi…») «Eh,
papà?! Io forse sono sciocca e non ci arrivo, oltretutto di
sotto è un macello: è pieno di Digimon!! Non so
neanche
cosa stiano facendo gli altri!»…«Quello
è
l’esercito, figliola, ma non temere: ho dato disposizioni
affinché si organizzasse per cominciare al più
presto i
lavori di ricostruzione.»…«Ricostruiamo
il
palazzo?!» si interessò Cindermon muovendo un
passo di
scatto (le povere Floramon sospirarono sconsolate)
Cyclemon si
volse appena «Loro. Non voi, non
preoccuparti.»…«Ah no beh.
Perché in quel
caso sarei stata disponibile: quello è un lavoro, non
provare un
vestito!!» («Principessa, concedetecelo, non
abbiamo
ancora terminato!») Cyclemon a quel punto spiegò
«Ti capisco: desideri che la tua casa torni al più
presto
agli antichi splendori e
anch’io.»…«BEH GLI
ANTICHI SPLENDORI E’ UN PO’ ECCESSIVO magari
però
che non caschi a pezzi, ci posso fare un pensierino.»
scorrendo
il dito su una lastra di pietra e constatando con un po’ di
disappunto il quantitativo di polvere «Uhmuhm…!
Una cosa
alla volta figlia mia, e vedrai che tutto si sistemerà: ci
daremo da fare, te lo
prometto.»…«Francamente non
capisco perché vuoi accollarti questa cosa senza che noi ti
aiutiamo: siamo uno squadrone intero, IO BASTA CHE MI CAMBIO e sono a
posto!»…«Uhm…grazie ma non
c’è
bisogno, se voi siete una squadra noi siamo un esercito.»
L’anziano Digimon si volse a guardare sua figlia con
tenerezza, e
le rivelò «E comunque voi ci aiuterete da un'altra
postazione.»…«…e
sarebbe…?»
chiese Cindermon con due occhioni ingenui sussurrando
«…a
giudicare dal vestito sembra quella di
soprammobili…»…«Uhm! In
effetti…» Cyclemon alzò lo sguardo
verso
l’enorme squarcio che dava sul cielo
«…se la
osserviamo potrebbe assomigliare ad una pietra preziosa da conservare
in un palazzo: ma in realtà è un mondo libero,
dove
vivono creature con i loro sogni di ogni giorno: questi le concedono il
motore per restare in alto, e vegliare sempre su di noi come
una…come la chiama il tuo compagno? Specie…di
luna. Mi
piace questa definizione. Il tuo amico è un artista,
farà
tanta strada.»…«Chi, Beelzemon? Ah, sono
pienamente d’accordo! Aspetta un attimo, ma tu stai parlando
della terra!»…«…complimenti.
Ti sei fatta
più sveglia, lo
sai?»…«…? A-A parte
che io sono stata SEMPRE SVEGLIA! E poi…? Come sarebbe a
dire
papà, si torna sulla
terra?»…«…credo
di sì figliola.» abbassò il capo
Cyclemon «Penso sia meglio per entrambi i mondi che tu, il
tuo domatore e
i tuoi compagni facciate al più presto ritorno sulla terra:
il
vostro compito a Digiworld ormai è finito…
…qua ci pensiamo noi.»
Cindermon
sbatté le palpebre «…non capisco. E
tutte le
incombenze che ci sono qui a Digiworld?! E-E..e VOI,
insomma…?!
Dobbiamo separarci
nuovamenteee?!»…«Anche se
distanti agiremo congiuntamente. Ma è meglio che nessuno dei
due
mondi resti
scoperto.»…«Papà…ascoltami!»
(«Principessa…») «E
lasciatemi, m-ma che
non lo sentite che sto facendo un discorso importante con mio
padreee?!! Stiamo parlando di STRATEGIE DI BATTAG-no dai! Non fate
quella faccia adessooo…uffa mi fate sentire in colpa ed
è
sleale: su! Su: i-io vi sono grata ma tanto è una sfida
persa,
sono brutta lo stesso, sembro una disperata con questo ciuffo in testa
pure che mi vesto di color crema mortifera.» così
dopo
aver dato una raddrizzata ai petali afflosciati delle ancelle,
avanzò verso il padre «Tu papà non me
la racconti
giusta io TI CONOSCO, non cercare di bleffare! Tu sei preoccupato per
qualcosa!»
«E’
così…» socchiuse gli occhi
Cyclemon…
…svelando dinanzi allo sbalordimento della figlia
«…la barriera del limbo non può
resistere a lungo.
Ormai è questione di ore...
…mentre siamo qui a parlare staranno già tentando
di
forzarla. E una volta rimossa…
…torneranno alla
carica…»…«…ho idea
di sapere di chi
stai parlando.» scandì Cindermon riversando lo
sguardo
nel cielo, ed evocando nei suoi occhi una sfumatura di
determinazione…
«Andate
via, Digignomi!!» esclamava una rabbiosa voce giovanile,
picchiando sul tamburo per spaventare i folletti luminosi
«Sporchi spiritelli fastidiosi, non capite che mi
è
insopportabile la vostra luce?! Sparite dalla mia vista, ORA!»
In
massa le creature si alzavano in volo per abbandonare il muro di cinta
del giardino. Quel ragazzo sembrava serrare i suoi denti vampireschi
per arginare il risentimento che lo pervadeva, come un fiume in piena
«Tanto non potete capire cosa significa vivere in una casa
squallida, dove niente funziona!! E non avere un idraulico da chiamare
perché le linee sono
bloccate!!!»…«Cos’è
questo
baccano…?» si fece avanti Starshipmon, pestando
coi suoi
stivaletti lucenti quell’erba umida e fangosa
«Piantala
con quel tamburo, ho già un…gran mal di
testa!!»…«Ma io ne ho per tutti,
Starshipmon!!»…«E non gridare!!...
…non hai
sentito quello che ho detto? Mi sento sottosopra, ho una
nausea…neanche fossi in attesa di sei
gemelli…»…«Ahhh, mi auguro
che tu non mi
faccia scherzi del genere! Se anche fosse, eh?! Se anche fosse, dove li
mettiamo?! Rispondi! Ti rendi conto che le stanze di sopra sono
inagibili?! Non rispettano le norme di minima sicurezza, piazzare
lì dei bambini equivale a beccarsi
una…DENUNCIA!»
sferrando un calcio a uno dei giochi rotti a terra, che
sollevò
un geyser di fango prima di esplodere in un mucchio di dati nello
schianto col muro «Non abbiamo un bagno adatto per lavarli
perché la doccia perde colpi, e il
miscelatore…non
è graduato…!!...a
dovere!!!»…«Ah,
smettila di ricordarmi tutto ciò che non
funziona!»…«Ma sei tu che hai tirato
fuori
l’argomento!» gemette Teardropmon, e quando sua
sorella lo
guardò in modo torvo e dubbioso, lui specificò
«Hai parlato di bambini…di futuro…non
può
esserci nessun futuro in questo limbo sospeso…»
Ma a quel
punto Starshipmon affermò «Ci sarà un
futuro.» avanzando, mentre una rinnovata decisione si
insinuava
in lei «Ma forse non in questo limbo…»
allungando
la mano verso il muro di cinta…ma il suo guanto emise un
segnale
luminoso che la portò a ritirarsi
«Pfff…ancora
niente…?» chiese Teardropmon con fare sfiduciato,
e lei «Lo squilibrio energetico generato
dall’incantesimo che ci
ha spediti qui seguita ad innalzare una
barriera…»…«Dì la
verità…» assottigliando gli occhi in
un’eloquente sguardo «…tu credi che ci
sia speranza
che questo accumulo prima o poi venga
giù?»…«Energie di questo tipo
non si
autoalimentano…» enunciò lei quasi
roboticamente «…prima o poi finiscono
inevitabilmente per
consumarsi.»…«Questo vorrebbe
dire…
…che fra
non molto tempo ci potrebbe essere concesso di bioemergere da un lato o
dall’altro del campo digitale!» affermò
Teardropmon
dilatando lo sguardo.
Starshipmon seguitava ad analizzare quell’ambigua barriera di
luce ed ombra per mezzo delle sue apparecchiature altamente
tecnologiche «Senza dubbio risulta consumata in molti
punti…sono trascorse solo poche ore…
…ma ha perso quasi la metà del suo
spessore.»…«Se aspettiamo
ancora…potrebbe
consumarsi anche nel giro…di poco, di…altrettante
ore!!»…«Teardropmon…»…«Uhm?»…«Fa
una cosa: cerca gli elettrodomestici ancora in funzione e quelli che
trovi…attivali: questo può dare l’avvio
ad un
circolo di cariche lungo la casa…il processo ne
risulterà
di certo
velocizzato.»…«…uhmf!...
…sarà difficile trovare qualcosa che funzioni in
questo
luogo abbandonato.»…«Ti ho chiesto forse
qualcosa
di troppo faticoso…?» insinuò la
sorella con
sguardo vagamente ironico, precisando «Io devo restare qui,
è bene che non smetta mai di supervisionare il processo, non
è escluso che riesca ad individuare le zone deboli. Se tu
nel
frattempo alzassi i tacchi…mi faresti un grande
favore.»…«Ffffff…
…FFF! Vaaado…» si allontanò
il ragazzo che
ben poco sembrava gradire di sprecare energie.
«Starshipmon e Teardropmon sono stati allontanati
dall’assalto della loro amica.» illustrava Cyclemon
«Ma la membrana che separa il limbo dai nostri mondi
può
assottigliarsi…ed io temo che da un momento
all’altro
possano tornare.» al che Cindermon affermò
«Per
quell’evenienza dobbiamo essere…al massimo-che
dico-al
DOPPIO del massimo del nostro potenziale! Abbiamo sperimentato che lo
scontro con loro, adesso che sono digievoluti…
…non
sarà per niente facile, occorrerà tutta la nostra
forza!»…«Per questo voglio spedirvi
sulla
terra!» si volse Cyclemon, specificando «Farete la
guardia a quel pianeta che di sicuro è nel mirino del loro
piano
espansionistico.»…«Lo è di
certo
altrettanto Digiworld! E voi papà come
farete?!»…«Ci difenderemo grazie
all’esercito. Lo abbiamo riunito
apposta.»…«Papà!...
…dimmi,
ma quando finirà tutto questo? Se sconfiggiamo Teardropmon e
Starshipmon avremo la speranza di vivere in pace?! Potremmo restituire
a Digiworld i colori che ha
perso?!»…«Non avere
fretta, figlia mia…»…«Lo
so!» ammise
Cindermon con un sorriso «La pazienza non è il mio
forte!»…«Per il momento la cosa che
più
urge è stabilizzare la situazione: i Digimon sono nel caos,
e
sapendo che necessitano di una guida ho deciso che domattina
incoroneremo Kazu.» Cindermon spalancò gli occhi
«Senza Sfera regale?!»
Ma
Cyclemon smarrì il suo sguardo nel cielo azzurro oltre lo
squarcio, svelando «…la Sfera regale è
un
artefatto magico, può concedere poteri superiori al
detentore
del trono di Digiworld: i poteri che gli occorrono per il mantenimento
della pace. Ma anche se ora questo prezioso talismano
c’è
stato sottratto…io continuo fermamente a credere
nell’esistenza di una forza superiore a quella rappresentata
dal
potere digitale. E’ quella data dalla saggezza…e
dai buoni
sentimenti. Di sicuro Kazu ne ha da vendere. E…qualora gli
occorresse una riserva, uhmuhmuhm, può sempre contare su
quella
di tua
sorella!»…«Diamon…»
disse
Cindermon assorta…(canzone: Gigi
D'Alessio - Prima o poi)
…per poi
acquisire luce e determinazione nello sguardo
«…hai
ragione! Con loro Digiworld è in mani
sicure!»…«Eheh, per questo ti facevo
provare il
vestito, mica per altro: domani una principessa deve vestire come si
conviene, anche in un palazzo
distrutto!»…«E-E-Ehhh…!»
fece
Cindermon guardandosi un po’ dubbiosa il pomposo abito
«…sì no…vada
pure…circa il palazzo
distrutto! Ma sia chiaro: questo per il matrimonio di Rika io NON me lo
metto! E’ un’occasione giovane, festante!
Pfff…informale!» in un turbine di gesti che
“scostavano” polverose convenzioni.
Cyclemon
sorrise sotto i baffi…e si rigirò verso lo
squarcio di
cielo, appoggiandosi al suo bastone «In quel caso potrai
vestirti come meglio credi: siete giovani ancora…
…dovete godervi la vita…che vi è stata
a lungo
preclusa…
…l’importante è assaporare ogni singolo
attimo,
anche avendo ancora il fiato dei nemici sul proprio collo. Anche quando
si arriva in ritardo, anche se la vita seguita a braccarci con le sue
incombenze…
…non bisogna smarrire mai, mai!...
…lo
spirito che ci ha guidati fin qui…rischiarando ogni
giorno…
…pulsando anche dal fondo delle tenebre.» al che
lei lo
abbracciò alle spalle
«Oh?!»…«Ti
voglio bene, papà!...
…ti
voglio bene, anche se mi fai indossare vestiti DA
VOMITO!»…«Uhmuhmuhm!...
…anch’io ti voglio bene, mia piccola figliola,
anche sei
ardente e incontenibile! Per metà un Digimon…
…per metà fatta di sentimenti e
umanità, quella
stessa umanità…» indicando col bastone
il globo
terrestre «…che non ha mai smesso in tanti anni di
vegliarci: quella “specie di luna”…da
cui proveniva
la tua mamma.»…«Ciao mamma!»
salutò
allegramente Cindermon.
Un Digignomo li sfiorò nel suo volo.
Cyclemon pensò “…Haruko, osservaci:
forse abbiamo
acquisito un po’ di umanità? Anche noi Digimon
come voi
umani, seppur prostrati ci arrangiamo…”
Mentre sulle nuvole attorno al castello si appostavano gli addetti ai
lavori «Allora Ruspimon, Excavatormon, siete pronti?! Ordini
del
grande Cyclemon, si dia inizio alle
ricostruzioni!»…
“…nella speranza di riemergere dalle nostre
rovine. E di
quell’antico splendore divenuto ormai
leggenda…recuperare
almeno un raggio. O un fuggevole Digignomo…”
Il cielo fu scosso dai cigolii e dal rumore delle scavatrici, che
sollevavano grossi cumuli di materia nuvolosa, la quale sembrava essere
l’ingrediente primario di quest’opera ricostruttiva.
«Che cosa ci fanno con tutta quella roba???»
chiedeva
MarineAngemon «Non si può mica far reggere un
castello
solo su massa fumosa bianca!!!»
Ma
Diamon accanto a lei aveva una spiegazione «Quella serve a
loro,
per trovare la spinta a lavorare!»
La
serpentona sbatteva le palpebre. Diamon illustrò
«E’ la massa di cui sono fatti i sogni, ogni
progetto
nella vita inizia dalle nuvole! Loro la immagazzinano nel loro
serbatoio, per restare motivati fino
all’ultimo!»…«Hai ragiooone,
non ci avevo
pensato, lo sai?»…«Uhmuhmuhm, segreti
del
mestiere!»…«Senti ma quella roba serve
tutta a
loro o un po’ possono darcela a noi? Slurp, a vederla
così
sembra buona da
mangiare!»…«MarineAngemon! Non
avrai mica già le
voglie!»…«Ops…temo
di sì, me n’è venuta una immensa di
tutta quella
massa nuvolosa, vista così sembra panna!»
Intanto ai piani
bassi…nel viavai dei Digimon
dell’esercito…
«Ahhh,
non è possibile, mi rifiuto di crederlo! Questa volta avete
raggiunto il culmine!!» esclamava Kazu, e Ryo replicava
«Ti assicuro che l’abbiamo fatto senza cattive
intenzioni!
E’ stata una scelta…che dire,
improvvisa!»…«Improvvisaaa???»
fece il
ragazzo con eco di Guardromon «Improvvisaaa???» e
Ryo «Ecco, se ci si mette anche lui!» e in quel
momento
giunse anche Kenta «Che succede, Kazu?»
L’amico non tardò a rispondere «Che
succede? Che
succede?!! Succede che Ryo e Rika si sposano! Poche ore che io e Diamon
avevamo annunciato il nostro matrimonio ecco che loro si accodano, sono
i soliti copioni!»…«Mai
sentito…”al
cuore non si comanda”, Grande Sovrano di
Digiworld???»
scherzò Ryo, ma Kazu gettò il cappello a terra
«Qui la sola cosa che ho sentito è che voi non
potete
star dietro! Ma andiamo, Ryo! Per una volta che ero al centro
dell’attenzione! Tu e quell’altra siete i soliti
ingordi,
non vi basta mai! Poi perché devo venirlo a sapere da
Guardromon?!» con eco di Guardromon
«Perché poi
devo venirlo a sapere da Guardromon?» (incosciente o
incurante
del fatto che stava parlando di lui stesso) Kazu insistette
«Allora non mi consideri tuo amico, sono sempre il solito
pivellino!»…«Ma no, ti assicuro che non
è
così Kazu, è che….!!» ma in
quel momento
ShogunGekomon picchiettò sulla spalla del ragazzo con la sua
bacchetta «Vogliate scusarmi Altezza reale, volevo farvi i
miei
auguri per la vostra incoronazione di domani.» Kazu si volse
di
scatto «Che hai detto?!» ed anche Kenta
«Kazu, che
storia è questa?» ma soprattutto Ryo
«…INCORONAZIONE???!!! E poi ero io quello che
vuole fare
ombra agli altri!!! E poi ero io quello che non dice nulla, TU quando
avevi intenzione di dirmelo, piccolo
dilettante?!»…«Ma…ti giuro
Ryo che io non
sapevo niente!» Kenta domandò «A
proposito Ryo,
Cyberdramon già lo sa?»…«Il
cucciolo?...
…veramente no, devo decidermi a dirglielo!»
espresse con
un po’ di timore, ma Kazu in tal caso gli rivolse un sorriso
«Andiamo, che aspetti?! Sono sicuro che non starà
più nella pelle!»…«Dici sul
serio?!»
si illuminò lo sguardo di Ryo, e Kenta «Ci
mancherebbe:
si sposa il suo domatore!»…«Allora vado!
Che dite,
vado?»…«Forza, Ryo!!»
esclamò Kazu,
e Kenta «Dai che non vediamo l’ora di vedere il
drago
vestito da cerimonia!»…«Gli
farò
confezionare un vestito da fare invidia a tutto Digiworld!! Aspettatemi
ragazzi…tornerò vincitore!» si
lanciò in
corsa il domatore leggendario. Kazu e Kenta si scambiarono un sorriso
mentre Guardromon chiedeva «Kazu, tu come ti vestirai per
l’incoronazione?»…«Io?? Non lo
so, tu pensa
per te!»…«Oh?!» piazzandogli
il suo
cappello sugli occhi (fine-canzone)
Così come
quel cappello appuntito dalla falda un po’ lacera pedeva
sugli
occhi della creatura tra i rovi, prossimo a cadere “Quello
è un Digimon!!...
…ecco perché ho avvertito quella strana presenza:
non so
come abbia fatto a pensare per un attimo che si trattasse di questa
bambina…” «Perché non si
muove…?
E’ morta?» chiedeva costei che sembrava
padroneggiare con
naturalezza i temi più gravi «Cosa?? No no!
Certo…certo che non è
morta…»
deglutì Guilmon, assumendo sguardo incerto
«Però…forse è meglio
lasciarla stare! Vieni
Akiko, ti riporto dal tuo
papà.»…«La
lasciamo lì in quello stato?» domandò
la bimba un
po’ stupita.
Il
ragazzo rifletté “Mi dispiace doverlo
fare…ma se
fosse un Digimon malvagio? Se lo liberassi e lui scagliasse il suo
attacco in città nessuno mi garantisce che avrei i poteri
sufficienti per sconfiggerlo, ora che ho assunto queste sembianze. Mi
rattrista. Mi sento un traditore per la mia specie…ma seppur
doloroso devo ammettere che fra noi Digimon le cose sono cambiate, non
ci fidiamo più l’uno dell’altro: il
nostro mondo
brulica di ambiziosi che vogliono mettere le loro grinfie sulla terra.
Forse il buonsenso ora mi comanda di riportare questa bambina dal
papà che per altro è in posizione di svantaggio,
non
può camminare. Ora devo capire che sono un umano, e mio
dovere
è tutelare la terra. ANCHE da creature del mio mondo. Anche
perché non posso negarlo…
…l’odore digitale che il mio fiuto avverte ha
sfumature
estremamente negative. Assomiglia ad aria fredda…sicuramente
deriva da quella Digimon intrappolata.”
«O-Ohh…» si muoveva costei
«…O-Orphanmon…bambini…»
«Oah?! Sta chiamando qualcuno…»
sobbalzò il
ragazzo, mentre la piccola Akiko chiedeva «Allora?...che
facciamo? La liberiamo da qui oppure la abbandoniamo?!»
Il
giovane la fissò, colpito dalla freddezza con cui
apostrofava
ogni parola. Guilmon sospirò, e ormai spoglio dal timore, le
pose le mani sulle spalle «Ascolta…questo non
è
posto per te: ora ti riporto dal tuo papà,
poi…semmai
torno qui da solo a dare
un’occhiata.»…«Ah,
ho capito, la lasciamo al suo destino: tanto ognuno ha il suo destino
in questo mondo, ed il suo evidentemente è quello di morire
in
questo luogo buio, come il mio di restare sola e
abbandonata.»…«No, non dire queste
cose…» accennò il giovane con tono
dispiaciuto «Uhm?» si volse la bambina ostentando
un fare
indifferente. Guilmon svelò «Un mio amico una
volta mi ha
detto…che ognuno ha il suo destino ma poi cercando di andare
avanti sulla base dei suoi insegnamenti abbiamo scoperto che non
è così, o meglio anche se è
così ognuno di
noi può tentare di cambiarlo. Tu non devi pensare queste
cose…» “Cavolo...parla proprio come la
piccola
Jeri. E’ una Jeri del futuro.” «Ascolta
Akiko.
Perché non fai come questa mia amica? Lei era molto
triste…
…si
sentiva tanto sola e abbandonata ed un brutto mostro stava per
mangiarla. Però…»
nell’aprirsi di un sorriso «…proprio nel
momento in cui tutto sembrava perduto ha
tirato fuori la forza nascosta dentro di sé, e si
è fatta
coraggio! Lo sai? La piccola Jeri riservava tante
sorprese…tutti
l’avrebbero detta una bambina fragile e timida ma in
realtà aveva un gran cuore, che aspettava solo di mostrarsi!
Grazie alla sua forza di volontà ci siamo salvati tutti. E
un
giorno accadrà lo stesso anche a
te…»…«Oh, niente
affatto.»…«Oh?» il ragazzo
restò
colpito da quella negazione «Senti, non so chi sia questa tua
amica. Ma nel mio caso ti assicuro che è impossibile
cambiare il
mio destino…»
…avanzando sull’erba con atteggiamento
più adulto
della sua età, che si rispecchiava nel gesto di raddrizzarsi
gli
occhiali «…mia madre mi ha
abbandonata…è
una donna
cattiva…!!»…«Oh?»…«Lo
sai…?...
…è
pazza…» sibilò con risentimento
«Le hanno
tolto il mio affidamento…perché si accaniva come
una
furia sul mio papà, che poverino è relegato su
una sedia
a rotelle. Il giudice non ha avuto dubbi nel fatto che lui fosse il
più indicato a prendersi cura di me…»
“Mio Dio che
donna crudele deve aver sposato il signor Mori. No. Non può
essere la signorina Asanuma…lei era gentile, Takato le era
molto
affezionato. Sicuramente è un’altra persona.
Poverini,
chissà perché non hanno potuto
sposarsi…magari
sono stati divisi con l’inganno, e forse ancora sono tristi a
ripensare a quel campeggio. Comunque è vero quando si dice
che i
giovani di oggi sono…non so, più freddi,
più
sfiduciati: è esattamente come per noi Digimon...anche la
piccola Jeri sentiva di aver perso ogni speranza quando Leomon
è
stato ucciso…però questa bambina ha qualcosa di
diverso,
c’è qualcosa di ancora più duro in lei,
Jeri
nonostante tutto continuava a mostrare le fragilità della
sua
età, anche se il D-Reaper aveva costruito dei cloni aridi e
computerizzati! Ma Akiko…lei…è davanti
a me, sento
chiaramente che non è un clone, eppure è come se
fosse
ancora più vuota, come se fosse sparita anche
l’ultima
traccia di infanzia. Che sia questo…
…ciò che si intende, quando si dice che i bambini
di oggi
hanno perso la capacità di sognare? Molti Digimon
attribuiscono
a questo…il lento scolorirsi del nostro mondo, io non ci
avevo
mai creduto prima…prima di trovarmi davanti
Akiko…” «Invece il mio
papà…
…lui mi
vuole bene e mi rispetta.» enunciava la bambina ma con una
nota
altera che gelava i sentimenti «Io sono molto legata a lui e
mai
niente potrà dividerci…
…sono
sangue del suo sangue…» al che Guilmon si
piegò
pazientemente su di lei, le tese la zampa e le disse
«Andiamo.»…«Tanto lo sapevo
che non poteva
salvarsi!»
Così si allontanarono.
«Bambini…non scappate, vi prego!» gemeva
la
Digimon imprigionata «…Digiworld è
pericoloso…
…il
nostro mondo è…cambiato, non è luogo
per andare in
giro da soli…» esternando un’apprensione
intensa
anche nel sonno.
Mentre
Guilmon fuggiva con Akiko per mano pensava “Ma sì,
ho
deciso che tornerò a soccorrerla! Anche se è
rischioso...non posso permettermi di lasciar morire un mio simile!
Takato avrebbe agito così.”
Pochi istanti dopo proruppero dai cespugli, piuttosto sporchi di foglie
che Guilmon cercò di scrollarsi con rapidità
sufficiente
da non mostrare le zampe.
«Papààà!!!»…«Akiko!!
Akiko, meno male, ho avuto tanta paura!» si
avvicinò
l’uomo sulla sedia a rotelle «Mi devi promettere
che non
ti allontanerai mai più!...
…sai che non posso
controllarti.»…«Non
c’è bisogno che mi controlli papà: io
sono grande
ormai. Posso cavarmela da sola!»…«Non
dire
sciocchezze, non sei affatto grande!» la redarguiva il padre
«Con tutte le storie che si sentono in giro io…
…!! Ahhh, l’importante è che sia tutto
finito: non
farlo mai più!» ma la bambina ribatteva
«Le storie
che si sentono in giro coinvolgono gente pazza come la mamma, ma io con
lei ci ho fatto l’abitudine! So badare a me
stessa…»…«Non…!!...parlare
di tua
madre in questi termini…
…sai che sta molto male.» decretava
quell’ex-maestro, molto serio in volto…
…mentre Guilmon li osservava assorto…rimuovendo
con
più lentezza le ultime foglie da dosso…
«Non devi temere papà, nessuno oserebbe
avvicinarsi! La
gente ha paura di me…»…«Non
so chi ti abbia
messo in testa queste sciocchezze, Akiko! Non è affatto
vero, tu
sei una bambina come tutte le
altre!»…«Io non sono
come tutte le altre: il mio destino è allontanare il
prossimo…grazie all’aria gelida che
emano.»
Tanto era rigida nelle sue convinzioni, che suo padre parve stanco di
ribattere. I suoi sintomi sembrarono l’unica cosa in grado di
scioglierla «Papà! Ti senti
male…?» e a
quel punto anche Guilmon si avvicinò «Signor
Mori!»
L’uomo alzò a fatica il capo
«…è
merito tuo. Non so come
ringraziarti…»…«Ma…cioè,
stia
tranquillo, io…non ho fatto niente.» si strinse un
po’ nelle spalle il ragazzo «Vi siete conosciuti,
tu e mia
figlia?»
La bambina occhialuta si volse e guardò questi in modo
enigmatico «Si è addentrato nella zona recintata
con
l’intento di soccorrermi…» e il signor
Mori
spiegò «Avrai notato i modi di mia
figlia…a volte
comprendo che possa sembrare un po’ scostante. Ma io che sono
suo
padre posso assicurarti che…è una bambina dal
cuore
d’oro.»…«Lo so, signor
maestro!»
rispose il giovane con scatto quasi militaresco «Non lo metto
in
dubbio!»…«Posso sembrare
antipatica…» si avvicinò la misteriosa
bambina «…ma so essere grata. Quella creatura
avrebbe potuto
riconoscerti…anche tu vieni dal suo stesso
mond-»…«Quale creatura?!!»
sussultò
il padre interrompendola, ma Guilmon si affrettò
«Niente!
Le assicuro, niente di importante! Ora…mi scusi, mi ha fatto
davvero piacere incontrarvi ma devo andare, sono di
fretta!»…«Ci mancherebbe, con il tempo
che ti
abbiamo fatto perdere!» disse il maestro, e sua figlia
«Lasciamolo andare,
papà.»…«Ciao
Akiko! Arrivederci signor Mori, alla prossima!» si
esibì
un due rapidi inchini, per poi sfrecciare di nuovo verso la zona
recintata.
«…andiamo a casa, papà,
sono…stanca del
parco.» accennò la bambina sfiorandosi la fronte
«Sì…»…«Spingo
io la
sedia…?»…«…no,
faccio da
solo.»
Guilmon correva
a perdifiato «Uff! Devo sbrigarmi…!!»
…ma
quando giunse dove si trovava poco prima «Oh?!» il
groviglio erbaceo era stato spezzato «E’
sparita!»
LadyWizardmon si trascinava a fatica, appoggiandosi alla sua
asta
e zoppicando, aveva gli stivali molto consumati. Strisciava tra i
cespugli e i tronchi per nascondersi dalla gente del parco, che
scrutava con i suoi occhi febbricitanti
«…a-ahhh…non avrei
dovuto…gettarmi sulla
terra! Non sono mai stata qui, questo mondo mi devasta!! Ma era
l’unico modo…per cercare i miei piccoli alunni,
sono certo
che volevano conoscere il mondo da cui…Jeri proviene per
trovare
una risposta a ciò che li ha delusi!...devo
farcela…» e muoveva un passo, nel più
sommo sforzo «…anche se non mi ci raccapezzo non
posso arrendermi,
sono una maestra, il mio obiettivo è…salvare i
miei
bambini, anche al costo…di farmi smembrare da
un’orda di
questi terrestri infuriati!» e così procedeva,
incurante
dei suoi stessi respiri affannati.
La mano con cui
si stringeva all’asta era sprovvista del suo
guanto…e lo
smalto rosso delle sue unghie si confondeva con il sangue grondante dai
graffi «Un…Digimon!
Sento…odor…di
Digimon!» affermava mentre le si appannavano gli occhi alla
vista di quella sedia a rotelle sempre più lontana
«Non…c’è…tempo da
perdere,
devo…seguirli!»
Guilmon si
chinava sulle tracce di sangue «Guarda, per scappare le sono
caduti i guanti!» allungando la zampa «Forse
è
ingiusto raccoglierli dopo che sono arrivato in ritardo per
salvarla…» compiendo un sincero sospiro
«…ma che devo fare…? Questa di noi
Digimon
è una lotta per la sopravvivenza. Takato, guidami tu: io ho
bisogno di un paio di guanti per nascondere le mie zampe dalla gente in
città…a questo punto penso che nonostante tutto
li
prenderò.»
Così quei guanti marroncini e consumati scivolarono per
coprire
l’una e l’altra zampa scarlatta…
Scarlatta era
anche la bandana di quel ragazzo che avanzò sul balcone del
castello, appoggiandosi alla ringhiera spezzata. Qualcuno si fece
accanto a lui «Takato, ti vedo
pensieroso.»…«Oh?
Beelzemon…sei tu. Sei
digievoluto nuovamente!»…«Eh
già.»
disse il guerriero alato spiegando «Qui tutti si danno da
fare e
non avrei potuto rendermi utile se avessi mantenuto piccole
dimensioni.»…«Ma a proposito di questo!
Hai saputo
se serve il nostro aiuto?» ma l’altro
accennò un
sorriso con i suoi denti aguzzi «Ah, lascia fare a noi. Siamo
Digimon!»…«Questo non c’entra
nulla! Noi vi
vogliamo aiutare…
…non siete forza
lavoro.»…«Forse…voi
non vi rendete conto che ci aiutate ogni giorno.» disse il
guerriero avanzando e smarrendo i suoi occhi nel cielo, fra le nuvole e
i Ruspimon «Dandoci la forza…e anche insegnandoci
tante
cose sulla vostra
umanità!»…«Io
credo…che le cose più importanti, e anche le
più
umane le insegnate voi a noi.» espresse il ragazzo
«Piuttosto proprio per questo Takato…visto che
sotto
è rimasto poco da fare anche per me, perché non
mi dici
che cos’hai?»…«Ma no, non fa
niente…davvero, non devi
disturbarti.»…«No,
ti prego!» esclamò Beelzemon…
…sorprendendo un po’ il ragazzo, che lo
udì
confessare «Ho bisogno di sentirmi utile per
qualcuno…qua
sotto è durato sì e no cinque minuti, i Digimon
dell’esercito si sono presi tutti il carico e io…
…!
Altrimenti rischio di esaurire la mia forma:
guarda…»
Takato
fissò stupito le mani dell’amico digitale, che
stentavano
a rimanere scure e artigliate poiché una forza indefinibile
le
sfumava in quelle di Impmon, coperte dai guantini rossi «Le
tue
mani…» Takato allungò le sue per
prenderle «Come conosco bene le tue mani,
Impmon…» per poi
correggersi «…Beelzemon.» quando
riapparvero
quelle del guerriero «Se tu magari conosci Jeri altrettanto,
Takato…puoi illustrarmi cosa devo fare, perché io
davvero
non lo so più.»
Il
ragazzo assunse espressione seria, accennando con discrezione
«…ci sono ancora…problemi fra voi per
via di
ciò che è accaduto dieci anni
fa…?»…«…io
ormai…mi sono
rassegnato. Qualche volta, dopo il nostro ritorno, mi sono illuso che
fossimo a un passo dal mettere una pietra sopra a quegli avvenimenti.
Ma ora capisco…che è
impossibile.»…«Non è mai
impossibile:
bisogna volerlo.»…«E lei non vuole!!
Ecco, ecco
qual è il problema, che lei non
vuole!»…«Sei
sicuro…?»
accennò il giovane sfiorandogli il braccio, e Beelzemon si
sfogò «Jeri…non si decide ad accettarmi
come suo
Digimon, per lei il fatto che lo sia diventato è una
calamità! Se solo sapesse che invece per
me…»…«…per
te…?»…«…io…
…ah, ma
niente!»…«…anche se non
parli io so cosa senti. Beelzemon…tu sei felice di essere
divenuto il Digimon di Jeri.»…«Lo sarei
stato!
Sarebbe stato una meravigliosa
opportunità.»…«E’
una meravigliosa
opportunità!...
…ma purtroppo certe volte le ombre del passato sono
più
difficili da scacciare di quanto sembri. Ma tu sei accogliente, le vuoi
bene! Jeri non si rende conto che in questo modo si priva della gioia
di aver ritrovato un Digimon…ma non solo per combattere. Di
aver
ritrovato un amico. Con te ha fatto un affare, dammi
retta.»…«Lo credi davvero?!...
…ah ecco, guarda come siamo finiti: io volevo parlare di te
e
invece siamo qui a parlare dei miei problemi! Sono sempre il solito
disastro…non riesco mai a realizzare ciò che mi
prefiggo.»…«Ah, se dovessi proprio
confessartelo…anch’io stavo pensando a
lei.»…«Dici sul serio?»
restò
colpito Beelzemon «…sì, devi sapere che
ieri
notte…è successo un fatto un po’
spiacevole. O
meglio, io volevo soltanto…ribadirle il mio amore,
manifestarle
il mio affetto, però lei…si è mostrata
impaurita,
non voleva quasi…che la sfiorassi, e di questo sono
dispiaciuto.
Mi è sembrato come…di violare la sua
intimità, e
di…intaccare…la sua fragilità. Sono
proprio le
cose che non vorrei, io vorrei…!...
…essere un raggio di sole…per il suo mondo
interiore…»
Come
quel raggio che filtrò tra di loro, illuminando la mano del
giovane e quella nera e lucida del Digimon…
«…però ho paura che un nonnulla possa
ledere…sporcare la favola sospesa che è nata fra
noi due
qui, a Digiworld. A volte…temo sia stato solo un sogno e che
quando torneremo sarà tutto di nuovo come prima. Sapessi per
quanto tempo si può attendere un’amore,
Beelzemon…» accennando un sorriso
«…ma
questo…forse tu lo sai bene.»
Beelzemon guardò verso il globo, e specificò
«…sì. Lo so bene.» al che
Takato gli
adagiò una mano sulla schiena «Coraggio, presto
faremo
ritorno e tu potrai rivedere Akemi, sono convinto che si è
fatta
coraggio! E ti ha aspettato.»…«Sapessi
Takato…mi tremano le gambe al solo pensiero di rimettere
piede
sulla terra! E se…non ce l’avesse
fatta?!»…«No, escluso. Una domatrice
coraggiosa
come lei di certo mantiene quello che promette. Vedrai…fra
non
molto mi darai ragione…» accennò
più piano,
il Digimon ne fu contento e disse «Quanto a te e a
Jeri…perché non chiarisci il
malinteso?»…«Pensi che
dovrei?!»
domandò il ragazzo «Ma sì, dopo tutto
tu non sei
me, fra voi non ci sono tutti quei trascorsi di risentimento: lei ti
è grata per aver sempre vegliato su di lei…tu sei
il
ragazzo che ama! Ma ti ama davvero, nella realtà, mica
è
soltanto un sogno.» ammise con grande naturalezza, con cui
sembrò accendere una speranza negli occhi del ragazzo
«…grazie…Beelzemon, sì,
penso che forse a
volte…la distanza e il silenzio non aiutano, può
bastare
un semplice dialogo a sciogliere una situazione congelata. Penso che
andrò a parlarle. Ti ringrazio
molto!»…«Ahah, di nulla!»
così
Takato stava per correre via, ma si volse prima di varcare la soglia
«…anche a Guilmon parlavi in questo
modo?»…«Oh?»…«Quante
volte
anche lui sarà uscito di corsa, in questi anni,
ringraziandoti
per i tuoi saggi consigli…»
Beelzemon
sussurrò «Guilmon…» guardando
il cielo in
una lotta contro la commozione «Non posso accettare che sia
andata in questo modo. Mi rifiuto di crederlo!»
borbottò
con voce strozzata. Ma Takato stringeva i denti cercando di accennare
un sorriso «Dobbiamo…rassegnarci a come sono
andate le
cose…è la scelta migliore.
Comunque…parlerò
a Jeri anche di te! Te lo prometto…» al che
Beelzemon si
distese «Takato…lo sai? Tu sei buono, hai il
sapore…
…del pane
che preparavate al tuo
negozio.»…«…grazie.
E tu di quello…
…che
avete mangiato a casa in questi anni.» per poi allontanarsi,
lasciando un Beelzemon emozionato, e pervaso da mille pensieri.
Quando nella sala vicina…
«Suo fratello, hai detto? Quel bambino…»
meditava
Cyclemon, e Cindermon «Proprio così,
papà!
Ascolta, io gli ho detto che comunque te ne avrei parlato, magari con
tutta questa gente che ci cammina per il palazzo, tutti questi Digimon
così operosi si può trovare una, dico, una sola
anima
disponibile al mettersi al servizio di una buona causa!...ti sembro
troppo idealista???»
Cyclemon
camminò lentamente tra le rovine…mentre Cindermon
accompagnava il tutto scandendo «Paaausa ad
effettoooo!»
L’anziano
Digimon alzò lo sguardo e rivelò «Se
non fosse
stato per lui ti saresti smarrita sulla
terra.»…«Vero!»…«E
saresti
stata preda facile del nemico: non sai quanto ero in pena per
questo.»…«Ah beh lo immagino!...
…ah ma
davvero??»…«Ma per fortuna tutto si
è
risolto grazie a qualcuno che corrispondeva per filo e per segno
all’ideale di essere umano…in cui avevo riposto
fiducia.
Non preoccuparti, darò immediatamente disposizioni: si
tratta
del ragazzo che ha concesso a mia figlia di avere un domatore, nessun
impegno diplomatico può venir prima di questo.»
Cindermon si
sentì sollevata, ed espirò in un sorriso
«…senti un po’…! Ma io come
farei senza di
te?»…«…eheh, faresti come hai
fatto in
questi giorni: con
lui.»…«Eheh!» rise
lei…ma poi ripensandoci meglio divenne seria e
pensierosa…
«Molto
bene, e adesso siamo giunti alla prova del fuoco…»
erano
le parole di Suzie…che vegliava come un angelo custode su
una
Riley dallo sguardo che si smarriva, ora che un raggio di sole filtrava
proprio là dove la sera prima era successo qualcosa,
qualcosa di
grave e in grado di cambiare per sempre le loro vite. Lo sguardo delle
tre ragazze si consultava impercettibilmente, come unito in un unico
circolo, mentre l’eco delle ruspe si mescolava ai passi dei
Digimon in quella sala, intenti a spostare travi, scalette ed ogni
sorta di attrezzo.
Rea prese
parola «Arrivati a questo punto…dobbiamo parlare
di un
argomento di cui davvero non si parla mai sul suolo digitale, tanto
più in un palazzo come
questo!»…«Chi te lo
ha detto che non se ne parla mai…?»
accennò Rika
con un’occhiata furba, e Rea «Beh! Ma noi dobbiamo
avere
il coraggio, siamo o non siamo ragazze dei tempi moderni? Signora
Riley…noi stiamo per attuare un azzardo.» chiese
adagiando la mano sulla sua spalla, ed aggiungendo «Mi auguro
che lei sia dei nostri…»
Tutto si
confondeva davanti alla vista di Riley, e le lacrime riaffioravano
impetuose…mentre lo rivedeva accasciato a terra. Dallo
squarcio
nella sua armatura fluivano dati…
…la sua maschera cadeva a terra. Il Digivice si
dissolveva…assieme alle speranze di lei e Mitsuo. Fra le
loro
lacrime e quelle dei ragazzi…
Rika in
tutto questo si distendeva su una roccia, sciogliendosi i capelli con
fare sensuale e un po’impertinente
«Oook…parliamo
di…
…sesso, sì! Parliamone qui, nel cuore del mondo
digitale:
nella sala del trono del palazzo reale! Parliamone senza alcuna
riserva, né sciocche esitazioni, approfittando che ora gli
uomini non ci sentano.»…«Ben detto
Rika!»
ammise Suzie…
Rika
e Rea si scambiarono uno sguardo tra il compiaciuto e il sospeso,
mentre Suzie si avvicinava a Riley, sedendosi sulla roccia
«Signora…ci racconti: quando…
…è stata la sua prima volta? E’ stata
con il signor
Mitsuo oppure prima?...dai, coraggio, qui siamo fra amiche!»
Lo sguardo
di Riley era fisso…rivedeva quel guanto iridescente
sciogliersi
nella sua stretta…
…quel volto, identico a quello di Mitsuo, chiudere gli occhi
per
sempre…
…tanto che ad un certo punto disse
«…no!»
con voce rotta dal pianto.
Rika e Rea si
guardarono in modo eloquente, constatando che il loro gioco non aveva
funzionato.
Suzie le
sfiorò la guancia col dito «…coraggio
signora…
…so
che è dura!...» e Riley «No!
Non…
…non…è…(canzone: H
& Claire - You're a love song)
…stata la prima volta, quella con Mitsuo!»
aprendosi
inaspettatamente in un sorriso. Le ragazze spalancarono gli occhi, Rika
si tirò su di scatto. Suzie rise
«Ahahah!» e
Lopmon tra le sue braccia fece eco «Hai visto, Suzie?! Ha
funzionato!»
Riley aveva le lacrime agli occhi, ma guardava oltre lo squarcio nel
soffitto, là dove filtrava il raggio di sole
“E’…per te che lo faccio!! Queste
ragazze si
sono…adoperate per risollevarmi il
morale…”
così strinse i denti e specificò
«Non…era
stata la prima volta, quella fra me e Mitsuo. Coraggio,
sediamoci.» accomodandosi sulle rocce, e sfilandosi la
tracolla
della borsa «Ora vi racconto come è
andata…»
Le
ragazze anche in silenzio constatavano la sua forza d’animo.
Suzie esclamò «E noi siamo tutte
orecchie!!!»
Di
nuovo Riley si rivolse a quella fessura luminosa sul buio soffitto, per
attingere la forza necessaria.
Takato intanto aveva incrociato Kazu e Kenta, ed accennava
«Così…avete
saputo…»…«Proprio
così…» abbassò il capo Kazu,
celando il suo
sguardo sotto il cappello nero, con eco di Guardromon
«Proprio
così…» che ripropose quella sfumatura
triste.
Kenta enunciò «Cyclemon…preferisce che
torniamo
sulla terra, probabilmente non potremo essere presenti al matrimonio di
Kazu…»
Il
ragazzo in questione sembrava provare vergogna «Ragazzi,
io…non è che voglia sbattervi fuori. Coraggio,
andiamo,
almeno ci sarete…per l’incoronazione!»
con eco di
Guardromon «Andiamo, coraggio, almeno per
l’incoronazione…ci sarete.» al che
Takato si
avvicinò e gli sfiorò il braccio
«…puoi
scommetterci!» e Kenta con molta dolcezza «Come
può solo balenarti l’idea che possiamo
fraintendere:
sappiamo che ora sei un
sovrano…»…«Sì
però…a
parte che non mi hanno ancora incoronato e poi…»
con
Takato a sovrapporsi «Questo non significa
niente!»…«…e poi…
…noi tre siamo sempre stati uguali, non
c’è stato
mai uno migliore o più in alto degli altri, e tutto questo
mi fa
strano!»…«E invece ti sbagli!»
sorrise
Kenta, e altrettanto Takato «Tu sei stato sempre il migliore!
Anche a carte eri il più bravo…»
Kazu
mostrò appena lo sguardo «…il
più
bravo…dopo di te…» al che Takato
replicò «…può darsi. A carte
posso anche esser stato
più bravo…ma tu ti sei di certo conquistato un
altro
primato: tu sei quello che…di più…fra
tutti noi si
è meritato di essere ricompensato, per ciò che ha
passato.»…«Venite
qua…!» il ragazzo
piegò il capo, e si strinsero vicinissimi, con eco di
Guardromon «…venite qua…»
schiacciato tra i tre
amici…
«Ragazze,
io ve lo dico: quando ho fatto il corso di perfezionamento come capo
operatore, c’era…un collega!» accennava
Riley come
premessa di quel racconto che riuscì a coinvolgere Lopmon e
le
tre ragazze. Da lì prese le mosse un’articolata
narrazione…che permise loro di astrarsi da quello scenario,
attirando talvolta lo sguardo un po’ perplesso di qualche
Digimon
con la trave in mano, che veniva puntualmente trascinato dal compagno
vicino, affinché non fosse distratto da certi discorsi.
Lo sguardo
della professionista informatica si alternava tra il divertimento e un
pizzico d’imbarazzo, ed ogni tanto per prendere fiato si
rivolgeva a quella crepa nel soffitto “Rievocare questi
ricordi…mi fa ripensare a quando ho iniziato. Anche un flirt
consumato in modo precoce e…un po’ ridicolo mi
permette di
ricordare che il mio destino era incontrarmi con te. Fin
dall’adolescenza ero decisa: volevo conoscere i
Digimon!...volevo
scoprire tutti i segreti del loro mondo. Ed eccomi a Digiworld, seduta
su quel che resta di un palazzo che in questo…breve lasso di
tempo è riuscito a sorgere, e a crollare. Ma tutti attorno a
me
si danno da fare…i Digimon non mollano!...”
esprimeva nel
suo animo in un moto di tenerezza, e quando ad uno di loro
scivolò una ciotola di bulloni, lei si lanciò per
prima a
raccoglierli, per poi restituirgliela. E tornare dalle amiche
“…forse se la tua storia fosse stata meno triste
ora
saresti qui ad aiutarli. Guardianmon. Sei stato…il mio primo
e
unico Digimon. Non avrei creduto che sarei diventata
domatrice.”
Il racconto
continuava, cullato dalle occhiate vispe e ammirate delle ragazze che
si alternavano a improvvisi sussulti, occhi che si spalancavano e mani
che scattavano alla bocca (Lopmon in braccio a Suzie replicò
il
medesimo gesto con le orecchie). Riley sembrava ridere di quelle
reazioni, ma nel frattempo pensava “Sai…?
Anch’io ho
avuto una vita difficile, nessuno è stato generoso con me e
l’uomo che amo…però grazie a
te…ho potuto
vedere una crepa di luce sulla cima del buio soffitto del mio cammino!
Prima di giungere qui avevo paura ma adesso…non vorrei quasi
più andarmene! I tuoi simili all’opera per
ricominciare…e tu che sembri guardarmi da quella fessura.
Non mi
sto illudendo…vero? Temo di veder richiudersi la cupola
oscura
della mia vita, se così fosse…soffocherei: ti
prego non
lasciarmi! Indicami…cosa devo fare, io e Mitsuo siamo
sperduti
adesso! Non lasciarci…senza la tua guida luminosa…
…il
nostro labirinto è ancora intricato, e non si vede
l’uscita!!” e quell’improvviso
moto di
pianto…si trasformava in una fragorosa risata «Ah,
vi
rendete conto?? Io…io! Non sapete cosa ho dovuto inventarmi
per…trovare il coraggio…di confessarlo a
Mitsuo!!»
Suzie le
portò una mano sulla spalla «Ah, non ne dubito:
lei
è una donna dalle mille risorse!»
Riley
sorrise grata…e guardò di nuovo lassù,
e quel
raggio di sole che le illuminava lo sguardo, e il cammino (fine-canzone)
…poco dopo, quel confronto era entrato nel vivo
«Rea…ci siamo, è il tuo momento: sputa
il
rospo!» mormorò Suzie, aggiungendo
«Penso sia il
caso di rimuovere il velo: approfittando che mio fratello non ci
sente…lui non è stato il primo. Ho sempre avuto
questo
sospetto, correggimi se sbaglio!»
Rea
giocherellava con la cerniera della sua felpa, quando alzò
gli
occhi per affermare «…no! Non
sbagli…»
Rika
comodamente distesa esortava «Prego signora…sveli
tutti i
suoi peggiori crimini, e attenta! Le pareti del palazzo sono
già
compromesse, una parola fuori posto…e potrebbero crollarci
in
testa!» ma Rea sembrò accettare la sfida
«Allora,
io ve lo dico: Henry non è stato il primo!
Però…è stato il primo…con
cui ho
provato…realmente qualcosa! Prima…
…ce
n’era stato un altro. Io mi ero da poco lasciata quando ci
siamo
conosciuti, ma il primo-primo…non è stato neanche
quello!
E’ stato al liceo. La verità è che
tutti cercavano
quanto più possibile di affrettare la prima
occasione.»
Si aggiustò per mettersi più comoda su quella
roccia «Ti facevano sentire talmente escluso!»
raccontava con un
lieve broncio, manifestando particolare disagio su quelle parole
«Così io una volta ho pensato…di
provare
perché forse in questo modo mi sarei sentita meno vuota,
magari…collezionando un’esperienza in
più avrei
avuto più argomenti di cui parlare e con cui confrontarmi
con i
miei compagni. Perciò non ci ho pensato più di
tanto.» Riley intervenne, con materna dolcezza
«E’
una circostanza…abbastanza normale quando si attraversa
quell’età.» ed anche Rika nonostante la
sua
esperienza accennava un’occhiata eloquente e piuttosto grave.
Riley specificò «Anch’io ci sono andata
vicino, ma
non mi sono potuta sporgere più di tanto
perché…mia madre mi controllava. Lei non avrebbe
tollerato un altro imprevisto in famiglia, dopo quello di mia sorella,
che è rimasta incinta e si è sposata a soli
diciassette
anni.»...«”Abbastanza normale”
ma sapesse che
amarezza lascia!» esclamò d’un tratto
Rea
aggiungendo «…ancor più…di
prima che lo
avessi fatto.» Suzie si avvicinò, chiedendo piano
«…chi era?» e a quel punto Rea
tradì un
pizzico di divertimento «…il mio amico del cuore,
di
allora: l’avevano assegnato al laboratorio con me,
pfff!»
e Rika «Ohhh, il classico tipo…bello, e
affascinante che
ti trovi scodellato per simili evenienze!» Suzie assunse una
smorfia di panico «Non sarà il tipico soggetto
occhialuto
e imbranato?! Nooo, ti
prego…!»…«Pfff,
sììì, lasciamo stare! Una roba da
dimenticare:
sono tornata a casa come se avessi…combattuto la guerra e ho
nascosto la testa sotto al cuscino! Non avevo il coraggio neanche di
guardare mia madre.»…«E il
successore?»
chiese Rika «Il successore…» Rea riprese
a
giocherellare con la lampo «…il successore era un
tipo
che avevo conosciuto per caso, una sera uscendo con amici, che in
teoria…avrebbero dovuto presentarmi qualcuno di bravo e
raccomandabile, mentre invece io misi gli occhi su chi mi
sembrava…in quel momento, che fosse stato mandato dal
destino. O
almeno sapete un po’ come succede, no? Quando hai finito la
scuola e ti senti un pesce fuor d’acqua “Lui
è
quello giusto!”, mi dicevo “E’ il
principe azzurro
venuto per me, anche se il suo cavallo è nero!” Mi
sentivo…la dolce principessa delusa da
un’adolescenza che
non era andata secondo le sue aspettative, e che sperava di recuperare
tutta la passione!...tutta l’intensità di quegli
amori che
non erano mai giunti…
…grazie alla velocità pazzesca della sua moto.
Lui…era uno scapestrato, cattiva fama in tutto il quartiere,
i
miei svenivano al solo udirlo nominare! Ma io lo vedevo perfetto, mi
sembrava…il coronamento di una favola, io così
perfettina
e lui così trasgressivo.“Finalmente è
arrivato”, mi dicevo “Ecco, è il senso
di tutto,
è valsa la pena aspettare.”…e lui
almeno in un
primo momento sembrava amarmi. Ho creduto di toccare il cielo con un
dito, sai quando ti illudi che il traguardo sia giunto? E invece ai
voglia a camminare! Eravamo anche fidanzati, con molta fatica ero
riuscito a trascinarlo a casa e a presentarlo ai miei genitori. Credo
che se non mi è scoppiato il cuore quel giorno
potrò
arrivare a novant’anni, temevo anche il minimo soprammobile
spostato! Poi…lui i soprammobili me li ha scagliati
addosso.» Suzie sussultò «Ti ha fatto
del male,
era un ragazzo violento?!»
Rika
fissava nel vuoto…come se quegli affreschi di memoria non le
dicessero nulla di nuovo…
«...non sapeva che cosa fosse la gentilezza, e ha perso le
staffe quando io ho scoperto che teneva in piedi relazioni
con…tutte le ragazze che mi presentava come sue cugine!!
Figurati! Mia madre mi diceva “sta attenta, guarda che lui ti
prende in giro” e io ci litigavo: per me era un angelo, e mi
dava
fastidio che lo dipingesse così, ritenevo che se era andata
male
al liceo era anche colpa sua, mi aveva tenuto
segregata!...poi…ho dovuto anche darle
ragione…»
Rea
sembrava ancora in parte addolorata nel rievocare quei ricordi. Suzie
parlò «Rea…tu lo sai, io non ho mai
avuto storie
con dei ragazzi. Mi sarebbe piaciuto! Però quello di cui
sono
innamorata non mi ha mai degnata di uno sguardo, eppure…a me
sembra di capirti!» aggrappandosi a lei
«Dev’essere
stato molto duro per te.» L’altra le rivolse un
sorriso
grato «…ma per fortuna prima o poi gli angeli
atterrano
realmente sulla tua vita…
…quando ho visto Henry a me…non sembrava vero! Mi
pareva
impossibile che esistessero al mondo ragazzi…così
gentili. E allo stesso tempo così
affascinanti…»
accogliendo nel suo sguardo una luce speciale
«…non
speravo più che quelle ferite si sarebbero rimarginate.
Studiavo
per far piacere ai miei ma pensavo che era solo questione di tempo: ben
presto sarei finita come…una poco di buono, a tracannare
litri
di alcol imbucata in…chissà quale locale di
quart’ordine! A consumarmi
lentamente…perché il mio
sogno di gioventù non si era avverato…»
Rika ormai
si era distesa su quella roccia come fosse un letto…non
diceva
nulla ma più volte pareva rispecchiarsi in quei racconti.
«I
Digimon…» raccontava Rea, velatamente commossa,
tirando
su col naso «…per me rappresentavano quel momento
in
cui…ogni cosa splendeva, ogni speranza! Osservavo i
digiprescelti tuffarsi…a capofitto in un mondo sconosciuto e
immaginavo tra di loro quelle storie e quegli amori che un cartone a
volte…ha pudore di approfondire. Che sciocco pudore in
fondo,
no? Bisognerebbe…avere il coraggio di ammettere che certe
cose a
volte nascono fin dai primi anni di età. Ma
forse…è meglio così, che
dire.» piegando il
capo in una dolce espressione «In questo modo ci permettono
di
sognare…e di spiegare le ali dell’immaginazione.
Con me
l’hanno fatto. E nel fondo della…disperazione per
quell’amore infranto mi ricantavo la canzone che mi ricordava
quando ero adolescente, e guardavo la prima serie. Era di una cantante
messicana! I am
a…border girl…»
accennò le note «…crossing oceans in the name of
love…and I’ve been…»
…Rika si aggiunse a quel sussurro cantato
«…searching
for this all of my life…my heart knows when it’s
wrong and when it’s right…»
tanto che Rea si stupì «Oh?
Rika!»…«Conoscevo bene quella
canzone.»
disse tirandosi su «Grazie alle sue parole mi illudevo di
sapere
anch’io cosa fosse giusto e
cosa…sbagliato.» La
commozione velava i loro occhi, ma Rea prese la sua mano
«Andiamo, non abbatterti! Non avesti torto…
…il presente lo dimostra…» e Suzie
«Stai
per sposarti, Rika!»
«Sì, è vero…!» gli
occhi della
ragazza si illuminarono, rivolgendo sguardo verso l’alto.
Suzie
le ricordò «E con l’uomo che
ami…
…il ragazzo di cui sei sempre stata innamorata!»
«Curioso, questo cuore…» fu il commento
assorto di
Rika «Durante il cammino si getta fango addosso, invitandoci
a
considerarlo come il…» assumendo sguardo
dispregiativo «…peggiore dei
consiglieri…» dunque
aprendosi in un timido sorriso «…per poi svelarci
sul
più bello che aveva…sempre…
…avuto…ragione…»
Rea
le teneva stretta la mano «Vedrai, sarà un
matrimonio
meraviglioso, amica mia…» e anche Riley raccontava
«Mi sono chiesta tante volte, ricordo, tra le pareti di
Hypnos…se Mitsuo fosse l’uomo giusto per me.
Ricordo
che…mi confidavo con la mia collega Tally, che seguiva con
acceso interesse l’evolversi del mio sentimento, come si fa
con…le puntate di una fiction! Ed ogni volta che le ponevo
la
domanda fatidica, se dovevo o no confessargli i miei
sentimenti…scattava sempre l’allarme, ed era una
nuova
bioemersione! Com’è difficile a volte recuperare
la
freddezza professionale, quando il tuo cuore batte a mille.»
Rea
accennò un sorriso gentile «Sembra di
ricordare…ciò che accadeva a me e ad Henry quando
svolgevamo il master assieme. Signora, sapesse
com’è
emozionante sentir parlare delle storie che hanno aleggiato per una
struttura affascinante come Hypnos! Ci fa comprendere che dietro i
computer e i segnali informatici c’è
così tanta
umanità…l’ho sempre
sostenuto.» Riley
ricambiò il sorriso «Uhmuhm, è bello
ascoltare i
vostri racconti, e apprendere in questo modo che esiste ancora
l’amore tra i giovani. E’ vero, tra
radar…e
rilevatori molte presenze nascoste vengono svelate. Ma
c’è
qualcosa…che neanche la struttura più
avveniristica
può percepire, e pulsa dentro di noi. Ma come il ricordo di
Hypnos, è destinato a restare scolpito per sempre lungo la
linea
del tempo.»
A seguito di
quelle riflessioni parlò Suzie «Rea ascolta,
vorrei porti
una
domanda.»…«Dimmi.»…«Tu
prima hai detto che con mio fratello è stata la prima volta
che
hai provato qualcosa…nell’ambito
dell’intimità. Però del ragazzo di
prima, quello
che ti ha ingannata e con cui ti sei lasciata, sembravi presa,
innamorata! Non hai provato niente…quando stavi con
lui?»…«Oh? Sì, non nascondo
che fossi molto
attratta da lui, però…
…ciò che sotto le lenzuola può
offrirti una
persona che non ricambia il tuo sentimento non è
paragonabile…» nell’accendersi del suo
sguardo «…alla magia di quando si è
entrambi innamorati!
Allora ci si stringe, uno vicino
all’altro…»
narrava come una favola…
…ed
anche sul volto di Rika accennava a delinearsi un sorriso, oltre quel
velo di emozione e di incertezza stratificatasi nel tempo…
«Allora e
non un attimo prima hai la certezza…che un nuovo, grande
incantesimo sta per colpire la tua vita!» svelava Rea
aggiungendo «Quella sensazione è
come…nascere di
nuovo, hai l’idea che rivivrai ad una ad una tutte le gioie
che
credevi d’aver perso!»…«Certo
che…» fantasticava Suzie
«…dev’essere
meraviglioso fare l’amore!» e Riley
«Posso
confermarti quello che dice Rea.» Rika ammise «Il
sesso
può essere bellissimo o terrificante, a seconda dei
sentimenti
che ti legano all’altra
persona…»…«Io
finora ho preferito aspettare…ma giuro che prima o poi
arriverà il mio momento!!» esclamò
Suzie con
Lopmon tra le braccia che sussultava «Suzie! Oh
cielo…ma
sei sicura di quello che dici?» con la voce che le tremava un
po’. L’esclamazione della ragazza fece un
po’
sorridere le amiche «Oooohhh, e per quel momento sai a chi
rivolgerti!» scherzò Rika, e Rea «Ti
daremo tutti
i consigli necessari: come hai potuto vedere abbiamo vasta
esperienza!»…«Una sola
cosa…» di
nuovo Rika che aggiunse «…quando sarà
il fatidico
giorno chiedici consiglio…PRIMA, non dopo averlo fatto:
potrebbe
essere catastrofico!!» accentuando con grottesca enfasi,
dalla
quale scaturirono risate «Oh! Tranquille, mi saprò
muovere con prontezza!» promise Suzie…
…ma
l’eco di quel momento di divertimento arrivò anche
a Jeri,
che passava accanto a loro. Quando gli sguardi si incrociarono si
delineò una barriera di incertezza, ma a forzarla fu proprio
Suzie «Jeri dai, perché non vieni qui con noi? Non
potresti mai immaginare di cosa stiamo parlando!» Riley
confermò «Stiamo facendo quello che non si
dovrebbe fare.
O per lo meno…che nessuno ha mai fatto a
Digiworld.»
Quelle parole bastarono per insinuare stupore e incertezza negli occhi
della ragazza, mentre Rea affermava «Ci stiamo confessando le
nostre esperienze sotto le lenzuola: prima però accertiamoci
che
tutte le orecchie dei Digimon siano ben chiuse!» La tematica
menzionata non mancò di spiazzare la ragazza, il
cui
sguardo sfuggì, benché non volesse mostrarsi a
disagio.
Lopmon precisò «Le mie sono assai aperte, oltre
che
lunghe! Più che dei Digimon se fossi in voi mi preoccuperei
dei
vostri fidanzati.» e Suzie «Ah nel mio caso posso
anche
mettermi a gridare! Nessun pericolo di fidanzati in vista, e tu
Jeri…? Vuoi offrire un contributo al nostro immenso bagaglio
di
esperienza? Dai, in fondo…qualche ragazzo l’hai
avuto, da
quel che mi hai raccontato!» ma a seguito di qualche istante
di
esitazione…il viso della ragazza da insicuro si fece
spavaldo «Ah! “Qualche ragazzo”? Ma puoi
scommetterci, se non
ricordi io ho usato un velo da sposa come bandiera per Digiworld! Sono
scappata da un matrimonio per venire qui, questo non ti dice
niente?!»
Suzie
abbassò lo sguardo, e stavolta fu lei a velarsi di
incertezza «…certo…come potrei
dimenticare che stavi per
sposarti con Mako.»…«E allora
perché me lo
chiedi…? Sai benissimo che io queste cose le conosco. Solo
che
trovo semplicemente ridicolo parlarne qui, ecco tutto! Queste cose si
vivono in privato, non si pubblicizzano a un intero palazzo
digitale!» Rea ribatté «Noi non lo
facciamo per
darci importanza! Ne stiamo parlando per!...per…»
ma
restò interdetta a causa della presenza di Riley. Fu
però
quest’ultima a completare la frase «…per
distrarre
me, perché sapevano che tornare in questo luogo sarebbe
stata
dura.» pronunciò con serena pacatezza, portando
gli occhi
di Jeri a spalancarsi.
Rika
accennò «Signora…noi
non…» ma Riley «Non temere Rika, non
credere che non l’avessi capito.
L’ho sempre saputo e vi sono grata. Grazie a questi discorsi
mi
sono distesa…ed anche discutendo di tutt’altro
sento di
aver iniziato a far pace dentro di me, con questo luogo.»
smontando dalla roccia per avvicinarsi «Noi non
abbiamo
intenzione di mancare di rispetto ai Digimon con le nostre confidenze,
Jeri. Te lo dico proprio io.» indicando il pavimento
«Là ieri si spegneva quella creatura che per me
era come
un figlio. Però trascorrere del tempo con Suzie e le altre
mi ha
fatto sentire che…non ero sola, ad affrontare questo grande
dolore, che potevo dividerlo fra persone disposte a sostenerne ciascuna
una parte. L’ho apprezzato molto, mi sono
sentita…circondata da amiche: è stato un
po’ come
tornare indietro, a quando anch’io avevo la loro
età. La
vostra età: ascolta, so che mi puoi capire perché
sei
passata anche tu attraverso un dolore simile, perché
non…resti a farci compagnia? Mi farebbe…molto
piacere…»
Le altre la
fissavano con animo altrettanto sospeso, in attesa di una risposta.
Rika precisò «…e non sarebbe la
sola…»
Una profonda
indecisione lacerò Jeri, la quale alla fine rispose con
orgoglio «Mi spiace…signora Riley! Però
io non sono
abituata a parlare di queste cose in pubblico, come se niente fosse!
Deve sapere che ho vissuto esperienze belle e brutte circa la materia
di cui state trattando, per cui…per cui…! Non me
la sento
di rievocare ricordi spiacevoli.» Riley la trattenne
«Ma
noi non stiamo facendo una seduta psicanalitica! Non sei costretta a
parlare di ciò a cui non ti va di ripensare…ci
basterebbe…che ci facessi compagnia. Forse tu non lo
immagini
ma…
…anche
dalle esperienze che ci stiamo raccontando, sta nascendo una conoscenza
ancora più profonda. A volte fa bene condividere queste
cose, e
farlo senza timore di essere giudicati: te lo dice una signora che si
è…appena messa a confidarsi con delle ragazze
giovani,
che potrebbero anche essere sue figlie. Sarei la prima a doversi
sentire ridicola, eppure…penso che in questi casi le
età
si mescolino. E l’amicizia si faccia più
solida.»
“…esperienze?!” lo sguardo di Jeri
scivolò in
tristezza e disorientamento “…io non avrei niente
da
raccontare! Non ho mai avuto rapporti sessuali, neanche con Takato con
cui sono fidanzata! Non…servirei a niente in mezzo a loro,
la
mia presenza sarebbe solo grottesca!!” sicché si
divincolò «Le ripeto che mi dispiace, ma non
è mai
stata mia abitudine confidarmi su queste cose! E poi guardate, avete un
Digimon con voi!» additando una Lopmon un po’
perplessa «Non vi rendete conto che sente tutto quello che
dite, e
potrebbe farle male?!! Ahhh…è
inaudito!»…«Jeri! Aspetta, ti
prego…! Solo
un attimo…!» tese la mano Riley…
…ma con
sua delusione, la giovane si era già allontanata a passo
rapido
e rimbombante.
Delusione che
poteva condividere con le altre ragazze, fra cui Rea
«…sempre la solita antipatica.» Lopmon
sbatté le palpebre «Suzie scusa…ma si
riferiva a
me, prima??» al che la domatrice la accarezzò
«Pfff…sì,
Lopmon.»…«Perché si preoccupa
tanto? Io ho
ascoltato tutto quello che avete detto, mica sono rimasta
traumatizzata! Fra noi Digimon esistono gli uomini…e le
donne!
Le coppie e i figli, forse un tempo non è stato
così,
ammetto che la nostra popolazione era molto meno evoluta! Ma poi dopo
l’incontro con gli esseri umani è cambiato tutto,
e questo
Jeri lo sa.»…«Sì,
appunto!!»
esclamò la ragazza che la teneva in braccio, aggiungendo
«Jeri lo sa, e sa un mucchio di altre cose!! Allora
perché si comporta così, io non me lo spiego!!...
…lei
è una ragazza del nostro gruppo, dovremmo essere tutte
unite! E
stare assieme in momenti del genere, invece lei non perde occasione per
isolarsi, come se ci
snobbasse!»…«E’
accaduto altre volte…?» chiese con discrezione
Riley
aggiungendo «Mi è sembrato di
notare…che spesso
durante il viaggio lei cercasse dei momenti per distaccarsi dal
gruppo…e stare da
sola.»…«Senti un
po’…!» propose Rika
«Suzie…tu in
questi anni sei stata molto vicina a Jeri: siete state amiche, vi siete
confidate…»…«S-Sì,
o
almeno…io la consideravo un’amica.»
Gli occhi lilla della
domatrice erano analitici e penetranti «Tu hai…mai
conosciuto dal vero qualcuno di questi suoi fidanzati? E’
sicuro
che abbia avuto le esperienze di cui
parla…?»…«…bah!
Veramente…io
non ne ho conosciuto nessuno. Me li nominava e me ne parlava molto,
però in realtà non ha mai fatto in tempo a
presentarmeli
perché…erano tutte storie che iniziavano e
finivano molto
presto! Un sera lei andava a un locale o a una festa…e si
baciava con qualcuno, poi qualche giorno dopo litigavano, e
così
la storia era chiusa! Di alcuni ha affermato di essere anche molto
presa, li presentava come i “grandi amori della sua
vita”…!»
…mentre Rika e Rea si guardavano in modo
eloquente…
…Riley ascoltava con attenzione…e Suzie
continuò «…però a dire il
vero non ne ho mai incontrato
qualcuno personalmente. Certe volte ero davvero curiosa!! Sentivo che
lei aveva tutte queste esperienze, mentre io…bah, mi sentivo
una
bambina imbranata, mi barricavo soltanto dietro alla scusa
dell’età: quando fossi stata grande come lei
anch’io
avrei vissuto le stesse cose. Solo che…ero già in
ritardo, se la mettiamo così: lei mi ha sempre detto di aver
cominciato molto…molto
presto!»…«Presto???
Quanto presto, Suzie???»…«…a
quattordici
anni!...perché Lopmon?! Tu esattamente quanti anni hai?? Mi
sfugge un istante il conteggio dei Digimon!»
Di nuovo le due ragazze si guardarono
«…sarà.» disse Rea,
continuando «Ma
a me sembra alquanto strano che se davvero ha sperimentato queste cose,
in tanti anni non è mai saltato fuori un volto, una presenza
concreta!» Suzie domandò «Dici che Jeri
può
aver simulato…e in realtà non aver avuto le
storie che va
sbandierando???» al che Rika insinuò
«E…chi
può dirtelo: magari c’è chi pensa che
affermando di
aver avuto numerose storie possa apparire più forte, essere
più di moda. Si dice che è così, e non
ci si rende
conto…che invece quando le hai avute davvero altro non
ottieni
che il disprezzo della gente, ma quel che è peggio!...
…un vuoto
incolmabile, dentro te stessa.»…«Pensi
questo,
Rika??? Ma Jeri…che motivo avrebbe di simulare con noi, con
chi
dovrebbe farsi bella?! Se lei non ha avuto nessun
fidanzato…guarda me! Io sto nella precisa, identica
situazione!
Anche ammesso che non fosse vero niente di ciò che ha
raccontato, anche se nessuno di quei fantomatici ragazzi fosse
esistito…ora ha pur sempre Takato, che la ama! Mentre io non
ho
nessuno, e allora che avrei dovuto fare?! Inventarmi che in
realtà ero una…capitana coraggiosa della vita
notturna?!
Ma ti prego!» Rika allora le si accostò
«Per me
hai fatto meglio tu…» sfiorandole le mani con le
quali
sosteneva Lopmon «Lo pensi davvero,
Rika…?»…«Tu Suzie hai difeso
il tuo amore:
non ti è importato che lui non ti ricambiasse, sei rimasta
coerente con i tuoi sentimenti. Non hai nulla di cui
vergognarti…anzi…ora mi piacerebbe molto essere
come
te.» ma anche Rea si aggiunse «Rika, non devi dire
così: ora quel che conta è il presente, e che tu
e Ryo vi
amate. Credimi, il fatto che tu abbia avuto diverse storie prima di
lui…non ha nessuna importanza! Come non l’ha avuta
per
Henry il fatto che lui non fosse stato il primo, per
me.»…«Permettetemi di
concordare...» si
aggiunse Riley, svelando «Posso…affermare, dalla
mia
esperienza…che quando un uomo è
innamorato…» accennando un sorriso
d’affetto al
suono di queste parole «…è in grado di
perdonare
qualsiasi cosa, e accettare una di noi per quella che è.
Sono
sicura che è il tuo caso.» Rika la
guardò con
stupore misto a gratitudine, e Suzie commentò
«Sono
sicura…che sarebbe anche il caso di Jeri, con Takato. Forse
è per lui che mente, e si inventa assurde storie? Ma lui la
amerebbe allo stesso modo…anzi, più di prima! Lui
è il primo ad aver deciso…come me…
…di non
avere storie, per rimanere fedele al suo primo amore. Al
suo…unico amore…»
D’un tratto Rea
accennò «Ragazze…a proposito, ma voi
cosa dite al
riguardo?» mentre proprio in quegli istanti Cindermon sfilava
tra le rovine con il suo vestito pomposo «Oh?» e
udiva
accidentalmente le loro parole.
«Forse mi
giudicherete curiosa, ma…mettendo da parte i ragazzi passati
di
Jeri, se mai ci siano stati, Suzie tu ti ricordi? Quella notte che
siamo rimaste alzate per assemblare il
fascio…»…«Sììì,
come
no!»…«…quella notte in cui
Cindermon era
venuta qui di nascosto, ed è apparsa
all’improvviso sullo
schermo, digievoluta al livello
mega!»…«Certo, mi
ricordo!» replicò Suzie, mentre Cindermon
incuriosita si
avvicinava.
Rea
abbassò il tono «Quella notte abbiamo sorpreso
Jeri e
Takato…»…«Sì,
quella
dev’essere stata la notte in cui si sono messi
assieme!»
ammise la più giovane. Rea continuò
«Sì, e
noi siamo entrate in camera all’improvviso, non immaginavamo
e
perciò…li abbiamo presi in un momento un
po’ poco
indicato!»…«Già,
uhmuhmuhm!»
ridacchiò Suzie coprendosi la bocca ed affermando
«Ricordo che erano…mezzi vestiti e mezzi
no!»
Cindermon spalancò gli occhi…mentre Lopmon
drizzava le
orecchie «Coooooosa? Oh mio Dio! E dire…che io non
sapevo
niente di tutto questo!» con aggiunta di Rika
«Neanch’io Lopmon, non temere: siamo nella stessa
situazione, guarda un po’…che cosa uno deve venire
a
sapere, e così per caso, poi!» ma Rea
precisò «La cosa, Rika, è che qui non
sappiamo realmente come sia
andata!»…«Beh!» fece Rika con
sguardo
furbetto «Mi stupisco di te Rea, cos’altro
c’è da sapere in simili casi?» La mora
ribatté «Mi stupisco di te, Rika: una cosa molto
importante! Uno può armeggiare con i propri abiti per due
motivi…primo…
…per sfilarli di dosso…» (Lopmon
alzò lo
sguardo «Davvero?» e Suzie ribatté
«Prova a
vestirti un giorno, e vedrai che succede!»)
«…secondo…»
ponderò Rea. Ma a
completare fu Riley «Per tornare a indossarli!
Ah…ragazze
non immaginate, mi avete risvegliato l’incubo delle tute di
Hypnos.» Rea si limitò alle precisazioni
«Il che
vuol dire che nel primo caso non hai ancora fatto niente, e sei stato
decisamente sfortunato!»…(«Quando
suonava
l’allarme…!» corredò Riley)
«Nel
secondo invece…» annunciò Rea e
completò
Suzie «Uhm! Hai già…portato a termine,
come si
suol dire!» (Riley «Giorni feriali!»)
Rika aveva
spalancato gli occhi come una ragazzina d’esperienza un
po’
scarsa, e Suzie assemblò «Questo vuol dire che di
fatto
noi ignoriamo se Takato e Jeri rientrino nel primo o nel secondo
caso!» Rea ancora «Esatto: la nostra entrata
improvvisa
ha avuto effetto…» volgendo lo sguardo verso Riley
«…”allarme ordinaria” oppure
“chiamata
d’emergenza in un giorno feriale”?!»
Cindermon
indietreggiò, sfiorandosi le labbra…mentre Rika
commentava con una punta di soddisfazione «Uhm, eh
già!
In effetti questo è un mistero…» e
Suzie «Secondo voi Takato e Jeri l’hanno fatto
oppure…non
l’hanno fatto? Lopmon, tu che
dici?»…«Mah!
Non lo so veramente…non avevano la faccia di due che lo
hanno
fatto, o
almeno…credo.»…«Perché
scusa, tu come fai a sapere com’è la faccia di chi
lo ha
fatto??» le chiese la domatrice «Al villaggio ne
giravano
tante di facce così??»…«Ma
non lo so, te
l’ho detto Suzie…ma a volte qualche coppia si
formava, per
esempio…Renamon e Imagomon!» con Rika che
sobbalzò «Che faccia aveva la mia Digimon dopo la
prima notte di
nozze?!?!» ma le loro parole erano già lontane da
Cindermon che, passo dopo passo, si addentrava fra le rovine con
espressione incerta «Takato
e…Jeri…quella
notte.» ripeteva passandosi il dito sul collo un
po’
nervosamente «Naaah! No, non può
essere…se fosse
stato me l’avrebbe detto. Ma certo, penso di sì,
lui mi ha
promesso che mi avrebbe confidato qualsiasi cosa e UNA COSA
COSI’
IMPORTANTE non potrebbe averla tenuta per sé! No di certo:
le
ragazze si stanno di sicuro sbagliando! E poi perché io ci
vado
a pensare? Devo avere fiducia nel mio domatore, e poi qui ho i lavori
di cui occuparmi, forza forza!» battendo le mani
«Fammi
vedere un po’ come sta procedendo: sono la principessa o
no??»
In tutto questo
frangente c’era Jeri che cercava una roccia sufficientemente
integra su cui sbattere la sua borsetta «Accidenti
al…diavolo!! Ah, qui non ci si può sedere da
nessuna
parte, è soltanto un ammasso di detriti!! Ma
perché
questo posto non è crollato completamente, perché
si
ingegnano a ricostruirlo?! Tanto è in rovina, come tutto
Digiworld! Non si farebbe prima a buttarlo giù del tutto?!
Almeno in questo modo non ne insozzerebbero ulteriormente le pareti con
discorsi squallidi!! Figuriamoci…
…anche il sesso!! Persino a questo si doveva arrivare, non
bastavano quegli…puah! Stucchevoli matrimoni e il resto
delle
sdolcinatezze?! Non bastava doverci vedere stasera il settore degli
orologi addobbato e…illuminato come una gigantesca
caramella,
no! Si doveva finire a parlare anche di sesso, e farlo lì!
Di
fronte al suolo su cui…s-su cui ieri si è
dissolto
Guardianmon! Le mie compagne non conoscono il rispetto e non sanno che
cosa sia la decenza! Avrei una voglia di…!!...di aggrapparmi
a
queste pareti cadenti, e scuotere questo palazzo fino a farlo crollare
con le mie stesse mani!!!» piegandosi affannata su una
roccia,
lasciando scivolare la tracolla della borsa.
«Mi
meraviglio della signora Riley…»
mormorò alzando i
suoi occhi stizziti «…una stimata professionista
come lei
che si mette a starnazzare con quattro oche! Avrei una soddisfazione
nel dirlo a suo marito: evidentemente la sua è soltanto
scena!
Ha fatto finta di volere bene al suo Digimon come lo si vuole ad un
figlio…ma se così fosse stato non si sarebbe
messa a fare
la stupida con Suzie e le altre: sarebbe prostrata dal dolore, e non
avrebbe voglia di parlare con nessuno! Ma
evidentemente…»
recuperando frettolosamente un pacchetto di sigarette ed accendendone
una «…certo, perché mi stupisco? Dovrei
avere
imparato che la gente è falsa e bugiarda, preferisce
recitare! E
inscena una serie di commedie quando in realtà ha i
sentimenti
che vanno in ben altra direzione! Che cos’è che mi
meraviglia tanto…?» soffiando del fumo verso lo
specchio
infranto adagiato sulla parete crepata…che riproduceva la
sua
immagine moltiplicando per ogni spicchio quello sguardo amareggiato
«…di menzogne e commedie senza sostanza trabocca
il
mondo. Le inscenano tutti, e la signora Riley non fa eccezione.
Evidentemente…anche lei è una falsa, ha
desiderato darsi
importanza con questa storia del “Digimon ben più
simile a
un figlio”! Ma la realtà è diversa, le
serviva un
pretesto per attirare l’attenzione. E dopo aver perduto
Guardianmon, si è attaccata a Suzie e alle altre. E loro che
le
danno corda, quando dovrebbero rendersi conto che siamo ancora nel
mirino dei nemici! Sono qui a parlare di…
…pfff, “sesso”!...
…io del sesso non ho mai avuto bisogno. Sono andata avanti
lo
stesso, in fin dei conti! In giro si dice che quando si è
giovani non si possa fare a meno del sesso per sfogare le proprie
pulsioni, ma francamente non capisco su cosa dovrebbe mai basarsi
questa estrema necessità…!»
Camminando a passo più lento, sorseggiando la sua sigaretta
mentre ripeteva «Io non ho avuto mai bisogno del
sesso…
…e
anche se lo avessi avuto?» soffermandosi di fronte allo
specchio, e tradendo sguardo più incerto mentre si
aggiustava la
frangetta «Non avrei avuto nessuno con cui farlo! Per cui
alla
fine mi sono adattata. Io sono così…riesco a
resistere a
tutte le tentazioni che comunemente stendono la gente comune! Io sono
più forte degli altri…non posso ottenere una
cosa? Ci
rinuncio e passo avanti, non sono come quelle quattro ochette che non
possono fare a meno del sesso, per vivere!!»
…stringendo i suoi occhi…che si riempivano di
lacrime di
frustrazione «…il sesso…
…quante
volte ci ho pensato, in questi anni. Internet…e le sue vaste
potenzialità di creazione di immagini aiuta di certo a
viaggiare
con la fantasia. E sembra, in un primo momento, aiutarti a
materializzare ciò che tu identifichi come
l’oggetto dei
tuoi desideri. Ma in realtà è tutta apparenza.
Già, quelle immagini insignificanti lasciano un vuoto, nel
cuore
di una ragazza! Nulla di questo si può paragonare al calore
di
un corpo che ti abbraccia…un corpo…come quello
dei tanti
fidanzati che vedevo al parco, anno dopo anno. Alcuni avevano la mia
stessa età, ed erano…così vicini, gli
uni agli
altri!! Vicini…
…quel tanto che a me fa paura!»
confessò in una
triste sfumatura dello sguardo, vicina al pianto «E allora
tornavo a casa con un groviglio oscuro di pulsioni
che…pervadeva
tutto il mio corpo! Sì…devo riconoscerlo, non
posso
negare che io…» caricando d’orgoglio i
suoi occhi «…odio…
…sinceramente…il sesso…e la
passione!»
serrando i pugni «Quell’attrazione irrefrenabile
che
spinge le labbra degli innamorati le une…!!...contro le
altre,
sotto il sole del parco…!...
…non potevo che provare fastidio nel vederli,
perché per
loro sembrava così indispensabile?! Quando io consumavo
giorno
della mia crescita in un angolo freddo, e lontano dal calore di un
altro corpo?! I loro baci e le loro effusioni insinuavano in me un
implacabile moto di disgusto, se avessi potuto li avrei strappati gli
uni dalle braccia degli altri, perché non si chiudevano in
camera a fare i loro giochetti nauseanti?!!
Anziché…farlo
davanti ai miei occhi! No…» piegando il capo con
espressione sconfitta «…devo ammettere che ero io
stessa,
molte volte…
…a
ricercare con la vista ciò che sapevo che mi avrebbe fatto
del
male. Era come un vizio, e su Internet era lo stesso!
Ricercavo…ma poi ciò che trovavo era
come...!!...una
lama…che trafigge il cuore. Ora però è
diverso…!» tendendo le mani a quello specchio
rotto…e avvicinandolo al petto come si fa con qualcosa di
caro «Ora sono fidanzata con un ragazzo…che mi
ama!»
esprimeva guardando verso l’alto, cercando di assumere
quell’espressione allietata che le nubi di pena adombravano
«Takato…ha detto che mi desidera, e
anch’io
desidero lui! Ieri notte non sono riuscita a
dormire…tormentando
me stessa al pensiero di ciò che sarebbe stato se io non mi
fossi ritirata per paura! Perché l’ho
fatto…?» mormorò con un filo di voce,
ma poi
riacquistò grinta «Adesso basta! E’
inutile
tormentarsi con la stessa domanda! Se voglio qualcosa…
…devo alzarmi è prenderlo, altrimenti
sarà sempre
la solita sconfitta!! Suzie, Rea, Rika…e anche la signora
Riley
si sbagliano se pensano che io sia unicamente una povera fallita, non
mi farò intimorire
dall’”autorità delle loro
grandi esperienze”, che significa?! Che…solo
perché
finora un ragazzo non mi ha sfiorata io debbo essere da meno?»
(ma ignorava che Takato la stava cercando, e udita la sua voce si mosse
verso quella stanza…)
«Gliela farò vedere io a quelle stupide! Si
credono molto
superiori solo grazie ai loro fidanzati e mariti?! Se è
così siamo alla pari, tanto io ho Takato mi ama, e posso
farci
sesso come e quando voglio, basta che glielo chieda!!»
Takato stava per chiamarla, ma quelle parole lo lasciarono
folgorato…sicché restò nascosto dietro
l’entrata diroccata…(canzone: Laura
Pausini - If that's love)
«In fondo ne ho tutto il diritto…»
seguitava ad
affermare Jeri «…ieri sera ha ammesso di
desiderarmi
molto. Cosa mi impedisce a questo punto di fare con lui quello che
fanno tutti?!»
Ma
udito questo, Takato preferì non dirle nulla, e
sentì il
bisogno di allontanarsi. Il suo sguardo si fece pensieroso, e si
smarriva tra le infinite crepe di quello scenario in rovina “Quello che fanno tutti…
…è così che…
…è
così che intendi il nostro amore, Jeri?”
volgendosi verso
l’entrata di quella stanza che non aveva voluto varcare.
Intanto Midramon
veniva timidamente fuori dalla borsetta «Che cosa sta
succedendo…? Mi ero addormentato…» ma
Jeri si
affrettò a prenderlo con sé «Niente!
Niente
Midramon non ti preoccupare…
…siamo
arrivati al palazzo…e sono iniziati i lavori. Di
RISTRUTTURAZIONE…»
Ma i suoi occhi determinati puntavano verso un ignoto orizzonte.
Takato
muoveva passi incerti fra i ciottoli “Non pensavo ti saresti
espressa così…queste tue parole mi spiazzano!
Jeri…
…io
posso comprendere…di ogni tuo dolore! E anche del
risentimento…che alberga nel tuo cuore per una vita
infelice,
perché è il mio stesso! Ma almeno credevo che il
nostro
amore…fosse immune a tutto questo, e volasse più
in alto!
Volasse…
…e
ci rendesse qualcosa di unico, e di prezioso. Invece ti sento parlare
come se volessi che fossimo…
…ciò che io non ho mai desiderato di essere.
Essere
“come tutti gli altri”. Per me tu non sei come
tutti gli
altri, per me noi due non lo siamo. Io vorrei che noi due insieme
fossimo…qualcosa di speciale.”
«Ehi
Takato, cercavo proprio
te.»…«…oh?»
alzò lui timidamente lo sguardo
«…Cindermon.»…«Ohi,
che ti succede?
Ah!...
…ho…parlato con mio padre. Per la faccenda di tuo
fratello: lascia fare a
noi!»…«Grazie…!»
sorrise appena lui,
dopodiché accennò
«…Cindermon!»…«Uhm,
sì?»…«…potremmo…parlare,
un
attimo? Avrei bisogno di chiederti un consiglio…!»
La
ragazza digitale rimase imbambolata “…veramente io
ti
cercavo per lo stesso motivo! O forse, più che un
consiglio…volevo chiederti la conferma su quella storia che
mormorano Rea e le altre!!” «Sediamoci, ti
va…?»…«Eh…? Ma
certo…!» fece lei un po’ spiazzata,
alzandosi i
pizzi di quella gonna pomposa che lui non sembrava neanche aver notato.
Quella colonna spezzata sembrava lì apposta per loro,
affinché vi sedessero come una panchina, assomigliando ad
una
coppia senza tempo per via del contrasto dei loro abiti
«Ahhhhhhhhhhh…! Eh già:
chissà questa che
colonna era, quante volte l’ho vista e l’ho
sfiorata negli
anni della mia crescita.» narrò la Digimon,
aggiungendo «Qua è…tutto distrutto,
stento a riconoscere la
mia casa. Ma lasciamo andare: andiamo, piuttosto! Cosa
c’è…?»…«Uhm…!
Hai
appunto nominato gli anni della tua
crescita.»…«E-Eh sì, e
beh?»…«Ascolta Cindermon…tu
hai mai…
…
…?»…«…oh??»…«…fatto…
…del sesso?» chiese lui con naturalezza, pacato
come una
piuma. Lei rimase imbambolata.
Cindermon deglutì, dopodiché si volse
«Eh?»
ma lui non distoglieva da lei quegli occhi assorti e malinconici. Tanto
che lei ipotizzò «Ho fatto qualcosa di
male!»…«Come?»…«Sì!
H-Ho fat-ho detto qualcosa di male! Sei arrabbiato. E vuoi farmela
paga-dì la verità Takato! Ce l’hai con
me, qualcosa
che ho fatto ti ha infastidito, come ogni tanto
succede!»…«Ma no…!»
si
affrettò a dire lui con premura, ma lei aveva ulteriori
ipotesi «Il
vestito!»…«…?»…«E’
per via del vestito! Che mi ha fatto mettere mio padre, tu dici: noi
stiamo qui col destino sospeso, io ho l’animo in pena per mio
fratello e questa gira provandosi
vestiti!»…«Ma…no,
piuttosto…
…anzi, scusa…non l’avevo
notato!» si
alzò lui (dandole la mano come un cavaliere per invitarla ad
alzarsi e contemplarla nell’insieme, e lei notò
questo
dettaglio e ne fu colpita) «Stai
benissimo…!»…«Grazie! Lo
pensi davvero? Per
me invece è uno schifo, pensa un
po’.»…«Perché…?»…«No,
ma dico…veramente non è per il vestito??? Magari
è
volgare e io non me ne accorgo, mio padre mi fa andare in giro come una
di strada così che tu-c-che tu mi te ne esci, co-con una
domanda
del genere!»…«Ti sei sentita offesa
perché
te l’ho
chiesto…?»…«No è
che…!»…«Scusa,
io…!» Takato
mise le mani avanti «…è-è
che tu sei la mia
Digimon! A Guilmon lo avrei
chiesto!»…«S-Se
avev-s-s-s-se aveva fatto-Guilmon-s-se aveva fatto…?...!...
…oh
mamma…» iniziandosi a tastare la gonna
«…dove sta un
fazzoletto…?»…«Tieni!»…«Grazie!»…«Ti
sei raffreddata?»…«No è
che…!»
Era la fronte che la
ragazza digitale si asciugò con il pratico fazzoletto di
carta
del ragazzo, che poi non riusciva a capire dove buttare.
Sicché
lo tenne in mano «Ma Takato come ti viene in mente allora una
domanda del genere…?» spalancando i suoi occhioni
azzurri «Se non sei arrabbiato, e non è per il mio
vestito…allora…forse sei molto
sconvolto!»
sfiorandole premurosamente i capelli «La battaglia, la
preoccupazione per tuo fratello, la tragedia di Guardianmon! Tutte
queste cose…ti hanno fatto perdere la
bussola!»…«Perché, cosa ho
chiesto di
strano…?» alzò lo sguardo con
semplicità il
ragazzo «…sei…una ragazza giovane,
anche se sei
una Digimon. Sei stata un’adolescente, magari prima di
incontrarci tu la sera…uscivi. Hai conosciuto altri Digimon,
hai
avuto le tue esperienze! E’ una cosa naturale. Sai che io ho
sempre considerato voi come se non foste…affatto diversi da
noi.»…«Sì PERO’ UNA
COSA E’
CONSIDERARCI UGUALI, un’altra…
…
…beh ma
scusa Takato tu allora?» e lui accennò un sorriso
«…che cosa c’entra…? Io sono
io…
…tu sei
diversa, sei…più
intraprendente!»…«Per questo
ciuffo?!!»…«Vuoi dire che…non
hai mai fatto
l’amore?» mentre la conduceva di nuovo per mano a
sedersi
accanto a lui…e lei fissava avanti a sé
«…no. Io…
…non l’ho mai fatto.»
“…ed è la
prima volta che mi pongo il problema. E’ vero…io
non ho
mai pensato a questa cosa.” (fine-canzone)
Il ragazzo si aprì in un sorriso d’affetto
«…allora siamo uguali!» e lei si volse a
guardarlo «…già, è
vero!» per poi realizzare «Ma…un attimo!
Allora tu con
Jeri?!»…«Ma io ti ho detto che ci sono
stati solo
baci!»…«Sì,
però…!! Allora
quella storia che vanno dicendo Rika, Rea e tutte le
altre?!»…«Quale storia?!»
sobbalzò
lui «Ma la storia che tu, che lei, che
insomma…sono
entrate in camera, che voi due, I
VESTITI!»…«Ahhh,
ma…! Lascia stare!» si rimise seduto lui
«Come
“lascio
stare”?!»…«Quel giorno,
cioè quella notte, non siamo riusciti a fare niente! No,
perché ci stavamo baciando, ma…poi Suzie e Rea
sono
entrate!»…«Allora…!...questo
vuol dire che
fra tu e lei insomma…?!» facendo vari gesti di
“incontro” con le dita, che poi si separavano in
una
negazione «No…niente di tutto questo. Almeno per
il
momento.» disse lui sorreggendosi la testa, e sprofondando di
nuovo fra i pensieri…
Ma così non vedeva lo sguardo di Cindermon, che si
illuminava di
nuova gioia “…allora è vero! Non mi ha
mentito,
è stato sincero con me! Takato non ha fatto niente di
niente!
Uhmuhm, il mio bravo domatore…mi considera
un’amica, non
mi avrebbe mai nascosto una cosa come questa! Sono felice.
Sono…tanto felice! In questo momento anche il vestito che mi
ha
rifilato mio padre mi sembra bello!”
Un ragazzo
sfilava le mani dalle sue tasche «Ora posso anche tenerle
scoperte le mie mani, tanto con questi guanti nessuno mi
riconoscerà, ihihihihihi!»
Passeggiando per strada, la città si apriva per lui in una
nuova
mattina di primavera «Certo una cosa è sicura: con
tutta
questa gente c’è ovunque un gran daffare!
Troverò
in un lampo lavoro, ci scommetto! Con tutti questi negozi aperti
avranno di certo bisogno di qualcuno che li aiuta, no? Oh!
Ohhhhhh…» e rimaneva incantato di fronte alle
vetrine,
alle quali ora che aveva i guanti poteva anche spiaccicare le mani
«Caspita che begli orologi…! E più
avanti?...
…berretti, catene, questa è roba forte! Quanto mi
piacerebbe vestirmi così. Quando guadagnerò
abbastanza
col mio nuovo lavoro verrò a fare incetta di aggeggi del
genere!
Uhmuhmuhm!...
…ora che ci penso ho ancora una foto di me con una catena al
collo che mi aveva prestato Beelzemon: ma l’ho fatta prima di
assumere sembianze umane, pffff, ahahahah! Accidenti, non si
può
guardare un Digimon vestito da rapper. Adesso va di sicuro meglio. E
qui?? Ahhh!...
…questi sono dolci! Mamma mia…slurp!»
leccandosi
letteralmente i baffi «…ho una fame che non ci
vedo, e
dire che…» (si portò le mani allo
stomaco che gli
borbottò) «…ieri sera non ho neppure
mangiato:
quando ho visto il nascondiglio ridotto in quelle condizioni mi
è passata del tutto la fame! Oh?!» quando vide un
doppio
grattacielo specchiarsi nella vetrina dinanzi a lui…
…sicché si volse lentamente
«Oooohhh…Hypnos…»
Quell’elevato edificio lo troneggiava dall’alto con
la sua
aria maestosa «Quanti ricordi, accidenti. Nessuno adesso lo
direbbe, ma io su quella cima ci sono stato e ho combattuto: ho
sconfitto Mihiramon, il primo dei Deva, è stato il giorno in
cui
sono per la prima volta matrixdigievoluto WarGrowlmon!
Chissà se
il signor Yamaki e gli altri suoi aiutanti ancora lavorano
lì…sarei…così
curioso.» muovendo un
passo, ma poi arrestandosi «No! E’ meglio di no: il
passato è passato, ed è giusto che le cose si
facciano
quando si hanno le competenze per farle. Ho provato a fare il
sovrano…ma ho fallito. Ed è giusto anche
riconoscere che
non so niente di Digimon e sovrapposizioni fra mondi…anche
se…sono…un Digimon.» chinando il capo
«Ma
adesso ho scelto di ricominciare da essere umano ed è giusto
che
inizi con un lavoro umile!» volgendosi verso la vetrina alle
sue
spalle, traboccante di prelibatezze «E’ per un
motivo
simile che adesso ho scelto di non tornare dalle parti del negozio di
Takato: non avrebbe senso!» e mescolando il suo sguardo al
riflesso delle due torri, che sovrastava una strada di mezzi
sfreccianti «Benché questa città mi
risvegli molti
ricordi non sono venuto qui per pascermi nella nostalgia, ma per
rimboccarmi le maniche e darmi da fare nel costruire un futuro,
qualsiasi esso sia!» rimarcandolo col gesto di stringersi il
muscolo del braccio «All’ex-panificio dei Matsuki
farò capolino quando avrò alzato qualche
spicciolo: forse
per quel giorno Cindermon sarà tornata da Digiworld!
Ihihihi! E
io la rivedrò…»
Prestando
attenzione al semaforo e al flusso di passanti, attraversò
la
strada «Ho deciso di farmi un tour per il quartiere! Ed
iniziare…dal supermercato dove sono stato ieri!»
…benché il suo passo non fosse dei più
veloci, ed
il suo sguardo si arrestasse spesso a esaminare dettagli dello
scenario, giunse presto tra carrelli e buste della spesa.
C’erano
molti bambini, sia a piedi che in bicicletta
«Uhmuhmuhm!»
lui sorrideva loro, ma questi rare volte lo guardavano
«…com’è diverso: dieci anni
fa bastava che
un bambino mi vedesse per rimanere folgorato. Un Digimon, specie se
rosso come il fuoco e dalle fauci ardenti non può fare a
meno di
catturare l’attenzione!» finché un bimbo
non mosse
la coda dell’occhio e lui si piegò
«Ehilà!
Uhmuhmuhm. Ti va una caramellina? L’ho presa
prima!»
aprendo il suo guanto. Il bambino gli chiese «Chi sei
tu…?» e lui rispose «Un
amico!» ma di colpo
una donna gridò «Satoshi!! Allontanati
subito!»
penetrando tra di loro e facendo cadere la caramella. Il bambino
scoppiò in lacrime «Ma…!»
cercò di
obiettare Guilmon spiazzato, ma costei gli si avventò quasi
contro «Non azzardarti a toccare il mio bambino! E NON
PROVARE A
OFFRIRGLI NIENTE!»…«Ma…io non
volevo farle
del male, signora! Perché grida…?»
gemette il
ragazzo. Ma questa seguitava ad inveire, attirando
l’attenzione
generale «Vattene! Vattene subito di qui, brutto
pedofilo!!»…«Cosa…?...p-pedo…cheee??
N-Non capisco, io…m-mi dispiace!» accennava lui
stringendo le già strette spalle «Vuoi dirmi che
non sai
cosa sia un pedofilo, fai pure lo spiritoso?! Un pedofilo è
uno
a cui piacciono i bambini!»…«A cui
piacciono i
bambini?» al che il volto del giovane si illuminò
di un
radioso sorriso «Ma certo che mi piacciono i bambini! Li
adoro,
per questo stavo offrendo una caramella al piccolo…Satoshi,
giust-OUCH!» ma quando provò di nuovo ad
avvicinarsi la
donna lo colpì in pieno viso con un pugno «Aiuto!!
AIUTATEMI, E’ UN MALINTENZIONATO! Chiamate la polizia,
è
un pedofilo!!»
Gli addetti del
supermercato si addensarono là attorno «Che cosa
succede
qui?» ed il ragazzo, tramortito dal colpo, finì
per
indietreggiare ed urtare un carrello che trasportava bottiglie, che si
infransero a terra nello spargersi del vino, simile a sangue
«No! Vi scongiuro…che c’è
stato un equivoco!
La signora si sta sbagliando, non volevo fare niente di
male!!»…«Se non te ne vai subito la
polizia non fa
in tempo ad arrivare: te le suoniamo
noi!»…«Ma
io…!...
…ero venuto qui per cercare un
lavoro!»…«GUARDA COS’HAI
COMBINATO!»
Guilmon
abbassò lo sguardo…e fissò atterrito
il vino a
terra e le sue scarpe macchiate. La donna continuava a gridare
«E’ uno di quei bastardi, dobbiamo proteggere i
nostri
bambini!!»…«Io vi assicuro…!!
Lasciatemi
spiegare!» ma uno dei più robusti gli
rifilò uno
spintone «CERCHI GUAI?!...
…guarda
che per i nostri bambini siamo disposti a farci
AMMAZZARE!»…«M-Ma…!...
…non
è giusto!!» mugolò iniziando a scappare
all’impazzata «Prendetelo, sta
scappando!!»
esclamò uno degli addetti. Alcuni gli corsero dietro, altri
dissero «Se ne va? Meglio, e speriamo che non si faccia
neanche
più vedere!!»
Quando si vide
inseguito Guilmon corse più rapido «O-Oh
no!»
tanto che il fiato gli si spezzava…mentre si tuffava in un
attraversamento stradale ad alto tasso di pericolo. Sull’eco
del
tripudio di clacson e di esclamazioni aggressive pensava
“Sono
pazzi a dire certe cose! Un tempo…
…u-un tempo!...ero io quello disposto a farsi ammazzare, per
dei
bambini!” rivivendo una sequenza flash di ricordi, che lo
vedeva
combattere fino alle ultime forze per proteggere i più
deboli…
…ma
ora, nel presente restava solo quel naso sanguinante, da asciugarsi con
il guanto marrone che macchiò della scia scura…
Un altro guanto
parlava come se fosse animato «Inizia la fase B del piano,
Jeri!
Bau! Bau!» esortava il cane marionetta, così la
ragazza
abbassò il suo braccio in un determinato «Sono
d’accordo, procediamo…» rivolgendo
un’occhiata a Midramon…che aveva ripreso a
sonnecchiare
vicino allo specchio infranto…
…per poi sporgersi cautamente verso il corridoio: quando
intravide avvicinarsi un robusto drago nero dalle ali rosse, i suoi
occhi si spalancarono “Sta arrivando…!”
sicché rientrò con scatto rapido e movimenti
sicuri,
avanzando verso lo specchio…
…sovrapponendo il suo riflesso a quello del Digimon
addormentato, sfruttò i molteplici spicchi per aggiustare il
suo
aspetto, fare più morbidi e sciolti i suoi capelli,
raddrizzare
il contegno e la sicurezza della sua espressione. Sicché
stando
attenta a non fare rumore avanzò tra i ciottoli, grazie ai
suoi
sandaletti dal poderoso tacco. E si affacciò alla soglia
della
stanza «Stavi cercando il tuo
domatore?»…«Uhm?» si
destò
Cyberdramon, e Jeri continuò «Mi spiace, Ryo
è di
sotto con gli altri: credo sia alquanto impegnato…per
l’allestimento del suo matrimonio!» accentando con
particolare enfasi quelle parole, e facendosi più vicina. Ma
il
drago abbassò il capo «…no. A dire il
vero non
cercavo lui. Mi rifacevo il giro del palazzo, nella speranza che ieri
nella fretta e nel fragore della battaglia…ci fosse
sfuggito! Tu
non lo sai: mio figlio ha la passione di nascondersi sempre negli
anfratti buii, e qui ce ne sono quanti ne
vuoi.»…«Ahhh, devi smettere di
pensarci!»…«Ma come faccio, Jeri?
E’ mio
figlio!»…«Sì ma non
è qui!
L’abbiamo appurato, ed è inutile che tu ti faccia
il giro
del palazzo, nella speranza poi di cosa? Che appaia magicamente, come
se qualcuno l’avesse nascosto di proposito? Per favore,
ciò che desideriamo non appare per magia! Siamo noi che
dobbiamo
attivarci per
recuperarlo.»…«Sì ma non so
come!» aprì le braccia il possente dragone
«Io
sono da solo, in un mondo che per altro cade a
pezzi.»…«Sì, in
effetti…»
insinuava la ragazza dandogli le spalle, e picchiettandosi il dito sul
braccio «…non si può neanche negare
che…un
Digimon…un padre per giunta, nelle tue condizioni, non
è
che possa fare molto. Andresti
aiutato!»…«Finalmente qualcuno che se ne
accorge.»…«…già!
Io…posso
anche essere di questa idea, ma da quel che mi sembra qua attorno non
è che poi ci sia molta voglia di mettersi a sbirciare sotto
le
colonne, o tra le rocce crollate.»…«Ryo
ha
promesso di aiutarmi!»…«E tu certamente
gli
credi!...
…beh è ovvio, è il tuo
domatore.» aggiunse
più piano, battendo ritmicamente con il piede a terra
«Che cosa dovrei fare…?»
mormorò cupamente
il drago nero, spiegando «…Ryo ne ha combinate
tante, ha
detto molte menzogne, ma a me, fino a prova contraria è
rimasto
fedele.»
La ragazza non commentò…
«…ha dato la sua parola che farà
cercare Midramon!
E…anche gli altri miei tre cuccioli. Che cosa potrei fare,
se
non credergli…? Tu non lo sai…ma noi siamo legati
da un
rapporto davvero ancestrale. Ci siamo incontrati e legati assieme molto
prima di tutti gli altri Digimon con il loro domatore, qua
attorno.» ma Jeri sospirò
«…ahhh…Cyberdramon…
…c’ero anch’io dieci anni fa! So queste
cose.»
Il drago abbassò lo sguardo «Poi…il
portale ci ha
riportati a Digiword, e c’è stata la vita. Ma da
poco ci
siamo ritrovati…
…è vero, ammetto che il mio ragazzo nascondeva
dei
segreti che mi hanno un po’ spiazzato: l’ho
lasciato come
un paladino della giustizia…
…e ritrovato come un delinquente, ricercato dalla polizia!
Ma in
fondo…
…dovrei pensare che è sempre il mio
Ryo…o almeno
è questo che mi ripeto.»…«Lo
credi
davvero…?» sussurrò Jeri, piegando il
capo e
fissandolo assorta «Pensi davvero che il tempo…e i
cambiamenti non abbiano poi in fondo così tanta
importanza…?»…«Che altro
posso
fare?!» allargò di nuovo le braccia «Non
ho altra
scelta, posso solo fidarmi di lui! E’ vero…sono
spaventato
al pensiero di scoprire…
…di confermare, definitivamente che il mio domatore non
è
più quello che un tempo ho conosciuto. Si fanno tanti
discorsi
sulla vita, si dice che non ci sia creatura, umana o digitale che sia
realmente immune al cambiamento. Mi terrorizza…sbattere il
mio
muso sulla conferma di queste
teorie.»…«E
così preferisci
scappare.»…«Uhm?»…«Reputi
sia
meglio isolarti dagli altri…» descrisse Jeri
scostandosi
i capelli «…allontanarti dai loro discorsi qui al
piano
di sotto, perché sai…in fondo al tuo cuore, che
trattano
tematiche molto frivole. In un momento in cui dovremmo concentrare le
nostre energie per delle urgenze
impellenti…»…«Ma io penso sia
solo
apparenza! Ryo…
…ha scelto di allestire questo
matrimonio…perché
lo ha promesso a Rika! Perché ormai l’ha illusa da
tanto
tempo, portandola in giro con anni di promesse vane, e questo, un uomo
non lo deve fare!» con didascalica alzata
dell’artiglio «Quindi tu credi che Ryo si sposi
solo per senso del
dovere!»…«Beh no, beh sì,
b-beh lui!...
…lui ama
Rika…!»…«Ah, ma rifletti,
Cyberdramon: se fosse solo per questo…avrebbe potuto
rimandare.
Che c’è di strano? Tanto più se si
amano, significa
che c’è dialogo fra loro due. Cosa sarebbe costato
semplicemente…spostare la cerimonia di qualche
giorno?»…«B-Beh ma Cyclemon, ma
lui…ecco,
ci ha detto che dobbiamo tornare presto sulla terra: in questo modo non
potrebbero più sposarsi a Digiworld…! E questo so
che per
Rika, per Ryo, cioè…per loro due, è
molto
importante!»…«Più importante
di ritrovare
tuo figlio…?»
Il drago spalancò le fauci dai denti affilati
«…ahh…?»…«Andiamo…per
favore, non è il caso di nasconderci dietro un dito! Tu sei
un
Digimon intelligente.»…«Io non ci entro
dietro a
un dito. Sono troppo grosso!»…«Appunto,
sei grande
e grosso! E sei un Digimon epocale, ma a volte riduci il tuo cervello a
quello di un bambino, pur di non accettare la
realtà!»…«…eeeh?
Ma
io…!...non parlami così,
Jeri.»…«Ti
parlo così perché non posso vedere le persone che
non si
svegliano!! E questo, vale anche per i Digimon.» balzando
dalla
colonna sulla quale sedeva, per avvicinarsi «Non ti sembra
forse
che il comportamento quantomeno più consono sarebbe stato
rinunciare a questo fastoso evento mondano e concentrarsi sulle
ricerche di tuo figlio? In fin dei conti qui tutti abbiamo dovuto
rinunciare a qualcosa: il ruolo di Rika come…principessa
della
festa, e di Ryo come principe azzurro che realizza i suoi desideri
è inappropriato, suvvia! Il Re & la Regina dei
Digimon sono
dei miti tramontati, siamo grandi ormai…per perderci in
queste
cose da bambini.» La creatura girò lentamente il
muso,
accennando timoroso «Vuoi dire…che il mio amico ha
agito
infischiandosene di me?»…«Ah, non
l’ho detto
io, Cyberdramon!»…«Che in
realtà si sta
godendo la vita? Che non gli importa quello che sto
passando?!»
Jeri lo percorse
con i suoi occhi taglienti come rasoi «…lo hai
detto tu
che la vita lo ha molto cambiato. Che cambia tutti!»
Cyberdramon
piegò la testa, in un sommesso borbottio
«…quindi…tu credi che sia vero
ciò che si
dice in giro.»…«Mmm, forse almeno non
per tutti!
Ci sono persone che cambiano, altre che rimangono fedeli ai loro
ideali.»…«Tu ad esempio sei fra queste
ultime?» al che lei camminò orgogliosa per il
corridoio «Io sono fermamente convinta che la
PRIORITA’ per un
Digimon Tamer sia…la tutela di Digiworld e delle sue
generazioni!»…«Mi aiuteresti a ritrovare
mio
figlio?!» (canzone: Anastacia
- Defeated)
si volse di scatto il Digimon (lei, dandogli le spalle,
accennò
un sorrisetto) «Ti prego, Jeri!...sono tanto preoccupato per
il
mio Midramon, e per gli altri miei cuccioletti! Io…non
volevo
abbandonarli ma poi ci si è messo l’orgoglio nei
confronti
di Gelsomon, che mi ha tradito! Quindi…tu…
…credi che io debba…rassegnarmi su Ryo, come ho
fatto con
mia moglie?!» esclamò seppur fosse ben percepibile
la
nota di sofferenza nella sua voce aspra…che si abbassava nel
mormorio «Finora ho cercato di accantonare il pensiero, hai
ragione tu…e tuttora mi fa paura: Ryo è
stato…il
mio esempio per tutti questi anni, e pensare a lui è stato
il
mio sostegno! Quando l’ho ritrovato il mio cuore è
esploso
di gioia!...e altrettanto…
…è sprofondato in un baratro di paura e sospetti
quando
ho visto il nostro mondo iniziare a disgregarsi: la Digimon che ho
sposato mi rinnega e si scaglia contro di me…
…il mio domatore…accusato di aver truffato gli
stessi
cittadini che un tempo difendeva con ardore. Ti giuro, non ci capisco
più niente: un uomo cosa deve pensare? Eh?! Cosa fa
più
onore? Incallirsi nella fiducia, come una
creatura…fiabesca?!
Oppure…accettare questo boccone amaro e tirare avanti a
testa
alta?!» Jeri mosse un passo avanti «Io se fossi in
te
esigerei spiegazioni.»…«Mmm, hai
ragione!»
d’un tratto il drago ringhiò d’orgoglio
«Dopo
tutto Ryo me le deve, dopo avermi preso in giro con la storia che
avrebbe cercato mio figlio! Senza contare il fatto che mi ha taciuto
delle sue truffe in giro per il paese, facendosi passare ai miei occhi
per il medesimo grande eroe di
allora!!»…«Vai,
Cyberdramon.» si girò la ragazza «E non
avere
esitazioni, non le hai mai avute: siamo tutti adulti
ormai.»…«Sì! Giusto!
Hai…proprio
ragione, lo sai?!» il drago si caricava sempre più
di
decisione, mentre la ragazza si aggrappò alle sue braccia
«Coraggio, sono certa che puoi farcela. Sei una creatura col
suo
onore.»…«Almeno tu te ne sei accorta!
Ahhh…Jeri, Jeri! Tu sì…che sei una
ragazza
intelligente, e una domatrice dalla vista…alquanto
acuta.»…«Uhmuhmuhm…oh, troppo
buono. Vuoi
farmi arrossire, per aver ricevuto i complimenti di un Digimon che non
sarà…mai e poi mai alla mia
portata…?»
disse lei in un celato pavoneggiarsi «O-Oh e-e beh e questo
chi
l’haaa…detto
poi?»…«…beh…
…il tuo
Digivice!» ma già le zampe della creatura
scivolavano
dove non dovevano «Sì, non lo nego, Ryo
è il mio
domatore ma noi due potremmo sempre…avvicinarci su altri
punti!»…«Mmm, ne discuteremo
più
tardi!» si destreggiò abilmente lei, senza
smarrire
però il suo sorriso «Tu sì che mi hai
capito per
quello che sono: sei diversa da quella…brutta presuntuosa di
Cindermon!» alzando il suo artiglio per spiegare
«Lei si
è imbucata nel nostro gruppo eroico…abusivamente,
solo
per darsi importanza! Approfittando della scomparsa di Guilmon e
dell’altisonanza del nome di suo padre. Ma non è
all’altezza di noi Digimon già collaudati
ampiamente! Lei
è vissuta come una principessa…pavoneggiandosi
fra le
pareti di questo castello: di battaglia non sa niente…! E
ieri
sera si è anche permessa di fare irritanti osservazioni sul
mio
modo di vivere: ohhh, ma fra voi due la differenza di classe
è
più che evidente!»
La ragazza era
immobile, e con il suo sorriso assorbiva quei complimenti per poi
scandire «…questi argomenti…sono di
secondaria
importanza rispetto alla priorità di ritrovare tuo figlio.
Va a
parlare con Ryo.»…«Volo subito! Ah
e…Jeri:
tu sei libera qualche volta? Una cenetta assieme in un ristorante che
conosco non ci starebbe male. Vadoooooo!» sfrecciando
via…
«Magari…in un’altra vita…!
Drago
idiota…
…padre snaturato! Non capisco come possa la storia digitale
aver
assegnato tanta importanza a un sottosviluppato come te! Ma forse so il
perché: per via della tua forza…!!...
…ed è quella che a me
interessa…»…«Jeri…!»…«Ah?»
La ragazza si udì chiamare e sussultò.
Dirigendosi nella stanza, vide che Midramon aveva l’occhietto
semichiuso «…mi è sembrato di sentire
la voce di
papà.» ma lei lo prese tra le braccia,
sorridendogli e
carezzandolo «…non ti preoccupare, Midramon.
Molto, molto
presto…faremo al tuo papà quella sorpresa che gli
abbiamo
promesso.»
…tornando poi a fronteggiare con sguardo di sfida la sua
immagine proiettata negli spicchi del vetro infranto…(fine-canzone)
Intanto Takato
esclamava «E così…tu non hai mai
avuto…nemmeno un
fidanzato?!»…«Beh, cosa
c’è di strano…?» mugolava un
po’
imbarazzata Cindermon, ma il ragazzo le sorrideva con
cordialità «Niente, assolutamente niente! Solo
che…mi meraviglia:
sei una ragazza con così tante
qualità!»…«Oh?...lo…credi
davvero??» fece lei sbattendo ingenuamente i suoi occhi
azzurri,
e Takato
«Uhmuhmuhm!»…«Perché
ridi
adesso?!»…«Ah…non lo so:
certe volte,
quando sono con te…non posso fare a meno di
ridere!»…«Mi trovi
buffa…?!» fece
lei guardandosi il pomposo abito per cercare, tra le pieghe della
gonna, il fattore che la rendeva esilarante. Takato ammise
«Ma
guarda un po’, con tutte queste storie…mi hai
anche fatto
tornare la voglia di sorridere! E dire che prima, quando ti ho
incrociato, stavo
così…»…«…male?!
Perché, è successo
qualcosa?!»…«No…in
realtà è
che…»…«Qualcuno ti ha fatto
qualcosa?! No
Takato dimmelo, eh?! Qua-Qualche Digimon-dì la
verità:
qualche Digimon! Dell’esercito che ha condotto qui mio padre:
ti
avrà detto di certo che le ricerche prendono teeempo, e non
possiamo aspettarci grandi risultaaati MA IO LO PRENDO PER IL COLLO,
QUELLO!» balzando in piedi «Le ricerche le facciamo
noi
se lui ha voglia solo di stare in
panciolle!!»…«No, ti prego! Guarda
che…ti
stai sbagliando!»…«Takato ma se qualcuno
ti ha
detto o fatto qualcosa che ti è dispiaciuto dimmelo, eh?
Io…gli ringhio! Così, grrr!!!...spavento sempre
tutti
quando faccio in questo
modo.»…«Uhmuhmuhmuhm!»…«…mi
trovi ancora buffa…?»
…ma lui
la guardò con profondo affetto «…lo
sai…?...
…nel modo
in cui hai detto questa
cosa…»…«Uhm?!»…«…mi
hai ricordato molto Guilmon.»
Gli occhi di Cindermon si spalancarono…
«Lui si sarebbe
rivolto…così a me se avesse avuto la
possibilità…di essermi accanto anche in questi
anni della
crescita: poco fa mi è sembrato quasi come se…lui
parlasse attraverso di te…»
Una profonda
emozione velava quello sguardo azzurro, sovrastato da una frangia
fiammante “Guilmon…mi sembra quasi impossibile che
io stia
riuscendo davvero a giostrarmela, nel suo posto.”
«Uhmuhmuhmuhm!» “Ma Takato ride!...
…e
dice che è mio il merito. Come era suo, tanti anni
fa…” tornando a sedersi in un sospeso automatismo
“Non ci capisco più niente…i tasselli
della mia
vita si stanno tutti, paurosamente sovvertendo! Chi sono?? E cosa ho
fatto finora…? E’ vero…
…io non ho fatto ciò che fan tutti, e
cioè pensare
a costruirmi una vita. E all’amore. In
realtà…” guardandolo non più
che con la coda
dell’occhio “…forse io sono uguale a
Takato: tanto
era il pensiero di digievolvere, per proteggere il regno al posto della
mamma…che ho trascurato ogni tappa della vita, anche quelle
importanti. Mi sono messa i paraocchi! Ma a cosa è
servito…? Guarda ora: ho saputo finalmente, dopo tempo
immemore,
qual è stato realmente il destino di mia madre, so chi
è
stata la sua assassina. Ed io cosa ho fatto? Ho
sprecato…solo il
mio tempo, quando in realtà per digievolvere è
bastato
soltanto…
…incontrare lui.” e di nuovo lo guardò
con timore,
mentre il ragazzo era assorto nelle riflessioni
“…sembra
quasi che io l’abbia aspettato tutta la vita. POSSIBILE CHE
TOCCHI A ME DIRE QUELLE COSE CHE DICONO TUTTI I DIGIMOOON???!!! Beh ma
in fondo…
…sono…un Digimon. Almeno per
metà.”
guardando i palmi delle sue mani smaltate di rosso, e poi abbassandone
una, per rimarcare il concetto di metà “E sono
anche
qualcuno…che adesso almeno in teoria dovrebbe rimboccarsi le
maniche per rimediare a ciò che ha trascurato! Se non voglio
finire…vecchia e sola molto presto, quando tutti gli altri
attorno a me si saranno sposati, anche Takato! A-Anche
Takato…?” piegandosi a scrutarlo, con
un’apprensione
nel cuore “…beh lui ora ha trovato la sua anima
gemella.
In fondo…sembrava tantooo…così, ma poi
è
arrivato prima di me. Ed io? Sono sola…come un cane
digitale.
Posso dirlooo? Vorrei che quest’avventura non finisse mai.
Che
non si esaurissero le battaglie, e i nemici da combattere. Almeno
potrei rimanergli…
…vicina…
…per
tutta la vita.” mentre lui ricordava «Con Guilmon
c’eravamo promessi che avremmo giocato assieme tutta la
vita…
…eheh…pensare, poi, a come vanno le cose. Quando
sei
bambino…ti sembra che la felicità possa durare in
eterno.
E invece ti accorgi lentamente, con la crescita…
…che i
momenti di gioia sono così rapidi, veloci, tanto
preziosi…anche solo uno devi afferrarlo e tenerlo
stretto…perché non sai quando ne
giungerà un
altro. So che ti sembrerò sciocco ma…
…ancora,
nonostante tutto ciò che ho attraversato…non
riesco ad
abituarmi a questo meccanismo. E mi sento ancora quel
bambino…il
cui specchio di felicità si è appena
infranto.»
Cindermon si stringeva
a quelle maniche piuttosto gonfie, e dondolava su se stessa, seduta
sulla colonna spezzata “Che ne sarà di
me…?
Improvvisamente mi sono attaccata a qualcuno…che
è
diventato tutto il mio mondo! E ADESSO COSA E’ MEGLIO
PENSARE?!...che i nemici siano presto sconfitti…o che la
fiaba
duri in eterno?! Aiutatemi, vi prego!! Un povero
Digimon…è NEI CASINI quando si trova a pensare
queste
cose. Quando si trova a contemplare il suo domatore…
…senza
dire niente…!!”
«Ascolta…»…«Oh?...
…dimmi
Takato. La saggezza…di questa ragazza metà
Digimon
metà terrestre è a tua disposizione, se posso
illuminarti
lo farò
volentieri!»…«…ora tu sei la
mia Digimon, il sono il tuo domatore. No? In realtà
è
come se un po’…ci appartenessimo a
vicenda.»…«Eh? (!)
»…«Correggimi se
sbaglio.»…«Sì.
Eee…no, più o
meno è così!» cercando di recuperare
contegno, e
scandire «In effettiii…la nostra approfondita
analisi sul
rapporto Digimon-domatore sembra essere approdata presso questo
porto!»…«Ecco! A tal proposito tu
pronunceresti
mai una frase del tipo: “siccome Takato è il mio
domatore…io posso chiedergli di alzare il Digivice e farmi
digievolvere come e quando
voglio?!”»…«Che
coooooooooosaaa?!!» balzò in piedi la ragazza
digitale «Chi mai ti ha messo in testa questa stupidaggine?!!
No,
scusa!» e lui sembrò contento «Ahah!
Tu…non
lo diresti?»…«Io manco morta!! Ma cosa
sono…?...
…la
dittatrice, la padrona della tua volontà?!
No…»
facendo dolce il tono della voce «…sono la tua
Digimon, e
noi digievolviamo quando il vostro spirito ce lo permette.
Perché siamo tutti amici…e la vostra
energia…» compiendo un sospiro dolce e profondo
«…scivola in noi, voi ce la donate gentilmente
affinché a noi sia possibile
digievolvere.»…«Ah, lo vedi che allora
è
vero, avevo ragione!!»…«Oh beh
certamente!
Maaa…su cosa?»…«Non era
semplicemente
un’altra delle mie fissazioni senza
senso!»…«Quale?»…«Mah…niente,
tu lo sai che io ogni tanto ce le ho!» (canzone: Shania
Twain - It only hurts when I'm breathing)
Cindermon
sorrise…e lo guardò con divertita tenerezza
«…beh: non mi dirai che ti eri messo in testa che
io
avrei potuto parlare di noi du-di TE in questi termini!!!...che
cos’è, l’avermi vista in questo palazzo?
Ma è
distrutto…! Il fatto che qualche Digimon ancora mi chiami
principessa…
…non deve indurti a pensare che io non sia…la
cara
vecchia Cindermon di ogni giorno, questi titoli sono
solo…pfff!
Come questi vestiti. Io a proposito sto morendo di caaaldo!»
ma
Takato rifletteva fra sé «…io devo
resistere: non
devo permettere a nessuno di pensare in questo
modo.»…«Giusto, bravo! Takato guarda che
è
una cosa seria, guardami negli occhi: tu sei il mio
domatore…
…ora hai una Digimon attiva e potente di cui vantarti, non
devi
permettere di metterti i piedi in testa! Per troppi anni
l’hanno
fatto: i tuoi genitori, i tuoi parenti, i tuoi
conoscenti…loro e
le loro inascoltabili stupidaggini!» Il ragazzo le sorrideva
grato «Pensi davvero quello che
dici?»…«Mai
stata più sincera! Parola di Cindermon. Ascolta.»
ponendo
le sue mani smaltate sulle sue giovani e apparentemente fragili spalle
«I discorsi della gente…non valgono nulla.
Lasciano il
tempo che trovano, sono solo polvere, come quella che soffia in questo
palazz…in questo pala…
…ECCIUUU!»…«Ops! Salute,
Cindermon!»
si premurò lui sempre con queli pizzico d’ansia
che lo
contraddistingueva da anni, e che lei mitigava con la sua sicurezza
«No worry: è un po’ d’allergia
e poi ho
ancora il fazzoletto! Sfrnnnnn!!!...dicevo…
…polvere. Nient’altro che questo, i discorsi degli
altri:
polvere…e rumore. Solo
rumore!»…«…solo
rumore…»
ripeté Takato…mentre lei lo fissava negli occhi
«…quello che sei lo decidi tu! Sarà un
motto
vecchio e sfruttato. Ma è sempre valido. Come noi
Digimon!»…«…vecchio e
sfruttato…come
voi Digimon. E come noi domatori!» aggrappandosi alle braccia
di
lei in un moto di determinazione «Anche noi siamo passati di
moda, Cindermon! Anche la nostra gioventù, i nostri ideali,
i
nostri sogni! Loro…vogliono buttarli giù come
questo
palazzo!»…«…ma allora noi
combatteremo.»…«Sì!»…«E
lotteremo, lotteremo fino a che non avremmo messo
sotto…anche il
tempo, con il nostro potere!!»…«Anche il
tempo…»…«…allora i
discorsi della
gente saranno
lontani…»…«Saranno
lontani…pfff, ahahaha! Sto diventando come
Guardromon!»
rise il ragazzo. E anche Cindermon «Pfff…ahahahah!
Chi,
tu?! Come il tappetto, là, il…Digimon di
Kazu?!»…«Già!»…«AHAHAHAHAHAH!»…«Uhmuhmuhmuhm!»…
«Oh?» ma scivolò qualcosa a terra. Era
il loro
Digivice dalla piuma aurea. Takato si chinò per raccoglierlo
«Il Digivice! Speriamo non si sia rotto…»
…mentre lei se lo guardava affermando
«…se ha
resistito a quei primi giorni in cui noi due A TURNO lo buttavamo
sempre per terra…di certo ora una simile caduta non
potrà
fargli
niente.»…«…è come
noi: se
abbiamo resistito a tutto ciò che finora abbiamo
passato…
…possiamo andare fino in fondo. E continuare a lottare per
il
mondo in cui crediamo.
Cindermon…grazie!»…«Mah!...di
niente…E-ECCIU’!»…«Ora
vado! Faresti
bene a curarti questa allergia,
però!»…«A-Ah…grazie,
tu che cosa
usiii???» strillò lei mentre lui si allontanava
rapidamente. E strillò in risposta «Non lo
sooo…!!! Pfff…ahahahah! L’ho detto
così per
dire! Ma attenta a te!»
La
principessa restò sola «Uhmuhm!...Takato. Tu sei
la mia
favola…ed io ho paura di riaprire gli occhi, e di
risvegliarmi!!
Per ritrovarmi nel mio letto, in questo palazzo che NON E’
MAI
STATO DISTRUTTO…
…perché quella notte non ho preso quella FOLLE
iniziativa
di fuggire! Varcare il Digivarco…
…e
giungere nel tuo mondo. E se non l’avessi fatto che ne
sarebbe di
me adesso? Probabilmenteee…
…
…
…già, ma sì. Forse non sarei riuscita
di certo a
digievolvere! Starei ancora a sbattermi la testa, questo sarebbe
successo!...
…questo…» smarrendo i suoi occhi tra le
lastre
dissestate a terra.
Takato nel
frattempo era giunto a una nuova conclusione «Cindermon ha
ragione…» volgendosi verso il cielo
oltre
l’enorme squarcio di muro al suo fianco, che illuminava
metà della sua sagoma mentre l’altra restava
adombrata
dalla parete «So che Jeri ha dei problemi: non devo farmi
abbattere, devo piuttosto…avere pazienza. E per quel che
posso,
insegnarle che l’amore non si strappa, ma lo si coltiva
giorno
per giorno. Nessuno di noi è perfetto, ma ho scelto questo
cammino quando ho deciso di mettermi con lei…
…non mi tiro indietro…» venendo sotto
la luce
intensa del sole, e respirando aria pura tra i Digignomi a carezzarlo,
sull’eco del cigolio dei lavori (fine-canzone)
Lavori che entravano nel vivo ai piani bassi, e l’aria
sembrava
farsi un po’ pizzicosa «Ehi, non avevamo forse
detto di
iniziare dai corridoi laterali…?!» asseriva un
Digimon
inedito, simile a una sfera meccanica viola, e dalla parlata stufa e un
po’ arrogante «Il grande Cyclemon ha parlato
chiaro…!!» rimbeccava un Digimon identico a lui,
ma di
tonalità rossa maculata «Quello che può
aver detto
quel vecchio presuntuoso…non ha nessuna importanza, io sono
il
vostro direttore! Io coordino i lavori di noi Stakemon e io ho
stabilito…che si parte dai
lati!!!»…«Ehi, e
sentiamo un po’, chi è poi che ti avrebbe letto?!
Solo
perché tu sei viola e noi altri tutti a macchie rosse vuol
dire
che sei il più importante?! Perché non il
contrario,
allora?!»…«Pr-Prova a
ripeterlo!!!»
contraeva il tratti quella sfera viola: non sembravano molto raffinati,
e dai loro sguardi affilati sgorgava stress a fiumi «Senza di
me
sareste spacciati, non siete buoni a fare mezzo calcolo, e allora addio
lavori!» afferrando con gli affilati denti una pila di
progetti
cartacei e sbattendola a terra «Non ci servono i tuoi
scarabocchi: tanti Stakemon ragionano meglio di uno solo, per di
più mezzo ritardato!!»…«TI
SFIDO A
DUELLO!!»…«A tua disposizione! Testata random!»
fece la sfera a chiazze rosse, a cui quella viola rispose con
«Testata
random!»
incontrandosi in una ferragliosa e squassante collisione. Ma ancora non
ne avevano a sufficienza «Testata random! Te la faccio vedere
io,
idiota…»…«…capo
dei miei
stivali! Testata random!»…«Testata random!»
Beelzemon
giungeva in quel momento, e quando li vide «Ah!
Ma…ma!!
Smettetela! Basta adesso, cosa diavolo state facendo?! Si
può
sapere?» piegandosi su di loro (già alquanto
affannati),
e spiegando con pazienza «Non è necessario
litigare per
risolvere un problema, basta…discuterne assieme. Si giunge
sempre ad una soluzione.»…«E dove sta
scritto,
questo? Si può sapere?!» chiese la sfera maculata,
al che
Beelzemon «Oh beh…!...»
…estraendo timidamente quel Libro Sacro, ed iniziando a
sfogliarlo con una certa ansia «Lo avevo…appena
letto,
dov’era?»
«Cerca
con
calma…»…«…intanto
noi
continuiamo!»…«Teeestata rand…»…«NO!
Aspettate!» tese la mano Beelzemon…che chiuse la
Bibbia e
la posò a terra, socchiudendo lo sguardo in
un’espressione
più matura «Non occorre che ora mi affanni a
cercare il
versetto esatto…perché è
già scritto sulla
mia storia.»
I due
Stakemon lo fissavano scetticamente. E lui dischiuse gli
occhi…per sovrapporre alle loro sagome sferiche quelle dei
piccoli Akemi e Mako «Nel mio destino…sembra
scritto che
debba incontrare…moltissime creature in procinto di
litigare.
Una di loro però è cambiata, e un giorno le sue
sorelle
mi hanno donato questo
Libro.»…«…sorelle??»…«Certo…!
Loro vivono in comunità, fra loro regna la perfetta armonia.
E’ possibile, sapete?» ma la sfera viola lo
apostrofò «Ma tu da dove vieni? Dal mondo delle
favole,
per caso?!»
«Oh no,
tutt’altro…» rispose Beelzemon
«Provengo da
una storia lunga e tumultuosa. Ma…piuttosto voi! Siete fra
le
nuove leve digitali, dieci anni fa nessuno vi conosceva. Sareste i
giovani, dovreste insegnare queste cose a noi vecchie teste
dure!» descriveva con sincero stupore
«Perché
invece vi azzuffate in questo
modo?»…«…hai
sentito, Grande Capo?»…«Non mi chiamare
così, o mi dai più ai nervi di questo qui che
dice che
noi dovremmo…puah, i-insegnare qualcosa, insegnare che?!!
Ehi,
brutta statua di un
corvo!»…«Oh?!»
Beelzemon sussultò…e piegò le ali
dispiaciuto di
sentire a lui rivolto uno di quegli epiteti un tempo così
tipici
del suo linguaggio «Hai idea di come viviamo noi
Stakemon?!» e l’altro «Non sta scritto
sul tuo
“Libro illuminante”?!» Beelzemon rispose
«…no, veramente…questo non nomina voi
Stakemon.
Parla di antiche popolazioni…»
Quello viola,
che rivendicava il ruolo di capo, si spinse avanti «Allora
stammi bene a sentire! Noi siamo nuovi…perché
nidifichiamo negli anfratti delle stazioni della metro i cui lavori
sono in corso in alcuni settori di
Digiworld!»…«Ogni giorno siamo a
contatto con
milioni di Digimon, e il loro stress, e i loro rumori assordanti ci
mandano ai matti! Per non parlare del loro odore
nauseante…bluah!»…«Alcuni
Digimon hanno
scordato il concetto di igiene personale: tu che li hai conosciuti,
quelli di un tempo erano puliti?!»
Beelzemon non rispose…li scrutava in una affranta
meraviglia…
«Ha
l’aria di uno sporco anche
lui…»…«…si, di
sicuro non si lava,
guarda quelle ali spennacchiate. Ehm ehm, insomma…dicevo!...
…sappi che alcuni dei nostri bambini ogni tanto
scompaiono!»
«Cosa…?» spalancò i suoi
occhi Beelzemon, e
la sfera maculata descrisse «Sì, perché
nei
bassifondi digitali circolano un mucchio di Digimon disonesti! Si
approfittano di noi, perché ci siamo fatti la
nomina…di
sfere che portano fortuna! Ma a noi la fortuna non la porta
nessuno…soltanto la disgrazia di perdere i nostri figli per
via
di quei ladri rinnegati che li rapiscono ancora in fasce!»
«Mi
spiace per la vostra storia…n-non la conoscevo!
Ascoltate…molto presto sarà incoronato il nuovo
sovrano,
perché non gli parlate del vostro problema? Conosco Kazu,
è un…bravissimo ragazzo e molto disponibile, di
sicuro
farà qualcosa per voi!»…«E tu
pensi che noi
ci fidiamo di un NUOVO SOVRANO?! Ma allora oltre a essere la brutta
statua di un corvo sei anche stupido!!»
Spiazzato il Digimon alato…
«Noi non
ci fidiamo di
nessuno…»…«…quella
dei
Digimon come creature nobili e altruiste, e dei terrestri coraggiosi e
amanti della giustizia, sono solo favole! Noi non crediamo alle favole,
e se tu provieni da quel mondo, fai un gran favore: va al diavolo,
assieme a tutti quelli che erano con te!» (canzone: Steps
- Why)
«Noi abbiamo altro da fare…testata Random!
Preparati a soccombere…»…«Testata random!!...ti
renderò una sfera spaccata!»
Beelzemon
chinava il capo, la Bibbia pendeva dai suoi artigli
“…Akemi, li hai sentiti? Mandano al diavolo noi, i
nostri
ricordi e le nostre origini. Mi vergogno di loro. Sono Digimon!
E’ questa…la nuova generazione che siamo riusciti
a
preparare per voi terrestri?”
«Testata
randooom!!!»…«AAAH!
LA MIA CORAZZA IMMACOLATA!»…«Ti
renderò
come me! Ma anziché a macchie ti farò tutto crepe
e
spaccature!!»…«Uuuuuarghhh!!!»
“Io non ce la faccio!!...
…sono stanco di fermare creature che litigano, arranco
già ogni giorno, con i problemi che già ho! Non
sai come
soffro…sento che noi Digimon abbiamo fallito nello scopo di
conservarvi un bel mondo. Anche il nostro…va a rotoli come
la
terra, sprofondata nel caos e nelle incomprensioni.
Come…solo
potrei…”
…mentre la mano artigliata che sorreggeva la Bibbia sfumava
in
una manina dal guantino rosso…
“…sobbarcarmi sulle spalle il peso di far
ragionare
Digimon…che ho perso di vista, di cui ignoro le origini?!
Finirei per…aggravare ulteriormente la situazione,
io…non
sono portato per queste cose! Non sono capace neanche…di
intessere un legame con la mia domatrice! Non sono riuscito a
proteggere e far ragionare Mako…da un lato come vorrei che
tu
fossi qui, a consigliarmi! Da un altro però…non
vorrei
che tu potessi assistere a questa scena. Vedere come si
picchiano…”
«Testata
randooooom!!!»…«AAAAAAAAAAAARGH!»
“Come rovinano le loro…splendide corazze lucide!
Tu in
fondo…sei diventata come me, piccola mia: ora anche tu ami
la
pace!!” e una lacrima sgorgava lenta da quel terzo occhi
sulla
fronte…
…quando qualcosa sfiorò la sua mano, raccogliendo
la
Bibbia «Attento…sta per
caderti.»…«Ahhh!!» Beelzemon
sussultò, e impaurito strinse il Libro a sé con
tutte le
forze. Ma quella voce dolce disse «Tranquillo…non
volevo
portartelo via. Ma la tua mano stava per farsi troppo piccola per
sorreggerlo: dev’essere l’effetto…della
digievoluzione che si esaurisce.»
Beelzemon pensò “…ho sentito una lama
avvicinarsi
alla mia mano…
…eppure questa creatura non sembra…!!...
…né malvagia, né violenta.”
«Hanno ripreso a litigare, eh?» chiedeva paziente
quel
millepiedi dalle zampe taglienti. Era imponente e meccanico, ed il suo
corpo era ricoperto interamente da armi e cannoni. Un autentico
monumento alla guerra. Eccezion fatta per i suoi modi «Lo
so…purtroppo con quelle sfere è impossibile.
Guardali: si
prendono a capocciate…nella speranza che il loro attacco
logorante prima o poi assuma la forma di colpo mortale. Si dice
sia…come una slot machine. C’è chi
crede che sia
soltanto una diceria…»…«Oh? E
voi chi
siete…?» chiese l’alato
«Perdonatemi ma
io…non vi ho mai mai visti!»
Il millepiedi rispose «…noi siamo Kalamimon. Armi
avveniristiche. Molto piacere.» tendendo la sua zampa
affilata «…però attento, potresti
tagliarti.»
Beelzemon volle avvicinare lo stesso la sua mano…
…il guanto rosso si tagliò appena…la
mano
artigliata sanguinò…ma ciò nonostante
volle
toccarlo «…però tu non sembri
malvagio.»…«Qualcuno ce lo
dice…
…paradossalmente è vero: guardaci attentamente,
le nostre
zampe sono lame multiple. Le nostre antenne, mitragliatori. Persino le
nostre ali si trasformano in seghe elettriche. Eppure, ironia della
sorte, siamo un popolo pacifico. Viviamo in pace e armonia…e
ripudiamo ogni forma di conflitto. Perché porta solo dolore.
Come il loro.»
I
due Stakemon rotolavano a terra, non avevano più
fiato…scheggie della loro corazza viola/maculata giacevano
ovunque, ma il leggendario “colpo mortale” non era
giunto
neanche stavolta, soltanto un logorante battibecco che aveva deturpato
il loro volto, lasciando in più punti parti meccaniche
scoperte.
«Non posso crederci, allora…esiste ancora qualche
Digimon
come me che detesta i litigi! Credevo…di essere passato di
moda.»…«Oh
no…tutt’altro.»
disse il dolce millepiedi da battaglia «Noi siamo nuove leve,
noi siamo le nuove tendenze digitali. Eppure…credi,
rinunceremmo
alla nostra autorevole struttura bellicosa…se con questo
potessimo porre fine a ogni
guerra.»…«Sapessi che
piacere mi fa conosc…»…«Oh,
attento!»
Gli cadde
la Bibbia di mano…il Kalamimon disse
«Lascia…faccio io.»
…ma
finì per bucare la copertina con la sua lama «Oh!
Perdonami. Volevo solo…»…«Non
fa
niente!» si affrettò a dire Beelzemon
«Ne sei
sicuro?»…«…sì.»
sorrise, e
aggiunse «Devi sapere che conosco una persona…che
è sempre pronta a accogliere il suo prossimo, specie quando
è nuovo e…un po’
diverso!»…«Senti…io e i miei
compagni
stavamo andando a mettere qualcosa sotto i denti, ti va di
accompagnarci?»…«Con molto
piacere!»
rispose Beelzemon (e quel calore umano rese di nuovo stabili le sue
mani) quando giunse un altro Kalamimon che segnalò
«Nell’altro corrodoio stanno litigando!»
Il suo
simile disse a Beelzemon «…saranno altri Stakemon.
Purtroppo è una causa persa, e temiamo possano influenzare i
Toothpickmon: i nostri adolescenti giunti anche loro al
castello…»
Così si
allontanarono, ma il Kalamimon da poco giunto mormorò fra
sé «…veramente non erano Stakemon
quelli che ho
visto io: erano un Digimon ed un ragazzo!» (fine-canzone)
Quanto
visto dal Kalamimon non era immaginazione «Ahhh, sei un
maledetto testardo! Neanche se prendessi a capocciate tutte le pareti
di questo palazzo riusciresti a romperti quel DIAMANTE che ti ritrovi
al posto della testa!!»…«Te ne intendi
di
diamanti, Ryo…hai trafficato anche con
quelli?!»…«Se l’ho
fatto…non sono
affari tuoi Cyberdramon: hai capito quello che ho detto?»
puntualizzava il domatore leggendario, scandendo più
incisivo «Non sono affari tuoi perché io, mi sono
dovuto
arrangiare per tirare avanti, capito?! Ero solo, SOLO! Non
c’era
il mio Digimon, non c’era nessuno: c’era forse
qualcuno? Mi
avevi lasciato un assistente? No! Chi era che veniva da me a chiedere
“Ryo? Scusa, c’è bisogno che ti
aiuti?” pensi
che girasse dalle mie parti qualche anima santa di questo tipo?
Perché se sì, fammi dire molto cordialmente che
sei
proprio fuori, amico!!!» volgendogli le spalle, e cercando di
placare l’intensa foga massaggiandosi la fronte. Ma
Cyberdramon
sembrava impassibile, si limitava a guardarlo…
Mentre Midramon
curiosava qua e là, Jeri si specchiava ancora assieme alla
sua
marionetta «Bau! Bau! Piano riuscito!» affermava la
vispa
e gracchiante voce per esser poi sostituita da quella suadente e
profonda di lei «Già, ho notato. In questo momento
Ryo e
Cyberdramon saranno già faccia a faccia: sicuramente
litigheranno…! Ho consigliato apposta a Cyberdramon di
affrontarlo: sono due teste calde, vedrai, molto presto la
“storica alleanza” riuscirà finalmente a
spezzarsi…!» pescando nel suo borsellino fino a
ritrovare
un rossetto…e passandoselo sulle labbra. Per poi provare
l’intensità del suo sorriso
«Ahahah…»…«Bau,
bau! Sei davvero
furba, Jeri!»…«Lo so. Cosa vuoi, mi
arrangio.» ritirando il rossetto nel suo tubicino, e
rimettendolo a posto «Se si vuole cambiare il destino
bisogna…darsi da fare. E non farsi sfuggire alcuna occasione
propizia. Mmm…»…«Bau! Quale
sarà la
prossima fase?»…«…ohhh,
andiamo.»
passandosi le mani tra i capelli, ed oscillando il collo in modo che
prendessero aria «Cambiare il destino è un lavoro
duro,
richiede moltissime energie: a volte occorre prendersi qualche pausa
rigeneratrice. Non pensi…?» afferrando il
borsellino «Credo che andrò a cercare Takato. Non
lo vedo da troppe
ore…
…e mi
manca…»…«Bau! Vuoi chiedergli
per caso
di…?»…«Ciò che
voglio
chiedergli…mi verrà in mente strada facendo
ora…perdonami…» iniziando a sfilarsi il
guanto «…meglio nascondere certi dettagli
infantili, oramai
siamo grandi.»…«Bau! Baaau, no! Jeri!!
Aspet-» ma lei se ne liberò facilmente, piegandolo
come
qualcosa di estremamente familiare ed infilandolo nel taschino della
giacchetta «Shhh…meglio che non ti faccia sentire:
Takato
e io ora abbiamo bisogno di privacy assoluta…»
«E
così circolano alcuni segreti non autorizzati!»
esclamava
il ragazzo in questione ponendosi scherzosamente le mani sui fianchi
«Quali segreti, Takato…?» chiedeva Rea,
e Suzie
con aria altrettanto innocente «Non sappiamo proprio di cosa
tu
stia parlando…» ma lui arrossiva un po’
«Smettetela di fare le finte tonte, certo che siete
pettegole!»…«Ahhh, che ci vuoi
fare…?» si stirava Rika aggiungendo
«…dote
congenita: sesso femminile.» e Lopmon «Lo sono
persino io
che sono un Digimon!» al che Takato commentò
«Da
te poi Lopmon non me lo sarei mai aspettato! Ma insomma, avete fatto
prendere un colpo a Cindermon: avreste dovuto vedere che faccia ha
fatto prima!»…«Pfff!!!» Rea si
trattenne a
stento dal ridere e guardò le altre
«Forse…parliamo a voce troppo alta,
ragazze?»
ipotizzò Rika, e Suzie «Magari dovremmo abbassare
il
tono.» ma Takato «Magari dovreste parlare di altri
argomenti…!!» precisò frenando anche
lui un moto
di ilarità. Rika insinuò «Perdonami se
ti
contraddico Takato, ma certi argomenti sono di fondamentale importanza
se si vuole mantenere una mente sveglia…e un corpo sano.
Vuoi
favorire anche tu? Stiamo parlando di sesso, ci stiamo raccontando le
nostre esperienze. Non credo…francamente che ci siano
obiezioni
all’accesso dei maschi,
no?»…«Nooo…» fece
Suzie, e Rea «No anzi,
tutt’altro!»…«Pfff
(!)…no grazie…(!!)» scandì
il ragazzo, ma a
quel punto Riley si volse «Uhmuhmuhm! Mi dispiace se abbiamo
messo in circolo qualcosa che ti riguardava, in effetti saremmo dovute
essere più caute. Ma quando certi meccanismi ti
prendono…vero,
ragazze?»…«Riley, anche
tu!» sorrise Takato, e pensò
“…la trovo
decisamente meglio, è merito della vostra premura: ragazze!
Siete eccezionali.” «E non sai cosa ti sei
perso!»
fece Riley, accennando un discreto sorriso «…se
avessi
udito i nostri discorsi ora non riusciresti a trattenerti tanto dal
ridere…!»
Il ragazzo in effetti le contemplava divertito…fino a che
una
mano smaltata non scivolò lungo il suo collo
«Amore…?»…«Oh!...Jeri…»
La
ragazza faceva cenni con lo sguardo, come per invitarlo a raggiungere
un luogo isolato «Ti stavo cercando da prima, avevo molta
voglia
di stare con te. Possiamo restare da soli per un
attimo…?»…«Uhm…?»
C’era qualcosa dei suoi modi ammiccanti che lo insospettiva,
e la
spingeva a scrutarla da cima a fondo. Tuttavia lui si volse
«…a dopo, ragazze!» per poi allontanarsi
con lei,
che gli pose scioltamente il braccio attorno alla vita. Le ragazze li
guardarono andar via, e Rea comunicò
«Sì
però in tutto questo…non ci ha chiarito come sono
andate
le cose!»
«Uhmuhmuhm!...»…«Sei allegra
oggi…» osservò Takato, e Jeri
«Mi piace
tanto questo castello! Non credi sia pieno di crepe…e di
anfratti in cui…nascondersi?»
Takato si
guardò attorno nella penombra, e commentò
«…preferirei sinceramente che questo luogo non
fosse
distrutto…»…«Ma qui
è perfetto!...
…ahah! Ha il fascino
dell’avventura…»
Gli occhi di
Takato si assottigliarono, incorniciati dall’ombra
«Jeri…sei sicura che vada tutto
bene…?»
…ma
quelle unghie smaltate
«…ohh…?» si
adagiarono presto sulle sue spalle…
…e da
esse si portarono lungo il collo…Jeri si fece vicina,
sorridendo
con quelle labbra dal rossetto ravvivato «…lo
sai…? Ti desidero così tanto, sapessi
Takato…»
“Jeri…” «…andiamo,
lasciamoci andare!...
…lasciamoci andare prima che giunga qualcuno a
disturbarci!!...qui non ci vede nessuno…uhm?»
piegava il
capo, in attesa di un cenno di conferma «Il posto ideale per
restare un po’ da soli…»
«E
sarebbe…il posto ideale anche per la nostra prima
volta?»…«Oh?!»
sussultò lei, e il
ragazzo «…scusa: la mia…prima volta.
Intendevo la
prima volta…di noi due
assieme.»…«E
perché no?!» faceva lei con entusiasmo,
guardandosi
attorno incantata «Non desideri anche tu che la nostra prima
volta sia a Digiworld…?! Come per Ryo e Rika, che si sposano
questa sera!»…«…per me non ha
importanza
dove sia…la prima volta Jeri, purché con te e
purché…!...
…sia un momento di autentico amore.»
Una
forza inspiegabile lasciava rigido il corpo del ragazzo, e lo frenava
dal lasciarsi andare a quell’impeto. Lei lo fissava,
confessando «…sono…pazzamente
innamorata di te. Ti amo, e ti
desidero follemente…! Anche se ho paura, guardami! Guarda le
mie
mani, tremano, ma ciò nonostante i desidero essere tua, non
posso più aspettare!...e so che per te è lo
stesso. So
che hai atteso per anni questo momento…»
baciandolo con
passione «…Takato…»
Lui stava
alzando lentamente le braccia per stringerla…ma poi queste
caddero «…non è come io
desidero…!!»
però Jeri sorrideva «Hai soltanto
paura…! Dammi
retta, dai retta a me, che ho avuto tante
esperienze…!»
ma lui la scostò, con garbo ma con fermezza
«No.»…«Cosa?!»…«Non
voglio che mi insegni a fare l’amore in questo
luogo…
…non voglio…essere istruito, io voglio imparare
da capo
con te, Jeri! Come se fosse…la prima volta per
entrambi.»…«E ti assicuro che lo
sareb…
…!!...ti assicuro che per me lo sarebbe: ah, amore mio! Sono
rimasta sveglia tutto ieri notte, non facevo che pensare
all’occasione che mi era sfuggita!» “Le
tue
frasi…sono gelide. Spengono il fuoco dei sentimenti,
riducono il
tutto…ad una semplice opportunità da
cogliere!” «Se mi dessi ascolto
Takato…non capisci che…devi
approfittare!» lo invitava ancora lei, con un sorriso
accogliente «Devi approfittare della mia
esperienza…se
ora faremo l’amore poi potrai parlare…con Henry,
con Kenta
e con gli altri e fare come…se fosse da sempre che lo
fai!»…«E’ proprio questo che
non
voglio…!!» (canzone: Anastacia
- I ask of you)
«Ah?!»…«…io non
voglio che sembri
questo, io…VOGLIO che sia la prima volta. VOGLIO che tutti
sappiano che è così. Altrimenti a cosa
è servito
attendere fino a questo momento?! A cosa è
servito…resistere, e non buttarsi
via?»…«Ma
è impossibile, Takato…»
accennò lei con una
dolce carezza «…tutti i ragazzi desiderano avere
il loro
primo rapporto…»…«Ma io non
sono come gli
altri…!» esclamò lui abbassandole la
mano, nel
più attonito stupore di Jeri «Tu lo sai che per me
è diverso! Io aspiro ad altre cose…»
La ragazza mosse
dei passi indietro…e stava per inciampare tra le rovine, ma
lui
le afferrò la mano «Attenta!» I loro
guardi si
incontrarono nella penombra in cui filtravano raggi di luce, e Takato
scandì «...attenta ai tuoi passi,
Jeri…attenta a
dove corri, potresti inciampare! Tu corri sempre…
…corri per vivere, corri per sperimentare! Corri per
essere…come gli altri! Ma io sono convinto che non ci si
guadagna nulla a uniformarsi alla massa.» ma lei ebbe un moto
di
stizza «Ahh!!...tu non mi ami abbastanza. Dì la
verità, Takato! Come devo intenderla?! Forse
che…non ti
piaccio come affermavi con tanta sicurezza, che non mi
desideri!!»
Ma lui la
fissò con una consapevolezza profonda
«…no.
Piuttosto che ti amo…tanto da resisterti, Jeri! Hai
accomodato
il tuo aspetto, sei bellissima e molto attraente. Qualsiasi ragazzo
avrebbe fatto follie per stare con te
ora.»…«Qualsiasi ragazzo ma non tu, a
quanto
pare!!»…«Andiamo, non dirmi che sei
stupita! Mi
conosci da sempre…
…e conosci l’intensità del mio amore.
Ti sei mai
chiesta perché non ci abbia mai PROVATO con te nonostante tu
fossi così vicina? Quanti altri amici di infanzia finiscono
per
avere un’esperienza assieme?!»
“…tutti quelli che invidio come non
mai…!!”
mormorò la ragazza nel fondo della sua anima…
«Ma io mi
sono sempre astenuto: perché avevi altri ragazzi? Oh
no…
…ma perché io ti amavo molto più di
tutti loro,
modestamente!! E io non mi accontento…di un momento
strappato
tanto perché si parli di noi, perché tutti ci
hanno
visti! E perché Rika e le altre stanno parlando di
sesso!!»…«Ahhh!»
sobbalzò la
ragazza, sentendosi colta nei suoi pensieri più intimi
«Pensi che non me ne accorgessi? Jeri…è
da prima
che ci pensavo. Ieri sera…io sono venuto da te pieno
d’amore…
…e se dovessi confessartelo, anche di
desiderio…»…«Uhmf!
Perché vuoi farlo
solo quando lo decidi tu! Vuoi trattarmi come un oggetto, come fanno
tutti gli uomini! Perché tu sei come tutti gli
altri…»…«…non lo
sono: e te lo
dimostrerò. Ieri volevo che tu fossi mia ma oggi ho
scoperto…che voglio
aspettare.»…«Cosa?!»…«Sarà
un sacrificio anche per me! Ma è appunto perché
non
voglio essere come gli altri…
…io non voglio essere “quello con cui
l’hai fatto a
Digiworld”, non voglio essere “quel tuo amico di
infanzia
con cui sei stata a letto”, né “il
ragazzo dei tuoi
vent’anni” né altre definizioni idiote!!
Io voglio
essere l’unico, se permetti…» e stavolta
fu lui ad
avvicinarsi a lei, che tremava «…voglio essere il
solo…sono testardo, e non rinuncio a qualcosa
finché non
l’ho ottenuta…anche se debbo
lottare…anche se
debbo…aspettare…» baciandola…
…lei era immobile, non avrebbe voluto rispondere ma sentiva
l’impeto prendere il sopravvento…
«…infatti aspetterò, anche
perché
voglio…rispettarti.»…«…come
dici,
Takato? Non capisco le tue
parole…»…«…questo
corpo per me
è prezioso» ponendo dolcemente le mani su di lei
«…è il corpo che ho tratto in salvo dal
D-Reaper…e che ho desiderato…e amato per gli anni
della
mia gioventù. Io non farò come…quei
ragazzi che
realmente l’hanno considerato come un oggetto! E non lo
farò mio fino a che non sarò certo…che
è
quello che desideri anche tu. E ora credimi Jeri…ancora non
lo
sai. Dopo tutto stiamo insieme da poco
tempo.»…«…ahh! E invece io lo
so, ti
desidero!! Come devo dirtelo…?! Io ho deciso per
me!!» ma
lui antepose la mano «Perdonami, è
l’unica cosa che
ti chiedo: anch’io ho delle esigenze, come te…e la
prima
fra queste è non far sì che tutta la mia attesa
sia stata
inutile. Abbi pazienza con me, Jeri.» allontanandosi,
scavalcando quelle colonne spezzate.
«Takato!!» gridò lei. Ma lui non si
volse e
scandì «Se sarà destino, noi ci
ameremo. Ma quel
che è certo…è che non
sprecherò mai i miei
sentimenti più profondi!» andando via e
lasciandola sola.
Jeri
era attonita «…ahhh…non ha
voluto…fare
sesso con
me…»…«…bau! Bau!
Evidentemente non sei abbastanza attraente!...evidentemente non ti ama
abbastanza!!» ma a quel punto ebbe un moto di rabbia, tanto
da
sferrare un pugno contro la colonna…proprio con la mano
avvolta
dal guanto «Baaaaaauuuuuuuuuuuu!!!» che emise un
grido
lacerante…seguito poi dal più autentico gemito di
lei,
che si piegò in ginocchio (fine-canzone)
Ryo
affermò quasi supplichevole «Ma possibile che non
ti
rendi conto che io DEVO sposarmi?! Devo, è una promessa che
ho
fatto! Quanto ancora vogliamo trascinarla in giro
quella…povera
Rika con storie inventate?! Ha aspettato tutta una vita! Quella
poveraccia…» amplificando il tono con la mano
accanto
alla bocca «…ha aspettato tutta una una
vita…!!...che qualcuno, anzi non qualcuno: io, IO in primis
anzi
io soltanto!! Che arrivassi da lei, che finalmente tornassi e la
venissi a prendere! Per chiederle ciò che le ho chiesto:
VUOI-SPOSARMI?»…«Ah, quindi è
per lei che
lo fai.»
Ma a quel punto
Ryo lo fissò con orgoglio «…no! Lo
faccio anche
per me. E posso dirtelo guardandoti negli occhi, Cyberdramon: lo
faccio…perché ho bisogno ALMENO QUANTO LEI di
avere
qualcuno accanto: mi è consentito?! Oppure io debbo soltanto
chinare il capo e combattere? Combattere, combattere, combattere
sempre! Senza esitazione: visto che sul biglietto da visita
c’è scritto EROE Ryo non è una persona,
Ryo
dev’essere sempre un eroe solitario! Che abbia il suo Digimon
accanto o no…NON CONTA perché il piccolo Ryo non
ha
potuto fare un fiato quando gli è stato portato via il suo
Digimon e lui era solo un adolescente: doveva andare a scuola, doveva
farsi uomo, doveva andare al lavoro quindi…affari suoi, si
arrangia! Se non trova un modo onesto per farlo?! Pazienza, poi ne
sconterà le conseguenze! Io mi sono stufato…
…tanto
per noi ragazzi va così, è sempre tutto sulle
nostre
spalle, chissenefrega se sono fragili, tanto poi gli altri sono sempre
bravi a giudicarci! Persino gli amici…
…da te
non me
l’aspettavo…»…«Sei
un
ragazzino egoista…
…UN
RAGAZZINO, ECCO COSA SEI!»…«Ahhh, io
sarei un
ragazzino?!!»…«Sei grande e grosso e ti
importa
solo di te stesso, di fare la tua…FESTICCIOLA SFARZOSA e
prendere per i fondelli tutto il mio mondo, facendo credere ai Digimon
che il sovrano sei TU quando domani ne incoroneranno una altro! Che
siete tu e
quella…quella…»…«…fa
molta
attenzione…
…come se stessi camminando su un insidioso terreno di
battaglia…» fece Ryo serrando il pugno e alzandolo
lentamente «…perché non mi importa
niente che sei
un Digimon, tu dì una parola dispregiativa su Rika e
io…
…TE LE SUONO…»
Cyberdramon lo sovrastò con espressione orgogliosa. Ryo
aveva
gli occhi arrossati dalla rabbia, ma dietro di essa si leggeva
stanchezza e dispiacere «…tu non ti puoi
permettere di
esprimere un giudizio sulle mie scelte, sulle mie frustrazioni, e sulle
persone che ho amato…perché tu…mio
caro
Cyberdramon non c’eri. Non c’eri…quando
mi è
spuntata la barba, non c’eri…!!...
…quando ho fatto l’amore per la prima volta, e non
c’eri…!!...nemmeno quando piangevo e mi disperavo
la
notte, perché la mia vita era una sfacchinata dopo
l’altra!! Mi dovevo sempre inventare un modo nuovo per
svangarla,
sempre!! Tu non me ne hai mai suggerito uno, qui nessuno te ne fa una
colpa…ma almeno rispetto
reciproco.»…«E
invece ti sbagli mio caro, mi risulta che ti abbia suggerito
più
volte come cavartela! Forse ti dimentichi che molti dei tuoi intrighi
disonesti ti sono stati ispirati da quello che scrivevo sulla mia
pagina di Facebook, me l’hai detto
tu!»…«E
quella cos’era…?!...
…una
pagina con un nome fasullo, per darsi arie da
grand’uomo?!»…«Una pagina dove
scrivevo le
mie esperienze con la gente…» replicò
Cyberdramon
con orgoglio, ma Ryo «Pfff, ma per favore! Un blog infarcito
da
frasi retoriche, nato apposta per dare uno scopo a qualcuno che nella
vita non ha mai lavorato!!» al che fu il drago a mostrare il
muscolo «Stai forse osando dire
che…?!»…«Ma certo, non ci
vuole la lente di
ingrandimento!! Guarda che io ho parlato in giro con alcuni Digimon, mi
sono fatto raccontare QUAAANTO hai dato una mano per le ricostruzioni
di Digiworld! Sdraiato su un’amaca mentre gli altri
sgobbavano,
uno spettacolo che per il domatore che avevi lasciato sulla terra
è una roba da vergognarsi! Chissà quanto
avrà
mormorato tutto il villaggio sugli insegnamenti che ti dovevo aver
lasciato!»…«…E
ALLORA???!!!...allora io che
sono un Digimon che è sceso in campo contro il D-REAPER e si
deve ritrovare…U-UN DOMATORE
DELINQUENTE?!»…«Beh! Almeno adesso puoi
consolarti, perché questo delinquente…»
avvicinando il suo viso al muso dell’altro
«…sarà almeno SPOSATO, almeno la
piantiamo con i
bagordi con le ragazze perché il destino è stato
clemente
con lui e gli ha restituito la donna che ama, visto che il suo Digimon
continua a giudicarlo ed insultarlo! Nemmeno mio padre
c’è
mai arrivato, NEMMENO MIA MADRE! Il che è tutto un dire, i
miei
genitori che sono una cosa infernale NON MI HANNO GIUDICATO e ci deve
pensare il mio Digimon?!! Ma…
…mai che
fosse!!! Potevi costruirti una vita decorosa se pensavi di venire qui a
fare il processo alla mia, di vita! Ti sei sposato quella...obesa di
una dragona giusto per sfornare quattro pargoli e sentirti uomo, pfff,
vuoi che non le conosca queste cose?! Su, che nella vita ne ho
incontrate tante di persone meschine! Tu non sei il primo e non sarai
l’ultimo. Sei uno come tanti.»
«Allora
lo vedi che avevano ragione…?» venne avanti
minaccioso
Cyberdramon. Ryo si volse a guardarlo con aria altera
«Chi?!...
…mia madre? La polizia, il giudice?!...
…o qualcun altro ha parlato di me in termini poco
lusinghieri…?»…«Questo lo so
io…»…«Ahhh, allora
c’è qualcun
altro!...mi farebbe piacere conoscerlo…
…E TU OVVIAMENTE GLI HAI CREDUTO! Perché credi a
tutti
tranne che a me,
Cyberdramon!»…«Purtroppo invece
ho creduto al mio cuore, quando mi sono illuso di averti ritrovato!! E
ho creduto alle tue vane promesse come quella stupida di Rika, quando
mi hai ASSICURATO…!!...che per te i miei figli erano
importanti,
che ti saresti rimboccato le maniche per
cercarli…PERCHE’
ERANO COME TUOI!»…«ERANO COME MIEI! SONO
COME
MIEI! Ma…!!!...
…COME DEVO DIRTELO?! QUI NON CI SEI SOLO TU! E’ un
plotone…INFINITO di persone che hanno perso qualcosa, che
devono
recuperare qualcosa! IO SONO UNO! E voi siete in cento, e io non sono
un eroe perché…
…gli eroi non esistono…questo ho imparato
crescendo, non
esistono supereroi…ma solo uomini che si danno da fare. Ed
è quello che sto cercando di fare,
nonostante…»
massaggiandosi la tempia e stringendo i denti. Cyberdramon
piegò
il capo insospettito
«Nonostante…?»…«…nonostante…
…molte altre cose.»…«Hai
messo la pomata
che ti ha dato Hippocramon?»…«Non sono
affari
tuoi! Per tua informazione so badare a me stesso, mi sono dovuto curare
da solo sia le influenze sia le ferite lasciate in dono da qualcuno a
cui avevo acciaccato i calli!...
…io l’unica cosa che
chiedevo…PER…LA
GLORIA…DEL SUPREMO AZULONGMON ATTUALMENTE
ARTERIOSCLEROTICO…è un
po’…di
maledetta…FIDUCIA…!! E MAGARI UN PO’ DI
PAZIENZA,
CHE NON GUASTA!»…«Ma per Rika non
c’è
bisogno della pazienza, a lei non si può aspettare di
rifilare
il matrimonio da REGINA DEI DIGIMON, intanto il mio piccolo Midramon e
gli altri cuccioli potrebbero essere sotterrati come
Guilmon!»…«BEH! Potevi andarli a cercare
quella
notte, anziché infilare le tue zampacce nella scollatura di
Alice!»…«SENTI CHI PARLA! UNO CHE PER I
SUOI
DICIOTTO ANNI SI E’ FATTO FRUSTARE DA UNA
STRIPPER!!» ma
questa volta Ryo non resistette e «UUGH!» (canzone:
Anastacia
- You'll never be alone) gli sferrò un pugno
sul muso.
Nonostante la
differenza di stazza Cyberdramon indietreggiò, e tra gli
artigli
con cui si tamponava sgorgò del sangue. Ryo
recuperò
fiato e coscienza
«Cyberdramon…p-perdonami!»…«E
NON MI
TOCCARE! Stammi lontano…»…«TI
PREGO!»…«No sai che
c’è Ryo? Che
seguirò il tuo consiglio, sì è vero li
andrò a cercare i miei figli! Ma se li troverò,
quando
SPERO li ritroverò…tu non li vedrai mai:
PERCHE’ TU
NON RIVEDRAI MAI PIU’ NEANCHE IL SOTTOSCRITTO! E’
finita,
Ryo!!...
…la
nostra alleanza tra Digimon e domatore…termina
qui!!»…«No, aspetta!!
Cyberdramon!»…«Addio!»…«CYBERDRAMON!!»
ma il drago spiegò le ali…e volò nel
buio del
corridoio, che lo inghiottì. Ryo tendeva la mano, ma poi
«A-Ahhhhhhh…!» un dolore più
forte lo
portò a piegarsi a terra, sulle ginocchia.
Il Digivice gli
scivolò dalla tasca e cadde tra i ciottoli, ma lui non
riusciva
ad afferrarlo con la sua mano tremante. Qualcosa di inspiegabile
contraeva i suoi nervi paralizzandogli i movimenti
«Ahhh…ahh…» e spingendo fuori
le lacrime,
tanto il dolore. Quella mano si piegava in modo anomalo, ma non
riusciva ad afferrare il Digivice a terra nonostante i suoi sforzi.
Alla fine cedette, e la lasciò andare in cenno di sconfitta.
Il drago
nero versava lacrime, spaccando le rocce e le colonne che incontrava
sul cammino con la sola intensità del suo volo
“…Ryo!!...
…non credevo che ti avrei perso, dal primo giorno in cui ci
siamo incontrati! Ma è meglio così, almeno ho
agito come
un uomo!!”
Ryo era rimasto
in ginocchio a terra. E non smettendo di massaggiarsi la tempia e di
riprendere fiato, pensava “…come ci si
può sentire
piccoli. E’ incredibile. Si fa tanta fatica per
crescere…
…tanta
palestra per farti venire i muscoli. Si aspetta con ansia il giorno
della prima rasatura della barba. Ma niente, basta un
attimo…per
ritrovarsi…
…infinitamente piccoli, come bambini! Bisognosi di
protezione…
…per
riprovare…quella maledetta sensazione…”
rivedendosi
appena adolescente, con un pullover a collo alto rosso, mentre vedeva
un piccolo drago farsi sempre più lontano, verso una luce
iridescente in cielo.
“Avresti
bisogno dei tuoi genitori. Qualcuno a rassicurarti, come quando ti si
rompeva un giocattolo. Ma neanche allora c’era, quando
iniziasti
a soffrire. Quel giorno…iniziasti, e da allora non hai mai
smesso.” asciugandosi silenziosamente gli occhi con la
manica.
L’immagine di se stesso ragazzino che ripeteva lo stesso
gesto
non lo lasciava in pace, proponendosi come un fantasma oltre la sua
vista appannata “Mi sembra di essere tornato te! Avrei
così tanta voglia di scappare a piangere da qualcuno, e di
gridare con tutta la mia vo…” ma improvvisamente
dilatò gli occhi in un attonito
«No…» che
gli restituì le forze di rialzarsi, e fece sparire di colpo
quell’ectoplasma del passato
«…Rika…non
posso gridare, lei mi sentirebbe! Nessuno deve sapere
niente…» ripeteva scuotendo il capo e fissando nel
vuoto,
per poi assumere un espressione di pena
«…a-altrimenti
annullerebbe il matrimonio, e non è giusto!! Nessuno ci ha
visti!...» guardandosi attorno fulmineamente
«E…e
nessuno deve sapere che abbiamo litigato! Non sono un
bambino…sono grande ormai ed ho bisogno di tutelare coloro
che
amo! I-I loro sogni…non meritano…di
essere…spezzati…» tirandosi a
raccogliere il
Digivice…
«…A-AHHH!» e alla fine riuscendoci, per
potrarlo
al petto e stringerlo, quasi volesse nasconderlo sotto i suoi abiti,
come una cosa cara e straziante al contempo mentre riprendeva fiato in
un affanno incessante «Adesso…ti
metti…la pomata
di Hippocramon!» parlava a se stesso
«…esci
fuori…come se niente fosse, col sorriso…!
C-Come…sei abituato a fare…u-ugh…sta
calmo
Ryo…» ripetendo in un gemito lacerante
«…sta calmo!!...» contraendo il suo
corpo e il suo
viso quanto più poteva. I suoi occhi erano un
inferno…le
sue vene sembravano prossime a scoppiare…
…ma in
modo quasi impressionante recuperò postura
eretta…e passo
sicuro da eroe, con il quale si inoltrò tra le rovine (fine-canzone)
Nel frattempo, sulla terra…
«Ahhh,
non ci sono assolutamente dubbi, se c’era qualcuno che poteva
tornare dal mondo digitale quello sei tu: sei davvero un eroe, piccolo
Takato!» esclamava una giovane donna
«Oh…la
ringrazio.» replicava un cortese ragazzino «Posso
servirla in qualche modo?» ma costei rispose «Mio
nonno
mi ha parlato a lungo di te! Vero nonno?» e
l’anziano uomo
lì presente sorrideva «Proprio così: ho
raccontato
alla mia Asami un sacco di storie.»…«La
ringrazio,
è molto gentile!» si chinava il bambino dietro al
bancone…
…mentre alle sue spalle, la padrona del panificio sussurrava
al
marito «…parlano come se fosse un’altra
persona!
Eppure erano qui tutti i giorni quando era adulto! E lui si comporta
come se non li conoscesse…» ma costui minimizzava
«Ahhh, non sappiamo fino a che punto può arrivare
la
gente!»…«…e fino a che punto
può
arrivarci il potere digitale! Takehiro dì la
verità,
secondo te nostro figlio può aver riportato delle
amnesie?»…«Perché ti viene in
mente?»…«Ma perché ignora
volti ben noti!
Non si è limitato a cambiare
nell’aspetto!!»…«Mah…tutto
può
essere.» spostando un’enorme cesta di rosette, per
rovesciarle sul bancone «Qui ce ne sono altre!!»
segnalò ai clienti. Ma la moglie si sfilò la
cuffietta
affermando «Sarà. Ma comunque intanto che siamo
qui a far
filosofia io mi ritrovo…senza indumenti per mio figlio! Non
ho
più roba da fargli
mettere.»…«Ti avevo
detto di non dare in beneficienza i suoi
abiti.»…«Ahhh, Takehiro, con tutti i
bambini che
hanno bisogno d’aiuto quando lui era così grande e
grosso
che non gli entravano pi--»…«Intendi
dire…così
grasso!»…«…lasciamo
perdere. Senti, io pensavo di fare un salto a comprargli qualcosa: non
so cosa possono pensare! Là mi
conoscono.»…«Tranquilla! Quelli del
negozio li ho
già avvisati
io.»…«Cosa…?»…«Ah…visto
che ci vai Mie, puoi portar loro questi? Sono le loro
ordinazioni.»…«…sì…»
la donna raccolse la busta un po’ trasecolata
«…francamente non so come fai a rimanere
così
impassibile in una situazione del genere!» ma lui le
lanciò un’occhiataccia «Shhh!...lo
faccio per mio
figlio, ovvio, non voglio che si senta a disagio. Ptsss, ci
può
sentire!» comunicò esortandola a troncare il
dialogo,
sicché lei «Va bene…
…senti
Takato. Ti lascio…con tuo padre, pensavo di passare al
negozio
e…oh, insomma, hai visto che non hai niente da
metterti.»…«Vuoi comprarmi dei vestiti?!
Oh
grazie, mamma!» rifilandole un bacio (e scambiandosi
un’occhiata fulminea col padre, che annuiva compiaciuto). Mie
arrossì improvvisamente e sorrise, sfiorandosi la guancia
«Oh beh…grazie, ma ci mancherebbe: ti pare che
mandarei
in giro il…mio bambino…senza
vestiti.»…«Non so davvero come farei
senza di te.
Sei la mamma migliore al
mondo!»…«Oh…basta,
smettila ti prego!» e intanto le clienti «Ha visto
com’è tornato gentile, signora
Mie?»…«O-Oh, beh…in
effetti…»…«Anche con noi
clienti è
adorabile: proprio come dieci anni fa! Secondo noi lei dovrebbe
scrivere a quei Digimon per ringraziarli!» Mie
balbettò «C-Ci
penserò…»…«Se lo
fa,
aggiunga le firme di tutti noi del quartiere!»
Così la
signora varcò la soglia del suo negozio, salutando marito e
“figlio” che le sorrisero da dietro il bancone,
prima di
avventurarsi in strada «Oh…non so davvero come
sentirmi,
se…disperata, o felice! E’ l’esperienza
più
strabiliante che mi sia mai capitata: chi l’avrebbe mai detto
che
io avrei visto mio figlio regredire nell’età?!
Certo…» accennando un sorriso
«…c’è da dire…che
è proprio
affettuoso, adesso! Il mio Takato…voglio vedere se
c’è qualche maglietta dello stile che indossava
allora.» ma le sue parole si sovrapposero
all’abbaiare di
un cagnolino…che introduceva una parlata alquanto fertile e
forbita, di qualcuno che conversava al cellulare «Mi hai
preso
forse per una…vecchia arteriosclerotica? Oh, ma certo che mi
ricordo di dire quella gente che stasera
c’è…il
consiglio straordinario! Ci mancherebbe: dovevo andare a giocare a
carte questa sera, ma ho rinunciato per essere presente in
qualità di madre del…primo domatore, ci tengo a
dire,
primo dell’antica squadra! In fatto di tempo e in fatto
di…qualità, senz’altro:
Vaniglia!...VANIGLIA STA
ATTENTA! P-PASSANO LE MACCHINE, OH CIELO!»
…ma la
signora Mie era troppo impegnata a guardare il suo bigliettino
«…devo inoltre comprare…una busta di
lievito
e…voglio sentire se hanno ancora quelle fragole speciali,
con
quel sapore…che piaceva tanto a Takato, quasi quasi vorrei
fare
una torta…» incrociandosi con la bionda signora
Akiyama,
che si destreggiava abilmente tra bastone, guinzaglio del cane e
cellulare «…pirati della strada…oh
scusa cara ma
tu capiscimi, mi stava scappando il cane e con questi sconsiderati in
giro non c’è pietà per
un…povero cucciolo!
Dovresti vedere Facebook: tutte foto di cani trucidati, oh che
orrore…»
Mie alzò
gli occhi «Uhm…?» e per un attimo i loro
sguardi
si incrociarono, ma ben presto presero le diverse strade di una stufa
diffidenza per Mie, e di un altezzosa superiorità per
l’altra «…uhmf! Gente senza cultura, non
credere
che non mi costi entrare dentro quel ne-go-ziet-to! Ma devo farlo, la
mia carica prevede responsabilità.»
Mie
d’altro canto commentò «…mmm,
quella signora
non mi è mai tanto stata simpatica, guarda gli altri sempre
dall’alto in basso. Ora vedi se non entra al negozio con
tutto il
cane…»
Pur
non voltandosi stava desumendo il vero «Vaniglia, lo che
è un sacrificio. SCUSA CARA STO ENTRANDO, CI SENTIAMO!!...su
buona tesoro della mamma: la tua mamma l’hanno fatta
Presidente
della neo-formatasi Associazione dei Genitori Digitali (AGD)! Le mie
consegne prevedono la diramazione delle informazio-oh?!
Ma…cos’è tutta questa gente, perbacco,
ah…!
Schiamazzatori maleducati, qua dentro c’è un caldo
che non
si respira!»
Dovette farsi strada sgomitando un po’, la non più
giovanissima ma pretenziosa signora bionda dagli occhiali da sole
lucenti «Perme…permessooo! E mi scusi, devo
passare! DEVO
PASSA-ho anche il cane, qui voi fate i finti ciechi! Lei!! Lei, non lo
vede che sta pestando la povera Vaniglia?! Perdooonalo, tesoro:
è soltanto un cafone. Permesso! Oh ma che sarà
mai
insomma, dico…stessero dando in tv mio figlio lo capirei! Ma
questi già è tanto se hanno una radio vecchio
modello
mezza scassata, figuriamoci la tv! PER-MES-SO HO DETTO!»
agitando il bastone.
Nel frattempo la
coda del rossastro sguardo di Nakao si adagiava sul padre
«Non
ti preoccupa che fra tutta questa gente, prima o poi possa vedermi
qualche familiare degli altri Digimon Tamers…?» ma
Takehiro si limitò ad alzare le spalle, mormorando con un
sorrisetto orgoglioso «Perché dovrei preoccuparmi?
Non ho
mantenuto un buon rapporto con nessuno di loro: è difficile
che
vengano al negozio…»…«Lo
spero…oh?!»…«Che
succede?»…«Non lo so papà,
sento
gridare!»
I due videro
spuntare un bastone tra la folla alquanto agitata. Ma prima della
padrona, fece capolino la festante Vaniglia «Ma che carino!
Un
cagnolino!» esclamò Nakao
nell’illuminarsi del suo
viso pallido, sicché incurante del richiamo del padre
«Aspetta, figliolo!» lasciò in fretta il
bancone e
si precipitò da Vaniglia, piegandosi su di lei
«Ciaaao,
piccolo amore…!» intonò con un
entusiasmo che
sembrava innaturale, dissonante «Sei
così…dolce!
Quanti anni hai…? Sei venuto qui per
me…?»
allungando mani tremanti e mostrando un modo ambiguo di rapportarsi
agli animali «Oh, quanto sei bello! Avrei voglia
di…abbracciarti, tenerti stretto a me!!» mentre i
clienti
alle sue spalle «Piccolo Takato, tuo padre ci ha raccontato
che
avevi un Digimon!»…«…del
resto noi abbiamo
SEMPRE creduto a questa storia! Da quando ha iniziato a
circolare!»
La
signora Akiyama si fece spazio «Dimmi tu se una come me deve
ritrovarsi a sgomitare per fare ingresso in un luogo del genere!
Vaniglia! Ma chi hai visto?!» ma Takehiro giunse in quel
momento, destreggiandosi fra i clienti «Scusate!» e
ponendo le mani sulle spalle del figlio «Takato, vieni via di
qui.» ma non fecero in tempo a spostarsi, e quando la donna
lo
vide «Ahh!!» mano sul cuore
«A-Aaaaaaahhhhhhhhh!!!
Ahhhh! Ahhhh!!!» agitando il bastone in modo forsennato.
«Papà, ma che succede?!» chiese Nakao
agghiacciato, e Takehiro sibilò fra i denti
«Accidenti…questa non ci voleva!»
Una cliente
esclamò «Ma che cos’ha lei che grida
tanto,
è pazza?!» ma costei trasecolata «Ahhhh!
E-E
questo…c-che significa?! D-Da dove spunta?!!»
«Sta indicando me!» esclamò il ragazzino
vedendo
quell’elegante bastone puntare su di lui. Qualcuno
precisò
altezzosamente «E’ il figlio dei
padroni!»…«LO SO ANCH’IO CHE
E’ IL
FIGLIO DEI PADRONI, E’ AMICO DI MIO FIGLIO! Lo-Lo conosco da
quando era…!!...
…da-da quando era…!!...E-ESATTAMENTE
COSI’ COME
E’ ADESSOOOOOO!!» sovrapponendosi
all’abbaiare del
cane, e al mormorio della folla.
«Mi
permetta di spiegarle…» scandì Takehiro
con
espressione stizzita
«…SIGNORA…»…«CHE
COSA
C’E’ DA SPIEGARE IN MERITO?!»
sbottò la
donna, ma l’uomo serrò i pugni e si contenne
«Lei
evidentemente non ha notizie sul prosieguo del viaggio a
Digiworld…»
La signora Akiyama lo fissava attonita…
«…ma mio figlio…è tornato
prima: ciò
che vede è il frutto dell’incantesimo di un
Digimon! Lo ha
fatto tornare indietro di anni…» con eco dei
clienti «Per la gioia del nostro quartiere! Ahhh, abbiamo
ritrovato il
nostro bambino!» ma la bionda signora era di un altro avviso
«C-Cos…come sarebbe a dire…branco di
mentecatti,
cosa ci sarebbe di fortunato i-in un…iiin un ORRORE DEL
GENERE,
MA COME PUO’ ESSERE SUCCESSOOO?!!»
Nakao si spaventava sempre più, e Takehiro «Moderi
i
termini, signora! Le ho già spiegato come è
successo,
è stato l’incantesimo di un Digimon!» e
costei «L’incantesimo di un Digimon!...
…aaaaaaAAAHHH, MA QUI BISOGNA CORRERE AI RIPARI!»
Il panettiere replicò «…non
possiamo fare un
bel niente…(!!) Qui non siamo Digimon, siamo tutti comuni
esseri
umani!»…«COME SAREBBE COMUNI ESSERI
UMANI?!» gridò rabbiosa
«E…tenga fermo quel
bastone (!)»…«Ma quello che rimane fermo
è
lei, piuttosto si muova, è suo
figlio!!»…«Che…DIAVOLO dovrei
fare?»…«COOOSA, E LEI LO CHIEDE A
ME?!»
sbattendo il bastone a terra e destando il panico fra i clienti
«Le hanno ridotto il figlio a un soldo di cacio, che aspetta
a
darsi una mossa?!! Ha scritto al governo?! Ha scritto alle
autorità?!!»
L’uomo corrugava la sua espressione…e Nakao
«Papà!!» scappava a rintanarsi dietro di
lui, ma
la donna ordinò militaresca «VIENI QUI,
RAGAZZINO!! Vieni
subito qui! Devo osservarti…mi devo accertare che questa non
sia…altro…e..sss…SOLO CHE UNA BIECA E
ABERRANTE
MESSA IN SCENA allestita solo per asciugare le lacrimucce
di…!!...» orientando il bastone verso i clienti
«…quattro…v-vecchiette rimbambite
capaci solo a
rimpiangere il passato, anziché stare al passo coi
tempi!!!» Una delle interpellate venne avanti «Non
si
permetta: guardi che il signor Matsuki e suo figlio hanno tutto il
nostro affet…»…«MA MI STIA
ALLA LARGA! Fra
me e lei ce ne corre eccome, grazie a Dio, si guardi
com’è
ridotta e guardi anche quel ragazzino!...giusto che
c’è…» facendo il suo tono
insospettito, e
piegando gli occhiali da sole nella sua mano per avanzare
«…vieni qui! Fai il bravo, non ti
nascondere…» scandiva con l’espressione
di una
tigre, mentre Nakao tremava e «Whaaa!!» si
nascondeva
sempre più dietro al padre
«Com’è che suo
figlio è così vigliacco, signor
Matsuki?!»
insinuò la donna «Io ho il ricordo di un giovane
coraggioso! Per forza: era compagno di mio figlio! E per sua
informazione le missioni di Ryo sono spericolate: SEMPRE A UN PASSO
DALLA MORTE il mio bambino opera, ma per fortuna ha qualità
atletiche e cervello a sufficienza per cavarsela ogni volta, invece
questo bambino mi sembra alquanto deboluccio…
…senza
contare…che quei capelli proprio
no…!!!...»
Nakao dilatò lo sguardo, Takehiro
impallidì…
«Io…»
avanzava la donna «…me ne intendo di parrucchieri!
E io
affermo che non c’è in tutto il quartiere neanche
una
tinta in grado di dare quell’effetto: quelli…sono
capelli
naturali!!»
Padre e
figlio si guardarono. Ma le clienti intervennero in loro difesa
«Che c’è di strano? Il nostro Takato ha
semplicemente cambiato il colore dei capelli! Perché
è un
ragazzo giovane e…»…«Ceeerto,
vi
piacerebbe!!» tuonò la signora Akiyama incitata
dalla sua
cagnetta «Che tutto tornasse come un tempo e tutti felici e
appagati, e intanto io mi dovrei…CIBARE la storia che
QUELL’ORRENDO RAGAZZINO LI’ E’
L’AMICO DI MIO
FIGLIO REGREDITO…BUUUAH! Ahhh! Si renderebbe conto se
anche…p-per un abietto paradosso questa storia fosse vera?!
QUEST’UOMO NON HA ALZATO UN DITO, IO AVREI SMOSSO IL PIANETA
INTERO! Medici, ricercatori, QUALSIASI COOOSA, pur di…d-di
riavere il mio ragazzo: SE FOSSE VERO SAREMMO ESPOSTI AL PERICOLO!
A-Anche mio figlio, anche il mio Ryo si trova attualmente in quel mondo
ed il silenzio con le istituzioni potrebbe farmelo riavere
indietro…r-regredito
all’adolescenza!»…«Non
è lei quella
che va in giro a lamentarsi che suo figlio crescendo non è
più
affettuoso?»…«Co-Co-Co-Cosa? Chi ha
osato rivolgersi a me in questo modo…?» cercava
con il
bastone fra la gente, ma il vociare intensificò
«Andiamo,
non faccia la commedia, lo sanno tutti! “Il suo Ryo che non
sta
mai a casa”, e tutte le altre
storie!»…«COME
OSATE?!» piazzando decisa il bastone a terra
«Facevo bene
a non voler entrare, questo panificio è frequentato solo da
gente ristretta e bacata!!!» venendo avanti, e dichiarando
«E’ vero, lo ammetto, il mio bambino mi fa
disperare e a
volte rimpiango come poco altro al mondo i baci di quand’era
piccolo! Però, però…» mentre
la voce le si
rompeva in un pianto non però spoglio da orgoglio
«…non posso che andare fiera di quei bei muscoli
che ha
messo su, del…giovane prestante e con fior di cervello che
si
è fatto! Come farei se mi tornasse bambino
all’improvviso?! Non avete idea, sono reduce da un tour e ho
appena radunato una sacco di nuove pretendenti per il mio Ryo! Sono il
fior fiore delle ragazze del Giappone, dovete vedere che classe, che
raffinatezza! E CHE FAMIIIGLIE! Ah, smack! Quando penso che il mio
bambino un giorno si sposerà e sarà un padre di
famiglia…» guardando in alto con occhi
commossi…per poi assumere l’espressione di una
belva «…E INVECE VOI PREFERITE FARVI PRENDERE IN
GIRO DA
QUELL’IMPOSTORE E DAL SUO PICCOLO AIUTANTE,
ANZICHE’
RIMBOCCARVI LE MANICHE E CRESCERE I VOSTRI FIGLI…C-COME IL
MIO
RYO!» ma Takehiro avanzò con rabbia,
benché Nakao
lo trattenesse disperato «No,
papà!!...fermati!!»…«Ora
basta, lei mi ha
veramente stancato: esca fuori, SUBITO dal mio negozio, o altrimenti
chiamo la polizia e faccio scacciare a pedate lei e la
sua…ORRENDA BESTIACCIA…» La signora lo
fronteggiò senza paura «…e io faccio
arrestare lei
per insulto al mondo animale prima ancora che per questo
RAGGIRO…AVVELENATO al sapor di pane fresco: lei non mi
conosce,
e non sa di cosa la sottoscritta sia capace perché se un
minimo
si ha udito parlare di me si è ben certi che Hanako Akiyama
non
la ferma nessuno! Madre di un domatore leggendario!!...ha il suo stesso
sangue eroico nelle vene e ne è orgogliosa! Ma invece lei ha
preferito chiudersi in questo tugurio a rigirarsi fra le sue contorte
frustrazioni, per farne un limbo senza tempo, dove si fa il lavaggio
alla mente della gente!! E si distribuiscono…ecco,
guardi!» alludendo a Nakao «…bambole!
Travestite
da miti del passato per dare l’idea che gli anni non siano
mai
trascorsi! Ma sapete che vi dico?» rivolgendosi a quella
platea
di clienti, e sbattendo un'altra volta, con più convinzione,
il
bastone «IL PASSATO NON TORNA PIU’!...
…i nostri
ragazzi sono il nostro presente! Non fatevi ingannare dalle
cialtronerie che vi racconta
quest’uomo!»…«Ora
basta…!!...»
sibilò afferrandola per il braccio
«Oah?!!»
reagì lei oltraggiata «Non una parola di
più…!!...se ne
vada…»…«Lei…è-è
un
lurido criminale signor Takehiro, u-un…trafficante di
bambini!» puntando gli occhi all’atterrito Nakao
«Ma giuro che non finisce qui, lei NON SA CONTRO CHI SI
E’
MESSO CONTRO!» piantandogli il bastone sul piede
«Uuuuch!»…«PAPA’!»
…e volgendosi, per andar via con passo trionfale nello
spazio
riservatole dalla folla che si scostò «Mille
grazie per
la concessione, non preoccupatevi: me ne sto andando!! Ma attenti a
voi, perché ignorate quanto tutto questo vi andrà
a
costare!...
…di tutti
questi dolcetti gratis vi sarà presentato il conto tutto
d’un fiato! ANDIAMO VANIGLIA!...l’AGD Associazione
Genitori
è stata insultata!! Io COL CAVOLO che a questo gli dico del
consiglio di stasera, nooo, non saprà niente ma una volta in
sede io esporrò la questione! Metterò a tavolino
il caso,
altroché! E prenderemo dei provvedimenti, sì, dei
provvedimenti!...
…vieni tesoro: al circolo letterario ci stanno
aspettando!»
Le mani di
Nakao, pallide e gelide, stringevano quelle di suo padre che,
benché dolorante per il colpo ricevuto, si sforzava a
rassicurarlo «…non è
niente…sta calmo
figlio mio, non è successo niente!»
Il
ragazzino scuoteva il capo, e addirittura batteva i denti
«…q-q-quella signora mi fa tanta
paura…»…«Dammi retta:
è una
promessa!» stringendo la sua mano «Niente
potrà
dividerci, niente! Né quella donna…né
nessun
altro!» per poi rivolgersi ai clienti allargando le braccia
«Vi chiedo sinceramente di scusarmi!»
«Non si preoccupi, signor
Matsuki!»…«Noi la
crediamo, la conosciamo da anni!»…«Oh,
che
situazione scabrosa!»…«Povero Takato!
Così
piccolo, dover udire simili
parole…»…«Già,
è soltanto un
bambino…ma oggi non c’è più
rispetto…»
Lo sguardo
di Nakao si smarriva tra i dolcetti presso il bancone ma niente
riusciva a placare il tremore che pervadeva il suo corpo.
Takato faceva
ritorno presso la sala del trono, il suo volto era insicuro e assorto
ma d’un tratto ci fu un pensiero inspiegabile che gli
regalò di nuovo il sorriso, e una luce di speranza nello
sguardo. Si sedette così sul trono dissestato senza forse
neanche distinguerlo da una roccia qualsiasi…e sembrava
seguitare ad avvolgersi di quell’idea gradevole, e in grado
di
lenire le ferite. Da poco lontano giunse una vivace esclamazione
«Ehi! Non ci credereste: quanto odio quella brutta bestiaccia
pulciosa che mi ritrovo dentro casa!
E’…insopportabile,
non ho idea di chi l’abbia creata!»
«Oh?» il giovane con la bandana si destò
improvvisamente, e quando l’amico gli passò vicino
lui gli
chiese «A chi ti riferisci, Ryo?»
Ryo teneva le
mani sui fianchi, e cercava di ostentare un’aria scherzosa
«Chi? Vaniglia, naturalmente!» e Takato
realizzò
dopo poco «…ahhh! Certo, intendi dire la cagnetta
di tua
madre. Perché, dai? Uhmuhmuhm! E’ così
adorabile!»…«Io…te lo giuro
Takato, la
odio! La odio…quasi più di mia madre, il che
può
farti ben capire! Devi sapere che negli anni ho escogitato un milione
di modi per ucciderla!»…«…tua
madre?»…«Ma no, io mi riferisco a
quell’orrenda bestia che per lei è come se fosse
un'altra
figlia! Ahhh, e poi dice che io sono l’unico e il solo, come
no!»…«…ahah. Le mamme dicono
molte
cose…ma a volte non le dimostrano.»
confessò
Takato con pacatezza, e Ryo «Come mai te ne stavi
lì
solo? A cosa stavi pensando? Ah no fammi indovinare…Jeri!
Dì la verità amico ti piacerebbe che foste voi
due le
star di stasera, non è così? Pazienza, prima i
grandi!»…«…uhmuhm, no a dire
il
vero…io sono contento per
voi.»…«Però stavi pensando a
lei, confessa!
Quel sorrisetto felice può darlo solo il pensiero della
ragazza
amata: lo dico per esperienza
personale.»…«Sì…a
dire il vero stavo
facendo un pensiero…che mi piaceva, ma in realtà
lo
facevo per tenermi su perché…te lo confesso, in
realtà sono a
terra.»…«…perché?
Che cosa è
successo…?» si interessò il ragazzo
dagli occhi
segnati ma con ancora la forza per tenersi su
«…fra me e
Jeri ci sono alcuni problemi. Ma non c’è da
stupirsi, del
resto stiamo assieme da poco e se per tutti questi anni siamo rimasti
lontani…un motivo ci sarà. Tuttavia credimi, non
è
con questo che voglio perdere la speranza: problemi capitano a tutte le
coppie, e ora è il nostro turno. Io ho fiducia nel fatto che
si
risolveranno.»…«…e fai
bene…
…non devi
mai smettere di credere, l’ha detto lui, no? Cosa ti ha
detto…quando vi siete separati…?» disse
il ragazzo
con tono maturo, da fratello maggiore «Oh…?
Sì…» Takato abbassò gli
occhi con tenerezza «…mi ha detto che il mio
sorriso era
prezioso…»…«…ecco
bene allora tu
devi sempre ricordare le sue parole: Takato…era il tuo
Digimon.» disse Ryo ponendogli le mani sulle spalle
«…è stato il tuo primo amico digitale:
è
una cosa…importantissima…che non dovrai scordare
mai,
neanche quando sarai vecchio.»
Takato
fissò gli occhi azzurri dell’amico, e
sussurrò «…impossibile…
…almeno
nel mio caso.» Ryo si morse le labbra e passeggiò
per
dissimulare. Takato notò qualcosa e lo scrutò
assorto,
anche se lì per lì non disse nulla. Ryo
parlò
dandogli le spalle «Allora…toglimi una
curiosità:
qual era il pensiero felice che ti faceva sorridere?
Magari…in
questo modo…
…riuscirà ad aiutare anche
me…» disse
più piano, di modo da non essere sentito. Takato rispose
«…pensavo al mio fratellino. Immaginavo di essere
con
lui, e raccontargli dei miei problemi con Jeri di oggi, di modo da
invitarlo a essere paziente quando arriverà il suo turno. Mi
pensavo in camera mia…
…a
dirgli “lo so, con le ragazze va così e ci sono
passato
anch’io. L’amore non è una cosa facile,
però
va coltivata giorno per giorno, se è vero amore. Devi essere
sicuro dei tuoi sentimenti…e quando lo sei non temere questi
piccoli conflitti, si risolveranno. Te lo dico perché ho
provato…esattamente ciò che provi tu
ora.”»…«…che tono
gentile…ci
stai bene nella parte del fratello maggiore.» disse Ryo
celando
un suo velo di commozione. Takato si illuminò
«Dici
davvero?!...ahh, non sai quanto mi piacerebbe! Il pensiero di
essere…non so, magari un piccolo punto di riferimento per
lui
che percorre…quelle stesse tappe, non mi fa sentire di avere
dei
problemi. Anzi!...
…il fatto di attraversare queste cose…mi fa
sentire vivo.
Concreto! Io e Jeri riusciremo a comprenderci…e quando
sarà un giorno potrò parlarne
a…»…«Tu…non sai
come si chiama,
vero?»…«…no. Certo
è strano: hai un
fratello e ignori persino il suo vero
nome.»…«…uhm. Una delle
tante, infinite
cose strane in questa vita. E dire che dovremmo essere abituati a
tutto…noi che abbiamo viaggiato a Digiworld da
ragazzini.» smarrendo lo sguardo più in
là, oltre
lo svolazzare di un Digignomo…
«Spero
tanto che sia sano e salvo…questo pensiero mi mette i
brividi.»…«Ah, lo sarà di
certo! E’
tuo fratello e ha il tuo sangue.»…«Ahah,
è
vero, speriamo! Del resto…» balzando
giù dal trono «…sotto certi aspetti
devo ammetterlo che in un modo o
nell’altro ho fatto come l’erba cattiva, che non
muore
mai!» Ryo sorrise «…noi siamo tutti un
po’
così…
…comunque! Se per il momento non c’è un
nome
disponibile potresti sempre chiamarlo…mmm…vediamo
un
po’…? Vaniglia, per
esempio!»…«Pfff!
Ahahahah!»…«Non trovi che sia un nome
fantastico,
per un fratellino?»…«…meglio
sorellina!
Almeno guarda il lato positivo, non l’avrai al tuo
matrimonio!»…«Se girava da queste parti
la
scuoiavo prima: su questo puoi scommetterci, mai e poi mai sposarmi con
quella bestia immonda in circolazione! Il mio matrimonio
dev’essere…perfetto, l’evento
dell’anno!»…«Dai, non essere
cattivo, Ryo!
In fin dei conti…» Takato si avvicinò
con aria
vogliosa di scherzare «…non sarebbe male come
sorellina!
Certo, nel tuo caso…è carina
però…
…beh non è Cyberdramon!»
Quel nome
fu un sussulto e una coltellata al cuore per il domatore leggendario.
Takato precisava «Tu sei abituato ad altro…povera
Vaniglia: dimensioni minime in confronto al tuo imponente e storico
bestione! Va bene che quando regredisce a Monodramon…uhm,
potrebbero andare anche a passeggio assieme. A proposito!
Dov’è andato? Non lo vedo qui in
circolazione…»
Ryo
borbottò con se stesso
«…calma…»
dopodiché si volse con un sorriso rassicurante
«Niente
paura: l’ho mandato a comprare il vestito!»
L’espressione di Takato brillò di sorpresa
«Davvero?!...ahhh, non vedo l’ora di vederlo! Che
spasso,
Cyberdramon vestito da
cerimonia!»…«Dev’essere
impeccabile…» specificava…ma il sorriso
gli moriva
sul viso, nell’eco delle parole di Takato «Ci
mancherebbe,
il matrimonio del suo domatore! Ah, il mio con questi chiari di
luna…non so davvero se avverrà mai, e ti confesso
che non
avrei proprio idea di cosa far mettere a Cindermon! Già oggi
con
il vestito per l’incoronazione non ci familiarizzava molto
bene!
Del resto la capisco…io per primo con i vestiti da
cerimonia…ho un rapporto conflittuale…
…pfff!
Cyberdramon…lo penso…e non riesco a smettere di
ridere. E
dire che quando l’abbiamo conosciuto sembrava…una
creatura
allo stato brado, con te che lo domavi con una determinazione alquanto
superiore alla tua età! Kazu e Kenta…avevano gli
occhi
letteralmente fuori dalle orbite, mentre io…ah! Io me ne
stavo
tranquillo col mio Guilmon, devo ammettere che finché
c’è stato lui non mai invidiato altri domatori e
domatrici. Certo, vi ammiravo, ci mancherebbe! Eravate una coppia
splendida: e lo siete
tuttora!»…«Sì
sì, ma adesso lasciamolo in pace altrimenti…al
povero
dragone…gli fischiano le orecchie! E’ brutto
quando ti
fischiano le orecchie, sai?»…«Ah
sì?» fece Takato con il gesto ingenuo di
massaggiarsi
l’orecchio per vedere se gli fischiava lì per
lì «A te
succede?»…«Eheh, amico mio! Il
vecchio Ryo non è più quello che ammiravi: si
è
fatto vecchietto!»…«MA PIANTALA!
Ahahah!...guardati, tutto
palestrato!»…«Hai
ragione, devo rinnovare l’iscrizione ora che ci penso, sai?
Chissà se prende qui da Digiworld…meglio di no!
Potrebbero
rintracciarmi!»…«Sì, arriva
la
polizia qui e ti arresta!»…«Che vuoi?!
Io sono
molto ambito, ANCHE per la
polizia!»…«Ahahah!»
…ma
c’era Rika che lo scrutava dal fondo della sala. E Renamon,
come
alle origini, simile a uno spirito del folklore orientale apparve alle
sue spalle «Rika, stai osservando colui che
diventerà tuo
marito…?»…«…sì,
Renamon…e c’è qualcosa
che…»…«Devo dirti delle cose,
in
merito.» e la ragazza si volse di scatto, spalancando i suoi
occhi lilla «…tu sai…qualcosa che io
ignoro…?»…«Purtroppo
no.»
abbassò lo sguardo la volpe dorata
«Però ho dei
sospetti.»…«Parla, ti
prego!»…«E’ da ieri sera che
ho la
sensazione che non abbia detto la verità riguardo a quel
malessere.» Rika si portò lentamente la mano alle
labbra «…ma allora…è
vero…»…«…e adesso
in
particolare…non mi sembra naturale. Il suo modo di scherzare
con
Takato…non è il solito di sempre, mi sembra come
se
cercasse di nascondere una…profonda
preoccupazione.»…«…le tue
parole confermano
ad uno ad uno tutti i miei sospetti, ma allora è vero! Ryo
mi
sta nascondendo qualcosa! C’è un pensiero che non
lo
lascia in pace, e non vuole che io lo scopra! Basta: adesso vado
lì e lo costringo a parlare, e se lui si rifiuta pianto un
casino che…qui finisce di crollare il
palazzo!»…«No, aspetta!» la
Digimon la
trattenne per il braccio, quando lei si era già avviata.
«Rika, non fare niente di tutto questo: dammi retta, ti
prego.»
La ragazza
fissò la sua amica volpe, e questa affermò
«Se ora
tu andassi da lui, e lo affrontassi…litighereste.
Credimi…» piegando il capo
«…conosco
abbastanza gli uomini…posso affermare che la loro psicologia
è complessa. E quasi mai scontata: in questo momento Ryo si
irriterebbe…e forse si affaticherebbe più del
dovuto…se qualcuno lo costringesse a confessare
ciò che
ha scelto di tenere per sé. Se tu minacciassi di non volerti
sposare…la prenderebbe male. E
molto…»…«Ma…!...io…
…Renamon…ti prego, credimi! Io…
…non voglio sposarmi, se adesso non è il
momento!! Se ci
sono altri problemi…se altri stanno
soffrendo…io…non ci tengo a spuntare questo
capriccio!
Sono disposta ad aspettare ancora…fin quanto sarà
necessario…»…«…questo
lo so.»
rispose la Digimon come sempre molto consapevole, aggiungendo
«…ma in questo momento Ryo
desidera…forse ancor
più di te questo evento. Questo matrimonio. Il
fatto…di
potersi sentire legato a
te.»…«Ohh…»
Rika fu colpita dalle sue parole…e entrambe si soffermarono
a
osservare il ragazzo…
…il quale
descriveva «Sai penso che la landa…sarà
tutta
presa! Da un lato e dall’altro ci saranno Digimon! Hagurumon
e
Clockmon, nel frattempo…staranno disponendo i posti a
sedere. E
provando le luci certamente, in questi casi è
fondamentale!» Takato replicava «Un evento
meraviglioso:
non c’è che dire, Digiworld ha bisogno di una
festa simile
così come coloro che sono stati tristi, come Mitsuo e Riley.
Senza contare noi tutti…da parte mia posso confessare che
non
sto più nella pelle al pensiero di essere arrivato a questo
fantastico traguardo: tu e Rika…finalmente
sposati.»
“…e non immagini quanto adesso sia importante per
me!
Ancora più di sempre: ora che il cucciolo mi ha
abbandonato…questo matrimonio è l’unica
cosa che mi
resta. Non vorrei perderlo, per niente al mondo…ho quasi
paura…” «E-E insomma, ti
dicevo!»…«Vi porteranno dei
regali??»
chiedeva Takato con infantile ingenuità che gli faceva
ingrandire gli occhi, e Ryo «E no-e sì, beh, penso
di
sì!»
«…lo vedi, Rika…?» chiedeva
intanto
Renamon, e Rika si volgeva a scrutarla nei suoi occhi sottili. La volpe
dichiarò «Io ti chiedo scusa, per essermi
intromessa.
Forse tu ti chiederai perché dovresti dar retta ai consigli
di
una come me che altro non è che…una fallita
totale,
nell’amore: una che non è riuscita a rendere
felice suo
marito, né a farsi ricambiare…da colui che
amava.»
ma Rika le prese le zampe «…per una fallita come
me non
potrebbe esserci amica più ideale: ti prego, continua sempre
a
intrometterti!...ho bisogno di te. E hai ragione…al riguardo
di
Ryo, io avrei combinato un disastro…!» ma una pena
attraversava i suoi sussurri «…ti prego, spiegami
che
posso fare! Sono così preoccupata a causa di quelle
cose…che non so!» Renamon la fissò
qualche
istante, e poi rispose «…non chiedergli nulla, ma
stagli
vicino. Va da lui…allestite il matrimonio, sposatevi e
amatevi
come avete programmato e sognate. Ma tieni gli occhi
aperti…occhi ben aperti,
Rika…»…«Sì…»
fece la
ragazza, lasciando scivolare le mani da quelle di morbido pelo, che
arretrarono nel buio «Io intanto vedrò se riesco a
scoprire
qualcosa...»…«…grazie…»
fece
in ultimo la domatrice, soffiandole un grato bacio, per poi avviarsi
sui suoi tacchi risonanti, che si mescolavano al tintinnio dei lunghi
orecchini etnici…
«Ptsss,
Ryo scusa una cosa soltanto…!» accennò
Takato «Sì?!»…«Non
è
che…voglia mancare di rispetto
però…quel gel che
hai nei capelli…per caso te l’ha dato qualche
Digimon??»…«Eh?!!...s-sì,
perché?!»…«Ahh…non
è di
qualità.» espresse costernato il ragazzo
«Come
sarebbe “non è di
qualità”?!»…«Purtroppo
io ne ho
provati alcuni…si sente al tatto,
e…all’olfatto.»…«Dici
che ha cattivo
odore?!» ma Takato replicò serenamente
«Non
è cattivo odore ma è un odore chimico: i gel
attualmente
vantano di componenti per
attutirlo.»…«Accidenti,
speriamo non si senta troppo!»
“…dannazione, spero
alluda solo alla qualità come gel, non come
medicinale!!”
ma in quel momento giunse Rika intrecciando le mani e stendendo le
braccia per stirarsi «A-Ahhh…!...di cosa discutono
i
nostri uomini?» Takato stemperò
«Sciocchezze da
parrucchieri!»…«Tu sai che tra poco
sarai chiamato
a dar prova…vero?» gli puntò il dito
Rika con
scherzoso sguardo di sfida, al quale l’amico rispose
«Uhmuhm, io sono a
disposizione!»…«Bravo…»
per poi
volgere lo sguardo verso il futuro marito (canzone: Leona
Lewis - I will be) che la fissava negli occhi
“Rika…
…se potessi descriverti quanto ho bisogno di te,
ora!!” e
di fronte a lui trovò un sorriso
«Allora…?»
fece lei arrampicandosi sul trono distrutto…
…scambiandosi un fulmineo sguardo con Renamon, che quando
vide
avviarsi il dialogo balzò in alto, presso i soppalchi
spezzati.
«E’ tutto
pronto per questa sera? Occupiamo…indebitamente la landa
degli
orologi!»…«Sì sì,
allora…poco
fa mi ha spedito un messaggio Hagurumon: ha parlato dei
posti!»…«Mi pare che lì ci
sia spazio a
sufficienza…» osservò Rika partecipe, e
Ryo «In
abbondanza!»…«Cyberdramon come
l’ha presa?» chiese la ragazza e i loro sguardi si
incrociarono nella sospensione. Che fu spezzata dalle parole di Takato
«E’ andato a comprarsi il vestito!!»
Rika
seguitò a scrutarlo…e anche Renamon
dall’alto…
…ma poi
la giovane si sciolse in un’espressione scherzosa
«Ahhh,
vedremo il nostro dragone allestito a festa, a quanto pare!»
balzando giù dal trono e accostandosi a lui «Tutto
è sicuro,
quindi…!»…«Uhm? Beh, da
parte mia sì! E anche degli allestitori. E da parte
tua?!»…«Mmm, da parte mia è
sicuro se ti
comporterai bene! Perché non credere, ho accettato ma posso
sempre cambiare idea…!» incrociando le braccia, ma
il suo
atteggiamento sembrava volto a fargli sentire che era la solita di
sempre…e questo Renamon sembrò afferrarlo
«…brava, Rika.»
…e
anche Ryo, che si trovò senz’altro più
a suo agio e
sorrise “La mia…imbronciata e indisponente Regina
dei
Digimon!” «Tieniti sulla corda, perché
stavo dando
un’occhiata alle nuove specie di Digimon! E francamente
alcuni
non sono affatto male…» ma lui la
afferrò per il
braccio «Io sono di sicuro meglio di cento Digimon messi
assieme! Io sono il…sì sono…il Re dei
Digimon!»…«Mmm…! Solita
modestia!»…«Beh! Modestamente, se non
oggi!...
…se non oggi…»
“Ryo…che cos’hai, amore mio? Renamon ha
ragione…i tuoi occhi sono segnati…”
alzando sguardo
appenato verso la volpe nascosta tra i soppalchi, mentre Ryo chiedeva
«Senti ho visto che prima eri con…Riley, come sta
andando
a lei e il
marito?»…«Uhm?»…«Se
la
cavano, sono molto tristi? Ti sembra che…facciamo loro uno
sgarbo con la faccenda di stasera?»…«No,
credo
possiamo stare tranquilli: oggi Riley mi ha detto che ciò
che
facciamo è giusto.»…«Mi fa
piacere!...pufff…sembra che allora ce l’abbiamo
fatta,
abbiamo avvertito…chi dovevamo
avvertire.»…«Eh
già…»
sospirò Rika, quando lui le chiese «Qualcosa non
va?!»…«No è che…
…uhm, devi perdonarmi amore, è che per via di
quello che
hai detto mi sono ricordata che…mia madre ancora non lo sa.
Si
troverà la notizia del mio matrimonio...fra capo e collo!
Come
l’ennesimo scherzo!»…«Acc,
cavolo, questo
è vero! Mi sa che stavolta ti strapazza a dovere, gliela
combiniamo grossa!»…«Anzi…a
dire il vero
volevo parlartene.» espresse con sguardo fiducioso,
prendendogli
la mano e avviandosi con lui «Secondo te…che devo
fare?
E’ meglio che la metta davanti a fatto compiuto al nostro
ritorno…oppure dovrei chiedere al signor Yamaki di stabilire
un
contatto con la terra?» e quell’atteggiamento calmo
e
riflessivo che riusciva a mantenere lasciò lei stessa
stupita.
Ma era come se qualcosa le desse la forza, qualcosa che istintivamente
cercava tra i soppalchi in rovina, fra i quali saettavano balzi
fulminei, mentre Ryo replicava «Fatto compiuto! In questi
casi
è indubbiamente megl…
…no,
però!»…«Come?» fece
Rika sorpresa, e
Ryo si fermò «Senti, è meglio che
chiediamo a
Yamaki di stabilire un contatto: non facciamo dispiacere persone,
è il nostro giorno! Abbiamo faticato per fare tutto in pace
e…tua mamma…di sicuro ci terrà a
vederti sposata,
con l’abito bianco. E’ il suo
sogno.»…«Pensi che possa
vedermi?!»…«…noi ci
proveremo! In
fondo…ahah, Rika abbiamo superato prove ben peggiori che un
contatto dimensionale!»
La ragazza
era quasi a bocca aperta, e Ryo «…stasera tutti
devono
essere felici: grandi & piccini…»
Ma una
pena si insinuava nel cuore della domatrice, alla ricerca del senso
nascosto di quelle parole «Allestiremo un grande
evento…e
ringrazieremo tutti per averci aiutato ad arrivare fin qui. Io sono
emozionato…e-e spero che anche tu lo sia!...
…i
nostri Digimon…lo sono già, loro ci guarderanno
dagli
spalti. E saranno…fieri di noi!»
Renamon li
osservava tra le ragnatele, vegliando come un angelo custode
“Io
sono già fiera di voi! Rika…cosa ti aspetta
adesso,
bambina mia? La tua felicità è in
pericolo…ma io
la proteggerò finché avrò forza,
sempre!”
schizzando in una serie di balzi tra i drappi strappati.
Così si
allontanarono assieme «Uhmuhmuhmuhm! Sarei curiosa di sapere
quale specie di questi Digimon ti intriga di più. Hai visto
che
esemplari?»…«I Digimon
nuovi?...sì,
infatti, sono tipi curiosi. Si vede una mano un po’ diversa,
da
quelli che conoscevamo.» stretti l’uno
all’altra,
sembravano così spensierati. Takato li osservava, ed
esprimeva
il desiderio «…sì, un giorno saremo
come Ryo e
Rika. Saremo come loro, anche noi due Jeri! Anche noi
due…»
Il Re e la
Regina si scambiavano un bacio pieno d’amore…sotto
lo
sguardo vigile e amorevole di Renamon i cui occhi splendevano nel buio
del soffitto (fine-canzone)
Jeri fece
ritorno a passo rapido nella stanza diroccata, e una volta di fronte
allo specchio infranto sbatté violenta il
borsellino…
…per poi
alzare sguardo ardente, e passarsi rapida la mano nei capelli
«Ahhh, non capisco! Ma
perché…?!» iniziando
a camminare concitatamente «C’è qualcosa
che mi
sfugge in tutto questo! Perché?! Per quale motivo ha
rifiutato
di farlo?! I miei calcoli erano perfetti, non capisco dove possa aver
commesso un errore: tutti ragazzi desiderano avere la loro prima volta,
non è un segreto! E Takato…mi ama, lui non ha mai
amato
altri che me, fin dall’infanzia! Allora cosa mai
può
averlo spinto a rifiutare?! Ahh…che seccatura! Se si fosse
lasciato andare a quest’ora l’avremmo
già fatto, e
Rika, Suzie e le altre dovrebbero solo tacere, perché anche
noi
non saremmo diversi da loro! Eppure qualcosa è andato
storto,
non riesco a farmene una ragione!»…«Bau,
bau!...non arrenderti Jeri, non vorrai mica mollare in questo
modo!»…«Stai scherzando?! Non ho la
minima
intenzione di arrendermi, ho solo sbagliato strategia ma mi
basterà rivederla e il gioco sarà fatto:
è come
una tattica di battaglia, basta spostare i tasselli e una sonora
sconfitta si trasforma in una scintillante vittoria!»
piazzandosi di fronte allo specchio, ed accentuando
l’orgoglio
nella sua espressione «La vita è tutta una
tattica…»…«Bau, bau! Hai
proprio
ragione…»…«…e Jeri
Katou non si
arrende in questo modo, e alla fine non c’è cosa
su cui
abbia puntato che non riesca a ottenere!! Presto!...diamoci
da
fare, voglio parlare con Takato, non può finire
così:
voglio vederci chiaro in questa
faccenda!»…«Bau!...forte e determinata,
così voglio vederti! Non vi è nessuno che ti stia
al
passo!» ripeteva incessantemente il cane-marionetta applicato
al
suo braccio destro…
Una volta nel
corridoio, la sua avanzata era così decisa che la
portò a
scontrarsi inavvertitamente
«Ohhh!»…«Ahhh?!» con
Cindermon «Sei
tu…?»…«Perdonami, non ti
avevo
vista! Uff, finalmente sono vestita normale! Ho approfittato
dell’anfratto giù in fondo per cambiarmi e stavo
appunto
andando a…riportare questo vestito alle Floramon, sai?
Dovessero
incavolarsi dopo che hanno messo tanto impegno per
cucirlo!»…«Quindi…non hai
visto
Takato!» ipotizzò la ragazza, e Cindermon
«Takato?
Sì, ci ho parlato
prima!»…«Prima…a
quale momento ti
riferisci?!»…«Mah…non lo
so, prima, un po’ prima! Spero che adesso stia un
po’
meglio,
francamente.»…«Perché…?
Aveva forse qualcosa, stava male?!»…«Non
lo so,
veramente volevo accertarmi infatti stavo andando a cercarlo, il tempo
di riportare il vestito e…poi tu qui sai
com’è,
c’è un’atmosfera un po’
depressa, gente che
piange a destra, a sinistra!»…«Quindi
non ti ha
detto esattamente cosa aveva?! Cindermon…è
importante!» affermò Jeri afferrandole le spalle e
scuotendola appena «Mah, in realtà si è
iniziato a
parlare del più e del meno, poi lui mi posto alcune domande
che
neanche ti sto a ripetere e da lì mi sono accorta che aveva
un
problema!»…«E si è confidato
con
te?!!» esclamò Jeri volgendole le
spalle…
…Cindermon rimase un po’ spiazzata «Te
l’ho
detto…! Non è che mi abbia spiegato
granché…sai quei momenti in cui lui fa un
po’ il
misterioso? Ma certo che tu li sai, pfff! Che ti vengo a chiedere pure
io, proprio a te!»…«N-No,
no…»
accennò la ragazza in quello che assomigliava ad uno sforzo
per
calmarsi «…in fondo…era prevedibile che
lo
facesse…!»…«Cosa?»
piegò il
capo Cindermon chiedendo «…che si venisse a
confidare con
meee???»…«…t-tu sei la sua
Digimon…» ammetteva Jeri sfregandosi le mani
«…è…naturale che lui venga a
cercare il tuo
consiglio. Perché ora…tu…
…occupi
quel posto…che prima era di Guilmon! Guilmon…era
il suo
confidente preferito…» enunciava la ragazza con un
sorriso di rimpianto «…il suo…migliore
amico.»
Cindermon si
fece seria, ed ammise «…veramente…mi ha
detto
proprio questo, in effetti.» muovendo un passo avanti, e
prendendo fiato «Ascolta Jeri…io francamente
più
vado avanti più sento che desidero…c-colmare quel
vuoto
che Guilmon ha lasciato! E’ ormai diventato…un
traguardo,
un obiettivo personale!...sento che l’eredità di
quel
Digimon è immensa, uno a vederlo non lo avrebbe detto!!
Cos’è, dici, soltanto un draghetto un
po’ nano! E
invece…
…i contorni di quel Digimon sono IMMEEENSI...»
descrisse
spalancando le braccia «…hanno fatto la storia di
Digiworld! E di tutti voi. E di…
…Takato più di tutti. Storia che da un istante
all’altro si è spezzata…
…io sento che devo…i-in un certo qual modo
risistemarne i
frammenti, e mi chiedevo se magari tu, che mi hai detto che sei stata
sua amica, e cheee…l’hai conosciuto
bene!...» ma
poi qualcosa portò la Digimon a celare gli occhi sotto il
suo
ciuffo rosso «Ma che mi viene in mente. Naahhh, lascia
perdere:
senti fa come se non ti avessi detto niente!...
…tu
hai avuto abbastanza dolori, hai già perso il tuo Digimon e
dopo
di lui anche Guilmon, a cui volevi bene! Perché dovrei
mettermici io a farti rievocare argomenti tristi!» volgendole
le
spalle, ma a quel punto si girò anche Jeri «E
invece
sì! Io posso
farcela…»…«Ma vaaaaaa,
Jeri senti adesso
io-»…«Cindermon!» la
chiamò quasi imperiosamente, tanto da zittirla, e spingerla
a
volgere timidamente la coda dell’occhio…
Jeri affermava «…sono coraggiosa…e
ormai i ricordi dolorosi non
mi fanno più paura. Lasciami dire che il tuo
desiderio…mi
sembra perfettamente legittimo!»…«Cosa
significa,
mi aiuterai? Mi parlerai un po’ di Guilmon, mi
descriverai…come si comportava, così che io possa
fare
progressi nel mio ruolo?»…«Ma
certamente. Conta
pure…appieno su di me, sono a tua disposizione! E in questo
modo…
…anch’io potrò ricordarlo, non sai
quanto mi
manca.»…«Immagino…
…ti
ringrazio. Sai…? Tu sei diversa da come puoi apparire a
prima
occhiata. Sei una ragazza generosa, nessuno nei tuoi panni avrebbe
così facilmente accettato un tuffo in apnea nel
passato.»…«Bisogna imparare,
Cindermon…» la scrutava Jeri con occhi seri e
assorti «Domare il passato…è
fondamentale per proseguire
lungo il proprio cammino.»
“…sembra una ragazza molto forte: forse
è questo
che a Takato è piaciuto di lei. Sembra sicura di
sé,
determinata ad affrontare tutto che le si pone di fronte anche se
doloroso. Forse chissà…io ho da imparare da lei.
Ho fatto
male a giudicarla dura e instabile. Magari non è
cattiva…! Quello è solo il suo modo di esprimere
il suo
carattere: un po’ come me, che tutti mi hanno messa in croce
perché sono…tutta piena di pulsioni e un
po’
incontenibile!” «Tu intanto va pure da Takato, io
semmai
vi raggiungo dopo.» disse Jeri «Resti qui
sola?!»…«In certi
momenti…sento il bisogno
di isolarmi e riflettere. Cerca di
capire.»…«…ma certo, a volte
ci vuole
proprio, specie con il CASINO che c’è di sotto per
l’inizio dei lavori! Tres bien! A dopo,
Jeri!»…«Uhmuhmuhm!» Jeri la
saluto con la
mano, ed un gentile sorriso…
…che quando Cindermon fu sparita tra le rovine, assunse una
sfumatura di furbizia «Ma bene…! E così
la nuova
candidata cerca di eguagliare il maestro! Mentirei se dicessi che non
avevo intravisto, all’orizzonte, questa
eventualità.»…«Bau, bau! Tu
sei pronta a
ricevere anche questo, non è così
Jeri?»…«Ma certo, te l’ho
detto, mi sono
messa in testa di riportare l’ordine qua attorno e ti
assicuro
che lo farò! Cindermon…si renderà
conto che a
volte può risultare azzardato sviluppare ambizioni
quando…il tuo obiettivo è irraggiungibile, come
in questo
caso! Lei…uhm, crede di liquidare il ricordo di Guilmon in
pochi
giorni. Ma si illude se crede che io glielo lascerò fare!
Lui
era un mio amico, e nessuno può azzardarsi a far sfumare il
suo
mito!!»…«Fai bene, Jeri: difendi la
tradizione!»…«Io sono la guardiana del
passato…non permetterò che queste NUOVE LEVE o
come
diavolo si definiscano si prendano gioco senza remore dei nostri
ricordi! Uhm…» (canzone: Laura
Pausini - Every little thing you do)
accennando un sorriso, e avvicinando il cane-marionetta al suo volto
«Tu credi…che io sarei in grado di raccogliere
l’eredità di un
Digimon...LEGGENDARIO…?»…«Bau!
Ma tu ne hai
già uno, Jeri! E’ Beelzemon il tuo
Digimon…»
ma costei assunse tono indifferente «Beelzemon…lo
scaricherò a Takato. E’ suo amico…e non
potrà rifiutarsi di offrire il suo sostegno quando Takato
resterà…senza
Digimon!»…«Hai
intenzione di cacciare via
Cindermon?!»…«Cindermon
se ne andrà da sola quando si renderà conto che
non
sarà mai e poi mai all’altezza di
Guilmon!»…«Bau! Astuto! E quanto a
te?»…«Io…?...mi
prenderò
Cyberdramon!» descrisse con un sorriso compiaciuto
«Per
quella creatura nutro…il più cieco disprezzo, ma
almeno
devo riconoscere che sotto il profilo della battaglia non
c’è niente da dire! Non condivido i suoi ideali e
pensieri, ma sono certa…che con un Digimon come lui al suo
fianco non si ripeterebbe più l’aberrante errore
della
biodigievoluzione con Beelzemon! Una creatura mitica come lui, che
è riuscita a dar vita a Justimon al fianco di Ryo Akiyama di
sicuro mi fornirebbe un livello mega maestoso e potente!! Tutti
rimarrebbero abbagliati a guardarci…è di sicuro
quanto di
meglio possa spettarmi dopo aver dovuto rinunciare a Leomon. Ryo
dovrà rassegnarsi…del resto è anche
colpa sua se
ha disgustato il suo Digimon con le sue prestazioni delinquenziali di
questi anni! Significa che faremo a meno di lui, il suo contributo a
Digiworld è stato del resto più che ampio,
è
giusto che chi ha iniziato prima degli altri si scansi e faccia posto a
chi invece…per una pura ingiustizia…non ha mai
avuto
l’occasione per dimostrare le sue capacità. E la
sottoscritta è la prima a rientrare in questo
ambito…»…«Bau! Jeri, guarda
chi
arriva!»…«Ohhh…»
notò
compiaciuta la ragazza, quando vide qualcosa di grande e scuro volare
freneticamente tra le rovine «…guarda il caso,
parli del
drago…e spuntano le sue fiammanti ali!!»
Cyberdramon si
lanciò incontro a lei come un grosso bambino dalla propria
madre «Waaaaaahhh, Jeri, non hai idea di cosa si
successoooOOO!»…«Cyberdramon! Calmati,
cerca di
spiegarti!»…«Ahhh, non
c’è niente da
spiegare perché quello che è accaduto
è
l’inspiegabileeeEEE!»…«Che
cosa intendi
dire?!...ma stai sanguinando! Qui ti si è spezzato un
dente!»…«Vedi tu se non è
forse
inspiegabile un Digimon Tamer…
…CHE
SPEZZA DI NETTO LA ZANNA DEL SUO DIGIMON CON UN PUGNO!» Jeri
dilatò gli occhi «Cosa…? Ryo
è arrivato a
tanto?!» meditando fra sé “Accidenti,
non me
l’aspettavo!” «Uuuuurghhh!» il
grosso drago
riversò lacrime a terra «E’ tutto
finito,
l’ho mandato al diavolo per
sempre!»…«…avete litigato in
modo
irrecuperabile?» lo fissava lei cercando di carpire
particolari «Irrecuperabile! Parole sante…e tristi
al
contempo.»…«Datti una
calmata!»…«S-Sigh!
Ghghgh…!»…«Cyberdramon!!»…«Ma
non capisci, Jeri?! La nostra alleanza si è rotta!!...
…ho perso
il mio bambino, e non più soltanto il draghetto che ho
concepito, ma anche l’umano che ho affiancato, ho perso il
mio
domatoreee!!! La creatura…
…a cui ho
voluto più bene nella vita! Avevi ragione tu, lui non teneva
altrettanto ai miei figli, e ora si sposa per puro
egoismooOOO!»
in un ruggito di rabbia e tristezza. Jeri deglutiva, come se
improvvisamente si sentisse sopraffatta dalla mole della situazione
«Ma…può darsi che lui…
…ahhh,
insomma, voi non conoscete le maniere civili per parlare! Io ti avevo
solo suggerito di chiarirti con lui, non di prendervi a pugni,
dannazione!!» picchiando lei un pugno sulla roccia
«IO
NON C’ENTRO NIENTE, E’ STATO LUI A COLPIRMIII! IO
NON AVREI
MAI ALZATO UN DITO SU DI LUIII!»…«Adesso
non fare
l’innocentino! Pfff, li conosco quelli che parlano
così:
identico a mio padre! Quando la causa è persa siamo tutti
bravi,
ma quando abbiamo la vittima sottomano diventiamo spietati! Fino a poco
fa eri arrabbiatissimo con Ryo!»
«…e invece adesso…vorrei cancellare
tutto e
riavvolgere il nastro ma so che è
impossibile…»
mormorava nel suo cupo pianto. Jeri gli dava le spalle e scandiva
«…bravo…è
impossibile.» volgendosi «Il passato non si
può cambiare, ormai quel che è
stato è stato!...conta solo ciò che
sarà…»…«NON
SARA’ PIU’
NIENTE, COSA VUOI CHE SIA PIU’ ORMAI?! HO PERSO TUTTO!...
…IL
MIO DIGIMON TAMER! LA MOGLIE, E I FIGLI CON CUI AVEVO COSTRUITO IL MIO
PRESENTE, SONO UN DIGIMON…COMPLETAMENTE FALLITO, SAREBBE
MEGLIO
CHE UN AVVERSARIO MI AVESSE
ACQUISITO!»…«ORA
PIANTALA!! NON SAI QUELLO CHE DICI!!» gridò con
rabbia la
ragazza afferrandogli le possenti braccia «Non hai idea di
cosa
voglia dire essere sconfitti e acquisiti, stai dicendo un mucchio di
sciocchezze!!»…«Ghghghgh!!!...ghgh!
Sigh!
Sigh!»…«E smetti di
piangere!!» lasciandolo
andare bruscamente «…che cosa vuoi fare, aspettare
che le
lacrime trascinino i tuoi dati come detriti su un
fiume?!»…«TANTO
MEGLIO!»…«Smettila! Nella vita non
bisogna mai
piangersi addosso, capito? MAI!...ormai è finita,
l’hai
perduto, basta!!...quanto ancora vuoi macerarti?!...
…devi cambiare prospettiva, puntare a
qualcos’altro: va
sempre così…!!»
Il drago dalle
sue lacrime alzò debolmente il muso…qui la sua
voce aspra
suonò quasi sottile «…come fai a essere
sempre
così forte…?» ma la ragazza rispose con
occhi di
brace «…il dolore è come benzina,
quando impari a
sfruttarne il suo lato fortificante ti ritrovi imbattibile…
…!!...io
ho scoperto che uso fare del dolore, e lo insegnerò anche a
te!
Ma adesso alzati, non c’è spettacolo
più SPREGEVOLE
che un Digimon prostrato a terra, quando la vostra razza è
nata
per elevarsi e trionfare!!» e sembrava intenta a volerlo
sollevare con le sue forze «Aiutami ti prego, Jeri!!...sei
l’unica che può farlo, ora…non posso
vedere
più niente, non VOGLIO vedere più nessuno!! Non
voglio
andare a quel maledetto
matrimonio!!»…«D’accordo, ti
aiuterò:
TI AIUTERO’…! Ma tu cerca di
calmarti…»
«Ryyyyooo…perché mi hai
rinnegatooo…» gemeva il drago nero. Mentre Jeri
faceva
sforzo su tutti i suoi nervi per restare ritta e orgogliosa…(fine-canzone)
Si era calmato,
ma ancora singhiozzava quando Jeri lo condusse nella stanza con lo
specchio infranto «Coraggio,
vieni…andiamo!»…«Sigh!
Perché sei
così premurosa con me…?» gemeva il
Digimon, al che
lei gli volse di colpo le spalle «Lasciamo stare queste
domande.» ma lui insistette «E’
perché ti ho
aiutata, dieci anni fa, al fianco di Ryo…?» Jeri
non si
volse, e lui seguitò «E’ vero, io e il
mio domatore
abbiamo fronteggiato il D-Reaper con il chiodo fisso di trarti in
salvo, me lo ricordo ancora.»…«Lasciamo
andare
questi ricordi, fammi il favore: fanno solo
male!»…«Sigh!...perché dici
questo…?» ma la ragazza tagliava corto
«Adesso
abbiamo cose più importanti a cui pensare!
Cyberdramon…!» disse dirigendosi verso lo specchio
e
fissando la sua immagine riflessa «Ora hai bisogno di
spostare
l’attenzione da qualche altra parte! E’
fondamentale!» mentre «SfrnnnNNN!» si
soffiava il
naso il Digimon «Voi Digimon dovete realizzare
che…benché sembri strano non esiste soltanto il
vostro
domatore, il mondo è grande, dovete imparare a distrarvi
quando
le cose non filano come
dovrebbero!»…«Sembra
facile!...
…siamo
nati per crescere al fianco degli umani, e questi dieci anni di
distanza non hanno fatto che
confermarlo!»…«…sì,
però…!» scandì la giovane
con una punta di
riferimento «…in qualche modo ci siamo dovuti
arrangiare
a viverli! Tutti quanti, sia noi sulla terra che voi a Digiworld! In
fondo…l’esperimento non si può dire del
tutto
fallito…» ma il drago si sfogò
«Ahhh,
ricomincia!!...
…quella
sensazione insopportabile, di cui non ho mai parlato a nessuno! Con mia
moglie facevo il gradasso, e con i miei
figli…l’eroe
mitico, ma quando ero solo in camera…
…riversavo le mie lacrime sul cuscino, e ruggivo contro la
vita
che…mi aveva fatto evolvere dalla mia natura istintuale e
aggressiva legandomi ad un piccolo e coraggioso terrestre! E che
poi…SFRNNN!!! ME L’AVEVA STRAPPATO A TRADIMENTO,
LASCIANDOMI CON UN TRISTE DILEMMA e cioè: CHI devo essere,
adesso?!!...se ho fatto tanta fatica a diventare qualcuno quando poi
non serviva più, poiché lo avevo
perduto!!» Jeri
prese un sospiro «…ascolta…
…posso capire quello che
provi!»…«Sigh! Lo
dici per Leomon…?» ma la ragazza sfuggì
con lo
sguardo «Per Leomon…
…e
per molte altre cose, tu non puoi
sapere!»…«Ohhh?
Jeri!»
Di nuovo gli
volgeva le spalle «A volte una persona tiene segrete le cose
a
cui ha dovuto rinunciare…io…mi riconosco molto in
questo.»
Quelle parole
avevano incuriosito Cyberdramon, che mosse un passo verso di lei la
quale però disse «Ti prego, non avvicinarti di un
passo!»…«…così mi
spaventi, cara.
Prima…sei dolce e amorevole con me, ti preoccupi delle
incomprensioni con il mio domatore. Poi quando torno disperato mi
accogli a braccia aperte, e ora…non vuoi che mi avvicini e
ti
rivolga un gesto d’affetto. Io non vorrei interpretare male!
Alcuni al villaggio mi hanno detto che io…non capisco
un’acca di psicologia femminile, ma sinceramente io non la
penso
così. O meglio…se anche non sono portato per
lunghi
discorsi filosofici…reputo di avere tutte le carte in regola
per
far sentire una donna gratificata e apprezzata. Diciamo che ho mezzi
alternativi, ecco tutto! Però tu devi farmi vedere chiaro,
perché ora…ti dico quello che sembra! Dal modo in
cui
parli, e da come ti rifiuti di guardarmi potrei anche arrivare a
immaginare…
…che tu…
…t-ti sia presa una cotta per me, Jeri! E che sia troppo
timida
per dirmelo! Ho sbagliato?!»
La ragazza
si sfregò le mani, respirò profondamente
«Ebbene…» per poi volgersi di scatto
«…no, non hai
equivocato!»…«Eeeeh???!!!»
indietreggiò di scatto il dragone. E lei confessò
con
trasporto «Io…
…ti
amo…Cyberdramon!»…«…cosa…?...piccola
Jeri ma parli sul
serio…?»…«Ti sembra forse
che io non sia
seria?!...»…«…beh…
…a giudicare dal tuo sguardo…
…sembrerebbe proprio che stessi dicendo la
verità…»…«E
infatti è la
verità, oh io…! Ti assicuro, non so come sia
potuto
accadere e adesso…rimprovero me stessa, per essermelo
lasciato
sfuggire!»…«Oh beh ma…!
Riguardo al come
sia accaduto, è semplice: guarda
qui!»…«Oh?» Il drago sfoggiava
i suoi
muscoli «Mi avevano detto che avrebbe sortito i suoi effetti:
tutta palestra! Mi sono fatti consigliare i training più
tonificanti per restare in forma nonostante non sia ecco proprio un
adolescente. Diciamo che sono in giro da un po’
però…non mi sembra affatto strano che tu possa
essere
rimasta colpita da questo, ciò che non capisco
è…Jeri, tu sei fidanzata con Takato o
sbaglio?!»
ma lei sospirò agitata «Ahhh, le cose non sono
semplici
come sembrano!» per poi fissarlo e confessare
«Takato…mi tiene in pugno, lui è
ossessionato dal
mio pensiero! Non si è mai rassegnato a non
avermi…
…da quando eravamo bambini. Fino a che la cosa non
è
diventata
incontrollabile…»…«…cooosa…?
Tu Jeri mi stai prendendo in giro…» fu il mormorio
del
drago «Pensi che avrei voglia di scherzare su cose simili,
forse?!...
…io non so più cosa fare, alla fine sono stata
costretta
a cedere perché lui…mi perseguitava: lettere,
telefonate!
E ha fatto in modo che tutti i ragazzi che si avvicinavano a
me…poi scappassero, poiché li disgustava con
infamie sul
mio conto! E li minacciava…
…alcuni è arrivato a picchiarli, credimi so che
non si
direbbe guardandolo così! Ma ti assicuro che è
vero…»…«…!!...E LO
DICI CON QUESTA
TRANQUILLITA’?!...
…quello è soltanto un
mascalzone…!!...»
sibilò attonito «Non sono tranquilla!
Semplicemente…ci ho fatto il callo, così come al
resto!
Così come al fatto…
…che purtroppo l’unico che era riuscito a
conquistare i
miei sentimenti…era lontano, e irraggiungibile! Ormai
perduto!»…«Ti riferisci a
me?!»…«Ah, sì!! Io ti
amo…
…fin da quando ero bambina, fin dalla prima volta che ti ho
visto sono rimasta senza fiato!» volgendosi verso quel drago
nero che sembrava star vivendo il più grande sbalordimento
della
sua avventurosa vita «Hai idea di cosa può
significare
per una piccola terrestre incrociare la maestosità di un
Digimon
leggendario…?»…«Jeri…»…«Io…ho
provato questo…quando sei apparso di fronte ai miei occhi!
Avrei
voluto dirtelo!! Ma…come puoi facilmente intuire temevo di
essere respinta. E poi avevo paura di Takato, lui era sempre attorno a
me, i suoi occhi mi spiavano come quelli di una belva! Lui mi tratta
come una sua proprietà…
…è stato la gabbia…di tutta la mia
crescita…»
Cyberdramon avanzò, schiacciando ciottoli con le sue
possenti
zampe artigliate «Ma bambina mia!...io sono un Digimon!!...
…cosa
può, un…misero essere umano come lui contro di
me?! Mi
basterebbe…
…sferrare
al tuo carceriere uno dei miei pugni carichi di energia
e…»…«No!! No ti prego, non
pronunciare
un'altra parola!»…«Ma come?! Tu mi dici
di stare
zitto quando lui ti ha reso questi anni un inferno?!
Jeri…» il drago tradì un lampo di
sospetto «…tu sei sicura di non essere innamorata
di lui…?
Mi stai dicendo tutta la
verità?!»…«Ahhh!
Ma…come posso fare per provartelo?! Mi
sono…denudata di
fronte a te dei miei segreti più intimi! Ti ho detto che sei
stato il solo, l’unico che ho
amato!»…«Ti
dico io come puoi fare per
provarmelo.»…«Uhm?!»…«Devi
portarmi…una sua
foto.»…«Cosa?!»
Cyberdramon aveva incrociato le braccia «So che
Takato…è stato molto grasso per un periodo. Se
non
possiedi delle foto di lui sovrappeso allora devi procurartele, in
questo modo capirò che non sei realmente innamorata di lui:
nessuna donna innamorata sarebbe infatti capace di infliggere il
peggior flagello per un uomo, e
cioè…l’umiliazione…»
(canzone: Laura
Pausini - Mi dispiace (strumentale)
) «Ahh!»…«Se mi consegnerai
una sua foto e
rideremo assieme del suo aspetto riporrò piena fiducia nelle
tue
parole, è una promessa.»
Jeri lo fissava sconcertata “…come pensavo,
è
soltanto un mascalzone: un meschino!!” ma l’attimo
dopo
Cyberdramon gemette «Ahhh, perdonami Jeri! Ma lo vedi? Sono
costretto ad agire in questo modo, abbi pietà di
me!!» al
che lei si portò la mano al capo
«P-Perché mi
chiedi una prova, non ti basta il dolore che leggi nei miei
occhi?!»…«…probabilmente
sì, tesoro
mio, ma mettiti nei miei panni: tutti mi hanno tradito! Quando Gelsomon
mi ha voltato le spalle…io ho cessato di credere
nell’amore e nella fedeltà, e oggi…Ryo
me ne ha
dato la conferma!...
…sono in un campo minaccioso come mai ne ho conosciuti, i
nemici
spuntano da ogni angolo e io devo avere cento occhi se non voglio
soccombere! La mia è solo una precauzione: cerca di
comprendere
questo…povero Digimon! A-Anch’io ho bisogno di un
pizzico
d’amore!...
…che cosa credi…? Che solo perché
ruggivo e
graffiavo non sono anch’io come tutti gli altri…?
Sono
grande ormai, ho lottato tanto e il mio posto sarebbe di fronte al
camino con una famiglia! E invece guarda come sono ridotto?
Solo!...come non lo sono mai stato, tutti gli affetti mi hanno
abbandonato. Ora tu mi dici…che per te sono
l’unico…
…che mi
hai amato fino da quei periodi che ricordiamo entrambi…
…forse tu
non puoi arrivare a crederlo, ma queste parole…non passano
indifferenti sul cuore di un vecchio Digimon.
L’affetto…il
ricordo di una terrestre come te che lo guarda come si ammira una
creatura eroica…sono solchi profondi, come quelli che
lasciano i
miei artigli sulla roccia più dura. Io non voglio dubitare
di
te, anzi credimi...ti sono
grato...»...«...p-però
non mi credi sulla parola! Pensi che io sia solo una
bugiarda!»…«Una foto, Jeri! Ti ho
chiesto solo una
foto…di un ragazzo grasso, non sarà poi
così
tanto, no?...cosa ti costa procurartela e farci…quattro
risate?» chiedeva mentre si specchiavano negli spicchi di
vetro «In fondo altri uomini alzerebbero molto più
il prezzo:
avrei potuto domandarti…la prova del tuo amore…e
non
credere che non ne sia attratto…» allungando la
sua zampa
tremante verso i capelli di lei che trattenne il fiato, e si mantenne
rigida…
…lui
scorreva le sue unghie in quella che sembrava una carezza tenera
«…ma non potrei azzardare una richiesta simile
proprio
con te che eri la nostra bambina da salvare: mi sentirei un degenerato!
Quando adesso…che si avvicina una notte in cui Digiworld si
accenderà delle luci di un matrimonio da
annali…il
matrimonio…del mio ex-domatore, quel matrimonio a cui io non
posso andare perché lui mi ha ripudiato…
…adesso
che la notte si avvicina io mi sento…fragile, più
che
mai! E bisognoso…anch’io di qualcosa di tenero,
che sia
dolce come le parole che mi hai appena rivolto…
…che non
avrei mai creduto di potere udire…da una
terrestre…
…bella…come te, Jeri…cara…
…cara…» Jeri deglutiva…e
cercava di farsi
forza guardandosi nello specchio, in cui vide quegli artigli
appoggiarsi sulle sue spalle
«Oh!»…«Se tu
mi procurerai quella foto io ti prometto che…ti
darò
tutto l’amore che ti ho fatto mancare in questi anni! Hai la
mia
parola, perché ora…necessito quanto mai di
qualcuno come
te: sto veramente male…
…veramente…male.» ammise con matura
umanità.
“Oh no,
accidenti, questa non ci voleva!” si riempiva di pena lo
sguardo
di Jeri “Non calcolavo che me l’avrebbe chiesta,
prevedevo
che avrebbe ceduto all’istante, non appena mi fossi
dichiarata!
Che devo fare…? Takato, amore mio, io…non voglio
farti
una cosa simile!!” «Riflettici,
Jeri…uhm? Io
sarò qui ad aspettarti. Mi
nasconderò…tra le rocce
in rovina, come qualcuno ormai inutile e abbandonato.
Come…un
vecchio ricordo.» allontanandosi a passo lento.
“Che
qualcuno mi suggerisca la strada da seguire, vi prego!!
Leomon…
…che devo fare, amico mio…?” mentre il
cane-marionetta si alzava lento, col suo sguardo
implacabile…giungeva al suo orecchio…
…e sibilava «…portagli la foto che
chieeede…»…«Oh!»…«Bau!...tu
avere tutto, Jeri, devi entrare in possesso del Digimon che ti
spetta!»…«Ma io…!»
abbassando il
tono di voce, e facendo improvvisamente spiazzato lo sguardo
«Non prevedevo che lui e Ryo si sarebbero addirittura
picchiati!
Io non sono…così malvagia, desidero
soltanto…essere una domatrice rispettata, così
che non
debba più sentire quella terribile sensazione di abbandono,
e
inutilità! Così che possa sentirmi più
sicura…
…protetta…con un Digimon come lui al mio
fianco…
…che mi stringe, con le sue braccia possenti, come un
padre…» chiudendo gli occhi e abbandonandosi al
lieto
pensiero «…protetta…dalle insidie della
vita…!»…«Bau!...mordilo nel
suo punto
debole, lui adesso si sente solo come te! Mordi per prima, e sarai
forte e potente. Tu devi essere fiera e determinata, l’hai
promesso!»…«Io…»…«BAU!!»…«Ahhh!»…«Tu,
quando il D-Reaper è scomparso, e i Digimon sono volati via,
hai
promesso e giurato che mai e poi mai ti saresti sentita così
debole, e mortificata! Hai giurato…che non saresti mai
più stata la “bambina da
salvare”…» al
che i suoi occhi si velarono di nuova determinazione
«…è vero…io ho promesso che
sarei stata
forte, e da quel momento nessuno all’infuori di me avrebbe
messo
mano al mio destino. Però!» acquistando
un’altra
volta fragilità e pena «…io in
realtà
vorrei solo…una vita dolce, e serena…
…con
tanti amici, come ho sempre sognato! Una
vita…accanto…
…al
ragazzo che amo! Takato…!!...a fare il pane, col grembiule
bianco, accanto a lui! Io…non sono una ragazza ambiziosa,
è solo che la vita mi ha costretta a lottare anche per i
più semplici
desideri!!»…«Bau! Soltanto
perché eri debole il D-Reaper si è approfittato
di te,
gli esseri umani che non lottano finiscono per essere sempre schiavi
della paura, come te
allora!»…«S-Sì,
io…
…non avevo…più un Digimon a
difendermi, per questo
avevo paura!» versando lacrime…e immaginando che
cadessero sul fantasma di quel Digivice dorato, dallo schermo appannato
«…io…
…non…ho…un…Digimon…»
ripeteva
meccanicamente, mentre il cane-marionetta la braccava con le sue fauci
«Bau! Non ti serve un Digimon, tu hai già la tua
determinazione! Quello che vuoi, puoi Jeri! Devi solo affilare le
unghie, e non lasciarti commuovere da nessuno!»
Restava
così, sospesa sulle sue lacrime, proiettate in mille spicchi
di
vetro…
«Ahahahahah!» Beelzemon sembrava svagarsi con i
distinti
Kalamimon, seduti al tavolo allestito in cielo aperto, presso
l’accampamento di nuvole «Come vi
dicevo…Akemi ha
molte qualità, la mia bambina non è soltanto
intelligente, coraggiosa! Ma è anche…bella!
Incredibilmente bella, anche quando è vestita da
suor-ops!...non
so se posso permettermi un commento del genere…
…non ho
ancora imparato a rapportarmi a questa
situazione.»…«E così tu hai
avuto un
domatore.» commentava il Kalamimon appoggiando la posata, e
rivolgendosi al compagno «Sarebbe quello che auspicheremmo
anche
noi per la nostra specie. Purtroppo però i rapporti con la
terra, come tutto il resto, appaiono talmente precari.»
Beelzemon si
pulì la bocca col tovagliolo e rivolse lo sguardo al globo
«…già, lo
so…»…«Come
ti dicevo ci preoccupano i nostri
ragazzi.»…«I
Digimon di livello inferiore al vostro non ascoltano forse i vostri
consigli…?» si interessò il guerriero
alato, e i
millepiedi risposero «Sono influenzati dai tumulti in cui
crescono: ci rincuora il pensiero di domatori terrestri al loro fianco,
ma…a volte temiamo che con questi presupposti,
rimarrà
una chimera.»…«Tu sei stato fortunato,
Beelzemon:
almeno da quello che ci dici hai avuto…ben due domatori
terrestri! Benché ci sembri di capire che le cose non sono
state
sempre facili…»
“…a
dire il vero…c’è anche una terza
persona. Una
domatrice che mi ha dato il presente…ma lei non mi vuole, e
non
so più neanche se possa considerarla tale.”
«Credici, amico: avere un domatore o non
averlo…cambia
tutto.»…«Oh?» Beelzemon si
stupì, e
i millepiedi da guerra dissero «Anche se a volte possono
esserci
problemi…è meglio lottare per risolverli,
piuttosto che
trovarsi di fronte porte chiuse, e dover crescere da soli. Noi siamo
convinti che l’accordo, e l’incontro siano il seme
da cui
può germogliare la pace. E’ proprio questa annosa
lontananza dalla terra…che ha fatto tanto male a Digiworld.
Non
perderti d’animo se ancora esiste un Digivice, anche se
graffiato
e rotto. Significa che la tua vita è ancora illuminata dalla
luce di
un’opportunità.»…«Ah…?
Magari aveste ragione…mi piacerebbe tanto credervi!
Sarebbe…così bello…»
esprimeva Beelzemon
fissando assorto il cielo, sperando che da esso discendesse un
po’ di speranza (fine-canzone)
«No, no e
NO!!» tuonava un terrestre dietro la cassa di un negozio
«Non gridi…la prego…» gemeva
un ragazzo
facendo strette ancor più le sue spalle «Grido
perché sembri non sentire! Devo forse dirtelo in
turco?!»…«No, perché? Il
Giapponese lo
conosco benissimo, è la lingua che sento da quando sono
bioemers-uhm?!» mani davanti alla bocca. L’uomo
sbottò «Allora stappati quelle orecchie: NON CI
SERVI IN
QUESTO NEGOZIO, ABBIAMO GIA’ TERMINATO LE
ASSUNZIONI!»…«Ma la prego! Io le
ripeto…che
sono molto bravo, potrei senz’altro esserle utile!
Perché
non mi mette alla prova: se vuole…ho una caratteristica
speciale! Quando fa freddo, io posso accendere una fiammata magica
così almeno non siete costretti a pagare il riscaldamento:
oh,
so che costa tanto! Pensi che al villaggio dove ho vissuto in questi
dieci
anni…»…«Mmm??!»
quell’uomo alzava minacciosamente il sopracciglio, quando
giunse
una signora «Ah, ecco, ci risiamo! Abbiamo trovato tracce di
petardi e altri incendiari, questi giovani non vogliono proprio
capirlo, dopo che ci siamo prosciugati per ristrutturare il negozio
completamente bruciato!» al che gli sguardi presero ovvie
direzioni…
Guilmon
sussultò «Uhm! Accidenti, questa non ci voleva!
V-Vi
giuro che non c’entro niente! Quello che dicevo
io…è una cosa diversa, mi creda in parola signore
io
n--»…«Perché questa scusa non
richiesta…?» si alzò lentamente il
robusto uomo,
ed il gracile ragazzo indietreggiava «Chi è questo
ragazzo?» chiedeva la signora appena entrata
«Voleva un
posto di lavoro, DICEVA
LUI…»…«Era vero che
cercavo un posto! La prego mi dia ascolto, io…ho bisogno di
lavorare!» scivolando in ginocchio «Non ho
centesimo e
finora tutti si sono rifiutati di
assumermi!»…«VORREI BEN DIRE!! Quanti
negozi hai
bruciato finora?!»…«COOOSA, E’
UNO DI
LORO?!»…«Vi giuro di nooo! Signore!
S-Signora…!»…«FUORI DI
QUI!»
sbottò l’uomo «La prego, ho paura delle
persone che
gridano!» ma la signora strillò più
forte «CI HAI ROVINATI, ADESSO CHIAMIAMO LA
POLIZIA!»…«Ma io vi giuro che non ho
fatto
nienteee, perché deve finire sempre
cosììì?!!» fuggendo via
sconsolato…mentre il padrone del negozio commentava
«…faccia da galera…come tutti i ragazzi
di
oggi!»
«Uff,
aufh!» il ragazzo si ritrovò a riprendere fiato,
appoggiato a una recinzione stradale. Particolare fu lo sguardo che
rivolse a quelle strade e marciapiedi: guardandosi attorno era come se
un mondo ben conosciuto fino a qualche minuto prima, mutasse
improvvisamente in un intricato labirinto ignoto…
…una
goccia rossa lentamente si adagiava su quei baffetti appena accennati
«Ihmf! Il naso non smette di sanguinare là dove mi
hanno
colpito. Ma che succede, insomma…?» guardandosi
attorno
come se volesse una risposta da qualche passante, ma nessuno gli
rispondeva «Questa non è la terra dove sono nato e
ho
combattuto! Quello era un mondo…così felice e
ridente,
tutti erano contenti di conoscerti! Invece…oggi sono tutti
così…diffident-»…«E
SCANSATI! Si
vede che l’educazione non ve l’hanno
insegnata…» qualcuno lo strattonò
dall’uscita della metro «Mi scusi, ma è
stato lei a
spingermiii!...
…è
incredibile, ce l’hanno tutti con noi giovani! Quasi penso
che se
fossi andato in giro con il mio muso sarebbe stato meglio!»
(«Guarda com’è vestito…sembra
uno
straccione…»…«Mani coperte,
all’uscita della metro…di sicuro sarà
un
drogato.») «Io non s----!!!...
…se ne
sono già andati. Possibile che mi giudichino soltanto
perché ho…un Digignomo sulla maglietta?
Cavoli…» infilando le mani in tasca. Per poi
grattarsi i
baffi e intascarle di nuovo «Non so proprio dove andare e che
fare. Mi sento così solo. E dire che ero così
felice,
pensavo di ripristinare la mia antica amicizia con gli esseri umani.
Eppure qui...
…quando
dici una cosa tutti la prendono per storto. Vuoi fare un favore,
offrire un giocattolo a un bambino…e ti trattano come se
fossi
un Digimon malvagio e bioemerso per fargli del male! Ci
dev’essere un errore! In questo mondo…non possono
essere
mai esistiti i Digimon! Eh no perché
noi…»
accennando un malinconico sorriso «…siamo tutti
diversi,
tante specie, tante qualità! Per questo ognuno di noi
è
destinato a un domatore diverso! Eppure guarda qui…
…nessuno di costoro si vede andare in giro con il proprio
Digimon…tutti hanno facce…così scure,
e serie.
Guardano continuamente l’orologio, quando ti fermi dopo
cinque
secondi ti danno uno spintone! In strada…auch!»
tappandosi l’orecchio
«…c’è un rumore
infernale, non si riescono neanche a sentire le voci dei bambini. Visto
così…il nostro mondo sembra un luogo di pace.
Confesso
che quasi vorrei
tornare…però…» guardando
quel cielo azzurro in fondo bello, mentre gli occhi gli si velavano di
commozione (canzone: Claudio
Baglioni - In un'altra vita) «…mi
dispiacerebbe per la Regina dei Digignomi, ha fatto
tanto per trasformarmi. E poi a Digiworld mi sono fatto una fama troppo
brutta con la storia del Supremo, è meglio che non mi faccia
vedere in giro. Ma ormai…
…non ho
più un’identità che sia
mia…un volto che sia
il mio vero…
…sono
come un disegno…su cui è passata la gomma, e con
rabbia
mi ha cancellato tutto. Ridotto così non sono
nessuno!»
prendendosi i pizzi della maglietta «…non ho
qualcuno da
aiutare, non ho un amico da difendere…non
c’è alcun
essere umano…che abbia bisogno di me.» rialzando
timidamente il suo viso triste…
…e
osservando la folla piuttosto tumultuosa delle strade di Tokyo
«…eppure sembrano così stanchi!
Sembrano
arrabbiati e stressati! Avrebbero pur bisogno di un amico che
confortasse i loro cuori, se io sono solo non sono il solo ad
esserlo!!...
…ognuno cammina per la sua strada, trascinando con
sé i
suoi problemi! Non c’è nessuno che sia girato
verso
l’altro a confidargli i suoi pensieri, come facevamo io e
Takato,
che a momenti non guardavamo nemmeno il semaforo! Per
me…» piegando le spalle «…in
fondo questi
esseri umani sono anche un po’ sciocchi! Non capiscono che in
questo modo nessuno può farcela…se fossimo stati
da soli
i nostri nemici ci avrebbero steso. E di noi non sarebbe rimasta
traccia alcuna…benché ignori il perché
della
nostra persistenza in questa epoca, sinceramente.»
appoggiando
la schiena alla recinzione…e contemplando lo scenario con
quella
goccia che scendeva dal suo naso, rossa come il suo antico colore
«Mi piacerebbe essere una action figure…in un
negozio che
vende giocattoli d’epoca, per poter contemplare il mondo da
dietro una vetrina, al fianco della statuetta di Takato. E magari anche
di Cindermon, tutti e tre sarebbe forte!» accennando un lieve
sorriso «…magari…protetti dal tempo,
nell’unico luogo in cui nessuno contesterebbe la nostra
presenza…sarebbe più facile soffermarsi a capire
quali
sono i problemi di ciascuno di questi singoli passanti. Certo, poi ci
sarebbe il problema di come suggerir loro una soluzione! Come si sa,
una statuetta non parla…
…una
creatura viva invece sì, ma nessuno la
ascolta…»
riprendendo a camminare col suo passo malinconico seppur agile e un
po’ saltellante, verso dove chissà
«…in un
momento così rimpiango di aver ceduto la mia fogliolina:
sento
che se l’avessi con me…mi aiuterebbe a trovare la
strada!
Eppure quel ragazzo stava tanto male, io…dovevo dargliela.
Spero
almeno che lui se la sia cavata…e adesso stia un
po’
meglio.» fermandosi, e sospirando (ancora qualcuno gli
rifilava
qualche spintone…)
«Certo,
ora che mi trovo nel mezzo di questa mischia, ora che sono stato
buttato una seconda volta in questo mondo che…senza
spiegarci il
perché è così assurdamente cambiato,
non posso
fare a meno di pensare a te. E quasi per la prima volta…
…sono sollevato al pensiero che mi guardi da una di quelle
nuvole. Bambino mio: questo mondo…non è per te,
che eri
così gentile! E che appena sono apparso mi hai accolto con
affetto! Oh?!»
In strada
c’era una madre con dei bambini «Adesso mi avete
proprio
stufato, sempre a fare capricci!! Se continuate così ve le
suono
di santa ragione!!» I bambini si agitavano e piangevano
«Ora basta, l’avete voluto voi!!» la
madre
sollevò la mano. Ma Guilmon «No, aspetti, si
fermi!!»…«Ahhh!» avventandosi
su di lei «CHI SEI TU?! Un maniaco, mi vuoi
aggredire?!»…«E lei cosa stava facendo
ai suoi
figli?! EH?! Voleva picchiarli, e poi che
cosa?!»…«Non sono fatti tuoi!! Aiuto!!
Che
qualcuno mi salvi, c’è un
borseggiatoreee!» ma lui
prevaricò con rabbia «Ma la pianti, lo sa che lei
è anche un po’
stupida?!»…«C-C-Cosa
hai detto…?»
Ma lui si
piegò sui bambini: il più piccolo fu attratto
dalla sua
goccia di sangue, che lo fece ridere e voleva toccarla, ma la madre lo
tirò via «NON TI AZZARDARE! Potrebbe avere una
brutta
malattia!» Guilmon però ricambiò il
sorriso «Uhmuhmuhm!...» per poi scivolare in
un’espressione
amara, che accompagnò le metalliche parole
«Poveri…bambini!» prima di congedarsi
con la
spiccia esortazione «Abbia cura dei suoi figli!»
che
lasciò trasparire la sua attitudine da rapper «Ci
mancherebbe, non me lo devi insegnare tu!! Forza bambini, torniamo a
casa!»
Guilmon
mormorò fra sé “Sono un Digimon!...e mi
posso
permettere questo ed altro una volta che torno e trovo la terra in
questo stato!!” svanendo tra la folla con le mani nelle
tasche…
…quando
in quella folla, dal braccio di qualcuno spuntava un
cane-marionetta…uguale per filo e per segno a quello di
Jeri. E
inaspettatamente, aprendo le fauci rivelava una foglia
d’autunno
luminosa. Illuminava le labbra di una figura non alta e completamente
avvolta in una felpa con cappuccio…
«Ma sì, ho deciso…!!»
ammetteva Jeri
dinanzi allo specchio rotto, forte di nuova decisione «Bau,
bau!»…«Andrò fino in fondo,
dopo tutto non
sarà poi così difficile,
no?»…«Basta
solo essere abili!» replicava la marionetta applicata al
braccio. Jeri si scrollò i capelli «Uhmuhm!
Procureremo a
Cyberdramon la foto che ci ha chiesto, e una volta che
l’avremo
convinto…»…«Bauuu!»
proruppe il cane
aggressivamente, e la ragazza «Proprio così, ho in
mente
un piano per incastrarlo, vedrai, sarà geniale! Lui vuole
venire
a cena con me…? Bene, sarà accontentato! Solo che
durante
quella cena…accadrà un imprevisto, so come
cavarmela:
è una tattica già
sperimentata!»…«Bau! Durante il tuo
primo viaggio
a Digiworld?» ma la ragazza seguitò ad illustrare
«La serata prenderà una
piega…inaspettata! E una
volta che sarà mattina…lui non potrà
rifiutarsi di
essere il mio Digimon, sarà costretto ad accettarmi come
domatrice! Uhmuhmuhm!»…«Bravissima,
Jeri! Vedrai
che questa volta riuscirai in ciò che ti sei
proposta!»
La giovane
abbassò lo sguardo “Takato, perdonami,
io…non
vorrei farti del male! E tantomeno prendermi gioco di te,
però…sono costretta, capisci? Ho bisogno di
trovare la
mia strada, realizzare quegli obiettivi che mi sono prefissata. Sono
fiduciosa del fatto che un giorno…potrai capire
perché ho
agito così.” allontanandosi…per poi
tornare
indietro e darsi un’ultima sistemata ai capelli
«Forza,
Jeri!!»…«Sììì,
un attimo
solo! Giusto qualche ritocco.»…«Fai
bene,
Cyberdramon deve
vederti…bellissima!»…«Ora
è a posto! Andiamo!» afferrando il borsellino e
muovendosi a passo deciso.
Nel corridoio,
il cane-marionetta «BAUUU!» le fece un cenno
estremo,
segnalandole il piccolo draghetto che giocava tra le rocce: lei si
precipitò ad afferrarlo «Midramon, te
l’ho detto
mille volte!! Non devi giocare qua in giro, potrebbero
vederti!»…«Ma io mi annoio, Jeri! Mi
manca tanto
il mio papà, e tu hai…sempre molto da fare, non
stai mai
con me.»…«Sta tranquillo, ormai ci
siamo, il
momento della sorpresa tanto atteso è finalmente arrivato:
questa sera…uhmuhm, sappi che io e il tuo papà
andremo a
cena assieme!»…«Davvero?! Woooooow!
E’
stasera che gli facciamo la sorpresa?!»
«…puoi contarci…» ammise in
un sorriso
luminoso (fine-canzone)
Intanto presso
la sala del trono «MarineAngemon!...non fare
sforzi.» si
premurava il domatore con gli occhiali, e da lontano echeggiava la voce
nasale di sua moglie «Gli sto solo passando gli
attrezzi!»…«Sì
però…se sei
stanca…riposati!»…«…d’accooordo,
papà!» scherzava costei, e Kazu che era assieme al
suo
amico inseparabile infilava le mani in tasca ironizzando
«…”papà”…»
Kenta
svelò «Eh? No è che…lei dice
che io sono
troppo apprensivo, e mi preoccupo per qualsiasi cosa. Forse
è
vero, ma sai com’è, quando si aspetta un
figlio…»…«Eh
già!»
rifilandogli una pacca sulla spalla «Fra non molto non
sarà più uno scherzo, sarai davvero pa…
…papà…»…«…cosa
c’è, Kazu?» Kenta non mancò
di notare
all’istante che c’era qualcosa che velava i suoi
occhi «No, è che…»
nascondendo lo sguardo sotto
la falda del cappello «…con tutti questi
impegni…sono tante le persone che ci stiamo lasciando
indietro.»…«…immaginavo: era
da prima,
quando parlavamo del matrimonio di Rika e Ryo che ti vedevo
soprappensiero. E’ per via di tuo padre? Pensi che lui non ci
sarà quando arriveranno per te simili occasioni, come ad
esempio
domani quando ti incoroneranno. E poi più in là
quando ti
sposerai! Però,
Kazu…»…«Sì,
so tutto! Ricordo com’è andata…
…però che dirti, nonostante
tutto…!» e
Kenta gli afferrava di colpo le mani, in segno di premura…
In quel momento
giungeva Henry, con passo svelto e deciso ed il consueto Terriermon
sulla spalla «Tutto a posto! Avvertito!»
affermò
rivolto a sua moglie che gli venne incontro «Ah
sì, hai
parlato con Cyclemon? Che cosa ha
detto?»…«E’ stato molto
gentile! Ha detto
che…farà cercare Muskmon. Che spedirà
alcuni
Digimon a recuperare informazioni sulla disgregazione dei settori. E
non è escluso che…
…senti
Rea, a te non dispiace allora?» prendendole le mani
«Oh
no affatto, anzi sono contenta! Speravo che rispondesse in questa
maniera! Gli hai detto anche di LadyWizardmon?» e Terriermon
rispose «Momentai, tutto sotto controllooo!» Henry
illustrò «Cyclemon ha molte faccende da sbrigare,
però ciò nonostante ha la priorità per
i nostri
dispersi: è veramente un grande
Digimon…più lo
conosco e più resto abbagliato. Assomiglia davvero ai nostri
miti leggendari.»…«Hai proprio
ragione!» ne
convenne Rea…
…Kenta e Kazu li osservavano a distanza, e
quest’ultimo
commentò «Guarda Henry…Muskmon
è stata una
nemica e ha cercato di far del male alla sua famiglia, lui
però
nonostante tutto…!»…«Amico
mio mi rendo
conto, non c’è bisogno che me lo
dici…proprio a me
vuoi fare un discorso simile?
“Amici”…”Nemici”, io
sono il primo che
ha creduto che uno di questi ultimi restasse tale fino alla
fine…e poi mi sono dovuto ricredere. Il fatto che non smetta
di
pensarci può esserti di garanzia, ti capisco,
però…» abbassando il tono, e
accentuando
l’espressione degli occhi «…tuo padre
non è
uno dei dispersi di Digiworld, è sulla terra e questo rende
tutto più
complicato…»…«…forse
non dovrei
pensarci: lui ha detto che sta meglio senza di me e dovrei concentrarmi
solo sull’incoronazione. Però sono pieno di
paranoie, non
faccio che rigirare, rigirare col cervello e…
…ah ma senti cambiamo argomento! Jeri è qui in
giro?
L’hai vista?» Lo sguardo di Kenta si fece analitico
«…credo sia…al piano di
sopra…come
mai.»
Kazu espirò profondamente, piegando il capo e infilando le
mani
in tasca…in quel momento Guardromon si accostò a
lui e
replicò il medesimo gesto, e la medesima espirazione. Kenta
afferrò al volo «Ti è giunto
l’eco dei suoi
problemi con Takato? Tranquillo, per me è stato lo stesso.
Ora
non vado lì a ficcare il naso
perché…»
sfumando su un’eloquente epressione, per poi riprendere
«Però! Se dovessi dirti a me il nostro amico non
sembra
il solo con cui Jeri abbia discusso: anche Snowhitemon! Se ne sta
sempre in disparte: e se dovessi proprio dirti…tira
un’aria che si taglia con il coltello! Lo so…che
vuoi
farci, mi sono specializzato come pettegolo del quartiere. In questi
anni mi sono dovuto guardare attorno…ho imparato a notare
tutto.»...«Pfff, io non potevo dar retta a nessuno
perché avevo la testa china sui panni da lavare,
però
francamente ho notato anch’io che qualcosa non va.»
con
eco di Guardromon «Anch’io! Benché in
questi anni
avessi la testa china sui panni da lavare…beh, quelli di
Babamon
e Jijimon, si intende!»…«Kenta, ma a te
detto
francamente, in maniera proprio spassionata…
…non
pensare che voglia essere irrispettoso, ma approfitto del fatto che
nessuno ci sente…» Kazu si guardò
attorno,
dopodiché abbassò il tono e sussurrò
all’amico «Ma a te Jeri ti sembra che stia proprio
bene?»
Kenta
assottigliò lo sguardo, sembrava preparato a quella domanda.
Che
Guardromon replicò «A te Jeri sembra che stia
proprio
bene?!» ma il suo vocione tubolare echeggiò
ovunque…
…tanto che sia Henry e Rea «Uhm?!»
…sia
Rika, che era nei dintorni con Ryo «Uhm?» udirono
quella
domanda.
Kazu
abbandonò le braccia con rassegnazione
«…ecco
là, tanta fatica sprecata: purtroppo facciamo progressi nel
rielaborare le frasi, ma abbiamo ancora qualche difetto col volume.
Ptsss, quante volte ti ho detto Guardromon che se io parlo piano, anche
tu devi fare attenzio-»…«Non lo
sgridare…dopo tutto ha detto solo la
verità.»…«Tu pensi questo,
Kenta…?» domandò stupito Kazu, e
l’altro si
raddrizzò gli occhiali «Francamente
anch’io
l’ho trovata strana, diversa dal solito. Sempre
che…noi
possiamo affermare che ci sia un “solito”: in
questi anni
siamo cresciuti nella stessa città, però vai a
sapere
come certe persone affrontano le cose e cambiano, quando scelgono
di…tenersi tutto dentro, come Jeri. Io l’ho
osservata a
lungo in questi anni, come…tutti del resto.»
passeggiando
tra i ciottoli «…e ho sempre avuto
l’impressione
che anteponesse un’immagine di sé…che
non
corrisponde a verità. Senza contare che suo
padre…è quello che è, Kazu. E noi lo
sappiamo.
Uhm…scusami per le mie parole, ma qui…quando si
tratta di
padri…»…«Non ti preoccupare,
figurati!
Piuttosto…mmm, quindi tu pensi che non fossero vere tutte
quelle
storie di fidanzati e mondanità? A me ogni tanto giungeva
all’orecchio: “Jeri si è messa con un
altro!”,
e mi dicevo “Certo che Jeri…guarda un
po’, si
dà da fare! Ha superato pienamente la morte di Leomon, certo
è ovvio che non vada a raccontare gli affari suoi a un
ex-compagno di scuola che per di più si è fatto
così dubbia
fama!”»…«E perché
no? Punto primo.» specificò Kenta, e Kazu
«Beeeh…» allargando le braccia seguito
da
Guardromon «Beeeh…» ma Kenta
continuò «Punto secondo…!!...io avevo
la fama del bravo
maritino…ma se è per questo non si è
confidata
neanche con me. E Suzie che era, almeno all’apparenza, la sua
migliore amica ne sa…forse anche meno di noi, l’ho
sempre
sospettato e ora ne ho avuto la definitiva conferma. In questi
casi…mio caro Kazu…le cose non sono mai come
appaiono.»…«…
…e
Takato? Kenta, adesso Jeri e
lui…»…«Sono…allegramente
e
soavemente fidanzati, sì lo so!» al che Guardromon
chiese «Ptsss, Kazu: perché Kenta è
così ironico
quando parla di loro?» Kazu spiegò
«Ptsss,
Guardromon: Kenta parla così perché è
intelligente
e analitico. E’ merito suo se in questi anni ce la siamo
cavata
in tante situazioni.»
Kenta fu
grato e addolcì lo sguardo, seguitando a illustrare
«…ora che li ho visti fidanzarsi mi ha fatto
piacere e ho
cercato di non intromettermi: sai? Qualsiasi problema avesse avuto Jeri
era giusto che Takato avesse la precedenza…è
stato il suo
sogno, lo era da sempre…» abbassando il tono in
una
sfumatura d’affetto, che si rifletté negli
emozionati
occhi di Kazu «Eh
già…!»…«Però!»
Kenta
alzò lo sguardo «A volte non vorrei che
Takato…non
riuscisse a realizzare alcune cose riguardo alla ragazza che ama, che
desse tutto per buono: in fondo lo sai, lui è condizionato
da
quello che gli hanno sempre detto i genitori, e cioè che
alla
sua età non aveva la vita di un ragazzo
normale.»…«Pfff…!»
fece Kazu, e
Guardromon «Pfff…!» replicò
lo stesso gesto
della mano «Parole, parole…
…e soltanto parole!» commentò ancora il
domatore
col cappello. E Kenta «Lo so: “parole”
come queste
sono la rete su cui può reggersi un quartiere
intero.» e
Kazu «Hanno fatto tanto per ristrutturarlo dopo gli attacchi
dei
Digimon per farlo reggere su queste s…!!»
(Guardromon «Su queste s…!...SSS!»)
Una coppia
di rotondi Pagumon sfilò tra di loro, sorreggendo una trave.
A
uno dei due sfuggì «Oooh!» e
l’altro «Aspetta! Ti aiuto…» e
ripresero così a
camminare, rifilando anche un «Buongiorno, Altezza!»
Kazu li
osservò…e poi ammise con tono scuro
«…Kenta: io non voglio fare come allora, come
dieci anni
fa! Che alla fine, per crescere, poiché avevamo tanto da
fare,
poi non ci siamo più occupati l’uno
dell’altro e
siamo stati tutti infelici! A proposito…hai visto i
Pagumon?» e Kenta accennò un sorriso
«…”Digimon crudeli e sadici”,
li definiva la
prima serie del cartone. Ma a quanto mi sembra sono molto cambiati nei
loro modi.»…«Eh
già.» e Guardromon
disse «Lo avevo notato anch’io! Ai
Pagumon…sono
successe tante disgrazie, il loro villaggio è andato
distrutto
da un’alluvione e sono finiti ad abitare un isolotto
sovrappopolato!»
Kenta ne
concluse «…l’erba cattiva ha una
speranza: possiamo
riuscire a non fare gli stessi errori!» facendosi
più
serio e ponendo la mano sulla spalla dell’amico
«…hai ragione, non dobbiamo lasciarci distrarre
anche se
è difficile: per quanto possibile dobbiamo vegliare su
Takato e
Jeri.»…«Dobbiamo imparare tutti la
tecnica da te,
Kenta…» ammise Kazu sfilandosi il
cappello…
…e c’era Rika che osservava da lontano la loro
chiacchierata…
…traendo dentro di sé le conclusioni
“…i
pivelli come al solito hanno ragione: è vero, basta un
attimo e l’ingranaggio ti riprende. Quando le cose
vanno
male…ti rendi conto di quanto può aiutarti la
vicinanza
degli altri, ma basta un attimo che la fortuna giri dalla tua! Oppure
anche solo…che riprenda l’attività, che
si
avvicendino molti cambiamenti…ed ecco che ricominci a
pensare a
te stesso, e a lasciarti sfuggire le sfumature più
importanti.
Come…l’amarezza nello sguardo di
Jeri…”
ripensando al momento di poco prima assieme alle altre ragazze
“…le dai per scontate, le liquidi con poche
parole. Io con
lei l’ho fatto…
…avrei buttato tutto alle mie spalle, presa come sono
dall’allestimento del mio matrimonio. E dal cercare di
analizzare
il comportamento di Ryo…” il quale si era
allontanato per
scambiare qualche parola con alcuni Digimon.
Rika
abbassò lo sguardo “…io lo faccio
sempre:
già da prima che la battaglia terminasse…questo
è
ciò che mi ha impedito di ringraziare Alice, per aver
immolato
Dobermon per noi…” per poi decidere, e farsi
vicina a Kazu
e Kenta…
…ai quali intanto si era accostato Henry
«Permettete,
ragazzi…
…involontariamente mi è giunta
all’orecchio
l’esclamazione di
Guardromon.»…«Ecco, lo
sapevo! Che ti avevo detto?» fece Kazu rivolto al suo
Digimon,
ma Henry «Non fraintendetemi, è stato un bene.
Discutevate a proposito di Jeri, vero?
Sinceramente…»
aggiustandosi la tracolla della borsa con una gran scioltezza
riacquistata appena tornato nella squadra
«…anch’io
penso che abbia qualcosa che non va e che sia nostro dovere
vegliare!» affermò con inaspettata decisione. Rea
era
venuta con lui «Certo, ha con tutti dei modi scostanti:
questo
non è il suo consueto atteggiamento?» ed il marito
si
volse verso di lei «Si può dare una duplice
risposta a
questa domanda: si può considerare…la Jeri di
allora,
quella di tutti i giorni, che rideva e scherzava con noi compagni e con
i Digimon. O si può considerare…la Jeri impaurita
e
tremante fatta prigioniera dal D-Reaper, che attendeva
l’arrivo
dei suoi amici ormai completamente privata della sua fiducia. Sono due
facce della stessa medaglia, esattamente come
l’Henry…spiazzato e senza punti di riferimento,
che
commetteva un’azione disastrosa dopo l’altra. E
quello,
finalmente…
…sereno, al fianco delle persone che gli vogliono
bene…» sfiorando il volto della moglie, e
l’orecchio di Terriermon, che rise «Ahahah! Sei
sempre
tu!» e lui spiegò «E’ giusto,
ognuno di noi
ha il suo lato più luminoso…e quello
più notturno.
Questi lati si alternano…sì, proprio come il
giorno e la
notte. Non esistono buoni ed eroi così come non esistono
malvagi.»
«E’ vero.» disse la voce di Rika, che si
aggiunse
al gruppo «Sapete, ho notato che Jeri tende ad isolarsi, e
anche
ogni volta che noi cerchiamo di coinvolgerla in qualcosa…lei
sfugge, sembra quasi che le dia fastidio.» Henry
affermò «Non è una situazione
nuova.» e Rea chiese «Ah
no?»…«Purtroppo
no…»
replicò il marito, e Terriermon illustrò
«Jeri
faceva così…anche quando il D-Reaper si stava
lentamente
insinuando in lei. Dopo la morte di Leomon!» Rea
ribatté «D’accordo, ma ora il D-Reaper
è scomparso, e per
quanto Digiworld possa risvegliare un ricordo doloroso…lei
ha un
altro Digimon! Ha Beelzemon! Perché non trascorrono un
po’
più tempo assieme? Ora per esempio, lui è andato
a
mangiare da solo assieme ai Kalamimon: sono creature interessate ai
nostri usi, avrebbero gradito di conoscere una ragazza umana. Eppure
lei…»…«Eppure
lei…» riprese
Rika «…è qui nei dintorni e da quel che
mi sembra
di capire anche col suo ragazzo c’è stato un
po’ di
attrito!» Rea disse «Forse noi ci stiamo
intromettendo in
qualcosa che non ci riguarda, sono problemi loro!
Però…
…se è vero
quello che mi dite…e se fosse possibile che le insicurezze
della
vita avessero lo stesso effetto del D-Reaper, su un animo
fragile?» Tutti la guardarono, sentendo che aveva ragione
«E’ proprio così, io posso
testimoniarlo…» disse Henry continuando
«…ed è per questo che non voglio
abbandonarla.»…«No,
neanch’io.»
ammise Rika, e Rea «Jeri a volte si mostra antipatica,
però, ad essere sinceri…fin dalla prima volta che
l’ho vista mi ha suscitato affetto.» Kazu aggiunse
«E’ stata nostra compagna. E ha lottato per tornare
a
Digiworld, noi siamo contenti che sia venuta in viaggio con noi, non
permetteremo che si rovini questi
momenti…»…«Teniamo gli occhi
aperti,
ragazzi…» mormorò Kenta, ma poi giunse
il grosso
ShogunGekomon
«Altezza…»…«Oh,
sì?» si volse Kazu «Dobbiamo riprendere
le prove
per
l’incoronazione.»…«Ancora???»
con
eco di Guardromon «Ancora???» ShogunGekomon
spiegò «Si tratta di un momento molto solenne, il
popolo dei Digimon vi
sta appeso.»…«Va bene, capisco: ragazzi,
scusate
allora!» dopodiché giunse anche Ryo
«Rika! Scusa
ti spiacerebbe seguirmi? Vorrei presentarti, quei Digimon fremono
all’idea di
conoscerti!»…«Oh…?
Dì loro che arrivo. Anzi, eccomi.» lanciando uno
sguardo
di congedo agli amici. Anche Rea si rivolse al marito «Vado
un
attimo a vedere Benji, l’avevo lasciato da quelle Digimon
così gentili ma forse è ora che mangi
qualcosa!»…«Ti raggiungo
subito.»
replicò Henry, e infine MarineAngemon chiamò
«Keeentaaa!»…«Arrivo!!
E’ tutto a
posto?!»
Rimasto solo,
Henry guardò verso l’alto, alle crepe da cui
filtrava la
luce «Non sarà facile, non siamo più
ragazzini. Ma
ho promesso che da adesso in poi saremmo stati un gruppo unito. Ho
promesso…e lo manterrò!» Terriermon
socchiuse gli
occhi, e si limitò ad adagiargli un bacino sul collo
«Uhmuhmuhm!» Henry gli fece una carezza e raggiunse
a
passo rapido sua moglie.
Suzie si era
intrattenuta con Riley, la quale si rivolgeva a Lopmon «E
così tu…sei innamorata di
Terriermon?»…«Sì,
signora…sono
letteralmente cotta a puntino!» replicava la Digimon fra le
braccia della sua domatrice. Riley sorrise «Sei stata
così cara a rivelarmi questo
segreto.»…«Sta
scherzando? Lei è una signora così
gentile!»…«Uhmuhm.»…«Pensi
che lo sa solo la mia domatrice.» Riley si rivolse a costei
«La tua Digimon è davvero dolce, Suzie: devi
andarne
orgogliosa.» e Suzie replicò con sguardo maturo
«Oh…lei non immagina quando lo sia
già.»…«E invece no, posso
immaginare.»
La giovane
sorrise di tenerezza pensando alla storia della signora che era in sua
compagnia, e che rivolse una carezza alla Digimon
«Sai…?
Anche a me che sembro tanto sicura…ce
n’è voluto
per confessare i miei sentimenti all’uomo di cui mi ero
innamorata. E’ sempre difficile…specie quando si
lavora
l’uno al fianco dell’altro, e
c’è un rapporto
di
collaborazione.»…«Già…»
abbassò lo sguardo l’insicura coniglietta, e Suzie
«Lopmon riempie un enorme spazio nella mia
vita…perché mi ci rispecchio moltissimo, io sono
come
lei.»…«Ah
sì?»…«Io…sono
innamorata di quel
ragazzo che purtroppo è fuori dal nostro gruppo, che
è
stato nostro nemico e che…è andato via con
Sandmon.»…«Non ho fatto fatica a
capirlo.»
ammise Riley, e Suzie «Lei signora riesce sempre a cogliere
la
scintilla dell’amore negli occhi
altrui.»…«Quando si ama si impara la
tecnica: ce
n’è una anche
lì…»…«…mi
piacerebbe tanto
impararla…lei pensa…che io potrei riuscirci?
Anche se non
sono brava affatto in matematica e col
computer!»…«Suzie…io credo
francamente
che…non ci sia persona più indicata di te, in
questa
pratica!»…«Ahah!...lo crede
davvero?»
chiese la ragazza illuminando i suoi grandi occhi
scuri…quando
all’improvviso «Signora, non sente anche lei della
musica?» e Lopmon «Anche tu ci hai fatto caso,
Suzie!
Proviene da…qui attorno!» e Riley abbassando il
tono «Non ne sono sicura ma credo si tratti…di
addensamenti di
Digimon: i Toothpickmon sono una specie nuova, si tratta del livello
primario di coloro destinati a divenire Kalamimon, sono i giovani della
loro specie! Da quel che ho potuto scoprire…amano gli angoli
buii, e si riuniscono ad ascoltare musica di
tendenza.»…«Davvero??? Questa
è davvero
nuova!» commentò Suzie, aprendo il Digivice e
destando
l’interesse di Lopmon, che le si arrampicò sulla
spalla…
…i
Toothpickmon erano molto piccoli, per questo potevano riunirsi in
gruppo nel buio delle rovine. Tendendo l’orecchio, era
possibile
udire mille bisbigli sovrapporsi alle note rap e rock delle
più
moderne canzoni…
«Senti che dice qua, Lopmon!...talvolta
sono soliti ad anticipare le uscite di maggior successo! Possono essere
tranquillamente considerati…i più autorevoli
scopritori
di nuove tendenze!...ahhh, è fantastico:
Digiworld si
è davvero evoluto dalla nostra prima volta!» ma la
Digimon precisò con la consueta vocina delicata
«Suzie,
però leggi qui…dice che anche si tratta di
Digimon
aggressivi e molto
insidiosi!»…«Cosa?» e
Riley intervenne «Credo vi sia da stare attenti. Ma non solo
agli aspetti negativi: sono giovani…e come tutti i ragazzi
hanno
un mondo illustrato in pagine chiare e pagine scure.» Suzie
accettò ed accolse quella definizione, abbassando i Digivice
e
concentrandosi a scrutare, assieme a Lopmon…
…quel
nuovo popolo di adolescenti digitali che avevano l’aspetto
(come
del resto il loro nome indicava) di…stuzzicadenti! Erano
magri e
sottili, si muovevano saltellando sulla loro punta accuminata. Ma non
disdegnavano i berretti e il metallo a rivestire il loro corpo legnoso
e punzecchiante. Sembravano amare lo stare in gruppo, e mostrare
notevole propensione per gli effetti grafici «Ehi, fratello,
non
so tu: ma a me questa superfice di roccia sembra talmente
noiosa…!»…«Hai ragione amico:
provvediamo
subito con un po’ di colore! Spruzzo vandalico!!!»
aprendo la bocca…e riversando cascate di tintura variopinta
che
travolsero la roccia, e si intrecciarono come una caleidoscopica
fontana, componendo la scritta TOOTHPICKMON
con caratteri tipici della grafica stradale.
«Va
di certo meglio!» disse uno di loro, ma l’altro lo
corresse «Per niente!! Andrà meglio
quando…tutte
le pareti di questo deprimente palazzo porteranno il nostro marchio
indelebile!»…«Siamo i Toothpickmon, la
nuova
generazione: a chi se non a noi spetta di diritto di guidare il nuovo
popolo dei Digimon. Altro che il sovrano!»
Ciò che destava ilarità, e forse a seconda botta
una
riflessione più seria, era il curioso contrasto fra le loro
tematiche e le loro voci, queste ultime squillanti e sottili come il
loro corpo. Piccoli stuzzichini che sembravano aver gran fretta di
farsi grandi «Ehi, tu, stupido: mi spezzi
l’auricolare!»…«Non
è colpa mia se
non fai che muoverti e tiri il filo! Se me lo rompi alzi un
po’
di grana in giro e me lo vai a
ricomprare!»…«Tanto
molto presto saremo ricchi, amici! Siamo noi il vero esercito, siamo
talmente tanti che diventeremo
potentissimi.»…«GoldCentarumon,
ShogunGekomon,
Orochimon…è tutta roba passata, noi siamo la vera
modernità! L’unico problema è che
dobbiamo restare
nel buio perché nessuno ci
osola…»…«Dicono che dobbiamo
digievolvere!
Ma se questo ci renderà pacifisti come i nostri genitori
allora
preferisco restare uno stuzzicadenti! Ehi, a proposito…senti
qua, ho scoperto un nuovo pezzo: roooba che spacca davvero!»
…ma erano di certo troppo incauti per non essere
uditi…
...a Lopmon si
drizzarono le orecchie «Oh cielo! Tramano una
cospirazione!» mentre Suzie si mostrava più
riflessiva «Possono meritare…di essere ascoltati,
in fondo
dimostrano una personalità non consueta: sai? Per noi sulla
terra c’è ormai una grande crisi a livello
creativo, tutti
finiscono per ascoltare le canzoni vecchie, i giovani compresi! Io sono
la prima ad essere affezionata ai brani dei miei più cari
ricordi, però mi rendo conto che per andare avanti ci vuole
innovazione. In fondo perché dimostrare pregiudizi?
Può
darsi che i Toothpickmon sappia ciò che fa per Digiworld
nell’era a venire, l’unica cosa a preoccuparmi
è
questa loro attrazione per la rivolta: è proprio vero che
sono
tantissimi, non ci sarà da stare…un po’
attenti…?» ma Riley analizzò
«…sono
sorvegliati dai loro genitori, i Kalamimon, che finora hanno bilanciato
la situazione: sembra che le loro parole, ad oggi, non si siano mai
tradotte in vere
minacce.»…«…non mi
è nuovo neanche questo: spesso i giovani parlano a ruota
libera,
ma alla fine non concludono niente di concreto!»
rivelò
Suzie, volgendo le spalle «Su, andiamo: non vorrei che si
sentissero osservati e magari reagissero, le loro teste mi sembrano
alquanto affilate…!» e Riley «Sono
d’accordo, potrebbero non gradire di essere disturbati mentre
sono in branco.» Suzie aggiunse con gusto «Andiamo
fuori!
Uhmuhmuhm! C’è un tempo stupendo e
l’esercito ha
allestito il barbecue all’aperto! Lopmon allora,
cos’è che ci stavi dicendo? Quando ti sei accorta
la prima
volta di essere cotta di Terriermon? Già ai tempi del nostro
primo viaggio?»
…così i piccoli stuzzicadenti restarono soli
«Avete visto quelle tipe
terrestri?»…«Sì, fratello:
sono davvero uno
schianto, che voglia avrei avuto di infilarmi sotto i loro vestiti e
puncicargli il sede-» ma una voce più ruvida si
intromise «Chiii, tuuu?! Ma se ancora hai bisogno di un
temperamatite che
ti affili la testa!»
Era una di
quelle sfere digitali violacee, che era giunta lì assieme ad
alcuni compagni «Siete piccoli e avete tanto da imparare!
Date
retta a noi, possiamo insegnarvi le arti per diventare uomini a tutto
tondo, come noi!»
I Toothpickmon
sembravano compiaciuti «Voi Stakemon sì che siete
Digimon
duri come si deve! Altro che quei rompiscatole dei nostri genitori
Kalamimon!» e gli Stakemon alquanto inorgogliti
«Uahahahahahah, siete pivelli ma imparate alquanto in fretta!
A
questo proposito…avete reperito un po’ di tinta
per le
nostre corazze? Sapete di quale parlo: quella che piace a
noi!»
I toni degli stuzzichini si abbassarono di colpo «Ptsss, ci
puoi
scommettere! Però acqua in bocca su come ce la siamo
procurata,
ok?» Gli Stakemon si guardarono sogghignando
«Ghghghghgh…come se non si sapesse che siete dei
piccoli
delinquenti!»…«Ehi, bada a come parli:
noi un
giorno vi faremo la festa!»…«Intanto
pensate a
darci la tinta!»…«Intanto pensate a
pagarci!!!
Questa roba non la contrabbandiamo mica gratis!»
Gli Stakemon iniziarono a sputare piccole sfere dorate «Mitraglia della sorte!»
e i Toothpickmon ad annaffiarli con il loro getto multicolore
«Spruzzo
vandalicooo!»
in quello che era un equo & disonesto scambio di tecniche
digitali
nelle parti ombrose delle rovine «Ehi, scemo, fai il
palo!!» ordinò uno stuzzichino, ma questi
affermò «Sta arrivando una ragazza
umana!»…«Carina?!» chiesero i
compagni, ma
gli Stakemon «Altolà, bambini!! Qui gli adulti
siamo noi,
quindi fatevi da parte!» portandosi avanti, mentre gli
stuzzichini curiosi spuntavano tra le loro superfici tondeggianti
«Ehiii, e state indietrooo!...branco di
maleducati!»…«Siamo abbastanza grandi,
ormai!»
Un paio di
sandaletti scuri dal robusto tacco si fermarono da quelle parti: Jeri
teneva sollevato il Digivice, apprendendo con piacere «Uhm,
da
ciò che afferma questi Digimon possono tornarmi utili:
popolano
in branco le zone ombrose, e fra le loro specie è in atto un
fitto circolo di denaro. Niente di più indicato per
ciò
che mi serve…ho bisogno di una somma consistente per attuare
il
mio piano al ristorante e queste creature…fanno per
me!»…«Bau! Bisognerà trovare
le giuste
parole per convincerli.»…«Niente
paura…uhmuhmuhm!» scostandosi i capelli
«…mi sono documentata anche sul loro carattere, e
quelli
che sono i loro punti deboli.»…«Bau!
Sempre
preparata, Jeri!» sicché un po’
lusingata per quei
complimenti si diresse da loro, chinandosi a terra
«Scusate!...
…voi sareste…Toothpickmon e Stakemon, vero? Non
mi
sbaglio? Io…mi presento, sono una giovane domatrice di
Digimon,
e lavoro come rappresentante finanziaria: io e i miei compagni siamo
giunti qui per rialzare l’economia di Digiworld, vi spiego in
sintesi il nostro programma! Voi investite i vostri soldi, e
noi…li facciamo fruttare: potete mantenervi cauti e
ricorrere a
investimenti esenti da rischio, ma…si sa…i
coraggiosi…sono sempre quelli che ottengono di
più in
questo mondo, da un lato e dall’altro del varco digitale,
uhm!» con sorriso ammiccante «Avanti allora, che
cosa
scegliete?»
I Toothpickmon
saltarono in massa «HAI DETTO INVESTIMENTIIIII?!!»
liberando l’eco delle loro voci stridenti. Ma gli Stakemon li
riportarono all’ordine «Ehi, EEEHI! Volete fare
proprio la
figura dei bambini ingenui, che si fanno mettere nel sacco dal,
dalla…prima p-presuntuosa che allunga gli artigli sui vostri
soldi?!! Si vede proprio che ne avete di molliche di pane da infilzare
con le vostre teste!...
…
…uhm, ehm…
…
…hai detto investimenti?»
Jeri poté
sciogliersi in un commerciale sorriso «Questo è il
mio
programma!» allungando loro un foglio tenuto tra le fauci dal
cane marionetta.
Gli Stakemon
scrutarono con occhi torvi «Che dici,
amico…?»…«Mah, a me sembra
conveniente a
dir poco!» cercando di farsi più stretti possibile
per
evitare il sottile e insistente insinuarsi dei Toothpickmon tra di loro.
Jeri sorrideva
divertita “Questi Digimon sono contraddistinti
dall’anelare
al passo più lungo della gamba! Sono attratti dalle cifre
grosse, e dalle opportunità appetibili! Abboccheranno
sicuramente…”
«Ehi, amico: tu
ci capisci qualcosa su quel foglio?!» si consultavano i
Toothpickmon «Hai il cerume nelle orecchie?! Si tratta di un
programma di
investimenti!»…«Investimenti…io
non so
manco che cos’è un investimento.»
(parole che
sembravano accentuare l’eccitazione della ragazza)
«Ma i
grandi lo fanno, e questo è l’importante: prima o
poi ci
arriveremo anche noi!» Jeri si mostrò disponibile
«Per voi Toothpickmon…ecco qua: una guida
semplificata!
Se la leggerete gli investimenti non avranno più
segreti!» Questi ribatterono «Ehi, non siamo mica
dai
bambini ignoranti, non trattarci come
tali!!»…«Non
ci serve la guida semplificata!!» ma altri di loro
replicarono «Che ti salta in testa, scemo?! Se la leggiamo,
capiremo tutti i
segreti degli investimenti! Impara invece di rompere!»
Jeri si
aggiustava la tracolla della borsa con fare compiaciuto…
…e
restava a contemplare i Toothpickmon impegnati nello sfogliare quelle
pagine arricchite da vignette colorate assai esplicative: di certo
risultavano realizzate con una grande cura, avevano una certa grazia
nell’aspetto. Jeri ne era consapevole e sembrava orgogliosa
del
suo lavoro…
…mentre gli Stakemon realizzavano «Sempre
che…questa ragazza…non menta…si
tratterebbe di un
affare imperdibile.» Jeri specificò
«Purtroppo non
c’è molto tempo per decidere: l’affare
sta per
decollare, e se il contratto non sarà firmato entro breve
saranno subito reperiti nuovi clienti. Dovete perdonarmi…ma
è il sistema.»…«No no no no
e…ma
certo, noi capiamo benissimo!» gli Stakemon misero le mani
avanti (simbolicamente, poiché non ne possedevano)
«Quindi allora…?» accennò
Jeri «Se
noi ti offriamo il nostro denaro questo frutterà e ci
renderà ricchi?!»…«Non avete
letto il
prospetto?» chiese la ragazza. Al che gli Stakemon si
consultarono «Tutti pronti, ragazzi?»
così i
Toothpickmon «Scateniamociii!» ricorrendo
rispettivamente
a «Mitraglia
della sorteee!»…«Spruzzo vandalicooo!»
…e Jeri «Ah! Ahahahahahah!»
esultò come la
vincitrice di una slot machine: effettivamente quello sembrava quando
aprì la borsetta che a stento conteneva la pioggia di sfere
dorate con cui gli Stakemon la travolgevano. Si era premunita anche con
la borraccia per accogliere gli spruzzi dei Toothpickmon
«Ahahah, calmi, non ho abbastanza spazio! Datevi un
freno!»
Quel
mirabile spettacolo sembrava eleggere la nuova
“riccona” di
Digiworld.
Le ore trascorsero, e si fece sera.
Ma c’era
qualcuno le cui scarpe non erano di certo quelle di un riccone, e ancor
meno lo era il suo passo, barcollante e stremato sulla strada
asfaltata, adocchiò la panchina come si trattasse di un
miraggio, per lasciarsi cadere «Ooufh!»
…e
fissare con quegli occhi umani da poco guadagnati e già
tanto
malinconici, il tramonto che nella sua sfumatura incendiaria discendeva
tra i palazzi «E adesso cosa farò…?
Dove
andrò a stare??» mugolava il ragazzo con i guanti
consumati «Ho una fame che non ci vedo.» Guilmon si
aggrappò al suo stomaco «Ma ho quasi finito i
soldi, e
non ho trovato neanche un negoziante disposto a offrirmi un lavoro. Qui
nessuno vuole saperne di me, quando mi vedono mi cacciano senza neanche
starci a pensare, comincio a credere di non essere molto gradito in
questo mondo, magari ora la gente vuole miti diversi dai Digimon. E
anche…dagli umani volenterosi.» fissando i suoi
palmi
coperti dai guanti «…è per questo che
dico che
è un bene che tu non sia cresciuto in questo mondo, Takato:
tu
di certo avresti lottato per andare avanti, e lavorare onestamente. Ma
questo non è un mondo per quelli come te, e di certo avresti
avuto tanti dispiaceri dalla tua crescita. Così è
andata…» passandosi un braccio sulla fronte per
asciugarsi il sudore «…è inutile starci
a pensare:
questo è stato il nostro destino, il tuo di morire bambino,
e il
mio di diventare adulto e solo. Ahhh!» buttandosi sullo
schienale della panchina e distendendovi le braccia…
…nei suoi occhi scuri luccicava il riflesso del sole intenso
tra
gli edifici «…mi domando…quali cartoni
guardano i
bambini a quest’ora. Che profumo ha la cena nelle loro
case…» provando a sniffare in giro, ma affermando
a voce
bassa «…non riesco a fiutare niente
perché il
pianto irrita le mie narici…o forse anche la cena in questi
anni
ha smarrito il suo sapore, come le rocce di Digiworld il loro colore?
Basta…è stato…un errore, ho capito.
Solo che
ora…è troppo tardi per tornare indietro, il guaio
l’abbiamo fatto: abbiamo tentato di recuperare
qualcosa…e
ora ci presenteranno il conto, e anche bello salato!
Uff…»
…un Digignomo si era posato sullo
schienale…tendeva la
sua ala desiderando di sfiorargli la schiena, per
confortarlo…
…ma improvvisamente si avvicinò
un’ombra che lo
spaventò, facendolo volare via…
…un palloncino fu avvicinato al volto di Guilmon
«Sei
solo, bel
giovanotto??»…«Uhm…?»
si
volse appena con poco interesse, mentre quella voce femminile gli
chiedeva «Che cosa ti succede…?
Ooou…»
Il
filo del palloncino era sorretto da unghie dallo smalto scrostato. Come
quelle che lei portò al petto, con atteggiamento contrito
«Coraggio, non fare così! Vedrai che
presto…tutto
girerà per il meglio! Per te e per i tuoi
amici…»
«Chi è lei…?»
Teneva il suo viso nascosto
da un velo scuro…lo steso i lunghi capelli ricci,
nascondendoli
parzialmente.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 36 *** Un matrimonio nel settore degli orologi! ***
36puntataDT2
L’unica cosa che spuntava erano i suoi occhi, vispi e intensi
«Appena ti ho visto sulla panchina ho pensato…tu
sei il
candidato per il mio ultimo talismano della fortuna! Oggi è
un
giorno propizio, li ho venduti
tutti.»…«E’
inutile signora…se è venuta per quello
può anche
andar via…tanto non avrei i soldi per
pagarglielo…»
Ma lei sussurrò
senza smettere di fissarlo «…l’ultimo
talismano
è gratis…
…devo pur
ringraziare chi mi ha donato una giornata di vincite!
Guarda?»
mostrandogli una borsa piena di soldi «Guarda quante monetine
tintinnanti!»…«…accidenti
quanti
soldi…!» mormorò il ragazzo dilatando i
suoi occhi
«…come ha fatto a guadagnarne
tanti?»…«Posso dire di essere abile nel
commercio,
però…non posso di certo prendermi tutto il
merito,
smentendo così un aiuto della
sorte!»…«La
sorte…?...
…ah, io
non ci ho mai creduto.» alzando appena le spalle nel consueto
gesto «Per me sono l’amicizia, l’unione e
l’impegno reciproco a fare la differenza nei vari casi, non
la
sorte!»…«Ohhh, ma ti basterà
chiedere in
giro: la nostra città…crede ciecamente
alla forza
della fortuna!»…«Un tempo credeva ai
Dig…
…! Uhm?»
Il ragazzo
si guardò attorno…e notò che in
effetti le
bancarelle di talismani vendevano molto. E accessori portafortuna erano
molto apprezzati da passanti di tutte le età
«Questo
è l’affresco di
un’era…» descriveva la
donna in abito nero «…che si affida al potere
della sorte
per andare avanti: visto che…ahimé! Basta
guardarsi
attorno per capire che amore, e amicizia…ohhh, di questi
tempi
sono così rari! Non li trovi se non ti dai un aiutino con
certe
cose…»…«…lei crede
che se
anch’io facessi uso di uno di quegli arnesi potrei riuscire a
cavarmela?»
La donna lo fissò in modo penetrante…
«Io
non chiedo molto, cerco lavoro. Mi sono trasferito qui da poco e
da…
…molto lontano. Il mio unico
desiderio…è mettere
qualcosa sotto i denti. E arrivare alla giornata di
domani.»…«Allora compra il mio
talismano! Vedrai che
non te ne
pentirai!»…«…io…le
ho
già det…»…«Ooops!
Scusa, dimenticavo
della…crisi economica! Ma che sbadatina che
sonooo…!
Ghghghgh!»
“…questa donna ha qualcosa che…
…non so, mi sembra di averla già vista. Il tono
della sua
voce, le sue movenze…
…e il suono della sua risata, ma forse sono tutte mie
fissazioni, la realtà è che questa giornata
sfiancante mi
ha stordito.”
«Tieni…» quella mano dallo smalto
colorato scrostato
avvicinò qualcosa di rosso. Un adesivo. Aveva
l’aspetto
della testa di un draghetto, tanto che a lui si mozzò il
fiato
«Ahhh!»
«Che
cosa c’è, ti piace il
coloreee…?»…«Que-Questo era
l’ultimo,
rimasto per me?!»
«…evidentemente sì…
…era destino che ci incontrassimo…»
Guilmon
seguitò a guardarsi attorno “La gente prega questi
cosi e
se li mette addosso come se potessero regalar loro la
felicità…francamente mi rimane difficile pensarlo
dopo
che ho dedicato i miei anni più belli ad altri valori,
più concreti. Più
intensi…più
veri…” «…devi metterlo sul
cuore…»…«Come?!»…«…se
il talismano leggerà quanto sei triste, avrà
pietà
per la tua sorte…e ti concederà un destino
fortunato.»…«Posso esserne certo? Non
è che
ha degli effetti collaterali?»
La donna
non rispose. Si limitò a contemplarlo con occhi
ridenti…e
quel palloncino rosso tra le dita…
Il sole a
poco a poco tramontava e discendeva il buio. La mano di Guilmon
scivolò sotto la sua maglietta…lei lo osservava
compiaciuta…
“Forse i tempi sono cambiati…ora…sono
davvero
queste cose a reggere l’equilibrio della vita. Takato, amico
mio…questo può essere possibile?”
«Braaavo,
vedrai che fra qualche tempo potrai essere orgoglioso della tua
decisione!»…«Se lo dice lei
signora…»…«Ops! Ma chi ha
lasciato tutto quel
ben di Dio sulla
panchina?!»…«Ehhh???!!!»
Il ragazzo
sussultò quando si volse verso la panchina trovandola
improvvisamente imbandita come una tavola reale: c’era la
spesa
per una famiglia intera, anzi per una festa: con bibite, pacchi di
popcorn, crostate, tovaglioli e bicchieri di carta
«Può
esser stato…il talismano?? Io avevo molta
fame!»…«Beh! Il
cuore…è vicino allo
stomaco!» al che il volto del giovane si aprì in
un lieve
sorriso «Ma allora di questo passo a breve troverò
un
lavoro! La ringrazio signora!! Ora…la prego di scusarmi ma
davvero non ci vedo più dalla
fame!»…«Uhmuhmuhm! No, io ringrazio te:
non sai
nemmeno che cosa ti aspetta! Stai…
…per andare incontro al tuo destino!»
«Lo
spero!» replicò aprendo una busta di popcorn
«Ops!» facendone inavvertitamente cadere alcuni
«Buona serata, signora!»
La donna si ritirò,
lasciandolo speranzoso e appagato in
quell’abbuffata…
…ma quando si
addentrò nel parco…i rami degli alberi bruciati
imbrigliarono il palloncino fino a farlo scoppiare drasticamente: dagli
uccellini…fino ai Digignomi scappavano alla presenza di
colei
che era più nera della notte, benché avesse un
sorriso
radioso e resti di smalto colorato «Uhmuhmuhm! Se
c’è stato se non altro qualcosa di proverbiale in
questa
lunga…e avvincente storia, mio caro
Guilmon…questa
è stata…
…LA TUA
INTELLIGENZA! WAAAH, AHAHAHAHAH! AHAHAHAHAHAHAHAH! Ahhhh!»
Quella testa di
draghetto magica emetteva degli ambigui luccichii sotto la maglietta
col Digignomo «Gnam!...ahhh, mi sento stranamente
ricaricato…»
«Molto
bene, e ora non resta che collaudare tutti i sistemi: e poi
scatterà il piano…
“rimpatriata struggente”…ih,
ihihihihiii!»
Violetta avanzava nel buio del parco trascinandosi quel palloncino
moscio, mescolandosi agli ultimi passanti che ormai si avviavano verso
casa…
…d’un tratto però del ghiaccio si
formò tra
i sassolini, ricoprendo il palloncino che strusciava a terra. Violetta
cercò di trascinarlo «Inhf!
Iiiiiuhmf!!!» ma si era
bloccato «Ma guarda un po’ tu se
adesso…!» La
singolarità del fenomeno fu presto spiegata
dall’emersione
di un Digimon alato e candido alle sue spalle, il quale chiese
cupamente «L’hai
trovato?»…«Eh…?»…«Non
far
finta di non capire.»…«Ah
già, tu lo cercavi
per saldare il vecchio conto. E’ più in
là ad
abbuffarsi, del resto ha sempre avuto come unica priorità il
cibo!»…«Bene, sei stata gentile. Mi
accingo ad
eliminarlo, ora che ha la pancia piena immagino come
combatterà.»…«No,
fermo!»…«Cosa…?»
IceDevimon, che si era
già avviato, volse insospettito la coda
dell’occhio…
Violetta
si schiarì la voce «Ehm ehm! Tu ora non lo
immagini, ma
Guilmon può divenire una miniera d’oro per tutti
noi!»…«Per “tutti
noi”…? Per te
forse. Ma mi spiace, qualunque siano i tuoi scopi la mia vendetta
attende da un tempo superiore.»…«Ah no
no, io non mi
riferivo certo a me! Che ambizioni posso avere ora che il mio regno
è andato distrutto? Nessuna! Mollata come moglie, rinnegata
come
madre, fallita come Digimon Tamer, ormai sono…niente, che
cosa?
Unaaa…donna comune, una massaia! Così come tante,
le
vedi, qui al parco? Non metto manco più gioielli, prima mi
vestivo come una principessa e invece gua-guarda!!» tenendoci
a
scoprirsi le braccia e a evidenziare l’assenza da accessori,
animata per altro da una certa ilarità «Niente,
neanche
uno, ahahahahahah!»…«Vorresti farmi
credere che ti
sei rassegnata…?»…«Spogliami,
se pensi che
nasconda oggetti di costo sotto i
vestiti!»…«No…non ci tengo,
grazie.»…«Premesso che sei alquanto
impertinente,
IceDevimon!...
...io ci tenevo
solo a farti sapere che non sono io quella a cui penso ora: mi
preoccupo prevalentemente di te e
Nami…!»…«Uhm? Cosa
c’entriamo io e lei
con…quel draghetto umanizzato, quel Guilmon?»
Violetta
tradì un sorriso «…tu e Nami
avete…qualcosa
che vi lega indissolubilmente…»
Il diavolo di ghiaccio tacque…
…e
Violetta termino «…UN DIGIVIIIIIICE! Peccato che
attualmente sia mezzo morto e inattivo, perché a Digiworld
non
siete riusciti a rifornirlo di energia. Ma ora non dovrete
più
temere perché, udite udite, grazie a me avrete quello che vi
occorre per diventare potentissimi, e regnare finalmente tu sulla
specie dei Digimon e lei…su quella dei Digimon Tamer! Era il
vostro sogno, no? Io ho fatto in modo che in questo
gioco…riuscissimo a ritagliare una parte…di
contorno
anche per Guilmon! Anzi direi una parte principale visto che il
poverino…ouuh, è da tanto tempo che soffre della
nostalgia di un ruolo da protagonista!...
…ecco è questo che mi fa sentire realizzata:
accontentare
sempre tutti. E disinteressatamente! Se solo i miei figli
l’avessero capito…
…ah, ma adesso è inutile rimpiangere il passato!
Stavo
proprio tornando a casa per mettervi al corrente dei particolari, ora
bene che ti ho incontrato così facciamo la strada assieme,
su
andiamo, senza farci vedere dall’agente si intende!
I-IceDevimon?!...
…vuoi muoverti, mi stai ascoltando?!
Cos’è, ti sei
addormentato?!»
«…no. E’ solo che…
…ho avuto una strana sensazione quando prima tu hai
pronunciato
una frase: hai detto…che io e Nami abbiamo qualcosa che ci
lega
in maniera…indissolubile…»
«Ahah!!...» il fiato di Violetta si
spezzò in un
sussulto di entusiasmo…e premendo il suo dito sul petto del
Digimon tentò di dedurre «Ti stai innamorando di
lei…?» con sguardo furbetto e trionfante
«…lo
sapevo che prima o poi sarebbe accaduto! Ahhh…la bella
stagione,
e gli amori che rifioriscono…» ma il Digimon
indurì
lo sguardo «Che cosa stai
dicendo?!»…«Ops!»…«Devi
essere
del tutto impazzita, e soprattutto ancor più stupida di come
vuoi far cedere!»…«M-Ma
io…!»…«Guardami in faccia e
ripetiti il mio
nome: io sono un Digimon malvagio! Io sono il grande IceDevimon, per il
quale non esiste la “bella stagione”, non
è mai
esistita!»…«Scuuusa, era una metafora!
Sai
com’è, si fa per dire!» ma IceDevimon
sembrava non
gradire quello scherzo «E quel che più
conta…è che per me non esiste…e non
esisterà mai amore, tienilo bene a mente, Violetta.
Perché questa…» volgendosi a scrutarla
con la coda
dell’occhio «…è la mia
natura: io non ho mai
potuto sentire un legame con nessuno. E per nessuno riuscirò
a
provare affetto. Mai.»
…aprendo un portale di ghiaccio…e scomparendo
nello
scenario desolato e serale del parco. Violetta serrava i pugnetti in
gesto di esultanza «Ahhh!! Troppo forti, questi Digimon
malvagi…!! Ihihi!» tuffandosi anche lei nel varco.
«Guarda
che posso fare da solo…» diceva un padre dalla
voce
amorevole, fra le pareti della loro casa. Ma la bambina di fronte a lui
era rigida come un’adulta «Dico sul serio
papà, io
non ho sonno: se hai bisogno che ti aiuti io sono
qui.»…«…Akiko, ti trascuri
sempre…» la sfiorava lui, tendendosi dalla sua
sedia a
rotelle. Lei sembrava grata per quelle carezze, ma non riusciva a
scomporsi…
…mentre
due occhi luminosi, e altrettanto stremati, spiavano quel padre e
quella figlia dallo spiraglio della porta, dietro la quale si estendeva
il buio del corridoio…
…era
LadyWizardmon «A-Ahh…» che li aveva
raggiunti,
introducendosi nella loro casa.
«…devi ricordare che sei una
bambina…come tutte
quelle della tua età. Non puoi sprecare le tue energie
nell’assistere un padre malato…tu devi giocare, e
divertirti. Conservare le forze, e andare a letto
presto…»…«No papà,
è inutile
che ci inventiamo dei sogni per star meglio: io non sono come tutte
quelle della mia età! Io sono diversa…»
«Oh…?» inarcò lo sguardo il
signor Mori
«…perché dici
questo…?»
(LadyWizardmon
«…quella bambina odora come un
Digimon…»)
«Lo sai
bene! Perché non ho la mamma: lei mi ha abbandonato
poiché è una donna cinica e spietata.
Però…non sono così sfortunata,
perché
almeno ho un padre buono e premuroso accanto a
me.»…«…io ti voglio bene
Akiko…»…«…se
è così non
devi più ripetere che sei malato: tu stai bene, non sono le
malattie del corpo a contaminare una persona! Ma quelle
dell’anima, ed è la mamma la vera malata! Anzi!
Lei per me
non è mia madre, ma esclusivamente la signora Nami
Asanuma!»
(LadyWizardmon
«…Nami Asanuma! Questo
nome…io…l’ho
già sentito!»)
«…mi preoccupa sentirti parlare così,
Akiko…
…non parli come una bambina, ma…come
un’adulta
già piena di dolore e
frustrazione.»…«Il
dolore non posso nasconderlo: mi segue come un fantasma nel buio, e
scrive il mio destino. Buonanotte,
papà.»…«No, Akiko
aspetta.»…«Se hai bisogno di me
svegliami.»…«Akiko!»
…ma lei
non si guardò indietro. LadyWizardmon scivolò a
sedere
per non farsi notare, e Akiko si diresse verso la sua stanza, lasciando
quell’uomo meditabondo e apprensivo.
La Digimon dai
vestiti strappati vide sparire la bambina umana dietro la porta, e si
volse a contemplare il padre “Questi sono…una
bambina, e
un padre della terra…?...
…c’è così tanta
infelicità nel
pianeta che ci sovrasta? Così
tante…incomprensioni?!
Pensavo noi Digimon sinceramente fossimo i soli ad essere tanto
divisi…ma lo attribuivo alle nostre origini: in fondo siamo
nati
come creature da combattimento!...e quando spiego storia ai miei
alunni, inizio sempre col dire che…ai vecchi
tempi…c’era
la legge del più forte.
Chi era più aggressivo prevaleva…e il debole
soccombeva.
Ma ora mi sorprende vedere questi uomini…che fanno a gara a
dimostrarsi forti, e questo fin da bambini! Io non vorrei
mai…
…che i miei piccoli alunni dovessero lottare in questo modo
per
guadagnarsi una crescita felice: tutti hanno gli stessi diritti! Siamo
tutti uguali…
…fammi avvicinare a quella bambina. Non so ma dal primo
momento
che l’ho vista mi ha dato una sensazione strana! E’
come se
fosse legata in un modo speciale…a me, e al mio
mondo…” avventurandosi sui suoi stivali consumati,
con il
suo passo goffo ma volenteroso…
…per spiare la piccola Akiko dallo spiraglio della
porta…
…una stanza rigida e austera quella della bambina, con poche
note di colore tipiche della sua età. Prima di mettersi
sotto le
coperte sollevava una foto, e la commozione affiorava ai suoi
occhi…
…si
trattava di una donna “Quella dev’essere sua
madre…” dedusse LadyWizardmon. Ma Akiko
sembrò fare
forza su di sé per esortarsi a non perdere tempo con i
ricordi,
e posò dunque la foto “AH!!...
…ma sì, mi ricordo di quella donna!!”
Le
immagini di una battaglia travolsero la memoria di LadyWizardmon. E si
rivide a terra, con una donna superba e sprezzante che pestava il suo
cappello “…quella è la maestra dei
giovani Digimon
Tamers!!...
…ed è anche la madre di Akiko.”
«…tanto ognuno ha il suo destino. Ed inutile
provare a
cambiarlo.» sentenziò la bambina…e al
suono del sue
parole, le sue stesse lacrime divennero di ghiaccio (sotto gli occhi
attoniti di LadyWizardmon)
Si
trasformarono in perle gelide, che la bambina accolse nella sua
mano…
…e fece passare attraverso un filo…
“Sta preparando una collana con le sue lacrime! Ma quella che
ha
usato per renderle gelide…
…è una tecnica Digimon!!”
Gelido come un ghiacciolo era anche quel Digivice che giaceva sul
comodino, accanto al letto di una donna il cui sonno turbato non
smetteva di fare contratta la sua espressione. Furono altre mani a
raccogliere il congegno, mani dallo smalto scrostato «E
così, come ti ho detto, ora il Digivice è
connesso
elettronicamente con l’adesivo posto sul cuore di
Guilmon.»
bisbigliava rapidamente Violetta, mentre IceDevimon dietro di lei
spalancava le ali nella penombra…
«Ahhhhhhhhhh!» Guilmon si distendeva sulla panchina
con
espressione beata, toccandosi la pancia «Mi sono proprio
fatto
una bella mangiata, era tanto che non mi capitava! Al
castello…c’era una tale tensione…che la
fame mi
passava puntualmente. Così andavo a letto con lo stomaco
vuoto e
poi la notte non riuscivo a dormire. Ora invece sento di avere tanto
sonno…
…sì. Mi si chiudono gli
occhi…ahhh…»
tanto che sembrava non far caso all’assenza di un cuscino:
quella
panchina era come un letto comodo. Ma il luccichio di un adesivo
penetrava oltre la sua maglietta «Voglio dormire e
pensare…
…di
trovarmi esattamente qui, però dieci anni fa! Voglio sognare
il
quartiere allo splendore di un tempo…
…uhmuhm!
E tu che arrivi e fai…”Guilmon, sei uscito
un’altra
volta, te l’ho detto…”
…uoaaaaahhhh…
”mille
volte che non devi…”
…ronf…
“…uscire dal tuo nascondiglio…durante
la notte,
è pericoloso, ti possono
arrestare…già…
…già una volta la signorina Asanuma mi ha aiutato
a
sbrigarmela, ma ora…”
…ronf…» il russare prese il posto delle
parole…
…la luce dell’adesivo illuminava i suoi
baffetti…
IceDevimon nella
buia stanza però commentava «Nel cuore di quel
mentecatto
non può esserci…assolutamente niente di utile per
me:
sono un Digimon d’alto livello!» Violetta si volse
«Ma non hai detto che per caricarlo ti serve la rabbia di un
Digimon?!»…«Ouh? Sì,
però…» il diavolo digitale
sfuggì con lo
sguardo «Intendevo…sentimenti autentici, pulsioni
violente! Che rabbia può offrirci un poveraccio come quello?
Quella…per non essere riuscito a rubare i croccantini a un
cane,
ed essersi fatto bastonare dal
padrone?!»…«Non
credere, da un cuore come quello può sgorgare…
…una
fontana zampillante di astio e frustrazione, tu non lo
conosci!»…«Cosa…??»
fece espressione
quasi ingenua «Io non dovrei conoscere…il Digimon
che mi
ha acquisito la prima volta??»
Violetta fece sottili
e minacciosi i suoi occhi «Dietro quella creatura si nasconde
il
poetico legame con un ragazzino della terra, la sua amicizia gli ha
dato immensa gioia ed enorme dolore, basterà giocare con
queste
carte…per generare il getto di potere definitivo, che
finalmente
porterà te a digievolvere!!...e Nami a congiungersi a te
nella
creazione di un…immenso Digimon!!!»
«O-Oh…» gli occhi di Asanuma si
dischiusero appena,
delineando le loro sagome…
IceDevimon ripeté
«…biodigievoluzione…»
…l’insegnante semi-addormentata dilatava il suo
sguardo…
…e Violetta
bisbigliava «Proprio così…vieni
IceDevimon, lascia
che ti illustri il mio progetto. Ma perché vada in porto
dovremo
essere scrupolosi come una madre di famiglia: stavolta non possiamo
sbagliare…e ognuno di noi ha una parte, anche Nami ha la
sua!» per poi volgersi prima di chiudere la porta, e
premurarsi
«Ooops! Scusa tesoro, ti abbiamo svegliata??? Ce ne andiamo
via
subito!»
Asanuma la
scrutò con sguardo di sfida, dopodiché
replicò
«…non preoccuparti!...
…non riuscivo a dormire!»
Così la porta
fu chiusa. E Asanuma di nuovo sola e al buio, con la sua frustrazione.
Ma non sembrava
esser la sola a non riuscire a dormire, poiché il sonno
della
piccola Akiko era figlio in tutto e per tutto del suo sonno: cercava
pace, ma non riusciva a trovarla per quei suoi occhi che si
riaprivano…incrociando sul comodino la compagnia non di un
Digivice, bensì dei suoi occhiali ripiegati. E quella foto
di
sua madre nella penombra, il cui sguardo non la lasciava in pace,
riempiendo il suo cuore di pena…
…e di
lacrime i suoi occhi, che come perline di ghiaccio tintinnavano a
terra, rotolando per il pavimento della stanza fino a soffermarsi ai
piedi di un paio di stivali consumati. Colei che li indossava disse
«Adesso…» con voce dolce, intonazione
materna, e
carezzò così la sua asta a forma di
zucca…che
sprigionò ovunque bolle e polvere fatata, avvolgendo la
stanza
con un velo di magia sottile e vellutato come la sera. Il velo di magia
che accompagnava la sua entrata.
«Che
cosa succede…?» si chiese Akiko assorta…
…tendendo
la mano da sotto le coperte, provò a sfiorare quelle bolle
«E’ strano…non si ghiacciano quando le
tocco. Riesco
ad avvertire il loro tepore…e sento come una presenza nella
stanza. Un odore…gentile e gradevole. Oh? E tu chi
sei…?!»
I loro occhi si
incrociarono, attraverso la trasparenza di una bolla iridescente.
Così diversi, chiarissimi quelli della Digimon, scuri e
profondi
quelli della bambina «Sei una di quelle creature
extra-terrestri?
Questa mattina ne ho incontrata una al
parco!»…«Certo che è
strano…»
disse LadyWizardmon con un sorriso consapevole e maturo
«…al giorno d’oggi non ci si stupisce
più
quando si vede entrare un essere…fatato nella propria
stanza.»…«Infatti che
c’è di strano?!
In tv accade continuamente!»…«Ma questa
non è
tv…questa è la realtà.»
disse LadyWizardmon
avvicinandosi con discrezione
“guaaarda…sembra non provenire dal nostro mondo!
Ha un
cappello lungo lungo…come quello delle
fate.”»
descriveva col tono con cui si narra una fiaba «…o
almeno
così ho sentito dire: io non ho mai visto bambini
veri.»…«Io ne ho visti tanti! Tanti da
farmi capire
che io…non sono come loro.» guardandosi i palmi
delle mani
«E tu non mi inganni, spaventapasseri: questa non
è la
realtà, me ne accorgo bene sai? Non sono
sciocca.»…«Uh? Nesssuno…qui
ha detto che sei
sciocca.» parlando con la calma di chi di bambini se ne
intende.
E Akiko col tono di chi non si intende neanche della propria, di
infanzia «Questo è un sogno…io mi sono
addormentata
e sogno di non prendere sonno: questa è l’unica
giustificazione…per la tua presenza qui perché ti
avverto, non basterebbero le cannonate per convincermi che sei venuta
per me.» tingendo i suoi occhi di pena «La gente
quando mi
vede
scappa…!»…«…perché
la
gente ha sempre pregiudizi nei confronti di chi è un
po’
diverso! Perché è
speciale…»…«”Speciale”…pfff.
Questa è una parola passata di
moda.»…«E chi
l’ha detto?» alzò le spalle
LadyWizardmon con
schietta spontaneità.
Akiko la
scrutò dubbiosa, e la creatura si avvicinò
«Tuttavia…Akiko, so che questo è il tuo
nome…se tu preferisci credere che sia un sogno allora
facciamo
questo gioco: giochiamo ad essere…all’interno di
un
sogno!»…«Qui non stiamo giocando, questo
E’ un
sogno, te lo dico io!...
…so
riconoscere benissimo la sensazione di quando si è coscienti
di
sognare, mi capita tante volte! Sogno che la mia mamma mi voglia ancora
bene…
…sogno di essere una bambina normale, e sogno che il mio
papà guarisca e si alzi da quella sedia!»
LadyWizardmon contemplò con tenerezza quei sogni innocenti
«Ma quando lo vedo correre felice incontro a me io…
…m-mi rendo conto che quello che immagino non
potrà mai
avvenire, se non forse…in un altro mondo! Semmai esista.
Nessuno
lo sa…
…confesso
che ho paura…anche se è stupido,
perché niente si
può cambiare.» sussurrò a bassa voce.
LadyWizardmon
aprì la sua espressione «…allora mi
stai confidando
un segreto!!!...ahahah!»…«Piano con
quell’asta…mi fai il
solletico!»…«Allora stiamo veramente
diventando
amiche…come avviene nei
sogni.»…«Ci siamo
messi d’accordo, no? Tu hai proposto che questo è
un sogno
ed io ho accettato. Anche perché non credo sinceramente
possa
essere altro. Quello che mi chiedo è…
…perché, anche in un sogno, tu sia venuta da me.
Io mi
sento sempre me stessa! Ma forse…ti hanno detto che sono una
bambina speciale.» LadyWizardmon spiegò con
pazienza
«Io sono venuta qui perché non mi ha detto proprio
niente
nessuno, sono stata io a scegliere di seguire…forse un
odore,
forse una sensazione, che proveniva da te e ti rendeva diversa dagli
altri, questo è vero. Però a me non risulta
affatto
strano! Io sono abituata a chi è diverso. Io lavoro con le
diversità tutti i giorni…
…il mio
unico scopo, è insegnare che proprio perché siamo
tutti
diversi…tutti siamo
uguali.»…«Uhm, beata te!
Non ti ascolterà mai nessuno, ti sei scelta proprio un
compito
ingrato!»…«Io…non sono
affatto scontenta del
mio lavoro. Ritengo…a-ahhh!» arrampicandosi ai
piedi del
letto della bimba (canzone: Marco
Masini - Parlo di noi)
«…che ci sia sempre bisogno di qualcuno che
spieghi questa
cosa. A volte qualcuno la dimentica, ma…non con questo noi
dobbiamo smarrire la fiducia, e la buona volontà di
confermarlo,
perché solo in questo modo un giorno
potremo…abbattere
tutte le barriere che ci dividono. E vivere tutti come
fratelli…a prescindere dalla nostra specie, se abbiamo la
coda,
le ali, le antenne!
Ghirighirighiri!»…«Uhmuhmuhm!»
riuscendo a
farla sorridere con un po’ di solletico sotto al collo
«…le zzzanne come la sottoscritta, e siamo belve
feroooci!»
Ora Akiko la
osservava in modo diverso «…tu sembri buona. Sei
gentile
con me, come il mio papà. Lui è il
solo…che riesce
a farmi sorridere, solo con lui mi sento protetta. Anche se
è un
uomo fragile e malandato! Mi capisce perché anche lui
è
escluso dal mondo. E forse anche tu, se riesci a comprendermi. Magari
sei come uno spirito…e ti senti
sola.»…«…brava, è
proprio così.
Ecco vedi io…
…sono come la maestra
elementare…che…quando si
cresce…la si lascia indietro, e un po’ la si
dimentica,
per andare incontro alle proprie esperienze. Sono un frammento di
passato…»…«…e io
sono un frammento di
futuro, e come te non ho una casa!! Non ho un posto per me,
perché questo mondo è ostile! Non
c’è posto
per una bambina…con un papà malato, ed una madre
psicotica!»…«Sei sicura che la tua mamma
sia
veramente così come la definisci?» chiedeva
pazientemente
la creatura, ipotizzando «Magari…è solo
perché i medici le hanno dato una cura di modo che possa
star
meglio. Ma…ciò non vuol dire che non voglia bene
a te che
sei la sua bambina.»…«Ahh, non
è la pazzia la
malattia di mia madre, è la cattiveria! Lei…
…è
una donna egoista.»…«…tutti
siamo egoisti, un
poco, in fondo al nostro cuore.» ma Akiko la
scrutò
assorta «…tu non lo sei…se hai fatto
tanta strada
fino a consumarti gli stivali per raggiungere una come me. Io lo so, le
distanze dei sogni sono ampie…
…contengono...tutte le terre in cui vorremmo correre, i mari
in
cui vorremmo nuotare! I laghi in cui vorremmo sguazzare, e le
nuvole…con cui vorremmo giocare a palle di neve. Tu hai
corso,
nuotato…per questo i tuoi abiti sono consumati. Per
sguazzare
nel fiume…ti si è strappato il
cappello…»
passandole con le dita sulla falda, con incredibile delicatezza
«…e per giocare a palle di neve…ti si
sono rovinate
le unghie…» prendendole delicatamente la mano,
mentre
LadyWizardmon confessava con umiltà «La
verità
è che io indosso sempre i guanti, ma per liberarmi da un
groviglio di rampicanti li ho persi! Chissà dove sono
finiti, e
pensare che erano molto
vecchi…»…«…ah!! Ma
allora tu
sei…
…!! Sei
quella creatura che avevo visto intrappolata al parco! Sono felice che
ti sia salvata…
…ho
provato a spezzare i rampicanti con le mie mani…ma non ci
sono
riuscita. Mi sono solo tagliata, e per questo…mi sono
sentita
inutile. Io non sono portata per il giardinaggio…
…né per salvare le persone. Io non so fare
niente…
…non sono
all’altezza di una creatura
fatata.»…«…questo
è quello che
dici…tu!...
…ma
è ben lontano dall’essere la verità.
Vedi
adesso…anche noi non abbiamo più la gloria di un
tempo!
Non siamo più famosi, fotografati ovunque…
…conduciamo una vita semplice, come…te magari, o
il tuo
papà. Eee…cerchiamo di fare del nostro meglio,
ogni
giorno. A me ad esempio avevano detto tanti anni fa che…
…c’era qualcuno che mi aspettava! Era proprio su
questo
mondo, ma un po’ gli impegni, un po’ le porte del
mio
pianeta che sono rimaste chiuse…non l’ho mai
raggiunto. E
adesso sarà grande e lontano.»
Akiko era
commossa, ed esprimeva «Persino nei sogni
c’è crisi
economica come nel presente! Quando era piccolo il mio papà
potevi fare…tutto ciò che
volevi!»…«Che cosa intendi
dire…?»…«Che adesso se
potessi ti prenderei
per mano fino a condurti dalla persona che ti
aspetta!!!»…«Oh…?»…«Ma
non
posso perché ignoro dove sia, anche se questo è
un
sogno!...
…così come ignoro dove poter trovare nuove gambe
per il
mio papà…
…ed
un cerotto, per rammendare il cuore della mamma! Che è
strappato
come il tuo vestito! Sai, io sembra che la odio…ma
è
soltanto apparenza.»…«Sì,
tesoro…» versava lacrime l’altra
sfiorandole la mano
«…la maestra se n’è
accorta…!»…«Il mio
più grande sogno
sarebbe…
…portare allegria e felicità agli altri, ma per
un motivo
che ignoro non ci riesco, e porto solo gelo, la gente si
allontana!»…«Io no, io non sento freddo
in tua
compagnia…!!»…«Ma
questo…è solo
un sogno. Ed è concesso a me di tenerti vicina
così come
a te…forse…di rivedere in me il volto di colui
che hai
lasciato indietro.»…«Certo,
amore…certo…!...
…allora lasciati dare il bacio della buonanotte e lasciami
vegliare sul tuo sonno, l’avrei voluto tanto con lei, sai?
Sono
sempre stata sicura che fosse una bambina…e
anche…che ti
somigliasse tanto!»
Akiko si
stese con il sorriso, e LadyWizardmon le baciò la fronte,
tra le
bolle e la polvere iridescente. Poi allungò la sua mano
dallo
smalto rosso rovinato verso la collana di lacrime “Ma
allora…non è vero che queste creature del
presente sono
fredde come pezzi di ghiaccio!! Hanno amore da vendere!! Manca
soltanto…qualcuno che le ascolti. Come la piccola Akiko!!
D’ora in poi…questa la porterò
io.”
…legandosi al collo quelle perline scintillanti di
ghiaccio…
“Dentro il loro cuore c’è scritto il
futuro di noi
Digimon! Non è stato un errore giungere su questo
mondo…loro sono…la nostra unica
speranza!!!”
smarrendo i suoi occhi chiari nel cielo cittadino oltre la
finestra…(fine-canzone)
IceDevimon
scorreva i canali sul telecomando tv, sbracato sul divano della buia
casa in una posa di marcata virilità. Violetta sgranocchiava
popcorn piegata sulla spalliera dietro di lui, e anche lei con gli
occhi rapiti dallo schermo, quando giunse una terza persona,
allacciandosi la vestaglia. Violetta pescò nella busta e
riempì un bicchiere di popcorn, ma Asanuma fece
«No,
grazie!...
…se
non ho sonno a quest’ora figurati se riesco ad avere fame.
Piuttosto…! Sono alquanto curiosa. Quale sarebbe
questo…piano innovativo di cui devo udire mentre cerco
invano di
addormentarmi?!...
…se
non erro mi è parso di capire che sono anch’io
inclusa
nella festa. E credo anche di aver orecchiato che il nostro
protagonista è proprio quel Digimon che ho visto
nascere…beh, è così: il suo domatore
lo disegnava
durante la mia lezione!...
…sentiamo
un po’…la nostra intelligentona.»
insinuandosi
vicino a Violetta e prendendole lentamente la busta di popcorn
«Cosa si è inventata per risalire la china dopo il
fiasco
tra le mura del palazzo reale…?»
(IceDevimon
iniziò a sospirare nervosamente
«…NNNami…(!)» ma dissimulava
seguitando a
scorrere i canali…)
Le due donne si
confrontarono occhi negli occhi…fino a che Violetta
«Uhmuhm! Pfff…! Ahahahah, nieeente, è
solo
un’idea!» ma Asanuma la afferrò per il
polso
«Che fai, ti tiri indietro?!...guarda che ormai siamo in
ballo.
Io ti ho sentita molto chiaramente, hai parlato del mio
Digivice…»…«Sì,
io…ho parlato
effettivamente del tuo Digivice però…scusa mi
puoi
lasciare la mano? Miii…fai un tantino male! Ecco,
graaazie…»…«Non mi piace che
si parli alle
mie spalle…
…ora sono qui: tutta orecchie!» incrociando le
braccia
«Aspetto di sorprendermi!»
Ma
l’altra meditava “Questa volta non posso agire
senza
garanzie…
…se
sono stata tradita da Ufomon e Gravemon…che avevo creato io
perché operassero al mio servizio…figurati se non
potrebbe tradirmi lei: una che agisce solo per affermazione personale!
No…
…non posso essere avventata e spiattellarle il piano come se
niente fosse…
…devo tutelarmi…” «Uhm,
uhmuhmuhm! Abbi
pazienza cara! Io vorrei tanto…ora…(uhmf! Mi
è
rimasto un popcorn nei denti!)…starti qui a parlare ore e
ore di
ciò che mi ha ispirato questa intuizione, però
anche tu
devi cercare di capirmi. Io…cioè, prima lo facevo
vedere
ad IceDevimon ora è il tuo turno: sono completamente
spogliata
di tutto. Guarda? Guarda!!...» scorrendosi la mano sulle
braccia
e sul collo «Neanche un gioiello, ormai non ho più
un’identità, sono…una poveraccia senza
arte
né parte
e…»…«Quello lo sei sempre
stata, solo che ti ricordo, mia cara, che se adesso hai un tetto sotto
il quale ripararti lo devi a me! La casa in cui sei ospite è
mia
qualora lo avessi momentaneamente rimosso…e io, sappi che
non ci
metto niente a prenderti e sbatterti fuori così come ti ho
fatta
entrare, qualora mi accorgessi che ti aggiri come una gatta pronta
all’agguato!»…«Oh no ti prego
non mi parlare
di gatti, a meee…è rimasto l’incubo
dopo
l’orribile esperienza che ho avuto! Per cui, da quel momento
ho
deciso che…va bene: niente più animali
è scontato,
è frase canonica in questi casi! Punto
secondooo…non si
fa più niente, comunque, se non si sta con le spalle
coperte: a
me dispiace però io…cioè, non mi fido
gente, eh!
Abbiate pure comprensione per me, tradita dai miei figli, io mi sono
ammazzata per tirarli su e loro niente, irriconoscenza allo stato puro,
perciò io adesso miei cari mi sono proprio stufata, da
questo
momento io non faccio un fiato se non ho prima ricevuto idonee
garanzie!»…«Ahah, ma guardala, fa anche
la
spiritosa! Dunque la casa e lo spirito caritatevole con cui ho fatto
entrare una…fuggiasca del mondo digitale non bastano ancora
a
Vostra Altezza delle Rovine devastate! E sentiamo un
po’…» sedendosi sulla spalliera del
divano tanto da
disturbare un po’ IceDevimon «A-Ahhh!»
con il suo
fondoschiena.
«…che cosa dovrei fare, per potermi meritare
finalmente la
tua fiducia? Sono curiosa…che cosa vuoi?!»
Violetta la fissò infilando un popcorn in bocca…
…per poi mormorare mentre masticava
«…voglio tua
figlia.»
Asanuma
dilatò lo sguardo. Ad IceDevimon «Ihm!!»
scivolò il telecomando di mano.
Un album
fotografico dal grazioso aspetto era sfogliato da mani pallide ma
eleganti. Mani maschili, benché adornate da unghie lunghe
dallo
smalto corvino. Egli sedeva sul più basso dei letti a
castello,
quando lei si fece avanti dal buio corridoio
«…Teardropmon, il processo di consumazione
è agli
sgoccioli. Avevo ragione, quella barriera non era un
granché.
Uh? Che cosa stai guardando?!»
Lui non
alzò i suoi occhi amari, si limitò ad alzare
l’album «…guarda
qua…l’ho ritrovato
buttato, in giro. Non immaginavo che la mamma lo avesse portato
qui…» Starshipmon si avvicinò
«Ho svolto
delle analisi…
…questo
luogo veniva adoperato dalla mamma come ponte tra i due mondi.
E’
composto con i suoi sogni inavverati!...forse è per questo
che
è così di cattivo gusto! Certo è che
l’intensità della frustrazione a volte si rivela
davvero
utile…
…nella fattispecie, una valida alternativa al Digivarco. E
dire
che ci siamo cresciuti senza neanche domandarcelo!»
Il bello e
tenebroso Teardropmon seguitava a scorrere quelle immagini, ricche di
sorrisi e di colori, che sembravano l’affresco di una
famiglia
felice. Sfogliava con lentezza, la stessa con cui si sorseggia il vino,
come se volesse far scolare dentro di se ogni goccia di risentimento
«Fratello! Lo dico per il tuo bene: non devi guardare queste
cose! La mamma ormai ci ha rivelato i suoi scopi, è inutile
rimpiangerla!»…«Pfff!!!» ma
lui gettò a
terra l’album «Ma che ti credi?! Che io lo facessi
per
rivedere la mamma?! Cercavo soltanto una foto di
Scratchmon!!»…«Ahhh?!...
…ma se mi hai detto fino a poco fa che ormai era un capitolo
chiuso!» ma lui le piazzò le mani sulle spalline
metalliche, sbrilluccicanti di tecnologia. Ed avvicinò il
suo
volto minaccioso «…io cerco una foto di
quell’amica…che in realtà ho solo
immaginato,
perché non esiste! Ma paradossalmente riusciva ad essere
immortalata dall’obiettivo…è chiaro il
concetto?!»…«Se è
così…»
disse la Digimon dalla voce profonda
«…l’abbiamo
immaginata entrambi…
…la nostra gattina era la nostra compagnia, così
come il
nostro papà!!» ma Teardropmon tirò un
calcio
all’album a terra, per poi allontanarsi «Tutto
inutile!!!...
…tutta memoria da
cestinare!!»…«…ah,
aspetta, Teardropmon!»
Lui
scendeva rapido le scale sulle sue scarpe dalla punta arricciolata,
mentre sua sorella gli veniva dietro «Teardropmon, non fare
così!» fermandosi sui gradini ed esclamando
«Non
siamo ancora spacciati!!...
…capisco che la situazione sembri disperata, ma ci resta
ancora
la terra da conquistare!!»
Teardropmon infatti si era diretto in salone, e raccogliendo
l’Ipad aveva richiamato sul display una proiezione del globo
terrestre. La ragazza spaziale arrivò alle sue spalle,
mentre
lui mormorava «…lei si è rifugiata di
certo sulla
terra…
…parlo di Scratchmon…
…voglio la soddisfazione di conquistare quel pianeta,
così lei sarà di nuovo mia anche se
paradossalmente
ignorerò in quale angolo buio si sarà andata a
rintanare,
pur di non vedere la mia faccia!!» stringendo di rabbia i
suoi
denti vampireschi, e guardando verso l’alto con i suoi occhi
guarniti e malinconici «…ma se sarà mio
ogni
singolo…angolo…buio di quel pianeta di immondizia
allora
anche lei, DI DIRITTO, potrà definirsi la mia
gattina!!»
picchiando un pugno sul tavolo «…così
finalmente
tornerò ad avere un gatto, non sarò
più un ragazzo
che vive in una casa squallida…» La sorella lo
abbracciò da dietro, massaggiandolo e parlandogli con voce
premurosa «Ma no…
…no che non lo sei, non parlare di noi come ormai fossimo
scarti…»…«Ma io è
quello che mi sento,
Starshipmon!!» gemette, sull’orlo delle lacrime
«Per
via…della doccia, dei fornelli rotti e delle linee
isolate?»…«Ihmf!...ho notato…
…che anche lo scaldabagno perde acqua.» ma lei gli
prese
la mano «…conquisteremo la terra e ci faremo
montare lo
scaldabagno più in vista, più alla moda ed
efficiente che
esista. Tu lo sai? Guardami negli occhi…io me ne intendo di
elettrostatica, anche se non sono dovuta andare a scuola, per
impararla: è direttamente inglobata nei miei dati,
evidentemente
la mamma voleva sfruttarla a suo vantaggio. Ma le è
sfuggita, ed
ora io ne sono l’unica
detentrice.»…«Ti prego,
sorellina, mi aiuterai?! Credimi io...ho tanto bisogno di non sentirmi
tagliato fuori dalla moda! Voglio…una casa piena di confort,
tu
mi darai una mano nel conquistare tutti gli agi, e le
modernità
della terra?» chiedeva con tono di supplica, e lei
«E’ una promessa, tu devi solo stare calmo, e
vedrai
che…
…molto
presto quella barriera si aprirà come un sipario e
introdurrà noi due come i protagonisti della più
grande
epopea di conquista…
…scienza,
tecnologie, nuovi sistemi, sarà tutto
nostro!»…«Computer…reti di
connessione
più veloci della luce!» sognava lui, per mano alla
sorella
«Saremo i nuclei pulsanti del progresso Teardropmon, e gli
umani
saranno costretti a cedere sotto l’egemonia del nostro
sfolgorante potere…» mostrandogli le mani che
scintillavano di elettricità. Lui tra i respiri affannosi
cercava di riprendere coraggio «I-In questo
modo…potremo
far risorgere questa casa! Potremo renderla una centrale futuristica,
così non sembrerà più tanto vuota e
oscura!
Inseriremo…nuove luci, proprio qui, sopra le nostre teste!
Avremo…sistemi di rilevazione da fare invidia a
chiunque!»
Starshipmon
puntò i suoi occhi avidi sull’immagine del globo
«…del resto gli umani si sono a lungo impegnati
per
avvolgere il loro pianeta con un impianto tecnologico. E’
giunto
il momento che finalmente lo consegnino nelle mani degli unici in
diritto di regnare sul futuro: non ci sono Digimon che ci stiano al
passo!!»…«E’-E’ solo
una questione di
tempo, sorellina…» boccheggiava lui asciugandosi
il sudore
dalla fronte, ed aggiungendo «Scratchmon ci
vedrà…
…ascendere…al successo, ci guarderà
dal
basso…di un vicolo abbandonato, tenderà la zampa
e
griderà…”ma guarda…i-i miei
bambini!...come
sono in alto…”»
Starshipmon sembrava frenare la commozione con la superbia, stringeva i
denti e cercava di sorridere ironicamente «Io piuttosto sarei
curiosa di vedere la faccia che farà la mamma:
resterà
con un palmo di naso quando saremo noi a rifilarle la bolletta della
luce elettrica!!»…«Ihmf! Quando la
barriera si
sarà aperta…ci vendicheremo…di tutti
coloro che si
sono presi gioco di noi!!» allungando i suoi artigli corvini
verso il display con il globo, ma sulla sua si adagiò la
mano
della sorella, le cui dita smaltate di fucsia spuntavano dal guanto
metallico. Con quel gesto di incoraggiamento, gli ricordava che non
l’avrebbe mai lasciato.
Ma intanto
c’era qualcuno che gridava
«FUORI!»…«…ahiii!
Non trascinarmi
così!» gemeva stridulamente Violetta, ma la voce
di
Asanuma prevaricava «Fuori da questa casa immediatamente, non
voglio più vedere la tua brutta
faccia!!»…«A-Ah!! Tu non puoi trattarmi
in questo
modo!»…«Ah no?!» fece
l’insegnante in
quel minaccioso impeto di rabbia, che la portava a stringere saldamente
il polso dell’altra per trascinarla verso la porta
«Perché, tu che cosa avresti fatto per
me?!»…«…ti dimentichi che ti
ho accolta a
palazzo, assieme al tuo
Digimon!»…«Senti, apri le
orecchie!» intimò Asanuma sbattendola contro il
muro per
poi piazzarvi le mani, così da immobilizzarla
«Nessuno
nomina mia figlia senza autorizzazione.
CAPITO?!»…«Oh daaai, quanto sei
permalosa!»…«Ahhh, ma allora sei dura di
comprendonio! Vediamo se riesco a dimostrartelo in questo
modo.»…«V-Vuoi che ti sbuccio una mela,
per
caso?» propose Violetta quando la vide aprire il scatto un
cassetto ed estrarre un coltello. Ma la donna preferì
«Ihmp!» puntarglielo al collo «Quella che
farà
la fine della mela, tra poco sarai tu! Realizzi il
concetto…? E
se pensi, mia cara, che io non sia capace di arrivare a tanto
perché in fondo sono una semplice insegnante non sai quanto
ti
sbagli!! Sono una donna che non ha niente da perdere, in fondo cosa mi
è rimasto? Se non mia figlia…
…e tu non
ti azzardi a nominare Akiko con quella boccaccia di fogna che ti
ritrovi, altrimenti, io…sai che cosa faccio? Eh? Lo sai? Sai
che
cosa faccio?...
…ti
ammazzo!!»…«…ahhh, tu non
parli sul
serio!» sminuì Violetta ma l’altra la
spinse di
nuovo al muro, trattenendola per il collo «Vuoi che facciamo
la
prova?!...
…perché, non mi credi capace? Ti sbagli bella, in
questi
anni sono cambiata, cambiata al punto…che non mi importa
più niente, PIU’ DI NIENTE E DI NESSUNO! Nemmeno
della
polizia…sempre che venisse a interessarsi della scomparsa di
una
come te! Una nullità, una che è sola al mondo!
L’occultamento del cadavere…sarebbe un affare
semplice
anche per una neofita del delitto come
me!»…«Ah, sei
veramente brava, lo sai? Sei…appassionata e intensa, saresti
un
attrice perfetta per un thriller: riusciresti a stregare i cuori di un
esercito di spettatori!!» ma Asanuma avvicinò la
lama
«…fossi in te…non farei tanto la
spiritosa…»
…mentre
IceDevimon sbracato sul divano non riusciva ad evitare di grondare
sudore “…aaah, Nami non fa che provocarla, non sa
quello
che fa! Non si ricorda che…quella tipa ha ucciso Digimon di
tutto rispetto, ha intenzione di provocare una carneficina?!!”
«...non
sei nella condizione di ricattarmi e di pormi di fronte ad opzioni come
questa! Che cosa vorresti fare con mia figlia?! Sei davvero peggio di
tutte quelle di cui…!!...si sente al
tg!»…«Andiamo, quante storie, avessi
detto che
voglio ammazzarla! Io mi sono…
…SEMPLICEMENTE LIMITATA…a dire che...la vorrei
qui,
insomma! Così un po’ fra noi, di modo
da…poterla
tenere sott’occhio, che c’è di
male?!» ma
l’altra le alzò di scatto il coltello sotto il
mento
«C’è di male che IO sono sua
madre…io sono
l’unica che può tenerla
d’occhio…»…«Nessuno
qui vuole rubarti
il tuo ruolo di madre, Nami! Hooo…solo detto
cheee…» assottigliando la voce in un flautato
sussurro
«…voglio…averla in giro, non posso
averne il
diritto?...
…Nami renditi conto: tu parli tanto, ma io che garanzie
ho???
Dico sul serio! Questo affar…ptsss! Questo affare con quello
lì, Guilmon, è un affare davvero da un milione di
dollari
simbolicamente parlando, ma chi mi assicura colui o colei con cui
vuoterò il sacco poi non mi clonerà
l’idea e se ne
andrà in giro ad attingere gloria?! Qui viviamo in una
società in cui occorre tutelarsi! Io ci sono già
passata,
e sinceramente non ci tengo a ripetere l’esperienza. Per cui
tu
hai due scelte: o mi porti la tua bambina-ma così, in
amicizia,
tanto per non correre pericoli-oppure io mi tengo il piano
e…non
se ne fa niente, addio potenziamento del Digivice, sparisce come i miei
gioielli-non li porto più-guarda? Guarda!» e per
la terza
volta ripeteva quel gesto «…tutta liscia, braccia,
collo!
Ti sembro forse una principessa agghindata??»
Asanuma
restò immobile come una severa e frigida statua a fissarla.
«Io
lo facevo per te, Nami, perché sinceramente non ne posso
più di vedere te e IceDevimon puntualmente nella parte dei
falliti!...
…mi era
venuta una buona ideeea, pensavo che tu e lui avreste avuto
curiosità di ascoltarla, ma visto che mi sono sbagliata fa
niente, amici come prima, tutti a nanna che è anche tardi e
io…ooouuuaahhhh…! Ho anche un certo
sonno!»…«Aspetta!...
…non ti
ho dato il permesso di andare a
dormire.»…«Ah
perché devo anche chiederlo?! Ah giuuusto!...
…dimenticavo che tu sei l’insegnante: scusi
signora
maestra! Ihihihi! Mi è venuto un gran sonno, mi darebbe il
permesso di andare a dormi-iiiihmp!» ma di nuovo la
afferrò per il braccio «Forse tu non hai capito,
devi
stare molto attenta con me!!» avvicinando lo sguardo fino
quasi a
bucarle quegli occhi che si mostravano enfaticamente terrorizzati
«…non mi fai paura…vedi? Io non ho
alcun problema a
rievocare le tue imprese sanguinarie, non mi fanno nessun effetto,
semplicemente ne prendo atto, come lo si fa per tante notizie che si
sentono nella cronaca giornaliera: non sono come lui, che muore di
terrore!» indicando verso il soggiorno ed esclamando
«Non
è vero IceDevimon?!» al che lui balzò
«Gulp!» e gli sfuggì di mano anche il
bicchiere di
vino, per poi non farcela più e volgersi «Ohhh,
insomma,
adesso basta Nami! Quanto hai intenzione di continuare?! Non ti rendi
conto della situazione!!»…«Puaf!!! Sei
davvero un
vigliacco, proprio tu che dicevi di aver ucciso centinaia di Digimon,
ma comincio a pensare che molte delle creature sotto ghiaccio nella tua
base fossero fatte con l’argilla come…i tuoi
figli!!» puntando il dito contro Violetta, ma IceDevimon
(dopo
aver «Ihmp!» nascosto il barattolo di argilla tra i
cuscini
del divano) le si accostò «Io cerco
solo…(!)…» stringendole il braccio
«…di
preservare…l’equilibrio…(!!)…per
evitare
danni ulteriori…(!!!)» ma lei tagliò
corto
«Ora basta, mi avete seccata tutti e due!!! Fate pure quello
che
meglio credete!» allontanandosi nel corridoio, ma il diavolo
le
volò accanto «Aspetta…!! Ragiona Nami,
non ti rendi
conto? Forse ci converrebbe accettare il suo piano, ne va della nostra
biodigievoluzione…» Lei gli scostò le
mani
«Ne va dell’incolumità di mia figlia,
quella
disgraziata mi ha chiesto di consegnarle Akiko ma tanto a te che ti
importa?! Mica sei il padre, e si
vede!»…«In fondo
che ti costa…?» seguitava a starle dietro lui,
bloccandole
la strada «A conti fatti…si tratterebbe di un equo
scambio: ora lei non sta vivendo con te…è stata
affidata
a quel rottame di tuo marito perché tu sei stata bollata
come
una psicopatica.» gli occhi della donna si abbassarono,
benché non volesse manifestare incertezza «Nami,
quell’uomo…si è preso gioco di te e ti
ha rubato la
tua bambina perché tu, diciamolo, agli occhi della
società…
…non vali
nulla: un’insegnante che strappa lo stipendio…
…una
pazza…» parole che piombavano come coltelli
ghiacciati sul
cuore della donna…
…mentre Violetta li osservava col fiato sospeso…
«…non
sono epiteti certamente d’onore per soggetti dei tempi
attuali:
il presente chiede eroi, per innalzarsi dalla polvere quotidiana. E i
figli sono i primi giudici, a provinare le nuove promesse…e
scartare i falliti!» ma Asanuma sibilò tra i denti
«…tu che ne sai, vieni a farmi una lezione di
etica
familiare, hai figli?!»…«Uhm?!...io no,
e lo sai
bene.»…«…e allora di che cosa
parli…?!»
«Scusate!»
si intromise Violetta con “scolastica” alzata di
dito
«Io posso testimoniare! Ci sono passata e non posso che dare
pieno appoggio a tutte le teorie del nostro IceDevimon. Naaami,
coraggio, la tua Akiko sarebbe di certo orgogliosa! Se vedesse sua
madre innalzarsi in volo tramutata in un immenso Digimon scorderebbe
ben presto tutti i certificati medici!» e IceDevimon
«Devi
battere su questo tasto, suo padre è un paralitico, un uomo
inutile: tu potresti recuperare…tutti i diritti che hai
perso su
di lei.» passando di nuovo la palla a Violetta
«…Ufomon e Gravemon mi hanno mollata
perché ho
fallito a Digiworld: ma se avessi trionfati di certo ora sarebbero
ancora qui! Dammi retta…è
l’opportunità
della tua vitaaa!»…«E’ la
nostra
occasione!» ribadì IceDevimon.
L’insegnante
serrava il pugno “…ci devo riflettere. Cosa devo
fare?” rivolgendo occhi appenati verso l’alto
“Akiko…è l’unica cosa per cui
mi importa
ancora di vivere, ora che ho perso tutto. Forse…se davvero
diventassi una potente Digimon Tamer lei…riacquisterebbe la
stima che ha di me, e Toshiaki non riuscirebbe più a
portarmela
via. Del resto…non ho ancora appurato del tutto se
è lui
suo padre…oppure…”
«…alla fine sono certo che si
convincerà.»
riferì IceDevimon incrociando le braccia, e descrivendo
«E’ troppo attaccata a quella bambina: beanche non
abbia
idea di come faccia, puah!» ma Violetta meditava
“…quella bambina mi conviene sotto due fronti! Una
volta
che sua madre me l’avrà
consegnata…terrò in
pugno entrambi!!” volgendosi verso IceDevimon, che si
allontanava
lungo il corridoio…
«Quindi
insomma…sarebbe questo quello che vorremmo. Ci dispiace,
l’abbiamo disturbata?» chiedeva Ryo a Mitsuo
Yamaki, nella
cui stanza si era recato assieme a Rika. Entrambi i giovani domatori
stavano adottando un atteggiamento di rispettosa discrezione, che il
biondo esperto di informatica non poté evitare di notare
«…no…ci mancherebbe ragazzi, invece
avete fatto
proprio bene a farmi questa richiesta.» accomodandosi gli
auricolari ed aprendo il portatile…mentre Ryo rivolgeva un
dolce
sorriso alla fidanzata, la quale pronunciava «Le siamo molto
grati…» con sguardo assorto oltre la finestra alle
spalle
di Mitsuo…dalla quale iniziavano a filtrare le prime luci
sugli
ingranaggi rotanti.
Mitsuo teneva
gli occhiali scuri per nascondere gli occhi segnati dal pianto, e
confessò «I vostri genitori…saranno
più che
felici di ricevere questa splendida notizia: per altro
incorniciata…da un così incantevole scenario.
Avete fatto
bene a scegliere questo settore.» e Ryo spiegò
«E’ il luogo dove ci siamo conosciuti!»
Rika aggiunse
«E dove ci sarebbe piaciuto…coronare il nostro
sogno
d’amore!»
Mitsuo
d’un tratto si arrestò dal suo smanettare ed
abbassò il display del portatile, volgendosi verso di loro
«…lasciatevi dire, ragazzi, che vi auguro tanta
felicità. Per sempre, nel futuro. L’amore
è una
cosa importante: solo stretti come siete adesso…per
mano…potrete superare le avversità della vita.
Molto
spesso i dolori sono tanti, si abbattono senza pietà, uno
dopo
l’altro. Ma questo di certo…non devo spiegarlo a
voi, lo
sapete bene. Quel che posso dirvi dalla mia
postazione…leggermente più avanzata in fatto
anagrafico
è che…
…restando così uniti è come se si
costituisse una
barriera. Le schegge possono sfiorarti…ma mai raggiungeranno
il
tuo cuore, perché è quello che batte in quella
stretta.
Io e Riley ci siamo conosciuti più di dieci anni
fa…ma
ancora ci amiamo come se fosse il primo giorno. E’ questo il
segreto che ci ha permesso di affrontare lunghi tempi
difficili…la perdita dei nostri figli…e per
finire, il
dolore che ora ci ha causato…la perdita di Guardianmon.
Ancora
oggi, col buio che ci circonda, risvegliarci ogni mattina
l’uno
accanto all’altro…ci fa sperare nel futuro. E ci
ricorda
che il cammino finora percorso non è stato inutile. Ora
forza,
andate a prepararvi, fra poco è il vostro momento: io appena
avrò finito di stabilire il contatto con la terra vi
avviserò.»
Rika sembrava
non riuscire a staccare gli occhi da quella finestra. Ed ogni stella
che nasceva sul settore degli orologi, era una candela
d’emozione
nel suo cuore. Ryo invece guardava Mitsuo, e vederlo
all’opera su
quel computer lo faceva pensare “…ma
sì, in fondo.
Il signor Yamaki è un uomo onesto e stimabile. Lui e sua
moglie
hanno perduto il loro Digimon…eppure ora non ha mostrato il
minimo cenno di stanchezza quando gli abbiamo chiesto di stabilire il
contatto, anzi si è subito messo al lavoro.
Forse…non
c’è bisogno di essere per forza un domatore di
Digimon per
avere un valore come persona. Dopo tutto…i nostri genitori,
e i
nostri amici non sono stati dei Digimon Tamer, eppure molto spesso non
avremmo potuto fare a meno di loro per crescere.
Già…
…ed io
adesso è questo quello che voglio essere!”
rivolgendo uno
sguardo di speranza ed emozione, seppur segnato, verso il soffitto
della stanza “Cyberdramon…tu…mi hai
abbandonato. Ma
io sto per sposarmi! Sto per sposare la ragazza che amo.
Rika…” osservandola, mentre era intenta a
contemplare lo
scenario “…ti giuro che da questo momento
metterò
la testa a posto! Mi impegnerò a essere un buon marito,
vedrai,
ti renderò felice! In fondo…potrei essere come il
signor
Mitsuo: con o senza Digimon…lui e sua moglie restano brave
persone, amici sui quali si può sempre contare. Tu ed io
potremo
essere…un po’ come loro. Non credi, amore
mio…?” ma a quel punto lei accennò
«Io…
…dovrei andare a provarmi il vestito.»
Nel suo
sussurro si leggeva una chiara nota di emozione, e un pizzico di
timore. Ryo le rifilò il solito sorriso
«…ma certo,
altrimenti chi glielo dice poi a quelle Floramon? L’hanno
cucito…in un battito di ciglia, solo per
noi!»…«E-Eh già…tu
le hai ringraziate
da parte mia?»…«Ahhh, ci penseremo dopo,
intanto tu
rilassati Rika! E’ il tuo giorno! Non dirmi che hai
paura?!»
Rika prese
fiato, cercò di fare espressione rassicurante ma stavolta
non
riuscì a dire nulla «Aaaaahhhh! Ahahah! Sono
riuscito…a stendere questa vecchia roccia, con
l’agitazione per le sue nozze! Sai che ti dico? Beh, ti
capisco
se mi metto nei tuoi panni: sposare uno come me non è cosa
da
poco!...ma ci farai l’abitudine. Ora mi vado
anch’io ad
allestire: ho visto che vengono certe cariche importanti fra i Digimon,
non vorrei deludere le aspettative! Ah e…avvisami se ti
metti in
contatto con tua madre: te l’ho detto, sono disposto a
prendermi
ogni responsabilità, l’idea è stata
mia! Uhmuhm,
non ti lascio sola in quel momento di
fuoco!»…«Ryo!»…«Sì?»…«…e…tua
madre? Dovremo avvertire anche lei,
immagino!»…«COOOSA, MA STAI SCHERZANDO?!
La vecchia
sarebbe capace di piombare qui a Digiworld, e ora con queste rocce
sbiadite non ci si nasconde più bene come un tempo! Io
finché posso mi do alla macchia, mi spiace per il vecchio:
lo
saprà con ritardo…ma finché
c’è lei
in giro è impossibile, dove passa non cresce più
l’erba!»
L’arrivo
di un lussuoso ascensore al piano “20” fu
annunciato dal
tintinnio elettronico, e dall’abbaiare di una cagnetta.
Ma
all’interno del salone da ristorante già si
conversava
«Mi creda, ci fa piacere che sia venuto al consiglio, signor
Katou. E ci fa piacere che faccia parte
dell’associazione.»
erano parole garbate di Rumiko Nonaka, alle quali rispondeva un sincero
«Grazie!» quell’uomo dagli occhi
infossati, il cui
sguardo sembrava aver riacquistato però una certa
limpidezza,
che di certo giovava al suo aspetto da cui traspariva maggiore salute
«Merito del signor Ayami, ha insistito tanto
perché
andassi in sua “rappresentanza”, per
così dire:
purtroppo…lei sa come stanno le cose in quella
famiglia…»…«Purtroppo
sì…» accennò la donna con un
profondo
sospiro, per poi aggiungere «…però lei
non è
qui in rappresentanza, se lo ricordi sempre! Lei è il padre
di
una delle ragazze che stanno combattendo a
Digiworld.»…«…la mia
Jeri…»
pronunciò l’uomo con tenerezza, e un pizzico di
rimpianto
«Mi auguro che stia bene. E che al nostro ritorno sia
disposta ad
ascoltarmi.»…«Lo sarà di
certo: i figli non
voltano mai le spalle ai loro genitori…anche quando possono
sembrare assai spigolosi. Piuttosto…» fece la
madre di
Rika guardandosi attorno «…quello che mi stupisce
è
l’assenza dei signori Matsuki alla riunione: ma sfido io che
il
nostro Presidente non li abbia avvisati. Mi sembra così
scrupolosa!...e loro altrettanto verso il loro figlio.»
Hajime
Katou sospirò e disse «…può
darsi che
abbiano avuto degli impegni: a dire il vero
anch’io…ho
ricevuto la telefonata dalla madre di un’amica di mia figlia.
Io
le ho detto che Jeri era fuori, in viaggio, ma questa era me che voleva
incontrare. Non ho idea di cosa sia successo, spero niente di
grave.»…«Ora lei deve pensare solo a
rilassarsi e a
rimettersi. Vedrà, i ragazzi torneranno presto sani e salvi!
Senta…come procedono i suoi problemi di salute, se mi posso
permettere?»….«…è
gentile a
interessarsi.» disse l’uomo accennando un timido
sorriso
«…ecco, vede? Il medico mi ha detto che devo
evitare i
sussulti improvvis…»
«NON
POTETE…NEMMENO IMMAGINARE CHE COSA STIA
SUCCEDENDO!!!»
tuonò la signora Akiyama con il provvidenziale sostegno di
Vaniglia, che abbaiando annunciò la sua entrata. Il signor
Katou
si portò la mano al cuore, ma non fu certo il solo, del
fitto
schieramento-genitori lì presente, a strattonare con la
sedia
fra il rovesciarsi dei bicchieri e il versarsi delle pietanze che
costellavano l’imbandita cena «I
RAGAZZI!»
esclamò la madre di Kenta, e suo marito «Se
è
successo qualcosa a loro farà bene a dircelo
subito!»…«Ha avuto un contatto da
Digiworld?!»
chiese il padre di Rea, e sua moglie esordì in un gemito
lancinante «Oddio mia fiiiiiiglia, mia figlia il mio
nipotiiiiiino!»…«Su calma cara, ancora
non ci hanno
dato una risposta!»
Il signor Wong
cercava di moderare «Calma! Calma,
non…può avere
avuto un contatto da Digiworld, non tutte le strumentazioni lo
consentono!» ma la bionda Presidente si volse di scatto
«Sta forse insinuando che sono
arretrata?!!»…«…no, signora
sto…solo…(!)…insinuando…che
non
tutte…le strumentazioni…lo consentono (!)
»
ribatté Wong, seguito da sua moglie «Ci dica una
volta per
tutte che cosa ha visto!
Ooo…sentito!!»…«STENTERESTE A
CREDERLO!
Quiii…occorrono provvedimenti urgenti!!» replicava
l’appena entrata, percorrendo la fastosa sala a suon di
solchi di
bastone.
Hajime Katou la
fissava «…che sarà
successo…?» e
Rumiko Nonaka gli sfiorò il braccio
«…non lo
so…quando si agita così mi
spaventa…più di
un Digimon!»
In effetti gli occhi
di Hanako Akiyama erano ardenti «Le vostre deboli menti non
arriverebbero mai lontanamente a plasmare quello che io, iiiooo mi sono
dovuta trovare di fronte questa mattina! L’ho tenuto in caldo
per
questa sera, non avrei potuto parlarne con NESSUNO, IN STRADA! Potevano
esserci microfoni intercettati…»
…un cameriere le
passò vicino «Signora? Mi perdoni, non
è consentito
entrare con i cani-OUUUCH!» bastonata sul piede
«Lei viene
qui a insultarmi la cagnetta quando abbiamo una BOMBA che sta per
scoppiarci sotto il sedere?!! Ma vada a fare il suo lavoro!»
La signora Kitagawa
sbottò «Insomma, una buona volta, ci dica quello
che di
così agghiacciante ha visto?!! Non si rende conto che qui
stiamo
tutti col cuore in pena?! Noi non abbiamo notizie di mio figlio e di
nostra nuora da giorni!!!»
Hajime Katou si
massaggiava il petto, e Rumiko lo aiutò «Si metta
seduto…» per poi annunciare «Signora
Akiyama! Credo
che…sarebbe meglio per tutti se ci rendesse partecipi della
cosa, questa tensione non può di certo giovarci e se ha ben
notato il signor Katou non si sente bene!»
Il padre di Kenta
domandò «Ha avvertito i signori
Matsuki?!» ma la
signora Akiyama si volse «…ho appena sentito
nominare il
diavolo…»
Wong teneva pronto un pc
portatile, e specchiandosi nel display il suo volto impallidiva, era
arduo mantenere la calma. Ma a sostenerlo giunsero tre volti amici, che
il video rifletté uniti come ai vecchi tempi:
c’era una
donna molto distinta dalle fattezze tipiche dei paesi
dell’est,
un uomo piazzato e dalla pelle scura (di certo il meno cambiato fra
tutti) ed una donna dai tratti esotici valorizzati da un trucco
giovanile ed estremamente ben fatto (che forse aveva preso il posto di
un paio d’occhiali un po’ troppo seri).
L’uomo pose
la mano sulla spalla di Wong «Certo che sembra ieri,
eh?» e
questi non tardò a replicare «Puoi dirlo forte,
amico mio.
Mi dispiace che non ci sia anche
Rob…»…«E’ ancora in
coma…»
replicò la signora nordica, la più grande del
gruppo,
dagli occhi glaciali e i capelli grigi «…i medici
non se
la sentono di pronunciarsi.» ma l’altra dal trucco
rosato
ravvivò l’atmosfera «Su, non
è il caso di
essere tristi, sono sicura che questo consiglio porta fortuna!
Ritrovarsi dopo dieci anni nello stesso hotel, ora che i nostri ragazzi
sono grandi e con figli!»…«E’
vero…» disse Wong accennando un sorriso
«…e
spero tanto che la famiglia di mio figlio sia riuscita a riunirsi,
oltre il Digivarco.» Il robusto uomo commentò
«Sarebbe un bell’incoraggiamento! Con tutto quello
che si
sente in giro, guarda qua…» mostrandogli un Ipad
«…ne hanno ammazzata
un’altra.» Janyu Wong
lesse «…trovata
morta una giovane vestita da gatto…a giudicare dagli abiti
conduceva una doppia vita…ahhh,
è incredibile: quante brutte notizie…speriamo che
anche
la madre di Ryo non ne abbia un’altra simile.» ma
trovò conforto nella distinta collega, che lo
chiamò col
suo nome d’arte informatico «Coraggio Tao su col
morale,
devi pensare che presto rivedrai tuo figlio. E tuo
nipote!!»…«Ahah…sì,
ci provo.»
L’uomo scherzò «Non mi hai ancora
presentato il
piccolo Benji!!»…«Non ho avuto il
tempo…ma di
sicuro un giorno gli parlerò di chi erano i Pionieri
Digitali,
questo è sicuro.»…«Piuttosto
toglici una
curiosità!» intervenne la tipa esotica, in abito
floreale
come il suo umore «Quella lì è la tua
consuocera?» indicando al tavolo dei genitori di
Rea…
…di cui
la signora era abbandonata tra le braccia del marito, che la sventolava
«Vi prego, qualcuno mi aiuti! Mia moglie è
svenuta!»
…Wong non
sapendo se ridere o piangere rispose
«…sì.»
Il collega gli fece «Complimenti!» e lui
«…grazie.» prendendo un nuovo sospiro in
quella
snervante attesa…
Per i corridoi
del Grand’hotel c’era un grande movimento. Takato,
nella
sua stanza e con i capelli già imbrillantinati era alle
prese
con la scelta della maglietta. Da fuori giungeva la voce di Cindermon
«Takato hai
fattooooooooo?!»…«…non
ancora! Quasi! Allora…
…accidenti, che fretta, quale scelgo: rosso?...
…no. Troppo acceso, non è il caso dopo quello che
è successo con Guardianmon. Blu…?»
sollevando i
capi dalla sua valigia «…mmm, no però:
troppo
scuro. Non possiamo conciarci come fosse un funerale!...
…uhm?» ma un sorriso sembrò affacciarsi
al terzo
tentativo «Rosso…& blu: questa
sì che va
bene.» osservandola nello specchio
«…assomigliano
alle striature di Guilmon…ricordo che l’avevo
comprata per
questo motivo. Vorrà dire che metterò questa per
il
matrimonio di Rika…così sarà un
po’ come se
fossi con me, amico mio.» infilandola e stirandola con
estrema
rapidità, come era abituato a fare. Una ricontrollata ai
capelli, affinché non si fossero rovinati, per poi alzarsi
appena quelle maniche elasticizzate. Bussarono alla porta
«Takato
scusa siamo noi!» disse tempestiva la voce di Kenta
«Entrate!»
Lui e Kazu
giunsero assieme a Guardromon «Emergenza
dell’ultimo
istante: mi serve una cinta adatta, ne hai una?!» chiese
Kenta, e
Takato indicò la sua «Ne ho una simile a questa,
ma nera,
sempre col
lucido!»…«Perfetto!»
replicò
Kenta, e l’amico gliela passò, chiedendo
«Hai messo
le lenti a
contatto?»…«Altroché, e prega
che
non mi vadano dietro l’occhio!» Kazu rise
«Ahahah!
E’ il problema di Kenta alle grandi occasioni, da quello che
mi
è sembrato di capire!» L’interessato
confermò
«Infatti non potrei assolutamente combatterci!»
mentre
cercava di approfittare dello specchio per aggiustarsi. Guardromon
intanto commentava a bassa voce «Kenta la tua camicia
è
dello stesso colore di tua moglie!» e Kazu faceva un cenno
bonario per sminuire le parole del suo Digimon, mentre Takato lo
scrutava «Kazu come stai bene…»
Il ragazzo
appariva più in forma del solito, con una maglietta
attillata
bianca «Visto…? Eheh, non potevo mancare proprio
qui, al
matrimonio di Rika e Ryo dovevo essere impeccabile. Anche
perché…domani non so come vestirò, vi
avverto!
Diamon è ancora in stanza da tre ore, si sta facendo bella e
non
so se ne uscirà!» Guardromon chiese
«Kazu andiamo
fuori a vedere le luci e gli
addobbi?»…«Sì,
fra un attimo…» rispose dolcemente il domatore,
passeggiando nella stanza, dopodiché si
“buttò” letteralmente sulle schiene dei
suoi amici
mormorando «…fatemi stare con voi: da
domani…sapete
che succede.»
Per un
attimo…sia i ritocchi di Takato al look, sia quelli di Kenta
alle lenti a contatto si arrestarono. Quest’ultimo disse
«…è vero, tu resti.» e Takato
«…quando ti incoroneranno…tu prenderai
posto nel
palazzo a Digiworld. Ciò vuol dire che…»
Kazu
confessò «…è proprio
così amici: io
non tornerò sulla terra con voi…»
I due
amici non dissero nulla…facendo improvvisamente mente locale
su
qualcosa su cui la fretta aveva impedito loro di soffermarsi. Questo
riempì i loro cuori di un’estrema malinconia
«Ormai
la casa del mio domatore è qui a Digiworld.» fece
Guardromon abbracciando con affetto le gambe del ragazzo, avvolte da
jeans aderenti «Ci si saluta, per il
momento…»
descrisse Kazu «…almeno fino a che non
sarà
ristabilizzato l’equilibrio fra i mondi. Starshipmon e
Teardropmon poi…non si sa cosa vogliono fare. E’
bene che
andiate sulla terra, è meglio per tutti: ehi!...Kenta,
Takato,
però dovete farmi un favore, eh? Dovete sconfiggere una
volta
per tutte la signora Asanuma! Quella vecchia strega dovrà
imparare di che pasta si sono fatti i muscoli dei suoi
ex-alunni!»…«Kazu…ci
mancherai tantissimo!!
Ci credi…?» fece Kenta in un’intonazione
particolarmente dolce della sua bella voce, aggiungendo
«…Yuki doveva essersene accorta, ecco
perché la
vedevo commossa mentre si ripassava il rimmel.» Takato
intervenne, mentre riprendeva a prepararsi «Diciamo la
verità, Kenta: noi abbiamo cercato di rimuovere il
pensiero.»…«E infatti ora non dovete
essere
tristi…!!» serrò i pugni Kazu...seguito
da
Guardromon «E infatti ora non dovete essere
tristi…!!» che replicò come sempre lo
stesso gesto
«Abbiamo…lottanto tanto ragazzi per ritrovarci e
conquistare un pezzettino di allegria. Questi…pochi metri
quadri
di stanza sono l’unica cosa che ci resta della nostra
infanzia.
Della nostra spensieratezza! Del nostro…scivolo, sotto al
quale
giocavamo a carte…» Kenta si stropicciò
gli occhi
«…c-cavolo…!!...
…la lente a
contatto…» e Guardromon «Cavolo! La
lente a
contatto!»…«Che fai,
Guardromon…? Ora imiti
me?»…«Scusa, Kenta: ma in
fondo…tu o Kazu non
fa tanta differenza. Gli amici, quando sono proprio
uniti…sono
una cosa sola!»
Takato sorrise
«E’ vero!» e si avvicinò
sollevando le loro
mani.
Tutti e tre con
il pensiero volarono allo scivolo di allora
«Chissà…» disse Takato
«…ora
sarà notte al parco di Shinjuku. E’ diventato un
po’
triste negli anni, lo dice anche mia madre. Però io in fondo
ci
sono ancora affezionato come
allora.»…«Anch’io!!»
ammise Kazu
sull’orlo della commozione, e Kenta «Io e
Yuki…ci
andiamo sempre a passeggiare, quando è
estate…» I
due amici lo guardarono con tenerezza, e Guardromon
interpretò
il loro pensiero «…ci passerete anche con la
carrozzina
dei vostri figli?» Kenta rispose
«…speriamo!
Speriamo presto di abitare un mondo in cui i Digimon possano essere
accettati.»
Era
così speciale ripensarli bambini sotto quello
scivolo…e
rivederli così grandi, belli, vestiti per la festa. Kenta
espresse «…mi sarebbe piaciuto vedere tu e Diamon
sposarvi…» Kazu cercò di arginare il
pianto
«Sarà come…se foste con me.
Però
realizzeremo il filmato della cerimonia, e quello vi prometto, che
quando finalmente potremo rincontrarci…
…sarà la prima cosa che guarderemo in tv:
è tanto
che non seguiamo assieme qualcosa, dopo tanti cartoni
nell’infanzia!» I due annuirono, ben consapevoli
«…vi inviterò a palazzo!
Sarà…tutto
esattamente come quando eravamo piccoli, guarderemo il filmato delle
nozze sbracati sui letti e i divani, circondati da…una
merenda
stratosferica! In pratica, mancherà solo mia madre
e…
…e…
…e
saremmo al
completo!»…«Kazu…»
disse
premurosamente Guardromon, ma il ragazzo si asciugò gli
occhi
con fare spiccio «Ma ora non intristiamoci.»
nascondendo lo
sguardo sotto la frangetta, pur non disponendo del cappello
«Stiamo per andare al matrimonio di un domatore leggendario,
faremmo…la figura delle femminucce. Non ce lo possiamo
permettere. Tantomeno io: sono il futuro sovrano!»
Gli altri
rifletterono un po’…e poi Kenta disse
«Sono
pienamente d’accordo.» e Takato cercò di
scherzare
«A proposito…!» picchiettando sul
braccio di Kazu
«Effetto-capelli appena lavati,
eh…?»…«Ahah, te ne intendi!
Poi hai sistemato
Rika?»…«In…fretta e furia, ha
voluto una cosa
veloce, figurati!»…«Come
sta??» si
interessò Kazu incuriosito
«Elettrizzatissima?» e
Takato «Brrr…!» alzò le
spalle in un genuino
brivido. Kenta commentò con classe «…ti
puoi
figurare: una mina vagante. Povero il nostro parrucchiere. A proposito
Takato, scusa se tiro in ballo ora questo argomento,
però…» accostandosi a lui con sincero
interessamento «Ma poi tu…come hai fatto a
proposito del
tuo lavoro al salone, per venire in viaggio a Digiworld?»
Takato si
guardò nello specchio, ed accennò
«…eh!...ho
fatto.»
I due amici si
scambiarono uno sguardo, anche con Guardromon. Kazu si
grattò la
testa «…certo di questi tempi…farsi
scappare un
lavoro così non è roba da poco. Magari ti sei
messo
d’accordo con il tipo del salone, farai dei turni doppi al
tuo
ritorno?»…«Eh? No, no…
…che turni doppi…»
…e nel più grande stupore dei due
amici…
«…voi…ragazzi vi ricordate che io avevo
un vecchio
orologio? Me l’aveva regalato mio nonno, era una cosa di
valore.» e Kenta «Ma sì!! Lo tiravi
fuori sempre
quando eri piccolo, dicevi che portava fortuna!! Lo portasti anche in
campeggio! Te lo ricordi
Kazu?!»…«Mmm…
…aspetta, sì, adesso che me lo dici mi pare di
averlo
visto tante volte!...
…
…ti sarai mica sognato di darlo via?!!»
(mentre Henry si stava
avvicinando alla stanza «Takato! Una cosa
importan…uh?» ma si arrestò dietro la
porta, ad
ascoltare…)
«E che altro
dovevo fare?» piegò le spalle Takato (replicato da
Guardromon) «Tanto se gli avessi promesso doppi turni poi
sarei
stato certo di non averne il tempo…
…non ci
vuole da essere geni per capirlo, quando torneremo sulla
terra…la nostra attività da Digimon Tamers non si
esaurirà. Purtroppo è
un’attività parallela,
che si può dire?! Va conciliata con i propri
doveri…» spiegava molto serio in volto,
aggiustandosi
nello specchio «…anzi, mi ritengo fortunato di
aver
trovato il signor Harasawa che ha accettato lo
scambio.»…«Ma ci tenevi tanto, era un
ricordo della
tua infanzia!!» esclamò Kenta. Ma Kazu gli
sfiorò
il braccio «…figurati: pensa che io ho dovuto
vendere un
sacco di cose…»…«Anche quelle
di tua
madre?!» si volse l’amico dalle lenti a contatto
«…altroché,
certo…» replicò
l’altro con la sua consueta, umile naturalezza
«…quando stai con l’acqua alla gola
è
così, non puoi
opporti.»…«…però
non è giusto, Kazu!» espresse Kenta con partecipe
frustrazione, e Kazu allargò le braccia
«Ehh…» come il suo Guardromon…
Henry, che
ascoltava da dietro la porta, sembrava in pena per quei discorsi.
Così decise di affacciarsi «Scusate
ragazzi…vi
disturbo?» Gli altri sorrisero «…no no,
vieni pure
Henry!» rispose Kenta, e Takato «Dai, che ci fa
piacere che
ci sia anche tu!!»
«Vi avrei portato…una sorpresa.»
Henry per la
festa adottava uno stile semplice, ma ciò che di nuovo
colpiva
era l’enorme spigliatezza con cui indossava gli abiti, che
conferiva grande distinzione alla sua già elegante figura.
Kazu
si divertì ad analizzare la sua frangetta, facendolo un
po’ sorridere «Uhmuhmuhm!» per poi
commentare
«…no ma…più che altro notavo
i pantaloni!
Stritolanti, eh?!! Fatto marcia indietro all’adolescenza, eh,
grazie a Rea!!» ma Takato «Dai ragazzi, smettetela
di
prenderlo in giro: Henry ha…esattamente la nostra
età,
non è mica più vecchio!» Kazu ammise
«Lo so,
ma è molto più serio! Per questo sembra
più grande
di noi che siamo degli eterni ragazzini!» Henry sorrise in
modo
molto solare «Ahahah! No, è che…per la
festa,
ovviamente! Non potevo non inventarmi qualcosa…»
alludendo
ai pantaloni molto attillati e al fatto che in effetti vi fosse qualche
nota di un’età passata, ma come disse Kenta
«Stai…benissimo!»…«Grazie…»
per poi avvicinarsi a Takato «Devi sapere che ho fatto
un’esperimento, non so se
funzionerà.»…«Di cosa si
tratta?»…«E’ una scheda per il
cellulare.» replicò Henry porgendogliela ed
attirando
l’attenzione anche degli altri «Grazie a questa
forse
potremmo comunicare sulla terra. Ma è ancora una teoria! Mi
diletto a fare queste cose, però volevo che ad inaugurarla
fossi
proprio tu: mi pare che per il tuo cellulare vada bene. Te la
senti?» Kazu e Kenta si guardarono ammirati, e Takato
spalancò gli occhi
«…davvero…?? Un contatto
telefonico con la terra?!»…«Uhmuhmuhm!
Te l’ho
detto, è solo una teoria.» per poi farsi
più serio,
e mormorare «…è il minimo che possa
offrirti dopo
aver udito involontariamente di ciò che hai fatto.
Takato…noi siamo stati separati da molte cose, ed io non mi
sono
certo svelato l’amico su cui si può contare, ma
questa
è l’ultima volta che voglio sentire che hai fatto
una cosa
simile.» ammise con ferma dolcezza «Dalla prossima
volta
voglio sentire “Henry…ho bisogno di una
mano”, non
importa di quanto sia.» Takato restò colpito
(anche Kazu e
Kenta) «…Henry…grazie davvero, ma
guarda tu non
devi…»…«No Takato,
è inutile: non
voglio sentire una parola al riguardo.» sfiorandogli i
capelli in
un affettuosa carezza «Noi saremmo dovuti crescere uniti, per
aiutarci a vicenda. Sfortunatamente abbiamo zoppicato…ora
non
sarà più come prima, sai?
Purtroppo…non credo
più che io e i miei genitori saremo quelli benestanti di un
tempo, ci dovremo arrangiare: il mio lavoro…
…l’ho perso.» Kazu e Kenta sussultarono,
e Takato
«Ma come,
Henry?!»…«Sì: io sono giunto
a Digiworld…beh, sappiamo come, e non ho certo potuto
affidare
qualcosa di valore al mio capo. Era una grande
opportunità…e l’ho sprecata, e per
quanto a quello
che avevamo da parte…beh, da quanto ho capito è
andato
quasi tutto…a Guardianmon, per la faccenda del ricatto. Ma
non
importa, sai? Ricomincerò da capo. E’ giusto, io
non
voglio essere più degli altri. Sono un ragazzo come
voi…abbiamo la stessa età, l’avete
detto. Basta con
le differenze…e queste insopportabili parti. Ho bisogno di
sentirmi uno del vostro gruppo…di rimboccarmi le maniche
come
tutti voi, ma so che avrò mia moglie al mio fianco, non mi
fa
paura una vita di tante evenienze, però voglio
assicurarmi…
…che i
miei amici sappiano che io ci sono per qualsiasi cosa.»
«Non
l’abbiamo mai dubitato…» disse Kazu, e
assieme a
Kenta appoggiarono le loro mani sulla sue spalle. Henry
domandò
«Mi prometti che penserai a ciò che ti ho
detto?»
prendendogli poi le mani «Takato!
E’…molto
importante…»…«Io…»
ma prima che
ebbe potuto rispondere, il cellulare di Takato squillò
«Chi è che mi
chiama?»…«Uhm?»
fece Henry. Kenta ipotizzò «Non sarà
dalla
terra?!» e Kazu spalancò gli occhi
«Sensazionale…
…Henry sei un genio!!»
Takato
guardò il cellulare…e spalancò gli
occhi
«…è da casa…» al
che gli altri due
balzarono «Fantastico!!» fece Kenta, aggiungendo
«Mi
devi insegnare tutto!» Henry sorrideva umilmente
«Ma
ragazzi, ve l’ho detto, ho smanettato un po’ qua e
là, è ancora tutto da
assestare.»…«SMANETTATO QUA E
LA’???!!!
Intanto lo stanno chiamando dalla terra!!» indicò
Kenta,
mentre Takato era nel panico «Cosa faccio?!» ma
Henry gli
sorrise «Che aspetti, rispondi! I tuoi saranno
preoccupati…»…«Ma
io…!...n-non ho
ancora ritrovato mio
fratello!»…«…ma dirai la
verità, e cioè che lo stiamo cercando con
impegno!
Coraggio Takato.» esortò Henry, al che Takato
«S-Sì…sì…»
…si portò lentamente il cellulare
all’orecchio…
«Pro…pronto?!»
Takehiro
spalancava gli occhi…e faceva cenno affermativo a Nakao alle
sue
spalle. Il ragazzino dai capelli neri mormorò
«…ha
risposto…»
L’uomo accennò «…sei tu
figliolo?»
«…papà…»
«…ho provato, ho fatto un disilluso tentativo
convinto che
la linea non avrebbe preso! Da qui a Digiworld!!»
«Papà…tutto bene voi, a
casa…?»
accennava Takato visibilmente emozionato e incerto.
Nakao si avvicinava, e
Takehiro rispondeva «Noi…?...tutto bene figliolo,
sta
tranquillo! Tutto procede regolare.»
«…papà…ascolta, ti devo dire
una cosa
importante…» ponderava lentamente il ragazzo,
sotto lo
sguardo di premura dei suoi amici «…chiariamo
innanzitutto…questa cosa…
…ancora
non l’ho ritrovato…ma lo stiamo
cercando…»
«Oh? Ma…Takato, non ti capisco, di chi parli
scusa?»
«…come di chi parlo…?...
…lo sai, di mio fratello!»
«Ahhh! Sì,
certo, quella storia. Ma guarda che io non ti ho chiamato mica per
sapere di questo. So che certe cose sono lunghe e implicano tempo. Io
prima di tutto volevo sapere come stavi.» mentre rivolgeva un
occhiolino a Nakao.
Takato restò stupito
«…come…?...
…come sto io?...
…prima…fammi finire ciò che stavo per
dirti prima.
Come...» passando il cellulare all’altro orecchio
«…appunto ti ho detto…mio fratello non
sappiamo
dove sia. Sono successe molte cose, credimi…»
«Immagino,
immagino…solo lontanamente cosa possiate star passando:
è
terribile…»
«Beh…sì,
abbiamo affrontato molte cose dolorose, non te lo nascondo.»
«L’importante è che ora stiate
bene.»
«E la mamma?!»
«Tua madre sta bene
ragazzo, non preoccuparti! Non ho chiamato davanti a lei
perché
poteva illudersi…sai come è fatta. Ma domattina
le
dirò che ti ho sentito e che stai bene.»
«…papà
hai qualcosa di strano, lo sai, se proprio dovessi
dirti…»
definì Takato assorto…mentre Kenta lo scrutava
con
attenzione…
«Qualcosa di
strano…? No, è soltanto…beh,
l’emozione di
averti risentito! Non puoi immaginare…io e tua madre non ci
facciamo che chiedere quando torni. Qui sentiamo tanto la tua mancanza.
Non ci farai aspettare a lungo, vero?!»
«No, io dovrei tornare…
…
…presto. Non sappiamo esattamente quando.»
rivolgendo
eloquente sguardo ai suoi amici. Kazu spiegò ad Henry
«Evidentemente non vuole che la madre si illuda qualora vi
fosse
qualche imprevisto, è comprensibile.»
«Davvero
va tutto bene, papà? Non…mi nascondi
niente?»
«Io…?
Ahah! Che cosa dovrebbe nascondere un…povero panettiere al
suo
figlio eroe, domatore di Digimon?!» mentre giocherellava con
Nakao, come se volesse nasconderlo dietro di sé
«…semmai…sei tu quello con i
segreti.»
«Io…? Oh
no…credimi, sono a Digiworld, ma…sono sempre il
solito.»
«Questo è
l’importante. Ah! Qui al negozio…chiedono tutti di
te, lo
sai? Io non so più cosa inventarmi, ahahah!»
A poco a poco sul
volto di Takato si delineava il sorriso
«…davvero?...
…e che cosa
racconti, sentiamo!» mentre faceva cenno ai suoi amici di
aspettare. E si accingeva a mettere il vivavoce, contento di far sentir
loro la voce del padre.
Che
infatti echeggiò
«Dico che mio figlio…è impegnato in una
causa
importante, ho tirato fuori il volontariato! Ah scusami se non ne ho
trovata una migliore ma in fondo…è quello che
state
facendo, no? Tu e i tuoi amici, vi state occupando di un
mondo…che ha molto bisogno di voi!»
Kazu
sorrideva contento e si
volgeva verso Henry, il quale anche manteneva un atteggiamento
discreto. Ma quello a cui il sorriso si spezzò drasticamente
fu
Kenta…tanto più all’udire
«Non puoi capire
come sia orgoglioso di te. E quanto stia aspettando i tuoi racconti per
udire di quel mondo…di creature digitali. Mi piacerebbe
molto
vederlo, magari un giorno si potrebbe fare insieme.» Kenta
volse
le spalle, e tornò ad aggiustarsi allo specchio, mentre gli
altri due lo guardavano stupiti.
Takehiro
continuò «Ma è sempre valida la cosa
che diceva
quel tipo…di quel gruppo di studiosi…gli amici
del padre
di Henry Wong…mi ricordo che…quando dieci anni fa
ci
riunimmo in quell’hotel parlava del fatto che
l’età
è uno dei fattori che possono chiuderti le porte di
Digiworld.
Fosse così, sarebbe una bella disdetta per me.» ma
Takato
si affrettò a rispondere «Non si tratta
dell’età, papà! Non quella anagrafica
almeno.» (Kenta faceva un’eloquente espressione,
del tipo
“vorrei ben dire!”) Takehiro si mostrò
sorpreso
«Non si tratta
dell’età…?» e suo figlio
«Se così fosse anche noi saremmo stati tutti
estromessi!
Quello che conta è…lo spirito con cui ci si pone
a
Digiworld, e logicamente quello degli adulti talvolta è
scettico, per questo i Digimon Tamers finora sono quasi sempre stati
ragazzini. Però c’erano fin dall’inizio
diverse
eccezioni, ad esempio il padre del signor Yamaki! Lui era
già
adulto quando venne a Digiworld.»…«Il
padre di
chi?»…«Ah…ti spiego tutto
quando torno a
casa!»…«Sì però
figliolo…non
metterci troppo a salvare quel mondo: qua abbiamo…un intero
quartiere che reclama il suo beniamino!»
(Kazu intanto si
accostò a Kenta, bisbigliando «Che cosa
c’è?»…«Non mi
piace…»…«Uhm?!»…«…secondo
me sta mentendo spudoratamente. Nasconde qualcosa. Pfff!...senti io qui
non voglio ricoprire sempre il solito
ruolo…dell’antipatico, di quello diffidente! Sono
il primo
che ha scoperto “quanto” può pagare un
atteggiamento
del genere, e quanto ci si può sbagliare. Però
conosco la
gente!...e so riconoscere ancora il tono di chi bleffa, nonostante
tutto.»…«…beh, io penso che
senta la mancanza
di suo figlio!» aprì le braccia Kazu aggiungendo
«Dopo tutto un po’ di emozione è normale
in questi
casi, anche se c’è un rapporto
incriccato!» ma Kenta
scosse il capo «Fidati, a quello non basterebbe un
bottiglione di
lacrimogeno per fargli salire la
nostalgia!»…«Tu
dici, Kenta??? Io non
credo…»…«…non lo
so forse mi sbaglio ma temo per Takato. Che nel giro di cinque
minuti…si è già illuso.»
Kazu restò
senza parole…anche Henry era un po’ interdetto, ma
cercava
di sorridere e dissimulare…)
Intanto Takato
spiegava «Papà, io…non salvo questo
mondo:
collaboro con i miei amici, semplicemente questo. Tutti assieme diamo
una mano affinché…le cose possano andare un
po’
meglio. E credimi, vanno male, la situazione a
Digiworld…è difficile come se non più
di quella
nostra sulla terra.»
«Certo, posso
immaginare…»…«Per
cui…non raccontare,
ti pregherei, ai clienti…cose come il fatto che io sono qui
a
salvare un pianeta. Non sarebbe vero. Il ragazzino che hai visto
spiccare il volo a bordo di Grani…era soltanto un
personaggio.
Un fantasma…un ricordo, forse. Non esiste in
realtà…puoi ripensarlo con il sorriso, ma non
devi
ostinarti a credere che viva ancora perché…
…oggi…l’unico ad esistere è
un ragazzo
che…beh, nel suo piccolo cerca di rimboccarsi le maniche, e
di
darsi da fare. Per i problemi che ci sono
ovunque…»…«Ma non
sarà che ti
sminuisci un po’ troppo?! Andiamo, sei un eroe, ragazzo!
Quando
tornerai…devo parlarti di tante
cose!»…«Quali…?» si
accese il volto di
Takato «…dai, accennami
qualcosa.»…«No
no, per telefono no, dei Digimon potrebbero…intercettare la
nostra chiamata! Parleremo a casa. Torna presto. E…ah,
Takato!...
…fammi un favore, per
la faccenda di…tu sai chi…non devi stremarti,
prendila
con calma. Eh? Queste cose sono lunghe. Io sono
preparato.»…«Ma papà! Io non
lo faccio come
un dovere, io ci tengo davvero a ritrovarlo!!...
…io voglio
crescere al suo
fianco…»…«Sì
però ugualmente…figliolo…conservati! A
casa
dovremo parlare molto seriamente: voglio cambiare vita…la
tua
assenza mi ha fatto riflettere…»
«Beh…io non me
l’aspettavo però sono contento delle tue parole.
Grazie
della tua chiamata…»…«Oh, ma
di
nulla!»…«…da un bacio alla
mamma. Mentre
dorme…è più facile che mi veda in
sogno, piuttosto
che creda che le mando un
bacio.»…«…puoi
contarci. A presto...Takato.»…«Ciao
papà. E
grazie! Grazie di cuore, buonanotte! Buonanotte…a tutti e
due
voi!» chiudendo il cellulare. Per poi alzare gli occhi felice
«…grazie, Henry!!...che meraviglioso
regalo.» Henry
sorrise «…uhm, sono contento se avete
potut-» ma
Kenta si sovrappose «Takato non vorrei essere inopportuno ma
non
è un po’ strano che tuo padre sia divenuto
improvvisamente
affabile e orgoglioso?»…«Eh?
Uhm…»
sorrise il ragazzo, che sembrava stranamente preparato a
quell’affermazione «…sì, non
credere, lo
metto in conto: un po’ fa
così…chiaramente…io
penso…perché in
realtà ha invece molta fretta che ritrovi mio fratello. Sa
che
se sarò motivato…metterò
più impegno.
Papà è fatto così, so che non agisce
mai in
modo…completamente disinteressato.
Però…»
rivolgendo sguardo verso l’alto «…
…però io spero che anche un piccolo spicchio del
suo
cuore…fosse davvero emozionato al pensiero di sapermi qui. E
ansioso di risentirmi.»
Takehiro
abbassò il telefono «Volevo accertarmi di che aria
tirasse
da quelle parti.»…«E ti ha detto quando
tornano?!» esclamò Nakao «No, mi hai
sentito…
…ah,
francamente lo speravo, ma a quanto pare lì le cose vanno
per le
lunghe.»…«Impiegherà un tempo
infinito se si
ficca in quella testa di cercarmi per tutto
Digiworld!!»…«Uhm, non
credere…
…dopo un
po’ si stuferà e
mollerà.»…«Oh?!»
Nakao sussultò,
e Takehiro illustrò «Takato è fatto
così,
non è portato per impegnarsi più di tanto in una
causa:
anche a scuola era lo stesso, faceva i compiti a tirar via e alla fine
ha mollato gli studi. Vedrai…quando avrà
spulciato un
po’ qua e un po’ là per zittire la
coscienza
tornerà tra di noi. Almeno adesso possiamo telefonargli,
così non ho bisogno di fare una parte falsa con qualcuno di
quei
genitori! Che di sicuro sono riuniti, a fremere al pensiero del ritorno
dei loro encomiabili figlioli!!»
Il bambino
dai capelli neri si strofinò le mani pallide «Tu
non pensi
che la signora di stamattina ci provocherà
problemi?!»…«…uhm! Non me ne
preoccupo:
è la parola di una vecchia pazza esaltata contro la
nostra…»…«Ahhh!...papààà!
Sai che non è così!!!» sbattendo le
mani sul vetro
del bancone «Quella alzerà uno scandalo con tutti
gli
altri genitori e alla fine qualcuno di loro si metterà in
contatto con Digiworld!! In questo modo Takato verrà a
sapere
tutto!»…«Tanto lo scoprirebbe lo stesso
al suo
ritorno! Non mi preoccupa che lo sappia…» spiegava
l’uomo mentre dava una riordinata al negozio
«…ma
solo che accetti il denaro che gli offriremo per tenere alla bocca
chiusa. Per tenersi alla larga da questa casa! Per tenersi lontano da
questo quartiere…» fermandosi a fissare Nakao con
occhi
penetrati «…la gente qua attorno l’hai
vista, non
è lui che vuole…per il bene di tutti, se davvero
ci tiene
al contesto in cui è nato farà bene a ritirarsi,
questo
è ormai il tuo regno, Nakao!...
…tu sei
qui per raddrizzare ciò che con Takato è andato
storto
durante la crescita…
…vedrai
che se seguirai i miei consigli…questo quartiere ti
amerà
per sempre, anche quando sarai grande come me!...
…è
per questo che lavoro anche più di prima! Ahhh! Non ho
più quasi forza nelle braccia, da quando la clientela
è
aumentata dormo pochissimo e non faccio che sfornare dolci, biscotti,
ogni sorta di prelibatezza che offriamo come omaggio per
celebrare…
…la tua
“miracolosa” regressione
all’età infantile: ho
avuto un’intuizione geniale…dì la
verità!
Tuo padre è un genio!!»
Ma Nakao abbassò lo sguardo “Tu non lo
sai…
…ma tutto
il tuo enorme sforzo sarà inutile: io non posso
crescere…non potrò mai diventare grande come
te…”
Le sue mani
scivolavano lungo il vetro del bancone per lasciarsi cadere abbandonate
e sconfortate…
La signora Akiyama
dilatava i suoi occhi «Voi mi dareste della
bugiarda…!!...
…se udiste
quanto sto per rivelarvi!! Ma io vi assicuro, giurandovelo sulla mia
cagnetta, che l’ho visto con i miei occhi!! E queste mie
orecchie
hanno udito pronunciare un nome…UN NOME!!»
La madre di
Kenta disse al marito «Comincio a pensare che sia
pazza.»…«Forse hai ragione: è
stata
un’errore farla Presidente.»
«Il
n-nome…di uno dei nostri ragazzi, attribuito indebitamente
a…!!...a…!!!»
Ma Janyu Wong
esclamò «Un attimo!! Abbiamo un contatto!!
C’è un contatto da Digiworld!!»
«EEEHHHH???!!!» esclamò
l’intera Associazione
Genitori…
I Pionieri
digitali si fecero attorno al padre di Henry, che si sedeva presso il
portatile. La barra di caricamento riempì rapidamente la sua
percentuale…
…dopodiché il display si oscurò.
Sembrava essersi
spento, ma preso al buio si sostituì un volto conosciuto che
destò un sussulto e sguardi reciproci fra i Pionieri
Digitali…
Wong spalancò
gli occhi
«…Yamaki…?!»…«Come
stai, vecchio mio…?...
…ci si
rivede, Pionieri Digitali.»…«Non sei
cambiato!» esclamò la signora nordica, e
prontamente
Mitsuo sorrise «Neanche voi.»
I genitori erano
così emozionati che ora non era più solo Hajime
Katou a
tenere la mano premuta sul cuore…
Nel frattempo a
Digiworld, nella penombra della sua stanza
«Pronto…? Mi
servirebbe un taxi, mi hanno detto di chiamare a questo
numero…» sussurrava Jeri parlando al cellulare,
guardandosi attorno affinché nessuno la udisse
«Sì…
…mi trovo
nel settore degli orologi, presso il
Grand’hotel…debbo
dirigermi verso il nuovo settore della ristorazione.»
Quella sera la
domatrice era particolarmente bella, indossava un lungo abito da sera
nero «Capisco che qui si sta per celebrare un matrimonio,
ma…non avranno bloccato il transito alle autovetture,
spero!!
Sì…
…attendo in
linea…» sistemando intanto la sua borsa, dalla
quale
schizzò una delle sfere dorate emesse dagli Stakemon, che
lei si
affrettò a recuperare chiudendo drasticamente la lampo.
Ma dal buio oltre lo spiraglio lampeggiava un paio di occhi
verdi…
«Sì! Sì,
non subito…ho bisogno di un po’ di tempo, potete
fare con
calma. D’accordo…sì, ho capito.
Grazie.»
richiudendo il telefono «Molto bene…
…ora devo solo
ottenere quella foto, in qualche modo…»
sicché
lasciò la sua borsa sul letto, ed uscì nel
corridoio.
Ma il suo passo deciso
sui sandaletti argentati si bloccò quando vide il minotauro
alato ad aspettarla «Che bel vestito,
Jeri…» alle
cui parole subito l’espressione di lei si indurì
«Vedo che sei pronta per il matrimonio. Anche
se…per la
verità non mi sembra esattamente il vestito adatto per un
matrimonio di amici. E che bella acconciatura: si direbbe
quasi…che tu vada a cena con qualcuno. Ti giuro che lo
penserei
se…non sapessi che questo è impossibile: ho
incontrato
Takato poco fa…e lui si sta già avviando con gli
altri,
quindi non può averti invitata altrove. E poi non lo farebbe
mai, Takato non mancherebbe per nessun motivo al matrimonio di Rika
& Ryo.»…«Non sto facendo proprio
niente di
strano, è ovvio che stia andando anch’io a quel
matrimonio. E comunque non sono affari
tuoi!»…«Aspetta!» facendosi
più vicino
«Non credere che fossi venuto per interessarmi ai tuoi
spostamenti…volevo chiederti se sapevi
dov’è
Cyberdramon. Lo sto cercando da
prima…»…«Cyberdramon…?
Uhm, non ho
idea di dove sia, perché lo chiedi a me? Non è
con il suo
domatore?!» ma Snowhitemon rispose tagliente «No,
non
è con lui, non sono assieme da stamattina…e
sinceramente…l’acquisto di un vestito starebbe
portando
via un po’ troppo
tempo…»…«Non capisco
il significato delle tue
allusioni.»…«Né io
lo capisco di queste
tue…»…«…e
lasciami!!»…«…perle. Lo sai
che per giunta si
dice che portino sfortuna, per i matrimoni? Ah, ma forse questo non
è un problema visto che sono…palesemente
finte.»…«Finiscila, non devo darti
nessuna
spiegazione! Che ne sai tu di come ci si veste per una simile
occasione, quante giovani e avvenenti Digimon hai condotto
all’altare…Snowhitemon…?!»
infierì lei
incisiva…ma si scontrò con il sorriso ironico
della
creatura «…non lo puoi sapere, qualcuna potrebbe
esserci
stata: del resto non ti sei mai interessata di me e di ciò
che
ho fatto in questi anni!»…«Mmm, i miei
complimenti.»…«Tieniteli!...
…sai che
non è vero. Cosa posso farci, accade a molti: avevo perso la
testa…
…per la persona SBAGLIATA.»
Jeri lo fissò amaramente, per poi tirare dritta per la sua
strada.
Snowhitemon la
vide scomparire in fondo al corridoio, dopodiché si volse e
avanzò in direzione opposta quando…
«…uh?» il suo zoccolo pestò
inavvertitamente
una pallina dorata, che rotolò dallo spiraglio della stanza
non
ben chiusa di Jeri.
I suoi guanti
bordati di pelo la raccolsero, e i suoi occhi verdi la analizzarono
«…queste sfere sono l’unità
di scambio
sfruttata da alcune nuove popolazioni di Digiworld. Come mai Jeri ne
possiede alcune…?» così
abbassò la sfera, ed
i suoi occhi si diressero verso lo spiraglio.
Pochi istanti
plasmarono la decisione di rischiare, spingendosi all’interno
della stanza…ed avanzando, maestoso e silenzioso, verso la
borsa
della ragazza rimasta sul letto.
I suoi occhi la
fissarono per i lunghi attimi in cui esitò per prendere una
decisione…la sua mano si avvicinava…e si
ritirava…
…mentre
gli tornava in mente il ricordo del braccetto corto di Calumon che,
seppur con sforzo stremante, si tendeva per aggrappare la mano della
bambina stretta da insidiosi cavi rossi…
“Delle
volte, se si vuole salvare una persona…si deve tendere la
mano
non solo verso di lei…ma verso…
…la
vita intera che ha nel frattempo allestito. Forse faccio
male…però…
…io
sento che è il mio unico modo per proseguire il mio
compito…”
Le sue mani afferrarono quella borsa…
…e
presto, presso i suoi zoccoli iniziò a tintinnare una
quantità enorme di sfere dorate «Ohh!!»
tanto da
spaventare il Digimon che si chinò a raccoglierle…
…alcune erano scivolate sotto al letto…ma quando
Snowhitemon allungò il braccio udì una voce
«…chi è che mi fa il solletico?
Papà, sei
tu?»
Gli occhi di Snowhitemon si spalancarono più che mai.
Takato si
trovava nella hall, e domandava «Ma si sa quando scenderanno
Rika
e Ryo?!» Gli allestitori replicavano
«…bisognerebbe
chiedere ad Hagurumon e Clockmon, noi non siamo informati.»
Il
ragazzo guardò l’orologio
«Qui…sono in
ritardo.» e Kazu accanto a lui domandava «Ma
Cyberdramon
poi, tu l’hai visto?»…«Io?
No…»…«Nemmeno io, ma penso
che a questo punto
lui e Ryo stiano organizzando qualcosa di speciale. Ci pensi? In fondo
è da loro, scommetti se non è così:
mentre Rika
sarà ad aspettare all’altare Ryo
inscenerà
un’entrata trionfale a cavallo di Cyberdramon! Il che ci
starebbe
pure visto che…è effettivamente così
che è
comparso la prima volta in questa landa, me lo ricordo bene! Ti pare
che il nostro eroe si lascia scappare l’occasione di mozzare
il
fiato a tutti questi Digimon, prima di perdere il celibato? Ahh,
secondo me no!» quando arrivò anche
«Kazu!»…«…Diamon!...
…sei
veramente
incantevole!»…«Davvero?!»…«Mi
ricordi la
mamma…»…«Ohh…»
Subito gli occhi
della ragazza digitale si velarono d’emozione per via di quel
commento. Takato altrettanto osservava ammirato
quell’elegantissimo abito da sera bianco…quando
una mano
scivolò lungo le sue spalle «Oh…?! Sei
tu…»…«Ciao…»
fece Jeri con un
sorriso un po’ incerto. Takato notò subito che era
molto
bella, ma prima che potesse dirglielo la ragazza parlò
«Ascolta, io avevo urgente bisogno di parlarti, e volevo
farlo
prima del matrimonio: si sa, in queste occasioni la gente si disperde
sempre, mentre invece
io…»…«Non continuare:
anch’io volevo parlarti, temevo che tu fossi
arrabbiata.»…«E’ proprio
questo che ci tengo a
dirti…» allungando la mano in una dolce carezza
sul suo
viso «…non sono affatto arrabbiata: mi rendo conto
di
essermi comportata in modo
infantile.»…«No, è
solo che…»…«Vieni! Andiamo in
un posto dove
possiamo parlare da soli.» prendendolo per mano. In quel
momento
giunse anche Cindermon «Eccoti doveri! No io ti cercavo
perché volevo dirt…» ma lui fu quasi
trascinato
«Scusa un attimo, Cindermon!...sono subito da te!»
«…ah beh no, ci mancherebbe altro: figurati!
Fiùùù…»
soffiando, ma il ciuffo non
le svolazzò poiché se l’era
cristallizzato grazie
al gel «…dolce compagnia: la partner della festa
non
è certo fatta di
dati.»...«Cindermon!»
chiamò però Diamon, e lei si volse. Sua sorella
le disse
«Sei…bellissima! Dico davvero, ti sta benissimo
questo
vestito!»
L’abito di
Cindermon era bianco bordato d’amaranto, tonalità
quest’ultima che si intonava ai suoi capelli
«Grazie! Devo
dire che anche voi in effetti anche voi ve la giocate mica
male!»
Kazu e Diamon sorrisero grati, mentre Cindermon si annodava il
coprispalle amaranto anch’esso, come i suoi sandaletti dalla
zeppa elevata «A vedervi così posso ammettere con
la mano
sul cuore che siete…proprio una bella
coppia!»…«Uhmuhmuhm!»
arrossì un
po’ Diamon coprendosi la bocca, mentre Kazu fece «A
questo
punto sta a te presentarci un bel
fidanzato?!»…«Cosa?! Io?! No guarda Kazu
io…con tutta la stima ma non sono proprio tagliata per
queste
cosa niaaahhh!...tsz tsz tsz io anche se mi sono ritoccata un
po’
il ciuffo eee…tutto il resto per un occasione del genere
resto
sempre un essere da battaglia: un Digimon! Unch, unch!»
simulando
una combo di pugni e calci, mentre la sorella le indicava
«Belle
scarpe?»…«Oh? Grazie,
onorata!» sorrise
Cindermon con mano sul petto. Il trucco impeccabile rendeva ancor
più radioso il suo sorriso.
«E tu chi
sei…?!»…«Io sono
Midramon!»…«…sei uno dei
figli di
Cyberdramon!» esclamava Snowhitemon
«…che ci fai
qui…?»…«Sto aspettando Jeri,
per la
sorpresa!»…«Quale
sorpresa?!»…«La
sorpresa al mio papà!»
…mentre
l’espressione del minotauro bianco si faceva
sconvolta…
«Jeri mi ha
detto che debbo rimanere nascosto: molto presto io e lei faremo fare un
sussulto al mio papà! Solo che la preparazione dura taaanto,
il
momento dello scherzo sembra non arrivare
mai!»…«…è da molto
che sei
qui?»…«…Jeri mi ha recuperato
al palazzo
reale, quando c’è stata la
battaglia…»
Snowhitemon
indietreggiò, assumendo una posa riflessiva
“…una
sorpresa? Jeri starebbe tramando tutto questo per fare una sorpresa a
Cyberdramon? Non ci vedo chiaro…e la cosa va troppo per le
lunghe. Questa sorpresa richiede troppo tempo…troppo, per
tenere
distanti un padre dal figlio. Debbo scoprire cosa sta
architettando!”
«Midramon…!»…«Sì?»…«In
effetti Jeri ti ha detto la verità: molto, ma molto presto
faremo una sorpresa a tuo padre! Vedrai, ci sarà da
divertirsi,
ma nel frattempo…avresti ancora un poco di pazienza? Ti
andrebbe
di rimanere nascosto, almeno finché non torna Jeri? Senti,
non
dirle che mi hai visto…così sarà
ancora più
divertente!»…«Va bene! Come vuoi
Snowhitemon.»
“…quel denaro, e la presenza di questo Digimon non
preludono a nulla di buono…”
Jeri condusse
Takato in un ripostiglio dell’hotel
«Perché ci
nascondiamo…?»…«La
verità è che
io…non ci sarò al matrimonio!»
confessò con
sguardo appenato
«Cosa?!»…«Shhh!»
Jeri
gli pose la mano di fronte alla bocca «Takato, non strillare:
sono venuta qui apposta! Non voglio che gli altri sentano, Ryo e Rika
potrebbero mandare all’aria tutto! E io non
voglio…»…«Ma Jeri
perché,
cos’è successo, confidati con me, ti
prego!»…«Non posso
spiegartelo…! Nei dettagli
almeno, mi limito a dire…che c’è
un’emergenza.» Takato corrugò lo sguardo
«…un’emergenza…?»…«Sì!
Ascolta io…credo sia di poco conto e francamente ritengo
stupido
sollevare un allarme generale, tanto più in un giorno
festoso
come questo, mi sono vestita così proprio per non destare
sospetti! Ti spiego in breve, ho parlato con alcuni Digimon! Sembra
che…in un settore non molto distante sia stato avvistato uno
dei
figli di Cyberdramon. Come puoi capire non ci vuole una squadra intera
per recuperarlo, sto partendo in questo istante! Venivo ad
avvisarti…»…«Ma è
pericoloso, Jeri! Da
sola poi, senza il tuo Digimon?!»…«Mi
sembra assurdo
disturbare Beelzemon per questa eventualità, lui ci tiene
molto
ad esserci al matrimonio! E poi i nostri nemici…sono stati
allontanati, lo sappiamo: ora muoversi per Digiworld è
diventato
più agevole.» ma Takato incrociava le braccia
«Sarà, ma io non sono convinto!» Jeri lo
sfiorò «Takato, ti prego…lasciami fare
qualcosa per
gli
altri.»…«Oh?»…«Io…solo
in questo modo potrò riuscire ad acquisire un po’
di
fiducia in me stessa! Dovrò, prima o poi, sentirmi utile a
qualcuno…come capita a tutti voi, ma per me è
diverso, lo
sai benissimo! Conosci la mia storia…così come
sai che
è proprio per questi motivi che a volte mi comporto in modo
stupido, come…
…questa
mattina: mi dispiace molto per ciò che ho fatto, e ho temuto
che
tu potessi…
…che
avresti potuto dirmi che è
finita!»…«Come ti
è venuto in mente?!» si volse di scatto
«Solo per
quella stupidaggine…in cui per altro…io potrei
anche
avere…una mia parte di colpa!» ma lei lo carezzava
«Sai che non ce l’hai…
…avevi
perfettamente ragione…fare…l’amore
lì, in
quel momento, non avrebbe avuto senso! E’ solo che devi
capirmi,
io nonostante tutto ancora non mi sento a posto con me stessa! Ho
bisogno di convincermi...
…che riesco anch’io a combinare qualcosa di
buono…
…in
questi anni mi sono cacciata in un guaio dopo
l’altro…»…«…sì…lo
capisco ed è per questo motivo che ti ho chiesto di
aspettare:
per quel passo dobbiamo davvero essere pronti, dobbiamo sentirlo tutti
e due! Però non dire che hai fatto danni, dopo
tutto…che
importanza può avere avuto qualche storia?! Ce
l’hanno…tutti i
ragazzi.»…«Ma per me
hanno avuto importanza, Takato, come ce l’ha
adesso…
…quella
con te! E spero che il momento in cui potremo…»
socchiudendo gli occhi «…darci finalmente
l’uno,
all’altro non sia lontano…»
Takato respirava
profondamente per cercare di contenere l’emozione, ma quando
mosse un passo Jeri lo fermò «Però non
parliamone
adesso!...il matrimonio sta per cominciare, Takato fidati di me, io
sarò prudente e se ce la farò tornerò
in tempo per
la cerimonia!…così da fare una sorpresa a Ryo e a
Cyberdramon. Mi permetti di
andare?»…«…
…solo se mi prometterai di essere prudente.»
rispose il
ragazzo, molto serio in volto…
«Grazie…grazie…Takato…»
sussurrò Jeri sfiorandogli i capelli e poi volgendo le
spalle…ma poi «Ah!...mi stavo quasi dimenticando,
prima
che io vada…»…«Uh,
sì?» si
avvicinò lui. La giovane si volse e sorrise «Uhm,
potrò sembrarti pazza forse. La solita stravagante, non so
come
tu faccia a sopportarmi!» Il giovane accennò un
sorriso
«…eppure dovresti sapere la risposta.»
lasciando
intravedere una punta di ironia. Ma lei mantenne un atteggiamento di
dolcezza «Era da un po’ che volevo
chiedertelo…e a
dire il vero mi ero promessa di non partire senza averlo fatto:
Takato…
…senti tu…tieni ancora…magari sul tuo
cellulare…
…una foto…del…periodo in cui hai avuto
l’esaurimento?»
Il
giovane inarcò lo sguardo «Che
cosa…?» e Jeri
«…m-mi piacerebbe averla! Testimonianze di quel
periodo
sono…scomparse o quasi, eppure…è stato
pur sempre
un periodo della nostra crescita. E quello è stato uno dei
tuoi
volti.»…«…sì
però…
…io ho cercato di dimenticare. E’ stato molto
doloroso…» Jeri si fece più seria
«Però è un periodo che abbiamo
affrontato insieme.
Una sfida che abbiamo combattuto entrambi…
…ti ricorderai che io…ti facevo coraggio, ti
incitavo a
non mollare!» mentre Takato la scrutava dubbioso, percependo
qualcosa di indecifrabile nei suoi occhi all’apparenza dolci
e
amorevoli «…mi piacerebbe avere un ricordo di
quella,
così come di ogni tappa del nostro cammino. Ci ripenso
spesso,
da quando…
…da quando abbiamo scoperto…di provare le stesse
cose
l’uno per
l’altro.»…«Io ho sempre saputo
di amarti.» precisò lui calmo, ma serio. Jeri
abbassò lo sguardo «…beh, io me ne sono
accorta con
un po’ più di ritardo…ma conosci le
cause. Va bene,
ammetto che è colpa mia! Sarei dovuta essere più
abile a
decifrare i miei sentimenti, e più coraggiosa…ad
affrontarli. Tu devi ritenerti fortunato se hai avuto fin da
subito…tanta chiarezza: non è cosa da tutti, ci
sono in
giro persone…molto confuse…
…è
inevitabile, questa vita ti porta…a smarrire tutte le
certezze.
Io…
…p-per
fortuna che ho te accanto, che ci vedi così chiaro. Prima o
poi
imparerò a fare altrettanto…
…allora…potresti inviarmi quella
foto?»…«O-Oh?! No, meglio di
no…» si
girò il ragazzo proteggendosi con le braccia come se
qualcuno
volesse colpirlo «Tu dovresti ricordare che non mi piace
farmi
vedere in quel modo…per me è molto
imbarazzante…»…«Oh…?
Sì,
però…
…io ho
voluto bene davvero a quel
ragazzo!»…«Ah!»
sussulto il giovane, mentre lei confessava «L’ho
amato…(canzone: Laura
Pausini - Mi dispiace (strumentale) )
…lo
amavo, anche se non mi accorgevo di farlo! Ma una forza misteriosa mi
chiamava verso di lui, per stargli vicino giorno per giorno. Nonostante
le mie storie, nonostante gli altri ragazzi per me c’era
sempre,
e continuamente!…quell’amico…
…che
soffriva tanto, perché si sentiva solo! Io avrei voluto
confortarlo…
…perché sentivo che quando lo
facevo…confortavo
anche me stessa! E’ così
Takato…parlarti, sedere
accanto a te sulla panchina ed isolarmi dal resto del mondo mi faceva
sentire bene: io mentivo, dicevo di sentirmi felice
però…non era così. Ora finalmente ho
capito che
nome dare a quella forza misteriosa…
…quel nome…è
Amore…»
Takato era
visibilmente scosso dall’emozione, lo si leggeva dal suo
volto, e
dallo sguardo appenato. Jeri gli sollevò quella mano che
tremava
leggermente, per coprirla con la sua. Takato accennò
«…anche se…
…anche se
a stento entravamo in due…su quella
panchina?»…«Devi credermi, se vi ripenso
il
cuore…mi si riempie di tenerezza! Del resto anche
tu…mi
hai detto…di amarmi…e di trovarmi bella anche
quando
biodigievolvo e assumo…
…l’aspetto di Royalmon…che tu sai
essere
terribile…»…«…è
molto diverso,
Jeri! Royalmon è una biodigievoluzione, è dark,
trasgressiva! Ma ciò nonostante resta pur sempre un bel
Digimon,
oggettivamente! E’ maestoso, regale! Invece
io…»
pronunciò con sguardo basso, e voce che gli si arrochiva
«…ero grottesco…
…!! Un
rifiuto…»…«Non dire
così di te!!!...
…non te
lo permetto!!» gridò lei quasi aspramente, e
Takato
spalancò gli occhi «…erano le stesse
cose che
dicevi allora!»…«Certo, e non sono
cambiati, i miei
pensieri! Takato, noi tutti…siamo inseguiti da qualcosa che
vuole renderci brutti! Però, forse…
…qualcosa
può aiutarci ad essere più
tolleranti…verso di
noi, magari chissà…un po’ di tenerezza?
Me lo
chiedo…anche per quanto mi
riguarda…»…«…tu mi
puoi promettere
che…se ti passo quella foto…che effettivamente
possiedo,
perché in quell’immagine c’è
anche…
…la mia
famiglia…» sfuggendo con lo sguardo
«…e non
ho voluto disfarmene, anzi! La porto con me perché
lì
sembriamo molto uniti. Tu mi prometteresti che se te la lasciassi tu la
terresti solo per te, non la mostreresti a
nessuno?!»…«O-Oh…»…«Ti
prego, Jeri!!...è molto
importante…»…«…ma
certo…
…certo Takato, io…
…te
l’ho detto, è soltanto per me. Perché
possa
custodirla, proprio come fai tu!»…«I
miei amici mi
hanno visto in quelle condizioni e sanno che io…non ho
problemi
ad accettarlo e a riparlarne. Però…
…una foto
è diversa. Là è fisso nel tempo
l’effetto
che aveva avuto su di me…la nostalgia, il disorientamento!
L’assenza di punti di riferimento…
…non
sapevo che fare della mia vita, ero completamente spiazzato! Tutti mi
gridavano le strade che avrei dovuto prendere, strade diverse, non ci
capivo più nulla e…!!...
…la sola
cosa…che desideravo sarebbe stata una
briciola…della
serenità…
…che
troppo presto ci era scivolata di mano, assieme ai Digimon. Non mi
sentivo forte abbastanza…per diventare grande
all’improvviso. E così…
…sono
“cresciuto” in un altro modo. Ricordo con nitidezza
quei
giorni, a poco a poco…cominciavo ad avvertire dei buchi in
mezzo
allo stomaco, mi dicevo!...mah, forse se mangio di più mi
sentirò meglio, più in forma! E
invece…i-invece…!» dandole le spalle,
mentre
congiungeva le mani tremanti, in quel tuffo nel passato
«…a poco a poco persi il controllo…
…pensavo…che poiché ero
così magro mi
sentivo anche fragile, e se fossi diventato più robusto
sarebbe
stato meglio, sarei stato…più bello!
Sarei…piaciuto di più…e
così mangiavo, e
mangiavo, mi accorgevo…!! Che ero attratto da molti
più
alimenti di quanti credevo di gradire, ma a un certo punto i chili che
mettevo su erano!!...
…troppi, le mie gambe sulla…bilancia pesavano.
Realizzai
all’improvviso…come una doccia fredda che pesavo
più del normale!» mentre Jeri lo guardava con
pena…e deglutiva, in una parziale immedesimazione in quel
racconto.
«Me lo dissero,
e io mi sentii completamente spiazzato! “E adesso come
faccio?” mi chiesi “Io…ho bisogno di
mangiare,
quelli sono…”» scivolando a un passo dal
pianto
«“…gli unici momenti in cui mi sento
bene, il cibo
mi fa sentire a casa e mi ricorda delle abbuffate con
Guilmon!!!”
Così…se rinunciavo a qualcosa poi la recuperavo
in un
altro modo, e aumentavo, aumentavo, fino a assomigliare a una balena,
ero…!!!...
…UN
MOSTRO!!» respirando affannosamente, e scorrendosi la mano
sul
viso «…ho ancora stampata in testa
l’immagine di me,
piegato…di fronte al frigorifero, nella notte!!...
…tutto quel cibo sparso,
u-ugh!»…«Takato!!» accorse
Jeri poiché
il giovane si era piegato su se stesso, con la mano davanti alla bocca
come chi sta per vomitare «Takato smettila, non ha senso
rinvangare tutto questo!!...è stato…troppo
dolore…»…«Una…
…TRISTEZZA SENZA FONDO Jeri, tu non puoi
capire…!!»…«Io…?
Sì
invece…
…sì che posso capire…»
(Cindermon
passava vicina alla porta di quel ripostiglio e
«Uh?!»
riconobbe le loro voci…)
«…sono una tua compagna, siamo cresciuti insieme
negli
stessi luoghi, con le stesse persone attorno! So cosa vuol dire ed
è per questo che ti dico che adesso è il caso di
smettere. Vuoi rovinarti la festa? Hai fatto tanto per
arrivarci…
…troppo per rimettere pochi istanti prima che abbia
inizio.»…«”Rimettere”…tante,
troppe volte, e assieme a quei getti rimettevo la vita, CHE MI
DISGUSTAVA!!...
…che mi…terrorizzava…»
“Povero Takato…” pensava Jeri con lo
sguardo pieno
di dolore “…la sua sofferenza
è…gemella alla
mia! Io e lui siamo così simili…”
(Cindermon
dietro la porta bisbigliava «Povero
Takato…»
sfiorandosi le labbra «Ha patito e sofferto così
tanto,
circondato da gente insensibile, che non capiva!» ma Diamon
giunse lì «Cindermon.» e questa
sussultò
«Shhh!!!»)
Jeri si accorse
di qualcosa «Ah?!» avanzando verso la porta
«Takato
io…è meglio che vada. Prima che ci
sentano!»…«D’accordo,
io…» fece
il ragazzo che seppur sofferente, estraeva il cellulare
«…ti passerò quella foto.»
La ragazza
celò uno sguardo insicuro e appenato, mentre lui diceva
«Però voglio che tu sappia…che in
questo invio
pongo tutto me stesso! Sono…le mie fragilità, i
miei anni
più difficili. E se…te li offro è solo
perché siano il piccolo orto del nostro amore, da coltivare
assieme. Perché è lo stesso che farei con
te.»…«…ma certo,
puoi…fidarti di me,
amore mio.»
Takato
smanettò sullo display che illuminava le sue labbra divenute
pallide.
Jeri
appoggiava la sua mano al muro, compiendo un respiro
sofferto…
Fu
così che apparve…tra quei due genitori che
nonostante
tutto sorridevano…un ragazzo ben più simile ai
Digimon,
quando sono rotondi e morbidi. Ma che aveva a dispetto di tutto un
sorriso rivolto alla vita, e a chi lo circondava.
Takato
scelse tra i nomi sulla rubrica quel nome per lui così
importante…e chiuse gli occhi…
…invio…
Jeri
estrasse il cellulare. E quando aprì l’allegato
del
messaggio, si portò il telefono al petto e lo
abbracciò
con amore, chiudendo gli occhi.
Takato accennò un sorriso «…beh, ora mi
sento
meglio. Più leggero. Perché so che non sono solo,
Jeri,
senti…
…grazie.»…«Oh?»…«…grazie
per avermi amato. Così com’ero.»
La
ragazza, commossa, aprì la porta mormorando
«…non
devi ringraziarmi.»
Lui rimase solo, ma sorrideva sgravato.
Jeri
rivolse gli occhi verso l’alto, e affermò
«Io ti
amo…!!...
…e mi viene naturale, non posso oppormi a questa forza!
Naturale…come il dolore…»
allontanandosi
così, nel suo abito da sera corvino, con il cellulare che le
pendeva dalla mano inanellata (fine-canzone)
«Abbiamo
un contatto dai ragazzi, ma dovete
calmarvi!»…«Come
può chiederci di calmarci, signor Wong?! I nostri figli sono
tutti...lì, in un computer!» additò la
madre di
Rea, ma Wong ribatté «Posso chiedervelo proprio
con queste
parole, cara consuocera, perché ci riuscimmo quando bambini:
vogliamo smentirci proprio adesso che siamo tutti adulti? Vi prego, non
è il caso!»…«Mio
figlio!!»
esclamò la signora Akiyama «Si vede, ha detto
qualcosa?!» e poi la signora Kitagawa
«C’è per
caso un messaggio da parte di Kenta, o di sua moglie?!» al
che
Wong alzò gli occhi al cielo, mormorando
«Ahhh…ci
risiamo, sembra di esser tornati a dieci anni fa.» per poi
annunciare «Signori: non ho visto nessuno fino a adesso, solo
Yamaki, ma se mantenete un contegno potremo parlare ai ragazzi per
mezzo della webcam!» Intervenne dunque il padre di Jeri
«Scusate ma credo a questo punto sia opportuno fare
ciò
che ci dice il signor Wong: se non lo notate sta cercando di aiutarci,
ed è emozionato anche
lui.»…«Grazie
Hajime…» fece Wong raddrizzandosi gli occhiali e
sedendosi
presso il pc «In effetti è come dici tu, io non ho
più…soltanto un figlio laggiù ma anche
una nuora,
e un nipote! Allora…
…uno alla volta, vi prego, vi chiamo nell’ordine
che mi
è stato esposto dal signor Yamaki…
…la signora Rumiko Nonaka.»
«Cosa?!»
sobbalzò la donna, e gli sguardi di tutti i genitori si
concentrarono su di lei «Come mai…proprio
io…?» ma Wong alzò le spalle
«Yamaki mi ha
detto che vogliono vederla prima di tutte: si sieda accanto a
me…»
La madre di Rika
avanzò con passo tremante e mano sul petto, fino ad
aggiustare
la sedia e prendere posto accanto a Wong, indossando le cuffie.
Mitsuo oltre il
display sorrise «Salve signora Nonaka: parlo da parte di
qualcuno
che le chiede innanzitutto di…perdonarla e di non
spaventarsi
quando la vedrà vestita in un certo
modo.»…«N-Non la capisco, un vestito?!
D-Di quale
vestito dovrebbe mai trattarsi?!»
Ma da oltre il
display giunse una voce femminile «…di
questo.»
«Oh!!» Rumiko sobbalzò…
…e colei
che apparve sul display era una magnifica sposa dalla frangetta rossa
boccolata «Ciao mamma…
…ti
prego, ho bisogno…di spiegarti, e che tu mi
capisca.»
Le lacrime erano
subito affiorate agli occhi di Rumiko
«…R-Rika!»
…ma accanto a
lei Wong era altrettanto incredulo, e con le labbra ripeteva la parola
“Sposa?”
«Io…» iniziò Rika
«…l’ho
fatto di nuovo, sì è vero. Ti chiedo scusa!...
…per
l’ennesima volta in questo…processo infernale e
interminabile che è la mia crescita ho preso una decisione
improvvisa e drastica, l’ho fatto senza preavviso e
soprattutto…
…l’ho
fatto senza consultare te, che eri sulla terra, in pena per la mia
incolumità.»…«Ahh,
ma…!! Rika…!
Figlia mia, come stai?! Va…tutto bene?!»
Rika sorrise grata «…sì,
mamma…
…come tu stessa
puoi vedere…quest’abito non si addice certo ai
caduti in
battaglia.»
Rumiko boccheggiava,
con la mano si sfiorava le labbra senza possibilità di
arginare
le sue lacrime.
«Mi sposo,
mamma!!» esclamò d’un tratto, facendola
sussultare
sulla sedia, e a voce troppo alta per non farsi sentire anche dagli
altri che diedero il via ad un fitto mormorio, specie la Akiyama
«Qualcosa non mi torna, si sposa?? Chi si sposa?!»
Wong era sbalordito,
ma fece lo stesso «S-Silenzio!...ptsss: è un
momento
importante…»
«Mamma l’unica
cosa che posso affermare per giustificarmi…»
accennava
quella sposa che il trucco argenteo rendeva più bella che
mai
«…è che fra tante botte di testa,
stavolta la molla
a spingermi giù dal
dirupo…è…
…l’amore!»…«Ahh!»
fece la madre
«Ma l’amore quello vero!! Quello
che…spero…e
credo giungerà a sorreggermi, con le sue ali, quando mi
getterò. Però non potevo…
…NON
POTEVO…questa volta, anche questa volta buttarmi senza
almeno…(canzone: Shania
Twain - It only hurts when I'm breathing)
…fartelo
sapere! Senza che tu mi vedessi…con questo vestito.
Perché tu sei la persona che mi ha insegnato a portarlo
con…uhm, un minimo di eleganza, tu sei la persona che mi
è…
…sempre…stata…vicina nella mia vita.
Vorrei che
anche se c’è un…banale Digivarco a
dividerci, tu
pensassi lo stesso di essere qui con me. Ne avrei
bisogno.»…«Figliola!!!» Rumiko
si gettò
ad abbracciare il video del computer, ma Rika la ammonì
«Attenta attenta attenta!!...
…s-se si
staccano i fili è un…disastro, poi non si
può
più vedere la cerimonia! Mamma…conteniamoci. So
che il
momento è critico e…perdonami se te
l’ho detto solo
adesso! Mi sposo con Ryo, mamma…»
La signora
Akiyama letteralmente fece sgusciare i suoi occhi fuori dalle orbite,
volgendosi verso gli altri genitori in attesa di spiegazioni, ma questi
piuttosto sembravano avere solo sorrisini «Sta
scherzando…d-di certo è uno scherzo di cattivo
gusto,
n-non può essere vero! Vaniglia…tu hai sentito
meglio,
non ha fatto il nome di mio figlio. Vero?!...
…V-Vaniglia, attendo una
risposta!»…«E la
chiede al cane…?» fece la signora Kitagawa
aggiungendo
«Su…sia seria.» e sorridendo
«E’ una
notizia magnifica questa: significa che i nostri figli stanno tutti
bene. Solo quando si è tutti salvi e felici, ci si
sposa.»
dopodiché con il marito e con il padre di Jeri si presero
per
mano, per sostenersi a vicenda.
«Ascolta mamma…
…ma, siete tutti lì? Come dieci anni
fa?!» Rumiko
si asciugò le lacrime, e rivelò
«…sì,
tesoro! Ormai…devi considerarci…
…u-un’associazione, abbiamo formalizzato il
gruppo…per sostenervi tutti assieme!»
Rika sorrise «…uhmuhm…allora ci
sarà da
ridere. Senti una cosa…forse chiedo troppo, la nonna non
è lì con te…? Mi sarebbe
piaciuto…»
assumendo ora sguardo rattristato «…che anche lei
partecipasse alla cosa. Ma immagino che…dovrai dirglielo
tu.»…«Oh no! Non preoccuparti! Tua nonna
è
andata un attimo in bagno, lei è qui e…
…MAMMA!!...MAMMA PRESTO, VIENI SUBITO QUI!
MAMMA!!» mentre
Rika faceva «N-No, no che…se le metti fretta poi
la fai
cadere, ti prego mamma!»
La signora Seiko fece capolino «Che cosa strilli Rumiko Dio
mio?»…«MAMMA VIENI QUI RIKA SI
SPOSA!»…«Cooosa? Ma hai bevuto un
bicchiere di
troppo?!»…«LA NOSTRA RIKA SI SPOSA! S-Si
sposa, non
sto mentendo, guarda tu stessa, ha l’abito bianco! Rika ha
l’abito bianco!!»…«Tu
vaneggi!» ma Rika
mise le mani avanti «Calmatevi!!...
…vi prego, basto io, e vi assicuro che sono già
abbastanza nervosa.» quando sua nonna dilatò gli
occhi
«Oh…per…
…tutti gli spiriti…» scivolando
lentamente sulla
sedia (che prontamente infilarono sotto di lei poiché non
c’era, e Rika tirò un sospiro di
sollievo…)
«Rika, tesoro…» si commosse la nonna
«…ma tu pensi sempre…a farci qualche
sorpresa?!» Sua figlia però la riprese
«Ora basta
mamma, Rika si è scusata, ha detto che è stata
una cosa
del momento, una cosa istintiva ed io…non sai quanto sia
contenta! Perché finalmente Rika…la nostra Rika
ha
imparato a lasciarsi andare al richiamo del cuore e a non essere
più diffidente! Figlia mia…sono incredibilmente
fiera di
te…»…«…se
l’ho imparato me
l’hai insegnato tu. Me l’avete insegnato
voi.»…«Amore, ascolta…una
cosa
importante!»…«Oh? Sì,
mamma…?»
fece Rika con ingenuità velata da un lieve timore…
Rumiko sorrise con le lacrime agli occhi, e sussurrò
«…e…la Signora?...
…è lì con te? Come sta la nostra cara
Signora…?»
La
sposa fu grata…e fece cenno a Yamaki di spostare la webcam:
come
un attrice, fu inquadrata prima dal basso…poi dalle zampe
l’immagine percorse tutta la sua linea elegante, scivolando
lungo
il manto argenteo con cui si era avvolta, e infine giungendo al suo
volto, incorniciato dal cappuccio «Buonasera
signore…
…sono contenta di vedervi. Vi ringrazio…per aver
chiesto
di me…» Rumiko esultava «Mamma! Mamma!!
Guarda,
guarda com’è bella la
Signora!!!»…«La
vedo…» fece Seiko aggiungendo
«…e come al
solito mi fa piacere sapere che accanto a mia figlia ci sia il suo
spirito guardiano, anche in un giorno come questo.»
Renamon socchiudeva gli occhi in una tacita gratitudine. Rumiko
sembrava volerle afferrare le zampe oltre il display «Grazie!
Grazie Signora, grazie!! Lei ha fatto…sposare mia figlia, la
nostra Rika, le saremo per sempre debitrici!!»
«…io non ho fatto nulla…Rika ve
l’ha detto:
ha seguito il suo cuore. Sono io ad essere un Digimon
fortunato…questo era il giorno…
…che più fra tutti ho desiderato che
arrivasse.»
scambiandosi uno sguardo di infinito affetto con la sua domatrice.
I
genitori erano commossi, ma la Akiyama borbottava
«…insomma, qui c’è da far
luce su un affare
sospetto! Qui…qui si sta insinuando che mio figlio sta per
unirsi in matrimonio con una-» La madre di Kenta la
esortò
«Su andiamo, ora non faccia la
guastafeste.»…«Ma che guastafeste e
guastafeste!! E
la classe sociale, e il buon nome della famiglia?! Q-Quella ragazza
teneva un locale notturno, perbacco!!» ma la madre di Henry
le si
accostò, con aria sognante «Se solo la vedesse
adesso…ah! Avrebbe la prova che ogni macchia è
stata
lavata da questa…candida purezza! Abbia il coraggio di
avvicinarsi al video.»…«Nooo, io
non…»
ma Vaniglia abbaiava «Suuu, forza!» fece la signora
Wong
«Io non ho intenzione di guardare negli occhi
quella…quella poco di buono: ahhh, insomma!!!»
gemette
«Mi ha rubato il figlio! Ha approfittato che fosse lontano
dalla
sua mamma per…rigirarselo e sposaaarlo, Dio mio che
scandalo,
come l’ho racconteròòò al
circolo
letterario!»…«Signora Kitagawa, mi aiuti
lei.»…«Molto volentieri, signora Wong:
lasci perdere
il circolo letterario, su, venga con noi!» iniziando a
spingerla
verso il computer.
«No! Mi sento morire!...
…povera me, sono invecchiata…di quindici anni in
un solo
istante, temo che non resisterò. Sono malata di
cuore!»…«Ma la finisca, lei ci
sotterrerà
tutti!»…«E’ in piena forma
fisica, non
può negarlo!»
…sicché riuscirono a spingerla
«Oh?!»
Gli occhi della
signora Akiyama dovettero pur a malincuore confrontarsi con la dura
e…bianca realtà. Rika chinò il capo
seria
«…buonasera…signora Akiyama. Sono
contenta che ci
sia anche lei.» così come anche Renamon si
inchinò.
La signora sembrava
non voler cedere su quella torva diffidenza, benché di certo
non
potesse negare a se stessa che Rika con quell’abito fosse
realmente incantevole…(fine-canzone)
Diamon condusse
la sorella nella sua stanza e chiuse la porta, ma gli occhi di
Cindermon furono catturati dallo scenario oltre la finestra
«Mamma miiiiiia! Quanti Diiigimon, caspita quanto tempo era
che
non ne vedevo così tanti, da tempi
dei…ricevimenti della
mamma mi
sa.»…«Cindermon…guardami
negli
occhi!»…«C’è
anche…c’è anche…! Toh guarda
lìììììì!»
ma Diamon le
andò vicino abbassandole il dito indicante «Lo so
Cindermon: ci sono Digimon di tutte le specie, è logico
quando
si sposano due domatori di una tale
notorietà!»…«Diamine, sono
sbalordita.»…«Sì: premesso
che lo sono
anch’io, non saranno i nostri due sbalordimenti di tipo
diverso?
Mi spiego: il mio è autentico, il tuo invece…
…non sarà invece un pretesto per nascondere
ciò
che stai provando?» Cindermon si sventolava
«Uff!...fa
caldo, qui stiamo sudando. Senti…Diamon, non è il
caso.
Eh?» ponendole le mani sulla spalla «Qui abbiamo
fatto una
fatica che non ti dico per allestirci in questo…modo: guarda
io
ho passato ore davanti allo specchio, IL CHE PER ME E’ TUTTO
UN
DIRE!»…«Lo so ma un pomeriggio intero
davanti allo
specchio non ti cambia la vita come invece possono fare cinque minuti
dietro a una porta!!»…«Ma tu ti
riferisci a prima??
A quando mi hai beccat-ma quello non è nieeente, lo sai che
sono
curiosa! Sono sempre in caccia di scoop per movimentare un
po’
l’atmosfera.»…«Sorellina…»…«Ptsss:
non mi fare quella faccia che mi fai paura…»
Ma
nonostante i solleciti Diamon sembrava intenta a mantenersi seria
«…Cindermon noi abbiamo…un cammino per
tornare ad
essere unite e star più vicine l’una
all’altra e a
papà. Uhm?»…«Affermativo! Ma
infatti io ti
volevo anche dire che-»…«No: shhh! Fammi
finire!
Fammi finire, ti prego…» chiese Diamon con ingenuo
garbo,
e Cindermon sibilò un «…va
beeeene…!»
grato seppur sulla corda. La sorella cercò di spiegarsi con
l’aiuto dei gesti «Io…capisco che la tua
posizione
è difficile. Va bene? No, sul serio! Capisco che
è
difficile, perché in fondo è anche la mia:
anch’io
sono la fidanzata di un
domatore…»…«…a-anche
tu eee…
…chi altro, scusa?! N-Non ne vedo nessuna in questa stanza,
si-sinceramente!»
…mentre Jeri rientrava nella sua camera, con quel cellulare
sospeso come il suo animo «Takato mi ha fatto promettere di
non
mostrare a nessuno quella foto. Cosa devo fare…? Ma se non
la
porto a Cyberdramon…non c’è speranza
che faccia
ciò che gli chiederò. Accidenti, che situazione
complicata…» sfiorandosi il capo, mentre Midramon
spuntava
da sotto le coperte «Ti senti male,
Jeri…?»…«Uhm…?
No…è
soltanto un po’ di mal di
testa.»…«Allora non
usciamo come hai
detto?!»…«…ma
sì!» fece lei dirigendosi verso lo specchio,
chiudendo il
borsellino ed accomodandosi l’acconciatura
«…certo
che usciamo, abbiamo anche chiamato il
taxi!»…«Che
bello, andiamo in un ristorante di lusso!»
“Arrivata a questo punto…mi sono spinta troppo
oltre, non
posso tornare indietro!”
…sollevando lentamente il cane-marionetta, che in un attimo
aveva avvolto la sua mano inanellata «…bau!
Bau!...cosa
sono queste esitazioni, Jeri?!» abbaiandole molto vicino al
viso
«A-Ah…?! Non lo so, temo di compiere il passo
sbagliato!»…«BAUUU!!!»…«Ahhh,
non
ringhiare in questo modo!!»…«Vuoi forse
finire come
tanti anni fa?! La…ragazzina indecisa che sfogliava la
margherita all’interno del D-Reaper, che cresceva sempre di
più a causa delle sue
esitazioni?!»…«No, non
voglio…!! Te l’ho già
detto…un milione di
volte!»…«E allora deciditi, il taxi ti
aspetta!»…«Ma
Takato…»…«BAUUUUUU!
Takato…
…non è detto che debba sapere ciò che
vai a fare,
tu non dovrai mai dirglielo!»…«Hai
ragione…!» alzando il suo sguardo sofferente verso
lo
specchio «…Takato non lo saprà mai, se
terrò
la bocca chiusa.»…«Bau! Lo vedi che ti
perdi in un
bicchier d’acqua, a
volte?»…«E’-E’
vero, facciamo presto…» riprendendo a sistemare
con
rapidità le sue cose…
Diamon affermava
«Io penso che…il passo più importante
per essere
due amiche oltre che due sorelle sia…conoscerci a fondo, non
avere segreti l’una per
l’altra!»…«Diamon!»
le parlava Cindermon
con sincera partecipazione «...tu hai ragione, e io ti
assicuro
che non voglio nasconderti niente: io ti prometto che ti
dirò
sempre e solo la verità solo che…ora scusa tesoro
sta
iniziando il matrimonio! E’ tardi, fra poco Rika
scenderà
in pompa magna io non voglio perdermela quindi---» e
accennava a
uscire ma Diamon la bloccava «E infatti non te la perderai,
ancora non è scesa: c’è ancora
tempo!»
Parole che
destarono un guizzo d’angoscia nell’animo di
Cindermon
«Tempo peeer…cosa, scusa?!...»
Diamon la
fissò «…per confessare…che
sei caduta nella
rete di un bel pasticcio, da quando sei fuggita di casa quella
notte.»…«…niente di
più vero: mi ero
messa in un vero casino, ora non ti sto neanche a raccontare solo che
per fortuna è finito! Anche se tragicamente,
PURTROPPO!...Guardianmon…è morto quindi spero che
mi
abbia perdonato da lassù per averlo come dire un poco
ricattato
quando ci fu da aprirmi le porte!»…«Io
non mi
riferisco a questo…e tu lo sai…»
…e la tensione per l’altra cresceva…
«Io non parlo di
intrighi digitali…mi riferisco alla sfera dei
sentimenti.»…«Io
pens-»…«No,
fammi finire!...per carità, mi
impappino.»…«Mmmm…(magari
fosse
così!!!)»
«Cindermon!...io
ti ho vista, dietro quella porta avevi il…cuore in mano,
vuoi
che non sappia riconoscere queste cose?! Anch’io le ho
provate
per Kazu!!!»…«Ma che
c’eeeeeentra, tu sei
stata romantica dal principio!»…«Anche
tu!!!»
«IHMP!!
(avrà scoperto che guardavo romanzi d’amore di
nascosto?)
»…«Cindermon, tu sei presa! Non ti
voltare e
guardami in faccia! Sei letteralmente cotta e…nemmeno da
così poco!»…«MA COTTA DI
CHIII?????»…«DI TAKATO!! COME SAREBBE DI
CHIII?!!!»…«ShhhhHHHHHHHHhhhhhHHHhh!!!»
…avventandosi letteralmente su di lei e tappandole la bocca
«Ptsss…sei MATTA a urlare così, vuoi
che tutti ci
sentano?! Così decretiamo lo…scandalo
prematrimoniale?!»
Diamon
bofonchiò con la mano della sorella sulla bocca
«…qsto…nn fa ch cnfrmare i mii
sosptti!»…«Ma tu sei bacata in testa,
Diamon!»
lasciandola andare «Uhhf, iuhm! A momenti
soffocavo…»…«Sì e
a me a momenti mi
veniva un infarto! Ma dico io come si
può…?!?!»
chiudendo le dita e premendosi le tempie «…come ti
viene
in mente una cosa del genere?! Cioè ti sei sentita, tu
staresti
affermando che io…s-sia innamorata del mio domatore?!
Cioè il mio Digimon Tamer, CIOE’ il
ragazzo grazie
al quale combatto?!...è…
…è in pratica come essere innamorati del proprio
datore
di lavoro!»…«Beh! Ci stanno fior di film
sulla
tematica!»…«Ihihihi, eheheh! Ahhh, ma tu
Diamon cara
sei tutta imbevuta di queste storie è normaaale!»
carezzandole il viso, e cercando a dispetto dell’adrenalina
di
mostrarsi spigliata «Ehehehe ma è giusto
cosììì, è questo che ti
rende carina,
dolce, graziosa: dico davvero!! A Kazu sei piaciuta evidentemente
perché sei così. Ma io te l’ho detto:
sono diversa,
sono altra pasta, sono sempre stata una…CHE NON LE STAVI
DIETRO,
figurati se mi andavo adesso-a innamorare-A
QUEST’ETA’!» (mentre Diamon alzava il
sopracciglio
non riuscendo a spiegarsi tale accenno)
«…di-di-di-di DI
CHI poi di Taka-DI TAKATO cioè tu ti rendi conto di che nome
mi
hai fatto?! Dico…» roteando un dito attorno alla
testa
«…la riascolti la registrazione?!»
«Certo!» replicò Diamon «Ed
è sempre
più nitida e
incontestabile!»…«Ci…deve
essere un guasto ai sistemi, guarda, perché io NON POSSO
ESSERE
innamorata di Takato! Sarebbe un assalto all’istituzione,
cioè in pratica un domatore che si innamo-NO!
Un-una…u-una DIGIMON che si innamora del suo domatore, ma
va,
va!!!»…«Beh??? Che è,
dov’è
l’assurdo?! Anche MarineAngemon, è addirittura
sposata con
Kenta!»…«SI MA
QUELLA…L’HAI VISTA
QUANTO E’ GROSSA?!»…«E adesso
che
c’entra la taglia??? Cindermon. Lo vedi che stai in
confusione,
dici cose tutte a ruota libera. Stai peggio di
me.»…«Beh non credo proprio PEGGIO DI
TE, che dici
che sono innamorata di Takato io
non---è-è-è-è-è
inconcepibile!»…«Però prima
eri ad ascoltare
parola per parola quello che confidava alla sua fidanzata, e ti pulsava
il cuore in gola: guarda, l’ho visto! Avevi qui
un’arteria
che faceva…un lavoro strano, così!»
mimandolo col
gesto di aprire e chiudere la mano «Ohi, Diamon!...
…cioè ora finché è lo
scherzo
d’accordo, ci divertiamo, ma tu ti renderesti conto se fosse
vero?...io devo prendere il posto di Guilmon! E’-E’
come se
stessi in politica, ho una responsabilità…a dir
poco
STRATOSFERICA che grava sulle mie spalle, una tradizione di dieci anni
che solo grazie alla mia presenza miracolosamente ha evitato di
epilogare in tragedia! Takato deve contare su di me, deve vedermi come
la sua compagna di battaglia: io ho un ruolo fondamentale, io!...sono
un draghetto ros-»…«Tu anche se ti
spremessi come un
limone non puoi essere un…
…draghetto rosso e giocherellone, Cindermon! Non potrai
esserlo
mai!!»…«Ma
perchééé!»…«PERCHE’
TU
SEI UN’ALTRA PERSONA!!...
…Digimon, fa lo
stesso! Sei diversa, hai un'altra storia, un altro passato, altre
esigenze!!...
…e puoi nutrire altri
sentimenti rispetto a Guilmon che era solo un amico!»
Cindermon era impallidita, e
dopo un profondo respiro volse le spalle «…no! Qui
ci
dev’essere…un errore! Le cose…non
possono essere
andate così.»
Diamon si
avvicinò e le
prese la mano «Sorellina credimi, io capisco la tua
situazione:
tutto e in bilico sul precipizio soltanto per un motivo, e
cioè
che Takato è fidanzato. C’è quella
ragazza: la sua
amica del passato…
…e fra di loro
esiste un legame molto profondo, è inutile
negarlo.»…«…!!...Diamon, non
è solo
questo!» volgendosi e guardandola negli occhi «Se
io fossi
innamorata di lui il nostro rapporto andrebbe in crisi,
l’amicizia che mi sono faticosamente conquistata sopportando
CHE
NON MI SOPPORTASSE AFFATTO, che pagasse le mie prestazioni con i soldi,
che non volesse saperne di farmi la sua Digimon e sbattesse per terra
il Digivice due volte su tre, andrebbe in pezzi, andrebbe tutto in
pezzi, TU CI PEEENSI A UNA COSA DEL GENERE?! A me dà i
brividi!!» gemette portandosi le mani alla bocca e finendo a
rosicchiarsi le unghie. Diamon però restava immobile a
fissarla
«Lo so, sarebbe bruttissimo…
…ma al
cuore non si comanda, sorella
mia.»…«N-No, guarda!...
…facciamo
come se non avessimo detto niente, lui è Digimon, io sono la
sua
domatri-NO! Il contrario: i---io sono…(!!!)…la-la
Digimon, L-LUI…(!!!)…è il mio domatore
e tutto
risolto! Guilmon dall’alto ci dà la sua
benedizione
e…iiil…PRETE o chi per lui la dà a
Takato &
Jeri uniti finché morte non li separi, lo sai?! Adesso siamo
per
altro anche amiche!»…«…mmm,
bene: altri
grovigli che si aggiungono alla
matassa!»…«No,
senti! E-E poi perché io dovrei essermi innamorata di lui,
scusa?!» si sforzava di sorridere «In fondo
Takato…pfff, sììì, un
domatore coraggioso,
d’accordo, però lui…
…niaaahhh, non è il mio tipo, io non sarei mai
andata a
guardare uno come lui e lui non avrebbe mai guardato una come me! Ha
altri gusti, IO NE HO ALTRI ALTRETTANTO perciò che
cos’èèè, questa storia
dell’amore?! Tu
devi esserti proprio sbagliata,
è…è...»
…mentre
la sorella se la guardava in modo alquanto
eloquente…
Cindermon
aggiustava una pianta nei paraggi
«…èèè…scientificamente…matematicamente,
informaticamente…iiimpossibile sotto tutte le leggi a cui la
scienza può sottostare, io non sono innamorata di Takato!
No!
Non ho una cotta per lui, questa qui è
un’informazione
falsa, non è vero. Non può essere vero. Non
è
possibile che sia vero…»
…silenzio…
…Cindermon annaffiò premurosamente la pianta.
Posò
l’annaffiatoio, chinò il capo.
Dopodiché si girò di scatto «E SE
INVECE FOSSE
VERO???!!!!!!!!!!!!» in un grido bestiale. A cui
seguì il
suo mancamento «Cindermon!!...oddio. No eh, no-Cindermon!!
Ehi!...
…svegliati!» Diamon l’aveva agguantata
al volo,
mentre da fuori iniziava a giungere l’eco di un gran fermento
«Qui se mi si sente male io poi non so che fare: ti prego
sorellina…!»…«Oddiiio: mi
sento come
un’UBRIACA!» affermò Cindermon con tono
dissonante
«Perdonami…mi credi se ti dico che io non
volevo?»…«Cheee cosa hai
deeettooo…?»…«N-Niente,
lascia stare!»
«Ragazze! Presto, sta uscendo la sposa!» era la
voce di
Kazu. Diamon sussultò «Oddio! Cind...ehi, Cind
dobbiamo
andare, ce la
fai?»…«Uuuaarch…!»…«Appoggiati
a me!»
…e
così, nell’innalzarsi del vociare di mille Digimon
a
popolare la landa, una aggrappata all’altra nei loro abiti da
festa cercarono di farsi strada verso l’esterno.
…era
proprio mentre i fuochi d’artificio iniziavano a sovrastare
il
cielo del settore, che il taxi si appostò dinanzi
all’hotel. Jeri, bella come una stella, ammirava lo
spettacolo
mentre ripensava a quelle parole “L’ho amato…
…lo amavo, anche se non mi accorgevo di farlo! Ma una forza
misteriosa mi chiamava verso di lui, per stargli vicino giorno per
giorno.”
“…anche se…
…anche se a stento entravamo in due…su quella
panchina?”
”Devi credermi, se vi ripenso il cuore…mi si
riempie di
tenerezza!”
«Takato…» sussurrò la
ragazza, adagiando un
bacio sul display del cellulare «…solo io posso
sapere che
in quel momento…ero completamente sincera.»
respirando
profondamente e tornando a premersi il telefono sul cuore, per poi
assumere di nuovo sguardo determinato «Ma devo conseguire
l’obiettivo che mi sono prefissa, ti prego di
perdonarmi!»
decidendosi a discendere quei gradini sui suoi sandaletti argentati, e
ad indicare allo Starmon tassista «Al settore della
ristorazione!»…«Agli ordini,
signorina!»
Jeri prese posto
in quel taxi dal tetto scoperto, sistemandosi con rapidi movimenti
eleganti il coprispalle argentato. La vettura sfrecciò
sull’argenteo terreno digitale.
Ma
Snowhitemon era sul tetto dell’hotel, e vide tutto
“Sta
partendo!!...
…devo scoprire dov’è
diretta!” spalancando le
bianche ali piumate, e tuffandosi nello scenario che si preparava a
tener sospesi milioni di cuori: il settore degli orologi era
più
affollato di uno stadio, da ogni lato giungevano Digimon, in un
caleidoscopio notturno di specie antiche e nuove.
Il
dettaglio mozzafiato erano però gli ingranaggi illuminati:
nel
loro quieto roteare di sempre, erano stati avvolti da curcuiti di luci
tanto che adesso, gli alti obelischi sembravano innalzare dei cespugli
di stelle.
Takato e
gli altri stavano cercando di raggiungere la loro postazione, non era
facile «I nostri posti erano riservati, no?»
chiedeva Kenta
alzando il tono di voce, poiché il vociare era altissimo
«Così avevano detto, Hagurumon e
Clockmon!»
replicava Takato, e Kazu si volse «E Jeri
dov’è?!»…«Jeri…ah,
aveva mal di
testa. Forse viene fra un po’…» rispose
evasivamente
Takato. I due amici restarono un po’ perplessi, ma riflettere
in
quel contesto era difficile. Kazu segnalò «Vedo
Diamon!» e Guardromon «E c’è
anche
Cindermon.»…«Allora forse siamo entrati
dal lato
sbagliato: scusate, colpa mia, dobbiamo fare dietrofront! Guardromon,
Takato, Kenta, venite, credo che i posti che ci sono stati assegnati
siano dall’altro lato!» Kenta replicò
«A meno
che non si siano sbagliate loro: mia moglie in queste cose fa sempre
una confusione indescrivibile! Takato, noi intanto andiamo: tanto Jeri
puoi raggiungerla con il cellulare,
no?»…«Eh?
Sì sì! Però…non so, con
tutta questa
gente…» ma Kazu affermò «Poco
fa ho visto che
prende ugualmente: non c’è che dire, le linee di
Digiworld
sono davvero inarrivabili!»
Così i
tre amici si rimisero in cammino, in un crescendo di
«Permesso!» fra varie creature digitali disposte
tra gli
spalti. Takato si augurava in cuor suo “Jeri…torna
presto,
te ne prego. Rika & Ryo vorrebbero tanto che ci fossi al loro
matrimonio, e vorrei…anch’io…che fossi
qui.”
Sul lato
opposto si facevano strada Henry con Terriermon, seguito da Rea con
Benji in braccio «…vogliate scusarmi:
permesso?»
chiedeva con molta delicatezza e rispetto il giovane, e
benché
Terriermon fosse più impaziente «Uuuuuuhf, ma
quando si
levano?!» Henry non ci faceva caso e continuava con il suo
stile.
Rea si guardava attorno, con sguardo guarnito dallo splendido trucco
scuro «Non…ne avevo mai visti così
tanti!»
accennando un sorriso «Certo che Rika & Ryo non si
possono
proprio lamentare: penso che se si dovesse scrivere
un’identikit
sulle varie generazioni dei Digimon, basterebbe un’istantanea
di
questa serata!» ma il marito propose «Facciamo
cambio?» alludendo a Benji e Terriermon. Rea
scherzò
«Uhm? Momentai, ce la
faccio.»…«Dai, è
da prima che lo porti, con il peso e la confusione! Dallo a
me.»
Rea sorrise grata «…va bene…»
ed Henry
scherzò «Slide-Digievoluzione! Acc…ecco
amore,
vieni dal tuo papà. Caspita quanto pesi, stai proprio
crescendo.» raccogliendo suo figlio con agilissimo scatto, lo
stesso con cui Terriermon «Ahahahahhhh!!!»
balzò
sulle spalle di Rea «La mia seconda domatriceee!!!»
in uno
slancio d’affetto che si tradusse in un vortice di baci sul
suo
collo «Ahahah, dai Terriermon! Ti sporchi tutto col
trucco!»…«Uhmuhm, momentai! Che buon
profumo
Rea.»
Henry
sosteneva suo figlio «Guarda Benji, guarda quanti Digimon.
Poi ti
spiego ad uno ad uno chi sono, adesso sediamoci. Ah, per fortuna
è bastata un po’ di buona
volontà.» indicando
i loro posti riservati, in un atteggiamento di serenità che
sembrava renderlo immune a momenti caotici come quello, ed aiutarlo a
trovarne sempre il lato divertente. Di certo era contagioso per Rea che
si sedette accanto a lui «Allora era vero che ci avevano
riservato il posto! Ormai avevo perso la speranza.»
accavallando
le gambe attraverso lo spacco della sua lunga gonna, sotto la quale
spuntavano sandali scuri e assai alti. Mentre Benji sembrava vivamente
rapito da quello spettacolo, Henry si guardava attorno «Hanno
fatto del loro meglio per venirci incontro, il problema è
che
siamo tutti
sparpagliati.»…«Già,
è
vero, mi piacerebbe che fossimo tutti assieme!» Henry sorrise
«Non preoccuparti: dopo ci riuniremo. Se non approfittiamo di
queste occasioni per trascorrere un po’ di tempo tutti in
gruppo…!» prendendo la mano della moglie, che
sorrise
piena d’affetto e poi rivolse al cielo occhi eccitati
«Sono
proprio curiosa di vedere Rika!»…«Oh,
anch’io…ancora non realizzo che questo evento da
annali
è il matrimonio di quella ragazza che ho conosciuto tanti
anni
fa e che sembrava…così spigolosa. Io cercavo
sempre di
frenare i dissidi che nascevano fra me, lei e Takato. Uhmuhmuhm, almeno
facevo del mio meglio!...queste cose…
…ti fanno
pensare che davvero la vita è una magia meravigliosa. Ti
porta
sulle strade più impensabili! Ti fa incontrare…e
ti
conduce lontano. Ai confini del mondo…!» smarrendo
i suoi
occhi nella caleidoscopica moltitudine digitale, con Rea che faceva lo
stesso «…è vero…»
mentre
l’orecchio di Terriermon si stendeva per legare la manina di
Benji, e i due iniziavano a giocare «Uhmuhmuhmuhm!
Ahah…»
«Eccoci, scusate
il ritardo!» fece Suzie con la solita Lopmon in braccio, e
Rea
rimosse borsa e coprispalle dalla sedia accanto «Ti abbiamo
tenuto il posto, sei in una botte di
ferro!»…«Mi
sono fatta tanto aspettare?!» domandava la giovane che per la
festa aveva scelto un look…alternativo, con maglietta
aderente
nera e fertile uso di gioielli metallici «Caaaspita, questa
mi
è proprio nuova!» commentò Rea
sbalordita
«Che cosa hai voluto fare? Uhmuhmuhm! Osserva Terriermon,
abbiamo
una motociclista tra noi!»…«Suzie,
ma…?!» drizzò le orecchie il Digimon,
affermando
«Con questa roba sembri…una tipa da cui stare alla
larga,
quelle da non far
arrabbiare!»…«Però ti
dona.» sorrise Rea analizzando col dito il teschio di
paillettes
sulla maglietta della giovane cognata «Grazie,
Rea!» fu
contenta questa «Anche il trucco, com’è
venuto
bene…!» e la giovane spiegò
«Grazie! Vedete,
lì per lì ho pensato anch’io di
mettermi in
gingheri con roba lunga e quant’altro ma poi mi sono
detta…Suzie no, questo non fa per te né per
l’occasione! Siamo giovani! Non è un evento
formale,
è una festa fra amici perciò…via
libera a quelle
cose che finora mai abbiamo potuto metterciii!!!» con gesto
trionfante «Ahahah!» ma Terriermon era un
po’ ritroso
«Sarà…ma a me fa un po’ paura
quel
teschio.» Henry sorrise «Terriermon dai, non fare
il
retrogrado: in fondo…è vero, che bisogno
c’è
di formalizzarsi proprio oggi?» Suzie piegò il
capo
«Non ti piaccio, Terriermon…? Uhmf! Allora farai
meglio a
non guardarmi, potresti girare la testa verso qualcun altro! Per
esempio, per dirne uno a
caso…Lopmon!»…«Ahh!»
piazzando la
Digimon di fronte a lui «Guarda lei, almeno non è
un’insidiosa torturatrice come me!»
Camminando sulle
ginocchia delle loro domatrici, i due Digimon si vennero incontro.
Lopmon era alquanto emozionata, quando lui le disse «Ciao.
Hai
visto quanta gente?»…«Uhm
uhm…chissà
com’è la sposa, Rika sarà di certo
meravigliosa.»…«Sbaglio o…ti
sei leggermente
truccata?»…«Oh!»
sussultò lei, attorno
ai cui occhietti sfumava un alone rosa intonato alle sue striature ed
estremamente delicato «…no, non sbagli, Suzie mi
ha dato
una mano ed è molto brava. Te ne sei
accorto…?!»…«Come no, stasera
sei più
carina del solito, Lopmon.» ammise Terriermon arrossendo
leggermente «Ahh!!...»
…l’animo della coniglietta sobbalzò ed
il rossore
affluì intenso al suo viso, mentre Suzie si copriva il
sorriso
furbetto con la mano smaltata di viola, Henry si volgeva verso Rea e
questa alzava le spalle, in segno di apertura a nuove, ben accette
evoluzioni…
Yuki si
incontrò con Diamon e Cindermon, affermando
«Già
siete qui?! A questo punto mancano soltanto i nostri mariti!»
Cindermon
sussultò facendo cenno alla sorella come per dire
“ma
questa che sta a dire?!” e Diamon «N-No
è che per
noi non…sono i nostri mariti
perché…loro
due…non sono fidanzati e io e Kazu non…siamo
ancora
sposati.»…«Ahhh, va bene, scusate! Solo
che tu e lui
ormai è come se lo foste, sposati, e voi
altri…»
indicando Cindermon «…altrettanto, tanto si
può
dire che sta più con te che con la sua fidanzata
formale!»…«Ptsss…ma questa ha
bevuto
stasera.» bisbigliò Cindermon, e Diamon
«Cind…sta calma, ok? Vivi
serena.»…«Ptsss, ma voi siete tutti
fissati stasera
con questa cosa, vivi serena COSA?!»
Yuki, che aveva
celebrato la sua linea strizzandosi in un attillatissimo abito lungo
nero con spacco laterale e paillettes disseminate ovunque,
commentò «Lo so, tu mi devi scusare, ma io dico
sempre
quello che penso: che c’è di strano? Sono convinta
che
alla fine la coppia vera, effettiva, siate voi due molto più
che
loro due!»…«Ma coppia in che
sensooo???!!!???»…«Si vede che lui sta
meglio in tua
compagnia, e dai retta a me: fra quelli durerà da qui a
molto,
molto poco. Innanzitutto io quella già stasera non la vedo,
e
considera che ho vista buona, alla fine nella folla li ho beccati
tutti. Tranne Cyberdramon! Ma lui è altamente probabile che
si
sia nascosto per qualche apparizione emozionante assieme allo sposo!
Lei invece? Perché non è qui?! Siamo tutti troppo
profani
per una come lei?» Diamon prese posto accanto a lei
«Da
come parli…sembra che Jeri non ti sia molto
simpatica.» e
Yuki, sgranocchiando patatine da una busta che sembrava infinita
«Perché a te sì, scusa???»
Diamon si nascose
la bocca con la mano…e scoppiò in una spontanea
risata
«Pfff…!!!
Noo…»…«Ecco, lo vedi?!
Scusa secondo me è molto meglio tua sorella! No? Non sei
d’accordo anche tu?!» Cindermon si girò
come se
dovesse cercare qualcun altro «Eh?
Chi?!»…«Del
resto…a te piace un po’ Takato, no?!»
chiese Yuki
che quella sera parlava decisamente come mangiava «Ehhh??? Ma
che
avete, vi siete congiurati tutti contro di me?! Questa sera non so che
devo fare, dovunque mi volto mi assillate tutti con questa
storia!»…«Sarà che anche
altri hanno notato
quello che ho notato io, scusa eh cara ma tu mi senti, io sono molto
così, pane al pane vino al vino, non sono abituata a fare
grossi
giri di parole e mio marito mi sopporta così rompiscatole:
secondo me sei tu la donna adatta per lui, quella per nieeente, altro
che la vecchia compagna di scuola!» Cindermon si volse di
scatto
a fissarla, e Yuki si infilò un altro bel mucchio di
patatine in
bocca «A me…! Dispiace per mio marito che ci
è
affezionato e la considera un’amica, ma ti dico io che quella
è proooprio cambiata! E quando cambi
così…figurati, quand’è che
ritorni come
prima!» sgranocchiando, e fissando nel vuoto «Lui
si
illude…perché è innamorato. Ma sai che
bella
stangata gli arriva fra un po’? Secondo me già da
stasera
avremo la notizia che loro
due…fiùùù,
fiùùù! Tanti saluti e baci! Fine della
romantica
storia d’amore, una bella lapide e la commemoriamo assieme a
Guardianmon! Poveraccio, almeno lui alla fine si è
dimostrato
qualcuno di migliore, una persona nuova!» spalancando i suoi
occhioni verdi ancora ammirata da quel ricordo. Diamon
confessò
«Io sono sincera, dal primo momento che l’ho
vista…ptsss, Jeri non mi è mai stata simpatica:
ho sempre
avuto la sensazione che ci guardasse dall’alto in basso,
cioè…non come quelle
persone…confidenziali, che ti
mettono subito a tuo agio, tutta invece…mmm, gné
gné gné gné!» e Yuki a
mettere il carico
«L’hai vista??? Per me è mezza scema! Se
ci mettessi
lei vuoi vedere lui quando meglio starebbe? Si dimenticherebbe di
quell’antipatica nel giro di un…ecco! Un fuoco
d’artificio come questi: che beeelli per altro, mi fanno
venire
voglia di sposarmi di nuovo.» Cindermon chiese
«Pardon:
posso avere una
patatina?»…«…certo! Affonda
pure!»…«Graaazie, no solo una
sennò ingrasso!
Gnam!...
…mmm!...comunque…secondo me siete le vere fuse
siete voi,
tutte e due, dalla testa ai piedi! Niaaah, e poi comunque io ho avuto
occasione di parlare con Jeri. E non è poi così
male come
dite. E per altro non mi piace cianciare alle spalle di gente che non
è presente, sapete come si mette la cosa?»
cercando di
mostrarsi spigliata e superiore. Ma le due si guardavano in un
modo…che fece saltare a Cindermon le patatine di mano
«Che
cosa avete da sorridereee, in quel modo che non mi piace per
niente?!?!»…«…uh!»
d’un tratto
notò Diamon «Quello è
Seraphimon!» Cindermon
guardò ovunque «Dove?!...ah, sta arrivando
Takato…» ma Yuki le fece cenno (con sguardo
recriminatorio) «Là!!! Presso
l’altare!»
Cindermon guardò «…uhm…ma
non si vede,
è tutto buio.» Yuki replicò
«Però la
sagoma si riconosce, è il leggendario Digimon angelico che
presiede ai matrimoni.»…«Ah
vabbe’, io non me
ne intendo di queste cose!!» liquidò Cindermon
ingurgitando un bel boccone di patatine.
In effetti, nel
centro della landa abbracciata dagli spalti vi era una zona
d’ombra: su di essa troneggiava maestosa la sagoma del
leggendario Seraphimon, dalla possente armatura e le numerose ali
angeliche. Sembrava attendere in una speciale solennità, con
le
braccia incrociate e invulnerabile al caos che lo circondava.
Egli era talmente alto
e imponente che era impossibile separare, dal nero della sua sagoma,
una figura più piccola e umana che attendeva con lui presso
l’altare: Ryo era già lì, ed i suoi
occhi azzurri
emergevano dall’ombra, perdendosi ad ammirare i fuochi e gli
ingranaggi illuminati “Eccoci qua: i minuti
scorrono…ormai
ci siamo quasi. Sto per sposarmi, molto presto diventerò il
marito di Rika. Ma mentre tutti si chiedono dove io sia,
perché
non riescono a distinguermi dall’ombra…
…io
mi chiedo dove sia tu. Cyberdramon…cucciolo. Mio
Digimon…
…sto per sposarmi, ed avrei tanto sognato che tu fossi con
me in
questo giorno. E invece paradossalmente oggi è proprio il
giorno
in cui hai affermato di non volermi più vedere: è
curioso…dopo esser stati separati per così tanto
tempo ci
eravamo ritrovati, ma sono state le traversie della vita, a separarci
di nuovo. A volte capita…benché come sempre in
questi
casi sia qui a chiedermi perché è dovuto
succedere
proprio a me. Perché proprio a
noi…cucciolo…che
sembravamo così uniti. Che potevamo travolgere il futuro!
Cerco
di distinguere la tua sagoma fra tutti questi Digimon…come
feci
il giorno del nostro primo incontro. Ma anche se a volte mi sembra di
vederti so che non tornerai ed io…devo
rassegnarmi,
perché questo ora è il mio dovere: io devo
accettare…di averti perduto ormai per
sempre…”
…lacrime di rimpianto luccicavano nell’ombra che
copriva
il suo volto...
…mentre robuste zampe artigliate e nere si accingevano a
fare
ingresso, a passo lento, presso un’enorme torre illuminata,
che
sembrava un centro di vita mondana piuttosto vivace.
Quando la porta a vetri si richiuse dietro le sue ali rosse, un taxi
frenò dinanzi all’edificio, ed una ragazza dal
coprispalle
argenteo scese in tutta fretta «Molte grazie!...ecco
qua.»
rifilando allo Starmon una manciata di sfere dorate, ed avviandosi a
passo rapido, nonostante i suoi tacchi.
«Per fortuna che c’è qualcuno che ancora
paga per il
servizio che gli offri.» commentò il Digimon
stellato.
Dopo uno sguardo
assorto agli ingranaggi illuminati oltre la finestra, Rika
adagiò i suoi occhi lilla sulla sua immagine riflessa nello
specchio. Sfiorò la scollatura del suo abito bianco, e la
frangia boccolata che le discendeva sull’occhio sinistro,
quando
una volpe dorata apparve alle spalle di quella sposa. Rika si volse di
scatto verso di lei, che disse «…Clockmon ti
chiama.
E’ il momento,
Rika.»…«Renamon!»
avanzò la ragazza
«…vorrei…che tu mi dessi
la tua
benedizione.»…«Cosa…?!»
la
Digimon i suoi occhi sottili «Sì, hai sentito
bene. Come
una madre…offre la sua benedizione a sua figlia, io non
voglio
dirigermi verso quell’altare…prima di aver
ricevuto un
bacio sulla fronte da colei che è stata la mia amica
più
importante…l’artefice…
…di tutto
il mio percorso, colei alla quale debbo…questo momento di
emozione. E molto probabilmente la mia felicità del
futuro.»…«…Rika.»
avanzò
Renamon, bellissima con il cappuccio argenteo ad avvolgerle il capo. Da
sotto il suo manto spuntavano Akirmon
«…Rika…sei
meravigliosa.» e il piccolo Nymon «Sei
fantaaastica,
assomigli a una principessa…»
La ragazza
sorrise grata, e li sfiorò con una carezza dichiarando
«Non credevo più francamente che avrei potuto
ammirarmi
nello specchio con l’abito bianco: ormai mi ero abituata
all’immagine di me riflesso tante notti di buio. E se ne sono
uscita…lo devo solo a te, che quella notte hai avuto il
coraggio
di fuggire da Digiworld, sfidare il destino e tornare a
prendermi.»…«Io…ora mi rendo
conto che non
avrei potuto vivere un altro minuto in quel villaggio poiché
il
mio posto è…
…ovunque,
dove si muove il tuo passo. Io sono subito
dietro…»…«E così
è stato…
…uh,
dimmi, questo manto…lo indossavate al villaggio, quando
qualcuno
si sposava?»…«E’
un’usanza contratta in
questi anni.» raccontò inginocchiandosi
«Quando una
di noi si sposa…colui o colei che le è stata
più
vicino lungo il suo cammino si avvolge dell’argento, in modo
da
impegnarsi a conservare sempre per lei la purezza…e il
chiaro di
luna, così che possa donarle un pezzetto del manto, ogni
volta
che ne avrà bisogno, nel seguito del percorso. Per questo
è così lungo…avvolgendoci
completamente è
come se promettessimo di dare…tutto di noi…per
custodire
la vita dell’altra.» Rika accennò un
sorriso
«Rispecchia appieno ciò che hai sempre
fatto…questo
manto non lo hai portato solo oggi, ma fin da quel giorno in cui fra
quei tanti ologrammi digitali scelsi proprio te. Allora non avrei
pensato che saresti stata l’ultima…che avrei
fissato negli
occhi, prima del mio sposo. Ma se ci penso sono felice…e
ripeterei infinite volte quel passo che ha garantito al mio
fianco…un’amica preziosa come te: Renamon,
alzati!»
sollevando la sua zampa con la sua mano dallo smalto perlato
«…donami la tua benedizione. Ti
prego…»
Renamon avanzò (canzone: Agnes
- Right here, right now (my heart belongs to you)
). Socchiudendo gli occhi, avvicinò lentamente il suo muso
alla
fronte della ragazza «Ti benedico con il mio digitale
affetto,
affinché sempre il vento della felicità soffi in
tua
direzione. Che conduca il chiarore della luce lunare nelle tue mani, ed
i petali di primavera tra i tuoi capelli. Il tuo cuore è
puro e
limpido per accogliere la gioia dell’amore, e congiungersi in
matrimonio.»
Rika le
carezzò il capo coperto dal cappuccio, e ricambiò
con un
bacio pieno d’affetto sulla sua guancia. Dopodiché
Renamon
disse «E’ il momento di incamminarti verso la tua
felicità: ci aspettano, Rika.
Andiamo.»…«Sì…»
sussurrò
e si presero per mano, per volgersi entrambe verso Clockmon: la sveglia
incappucciata d’argento anziché di rosso era
montata sul
bordo della finestra…
Ryo attendeva
emozionato, e guardava il suo orologio dalle sfere fosforescenti, nel
buio dell’ombra di Seraphimon…
I compagni ormai
avevano preso posto, benché riuniti in gruppi sparpagliati.
Ma
era un’uguale emozione a congiungere Takato e gli
altri…
Beelzemon si era
intrattenuto con i Kalamimon, e stava facendo un video con il suo
cellulare «Mi raccomando, riprendi tutto!» gli
dicevano i
compagni millepiedi, commentando fra loro «Che evento
incantevole…»…«E che
emozione…»
…ma
il terzo occhio del guerriero alato, dai capelli imbrillantinati e i
gioielli metallici rinnovati per l’evento, vagava lontano
dall’obiettivo della videocamera e pensava
“…veramente io avrei una domatrice da
rintracciare,
l’ho persa tra la folla e poi non l’ho
più vista!
Non so se dovrei preoccuparmi…”
Quando nelle
cucine di un immenso ristorante digitale, Jeri faceva ingresso
trionfale spalancando la porta «Allora! Qua sta
procedendo…tutto come previsto?»
«Certo,
signorina!» rispondevano le laboriose creature
«Bene!» scivolava lei in un sorriso soddisfatto
«Mi
raccomando, è molto importante: per questo ho voluto
occuparmi
interamente io del menù ed ho pagato in anticipo! Tutti i
cibi
che verranno serviti dovranno avere un intenso effetto afrodisiaco, e
il vino deve scorrere a fiumi! Non importa quante bottiglie ordineremo,
se non ne siete abbastanza riforniti questo è il momento per
rimediare! Dopo non sarà più
possibile.»…«Non si preoccupi, signorina
Katou!
Questo è il tempio del vino!» replicavano quei
Digimon
dalla voce sottile ma dalla grande energia nel friggere e mescolare.
Jeri si sfregava le
mani, sussurrando «…perfetto, tutto
procederà
secondo i piani: Cyberdramon dovrà bere, e bere fino a non
capirci più niente. I cibi provvederanno a sovvertire i suoi
sensi, e il vino a stordirlo! Quando domattina si
risveglierà in
questo albergo gli farò credere che fra noi è
successo
l’irreparabile…così per rimediare
dovrà per
forza accettarmi come domatrice!...
…calma, ora
c’è da sistemare i dettagli. Bene, io vi lascio!
Per
qualsiasi cosa potete chiamarmi al cellulare, ma attenti: che lui non
si accorga di nulla!»…«Lasci fare a
noi!»
…uscendo dalla cucina
e ripassandosi la cipria sul viso, deglutendo per scacciare occasionali
attimi di esitazione, per poi procedere decisa…
…mentre Cyberdramon sedeva al tavolo del lussuoso locale, ma
i
suoi pensieri non riuscivano ad abbandonare il settore degli orologi
«Ryo…!» pronunciava in un respiro
straziato,
volgendosi verso la vetrata accanto a lui con vista mozzafiato sulla
costa «A quest’ora starà
cominciando…ti
starai sposando e io…» prendendosi il capo con le
sue mani
zampe artigliate «Cosa sto facendo, che cosa ci faccio
quiii?!»
«Eccomi! Sono qui amore…»
«…uh?!» una voce sorprese il drago alle
sue spalle
«Non ce la facevo più a stare senza di
te…»
Cyberdramon la fissò «J-Jeri…
…hai portato ciò che ti avevo chiesto?!»
L’espressione della ragazza si fece impenetrabile,
sicura…
…proprio
mentre Yuki sobbalzava, rovesciando tutte le patatine
«Guardate,
eccola!!! Quella è Rika, sta discendendo
dall’ingranaggio!!!»…«INCREDIBILE…»
fece Cindermon aggiungendo «…questo è
spettacolo
allo stato puro.» mentre Diamon era rimasta incantata, senza
parole…
Ryo alzò occhi
emozionati, nemmeno lui si aspettava di vedere
quell’ascensore
così speciale: il grande ingranaggio sembrava una stella nel
cielo notturno, e lentamente discendeva lungo l’obelisco. In
piedi su di esso vi era la sposa al fianco di Clockmon.
Il fiato dei
Digimon era letteralmente spezzato «Guardatela, la Regina dei
Digimon!»…«Bellissima, la
sposa!»…«Stupeeendo, il
vestito!»
L’ingranaggio toccò terra, e Rika discese dove la
attendevano Renamon, e Mitsuo con il portatile aperto…oltre
il
cui display Rika poté congedare con un sorriso la madre e la
nonna, strette in un abbraccio tremante, circondate dagli altri
genitori…
Mitsuo si
aggiustava le cuffie «Vedete bene, signore?» e
Seiko
rispondeva «Perfettamente…» mentre Riley
si
accostava a suo marito in un abito nero bordato di bianco, accennando
un sorriso di incoraggiamento a Rika.
La ragazza fu
grata e procedette lungo la pedana che si illuminava mano a mano,
sfilando tra le luci degli ingranaggi roteanti a testa alta e con lo
sguardo indirizzato a quella sagoma che si svelava lentamente dal buio,
e l’attendeva.
Ogni passo
era un focolare di ricordi crepitante come quei fuochi, in un chiasso
assordante che sembrava silenzio in cui far echeggiare le loro voci di
ragazzini, acerbe e conflittuali in quello stesso luogo. Ma che
già sembravano destinate a restare unite…
Ryo, molto
serio e composto tese la mano per aiutarla ad accostarsi a lui,
svelandosi in un look semplice e al contempo elegante, con una camicia
grigia che tendeva all’argento, ed il gel nei capelli.
Seraphimon
d’altro canto si svelò nella sua armatura verde
acqua dai
fregi dorati.
Kazu
segnalò «Ah, ecco Ryo! Ma allora era lì
ad
aspettare da prima.» e Kenta «Hai visto? Non ha
scelto…nulla di particolarmente spettacolare, ma in fondo
è andata bene lo stesso, no?»
Rea
d’altro canto si sporgeva «Ma…non vedo
la presenza
di Cyberdramon!» e Terriermon
«Neanch’io!! Tu,
Lopmon?!»…«No! Pensavo fosse
lì assieme a
lui!» Henry osservò «E’ molto
strano, dove
sarà finito…?» mentre Suzie sorrideva
«…comunque Rika è assolutamente magica,
non
trovate?» Rea annuì abbagliata, ed Henry
«…è sensazionale.»
sorreggendo un Benji che
era rimasto anch’esso rapito.
Come Takato
“…Rika, Ryo…questo matrimonio
è…!...
…un
piccolo, grande trionfo della mia vita. Guilmon…so che sei
qui a
guardarli anche tu, dall’alto di una stella. E a te,
fratellino
mio…
…un
giorno racconterò di aver visto i miei amici sposarsi, dopo
lunghe traversie. Lo farò durante una
delle…interminabili
chiacchierate che ci aspettano in camera mia, nella nostra casa.
Perché quella è la nostra casa…e
noi…
…cresceremo insieme!!”
«Inginocchiatevi…» comandava Seraphimon,
e gli sposi
obbedivano (fine-canzone)
La foto di quel ragazzo ben
più simile a un Digimon nella sua rotondità,
giaceva sul
display di un cellulare tra bicchieri di cristallo
«WHAHAHAHAHAH!
AHAHAHAHAH, ahhhh e dire…e dire che poco fa avevo una
depressione che non ti immagini: questa foto me l’ha fatta
passare! GYAHAHAHAHAH! E questo sarebbe Takato?!»
Jeri beveva a piccoli sorsi, accennando «Dai,
smettila…
…hai riso abbastanza,
perché non mangi
qualcosa.»…«Whahhh! Non
posso…biiiufh, ho lo stomaco sottosopra! E poi dopo quello
che
ho visto ho paura di diventare come
lui.»…«Vuoi
piantarla…?» accennava lei, adagiando con
delicatezza e
classe il bicchiere sulla tavola, ed appoggiando il mento sulle sue
dita intrecciate «Volevi vederlo e l’hai visto.
Adesso non
possiamo passare oltre? Sarebbe
meglio…!»…«Beh ma
perché dici
così, Jeri?! Non hai detto che ti ha perseguitato, che ti ha
reso la vita un inferno?!»…«Uhm?
Sì,
d’accordo, questo è vero, però non
c’entra.» fece lei pulendosi le punta del
tovagliolo
«Come non c’entra?!...tu dovresti ridere assieme a
me, se
è vero che non provi e non hai mai provato niente se non
disprezzo, per lui!»…«Ma
infatti…non è
per Takato se non rido! Ma per via della sua famiglia:
loro…ci
hanno messo così tanto impegno per crescere il loro figlio.
Sono
due signori estremamente onesti e per bene, e-e invece
lui…come
puoi facilmente immaginare non è stato quel che si
può
esattamente definire una fonte di soddisfazioni. Li ha sempre fatti
preoccupare molto…inutile dire che il
periodo…immortalato
nella foto è stato uno di quelli per loro più
difficili.
Non serve che ti dica che erano profondamente in pensiero per la sua
salute…ehm, scusa!
Ordiniamo?»…«Uhm? Quasi
quasi.»…«Cameriere!»
«Del vino,
signovina?»…«Sì, per favore!
Anche per
te?»…«…oh, ma
certo.»…«Anche
l’apribottiglie,
grazie!»…«Non serve, cara.»
avvertì
Cyberdramon, e lei «Cosa?!» alzò il
sopracciglio con
aria titubante «Basta il mio artiglio: guarda?»
conficcando
letteralmente il dito nel tappo di sughero, e sappando «Et
voilà…»
…mentre
Jeri se lo guardava non esattamente entusiasta dei suoi modi
«Conviene che ti abitui ai miei trucchetti se da adesso in
poi
come mi auguro ci incontreremo…molto, e molto
spesso.»…«…qua…
…è
molto bello, hai fatto bene a
consigliarmelo!»…«Ci
mancherebbe: uagh!» pulendosi il muso con il braccione, ed
aggiustandosi il papillon che aveva indossato «Vedi? Io sono
stato sempre affascinato dai luoghi di lusso. Ora soltanto un posto
come questo può aiutarmi a dimenticare…la
stangata che ho
ricevuto dal mio domatore. E pensare che avevo posto su Ryo tutte le
aspettative per il mio futuro: una volta ritrovato mi sono
detto…Cyberdramon, si ricomincia! L’età
della
gloria tornerà in tutto il suo fulgore e invece guarda qua
come
siamo finiti.»
…mentre
la ragazza sospirava con una leggera impazienza, e intanto faceva cenno
ai camerieri JuiceChameleonmon «Scusate!...potete portarci
quegli
antipasti?»
Cyberdramon
seguitò a raccontare «Io ho capito che il sogno
della mia
vita…è questo: vivere come un gran signore!
Frequentare
luoghi di lusso, e avere un fertile conto in banca: in pratica
raggiungere ogni status symbol, per un uomo del mondo
digitale…
…a essere
sincero non è che abbia sempre aspirato a
questo…quando
lottavo con Ryo non mi ponevo il problema: mi avevano affidato lui e
questo mi bastava. Sentivo che se lottavo e sconfiggevo nemici potenti
per proteggerlo…ero appagato, ma quando io e lui ci siamo
separati a poco a poco ho dovuto tirare fuori il muso dal pozzo e dare
uno sguardo qua e là, se non volevo rischiare di affondare
nella
depressione. In pratica ero nulla, uno zero totale senza di lui!
Immaginati un poco, prendere coscienza di se stessi al fianco di un
domatore umano e poi ti strappano dalle sue braccia senza alcun
preavviso: la tua vita muta in un incubo in pochi istanti...
…ma da a
quanto pare, come più di una creatura dice in giro, ci si
abitua
a tutto, prima o poi e a tue spese. Ahhh…!» e ora
fu lui
ad appoggiare il mento sui suoi artigli intrecciati
«…ora
mi chiedo se mi abituerò anche a questa doppia mazzata, la
conferma della prima. Magari mi aiuterai tu, Jeri cara…
…ti
confesso che in un primo momento diffidavo, ho creduto che tu mi
raccontassi un mucchio di balle per chissà quale scopo, non
lo
riuscivo a immaginare. Ma ora che mi hai portato la foto di quel babbeo
di Takato grasso come mia moglie negli anni
dell’oro…ho
capito che solo una serpe travestita da fidanzata potrebbe rifilare un
simile morso al ragazzo che la ama. Ergo è materialmente
impossibile che ci sia un qualsiasi legame fra
voi…»…«…mmm,
vogliamo finirla con
questi discorsi?» mormorava Jeri visibilmente a disagio, per
poi
segnalare «Ecco! Stanno arrivando gli antipasti. Meno male,
stavo
morendo di fame.»
Il servizievole
JuiceChameleonmon rifilò quei piatti abbondanti e invitanti
«Vi auguvo un buon appetito e una buona sevata,
signovi.»…«…grazie.»
liquidò la
giovane con aria soperiore, sistemandosi il ricciolo che le discendeva
sul viso «Ahhh, pancia mia fatti capanna!...ehi, Jeri!
Aspetta un
attimo: non vorrai iniziare a mangiare così come niente
fosse?
Non sai che è di malaugurio, qui a Digiworld.»
Jeri
sospirò «…e adesso, che storia sarebbe
questa…?»
Nel frattempo,
sul fondo della sala stava succedendo qualcosa «Signov
Snowhitemon…! E’ un piaceve avevla qui, quando
aveve
pvenotato non ci sembvava vevo ospitave un Digimon…di cui
neanche è stata accevtata
l’esistenza!»…«…come
potete vedere sono
qui. In carne ed ossa.» rimarcò il minotauro molto
spiccio
e con poca voglia di scherzare «Ma sì
sì sì
sì, e pev quanto ci viguavda potete anche pvendev posto
al…centro della sala!» Snowhitemon diede
un’
occhiata in giro e poi decise «…no! Per questa
sera
preferirei…un tavolo appartato! Ecco, quello: dietro il
paravento!»…«Ma cevto, ogni vosvo
desidevio è
un ovdine, accomodatevi puve.»
Snowhitemon fece attenzione
a celarsi tra gli altri clienti per non dare nell’occhio, e
sgattaiolò verso quell’angolo dal quale poteva
osservare
la sala senza essere visto. Nascondendo il suo volto dietro al
menù, fece lento capolino…
…fino a
individuare “…quella è Jeri!! E
quello…
…è
Cyberdramon!!! Come si spiega che sia qui e non al matrimonio del suo
domatore?!”
La conversazione continuava.
«Ah, Jeri sei
stata un angelo: se non ci fossi stata tu a mettermi in guardia sul
fatto che Ryo mi stava raggirando come un povero allocco tale figura
avrei fatto. Poi sai che vergogna, a raccontarlo a tutti i miei amici
di Digiworld? Per loro sono ancora Cyberdramon il grande.
L’eroe!
Quello al cui solo ruggito…tutti scappano
impauriti!»…«Beh!
Evidentemente…ti sei
impegnato molto per lucidare questa immagine
epica.»…«Ora l’unica cosa che
voglio lucidare
sono i piatti!»…«Mi sembra una saggia
decisione…»…«E’ per
questo che ti
chiedo un brindisi! Sai? Si dice che iniziare una cena senza un buon
gesto augurale porti una bella
sfortuna!»…«Io non le
capirò mai certe usanze di voi Digimon…dieci anni
le
hanno rese ALQUANTO stravaganti. Comunque…»
sfoderando
lentamente un furbo sorriso che il drago nero sembrò gradire
alquanto
«Ahahahaha…!»…«…nel
momento attuale noi siamo gli ospiti. No?» chiese la ragazza
versando il vino nei bicchieri «State sopportando noi esseri
umani nel vostro mondo, per questo…dobbiamo attenerci agli
usi.
A cosa brindiamo…?»…«Beh! A
questo
punto...» e lo sguardo del drago cadde sul cellulare al
centro
della tavola, suggerendogli una tematica «…alla
gente
grassa! Alla faccia di quella lardosa di mia moglie e di
quell’altro flaccidone di Takato! Dimagrire non gli
è
servito, se si è comportato come mi hai detto: non si
è
di certo fatto un vero
uomo!»…«D’accordo…!»
ammise
decisa e convinta la ragazza, ripetendo «Alla gente
grassa…»…«Irrecuperabilmente
grassa! Noi
siamo altra storia, guarda che fisico! Siamo l’invidia
dell’intero
ristorante…»…«Uhmuhmuhmuhm…!»
…i loro
bicchieri si scontrarono in un limpido tintinnio, sotto i letteralmente
sconvolti occhi verdi di Snowhitemon…
...ma
quando fu tempo di sorseggiare, lo sguardo di Jeri fuggì
altrove
riflettendo una pena profonda, che le impediva di guardare quella foto
sulla quale cadevano gocce di vino rosso intenso.
«Ryo
Akiyama, domatore della
Terra…»…«…sì,
grande
Seraphimon.» ripeteva il ragazzo in camicia grigia
inginocchiato
in atteggiamento rispettoso «…desideri prendere in
sposa
la qui presente Rika Nonaka? Essere suo marito secondo le leggi del
popolo digitale, per rispettarla e onorarla nella futura
eternità?»
Nella landa era
disceso il più solenne silenzio, quando Ryo alzò
uno
sguardo degno di un eroe, e pronunciò
«Sì! Lo
voglio!!»
Il fiato di Rika
si spezzò nel respiro di un istante. Oltre il display del
portatile, la signora Akiyama capitolò a terra senza rimedio
(il
bello è che c’era talmente silenzio che si
poté
udire nitidamente il suo tonfo, così come il successivo
abbaiare
preoccupato di Vaniglia)
«Pfff---fff!!!» Yuki stava per scoppiare a ridere,
ma suo
marito dovette trattenerla, afferrandole la mano grassoccia.
Seraphimon
restò impassibile, e un Digignomo volò presso di
lui
« (Ptsss…problemi tecnici?)
»…« (No!
Continuiamo!) » rispose flautato e così
com’era
venuto se ne andò, sicché la cerimonia
poté
riprendere «E tu Rika Nonaka…»
La
ragazza alzò lo sguardo, sotto gli occhi di
un’emozionata
ed impassibile Renamon, e di due donne strette per mano oltre il
display…
«…domatrice che scacciò il D-Reaper,
desideri
essere moglie di Ryo Akiyama? Affiancandolo, e sostenendolo nella
battaglia della vita?»
Rika
fissò Seraphimon, e sussurrò
«…sì. Lo
voglio.»
Takato, Kazu e Kenta si tenevano stretti per
mano…altrettanto
Henry e Rea. Lopmon e Terriermon legati per le orecchie, per mano anche
Cindermon e Diamon…mentre Yuki ne approfittò per
sgranocchiare (tutti la udirono) «…ops!»
Beelzemon nascondeva le sue emozioni contrastanti dietro
l’obiettivo della telecamera…ma i Kalamimon alle
sue
spalle si guardavano, comprendendo ogni cosa.
Suzie si sfiorava le labbra, forse sognando per la sua vita qualcosa
simile ai fuochi che in quel momento iniziarono a risuonare in cielo.
Seraphimon si sovrappose a loro «Potete scambiarvi gli
anelli…»
(canzone:
P!nk - Beam me up)
Akirmon e Nymon sbucarono timidamente dal manto argenteo di Renamon,
che li adagiò a terra «Andate,
bambini…»
I
due volpacchiotti iniziarono a percorrere volenterosi la pedana
luminosa, mentre i due sposi li attendevano rivolgendo loro uno sguardo
di tenerezza.
«Abbiamo gli
anelli!» disse il piccolo Nymon, e Ryo si chinò
presso di
lui «Questo è per te,
Ryo.»…«Ti
ringrazio…» sorrise il ragazzo carezzandogli il
pelo
corvino.
«Io invece ho il
tuo, Rika…»…«…uhm,
grazie piccola
Akirmon.»
Seraphimon illustrava
«Gli anelli dei due sposi simboleggiano i Digimon che li
hanno
affiancati lungo il cammino.» Ryo chiese stupito
«Che cosa
dici, Seraphimon? Questi anelli sono la riproduzione dei nostri
Digimon? Oh!!»
Solo in quel momento
si accorse che il gioiello splendente nella sua mano raffigurava la
testa di un drago. Rika notava qualcosa nei suoi occhi, per poi
smarrirsi a cercare nel folto pubblico la sagoma di Cyberdramon che non
vedeva, mentre ben nitidamente distingueva il familiare muso di una
volpe nell’anello che aveva in mano.
«Il vincolo
matrimoniale secondo le nostre leggi prevede che ve li scambiate: la
vita è rappresentata, in questa cerimonia, come un lungo
combattimento. E il Digimon ingloba la forza che permette ad un essere
umano di lottare, dunque egli è qualcosa di irrinunciabile.
Scambiandovelo dimostrerete di affidare nelle mani dell’altro
la
cosa più preziosa, il vero motore della vostra ancora lunga
avanzata. Quel qualcosa che non dovrete mai lasciare alle
spalle…né rinnegare, se volete essere davvero
sudditi
della grande Legge digitale, che questa notte vi sta onorando col suo
Sacro vincolo.»
Quelle parole
non mancavano di colpire l’animo di Ryo nel profondo, e
muovere i
suoi sussurri «…quel qualcosa…da non
dover mai
lasciare alle spalle…né
rinnegare…» e
fissava quell’anello, mentre Rika fissava lui, per poi
volgersi
in uno sguardo d’affetto e devozione verso Renamon,
scostandosi
il boccolo che le discendeva dal velo, mosso dalla brezza della notte.
La volpe incappucciata ora era visibilmente commossa.
Sugli spalti
Yuki chiedeva «Si scambiano il Digimon?» e Kenta
molto
preso dalla cerimonia rivelava «Sì! Si passano il
loro
strumento di battaglia, colui con il quale c’è il
più profondo legame! E’ solo un gesto simbolico ma
è profondamente bello, non
trovate?!»…«…altroché…»
fece la moglie con occhi ammirati.
La sposa
guardò piena d’amore colui al quale si stava
legando,
sussurrandogli «Sarà…come allora,
quando ho
lasciato scivolare i miei poteri nel tuo corpo,
nell’involucro
della biodigievoluzione…» Ryo era emozionato, e
non
riusciva a dire nulla. Seraphimon li invitò
«Recitate la
formula.» e la ragazza raccolse la mano del domatore
«Io,
Rika Nonaka…domatrice di Digiworld passo nelle tue mani, Ryo
Akiyama, il mio fuoco di battaglia, ed il mio spirito di pace. La mia
anima digitale…affinché tu possa custodirla, so
che
potrai farlo. E con questo gesto io affido appieno me stessa al tuo
abbraccio protettivo.» ponendogli dolcemente la volpe
scintillante al dito…
…Rumiko e Seiko si asciugavano le lacrime con il fazzoletto,
ed
erano così tante che sembrava sarebbero ben presto
fuoriuscite
dal computer.
Anche Rea era commossa, e cercava di tamponarsi con attenzione per non
guastarsi il trucco. Henry non le lasciava la mano…ma aveva
le
lacrime agli occhi anche lui. Suzie teneva Benji in braccio, ed
appoggiava il capo a quello del bambino per arginare il pianto.
Ryo
smarrì lo sguardo tra i fuochi per acquistare la forza,
dopodiché si sentì pronto
«Io…Ryo Akiyama,
domatore di Digiworld, lascio nelle tue mani…Rika Nonaka, la
mia
forza motrice e la mia anima di crescita. Il mio spirito
combattivo…
…e il mio fulcro di speranza. Col cuore colmo di fiducia
perché so…che tu potrai accoglierlo e
proteggerlo.
Difenderlo con il tuo abbraccio, affinché in tal
modo…nulla mai possa lederlo. Con questo anello ti
sposo…» gli morì la voce, mentre poneva
il drago al
dito della sua commossa sposa, con una gentilezza ultraterrena. I suoi
occhi sembravano aver bisogno di fissare quelli di lei,
poiché
solo in tal modo traeva la forza per mantenersi integro e resistere.
Kazu lo fissava
con ammirazione mista a una grande emozione, per mano a Guardromon che
sapeva che presto sarebbe toccato anche al suo domatore. Kenta poneva
una mano sulla spalla di costui, senza staccare gli occhi dalla
cerimonia, cercando con l’altra mano la spalla di Takato, che
presto giunse affiancandosi a loro. Le lacrime erano alle porte, ma
loro le arginavano bene, lasciandole asciugare da un fuoco di gioia e
di speranza. Di incredula emozione, quando Seraphimon disse
«Da
questo momento, in nome della Legge digitale…
…siete marito e moglie.»
Si
levò l’applauso, prima che dicesse
«Potete
baciarvi…» nell’esplodere più
fragoroso dei
fuochi, che piombavano come comete sugli ingranaggi illuminati.
Ryo e Rika
si avvicinarono «Sono contento, che finalmente ce
l’abbiamo
fatta.» affermò il ragazzo serio come un cavaliere
«Sì, anch’io…»
sussurrò lei
piena d’amore. E si baciarono dolcemente…
…nell’applauso del popolo di Digiworld, di tutte
le forme
e dimensioni. E dei loro amici…la cui felicità,
nei loro
sguardi, brillava più dei fuochi e degli addobbi nella notte.
Cindermon
applaudiva con tutte le forze
«WoooOOOOOOOOOOOOooouuuuuuuuu!!!» esibendosi anche
in un
paio di fischi di esultanza, che fecero esplodere a ridere la sorella
«Whahahahahahahahaha! Ahahahahahahahahahah, ma che
fai???»
però Yuki affermò «Oh senti fa bene
lei, ma in
fondo chi ce lo impedisce? Si sono sposati, è una cosa
meravigliosa, alla faccia di tutti quelli che ci vogliono
maleeee…GNAM!» ingurgitando un bel boccone di
patatine,
ora che il chiasso avrebbe di certo sovrastato il suo sgranocchiare
«W RIKA & RYOOOOOOOOO!!!» seguitava ad
applaudire una
Cindermon resa alquanto allegra, contagiando sua sorella «W
GLI
SPOSIIIIIIIII!»
«…ce l’abbiamo fatta, Rika. Ora abbiamo
vinto la
nostra battaglia più importante…» le
sussurrò il suo sposo aggiungendo «Da ora sono
certo che
sarà più dolce andare
avanti…»…«Sarà
più dolce di
certo. Perché anche contro il vento battente sarò
assieme
a te, amore mio…!»…«Ti
amo…»…«Anch’io, ti
amo tanto!»
Renamon
riaccoglieva i suoi figli, avvolgendoli con il manto argenteo per
proteggerli dal vento.
Rumiko
sussurrava «Mamma…la nostra bambina si
è sposata,
è il giorno più bello della mia
vita.»…«Anche della mia, Rumiko, anche
della
mia…!»
Mitsuo cercava
di sbirciare, assieme alla sua commossa moglie, se erano riusciti i
tentativi di rianimare quella madre svenuta: la signora Kitagawa la
invitava «Su, non faccia così: deve essere
felice!»
Ma la madre dello sposo sentenziava senza speranza «Dopo
questa,
ormai…
…mi è rimasto solo il cane.» (fine-canzone)
«Ahhh, che
bello festeggiare! In un posto così, poi! Una carne come
questa
non la mangiavo…sai da quanti anni? Inutile dire, il piacere
per
i denti…cancella ogni traccia di delusione dal cuore, sei
stata
gentile a offrire la cena! Anche se a dire il vero non mi sono
comportato esattamente come si conviene. Ma che posso farci? Il mio
conto è in rosso! Se solo il mio domatore si fosse
rimboccato le
maniche a rimediare un impiego per entrambi, e invece
lui…puah!
Cosa fa? Pensa a sposarsi, il signorino! E così mi fa
sfigurare
ai tuoi occhi.»…«Oh, non preoccuparti,
non ci
pensare: riesci…in un tempo di cinque minuti a spostare la
tua
attenzione altrove? Guarda lo scenario, abbandonati alla contemplazione
del mare, in molti pagherebbero per essere
qui!»…«Quasi quasi…per
distrarmi dai miei
tormenti guarderò la foto!» alludendo nuovamente
al
cellulare usato come centrotavola, indicandolo con il suo artiglio per
poi pulirsi la bocca col muscoloso braccio «Ahhh, ancora con
questa foto…» sbuffò impaziente la
ragazza, e il
drago «Che ci posso fare se mi fa sbellicare? Almeno quando
la
guardo capisco che c’è qualcuno che è
stato
più sfortunato di me,
ihihihihiii!»…«…non
possiamo…parlare
d’altro?!»…«Ah sì?
E per
esempio??» si bloccò il drago con le posate in
mano
«Per esempio…» sul volto di Jeri si
dipinse un
sorriso allettato «…di battaglie digitali!
Andiamo,
raccontami qualche tua eroica impresa, fremo al pensiero di udire le
prodezze che sei riuscito a compiere, grazie ai tuoi
poteri!»…«Oh
beh…!»…«Aspetta! Stavolta
sono io a dirlo:
questo merita un brindisi!»…«Un altro???
Ne abbiamo
già fatti una
sfilza.»…«Sì,
però…questa è una serata di
festa!»
affermò Jeri affrettandosi a rovesciare del vino nel
bicchiere,
mentre il drago mugolava «Muuafh…punti di vista.
Comunque
dai, non voglio buttarmi giù. Jeri…?...
…lo sai
che appari…ancora più carina del solito, se ti si
guarda
col sapore di questa carne in bocca?»
La ragazza
dimostrò di non badarvi, e lo esortò
«Forza,
dai…! Brindiamo, e mi racconterai nel dettaglio quali sono i
tuoi strabilianti poteri!»…«Oh ma cara
tu mi hai
visto in
battaglia…»…«Sì,
ma io voglio
sapere ancora! In questi anni ti sarai ingegnato per diventare
efficiente anche senza il tuo…ops! Volevo dire per affermare
la
tua autonomia come Digimon! E’ molto importante che le
creature
come voi non dipendano da noi umani: avete un mucchio di
potenzialità, è di fondamentale importanza che
acquistiate la piena consapevolezza in
merito…»…«Ohhh…
…per ora
se c’è una cosa di cui sono pienamente consapevole
è che…questa sera sono stato baciato dalla
fortuna…» dichiarava con voce che si ammorbidiva
lungo la
contemplazione delle spalle nude della ragazza (che se ne accorgeva, e
cercava dunque con aria altera di spostare lo sguardo altrove)
«…mentre galleggiavo su un mare di sfortuna!!! Ma
adesso
buttiamocelo alle spalle…glu-glu-glu-glu!
Uaaafh…e
ripartiamo! Bene!...mmm, che buono il
vino.»…«Se
vuoi ne faccio chiedere
dell’altro!»…«Ma cara,
così prosciugherò il tuo
conto!»…«E’
l’ennesima volta da quando
siamo seduti che ti dico di non preoccuparti: offre la casa! O per
meglio dire…la terra, in questo caso! Cameriere!!...ci porti
dell’altro vino, il…
…SIGNORE qui presente lo gradisce
alquanto.»…«Ci fa piaceve che appveziate
il nostvo
vino.»
«Bene…sono tutta orecchie, allora!...
…qual è la cosa che più fra tutte di
te, fa
tremare le gambe ai nemici?...!!» chiedeva con sguardo
intenso e
nota penetrante della voce «Oh beh…»
rifletté
il drago, e poi riprese con convinzione a tagliare la carne
«In
effetti ci sono molte cose che mi rendono un temibile colosso per chi
ha l’ardire di sfidarmi: ora che ci penso potrei stilarti un
elenco.» e così seguitava a disquisire…
Quando
presso il tavolo celato dal paravento «…signov
Snowhitemon, le faccio povtave il
dessevt?»…«Uhm…?
Preferisco…bere
qualcosa prima.»…«Come
gvadite.» Il
cameriere-camaleonte si allontanò, ed il minotauro si
protese
lungo il tavolo “Voglio capire che cosa dicono, ma qui
c’è troppo chiasso e loro sono lontani!
C’è…una cosa che non capisco:
perché Jeri
continua a versare vino nel bicchiere di Cyberdramon?! Sembra
quasi…che abbia uno scopo, possibile che non le abbiano
detto
che lui…?”
«…per questo, capisci? Si trattava indubbiamente
di una
leggenda nel nostro mondo, un incubo…per tutti coloro che
desiderassero vivere tranquilli, e chi ci ha pensato? Io!
Ciò
premesso, mia moglie se n’è mai accorta? No! Si
è
persino infastidita, la fetentona! E’ inutile negare che
è
sempre stata invidiosa, Gelsomon soffre di un irrecuperabile complesso
di inferiorità nei miei confronti: il problema è
che non
ha mai accettato di non avere un domatore. Di non aver mai avuto la sua
occasione!»
“Accidenti, ma quanto ci mette…?”
pensava
d’altro canto la ragazza “Se continua
così…temo davvero che finiremo le scorte di vino!
Ho
speso una fortuna per farmene portare così tanto e ancora
non
dimostra il minimo stordimento!” «Ahhh,
sì brava
continua a versare. Ma lo sai cosa c’è? Questo
vino mi
rimette al mondo, mi fa sentire più sveglio. Per esempio, tu
mi
hai chiesto di scavare nella mia memoria, lì per
lì mi
son detto “e ora come faccio?” E invece mi stanno
tornando
alla mente un sacco di particolari che credevo di aver
rimosso…» “…speriamo di
spuntarla presto, e
che fra poco crolli con la faccia nel piatto! A quel punto io lo
farò accompagnare in camera!”
«Ah…Jeri? Scusa
eh ma io chiedo il bis dell’arrosto, sento ancora lo stomaco
vuoto!»…«Stai divorando…mezzo
ristorante!!»…«Sì lo so ma
cosa posso farci?
Questo cibo mi fa sentire vivo, ringiovanito. Insomma, ti
dicevo!»
…e il JuiceChameleonmon faceva ritorno all’altro
tavolo
«Il limoncello, signove. Come aveva chiesto. Signov
Snowhitemon?»…«…ah? Ah
sì sì
sì!...grazie.» Il minotauro raccolse la bottiglia,
e
pensò mentre la stappava “Non posso restare qui a
lungo,
per venire ho speso i miei ultimi risparmi! E dire che mi sono regolato
con le ordinazioni, invece Jeri e Cyberdramon non hanno affatto badato
a spese, per giunta questo posto è carissimo!! Comincio a
desumere…che allora fosse per questo che Jeri ha accumulato
una
così elevata quantità di denaro digitale!
Ciò che
mi chiedo è il perché! A quale scopo organizzare
una cena
simile, per di più questa sera e in questo ristorante?! Noi
in
squadra siamo tutti amici…ma anche se fra loro due si fosse
creata una sintonia particolare, Cyberdramon non avrebbe mai rinunciato
al matrimonio di Ryo per un momento di sfogo e di confidenze! E
poi…l’abito di Jeri…
…non è quello che esattamente si addice ad una
chiacchierata fra amici…”
La ragazza nel
frattempo sembrava essersi sciolta, e conversare con disinvoltura
«Ahahahahahahah! Ti rendi conto…? Ahhh, ero
davvero una
bambina alle prime armi, non c’è che dire.
Però ero
alquanto volenterosa! Quello…era il mio battesimo del fuoco,
non
avevo davvero idea di come districarmi, e non avendo con me il mio
Digimon, poiché…quell’Orochimon mi
aveva rapita, ho
concepito un’idea che mi sembrava geniale! Come vedi sono
sempre
stata attratta dall’aspetto tattico della lotta, mi piace
coniare
metodi innovativi…per portarsi a casa scontri in cui nessuno
punterebbe su di te!»…«Ebbene dunque?
Come ti
salvasti?» chiese Cyberdramon con rinnovato interesse, mentre
tagliava fulmineamente la carne e la ingurgitava a grossi bocconi. Jeri
versava dell’altro vino, ed un lampo di furbizia luccicava
nei
suoi occhi «Decisi di piegare Orochimon…con
l’astuzia! Sì perché
vedi…lui era un Digimon
totalmente ossessionato dal sake, lo avrebbe bevuto a fiumi, senza mai
fermarsi, e infatti sfruttava i Gekomon affinché glielo
producessero con la distilleria!»…«Uhmf!
Orochimon…mente chiusa e gretta. Manca di presenza
scenica.»…«…siccome…come…tu
ben
sai io…non sono una ragazza di origini altolocate! Mio
padre…tiene un ristorante nel nostro quartiere,
e…non
siamo mai diventati ricchi con la nostra attività.
Però
almeno…ho avuto il vantaggio di scoprire tanti utili segreti
come ad esempio…il fatto che…
…quando una persona è ubriaca diventa anche
completamente
inutile, un peso morto! Anche se fino a poco prima
ostentava…virilità e vigore, sì lo so
è
paradossale ma proprio coloro che si mostrano più minacciosi
sono quelli che poi finiscono per…ubriacarsi. Come mio
padre…» aggiunse più
piano…per poi
riprendere «Ma stavamo parlando di Orochimon: io ero curiosa
di
sperimentare se la stessa tattica poteva funzionare con un Digimon!
E…
…tieni il bicchiere.»…«Oh,
grazie. E? Poi
cos’è successo?? Coraggio, queste tue pause ad
effetto ti
rendono ancora più sensuale,
sai?»…«Grazie…»
accennò la
giovane con sbarazzino sorrisetto, ed il rossore dimostrava che era
alquanto sensibile ai complimenti, tanto quasi da dimenticare il
contesto che la circondava «…in un primo momento
sembrava
funzionare! Iniziai a versare…litri e litri di sake in un
enorme
cucchiaio, e…Orochimon sembrava gradirlo: beveva come una
spugna!» anche lei afferrò il bicchiere per bere
tutto
d’un fiato, per poi espirare «Uuuuf!»
tenendosi il
petto là dove aveva la collana, come se l’emozione
di quei
racconti nonostante tutto la scuotesse in profondità
«Una
tattica astuta.» commentò il drago nero, ma
l’espressione di lei si fece appenata «Purtroppo
non fu
così!! E invece si svelò un disastro completo!!
Ti rendi
conto?! Solo…dopo…
…mi fu
detto che Orochimon era…tutt’altro che la cavia
giusta su
cui approntare
quell’esperimento!»…«Uhmf.»
si
pulì la bocca il drago. Jeri sfiorava la tovaglia,
ammettendo
con aria mogia «Purtroppo il sake lo rendeva aggressivo, e
ognuno
dei miei bicchieroni non faceva che rendere quella creatura
più
pericolosa, per me e per…tutti gli altri miei amici! Quando
accorsero si trovarono di fronte a un nemico nel pieno delle sue
potenzialità, ed ero stata io a ricaricarlo!!...
…non
c’è che dire…avevo ancora molto da
imparare, del
resto conoscevo i Digimon solo da poco! E…e…non
c’era nessuno che fosse disposto a spiegarmi le basi, con il
fatto che io ero una
ragazza!»…«Ohhh…animo
piccola, pensi forse di doverti giustificare per un errore
così
banale?»…«Sì,
però…»
mugolò lei con occhi bassi, ma il drago sembrava tranquillo
«Tu non lo potevi sapere: lo hai appena detto, eri soltanto
una
bambina! E del resto queste voci non girano con frequenza, fanno parte
dei segreti dei Digimon. I nostri piccoli scheletri
nell’armadio.
Se ne viene a conoscenza…solo stando a stretto contatto con
noi.
Vedi Jeri?...adesso siamo fra noi e posso approfittare per darti una
piccola dritta: Digimon come Orochimon…
…sono insensibili all’alcol e lo sopportano
bene…per via della combinazione dei dati di cui sono
composti!»…«Dici davvero??...
…o-oh, ma allora…se tu…
…parli di
questo come una legge generale, significa…che non si tratta
di
una particolarità specifica di quel
Digimon!»…«Oh no tutt’altro!
E’ un
po’ come per voi esseri umani, ce ne sono alcuni che con un
goccetto capitolano giù per terra. Ed anche questa
è una
questione di dati! Altri…belli robusti e tonici che invece
possono bere un intero transatlantico di sake. O di
vino…»
…mentre
l’espressione della giovane si faceva di colpo
atterrita…
«…e
l’unico risultato è che li ritrovi più
forti di
prima, più…esplosivi e dinamici, ma per questo
non devi
chiamarti Orochimon e avere dodici teste! Basta che tu sia un tipo che
non si fa metter sotto. Come me!»…«Cosa,
vuoi dire
che anche tu tolleri bene il vino?!» chiese sconvolta
«Ceeerto, anzi in questi anni mi sono fatto certe bevute da
far
paura! Quando volevo prender parte ai lavori il giorno seguente mi
scolavo interi barili: i miei amici mi guardavano con due occhi
così, erano certi che non sarebbe rimasta una goccia, nel
villaggio!»…«N-Non…
…non
è possibile!!» improvvisamente la sua espressione
si
tingeva di incredulità, e di sconforto. Cyberdramon mugolava
«Uhmf…come stasera ad esempio: hai fatto bene a
farmi bere
tanto…si vede che sei migliorata sulla conoscenza dei nostri
caratteri…e poi questo cibo che mi hai fatto
preparare…non so, mi fa un effetto strano…
…senti,
cara, ti spiacerebbe chiedere il conto? Mi sento
pieno…»
dichiarava il drago con un tono anomalo «…e
qui…comincia ad esserci troppa gente per i miei gusti. Ho
bisogno di un luogo appartato…»
Jeri
strattonò con la sedia e si alzò di scatto
«…devo andare!!» ma non aveva finito di
sistemarsi
la tracolla della borsa che Cyberdramon la afferrò
saldamente
per il braccio «Non starai parlando sul
serio…»…«Oh!!»…«…il
bello della serata…comincia solo adesso per noi.»
Gli occhi di Jeri precipitarono in un baratro di sgomento.
Snowhitemon si
alzò di scatto «Ma che cosa fa?!»
rovesciando la
bottiglia di limoncello, che si riversò a terra.
«Jeri
Katou…» pronunciava carezzandola con
l’artiglio
«…è strano, sono anni che ascolto il
tuo nome ma
solo adesso mi accorgo che riesce a scuotermi
dentro!!»…«Ma sei impazzito, brutto
bestione?!
Lasciami…subito andare, è un
ordine!»…«Come sarebbe a
dire?!»
sobbalzò il drago «Dopo tutto il vino che mi hai
fatto
bere, questa cenetta deliziosa che hai allestito con me vuoi mollarmi
qui, rifilarmi il ben
servito?!»…«A-Ahhh…lasciami!!...m-mi
fai
male…al braccio!» ma lui si avvicinò
minaccioso,
mentre nella sala i camerieri si arrestavano e i clienti iniziavano ad
alzarsi sbalorditi «Ho bisogno di andare in camera, piccola
mia,
questo cibo ha fatto letteralmente ribollire tutto il mio essere!!
Erano anni che non provavo niente del genere, e tutto questo corredo di
pulsioni si concentra su di teee, unicamente su di te, sei
bellissima!»…«Ahhh!» ponendole
saldamente gli
artigli sulle spalle nude «E sento che non posso
più
aspettare, del resto anche tu hai detto che mi
ami!!»…«A-Ah…!!
Piuttosto…mi butto da
queste finestre!!»…«Cooosa?! Andiamo,
non puoi
ritrattare, le tue parole sono marchiate a fuoco sul mio cuore
straziato! Poche storie.» sentenziò spiccio e
autoritario
«Ora tu verrai in camera con me,
chiaro?!»…«Aiuto!»
gridò lei ma invano
«Se farai capricci dovrò costringerti con la
forza!»
Snowhitemon
sussultò incredulo «Ma è completamente
impazzito!!...
…Cyberdramon!!»
Ma prima di lui
intervenne un JuiceChameleonmon «Signove, si
fevmi!!» ma
Cyberdramon ribatté con «Globi perforanti!!!»
in un grido generale. E frantumarsi di vetri…
…il fumo
iniziò ad avvolgere il lussuoso ristorante. Snowhitemon si
proteggeva con le ali, ed il suo sguardo era sconvolto…
«Cyberdramon!!» gridò agghiacciata Jeri
ma il drago
tuonò «CHIUNQUE SI METTA IN MEZZO E’ UN
DIGIMON
MORTO! Nessuno deve impedirmi di trascorrere una notte con questa
ragazza. Andiamo Jeri: cammina, tirati
su!!»…«N-Non
sei in te, ti ha dato di volta il
cervello!!»…«…e invece sono
perfettamente
lucido, sento che ti desidero più che mai!»
«Non
può portarla via, devo fermarlo!!»
scattò il
minotauro bianco «Jeri!!...Cyberdramon!!» ma in
quel
momento nella sala si levò il panico, e Digimon iniziarono a
scappare da tutte le parti bloccandogli il passaggio «Vi
prego…fatemi passare!!»
Dal
corridoio attiguo non si erano accorti del tumulto e giungevano con un
enorme torta trascinata su di un tavolo «Scansatevi,
è
un’emergenza!!» gridò il
Digimon…ma alla fine
dovette tuffarsi in volo, spezzando di netto la torta
«Waaahhh,
ma cosa faaa, signoveee???» ma questi neanche si
voltò
indietro, preso dall’affanno
«Jeri…!!»
I fuochi ancora
crepitavano nel cielo del settore degli orologi, e gli sposi erano
attorniati da occhi emozionati
«Rika…Ryo…i miei
più grandi auguri!» disse Takato stringendo
saldamente le
mani dei suoi amici «Grazie Takato…»
sussurrò
Rika, e Ryo «Ehi, però! Tu ora devi seguirci a
ruota.» al che Takato alzò appena le spalle
«Io?
Sììì, come
no…!»…«E
perché scusa? Jeri dove la mettiamo?!»
scherzò lo
sposo un po’ stanco ma pieno di felicità negli
occhi
«A proposito, dov’è? Non la
vedo?» ed anche
Rika restò un po’ interdetta…ma presto
dei Digimon
si ammucchiarono intorno a loro «Regina dei
Digimon…!
Avete…sospeso il nostro
cuore!»…«Oh
beh…» fece Rika «Re dei
Digimon…»
rivolti a Ryo, e questi «…s-sì
però un
attimo! Noi adesso ci siamo sposati, sfruttiamo il titolo di re
&
regina simbolicamente, per divertirci ma non siamo i sovrani, eh? I
sovrani…sono loro!» indicando più in
là Kazu
e Diamon. Il ragazzo, separato dallo sposo da una massa di Digimon,
faceva assieme al suo amico Kenta entusiasti cenni di vittoria, ai
quali Ryo rispondeva ben volentieri.
«E’
stato proprio emozionante, no?» domandava Kazu con eco di
Guardromon «E’ stato proprio emozionante!...(la tua
è domanda, la mia affermazione, mio domatore)»
Commento di
Kenta fu «Magico…» e Diamon
«In
effetti…da un certo punto in poi ci ha rapito completamente!
E
poi ci tengo a dire che è stato così felice e
festante
che io mi sono trovata a ridere, anziché a piangere come mio
solito, no? Avete notato? Io piango sempre, invece a fine cerimonia
pfff! Fischiavamo come delle pazze, vero sorellina? Vero
Cind?»
Cindermon, dagli
occhi luccicanti come il viso, il cui trucco lo faceva sembrare
cosparso da tanti brillini, replicò «Dovremmo
ringraziare
Rika, ti ha concesso un nuovo bel record da incorniciare per bene in
camera, Diamon: quanto tempo era che non resistevi in questo
modo?»…«Pfff!!!...boooh, chi se lo
ricorda!»
rispose Diamon che si piegava ancora su se stessa per ridere. Cindermon
aggiunse «No a parte gli scherzi ci avete davvero fatto
emozionare, tanto che…quasi mi dispiace che purtroppo mio
papà non sia potuto venire ad assistere! Però
sapete
com’è…! Adesso, con tutto il CASINO che
avvolge
Digiworld molto probabilmente dovrà lavorare anche di
notte…a proposito…» tastando qua e
là
sull’abito bordeaux e bianco «…dove ho
messo il
cellulare? Quasi quasi volevo fargli una chiamata per dirgli
che…era andato tutto bene e che abbiamo un re ed una regina
“ad honorem”, diciamo, finalmente sposi!»
Diamon
confermò «Giusto, è vero,
papà!!! Sì
chiamalo Cind, per favore!»…«Eh, era
proprio quello
che stavo facendo! Ecco il cellulare: sorry!...mi allontano un
attimo.»…«Mandagli un bacio da parte
mia!!!»
ricordò la sorella, e Cindermon rifilò
«Sììì…!»
Nel frattempo
Henry si accostava alla sposa «Rika, sorellina
mia…»
adagiandole un delicato bacio sulla fronte ed una carezza
«…la mia sorellina acquisita: lei è
quella di
sangue.» indicando Suzie che stava facendo gli auguri a Ryo
«…mentre tu sei quella che mi ha donato la vita,
quel
giorno che ci siamo incontrati ragazzini, con i nostri Digimon. Da
allora…noi tutti siamo rimasti congiunti da un legame
immortale…» al che Rika chiuse gli occhi, e
mormorò
«…caro fratello…» Henry
ammise «Sono
tanto felice per voi.» e Rika «…ed io ho
una
sorpresa per te: non lo
immagineresti.»…«Cosa?» si
stupì Henry,
e la sposa «Crederesti mai che i nostri amati genitori hanno
vegliato su di noi anche in questo giorno…?» Henry
spalancò gli occhi «…eravamo in
contatto?» e
Rika sorrise «Ne parliamo fra un
attimo…»
così che il giovane poté abbracciare
«Ryo…amico mio, tante infinite
felicitazioni!»…«Ahah, adesso non
c’è
più differenza di piani fra noi, Henry: condividiamo
entrambi la
stessa pena, siamo sposati!»…«Uhmuhmuhm,
hai
ragione…» rise Henry (mentre Rea baciava Rika
«Bellissima…tanti auguri, cara.» e Rika
la stringeva
forte «…grazie, amica mia! Ti voglio
bene…»
Terriermon le smuoveva il velo con l’orecchio
«Ihihihiiii,
momentaiii! La nostra irrecuperabile
zitellona!»…«Vecchie zitellone
riservano…scoppiettanti sorprese, mio caro
Terriermon!»
scherzò Rika, e risero assieme
«Ahahahah!») mentre
Henry chiedeva a Ryo «Tutto
bene…?»…«Uh? Sì,
perché! A
parte…la situazione, ovviamente!» alzando
l’anello
al dito, ma Henry disse «Sarà…non so,
ti ho visto
un po’ pallido.»…«No,
è
che…buafh! Nemmeno io a dire il vero avevo visto
così
tanti Digimon, nemmeno…ti ricordi? Ai tempi
che…Calumon
li riunì, al cratere del D-Reaper! A-A-Ah ma a proposito
di…Calumon!!! Ma si può sapere
dov’è, io non
l’ho visto!»…«Beh ma proprio
tu ci parli di
gente dispersa, Ryo? Si può sapere dove hai nascosto
Cyberdramon?»…«E-Eeee…!
E’ qui! Nel
pubblico! Sai, il cucciolo è timido, si vergogna di queste
cose
in cui tutti vengono a rifilare baci, abbracci! Ah! Ops scusa Henry
devo andare a osservare i miei impegni diplomatici, quei Digimon
laggiù in fondo li devo andare assolutamente a salutare
perché mi salvarono la vita quando ero piccolo, prima che vi
conoscessi! Sorryyy, lo sposo torna subito!...ah, mia moglie se volete
prendervela è tutta vostra!»
Rika
ribatteva «Ma altrettanto, guarda!» seppure i
Digimon non
la lasciassero in pace un istante «Come siete bella! Una
principessa, è il caso di dire! Vedervi è
stato…sigh…non posso…neanche
descrivervelo! Il
nostro povero
mondo…»…«…su, non
piangete. Tenete questo fazzoletto…» affermava la
ragazza,
impietosita e un po’ disorientata per quelle manifestazioni
digitali di devota commozione.
Takato nel
frattempo guardava l’orologio, e mormorava fra sé
«…Jeri non ha fatto in tempo a tornare, comincio
ad essere
in pena: e se ci fosse stato qualche imprevisto?!»
«Cammina!!»…«Ti ho detto di
lasciarmi andare,
maledetto, lasciamiii!!!» era il grido di una ragazza nei
corridoi di un hotel, che cercava a suon di pugni di liberarsi dalla
stretta poderosa di un drago digitale «Che cosa sono tutte
queste
storie? Hai detto che mi ami…mi hai portato la foto di quel
BABBEO del tuo fidanzato, ORA CHE COSA CI IMPEDISCE DI PASSARE LA NOTTE
ASSIEME?!» ma lei reagì con rabbia inaudita
«Ce lo
impedisce il fatto che mi fai schifo, HO REPULSIONE DI TE!!»
Lui
le tappò la bocca «Tu non puoi osare parole simili
con me,
Jeri, hai capito?! NON DOPO QUELLO CHE MI HAI FATTO!!»
Il loro diverbio aveva
generato il caos tra i clienti e il personale di quella lussuosa torre,
ed era tra loro che cercava di destreggiarsi Snowhitemon
«Avete
visto un digidrago e una ragazza umana?! Vi prego, è
urgente!!»…«Sono andati di
là!!»…«Grazie!»
scattava lui, ed i
clienti aggiungevano «Lui sembrava avere intenzioni
che…oh, cielo! A che livello sono scesi, i
Digimon!»
(canzone: Bruno
Mars - Rest of my life)
Ma Snowhitemon aveva
solo lei nella mente “Jeri...” quella bambina che
gli
appariva in rapidi flash “…debbo
salvarti!”
Jeri fu spinta
con violenza su un letto, e la sua collana fu stretta dalle zampe del
drago fino a spezzarsi «Ahhh!» nel tintinnio delle
perle a
terra «Questa via! Non ti serve più, non ti
servono
più questi vestiti!! Nuda voglio vederti, voglio sentire il
calore del tuo corpo sotto le mie zampe!!» ma quella rabbia,
quell’aggressività che lei nutriva nei suoi
confronti ben
presto erano mutati in disperazione «Ti prego…!!
Ti
supplico, smettilaaa!»…«ADESSO BASTA!
Vuoi farmi
arrabbiare davvero?!...
…GUARDAMI!!» indicando se stesso con gli artigli,
e
facendo spalancare atterriti gli occhi della ragazza «Sono un
Digimon distrutto, uno a cui hanno portato via tutto, ti rendi
conto?!» mentre tentava di bloccarle le braccia, lottando
contro
la sua gemente resistenza «Il ragazzo con cui era
cresciuto…la famiglia con cui si era fatto una vita, TUTTO!!
Non
ho più nessuno, il Digivice che mi dava senso di essere non
ha
più significato!! E quei figli…che
rappresentavano il mio
passaggio sul mondo sono come spariti, io sono solo un vuoto, NEEERO!
COME ME!!»…«…a-ah, ti
scongiuro…!!» piangeva Jeri, implorando
«Baaasta…!!»…«Tu
Jeri sei l’unica
che si è avvicinata a me in questo momento in cui tutti,
proprio
tutti mi hanno abbandonato! Così seducente, così
affascinante mi hai fatto letteralmente perdere la testa!! Non capisci
che quando un uomo perde tutto, terrestre o Digimon che sia, si attacca
a qualsiasi cosa e ora tu…sei ciò quello che mi
rimane,
sono letteralmente ossessionato dal tuo pensiero! Tu mi hai fatto del
tutto impazzire!!»
Il pianto
disperato di lei riversava le ultime tracce di quel trucco di classe
sul cuscino. Ma anche dal muso di Cyberdramon scendevano lacrime
«E’ bruttissimo rimanere soli e senza affetti, la
notte fa
paura anche a un grosso drago come me!! Non puoi chiedermi di
rinunciarci, io ho bisogno vitale di sentirmi vivo, se non voglio
dissolvermi! Ho bisogno di sentirti nel letto accanto a me, ho deciso!!
Noi due questa notte ci ameremo appassionatamente, che a te piaccia o
no!!» avventandosi con le unghie per fare a brandelli
quell’elegante abito nero…ma mentre si sentiva
abbandonare
dalle forze che le occorrevano per ribellarsi, Jeri dal fondo del suo
cuore invocava «Takato…
…aiutami, ti prego amore mio!!...n-non voglio…
…avere il mio…primo rapporto con questo Digimon!
Ti
supplico…v-vieni ad aiutarmi!»
In quel
momento Snowhitemon raggiunse la porta «JERI!!»
picchiò su di essa, cercò di aprirla ma
«Dannazione, è sbarrata!!»
Cyberdramon vi aveva posto davanti un comodino «Che
fai…?
Adesso invochi quel CICCIONE perché venga a salvarti?! DOPO
CHE
ERI CON ME, AL TAVOLO, A RIDERE DI LUI?!!...sei solo una sgualdrina,
ECCO COSA SEI!!»
…ma
ai singhiozzi della giovane si sovrapponeva il rumore delle furiose
spallate che Snowhitemon sferrava contro la porta. Fino a
che…
…non fece ricorso a un turbine di sfere luminose, che
travolsero
essa distruggendo il comodino in un’esplosione di dati, e
facendo
sobbalzare i due che si trovavano sul letto.
«Ahhh!!» l’incredulità
inondò gli occhi
del minotauro, che avanzò
«Cyberdramon…no, mi
rifiuto di credere a quanto vedo! Tu sei un amico, sei,
sei…UNO
DI NOI!! Non puoi aver fatto una cosa
simile!!»…«Snowhitemon!!»
invocò Jeri
coprendosi col lenzuolo, ma si sovrappose la voce aspra del drago
«Che cosa vuoi, che ci fai qui, chi ti ha
chiamato?!»
Snowhitemon lo fissava sconvolto, e Cyberdramon avanzava «Ti
ha
mandato Ryo?! Eh?! Quel…P-PENDAGLIO DA FORCA DELLA TERRA?!
Allora puoi dirgli tranquillamente di andare al diavolo ed affrettarti
a raggiungerlo…»…«Ryo
è il tuo
domatore…
…E’ IL TUO DOMATORE E TUO GLI FAI QUESTO ALLE
SPALLE,
BRUTTO STUPIDO?!!» piombando su di lui e a afferrandolo, ma
Cyberdramon lo agguantò altrettanto «Arghhh,
stupido sarai
tu!! Sei venuto a favorire con questa prostituta, eh?! VUOI CHE
FACCIAMO A
TURNO?!»…«Non…!!...costringermi
a
far ciò che non voglio fare!!» ma Cyberdramon
alzò
il braccio, spezzando il fiato di Jeri «Lame perforanti!!»
illuminando la lama metallica che fuoriusciva dai suoi muscoli, ma gli
occhi del minotauro luccicarono «Microsfere di neve!!!»
travolgendo il drago con un potente getto
«AAARGHHH!!!» che
lo scaraventò contro il muro. A questo l’infuriato
Snowhitemon aggiunse «Bufera…»
sollevando Cyberdramon per il collo «…celestiale!!!»
e liberando un vortice di piume e fiocchi che lo fece strattonare a
terra, infrangere il vetro della finestra fino a schiantarsi contro
l’inferriata del balcone, arcuandone le sbarre.
«NOI
SIAMO UN GRUPPO!! IL TUO OPERATO
E’…è…
…IMPERDONABILE!!»
Cyberdramon si
rialzava lentamente, grondando sangue dalle zanne spezzate, che si
puliva col braccio. Jeri piangeva ed ansimava coprendosi col lenzuolo,
mentre li vedeva uno di fronte all’altro, fissarsi con
odio…(fine-canzone)
«Papà?!...ohi! Scusa è da prima che
cerco di
chiamarti, ma la linea è bloccata, sarà
che…ahhh,
sapessi quanti Digimon sono venuti al matrimonio di Rika &
Ryo!!»
«Figliola…meno male che mi hai
chiamato.» parlava
Cyclemon, in quel curioso contrasto fra il suo aspetto mistico ed il
cellulare accostato al cappuccio di merletto, che si miscelava al suo
tono cupo «Devo darti una notizia…»
«Papà, ma
cos’hai?!» sussultò Cindermon
«Non sarà
mica successo qualcosa: T-TI SEI SENTITO MALE?! Io lo avevo detto
però, di delegare tutto all’esercito e venire a
gustarti
il matrimonio!! In questo periodo io me la sono spassava: battaglie,
viaggi, confidenze, chiacchiere fra amici ma tu che hai fatto?! Hai
organizzato un esercito, ti sei fatto un MAZZO COSI’ tanto
che
adesso rischio di ritrovarmi il padre in BURRRN OUT!»
arrotando
più che mai la sua pronuncia americanizzata.
Cyclemon,
nell’accentuarsi del contrasto estetico, si faceva strada fra
le
macerie della stanza per poi balzare presso una scrivania e avvicinare
il mouse del computer «In realtà non si tratta dei
miei
acciacchi dell’età…purtroppo,
aggiungo.»
«No: papi, non
facciamo scherzi!» impallidì la ragazza digitale
«Cosa potrebbe esserci mai di più
grave?!»
«Della
salute di un vecchio? Forse…un giovane che sta per andare
incontro ad un’altra, drastica delusione.
Ennesima…di
tante che si sono susseguite, se è vero quello che mi hai
detto.»
«…Takato…» morì la
voce di Cindermon,
scivolando in gemiti «Oh no papà, non starai
parlando di
lui!»
«Purtroppo
sì, Cindermon. Tu mi avevi detto…mi avevi chiesto
di
cercare notizie di suo fratello.» delineando così
la foto
di Nakao sullo schermo.
«Sììì, embé?!...
…oh no, papà, eh! No: mi rifiuto di credere che
in questo
frattempo, in questi…D-DIECI MINUTI o poco di più
gli sia
successo qualcosa perché CHE CAVOLO! I nostri tempi per
rilassarci non sono mai tanto più lunghi di
così!»
«Lo so figliola…
…ma a volte basta un attimo…questo lo imparerai
crescendo…»
«Lo so
già papà, forse dimentichi che mia madre
è morta,
è stata barbaramente uccis…
…! Oh no…
…la mamma…» piegando il suo viso ben
truccato
«…no papà, non me lo dire, non voglio!!
Non anche
il fratellino di Takato, lui non…?!!»
Cyclemon non
diceva nulla, e abbassava lo sguardo…di fronte a quella foto
il
cui soggetto ritratto diveniva improvvisamente evanescente. Come uno
spirito.
«Ghgh…a-adesso glielo dice qualcun altro
però,
eh!!! N-Non contate su di me!!» esclamò
Cindermon…
…proprio
mentre Takato scavalcava quelle rocce «Cindermon! Scusa, ti
cercavo perché avevo bisogno di
parlart…oh?»
«Io ho
già dato!» esprimeva la ragazza che non si era
accorta di
lui «Io sono stata quella che ha dovuto rivelargli nientemeno
che
la terribile sciagura della morte di Guilmon, ho dovuto fare qualcosa
di…d-di infernale che non mi scorderò
mai!!» con le
lacrime alle porte dei suoi occhi…
…mentre Takato spalancava i suoi…
«Hai idea
di cosa voglia dire
assistere alla sofferenza di colui a cui si vuol bene?!
E’-E’ terribile, è come se morissi anche
tu insieme
a lui, e-e pur di evitare un altro momento come quello sarei disposta a
tutto, a qualsiasi cosa!!»
«Perché…?!» chiese il ragazzo
in maglietta
blu striata di rosso «Cos’altro ci sarebbe che
dovrei
sapere?!» al che lei si volse di scatto «Ihmf!!!...
…Takato…» ed i suoi occhi agghiacciati
incontrarono
quelli attoniti del giovane…
Cyclemon
affermava dal telefono
«Figliola, non ti devi assolutamente preoccupare, hai ragione:
…glielo dirò
io. Passamelo. Ci parlo
io.»…«…chi è
al telefono, Cindermon…?» sussurrò
Takato
avvicinandosi. La sua Digimon era terrorizzata, il suo arrivo
l’aveva resa immobile come una statua. Una statua che mosse
di
scatto il suo braccio «Uhm, mio padre ti vuole
parlare!»
disse tutto d’un fiato…ma il suo sguardo faceva
già
presagire che era grave. E non smetteva di fissarsi con quello di
lui…che alzò lentamente la mano per raccogliere
il
cellulare…
«Ihmf!!
Non credere di avermi sconfitto…» mormorava
minaccioso
Cyberdramon, e Jeri gridò «Ah!! Attento, si sta
rialzando!!»
«Vuoi dirmi che non ne hai ancora
abbastanza…?»
accennò cupamente Snowhitemon, che pestò con lo
zoccolo
una spranga che si era staccata dall’inferriata. Il minotauro
la
raccolse, notando che aveva la punta molto accuminata. Brandendo essa
si fece vicino a Cyberdramon, orientandola verso il suo viso
«…non un solo movimento, Cyberdramon…
…e ti invito a guardarci: GUARDA A COSA CI SIAMO RIDOTTI PER
COLPA TUA!»…«Il signorino scarica le
colpe…!» sorrise il drago. E tentò una
reazione a
sorpresa «Sono sicuro che sei troppo delicato per
usarla!!!» ma Jeri esclamava «Attento,
Snowhitemon!!»
ed il minotauro agì prontamente, atterrando il drago
«Ough!!» con una gomitata «Non vorrei, ma
lo
farò se mi costringi!!!...
…IO
NON POSSO VENIR MENO AL MIO DOVERE DI PROTEGGERE I NOSTRI COMPAGNI
UMANI!! Anche se sei tu a metterli in pericolo!!»
Il Digimon
realizzò in quel momento di essere sconfitto, la pozza di
sangue
che sgorgava dalla sua bocca si estendeva a terra. Gli occhi verdi di
Snowhitemon rifletterono pena, così come le sue parole
«…ma possibile che non te ne rendi
conto…?»
gettando l’istante dopo, con rabbia
«Uugh!» la
spranga giù dal balcone «Quello che stai facendo
non ha il
minimo senso, non merita giustificazione, è
soltanto…IMMONDIZIA! E sperpero…»
accentò
con disprezzo «Usare violenza ad una ragazza, una del nostro
gruppo, una che conosci da anni e che hai salvato!!» mentre
Jeri
piangeva disperata nell’udirlo «Devo credere che tu
sia
troppo ubriaco per realizzarlo, benché al villaggio girasse
voce
che fossi immune all’alcol!! E ringrazia che non ci troviamo
lì, ora…» raddrizzandogli la schiena
contro la
ringhiera «…perché se avessi un
briciolo di
giurisdizione ti dovrei far sbattare nel sottosuolo, in una cella come
si fa con i delinquenti!! SAREBBE QUESTO IL MIO
DOVERE!»…«Uhmf!...tu non cambi proprio
mai…
…puoi mettere le ali e farti spuntare le corna ma resti
sempre
il piccolo Calumon, un marmocchio! Uno che non capisce quanto
può arrivare a ribollire il sangue di un
uomo!»…«Ti avverto che stai abusando
oltremodo della
mia pazienza, che non è infinita! Io il solo uomo di cui ho
pena
poiché davvero gli ribollirà il sangue quando
saprà tutto è Ryo! Mi dispiace, perché
non si
merita…
…di scoprire che il suo Digimon è uno stupratore,
uno che
si è abbassato…agli atti peggiori a cui si sono
spinti
quelli della nostra razza!!! Ma noi dovevamo mantenerci puri, era
nostro dovere dopo quello che i ragazzi si sono impegnati a regalarci,
scegliendo persino…!!...
…di inimicarsi ben due mondi, il loro e il
nostro…pur di
non lasciarci soli, a consumarci come un ricordo lontano. Ecco il
regalo di nozze!!»…«Quale sarebbe,
Snowhitemon…?» Cyberdramon articolava male le
parole a
causa delle zanne spezzate «Vuoi forse rovinarmi, hai
intenzione
di fare la spia a Ryo riguardo a tutto ciò che è
accaduto
stanotte?!»…«No, su questo non
temere!!...»
ribatté il minotauro con decisione, aggiungendo
«…poiché persino se avessi il
più forte
impulso di mettere in piazza quello che sei, lo SCHIFO, e la
pietà verso il tuo domatore me lo impedirebbero: considera
queste…una garanzia, sul mio
silenzio!!»…«…tanto non mi
importa. Potresti
dirgli tutto ciò che vuoi, tanto non tornerò da
Ryo, non
mi importa più niente di lui, di lui né di tutti
voi, vi
odio se lo vuoi proprio sapere, vi detesto!!!»
«Papà…perché hai detto che
odi il tuo
domatore?»
«Oh?!» Cyberdramon sussultò. Il piccolo
Midramon era
fuoriuscito dalla borsa di Jeri, gettata in un angolo della stanza
«In tutti questi anni hai sempre mostrato grande affetto, hai
detto che Ryo era il più grande eroe di tutti i tempi,
perché adesso lo rinneghi…?»
Il
draghetto aveva le lacrime agli occhi. Gli sguardi di Jeri e
Snowhitemon erano sconvolti…
«M-Midramon…» balbettò
Cyberdramon
agghiacciato «…figlio mio, tu…
…che ci fai qui, per tutti i draghi…?»
indietreggiando fino a sbattere contro la ringhiera, con la voce che
gli si spezzava…
Cindermon riprendeva fiato a
ritmici respiri…mentre Takato guardava un po’ lei
un
po’ il telefono…fino ad accostarlo
all’orecchio e a
pronunciare cupamente «…Cyclemon…
…sono Takato.
Cindermon mi ha detto che avevi un messaggio per
me…»
Cyclemon smarriva i suoi
occhi giallastri dinanzi all’immagine evanescente di Nakao
«E’ così ragazzo. Ho un messaggio che ti
riguarda, e
che a che fare col…destino di tuo fratello: Nakao
Harada…»
«Nakao…»
pronunciò Takato con un filo di voce
«…è la
prima volta che ascolto il suo nome…
…questo è il
nome…che avrei dovuto portare io, se mia madre non avesse
insistito per chiamarmi Takato!»
«In effetti vi
somigliavate molto…lo stesso viso, e il medesimo colore di
occhi.»…«…Cyclemon!...
…m-ma…perché parli al
passato?!» gemette il
giovane…dando le spalle a quella ragazza digitale
così
spiazzata e incredula dinanzi al suo sgomento, che si passava le mani
sul viso, quando giunse sua sorella «Cind…! Va
tutto bene?
Non so, ti sei allontanata da un bel po’ di tempo, non
è
che è successo qualcosa a papà?» ma
Cindermon le
indicò «Oh?!» il domatore, e Diamon si
portò
le mani alla bocca «Oh mio Dio: che è
successo?!» al
che l’altra pronunciò quasi col solo movimento
delle
labbra “Temo che il fratello sia
morto…”
…a quel punto Diamon sgranò gli occhi, fissando
Takato
mentre lasciava scivolare la mano per sostenere quella della
sorella…
«…morto…?!»
pronunciò Takato,
ansimando «…i-il mio fratellino…
…è…
…morto…?»
Cindermon gettò il viso sulla spalla di Diamon che la
strinse.
Cyclemon rivelò
«…capisco che a te…potrà
sembrare
paradossale, nonostante tu abbia vissuto già molte avventure
sorprendenti nella tua ancora non lunga vita.»
…ma Takato
interpretava in altro senso quelle parole
«…non…lunga vita…
…una morte in
giovane età…» rivedendo una sequenza di
immagini di
quel bambino dai capelli neri
«…un’infanzia
stroncata proprio…nel momento stesso in cui io ho iniziato
ad
essere…sia felice…sia infelice…!!...
…la tragica storia di un bambino…
…che muore e dunque resta tale per
sempre…»
«…finivo di dire, per
l’appunto…»
aggiunse l’anziano Digimon «…che per
quanto assurdo
possa sembrare…tu non hai mai visto tuo fratello
vivo.»
«…cosa?!...» Takato si portò
la mano al
collo…
«Proprio
così: abbiamo fatto…raccogliere informazioni su
di lui.
Ha trascorso diverso tempo a Digiworld…approfittando del
limbo
di Violetta…per spostarsi sulla terra: operava per
lei…ed
ha avuto contatti anche con Guardianmon. Lui aveva captato alcuni
spostamenti dimensionali sospetti, e quando ha capito il gioco di
Nakao…tuo fratello, istruito da Violetta su alcuni dettagli
che
solo lei poteva conoscere della loro antica missione, si è
presentato come suo inviato: Guardianmon, che come ben sappiamo fin
dall’inizio nutriva sentimenti speciali nei confronti di
Violetta…acconsentì il passaggio di Nakao sulla
terra,
voleva sorvegliarne i movimenti e scoprire l’eventuale nuovo
piano di colei che era stata il suo antico amore. Violetta
probabilmente lo aveva reclutato con un inganno…lei ha
costante
bisogno di alleati per i suoi intrighi, ed un ragazzino come lui poteva
tornare utile…
…nel
gestire Digimon come sempre avrebbe sognato di
fare…»
mentre Takato serrava i denti e tremava all’udire di quel
destino…
«...essendo che
i Digimon stessi sono stati la molla della sua accanita resistenza
contro la morte…» (il ragazzo deglutì
sconvolto)
«…che ha condotto la sua anima a Digiworld,
permettendo
un’anomala miscela con i dati del nostro mondo, alla quale
Violetta ha aggiunto il carico concedendogli il potere di
manovrare…bambole digitali. Digimon privi di
spirito…» mentre Takato dilatava gli occhi,
ricordando i
fili sottili sprigionati dalle mani del ragazzino, e lo sguardo spento
delle creature che si piegavano a quella forma di controllo (canzone:
Mariah Carey - Through the rain)
«Tuo fratello nello stato attuale, bisognoso di un intervento
quantomeno celere…può propriamente definirsi
un…fantasma…digitalizzato:
è morto in un terremoto a Tokyo qualche tempo fa, assieme a
sua
madre…» Takato chinò drasticamente il
capo,
singhiozzando «…e da allora non ha mai accettato
di
piegarsi al suo destino. Mi dispiace, Takato…profondamente,
credimi. So che ci tenevi…
…e
molto...» disse Cyclemon contemplando l’ologramma
del
ragazzo che si apprestava a svanire dal display
«…mia
figlia me l’aveva raccontato…»
«…c-ci
tenevo?!...come si tiene…a un peluche, o a un animale
domestico?!...
…l-lui era mio fratello…!!»
esclamò
straziato il ragazzo, mentre Cindermon tendeva la mano
«…Takato!» ma Diamon la teneva calma,
comprendendo
che aveva bisogno di star solo.
Cyclemon si mantenne
solido «…lo so. Hai perfettamente ragione.
Credimi…so quello che si prova quando si perde
qualcuno…a
cui si tiene in modo speciale.»
«…lui era…» gemeva il
ragazzo, versando
lacrime e guardando il cielo, che ancora illuminava il suo viso grazie
alla luce dei fuochi crepitanti «…colui che avrei
dovuto
ritrovare, la mia speranza!!» mentre Cindermon si straziava
nel
sentire quelle parole «…attualmente era il senso
della mia
vita, il mio futuro!!...ed era…
…un
bambino!!!» serrando gli occhi più che mai
«…un bambino che doveva vivere!!! Che doveva
crescere!!!
Che doveva…
…ARRIVARE DOVE SONO IO ADESSO, E ANDARE AVANTI, ANDARE
ANCORA
AVANTI!!»
…mentre
nella stanza buia della casa di Takato, una sagoma esile e ombrosa
scivolava presso la sua scrivania…
…dando
un’aggiustata al pupazzo di Agumon, e riordinando qua e
là
oggetti, penne, foglietti…
…aprendo
il cassetto, e sfogliando un giornaletto dei Digimon che sembrava assai
vecchio e consumato, perdeva addirittura le sue pagine, ma lui sembrava
consultarlo con disinvoltura…
«…e che non doveva morire…SCHIACCIATO
DALLA SUA
CASA, co…?!!...
…come Guilmon?!» pronunciò sconvolto,
portando la
mano alla bocca «Oh no anche lui come il mio Digimon, no,
nooo!!!
Non è possibileeeEEE!!!» al che Cindermon si
liberò
da ogni vincolo e si precipitò su di lui per sostenerlo
«Takato…!!»…«E’
assurdo, tutti
coloro che amo muoiono in un modo orribile!!»
Diamon li
guardava, e quel trucco che aveva strenuamente protetto evitando di
piangere durante il matrimonio, se ne andava ora lacrima dopo
lacrima…
«Tutti coloro che meriterebbero una vita lunga e felice
spariscono, mentre io, IIIOOO sono ancora qui!!! Nonostante tutto
quello che mi passa attorno non riesco ancora a…c-capitolare
una
volta buona!!! CHE SENSO PUO’ AVERE CHE LORO SIANO TUTTI
MORTI?!!
E che io ancora…aleggi tra questi due mondi!! Tuo padre ha
detto
che mio fratello è un fantasma, capito Cindermon?! Un
fantasma!!
Ma in realtà…il vero fantasma sono io,
guardamiii! Sei la
Digimon di un fantasma! LA DIGIMON DI UN FANTASMA!!» al che
lei
lo strinse con tutta la forza che aveva, alzando gli occhi al cielo e
versando lacrime straziate come se fossero suoi
morti…bisbigliando «…un fantasma che
temo tanto di
amare…» per poi dirgli con fare protettivo
«…vieni qua, bambino mio…!!»
al che lui si
aggrappò ai suoi abiti, stringendo tanto forte che
finì
per spezzare la bretella «Oddio!»
esclamò lei che
sentì scivolarle il vestito, ma sua sorella intervenne
prontamente bloccandola da dietro e sostenendole l’abito,
così che lei poté seguitare ad abbracciarlo
mentre lui si
sfogava in grida così disperate con cui sembrava poter
travolgere qualcuno, come un attacco «E ADESSO COME
FARO’ A
DIRLO AI MIEI GENITORI?!! MIO PADRE…CI SPERAVA, LO SO, CI
SPERAVA QUANTO
ME!!»…«Ehhh…come farai:
insieme, come tutto il resto…!! Come sempre Takato, glielo
diremo insieme…» carezzandogli quei capelli
imbrillantinati «…sopporteremo…i loro
pianti
insieme, la loro furia insieme, insieme, tutto…
…tutto…insieme…noi due. Ci arrangeremo
come al
solito. Un sistema troveremo…v-vedrai!» al che a
quella
parola Takato cessò di gridare, ma ansimò
«…un sistema…
…un sistema…
…»
Cindermon e Diamon si guardarono dubbiose per il tono con cui aveva
parlato…
…proprio mentre l’ombra nella stanza finiva di
infilarsi
un pigiama che sembrava nuovo: la scatola e la plastica appena aperta
giacevano sulla scrivania…
…e una donna lo spiava con sguardo premuroso, dallo
spiraglio
della porta «…spero ti sia piaciuto, piccolo mio!
In
fondo…questo sortilegio che ti ha colpito è un
modo per
rivederti bambino, e riprendere a coccolarti come se il tempo non fosse
passato…» allontanandosi lungo il
corridoio…(fine-canzone)
…parole di Takato adesso erano
«…mio…mio
fratello non è ancora fuori pericolo…
…no, c’è ancora qualcosa che posso fare
per lui,
il…suo posto non è qui, lui è morto!...
…se non ha ancora raggiunto l’aldilà io
debbo
aiutarlo a farlo: è la sua via, qui soffrirà!!...
…Nakao deve lasciare questo mondo…devo fargli
raggiungere
l’aldilà,
subito…!!...immediatamente…»
«Ma
sì…» l’ombra si coricava nel
letto, smarrendo
il suo sguardo tra le sagome della stanza buia
«…in fondo
questa casa mi piace, è un modo per cristallizzare il tempo
in
una sfera di vetro: non voglio andarmene…»
scandiva con
tono minaccioso «…io non me ne andrò di
qui…
…non me ne andrò di
qui…!!...»
I
suoi occhi luccicarono sotto la folta capigliatura corvina, che i raggi
di luna rendevano lucidissima...
…anche sul pupazzo di Agumon era stata adagiata una parrucca
emo…
Snowhitemon
avvicinava il suo guanto alla bocca «Oh no,
accidenti…
…non
avrei dovuto permetter loro di incontrarsi in questo modo.»
mentre Jeri non diceva nulla, limitandosi a fissare lui e, con sguardo
disilluso, Cyberdramon presso la finestra infranta con suo figlio
«Papà!»…«Midramon…ma
se tu sei
qui…» ponendosi la zampa sul viso, e mormorando
«…ma che cosa ho fatto?» guardandosi
attorno, come
se iniziasse solo in quel momento a realizzare delle sue azioni
«Co-Come ho potuto farmi trascinare fino a un punto simile?!
Io
sono un…
…!! IO SONO UN…!!...
…ghghgh…» ma quella definizione
gloriosa sembrava
strozzarglisi in gola, impedendogli di pronunciarla «Come ha
potuto la disperazione spingermi a tanto, s-se non fossi stato fermato
COSA MAI SAREI ARRIVATO A FARE?!!» puntando lo sguardo sulla
terrorizzata Jeri che ora balzava in piedi e si stringeva a
Snowhitemon, tenendo ben saldo il lenzuolo sopra di lei.
Il drago nero
boccheggiava scorrendo lo sguardo nella stanza distrutta, tra i vetri
infranti fino a scivolare su suo figlio «…come ha
potuto,
tuo padre rifilarti uno spettacolo
simile…?»…«Ma
papà, io volevo solo
ritrovarti!!» gemeva disperato il draghetto «Mi sei
mancato
così tanto!!» ma il padre era come se non lo
sentisse, e
si ripeteva con voce scura «Come ho potuto mancare in questo
modo
di rispetto a Ryo? O-Oggi…la notte…DEL SUO
MATRIMONIO!!» coprendosi il volto con gli artigli, mentre
Midramon piangeva «A-A me basta soltanto...che tu mi voglia
bene,
e che ne voglia anche a Ryo!! Lui è stato il mio mito fin da
quando sono nato! Ho sempre desiderato conoscerlo! Ti prego, non dire
che lo odi, papà: io non voglio che tu odi
Ryo!!»…«M-Ma Ryo…?! Lui mi ha
ingannat…no…
…tu
eri qui. Ryo, Jeri…c-chi…CHI MENTE?!! CHI DICE LA
VERITA’?!!»…«Ti prego
papà, non gridare
così, mi fai paura!!»…«Jeri,
Ryo…i
domatori umani, la famiglia, i figli…!! T-Tutte queste
cose…MI FANNO IMPAZZIRE!»
«…non mi vuoi più bene?»
piegava il capo il
triste Midramon «Ma se tu mi abbandoni…io che
faccio? La
mamma è scomparsa, non so dove sia e tu sei rimasto il mio
unico
punto di riferimento, papà!»
Ma una
sequela infernale di immagini confuse, fra Digivice, attacchi, abbracci
e sorrisi, volteggiava nella mente di Cyberdramon spingendolo a portare
le mani alla testa «Iiiiiiiirghhhhhh!!!!!!»
Snowhitemon si
avvicinò «Ascolta…capisco adesso come
ti senti, ma
guarda davanti a te! Tuo figlio ti sta chiamando, ha
bisogno…del
tuo amore!»
Midramon si
avvicinò «Snowhitemon ha ragione: io desidero solo
tornare
a casa, essere una famiglia come lo eravamo prima!» ma di
colpo
Cyberdramon scagliò un globo a terra «STAMMI
LONTANO, NON
SO CHI TU SIA!!!»
Il draghetto
gridò. Jeri sussultò «Ahh!!!»
spingendo il
volto contro il petto di Snowhitemon per non guardare. Costui
deglutì atterrito…
…ma quando il
fumo si diradò il draghetto c’era ancora,
benché
tramortito
«…p-papà…perché
mi mandi
via…?»…«Non
capisci…? Non hai buone
orecchie? Io non ti conosco!»…«MA COSA
DICI,
CYBERDRAMON, QUELLO LI’ E’ TUO FIGLIO!!»
gridò
il minotauro, ma il drago ruggì in modo inaudito
«NOOO, IO
NON HO FIGLI! Io…i-io non ho mai messo su una famiglia! E
non ho
mai avuto un domatore, il mio unico scopo è combattere!!
S-Sì…
…c-combattere nemici forti, è questa la mia
natura, il
mio unico e solo scopo: tutte queste cose portano soltanto alla
disperazione!!! L’amicizia…
…la
famiglia, le usanze…d-degli umani sono solo fonte di
distruzione
per un Digimon! I-Io…non ho legami, no! N-Non ho nessuno,
sono
libero, sono un guerriero solitario!!!» spalancando le sue
ali
rosse. Snowhitemon corse calpestando i cocci e tendendo la mano
«Cyberdramon, amico mio ti scongiuro
ascoltami!!»…«STAMMI
LONTANO!!...chiunque tu sia, io
non ti conosco, perché mi chiami
“amico”?!»…«Stai
dicendo cose folli, non
sei in te!!»…«Invece sono perfettamente
lucido:
QUESTA…è la mia unica natura!!» ma
Snowhitemon
ribatté «Semmai…lo era prima! Prima
sì,
prima di conoscere Ryo, prima di separarti da lui e di formare una
famiglia a Digiworld! Io…ho legalizzato la tua unione con
Gelsomon, io ho registrato all’anagrafe i tuoi quattro
figli!!
Non puoi tagliare così il tuo passato solo perché
conduce
con sé ricordi orribili, io lo so! Adesso ti fanno
paura…»…«…qui
siamo a Digiworld…
…e basta
solo resettare i dati per rimuovere una partita andata
storta!!»…«Non
più…»
chinò il capo Snowhitemon (canzone: Anastacia
- I dreamed you)
«…siamo cresciuti, dovremmo piantarla con queste
sciocchezze: siamo tutti in grado di realizzare
perfettamente…
…che il
nostro passato non cambia, siamo esattamente come gli uomini. Dobbiamo
accettarlo con tutto quello che porta, bello o
brutto.»…«PERCHE’ DEVO
ACCETTARLO?!! Io sono
un Digimon…e mi rifiuto di dover impazzire dietro a
sentimenti e
risvolti PIU’ FERENTI DI UNA LAAAMA, IO NON SONO TAGLIATO PER
QUESTO! Guardami, ho gli artigli! Ho nel corpo…
…r-rabbia e
potenza che potrei distruggere il pianeta intero! Conflitti, rimorsi,
frustrazioni, consapevolezze, il mio essere non è fatto per
inglobare tutto questo!! E non voglio averne niente a che
fare!!»
pronto a spiegare il volo
«Aspetta!!»…«No! Ora
basta, torno alla mia vita, quella originaria!! La vita che non avrei
mai dovuto lasciare: che scenda il silenzio sulle parole!!
D’ora
in avanti…echeggerà solo il suono dagli attacchi,
e
acquisirò nemici fino a diventare sempre più
potente:
nessuno di voi dovrà seguirmi,
NESSUNO!!»…«CYBERDRAMON!!...
…TORNA INDIETRO!!» gridò Snowhitemon ma
«AAHHH!!!» lanciandosi in volo il drago
liberò
un’onda d’urto che respinse il minotauro, e avrebbe
spazzato via Midramon se Snowhitemon non lo avesse afferrato
«P-Papà…perché mi hai
abbandonato…?
Oh!»
Il
draghetto svenne stremato tra le braccia del guerriero alato, che
quando il vento si placò cadde in ginocchio
«Perdonami,
piccolo mio…
…è
stata tutta colpa mia, avrei dovuto riportarti da tuo padre
subito…non usarti come esca per sventare questo piano. M-Mi
dispiace…» versando lacrime dai suoi guarniti
occhi
verdi…
…ma
timidamente, con passo incerto e ancora tremante, alle sue spalle
giungeva Jeri che si chinò a terra, appoggiandosi a lui
«…è-è andato
via…?!» chiese con
sguardo agghiacciato, e Snowhitemon senza guardarla rispose
«…sì…
…è
andato via per sempre, vuole tornare alla vita che conduceva…
…prima di conoscerci.»
La ragazza
sentì il pianto affiorare in lei, e sempre senza guardarla
Snowhitemon le chiese «Sii sincera…
…ti ha fatto
del male?»…«…s-s-se tu non
fossi arrivato
io…
…!!! Oh,
Snowhitemon!!!» Jeri si gettò di colpo su di lui,
stringendogli saldamente il braccio «Per fortuna sei giunto
in
tempo, io…!!! Io posso neanche descriverti quanto
è stato
orribile…
…!! M-Ma
tu…ci sei sempre, a salvarmi!» sorridendogli con
dolcezza,
e carezzandolo «Se…proprio un vero
amico!» ma a quel
punto lui «E LASCIAMI!!» la scostò con
rabbia. La
ragazza scivolò a terra e lo fissò con sgomento.
Mentre
negli occhi di lui scorrevano fiumi d’amarezza e disprezzo
«…tutto questo è
successo…esclusivamente per
colpa tua!»…«N-No,
io…!»…«TACI, PRIMA DI
IMPAPPOLARMI UNA DELLE
TUE RIDICOLE SCUSE!»…«Ma no Snowhitemon,
devi
credermi! Io…posso spiegarti!» ma egli
balzò in
piedi minaccioso, con il draghetto addormentato tra le mani
«Non
c’è niente da spiegarmi…io ero qui,
mentre ti
vedevo imbottirlo di vino nella speranza di ubriacarlo! So cosa ci
volevi fare…VOLEVI RENDERLO IL TUO DIGIMON,
VERO?!»
spingendola contro il muro
«Ahhh!»…«FARLO CON
L’INGANNO! Come hai tentato con me, quando hai mandato tuo
padre
a dirmi che soffrivi molto e avevi problemi psicologici!»
L’espressione di Jeri si frantumò presto in pianti
e
singhiozzi, mentre Snowhitemon le mostrava Midramon «Lo
portavi
con te, perché sapevi che senza di lui Cyberdramon sarebbe
stato
più vulnerabile, io l’ho trovato nella tua borsa,
PER
QUESTO TI HO SEGUITA!! Tu mi fai schifo…
…ancora
peggio di lui.» ma lei improvvisamente reagì con
stizza
«Cooosa?! Oseresti paragonare me a uno come lui?! Una
creatura
libidinosa e senza senso morale, che stava per violentarmi proprio qui,
sotto i tuoi occhi!!»…«Tu
l’hai provocato e
irretito fino a fargli perdere la testa!!!» le
puntò il
dito Snowhitemon, ma lei ringhiava «Ah, e questa adesso
sarebbe
una giustificazione per le sue azioni?! Meriterebbe qualsiasi cosa, hai
idea di cosa abbia provato?! Avresti dovuto ucciderlo per
ciò
che mi hai fatto, sì! Se fossi stato mio amico
l’avresti
ucciso per me, prima ne avevi l’occasione quando tenevi
quella
spranga in mano…» sibilò sottilmente
«Perché non l’hai
fatto?!»…«Ucciderlo…?»
sgranò
gli occhi Snowhitemon, afferrandola per il collo e spingendola contro
la parete «Ma sei impazzita?!! LUI E’ IL DIGIMON DI
RYO!» gettandola poi sul letto, senza però piegare
la sua
rabbia «Ha perso ogni dignità, ora non
è più
il Digimon di nessuno!! La sua diffidenza verso il domatore e il suo
disinteresse come padre hanno scritto già la sua condanna,
ora
troppo comodo gettare la colpa su di me!!!»
Ma il minotauro
bianco indietreggiava «Sto davvero…parlando con la
persona
che conoscevo?»
Jeri lo fissava
con astio, e lui pronunciava «Cyberdramon…era pur
sempre
fra quei Digimon che sono accorsi a salvarti, tanti anni fa. Possibile
che anche l’ultimo soffio di riconoscenza sia sfumato dentro
di
te…?»…«Io non
c’entro niente, sono
vittima di una congiura!!...
…voi, voi
tutti, Digimon di dieci anni fa, siete coalizzati contro di me, e state
cercando esclusivamente un pretesto per farmi passare come la causa di
ogni vostra disgrazia!»…«Ah
sì…? Noi
saremmo contro di te…?!» la scrutava Snowhitemon,
alzando
il sopracciglio «…ma se non facciamo altro che
guardarti
le spalle!!»…«Bugiardo!! Tu, tu e
quell’altro
pagliaccio dalle ali nere! E la volpe dorata, i due sdolcinati con le
orecchie lunghe! La cicciona, e quel pappagallo insopportabile! Tutti
non fate altro che identificarmi come il capro espiatorio della vostra
vita disastrata, ci mancava…anche questo bastardo che ha
tentato
di violentarmi, ora siamo al completo!» negandogli lo
sguardo, e
piegandosi sul suo broncio.
“Jeri…non posso credere che sia questo
ciò che
pensi di tutti noi!” pensava Snowhitemon, mentre Midramon si
rigirava tra le sue mani, ripetendo incessantemente la parola
«…papà…» (fine-canzone)
La
particolarità del grande banchetto nuziale che
seguì la
cerimonia, era l’essere allestito come un’immenso
picnic
nella vastità della landa, senza traccia di tavoli imbanditi
ma
tempestato da una moltitudine di tovaglie distese a terra, circondate
da variopinti buffet delle più prelibate e moderne
specialità digitali.
Questo sistema
permetteva finalmente agli amici di trascorrere del tempo insieme, dopo
l’essere stati separati dalla frammentaria assegnazione dei
posti
tra gli spalti: il gruppo si era riunito attorno
all’accampamento
centrale, ovviamente quello degli sposi, e Suzie spalancava gli occhi
«Davvero avete fatto questo? Sono senza
parole…» e
Rika rispondeva «Le parole conservale per quando parlerai con
i
tuoi: ovviamente, dopo che avrà finito tuo
fratello…» lanciando un’occhiata
affettuosa ad
Henry…
…il quale
commosso, si accingeva ad indossare le cuffie per poi rivolgersi al
display «…papà…
…riesci a sentirmi?!»
Wong dall’altro
lato boccheggiava «…l-l’immagine non
è
nitida! La linea è disturbata, ma
l’audio…la tua
voce!» e il ragazzo si affrettò a precisare
«Sono
Henry, papà!!...(canzone: Gigi
D'Alessio - Dentro un cinema (strumentale) )
…sono proprio
io…tuo
figlio!»…«HENRY!!...figliolo, non
potrei mai confondere la tua voce neanche attraverso un computer
distorto!»…«Sono io, ti sto parlando!
Caro
papà, come…come state…?»
Henry cadeva in
ginocchio di fronte a quel pc portatile. La voce di suo padre replicava
«Io…bene, tua
madre…è-è qui accanto a
me ma non riesce…a dirti nulla perché le lacrime
glielo
impediscono! Lacrime di gioia nel sapere…finalmente che stai
bene, che sei sano e salvo!»…«E
che…»
accennava Henry asciugandosi gli occhi «…e che sto
per
tornare papà. Che presto inizierà una nuova vita,
per
tutti noi.»…«Oh
Henry…»…«Papà…mi
dispiace
tanto! Se la mamma mi sente…
…mamma, mi dispiace di avervi fatto tanto
preoccupare!»
«…figliolo…»
riuscì a dire la signora
Wong con un filo di voce, aggiungendo piena di tenerezza
«…sei ancora come quando eri bambino, e ti scusavi
per
essere tornato…cinque minuti più tardi, ed averci
fatto
stare in pena!»…«”Cinque
minuti”…mamma…
…non sono il tempo in cui ho tenuto sospeso il vostro animo,
non
sono dieci anni! Dieci anni…
…di
silenzio, in cui vi ho chiuso le porte del mio cuore e non mi sono mai
mostrato per quello che ero! Ma adesso sarà
diverso.» Il
padre riprese parola «Ah, non devi scusarti figliolo, la
colpa
è stata soltanto mia! S-Sono stato…
…un
mascalzone, soltanto io, con la mia decisione ti ho
strappato…il
tuo amico dalle braccia, e ti ho costretto a fronteggiare un dolore
troppo grande, per l’età che avevi! Le tue fragili
spalle
da ragazzino…non meritavano di essere gravate da un simile
peso.»
Ma quel
figlio dai lineamenti nobili e gli occhi pieni di bontà
scuoteva
il capo «T-Te lo dissi già allora…e te
lo ripeto
adesso col cuore pieno di nuove consapevolezze: non fa niente, non
è stata colpa tua! Cercasti solo di agire per il nostro
bene…ed ora…è tutto
passato…»
…mentre
le lacrime «U-Ugh…» di
quell’uomo con gli
occhiali e dai capelli brizzolati finivano per scolare sulla tastiera,
a dispetto dei suoi riguardi da esperto verso gli apparecchi
elettronici. Sua moglie provvedeva ad asciugargli gli occhi con il
fazzoletto, rinunciando a farlo lei stessa, mentre Henry confessava
«…sono qui a Digiworld, papà! Ogni
malinteso
è chiarito, ogni distanza…è stata
colmata:
Terriermon è sulle mie spalle! Il mio amico
Digimon…si
è addormentato, dopo che abbiamo guardato insieme Rika e Ryo
sposarsi, e-e ci siamo scambiati…i commenti sulla cerimonia!
Sono di nuovo a Digiworld, papà, assieme a Terriermon! Dopo
dieci anni! Ti rendi conto…?...e-e Rea è
laggiù in
fondo…
…con Benji, papà! Con nostro figlio, sta
aspettando…che si addormenti, mentre mia
sorella…»
scambiandosi con lei un sorriso pieno d’affetto e commozione
«…uhm, è qui e sta fremendo di
riabbracciarti,
anche virtualmente. Vuole riabbracciarvi entrambi, solo
che…quel…piagnucolone del fratello maggiore la
sta
facendo lunga, e non la finisce più! Vi basti
sapere…
…che ora finalmente sono felice! Sono a
Digiworld…con la
mia famiglia, con le persone che amo di più, e presto
torneremo!
Saremo tutti insieme…
…avete fatto bene ad unirvi in associazione voi
genitori…continuate a sostenerci…
…recuperiamo quel futuro che ci è stato
sottratto…» pronunciò con voce
gentile…
I coniugi
Wong al di là del video si abbracciarono in un pianto di
gioia:
lui sorrideva «…ecco: finalmente ora
l’immagine si
è assestata, riesco a vederti nitidamente, figlio mio. E non
c’è immagine più bella…della
tua
felicità, credimi.»
Le mani
dei suoi tre colleghi informatici scivolarono sulle spalle sue e di sua
moglie, che furono confortati dai loro sorrisi.
Henry si
rialzò «Uhmuhm!...e per me, del mio nido. Ah!
Salutami i
pionieri digitali. Vedo che siete assieme. Anche loro ne fanno
parte…» per poi darsi il cambio con
Suzie…
…e
raggiungere la moglie e il figlio. Terriermon mugolava
«Mmm…Henry…h-ho sentito la voce di tuo
padre, stavo
sognando?» Il ragazzo sorrise e lo carezzò
«…uhm, continua a dormire Terriermon, è
tutto a
posto: presto…non sarà più un sogno,
poiché
saremo di nuovo lì…» indicando il globo
azzurrastro
che li sovrastava decorato dai fuochi, verso il quale Terriermon
rivolse lo sguardo prima di richiudere gli occhi, serenamente
aggrappato alla schiena del suo domatore…
…ma
ignoravano che in un luogo remoto e nascosto, la barriera attorno a un
muro di rovi sfumava in tante piccole scintille lucenti. Il rombo di
un’auto sportiva spaventava una moltitudine di Digignomi
«Il grande momento è arrivato,
Starshipmon!»
declamava il ragazzo al volante, e sua sorella che gli sedeva al fianco
affermò «La barriera non esiste più,
possiamo
tranquillamente dichiarare che la terra è
nostra!»…«Raggiungeremo la vetta
più alta
della piramide, vedrai, nessuno potrà fermarci! E quando la
nostra ascesa sarà compiuta…
…Scratchmon ci guarderà dal basso, e
tenderà le
sue zampe come quando desiderava del cibo!» La ragazza
spaziale
assottigliò lo sguardo «Non aspettiamo
oltre…andiamo, fratello.» ed il ragazzo dal
turbante
avorio spinse sull’acceleratore con tutta la forza che aveva
«Inizia l’epopea!!!»
L’Infernomobile si lanciò contro il muro di cinta
del
limbo, ma quello che assomigliava ad un atto insano e suicida in
realtà permise all’automobile di penetrare nella
rete, in
cui sfrecciava tanto veloce da assomigliare ad una cometa di
fuoco…che puntava decisa verso il globo azzurrastro (fine-canzone)
«Amore…sei tu?» accennava Jeri, di
spalle, parlando
al cellulare nel giardino che circondava la torre
«Ma…che
cos’hai, la tua voce è strana!...
…io? Sì sì…
…certo: tutto…esattamente come previsto! Abbiamo
ritrovato Midramon…il figlio di Cyberdramon, e stiamo
tornando.
Uh, dico “abbiamo”
perché…all’ultimo
momento, Snowhitemon ha deciso di seguirmi: vedi lui non è
come
te, non si fida…» volgendosi appena
«…mai
completamente dei miei progetti. E così ci siamo ritrovati
assieme. Ma…dimmi tu, piuttosto!...
…Rika & Ryo si sono sposati…? Ah, non
dirmelo, quanto
mi sarebbe piaciuto esserci!! Solo che…tu puoi capirmi, non
potevo trascurare questo dovere. Giusto che ci sei puoi avvertire
Cyberdramon: perché presumo…
…che si trovi lì assieme al suo domatore.
Cosa?...non lo
avete visto? Oh, è molto strano…»
«Jeri…ti ho chiamata anche per dirti una
cosa.»
mormorava Takato in una serietà impenetrabile, mentre si
passava
una mano sul viso che riportava evidenti segni del pianto
«…devi sapere che ho appena avuto una notizia da
Cyclemon
e…
…
…il mio fratellino è morto.»
«Ahhh!...
…
…cosa, come…?»
«Sì, hai capito bene,
e…adesso…per
giunta…» spiegava Takato camminando fra le rocce,
sotto lo
sguardo appenato delle due sorelle digitali, una accanto
all’altra «…quando torneremo sulla terra
ci
dovremo…ingegnare circa un modo per…»
…scorrendosi di nuovo la mano sul viso, e poi lungo i
capelli
«…per far sì che la sua anima possa
raggiungere il
cielo, visto che non ha perso la vita adesso...» chiudendo
gli
occhi ed ammettendo «…quello che io ho conosciuto
era
già il suo fantasma.»
Jeri si
portava la mano al petto, fra le pieghe del pareo da mare con cui si
era avvolta a causa della distruzione del suo abito
«…è…terribile, amore
mio!...non so…
…davvero che dire…»
«…non dire niente…
…so che mi sei vicina.» pronunciò
profondo e lento
il ragazzo, il cui sguardo fissava un indefinito orizzonte
«…qui non c’è da parlare.
C’è
solo da agire.»
«M-Ma adesso come faremo? Se noi domani partiamo!»
«Cyclemon…mi ha poi detto che non vi sono
tracce…
…a Digiworld…dell’anima di Nakao:
l’unica
spiegazione è che abbia viaggiato sulla terra. Molto bene:
non
appena io sarò di nuovo lì…mi
attiverò
immediatamente per quella che…
…a conti fatti…è rimasta la mia ultima
missione
come suo fratello maggiore. E cioè aiutarlo…a
sparire per
sempre da questo mondo. E a raggiungere la pace…
…lui che può farlo.»
«…Takato…
…non parlare così, senti! Aspettami. Aspettami,
d’accordo? Io…
…sto per arrivare. Abbiamo già chiamato il
taxi.»
«…fai con comodo…
…volevo solo avvertirti. E confesso che ero anche
preoccupato
per non averti sentita. E…
…
…ed inoltre avevo bisogno di sentire la tua voce, per
recuperare
le forze. Ci vediamo al tuo ritorno…» adagiando un
bacio
sul cellulare...per poi richiuderlo lentamente.
Diamon
avanzò verso di lui «Takato va a dormire, uh? In
questo
momento…non è il caso di partecipare a un
banchetto
nuziale, scusiamoci con tutti
e…»…«E invece
è assolutamente necessario partecipare a un banchetto
nuziale,
Diamon…»…«Come?» si
sfiorò le
labbra costei, ed il ragazzo enunciò «E’
di
fondamentale importanza che nessuno si accorga di quello che
è
successo, io…non voglio divulgare la notizia. Rika &
Ryo si
sono appena sposati…
…bramiamo
questi momenti felici come...gocce di pioggia, per un popolo assetato:
ognuno di noi ha il dovere di rispettare quelli degli
altri…e
tutelarli, affinché siano più lunghi possibile.
Senza
questi, cos’altro più ci
rimane…?»…«Ohh…»
indietreggiò la ragazza dal volto di diamanti, e Takato
aggiunse
«Se fosse possibile ti chiederei…il grande favore
di non
dire niente a Kazu.» al che intervenne Cindermon, chiedendo
con
discrezione «Ma Takato, sei sicuro che sia una buona
idea?!»
Il ragazzo
accennò un’espressione di premura
«…domani ha
l’incoronazione…e…
…ha
aspettato e patito tanto.» dando loro le spalle «Vi
prego,
fatemi avere qualche riguardo verso i miei amici! Per mio fratello ora
io non…potrò
più…averli…»…«D’accordo,
come vuoi!» si affrettò a rispondere Cindermon,
volgendosi
poi verso la sorella in un’occhiata esortativa.
Takato
nonostante tutto, quella volta sembrava non volerla dar vinta al
dolore. Anzi, si sforzava per raddrizzare la sua schiena, e rendere
parola dopo parola la sua voce più credibile e stabile
«Cindermon…!»…«Sì?»
venne
avanti lei aggiungendo «Dimmi tutto quello che posso fare per
te.» ma lui le raccolse la mano «…per
carità,
hai già fatto tanto. Senti, solo…»
abbassando lo
sguardo «Avanti Takato, dimmi! Ti assicuro che io ti
aiuterò!»…«Mi imbarazza
chiederti
dell’altro, sei già
stata…così buona, ma ho
bisogno che tu mi dia una mano, ora, al
banchetto.»…«Sì,
ebbene?!» fece lei
volenterosa «Ascolta, io…ho bisogno che i miei
amici non
si accorgano…che ho pianto e che sono a terra. Tu
sei…una
principessa, avrai relazioni diplomatiche: per favore!...puoi portarmi
un po’ in giro a conoscere qualche Digimon, presentarmi
qualcuno!
Fa che intavolino…lunghi, e infiniti sproloqui, ma ti prego
immergiamoci nella folla così che nessuno possa pormi quella
domanda fatidica: “come stai”…mi hai
capito? V-Vuoi
che ti rispiego?»…«Eh? No, no!...ho
capito!...
…sì,
s-sì, va bene io…posso provare! Ma certo,
possiamo…fare così, in fondo chi ce lo
impedisce?»…«Grazie.»…«Andiamo
un
po’ qua e un po’ là, con la scusa che io
sono la
figlia di Cyclemon, no?! Facciamo un po’ di pubbliche
relazioni!» volgendosi anche verso la sorella, che fece
«Certo!» e Takato sorrise grato
«Grazie…» estraendo dalla tasca uno
specchietto, e
passandosi del correttore attorno agli occhi, affinché il
delicato scorrere del suo dito sfumasse l’arrossamento
«…continueremo in questo modo
finché…non
sarà tardi, e l’alcol e il sonno finiranno il
lavoro, per
i miei
amici.»…«D-D’accordo!»
fece
Cindermon battendosi un colpo sul petto «Conta pure su di
me!»…«…grazie come
sempre…»
sussurrò lui sfiorandole la mano con una carezza, per poi
allontanarsi mentre lei non cessava di fissare con apprensione la sua
schiena «Ah, Cindermon!» riprese lui, volgendosi
appena
«…prima ho sentito quello che hai detto: ascolta,
non
sai…quanto mi dispiace che proprio tu più di
chiunque
altro debba esserti sorbita le mie scene. Che proprio tu sia stata
presente alle tappe…più dolorose della mia vita.
Capisco
che non dev’essere stato
facile…»…«No,
ma io!...aspetta, Takato!» tese la mano, ma il ragazzo, che
aveva
pronunciato quelle parole sinceramente spoglio da qualsiasi intento
accusatorio, si era già avviato.
Diamon si
accostò alla sorella, la quale si confidò
«Mi
dispiace che abbia sentito quelle cose, io…non volevo dirle,
non
intendevo…!!»…«Lo so. Lo so
Cind, ma credo
che anche lui lo sappia. Lo hai visto…come si appoggia a
te.»…«Sì,
però…!!...
…però lui adesso crede di essere un peso, e per
me non
è così!! Pensa che io stia facendo tutto
questo…dall’alto della mia grande
MAGNANIMITA’
principesca, e invece non è vero! Perché
io…
…faccio tutto questo perché lo voglio.
Perché
semplicemente lo voglio…» affermava con voce
sottile e
sguardo simile a quello di un cucciolo «…lo so,
sorellina…
…coraggio, andiamo anche noi.»
Jeri nel
frattempo abbassava lentamente il cellulare…ed una sagoma
alata
giungeva alle sue spalle «Per quanto ancora hai intenzione di
ingannarlo…?» ma Jeri si volse di scatto
«Io non lo
sto ingannando!!...
…io
Takato lo amo!»…«Certo, era per questo
che stavi
romanticamente cenando, a lume di candela con
Cyberdramon!»…«Che cosa
c’entra?! Sai che per
quel Digimon non provo altro
che…»…«…odio e
disprezzo?! Sì,
me ne sono appena accorto…
…e per
Takato che cosa provi…?» Jeri gli volse nuovamente
le
spalle, ma lui era come se riuscisse a vedere la sua espressione
indignata «E’ quantomeno sicuro che gli
dispiacerebbe, e
molto, sapere cosa fa la sua fidanzata quando dice che va a recuperare
eroicamente i figli degli altri Digimon!!» sollevando il
piccolo
Minidramon, ancora tramortito. Jeri esplose «Te ti azzardi a
dirgli qualcosa io!!...»
…si
fissarono negli occhi, e Snowhitemon alzò il sopracciglio
«…tu…?»
…ma tra
la rabbia sul viso della ragazza sembrò insinuarsi una
sfumatura
di pena «…t-ti prego, Snowhitemon!...
…basta,
torturarmi! N-Non capisci che sto veramente
male?!»…«…no: sinceramente
non capisco. Che
cosa ti manca? Hai un ragazzo che ti ama, e che DICI di
amare…»
Jeri lasciò
andare le braccia con frustrazione, per poi tornare a esclamare
«…lo so, ma a me non basta!! Io voglio un Digimon,
capisci?! Ho bisogno di un Digimon per sentirmi sicura, per essere una
volta per tutte al pari degli
altri!!»…«E
Beelzemon?!» sbottò il minotauro «Con
lui cosa
intendi fare, non avevi detto che volevi chiedergli perdono, che eri
intenzionata a ricominciare da capo e a seppellire il passato?! Le mie
orecchie ricordano di averlo udito…proprio dalla tua
voce.» ma a quel punto il volto di lei si tinse
d’astio
«Ma forse la tua memoria non ricollega che si trattava
proprio
della sera…»…«In cui vi siete
messi insieme
con
Takato?!»…«…!!...sì,
e in cui sono
anche biodigievoluta!! Disgraziatamente…!!»
Snowhitemon
tacque, cercando di decifrare i sentimenti di quella ragazza che aveva
di fronte, e alla quale tante vicende lo avevano legato.
«Non
capisci che la digievoluzione al fianco di Beelzemon mi ha resa
orribile?! Io…sono perseguitata dal fantasma di quella
creatura
in cui mi trasformo quando mi unisco a lui in battaglia, diametralmente
opposta…!!...a tutti i Digimon, angelici e celestiali, che
non
ho fatto che sognare, in tutti questi anni! E che mi vedo apparire
davanti uno dopo l’altro nelle digievoluzioni dei nostri
compagni, perché io no?!!...PERCHE’ io devo sempre
essere
diversa dagli altri? Non lo capisco!!...
…e non lo accetto…
…sì, per questo che volevo te come Digimon!
E’ per
questo che ho fatto il filo a Cyberdramon! Per questo, e
cioè
perché Beelzemon…
…lo
rifiuto come mio Digimon, ne voglio un altro corrispondente ai miei
sogni!! Non che rifletta i miei brutti ricordi! Ne voglio uno
all’altezza dei miei compagni…
…e
del mio valore: ah! Quella mezza calzetta del povero vecchio Impmon di
certo non può starmi al pari, la sua aria da metallaro
è
soltanto una facciata per un’indole debole e indecisa, di
sicuro
non può accoppiarsi a tutta la mia risolutezza e
determinazione!
Sì…io so perfettamente quello che voglio e lo
ottengo
sempre!!...al mio fianco…può stare solo un
Digimon
altrettanto potente e deciso, e
che…»…«E che
ti serva nei tuoi
scopi?!»…«Uhm?!»
Snowhitemon la fissava «E’ questo che vuoi, Jeri?
Vuoi
sfruttarci per i tuoi piani, come facevano i nemici delle serie
animate?»…«…io voglio
semplicemente quello
che mi spetta!! Per aver perso Leomon, e per aver così tanto
sofferto! E così tanto
atteso!»…«Pensi di
essere l’unica? Ad aver sofferto…
…e
atteso?!» Jeri non ribatté…ma neanche
piegò
il suo sguardo di sfida…
«E
quel che più mi farebbe ridere…se non mi facesse
piangere…e che tu speravi di trovarlo in me. (canzone: H
& Claire - You're a love song) Jeri, ma mi hai
guardato?! Ti sei mai posta…
…anche una minima domanda sul mio conto, da quando mi hai
rincontrato? Ti sei mai interrogata su come possa essere andata la mia
vita…e come abbia potuto cambiarmi? Ti lamenti di
Beelzemon…
…ma non ti sei accorta…che io…altro
non sono che
un povero disgraziato…che ha cercato di recuperare qualche
frammento di allegria, dalla sua vita ai margini?...
…hai mai osservato le pieghe sotto ai miei occhi per
constatare…che non ero più il piccolo
giocherellone di
allora? Adesso sono…uno qualunque! Uno a cui hanno detto
mille
volte che la vita sono solo problemi, e delusioni. Uno che altrettanto
porta nel cuore i suoi ricordi più cari…
…e i suoi amici…» scandì
particolarmente
incisivo «…e che come tutti è una
bilancia che
propende a volte verso il baratro a volte verso la luce! Chi
può
sapere quale prevarrà alla fine del cammino…ma
nel
frattempo mi arrangio a fare del mio meglio! Eppure quanta fatica,
certe volte. I miei occhi…Jeri…
…portano il segno dei giorni comuni. Di chi vive in attesa
dell’amore: un amore…che sembra non arrivare mai,
ed altre
volte infrangersi in pezzi!!» ma Jeri lo prese per le spalle
«Snowhitemon, tu sei un Digimon fantastico, non ti rendi
conto
del tuo potenziale?! Saresti in grado…di tramutare in
realtà i sogni di una domatrice che volesse al suo fianco un
grande, come le più celebri leggende digitali!» ma
lui si
distaccò con diffidenza «…ti rifiuti
dunque di
guardarmi negli occhi? Ti basta solo che io abbia…un paio
d’ali bianche anziché nere?!» ma lei
insisteva
«Se decidessi di allearti con me conquisteresti di certo
molto
prestigio: pensaci, Snowhitemon!»…«MA LO
VUOI CAPIRE
CHE NON MI INTERESSA IL PRESTIGIO?!» gridò tanto
da
spaventarla, e indurla a ripararsi «Per me contano i
sentimenti,
Jeri! Io non…
…!!...non…!!»…«Snowhitemon!»
Ma una luce lo
avvolse, generando un’esplosione di piume bianche. Jeri si
parò da esse, e quando la luce si fu diradata…
…lei raccolse Midramon da terra…
…e
contemplò le piume adagiarsi malinconicamente
sull’erba
del giardino, a circondare un piccolo Digimon
«Calù! Io
non sarò mai per te quello che Guardianmon è
stato per
Violetta.»
«Ahh!!...ancora con questo paragone?! E’ assurdo,
io non ho
niente a che fare con quella spregevole donna! Basta metterci a
confronto: una criminale digitale, una distruttrice! Quando io sono una
domatrice di Digimon della schiera epica, ed ho dei diritti! Pretendo
che mi sia dato ciò che mi sono faticosamente
guadagnata.»
«Se tutti potessero ottenerlo, io allora,
calù…
…avrei diritto ad avere il tuo amore. Ad avere
l’amore di
quella ragazza…che ho tanto sognato per lunghi anni, e che
cerco
ancora nella nebbia del presente. Perché mi sembra che sia
svanita, calù!...
…mi sento perso, come quando mi avevano rapito, e mi ero
smarrito per
Digiworld.»…«Calumon…»
lei
si volse con reticenza, a metà fra il dolore e
l’orgoglio…ma questo sembrava prevalere
«Sei tu che
rifiuti di accettare le mie offerte. Non ti rendi conto che
è la
scelta sbagliata!»
«Io non tradirei mai Beelzemon, calù!!
Perché anche
un burocrate può conservare nel cuore la fedeltà
verso i
suoi amici!! Non farei mai a lui quello che tu hai fatto a
Cyberdramon!!»…«Cyberdramon ha scelto da
solo la sua
via, te l’ho già detto! Hai visto con i tuoi occhi
come si
è comportato, e tu sei uno sdolcinato se pensi che in questo
mondo tutti meritino un'altra possibilità! No...ognuno deve
ottenere quello che si merita, è l’unica maniera
perché ci sia finalmente giustizia! Un padre…che
lascia
suo figlio deve morire da solo, una creatura che uccide merita di
essere cancellata!! QUANDO TI DECIDERAI A CRESCERE?! Nonostante le tue
rughe ragioni ancora come un bambino! Non capisci che se il mondo va
male è per colpa di quelli come te?!»
…sulle rughe di Calumon scorrevano lacrime
cristalline…
…mentre Jeri lo fissava con rancorosa amarezza
«…se
davvero mi stimassi come dici allora dovresti essere dalla mia parte e
sostenermi!» voltandogli le spalle
«Anziché
sommergermi di critiche.» ma lui gridò con tutto
il fiato
che aveva «TU SEI IN ERRORE!!» nel prevalere della
sua
antica voce squillante sull’arrochimento degli anni
«Non ti
rendi conto che il tuo modo di ragionare è sbagliato?! Il
tuo
modo di giudicare gli altri, e di calpestare i loro sentimenti ti
stanno cambiando, calù! E stanno portando via…la
mia
Jeri, la mia amica!»
La giovane
avanzò «Jeri è solo cresciuta: la vita
l’ha
colpita con tanta insistenza che è riuscita a temprarla! Ora
lei
più finalmente ottenere…tutto ciò che
vuole, basta
che punti il suo obiettivo! Non le occorrono più amici che
la
confortino, e accorrano a salvarla! Adesso…è lei
che si
prende tutta la scena!»…«No, questa non
sei tu,
calù!!»
E quando
udiva quel verso, un rimpianto dal sapore malinconico penetrava il
cuore della ragazza, ma lei non voleva cedere.
«…e il modo in cui parli…mi spaventa,
ti giuro che
mi fa paura!» esclamava Calumon «Nemmeno i cloni
malvagi
che il D-Reaper creava con la tua immagine sono mai riusciti a
intimorirmi! Ma questo strano effetto che ha su di te la vita ci
riesce, calù! Mi sento…s-sperduto, mi tremano le
gambe!» finendo per cadere a terra, nel ritirarsi drastico
delle
sue orecchie «…e-e avrei voglia…solo di
scappare
lontano!»
...su quelle parole, si udì una frenata «Signori,
il taxi
che avete chiamato!...
…ehi, non vorrete star lì piantati?! Io ho altre
chiamate
dopo la vostra!»
Jeri
alzò il suo sguardo dalle lacrime, e senza il coraggio di
guardarlo se non con la coda dell’occhio, procedette in una
tacita esortazione a seguirla.
Calumon esitò, circondato da piume bianche, sollevando una
di
esse «…già, calù. Queste
sono le piume della
vita. Le piume dei nostri sogni! Forse accade questo quando una
creatura li perde tutti: regredisce, e si fa indifeso. Come noi
Digimon. Calù!» per poi muoversi rapido verso il
taxi…
…lasciando cadere quell’ultima piuma, che il vento
trascinò via assieme alle altre (fine-canzone)
Presso il
banchetto nuziale, la diretta con la terra continuava con la signora
Akiyama sul display «Ma…senza dire niente, neanche
una
parola!!! Tutto deciso così in fretta, senza dare una
voce!» recriminava con voce gemente, alla quale si
sovrapponeva
il tono spigliato di suo figlio «Cerca di capire, mamma,
eravamo
a Digiworld, eh! Nei…bassifondi della rete, qui senza
neanche
tirare in ballo il fatto che siamo grandi, ormai! E certe decisioni
saremmo pure in diritto di prenderle senza i genitori a ficcare il
naso!»…«Ah!» la madre si
buttò indietro
come chi muore d’un colpo improvviso, ma mentre la nonna di
Rika
cercava di rianimarla «Signora? Su, non faccia
così…» sua figlia Rumiko sorrideva
«Non
badarvi, Ryo: per quanto ci riguarda…non poteva farci
più
felici pensare proprio te al fianco di nostra
figlia!»…«Grazie!» sorrise il
ragazzo
«Sono onorato!» La suocera replicò con
dolcezza
«E spero che noi lo saremmo presto di avervi a casa per
festeggiare, così potremo salutare anche…il tuo
adorabile
draghetto.»…«S-Senz’altro! Un
giorno di
questi…» rispose lui con ovvia titubanza, e poi a
suon di
inchini «Ops! S-Scusatemi tanto, cara suocera
e…c-consuocera, bis-suocera come si dice, la nonna di mia
moglie, che diamine, non mi viene!»
Rika
accanto a lui si lasciò scappare un sorriso, e il ragazzo si
congedò «Qui ci sono alcuni Digimon che mi stanno
facendo
cenni vari con le zampe, ho come il vago ricordo di aver salvato il
loro villaggio, per cui con
permessoooo!»…«Vai
pure.» lo salutò Rumiko, ed in effetti alcune
creature lo
puntarono «Ryo, delinquenteee!!!» Lui
d’altro canto,
spalancando le braccia «Bandito!!...credevo ti avessero
arrestato!...
…beh io avevo letto di un tuo processo,
eh!»…«Azulongmon ha concesso
l’indulto per
l’arteriosclerosi.» e così via. Rika
così
salutò alcune Togemon (celebri cactus con i guantoni, che la
domatrice strinse) «Tanti cari auguri. E grazie per il
regalo!»…«L-La pianta è di
vostro gradimento,
Regina dei Digimon?!»…«Certo, io adoro i
cactus!» sistemando il vasetto «Lo metteremo nella
nostra
casa, non appena ci saremmo un po’
riorganizzati…!»…«Ricordatevi
che dovete
annaffiarlo due volte al
giorno!»…«Sì…(!)»…«Oh,
ma ve l’ho detto che siete…davvero splendida?!
Così
bella, pura…!!!» al che Rika
«Mmm…!»
alzò gli occhi in un’allusione velata di ironia, e
le
cactus ancora «Chi ve l’ha confezionato il
vestito?!»…«…le
Floramon…?»…«…sopraffino!
Ricordatevi
di noi,
Regina!!»…«Senz’altro...!!...
…e come posso evitare…» aggiunse fra
sé,
replicando (in quella che doveva essere l’ennesima volta
nella
serata) il gesto di aggiustarsi l’ampia gonna
dell’abito e
rigirarsi su quella tovaglia di cui le restava un ritaglio sempre
più piccolo, fra i regali ad accerchiarla
«Ihm!!»
per sbaglio urtò il cactus, ma riuscì ad
afferrarlo
«…per carità, se si rompe
questo…poi chi le
sente…» finendo per…gattonare, in modo
non molto
consono ad una sposa, per farsi strada verso il computer. Henry
passò da quelle parti «Ahahah! Sposa, che
fai?!» e
lei in tutta risposta «Ricomincio dalle origini!»
Giunsero
anche Kenta e Kazu, quest’ultimo esclamò divertito
«Ti hanno sommersa?» e lei sollevò un
raffinato
piatto «Ne volete un po’? Questi sono
il…non plus
ultra del settore delle ceramiche, o come cavolo si chiama: sono
disposta a spartircene, quando vi sposate anche voi!»
Ma più di
un Digimon si volse perplesso, e Rika mormorò interdetta
«…che mi hanno sentito?...no perché se
a questi gli
offendi certe cose apriti cielo.» Kenta ironizzò
«Vedi? Essere circondata da abbondanza e non saperla
apprezzare?» e Kazu «Sempre la solita,
andiamo!» Rika
esclamò «Ti ci metterei a te qui, al mio
posto!»…«Ahahahah!»
…per poi lasciarli andare con un sorriso, e seguitare il non
facile attraversamento a carponi, condito con qualche «Uhm
(!)
» rumore di cocci, e spavento di troppo. Ma alla fine, eroica
come sempre, riuscì ad aggrapparsi al portatile per poi
aggiustarsi l’abito con gesti un po’ spicci
«Allora…! Uff! Mamma, credo che sia arrivato il
momento di
accantonare i preamboli e sbattere il muso sulla realtà:
parliamo di soldi, premesso che la roba alle mie spalle non possiamo
rivenderla, è fatta di dati! Com’è la
situazione?...» assumendo uno sguardo più maturo
«…nuotate in acque tanto torbide da quando me la
sono
svignata qui a fare la bella sposina?»...«Oh, non
devi
preoccuparti Rika.» rispose la madre continuando
«Te
l’avevo detto che ce la saremmo cavata e così
stiamo
facendo.» La nonna aggiunse «Himi ha un nuovo
lavoro.»…«Cos-Come?!»
sussultò Rika, ma
il velo strattonò alcuni regali con cui si era impigliato
«Oh mio Dio!!» Ryo però intervenne
prontamente ad
evitare il crollo «Hop!...cara: devi stare attenta, qui
c’è il patrimonio di Digiworld, se ne rompiamo uno
poi il
mutuo per la casa ce lo possiamo anche sognare-acc!! Ma…da
dove
viene questo cactus?! Mi sono
punto!»…«Dalle Togemon
là in fondo! Insomma, dicevi nonna...Himi un nuovo lavoro?!
Questa storia non mi piace affatto, ma…che genere di
lavoro?!»…«Non lo so!» fece la
madre, e la
nonna «Pare abbia incontrato un signore che le ha dato un
lavoro.»…«”Un signore, che le
ha dato
un…” dove è adesso Himi?! Voglio
parlarci, è
a casa?!»…«No, tesoro: è qui,
è
arrivata da poco. Ed è ansiosa di vederti con
l’abito
bianco!»…«Molto bene nonna, chiamala!
Altro che il
bianco dell’abito, io le faccio vedere il nero della mia ira
se
scopro che per trainare la baracca ha accettato
un…!!»…«C’è
una novità,
Rika.» disse la madre, e la figlia spalancò quegli
occhi
lilla che aveva in comune con lei. La nonna bisbigliò
«Ptsss…devi sapere che purtroppo Himi si
è separata
dal marito. Anche per questo che abbiamo avuto un po’ di
respiro:
meno bocche da sfama…» ma l’arrivo della
dinamica e
mora Himi troncò il discorso sul nascere
«Eeeehiii, stella
splendente!!!»…«…ltro che
stella splendente
io ti ci faccio volare, fino alle
stelle!!»…«Caspita: si vede subito
l’effetto
del matrimonio!! A-A parte che sarei io che mi dovrei ritenere offesa
che così, di punto in bianco, in un mondo che “si
dice” informatico tu ti sei messa un anello fatto di dati, e
tutto questo all’insaputa delle vecchie amiche!!»
Himi era
scherzosa, ma Rika fissò il suo anello con un pizzico di
senso
di colpa «Ahhh, animo, che cos’è quella
faccia, sto
scherzando!!»…«…mmm, Himi io
non sto
scherzando affatto: ptsss…!
Ah!!»…«Ehi
attent-ATTENTA, la solita: ti porti via tutti i regali di
nozze!!»…«Himi ma che lavoro hai
trovato?!»
cercò Rika di bisbigliare (ma le fatine Lilymon che
passavano si
domandavano «Chissà di che lavoro sta parlando la
Regina
dei Digimon…») «Ptsss, qui Himi non si
può
parlare in paceee…» smaniava Rika reggendosi il
velo e
guardandosi attorno, mentre Himi apriva le braccia «Beh? Un
lavoro, che vuol dire “quale lavoro”? Un lavoro
come un
altro!» ma l’altra incalzò «Un
lavoro come un
altro dei nostri?!!» con sguardo eloquente
«Mah…» fece Himi, mentre una Floramon
sbucava
chiedendo «Quali?»
…ed
accrescendo l’imbarazzo di quella sposa che non trovava pace
con
il velo. Ma la pace gliela diedero le parole dell’amica
«Sei incorreggibile Rika, anche da Digiworld, anche il giorno
del
tuo matrimonio, anziché pensare a goderti il tuo
banchetto…ti preoccupi per noi. Sei una cara
compagna!»…«…ma come potrei
evitare, Himi!!
Già siete stati così pazienti ad accettare che
partissi!»
Himi
sorrideva bonariamente «…sto sostituendo il
portiere del
palazzo in cui abitavo, perché indovina che gli è
capitato? Un incidente. E chi c’era lì disposta a
tutto
per qualche spicciolo? Ma la sottoscritta, ovviamente! Rika…
…non è un granché e lo sa soprattutto
la mia
schiena, ma ci si accontenta, e questo non debbo di certo spiegarlo a
te: sei la prima che me l’ha insegnato, ti ricordi? Io un
tempo
ero preziosina. Tu mi hai fatto capire che…quando
c’è la famiglia di mezzo uno ci si deve arrangiare
un
po’ con tutto.»
La sposa, oltre al suo velo, ne aveva uno di commozione
«…Himi tu non devi accollarti anche la mia, di
famiglia…»…«Ma chi dici!! Tua
madre mi ha
detto che tuo padre le passa
qualcosa!»…«Ah…
…beh, poi parleremo meglio, però voglio che tu
tenga bene
a mente: io ho promesso che insieme saremmo riuscite a spuntarla, e
così sarà, anche perché sto per
tornare!! Domani
arriviamo, e adesso inoltre…non saremo più sole,
c’è mio marito con me! La situazione di Ryo non
è
delle più facili…però, non
è escluso che
anche lui prima o poi possa trovare un lavoro, anche
semplice…ptsss, io lo conosco!...
…lui sembra darsi tante arie ma in realtà
è un
gran lavoratore, e non si tira di certo indietro di fronte alle
esigenze della vita.»
Ryo
stava sistemando il cactus e gli altri regali, e benché non
desse nell’occhio, la sentiva “…puoi
dirlo forte,
amore mio. Anzi, se proprio volessi saperlo…”
guardando
verso il cielo, ed il globo “…in questo momento
è
ciò di cui più ho bisogno: vita normale!
Rimboccarmi le
maniche…e fare un lavoro dalla mattina alla sera, anche
umile!
Spezzarmi la schiena per poi tornare la sera da te, di fronte al piatto
di una buona cena. Lavorare, e lavorare nel caos cittadino sapendo che
anche tu corri dall’altro capo della città, e come
due
puntini…ci incontreremo. Come un uomo e una
donna…ci
ameremo, come due persone comuni ci daremo appuntamento tramite un
telefono in cui non prende bene la linea. Tu un giorno sarai sclerata,
e io quello dopo insopportabile, però!...un bacio
guarirà
tutto, così sarà sempre.” mentre le sue
mani
scorrevano con una dolce premura fra quei vassoi e servizi da
tè, fra le plastiche e le carte accantonate
“…saremo come i nostri genitori prima di noi:
nient’altro che persone. Come vivevano gli uomini, prima che
fosse inventato Digiworld. Ora…che ho perso il mio
Digimon…” chinando il capo
“…la vita di un
essere umano è…
…semplicemente tutto quello che mi resta, la mia unica
ricchezza. E dire che qualcuno la disprezza…”
Indossando una giaccia, perché il vento di quella notte non
scherzava, gli bastava alzare gli occhi per vedere quella sconfinata
distesa di tovaglie i cui angoli volavano nei momenti in cui la brezza
intensificava, tempestati dalle quiete luci dei gazebo, a cui per
fornire illuminazione avevano applicato tanti Digignomi pendenti, che
visti da lontano sembravano bizzarre lampade dal moto festante. Ryo
scherzava con i Digimon che gli passavano accanto
«Ma…non
ho capito, cioè: quei Digignomi, li hanno impiccati? Ah no
respirano ancora! Perché mi sembrava che
cooooooOOOOf!»
con mani al collo, per terminare con una risata “Qui nessuno
può saperlo…ma queste sono le ultime occhiate del
domatore leggendario a Digiworld: molto presto, il segmento della mia
vita che ha riguardato questo mondo si chiuderà per
sempre.” volgendosi verso la sua sposa in abito bianco (che
come
sempre si strofinava le braccia poiché era troppo leggera)
“Quando domani tornerò sulla terra, le porte del
Digivarco
sbarreranno il cammino verso il mio passato: quando sentirò
il
loro rumore…saprò che sono diventato adulto.
L’infanzia…Cyberdramon, e le avventure di quel
ragazzino
col drago digitale diventeranno solo un ricordo. E loro due uno
spirito, che aleggerà fra luci simili a questi Digignomi
impiccati…” avanzando tra i regali, con una certa
agilità che non gli imponeva di gattonare
“…in
fondo…sono contento che questi Digimon possano ricordarmi
assieme a questa bella cerimonia: la festa, il cibo, e
l’allegria
qui intorno rispecchiano quello che sono stato. L’immagine di
questo sposo accanto alla sua bella eroina segnerà
l’epilogo della leggenda di Ryo
Akiyama…”
«Amore…mettiti la giacca: io domani non comincio a
scaldare la minestra a una moglie raffreddata,
eh!»…«Oh? Ryo…ma tu
allora?»…«A me lasciami perdere, sai che
ho i
muscoli! Io non mi ammalo mai!...
…ecciù!!» si allontanò dopo
essersi privato
con gran scioltezza della giacca appena indossata «Ryo ma si
può sapere una buona volta dov’è finito
Cyberdram-» ma Himi smaniava dal display «Rika
insomma, ti
stavo dicendo!!...
…io
l’ho mandato al diavolo quel nullafacente che si fingeva
zoppo
solo per farsi servire!!»
La sposa vide di
nuovo suo marito inghiottito da una nuvola di vecchie conoscenze
digitali, così capì che era inutile insistere e
tornò alla sua amica
«…ah…sì?»…«Beh,
quando ci
vuole ci vuole! Ah ma non fraintendermi, io non sono mica
triste!»…«Ma Himi…»
tastando fra i
pacchi dei regali fino a scovare il bicchiere e bere un sorso
«…è pur sempre finito un legame
importante,
c’erano di mezzo…tre figli! In questi casi non
può
evitare di lasciare un segno, anzi mi dispiace che sia capitato quando
io non c’ero ma posso assicurarti che anche
qui…!!...» con espressione eloquente
«…non si
fanno certo mancare casi del ge-» ma Himi sminuì
«Ahhhhhh, bando alla tristezza, in fondo…si chiude
una
porta e si apre un portone!»…«Meglio non
dirlo in
questo mondo: hanno tempi un po’ troppo lunghi per queste
cose!»…«Credo si siano sveltiti! A
proposito Rika
avvicinati, devi chiederti una cosa.»
Rika
posò il bicchiere (stando attenta ai pacchi traballanti) e
si
protese verso il video
«Sì??»…«Ptsss…
…ma si è separata anche la tua
Digimon?!»
La sposa
spalancò gli occhi «…e tu come fai a
saperlo???» ma proprio in quel momento giunse Renamon
«Rika…ci sono alcuni Digimon che chiedono di te.
Non ne
sono sicura ma credo siano amici di tuo
marito.»…«…eh…
…facciamo prima a dire chi non lo è, qui sono
tutti amici
di mio marito!» per poi volgersi verso il video, infilando
un’eloquente allusione «…parliamo dopo
Himi, ora
scusami!» L’altra molto sportivamente
«Tranquiiilla,
tanto domani tornate! Rika…non sai quanto sono felice,
credimi:
ho tali e tante novità da raccontarti, slurp!!»
sfregandosi le mani «…ti mozzerò il
fiato!»
Rika era
incerta su come intendere quelle parole, ma sorrise «Eccomi,
Renamon.» avanzando sottobraccio a lei come un antica dama
con la
sua ancella.
Il viaggio di
ritorno in taxi attraverso Digiworld fu permeato dal silenzio, e da
un’atmosfera oscura e opprimente. Calumon si sporgeva a
osservare
il volo delle sfere di polvere informatica che il vento innalzava. E
senza il coraggio di volgersi, e incrociare lo sguardo di quella
giovane che si tormentava le mani, avvolta in un pareo troppo leggero,
il piccolo Digimon poteva solo smarrire i suoi pensieri nella
desolazione di un terreno argenteo e arido, nell’abbraccio di
un
cambiamento meteorologico che prelude alla tempesta
«…il
ritornello di una vecchia canzone, calù. Nel momento
più
sorprendente affiora alle mie orecchie…
…Calumon insegue la
pallina sulla terra rossa di speranze. Si è
smarrito…
…ma il futuro non lo
spaventa. Egli è curioso di conoscere il mondo…di
esplorare la vita. E sa che presto avverà il
ricongiungimento
con i suoi amici…»
Il velo degli
anni che faceva roca la sua antica voce assomigliava ad una gabbia, che
con metalliche sbarre separa una creatura dal mondo. Provò
sottovoce ad accennare le note di quella canzone
«Com’era?
Calù…
…ro…
…rotoliamo insieme, dai…»
…attirando lo sguardo di Jeri…
«…come
due palline siamo noi. E se tu mi aspetterai…ci conosceremo
meglio, poi.»
Il volto del piccolo Digimon era serio e malinconico «Mi diverto ancora un
po’. Come una pallina rotolo. E vedrai ti piacerò,
anche se somiglio a un botolo…dai!»
L’ultima
parola fu un tintinnio, che morì bruciato nella vocale
finale,
dal fuoco degli anni.
Jeri provò a chiamarlo
«Calumon…?»
Ma lui non si
volgeva…le sfere rosate nella notte sembravano ipnotizzarlo,
e
seguitava a cantare «Canta
insieme a me vedrai, ci divertiremo un bel po’…»
Jeri non sapeva cosa
inventarsi per sentire meno freddo, e tener fermi i suoi capelli
«Calumon…te ne supplico, ascoltami! Dobbiamo
parlare…»…«E se giochi tu non
sai…cento-mille te ne insegnerò…
…mi sentivo solo ma…» e
qui gli occhi verdi di Calumon si abbassarono «…ora non lo sono più.
Dove corri? Vieni qua…resta assieme a calù.»
«Calumon…non ha senso questa guerra.»
ripeteva in
paziente supplica la ragazza «…dammi retta, essere
l’uno contro l’altro…non può
portare che
altro dolore. Io…!» ma Midramon gemette tra le sue
mani
«Mmm…ho freddo…» tanto che
lei cercò
di avvolgerlo come poteva col pareo. Per poi alludere a lui, quando si
rivolse al bianco Digimon «Che cosa…faremo con
lui, una
volta arrivati?»
Calumon tacque,
smarrì i suoi occhi nel cielo «…non lo
so…»
Jeri
spalancò gli occhi «...hai intenzione di dire agli
altri
quanto è successo?!» chiese intimorita,
sfiorandosi le
labbra e smarrendo lo sguardo attorno a sé
«…ti
prego…se lo farai mi metterai seriamente nei guai! Se tutto
ciò giungesse alle orecchie di Takato
lui…potrebbe
fraintendere le mie intenzioni!! Calumon…fra noi sono
successe
molte cose, è vero, ed io a volte…non mi regolo
con le
parole! Però…un tempo siamo stati amici. Non
so…» stringendo gli occhi, nel pronunciare quelle
parole
sofferte «…più come spiegarti la mia
situazione! Io
ho davvero bisogno di punti di riferimento…
…mio
padre mi ha trattata molto male in questi anni, ti assicuro che
crescere è stato un vero inferno. La mia vita era
desolata…come questa landa. Ora…ho fatto molta
fatica a
conquistarmi un mio mondo, un mio nucleo di affetti! Ti prego, non
mandarlo in pezzi…se…ancora mi vuoi
bene…»
E fra i pensieri di Calumon “Non so cosa fare…
…dovrei forse raccontare a Ryo che il suo
Digimon…è scappato in preda alla disperazione per
aver
aggredito Jeri…dopo che lei l’aveva provocato?! Ma
se
aprirò bocca…fra i Digimon Tamers esploderebbe
una bomba!
Tutti se la prenderebbero con Jeri…ed io…
…non voglio vedere i miei amici in conflitto…dopo
il
così lungo cammino percorso per ritrovarci. Io ho sempre
cercato
di tenere unito il gruppo…
…e
di proteggere Jeri, ora cosa dovrei fare? Voltare le spalle al mio
ruolo?!” «Calumon, ti supplico, ti chiedo solo una
risposta, ho bisogno di sapere ciò a cui stai
pensando!!»
insisteva Jeri, che non smetteva di fissare le fragili spalle un
po’ curve della piccola creatura.
“Mi sento
colpevole…” pensava Calumon
“…in fondo sono
in parte responsabile per ciò che è successo: se
avessi
subito parlato con gli altri e li avessi messi al corrente sul fatto
che Jeri nascondeva Midramon…avremmo probabilmente evitato
tanto
dolore, ma io invece ho voluto risolvere tutto da solo. Soltanto adesso
mi rendo conto del perché…
…non mi
bastava quello che avevo: io volevo tirare fuori Jeri dai
guai…
…perché speravo mi ricambiasse con il suo amore.
Senza
accorgermene ho scelto di inseguire un mio desiderio, un mio bisogno
personale…un sogno…come tanti anni fa inseguivo
le
palline di polvere informatica: è stato questo a causare il
terribile conflitto interiore di Cyberdramon. Io non sono riuscito a
fermarlo…
…non è giusto che scarichi il peso su Ryo e gli
altri.
Non so ancora come, ma in qualche modo dovrò rimediare ai
miei
errori, e occuparmi di Cyberdramon…
…e
di Jeri...” volgendosi appena verso di lei
“…anche
se sento che minuto dopo minuto…la nostra antica amicizia si
sgretola, e non rimane niente.”
«Calumon…»
ripeté lei con voce tremante
«…a-ascolta bene
quello che ti dico, io…
…ora che ho ottenuto l’amore di
Takato…mi rendo
conto che…non potrei vivere senza di lui! Se…io e
lui
dovessimo lasciarci per qualche motivo…
…io…sarei anche…anche capace di
ammazzarmi!!»
Calumon
trasalì, ma non si volse a guardarla
«Ti…sorprende?» chiese lei con voce
tremula,
accomodandosi il pareo «Ti assicuro che non sto scherzando.
Sì. Ho detto proprio
“ammazzarmi”…
…questo
tu forse non puoi saperlo, ma…nel nostro
mondo…tanti
giovani si suicidano. E’ normale, quando si cresce
e…magari…non si realizzano i propri sogni, quando
la vita
prende una piega opposta a quella che tu avresti voluto
darle…e
si trasforma in un incubo…
…ma più fra tutto…
…esiste
una causa che spinge le creature più fragili a togliersi la
vita!! Questa è…
…perdere…l’amore! Questo ti fa
sentire…di
non avere più senso in questo mondo, a questo punto un passo
per
il quale sembra necessario un grande coraggio diventa
semplicissimo…perché…»
scrostandosi in modo
nervoso lo smalto delle unghie «…sai che solo nel
mondo in
cui andrai a stare smetterai di soffrire. Ora tu forse non mi crederai,
e penserai che la mia è tutta una commedia ma io ti assicuro
che
non mento! Se mi immagino…separata da Takato…
…se penso
di ritornare alla vita che conducevo prima, prima che lui mi
confessasse il suo amore ed io scoprissi di amarlo!...io…
…sento
che non ce la farei una seconda volta a riprendere il cammino. No, non
ce la farei, Calumon…per cui…ti prego, valuta
anche in
base a questo le tue scelte…!!...»
“Jeri!!...saresti davvero capace di una cosa
simile?!”
gridava il piccolo Digimon dal fondo del suo animo…
…fino a che il suo sguardo lentamente si abbassò,
lasciando fluire molte consapevolezze…mentre Jeri attendeva
con
il draghetto in braccio ed il fiato sospeso, cercando di scostare dal
suo volto i capelli che il vento le smuoveva…
Calumon
prese un respiro, chiuse gli occhi e confessò
«…lasceremo Midramon presso le porte del palazzo
reale,
poco dopo l’incoronazione. Nella speranza che qualcuno lo
trovi,
e si prenda cura di lui.»
La pallida
ragazza si sfiorò le labbra, con aria
incerta…poco dopo
disse «…questo dimostra ampiamente…che
nonostante…tutto quello che è
successo…seguiti ad
essere quell’amico di allora!»
Ma Calumon strinse gli occhi, quelle parole sembravano fargli male.
Jeri
rifletté “…questa volta l’ho
scampata…ma c’è mancato un pelo, ora
non resta che
simulare adeguatamente quando sarò di fronte a Takato e gli
altri. Takato…
…suo fratello…è…
…è morto…
…ed
io immagino come debba sentirsi. Anzi: immagino…che nessuno
possa veramente immaginare cosa si prova di fronte a una simile
verità. Nakao…è morto,
poiché ha detto che
si chiama così. Però la sua anima…la
sua anima si
trova sulla terra e si rifiuta di raggiungere
l’aldilà.
Del resto…non potrei capirlo meglio, penso che
anch’io…” stringendosi a se stessa
“…se
avessi la possibilità di scegliere opterei forse
chissà,
per vagare in eterno. Ma non troverei mai il coraggio di raggiungere
una vita ultraterrena, in cui forse dovrei affrontare il giudizio per
le mie azioni!...
…Takato
sarà molto in pena…vorrà di certo
sistemare questa
scabrosa questione il…prima possibile. Questa è
per me
un’occasione, non posso sprecarla, devo darmi da fare il
più possibile, per aiutarlo a liberare il suo fratellino dal
sortilegio digitale che lo tiene ancora legato alla vita terrena.
Chissà come posso agire al riguardo, forse Beelzemon
può
aiutarmi! Magari insieme possiamo…
…!...
…ma
che cosa sto facendo? Mi ritrovo addirittura…a fare calcoli
su
come sfruttare la morte di un ragazzino, e la prigionia
dell’anima…del fratello del ragazzo di cui sono
innamorata. Calumon prima…ha detto che ha paura di me.
Comincio
a pensare che abbia ragione…forse anch’io dovrei
avere
paura di me stessa? Eppure…
…nonostante tutto non riesco ad arrestarmi, non posso farne
a
meno! La mia mente è impegnata in un continuo lavorio, per
disporre le carte nel modo più fruttuoso, come fossi la
stratega…di uno sconfinato esercito: sono la stratega della
mia
vita…” realizzò spalancando gli occhi
“…forse io dovrei pensare a vivere spontaneamente
gioie, e
dolori! A coltivare i miei sentimenti…ed aver cura del mio
cammino, e invece mi ritrovo senza possibilità di smettere,
a
elaborare tattiche sempre nuove!...
…per tenermi stretta tutto ciò che finora sono
riuscita
ad ottenere…” aggiustandosi il pareo, e
stringendolo
nella speranza che le riscaldasse le spalle.
Calumon aveva ripreso a canticchiare «Calumooon…gli amici
cerca a Digiworld. Sì
peròòò…»
la sua voce era un flauto smorzato dal tempo «…assieme a te ci
gio…che…rò…
…calù…»
Il moto della
polvere digitale sembrava esprimere la tetra inquietudine di quella
notte…
…ma in
uno scenario di luci e di festa c’era una principessa dai
capelli
rossi, che accennava «Visto che ci siamo…potete
mostrarci
il progetto, se lo avete?»
«Ma
certamente, principessa Cindermon!» replicavano quegli
Andromon,
sfoderando un’Ipad ed illustrando a lei e al suo domatore
«Questi sono i nostri primi cantieri, e questi che vedete,
sulla
destra, i successivi progetti di costruzione: presto il nostro settore
sarà completamente rimesso a nuovo, potete starne
certa!»
La ragazza consultava
con occhi seri e professionali, piuttosto inconsueti per il suo
carattere, e si volgeva verso il giovane accanto a lei mormorando
«…non male, non
trovi.»…«…tutt’altro…»
replicava il ragazzo in maglietta striata blu e rossa, rivolgendo lo
sguardo agli Andromon in un composto «Ammirevole.»
«La nostra opera vi
soddisfa?!» I Digimon sembravano entusiasti. Cindermon
segnalava
«Guarda, Takato…il progetto dice che in questo
modo
dovrebbero sorgere…davvero moltissime case in pochi
giorni!» e Takato sciolse appena la granitica
serietà di
quel momento con una sfumatura di premura
«Con…tutti i
Digimon che sono rimasti senza un tetto…a seguito dei
crolli, e
dell’opera distruttiva…» disse rivolto
agli
Andromon, i quali «Quanto i cantieri saranno completati siete
invitati a visitarli di persona, principessa Cindermon
e…perdonate: il terrestre è il vostro
domatore?»
Cindermon scorreva
ancora l’Ipad «Uhm? Sì.
Esattamente…» e
Takato «Molto
lieto…»…«Figuratevi!
Siamo noi ad essere onorati di conoscere il Digimon Tamer della figlia
di Cyclemon, per la quale, permettete, abbiamo sempre nutrito grande
stima: riteniamo che il suo spirito creativo possa essere la molla del
nuovo Digiworld.» La giovane accennò un sorriso,
restituendo l’Ipad «Comunque anche voi non
è che ve
la cavate male! In ogni caso…non appena sarà
possibile,
sì, ci sarà gradito un
sopralluogo.»…«Siete i
benvenuti.»…«Allora…a presto.
A quel
giorno!» disse la principessa con una certa convinzione, ed
il
ragazzo accanto a lei accennò un distinto inchino. Gli
Andromon
dissero «Salute a voi, principessa!» per poi
vederli andar
via assieme…
…e
commentare «Li avete visti? La figlia di Cyclemon e il suo
domatore…sono…così bene abbinati
assieme!»…«E’ la prima volta
che vedo la
principessa assumere un contegno così maturo, di solito
aveva
atteggiamenti acerbi! La vicinanza di quel ragazzo l’ha fatta
maturare.»…«E di lui? Che ne
pensate…?»….«Ah, che
personalità…incute una certa soggezione ma
è
senz’altro
autorevole.»…«…l’ho
guardato negli occhi, esprime pietà…e rabbia allo
stesso
tempo: di certo è una figura inconsueta per il nostro mondo.
Indubbiamente interessante…» erano i loro commenti
venati
di ammirazione…
…Takato
chiedeva velatamente «…dove andiamo
adesso…?»
Cindermon si guardava attorno, e poi indicò
«Mmm…là! I
Digidraghi.»…«…bene.»
La giovane
accelerò il passo ma poi si fermò di scatto
«Te la
senti?!» e lui rispose
«Certo!»…«…ok,
allora
anch’io.» mormorò lei, che si
accomodò
l’abito, aggiustò la pettinatura ma
soprattutto…raddrizzò la schiena. Sentiva che nel
condividere quel momento, doveva offrire il meglio di
sé…
…ed anche
Takato, benché vi fossero molti pensieri tristi a velargli
lo
sguardo, li chiudeva con il lucchetto dentro al suo animo e cercava di
assomigliare a nient’altri che il domatore di una delle
principesse di Digiworld, la figlia di un Digimon leggendario.
Così i loro incontri seguitavano, e li portavano a conoscere
molti Digimon, che sempre restavano ammirati dalla loro notevole
presenza, e dal loro incedere l’una sottobraccio
all’altro,
degno di una coppia di nobili…
«Sentite
un po’ ma…dov’è finito
Takato?»
chiedeva incuriosito Ryo, ora che finalmente si era accomodato presso
la sua tovaglia in compagnia di sua moglie e dei suoi amici. Suzie
replicò «Ptsss!!!...qua in giro, Cindermon lo sta
portando
a conoscere i pezzi grossi…!!» con
l’entusiasmo di
uno scoop «Ma dai!» rispose il domatore leggendario
rispondendo «E bravo Takato. Ma sì, anche lui ha
diritto
di fare un po’ di pubbliche relazioni, approfittando del
fatto
che è il domatore di una principessa!»
riaccomodandosi il
cuscino sotto la schiena «Sapete che vi dico?...
…sono contento di avervi tutti qui: se non proprio
tutti…diciamo almeno quegli essenziali! E’ bello,
sapete…poter condividere un simile momento
assieme…»
Suzie,
stirandosi sulla tovaglia, rispose «Figurati, noi dovremmo
ringraziare te Ryo: ci dai l’occasione…per
distenderci e
rilassarci un po’ fra noi: in fondo non facciamo altro che
combattere…e…siamo presi dai nostri problemi.
Però…» aggiustando col dito il pelo di
Lopmon, che
si era addormentata «…non dobbiamo perdere di
vista
l’età che abbiamo. E soprattutto che a
volte…c’è bisogno di rintanarci un
po’ come
adesso, lontani da tutti…per conoscerci
meglio…»
lanciando uno sguardo all’intera distesa di Digimon
banchettanti…per poi giungere a suo fratello e i suoi
compagni
lì presenti, che la guardavano col sorriso
«…e
condividere i nostri sentimenti: sapete? Adesso qui con voi mi sento
davvero…ripagata…per tutte quelle feste, e
incontri con
gli amici ai quali non sono andata. Non mi sarei trovata bene
perché…nessuno parla il mio linguaggio come lo
fate
voi.»
Kazu sorrise,
abbassò lo sguardo e disse «Hai
ragione…»
utilizzando il suo cappello per coprire Guardromon, che si era
assopito, e stendendosi accanto a lui a riflettere. Kenta ed Henry
stavano consultando qualcosa sul loro Ipad. Rika difficilmente riusciva
a liberarsi da alcuni Woodmon, che sembravano gradire di conversare con
lei: dall’aspetto di bassi ceppi di corteccia arborea, questi
dovevano essere esemplari femminili e anziani, a giudicare da alcuni
dettagli come i capelli bianchi e le borsette «Quando ti
abbiamo
vista…un tuffo al cuore! Non sei cambiata di una virgola,
cara!!! Tu ti ricordi di noi!
Vero?»…«Ah…»
sorrideva la sposa, pur
celando forse un lieve imbarazzo
«Sì…sì,
dunque voi…»
…siparietto che non mancava di far sorridere i suoi amici,
Ryo
scherzò «E povera Rika! L’hanno
abbordata, e
adesso…nemmeno io temo riuscirò più a
salvarla!»…«Hai perso lo smalto di una
volta,
Ryo!» scherzò Kazu, e Ryo «Uhm! Non sai
quanto hai
ragione…» quando finalmente «Eccomiii,
uuuf! Ah,
pensavo che non ce l’avrei fatta con quelle
Woodmon.»
sicché anche Rika fu contenta di farsi spazio fra quei
cuscini,
piatti vuoti, scatoloni e regali per ritagliare un angolo di tovaglia
fra i suoi amici. Suzie disse «Parlavamo del
fatto…che
è bello stare
qui.»…«…già,
avete ragione…» disse Rika sfiorandosi il velo,
per poi
commentare assorta «…è
bello…e ripaga dagli
sforzi della vita.»
I loro
sguardi sembravano all’unisono, Suzie chiese
«…ragazzi…noi non ci divideremo
mai?» ma
Kenta rispose prontamente «Non possiamo dividerci,
perché
quello che abbiamo passato ci ha insegnato l’importanza di
essere
assieme.» Rika seguitava a passare le dita lungo il suo velo,
ammettendo «…è vero, ormai non si
può
più tornare indietro…» al che Henry si
alzò
«A questo punto ragazzi, io propongo una cosa: facciamo una
promessa, proprio qui, sotto il cielo della festa: rinnoviamo la nostra
unione e promettiamo di essere una squadra unita, come allora, sotto la
cappa oscura del D-Reaper, tra le sue viscere a lottare per aver salva
la vita: che ne dite?» Sua sorella mormorò
«…mi sembra un’ottima
idea…»
…e
stavano per unire le loro mani, quando d’un tratto Ryo si
fermò e ritirò la sua «Un attimo,
ragazzi! Non
possiamo adesso, perché manca qualcuno: manca Jeri!...
…scusate,
ma se qualcuno di noi manca all’appello…la
promessa dei
Digimon Tamers non ha senso…»
Kenta
ammise «Ryo ha ragione…» e Kazu
«Ma avete
notizie di Jeri? Takato ha detto che aveva mal di testa.»
Kenta
replicò «Forse è rimasta in
camera…si
è sentita poco bene…» ma Rika
sospirava,
sussurrando «…io ho altre idee:
temo…che non sia
voluta venire, sapete com’è fatta.»
Un velo di
sospetto si adagiò sui volti di quei ragazzi, e Ryo chiese
«Sei sicura, amore mio? Capisco che Jeri si sia fatta un
po’ spigolosa, però, insomma…il nostro
matrimonio,
non sarebbe di certo mancata!» ma Rika si confidò
senza
riserve «Ah, io sono convinta che invece sarebbe mancata
eccome,
e l’avrebbe fatto di proposito. I dissapori che ci sono stati
durante questo viaggio a Digiworld la stanno portando sempre
più
lontana da noi, e confesso che mi dispiace, perché mi ero
proposta che attraverso quest’esperienza…saremmo
diventate
amiche. Io…ancora mi devo fare una partita a carte con
lei…»…«Perfetto…!»
disse
però suo marito, e lei lo scrutò «Che
cosa intendi,
Ryo?»…«Beh, hai detto che
quest’esperienza non
è servita a consolidare il rapporto con Jeri? Perfetto,
è
finita, domani partiamo: e sulla terra l’avventura
continuerà, e sono sicuro…che prima o
poi…noi
saremo una squadra unita. In fondo è quello che vogliamo
essere,
no?» disse, rapendo gli occhi di tutti «Ragazzi,
noi…non dobbiamo fossilizzarci su ciò che avviene
in
questo mondo: la vita è piena di risvolti anche
là fuori,
e ciò a cui non riusciamo ad arrivare come
domatori…non
è detto…che non riusciremo a
raggiungerlo…
…come
uomini. Perché ricordate, noi abbiamo
questi…»
senza timore di sfoderare il suo Digivice, e lanciarlo sulla tovaglia
«…ma rimaniamo per prima cose persone: il nostro
più grande potere lo portiamo nel cuore, nella
mente…e
anche nel nostro corpo di cui dobbiamo sempre aver cura. Questi
fattori, assieme, costituiscono il bene più prezioso di cui
è dotato un uomo: la sua vita…finché
ci
sarà vita, ricordate…ci sarà sempre
speranza, e
quando si chiuderà una porta…se ne
aprirà
un’altra più grande. Non bisogna fermarsi mai,
andare
sempre avanti! Col sorriso, possibilmente!»
…sorriso che
giunse primo fra tutti sulle labbra di Henry «E bravo il
nostro
domatore leggendario: che perderà pure lo
smalto…ma tiene
ancora il possesso di palla. E di parola! Quando
vuole…!»…«Ahahahah,
aspettatevi…tante
sorprese da me!» scherzò Ryo
“…come ad
esempio, che sappia cavarmela anche come uomo comune.”
Suzie sorrise
«Hai ragione, in effetti non siamo tutti! A proposito, si
può sapere che fine ha fatto Rea? Henry, hai abbandonato tua
moglie?» ma prima che lui potesse rispondere, Rika intervenne
«Noo…!» con furbo sorrisetto
«Mi spiace ma lui
non c’entra stavolta: sono io che mi sono fatta famiglia e mi
diverto a sfasciare le altre. O forse chissà, a farle
ricongiungere?» Henry alzò lo sguardo
«Che mi
nascondi?» e Ryo «Amore: che cosa hai fatto a
quella
poveraccia?» Rika replicò «Chiamiamola
un po’,
quella poveraccia!» sporgendosi e facendo cenni, incurante
dei
Digimon che potevano sentirla «Coraggiosa eroina?!! Impavida
Digimon Tamer?!!»
…neanche
a farlo apposta, Rea arrivò in tutta fretta a passi pesanti
sulle sue robuste zeppe «Io ti dovrei ammazzare!»
disse
rivolta a Rika «Come ti è venuta la bacata idea di
dire a
mia madre che mi trovavo qui quando io ho fatto l’impossibile
per
nascondermi?!» ma la sposa dai boccoli rossi se la godeva
«Ma daaai…dico: avvertire i tuoi con un semplice
sms sul
fatto che tu e tuo figlio state bene. Quei poveretti saranno stati in
pena, non era forse il caso di parlarci…?» Henry
spalancò gli occhi sorpreso «Cosa…? Ai
tuoi avevi
mandato solo un semplice sms?»…«Ma
sì!»
rispose la moglie, e Rika descrisse «Appena è
partito il
contatto l’ho vista nascondersi dietro i pacchi di nozze e
sfoderare il cellulare!» Suzie chiese «Per quale
motivo,
Rea, non volevi parlare con loro?»
L’amica in tutta risposta si fece passare il portatile da un
Digimon «…per questo motivo!!!»
La
voce dal display fu eloquente «Reeeaaa!!! Ba-Bambina mia,
dico…u-un freddo messaggio! Alla tua
mamma!»…«Ah mamma, dicevo che stavo
bene: non era
freddo! “Io e Benji stiamo bene. Saluti da Henry!”
Cosa
c’è di
freddo?»…«Mangia il bambino?!
L’ho visto…sparuto come non è mai
stato!»…«Fff…sì,
non preoccuparti,
mangia. Ha persino assaggiato il cibo di
Digiworld!»…«MA E’ CIBO FATTO
DI DATI, NON
RIEMPIE!»…«Dillo a me! Ho mangiato
talmente tanto al
banchetto di nozze che sono piena da piegarmi in
due!»…«E quando tornate?»
gemeva la signora
Akimoto «Reeea, quando
tornate?!»…«…domani,
mamma…»…«A che ora?! Mattina,
pomeriggio, a-a
che ora!»…«Ffff, non lo so,
c’è
l’incoronazione! Non so quanto dura una cerimonia del
genere!»…«E IL BAMBINO NON HA NIENTE DI
ELEGANTE PER
L’INCORONAZIONE!...gli avevo comprato un vestito ma tu
sciocca
l’hai lasciato a casa: sei la solita incosciente, se non ci
pensa
tua madre!»…«Mamma: papà
è vicino a
te? Lo fai parlare, dico…un
secondo?»…«ZITTA!...dimmi tu uno come
deve sapere le
cose, questi figli!» e la figlia a replicare con pazienza
«Adesso non fare preoccupare papà con la storia
diii…Benji che non mangia
perché…»…«Ah io te
l’ho detto,
te lo dico e te lo ripeto: è sparuto!...E ANCHE IL TUO
DIGIMON
E’ SPARUTO!»
…inutile dire che i ragazzi si guardavano fra loro, con
più di un sorrisetto sotto i baffi…
Rea
non faceva che sospirare, rischiando di scivolare seduta su quei regali
di nozze «…mamma non so più come
spiegartelo:
Terriermon non è denutrito, diventa robusto solo quando
digievolve…!»…«A me non
interessa di certo di
questa evoldiginiezione, o come diavolo si chiama!!»
(«Pfff!!» risata improvvisa di Kazu e Kenta. Henry
lanciava
occhiate divertite a sua moglie, invitandola a non prendersela e
sdrammatizzare) «Io semplicemente sto qui a macerarmi e
scopro
che quando tutti hanno parlato coi genitori, mia figlia mi ha liquidato
con quattro parole in un sms!»
Ryo si
lasciò scappare il commento
«…certo…vedo che
qualcuno è messo peggio di me con mia madre!» e
Rika
alzò le spalle «Che vuoi farci? Un giorno saremo
genitori
anche noi.»
«Uuuuuhhh!» fece Rea quando si liberò,
sedendosi con
loro assieme a Benji «E’ davvero incredibile, e
dire che
non basta la maggiore età, il titolo di Digimon
Tamers…e
quello di genitori! Scommetto che dieci anni fa fra voi non era
così!» Henry cercò di mediare
«Non
prendertela amore, lo sai come sono fatti: per i genitori anche se
cresciamo, rimaniamo sempre bambini. Dobbiamo capirli, siamo genitori
anche noi.»…«Genitori idioti, a sentire
mia
madre!» ma suo marito rise «Ahahah! Dai, tua madre
è
simpatica…a volte ci vuole a rendere più vivace
l’atmosfera!» Il suo sorriso riuscì a
contagiare la
moglie…che si distese assieme a suo figlio
«Eravate qui a
chiacchierare?» e Suzie «Dobbiamo approfittare che
i
Digimon siano un po’ brilli per prenderci un po’ di
pausa
dal lavoro!»
Rea aggiustava i
capelli di Benji, a cui si chiudevano gli occhi, e si guardava attorno
come chi è molto a proprio agio. Henry si fece
più vicino
a loro, mentre Rika commentava «Comunque
ragazzi…qui fra
le varie cose stiamo trascurando del tutto una certa faccenda, sono
sicura che domani ce la troveremo fra capo e
collo!»…«Quale?» chiese Rea, e
la sposa
replicò «Il mezzo che ci riporti sulla terra! Devi
sapere
che dieci anni fa i Pionieri Digitali ci spedirono l’Arca: io
quest’anno non so niente, anche perché sono la
sposa!
Vorrà dire che si inventeranno qualcosa, i Pionieri non sono
lì con tuo padre,
Henry?»…«Sì…»
fece lui un
po’ dubbioso, e Kenta «Giusto, è vero!
Domani come
torniamo? Avevo completamente accantonato il problema.» Henry
ipotizzò «Presumo con un…fascio di
congiunzione.
No?» consultando sua moglie, che alzò le spalle
«Beh, sì, attualmente…le tecnologie si
sono
evolute, non è più necessario un mezzo di
trasporto,
basta scomporre materialmente i nostri corpi…stabiliamo una
connessione con la terra e…»
…ma qualcuno
intervenne con un «No…!» giusto un
po’
sofferto. Si trattava di Riley, che passava di lì. Henry si
volse «Come mai, signora? In teoria sarebbe
realizzabile…»…«Certo…!
Per
noi…!» replicò la donna, sul cui volto
e nella cui
voce iniziava a percepirsi un po’ di stanchezza per la
serata. I
ragazzi si guardarono fra di loro stentando a capire, e
l’esperta
informatica in abito elegante indicò «Ma tutta
quella roba
dove la mettiamo?!» sorprendendo tutti,
nell’alludere ai
regali di nozze «Bisogna portarla sulla terra, per far
contenti
questi Digimon!» e Ryo «S-Sì, anche
perché…in teoria è
nostra.»…«E’
appunto!!» faceva Riley
«E’ un ammontare di dati immenso: il fascio ci
supporta a
malapena, mettiamoci tutti quei regali e sulla terra spedisce loro, e a
noi ci scarta come dati superflui!!!»
Rika e Rea
si guardarono fra di loro…per poi esplodere in una fragorosa
risata «PFFF…FFF!!! ALLA FACCIA DEL
MATERIALISMO!»
fece la mora, e la sposa aggiunse «”Dati
superflui”…maritiii! Avete sentito?! Si
è trovata
la soluzione!» alzando il bicchiere in gesto trionfale
«Se
volete liberarvi dalla vostra condanna domani ne avrete
l’occasione!» Riley affermò
«…io ci
scherzerei poco: qui ci vuole il mezzo di trasporto,
ragazzi!!»
ed Henry si alzò prontamente «Ho capito, vado a
parlare
subito con mio padre. Grazie…» sfiorando la spalla
di
Riley, che si mosse con lui.
Kenta
chiese «Che cos’hai, Kazu? Stavi pensando a tuo
padre…?» poiché aveva visto spegnersi
gradualmente
il sorriso dell’amico per quella battuta. Il ragazzo infatti
alzò lo sguardo verso il pc (canzone: Laura
Pausini - Mi dispiace (strumentale) ) “Mi
sarebbe piaciuto, oltre quel display, veder comparire magicamente anche
mio padre…
…sarebbe
bello che tutto fosse come prima anche per me, e invece…non
c’è traccia, in quell’associazione di
genitori, di
qualcuno che sia preoccupato per me. Ti prego,
mamma…”
chiedeva fissando una stellina luminosa vicina al globo
“…dammi la forza di resistere, quando i miei amici
saranno
partiti e resterò solo: fa che possa essere un buon sovrano,
e
possa rivelarmi all’altezza della situazione. Mandami un
angelo,
ti prego…
…ti
confido che ora vorrei che questa notte non terminasse mai. So che da
domani sarò messo alla prova!”
Guardromon
russava, e Kazu si accinse a coprirlo con mani premurose e paterne, che
adagiavano sul Digimon una sua felpa «…dormi bene,
piccolo
Guardromon…»
Il respiro del
Digimon meccanico suscitava tenerezza…e questa si
specchiò negli occhi di Ryo, che li osservava e sognava
“…adesso non siamo ancora tutti, ma un giorno
verrà: un giorno in cui potremo unire le nostre mani, come
ha
detto Henry. E prometterci di restare sempre vicini. Un giorno
verrà…
…forse in un
regno da sogno…” mentre un Digignomo volava
così
rapido nel cielo da assomigliare quasi a una cometa…
Più
tardi…quando dei premurosi inservienti ripiegavano le
tovaglie,
e si apprestavano a rimuovere i resti di un banchetto ormai deserto,
fra piatti vuoti tra cui soffiava solo il vento, e gli spiriti della
serata…
…un
piccolo Digimon bianco, dalle orecchie retrattili, si trovò
a
passeggiare fra quei resti, schiacciando briciole sotto le sue
zampette…
...solo la
polvere e i residui di carta e plastica giungevano a tenergli
compagnia, e non c’era un amico a cui potesse confidare il
grosso
peso che teneva chiuso nell’anima…
…giungevano a suo seguito i passi, su sandaletti argentati,
di
una giovane terrestre che guardava smarrita attorno a sé,
come
se i resti di quella festa…e i fuochi delle torce, su cui a
poco
a poco si soffiava per spegnerli, non facessero che accrescere il vuoto
che avvolgeva il suo cuore. Come una landa, il cui il vento
è
troppo forte perché ci si possa riscaldare. E la festa
è
finita, si è arrivati troppo tardi…con un
draghetto viola
sotto il pareo…
…mano a mano che camminava, le luci sugli ingranaggi si
spegnevano…la notte portava via gli ultimi residui di
allegria e
gioia, e domani si ricomincia. Un domani che Jeri…sembrava
non
aver voglia, e forza di vedere…
…tra le mura dell’albergo, invece «A
domani,
allora.»…«Takato…sei sicuro
di non avere
bisogno d’altro? Guarda che se vuoi
io…posso…
…restarti
vicino…come…faceva…G-Guilmon…»…«…non
preoccuparti, mi sei stata dietro tutta la serata. Sei stanca anche tu,
Cindermon. Riposati…» invitava lui, sulla porta
della sua
stanza «…la nostra missione non è
ancora terminata,
e tu lo
sai…»…«…d’accordo.
Buonanotte.»
Lui la
congedò con un dolce accenno di sorriso. E quando fu sola
nel
corridoio, la ragazza digitale sospirò, alzando il cappuccio
del
manto avorio che era tornata ad indossare per proteggersi dal freddo.
Quando Takato
restò da solo, mosse qualche passo nella sua stanza per poi
esclamare «So che mi stai ascoltando!!...
…chiunque tu sia, lassù, che amministra la
vita!»
Il suo tono era carico di foga «Qualunque nome tu abbia, fra
quelli che mille civiltà ti hanno assegnato! Io non so come
chiamarti!! Così come ignoro…che cosa tu voglia
da me!!...
…ho
bisogno di una risposta, perché?! Perché continui
ad
accanirti imperterrito contro di me e coloro che amo?!»
dichiarava con il fuoco ad accendere i suoi occhi rossastri
«Si
può sapere una buona volta che cosa ti ho fatto?!»
per poi
assumere accenni di supplica «Qual è stato, mai,
il grande
peccato che mi è stato imputato…
…affinché debba versare tante lacrime?!
I-Io…ho
sempre cercato di servirti fedelmente, difendendo i mondi che avevi
creato…c-con il potere che mi era stato concesso.
Perché,
dunque…
…tra le mie mani non deve tornare altro che cenere
e…frammenti taglienti!» gemendo, e cadendo in
ginocchio ai
piedi del comodino «Non ti basta di avermi portato via
Guilmon,
dovevi anche prendertela con il mio povero fratellino! A questo punto
ti chiedo quando tutto questo finirà?! Quando capirai che ho
sofferto abbastanza e-e che…merito una tregua?!...
…io
ero disposto a tutto, persino a lottare contro il suo risentimento e la
sua diffidenza! Un eroe, quando ritrova un familiare perduto, si batte
per conquistare la sua fiducia, e riportarlo a casa! Perché
io
sono l’unico che dovrà invece
lottare…per
allontanarlo per sempre, per veder sparire persino il suo
ologramma?!» ma poi un’espressione
d’orgoglio si
insinuò sul suo viso, e appoggiandosi al comodino si
rialzò deciso «Vuoi l’anima di mio
fratello!...
…te la
farò avere, ma sappi che la mia pazienza non è
infinita!!
Dopo di questa...
…ascoltami bene, dopo questa non azzardarti più a
chiedermi altro, perché sarà l’ultima
cosa che
otterrai da me!! Oh…?» ma udì un rumore
fuori dal
balcone.
Così uscendo all’esterno vide che una sfera di
polvere si
era incastrata nella ringhiera. Cercò di rimuoverla, ma in
quel
momento i suoi occhi si incrociarono con quelli di Jeri…
…che lo fissava ai piedi dell’hotel
«…Jeri…
…sei stata tu a…spedirmi questa?»
accennò il
ragazzo, stringendo a sé la sfera rosata.
Jeri non diceva nulla…
…lo fissava come un dolce, struggente rimpianto. Con il suo
solo
sguardo cercava di trasmettergli la partecipazione al suo dolore. E lui
sembrò comprendere…adagiò un dolce
bacio sulla
sfera…e lasciò che il vento la facesse volare,
restituendola a lei.
Jeri fu
grata e commossa, strinse quella sfera e…anche lei la
baciò, versandovi una lacrima per poi lanciarla di nuovo
verso
l’alto…con un gesto aggraziato che lui
commentò
«…mi sembra quando giocavamo a pallavolo, a
scuola…»
La giovane udì e gli sorrise, tra le lacrime.
Anche lui
riversò una sua lacrima…e un altro bacio sulla
sfera, che
lasciò cadere…
…Jeri la
raccolse…la avvicinò con ancora più
tenerezza,
stringendo gli occhi e riversandovi i suoi sentimenti, per poi
lanciarla a lui sul balcone, e così via…
…ma
c’era Cindermon, nascosta dietro il muro
dell’albergo e
stretta sotto al suo cappuccio, che li osservava con una pena negli
occhi, mentre si passavano quella sfera di polvere, e amore…
…solo un
dettaglio riuscì a distrarla
«…ca-calù…»…«…oaehh?...
…oh mamma: e tu cosa hai fatto?»
Calumon
alzò debolmente il suo sguardo orgoglioso, per poi
abbassarlo
«…calù.» e procedere verso
l’interno,
sotto gli occhi attoniti di Cindermon
«…cioè…DEPRESSIONE allo
stato puro: non
l’avevo mai visto così!
Ma…?!?!» e la testa
le si riempiva di mille dubbi…
…eppure l’unica risposta sembrava essere quello
scambio
così particolare che ancora continuava, pieno di sottintesi
e
parole implicite, che caricavano le sfera di polvere di un immenso
quantitativo di sentimenti…(fine-canzone)
Rika, ancora
bella nel suo abito, attendeva sulla porta della stanza matrimoniale.
Nel frattempo ascoltava la sua Digimon «Tu non lo immagini,
ho
trascorso tutto il tempo a conoscere altre creature, e conversare con
loro. E’ incredibile se ci si pensa, eppure
adesso…ognuna
di noi ha qualcosa da raccontare: famiglie, figli,
sentimenti…quante storie ho udito nell’arco di una
notte…» descriveva la volpe dal cappuccio
argenteo,
smarrendo lo sguardo verso l’alto mentre la domatrice in
abito
bianco le diceva «Sono contenta che tu abbia provato
questo…simili cose arricchiscono il cuore, aprendogli nuovi
orizzonti.»…«Se sapessi Rika, quanto
è…importante il cammino che abbiamo percorso,
adesso non
potrei ripensare a come eravamo prima, mi farebbe paura. Non vorrei mai
tornare ad essere una creatura schiava
dell’istinto…che
appiattisce il cuore…» terminò
più piano
sfuggendo con lo sguardo (Rika se ne accorse…) Ma poi
tornò a guardare la ragazza «Comunque il merito
è
soltanto vostro, ed è giusto che ora ne raccogliate i
frutti:
sta arrivando il tuo sposo. Rika, ti ringrazio per questa splendida
cerimonia, e ti auguro una
buonanotte.»…«E
tu…?» le chiese però Rika quando la
vide inchinarsi
«Oh…?» restò un po’
stupita la volpe
digitale. La giovane sposa la scrutava con dolcezza e premura,
chiedendole «Hai parlato di cuore, ed è questo che
ti
caratterizza, Renamon. Oggi le luci sono state puntate su di me, ma
voglio che tu sappia che anche in un giorno simile io non ti perdo di
vista! Amica mia, come ti senti? Ti stai adattando
alla…nuova
piega che ha preso la tua
vita?»…«Rika…i-io…
…non so
cosa mi succede! Ed in effetti avevo intenzione di parlartene, al primo
momento libero…!» Quel pensiero la portava a
dilatare i
suoi occhi sottili, e Rika accennò «Riguarda
Beelzemon…?»…«…Rika
tu devi sapere che
io-» ma in quel momento giunse Ryo «Eccomi, ho
salutato gli
ultimi Digimon.» (Rika congedò Renamon con un
sussurrato e
incisivo “Parliamo domani…”)
«Renamon…» accennò rispettoso
Ryo
«…lasciati dire che questa sera sei
particolarmente
bella.»
Guardandosi fra loro
compresero che era il caso di salutarsi, Renamon si accinse ad andare
ma d’un tratto «Ah Ryo! Non sono riuscita a
incontrare il
tuo Digimon, per tutta la cerimonia.» con conferma di Rika,
piuttosto perplessa «E’ vero,
Ryo…» e lui
«Cyberdramon? Ovvio! L’hanno abbordato i
Digidraghi, e
quelli chi li ferma più quando attaccano a parlare! I
ricordi
eroici, la loro specie gloriosa, conoscenze comuni! Vi lascio
immaginare: la conca del ciarlare digitale, l’ho tirato fuori
adesso! Ma vi posso assicurare che si è molto divertito.
Bene!
Ecco ora io veramente…eeehm!»
Renamon non si
volse, e Rika accennò «Buonanotte,
Renamon…»
chiudendo lentamente la cigolante porta, ritirandosi con il suo sposo.
Renamon però volse la coda dell’occhio
«…i
Digidraghi erano istintuali e solitari: com’è
possibile
che abbiano esperienze in comune…?»
I due sposi si
trovarono occhi negli occhi, uno di fronte all’altro nella
sontuosa stanza che i Digimon avevano allestito per loro. E fu tempo di
adagiare quel velo sul letto «Rika…»
accennò
Ryo con voce tremante di emozione «…adesso noi
faremo una
cosa…molto delicata, te la senti di tentare?
Proveremo…
…a
ricominciare da capo, faremo finta che niente ci sia stato e che passi
qui, di fronte ai nostri occhi l’occasione che ci
è
sfuggita, tu…te la senti di afferrarla?!»
«…!!...credo di avere abbastanza
coraggio!!»
ansimò lei, e lui «Anch’io!!»
e detto questo,
le loro unghie penetrarono letteralmente nella schiena
dell’altro, inaudita fu la passione e
l’intensità
con la quale si afferrarono, desiderosi reciprocamente di divorare quel
frutto che la vita si era portata via, a un passo dall’essere
assaporato…
…ma c’era
un’altra coppia, in una stanza poco distante, che finalmente
poteva godere di qualche appartato attimo di distensione «Ho
appena finito di mettere a letto Benji, fra un attimo
arrivo!»
disse Rea «Ti sei divertita oggi al banchetto, amore
mio?»
chiese Henry, e la ragazza «Ah, Henry non puoi immaginare!
Era da
tanto che non mi sentivo così: e confesso…che ci
avevo
messo una pietra sopra, ma Rika, Ryo e gli altri hanno fatto sembrare
tutto così magico! Non me lo dimenticherò
mai!»…«…infatti è
vero…»
disse il ragazzo stirandosi sul letto, e lasciando vagare i suoi occhi
dolci nel ricordo della serata «…loro quando
vogliono
hanno il potere di trasformare la vita in
magia....»…«Henry…»…«Oh?»
il ragazzo si destò, poiché Terriermon, adagiato
sul
letto, lo aveva chiamato debolmente
«…è…terminato il
banchetto?» Henry
sorrise divertito «Ahah, sei proprio un dormiglione,
Terriermon!
Non hai fatto che poltrire, e in questo modo, a differenza di noi, hai
conservato la linea!» Rea si affacciò, scherzando
«Ah, non farti sentire da mia madre! Già ci accusa
di
tenere pane & acqua il nostro Digimon, oltre che nostro
figlio!»…«Ahahah, è vero,
avevo dimenticato
del gradito siparietto di tua madre! Uhmuhmuhm!» fece Henry
che
sembrava collezionare con premura ciascuno di quei piccoli aneddoti, e
sua moglie «A proposito! Poi sei riuscito a parlare con tuo
padre
per capire su che mezzo monteremo noi e…tutti i regali degli
sposi?»…«Sì: papà
ha detto che con i
Pionieri ci invieranno un nuovo prototipo di
Arca.»…«E’ davvero
incredibile, mentre noi
eravamo qui a Digiworld i tuoi non hanno smesso un attimo di
ingegnarsi: e in tutto questo mia madre che fa? Si preoccupa per il
cibo, e perché Benji non ha vestiti eleganti per
l’incoronazione!»…«Ahhh, ma
dai!! Ce
l’hai proprio con tua mamma!» mentre Terriermon
chiedeva
sempre un po’ assonnato «Henry,
domani…ci sono
problemi per partire?»
Ma anche in
questo caso il suo domatore pensò a rassicurarlo come si fa
con
un figlio «Non ti preoccupare Terriermon, papà ed
i
Pionieri Digitali hanno risolto tutto…uhmuhm, è
solo che
non possiamo ricorrere a un sistema più rapido
perché
hanno sommerso Rika e Ryo di regali, e il sistema rischierebbe il
collasso se provassimo a convertirli in dati!»
Il Digimon dalle
orecchie lunghe sorrideva «Si sono sposati…certo
che il
matrimonio dev’essere proprio una cosa
meravigliosa.»…«…posso
assicurarti che
è così, amico
mio.»…«Henry…
…com’è il matrimonio? Io
non…ci ho mai
pensato.» al che il ragazzo provò a riflettere
«Beh,
il matrimonio è…!» (canzone: Gigi
D'Alessio - T'innamorerò)
…mentre
scrutava sua moglie girare per la stanza, e mettere a posto i vestiti
«…è come…un letto
incredibilmente morbido,
un cuscino…pieno di tenerezza, su cui puoi adagiarti, e
riposare
quando sei stanco…»
Rea lo
ascoltava, e sorrideva dolcemente al suono di quelle parole…
«…è come…un album
fotografico in cui
conservare i tuoi ricordi più cari. E’ il tuo
secondo
nido: il primo è quello con la tua mamma e il tuo
papà,
che resta sempre a farti compagnia, con la porta aperta
affinché
tu possa rifugiarti nella pioggia battente. Però, quello che
nasce con il matrimonio…è il nido del futuro:
quello nato
per accogliere un cuore quando ha ricevuto amore
sufficiente…per
poterlo restituire. Attraverso i baci alla persona amata, le carezze ad
un figlio. Ognuno di noi ha tanti nidi…piccolo amico mio.
Anche
quello di tutti noi, oggi, al banchetto, seduti su quella
tovaglia…il nido dei propri amici, quelli di cui ti potrai
sempre fidare, anche se ognuno prenderà la sua strada e si
costruirà una vita. Sai? Io sono stato il primo…
…ma a
poco e poco tutti i nostri compagni stanno conoscendo
l’amore:
Rika e Ryo, Takato e Jeri, Kazu e Diamon. Kenta e
MarineAngemon!...eppure oggi, sotto il chiarore del globo e il crepitio
dei fuochi mi sono sentito come quando eravamo ragazzini. E ho capito
definitivamente che nulla potrà più spezzare il
nostro
legame…così come…» lanciando
un’occhiata a sua moglie «…mai
potrà sfumare
il sentimento che mi lega a Rea, l’altra tua
domatrice.»
per poi accomodarsi meglio, a gambe incrociate, e chiedere
«Terriermon…! Mi piacerebbe sapere…
…in questi anni hai conosciuto tanta gente, fatto tante cose
e
sei sempre rimasto attivo, anche se io ero lontano.»
scrutandolo
in quegli occhietti puntiformi, e chiedendo con sguardo assorto
«…ti sei mai innamorato…?...
…è possibile, ormai anche a molti dei tuoi simili
succede, hai visto Renamon? Ti confesso…che mentre crescevo
e
scoprivo l’amore non facevo che pensare a te, e mi sarebbe
piaciuto tanto seguirti e aiutarti nell’amore. Ti
è mai
successo…di sentire quella scintilla nel cuore, e quelle
farfalle nello stomaco…?»
Gli occhi di
Terriermon, a quella domanda del suo domatore, scivolarono verso il
basso «…qualche volta. Ogni tanto ho adocchiato
qualche
Digimon che mi piaceva, però…non ho mai avuto il
coraggio
di farmi avanti!»
Henry e Rea si
scambiarono un’occhiata di tenerezza, come si fa per le
confidenze di un figlio un po’ timido «Mi sentivo
brutto e
inadatto!»…«Perché?!»
fece il ragazzo,
e l’altra domatrice «Non devi parlare in questo
modo di te
e pensare questo. Terriermon, sapessi come sei grazioso. Quante belle
qualità hai!»…«…ti
ringrazio,
Rea.» ammise raggomitolandosi nelle sue orecchie
«Però nessuna Digimon mi ha mai preso sul serio!
Tutte si
mettevano a ridere.» e Rea «Forse perché
non erano
ragazze molto sensibili: non pensi, Henry? Per non capire quanto vale
Terriermon bisogna essere davvero
superficiali.»…«Sono
d’accordo.»
replicò il ragazzo, e Terriermon sbrogliando le sue orecchie
«Siete gentili…io però continuo a
credere che a me
una gioia come il matrimonio non toccherà mai:
resterò un
Digimon scapolo a vita, ad occuparmi dei figli degli altri e a farli
ridere con la mia parlantina!»…«Non devi
essere
così pessimista!» esortò Rea, e
lanciandosi uno
sguardo complice con suo marito si sedette sul letto e
rifletté
«Io mi sono sempre chiesta…Terriermon e Lopmon
hanno
lavorato fianco a fianco per molti anni, no? Proprio come Mitsuo e la
signora Riley. Lei sembra una Digimon…così
carina, e
detto proprio fra noi credo che apprezzi molto le tue
qualità!»
Henry esplorava
pazientemente quelle ipotesi, non pronunciandosi se non con un
«…è vero.» ma Terriermon
«Cooosa,
Lopmon?! Ma non dite sciocchezze!»
…proprio mentre nella stanza accanto, in piedi sulla
maglietta
con il teschio di paillettes, Lopmon esclamava «Ci siamo
tenuti
per l’orecchio durante tutta la cerimonia, Suzie, e poi
l’ho guardato dormire! Questa è stata una serata
fantastica, e ha detto…che ero più carina del
solito!!»
La ragazza che
si allacciava il pigiama rispose «Sono molto felice per te,
amica
mia!!» Lopmon balzò tra le sue braccia
«Suzie ma
secondo te riuscirò a
conquistarlo?!»…«E
perché no?! E’ tanto che vi conoscete, voi due
assieme
siete un’istituzione!»…«Ah
sì, voglio
sperarlo! Voglio coltivare anch’io un sogno nel mio cuore
come
ognuno di voi!!»…«Fai bene piccola
Lopmon, i sogni
sono la cosa più importante, non riusciamo a respirare
senza!!»…«Ahahahahah!» in una
stretta piena
d’emozione, gli occhi di entrambe brillavano…
…mentre Terriermon confessava «A Lopmon voglio
bene…
…lei è un pezzo del mio cuore, non potrei proprio
vivere
senza di lei e i suoi preziosi consigli. La stimo, e credo che abbia
davvero un valore immenso come Digimon! Però, per me
è
come una sorella: non riuscirei proprio a guardarla in un altro modo,
mi dispiace…»
I suoi
domatori si guardarono fra di loro, ed Henry disse
«Terriermon,
non preoccuparti! Non devi perdere la speranza: io sento…che
presto, molto presto, prima di quanto immagini giungerà la
Digimon per te! Abbi fiducia…»
«…uuufh!...» Terriermon
sospirò un po’
scoraggiato, seppur quelle parole avessero insinuato nei suoi occhi un
velo d’emozione, che lo lasciò stupito…(fine-canzone)
Se i Digimon
sognavano, c’erano due ragazzi umani stretti ora sotto il
calore
delle lenzuola, e del loro amore «Sai,
c’è una
cosa…» accennava Rika con un lieve sorriso,
appoggiando il
capo sulla spalla di lui «Tu fra tutti gli uomini se forse
quello…che conosco meglio, ti so praticamente a memoria.
Però oggi ho sentito come se fosse la prima volta, che
facevo
l’amore con te.»…«Questo
è normale,
piccola mia…» rispose lui tenendola stretta,
mentre
adagiava il capo sulla spalliera dorata del loro letto
«…è normale, perché
l’abbiamo
accantonando tutto il passato. Lasciandoci indietro gli errori, i
fraintendimenti, eravamo due persone nuove! E…quanto ci
è
voluto per conseguire questo risultato, eh Rika…?»
La giovane
alzò i suoi occhi lilla, guarniti come quelli di una
creatura
fatata, rivelando «Sai…? Oggi finalmente posso
confessartelo senza alcun timore che tu, il minuto successivo, fugga
via…io…
…sono
sempre stata…innamorata fino alla pazzia di questo
corpo…» scorrendo le mani sui muscoli del suo
petto
«…fin dalla prima volta che ti ho visto stentavo
ad
arrestare dentro me l’impulso che gridava che eri
un…vero
schianto…»…«…fin
dalla prima volta?
Quando eravamo ragazzini?!» chiese lui con una punta di
bonario
sorriso, ma lei era invece molto seria quando scuoteva il capo
«Dio mio…quanto può essere bello un
ragazzino,
quanto può stringerti il respiro…!!...fino a
mozzarti il
fiato, ed era questo ciò che mi facevano i tuoi
occhi…Ryo…
…i
tuoi capelli…» nei quali fece nuotare lo sguardo,
e la
mano. Al che anche lui si fece serio, e disse «Ti ringrazio
di
dirmelo
adesso…»…«L’ho
sempre
pensato…!» si sfogò lei «Ma
tenevo tutto
dentro per paura, per questo mi comportavo freddamente! Dai nostri
primi incontri…
…fino a
quando, poi, abbiamo fatto
l’amore.»…«…stavolta
sei stata
tutt’altro che
fredda…»…«…stavolta!!
Ma ce
n’è voluto per
arrivarci!»…«…ti
ho fatto del male. Tanto, vero? Sfogati, senza remore. Raccontami
quanto e come ti ho fatto soffrire, ora che ne abbiamo finalmente
l’occasione. Ora che siamo soli, e non ci sentano: fammi
sentire
come un verme…
…così poi finalmente chiuderemo anche questa
porta
e…per noi esisterà solo la nostra nuova vita!
Piena di
tenerezza, dove più nessuno dei due soffrirà.
Confessamelo, Rika…» al che lei si
appoggiò al suo
petto come fosse il cuscino, e rivelò (canzone: Charice
- Always you)
«…ricordo…che non mi era mai capitato,
così
intensamente come da quel giorno, nella landa degli orologi,
che…un ragazzino mi facesse girare la
testa!...bello…sfrontato, con i tuoi modi arroganti eri
penetrato nella mia vita, travolgendola…
…il tuo
coraggio di sfidarmi…» descriveva lei, mentre lui
le
accarezzava i boccoli come si fa con qualcosa di piccolo e da
proteggere «…la nostra incontenibile tendenza a
collidere
e scontrarci non faceva che accrescere in me l’attrazione, io
cercavo il pretesto per litigare perché…dovevo
difendermi, in qualche modo da quella pulsione che cresceva, dirompente
dentro me, giorno per giorno! Mamma mi aveva parlato
dell’amore,
ma io…
…non
volevo crederci, pensavo non mi sarebbe mai capitato, tanto meno per
uno
così!»…«…certo: la
preda favorita
di IceDevimon…la ragazza fredda e
scontrosa!»…«…e invece, come
un’abile
cacciatrice il pericolo lo fiutai subito, e attivai i sistemi
d’allarme. Ma fu
inutile…»…«…quando
capita una cosa del
genere come speri di salvarti? Ricordo che anch’io mi accorsi
subito che quello che mi legava a te andava oltre ciò che
comunemente si prova…» svelò,
sorseggiando una
sigaretta.
Rika
continuò «…ci vollero
giorni…trascorsi fra i
fotogrammi fulminei di Justimon, e la città annegata nel
rosso
del pericolo…perché potessi fare ordine nel mio
maledetto
cervello, e realizzare che eri
importante…»…«…anch’io
ti
cercavo sempre, ricordo che con…!...
…il cucciolo elaboravamo tutti gli stratagemmi
più
astrusi, per ritrovarci sempre lì al momento giusto quando
c’eri tu! Per potermi mettere in
mostra…»…«Fino a quel giorno,
nel
D-Reaper…
…quando mi spogliai con Renamon del mio involucro di
energie,
per passarle a te e Cyberdramon, ebbi la conferma…definitiva
al
sogno che avevo in tutte quelle notti…custodito sotto al mio
cuscino, sull’eco del rumore del D-Reaper che cresceva: mi
sentivo certa…che se avevamo compiuto un passo simile non ci
saremmo più
separati.»…«…oh,
anch’io.» ammise lui. Sembrava sincero, e
ribadì
«Matematica certezza.»
Rika
confessò «Non mi aspettavo che avremmo perduto i
Digimon…!...però…in quei primi giorni
dicevo a me
stessa…
…è
vero, è andata così, ma con Ryo siamo accomunati
da
ciò che è successo! E
dall’estate…che sta
per arrivare.»
Le
espressioni del ragazzo sembravano eloquenti, nel riconoscere
esperienze altrettanto proprie.
«Ryo di
sicuro avrà bisogno di sfogarsi, per…la perdita
del suo
amico, io sono a pezzi per quella di Renamon. E tanto ormai abbiamo
capito che non possiamo fare a meno l’uno
dell’altro, in
questa estate ci cercheremo, ci incontreremo! Sai, un po’
come
pensano gli
adolescenti?»…«…eravamo
bambini,
Rika. Bambini…che ignoravano quello che sarebbe potuto
capitar
loro.»…«…mi
abbandonavo…
…al
pensiero di noi due distesi presso il lago, quando ancora si
è
all’apparenza soltanto amici…
…ed
il sole è alto in cielo, scioglie il gelo
dell’inverno…così ascoltavo i nostri
sussurri e
immaginavo…di te che ti aprivi sempre più al tuo
lato
più fragile. Il sole assieme all’inverno
scioglieva anche
la tua arroganza…ed anch’io sembravo una ragazza
come
tante…»…«…quel
ragazzo
dell’immaginazione, di certo era perduto dietro agli occhi
della
sua dolce…amata coetanea
confidente!»…«…e la Digimon
di quella
ragazzina era di certo orgogliosa di lei, dall’alto del suo
mondo! “Guarda Renamon ho imparato a essere dolce: con Ryo
aspettiamo la sera, raccontandoci tutto di noi…
…lo
amo…come è bella
l’estate…”»…«”Come
è
dolce la vita…Cyberdramon”…»
Rika alzò
gli occhi su di lui, e confessò «…per
questo…!!...quando la scuola non era ancora finita, e ho
sentito
che partivi mi sono sentita esplodere! Era come se Renamon fosse
sparita un’altra volta!! “Come
può?” mi dicevo
“E allora quel giorno nel D-Reaper?!” e poi mi davo
uno
schiaffo da sola…per aver dato tanta importanza a qualcosa
solo
nella mia testa. Ricordo…
…che se
non riuscivo a concentrarmi sui libri era proprio per arrovellarmi in
quest’incubo! E se pensavo che chissà quale altra
ragazza
scopriva quegli angoli del tuo corpo che avrei voluto esplorare
io…!!...maledicevo l’adolescenza, che ci fa
crescere e
sperimentare.» allungando la mano verso il bicchiere, e
bevendo
un sorso con gli occhi intrisi di quell’impeto «Lo
sai?
E’ stato per te che ho iniziato con questi!»
alludendo agli
alcolici «Per
me?!»…«Sì, proprio
così, non sopportavo le tue foto e…!!!...quando
ho visto
quelle ai diciotto anni io…!!...ci ho dato sotto, avrei
dissanguato un’enoteca intera, pur di frenare la mia rabbia,
per
gli anni
sprecati!!!»…«Piccola…Rika!
Tu hai
sprecato quegli anni a pensare a me? E quella sera? Anche quella
sera?»…«Sì, anche quella
sera!!»
scandì incisiva di rabbia d’amore «Tanto
più
quella sera!»…«Strano
allora…che non ti siano
giunti i miei singhiozzi. Ero in lacrime, subissato dal vino! E non era
la prima
volta.»…«Cosa?»…«Altroché!...
…avevo
finto un’ennesima volta, sprecando gli stessi anni tuoi.
Rika…è brutto passare un’intera vita a
fingere,
sai? Fingere di essere felice, soddisfatto…fingere di essere
un
uomo, a che serve poi? Resti un bambino…»
spegnendo la
sigaretta…
…ma lei
lo avvolse con calore «…ora non dovrai
più
piangere, amore
mio.»…«Uh?»…«…tu
sei un
eroe, e avrai tutto quello che meriti. Non hai ancora recuperato la
biodigievoluzione, presto
accadrà.»…«Ma
Rika…veramente io…
…se non
è successo fino ad ora…» ma Rika
scuoteva il capo
«Io sento che accadrà, si realizzeranno tutti i
tuoi
sogni…
…perché tu sei il migliore, e avrai una vita
molto
felice…
…ne sono sicura…»
Lui coprì
lei e se stesso col lenzuolo, e restò a pensare
“…ce l’ho fatta ad arrivare in fondo a
questa
impresa, ne sono felice: non mi sono sentito male…ed ho
concesso
a Rika questo giorno che tanto attendeva. Ora ho finalmente
l’amore della ragazza che amo, non posso mollare adesso, devo
stringere i denti!…
…devo
iniziare la ripresa: sulla terra mi farò visitare da un vero
medico, per precauzione. E anche senza di te Cyberdramon, anche senza
di te io riuscirò…!...a concludere qualcosa di
buono. Ci
riuscirò!”
…e così si nascosero sotto il lenzuolo, come due
bambini (fine-canzone)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 37 *** L'incoronazione e il ritorno a casa ***
puntataDT2
Fino a che il sole non tornò a splendere, picchiando proprio
su
una foto di Ryo che qualcuno si contemplava, in un’automobile
della terra ferma al semaforo.
«Auuuufh…!» un sospiro rassegnato
accompagnò quegli artigli che la riposero fra le pagine di
un
libro «E’ inutile soffermarsi a rimpiangere: a che
serve
ormai?»
Gli stessi artigli
raddrizzarono dei…distinti occhialini, che spuntavano da
sotto
un turbante etnico…mentre altre mani, delicate e femminili,
picchiettavano sul volante «Mmm, cosa vedono i miei occhi,
rilevano una scritta alquanto interessante: saldi! Ah, è
tempo
di svaligiare qualche baraccone, sai cosa penso? Guarda che sole,
è ora che mi rifaccia il guardaroba per
l’estate.»
aggiustando lo specchietto, che rifletté i suoi occhi
azzurri
incorniciati da boccoli biondi «E francamente penso che anche
tu
avresti bisogno di una rinfrescata: la bella stagione è alle
porte, non vorrai sprecarla, ho visto un paio di cose…che a
mio
modesto avviso ti donerebbero! Oh? Gelsomon, mi stai
ascolando?»…«Whaa!»
sobbalzò la
dragona sbattendo il capo sul tettuccio «Che
cos’è
quel libro che hai in mano…? Di cosa
parla?»…«Oh beh…di cucina,
Alice! Di
cos’altro vuoi che parli un libro letto dalla
sottoscritta…» ma Alice si sovrappose
«…Il
viaggio in Occidente
di Wu Cheng’en, caspita non sapevo fosse bravo a cucinare! E
così ti sei data a questo classico della letteratura cinese,
eh
cara?»
La dragona
abbassava lentamente il libro, con aria mortificata «Su
avanti
cos’è quella faccia!» la esortava
però la
ragazza con un che di curiosità «E’ una
cosa bella
cercare di ampliare i tuoi orizzonti, e a dire il vero anche quegli
occhialini da intellettuale non ti stanno affatto male!»
…«Io…non so se ne trarrò
qualcosa.
Però ho capito che è inutile piangersi addosso se
non si
sta al passo con gli altri!» ammettava la dragona in un moto
d’orgoglio «La sola cosa da fare è
rimboccarsi le
maniche e tentare di colmare la
distanza!»…«E
così hai fatto un bel tuffo nel nostro patrimonio culturale.
E
brava la nostra Gelsomon…!» la quale
raccontò,
alludendo al libro «Me l’ha prestato LadyMeramon:
devi
sapere che per lei la cultura Giapponese non ha segreti!
Nell’attesa di trovare, un giorno, un domatore si
è
divorata di tutto: poeti, scrittori, in pratica non so come faccia a
tenere a mente così tante
cose!»…«Fammelo
un po’ vedere…» tese la mano la ragazza
bionda, e
la dragona glielo porse «Lo
conosci?»…«Ahh,
è un classico della letteratura cinese, ma è
molto
apprezzato anche da noi: ha ispirato Dragon Ball…uhm!
Più
classico del libro, un cartone così.» sfogliando
rapidamente le pagine, quando cadde qualcosa «Oh? E questo
che
cos’è?»…«Ahh,
lascia, faccio
iooo!!!» si protese Gelsomon, ma si incastrò fra i
sedili «U-Ughhh!»
…così che Alice poté piegarsi nelle
sue sinuose
movenze, e raccogliere la foto di quel ragazzo ben noto ai domatori di
Digimon «Oh, ma guarda cosa abbiamo
qui…»…«Dammela-dammela-dammelaaa!»
ansimava la dragona disperata «E così ci pensi
ancora.» Ma Gelsomon «Iuuuuufh!...
…tanto
ormai mi sono rassegnata, è un pensiero inutile: la utilizzo
solo come segnalibro.»…«E dietro cosa
c’è
scritto?»…«Ahhh, nooo, ti prego
Aliiice!!!» e alla fine riuscì a strapparle la
foto di
mano con i suoi artigli «Calma, stavo solo
leggendo!»…«Sì
però…»
fece la creatura con aria timida, stringendosi la foto sul cuore
«Questo è un componimento molto
personale…è-è una poesia,
ecco!»…«Che mi venga un colpo, vorresti
dire che
quei versi così belli…li hai scritti
tu?!»
«…me ne vergogno
tanto.»…«Altroché…!
Dovresti
vergognarti di non pubblicarli cara, in questo modo sprechi una grande
occasione?»…«Pubblicarli?!»
alzò il
suo muso la dragona dagli ornamenti etnici…per poi abbassare
lo
sguardo «…veramente non so come si fa.»
al che
Alice sospirò «Ah…Gelsomon!»
accompagnata
da un sorrisetto «Possibile che debbo insegnarti
tutto…?» sollevando un Ipad, ed iniziando a
sfiorare il
touch screen con le sue affilate unghie corvine «Siamo
nell’era informatica, basta digitalizzare il testo ed
inviarlo
al…primo concorso online che sia attendibile. Se mi facessi
leggere, magari potrei darti una
dritta!»…«Grazie,
ma preferisco di no: in fondo non sono mica così brava. So
scrivere appena, e sono certa che farei una figuraccia! No,
è
meglio che mi rimetta a studiare anziché pensare a
sciocchezze.»
Alice se
la guardava con ironia che forse celava un pizzico di tenerezza, mentre
la vedeva nascondere il suo muso e i suoi occhialini dietro al libro
«Che cosa sono poi…? Una Digimon cacciata a forza
dalla
cucina e…sbalzata su-s-su un’auto della terra! Non
ci
raccapezzo con questi nuovi sistemi.»
La ragazza
si riaccomodò sul sedile “E io cosa sono? Una
ragazza
che…
…da
più di dieci anni non dovrebbe più essere qui: e
invece
so tutto, e mi piace aggiornarmi!”
«Alice…»…«Sì?»…«…non
vorrei dire ma credo sia verde.»…«Uh! Ma
guarda
tu, ecco cos’erano allora tutti qui clacson! Stai diventando
brava con le indicazioni stradali.»
“…ci mancherebbe!” pensò
Gelsomon, tra le
pagine del classico cinese “Voglio imparare tutto
ciò che
non so: mi sono stufata di essere una Digimon ignorante!”
«A-Ah…Alice?»…«Sì…?»
fece lei con aria di noncuranza, riprendendo la guida «Dove
andiamo adesso?»
Gli
occhi della ragazza nello specchietto assunsero improvvisa
determinazione «Non lo so ancora, ma siamo tornate sulla
terra
con l’intento di scovare Nakao: lui è
l’unica pista
che abbiamo se voglio sperare…» ma
completò nei
suoi pensieri, assumendo sguardo più insicuro
“…di
concludere un qualche cosa di buono, prima di essere chiamata
là
dove dovrei dirigermi, per rispondere del mio operato!”
“Alice…” uno sguardo di premura, simile
a materna
apprensione, sbucava oltre le lenti di quegli occhiali da
vista…
…la loro automobile grigia metalizzata sfrecciava, fino a
diventare solo un puntino agli occhi di quel…gatto nero
comodamente appostato su una vecchia cabina telefonica piena di
scritte. L’animale scodinzolava con apparente
tranquillità, la stessa con cui i passanti sembravano
accettare
il fatto che indossasse…un elmo e le polsiere.
D’un tratto
un bambino indicò «Mamma! Guarda lassù,
c’è un gatto!»
Ed
il gatto si drizzò a fissarlo. Ma la madre tirò
via il
piccolo «Ancora? Oggi è proprio una fissazione,
come due
minuti fa col cane! Non possiamo farci animali, punto e basta: e
lì non c’è
nessuno!»…«Ma…io
l’ho…vista…»…«Forza,
andiamo!...
…con quello che succede in città ho paura persino
ad
andare in giro.»
Il gatto si abbassò a poco a poco, scrutando il marciapiede
con
sguardo di cautela…
«Ehi, avete sentito?» dicevano le persone con
l’Ipad «Stanno per disporre l’autopsia
sul corpo
della donna uccisa! Speriamo non sia l’ennesimo caso di
delitto
irrisolto!»
Il felino fece pendere una zampa dalla cabina…
…ma il ragazzo che passava, anziché sbattervi il
capo, la
attraversò magicamente.
Fu allora
che la creatura dedusse “…mi ci mancava solo
questa!!” (canzone: Claudio
Baglioni: In un'altra vita) balzando dalla
cabina…
…come un comune animale della sua razza, strisciava fra i
piedi
di mille passanti…ma al contrario degli altri gatti non
aveva
bisogno di scansarsi. Poiché il suo pelo nero aveva
consistenza
incorporea, e la gente lo oltrepassava…
“Nessuno
più mi vede! Tutti ignorano che io sia ancora qui. Ed
io…
…sono ancora qui…o forse non sono altro che un
sogno?” drizzandosi sulle zampe e guardando i suoi
palmi…
Dai dispositivi portatili intanto giungeva “…è
stata trovata senza vita, e con gli abiti strappati. Il delitto, dal
chiaro sfondo sessuale, sembra sia riconducibile all’ambiente
probabilmente frequentato dalla donna la cui identità resta
tuttora incerta. Non sono stati trovati infatti documenti presso il
corpo della vittima…”
Ma quei pochi
minuti di cronaca erano bastati a far mutare le zampe del gatto in mani
umane, dai guanti strappati e lo smalto nero scrostato “Senza
documenti…” pensava lei alzando gli occhi al
cielo,
così da lasciar distendere i suoi riccioli spettinati lungo
la
schiena “…senza un nome!”
Ora era
una donna, ma il risultato era lo stesso: il suo corpo era aria e
spirito “Poiché il mio solo nome, è
quello che mi
dà la mia missione: proteggere i miei bambini!!...
…ecco qual è il mio desiderio, ma adesso
sarà
ancora più difficile!”
Avanzando,
incurante di oltrepassare…un’infinità
di individui
col suo corpo impalpabile. Fu allora che confessò
“Mi
hanno uccisa!!!”
…volgendo
il capo verso una tv oltre il vetro, che riproduceva la foto sfocata di
un corpo femminile tra i rifiuti “Non sono riuscita a
sopravvivere a questo mondo di violenza, mi ha fatto una sua vittima! E
ho perduto il mio cuore…
…adesso
il cuore di Violetta è all’obitorio, pronto a
essere
estratto con l’autopsia! Di me non resta altro
che…un
impercettibile fantasma d’amore, che ancora è in
pena per
i piccoli Ufomon e Gravemon! Ma ora che il mio involucro di dati
è stato distrutto…
…non so
più davvero come potrò aiutarli! Mi sento
inutile…
…così…infinitamente triste!”
Con le braccia
incrociate a proteggersi il petto, si trovò a salire le
scalette
che conducevano a un ponte cittadino.
Eppure vi era un
vortice indefinito di luci magiche a seguirla «Oh?!»
…un cerchio di
luci blu e rosse, dal quale provenne una voce maschile “Tu
sei…Iasugnumon, vero?”
«Chi sei
tu…come fai a conoscermi?!» chiese trafelato il
fantasma
di donna.
“Lascia che ti
spieghi: io sono qualcuno che dieci anni fa ha terminato la sua vita
proprio in questo luogo.”
«Oh?»
sussultò la donna vestita da gatto, quando vide il flusso
dirigersi verso un uomo che attendeva seduto sul bordo del
ponte…
…e che si alzò lentamente «Ma tu sei un
uomo!»
«Anche tu ora hai
l’aspetto di una donna.» disse lui, che indossava
abiti di
eccentrica eleganza, e dimostrava giovane età e
bell’aspetto: giacca bianca, un bastone di impugnatura
argentea.
Ed un cappello bianco sulle ventitré, da cui discendevano
riccioli neri. Aveva uno sguardo intenso e profondo «Se tu
stai
cercando qualcuno da proteggere non sei la sola! Anch’io
cerco
qualcuno che ho lasciato indietro. E che ha ancora bisogno di me! Ora
il mio nome è Refrainmon:
quel vecchio ritornello…destinato a non esser più
cantato, un giorno. Ma se preferisci, puoi
chiamarmi…»
così le luci si incrociarono su di lui dando vita a un
bagliore
prodigioso.
La
donna-gatto fu costretta a pararsi il viso, e una volta
diradatosi…
…incontro a lei avanzava un maestoso cane nero dal collare
borchiato «…Dobermon.»
«…ahh!...anche tu un Digimon?»
«Anche io
un fantasma…» rispose Dobermon, mostrando il suo
corpo
evanescente.
A quel punto lei
esclamò «Se ci hanno ridotto così, come
faremo ad
aiutare i nostri cari?!» lasciando cadere finalmente le
braccia…e scoprendo timorosa i suoi abiti provocanti
strappati e
laceri…
Il fantasma di cane
sembrò guardarla impietosito, ed avanzare incontro a
lei…
…avvicinare il
muso a quel corpo prosperoso ma altrettanto malconcio
«…poverina…come ti hanno
ridotta.» al che
lei tremava e si copriva, ma lui «No, non
vergognarti…» disse con voce dolce
«…io so
cosa vuol dire amare una povera creatura giovane…dal corpo
martoriato dai lividi.»
Il fiato di Iasugnumon si
spezzò…e si volse lentamente «Hanno
fatto molto
male alla creatura che proteggevi?»
«Lei è
come noi…» rispose il cane socchiudendo gli occhi
«…l’ho conosciuta così: ma
ora è
tempo che la guidi verso la sua pace…come lei a suo tempo
guidò me sulla terra, in questo luogo, affinché
potessi…
…dissolvermi…per contribuire anch’io
alla battaglia
dei Digimon!»
«D-Dobermon…» bisbigliò
Iasugnumon
allungando il suo guanto tremante, e strappato…mentre si
udiva
crepitare il cielo, che si era oscurato e non tardò a
riversare
gocce sul muso di Dobermon, e a lavare le sporcature dagli abiti di lei
«T-Tu non lo sai, io vegliavo su due bambini! Vivevo nella
loro
casa ma…la loro famiglia è andata in pezzi a
causa del
risentimento che avvolge questo mondo, come il vento in un giorno
simile!»…«…non preoccuparti.
Vedrai che
insieme ce la caveremo. Siamo soli. Ma siamo forti…
…l’amore nel nostro cuore ci indicherà
la strada:
dai, passeggiamo insieme…era tanto che non venivo qui. La
terra
mi ricorda lei…»
Iasugnumon sorrise di tenerezza e pietà…
…così camminarono, e ogni tanto qualcuno si
limitava a
volgersi, come se avesse sentito un soffio di vento al loro passaggio.
Ma niente di più, non poteva vederli…
Qualche voce
più sottile ad accompagnarli «Ciao bella
gattina!»…«Buongiorno signore
buffo!» ora
che lei era tornata Scratchmon, e lui il distinto Refrainmon che
avanzava col suo bastone, la cui impugnatura era una testa di cane
d’argento «Solo qualche bambino si accorge della
nostra
presenza…» commentò con dolcezza la
gatta, e lui
fascinoso ed assorto «Sono sempre loro, nonostante tutto a
conservare quel po’ di purezza nel cuore, capace di
accogliere
creature come noi. Ci sono cose che il tempo non
cambia…»
…passò un treno, rapido e sfrecciante…
…ed
ora lui era di nuovo cane, e lei ragazza in rete scura «Come
sei
vestita? Perché hai tutti lividi, sei caduta?»
chiedevano
i bambini. Lei sorrideva, e loro a insistere «Sì,
ne sono
sicura! Sei caduta da quella scaletta di prima, anch’io una
volta
ci stavo correndo, e mi sono sbucciata un ginocchio! E’ tuo
il
cane? Non ti fa paura?»
«…no. Lui mi fa la guardia. Abbiamo tutti bisogno
di un
amico che ci protegga…» (intanto i genitori:
«Con
chi parli, Michiko?»…«Con la
signora!»…«Non c’è
nessuna signora,
non devi allontanarti! Girano dei criminali per la
città…»)
«Oh…?» Iasugnumon sembrò
restarci male, ma
Dobermon le disse «Non farci caso. Io ci sono abituato.
Purtroppo in molti, in questo tempo in cui sono mancato, hanno chiuso
il loro cuore. E’ questo, più della nostra essenza
incorporea, a impedirci di essere uditi. E’ la
sfiducia…che non rende visibili i nostri corpi, ai bambini
ne
è rimasta un po’. Per questo ci
vedono…a volte
sì e a volte no. Osserva…»
Passò un altro treno…
«Guardate, mamma, papà! Ci sono un grosso cagnone
nero e
una gattina con l’elmo che giocano! No…adesso sono
spariti!»
«Bambini, non c’è nessuno, vi volete
muovere? Siamo
in ritardo!!» ma passò un altro treno…
«Papà, aspetta! Adesso sono riapparsi! Ora
è una
ragazza che accarezza il suo cane!»…«No,
mio
fratello non ha capito niente! E’ un signore che fa giocare
la
gattina con il suo cappello!»
…in
coro i genitori «…BASTA, BAMBINI!!...»
«…e adesso non c’è
più nessuno: il
vostro grido li ha fatti
sparire…»…«Io ho
sentito miagolare!»…«E io
abbaiare!»
«…su,
basta guardare i treni: dobbiamo andare al lavoro! E voi a
scuola!»
«…va bene…
…comunque c’erano: non li ho
sognati…»…«…nemmeno
io…»
Infatti, quando i
treni per pochi istanti smettevano di incrociarsi, a metà
fra il
sogno e la pioggia, quelle due anime ritornavano a movimentare la
città (fine-canzone)
«Poi
vorrei una bustina di questi, e anche di questi signor
Matsuki!»
indicava un’anziana signora, che però appariva in
buona
salute «Ah, e visto che
c’è…mi dia anche un
po’ di quelle salse che ho visto esposte nello scaffale: ho
intenzione di preparare una…bella merenda per i miei
nipoti!»
Costei era
però vegliata dallo sguardo di una ragazza, che le si
rivolgeva
pazientemente «…attenta nonna, guarda che non devi
eccedere: il medico ha detto che hai il cuore
affaticato.»…«Ma Akane, cara, io sto
bene!»
puntualizzò la signora col bastone, aprendo le braccia
«Sono completamente rinata, come non mi sentivo da
anni!»
e Takehiro sembrava compiaciuto «…oggi di prima
mattina
qui, eh signora Suizenji?»…«Voglio
riprendere le
buone vecchie abitudini signor Takehiro: un tempo venivo sempre qui a
fare la spesa all’apertura ma poi, un incapace di medico mi
ha
detto che devo riposarmi! Con questi giovani dottori va sempre
peggio.» La nipote replicava «Veramente il dottor
Fukuda
ti segue con molto scrupolo! Non mi sembra giusto che ne parli in
questo modo.»…«Ah, questi nipoti! Prima
ti fanno
disperare e poi, quando crescono, si mettono loro a fare i
genitori!»
…la
ragazza alzava leggermente gli occhi al cielo, mentre la nonna
puntualizzava «Akane sta calma, cosa ho detto di male in
fondo?»…«…niente,
nonna…»…«Non
morirò mica per una
bottiglia di salsa! Me la vai a prendere tu,
Takato?»…«Certamente, signora
Suizenji!»
replicò obbediente come un soldatino, e corse presso lo
scaffale
con le bottiglie mentre il padre descriveva
«…stiamo
provando ad ampliare la scelta degli articoli: vorremmo
rinnovare!»…«Ah, fate bene! Come la
sottoscritta:
voglio iniziare una nuova vita!»
…ma la
nipote mormorava «…già è
tanto se ci
conserviamo quella vecchia!»…«Ahhh,
piantala
Akane! Come sei pessimista…ah graaazie, Takato! Poi me la
porti
tu poi la spesa a casa? Non ti pesa, vero? Ma nooo, tu sei giovane
ormai! Uhmuhmuhm!»
Così il
ragazzino sfrecciò di nuovo presso il bancone, e si
accostò al padre che lo abbracciava con orgoglio, per poi
rimuovergli un po’ di farina dal ciuffo corvino.
La signora si
accostò alla nipote mormorando «…quando
eri
piccola mi portava sempre la spesa a casa. Poi è venuto quel
brutto periodo cheee…non poteva affaticarsi a fare le scale
perché era grasso: meglio dimenticare!» liquidando
con
gesti dispregiativi, mentre la giovane Akane sospirava e provava ad
accennare «…nonna ti ricordo che io lo conosco
Takato, e
al di là del fatto che la storia che mi hai raccontato
è
davvero assurda, quello non mi sembra lui, ma solo un bambino che gli
assomiglia!»…«Shhh! Non dire sciocchezze
irrispettose.» sentenziò la nonna duramente
(mentre al
bancone si scambiavano disposizioni «Ci sono poi le consegne
per
la famiglia Hasegawa: ci vai
dopo?»…«Sì,
all’ora di pranzo!») «…Dio non
voglia che
sia come dici tu, proprio adesso che grazie a questa storia ho
riacquistato vita e vigore!» continuò la signora
Suizenji, e la nipote la guardava con apprensione, dopodiché
«Allora ti aspetto, caro! Tanto io vivo sempre allo stesso
appartamento, una corsetta e sei già su da me con la spesa!
A
dopo…
…Akane dobbiamo passare in
lavanderia…»…«Sì
lo so,
nonna…»
Takehiro
disse «Tanto ti ho indicato perfettamente dove abita la
signora
Suizenji, non dovresti avere problemi,
no?»…«No,
certamente! Ho capito
benissimo.»…«Tieni: portale
questi dolcetti, sono in omaggio! Ah, e mi raccomando: quella casa tu
l’hai già vista, ci sei stato e ne conosci ogni
particolare!»…«Afferrato!
Papà?»…«Uhm?»…«Come
facciamo oggi con la mamma? Qualche sorpresa in
programma?»…«Ci sto
pensando…mmm…
…beh, potresti farle confezionare un mazzo di fiori! Il
fioraio
qui all’angolo è un cliente affezionato e ci
conosce bene:
ah, devi sapere che sua moglie ha una brutta malattia che la spinge a
segregarsi in casa, lui non vuole che si sappia, ma te lo dico
così che tu possa lasciare un fiore per lei, fra quelli che
comprerai: vedrai,
capirà.»…«Che
cos’ha quella signora…?» chiese colpito
il
ragazzino, e Takehiro «Pfff! Un’operazione al volto
l’ha lasciata sfigurata, fa paura!
Uhmuhmuhm!»…«Ahah…ho capito.
Va bene, la
allieterò con un fiore!» replicò il
giovane con un
sorrisetto, per poi avviarsi rapido verso la porta «Mi
raccomando, torna presto! Qua ho bisogno di te…
…ahah,
che bravo ragazzo. Comincio a capire come doveva sentirsi Takato con
quel Guilmon che faceva…tutto quello che lui gli
diceva.»
«Buongiorno, signora Sasaki! Signora Sashita, buongiorno
anche a
lei!»…«Buongiorno, Takato! Portati un
ombrello,
almeno!» si dicevano sotto il cielo piovoso, incontrandosi
fulmineamente prima che lui sfrecciasse in corsa con la listina in mano
«Non fa niente…!!»…
«Eheh,
corre sempre…è bello vederlo così,
sprizza…così tanta allegria, e vita!»
In effetti Nakao
sembrava star concentrando impegno ed energie nella sua
attività
al panificio.
E suo padre ne
era fiero «Nakao è la mia creatura, lui
potrò
plasmarlo…esattamente come vorrò, sarà
lo specchio
dei miei desideri! E dei miei sogni finora
irrealizzati…»
Nel frattempo,
sul marciapiede e sotto un ombrello, si muovevano le ruote di una sedia
a rotelle ed i passi di una bambina che la spingeva «Volevi
passare al panificio, papà?» chiedeva Akiko, e suo
padre
le sorrideva «Sì…è tanto che
non saluto
Takato e suo padre, sai che è da poco che ho ricominciato a
uscire. Ti fa fatica spingere, piccola
mia?»…«No
no, è leggerissima!» replicava raddrizzandosi gli
occhiali, con la naturalezza di un’adulta…
…ma
un sfumatura più ingenua si dipinse sul suo volto pensieroso
“…mi chiedo se la creatura che è giunta
presso il
mio letto ieri notte l’abbia davvero sognata, o se era
vera!” ricordando un frammento di quell’istante,
fra bolle
magiche e iridescenti “Oggi in camera non c’era
nessuno,
però sul pavimento ho trovato residui di cuoio, come quello
dei
suoi stivali! I Digimon…esisteranno davvero?! O saranno
stati
un’invenzione di prima che nascessi?...questo pensiero non
riesce
a lasciarmi in pace. E se esistessero…” smarrendo
il suo
sguardo in strada, d’un tratto però suo padre
«Ma
cosa…?!»...«…ihm? Che hai,
papà?»
La vista di un
bambino in corsa, dai capelli neri, aveva lasciato sbalordito il signor
Mori «Conosci quel
ragazzino?»…«N-Non
è possibile…a-aspetta qui, Akiko! Fammi il
favore!»…«Ma dove vai? Aspetta, ti
spingo
io!»…«No, faccio da solo! Ti prego solo
di restare
lì e di non allontanarti!»
Così,
volenterosamente si impegnò ad attraversare con la sua
carrozzella, lasciando la figlia in apprensione sotto
l’ombrello
rosato…
Nel crepitio dei
tuoni all’esterno, qualcuno canticchiava ai fornelli: il
grembiulino a teste di Gekomon accoglieva un po’ di schizzi
di
una prelibata colazione, quando un’ombra si fece avanti alle
sue
spalle, piazzando la borsa sul tavolo «Vengo solo a
informarti…che ho preso una decisione, Violetta.»
Il gaio
motivetto seguitava a rallegrare quella mattina fattasi grigia troppo
presto.
«Sto per uscire!...
…vado a prendere mia figlia, come…avevamo
stabilito. Del
resto ne ho il diritto, benché ne dica un giudice, no?! Sono
la
madre…»
Nessuna
risposta, se non musicale e flautata, accompagnata dal cigolio delle
credenze. D’un tratto si volse «Scusa hai idea di
dove sia
lo zucchero?»
Asanuma rimase impenetrabile…
…Violetta si
aprì in un sorriso «No sai sto facendo i cornetti,
poi
con questo tempo sono l’ideale! Solo
che…»…«Lo
zucchero…è sparito
da questa casa, da fin troppo
tempo!»…«Ooouuh…»
broncio, e bocca a
paperino «…vorrà dire che
dovrò uscire, ma
con questa pioggia mi inzupperò tutta!»
«Non ti
preoccupare, tu intanto fa i preliminari! Allo zucchero penso io: ti
porto una bambina…
…la più dolce…e candida che sia
rimasta in
circolazione, tutta sua madre!»
Violetta
dilatò lentamente occhi e bocca, che furono invasi da un
luminoso guizzo di vita «…non vedo l’ora
di
conoscere Akiko! Tanto più se mi dici che lei è
così! Questa casa ha bisogno di un’anima che la
faccia
risorgere dal suo sonno! Ahhh…!» giungendo le mani
«…un bambino in casa, questo manda in fermento la
mia
ispirazione! Penso…coloreremo tutto, oh queste pareti grige
non
vanno di certo bene per una come lei, noo…
…anche se non la conosco…sono certa che
è creativa
e sognatrice, se ha preso da
te…»…«Violetta…»…«Oh
sì?»
Asanuma
avanzò «Tu pensi davvero che io sia
così? Creativa
e sognatrice?!» chiese un po’ scettica
«Ah,
ahahahah! Ma cara, se non lo fossi non saresti divenuta una Digimon
Tamer! Sai che i Digimon si accostano solo a chi ha un
cuore…puro e in grado di accogliere
sogni…»
scivolando in un sussurro fatato, ma l’insegnante
assottigliò lo sguardo «Forse tu dimentichi che
IceDevimon…è rinomato nell’accostarsi
solo a gente
con l’animo inaridito, perché è il gelo
interiore a
dargli la forza, non l’amore!!»
Violetta aveva
ripreso a canticchiare, e d’un tratto chiese «Non
hai
intenzione di dirglielo?» Asanuma fece ancor più
sottigli
gli occhi «Come…?» e in quel momento in
una nuvola
di brina comparve il Digimon «Di cosa parli? Cosa avresti
dovuto
dirmi, Nami?» ma costei afferrò in fretta la borsa
«Niente! Sto per uscire, vado a prendere la mia bambina,
sperando di non trovare con lei…IL PADRE.»
Così si
allontanò, mentre il diavolo di ghiaccio mormorava
«…io penso che soltanto un perfetto idiota
potrebbe
riuscire a mettere al mondo una bambina…tanto
smielata!»…«Perché, la
conosci??»
chiese Violetta incuriosita, e lui «Uh? No, ma me lo
immagino!» volgendo le spalle «…i
bambini sono
tutti uguali, starnazzanti e pieni di…vomitevoli sogni
colorati!
Inutile dire che sono ciò che più detesto al
mondo,
l’antitesi alla mia malvagità…
…tanto più la figlia di Nami…con quel
rottame:
quella bambina è un ostacolo, non vorrei che sul
più
bello risvegliasse nella nostra maestrina…bontà e
sentimenti sopiti! Ho fatto tanto per congelarli del tutto!»
svanendo così nella stessa nuvola dalla quale era
apparso…mentre Violetta alzava un po’ le spalle
«Uhm! Secondo me in fondo è un pizzico geloso!
Eppure non
ne ha motivo…ihih!»
Con la
serenità di quella notte nello sguardo, Rika si diresse a
raccogliere il vassoio portato dal Digimon «Grazie,
Stingmon…»…«Prego, Regina dei
Digimon!» replicò l’elegante
inserviente-mantide
dai pennacchi dorati pendenti dalle antenne.
Ryo intanto si
accomodava nel letto «Vista così, saresti la
disfatta di
IceDevimon: dolce, premurosa, che mi porti persino la colazione a
letto!»
La giovane sorrise e
sussurrò «Ho voglia di prendermi un po’
cura di te,
non c’è niente di strano…»
sedendosi di
fronte a lui, che ammetteva «Veramente avrei voluto farlo io:
mi
ero messo in testa che quando tu fossi stata ancora fra le braccia del
sonno, io sarei schizzato a prenderti il vassoio, ma sono crollato.
Bene! Vorrà dire che avrò una cosa in
più su cui
rimettermi in pari.»…«…un
elenco di doveri
con cui scandire il nostro matrimonio: cominciamo
bene…»…«Ahhh…!
E’ che
anch’io ho voglia di coccolarti e proteggerti. Tanto
più
dopo quello che mi hai detto! Già…come se non lo
avessi
saputo.» ma lei chinò appena il capo in
un’espressione di disimpegno «Dai, non devi
più
preoccuparti di questo, ormai è tutto passato.»
alzandosi, e dirigendosi verso la finestra «Da questo istante
in
poi ci occuperemo soltanto del futuro, che
sarà…»
aprendo le imposte, ma un tuono la sorprese
«Ahhh!!!»…«Accidenti,
piove!» fece
Ryo, e Rika un po’ divertita «Meglio richiudere! E
soprattutto…non prendere questo come pronostico sul futuro,
altrimenti…!»…«Uhmuhm!»
Così la ragazza
tornò a sedersi di fronte a lui, e d’un tratto
chiese
«Beh allora? Quando potrò avere le congratulazioni
dal
tuo Digimon?! Potrò parlarci stamattina o ha deciso di
diventare
il fantasma della squadra?!»
Ryo bevve un sorso di
cappuccino…dopodiché abbassò la tazza
e
svelò «Non potrai ricevere i suoi
complimenti.»
Rika spalancò gli occhi
«…cosa?»…«Non
potrai parlarci,
né stamattina né più in là.
Cyberdramon non
è diventato un fantasma: Cyberdramon mi ha
scaricato.»
Trascorse qualche
secondo, che lasciò Rika del tutto immobile. E Ryo poco
dopo,
con rassegnata tranquillità «Sì lo so
avrei dovuto
parlartene, so che non avrei dovuto tenerlo per me ma so anche che se
ne avessi parlato tu avresti fatto un quarantotto. E così ho
taciuto, per lo meno adesso hai l’anello al dito! So anche
che
sei in parte arrabbiata, cosa credi? Penserai che non abbia avuto
fiducia in te ma io…anche sapendo che l’avresti
pensato ho
corso il rischio, e come vedi…» bevendo un altro
sorso
«…te lo dico adesso, ora che è tutto
sistemato,
almeno per noi. Io oggi tornerò sulla terra…come
uomo
normale: non sono più un Digimon Tamer, Rika. Questo non
significa che sia un uomo inutile né un marito da rottamare,
ho
intenzione di lavorare molto seriamente, sai? Voglio rimboccarmi le
maniche, perciò se pensi che mi getterò su un
divano a
sbracarmi dalla depressione ti sbagli di grosso!» ma la
ragazza
balzò in piedi «Ah! Io credo di non aver sentito
bene! E
se non sapessi che è uno dei giochi che prediligi, quello di
farmi sentire stupida, ti giuro che penserei che…»
ma
anche lui smontò di scatto dal letto «Ti assicuro
che non
sto affatto giocando.» raggiungendola, e prendendola per le
spalle «Rika, Cyberdramon mi ha liquidato davvero! Se
n’è andato! Fra me e lui…si
è infranto
qualsiasi
accordo…»…«…ecco
allora
cos’era quella maledetta faccia trafelata che avevi durante
tutto
il tempo dei preparativi! Ecco cos’era quella preoccupazione
nei
tuoi occhi, il perché ti aggiravi come un’anima in
pena!!
E pensare che io non me n’ero neanche accorta,
ahah…è…sorprendente!»
volgendosi di scatto
«Quindi lui ieri sera
non…!!»…«No
Rika: non era con i Digidraghi, ho detto una bugia a te e a Renamon!...
…ieri
Cyberdramon non è venuto al matrimonio…»
La ragazza
sbiancava, e i boccoli rossi le venivano sugli occhi, lei li scostava
per rielaborare tutti gli avvenimenti della serata
«…non
è venuto al
matrimonio…»…«…no.»…«E
me lo dici così?!...
…perché?! Perché, maledizione, il tuo
Digimon non
c’era mentre…tu ti sposavi?!»
Ryo
sospirò, ed ammise «...perché il
cucciolo non ha
mai veramente accettato che io fossi…
…un
delinquente, Rika, diciamolo chiaramente perché di questo si
tratta, ed è…questo, che io sono stato, in tutta
la mia
crescita…» dichiarò con
umiltà, guardandola
spontaneamente negli occhi «Lui...è un Digimon, e
tu sai
come sono i Digimon, loro…hanno un’idea di noi
sempre…pura, eroica, loro ci vorrebbero sempre quei
ragazzini di
allo-»…«…!! Niente
affatto!!»…«Come?!»…«Stai
dicendo un…mucchio di sciocchezze Ryo, non è
affatto vero
che i Digimon vogliono questo! La mia
Dig-»…«La
tua Digimon è un caso diverso…!»
cercò di
mediare lui, ma Rika insistette «La mia
Digimon…!!...diamine, ha accettato di lasciarmi ragazzina e
accettare che…m-mi sia fatta un esercito di uomini, nel
frattempo che era via!!»…«Shhh
(!!!)…» le tappò la bocca lui
«Ptsss,
girano gli Stingmon!»…«E che girassero,
non me ne
importa niente!!»…«Ptsss (!) Rika stanno
passando
a rifare i letti (!!)»…«Rifacessero
tutti i letti
che a loro aggrada, pensi che io abbia vergogna di ammetterlo davanti a
un Digimon?! No grazie, mi sono già bastate tutte quelle
bigotte
con le spine, le squame e chi più ne ha più ne
metta, che
hanno passato tutto ieri sera a fare
“com’è bella,
com’è pura la Regina dei Digimon”, ah io
mi sono
stufata!!» volgendogli le spalle…Ryo non sapeva se
ridere
o avere un pizzico di paura…
«N-Non…credo davvero a quanto ascolto, qui siamo
arrivati
davvero al
culmine!»…«Ahhh…Rika, dai, la
stai facendo troppo lunga!»…«Troppo
lunga, TROPPO
LUNGA?! Ryo noi ci siamo fatti il mazzo tutti assieme-non me ne frega
niente che rifacciano i letti intanto-ci siamo fatti il mazzo per
ritrovare i Digimon, per giungere qui, per ricostruire i nostri legami
e tu?! E tu adesso mi dici, con molta tranquillità, che quel
signore del tuo Digimon cosa ha fatto? Ah beh niente, semplicemente ti
ha scaricato, come…u-un peso inutile proprio una sera fra
tante:
quella del tuo…M-MATRIMONIO, altrimenti dicasi una tappa
importantissima, attesa da una vita, dove la presenza del tuo amico era
a dir poco fondamentale!!...
…la
mia si è messa addirittura il manto d’argento, pur
sapend-»…«Sì, l’ho
vista: la cara
Renamon non la batteva nessuno, era davvero affascinante ieri
sera!» stemperò Ryo, ma Rika ravvivò la
sua foga
«…!!...p-pur sapendo che il mio
passato…!!...
…b-ben pochi MANTI
D’ARGENTO…!!...meritava…»…«Ffff…
…probabilmente perché lei è una donna.
E queste
cose le capisce di più.»…«Ti
prego: fermati
in tempo perché sto sentendo in sequenza le più
grosse
sciocchezze che abbia mai udito in vita mia, adesso è
perché Renamon E’ UNA DONNA!»
puntualizzava, mentre
si aggiustava in fretta e furia conficcandosi letteralmente gli
orecchini nei lobi. Per poi volgersi verso il marito «Ryo non
è perché Renamon è una donna!...
…è perché è una creatura
comprensiva, dalla
mente
aperta!!»…«…è
vero: il
cucciolo è sempre stato un po’
zuccone.»…«Ma adesso della sua
zucconaggine stiamo
pagando tutti!! E ne sto pagando
anch’io…perché se
permetti…!!...
…s-se permetti io lo volevo al nostro
matrimonio…»…«Eheh! Eh
sì lo so, il
drago digitale fa sempre effetto! Alza il
livello…»
assemblò lui a mo’ di battuta…ma lei
scosse il capo
poco in vena di ridere «Non è per queste
sciocchezze…
…è perché è il Digimon
dell’uomo che
ho sposato, e lui aveva il DOVERE di essere lì accanto a
te!!
Questa disparità di trattamento è inaccettabile:
ora io
vado a cercarlo!»…«No, Rika!»
la
afferrò per le spalle, dinanzi al lussuoso specchio
«Ti
prego, non devi farlo! Io…non voglio che tu lo faccia! Non
lo
desidero.»…«Ma perché, per la
miseria,
perché?!!» e a quel punto lui cercò di
darsi un
contegno serio «Ma perché Cyberdramon…
…Cyberdramon ha deciso in libertà. Questa
è la sua
scelta, io non voglio che tu lo costringa moralmente a venirmi
appresso: a tutti capita di separarsi! Io lo
accetto.»…«Finiscila, per favore, non
voglio
nemmeno ascoltare!» ma lui la tratteneva, supplicandola
«Rika!...dico davvero!!...
…amore
mio io ti ringrazio, so che lo fai per me ma…dammi retta,
non
sarebbe giusto! Che storia è questa del Digimon che ha
mollato
ME e mia moglie deve andarmelo a
riprendere?!»…«La
REALTA’, caro maritino! Uhmuhm!» con un sorriso
ironico, e
lui «M-Ma allora! Ma allora scusa, di questo passo
è
sparito anche Imagomon, perché allora non sei andata a
cercare
Imagomon?! E’ il marito di Renamon, non è la tua
migliore
amica?! Non aveva, a questo punto, la precedenza?!» ma Rika
cercò di convincerlo «Ma Ryo io non posso andare
in cerca
di Imagomon…!!» fissandolo eloquentemente negli
occhi, e
abbassando il tono «Non posso, se mi intrometto un altro
po’ in quel legame finisco per demolirlo ormai del tutto!
Quella
è una faccenda delicata, c’è di mezzo
l’amore
di Renamon per un altro Digimon: Imagomon potrebbe sentirsi ferito
nell’orgoglio se io lo esortassi a tornare con sua moglie,
e…!...
…e anche
Renamon, Ryo…io non so ma potrebbe anche aver capito che
dopo
tutto è meglio che le cose siano andate così,
potrebbe
non esser più disposta ad accettare un
vincolo…che non la
rispecchia, e magari chissà, sentirsi più libera!
E’ vero, ci sono due figli, e mi dispiace, lo ammetto! Sono
cresciuta con genitori separati, e mi si stringe il cuore a vedere quei
due poveri volpacchiotti e pensare…che il mondo di dolcezza
in
cui sono cresciuti è andato in pezzi, ma certe volte seppur
triste bisogna accettarlo: una vita condotta nel conflitto interiore,
prelude alle prospettive peggiori!! Io non voglio questo per la mia
Digimon! Ma con te, apri bene le orecchie, non ha niente a che vedere!
Né con te né con la tua situazione: quando
c’è l’amore ogni cosa cambia!»
affermava la
domatrice aggrappata all’elegante spalliera della sedia
«Ma
non è una questione d’amore ad aver allontanato
te e Cyberdramon, il tuo Digimon è andato via per…
…stupidaggini, e adesso io non sono disposta ad accettare la
sua
decisione! Vado a
cercarlo!»…«Ri-Rika!...per
favore!» ma lei aveva calzato i suoi tacchi rimbombanti, e
sfilò dinanzi al letto con decisione «E non
cercare di
fermarmi, perché se conosci tua moglie sai che è
inutile,
quando si mette una cosa in testa! Piuttosto vestiti caro, non
è
consono che un domatore giri mezzo nudo…!»
terminando con
una punta di ironia, per poi uscire sbattendo la porta.
«Acc!!»
Ryo si portò la mano alla tempia «Se questa
labirintite
continua le dovrò dire di
non…sbattere…le
porte!» massaggiandosi il capo…
Rika procedette
con foga lungo il corridoio, quando incontrò Suzie e Lopmon
«Buongiorno
Rika.»…«Com’è
andata la prima notte di nozze?» al che la ragazza si
fermò, prese un respiro e rispose «La notte
sarebbe…anche…andata bene, è solo che
adesso ho
saputo una notizia che…che!...» massaggiandosi la
fronte,
non riuscendo a trovare un inizio. Ma Suzie replicò
«…sì, lo so…»
smarrendo il suo
sguardo assorto «…non me ne
parlare…è
così ingiusto.» La compagna restò
sbalordita
«Ma come…ma allora tu lo sapevi?! Voi tutti
sapevate la
storia di Cyberdramon e non mi avete detto niente?!» ma Suzie
si
volse di scatto «Come?! No, io…non mi riferivo a
questo!
Perché che è successo a Cyberdramon?!»
con la voce
che si infranse nella preoccupazione «Se
n’è
andato!» ribatté Rika animata da un vivo
gesticolare
«Il caro signore con le ali e le zanne, il Digimon di mio
marito, ha preso e se l’è squagliata! Dal giorno
alla
notte!!»…«Cooosa?!»
sussultò Lopmon,
e Suzie «Ma allora era per questo che non si è
visto
tutta la sera, ma io credevo che si fosse…confuso nella
folla!»…«No cara! Invece non si
è
visto…semplicemente perché lui non
c’era! Sai?
Quando una persona non c’è, o anche un Digimon in
questo
caso, è alquanto difficile per gli altri vederla:
perché…semplicemente…non
c’è!»
puntualizzava Rika con una punta di ironia «E
perché se
ne sarebbe andato…?» chiedeva Suzie alquanto
dubbiosa
«Così! Non lo so perché! Di punto in
bianco uno
prende e lascia il gruppo, mio marito dice che ci ha litigato per via
dei suoi precedenti penali, ma in realtà non lo sa neanche
lui!»…«Ma allora Cyberdramon
è un
imbecille, Rika!! E scusa se manco di rispetto al Digimon di tuo
marito: scusa anche tu Lopmon, ma dimmi solo se con tutti i problemi
che abbiamo lui può stare a fare questioni così
stupide!»…«Vallo a dire a me: credevo di
essermi
appena sposata con la presenza di tutti i nostri cari, mi sentivo un
genio per aver pensato al collegamento coi genitori quando vado a
sapere che mancava il Digimon!!»…«Con
tutto quello
che è successo…!» rimarcò
Lopmon, e a quel
punto Rika sgranò gli occhi «Suzie…un
attimo, ma
tu prima mi stavi dicendo un’altra cosa! Si può
sapere
qual’era la notizia che credevi stessi per
darti?»…«…pensavamo che tu lo
sapessi,
Rika…» rispose Lopmon, seguita dalla sua domatrice
«…il fratello di Takato…
…purtroppo è morto…ci ha informato
tutti questa
mattina.»…«…cosa?...!»
Rika si
portò di colpo le mani alla bocca, sgranando gli occhi
«Non può
essere…»…«…purtroppo
invece è
così.» fece Suzie molto seria «Suo
fratello?! Il
bambino?!!
L-Lui…»…«…ieri
sera
Takato lo ha saputo dal papà di Cindermon: gli aveva chiesto
di
ricercarlo…» Rika deglutì pallida e
costernata,
domandando «E dimmi, Suzie…sono stati
loro?!»
…mentre
Ryo, coprendosi con un lenzuolo, faceva timido capolino dalla
stanza…
«Sono
stati loro?! Quei maledetti?! Dimmi la
verità…» ma
Suzie scosse il capo «No…sembra che in questo caso
non
c’entrino i nostri nemici, almeno per ciò che
riguarda la
sua morte: perché la cosa più sorprendente, Rika,
è che il ragazzino che noi tutti abbiamo
visto…sembra
fosse già morto da tempo.» Rika alzò di
scatto lo
sguardo, l’altra continuò
«Già, e siccome in
qualche modo è riuscito a tenere in piedi il suo
ologramma…Violetta ne ha approfittato per sfruttarlo, e
ora…è da qualche parte sulla terra, dove non si
sa, e
Takato…deve pensare a ricondurre la sua anima
nell’aldilà, liberandolo dall’involucro
digitale che
lo lega ancora a questo mondo.»…«Dimmi!
E
Takato…come sta lui
adesso?!»…«…cerca di farsi
forza, ma sono
preoccupata per tutti questi colpi, che uno dopo l’altro,
finiranno per abbatterlo del tutto!» Lopmon
suggerì
«Suzie, andiamo da
lui!»…«Sì, forse
è meglio: scusa Rika, noi lo raggiungiamo, tanto fra poco
partiamo per l’incoronazione.» concluse la ragazza,
allontanandosi lungo il corridoio…
…proprio mentre Ryo si avvicinava «Si
può sapere
di che parlate? Ho sentito certe cose…mamma mia amore mio:
hai
una
faccia…»…«…è
morto il
fratello di Takato, Ryo…» mormorò la
giovane «Che cosa?!!...
…allora lo vedi…lo vedi, amore mio, che ci sono
cose
più importanti! Tu partivi spedita a cercarmi Cyberdramon,
ma
adesso…capisci? Non è il momento, adesso
è qualcun
altro che ha bisogno di essere consolato! Su forza finiamo di
prepararci, così poi potremo dare un po’ di
conforto a
Takato!»
«Scusate!» si affacciò Renamon. Rika
alzò
lo sguardo, e Ryo salutò «Buongiorno!
Ahah…ti
domando scusa, Renamon, se mi vedi girare così
però…» alludendo al fatto di essere
quasi nudo,
non fosse stato per quell’asciugamano
«…da quel che
sento ci sono delle
urgenze!»…«Non…preoccuparti,
Ryo. Ho saputo
anch’io.» e Rika «Renamon, hai sentito?!
Il
fratello di Takato è in una…situazione
terribile!»…«Sì, lo so, lo ha
annunciato
lui poco fa.» Ryo intanto rientrava nella stanza…
…così che Rika poté bisbigliare
«Ptsss,
è inoltre è fuggito anche
Cyberdramon!»…«Cosa?»…«Sì…fra
lui e Ryo c’è stato un brutto litigio, ed
io…non so
che fare!»…«A essere sincera io
sospettavo che
qualcosa non andasse, da ieri sera! Le parole di Ryo erano state molto
evasive…»
…intanto il ragazzo nella sontuosa stanza «Acc!
Oggi il
dolore è più acuto, mi gira la testa: devo
mettermi…la pomata di Hippocramon, dove l’ho
messa?»
Rika si
ricontrollava in fretta per vedere se aveva tutto
«Adesso…ci avviamo per
l’incoronazione?!» e
Renamon rispose «Sì, dobbiamo fare in fretta,
perché verso l’ora di pranzo i Pionieri Digitali
ci
spediscono l’Arca digitale.»
La ragazza si
passò le mani sul volto, in un sospiro che mescolandosi allo
scroscio della pioggia trascinava l’aria di una giornata dura
«Rika, io…venivo anche a chiamarti per un altro
motivo:
fuori ci sarebbero alcuni Digimon che chiedono della
Regina…»
Rika lì
per lì sembrava non aver capito e continuava a frugare nella
borsa «…la Regina…
…ma chi?
Diamon…?»…«…no,
Rika: veramente loro
si riferiscono a te.»…«Ptsss, ma ancora
non hanno
capito?! Questi nomi sono ufficiosi, per la miseria, era un modo
giocoso di chiamarci da ragazzini, niente a che fare con
l’attuale gerarchia di
Digiworld!!»…«Io
ho…provato a spiegarglielo ma…vedi…
…ecco, loro parlano inglese.»
I movimenti di
Rika si bloccarono al momento di allacciare la borsetta
«…come?» strinse gli occhi non certa di
aver
afferrato. La sua Digimon era di certo interdetta
«Sì,
ecco…fanno parte di quella…comunità di
Digimon che
in passato ha avuto contatti con domatori degli Stati Uniti, e
chiaramente è la loro lingua a essersi
diffusa…fra loro,
e i loro conoscenti, così come il giapponese è
diventata
la nostra ufficiale. Mi sento un po’ in imbarazzo, ma venivo
a
chiederti se…potevi fare qualcosa in
merito.»…«Io?! In inglese?! Ma
no…
…tu
Renamon scusa, non è che sai un po’
d’inglese?» La volpe dorata abbassò il
muso, che
finì per arrossire un po’ «No, veramente
io…h-ho studiato un po’ di francese. Capisco che
è
una lingua meno diffusa fra i domatori di Digimon, però
tutti
dicevano che era…più adatta a me e
così…»…«…francese…
…andiamo
bene, come mia madre! L’inglese poi l’ha imparato
fra una
sfilata e l’altra, e ti assicuro che se lo senti fa ridere,
io ho
imparato tutto da lei, ti lascio
immaginare!»…«Non…stento a
crederlo
però…»…«Che poi
scusa, potrei sapere
al di là della lingua che cosa
vogliono?!»…«…beh, portarti
regali e farti
gli auguri.»…«…
…ancora?» restò un po’
dubbiosa la domatrice
«Beh vedi Rika, devi sapere che qui da noi le cerimonie
matrimoniali durano più che sulla terra: io ho potuto vedere
mio
marito solo dopo tre giorni, bloccata fra gli incontri, le visite e
i…regali…di nozze.»
La mano di Rika
piombò lungo il suo volto, poi procedere nel corridoio
«Si prospetta un ritorno…più
avventuroso del
precedente…!!»…«Rika,
aspetta!»
cercò di starle dietro la sua Digimon.
Intanto presso
le scale dell’hotel, Cindermon stava annunciando
«Mia
sorella e Kazu si sono già avviati a palazzo: vi prego, non
ve
ne uscite con lui! Takato ci tiene che l’incoronazione sia un
evento sereno, non raccontategli nulla di ciò che vi abbiamo
detto, ve ne supplico!» giungendo le mani, mentre Kenta
rispondeva «Non ti preoccupare, Cindermon.» e
MarineAngemon accanto a lui «Ora dovremo stare tutti vicini a
Takato, un po’ a turno, tanto più!» e
infatti Henry
ne convenne «Non bastava il colpo di
Guilmon…» e
Rea al suo fianco, altrettanto trafelata
«…ahh…comunque è terribile
ciò che
quella gente è riuscita a fare! Ma ve ne rendete conto?
Approfittare dell’anima di un bambino morto!...
…quella
Violetta non ha scrupoli, io finora sono stata molto tollerante con lei
ma vi assicuro che sto per saltare, la prossima volta che
l’avrò di fronte non la passerà
liscia!!»
serrando un pugno di determinazione.
Riley e Mitsuo
ascoltavano, e le loro espressioni erano stanche e costernate
«Mitsuo…tu hai idea di come si pratichi una
procedura
simile? Una separazione…fra un’anima e i dati che
ha
calamitato?»…«…no,
francamente non mi
è mai capitato.» sospirava lui, e sua moglie
constatò «…non si fermano…mi
fa paura
vedere fino a che punto questi nemici fossero organizzati per
distruggere e fare del male.»…«Violetta
è
esattamente come il D-Reaper, una macchina portatrice di
distruzione!» sentenziò l’uomo con una
punta di
risentimento, raddrizzandosi gli occhiali. Ma sua moglie accanto a lui
descrisse «No, Mitsuo: il D-Reaper era un programma, lo sai
bene. Non era dotato di una propria coscienza, non era consapevole di
fare del male. Questo è invece…è il
risentimento
che può covare nel cuore di una creatura fino a renderlo in
tutto e per tutto simile a una macchina…
…noi
abbiamo superato il
D-Reaper…però…fronteggiare il
punto più estremo a cui può spingersi un
animo…qualunque, come il nostro!...ti
assicuro…che mi
intimorisce, non mi sento preparata!...
…dinanzi
a questo…i dati e l’informatica
cedono…»
«Ca-Calù.» si affacciava timidamente il
piccolo
Digimon, dalle porte dell’hotel. I suoi occhi erano sospesi,
non
sapeva come rivolgersi ai suoi compagni, quando qualcuno giunse alle
sue spalle «Scusate ragazzi! Perdonatemi, non mi ha suonato
la
sveglia! Jeri è già arrivata?!»
Era Beelzemon, che
arrivò in fretta e furia rischiando di inciampare in
«Calù!!»…«Oaaah!...acc!
Scusa!
Ehi…ma?!»…«…calù.
Noi, Jeri
non è arrivata: si sta preparando.»
replicò il
piccolo batuffolo dagli occhi pieghettati «Ma che
cos’hai,
Calumon…? Come mai sei regredito? Hai una
faccia…»
Calumon abbassò lo sguardo
«…è
per…la storia del fratello di Takato,
Beelzemon.»…«Brrr…sì,
lo so.
E’ terribile, ieri Cindermon mi ha informato prima di andare
a
dormire…non so che parole rivolgermi a lui, non ho il
coraggio
di guardarlo in faccia! Sarò sincero, queste cose mi
spaventano…» confessava umilmente il guerriero
alato,
dando le spalle all’amico bianco che lo scrutava
«…è morto…ma la sua anima
è rimasta
vincolata alla vita terrena, è…!!...da brividi,
ognuno,
al suo momento, dovrebbe raggiungere la sua
pace.»…«…ma forse
c’è chi non
accetta il suo destino,
calù.»…«…ma
Takato ci riuscirà…
…lui gli
farà trovare la pace, è coraggioso, non
è come
me!» appoggiandosi alla parete…
Calumon lo guardava
malinconicamente, e disse con la sua vocina spezzata «Se
è per questo non sei solo, Beelzemon: a ognuno manca il
coraggio
di fare
qualc…»…«Uhm…?!»…«…niente.»
Calumon abbassò lo sguardo «Che cosa intendevi
dire,
Calumon? Si può sapere cos’hai?»
Il Digimon
taceva…e Beelzemon «Coraggio, siamo amici da tanto
tempo,
a me puoi dirlo! Guarda che non mi inganni: so per esperienza, che
quando uno come noi regredisce non è sempre a causa della
stanchezza fisica! Sono passati dieci anni, e siamo diventati grandi e
forti: ciò che ci fa regredire adesso, più che le
ferite
del corpo…
…sono quelle dell’anima, e anche se taci io
riconosco la
tristezza nei tuoi occhi!»…«Ti stai
sbagliando,
calù! Non c’è nessuna tristezza, te
l’ho
detto, è per questa storia!» ma Beelzemon
assottigliò i tre occhi «Non mentire!!...anche a
me
addolora la faccenda del fratello di Takato, ma a te è altro
che
preoccupa!» per poi guardarlo con dolcezza
«Coraggio, non
devi vergognarti! Io ti ho…appena confessato che ho paura di
tante cose, mi spaventa persino affrontare la mia domatrice! Ieri
sera…io non l’ho vista alla festa e…
…a
proposito…non ho visto neanche
te!»…«Calù!»
sussultò Calumon
«Tu eri con lei ieri sera, dì la
verità!! E’
successo qualcosa, sarei pronto a
scommetterlo!!»…«Calù, basta
Beelzemon: te
l’ho detto, non me la sento di parlarne!» ma a quel
punto
Beelzemon
«Calùùù!!!» lo
afferrò di scatto con la mano e lo strinse «Adesso
falla
finita con tutte queste smorfie, ti comporti come una
femminuccia!!!»…«A-Ah lasciami Beelzemon
mi
stritoliii!»…«E’ quello che
farò se
non sputi il rospo e non mi dici ciò che ti preoccupa, devi
finirla di tenerti tutto dentro, hai capito?! I problemi si risolvono
parlando!» affermò con grinta il guerriero alato,
e sullo
sfondo del grido straziato
«Calùùùùùù!»
si
fece avanti qualcuno…
…dal
passo svelto e lo sguardo deciso, che tutti i suoi amici accolsero con
stupore «Takato!!!»
«Eccomi
qua, ragazzi! Allora?» fece il giovane incrociando le braccia
«Siamo pronti per l’incoronazione? Manca
qualcuno?»
La sua prontezza si
rivelò una sorpresa per i suoi amici, e il ragazzo che
avevano
di fronte non somigliava a colui che si aspettavano, dopo una notte di
dolore come quella: al posto di un’aria triste e dimessa, si
mostrava sveglio e il suo aspetto era più curato del solito.
Henry lo notò subito «Stai molto bene Takato,
davvero!» e anche Cindermon «Sniff, sniff! Ti sei
messo
il
profumo…»…«…sì,
ho
preferito, in certi casi è necessario per evitare di
affondare…» mormorò il giovane in
maglietta nera e
jeans al polpaccio, che corredati dai gioelli metallici gli conferivano
un look metropolitano, ravvivato dalla consueta bandana rossa.
Nell’espressione aveva qualcosa di diverso, era come se le
emozioni attraversate gli avessero donato una nota più
ruvida,
che si rifletteva nei gesti e nel suono un po’ più
aspro
della sua voce. Henry gli disse «Mentre eri dentro parlavamo
di
tuo fratello, e…capiamo come ora tu possa
sentirti…» ma Takato si sovrappose, in un secco
«Lo piangerò quando sarà il
momento!»
fissando avanti a sé in una sfumatura d’orgoglio
«…non un minuto prima, per adesso lui è
qui e
c’è da risolvere un problema: i morti si piangono
quando
raggiungono il mondo che a noi vivi è precluso!»
volgendo
le spalle, ma il suo amico dai capelli scuri si mostrò per
niente sorpreso, e comprensivo «Certo…certo! E fai
bene,
è giusto
così!»…«Henry…»
fece Rea
sfiorando la spalla del marito, e rivolgendo sguardo un po’
appenato al compagno che si allontanava. Ma Henry le prese la mano
«Niente paura, Rea: sono fasi che si affrontano…
…capisco
che Takato ti sembra strano, ma ora ha bisogno…di trovare il
suo
modo per accettare la realtà riguardo a suo fratello. Di
ritrovare se stesso. E la rabbia, purtroppo in questi casi è
inevitabile: però guardalo negli
occhi…»…«Oh…?»…«Se
ci fai caso, se lo guardi attentamente…capirai che anche in
questo profondo dolore è sempre il nostro Takato, e si
preoccupa
per noi.»
Infatti era già più gentile il modo in cui il
ragazzo si
accostava alla sua Digimon «Cindermon…hai visto
Jeri?» chiese il giovane rivelando uno sguardo più
fragile, bisognoso «Forse è ancora a prepararsi,
sarà qui tra poco!» rispose la Digimon, ma il
ragazzo
«Sì sì, non fa niente!»
alzò le
spalle «Era solo per sapere, del resto ieri si è
molto
stancata per addentrarsi in quella
missione!»…«Missione?? Parli di quella
faccenda di
cui avete parlato al telefono?»…«Ce lo
spiegherà lei fra non molto, quando arriveranno sia lei che
Cyberdramon!» replicò il ragazzo rivolgendo le
spalle
alla sua Digimon, ed incrociando le braccia nello sforzo di non
mostrare cedimenti.
Cindermon lo
scrutava un po’ insicura, e quando MarineAngemon le si
avvicinò, si confidò con lei «Ptsss!
Non lo so, mi
sembra diverso dal solito…» La robusta serpentella
digitale analizzò «Hai notato? E’ come
se
sembrasse…improvvisamente più grande della sua
età, ed anche con più esperienza!» per
poi
rivolgersi a lui «Takato! Noi non vorremmo starti addosso e
infastidirti, però ci piacerebbe che sapessi che puoi
chiamarci,
nel momento del bisogno!» ma a quel punto lui si volse
lentamente…e nei suoi occhi si lesso l’accenno di
un
sorriso grato «MarineAngemon…ci mancherebbe, e io
vi
ringrazio.» avvicinandosi e sollevando la pinna di costei e
la
mano di Cindermon «Per favore, se posso chiedervelo non
spaventatevi se vi sembro strano, è che…!...
…sto solo cercando me
stesso.»…«Se non mi
reputi impicciona posso porti una domanda?» chiese
MarineAngemon
(Cindermon già la fissava un po’ preoccupata)
«Come
mai oggi hai accentuato ancora di più il tuo solito
look?»…«Uhm, ti riferisci a questa roba
che ho
indosso? Sai…» il ragazzo non si mostrò
restio a
raccontare di sé «…sono sinceramente
stufo di
farmi pena di fronte allo specchio, fino a adesso i miei amici si sono
sempre dovuti fare in quattro per consolarmi! Come Cindermon, ieri
sera!»…«Takato non ma guarda che io
l’ho
fatto-» ma lui non la fece parlare «Io ho capito
che…non basta una disgrazia, per arrestare il corso della
vita!
Ci sono persone…» facendo allusione ai suoi abiti
«…anche ragazzi della nostra età, che
vivono
perennemente immersi nei problemi, e negli stenti.»
Con le sue
parole finì per catturare lo sguardo e
l’attenzione dei
compagni…
…proprio
mentre sulla terra, un ragazzo dai guanti consumati e un Digignomo
sulla maglietta, passeggiava sotto un ponte cittadino dove alcuni
coetanei tenevano musica ad alto volume, abbracciati dalle scritte sui
muri. Gli occhi e la bocca del ragazzo si spalancavano
ammirati…alla vista di quei tipi dall’aria
“poco
raccomandabile”, tempestati di gioielli e catene, che
facevano
tintinnare con il loro movimento volto a condurre nuovi versi, per le
loro canzoni…
Lui si
teneva a distanza, ma in cuor suo sembrava desiderare di essere con
loro…
«…ci sono ragazzi che frequentano giri di
criminalità…» raccontava intanto Takato
a
Digiworld «…in cui magari si sono trovati loro
malgrado,
e hanno visto cadere genitori, fratelli!...così, come
niente, ma
tirano avanti ogni giorno. A noi ogni tappa sembra una tragedia, ma
perché in fondo siamo vissuti nel benessere. Sotto le
coperte
del mito dei Digimon, che i genitori ci rimboccavano prima che ci
addormentassimo. Da un lato siamo rimasti un po’
bambini…
…ma anche noi dobbiamo giostrarcela, in qualche modo, quando
la
vita prende una piega sbagliata, non possiamo mica arrenderci
così! Se siamo Digimon Tamers…
…prima o poi dobbiamo farci le squame, e andare avanti: non
possiamo permettere che si faccia proprio di noi, che avevamo
così tanti sogni, gli sconfitti della vita. Ci dobbiamo
arrangiare…» descriveva privo di enfasi, con tono
basso
ma con profonda sincerità. Un fuoco di grinta, un fuoco
nuovo
scintillava nel suo sguardo. Cindermon lo contemplava tra una grande
ammirazione e un pizzico di timore di perdere l’amico che
conosceva…
…mentre ognuno dei ragazzi sembrava riflettere, e fare
proprie
le parole di Takato. Henry e Kenta gli posarono le mani sulla spalle,
il primo disse «Hai proprio ragione, sai?» e Takato
sembrò contento «Tu trovi,
Henry?!»…«Sì: in fondo
è un
modo…per aver cura di noi stessi? Per proteggerci come...la
vita, o i nostri genitori a volte non hanno potuto fare.»
Kenta
aggiunse «Noi siamo fragili, come questi
occhiali…» sfilandoseli e scrutando oltre le
lenti, per
poi ammettere «…però siamo anche tosti.
Non si
sperasse di debellarci con troppa
facilità.»…«Hai detto bene,
Kenta!»
fece Takato e si strinsero le mani con un gesto pronto e intenso, forse
rubato alla cultura di una gioventù più ispida
della loro.
Takato grazie a
quel calore sembrava recuperare coraggio, e dal cielo un raggio di sole
filtrò sulla sua frangia, liberandosi per qualche istante
dalla
coltre nuvolosa «Comunque che non vi venga in mente di
credere
che non ho bisogno di voi…tutt’altro, anzi
venite…statemi vicino, è il vostro calore che mi
dà la forza…»
Anche Suzie,
Rea, MarineAngemon sembravano sentire che dopo tutto
quell’approccio le rispecchiava, ed il gruppo si
amalgamò
attorno a Takato…
…in un modo
simile a quello con cui i rapper sulla terra si abbracciavano ed
esultavano, in un intreccio di pugni incrociati, che sembravano
suggellare patti e intese di eterna unione…
…su ciascuno di
essi, il cuore del ragazzo che li guardava aveva un sussulto di
emozione, e sembrava ritrovarvi una codificazione nuova di qualcosa di
invece ben conosciuto e provato…l’unione per una
battaglia, e l’intreccio delle tecniche digitali, che aprono
un
varco verso la vittoria…
…sognava
guardando il cielo minaccioso, mentre non si accorgeva di un Digignomo
che gli voleva vicino, e si soffermava dubbioso a fissare il suo simile
sulla maglietta…
…ma
mentre i Digimon Tamers scoprivano di essere forse uniti come chi veste
gioielli di metallo, un guerriero da anni già simile a un
metallaro trasaliva «N-Non è
possibile…!!»
Calumon, di
nuovo a terra, riprendeva fiato
«…ca…lù…
…alla
fine sei riuscito a cavarmi ciò che volevi
sentire.»…«A-Adesso rimpiango di aver
cercato di
scoprirlo!!» esclamò Beelzemon, prendendosi il
capo tra
le mani «Non posso crederci, e
poi…quell’ultima
cosa che mi hai detto…!» Calumon, ormai sulla via
dello
sfogo, si liberò «Sì, Beelzemon!! Lei
mi ha detto
“avresti dovuto
ucciderlo”!»…«Jeri non
può pensarlo realmente!! No, mi rifiuto! Anche se poco prima
è accaduto quel…fatto orribile con Cyberdramon,
Dio mio!!
A che…punto siamo arrivati, meno male che i ragazzi si sono
messi a parlare e non ci hanno
sentiti!»…«Beelzemon…amico
mio…ti
scongiuro!» ansimava Calumon «Io non voglio che lo
sappiano mai, calù!» I suoi occhi erano
supplichevoli
«Ti prego, non dir loro niente! E ora che ti ho confidato
questa
storia, per favore dimenticala!! Io non voglio che Jeri
faccia…ciò che ha
minacciato!»…«Jeri…Jeri mi
sentirà!!»…«No, no per
favore!! Beelzemon!
H-Ha detto che avrebbe commesso un gesto estremo se io avessi
parlato!» implorava il bianco Digimon, ma l’altro
era
sconvolto di furia «Ma se continua così ci
ricatterà per sempre, Calumon, apri gli
occhi!!»…«C-Calù…»
si
limitava a replicare sperduto «Non ti accorgi che
già ci
tiene in pugno?! Questa storia non può andare avanti, vado a
parlare con lei!»…«No!! No, ti prego
aspetta
Beelzemon!...
…Beel-calù!» inciampò per
inseguirlo
«Beeeeeelzemon! Beelzemon non lo fare! Non voglio! Non voglio
che succeda qualcosa di grave!» ma il guerriero era partito
sparato lungo la hall dell’albergo, incurante degli
inservienti
coi vassoi «Oh ma che
maniere!»…«FATEMI
PASSARE!» strillava più forte, e più
rabbioso…e se non li aveva sbalzati lui, finivano
direttamente a
inciampare su Calumon «Aspeeetta,
calù!!» che
piccolo ma volenteroso gli andava dietro.
Jeri era nella
sua stanza, e si stava ripassando il trucco dinanzi allo specchio,
quando le tornò il ricordo della sera prima “Tu
Jeri sei l’unica che si è avvicinata a me in
questo
momento in cui tutti, proprio tutti mi hanno abbandonato!
Così
seducente, così affascinante mi hai fatto letteralmente
perdere
la testa!! Non capisci che quando un uomo perde tutto, terrestre o
Digimon che sia, si attacca a qualsiasi cosa e ora tu…sei
tutto
ciò che mi rimane, sono letteralmente ossessionato dal tuo
pensiero! Tu mi hai fatto del tutto impazzire!!”
…e all’udire tra i pensieri la voce del drago
nero, non
poté fare a meno di avere un brivido di terrore “E
se
Takato scoprisse mai che sono stata a un passo dal rimanere vittima di
un…orrore simile? E se venisse a saperlo, che cosa
penserebbe di
me?! Di certo gli sembrerei una persona…vile e squallida!
Già lui crede che io sia stata con altri ragazzi, ma una
cosa
del genere può farti guadagnare punti!
Invece…ahh, non
farmi neanche pensare a ciò che ne risulterebbe da una
ragazza
che…buah, si accoppia con i Digimon!” tradendo una
smorfia
di disgusto, per poi riprendere a passarsi la cipria
“...sicuramente proverebbe ribrezzo, debbo assicurarmi che
Calumon non gli racconti mai di ieri sera. Dovrei averlo spaventato
dicendogli che sarei pronta a togliermi la vita…ma se si
lasciasse scappare qualcosa, in un momento di debolezza?” il
suo
volto si fece insicuro, per poi incupirsi “Devo elaborare un
piano per assicurarmi che taccia…
…del resto…non sarebbe la prima volta.
Benché mi
costi ammetterlo…” scorrendosi la mano tra i
capelli
“…mi è già capitato, durante
la crescita, di
ricattare qualcuno affinché si comportasse secondo i miei
scopi.” ma in quel momento, ad interrompere i pensieri, fu
Beelzemon che spalancò la porta. Lo sguardo di Jeri divenne
duro
«Non credi che sarebbe più carino
bussare?» ma si
richiuse la porta alle spalle con un calcio, al che lei
balzò in
piedi «Che ti salta in
mente?!»…«Sono
finalmente ammesso nella tua sacra dimora?! Vedo che devo usare la
forza, altrimenti è impossibile superare le barriere che hai
innalzato!»…«Posso sapere questa mattina
cos’hai?! A che si deve il tuo cattivo umore in un giorno DI
FESTA come questo, in cui due compagni di squadra hanno finalmente
consumato la loro notte di nozze!»…«Loro
lasciali
stare, Jeri, parliamo piuttosto della tua, di notte!»
La giovane si
irrigidì, ed il guerriero si avvicinò minaccioso,
puntandole l’artiglio «Che cosa hai
fatto…? Eh?!
Rispondi!! CHE COSA HAI FATTO?!»…«Ti
avverto…!! Stai superando il limite, sai che non puoi
permettertelo!»…«Io sono il tuo Digimon
cara, ti
ricordo che prima di prendere iniziative non autorizzate, e andartene
in giro per questo mondo è questa la creatura che devi
consultare, ce l’hai
davanti!!»…«Ah! Dovrei
chiedere il permesso a te per ciò che faccio? Questa
è
bella! E sentiamo…» provocò Jeri
incrociando le
braccia «Tu chi saresti per avere questa autorità,
mio
padre? Mio fratello? Il mio fidanzato?!» Lui la
afferrò
per il polso «Non sono…!!...niente di tutto
questo, ma
devi sapere che a TUO padre ho promesso che ti avrei riportata sulla
terra! Che Calumon per me è come un fratello!! E che il TUO
fidanzato, Takato…per me è grande e caro amico, e
non
permetterò che tu gli faccia fare una figura
ridicola!!»
lasciandola andare bruscamente sulla sedia «Ma bene, vedo che
il
batuffoletto bianco ha vuotato il sacco! Non mi sorprende, è
soltanto un rammollito!!» mentre proprio Calumon faceva
capolino
«B-Beelzemon…ti prego!» e Beelzemon la
ammoniva
«Bada a come parli!»
«Ma
insomma, che cosa vi prende?!» tuonò Jeri
«Vi
ricordo che sono stata io, ieri sera, a scampare una violenza per mano
di Cyberdramon, non il contrario!!» ma Beelzemon
inveì
«Zitta!! Tu l’hai…provocato fino a
fargli saltare
le staffe!!»…«Ma guardali, i due
compagni che si
schierano alla difesa del loro amico, ma che bell’esempio di
maschilismo! Dì un po’, come reagiresti se lo
facessero
alla tua bella monachella?!» (canzone: Evanescence
- Missing)
Beelzemon
dilatò gli occhi «C-Che cosa…?!
Jeri…sta
attenta a ciò che
dici…!!»…«E invece
ne parlo con tranquillità, cosa faresti al farabutto che
entrasse nel suo convento e senza remore approfittasse di lei?! Di
certo lo ammazzeresti, perché l’ami!!! Mentre io?!
Io sono
sempre l’ultima ruota del carro, è ormai rinomato
che la
sottoscritta non è che il parafulmine di questo bel Digimon,
la
vittima di ogni suo istinto bestiale, e di quelli dei suoi
compagni!!»…«NO! TI SBAGLI!»
d’un
tratto Beelzemon gridò, quasi spaventandola
«PERCHE’ IO NON SONO MAI ARRIVATO A
TANTO!»
Calumon
tremava, osservandoli litigare aggrappato alla porta. Jeri
indietreggiava, mentre il guerriero avanzava «Il tuo ricatto
morale sta per cedere, perché io inizio a vedere
quanto…arrivi a essere peggiore di me, se ti ci impegni!
Anche
quando ho sottoscritto un patto malvagio, anche quando ho colpito a
morte un Digimon nobile…io…mi trovavo comunque in
battaglia, faccia a faccia, occhi negli occhi!!! L’ho
affrontato
e l’ho sconfitto, dando fondo a tutta la mia forza…
…era una forza…mossa dall’odio, e dalla
vendetta,
è vero! Ma il mio era pur sempre un combattimento leale,
perché CERCAVO un confronto veritiero!! I-Io non sono mai
arrivato…a strisciare alle spalle dei miei compagni, a
fingermi
buono e docile per poi colpirli a tradimento! Io…d-detestavo
queste cose, mi nauseavano!! La sola cosa che
volevo…»
fissando i suoi palmi, e contraendo gli artigli «Era
combattere
fino al sangue per dimostrare il mio valore: io non sono mai
stato…viscido e falso come te, Jeri: un essere
disonesto…che si erige sulle frottole, e sulle false
proiezioni
di sé!! Io ho sempre anteposto il vero me stesso, persino
nei
momenti più oscuri della mia
vita!!!»…«E
che ne hai ottenuto…?» azzardò lei,
contemplandolo
con disprezzo «Niente, soltanto macerie per chi stava attorno
a
te, e il vuoto per la tua vita!...
…hai distrutto la mia crescita privandomi di Leomon, hai
rovinato la vita ad Akemi e Mako, abbandonandoli sul più
bello e
negando loro un destino da Digimon Tamers!...
…sei un fallito, Beelzemon!! Io…provo pena per te
e la
tua misera esistenza!» ma prima che egli controbattesse,
proruppe Calumon «Ora basta, Jeri!!»
gridò con le
lacrime agli occhi «Non ti permetto di parlare
così di
lui!! BEELZEMON E’ UN MIO
AMICO!!»…«Proprio
una bella coppia di amici, vi siete influenzati a vicenda! E tu sei
diventato come lui, Calumon: un
traditore!!»…«C-Calù…»
ma
Beelzemon mormorò «Non ti preoccupare
Calumon…non
mi tocca più ciò che dice questa ragazza, e tu
devi
imparare a fare come me.» afferrando l’agghiacciata
Jeri
per i polsi «Visto che sei stata gentile da onorarmi
finalmente
col tuo pensiero anch’io voglio dire la mia su di te: ci
tengo a
farti sapere…che per me, in questo viaggio, la tua presenza
è stata fonte ininterrotta di VERGOGNA! Una continua voglia
di…s-sprofondare a nascondermi, per esser formalmente legato
ad
una persona dal comportamento così DEPLOREVOLE!»
buttandola di nuovo su quella sedia «Allora lo vedi che avevo
ragione?!...
…tu mi
odi…!!» sibilò Jeri «Passa il
tempo, ma non
retrocede il tuo desiderio di farmi soffrire!» per poi
balzare
in piedi «E TU TI DEFINIRESTI UN DIGIMON?!»
Ma in quel
momento «Che succede…? Perché
gridate?»
inaspettatamente, fece ingresso Takato «Vi stavo aspettando
per
andare! Stavate litigando…? Jeri, ma per quale
motivo?!»
La ragazza era
impallidita di colpo «Takato…» ma
Beelzemon si
sovrappose «…niente, tattiche di battaglia,
Takato.» ed il ragazzo si volse attonito «Lo sai
che ho
la testa dura…» continuò il Digimon, ma
con
sguardo di riprovazione diretto alla ragazza «…e
non mi
piace che mi si dica ciò che devo o non devo fare. Andiamo,
Calumon!»
Takato li
osservò andar via incredulo…Calumon si
ritirò in
profonda tristezza «C-Calù…»
Nei pensieri del
ragazzo “…tutt’altro! So che Beelzemon
è
diventato molto malleabile, e si rende sempre disponibile ai consigli
degli altri! Allora che può essere
accaduto…?”
volgendosi lentamente, con un po’ di sospetto, verso la
ragazza
«E’ vero ciò che ha detto
Beelzemon?»…«Ah! Ti posso assicurare che
è
così!» lo abbracciò Jeri, per poi
accorgersi
«Ma…?! Tu, Takato…?»
osservando il suo look
«Amore, non mi aspettavo di vederti così,
con…quello che hai saputo su tuo
fratello!»…«Preferisco affrontarlo con
decisione
anziché lasciarmi andare alla tristezza: dopo tutto sono
cresciuto anch’io…» accingendosi ad
andar via
«…e Nakao si merita un fratello che lo aiuti a
svanire…» aggiunse sottovoce
«Takato!»…«Ti aspetto
fuori.» si
congedò lui.
Per
Jeri le incertezze crebbero «Oh no! Contavo che Takato
fosse…piegato dal dolore! E intanto le minacce aumentano,
Beelzemon e Calumon sono furibondi, e da un momento all’altro
possono svelargli tutto!!»
Il cane
marionetta si innalzò «Devi fare qualcosa: bau,
bau! E
alla svelta!!» (fine-canzone)
Beelzemon
uscì dall’hotel sotto il cielo gorgogliante di
nuovi
tuoni, e fissando con i suoi tre occhi tra le nuvole, espresse
“Da questo momento…io non mi definisco
più il
Digimon di Jeri: torno ad essere senza un domatore. Il vincolo fra me e
lei è spezzato!”
«Calù…
…è strano: per la prima volta, in tutta la mia
esistenza…rimpiango di non avere un domatore. Che non ci sia
un
solo umano, in tutta la terra…da cui possa scappare, per
abbracciarlo. Che sia destinato ad accogliere le mie lacrime, sulla sua
spalla…»
«…facciamoci forza, Calumon. Siamo nella stessa
barca…» disse Beelzemon raccogliendolo
delicatamente
«C-Calù…»…«Dai…vieni
con me, andiamo insieme all’incoronazione.»
«E tu,
che ci fissi da prima, si può sapere chi sei?!»
gridarono
i giovani rapper.
«Uhmp! Si
sono accorti di meee…» sobbalzò
Guilmon, vedendoli
avvicinarsi «E-E io
sono…veram-…v-volev…!» ma lo
sconforto
sopraggiunse, presso quel ponte cittadino “E se anche loro mi
si
rivoltassero contro come tutti gli abitanti di questo presente? Ah,
è meglio che me la dia a gambe!” «E-Ehm,
scusate
ragazzi! Devo andare!!»
«E se
fosse uno di una crew rivale, che è venuto a spillare i
nostri
testi?!» si chiesero i ragazzi, molti dei quali stirarono le
loro catene «Forse dovremmo andargli appresso e dargli una
lezione…»
«Fermatevi!!» intimò una voce
«Non abbiamo
tempo per queste cose…»
Sembrava un tono
giovanile, quello di un adolescente, ma i rapper si volsero con
rispetto «Sei sicuro?» e lui li zittì
con un «BAU!»
…che
piombò deciso dal suo cane-marionetta, chiudendo la
questione
«D’accordo…se lo dici tu.
All’opera,
ragazzi!»
Il ragazzino seduto
sul muretto aveva il volto nascosto dal cappuccio della felpa, e dal
suo braccio sinistro pendeva un guanto di aspetto canino. La sua aria
era solitaria, e nonostante le spalle un po’ curve e la
statura
poco elevata, la sua posa era regale…
Nel frattempo il
signor Mori si era addentrato in un vicolo, ma lo sforzo di spingere la
sua carrozzella lo aveva privato del fiato «Ah!
Ho…fatto
una sciocchezza ad allontanarmi da solo!» diceva fra i
respiri
continui e sofferti «A-Akiko!»
…e mentre
riprendeva a fare qualche goccia di pioggia, Guilmon correva
«Accidenti, speriamo non mi siano venuti dietro, con quelle
catene! Peccato, mi sarebbe piaciuto rimanere a guardarli: sono bravi,
e poi mi piace il rapporto che li tiene legati! Uhmuhm, sono un
po’ come noi Digimon! Oh?»
Ma intravide l’uomo
sulla sedia a rotelle, ascoltando la sua tosse
«C’è
un signore che si sente male…! E se poi si rigirasse anche
lui
contro di me? No…! Non posso permettere alla paura di
frenarmi,
devo rischiare!» avvicinandosi timidamente
«Si-Si-Signore?» e quando gli sfiorò la
spalla,
l’uomo si aggrappò saldamente alla sua mano
«Oh?!
Ma lei è il signor Mori!»
«Papà!» chiamava intanto Akiko, che era
rimasta
con l’ombrello aperto. Le automobili sfilavano di fronte a
lei,
ed i suoi occhi iniziarono a tingersi di incertezza
«…ho
paura a rimanere sola in strada!» affermò a bassa
voce,
guardandosi attorno «Tutte le storie che sento mi
spaventano!...papà, ti prego di tornare
presto…»
Una nuvola di
brina si addensò nel vicolo alle sue spalle, e due occhi
luminosi lampeggiarono nell’oscurità
“E’
lei…? Quella bambina è la figlia di
Nami…oh?!”
Ma la sagoma
dalle ali diaboliche dovette nascondersi, poiché una voce
echeggiò «E’ tutto a posto, piccolina,
non devi
avere più paura…»
«Ah?! Che cosa
volete da me?!» si volse minacciosa la bambina, ma quando
ebbe
visto meglio il volto della donna che si celava dietro
l’austero
ombrello «…tu, mamma…?»
«Piccola
Akiko…» accennò Asanuma, in bilico fra
emozioni
contrastanti, con l’ombrello che le adombrava il volto
«…era da…tanto che
desideravo…rivederti…»
«Si sente
meglio?» chiese premuroso il ragazzo moretto, e
l’uomo
rispose «Sì, grazie…non so il tuo nome
ma è
già la seconda volta che mi vieni in
aiuto.»…«Si vede che è
destino.
Uhmuhmuhmuhm! Sa, io credo nel destino. Per me ci sono cose
che…devono accadere! Qualcuno, da lassù, pensa a
disporre
le cose per noi, il problema…è che non so che
faccia
abbia! Uhmuhmuhm!» alzando un po’ le spalle
«E
anch’io ignoro il suo nome, come lei ignora il mio! Tutti lo
chiamano con nomi diversi su questo mondo, tanto che è
impossibile
capire!»…«…uhm…e
così sarebbe destino che io e te ci incontrassimo ben due
volte
e in entrambi i casi, che io fossi lontano da mia
figlia?»…«Akiko è di nuovo
scappata?»…«No…questa volta
sono stato io
ad allontanarmi. E’ solo che ho visto qualcuno che…
…!!! Ma
lasciamo stare, forse oltre che invalido sto diventando anche
pazzo.»…«Ma cosa dice?! Che cosa aveva
visto?
Può fidarsi di
me!»…«Io…ah, ma
niente! Non potresti capire…» ed il ragazzo
restò
un po’ deluso «Pensa che io sia troppo
stupido…?»…«Ma no, no,
tutt’altro!
E’ solo che…
…sono io
che stento a capire me stesso! Che effetto potrebbe farti scorgere tra
la folla una persona che conoscevi…ma che ha ancora
l’aspetto di un tempo, quando invece sai che dovrebbe essere
cresciuta?»
Lo sguardo del
ragazzo, la cui frangetta iniziò ad essere carezzata dalla
pioggia, si riempì di tristi consapevolezze
«Purtroppo,
quando questo capita a volte significa che costui non è
cresciuto…ma in realtà non
c’è più. E
da tanto tempo…»…
…ma
lasciamo perdere: senti, ti spiacerebbe riportarmi da mia figlia? Sono
preoccupato per lei, e…con quello che si sente in
giro.»…«Signor Mori! Io la
riaccompagnerò
da Akiko, promesso, però vorrei chiederle un
favore!»…«Dimmi pure, se
questo…povero
paralitico può esserti utile,
volentieri?»…«Lei prima ha nominato
“quello
che si sente in giro”: io vorrei sapere a cosa si riferisce,
perché ne siete tutti spaventati?»
L’ex-insegnante assunse espressione stupita, ed il ragazzo
pensò a spiegarsi «Deve sapere che
io…sono
straniero, vengo da molto lontano: da un villaggio…che
è
un po’ come un isola felice. Nella mia casa ognuno
può
fidarsi
dell’altro…»…«Da
come ne
parli…sembri quasi provenire da un mondo di fiaba. Ma oggi
persino i bambini hanno smesso di credere nelle fate, o per lo
meno…è molto difficile convincerli. Ma vieni,
dai:
accompagnami, e io nel frattempo ti spiegherò
perché
abbiamo tanta paura.»…«La
ascolterò
volentieri!»
«Fatti
guardare…»…«Ahh, stammi
lontana mamma! Lo
dico per te, forse dimentichi che un giudice ti ha ordinato di girare
alla larga da me e
papà?!»…«Ah, piccola
andiamo…
…non
parlare di cose che neanche sai, lascia che siamo noi adulti ad
occuparcene. Uh?» si accucciava la madre con
l’ombrello,
ma la bambina la fronteggiava con decisione «Ma adesso
papà non c’è! E io sono perfettamente
autosufficiente per difendermi da te, che ci hai sempre fatto del male!
Devi stare attenta, sai? Io ho sviluppato delle
capacità…
…che tu
ignori, la gente ha paura di me e se fossi al tuo posto mi porrei
qualche domanda: vuoi vedere di cosa sono
capace…?»
abbandonando l’ombrello rosa a terra…
(…e sotto
gli occhi di un attonito IceDevimon, che spiava nascosto nel vicolo
«Uhm?!»…)
…le mani
di Akiko furono avvolte da uno strato di ghiaccio che sembrò
formare dei guanti «Se ti avvicini posso trasformarti in un
cubetto di ghiaccio…» sibilò la
bambina, dagli
occhiali sporchi di gocce e gli occhi pieni di rancore «Non
te
lo aspettavi, vero?!»
Ma Asanuma
rimaneva impassibile, seguitando a scrutarla con indifferenza velata di
tenerezza…
IceDevimon
aggrottò il suo volto «Ma quello è
potere
digitale, anche l’odore è inconfondibile!
Com’è possibile che quella ragazzina lo abbia in
dotazione, e soprattutto…perché Nami non si
mostra
affatto stupita?»
«Akiko…» seguitava a ripetere la donna
dal volto
oscurato dall’ombrello, scuotendo appena il capo.
La bambina
restò spiazzata «Non capisco! Perché
ancora non
sei fuggita?! Non mi dirai che tu…sapevi che io disponevo di
un
simile potere!»…«Oh ma è
naturale che lo
sappia!» disse accovacciandosi di nuovo, con un sorriso
«Forse dimentichi chi sono: tua madre…
…e una
madre…conosce la sua bambina come le sue tasche,
perché
è ciò che ha di più caro al
mondo.»…«E’ inutile che cerchi
di intontirmi
con queste frasi banali, lo sai che su di me non hanno
effetto!»…«Ma…Akiko…»…«Grazie
a te sono cresciuta presto…» confessò
la bambina,
serrando i pugni mentre la pioggia scioglieva il ghiaccio «Ed
ho
imparato a riconoscere chi ricorre alla menzogna per attirare gli altri
in trappola. Che il mio aspetto non ti inganni, mamma! Io posso essere
la tua peggior nemica…perché ne ho ben motivo
dopo che
hai maltrattato papà, pur sapendo che era in quelle
condizioni!
Papà è un uomo buono…
…ed io…»
…mentre IceDevimon seguiva attentamente…
«…non ti perdonerò mai per
questo.»…«Ah…tesoro, non
immagini, sono
talmente tante le cose che non sai…» mormorava la
madre
con tono morbido e suadente, ma sua figlia non arretrava «Che
cosa dovrei sapere?!»…«…sei
sicura che tuo
padre sia…così buono?»
IceDevimon assunse posa sospettosa…
Akiko
affermò «Pensi di raggirarmi con qualche storia
inventata
sul suo conto?!...
…conosco
come sei fatta, sei diventata la lingua velenosa del quartiere, tutti
pagano per le storie che metti in
giro.»…«Ammetto…figlia mia,
che posso aver
raccontato diverse bugie in questi anni: ma solo su una cosa ho detto
la verità, e cioè che ti voglio bene.»
carezzandole il viso, nonostante questa lo ritirasse «Hai
visto?
Te ho dato la prova, quando sono rimasta in piedi, senza tremare,
dinanzi alla dimostrazione dei tuoi poteri: chiunque altro avrebbe
avuto paura, ma io non potrei mai…perché sono tua
madre,
e tu la mia unica bambina...»
La
ragazzina si volgeva lentamente…non avrebbe voluto
abbandonarsi
con facilità alle parole della madre, benché
sentisse una
forza indiscutibile che la legava a lei
«Akiko…»
Asanuma posò spontaneamente l’ombrello a terra,
che
rotolò per affiancarsi a quello della figlia, come farebbe
una
madre premurosa «Io sono una creatura come tante: una donna
che
ha commesso errori…
…ma
ho ancora qualcuno per cui lottare. Posso provartelo, mi sono curata!
Ora non sono più una donna con problemi psichici, e sono
stata
riammessa al mio lavoro! Fra poco…lo accerterà
anche il
giudice…»…«…non mi
importa di quella
scuoletta in cui insegni, là ti tenevano anche sapendo
quella
che eri! A loro non importava ciò che ci facevi, ma solo di
avere un dipendente in più a
lavorare.»…«Sei molto dura…il
tuo animo
è pieno di rancore, e lo
capisco.»…«Lo
credo bene, ho sofferto!!!» gridò la bambina, con
le
lacrime agli occhi «E’ a causa tua se il mio letto
è freddo, e se ho scoperto prima del tempo la solitudine! Se
non
sono come gli altri bambini che hanno una madre che li ama…
…e se non
faccio che invocare l’aiuto di un amico, tanto che finisco
per
sognarmelo la notte!!»
«Eppure
sai, bambina mia: più parli…più mi
sembra che noi
due siamo simili. Adesso sei abbastanza grande per sapere la mia
storia, Akiko. Io ero una bambina come te! E non ho potuto fare a meno
di riconoscere, nel tuo sguardo timoroso sotto la pioggia…i
miei
occhi che altrettanto…erano così bisognosi
d’amore!
Ci accomuna il fatto di aver sognato l’arrivo di un amico per
tante notti: sai? Anch’io desideravo che
giungesse…tanto
che…» prendendole cautamente le mani
«…anche da adulta, sarei stata pronta a preparare
frettolosi bagagli…per tuffarmi nel suo mondo, qualora
avessi
potuto…»
Akiko scrutava negli
occhi di sua madre, che sembravano dolci e premurosi, cercando
disperatamente qualcosa che confermasse le sue parole…
«Mi
sarebbe piaciuto restare con Akiko, ma non posso farmi
distrarre…» erano parole di LadyWizardmon, mentre
cercava
di sprofondare nella sua giacca per confondersi con altri passanti in
città, lasciando liberi solo i suoi occhi come fari luminosi
«…sono una maestra, ed il mio obiettivo
è cercare
Orphanmon e gli altri, che si sono smarriti: anche se la
città
è grande io prometto che li troverò!»
così
si insinuava volenterosa…
«Se sono
qui è perché stavo cercando
te…»
rivelò Asanuma, ed Akiko si volse di scatto «Vedi
Akiko:
devi sapere che io…ho conosciuto una creatura
speciale.»…«Una creatura speciale? Di
chi stai
parlando?!» la bambina fece occhi sottili dietro le lenti
«Ma di un essere…dai poteri incredibili, un grande
sovrano dei Digimon!»…«Hai detto i
Digimon?!»
La madre sorrise appena…
«E
così esisterebbero davvero, e tu ne conosceresti un
esemplare?!»
IceDevimon era
sbalordito…mentre la donna rivelava «Ci siamo
incontrati
perché molto simili, e anche tu sei come noi: sai? Anche
questa
creatura è in grado di invocare prodigiosi flussi di
ghiaccio,
come mi hai dimostrato di saper fare poc’anzi!»
“Oh?! Chi
sarà questa creatura che mia madre dice di
conoscere?” si
chiedeva Akiko, guardandosi le mani velate di brina “E se
incontrare un Digimon mi permettesse di saperne di più su
questi
poteri che stanno…condizionando la mia vita?!”
IceDevimon disse
fra sé «Ho capito, è una tattica! Nami
e Violetta
debbono averla studiata assieme: hanno fatto credere alla bambina di
avere dei poteri, così ora per appurarlo sarà
disposta a
seguirle! Non so come ho fatto a non averci pensato, non
c’è…assolutamente niente di strano in
quello che ho
visto!» abbassando il capo come chi non gradisce analizzare
troppo ciò che ha di fronte «Quella bambina
è solo
un ostacolo, io continuo a dirlo: Violetta non doveva metterci tutti a
rischio, il suo amore potrebbe sciogliere l’odio della
madre!» tuffandosi nel portale gelido e svanendo.
«Uhm, io
ero certa che alla fine avresti capito,
Akiko.»…«Ferma lì, mamma, non
ti ho ancora
risposto!» si ritirò la bambina con diffidenza
«Dimmi piuttosto…se vengo con te, mi permetterai
di…parlare con questa creatura?!»
La madre
contemplò sua figlia con occhi sottili e soddisfatti, mentre
quelle gocce intermittenti e irregolari bersagliavano la
città
come pugnali.
Akiko non si mostrava
affatto impaurita «Non devi farti illusioni, la sola ragione
che
mi spingerebbe a seguirti è chiedergli da dove un simile
potere
proviene e…
…come faccio a liberarmene! Non mi interessa…
…io desidero vivere una vita normale…»
La madre le carezzò i
capelli «Sappi che anch’io ho avuto lo stesso
desiderio, e
questo mi permette di capirti…
…allora, verrai
con me?»…«…ma soltanto a
costo di conoscere
il tuo “alleato”! Non ci tengo a rimanere con
te…» ammise la bambina con sguardo di sfida
«…io ho già mio padre: e sono felice
con
lui!!» “Quante cose ignori, figlia mia…
…e sono queste
che mi permettono, nonostante tutto ciò che è
successo,
di avere ancora la tua fiducia. E non la getterò via
così, è tutto ciò che mi
rimane!!!” ammise
l’insegnante dentro di sé.
«Ah!
L’ombrello…»…«Non
importa, tesoro,
siamo vicine, ti porto in un luogo speciale! Puoi…darmi la
mano
se vuoi…»…«No, grazie, se
spingo la
carrozzella di papà vuol dire che guardo dove metto i
piedi!» replicò la piccola con una punta di
asperità…
«E’
davvero strano: e così non sai cos’è un
pedofilo?»…«Io? No, sul
serio…»
scuoteva il capo con ingenua fragilità il ragazzo
«In
giro mi hanno detto che è “qualcuno a cui
piacciono i
bambini”, ma se fosse così, che cosa
c’è di
male?»…«…purtroppo…
…al
pedofilo non piace il carattere del bambino, per divertirsi in sua
compagnia. Gli piace il suo corpo…per
abusarne.»…«Ihm!!...
…che
cosa?!» trasalì Guilmon, seriamente agghiacciato.
«Per questo noi
tutti lo temiamo: gente del genere…può mettere in
pericolo i nostri figli ogni
giorno.»…«Vuo-Vuole
dire seriamente che possono esserci persone che…?!...
…p-possono avvicinare un bambino
per…per…!!!» ed i respiri affannosi non
gli
permettevano di dire altro, la sua mano avvolta dal guanto giungeva al
collo “Oh mio Dio! Takato era un bambino…e-e anche
lui
poteva…” «Ma non ci sono soltanto
loro!...
…ci sono
i ladri, la criminalità, chi si approfitta dei
più
deboli: questo mondo purtroppo è pieno di
pericoli…non
puoi mai essere sicuro su chi hai davanti, magari è qualcuno
che
mostra un aspetto, ma in realtà…ha un'altra
faccia…»
Il ragazzo
provò un brivido a quelle parole e non osò
voltarsi verso
l’insegnante in sedia a rotelle, come se simili frasi fossero
implicitamente dirette a lui. Quegli aghi di pioggia non volevano
lasciarli in pace, mentre Mori continuava «Forse a prima
occhiata possiamo sembrare crudeli, o diffidenti ma in
realtà…
…difendiamo solo quel poco che la vita ci ha permesso di
mettere
insieme, siamo come animali, alla guardia della loro tana: un
negoziante che grida, e osserva tutti con occhi torvi in
realtà
può essere un poveruomo che teme gli brucino il negozio, e
con
esso, i suoi ultimi risparmi. I soldi scarseggiano, non solo per te,
che hai le tasche vuote…»
…da cui simbolicamente il ragazzo sfilò le mani...
«…ma per tutti noi, ci arrabattiamo con
ciò che ci
resta! Ma la crisi divampa, non c’è lavoro e i
nostri
giovani…non hanno prospettive. E pensare che è
bastata
una manciata di anni affinché tutto cambiasse, sembra quasi
impossibile! Ricordo…
…che quando ero giovane e pensavo di farmi una famiglia era
diverso, e anche quando ho iniziato a insegnare...avevamo
così
tanta speranza nei nostri ragazzi.»
A quelle
parole, il giovane volse lentamente la coda dell’occhio. Mori
si
teneva la fronte con le dita, per sforzarsi a ricordare quei tempi
«Pensavamo di farli…i nuovi professionisti, i
nuovi…
…cittadini del
futuro. I nuovi padri, e le nuove madri di un’epoca di
novità e progresso.»…«E
invece
perché è andato tutto così?»
gemette
Guilmon, ma all’altro scappò un sorriso
«Caspita,
più ti sento parlare più mi
convinco…che è
proprio vero che hai vissuto su un isolotto, sospeso su una
favola.»…«E’
diverso…» sorrise
appena il ragazzo, con sguardo più maturo che gli
segnò
il viso «…il mio era un villaggio come un altro,
con cose
belle e cose brutte: io ero sospeso sull’isolotto dei miei
ricordi! E dei miei tempi felici, nel sogno di ritrovare un giorno chi
avevo lasciato indietro. E nel frattempo…mi sono illuso che,
nel
mondo a cui avevo voltato le spalle, tutto fosse rimasto uguale a come
lo ricordavo: sognavo…che fosse rimasto in attesa di
me…»
«…io ti capisco, sai…?» disse
l’uomo,
con stanca dolcezza mentre il ragazzo si chinava accanto a lui sotto
quella pioggerella «…ma purtroppo il tempo non ci
aspetta: anche a me è capitato di restare ancorato, con una
parte del mio cuore, a quei ricordi…e a quelle persone come
erano allora. Il mio sogno, ciò che vorrei donare a mia
figlia
sarebbe…
…un mondo dolce e ottimista come quello dei miei anni
giovanili.
Un mondo dove si può spiegare le ali, e volare: ma io non ho
più neanche le gambe per camminare…come mai
potrei
donarle le ali?»…«Lo sa…? Le
ali si possono
ottenere...(canzone: Marco
Masini - Parlo di noi)
…ce le
danno coloro che ci vogliono bene, anche nel momento più
critico! Basta che lo desiderino…»
Nel ricordo della gentile proposta “Vuoi volare, Gallantmon?...
…è facile. Devo solo donarti le mie ali.”
«…allora
io spero che sia come dici tu.» disse l’uomo
alzando gli
occhi al cielo che bagnò i suoi occhiali, al quale lui
rivolse
l’ultimo raggio di speranza giovanile
«…io spero di
essere…un padre
con le ali…per la mia Akiko.»
Due ali candide
si spalancavano, scrollando con disimpegno gocce di pioggia
«Nooo, che avevo appena pulitooo!! IceDevimon quando fai
così proprio non ti sopporto!»
starnazzò Violetta,
ma lui «Vorrà dire che pulirai un’altra
volta.»…«E adesso dove vai?? Non fare
l’asociale, dai che sta arrivando Akiko!! Nami ce la porta a
conoscere, non sei curioso?! Uhm!» saltellando euforica, ma
lui
spense il suo entusiasmo «Non me ne frega niente di conoscere
quella ragazzina, non so chi sia oltre il fatto che è la
figlia
della donna che ho scelto come domatrice, e di un uomo della specie che
più disprezzo: un essere debole e invalido,
un…puah,
concentrato strappalacrime di amore e compassione, che come unico
risultato temo possa ledere il rancore di Nami: un rancore a cui tengo,
se permetti! L’ho costruito con fatica, anch’io
lavoro,
qui…»
…e mentre
si udiva schiavettare alla porta, lui si tuffò nel portale
di
brina…
«Ecco quaaaaaaaaa! I nostriiiiiiiii! Wow!»
(IceDevimon: «Quante
commedie…come se davvero quella mocciosa ci portasse il
potere
che cerchiamo!»)
«Mamma…potrei
sapere chi è questa
buffona?»…«…lo
hai detto tu stessa, Akiko.»…«Non
sarà mica
questa la creatura di cui mi hai
parlato?!»…«Certo
che no!»
«Io sono Violetta,
piacere! E tu devi essere Akiko, ceeerto, con questo sorriso chi
altro!»…«La vuole piantare di fare
l’ipocrita, signora?!»
«”S-Signora” a me…?»
restò
dubbiosa Violetta, mentre Akiko abbassava lo sguardo
«Chiunque
ha udito parlare di me, sa che io non ho un bel sorriso.
Io…non
sorrido mai, io sono…
…» smarrendo gli occhi nel buio ingresso
«…
…ecco, sono
come quella nuvola di ghiaccio! Che
cos’è…?»
Asanuma faceva cenno con lo
sguardo a Violetta, e questa «Nieeente, tesoro! Guarda qui?
Uhmuhmuhm, ti ho fatto un po’ di cornetti con lo
zucchero!»…«…non posso
assumere lo
zucchero: sono intollerante.»…«Grimp (!)
»
altra stangata per Violetta «E comunque non trattatemi da
stupida, là c’è qualcosa, lo vedo bene.
Mamma…è la creatura: vero?» volgendosi
verso la
madre «Mi hai promesso che potevo parlarci. Facciamo presto,
ho
fretta: ho lasciato papà da solo e non ho voglia di farlo
preoccupare…stando a perdere tempo qui!»
Era un passaggio di
sguardi tesi fra Violetta e Asanuma, e quest’ultima disse
«Amore…la creatura non riceve in ogni momento: se
vuoi
incontrarla dovrai avere pazienza.»…«E
intanto…uhmuhmuhm! Potrai restare in nostra compagnia:
vedrai,
ti faremo divertire tantissimo, come non ti è mai capitato
prima
d’ora!»…«Ecco, sapevo che
c’era sotto
un imbroglio…
…la
creatura mi sta ascoltando, lei sa che sono qui…»
ripeteva non smettendo di fissare il cumulo di brina...
IceDevimon chiuse il portale alle sue spalle…
…e
così, come un tetro palcoscenico, si accese dinanzi a lui la
sua
vasta tana di gelo «Ecco, è questa la mia casa, il
mondo
da cui provengo!» affermò volando dolcemente, a
mezz’aria fra le stalattiti «Un limbo a
metà fra la
terra e Digiworld, una bioemersione cristallizzata negli anni! E che
forse, nonostante il ghiaccio renda tutto eterno…
…comincia
a soffrire anch’essa il peso del tempo. Basta
osservarla…
…i dati
si deteriorano, la struttura cede. Ma questa…questa
è la
casa che ho tenuto stretta con gli artigli al fine di sopravvivere,
perché i Digimon Tamers non apponessero la parola fine alla
mia
leggenda! Ebbene…ci sono riuscito!» spalancando le
braccia e le ali «Sono ancora in circolazione, anche se
costretto a nascondermi! E non ho bisogno di alcuna ragazzina per
essere potente, sono più anziano ma non ho desistito dal mio
intento: io sarò, un giorno…il solo e unico
sovrano dei
Digimon! Ah, ahahahahah! AH, AHAHAHAHAHAH!» rideva, nella sua
solitudine ghiacciata…
…così forte che sembrava volersi assordare, per
coprire
il sussurro che era alle sue spalle, seppur uno strato di dimensioni
differenti li separasse…
«…perché ridi? Io ti
sento…»
mormorava la bambina dallo sguardo assorto, oltre gli occhiali sporchi
«…ed avverto che non sei felice:
fa…tanto freddo
nel tuo mondo…» stringendosi la giacca,
astraendosi dal
confabulare di sua madre e Violetta alle sue spalle «Tira
tanto
vento…»
(IceDevimon: «…la
vittoria è di noi
malvagi…») «Non sei
sicuro delle tue parole…»
(«Un tempo era diverso, ma ora tutti sono sfiduciati:
ci basterà battere su questo tasto…
…e finalmente scaleremo l’ambita
vetta!») «Sei
confuso…e temi tu
stesso il futuro.»
(«Io non ho sentimenti…non provo né
amore
né paura, io sono fatto di
ghiaccio!»)
«…anch’io sono fatta di ghiaccio, ma ho
sentimenti!
…e ho anche tanta paura, tanta almeno quanto
l’amore nel cuore…»
(«…e nel
ghiaccio, resterò per tutta la
vita!»)
«…perché vuoi condannarti? La vita
è
così…bella…»
(«…se non
fosse, per questo dannato brusio,
cos’è?!»)
«…il brusio sono io. Sono alle tue spalle, anche
se
non mi vedi.»
Lui restò corrucciato…lei sovrappensiero (fine-canzone)
«Akiko!! Akiko,
dove sei?!!» gridava spaventato il signor Mori «Le
avevo
detto di aspettarmi qui!»…«Si calmi,
può
darsi non sia andata lontano: come l’altra volta!»
affermò Guilmon, il quale fra sé constatava
timoroso
“Mi preoccupa star qui: siamo vicini al negozio di
Takato…!” e tanta era l’emozione che il
ragazzo non
si accorgeva del bagliore, rosso penetrante, generato
dall’adesivo sul suo petto…
(canzone: Alessandra
Amoroso - Da casa mia)
In quegli stessi istanti, mani di ragazzi si intrecciavano:
una
mano elegante con la fede nuziale afferrava un’altra,
adornata da
un anello metallico. Erano le mani di Kenta e Takato, dallo sguardo
sospeso come il loro cuore mentre osservavano un raggio filtrare oltre
le nuvole, e il tetto diroccato del palazzo reale…
…per
colpire quella corona argentea che le mani di Cyclemon prelevavano da
uno scrigno.
Quel luogo,
benché gli assalti lo avessero reso poco adatto ad una
cerimonia
simile, ora rapiva lo sguardo di una moltitudine di Digimon, di quante
più razze immaginabili, che cercavano di occupare ogni
soppalco
pur spezzato.
Ma gli
sguardi più emozionati erano quelli dei giovani amici: Rika,
Ryo…con un velo di commozione sui loro occhi seri. Henry,
Rea…lei abbagliata, lui velato di giovanile stupore.
Jeri…timorosa e ingenua, se ne stava appartata, e la luce
faceva
il suo viso più candido e bello.
Suzie era
imbambolata, ma in realtà seguiva ogni istante del percorso
di
quella corona…
…verso il ragazzo dai capelli castani inginocchiato, in
segno di
profondo rispetto, mentre alle sue spalle attendeva una Digimon dal
volto di diamanti, simile a un angelo.
Takato e
Kenta si strinsero ancora più vicini quando videro Cyclemon
compiere un particolare gesto…
“Se
c’è qualcosa che un giorno potrà
salvarmi…” pensava Takato
“…è proprio
il sole delle nostre estati, e il calore del vostro affetto. Questa
mattina mi sono svegliato con un dolore profondo nel
cuore…ma
quando poi…
…ho assistito all’istante in cui Cyclemon ha
raccolto il
cappello di Kazu…
…per omaggiare quel ragazzo, che ha sempre amato berretti e
visiere, con la corona di Digiworld…
…ho pensato alla sua vita: ho rivisto tutti gli
stenti…le
separazioni, e i sacrifici che Kazu ha dovuto affrontare, e li ho
sovrapposti…
…ai mille sguardi incantati dei Digimon tra gli spalti di un
mondo distrutto. I Digimon che ha sempre amato. E da questo ho
sentito…
…che per quanto possa essere profondo l’abisso
c’è sempre un raggio di sole che riesce a
penetrare oltre
le macerie. Da quel momento…” Takato alzava gli
occhi
verso la luce del raggio “…da quando ho visto
incoronare
il mio commosso amico di infanzia, rivedendomi in sfida a carte con lui
a scuola, mentre Cyclemon affermava…”
«Da
questo momento io ti incorono sovrano, Kazu: il regno dei
Digimon…è sotto la tua giurisdizione.»
“…da quando ho sentito il vociare dei Digimon
incedere
impetuoso, pronto ad esplodere in un applauso! E la voce del mio amico
spezzata dal pianto, rispondere…”
«…grazie Cyclemon…»
“…con un tono in cui chiaramente si leggeva un
ringraziamento a sua madre, la cara signora Shioda che conoscevo, e
immaginavo fra noi oggi…
…da quel momento ho avuto la conferma che la direzione dei
miei
sforzi, benché estenuanti, è quella giusta. Kazu,
o
meglio…Altezza Reale del nostro mondo di
bambini…”
…mentre il ragazzo si alzava lentamente, cercando di
richiamare
un portamento regale, e Diamon lo raggiungeva «Amore mio,
come
sono felice!»
“…tu non lo crederai, ma ci hai insegnato tanto.
La tua
umile casa…i tuoi semplici giorni, fra i piatti da lavare, e
i
panni accatastati. I tuoi lividi, il tuo conflitto con tuo padre! I
tuoi sentimenti feriti…
…e la tua speranza immortale, più forte di quella
di
tutti noi messi assieme…”
Mentre Guardromon, precipitato in singhiozzi che gli impedivano di
parlare, si avvicinava al suo domatore «D-Dai Guardromon non
fare così…v-vai in corto circuito! S-Smetti di
piangere…ti prego…» ma il Digimon
continuava
imperterrito, e tanto impetuoso che contagiava anche Diamon
«Ti
ci metti anche tu, adesso?...sto già abbastanza in
imbarazzo!»
“…tu ci hai indicato il sentiero: ben meriti il
titolo che
ti è stato conferito. Congratulazioni! Le mie
più…” e terminò a parole
«…sincere congratulazioni, amico mio. Finalmente
il
nostro mondo amato è in mani
sicure.»…«D-Dici Takato?»
chiedeva Kazu
scolando lacrime «N-Non è che avranno fatto
semplicemente…il più grosso errore mai
concepito?»…«Oh, niente
affatto…»
replicò Takato con la nota un po’ ruvida acquisita
quella
mattina «…niente affatto.»
abbracciandolo con
decisione. Kazu si lasciò andare al pianto, e
all’abbraccio si aggiunse anche Kenta.
Sarebbe andata
anche Jeri…ma poi ritirò la mano, attorniata da
reticenze.
Rika nella sua
serietà non smetteva di versare lacrime, suo marito cercava
di
farla sorridere ma in realtà tratteneva la commozione a
stento.
Rea appoggiò il capo su quello di Henry, sorridendo commossa
come si fa per una cosa bella. Il marito non aveva remora a mostrare la
commozione, e sull’altra sua spalla adagiò il capo
la sua
sorellina, e lui le abbracciò entrambe.
«Bravo, amico
mio…» disse Kenta aggiungendo «...la tua
mamma
sarà orgogliosa da lassù: vedo la signora
sorridere…
…sentite? Ci
sta male se dico…vorrei tanto che la signora Asanuma fosse
qui
ad assistere, diventerebbe piccola come merita, alla sua brutta
faccia!» Takato sorrise «Beh, hai pienamente
ragione,
Kenta: se non ci sta in questa occasione?» e ancora Kenta,
sollevando il braccio di Kazu «Ecco signora maestra, ecco
quanto
vale il tuo alunno.» con Kazu che faceva «Ma no
dai,
Kenta.» eppure l’amico seguitava deciso, alzando il
suo
braccio «Ecco, guardalo bene, questo è il suo
valore:
quello che tu non hai capito.» per poi porgli le mani sulle
spalle «Kazu, ti raccomando i Digimon…
…sono tutta la
nostra vita, lo sai…» ed il ragazzo maturava
istante dopo
istante il valore di quella corona appena indossata…(fine-canzone)
Jeri volse le
spalle, e dopo aver incrociato lo sguardo accusatorio di Beelzemon,
iniziò ad allontanarsi in solitudine, con la sua maglietta
nera
dalla scollatura ondulata, e la sua borsetta pendente tra le mani
“E’ inutile che vada da Takato e gli altro: vorrei
tanto
fare le congratulazioni a Kazu!! Ma…mi sento in
imbarazzo,
e se qualcuno fosse venuto a sapere di ciò che ho
fatto?”
Ma dei passi
decisi si fecero sempre più vicini a lei, fino a che
qualcuno
non la afferrò per il braccio scuotendola
«Ahh!»
Si trattava di Suzie «Un gran mal di testa, non è
così Jeri?!»…«Che cosa
vuoi?!»…«Si può sapere
perché non
sei venuta, ieri, al matrimonio di Rika?!» esclamò
la
ragazza, dal tono notevolmente risentito «E a te che importa!
Non sembra che ti sposassi tu,
cara!»…«Non siamo
un gruppo…e sai che lei e Ryo ci
tenevano!!»…«Oh, mi hai stufato con
questa storia
del gruppo! Ormai si è afferrato che questa cosa ti
è
mancata durante la crescita, e come tutti gli adolescenti sproloqui e
declami ai quattro venti il tuo altruismo! Mentre io, invece,
preferisco documentarlo con fatti concreti!! Sai benissimo cosa sono
andata a fare ieri sera: a prendere Midramon, il figlio di
Cyberdramon!!»…«E si può
sapere
perché dovevi andarci
tu?!»…«Uhm?!»…«Era
stato
affidato alle autorità di Digiworld, da quanto hai detto! I
Digimon viaggiano, volano, è possibile che non poteva
essercene
uno in grado di accompagnare Midramon al nostro
hotel?!»…«Tu non ci capisci niente di
queste cose
amministrative, Suzie: è meglio che stai zitta.»
liquidò Jeri, ma Suzie la trattenne per il braccio
«Sei
informata?! Cyberdramon è sparito…pare abbia
abbandonato
Ryo…»…«Lo vedo
anch’io che è
solo, non sono cieca: perché mi parli in questo modo? A
sentir
te sembrerebbe quasi che fosse colpa mia se quei due hanno
litigato!»…«Io mi sto
limitando…
…!!...ad abbinare le cose, a fare due più due:
ieri
Cyberdramon mancava al matrimonio del suo domatore, così
come
anche tu eri assente.»…«…e
allora…?» Jeri alzò il sopracciglio con
aria di
sfida «Non vedo una correlazione fra le due cose, a parte il
fatto che mi sono prodigata per suo figlio! Mentre voi eravate a
GODERVI…una rilassante cerimonia!» ma Suzie la
afferrò per le braccia «Apri bene le orecchie,
amica
cara, devi metterti in testa che qui non sei da sola!! Prima di
prendere una decisione…si consultano i propri compagni, qui
siamo a Digiworld! Non nel nostro quartiere dove vai in giro a fare i
tuoi sporchi comodi, questa non è casa
tua!!»…«Beh, mi pare che adesso abbiamo
diritto ad
una quota! Hanno appena incoronato il caro Kazu, a noi che siamo i suoi
amici per la pelle spetterebbe come minimo una porzione sul suo
dominio!»…«Sei una…vipera!!
Venale e
interessata!»…«Senti chi
parla!»
«Ora
smettetela!» intervenne però una voce: si trattava
di
Rika, che si accostò a loro «E’ stata
lei a
provocarmi, Rika!» indicò Jeri, visibilmente
agitata
«Senza che lei avessi detto nulla ha iniziato ad
aggredirmi!»…«Ti vedo piuttosto scossa,
Jeri…» analizzò la domatrice dai
boccoli rossi
«…forse è la preoccupazione per il
problema di
Midramon di cui hai voluto farti carico:
dimmi…dov’è ora il figlio di
Cyberdramon?»…«L’ho…già
detto…» accennò Jeri sfuggendo con lo
sguardo, ed
accendendosi una sigaretta «…quando Takato ci ha
informato per telefono circa l’assenza di Cyberdramon alle
nozze,
io e Calumon abbiamo pensato…beh, che fosse meglio lasciarlo
a
un centro, fidato, in cui si occupano di Digimon dai genitori
dispersi!»…«…ah…e
così lo
avreste lasciato ad un istituto.»…«Era
la cosa
migliore da fare!» declamò Jeri fissando avanti a
sé e soffiando il fumo «In un momento di tale
confusione
nelle leggi di Digiworld occorre operare con ordine!»
Rika però
seguitava a scrutarla, come volesse carpire un segreto dal suo sguardo
«Ascolta, Cyberdramon è scomparso da ieri
pomeriggio…sembra che lui e Ryo abbiano discusso, venivo a
chiederti…se per caso sapevi qualcosa in più al
riguardo.»…«…n-non ne ho
idea!...
…se lo
ignori tu che sei la moglie del suo
domatore.»…«…sono moglie di
Ryo solo da
poche ore: avrei desiderato la tua presenza a
quell’evento…si trattava del mio
matrimonio…
…e tu,
Jeri…un’amica che ho conosciuto molti anni
fa…
…benché a te forse risulti
strano…io…ti
voglio bene.» ammise Rika molto seria, sfiorandole il braccio.
Suzie le guardava senza dire nulla.
Jeri
provò un conflitto di emozioni che si specchiò
nel suo
sguardo appenato, mentre Rika le sussurrava «…una
buona
volta, finiamola di fumare: parliamo fra noi, per stemperare la
tensione. Se fossimo stati bambini l’avremmo
fatto…»…«…R-Rika…se
davvero…mi vuoi bene, te ne prego!» disse Jeri
muovendo
qualche passo avanti «Accettami come sono, adulta! E cerca di
comprendere i miei gesti, è-è questo il mio
modo…per dimostrare affetto…e lealtà a
tutti
voi.»…«Takato sta soffrendo
molto…lo
sai?» aggiunse Rika, e Jeri si volse di scatto «Ci
mancherebbe che non lo sapessi! Sono la sua
fidanzata…»…«Se è
così allora
perché non vai da
lui…?»…«Ma…adesso…è
con i suoi amici, e poi Kazu ha da fare il discorso! Sarei sicuramente
di troppo…e poi ha sempre quella Digimon appiccicata, basta
lei
a tenergli compagnia!»…«Parli di
Cindermon…?» fece Rika, aggiungendo
«…riguardo a questo dovresti cercare di capire:
ora anche
lui ha perso un Digimon, come te. Per Takato rappresenta il futuro del
suo sogno da domatore, ma non è solo questo: il caso ha
voluto
che…Cindermon fosse l’unica che Takato ha avuto di
fronte
quando si è trovato ad affrontare i momenti più
duri
della sua vita. Come ieri sera…» volgendo le
spalle e
allonanandosi, non prima di aver aggiunto «…per
questo ti
suggerivo di andare da lui.»
«Ah!» Jeri ebbe un sussulto «I-Ieri
sera…» e Suzie che era rimasta con lei
specificò
«Proprio così! Poverino, con chi doveva parlare?!
Tu eri
dispersa in giro…c’era solo Cindermon con lui
quando
Cyclemon gli ha comunicato che suo fratello in realtà
è
un fantasma!» volgendole le spalle, ed affermando
«Tu con
i tuoi modi lo stai lasciando solo nelle tappe più
difficili! Se
io avessi mai un ragazzo, che mi amasse come lui ama te…non
rischierei mai di perderlo in questa maniera! Prendilo come un
suggerimento!»
La giovane era
rimasta attonita «Cindermon…» ed era
come se una
nube di paura la avvolgesse «Cindermon è
rimasta…tutta la sera con lui?!» portandosi le
mani al
capo «L-Lo ha consolato, lo ha confortato nel suo
dolore…mentre io ero lì, a vivere quella tremenda
esperienza con Cyberdramon?! No! Non posso accettarlo!»
…bastò un rapido gesto per infilare il
cane-marionetta,
il quale «Bau! Guarda Jeri, sta arrivando
Cindermon!»…«Oh?!» la giovane
si volse di
scatto…
…Cindermon scendeva sovrappensiero le scale diroccate del
palazzo, fino a che «Uhm…?» I suoi occhi
non
incrociarono quelli di Jeri…e anche quelli di
«Bau!
Bau!»…«…oh mamma e quello
cos’è?»…«Bau!»…«Uhmuhmuhm!...
…semplicemente un gioco, è una marionetta che
tengo con
me da quando ero
piccola.»…«Cioè fammi
capire! Ti porti quel coso sempre
dietro?!»…«Ahah!
Sì, è facile, basta un niente per infilarlo! Mi
diverto a
parlarci, che vuoi, lo sai che sono un po’
stravagante!»
Cindermon
la guardava dubbiosa, mentre costei si addentrava in una conversazione
«Bau! Bau! Cos’è mai quello, non
l’ho mai
visto?»…«Te lo spiego io, è
un esemplare di
Digimon per metà umano: nasce dalla…fusione
d’amore
fra una creatura digitale…
…e
una persona terrestre…» pronunciò Jeri
con tono
sospeso, fissando assorta la ragazza dal ciuffo rosso che
commentò «…mi inquieta giusto un poco
quell’affare.»…«Ahahahah! Non
sei la prima
che me lo dice!» replicò Jeri che ostentava un
fare
spigliato e allegro, sfilandosi il guanto «Però ti
posso
assicurare che è l’ideale per fare asciugare lo
smalto
delle unghie!»…«Ti vedo di buonumore
questa
mattina…» e Jeri si sedette accanto a lei sui
gradini «Ahhh…
…in
realtà sono a terra per la storia di Takato, ma io faccio
sempre
così: è fondamentale mantenersi positivi e sempre
sorridenti, in questi
casi!»…«Davvero??»…«Sì!»
replicò Jeri con la più assoluta sicurezza,
spiegando
«Se continuerai a frequentarlo lo capirai anche tu: Takato ha
bisogno di continui apporti di allegria…o altrimenti rischia
di
scivolare nella depressione.»…«Cooosa?!
Vuoi dire
che un giorno potrebbe risuccedergli di
diventare…gr-gr-grasso
come è stato già…?» chiese
Cindermon con un
filo di voce, e Jeri fissò avanti «Il pericolo
è
sempre dietro l’angolo!»
“Povero
Takato…” pensò la ragazza digitale
“…non so se saprei resistere se lo vedessi
soffrire
così tanto: già adesso riesco a stento a
mantenermi
integra…
…non c’è niente da fare, il suo
dolore…mi
lacera dentro, come fosse il mio! Forse…è un
effetto
della biodigievoluzione, il legame fra domatore e
Digimon…”
«Jeri?»…«Uh?
Sì,
dimmi!»…«Ascolta…mi era
venuto
in mente che volevo parlare con te, desideravo chiederti un
consiglio!»…«Ha a che vedere con la
storia di
Nakao?» chiese diretta Jeri «Ecco, brava, hai
capito al
volo! Insomma…in realtà è sempre la
stessa storia,
lo chiedo a mari e monti: voglio sapere qual è il modo
giusto
per stare vicina a Takato! Io bazzico da poco queste cose, non ho mai
avuto un domatore prima di lui e anche se finora ce la siamo sempre
cavata io mi sento ancora impreparata! Ti faccio un esempio, ieri ero
al telefono con mio padre…e lui era alle mie spalle, io me
ne
sono uscita con una frase tipooo…”Non sopporterei
di
vederlo soffrire di nuovo, un'altra volta come quando gli ho confessato
che Guilmon era morto!”» Jeri intanto la scrutava
attentamente «E infatti gliel’ha dovuto dire mio
padre!
Perché io ieri non ho avuto il coraggio, Jeri,
però
questa cosa non riesco a perdonarmela! Perché sono la sua
Digimon, e…ti faccio un esempio: se corna facendo fosse
accaduta
una cosa brutta…che so, alla madre di Rika! Renamon
gliel’avrebbe detto, non sarebbe fatta tanti problemi,
perché lei è coraggiosa! Ahh…la
verità sono
sempre questi benedetti dieci anni, pur stando separati sia i Digimon,
sia i domatori hanno fatto esperienza, sono maturati. Io no!!!
Capisci?! Io no, e anche se Takato all’apparenza sembra
contento
di me io seguito a farmi mille paranoie, non sembra di fare mai
abbastanza! Né quando combatto, né quando lo
seguo nelle
sue vicende della vita, in pratica…in tutto quello che
comporta
il compito di un Digimon! Sono perseguitata…
…dal
timore di non essere all’altezza. Di non essere mai al
livello
del grande amico che ha perduto…
…ci
terrei così tanto a riplasmare, con le mie stesse
mani…u-un’atmosfera spensierata come quella di
dieci anni
fa, per restituirla a Takato ma…! Sento che mi sfugge,
questo
mondo continua a cambiare, e io, un Digimon da sola, posso fare poco e
niente! Scateno fiammate dalle mie mani…» ammise
malinconicamente, tormentandosi quelle dita smaltate di rosso
«…ma non posso compiere l’incanto
più
grande, e cioè invertire i corso del tempo, per rimarginare
gli
squarci…e cancellare le ferite che hanno segnato
l’animo
del mio domatore. Io, che intervengo al momento del pericolo, non posso
tuffarmi…
…all’interno di case che crollano nel passato, non
posso
trarre in salvo gente che è già svanita! Non sono
riuscita nemmeno a risparmiare questa distruzione alla mia casa, anche
se ero qui e l’ho vista con i miei occhi! Non posso riportare
indietro Guilmon…
…né salvare quel povero bambino…che
tanto
somigliava al nostro Takato. Lo sai che pensavo ieri notte, prima di
andare a dormire?» volgendosi a guardarla negli occhi
«…che da grande sarebbe diventato quasi uguale a
com’è lui adesso…e pensare che
è solo per
un…bauhf! Che dire? Un pelo, un soffio…
…che sia
capitato a lui anziché a Takato. Sembra
impossibile…ma
qui le persone più preziose e speciali
rischiano…fiù! Così, di essere rubate
da un
momento all’altro. Io mi sto rendendo conto dei miei limiti
come
Digimon…
…a volte mi
chiedo: ma perché, PERCHE’, mamma mi ha dato
questi
poteri?!»…«Veramente è stato
tuo
padre.»…«Ah sì
vabbè! Certo, mio
padre, no io mi confondo sempre! Mi chiedo: perché sono un
Digimon?...
…se le magie
più grandi mi sono precluse. Posso solo combattere! M-Ma in
fondo non serve combattere, ci vuole altro per restituire la
felicità a chi soffre!!»
I suoi occhi si
velarono di lacrime «…io non riesco ad accettare
che ci
sia qualcosa a cui non posso arrivare…
…ma non è per presunzione, io lo dico
per…
…per…!» ma poi si alzò di
scatto
«Lasciamo perdere! Dimentica ciò che ti ho
detto…
…prima che dica cose fuori posto.» e stava andando
via,
ma «Aspetta!» la ragazza la richiamò
«Cindermon, ti assicuro che capisco come ti senti.»
ammise Jeri andando vicino a lei «Dici davvero??»
La
giovane le pose le mani sulle spalle «Certo! In questo
momento
sei molto confusa: e ti stai confrontando con il tuo predecessore,
Guilmon! Il tuo ruolo non è affatto facile, non puoi
barcamenarti da sola, sarebbe un fiasco annunciato! Hai bisogno
d’aiuto!»
Cindermon sgranò gli occhi «Che cosa…?
Tu mi
daresti una mano per migliorarmi nel mio
ruolo?»…«Certo, si capisce,
sei tu che mi
stai facendo un grande favore! Io sono la fidanzata di Takato, e tu
stai realizzando il sogno del mio ragazzo: pensi sia stata una cosa
indifferente, per me, il fatto che tu l’abbia fatto tornare
un
domatore?!»…«Certo no, certo
sì
eeehhh…giusto! E’ vero, tu sei la sua
fidanzata.»…«Animo, coraggio! Nella vita
non
bisogna mai smarrire la speranza. E specialmente in una situazione
delicata come questa!» esortò Jeri, e Cindermon
«Giusto!»…«Vieni con me,
dai?»…«Dove
andiamo?!»…«Passeggiamo un
po’, ti spiego in
questo momento di cosa può aver bisogno
Takato!»…«Io credo…dovrebbero
farti una
statua, Jeri Katou! Con tutto quel cane che ti pende dal
braccio!» così si allontanarono assieme…
Intanto sulla
terra «AKIKO!!»…«Sì
calmi!! La
prego, non si affanni, signor Mori!»…«Ma
dove
può essere finita?!!» esclamava l’uomo
agghiacciato «Temo che le sia successo qualcosa!!»
“Come
posso fare per aiutarlo…? Potremmo andare alla polizia,
ma…ho paura, e se poi lì scoprono che non ho
documenti…e mi arrestano?! Sarebbe terribile!”
«Dobbiamo andare alla polizia: ti supplico, portami
lì!
Non c’è un minuto da perdere…»
«…! S-Sì…»
accettò il
ragazzo, nonostante il terrore lo folgorasse come quei lampi in
cielo…
Il tempo
peggiorava nuovamente anche a Digiworld, proprio quando Kazu veniva
accompagnato sul balcone dissestato «Io non so proprio cosa
dire, dovete credermi!» affermava il ragazzo, ma il robusto
ranocchione ShogunGekomon lo esortava «Non abbiate paura,
siete
il nostro Re! Prendete, copritevi con questo mantello.»
adagiandogli un manto argenteo sulle spalle, ma lui seguitava a
insistere «Dovete darmi retta, finirei per combinare un
disastro! Questi Digimon sono molto agitati, si aspettano un discorso
di prospettive e progetti ed io…non so
offrirglielo!»
Un’enorme
fetta del popolo digitale si addensava tra le nuvole fluttuanti,
sfidando la pioggia in attesa del discorso del re. Ma egli, nonostante
la corona sul capo, confessava «Mi avete preso dalla mia casa
e
portato qui, io non so improvvisare su due piedi un…disegno
politico! Non ho nemmeno terminato i miei studi! La scuola superiore
non l’ho neanche guardata in faccia, l’unica cosa
che mi ha
spinto a Digiworld è stata…»
…ma
consultandosi con suo padre con il solo sguardo, Diamon
smanettò
con alcuni microfoni nascosti tra le rocce…
«…l’amore…per i Digimon che
è sempre
stato una mia prerogativa (canzone: Alessandra
Amoroso - Difendimi per sempre):
io desideravo conoscere…semplicemente tutto di loro, essere
il
migliore, come i miei idoli delle serie animate! Come i campioni del
torneo di carte, che un giorno desideravo battere.
Sognavo…di
essere incoronato sovrano…dei Digimon raffigurati su
immobili
tesserine, non mi sarei mai immaginato questo ben di Dio!
Perché
mi piacevano? Beh, perché…
…erano tutti diversi, dai poteri straordinari: non ci si
annoiava mai con loro.» confessava con umiltà
«Era
bello crescere assieme poiché…ogni giorno
c’era
qualcosa di nuovo da scoprire! Le trovavo fin da subito
creature…con cui era possibile qualsiasi tipo di fusione,
talmente versatili da potersi intrecciare, potenziare, raddoppiare,
fornendo un spettro di possibilità praticamente infinite!
Anche
se tali…mio sogno sarebbe stato inseguirle! Poi
però…
…quando ho conosciuto Guardromon…» che
era
lì con lui e si appoggiava alla morbidezza del suo manto
come un
bambino alla coperta del suo letto «…ho capito che
non
erano solo poteri e tecniche, ma il loro lato più bello era
la
personalità, il loro animo. E quante volte avrei avuto
bisogno
della loro semplicità durante il mio cammino…
…però io mica li ho lasciati…no, io li
ho fatti
riecheggiare dentro di me! Sempre! Almeno su questo…mi si
può riconoscere di esser stato coerente: potevo cambiare,
sperimentare! Ma ai Digimon non voltavo mai le spalle: la mia antica
passione!...» riempiendo i suoi occhi di commozione
«…col tempo sono arrivato a pensare, in certi
momenti, di
aver sognato tutto…e che il mio amato
Digiworld…non
esistesse neanche più! S-Se solo mi avessero
mandato…anche solo una foto via computer,
mostrandomi…
…che questo mondo non era morto con mia madre e la mia
adolescenza spensierata, ma che continuava a evolversi e farsi grande e
bello…io sento che avrei avuto il doppio della forza per
andare
avanti!»
Il cielo
tuonò…ma nei suoi occhi si era accesa una luce,
che
nemmeno l’improvviso intensificarsi della pioggia
riuscì a
spegnere «I Digimon hanno rappresentato…il sangue
nelle
mie vene: la loro esistenza mi dava eccitazione, mi faceva uscire dal
baratro! E mi aiutava a migliorarmi…» stringendosi
le
braccia ed affermando «…loro hanno fatto i muscoli
a
questo ragazzetto. E un passo alla volta eccolo qua, è
arrivato
fin qui, di fronte a una platea alla quale…
…non sa
che dire! Perché la sola cosa che può raccontare
è
la sua storia! La storia…
…di un
ragazzo nato nel benessere, in un letto morbido e circondato da tanti
angeli a proteggerlo: angeli…che gli sorridevano dalle
figurine
attaccate alla parete, e che avevano forme diverse
come…tutti
loro…che aspettano il discorso. Angeli fatti di
dati…
…uno come
me come potrebbe mai guidarli? Mi sono allenato con tanto
impegno…
…ma non
sarò mai all’altezza, i Digimon mi hanno battuto:
sono
troppi e troppo complessi per uno come me che…al
limite…ha imparato come svuotare qualche cassonetto, per
tirare
avanti! Altro che sovrano, io mi intendo di buste della spesa, e
lavoretti di idraulica…
…quando
parlo ogni tanto sbaglio i verbi, perché la vita ha spezzato
i
miei studi, impedendomi di finirli! Siate seri, come si può
concepire la prospettiva di un discorso fatto da me?»
«Lo hai
già fatto…» confessò
Cyclemon…Kazu
spalancò gli occhi
«…cooosa…?» con
eco di Guardromon «…cooosa…?»
e il loro
sguardo piombò al microfono. Allora il ragazzo si
aprì in
un sorriso emozionato «…così
però non
vale!»
E al tuono
fragoroso, si sovrappose un ancor più fragoroso e sconfinato
applauso da quelle creature che lui amava in ogni forma, e che avevano
sfidato la pioggia per udire il discorso del loro sovrano.
Diamon sorrideva
commossa, osservando il suo volto imbambolato. Cyclemon
confessò
«A volte basta raccontare la propria vita, ponendoci come
quelli
che siamo: come hai fatto tu. Resta sempre così
sincero…le esperienze trascorse, e gli inciampi
sperimentati,
rappresentano il più grande…disegno
politico…che
possa mai concepito. Il nostro Digiworld ti è
grato…
…per aver
resistito in apnea assieme a lui, hanno minacciato di affondare anche
noi…
…ne
portiamo i segni, ma come te, siamo ancora in piedi. Anche se distanti
siamo rimasti congiunti per mano. Ora fai un respiro e
rilassati…contempla il tuo popolo, Kazu. E lascia che loro
contemplino te: come ogni Digimon attende il suo domatore ora io dico
che…tutti…loro…hanno aspettato
te.»
«Ma a me
ne bastava uno…» disse umilmente, aggiustandosi la
corona. Diamon corse da lui «Amore mio!» e gli
sollevò le mani, mentre lo aiutava a guardare il suo
popolo…
…e
Cyclemon guardava loro, così vicini e innamorati, e in cuor
suo
pensava alla sua sposa.
«Miei
cari Digimon…» sussurrò il sovrano
«…voglio diventare…
…vecchio…con
voi.»…«Uhmuhmuhm!
Saremo due vecchiettiiini!» scherzò Diamon
aggiungendo
«I Digimon verrano a portarci le medicine!» e lui
le
rifilò un bacino. Guardromon ancora gli stava appeso al
mantello, visibilmente commosso…
…anche Cindermon, dal basso, contemplava la sua casa con un
sorriso “Bene, finalmente ora il palazzo avrà
qualcuno di
saggio alla sua guida. Sento che mia madre sarebbe stata
felice…” ma ecco che si accostò a lei (fine-canzone)
«Bau!»…«Allora, hai visto che
bel discorso
ha fatto il mio amico? Ciò è traducibile col
fatto che
non dobbiamo restare con le mani in mano, ma spetta anche a noi un
corposo contributo. Vieni, siediti qui, accanto a me!»
esortò Jeri, sedendosi sui gradini della stretta scalinata
dalle
pareti rocciose, per poi assicurarsi «Non ci sente
nessuno?!» e mentre si guardava attorno, Cindermon confermava
«No…questa scala non la scende mai nessuno
perché
non porta…da nessuna parte, vedi?»
indicò
più avanti «Dopo di essa
c’è…il
cielo! Io mi nascondevo sempre qui quando avevo qualche segreto, da
bambina.»…«…io…uscivo
dalla
finestra, e restavo per ore arrampicata sul
tetto.»…«Beh! Su questo abbiamo qualcosa
in
comune: entrambe ci impertichiamo in posti
pericolosi!»…«Non soltanto
questo…»…«Cosa?!
Pardon…!»
sbattendo le palpebre.
Jeri sembrava
molto tranquilla, sicura…fra quelle pareti di roccia che
creavano un luogo appartato, riparato dalla pioggia e dagli sguardi
indiscreti di chi stanziava sulle vicine nuvole. Ancora pochi gradini,
e vi era il cielo sconfinato «…anche
qualcos’altro
ci rende molto simili, Cindermon: entrambe abbiamo a cuore,
più
di ogni altra cosa, il benessere di Takato. Faremmo qualsiasi cosa per
metterlo al sicuro dalle insidie, e indicargli la strada!»
Cindermon la
fissò negli occhi…dopodiché ammise
«Giusto!
E’ assicurato, del resto è il mio dovere di
Digimon.»…«E Takato, come dicevi prima,
si sta
ambientando con te. Lo vedo più sicuro, sempre
più a suo
agio…»…«Dici
davvero?!»…«Ah ah! Certo. Te lo posso
assicurare…» mentre iniziava a smanettare sul suo
cellulare. Cindermon ne approfittò per sospirare
«Ahhh!
Speriamo almeno che questo colpo non rovini tutto: lo hai visto questa
mattina!!!»…«…sì…»…«E’-E’…strano,
insomma è diverso! Cioè lui sta cambiando un
po’,
giorno per giorno! E’ una fase della sua vita particolare e
l’ho seguito in questo sviluppo
però…ora questo
modo in cui cerca di affrontare il trauma di suo fratello non so se
sia…POSITIVO oppure lo spinga a tacere le sue sofferenze, a
tenersi tutto dentro! A me è questo che mi fa disperare: il
terrore che non si confidi con me mi manda ai matti! Se solo
avessi…
…la pelle
rossa, e gli artigli alle mani…mi sentirei sicura,
perché
saprei che sono proprio come lui mi ha disegnata, e invece io non
rispecchio i suoi desideri, capisci Jeri?! Io sono
un’estranea!
Piombata nella sua vita da un giorno all’altro.
Pfff…
…so che
dovrei fidarmi di lui, che mi ha stragiurato di considerarmi
un’amica. Ma io ho paura lo steeesso! Forse dovrei acquisire
più fiducia in me stessa, sembro tutta…botte,
grida,
calci, ma in realtà mia sorella mi batte in tempra
caratteriale.
Forse dovrei farci un pensiero. La
verità…»
piegandosi e stirandosi «…è che io
faccio tanto la
forte, ma in realtà anch’io sono
un’insicura! Questo
lo confesso a te come farei con…la più cara
amica, ma in
realtà acqua in bocca! Non mi piace che si sappia. Un tempo
avrei ucciso chi se ne fosse accorto, ma adesso…che ho
conosciuto Takato che è anche lui così
sensibile…n-non so che mi capita, mi vergogno di meno, in
fondo
inizio a capire che tutti siamo come siamo, è inutile
crearsi
tanti film mentali, in fondo a che serve? Però…se
va
liscio sotto il profilo dell’orgoglio, su quello
dell’amicizia è un vero casino, perché
vuoi mettere
quello che spacca tutto e vince sempre? Con un amico così
sei in
una botte di ferro…
…io
invece ho solo questo ciuffo…» sfiorandosi la
frangia,
più rossa che mai «…è la
sola punta
fiammante di una personalità che invece…trema e
teme il
buio. Ho una paura matta di rimanere sola…
…di
ritrovarmi senza amici, che gli altri siano arrabbiati con me o mi
considerino una traditrice! O forse molto più semplicemente
che
nessuno abbia bisogno di me. Ahhhhhhhhhhhhh!...
…povero Takato. Già vita tanto disastrata gli
toccava
pure una Digimon da rattoppare come
me?!»…«Ah, non
perderti d’animo…» le sorrideva Jeri,
avvicinandole
il «Bau! Bau!»…«Che cosa dice
il tuo cane
asciuga-unghie?»…«Dice che…tu
in
realtà hai tutte le carte in regola per diventare uguale,
identica, esattamente speculare a Guilmon: tu se ti impegni…
…puoi aiutare Takato a disciogliere il suo
ricordo…»…«Ma questo
mai!»
sussultò d’un botto Cindermon «Lui deve
sempre
ricordarsi del suo amico! Ma stiamo scherzando?! Si sono voluti tutto
quel bene! E’-E’ come se adesso
io…precipitassi qua
sotto, tanti saluti Cindermon, e-eeee…arrivasse un altro
Digimon
e spazzasse via il mio ricordo!! Pensi che a me farebbe piacere da
lassù, tra le nuvole? Non creeedo, quindi perché
io
dovrei rifilare a Guilmon questo brutto tiro?! Niaaahhh, quello mi ha
pure salvato la
vita!»…«Certo…sono
d’accordo con te da un lato: un Digimon come Guilmon non si
può
dimenticare…»…«No…»
ripeteva
un po’ meccanicamente Cindermon…mentre Jeri non
smetteva
di smanettare al cellulare, descrivendo «…sotto il
suo
aspetto innocente era un grande. Un eroe…»
Cindermon
cambiava posizione, si reggeva la testa con le mani e sospirava
«Già.
Ahhhhhhh…!»…«…e
quel che più conta…
…era un
amico fidato. Di chiunque lo conoscesse. Takato non riuscirà
mai
a dimenticarlo…»
«…questo lo so bene…
…meno male da un lato, anche
se…pifffffffff…»…«…sì,
Guilmon era la sua metà…
…lo specchio dei suoi sogni…
…impossibile trovarne un altro, quando la fortuna ti sfiora
mettendo al tuo fianco…proprio…la creatura che
avevi
sempre sognato…
…puoi provare a rassegnarti, ad andare avanti…ma
tanto
è inutile…
…egli resterà sempre
l’unico…e quei ricordi
i migliori, che il futuro per quanto bello non riuscirà mai
a
replicare…» enunciava con naturalezza, con tono
vellutato…sembrava quasi un’ipnosi, a suon di foto
sfogliate sul telefono…
…e quelle parole sembravano addensare, come nuvole, sempre
più insicurezza nella ragazza digitale…
«…e Takato d’altronde dimostra
ampiamente…di
tenerlo scolpito dentro, potrebbe dirsi che la ferita è
ancora
fresca ma io ipotizzo…
…che resterà così per
sempre…
…loro due non si separaranno mai…
…chi li ha visti può essere…testimone
del fatto
che non era un rapporto…come tanti, il loro legame
era…unico, Takato e Guilmon vivevano in un
mondo…a
parte…
…tutto loro, che agli altri era…percluso.
Sbarrato…»
Cindermon si strinse al suo manto, sembrava iniziare a sentir
freddo…ma poi spostò gli occhi sulla ragazza
seduta
accanto a lei
«Jeri…»…«Uhm?»
fece costei con un lieve sorriso sulle labbra, senza volgersi. La
Digimon chiese «Tu…sei stata con loro, e li hai
visti
insieme: conservi qualche foto di quel
periodo?»…«…
…ma è naturale. Si tratta…dei ricordi
più
cari che tuttora possiedo.» muovendo la coda
dell’occhio
verso l’altra «L’età della
spensieratezza…e dei sogni che non tornano
più…»…«Mi
permetteresti di vederle?!
Ti prego, ho uno…!!...strafogato bisogno di osservare la
loro
intesa!»…«Tutto ciò che vuoi
cara, non hai
che da chiedere.»...«Le tieni sul
telefono???!»…«…a
quell’epoca
ovviamente non lo avevo acquistato, ma…
…ho fotografato quante più immagini ho potuto.
Questo
è un segreto, ma io…le porto sempre con me. Sono
le foto
dell’uomo che amo…
…quando era un bambino ed era felice. Anch’io lo
ero per
lui…e lo ero CON lui…
…questo è il mio mondo nascosto…
…il mondo di spensieratezza di Jeri, Takato…e
Guilmon…!» ponendole il display sotto gli
occhi…e
sfiorandolo ripetutamente con le sue unghie col french, in una sfilata
interminabile di foto allegre e giocose, in cui i sorrisi e la luce del
sole sembravano disperdere gli occhi azzurri di Cindermon…
…Jeri la
guardava con un sorriso compiaciuto, e non smetteva di scorrere quelle
immagini…
Quel tuono fu un
po’ come il suono di un gong «Credo che purtroppo
il
momento sia arrivato.» annunciò Kenta
«No, dai,
un’altra partita…!» ribatté
Kazu, che
finalmente ritiratosi, si era imbarcato con loro in una sfida a carte
come ai vecchi tempi, nella stanza da letto composta da macerie. Kenta
ammise «Amico credimi, mi piacerebbe restare. Ma mia
moglie…» lasciando udire una suoneria
«…mi
sta chiamando al cellulare.»…«Ho
capito…» comprese il ragazzo con un umile sorriso
«…è tempo di lasciare queste
cose…»
posando le carte «…e di raccogliere
queste.»
riprendendo la corona dal comodino, e tornando a indossarla
«Le
nostre responsabilità.»
Guardromon
chinò il capo tristemente, ma Takato sorrideva
«Però…è stato bello farci
un’ultima
partita prima di salutarci.» Kazu ne convenne
«Già, qua! In questa…stanza regale
disastrata, con
mezzo popolo di Digimon che ci attende là fuori!
L’avremmo
mai detto, quando eravamo piccoli? Io…
…sono
felice che vi siate trattenuti…» aggiunse
più
piano. Per i tre amici era un momento triste, ma come Kenta
ricordò «Ragazzi…è tosta per
tutti ma non
dimentichiamo come stanno le cose: mi
raccomando…noi…non
ci stiamo dicendo addio!» Kazu si sforzò a
sorridere
«E’ vero, tutt’altro! Ora occorre solo
proteggere la
terra e Digiworld al contempo: la prima è al sicuro nelle
vostre
mani, e quanto a
Digiworld…»…«Digiworld non
corre alcun pericolo. Perché ci sei
tu…» disse
Takato, e Kenta gli sfiorò il braccio «Coraggio,
abbi
fiducia in te! E vedrai che andrà tutto
bene…»...«Se sapeste come mi sento:
nonostante
tutto io seguito ad aver paura, temo di non essere
all’altezza!
Il solo pensiero di mettere il naso fuori, con questa pioggia e tutti
quei Digimon ad aspettarsi chissà cosa da me…mi
fa venire
i brividi, vorrei scomparire sotto quel letto.» ma Guardromon
si
aggrappò a lui «Kazu, non dire così! Lo
hai visto?
Quei Digimon ti ammirano!» Di nuovo un sorriso coraggioso
«Ma sì, mi farò forza e ci
proverò!
Però voi ragazzi, dovete promettermi che sarete
prudenti…vi ricordate?» e Kenta «Certo!
Abbiamo
stabilito che quando sarà tutto a posto guarderemo assieme
il
filmato del tuo matrimonio!» Il sovrano aggiunse
«Circondati da una merenda “regale”!
Takato,
Kenta…
…io
racconterò ai miei nipoti, metà umani
metà
digitali, se li avrò…di aver avuto sempre al mio
fianco
due amici immuni al tempo…che mi hanno aiutato quando ero in
difficoltà…
…mai
niente al mondo può ripagare il vostro affetto,
neanche…il tesoro della corona più prezioso che
esista! E
se tornate sulla terra io vorrei chiedervi per favore di…!...
…niente,
lasciamo perdere.» ma Takato gli afferrò le mani
«Ci stavi chiedendo di tuo padre. Vero?»
Kazu non ebbe il
coraggio di guardarlo, e tagliò corto «Se avrete
sua
notizie informatemi. Senza
remore!»…«Tranquillo…lo
faremo
senz’altro.» (canzone: Giorgia
- With you) non tardò a rispondere
Kenta, abbracciandolo mentre Takato li guardava “Povero
Kazu…
…è
stato costretto a rinunciare all’affetto di suo padre, per
avere
tutto questo. Pensare che il signor Shioda è ancora vivo,
eppure
ha scacciato suo figlio, ed ha iniziato a fare una vita da delinquente.
E ora non può gioire nel vederlo conseguire una simile
occasione…
…perché dobbiamo crescere privi del sostegno di
chi ci ha
messo al mondo, e con cui in teoria dovremmo dividere i momenti
più importanti della nostra vita?”
…poco
dopo, il neo-incoronato sovrano ed i suoi amici si ritrovarono
nell’ampio terrazzo dalle pareti squarciate. La pioggia non
li
lasciava in pace, spingendo Mitsuo a pulire il display con cui
ricercava il contatto con l’Arca.
Qualcosa stava
cambiando presso il globo terrestre, e alcune tessere luminose stavano
allineandosi, ma questo, ai Digimon “stranieri”
sembrava
non interessare, e continuavano a tenere Rika impegnata «The
Queen?» indicavano lei, e questa si sforzava a rispondere
«…not the Queen!» alludendo a se stessa
con gesto
deciso, per poi additare Kazu «Him the King!!» e
Diamon
accanto a lui «Them the King…and the Princess! Not
me,
not us!!» alludendo a lei e Ryo, che intanto faceva cenno
«Amore, amore lasciali
perdere…»…«Eh, ma non
capiscono!...dovete
chiedere a loro, noi non siamo i sovrani di Digiworld!
Loro…sì, incoronati! Ha la corona, in testa, in
the
head!» ma i risultati erano scarsi…
…sicché la giovane si accostò a Kazu
mormorando
«Vi lascio questa grana…buona
fortuna.»…«Certo ce ne vorrà
di impegno,
per superare il vostro mito!» scherzò il ragazzo
«Ahh…tu ci riuscirai in breve tempo! Hai tutto
quello che
ti serve.»…«Ryo ha
ragione…» si
aggiunse Rika, fissando negli occhi il giovane sovrano
«…sei un bravo ragazzo, viaggiare assieme ci ha
permesso
di comprendere il tuo valore. Ora lasciare Digiworld nelle tue mani ci
rende…più
tranquilli.»…«Certo
Rika…vale la pena di sfacchinare per udire un giorno queste
parole, da te!» ma lei lo liquidò con un gesto
bonario,
per poi salutare la principessa
«Diamon…» la quale
disse «Mi raccomando fatemi stare tranquilla. E non
aggiungete
altra parola che tengo le lacrime lì lì! Con la
diga
scricchiolante!»…«Allora tutti zitti e
mosca!» fece Ryo, facendoli «Pfff!!!»
scoppiare in
una risata che ruppe qualche argine per la commozione.
Mitsuo
annunciò «Ci recapitano l’Arca fra
quindici
minuti!» chiudendo agilmente l’Ipad
«Scendiamo a
terra, presto!»
Nel frattempo
Henry apriva le braccia dinanzi ai sovrani «Vi siamo
immensamente grati.» e Rea «Ci avete incantato,
come i
personaggi delle favole!»
Kazu adagiava un
bacino sul bimbo «Ciao Benji…al tuo ritorno voglio
vederti cresciuto! Più o meno uguale al tuo papà,
eh?» mentre Henry seguitava a tener stretta la mano di Kazu
«Sei una persona meravigliosa, dal cuore immenso, abbiamo
tutti
da imparare da te!»…«Ora non esagerare,
Henry…» Il giovane dai capelli scuri si
allontanò
in segno di rispetto, ed accennò un
inchino…seguito da
una pacca amichevole «Al vostro primo viaggio vale
l’invito a casa nostra, ci terremmo
molto.»…«Ci verremo. Ci verremo
senz’altro.» promise il giovane…mentre
Suzie per
scherzo gli sfilava la corona «Comunque ti stava meglio la
visiera di dieci anni fa! Mmmm! (linguaccia)
»…«Ahhh, lascia quella corona! Non
è mica
un giocattolo!» e scontrarono le loro teste guardandosi in
cagnesco…per poi addolcire l’espressione
«…e
Mako?» sussurrò Kazu «Che fine ha fatto,
hai
saputo niente…?»…«Da quel
giorno
no…» rispose insicura la ragazza, e lui
«Cyclemon
lo sta già facendo cercare…e io non rinuncio a
spuntarla,
lo voglio sposato con te!»…«Sei davvero
un amico a
sognare ciò.»…«Ci
mancherebbe! Sono i sogni
di tutti noi, scusa?! Abbiamo fatto tanto per difenderli!» e
Suzie lo strinse forte…
…per poi
affermare «I miei miti! E pensare che tanti ragazzi si
accapigliano per conoscere i propri. Io sono fortunata, non devo fare
questo sforzo…»
Dopodiché, Mitsuo
esortò «Ragazzi: è arrivato il momento
del
congedo.» guardando Kazu e affermando «Coraggio
adesso…è l’ultimo sforzo prima di
vivere tutti
assieme, come ci auguriamo. Tenete
duro.»…«Ci
proveremo senz’altro, signor Yamaki.»
replicò
l’incoronato.
Egli rimase lì, al
fianco della sua sposa sotto il cielo burrascoso, con il vento che gli
faceva volare il manto mentre osservava i suoi amici farsi sempre
più lontani, addentrandosi tra le rovine per discendere il
castello e tornare nella landa digitale. Kazu compì un lungo
sospiro «…ecco qua: siamo rimasti soli!»
e Diamon
si aggrappò a lui, appoggiandogli la testa sulla spalla
“Amici miei, vedendovi andar via…”
pensava il
ragazzo “…sono tornato a sentirmi come un bambino,
a
scuola, quando la mamma si allontana. Avrei voluto trovare una scusa,
un problema tecnico qualunque, per trattenervi! Se sapeste quanto
questa corona pesa sul mio capo, sento la responsabilità
per…tutta la nostra infanzia, e senza di voi mi sento
smarrito,
mi sale…un nodo alla gola, e avrei tanta voglia di
piangere!...
…ma ora i
Digimon contano su di me. Come vorrei, che mi avessero lasciato almeno
uno di voi!” confortandosi con la mano dell’amata,
e
alzando lo sguardo al cielo per far confondere la commozione con le
gocce di pioggia (fine-canzone)
Fra le buie
macerie, però, scintillavano i tre occhi di Beelzemon, e si
spalancavano le sue ali scure “Jeri non è venuta a
salutare il suo amico. Dove si sarà cacciata? Voglio vederci
chiaro!”
Così spiccò il volo.
Intanto, presso
la scala che dava sul cielo, quel siparietto di foto seguitava
«Qui era quando Takato portò a conoscere Guilmon a
Kazu e
gli altri suoi amici, e qui invece…ah! Meglio dimenticare:
sono
talmente tanti i momenti divertenti. Certo che sorprende davvero
pensare di poterli sfogliare semplicemente sfiorandoli col
dito…
…quante
risate…che tempi meravigliosi, tutto appariva magico! Anche
solo…svegliarsi la mattina…»
Ma nonostante la
poeticità di quelle parole, Cindermon sentiva il suo cuore
farsi
sempre più stretto. Un nodo le stringeva la gola
«Guarda
che sorriso meraviglioso che aveva Takato…
…lo
stesso di oggi, ma no! No, in fondo penso…»
descriveva
Jeri «…che oggigiorno abbia perduto molto della
luce e
della spensieratezza del sorriso di allora. E’ un peccato,
Guilmon gli aveva chiesto di continuare sempre a sorridere,
però
poi…è andato via…
…è
Takato non è riuscito a rassegnarsi. Sai…?...
…ti
confesso questa cosa, a volte adagio l’orecchio alla porta
della
sua stanza…e lo sento sussurrare nel sonno! Non fa che
invocare
il suo nome, “Guilmon”, il nome del suo amico
digitale
perduto…
…a volte
l’ho sentito ammettere, sconfortato, che mai nulla
tornerà
come prima…»
Le mani di
Cindermon si portavano al suo manto e lo stringevano, come stringeva i
denti “E allora che ci sto a fare io?!?!”
Jeri sembrava
notarlo, e l’altra era troppo in difficoltà per
notare il
suo sorriso soddisfatto «Guarda ancora, ne ho
altre.»…«…basta, non voglio
più
vedere quelle foto!»…«Ma io voglio
mostrartele,
Cindermon!...ahhh, sono così belle…
…sono
l’ultima cosa che ci resta del tempo che ci hanno portato
via,
l’ultima testimonianza del passato.
Takato…sappiamo
com’è fatto, lui a volte tace per timidezza ma in
realtà so che mi è grato perché
custodisco…tutto questo materiale anche per lui,
è come
se tenessi il passato…incastonato in un cellulare.
Affascinante,
no? Certo…la cosa triste è che non possiamo
riviverlo, ma
almeno i nostri ricordi sono tradotti in dati e protetti dalla barriera
di un display. Queste le abbiamo scattate durante il viaggio a
Digiworld…»…«Sono stanca, ne
ho
abbastanza!» si alzò la Digimon «Ma io
voglio
mostrartele ancora!!» la trattenne l’altra per il
polso,
per poi fissarla negli occhi e sussurrare «…e so
che
anche tu lo vuoi…sai che queste immagini sono la risposta al
tuo
presente, Cindermon, ti sveleranno se sarai in grado di condurre qui un
flusso di gioia…ed emozione talmente corposo da superare il
passato, rivelandosi più bello! L’unico
modo…per
risvegliare nei cuori la speranza per il futuro! Un progetto ambizioso
per un Digimon…specie un Digimon…di questi tempi
in cui
il mito è sfumato. Specie un Digimon…che ingloba
dentro
sé una parte umana: gli uomini sono i primi ad imparare come
si
dimentica…se l’eclissi di Digiworld si sta
compiendo lo si
deve principalmente a loro, sono gli umani che hanno trasformato il
nostro mondo rendendolo arido, cancellando quello del passato come si
fa con delle foto sul cellulare!!...
…ma io le conservo ancora tutte…
…guarda,
Cindermon…nel loro abbraccio vi era tutta
l’amicizia…Takato aveva posto il suo
cuore…tra le
zampe di Guilmon, e Guilmon aveva appoggiato il suo…tra le
mani
delicate di Takato bambino. Sai? Io conoscevo bene quelle
mani…quante volte hanno raccolto le mie, per confortarmi,
durante il nostro viaggio insidioso…»
“Non
è possibile…! Osservando queste testimonianze
è
come se sentissi…che non c’è posto per
me!! Che mi
si chiudono le porte in faccia, che non…riuscirò
mai a
realizzare il mio più grande sogno, e cioè
riportare da
sola l’entusiasmo per i Digimon, nel presente degli
umani…e nella vita di Takato!!...
…sono inutile, questo è il suo mondo, loro sono i
suoi
amici, il suo Digimon, la ragazza di cui
innamorato!”
«Sai? Takato era come un cavaliere, lo vedevi anche allora
fragile…nei suoi pochi anni, nella sua gracile
costituzione…eppure…
…quando si trattava di salvare me lui sfidava chiunque! Sai,
Guilmon era divenuto il nostro confidente…lui passava notti
intere a sussurrargli quanto forse perso…dietro a
me…ed
io…ero ancora timida, non riuscivo ad aprirmi completamente
ma
coglievo ogni rara occasione…in cui Guilmon era da solo per
rubarmelo e farmi svelare ciò che Takato gli aveva in
segreto
confessato!! Era un gioco…fra noi tre, che condiva quelle
giornate sotto l’azzurro del cielo, ci sembrava…
…di essere diventati come i nostri idoli della tv, i
Digiprescelti della leggenda…
…mai nessun uomo, o nessun Digimon potrà mai
realizzare
una stagione…epica come la nostra…
…è il potere del passato…e dei ricordi
immortali…»
“Non
può essere…non può essere, non
può
essere!!” gridò Cindermon nel suo animo,
premendosi il
capo, ma poi «Un attimo!» disse ad un tratto, e
Jeri si
volse di scatto «…Guilmon non avrebbe mai rivelato
a te
ciò che Takato gli confidava…» La
ragazza col
cellulare indietreggiò, incupendo il suo sguardo
«Non te
l’avrebbe mai detto perché lui…di certo
si
raccomandava di tenerlo segreto! E ciò che distingueva
Guilmon…era la fedeltà! Per questo Takato ci si
trovava
così bene, perché sapeva di potersi fidare di
lui, non
era un amico qualsiasi di questi che gli dici una cosa e ti vanno a
svergognare proprio con la ragazza che ti piace!!...
…tu non mi stai dicendo la verità!!!»
Jeri ringhiò di stizza, e Cindermon la fissò in
cagnesco «Ora capisco tutto…
…tu, con il tuo cellulare…stai solo cercando di
smontare,
pezzo per pezzo…tutte le mie
sicurezze!!»…«Io credo che tu stia
sbagliando.»…«Io invece sono sicura di
non
sbagliare!!!» esclamò decisa, sovrapponendosi a un
tuono «Tu non sei una vera amica…
…tu stai fingendo soltanto, perché in
realtà mi
vuoi fuori dai piedi!!! Certo, come ho fatto a non capirlo prima?! Tu
sei…» assottigliando i suoi occhi
«…esattamente come ti avevo tratteggiato dalla
prima
volta, un essere viscido e disonesto, Jeri Katou!»
La ragazza la fissò con odio, ma la Digimon serrava un pugno
«Però non farti illusioni, perché io
quel Digivice
che mi sono conquistata con tanta fatica, non lo getto via soltanto
perché sei gelosa!!! Io non lascio Takato senza un Digimon
per
la seconda volta, cosa che a te piacerebbe molto invece, dì
la
verità!!»
Jeri
avanzò con aria altera «Almeno in questo modo
Takato
potrebbe trovarsi un vero Digimon, un Digimon serio!! Non
una…
…ridicola
buffona che assomiglia a una punk
fallita!!!»…«TE
LA FACCIO VEDERE IO LA PUNK
FALLITA!!»…«AHH!» Cindermon si
avventò su Jeri. Il cellulare le sfuggì di mano,
rimbalzando sui gradini…
…per poi
scivolare nel vuoto, precipitando tra le nuvole e il cielo
piovoso…
Giunti presso
l’ingresso del palazzo, fra i Digimon impegnati nei lavori,
Kenta
ancora si sfilava gli occhiali per asciugarsi gli occhi. Sua moglie lo
carezzava con la sua pinna per poi volare più in
là, e
Takato gli appoggiava la mano sulla spalla «Capisco.
E’
triste salutarsi, eh?»…«…che
vuoi farci, so
che è provvisorio, ma avrei tanto voluto restare
assieme!»…«Lo so amico
mio…dobbiamo
resistere…» mormorò Takato
abbracciandolo, e
questo sembrò riaccendere il sorriso nell’altro
«Sì, hai ragione…lui si sta
già sforzando e
noi non dobbiamo essere da meno. Proprio per questo…senti
Takato, alla faccia di tutto ciò che ci succede, facciamo
come
hai detto tu stamattina e parliamo
dell’argomento…meno
triste e più indicato in questi casi: parliamo di progetti
futuri. Ti va…?»
Takato
rifletté qualche istante…e poi accettò
la sfida
con un lieve sorriso «Ci
sto.»…«E nel tuo
caso quando si parla di “progetti
futuri”…»
accennò Kenta con espressione allusiva
«…questi
hanno soltanto un nome: Jeri! Non mi sbaglio, vero?»
Il ragazzo
sospirò, quel pensiero sembrava dargli speranza
«No, non
ti sbagli…!»…«A proposito, ma
dov’è? Ha capito che dobbiamo
ripartire?!»…«…le ho lasciato
un messaggio
sul cellulare, probabilmente ci raggiungerà alla stazione
dell’Arca! Senti Kenta io…ho deciso di fare
così
d’ora in poi. Voglio lasciarla più libera!
Altrimenti poi
risulta che sono io quello soffocante…» camminando
più avanti…
…ma Kenta
se lo guardava con un po’ di sospetto relativo alla nuova
assenza
della loro compagna…
Con le mani in tasca a
delineare una gestualità spiccatamente più
adulta, Takato
rivelò «Anche questa mattina, ad esempio,
l’ho
vista discutere un'altra volta con Beelzemon! Non so cosa sia preso
loro…ma li ho lasciati fare, non ho voluto indagare! In
fondo
Jeri è grande, e da un lato deve imparare a sbrigarsela da
sola.
Se la continuo a trattare sempre come una bambina da proteggere rischio
di rovinare il nostro rapporto! E’ il suo Digimon. E ora,
come
vedi non perviene all’appello: spero sia con lei, e che si
stiano
chiarendo!» ”E se invece…fosse proprio
questo, il
momento di proteggere Jeri?” meditò il ragazzo
occhialuto
ma lo tenne per sé, e chiese
«Piuttosto…dì
un po’: se voi due vi sposerete, hai intenzione di farla
venire
al vostro panificio a darvi una mano?» Takato
sgranò gli
occhi «Ma…assolutamente no,
Kenta!»…«Uhm?»
l’amico si
bloccò, leggermente incuriosito «Non ho la minima
intenzione di confinare Jeri in un luogo angusto e senza prospettive!
Lei deve realizzarsi con un lavoro suo, che le dia soddisfazioni!
E’ una ragazza piena di idee e iniziative: il panificio non
è un posto adatto a lei, e non ci penso proprio a fare come
mio
padre, che per il solo fatto che lui aveva un panificio ha trascinato
mia madre a lavorare con lui!» definì con una
punta di
disapprovazione «Mi sono chiesto tante volte: ma ti sei
accertato che non avesse altre ambizioni, che non desiderasse altro
dalla sua vita?! Ma questo a mio padre non
importa…è
rimasto a concezioni di cento anni
fa…»…«Sì…in
fin dei conti
è vero.» ne convenne l’altro sempre
riflessivo,
aggiungendo «Non è giusto che in una coppia ci sia
una
persona penalizzata…» Takato rincarò
«Ognuno si deve esprimere completamente! Altrimenti
l’unione scricchiola! Che ci vuoi fare, sono un ragazzo
moderno,
sono cresciuto nell’era dei computer, non riesco ad accettare
schemi sociali…vecchi, come quello dell’uomo che
solo
perché è tale deve condizionare la vita di sua
moglie!» per poi fissare l’amico e accennare un
sorriso «…io non voglio un rapporto qualsiasi per
me e
Jeri…
…io
voglio qualcosa di speciale! Un’unione magica…non
un
qualunque matrimonio destinato a capitolare, come per tanti clienti del
nostro negozio!»
Altrettanto
l’amico accese a poco a poco un sorriso
«…allora
sei dei nostri…noi abbiamo pensato la stessa cosa! Guarda
Kazu
con Diamon o me con
MarineAngemon!»…«Siete i miei
esempi!! E so che Jeri…è come un fiore che
aspetta di
sbocciare, ha talmente tanti colori da mostrare al mondo!
Io…voglio aiutarla ad esprimersi, lei deve diventare grande
ed
essere…completamente
realizzata!»…«…colori…come
quelli
che prima riversavi sui Digimon che disegnavi, e adesso tra i capelli
dei tuoi clienti al salone: Takato…tu hai seguitato a
coltivare
il tuo antico sogno? Quando eravamo piccoli tu volevi…fare
l’illustratore per i cartoni, e i videogiochi.»
Tenerezza si
specchiò nei suoi occhi, mista a malinconia
«…lo
so ma oggi è molto difficile sfondare. Però non
me la
prendo, sai? Posso continuare a farlo per hobby, e come
lavoro…
…beh,
seguitare a fare il parrucchiere! In fondo a me piace, non ho mai detto
che facevo un sacrificio! Si conoscono tante persone, ed è
possibile realizzare nuovi stili, e pettinature creative. Io vorrei
migliorarmi nel mio mestiere, in fondo non è detto che un
domatore, da grande, dovrà fare per forza qualcosa di
collegato
ai Digimon. I Digimon…
…saranno
ovunque, un giorno: non sei il solo a sperarlo, per tua moglie e i tuoi
figli.» Kenta lo guardò con gratitudine. Takato
seguitò «Ogni cosa, se
vogliamo…può essere
collegata a loro, perché ci somigliano molto e non
è
escluso che un giorno…uhm? Io possa specializzarmi in
pettinature per esseri digitali: vanno sempre più di moda i
capelli, fra i nostri amici di Digiworld!» disse con una
punta
di divertimento. Kenta commentò «Sei cambiato,
Takato…un tempo ti saresti impuntato per realizzare
ciò
che volevi, ma questo un bene: ora sai adattarti ed aprirti a
nuovi orizzonti.»…«Meno male che tu lo
capisci…mio padre non lo ammetterebbe
mai…»…«Io ti
conosco…» disse
andandogli vicino con fare premuroso «…e credo che
il
cambiamento sia attribuibile a qualcuno…uhmuhm, che
è da
poco entrato nella tua vita e vi ha di certo introdotto pettinature
stravaganti!» strappando una risata all’amico
«Ti
riferisci a Cindermon?!» per poi farsi più serio
«…può darsi…»
muovendo uno sguardo
timido e un pizzico furbo verso l’amico
«…credo che
lei mi abbia cambiato.»…«E tu hai
cambiato lei,
Takato…» ammise Kenta con dolcezza, lasciando
stupito
l’altro «Tu forse non te ne sei accorto…
…ma gli occhi di quella Digimon non fanno che
seguirti…
…vegliano
su di te ovunque tu vada: e non…nel modo in cui un Digimon
veglia sul suo domatore…per
proteggerlo…»
Takato rimase assorto, non si aspettava quelle parole…
«Sei
soltanto una serpe!!!» gridava Cindermon, ma quelle unghie
frenchate si aggrappavano al suo manto «Non ti azzardare con
me,
HAI CAPITO?!» Jeri le rifilò uno spintone, ma
l’istante dopo
«A-Ahhh!»…«Jeri!!»
Cindermon la
afferrò di scatto per il braccio…prima che
inciampasse e
scivolasse nel vuoto. La ragazza era impallidita, e la Digimon,
benché la guardasse con risentimento
«Allontaniamoci di
qui anziché fare le sciocche: questo non è il
luogo
adatto a giocare!!»
Per qualche
istante solo il silenzio, misto al fruscio della pioggia,
regnò
fra di loro mentre Cindermon aiutava un’attonita Jeri a
risalire
i gradini pericolanti…
…ma
quando questa ebbe messo i piedi al sicuro, un fulmine
piombò
fra le rocce disintegrandole e
«AAHHH!!»…«Cindermon!!»
sgretolando
parte della scala: la ragazza digitale fu colta alla sprovvista e
scivolò, restando con le mani aggrappate alla pietra,
sospesa
sul vuoto…
«A-Aaaaarghhh!!!...a-aiutami Jeri!!»
«Afferra la mia mano!!» si protese
costei…
…ma
all’improvviso qualcosa paralizzò i suoi
movimenti…(canzone: Laura
Pausini - Every little thing you do)
...e la costrinse a
infilare rapida il cane-marionetta «Bau! Bau! Lasciala
andare!
Se lei sparirà sarai finalmente libera, Jeri!»
Cindermon alzò
uno sguardo agghiacciato. La marionetta seguitava a inveire senza
remore «Scappa, Jeri! Scappa, fuggi via, nessuno ti ha vista!
Se
lei sparirà…i tuoi piani ne guadagneranno! Takato
avrà perso un altro Digimon, e l’unica che
potrà
consolarlo sarai tu!»
«O-Oh mio
Dio…!!» realizzava Cindermon
«…s-smettila!!
G-Getta via quel coso, non ascoltarlo!!...aiutamiii!!!»
Il volto di Jeri
si fece di colpo sperduto «Io…non
voglio!»…«Bau!! Bau!!! Devi andartene
via!!!» gridava fino ad assordarla «E’ la
tua
occasione! Scappa! Scappa!! E potrai tener stretto a te il ragazzo che
ami, non dovrai più temere l’ombra della sua nuova
Digimon!»
«Jeriii…!!! Non resisterò a
lungo!!»
«Io non sono
una ragazza malvagia…! Se non
l’aiuto…non
sopravviverà!!»…«BAU!!!
Così si
ripeterà la stessa storia, dieci anni di dolore non ti hanno
insegnato
niente?!!»…«…nessuno mi ha
vista…» ripeteva meccanicamente «Tu devi
schiacciare ogni tuo
ostacolo!!»…«…nessuno
potrà testimoniarlo, e Takato…avrà il
cuore in
frantumi, pronto per essere rammendato da me…!»
Cindermon
realizzava istante dopo istante, ansimando mentre il temporale
disgregava i resti della scala.
«S-Se scappo
adesso…nessuno potrà raccontare quello che
è
successo! Tutto sembrerà un
incidente!!»…«Bau! Vai, Jeri! Adesso o
mai
piùùù!!!» al che Jeri prese
fiato…e
con sguardo sconvolto volse le spalle lanciandosi in corsa sulla
scalinata.
«Jeri ti prego non
lasciarmi morireeeeee!!!...u-uuughhh!!!» La prima mano
cedette,
pochi istanti ancora e Cindermon sarebbe precipitata.
Ma Beelzemon stava volando
nel cielo tempestoso «Accidenti, se non riesco a trovare Jeri
rischio di perdere l’Arca per la terra. Uhm?!!! Ma
quella…è Cindermon!!!»
Jeri sfrecciava lungo
i gradini, ma ad un tratto si fermò, tra i respiri affannosi
«Jeri, perché ti sei fermata?!»
Qualcosa aveva
tintinnato a terra, e la ragazza si chinò a raccogliere il
fermaglio argentato a forma di leone «Ma che cosa sto
facendo…?...
…io non
sono una persona così!!» sembrava realizzare
all’improvviso «Baaau, tu devi svegliarti!!! Il
D-Reaper
ti ha catturata perché eri debole, e ti facevi attanagliare
da
scrupoli e
rimorsi!»…«A-Aiutatemi!!» la
ragazza si prese il capo tra le mani «Qualcuno mi dica
ciò che devo fareee!!!» piegandosi su se stessa.
La mano di Cindermon scivolò
«A-Ahhhhhhhhhhhh!!!»
La ragazza digitale precipitò nella tempesta…
Jeri si
alzò di scatto «Non posso esser stata capace di
tanto,
Leomon non sarebbe felice di me!!»…«BAU!
Avevi
promesso che d’ora in poi ti saresti spianata la strada, non
importava con quali mezzi!»…«ADESSO
BASTA!!» gridò rabbiosa, zittendo il cane e
sfrecciando
indietro «Cindermooon!!!»
Corse più
che poteva «Cindermon svelta, aggrappati a
m…AHH?!» ma rimase sconvolta quando vide le rocce
crollate, e non più nessuno aggrappato ai gradini
«Cindermon…oh no!...CINDERMON!!»
chiamava
disperata, smarrendo nella pioggia i suoi occhi inorriditi…
…ma alle
sue spalle udì la voce di Beelzemon «Per fortuna
ti ho
vista in tempo!! Ma come hai fatto a cadere?!» La ragazza
digitale ansimava, ancora incredula di averla scampata
«Beelzemon…i-io…»
Jeri
sgranò gli occhi e corse «Cindermon!» I
due si
volsero, e Beelzemon restò attonito
«…eri con
lei…?»
Le due si
fissarono, Cindermon scuoteva appena il capo e mentre Beelzemon si
allontanava sprezzante, Jeri le si aggrappò al manto
«Tu
mi hai vista adesso, mi hai sentita?!» scuotendola con
violenza
«Hai visto che sono tornata?! Volevo salvarti!!» ma
Cindermon la spinse via «Non mi
toccare!…»
…fissandola con amarezza e reticenza ad accettare
l’accaduto. Così volse le spalle, e
risalì la scala
alzandosi il cappuccio, incurante del richiamo
«Cindermooooooooon!» al quale seguì
frenetica
agitazione «Oh no! Sono perduta, o-ora lei parlerà
e se
Takato verrà a saperlo…!! Lui non
potrà mai
perdonarmi! N-Non può essere!» passandosi senza
requie le
mani tra i capelli umidi…
Ma gli occhi
più attoniti erano quelli azzurri di Cindermon “Mi
avrebbe
lasciata morire! Takato deve saperlo, io dovrei metterlo in guardia
ma…come faccio ora?!?! La posta in gioco diventa
più alta
nel giro di istanti, dove lo trovo adesso il coraggio per dirgli che la
ragazza di cui è innamorato da anni in realtà
è…
…una persona spregevole, capace delle azioni
peggiori?!”
fissandosi i palmi graffiati delle mani “…e di
arrivare
persino a uccidere per realizzare i suoi scopi?! Come faccio a
dirglielo adesso?!! Qual è il dovere di un
Digimon…?!!!” invocò disperata dal
fondo della sua
anima, ma non vi erano che tuoni in risposta, e gocce di pioggia sui
suoi occhi stretti…(fine-canzone)
…un cesto
veniva trascinato da un Digimon piccolo e bianco, come un batuffolo di
neve, che si era però nascosto sotto una cappa scura della
sua
misura «Uuuuf, calù! Uuuuuuuff...calù!!
Uuuuuuuuf…
…ahuf, ahuf, auhf!»
Si fermò
a riprendere fiato, serrando i suoi occhi dal contorno pieghettato,
mentre le gocce di pioggia scendevano dal lembo del cappuccio, per poi
riaprirli «Ancora un ultimo sforzo…»
riflettendo
nel loro verde la molto seria coscienza di ciò che stava
facendo «Uuuuuuuuurghhh…!!!...
…eccoci qua! Ah, finalmente!»
Dal cesto sbucavano le
orecchie viola, leggermente tremanti, di un draghetto addormentato.
«Come avevo promesso
a Jeri ora sei qui, Midramon! E io mi auguro che qualche anima buona
del palazzo possa raccoglierti ed aver cura di te! Calù! Ho
fatto il mio dovere! Perdonami se solo in parte posso rimediare ai miei
errori…! Adesso che hanno incoronato il nuovo
sovrano…» rivolgendo i suoi occhi al cielo
«…non mi rimane che sperare che il nostro Kazu sia
compassionevole, e possa offrire un destino migliore a tutti i Digimon
che come te già hanno sofferto tanto! Che sono stati
abbandonati…» arrampicandosi sul cesto, per
sbirciare
meglio la creatura «…come è successo al
te col tuo
papà, calù!»
(…ma si udirono delle voci «Voi vi fidate del
nuovo
sovrano…? A me dopo tutto sembra un ragazzino
inetto!»)
al che Calumon si strinse il cappuccio «Calù, devo
andare, prima che mi scoprano! Midramon, abbi cura di te e
pensa…che io avrei voluto il meglio…sia per te
che per il
tuo papà, ma ora sono costretto a lasciarti qui!
Perdonami…
…neanche Beelzemon sa ciò che ho fatto, non ho
avuto il
coraggio di dirglielo, calù! I suoi rapporti con Jeri sono
già così tesi…ma io ho troppa paura
che lei metta
in pratica la sua minaccia! Almeno ora che sei qui questa brutta storia
sarà sepolta per sempre…»
nell’eco della sua
voce smorzata, iniziando ad allontanarsi fra le macerie, con il vento
che faceva volare il suo mantello «Molti mantelli ho
indossato
dal primo, composto dai brandelli della nostra bandiera. Molti mantelli
ho indossato in dieci anni di giorni di pioggia…
…ma oggi
il mio mantello è nero,
calù…»
Di spalle
anziché a un fiocco di neve assomigliava a uno spettro dal
passato, di quelli che si aggirano in luoghi densi di rovine…
Un velo da sposa
ancorato ad una stalattite piantata nel terreno, volava smosso dal
vento.
«Eccoci
qua: si torna all’inizio!» commentò
MarineAngemon
rivolgendo sguardo al globo terrestre, mentre Henry passava con
delicatezza le mani dal velo «…è
così
è da qui che siete arrivati.» Rea gli
spiegò
«Jeri è stata trascinata all’ultimo
momento da
Beelzemon, che ha fatto irruzione proprio mentre si stava sposando con
Mako!»…«Che
cosa?»…«Ha scelto
lei il suo velo come nuova bandiera.» Il distinto domatore
accennò un sorriso «Devi sapere…che
dieci anni fa
ne girava una disegnata da Takato: è stata il nostro
riferimento
per cercare Calumon rapito dai Deva. Ma, a proposito di
Mako…nessuno sa dove sia andato? Ce ne andiamo
così,
senza accertarci che sta bene?!» ma Rea sospirò
«…Henry…guarda, se qui dovessimo
parlare delle
persone che sono scomparse…!» abbassando il tono
della
voce «…è che ci stanno facendo, guarda
i regali di
nozze!» indicando una fila di Digimon intenti a trascinare
numerosi e imponenti pacchi «Da quel che ho capito
impiegherà già molto tempo convertirli in dati e
caricarli sull’arca…!» ma un velo
d’appresione scuoteva Henry «…ho capito
i regali di
nozze, ma qui stiamo parlando di persone! Non staremo facendo un
po’ tutto troppo in fretta? Fra poco arriva l’Arca
e qui
manca…mezza squadra! Senza contare che poco fa mia sorella
mi
stava accennando una cosa che io…sinceramente non ho capito
bene!»…«Non sarà qualcosa su
Cyberdramon…?» fece sguardo eloquente la moglie, e
Terriermon balzò fra le braccia di Rea «Henry, ma
allora
tu non lo sai!!!»…«Terriermon, almeno tu
spiegamelo! E’ da prima che cerco di parlare con Ryo ma
lui…»…«Prima non
c’è stato
modo di parlare…» iniziò a spiegare
Rea, seguita
da Terriermon «In pratica Cyberdramon ha avuto il coraggio
di…!» ma al ragazzo squillò il
cellulare
«Scusate, il telefono!...
…dove
l’ho messo…» tastandosi la giacca
«Non ti
agitare,
Henry…»…«Momentai…»
dissero moglie e Digimon, e finalmente il giovane recuperò
il
cellulare «Forse è papà che mi chiama!
Pronto?!»
“Pronto?
E’ lei il signor Wong?”
«…sì…chi parla?»
“Qui
è la
Sezione-Dispersi del Palazzo reale di Digiworld.”
«Cosa?
Attendete un attimo!» Henry si allontanò per
parlare con
più calma…
Rika aveva
tutt’altro che finito di barcamenarsi
«…sorry?...
…no,
no!!» accompagnandosi con gesti vivaci «This
is…errore, equivoco, mistake!! Now, ora, noi…up!!
Sulla
terra, earth, not here!! Leaving!! Leaving Digiworld!!»
«…is the Queen leaving us?» chiedevano
in un
gemito contrito le povere creature digitali, e Rika «Nooo, me
not the Queen!!!» e a quell punto anche Ryo si volgeva, un
po’ spazientito «We’re not the Queen and
the King!!!
Normal people!!! Just…human, human being, the King is in his
palace, we have…nothing to do with…!!
Acc!»
massaggiandosi la tempia «Ryo calmati!» lo
esortò
la moglie, e lui «Ma questi hanno la testa più
dura del
coccio!!»
Quei timidi
Datamon (già miserevoli di per sé in quanto
simili a
lampadine dall’occhio squarciato) stringevano sofferenti i
loro
pacchi dal nastro dorato «What do we have to do with our
presents…?» e Ryo «Presents?! I regali?!
Non lo
so, dipende da chi era il destinatario!! Se li avete presi per il
matrimonio allora sono nostri!! Se erano invece per
l’incoronazione li dovete portare a palazzo, mi dispiace,
perché qui già ne abbiamo tanti
e…e…!!!...» ma poi si volse verso
Hagurumon e
Clockmon, in un sospiro di sgravio
«Uuuuuf…maledetto il
giorno in cui abbiamo inventato quei nomi, io e
Rika.»…«Su con la vita, Ryo.»
disse
l’ingranaggio parlante «Almeno adesso che ti sei
sposato!» aggiunse la sveglia dal cappuccio rosso, e il
domatore
«Magari fosse facile! Sono così stanco…
…ma non
abbastanza da non potervi ringraziare per…davvero, tutto
quello
che avete fatto per noi: siete stati impagabili, la consuetudine di
questi giorni, non ci scorderemo mai tutti gli sketch. Così
come…ci resterà scolpita dentro la cerimonia da
sogno che
avete allestito…
…il
vostro Grand’Hotel resterà sempre nel mio
cuore…»…«Ryo non iniziare a
parlare
così, eh! E che diamine!» sbottò
Clockmon pescando
un fazzoletto dal suo manto «Sembra quasi tu ci voglia dire
addio! Il prossimo anno faremo delle migliorie, voi ci
verrete!»…«Amico mio, ne dubito: a
Digiworld,
senza un
Digimon…ihmf!»…«Con…o
senza
un Digimon noi ti
vogliamo!»…«…grazie,
Hagurumon. Sei un bravo ragazzo.» sorrise il domatore, e
l’ingranaggio «Davvero guarda, a costo di
diventare…io il tuo nuovo Digimon!» Clockmon ne
convenne
«Capisco che Hagurumon non sarebbe all’altezza di
un
domatore leggendario,
però…»…«No no,
sentite!» Ryo mise le mani avanti «Non iniziate a
fare
anche voi comeee…questi tipi, gli inglesi! Qui non esistono
“domatori leggendari” ma…
…solo persone normali. Cosa ho detto? Comuni esseri
umani…» ma il suo sguardo non smetteva di
smarrirsi nei
cieli, sperando di scorgere impetuose ali rosse tra le nuvole,
così come la sua mano non smetteva di massaggiarsi la
tempia…
Mitsuo e
Riley si riparavano sotto una roccia, impegnati al lavoro
sull’Ipad «Siamo in ritardo di cinque minuti, i
Pionieri
hanno chiara la procedura?» chiedeva lei, ed il marito
«Le coordinate che mi stanno inviando sono giuste, fra poco
l’Arca dovrebbe materializzarsi. Si tratta di un modello
nuovo,
anche se non l’ho mai visto: dovrebbe riuscire a trasportare
tutti noi, beh…segno dei tempi! L’altra volta era
un
Digimon sotto vesti meccaniche, mi chiedo se si ripeterà la
sorpresa. Certo è che un tempo come questo non aiuta, ci
sono
continue interferenze di
linea…!»…«Ascolta,
ma poi Wong e gli altri genitori hanno detto qualcosa in merito al
nostro arrivo? Verranno a prendere i
ragazzi?»…«Sembra che ci incontreremo
come
l’altra volta, riemergeremo al Parco di Shinjuku. Ecco! Ecco
infatti, me lo stanno confermando…» scorrendo il
touch
screen «Wong mi sta facendo dei nomi, pare ci
siano…più o meno tutti. Mancano quelli di Takato.
Come
mai?»…«Sarà successo
qualcosa,
Mitsuo?» chiese Riley preoccupata, e lui
«…spero
vivamente di no…
…cosa? Una cosa importante riferita dalla signora
Akiyama?»
Nel frattempo…
«Kenta io sinceramente non so proprio come ti sia venuta in
mente questa cosa!»…«Semplicemente
osservandovi,
Takato!» si dicevano senza pensare a ripararsi troppo
«Perché? Trovi tanto assurdo che una Digimon si
prenda
una cotta per te?...in fondo fai il domatore da anni!...anche se vi
è stata una lunga interruzione.» ma Takato lo
guardava
con un sorrisetto divertito sotto due occhi sgranati
«…ma
forse tu hai bevuto un bicchiere di troppo ieri sera, non ti rendi
conto dei soggetti dei quali stai
parlando.»…«Tu e
Cindermon! Credo di avervi più o meno presenti. Lo so che tu
sei
fidanzato con Jeri, ma scendiamo sulla terra anche prima che arrivi
l’Arca: queste cose possono succedere!»
Eppure
l’amico non smetteva di sbattere le palpebre
«…Kenta le soppesi le tue
parole?»…«Perchééé??
Dammi
una motivazione valida per cui lei non dovrebbe aver preso una tramvata
per te!»…«E’ presto detta!...
…Kenta, Cindermon è una principessa, io vendo il
pane.»…«Ehhh??? E questo che importanza
ha?!»…«E’…totalmente
determinante: ma
hai idea di quanti metri quadri occupasse quel palazzo dove siamo
stati, prima che fosse distrutto?...
…guarda che io prima ho fatto il calcolo, eh! A me hanno
sempre
detto che io ho l’occhio per queste
cose!»…«Beh!» sorrideva
d’affetto
l’amico «…per le misure forse
sì,
perché per le questioni d’amore…di
certo no,
Takato! Vorresti…misurare in METRI QUADRI…il
cuore di una
ragazza?! Ti assicuro che ne usciresti
sconfitto!»…«Ma a lei piaceranno i
Digimon!!»…«Come fai a saperlo?! Solo
perché è un Digimon? Allora MarineAngemon con
me?!» ma l’amico seguitava a guardarlo come se
stesse
dicendo assurdità «Kenta ma…stiamo
parlando di te,
non di me, ci arrivi?»…«Si
può sapere cosa
abbiamo di diverso?!»…«Si vede a occhio:
tu sei un
ragazzo di una certa classe, sei distinto, ti è mancato solo
il
tempo per laurearti perché ti sei sposato! Non sei come me
uno
che viene dal niente, uno che si è fatto diventare le
mani…bianche di farina! Parli bene, ti esprimi
correttamente, io
no! Ho modi sgraziati, e mi dicono che sbaglio spesso qualche
verbo!»…«Lo dicono chi, i clienti del
negozio?!
Takato devi smettere di dar retta a loro e ai tuoi
genitori!»…«Ma su questo hanno
ragione…» grattandosi la testa, e storcendo
l’espressione al pensiero «Certi accostamenti
così
diversi non si possono fare, almeno tu e MarineAngemon siete cresciuti
assieme! Era normale che prima o poi si accorgesse di
te…»…«Allora ti pongo un
altro esempio:
Akemi e
Beelzemon!»…«Oh?»…«Più
diversi di così?! Lui un guerriero trasgressivo, lei una
suora!!
Eppure si amano, se solo non dovessero star separati a causa del
vincolo di lei…» ricordò un
po’ tristemente,
ma Takato faceva gli occhi ancor più grandi
«Kenta, io
non ci credo che parli sul serio: cioè!!...tu stai mettendo
a
confronto ME…!!...e
BEELZEMON?!?!»…«Eh?
Beh??»…«Ma forse i tuoi occhiali
meriterebbero una
rinnovata, scusa l’hai visto Beelzemon, lo conosci?!
E’…perfetto, palestrato, prestante!! A me riesci a
vedermi? Ti sono davanti, guarda come sono combinato, ho la faccia
piena di occhiaie, e il corpo…rotoli
dappertutto!»…«Ma non hai nessun
rotolo!! Ti
guardi allo specchio? Takato, sei dimagrito da quando hai avuto quel
periodo difficile!»…«Senza dubbio: ma mi
sono
rimasti i rotoli. Una come lei l’hai vista…si
allena, fa
palestra: io l’ho vista allenarsi,
sai?!»…«E
io, Takato…
…l’ho vista fissarti per ore, come una che si
interroga
sui tuoi problemi e i tuoi pensieri! Dammi retta…te ne
supplico:
non mi sarò laureato ma forse almeno su queste cose ho un
po’ più esperienza, sono un uomo sposato e presto
avrò dei figli!»…«Kenta
io…ti
ringrazio, davvero. E ti ammiro.» ponendogli la mano sulla
spalla, e sorridendogli «Ma credo che tu ti sia sbagliato a
questo riguardo! Nooo, io e Cindermon…cioè, fra
noi…c’è un rapporto del tipo di quelli
odio &
amore, hai presente?»
L’altro se lo guardava in modo eloquente da dietro i suoi
occhiali «Diciamo che forse prima tu la odiavi…ma
ora
c’è solo amore, almeno da parte di
lei!»…«Ma quale amore??? Ahhh, sulla
terra
cambiamo gli occhiali: io e Cindermon…» ed il
pensiero di
loro due accendeva una luce d’affetto nei suoi occhi
«…siamo come fratello e sorella, io sono il suo
domatore
e fra noi c’è un rapporto…come con
Guilmon, ecco!
Lei è come
Guilmon!»…«Takato…»
si fece
più serio Kenta «…attento a mettere a
confronto le
due cose: vedere i due rapporti troppo simili potrebbe appannarti gli
occhi…su quelli che sono i suoi sentimenti nei tuoi
confronti…»…«…e
quali sarebbero i
suoi sentimenti nei miei confronti…?...
…ah, non
dire sciocchezze, lei punta in alto, di sicuro non si accontenterebbe
mai di uno come me! Anche lei ha le sue ambizioni, non ti credere:
negli anni…suo padre chissà quanti pretendenti le
avrà presentato! E’ una che ha molti progetti: me
l’ha confidato! Vuole fare rinnovamenti per Digiworld,
mettere in
moto nuove imprese, ti pare che ha tempo da buttare per stare a
guardare me?! Pfff, è già tanto che mi sopporta
come
domatore, io taccio e accetto, ma lei chissà come mi vede:
il…cafoncello della terra, che rifila panini ai clienti e si
esprime come un troglodita! Quello coi rotoli, e col Digimon
precedente…che si è perso nel tempo e nello
spazio! Nooo,
io…sono certo che fra me e lei non potrebbe che esserci
questo
rapporto, per fortuna che l’abbiamo costruito! E’
stato
anche merito suo, perché è riuscita a domare il
mio
carattere impossibile…
…io a
volte lo riconosco, sono davvero poco sopportabile. E lei è
coraggiosa, sai…?» volgendosi verso
l’amico
«…in questi periodi ho imparato ad apprezzarla: ha
tante
qualità, sono stato fortunato ad averla in dono come
Digimon.
Per questo ora è meglio che eviti di lamentarmi, anche se
sono
convinto che lei mi vede un po’ come…lo stupidotto
della
situazione, è stato sempre così, fin dal
principio! Ma
del resto l’unico con cui ero alla pari era
Guilmon…perché l’avevo disegnato
io!»
«E Jeri,
invece…? Allora, se tu ti vedi realmente così
come
dici...su quale base tu e lei state assieme?» ma Takato
alzò le spalle «Pfff, che
c’entra…? Io e
Jeri ci conosciamo da anni, e alla fine io…!...alla fine io
l’ho amata tanto…che…sono riuscito a
bastare per
due col mio amore! E’ stato un traguardo lungo ma finalmente
l’ho raggiunto! E poi io e Jeri…
…sembrerà strano, ma alla fine siamo simili:
abbiamo gli
stessi sogni, le stesse insicurezze e gli stessi spigoli. Ma questo non
si vede a occhio nudo, posso capirlo solo io che l’amo. Ero
arrivato a credere che fossimo diversi…ma ora l’ho
scoperto: io e Jeri siamo schegge estratte dalla stessa roccia, la
roccia del nostro tempo. Schegge ruvide, diamanti grezzi…
…schegge sporche ma che al contempo l’una
congiunta
all’altra riformano il tutto!» giungendo le mani in
un
gesto deciso «Per questo che…Cindermon
è diversa
da noi, e lo sarà sempre. Lei è una principessa,
ma…
…non solo perché ha un palazzo, ma soprattutto
perché è sempre stata candida e gentile come le
creature
della fantasia: non è adatta per noi che veniamo dal fango,
anche se le voglio bene…
…per lei ci vorrebbe una creatura altrettanto eterea e
fantastica…originaria di un mondo di
sogni…»
mentre la pioggia, delicata, scendeva…
Un guanto
consumato scivolava sulla spalla di un uomo sulla sedia a rotelle, per
dargli conforto in quel momento di estrema tensione, in attesa alla
centrale di polizia. Costui cercava di mantenersi calmo, ponendo la sua
mano su quella del ragazzo che altrettanto stringeva i denti, e con
l’altro braccio si asciugava il sudore dalla
fronte…
…quando fecero cenno loro di venire avanti, al che si
scambiarono qualche parola, e poi procedettero: il giovane spingeva la
carrozzella del signor Mori con la premura di chi da sempre assiste
persone bisognose…ma i suoi occhi erano sperduti e impauriti
di
fronte al caos del mondo, e all’incertezza del
destino…
«Non
è successo niente, devi stare calma, Jeri!!!»
gridava a
se stessa, colpendosi il capo per esortarsi a ragionare «Lei
non
potrà raccontare niente perché…non vi
ha viste
nessuno! Sarebbe la sua parola contro la tua!!...
…e se
anche ci avesse visti qualcuno io lo metterò a tacere
all’istante!!!» tuonò facendo aggressivi
i suoi
occhi…ma l’attimo dopo si smarrirono in una
voragine di
timori «Oh no…no, cosa sto dicendo…?
Ah,
così non può andare avanti, rischio di
impazzire!!» ansimava la ragazza «Io…non
perderò Takato, in fondo non sono un’assassina,
Cindermon
ed io stavamo litigando e…per colpa di un fulmine la scala
è crollata! Io non volevo fare alcun male, no…
…no, devo
tranquillizzarmi…tutto andrà
bene…»
tormentandosi le unghie smaltate…
…ma c’era
qualcuno che non riusciva a scacciare i pensieri che gli affollavano la
mente: era Beelzemon, che ritornava alle immagini di
quell’istante «Cosa ci facevano lì
Cindermon e Jeri
assieme…? E’ rinomato che non si sono
simpatiche…Cindermon è la Digimon di Takato, e
Jeri la
sua ragazza…ed è sempre stata gelosa!...
…come mai
Jeri non è intervenuta prima di me, quando Cindermon si
è
trovata in pericolo?...
…non
voglio pensare a cose orribili…ma non posso farne a meno: il
pensiero che Jeri possa esser stata capace di tanto…non mi
lascia in pace, e in questo caso…sarebbe a dir poco
terribile!» ma quelle gelanti riflessioni furono spezzate da
una
voce conosciuta «Beelzemon,
calù!!!»…«Oh?
Calumon!»…«Corri,
presto!»…«Che succede, perché
sei
affannato?!»…«Uff, calù,
iufh!!» per
poi alzare i suoi occhi verdi penetranti (nascondendo il suo mantello
scuro dietro la schiena) «La Sezione-Dispersi ha chiamato
Henry!»…«Cosa?!»…«…
…ci sono notizie di Mako!!»
Beelzemon
sgranò i tre occhi…e si lanciò in
corsa «Sono lì in un attimo!»
Quando
Henry tornò dalla moglie, Terriermon esclamò
«Henry presto, sta arrivando l’Arca!!» ma
il
ragazzo si sovrappose
«Muskmon!»…«Come?!»
sussultò
Rea, ed il giovane affannato «Hanno individuato la sua
posizione! Ma è questione di poco, stanno rottamando il
Settore
Forestale!...
…per dei
Digimon da soli è pericoloso, rischiano di essere
inghiottiti
dal buco nero di cancellazione!!...
…occorrono vite umane!»
Rea lo
fissò per diversi secondi…dopodiché
affermò
«Cosa stiamo
aspettando.»…«M-Ma Rea!
Henry!!» obiettò Terriermon «Dobbiamo
andare!!
Altrimenti rimarremo bloccati!! A Benji non pensate?!»
I due coniugi si fissarono con occhi sospesi…
Intanto uno
spirale luminoso collegò il globo terrestre col suolo
digitale,
e da esso iniziò ad echeggiare il suono sempre
più rapido
del flusso di cariche.
Mitsuo e Riley si
fecero vicini, mentre Ryo invitava i Datamon «Cortesemente,
dovreste spostarvi grazie. Would you be so nice and let the Ark
land?» con Rika a dargli una mano «Please! On the
other
side…left, left! Sinistra! Under the rocks!»
«She tells a
direction but she points the opposite one: so which
one?»...«How can the Queen be not so able with
English?» obiettarono i Digimon, ma Ryo udì
«Cosa?...adesso gli meno.» tanto che Rika dovette
fermarlo «Ryo! Ryo, ti
prego!»…«Gli spacco
quella lampadina che hanno al posto della testa! C-Chi vi ha
chiamati?!?!»…«Ryo per favore:
è gente che
ci ha portato i regali!...capisco che sei
nervoso…»
fissandolo negli occhi per trasmettergli comprensione
«…ma abbiamo fatto tanto per arrivare fin qui, non
guastiamo tutto a un passo dalla
fine.»…«…ah, hai ragione,
però…!» chinò il capo, ma
lei lo
carezzò dolcemente ripetendo
«…capisco…»
Gli
spirali luminosi cucirono, a mo’ di ago e filo, un imponente
colosso simile ad una stella. Così come i suoi compagni,
Kenta
rimase sbalordito «Caspita…che
portento!» e sua
moglie accanto a lui «Ci siamo decisamente evoluti dal
bugigattolo dell’altra volta, vero?»
Takato era
abbagliato, quando una mano delicata gli sfiorò la spalla
«Takato…»…«Uh?...Jeri,
sei
qui!»…«Ti amo…»
disse soltanto lei
«Ma dov’eri, c’è qualcosa che
non va?»
si chiedevano nell’eco del soffio assordante
dell’Arca che
atterrava, facendo volare i loro capelli e rischiando di sbalzare la
bandana di lui «Perché stai
tremando?!»…«Non…dirmi
niente, per
favore!...
…oh?» si volse anche lei, restando colpita
«…questa è
l’Arca…»…«…sì,
ci
riporterà a casa…» rispose il ragazzo
che non
smetteva di fissare a tratti l’Arca, a tratti lei che
rifugiava
lo sguardo nel bagliore emanato dall’enorme astronave, e solo
quando lui ne restava rapito si volgeva a guardarlo, realizzando che
ancora non sapeva nulla e interrogandosi su come si sarebbe comportata.
Nel frattempo
Henry affermava «…a Benji insegneremo che non si
abbandona un nemico in difficoltà! Rika e Renamon
l’hanno
fatto dieci anni fa con Beelzemon!»…«Mi
ricordo
Henry, ma era diverso! In fondo Impmon era nostro amico!»
replicò Terriermon, ma Rea gli disse carezzandolo
«Per
favore…abbiamo bisogno del tuo aiuto, accompagnaci
Terriermon!»…«Certo che vi accompagno!
Vi
accompagno però…mi oppongo! Secondo me vi state
comportando come due ragazzini che vogliono fare gli eroi: Muskmon
è stata la causa di tutti i nostri mali, è a
causa sua
che vi siete divisi!»
Henry e Rea si
guardarono, ed il ragazzo bisbigliò
«…Terriermon
teme di certo che la nostra famiglia possa...spezzarsi
nuovamente!» Lei rispose «…dobbiamo
dargli la
dimostrazione che non sarà così!»
Il Digimon dalle
lunghe orecchie incrociava le braccia e nascondeva lo sguardo
«Se fosse per me…io la lascerei arrangiarsi,
quella
brutta Digimon ha causato solo guai, a voi due, a Benji…e
anche
a me!!»
Arrivò anche
Beelzemon, col respiro affannato «Ahh!! Mako! Che notizie si
hanno di lui?!» ed Henry si volse «Aspettavo
proprio
te!» mentre l’Arca atterrava alle sue spalle, nel
tripudio
della luce. Henry alzando il cellulare illustrò
«Dal
Palazzo mi hanno detto che è stato avvistato presso un
settore
periferico! Nella stazione della metro! La tana degli
Stakemon…era assieme a
Sandmon!»…«Devo
andare da lui!» si volse senza esitare
«Calù!
Aspetta Beelzemon, ti aiuterò io!»
esclamò
Calumon…ed una nuvola di piume lo avvolse «CALUMON
DIGIEVOLVEEE!!!...
…SNOWHITEMON!» al che Beelzemon pose
le mani sulle spalle
del minotauro bianco «Grazie, amico
mio.»…«Un ragazzo in pericolo mi
dà la
motivazione per andare avanti.»
«Non solo a te, Snowhitemon!» si udì una
voce
femminile. Beelzemon esclamò «Suzie!» e
Lopmon tra
le braccia di lei «Veniamo anche noi!»
La
domatrice dai lunghi capelli resi violacei dal bagliore
dell’Arca
sussurrò determinata «Non potrei lasciare Mako al
suo
destino…»
Sicchè
giunsero anche Rika «Che cosa succede?» e Ryo
«Abbiamo sentito bene?! Ci sono notizie dei
dispersi…all’ultimo momento?!» Henry
prese parola
«Ragazzi, capisco che vi sembra folle! Ma io devo andare!
Questi
sono…i principi che vorrei trasmettere a mio figlio: vi
prego
cercate di capirmi. Rika!» ma la ragazza sorrise
«Non
temere Henry…posso ricordare la
sensazione…»
scostandosi la frangetta…
…Beelzemon d’altro canto si rivolgeva a
«Renamon!»…«Sei
coraggioso…verrei ad
aiutarti ma…c’è bisogno di qualcuno che
sorvegli
l’Arka…»…«Non
temere, saprò
cavarmela! Mi limito a restituire…ciò che tu mi
hai
donato assieme a Rika quel giorno! Io voglio...legare quel fazzoletto
al collo di Mako! Sono abbastanza maturo adesso,
sai?»…«…non ne
dubito…e ti auguro di
ritrovare il tuo domatore…» mormorò la
volpe,
fissandolo profondamente dai suoi occhi sottili «Grazie!
Grazie
e…
…grazie Renamon…» scivolò in
un sussurro
forse velato da imbarazzo Beelzemon, e non si trattenne oltre. Renamon
lo guardava allontanarsi…
…e ad un
tratto mormorò «…addio, Beelzemon. Mio
amato sogno
di gioventù…» ma Rika la udì
«Ah!!
Perché dici queste parole,
Renamon?»…«Rika…andiamo a
caricare i
pacchi. Ti svelerò il motivo.»
Takato chiese
«…non vai con il tuo Digimon,
Jeri…?» La
ragazza abbassò lo sguardo…ma ad un tratto
rispose
«Non voglio farmi vedere da Mako, o potrebbe essere restio a
seguire Beelzemon!»…«…hai
ragione.»…«Ho bisogno di restare con
te…» espresse con viso sofferto, carezzandogli il
volto…
…ma alle loro
spalle, col cappuccio alzato tornava Cindermon, e quando vide le loro
sagome in controluce, i suoi occhi si incupirono più che
mai…
Mitsuo riferiva
«Non preoccupatevi, abbiamo ancora un po’ di tempo
ma fate
presto! Ci serve che alcuni di voi ci aiutino per caricare tutti i
regali.» Ryo rispose «Nessun problema, ce ne
prendiamo la
responsabilità!»…«Bene…»
fece
il biondo uomo aggiungendo «…ragazzi, mi
raccomando: i
vostri genitori ci stanno aspettando sulla terra!» ma Henry
(canzone: Gigi
D'Alessio - Prima o poi) «Non si preoccupi
signor Yamaki! Ci siamo abituati!
Vedrà che ce la caveremo e in breve tempo torneremo qui, sia
con
Muskmon che con Mako! Non è così
Rea?»…«Certo!» rispose la
ragazza ottimista
come lui, il quale disse «Rika, Renamon…e
così il
vostro azzardo dell’altra volta diventa
un’istituzione:
avete dato un grande insegnamento a tutti
noi!»…«Mi raccomando solo di essere
prudenti…» disse la ragazza, la quale meditava fra
sé “A dire il vero dovrei anch’io andare
a cercare
Cyberdramon…”
«Terriermon, sei pronto?!» fece Henry, azionando il
Digivice «Digimodificati!
Carta della Digievoluzione
Matrix!»
«TERRIERMON
DIGIEVOLVEEE!!!...
…GARGOMON!...
…GARGOMON MATRIXDIGIEVOLVEEE!!!...
…RAPIDMON!»
…e non aveva quasi fatto in tempo a materializzarsi, che
aveva
già spiccato il volo nella pioggia, con i due coniugi
saldamente
aggrappati alle sue ali meccaniche, e Benji che li guardava dal basso,
sbucando timidamente dal cappuccio dell’impermeabile,
e
stretto tra le pinne di MarineAngemon «Ci vediamo
più
tardi!!» esclamò Henry…
«Lopmon?!» fece Suzie «LOPMON DIGIEVOLVEEE…
…ANTYLAMON!...ci sono, Suzie!» al che
la domatrice
esortò Beelzemon e Snowhitemon «Andiamo,
ragazzi!»
e questi spiegarono le loro ali, seguite dai balzi prodigiosi di
Antylamon che portava Suzie sul suo dorso.
Le direzioni si divisero…ma quelle sotto-squadre erano unite
dalla medesima determinazione nel portare in salvo pezzi del loro
passato…
I fasci rosati si incrociarono fino a separarsi…e ogni
gruppo si
tuffò in quello puntato.
Ryo fece «Noi nel frattempo…rimbocchiamoci le
maniche,
è il momento di appesantire quella stella spaziale! GASP! Mi
sento maaaaaale al pensiero di tutti quei
regali!»…«Potevi pensarci prima di
sposarti!» scherzò Kenta, e lui gli
sferrò un
pugno scherzoso «Sta zitto!» aggravato dallo
schiaffetto
di MarineAngemon «E poi cosa sono questi
discorsi?!»…«Scusate!»
L’enorme Arca brillava della luce dei suoi cristalli
propulsori.
I ragazzi la guardavano come il mezzo che li avrebbe riportati a casa
una seconda volta, attraversando un tunnel di stati d’animo
differenti, per Takato così assorto…Rika, che
fissava il
suo anello a forma di drago…Kenta che scrutava il ventre di
MarineAngemon, e Ryo che in quella stella meccanica scorgeva il suo
congedo a Digiworld.
«Mamma,
papà si trova sulla terra?» chiedeva
Akirmon…e
Renamon, avanzando verso l’Arka, era costretta a chinare il
capo «…non lo so, figlia mia.»
Mitsuo e Riley
avanzarono in qualità di tecnici verso il velivolo,
scrutandolo
però come il mezzo che li portava lontano dal loro sogno.
E infine
c’era Jeri, che lo identificava nel futuro incerto. E
Cindermon,
che preferiva volgere le spalle, e camminare in solitudine «E
se
io non glielo dicessi?»
Quando Rapidmon
oltrepassò le rosate barriere dimensionali, si
trovò
d’improvviso travolto da una pioggia molto più
intensa
«A-Ahhhh!!!» e da un vento che minacciava di
spingerlo
indietro «Resisti Rapidmon!!» esclamò la
sua
domatrice, ma subito dopo «A-Ahhh!» la sua presa
scivolò e rischiò di sbalzare, se suo marito non
l’avesse afferrata prontamente «Attenta Rea! Resta
aggrappata a me!!»…«La tempesta
è troppo
forte!!»…«Lo so, dobbiamo
atterrare!»
«Vedo se
ce la faccio!» propose il Digimon…mentre fulmini e
saette
danzavano attorno a loro, strappando le foglie degli alberi che
Rapidmon si vide venire addosso, ma nonostante il vortice si
impegnò con tutte le sue forze, e cercò di
planare mentre
i suoi domatori resistevano strenuamente…
Infrantasi
l’ultima barriera, Antylamon atterrò pesantemente
ma un
attimo dopo…si rese conto di poggiare i piedi su una
superficie
mobile
«A-A-Ahhhhhh!!!»…«Antylamon
reggiti
per
caritààà!!!»…«Ma
dove
siamo, Suzie?!» e rispose Beelzemon al loro posto
«Su una
scala mobile della metro!» Suzie commentò
«Beh
almeno c’è un lato positivo: non abbiamo sbagliato
fascio!» e Snowhitemon descrisse lo scenario circostante
«E’ pieno di Stakemon! Il capo villaggio dovrebbe
trovarsi
all’altezza dei binari, andiamo da lui!» ma il
collega
alato si chiese «Ma cos’è questa
confusione…? Salgono e scendono da ogni lato, sembra si
scateni
una rivolta!»
«Mmm, ci sarà da rimboccarsi le maniche! Non pensi
Antylamon?» chiese la domatrice.
Sulla terra
intanto «Coraggio, signor Mori!! Hanno detto che faranno di
tutto per cercare sua figlia! Su con la
vita!!»…«Sei…gentile a farmi
forza in un
momento simile.»…«Ci sono abituato!
Uhmuhm! O
meglio…c’ero
abituato!»…«Non hai
neanche pranzato…»…«A quello
sono abituato
un po’ meno! Ma ora avevo un groppo sullo stomaco
anch’io.
Ho un’idea! Perché non andiamo a prenderci
qualcosa al
distributore?»…«No grazie, non riuscirei
a
sgranocchiare niente con il pensiero che la mia
bambina…è
scomparsa!»…«Non è scomparsa,
vedrà
che la troveremo! Coraggio, deve mangiare, ha l’aria stanca!
Lei
è un uomo forte!! Altrimenti come faceva ad andare in
campeggio
con-UHM?!!»…«Uh? Cosa…?
Campeggio?...
…tu mi conosci? Ma sei per caso un…mio ex-alunno
di cui
non ricordavo? Strano, eppure tengo a mente tutti i miei
ragazzi…
…qual è il tuo nome?»
L’incertezza si infittiva, nel delirante viavai della
centrale di
polizia…
“Un clandestino dal passato…imbucato senza
biglietto nei
giorni odierni: non sono mica cose che si possono gridare nel mezzo
della stazione di polizia!” (fine-canzone)
Sempre sulla terra, un cagnolone abbaiava presso il giardino di una
casa.
Un uomo dalla
voce nasale si infilava una giacca «Hajime, ti stai
preparando?
E’ quasi ora, tornano i ragazzi!» ed il padre di
Jeri
rispose «Lo so, fra poco sarò
all’appuntamento,
devi darmi solo un attimo: perdonami se sfrutto casa tua ma questa
gente ha chiesto urgentemente di vedermi e…potevo riceverle
soltanto qui.»…«Ahh, lo sai che non devi
preoccuparti, tanto anch’io ho da sbrigare alcune faccende
essendo che mia moglie…mia moglie è andata a
scegliere i
fiori. I fiori…per Akemi,
no?»…«Sì…sì,
capisco.»
fece l’altro sfiorandogli la spalla, mentre l’uomo
con i
baffi sospirava «Bene e…ma senti un po’,
non per
farmi i fatti tuoi, ma queste persone cosa vogliono?» Katou
allargò le braccia «Veramente lo ignoro
anch’io, so
soltanto che riguarda mia figlia. E’ per questo che le
ricevo,
altrimenti non mi sarei attardato. Hanno detto che è molto
importante!» allontanandosi…sotto lo sguardo di
Ayami
«Speriamo bene: ahhh, amico mio, se inizi a soffrire per tua
figlia allora siamo in due!»
Il padre di Jeri
si avviò verso la porta a vetri «Vi prego,
entrate.»…«…grazie di averci
ricevuto,
signor Katou.» diceva quella signora, che portava con
sé
una ragazza dall’aspetto timido e dimesso. Sembrava avere
l’aria impaurita «Ci mancherebbe, sedetevi! Anche
se
questa non è casa mia. Ma spiegatemi pure. Come vi ho detto,
mia
figlia in viaggio, Jeri è andata…con alcuni amici
a
Osaka, sa per svagarsi un po’.»
Nel
frattempo Ayami si recava dal cane «…vediamo un
po’
tu che hai combinato: hai mangiato? Macché, niente! Bellooo,
se
vai avanti in questo modo ti ammalerai, sei un’istituzione di
questa casa! Lo so, ti capisco: ti mancano Akemi e Mako. A dire il vero
anch’io ultimamente sto saltando i pasti. Mi chiedo: hanno un
buon sapore questi croccantini? Uhm??» considerando
seriamente
la possibilità di assaggiare il cibo del cane. Era sul punto
di
infilarlo in bocca quando udì nel sottofondo
«…
…comprendo che ciò che sto per dirle
potrà
scioccarla signor Katou, forse non mi crederà e
penserà
che ci siamo inventate tutto: mia figlia…ecco vede, ha fatto
uso
in passato di sostanze stupefacenti. Io e mio marito ne eravamo
all’oscuro, ma ora ce l’ha confessato e abbiamo
finalmente
iniziato un cammino di cura, la mia bambina ora è seguita da
medici esperti. Però deve sapere un particolare: un giorno
lei
si è andata a fare le unghie da sua figlia. Jeri ha scoperto
casualmente la…chiamiamola, brutta abitudine di mia
figlia…e da allora…
…ha iniziato a ricattarla.»
«PPPP---FFFF!!!» drastico sputo dei croccantini da
parte
di Ayami, con agitazione del cane.
«Che cosa?!» Hajime Katou balzò in
piedi, e la sua
mano scivolò al petto
«A-Ahhh!»…«Signor
Katou, si sente
male?!»…«Non è
niente…la prego
signora, continui…»…«Ecco
vede!...Minako
temeva la nostra reazione, era spaventata all’idea che io e
mio
marito avessimo scoperto…
…che si drogava. Perciò sua figlia ha battuto
proprio su
questo tasto, dicendole che ci avrebbe svelato tutto…se lei
non
avesse ceduto alle sue richieste: molto spesso si è fatta
dare
dei soldi! E non solo questo…»
Gli occhi attoniti di Hajime Katou non potevano evitare di fissare
quella ragazzina dallo sguardo basso, le spalle curve, le mani scosse
da un lieve tremore. Ma che ad un tratto alzò il capo, e
riuscì a guardarlo negli occhi «L’ultima
volta…mi ha chiesto di accompagnarla in un posto. Bastava
che a
Jeri servisse un favore, un passaggio…qualsiasi cosa! Sapeva
che
io non gliel’avrei mai negato col timore che mamma e
papà
avrebbero scoperto tutto...p-proprio da
lei!»…«Minako…non
c’era bisogno che
intervenissi. Avrei parlato io!»…«Voglio
affrontare la realtà, mamma!...finora Jeri è
stata
l’ombra che mi terrorizzava.» (canzone: Claudio
Baglioni - In un'altra vita) «N-Non
può essere così!!» esclamò
il signor Katou,
ricadendo sul divano quando Ayami accorse «Hajime! Hajime che
ti
prende…? D-Dio mio cosa vi viene in mente, fuori da questa
casa!! Voi e le vostre accuse infamanti…!! Ha-Hajime come
stai,
vuoi che chiamo un medico? E VOI COSA ASPETTATE?!» ma la
madre
della ragazza si alzò «Io posso garantirvi per mia
figlia…!!...che tutto ciò che abbiamo detto
è
vero!!» e infatti Katou appoggiava la mano su quella
dell’altro «Purtroppo amico mio temo che
la nostra
sarebbe un’inutile
difesa…»…«Come
sarebbe?! Tua figlia è una ragazza candida, per bene!! Una
domatrice di Digimon, attualmente all’opera per la salvezza
del
pianeta!!»…«Al di là di
ciò che
accade a Digiworld…temo che i fatti della terra non si
possano
cancellare: e su questo mondo Jeri ha compiuto azioni
scorrette…perché non ha avuto un padre a farle da
guida…»
Ayami non sapeva
che dire, ed i suoi baffi sembravano calare dalla pena, dinanzi allo
sguardo rispettoso ma deciso di quella madre e quella figlia…
…Jeri
camminava tra la luce emanata dall’Arca, e intanto pensava
“Ma sì, in fondo non ho fatto niente di male: del
resto
Cindermon si è introdotta senza alcun rispetto nelle nostre
vite, calpestando i nostri ricordi! Lo stesso vale per quella ragazza
del mio quartiere: era soltanto una miserabile drogata, in fondo penso
che gente del genere si meriti ciò che gli accade!”
I suoi occhi
erano taglienti, pieni di risentimento “Io mi sono sempre
dovuta
conquistare ogni cosa con fatica…non capisco
perché debba
dividere la mia fetta con simili persone! E’ solo
mia…
…mia, che ho
lottato con impegno e onestà! Io, che ho saputo rinunciare a
tramonti romantici…
…e abbracci
sotto il sole intenso ho diritto prima di altri ad ottenerne il
riconoscimento! Perché questa gente dovrebbe ricevere il
perdono, ad esempio, dei loro genitori? Io…non ho mai potuto
contare su un padre espansivo: non è giusto che ci sia chi
tutela i propri figli…e li difende anche quando hanno preso
una
via corrotta! In fondo penso sia di questo che il mondo avrebbe
bisogno…sì…
…un
giudice…” meditava tra quei cristalli pulsanti
“…qualcuno che amministrasse la giustizia e
sapesse
soppesare meriti e disvalori! Dev’essere per la sua assenza,
che
il nostro tempo sembra andare a rotoli…
…se
questa ipotetica figura esistesse…ora io sarei felice e
appagata. Sarei una Digimon Tamer di fama mondiale, e una ragazza
circondata da amici e affetto. E invece…” chinando
il
capo, e seguitando a sfilare malinconica attorno all’Arca
splendente “…mi ritrovo nuovamente sola…
…a
domandarmi perché c’è tanta
ingiustizia!”
picchiando un pugno sul metallo immacolato che era giunto a
prenderli…
«Perché c’è tanto
odio…?» si
chiedeva un’altra ragazza, dal ciuffo rosso e le mani
graffiate
«Perché c’è tanto
risentimento, quando
potrebbe esserci gioia e amicizia in questo mondo?»
Gli occhi di Cindermon
si riempivano di lacrime, mentre una pioggerellina le bagnava le mani
«Perché c’è odio al punto
che…anche
un ragazzo buono come Takato deve soffrire a causa della ragazza che
ama? Io…non riesco ad accettarlo!» le lacrime si
confusero con le gocce, tra le sue dita «E dire che lui
l’ama tanto…che ha avuto la forza di aspettarla
per tutta
la crescita, ora non è giusto che lei lo ferisca
perché
è piena d’astio, e indignata col
mondo…!!»
alzando gli occhi al cielo «Mammina…! Ti prego,
dimmi tu
quel che devo fare, ora non c’è…neanche
Diamon,
l’ho lasciata al palazzo perché sta per sposarsi!
Io
invece sono sola, e devo andare avanti nel mio cammino: non so
comportarmi come una ragazza adulta! Tanto peggio…
…come una
Digimon…adulta, anche perché se proprio dovessi
essere
sincera…!...»
…senza
accorgersi che Takato era lì, dietro di lei, e si avvicinava
lentamente…
«…ai miei sentimenti sta accadendo qualcosa di
strano.
Io…!...temo che le chiacchiere di mia sorella avessero un
fondo
di vero, e se la situazione è già complicata
così
si…incasina ulteriormente, io temo di essermi…
…innamorata…» piegando il capo e
frenando a stento
i singhiozzi…quando si sentì sfiorare
delicatamente «…davvero,
Cindermon…?»…«Oh?»…«E’
successo realmente? E di chi, di chi ti sei
innamorata…?»
ma lei, sentendosi colta alla sprovvista, si tirò indietro
di
scatto «Ma che ti importaaa?!!»
«Scusa…» fece lui molto serio, che
sembrò
rimanerci male «E’ solo che…siccome ci
eravamo
promessi di raccontarci
tutto…»…«BEH!
R-Raccontarci tutto FINO A UN CERTO LIMITE però, eh?! Eh!
Insomma, esiste pure la privacy!» passeggiando agitata, ed
evitando di guardarlo. Incrociava le braccia e batteva il piede a terra
«Cioè tu mi piombi all’improvviso alle
spalle, mi
fai prendere un colpo, cosa facevi MI STAVI
SPIANDOOO?!»…«Nooo, ti stavo cercando
per…!!...
…ahh, ma si può sapere cos’hai?! Sei
nervosa
oggi!»…«Sì. Sì!
Sai cosa
c’è?! Sono nervosa, sono isterica!! E’
perché
sono STANCA, sono stressata anch’io, va bene?!!»
«Certo…posso capire che dopo una serata come
quella di
ieri, a tenere in piedi un depresso, la mattina seguente faccia questo
effetto.» ma a quelle parole Cindermon si rese conto
dell’errore, e fu presa dallo sconforto.
«Io non
venivo certo a intromettermi nei tuoi affari, chiederti chi adesso ami
mi è venuto spontaneo. Devi capirmi…»
spiegava lui
con una punta di ironia «…con Guilmon era
UN’ALTRA
delle cose che mi sarebbe tanto piaciuto fare: confidarci sulle nostre
cotte!»…«…!! Io non sono
Guilmon,
capito?!!...IO NON SONO GUILMON!!» strillò
d’un
tratto lei con le lacrime agli occhi…
…e lui
arretrò, con sguardo recriminatorio
«…lo so.
L’ho sempre
saputo.»…«Ahh?!»
volgendole le spalle «Kenta me l’ha ricordato poco
fa, non
devo confondere voi due, ma non potrei mai: siete due
cose…completamente diverse! In ogni caso il mio amico si
preoccupava in eccesso: se ti dicessi cosa gli era venuto in
mente…ci sarebbe solo da ridere!» allontanandosi
così, e lei «Takato!...»
…lo
chiamò invano, dopodiché fu più duro
ancora
arginare quelle lacrime «Oh no…
…!!
Ma perché non sto zitta, perché
non…!!»
premendosi la fronte col palmo della mano «Takato,
aspetta!» ma era inutile, nello svanire di quel raggio di
sole
che era apparso per poco fra di loro, e nel riprendere a
piovigginare…
A metà
strada Takato si sentì preso dallo sconforto…e si
trascinò fino a sedersi su una roccia. Aveva lo sguardo
sofferente…e si sfilò la bandana rossa per poi
guardarla,
tra le sue mani, mentre le gocce la picchiettavano di pioggia. Al cielo
e ad essa lui rivolgeva lo sguardo «Piove
ancora…»
Cindermon tendeva la
mano e si concentrava «…com’era la
formula?...
…ce la
faccio…a-attraverso la pioggia! Ritornelli di
tanti anni fa, non
abbandonatemi!» (fine-canzone)
Quell’uragano di pioggia e vento disgregava inesorabilmente
il
Settore Forestale, gli alberi sfumavano in dati luminosi che si
mescolavano alla pioggia, in uno spettacolo bello e terribile al tempo
stesso. Attraverso la foresta si facevano strada Henry e Rea, che
avevano indossato un paio di impermeabili col cappuccio. Dietro di loro
giungeva Rapidmon, sul cui metallo verde ancora lucido nonostante
qualche graffio degli anni, continuavano a scolare gocce senza sosta
«Henry! Rea! Ve lo ripeto, è una follia spingersi
più in là: cosa accadrebbe a Benji se vi perdesse
entrambi?! Scusate se faccio questi discorsi, ma avete detto che volete
comunicargli un messaggio importate ebbene…non vi rendete
conto
che in questo modo potreste giocarvi tutti gli altri consigli,
l’affetto e le carezze che potreste dargli?! Vi scongiuro,
datemi
una spiegazione…cosa conta di
più…?»
Ma benché
i loro volti pallidi, umidi di pioggia, misurassero la portata estrema
della sfida dinanzi a loro…i giovani coniugi non si
voltavano, e
solo sfiorarsi con la coda dell’occhio lasciava intendere la
scelta «ASCOLTATEMI, PER L’AMOR DEL
CIELO!!»…«Rapidmon…»
iniziò
Henry, volgendosi lentamente e parlando rispettoso come era sempre
«Conta rischiare! Un figlio non ha bisogno solo di
genitori…ma più fra tutto ha bisogno di chi gli
indichi
il cammino, e gli mostri ciò che è importante,
perché è così difficile capirlo nella
vita, e si
rischia di sbagliare! Senza un esempio…
…anche
se…non può più carezzarti ed essere al
tuo
fianco…non hai modo di mettere a fuoco la direzione, e puoi
confonderti! Se io non avessi avuto i miei eroi della tv…o i
miei genitori in altre situazioni…non potrei essere qui
ora!»…«Henry ha
ragione…» ammise
Rea, e il Digimon si volse sconvolto ad ascoltarla «Noi
amiamo
nostro figlio, ma abbiamo deciso che prima di tutto avrà una
guida, e un punto di riferimento da noi. Non sappiamo fino a quanto
tempo potremo stare accanto a Benji, però ci piacerebbe, per
quello che possiamo, lasciargli una traccia di ciò in cui
abbiamo creduto. Che ha permesso a noi di aprirci le porte, e ritrovare
l’amore.»…«…Henry…Rea…
…ma non
pensate a me?» chiese il robot verde con la voce che gli
tremava, sull’eco dei tuoni ed il fruscio degli alberi. Le
lacrime si confondevano alle gocce «…avete
promesso che
mi avreste aiutato nell’amore, che saremmo cresciuti insieme!
Volete lasciarmi proprio adesso, e per cosa? Per ritrovare Muskmon?
Perché non…ce la lasciamo alle
spalle…»…«…non
possiamo…» sussurrò Henry chinando il
capo, e Rea «Sarebbe
ingiusto!»…«Ingiusto? E
perché?! Noi ci siamo…
…dovuti
graffiare la nostra
ricongiunzione!»…«…ed
ora lei è in una voragine, a graffiarsi la sopravvivenza con
ciò che resta delle sue unghie digitali.»
descrisse il
ragazzo, e Rapidmon arretrò attonito «E’
una
Digimon indifesa!» rimarcò Rea aggiungendo
«E se
ha sbagliato è stato solo perché non ha avuto
qualcuno a
guidarla…mi fa
pena!»…«Ascolta
Rapidmon…noi ora scendiamo nel buco nero a
recuperarla.»
disse Henry ponendogli le mani sulle spalle corazzate, e aggiungendo
(canzone: Gigi
D'Alessio & Anna Tatangelo - Un nuovo bacio)
«Qualsiasi cosa dovesse succedere, se non dovessimo
tornare…ti prenderai tu cura di
Benji.»…«CHE COSA?!» ma anche
Rea si
appoggiò alle sue spalle «Sì, noi ci
fidiamo
più fra tutti di te: sappiamo che nostro figlio sarebbe al
sicuro…con la tua
saggezza.»…«Ma io non so
dove mettermi le mani!! I-Io non conosco…
…niente della vita!! Henry, Rea, dove andate, siete
impazziti?!
Tornate indietro!!!» gridava a squarciagola nella tempesta,
ma i
due coniugi non lo ascoltavano…
…e
avanzavano verso una voragine tanto profonda da sembrare senza fondo, e
tanto oscura da ricordare la morte «DISTRUGGERETE TUTTO,
TUTTO
CIO’ CHE CI SIAMO RICONQUISTATI IN TANTI ANNI! IO NON VOGLIO!
NON
VOGLIOOOOOO!!!...
…ho
sorriso per voi, ho versato lacrime! Sono cresciuto, e ho imparato a
soffrire e sperare! Non voglio perdervi per una sciocchezza!! Non
voglio perdervi per Muskmon!!» sovrapponendosi ai folgoranti
lampi.
«Ti sbagli
Rapidmon…» diceva Henry forte di una
serenità
speciale, preparando una corda, e volgendosi appena
«…anche se svanissimo tu non ci perderesti
mai.» e
Rea, afferrando agilmente il capo della corda «Noi saremmo
sempre con te: e con il piccolo Benji…a vegliare su di voi
senza
mai lasciarvi…»
«VI PREGO, CHE
FATE?!»…«Abbi fiducia, amico
mio…»
disse Henry in un dolce sorriso.
E sotto gli occhi
sconvolti di Rapidmon, entrambi pronunciarono un affettuoso
«Momentai…»
Dopodiché si
lanciarono nel buco «NOOOOOOOOOOOOOOOO!!!» nel
grido
straziato del loro Digimon.
Henry e Rea nei
loro impermeabili da pioggia, discesero la voragine come esperti
scalatori «Hai portato il rilevatore?!» chiese lui,
e Rea
«Sì, è qui con
me!»…«Bene
attivalo! Ce la
fai?»…«Sì!»
replicò lei decisa, e la discesa
continuò…
La pioggia
bagnava un immobile Rapidmon, che era rimasto spogliato delle sue
speranze, e si guardava le mani meccaniche e tremanti
«…io dovrei prendermi cura di Benji…?
D-Dovrei
prendermi cura…del figlio dei miei domatori? E come potrei
fare?! I-Io non sono all’altezza, sono solo un
Digimon!»
“Devi
avere fiducia…” gli ripeteva Henry dal fondo del
suo
cuore, che si illuminava della luce magica. Rea lo stesso
“Hai
tanta qualità.” e per la prima volta anche il
cuore di lei
assunse il medesimo bagliore, che poté guidar loro la strada
in
quella discesa di pioggia e morte.
Ciò che colpiva di loro due era l’estrema
sincronia della
loro azione: anche al di fuori della biodigievoluzione si muovevano
come un corpo solo, afferravano al volo gli avvertimenti reciproci, e
non serviva loro di parlare e neanche guardarsi, per comprendersi.
Il loro
Digimon si sporgeva col fiato sospeso «Vi prego…vi
prego
amici miei siete tutto per me! La mia vita senza di voi non ha senso,
v-vi prego dovete resistereee!!!»
In fondo alla
voragine, i due videro brillare un fiore «Quella è
Muskmon!» esclamò Henry, e Rea «Aspetta
Henry,
vado a recuperarla!»…«No, ci vado
io!»
ribatté il marito. Ma la ragazza si era già
addentrata,
quando d’un tratto si sganciò la corda
«REA!!» Henry la afferrò di scatto per
il braccio.
«OH NO
REA!!» trasalì Rapidmon, ed afferrò
l’aggancio, protendendosi sulla voragine e stringendo i denti
con
tutte le forze che aveva «L-Lo sostengo io, fate
presto!!!»
«Rapidmon!» chiamò Henry. E il Digimon
confessò «Sostengo quello che fate!!!...
…io vi ammiro, ho solo paura di perdervi! Ma ora presto,
sbrigatevi, so che potete farcela!»
«Rea,
lanciamoci.» propose Henry «Uhm?» si
stupì
la ragazza, e il giovane «Il rilevatore la registra: quella
dei
cuori è luce digitale, in teoria dovrebbe essere avversa
alla
forza risucchiante del buco nero.»
«SIETE PAZZI?!
CHE VI E’ VENUTO IN MENTE?!» strillò
Rapidmon.
Ma Rea affermò
«…ci sto a sperimentare: del resto Rika e Renamon
si
lanciarono nella voragine del D-Reaper, vero?» Henry le diede
la
mano rispondendo «Proprio così, ed il loro intento
di
cambiare il destino le fece sopravvivere e
biodigievolvere.»…«Io credo che possa
ripetersi il
miracolo!»
«FERMATEVIIIIIIII!!!» gridò il Digimon.
Ma i due coniugi gli
rivolsero un sorriso e si staccarono dalle corde, lanciandosi per mano,
nello scaturire di una luce accecante…
Pioggia, vento e scariche si
abbatterono su quella stretta di mani. Ma non riuscirono a spezzarla.
Il loro Digimon pregava
“Ti prego, Luce digitale! Chiunque tu sia adesso che veglia
su di
noi, proteggi i miei domatori: loro non meritano di morire! Sono due
ragazzi giovani che hanno scelto di sacrificare tutto per un ideale,
sono due eroi e meritano un lieto fine, come tutti quelli come loro ma
composti di fantasia!”
La luce ad un tratto
irradiò il buco, costringendo Rapidmon a pararsi gli occhi.
Rea ed Henry planarono
dolcemente, nel più enorme stupore «Avevi ragione
Henry…» sussurrava la ragazza là dove
le gocce di
pioggia fluttuavano come perle «Una luce di questo genere
è nemica della cancellazione…» Il
marito le
sorrise, svelando «La Luce digitale non ha voltato le spalle
a
noi adulti…»
Là, col volto
stremato e cosparso da perline di pioggia, fluttuava addormentata una
bambina.
«E’
lei…?» chiese Rea sfiorandola, ed Henry con il
Digivice
«…Petalmon…uno dei tre Digimon della
leggenda. Il
livello primario di Muskmon.»…«Presto
Henry,
portiamola in salvo!...è così
fredda…»…«Prendila da
lì.»…«Sì…!»
«C-Ce l’hanno
fatta!» boccheggiava commosso il loro Digimon, sporgendosi
nella
voragine di luce aurea e perlata, i cui raggi dissipavano le nuvole, e
placavano la tempesta «I miei domatori sono i
migliori!!»
Lo guardarono con un
sorriso,mentre si facevano carico della bambina in abiti floreali,
molto bella seppur deperita.
“Piccolo
Benji…” pensava Rapidmon “Puoi andare
orgoglioso dei
tuoi genitori!! E spero che un giorno presto anch’io
diventerò padre! Sì
però…chi sarà la
Digimon a cui ruberò il cuore?” si chiedeva con un
pizzico
di insicurezza (fine-canzone)
«Suzie,
sei pronta?! Se qui c’è da combattere io stavolta
ti
prometto scintille!»…«Quanta grinta,
Antylamon!» osservò la sua domatrice nel caos
della
metro, e l’enorme coniglio marrone si piegò per
bisbigliare «Ptsss, intendo fare colpo su Terriermon:
quest’occasione è capitata a fagiolo, voglio che
gli
riportino che non sono brava solo a fare la maestrina, ma che so dare
emozione anche in battaglia!»…«Ptsss,
non è
una cattiva idea, in effetti le donne grintose ultimamente vanno di
moda!»…«Ragazze!»…«Ops
(!) Ci
chiamano: vieni Antylamon, finta di niente…» Suzie
avanzò con passo più adatto ad una passerella che
ad un
tapis roulant, seguita dalla sua maestosa Digimon «Bene
allora:
piano di battaglia, qualcuno ne ha uno?» domandò
stirandosi la ragazza, e Beelzemon commentò «Se
Mako
è davvero qui sono preoccupato! Questi Stakemon sono
letteralmente impazziti! Non fanno che prendersi a
capocciate!»
Suzie sussultò «Coooosa?! Ah no eh! Se qui
c’è da operare seriamente è un conto,
ma non vengo
ad arbitrare baruffe di Digimon coccuiuti: si dessero una
regolata!!!»…«Beelzemon! Sei tu che
avevi fatto
amicizia con i Kalamimon, vero?» chiese Snowhitemon
«Uh?
Sì, perché?»…«Mi
sono addentrato
verso i binari: sta scoppiando una rivolta in piazza! I Kalamimon
accusano gli Stakemon di aver loro rovinato i figli, ma i Toothpickmon
cioè…questi ultimi (!) sono dalla parte degli
Stakemon!» al che Suzie
«Aspetta-aspetta-aspetta-aspetta!...non ho capito niente: che
diavolo di problema hanno?!» ma Antylamon si sporse
«Suzie…non è un po’ come
succede fra i
genitori e figli nel vostro
mondo?»…«S-Sì,
è vero…i giovani hanno dei modelli e degli
esempi, ma per
i loro genitori questi sono puntualmente sbagliati! Non ci si prende
mai!»…«Bene, qui è
più o meno lo
stesso.» ammise Snowhitemon aggiungendo
«…con la
differenza, che ci si sfida a colpi di tecniche digitali!»
con
sguardo eloquente, ma Suzie inaspettatamente non mutò il
suo, ed
avanzò sicura «Non se poi è tanto
peggio.
Beelzemon, Snowhitemon, sapete? Le parole a volte…posso fare
ancora più male delle tecniche, e così gli
sguardi di
disapprovazione: io ho avuto tanti amici e compagni di scuola che
purtroppo hanno sofferto questi problemi. E l’assenza di
dialogo
con i loro genitori li ha portati a cambiare!» volgendo la
coda
dell’occhio dall’ombretto argenteo
«…c’è tanto bisogno di
qualcuno che ci
sostenga, anche e soprattutto in anni difficili e pieni di
cambiamenti!»…«Sono
d’accordo!» disse
Beelzemon, aggiungendo «Ma noi come possiamo
fare…?
Questi Digimon non ci assegnano…la minima
credibilità!»…«I Kalamimon ti
sono parsi
ragionevoli, no Beelzemon? Questo è un buon punto di
partenza!» propose la ragazza, ma Snowhitemon aggiunse
«Aspettate, non avete ancora sentito il bello! Dicono di un
ragazzo terrestre, che è stato qui e si è messo a
far
loro discorsi di…
…tolleranza.»…«COSA?!»
sussultarono
sia Beelzemon sia Suzie…restando entrambi col fiato sospeso
«E’ Mako! E’ sicuramente lui, lo
sento!!»
esclamò il Digimon aggiungendo «La sua famiglia
gli ha
dato un’educazione religiosa, ha cercato di riproporla ai
Digimon!»…«Ma pare che non ci sia
riuscito.» ammise Snowhitemon e aggiunse «La
rivolta sta
raggiungendo
l’apice…»…«Oh
no…» arretrava Suzie, portandosi le dita alle
labbra
«…e Mako? Che fine avrà fatto, gli
avranno fatto
del male…?!» Antylamon parlò
«Non perderti
d’animo Suzie: ricorda che Mako non è da solo ma
c’è Sandmon con
lui!»…«Sì
però…quel Digimon fino a poco tempo fa era
malvagio…lo conosciamo ancora poco!» spiegava
intimorita
la ragazza, ma Beelzemon affrettò «Non
c’è
tempo da perdere! Dobbiamo buttarci nella mischia, e spegnere la
scintilla di guerra prima che sia troppo tardi! In qualche modo
dovrò pur
fare!!»…«…cos’hai
lì, Beelzemon…?» chiese Snowhitemon,
che aveva
notato un libro dalla scritta dorata tra gli artigli del collega
«N-No, niente!» si sbrigò a nasconderlo
«Soltanto ricordi: un portafortuna!» ma in
realtà
i suoi tre occhi contemplavano la copertina della Bibbia
“…devo farmi forza, sono il Digimon di due
domatori
credenti…il mio compito è preservare il loro
messaggio,
quando loro vengono sopraffatti…
…Dio
degli uomini, ti prego dal basso di un fondo adatto a me: una stazione
sotterranea…ma Akemi mi ha spiegato che sei tu a discendere,
quando noi ne abbiamo bisogno. Allora guida i miei passi! Anche se ho
paura…”
…ma
Suzie, Antylamon e Snowhitemon si fecero vicini, sfiorandogli le spalle
«O-Oh…»…«Non
temere, verremo con
te.» mormorò la ragazza, e il Digimon
«Non ti
abbandoneremo mai!»…«…grazie
amici…
…presto!» spiegando le sue ali, e schizzando in
picchiata
lungo le varie scale mobili…
Snowhitemon fece lo
stesso. Suzie ricorse ai balzi prodigiosi di Antylamon, che intanto
chiedeva «Perché Jeri non è venuta con
il suo
Digimon?!»…«Non te lo immagini,
Antylamon?!»
Mentre tornava,
con aria mogia e pensierosa, al sito di atterraggio
dell’Arca,
Cindermon si trovò di fronte Jeri «Uhm?»
Costei la
fissava con determinazione, e subito si accese la sfida fra le due
«Venivo solo a darti un avvertimento: che non ti venga in
mente
di andare a dire in giro cose strane sul mio conto!»
esordì la ragazza umana «Ptsss…pardon,
cosa dici?!
Scusa, non ti capisco!»…«Mi capisci
perfettamente
invece…!» scandì con sguardo penetrante
«Che
la tua fervida immaginazione non ti induca a montare
storie…assurde e brillantemente fantasiose, come quella che
io
ti abbia gettata di proposito da quella scala: hai visto bene come sono
andate le cose. Tu sei caduta accidentalmente! E
io…»
Cindermon fissò la ragazza con occhi ardenti…
«…beh io mi agito molto in situazioni del genere!
Che
posso farci? Sono impressionabile! E’ colpa di quello che mi
è successo, ma fa impressione vedere una creatura a un passo
dalla morte! Per questo sono scappata, per nessun altro motivo!
Chiamala vigliaccheria, ma sfido io a passare quello che ho
sperimentato io!! Takato è al corrente di questa mia
debolezza…per cui tu raccontandogli tutto…faresti
solo la
figura di una meschina intrigante…che si vuole intromettere
nella relazione FELICE di due fidanzati.» ma Cindermon la
fronteggiò a testa alta «A me della tua relazione
non
importa
niente…»…«Uhm?!»…«…a
me di te non importa niente Jeri Katou, tu per me non sei nessuno. Non
esisti! Hai capito…?» pronunciò ad
occhi stretti,
avvicinando il volto in segno di sfida «Beh se è
per
questo neanche tu! Non sei mai esistita, non fai parte del nostro
bagaglio di passato, e per quanto tu possa sforzarti non ne farai mai
parte. Perciò io non voglio avere niente a che fare con
te…»…«Credo che per il bene
di tutti sia il
caso che ci stiamo lontane!»…«Lo penso
anch’io!! Vediamo di girarci alla
larga…»
sentenziò Jeri, oltrepassandola con decizione pari a quella
con
cui l’altra le fece spazio. Cindermon la guardava andar via,
e si
interrogava «…ma come ha fatto Takato a
innamorarsi di
te…? Tu devi essere una di quelle che hanno messo la propria
infanzia sotto le scarpe, hai voltato le spalle alla bambina che
eri…»
Jeri procedeva
con decisione “Non mi lascerò
battere…non mi
fermerà nessuno, nessuno!!...tantomeno lei, non mi importa
che
sia un Digimon! Io otterrò tutto quello che voglio, e
terrò Takato stretto a me. Tutti…devono aver
paura di
Jeri Katou, perché non c’è creatura che
sia
più in grado di sottometterla!!” era la sua
promessa
rivolta al cielo piovoso…
Nel frattempo i
ragazzi erano impegnati a caricare l’Arca, e Ryo chiese
«Kenta, ma…che cos’ha Takato? Come mai
sta solo e
in disparte?» Il domatore occhialuto rispose
«Purtroppo…non è solo per la faccenda
del
fratello.»…«Lo ipotizzavo!! Per questo
te
l’ho chiesto: oggi riguardo a quello l’ho visto
molto
reattivo, allora adesso che gli
prende?»…«Temo…»
abbassando la voce
«…da quel che ho capito che abbia discusso con
Cindermon.
Hanno avuto uno
screzio.»…«Come…?»
Ryo restò colpito da quella realtà, e dalla
tristezza
dell’amico che spiava oltre l’oblò
dell’Arca…
Rika intanto
alzava lo sguardo, per cercare di scorgere e forse richiamare suo
marito, ma alcune Digimon cariche di pacchi la trattenevano
«Beeella, ti ho regalato uno specchio così che tu
non
smetta mai di ammirarti: sei esattamente uguale all’ultima
volta,
non sei cambiata! Vero amiche mie?» chiedeva
quell’anziana
Pumpkinmon alle altre zucche dai capelli argentei, impomatati in
pettinature nobiliari
«Altroché…»
rispondevano queste, e non facevano che indicarla
«…io me
la ricordo ragazzetta, quando ho letto che si sposava ho pensato
“uh! Quanto passa il tempo!” E’ che
è un
ricordo così
vicino!»…«…siete…molto
gentili a
dire questo, ma fidatevi, esagerate.» rispondeva educatamente
la
ragazza, lasciando trapelare forse più di un pizzico di
stanchezza e anche di apprensione. Cercava ogni buco per lanciarsi da
Ryo, ma quelle zucche le si addensavano di fronte, costruendo una
muraglia di pacchi «Questo è tutto un servizio da
bagno:
asciugamani, accappatoi, tappetini, tutti cuciti con le pregiate stoffe
del nostro villaggio. Tu del resto ricooordi, no? Che io ne andavo
fiera, già dai tempi!»…«E-Eh
sì…
…certo…m-mi
ricordo…»…«Eh!!
Che poi avevo cercato di trasmettere il mestiere a mia figlia, no?! Ti
ricooordi, tutta quella storia. Mia figlia poi l’avevi ben
presente!» affermava come fosse ovvio, ma il dubbio si
addensava
sul volto della ragazza…che riprendeva a fissare il suo
anello
nuziale, astraendosi dal chiacchiericcio delle zucche
(«…io mi ricordo, rimasi folgorata: arrivai in
volo dal
mio settore e c’era questa
giovinetta…bella…pura,
ricordo sembrava un…angelo!...
…a
un certo punto, a un certo punto si girò e fece un certo
gesto
di…scostarsi i capelli,
così!»…«Ops!
Il parrucchino cara.»…«Dio vi benedica:
dicevo…! Ma la
bellezza!!»…«Sììì…la
bellezza, concordo. Che poi adesso è uguale se non di
più.»…«Se non di
più! Io mi ricordo
che la chiamavo “la piccola Brigitte
Bardot”!») Sta
di fatto che Rika di colpo impallidì, e le zucche le
picchiettarono sulla schiena «Scusa? Cara, ci potresti
svelare
un segreto?» e dopo la dubbiosa alzata di sopracciglio
domandarono «Ma la pelle!!» (disse la prima, con
eco
delle altre «La peeelleee!») «Potresti
svelarci
che cosa usi per conservarla così fresca?»
…ma in
quel momento passava MarineAngemon, che esclamò
«La pelle
è così perché è giovane!!
Ha
vent’anni, dico io, fosse una di settant’anni!!!
Eheh,
perché dovrebbe esserci un segreto?!» col suo modo
bonario e un po’ spiccio, al che Rika ne
approfittò per
prendersela da parte «Scusa! Ptsss, scusa ma qui la cosa si
sta
facendo ingestibile…!» si sfogò quasi
supplichevole, e la Digimon «Ti vedo! E mi veniva da
chiederti:
ma quanta pazienza hai? Lo vedi come sono io, certe cose alla fine mi
danno sui nervi!»
Kenta nel
frattempo accennava «Forse è il caso di fare
qualcosa per
Taka-» ma Ryo «No, me ne occupo io! Tu vai ad
aiutare tua
moglie, che a proposito non deve stancarsi, è
incinta!»…«Hai ragione!
Yuki!!!»
chiamò il ragazzo, poi sempre Ryo «Di Takato mi
occupo
io: davvero, ci tengo!»…«Oh? Grazie
Ryo…»…«Figurati! Ci
mancherebbe…» scendendo svelto le scalette
dell’Arca (non mancando di darsi una massaggiata al capo una
volta giunto in fondo, come se il suo equilibrio fosse instabile)
Questo non
sfuggì allo sguardo di Rika, che nel frattempo si sfogava
con la
Digimon «Sono ore che cerco di parlare con mio marito, ma
queste
Dig-ptsss!...queste sono completamente partite!! Non fanno che dirmi
“ti ricordi questo, ti ricordi quello?” ma io non
mi
ricordo!!! Io poi ho buona memoria, questa mi dice che io conosco la
figlia, ma io proprio non ho il ricordo della figlia di quella zucca!
Ma hanno capito chi sono?! Non è che si confondono con
qualcun
altro, qualche altra domatrice che è passata per
Digiworld?!»…«Può darsi! A me
paiono
completamente andate di testa, se proprio ti dovessi dire!»
Rika
incalzò «Queste dicono che mi hanno ben presente,
mi
descrivono come…un aaangelo, si ricordano un gesto, con i
capelli, che ho fatto ma ti pare scusa, tu c’eri, ti ricordi
di
me!»…«Certo!»…«Ti
pare che io
fossi una con tutti questi gesti femminili?! Io francamente ricordo che
da ragazzina ero un mezzo maschio, avevo modi
molto…metropolitani!»…«Aivoglia,
come no!
Tu eri l’osso duro del gruppo!» ricordava ben
volentieri
MarineAngemon «Eh, vallo a dire a loro! Per loro ero
“la
piccola Brigitte Bardot” ma scusa posso mai esser stata io?!
Tu
trovi che abbia mai avuto qualcosa di Brigitte
Bardot?!!»…«Ahahah! Beh un po’
più di
me di certo!» per poi strapparle alla fine una sana risata
«…ahaha, scusa, non ti ho neanche chiesto se tu
Bridgitte
Bardot la conosci!»…«Come no, non
preoccuparti, mi
sono documentata! Se c’è una cosa che adoro oltre
al cibo
sono i vecchi film!» stringendole le mani con le pinne, in un
amichevole «Forza e coraggio, Rika!»
…al che la
domatrice confessò con sguardo più profondi
«…stiamo cercando di fare tutto questo per non
essere
scortesi con i Digimon che ci hanno accolto, è una forma di
ringraziamento per il passato e di augurio per il futuro: dopo tutto,
se vogliamo davvero due mondi uniti anche se non siamo il Re e la
Regina, dobbiamo iniziare da queste piccole cose e so che Ryo
è
d’accordo con me però…come
dirti…»
mentre scrutava suo marito oltre l’oblò, sotto la
pioggia
«Nonostante i nostri ruoli fittizi gli impegni diplomatici
sono
sempre tanti, ed io…so che per lui questo è un
momento
difficile anche se si sforza a nasconderlo…»
MarineAngemon comprendeva bene e commentava
«…hanno
ragione, sai? Sembri davvero un angelo: un angelo che veglia su di
lui!» ma Rika sospirava, appannando il vetro
dell’oblò «…magari fossi un
angelo…almeno avrei le ali per volare su
Digiworld…e
ritrovare rapidamente il suo Digimon…» Ma
l’amica
digitale le disse «Io le ali, Rika. Ma oltre al fatto che
sono
troppo grossa…non si può sbattere la testa contro
le
decisioni della gente, delle volte sono una superficie proprio troppo
dura! E quel disgraziato di Cyberdramon…questa volta ha
preso la
sua, e non tornerà indietro! Anche se grrr…mi fa
una
rabbia!»…«Pfff…”decisione”…»
scuoteva il capo amareggiata la ragazza, alzando poi sguardo appenato
al cielo oltre il vetro «…ma noi abbiamo sfidato,
lottato, cambiato il destino, ormai mille volte! Non può
essere
che proprio ora, per il motivo più stupido…ci
stiamo
giocando tutto ciò che abbiamo così faticosamente
conquistato…» nel sovrapporsi del suo anello
draghiforme
alla sagoma di Ryo oltre l’oblò, quando
MarineAngemon
disse «Rika, ma anche stavolta si tratterà di un
motivo
stupido, oppure qualcuno sta complottando contro di noi?» al
che
la ragazza si volse attonita.
Con la sua
bandana tra le mani, restio a riannodarla di nuovo al capo, Takato
sedeva su una roccia argentea, e lasciava che la pioggia scorresse sui
suoi abiti e i suoi capelli…bagnandoli e portando via le
tracce
del gel. Il suo sguardo era triste, e le sue spalle si chinavano
facendosi più strette…
Qualcosa tra i suoi
pensieri sembrava spingerlo a restare lì per sempre,
isolandosi
dal mondo, come chi non si accorge che piove, ma percorre un silenzioso
cammino dentro di sé, riflettendo su chissà
cosa…
Un suo amico dai
capelli castani chiari, sceso di fretta e senza ombrello
dall’Arca brillante, sembrava aver pena per lui
sicché si
avvicinò, facendo forza sul suo passo leggermente
insicuro…
«Quant’altra pioggia devi prendere su di te,
piccolo
Takato…?» disse in una nota paziente e paterna, ed
il
giovane alzò lo sguardo «…una frase da
domatore
leggendario, rivolta a chi è più
inesperto.»…«Forse
perché è
proprio quello che sono…» disse Ryo
«…ormai
“leggenda”, e
nient’altro.»…«Oh…?»
Takato
inarcò lo sguardo, e l’amico accennò un
sorriso
«Mi permetti di sedermi un attimo lì accanto a te?
Non
c’e riparo, ma ormai che importa?» piegando appena
le
spalle e confessando «Vengo da povero pensionato.»
Non aveva fatto
in tempo a sedersi, che lo sguardo di Takato era già
attonito
«…che cosa?» fece con voce che sfumava
«Hai
capito bene, sì: Cyberdramon ha deciso di mollarmi, torno
sulla
terra come un comune cittadino, la favola è
finita.» al
che il ragazzo balzò in piedi «Come sarebbe a
dire?!...perché lo vengo a sapere soltanto
adesso?!»…«Avevamo deciso…di
non dirti
niente, sei già abbastanza aggravato per la disgrazia di tuo
fratello.» ma Takato sospirò, con sguardo sofferto
«…seguitate tutti, a trattarmi come se fossi
ancora un
bambino! Dall’animo fragile, a cui vanno tenute nascoste le
cose!» ma la sua più che una recriminazione,
sembrava
piuttosto un modo di partecipare «Non capite che invece sono
grande, ho passato abbastanza dolori, ci sono abituato!!
E…posso
capire quelli degli altri: Ryo!» afferrandogli i polsi e
tornando a sedersi, ma questi «No no no, Takato! Per favore,
davvero: io non sono venuto affinché tu faccia
qualcosa!»…«Ma!»…«Sono
venuto
solo…per dirtelo, perché ormai è
così
e…va bene,
davvero.»…«…
…ma come
può andare bene?!!» vibrò affranta la
voce del
domatore, ma si scontrava con il sorriso sereno e rassegnato
dell’altro «Può andare bene
perché stavolta
non si tratta di una porta chiusa in faccia…ma semplicemente
di
scelte, e strade diverse a cui tutti dobbiamo piegare li capo.
Takato…siamo grandi ormai come hai detto tu, e non ha
più
senso metterci a battere i piedi come ragazzini affinché
tutto
fili come vorremmo, ci sono cose con cui purtroppo dobbiamo fare i
conti. Tutti. Per te può essere il fatto di sapere che tuo
fratello…ormai è solamente un ologramma del
passato,
mentre per me quello…
…di aver
condotto una vita come non si deve, e questo al mio Digimon non
è andato giù: dobbiamo accettarlo, del resto
è
normale, loro lottano per la giustizia quindi è
comprensibile
che restino feriti quando noi deviamo dalla retta via. Vedi? A te per
esempio non è successo, ti dici tanto inesperto ma alla fine
tu
sei riuscito a crescere come un ragazzo onesto, io no, anche se sono di
poco più grande e sono…ero…il
“domatore
leggendario”: va così, questi nomi sono
come…pfff…aria e pioggia.» aprendo le
sue mani
«Come la vernice con cui raccontavi di aver dipinto Guilmon,
servono solo…a confondere quelli che siamo.» per
poi
chiudere i palmi «Ma a un certo punto la vita
arriva…e ad
ognuno tocca raccogliere ciò che ha
seminato.»…«…io non sono
d’accordo
con te! Non mi ritengo affatto migliore, né credo di
provenire
da un fango meno torbido!...
…Ryo, il nostro ceppo è lo stesso, qualsiasi sia
stata la
nostra evoluzione!...
…e
tu sei un bravo ragazzo!! Non è giusto che Cyberdramon ti
abbia…
…m-ma non si può ritrovare?!
Parlargli?!» ma Ryo
pur sorridendo grato, fissava il cielo «…no,
Takato. Me
l’ha detto anche mia moglie ma…sono io che non
voglio.
Capisci? Io…non desidero obbligare Cyberdramon a fare
ciò
che non lo rispecchia, e cioè…
…essere il partner di un giovane…che sulla terra
ha la
faccia su tutti i giornali! E non perché ha vinto un torneo
di
carte…ma perché nascondeva nella manica gli assi
per
giocare gli altri. Povero cucciolo, lui in
fondo…è
cresciuto, ma resterà in cuor suo sempre un Digimon di
stampo
tradizionale e cioè…» delineando un
sorriso di
tenerezza a quel pensiero, che un raggio di sole filtrante tra le
nuvole illuminò «…amante dei bambini
coraggiosi, e
dei ragazzi di buona volontà: se io gli voglio davvero bene
debbo augurarmi che ne trovi un altro, fra i molti che vi sono nella
nostra era, e che esso possa rappresentare una buona continuazione
della sua vita. Deve ancora vivere tanti anni, e penso che quello che
poteva attingere da me…lo ha avuto, ma tutte le cose prima o
poi
hanno un termine. Lo sai? Ce lo ha la gioventù, la
bellezza…ce lo ha anche la forza fisica! Lo sto scoprendo
adesso, io che credevo di essere inespugnabile…»
massaggiandosi la tempia «…mi sento stanco, ma con
questo
non intendo che mi voglio fermare: io come gli
altri…andrò avanti nella mia vita con quello che
mi resta
tra le mani. Caspita, mi dico…una vita umana è
tanto,
delle volte non ci accorgiamo di quanto sia preziosa.»
Takato lo seguiva senza interromperlo, così colpito dalle
sue
riflessioni…
«Sai, amico mio? Io mi considero fortunato per aver avuto, in
un
certo senso, l’occasione di chiudere in bellezza: guarda qui!
Mi
sono sposato nel mondo che tanto sognavo da ragazzino. Sono riuscito a
tornarci…dopo aver atteso dieci anni.» grattandosi
il
capo, mentre fissava l’Arca e i Digimon impegnati con i
pacchi
«Tutta questa gente mi ha accolto festante, e non mi ha
dimenticato! Guarda, abbiamo spazio a stento per contenere tutti i loro
regali, il che vuol dire che in un certo qual modo…qualcosa
è riuscito a lasciare, il giovane Ryo Akiyama nei loro
cuori.
Forse una scheggia…di emozione, qualche bel ricordo qua e
là, una chiacchiera, un aneddoto, una scena mozzafiato!
Questo…sta alla mia prima fase, ma ora inizia il seguito
della
mia vita. Sono sposato con la ragazza…che più
abbia amato
in vita mia, sono circondato da amici cari e fedeli. A cui voglio bene.
Adesso…la mia nuova missione sarà prendermi cura
di loro
e farli felici, però tutto questo per
dirti…»
volgendosi verso l’altro «…che questo
è il
mio tempo, non è ancora il tuo! Finché abbiamo la
benedizione di un raggio di luce di questo mondo e dei suoi
abitanti…credimi Takato, dobbiamo tenercelo
stretto…come
la salute e la vita! E tu…
…non hai
ancora esaurito il cammino, perché qua attorno
c’è
una Digimon che ti aspetta, che tu hai incontrato quando credevi che
tutto fosse finito. E che ora soffre al pensiero di aver litigato con
te!» (canzone: Alessandra
Amoroso - Amore puro) al che Takato si alzò di
scatto «Io
soffro per averle detto delle cose che non pensavo!! Ryo, io…
…le voglio bene! Io voglio bene a Cindermon e…
…lei ha
frainteso! Io non voglio
perderla!»…«Allora
vai…» lo esortò l’altro
dolcemente
«…raggiungila, e…senti, anche se hai
avuto ragione
su alcune cose, dammi retta…chiedile scusa anche di quelle.
E’ meglio. E’ meglio…piegare noi la
testa piuttosto
che far del male a queste creature, so che siamo tutti stressati: te lo
dice uno che poco fa hanno dovuto trattenerlo, perché stava
andando a menare ai Datamon.» Takato sgranò gli
occhi
«…perché?»...«Perché
hanno
rotto le scatole. Però in realtà questi esseri
faticano
tanto…per darci quella goccia d’emozione, e di
protezione
che la vita lassù nel globo ci nega. Io so cosa vuol dire
separarsi dal proprio Digimon…ma per truffare la gente
l’ho anche ben osservata e ora a istinto sento che
tu…tu
hai ancora molto da dare a Digiworld e ai suoi abitanti…per
cui
non puoi stare a consumarti sotto la pioggia: hai un fratello da
ricondurre in cielo. E una Digimon…nel tuo futuro di
domatore…»…«Tu credi che lei
sia disposta
ad ascoltarmi?! Pensi che mi perdonerà, che non
l’abbia
ormai offesa…in modo definitivo,
compromettente?!»…«…vale la
pena di
provare, Takato: per la mia esperienza di dico
che…»
Ma era
già corso via. Ryo aggiunse fra sé
«…ti
perdonerà.» ma il suo amico ad un tratto si
fermò.
Si volse. Ed affermò deciso «Per me neanche fra te
e
Cyberdramon è
finita!»…«Oh?»…«…considerami
ancora un ragazzino testardo!...
…ma
per me due amici come voi devono stare assieme per tutta la
vita!» girandosi, e chiamando a gran voce
«Cindermon!!»
Ryo lo
guardò allontanarsi, pensando con un sorriso
«…fai
bene a conservarti così, finché sognamo la vita
ci
sorride. E anche se esistono le nuvole…» rivolto
al cielo
«…questo mondo ci insegna che
c’è sempre
un’opportunità in più. E’
quella che io spero
di sfruttare, nella mia nuova vita come essere umano normale e come
marito. E spero che dovunque si trovi…
…anche il mio cucciolo possa trovare un percorso ricco e
tanti
affetti. Io spero che sia felice…» e
così
tornò verso l’Arca, ora che la pioggia si era
attenuata
concedendo a qualche raggio di filtrare…
Fu proprio sulle
due sponde di un raggio, che Takato e Cindermon si incontrarono
«Takato! Io devo
parl-»…«Aspetta un attimo
Cindermon, prima io!»…«No, aspetta io
credo di
dover-»…«Io devo chiederti
scusa!» fece
prima lui, tutto d’un fiato…
«Io prima non
volevo invadere la tua privacy! Credimi, non era mia intenzione! Se
tu…se anche tu non vuoi dirmi per chi ti sei presa una
cotta, io
ti giuro che capisc-»…«No ma
anch’io!!
Io…non è che volessi darti
dell’impiccione! Lo sai
come sono fatta, sono un po’
isterica!»…«Io
lo sono di più!»…«Io non
voglio nasconderti
niente Takato è solo che…sono timida, ecco. H-Ho
bisogno
di tempo, facciamo così: mi impegnerò a trovare
il
coraggio! E-E a confessartelo…» espresse mostrando
il suo
lato più fragile, e lui «…tutto il
tempo che vuoi,
credimi!»…«Allora pace?»
accennò lei
un sorriso furbetto, e lui le prese le mani «Ma sicuro, e
poi…guarda che io quando ho detto che tu non sei come
Guilmon… non intendevo dire che sei peggiore di lui!! Io non
mi
trovavo meglio con lui che con
te…»…«Ma lo
sooo…» stemperava lei, mentre il raggio si
ampliava
illuminando sempre più i loro volti ansiosi di
riconciliazione
«Io intendevo dire…che siete due cose diverse, ma
in
senso buono!! E cioè che…
…siete entrambi speciali…» lasciandosi
scappare
una carezza sul volto di lei, che pronunciò emozionata
«Takato…» ma lui ritirò la
mano «Ops!
Scusa, ho dimenticato che…quel ragazzo, ragazza,
Digimon che ti piace potrebbe essere anche qui in
giro!»…«Beh…tanto come primo
indizio NON
E’ UNA RAGAZZA! Io non ho certe
tendenze!»…«E che ne so, di questi tempi
tutto
è possibile! Anche se fosse che ci sarebbe di
male?»…«Ma
sììì, in fondo hai
ragione!»…«La cosa che più
importa non
è come appariamo ma…ciò che sentiamo!
E io ci
tenevo a dirti che appunto…lo so che non sei Guilmon e guai
che
me lo scordassi, ma, ma!...
…è
giusto che sia così, perché siete due esperienze
diverse
nella mia vita…
…entrambe…diverse…e
preziose…»
Lei se lo guardava
assorta…e ad un certo punto disse «Come mai non
porti la
tua bandana?»…«Ah questa?! Giusto, devo
rimetterm-»…«Aspetta!...
…faccio io,
vai.»…«D’accordo…»
lui se la
fece legare intorno al capo «Un domatore non deve mai
apparire
scomposto! Uhmuhm!»…«Vallo a dire a me
quando ero
piccolo, sempre incasinato, con i capelli spettinati! Correvo
dappertutto e avevo la maglietta sempre
piegata!»…«Beh! Ora non potrebbe
piegarsi neanche
se volesse: così
attillata!»…«Già,
ho un po’ cambiato stile!»
Ma lei lo abbracciò
alle spalle «…ti voglio bene Takato.» e
lui prese
un respiro, chiuse gli occhi «…anch’io,
Cindermon.»
“Ti amo Takato…” pensò
lei…
“Anch’io Cindermon…
…anch’io ti voglio bene! E la tua amicizia oltre
all’amore di Jeri e ciò che mi tiene in vita, in
questo
presente di bufera! Non voglio perderti come è accaduto con
Guilmon…mai…!”
«Andiamo
all’Arca?» propose lui, e la Digimon
«Andiamo,
dai!» allontanandosi con l’uno con le mani sulle
spalle
dell’altra (fine-canzone)
«Che cosa
dici, MarineAngemon?!» esclamava Rika «Tu pensi che
ci
sia qualcuno dietro la fuga improvvisa di Cyberdram-» ma fu
interrotta «Che cosa state dicendo?»
dall’arrivo di
Jeri «Rika…ho sentito bene?! Voi stavate
ipotizzando…» spostando gli occhi sulla rossa
domatrice e
sulla bionda Digimon «…che se Cyberdramon e Ryo si
sono
divisi è stato per colpa di qualcuno? Mah…questa
è
un assurdità, non andavano d’accordo da tempo! E
questo…sarebbe inutile negarlo, lo abbiamo visto
tutti…»
Ma era
scrutatore lo sguardo che entrambe posarono su di lei, scambiandoselo
fulmineamente tra di loro…
Rika avanzò «Lo spero bene…
…perché chiunque si fosse mosso per ottenere un
risultato
simile…sarebbe più malvagio di
Violetta!»
procedendo oltre. Jeri abbassò lo sguardo…ed
anche Yuki
la costeggiò senza dirle niente, limitandosi a borbottare
«Dev’essere la gradivanza, o l’aria che
tira da
queste parti…ma mi è passata la fame.
Uhmf!»
Il dubbio
tornò a formare cumuli nel suo cuore, come le nuvole in un
giorno piovoso «Sospetteranno
qualcosa…?»…«Bau! Tu non devi
farti vedere
insicura.»…«M-Ma no, sono come
sempre!»…«Mostrati
naturale!»…«Certo! D-Del resto non ho
niente da
temere: sto solo operando per il bene di tutti…
…per il bene di tutti…»
«Ce
n’è voluto di tempo!!» esclamavano gli
sferici
Stakemon «Ma finalmente voi pacifisti avete tirato fuori le
unghiette!»
«Non
costringeteci ad attaccarvi!» replicavano i millepiedi
meccanici, aprendo le loro zampe «Disponiamo di un arsenale
molto più ampio del
vostro!»…«Essere dei
patocchi composti di armi dalla testa ai piedi non vi rende superiori a
noi, fatevene una ragione: i vostri figli ci preferiscono come
modelli!»
«In
effetti è vero, papà!» rispondeva il
piccolo
Toothpickmon dalla voce sottile «Tu e voi altri genitori
siete
solo dei vigliacchi! Vi siete radunati qui per prenderci e portarci
via…ma non avete capito?! Noi vogliamo restare con gli
Stakemon!
Loro sì che se ne intendono di armi e di affari, e in un
giorno
non lontano saranno i padroni incontrastati di Digiworld!»
«Avreste
dovuto ascoltare le parole di quel ragazzo…lui vi ha parlato
di
perdono, e di convivenza!» replicava autorevole il Kalamimon
in
prima fila, ma suo figlio ribatteva «Quel codardo terrestre?!
Con i suoi sermoni e il suo Digimon incapace ci ha solo fatto perdere
tempo, ma peggio per lui! Gli abbiamo dato ciò che si
meritava!»
«E’
imperdonabile ciò che avete fatto con
lui…»
avanzava il Kalamimon (incurante dei richiami dei compagni:
«Fermati, sono in tanti! Molto più numerosi di
noi!»)
«Se
volete punirci…prima provate a fermarci!! Amici, tutti
assieme!!» nel coro degli stuzzichini «SPRUZZO
VANDALICOOO!!!» che aprirono le loro bocchie in
un assalto
collettivo di getti colorati.
«No! Figlioli!!
Ahhhhhh!!!» Il Kalamimon in prima linea si piegò a
terra,
gli spruzzi sembavano avere effetto corrosivo sulle sue armi
«Non
possiamo più esitare: il limite è stato
superato!» esclamò un compagno millepiedi,
aprendosi per
scatenare il suo attacco «Pentagono
della guerra!!!»
lasciandosi circoscrivere da un perimetro pentagonale luminoso: le armi
alla terminazione di ogni braccio brillarono, facendo defluire i loro
colpi a mitraglia all’interno del pentagono che le
potenziava,
roteando sul suo contorno e distribuendoli contro la schiera nemica
«Attaccate con meee!!!» esclamò il
Kalamimon ai
suoi alleati mentre il terreno avversario cominciava a essere
bombardato dalla pioggia di proiettili e granate «No! La
nostra
indole pacifista!!» esclamò il capo villaggio pur
fumante
nelle sue giunture, ma in risposta ottenne «Se i nostri figli
vogliono la guerra, che guerra sia!»
Ma fra i due assalti
generazionali si frappose «Scure
veloceeeeee!!!»…«E questa
chi sarebbe?!»
Un possente coniglio
marrone, che con il braccio piegato dietro la schiena si parava dal
flusso corrosivo, e con la scure frontale dal getto di proiettili
«Siete impazziti?!!» esclamò la giovane
domatrice
«Dovete smetterla all’istante! Non permettete
all’istinto di spingervi ad attaccare i vostri
figli!!»…«Kalamimon, la vostra indole
è
pacifica, non dovete tradire i vostri ideali!» aggiunse la
Digimon, e la ragazza «Anche se loro vi attaccano voi dovete
resistere, altrimenti che esempio offrirete loro?!»
Dall’altro lato giunse Snowhitemon «Microsfere di neve!!...
…Toothpickmon
dateci un taglio, il rispetto per i vostri genitori non è
secondo a niente! Stakemon vergognatevi, avete approfittato della loro
confusione giovanile per farvi degli alleati!»
«Taci pollastrello
con le corna…la tua pelle biancolatte non può
aver
provato i segni di una vita sotterranea!» blaterarono le
sfere,
visivamente scheggiate da graffi e crepe. Ma il minotauro
incattivì il suo sguardo «Non ne sarei tanto
sicuro…
…!!!» e rafforzò il suo attacco
«Credere
che provenga da un mondo tanto candido da non poter sapere cosa
significa il dolore?!?!»
Antylamon strattonava, ma teneva duro allo stesso modo, rafforzata
dalle parole di Suzie «E’ vero, noi proveniamo da
letti
morbidi e lenzuola calde! Non ho mai conosciuto la vita di strada, ma
al contrario di molti altri…io la rispetto!! E sono pronta a
impararne i segreti se voi abbasserete le armi! Perché credo
che
il nostro dolore benché abbia tinte diverse faccia male allo
stesso modo!!»
«SEI
UN’ILLUSA VIZIATA…TE LA FAREMO PAGARE!»
gridarono gli Stakemon aprendo le loro bocche «Mitraglia della
sorte!!!» in una pioggia si sfere dorate
esplosive «Ahh!!
Suzie, non resisto!!»…«Coraggio,
Antylamon!»
Anche
Snowhitemon arrancava «A-Aaaaahhh!!»
benché la sua
determinazione fosse ammirevole «Sciocco
presuntuoso!» lo
apostrofavano i giovani Toothpickmon «Volevi insegnarci la
vita?
In questo mondo ti fai strada solo con la forza, perché
tutti,
tutti cercheranno di pugnalarti alle spalle!»
…ma
nonostante nella mente del minotauro aleggiasse il ricordo di Jeri
bambina e adulta…egli mormorò
«…non
è vero…»
Fu in quel
quadro che atterrò Beelzemon, e quando vide la battaglia
dilatò i suoi occhi «Oh no...è
terribile! Mako
sarebbe stato qui? Ma questo…è un feroce campo di
battaglia per il mio piccolo amico! Non può avercela fatta!
Come
posso fare per fermare tutto questo…? Chi posso
attaccare?»
Si volse da un
lato e dall’altro «I Toothpickmon…? Ma
loro sono
giovani inesperti! Non me la sento di far loro la predica, quando io
sono stato il primo a sbagliare! I-I Kalamimon…? Ma loro
sono
amici! E stanno combattendo contro la loro volontà.
Accidenti,
come posso aiutare i miei amici?! Ha ragione Jeri, sono un Digimon che
non serve a niente!!» esclamò sofferente,
scuotendo il
capo «Non so prendere una decisione quando è il
momento
giusto, e rimango immobile quando c’è bisogno di
me!...
…è che è sempre la stessa storia!!!
Fazioni
opposte, gente che litigia…
…e
chi sta in mezzo viene lacerato, come un libro che viene strappato per
i due lembi della copertina! Un libro? Oh?!» e
ricordò in
quel momento di avere la Bibbia con sé: la
sfogliò
velocemente «…ognuno ha la sua
Croce…chi vuole
seguirmi, prenda la sua Croce, e mi segua…
…la sua Croce. Oh?»
Ricordò così il volto dolce della sua giovane
domatrice
dal velo da suora «Akemi ha accettato la sua
malattia…e
vive con serenità ogni giorno, lei non ha paura di soffrire.
Anch’io. Anch’io voglio essere come te, amore mio,
anch’io voglio essere malato, anch’io voglio
scoprire cosa
si prova…a sentire sulle spalle…la propria Croce!
Adesso
ho capito!!» muovendo un passo verso il binario su cui
infuriava
la battaglia «Ora basta avere paura di coloro che litigano:
loro
sono la mia malattia!! Non devo tirarmi indietro, ma devo affrontarla
come te, per essere veramente il tuo Digimon!!»
sicché
spiegò le sue ali, ed esclamò
«Antylamon!!!
Snowhitemon!!! Via di lì!!!»
«Che
cosa?!!» esclamò il coniglio digitale
«Beelzemon,
non possiamo!» ribatté il minotauro «Se
lasciamo il
campo libero padri e figli si distruggeranno a
vicenda!»
Ma Beelzemon
più determinato «SCANSATEVI! ANDRO’ IO
AL POSTO
VOSTRO!» Suzie replicò «Sei impazzito?!!
Non fare
l’eroe, noi a stento riusciamo ad arginare i loro
colpi!!»…«FIDATEVI DI ME!»
disse, e si
tuffò al centro del binario.
«E questo
eroe chi sarebbe?!» sbottarono gli Stakemon «Presto
Toothpickmon, liquidiamo questi scocciatori!!»
sicché il
getto degli stuzzichini intensificò e
«Aaaaarghhh!!!» sbalzò Snowhitemon
contro i posti
d’attesa.
Antylamon,
rimasta scoperta, diede le spalle ai Kalamimon per parare il getto dei
Toothpickmon, ma anche quando vide le sue scuri fumare corrose dal
liquido «A-Ahhhh!!!» si piegò in
ginocchio ed
esclamò «Suzie…io non mi arrendo!
Biodigievolviamo!»…«D’accordo
amica
mia!»
La creatura
regredì Lopmon, ma l’istante dopo allo scintillare
del
Digivice «BIODIGIEVOLUZIONE
DEL FUTURO!!»
«LOPMON
BIODIGIEVOLVEEE…
…LADYCANNONMON!!!»
Ma la
trasformazione aveva lasciato Beelzemon indifeso sul campo, e fu allora
che gli assalti delle due generazioni lo travolsero da entrambi i lati
«A-Aaaaaaahhhhh!!!» (canzone: Laura
Pausini - Mi dispiace (strumentale) ) costringendolo in
ginocchio. Ma egli ripeteva «La malattia! Q-Questi
sono…i
dolori che provi ogni giorno Akemi, eppure la mattina ti alzi per dare
una mano alle tue sorelle!»
E nonostante la
sua armatura iniziasse a fare fumo poiché consumata dal
caustico
getto colorato, cercava di alzarsi. Le sue piume cadevano a terra
bruciate, ma lui serrava i suoi denti vampireschi «M-Mi sento
bene…c-com’è sereno il dolore della
Croce in
confronto all’ingannevole vento della paura! Questo
è il
mio posto…
…come la
tua casa è il convento, ed il tuo letto per far riposare le
ossa
doloranti…la mia è…n-nel
mezzo…di chi
confligge, per spingerlo alla riconciliazione!»
«Questo
è pazzo!!» ululavano i flautati Toothpickmon
«Ha
la ferma volontà di farsi ammazzare, nemmeno ci
attacca!»
Più
dubbiosi i rudi Stakemon, che alzavano il sopracciglio «Che
ha
intenzione di fare…?»
I Kalamimon
mormoravano «…dobbiamo fermarci, o a breve
compiremo
l’irreparabile! C’è un Digimon indifeso
nel mezzo,
non possiamo attaccarlo o distruggeremmo tutto ciò che siamo
riusciti a costruire!»
…ma
benché fosse tormentato da entrambi i lati, il guerriero
alato
accennava sempre più a tendere le braccia, mormorando con un
dolce seppur stremato sorriso «…non me
n’ero
accorto…»
…ricordando quando veniva tirato da due bambini capricciosi
e
accaniti…«Ma la mia posizione fin da allora era
quella
della Croce…» alludendo alle sue braccia
spalancate
«…questo è il mio destino, finalmente
l’ho
capito! Allora prendetemi…
…smembratemi, non mi importa…basta che il mio
sacrificio
valga a far cessare le ostilità…almeno dopo tutto
questo
dolore raggiungerò la pace: come…infiniti esseri
umani
lottano ogni giorno sulla terra contro dolore e malattia!!!»
LadyCannonmon lo guardava dall’alto, commossa
«Beelzemon…» e volando grazie ai suoi
capelli
piumati, esclamò «Ascoltatelo!!!...
…tutta questa battaglia non ci porterà a niente!
Il
nostro mondo...è lacerato dal conflitto fra genitori e
figli,
è questo che porta via il colore alle rocce!! E
l’intensità al sole! Credetemi!!...
…se
soffrite nel vivere in un Digiworld che non è più
lo
stesso sappiate che non vi è altro mezzo
all’infuori della
comprensione per guarirlo!»
Beelzemon eruttò la sua voce disperata «Quel
ragazzo vi
ha parlato di tolleranza ed io…!!!...RIBADISCO IL SUO
MESSAGGIO!! S-Sono il suo Digimon…!...
…e anche se ora non so dove sia…sono io che
prendo il suo
posto, e mi faccio carico del dolore che sicuramente gli avete
inflitto! Lui non lo meritava ma…
…ora
l’incubo è finito, sono arrivato io. Toothpickmon,
Kalamimon…Stakemon vi prego! Le nostre…N-NON SONO
SOLTANTO PAROLE posso dimostrarvelo!! Potete
colpirmi…»
mentre il suo corpo fumava, e la sua immagine tremolava come prossima a
svanire «…potete anche arrivare ad acquisirmi,
basta che
anche quando sarò svanito…
…sia rimasto intatto questo Libro.» La Bibbia, che
gli
cadde dalla mano aprendosi sulle rotaie «Per ognuno di noi il
passaggio è temporaneo su questo mondo…ma anche
quando
saremo scomparsi…resteranno le parole che sono scritte qui,
per
sempre, a guidare le nuove generazioni! Che senso ha, dunque
affannarsi…per conquistare che cosa?!...
…la
vita in superfice, il riscatto da questa polverosa stazione?! Le nostre
forze bastano a stento…per rifare…tutte quelle
scale
mobili, credetemi!...
…un
tempo mi credevo il Digimon più potente al
mondo…ma
quella sensazione mi ha presto abbandonato…»
…ricordando di quando una moltitudine di larve digitali
avevano
coperto il suo corpo, succhiandogli tutta l’energia
«…nella vita quante volte mi sono dovuto sentire
debole,
sfiduciato, inadeguato! E’ una condizione
inevitabile…quanti esseri umani la attraversano!!! Voi non
potete neanche immaginarlo…
…m-ma ci sono dei giovani…che senza fare in tempo
a
crescere…MUOIONO!!!...
…una malattia li consuma, portandoli via dalle braccia di
chi li
ama, dunque a cosa serve…accumulare potenza…se la
vita
è tanto breve? Sono tutti come voi,
Toothpickmon…»
rivelava agli immobili stuzzichini «E in genitori che li
perdono
hanno tutti il vostro rimpianto sul volto, Kalamimon…
…i loro amici vi assomigliano, Stakemon: come vi sentireste
se
uno di quei ragazzini di fronte a voi a un certo punto svanisse?! Li
vedete ora, forti e determinati, ma cosa provereste dinanzi alla morte
di uno di loro?! Non sareste forse spinti a mettere in
discussione…tutto ciò che fino ad ora avete
perseguito?
Potenza, denaro…
…beh allora se siete come fratelli maggiori, esortateli a
riconciliarsi con i genitori prima che accada qualcosa di
brutto!!»
LadyCannonmon planò dolcemente accanto a lui
«Credetemi…può succedere. Un conflitto
come
questo…è la miccia per ogni disgrazia.
Però non
solo voi figli…anche voi genitori dovete dare una
possibilità a queste creature per…esprimersi nel
loro
linguaggio! Gli Stakemon non sono creature ignobili e rozze, ci
scommetterei: da loro c’è tanto da imparare, e i
Toothpickmon non sono solo ragazzini senza testa…ma possono
essere il codice e la chiave, per una nuova era di innovazione. Ne
abbiamo tanto bisogno nei nostri mondi…»
«E’ così…» disse
Snowhitemon,
rialzandosi e raggiungendo i suoi alleati «Siete il passato e
il
futuro, due proiezioni fondamentali, attualmente, per Digiworld:
soltanto dalla vostra miscela c’è la speranza che
nasca
l’ingrediente nascosto…per ritornare a una
serenità
dimenticata…»
LadyCannonmon di nuovo «Per confermarvi i nostri
intenti…non vi attaccheremo: guardatemi…dispongo
di tutto
questo arsenale di proiettili, però…»
nell’istantaneo frantumarsi delle cartucce, che
provocò
una pioggia tintinnante di proiettili dorati sul binario
«…preferisco disfarmene, per il bene dei miei
mondi, ed
il sostegno degli ideali del mio amico.» inginocchiandosi,
come
Snowhitemon «Anch’io…preferisco
diventare aria, e
rincorrere le sfere di polvere con lo spirito. Non è
così
Beelzemon…?»
«S-Sì…» si piegava anche lui,
sostenuto dai
suoi amici, e nonostante lo sforzo tendeva il braccio per raccogliere
la Bibbia «S-Se valiamo veramente qualcosa…se
vogliamo
ancora chiamarci Digimon per qualche anno, allora proviamo a rivolgere
lo sguardo in alto: chiamiamo la Luce digitale, o Azulongmon, i Supremi
o semplicemente i ricordi più cari che custodiamo! Il nostro
flusso d’amore…che fin qui ci ha guidati, e
chiediamogli
di darci la forza…affinché un giorno sul nostro
mondo
sorga un’alba di pace! Dove ognuno…possa essere se
stesso…
…poniamo
le nostre mani…così…»
giungendo i suoi
artigli, socchiudendo gli occhi «…come tanti
terrestri
fanno ogni mattina…e ogni sera…»
…i primi
ad unire le loro mani taglienti furono i Kalamimon, che si
inginocchiarono…
I Toothpickmon
balbettarono «…n-noi non abbiamo mani!»
ma gli
Stakemon alle loro spalle gli dissero «Questo non
è un
problema di mani.» in una spiccia e più matura
esortazione a inginocchiarsi. I Toothpickmon fusero i loro spruzzi per
disegnare su quel muro scuro l’unione di due mani, ed
un’alba che sorge dietro di esse…
Beelzemon
versava lacrime sui suoi guanti fusi, e mormorava «A-Akemi,
hai
visto?! Ce l’ho fatta…! M-Mi sembra di essere a
casa…
…la sera, prima di andare a dormire!»
La pace discese su quella stazione della metro (fine-canzone)
Il fumo della
sigaretta, soffiato da quella ragazza in maglietta nera, si scontrava
contro l’oblò dell’Arca
“Vorrei tanto sapere
dov’è quell’inetto del mio
Digimon…!! Stiamo
per tornare sulla terra e lui non si vede, che intenzioni
ha?!...mollarmi e farmi fare davanti a tutti i genitori
l’identica figura di dieci anni fa?! Quella della poveretta
senza
un Digimon?...mi rifiuto…
…ho fatto
tanto per arrivare fin qui, e poi lui non avrebbe mai il coraggio: si
sente in colpa, sa che il responsabile all’epoca fu soltanto
lui…” passeggiando, nel silenzio scandito da
quella
pioggia intermittente e dal lieve suono dei suoi passi sul metallo
“Invece voglio che tutti mi vedano trionfante…che
sappiano
che mi sono fatta valere qui a Digiworld! Certo, per far ciò
devo in qualche modo far cambiare a Beelzemon la cattiva opinione che
si è fatto su di me. Cosa potrei fare? Forse…se
mi
mostrassi interessata alle condizioni di Mako potrebbe fargli
piacere…ma ho troppa paura che mi senta Takato, e se si
ingelosisse? E poi c’è Calumon…non
abbiamo
più parlato, mi domando se abbia lasciato di fronte al
palazzo
il figlio di Cyberdramon, come avevamo concordato. Se così
fosse, Kazu di certo nutrirebbe dei sospetti, a lui così
come
agli altri abbiamo detto di averlo lasciato alle autorità.
Ma
per un po’ non faremo ritorno a Digiworld quindi tutto
ciò
che Kazu potrebbe pensare…dovrebbe tenerlo per
sé, nel
frattempo…è fondamentale che sfrutti il tempo a
mia
disposizione: devo assolutamente sposarmi con
Takato…”
accennando un sorriso venato d’orgoglio, rivolto alle luci
sul
soffitto “…voglio vestire l’abito
bianco, e questa
volta il matrimonio deve andare a buon fine, non debbono esserci
interruzioni!” «Oh?!» ma quando si
affacciò
all’oblò…
…vide il ragazzo fare ritorno al fianco di Cindermon, in
quello
che sembrava un clima di allegria ritrovata e di dispetti
reciproci…
“Ancora
quella maledetta Digimon!!” gridò Jeri dal fondo
del suo
cuore “Non fa che stargli addosso, devo trovare un modo per
liberarmi definitivamente di lei!!” sfregandosi le mani e
ripetendo «I-Io otterrò tutto ciò che
mi sono
prefissata…
…un
ritorno eroico, ed il matrimonio con il ragazzo che amo! S-Sono a un
passo dalla realizzazione dei miei scopi, non devo mollare proprio
adesso!»
(canzone: Laura
Pausini - Do I dare)
«Ahahahahah!
Smettila, o nessuno ci crederà che sei una
principessa!»
scherzava Takato «Senti chi parla!
Domatore…pluripremiato, mai sentito di un domatore che si
mette
a fare il solletico a una sua
Digimooon?!?!»…«Altroché, a
Guilmon lo
facevo sempre e tu non credere di meritare un trattamento migliore solo
perché hai quel
ciuffo!»…«Ahhh, chi passa
per te deve subire queste
torture?!»…«Specie se
è una principessa che dà degli
spintoni…C-COSI’!!»…«Ahia,
ma guarda
mi appello al sindacato! Tu meriteresti di essere denunciato per
maltrattamenti, Takato Matsuki!»…«Un
attimo,
guarda lassù!»…«Ceeerto, il
vecchio trucco:
vola uno Swallowmon e tu mi tiri uno SPINTONE di quelli approfittando
che sono girata!»…«Ma no, stavo solo
dicendo che
tornan…
…Swallowmon, e chi
sarebbe?!»…«Swallowmon,
le rondini! POSSIBILE CHE NON LE CONOSCI guarda che sei proprio
ignorante, chi ti ha dato il titolo da
domatore?!»…«Che posso farci se in mia
assenza
sono nati…centouno Digimon moderni?! La mia Digimon deve
tenermi
dei corsi! Ma uno fra questi ho la fortuna di conoscerlo di persona,
è…Cupidmon, guarda
là!!»…«Cupidmon?! Dov---ah,
eccolo!! Allora
l’operazione è andata a segno!»
affermò
soddisfatta Cindermon…
…vedendo
il verdino arciere digitale volare in cielo verso di loro, con la
piccola Petalmon tra le braccia. Quando atterrò, si
separò nelle tre sagome di Henry, Rea, e Terriermon
«Tutto bene ragazzi?!» chiese subito Takato, e Rea
rispose «Missione compiuta!»
«Momentai…» mormorò un
Terriermon un
po’ scontroso aggiungendo «Come vedete ci siamo
riportati
il trofeo, dal Settore Forestale!»…«Cosa
gli avete
fattooo???» chiedeva Cindermon «Lo vedo un tantino
acido
rispetto al solito, sarà forse una mia
impressione!»
Henry spiegò «La verità è
che sarebbe
andato tutto bene se ora Terriermon…» accennando
un
sorriso «…non si ostinasse a fare il testardo. Dai
Terriermon,
girati…!»…«No!»
replicava però il Digimon alle sue esortazioni, stringendo
le
braccia incrociate «Ti ho già detto Henry che
già
è tanto ciò che mi avete fatto fare, volevate che
vi
accompagnassi e sono venuto, ma ora non voglio guardare in faccia
quella creatura!» Rea si chinò su di lui
«Andiamo,
non fa di certo più paura come quando la combattevamo:
guardala
ora…
…è
una bella bambina…» accennando un sorriso un
po’
malizioso «Che sia bella o no non mi interessa, non voglio
guardarla! Anzi…me ne vado dai miei amici
sull’Arca, penso
che le vostre teste dure siano state soddisfatte abbastanza per oggi: o
i signori hanno altre richieste?!?!»
Takato si
avvicinava intanto ad Henry, che sosteneva la piccola
«…e
così questa…sarebbe
Muskmon?»…«Sì,
l’abbiamo recuperata
poco prima che il buco nero la inghiottisse. Ora si chiama Petalmon, la
portiamo con noi sulla terra: con l’aiuto di mio padre e dei
Pionieri Digitali, possiamo sperare in un programma di riabilitazione
per farle capire i suoi
errori.»…«Programma di
riabilitazioneee??? Che sarebbe, Takato?!» domandò
la
dubbiosa Cindermon, e il domatore rispose «In pratica un
po’ come…accade per i criminali, vengono
sottoposti a un
programma rieducativo…per essere poi reinseriti nel
mondo!»
Lo
sguardo di Henry si faceva profondo «Ho fiducia in questo
obiettivo…desidero che come noi uomini anche i Digimon
abbiano
l’occasione di redimersi e riprendere un posto nella
società, perché io...l’avevo perso, ma
grazie a voi
sono di nuovo in gara, e la prima a cui voglio restituire il
favore…è la Digimon che mi ha ingannato. E che
non avrei
potuto salvare senza l’aiuto di Rea.» La moglie
carezzava
il volto di quella bambina pallida, dai riccioli neri e vestita di
fiori «Visti quando sono indifesi…i nemici fanno
tutto un
altro effetto, non vi pare…?»
Takato
disse allora «Sì, ma come la metterete con
Terriermon?
Non mi sembra molto favorevole da quel che ho visto!» ed
Henry
si volse verso le scalette dell’Arca, presso le quali il
Digimon
li stava attendendo con aria scontrosa «Terriermon ha vissuto
dei momenti molto brutti…a causa mia quando mi ha visto
respingere lui e la mia stessa famiglia: è compito mio
aiutarlo
ad accettare Muskmon a poco a poco, e fargli capire il senso del mio
intento. Scusate ragazzi.» allontanandosi verso
l’Arca
assieme a sua moglie.
Cindermon si
accostò al domatore «Che ne dici Takato? A me quei
due
sembrano dei tipi davvero in gamba!»…«Li
ammiro
moltissimo…! E sono convinto che Henry realizzerà
tutti i
suoi scopi.»…«Andiamo anche
noi?»…«Andiamo!» scambiandosi
un cenno
d’intesa, e procedendo uno al fianco dell’altra
(fine-canzone)
«…papà perdonami…»
si avvicinava un
piccolo Toothpickmon versando lacrime «Non volevo colpirti,
ma
ero stato trafitto al cuore dalla tua diffidenza nei confronti dei miei
amici…»…«Non…dirlo
neanche piccolo
mio e non devi piangere, sono io che avrei dovuto ascoltarti di
più. Ma ora grazie a questo eroico Digimon e ai suoi amici
ci
siamo ritrovati, e d’ora in poi noi Kalamimon ci
rimboccheremo le
maniche per offrire agli Stakemon un rifugio più sicuro di
questo…»
…prometteva uno di quei millepiedi paficisti, sullo sfondo
del
murales di pace. Beelzemon chinava il capo umilmente «O-Oh,
guarda che io di eroico…non ho fatto proprio niente! Non
dovete
ringraziare me, ho ripetuto solo cose che ho sentito dire dai miei
amici! Guardate: sono tutte scritte qui, su questo Libro, io mi sono
limitato a riportare un messaggio! Sapete, i miei amici terrestri ci
tengono molto e…»
…ma Suzie, Lopmon e Snowhitemon gli sfioravano le spalle
«Andiamo…» sorrise la ragazza
«…non
devi sminuire quello che hai fatto.»…«I
segni
sulla tua armatura testimoniano l’enorme rischio che hai
corso.» disse il minotauro, ma il guerriero sminuì
bruscamente «Ahhh, ma questi…non sono niente!
Soltanto
graffi-ouch!!»…«Sei un eroe,
Beelzemon!»…«…u-ugh…grazie,
Lopmon…» accennò amichevole
l’essere a tre
occhi, che poi alzò lo sguardo verso i popoli riconciliati
«Io vi chiedo solo un favore, e nient’altro: per
caso
tenevate prigionieri quel ragazzo e il suo Digimon? Perché,
veramente, lui…è una lunga storia ma io ho
bisogno di
riportarlo sulla terra, dalla sua famiglia!» e anche Suzie
corse
avanti «Vi prego, diteci dove sono Mako e Sandmon se lo
sapete,
sono giorni che non abbiamo loro notizie!!»
«Purtroppo ci dispiace tanto non potervi
accontentare…» disse lo Stakemon capo, dalla
corazza
più ammaccata «…ma il ragazzo e il
Digimon non
sono più qui, se ne sono andati.» (canzone: Steps
- Why)
…generando la più grande delusione per il gruppo
«Che cosa…?» accennò
Beelzemon, e lo
Stakemon «Proprio così: purtroppo hanno cercato di
farci
ragionare, ma noi non volevamo sentire, accecati com’eravamo
dall’astio nei confronti gli uni degli altri
così…» chinando l’intero suo
corpo sferico
«…li abbiamo scacciati, e loro sono dovuti
scappare sotto
una pioggia di nostri attacchi: mi dispiace, voi avete fatto tanto per
noi e ora l’unica cosa che raccogliete è la cenere
che
abbiamo sparso…
…ma
sappiate che se ci fosse possibile tornare indietro ora daremmo ascolto
a quel giovane volenteroso…e al suo
Digimon!...ops…scusami amico…ma non hai detto di
essere
tu il Digimon di quel ragazzo?» ma tutte quelle parole non
facevano che accrescere il pallore sul volto di Suzie, ora disorientata
(Lopmon: «Suzie, non fare così,
coraggio!»)
«S-Sì, io…sarei…sarei stato
il suo Digimon
se…!...
…se da dieci anni a questa parte le cose fossero andate in
modo
semplicemente opposto alla realtà, sì io
sono…ero…sarei stato il Digimon suo e di sua
sorella! Con
questo volete dire che…non sapete dove sia il mio
Mako?!»
ma un Kalamimon si accostò a lui, ponendogli il suo
braccio-lama
sulla spalla «Ascolta, se questo può esserti di
consolazione anche se magra, lo capisco…sappi che quel
ragazzo
ci è sembrato solido, equilibrato: sembrava sapere
esattamente
ciò che voleva…e per prima cosa la tutela e la
sicurezza
del suo Digimon. Sarebbe restato a negoziare con noi…se non
avesse temuto per l’incolumità del suo compagno:
quando li
abbiamo visti allontanarsi, ci siamo resi conto che un vincolo molto
forte li legava. Ora…se la nostra umile esperienza di padri
che
hanno fatto tanti sbagli può esserti d’aiuto,
dammi retta:
proprio perché gli vuoi bene…lascialo proseguire
lungo il
suo cammino. Sta crescendo. E il modo in cui protegge quella
creatura…fa presagire cose buone per il futuro.»
Il volto
graffiato di Beelzemon rimaneva ingenuo, spiazzato «E
così voi…dite che io dovrei lasciarlo
andare?»…«…guarda i nostri
figli, loro
hanno sofferto proprio perché abbiamo dubitato che sarebbero
potuti diventar grandi…grazie al loro bagaglio! A volte
sembriamo piccoli e immaturi, ma tutti noi, chi prima chi dopo, ci
facciamo le ossa. Abbiamo diritto a farcele!»
I Toothpickmon fecero
eco «Li abbiamo colpiti duramente, ma loro hanno
resistito!»
«Il mio
Mako…» pensava Beelzemon commosso
«…il mio
piccolo Mako è diventato grande, ha un altro Digimon. Non ha
più bisogno di me…è così
che
finisce…» ma le sue riflessioni furono interrotte
dallo
scoppio improvviso del pianto di Suzie «Oh no
Suzie!»
fece Lopmon aggiungendo «Ti scongiuro! Non devi
piangere!»
Beelzemon le si
accostò, accogliendola fra le sue braccia mentre esclamava
disperata «Mako!! Mako…non posso
neanche…riportarmelo sulla terra…ferito e
graffiato!! Non
posso tenergli la mano a bordo dell’Arca!! Non sono potuta
partire con lui né posso farvi ritorno, io non sono niente
per
quel ragazzo!! Non sono nella sua vita! Sono
un’estranea!!»…«…su
ti prego,
piccola…» la stringeva Beelzemon
«…non fare
così…pensa…pensa a me a questo punto!
Per quel
bambino, che per me rimarrà sempre tale, io ormai non sono
più niente. Io e te siamo nella stessa barca, mi rincuora il
fatto che per lo meno…Mako è salvo! Lui sta bene,
e
prosegue il suo cammino!» ma Suzie continuava ad invocare tra
le
lacrime «Mako…!! Io lo amo, perché
è dovuta
finire così Beelzemon, perché?!»
“Già, perché…?”
pensava il Digimon
rattristato “…è questo il modo in cui
va la vita,
dobbiamo essere…tutti separati? Chi va in una
direzione…chi in un’altra? E che ne
sarà di tutti i
nostri antichi affetti…della casa, e delle foto assieme di
un
tempo lontano…?” sull’eco di Lopmon che
le carezzava
i capelli con l’orecchio «Coraggio
Suzie…dai,
torniamo sull’Arca.»…«N-Non
voglio prendere
quella maledetta Arca!!»…«Per
favore!!»
supplicava la coniglietta, affermando tra le carezze
«…oh
amica mia, benché tante cose cambino…il tuo
pianto invece
ha sempre lo stesso…identico suono…»
…mentre quell’alba di riconciliazione troneggiava
dietro
di loro, in uno stile moderno e metropolitano (fine-canzone)
Nel frattempo, presso il palazzo diroccato sulle nuvole…
«Grande
sovrano!! Grande sovrano, correte!!!» gridava un Gekomon a
dispetto della sua erre moscia.
Intanto «E
così la mattina si fa colazione!
Poi…c’è il
turno delle udienze!» Kazu ripassava la tabella di marcia,
mentre attraversava il corridoio con Guardromon, Diamon e Cyclemon
«Sì, o comunque prima l’uno poi
l’altro!» replicava la ragazza aggiungendo
«Ma se
io non faccio colazione prima poi non riesco a carburare con le
udienze.» quando il Gekomon si precipitò
«GRANDE
SOVRAAAAAANO!»…«Che succede, signor
Direttore
d’Orchestra? Siete regredito?!» chiese il ragazzo,
ma come
il suo Digimon fece notare «Kazu ti cade la
corona!»…«Ops!» la
afferrò al volo,
e Diamon «Che ti va troppo larga? Possiamo farla stringere,
papà?»…«Dobbiamo trovare un
orefice
disposto!» replicò Cyclemon, mentre il Gekomon
gridava
«Non potete capire, una cosa terriiibile!» ma Kazu
lo
invitò «Non urlate così vi prego, ho
già il
cuore che va a mille, per la minima cosa faccio un
tuffo!»…«Qualcuno ha abbandonato un
draghetto
davanti al palazzo!!!» esclamò il Gekomon tutto
d’un fiato, e Kazu «Che cosa?!» (la
corona gli
cadde e finì in testa a Guardromon)
«Cucciolo!
Amore.» commentò Diamon, spiegando
«Delle volte lo
fanno, sai? Le popolazioni dei Digimon nomadi,
hanno talmente tanti figli che ogni tanto quando proprio non possono
tenerne più uno zacchete! Lo rifilano in
giro!»…«Bel comportamento (!)
»
commentò il ragazzo con aria eloquente, dopodiché
chiese
«Sentite, dov’è
ora?»…«L’ho affidato ad alcune
guardie
all’entrata del castello!» Diamon esortò
«Kazu, dobbiamo assolutamente andarci ad informare su di lui,
poverino!»…
Ancora grida «Grande Sovrano di Digiworld!!» tanto
che Kazu
domandò «Ma da queste
parti…è sempre
così, tanto per
sapere?»…«Più o
meno.»…«Rincuorante, Cyclemon!»
…e quando
le guardie furono giunte, il ragazzo chiese «Knightmon,
Fireflymon, che succede, è per il draghetto che strillate?
Ci
hanno già informati!»…«No,
tutt’altro
Vostra Altezza!» rispose il Knightmon, e Kazu
«Cosa?! Ci
sono ulteriori problemi???» mentre Guardromon gli ricordava
«Kazu? La corona.»…«Oh? Grazie
Guardromon…» riaccomodandola in testa
«…comunque in effetti in certi casi potresti
tenermela
tu, quando a me toccano le azioni più ostiche! Beh insomma,
stavate dicendo?»…«Troppo lungo da
spiegare, forse
è meglio che veniate di persona!» Kazu prese un
sospiro,
e con esso la forza necessaria
«…d’accordo!»
affrettando il passo «Acc, ora che ci penso potevo
lasciartela
la corona!» visto che non faceva che traballargli sul capo.
Una volta
discesi dove vi era anche la folla «Scusate,
qualcuno
saprebbe dirmi perché questi Digimon si agitano tanto?
E’…l’emozione per
l’incoronazione ancora da
smaltire, oppure
qualcos’altro?»…«Sembra che
abbiano avvistato qualcuno, che chiede di essere ricevuto a
palazzo.» rispose Cyclemon, e Kazu
«Qualcuno…chi?» con eco di Guardromon
«Qualcuno…chi?»
Ma quando
si alzò sulla punta delle sue scarpe per guardare oltre le
sagome di Digimon più imponenti…
…dall’entrata che ora brillava di luce solare
filtrata
oltre le nuvole, scorse in controluce due sagome. Una delle quali
rispose «…sono io.» (canzone: Agnes
- Right here, right now (My heart belongs to you) ) con
voce pacata,
gentile, e maschile, anteponendo la sua mano elegante sulla colonna,
nell’umile richiesta «Ci faresti entrare, per
favore…?»
«Tu…?» mosse un passo, stupito, Kazu.
Alle spalle del
ragazzo dai capelli rossi che si delineava oltre l’entrata,
una
sagoma alta e maestosa avvolta in un manto nero col cappuccio.
«Mako?!» esclamò il giovane sovrano. Ma
quando
provò ad avanzare verso di lui, la muraglia di Digimon si
frappose fra loro, in un tripudio di grida.
“Neanche per
sogno! Egli trascina con sé quell’ignobile
tiranno,
Sandmon!”
“Andate via!!!
Tu, indegno Digimon ed il tuo stolto compagno umano!”
Kazu
trasalì di fronte a quella scena, cercò di farsi
strada
ma Diamon lo tratteneva «Attento, amore
mio!»…«Ma…Diamon, quello lo
conosco! Abita
nella mia città, è-è un nostro
compagno!»
Diamon
rimase sbalordita, e Cyclemon le si accostò «Anche
lui
dev’essere un domatore di Digimon.»
I Digimon prepararono
senza esitare l’accoglienza, a suon di ortaggi…e
di
tecniche magiche “Hai distrutto il nostro villaggio,
spregevole
saccheggiatore!”…”Ora avrai quello che
ti
meriti!”
Sandmon, la cui bocca
ondulata si intravedeva oltre il cappuccio, manifestava
un’aria
fragile e stanca, ben diversa da quella bellicosa per lungo tempo
ostentata. Tanto che sembrava essere il ragazzo a dovergli fare scudo
«Ptsss, se il sovrano dovesse darci il permesso io vado
avanti,
tu stammi sempre dietro e non aver
paura!»…«Mako…»…«Shhh,
non c’è motivo di temere.» lo confortava
abbracciandolo, Sandmon sembrava aver paura.
Kazu fece loro
cenno di avvicinarsi come si fa a un compagno in una delicata
scorribanda scolastica. Ma l’odio dei Digimon si
scatenò
“Arriverete cadaveri al cospetto del sovrano!!!”
«Oh no
papà!!!» Diamon nascose la testa
nell’abbraccio del
padre.
Ma Kazu procedette incurante del pericolo
«Fermiii!!!»
Farsi strada era
arduo, Mako si parava come poteva ma i colpi lo spingevano in ginocchio
e gli strappavano i jeans. Però si rialzava e procedeva
nonostante i graffi, così come Kazu che ad un tratto
«Ahh!» gettò via la corona come un
seccante
impedimento «Mako!!...da questa parte, portatevi
dall’altro lato! Dall’altro lato!! Qui è
pericoloso!»
I due ragazzi si
tendevano la mano, ma erano ancora lontani, nel più enorme
disorientamento dello spaventato Sandmon…
“Il
Digimon che si atteggiava ad Ambasciatore del
Supremo!”…”Ora torni con la coda fra le
gambe,
eh?!!!” ma Kazu prevaricò con la sua voce
«FermiiiiIIII!!!...» prima di farlo con il suo
passo
«Ora---v-ve la faccio vedere io!! Chi vi ha detto di aprire
il
fuoco contro questa gente?!!»
«Ma
Altezza, Sandmon ci aveva
invasi!»…«C’ERO
ANCH’IO! Lo so come sono andate le cose ma questo non vi
autorizza a scatenare un tale inferno!»
I più
accaniti gridarono «Se lo merita! Sandmon non ha avuto
pietà di noi quando si è trattato di incendiare
il nostro
villaggio, e se voi ora siete il Sovrano dovete imparare a fare
giustizia!!» ma il ragazzo rimbeccò prontamente
«Ora ve la do io la giustizia, risolveremo la faccenda in un
modo mooooolto democratico, della serie: io sono il Sovrano! E si fa
quello che dico io!!!»
Le creature
corrugarono lo sguardo…ma si scontrarono con le occhiate di
fuoco di Diamon e Cyclemon.
«E io dico
che…questo ragazzo e questo Digimon possono passare!
PERCHE’ SONO VISIBILMENTE PENTITI E INDIFESI! E il nostro
mondo…E’ DIVENTATO FAMOSO NELLA MIA INFANZIA PER
ESSERE
BUONO E CARITATEVOLE! Non rinuncio a queste qualità proprio
ora
che ne ho raccolto la corona!!!...
…vieni qui Mako, non aver paura ti faccio scudo io,
dì di
venire anche a Sandmon!»
«Altezza
Reale questo è un…AFFRONTO!» ma Diamon
corse
avanti «MA NON AVETE ANCORA CAPITO?!!»
strillò con
le lacrime agli occhi, picchiando a terra con la sua catena di diamanti
«Ultimamente vi si devono dire sempre…URLANDO, le
cose!!!
Solo in questo modo le capite!! Se vi fidate di noi bene, altrimenti ve
ne potete anche andare! Kazu! Kazu, amore!» ed accorreva
anche
Guardromon «Kazu tutto bene?!» ma quando alcuni
Digimon
tuonarono «Siete vergognosi…!!»
attaccando
nonostante l’ordine, il robottino fece espressione cattiva
«Missili
sibilanti!!» disintegrando l’assalto
«Guai a chi attacca il Sovrano! E coloro che lui
protegge!»
«Mako stai bene, sei ferito?! E Sandmon, anche lui sta
bene?!»
I ragazzi
si erano finalmente ricongiunti, e Mako si inchinò in
lacrime
«G-Grande Sovrano! Io…posso solo dirvi
graz-» ed
accennava a baciargli la mano, ma Kazu la tirò via
«M-Ma
che faiii…?! Per carità, alzati! Come ti viene in
mente,
mi conosci, insomma sai chi
sono!!»…«Sì
però…» disse Mako con aria ingenua e
fragile a
sostituire gli occhiali che più non aveva
«…ora tu
sei il re in questo mondo, ed io…ho sempre cercato di
osteggiarvi!» ma Kazu tagliò corto «Su
su, poche
storie, quello era un gioco! Un gioco…da bambini, e ora
è
passato, tu sei uno di noi!» Mako piangeva e camminava a
stento,
Kazu doveva trascinarlo «Dai che tu e Sandmon avete bisogno
di
un riparo. E anche di cure! Ma…quanto avete
camminato?!»
allontanandosi assieme…mentre Diamon e Guardromon facevano
barriera pronti a colpire in caso di bisogno.
Kazu
costeggiò Cyclemon con aria smarrita, come a dirgli che non
poteva fare altrimenti. Ma quando l’ebbe oltrepassato, il
Digimon
pensò “…bravo. Ho fatto bene a fidarmi,
tu
riporterai il nostro mondo agli antichi splendori. Anzi. A una gioia
ancor più nuova.”
Mako si volgeva,
accennando stremato «Sandmon, vieni…!» e
questi si
fece strada zoppicando un po’…fino a che dei
Knightmon
ebbero pietà di lui, aiutandolo a camminare…
«A me fa
pena…» commentava Diamon «A me ha sempre
fatto
pena. Dall’inizio! Voi mi prendevate per pazza. Ma io
l’ho
sempre detto!» (fine-canzone)
Presso
l’Arca, le Pumpinkmon seguitavano a chiedere «E ora
che
tornerai sulla terra andrai dalla tua mamma? E lei
com’è,
bella come te?» ma Rika sembrava più che altro
interessata a richiamare suo marito, il quale passava di là
«Ryo!» ma sembrava impegnato con Mitsuo e Riley
«…per Muskmon potremmo usare la cabina
nell’ala
destra, sembra dotata di un dispositivo rigenerante.»
sicché passò avanti, nella lieve delusione della
moglie,
alla quale però rivolse «Amore! Non mi sono
dimenticato
di te, eh! Finisco di aiutare qui e poi ti raggiungo, resisti con le
vecchiette!»
Espressione eloquente da parte della ragazza, nell’eco delle
Pumpikinmon «Mi raccomando di far vedere a tua mamma il mio
servizio da bagno, ho cucito dei pezzi in più apposta
ricordando
che voi Digimon Tamers siete tutti molto devoti ai vostri
genitori!»...«Scusa Rika.» si
accostò Rea,
e la rossa colse subito l’occasione «Ci sono
notizie di
Suzie e gli
altri?!»…«…veramente ancora
no,
venivo solo a dirti che da sotto stanno caricando un piatto di
quelli…hai presente? Molto grandi, li fanno nel Settore
delle
Ceramiche o credo si chiami così.» facendo vari
gesti per
indicare forma e ampiezza, che ebbero come risultato lo sbarramento
degli occhi di Rika «…un altro???!!!
Ah!» la quale
si accasciò sul sedile «Rika! Ti senti
male?»
sorrise un po’ Rea, e l’altra si portò
la mano alla
fronte «Sono…letteralmente sommersa, ti giuro che
il mio
fisico non regge un altro regalo! Ma chi poteva saperlo che andava a
finire in questo modo?»…«Uhmuhm, ti
capisco sai?
Anche quando è stato il mio matrimonio i colleghi dello
stage ci
hanno riempito di cose. Oltretutto dimenticando che quello in cui
alloggiavamo era…beh ecco insomma, un appartamento
piccolo!» Quegli occhi lilla si aprivano sempre di
più
«Tremo al momento in cui arriveremo sulla terra e dovremo
scaricare! Oltretutto vorrei sapere do-dove li metto tutti questi
piatti, in casa mia, c-casa di
Ryo…»…«A
proposito! Ma…avete pensato a come organizzarvi? Dove
andrete ad
abitare?»…«…no…per
giunta
questo…è anche un altro problema, non ci avevo
pensato.
Beh!...di cosa mi lamento, abbiamo fatto tutto così
velocemente.
Dovremo fare…un po’ e un po’, almeno i
primi
tempi…
…io a casa mia
ho un disastro, e sua madre…beh, sua madre…non mi
può soffrire.»
L’amica se la
guardava lasciandosi scappare un sorriso di tenerezza, per poi chinarsi
accanto a lei «Ah, tutti questi sono problemi che si
risolvono
quando c’è
l’amore!»…«Ah!
Speriamo…»…«Uhmuhm, vedrai
che alla fine di
tutto, ogni particolare di questi, i piatti, i regali di nozze, il
disastro con le case…saranno cose che ricorderete col
sorriso.» al che la giovane si confidò
«Per me
sarebbero già così come dici, se solo non sapessi
che
mentre sono qui a…ptsss: ad ascoltare discorsi di vecchie
sclerotiche e a fare sorrisini in giro Ryo soffre perché ha
un
problema!» Lo sguardo di Rea divenne serio «Ti
riferisci
alla faccenda di Cyberdramon…? Lasciamo stare, guarda! Non
ho
davvero parole e sai che ti dico?! Avrei solo una grande voglia di
prenderlo a calci, è la prima volta che mi sale un istinto
del
genere con un Digimon! Ma dico io, non li credevo capaci di fare una
cosa così brutta come abbandonare il loro
domatore.»…«…nemmeno
io…
…ma a
quanto pare il Digimon di mio marito ci è riuscito, e come
se
non bastasse Yuki mi ha messo in testa la storia che-» ma fu
interrotta «Rika…?» era la sua Digimon,
che le
disse «Volevo dirti che è tutto a posto per il
piatto e
gli altri regali, li abbiamo sistemati di sotto.» (nel
frattempo
chiamarono anche «Rea!» e lei
«Arrivo!»
così che Rika poté restar sola con Renamon)
«…grazie, Renamon. Sinceramente, ma non avresti
dovuto
fartene carico, se solo…(!!) qui a Digiworld le cose si
gestissero con un po’ più di
misura!»…«…mi preoccupi,
cara…» si piegò amorevolmente la volpe,
sfiorandole il braccio «…ti vedo tesa, e mi
dispiace.
Dovresti essere felice, per il tuo matrimonio…»
(mentre
alcuni Digimon strillavano «Abbiamo lottato ma siamo riusciti
a
far mettere il fiocco bianco in cima all’Arca, come si
conviene
per due giovani sposi!») ma a quel punto il volto di Rika si
fece sofferente «…lo sarei! Ma appunto, per il mio
matrimonio!! Se mio marito fosse qui, accanto a me e io ci potessi
parlare…!! Io non mi sono sposata con…cento
vecchiette
digitali!»…«Lo so…»
Renamon la
abbracciò per confortarla «Vedrai che presto
saremo
arrivati a casa, e tutto questo sarà finito. Potrete avere
un
po’ di calma per
voi…!»…«Pfff…io mi
sento talmente
stupida! Qui, seduta, c-con tutte queste…commedie
stucchevoli
mentre Cyberdramon svolazza qua in giro e io cosa faccio?! Niente!
Henry e Rea…hanno recuperato Muskmon, e auspicabilmente fra
poco
saranno qui anche Beelzemon e Suzie…con Mako. Tutti si sono
dati
da fare in un certo qual modo tranne la sottoscritta, ma appena cerco
di fare un passo vengo bloccata, e ora…» guardando
l’orologio «…non
c’è più
tempo…”tempo”…come se
esistesse un’ora
per recuperare amicizie che si sono infrante! I-Io…!...
…non lo
so, da un lato credo di sbagliare. Ryo mi ha chiesto di lasciare le
cose come stanno! Ma io ignoro cosa sia meglio…»
fino a
volgersi verso la volpe dorata «Renamon…
…come
è giusto che io mi comporti, nei confronti di mio
marito…?» sussurrò, sfiorandosi
l’anello a
forma di drago «Tu che sei stata una donna sposata puoi
consigliarmi…faccio bene a restare al mio posto ed accettare
la
sua decisione, oppure…dovrei tornare a essere quella di un
tempo, mandare al diavolo tutti, un bel calcio ai regali per imbarcarmi
in una ricerca disperata di Cyberdramon?
Tu…Impmon…» accennò con un
filo di voce, e
la volpe scostò lo sguardo «…decidesti
da sola di
riprenderlo con te, nonostante
tutto…»…«…a
quell’epoca…non ero ancora sposata.»
Rika la
guardò intensamente «…ma so che anche
in quel caso
non l’avresti abbandonato…ferito e
indifeso...»
Renamon sgranò gli occhi, e la ragazza «Tu sei
nobile, e
sai sempre cosa fare quando è il momento giusto, io invece
mi
sento così insicura, mille dubbi mi dilaniano il cuore. Non
faccio che guardare questo anello…
…e
chiedermi da adesso in poi quale sarà la nostra vita: se ci
avviamo ad essere…una coppia come tante, o se
invece…
…dovremmo
seguitare a stringere i denti, per tenerci stretti i nostri sogni,
ancora e nonostante tutto…»
Renamon la
guardò…ed affermò «Qui non
si tratta di
scegliere se inseguire o meno i sogni, il problema è
pratico:
fra poco l’Arca parte…e noi non abbiamo la minima
traccia
su dove rintracciare Cyberdramon. Impmon era solo, stremato dai sensi
di colpa, e lì c’era poco da decidere: soltanto
da…perdonare, e andare avanti. Ma ora fra Ryo e Cyberdramon
è accaduto qualcosa che io stessa stento a
capire…e in
una simile circostanza…» muovendo qualche passo
sul
pavimento metallico «…credo che tuo marito abbia
bisogno
di calma, non possiamo smuovere mari e monti con il rischio di
illuderlo su qualcosa che poi…non potremmo concedergli. In
questo momento è fragile, anche se si
finge…»
sull’eco, per l’appunto, della risata di Ryo
«…spensierato. Gli uomini a volte assumono un
simile
atteggiamento…per non farci
preoccupare.»…«…pfff,
già, come se
fosse facile ingannarci. Come se non ci accorgessimo che sono diversi
dal solito!!» Renamon si volse verso di lei
«Però
ti posso assicurare…
…che se
io stessa avessi più elementi ti aiuterei a ritrovare
Cyberdramon. Magari…senza dirglielo. In certi momenti hai
ragione, non ci si può sedere e
rassegnare…bisogna
lottare, finché c’è ancora una
possibilità…!!...» sussurrò
ma intensamente
«…un’ultima
possibilità…per
conservare ciò che si ha amato, vale la pena…di
consumarsi le unghie! Non si può fare come me che in questi
anni
mi sono arresa e ho lasciato il tempo trascorrere…
…credevo
fosse la cosa più saggia, ma questo…ci ha tenute
lontane
per dieci anni Rika, e mi ha impedito di crescere, sono rimasta
cristallizzata, come una statua di ghiaccio! Quando invece se fossimo
state assieme tu mi avresti aiutato a decifrare i miei sentimenti e
forse adesso…non tirerebbe così tanto vento
freddo, ma un
soffio caldo, che conforta l’animo…e illumina la
via…»
La sua
domatrice la scrutava…e Renamon affermava «Alla
fine,
solo quando ho tirato fuori la grinta e mi sono ribellata, ho iniziato
ad assaporare il vero aroma della vita…e ho ritrovato te, ma
purtroppo mi sono lasciata alle spalle…un sacco di errori.
Un
vortice di cristalli confusi…che
tagliano…»…«Perché
quelle parole
poco fa,
Renamon…?»…«Oh?»…«Perché
fra te e te hai sussurrato addio a Beelzemon…?»
domandò con la consueta, partecipe discrezione
«Rika…io…» abbassò
lo sguardo la
volpe digitale…
…ma poi
lo alzò con più decisione (canzone: Mariah
Carey - I only wanted) «…mi
è successa una cosa! Ascolta io…so che
forse…mi
considererai pazza però…!...altro non
posso…
…che
pormi senza veli, mostrando quella che sono, e quale volto hanno i miei
sentimenti…! La mia vita sta cambiando rapidamente, come
Digiworld stesso…
…tanto
rapidamente…che a volte basta un colpo di
falce…per
spezzare il rigore che ci ha imbrigliati per anni.»
Ricordando la
battaglia con Nemesimon, ed il suo attacco che aveva spezzato il
pennello di Taomon «A volte basta un lampo…un
po’
più forte del solito affinché tutte le sagome che
per
lungo tempo hanno composto il tuo palcoscenico…assumano una
luce
nuova. Non sono loro a cambiare, se tu stessa che muti…
…scopri chi sei…
…ti
addentri…nelle profondità più
recondite del tuo
mondo…
…in una
battaglia intensa, fra passato e presente…al cospetto
dell’incognita del futuro…» e mentre
descriveva,
accolta dall’intenso ascolto di Rika che scorreva le dita tra
i
nastri dei regali, e nella voce della Digimon sembrava trovare la sua
distensione…le tornavano alla mente la perla splendente di
quel
giorno, e la luce che aveva ricomposto l’illusione della loro
casa…
«La nostra è un’evoluzione
continua…
…da uno stato primordiale che fa ben poco
sperare…attraverso il miracolo che ci rende umani, per
poi…spingerci oltre il confine più lontano, volti
a
raggiungere strati e livelli di complessità sempre
più
intricati. E una volta che posiamo i piedi, o…le zampe su
quella
che si sembra la vetta, ritorniamo indietro…
…ricerchiamo chi eravamo, la luce da cui tutto è
iniziato…
…quando eravamo
bambini.»…«…a
volte…» accennò Rika, che forse
iniziava a intuire
«…è nella morsa del ghiaccio
più gelido che
riscopriamo il passato.»
Renamon non si stupiva del suo intuito
«Sì…è
così…
…forse a volte ricerchiamo qualcosa di lontano, ma lo
facciamo…nel modo sbagliato! Non ci conosciamo, siamo
giovani…inesperti. E chi potrebbe consigliarci non
è
lì accanto a noi. In quel caso è facile che le
illusioni
attacchino…
…illusioni…come può essere ad
esempio…
…l’amore…per qualcuno che di quei tempi
ha fatto
parte. Un amico, un compagno…»
…mentre Beelzemon faceva ritorno in volo, con la mente
assorta
fra pensieri fitti come gli addensamenti nuvolosi…
«…in cui ti capita di identificare
inconsciamente…tutto ciò che ti è
sfuggito. Le
emozioni che non hai vissuto. Vedi Rika? Nel tuo caso il
destino…ha voluto che in costui ritrovassi
l’amore: Ryo
è il tuo passato. Tu sei il suo. Lui…ti ama. E tu
altrettanto, ma a volte…» nascondendo il volto
«…il destino assume forme differenti. Complicando
la
realtà di ogni giorno…»
…ed
era come se parole del genere descrivessero il volto pallido e assente
di Suzie, ora che suo fratello e i compagni si precipitavano a
chiederle com’era andata la missione…
Rika si alzava,
avvicinandosi alla Digimon che confessava
«…è
stato quando...nella morsa di ghiaccio che ci teneva
strette…l’ho rivisto bambino!
Io…!!»
Ricordando del blocco
di ghiaccio, e di quando sognò Imagomon regredito che le
implorava aiuto…
Renamon si volse di
scatto «Per la prima volta ho visto le fragilità
del suo
animo!! Rika io da quel momento…sono cambiata, lo vedo con
occhi
diversi! Temo…di essermi…
…innamorata…di lui…
…capisci?» con un filo di voce, mentre un rombo si
levava
attorno a loro, ma era come se non se ne accorgessero
«Renamon…»…«Temo di
essermi
innamorata di mio marito!! Proprio ora…
…che lui mi ha lasciata! Ti rendi conto Rika?!»
La ragazza sgranava i
suoi occhi…poi le carezzava il muso con
comprensione…
«Perché
per la prima volta ho visto…il bimbo fragile che si nasconde
in
lui! Io ne ignoravo l’esistenza, tutti me l’avevano
presentato come il Digimon che mi avrebbe protetta, rimarginando le mie
ferite…per esser stata strappata da te. Non mi ero mai posta
il
problema che Imagomon potesse soffrire, tremare…aver paura
come
me altrettanto, e quando me ne sono accorta
io…!!»…«Renamon…tu
stai
piangendo.»…«…e
noi…
…stiamo volando. Ah! Siamo
partiti…Rika…
…non
è più la stessa Digimon che lascia questo mondo.
Giunta
qui come colei che amava Beelzemon faccio ritorno sulla
terra…
…con un
cucciolo…di volpe nera adagiato sul
cuore…»
prendendo suo figlio Nymon tra le zampe e carezzandolo
«…sono proprio un caso disperato…
…vero?» chiese commossa. Ma la ragazza
scavalcò il
nastro dei regali e la abbracciò…(fine-canzone)
L’Arca
dalla forma stellata, mossa dal motore di cristalli pulsanti, si alzava
solennemente in volo, attraendo la curiosità di un paio di
Digignomi che ne carezzarono la superficie, trascinandosi scie di sfere
di polvere.
“Addio di nuovo, Digiworld…” meditava
Takato
“…ma questa volta non per sempre.”
specchiando il
suo volto nell’oblò “Non avrei mai
creduto che ti
avrei rivisto, e che proprio a te avrei lasciato il rimpianto per un
fratellino mai avuto. Ebbene chi meglio di te può accogliere
questo sogno nascosto? Questo sogno di breve durata…dunque
eccolo, lo lascio alla tua aria. E
all’abbraccio…del mio
primo Digimon, che ora è nell’aria e nel
paesaggio. Egli
è nel cielo e nelle colline. Guilmon corre più
rapido…della polvere digitale ormai, ed è a lui
che
lascio questo mio sogno dell’età adulta. Il sogno
di
ritrovare Nakao, le risate, e i giochi alla scoperta di un ruolo che
non ho mai rivestito, quello di fratello…
…torno
figlio unico, come sono sempre stato…ma ti chiedo di darmi
la
forza per chiudere definitivamente questo capitolo, affinché
il
mio Nakao…possa essere anche lui finalmente libero. E una
nuova
alba possa rinascere dopo tanta pioggia, e tanta morte.”
Cindermon lo
contemplava, silenziosa, nascosta dietro la colonna. Ma lui era come se
sapesse della sua presenza, ed accennava un sorriso.
“Ma non
solo dolore abbandono alle tue alture d’argento,
nell’attesa di ritornare ancora, e di colorarti, assieme ai
miei
amici, con le tinte del passato. Ebbene ti dono le tinte vive di nuove
gioie presenti. Non per niente sono un parrucchiere, e regalo nuovo
colore ai capelli che hanno perso la fibra. E i miei capelli
dell’anima sono rossi come il fuoco, come il tuo passato,
come il
mio presente: la mia nuova Digimon, Cindermon, e i bei ricordi con lei!
Non dimenticherò le risate e gli scherzi di questo secondo
viaggio, i fuochi alti nella notte…quando balzavo a cavallo
di
Wolfiremon sulle torri di un castello di cartone, innalzato da Nakao
per trarci in inganno. Non scorderò…le unghie
affilate di
mio fratello e i suoi colpi nonostante tutto vivi e violenti, quando
lottavamo sulla balaustra del castello, così come…
…non
scorderò quella creatura…così unica,
così
particolare…
…con
l’occhio bendato, e un cappuccio d’oro che gli
copriva il
muso…una creatura che aveva smarrito la strada…e
che
incontrai nella notte di una sera da fiaba, in un angolo di quelli rari
in quanto immuni al tempo…magari vi fossero più
angoli
così, sebbene siano così quieti e
riparati…proprio
perché sono pochi. Ma non è stata
l’unica sera da
fiaba: ogni giorno, lungo le linee di questo mondo caro, e che ora sono
certo essere parte inscindibile della mia vita, e non soltanto
un’illusione d’infanzia…ogni giorno ha
ospitato
sfumature speciali ed incredibili geyser di emozione, di ogni tipo!
Gioia, dolore, amicizia, separazione, conflitti!...
…eternità…come eterno è il
vincolo che ho
scoperto legare tutti noi Digimon Tamers. Come quello che ci lega ai
nostri Digimon. Le nubi svaniranno…e sono certo che anche
ciò che è accaduto fra Ryo e Cyberdramon
potrà
essere sanato. La battaglia non è ancora finita, e conservo
nel
cuore la speranza che anche fra loro l’amicizia possa
trionfare…”
Ma Jeri si
avvicinò a lui, e in quel momento Cindermon si
irrigidì e
capì di doversi allontanare. La ragazza si
accostò senza
dire niente, sembrava bisognosa di rassicurarsi con la sua sola
presenza, sicché lasciò la mano scivolargli sulla
spalla
“Ciò che non potrò
dimenticare…(canzone: Steps
- If you believe)
…è che
in questo mondo è nato finalmente l’amore con la
ragazza
dei miei sogni: la sola che abbia mai veramente
amato…”
raccogliendo la sua mano, adagiandovi un bacio, e adagiandola sul
proprio cuore. “Jeri…se provassi a parlare non
riuscirei a
esprimere l’amore che provo per te. Ci ho già
provato una
volta, quando tornammo dal primo viaggio a Digiworld, e combinai un
disastro! A lezione imparata, stavolta lascio che sia il mio cuore con
i suoi battiti, a raccontarti il viaggio di tutta una vita per arrivare
fino a te…
…Guilmon,
amo questa ragazza. Ed ora che mi guardi dall’alto,
puoi
comprendere che non si tratta di un gioco infantile o di un amore
adolescenziale…ma è quel qualcosa che si attende
dalla
nascita, poiché in grado di rifocillare la vita, giorno per
giorno, con la sua fresca rugiada!...
…Digiworld, io amo questa ragazza che è simile a
me,
nelle sue paure e nel suo modo di amare! Amo questa ragazza con cui
sono cresciuto…e prometto di fronte a te, mondo
caro…che
non voglio lasciarla mai…!” abbandonando
all’aria il
suo sussurro…
“Takato…” mormorava dal cuore, mentre
gli regalava
dolci baci “…non mi lasciare, io non ho smesso di
essere
quella bambina impaurita che portasti via da Digiworld. E oggi mi sento
ancor più fragile di allora!”
“Jeri…io non ti lascerò mai!”
Un Digignomo che
voleva trattenerli si adagiava sul vetro
dell’oblò…o forse era incantato dal
bacio di tra
quei due ragazzi…
«Fate buon viaggio!!» Le Pumpkinmon agitavano la
mano. E
Clockmon era scoppiato in lacrime, asciugandosi col suo manto rosso, e
consolato da Hagurumon «Clockmon amico non fare
così,
coraggio! Ryo e i ragazzi torneranno!»
Ryo
dal cristallo gli faceva cenno cordiale di sfruttare un fazzoletto per
soffiarsi il naso…ma quando si allontanò aveva
occhi
commossi anche lui, e guardava i Digimon volare
“…ciao
Digiworld. Nel mio caso è un addio definitivo. Non
dimenticherò mai l’emozione di sfrecciare nel tuo
cielo,
sostenuto dalle possenti braccia di un drago digitale…!
Auguri
Cyberdramon. Auguri per la tua vita. Ti auguro di
ritrovare…tutti i tuoi figli. E semmai riconciliarti con tua
moglie. So che ti ama, in fondo al suo…pancione grasso di
cibo!
O forse questo è ciò che ti
augurerebbe…ciò
che per te non sono stato, e cioè quel domatore dei
cartoni…eroico, impavido, onesto…che anche quando
cresce
non smarrisce il suo smalto, e non si perde sulla cattiva strada, come
ho fatto io.” «Acc…!» tirava
su col naso, e
tastava i suoi abiti «Dicevo tanto a Clockmon, ma poi sono io
quello a cui manca il fazzoletto! Terriermon, ne hai
uno?»…«Momentai.»…«Graaazie!
Sfrnnnn!!!...ahh…» “…addio
Clockmon, e caro
vecchio Hagurumon. Vi ho detto che tornerò, ma è
l’ennesima delle mie bugie. Continuate con le vostre
migliorie,
porterò il vostro Grand’hotel sempre nel mio
cuore!...
…è là che ho trascorso la mia prima e
unica notte
d’amore…in tante inutili notti di sesso da
dimenticare,
disseminate nella crescita. Ma la prima volta che sesso, e amore hanno
preso un'unica forma per me…è stato a
Digiworld…per questo non potrò mai finire di
essere grato
a questo mondo. Addio infanzia mia…” volgendosi
verso
l’oblò…in cui si rivedeva giovane
“…addio ragazzino che sono stato, benvenuta
età
adulta. Addio domatore
leggendario…benvenuto…Ryo…semplice
essere umano.
Oh?”
Ma
nell’oblò vide quel ragazzino abbracciato da una
coetanea
un po’ mascolina, dai capelli legati e di color rosso intenso
«Rika…»…«Amore
mio!»
Lei era
lì nella realtà, con i suoi boccoli e la sua
femminilità. Lo abbracciava con le lacrime agli occhi, e lui
a
dirle «S-Su tesoro…non devi piangere! Anche se non
lo
vedi, lassù sventola il fiocco bianco, i Digimon lo hanno
apposto per noi, simboleggia il nostro matrimonio!» ma fu
Rika a
versare per lui tutte le lacrime che lui tratteneva. E lui la strinse
forte “Ti sono…così grato, compagna
adorata…” così come le loro proiezioni
del passato
si abbracciavano teneramente nel riflesso.
Mitsuo e Riley
si abbracciavano dinanzi all’oblò, e la donna
adagiò una mano sul vetro, stringendo le dita e versando
lacrime
come se volesse trattenere qualcosa. Ma a loro si accostò
Kenta
«Venivo a dirvi una cosa.» Mitsuo si volse
«…c’è qualche problema
tecnico,
Kenta?» ma questi scosse il capo con un dolce sorriso
«…grazie a voi no di certo. Però ci
tenevo a farvi
sapere…che ho preso la decisione di laurearmi.
Chiederò a
Henry e Rea di darmi una mano, vorrei prendere la loro…e la
vostra stessa branca, come sapete faccio già il tecnico di
computer. Ma vorrei impegnarmi a fondo, e se ci
riuscirò…
…tornerò in questo mondo, per lasciare un fiore
del
bouquet di laurea là dove è morto Guardianmon, e
dove
sono certo che il mio amico Kazu farà erigere una lapide.
E’…a lui che dedico il mio sforzo. Per ricordarlo
sempre,
come non si scorda mai il proprio titolo di
studio…»
Mitsuo si
sfilò di colpo gli occhiali svelando commozione
«Kenta…era la cosa più bella che potevi
dirci.» Anche il ragazzo era commosso
«Verrete…alla mia laurea se ce la farò,
vero?» Riley appoggiò il capo sulla sua spalla
«…puoi contarci…!»
L’Arca svaniva come una stella del passato
all’interno del
campo digitale. Là la luce la avvolse, e l’avrebbe
ricondotta sulla terra…(fine-canzone)
«E
così, nonostante tutto, non vuoi dirmi il tuo
nome…» mormorava in tono cupo il signor Mori
presso il
portone della sua casa «…sebbene tu sia
perfettamente
cosciente…che in questo momento sono un uomo distrutto, e
non
potrei nuocere a nessuno.» mentre il giorno sembrava
accogliere
la sera, ed il cielo, nell’aprirsi della coltre di nuvole, la
sua
sfumatura rossastra «Non è che non voglia
dirglielo!!...» si affrettava a giustificarsi il ragazzo che
era
con lui «…è solo che io…
…vede…» accennava dispiaciuto, e
l’uomo
benché aggravato trovava forza per fissarlo negli occhi
«Dì la verità…» ed
il suo sguardo
era penetrante «…sei un pregiudicato, non
è
così…?»…«Come?!»
sussultò il giovane «Ti sei messo nei guai con la
polizia…?...
…a
me puoi dirlo…ti pare forse che andrei a denunciarti dopo
che tu
mi hai aiutato a ricercare mia figlia anche se…s-senza
successo!»…«La prego, non faccia
così!!»…«Akiko!»
L’uomo scoppiò in lacrime, ed il ragazzo gli
afferrò le spalle con le sue mani avvolte da guanti
«La
prego, lei…deve resistere…
…non può lasciarsi andare così,
proprio lei che
è
così…allegro…»…«Dì
la
verità, sei un mio alunno che non riconosco! Sei molto
cambiato,
ed il tuo nome ora è…su tutti i
giornali…»…«…o-oh…?
Sì, se vuole…pensarla così va bene,
è vero
io…sono nei guai con la polizia e non posso svelarle chi
sono!» confessò timoroso, e l’uomo
tirò un
sospiro «…d’accordo…
…non te lo chiederò
più…»
“Si
sbaglia signor Mori…” si specchiava negli occhi
del
giovane il rosso della sera “…ora il mio nome non
è
più su alcun giornale. Lo è stato!...ma quel
tempo…
…è lo stesso in cui è rimasta la sua
allegria, e
la sua spensieratezza!” «Senta, allora
io…quasi
quasi…penso che è meglio che vada. Tanto ormai
lei
è arrivato a casa!» proponeva e stringeva le sue
esili
spalle, ma l’uomo lo trattenne «No,
aspetta!»…«Ah!»
…la
sua stretta era forte, nonostante il suo fisico debole «Hai
un
posto dove andare? Una casa?»…«Uhm?
Veramente no,
io vivo…un po’ qua e un po’
là!»…«Ti prego, resta con
me!»…«Come dice?!» ma egli lo
guardò
con occhi oltremodo sinceri «…ho bisogno di
qualcuno che
mi conforti in queste ore di dolore, non voglio restare solo
e…te lo giuro, non è solo perché mi
serve aiuto,
ed intendo sfruttarti. Ti racconterò la mia vita! Mia figlia
è scomparsa, non si sa dove sia e io sento…
…che gli ultimi resti del mio mondo stanno andando in
pezzi!»…«No! No…»
esclamò con
pena il ragazzo, carezzandolo «…ma certo che
resterò, anzi grazie che mi offre un letto, non le importa
di…?»…«…no. Non mi
interessa
perché io capisco che anche se sei un
pregiudicato…sei un
un bravo ragazzo!»
Guilmon lo abbracciò “…sono ormai
un’anima in
pena. Non sono più niente, nessuno. Ma almeno mi accorgo che
non
sono il solo, ci sono altri sfollati dal mio tempo!”
«Stia
tranquillo, le prometto che io…non la lascerò in
questo
momento difficile! Quelli come noi…quelli come noi devono
restare uniti, fino alla fine, fino al crollo, fino a…
…» sfumò nella sera, e nel commosso e
intenso
«Grazie…!!...» dell’insegnante
sulla sedia a
rotelle, che evocava le lacrime anche nel ragazzo…
«Shhh…Akiko si è
addormentata!» sussurrava
una voce femminile dalla nota delicata…
…la bambina era rimasta assopita su una sedia, presso il
tavolo
in sala…gli occhiali stavano per scivolarle dal
volto…
IceDevimon la
scrutava con la coda dell’occhio, ma sembrava non volerlo
mostrare, sicché quando Asanuma si sedette accanto a lui in
cucina, spostò drasticamente lo sguardo.
«Questo
sarebbe il piano…!» spiegò colei che si
sedeva
dall’altra parte del tavolo, scrollando i riccioli castani
che si
adagiavano sull’abito nero. Parlava sottovoce, forse per non
svegliare la bambina «Dobbiamo essere molto compatti e
vedrete
che questa volta…tutti e tre potremo ritagliare la nostra
fetta
di torta anzi!...mi correggo, tutti e quattro perché Akiko
potrà vantare di avere due genitori inseriti appieno nel
futuro
del mondo digitale!»…«Uhm?!»
IceDevimon
sussultò, e Asanuma «Intendi alludere solo a SUA
MADRE,
spero!»…«Eh?
Sììì, no scusa
sai com’è io ragiono sempre col metro della
famiglia! Che
ci posso fare, è il mio habitat naturale: non riesco a
concepire
alcun piano o progetto che non soddisfi mamma, papà
&
bambini, non riesco a voltare pagina da quando è finita con
Sandmon, in effetti…dovrei sentire un buono psicologo per
questo…ma comunque…
…non ho i soldi al momento!
Però…»
aprendosi in un sorrisone «…se il piano va in
porto li
otterremo, eccome se sarà così!! Diventeremo
ricchi e
famosi, voi due come nuove star del mondo digitale!
Iooo…i-io
ecco, beh come…
…come…comeee…come coordinatrice!
Sì diciamo
come…capo-cuoca, organizzatrice, animatrice, tutto queste
cose
qua sapete che a me piace l’aspetto
dell’allestimento!
Festoni, dolcetti e via dicendo, a me lasciatemi quello e voi potete
tranquillamente…prendervi il resto della scena, sicuro non
c’è problema, davvero!» rubando alcuni
pop-corn da
un piattino, mentre i suoi alleati si protendevano ansiosi di ricevere
dettagli aggiuntivi «Allora statemi a sentire, in questa fase
la
tua parte sarà determinante, Nami: mi raccomando, dovrai
recitare…come se ti avessero proposto un contratto a
Hollywood!
Il nostro obiettivo finale sarà…
…provocare una disperazione talmente insanabile nel cuore di
quel Digimon travestito da umano, da permettere finalmente la
biodigievoluzione fra voi due!»
Asanuma e IceDevimon si guardarono…benché a
quest’ultimo talvolta sfuggisse lo sguardo verso la bambina
(gli
occhiali finirono per cadere a terra)
Violetta
abbassò il tono «Ptsss…il mio adesivo
è
già posizionato…»
…scesi dall’ascensore, la sagoma rossa brillava
sotto la
maglietta del ragazzo che spingeva la carrozzella…
«…e al momento giusto assorbirà tutta
l’energia convogliandola nel vostro Digivice!»
…il cristallo di ghiaccio che insegnante e Digimon tenevano
al
centro del tavolo…
«Ma per
provocare un flusso tanto potente…egli deve sentirsi
distrutto…!!...» descrisse con gusto
«…e
grazie a noi sbatterà il muso contro l’incubo
peggiore
della sua vita, ihihi! E pensare che i presupposti già ci
sono!!
Noi dobbiamo solo giostrare le carte nel modo adeguato!»
aiutandosi con una viva gestualità «Ah! E a questo
proposito…guardate un po’ qua!
Pacco-regaaalo!»
sfoderando un pacchetto da una comune busta della spesa
«Nami, a
te l’onore!»
«Che cosa sarà…?» disse la
donna,
carezzando dubbiosa quella carta dai disegni allegri
«Probabilmente lo champagne per festeggiare la dipartita di
quello sciocco!» propose IceDevimon, ma Asanuma
obiettò «Non ha la forma della
bottiglia…»
«Su su
apritelo, dai!!» fremeva Violetta a mo’ di bambina
«Non vedo l’ora di vedere le vostre
facce!»
Asanuma
iniziò a scartare, con la lentezza che di solito si riserva
alle
sorprese più eccitanti. Le sue mani, a poco a poco,
tagliavano
quegli strati di carta…
…e i
pupazzetti verdi che la decoravano, si adagiavano a terra foglio dopo
foglio…
Akiko accennava nel sonno
«…papà…»
…e
IceDevimon d’un tratto si volse di scatto
«Uhm?!»
Quel sussurro lo
aveva turbato…e non gli aveva permesso di cogliere lo
sgomento
negli occhi della sua alleata umana, quando sull’eco della
risata
di Violetta «Ihihihihi, uhmuhmuhm! L’ho presa
seria, come
piace a te!»…si ritrovò in mano una
pistola, dalla
canna lunga e altamente perfezionata. Aveva l’aspetto di
un’arma letale «Cos’hai, Nami? Ti fa
impressione
tenere in mano un’arma del genere? Ahhh, capiiisco, ai tuoi
alunni dicevi che oggetti come quello sono pericolosi, e facevi bene!
Anch’io lo dicevo sempre ai miei figli. Bene ma allora visto
che
è così posso dirti qualcosa che fara sparire in
un…soffio i tuoi timori! E cioè che…
…non sarai tu a dover sparare con quel gioiellino!»
Asanuma fissò agghiacciata Violetta…
…la quale
raccolse uno dei fogli a terra e sorrise gaiamente «Carina la
carta, però! Ihihihihiiii!!!» fino a nascondere il
suo
divertimento sotto il tavolo, lasciando spuntare solo i suoi occhi
furbetti…
«…ma guarda, aveva detto che mi avrebbe raccontato
la sua
vita…però si è addormentato. Povero
signor
Mori...» mormorò il ragazzo, presso il letto
dell’uomo «…dove sarà sua
figlia? Possibile
che una bambina possa sparire…così, da un momento
all’altro?» costeggiando il comodino, sul quale
posava una
foto che li ritraeva tutti e tre assieme «Uh?» e
che
finì per attrarre la sua curiosità «Ma
questa
donna…io la conosco! Ma certo! E’ la signorina
Asanuma!!
Guardali come sorridono, tutti e tre assieme: evidentemente il signor
Mori le ha fatto conoscere sua figlia. Chissà, magari
c’è ancora speranza che possano stare insieme. Mi
chiedo
chi sia la moglie del signor Mori, e come mai non si sia sposato con la
signorina Asanuma…
…quella donna dev’esser terribile…del
resto non
possono essere la stessa persona, è come dicevo io, la
signorina
ha un sorriso davvero radioso, in fondo è buona, anche se
voleva
fare l’insegnante rigorosa! Lei di sicuro è
rimasta come
un tempo…la signorina Asanuma…mi piacerebbe
rivederla…» espresse con sguardo sognante, mentre
si
avvicinava alla finestra «Non riesco a togliermi dalla mente
le
parole del signor Mori su questo mondo, continuano a frullarmi in
testa…
…possibile? Così pieno di inganni, pericoli,
malvagità…? E pensare che vista da una finestra,
la
città ha lo stesso aspetto che aveva quando sono
apparso…» tirando la cordicella del lume, e
facendo buio
nella stanza «…e svicolavo fulmineamente fra le
persone,
abbagliato da ogni luce e meraviglia nelle strade! Mi chiedo se ce la
faremo…» toccandosi la maglietta col Digignomo
disegnato
«…questa volta le tenebre sono ovunque, e puntano
ad
eclissarci. Ricordo, quando scrutavo dalla finestra il D-Reaper che
cresceva minacciosamente sulla città…
…queste…sono tenebre invisibili. Però
sono
ovunque, e fanno ancora più paura. Non sono rosse come il
fuoco,
anche se le senti nell’aria…
…e
guardando i palazzi della sera, non posso fare a meno di pensare che
nascosti da qualche parte in questo universo cittadino…ci
sono
gli ultimi frammenti del mio passato: le case…e le famiglie
dei
miei amici, i Digimon Tamers.» volgendosi verso quella
carrozzella vuota, e quell’uomo disteso nel letto
«…se il signor Mori ha avuto questa brutta storia,
mi
chiedo loro come stiano…» appoggiandosi al
davanzale, e
sospirando, con i suoi occhi neri velati di malinconia…
Non sapeva
però che molti di questi che lui aveva chiamato frammenti,
stavano confluendo presso il parco di Shinjuku.
«Sono in
ritardo.» sentenziò la nonna di Rika
«L’altra volta furono perfettamente puntuali,
è
sicuro che quest’Arca sia
affidabile?»…«Dai,
mamma…» accennava sua figlia accanto a lei,
sfregandosi
le mani così da tradire una leggera apprensione
«…non andò così
perché ritardarono
anche l’altra volta, e poi stai calma, non
fare…come la
suocera di Henry Wong, eh? Dai.»…«Io
come quella
donna??»…«Shhh…che ci sente,
quella ha due
radar al posto delle orecchie!»…«Ma
piuttosto
Rumiko si può sapere cos’hai da guardarti tanto in
giro?
Capisco il malintenzionato che ha ammazzato quella poveretta, ma anche
se si presentasse qui…sono arrivati gli altri padri, non
è che potrebbe fare una
carneficina!»…«Ma
no mamma figurati che può importarmi: non sono i pazzi che
non
conosco a preoccuparmi, quando ne conosco bene altri…!! Hai
fatto caso che non ci sia Matsuki qua nei
dintorni?»…«Cosa…? Ti
riferisci…al
padre di Takato? Ma no, lo sai che la tua consuocera non l’ha
avvertito e…»…«Magari si
nasconde da
qualche parte! E’ venuto a saperlo da altre fonti
e…»…«Ma
vaaa…»…«Non si sa mai! D-Dio
mio, hai
sentito quello che ha fatto?! Ci stiamo a preoccupare
dell’assassino di donne quando abbiamo un…folle
fra noi
genitori! Mi preoccupa ora come faremo a dirlo a suo figlio,
quel…povero
ragazzo!»…«…intanto
aspettiamo che tornino.»
Janyu Wong era
con sua moglie ed i Pionieri Digitali, quando salutò un uomo
con
la faccia nascosta da capelli brizzolati e barba un po’
incolta
«Signor Akiyama…! Che piacere, la si vede poco
ultimamente da queste
parti.»…«…lavoro.»
rispose
l’uomo accennando un sorriso, e il robusto pioniere dalla
pelle
scura suggerì «Dica piuttosto che è per
scappare
da sua moglie!»
Il padre di Ryo,
dall’aspetto un po’ trasandato e artistoide,
riferì
«La mia signora si scusa, ma è rimasta a casa a
preparare
la cena: per…nostra somma gioia!» Wong
replicò
«Non si preoccupi, piuttosto…siamo ancora senza
parole
per quello che ci ha detto.» anche lui accennando a scrutare
attorno «…questa storia da Takehiro Matsuki non me
la
sarei mai aspettata, in qualche modo dovremmo informare Takato, anche
se non saprei come. Penso che chiederò a mio figlio.
Forse…vi sembrerò il solito vigliacco, ma vi
assicuro che
lui saprebbe trovare quelle parole…che io in questo momento
sento sfuggire.»…«In effetti si tratta
di un bel
brutto affare…» replicò Akiyama
riaccomodandosi il
suo cappellaccio da pittore, e masticando quel sigaro consumato
«Piuttosto mi chiedevo…siamo tutti qui? Deve
arrivare
ancora qualcuno?» La signora Wong intervenne «Manca
Katou, il padre di Jeri!» ed il marito specificò
«Sì, però lui sarà qui
sicuramente:
l’altra volta lasciò sua figlia sola proprio al
suo
ritorno da Digiworld, non se l’è mai perdonato e
di sicuro
non si farà sfuggire
quest’occasione.»…«Vedo i
Kitagawa al
completo…» Akiyama scrutava attorno con le mani in
tasca,
dimostrando buona memoria «…e quelli chi sono?
Alcuni
curiosi che si sono avvicinati perché hanno visto
gente?»…«No…sono i miei
consuoceri.»
replicò Wong con la consueta serietà
«Mancano i
genitori di quel ragazzo…come si
chiama?»…«Forse lei
intende…Shioda.»…«Sì,
lui! La madre
era una gran bella donna!»…«Eh
già…purtroppo “era”, non
c’è
più.»…«Cooosa, non sapevo!
Quanto mi
dispiace…come passa il tempo.» di nuovo si
accomodò il cappello, incalcandolo sulla testa. Wong
raccontò «Una malattia l’ha
consumata…in un
paio d’anni da quando i Digimon sono
scomparsi.»…«Pure io mi
sento…cambiato come
non immagina, signor Wong: sono proprio invecchiato,
ho…dolori
dappertutto!» stirandosi la schiena, mentre Wong commentava
«Eh! A chi lo dice.»…«Eh
sì
però lei scusi non può vantare di una moglie come
la mia.
Che lo fa invecchiare precocemente.»…«Eh
già…anche questo è vero.»
accennando un
timido sorriso che rievocava quello di suo figlio, mentre Akiyama
commentava «Meno male che almeno i ragazzi sono giovani! E
loro
per fortuna in buona salute, si godessero questo momento
perché
ancora per poco avranno i loro genitori, almeno…parlo per
come
sono ridotto io! Poi scusi: questo governo? E’ maledetto, ci
ammazza a
tutti.»…«Ehhh…purtroppo…»…«Io
quando mi portano il giornale la mattina preferirei rimettermi a
dormire, guardi. Lei che ne dice? Per me finiremo tutti in strada nel
giro di pochi anni. Non è per essere
pessimisti…ma
è proprio che non c’è futuro. Ha
sentito che hanno
ucciso quella poveretta, senza
pietà?»…«…eh, una
brutta
storia…»…«A proposito, ma il
marito?»…«Come prego?? No
ma…la
signorina…la donna che hanno ucciso non era
sposat-»…«Nooo, dico! Il marito di
quella che
è morta. Non ammazzata, di malattia! La signora Shioda. Mica
si
deve sempre parlare di ciò che scrivono sui giornali! Con
tutti
questi delitti e criminalità ci si finisce per
deprimere!» Wong alzò appena le spalle
«Purtroppo…ha proprio toccato quel tasto, signor
Akiyama:
deve sapere che…» abbassando la voce
«…lui
è ricercato, tuttora non si sa esattamente dove sia. Pare
abbia
anche telefonato per sapere il luogo dell’appuntamento, ma
non si
capisce da dove. Però col fatto che il luogo è lo
stesso
dell’altra volta…non mi stupirebbe sinceramente di
vederlo
presentarsi qui.»
«Cosa
è successo…?» sussurrava Kazu tenendo
Mako
saldamente stretto per il braccio. Questi confessò
«Abbiamo vagato per mezzo Digiworld alla ricerca di un
riparo!!
Sandmon voleva…Sandmon voleva rigenerarsi
per…cercare i
suoi figli, perché…lui nonostante tutto vuole
loro bene,
anche se si sono rivoltati contro di
lui!!»…«…certamente, lo
capisco! E’
un bel gesto da parte di un
padre!»…«Ma…ma!» si
sfogava Mako
sofferente, sull’orlo delle lacrime «Non abbiamo
trovato
nessuno disposto ad accoglierci e l’ultima
volta…presso la
tana degli Stakemon ci hanno attaccati! Avevo tanta paura che lo
acquisissero: è che in realtà nessuno
più vuole
saperne di lui, perché ha distrutto i villaggi di
Digiworld…ed io…l’ho
aiutato!» ma Kazu lo
scuoteva «Tutto questo è passato, te
l’ho detto,
potete stare tranquilli: io prenderò in carico la vostra
protezione! Qui a palazzo non avrete nulla da
temere…»…«M-Ma se noi ci
stanziamo
qui…questi Digimon si ribelleranno! Per te costituiamo un
pericolo Kazu…è meglio che ce ne
andiamo!»…«Neanche per scherzo, non ve
lo
permetterei mai!!...
…so che
significa essere scacciati e banditi da tutti, anche se ora per uno
strano scherzo del destino vesto questo…pfff, ridicolo manto
e
ho la corona in testa! Ma nel mio quartiere nessuno mi voleva
più…perché mio
padre…è un
disgraziato. Era visto come Sandmon
adesso!»…«Kazu…»
Mako gli prese le
mani «Sandmon non…è cattivo, te lo
posso
assicurar-»…«Lo so, lo so, lo so! Non
c’è bisogno che me lo spieghi, neanche mio padre
è
cat…
…sì lui non…non è
cattivo!» (intanto
chiamavano «Grande Sovrano!») «Perdonami
devo
allontanarmi un attimo, c’è la faccenda di un
draghetto
abbandonato ma ti assicuro che torno fra un attimo
e…»
Il sedicenne si
aggrappò a lui, stringendogli i lembi del manto
«Tu sarai
un grande sovrano…ed io…ho sbagliato sul conto
di…tutti voi!!»…«Ah, ci
sarà tempo
per i chiarimenti! Tranquillo…» sorridendogli,
facendogli
una carezza sul volto «…se fossi venuto un attimo
prima
saresti potuto partire con gli altri, e tornare sulla terra, dai tuoi
genitori!»…«Io…
…h-ho sperato fino
all’ultimo di incontrare Beelzemon, per dirgli quanto mi
dispiace!!»…«…il problema
è che
Beelzemon ora è partito…però il
portale non
è chiuso per sempre, è solo un momento di
riorganizzazione, e molto presto tutti potremo rincontrarci! Coraggio,
stringi i denti, stringiamoli insieme: siamo domatori!»
Guardromon
giunse «Kazu, Kazu vieni
presto!»…«Sì Guardromon: ho
detto a quei
Digimon che sarei arrivato, un po’ di pazienza!» ma
il
robottino obiettò «Sandmon è regredito!
Sta
male!!»
«Oh
no…!!» il ragazzò piegò il
suo volto
prossimo alle lacrime, ma il sovrano gli strinse la spalla
«Calmati Mako, calma e sangue freddo, andiamo a vedere come
sta!!» lanciandosi lungo il corridoio al fianco di Guardromon
«Avete dato ordine di farlo visitare?!» si
informava,
seguito dallo sguardo spiazzato del sedicenne…
L’Arca
penetrò all’interno del Digivarco, che precluse
agli
oblò la vista del cielo sostituendola con la suggestiva tela
di
fibre informatiche. Dalla tonalità più scura,
fece calare
la penombra all’interno del velivolo, supportato dalle
verdastre
luci di emergenza…
«E così non
sei riuscito a ritrovarlo…» si interessava
Renamon,
sfiorando il volto di uno stanco Beelzemon
«No…Mako ha
scelto la sua strada. E i Kalamimon mi hanno suggerito di lasciarlo
libero, non so se ho fatto
bene.»…«…se hai
deciso così…sicuramente è per il
meglio. Tu lo ami
molto…» pronunciava la volpe con voce profonda
«Lo
so, però…!! Io continuo ad essere apprensivo!! O
forse…dovrei ammettere che sono un po’ geloso.
Mako sembra
abbia scelto Sandmon…forse si è reso conto a
seguito dei
contrasti che ci sono stati fra noi, che io non sono il Digimon per
lui.»…«…
…non
credo.»…«Oh?»…«…Beelzemon,
io ho due figli…e sebbene sia tutt’altro che
spoglio di
errori il mio cammino…penso di poter capire
che…quando ci
sono legami del genere…è impossibile
spezzarli…»
Ma il
guerriero seduto a terra piegava le sue ali, mormorando
«…guarda piuttosto che cosa ha fatto
Cyberdramon…
…lui ha lasciato partire il suo domatore…gli ha
voltato
le spalle! Anche se a voler essere del tutto onesti
lui-»…«Come?» chiese la volpe,
ma il
guerriero abbassò lo sguardo «…niente.
Lascia
stare.» ed i suoi occhi (ma anche quelli di Renamon)
scivolavano
furtivamente vicino a Jeri, che in quel viaggio non riusciva a fare a
meno della sua sigaretta…
Quella faccenda
era sulla bocca di tutti, Henry si sfiorava le labbra «Lo ha
abbandonato…?» e Terriermon «Capisci
Henry? Ha
avuto il coraggio di farlo, Cyberdramon ha tradito Ryo e tutti noi! Non
è più uno della nostra
squadra…»
Lopmon,
tra le braccia di Suzie seduta in un angolo a terra, sibilava
«Che mascalzone…dopo che siamo venuti su nello
stesso
villaggio, gomito a gomito per dieci anni!» e Yuki
lì con
loro «Ah ma con questa si scorda per sempre che lo salutiamo,
qualora lo rincontrassimo a Digiworld! Per lui noi siamo estranei?
Perfetto, allora lui lo è altrettanto per noi!»
Ma Suzie si
scostò la frangetta, ed espresse «…a me
fa pena
Ryo. Queste cose non dovrebbero mai succedere: è sempre
brutto…» osservando il compagno in questione,
più
in là con sua moglie «…mi immedesimo in
lui, ed
immagino questo viaggio cosa
significhi…»…«Già…»
fece Terriermon un po’ rattristato, chinando il capo
«…il suo congedo come domatore.» Lopmon
ammise
«Se solo potessimo fare qualcosa, ma lui ci ha chiesto di
starne
fuori!» Yuki di seguito «Io non so che dire,
sinceramente: l’unica cosa è dargli un
po’ di
sostegno morale! In effetti è triste, con tutto
l’impegno
che ci ha messo…! E poi il suo Digimon lo ha colpito nel
punto
più critico: le sue debolezze! Chiunque al posto suo si
sarebbe
sentito umiliato.»
Henry era
rimasto assorto “Fra Ryo e Cyberdramon non può
finire
così! Devo trovare un modo per riavvicinarli!”
Ryo intanto
confidava a Rika «Non mi dispiace sai, rivedere i nostri
familiari: confessò che mi mancavano. Certo, papà
e gli
altri si aspetteranno di vedermi emergere con un
Digimon…»…«Gli spiegheremo
tutto…e
vedrai che capiranno!»…«Ah, non
preoccuparti:
uhmuhmuhm, in compenso…mi vedranno emergere con una
moglie!»
«Rika
scusa! Riguardo ai regali, quando
smonteremo…»…«Arrivo
Riley!» disse
la ragazza, sussurrando al marito «Scusami, ma altrimenti
questi
si occupano di tutto.»…«Per
carità, non
devono farlo! Dopo ciò che hanno passato! Vengo
anch’io ad
aiutarv-»…«No no, resta qui! Torno fra
un
attimo!» svicolando rapida sui suoi tacchi
rimbombanti…
…Ryo rimase da solo, Takato gli passò vicino e
gli fece
un gesto d’incoraggiamento silenzioso, al quale il domatore
sorrise. Dopodiché l’amico si diresse da Jeri, e a
Ryo si
accostò Cindermon mormorando un «Come
va...?» ma
con sguardo eloquente «Scusa? Ero sovrappensiero»
fece il
domatore, e la Digimon «Senti fra tanti che ti dicono che gli
dispiace per la cosa di Cyberdramon io ti dico invece che sono
contenta. Ambé senti dopo tutto in questo modo si vedono
davvero
le persone per quello che sono!!! Eh?! Magari uno le ha immaginate per
tanti anni in un modo e invece…!!!» lanciando
un’occhiata fulminea a Jeri e Takato
«…sono in un
altro (!) » per poi sfiorare Ryo «Non è
che devi
stare a fartene un cruccio, tu sei un ragazzo…in gamba, non
ti
manca niente e se lui non si sente all’altezza sono affari
suoi,
evidentemente è
complessato!»…«Tu
credi…davvero questo, Cindermon?» e lei gli
sorrise
«Ti conosco da poco, come tutti del resto. Ma ne sono
convinta,
avrai fatto qualche magagna ma tanto qui chi è del tutto
lindo e
pinto? Uhm? Daaai, su che hai conquistato il cuore di Rika! Quella
è una tosta, mica lo rifila al primo che capita, il suo
cuore!»
«Ti confesso…che mi fa ancora strano. Da quando
Rika si
è allontanata…stavo cercando le parole per
spiegare ai
miei che non sono più un Digimon Tamer…non ci
avevo
ancora pensato.»…«E’ normale
che tu non ci
abbia ancora pensato, perché finora ti sei occupato solo
degli
altri.»…«T-Te ne sei
accorta?»…«Pfff…uno
dev’essere cieco
per non notare certe cose. Ohi senti alla fine lui se li poteva andare
a cercare da solo i suoi figli se tanto ci teneva! Non che mi faccia
piacere che ora siano dispersi…
…però troppo comodo scaricare la
responsabilità su
chi si è sempre fatto il mazzo per te, e tu non dire che non
è così Ryo, perché io l’ho
visto, e dico
sempre quello che penso! E ti dico che a me quel Cyberdramon non
è MAI PIACIUTO, fin dal primo momento! Con quel brutto muso
da
arrogante…»…«Ahah! Lo so, il
cucciolo a
volte può fare questa impressione…
…però ti assicuro che non è
cattivo.»…«Pfff…»
Cindermon
ringhiava infastidita, incrociando le braccia
«…non…so come possa essere nel DNA di
un Digimon
il fatto di abbandonare un domatore, è una cosa c-c-che
non…riesco a concepire! Ma scusa non è contro la
nostra
natura?! Si dovrebbe essere sempre l’uno al fianco
dell’altro, nel bene o nel male, nel fango o nella gloria,
nel
giorno e nella notte!»…«Quello veramente
è
il matrimonio! Uhmuhmuhm!» scherzò Ryo, facendosi
poi
assorto «Anche se poi…forse…»
ma Takato
intervenne «Cindermon ha ragione.»
Costei rimase a
fissarlo colpita…ed il ragazzo aggiunse «Io credo
che
questo sia valido fra domatore e Digimon, così
come…fra
due sposi, tra amici e in qualunque altro caso! Nessuno di noi
è
perfetto…ma ognuno dovrebbe avere il coraggio di sporcarsi
col
fango che allaga la vita dell’altro! Solo così
può
dimostrare di amarlo veramente…» ed i suoi occhi
pulsavano di un’emozione speciale…di cui Cindermon
non
perdeva una sfumatura, e faceva sue quelle parole.
«Certo…così sarebbe giusto, e bello.
Però
Takato…» disse Ryo «…noi
siamo sicuri che
riusciremmo a fare altrettanto, se ci capitasse l’occasione?
In
fondo…siamo i primi pieni di pregiudizi. Basta
poco…per
farci tirare
indietro…»…«…non
nel
mio caso, a me non accadrebbe! Non importerebbe che chi amo ha fatto
qualcosa di male! Io gli resterei vicino…comunque!
Altrimenti
che amore sarebbe?!»
Ryo
sorrise loro «Siete dei cari amici, e vi ringrazio.
Però
per quanto mi riguarda non me la sento di affermare che avrei agito
meglio del cucciolo…» allontanandosi…
…in quel
momento passò Mitsuo «Takato: tu hai parlato con i
tuoi?
Sanno
dell’appuntamento?»…«Uhm?
Sì,
ci ho parlato ieri sera! Perché?» ma
l’uomo fece
«Niente…» e si allontanò con
aria un
po’ dubbiosa…
Il manto nero
che avvolgeva Sandmon si era adagiato a terra, come se per un gioco di
prestigio il suo imponente contenuto fosse scomparso «Kazu,
corriiiiiiiii!» esclamava Diamon con le mani alla bocca
«Eccomi!» replicò il ragazzo, seguito da
Mako
«Sandmon! Oh no Sandmon! Dov’è,
dov’è
finito?! Non si sarà dissolto in dati?!» la cui
voce si
rompeva nel timore, mentre attorno al manto si riunivano alcuni Digimon
rocciosi con il camice bianco, che Kazu riconobbe subito «Ci
avete messo i Gotsumon a
soccorrerlo?»…«WhiteCoatsumon, in questa
veste!
Hanno sviluppato conoscenze mediche.» precisò
Diamon, ma
Kazu si chinò «Sì sì,
avranno sviluppato
quello che vogliono…però in questo momento non mi
sembrano granché tempestivi: scusate! Scansatevi, toglietevi
tutti, faccio io.»…«Cosa???»
si
inalberarono un tantino quei tozzetti di roccia a cui il camice dava
un’aria saccente «Stiamo…ESAMINANDO la
patologia
che ha colpito il
paziente.»…«E’
regredito!!! C’è poco da esaminare!!!»
ribatté Kazu aggiungendo «Levategli quel
manto!»
ma poi lo fece lui «Qui non ci vuole una riflessione medica:
perdonatemi…ci vuole soccorso immediato! Non ci sono Digimon
infermieri?!» si volse.
Diamon
guardò suo padre. Cyclemon guardò i
WhiteCoatsumon, e
questi guardarono Cyclemon «Il sovrano snobba la nostra
scienza?» ma Kazu tagliò corto «Fa
niente, faccio
io, lasciamo perdere gli infermieri…» Guardromon
gli si
accostò «Lo medicherai come hai fatto con me
quando mi
hai conosciuto? Oh?! Ma dov’è finito Sandmon, chi
è
questo Digimon??» si stupì quando vide il suo
domatore
accogliere fra le braccia un bambino di sabbia con una piccola palma
sulla testa «Guardromon…prendimi il
Digivice.»…«Subito!» rispose
il robottino
che sembrava contento di partecipare, e quando gli estrasse il congegno
dalla tasca «NON
CI SONO INFORMAZIONI DISPONIBILI.» Mako
esclamò «Oh no, e
adesso?!!»…«Calma!»
esortò Kazu
realizzando «Avevo dimenticato che lui è un
Digimon
prefabbricato…il Digivice non lo registra…
…come ti chiami?» avvicinò il suo
orecchio, e il
piccolo Digimon rispose debolmente
«…Oasimon…»…«Oasimon…resisti,
tu sei un tipo tosto, quando digievolvi sei un generale di un potente
esercito!» sentendolo con le labbra, e sgranando gli occhi
«…ha la febbre, Guardromon. E pure
alta!»…«Kazu tu dimmi che cosa ti serve
e io mi
farò in quattro per
aiutarti!»…«Grazie…ascolta…mi
occorrono delle pezze fredde. Ricavami…delle fasciature, e
disinfettante in dosi abbondanti! Ha parecchie ferite, temo abbiano
fatto infezione e…fa preparare qualcosa di
caldo!»…«Presto, qualcosa di caldo!
Disinfettante
in dosi abbondanti!» Guardromon con la sua tendenza a
ripetere
si rivelava l’ideale per distribuire ordini «Lo
portiamo…nella mia stanza, di sopra, e quando è
tutto
pronto…fa venire un medico! Non un’equipe intera,
ma uno
soltanto!»
Nel
frattempo Cyclemon diceva a sua figlia «Dobbiamo fidarci del
tuo
fidanzato: è molto pratico…e ci mette il
cuore.»
Diamon replicava sicura «Io so che Kazu riesce a risolvere
qualsiasi situazione!»
Kazu
sollevò il bambino di sabbia «Non preoccupatevi,
ho
assistito tante volte mio padre! Non dev’essere grave, ma
tanti
traumi possono portare la febbre!»
Mako lo
osservava col cuore in gola, e non aveva osato avvicinarsi
“…Kazu è cresciuto in un ambiente molto
diverso dal
mio…instabile e disagiato, ma grazie a questo…non
ha
avuto timore di lanciarsi in soccorso del piccolo Oasimon! Io
invece…non ho il coraggio di
sfiorarlo…” ma Kazu
gli andò vicino, sollevando la mano del bambino
affinché
sfiorasse la sua «Mako…ascolta, il Digimon che hai
condotto con te per Digiworld ora sta male…noi lo cureremo
assieme ma tu non perdere la fiducia! Vedrai…Oasimon
guarirà, e tornerà ad essere il guerriero
temerario che
conosciamo.»…«…dimmi che
posso
fare…» chiese il ragazzo con un filo di voce, e
Kazu
glielo adagiò tra le braccia «Portalo nella stanza
dove
ci trovavamo prima: se ascolterà la tua voce si
sentirà
più sicuro. Anche mio padre mi cercava sempre, anche se poi
quando stava meglio mi
scacciava.»…«Oh!» il
ragazzo restava colpito dalla sua storia…ma poi si
lanciò
agilmente lungo le scale diroccate, proprio mentre il Gekomon arrivava
disperato «GRANDE SOVRAAANO, ECCO IL DRAGHETTO!»
seguito
da alcuni Digimon che portavano il cesto: questi erano graziosi e
paffutelli, e avevano un panino sulla testa «Bene! Chi si
occupa
dei bambini qui a palazzo?»…«Gli
Hambugermon,
Altezza!»…«Ma come gli Hamburgermon, non
facevano
gli hamburger?» ma Diamon bisbigliò
«Ptsss! Hanno
famiglie molto numerose, le signore ci sanno
fare!»…«Ah bene…fatemici
parlare
allora!» decise il ragazzo, avvicinandosi alle bonarie
Hamburgermon col grembiule «Sapete niente sulla provenienza
di
quel draghetto? Da dove è
spuntato?»…«Don’t you think
he’s a
refugees’s son, Your Majesty?»
«…ehhh?!» fu la risposta del ragazzo,
che tese
l’orecchio col rischio che gli cadesse la corona. Il baffuto
marito della signora confermò «Refugees! Nowdays
are
everywhere!»…«…EHHH?!!»
ribadì Kazu in modo un po’ “poco
regale”
«M-Ma…parlano inglese!!!»
reclamò rivolto a
Diamon, la quale «Eh…
…
…e che
vuoi da
me?»…«…p-perché,
tu non sai
un po’ di inglese?» ipotizzò il ragazzo,
ma costei
si portò le mani alla bocca per arginare a stento una risata
«Pfffffffff!!!...uhm uhm!» scuotendo la testa
«Cyclemon!» invocò Kazu, ma questi
«Devi
perdonarmi Kazu, ma non abbiamo mai trovato il tempo per far prendere a
Diamon lezioni d’inglese. Io…ho studiato il greco
antico.
Per hobby.» Guardromon si premunì «Non
guardare
me, Kazu: io sono sempre stato scarso in
inglese!»…«Bella faccenda, e adesso come
facciamo?» si grattò il capo, sbalzando la corona
che poi
raddrizzò.
«Your Majesty!» fece l’Hamburgermon
baffuto
allargando le braccia con disappunto «Eh! E’
inutile che
allarghi le braccia, che ci posso fare se io sono giapponese e non so
l’inglese?! Ptsss…che poi non ho capito
perché
questi tutto d’un botto parlano inglese!»
bisbigliò
alla fidanzata, la quale «Ptsss! Gli hamburger sono molto
richiesti in America, c’è McDonald, i loro primi
domatori
erano statunitensi!»…«E-E ti sembra una
buona
scusa?!»…«Non ti preoccupare, ci provo
io con
loro: ci provo io!» si offrì volenterosa
«Diamon
aspetta!...
…non credo che sia il caaaso (!) »
accennò lui un
po’ timoroso, ma si era già fatta avanti
«Ehm-Ehm!!!» schiarendosi la voce «Oh
ehm…
…me! Me! Dite a me, sono davanti a voi! I-In
front…of
iu!»
(…ma il WhiteCoatsumon mormorava «Prima faceva
tanto il
saputello, ha interrotto la mia visita! E dire che non sa neanche
l’inglese!!» ed altri Digimon aggiungevano
«Inoltre
sta prestando soccorso a quell’invasore di Sandmon, che ha
cercato di ridurci tutti in schiavitù! Ci sarà da
fidarci
di questo ragazzino? Io ho seri dubbi! Dopo tutto è un
terrestre, quelli come lui non giravano da dieci anni!»)
Kazu
li notò «Ehi, voi laggiù!
Perché invece di
bisbigliare fra voi non ci aiutate a capirci
qualcosa?!»…«EHM EHM! Mi è
sembrato…di comprendere che a voi il nostro aiuto non
occorre,
ALTEZZA!» ma il ragazzo «Pfff!»
liquidò il
medico con un gesto spiccio ed eloquente, tornando a porre
l’attenzione sul divario linguistico.
«We
found this poor kid all alone, at the entrance, in this
basket!»
e Diamon
«…yes.»…«Our fear
is
this…so large amount of immigrants, don’t you
think that
carry him into the castle could also lead his parents here, my
Princess?»…«…yes!»…«We’re
already so crowded! And nowdays dragon are so
uncivilized!»…«No! Cioè Yes!
Sì!»
…tanto
che a un certo punto Kazu si informò «Diamon
ma…capisci quello che loro dicono?!» e lei con
naturalezza «Io? Affatto! Rispondo così random,
yes, no,
tanto l’inglese è tutto così, no Kazu?
Vero
papi?» ma lui si pose la mano in fronte «Ahhh,
senti
lasciamo stare o qui finisce che facciamo la pezza peggiore del buco!!
Facciamo così: datemi questo draghetto, penso io anche a
lui…oh?» ma quando afferrò il cesto la
creatura
alzò i suoi occhioni insicuri «Ciao! Ma io ti ho
già visto…tu non sei uno degli amici di Jeri e
gli
altri?...allora forse conosci il mio
papà…»
Lo sguardo del giovane sovrano si fece sospettoso…
Nel
frattempo, tra le macerie delle stanze reali
«Ma…ko…»…«Oasimon…sono
qui!» il ragazzo stringeva a sé quel corpicino
fragile
vestito da foglie di palma, e sussurrava con intensità
«Se non riesci a vedermi almeno…ascolta la mia
voce,
ascolta ciò che dico: non ti
lascio!»…«Non…abbandonarmi…»
supplicava con voce sottile «Ma certo che non ti
abbandonerò, non ho percorso tanti chilometri accanto a te
per
niente! Io…ho scoperto che sono legato a te, noi due abbiamo
avuto un destino simile, abbiamo fatto gli stessi
errori!»…«…io sono
cat…
…ti…vo…» sillabò
il bambino
digitale, ma Mako lo strinse più forte
«No…»
affermò con decisione «…non devi dir
questo di te,
non è colpa tua se
sei stato creato per uno scopo malvagio! Anche il mio primo
Digimon…ha commesso errori e ci aveva abbandonato ma poi
è tornato ed ora…è-è buono
e saggio,
è una guida per me e mia sorella Akemi! I ragazzi hanno
ragione,
tutti possono cambiare ed io mi prenderò cura di
te…vedrai, usciremo da quest’incubo: il sovrano ci
proteggerà…Kazu è un bravo
ragazzo…
…e ora i Digimon hanno una nuova guida, quella di cui
avevano
bisogno! Prendi questo…»
(canzone: H
& Claire - You're a love song)
Il
giovane si sfilò una catenina dorata con la croce, e la
legò al piedino del Digimon «E’ la croce
che mi
protegge da quando sono nato…e
adesso…difenderà anche te. Signore, ti
scongiuro…» drizzando la schiena ed assumendo una
posa di
dignità e rispetto, inginocchiato ai piedi del letto
«…aiuta questo Digimon, e dagli la
possibilità di
ricongiungersi con i suoi figli. Se c’è qualcuno
che deve
pagare per gli errori che ha commesso allora prendi me al suo
posto…ma ti supplico risparmia lui, egli è
pentito, come
tu ci inviti
a pentirci dai nostri peccati. Abbi pietà delle sue origini
oscure…mostragli la luce del futuro…»
Concentrandosi con tutto il suo cuore, sull’eco dei respiri
affannosi del Digimon…
«Certo che conosco tuo padre, l’ho incontrato la
prima
volta tanti anni fa: è il Digimon di Ryo, un compagno di
squadra.»
«Allora ascoltatemi, Grande Sovrano di Digiworld!»
e Kazu
lo prese tra le mani «Ti ascolto.» zittendo il
vociare
con un risoluto «Silenzio!!...
…parla pure Midramon!»
«Dovete aiutarmi! I miei genitori mi hanno
abbandonato!»
affermava con le lacrime agli occhi «Prima la mamma ha
lasciato
il villaggio! E ora papà è cambiato! Ieri sera
l’ho
sentito dire che non vuole più vedermi, e che il suo solo
desiderio è ritornare alla vita che faceva prima!»
Parole che
fecero pallido il volto di quel ragazzo…che si rivide nella
sua
semplice e disordinata casa, a tamponare le ferite di suo padre mentre
lui lo scacciava…
“Io te
l’ho detto molte volte…che non ti voglio, che non
ho
bisogno di te, CHE MI HAI STANCATO! Da quando tua madre è
morta…per me ogni cosa ha avuto fine.”
“IO SONO IL FIGLIO DI QUELLA DONNA CHE AMAVI TANTO!”
“Proprio per
questo! Sparita lei…hai perso tutto il tuo valore:
esattamente
come l’ho perso io.”
«Il mio
papà non mi aveva mai rivolto queste parole! Lui era sempre
stato…buono, e dolce con me! Ma improvvisamente è
come se
non fosse più lui, è diventato diverso! E mi fa
paura…»
Le mani
tremanti di Kazu lentamente si adagiarono sul pelo viola della
creatura, per accarezzarlo «…ti capisco, sai? A
volte
capita…
…è successo anche a
me…»…«…cooome?
Anche a voi che siete
un re?!» ma egli descrisse umilmente «Devi sapere
che…prima di essere un re ero una persona come tante. Un
normale
ragazzo, e avevo anch’io un papà affettuoso e
complice,
giocavamo e ridevamo insieme, e la mamma ci diceva…che in
momenti del genere sembravamo tornare tutti e due bambini! Ma un
giorno…
…lei sparì, così, da un momento
all’altro,
come se un brutto incantesimo l’avesse portata via! E da
allora…tutta la vita è
cambiata…è come se
un temporale oscuro avesse coperto l’estate. E anche il mio
papà ha iniziato a respingermi, come se ormai fossi solo un
peso, fastidioso anche alla vista! Sai Midramon…? A volte le
favole più belle…
…iniziano da un cammino di dolore, e le corone
più
preziose…brillano in cima ad un sentiero di spine. Ma
ciò
nonostante…tu non devi preoccuparti, perché non
sei solo,
qualche anima buona ti ha portata in questo luogo e ora…io
ti
proteggerò!»
Benché gli Hamburgermon ed WhiteCoatsumon storcessero
l’espressione…
«E non mi importa chi è contrario! Non si
può
negare ospitalità ad una…povera e giovane
creatura
respinta da coloro che più amava…»
portando il
draghetto vicino al suo cuore, e calandosi la corona, per adagiarla su
quelle orecchiette viola e appuntite «…un giorno
anche tu
sarai un re, come tutti coloro che hanno
pianto.»….«E’ la vostra
corona…?» ripeteva incantato il draghetto.
Diamon lì presente afferrava la mano di suo padre, e con
l’altra si asciugava le lacrime.
«Diamon e
Cyclemon sono creature buone, quassù
c’è Mako, un
mio amico, con il suo Digimon che ora è piccolo come te! Sei
al
sicuro fra noi, come lo sono stato io quando l’abbraccio dei
miei
amici mi ha riaccolto! Ma ora devi spiegarmi esattamente come sono
andate le cose!!...» affermò guardandolo con
decisione
«…è fondamentale se vogliamo risolvere
questo
problema!»
«Sì, Vostra Altezza! Io mi trovavo in questo luogo
quando
Jeri mi ha raccolto! Lei mi diceva che avremmo fatto una sorpresa al
mio papà…ma poi, ad un tratto ieri sera mi sono
ritrovato
nella stanza di un albergo! Stavano litigando, e c’era mio
padre…che mi ha scacciato con violenza, e la cosa
peggiore…è che sembrava disperato!! E se io non
lo
rivedessi mai più?!»
Parole che
fulminarono il ragazzo “E se io non lo rivedessi mai
più?!”
…alle quali seguirono gli improvvisi singhiozzi del
draghetto.
«…un
attimo…non posso distrarmi, ora viene lui prima di me!
A-Aspetta
un poco! Jeri?!! Ma lei aveva detto di averti lasciato a un centro per
cuccioli dispersi!!»
“Perché me lo ritrovo abbandonato davanti a un
palazzo,
all’interno di una cesta?” si chiese il ragazzo,
avanzando
con il draghetto tra le braccia “Che cosa succede fra i miei
amici…? Per quale motivo Jeri…avrebbe dovuto
mentire?!”
«S-Sigh…Altezza, aiutatemi!»
«Non preoccuparti...
…shhh, sei un Digimon forte. Una tempra impiegabile, come
me! Tu
il figlio di un un dragone leggendario, io…
…di un povero essere umano. Entrambe creature
epiche.»
stringendolo a sé come una proiezione di lui stesso, a
dispetto
degli sguardi di sdegno e di sospetto dei sudditi
presenti…(fine-canzone)
«Guarda
Benji…» Rea era con suo figlio presso le capsule
di
ristoro «La bambina dentro la capsula…è
Petalmon,
una Digimon che ha sofferto molto poiché è stata
abbandonata dalla sua domatrice. Noi la aiuteremo a riacquistare
fiducia in se stessa, sei d’accordo?? Uhmuhmuhmuhm!»
«Rea, sei
qui?» si udì la voce di suo marito, e la ragazza
«Fra Benji e Petalmon sembra sia scattata istantanea
simpatia,
guarda, non fa che cercare di
sfiorarla!»…«Mi fa
piacere…» replicò Henry, prendendo con
sé
il bambino «Vieni, tesoro di papà. Senti, circa la
faccenda di
Cyberdramon…»…«Sei riuscito a
parlare con Ryo?»
…ma in quel
momento Jeri passava di lì, e non appena vide Benji che
tendeva
le braccia alla capsula, esclamò «Ma siete
impazziti?!!» piombando con passo rimbombante «Come
vi
viene in mente di avvicinare vostro figlio a quella creatura immonda,
già non avremmo dovuto per alcun motivo condurla
qui!!>…«Scusa…!!»
puntualizzò Rea
alquanto incisiva «Forse non ho captato bene quello che hai
detto! Evidentemente non sei stata informata perché ora
Petalmon
E’ qui, e deve starci! Tu non sei nessuno per dirci
ciò
che dobbiamo, e non dobbiamo fare!» ma Henry prontamente
«Ragazze per favore! Jeri…» avanzando
fra sua
moglie e lei «…mi sono preso io la
responsabilità
di questa scelta: sono stato io a proporre a Rea di prendere con noi
Petalmon, cioè Muskmon: io ho fiducia in un programma di
rieducazione!»…«Mi meraviglio molto di
te
Henry…» disse Jeri duramente
«…hai perso la
stoffa da leader saggio che ti
caratterizzava!»…«Aspetta!»
esclamò
il ragazzo vedendo che si allontanava, ma Rea la trattenne bruscamente
«Eh no senti, adesso tu mi hai proprio
stancato!!!»…«Lasciami andare, chi ti
credi di
essere?!»
Ai
compagni riuniti sul ponte centrale presto giunsero gli echi del
diverbio, Jeri proruppe affermando «Mi sembrava strano che
l’ultima arrivata ci mettesse così tanto per
montarsi la
testa!!!»…«Sì,
l’”ultima
arrivata”, d’accordo, ma ciò non vuol
dire che se
penso una cosa io non sia in diritto di dirla, e sai cosa penso?! Che
tu non sia altro che un presuntuosa, che visto che è
incapace di
fare il suo mestiere si diverte a screditare gli altri!!
Perché
non ti occupi del tuo Digimon anziché dare giudizi che non
ti
competono?!»…«Non ti permettere!! Io so
fare
benissimo il mio mestiere, sono diventata Digimon Tamer molti anni
prima di te!!»
«Ma che
cosa vi prende?!» esclamò Kenta
«Jeri!!»
gridò Takato, e anche Henry «Rea! Jeri!! Per
favore,
smettetela!!»
«Per
tutto il viaggio non hai fatto che atteggiarti, come il “Capo
dell’Operazione”, si può sapere chi ti
ha
eletta?!» ma Jeri ribatté con orgoglio
«La mia
esperienza…!! E le mie innate competenze, tutto
ciò che a
te piacerebbe avere ma di cui godi di riflesso per il solo, esclusivo
fatto di essere la moglie di un Digimon
Tamer!»…«Beh allora sai che ti dico?!
Che se io
sono questo tu sei una che si è imbucata qui approfittando
di
vecchi legami! Potevi sposartelo, a questo punto, il
“domatore
storico” visto che eri a un passo dal farlo! E che gli hai
fregato il Digimon!»…«SENTI---CHI
PARLA!!»…«AHHH!!!»
Le due si
afferrarono per i capelli, e si gettarono a terra «Oh no!!
Jeri!! Rea!!» balzò in piedi Suzie «Che
cosa
fate?!!» sussultò Rika, ed Henry «Per
carità!! Ryo tieni Benji, per favore!»
addentrandosi
nello scontro «S-Sì ma…voi due, state
ferme!!!» gridò il domatore leggendario, e anche
Takato «Jeri, smettila, vieni via!!!»
Anche i
Digimon accorrevano «Ma che succede…?»
fece
Beelzemon, e Renamon «Non lo so, ma dobbiamo fare
qualcosa!» Cindermon additò «I-Io!...no
vabbé niente ma…ihmp! Oddio!»
accorgendosi dello
scossone che aveva subito l’Arca «MA QUANDO LE
PERSONE
SONO MATTE, DICO IO!!! Ihmp! Di nuovo? Oh mamma! Che succede,
affondiamo?!»
L’Arca si piegò assumendo posizione obliqua
proprio quando
i ragazzi si accalcavano al centro del ponte, sulle due litiganti. I
Digimon più leggeri come Terriermon
«Ohh-Ohh-Waahhh!!!» e Lopmon
«Ahhhhhhhhh!!!»
scivolarono contro le pareti.
La stella
con il fiocco bianco matrimoniale veniva avvolta da un intreccio di
scie luminose che ne smaterializzò la consistenza…
Presso il parco…
«Oltretutto con quel taglio di fondi ci hanno finito di
dissanguare...»…«La sua opinione
è
apprezzabile…» rispondeva Wong al signor Akiyama,
ma
d’un tratto notò
«Oh?»…«Che
cosa ha visto?»…«Mi è
sembrato…un
riflesso fuggevole sul lago.»
«MIA
FIGLIA!!» esclamò la madre di Rea, ma Wong
«Calma
signora, non è detto che sia “sua
figlia”, per il momento ho visto solo un riflesso!
Uhm?»…«L’HO VISTO!
L’HO VISTO
ANCH’IOOO!!!»…«SI-GNO-RA! Ma
dimmi
tu…guarda se proprio io devo avere una consuocera come
quella!
TORNI QUI SIGNORA!» esclamava imperioso Wong
«GUARDI CHE
UNA BIOEMERSIONE E’ PERICOLOSA! C’E’ IL
RISCHIO DI
CADERE NEL VARCO!» ma quella agitava la mano «Vieni
qui,
marito!!»…«E-Ehm…ma…cara,
ci dicono
di aspettare…» provò a rispondere il
timido
marito, ma Wong lo tenne lontano «NON E’ SUO MARITO
CHE
DEVE RAGGIUNGERLA, E’ LEI CHE DEVE TORNARE INDIETRO! SE I
RAGAZZI
RIEMERGONO DAL LAGO…»…«Ma
lì
c’è mia figlia!! Miiiiiiia figlia, e mio
nipote!»…«HO CAPITO CHE
C’E’ SUA
FIGLIA!!» tuonò l’uomo come rare altre
volte aveva
fatto «ED E’ PURE IL MIO DI NIPOTE,
PERCHE’ SI
DA’ IL CASO CHE SUA FIGLIA E MIO FIGLIO SIANO SPOSATI! Si
dà un po’ meno il caso che al loro ritorno debbano
pensare
a lei che è sprofondata nel varco!» afferrandola
per il
braccio «Ma io! M-Ma
io----!!!»…«Ahhh, ma
è inaudito, la prima volta fu tanto tranquillo e guarda, di
dieci anni più grandi, quanto dobbiamo
faticare!»…«Mia
figliaaaaaa!!!»…«Non
c’è bisogno di
piangere, singora, come devo spiegarglielo?!!
Non-c’è-da
piangere, auguriamoci che i nostri figli riemergano! Anziché
inventarci noi il pretesto per farli piangere! (con certa gente
è davvero impossibile…) »
«Su coraggio, state calmi!!!» esclamava volenterosa
come
al solito la madre di Rika «Signora Kitagawa!!! Stiamo
indietro,
non c’è bisogno di accalcarci
così!»…«Rumiko…scusa…»…«Aspetta
un attimo, mamma! Tu continua a fare il palo, guardati attorno se non
arriva Matsuki!»…«Ma
quell’uomo
non…!!! Ahhh, certo che anche tu hai la testa dura, poi lo
dici
a tua figlia!»
«Le
coperte, per Benji!»…«Le tengo, moglie
mia.»…«E ALLORA REGGI LA
BOTTIGLIA!»…«Ma…che
l’hai portata a
fare questa bottiglia? Non potevamo aspettare di essere a casa, per
brindare?»…«Non…capisci
niente, ed è
inutile che ti spiego tutto ECCOLI! ECCOLI ECCOLI ECCOLI ADESSO
SALGONO!» ma Wong proruppe bruscamente, e li
allontanò
«State indietro…» raddrizzando i suoi
occhiali
mentre la luce dal lago si specchiava sempre più intensa.
Sua
moglie gli si accostò «Dici che ci
siamo?»…«…lo
spero…»…«Suzie e i ragazzi
saranno di nuovo
a casa…» sognava la signora Mayumi, e suo marito
si
asciugò il sudore «Questa
volta…è una
commedia, una commedia continua! Forse perché Yamaki
è
laggiù con i ragazzi anziché essere qui con noi,
sono
certo che se ci fosse stato lui a dirigere tutto questo non sarebbe
successo!» La moglie sorrise «Non perderti
d’animo,
stai facendo un ottimo lavoro e sono certa che i ragazzi fremono per
rivederti.»…«Mah…che dire,
speriamo che tu
abbia ragione…» cercò di stemperare
l’uomo,
visibilmente teso, quando il bagliore si fece accecante…
…i
genitori di Kenta si coprirono gli occhi, il padre di Ryo si
schiacciò il cappello sul viso, Rumiko cercava nonostante
tutto
di intravedere qualcosa…
…i
genitori di Rea troppo impegnati fra coperte e oggetti vari per far
caso al bagliore del lago «E reggimi la
borsaaa…OHI!»…«Ahiaaa,
mogliettina!»…«MA TI SEI
ADDORMENTATO?!»…«No, è la
luce…guarda!»…«CHE DEVO
GUARDARE?! COSA
C’E’ LI’?! Uhm…
…
…?» ma evidentemente qualcosa
notò…
Il fiocco bianco emerse tra i flutti, sventolando nella brezza
intensificatasi dalla bioemersione. La madre di Rika
spalancò lo
sguardo in un sorriso…Akiyama le si accostò
«Ma
quello…sbaglio o è per i nostri figli?
Eheheh!»…«…sì,
credo di sì
signor Akiyama…
…guardate, che meraviglia!» (canzone: S
Club - Straight from the heart)
La grande stella di cristallo si innalzava nel parco di
Shinjuku…la signora Akimoto strillava «Reaaa!!!
REAAA,
BENJIII!!!»…«Mogliettina…per
favore! Se
strilli di più farai inabissare
l’Arca!»…«Marito! Sono
tornati! Non ci posso
creeedere, IL MIO SPRUZZO PER L’ASMA
DOV’E’???!!!»
Rumiko e Seiko non volevano emettere un fiato prima di esser certe di
aver visto Rika…
Il portello si aprì…rivelando come dieci anni
prima i
loro passi nell’acqua, ma stavolta non solo di scarpe da
ginnastica. Ma anche stivali da uomo e tacchi femminili…
Il primo a
uscire fu Mitsuo, che si affrettò a dare il segnale
«Non
temete, siamo tutti!!» benché quel
“tutti”
evocò una particolare malinconia sul volto suo e in quello
della
moglie…
«RIKA!!» esclamò la madre della giovane.
E costei
alzò i suoi occhi lilla un po’ ingenui, mentre Ryo
le
indicava «Guarda laggiù, quella è tua
madre!
C’è anche la nonnina.» ma nonostante
tutto non la
distoglieva dall’emozione…
Rea veniva
avanti sorretta dall’apprensione di Terriermon
«Rea…! Momentai…!» che le
leccava i graffi,
e suo marito «Ti ha fatto molto
male…?»…«No, per
favore…»
faceva la ragazza scura in volto aggiustandosi i capelli
«…non facciamoci trovare così dai
miei.»…«Ma certo. Certo amore
mio!» la
incoraggiava Henry, con Benji tra le braccia.
«Henry!!» esclamò suo padre commosso, e
subito il
ragazzo versò lacrime «…ciao
papà…»…«Per
fortuna siete
salvi!» gridò la madre, alla quale corse incontro
Suzie
«Mammaaaaaa!!!»…«Suzie! Suzie,
piccola mia!
COS’HAI?! Che hai tesoro, perché piangi
così?!»
D’altro canto «REAAAAAAAAA!!!» corse la
Akimoto,
seguita dal marito «Reeeeaaaaaaaa!!!»
Takato
cercava di alzarsi sulle punte per scrutare attorno, lo stesso faceva
Cindermon, ma Jeri accanto a lui sibilava
«Quella…ssstupida impertinente di Rea!»
rimettendosi in ordine i capelli, mentre Takato le afferrava il braccio
«L’importante è che non ti abbia fatto
male!
E’ stata una follia la vostra, ma come diavolo vi
è venuto
in mente di litigare in quel
modo?!»…«E’
stata lei a provocarmi, Takato!!» (espressione eloquente di
Cindermon) «Comunque lei meno fra tutti mi
rovinerà
questo momento, dov’è mio padre?! Non riesco a
vederlo…»…«Aspetta…»
accennò Takato «…appena lo vedo te lo
dico.
Cindemon! Per favore, dammi una mano a cercare il papà di
Jeri.»…«…agli
ooordini…(!) »
L’espressione di Jeri era cupa e stizzita…
Intanto i
Kitagawa
«Yuki!!»...«Eccociiiiii!»
piombava
allegramente la robusta biondina (mentre la signora stritolava
totalmente
«Kentaaaaaa!!!»…«Ugh! Mamma ti
prego non sono un bambinooo!») «Come
state…?» fece il padre del ragazzo sfiorando la
frangetta
della rotonda nuora, che rispose «In gran forma, come
sempre!...
…aspettiamo un
bambino!»…«CHE COSA?!»
balzò
l’uomo, e sua moglie «C-C-Che cosa hai detto
Yuki?!» ma ci pensò Kenta a rispondere
«E’
vero, mamma! E’ vero, Yuki è incinta, aspettiamo
un
bambino, sarete nonni!!!»…«AHHH,
E’ UNA
NOTIZIA FANTASTICA!!!» esclamò il padre del
giovane, e
Yuki «Sì però adesso state calmi, io
non voglio
malori, eh!»…«Tutti a cena a casa
nostra! A
festeggiare!!» decise il signor Kitagawa, chiedendo poi
«Kenta ma non vedo il tuo amico! Dov’è,
è
ancora dentro?»…«Parlate di Kazu? Beh,
lui…» iniziò a spiegare Kenta, e i suoi
genitori
lo ascoltavano partecipi…
Takato
accennò «Non vedo neanche i
miei…» e Jeri,
che aveva come lui il volto pallido e stanco, gli si accostò
«Takato…possibile che i nostri genitori ci abbiano
abbandonato? Che non siano venuti a prenderci…?»
Ma dietro di
loro filtrava l’occhio penetrante e sospettoso di
Cindermon…
Eppure altrove, nella casa col cagnone che abbaiava in
giardino…
«Ayami…d-dammi retta, per favore! Io devo andare
da mia
figlia!»…«Nooo, è fuori
discussione: il
medico ha detto che non puoi alzarti dal letto dopo la notiziaccia che
hai ricevuto!»…«Ma lei si aspetta che io
vada!! Ti
prego…
…dieci anni fa io le ho ferito il cuore lasciandola sola al
suo
ritorno da Digiworld, non posso infliggerle lo stesso
dolore!»…«Tu le hai ferito il cuore E
LEI A
MOMENTI TE LO FA SALTARE, CON LE SUE AZIONI
“ENCOMIABILI”!
CHE DOVRESTI FARE?! Andare lì e abbracciarla, chiedendole
“oh caaara figliola! Quanti Digimon hai ricattato durante la
tua
permanenza?!”…»
Katou
socchiudeva gli occhi e si distendeva nel letto
«…Ayami…cerca di capire,
c’è un solo
responsabile per le brutte azioni di mia figlia…
…il
sottoscritto…» scandì solennemente, per
poi
rizzare di nuovo la schiena «Se si cresce senza un padre che
sappia comunicarti il suo affetto è inevitabile cadere negli
errori! Ugh!» ma il baffuto tagliò corto
«Ahhh,
poche storie! Tutti questi son solo stupidi rimorsi!» ma poi
la
sua espressione si addolcì, mentre si sedeva sul letto
«Amico mio dammi retta, sei malato di cuore! Quella notizia
ti
ha sconvolto, ed ora alzarti e raggiungerla potrebbe esserti fatale!
Non risolverai niente…se ti metterai al rischio, ora lei di
te
ha bisogno!»…«M-Ma Jeri…
…la mia bambina si sentirà
abbandonata…una seconda
volta!» non si rassegnava l’uomo…
In
effetti quella ragazza affascinante vagava tra le luci cittadine, e il
chiarore dei cristalli pulsanti
“Papà…
…dove sei? Non posso credere che tu mi abbia lasciata di
nuovo…” asciugandosi una lacrima, e stringendo
forte i
manici della sua borsa. Quando Takato le si accostò
«I
miei non sono venuti a prendermi…non so
perché…»
Quei
due ragazzi sembravano esclusi da quella festa di abbracci,
l’uno
accanto all’altro, sotto il cielo della notte
cittadina…(fine-canzone)
«La
ringraziamo di cuore, dottore…» si inchinava Kazu
nella
penombra del corridoio, seguito da Guardromon «La ringraziamo
di
cuore, dottore…» ed il WhiteCoatsumon, con
sussiegoso
gesto da vecchio medico, si stringeva i bottoni del camice
«E-Ehm, beh ecco io non vengo meno al mio
dovere!»…«Si figuri: non
l’avremmo mai
dubitato.» sorrise cordialmente il ragazzo (Guardromon
«Non
l’avremmo mai dubitato…»)
«Però Altezza
permettetemi di obiettare! Non dovreste
essere troppo accogliente: la diffidenza è la prima cosa!
Voi
forse lo ignorate…ma ora Digiworld è un luogo
insidioso e
selvaggio!»…«Le assicuro…che
era già
così quando ero ragazzino.» ricordò con
disimpegno
e un pizzico di dolcezza «Infatti viaggiarvi era solo da
ragazzi
coraggiosi! Come Ryo, il domatore del padre del draghetto che abbiamo
trovato!»…«Ihmf! Voi
fate…finta di non
capire ciò che voglio
dirvi!»…«Le assicuro
di no, dottore! E anzi…mi state risvegliando un sacco di
cari
ricordi!»
Sta di fatto che
il medico volse le spalle, e come disse Guardromon
«Kazu…perché se ne va via
offeso?»…«Ah, non preoccuparti
Guardromon!
L’importante è che abbia visitato Oasimon e gli
abbia dato
la medicina. Hai visto? Sta già molto meglio!»
Sicché
entrarono a passo felpato in quella stanza in parte distrutta,
Guardromon si diresse dal bambino di sabbia disteso sul letto
«Ehi Oasimon…come stai? Era molto cattiva la
medicina che
ti ha dato il
dottore?»…«O-Oh…»
dischiuse gli occhi la creatura, grattandosi la piccola palma che gli
spuntava dalla testa.
Il sovrano
invece si accucciò accanto al ragazzo, che si era
addormentato
ai piedi del letto «Mako…» lo scosse
delicatamente, parlando a bassa voce «Mako, è
tutto a
posto…»…«O-Oh…che
cosa è
successo?»…«Il medico è stato
qui: ha dato
la medicina ad Oasimon, ora di certo si
riprenderà.»
(Guardromon
tendeva la mano al bimbo sabbioso «Vieni. Ce la fai ad
alzarti…?»…«…ho
fame!»…«Il mio domatore ha dato ordine
di far
portare la cena.»)
«Hai fatto
tutto questo…per me?» chiese stupito il sedicenne
passandosi la mano tra i capelli rossi, ma l’altro
stemperò «Stai scherzando, mi fa piacere che tu
sia qui.
Sai? I miei amici sono partiti, e anche se non ho voluto darlo a
vedere…mi sentivo molto solo! Così ieri sera ho
chiesto a
mia madre lassù in cielo che mi mandasse un angelo. E guarda
la
combinazione, sei arrivato tu! A-Ahhh…»
accomodandosi sul
letto e stirandosi «Fa come se fossi a casa tua. Dicono che
questa sia casa mia ma a dire il vero sono il primo che di deve ancora
fare l’abitudine.»…«Ma quella
Digimon con
cui sembrate amarvi…?» accennò il
ragazzo
incuriosito «…lei non dorme qui con
te?»…«Shhh…! Tsz
tsz…!»
replicò Kazu, scuotendo il capo e sussurrando pianissimo
«…è che non siamo ancora sposati! Qui
ci sono i
Gekomon che guardano male, prima sono rimasti tre ore là nel
corridoio per accertarsi che io andassi in una stanza e lei in
un’altra! Ma…per fortuna ci sposeremo
presto…» allungando il braccio, per posare la
corona sul
vicino comodino. Mako scrutava con curiosità e dolcezza quel
particolare mosaico tra fantasia e quotidianità, tra favola
e
gesti comuni, come quelli di Kazu che si passava le mani sul viso
«Mamma mia, sono così stanco…che
giornata lunga.
Mica lo sapevo che la vita da re fosse così impegnativa.
Tutti
ti chiamano da un lato e dall’altro. Ma è che
hanno
bisogno di te! E visto che anche noi spesso abbiamo bisogno di
qualcuno, chiamiamo chiamiamo…ma non sempre ci
rispondono…beh, io cerco di soddisfare quanti più
possibile!» incrociando le gambe sul letto «Ma
dimmi di
te piuttosto!»
…e
istintivamente lo sguardo di entrambi andò a quelle creature
digitali che iniziavano a familiarizzare «Se ti pieghi
così sulle ginocchia…ti fa male?
Ops!»…«Sei caduto
Guardromon?»…«Figuriamoci se non
scivolo!»
…un sorriso spontaneo si delineò sul volto dei
due
ragazzi, nella penombra di quella stanza rischiarata da un Digignomo
che trovava casa in un lume, e dai raggi di luna che filtravano dalla
finestra. O forse quella era uno squarcio…
«…e così sembra che il destino abbia
scelto te per
proseguire la storia di un Digimon che sembrava
malvagio…» sussurrò il giovane sovrano,
continuando «…mi rincuora sempre quando ascolto
storie
del genere: con tutta la cattiveria che c’è nel
mondo…almeno qui a Digiworld ancora si può
sperare in
simili fiabe…»
Guardromon e Oasimon iniziarono a rotolarsi sul pavimento
«…attacco digitaleee…»
«Ma dimmi tu piuttosto...
…e la tua
famiglia? Tu se non sbaglio hai un padre, una madre…
…ed una
sorella, di cui Beelzemon parla
continuamente…»…«O-Oh…»
Mako
alzò timidamente lo sguardo, in parte nascosto nel buio, per
metà carezzato dalla luce lunare «Akemi…
…io
l’ho lasciata…per venire a fare disastri a
Digiworld,
quando lei era…sola! E-E malata…» ma
Kazu non si
mostrò turbato, e gli raccolse le mani «Allora
vedi che
dovevamo proprio incontrarci? Tu ed io siamo uguali, anch’io
sono
giunto qui solo per fare disastri! Con questo ruolo da sovrano che mi
hanno assegnato…ho paura che il mondo che abbiamo tanto
amato
quando eravamo bambini correrà un bel rischio!»
L’altro era insicuro, non sapeva se lasciarsi andare a un
sorriso…
(«Cos’hai, Oasimon? Cos’è
questa catenina al
tuo piede?»…«Me l’ha data
Mako…»)
«Ho visto che
gli hai donato un oggetto che sicuramente per te significa
molto…»…«Ho cercato di fare
ciò che
anche Akemi avrebbe fatto…se si fosse trovata qui! Lei
è
molto migliore di me…lo è stata sempre. Ma io
nella vita
gliene ho fatte passare
tante…»…«Voi siete
gemelli, no?» Mako annuì senza dire niente, e Kazu
gli
sfiorò il braccio «…allora non
c’è un
migliore fra voi…perché i gemelli sono
uguali…nati
per dividersi tutto: compresi i difetti, e le belle
qualità…»
(«Facciamo così: se io ti passo la metà
delle
canzoni nel mio mp3, tu mi fai provare la tua catenina solo un
attimo?» proponeva Guardromon «Prometto che non te
la
rompo!»…«Sì! Mako,
posso?»)
Mako
sorrise d’affetto…e Kazu lo guardò
«Non solo
i gemelli, comunque!»
Il
sedicenne si lasciò andare a una risata, e l’altro
lo
aiutò con fare complice.
La folla
era ancora fitta presso l’Arca appena bioemersa, e fra Jeri e
Beelzemon vi era uno scambio di sguardi che però terminava
in
freddezza, muovendo la ragazza lontano dagli occhi recriminatori di
costui e di Snowhitemon, entrambi chiusi nel silenzio.
Ma se per Jeri
quegli istanti chiassosi erano una lotta contro la tristezza, per il
suo Digimon erano altrettanto un tuffo nei ricordi, che rendeva la
malinconia arginabile quanto in fiume in piena…
…a
Beelzemon bastava smarrire i tre occhi fra i genitori e gli abbracci,
per rivedere tutti i compagni più piccoli di dieci anni. E
anche
lui più fragile e stanco, con le orecchie viola che si
piegavano
ed i suoi occhi che reclamavano una compagnia che non arrivava. E
così si allontanava, tra le foglie degli stessi alberi scuri
che
ora aveva dinanzi a sé, seppur invecchiati e
bruciacchiati…
…il
Beelzemon di oggi deglutiva e chinava il capo, sentendo di non potersi
opporre a quel senso di solitudine che inesorabile riaffiorava.
Renamon se ne
accorgeva, e sarebbe voluta andare da lui se non ci fosse stata la
madre di Rika «Signora! Signora!!! Non sappiamo come
ringraziarla per aver protetto per la seconda volta la nostra Rika in
quel mondo!!!»…«N-Non
dovete…»
accennava la volpe «Ma suo
marito?!»…«Come?» e Rumiko la
afferrava per
il braccio «Dov’è suo marito,
perché non
è con lei?! Vi abbiamo visti partire insieme!!» ma
Rika
accennava alla madre di tacere, mentre era impegnata in una
conversazione al cellulare «Sì? Sì
Himi…per
carità, hai fatto benissimo a non lasciare il lavoro, anzi
mi
sarei arrabbiata se tu fossi venuta qui lo stesso.»
allontanandosi di qualche passo per poter parlare con più
calma…
Intanto il
signor Akiyama «E il tuo Digimon,
Ryo?!»…«Ehm…non ce
l’hai una domanda
di riserva?» ponendosi la mano dietro la nuca
«Anzi, ce
l’ho io: e la vecchia? Non è accorsa dal suo
eterno
bambino?!»…«Tua madre è a
casa! A preparare
la cena per te e tua moglie!»
Mayumi Wong
spalancava finalmente le braccia
«…Henry…»…«Mamma…sono…contento
di rivederti!» con voce rotta dal pianto avanzava lento il
ragazzo…fino a scivolare nel suo abbraccio
«Perdonami!
Io…prometto…che non ti farò
più…piangere…in questo modo! Io torno
come il
figliol prodigo…»…«Ah non
conta il passato,
è finito ormai!! Conta solo che tu sia qui, con la tua
bellissima famiglia!! E con il tuo Digimon, Henry!» aggiunse
con
decisione la di solito timida signora «Voi dovete restare
insieme per sempre!»
Terriermon
intanto «Signora, signor
Akimoto…momentai!!!» ma
il suo motto era poco ascoltato «Su svelta Rea!! Metti la
coperta a Benji!!»…«Ma...fa caldo,
mamma!»…«SVELTAAA, METTIGLI LA COPERTA
GLI VIENE
UNA POLMONITE!» (Rea alzava gli occhi al cielo)
«Metti la
coperta! Marito reggi la bottiglia! REGGI LA BOTTIGLIA E NON
BERLA!»
La povera
ragazza supplicò «…papà,
aiutami tu: ma a
cosa serve quella bottiglia che ha portato la mamma??»
«Asciugati
gli occhi tesoro, devi essere fiera del tuo
coraggio.» diceva Wong a sua figlia Suzie
«Lopmon…ti
ringrazio per averla
protetta.»…«Di niente, signor
Wong!»
replicava la Digimon, e mentre la giovane si asciugava gli occhi
«Cosa dicevi, papà? Una cosa importante da dire a
Takato…?»…«Sì…»
ammise
gravemente l’uomo «Pensavo di chiedere aiuto ad
Henry ma
ho cambiato idea, gli parlerò io: non posso seguitare a
scaricare tutto su tuo fratello.» Suzie ipotizzò
«Non avrà qualcosa a che fare…con il
fatto che i
suoi genitori non sono venuti qui a prenderlo…?»
…Takato
infatti camminava solitario fra i genitori dei suoi amici…
…Cindermon si faceva spazio fra un
«Buonasera!...’sera!...sì sì,
magici,
splendenti!...ci siamo fatti valere!...ah la trovo bene signora bel
cappellino, sa?...sì sì a casa mia tutto
bene!» ma
in realtà non perdeva di vista lui…
…i cui
occhi, istante dopo istante, si facevano sempre più
disillusi. E
non riusciva a fare a meno di ripensare alle ultime parole udite da sua
madre prima di partire “Ci
mancherebbe altro!!! Certo che non ti
lascio nessuna lettera, non avrai nemmeno un dolcetto fatto da me per
quanto mi riguarda!! Certo che non avrai nessuna lettera, io non ho
niente da dirti! Ormai da molti anni…”
Rika ancora al
telefono, pigiandosi l’altro orecchio per sentire meglio
«Sì. Sì, ehm…ma non avete
organizzato
niente? A casa dico? Ecco bene, non fate niente! Come?»
abbassando il tono «No perché io stavo pensando
che era
il caso di fermarmi a cena dai miei suoceri, questa sera. Sai
com’è, per farsi vedere…visto che mi
è anche
giunto che lei sta allestendo una cosa “speciale”,
da quel
che ho capito, quella già non mi può vedere come
si suol
dire neanche in fotografia: per non partire col piede di guerra, e far
vedere che uno apprezza…
…come? C’è poca linea, Himi!! Cosa? Ah
sì
sì, a dire il vero…sì, pensavo di
andarci anche
con mamma e con nonna. Così almeno dà
l’idea che la
famiglia al completo…accoglie questo matrimonio, no sai come
sono queste cose poi a mia suocera fa piacere se uno la fa sentire
celebrata. Sì no lo immagino, anzi tu…devi
sinceramente
perdonarmi, io non è che in questo modo ti voglia escludere,
però…mi capisci?...
…uhmuhm,
grazie, sei un angelo! Come? Se la casa è vuota?...
…beh
sì perché?...s-sì, noi se
andiamo…andiamo
adesso, direttamente, tutti insieme! Ok. D’accordo ci
risentiamo.
Baci.» chiudendo il cellulare, e volgendosi verso Renamon
«Tu cosa ne pensi?» e la volpe dorata non
esitò
«Sono perfettamente d’accordo, credo tu abbia avuto
un’ottima idea nel muovere il primo passo rappacificatore
verso
tua suocera! Sarai una brava moglie, Rika…»
I suoi occhi
lilla in cui si specchiava la luce dell’Arca si velavano di
emozione «…ovviamente tu
verrai.»…«Certo: con molto piacere
prenderò
parte alla cena con la famiglia di tuo marito.»
Wong,
visibilmente sgravato, chiedeva intanto «Come ci
organizziamo…?» e sua moglie «I Pionieri
restano a
cena?» al che Suzie scrutò attorno
«Volevo…sentire anche Beelzemon, sembra che abbia
dei
problemi con Jeri e in queste occasioni rimane solo. Quasi quasi volevo
chiedergli se vuole restare a cena, pensi che posso, mamma?»
Il guerriero
alato sembrava ancora cercare tra la folla, quando Takato gli
passò vicino «Che cos’hai,
Takato?»…«Pensavo
soltanto…» rispose
il ragazzo con sguardo malinconico, venato d’amarezza
«…che sarebbe bello avere un fratellino che ti
corre
incontro felice, come tu fossi un
eroe…»…«I
tuoi genitori…
…non si sono presentati?» chiese Snowhitemon
«No!» si sovrappose il giovane
«Probabilmente mio
padre ha voluto addolcire la pillola, quando mi ha detto che mia madre
stava dormendo, e quindi non poteva passarmela.
Dev’essere…» incrociando le braccia
«…che un figlio ribelle merita che si mantenga il
punto,
dopo una lite. Anche quando torna da un viaggio così
pericoloso…»
I due Digimon
erano dispiaciuti, e non sapevano come rispondere alle sue parole
«In ogni caso ora non è a me che penso, ma mi
dispiace
per Jeri: suo padre non si è presentato, e per la seconda
volta!
Quell’uomo non riesce a smentirsi, è soltanto un
mascalzone!…
…la sta facendo soffrire molto…»
Beelzemon alzò
lo sguardo e vide la ragazza camminare in solitudine,
sporgersi…anche se non voleva farlo notare, come se da un
momento all’altro dovesse arrivare qualcuno “Jeri
si sente
come me l’altra volta. E dire che ci saremmo potuti fare
forza
assieme già da allora. Se
solo…all’epoca non fossi
stato la causa del suo dolore. E se oggi…
…non
fossi il Digimon che lei disprezza. E che non vuole al suo fianco. Il
risultato resta lo stesso: sembra che Leomon sia morto da poco! Lei
sola, piena d’amarezza e io…
…solo,
allo stesso modo, anzi più di prima! All’epoca
almeno
potevo sperare inconsciamente di rivedere Akemi e Mako, ora
invece…»…«Ehi
amico.»…«Oh?» Snowhitemon gli
aveva posto
la mano sulla spalla «Cosa ti prende? Ricordi?...guarda che
siamo nella stessa barca!» alludendo a se stesso e a Takato,
che
rifilò il suo sorriso spiccio «No, sai
cos’è?» fece Beelzemon
«E’
che…ripenso all’altra volta e mi rendo conto che
per
combinazione…sono riuscito a esser solo anche in questo
ritorno,
chissà come mai! Uhmuhmuhm!» sforzandosi a
sorriderci
sopra. Il minotauro propose «Senti…ci sistemiamo
con
giacche e cappelli, e ci andiamo a fare uno spuntino veloce tutti e
tre?»…«T-Tu credi?»
accennò
Beelzemon, e Takato «Penso che a questo punto sia una buona
idea!»
Ma tutt’un tratto…
«Beelzemon!» si udì una voce. Sembrava
femminile.
«Oh?!» sussultò il guerriero a tre occhi.
E poco dopo
«Beelzemon!»…«Beelzemon!»…«Beeeeeelzemon!!!»
altre voci, tante voci. Da dare l’impressione di voler
colmare
tutto il vuoto di entrambe le esperienze.
Tale era lo stupore che
anche i ragazzi e le famiglie per un istante arrestarono il vociare.
E d’un tratto «Fateci
passare!»…«Per favore, noi
cerchiamo il nostro ragazzo!! In nome di
Dio…Beelzemon!»
Dagli alberi e i
cespugli…dalla strada scavalcando le
recinzioni…cominciarono a fluire cappucci neri che
sgomitavano
tra la folla.
«E quelle chi
sono?!» sussultò il signor Wong. E la madre di
Kenta
osservò attonita «…sono
monache…»
Beelzemon trasalì «Ahhh! Non è
possibile!» (canzone: Claudio
Baglioni - In un'altra vita)
Quando le grida si fecero
squillanti
«Beelzemon!»…«Beelzemon!»…«Per
fortuna sei salvo!»…«Beelzemon!!! Vi
prego,
abbiate pietà, fateci parlare con lui! Avevamo il cuore in
gola
nel pensarlo a Digiworld!»
A quel punto
Takato e Snowhitemon sorrisero, e lo lasciarono comprendendo che non
era più solo.
Jeri invece lo fissava da lontano con espressione spaesata…
«M-Ma che ci
fate qui?!» sobbalzò quando se le trovò
tutte
attorno «Madre Katsumi!»…«Ah
bene, è
così che si accolgono le amiche che non hanno smesso un
secondo
di sostenerti in questa dura prova?» puntualizzava
l’anziana superiora, sempre saldamente aggrappata al suo
bastone,
ma con la luce dell’Arca a specchiarsi nei suoi occhi azzurri
e
lucidi.
«Notti, e notti a
vegliare!!!» declamava un’altra suora
«Per pregare
Nostro Signore che ti proteggesse, e ti indicasse il cammino!»
«Davvero…avete fatto questo?» a
Beelzemon
scivolava la Bibbia dagli artigli «…mi avete
pensato?» ma Madre Katsumi provvide ad evitare la caduta,
precisando «E noi speriamo che tu abbia fatto ciò
che ti
avevo commissionato, e cioè convertire i
Digimon…!!...alla parola del
Vangelo!»…«I-Io! Non so se ho fatto
abbastanza…»
…ma
la suora si arrese «Non importa, la cosa che più
conta
è che ora tu sia di nuovo fra noi.»
I tre occhi si
riempirono di commozione. Un’altra di loro esclamava
«Ah,
il nostro ragazzo…in un mondo così ostile e
pericoloso!!!
Dio, ti ringraziamo per avercelo restituito…ancora
più
integro e prestante di com’era partito!!!»
«…io non
ho mai…ricevuto un’accoglienza
così…»
scendevano quelle lacrime «Non vorrai metterti a
piangere!» fece la superiora, ed una suora grassoccia
«Non prima di aver assaggiato la cenetta che ti abbiamo
preparato!»
«…ascoltate!! Prima…devo chiedervi una
cosa.
Io…sono molto felice di vedervi qui, davvero! Ma…
…lei…? Lei dov’è?
Dov’è la mia
Akemi?»
Gli sguardi delle suore si fecero bassi…
Anche i ragazzi
udirono, e Rika afferrò il braccio di Takato, in attesa di
un
brutto colpo…
«Cos’è successo mentre ero
via…siate
sincere!!!» strillò, serrando i suoi
occhi…
Una suorina si
avvicinò, e gli sfiorò il braccio «Mi
dispiace,
Beelzemon…
…Akemi non ce l’ha fatta.»
Beelzemon
dilatò il suo sguardo, in un sussurro senza fiato
«…Akemi…»
Rika chiuse gli occhi…per poi guardarsi tristemente con
Takato…
Renamon piegò
il capo…ma poi lo rialzò e sgranò gli
occhi alla
vista di qualcosa…
La suora
continuò «Lei avrebbe voluto tanto essere qui con
noi, ma
non ce l’ha fat…» ma una sorella la
corresse
«Ma che cosa dici??? Eccola, è appena
arrivata!!!»
Rika e Takato sussultarono e trattennero il fiato.
Ma mai quanto
Beelzemon…che credendo di sognare, vide la calca di suore
aprirsi…
…rivelando la
signora Ayami che spingeva la carrozzella di sua figlia, la quale
tendeva la mano felice «Beelzemon!» (con la suorina
a
giustificarsi «Io quello volevo dire!!! Erano andate a
scegliere
i fiori, ma c’era un traffico!»)
«AKEMI!!!» Beelzemon corse da lei. Si
piegò in
ginocchio, mentre la madre della ragazza gli sorrideva
«Bentornato.»
«Allora
mi hai aspettato, ce l’hai fatta!!» gridava il
Digimon «Non avrei potuto…venir meno alla mia
promessa…» Akemi parlava a fatica, ma tendeva il
suo
braccio tremante per carezzargli i
capelli
«Beelzemon…caro Beelzemon…
…sapessi…quanto ti ho aspettato. Sai? Mentre
stringevo…il crocifisso…mi sembrava di
vedere…
…tutto…attraverso i tuoi occhi: ho visto
Digiworld…
…le lande argentate, il sole…del
mattino…
…i fuochi nella
notte…e-e…tanti Digimon…in conflitto,
che si
inginocchiavano perché tu…
…li avevi
illuminati col tuo
amore…»…«Dio…!!
S-Se ora puoi parlargli Akemi…digli che lo ringrazio!!!
Questo
è…il giorno più bello della mia vita,
il momento
più meraviglioso!!! DIO, GRAZIE!!!»
«Amico
mio…amico caro…» si sporcavano di
lacrime gli
occhiali della suorina…che non riusciva a fare a meno di
carezzarlo «…piccolo Impmon…come sta
lui?»…«Oh?»
La signora Ayami
intervenne «Hai notizie di nostro figlio? Dicci la
verità.»
Beelzemon si alzò asciugandosi gli occhi «Signora
Ayami…
…Akemi, ascoltate: Mako ha scelto la sua via…
…ha capito i
suoi errori, e mi è stato detto…che ha ripreso il
cammino
con un altro Digimon!»
Ragazza e madre rimasero a bocca aperta…
«Io nel
rispetto di quanto consigliatomi da amici…e della fiducia
che
nutro in Mako ho deciso di non ostacolarlo!»
Silenzio…e poi
Akemi sussurrò «…sia fatta la
volontà di
Dio…»…«Ahhh! Davvero Akemi
non ce
l’hai con me per questo?!» ma la signora rispose al
suo
posto «Se tu che conosci nostro figlio e gli vuoi bene hai
preso
questa decisione allora…è per il
meglio.»
Akemi poi propose
«Beelzemon andiamo a
casa…»…«A-A
casa?!» accennò lui…aprendo in un
sorriso i suoi
denti vampireschi «Intendi
dire…c-casa…»…«La
nostra casa…
…il nostro
convento!!» esclamò Akemi in un moto di allegria,
mentre
le suore si facevano attorno a loro. Beelzemon ammise
«…ma certo, la nostra casa del futuro! Il tuo
convento…!» mentre le suore gli ricordavano
«Abbiamo allestito una festa in tuo onore
che…neanche per
la venuta del Vescovo di Roma!!!»…«Ahh!
Davvero?» e Akemi che gli teneva le mani «Lo sai?
L-Le
sorelle hanno preparato una cena sfiziosa
e…anch’io…ho dato una mano: ero
seduta…sbucciavo le cipolle…
…così almeno non si vedeva se piangevo
perché mi
mancavi! Uhmuhm!»
Beelzemon a quel punto
tese le mani «Mi permette signora?» Costei
annuì
dolcemente, e lui chiese «Sorelle?» ma gli
sorridevano…così fu libero di sollevare quella
giovane
suora dalla carrozzella, e prenderla in braccio «Andiamo a
casa,
presto!!»
Lei si strinse a
lui «Devi promettermi…! Che durante tutto il tempo
della
cena mi racconterai di Digiworld! Voglio vedere tutti i posti che mi
sono persa!»…«Promesso, piccola mia!
Certo che ti
racconterò…del palazzo reale, e
poi…del matrimonio
di Rika! L-L’incoronazione di Kazu, e anche…il
Grand’hotel di Clockmon!» (con eco delle suore
«Sì ma prima tutti in cappella per ringraziare del
ritorno di Beelzemon!!!»)
Akemi
sembrava rinata «Ahhh, che magia, sarà come
tuffarci a
Digiworld col pensiero!»…«Ti
regalerò il
viaggio più esaltante della tua vita, preparati Akemi!! Sei
o
non sei la mia Digimon Tamer?!»…«Ahhh,
il mio
Digimon!!» lo stringeva forte, e lui la sollevava
«Ho la
Digimon Tamer migliore di tutte!!! Forza, che aspettiamo?!»
Rika
indicò a Takato ed Henry «Guarda…sembra
un antico
soldato, di quelli che tornano dalla guerra…e ritrovano
l’amata moglie.» Henry osservava con tenerezza
«E
così anche per il piccolo Impmon la storia si conclude bene,
finalmente. Se lo meritava, non trovate?» I due amici ne
convennero, e anche Renamon «Sì…hai
pienamente
ragione.» poté guardarlo con serenità
allontanarsi
con la sua fragile domatrice tra le braccia, circondati da una nuvola
di amiche suore.
Takato trovava
dolce quel pensiero…ma d’un tratto la sua
attenzione
«Oh?» fu attratta da Jeri, che si volgeva con
amarezza,
addentrandosi nel buio tra gli alberi
“Jeri…”
Così corse da lei…
…la quale
stringeva i denti e sembrava soffrire al pensiero che anche Beelzemon
se ne andasse.
Takato le sfiorò la spalla «Amore non sei
sola…
…ci sono io con te. Vi resterò
sempre…»
Ma nonostante
quelle parole, sembrava non riuscire a smettere di fissare il cielo
indignata, come se un’ombra oscura si parasse fra lei e la
felicità (fine-canzone)
«C’è una cosa che non
capisco…»
accennava un ragazzo dai capelli rossi, per metà illuminati
dalla luce della luna «Io non ho preso parte alla battaglia
di
dieci anni fa, ero troppo piccolo. Sono un estraneo, e voi mi avete
scoperto come…un nemico. Allora come mai mi accogli nel tuo
regno, ed offri gratuita ospitalità a me e al mio
Digimon…?» lanciando un’occhiata
fuggevole a
Oasimon, ormai impegnato a rotolarsi con Guardromon «O
meglio!
Al Digimon a cui mi sono affiancato tradendo il mio, che il Signore mi
aveva affidato. E che mi amava davvero! Dimmi
perché…»
«C’è un giorno…»
sussurrò il
ragazzo con la corona sul vicino comodino «…in cui
tutti
i Digimon Tamers si riuniranno come una squadra
unica…»…«Come fai a
saperlo…?» chiese Mako, ma Kazu
avvicinò il
Digignomo che faceva da lume, così da dissipare le ombre, e
fare
l’atmosfera più confortevole «Non
chiedermelo…lo sento nel mio cuore! Me lo suggerisce il
vento di
questa notte…» volgendosi con l’altro
verso la
brezza che giungeva dalla finestra «La mia…prima
notte a
Digiworld…in qualità di sovrano dei
Digimon…»
Entrambi
chiusero gli occhi, respirando quell’aria concessa dalle
stelle,
e dalla coltre nuvolosa che si era aperta «E in questa notte
tu
sei qui con me! Non ti sembra forse un segno, Mako? Non ti appare
come…l’inizio di una meravigliosa magia?
Guarda…
…i nostri
Digimon hanno familiarizzato, e si divertono!» (Oasimon
sfoderava uno spadino «Ti trafiggerò con la mia
spadaaa!!!» e Guardromon se la rideva «Ahahah! Mi
fai il
solletico con quel coltellino!»)
«Non ti
sembra che preluda a qualcosa di splendido…il fatto che
siamo
finalmente qui, in un luogo sospeso dal mondo, con le
creature…che abbiamo amato fin da quando eravamo
piccoli?»…«Ma noi…siamo di
età
diverse!»…«C’è
forse da fare una
questione così grande, per questi…cinque anni di
differenza?! Suvvia!»…«Non lo so, ma a
me ha
sempre pesato.»…«Non è che a
te ha sempre
pesato…» Kazu gli prese la mano
«…è
che tu ti sei sempre sentito escluso, hai creduto di non avere una
squadra! Perché anche tu hai sofferto come
noi…hai…
…perso il tuo Digimon…quando più avevi
bisogno di
lui…» toccandogli il palmo ad intermittenza con il
dito
«Lo leggi dalla mia mano?!» ma Kazu sorrise
«Oh…non ho bisogno di leggerlo dalla tua mano. Non
ci
pensi? Noi siamo tutti cresciuti nella stessa
città…abbiamo sempre saputo…tutto
l’uno
dell’altro! Solo che spesso ci vergognavamo di
chiederlo…
…e i…pregiudizi hanno fatto il
resto…»
Mako prese il
coraggio, ma abbassò lo sguardo «…io di
te
sapevo…
…che avevi un padre che ti faceva
soffrire…»
Kazu alzò i
suoi occhi furbetti…accennando
«…è
corretto.»…«Non ho mai avuto il coraggio
di
avvicinarti!»…«…lo capisco:
le storie che
giravano sul mio conto non erano di certo
rincuoranti.»…«Però! Mi
sarebbe piaciuto
fare amicizia con te quando…tua madre si è
ammalata
perché…anch’io posso capirlo! Mia
sorella sta
male…»…«Vedi…? Un
altro punto in
comune fra
noi…»…«…però…
…mio
padre mi ha sempre trattato coi guanti di velluto. Io sono un ragazzo
che ha avuto tutto! Pensa che ho persino iniziato a interagire con i
clienti di mio padre!» Kazu non smetteva di scrutarlo
«…anch’io sono stato uno che ha avuto
tutto…
…finché
è stata viva mia madre…non avevo bisogno di una
fata
perché averasse i miei desideri! Lei riusciva ad indovinarli
tutti prima, e sempre, non so come facesse! Beh…»
aggiunse con occhi lucidi «…ora ci riesce
senz’altro. Lei è qui. Ci sta ascoltando. Se
chiudo gli
occhi…
…e respiro,
così come faccio ora, mi sembra di sentire il suo profumo.
Prova
a farlo anche tu!»
Mako chiuse gli occhi,
ma Kazu lo anticipò «Non lo senti, eh…?
Ah, non
preoccuparti. Forse sono io ad essere
stran-»…«No!...
…io lo sento!»…«…
…come?»…«Oasimon, te ne
accorgi anche
tu?!»…«Cos’è questo
buon profumo,
Mako?» chiese il bimbo con la palma in testa, aggiungendo
«Ricorda l’estate!» e Guardromon
«…anch’io lo sento, Kazu! Mi
ricorda…la
notte in cui siamo tornati da Digiworld la prima
volta.»…«Mia madre ci ha
abbracciati…» ricordò il giovane,
asciugandosi una
lacrima. E stavolta fu Mako a prendergli le braccia «Tu devi
aver versato tante lacrime. Io lo
so!!»…«…uh…devo
ammettere che me la
sono cavata.»…«…sapessi
anch’io
quante…quando penso che un giorno…
…la
mia
sorellina…»…«…sarà
una
Digimon Tamer epocale, di tutti i Digimon angelici che popolano il
cielo?»
Mako alzò
i suoi occhi commossi, e gli sorrise grato per quelle parole. Kazu
accennava «Guarda quanti…frammenti
d’amore, di
passato, di affetti fluttuano invisibili nella brezza di una notte.
Persino il profumo di mia madre! Mako, noi…dobbiamo essere
grati
al tuo Dio o chiunque sia che abbia creato la vita…per farci
essere qui, oggi, proprio questa notte! Dobbiamo riempire il nostro
cuore…
…di
speranza, proprio come riempiamo i nostri polmoni di
quest’aria…»…«Hai
ragione, è
bellissima…»
I due Digimon
erano rimasti incantati, ma Kazu li esortò
«Continuate a
giocare…(canzone: Melanie
C - Northen star)
…ci fa
piacere sentirvi. Ci dà la sicurezza che la vita si rinnova
sempre.»…«E noi
intanto…»
accennò Mako, ma Kazu si accomodò su quel letto
«Noi intanto…faremo una cosa,
ricorderemo…
…ogni
cosa del mondo com’era allora, i nostri genitori, ed i negozi
prima che chiudessero! Ripenseremo…a tutti i Digimon famosi
dieci anni fa: qualcosa mi dice che anche tu sei un esperto quanto
me!»
«Tu non
sei…il tipo poco raccomandabile di cui
parlavano...»
esprimeva Mako volenteroso, avvicinandogli la mano al viso e
sfiorandolo «Tu sei…fra quelli che si dice
che…”ci precederanno nel Regno dei
Cieli”!»…«Cosa?!»
sobbalzò
Guardromon «Questo significa che il mio Kazu dovrà
morire??» ma Mako gli si rivolse con dolcezza «Oh
no,
Guardromon…
…vedi, quelle persone sono…i semplici. Coloro che
sono
riusciti ad accontentarsi di poco, e anche tu sei fra
questi.»…«Bene…sono contento:
se
potrò seguire il mio Kazu anche oltre la
morte…non mi fa
più paura…»
Kazu gli
soffiò un bacio con gratitudine, e Mako espresse
«Come
è caro il tuo Digimon…è
un’anima
santa…»…«…Guardromon
è stato
solo e ha tanto sofferto…
…solo chi
ha provato il dolore può aprirsi completamente ad una nuova
gioia…»…«Allora
forse…ha un senso
ciò che ci
succede!»...«Esatto…»…«Anche…
…la
malattia di mia sorella! Anche…i nostri
errori…»…«Tutto…»
spiegò Kazu «…io sono convinto che
nulla accada
per caso, che tutto faccia parte di un disegno più
grande...»
«…allora
non dobbiamo perdere la speranza…» disse Mako,
aggiungendo «…c’è ancora
tempo per tornare
felici.»…«Finalmente hai capito.
Vieni.»
gli disse Kazu…
…e si
diressero insieme verso quello squarcio che faceva da finestra, dal
quale fluiva una brezza soffiata dal cielo stellato «Osserva
tutte le stelle in cielo, loro non hanno mai smesso di proteggerci. A
me piace credere questo…» narrava il sovrano
«…hanno vegliato su di noi…e ci hanno
guidato.»…«Dietro il loro
bagliore…»
continuò Mako «…si scorge il
destino…di
ritornare tutti amici! Di riunirci, e di lenire…le ferite
del
passato.»…«Di distendere un manto
argentato su
ciò che è stato triste…
…l’amore non è passato di moda!
E’ solo stato
coperto dalle nuvole: ma ogni tempesta prima o poi ha una
fine.»…«Se sapessi, Kazu!...
…quanto
vorrei che tutto tornasse! La spensieratezza, i giorni
felici…
…però…per la prima volta sento che non
è
necessario fuggire, e rifugiarsi nel passato! Se desidero riconciliarmi
col mio Digimon, Beelzemon…basta tener duro, per
raggiungerlo e
chiedergli scusa! Che strano…eppure il mio Dio insegna a non
smarrire la fiducia…»...«Ma a volte a
ricordartelo
è chi è diverso da te…non
meravigliarti: questo
è il meccanismo di una
squadra…»…«Ah! Hai
ragione…senti
come tutto torna! Le frasi dei cartoni di
allora…»…«Uhmuhm.»…«Kazu,
questa sera…mi stai facendo sentire così bene,
nessuno
c’era mai riuscito
prima!»…«Anch’io mi
sento meglio…avevo chiesto “puoi lasciarmi almeno
uno dei
miei compagni”» afferrandogli le mani «E
mi hanno
lasciato te: tu adesso eri quello che doveva essere
qui.»…«Uhmuhm!...dovevo conoscerti
meglio…»…«Guarda chi
arriva!» gli
indicò Kazu…
…i
due Digimon si avvicinarono, così Kazu sollevò
Guardromon, e Mako sollevò Oasimon per guardare con loro il
panorama «E’ un po’ come se fossero dei
figli,
no?» sorrise il sovrano, e l’altro
«Già…! A me…piacerebbe
così tanto
avere dei figli!»…«Oh, anche a
me!»…«Quante cose in comune si
scoprono…»…«Ahah, hai
visto?»
Mako
parlò al bimbo di sabbia «Oasimon, se oggi non era
per
Kazu che ti ha soccorso in tempo mi sarei molto spaventato! Hai visto?
Lui è un genio delle azioni
tempestive!»…«Ah, ma smettila! Ci ho
solo…fatto pratica.»…«Ma
intanto sai fare
un sacco di cose! Io sono cresciuto tra i libri di scuola, e questi
casi non so dove mettermi le
mani!»…«Anche per me
all’inizio è stato un trauma: ero un ragazzo
abituato a
non fare niente! Ma quando poi ci ti trovi…impari a tue
spese…»…«Mi piacerebbe
chiederti di
insegnarmi…se però non sapessi che
io…non avrei
nulla da offrirti in
cambio!»…«Ouuuh…»
rifletté il
ragazzo, e Guardromon domandò «A cosa pensi,
Kazu?»…«Mako…giusto per
curiosità…non è che tu sai qualche
parola
d’inglese?»…«Io? Certo, lo
studio da
quand’ero piccolo, è un po’ come una mia
seconda
lingua!»…«Affare fatto!! Allora ti
dispiacerebbe
darmi una mano con le udienze?»…«Dici
davvero???» raccolse come fosse un grande onore
«Altroché, qui aumentano sempre di più
i Digimon
americanizzati, e fra me e Diamon c’è da vederne
delle
belle, il tuo aiuto sarà
fondamentale!»…«Mi
permetteresti di conoscere Digimon di origine statuintense?»
trattenne il fiato Mako, e Kazu «Certo, guarda il palazzo
com’è ridotto: ci sono un mucchio di cose da fare,
da
adesso in poi collaboreremo tutti insieme!»
…le
mani dei due giovani si unirono in segno di alleanza, così i
pugni meccanici di Guardromon raccolsero le manine delicate di Oasimon.
I ragazzi
guardarono con tenerezza i loro Digimon, e un Digignomo volò
fuggevole a carezzare le loro speranze che sopravvivevano alla vita, e
si aprivano in un nuovo respiro sotto il cielo
stellato…(fine-canzone)
Rispetto al
passato, la riunione familiare nel parco impiegava più tempo
a
sfoltirsi…
«Mamma ti
ho già detto che non c’è bisogno, ma
parlo…la lingua di Digiworld? No, perché sono i
Digimon a
parlare la nostra!» precisava Rea piuttosto infastidita
(intanto
Benji era in braccio al nonno materno «Piiiccolo, amore del
suo
nonnino lasciamo la mamma e la nonna litigare e intanto noi stiamo
insieeeme! Smack! Quanto mi sei mancato!»)
«Sei
acida! Scorbutica! E antipatica ancora di più di quando sei
partita! Posso sapere come mai?!» sbraitava la signora
Akimoto,
ma sua figlia «Eheh, e che ti posso fare! Mi spiace per te
che
sono tornata.» Ormai quella di Terriermon era una supplica
disillusa «Rea…per l’ennesima
volta…momentaaaiii…»…«Eh
sì
qui altro che “momentai”! Ma dimmi tu se i tuoi
figli
ritornano da Digiworld e uno si può presentare con questa
bottiglia!» protestava la ragazza col fiasco di vino in mano,
quando arrivò suo marito «Ehi! Eccomi, che
succede?» e subito Terriermon si appellò
«Henry!
Rea è arrabbiata per la storia della bottiglia!»
Il
ragazzo si addentrò subito nella conversazione
«Stiamo
calmi, non c’è bisogno di litigare. Andiamo a casa
a
festeggiare, piuttosto.» e Rea «Ma Henry, guarda
che ha
portato mia madre!!!»…«Questa?
Sì ok,
è per brindare.»…«No non
è per
brindare, abbi pazienza Henry non è per brindare!»
brontolò la moglie «Come…?»
fece lui, e la
suocera «E’ per fare la reazione!! A Benji, il mio
nipotino, dovevate fargli bere un sorso v-voi due…pfff,
genitori
snaturati che non siete altro, razza di incoscienti non capite nieeente
di bambini!» (il nonno si astraeva
«Scriiicciolooo…tesoooro, ma quanto urlano? Eh?
Quanto?»)
«Ah sì
certo mamma, gli snaturati siamo noi ora?! Gli incompetenti?!
Pfff…ma va va!»…«ZITTA
TU!»
rimbeccava la madre, ed Henry «Si calmi, signora: sono
metodi di…tanti anni fa! Le assicuriamo che siamo
aggiornati sui nuovi!»…«Sì
vede SI VEEEDE,
per come mi riportate indietro quel coso lì!! Guardate
com’è ridotto!!»
…additava Terriermon. Il quale si girò
«…eh??? Ce l’ha con me?!»
Intanto…
«No
Rika, non esiste assolutamente!» precisava Ryo
«Adesso si
va a casa tua per la cena!» e lei a cercare di convincerlo
«Ryo, scusa però…ma tua
madre?»…«Eh! Adesso mia madre
aspetta!» Il
padre del ragazzo intervenne «Ha preparato la cena, ci
rimarrà male…» e Rika «Sono
d’accordo
con tuo padre!» ma il ragazzo era irremovibile «Le
aveva
detto qualcuno di preparare qualcosa?! Ecco no, adesso a me queste sono
le cose che fanno innervosire: perché deve fare queste
sorprese,
scusa?! Sempre per stare al centro
dell’attenzione!»…«Ragiona,
è un
pensiero di riguardo…!» esortava pur discreta la
moglie,
ma lui «E allora tua mamma e tua nonna che hanno speso un
patrimonio per il rinfresco?» La ragazza cercava di sminuire
«S-Sì, ma
quello…»…«No Rika,
non ci sono storie! Loro hanno pulito casa, si sono fatte il mazzo e
adesso si va da loro!» Il padre domandò
«E la cena
di tua madre?»…«…la mangiate
voi,
papà! Riscoprite l’amore, a lume di candela, fate
la
seconda luna di miele ma adesso noi andiamo dalla mamma di Rika! Che
abbiamo fatto anche
tardi!»…«Ryo…
…scusa, vieni un secondo.» lo prese da parte
trascinandolo per il braccio «Che c’è,
Rika?!»…«Semplicemente…non
penso che tu
abbia preso la decisione più giusta al riguardo. Pensaci:
tua
madre ti ha aspettato, è stata
preoccupata…»…«Ma mia madre
è sempre
preoccupata!»…«H-Ha accettato il nostro
matrimonio, cosa non di poco
conto!»…«Era
costretta, siamo maggiorenni!»
Ben presto la ragazza si trovò a corto di argomenti
«Rika
dammi retta è così! Scusa tua madre non ti ha
aspettato?
Lei e tua nonna non erano preoccupate? Himi! Himi allora? Ha fatto il
tifo per noi, ha messo una buona parola fra te e Renamon: bella cosa,
l’hai…sfiondata per telefono, e ora passa la sera
sola!»…«Ma Himi ha detto che
può
capire…!»…«Rika andiamo
è una tua
amica, non si fa
così.»…«…ma
lei…è tua madre, Ryo…»
replicava incerta la
ragazza, per poi sfiorarlo «Non voglio che sia proprio lei a
sacrificarsi, quando si tratterebbe di far felice una persona
che…comunque…è del mio ambiente, una
mia
amica!»…«Ma io non ho capito questa cosa
per cui
mia madre debba essere riverita come una regina! A Himi non hai detto
che è come un membro della tua famiglia?! Non le hai detto
che
da adesso avreste diviso trionfi e sconfitte?! Ah sì lo so
che
adesso ti balenerà il pensiero che butto l’occhio
su Himi
ma ti assicuro che non mi interessa!...
…Rika una
promessa è una promessa e se è davvero una della
famiglia
trattiamola come tale. Basta, ho deciso! Papà, la questione
è chiusa!»
Rika, pur
volendo, non riuscì a replicare poiché colpita da
quell’interessamento verso il suo mondo.
Gli occhi di
Ryo, nella loro limpidezza, riflettevano l’orgoglio per
quella
decisione...
I Pionieri
Digitali analizzavano l’Arca, quando Janyu Wong si
accostò
ad Henry «Figliolo rapidamente: i Pionieri hanno preso in
carico
Petalmon, la trasferiranno presso una struttura. Io devo solo parlare
urgentemente con Takato: quando avete fatto, siete tutti a cena a casa
nostra, dillo anche ai tuoi
suoceri!»…«Sì
sì! Ti prego di scusarmi papà!» disse
Henry che
però sembrava alquanto in apprensione per qualcosa. Si
avvicinò anche il signor Akimoto con Benji «Ahah,
allora:
vuole tenere un po’ suo nipote?» Wong
aprì le
braccia «Non sa quanto vorrei caro consuocero, ma ora devo
sbrigare una faccenda ostica: scappo! Ciao Benji…smack,
amore
del nonno, ci vediamo dopo a casa ma oggi purtroppo qui con le
incombenze non si vede il giorno. Sarà che tutto sulle mie
spalle, non mi so giostrare!» dileguandosi con aria trafelata.
Mentre la
consuocera afferrava malamente Terriermon «Questo! Questo
cos’è non è un Digimon me ne avete
fatto
u-un…MONUMENTO alla DENUTRIZIONE!» (il Digimon
«A-Ah, la prego signoraaa!!!») «Mamma
lascialo,
ma…che ne vuoi sapere?! Che cosa ci capisci di
Digimon?!»…«Scusa che cosa hai detto
ripeti?!» si indispettì la signora, e la figlia
«Che
cosa c’entri, cosa parli?! E’ da quando siamo
arrivati che ci fai una testa così! Non ci hai chiesto: come
state, com’è andata!» enumerando con le
dita
«Niente, soltanto critiche, come se fosse facile tutto quello
che ci siamo cibati!! Pfff, ma perché non ci vai tu e
provi?!» Henry interveniva «Ora basta! Stiamo
scantonando
in una questione…per un nonnulla! Signora: le assicuro che
le
siamo grati! Appreziamo le sue premure!» Questa non sembrava
granché ascoltarlo e tratteneva sua figlia per il braccio
«Guarda che sono tua madre tu non ti devi azzardare a
rivolgerti
così a me, eh?» ma a questo punto Rea si
scrollò
la presa «ADESSO BASTA!!»
sbottò…
…lasciando zitta l’intera platea con la sua voce
acuta…
«IO MI SONO
PROPRIO STANCATA! NON E’ POSSIBILE IN QUESTO
MODO!!» Il
padre gemette
«…figliola…»…«Ma
che figliola
e figliola, E CHE DIAMINE! E’ INUTILE CRESCERE SE VA
COSI’!!»
Silenzio…
…la madre di
Rika era rimasta attonita «Ma che le è
preso…?» e sua figlia «Eh! Almeno un
portavoce per
la condizione dei figli!» con Ryo che scherzava «E
ora al
caro Henry tocca metter pace fra suocera e moglie! Lasciamolo
tranquillo e piuttosto...occupiamoci di noi, fra cui regna
l’armonia! Et voilà!» sfoderando un
pacco «Questo è per lei signora Rumiko.
E’ una trousse
per Digimon, spero che le piaccia!»
La donna era
abbagliata, ma mai quanto Rika «…e questa da dove
spunta?»…«L’ho preso a
Digiworld tesoro, ho
fatto provviste per il gran giorno! E questo…per la nonnina!
E’ un rossetto, mi sono fatto
consigliare.»…«U-Un
rossetto?!» sobbalzava
la signora Seiko. Rumiko esclamò «Ryo,
sei…davvero
un ragazzo d’oro! Ma dove altro lo si trova un genero
così? Rika…devi ritenerti fortunata!»
Lui si
sperticava in inchini «Eheh, graaazie, è troppo
gentile
ma so che sua figlia…lo pensa già (acc! Mi gira
la
testa…) » Rika si aggrappò al suo
braccio «Ma non
dovevi…»…«Ptsss, stai
scherzando amore? Il mio è dovere: bene!! Allora? Quando si
va a
questa cena?» La suocera domandò
«Ryo…ma
sei sicuro? Non è che tua madre aveva piacere di
vederci?»…«Non c’è
cosa che mi
può rendere più felice che trascorrere una serata
in
quella casa…piena di leggende! Sempre se sono invitato,
ovviamente!»…«Ci mancherebbe altro!!!
Andiamo
Rika!» esortò entusiasta la madre, e la ragazza
«S-Sì…senti…
…Himi mi
aveva chiesto se la casa era libera…» ma Ryo
propose «Vabbè ma le facciamo una sorpresa,
no?!»
così si allontanarono, insieme anche a Renamon che spiegava
a
Seiko il funzionamento del rossetto…
Nel frattempo
seguitava il siparietto di Rea «IO MI SONO ROTTA!! MI SONO
SINCERAMENTE ROTTA!!» (il padre «Non usare queste
espressioni, tesoro…» con Henry a tranquillizzarlo
«Ptsss! La faccia sfogare…»)
«Uso tutte le
espressioni che mi pare perché qui avete superato il
limite!» tuonava agitando quel fiasco di vino tra le mani
«E non è possibile, non va mai bene quello che
facciamo!
E se sei piccolo perché sei piccolo, e se sei grande
perché sei grande! E prima noi sai niente della vita e
quando
avrai figli capirai! E poi i figli ce l’hai e non va bene
manco
quello! Allora come cavolo dobbiamo essere?! Forse qui non è
chiaro ai presenti, che noi siamo stati a DI-GI-WORLD, non è
mica una passeggiata! Ci sono insidie, nemici, sfide d’ogni
tipo!
Ma noi ci siamo fatti un mazzo così perché ci
crediamo,
forse questo non basta ad attestare che siamo adulti?! Cosa allora?!! A
questo punto è una sfida persa! C’è
DI-GI-WORLD
sotto quel benedetto lago, a sentir voi sembra che siamo andati in
crociera! Sì, in crociera siamo andati, tutti in
vacanza!!!» La madre rimbeccò «Beh in
quel caso
almeno avreste dovuto racimolare i soldi per il biglietto!!»
Rea
si volse di scatto «Mamma guarda neanche ti rispondo
perché…pfff, cioè dai! Nemmeno ti
rispondo,
facciamo così!» ma suo padre si
avvicinò
«Ptsss…Rea, tesoro, io capisco che tua madre a
volte
è tosta da sopportare. Senti piuttosto,
c’è una
cosa che dovrei chiederti: ha telefonato un tipo, diceva di
essere…il padre di un vostro amico, un certo K-Kazu se non
erro,
ma qui non l’ho visto! Ha detto che…al
più
presto…suo figlio dovrebbe mettersi in contatto con lui,
e…!»
Rea fissò
il padre per qualche istante, dopodiché tagliò
corto
«…si poteva svegliare prima il padre di Kazu.
Adesso suo
figlio l’hanno incoronato, è rimasto a Digiworld,
l’ha perso, dopo averlo riempito di botte e quasi fatto
impazzire! Ecco, ecco questo è l’esempio!!! Ecco,
questo
siete voi, ci mandate ai matti!! E poi quando prendiamo il volo venite
a supplicare la nostra presenza: adesso non c’è!
Kazu non
c’è, l’hanno INCORONATO! Si arrangia il
padre…se ha abbastanza fegato ci va lui a Digiworld! Si
facesse
ricevere a palazzo!» girando definitivamente le spalle, e
allontanandosi a passo rimbombante…
…sotto gli sguardi di una platea immobile, e per lo
più
zitta a parte alcune eccezioni (Yuki
«Spettacolareee…!!!»)
La madre
le rifaceva il verso alle spalle in modo grottesco. Il padre sospirava
«Ehhhhhh!...del resto si dice che i figli sono
così. Ma
tu cara, dovevi proprio fissarti con la storia di quella
bottiglia?»
Rea
proseguì dritta per la sua strada, ma quando finì
per
impigliarsi fra i cespugli, la sua espressione da irritata si fece
triste. Stringeva quella bottiglia tra le braccia…quando
d’un tratto una mano delicata la raggiunse «Posso
permettermi…
…di
brindare, con questo vino, in compagnia di questa fanciulla alquanto
focosa?»…«Oh?»
(canzone: Anastacia
- Left outside alone part II)
Suo
marito era lì a sorriderle, con Benji tra le braccia. E
Terriermon sulla spalla «Non ho mai trovato nessuno che
riuscisse a resistere così tanto ai miei
“momentai”!» Ancora Henry «Beh,
tua madre ci
ha rifornito del vino: approfittiamone, no?...
…bentornata sulla terra, amore.» rivolgendole un
bacio
affettuoso, che trasformò quel broncio in un sorriso, dal
quale
nacque un nuovo bacio, per ricambiare il suo…
Nel frattempo
Takato «Amore dammi retta, smettila di fumare! Ho perso il
conto
delle sigarette! Non si tratta di una questione morale: ti fa
male!»…«Non mi importa!!»
ribatteva Jeri
con occhi arrossati dal fumo e dalla rabbia, ma lui la afferrava con
più decisione «Per favore!!!»
…tanto
che la sigaretta cadde di mano. Takato la fissò
«Facciamo
come ti ho detto: adesso andiamo a casa tua! Tuo padre ci deve una
spiegazione! Ti accompagnerò come l’altra volta,
solo che
stasera non me ne andrò prima che lui ti abbia chiesto
perdono!!
Per questa! E anche per l’altra volta, e per tutto il male
che ti
ha fatto in questi anni!» Ma Janyu Wong li interruppe
«Scusate…
…capisco il momento, ma dovrei parlare urgentemente con te,
Takato: da soli…»…«Ahhh,
signor Wong
è proprio necessario farlo adesso?!!»
Ma
il padre di Henry rispose irremovibile
«Sì!»
raddrizzandosi gli occhiali con una serietà in cui Takato
riconobbe i passaggi più duri e decisivi della sua
vita…e
non mancò di inquietarlo, anche se trovò il
coraggio per
rispondere «Solo un attimo!»
…e tornare da lei la quale scandiva «Non
preoccuparti
Takato…
…!! Vai pure ad ascoltare ciò che il signor Wong
ha da
dirti! Non hai sentito…? Sembra sia alquanto
urgente!»…«…ti prego, non
fare
così…» ma visto che lei sembrava non
ascoltarlo
lui tornò a stringerla saldamente «Non camminiamo
ognuno
per strade diverse!!...
…Jeri, ora noi stiamo insieme! Capisci ciò che
vuol
dire…?...
…affrontiamo i nostri problemi, facciamoci forza
l’un
l’altro!! Non fare come dieci anni fa su quel
treno…io ti
parlavo e tu eri come isolata!...ho ancora i brividi a
ripensarci…» ma lei scrollò la sua
presa «Ahhh, Takato sempre con questi ricordi!!!...
…sai che non era colpa mia se facevo
spavento!»…«Non ti sto dicendo che mi
facevi
impressione!!!» la scosse lui «Se ci tieni a
saperlo non
me l’hai mai fatta…nemmeno i tuoi cloni! Ma non
voglio che
tu ripercorra quella sofferenza…
…è
quello che mi fa paura, quello soltanto! Il tuo dolore!!...
…perché io ti amo!!» ma lei tremava e
stringeva la
recinzione stradale «Non temere, sono cresciuta ora, non sono
più quella bambina indifesa!»
Ma sia Takato,
sia Wong guardavano con timore quella rabbia che sembrava
pervaderla…
«…giuro quanto è vero che mi chiamo
Jeri
Katou…che mio padre me la pagherà!!...
…questa volta non gliela farò passare liscia! E
non ho
bisogno di nessuno, basto da sola!...
…si pentirà amaramente di avermi umiliata
così per
la seconda volta…» ma il padre di Henry si fece
vicino
«Jeri: scusa se mi intrometto in questa faccenda…
…ma credo che stiamo saltando a conclusioni affrettate. Ho
visto
tuo padre in questi giorni…era molto preoccupato, e ansioso
di
rivederti.»…«…anche
l’altra
volta…signor Wong!»…«Senti,
dico davvero!
Anzi credo sia meglio accertarsi quanto prima del perché non
sia
venuto qui…io spero non sia niente di grave, ma non si sa
mai!»
Jeri non riusciva a fissare nessuno negli occhi, soltanto il vuoto
della notte cittadina, fra le auto e i camion che sfrecciavano
«Nessun problema in proposito…sarò
presto a
casa!»…«Non farmi stare
preoccupato!!»
esclamò Takato «Avvertimi quando sai qualcosa!!...
Jeri sto parlando con te, guardami!!!»
Ma lei mormorava «…ti odio,
papà…
...e
odio anche te Beelzemon!! Tu e quelle stupide monachine che sono venute
a prenderti, colmando la sua solitudine!! Le odio una per
una!!»
la voce si rompeva in un gemito
«…perché tu
sì e io no…?...
…perché tu sei stato ripagato del tuo dolore, e
io invece
l’ho ricevuto in doppia
razione?!!...perché…?»
…il
suo era un grido soffocato, coperto dai rumori della città
notturna…(fine-canzone)
La città
notturna si stagliava dinanzi agli occhi di Guilmon, che non aveva
smesso di guardare dalla finestra «Non riesco a
dormire…
…è
inutile! I pensieri non mi lasciano in pace, è come se in
questa
notte avvertissi il ritorno impetuoso del passato! Sento la sua
presenza nell’aria, è come una voce che mi
chiama…»
Il ragazzo si
grattò la testa «Forse dovrei prendere
anch’io uno
dei calmanti che ha ingerito il signor Mori.» volgendosi, e
scrutando quella scatola di medicinali sul comodino «Ma non
ho
avuto il coraggio, mi dispiace troppo vederlo schiavo delle medicine!
Dev’essere che sono anch’io preoccupato per sua
figlia…» camminando verso il letto, e prendendo di
nuovo
la foto di quelle tre persone «Akiko…dove sarai?
In
questo momento il tuo papà soffre tantissimo! E sono certo
che
ti sta chiamando nel sonno…
…lo faccio anch’io…
…fino ad alzarmi…e vagare certe volte…
…ma lui
questo non può farlo con le sue gambe…»
sfiorando
la carrozzella…con i suoi artigli. Aveva appoggiato i guanti
«…allora lo fa con l’anima…ed
è
ancora più doloroso…
…oh?!»
Ma
improvvisamente notò qualcosa: il riflesso della finestra si
specchiò nel vetro della foto
«Cos’è questa
luce…?» sicché si volse…
…e
tornò ad affacciarsi. Fu allora che lo vide «Dal
Parco di
Shinjuku…proviene uno strano chiarore! E’ come se
una
stella fosse piovuta proprio laggiù…oh?...
…come l’Arca…quando tornammo dal
viaggio, dieci
anni fa…
…quella luce mi sta chiamando…sento che devo
raggiungerla!! Tanto il signor Mori adesso sta dormendo, no?!»
Ebbe un
attimo di esitazione causato dai rimorsi «Non…gli
capiterà di svegliarsi, e magari di sentirsi solo, non
trovandomi?»
Ma il sonno
dell’uomo sembrava profondo «Ma no…e poi
si tratta
di un viaggetto veloce, faccio una corsetta al parco e dopo essermi
accertato circa quella luce torno qui! Non c’è di
cui
preoccuparsi!» concluse con un sorriso, quando di
colpo…
“Guiiiiiilmon…”
«Oh?!»
“Guiiiiiilmon…”
«Chi è che mi
chiama?!...
…e sanno il mio nome!!»
Lui si
guardò attorno in ogni direzione, ma si arrestò
solo
quando si pose le zampe vicino al cuore…e notò
che oltre
i suoi artigli filtrava una luce rossa “Sono lo spirito del tuo
passato! Tu devi seguire il flusso di luce!”
«Chi
sei?! M-Mi conosci?! La tua voce non mi ricorda nessuno dei
miei amici!»
“Te
l’ho detto, sono uno spirito, devi fidarti…!”
La luce
rossa emanata dal suo petto volteggiava come un carillon, plasmando
molteplici fasci…
«…e se
mi stesse ingannando?» si grattò la testa
freneticamente
«Oh no, non posso sprecare quest’occasione! La voce
del
mio passato…è una cosa importante!»
“Apri il tuo
cuore, coraggioso Guilmon, sto per dirti…
…dov’è sepolto Takato!!”
«Ihm!!!» Il ragazzo si portò
l’artiglio alla
bocca…
…mentre
qualcuno, in una casa buia, parlava a un pupazzetto con gli occhi rossi
«Non desideri forse…portare dei fiori al tuo
piccolo
amico umano?»
…mentre la sua
mano femminile si tendeva a raccogliere quei mucchi di carta da
simpatici disegnetti. L’ombra celava parte dei suoi riccioli
castani «Se mi ascolti posso condurti al luogo…
…dove
riposa da dieci anni il corpicino nel quale tu stesso sei entrato,
grazie alla biodigievoluzione!!»
Guilmon
deglutì, e benché tremasse e la sua fronte
grondasse
sudore, ammise con coraggio «Sono tutto
orecchie…»
infilando in fretta i guanti «…
…Takato avrà una mia visita stanotte.»
La donna posò
delicatamente il pupazzo sul tavolo, pulendo qua e là
qualche
briciola di pop-corn…
«E quando sarai lì…
…incontrerai qualcuno a vegliare sul sonno del tuo
amico…
…vero…piccola Akiko?» volgendosi verso
la bambina
che sonnecchiava sulla sedia…
«Ihihihihiiii…»
Gli occhi del pupazzetto lampeggiavano di rosso…
«Allora,
che cosa deve dirmi signor Wong?» chiedeva Takato mentre
passeggiavano lungo il marciapiede
«Takato…è
difficile da spiegare.»…«Si tratta di
qualcosa che
riguarda Digiworld?!» ma Wong si raddrizzò gli
occhiali «…no: si tratta dei tuoi
genitori.»
«…i
miei genitori…?» mormorò il
ragazzo dilatando i suoi occhi, ed alzando lentamente lo sguardo
«…è successo qualcosa?» Nel
suo tono si
avvertiva una nota di durezza, simile a una sfida verso la vita, con i
suoi continui assalti «Devi ascoltarmi…
…quanto
ti sto riportando ci è stato detto dalla signora Akiyama. E
comunque alcuni di noi hanno svolto dei controlli…e hanno
confermato.»…«Non
c’è bisogno che
faccia tanti giri di parole, glielo assicuro: sono
coraggioso…
…e
conosco fin troppo bene i colpi della vita!...»
scandì…ma poi, qualche secondo dopo col padre
dell’amico che lo scrutava, abbassò lo sguardo
«…mi scusi…
…non intendevo mancarle di rispetto, è
che…!...anch’io ho qualcosa da raccontarle,
qualcosa che
ho scoperto a Digiworld e per la quale…avrei bisogno
dell’aiuto di un esperto…
…anche se non so esattamente…quale esperto si
occupi
di…
…certe cose…»
I mezzi
sfrecciavano incessanti accanto a loro, quando Wong disse
«Sai
che da parte mia hai tutta la disponibilità, anche in onore
del
passato…e come tributo per ciò che di grande hai
fatto a
Digiworld…restituendomi mio figlio. E’ per questo
che ho
preso il coraggio per dirti che…!...
…Takato,
mentre eri via tuo padre…ha incontrato un ragazzi-»
Ma di colpo il fragore.
Un’esplosione potentissima: i due si volsero «Che
cosa
è stato…?» fece Takato. E Wong
«Guarda, del
fumo!! Oltre i palazzi!! Ma quello è un
incendio…»…«Quelle luci non
sono
normali…ci scommetterei che è un attacco dei
Digimon!» Takato stava per sfrecciare in strada quando Wong
esclamò «Ma chi?! Chi mai potrebbe essere
bioemerso per
attaccarci?!»
Il giovane si volse
con espressione consapevole…ma in quel momento si
udì
chiamare «TakatoooOOOOOO!...
…uff,
puff!!!»…«Cindermon!»…«Sono
loro! Sono arrivati!! Hanno attaccato la banca, guarda, guarda
qua!» così la ragazza digitale sfoderò
un’Ipad…
…e quando
Takato posò i suoi occhi sul display, rimase di
sasso…
…un
grattacielo bruciava, e la gente fuggiva nel frenetico terrore di cui
sovrani erano due Digimon, dalle sembianze simili a due
ragazzi…
…accomunati nella risata, fratelli…una guerriera
dalla
succinta armatura tecnologica ed un giovane con il turbante, e denti
vampireschi.
«Quelli chi
sono?!»…«…Starshipmon…e
Teardropmon!
I figli ripudiati della nuova nemica di Digiworld!!»
replicò il ragazzo, e l’uomo «Ma di chi
state
parlando?!»…«Sono molte le cose su cui
dobbiamo
aggiornarla signor Wong, ma adesso non c’è
tempo!!»
affermò Takato e l’attimo dopo Cindermon propose
«Presto, dobbiamo biodigivolvere!»
Il ragazzo
estrasse il Digivice incontrando lo sguardo deciso della sua Digimon.
«BIODIGIEVOLUZIONE
DEL FUTURO!!!»
Sotto gli occhi
abbagliati di quel padre, nei cui occhiali si specchiò un
riflesso infuocato…
«CINDERMON
BIODIGIEVOLVE!!!...» una coppia di ali si
spalancò
liberando foglie incandescenti
«…RUBYMON!!!»
…e neanche Wong aveva fatto in tempo a guardarlo, che
già
aveva spiccato il volo nel cielo cittadino, come una cometa
fiammeggiante…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 38 *** La tragedia si compie ***
puntataDT2
Presso il grattacielo, il panico più totale…
Schegge di vetro
infranto piombavano dai piani più alti, avviluppati dal
fuoco
«Uhmuhmuhm, bene, è iniziata finalmente
l’opera di
conquista. Sfido che Scratchmon possa nascondersi in questa banca, non
trovi anche tu Starshipmon…?» mormorava il
beffardo
giovane, dalla frangetta castana che spuntava dal turbante
«Non
importa!» replicava la sorella armeggiando con i computer
sulla
sua polsiera «Continueremo a mettere a ferro e fuoco ogni
centro
tecnologico della città, fino a che il nostro clamore non
diverrà troppo forte, perché lei possa non
udirlo!!»…«Immagina se già ci
stesse
guardando, sorellina…!» apriva le braccia
sognante, ed il
vento smuoveva le ampie maniche della sua tunica. Rigido era invece il
costume metallico della ragazza che affermava «Io trovo ben
più esaltante pensare che ci sia la mamma qua attorno!
Magari
chissà, è fra queste persone che scappano! Con la
sua
brama per i soldi non c’è da
stupirsi!»…«Ma sì, spero che
stia
soffrendo…!» sibilava lui «Spero che
stia provando
tanto terrore!»…«Non distraiamoci,
Teardropmon.
Continuiamo la nostra operazione di assorbimento!»
«Ahahah, ma certo!» Il Digimon si sfilò
il
turbante...ed improvvisamente, le strutture informatiche del
grattacielo, i computer, le stampanti e persino i caveau iniziarono a
fluttuare, sospinti da una forza indefinita.
«Ahahahahah!» egli li smaterializzava in
dati…e
questi fluivano nel suo turbante, mentre il suo sguardo lampeggiava
soddisfatto «Altri pezzi che si aggiungono alla collezione,
molto
bene! Casa nostra diventa sempre più tecnologica, persino i
sistemi di una banca! Ma non mi accontento…
…voglio di
più!»…«Quanto avremo
assoggettato la città la nostra squallida casa si
tramuterà in un tempio del progresso, puoi starne certo.
Ah!» terminò la guerriera con un agile balzo sul
davanzale
sottostante, per monitorare la situazione per mezzo dell’Ipad.
«Già assaporo l’invidia del popolo dei
Digimon!» sognava Teardropmon rimasto sul tetto…ma
non si
accorgeva dello sguardo di fuoco che si accese alle sue spalle, seguito
dallo spalancarsi di ali di foglie.
«Ahh?!! E tu chi sei?!!...(canzone: Evanescence
- Sick)
…come osi disturbare il nostro shopping?!!»
Il Digimon
replicò con sguardo aggressivo come la voce
«…sono
il tuo incubo peggiore, Rubymon!! Il difensore di quel popolo che tu
vuoi far morire d’invidia…!!»
Rubymon sembrava
aver voglia di combattere. Teardropmon era forse spiazzato ma volle
tener testa «Uhm! E così tu saresti il capo di
quella
massa di inferiori rosiconi?!...un mediocre…»
alludendo
con la mano al suo esile fisico «…privo di massa
muscolare, abituato a mangiare le briciole di chi riesce a emergere!!
Come noi!! Guardami bene!» spalancando le braccia con
espressione
trionfante «Sono arrivato sulla vetta, a poco a poco mi sto
impadronendo di tutto ciò che per voi, poveracci,
è il
frutto di noiosi mesi lavorativi! Osserva…»
mostrando il
flusso di dati nel turbante «…mi basta uno
schiocco di
dita per diventare ricco, potente, in pratica questo falò mi
ha
trasformato nel ragazzo più in vista di Tokyo nel giro di
pochi…secondi! Mi invidiate profondamente, lo so anche se
non lo
ammettete!»
“Takato…ma questo qui è proprio
INSOPPORTABILE o
sbaglio?” «Non hai tutti i torti,
Cindermon…»
pronunciò Rubymon estraendo la sciabole fiammeggiante...
«Ahhh?! Non vorrai mica sfidarmi?!...
…guarda che non ti conviene, io sono l’esatto
contrario di
te! Si capisce da lontano un miglio: chi può essere il
vincitore
fra il sovrano del progresso e uno il cui corpo è composto
da…
…foglie…MORTE, come il passato?!»
«…non ti consiglio di
sottovalutarmi…»
Rubymon assottigliò lo sguardo e il sorriso
«…a
volte nel passato sono nascosti indizi interessanti!»
volteggiando nell’aria…
…e piombando drastico su di lui «Lampo inafferrabile!!!»
«Ahh!!» Teardropmon dovette balzare
dall’altro lato
del tetto «Dov’è finito?!...
…ah, eccolo…» e nonostante si
accorgesse dello
strappo ancora bruciante sulla manica sinistra, si affrettò
a
coprirlo con stizza «Mi spiace per te ma mi hai
mancato!!»
Rubymon in
apparenza tranquillo «La prossima volta andrà
meglio.»
«Non, non credo!! Mosaico…spettrale!!!»
sfoderando il tamburo…
…ed
iniziando a picchiare violento con le bacchette, per la fuoriuscita di
molteplici spettri lupiformi. Rubymon reagì con «Soffio incandescente!»
generando una spirale dal suo alito fiammante, e piroettando per
scatenarlo assieme a foglie e scintille.
I colpi
entrarono in collisione mortale sul tetto della banca: i due Digimon
lottavano più accaniti che mai…
…ma
d’un tratto «Oh no! Chi è che sta
sparando?!»
Rubymon fu costretto a volar via e interrompere il suo attacco: una
mitraglia l’aveva puntato «Ci vuole un bel coraggio
per
lanciarsi da solo in battaglia contro noi due…»
disse una
suadente voce femminile, che introdusse l’arrivo di
Starshipmon
con il mitra da polso ancora fumante.
“Takato, che facciamo?!...già tenere testa ad uno
di loro
è una fatica bestiale, FIGURIAMOCI ENTRAMBI!”
«Ahahah! E
così ti sei infilato in trappola, le tue ambizioni frustrate
ti
hanno beffato!» rideva Teardropmon, ma la voce di Cindermon
proruppe “Guarda che lui non è solo: siamo in due
dentro
uno!! Ma voi non potete capirlo perché anche se
fratelli…restate separati!”
«Ti
sbagli! Io e Teardropmon siamo uniti per la pelle ed il
sangue…» definì Starshipmon, mentre il
fratello si
accostava a lei appoggiandole il capo sulla spallina metallica
“Piantatela! L’unione è
un’altra
cosa…” «Non vuoi proprio
capire…?»…«Sorellina, credo
occorra dar loro
un assaggio della nostra potenza.»…«Sono
d’accordo!»
Teardropmon replicò «Mosaico spettrale!!»
mentre la ragazza balzava, anteponendo il mirino della sua polsiera
«Mitragliatore
galattico!!»
Rubymon alzò la sua spada per pararsi ma
«A-Ahhh!!!»
…come
Teardropmon descriveva «Siete patetici, anche in due non
durerete
sotto il nostro attacco combinato!!»
“U-Ugh…!...Takato resistiamo!!!”
…la
lotta dei due spiriti all’interno di Rubymon era una
sola…i suoi artigli luminosi strattonavano sul tetto
prossimi a
cadere…(fine-canzone)
Quel chiarore
candido seguitava ad attrarre Guilmon, ma la luce rossa volteggiante
sul suo cuore gli suggeriva “Non distrarti Guilmon, sei quasi
arrivato…!”…«Manterrai
la promessa? M-Mi guiderai davvero alla tomba di Takato?...
…sono giorni che la sogno, cerco di immaginarla nella mia
testa!
E nonostante mille tentativi…non riesco a pensare che
proprio
lui riposi sotto terra!» serrava i suoi occhi il ragazzo.
“…molto
presto la tua ansia troverà pace…”
«…vuoi dire che finalmente riuscirò a
farmene una ragione?» “…segui la luce
rossa…”
«D’accordo…» gettando
un’ultima occhiata
sull’alone argenteo oltre gli alberi e i palazzi
«Non posso
farmi distrarre, la voce dice che mi porterà da Takato:
povero
piccolo…per dieci anni non ha avuto il suo Digimon, a
portargli
fiori dove riposa! Devo correre!!»
…così procedette dritto, trascurando
quell’illusione pallida…
…poco dopo, deglutiva nel buio «…vuoi
dire…che Takato è sepolto in questo cimitero? Ma
io
ricordo che ci sono stato!»
“Evidentemente
il tuo cuore ha rifiutato di trovarlo…”
ma lui mormorò «…non credo: io sono
pronto ad
affrontare la realtà, ormai da molto tempo.»
Quelle scarpe da
ginnastica consumate che aveva trovato proprio lì, ora
avanzavano tra pietre silenziose
«…e-ecciù!...
…l’odore di fiori mi fa starnutire. E’
l’odore
di morte…quello a cui sono allergico…»
sussurrava
il giovane, e quel Digignomo sulla sua maglietta sembrava resistere
strenuamente come fonte di luce in quell’oscuro
cammino…
…da
ogni tomba sembrava temere l’aspra sentenza: si muoveva a
scatti
fra le lapidi, come se dietro di esse si nascondessero nemici. In
realtà, su ognuna di loro temeva di veder scritto quel nome
così importante per la sua vita. Aveva paura di essere
sorpreso,
nel buio, dagli occhi di quel piccolo amico umano che lo fissavano da
una foto, celati tra i fiori secchi…
…infatti egli aveva affrontato tante sfide, ma ora il volto
di
quel giovane era pallido e sudato, ed i suoi occhi spaventati come nel
più insidioso fra tutti i campi di battaglia. I suoi respiri
ben
udibili nel silenzio e velati da un affanno quasi asmatico. Dalle sue
mani…faceva scivolare lentamente i
guanti…cosciente che
la notte avrebbe inghiottito quegli artigli che
ora…scorrevano
fra i suoi capelli a spazzola…
…e
così passo dopo passo, si guardava a destra…a
sinistra…attendeva da ogni svolta il responso alla sua vita.
Ma
a un certo punto «Oh?!» qualcosa lo fece
trasalire…e
non staccò gli occhi da essa, mentre con cautela tornava ad
infilarsi i guanti…
“Là c’è una
donna…che ci fa al
cimitero a quest’ora? Forse anche lei cerca
qualcuno…che
il destino ha sepolto al termine di un sentiero intricato? Il mio
destino…è legato forse a quella
signora…oppure
è semplicemente una comune passante? Uhm? Perché
la luce
indica lei…?”
“Non aver
paura…” «M-Ma
io…!» provò ad obiettare…
…ma alla fine si avvicinò a quella donna
inginocchiata
con devozione dinanzi a una lapide. Con il capo avvolto in un
fazzoletto bianco, era intenta a disporre fiori freschi…il
ragazzo temeva di spaventarla, perciò ritirò
più
volte la sua mano. Fino a che lei non sembrò terminare il
lavoro, alzandosi lentamente e rimanendo a contemplare la lapide.
Il ragazzo allora prese fiato e coraggio, per accennare
«…s-signo-signora!»
Un piccolo sussulto. Ma non più di questo,
sull’eco delle
parole del giovane «Le chiedo scusa se l’ho
spaventata…ma davvero non era mia intenzione. Io stavo
cercando
la tomba…di un bambino. Non so se lei può
aiutarmi…
…viene qui spesso?»
La donna dal capo velato e l’abbigliamento severo si volse
lentamente «…
…sì. Io mi reco qui molto spesso.»
«Ah!!» vederla in volto fece balzare il cuore del
Digimon
dalle sembianze umane, che non riuscì a frenare le
esclamazioni
«Non è possibile…! N-Non posso
crederci!!»
ansimando con voce strozzata «…
…s-signorina…Asanuma…»
Costei si ritirò diffidente «Che cosa vuoi da
me?!»…«Io…»…«Stai
cercando
soldi, per caso?!»…«N-No, le assicuro!
Mi faccia
parlare!»...«Perché conosci il mio
nome?!!»
strillò più forte lei, sovrapponendosi alle sue
parole
«Io…ero…
…sono…» chinando il capo, e sussurrando
senza fiato
«…una di quelle creature…che lei vide
tanti anni
fa, probabilmente non ricorda…» mentre lasciava
che i
guanti gli scivolassero dalle mani
«…però…però! Io
non posso credere che
non c’è un angolo della sua memoria dove noi
alberghiamo!
Eravamo speciali…abbiamo trasformato…i suoi
alunni in
eroi…»…«A-Aspetta un
attimo!...
…n-non farmi confondere, non dirmi troppe cose assieme,
io!...provo dolore…nel ricordare…
…quegli anni…» Ma lui ormai non temeva
più
di guardarla negli occhi «…oh, anch’io,
sa?
Però adesso quegli anni mi hanno portato
qui…»…«…tu…sei…»
accennava a poco a poco lei, che assumeva espressione fragile e
spiazzata
«…un…Di…gimon?»
chiese come
se fosse qualcosa di incredibile.
I
guanti ormai giacevano a terra. Le zampe ciondolavano rassegnate.
«Ma come
è possibile, sembri un ragazzo!»
esclamò
l’insegnante…che poi avanzò verso di
lui, per
sfiorarlo…
…benché la luna illuminasse il metallo di quella
pistola
nascosta tra i fiori…
…ed
un’altra figura appariva a
vegliarli…un’altra donna.
Dagli abiti completamente neri e i capelli ricci, si celava fra le
lapidi, e stringeva tra le mani un pupazzetto dagli occhi
rossi…
«Cos’hai qui sul petto…?»
chiese Asanuma
«Questa è la luce che mi ha condotto da
lei.»…«Come?!»…«…ss…sì,
a un certo punto ha iniziato a parlarmi…
…però…
…!!! Però io, con o senza luce prima o poi avrei
desiderato rivederla!!!»
La
donna sembrava spaventata. Il ragazzo ansimava con occhi sconvolti
«Lei…è…! Un frammento del
mio passato! Il
suo volto e la sua voce sono un…tempo felice che ritorna!
Perché, mi chiedo? Perché proprio questa
notte…?
Ma tanto io lo sentivo! Avevo avvertito qualcosa nell’aria!...
…mi chiedo tutto questo cosa significhi…
…signorina Asanuma…
…ricorda
del cielo? La primavera e il suo profumo?...si ricorda del
campeggio…?...
…del doposcuola…
…
…e-e di Takato…?!» scivolando in un
gemito tremante.
«…Takato…»
sussurrò Asanuma.
La donna nascosta si sporgeva a scrutarli.
L’insegnante si avvicinava «…non dirmi
altro e
rispondi soltanto!!! Tu eri quella creatura che mutava in un
essere…immenso, dietro al quale lui si
corazzava?!!»…«S-S-…
…sììì!!!»
lacerò la notte, in
un grido liberatorio «Tu eri la creatura che ha
disegnato?!»…«So che non ho quello
stesso aspetto,
signorina!! P-Perché…al contrario di lei che
è
rimasta uguale…» parole su cui Asanuma si
portò la
mano al petto «…io sono cambiato! Però
le assicuro
che in questo vortice che non risparmia nulla…una cosa si
è salvata!! E cioè il mio
affetto…s-stratosferico
per il suo alunno!!!»
«Il
piccolo
Takato…»…«Sììì!!!»
gridava fra le lacrime «…i sentieri del
destino…mi
hanno portato a cercarlo in questo cimitero. Lo sa…? Mi
hanno
detto…
…c-che è morto! Il mio Takato è morto!
E’
morto!!!...
…secondo lei un bambino come lui può
morire?!»
La donna assunse un volto spaesato. I suoi occhi parvero velarsi di
tristezza, ed aggistò appena il suo foulard, come a volersi
coprire meglio il viso «…non sai quante volte me
lo sono
chiesta
anch’io.»…«Ahh!!»
Guilmon
alzò lo sguardo. L’insegnante senza guardarlo
rivelò «Quella notizia suonava come qualcosa che
si
spezza…un vetro che si infrange. Devi sapere una cosa,
io…vivo in un rapporto doloroso con il mio passato. Questi
anni
non sono stati felici…e benché…io
abbia cercato in
ogni modo di farmi forza e di guardare avanti…»
alzando
occhi malinconici verso il cielo notturno «…alla
fine con
la mente ritorno sempre lì. Takato…
…tu sai che io gli volevo molto bene. Per me lui
è un
po’ un simbolo…» allungando la mano
verso la
lapide…e raccogliendo un fiore «…un
ultimo fiore di
quegli anni in cui esisteva ancora la primavera.»
avvicinandosi a
lui…
…e porgendoglielo. Le zampe del ragazzo tremavano, ma quando
sfiorarono quelle di Asanuma, costei sembrava non provare alcun timore.
Lui se ne meravigliò, ma non ebbe il coraggio di
chiederglielo,
tanto era preso da quel fiore, a cui si rivolse col nome
«…Takato…
…Takaaato, il mio passato. Il mio Digimon Tamer…
…il mio
migliore amico.»…«…ed il
mio…bravo…
…volenteroso e dolce studente. Sai, io sono come te. Ed ogni
notte…lascio la mia casa, nella quale vivo in solitudine.
Chiudo
bene la porta…e mi reco qui. A parlare col mio alunno. A
ricordare assieme a lui i tempi in cui si poteva ancora essere
felici...»
…le
lacrime scorrevano inarrestabili sul volto di quel giovane imbambolato,
cadendo come pioggia sulla sua maglietta, e bagnando il Digignomo.
«Questo mondo sembra il fantasma del tempo che vi ha
ospitati. Mi
ricordo di voi Digimon. Non feci in tempo a calzare…qualcosa
di
meglio di un paio di zoccoli consumati quando lessi i riassunti in cui
Takato e gli altri…prendevano congedo da me per recarsi a
Digiworld. Avrei fatto…qualsiasi cosa per fermarli, ed
impedir
loro di correre un tale rischio! Mi domando…
…se solo Takato mi avesse lasciato un biglietto prima di
congedarsi per sempre. Un biglietto come quello!...forse ora…
…avrei capito molte più cose…e invece
io continuo
a vagare…» narrò assorta…
La donna
nell’ombra seguitava a scrutarli, ed i suoi occhi brillavano
determinati nella notte…
«Vedo che
non hai fiori con
te.»…«Oh?»…«Per
questo te ne ho lasciato uno. Portalo a lui. Gli farà
piacere.
Nelle lunghe chiacchierate che ci facciamo, se non sono io a
immaginarle…mi ha parlato anche di te. E mi ha detto che non
ha
smesso mai di volerti bene…» scostandosi dalla
lapide…
…per permettere finalmente a Guilmon di vederla
«Ah!» (canzone: Anastacia
- You'll never be alone)
Con
quel piccolo fiore tra gli artigli, avanzò. Asanuma si fece
da
parte in una posa rigida. Il suo sguardo si incrociò con la
donna in nero, che seguiva attenta la scena.
Gli
occhi ingenui del ragazzo dalle zampe rosse si posarono sul sorriso di
un bambino.
Un
bambino ritratto in una foto, su una tomba lucida e splendente, su cui
si specchiava la luna…
«Takaaato…» accennò il
ragazzo.
Il
suo nome era lì. Data di nascita e data di morte. Tutto
questo
circondato da fiori colorati. Sui petali caduti a terra atterrarono le
ginocchia del ragazzo, che disse «Eccomi dunque…
…amico mio. Ce ne ho messo di tempo, eh?...
…ma finalmente sono arrivato. La tomba del mio destino. Data
di
nascita…» indicò con
l’artiglio
«…e data di morte della mia felicità.
Della gioia
di un Digimon…al pensiero di nascere e…!!...
…neanche fare in tempo ad aprire gli occhi, che ha
già
incontrato un domatore!»
Ripensando a
quando gli era venuto incontro, discendendo quei pochi
gradini…
…e
rivedendolo così simile, mentre avvicinava
l’artiglio alla
foto «…finalmente ti rivedo! Anche
se…non avrei
voluto in questo modo! Takato, ma che ci è
successo?!!...perché il destino si è accanito su
due
amici come noi?!»
…versava lacrime, sotto lo sguardo impassibile delle due
donne,
su cui passava un lampo di soddisfazione…
«P-Perdonami se sono tornato così tardi! Se non
sono
riuscito a proteggerti! P-Perdonami per aver fallito nel mio
compito!!!...
…E PER TORNARE CON UN INUTILE FIORE!!!...che non
può
certo restituirti la vita! Tu non dovevi morire, bambino mio! NON
E’ GIUSTO! Dunque per cosa è stato inventato il
potere
digitale?! I DIGIMON NON SERVONO A NULLA!!» scostando con
rabbia
tutti quei fiori. I vasi caddero, l’acqua si
versò…ma quando bagnò i suoi
pantaloncini e le sue
gambe, balbettò
«…p-perdonami…
…non volevo far questo a ciò che mi resta di te.
E’
solo che mi sento morire al solo pensiero che dietro questa
pietra…!!! Si nasconde il corpo che mi ha stretto in un
abbraccio!! Che mi basterebbe graffiare con i miei artigli, per
stringerti ancora!! MA SARESTI SOLO UN MUCCHIO D’OSSA!!!...e
forse…
…ti frantumeresti come un giocattolo rotto. Takato, questa
è la fine…» appoggiando il suo artiglio
stanco alla
tomba «…l’epilogo della nostra storia, e
delle
nostre risate. Siamo arrivati al capolinea. Cosa può
salvarci
più ormai…?» si interrogava, fra le
lacrime e gli
affanni…
…mentre le due donne si accostavano l’una
all’altra,
con sguardo duro e il capo coperto, come due guardiane della
notte…
…ma sul tetto di una banca in fiamme c’era una
creatura a
metà fra l’umano e il digitale, che pur con
difficoltà stringeva i denti «No…!...
…non siamo arrivati al capolinea…!!»
Una voce femminile dentro di lui esclamava
“…Takato tu non
ti arrendere, e neanch’io lo farò!!!”
«Ahahah!!! E invece dovresti iniziare a pensarci seriamente,
forse la ritirata è la scelta migliore!» provocava
Teardropmon, e sua sorella annunciava «Abbiamo appena
iniziato
l’invasione, e niente potrà fermarci! Desideriamo
assoggettare la terra, affinché tutte le risorse
scientifiche
diventino nostro patrimonio! Con questo scontro hai avuto la conferma
che siamo molto più forti di te: voi e i vostri patetici
alleati
ci fate soltanto pena, non avete idea di contro chi stiate
lottando!!!» Teardropmon preparava il tamburo
«Coraggio
Starshipmon: facciamoli
fuori.»…«Sì, e poi
assorbiamo i loro dati per diventare ancora più
potenti!»
ribatté Starshipmon alzando il suo mirino.
«N-Non ve
lo permetterò…ahhh!» Rubymon si muoveva
a fatica,
coperto di ferite.
«E’
la vostra fine…» sibilò il ragazzo col
turbante.
Ma d’un tratto «Perimetro
dell’amore!!!»
«Ahh!!» i due Digimon si ritrovarono circondati da
un cuore
luminoso, nel mezzo del quale piombò una freccia
«AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHH!!!» il dardo
generò
un’esplosione incredibile dalla quale dovettero balzare di
scatto.
L’attimo dopo «Scia
analgesica!» Rubymon si trovò avvolto
da una luce curativa «Cupidmon!!» “Appena
in tempo!”
“Mio padre
ci ha avvertiti, Takato!” disse la voce di Henry
dall’arciere, e poi quella di Rea “Non
preoccupatevi, ci
siamo noi adesso!!”
Per poi volgersi
verso gli indignati nemici. La voce di Rea esclamò
“E
così tutto questo è opera vostra?! Peggio per
voi, ci
avete preso nel momento di maggior stress, ora ce la
pagherete!!”
«Non farà
mica sul serio?!» sobbalzò Teardropmon. Ma
Cupidmon si
lanciò, ed Henry ammise deciso “Avete fatto un
errore a
sottovalutarci!!” scegliendo in un attimo Starshipmon come
sua
avversaria «Ahhh!» e piombando in una combo di Kung
fu a
cui teneva testa a stento «Starshipmon!»
gridò
Teardropmon ma «A noi
due…»…«Ah! Sei
ancora in piedi!!» Rubymon si era rialzato più
grintoso di
prima, e la sua spada incontrò la bacchetta del tamburo, in
uno
stridente rumore.
I due fratelli schizzarono l’uno vicino all’altro
«Teardropmon, dobbiamo andare…sono ancora scarsa
nel corpo
a corpo!»…«Dannazione…va
bene, ma intanto
abbiamo acquisito un bel bottino di dati!» sventolando il
turbante e aggiungendo «E non ci fermeremo di certo
qui!!»…«D’ora in poi saremo il
vostro
tormento!» concluse la sorella, quando una nube nera li
sfumò.
«Come volete! Noi ne abbiamo per tutti…»
mormorò Rubymon.
E
Cupidmon con la sua scia luminosa inondò
l’edificio,
spegnendo l’incendio…
La
gente li osservava ammirati e grati…il vento soffiava le
foglie
dai capelli del malinconico Rubymon, mentre Cupidmon gli posava la mano
sulla spalla «Tutto a posto,
amico?»…«…sì,
nonostante
tutto…sono ancora tutto intero.» per stringersi in
un
gesto d’affetto…(fine-canzone)
Poco più tardi…
Erano giunti i
soccorsi presso la Banca: ambulanze e pompieri stavano lavorando con
impegno per portare in salvo i civili feriti nell’assalto.
Henry e Takato
contemplavano a distanza, e la gente li guardava come comuni passanti
senza immaginare che dietro di loro si celavano le mirabili creature
che avevano fatto la differenza tra vita e morte «E
così
stanno cercando tecnologie per il loro arsenale?»
analizzò
il ragazzo dai capelli scuri incrociando le braccia, e desumendo
«L’invasione è
iniziata…proprio come dieci
anni fa, ti ricordi?» Il giovane con la bandana rossa e stile
metropolitano venne avanti
«Altroché…non posso
dimenticare che stavo quasi per appisolarmi alla stazione quando sono
stato svegliato di colpo dall’immagine del D-Reaper, nei
monitor!»…«Non vogliono proprio
lasciarci in pace,
Takato…» disse Henry ma poco dopo
stemperò
«…uhmuhmuhm! E va bene: vuol dire che è
nostro
destino farci le ossa. Te la sei cavata bene, sai? Ti trovo migliorato:
la tua intesa con Cindermon dà ottimi frutti in
battaglia.»
Il ragazzo
accennò un lieve sorriso «…tu
credi?» ma poi
risuonò una voce «Chi è che ha
pronunciato invano
il nome di questa…star del mondo digitale?! Henry sei stato
tu?!»…«Uhm, veramente sì: e
faccio
ammenda!» per poi essere raggiunti da Rea «Uhhhh,
eccomi!
Ho dato un’occhiata in giro: tutto bene sembrerebbe, siamo
accorsi in tempo!» Takato ammise «Non vi ho ancora
ringraziati abbastanza…» seguito da Cindermon, che
si
abbracciò il suo domatore «E’ vero!
Senza la vostra
provvidenziale entrata in scena ammetto che…saremmo
diventati
due carboncini! Giusto Takato?» il quale confermò
con un
sorriso. Rea ed Henry li guardarono con affetto
«…mancherebbe anche che ci ringraziaste: siete dei
cari
amici, lo facciamo volentieri!» disse la prima, ed Henry
«Sentite, sarà il nostro piccolo segreto, no? Mi
riferisco
alla battaglia, ora non ha senso disturbare Rika e Ryo che staranno
cenando serenamente. Lo stesso vale per Kenta e famiglia! Tanto lo
sapranno a breve dal telegiornale. Però si meritano una
serata
in pace con tutto ciò che affrontano
quotidianamente.» La
moglie aggiunse «Sono perfettamente d’accordo! Uh?!
Mamma
mia quanto è tardi, in teoria dovremmo affrettarci anche
noi!
Siamo a cena dai tuoi, no Henry? Altrimenti mia madre se ne riesce con
la bottiglia!»…«Uhmuhm, meglio arginare
il pericolo:
quando torna Rapidmon…»
Proprio su quelle
parole il Digimon tornò «Henry: ascolta,
all’apparenza sembrerebbe tutto ok ma non sono tranquillo.
Vorrei
restare a controllare se non ti
dispiace.»…«Non
vieni a cena con noi…?» gli chiese il suo
domatore. Ma
dopo qualche istante di silenzio del Digimon, ammise
«…capisco, la tua è una scelta
responsabile.»…«Voi intanto tornate da
Benji.
Terminati i soccorsi vi raggiungo.» Rea domandò
«Ma
non sarai in pericolo, qui da
solo?»…«No!»
rispose però Cindermon, la quale affermò
«Se ci
sarò io con lui!» Takato si interessò
«Cindermon, vuoi restare? A questo punto rimango
anch’io
con t-»…«No! Takato ascolta: tu corri a
casa. Dammi
retta, è bene scoprire cosa è successo ai tuoi
genitori!» Il volto del ragazzo si tinse d’amarezza
«…che cosa vuoi che sia successo…
…mia
madre non è voluta venire! E ha convinto anche
papà. Era
furiosa con me da quando sono
partito!!»…«Ma cosa
dici, se ti ha anche scritto una
lettera!!»…«Quella
lettera…
…l’hai scritta
tu.»…«Cosa?!»
La ragazza
digitale impallidì e rimase cristallizzata. Takato
cercò
di smorzare la sua espressione seria «Ma…non fa
niente, e
anzi ti ringrazio. Per me è molto meglio che sia stata la
mia
Digimon a dirmi cose simili. So che l’hai fatto a fin di
bene…»
Ma quelle parole non
bastarono a scioglierla da uno stato di sospensione e
incertezza…
…mentre Henry
accennava un po’ interdetto
«…mio…padre…ti ha spiegato
poi ciò
che doveva dirti?»…«…no. Non
abbiamo fatto in
tempo, hanno sferrato l’attacco. Ma per quanto ha detto non
riguarda i Digimon: bensì esclusivamente la mia
famiglia…
…ma temo di
sapere di che si tratta, evidentemente tuo padre, come non lo so ma ha
fatto la stessa scoperta di Cyclemon, e cioè che mio
fratello
è ancora in giro pur essendo morto…
…ma anche
questa sarà una questione che dovremo affrontare: domattina
mi
aspetta una sfida ostica. E chissà che non stasera! La mia
famiglia è arrivata alla resa dei conti…non so
cosa
troverò a casa…»
…spiegava
mentre queste parole scivolavano sul viso imbambolato di Cindermon, dal
capo ciondoloni “Ha scoperto che a scrivere quella lettera
sono
stata io. Che vergogna per un Digimon. Che vergogna!!”
«Bene amici io vado, ma voi divertitevi, e non pensate a
me!»…«Sì ma tu facci sapere.
Capito Takato?
Parlo sul serio, facci sapere!»…«Henry
ha ragione,
confermo appieno!»…«Sì
sì,
d’accordo! Siete cari. Cindermon? Ehi,
Cindermon!»…«Uh?!»…«Guarda
che
è tutto ok! Non ce l’ho con te perché
hai scritto
quella lettera, è tipico tuo rimettere pace nei contesti!
Grazie
per le tue parole. Appena qui si tranquillizza vieni a casa!
Beh…sempre che da qui a breve avremo ancora una casa! Non so
perché, ma io avverto nell’aria che sta per
scoppiare una
bomba! Sarà che ormai non mi spavento più di
niente…»
Cercava di
prenderla sportivamente, ma le sue parole lasciavano a sospirare e
scambiarsi sguardi Henry, Rea e Rapidmon…
Ma nel buio cimitero dove vi era la tomba di TAKATO MATSUKI, una
donna in abito nero sussurrava presso la lapide «Se ne sono
andati. Ora puoi uscire…!»
La consistenza
di quella tomba era cristallina, tanto da poter accogliere i raggi di
luna. Ma al suono di quelle parole si svelò nel suo vero
materiale: ghiaccio, che iniziò a cambiare forma
così
come i capelli del bambino nella foto divennero neri, in quanto era
solo un riflesso a farli sembrare chiari. La scritta scolò,
mentre un essere si ricomponeva dal ghiaccio, spalancando le sue ali e
gettando schegge gelide attorno. Era rimasto in piedi su una lapide che
in realtà era opaca, ed assegnava al bambino della foto un
altro
nome «Così questa sarebbe la tomba di Nakao
Harada…» osservò IceDevimon
«…ciò che mi domando
è…da dove salta
fuori? Chi è lui in realtà?»
La donna
col pupazzetto in mano passeggiava fra le tombe
«…un altro
elemento chiave del nostro
piano…»…«Cosa?
Andiamo, Violetta! Che giovamento può mai
concederci…un
bambino morto?! I bambini sono inutili…»
sibilò il
diavolo, volando vicino a lei «…ADDIRITTURA QUANDO
SONO
VIVI, come quella Akiko! Figuriamoci un moccioso che riposa sotto metri
di terra…» scandì, ma poi quelle parole
sembrarono
gettare lui stesso in un pozzo di incertezza: chinò il capo,
e
seguitò cupamente
«…perché…se Takato
Matsuki è vivo…lui,
presumo…» alludendo alla
tomba «…che invece sia morto davvero. Morto e
sepolto!» Violetta camminò oltre…
…IceDevimon sembrava turbato da quel confronto con la morte
umana. Si guardava i palmi delle sue grandi mani, e non riusciva a
staccare gli occhi dalla tomba del bambino e dallo scenario
circostante, come se in fondo vi trovasse molte diversità
con un
limbo senza tempo popolato da creature congelate. Quelle pietre incise
lo facevano sentire insidiato...
«Morto…sì.
Sepolto?...uh…sì!
Sì, morto e sepolto. Ma non scomparso!» descrisse
Violetta. Il Digimon spalancò gli occhi.
«E’ ancora qui in giro, camminando per strada
può
capitare di incontrarlo.»…«Cosa lo
trattiene
qui?» chiese IceDevimon, e la donna sorrise
«…il
desiderio di incontrarvi!»
Il Digimon
spalancò occhi e bocca vampiresca «…che
cosa…?»
Sembrava
non capacitarsi, mentre la donna dal velo di merletto nero appariva
quasi divertita.
«No!...non
posso crederci, mi stai prendendo in giro!» abbassando il
tono
«…è un bambino di una generazione
diversa, come
può interessargli di
noi?!»…«Uhmuhmuhm, ci
crederesti mai? Eppure è così.»
girellando qua e
là, spolverando lapidi e divertendosi ad aggiustare qualche
fiore «Nakao aveva un grande sogno…
…diventare un Digimon Tamer, avere un Digimon tutto suo!
Uhm!» narrava con occhi sognanti, come si trattasse di una
briosa
favola «Egli avrebbe realizzato a tutti i costi il suo
desiderio
se non fosse cheee…
…un giorno, a un certo punto, è morto! Ihihihi!
Sì
sì, morto! Gli è crollato il suo stesso palazzo
in testa:
pensa un po’ che scempio…certo mai come il modo in
cui
tengono questo cimitero, eh!!! Cioè dimmi tu, qui si
dovrebbe
fare una lettera al sindaco: le tombe sono sporche, i fiori sono secchi
(!) Cioè io dico almeno un minimo di rispetto, tutti questi
poveri signori sono morti e…
…meritano…di riposare in pace…
…ghghghgh, mwhahahahahahah!!! Daaai, IceDevimon! Dovremmo
farci
un selfie qua tu e io, sai quanta invidia riscuoteremmo fra i nostri
amici?! Soli in questa prova di
coraggio!!»…«Ti
dimentichi che noi non abbiamo amici…»
Ma a
queste parole, il volto di Violetta si fece serio e
stizzito…come il gesto con cui scrollò i petali
da quella
lapide, e si appoggiò ad essa «…ci
provi tanto
gusto a ricordarmi delle mie disgrazie…?»
mormorò
tra i denti, con occhi pieni di odio
«…è vero,
questa è la triste realtà…
…colei che hai davanti a te non ha mai avuto dei veri amici,
è stata costretta ad arrangiarsi da sola sempre e
comunque…!!» rizzando le spalle con orgoglio, con
le mani
aggrappate alla pietra «Dev’essere per questo che
ormai non
mi fa più paura niente: un cimitero o un…parco
durante
una festa di bambini non fa alcuna differenza per me! Tu piuttosto mi
sembri alquanto a disagio…
…non sei
il solito di sempre, che ti prende? Immaginavo la più cieca
indifferenza dal…gelido massacratore di Digimon che abisce
al
trono della sua specie. Non eri mai stato in un cimitero umano,
IceDevimon…?»
«…no…non prima d’ora! E non
è altro
che…
…questa silenziosa pulsazione d’amore sotterranea
a
mandarmi a darmi disagio! Anche se ormai defunte, queste creature
seguitano ad infittire l’aria circostante con i frammenti
delle
loro storie, quintali e quintali di passato!...e di sentimenti in
ricerca reciproca rendono quest’atmosfera irrespirabile!!...
…per questo preferisco i cimiteri di ghiaccio!...
…almeno lì il gelo del sonno eterno non permette
la
circolazione…
…di questo sentimento maledetto!!
L’Amore…»…«…parli…
…proprio come un innamorato
tradito!»…«Uhmf?!»…«Ma
tranquillo: Nami non dovrà corteggiare quel Digimon, non
è questo che prevede il nostro
piano.»…«Io
ancora non ho capito…che cosa prevede questo piano?! Che
ruolo
hanno quel ragazzino morto e il suo sogno?!»
Violetta si
diresse verso la tomba del bambino «Nakao…come non
capirlo? Del resto il suo sogno era anche il mio!!...
…essere una domatrice, avere un amico digitale!!...crescere
felice…» mormorava con voce scossa dal pianto, e
pugni
tremanti di rabbia «…circondata da amore e
affetto, e
invece ecco cosa succede…
…la
notte scende e con lei i cattivi sentimenti, la diffidenza, il
tradimento…
…!!...l’odio reciproco, e i cavalieri di questa
armata di
morte sono proprio loro…
…I
GENITORI…coloro che dovrebbero amarti e sostenerti e invece
nel
momento di tuo maggior bisogno…si lasciano intrigare da
egoismo
e ambizioni personali. Anche il padre di Nakao lo ha
fatto…sai
IceDevimon?!»
La
creatura si mostrò impassibile «Io non sono
padre…
…e
non comprendo i codici di chi riveste questo ruolo.»
Violetta lo fissò in silenzio, con occhi penetranti.
«Perché mi guardi
così?»…«…niente…
…ripenso a mio padre, un poco di buono…truffatore
e
affarista, che ora spero tanto che marcisca nelle viscere
dell’inferno!!!»…«Dì
la
verità…
…lo hai eliminato tu?»...«…
…no! Ma spero che gli sia giunto l’eco della mia
storia,
come un vento gelido in grado di ammazzarlo!!!...
…i padri sono tutti uguali…meschini e
spregevoli…
…loro non hanno speranza di cambiare…»
con la
rabbia a percorrerla dal velo agli stivaletti. IceDevimon
liquidò con «Uhmf!» una cinica alzata di
spalle...
Quando Jeri
avanzò nella stanza, sull’eco
dell’abbaiare del
cane, l’interdetto signor Ayami
«E-Eeeeehmmm…»
comprese, pur a malincuore e un pizzico stizzito, di doversi far da
parte per permettere il confronto fra quella figlia e quel padre
«Jeri…»
Costei richiuse
lentamente la porta alle spalle «Mi hanno detto che ti avrei
trovato qui.»…«Mi sono trasferito, non
potevamo
più permetterci di vivere a casa nostra. Jeri!»
suo padre
tentò di scendere dal letto, nonostante la mano premuta sul
cuore. Nel frattempo la ragazza si guardava attorno…
«Cerchiamo…di
non aggirare l’ostacolo con discorsi inutili e andare dritti
al
punto: stavolta non è stata colpa mia!»
esclamò
l’uomo, ma lei lo guardò con dubbio
«…come
dici?»…«Devi ascoltarmi! Ti sto
parlando…con
il cuore in mano. Benché il cuore mi faccia
male.»…«E infatti non avresti dovuto
alzarti dal
letto. Rimettiti sotto le coperte,
papà!»…«Non prima che tu
abbia sentito quello
che ho da dirti!»…«Vuoi rischiare
proprio ora che
sono tornata?! Su andiamo, rimettiti a
letto.»…«Guarda che lo so che stai
pensando…
…credi che ti abbia abbandonata come l’altra
volta, che di
proposito non sia venuto a riprenderti, come gli altri genitori. Ma
questa volta ti sbagli: io volevo venire. Te lo giuro! Ma…ho
ricevuto una notizia…
…che mi ha provocato un malore.»
pronunciò
abbassando il suo sguardo. La ragazza volse le spalle, e si
incamminò verso la finestra. Stava accendendo una sigaretta
ma
lui «No ti prego! Non fumare…
…m-mi dà fastidio ma poi…non
è questo!
E’ che ti fa male.»…«Uhm!
E’ strano,
oggi sei il secondo in poche ore: Takato mi ha detto la stessa cosa.
Ah! Forse non ti ho detto che stiamo
insieme.»…«Come
dici?»…«Sì!» si
volse la ragazza con
sguardo altero «Ci siamo messi insieme a
Digiworld…!» scandì con una punta di
soddisfazione
«Come accade a tutti i giovani delle favole…!...
…io
e Takato siamo fidanzati papà.» disse tornando a
guardare
la finestra, e muovendo solo la coda dell’occhio
«…e
ci amiamo!»
Hajime
Katou nonostante tutto si sforzava ad avanzare verso di lei
«Molto bene…mi rincuora questa
notizia!»…«Davvero? Non credo alle mie
orecchie!
Papà, non avrai dimenticato che la famiglia di
Takato…non
è affatto danarosa, possiedono un panificio qui, nel
quartiere!»…«Lo so bene, conosco quella
gente!…
…così come conosco tutti quelli che hanno preso
parte
alla grande esperienza di dieci anni fa.» (parole che
stupivano
la ragazza, benché non si girasse e non lo desse a vedere)
«E che oggi…saranno stati di certo riuniti ad
accogliere
il vostro ritorno. Se io non ero lì c’è
stato un
motivo! Io non ti ho abbandonato una seconda volta!»
scandì l’uomo.
Jeri si sforzava
ad apparire naturale, ma in realtà si chiedeva “Ha
avuto…un impedimento, in realtà voleva
venire?!”
nell’addensarsi di mille dubbi nel suo cuore.
«Devi sapere che mentre tu eri via…è
stato qui…
…il tuo Digimon.» La ragazza sussultò
celatamente,
ed il padre «Mi riferisco a…Beelzemon. Si chiama
così, no? Certo, era il Digimon dei figli di Ayami:
è
venuto a riportare la sua ex-domatrice in salvo sulla
terra…purtroppo la piccola Akemi è malata, e
avrebbe
rischiato a Digiworld. Così è venuto qui ed io ci
ho
parlato.»…«Che cosa ti ha
detto?!» chiese
tempestivamente Jeri. Il padre la scrutò
«…perché, cosa avrebbe dovuto
dirmi?»…«Mah, non saprei. Forse
anticiparti circa la
mia storia con Takato, ma non l’ha fatto e questo
è un
bene, perché volevo parlartene io: papà! Io amo
Takato. E
prima che tu possa dire qualsiasi cosa io ti informo che ho
la…ferma intenzione di sposarmi con lui: anche se
povero…! E questa volta…non lascerò
che nessuno mi
fermi. Sono molto decisa…
…e mi
auguro che tu non abbia idee diverse.» ma lui la
guardò in
profondità «Ascolta…prima ancora di
ciò che
tu vuoi fare con quel ragazzo, è del tuo Digimon che ti
stavo
parlando.»…«Allora è come
sospettavo,
Beelzemon ti ha detto qualcosa in
particolare!»…«Semplicemente mi ha
spinto a
riflettere sul mio operato! Osservando lui…
…la figlia di
Ayami, e il dolore di quei poveri genitori di fronte a
un’ineluttabile disgrazia…
…io…ho
fatto un viaggio a ritroso nella mia coscienza. E nel mio
operato.»…«Lo so: è
abbastanza tipico di
te.»
L’uomo
alzò i suoi occhi infossati e affaticati, mentre si
sorreggeva
con il bastone «Tu non mi credi, vero…?
Certo…» scandiva cupamente
«…tu pensi che sia
come la prima volta. Ti ho fatto tante promesse quando scomparvero i
Digimon, ma poi le ho smentite una per una in questi anni. Anche allora
sembravo cambiato!...ma forse lo ero in
peggio.»…«…ah,
papà…!»
replicava lei quasi annoiata, ma lui «No, Jeri! Fammi finire,
ti
prego.»…«Hai dato forse troppa retta a
ciò
che ti ha detto Beelzemon? Devi capirlo, ama Akemi Ayami da sempre.
Pensa che mentre noi siamo qui a parlare…lui si trova al suo
convento, a degustare la cena che le suore hanno preparato per il suo
ritorno!» Katou piegò il capo
«…come vanno le
cose fra voi due? Intendo, sotto il profilo dell’intesa nella
battaglia.»…«Tutto bene!» si
affrettò a
rispondere lei, ostentando spigliatezza «Devi sapere che
abbiamo
fatto faville a Digiworld, e abbiamo tuttora molti progetti circa il
seguito dello scontro.» volgendosi a fissarlo
«Perché devi sapere…che non
è finito. Anzi,
è appena cominciato!» per poi riprendere a frugare
nella
sua borsa «Abbiamo intenzione di rivedere le strategie,
puntiamo
molto in alto io e Beelzemon. Aspiriamo a diventare…la
coppia di
domatore e Digimon di maggior successo di questa, come si suol dire,
“stagione di guerra”.»
Ma
le sue parole iniziavano a generare sospetto nel padre, a cui quella
sicurezza non convinceva «Te lo assicuro, non devi sentirti
minimamente in colpa per non esserti presentato
lì!»
mentre si ripassava il rossetto dinanzi allo specchio
«Andiamo
papà, ormai non sono più una bambina: non ho il
minimo
problema nel tornare da sola, e poi lo capisco! Se un uomo
impegnatissimo, hai fatto bene a rimanere a casa, il troppo stress
può farti male.»…«Sai bene
che non sono
impegnatissimo!!» si sovrappose lui, picchiando il bastone a
terra. La ragazza si mostrò sorpresa, e lui
scandì serio
in volto «Sai bene che non mi è rimasto niente da
fare.
Non ho più un lavoro da svolgere, perché
l’ho perso
di proposito! Come ho perso la casa. Come ho perso una
moglie…
…E UN
FIGLIO…» Jeri sospirò
«…papà,
perché dobbiamo finire a parlare sempre delle stesse
cose…?» sfumandosi il fard «Questa sera
non ne ho
voglia. Sono felice, sono appena tornata dal mio viaggio! E ho molti
progetti per il mio Digimon, e per il mio fidanzato. E se vuoi saperlo
anche per
te!»…«…progetti?»
corrugò lo sguardo l’uomo, ma la figlia si
avvicinò
«E poi onestamente non so di cosa
parli…perché? Tu
l’altra volta non venisti all’appuntamento? Strano,
ero
convinta che tu fossi
lì!»…«NON MENTIRE!! Tu
sai perfettamente che non è così, sai bene che
non
c’ero e che neanche la tua matrigna venne, perché
io
glielo avevo impedito!»…«Devi capirlo,
non posso
ricordare tutto ciò che è successo tanti anni
fa…» i suoi occhi duri e pieni
d’orgoglio si
riflettevano nello specchio «…sono giovane! E
proiettata
al futuro, certi dettagli è normale che sfuggano alla
memoria!»…«Ma io so
benissimo…che questo non
sfuggirebbe mai. Perché non si tratta di un
dettaglio…
…ma
piuttosto di qualcosa che ha segnato irrimediabilmente la tua vita, e
in negativo!»…«Beh!» chiudendo
il borsellino,
ed alzandosi «In questo caso non hai di che temere: ne avrai
di
modo per colmare la tua mancanza, e dimostrarmi che mi sei solidale.
Dico davvero! Devi aiutarmi con Takato…»
passeggiando, e
scrollandosi i capelli «…devo fare in modo che
vada tutto
bene, e che si risolva il più presto possibile. Ho
intenzione di
sposarmi con lui, e se tu mi darai una mano come sempre ti assicuro che
sarà tutto chiarito. Sul serio! E’ uno scambio
equo,
perché dovrei fissarmi sul tragitto dal parco a qui? Come
vedi
nessun serial killer mi ha presa!»…«Ma
qualcuno
potrebbe farlo! Qualcuno, di quelle persone a cui hai fatto del male, e
che non fossero ingenue e mansuete come quella ragazza, potrebbe
vendicarsi e rapirti come il D-Reaper!!! E io non
voglio…»
Parole che
lasciarono pietrificata la ragazza, mentre suo padre ansimava con la
mano stretta al cuore. (ed il signor Ayami seguiva con apprensione la
scena da dietro la porta)
Jeri si alzò
dalla sedia «…come hai
detto?»…«So
tutto…quella ragazza e sua madre sono state qui…
…so del tuo ricatto. Ed è ora di
finirla.» (canzone: Westlife
- Tonight)
(Ayami era sempre più
appenato «H-Hajime…» sfiorandosi le
labbra…)
Gli occhi di Jeri si dilatarono più che mai.
Sulle pareti di quella
stanza ancora era appeso il disegno di Impmon, tracciato dalle mani di
affezionati bambini…
…e se là
vi era tensione, ora in un convento si respirava allegria e festa
«E ti ricordi?? Il ritratto che ti avevamo fatto io e Mako??
Uhmuhmuhm! Povero Impmon, hai avuto una grande pazienza con
noi!»
diceva quella suora seduta accanto a lui, carezzandogli il viso
«Un Digimon forte, digievoluto nell’eroico
Beelzemon aveva
bisogno di un marchio ben più
adatto!»…«Ma
scherzi?! Io adoro quel ritratto! Anzi gli farò una foto, e
lo
metterò come sfondo del cellulare! Così
potrò
portarvi…sempre con me, ovunque
andrò!»…«Uhmuhmuhm!»…«Ahahah!>
(…e intanto sullo sfondo «LO STUFATO DI SORELLA
CHIKAKO,
SENTITE CHE BUON PROFUMO!»)
«Finalmente si
mangia!» Beelzemon si strofinò la mani, mentre
un'altra
suora gli prendeva il braccio «Sì però
Beelzemon…non ti distrarre, insomma!! Ci stavi
raccontando!»…«Ah sì!
Dov’ero
rimasto?!»…«La
battaglia!!»…«Giusto è vero,
l’assedio
al castello! Vi immaginate…
…c’erano
Knightmon accampati su tutte le nuvole, e i FireFlymon avevamo formato
una spirale attorno al castello! Ma il mio amico Snowhitemon…
…a un certo punto ha
invocato la Digientelechia! E ha trasformato le nuvole in Digimon,
pensate!!»
Le suore
erano rapite
«…in pratica…è come un
miracolo,
sorelle!!» ma Akemi si affrettava a spiegare «No,
dovete
sapere che la Digientelechia è il potere che viene affidato
a un
Digimon per amministrare la digievoluzione! In passato permetteva
soltanto alle creature esistenti di raggiungere il livello successivo,
solo che ora…»…«Beelzemon: mi
passi il piatto
di Akemi?»…«No no faccio da sola!!
Grazie caro, tu
intanto continua a raccontare.» sfiorandogli grata il
braccio,
per poi stirarsi con un po’ di buona volontà
«A-Ahhh!» e ricevere così la sua
porzione di zuppa
«Siamo ammirate,
Akemi!»…«Già,
ignoravamo sapessi tutte queste
cose!»…«Dovete
sapere che…non appena lui è partito per
raggiungere il
suo mondo, mi sono documentata! Ho passato anni a girellare sul
computer, e in pratica oggi la Digientelechia si è evoluta.
E
come Beelzemon diceva…può mutare anche elementi
inanimati
in Digimon!»
…la
ragazza sembrava aver recuperato molta della sua salute, e di questo
Beelzemon si accorgeva: molto spesso, tra un boccone e
l’altro i
loro occhi si incontravano. Ed era un sorriso, e una carezza sul
braccio da parte di lei, per poi riprendere entrambi con vivaci
racconti che catturavano l’attenzione di quelle sorelle in
velo
nero…
«Che cosa
hai detto?!!»…«Jeri!!» la
richiamò suo
padre, ma invano «Chi è venuto?!!»
sobbalzò
con voce scossa dal terrore «Perché le hai
creduto, non
è vero niente!!!»…«Jeri
rassegnati, per
favore!!» affermò deciso Katou nonostante la
fatica
«Ormai l’ho scoperto, è inutile
fingere!»…«NON MI
TOCCARE!!»…«Tu
hai bisogno d’aiuto!!...
…non devi
opporre resistenza, ti assicuro che non sono contro di
te!»…«E con questo che vorresti
dire?!!»
esclamò con occhi pieni d’odio «Stai
forse
insinuando che io sia
PAZZA?!!»…«Non…devi
dire queste cose!»…«Perché
hai creduto a
quella gente, LORO MENTONO!! SONO TUTTE MENZOGNE, NIENT’ALTRO
CHE…!!»…«JERI!!» la
afferrò, ma
lei si dimenava e lui la tratteneva a stento «SPORCHE
MENZOGNEEE!!!»
Ayami spalancò
la porta «HAJIME!» sorprendendo l’uomo in
ginocchio,
con la mano premuta sul cuore «HAJIME PER CARITA’,
TI AVEVO
DETTO CHE ERA UNA PAZZIAAA!»
«E lei cosa vuole?!...
…tutti quanti coalizzati assieme, certo, contro di
me!!!»
tuonava la ragazza, ormai sconvolta e fuori controllo
«Mancava
solo lei, il padre di quel…!!!...BUONO A NULLA, E DI QUELLA
MONACHELLA IPOCRITA!»…«Jeri, ora stai
davvero
esagerando!! NON TI RENDI CONTO CHE TUO PADRE SI SENTE
MALE?!» ma
lei si prendeva il capo fra le mani «Non capisco dove ho
sbagliato, perché ogni volta che elaboro un piano ci
dev’essere qualcosa che sfugge ai miei calcoli?!»
I due uomini si scambiarono uno sguardo.
«Quella ragazza
non doveva parlare, LEI E’ SOLTANTO UNA BUGIARDA, NON HO
FATTO
CIO’ DI CUI LEI MI ACCUSAAA!!!»
«Presto, Ayami!
C-Chiama il medico.»…«Sì!
Sììì, è appena andato via,
ma io lo faccio
tornare indietro: L’AVEVO DETTO che non dovevi esporti a
questo
rischio!»…«MA NON IL MEDICO PER ME, IO
STO BENE!!...
…intendo
dire il medico per
lei.»…«Cosa?!» rimase
spiazzato Ayami...nel vedere Jeri ansimare pallida e sconvolta prima
che le forze la abbandonassero, facendola accasciare a terra
«Takato…non
deve…saperlo…» e chiudere
gli occhi…
Mentre Akemi si
era addormentata dolcemente nella sua stanza, con il sorriso sulle
labbra. E ci furono alcune suore che si scambiarono uno sguardo
d’intesa, realizzando che forse non vi era nulla di male:
così una di loro si fece avanti nel buio, portando in
braccio un
piccolo Digimon appisolato, dal viso bianco e le orecchie viola.
Scostando
delicatamente le coperte, lo adagiò proprio lì
accanto
alla ragazza. Le suore li guardarono con tenerezza, e poi se ne
andarono con un segno della Croce di buonanotte.
«O-Oh…Akemi…» Impmon
dischiuse il suo
occhio…e la giovane sussurrava debolmente
«Impmon…»
Sembrava
così bisognosa di lui, come una bambina di un giocattolo
«…restami
vicino…»…«Ma
certo…certo piccola mia!» lui, commosso, le
carezzava il
viso col suo guantino rosso «…è stata
una…splendida serata, vero?» sussurrava la ragazza
ad
occhi chiusi «Era…tanto che non mi divertivo
così…»
Lui seguitava a
carezzarla, ed i raggi di luna dalle persiane evidenziavano alcune
pieghe attorno ai suoi occhi, dovute agli anni, o forse, alle tante
lacrime versate, fino a quel momento…in cui seguitava
incessantemente a ripetere
«…Akemi…amore
mio…» e lei a prendergli quella manina
«E’
come…a casa,
vero?»…«Sì!...a casa
nostra…» replicava lui.
«Il mio
Digimon…» ripeteva beatamente. E lui
«Piccola!...amore mio…» tra quelle
incessanti
carezze, che scivolarono in un abbraccio
«…la…mia…felicità…»
…stringendo a sé Impmon come si farebbe con gli
anni
più belli. E anche lui ripeteva «…la
luce…del mio cammino, l’amore!...
…la
gioia…piccola Akemi, ti amerò per tutta la vita!
Per…tutta…la
vita…»…«…Impmon…»
Un Digignomo riposava presso la croce sul tetto del convento (fine-canzone)
«Spero
tanto che Impmon sia sereno. Si merita di trascorrere dei momenti
speciali!» esprimeva Renamon mentre si avviavano a casa
«Sì, è vero…»
replicava Rika, mentre
Ryo veniva avanti con un pacco «Ma niente di paragonabile a
quelli che trascorreremo noi fra poco! Ahah!» mentre la
signora
Seiko esclamava «Aspettateci!» e sua figlia Rumiko,
al
cancello del giardino quando gli altri erano già entrati
«Non siamo più giovani come una volta!»
Rika
scherzò «Bello oltretutto il siparietto di noi che
ce ne
andavamo tranquilli, senza ricordarci dei regali che con tanto impegno
abbiamo caricato!» Renamon, che quella sera sembrava
abbastanza a
suo agio e quasi spigliata «Del resto non ce
l’avremo fatta
a prenderli tutti neanche impegnandoci
assieme.»…«Infatti questo è
l’essenziale! Domani torneremo all’Arca a prendere
il
resto!» fece Ryo «Se non ce lo ruberà
qualcuno
prima!» scherzò Rika, ed il marito «Wong
mi ha
assicurato che il portello dell’Arca è chiuso a
dovere!» La ragazza osservò «Io comunque
non sono
tranquilla a lasciare l’Arca nel mezzo del parco! Voi che ne
dite?» e Renamon «In effetti un elemento di quella
portata
è impossibile che non attragga l’attenzione della
gente.» Seiko li raggiunse «Mah, io credo che in
fondo
sarà interpretato…come quello che è
dopo tutto: un
oggetto che viene da un altro mondo. Popolato da spiriti!» a
cui
seguì un “Ohhhhhh!” generale
«Nonna, tu sempre
con questi spiriti e intanto non afferri l’indole materiale
della
gente: quelli ci rubano tutto!» ma nonostante quelle ipotesi,
il
tono della chiacchierata sembrava viaggiare su note leggere
«A
proposito di spiriti!» indicò Ryo «Ma la
casa
è buia, sembra non esserci nessuno!» Rumiko chiese
«Non doveva precederci Himi,
Rika?»…«…a
me così ha detto…» e Renamon
«Non potrebbe
essere che credendo magari che non fossimo venuti ha deciso di
uscire?» La domatrice replicò, avanzando in testa
«Mah…sarebbe ipotizzabile se non mi avesse chiesto
espressamente se la casa era
libera.»…«Dai amore,
magari è andata già a dormire! Adesso piombiamo e
le
facciamo un baccano!» esortava Ryo divertito dalla
prospettiva,
mentre Rika con centrotavola tra le mani accennava un sorriso
«Il
mistero si infittisce…sono curiosa di sapere
cos’ha
combinato…» aprendo la porta della buia casa
«Su
coraggio!...
…Renamon,
squadrone…! Venite dietro di me, fate come se
foste…a
casa della Regina dei
Digimon!»…«Ahahahah! Parole
fatidiche!» Ryo schizzò accanto a lei, seguito da
Renamon
che si avviava con le altre signore.
«C’è una bell’aria questa
sera…vero
Rika?» commentò Renamon «Uhm:
trovo!» e Rumiko
mormorò «Mi è venuta
un’idea…mamma:
una cena all’aperto!»…«Se sei
disposta a
sedere sulla nuda
terra!»…«Perché? Non
abbiamo più quei tavolini per i barbecue?» ma Rika
annunciò «Ci si sono sfondati! Cinque anni
fa!!»…«Strano…eppure ero
convinta li avessimo
ancora.»
Rika entrò con aria
festante «Animo, qualcosa si rimedierà! Ehi,
c’è nessuno?! Himi!!»
Ma Renamon schizzò
accanto a lei assottigliando lo sguardo «Ho sentito muovere
qualcuno…»
«Oddio! Non saranno entrati
i ladri…» Seiko si strinse a sua figlia che disse
«Poveri loro…e che sperano di trovare?»
Ryo
annunciò «Niente panico, l’uomo di casa
è qui
e se qualcuno si è introdotto ora gliela preparo io, la
cena!»
«Rika…?» consultò Renamon
piuttosto tesa, ma
la ragazza ammise «…mi sembra impossibile che
siano
entrati i ladri. Piuttosto…non è che si
sentirà
poco bene? Himi?!» dirigendosi verso la porta della stanza
dell’amica «Rika! Non entrare!!»
esclamava la nonna
con voce tremula.
Renamon dilatò lo
sguardo «Sento…odore di Digimon!» e Ryo
accanto a
lei «Oh no…siamo nei guai. Rika!!»
tradendo una
sfumatura insicura, dovuta in parte alla sua attuale condizione
indifesa. Ma la ragazza aveva già aperto la porta.
Nella stanza una voce
femminile «Non preoccuparti, andrà tutto
bene!» e
una maschile «Shhh, sta giù: sento
l’odore di uno
dei miei simili!»…«Cosa?!>
Lungo il muro si estendevano
due ombre abbracciate «Himi!!» esclamò
Rika, ma
quando si accorse che l’amica era in atteggiamenti intimi
indietreggiò
«Oddio…!...scusa!!»…«RIKA!
MA NON
DOVEVATE ANDARE DA TUA SUOCERA?!» esclamò
trafelata la
donna volgendosi di scatto. Ma quando lo fece…
…il suo abbraccio
smise di proteggere quella sagoma alta ed elegante, dalla forma di una
volpe, e dal pelo nero.
Rika spalancò la
bocca…ed il centrotavola le scivolò lentamente
dalle mani
fino a infrangersi sonoramente a terra (Seiko «Oh no! Era
così prezioso!» Rumiko «Mammaaa (!) Vai
a pensare al
piatto quando abbiamo appena sventato
un’indecenza!!»)
Occhi trafelati per la creatura
«…Renamon?!»
Rika mosse
d’istinto lo sguardo verso la sua Digimon, come a voler
subito
carpire il suo sconcerto. Costei boccheggiò incredula
«Imagomon…
…?!?!»
nell’immediato balzare dei suoi figli a terra
«PAPA’!!» esclamarono…
…ma il loro
sguardo era sconcertato come quello della madre, incredula
più
fra tutti nel sorprendere gli artigli di suo marito attorno alla vita
di Himi…
Sui cocci
del centrotavola si adagiavano le lacrime di Akirmon e Nymon…
Troppo fuggevole
un Digignomo nella notte, affinché quel ragazzo si
accorgesse di
lui. Sulle strade era sceso il silenzio mentre si udiva schiavettare
alla porta sul retro di un panificio chiuso…
…un paio
di scarpe dai lacci alternativi solcarono il gradino con le loro suole
all’ultimo grido, e permisero a quella sagoma slanciata di
smarrire i suoi occhi nell’ombra, rischiarata dal luccichio
dei
suoi gioielli metallici.
«Che
silenzio…sembra passato un secolo da quando siamo partiti.
E’ strano, qua dentro c’è…un
odore diverso!
Come se fosse cambiato qualcosa…»
Takato si
fece strada fra quelle mura familiari, sfiorandole con la mano
poiché bisognoso di un riferimento, e non solo
poiché era
buio.
«E non mi sbaglio,
avevo ragione! Papà ha fatto dei cambiamenti, questo
scaffale
prima qui non c’era.» smuovendo alcune bustine e
rischiando
di farle cadere. Ma rimise tutto a posto, e
proseguì…
…senza accorgersi di
quel raggio di luna, che illuminava sullo scaffale la foto del
panettiere assieme al bambino dai capelli neri.
Ma erano castani chiari i
capelli in cui scorreva l’elegante mano dall’anello
d’argento «Qui è tutto spento: mamma e
papà
devono essere andati a dormire…e io non voglio
svegliarli.» terminò con una punta
d’amarezza
«Evidentemente riescono a dormire tranquilli, anche se sanno
che
tornavo da Digiworld: come si vede che sono cresciuto! Meno male che
almeno Cindermon sarà qui a momenti…altrimenti in
questa
casa sarei completamente solo!» volgendosi con malinconia
verso
lo scaffale prima sfiorato «…certo che non capisco
mio
padre…sembrava tenerci così tanto a ritrovare
Nakao! E
invece, mentre ignora quale sia stato il suo destino pensa a fare
rinnovamenti al negozio! Chissà che io e mio fratello non
fossimo accomunati dalla stessa sorte, circa l’indifferenza
dei
nostri genitori. In questo caso…» chinando il capo
«…ben triste è il fatto di non poter
restare
assieme…» avviandosi nel corridoio come un
fantasma…
…giunto
presso la stanza dei suoi genitori, la sua mano ebbe la tentazione di
bussare «…avverto che sono tornato?
No…»
prima di essere ricondotta dall’altra mano vicino al petto
«…aspetterò che si sveglino.»
incrociando le
braccia «Là sotto ho visto pieno di fiori,
articoli nuovi,
festoni…
…sono curioso
di sapere se uno spicchio di torta spetta anche a me: domattina
sarò io a sorprenderli, voglio vedere che facce
faranno…quando sapranno che sono tornato. E buono buono sono
andato a dormire, senza bisogno di nessuno che accogliesse il mio
ritorno!» prima di volgersi, ed avanzare verso la porta della
sua
stanza…
«…ho una strana sensazione…
…si respira un’aria diversa, qui. Eppure la prima
volta
che tornai da Digiworld non mi fece questo effetto. Oggi
invece…è come se non fosse casa mia, anche se
tutto
è rimasto uguale. No. Mi sbaglio, ci sono dettagli sparsi in
giro a fare una piccola ma significativa
differenza…»
osservava il ragazzo che in momenti simili sembrava preferire di non
accendere la luce, e che al buio non riusciva a spiegarsi la presenza
di quella scatola aperta di un pigiama, e la plastica a terra come se
fosse stato appena scartato «Qualcosa…per
me…?» sussurrava pianissimo «Non
capisco…perché mia madre mi fa regali se poi non
viene a
prendermi? E poi qualcuno l’ha aperto…ma non
c’è nessun altro qui a parte i miei genitori e
me.»
Le sue mani sistemavano senza fretta alcuni oggetti sulla scrivania,
compreso il pupazzo di Agumon dal quale «Uh?»
…fece cadere inavvertitamente la parrucca emo. Ma il buio
gli
impedì di metterla a fuoco
«Cos’era…?»
Con
circospetta calma adagiò il Digimon di plastica al suo
posto.
Ricordando nel fondo del suo cuore che se avesse aperto il cassetto
più non vi avrebbe trovato l’antico disegno di
Guilmon,
poiché egli stesso l’aveva bruciato nel
falò del
villaggio in cui i Digimon avevano trascorso dieci anni lontani da loro.
Takato respirò profondamente «…sembro
un
fantasma…
…un fantasma nella mia stessa casa. Forse è
perché
lei non c’è: se manca Cindermon mi sento perso. E
dire che
io non volevo nemmeno che lei venisse ad abitare qui, e invece
ora…la sua presenza mi sembra l’unica antidoto di
sole,
contro le ombre del passato. Uh, dico cose di cui non mi rendo
conto…» passandosi la mano sul viso
«…sono
così stanco…
…!! La fatica del viaggio mi piomba addosso tutto
adesso…»
I
suoi occhi malinconici si smarrirono nel buio «…e
pensare
che già non sono più quello che ero quando sono
partito:
né lo sarò mai
più…»
Una
luce dalla strada passò fulmineamente, illuminandogli il
viso
«…come cambiamo velocemente: il
tempo…di
un’auto in corsa!...
…troppo rapidamente, per tener stretto ciò a cui
più teniamo…
…quel ragazzo illuminato dalla speranza di conoscere suo
fratello…
…quel ragazzo che…ancora non si era rassegnato
all’idea di ritrovare il suo Digimon…!...
…io
non sarò più nell’uno
nell’altro. E
così…altri frammenti inesorabili vanno a far
parte del
passato. Assieme al nascondiglio di pietra…
…assieme a ciò che siamo stati. Temo questo
processo che
non si arresta, ho paura che a poco a poco…»
stringendosi
le braccia «…possa prendersi tutti noi, come una
belva
affamata! Consumandoci…come illusioni che svaniscono al
buio.
Sono stanco, e sento che ho bisogno di dormire…»
Così alzò gli occhi…e fissò
il suo letto,
che sembrava leggermente disfatto.
«Ora
mi cambierò e poi andrò a
dormire…»
adagiando le mani sulla catena metallica, su cui luccicavano le luci
dall’esterno…
A casa di Rika
esplodeva letteralmente la bomba «Che…cosa
significa?!!» tuonava Renamon, nonostante
l’apprensione
della sua domatrice.
«…io…non
credevo che tu tornassi così presto,
Renamon…»
replicava un Imagomon di colpo spiazzato e incerto, a cui lei non dava
modo di replicare «E’ la scusa più
patetica che
abbia mai ascoltato!!» mentre Rika la teneva stretta, come
temendo che quella foga avrebbe potuto nuocerle. Himi era spaesata, non
sapeva dove guardare. E lo stesso Ryo, mentre Rumiko
apostrofava
la donna colta in fallo «E tu non hai niente da
dire?!» che
si portava la mano al petto e indietreggiava. Rika affermò
«Mamma stai zitta, non sono affari tuoi!» subito
spalleggiata da sua nonna «Infatti non ci riguarda, no? Come
facciamo a sapere come stiano esattamente le
cose!»…«Non sono affari miei, non
sappiamo come
stiano le cose???!!! Ma dico, siamo impazziti?! Che altro
c’è da sapere, la Signora è stata
tradita!! Come
sarebbe “non sono affari miei”, è la
Digimon di MIA
FIGLIA!! Che l’ha condotta per ben due volte nel suo mondo, a
Digiworld!!!» ma Rika serrava i denti esasperata
«…mammaaa...!!!...» al che Ryo
«Signora
Rumiko! Senta non crede che per il bene di tutti qui non sarebbe meglio
farci un giretto in giardino?» con eco di Rika
«Ecco
sì Ryo, portala fuori!»…«In
giardino?? Ah no
scusa Ryo ma questo è il mio posto: è qui che
devo
stare…a spalleggiare la Signora…»
afferrando
sottobraccio Renamon «…che come me è
stata tradita
da un mascalzone!!»…«Mamma per favore,
te lo
chiedo…per pietà!!» esclamò
Rika, e Ryo
prontamente «Signora, davvero: ora davvero l’ultima
cosa
che può giovarci è mischiare i nostri problemi
personali
con la realtà dei fatti…glielo
dico…per
esperienza, deve
credermi…»…«QUESTO SCEMPIO
IN CASA MIA NO!!»…«Ahhh!!!...non
urli…la
prego!» gemette il ragazzo con la mano alla tempia, e quando
Rika
lo vede «…Ryo!!» corse a sostenerlo
perché si
stava accasciando a terra.
Imagomon e
Renamon rimasero occhi negli occhi…e dal marito costei
spostò lo sguardo verso Himi, fissandola in un modo che la
fece
spaventare «Potremmo sapere cortesemente
Himi…»
parlò Seiko, cercando di darsi un certo contegno
«…a che si deve il fatto di trovarti in casa
nostra in
atteggiamenti direi non molto consoni con…quella
creatura?»
La donna si
guardò freneticamente attorno, fino a che «Che
cosa glielo
chiede a fare, signora?!» non esordì una vocina
rotta dal
pianto. Era Nymon «Non lo vede che è soltanto una
brutta
strega?!»…«…piccolo Nymon,
io…»
sussurrò Himi mortificata, chinandosi su di lui
«…non sono una
strega!»…«TACI! Scheggia di zircone!»…«Ahh!!»
sparando una piccola scheggia dalla bocca, e graffiando il volto della
donna «Tu vuoi…distruggere la nostra
famiglia!!»…«Nymon!» lo
riprese suo padre, per
poi alzare occhi sconvolti verso sua moglie
«Perché non lo
hai
fermato…?»…«…perché
avrei
dovuto farlo…lui non ha un padre?!! O questi è
troppo
coinvolto nella causa per
intervenire?!!»…«Nymon,
perché hai colpito Himi?!» chiese
d’improvviso la
sorellina «Ma Akirmon!»…«Non
pensi che dopo
tutto papà abbia ragione se ha cercato in lei affetto, dopo
che
la mamma lo ha tradito?!»
Renamon sgranò gli occhi
«Akirmon…»…«Sì
mamma, è
quello che hai fatto!!» replicava indignata la piccola volpe
«Vuoi provare forse a negare il tuo amore per Beelzemon, a
causa
del quale papà era disperato, e stava per distruggerci
tutti!!»…«I-Io…!...
…ho avuto i miei motivi! E voi mi dispiace ma siete ancora
piccoli per comprendere queste cose!»…«I
tuoi
motivi…?» insinuò Imagomon
«…perché a te è concessa una
simile
giustificazione e a me
no…?»...«…I-Imagomon,
ma tu…la ami?!! RISPONDI, LA AMI?!» afferrandolo
per le
spalle e scuotendolo, ma Akirmon si intromise «Non ti
azzardare
mamma, stai lontana! Scheggia
di diamante!»
sparando dalla bocca un frammento brillante che però non
raggiunse mai il muso di Renamon…poiché qualcuno
si era
frapposto, si trattava di Rika, il cui viso ora sanguinava per un
piccolo graffio «…no Akirmon non posso permetterti
di
farle questo, anche se ti capisco.»
Himi e Rika come
due immagini speculari si tamponavano il loro graffio, e alla loro
vista Renamon «…i-io...mi dispiace,
ma…!!» e
senza riuscire ad aggiungere altro uscì in giardino prima
del
prorompere del pianto. Ma quando la sua domatrice la vide
«Renamon aspetta!...ti prego!!» non poté
fare a meno
di andarle dietro, incurante di tutti «Renamon!!»
lasciando
Himi nella fossa dei leoni. Imagomon le si rivolse «Penso che
a
questo punto sia meglio che io vada…non è il caso
di
continuare a parlare
qui.»…«…Ima aspetta, non
te ne andare! Non lasciarmi da
sola!!»…«Papà!!»
…lo
chiamò supplichevole sua figlia. Ma lui non si volse neanche
«Perdonami…piccola Akirmon. Ma ci sono cose che
voi
bambini non potete capire.» per poi balzare fulmineo
«Aspetta!!» provò a trattenerlo Himi ma
Nymon si
frappose «Ferma! Giù le zampe da mio
padre!!» con il
sostegno di Rumiko «Spero che tu sia soddisfatta! Grazie a
quelle
come te neanche ai Digimon più si salvano da cose
simili!!»…«Rumiko figlia mia sta calma,
per favore!
Insomma…non è detto che lei sia la sola
colpevole,
no?»…«Infatti, tutti e due, due poco di
buono!! Ma
se non fosse per quelle così, mamma, come quella che hai
davanti, certe cose non accadrebbero! Succede perché gli
uomini
sono deboli! E si fanno raggirare, da tipe del
genere!»…«Noi non possiamo proprio
parlare. E
comunque ora sei tu che lo difendi,
figliola!»…«I-Io
non difendo nessuno, dico solo che conosco gli
uomini!»…«Quella volpe sembra
così…raffinata,
integerrima!»…«Vedi?
Ora sei tu che lo difendi, mamma!!»
«Volete calmarvi, per l’amor del
Cielo?!!»
esclamò Ryo, con non poco sforzo «Vi sembra forse
il luogo
adatto ad un processo?! Se non ve ne foste accorte ci sono
bambini!!» indicando i due disorientati volpacchiotti
«…ed i figli…vanno sempre
tutelati…»
ammise con convinzione nonostante i suoi occhi arrossati…
Himi si volgeva spaesata verso il giardino…
Ma lì la
sua amica aveva occhi solo per «Renamon!» la quale
chinava
il capo e si abbandonava al pianto «Ma l’hai visto,
Rika?!!
Ecco…!...
…così si conclude la mia ironica storia! Ecco che
fine fa
la mia famiglia…cosa ne è dei miei
sogni!» Alla
ragazza si stringeva il cuore all’udire quei singhiozzi,
sicché non le rimase che aggrapparsi al pelo dorato del suo
braccio, e infonderle un intenso
«…coraggio…!!...» che a
stento duellava tra
le lacrime…
La catena
metallica era adagiata con delicatezza sulla spalliera della sedia,
sopra la maglietta nera «Finalmente potrò chiudere
occhio…ne ho così bisogno.» bisbigliava
Takato,
volgendosi verso il suo letto e perdendosi fra i pensieri
«…chissà Nakao dove sarà,
mentre io in
camera mia mi preparo per andare a dormire…chissà
per
quali angoli buii si starà smarrendo la sua anima in cerca
di
riparo…
…mi sembra di capirlo
così bene, al buio…noi siamo uguali: due
anime…che
soffrono così tanto a causa della solitudine. Purtroppo
è
sotto la luce…che non ci sarà mai concesso di
confrontare
la nostra somiglianza.» avanzando verso il letto…
…ma un attimo prima
di coricarsi, il suo animo ebbe un guizzo «…ma io
in
realtà non sono solo!!!» e ripensò con
tenerezza
alle persone che ora circondavano la sua vita
«…chissà se Jeri è riuscita
a parlare con
suo padre. Avrei tanto voluto essere con lei!...ma domani, domani mi
racconterà tutto. Domani è un altro
giorno…per
noi, e per tutti quelli come noi, che condividono la stessa sofferenza!
La stessa battaglia…
…amici miei, è per voi che resisto…
…amore
mio…è per te che non mi arrendo.
Perché se mi
arrendessi adesso non potrei aiutarti con tuo padre! Non potrei essere
lì, a scaldarti la mano…e a difenderti lungo il
tuo
cammino, per conseguire la felicità, un giorno!...
…Jeri:
per te io vado avanti! E affronto il buio…»
adagiando la
mano sulle coperte «…and I live…
…one more
day…» scostandole, per montare sul letto
«…and I make it…
…through the rain…
…OOHHH?!!!»
Ma
improvvisamente una visione gli mozzò il respiro. Qualcosa
uscì dal, rimasto fino a quel momento sotto le coperte
(canzone:
Muse
- Unintended)
Si alzava
intontito dal sonno, stropicciandosi gli occhi con gesto infantile.
I suoi
occhi sembravano gli unici fari illuminati, di una sagoma plasmata dal
buio della notte, e dai capelli arruffati.
Una sagoma
che rese Takato ancor più pallido della luna, e
pietrificò i suoi movimenti.
«Sei
tornato?!» chiese con voce aspra «Uhmuhm, come vedi
sono
qui! Il tuo letto…ora è mio!!! Ahahah!»
smontando
trionfante. Takato gli veniva incontro lentamente, con sguardo
incredulo…
«Takato ti
avverto, stavo dormendo ma ciò non vuol dire che io sia
stupido!
E che sia una preda facile per te! Io so cosa stai pensando, mentre ti
sono davanti già cerchi di elaborare un piano per
spodestarmi
dalla tua camera, lo fanno tutti i fratelli maggiori! E tu sei
avido…oh sì, molto avido! Non ti sei mai
rassegnato
all’aver perso la tua gloria di Digimon Tamer ed
ora…ti
perseguita come un’ombra l’orribile idea che io
possa
prendere il tuo posto! Io sai che posso! Come età, come
abilità, io sono il contrario di te, io sono la tua ombra,
io
sono…
…sono…» ma la sua voce sfumò
nel più
grande stupore quando si accorse che quella mano non era tesa per
picchiarlo…bensì per abbracciarlo, sfiorarlo,
toccarlo e
realizzare che era concreto, anche se in una dimensione a
metà
della vita «Ma cosa fai…?...
…dov’è andato a nascondersi il tuo
odio…?»…«S-S…Sei
qui?...
…non posso
crederci...»…«…v-v-vattene!...
…stammi
lontano, non sopporto le tue carezze! Mi dà fastidio il modo
in
cui mi guardi: niente competizione, nessuna traccia di sfida, sembrebbe
che ti faccio pena!!»
Takato sussurrava
solennemente
«…Nakao…»…«…!!
COME FAI A
SAPERE CHE MI CHIAMO
COSI’?!»…«…non…devi
aver
più paura di niente, ormai!...
…ci sono io qua
con te!! Il tuo…fratello
maggiore…»…«…non
avrai forse scoperto
che…
…che io in realtà sono…?...!! No!...
…non è
possibile! Non può essere vero!!» ma la commozione
di
Takato glielo confermò, così come la pena
infinita nei
suoi occhi quando gli carezzò la testa, e comprese subito la
causa delle terribili ferite nascoste sotto i capelli.
Ma il cellulare di Takato si
illuminò nel buio, iniziando a squillare sovrapponendosi al
grido di Nakao «Nooooooooo!!!» che fuggì
travolgendo
il fratello con uno spintone «Ah-h! Nakao!...
…Nakao!!» si
guardò attorno Takato. Ma pochi attimi avevano ricostituito
il
silenzio.
Quando raccolse il
cellulare, riconobbe il nome di chi lo chiamava
«P-Pronto?!!»
Si trattava di Rika, il cui
tono sofferente si sovrapponeva al vociare «Takato? Sono io,
scusa l’ora, volevo sapere se…poi eri riuscito a
parlare
coi tuoi genitori e a…chiarire qualcosa, perché
qui da me
un disastro, guarda! Meno male che doveva essere una cena tranquilla,
io non so più cos’altro ci deve
toccare!!»
«Rika! Lui
è qui!!» esordì il giovane
profondamente scosso.
«Cosa?!» la ragazza si fece seria di colpo
«Chi?!»
«Nakao, mio
fratello!!»…«Dove si trova
adesso?!»…«Non so
è…qui, da qualche
parte! L’ho trovato nel mio letto, e gli stavo parlando
quando…lui ad un certo punto è fuggito
e…si
è nascosto!! Ho paura ad accendere la luce, io una volta
avevo
un…gattino nero che mi aveva regalato una…cliente
del
negozio, e faceva sempre così, si mimetizzava nel buio, e
sembrava temere la luce! E se questa facesse male, a mio fratello, nel
suo stato? Lui è uno…
…sp-spettro…»
Rika respirò,
contro la stanchezza «…ok, calma e sangue freddo
Takato.»
«Ma sì,
tanto fra poco arriva Cindermon e…mi farò aiutare
da
lei!»
«Ma i tuoi
genitori non si erano accorti della sua presenza?!» (intanto
Rumiko «L’ho detto e lo ripeto: sono le donne ad
irretire
gli uomini!! Aspetta! Aspetta solo un attimo, mamma. Rika!!»)
Dirigendosi da sua
figlia «E’ Takato…? Ha saputo di quella
storia?»…«…cosa?»…«Passamelo.»
Al che la ragazza
«Takato…? Scusa, ti…passo mia madre,
sembra abbia
qualcosa da dirti…» passando un po’
incerta il
cellulare con perentorio cenno di non agitarlo, al quale Rumiko rispose
un gesto sicuro «Takato…?» disse con un
respiro,
riprendendo padronanza di sé «…sono
Rumiko Nonaka.
Ascolta se non ti hanno ancora informato ti devo dare una notizia, lo
sapevamo…tutti noi genitori.»
«Come…?»
il giovane sconvolto si passò una mano sulla frangetta
sudata.
La donna rivelò
«Devi sapere…che mentre tu eri via…tuo
padre ha
preso al negozio un ragazzino che ti assomiglia tanto. E lo ha fatto
passare per te…»
…mentre Rika
che ascoltava assumeva espressione sempre più
attonita…e
anche Ryo si accostò a lei, chiedendo con un cenno se sua
madre
era pazza, ma restando allibito.
Takato non riusciva a
parlare, il cellulare stava per scivolargli di mano. Ora assumeva un
significato diverso quella scatola di pigiama, la cui plastica volava
spinta dal vento filtrante dalla finestra…(fine-canzone)
Un uomo
appoggiava la sua borsa presso il divano di casa Ayami «Ho
somministrato a Jeri un calmante, fra poco si
addormenterà.»
«Dottor Kimura…» disse Hajime Katou
seduto
d’inanzi a lui e rigido nella sua posa, nonostante la mano
appoggiata sul petto «…la prego di essere del
tutto
sincero con me, anche se questo dovesse comportare brutte
notizie!»…«E’ esattamente
questa la mia
intenzione, signor Katou! Ritengo che in certi casi indorare la pillola
sortisca l’effetto peggiore: ho visitato sua figlia, e la
situazione…non mi sembra affatto rosea.»
«A-Ah…! Che cosa intende dire?»
sgranò gli
occhi l’uomo. Ed il medico «Jeri manifesta i chiari
segni
di un disagio psico-comportamentale. I suoi sintomi si ricollegano a
quelli della schizofrenia e della paranoia. E per di più
c’è una cosa che mi preoccupa: quelle creature,
che
rispondono al nome di Digimon…da quel che ho capito Jeri vi
è stata a stretto
contatto.»…«Sì.
E’ così!»…«Mi
creda: per sua figlia
sono un’autentica ossessione! La sua stanza: mi sono
permesso,
come da suo invito, di controllare nei cassetti…
…vi è di
tutto: immagini, carte, ritagli di giornale. Le ne era al
corrente?»…«Io?!...
…no…è da molto che non entro in camera
di mia
figlia. Saranno anni.»…«Una parte di
questo
materiale è molto vecchia, risalirà a
più di dieci
anni fa: Jeri conserva tutto questo con estrema gelosia, quasi con
sacralità.»…«Non sapevo
niente,
dottore…» replicava l’uomo che cercava
di mantenersi
calmo benché fosse sconvolto…ed Ayami seguiva
altrettanto
il dialogo dal fondo del salotto, tormentandosi le mani per
l’apprensione.
«Sapevo che per
Jeri quelle creature erano state importanti ma…che arrivasse
addirittura ad istituirne un culto nella sua stanza! Forse io stesso ho
voluto chiudere gli occhi, ed affrettare il momento in cui Jeri li
avrebbe dimenticati: temevo che un simile vincolo con il passato
avrebbe ritardato la sua crescita…e avevo bisogno di lei,
sì, ci contavo affinché lei supplisse alle mie
mancanze!
Solo ora mi rendo conto…ma forse è troppo
tardi…»
Il medico si rivolse
con discrezione «In molti casi accade che i figli abbiano un
mondo nascosto, e che i genitori ne siano ignari. Io stesso le avrei
chiesto, se non fosse stato prima lei a propormelo, di dare
un’occhiata al computer e al cellulare di sua
figlia.»…«E beh?! Cosa ha trovato
dottore, qualcosa
che ci potrà permettere di aiutarla?»
Il volto del medico si
fece molto serio «…deve essere molto forte, signor
Katou.» ma questi affermò deciso «Io
sono disposto a
tutto!! Già una volta lo fui, mi sarei fatto
catturare…e
fare a pezzi da quella formazione diabolica che aveva invaso la
città. E rapito la mia bambina, trascinandola nel suo cuore
profondo e oscuro in cui nonostante tutto mi sarei tuffato. Ma la vita
fa sempre più paura di un essere…informatico e
quasi
fantastico, per quanto spaventoso possa essere. Ma ora non
più.
Non più!! Sono disposto a lottare contro questo cuore che
vuole
ridurmi in fin di vita. Farei qualsiasi cosa per trascinare Jeri fuori
da quest’incubo, ancora…più oscuro del
precedente.»…«…bene. In
questo caso ho da
dirle che Jeri nascondeva…gran parte di se stessa a lei e a
coloro che la conoscevano. Aggressività, odio, frasi ricolme
di
rabbia: tutto questo era protetto dalle password dei suoi apparecchi
informatici. Salvato in memoria abbiamo trovato…
…materiale pornografico.» Hajime Katou
spalancò lo
sguardo «Cosa mi sta
dicendo…?»…«Capisco che
stenta a crederlo.
Con una simile quantità di immagini Jeri evidentemente
cercava
di colmare il vuoto della sua realtà concreta. Mi ha detto
che
lei non ha un ragazzo…» Gli occhi
dell’uomo si
abbassarono «Ecco vede dottore…» ma il
medico lo
interruppe «E c’è
dell’altro.»
richiamando all’istante il suo sguardo
«…immagini di
violenza: chiara manifestazione di aggressività repressa,
sua
figlia cova una rabbia profonda verso il mondo. E
verso…»…«…
…me lo
dica. Avanti, sopporterò, non mi farò venire un
infarto
proprio adesso.» ammise l’uomo con un sorriso
temerario e
amaro in cui si intravedeva la somiglianza con la figlia.
Ayami non era convinto
«…Ha-Ha-Hajime…»
«Jeri si
è espressa anche contro di me? Dica la
verità…»…«…nei
suoi spazi
virtuali si legge un chiaro risentimento, sua figlia si sente tradita.
Non le è mai…scusi se glielo
chiedo…capitato che
le si rivolgesse in modo astioso,
augurandole…»…«Di morire
presto? E’
questo che ha letto scritto?»
Il medico tacque. Ayami provava pena.
Ma Katou
cercò di mostrarsi naturale «No, questo almeno non
me
l’ha detto direttamente. Però si sa, a volte i
figli ci
nascondono i loro sentimenti, per il timore che suscitiamo in loro. E
se mi fossi sforzato a leggere nei suoi occhi non mi sarebbe sfuggito
il suo rancore per averle…rovinato la vita, scaricandole le
mie
frustrazioni e responsabilità. Dottore…me lo dica
con
chiarezza, è per questo che sta male? Sono stato la causa
principale?»…«Signor Katou, voglio che
le sia ben
chiaro: a me…dispiace dover essere duro, ma come medico
ritengo
che il disagio di Jeri abbia raggiunto questo stadio…in via
principale per il fatto…di esser stato molto trascurato. Non
era
il caso di interrompere la terapia che stava seguendo da adolescente
prima che fosse giunta al termine. Se sua figlia avesse avuto la
tranquillità per completare il suo percorso di
cura…oggi
probabilmente sarebbe guarita da tempo! E’ stata un errore
privarla prematuramente della sua occasione per superare blocchi e
timori: queste cose finiscono sempre per riemergere, in un modo o
nell’altro.»…«Purtroppo non
posso che darle
ragione, è stata mia la colpa di tutto.» ammise
l’uomo sfiorandosi la nuca dagli ispidi e brizzolati capelli
«Ma in quel periodo mi sono trovato faccia a
faccia…con
l’abbandono da parte di mia moglie, e dell’altro
mio
figlio. E’ stato difficile, e avevo bisogno di mia figlia:
per
tenerla stretta a me e poter contare su di
lei…l’ho
privata dei suoi diritti, compreso quello di curarsi. Ah ma non voglio
certo trovarmi una giustificazione! Ora…la sola cosa che
conta
è poter agire, concretamente, per rimediare al mio errore. E
riguardo a ciò aspetto un suo suggerimento, dottor Kimura.
Cosa
propone di fare?»…«Vista…la
situazione io
glielo dico: ritengo preferibile che Jeri…
…sia ricoverata quanto prima in un ospedale
psichiatrico.»
«Che cosa
dice…? Non c’è davvero…altra
alternativa?
Non ho altro modo di curarla, magari…potrei farla seguire da
un
medico! Le prometto dottore che questa volta sarebbe diverso: nessuno
più mi crede e pensano che le mie siano promesse da
marinaio. Ma
anche un uomo come me può provare il desiderio di mettere un
punto e ricominciare, e stavolta farlo davvero!» Interveniva
anche Ayami «Posso garantire per lui!
E’-E’ un caro
amico…e in questi giorni l’ho visto cambiare,
morirebbe
per aiutare sua figlia!»
(ma non si rendevano
conto che Jeri si era alzata dal letto, e con la sua vestaglia bianca e
gli occhi arrossati sul viso pallido, ascoltava ciò che
dicevano. Parola per parola, la sua espressione si faceva
più
spaesata, e impaurita…)
«Non metto
certo in dubbio le vostre intenzioni. Ma in questo momento il problema
di Jeri ha raggiunto uno stadio…avanzato. In queste
condizioni
rischia di diventare pericolosa per se stessa. E non
solo…anche
per altri. Mi dia retta signor Katou, se davvero la vuole aiutare
faccia come le dico. La faccia ricoverare. E’ per il
meglio.»
Ma quelle parole rintronavano nell’animo di Jeri “Faccia come le dico. La faccia
ricoverare. E’ per il meglio…
…non voglio!!” (canzone: Laura
Pausini - You are)
si premeva il capo “Non voglio essere separata da Takato! Se
li
lascio fare…questa gente mi porterà via!! Non
voglio
perdere i Digimon…”
«Oltretutto mi
permetto di aggiungere che se da come mi ha detto, Jeri è
solita
interagire con creature dai poteri speciali, ciò significa
che
ha altrettanto accesso a mezzi che sfruttati da una mente confusa
possono rivelarsi...estremamente pericolosi!»
“Estremamente
pericolosi…”
rimbombava nella mente di Jeri imbottita dai calmanti “Non
posso
lasciare che mi portino via! Non voglio perdere…tutto
ciò
che mi è rimasto!” esprimeva sofferta dal fondo
del suo
cuore “Devo trovare un modo per fuggire…
…Takato,
io…” raccogliendo la sua borsa in uno sforzo
estremo
“Non ti voglio perdere!!”
Mentre il padre
ammetteva «D’accordo dottor Kimura: viste le cose
come
stanno non mi ritengo nella posizione per oppormi. Seguiremo il suo
suggerimento. Faremo ricoverare Jeri…»
“No!!”
gridava l’animo della ragazza, fra i respiri affannosi
“I
Digimon mi aiuteranno…!...
…non permetteranno che mi portino lontano da tutti!
Lontana…dai miei amici, e dal ragazzo che amo!”
Cindermon
intanto rientrava al panificio «Per fortuna tutti a casa!
Chissà cosa sarà successo!! Perché i
genitori di
Takato non sono venuti a prenderlo??? Oh?!» ma alzando gli
occhi
verso il bancone vide un raggio di luna illuminare il pallido volto del
suo domatore «…Takato!...mi hai aspettato
sveglio?!...è la seconda volta!»
«…Cindermon…»
avanzò debolmente lui
«Ma che cosa è successo?! No-Non farmi prendere un
colpo,
è accaduto qualcosa ai tuoi
genitori?!»…«…ho visto mio
fratello…»…«DOVE?! Qui?! Dove
si è
cacciato?! Ora lo catturiamo e lo rispediamo…dove deve
andare!»…«Ma no, è
inutile…!»…«C-Come,
Takato?!»…«…non è
più qui,
l’ho cercato…dappertutto!!» gemette il
ragazzo
aggrappandosi al manto di lei «Oh Dio mio sei
sconvolto…!»…«Ma lo sai che
ho
saputo…?» insinuò tra la rabbia e la
tristezza
«…lo sai che ho saputo???!!!...
…sai cosa cosa hanno
fatto quei due…BASTARDI che chiamo
“mamma” e
“papà”???!!!»…«C-Che
cosa
è uscito fuori?! Oh p-percarità, attento! Rischi
di
sbattere contro lo scaffale toh guarda ma questo già era qui
da
prima? Non lo ricordo…»…«Non
c’era…»…«Cosa?!»…«No,
non c’era…NIENTE di tutto questo e sai
perché
l’hanno messo?!! Vuoi saperlo?!» ringhiava il
ragazzo
dinanzi a quegli occhi azzurri sconvolti
«…per…FESTEGGIARE la mia assenza,
facendo uso di
mio fratello!!!»…«Takato: CHE
COSA-STAI-DICENDO io
non ci capisco nulla e più parli e più
è
spaventoso!»…«LORO MI HANNO SOSTITUITO!!
Quei
due…che dormono tranquilli, qua sopra, hanno fatto passare
mio
fratello per me, ti rendi conto?!!»
A
Cindermon si spezzò il fiato, ansimava senza parlare
«Valeva la pena…di ingannare il quartiere con un
morto!!!...approfittando del fatto che ero via, guarda qui, guarda
tutte queste bustine!» ponendone una col fiocco rosa tra le
sue
mani tremanti
«”PRODOTTI…PROMOZIONALI”, per
speculare sull’aspetto di
Nakao!»…«Odd…
…DDIO MIO…!» la sconvolta Cindermon si
alzò
il ciuffo in modo magistrale «Io quei due non li voglio
più vedere!! IO QUANDO SI SVEGLIANO LI
AMMAZZO!!»…«…!! Calmati
Takato!!» lo
strinse lei trattenendo il respiro «Non possiamo ragionare in
questo modo: ora saliamo in camera e parliamo con
calma!!»…«…i-io li
ammazzo…
…maledettiii…loro e le loro
bustine…»
lasciandone cadere una e calciandola come un pallone…
Quando
Kimura e gli altri penetrarono in camera «Ma
dov’è?!»…«JERI!!»
chiamò
Hajime Katou, avvertendo male al cuore ma Ayami lo sostenne
«Oh
no! Hajime, non sentirti di nuovo male!»
«E’
scappata…» constatava il medico
«…mi ha
ingannato sui calmanti, deve aver fatto finta di ingerirli!!»
«Bisogna assolutamente
trovarla…» erano le parole di un padre sofferente
ma
determinato.
Jeri si trascinava per la
città, ansimando «Non…devo cedere, non
devo
addormentarmi! Beelzemon…
…il
convento…» riprendendo a muovere il suo passo con
ostinazione.
Cindermon
riuscì a condurre Takato in camera «L’ho
trovato…qui, nel letto!!! Mi è apparso davanti
come…un fantasmaaa!!!» La Digimon lo strinse
forte,
vagando con gli occhi nel buio per cercare una risposta a
quell’assurdo.
«I-Io non…vorrei tenerti
qui…»…«Cosa?!»…«Mi
dispiace trascinarti nei miei
problemi!!»…«Ma…?!...Takato
devi capire che
non-c’è-alcun problema! Come faccio a
spiegartelo?!»
abbracciandolo incredula e carezzandogli il capo, adagiandogli un
bacino tra i capelli «Ti rendi conto di che hanno fatto?! Io
ero
a Digiworld a disperarmi per la sua morte!! E loro usavano il suo
fantasma per ingannare gli occhi della gente, con una proiezione del
passato! Ipocriti, ipocriti maledetti!!»
Un altro bacino,
e poi il sussurro «…dobbiamo far luce su questa
storia…è troppo assurda per essere
vera…»…«Questa casa
è diventato un
luogo…orribile!! E pensare che la amavo tanto! Povero
fratellino…»
“Takato…” si stringeva il
cuore della Digimon, di fronte a quella ennesima ed inspiegabile
sofferenza (fine-canzone)
La mattina dopo,
Tokyo si risvegliava nell’abbraccio di un sottile strato di
foschia che sfumava le sue tinte. Ancora in pochi giravano per le
strade, e fra questi, il ragazzo con la maglietta con Digignomo, e
l’insegnante dal velo bianco sul capo.
Stropicciando i suoi
occhi esausti di lacrime, il ragazzo espirò e disse
«…non posso arrendermi.»
Sedettero così
su una panchina presso un’aiuola «Non posso
arrendermi
nonostante tutto, anche se…vorrei solo sparire. Sento che il
mondo mi è crollato addosso! Ma non posso, ho fatto una
promessa. C’è qualcuno, in un luogo molto lontano,
che ha
fatto tanto per concedermi l’aspetto che possiedo
ora…è una regina buona e altruista che mi ha
svelato che
esiste una vita oltre la morte. Probabilmente…Takato ora si
trova lì e anche se non sono con lui adesso è
felice. Mi
sembra di non avere più senso…»
guardando le sue
zampe coperte da guanti consumati «…ma so che non
è
così, ho una missione: lo ha detto la Regina dei Digignomi.
Takato vorrebbe che io andassi sempre avanti. Non posso deluderlo, ora
lui mi guarda da
lassù!»…«Già…quello
che dici
è vero.
Purtroppo…»…«Oh?! Come
purtroppo, signorina Asanuma…?» chiese stupito il
ragazzo,
scorgendo l’espressione esitante e contrita della donna
«Non le fa piacere che Takato ci osservi dall’alto?
Dovrebbe essere contenta!»…«Non posso
Guilmon…
…non
posso…» sussurrava, celando il suo sguardo
«Ma non
chiedermi
altro…»…«…così
mi
spaventa! La prego, ho sofferto abbastanza! Sa forse qualcosa che io
non so?» chiese afferando le mani della donna «No,
io…come puoi immaginare ti ho detto tutto sul mio conto: e
cioè che…
…non sono
riuscita a sposarmi…non ho figli! Tutti i miei sogni sono
andati
in frantumi. Eccomi qua…» rivolgendo i suoi occhi
a quel
cielo soffuso «…sono sola, completamente
sola…
…e ormai
credo che rimarrò così fino alla
fine.»…«…ma guardi che si
sbaglia! Lei non
deve dire questo, io lo so per certo! C’è della
gente che
le vuole bene, signorina! Il signor Mori, per esempio!»
Le sue mani
sfuggirono all’istante «…ti ricordi di
lui dai tempi
della scuola…»…«No,
l’ho rivisto da
poco!»...«…!!...lo hai
rincontrato?!»…«Uhm
uhm!»…«E…che ti ha
detto?»
Lo sguardo di
Guilmon si fece triste «Il signor Mori ora non può
camminare, si sposta per mezzo di una sedia a rotelle, ma nonostante
tutto si fa forza perché ha da pensare a una bambina, sua
figlia! La piccola Akiko. Io so che la conosce, ho visto una foto di
voi tre assieme!»…«S-Sì,
certo…»
si sfregavano nervosamente le mani della donna
«…la
piccola Akiko…»…«Pensi
signorina, che ora la
povera Akiko è scomparsa, e il signor Mori è
disperato!
Anzi, l’ho lasciato nel cuore della notte, ci sarà
rimasto
male.» Asanuma mosse la coda dell’occhio
«…ascolta, ti ha…detto
qualcosa…
…di
sua moglie?»…«…della moglie
del signor Mori
so solo…» ma poi la sua espressione si
incattivì
«Che è una donna malvagia! Una
persona…crudele e
senza sentimenti! Come alcuni Digimon cattivi! Lei ha maltrattato suo
marito rovinando la vita a lui e alla bambina! E’ un essere
crudele, che meriterebbe di sparire dalla vita di due innocenti come
loro!! Signorina Asanuma, io…
…! Mi
perdoni se le sembro sfacciato! Ma mi sono chiesto perché
lei e
il signor Mori non vi siate sposati! Per un semplice gioco del
destino…poteva essere lei la madre di sua figlia! E sono
sicuro
che in quel caso…Akiko non si sarebbe sentita
così sola,
perché avrebbe avuto accanto una madre che ha conosciuto
l’azzurro del cielo! Una donna dolce e buona, giunta da quei
tempi felici!»…«In effetti…
…!! Se
non mi sono sposata con Toshiaki è stato per colpa di quella
donna!! Lei…
…con la
sua freddezza ci ha allontanati, è esattamente come tu hai
descritto.»…«Ne sono sempre stato
convinto!!»
affermò il ragazzo picchiando un pugno sul palmo della mano
«Quella donna è sua nemica,
signorina!»…«Sì, è
mia nemica!!»
scandiva Asanuma con risentimento «…quella donna
gelida ed
egoista mi ha portato via gli anni migliori…ha fatto
frantumi
dei miei sogni! Pensare che ora potrei essere felice e appagata con mio
marito e mia figlia…
…se
non fosse giunta lei con la sua
ombra…»…«Io…spero
di non trovarmela
mai accanto! Anche se non la conosco quella donna mi fa
paura!!»
Di nuovo la coda
dell’occhio di spostò su di lui «Fai
bene a temerla
Guilmon, ti ho spiegato cosa è capace di
fare…quella
donna consuma i resti di un tempo felice come quello da cui sia io che
te giungiamo. Ma purtroppo non è la sola: in questo mondo
sono
in molti a essere come lei!»…«Il signor
Mori me
l’ha spiegato!» rispose prontamente «Ah
sì?
Cosa ti ha detto il caro
Toshiaki?»…«Semplicemente
che ora…sono in molti di più a pensare al loro
interesse!
Che questo mondo è diventato un campo di battaglia:
intrighi,
tradimenti sono dietro l’angolo, molto più di
quanto non
lo fossero in passato! Nuove…E PEGGIORI…
…le azioni malvage che si possono compiere: si
può
arrivare a cose che…trascendono la nostra immaginazione!
L’odio non ha limiti signorina...» mentre lei lo
scrutava,
penetrando in quegli occhi neri velati di ingenuità
«…anche il mondo dei Digimon non è
rimasto illeso
da questa minaccia che avanza subdolamente, invisibile…
…come la nebbia…»
La
donna sospirò, e tornò a tormentarsi le mani
«Purtroppo hai ragione: ed è proprio questo il
significato
delle mie parole di poco fa. A volte ripenso al povero Takato
e…
…lui era così dolce, p-pensare che possa
affacciarsi da
una nuvola e osservare come si è ridotto il suo mondo! Il
suo
quartiere…»…«…signorina
ma sta
piangendo…
…no la prego, non faccia così! D-Dove ho un
fazzoletto?» tastandosi qua e là ma lei
«Non
preoccuparti, ho il mio!» gemette appena, nascondendosi il
volto
dietro al fazzoletto «Povero Takato…soltanto io
che ero la
sua maestra posso ricordare della immensa delicatezza
dell’animo
di quel bambino!»…«…anche
io…
…che ero il suo Digimon…» disse Guilmon
con tono
sospeso, aggiungendo poco dopo «…però
io sono
sicuro che Takato è un ragazzo forte!! Non si tira indietro
di
fronte alle difficoltà, e sono convinto…
…che anche scorgendo l’amara realtà
della mutazione
del mondo che amava…pur essendo un angelo egli continua a
fare
ciò che ha sempre fatto: battersi per il trionfo della
giustizia!! Il suo spirito mi sostiene.» ma il pianto della
donna
si fece più intenso «Ma quanto può
resistere, anche
se forte, uno spirito di fronte alle ingiustizie più
terribili?!!»…«…l-lei intende
dire…
…tutte
quelle cose? La guerra…i ladri, la criminalità, i
p-pedofili…?!»…«…no,
io intendo
dire…
…qualcosa
di molto più vicino a Takato! Qualcosa che riguarda la sua
famiglia stessa!!» Guilmon sgranò gli occhi
«…io so…che benché sembrava
si amassero
tanto i genitori di Takato si sono divisi e-e che…
…la
povera signora Matsuki…è rimasta vittima del
terremoto
assieme al mio piccolo amico!» tirando su col naso
«Ti
hanno detto il vero…» replicò Asanuma
col volto
sempre coperto dal fazzoletto «Ma ti è stato
nascosto il
motivo che ha causato l’infrangersi di
quella…splendida
famiglia!» Il giovane strinse le spalle «Non so
cosa sia
successo…litigavano
spesso?»…«…lascia
che te lo dica io che, a mie spese, di queste cose me ne
intendo…in questi casi, Guilmon…
…non si litiga mai se non vi è una ragione
più che
grave.»…«E quale sarebbe per la famiglia
di
Takato?»…«…
…la
signora Mie Matsuki ha lasciato suo marito Takehiro…
…perché lui l’aveva tradita, concependo
un figlio
con un’altra donna!!!»
«Che
cosa?! Un fratellino di Takato?!» sobbalzò
Guilmon, ma
Asanuma lo corresse didascalica «Un
fratellastro…!»
Il ragazzo
ansimava «…un bambino…che somiglia
tanto al mio
Takato…» ed il suo cuore sussultò, nel
riaffiorare
improvviso del ricordo di quegli occhialoni da domatore sul viso di un
bambino dai folti capelli neri…
«Come
giustamente intuisci la somiglianza è molta…al
punto
tale…» si rompeva nel pianto la voce di Asanuma
«…da indurre quell’uomo, che ha
già distrutto
la sua famiglia rivelandosi la causa prima del loro dolore, e poi della
loro morte!...
…da indurlo a…congegnare un
inganno…spregevole, e
immorale! Per soddisfare le sue ambizioni frustrate, non contento di
aver calpestato i sentimenti del mio povero alunno! E di quella signora
che…veniva a parlare con me ai colloqui con i genitori, e a
chiedermi se suo figlio era abbastanza attento in
classe…!»…«Ah! Ma lei mi sta
parlando del
signor Takehiro Matsuki?! Ma io lo conosco, era un uomo onesto: lui non
sarebbe mai stato capace di essere crudele con i suoi familiari!...
…era un buon padre!! Rispettava sua
moglie…e…
…voleva…tanto bene a Takato. Tutto questo
è
passato sotto i miei occhi, io so per certo che è
così!»…«Capisco il tuo punto
di vista,
Guilmon! Ma ciò che è passato di fronte ai miei,
di
occhi…durante tutti questi lunghi anni e proprio in questi
giorno è stato diverso. Non devi farti ingannare dalla voce
del
passato, che ti dice che in fondo tutti sono come li ricordi…
…lo credevo anch’io…ma la gente cambia!
Ho cercato
di crederlo…fino all’ultimo…
…fino al momento in cui non sono entrata…in quel
panificio e non ho sentito Takehiro che
chiamava…”Takato”…
…quel bambino che ha concepito fuori dal matrimonio, che
è stata la causa di tutte le disgrazie in quella casa!! E
che
con il suo candore apparente…ha ingannato tutto il
quartiere!»…«Cosa?!!...
…no, è assurdo, non può essere
vero!!!»
gridò Guilmon «L’ha sostituito?!! H-Ha
messo un
altro al posto di Takato?!! N-Non può averlo
fatto!!» con
le lacrime che affioravano ai suoi occhi «Takato è
unico,
è il mio domatoreee!!!» esclamò
disperato, ma
Asanuma dichiarava «E’ quello che ho pensato
anch’io
quando ho assistito a quell’indegno spettacolo! Ha fatto
credere
a tutto il quartiere che Takato fosse stato vittima di un incantesimo,
che fosse tornato bambino grazie alla magia di un Digimon!!»
…ma Guilmon era già distante con lo sguardo e con
il
cuore. Fissava un punto indefinito di fronte a se e tremava
«Takato…»
«Ma Takehiro può sperare di ingannare tutti,
assolutamente
tutti ma non me! La sua maestra!! Io…ho voluto bene a
Takato,
soltanto io posso sapere quanto gliene ho voluto da sempre,
e…
…non
posso accettare…di vedere…un bastardo
qualunque!...che
come niente fosse…
…soffia
via come si fa con uno spettro…il ricordo…del mio
povero
alunno!» scivolando in singhiozzi sommessi, e tamponando il
suo
viso con il fazzoletto.
Lacrime ardenti
scendevano sui baffetti di quel ragazzo che serrava i denti, incapace
di ingoiare quell’ingiustizia «…non
è
possibile…»
Dal suo pianto
dignitoso e profondo Asanuma muoveva celatamente gli occhi su di lui
per osservarlo…
Quell’ombra dall’abito nero nel buio del vicolo non
li
perdeva mai di vista…
Il sole era
ancora velato quando un ragazzo decise di alzarsi dal suo letto, e
lasciare la stanza…
Cindermon, che
aveva dormito accanto a lui accampandosi come poteva pur di restare a
confortarlo, era ancora appisolata. E la foschia che avvolgeva la
città sembrava scivolare anche nei suoi sogni, velando i
suoi
tratti delicati con un lieve turbamento…
“Dove sono?” si chiedeva all’interno del
sogno
“Che posto è questo?!”
Era inginocchiata in un luogo buio, un cimitero, e di fronte a lei si
delineava una tomba tra i fiori essiccati e le foglie
d’autunno
sparse in terra.
La
foto e la scritta non lasciavano spazio al dubbio “Che cosa?!
Takato?!!” sussultava il suo animo, e le unghie smaltate di
rosso
si aggrappavano a quella lapide cristallina “Non è
possibile!! Non può essere andata così!!
Oh?!”
Ma
inginocchiato accanto a lei c’era qualcuno “E tu
chi
sei…?”
Sembrava un ragazzo, ma non riusciva a vederlo bene perché
era
buio. Però lo sentiva piangere “Io sono il vecchio
Digimon
di Takato. Noi due ora dobbiamo star qui, a piangere la morte del
nostro domatore…”
”Ma che
stai dicendo…?” chiedeva lei con le lacrime agli
occhi
“Takato non è morto!! T-Te lo assicuro! Io sono
con lui
sempre, sono come la sua ombra e non lo lascio un attimo!! Non
può essergli accaduto
niente…c-cos’è questa
foto?! Ma no, qui è tutto un errore! Questo è un
bambino,
Takato è cresciuto, è diventato un ragazzo grande
e ha
conosciuto meee!...
…perché qui nessuno mi
risponde?!”…”No, non è vero.
Ti hanno
raccontato una bugia, Takato è morto.” ripeteva
sconsolato
il ragazzo di cui sporgevano solo le zampe rosse e artigliate. Ma
Cindermon gli poneva una mano sulla spalla, rivolgendosi quasi con
premura “Guarda che sei tu quello a cui hanno raccontato una
bugia: fidati di me!” benché le lacrime le
rigassero il
viso, ma nei suoi occhi brillava ancora una luce di speranza
“Takato non è morto…sono testimone
della sua
età adulta, lui…ci aspetta perché ha
bisogno di
noi! Fatti raccontare la storia…da me che ci sono stata! Ora
stai soffrendo tanto…proprio come lui, ma se mi dai retta
vedrai, smetterai di piangere. Smetterete tutti e due di soffrire, ve
lo promette Cindermon!”
Ma una
voce femminile echeggiava alle sue spalle “Se volete sapere
come
andrà il futuro, chiedete a me!”
“Oh…?” La ragazza dal ciuffo rosso si
volse
“Sembra una maga in grado di leggere nel futuro.”
Costei era
avvolta in un elegante manto rosso fuoco, ed aveva il capo coperto da
un cappuccio di merletto bianco.
Sedeva
presso un tavolo sul quale era sparsa una moltitudine di carte dei
Digimon: quelle con cui i bambini erano soliti giocare, e che i
domatori sfruttavano per la Digimodifica “Chi sono
le due
persone sedute di fronte a lei?” si chiese la ragazza
digitale
alla vista di quelle tre sedie: al centro sedeva un ragazzo dalla
bandana rossa, e alla sua destra un giovane avvolto
dall’ombra.
La sedia alla sinistra invece era vuota “Là non
siede
nessuno…
…sta
forse aspettando me?” si chiese Cindermon, dirigendosi
così presso quella sedia, accanto alla quale riconobbe
“Takato!”
Il giovane si
volse e le sorrise “Ahah, lo sapevo che era tutto uno
scherzo:
non potevi essere morto! Dai, facciamoci leggere il nostro futuro,
questa donna ha detto di saperlo fare! Così
anche…quel
ragazzo che dice di essere il tuo primo Digimon sarà
più
tranquillo. Sai? Mi ha fatto pena…era fermamente convinto
che tu
fossi morto ed il suo cuore era sprofondato nel dolore! Coraggio
cominciamo non sto più nella pelle: sento che…ci
riserva
cose molto belle il futuro!”
La
maga iniziò dunque a sfogliare le carte “Chi
vuol’essere il primo?” chiese con voce delicata.
“Io
sarò la prima!” replicò Cindermon con
coraggio ed
eccitazione.
Così le mani della donna dallo smalto perlato iniziarono a
disporre diversi Digimon, raffigurati sulle carte, in una sequenza
così lunga e fitta da permettere a un vero fan di ricordare
tanti volti epici della serie.
“Il
tuo cammino non ha mancato di riservarti sfide e
ostacoli…” disse la maga “Certo, come
tutti!”
replicò la Digimon aggiungendo “Ah ma io ho i
muscoli,
alla fine li prendo a…pugni e calci, e li supero
tutti!”
“…infatti quello che dici corrisponde al vero. Ti
aspetta
un lungo futuro: tu vivrai tanti anni, e sarai una principessa stimata
e amata.”
“Davverooo???” esclamò lusingata
Cindermon,
arrossendo un po’ “Beh! E dire che mio padre e mia
sorella
non avrebbero mai scommesso su di me! E’ la prima volta che
qualcuno me lo dice così chiaramente, vorrà
dire…che farò del mio meglio! Ora lui, forza!
Uhm?
Uhm.” alludendo col capo a Takato, seduto accanto a lei
“Vuoi che legga il suo
futuro?”…”Sì! Ci
tengo tanto a sapere se sarà finalmente felice. Lo sa,
signora
maga? Lui ha affrontato tante piogge…
…la
sua vita è cominciata dalla
felicità…”
…mentre costei
sfogliava la carta di Agumon… “…ed
è
scivolata in un temporale senza fine!”
…che
corrispose all’affiorare della carta del cupo
BlackWarGreymon, e
nell’affermazione della maga “E’ vero: le
carte
rispecchiano le tue esatte parole.”
“Mi
dica come andrà a finire! Sono certa che in fondo al
sentiero
gli spetta la ricompensa per i suoi sforzi…
…lo sa? Ptsss! Approfitto per dirglielo ora che lui non mi
sente, perché sta chiacchierando con l’altro!...
…il mio domatore è un eroe!...
…e io non sono più la stessa da quando
l’ho
incontrato! Provo qualcosa di speciale per lui ma…non trovo
il
coraggio di confessarglielo! A ciò si aggiunge che lui
è
fidanzato: sissignore, sta con la ragazza di cui era innamorato fin da
quando era bambino! Oh?...
…quella non è l’ultima carta? Quella
che quando
sarà girata ci rivelerà il futuro di
Takato?”
“Sì. Questa è
l’ultima.”
Cindermon
scrutò quella carta con una lieve serietà, forse
tradendo
un’impercettibile inquietudine, che però
cercò di
soffocare ricordandosi del suo ruolo “Bene, la giri!...noi
Digimon non abbiamo paura del destino. Perché sappiamo di
poterlo cambiare!”
Le unghie perlate scorsero sul dorso di quella carta…
…la afferrarono con delicatezza…
…sfogliandola come si fa come la pagina di un libro, e
rivelando…
…l’immagine oscura e scheletrita di SkullSatanmon.
“Ahhh!!!” Cindermon impallidì. Si
alzò di
scatto, strattonando la sua sedia che cadendo si
smaterializzò
in dati “Che cosa significa?!!...
…Takato!!” volgendosi verso di lui…
…ma dalla zampa adagiata sulla spalla del domatore,
l’altro giovane sembrava trasmettergli ombra fino a oscurare
completamente il suo corpo, e lasciarne una sagoma scura, di cui
restava la bandana rossa, ed il riflesso dei suoi gioielli metallici.
Cindermon lo fissava, terrorizzata per il suo destino…
Ma
ad un tratto quella maga si alzò, appellandosi a lei con
voce
supplichevole “Cindermon!”
“Oh?” e quando la vide abbassarsi il cappuccio, la
riconobbe “…!!! Mamma!!!”
Quella fanciulla somigliava un po’ a sua sorella Diamon per i
suoi lineamenti gentili, ma aveva gli occhi azzurri come lei, e
stupendi riccioli di un rosso pur meno intenso del suo.
“Mamma, ho paura per Takato!!” gridava con le
lacrime agli
occhi la ragazza “Devi tenere gli occhi aperti, figlia
mia!”…”Mammina…” e
questa insisteva
supplichevole “Devi proteggerlo!!” con la
famigerata carta
tra le dita “Tu sei la sua Digimon: fagli scudo dalle
difficoltà della vita, perché la tragedia
è
imminente! Non siete più…bambini…
…sta per arrivare il nemico più duro…
…la morte…” sussurrò
rigirando
SkullSantanmon. Ma Cindermon si disperava “Io non so se ne
sono
all’altezza!! Finora mi sono arrangiata…come
potevo, ma
adesso la situazione precipita perché io,
mamma…!”
arrivando a sfiorarle le unghie perlate con le sue color rosso intenso
“…mi sono innamorata di lui…
…se questa cosa viene a galla la nostra intesa scoppia ed
io…non potrò più proteggerlo! Ma
ignoro per quanto
tempo ancora riuscirò a nasconderlo,
mamma…aiutami!!”
“Tu puoi farcela!”
Mentre le carte dei Digimon esplodevano in dati una per una. Lo
scenario veniva risucchiato da un vortice. E Cindermon gridava in
lacrime “MAMMA NON ABBANDONARMI!!!”
“Tieni duro!!!...non mollare la presa, Cindermon!!!”
“MAMMAAAAAA!!!”
…ma anche sua
madre finiva per divenire una luce infuocata nel vortice,
allontanandosi sempre più “…e
sta attenta a
lei! Lei! Quella donna che ci ha divise non si fermerà, e
ora
lei vuole…” ma la sua voce era ormai troppo
distante…
L’unico elemento a restare intatto era quella carta oscura,
che
volteggiava in un caos di colori e ombre. Cindermon cercava di
afferrarla, ma quando stava per farlo…
…si svegliò di soprassalto «MAMMA!!
Oh?»
I suoi
occhi delinearono primo fra tutti il pupazzo di Agumon «Era
solo
un
sogno…fiùùù…meno
male che non era
altro che un sogno, Takato. Uh? Takato?!»
L’altra metà del letto era vuota. Fu colta da
un’improvvisa inquietudine «Takato!!»
mentre nella
sua mente echeggiava la voce della madre “Sta per arrivare il nemico
più duro…la morte”
«TAKATO!!» uscendo di fretta dalla stanza.
Rika era di fronte allo specchio, impegnata a indossare i suoi
orecchini.
«Questa mattina
andrai a prendere i regali restanti dall’Arca?»
chiedeva
Renamon dagli occhi visibilmente arrossati ed il pelo stranamente a un
passo dall’essere in disordine.
«Sì…» accennava a rispondere
la ragazza,
sicché la Digimon chiese ancora «Tuo marito non
viene con
te?» ma in quel momento Ryo si affacciò alla
stanza
«Rika? Scusa, allora sto uscendo, per andare dal
medico.»...«Bravo. Hai preso il
portafoglio?» disse
la moglie andandogli incontro…
…mentre Renamon li osservava…
«Sì, ho
visto dove me l’avevi messo.» rispose Ryo
aggiungendo
«Sicura che non ti pesa scaricare i pacchi da
sola?»…«Non sarò sola,
troverò
lì alcuni dei Pionieri Digitali, che mi daranno una
mano.»…«Ahhh, allora c’ da
essere
gelosi!» scherzò Ryo. La ragazza lo
baciò,
accomodandogli il colletto «Bene: e mi raccomando, telefonami
appena sai qualcosa.»…«Sì, ma
tanto…non c’è niente da sapere Rika,
sono
già stato dal medico, ora ci vado solo per
prevenzione!»…«Sì
però tu…fammi
sapere lo stesso,
ok?»…«…d’accordo
sergente, agli ordini! Ah, buona giornata Renamon.» La
Digimon lo
salutò con un lieve cenno del capo ed il ragazzo si
ritirò.
Ryo si richiuse la porta alle spalle e tirò un sospiro
«Uuuuf! Dal medico. Non mi va per niente, ma devo
farlo.»
dirigendosi verso l’entrata socchiusa che dava sul giardino,
ancora avvolto dal soffuso silenzio della mattina «Non posso
certo obbligare Rika a stare in pensiero per me: già ho
tirato
abbastanza la corda per completare la missione a Digiworld.
E’
ora che finalmente mi faccia visitare da un vero medico, e non da un
Digimon racconta-frottole! Anche perché fra
l’occhio,
l’orecchio e l’equilibrio non mi sento per niente
bene…speriamo non sia nulla di serio…»
massaggiandosi la tempia…per poi disperdere i suoi occhi
azzurri
e un po’ stanchi nel cielo «Come mi risparmierei
questa
sfida. Come vorrei avere un Digimon con me, a confortarmi e dirmi che
non sarà niente. Però ho una moglie: e io la amo,
per cui
anche senza un Digimon devo tirare fuori i muscoli, e seguitare a
lottare contro i nemici di ogni giorno! Cyberdramon…dove
sarai?
Allora è una cosa seria, mi hai proprio
abbandonato…»
…ma nella
foschia non volevano draghi, solo uccelli fuggevoli. Sicché
Ryo
prese un respiro profondo «…non posso dormire
sugli
allori…
…prima
sfida da comune terrestre!» balzando dal gradino e uscendo.
Intanto, nella
stanza di Rika «Come si sente Ryo…? Iera sera mi
è
sembrato…che facesse un grande sforzo sul suo
fisico!»
affermava Renamon. Lo sguardo di Rika nello specchio rifletteva
apprensione, che però si limitò a velare,
rispondendo
mentre chiudeva la lampo del borsellino «Ieri sera lo sforzo
lo
abbiamo fatto tutti.» alzandosi e accostandosi a lei
«Senti…come stanno Akirmon e Nymon?
Sono…riusciti a
dormire?»
L’affaticata volpe chinò il capo
«Akirmon…si
rifiuta di parlarmi, è fredda e distaccata e io non so che
fare!» e l’espressione della ragazza si
addolcì
«Vedrai…che è solo un momento: ti
ricordi io
com’ero? E poi adesso…quanto sono affezionata a
te!»
ma il dispiacere nel cuore della Digimon sembrava più grande
«Ma era diverso, tu eri una ragazzina che non aveva mai
incontrato un Digimon, era normale che fossi diffidente!! Io invece
sono…sua madre…
…ero l’immagine di equilibrio e di riferimento che
si era
costruita nel tempo, e che è andata in pezzi!»
Nuovamente
Rika sembrava soffrire per la sensazione di impotenza di fronte ai
problemi dell’amica digitale. Questa confessava
«Credi, io
stessa…stento a riconoscermi all’interno di uno
specchio!
Non sono più io!! Né nell’aspetto
né in
ciò che credevo fosse…la mia
personalità. Se
ripenso a ieri sera mi sembra un incubo, le frasi che io stessa sono
riuscita a partorire…
…le
accuse…che ho rivolto a mio marito dimenticando di essere la
prima e sola colpevole del nostro disastro! L’aver sfruttato
i
miei figli…come pretesto per litigare, e l’aver
cercato di
giustificarmi affermando…che erano troppo piccoli per poter
capire! Proprio io che pensavo di saperli amare in un
modo…speciale, che non comporta frasi simili! Mi sto
scoprendo
una donna impulsiva…MESCHINA…!...
…Imagomon ha fatto bene ad abbandonarmi, forse la tua amica
Himi
sa offrirgli quella dolcezza di cui io non
dispongo!!»…«Non dire queste cose di
te!! Purtroppo
capita…»
La volpe
si volse a fissarla, e Rika confessò
«L’immagine…che crediamo rispecchi noi
stesse ad un
tratto scompare. E al suo posto giunge…qualcosa che non
riconosciamo, e che ci sembra brutto…»
accarezzando il suo
pelo di cui Renamon sembrava quasi aver pudore.
«Facciamo
fatica a guardarci allo specchio…e non ci rendiamo
conto…che ciò che vediamo altro non è
se non il
riflesso delle nostre sofferenze. E in questo non
c’è
niente di condannabile.
Vieni…»…«No, Rika
io…»…«Perché non
ti siedi? Mi è
sempre piaciuto aver cura del tuo
pelo.»…«…il
mio pelo non è più lo stesso.»
scandì
cupamente la Digimon senza guardarla. Ma Rika le sussurrò
«Per me rimarrà sempre tale…come i miei
occhi per
te: nonostante non siano più gli stessi che ti guardavano un
tempo…e vi si specchi tutto ciò che hanno visto,
di bello
e di brutto in dieci anni…»
A quelle parole,
Renamon si convinse e sedette sullo sgabello presso lo specchio, mentre
Rika impugnava una spazzola «E poi sai, mi servirà
per
distrarmi. Come puoi ben intuire sono in pensiero per mio marito.
Più lo osservo più mi convinco che abbiamo avuto
ragione,
nell’ipotizzare che nasconde qualcosa. Siamo tutti un
po’
stanchi del viaggio…soprattutto Ryo: il grande deluso di
questa
seconda incursione a Digiworld. Non riesco a rassegnarmi a quello che
è successo con Cyberdramon…»
«Sembra
quasi…» disse Renamon «…che
qualcuno abbia
stabilito che non è ancora estinto il prezzo per aver
cercato di
ritrovarci. E che dobbiamo continuare a pagare…»
Rika taceva, e seguitava a spazzolarle il pelo…
Mie
e Takehiro stavano aprendo il negozio. Quella mattina la signora
sembrava radiosa «Non si è ancora
svegliato?» chiese
sottovoce «No, amore mio.»…«E
pensare che
dovrei sgridarlo per non essere sceso ad aiutarci ma…a
vederlo
così proprio non mi
riesce!»…«Sembra tu ti
stia abituando al fatto che sia tornato indietro.»
osservò
Takehiro sistemando alcune ceste di pane, ostentando noncuranza ma
insinuando in realtà uno sguardo furbo.
«Ti
dirò, all’inizio, quando l’ho vista mi
sono sentita
crollare il mondo addosso però poi ho
pensato…»
aprendosi in un’espressione emozionata
«…che sono
così tante le cose che ancora non ho fatto con quel bambino
che
è nostro figlio! Comincio a credere nel destino, forse se un
incantesimo ha fatto tornare Takato indietro di anni dobbiamo credere
che i Digimon vogliano dare a noi genitori un’altra
possibilità!»…«In
fondo…mi trovo in
parte d’accordo con te, dopo tutto perché dovremmo
prendere ciò che è successo come una disgrazia?
Nostro
figlio è vivo e sta bene, e da quel che mi
sembra…anche i
clienti hanno, diciamo così, ben accolto questo suo
cambiamento:
non lo hanno fatto sentire a
disagio!»…«Uhmuhmuhm!
Puoi ben dirlo alla signora Suizenji, non sai cosa mi ha
detto!»…«Cosa?! Non dirmi che
è passata di
nuovo!»…«Da quando Takato è
cambiato viene
quasi a tutte le ore del giorno, e pensare che quella poveretta era
quasi paralizzata a casa: ha detto che è stato da lei e
hanno
mangiato la torta che le preparava quando era ancora vivo Taichi, il
nipote. Dice che nostro figlio è dolce e rispettoso come
sempre,
ah! Quanto tempo era che non sentivo dei complimenti per
Takato!»…«Lo so, questi anni sono stati
un
susseguirsi di…critiche e osservazioni su come
l’avevamo
cresciuto. Uff! Fortuna è acqua passata.» il
panettiere si
asciugò il sudore dalla fronte, aggiungendo «Quel
che
conta ora è non ripetere gli stessi errori.» La
moglie
replicò «La signora Suizenji ha detto che si
occuperà lei stessa di una campagna promozionale del nostro
negozio: ti ricordi, che ha un figlio che lavora nell’ambito
della pubblicità!»…«Ha detto
questo?»…«Dice che vorrebbe chiedere a
Takato di
girare uno spot, non sarebbe meraviglioso? Nostro figlio di nuovo sugli
schermi! Ma stavolta almeno non per via di quelle creature
così
pericolose, i
Digimon.»…«…quella signora ha
un cuore d’oro…» osservò
Takehiro con aria
sospesa, mentre meditava “Bravo Nakao, bel colpo! Hai
rivoltato
come un calzino quella vecchia rimbambita!” «Beh,
comunque
adesso sarebbe anche ora di andare a svegliarlo: non deve abituarsi,
come ha già fatto nella sua…vita passata! Mie?
Che ti
succede: sei diventata seria tutto un
tratto…»…«No…non
farci caso Takehiro
è solo che mi chiedevo…in tutto ciò
che è
successo a Digiworld, che fine avrà fatto quella ragazza che
abitava qui, te la ricordi?»…«Vuoi dire
Cindermon?»…«…sì,
Cynthia.»…«Ma quella non era una
ragazza, quella era
un Digimon! Ah, lascia perdere, che vuoi che ce ne importi? Abbiamo di
nuovo nostro figlio, e con quelle creature una volta anzi due volte
c’è bastato! Ora Takato ha chiuso, farà
vita
normale, come tutti i ragazzi! Vado a svegliarlo…»
avviandosi su per le scale…
…e
lasciando sua moglie pensierosa «…Cynthia. Mi
manca il suo
sorriso, che sarà successo laggiù in quel
mondo?»
Un velo di preoccupazione attraversò i suoi occhi riflessi
nel
vetro del bancone.
Takehiro
estrasse un mazzo di banconote «Voglio dare a Nakao un premio
speciale, si è fatto davvero valere! Quel ragazzo
è
sveglio, molto più di quanto credessi: scaltro, determinato,
è proprio il mio figlio ideale, e accanto a lui sto vivendo
giorni indimenticabili.»
Sicché
raggiunse la stanza di suo figlio e bussò
«Buongiorno!
E’ qui che poltrisce un dormiglione? Eppure sono certo che si
sveglierà quando vedrà il premio che ho portato
per le
sue gesta!»
Ma alle sue
spalle comparve qualcun altro
«Sorpresa…!» e
Takehiro si volse attonito all’udire la sua voce.
I suoi occhi rossastri
lo fissavano con soddisfazione e un pizzico d’ironia, la sua
posa
era sicura ed i capelli già perfettamente sistemati con il
gel.
Il pallore sul
volto di Takehiro si contrapponeva al nero sulla maglietta di suo
figlio «…Takato?»
Nel salone a
casa di Rika, Himi stava cercando di contattare qualcuno con il
cellulare «Si può sapere perché Ima non
risponde…? Il numero che faccio è corretto,
gliel’ho comprata io la scheda! Niente, suona
libero.» ma
qualcuno giunse e le sfilò il cellulare di mano
«Eh,
ma…?!! Rika!»…«Chi stavi
chiamando?!»
esordì la ragazza «Qualcuno che deve premere con i
suoi
artigli il bottone per
rispondere…?!»…«Pfff…
…dai, non
farmi la predica. Sii clemente. Almeno
tu!»…«Clemente?! Eh no signorina ora
voglio che mi
spieghi! Voglio sapere che cosa significa quello che siamo stati
costretti a vedere ieri sera! Possibile che uno non possa tornare
tranquillo dal proprio viaggio? E’ andato a combattere e
almeno
si aspetta di trovare la tranquillità in casa sua, e invece
no!
Deve combattere anche lì!» ma Himi sperdeva il suo
sguardo
oltre la porta socchiusa, nel giardino «Ti assicuro che non
era
mia intenzione farti combattere. Mi ero anche accertata che la casa
fosse libera!»…«Sai che non è
a quello che mi
riferisco Himi, quello che io voglio sapere è cosa ci facevi
tu
tra le braccia del marito della mia Digimon!» Himi si volse
di
scatto «Niente, che cosa ci può stare a fare una
donna tra
le braccia di un uomo?»…«”Un
uomo”…» scandì Rika con occhi
di brace
«Forse hai bevuto un goccio di troppo, non hai messo a fuoco
colui col quale ti sei
intrattenuta!!»…«Ti assicuro
che l’ho messo a fuoco benissimo! E lo avevo notato
già da
molto tempo, e tu lo
sai.»…«Pfff…
…ma qui il discorso è diverso!!! Un conto
è fare
un apprezzamento, un altro è (!)…»
abbassando il
tono «T-Trovarvi assieme come due
amanti!!!»…«Eh beh? Che
c’è di
strano?...
…Ima adesso ha dei problemi. Sta attraversando…un
periodo
difficile.»…«…”Ima”…»…«Io…
…che poi tu lo sai, scusa!! Perché mi fai
raccontare la
storia dall’inizio, lui mi ha raccontato che tu eri presente
al
momento del divorzio!»…«Innanzitutto non
c’è stato nessun “divorzio”!
Chiariamo le
cose, punto primo! E poi ora non deviare l’argomento:
d’accordo Imagomon ha lasciato Renamon, che c’entri
tu?!!»…«Che c’entro io Rika,
è la cosa
più ovvia: io lo amo…!»
confessò con
schietta naturalezza «Sono innamorata di lui. Mi si
può
condannare?»…«Pfff, ma quale amore,
suvvia, non
diciamo sciocchezze!» tagliò corto Rika, ma Himi
ribatté «E perché?! Solo
perché non ho il
pelo dorato io non posso essere innamorata di quel
Digimon?»…«Ti ricordo cara, che fino a
qualche
giorno fa a meno che non mi stia sbagliando tu avevi un marito!
Invalido per giunta, e stava qui in questa casa, ed è stato
il
padre di tre su tre dei tuoi figli: TRE FIGLI, non mi sembra un
particolare così trascurabile, se permetti!»
«No…certamente non lo
è…» fece Himi
con un tono strano, senza smettere di fissare Rika che incrociava le
braccia in un gesto spazientito «Però devi
ammettere Rika,
che a lei non diresti mai frasi del genere.» Rika si volse di
scatto (canzone: Mariah
Carey - I only wanted)
mentre Himi illustrava con calma rassegnata «Nonostante
avesse un
marito e si sia innamorata di un altro, non mi pare di averti mai
sentito rimproverarla per il suo sentimento, né ricordarle
che
ha due figli. Sì, anche lei. Beh io ne ho uno in
più ma
pensi che proprio questo faccia la differenza...? Io non
credo.»
Rika
espirò per evocare calma, ed accennò
«Himi…senti
io-»…«No Rika guarda, non
c’è bisogno che ti giustifichi, io lo so
già. E per
carità, non pretendo niente. Lei è la tua amica
storica,
quella che ti si è affiancata quando eri sola e non parlavi
con
nessuno. Io senz’altro non so saltare in alto come lei,
né
sono in grado di proteggerti in battaglia, ma resto
semplicemente…un’amica che è sempre
rimasta al tuo
fianco per dieci anni in cui lei non c’era, affiancandoti in
ogni
progetto e in ogni pazzia! Per carità, non sto reclamando
niente, anche perché non mi piace farlo! So…bene
di non
avere la sua classe né le sue abilità. Sono
scarsa ai
tuoi occhi come lo sono per Ima, a confronto di
lei…»
mentre la brezza filtrava dal giardino, e faceva volare i suoi lunghi
capelli neri che forse avrebbero meritato una cura maggiore
«…lei è la moglie perfetta, quella che
gli ha
rubato il cuore e anche quando ci stringiamo l’un
l’altro
io leggo dai suoi occhi che…certo, sarà difficile
fargliela dimenticare. Io non è che abbia grandi
speranze…so solo che una notte l’ho rivisto
apparire qui,
come uno spirito!...direbbe tua nonna. Uno spirito in cui
però
ho visto quella prostrazione che tante volte io ho provato, in una
qualsiasi delle tante notti in cui…ritornavo a casa senza
aver
racimolato niente, gli affari non andavano…o i bambini erano
ammalati. Io questo sono, questo posso offrire, sono
una…donna
qualsiasi della terra, che si è sempre barcamenata tra i
problemi. Una donna ormai sfiorita, quel portamento me lo posso
sognare…però...» scostandosi una ciocca
con un
gesto che forse volutamente evocava eleganza «…una
cosa…non devo sognarmela perché la possiedo
ancora…e cioè…un cuore in grado di
amare!»
volgendosi verso l’amica «Rika, io lo amo! E il mio
non
è un gioco.»
Rika ascoltava,
e nei suoi occhi lilla si dibatteva un conflitto. Mentre gli occhi di
Himi si velavano di lacrime intense e appassionate «Io
voglio…guarire il suo cuore deluso. Penso di averne il
diritto!
Lei in fondo…fin da quando l’ha sposato
è stata
innamorata di un altro! Non gliene faccio una colpa, eh!
Perché
in questo modo sembra quasi che la odio. Invece non è vero:
io
la stimo, e tu lo sai, quando l’ho vista sono rimasta
ammirata!
Però anche la tua Digimon che ne vuole fare dei suoi
sentimenti,
in tutta onestà? Che ne vuole fare della sua vita? E in
tutto
questo al mio Ima chi ci pensa? Io…
…non so
se tu e lei ne avete parlato, voi due parlate di tutto.
Però…guarda…
…che il
suo non è un animo come tutti. E’ sensibile,
è
profondo! Rika ti sei sposata, ora sai che volto abbia
l’amore,
di certo diverso da quello di tutti i clienti ubriaconi che ci siamo
spartite al nostro locale! Ebbene…ora non ritieni che
anch’io abbia diritto per ritagliare un briciolo di
felicità da…questa occasione…che
è
comparsa, una notte, nella mia vita
disastrata…così come
una notte Renamon è apparsa nel tuo mondo da adolescente?...
…perdonami se ti chiedo questo…ma
ora…per chi
saresti disposta a lottare? Per lei o per me…? Per la
creatura
fantastica della tua infanzia…o per la realtà,
concreta,
di dieci anni di crescita?!...
…pensaci Rika…
…pensaci molto bene.» concluse Himi, uscendo in
giardino.
Ma quelle
parole sembravano mettere Rika di fronte a un’ennesima
scelta,
una scelta che non desiderava di compiere (fine-canzone)
Intanto
Takato si avvicinava a suo padre «Dimmi la verità,
ma come
hai fatto ad accorgerti che ero tornato? Ieri sera ho preso tutti gli
accorgimenti, ho camminato in punta di piedi fino alla mia stanza, e
una volta arrivato ho badato a non sbattere la porta.»
Le banconote
stavano per cadere a terra, ma il ragazzo gli sostenne la mano
«E
queste…? Papà…ma come ti viene
soltanto
l’idea di darmi un premio per ciò che ho fatto?!
Sai che
ero coinvolto nella causa, sarei andato a Digiworld comunque! E
poi…non sono riuscito a fare ciò che ci eravamo
prefissati…
…non sono
riuscito a trovare mio fratello, non sappiamo dove sia…
…no…?» ponderò attentamente
quelle parole,
mai smettendo di fissare il padre negli occhi, in un modo che lo faceva
irrigidire. E dopo qualche secondo gli strappò il sussurro
«…lui dov’è…? Che
cosa ne hai fatto di
lui?!»
Il ragazzo prese fiato…
…ma in quel
momento si udì sua madre dalle scale «E’
sempre la
stessa storia da un po’ di tempo: vai a svegliarlo ma vi
mettete
a chiacchierare e così sparite tutti e due! Oh?!»
Il vassoio che Mie teneva
tra le mani scivolò sonoramente a terra, nel rovesciarsi del
latte e dei dolcetti. Takehiro approfittò del rumore per
bisbigliare «Acqua in bocca: a lei ho raccontato
un’altra
storia!»
Lo sguardo della donna era
sconvolto. Takato la scrutava: qualcosa di simile ad una delusione si
insinuava sul viso di lei
«…sei…tornato?»
Takehiro venne avanti
«Sì! Sì Mie sono…appena
venuto a conoscenza
che il sortilegio di quel Digimon si è rotto! Takato ha
riacquistato l’aspetto…della sua vera
età.»
(ma Nakao era comparso ai piedi delle scale, e il padre
approfittò che la moglie era girata per fargli cenni gravi
ed
estremi, sicché il ragazzino svicolò dietro la
parete)
«Lo date
come se fosse un annuncio funebre!» commentò il
ragazzo,
avanzando verso di loro «Ciao mamma…sono felice di
rivederti…»
Ma lei non
riusciva a sfiorarlo, allungava la mano e poi la ritirava, impaurita da
qualcosa.
Egli
scandì «L’incantesimo è
rotto…
…fine della favola…la favola di due genitori che
sognavano una seconda occasione…che cosa ti prende mamma?!
Non
ti fa piacere che io mi sia liberato da quel malvagio
sortilegio…e sia tornato quello di sempre? Non riesci
nemmeno a
toccarmi?!» ma lei si arrese del tutto, ritirando la mano
«Scusa. Ma io…!» sicché si
volse e
scappò lungo le scale incurante dei richiami del marito
«Mie!»…«Lasciala
andare…»
esortava Takato incrociando le braccia con espressione altera
«…non prolungare oltre questo momento, si vede che
per lei
è una
tortura.»…«…non ti rendi
conto
di ciò che fai…» mormorava agitato suo
padre
«Vuoi farle prendere un malore?! Ci ho messo tanto per
allestire
tutto questo, ora sarà tutto più
difficile…»
Lo sguardo fulminante di suo figlio lo trafisse, ma in quel momento Mie
«Ohh!!»…«Oauch!!»
sbatté contro
qualcuno…
…e quando
riaprì gli occhi
«…Cynthia!»…«Signora...!
Ma…?!» la Digimon alzò lo sguardo e
trasalì
nel vedere Takato e suo padre uno di fronte all’altro
«Ho
bisogno di parlare con te!!» sentenziò
quest’ultimo,
specificando «Da soli!!»
Gli occhi di
Cindermon tornarono ad adagiarsi su Mie, la quale però non
riusciva a guardarla «Ti prego di scusarmi cara, ma in questo
momento…» volgendosi nuovamente verso marito e
figlio.
«Ouh, accidenti che
entusiasmo per il fatto che siamo tornati!»
ironizzò la
Digimon «Sì sì stiamo bene no no non
dovete
preoccuparvi un bel viaggio ora…non occorre che corriate ad
abbracciarci, cioè conteniamoci!» ma Mie corse
definitivamente via «Cindermon ti chiedo un
favore!» disse
Takato «Ti prego, resta a fare compagnia a mia
madre!»...«Sì d’accordo ma
tu-»…«Io devo parlare con
papà!»
accingendosi ad entrare in stanza «No aspetta,
Takato!!» ma
quando anche Takehiro lo seguì, la Digimon si
passò di
nuovo la mano nel ciuffo «Oh no, adesso ce la vedremo brutta,
se
ne diranno diii…o-ogni sorta con quello che è
successooo!
Come si faaa…?!» sentendo l’agitazione
salire in
lei…
Takato era sulla
soglia della sua stanza «Papà cosa aspetti, non
entri?!
Voglio vedere che scusa troverai questa volta...» ma il padre
si
irrigidiva, ed esitava nell’entrare «...mentre io
ero a
Digiworld a disperarmi per trovarlo mi pare che tu ti sia alquanto
divertito, ma evidentemente era una questione troppo lunga da trattare
per telefono…» ma a quel punto si udì
una voce
«E’ vero! Io e papà in questi giorni ce
la siamo
davvero spassata!»
Takato spalancò gli occhi…(canzone: Mariah
Carey - Bringin'on the heartbreak)
nel vedere quel ragazzino dai capelli neri che si accostava al padre, e
lo fissava con sguardo trionfante
«…Nakao…»
Takehiro in sua
presenza sembrò riacquistare tutta la forza ed anche il suo
sorriso beffardo «Coraggio, entriamo: abbiamo qualcosa di
importante di cui discutere tutti e tre.»
Fecero ingresso nella
stanza di Takato richiudendo la porta alle spalle, ma ora
quest’ultimo aveva occhi solo per il fratellino
«Dove…eri andato stanotte, a un certo punto sei
sparito!»…«Nakao è
perfettamente
autosufficiente.» descrisse Takehiro con orgoglio
«Non ha
problemi a girare la notte.»…«Per cui
puoi anche
risparmiarti le tue premure da fratello
maggiore!»…«Nakao!!» si
sovrappose Takato
«Devi venire con me!» ma il ragazzino si ritirava
«Stammi lontano!!»…«Ti
scongiuro,
devi…fare come ti dico!!» ma Takehiro
dichiarò
«Il posto di Nakao ora è qui accanto a
me.» e se lo
abbracciava, davanti agli occhi sconvolti del figlio maggiore.
«Hai sentito, caro
fratello…?»…«Ma…non
potete!!!»…«E perché non
potremmo…?» insinuò Takehiro, seguito
dal figlio
minore «Giusto Takato:
perché…?» e
pronunciando queste parole, fissò intensamente Takato che
mormorò tremulo
«…perché…»
…ma
qualcosa nello sguardo del ragazzino dai capelli neri, deciso e
perentorio, misto a quello di Takehiro, vincente e soddisfatto,
impediva a Takato di pronunciare quella realtà
«…perché…lui…»
Cindermon era
presso il bancone con Mie, la quale confessava «Quando ho
visto
che aveva riacquistato il suo vero aspetto…non so cosa mi
sia
successo, ma mi sono sentita
morire!»…«…presto…v-vedrà,
si
spiegherà tutto!...non dubiti signora…»
«Oh,
lo spero!» mentre i primi clienti cominciavano ad entrare
«Buongiorno signora Mie! Stamattina
dov’è il suo
vispo bambino, ancora addormentato?»
…ma
benché la ragazza digitale cercasse di dar sostegno alla
donna,
era la prima ad avvertire un’apprensione incontrollabile che
animava i suoi respiri concitati “Cosa si staranno
dicendo…? Dio mio, qui la bomba esplode!!”
«Ah, dove
avete nascosto il piccolo Takato?»
“…tutto il quartiere ha abboccato a questa assurda
storia,
quel pazzo del signor Takehiro assieme a Nakao sono riusciti
nell’impresa!! Come farà ora Takato a spiegare la
verità?!”
«Nakao…lui…»…«Avanti
Takato, sto
aspettando! Dammi una buona ragione per cui tuo fratello non dovrebbe
rimanere con noi. Non pensi sia…suo diritto?» ma
Takato
implorava «Nakao, ascoltami!! Non devi dar retta a
ciò che
ti dice papà, tu devi…fidarti di me, so io cosa
è
meglio per te!»…«NON
TOCCARMI!!» arretrava
rabbioso il ragazzino «Sei solo un
avido!!»…«Tuo fratello ha
ragione.» confermava
Takehiro. Ma gli occhi di Takato erano sconvolti
«M-Ma…voi…!!» ed il suo cuore
rifiutava di
concepire le loro azioni.
Eppure la vista del fratello che ricercava protezione in suo padre
sembrava strozzargli le parole in gola, era come se avesse remora di
smantellarne l’immagine agli occhi di quell’uomo
che pareva
amarlo. Questo costituiva la più grande sicurezza per Nakao
“Non ci riuscirai mai…
…il
tuo cuore è troppo sensibile nonostante tutto, non avrai mai
il
coraggio di dire a nostro padre che sono uno spettro!”
D’un
tratto Cindermon sgranò gli occhi, ricordando le parole
della
madre “Tu sei
la sua Digimon: fagli scudo dalle difficoltà della vita,
perché la tragedia è imminente!”
«Mamma…! Lei mi ha chiesto di proteggere Takato:
non posso
restare qui, devo aiutarlo a chiarire la
faccenda!»…«Cynthia! Cynthia
aspetta!»…«Torno subito
signora!» avviandosi
per le scale…
Mentre al
bancone «Oh! Buogiorno signora Suizenji. Ciao
Akane.» Mie
si inchinò per salutare l’anziana signora e la
nipote.
«Papà, devi dire a Nakao di darmi ascolto!! N-Non
posso
spiegartelo, ma ti assicuro che sono serio, è una faccenda
grave!!»…«Grave?!» Takehiro
assottigliò
lo sguardo «…quando fu da accogliere il tuo
Digimon in
casa noi però non facemmo storie: ecco la tua
gratitudine!» ma il ragazzo ancor più incredulo
«…era una questione diversa!!!»
Cindermon
spiò dalla porta, e sussultò «Oh no!
C’è anche il fratello…!!!»
Takato si
inginocchiava «Nakao ti supplico devi credermi,
lui…mente!! Papà ti mente quando dice che sono
cattivo,
io ti voglio bene!!» cercando di prendergli la mano
«E-E
vorrei tanto che tu restassi
qui…»…«…e
allora perché non mi cedi il tuo posto? Hai perso
ormai!!»
Il ragazzino si accomodava sui capelli gli occhialoni rubati al
fratello «…perché non sparisci come un
fantasma…? Ormai questa non è più casa
tua…» ma Takato ammetteva «T-Te la
cederei
volentieri…
…se
questo servisse a cambiare il
passato…»…«…perché
non fai
comunque…?» sibilò il ragazzino, e
Takehiro
«Giusto, in fondo…un sacrificio per il proprio
fratello
è un gesto da uomo. Se ti è rimasto un briciolo
di buon
senso perché non accetti che Nakao viva qui?»
Ma Takato si asciugava
gli occhi, con un sorriso rassegnato «…no, a
queste
condizioni no…mi dispiace.» alzandosi lentamente
in piedi
«…avrei…pagato perché lui
potesse vivere
assieme a noi.» e riacquistando sguardo determinato
«…ma non in queste condizioni, non posso
permetterlo.»
Il ragazzino
ringhiò, ed il padre tuonava «Ma…quali
condizioni?!! Perché vuoi mettermi i bastoni fra le ruote e
negarmi l’unica soddisfazione?!! Sei così cinico
da negare
ora, a me, ciò che io ho permesso che tu
avessi?!!»…«N-Non si tratta di quello
papà,
tu non ti rendi conto!!!» esplose il figlio, ma il padre
prevaricò «PERCHE’ NON POSSO TENERE MIO
FIGLIO CON
ME?!»
Cindermon
a quel punto spalancò la porta «Glielo dico io
perché signor Takehiro!»
Takato
esclamò «No, Cindermon!!» e Nakao si
volse con occhi
terrorizzati…
…ma
la ragazza evocò il coraggio per puntare il dito
«Perché questo ragazzino…E’
MORTO!»
«AHHH!» Takehiro trasalì, come gli altri
due
sussultarono.
«E’
un fantasma digitalizzato, e noi dobbiamo ricondurlo
nell’aldilà!!»
«CHE
COSA...?!!...voi siete pazzi…» mormorò
l’uomo, ma la voce della Digimon si infranse nel pianto
«Ecco va bene, alla fine l’ho detto!
Avrò fatto la
parte dell'antipatica, di quella che sfascia i sogni degli altri! M-Ma
almeno così Takato non passerà per un
DISGRAZIATO, che
detesta quel fratello che in realtà ama tanto!! Del resto
scusate, quale altra soluzione ci sarebbe mai stata?! A-Aspettavamo il
suo compleanno, così faceva la torta a un MORTO, signor
Takehirooo?!!» ma Takato esclamò disperato
«…non avresti dovuto dirlo!!»
Lei guardò il ragazzo con rimpianto, ma fu travolta dalla
furiosa esclamazione «…MMMALEDETTA!!!»
di Nakao che
di colpo sprigionò i suoi fili d’acciaio,
avvolgendo
Cindermon per il collo e gettandola a terra
«NAKAO!!»
gridò il padre «CINDERMON!!»
esclamò Takato.
La Digimon soffocava nella stretta mortale del ragazzino, che col fuoco
negli occhi e tremante di rabbia mormorava «…hai
distrutto
i miei sogni, devi morire…!!!...» (fine-canzone)
«Vedrai
che ad Akemi farà piacere vederti.» diceva una
suora
dall’aria garbata «Lo spero!» replicava
una voce di
ragazza mentre avanzavano nel buio corridoio del convento «Vi
siete divertiti ieri sera?» chiese la giovane incuriosita, ma
erano giunte presso il divisorio. Oltre di esso, si delineava una sedia
a rotelle «Sorella Akemi, c’è una visita
per
te.»
L’interpellata si volse…
…e
Suzie venne sotto la luce «Sono io…! Mi sarebbe
piaciuto
scambiare quattro chiacchiere con te, se non ti disturbo.
Forse…tu non hai ben presente chi sono, noi ci conosciamo
poco…»…«So benissimo chi
sei.» sorrise
Akemi con una cordialità che mise subito a suo agio
l’altra «Benvenuta Suzie! Mi fa piacere che tu sia
qui.»…«Oh! Davvero il mio volto non ti
è
nuovo?» chiese stupita la ragazza, dietro la quale
balzò
una coniglietta marrone «In questo caso neanche il
mio!» e
Akemi fu contenta «Lopmon, ci sei anche
tu!»…«Ahah, ci conosci!»
osservò Suzie,
e la suora spiegò «Una sorella certe cose deve
saperle: tu
sei in classe con mio fratello, e a parte questo…sei una sua
compagna di squadra nei Digimon Tamers.» pronunciò
con
serenità e senza la minima traccia di rimpianto.
Quelle parole suscitarono un’emozione particolare nel cuore
della
ragazza, che non aveva certo segreti per la sua Digimon.
«E
anzi, qualora tu non fossi venuta…avrei chiesto io di
parlare
con te!»…«Oh?» Akemi le prese
le mani
«Volevo ringraziarti per aver aiutato Mako a comprendere i
suoi
errori: Beelzemon mi ha detto che il tuo
intervento…è
stato determinante…»
Gli occhi
di Suzie si velarono di commozione. Anche quelli di Akemi lo erano
«Lui è già andato via, oggi abbiamo
visite e
qualcuno poteva insospettirsi! Però noi due possiamo stare
un
po’ assieme. Vieni! Mi farà tanto piacere poter
parlare
con qualcuno del cammino a cui…il Signore ha voluto che
rinunciassi.» affermò ma sempre velata di
dolcezza, se non
di un pizzico di allegria «Gradisci dei biscotti
Lopmon?»…«Graaazie, ho una
fame!» esclamava la
Digimon…mentre la sua domatrice sussurrava incantata
«Che
ragazza speciale…»
Nel frattempo,
al Palazzo reale di Digiworld c’era chi si occupava delle
pulizie
«Uff!...ho sempre sostenuto che il lavoro risveglia il
fisico!» ammetteva Kazu asciugandosi il sudore dalla fronte.
«Non si è
mai visto un sovrano che spazza il pavimento del suo
palazzo…!» commentava Guardromon che gli dava una
mano, ma
il ragazzo replicò cordialmente «Mi ricordi Kenta
e la sua
svogliatezza alle ore di educazione fisica!»
Qualcuno, poco
distante da loro, era intento a maneggiare la scopa con prudenza e un
pizzico di esitazione «Ti piaceva lo sport, Kazu?»
e il
ragazzo rispondeva «Scherzi?? Dicevo così solo per
darmi
un tono! Quando ero un ragazzino…non c’era verso
di farmi
muovere un muscolo, eppure a scuola dicevano che ero portato! Eppure la
mia sola ambizione era…passare l’intera giornata
steso sul
divano a non fare niente!» Guardromon precisò
«Come
un sovrano servito e riverito!» e Kazu «Ahah! Io
davvero
ero il…reuccio di casa mia!» e Mako, che sembrava
aver
recuperato un’espressione molto serena «Ma
sì, in
fondo cosa c’è di male! Lo siamo stati un
po’ tutti.
Io comunque adoravo lo sport, pratico il nuoto e in passato ho giocato
anche a tennis!»…«Infatti ti muovi bene,
hai
un’agilità da fare invidia!»
osservò Kazu con
eco di Guardromon «Da fare invidia!» ma il ragazzo
replicava con umiltà «Eppure se vi metteste a
guardare…con le pulizie sono un disastro, non ho proprio
idea di
come far passare la scopa negli angoli! Voi su questo date lezioni, io
invece…imhf! Sono un po’ allergico alla
polvere.»
Kazu lo raggiunse a passo spedito, prendendogli la scopa
«Allergico molto? Perché in questo caso non devi
sforzarti, lascia fare a noi!»…«Ma no
Kazu, io ci
tengo.
Davvero.»…«O-Oh…sicuro?»
chiese
il sovrano, ma Mako riprese la scopa «Ieri abbiamo fatto
l’accordo che ci saremo divisi i compiti e le fatiche del
palazzo, ed io voglio collaborare: il Signore ci insegna ad essere
umili, e se penso agli sforzi che deve fare mia sorella con i suoi
dolori, pur impegnandosi ogni giorno a dare una mano in convento,
io…voglio sentirmi come
lei…»…«…sì,
però con
calma, in fondo sono stato io ad avere questa idea di pulire il
palazzo, voi non siete costretti! Piuttosto…oggi mi
è
sembrato di vedere Oasimon molto
meglio.»…«Sì, sta molto
meglio!» ne
convenne Mako parandosi gli occhi da un raggio di sole che filtrava
dall’alto, quando sulle note di una ben nota erre moscia,
risuonò «Grande sovrano! Grande
sovrano!!»
«Oh,
buongiorno signor Direttore d’orchestra!»
salutò
Kazu sfilandosi e infilandosi la corona come fosse un cappello,
riferendo ai suoi amici «Ecco un altro robusto
volontario!»
facendo così rabbrividire il Gekomon «WAAAH, MA
STATE
PULENDO PER TERRA?! Non sta bene per un
sovrano!»…«Ah, mi dispiace signor
Direttore ma non
si può togliere la scopa dalle mani di un uomo, quando
l’ha afferrata! Per me ormai è così: ho
dovuto
imparare a casa mia e adesso…non posso più farne
a meno!
Posso insegnarle, sa? Anche a te Mako, se vuoi ti spiego come andare
negli angoli!»…«Te ne sarei grato,
amico!»…«A proposito Direttore, volevo
chiederle…» Kazu si fece più serio
«…il piccolo digidrago che è stato
trovato ieri si
è svegliato? Perché se fosse così,
avrei piacere
di parlare nuovamente con lui.» destando la
curiosità di
Mako «Cosa?! Ieri avete trovato un digidrago?!» ma
il
Gekomon tagliò l’aria con un colpo di bacchetta
«Ne
discuteremo più tardi! Piuttosto dovreste farvi un bagno per
togliervi questa polvere di dosso, e venirvi a provare il
vestito!»…«Cosa, il vestito…?
Ah mi dispiace
ma io mi trovo più comodo così, sportivo! Del
resto il
palazzo stesso è un cumulo di
macerie!»…«Grrr…questo non
è
rispettoso verso la vostra futura moglie, quando questa sera vi
vedrà avanzare
all’altare!»…«COME
DICE?!» e Mako si stupì «Kazu, non dirci
che ti
sposi stasera!»…«Non chiedetelo a me, io
non so
niente del mio matrimonio!» mormorò il giovane
sovrano
alzandosi la corona per grattarsi la testa.
«Forse i messaggeri non hanno fatto in tempo ad
avvertirvi!» puntualizzò il Gekomon «Ma
il
matrimonio fra voi e la principessa Diamon è stato
programmato
per la mezzanotte!»
«E’
fantastico, Kazu!» esultò Guardromon, e gli occhi
del
giovane (a cui per il sussulto balzò la corona, che riprese
al
volo) si velarono di emozione…
Cindermon
sentiva il respiro bloccato dai fili di Nakao, quando Takato si
avventò cercando di spezzarli
«Cindermooon…!!» ma benché
tirasse con tutte
le forze questi erano troppo resistenti «Lasciala andare, te
ne
supplico…» ma il ragazzino gridava rabbioso
«No,
deve morire!!» Takato supplicò «Ti
scongiuro, non
è per lei che provi rancore, ma per me!! Ne ho
già perso
uno, e ti assicuro…che è
orribile…perdere un
Digimon! T-Ti supplico fratellino…» ma fu quando
Takehiro
appoggiò la mano sulla sua spalla «Smettila,
figlio
mio…» che Nakao istintivamente ritirò i
suoi fili.
Cindermon
tossiva, e Takato le prendeva la mano «Come stai…?
Ti ha
fatto molto male?!»
Takehiro
esclamava «Non c’è bisogno di arrivare a
tanto, per
l’amor del Cielo!! Io…non credo a quello che hanno
detto
questi due, è materialmente impossibile!» ma il
bambino
gridò «LASCIAMI PAPA’!!» e si
lanciò
fuori dalla stanza «Oh mio Dio aspetta, Nakao!
Nakao!!!»
…lasciando il figlio maggiore con la sua Digimon, che
ripeteva
incessantemente «…perdonami
Takato…» fra un
colpo di tosse e l’altro.
Nakao svicolò dietro al bancone (mentre la signora Suizenji
porgeva a Mie una busta «E questa la dia al piccolo Takato:
è un dolce che ho fatto con le mie
mani.»…«G-Glielo darò
senz’altro!
Grazie signora…» si inchinava la panettiera) e
approfittando della distrazione si addentrò nelle cucine,
con i
respiri scossi dal tremore. Guardava attorno nervosamente per scovare
un possibile riparo, quando all’improvviso «Per
fortuna sei
qui, non ti rendi conto che c’è mancato poco! Mia
moglie
poteva vederti, e avrebbe fatto saltare
tutto!»…«Ma
papà…io…!» gemette il
bambino volgendosi, e
scoppiando in singhiozzi «Sta calmo, figlio mio, ti prego!
Come
puoi solo pensare che io possa farmi condizionare da due visionari come
Takato e Cindermon?! Capisco che ti sei sentito umiliato quando quei
due ti hanno dato dello zombie!» parola che fece dilatare
agghiacciati gli occhi di Nakao «Ma io sono tuo padre! E so
che
tu sei vivo, sei concreto…!!...» stringendogli le
pallide
braccia «…sei mio…
…!!...e nessuno mi costringerà a rinunciare a te,
no!!...io non farò la fine di Takato…nessuno
potrà
portarmi via la creatura dei miei sogni! Il figlio che volevo avere e
crescere, per renderlo identico a me, il mio amico dei sogni con cui
confidarmi e in cui specchiare la mia immagine…»
passando
le dita fra i capelli neri dello sconvolto ragazzino
«…sei
tu Nakao…sììì, tu sei la
creatura che
è apparsa per me, perché anch’io ci
sono ed esisto,
anche se sono sepolto in questo panificio…»
piegando il
capo e sfuggendo con lo sguardo «…dove sta scritto
che un
padre non possa avere un sogno che diventa
realtà…ANCH’IO TI HO
DISEGNATO!!» lo scuoteva
accrescendo il suo spavento «Sì, avevo talento
come mio
figlio anche se a lui tutti l’hanno riconosciuto e a me no!!
Disegnavo il bambino che mi avrebbe reso padre, e tu non ci crederai,
era uguale, identico a
te!!»…
…mio…MIO, HAI CAPITO?!»
Takato aiutava
Cindermon a rialzarsi «Devi…restare con mia madre,
te ne
prego! Se solo vedesse Nakao avrebbe un colpo terribile!! Io devo
tentare di fermare mio padre, in qualche modo...è sconvolto,
non
si rende più conto di quello che fa e finirebbe per
trascinare
l’anima di mio fratello in una voragine senza
fondo!»…«Takato ho paura di quello che
può
succedere…» confesso la ragazza con voce rotta dal
pianto,
ma lui le ripeteva «Devo fermarlo…in qualche modo
devo
riuscirci!»…«Sta
attento…!»
afferrandogli le mani, ma lui ribadiva «Non può
ostinarsi
in questo modo, che gli piaccia o no dovrà
ascoltarmi!!»…«Ma lui ora non ascolta
nessuno!»…«Cindermon: fammi un favore,
porta fuori
mia madre. Falla allontanare! Puoi
farlo?»…«Sì però
Takato-»
supplicava lei, ed il ragazzo «Ho bisogno di restare solo con
lui, è la resa dei conti!!»
…tanto che alla Digimon non rimase più fiato per
replicare, ma solo il soffio per un attonito
«…d’accordo…»
volgendosi per uscire
«Grazie, ti sono infinitamente
grato!!»…«Ah,
Takato…»…«Uh,
sì?» si fece
vicino il ragazzo. Cindermon confessò
«…ho
visto…i clienti del negozio: HANNO ABBOCCATO
TUTTI…»
Il giovane
dilatò lo sguardo, mentre udiva «Credono tu sia
tornato
bambino…
…la situazione è grave…»
Takehiro
affermava «Smettila di tremare! Ho già pensato a
tutto:
ora persuaderò Takato a sparire offrendogli del denaro, e
poi
chiariremo questo piccolo incidente con mia moglie, facendole credere
che l’incantesimo ha ripreso a fare effetto! Non aver paura
figlio mio…solo un folle e uno stupido avrebbe potuto
credere
alla storia che sei morto…»
Il
bambino si asciugava i suoi occhi ingenui e riprendeva a fissare suo
padre, il quale stabiliva «Ora manderò via Mie con
una
scusa, dopodiché prenderemo posto al negozio come sempre: i
clienti debbono vederti!» allontanandosi senza poter udire il
mormorio di Nakao «Io…non…sono un
giocattolo!»
«Signora!!» echeggiò il vocione di
Cindermon al
bancone (mentre i clienti si chiedevano «E chi è
questa
ragazza?»…«Ma guarda che
pettinatura…»)
«Usciamo: venga con me!»…«Ma
come…? Non
posso Cynthia, non vedi? Ci sono clienti!» ma la ragazza si
sovrappose «Se ne occuperà Takato dei clienti: ha
un
figlio, no?! Ha anche un marito se non
erro!»…«In
certi casi ne dubito.»…«Beh! In questo
caso
dovrà correre il rischio! Su, forza! Che debbo dirle alcune
cose
importanti riguardo a quella lettera che dubito abbia
dimenticato!»…«Ah! Vuoi dire che poi sei
riuscita a
scriverla?»…«Venga fuori con me che
glielo
dico!»…«D-D’accordo…»
appoggiando
la cuffietta bianca…
Mentre Cindermon
dava fondo al suo impegno, sua sorella era alle prese con le udienze
«…e quindi, comprendete
principessa?»…«Sì
sì! Ve lo giuro,
perfettamente!»…«…siamo
costantemente
bersaglio dei Roachmon, non si può più andare in
giro!
Quei brutti scarafaggi frugano nei cassonetti e mettono a soqquadro il
nostro villaggio. E poi rubano! Rubano, perché come ben
sapete
è un popolo abituato a non lavorare: pensate che noi abbiamo
paura a fare uscire i piccoli dalle nostre case, ormai la situazione
è
incontrollabile.»…«Sì
sì ma
noi, comunque…avevamo già pensato a fare
qualcosa.»
replicava la principessa seduta su una sedia pregiata, seppur
circondata da macerie «Vi occuperete dei
Roachmon?»…«Sicuro!»
accomodandosi il vestito,
e non riuscendo nonostante tutto a smettere di giocherellare con il
pomello della spalliera «Io sono giunta a una conclusione!
State
a sentire: probabilmente loro non vogliono
lavorare…perché non hanno trovato nessun impiego
che gli
soddisfi! Possiamo farli venire qui, ci sono un…mucchio di
cose
da fare al castello! C’è
daaa…effettuare le
ricostruzioni: gli operai non bastano! C’è
da…pulire i pavimento: però a pensarci
così sembro
schiavista. Uhm!!» agitando il dito «Trovato!!
C’è da accudire i bambini! Beh questa è
una cosa
bella, divertente,
no?»…«…???!!! Volete
affidare i nostri cuccioli a degli scarafaggi degenerati come i
Roachmon?!»…«Perché no? Se il
loro problema
è la depressione per la mancanza di impiego! Forniamo loro
un
passatempo così è tutto risolto, si sentiranno
senz’altro più realizzati e non avranno bisogno di
andare
a rubare in giro!»
Quei Gazimon,
conigli grigi dall’aria diffidente, assottigliavano i loro
occhi
«Siete troppo ingenua, i Roachmon non rubano
poiché sono
un popolo di depressi, ma perché sono un popolo di
mascalzoni!» (Diamon però si era un attimo
distratta
«Cavoliii, ho rotto il pomellooo! Adesso mio padre fa lo
stesso
con la mia testa: avevamo rimediato questo trono per
miracolo!»
inguattandosi l’arnese dorato sotto il vestito e tornando a
sfoderare un sorriso forzatamente radioso)
Quando il
suo fidanzato fu lì, alzando la corona per salutarla
«Diamon!» (canzone: Laura
Pausini - Without you)
e lei per l’emozione balzò dal trono, facendo
rotolare il
pomello «Uhm!! Kazu!!» (i Gazimon
«Guardatela, una
principessa che demolisce le suppellettili del suo palazzo!»)
La Digimon
provò a corrergli incontro, ma fu bloccata da una folla
«Principessa!»…«Principessa
non abbiamo ancora
terminato le udienze!»…«M-Ma io devo
andare dal mio
promesso sposo!!» replicava lei «Per questa notte
è
stato annunciato il nostro
matrimonio!!»…«Un motivo
in più per fare i vostri doveri: più tardi avrete
tutto
il tempo per stare assieme!»
«Mmm!»
Diamon assunse espressione mogia, ma Kazu sorrise «Non fare
così…vengo io!» iniziando a sgomitare
fra la folla
«Permesso! Scusate!» («Ma
sovrano!»…«Che maniere, si vede che
venite dalla
terra!») «Vero? Ahahah, là siamo tutti
buzzurri e
grossolani!»
…fino ad
accostarsi alla sua fidanzata, la quale disse «…e
invece
no, io credo che siate un popolo meraviglioso: mi piacerebbe venire in
visita sul vostro pianeta, sai…?» Il ragazzo le
prese le
mani «Diamon, credi: molto meglio i Digimon! Noi uomini siamo
riusciti a distruggere…quel poco di buono che avevamo,
almeno
voi siete andate avanti, avete
progredito!»…«Anche
voi! Scusa non mi hai detto che ai tempi che hai conosciuto il tuo
Digimon le foto digitali erano agli albori, mentre adesso le fanno
tutti persino col
cellulare?»…«Sì, questo
è vero,
però…»…«Beh,
è
come noi che montiamo pezzi nuovi sui vecchi Digimon per farli
più completi, tipo AirWhamon o WhiteCoatsumon!»
Il ragazzo
abbassò lo sguardo un po’ tristemente
«E’
diverso…voi possedete uno spirito e una purezza di cuore che
vi
porterà sempre sulla strada
giusta.»…«Ptsss,
non credo: questi qui sono avvelenati contro dei poveri scarafaggi che
a detta loro frugano nei cassonetti, e non vogliono ammettere che sono
solo depressi!»…«Uhmuhm!...ecco,
è proprio
questa la prova…» disse Kazu sfiorando col dito il
volto
della giovane per metà composto di diamanti
«…qualunque regnante della terra si sarebbe fatto
suggestionare, mentre invece tu conservi
quell’ingenuità…che ti rende
impossibile il pensar
male di qualcuno, anche se commette crimini o
incivilità.»…«Me lo hanno
detto pure loro che
sono ingenua!» constatò Diamon
«Però sono
sicura che anche voi se vi impegnaste riuscireste…ecco, a
fare
quello che ho fatto io: guarda!»…«Ahah,
che è
successo a quella povera sedia? Gli manca uno…di quegli
affari,
come si chiamano?»…«L’ho
staccato…pfff!!! Ma non lo dire a
papà!»…«Sei proprio una
rozzolona!»…«Che ci posso
fare?» aprì
le braccia quella creatura dall’aspetto in realtà
tanto
delicato «Però è proprio per questo che
ti
amo…mi sono innamorato della tua illimitata
bontà, e
della purezza che ti rende un essere speciale, anche a costo di essere
un po’ ingenua, a volte…
…ma assomigli al vento della mia infanzia: sei la
cosa…più limpida e pulita che mi sia capitata
nella mia
vita, sporca dei rifiuti della
strada.»…«Kazu, non
devi dire così. E non devi guardare con sospetto i
terrestri: io
ho ancora fiducia in loro, guarda cosa siete riusciti a fare tu e i
tuoi amici, siete passati indenni oltre la barriera della
vita!»
Kazu guardò verso il basso «Questo lo so,
è
vero…ma per questo saremo perseguitati a vita, mi fanno pena
i
miei amici, il mondo intero è contro di noi! Perfino la
nostra
maestra ci ha ripudiati una volta scoperto che credevamo ancora in un
sogno! A volte penso che a me sia andata meglio con i
Digimon…so
che con loro, a poco a poco, sentirò sempre più
lontana
la brezza del mio pianeta…» svelava facendo gli
occhi
assorti «...lentamente mi trasformerò nel sovrano
di
Digiworld, come loro desiderano, e di cui hanno bisogno. E forse questo
sarà il posto per me…sai? Io non ero portato per
vivere
sulla terra.» ma a quel punto Diamon si alzò dal
trono e
lo raggiunse, sollevandogli le mani «Kazu! Tu non devi
diventare
un Digimon…non lasciare sparire quel ragazzo della terra che
è in te. Quello che un tempo…»
sfiorandogli la
frangetta «…portava una visiera
verde…proprio qui,
al posto di quella
corona…»…«…! Ma
quel ragazzo con la visiera verde nessuno più l’ha
voluto
quando è cresciuto! Nemmeno suo padre, e la gente del suo
quartiere lo scansava! Io credo sia meglio che ne resti solo un
ricordo, e che nessuno, più, a parte pochi
amici…sappia
che fine ha fatto…quando in realtà è
andato ad
abitare un regno fatato…adatto ai bambini che non vogliono
crescere, come lui.» e la sua voce si ruppe nella commozione
«I bambini del 1 agosto…» li
definì
deglutendo «…l’anniversario dei
Digimon…che
io celebrerò vestendo abiti meravigliosi, circondato da
creature
digitali…»
Ma la giovane
gli carezzava il viso «…non voltare le spalle a
quel
mondo: guarda, ci regala un suo raggio, dalla crepa nel
soffitto.» Kazu accennava a voltarsi, ma poi si rifiutava di
guardarlo. Diamon invece non cessava di fissarlo con aria sognante,
come un mondo magico che si desidera scoprire. Lo aiutò a
guardarla negli occhi «…il 1 agosto si
festeggia…poiché è
l’anniversario
dell’incontro dei Digimon con i ragazzi della terra:
altrimenti
che senso avrebbe questa festa? Non è vero che nessuno ti ha
voluto…io di quel ragazzo mi sono innamorata…
…e sarà lui che stanotte
sposerò…»
E si scambiarono un
bacio sotto un raggio concesso dal globo, che Kazu aveva remora di
fissare, divorato da un conflitto interiore (fine-canzone)
Due ragazze
chiacchieravano separate da un divisorio di legno (mentre un lungo
orecchio marrone attingeva ripetutamente da un vassoio di gustosi
biscotti) «Ahahah! E dopo cena mio fratello, nel suo tipico
stile
ha detto: “E’ vero che avevate entrambe le vostre
ragioni
però adesso fate pace, no? Non vorremo rovinarci il
brindisi!” E così ha sepolto l’ascia fra
Rea e sua
madre, che si sono abbracciate e pensa…abbiamo brindato col
vino
portato dalla madre di Rea!»…«Io mi
sento ancora
sottosopra!» aggiunse Lopmon, e Akemi sembrava alquanto
divertita
«Ahhh, immagino la scena! Tuo fratello è un
rappacificatore nato, il contrario del mio che dove può far
scoppiare una lite di certo non perde l’occasione!»
Suzie a quel
punto si alzò, e raccolse le mani della giovane suora
«Ora
è il momento che io vada: ma non immagini quanto mi abbia
fatto
piacere restare con te e sentir parlare dell’infanzia di
Mako.
Io…l’avrei sempre
desiderato.»…«I tuoi
biscotti erano buonissimi, Akemi!»…«Oh
grazie
Lopmon, ma questo non è merito mio, ma di sorella Chikako,
la
nostra cuoca provetta!»
Suzie
confessò «Sei una ragazza…meravigliosa,
come un
raggio di sole! Beelzemon aveva ragione sul tuo conto: mettendo quel
velo ci hai privati…di una compagna di squadra
speciale.»…«Uhm, non dire
così Suzie: il mio
posto era questo.»…«Sarebbe stato
bellissimo venire
in viaggio con te, tu sai…metterti in relazione con
l’animo di chi ti è accanto! Tutti i Digimon
sarebbero
stati di certo molto contenti di
conoscerti…»…«Vorrà
dire
che…quando un giorno fra Digiworld e la terra ogni contatto
sarà appianato…»
…narrava la suora mentre un raggio di sole filtrava tra
loro,
illuminando le mattonelle del convento e la punta
dell’orecchio
di Lopmon, in piedi sul divisorio «…e si
festeggerà
il 1 agosto, la festa dei Digimon…uhmuhm! Verrete qui al
convento da me, e ci faremo una grande mangiata! Lo dirò
anche
alle mie sorelle, di certo non si faranno sfuggire
l’occasione di
celebrare un’altra festa in onore di Beelzemon!»
Lopmon
sembrò contenta «Promettimi che per quel giorno si
potrà mangiare una montagna di
biscotti!»…«Uhmuhmuhm! Te lo assicuro
cara Lopmon:
per quel giorno…» descriveva Akemi con una luce
negli
occhi che filtrava oltre i suoi occhiali «…ne
faremo una
montagna grande come il monte Mugen, ti ricordi? Quello che si vedeva
all’incontrario, dalle striature del cielo, a seguito della
sconfitta di VenomMyotismon! La prima
serie…»…«Già…quanti
ricordi…» fece Suzie smarrendo il suo sguardo fra
le
venature di quelle antiche mura «Ahah, ma adesso dobbiamo
pensare
al futuro!» esortò Akemi, e l’altra
«Giusto…quello che conta…è
il futuro.»
Akemi
riprese le mani della ragazza e la guardò negli occhi
«Sei
fantastica, una ragazza piena di forza di volontà, come le
vecchie
protagoniste.»…«Oh…!...troppo
gentile: ho sempre sperato che qualcuno mi paragonasse a
loro.»…«Avanti. Sempre avanti Suzie, non
devi
scoraggiarti mai. Hai una Digimon che ti vuole bene.» Suzie
prese
costei tra le braccia «E’ vero, la mia Lopmon
è la
amica inseparabile!»…«Suzie, non
stringermi
così! Ho mangiato tanti
biscotti!»…«Oh no,
dovessi rimetterli!»
…pensiero che
suscitò una risata in entrambe
«Ahahahahah!»…«Ahahah!»
Akemi poi tornò
seria «Ascolta, non ne sono sicura ma ho una sensazione: e
cioè che Mako tornerà
presto.»…«Tu
riesci a sentire ciò che anche lui
sente?»…«Siamo sempre stati un
po’ così
fin da bambini, come tutti i gemelli. Ora è lontano
però…qualcosa accadrà e io credo che
presto lo
rivedremo. Quando sarà, Suzie…»
La giovane
suora fissò a lungo la domatrice dai capelli scuri, le cui
sfumature violacee ora erano particolarmente intense, attraversate dal
sole.
«Mako
è come gli eroi che amavamo: un miscuglio di grandi
qualità, e profonde insicurezze. Ha bisogno di qualcuno che
lo
porti per mano e lo aiuti a scoprire se
stesso.»…«Finora…ha avuto te.
Sei stata il
suo angelo custode.» ma Akemi chinò il
capo
«Non sappiamo cosa accadrà in futuro...»
per poi
alzare lo sguardo «…io desidererei tanto per quel
primo
agosto, vedervi mano nella mano!!»
«Akemi…» sussurrò Suzie
commossa. Era
commossa anche Lopmon.
«Se posso
darti un consiglio sentimentale anche se sono una
suora…»…«…uhm…non
rinuncerei
mai ai consigli di un’amica, che per quanto mi riguarda fa
parte
della mia squadra.»…«Non mollare mai.
Continua,
lotta sempre. Mako ha la testa dura. Lo so perché anche la
mia
è così. Ne ha fatto le spese il povero
Beelzemon…
…ma alla
fine siamo due malleabili
rompiscatole.»…«…d-d’accordo,
ne
terrò conto…!» sorrise Suzie facendo
sottili e
vispi i suoi occhi, con le mani strette ai manici della sua borsa a
fiori. Lopmon esclamò «Allora…ci
vediamo per il
primo agosto!!»
Akemi
esclamò allegramente «Al primo
agosto!!!» guardando
verso l’alto, e perdendo i suoi sogni in quel raggio di sole
«…la festa dei Digimon…me la
immagino…piena
di fiori!...tutta gente allegra…
…così tanti ricordi…e altrettante
speranze nel
futuro!...
…sì, il primo agosto…»
sussurrava
«…la nostra festa…» muovendo
rapida la sedia
a rotelle verso il divisorio, ed esclamando a gran voce
«SUZIE!!»
La
ragazza che stava andando via si volse stupita «Che cosa
c’è…?»
Akemi si fece più seria, mormorando
«Grazie…
…di tutto. Anche di quello che mi hai detto: era da tanto
tempo…che desideravo saperlo…»
L’altra domatrice tacque, comprendendo il significato che si
celava dietro le parole della giovane suora.
Una volta presso
il giardino del convento, Lopmon domandava «Ora torniamo a
casa,
Suzie?» e la ragazza «Sì e in fretta!
Col fatto che
Benji si è ammalato Rea mi ha chiesto di dare il cambio a
sua
madre.»
Ma una suora esclamava «Presto! Una ragazza
svenuta!»
«Cosa?» si stupì Lopmon, e Suzie
«Che
sarà successo…?» avviandosi
là dove molte
suore si stavano dirigendo.
«Non
è nulla…ho avuto solo un
capogiro…»
replicava la giovane che avevano aiutato ad alzarsi «Sorella,
va
a chiamare il medico, presto!»…«No no no
no! Non
è necessario: vi assicuro che mi sento bene.»
«Riesci a
sbirciare, Suzie?» chiese Lopmon, e quando la ragazza
insinuò il suo sguardo fra le monache accalcate, ebbe una
sorpresa «Ma quella è Jeri!»
Sicché si
fece spazio «Scusate. Scusate, è una mia amica,
lasciate
fare a me!» e la stessa Jeri fu stupita di vederla
«Suzie!»
«Jeri…ma che ti succede? Sei così
pallida…sei svenuta?» si premurava la giovane, ma
l’altra abbassava gli occhi “…non potrei
mai
rivelarle che ho dormito qui. Ieri sera quei calmanti mi hanno
sopraffatto, mi sono trascinata fino a quel capanno. E là
devo
aver perso i sensi…”
«Ehm…sì, ero
venuta…a cercare Beelzemon. Dovevo parlargli, ma stamattina
non
ho fatto colazione e così…sono svenuta.»
Il suo
sguardo sfuggiva. Ma Suzie lo cercava con impegno «E con tuo
padre ieri…?»…«Oh? Tutto
bene, ieri ha
semplicemente avuto un contrattempo! Ecco perché non
è
venuto a prendermi.»…«…non
mentire.»…«Cosa?»…«Dai,
vieni con
me.» trascinandola per un braccio
«Suzie…! Ti prego,
non ho tempo, vado di fretta!»
Si
appartarono sotto un vecchio muro «Sono dieci anni che vai di
fretta…dieci anni che non fai che fuggire sempre, e
nasconderti
dietro queste bugie. Dietro le tue risate! E sfuggi con lo
sguardo…come stai…facendo
adesso.»…«Suzie te l’assicuro!
Sono tutte tue
impressioni, e adesso ti chiedo per favore di lasciarmi
tranquilla.»…«Beelzemon non è
qui.»…«Come?!»…«…sono
stata da Akemi. Hanno passato la serata assieme e poi questa mattina ha
lasciato il convento. Jeri…ascolta, riguardo a ieri sera e a
ciò che è successo con
Rea…»…«Ahhh, non vorrai
rinfacciarmi anche tu
di quella storia!!» esclamò mostrandosi
impaziente, ma
intervenne Lopmon «Suzie non rinfaccia mai niente!»
destando un lieve sorriso ironico da parte dell’altra
«Uhm.
Figuriamoci se mancava il suo avvocato digitale.» Suzie
passò delicatamente le mani sulla bocca della Digimon,
sussurrando «Scusa Lopmon…ma in questo caso debbo
cavarmela da sola.» raccogliendo la mano della ragazza, ed
ammettendo «Jeri, non erano vere quelle storie sugli altri
ragazzi.» Lo sguardo di Jeri si alzò inquisitorio
«Takato è il primo. Non è
così?»…«Ah, ma…che
sciocchezze stai
dicendo?! Sai benissimo che non è
così!»…«Anche se non fosse
lui
dov’è ora, perché non è con
te? Spiegami
perché delle suore debbono ritrovarti…la mattina,
svenuta
in un convento! E tralascia la sciocchezza della colazione, su di me
non attacca. Jeri apri le orecchie: guardami in faccia e ascolta
ciò che ti dico.» Ed anche se l’altra
non le
obbediva del tutto, Suzie confessò «Sono
stanca…
…credimi,
sono veramente stanca!» Jeri ironizzò
«Ma guarda. La
signorina è stanca? E di cosa, se si può
sapere?»…«Stanca di separazioni e
conflitti! Stanca
di trascinarci ancora…
…dei
problemi che dovrebbero essere ormai
superati.»…«Che
speranze hai? Ognuno seguita a mantenere la propria vita con i suoi
problemi, anche se poi quando combattiamo siamo
assieme!»…«Jeri, finiamola!!
Senti…lo so che
fra noi due non sempre le cose sono andate bene, anche in gran parte a
causa della mia gelosia nei confronti di Mako…» ma
lo
sguardo stanco di Jeri si mescolò agli alberi verdi del
convento
«Con Mako è finita ormai, è una storia
vecchia…» L’altra supplicò
«Per
favore…
…se ci
tieni davvero a noi, e se tieni ai Digimon che ci hanno
uniti…una buona volta cerca di fidarti. Confidaci i tuoi
problemi! Non tenerti tutto per te. Noi abbiamo avuto tutti sufficienti
esperienze per poterti comprendere!» ma Jeri
replicò
«Suzie non si tratta di questo, come posso fare a
convincerti?
Sembri non voler capire: io non ho nessuno problema. Nessuno, davvero!
Sto bene, sono solo venuta a parlare con il mio Digimon e ho una gran
fretta perché mio padre mi aspetta a casa e
poi…sì! Devo vedermi con Takato, allora sei
contenta?
Almeno non trascuro il mio fidanzato!»
Suzie la
fissava intensamente negli occhi, ma si udì uno squillo che
Jeri
sottolineò subito «Ah. Il tuo
cellulare.» Lopmon si
liberò dalle mani di Suzie «Probabilmente
è la
madre di Rea che sta per uscire di
casa.»…«Ho
capito, la raggiungiamo subito…» disse la giovane,
capendo
che era il caso di congedarsi «…ma pensa a
ciò che
ti ho detto. Jeri!...
…l’altra volta tornando sulla terra ti isolasti
completamente fino a creare attorno a te quel campo mostruoso. Ora non
ripetere lo stesso errore, sfruttiamo
l’opportunità di
essere assieme.» volgendosi, e andando via.
Jeri
restò pensierosa «Tanto…so soltanto io
quello che
ho sofferto. E nessuno di voi può aiutarmi. Devo farcela da
sola…» stringendo il suo Digivice viola dalla
ruota
dentata.
Viola come un
Digimon che camminava per la città, cercando di nascondere
la
sua presenza dietro i piloni della stazione della metro.
«Ora
è tutto più difficile…» si
diceva Impmon,
guardandosi attorno con ingenui occhioni verdi
«…un tempo
mi sentivo libero di girare, potevo chiedere informazioni alla gente.
Ma ora devo essere cauto, se mi vedono potrebbero condurmi in uno di
quei centri dove studiano i Digimon, e li trattano come cavie da
esperimento. Che peccato: mi piacerebbe godermi questa giornata di
sole…e perdermi fra queste strade piene di ricordi.
Akemi…» cercando di sporgere dalla colonna,
affinché quel raggio illuminasse la punta delle sue orecchie
piegate, ma dovette ritirarsi di colpo poiché passavano
delle
persone. Ma anche nascosto nell’ombra come uno
spiritello…
…non poteva fare a meno di ripensare a quella cena
così
divertente…
…e a quella notte in cui l’aveva avuta
così vicina,
pur nella purezza di un convento e nel rispetto di infrangibili voti.
Ricordava i suoi timidi artigli carezzarle il viso
addormentato…le labbra di lei che pronunciavano
incessantemente
il suo nome…
…e lui che le prometteva amore eterno, e che nessuno mai li
avrebbe separati…
…provare a descrivere l’emozione negli occhi di
Impmon,
persino in quel momento in cui doveva nascondersi come un fantasma
negli angoli più buii della città, potendo solo
immaginare il sole a due passi da lui, oltre il tetto della stazione.
Soltanto una striscia d’azzurro al confine con i palazzi gli
era
concesso di vedere, e lui la rassomigliava a quella sottile
strisciolina di felicità che gli era rimasta da un tempo in
cui
pareva possibile avere tutto, benché forse
all’epoca se ne
fosse incoscienti…
«…chissà quale sarà il mio
destino adesso:
nel convento…non posso restare! Sarei rimasto appiccicato ad
Akemi tutti il giorno, ma avrei potuto metterla nei guai! E ho deciso
di lasciare la mia domatrice: non voglio più essere il
Digimon
di Jeri! Riprendo a vagare…come quando voltai le spalle ad
Akemi
e Mako. Che ne sarà di me…? Sento di nuovo
insinuarsi…quella solitudine…»
stringendosi le
braccine, come se una brezza poco estiva lo facesse tremare…
Nel frattempo,
in un negozio di biancheria «Capito? Io adesso non so se lui
abbia scoperto che quella lettera gliel’ho scritta io oppure
abbia creduto come da programma che fosse stata lei a infilargliela
nello zaino!» illustrava Cindermon senza fermarsi, se non
quando
una commessa si rivolse a Mie «Se vuole posso mostrarle altri
colori!» e costei, che scorreva le dita sulla stoffa
«In
effetti dovrei…cambiare le lenzuola dei letti, è
così tanto che non lo faccio! Oh, con tutte queste cose non
trovo più il tempo per pensare alla
casa.»…«Bene!» fece Cindermon
«Allora si
rilassi e dia un’occhiata, tanto io…resto qua
attorno!»…«Sì, sì
è…meglio che mi distragga! Che pensi alla casa e
non
a…chi ci vive.»…«Brrrava!
Ottima
scelta!» La commessa fece «Venga con me,
signora.» e
Cindermon «Allora la lascio con lei, eh! Io vado a prendere
una
boccata d’aria…
…’che…qui…non si
respira!» uscendo dal
negozio, e prendendo sonoramente fiato «Iiiiihhhhhuuuuf!...
…sto morendo dalla preoccupazione.» guardando
l’orologio «Che starà succedendo in quel
benedetto
negozio, cosa starà passando Takato?»
Il ragazzo dal
gel nei capelli lasciava entrare suo padre per poi richiudere
lentamente la porta della sua stanza
«Dov’è mio
fratello?!» chiese perentorio. Ma Takehiro rispose
«Al
sicuro. Del resto questa è casa sua, io sono suo
padre.»
Takato assottigliava gli occhi «Non ho parole per
descriverti…
…sei talmente
calato in basso che non ti riconosco! Sei diventato un vile intrigante,
dov’è finito quel padre che mi insegnava il valore
dell’onestà?! Io sono cresciuto con lui e
ora…
…mi sembra che
sia morto, rispondi, ho perso anche lui oltre a mio
fratello?!»…«Tuo fratello è
vivo e vegeto! E
questa storia ha le gambe corte, non crederai che possa davvero cedere
a un’astrusità congegnata da te e quella
Digimon…approfittando delle strampalate conoscenze tecniche
che
avete messo insieme nei vostri viaggi! Con me non attacca…
…sono un
uomo d’esperienza, non me ne intenderò di
computer! Ma so
percepire…il pulsare della vita nel corpo di Nakao,
è un
ragazzino forte, e pieno di voglia di fare!! Come
me!!»…«Sai cos’è
quella…? Eh?!
Sai cos’è quella che percepisci?
Nient’altro che
il…
…grido
disperato di un’anima frustrata, il disorientamento di
un…p-povero bambino che non accetta di essere morto
prematuramente! Vuoi forse farmi credere che sei insensibile a
questo?!! Beh perché se è
così…significa…
…che o
sei cambiato ormai irrimediabilmente o io in questi anni mi sono
sbagliato!!»
Takehiro
rimaneva impassibile, e suo figlio «La mia fantasia di
bambino
deve avermi illuso su un padre…dolce, e altruista che in
realtà non è mai esistito! Non ho sognato quando
ho visto
i Digimon, né quando sono entrato nel loro mondo!! Digiworld
è concreto…
…la
stessa cosa temo di non poter dire circa l’uomo con cui per
ventun’anni ho diviso lo stesso tetto, chiamandolo
“papà”!! La mia illusione è
nata molto prima
della mia stessa passione per i Digimon…
…ed
è questa che mi ha fatto lo sgambetto. E’ vero,
prima o
poi tutto si sconta, io troppo tardi ci ho creduto. Quando sentivo gli
altri litigare con i genitori, quando vedevo le famiglie disgregarsi
dicevo “tanto a me non può succedere,
perché io
conosco mamma e papà!!”
…e invece
mi accorgo che il mio peggior nemico si nascondeva in casa…
…bel
regalo per la mia età adulta…» aggiunse
in un
sussurro. Ma la corazza di ironia di suo padre sembrava ormai
impenetrabile, quando disse «Non disperare.»
avvicinandosi
«Non è poi detto che
quest’uomo…spregevole
come lo descrivi tu non sappia essere leale: ho intenzione di proporti
qualcosa che forse potrebbe
interessarti.»…«La sola
cosa che ora ho a cuore…» scandiva Takato con gli
occhi
arrossati «…è riavere indietro mio
fratello e
potergli finalmente concedere la pace come si conviene per tutti i
defunti!!»…«Ma Nakao vuole restare qui.
E a tale
proposito non è detto che non si possa allestire uno
scambio. Ti
propongo di andartene, Takato…
…non
farti più vedere da queste parti, e se ami tuo fratello
tanto da
sostenere che…”non ha vissuto la sua
vita” lascia
che possa ripercorrere le tappe che tu hai calpestato rendendoti un
figlio…grasso e poco utile. Chissà che non riesca
a fare
di meglio! In cambio posso offrirti…ecco, questo.»
gettando un mazzetto di banconote a terra che Takato fissò
con
occhi attoniti «Sono i proventi alquanto accentuati che il
negozio sta incassando grazie all’operato di tuo fratello.
Come
vedi avevi molta gente che faceva il tifo per te: il “ritorno
del
piccolo Takato”…sta facendo scalpore ancor
più
della riedizione di un vecchio film, dovrebbero scritturarmi come
sceneggiatore: sono il migliore nel riportare alla luce vecchi
miti!!»
«Tu hai
fatto di lui…un fenomeno commerciale, dell’anima
di
un…BAMBINO MORTO?!!...
…dell’anima del…fratello che avrei
sognato di
avere…»…«Mi sembra il giusto
modo per
restituirgli ciò che non gli ho potuto offrire: io non
sapevo
della sua esistenza, sua madre me l’aveva nascosto. E poi ai
clienti piace, e visto che tu non ci hai mai aiutato a tirare avanti la
baracca ci siamo dovuti arrangiare in qualche altro
modo…»…«E cioè
sulla sua pelle?!!
Utilizzando il suo…ologramma per spacciarlo per me?! Ma
è
la cosa…più crudele che abbia mai sentito!!!
Nessun
Digimon, neanche fra i più malvagi è arrivato a
tanto!
E-E tu per questo…
…non
esiteresti a mandarmi via…?» gemeva sofferente la
sua voce
«…vorresti privarmi…di questa casa, di
questo
quartiere, persino del mio nome?! M-Mi odi…
…fino a questo punto, papà?
Perché…?
…io…cosa ti ho fatto per meritarmi tutto
questo?»
L’uomo
taceva, chinando il capo in un espressione cupa e indignata…
«E GUARDAMI QUANDO TI PARLO!!...
…vorresti liquidarmi…con questi soldi, rispondi
papà?! Questi sono il prezzo che sono arrivato a valere in
tutti
questi anni, e con questi vorresti disfarti di me?! Vuoi
fare…come il padre di Kazu ha fatto col mio
amico?!»…«Ma questi sono molti di
più di
quanto quel povero delinquente sarebbe mai riuscito a mettere insieme!!
Riflettici Takato…» volgendo la coda
dell’occhio
«…i guadagni aumenteranno…»
ma il figlio
tuonò «No, non te lo permetterò
mai!!!»
scagliando i soldi a terra «Dimentica questo denaro,
perché preferirei morire piuttosto che accettarlo!! Io
distruggerò questo tuo piano…
…sì, ti demolirò completamente, fino a
che non
potrai più girare per il quartiere senza suscitare il
disprezzo
più
profondo…»…«Sta attento:
perché io posso inventare altre mille storie su di te, e fra
noi
due a chi credi che darebbero ascolto? A me, un rispettabile uomo che
si è fatto le spalle forti col duro lavoro!...
…oppure a te, un ragazzino molle e svogliato…la
vergogna
fra gli altri giovani della sua età…»
Takato si
drizzò sulla schiena
«Questo…è un rischio
che sono disposto a
correre…»…«Cosa?»…«Sì!
Hai capito bene. E non ti conviene sottovalutarmi papà:
è
vero…ho collezionato insuccessi…ma dispongo
anch’io
di qualche carta da giocare…
…e benché della mia reputazione non possa
importarmi di
meno non ti permetterò mai di rovinare mio fratello!!! Il
primo
atto che si terrà…
…sarà l’ESPLOSIONE di questo squallido
teatrino che
avete inscenato con i clienti!!»…«Che
cosa vuoi
fare?! Ti prenderanno per folle, ti avverto!!»
Ma nello sguardo
di sfida di Takato non si leggeva alcuna traccia di paura.
«Te
l’ho detto…loro sono completamente persuasi del
fatto che
tu sia tornato bambino! Basta guardare la signora Suizenji, a quella
donna per rinascere è bastato rivederti in
Nakao!!»…«La signora
Suizenji?!»
esclamò il ragazzo «Ma quella povera donna non
merita di
essere ingannata, ha già sofferto troppo quando è
morto
il nipote!! Sapevi che io c’ero affezionato, quella donna mi
ricorda i miei anni felici! Sei così crudele a tal punto?...
…bene…la signora Suizenji…
…inizieremo proprio da lei!» afferrando di scatto
la
borsa, mentre il padre gridava «Non credo che avresti mai il
coraggio!!»…«Non mi conosci…
…andrò a casa sua, le dirò tutto!! Le
griderò che non sei…altro che un farabutto, e che
hai
cercato di raggirarla approfittando dei suoi
ricordi!»…«Fermo!! Quella donna
è malata di
cuore, non reggerà il colpo!»
Ma Takato non volgeva le spalle e scendeva le scale.
«Credimi, è molto meglio lasciare le cose come
stanno!!...
…TAKATO!!...Torna indietro!!!» ma non ottenne
ascolto
«Maledizione…» premendosi il pugno sul
palmo della
mano. Quando dal buio fecero capolino i folti capelli neri
«Uscirà fuori, in strada…?»
chiese con un
filo di voce «…ma in questo modo tutti lo
vedranno, e
sarà la fine!» ma Takehiro si piegava su di lui
«Non
importa…» carezzandogli i capelli…
Takato si infilò furtivamente nella cucina, mentre sentiva
il
vociare presso il bancone.
Lì qualcuno balzava sorpreso
«Cooosa…?»…«Beh,
che hai visto, ci sono
le offerte?»…«Gulp, no! E’
solo che…mi
è sembrato di veder passare…u-un fantasma, ma non
ci
badiamo! Uh quanti bei biscottini qui…!»
Il giovane domatore scivolava con circospezione lungo il muro della
cucina fino ad aprire la porta di servizio alle sue spalle
“Lungo
la strada…è bene che non mi veda nessuno o lo
scalpore
sarebbe tale che potrebbero bloccarmi: devo raggiungere casa della
signora...
…tutti…uno ad uno devono sapere che mio padre li
ha
ingannati!...
…uno ad uno…” svoltando come uno
spiritello in una
rapida corsetta tra i vicoli.
Nakao respirava affannato con la mano sul petto, ma il padre lo
rassicurava «Vedrai che non avrà il coraggio,
Takato
è vigliacco! E poi la signora Suizenji è una
vecchia
sclerotica, possiamo raccontarle le storie che vogliamo,
così
come a tutti gli altri clienti del
negozio!»…«Tu
dici…che lui non ci separerà?!»
chiedeva sofferente
il ragazzino, Takehiro lo abbracciava «No, sta
tranquillo!»…«Papà, non
voglio perderti! Tu
sei…l’unico affetto che abbia mai
avuto!»…«E non mi perderai piccolo mio,
te lo
prometto: lotterò con tutte le mie forze! Come un
guerriero!!...(canzone: H
& Claire - You're a love song)
…nessuno riuscirà a
separarci…»
Parole che come una brezza d’estate sembravano asciugare le
lacrime di Nakao…
Suo padre si volgeva verso il buio del corridoio, e pensava
“Sì, è così. Non ho mai
avuto una creatura
che mi appartenesse e che dimostrasse di avere bisogno di me. Quando
ero piccolo si cominciò a sentir parlare dei Digimon per le
prime volte…m-ma mio padre non voleva che io li seguissi in
tv!
Era un uomo molto severo, e desiderava…plasmarmi a sua
immagine
e somiglianza! Voleva che iniziassi a lavorare presto…e
così ho fatto! Ma io in realtà ero un
sognatore…
…e non ho mai provato la gioia di incontrare una creatura
che mi
dicesse…” «Era proprio te che
aspettavo...!»
come disse Nakao, abbracciandolo alla vita, e versando lacrime
«Papà, io dalla vita…non ho avuto mai
niente! Io e
la mamma eravamo poveri, e non avevamo…neanche i soldi per
comprarci da mangiare!»…«Figliolo, vieni
qua, fra le
mie braccia…»
Quelle mani
pallide gli stringevano le spalle «Desideravo tanto fare il
domatore di Digimon! Ma tutti gli altri bambini mi scansavano
perché ero sempre vestito di stracci! Quando io sarei voluto
volare…alto nel cielo, con tutti che mi guardavano ammirati,
dal
basso, a fare il tifo per me!»…«Noi due
siamo
uguali…
…e tu
avrai tutto quello che hai sognato, te lo prometto! Io e te
siamo…inseparabili…
…come
Takato e Guilmon, sì, come loro! Una coppia epica, che non
si
dimentica mai!»
Versava lacrime
anche Takehiro. Il volto di Nakao era rattristato, come se qualcosa
avrebbe per sempre impedito la realizzazione di quelle
promesse…
Invece il viso
di Takato, che procedeva con passo deciso, sembrava esser stato privato
del sorriso “Non ho bisogno dell’affetto di mio
padre,
no…
…non ho bisogno né del suo né di
quello di mia
madre! Posso vivere benissimo senza, così come ho dovuto
rinunciare a Guilmon. Io non ho bisogno dell’amore della mia
famiglia…
…!!...
…sono un ragazzo senza origini. Ma non sono solo,
c’è chi è come me! I miei
amici…
…Jeri…sì, anche lei! Come lei ha
problemi con suo
padre tutti sguazziamo in queste acque torbide! Vorrà dire
che
il suo amore mi darà la forza…
…non mi servono dei genitori, ormai sono grande!”
I suoi
occhi si facevano sempre più duri, simili al metallo dei
suoi
gioielli.
Takehiro
carezzando i capelli neri di suoi figlio ripercorreva a ritroso la sua
vita “Quando crebbi, mi innamorai di una ragazza ma
lei…era malvista e chiacchierata nel quartiere in cui
vivevo!
Avrei…fatto carte false per sposarla, ma mio padre non
voleva ed
io…avevo paura del suo sguardo duro! Temevo le sue parole di
disprezzo, così che alla fine…mi arresi, e fui
costretto
a sposare Mie! Era una ragazza che tutti consideravano per bene.
L’ideale per un giovane onesto che deve metter su una
famiglia.
L’ideale…
…per chi
dovrà vivere testando il sapore del pane, dimenticando
quello
dei sogni!”
…e mentre
pensava alla moglie, impegnata a scegliere le lenzuola ma che talvolta
tornava a farsi pensierosa…
“Non l’ho…mai…amata!...
…per questo non appena ho potuto ho cercato rifugio nella
madre
di Nakao! Una…comune prostituta da strada: lei rappresentava
il
coraggio che non avevo mai avuto…di sfidare le convenzioni,
per
conseguire un sogno! Takato ha avuto questo
coraggio…perché a me invece è mancata
l’occasione di essere un eroe?”
«Mi
sarebbe
piaciuto…»…«Oh?»
Takehiro
notò che Nakao aveva ripreso a parlare. Ora il suo tono era
sognante «…poggiare i piedi su un immenso drago
meccanico…che sorge assieme all’alba sul mare, e
ti porta
lontano, oltre l’orizzonte! Potevamo…potevamo
essere belli
insieme, no?» Il padre lo abbracciò di nuovo
«Coraggio figlio mio…non demordere, ti
aiuterò io a
conseguire tutti i sogni che palpitano in te: un
giorno…arriverà giustizia anche per noi
poveretti, un
giorno, sì! Un giorno anche a noi sarà destinato
un drago
rosso da cavalcare…sai? Io il mio
Takato…l’ho
visto, proprio come dici tu. Nella luce
dell’alba…»…«…continua
a
raccontare…
…non c’è cosa che più mi
affascini
delle…avventure della
vita…»…«Ma
certo, allora! La città era…completamente avvolta
dal
D-Reaper, aveva preso strade e palazzi. E noi ci eravamo dovuti
trasferire…
…ma Takato e i suoi amici, con l’aiuto dei
Pionieri
Digitali…non avevano mai smesso di
lottare…»…«Non avevano
paura…?»
Takehiro sorrise appena «…no, tu lo hai visto: lui
non ha
mai paura…»
Nakao sembrava sognare di essere come lui…
…quando Takato sembrava in quel momento sognare di essere
chiunque, meno che se stesso (fine-canzone)
«Non
appena avrò terminato con i regali…»
enunciava Rika
camminando in strada «…voglio fare un salto da
Takato per
avere notizie: ciò che ho saputo ieri supera tutte le
aspettative. Verrai con me?»
Accanto a lei
apparentemente non c’era nessuno: la sua interlocutrice la
seguiva balzando di tetto in tetto, mescolandosi con la foschia della
mattina «…certo.»
«Bene, ci avrei
giurato.» accennò un sorriso la ragazza,
benché i
pensieri non la lasciassero in pace. E lo stesso era per la sua
Digimon, così che la loro avanzata era simile,
benché una
procedesse grazie alla forza dei suoi salti potenziata negli anni, e
l’altra sulla disinvoltura acquisita nel portare tacchi o,
come
nel caso odierno, zatteroni verde scuro fasciati di strass.
«Se ti dovessi
dire…» iniziò Rika
«…questa mattina
non mi va per niente di andare all’Arca, a ritirare i pacchi:
non
mi sento affatto bene, e girando per le strade…»
mentre il
semaforo si faceva verde permettendole di attraversare anche se
inciampò lievemente su quelle scarpe che dovevano essere
nuove
«...avverto confusione, infatti vedi? Sono instabile. Non so
cosa
sia, forse è che mi ero abituata a Digiworld, ma mi guardo
attorno…» strizzando e allargando i suoi occhi
lilla
«…e mi sembra come se non fosse più la
mia
città.»
Renamon
non diceva nulla, e seguitava a balzare pensierosa. Dentro di
sé
si chiedeva “Cosa potrebbe essere a suscitare questa
sensazione
in Rika?” ma fu come se la ragazza percepisse il suo pensiero
«Credo di sapere cosa sia, anche se non ne sono
sicura.»
facendo occhi assorti, e rivelando «I cicli sono cambiati
ancora.»
La Digimon
arrestò i suoi salti e si fermò a riflettere.
«Il nostro
tempo ha voltato pagina un’altra volta, un’altra
ancora da
quando quel giorno la nostra vita si interruppe…e voi
Digimon
bioemergeste nel nostro mondo: un giorno ormai lontano…e poi
ancora quando ci tuffammo a Digiworld. Non eravamo più gli
stessi e neanche quando siamo tornati eravamo più gli stessi
da
quando siamo partiti.»
Un altro
semaforo, ampio attraversamento. Rika procedette
«…così come…la pagina si
aprì su un
capitolo…completamente diverso…dal giorno in cui
voi ve
ne andaste. Da allora fu una pagina lunga, fitta di scritte
incomprensibili. Ma poi d’un tratto è cambiata
all’improvviso! Voi siete ricomparsi e noi siamo partiti per
Digiworld…»
Fece una
lunga pausa, sullo sfondo dei clacson e del rombo dei motori…
«…e adesso…che siamo per
l’ennesima volta
qui, domatori e Digimon entrambi sulla terra, la corsa ha preso
un’altra svolta: sembrava essersi fermata lontano da voi, e
invece…si è improvvisamente fatta veloce tanto da
sembrare inarrestabile! Ho una strana sensazione…che si
può paragonare a quando il freno di un’auto si
è
rotto, e non puoi più fare marcia indietro, puoi soltanto
accelerare sempre di più...»
…in
quegli stessi istanti Ryo stringeva la mano di un medico, sedendosi
dinanzi alla sua scrivania ed iniziando un’illustrazione
quanto
più precisa dei suoi sintomi…
…Rika
concludeva «…soltanto alla fine scoprirai se ti
attende
qualcosa in grado di salvarti oppure…lo
schianto…»
Renamon dilatò lo sguardo.
E la ragazza
«Ah! Scusami se ti parlo così…ma
dev’essere…» stringendosi le braccia
come quando era
infreddolita, o inquieta «…che a volte ho paura di
dove il
nostro cammino possa condurci, tutto assomiglia ad una
grande…lotta contro il destino…già,
come quella un
tempo condotta. Ma più grande! Ora abbraccia tutta la
vita…e tutta la morte. Ti parrà assurdo quello
che dico
ma…
…se
mi guardo intorno in questa strana mattina, dal sole incostante e
velato, mi capita di sentire…uhm.» stringendo le
spalle e
sorridendo lievemente di se stessa «…la
mancanza…del D-Reaper, con il suo rosso intenso ad invadere
la
città.»
Renamon piegò
il capo socchiudendo gli occhi, ma nonostante quel gesto non si era
stupita.
«Pfff…non avrei
creduto di arrivare a provare una cosa simile. Eppure! La sua presenza
starebbe a significare…che siamo ancora bambini, e che in
fin
dei conti tutto è più facile! Quanto mi fa paura
invece…questo invasore invisibile. E’ qui, tutto
attorno,
anche se la gente cammina e fa la vita normale, è come se
fosse
la stessa foschia del mattino. Sento che sono chiamata…ad
una
prova più grande di me e…temo per i miei cari!
Temo
ciò che potrà succedere!»
La volpe dorata
rifletteva “…povera Rika…forse in parte
ho colpa
anch’io in tutto questo: io con i miei nodi ingarbugliati ho
coinvolto la sua vita. L’ho messa in conflitto…con
delle
persone amiche. So che anche se non me lo dice si sente divisa tra Himi
e me, e non vorrebbe essere costretta a schierarsi dalla parte
dell’una o dell’altra: se solo potessi tornare
indietro…” rivolgendo sguardo sofferente alla
foschia
cittadina “…se potessi ripercorrere questi dieci
anni
cosciente che alla fine tornerei da Rika…io…
…li
vivrei come qualcuno…di completamente
diverso…”
Rika
confessò «…lo sai? In questo
momento…darei
qualsiasi cosa per non andare dove mi sto dirigendo. Mi piacerebbe
stare…con i miei amici, magari con Takato al suo negozio, a
chiacchierare. Oppure con Henry e Rea a prendere un thè, o
magari…con Kenta e MarineAngemon, in una visita fuggevole.
Non
ho voglia invece affatto di andare al parco, mi
riporta…ricordi
tristi come quello di quando ve ne siete andati! Non mi va di star
lì a scaricare pacchi assieme a gente che
non…vedo da
tanto tempo come i Pionieri Digitali, e ai quali di certo dovrei
spiegare che cosa ho fatto in questi anni, ripetendo ritornelli
già sentiti al punto che mi sono venuti a nausea!...
…se solo
tutto fosse più facile…Renamon. Dimmi, a te non
capita a
volte…di aver bisogno di ritornare bambina?»
Fu allora che la
volpe confessò «”Bambina” per
me significa
quando ti ho incontrata. E se ti riferisci a questo…eccome,
mi
capita tante volte.»
Quelle parole
sciolsero della dolcezza in una mattina così grigia,
permettendo
il passaggio di un raggio di sole che fece brillare il pelo di Renamon
e l’orecchino di Rika, la quale sussurrava
«…non
sarebbe bello…andarcene in giro, libere da ogni
vincolo…e
quando abbiamo sete lanciarci una lattina
rigenerante?»…«Come no, amica mia.
Sarebbe
meraviglioso.»…«Magari…vegliare
in attesa del
prossimo Digimon da affrontare, e interrogarsi…sui suoi
punti
deboli, così come sui nostri lati da rafforzare.»
Renamon
tornò a guardare il cielo che si faceva più
azzurro, e
disse «All’epoca…sembravano questi i
più
grandi problemi. E non vi erano scelte da compiere, matrimoni da
salvare...colpe da rimproverarsi.»
«…già…» fece Rika
mentre la brezza
faceva volare i suoi capelli, per poi alzare lo sguardo verso il
grattacielo sulla cui cima intravedeva una familiare sagoma di volpe
«…ma tu torneresti ad allora?» chiese
con
curiosità.
Renamon, dopo avervi
riflettuto qualche istante, rispose «…no.
All’epoca
non avevo ancora conosciuto
Imagomon…»…«…ed io
non ero ancora la
moglie di Ryo.» replicò Rika contemplando con
tenerezza il
suo anello a forma di drago. Renamon aggiunse «Non avevo
ancora…i miei figli, anche se ora ho dei problemi a
dialogare
con loro.»…«Non avevo mia madre, e mia
nonna vicine
come adesso! E Himi!» la pensò con un sorriso
«…ancora non la conoscevo, anche se sembra
assurdo!»
«Rika,
io…! Ascolta, mi dispiace per Himi. E voglio che tu
sappia…
…che io non ti chiedo…di
scegliere...»…«Shhh…lo so.
Renamon, non
preoccuparti. So di poter sempre contare sul tuo appoggio, come se non
più di allora. Ce la caveremo, abbi fiducia.»
«…senti ancora quella
sensazione…?» chiese la
volpe dorata.
La ragazza
sorrise «…quando IceDevimon tanti anni fa mi stava
alle
costole avvertivo una brezza gelida pronta ad acciuffarmi se avessi
abbassato la guardia. Ma non avevo paura perché
c’eri tu
sulla cima dei palazzi a vegliare. Ora io so che quella brezza viene
con me, me la porto dietro con tutti i problemi. Ma tu non hai smesso,
neanche un attimo, neanche quando eravamo lontane di vegliarmi. No, non
ho paura Renamon…
…perché io sarò una Digimon Tamer per
tutta la
vita…e mi basterà alzare gli occhi verso la cima
dei
palazzi…per ritrovare in me tutto il coraggio e la speranza.
E
per convincermi ancora una volta e di più…
…di
quanto sei bella ed elegante, con il cielo a incorniciarti. Giorno e
notte che sia.»
«…andiamo al parco, Rika?» propose
Renamon
più rasserenata, ora che i raggi di sole filtravano.
Rika, con
l’anello metallico che di quei raggi luccicava,
accennò un
sorriso «…andiamo a scaricare i miei regali di
nozze e
dopo averlo fatto…cercheremo di rincollare ciò
che si
è rotto. Ma insieme, amica mia.»
«Insieme…per tutta la vita.»
così lei
riacquistò sicurezza e scatto nei suoi balzi.
E l’altra scioltezza e decisione sui suoi tacchi.
Ma intanto Jeri
faceva ingresso nel convento “Anche se Beelzemon è
andato
via forse Akemi sa dove posso trovarlo…
…voglio
fare un tentativo, sempre che quella stupidella possa ancora
rispondermi: da come l’ho vista ieri sembra sia ridotta
piuttosto
male…” «E così è
qui per sorella
Akemi, signorina Katou?» chiedeva una suora
«Sì,
esatto…!» replicò la ragazza
«Aspetti, la
vado a chiamare.»
Jeri restò in
attesa, saldamente aggrappata alla sua borsa “Magari
è
debole è allettata, dopo gli stravizi di ieri sera col mio
Digimon!” ma udì il rumore delle ruote della
carrozzella
«Jeri, cara, che piacere: guarda, oggi ben due visite, prima
Suzie e poi tu!»
«Akemi!»
si stupì la ragazza «P-Pensavo fossi a
letto…»…«Io? Ah sì
grazie sei gentile
a interessarti alla mia salute, ma da quando ieri sera è
tornato
Beelzemon mi sento molto meglio, ero stata molto preoccupata! Sai? Sono
quelle cose che ti rimettono l’allegria!»
Parole che sembravano
approfondire il buco di incertezza nell’animo di Jeri
«…era…proprio di lui che venivo a
parlarti.»…«Ah sì?? Ma
certamente, non
c’è cosa che mi faccia più piacere di
parlare del
mio vecchio Digimon!»
L’altra
scrutava con sospetto il muoversi sollecito di Akemi che, pur relegata
su una sedia a rotelle, quella mattina sembrava alquanto affaccendata,
e spingeva le ruote con energia «Non ti dispiace vero se
metto un
po’ in ordine nel frattempo? E’ solo
che…come ti
dicevo in questo periodo sono spesso piuttosto affaticata, quindi se
non approfitto di giornate come oggi. Ma tu parla pure, ti ascolto!
Anzi…non ti ho chiesto se gradisci qualcosa da mangiare, ho
dei
biscotti e anche una limonata.»…«No
grazie, non ho
fame né sete.»…«Come
vuoi!» sorrise
cordiale la giovane suora occhialuta, accrescendo il torvo disagio
dell’altra «Allora? Cosa volevi
chiedermi?»
Jeri prese
un respiro profondo «…Beelzemon…mi hai
detto che
avete parlato.»…«…di
tantissime cose! Non
puoi immaginare: ricordi, aneddoti! E…ovviamente
novità
del presente!» Quelle notizie sembravano agitarla
«Ti ha
detto qualcosa…di me?!»
Akemi seguitava
a darle le spalle risistemando alcuni fogli nei cassetti, ma poco dopo
sorrise «Uhm, non devi
preoccuparti.»…«Come…?»…«Devi
sapere…che Beelzemon è stato sempre
così fin da
quando io e mio fratello eravamo piccoli. Lui è
riservato.» mentre siglava alcuni fogli con paziente
precisione
«Non parla facilmente quando ha qualcosa che lo preoccupa. Si
tiene tutto dentro. Preferisce divertire gli altri. Lo continua a fare
anche adesso che è un giovanotto e…
…ah!
Sarebbe ora che trovasse una Digimon affabile e che mettesse su
famiglia. Come sarebbe bello!» espresse con tono sognante,
congiungendo le mani tra le quali teneva la penna «Ma te lo
immagini? Il suo matrimonio…!»
Mentre gli occhi
di Jeri si dilatavano sempre più di sconcerto…
«Comunque, come
ti dicevo lui non è tagliato per cacciare fuori il rospo
quando
qualcosa lo impensierisce. E ti dirò di più:
maggiormente
grave è la cosa, più lui…fa finta di
niente, si
mostra disinvolto…ahah! Ma tanto io lo capisco lo stesso.
Che
ci posso fare? Io sono come la noiosa sorella maggiore: Mako
mi
dice lo stesso, anche se siamo gemelli!» spostandosi da un
lato
all’altro sulla sedia a rotelle, con Jeri che seguiva
allarmata
il suo tratto «Non posso fare a meno di impicciarmi. Qualcuno
un
giorno sarà contento quando mi avrà levato di
torno!...
…però intanto arrivaci: non è
così
facile!» volgendosi verso l’altra, senza mai
smarrire la
sua aria cordiale «Questa è stata sempre la
disgrazia di
tutti: vedevano quella fragile, indifesa, mentre io sono tosta, eh!
Sappilo. Quando voglio una cosa…mi impunto talmente tanto
che
prima o poi finisco per ottenerla. E quando tengo a
qualcosa…talvolta è anche peggio di
così…»…«Akemi…aspetta,
mi stai
confondendo!» ribatté Jeri «Non riesco a
comprendere
il significato delle tue parole!»
Ma
improvvisamente la suora cambiò tono «Te lo spiego
subito!!» piazzando aggressivamente le mani sui braccioli
della
sedia, come volesse alzarsi «Beelzemon non ha fatto parola di
te
in tutta la cena benché la cosa sia piuttosto strana visto e
considerato che saresti tu la domatrice con cui è andato in
viaggio! E invece silenzio, chissà come mai! Ma devi sapere
che
i suoi occhi per me non hanno segreti, sicché mi
è
bastato guardarlo per leggere molte più cose di quelle che
mi
avrebbe mai potuto raccontare! Tutta la sofferenza e le umiliazioni che
di certo devi avergli fatto passare, mentre eravate nel mondo dei
Digimon!! Io le conosco, non
credere!!»…«Ah!!...non
so come tu faccia a dirlo visto che non eri lì con
noi!!»…«Sì è vero
non ero
lì!!» Akemi la puntava con occhi taglienti come
lame
«Ma con lo spirito non ho smesso un attimo di seguirlo! E
ho…provato su di me tutta l’afflizione lui puoi
con i suoi
sguardi e i suoi silenzi mi ha pienamente confermato!! Dunque ti
chiedo, perché?! Perché non contenta di aver
raggirato
mio fratello per tutti qui mesi fingendo un amore che non provavi hai
scelto poi di accanirti su Beelzemon, Jeri?!»
Jeri sospirava
attonita, sentendosi braccata dallo sguardo dell’altra su di
sé “Lei lo difende…del resto
è sempre stata
innamorata di lui, e lui la ricambia! Non sopporto che si vogliano bene
in questo modo…lui adesso è il MIO Digimon, e io
distruggerò il loro amore!! So come
fare…”
sicché a quel lampo di soddisfazione non seguì
una
reazione aggressiva, ma all’apparenza un pianto dirotto
«Ah, Akemi!! Ti prego, non accusarmi! Tu…non puoi
immaginare cos’abbia passato! E del resto…lui
forse non te
l’ha mai detto! Ma sì, è probabile che
te
l’abbia nascosto: tu e Mako non avete mai saputo la
verità
al riguardo…!» scuotendo il capo con espressione
contrita.
Akemi non cedeva minimamente la sfida nel suo sguardo, e Jeri tendeva
la mano «Lascia…lascia che ti dica qual
è stata la
mia esperienza! Voi lo considerate un eroe! Ma…non potete
neanche arrivare ad immaginare cosa fece Beelzemon dieci anni fa a me e
a…qualcuno…a cui tenevo tanto!»
premendosi la mano
sugli occhi, e singhiozzando «Ecco perché i
rapporti fra
me e lui sono sempre così complicati! Io mi sforzo ad andare
d’accordo, ma un certo ricordo non mi lascia in pace, e voi
all’epoca eravate troppo piccoli per comprendere! Devi
sapere…che nel nostro primo viaggio a
Digiworld...Beelzemon…
…ha…ha…!»…«Ucciso
Leomon.»
Quelle
parole di Akemi furono un’autentica folgorazione per la
ragazza
«E ora puoi anche interrompere quel pianto bugiardo.
Sì lo
so, l’ho saputo!!» esclamò decisa
«Me
l’ha detto Suzie pochi attimi fa…ma del resto io
lo avevo
sempre
sospettato…»…«N-Non…non
è possibile!!...
…e
non ti fa nessun effetto?!»…«E
così speravi
di mettermi contro il mio Digimon…dì la
verità!» incalzava Akemi spingendo sui braccioli
come se
volesse alzarsi «Speravi con la tua rivelazione scioccante di
mandare in pezzi l’affetto che io e Mako proviamo per lui, e
tutta la stima, coltivata negli anni nel profondo del nostro
cuore…!!»
Ma a quel punto
fu l’espressione di Jeri a farsi aggressiva (canzone: Agnes
- Right here, right now (My heart belongs to you)
) «Beh,
Leomon era il mio Digimon, come Beelzemon era il vostro!!
Se fosse
accaduto a voi, se un…bastardo, un mascalzone vi avesse
privati
del vostro caro amico che cosa avreste
fatto?!!»…«Probabilmente lo stesso che
stai facendo
tu! Però con una differenza!!» scorrendo la sedia
per
avvicinarsi fino a picchiare contro il divisorio «Suzie mi ha
anche raccontato che subito dopo la battaglia contro il
D-Reaper…lui ti chiese perdono, e tu, nella commozione
generale
di tutti i presenti glielo concedesti!! Io stessa ero lì e
ricordo quella scena, che mi portò a interrogarmi per molti
anni
su quale fosse il significato del vostro misterioso scambio di parole!
Allora io esigo di sapere, in nome dell’annoso legame che mi
vincola a Beelzemon, il perché di questa bugia!!»
Jeri
ebbe un sussulto e non proferì parola, mentre Akemi
insisteva
«Perché mentire?!! Sarebbe stato meglio che
tu…fin
da allora gli avessi detto la verità, e cioè che
non lo
perdonavi affatto, e che seguitavi a serbare odio nei suoi confronti! A
volte dammi retta è meglio un pugno in faccia che un falso
sorriso: sarebbe stato meglio per lui, in tutti questi anni, crescere
con tale consapevolezza! Che c’era una ragazza sulla terra
che lo
odiava, e che non l’aveva mai perdonato! Si sarebbe fatto le
ossa, avrebbe imparato a convivere con una simile realtà pur
amara che fosse, e una volta giunto il momento avrebbe saputo
affrontarla! E invece no!! Tu l’hai privato
di…tutte le
difese che gli erano rimaste regalandogli dieci anni di illusione circa
il fatto che era tutto chiarito! Beelzemon una volta che ti ha rivista
ti ha aperto il cuore…
…e tu,
come un nemico beffardo, hai approfittato della sua assenza di difese
per colpirlo con crudeltà…!»
scandì con tono
profondo «Tutto posso comprendere, ogni pulsione umana e
sfumatura di dolore, perché anch’io sono fatta di
carne
benché vesta questo velo!! Ma quella menzogna
Jeri…no, mi
dispiace ma non la comprendo, anche se eri solo una bambina, tanto
più!! Con cose di questo genere, come il perdono e
l’affetto…non si scherza!!...
…ipocrita!!!»
…restando
a respirare affannata, con le mani saldamente strette sui braccioli e i
denti serrati per la rabbia…
Lo sguardo
di Jeri si tinse di superiorità «…provo
pena per
te. Del resto sei soltanto una povera malata. Una vigliacca, che non ha
avuto il coraggio di lottare per il suo amore! E che ora predica bene,
dal suo mondo dorato!! Quando in realtà spasima in fondo al
suo
cuore perché sogna ancora, spasmodicamente, i baci e le
effusioni di una creatura grottesca, e RIDICOLA come quel folletto
guastafeste!! Sei una ragazza frustrata…perché
non
è riuscita a portarsi a letto il suo Digimon!!!»
ma Akemi
sbatté di nuovo e più forte con la sedia contro
il
divisorio, quasi avesse voluto buttarlo giù. Jeri
scattò
indietro, mentre l’altra gridava «IO
SARO’ PURE
QUESTO!!» con le lacrime che le rigavano gli occhiali
«Si
è vero, io lo amo, non vergogno a gridarlo nella casa di
Dio!!
IO LO AMO!!...
…ma
questo amore ha segnato il cammino della mia vita sposandosi con quello
verso Dio Nostro Signore!! Forse è vero, non avrò
avuto
la forza di lottare!! O la pazienza di aspettare…e di
questo…sconterò la mia colpa fino
all’ultimo…» chinando il capo, ma poi
rialzandolo
con più determinazione
«…però se nel
profondo del mio cuore ho una certezza, è che questo amore
non
lo rinnegherò mai, esattamente come l’altro, che
mi ha
condotta in questo convento!! I-Il mio Digivice…
…NON
SMETTERA’ MAI DI BRILLARE!!...» singhiozzando tra i
gemiti
e gli affanni «…nella notte oscura, esattamente
come dieci
anni fa accanto a mio fratello, nell’auto…d-di
nostro
padre! Attraverso l’asfalto, lungo i sentieri della
terra…e del Cielo!!...
…ma tu
questo non lo potrai mai capire: tu non hai mai amato un Digimon come
io ho amato lui, anche se ti riempi la bocca di
paroloni!»…«QUESTO NON E’
VERO!!»
ribatté Jeri con lacrime di rabbia «Leomon
era…
…i-il mio unico…vero amico, il solo che abbia mai
avuto e
nessuno può permettersi di metterlo in dubbio!
Voi…s-siete schierati con colui che l’ha ucciso,
ma non
riuscite a capire cosa voglia dire essere completamente soli,
così dalla nascita! Essere…
…privati
presto dei propri affetti e dover farsi strada
contando…u-unicamente sulle proprie forze!! In questi
momenti…» dichiarava sciogliendosi in un misto di
dolore e
tenerezza «…soltanto l’aiuto di un
Digimon
può tenderti la mano e risollevarti dal fossato prima che ti
inghiotta completamente! E Leomon…
...per me era
questo, mi avrebbe protetto dalle insidie della vita, lui avrebbe fatto
la differenza…in me fra…u-una ragazza fredda e
insensibile, e…un’eroina altruista. Ma purtroppo
lui
è morto. E’ morto, per mano del vostro dannato
eroe!!! E
così anch’io…
…ho
perso la speranza di essere come…tutti gli altri ragazzi! E
cioè qualcuno in grado di meritare l’amicizia
altrui! Di
saperla dare e saperla ricevere!!» volgendo le spalle, anche
se
Akemi avrebbe voluto trattenerla, ma non aveva le forze per richiamarla.
«DOBBIAMO RINGRAZIARE BEELZEMON SE ORA SONO RIDOTTA
COSI’!!!»
«A-Aspetta Jeri!!» gridava disperatamente Akemi, ma
i suoi
respiri iniziarono a farsi straziati. Alcune suore accorsero
«Akemi!»…«Akemi, Dio mio!! Ti
senti
male…?»
«Jeri…J-Jeri…» tendeva il
braccio sofferente
«…ri…chia…ma…tela…per
favore!» ma le suore insistevano «Sorella presto,
chiama il
medico! Akemi…»
«…ripor…tatela…qui…»
Ma la
domatrice in questione si allontanava a passo deciso, stringendo forte
il suo Digivice ed asciugando le lacrime (fine-canzone)
La vista dei
bambini per mano ai loro genitori suscitava una strana emozione in
Impmon, nascosto dietro i cassettoni delle piante “E se
avessi
sbagliato ad abbandonare Jeri in questo modo? In fondo…anche
lei
è una ragazza che ha sofferto come gli altri. Tanto
più
per mano mia…”
Ma uno di quei
bimbi in strada esclamò «Guarda mamma!
Com’è
strano il ciuffo di quella ragazza!» a cui seguiva un
cordiale
«Ciao, piccolino!» seguito a sua volta da un meno
cordiale
«Non dirmi che ti piacciono pettinature del genere! Forza,
andiamo a casa.» della madre, che trascinò il
piccolo con
sé sull’eco del commento della ragazza digitale
«Eheheh ma che simpaaatici, i genitori di oggi!»
che dopo
pochi passi notò «Uhm?...
…chivalà?! Avvistato sguardo
conosciuto…dietro i
cassonetti delle pianteee???» al che Impmon si
sbucò
timidamente «Sei tu Cindermon? No,
sai…è per via
della prevenzione di questa gente verso i
Digimon!»…«Pfff, ah senti guarda: non me
ne
parlare!»…«Ma tu hai l’aspetto
di una ragazza!
Scusa come fanno a riconoscerti? Non…sei mica come
me!»
Fu allora
che Cindermon si guardò i palmi e disse
«Sì
è vero non ci avevo pensato: ho l’aspetto di una
ragazza!
Mah, sarà l’odore che emano! O diciamo forse che
questa
gente discrimina a priori, sia i Digimon sia i loro stessi
simili!»…«Che ci facevi da queste
parti?»
chiese Impmon, e lei «Io? No
eh…ho…accompagnato…la madre di Takato
a comprare
le lenzuola, pfff no un disastro guarda…e tu?»
chinandosi
su di lui con aria furbetta «Come è andata ieri,
allora?
Ti sei divertito? Caspita ma io non avevo mica mai visto tante suore
così entusiaste: quelle secondo me hanno il tuo poster
appeso in
camera, uhmuhmuhm,
segretamente!»…«Ma-Ma…che
dici, Cindermon!»…«Non
c’è bisogno che
diventi così rosso, lo sai che scherzo sempre! Dai,
sediamoci su
questa panchina!»…«Non è
rischioso?»…«Beh se qualcuno
avrà dubbi sono
disposta a dire che sono ventriloqua: e che parlo con il mio pupazzo!
Però fammi rilassare un po’
perché…»
massaggiandosi gli occhi e il viso «…se solo
dovessi dirti
cosa sto passando…non ci crederesti!» Impmon fece
dubbioso
il suo visetto «Poi siete riusciti a capire perché
i
genitori di Takato mancavano ieri sera?» ma Cindermon fece
un’eloquente gesto «Uoufh!...
…trascende da ogni immaginazione. A volte mi sembra di
essere
precipitata in…questa cos’è UNA
TELENOVELA, dico
iooo?! La telenovela dei Digimon!»…«Se
è per
questo…» chinando mogiamente il capo
«…posso
dirti che anch’io non me la cavo meglio di
te.»…«Siamo due casi disperati Impmon.
Dai! Almeno
la cosa più importante è che tu abbia rivisto la
tua
domatrice. E che lei si sia fatta forza per
aspettarti!!»…«Già,
Akemi…» il
folletto accennò un sorriso rivolto all’azzurro
del cielo
«…è vero, lei resterà
sempre…la mia
Digimon Tamer.»…«Senti un po’
e…uh,
e-ehm-cof-cough, uhmmm!...Jeri?» ma il viso di Impmon si
corrugò di stizza «Ah, con Jeri è
finita, lasciamo
perdere!! L’ho scaricata, non sono più il suo
Digimon!» incrociando le braccia (benché talvolta
un lampo
di incertezza attraversasse i suoi occhioni verdi) «Cooosa?!
Ma
questo è uno scoop! Impmon! Mica sapevo che fosse
così
grave! Ma dì un po’, cosa è
successo...?
L’hai scaricata perché…lei non smetteva
di
umiliarti, e di trattarti male?!»…«N-No,
non
è per questo…
…quello io lo sopporto. So di aver fatto molto male a Jeri
in
passato.»
Così il
volto di Cindermon si fece serio «…e allora
cos’è?»
Impmon
fissò il marciapiede con occhi ingenui…ma ad un
tratto
tinse l’espressione di fastidio «Ah, ma
sì, in fondo
perché non dovrei dirlo, dopo tutto?! E’ la
verità!»…«…sputa
il
rospo!»…«Cindermon! Io ho mollato Jeri
come
domatrice perché…!!!...
…perché lei ha fatto una cosa bruttissima, una
cosa che
non posso tollerare, verso la mia squadra e verso i miei
amici!»…«Oh cavolo (!) a che cosa ti
riferisci???» balzò in piedi la ragazza.
(alcuni passanti
«Maaa…parla col
pupazzo?»…«E’
previsto anche che ci litighi?»)
«Ti
assicuro che non sto inventando niente, non è per mettere in
giro zizzania come facevo un tempo! Questa volta sono sincero,
l’ho sentito da fonti certe! Devi sapere…
…che
è stata Jeri a far litigare Ryo e Cyberdramon!!!»
Cindermon
dilatò i suoi occhi azzurri, la sua espressione si fece
atterrita…
«…lei
è giunta addirittura al punto…di nascondere il
piccolo
Midramon, così che suo padre si arrabbiasse con Ryo,
accusandolo di
non aver messo abbastanza impegno nel cercarlo! Poi la situazione
è precipitata…e Cyberdramon…
…beh, era ubriaco! Jeri voleva stordirlo…e
incastrarlo,
credo che il suo scopo fosse sostituirmi con lui.» piegando
le
orecchie, e lasciando andare le braccia «Non mi ha mai voluto
come suo Digimon.» per poi tornare a drizzarsi con orgoglio
«Ma con questo non si è fatta scrupolo di tentare
di
rubare il Digimon a Ryo!»
Cindermon era sempre più sconvolta.
«Capisci,
ora…? Capisci Cindermon…perché mi sono
allontanato
da Jeri? Credimi, io non ci tengo a ripetere gli errori del passato! So
che abbandonare il proprio Digimon Tamer resta sempre uno sbaglio per
noi Digimon, però io…non
posso…» ripeteva
imbambolato, fissando quei passanti che lo fissavano, e corrucciando il
volto «…ora ho degli amici, e non posso restare al
fianco
di qualcuno capace di far loro questo!!» sfogò,
respirando
affannosamente come se si fosse liberato di un peso (destando
l’apprensione dei presenti)
Cindermon boccheggiava «Jeri…
…lei
ha…» ma ad un tratto volse le spalle. Impmon ebbe
un
sussulto che gli drizzò le orecchie «Cindermon
dove
vai?!»
(gli spettatori «Si parlano anche a
distanza…?»)
«Non
è il caso di sollevare un putiferio! Per favore, dammi
retta!!» saltellava Impmon su quella panchina.
Ma ormai
lei era partita con decisione “No! Non posso credere che Jeri
sia
stata meschina e subdola fino a questo punto: devo impedirle di fare
altri danni!”
«Cindermoooooon!
Oh no…» si portò le mani alla bocca
Impmon, dopo
averla chiamata a squarciagola.
«Ehmmm…scusami, bel folletto: ho sentito che
custodisci
segreti importanti, sapresti dirmi se mio marito mi
tradisce?»
chiese una giovane donna, ma lui arrossì di spavento
«C-C-Cosa?! Qui…veramente…ci
dev’essere un
equivoco!! Scusate!» balzando dalla panchina, nel vociare
generale «Cindermooooooooon!»
Bussarono con
decisione alla porta di una casa «Akane! Vai tu?»
«Sì
nonna!» rispose la ragazza che si diresse ad aprire, ma
quando lo
fece «Uhm!» ciò che vide le fece portare
le mani
alla bocca.
«Comprendo
perfettamente il tuo stupore Akane, ma posso assicurarti che a tutto
c’è una spiegazione…»
ponderava con ferrea
morbidezza il ragazzo che avanzava nell’ingresso
«…Takato…» fece la giovane
con un filo di
voce «Ebbene sì, sono proprio io! Quello che avete
visto
finora…era un’altra persona.»
affermò
incrociando le braccia «Ma sono venuto spontaneamente a
chiarire
l’equivoco, e se chiamerai gentilmente tua nonna ti
garantisco
che potremo…metterci al più presto una pietra
sopra…»
La ragazza era
impallidita. Takato fissava la parete di quella casa, con ferma e
infrangibile determinazione…
Intanto presso
il panificio Matsuki, la giornata sembrava essere tornata alla
“normalità” scandita dal serrato lavoro
del
panettiere e di suo figlio, quel bambino dai capelli neri che aveva
ripreso a scherzare con i clienti, i quali gli riaggiustavano la
cuffietta bianca sempre un po’ storta.
Attratti
dal cartello che segnalava le offerte speciali, si erano riuniti in
tanti che il negozio non riusciva a contenerli, infatti la gran parte
si addensava presso il marciapiede, attorno alle vetrine.
C’era
un tale movimento che nessuno poteva fare caso a quella donna dal velo
bianco sul capo e a quel ragazzo che veniva con lei.
«Guarda,
quel ragazzo è il fratello di Takato.»
bisbigliò,
con il volto nascosto dai suoi occhiali scuri. Lui cercava di alzarsi
sulla punta delle scarpe per compensare la sua bassa statura, ma le
bustine del pane ed i clienti accalcati al bancone sbarravano la vista
ai suoi occhi appenati…
«Riesci a
vedere?» si interessò la donna. E siccome comprese
che era
inutile tentare di superare la muraglia, si chinò per far
sbirciare il suo occhio fra la merce esposta…
…fu allora che riconobbe dei folti capelli neri discendere
su un
grembiule bianco…
…per poi vederlo girarsi, e rifilare un sorriso fin troppo
simile a quello del suo amico “Quello è
N’Emo!!”
Ben
presto giunse la mano di un uomo a carezzargli la
frangetta…per
poi scivolare e fargli il solletico.
“E quello è il…padre di
Takato!!!”
«Ti
presento Nakao.» illustrò Asanuma, e lo spiazzato
ragazzo
si volse di scatto verso di lei che affermava aggiustandosi gli
occhiali «Lui ha rubato il posto del nostro Takato, il mio
caro
alunno!!»
Il ragazzo si
chinò di nuovo per sbirciare meglio, con l’occhio
fra
quelle bustine…
“Non può essere vero…
…ora…lui sta dove prima c’era Takato!
Occupa il suo
posto…
…s-sembra…tutto come prima!!” ma il suo
era un
grido disperato “…e suo padre sembra
felice!!!”
«Come vedi
vanno d’amore e d’accordo: Takehiro ha fatto di
tutto
affinché fosse ben accetto dai clienti! Loro hanno creduto
che
una creatura come te l’avesse colpito con un incantesimo.
Così da farlo tornare bambino!» (canzone: Simple
Plan - Untitled (strumentale) )
“Non è possibile…” mentre lo
vedeva sorridere
ai clienti, e consegnar loro le buste e il resto
“T-Traditore!!
Come hai potuto rubare così crudelmente il suo posto?! Ed
ora
cosa ne è del mio Takato?!”
«Sicuramente…nessuno lo ricorda
più.»
svelò Asanuma. Guilmon sussultò
«Ahh!»…«Il signor Matsuki ha
approfittato
della sparizione di sua moglie e di suo figlio per realizzare il suo
più grande sogno: mettersi in casa il figlio concepito con
la
sua amante!! Questo è ciò che mi fa
più indignare,
e cioè che di Takato…
…in questo modo la memoria svanisce lentamente: i clienti
credono di averlo di fronte, e si sentono appagati! Non lo trovi
disgustoso, Guilmon?!»
“…il mio Digimon Tamer...” pensava il
ragazzo dalle
zampe animali “…il povero…bambino che
mi ha
disegnato, e che mi ha fatto nascere!!...
…che ne hanno fatto di lui?!!”
Ed il suo cuore
pulsava di un dolore rosso come un adesivo luminoso, che si rifletteva
sugli occhiali di Asanuma…
…e non sfuggiva alla donna velata di nero, che li osservava
dal
buio del vicolo…
Nel
frattempo la giovane Akane «Takato io non credo che sia il
caso!
Devi sapere che la nonna è
mala…»…«Niente e nessuno mi
impedirà
di smantellare questo tranello!»
Si
udì una voce più anziana «Akane, si
può
sapere con chi stai parlando? Sono tre ore che sei alla
port…» ma quando vide, rimase completamente
ammutolita.
«Signora Suizenji.» Takato avanzò
(mentre Akane si
portava impaurita le mani alla bocca) «Sono venuto per
chiederle…
…umilmente perdono a nome della mia famiglia.»
enunciava
serio, inchinandosi lentamente. La donna sembrava sconvolta
«…ma tu non…» alzando la mano
tremante verso
il suo viso, che si fece spontaneamente toccare
«…eri…tornato
indietro?»…«Mi
dispiace ma purtroppo si è trattato solo di una messa in
scena.»…«Ohh!!» la donna
sussultò
(Akane: «Nonna!!») «Il bambino che ha
visto,
signora…non sono io, è mio fratello. Ma lui non
ha colpa
di niente. E’ stato mio padre!!» incattivendo il
suo volto
«Sì, è stato lui, desiderava prenderci
tutti in
giro con questa storia, mia madre compresa!
Appena…l’ho
saputo sono giunto da lei perché mi sono stancato delle
menzogne!» Akane gridava «Takato smettila, ti
scongiuro!» e l’anziana donna, che agitava tra le
mani una
graziosa bustina «Ma allora…lui non è
di nuovo
piccolo, questi dolcetti che stavo preparando per lui…non
servono più a niente!!!»
Sembrava disperata. Takato chinava il capo «Mi dispiace
signora…ma resta il fatto che io sono qui, ora
può
vedermi! Sono corso da lei perché…»
prendendo le
sue mani «…le voglio bene, e non desidero che sia
ingannata!» ma lei gli scagliò con rabbia la
bustina
indosso «Non mi importa…NIENTE DI TE!!»
lasciandolo
trafelato. Era pallida e con gli occhi arrossati «MA ALLORA
QUEL
BAMBINO NON ESISTE, E’ MORTO COME IL MIO
TAICHI!!»…«No, io
sono…!!...l-lui
è…»…«MA ALLORA IL
PASSATO NON E’
TORNATO! NON E’
TORNA…TO…AHHHHHHH!!!»…«SIGNORA!!»…«NONNAAA!!»
La signora Suizenji si accasciò con le unghie strette alla
maglietta nera di Takato, che disperato cercava di sostenerla
«Signora la prego non faccia così!!! Non volevo,
nooo!!
SIGNORA!!»
Ma scivolava lentamente da lui…adagiando le ginocchia a
terra…schiacciando quella busta di biscotti…
Quando
dall’occhio che spiava all’interno del panificio,
scendeva
inesorabile una lacrima “Tutto questo è un incubo!
Non li
perdonerò mai!!” e più la gente
sembrava felice, e
divertirsi con quel bambino…
…più il dolore del nascosto spettatore si faceva
acuto.
Asanuma si
piegò su di lui, sussurrandogli «So cosa stai
provando,
anche se non dici
niente.»…«Oh?!»
alzò
lui il suo volto rigato di lacrime.
«So che muori dal desiderio di
vendicarti…»
«I-Io…»
Ma la donna
estraeva lentamente dalla borsa una pistola dalla lunga canna metallica
«Anch’io, sai, fremo dalla voglia di dare una
lezione a
tutti quei maledetti, che calpestano i nostri ricordi!...
…io credo che tu abbia abbastanza coraggio,
Guilmon…
…prendi questa pistola…
…AMMAZZA QUELL’UOMO.»
Il cuore di
Guilmon schizzò in gola. Il suo sguardo su Takehiro, che si
scambiava un gesto complice su suo figlio.
«Vendica Takato!!...
…uccidi quel padre che gli ha voltato le spalle!!»
«U-Uccidere…il padre di
Takato…»…«Ormai è
solo il padre di
Nakao, e per colpa sua di Takato non resta neanche il
ricordo!»
“Uccidere…quell’essere
umano…”
E alle
immagini di Nakao si sovrapponeva il ricordo di Takato, con suo padre,
i momenti felici, i sorrisi.
“Io…
…sono un Digimon. Sono nato per proteggere i
terrestri…
…però…
…NON POSSO TOLLERARE TUTTO QUESTO!!”
I suoi
artigli raccolsero la pistola. E la donna dal velo nero che li
osservava assunse espressione compiaciuta.
“HO ANCH’IO DEI SENTIMENTI!!...
…dei ricordi…
…E CANCELLANDO TE HANNO FATTO LO STESSO CON ME! Ma stavolta
non
lascerò impunita la pioggia…per aver spazzato le
tracce
di noi!! Io compirò la mia vendetta!! Vi
distruggerò
tutti!!!”
Il suo occhio tra le bustine ardeva di furia.
E fra le due
donne, a sua insaputa, vi era un’occhiata complice (fine-canzone)
Una mano
pietosa, che spuntava da un camice bianco, si adagiò sul
volto
contratto di quell’anziana donna per chiuderle delicatamente
gli
occhi, e concederle un’espressione di maggior riposo.
La nipote era
stretta in un dignitoso dolore, e presso il letto seguitava a ripetere
«Nonna…!» tra sommessi singhiozzi.
Ma c’era
qualcuno verso cui lo sguardo di quel medico si soffermò
perplesso «E’ un…vostro
cugino?» Akane si
volse «Come? Lui? No, è soltanto un amico, del
nostro
quartiere…» accennando un quieto sorriso.
Lacrime
scendevano ormai rassegnate dagli occhi fissi di quel giovane adagiato
sulla poltrona. Le sue mani delicate e tremanti non smettevano di
sostenere quella bustina di biscotti ormai rovinata, mentre le labbra
accennavano esitanti
«…”del…no-nostro
quartiere”…
…io non
lo sarò più…fra…non
molto…»
Akane si avvicinò con atteggiamento premuroso
«Takato…ora dovresti andare a casa, non
credi…?» adagiandogli anche una carezza sui
capelli. Ma
lui non distoglieva lo sguardo dal muro, seguitava a versare lacrime, e
tremare «…è sta-stata soltanto colpa
mia…Akane…se tu hai perduto…qualcuno
di
caro…
…e a me
dispiace perché io…so…cosa si
prova…»
La ragazza, seppur con
gli occhi lucidi, si fece vicina fino a scontrare il capo con quello di
lui «No, non devi dire così.»
sussurrava, quasi
maternamente «Tu sei un bravo ragazzo, e tutti noi lo
sappiamo.»
«”U-Un bravo
ragazzo”…» accennava in un
gesto di fuggevole scetticismo «…ma tutte queste
cose,
ormai, non hanno più
importanza.»…«La nonna
era malata, lo sa anche il dottore.» Il medico intervenne
«Posso confermare, la signora Suizenji ormai aveva il
fisico…molto debilitato…a causa
dell’età, e
soffriva di disturbi cardiaci.» Akane di nuovo
«Tutti noi
sapevamo che prima o poi sarebbe successo: eravamo
preparati!»
non riuscendo a trattenere il pianto, e premendo il volto sulla spalla
del ragazzo che nel frattempo alzava i suoi occhi «Dottore,
lei
che sa riconoscere un fisico quando è prossimo…a
disgregarsi, ora non riesce a leggere, nel mio, che sto per
andarmene?!»…«Takato, che cosa
dici?!»
esclamò Akane aggiungendo «Sei un ragazzo
giovane!»
assieme a una carezza, ed il medico «Il tuo aspetto
denota…ottima salute.» ma lui replicò
«No, vi
sbagliate!!» (canzone: Mariah
Carey - Through the rain)
…ed
entrambi si guardarono…mentre lui rivolgeva uno sguardo di
infinita tristezza al corpo dell’anziana donna disteso sul
letto.
E circondato ancora dalle bustine e i vari lavoretti che stava
preparando per il negozio «Io sono come lei…
…m-molto
presto…io e la signora Suizenji ci incontreremo. Lo
sento…» accennò in un sussurro che
strinse ancor
più i cuori dei suoi ascoltatori «…la
sola cosa di
cui non posso esser certo è se lei gradirà, anche
in quel
caso…di avermi di fronte.» La ragazza piangeva e
supplicava «Ti prego, smettila…!!...non devi
pensare
queste brutte cose!» ma lui constatava inesorabile
«E’ bastato…che abbia visto il mio
volto: che abbia
scoperto…» fissando i palmi delle sue mani, prima
di
stringerli «…che non ero tornato bambino e avevo
questo
aspetto!!...per…morire. Il tempo di realizzare
che…
…quel
ragazzo…che aveva di fronte era l’unica
realtà
esistente. L’unica! E…e…! Si
è spenta
così…
…quella
signora che…con tanta…dolcezza ricordavo. Alla
quale…andavo a portare i pacchi della spesa
quando…correvo ancora così
agilmente…» Akane
prendeva la sua mano, piangendo assieme a lui e sussurrando
«Basta…» ma Takato accennava pacatamente
«No
Akane…lasciami continuare…
…lascia che ricordi tutto…
…ogni
dolce istante…che-che…!...non ha fatto
altro…che
accorciare le distanze prima di capitolare in questa
tragedia!!»
Il medico si chinò su di lui «Sei molto sconvolto.
E lo
capisco, veder morire una persona…fra le proprie braccia,
specie
una persona conosciuta, è sempre un duro colpo.»
ma lui
esumava un fievole sorriso «No, mi dispiace…ma
nessuno
è in grado di capire realmente…
…!!...l-la signora Suizenji…non è
morta per
attacco cardiaco! E’ morta poiché…
…trafitta…dalla certezza che ormai il passato non
torna
più…e sarà quella stessa
certezza…
…che ci ucciderà tutti…chi prima, chi
dopo…ma inesorabilmente. Non…!»
singhiozzava, con
tristezza crescente «…c’è
speranza di
sopravvivere in un mondo che cambia aspetto, fino a
smarrire…completamente il volto che conoscevi!!...
…povera signora…n-non meritava…di
vedere in faccia
un mostro…così orribile, e che fosse proprio lui
ad
accompagnarla nel suo ultimo viaggio…!!»
Scivolando in un
pianto sconsolato, ma quella ragazza lo stringeva forte «No,
no,
basta!! Non voglio sentire!! Non è giusto che tu
dica…tutte queste cose così brutte su te stesso!!
Io so
che tu, in realtà…non volevi fare niente di
male!!»
Il ragazzo
tacque, e la rassegnata consapevolezza che si leggeva nei suoi occhi
era quasi agghiacciante.
«In
realtà tu volevi solo...» mormorava la giovane
«…consegnare…alla nonna…la
verità! Tu
non ti accontentavi che vivesse in un sogno, anche se
erano…I
SUOI ULTIMI ANNI!!...tu volevi…che li vivesse con
dignità…
…la
dignità che tutti acquistiamo una volta liberi dalle
illusioni,
e in grado di guardare in faccia…il bene…e il
male! Tu
volevi questo per la nonna, fra tante persone ti sei ricordato proprio
di lei, sei stato tu, soltanto tu,
Takato!»…«Ma
ora…grazie al mio gesto…
…spinto dalla
rabbia…e dal desiderio di riscatto verso mio padre!!...la
signora non c’è più…
…lei è
morta, un altro pezzo di passato, un altro ancora!! Crollano a
velocità inarrestabile, uno dopo l’altro! E questa
volta
sono stato io a demolirlo: è come…esattamente
come…
…se
l’avessi uccisa
io…sì…!» ma Akane
prese il suo volto fra le mani, e lo fissò negli occhi
«No. Tu hai voluto che vivesse nella verità. Non
avresti
permesso che della gente si prendesse gioco di lei, approfittando della
sua età e dei suoi ricordi! Tu l’hai
trattata…come
una guerriera. Come una di voi, fino all’ultimo. Mi hanno
detto…» asciugandosi gli occhi commossi, e
provando a
sorridere «…che un tempo tu eri un guerriero,
è
vero…?»
Takato accennò
un sorriso, e le ricambiò una carezza «Devo andare
a casa,
Akane…» disse in un sussurro. Ma costei,
preoccupata, si
scambiò uno sguardo col medico il quale accennò
«Ragazzo, sei fuori di te: se vuoi posso accompagnarti al mio
studio.» ma il giovane si volse «No, davvero, mi
aspettano:
si fidi, io sto bene…» e benché
barcollasse, si
avviò verso la porta e pose la mano sulla maniglia
«Takato, ti prego!» esclamò Akane
«Non
compiere gesti avventati!! Abbi cura di te…»
Lui si volse con
un sorriso che sembrava sereno, e con la voce che ancora gli tremava
sussurrò «…grazie per tutto
ciò che avete
fatto per me…» sbirciando tra di loro per scorgere
l’ultima visione della donna distesa
«Arrivederci…signora.» disse con la
tenerezza di un
bambino che ha appena consegnato la spesa. Non appena si chiuse la
porta alle spalle, aggiunse anche «…a-a
presto…» (fine-canzone)
La pistola
giaceva sulla mensola presso lo specchio, in un bagno pubblico, e sopra
di essa si riflettevano due occhi neri e incolleriti di un
ragazzo…
…le
cui zampe artigliate alzarono in un gesto drastico la lampo di un
giubotto di pelle nera, coprendo il Digignomo sulla maglietta.
Nella sua
mente non facevano che danzare ricordi «Non posso
perdonarvi!!»
Quel
ragazzino di tanti anni fa con il suo Digimon non riuscivano a
lasciarlo in pace, in un turbine caotico di luce e sorrisi
«Non
posso perdonare nessuno di voi…
…!!...»
Le vene che
affioravano dal suo rossore dipingevano una creatura che ingloba a
stento un tale risentimento, così i suoi denti serrati.
Sembrava
bramoso di dar sfogo al suo impeto…mentre in quel luogo
squallido e sporco tornava ad infilarsi i suoi guanti
consumati…
Era talmente
pervaso dall’incubo di cui aveva preso coscienza, che non si
accorgeva più della luce rossa pulsante sotto la sua
giacca…
Intanto
Asanuma, nascosta dietro il suo velo candido, si accostava a Violetta
«E’ andato in un bagno pubblico. A giudicare dal
suo
aspetto stravolto…quella creatura sta per compiere la strage
di
quartiere!»
«…non
serve che uccida una moltitudine di persone…»
accennò la candida voce dell’altra, muovendo
qualche passo
sui suoi stivaletti scuri «…ne basta solo
uno…
…il padre del suo adorato Digimon
Tamer!»…«Premesso che non sopporto
più
quell’uomo, così come tutti gli altri nel
quartiere…mi permetteresti una domanda?» disse
l’insegnante aggiustandosi gli occhiali da sole
«Perché vuoi la sua morte?» (canzone: Sugababes
- Stronger)
Violetta
accennò un sorriso «…la sua morte si
tradurrà in energia per il nostro giacimento!! Non appena
quel
Digimon…avrà dato sfogo ai suoi istinti di
vendetta, e
capirà di aver privato del padre l’amato amichetto
che in
realtà è vivo…
…il senso di colpa lo divorerà, e grazie al
congegno che
ho applicato su di lui confluirà diretto nel tuo Digivice,
Nami!!»
La donna, pur dal volto nascosto, fece espressione stupita…
“Takato…!” pensava con strazio il
giovane riflesso
nello specchio “Ora comprendo davvero la natura di questo
mondo,
che rifiutavo di guardare quando ero un piccolo Digimon, felice di
poter stare al tuo fianco! Così come molta gente mi ha
detto…in questo tempo presente il tradimento e la
malvagità regnano sovrani!”
…ricordando il panettiere ed il bambino dai capelli neri,
uniti
in una frizzante quotidianità “…E A TE
E’
TOCCATO IL MIO STESSO DESTINO!! Come gli stessi Digimon mi spodestarono
dal trono di Supremo dopo che io li avevo salvati…ora tu,
adesso
anche tu amico mio subisci le conseguenze dell’abbandono e
dell’oblio, persino dopo la morte!!”
Takato
attraversava a passo stremato le vie del quartiere, e tanto era
distaccato dallo scenario attorno a lui, che ormai non si preoccupava
più di nascondersi.
E così
era carezzato da mille occhiate attonite dei passanti che con
disappunto non ritrovavano in lui l’aspetto di quel bambino
“Va così, quando cominci ad essere di troppo in un
certo
luogo. E in un certo tempo…” pensava il ragazzo,
senza
salutare nessuno ma guardandosi attorno con grande amarezza
“Tutta questa gente è delusa, io stesso per loro
rappresento lo sbaglio, e la deformazione di un periodo un tempo
felice. Sono come una Digievoluzione sbagliata. Ma non possono sapere
quanto io stesso, nonostante il mio aspetto curato, e i miei abiti alla
moda…desidererei tornare indietro!! Vorrei che Guilmon mi
venisse a prendere per portarmi via…lontano ormai da questo
vortice che risucchia la felicità…”
Guilmon picchiava
contro lo specchio «Non è giusto!! In questo mondo
prima
ti fanno la statua, e poi ci mettono un attimo per buttarla
giù!! Tu eri…un eroe!! Eri…
…il mio
bambino adorato!!» versando lacrime nel lavandino
«…chiunque potrebbe…s-strappare le tue
foto e
cancellare la tua immagine, ma non riuscirebbe a strapparla dal mio
cuore!! Io ero il tuo Digimon!! E-E anche se questo mondo crollasse io
rimarrei unito a te…per sempre…
…anche
nella disgrazia…» tendendo la mano…e
raccogliendo
la pistola «…povero Takato…
…l-la tua
vita!! Il tuo mondo!! La tua storia…i tuoi sentimenti!! E la
tua
casa, la tua povera casa, cosa ne hanno fatto?!!»
Ma
rialzando lentamente il capo in una cupa e intensa espressione,
realizzò «…lo stesso che con la
mia…»
puntando la pistola nello specchio «Ci hanno buttato
giù
la casa come a due terremotati!! A questo punto perché
dovremmo
avere pietà di loro?!! Ho deciso…
…io
compirò la mia vendetta!! E’ il
mio…dovere di
Digimon, sì!! Unito al mio domatore…
…fino alla morte…
…fino…alla…morte!» calandosi
sul capo un
casco motociclistico, e congedandosi dallo specchio
«Takato.» con un agile gesto da rapper
«Questo
è per te.» mostrando la pistola come se lui fosse
al di
là dello specchio, e poi nascondendola nel giubotto per
uscire.
«La triste
coscienza di aver tradito il suo dovere di
Digimon…»
enunciava Violetta «…l’afflizione per
aver posto
fine alla vita di un terrestre, e per aver privato il suo amico del
padre che in realtà avrebbe dovuto proteggere…
…provocheranno la distruzione inesorabile di ogni frammento
di
speranza, per quel draghetto! Ihihihi, ahahah!» rideva di
gusto,
mentre Asanuma ascoltava concentrata.
«Ed
il dolore per la perdita del padre inonderà di tristezza
l’animo di quel ragazzo! Rendendo lui e i suoi compagni
bersagli
vulnerabili al nuovo Digimon che sta per emergere, dalla fusione fra te
e IceDevimon!!»…«Non conosci la
pietà,
Violetta. Per nessuno…» osservò Asanuma
cercando di
mostrarsi distaccata.
Violetta
fissava il panificio Matsuki, e stringendo il pupazzetto dagli occhi
rossi scandiva «Nessun domatore…e nessun Digimon
sarà mai felice finché io sarò
viva!!»
I suoi occhi ed
il sorrisetto esprimevano una profonda sicurezza di sé
(fine-canzone)
Dita femminili
sbucanti da un guanto metallico slittavano agilmente per la tastiera di
un pc. Le informazioni sul monitor sembravano catturare i suoi occhi
guarniti occhi scuri, quando d’un tratto si udì
«Dannazione, quel maledetto scanner non vuole saperne di
accendersi!!!» a cui seguì uno squassante rumore
di
ferraglie, che portò lei ad alzare gli occhi «Se
distruggi
tutto quello che abbiamo faticosamente
trasportato…sarà
come essere andati in missione per niente!»
Il ragazzo col
turbante fece capolino alla porta della buia stanza, illuminata per lo
più dal display del computer «Ma Starshipmon, sono
stato
sveglio tutta la notte per creare una rete di funzionamento come quella
che c’era in banca: niente, questi catorci sono come
morti!»…«…è che
non c’è
abbastanza energia in questo limbo, è forse una
novità?» evidenziò la Digimon con la
consueta aria
un po’ stufa. Suo fratello ringhiò
«Grrr…maledetto questo luogo…
…qualcuno
vuole capirlo? Io ho bisogno di strumenti
funzionanti!!»…«Abbiamo…derubato
un intero
grattacielo, di cos’altro ti lamenti?» ma lui le
bloccò la mano sul mouse, sottolineando duramente
«Del
fatto che questa roba non si accende. Io ho bisogno di energia,
più energia!!! Mi servono più dati dai congegni
terrestri, per ricostituire il sistema elettrico del limbo!!
Starshipmon…» aggiunse poi con sguardo allettato
«…hai già individuato quale
sarà il nostro
prossimo obiettivo?»
La guerriera
spaziale accennò un sorriso illuminato dalla luce del
display
«Stavo appunto controllando, guarda qui: a Tokyo hanno
quest’ospedale molto accessoriato, qui ogni cosa funziona
perfettamente grazie alla rete che connette le varie
strumentazioni…» volgendosi verso di lui con aria
ammiccante, attendendo un parere. Gli occhi di Teardropmon erano
incollati al video «Perfetto…!!...esattamente
ciò
che fa per noi!»…«Beh ma…qui
giungeranno ogni
giorno ingenti quantità di malati e feriti: trovi che sia
gentile se noi giungiamo lì e gli stacchiamo la corrente,
rendendoli inermi…?» chiese stirandosi sulla
spalliera in
una posa seducente. Il ragazzo digitale serrò i denti
vampireschi, per poi tuonare «Che ci importa?!! Sono
terrestri,
l’hai dimenticato?! Anche se sono malati…i loro
stupidi
problemi non sono certo paragonabili al mio, di non riuscire ad
accendere quegli apparecchi! Ho deciso, voglio il generatore principale
di quell’ospedale e lo avrò! Prepariamoci
Starshipmon!» volgendo le spalle, e allontanandosi con il suo
manto svolazzante «Fra un po’ entriamo in
azione!»
Ma la
ragazza balzò in piedi «Smettila di esprimerti
come un
capo, Teardropmon! Io non sono una subalterna, ti ricordo che sono tua
sorella!»
Lui dalle
altre stanze replicava un annoiato «Sì,
sì, lo
so…» al che lei tornava ad accasciarsi su quella
scrivania, picchiettando sul mouse con fare annoiato «Oggi
non ho
per niente voglia di andare in missione…» per poi
tornare
a drizzare la schiena «…ma lui senza energia qui
dentro
sclera! Non ce la fa a resistere senza una continua distrazione, i suoi
nervi sono fragili. Perciò dobbiamo a tutti i costi attivare
gli
strumenti che abbiamo rubato!» tornando così a
lavorare al
computer, per smistare le mappe della struttura ospedaliera con gran
scioltezza e competenza.
Nel frattempo,
Jeri armeggiava con un mazzo di chiavi “...e così
quell’inetto di Beelzemon non è al convento. Non
importa,
non ho tempo da perdere: mio padre e il medico mi staranno cercando, ma
si illudono se credono che dopo esser stata fra le grinfie del D-Reaper
ora mi farò internare come una pazza! Io non sono
malata…sto solo cercando di sistemare la mia vita! Per
questo
che ora sono qui…” aprendo lentamente, e con aria
prudente
la porta del suo ristorante “Ho bisogno di recuperare il mio
passaporto...sono partita per Digiworld di fretta, così devo
averlo lasciato qui. Devo assolutamente lasciare questa
città:
convincerò Takato a venire in viaggio con me! E quando
saremo
abbastanza lontani troverò un modo per mettermi in contatto
con
Digiworld…ho urgente bisogno di un nuovo Digimon! A chi
potrei
rivolgermi, forse Kazu può aiutarmi? Calma
Jeri…una cosa
alla volta…” prendendo un respiro profondo, e
smarrendo
gli occhi tra le sedie accatastate fra cui aleggiavano tanti ricordi,
ai quali però la ragazza poté solo rivolgere
sguardo
fuggevole, poiché il presente incalzava “Prima di
tutto il
passaporto!”
Così si mosse a passo deciso, ma una volta giunta presso il
bancone non resistette, afferrò una bottiglia e si
versò
da bere, per deglutirlo tutto d’un fiato, con una mano sul
petto
a placare gli affanni. Cercava un filtro o una formula per misurarsi
con l’ansia che la attanagliava…
…ma
non si accorse che qualcuno apriva con decisione la porta alle sue
spalle «Jeri?!»
La ragazza
si volse di scatto e le cadde il bicchiere di mano, frantumandosi. Si
trattava di Cindermon «Tu…?» rimase
atterrita la
giovane «…che sei venuta a
fare…?»
mormorò cupamente. Ma la ragazza digitale avanzò
a passo
rimbombante sul pavimento in legno.
E
prima che l’altra potesse realizzare
«AHHH!» la
piegò con un ceffone in pieno viso.
«Che
cosa significa?!»…«Credimi, avrei dovuto
farlo da
moooooolto, ma molto tempo!» replicò la Digimon.
Jeri si
resse la guancia colpita, sibilando con rabbia «Che non
avessi
maniere urbane ce n’eravamo accorti subito, ma finalmente ti
sveli per quello che sei: nient’altro che una
zoticona…del
tutto inadatta per una squadra di eroi epici! Una trovatella che per
errore a Digiworld considerano una
principessa!!»…«Guarda! Se fossi in te
me ne starei
zitta prima di parlare di
“TROVATELLI”…anche
perché io ho avuto una madre, ed un padre COME TU SAI
BENE…
…sì! Sono nata in casa come si usava un tempo,
non sono
stata…STRAPPATA ALLA MIA FAMIGLIA come un…certo
draghetto
di mia conoscenza. Anzi no il draghetto io non lo conosco! E’
con
il PADRE che io ho combattuto prima che una certa persona, molto
viscida, e…scivolosa come una sanguisuga separasse
irrimediabilmente lui e il suo
domatore!!»…«C-Cosa
hai osato dir-»…«Sì! So
tutto! Ed è
meglio che molli fin dal principio Jeri perché non hai
più possibilità di negare!...
…conosco tutte le tue magagne nascoste!!...»
Gli occhi di
Jeri analizzavano con odio la figura che aveva di fronte,
assomigliavano ad un mirino pronto a sparare…
Takehiro ad un
tratto sbarrava gli occhi. E suo figlio accanto a lui
«Papà! Che hai, cosa c’è?!
Sembra che tu
abbia visto…un mostro oltre la vetrina!» ma
l’uomo
esclamò tempestivo «Presto Nakao!! Corri di sopra,
va a
nasconderti!!»…«Ma
insomma…che cosa sta
succedendo?!» reclamò il bambino spaventato, e suo
padre
«Svelto, non c’è tempo da perdere! Sta
tornando mia
moglie! Se ti vede siamo fritti, prima devo convincere Takato ad
andarsene!!»
Nakao si
portò la mano vicino al collo,
indietreggiò…ma poi
comprese che era la cosa migliore sicché si
lanciò come
un fulmine lungo le scale.
Mie
rientrò nel panificio «Takehiro…hai
visto Cynthia
per caso, è tornata a
casa?»…«Io non seguo i
movimenti di quella ragazza, Mie!»…«Beh,
è
inutile che ti arrabbi, perché a questo punto
neanch’io!
Mi aveva detto che mi avrebbe aspettato fuori dal negozio ma poi
è sparita. Intanto…ho ricomprato le lenzuola per
il
letto…» disse un po’ disorientata la
donna carica di
buste «Sì però…non qui, non
qui!! Non tirare
fuori tutto, me le fai vedere dopo! Qui entrano continuamente
clienti!»…«Dì un
po’…come
l’hanno
presa?»…«Cosa?»…«Ma
come cosa, Takehiro!! Ma dove hai la testa? Il fatto che
Takato…no-nostro figlio sia ritornato improvvisamente
adulto!»…«Eh?! Ma non se ne sono neanche
accorti!» tagliò corto l’uomo…
…mentre Nakao li spiava dal buio in cima alla
scala…
«Sfido io che possano non averlo notato.» disse Mie
seria
in volto «Takehiro, quella gente era completamente in estasi
nel
vedere il nostro bambino. E’ tornata la signora
Suizenji?»…«Come?»…«Aveva
detto...che sarebbe passata più tardi, a portare dei
dolci.»…«…già noi
abbiamo abbastanza
dolci, ci mancano i rifornimenti di quella
donna!»…«Non parlare così,
è un
pensiero gentile. E poi sei stato tu a fare in modo che si
riaffezionasse molto a mio figlio: non oso pensare sinceramente a cosa
farà quando lo rivedrà cresciuto, quella sarebbe
capace
di morirci!» allontanandosi, mentre il marito sibilava
«…ma non dire sciocchezze…»
Nakao si
nascose nell’ombra al passaggio di Mie. Alla quale
«Ohp!» sfuggì di mano una busta, che
raccolse non
accorgendosi dei respiri impercettibili del bambino «Ho
comprato
queste lenzuola, è vero. Ma non so per quale letto, e non so
per
quale figlio: ormai il suo volto si confonde davanti ai miei occhi. Mi
preoccupo della signora Suizenji…quando io credo di esser
messa
peggio di lei. A volte ho l’impressione di essere troppo
credulona. E che attorno a me, nel buio, mentre non li vedo aleggino
fantasmi che si divertono a orchestrare la mia vita. Relegandomi in un
angolo, come…una marionetta, senza volontà.
Io…chissà, forse ho sbagliato tutto come
madre.»
avviandosi sui gradini con passo rassegnato ma dignitoso, lasciandosi
dietro il sussurro «…benché ci abbia
messo
sempre…tanto…impegno.» sparendo nel
corridoio,
mentre il ragazzino riemergeva «La mamma di
Takato…sente
forse di avere dei rimpianti? Eppure sembra così affettuosa,
proprio come tutte le mamme!» esprimeva con sguardo sincero,
meditando sulle parole udite.
Ma proprio
mentre Takehiro stava sistemando gli scaffali con le nuove offerte,
sentì la porta cigolare lentamente. Fu una sorta di
intuizione a
bloccare i suoi movimenti, e spingerlo a voltarsi a poco a
poco…
…là, oltre il bancone, lo attendeva lo sguardo
segnato di
suo figlio «Takato…» mormorò
l’uomo,
per poi aggrapparsi al vetro «Vuoi levarti di lì?!
Qualcuno potrebbe entrare da un momento
all’alto!!»…«E’
troppo tardi ormai
papà…hanno già
visto.»…«Cosa…?»
dilatò gli
occhi Takehiro (anche Nakao i suoi occhi luminosi nel buio)
Takato con un
filo di voce enunciò «Q-Quelle che vedi tu stesso,
alle
mie spalle, sbucare dalla vetrina sono le occhiate curiose ed
esterrefatte della gente del quartiere, che mi ha visto
tornare…»…«Non avrai avuto il
coraggio di
farlo…»
(In effetti una moltitudine
di volti sembravano affacciarsi, e constatare allibiti «Ma
come?
Fino a un attimo fa era piccolo, e adesso…è il
ragazzo
che tutti noi conosciamo!»…«Qui
dev’esserci
sotto qualcosa…»…«Io non
vorrei
pensarlo…ma non è che per caso il signor Matsuki
ci ha
preso in giro?»)
Takehiro boccheggiò,
uscendo da dietro il bancone «M-Ma sei pazzo, tu vuoi
rovinarmi
completamente?!!» Takato mosse la coda dell’occhio
verso
quella gente che sembrava non trovare il coraggio per entrare.
«Rispondi…se stato anche dalla signora Suizenji?!
LO HAI
DETTO ANCHE A LEI, TAKATO?!» ed il ragazzo si volse
lentamente
«Sì…l’ho
fatto…»
Il padre
restò di sasso «…e che cosa ha
detto?!»…«…la signora
Suizenji…
…è morta.»
«Cosa?» impallidì Takehiro (nel buio
Nakao si
portò le mani alla bocca in un brivido)
«Sì, papà…»
enunciò Takato
molto serio «…la signora è morta. E
spero…davvero che tu, ora, ti senta finalmente soddisfatto.
Grazie al tuo piano mi hai privato di un altro frammento del mio
passato…un altro ricordo, quando ormai me ne restano pochi.
Perché forse tu non sapevi che Guilmon è
morto!»
Sul volto
dell’uomo iniziò a insinuarsi un misto fra stupore
e
sconcerto…
(…suo
figlio più piccolo scuoteva il capo incredulo…)
Mentre il padre
indietreggiava, Takato inveì «Sì! Il
mio Digimon
è morto, e io non potrò mai più
rivederlo!...
…ormai
hanno demolito la sua casa…è scomparsa…
…e
benché tu faccia fatica a crederlo non sono queste le sole
disgrazie, perché Nakao non è il bambino vivace e
spensierato che tu credi!...bensì
il…fantasma…
…di un
bambino morto in un terremoto! Gli è crollata la casa sulla
testa…come a Guilmon…
…e come
anche a me, che amavo tanto questo luogo ma ora non posso
più
restarvi, perché la gente non mi vuole!
Muore…come la
signora Suizenji…
…alla sola mia vista.»
Takehiro
arretrava ancora, ma quando trovò il bancone dietro le
spalle,
drizzò la schiena con sguardo orgoglioso «Tu stai
mentendo, non sono disposto a credere a nessuna di queste storie!
Né riguardo alla signora Suizenji…tantomeno circa
la
morte di tuo fratello, è tutta un’invenzione per
separarci, nient’altro!» Takato
approfondì lo
sguardo e incupì il tono «Se credi davvero che
stia
mentendo, quando accarezzi mio fratello non limitarti alla soffice
morbidezza dei suoi capelli ma scorrigli la mano lungo il
capo!»
Nakao
sussultò. Takehiro non riusciva a deglutire tanto lo
sgomento.
«Sentirai sotto
le dita i segni di quel dannato terremoto che lo ha portato
via…
…così forse ti convincerai che non sono un
visionario…e che a dispetto della mia fervida fantasia ho
sempre
visto tutto il bene e tutto il male, al contrario di te!...che ti
rifiuti di accettare le disgrazie, allora fra noi chi è il
vero
vigliacco? Io ho sopportato tutto...» chiudendo gli occhi in
un
solenne respiro «…la perdita dei miei sogni e la
distruzione del mondo che amavo…ma ciò non
è
bastato!! Ho dovuto farmi carico di mille pesi in più a
causa
dei tuoi assurdi progetti…fino, in ultimo, alla morte della
signora Suizenji: un peso che grava in modo equivalente sulle
mie…e sulle tue spalle: non riusciremo più a
liberarci da
questa colpa, ormai…peserà sulla nostra
famiglia…per sempre!» avanzando a passo
barcollante verso
il bancone, per poi appoggiare le mani sul vetro «Ma in tutto
questo una cosa è certa…
…non
riuscirò mai a perdonarti per quello che hai fatto: non
riuscirò a perdonarti per avermi costretto ad
essere…pur
indirettamente autore della distruzione di un ricordo che amavo! Della
morte…di qualcuno a cui tenevo. Questa è la
goccia che fa
traboccare il vaso, e decreta…la fine…di quello
che
è stato un tempo il nostro antico affetto! Io ti
detesto…»
…sibilava
Takato aggrappato al bancone, dinanzi all’attonito padre. Il
ragazzo tremava, e con occhi inondati d’odio ripeteva
«Ti
detesto papà…e spero tanto…
…che tu
possa provare sulla tua pelle ciò che ho provato io
rifacendo la
strada da casa della signora fin qui, e sperando, desiderando
ardentemente, con tutto il mio cuore che un’automobile
sfuggisse
al controllo del suo autista, e mi investisse!!
Uccidendomi…così almeno potrò
raggiungere il mondo
che amavo…
…e stare in compagnia del mio Digimon…»
Nel frattempo,
tra la folla all’esterno del negozio, che turbata da
quell’ambiguo gioco di specchi decideva di allontanarsi, si
faceva strada qualcuno che aveva indossato una tuta da moto, ed il cui
casco lucido si rifletté nella vetrina.
«Spero tu
possa ritrovarti completamente solo, e che possa desiderare la morte!!
E che infine…la morte ti raggiunga!!» gridava
Takato. E
suo padre era talmente sconvolto che riusciva solo a fissarlo senza
dire nulla.
Nakao sembrava tremare di paura dalla cima delle scale.
«Solo in questo
modo potrai finalmente capire tutto il male che mi hai
fatto…francamente spero che quel momento arrivi
presto!!»
(canzone: Steps
- Why) concluse il ragazzo riprendendo la sua borsa, ed
avviandosi
amaramente lungo le scale.
La sagoma col
casco cercava di sbirciare qualcosa al di là dello scaffale,
tra
le buste di biscotti…
…vide
solo una figura fuggevole salire i gradini…e
identificò
l’uomo al bancone “Bene, è solo!! Questo
è il
momento giusto…”
La sua mano
avvolta dal guanto raggiunse l’impugnatura della
pistola…
Intanto gli
occhi del panettiere da lui puntato scivolavano con tristezza fra i
dolci e le prelibatezze sparse sul bancone «…il
mio primo
figlio…mi ha appena augurato la morte. Francamente non
credevo
che sarei mai arrivato a questo punto. Che cosa significa? Forse ho
sbagliato tutto: se con lui è successo questo
significa…che forse un giorno anche l’altro
potrebbe
desiderare altrettanto…»
…notando
qualcosa, un dettaglio all’apparenza piccolo, ma che
attirò la sua attenzione fino a farsi raccogliere: fra tutti
quei dolcetti ce n’era rimasto uno a forma di
draghetto…
Takato nel
frattempo, arrivato in cima alle scale, non ebbe difficoltà
a
delineare l’ombra del fratello «Non fare
mai…quello
che ho fatto io, Nakao…»
sussurrò…e il
bambino alle sue spalle venne fuori chiedendo «E
cioè
cosa?»
…proprio
mentre Takato realizzava di avergli dato un consiglio, nonostante la
sua inconsueta natura…
Suo padre intanto
contemplava il dolcetto fra le sue dita «Ormai ne facciamo
sempre
di meno. Questo forse è l’ultimo. Ecco cosa ci
rimane del
nostro passato: soltanto un biscotto…
…a
ricordare quelli che un tempo eravamo…» ignaro
degli occhi
d’odio che oltre la vetrina e il casco puntavano su di
lui…
Takato intanto spiegava «Essere malvagi…
…dire cose…terribili! Come quelle che ho appena
pronunciato…» Nakao obiettò
«Forse dimentichi
quello che sono!»…«…no di
certo…» mormorò il fratello chinando il
capo. Il
bambino si fece più vicino «Takato: io sono uno
spettro!
Sono morto…» e solo allora portò
più in
evidenza la natura evanescente del suo corpo «…non
serve a
niente che mi si dia un consiglio!» ma Takato scosse il capo,
ripetendo stanco ma irremovibile «Io…te lo dico
ugualmente, mai che ti dovesse
servire!»…«Ahh?!»…«I
consigli…occorrono in egual misura ai vivi…e ai
morti.
Perciò ti ripeto…non fare
mai…ciò che ho
appena fatto. Non ripetere ciò che mi hai sentito dire,
fratellino.»…«…e…perché
non
dovrei farlo?» chiese il bambino piegando il capo, senza
intento
polemico ma solo con curiosità. Takato fissò
avanti a
sé, affermando tra le lacrime
«…perché fa
star male!...
…te, e gli altri che ti sono attorno…
…p-perché la vita è troppo bella e
preziosa…perché sia fagocitata
dall’odio!»…«Ma allora ti
ostini a non capire!
Io-sono-morto! Non ho più una vita! Sono morto, non mi
servono
simili raccomandazioni!» ma Takato lo superò di un
gradino
«No. Sei tu che ti ostini a non capire.»
lasciandolo
imbambolato. Per poi fissarlo con la coda dell’occhio
«Per
me non fa differenza…che tu sia vivo, o morto. Tu sei mio
fratello: ora sei qui davanti a me. Adesso hai sentito che dicevo cose
orribili a nostro padre. E adesso…
…al
di là di tutti gli assurdi schemi della
vita…è mio
dovere dirti che questo è uno sbaglio: io sto
sbagliando…» scandì
«…anche se
papà mi ha fatto del male. Tu non devi mai…
…ricordatelo…lungo il tuo
futuro…»
lasciandolo sempre più stupito
«…lasciare che il
risentimento annebbi completamente il tuo cuore, perché poi
il
prezzo è troppo alto!...
…tu
non devi perdere…il tuo
sorriso…»…«Ah?!»…«…è
la tua forza…
…vale più di tutto…l’oro del
mondo…Nakao…» accennando ad
allontanarsi. Ma il
fratello lo richiamò «Aspetta Takato!»
E lui,
dandogli ascolto, arrestò il suo passo, accennando a
volgersi in
uno sguardo di tenerezza (fine-canzone)
«Io sono
la Digimon di Takato, e mi sono sonoramente stufata di questa
situazione!!!» puntualizzava Cindermon sotto gli occhi
subdoli di
Jeri «Mentre lui si fa in quattro per sistemare ogni cosa
sempre
tutti a tramare di nascosto, per mandare in fumo il suo lavoro!
Compresa te!! Proprio tu, Jeri! Tu che dovresti essere colei che lo
ama, che lo sostiene!!...
…tu che dovresti essere LA SUA RAGAZZA e
invece…che cosa
vengo a scoprire?!» tuonando col suo vocione «CHE
MENTRE
NOI ERAVAMO A FARCI IL MAZZO A DIGIWORLD TU INGUATTI IL FIGLIO DI
CYBERDRAMON!! Per tendere uno sgambetto al tuo Digimon, e far litigare
per sempre gli amici di
Takato!!»…«Scommetto che
è stato quell’idiota ad informarti di tutto
questo!»
replicò Jeri passeggiando e spalancando le braccia
«E’ chiaro, non c’è da
stupirsi! Il vecchio
Impmon non mi ha mai potuta vedere, fin dall’inizio si
è
accanito quasi morbosamente su di me con l’intento di farmi
soffrire! POI E’ LOGICO CHE IO CERCHI DI ARRANGIARMI IN ALTRO
MODO!! Che altro dovrei fare?! Il Digivice ha plasmato un legame
distorto fra me e colui che ha ucciso il mio primo Digimon, in questo
caso non resta che spezzarlo
manualmente!...»…«Sulla
pelle degli altri?!» si volse Cindermon in tutta risposta
«Rispondi Jeri, è per questo che hai fatto
litigare Ryo e
il suo drago?! Ma hanno sofferto come bestie, possibile che non ti
importi niente?! Possibile…che tu sia così
insensibile?!» chiedeva come se non riuscisse a capacitarsi
«Va bene qualsiasi cosa, guarda va bene tutto: anche il fatto
che
tu volessi lasciarmi cadere giù dal dirupo,
perché ti sto
sullo stomaco!!...
…ma il
fatto di non avere pietà per i sentimenti dei tuoi
compagni…» facendo penetranti i suoi occhi azzurri
e
fissandola «…questo no, Jeri, non posso
perdonartelo!» ma l’altra rimaneva impassibile
«La
loro sofferenza…il dolore di Ryo per la frattura con
Cyberdramon
e tutte le altre sciocchezze non saranno mai paragonabili a
ciò
che ho provato io! Ryo è un domatore da tempo ormai
immemore, io
avevo il diritto di avere il suo
Digimon!»…«Co-Co-COOOSA, cosa devo
sentire?!! Ma tu
ti rendi conto di quello che
dici??»…«Certo,
perché io ho perso il Digimon prima degli altri! E ho
diritto a
quella stessa carriera!!»…«Ma tu sei
PAAAZZA,
c-c-che com----quale carrieraaa??? Non ti rendi conto di parlare come
un’esaltata? Quella di Ryo e Cyberdramon una carrieraaa???
Loro
due sono AMICI: capisci il significato di questa parola?
Perché
Cyberdramon è un Digimon e Ryo il suo domatore, questo sai
cosa
vuol dire?! Che si sono incontrati tanti anni fa…che il
primo
non ha fatto altro che aspettare Ryo dalla nascita…invocava
il
suo nome…
…perché erano destinati a diventare grandi amici
da
sempre, e condividere le cose belle e le cose brutte, in parti
uguali!!»…«I-Io-»…«NO!
Fammi
parlare.» la stoppò la Digimon, incurante della
sua
stizza. La ragazza digitale si scostò il ciuffo e
declamò
«Io francamente sono giunta alla conclusione che
l’aspetto
della battaglia…la potenza e le tecniche sono una parte
microscopica del rapporto che lega un terrestre a uno di noi! La parte
più grande è rappresentata…
…dall’amore…»…«Che
cosa?!!»…«Sì!!
Dall’amore, beh che
c’è?! Ti dà fastidio che pronunci
questa parola?!
Peggio per te, sai che ti dico? Che Takato si è illuso nei
tuoi
confronti, ha preso un bel granchio!! Quella che lui vede come
la…
…candida…fanciulla che ha amato
dall’infanzia,
l’affascinante eroina della sua fiaba digitale in
realtà
è soltanto una
VIPERA! Sì!
Un’intrigante approfittatrice capace solo di elaborare
tranelli
malefici, e di seminare discordia! Ma questo lui lo saprà,
sì, deve saperlo!! Qualcuno deve metterlo al corrente
dell’errore che sta compiendo affidandosi solo...!!...
…ai suoi ricordi più dolci che sì,
è vero!
Nella maggior parte dei casi sono i migliori consiglieri!...
…MA A VOLTE PURTROPPO CI SI PUO’
SBAGLIARE!»…«Ferma!» Jeri la
afferrò
per il braccio, guardandola fissa negli occhi «La tua
è
solo gelosia…»
Cindermon però non si piegò, e ne
fronteggiò lo
sguardo.
«Muori dal desiderio di separarlo da me per prendertelo tutto
quanto, non più solo domatore!!...
…tu lo vuoi come tuo ragazzo…
…vuoi che ti ami, ma mi dispiace, arrivi troppo tardi!!
Perché io e Takato ormai siamo legati da sempre, E PER
SEMPRE!»…«…uhmf.
Può darsi che siate
legati da sempre. Ma su quel “per sempre” non ci
andrei
troppo sicura: si può sempre aprire gli occhi quando si ha
preso
uno scivolone. Anche se ciò è avvenuto tanti anni
prima!»…«Aspetta!!»
…la trattenne ancora «…ti illudi che
possa
innamorarsi di te? E’ a questo traguardo che stai puntando,
Cindermon?!» ma l’altra replicò
«A me importa
solo che sia felice: il resto non conta, e con te non lo sarebbe! CI
MANCHEREEEBBE, come potrebbe esserlo con qualcuno per cui i sentimenti
altrui valgono meno di zero?! Tu sei soltanto un brutto
mostro…infilato nel corpo di una ragazza carina, ecco che
cosa
sei, Jeri Katou!» ma Jeri si frappose di fronte alla porta
«Sta indietro, non ti permetterò di fare un solo
passo!!
Non riuscirai a separare me e
Takato…»…«Ascolta…attenta
a te, te lo
dico per il tuo bene: non ci sono burroni nelle vicinanze, e io sono un
Digimon! Tu sei disarmata…non…mi sembra il caso
di
provocarmi fino alle mani, in tutta
onestà!»...«No,
tu non alzerai alcuni dito su di me…» Jeri
assottigliò i suoi occhi in un’espressione
ambigua…
…Cindermon assumeva posizione di difesa «Guarda
che sono
disposta a tutto…
…io
proteggerò Takato da chi vuole fargli del male, te inclusa:
tu
non mi fai
paura…»…«E’ proprio
per
questo…» mormorò Jeri
«…è
proprio perché ti sta tanto a cuore che non ti azzarderai
più a sfiorarmi, neanche come hai fatto prima! Nemmeno
più con un semplice schiaffo…» ed una
strana
sicurezza sembrava animare le sue parole.
«Io
farò di peggio che mollarti un ceffone, io voglio gridare ai
quattro venti ciò che hai fatto! Dirò a tutti
quella che
sei, finora sono stata zitta ma ho capito che è la scelta
sbagliata! Tutti devono accorgersi di ciò di cui sei capace,
Takato per primo: soffrirà, verserà altre lacrime
e
tirerà le capocciate al muro!...ma al termine di tutto
questo
snervante processo ne uscirà più forte, come ha
sempre
fatto! Purtroppo a volte è necessario sbattere il muso
contro la
verità, e se io gli voglio bene devo smetterla di
tacere!!»…«E invece tu tacerai!! Non
dirai una sola
parola, piuttosto terrai giù le tue zampacce sia da me, che
da
Takato…!»…«Ah
sì?!» Cindermon
incrociò le braccia «E perché dovrei
farlo,
sentiamo?! Perché non dovrei metterti le mani addosso, se
questo
serve per salvarlo?!»
Ma a quel punto
Jeri prese fiato e con tutta la decisione esclamò
«PERCHE’ IO SONO INCINTA, ASPETTO UN FIGLIO DA
TAKATO!» (canzone: Evanescence
- Missing)
«Cosa…?» Cindermon piegò il
capo con occhi
attoniti (e questo non le permise di vedere il sorriso beffardo sul
volto dell’altra) «Hai sentito bene…del
resto
è una novità anche per me, l’ho saputo
da poco.
E’ così! Sono incinta…» ma
l’altra
rialzò lo sguardo «Questa è soltanto
una…sporca menzogna, un’altra delle tue, Jeri! Non
ti
credo affatto…
…tu stai cercando di giocarmi, ma non ci riuscirai, ti
avverto!»
Eppure c’era qualcosa
negli occhi sicuri e soddisfatti dell’altra che la intimoriva
«Vuoi impedirmi di andare a raccontare in giro ciò
che ho
saputo di te, e così monti assurde scuse, ma con me non
attaccano!! Io so materialmente che questo non può essere
possibile!»
Jeri avanzò
«Che cos’è che ti dà questa
sicurezza…?»
«E’-E’
che...» ma sfoderò sguardo deciso
«…che io e
Takato siamo amici, e ci confidiamo le cose!! E io so di per certo che
tu non puoi essere incinta perché di fatto tu e lui non
siete
MAI, neanche una volta stati
assieme!!»…«Evidentemente sei poco
aggiornata! O la
vostra confidenza non è poi tutto questo
che…»…«M-M…
…puaf, smettila, sei soltanto una serpe, ancor peggiore di
quanto pensassi!» muovendo passi rimbombanti sul pavimento
del
ristorante, quando Jeri insinuò «Non ti ha
raccontato di
quella notte…?» Cindermon volse lentamente la coda
dell’occhio «…quale
notte?»…«Oh,
andiamo Cindermon non far finta di non capire!
Nell’unica…fra quelle trascorse a
Digiworld…
…in
cui hai lasciato in pace Takato dalla tua soffocante
presenza!!»
aggiungendo in un sussurro enfatico «…la notte in
cui
andasti al palazzo reale…!» ma a quel punto
Cindermon ebbe
una folgorazione «Quella notte…!
Ma…Takato aveva
detto che…!!...
…fra te e lui, che fra
voi-»…«Ah! E che cosa
ti aspettavi, che venisse a raccontare al SUO DIGIMON persino i
particolari intimi? Andiamo, non essere ridicola…»
accostandosi a lei «Sai benissimo di non esserti infilata in
un
gruppo di bambini: e fra ragazzi adulti si fanno queste
cose…!
Già, come quella notte…!» esprimeva in
tono
sognante «E Takato mi carezzava…
…lui mi baciava…» ma d’un
tratto «No,
non può averlo fatto…!!» gemette
Cindermon con tono
sofferente, mentre Jeri la guardava trionfante. La ragazza digitale si
volse incollerita «Tu mi stai raccontando una serie di
frottole,
ti detesto, tu vuoi soltanto
separarci!»…«Bene…! Se
è così
allora perché non ti avventi su di me con i tuoi tanto
decantati
poteri? Gettami contro il bancone, fammi rotolare a terra!»
Cindermon ringhiò…ma c’era qualcosa che
la turbava
in quel pensiero, e le impediva di sfiorare l’altra
«Sarà che per caso, tu hai paura di ledere,
involontariamente…
…una piccola…microscopica creatura che si sta
formando
dentro di me, e che è parte anche di lui? Perché
è
così, io aspetto un bambino!! Porto in grembo un figlio del
tuo
domatore, frutto di quella notte d’amore a
Digiworld!!»
“N-Non è possibile!” gridava Cindermon
dal fondo del
suo animo, e risentiva la voce del ragazzo che le confidava sereno
“Quel giorno,
cioè quella notte, non siamo riusciti a fare
niente! No, perché ci stavamo baciando, ma…poi
Suzie e
Rea sono entrate!”
“Così, lui…dovrebbe avermi raccontato
una bugia?
Non può averlo fatto!! Takato è
onesto…”
“…da
quando non c’è più Guilmon tu sei
diventata la mia migliore amica. Io non potrei mai mentirti! Io non
potrei tenerti nascosto qualcosa. Io non ti voglio meno bene…
…di quanto ne abbia voluto a lui, ricordalo…”
E quelle parole
le concedevano un guizzo di speranza, circondato però dai
cristalli taglienti del sospetto, che facevano lacrimare i suoi occhi.
Dietro di lei
Jeri assumeva lo sguardo di chi è assai compiaciuto della
propria intuizione, e sente di avere la situazione in pugno.
«Io continuo a
credere in lui…» mugolò, volgendosi di
scatto
«La nostra amicizia è stata reale, non
l’ho solo
sognata!»…«Ha avuto pietà di
te…»…«Ah?!»…«Non
ha voluto
svelarti com’è andata fino in
fondo…perché
si è accorto dei tuoi
sentimenti!»…«Cosa?»…«Sì!
Se n’è accorto…me l’ha
confidato…» mormorò Jeri accrescendo il
suo
sconforto «Mentre quella notte mi copriva di baci, e
attraversava
il mio corpo con la sua passione…mi ha espresso di essere
molto
turbato, poiché la sua Digimon si era scoperta innamorata di
lui, e temeva di perderla!!»
«La
lettera!...gliel’avevo consegnata…quella
sera…» realizzò la Digimon
incredula…
«Così di
comune accordo abbiamo stabilito che non ti avremmo detto nulla, almeno
in questo caso il tuo appoggio a Digiworld non gli sarebbe mancato!
Quale altra funzione avete del resto voi Digimon…se non
combattere, mentre noi viviamo e ci amiamo?!!»
«Non
può essere verooooooooo!» ma poi dilatò
agghiacciata i suoi occhi «Quella…sensazione
d’amore
che fluì dentro di me…»
…ricordando la sua digievoluzione speciale di quella notte,
che
aveva dato vita a RedIdolmon…
«Ahh! Ecco allora cosa è stato, a permettermi di
raggiungere il livello
megaaa!»…«Finalmente hai
realizzato.»…«I-Io ho percepito il suo
amore!
Sentivo che il cuore di Takato…e-era contento…
…noooooooooo!» afferrandosi i capelli rossi con le
unghie.
Jeri pensò “Perfetto…! Ha abboccato,
ora le sue
sicurezze sono andate in pezzi!”
«Takato! La nostra confidenza, i-io credevo…
…che noi fossimo amici!!»…«Le
tue moine da
animale domestico mi hanno stancato!» si avvicinò
Jeri,
scandendo duramente «Devi capire che non
c’è posto
qui per te, perché Takato resterà legato a me per
sempre!
Io rappresento il suo passato, e per quanto tu possa affannarti,
combattere, digievolvere!!...
…sarò sempre io quella nel suo cuore, e nei suoi
pensieri! Tu sei soltanto un’intrusa, da un presente di
spazzatura! Nessuno ti ha mai voluta, TORNATENE NEL TUO PALAZZO
DISTRUTTO!!»…«SARA’
ESATTAMENTE QUELLO CHE
FAROOO’!» gridò la Digimon
precipitandosi fuori dal
ristorante. E sbattendo la porta, tanto da far cadere un bicchiere. Ma
Jeri lo ignorò «Ottimo, ora non resta che trovare
un modo
per confermare la mia tesi!» decretò con tono
meccanico, e
si mise subito ad elaborare.
Cindermon correva in strada a perdifiato, lasciandosi lacrime alle sue
spalle “Takato…”
…e rivedeva il suo sorriso in un vortice di ricordi
“Non
ti perdonerò mai per avermi ingannato!” (fine-canzone)
Erano rimasti
nella penombra in cima alle scale «A che stai pensando,
Takato?» chiese quel bambino evanescente. Suo fratello
maggiore
lo guardò, ma poi rispose «A-A
niente…»…«Non è
vero…»
fece Nakao «…io leggo nei tuoi pensieri, ma dicono
un
mucchio di cose assurde! Sento che pensi…che
questa…è la prima volta…
…che io e
te riusciamo a parlare con calma, senza scappare e rincorrerci, e
questo…ti fa piacere!» descrivendolo come se fosse
una
cosa strana «…e sento anche…che ti
piacerebbe…che io fuggissi via con te da questa casa,
ma…non hai il coraggio di chiedermelo!»
Takato
sorrise umilmente, tendendo la mano a fatica verso i capelli neri del
bambino «Sarà che so bene quanto ti sei ambientato
qui…che ecco, mi dispiacerebbe portarti via.»
Nakao
piegò il capo «Cos’è che ti
fa essere
così remissivo nei tuoi desideri…? Io quando
voglio una
cosa desidero prendermela e basta!» ma il più
grande lo
carezzò «…è stata la
vita…
…mi
ha insegnato a stare in un angolo, e pazientare. Ma un tempo ero come
te…»
Nakao attese
qualche istante, e poi chiese con delicatezza
«…com’è diventare
grandi?»…«Oh…!»
Takato sorrise, e con i
suoi occhi stanchi e consapevoli vagò verso quello che
appariva
come un mondo immenso, che comprende tante cose «E’
qualcosa di brutto?!» chiese Nakao, ma il fratello lo
rassicurò «…no,
tutt’altro…
…crescere
è...una cosa meravigliosa, fratello mio. Un sogno che si
avvera.
Si vivono anche tante sofferenze, ma…
…ne vale
sempre la pena, ricordatelo.» Il bambino assunse volto
insicuro
«Ta…kato, tu…non stai dimenticando che
io sono
morto, vero?»…«…come potrei
dimenticare una
cosa che ha segnato la mia vita?»…«Anche
se non mi
conoscevi?!»…«…è
per questo che
ora…» diceva tra i sussurri e le carezze
«…sogno di conoscerti, come tu hai giustamente
dedotto: mi
piacerebbe…che tu fossi ospite in questa casa, se non altro
per
qualche giorno, se non fosse che adesso…neanch’io
più sono presenza gradita, qui. Mi piacerebbe…che
questo
momento potesse non finire mai, sai, e che noi due potessimo restare a
lungo a parlare come adesso,
sussurrando…nell’ombra in
cima alle scale…»…«Non ti fa
paura? Dopo
tutto…sei sempre con un fantasma!»
Eppure quel
fratello gli sorrise di nuovo, e nei suoi occhi non vi era traccia di
timore «Non si può aver paura di chi si
ama…»…«Anche questo si impara
con la
vita?» e Takato annuì. Nakao era rimasto
imbambolato
«…è così
strano…perché mi dai
tutti questi consigli…pur sapendo che saranno inutili?
Sprechi…tutte le tue energie!» protendendosi ad
afferrare
la maglietta dell’altro in un gesto che doveva essere di
premura.
Ma Takato rispose «Io so che non saranno
inutili…più parlo…
…e
più ne sono convinto.» Nakao spalancò
gli occhi, e
Takato disse «Questo momento che stiamo
vivendo…è
troppo bello e dolce dopo lunghi istanti di sofferenza, per essere uno
spreco. Per non avere un senso! E per dimostrarti che ne sono
sincero…» alzandosi in piedi
«…te ne
darò la dimostrazione, e farò per te la cosa
più
difficile. Ciò che a stento si fa, già quando si
è
fra persone vive.»
Nakao lo guardò
con gli occhioni spalancati, rossastri come i suoi ma paradossalmente
meno cerchiati. Eppure il sorriso di Takato nonostante il volto
stremato era pieno d’amore «Io
andrò…
…a chiedere
perdono…a
papà.»…«Cosa?...dopo che
avete litigato in questo modo
irrecuperabile?!»…«…ascolta
Nakao…non
è mai irrecuperabile un litigio. Ricorda questo che ti
dico.» piegandosi su di lui e ponendogli le mani sulle spalle
«C’è sempre una speranza di fare
pace…
…si può sempre ricostruire dalle
macerie.»
Quelle parole
accesero una speranza nel bambino che gli provocò un piccolo
sussulto.
Takehiro
rifletteva con il biscotto tra le mani «I miei figli sono di
sopra. Che devo fare…?» e la sua espressione si
faceva
torva, quando di colpo fece ingresso qualcuno dal passo deciso
«Uh?» si volse il panettiere, già
lievemente turbato
dal suo aspetto «Posso servirle qualcosa?»
Ma il ragazzo in
giubotto di pelle estrasse una pistola e gliela puntò contro
«No, grazie!! Il mio passato non ha prezzo, e comunque non
è più in vendita!!!»
«Ahhh!!!» gli occhi del panettiere si dilatarono
agghiacciati, il biscotto cadde sul bancone.
In quel momento
si affacciò Takato «Papà, io volevo
parlart…» ma trasalì alla vista di
quella scena.
Ormai il ragazzo
col casco non ascoltava più nessuno, il suo dito scivolava
sul
grilletto.
«PAPA’, STA ATTENTO, SCANSATI DI
LIIII!!!» suo figlio
si avventò su di lui.
Ma quel colpo
partì.
Nakao sobbalzò nel buio. Il suo corpo pallido tremava.
Takehiro era
rimasto imbambolato, ma le sue mani sorreggevano qualcuno che
lentamente scivolava da lui…
…la cui
visione riempiva di sconcerto il ragazzo col casco «Oh no,
qualcuno si è messo in mezzo. Ma…chi è
questo
ragazzo…?» mormorò, mentre lo vedeva
cadere.
Suo padre lo sosteneva «…Takato…
…Takato, figlio mio!!» (canzone: P!nk
- Conversation with my 13 year old self)
Ma quel nome
destò un inquietante sospetto nell’attentatore
«…?! Come Takato…?...
…Takato è morto…»
A quel punto
Nakao si precipitò giù dalle scale
«Takato!!»
e Guilmon lo riconobbe
“N’Emo…” ma c’era
qualcuno che correva più forte e lo superava: si trattava di
Mie
«Che cosa è successo?!! Ho sentito uno sparo!!!
Uhm?!» scontrandosi con Nakao, la cui visione la
lasciò
esterrefatta…
…ma
mai come colui che aveva sparato “…la signora
Matsuki…???...!!! Ma…
…qui dev’esserci un errore!!”
iniziò a
sentire un brivido lacerante, mentre Takehiro scuoteva quel ragazzo
«Takato! Takato per favore rispondi!!»
Ma egli
aveva un buco nella schiena, dal quale fuoriusciva del
sangue…
Sua madre,
sentendo invocare quel nome alle sue spalle, si girò nella
direzione in cui gli stessi occhi di Nakao indicavano…
…e allora gridò «TAKATOOO!!!»
I
genitori si sovrapposero «CHE TI HANNO
FATTO?!!»…«GLI HANNO SPARATO, MIE! HANNO
SPARATO A
NOSTRO FIGLIO!!»
E i
pensieri dell’attentatore esplodevano “COSA?! Non
è
possibile…
…no, no, non può essere, è soltanto un
macabro
scherzo!!...
…io
non posso aver fatto una cosa del genere…”
indietreggiava
“…non può essere vero ciò
che sto
vedendo!”
Ma
la conferma l’ebbe quando vide accasciarsi quel ragazzo
pallido e
insanguinato ai piedi del bancone, di cui finalmente riconobbe il volto
«NOOOOOOOoooooooOOOOOOOOO!!!»
…nel cadere a terra di uno dei suoi guanti, presso la mano
inerte del ragazzo con l’anello argenteo, sotto gli occhi
esterrefatti di Nakao «Uhm!!!»
…e Mie, che intravide una zampa artigliata «Che
cosa gli
hai fatto…CHE COSA HAI FATTO, BRUTTO MOSTRO?!!! HAI UCCISO
MIO
FIGLIOOOOOO!!!»
«NO! NOOO!!! Non può essere…
…NON PUO’ ESSERE, NOOOOOOOOO!!!»
infrangendo la
vetrina del panificio, in una fuga delirante.
Ma il quasi
incosciente Takato delineò una zampa familiare
«…Guil…mon…» prima
di serrare,
stremato, i suoi occhi.
“TAKATO!
NO! NON E’ POSSIBILE!” rivedeva Guilmon quella
scena, nella
sua corsa disperata “E’ VIVO!...
…ERA VIVO, E IO GLI HO SPARATOOOOOO!!!”
Quando si
infrattò nel vicolo, il suo adesivo rosso emise un bagliore
stratosferico…
Solo per pochi
secondi non si era incontrato con Cindermon, che nel frattempo tornava
«Maledetto BASTARDO!! E io mi prendevo pena per lui, e io che
mi
occupavo della sua fami-glia!!» tirando calci ai bidoni
dell’immondizia «Lui mi aveva giurato di esser
stato
sincero, MASCALZONE!! E io che rischiavo la vita per recuperare il suo
DIGIMON mentre lui intanto si faceva quella GATTA MORTA della sua amica
di infanzia: ah no ma con questo ho chiuso, eh!! FINE
dell’accordo digitale, io non sono più la sua
Digimon!! Io
ora faccio le valige, e me ne ritorno a casa!!» spalancando
le
porte del panificio «ME NE RITORNO A DIGIWORLD! Quel
disgraziato
non mi rivedrà più nemmeno in cartolina
puaf…guarda, cioè, come lo tengono male hanno
pure rotto
la
vetrina.»…«CYNTHIAAA!!!»…«Signora!
Ma…cosa…?» qualcosa non tornava ai suoi
occhi
azzurri «Che cos’è questo
trambusto?!»…«U-Un pazzo è
entrato qui
dentro…» la donna si aggrappò al suo
manto
«…E HA SPARATO A
TAKATOOO!!!»…«COSA?!!...
…NO!!»
Takehiro
era in lacrime «Figliolo!! Figlio mio ti prego
risvegliatiii!!!» ma Cindermon si fece strada «Qui
state
mentendo! Fatemi passare! No!...
…nooo!!!» gemette quando lo vide, gettandosi su di
lui
«Takato non è possibile, che cosa ti hanno
fatto?!!...CHE
COSA TI HANNO FATTOOO?!!!»
…versando lacrime sul suo corpo insanguinato…
Nakao era
rimasto impaurito e pietrificato. Mie gridò
«Takehiro hai
chiamato l’ambulanza?!» ma a quel punto Cindermon
si
alzò infuriata «…è tutta
colpa sua signor
Takehiro…»…«Ma io-»
però lei gli
si avventò addosso «E’ TUTTA COLPA
SUA!!! LEI PER
PORTARE QUI QUEL…PICCOLO BASTARDO!! IL FIGLIO DELLA SUA
AMANTE!!» nello sconcerto più sommo di Mie e
Nakao, che si
guardarono.
«LEI HA FATTO IN
MODO CHE CI DIVIDESSIMO, E HA ESPOSTO TAKATO A QUESTO PERICOLO!!
Perché?!» asciugandosi le lacrime col braccio
«Non
le piaceva abbastanza suo figlio?! Cosa aveva che non
andava?!!»
per poi afferrarlo e scuoterlo più forte «MI RIDIA
IL MIO
DOMATOREEE!!! TAKATOOOOOO!!!»
…poco più
tardi l’ambulanza si fermò di fronte al panificio.
Ed il
ragazzo fu caricato con urgenza «V-Vi prego, vi scongiuro,
permettetemi di andare con luiii!» tendeva la mano Cindermon,
stravolta dalle lacrime «Mi scusi signorina, lei è
una
parente?»…«IL SONO IL SUO
DIGIMON!!»
gridò disperata «Che cosa…?!»
spalancarono
gli occhi i portantini, ma lei «Ihmf---lasciamo
perdere!»
si infrattò a forza nel veicolo.
Che partì a sirena spiegata.
Lei
intrecciò la mano a quella di lui «Takato ti prego
perdonami…è stata colpa mia, della mia gelosia!
Non sarei
dovuta andare a infastidire Jeri…» tirava su col
naso
«…sarei dovuta rimanere a proteggerti, non so se
potrai
mai perdonarmi per tutto questo ma non puoi mollare proprio
adessooo!» avvicinandosi al suo orecchio, e mormorando
«…avrai un figlio…! Jeri è
incinta, stai
aspettando un bambino dalla ragazza che ami, non è una cosa
meravigliosa? Io prometto…che me ne starò zitta e
buona,
ti giuro che non mi intrometterò più nella vostra
vita ma
tu ti prego non lasciaaarmi, io non ho senso senza di teee!
Oh?»
«…Guil…mon…
…Guil…mon…» ripetevano le
labbra di Takato
dietro la mascherina. Cindermon lo guardò impietosita
«…persino in fin di vita è il suo nome
che
invoca…che amicizia immensa la loro!» e da questo
attinse
il coraggio per asciugarsi le lacrime e stringergli più
forte la
mano «Takato!...
…ora devi lottare, Guilmon il tuo Digimon ti direbbe la
stessa
cosa! Lui non c’è ma…ci sono qua io con
te, e
vedrai che riusciremo a superare questo momento! Tu sei un
eroe…vedrai, ce la faremo anche questa volta. Anche contro
la
morte…tieni duro!!»
«…Guil…mon…» (fine-canzone)
…del
sangue grondava dal biscotto a forma di draghetto, rimasto sul
bancone…
Intanto, sotto
gli occhi sconvolti di Nakao, era giunto il momento del confronto
«Ti prego Mie, ti scongiuro!!! Dobbiamo andare
all’ospedale, hanno ricoverato nostro figlio!!!» ma
lei gli
rispondeva con uno spintone «No, non provare a svicolare
Takehiro!!!» ed aveva lo sguardo stravolto e folle. Il volto
della donna era livido di rabbia «Non posso credere che non
ti
importi niente…hanno sparato a Takato, NOSTRO
FIGLIO!»...«MA IO E’ DELL’ALTRO
FIGLIO CHE
VOGLIO SAPERE!!» additando Nakao, che si aggrappava al
bancone
terrorizzato «Hai sentito le parole di Cynthia…?...
…prima di
fare qualsiasi cosa io pretendo di sapere CHI E’ QUESTO
BAMBINO!!...
…lui non
è Takato, t-tu l’hai fatto passare per lui, mi hai
ingannata!!» serrava i denti, e tanto sembrava acuto il suo
risentimento che intimorì persino lui.
Nakao sembrava sognare
una figura più grande che fosse lì a
proteggerlo…mentre quella donna gli rivolgeva la coda
dell’occhio «…e tu non dici
niente…?»…«M-Mamma
io…»…«NON SONO TUA
MADRE!» e alzava il
braccio come a volerlo colpire «Mai e poi mai vorrei essere
la
madre di uno sporco intruso come te!!» ma mentre il bambino
si
riparava, Takehiro la fermò «E che cosa vorresti
fare,
picchiarlo?!»…«L-Lasciami Takehiro! Non
mi importa!
Voglio solo fare terra bruciata, desidero compiere una
strage!!»…«Tu sei impazzita, MENTRE NOI
SIAMO QUI A
PARLARE TAKATO POTREBBE ESSERE MORTO!» ma la donna si
aggrappava
al grembiule insanguinato di quel marito «Chi
è…?
CHI E’???!!! CHI E’ QUEL
BAMBINO!!!»…«ACC, E’ MIO
FIGLIO!» ma lei
lo colpì con uno schiaffo
«UGH!»…«Tuo
figlio…
…allora è vero…»
Ma in quel momento il
bambino svicolò e fuggì «Nakao! Nakao,
aspetta!!!» lo richiamò il padre ma invano
«Si
chiama Nakao…
…lascialo
andare, magari una macchina può investirlo!!» ma
Takehiro
afferrò la moglie per gli abiti «Smettila
di---dire queste
cose o te la faccio pagare!!» lei però
afferrò un
mattarello «Vediamo chi fa prima di noi due?!! Sei solo
un…
…poco di
buono, io avrei dovuto capirlo, me ne sarei dovuta accorgere tanti anni
fa e invece…!!!» con tono che scivolava in un
gemito
«…che cosa ho fatto, mi sono lasciata
ingannare…» mentre lui chinava il capo, ormai
rassegnato
«…coi tuoi sporchi raggiri mi hai messo in un
angolo, a
fare la parte della stupida! A cucinare, a preparare la cena a casa e
intanto…
…intanto tu avevi un'altra famiglia, come nei casi peggiori,
come nelle storie, che si sentono in tv!!» Il suo
volto era
tirato da esser quasi irriconoscibile, e sembrava assumere colorito
violaceo «Criminale…m-mascalzone, infame, ti
detesto!! E
detesto quello…sacarafaggio che mi hai messo in
casa…»…«Mie…ti
ricordo che stai
parlando di un bambino…»…«NON
MI IMPORTA! Che
cosa cambia che sia un bambino o no?!!» parole che fecero
alzare
allarmato lo sguardo di Takehiro «La sua colpa nei confronti
della mia vita rimane la stessa…io…spero che
facciate una
brutta fine tutti e due, avrebbe dovuto ammazzarti quel maniaco!
Sììì, avrebbe dovuto uccidere te, e
non
Takato!!!»…«Hai
ragione…» ammise
Takehiro «…ascolta, riguardo a me ti
do…tutta la
ragione di questo mondo, sono stato…sono un miserabile,
però!!» in un guizzo di decisione
«Nostro figlio non
è morto!!!»…«Per me siete
tutti morti…
…capito? TUTTI, NON MI IMPORTA PIU’ DI NESSUNO!!
ODIO VOI,
ODIO QUESTO POSTO, ODIO PERSINO I CLIENTI!! SPERO CHE…QUESTO
PANIFICIO SALTI IN ARIA CON TUTTI VOI
DENTRO!!»…«MIE!! Dove vai?!»
ma la donna
fuggiva dal negozio.
Asanuma, che stava spiando dietro la vetrina, apriva la bocca
incredula…
Intanto in un buio vicolo cittadino, un casco rimbalzava a terra.
E la testa di
quel ragazzo dai capelli cortissimi veniva schiacciata da due mani
tremanti, una avvolta da un guanto, l’altra striata e
artigliata
«…n-n-non può essere andata
così fra
noi…
…m-mi rifiuto di crederlo!»
Ed era un susseguirsi
di immagini, e purtroppo per lui nuovamente di ricordi
«Takaaato…
…a-amico mio! E-E così tu eri vivo…
…mi hai
aspettato ed io…che cosa ho fatto?!!...» fissando
con
occhi sconvolti la pistola tra le sue mani «…c-che
cosa ti
ho fatto, bambino mio, che cosa ti ho fatto…»
L’adesivo rosso
sotto la sua giacca nera emetteva zampilli da ogni parte, sembrava
ormai fuori controllo…
Così come
gli occhi del pupazzetto in quella mano delicata, tanto luminosi da
sembrar quasi stravolti «N-Non capisco, i-il potere supera la
soglia prevista!» balbettò Violetta che non aveva
espressione molto più stabile.
Presso il
panificio intanto «E’ lei il signor Matsuki?!
Polizia!» e quella sola parola destò
l’attenzione di
Asanuma che strinse bene il suo velo e corse rapida…
…fino a raggiungere la sua complice «E’
successo un
imprevisto, Violetta! Matsuki è ancora vivo!»
aggiungendo
più piano, da dietro i suoi impenetrabili occhiali scuri
«…avresti idea di chi è rimasto colpito
dallo sparo
di quel mostro?...
…Takato…!...
…il
mio alunno, e il suo domatore…» aggiustandosi con
più cautela il velo…mentre gli occhi della
complice si
dilatavano inesorabilmente…
“…ecco perché mi giunge disperazione
oltre ogni
limite immaginabile!!!...anziché il padre ha colpito il
figlio!!!...il suo amico…che deve aver fatto scudo a suo
padre,
benché io non riesca a comprendere cosa l’ha
spinto! Dopo
quello che gli ha fatto passare! Sta di fatto…”
mentre
sorreggeva quel pupazzetto che per il grande afflusso di energia
ballonzolava “…che se il flusso di dati di dolore
continuerà ad aumentare in questo modo…il Digimon
che
scaturirà dalla fusione di Nami e IceDevimon sarà
potentiiissimo!” pensò divisa tra lo stupore e un
pizzico
di timore «A cosa pensi?» le chiese
l’altra
«Io?!...ah no che…
…niente, sai dopo tuttooo…» scoprendosi
gli stivali
sotto la gonna nera «…in tutto questo non ci siamo
accorti
che sta arrivando la stagione estiva e io è ora che mi
faccia
fare i piedi, no, hai presente? Devo sentire un buon estetista, che
possibilmente non fosse cliente di questo panificio, e non ci faccia
domande scomode!»
Asanuma non disse nulla, ma la sua espressione fu eloquente…
Violetta la scrutava con la coda dell’occhio
“E’
meglio che non sappia niente, e che non sia del tutto cosciente delle
sue capacità! Ma tanto io non devo
preoccuparmi…io ho con
me Akiko!! L’ho presa apposta, e anche se sua madre
muterà
in un Digimon formidabile non avrà il coraggio di ribellarsi
a
me, finché avrò la sua bambina nelle mie mani!!
Bene…” affermava soddisfatta fra
sé…
…mentre le mani dell’insegnante non riuscivano a
fare a
meno di sfregarsi nervosamente, alla vista di quel panificio
dall’entrata sbarrata da un’automobile della
polizia…
“Se continua così il mio nuovo Digimon
sarà di gran
lunga più potente di Starshipmon e Teardropmon! E finalmente
potrò riprendere il mio piano di
conquista…”
pensò Violetta perdendo gli occhi in quel cielo fattosi
azzurro
e assolato “La fortuna ha girato dalla mia
parte…permettendo a quello stupido Digimon di colpire il suo
adorato amichetto! Spero che muoia, ihihihihi! Almeno in questo modo
niente arresterà il suo cuocente
dolore…uhmuhmuhmuhm!” «Nami, che ne dici
di
andarcene? Qui fa un caldo, e poi devo sentire qualcuno per questa
storia dei piedi! Namiii? Uhhhh??? Hai visto qualche poliziotto
carino?!...
…guarda che poi IceDevimon è geloso,
ihihihihihi!»
Ma
quella donna dal volto nascosto dietro il velo bianco e gli occhiali
sembrava fare raffronti fra i ricordi e il
presente…incorniciato
dalle schegge di vetro, come lo squarcio sulla vetrina di quel negozio
che conosceva.
«Come
posso fare per provare a Cindermon la mia gravidanza?»
rifletteva
Jeri camminando per il ristorante «Potrei ricorrere a un
certificato falso.»…«Bau! Bau! Troppo
difficile, e
troppo pericoloso!» obiettò il cane-marionetta, e
lei
«Hai ragione…ah, non c’è
altra alternativa!
Non posso celarmi dietro una prova falsa: devo trasformare in
verità ciò che ho
affermato!»…«Bau!
Idea decisamente migliore!» Jeri guardò il
soffitto
«Devo assolutamente convincere Takato ad avere
rapporti…
…non
possiamo andare avanti in questo modo, siamo gli unici fra i Digimon
Tamers a non essere riusciti a stare assieme veramente, e pensare che
siamo una coppia! Non capisco cosa sia andato storto…ma non
importa…» scorrendosi la mano tra i capelli
«…presto tutto si risolverà,
arriverò a
supplicarlo se è necessario! Gli dirò
cheee…ne ho
bisogno per superare la mia paralisi mentale, le mie paure inconsce, e
lui di certo accetterà. E quando sarà io devo
assicurarmi
di rimanere incinta! Tu sai come si
fa…?»…«Bau, bau! Ma
perché lo chiedi a
me?!!» starnazzò assordandola «Sei una
ragazza
grande e vaccinata! Dovresti sapere come vanno queste
cose!»…«E scusa tanto, se non ho mai
trovato un
ragazzo decente in grado di insegnarmelo! Comunque…ne ho
sentito
parlare, non dovrebbe essere poi così
difficile…no?»…«Bau!! Jeri,
qualcuno alla
porta!»…«Che vuoi che mi importi,
sarà
qualcuno che non si rassegna che il ristorante è
chiuso!»
«Jeri.»
«Ah!!
Papà…» la ragazza dilatò gli
occhi, e il
cane-marionetta le cadde dalla mano. Suo padre era lì con il
medico «E così sei tornata a
casa…»
La giovane indietreggiò verso il bancone…
Eppure anche
quella mattina c’era qualcuno che rideva
«Ahahahahahahah! E
dire che fra tutti il regalo che ho più gradito è
stato
questo!»
Si
trattava di Rika, che nell’allegria acquistava una risata
alquanto fragorosa. Ma oltre al riso, stavolta aveva ottenuto
qualcos’altro: e cioè un…bel cappello
da cowboy con
cui alzare lo sguardo per scorgere Renamon controluce sui palazzi
«Mi fa piacere che la mattinata si sia rivelata meno pesante
del
previsto.» disse la volpe nella sua sobria dolcezza, e la sua
domatrice «Dovremo ringraziare la famiglia di Deputymon, sono
stati molto gentili: questo a dire il vero era per Ryo ma lui se lo
scorda, piace a me!!»…«Hai intenzione di
passare da
Takato, come avevi detto?» chiese Renamon.
E Rika,
che in modo apparentemente miracoloso riusciva a sentirla dal basso
della strada, assunse sguardo di tenerezza
«Entrerò nel
negozio con questo cappello, così realizzerà
finalmente
che…matta ha per amica! E poi sai cosa credo? Che a questo
punto
sia meglio prenderle con ironia certe cose che ci capitano, del resto
sono talmente paradossali!»
Renamon
balzò sul tetto della casa dei Matsuki, ma d’un
tratto
«Uhm…?» i suoi occhi si insospettirono
alla vista
dell’auto della polizia.
«Buongiorno!!» esordì Rika, che in
effetti con quel
cappello acquistava uno stile niente male «Giovane sposa
digitale
in cerca di complimenti: pericolo in vista! Oh?»
Ma a voltarsi furono una coppia di poliziotti, ed un disfatto Takehiro
«Ma…che…cosa è successo
qui?»
boccheggiò la ragazza…a cui cadde il cappello
quando vide
il sangue a terra. Il poliziotto tornò a rivolgersi al
panettiere «Comunque svolgeremo delle indagini, e cercheremo
di
scoprire chi ha sparato a suo figlio.»
Rika trasalì.
L’altro agente
chiese «Che lei sappia signor Matsuki…lui aveva
dei
nemici?» ma a quel punto Takehiro alzò lo sguardo
su Rika,
e disse «…questo potete dirmelo solo
voi.»
La ragazza si
portò la mano alla bocca «C-Che cosa
significa…?»…«Hanno sparato a
Takato,
Rika.» Gli occhi della ragazza non sapevano dove guardare
«N-Noo…» mentre il padre
dell’amico le svelava
«Sembra sia stata…una creatura inumana.»
con eco del
poliziotto, che infilava qualcosa in una bustina «Come
indizio
abbiamo solo questo guanto…» Takehiro
ribadì
«Ma mia moglie tra le sue grida affermava di aver visto una
zampa
anziché una mano!»
Intanto Rika
«Takato!...non è possibile: no, no!! Ma per quale
motivo,
chi è stato, che cosa è
successo?!!»…«Non lo so! Noi siamo
sconvolti quanto
te…» rispose semplicemente Takehiro, chinando il
capo…
…così come faceva la ragazza «N-Non
può
essere…» gemeva al limite del pianto
«E’ per
la faccenda del fratello. RISPONDA!! Anziché stare
lì
impalato me lo dica, è per la faccenda di suo
fratello?!»…«…che cosa
sapete?» chiese
stupito l’uomo, ma Rika tuonò «TUTTO!!
Le avverto
che sappiamo tutto del meschino inganno che avete allestito: mia madre
mi ha raccontato ogni particolare del vostro…puah!
Vomitevole
intrigo, sa cosa le dico?! Mi fate soltanto
SCHIFO!»…«Tu hai ragione,
però credimi in
questo momento ho bisogno che tu mi dica se avevate dei
nemici…
…con…chi vi siete invischiati là a
Digiworld?» prendendole la mano «Te lo chiedo
perché
in qualsiasi momento potrebbe
riprovarci…»…«Ihmf!!»
ringhiò la
ragazza indignata, tirando via la mano «Noi a Digiworld ci
siamo
invischiati con…
…tutti quei nemici di cui a voi non importa niente,
perché me lo chiede?!! A voi non è mai
interessato
ciò che facevamo, i pericoli che correvamo se mentre eravamo
fuori siete stati capaci di tanto!!!» volgendo le spalle
«Rika, aspetta!!» ma procedendo sui suoi tacchi
risonanti
la ragazza gridò «A me importa solo di come sta il
mio
amico, adesso vado all’ospedale!!»
Si
arrestò giusto un attimo nel vedere il suo cappello per
terra.
(canzone: Anastacia
- Left outside alone part II)
Ed incerta se
lasciarlo o no, alla fine decise con stizza di riacciuffarlo, come a
mostrare di non rinunciare a ciò che ancora apparteneva loro.
Una volta
piombata fuori, sfoderò il cellulare e avviò
rapida una
chiamata, lottando contro il pianto che insorgeva violento
«Mamma?! Mamma sono io ascoltami molto attentamente!...
…sei in casa? Non uscire…per nessun motivo al
mondo, e se
nonna è fuori in giardino…dille di rientrare!
Chiudete la
porta a chiave, e non aprite a nessuno, per nessuno motivo!!!...
…come?...dico sul serio, mamma…
…hanno sparato a Takato! Senti…pare sia stato un
Digimon,
sicuramente deve trattarsi di una ritorsione, e uno di noi, uno
qualsiasi con le proprie famiglie potrebbe essere il prossimo della
lista: vi prego state attente…!!»
Ma a quel
punto giunse qualcuno accanto a lei
«Rika!»…«...Renamon!! Per
quale motivo sei
scesa?!» esclamò la ragazza cercando subito di
nasconderla. La volpe ribatté «Ti stavo chiamando,
ma non
mi rispondevi! Ho visto un’auto della polizia
parcheggiata.»…«Renamon hanno sparato a
Takato…» gemette Rika piombando col volto in
lacrime sul
suo pelo, ma la volpe piuttosto la scosse «Che cosa?!!
CHI?!»…«…non lo so, forse un
Digimon!!»
ribadiva la ragazza asciugandosi gli occhi. Renamon guardò
verso
l’alto e disse duramente «Io vado a cercare chi
è
stato!»…«NO!!»
gridò però Rika
trattenendola per la zampa «Non lasciarmi da
sola…!!» supplicò fra le lacrime.
Renamon la
fissò e a un certo punto gridò «MA NON
PUO’
ESSERE SPARITO NEL NULLA!!»
…pochi istanti dopo però, alla vista di Rika che
piangeva
si precipitò ad abbracciarla «Perdonami. Scusa
davvero,
oggi con me proprio non si ragiona! E’ che sono sconvolta
come
te, certo che non ti lascio sola: andiamo a casa. Vieni, ti porto con
me, andiamo a casa!» invitandola ad aggrapparsi a lei per
tornare
rapide a suon di balzi…
…poco
dopo anche Rea rispondeva al cellulare «Pronto? Ah ciao Rika!
Scusa, non ti sento bene.» tappandosi l’altro
orecchio
«Qui c’è molta confusione, è
che Benji
è malato: vedi un po’? Siamo riusciti a resistere
a
Digiworld, e da ieri sera ha un febbrone da cavallo, così io
sono allo studio medico a ritirare dei certificati, mentre Henry
è andato al centro di riabilitazione, per la faccenda di
Petalmon!...
…cosa?! Ma stai piangendo?!! Che cosa è
accaduto?!»
«Rea hanno
sparato a Takato, siamo…tutti in pericolo, anche tu ed Henry
state attenti!» replicava la voce di
Rika sull’orlo
del pianto «Il
bambino! Mi raccomando, proteggete il bambino,
io…appena torna Ryo vado all’ospedale, ci
rincontriamo
tutti là, d’accordo?»
Il cellulare era a un passo dal cadere dalla mano di Rea.
«Sì?» rispondeva Kenta al telefono di
casa
«Ah, ciao Rea, avete mangiato bene ieri sera? Poi avete fatto
la
pace?» chiedeva con divertita curiosità, ma il suo
sorriso
si spense presto «Un attimo…perché hai
quella voce,
è successo qualcosa?»
(sua madre e Yuki
passeggiavano alle sue spalle «Quando sapremo il sesso gli
compreremo il corredino!»…«Ne visti di
splendidi per
Digimon, al mio mondo!» ma quest’ultima si
soffermò
dubbiosa…)
«…come
hai detto…?» rabbrividì Kenta, ma pur
con sforzo
cercò di simulare «No è
che…vedi Rea qua
attorno c’è…io non vorrei che
sentisse…» ma Yuki «Troppo tardi Kenta,
ho
già
sentito!»…«Ihm!!»…«Cos’era
che non dovevo sapere?»…«Scusa un attimo
Rea.
Yuki…ti devo dire una cosa però tu stai calma,
eh?»…«Beh inizia prima tu: hai una
faccia tirata da
far paura!»
Il ragazzo
espresse con voce tremula «E’ successa una cosa
brutta a
Takato…qualcuno gli ha
sparato.»…«IHMMM?!!
CooooOOME?!» stridette inorridita la ragazza,
dopododiché
si piegò «Ahhh!
A-AAHHHH!!!»…«YUKI! Oh
mio Dio: Rea scusa mia moglie si sente male!» riagganciando
il
telefono «Yuki che cos’hai, che ti
senti?!!»…«A-Aiuto la pancia, u-un
dolore bestiale!
Ihhhhhf, non respiro!!!» (accorse anche la signora Kitagawa
«Yuki!!») «Presto mamma, portiamola sul
letto!!»
…pochi
istanti dopo Rea rientrava di corsa a casa e si precipitava nella
stanza di suo figlio…tirando un immenso sospiro di sollievo
quando lo rivide nel lettino, e lo prese per stringerlo forte tra le
lacrime.
Suzie arrivava
dall’altra stanza «Ecco un po’ di latte
per il nostro
malatino! Rea…
…ma sei
già tornata? Hai fatto coi
certificati?»…«Suzie…»
Negli stessi
istanti si udiva rumore di chiavi, e la voce di Henry
«Terriermon,
momentai.»…«Momentai un corno! Ti
ho detto che tu e tua moglie me la pagherete con questa storia di
Petalmon!»…«Ahahah!» rise il
ragazzo ma quando
fu in stanza «Siete già tutte qui?» sua
moglie si
gettò su di lui «Henry è successa una
cosa
terribile!!»…«Benji sta poco
bene?!!»…«No…»
alzando i suoi occhi
addolorati «…si tratta di Takato. Qualcuno gli ha
sparato
un colpo di
pistola.»…«Ahhh!!!»
trasalì
il ragazzo, così come sua sorella. Terriermon
esclamò
«CHE COSA?!!!» incredulo almeno quanto Lopmon (di
cui
notare il cappellino bianco da infermiera) (fine-canzone)
Ryo stava
rientrando a casa «Non capisco perché il medico
debba fare
quell’aria sospettosa! Perché mi ha prescritto
queste
analisi? Io non ne ho bisogno! Questa è roba
per…pfff!» ed era tentato ad accartocciare il
foglietto e
gettarlo nel giardino «…per gente ridotta a
lumicino, non
per domatori di Digimon! D’accordo che non lo sono
più ma
ciò non toglie che lo sia stato fino a pochi giorni fa! Mi
secca
in un modo che non hai idea, senza contare la figuraccia che
farò agli occhi di mia moglie: vedi che Rika si
agiterà
per questa storia, quasi non glielo dico, tanto lei già ha i
casini sentimentali di Renamon a cui pensare!»
Quando all’interno dell’abitazione…
«Ma chi
può essere stato…?» ripeteva
stancamente la signora
Seiko, ma Renamon ribatteva decisa «Chiunque signora,
chiunque!!» camminando avanti e indietro per la sala in una
dimostrazione d’ansia piuttosto inconsueta per lei, e
tuonando
«Qui il problema è che i nemici affrontati a
Digiworld
hanno un’identità di copertura sul suolo
terrestre!!»
Rumiko intanto
mormorava «La Signora è molto
agitata…mi dispiace
vederla così e io so di chi è la colpa (!) Di
qualcuno
che ci teniamo anche in casa (!!) » ma Renamon
udì, e
sospirò di tensione «La colpa…
…qui
è del fatto che non siamo abbastanza tutelati!! Io
è per
questo che me la prendo!! Un Digimon da solo può pensare a
tutto!!»
In quegli stessi
istanti Rika giungeva visibilmente agitata «Ho provato a
chiamare
Ryo al cellulare! Non risponde…» ma la madre
andò
da lei «Sta calma Rika, tuo marito sarà qui a
momenti.
Appena arriva andiamo tutti dal tuo amico, come
d’accordo.»…«N-No voi no,
mamma, è
meglio che rimaniate qua!!»…«Ma come noi
no, e
allora voi?! Tu? Tuo marito, la Signora e i suoi figli?! Non siete
ugualmente in pericolo se non di più?! A Digiworld
c’eravate voi, non me e tua
nonna!»…«M-Mamma…»
supplicava la
ragazza anteponendo le mani in un estremo sforzo di mantenere la calma.
Calma che a Renamon sembrava sfuggita «Sono passati i tempi
dei
Digimon malvagi e delle creature informatiche!! Uno qualunque di quegli
esseri potrebbe presentarsi alla porta
e…eee…» ma
si udì un rumore proprio là dove il suo artiglio
stava
indicando, e tutti sobbalzarono
«Ahhhhhhh!!!»…«Oh mio Dio si
tratterà
dell’essere che ha sparato a Takato?!»
ipotizzò
Rumiko. Renamon si mise sull’allerta, ma Seiko
segnalò
«No, è tuo marito Rika!» al che la
ragazza si
precipitò ad aprire, seppur di un solo spiraglio ma
sufficiente
per il capolino di Ryo «Che succede qui, perché
state
chiusi in questo modo? Ptsss!...ci stanno di nuovo Himi e Imagomon?
OPS!...
…scusa
Renamon.» con mano dietro la nuca e sorriso un po’
tirato
«Bene!» fece Seiko «Ryo è
arrivato per
cui…noi è meglio che togliamo il disturbo, vieni
Rumiko.»
«Ma si
può sapere che succede Rika? Oggi in questa casa sembra ci
sia
il Gran consiglio dell’Alte sfere digitali, ho assistito a
una
seduta!»
Rimasero solo Rika e
Renamon, e la prima disse «Amore mio!!»
prendendogli il
volto tra le mani «I-Io devo dirt…
…che ti
ha detto il medico?»…«Come? Nooo,
bah-pfff!»
agitando il foglietto «Mi ha confermato ciò che ha
detto
l’altra volta! Ho la labirintite: è stata una
visita
inutile, devo continuare a fare quelle cure che mi ha
dato!»…«Fammi
vedere…» Rika tese la
mano al foglio, ma lui «Naaah! Roba di routine:
aspetta-aspetta
che…» piegandosi…e lanciando la pallina
di carta
nel cestino «Canestro! Vedi? I riflessi sono
migliorati!»…«Hanno sparato a
Takato.»…«Sì lo so sono un
vero asso nel
centrare il bersaglio!...
…CHE COSA?!!» (canzone: Laura
Pausini - Mi dispiace (strumentale) )
E restarono a
guardarsi appenati «Sì, è
così…
…è
avvenuto al suo negozio, uno sconosciuto ha fatto
breccia…e…» Ryo le afferrò
le braccia
«E adesso come sta?!!»…«Non lo
so,
lo…hanno portato all’ospedale, io stavo aspettando
te per
andare, ti chiamavo ma tu…non rispondevi!!»
Ryo rimase
imbambolato come un bambino, per lungo tempo restò a
guardarla,
ma poi quando vide le sue lacrime…la portò vicino
a
sé e la strinse con paterna dolcezza per riscaldarla
«Ma
lui sta bene…» carezzandole il capo
«…è un ragazzo forte, il nostro amico
niente lo
butta giù!»…«H-Ho
avuto…tanta paura
per te!! Temevo ti fosse successo
qualcosa!!»…«A-A
me?? E…perché sarebbe dovuto succedermi qualcosa,
sciocchina?»…«Quello che ha sparato a
Takato…dicono sia stato un
Digimon!!»…«Come?!» si
insospettì lo
sguardo di Ryo, mentre Rika singhiozzava e Renamon veniva avanti
«E’ così. Sembra che la madre sia
riuscita a
scorgere caratteristiche…del tutto umane.» Rika
seguitava
a insistere «Capisci adesso?!! Capisci perché
temevo ti
fosse successo qualcosa?!! Se è stato un Digimon
è sicuro
che l’ha fatto perché ci odia, per quello che
abbiamo
fatto a Digiworld!! Violetta e i suoi figli sono ancora liberi e questo
equivale a dire che nessuno di noi è al sicuro…
…e se a
te capita qualcosa io che faccio?!! Dove vado a sbattermi la testa,
proprio adesso che sono riuscita a recuperarti, dalle macerie della mia
vita?!!» gettandosi in lacrime su di lui, che
restò
colpito da quelle parole…
“E
io…che pensavo ai miei stupidi problemi. Che valore possono
avere, quattro stupide analisi e un dolore alla testa,
quando…ci
sono persone da sostenere, come mia moglie…che mi rivolge
simili
splendide parole, e…
…Takato…che…ora starà
lottando contro la
morte! Non c’è niente da fare…sono
proprio un
ragazzino: Ryo Akiyama non crescerai mai! Possibile che tu non capisca
quando è ora di essere maturi?” «Ryo, ho
tanta paura
per Takato!!!» esclamò Rika, e Renamon chiese
indicando se
stessa «Ci…faranno entrare in ospedale? Non
possono
lasciarci senza notizie!!» Ancora Rika «H-Ho detto
a
mamma…di non uscire di casa, e ho telefonato anche agli
altri
dicendo di fare altrettanto perché…non sappiamo
se siamo
sotto attacco!!»
Ryo si sentiva
sommerso da tutte informazioni, ma strinse gli occhi per inglobarle ed
evocare la calma «Hai…fatto bene. Vedi? Come al
solito ti
vengono le idee migliori in queste situazioni, ora noi andiamo
all’ospedale. Ci accompagna Renamon: Renamon…te la
senti,
no?»…«Ma
certo!!!»…«Una volta
lì io…mi inventerò qualcosa per far
entrare anche
voi Digimon, non temete: ho già un paio di cose in mente. Ah
e…riguardo a scoprire chi è
stato…» Ryo
passeggiava, nascondendo lo sguardo per celare il dolore e
l’apprensione «…ci occuperemo anche di
quello! E la
pagherà. Uhmf, vi assicuro quanto è vero il nome
che
porto che quell’essere…chiunque idiota mai sia si
pentirà di aver fatto questo al nostro amico: non sa in che
guaio si è cacciato, noi Digimon Tamers lo sistemeremo per
le
fest…oh?!» solo in quel momento ricordò
di avere le
mani vuote, vuote di un Digivice, vuote di un Digimon. Ma
deglutì quel boccone amaro «Insomma sono certo che
voi
saprete dargli quanto si merita!» per poi guardare verso
l’alto “Ecco, in questo momento di sto odiando,
Cyberdramon! Bell’affare abbandonarmi così, e
farmi
ritrovare senza un Digimon per proteggere il mio amico a cui hanno
fatto del male. Senza un Digimon per tranquillizzare mia moglie e la
sua famiglia, dovendo contare esclusivamente sulle mie forze! Grazie,
ti devo un favore!!!” tuttavia occultò la rabbia
rivolgendosi a Rika e Renamon in quel momento bisognose entrambe della
sua guida «Ora…facciamo in questo modo: non
preoccupatevi,
d’accordo? Lasciate fare a me! Andiamo…»
e costoro
si affidarono a lui…
…Kenta
era ancora al telefono «Devi credermi Henry, a-appena
l’ha
saputo mia moglie si è sentita male, non sai quanta paura ho
avuto che fosse un aborto!!!»
…mentre alle
sue spalle il medico lasciava la mano di Yuki «E’
tutto a
posto: però stia
tranquilla.»…«La ringrazio
dottore, ma io non posso stare tranquilla, capisce? Non posso stare
calma, hanno ferito un mio amico!! Kenta!! Kenta muoviamoci, dobbiamo
andare all’ospedale!!» Il ragazzo si volse con
espressione
disperata «Yuki non è il caso che ti muovi dal
letto!!» con eco di sua madre «Kenta ha ragione
cara.» ma Yuki era sull’orlo del pianto
«Ma non
possiamo non accertarci di come sta Takato!!»
…quando invece a casa Wong
«Sì…! Sì
Kenta andiamo prima noi!! A-Appena sappiamo qualcosa…te lo
facciamo sapere! Vi contattiamo!!» erano le parole disperate
di
Henry, che più fra tutti pareva perso fra i singhiozzi tanto
che
Rea si preoccupò per lui «Amore
mio…!»…«Rea, lui si
salverà
vero?» chiedeva con l’esatta espressione di un
bambino
«Takato non morirà, è così?
P-Perché
se succede qualcosa al mio amico io muoio, io ve lo giuro, non
riuscirei a sopportarlo!!» abbandonandosi
nell’abbraccio
della moglie, in mezzo al quale c’era Terriermon nel suo
più sottile e straziato
«Henry…momentai…» col volto
rigato di
lacrime. Ma Henry stringeva Rea e piangeva «Povero Takato!
Po-Povero amico mio ma chi può esser stato a fargli
questo?!!
Chi lo può odiare a tal
punto?!!»…«…non lo so ma quel
che è
certo è che non lo lasceremo solo: sono stati avvertiti
tutti?!
Suzie…ci sarebbe da dirlo a Jeri…»
Ma la
giovane in lacrime replicò con rabbia «Tanto a che
serve
che la avverto?! A quella non importa niente, né di Takato
né di
noi!!»…«Perché dici
questo?!» gemette Henry, e Suzie insinuò ironica
«Non sapete…? L’ho incontrata questa
mattina al
convento, forse ha scoperto di avere la vocazione!» ma il
discorso fu interrotto dall’arrivo della madre di Rea
«Dove
state andando?! Ihhh, ma siete matti ad uscire dopo quello che
è
successo?!!»…«Mamma! Mamma ti prego: noi
DOBBIAMO
uscire…!» scandì sua figlia
nell’estrema
supplica di non litigare «E il bambino?! Il bambino con chi
resta?! Non sarete così folli da portarlo con voi o
lasciarlo
solo?!»
Lopmon
intervenne «Giusto! Chi resta e chi va
all’ospedale? Non
è prudente lasciare la signora a casa con Benji e senza un
Digimon!» Terriermon obiettò «Ma
così facendo
un domatore rimarrebbe scoperto! Il problema è che noi
Digimon
siamo pochi, e le persone da proteggere sono tante! Genitori, figli,
nonni, nipoti! Non ce la facciamo a dividerci fra tutti!!» ma
Suzie ammise molto seria «Resto io a casa, e Lopmon assieme a
me,
Benji, e la signora. Così per qualsiasi evenienza ci siamo
noi:
Lopmon te la senti? Non ti dispiace non andare
all’ospedale?»…«A-A
me…?» chiese
la Digimon col cappellino da infermiera, ma benché fosse un
po’ insicura alla fine rispose «…no,
certo che va
bene.» e la sua domatrice «Henry e Rea invece
andranno
entrambi all’ospedale, con Terriermon, così nel
caso
potranno
biodigievolvere.»…«Sì.
Sì!
Presto andiamo!!» esortò Henry, ma prima
tornò
indietro ed abbracciò Suzie «Grazie,
sorellina!»
Costei gli prese le mani «Solo una cosa!» chiese
supplicando «Vi prego, appena sapete di
Takato…telefonateci!! N-Non fate che…sparite, e
ci
lasciate qui per ore senza notizie!»...«Non lo
faremo!» disse Henry «Te lo promettiamo!»
confermò Rea, e Terriermon «Presto allora, andiamo
di
corsa all’ospedale!»
«State
indietro!!» gridò Jeri spaccando un bicchiere e
anteponendo la parte tagliente. Il medico si frappose di fronte al
signor Katou, mentre la ragazza accennava
«O…potrei anche
commettere una sciocchezza…» avvicinando il vetro
ai suoi
polsi.
Il padre
nonostante tutto volle avanzare «Jeri noi vogliamo solo
aiutarti!
Non…c’era bisogno di
scappare!»…«Gran
bell’aiuto papà…ricoverarmi mentre ero
addormentata! Ma io non sono pazza!!...e non mi farò mettere
in
trappola da voi due!»…«Figliola, qui
nessuno ha
detto che sei pazza: ragioniamo!»…«Io
non voglio
ragionare, non voglio sentire una parola!! Finalmente ti sei svelato
nelle tue vere intenzioni…» mormorò con
odio, ma
poi squillò il suo cellulare: Katou mosse un passo, ma Jeri
«INDIETRO!!» antepose il vetro
tagliente…allungando
la mano fino alla borsa sul bancone…ed aprendo lentamente il
telefono «Pronto…?»
Teneva l’altro braccio teso, e lo sguardo puntato verso padre
e
medico «Si Kenta, che cosa c’è?! Sono
impegnata in
questo momento.» scandì duramente. Ma qualcosa la
portò a dilatare sempre più gli occhi…
…e dopo pochi istanti si udì il tintinnio del
vetro a
terra, seguito dal suo drastico svenimento «JERI!!»
il
padre si avventò su di lei, ed il dottor Kimura
«Presto,
è svenuta!!»
Il volto di Jeri era pallido e addormentato…
…uguale a
quello di lui, mentre lo conducevano in ospedale
«TAKATOOO!»…«Fine della corsa,
signorina! E
sappia che le abbiamo anche permesso troppo, consentendole di salire
sull’ambulanza quando in realtà si tratta solo di
un’estranea!»
I portantini si
frapponevano, ed impedivano a Cindermon di seguirlo. Lei tendeva la
mano disperata, come un animale strappato al padrone «Non
possono
portarmelo via!...
…è
il mio Digimon Tamer!! Io devo stare con lui, non pooosso
abbandonarlo!»
(si facevano cenni
eloquenti «Ma questa è
tocca.»…«Eppure
sembra molto convinta.»)
«Lui
è il mio Digimon Taaamer! Takato!
Nooo…»…«Si calmi.»
la sostenne uno di
loro «Devono intervenire d’urgenza, la pallottola
ha
colpito il cuore. E’ grave. Gravissimo…»
Quelle parole
paralizzarono la sua reazione…facendo il suo viso
imbambolato…(fine-canzone)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 39 *** Il destino di Takato ***
puntataDT2
Takehiro assumeva tutto d’un fiato qualcosa di forte, posando
il
bicchiere e mormorando «Miiie…!
Nakao…!» ma
l’effetto dell’alcol era ben percepibile dalla sua
voce
distorta, e dal suo passo barcollante «Mi ha-Mi hanno
lasciato
tutti…e adesso che faccio? C-Chi vado a cercare…?
Il mio
figlio grande…o il mio figlio piccolo? I-Il mio figlio
vivo…ma in fin di vita…oooppure il mio figlio che
sta
bene ma che dicono sia morto? A-Ahhh!» dovette aggrapparsi al
lavandino, poiché stava per inciampare «Mie ha
detto che
potremmo tranquillamente morire tutti…è proprio
impazzita! Però…
…però Takato…miii ha salvato la vita,
si è
preso lui quello sparo per me!» scivolando sulla sedia, ed
alzando occhi umidi e sofferenti «Io…non ho il
coraggio di
ripresentarmi da lui, dopo quello che gli ho fatto passare!»
biascicò agitando quel mazzetto di banconote con cui voleva
pagare suo figlio, per poi sbatterle sul tavolo «Nooo, ho
troppa
vergogna: a questo punto preferisco andare a cercare uno
spettro.» decretò e così si
alzò
«Nakaaao…!»
Il ragazzino
trovava rifugio nei vicoli oscuri della città, in cui
smarriva i
suoi occhi grandi e sconvolti e riprendeva fiato a grossi respiri
«Sono…fuggiti tutti, in direzioni diverse!! Lo
avverto…anche la signora è corsa via…
…la
famiglia si è sfasciata!! Ma a questo punto…che
ne
sarà di noi?!...
…è stato Guilmon!» ricordò
in un piccolo
sussulto, rivedendo quel guanto che cadeva e scopriva la zampa
«L’ho visto, sono sicuro che è stato
lui! Non
è vero ciò che crede Takato e cioè che
lui sia
morto!! E così? Ora Guilmon ha sparato al suo domatore! E
forse
l’ha ucciso…
…forse Takato morirà…mio fratello
diventerà
come me…» guardandosi i palmi delle mani
«E’…strano, per lungo tempo non ho fatto
che
desiderare questo, però adesso!...»
Ricordando
dei gesti gentili di suo fratello, in cima alla scala, poco prima della
disgrazia…
«…non capisco più niente, è
buio attorno a
meee, qual è la strada giusta da seguire?!!»
Il ragazzino si
portò le mani tra i folti capelli neri, calando lentamente
quegli occhialoni rubati, che si adagiarono un po’ storti sul
suo
viso…
Mie vagava senza
meta per la città, con lo sguardo assente e sperduto, ed un
respiro animato dall’ansia. Qualcuno la riconosceva
«Oh!
Buongiorno signora Mie.» ma lei procedeva come se non avesse
udito affatto. E chi la salutava si scambiava sguardi dubbiosi.
Ma quelle voci sembravano accrescere la sua apprensione…
Intanto il
buio di un canale rivelava lo sguardo sconvolto di un ragazzo, che
balbettava «I-Il tunnel…p-per la raccolta delle
acque!
Quanti ricordi…»
Il
Digignomo sulla maglietta si intravedeva dalla lampo aperta del
giubotto. Schizzi di sangue macchiavano il suo corpo lucente.
«Ma
questa è la fine!» decretò il ragazzo
scuotendo il
capo, e stringendo il suo corpo tremante «Stavolta...nessuno
potrà salvarci dalla disgrazia! Allora che senso ha avuto
tutto
questo?!» alzando gli occhi verso l’alto
«Solo una
lunga…straziante sofferenza?! Takato…n-non
è mai
morto! Ha atteso questi dieci lunghi anni forse invocando il mio nome e
io c-che ho fatto…?!» scandiva inorridito, fra la
penombra
e quelle luci rossastre mai mutate «…io gli ho
sparaaaaato, mosso dal mio risentimento! E dal mio odio!! Gli ho
sparato!! E forse l’ho ucciso!! Io ho ucciso il mio domatore,
il
mio bambino, non posso pensarci, nooo!!!»
Singhiozzava senza lacrime, e si lasciava cadere lungo la parete, senza
smettere di brandire quella pistola «Spinto
dall’acredine…avrei sparato a suo padre,
l’avrei
ucciso, non mi rendevo conto che era un inganno!!» buttando
il
volto sulle braccia incrociate «La signorina Asanuma mi ha
ingannato!! Non so perché mai abbia fatto una cosa
così
crudele ma resta il fatto che io le ho dato retta!! E CHE HO FATTO?!!
H-Ho premuto il grilletto…CONTRO IL MIO POVERO BAMBINO! Ma
che
mi è successo?!! I-Io sono diventato…UN MOSTRO!!
Che ne
è più di quel Digimon che avevano affidato a
te?!! Siamo
morti entrambi?!! RISPONDI TAKATO!!» alzandosi in piedi
«DAL FONDO DI QUESTO TUNNEL TI CHIEDO, SIAMO MORTI
ENTRAMBI?!!
Yuggoth è tornato, e ha inghiottito per sempre sia me che
te?!!
Beh?! Sai che ti dico?! In questo momento vorrei tanto che mi prendesse
fino a divorare uno per uno ogni mio singolo dato, VORREI CHE NON FOSSI
MAI ESISTITO!! E mai, mai, mai quel m-m---MALEDETTO GIORNO FOSSI
ENTRATO NELLA TUA VITA!! Perché?!» (canzone:
Claudio
Baglioni - In un'altra vita)
guardandosi i palmi delle zampe, una coperta e una no
«Perché il destino ha permesso alla disgrazia di
travolgerti…attraverso la chiamata di un Digivice?! Takato
quel
giorno non avresti mai dovuto rispondere, PERCHE’ NON SEI
RIMASTO
A CASA DAI TUOI GENITORI, PERCHE’ HAI RAGGIUNTO QUEL DEPOSITO
ABBANDONATO?!! Se non l’avessi fatto…
…ORA NON
STARESTI PER MORIRE!!! Quel deposito abbandonato…? Quel
deposito
abbandonato…
…ora quel luogo chiama me, devo tornarci…
…il luogo
da cui tutto è iniziato, quella sera di ormai troppi anni
fa…» ripeté con una strana
meccanicità…
Cindermon
respirava affannata e incredula, con le lacrime a segnare il suo volto
in quel punto di arrivi e partenze, fra barelle e ambulanze.
C’erano feriti di ogni sorta, ma lì, sotto il sole
all’entrata del Pronto Soccorso lei ne vedeva solo uno, anche
se
non poteva raggiungerlo. Allora alzava gli occhi verso le finestre, e
cercava di immaginare in quale stanza uno squadrone di medici ponesse
le mani sul corpo di quel ragazzo a lei caro…
…così passeggiava «…ti ho
disobbedito,
mamma…
…del resto io sono sempre la solita. Tu mi avevi detto di
proteggerlo, ti eri premurata! Ma tanto io cosa faccio, se non danni?
Pfff…
…mi hanno persino affidato un domatore. Il migliore fra loro
e
io cosa faccio? UNA SCENATA alla SUA FIDANZATA, quella è
pure
incinta! Sarei proprio da prendere a schiaffi. Ma cosa ci sono andata a
fare? Cosa pretendo? Se io fossi stata con lui…
…ora il mio povero…d-domatore potrebbe gioire al
pensiero
del figlio che sta per avere!! E’ questo che dovremmo fare
noi
Digimon!!» esclamava fra i singhiozzi, appoggiando la mano ad
un
albero «Aiutare…gli esseri umani…a
vivere, e invece
ora grazie a me il mio Takato sta morendo! I-Il mio amico, il
mio…
…a-amore sta morendo!» adagiando il capo sulla
corteccia,
e versando lacrime con il fermento ospedaliero alle spalle.
Finché non si udì chiamare
«Cindermon!!»…«Oh?»
e alzò
debolmente la testa.
Rika
si precipitò da lei, che dovette sorreggerla
perché stava
inciampando sui suoi tacchi «Come sta Takato?!!»
gridò aggrappandosi al suo manto, e lei scosse il capo
«Sta morendo, Rika…»
La
ragazza le saltò addosso in un abbraccio «STA
MORENDO!! IL
MIO TAKATO STA MORENDO, I MEDICI HANNO DETTO CHE E’
GRAVE!!»
…mentre arrivavano anche Ryo con Renamon ed Henry e Rea con
Terriermon, tutti sconvolti.
«L-Li ho sentiti mentre dicevano che ha una pallottola nel
cuore!!» si disperava Cindermon «CAPITE?!
Q-Qualcuno-gli ha
messo-una pallottola-nel cuore, qualcuno…!! C-Che io
finché sarò viva non smetterò mai di
maledire HA
FICCATO-UNA PALLOTTOLA…nel suo cuore buono e umile, e forse
per
questo smetterà di battere!!»
Fu
commuovente la reazione impetuosa e istintiva dei domatori, che
scoppiarono in lacrime e chi poteva strinse forte il suo Digimon, a
dispetto dell’età, come un bambino col proprio
peluche nei
momenti difficili: Rika con le sue unghie smaltate afferrò
pelo
di Renamon, Henry e Rea stretti a Terriermon fino a soffocarlo.
Solo
Ryo rimaneva solo, e compiva uno sforzo incredibile per trattenere il
pianto, e mostrarsi stabile «Ora…vedrete, presto
avremo
notizie rincuoranti: qui è così ogni volta appena
arrivi.»
Kenta si precipitò trafelato, a seguito di una corsa
«Scusate! Io…ho fatto prima che potevo, ho
approfittato
del fatto che mia moglie dormiva altrimenti quella
lì…!» ma non aveva neanche finito di
dirlo che
tuonò una voce nasale «Ma sei PAZZO dico a fare
una cosa
del genere???!!!»…«Yuki!»
sobbalzò e
gli si storsero un po’ gli occhiali «Sono venuta
col taxi!
Mi volevi far morire del tutto, a me e ai nostri
figli?!»…«M-Ma…non dire
eresie, io l’ho
fatto solo per proteggerti!»…«Il mio
posto è
QUI capito QUI! Dove hanno ferito Takato, io è per lui che
mi
sono sentita male e posso star meglio solo vegliando con
voi!»
Alla fine il marito cedette, appoggiando il capo alla spalla di lei che
fece «Vieni qui, disgraziato…»
Renamon
passeggiava, e sembrava sussurrare delle parole «Renamon, che
fai?» le chiese Terriermon
«Shhh…» fece lei
«…sto pregando Guilmon: chiedo al nostro amico da
lassù di proteggere il suo caro amico…e di
lascercelo
ancora.»…«F-Fai bene! Posso farlo
anch’io?»…«Certo Terriermon,
preghiamo
insieme!» ed il Digimon congiunge le orecchie «Ti
prego
vecchio Guilmon, abbi pietà di tutti noi! Il mio
Henry…
…è disperato…»
Infatti Henry versava lacrime ininterrotte, senza preoccuparsi di
mostrarlo, con sua moglie che si sforzava
«Coraggio…» ed anche Kenta cercava di
mantenere un
certo contegno «Henry, capiamo…come ti
senti.» ma
lui «No, amici miei, mi dispiace! I-Io…non mi sono
mai
sentito come sto ora! E’ che Takato
è…davvero
così buono! E’ il mio migliore amico, non posso
pensare
che qualcuno abbia voluto fargli del male, mi spiace, non
posso…»
Ma
all’improvviso risuonò una voce «Ma che
bella
sorpresa!»
I
ragazzi si volsero verso il cielo, dove troneggiavano due sagome
«Non ci aspettavamo di trovarvi qui, sarà
più
divertente!» disse il giovane col tamburo.
Henry avanzò attonito «Starshipmon e
Teardropmon…» per poi esplodere nella rabbia
«… ora mancavate solo voi!!! Possibile che non lo
capiate,
ora non abbiamo voglia di combattere!! Nella vita…non si
può sempre combattere! Quando una persona cara sta
rischiando la
vita…mancano le forze! E si può solo
pregare…»
«Udite udite, sento male o questi si arrendono prima di
cominciare?»…«Vorrà dire che
sarà uno
scherzo ultimare la missione, Teardropmon.»
«Ahh!! Che cosa volete?!» esclamò Rika,
e
Teardropmon ribatté «Il generatore principale
dell’ospedale, ne ho bisogno per la mia rete
domestica!!»
Yuki esplose «Ma siete pazziii?!! Così lascerete a
secco
una miriade di malati che hanno bisogno di cure, compreso
Takato!!»…«A ME NON IMPORTA NULLA DEI
VOSTRI STUPIDI
PROBLEMI! Io ho da riattivare il sistema elettrico della mia dimora, il
vostro amico sarà ben lieto di sacrificarsi!!» ma
Henry
ringhiò «Taci brutto bastardo, piuttosto ti faccio
saltare
tutti i denti…!!»…«E io
sarò qui ad
aiutarti Henry!» balzò a terra Terriermon
«Presto
ragazzi trasformiamoci!!» comandò Rea.
Ryo disse
«Kenta, prendi tu il posto di Takato.» tenendogli
le mani
sulle spalle «Io??»…«Certo: in
mancanza sua, e
mia, tu sei di certo il più indicato al comando della
battaglia…» Il ragazzo restò colpito ma
dopo
qualche istante «…farò tutto il
possibile!!»…«Io intanto
resterò con
Cindermon! Vieni Cindermon: mettiamoci al sicuro.»
prendendola
per mano, mentre lei assisteva con sguardo imbambolato…
Renamon & Rika «BIODIGIEVOLUZIONE
DEL FUTURO!!»
Henry, Rea & Terriermon «BIODIGIEVOLUZIONE DEL FUTURO!!»
Kenta & MarineAngemon «BIODIGIEVOLUZIONE DEL FUTURO!!»
«RENAMON
BIODIGIEVOLVEEE…IRISMON!!!»
l’elegante signora dal cappuccio perlato.
«TERRIERMON
BIODIGIEVOLVEEE…CUPIDMON!»
l’agile arciere verdino dell’amore.
«MARINEANGEMON
BIODIGIEVOLVEEE…GENIUSMON!»
l’arabeggiante genio dei sogni.
Tuffandosi tra
le grida di sconforto e stupore dei civili, i tre Digimon si pararono
con decisione di fronte al muro dell’ospedale.
«Giù le mani dall’ospedale!!!»
esclamò
aggressivo Cupidmon.
«Osate
ostacolarci?!» Teardropmon si preparò, e sua
sorella
incattivì lo sguardo «Non vi conviene, sapete che
siamo
germogliati dai dati di Guardianmon, la nostra potenza è
nettamente superiore alla vostra!» ma una voce la
contraddisse
«Guarda che non ti conviene sottovalutarci!!»
Era il
genio dagli occhiali di corallo, che si innalzava fluttuando
«La
vita ci ha dato botte su botte, e ci siamo sempre rialzati! Se si
tratta di difendere quello che amiamo non ci ferma nessuno, mi spiace!!
Ma nella trappola vi ci siete infilati voi!! Amici:
addosso!!» in
un gesto della sciabola.
«Ah!! Mitragliatore
galattico!!»…«Mosaico spettrale!!»
In pochi
istanti la battaglia esplose, ma i Digimon del futuro si scagliarono
contro i nemici attraverso le loro raffiche.
Cindermon
commentò «Non li ho…mai
visti…così
infuriati…» Ryo accanto a lei spiegava
«Pur di
proteggere l’amicizia che ci lega siamo disposti a perdere la
vita.» stringendo gli occhi «Coraggio ragazzi!
Forza…»
Alla
Digimon, colpita da quelle parole, non restò che assistere
impotente a quello scontro accanito…(fine-canzone)
«Mi…faccia capire bene, perché non mi
è del
tutto chiaro, signora…» scandiva la piccola Akiko
accentando particolarmente l’ultima parola, benché
a
Violetta fosse un pizzico sgradita «Uhmuhmuhmuhm!...uhmmm (!)
»…«Lei è
un’intenditrice di Digimon?
E’ in grado di fornirmi informazioni…sui miei
particolari
poteri? Io è per questo che ho accettato di
venire!»…«Ghghghghgh, ma ceeerto,
piccolina puoi
scommetterci! I tuoi interrogativi troveranno…tutti
risposta!»…«E non mi tratti come una
bambina
stupida.»…«Gulp (!)
»…«Non lo
sopporto…» affermava Akiko con profonda
serietà,
parlando già come una comandante nonostante la giovanissima
età «Tutt’altro! Ti darò
prova…che le
mie non sono vanterie e sai come farò?»
avvicinando il suo
volto e sfoderando un sorriso ammiccante «Io
trasformerò
la tua mamma…in un Digimon…!!! Non è
fantastico?!»
Akiko
spalancò gli occhi “E’ in grado di
trasformare gli
umani in Digimon?! Se questa donna non mente allora…sa
davvero
molte cose! Mi conviene restare fino a che non avrò attinto
le
risposte che cerco: perché possiedo questi poteri...che mi
separano…da tutti gli altri…?»
osservando i palmi
delle sue mani, fino a che non sussultò per aver udito i
passi
della madre alle sue spalle «Beh allora? Quando è
che si
dovrebbe cominciare, almeno in teoria?!» chiese Asanuma, e
Violetta «Ptsss, quando arriva IceDevimon! Che poi gli avevo
detto di essere puntuale, e adesso dimmi seriamente se uno non si deve
innervosire per queste cose! Perché niente,
c’è
proprio l’atteggiamento come se gli altri fossero tutti a
tappeto
e non avessero altro da fare: io invece avevo qualcosa da fare! Io mi
dovevo fa-re, i pie-di! E adesso grazie a lui non posso, ho dei piedi
da far paura, sembrano le zampe di, diii…un Gryphonmon e non
mi
posso mettere le scarpe aperte per colpa di IceDevimon!»
Akiko si volse e
intervenne «IceDevimon sarebbe la creatura che ieri
nascondevate?!» e le due donne rimasero interdette
«Ehehehehehhhh…(!)» fece un sorriso
tirato Violetta,
e la bambina puntualizzò «Signora, ha sulla punta
della
lingua la domanda “perché non guardi qualche bel
cartone
animato invece di impicciarti?!”» ma in quel
momento si
udì un’altra voce «Chi è che
mi ha
nominato?»
Akiko
alzò lo sguardo, ma la creatura candida che le
passò
vicino non si degnò di guardarla. Ora poteva vedere la sua
schiena, mentre spalancava le enormi ali scrollando cubetti di ghiaccio
«Ho notato che in città c’è
un grande
movimento: non si offenderanno, le signore, se ho pensato subito a loro
quando ho visto…LA
POLIZIA…»…«Che cosa
vorresti insinuare?!» sobbalzò Asanuma, ma
Violetta
«No dai, non litigate cheee…i litigi coniugali
sono sempre
contro indicati nell’età evolutiv-uhm!!»
però
Akiko ci tenne a puntualizzare «Ma lui non è il
mio
papà…io ce l’ho un
padre…»
raddrizzandosi gli occhiali, ma non mancando di scrutare con un certo
interesse quella figura alata che non si girava, ma si limitava a
scandire «Ci mancherebbe altro, piccola, forse non ci vedi
bene
con quegli occhiali?! Io sono un Digimon…! Non potrei mai
essere
tuo padre: noi siamo creature
superiori!»…«Allora si
è accorto che porto gli occhiali! Finora ha fatto sempre
finta
di non guardarmi!»…«Ihmf!!»
…il diavolo di ghiaccio si sentì colto in fallo
«…questa bambina…comincia a mancare di
rispetto per
i miei gusti…!!» ma Akiko non smetteva di
rispondere a
tono «Non si preoccupi, non le mancherò di
rispetto, noi
due ci vedremo poco: ho saputo che mi è stata assegnata una
stanza! Rimarrò lì finché non avrete
ultimato i
vostri affari e non avrò ottenuto le risposte che cercavo.
Volevate una sfida? Ebbene, l’ho accettata.»
volgendo loro
le spalle «Questa casa buia non mi fa paura, sono abituata
all’oscurità e alla solitudine. Dormire qui
equivarrà a farlo da…qualsiasi altra
parte!» ma
quando fu girata, IceDevimon la scrutò con la coda
dell’occhio. Violetta però intervenne prontamente
«Suvvia, qui l’atmosfera si sta facendo soffocante
quando
invece oggi è un giorno di festa e allegria! Akiko?
Ora…guarda molto attentamente ciò che sta per
succedere:
ti sarà molto utile!»…«Se lo
dice lei,
signora…sono sicura che non è
così!»…«Gghghghgh!
(…mamma mia, ma
quanto è acida da uno a dieci? E’ proprio come la
madre)»
Asanuma
bisbigliò «Sembra che ci siamo,
IceDevimon…»
e lui «Mi costa ammetterlo ma circa questo mi trovo
d’accordo con la bambina.» la quale
evidenziò
«La prima cosa su cui siamo d’accordo!» e
Violetta
«Uhmuhmuhm, d’accordo sull’essere contro
di me, tanto
per cambiare! Ma io…vi stupirò! Questa volta ho
in mano
il non plus ultra del potere digitale…»
…aprendo
la sua mano e sfoderando il pupazzetto di Elecmon, circondato da un
alone rosso come i suoi occhi brillanti…
«Se quello
è il non plus ultra del potere digitale allora siamo messi
male.» commentò IceDevimon, ma quel leprottino di
plastica
aveva attratto gli occhi di Akiko, che disse
«…è
carico…di dolore, e frustrazione. E’ come un
cuore, che
piange e si dibatte.» IceDevimon fece faccia dubbiosa
«A me
sembra solo un giocattolo di seconda mano.» ma la bambina
ribatté «Evidentemente è
perché hai paura di
guardarlo!!»…«Come ti
permetti?!!»
sbottò lui, ma Akiko senza timore «E’
così…gli adulti…
…temono
la sofferenza, e così spostano gli occhi da ogni parte. Noi
bambini invece impariamo a guardarla in faccia fin da subito: negli
occhi dei nostri genitori, nell’isolamento che ci
circonda…finché alla fine non vi prendiamo
confidenza. Ci
addormentiamo stretti ad essa, come se tenessimo…quel
pupazzo
tra le braccia.»…«…hai fatto
una figlia fin
troppo poetica, Nami.» commentò il Digimon
«Oppure
ha preso dal padre?»…«IceDevimon! Non
c’è bisogno che si rivolga a mia madre, io sono di
fronte
a lei, può parlare direttamente con
me!»…«M-Mi stai dando ordini?! Ragazzina
ora ti
insegno io a-» ma Asanuma lo trattenne «Fermo, non
scordarti che si tratta di mia figlia!!»
«Dove nel
mondo c’è discordia…arriva Violetta a
riportare
l’amicizia! E dove c’è
amicizia…ci sono i
Digimon!! Nami, IceDevimon: alzate il vostro Digivice.
Akiko…uhmuhm, tieniti forte. Hai mai visto
una…biodigievoluzione?»…«No!
I Digimon sono
della generazione precedente alla mia.» rispose prontamente
la
ragazzina, ma Violetta «Ihihihiii! Grazie a me torneranno di
moda! E sai chi sarà il cavaliere in prima linea della nuova
generazione? Proooprio la tua adorata mammina fusa con
IceDevimon!» Quest’ultimo insinuò
«Vuoi dire
che hai recuperato il potere necessario per unirci?!»
«…io…mantengo
sempre…ciò che
prometto…
…grazie all’energia che ci ha fornito il
nostro…molto disponibile amico rosso e nero il vostro
Digivice
raggiungerà la carica completa. Sarete
imbattibili…!» descrisse in un sussurro di fatata
enfasi…
Asanuma si strinse al Digimon mormorando «Il momento tanto
atteso
è arrivato…» mentre lui sembrava un
po’
più incerto, e lo sguardo inquisitorio di Akiko lo metteva a
disagio.
«Vi
conferisco il potere necessario, e in cambio chiedo il vostro aiuto per
tagliare fuori dalla gara Starshipmon e Teardropmon!
Affinché i
Digimon tornino un fenomeno di moda è necessario innalzare
la
possente Torre digitale
dal suolo di questo mondo!»
“Torre digitale?” rifletteva Akiko…
«Perché ciò sia solo un ingrediente
manca
all’appello, e cioè il cuore splendente che la mia
gatta
Scratchmon si è portata qui sulla terra! So che i miei figli
la
stanno cercando, noi dobbiamo arrivare prima di loro!
Ora…cosa
aspettate? Congiungete le vostre anime e preparatevi ad accogliere il
più potente flusso di dati oscuri mai esistito! Vi
offro…col potere delle lacrime di un
Digimon…inarrestabile forza distruttiva!!!»
(canzone: Evanescence
- Sick)
“Vuole
trasformare mia madre…in un Digimon seminatore di
terrore?!” stringeva lo sguardo la bambina.
Gli occhi del pupazzetto
splendettero di rosso, e indirizzarono un fascio di luce sul Digivice
di cristallo. Questo generò l’emersione di un
ghiaccio
insolito, dalla pallida sfumatura rossastra. La mano gentile di Asanuma
si intrecciava con l’artiglio di IceDevimon,
nell’esclamazione «BIODIGIEVOLUZIONE
DELL’OBLIO!!!»
sotto lo sguardo soddisfatto di Violetta: un’eruzione di
ghiaccio
ed energia travolse i due, spaccando il pavimento della buia casa. Ma
IceDevimon chiuse le sue ali per fare scudo alla domatrice, fino a
sembrare una cosa sola «ICEDEVIMON
BIODIGIEVOLVEEE…»
…nel
frattempo, sull’eco delle sirene impazzite del Pronto
Soccorso
«Perimetro
dell’amore!!!»
gridava Cupidmon scagliando le sue frecce, ma Teardropmon le travolgeva
frantumandole «Io disintegrerò il tuo
potere!!!»
Tuttavia l’arciere non si arrendeva e, dandosi la spinta sul
muro
dell’ospedale, lo impegnava subito nel corpo a corpo, in una
serie inarrestabile di colpi di Kung fu da cui l’altro
dovette
pararsi con le bacchette.
Sospeso il fiato
di Cindermon, che sarebbe voluta intervenire. Esattamente come Ryo, che
seguiva col cuore in gola la prova di sua moglie, la quale rispondeva a
«Mitragliatore
galattico!!» con un tempestivo «Frusta arcobaleno!»
Starshipmon
assottigliò lo sguardo accettando la sfida, ed Irismon
provocò «Vediamo se riesci a colpirmi!!»
Dal mirino
alla polsiera partirono raffiche a mitraglia, ma la guerriera
incappucciata spezzava ogni proiettile con la sua agile frusta
iridescente, non dando tregua all’avversaria, e quando questa
estese la lama dal guanto per tagliare la frusta rapidamente Irismon
cambiò arma «Faro
della purezza!!»
alzando la perla splendente in una versione della tecnica
più
scattante e fulminea: i dardi luminosi della perla battagliarono contro
i molteplici proiettili.
«Tanto
sarà inutile…» ironizzava Teardropmon
lottando con
Cupidmon «…molto presto sul vostro amico si
spegnerà la luce!»…”Non ci
contare!”
(Henry) ”Non te lo permetteremo mai!!!” (Rea) e
insieme
«Scia
analgesica!»…«Uuuuooogh!!!»
accecando il nemico con uno spruzzo di acqua purificante
«Come
avete osato…ORA VEDRETE!!» ma non ebbe tempo
perché
Geniusmon emerse alle sue spalle «Fermo lì! Flusso stellato!!»
liberando la sua scia notturna dalla lampada, e Teardropmon fu
costretto ad arginare lui con una bacchetta, e la scia di Cupidmon con
un’altra: serrava i denti determinato…ma
d’un tratto
Geniusmon disse «Vai Cupidmon!» permettendo al
compagno di
balzare via, e offrendosi a ricevere in pieno l’attacco
«Sei coraggioso!» osservò il nemico, e
Geniusmon
sorrise ironico «Te l’ho detto che riserviamo
qualche
sorpresa!»…«Oh?!» Teardropmon
se ne accorse
volgendosi…
Cupidmon
raggiunse Irismon «Va ad aiutare Geniusmon, a lei penso
io!»…«Ah?!»
sussultò Starshipmon
vedendolo piombare su di lei. In tutta risposta Irismon
schizzò
da Teardropmon, il quale affermava «Accidenti, hanno scoperto
la
debolezza di mia sorella nel corpo a corpo!» ma Geniusmon lo
provocava «Che c’è, hai
paura…?»…«Io…?
MAI! Io non so cosa sia
la paura, mio padre era un valoroso generale e io sono il suo
successore!! Mosaico…»
materializzando tasselli tenebrosi sul tamburo «…spettrale!!!»
e picchiando per liberare le teste di lupo nate dal loro assemblaggio.
Ma il genio sfoderò la sciabola, e tagliò di
netto una
esse «Ahh?! Ma come è
possibile?!»...«Sorridi
alla telecamera…» alzando la lampada magica
«…e preparati a danzare! Riflesso dei desideri!!»
liberando una raffica, da cui il nemico si parò con il
tamburo
«D-Dannazione…» ma preferì
balzare in alto,
per evitare lo scontro diretto «Non posso perdere tempo
così…» puntando
l’ospedale…
…e lanciandosi in picchiata sull’edificio
«Frusta
arcobaleno!!» intervenne Irismon legandogli una
caviglia, ma rischiava di esser trascinata con lui
«Ahhh!»
«Mi spiace, niente può fermarmi!!»
Geniusmon
si frappose tra di loro «Dai a me, Irismon!»
afferrando il
capo della frusta «Sei sicuro di
riuscirci?»…«Ci
proverò!»
Teardropmon affilava i suoi artigli «Il generatore
è
mio…
…ohh?!» ma si sentì tirato da qualcuno
per la
caviglia «Aspetta…a cantar
vittoria…!!»
Il genio
stringeva i denti riversandovi il suo impegno “Coraggio
Kenta,
mettiamoci tutta la nostra
forza!”…”Sì,
MarineAngemon!” così afferrò saldamente
la frusta
«Flusso
stellato!!!»
e trasmise attraverso essa l’energia del suo attacco da cui
Teardropmon, legato «Ahhh?!!» non poté
evitare di
essere travolto «GRAAAAAAAAAWHH!!!»
«Oh no,
Teardropmon!!» Starshipmon ritirò la lama
abbandonando il
duello con Cupidmon.
Nel frattempo
Geniusmon ne approfittava «Adesso imparerete!!» per
attorcigliare il suo avversario con la frusta, e poi
trascinarlo
lungo la scala d’emergenza: Teardropmon sbatté
violentemente contro molti gradini. Una volta tramortito, Geniusmon
innalzò la sciabola «A questo punto
direi…chiudiamo
questa seccante questione!»
Ma d’un
tratto “Non farlo, Kenta!” si udì una
voce
inaspettata che fece arrestare i movimenti del genio (fine-canzone)
Agli occhi
del terrorizzato Teardropmon sembrò sostituirsi un altro
volto,
che Geniusmon riconobbe “Tu non sei così, voi
credete
nell’amicizia, che condona gli errori…”
disse
l’ologramma di un ragazzino dai capelli rossi.
“Kenta!!
Lo hai visto anche tu?!” esclamò la voce di
MarineAngemon
«De…fendermon…?!»
balbettò Geniusmon,
realizzando «Allora non l’ho soltanto
immaginato…» chinando il capo, ed abbassando la
sciabola.
Teardropmon ancora boccheggiava, quando sua sorella giunse
«Teardropmon, ritiriamoci!!» ma con lei, anche
Cupidmon e
Irismon «Fermi dove siete!!» esclamò il
guerriero
puntandogli l’arco «Un passo verso
l’ospedale e siete
finiti!!» minacciò la Digimon dal cappuccio bianco.
«Ahhh…che aspetti, Starshipmon?!»
ansimava
Teardropmon «COLPISCILI, SONO TUTTI QUI!!» ma lei
gridò più forte «E’ INUTILE!!
Ormai abbiamo
fallito!!»
Lui
schizzò accanto a lei, Geniusmon mollò la frusta
e non lo
trattenne. Il ragazzo digitale si disperava «Il sistema
elettrico
a casa!!! Non posso accettare di non poter accendere i miei
elettrodomestici!»…«Rassegnamoci, ormai
il
generatore è definitivamente perso!!»
replicò la
sorella. Il Digimon gemeva di rabbia, e lei folgorò gli
avversari con lo sguardo «Giuro sul mio nome che ce la
pagherete
cara!!» ma Cupidmon rimbeccò di rabbia, nella sua
voce
maschile “Quando vuoi!!” e femminile
“Così mi
dai il gusto di spaccarti la faccia!!”
La Digimon volse
il capo indignata, e sparì in un varco oscuro trascinando
con
sé il fratello.
Irismon
guardò il genio «Perché l’hai
lasciato
andare?!» ma questi alzò il suo sguardo,
incorniciato
dagli occhiali di corallo «Perché…a un
tratto ho
visto Defendermon.»
«Ahh?!» entrambi sussultarono «E mi ha
supplicato…» svelava sollevando il lembo della
frusta
bruciacchiata «…di ricordare ciò che
per noi conta
maggiormente. Capitemi, non potevo acquisirlo. Anche se è un
nemico…»
La guerriera e l’arciere non trovarono parole per
replicare…
Nel giardino,
Cindermon si gettò su Ryo che disse «Pericolo
scampato,
almeno per il momento! L’ospedale è
salvo…
…i nostri ce l’hanno fatta, sono stati
grandi!»
Era tanta la
tensione a scivolare via da quel momento, ma i ragazzi sapevano che non
era finita…
Infatti una mano
di bambina raccoglieva il pupazzetto sfrigolante di Elecmon, ed il suo
sguardo si dilatava dietro gli occhiali, nel buio della casa,
sull’eco della risata «Uhmuhmuhmuhm! Guarda, guarda
lassù Akiko! Finalmente avrai l’onore di conoscere
un vero
Digimon: portatore di odio e
distruzione!»…«E’
questo lo scopo dei Digimon?» si volse la bambina, e Violetta
in
atteggiamento premuroso le indicava «La tua
mamma...è
diventata una prode domatrice! Non sei contenta?!»
La bambina
aggiustò i suoi occhiali, e anche se provava paura la
nascondeva
«No…guardi che si sbaglia, signora: quella
creatura non
è mia madre.» “Ghghghgh, e invece
sì, e tu
sei il frutto di loro due esattamente come questo guerriero infernale,
il nuovo Digimon al mio servizio!”
Entrambe scrutavano, seppur con stati d’animo
differenti…
…quella
coda che era lunga…lunga…lunga, scendeva
dall’alto
e non finiva mai di attorcigliarsi a terra…
…era
composta da quello strano ghiaccio che aveva lasciato schegge ovunque,
in cui riflessi accoglievano la sfumatura rossastra del
sangue…
«Finalmente il momento è giunto!! Fate largo al
mio
arrivo!!»
Applicate al
posto delle braccia aveva due possenti siringhe «E’
tempo
per il popolo digitale di accogliere una nuova regina!!
L’ambasciatrice della nuova specie di Digimon malvagi!! Io
sono
la sovrana dell’oblio e
dell’abbandono…»
Aveva
aspetto regale ed un paio di ali demoniache di metallo. Viso altero, e
denti vampireschi a dipingere il suo beffardo sorriso. Attorno alla
fronte indossava un diadema di schegge di ghiaccio sanguigno, lo stesso
materiale che rivestiva il suo corpo per metà meccanico. E
la
sua coda era lunga, lunghissima tanto da insinuarsi in ogni stanza
della casa come la più lunga delle prolunghe «Il
mio
nome…è Amnesyamon!»
dichiarò con orgoglio.
Akiko
allungava lentamente la mano sui suoi occhiali per raddrizzarli ancora,
sembrava voler registrare ogni dettaglio della creatura che ora la
fissava con aria superiore e trionfante, ma che Akiko lasciava
scivolare deliberatamente su di sé per seguitare la sua
analisi.
Violetta osservava soddisfatta entrambe “Mmm, bene: non ho
sfruttato tutto il potenziale del dolore di Guilmon, la parte che mi
avanza la utilizzerò per plasmare il nuovo esercito di
bambole
che aprirà la strada al regno del futuro!
Comunque…non
c’è che dire, è proprio un Digimon
potente! Questa
volta ho fatto davvero un lavoro coi fiocchi, e
finché…la
piccola Akiko resterà a farci compagnia, io potrò
disporre di lei a mio piacimento! Amnesyamon…
…tu mi porterai alla vittoria, uhmuhmuhmuhmuhm!”
Ma quegli occhi
sfumati di rosso si adagiavano sulla bambina “Hai visto,
piccola
mia? Tua madre è diventata un’eroina…!
Ora è
la più grande!!”
…benché il sospetto nello sguardo di Akiko non si
fosse
assottigliato.
…ma
c’era una ragazza distesa in un letto, che non riusciva a
smettere di dimenarsi «Takato…
…uhmm!
Takato…amore mio, che ti hanno fatto?!» come se un
incubo
la tenesse prigioniera nelle sue strette grinfie. Suo padre la guardava
preoccupato…e il dottor Kimura si avvicinò a lui
«Purtroppo…mi hanno chiamato dagli Stati Uniti.
Devo
partire urgentemente.»…«Cosa?»
fece Hajime
Katou, e il medico rivelò «Mia figlia vive
lì, era
rimasta incinta…ma ha perso il bambino e ora è
molto
addolorata.»…«Oh…mi
dispiace.» fece
l’uomo prendendogli le mani «Dispiace a me
lasciarla in un
momento così critico, ma potrà contare
sull’appoggio di colleghi fidati: mi ascolti signor Katou,
faccia
come le ho detto. La faccia
ricoverare.»…«…ma
in questo momento non posso.» chinò il capo
l’uomo
«Ha la febbre alta. La guardi, sta delirando.»
(Jeri infatti non si placava dal quel suo moto incessante
«Takato…ah! Vogliono ucciderci…dove
sei?
Amore!...Takato!!»)
«Quella notizia che ha ricevuto deve averla scioccata,
lei…ama quel ragazzo! Credo dottore che per la prima volta
mia
figlia si sia veramente
innamorata.»…«Questo
è possibile: ma ciò non toglie che Jeri ha
bisogno
d’aiuto, e urgente!»…«Le
prometto…sulla
mia stessa salute che farò del mio meglio, e stavolta
nessuno mi
fermerà. Saprò aver cura di mia
figlia.»…«La prego, non mi faccia stare
in
pensiero!» ma Hajime Katou lo fissò negli occhi
«Si
fidi.»
Il medico si
congedò, ed il padre della giovane avanzò verso
il letto
«Figlia mia…»
«Papà…!» chiamava Jeri dal
suo delirio
«Sono qui, tesoro mio, accanto a
te!»…«Papà…restami
vicino! Non te ne
andare!!» invocava nell’affanno, e lui rispondeva
«Ma
no, piccola mia, ti assicuro che non farò più
come
l’altra volta!»…«E’
buio…i-il
D-Reaper!...
…il
D-Reaper torna a prendermi, è orribile!!» ma il
padre le
afferrò la mano «Quell’orrenda
entità
è ormai scomparsa: non può farti del male,
appartiene…al
passato!»…«Takato!» si
sovrappose lei «C-Chiama Takato! Chiamalo!
Takato…amore
mio, ho bisogno di sentire la tua voce! Chiamalo, digli…di
venire a salvarmi, ti prego!!...
…sono prigioniera…ho bisogno di
lui…»
Ma quel padre,
così desideroso di aiutarla, dovette chinare il capo
impotente
dinanzi a una simile richiesta «Dov’è il
mio
eroe…?» seguitava a dimenarsi la figlia
«Il mio
amore! Takato…
…oh no! Dei nemici gli hanno fatto del male! Amore
mio!!»
Hajime Katou stava per
intervenire, quando proruppe il baffuto Ayami «Devo
andaaaaaare!»…«Dove?»…«Al
convento! Mia figlia, la mia piccola Akemi si è sentita
male, mi
ha chiamato ora mia mooooooglie!»…«Oh
no!...
…mi spiace
amico mio non poterti accompagnare, ma non posso lasciare Jeri in
queste condizioni!» Nonostante la sua apprensione, Ayami
rivolse
lo sguardo alla ragazza «Come
sta…?»…«Male purtroppo, da
quando il suo
amico per telefono le ha detto di quella…oh mio
Dio!...terribile
disgrazia, lei è come prigioniera in un limbo, non fa che
invocare il suo nome e le è salita la
febbre.»…«Hajime…ascolta, io
sono un padre.
Mia figlia è malata e tu lo sai, perciò posso
capire
queste cose…» accennò Ayami con voce
tremula,
ponendogli una mano sulla spalla «Ma devi fare come ti ha
detto
il dottore: è bene…c-che Jeri sia condotta in un
centro
dove potranno occuparsi di lei!»…«Ma io
non posso!
Ora non posso spostarla in un luogo sconosciuto, si spaventerebbe!
Chiama il mio nome…oltre quello del suo ragazzo. Erano tanti
anni che non lo faceva. Non posso scaricarla a dei medici, sarebbe come
abbandonarla di nuovo!»…«Ma queste sono
soltanto
sciocchezze, ora sarebbe la cosa migliore da fare! Se le vuoi bene
veramente, devi affidarla a mani
esperte!»…«Ma-»…«Ascolta!
Ora
devo sfrecciare in quel convento ma tu ti prego: pensa a quello che ho
detto! Ok? Non fare il solito testone come al solito! Vado!!»
volgendosi e sfrecciando via come un fulmine.
«Papà, papà…!...
…ci sono
nemici…dappertutto…» ripeteva la
ragazza nel suo sonno agitato, e suo padre «Jeri: questa
volta
non posso lasciarti da sola, sono disposto a penetrare nel tuo mondo di
fantasmi. Ma sarò io a salvarti te lo prometto, questa volta
ce
la farò.» sedendosi sul letto, e allungando la
mano fino a
quella di lei «Mamma…
…papà! Dove siete? Leomon!...
…Takato…
…Takato, amici miei!»
In quegli stessi
istanti Henry, Rea, Rika, Kenta e Yuki si precipitavano nel corridoio
dell’ospedale «Come sta il nostro
amico?!»
esclamò la domatrice dai boccoli rossi, seguita da Henry
«La prego dateci notizie, vi supplichiamo!» e
infine Rea
«Sappiamo che gli hanno sparato, che una pallottola gli ha
colpito il cuore!»
«Calmatevi
ragazzi.» disse il medico, ma Yuki si sovrappose
«Possiamo
almeno sapere se si salverà?! L’avete
già
visitato?!» con il marito che la invitava a tacere con un
cenno,
in attesa di risposte…
Nel frattempo dietro
di loro giungevano anche Ryo in compagnia di Cindermon e di
una…eccentrica signora in tailleur blu.
Quando Rika si volse,
dilatò lo sguardo…e si incrociò con
un’occhiata del marito come a dirle “che altro
potevo
trovare?”
«Visto che
vi dite suoi amici mi permetto di chiedervi…avete modo di
rintracciare i genitori del ragazzo?»
Domanda che fece
rabbrividire tutti, ma Rea insisteva «Noi vogliamo sapere
come
sta, insomma sono ore che aspettiamo!!» ed il medico
«Purtroppo il ragazzo è grave. E’ in
terapia
intensiva.»
Seminando pallore sui
loro volti (si udì un «Nooo…»
dalla voce di
Terriermon, ed Henry pose prontamente la mano sulla borsa,
benché anche lui a stento trattenesse le lacrime)
«Era per
questo che vi chiedevo dei suoi genitori, se potete
rintracciarli…quantomeno per telefono: ho bisogno della loro
autorizzazione per sottoporre il ragazzo a un intervento lungo e
difficile. Al quale c’è la
possibilità…che
non sopravviva.»
«Oh no,
Takato!!» piegò il capo Kenta, in un ulteriore
colpo per
lui e i suoi compagni. La signora dal tailleur blu fece spuntare la sua
zampa dorata, per sostenere la mano di Rika
«R-Renamon…» che seppur il momento fosse
difficile,
pensò di accomodarle l’ampio cappello,
così da
nascondere meglio il suo muso. Invece Ryo deglutì e propose
«Abbiamo il numero dei genitori di Takato?» e
Cindermon
«I-Io ce l’ho però…non so se
rispondono,
perché…è successo un disastro! Quel
panificio sta
saltando in aria!» ma il domatore leggendario «Beh!
Prima
che salti è opportuno che i genitori diano questa benedetta
autorizzazione, forza ragazzi! Dobbiamo chiamarli!» ma
intanto
Henry proponeva «P-Possiamo vederlo?!»
Il medico rimaneva in
silenzio, dall’espressione incerta, ma il ragazzo insistette
«Vi prego!! P-Perché io sono sicuro
che…se vede
noi, se sente le nostre voci si tranquillizzerà! E-E
potrebbe
superare meglio
l’intervento!»…«Henry…»
pronunciò Rea rivolgendo una carezza d’affetto al
marito
«…non siamo sicuri che Takato possa
sentirci.» ma
Henry sorrise amabilmente «Rea…credimi, io conosco
il mio
amico, e sono convinto che anche se ora è apparentemente
tramortito se noi gli parliamo ci sente! Una persona qualsiasi no, ma
noi sì! A noi ci sente! La prego dottore, mi faccia tentare,
le
prometto che una volta dentro io
non-»…«Va
bene.» ammise il medico «Però mi
raccomando,
equipaggiamento e
mascherina.»…«D’accordo,
tutto quello che vuole!» espresse Henry volenteroso
«E non
fatelo agitare!» si raccomandò il dottore, ma il
ragazzo
«Ma no, ci mancherebbe! Noi siamo i suoi amici!»
Mentre Ryo si
preoccupava ancora «Prende la linea?» e Cindermon
faceva
avanti e indietro col cellulare in mano, tappandosi
l’orecchio
«Rispondono i genitori di Takato?!» incalzava
Kenta. Rika
sussurrava a Renamon «Mi raccomando, massima
attenzione…» la quale assumeva atteggiamento
rigido e
composto, in quel tailleur che evidenziava la sua eleganza
«Oh,
Renamon!» si sfogava a bassa voce la ragazza
«…anch’io voglio vedere
Takato!!...» (canzone:
Simple
Plan - Untitled (instrumental) )
Pur cosciente
del rischio, la volpe dorata dovette alzare la zampa per asciugare una
lacrima che sbucava dalla falda del cappello…
Gli sguardi dei
ragazzi non facevano che incrociarsi in quel momento di tensione alle
stelle, forse come mai prima era accaduto…
Intanto, dei passi
scoraggiati facevano un lieve rumore di metallo, sulla scaletta
«…eccomi qua…» sussurrava
quel ragazzo
sconvolto e tremante, adagiando la sua giacca di pelle sul mancorrente
arrugginito «Sono finalmente tornato alle origini: ora mi
accorgo…che da quel giorno non avevo più rivisto
questo
posto…» smarrendo gli occhi neri e attoniti tra il
ferro e
l’umidità…
…tra i
rifiuti, e lo squittio dei topi «Questo è il luogo
in cui
sono nato…» sussurrò con enfasi
«…qui
avvenne la mia bioemersione, quel giorno che Takato tracciò
su
un foglio il mio contorno, diede colore alla mia figura. E come per
magia il Digivice assorbì l’immagine
e…e...!»
avanzando verso il centro di quella fossa abbandonata
«…da
allora tutto ebbe inizio…
…ma
adesso! Un luogo del genere può solo ospitare la fine di una
storia che scopro esser stata dal principio assurda!!»
esclamò con disperazione, sfoderando la pistola.
“Takato…”
pensò…rivedendolo ragazzino
proprio ai piedi di quella scaletta, incredulo alla vista del draghetto
rosso.
Per
poi ripensarlo adulto, cadere a terra dopo quel terribile sparo
“…quanta strada percorsa.” singhiozzando
«U-Ugh! Quanta strada per tornare in questo luogo!! Ma
perché tutto è dovuto andare in questo modo?!
Adesso non
può che terminare nella maniera più triste! Io
qui ti
incontrai…mi affezionai a te…
…da
allora partimmo assieme per una grande avventura, affrontammo tanti
ostacoli! Ma niente poteva intaccare la nostra amicizia…
…poi
però fummo divisi! Imboccammo sentieri diversi, per avanzare
ognuno incontro alla propria vita! E infine…ritrovarci
così…» cadendo in ginocchio a terra
«Nell’occhio di un ciclone…di inganni e
tradimento!
Di un mondo crudele che non accetta più due amici come noi,
e
attraverso i suoi grovigli oscuri li mette uno contro
l’altro!!
C-Con questa pistola…
…io ho
perforato il tuo cuore! Che senso può avere, allora, la mia
presenza ancora qui?!...è evidente che i Digimon hanno
fallito
una volta e per sempre il loro compito…tanto vale cancellare
ogni sbaglio, iniziando da qui.» ponendo la sua zampa
scoperta e
quella col guanto sul pavimento «Dalla prima bioemersione, su
questo gelido pavimento su cui ormai…non cammina
più
nessuno…volano soltanto rifiuti. Rifiuti come noi, piccolo
amico
mio!! Rifiuti del mondo, sospinti dal vento, senza
più…forza…»
Le sue lacrime si adagiavano sul suolo su cui era nato…
In strada
splendeva ancora il sole del pomeriggio, ma una donna uscita di corsa
col grembiule e la cuffietta non se ne accorgeva. La gente la osservava
come fosse instabile di mente. E lei si domandava “Che ne
sarà di me? Ho fallito come madre, sono stata ingannata da
tutti!! Sono una persona inutile, senza un senso! Mio
marito…mi
ha tradito e ha fatto un figlio con un'altra donna, e il mio ragazzo
è stato colpito a morte, forse lo perderò!! Non
c’è più…
…via d’uscita. Avevano ragione i miei clienti
quando
dicevano che su questo mondo non si può sopravvivere.
E’
vero! Tutte le cose…più care e delicate come la
casa e la
famiglia vengono soffiate via dal vento! Resta solo il
sangue…
…e la
morte, tanto vale allora farla finita, no?” si chiese quasi
con
naturalezza…rivolgendo i suoi occhi lucidi al semaforo oltre
l’ampio stradone su cui sfrecciavano le auto…
«Bene…amico
mio.» Guilmon si sedette a gambe incrociate, brandendo la
pistola
«Io con questo colpo riavvolgo il nastro e cancello tutto.
Cancello il passato, e basterà premere il grilletto! Dopo
sarà solo silenzio, nessuno verrà a cercarci qui!
Takaaato…
…perdonami, ma non riesco a sopportare il ricordo della tua
immagine! Per me sei sempre lì, in piedi su quella
scala…e sul tempo che scorre, ma in realtà sei in
ospedale, e forse chissà, è già
finita! Ed
è stata colpa mia!! Così finisce la nostra
avventura, la
storia di un Digimon dal destino avverso! E di un bambino
sfortunato…
…ucciso…dal suo stesso sogno!! Tradito dalle
linee di un
suo disegno…io…mi dispiace! Non
resisto!!» premendo
la pistola contro il Digignomo della sua maglietta
«TAKATO!!...
…QUESTO SPARO E’ PER TEEE!!!»
Mie sul marciapiede
assunse espressione di sfida «Prima che cambino ancora le
strade!
Prima che chiudano altri negozi!» alzandosi il grembiule e
lanciandosi in strada proprio quando il semaforo da verde si faceva
rosso.
«Ghghgh…» denti serrati, dita sul
grilletto…ma poi d’un tratto
«Oh!»
Un sussulto
inspiegabile gli fece aprire gli occhi, gli parve di udire che
gridavano “Signora! Stia attenta!”
Al che lui realizzò
«Un essere umano…in pericolo. E’ qui,
nelle
vicinanze!»
Quella forza simile a magia
lo fece alzare «Il…dovere di un Digimon, fino
all’ultimo…proteggere le persone! Mi
spiace…»
in un rapido riflesso che per pochi secondi fece riapparire il
draghetto «…non posso evitare di rispondere!
Qualcuno mi
sta chiamando!!!» lasciando andare definitivamente la
pistola,
che a terra esplose in un turbine di dati.
Il ragazzo
scattò in una corsa frenetica sulle scalette
metalliche…
Un camion si accorgeva
che qualcuno era in strada «A-AAAHHH!!!» Mie
chiudeva gli
occhi.
Ma il ragazzo si
affacciò sulla strada «Oh no! Signora, si tolga di
lì!! SIGNORAAA!!!» così corse.
E incurante del
pericolo, si gettò in strada: un tuffo…per
spingerla via
dal pericolo…il tempo sembrava essersi fermato…
…e quando riprese a scorrere, c’erano sirene
roteanti.
Un ragazzo
e una donna giacevano distesi a terra, sull’asfalto
cittadino...(fine-canzone)
«Akiko…» sorrideva una candida dentatura
affilata
«…piccola cara, non sei contenta di avermi di
fronte?» accennava Amnesyamon in un tentativo di dolcezza,
allungando il penetrante ago del suo braccio a siringa per carezzare il
volto della figlia, la quale però «Ahh!»
si
scostò infastidita. Questo sembrò turbare
l’anima
della creatura «Ma come?! Mi respingi…persino ora
che ho
assunto questa forma?!...non ti rendi conto…
…che
adesso non avremo più bisogno di nessuno! Tuo padre
è
superfluo ora che ci sono io a proteggerti!!» ma la bambina
si
ritraeva, ed abbassava l’ago metallico con diffidenza.
«Uhmuhmuhm, ma che cariiine!» si intromise una voce
«Vi prego, restate così! Siete proprio il ritratto
dell’affetto fra madre e figlia! A vedervi…sigh!
Sento
quasi la mancanza dei miei…bambini, imfh!»
Entrambe si
volsero verso di lei, e la bambina disse «Io me ne vado a
dormire!»
«A-Ah,
ma…?» la Digimon tese i suoi possenti siringoni, e
Violetta «Akiko, aspetta non…vuoi mangiare
niente…per cena?»
Ma
nonostante la delicatezza della richiesta la bambina era già
sparita nel buio del corridoio, lanciando con poca grazia alle sue
spalle il pupazzetto di Elecmon, che Violetta si tese a
raccogliere…
…per poi riemergere con un sorrisone
«Amnesyamon…!»…«…non
capisco,
mia figlia si ostina a mostrarsi
fredda!»…«Oh lo so,
che ti aspettavi? A proposito: bello quel diadema di ghiaccio,
ihihihihi!»…«Non sto scherzando!...
…se mi sono sottoposta a questa trasformazione non
è
stato senza un motivo!»
…mentre Akiko vedeva scorrere la lunga coda ghiacciata
attraverso il corridoio…
«Ho
intenzione di recuperare il suo affetto, perso ormai da
tempo!»…«Scusa, non volevi diventare una
grande
regina dei Digimon? Forse mi sono persa
qualcosa!»…«Ma certamente!!»
replicò
decisa la gelida guerriera, recuperando la punta della sua coda, a
forma di affilato cristallo «Però…non
sarebbe
disprezzabile poter dividere il trono anche con la propria
figlia.»…«Allora abbi
fiducia.» sorrise
Violetta, spruzzandole un po’ di prodotto sulla coda e
passando
uno straccio «Ahhh!! Ma che
fai?!»…«E-Eh
scusa, era sporco, te lo lucidavo: questo
è…l’ideale per i cristalli digitali, li
fa tornare
splendenti! Che poi oltretutto niente male questo colore, ricorda un
po’…che cosa, il rosso del
sangue?»...«Pfff…non me ne importa
niente, vorrei
solo capire dove ho sbagliato! A questo punto una
bambina…cosa
può chiedere di
più?»…«Eh già,
con entrambi i suoi genitori Dig-SUA MADRE, no, volevo dire sua madre:
cavoli non so perché non mi tolgo dalla testa che tuo marito
non
è un Digimon, forse…per via di quella sedia a
rotelle, mi
sembra un essere buffo: wroooooom!»
Ma quelle
battute non riuscivano a regalare un sorriso alla guerriera di
ghiaccio, che incrociava i suoi aghi smarrendo oltre i suoi occhi
malinconici «I Digimon…sono le creature
più ambite
dai ragazzi, ho avuto modo di sperimentarlo in tanti anni di
insegnamento. Adesso finalmente anch’io sono una di loro!
Perché non si avvicina incuriosita?!»
L’altra
però aveva un sorriso rassicurante «Devi avere
pazienza…»…«Ne ho
già avuta troppa!
Akiko ha otto anni, in otto anni non sono riuscita a instaurare un
dialogo con lei!»…«Ma ora le cose sono
cambiate…» rivolgendole una carezza
«…tua
figlia si accorgerà del tuo valore, dovrai
solo…dimostrarglielo! Del resto non ti ha ancora vista in
battaglia…»…«Tu
credi…che se mi
vedrà combattere e avrà prova dei miei poteri,
riuscirò finalmente a essere una madre
stimata?»…«Ahah! Ti puoi fidare, sai che
sono una
madre anch’io.» ma l’altra la
fulminò con
un’occhiataccia «Ma ricordo anche
com’è andata
fra te e i tuoi figli!! Sbaglio…o poco fa mi hai chiesto di
distruggerli?»…«…Ufomon e
Gravemon hanno
rappresentato un errore tecnico, ero ancora troppo inesperta nella
creazione di vita artificiale…
…ma ho
imparato dai miei sbagli…» raccogliendo premurosa
i suoi
aghi taglienti «Tu ascolta i miei consigli…e
vedrai che
Akiko si affezionerà a te, ti vedrà come il suo
idolo,
come la migliore!! Uhmuhm!»
Gli occhi della
creatura si velavano di emozione «…la
migliore…!!» scandì tra la brama e
l’orgoglio. Violetta ne era compiaciuta…
…nel
frattempo Akiko si rimboccava le coperte in quella buia stanza,
circondata da peluche di Digimon
«…oggi…ho avuto la
definitiva conferma che i Digimon sono creature e oscure e aride
d’amore. Sono stati un mito del
passato…perché la
gente ama chi è malvagio, esattamente come loro!! Niente
possono
offrirmi…
…all’infuori di altra
solitudine…» affermava
con una serietà adulta, nascondendo il suo volto sotto i
lenzuoli tetri «…nessuno escluso!...
…nessuno…»
…mentre Violetta esclamava «Non dobbiamo scordarci
che
abbiamo qui anche IceDevimon! Toc toc!» picchiettando sulla
corazza di Amnesyamon «Qui non è di certo il lupo
mangiafrutta! Che sensazione si prova da là
dentro?!»
La cupa
voce del Digimon echeggiò “E’ strana, ma
molto
presto mi abituerò e assumerò il controllo totale
di
questa biodigievoluzione!!” «Woooooow! Vento in
poppa!
Ahahah, a questo punto direi che possiamo festeggiare: ho approfittato
per fare qualche spesa prima, tanto ho capito che i piedi me li
dovrò fare domani! Ho preso popcorn, spuntini
vari…tanto,
tu Amnesyamon non hai problemi con quei forconi, vero? A proposito, ma
voi mangiate uno dentro l’altro o separati?...
…uhmuhmuhmuhmuhm!»
Ma quando
si allontanò e la Digimon restò sola, questa si
specchiò nel cristallo in cima alla coda
«Sarò la
più grande, e mia figlia mi ammirerà! Lei
traccerà
il mio disegno…durante le interminabili ore di
scuola…»
…e forse
questo sogno era tanto inebriante da non farla accorgere di quella voce
che parlava dentro di lei “Non avevo…finora mai
sperimentato una fusione con un umano: è incredibile quanto
buio
si riesca a vedere, è ancor più fitto che nella
mia
dimensione! E benché mi costi ammetterlo…per la
prima
volta…
…mi sento insicuro!”
Cindermon
abbassò il cellulare, pallida in volto «I genitori
di
Takato non rispondono…»
Dopo un rapido
consulto di sguardi, Kenta affermò «Li vado a
cercare
io!» ma Ryo lo trattenne «No, sarebbe inutile: a
quest’ora dove vuoi andare? Ti ritroveresti imbottigliato nel
traffico e basta.» e Rea «Ryo ha ragione, ma se
adesso
spariscono noi come facciamo per l’autorizzazione? Avete
sentito
i medici!»
Rika si portava
le mani alla bocca «…se la famiglia non
acconsente…loro non lo possono
operare…?»…«Rika, dobbiamo
pensare a
qualcosa…» disse la signora in tailleur blu ma
prima di
poter aggiungere altro, una voce fece sobbalzare ulteriormente le loro
emozioni.
Proveniva dal
fondo del corridoio «A-Ahhh! Ho detto di farmi passare!!
Levatevi
di lì!! Badda-booom!»
a cui seguivano grida di sconcerto da parte della gente.
Rika e Renamon
si guardarono trafelate poiché avevano riconosciuto il tono,
e
lo stesso confermarono gli occhi degli altri.
«Hanno
ricoverato un nostro amico! Io ho il diritto di vederlo!!!»
Incurante del
rischio Renamon avanzò, Rika non poté trattenerla
ma solo
sfiorarla. Quel folletto viola le venne incontro «Renamon!
Uff,
auch! Rika, ragazzi!!...Takato!! Ma che cosa è successo, ho
appena saput-» ma la gente gridava «Mi ha lanciato
una
palla di fuoco!!»…«Ma che razza di
creatura
è?! Un mostro, come quelli di prima!!»
così la
volpe in tailleur si piegò per prenderlo in braccio
«Hiroshi, quante volte ti ho detto che non devi fare questi
scherzi per spaventare la gente! E soprattutto che non devi uscire di
casa mascherato!»
Sguardi reciproci e sospesi…
…ma
Impmon balbettò «U-Uh…lo so mamma,
scusami,
però…mi sono molto
spaventato.»…«Lo
so, lo so, è pur sempre tuo cugino. Vieni ora: andiamo in
bagno
a lavarci la faccia (!)
»…«…(Grazie di cuore,
Renamon!) » ma stavano per entrare nel bagno quando il
Digimon
aggiunse «Ptsss! C’è anche
Calumon!» al che
Renamon trasalì «Rika! (!!)»
«Che cosa
c’è?!» venne avanti la ragazza, e
Renamon
poté solo comunicare a cenni
«C’è-anche-Calumon!»
La giovane si volse
attonita verso i compagni, e Ryo e Kenta quasi si vennero addosso per
andare a risolvere la questione, ma alla fine prevalse
quest’ultimo grazie anche alla resa del primo che disse
«Dobbiamo occuparci di quella faccenda
dell’autorizzazione,
in qualche modo.» Yuki si chiese «Ma si
può sapere
perché i genitori non sono andati con lui, quando
l’hanno
portato in ambulanza??» Rea si alzò di scatto
«Perché sono dei delinquenti, ecco
perché!!! Ma
insomma, avete sentito quella storia, sapete il padre che ha
fatto?!» al che Cindermon si accostò a lei
appenata
«E il peggio è che tutto il quartiere ci ha
creduto, loro
erano…convinti che Nakao fosse Takato, e stava loro bene
così!» La robusta biondina commento
«M-Ma…che
incredibile crudeltà!» ma Rea fece «Ah
no eh!! Qui
non si tratta di crudeltà, qui si tratta di pazzia! Non
c’è altra spiegazione! Io non ho più
parole
ragazzi, ditemi voi come si fa a vivere e andare a dormire in un
quartiere dove…non ti vogliono, dove non gli vai bene come
sei
e…preferirebbero che tornassi bambino! Se questi sono
arrivati
al punto di credere a una simile balzanità come la storia
dell’incantesimo vuol dire proprio che sono messi male, io
avrei
paura a andare in giro!» Ryo ribatté
«Purtroppo
è vero, dobbiamo riconoscere che la posizione di noi
ragazzi,
per un motivo o per un altro, oggi è accolta molto male.
E’ per questo che riguardo
all’autorizzazione…non
possiamo contare sui genitori: dobbiamo cavarcela da
noi…»
e sembrava già profilare un’idea. Rea
tagliò corto
«Ah, io comunque non riesco a non pensare a quando quel
Digimon…aiutatemi, chi era? Vikaralamon! Ma sì,
il Deva
dall’aspetto di cinghiale, quello che dieci anni fa distrusse
Shinjuku! Beh! Sentite sarà crudele ciò che sto
affermando, ma comincio a pensare che avesse i suoi motivi!»
I ragazzi tacquero, limitandosi a riflettere su quella situazione.
«Ahhh, che mi
hai fatto ricordare!» esclamò Ryo (mentre nel
frattempo
giungeva Kenta con Calumon in braccio «Calù, sono
passato
di fronte al panificio e…c’era la
polizia!»)
«Bisogna avvertire…» faceva Ryo
schioccando le dita
«…Yamaki! Yamaki e la moglie!» Rea disse
«Forse sarebbe meglio di no…hanno già
avuto
abbastanza amarezze…» Ryo replicò
«Sì
ma così glielo dice la tv o qualcuno in strada! Aspettate
aspettate il medico!!...
…restate lì fermi, lasciate fare a me!»
si fece
strada il domatore leggendario, mentre gli sguardi di tutti erano
sospesi. Yuki ne approfittava per domandare «Henry
è
dentro?»…«Sì.»
rispondeva Rea
«Desiderava tanto parlare a Takato…»
«Dottore!» lo fermò Ryo, e il medico
«Beh
allora? Siete riusciti a contattare i genitori del
ragazzo?»…«Dottore
guardi…deve credermi, io
prima non ho avuto il coraggio di
dirglielo…!»…«Uh?! Dirmi
cosa?!»…«Ah, la situazione non
è facile da
spiegare!» espose Ryo (mentre Rika e gli altri si guardavano
tra
di loro) «Deve sapere che quel ragazzo, il…nostro
amico
che hanno ricoverato non ha una situazione familiare facile, noi
non…ne parliamo così facilmente perché
ptsss!...ci
stanno di mezzo i Servizi segreti, in realtà la sua famiglia
è originaria
dell’Afghanistan…»…«…può
ripetere?»
…mentre
Rika si premeva la fronte «…!!!...D-Dio
mio…!!!
Adesso ci voleva anche questa, qua finiamo tutti dentro per
truffa!!» ma il marito si volse fulmineamente «Shhh
(!!!)
Shh-Shh-SHHH (!) » in un mix di occhiatacce per imporre il
silenzio. Rea sfiorò la mano della compagna «Rika,
io…capisco la tua apprensione ma dobbiamo riconoscere che
Ryo si
sta esponendo: se non troviamo una scappatoia in fretta…qui
si
mette male…»
«Che mi
sta dicendo?»…«No no guardi io glielo
posso
testimoniare!» affermava il domatore dagli occhi azzurri
«Io ero con loro, lavoravo per il padre, ho una cicatrice
lunga
così sulla schiena procuratami dai terroristi, gliela devo
far
vedere! Guardi: lei è
medico!»…«No
ma…non occorre che si
spogl-»…«GLIELA DEVO
FAR VEDERE, guar-guardi!» alzandosi la maglietta
«Hanno
usato uno…strumento di tortura tipico del paese, io me la
sono
cavata solo con questa ma deve sapere che…il padre, il padre
del
ragazzo si trova ancora dietro le sbarre di una delle carceri del
luogo, e lei capisce cosa
intendo!»…«Venga con
me.»…«Volo!» facendo cenno ai
compagni.
Le mani dei
ragazzi e dei Digimon si stringevano l’una con
l’altra…
In quegli stessi
istanti mani distinte di un ragazzo sbucavano da un camice verde per
sollevare quelle inerti di un coetaneo.
Dalla cuffietta
spuntavano solo grandi occhi scuri, che dal momento in cui era giunta
la notizia, non avevano mai smesso di versare lacrime. E ancora lo
facevano, mentre velata dalla mascherina la sua voce gentile diceva
«Takato…non so se puoi sentirmi. Ma io penso di
sì…
…certo, altrimenti come avremmo fatto tanti giorni a
Digiworld?
Là è necessario comunicare senza usare le parole.
E’ come sott’acqua, ti ricordi? La prima volta,
quando…scoprimmo che non era necessario respirare,
perché
il mare era fatto di dati. E anche adesso!!» ammetteva fra
sconsolati singhiozzi «…non
c’è bisogno che
tu mi risponda per farci una chiacchierata: noi Digimon Tamers ci
riusciamo anche così. Ed anche oltre la barriera della vita,
all’uno giunge la voce dell’altro. Va
così tra di
noi…» (canzone: Westlife
- Unbreakable)
Quel domatore di
Digimon, che crescendo aveva conservato tratti delicati, e quel colore
castano dei capelli, sembrava avvolto in un sonno profondo che regalava
un tocco di solennità alla sua immagine. Circondato da
macchinari, Takato dormiva cullato da un ritmico suono elettronico,
simile a quelli dei giochi con cui lui e i suoi amici si divertivano da
bambini.
«Ascolta,
sono qui per chiederti…» gli parlava Henry
«…PER FAVORE…di resistere, e di non
lasciarci! Di
non abbandonare me…mia moglie, e tutti noi altri! Noi
abbiamo
bisogno di te!!...
…forse stenterai a crederlo…»
abbassò il
tono con dolcezza «…perché tu
sei…sempre
così umile, e tendi sempre a non darti importanza, ma
ora…ti farei dare un’occhiata
all’interno del mio
cuore! Per farti vedere…davvero quanto dolore
c’è…nel pensare che
qualcuno…»
…scorrendo la mano sul lenzuolo «…ha
potuto fare
una cosa simile a-a quel bambino, quel caro amico che
io…guardavo dormire…quella notte che abbiamo
passato a
scuola, ti ricordi? Tu, Rika ed io, quando il D-Reaper aveva invaso la
città. Tu ti eri addormentato prima di me
e…come
sempre, pensavo di dover essere più responsabile, e badare a
voi
come…f-fratelli più piccoli!!» e
giù altre
lacrime, mentre gli sfiorava la frangetta che sbucava dalla cuffia
verde «…tu sei stato per
me…davvero…un
fratello! Mi hai riaccolto a Digiworld quando avevo
fatto…terra
bruciata della mia vita! Mi hai aspettato a braccia aperte quando
io…n-nel momento più arduo ti avevo voltato le
spalle!
Takato non posso accettare di perderti!!...
…io ho
bisogno di crescere con te, i Digimon Tamers devono restare assieme per
sempre! Se tu te ne vai io…che faccio?!! Come posso riuscire
ad
andare avanti senza…il mio amico…a portarmi per
mano…?!» piegandosi su di lui, versando lacrime
sul
lenzuolo…
“Ora
che ci penso, non ci siamo ancora
presentati!”
“Hai ragione: comincia tu!”
“Ok, io mi chiamo Takato
Matsuki.”
“E io Henry Wong.”
“Che ci facevi nel
parco?”
“…ti seguivo! A scuola ti ho visto confuso
e pensavo che avessi bisogno d’aiuto!”
“Ahh, grazie!”
Alle sue spalle giunse una voce discreta «Henry?»
Qualcun altro
aveva indossato il camice verde…e la cuffia incorniciava due
guarniti occhi lilla.
«…Rika…»…«Ascolta,
i…medici dicono che dovremmo uscire, Ryo sta parlando con
lor-»…«No!! Io non voglio andarmene, io
non lo
voglio lasciare! E-E se poi…lui non sente più la
nostra
voce, e pensa che l’abbiamo lasciato di nuovo solo?! E-E se
scoraggiato per questo…si lascia andare?» gemeva
addolorata la voce di Henry, e Rika si avvicinò in un
intenso
«…coraggio…!!» lottando anche
lei contro il
pianto…
…ma
quando vide più da vicino il compagno
addormentato…
“Non ci siamo ancora
presentati. Tu sei Rika Nonaka, giusto?
Io mi chiamo Takato, Takato
Matsuki.”
“Sì, e allora che vuoi?! Se ti sei preso una cotta
per me fattela passare, perché tanto non attacca!”
…allora
anche lei si mise a sedere sullo sgabello accanto a Henry, e assieme a
lui gli riscaldarono la mano «…forza
Takato…»
diceva dolcemente Rika «…forza caro, forza. E
vedrai che
puoi farcela.»
Henry si
lasciava andare al pianto e ai singhiozzi «Non posso vederlo
così, non possooo!!» mentre la ragazza prendeva un
respiro
profondo, accennando un sorriso «Ma sì, in fondo
non
c’è niente che stia al pari della tua
forza…
…hai superato
ogni ostacolo: Digimon feroci, una crescita…spietata. Dolori
devastanti…
…di quelli che
uccidono un essere umano, ma tu sei tornato a galla: puoi farcela anche
stavolta, e noi siamo qui. Henry si preoccupa che tu possa ignorarlo,
però…!!» in una sfumatura piena
d’affetto e
pena «…come potresti pensare che noi potessimo
correre, e
lasciarti indietro?!...
…noi ci
sentiamo smarriti! Ci hai insegnato che soltanto la nostra unione
può far luce nel buio…»
Nel loro cuore la voce dell’amico…
“E’ semplice, ripensate agli ultimi mesi: il
viaggio a
Digiworld le avventure che abbiamo vissuto, il rischio a cui andiamo
incontro per salvare Jeri e il mondo. Insomma, ne abbiamo viste di
tutti colori, ma siamo rimasti come eravamo, senza perdere il nostro
spirito!”
…a mischiarsi con la loro, da ragazzini…
“Sono
d’accordo, e questo ci fa onore!”
“Il ragionamento è un po’ sdolcinato,
però
è senz’altro valido!”
«Senti, ti
prometto una cosa…» disse Rika
«…se ce la
farai, noi ritaglieremo…uno spicchio da questo presente.
Questo
non potrà negarcelo nessuno! E quando ci andrà, e
saremo
stanchi…tu Henry ed io ci daremo appuntamento di notte.
Quando
è più notte che mai e…non gira davvero
più
nessuno, ed è forse l’unico istante…in
cui il
nostro quartiere può apparire identico a com’era
allora.
Così lasceremo andare ogni pensiero, ogni preoccupazione:
non ci
saranno…genitori indignati, mariti e mogli tradite,
fratelli…che si sono perduti, ma solo il vento!»
avvicinandosi a lui «…il vento…della
notte, che
scuote i miei capelli. Ti ricordi?» Henry confermò
«Quell’aria della nostra infanzia!» e
Rika «In
quel momento saremo…solo noi tre, con il
nostro…sconfinato amore per i Digimon! Alzeremo gli occhi al
cielo per guardare la luna sulla quale si distingue…la
sagoma di
Renamon.»…«Riavvolgeremo…il
nastro fino a
scordare entrambi i viaggi a Digiworld, e immaginare…di
poterlo
visitare la prima volta!»…«Grazie alla
notte potremo
recuperare…tutta l’energia che ci serve per andare
avanti!
Almeno la notte.» diceva Rika, aggiungendo «Nessuno
potrà negarci la notte. E anche tu ne hai diritto, caro, hai
lottato tanto…e vissuto sofferenze che…non
meritavi!»
Un medico si affacciò «Ragazzi?»
Entrambi si volsero con occhi ingenui.
«Dovreste…uscire.»
«Takato!» chiamò il ragazzo, ma Rika lo
sostenne
«Forza Henry…» per poi guardare
l’amico
addormentato e rammentargli «Mi raccomando…per
quella
notte abbiamo bisogno di te, Takato, non possiamo
rievocarla…se
tu non ci sei!»
«Vi
accompagno fuori…» diceva quel medico
«…ragazzi?»
Ma loro con
difficoltà staccavano gli occhi dal loro compagno, tenendosi
stretti nella mano per trasmettersi forza.
«Andiamo…» sussurrò Rika
ponendo un braccio
sulla spalla di Henry, che supplicava disperato «Per favore
Takato, non ci lasciare!...
…combatti!!...
…te ne
prego!» ma Rika lo guardò in silenzio, come per
dirgli che
l’amico aveva capito. Così i due domatori si
allontanarono…
…pur
restando col cuore vicino a lui, che con l’anima diceva
“Amici miei…
…miei
angeli custodi…” ma dalle sue labbra immobili
sotto la
mascherina non usciva un fiato (fine-canzone)
Nell’ufficetto dell’ospedale «Accidenti,
oggi
è proprio una giornata nera!» commentavano alcuni
impiegati «Non bastava il ragazzo a cui hanno sparato, ora
è successo un altro incidente! Certo però che se
qui i
giovani non imparano…a stare lontani dai
guai!»…«…già, e
senza contare
l’attentato che abbiamo avuto da parte di quelle creature. Ma
è meglio non pensarci, sennò mi sale
l’ansia!
Piuttosto, mi dicevi? M-Ma…un altro incidente?! Giovani
anche
qui?!»…«Sì, un ragazzo, ma
non solo!...
…stavolta
c’è andata di mezzo anche una donna.
Poveretta…
…una
tragedia dopo l’altra, qui...non ti ripeto la descrizione che
mi
ha fatto Konaka, il portantino, pfff! Pare che sul luogo
dell’incidente ci foss di
tutto.»…«Che
è
accaduto?!»…«…niente, che
vuoi? Un
camion li ha presi in pieno. Entrambi.»...«Sono
morti?» il tipo sgranò gli occhi, e
l’altro
«Eheh...» rimettendosi al lavoro su una pila di
scartoffie
«...per forza...
...in casi come questi...come speri di cavartela?»
«Ouuh...» scosse il capo amareggiato il collega,
dopodiché «Ah! Questa dev’essere la
cartella! Allora
vado su quello che mi hai detto tu...» e si mise a scrivere
«...giunto...cadavere...»...«Uhm
uhm, bravo...
...
...EHHH?!!! No, aspetta!! Che razza di assurdità ti metti a
scrivere?!» L’uomo alzò le spalle
«Quelle che
mi dici tu!»...«Cancella, le cose non sono mica
andate
così!»...«Ah sì? Vuoi dire
che qualcuno si
è salvato?»...«Ma
certo!»...«E chi dei
due?»...«...entrambi! Certo se la sono vista
brutta, la
fortuna li ha proprio assistiti! Il ragazzo è a posto, ha
riportato solo qualche contusione. Un po’ più
ammaccata la
signora, sospetto trauma cranico, ma è sotto osservazione.
Lo
vedi che errori si vanno a fare quado si è stanchi?! Avresti
bisogno di una vacanza!» affermava cancellando la
dichiarazione
errata appea apposta «Con queste creature fameliche a
sferrare
attacchi...non si può stare tranquilli da nessuna
parte!»
Con un bel
livido scuro a cerchiargli l’occhio, egli assisteva con aria
afflitta mentre gli fasciavano la mano «Ahi!»
«Dì un
po’...» si consultava il medico con
l’infermiere
«...voi che ne vedete sempre di più di noi medici
che
siamo un po’ “teorici”...ti è
mai capitata una
roba del genere? Ma che razza di protesi aveva questo qui? Non
credo...neanche il più avveniristico chirurgo degli Stati
Uniti
avrebbe potuto applicare una simile astrusità: sembrano
zampe di
animale!»...«Le cercheremo su Internet, che posso
dirle?»...«Sta a sentire, ora ti fa male?»
«Uhm...?
Un po’. No, però...» mugolò
il giovane
oscillando un po’ timoroso le zampe fasciate «Avevi
già subito interventi da quello che vedo. Mi puoi dire il
nome
del medico che ti ha operato?»...«Oh! Lei
dice...iiil...medico che mi ha operato? Non lo ricordo...»
L’infermiere mormorò «Che dici, vogliamo
sentire il
primario?»...«Cosa? Ma niente affatto!! Non ci sto
a fare
la figura di quello che non conosce i sistemi più
all’avanguardia, già tutti mi guardano con
sospetto
perché sono un giovane medico! Questa cosa finisce qui,
tanto
ormai sta bene! L’ho operato!»...«Ehhhm,
mi scusi!
Dottore? Che mi permetterebbe una domanda se non...la disturbo, magari?
Ecco...
...mi piacerebbe
sapere come sta la signora che è stata investita con me.
Sbaglio
o prima l’infermiere ha detto che c’era una donna,
stesa a
terra al mio fianco...?»
Il medico lo
guardò con sospetto «Scusa...vuoi dire che non
ricordi
dell’incidente?»...«A dire il vero
proprio no.»
rispose il ragazzo, toccandosi il capo con le mani fasciate
«Ricordo che ero solo...in un luogo che...
...beh, lasciamo stare. E poi che ad un tratto...
...mi sono messo
a correre, ma non ricordo altro! E non ho idea di che volto abbia
questa signora su cui mi sono buttato. Perché io mi sono
buttato, vero...? L’ho salvata...»
Gli operatori sanitari non dicevano nulla...
...e lui pensava
“A un certo punto ho sentito il richiamo del dovere dei
Digimon...questo lo ricordo. Ero molto triste...” ripensando
a
quella pistola che si infrangeva a terra “...però
poi
c’è come un vuoto tutto bianco...non vedo
più altre
immagini! Takato...”
Ma la scena dello
sparo e dell’amico a terra lui la ricordava
“Chissà
come stai mentre io mi trovo qui, all’ospedale.
All’ospedale...? Ah, ma! Questo vuol dire...
...che se ti
hanno ricoverato dopo lo sparo...tu potresti essere qui,
vicino!!”
Comunque il
medico si avvicinò «Sta a sentire...la signora si
è
risvegliata. E’ ricoverata qua accanto e...chiede di te,
vuole
vedere il ragazzo che l’ha salvata.»
«Ahh!» il giovane sussultò
all’udire quelle parole.
Quando Henry e
Rika vennero fuori dalla stanza, il ragazzo ancora si asciugava gli
occhi. Nel frattempo in corridoio echeggiava la voce aspretta di Impmon
«Ma chi può essere stato capace di una cosa
simile?!
Aspettasse di capitarmi a tiro, quel maledetto farabutto! Gli insegno
io che non si toccano gli amici!»...«Calmati,
Impmon.» lo esortava Renamon aggiungendo «Non ti
saresti
dovuto spingere fin qui: e se ti
riconoscono?»...«Non mi
importa niente! Che gridassero, tremassero di paura se è
necessario!! Io non potevo abbandonare
Takato...»...«Adesso
noi Digimon dobbiamo nasconderci!» replicava la volpe dorata
«Con il servizio che ci hanno fatto Starshipmon e Teardropmon
rischiamo di esser tutti appaiati a loro!»
Intervenne
Terriermon «Sì ma noi li abbiamo
combattuti!» e Rea
che lo teneva tra le braccia «In effetti è vero
ciò
che dice Terriermon: non è giusto che siano proprio i nostri
Digimon a scontare la diffidenza della città quando si sono
adoperati per proteggerla!» ma Rika si limitò a
dire
«Sono fin troppe le cose che dovrebbero essere
chiarite...»
sfilandosi la cuffietta e asciugandosi il sudore dalla fronte
«Piuttosto...» continuò la ragazza
«...ditemi
che mio marito è riuscito a trovare una soluzione senza
sovvertire l’ordine.»
Proprio in quel
momento giungeva Ryo, che giungeva le mani e non faceva che piegare la
schiena «Grazie! La ringrazio molto dottore, lei è
molto
buono! E dimostra notevole impegno umanitario.»
A
quelle parole i ragazzi si alzarono di scatto, con un
«Calù!» fra le braccia di Kenta che pose
le mani
sulle bocca del piccolo Digimon.
«Ci mancherebbe altro, l’etica prima di
tutto.» fece
il medico, e Ryo «Sempre pensato anch’io. Allora,
buon
lavoro dottore.»...«Grazie molte,
avvocato.»
...al che Rika si passò entrambe le mani sul viso, per poi
scompigliarsi i capelli già un po’ mossi dalla
cuffietta.
Ryo annunciò «Uff, ahhh...! Bersaglio raggiunto,
ragazzi:
Takato sarà operato!» Cindermon esclamò
«Davvero?! Ryo, sei stato mitico!!» mentre Rika si
sovrapponeva «”Avvocato”, ma...ma! Qui
non ti rendi
conto!! E se fanno una verifica delle
informazioni?!»...«Non la faranno, e poi comunque
non mi
sono inventato il nome: gli ho dato quello di un mio amico!
E’ un
vero avvocato!» Rika abbassò
ulteriormente il capo,
mentre Yuki sussultava ammirata «Sul serio?
Graaaaaande!»...«Lo chiamerò e gli
dirò di
confermare tutto, tanto avrei dovuto sentirlo fra quattro giorni,
perché usciva.»...«Usciva??»
Yuki sbatteva i
suoi occhioni truccati, e Ryo alzò le spalle
«Sì!
Pfff...alla fine si è accaparrato i domiciliari.»
La moglie
scuoteva la testa «...io qua penso proprio che andremo oltre
ogni
limite...» ma Ryo «Su dai Rika, ragazzi! In
fondo...se
fossimo stati a Digiworld l’avremmo fatto, no? Azioni
estreme,
decisioni creative! Non capisco perché nella vita non possa
essere lo stesso, tanto più se un amico sta male!»
riuscendo con quelle parole ad esortare più d’uno
a
riflettere, compresa sua moglie. Kenta si avvicinò
all’amico «Ma piuttosto Ryo scusa la
curiosità,
quella cicatrice?»...«Eh, Kuwagamon! Grosso
così,
peggio dei coleotteri che mio padre incontrò in viaggio in
Africa, sette giorni di febbre alta: un’infezione pazzesca,
curata con metodi d’occasione!» Henry invece si
accostò a Renamon, osservando sorpreso «E questo
tailleur...?» al che Ryo alzò le spalle
«E’ di
mia madre! Scusate se non ho potuto trovare niente di meglio, ma...la
tintoria è qui vicina, non ho potuto che fare un salto
lì
e ritirarlo in fretta e furia.» Rika allora si
avvicinò, e
con un sospiro disse «...va bene, forse in fondo è
meglio
così: ragazzi, stringiamo i denti...e preghiamo
perché
tutto vada bene. Piuttosto, qua dobbiamo ancora organizzarci su chi
eventualmente resterà la notte con Takato.» ma una
voce
intervenne «Io!!»
Si trattava di
Cindermon «Non posso abbandonarlo, ragazzi! Non importa
ciò che mi diranno, io questa notte mi piazzerò
qui ed
aspetterò che sia operato!»
Gli sguardi dei
compagni la scrutarono, e compresero il suo profondo e sincero
desiderio «Certo, perché...» disse Rika,
rivolgendosi a Henry e Rea «...voi dovreste tornare a casa
dal
bambino.» Quest’ultima replicò
«...altroché, Benji sta anche male!» e
Rika «E
poi non è prudente lasciarlo solo.» Rea
ricordò
«Ah, Henry!! Dobbiamo anche informare Suzie,
ricordi?!»...«Ora andiamo direttamente.»
rispose il
marito, aggiungendo «...e...Jeri, ragazzi? Qualcuno
l’ha
più sentita? Siete riusciti a contattarla?»
Ma gli sguardi
si abbassarono, soprattutto quello di Cindermon. Kenta svelò
«Io ci ho parlato e le ho detto ciò che
è
successo...mi sorprende non vederla qui.»
«...a me no...» mormorò Rika, ed Henry
«Com’è possibile che non sia venuta...?
Jeri
è la ragazza di Takato!»
“Se
è per questo è anche la madre del figlio che
aspetta!” pensò Cindermon, incrociando le braccia
“Chissà se gli altri lo sanno, sembrerebbe di
no.”
«Dobbiamo
assolutamente rintracciarla, ragazzi!» esortò
Henry, ma
Yuki commentò «Io non capisco come si faccia ad
abbandonare il proprio fidanzato in queste condizioni! Significa essere
crudeli, indifferenti!»
Rika disse fra
sè «...significa soltanto aver troppe cose per la
testa...per potersi ricordare anche degli altri...» e Renamon
la
scrutava «Rika, tu pensi di sapere perché Jeri non
sia
venuta...?» La ragazza alzava le spalle «Io
purtroppo
seguito ad ignorare molte cose di lei, nonostante il viaggio fatto
assieme.»
Ryo
tagliò corto «Va bene ragazzi adesso...chi
c’è c’è, chi non
c’è non
c’è, non possiamo stare a pensare a questo! La
cosa
più importante è fare fronte comune: come vedete
i
genitori di Takato mancano all’appello, ora gli unici su cui
può contare siamo noi...
...coraggio
quindi, ora torniamo dalle nostre famiglie, e preghiamo
perché
ce la faccia!...» Rika sistemò la tracolla della
borsa
«Sì, sì io...ho lasciato mamma e nonna
a casa,
saranno anche preoccupate. Cindermon...» ponendole le mani
sulle
spalle «...allora affidiamo tutto nelle tue mani: per favore,
dacci notizie appena sai qualcosa!!»...«Ma certo,
contate
su di me!» rispose volenterosa la Digimon,
dopodiché la
rossa domatrice chiese «Andiamo, amore
mio?»...«Sicuro!» rispose Ryo, e sempre
Rika
«Renamon...!» mentre Kenta chiedeva
«Impmon, vuoi
restare a cena da noi?» con eco di Yuki «Daiii, che
anche
Calumon ha accettato!»...«D-Davvero ragazzi? Beh,
se non vi
disturbo!» Kenta fece «Scherzi, piuttosto...conosci
i miei
genitori? Te li presento!»...«Siete molto
gentili.»
fu la risposta del folletto...
...mentre
Cindermon li vedeva andar via uno per uno, e tutti le sfioravano la
spalla, simbolicamente affidandole il loro amico «Mi
raccomando
coraggio stagli vicino!» le disse fulmineamente Ryo prima di
andare, ed Henry le prese le mani «Ascolta Cindermon...
...Takato ha
amato tanto i Digimon. Vi ha consacrato il suo impegno, e tutte le sue
grandi abilità. Tu sei tutto quello che gli resta di quel
mondo,
per cui ti prego! Abbi cura del mio amico, non far che...»
mentre
la voce gli si rompeva nel pianto «...la morte se lo
prenda...»...«Io non so se ne sono in grado,
Henry...» sussurrò, anche lei prossima alle
lacrime. Ma
Henry disse «Sono sicuro che puoi! Trattienilo con il mondo
dei
Digimon! Voi siete gli unici che potete salvare Takato! Ti prego,
Cindermon! Salva il mio amico!!»...«Ci vediamo dopo
cara.» le disse Rea esclamando «Anzi ci
sentiamo!!!»
(canzone: Laura
Pausini - Mi dispiace (strumentale) )
«...tutti
se ne vanno, e l’ospedale rimane vuoto. Tutti mi
lasciano
un’importante eredità: Takato...!»
volgendo i suoi
occhi azzurri verso la porta della stanza.
Anche Yuki la scuoteva «Coraggio, siamo tutti con te!! E con
lui.
Telefonaci, eh!!»
Kenta subito dopo «...se hai bisogno di qualcosa basta uno
squillo. Mi raccomando, a qualsiasi ora.»
Quando rimase ferma, in piedi in quel corridoio, pensò
«Non avrei mai creduto, un giorno, di trovarmi di fronte a
una
simile responsabilità...
...mamma, ce la
farò ad affrontare una notte così
lunga?!»
scivolando a sedere su una delle panche laterali «La notte in
cui
il mio domatore...rischia la vita?! In cui lotta contro la
morte?!» rivolgendo un appenato sguardo alle luci al neon sul
soffitto...
Una porta si
apriva lentamente «Mi hanno detto...che tu sei il ragazzo che
mi
ha salvata...» pronunciava una donna dal viso completamente
fasciato, distesa in un letto.
Su di lei si
posavano gli occhi ingenui di un ragazzetto dall’aria
trasandata.
«Avvicinati...
...a-anche se non riesco a vederti bene, sai? Ti vedo...tutto
sfocato.»
Si leggeva una nota di sofferenza nel tono della donna.
«E del
resto tu stesso non riesci veder il mio volto, vero? Mi hanno...tutta
coperta, dicono che il mio viso sia pieno di lividi!»
«I medici
mi hanno detto che per fortuna si è salvata! Mi fa piacere
che
ora stia bene, anche se non ricordo esattamente
cos’è
successo!» parlò con volenterosa premura quel
ragazzo che
disse «Lo so, il viso...forse fa un po’ male, ma
poi
vedrà che le passa! Anch’io mi sono fatto male
alle mani,
vede? Me le hanno tutte fasciate, come il suo vis...ops!...
...scusi...» fece tristemente «...dimenticavo che
lei non
riesce a vedere bene.» stringendo le spalle, e calando le
braccia.
«Non sono
quel genere di lividi a fare tanto male,
ragazzo!»...«Come?!» sussultò
un po’ lui.
«Sono i lividi dell’anima...
...quelli nessun medico è in grado di curarlo! Scompaiono
soltanto...con l’amore. Ma sembra una medicina andata in
disuso
in questo nostro tempo. L’hanno...ritirata dalle farmacie e
dagli
ospedali, come se contenesse degli ingredienti nocivi!!»
Guilmon
provava pena nel sentirla parlare in quel modo “Ha una voce
familiare...ma non riesco a distinguerla, con quelle bende a
ovattarla...”
«Dimmi, quanti anni hai?»...«Ouhh?! Oh,
beh...»
grattandosi la testa come poteva con il suo pugno di fasce
«...aa-eeehm...beh circa venti!»...«...
...venti...
...quasi come mio figlio!»...«Lei ha un figlio,
signora?» ma la donna gemette «Io...ora non ho
più
nessuno!!!»...«Ma come...? Ha appena detto
che...»...«Ahh, sono tanti i risvolti della vita
che un
giovane come te...non può capire!»
Le braccia del
ragazzo calarono mogiamente «...però posso capirne
altri:
se potessi raccontarle che esperienze ho vissuto...»
«...hai dei genitori...?» sussurrò la
donna.
«...come ha detto?» fu colto alla sprovvista lui, e
lei
«Ma certo...ogni figlio ha dei genitori! Solo che talvolta
non
vale il contrario! Noi ci siamo sempre...solo che a volte non possiamo
contare sulla gioia di avere dei figli!»
«...non
è il mio caso.» commentò serio il
ragazzo «Io
non ho una mamma o un papà.» al che la signora
sembrò restare colpita, sussultando appena «...sei
solo?!»
Lui strinse le spalle «...sì...
...io sono sempre stato sol...
...quasi sempre. Ma da
adesso...lo sono completamente.»...«Ah, che ironia
ragazzo!! Noi ci siamo incontrati grazie a quel terribile incidente e
ora scopriamo...
...di avere un destino
così simile!»...«Perché dice
questo,
signora?»
Al che si iniziarono a udire
singhiozzi che da sommessi si facevano sempre più forti
«Perché ormai a me...non è rimasto
più
niente!! Nessuno per cui lottare!! Nessuno...
...più che mi voglia bene!»
Guilmon
spalancò gli occhi.
«Avevo una bella famiglia!
Una vita tranquilla e felice!! Ricordo che...mi svegliavo presto. E
spalancavo le tende, per fare entrare il sole. Mi piaceva che desse
luce alle piante...»
“Come la mamma
di Takato. Ricordo che faceva spesso questo gesto. Era una signora che
amava tanto la vita.”
«Ma
all’improvviso un giorno si è insinuato qualcosa
di
terribile, come un insetto che rosicchia a poco a poco le foglie...ha
iniziato a corrodere senza che me ne accorgessi tutto il mio mondo! Io
cercavo di sorridere!! Di fare la faccia tosta e continuare a andare
avanti...
...ma diventava sempre
più faticoso, in realtà non mi accorgevo! Non
capivo che
c’era stato un giorno, con una data specifica, in cui
io...avevo
già perso tutto! E non sarei più potuta tornare
indietro!
Il mio mondo, il mio...
...semplice,
amato mondo non esisteva più.» diceva e rendeva la
pena
sempre più profonda, e straziante per quel ragazzo che
sembrava
guardarla come si fa con una madre che ti confessa la sua vita di
dolori «Sai, io non sono mai stata una donna...ricca, o
ambiziosa. Né mi è mai interessato, le mie
pretese
erano...basse, si potrebbe dire, in un mondo che punta sempre in alto!
Però solo io posso conoscere...
...la sfumatura dell’odore del caffè la mattina...
...quella del
bucato e delle lenzuola pulite, e la serenità che evocava!
Eco
di un tempo lontano, che non tornerà
più!»
“L’odore del pane di Takato...
...e
poi più avanti, quello degli hamburger di Beelzemon...
...tutte sfumature del passato, che non potrò più
assaporare! Come capisco questa povera signora...”
...ora il viso
del giovane addormentato veniva sfiorato da una mano smaltata di rosso.
Da sotto la cuffietta, sbucavano un paio d’occhi azzurri
pieni di
lacrime.
Improvvisamene le labbra di Takato si mossero
«...Je...ri...»
Cindermon assunse sguardo stupito.
«...Jeri...
...Guilmon...
...Je...ri...Guilmon...»
«Anche se
continui a invocare i loro nomi...» diceva con premura la
Digimon
«...anche se continui a chiamare il passato io non me la
prendo.
E resterò qui, al tuo fianco, perché è
più
giusto che tu invochi con tutte le forze il nome di qualcuno, piuttosto
che...r-restare in silenzio e lasciarti andare! Io non ti
lascerò mai,
Takato...»...«...Je...ri...amo...re...mio...»...«...non
ti lascerò mai...
...perché ora si sta formando una nuova vita! Nel grembo di
quella ragazza che ami tanto e non smetti di chiamare sta nascendo un
figlio! Un figlio...che assomiglierà o a te o a lei, e
potrà compiere il miracolo di far tornare quei ragazzini! Il
mio
compito...» disse evocando a sé forza e speranza
«...è condurti fino a questa gioia, ci mancherebbe
sono il
tuo Digimon! Un giorno tu avrai tanti figli con la tua Jeri, e
ricorderanno te e lei quando eravate piccoli, sarà come...
...n-nell’ultima
puntata del cartone!!» lasciandosi cadere sul banchetto, e
abbandonandosi alle lacrime «Se solo ci fosse anche Guilmon!!
S-Se solo potesse tornare anche lui! B-Beh vorrà dire
che...se
servirà...qualcuno...che vi guardi e vi sorrida felice...
...ci sarò...
...io...»...«...Guiiilmon...»
E intanto gli
occhi del ragazzo moretto erano pieni di commozione, si piegava su
quella signora che piangeva sotto le bende che le coprivano il volto
«Sai...a volte per un pizzico d’amore si sarebbe
capaci di
compiere una follia!! Ma io non sono brava neanche in quello! Sono una
buona a nulla, e ho fatto solo danni!! Mi sono lasciata indietro una
strada costellata di fallimenti...perché ho sempre creduto a
un
mucchio di sciocchezze, e mi sono fatta trascinare!!»
«U-Ugh! Non deve
rimproverarsi signora!» diceva lui tra le lacrime
«E’
successo lo stesso anche a me, glielo posso assicurare!!»
tirando
su col naso e asciugandosi gli occhi col braccio «A te?! Un
ragazzo...giovane e forte?»...«Ma quale giovane, e
quale
forte! Io sono soltanto...
...un povero disgraziato, non ho neanche una casa!! Sono solo, e ho
paura a guardarmi indietro come un bambino teme il buio di un
corridoio! Se solo le raccontassi quello che ho fatto, se solo le
raccontassi...!!! COSA SONO ARRIVATO A FARE! E a chi ho fatto del male,
a chi!!! Solo per seguire...il mio istinto, la mia rabbia, e ricercare
disperatamente un pezzo d’amore, e di futuro!! I-Io...avevo
avuto
una seconda possibilità e l’ho sprecata nel
peggiore dei
modi!!! Mi avevano dato...l’occasione per ricominciare e
l’ho bruciata!!! Mi sento indegno, e non voglio
più vivere
dentro questo corpo, mettere questi vestiti ma ormai non so
più
neanche quali vestiti!!! Non voglio stare più nella mia
pelle!!!
Voglio volare via dalla mia vita!!!»
«Ah!! Ti
capisco, povero tesoro!! Abbracciami, noi siamo simili!!»
Lui non se lo fece dire due volte e si gettò disperato su di
lei.
«Anch’io
non voglio più vestire...i miei abiti, ho disgusto di me
stessa!! Anch’io non vedo una luce in questo buio tunnel se
non...un’illusione data dalle tue parole. Sarebbe bello, sai?
Se
quando si è soli ci si potesse ritrovare! Sarebbe un
sogno...una
fiaba se ora noi potessimo essere madre e figlio, diventarlo
così, solo grazie a una magia! Avrei tanto bisogno, sai...?
Di
qualcuno che mi
chiamasse...”mamma”...»...«Ahhh,
mamma!!!» gridò il Digimon. Lei
sussultò e
scoppiò in un pianto dirotto, stringendolo più
che mai
mentre gridava e ripeteva «Mamma!!...mamma...» (fine-canzone)
«Ahhh,
adesso mi hai veramente stancato!!! Cerca di realizzare che non sei mia
madre, Starshipmon!» esplodeva di rabbia un Digimon giovane e
bello, come sua sorella d’altronde «E invece dovrai
ascoltarmi perché temo che con tutte le sue stucchevoli
premure
materne non sia riuscita a metterti un minimo di sale in zucca! Il
nuoto, il cibo senza glutine, la prof di ripetizioni ma quando si
tratta di avere un po’ di buon senso e saggezza non ci si
può appellare alle sue perle, è chiaro!! Del
resto come
stupirsi, una tale stupida che ci ha abbandonati come due STRACCI di
quelli che usava per spolverare!»
«Io non
sono uno straccio!!» battibeccavano nella cameretta del
limbo,
dallo stile forse troppo infantile per la loro età attuale
«Beh ma è così che ti ha considerato
per cui
rassegnati!» sibilava decisa la ragazza spaziale «E
impara
a comportarti come si deve!»...«Io quel generatore
sarei
riuscito a conquistarlo!»...«Certo, come no,
facendoti
tagliare la testa da quel genio e dagli altri suoi compagni! Sei un
povero idiota, Teardropmon!! Possibile che non capisci mai quando
è ora di smettere?! Intrattenerci con quegli inetti
è
tempo sprecato...
...la nostra
missione consiste soltanto nel conquistare questo pianeta primitivo e
squallido, per stabilire il trionfo del progresso!» ammise
Starshipmon spalancando le braccia «Solo in questo modo
riusciremo a risollevarci dal fango in cui ci hanno confinato i nostri
genitori. E’...p-per colpa loro se ora noi viviamo ai
margini, e
non abbiamo amici perché nessuno vuole la nostra
compagnia!»
Nella sua voce
si percepì un gemito, seguito dal tonfo ferraglioso della
sua
armatura quando si sedette alla scrivania e si prese la testa tra le
mani. Dietro di lei suo fratello serrava i denti «...io posso
comprarmi tutti gli amici che mi pare...del resto che altro serve? A
parte soldi, e potere?! Quando avrò finalmente allestito un
immenso complesso tecnologico non sarò più
solo!»
ma lei si volse di scatto «Allora vedi di essere
più
responsabile, anziché rischiare di farti uccidere in
battaglia!!»...«SO BENE QUELLO CHE DEVO O NON DEVO
FARE!
NON SEI TU A DOVERMELO DIRE!»...«E invece
sì!!!
Visto che nostra madre ci ha abbandonato ora spetta a me riassestare la
tua testa matta! A me, tua sorella
maggiore!!!»...«Va
all’inferno!» ribatté Teardropmon
calciando un
pallone con le sue scarpe dalla punta arricciolata.
Questo
però sbatté sul televisore e lo accese
«Ah...almeno
questo si accende...» mormorò annoiata la ragazza,
e lui
«Cosa vuoi che me ne importi?! Si tratta di un modello
vecchio
secoli...!»
“Continuano
senza successo le ricerche del killer della donna senza documenti:
probabilmente una prostituta, la polizia sta effettuando sopralluoghi
negli ambienti di frequentazione più dubbia della
città.
Sono stati interrogati alcuni testimo...”
«Ahhh!
Starshipmon...»...«Che
cos’hai...?» chiese lei
stancamente «Non dirmi che frequenti donne del genere, ora
non ci
manca che questo.» Lui gridò disperato
«Ma guardala,
osserva la foto!!!»...«A che serve?! Non conosco
donne che
si occupano di questo!»...«E’ LA NOSTRA
SCRATCHMON!!!»
«...cosa? Sei impazzito...» replicò
Starshipmon...che però evitava di girarsi e appurare
«La
vedi dappertutto, devi deciderti a crescere. La nostra Scratchmon
è morta.» ma lui gemette «E’
PROPRIO QUELLO
CHE STANNO DICENDO!!»
A quel punto lei
non poté sottrarsi dal guardare. E il suo bel volto
trasalì in un’espressione incredula.
“E’
stata colpita più volte per mezzo di un rasoio, con violenza
inaudita. A ritrovarla è stata una signora di 95 anni,
residente
nel quartiere, che andava a buttare la mondezza e si è
accorta
di un forte odore proveniente dal cassonetto.”
«SCRATCHMON...!!...NOOO!» gridava con voce
strozzata il
ragazzo, di colpo impallidito. Anche sua sorella era pallida, ma in un
estremo tentativo di autocontrollo evitava persino di alzarsi dalla
sedia «Teardropmon...calmati.»...«MA IO
NON POSSO
CALMARMI!» avanzando a passo barcollante verso il televisore
«Era la mia gatta!! D-Dormiva sul mio letto, è
stato il
mio primo e unico Digimon da compagnia!»...«D-Devi
calmarti, a volte danno delle notizie imprecise! I telegiornali sono
così...e...»...«Ma io non ho bisogno di
precisione!!! La riconosco perché dal giorno in cui
è
digievoluta mi è rimasto stampato dentro ogni particolare di
quella donna!»
«Scratchmon...» sussurrava la voce di Starshipmon a
cui
tremava il labbro, ma di nuovo un richiamo «T-Teardropmon
facciamo le persone serie!»...«L-La mia
Scratchmonina!!» scivolava in ginocchio il ragazzo
«...colpita crudelmente con un rasoio, gettata in
cassonetto!!»
Starshipmon si mordeva le labbra e sembrava invocare aiuto al cielo...
«P-Parlano
del suo...cattivo
odore, ma la mia gatta aveva un buon profumo! Perché era
miscelato al miiio, di profumo! I-Io e lei...l-la nostra
infanzia!» ansimava il ragazzo, che seduto a terra come un
bambino, gridò con la voce di un adulto «MALEDETTI
UMANIIIIIIIII!!!» per poi balzare in piedi, mentre aggrappata
alla sedia la sorella esclamava «Teardropmon dove
vai?!»...«A scatenare un inferno in
città!!
Tornerò all’ospedale e arrafferò quel
generatore lo
stesso, lo farò in suo onore!!»...«Sei
pazzo,
lì è ricoverato quel domatore di Digimon,
sarà
circondato da ogni lato!! E se ti
uccidono?!!»...«CHI SE NE
IMPORTA! Ma ti rendi conto ciò che le hanno fatto,
Starshipmon?!» chiedeva con occhi diretti di sfida, da cui
scendevano lacrime «L’hanno...uccisa a colpi di
rasoio, poi
hanno preso il suo corpo esanime e...»...«Basta,
BASTA!!» si dimenò la ragazza «Quanto
ancora vuoi
torturarmi con queste immagini orribili?!!»...«E
dire che
facevi tanto la coraggiosa, eppure quello che adesso affronta la
verità sono io?! Dobbiamo realizzare che non vi è
razza
più abietta di questi terrestri, nostra madre è
una di
loro per questo ci ha ridotto in solitudine!! Meritano la distruzione
totale e se non verrai a spalleggiarmi la attuerò
persoalmente!
IO NON HO BISOGNO DI NESSUNO!» (canzone: Agnes
- Right here, right now (My heart belongs to you)
) volgendo le spalle e allontanandosi, mentre lei balzava in piedi
«Possibile che non ti importi affatto di me?! POSSIBILE CHE
MI
LASCERESTI SOLA, AD AFFRONTARE LA MORTE DELLA MIA GATTAAA?!!»
Ma lui era
già lontano. E lei scivolò in ginocchio, con quel
televisore acceso “La
scientifica ha esaminato i segni sul corpo della donna: prima di essere
uccisa è stata picchiata brutalmente ed è stata
vittima
di abu..”
«Iiiuhhmmm!!!» Starshipmon si coprì
l’orecchio, e con l’altra mano picchiò a
terra
«Scratchmon perché?!!! PERCHE’ TE NE SEI
ANDATA?!!
PERCHE’ MI HAI LASCIATA SOLA?!!» ed erano colpi, su
colpi
«Io non sono grande! Io non sono forte!! Perché
nessuno
vuol capirlo, MALEDIZIONE?!! Scratchmoooooon...»
Le sue
dita sporgenti dal guanto metallico scivolavano stridendo sul
televisore, in un’estrema carezza alla foto di un cadavere,
fino
a cadere come se fosse stata lei la vittima di un omicidio...
In quegli stessi
istanti, Cindermon assisteva con occhi spalancati all’operato
dei
medici che trasferivano Takato in sala operatoria
«...coraggio
amore mio...
...forza
Takato!» sussurrava e provò a sfiorargli la mano,
ma il
dottore la allontanò subito «Signorina, deve
aspettare
qui.»...«Ma io...!»...«E se
vuole andarsi a
riposare...le consiglio di farlo, qui ne avremo per tutta la
notte.»...«No! Io resto qui, dottore!»
ammise lei
senza esitare «In questo caso si armi di pazienza.»
Così le porte furono chiuse.
E la
ragazza dal ciuffo rosso prelevò un caffé alla
macchinetta «D’accordo...pazienza...e forze! Ma io
non mi
schiodo di qui...» sedendosi lentamente sulle sedie
all’esterno della sala «Io resto a vegliare sul mio
domatore! Guilmon...» rivolgendo occhi al neon sul soffitto
«...ti prego, trasmettimi tutta l’energia
necessaria.
Aiutami a comportarmi come faresti tu, se solo fossi qui in questo
momento!»
Ma un ragazzo
dalla maglietta un po’ sgualcita con un Digignomo, girava in
quel
momento per i corridoi sempre più buii e silenziosi
dell’ospedale «...la signora si è
addormentata. Ha
espresso il desiderio che io potessi essere suo figlio! Poverina,
chissà quanto deve aver sofferto. Quale sarà
stata la sua
storia? So solo...che darei qualsiasi cosa per poterla aiutare:
è uno dei pochi spiragli di luce in un momento tanto
buio...vero
amico Digignomo?» rivolgndosi alla sua stessa maglietta
«Chissà se Takato è qui...
...sto
camminando senza una meta, come se fossi chiamato. Avverto la sua
presenza...»
Cindermon si stringeva al suo manto, e tra i suoi pensieri.
Lui continuava a incedere, fra barelle e infermieri sempre
più sporadici...
Le scarpe arricciolate
di Teardropmon planavano solennemente sul ramo di un albero, da cui
poté contemplare l’ospedale con un lampo di
decisione nei
suoi occhi segnati di lacrime.
Nei suoi ricordi si
vedeva bambino, sempre a tormentare, solleticare e capovolgere la sua
amica dal pelo nero «Punirò gli umani per non aver
avuto
pietà di te, amica mia...
...si pentiranno
di calpestare, fra tanto fango, le cose più delicate e
dolci. Io
ti prometto...» balzando, e avvicinandosi in volo
all’edificio «...che scatenerò un
terribile
incendio, e i tuoi occhi dal cielo potranno bearsi del fuoco! In questo
modo capirai che anche se non ci sei più mi hai offerto il
necessario per crescere, ora grazie a te sono un uomo! Oh?!»
Ma una volta vicino alla finestra, scorse qualcuno.
Una Digimon dai
capelli rossi ed il bicchiere di carta tra le mani, che si ripeteva
«Non devo dormire e non devo abbassare la guardia: i ragazzi
contano su di me, e io sarò di guardia a Takato
finché
non si sarà fatto giorno.»
Teardropmon
restò sconvolto «Auhf!!...quel domatore ha la sua
Digimon
a vegliare sul suo sonno, esattamente come io avevo te, che montavi sul
mio letto! Non posso perdonarlo...non posso perdonarli per essere
ancora uniti! Ho cambiato idea, non appiccherò il fuoco! Mi
concentrerò su quel ragazzo, e proscigherò le sue
forze
con un terribile incubo!! In questo modo non potrà
farcela!!!» smaterializzandosi in una nube...
Guilmon di fronte a un
bivio «Uhm? Adesso dove, di qua o di
là?» si disse
all’incrociarsi dei corridoi. Ma scorse una luce fuggevole
oltre
il finestrone «Un Digignomo? Oh, forse ho ancora i lampi
negli
occhi, dopo l’incidente. Comunque...di qua...» e
proseguì a passetti piccoli ma costanti la sua
esplorazione...
La mano di un
uomo si intrecciava con la mano di una ragazza
«Pa...pà...»...«Sono qui,
Jeri.»
Costei sembrava
riuscire ad aprire gli occhi con difficoltà
«Devi...te...le...fo...nare, devi farti
dire...co...me...sta...Takato...»
L’uomo era
molto serio in volto «Ho provato, ma a casa sua non risponde
nessuno.» La ragazza gemette, ma lui
«Però non devi
preoccuparti, non farò che riprovare! Tu devi solo pensare a
rimetterti, e vedrai che quel ragazzo farà
altrettanto!»...«Papà...io...
...a...mo...Ta...ka...to...»
«Lo so...lo so
Jeri. E da adesso in poi non voglio perdere una, più una
delle
tue confidenze! Delle tue emozioni o dei tuoi pensieri, ti supplico:
perdonami! Sono stato un padre disastroso. Una disgrazia per la tua
crescita.»
Oltre la fessura dei
suoi occhi semi aperti, Jeri sembrava soffrire...ma alzò la
sua
mano debole e tremante per carezzare il volto del padre, colpito e
commosso. Con un filo di voce, sussurrava
«...ti...vo...glio...
...bene...»...«Piccola mia!» lui le
prendeva la mano,
e con essa si asciugava le lacrime «Anch’io,
anch’io
anche se on te l’ho mai dimostrato, a parte...forse poche
volte!
Troppo poche.»...«...tor...
...ne...re...mo...
...in...die...tro...?» chiedeva come un estrema
rassicurazione.
Hajime Katou restò serio per qualche istante,
dopodiché
disse «In qualche modo ci riusciremo. Sì, io ti
prometto
che riavvolgeremo il tempo fino a quel giorno in cui eri prigioniera, e
proprio grazie al ragazzo che ami riuscii a comprendere i miei errori!
Tu avrai una seconda occasione per crescere...e questa volta sarai
felice!»...«...pa...pà non...voglio che
muo...ia...io...!»...«Sta calma. Sta calma,
Jeri...»...«...io...lo...
...amo...tanto...
...lo...amo...con...tu...tto...il...mio...cuore...»
Il padre
seguitava a stringere la sua mano, per trasmetterle la forza necessaria
(fine-canzone)
Quella che sulla
terra sembrava una notte triste e oscura, era una notte di festa e
fuochi d’artificio nel cielo digitale.
Il fatto che il
palazzo reale fosse distrutto non si era rivelato un ostacolo per quel
viavai di Digimon di tutte le razze, fra cui i più
altolocati
non mancavano di sfoggiare abiti da cerimonia «Siamo
vevamente
cuviosi di vedeve come savà l’abito della
pvincipessa!»...«Ohhh, this is
simply...exciting!»
Ma c’era
qualcuno a dirigere e smistare quelle file «This way, this
way
please (!) I know it’s exciting but...I suggest you to not
cross
the bridge: it’s broken and...
...this is not a
night for accidents!» aggiustandosi le lenti a contatto con
gesto
di una certa classe, e ricontrollando il gel sui suoi capelli rossi,
prima di abbassare la testa per oltrepassare quella colonna spezzata, e
ritrovarsi così nella stanza in cui il sovrano si stava
preparando «Non c’è che dire, sei
proprio bravo con
l’inglese!»...«Ma ti pare!»
sorrise Mako
«Che cosa hai detto loro?»...«Che questa
sera ci
manca solo l’incidente!»...«Ahhh, hai
proprio
ragione!» replicò Kazu fra l’ansia e
l’eccitazione «Non sei ancora pronto?» si
informò il sedicenne, e Kazu «Non riesco proprio a
decidermi su come mettere i capelli! Alzati? Ma così sembro
io
stesso un Digimon, fra tante
creste!»...«Uhmuhmuhm!»...«Allora
abbassati!
Così si evidenzia la rappresentanza della terra!
Però, se
parliamo della rappresentanza della terra...pfff, Mako guarda! Non sai
davvero quanto non sia in
vena!»...«C’è
qualche problema?» si interessò il giovane
«Se posso
aiutarti chiedi pure, io... debbo già sdebitarmi per questi
abiti che mi hai fornito, oltre all’ospitalità si
intende!»...«Pfff...!» Kazu
liquidò con un
gesto spiccio «E io, che posso contare almeno su uno dei miei
amici della terra al mio matrimonio?»
Anche stavolta
Mako non mancò di guardarlo con gratitudine, mentre si
provava
allo specchio quel mantello oro e argento con la cui chiusura sembrava
comunque raccapezzarsi poco «Secondo Cyclemon io dovrei
indossarlo, questo dovrebbe rappresentare...i cieli infiniti di
Digiworld. Il futuro.»...«E’ la cosa in
cui
più credi, vero Kazu?» al che il ragazzo
abbassò
gli occhi «...non ti sbagli. Però sono
preoccupato. Anzi,
ora che ci penso chissà se puoi
aiutarmi.»...«Sono a
tua disposizione!»...«Senti prima di tutto ti
piacciono i
vestiti? Scusa che non ho trovato niente di
meglio!»...«Ma
stai scherzando!» aprì le braccia Mako
«Non ho mai
visto roba simile da nessuna parte! Questa maglietta è
fantastica, sulla terra...non so da quale rivenditore dovresti recarti
per reperirla. Forse farei prima a dire...nessuno! Questa è
roba
originale di Digiworld!» alludendo a quella maglietta
attillata
blu scura dalla stoffa lucida cosparsa di piccole macchie chiare,
fantasia forse riconducibile alle galassie «Anche la cinta mi
piace! Mi ricorda lo stemma del Coraggio della prim serie!»
disse
osservando quell’eccentrica fibia a forma di sole
«Comunque
vestiti a parte parliamo di cose serie!
Allora?»...«Ascolta
Mako...ti chiedo scusa se a pochi minuti dal mio matrimonio vado a
riesumare il tuo, che purtroppo non è andato in
porto.»...«Oh...lascia stare. Ormai è
acqua
passata!» sminuì il ragazzo, e Kazu «Ma
forse non
del tutto! Senti, io sono in pensiero per i miei amici sulla terra: ho
parlato di nuovo con Midramon...»...«Ah, quel
piccolo
draghetto! Come sta?»...«...un po’
giù, e lo
capisco. Il padre l’ha mollato.»...«Ma
lui è
il figlio di Cyberdramon? Strano! Cyberdramon è
l’eroico
Digimon di un domatore formidabile!»...«Senza ombra
di
dubbio, il mio amico Ryo! Però anche con lui pare ci siano
stati
problemi e...dietro a tutta questa storia di cui non si capisce molto
sembra esserci Jeri.»...«...Jeri...»
ripeté
Mako, smarrendosi fra i pensieri. Kazu con i capelli un po’
in
disordine per il gel sfiorò il braccio del ragazzo
«Io so
che fra te e lei c’è stata una storia per cui ti
volevo
chiedere, francamente...
...tu che idea
ti eri fatto di lei. Che persona era, come si comportava,
perché
per noi...si è rivelata un enigma, anche se paradossalmente
la
conosciamo dall’infanzia.»
Il giovane sovrano
sembrava rattristato da questo. E Mako incrociò le braccia
«...Jeri...
...ti dirò la
verità, Kazu. Io mi ero preso davvero una cotta per lei!
Però...sono giunto alla conclusione che la ragazza di cui mi
ero
invaghito non sia mai esistita!»...«Allora anche
con te era
misteriosa e torbida!»...«Ci sono una serie di cose
che non
quadravano! D’accordo, il fatto che non mi amasse ora
è
lampante ma...non mancano altri piccoli dettagli. Per esempio! Lei per
lungo tempo mi ha parlato del ristorante di suo padre, mi ha detto che
era in ristrutturazione perché pensavano di allargarlo ma
io...una volta che ci sono passato davanti non ho visto in tutta
onestà un luogo predisposto per i
lavori!»...«Ma
infatti ci mancherebbe: Jeri e il padre non possono permettersi un
ristrutturazione! Sono al verde! Il padre non
lavora...perché
alza il gomito, come il mio.»...«Che cosa?!! Ops!
La
lente!»...«Attento! Quindi ti aveva mentito!
Accidenti...» reggendosi il mento, in posa pensierosa
«...è come per la storia di Midramon...e di
Cyberdramon,
tremo al pensiero che possa aver combinato un bel disastro! E mi
dispiace: perché io nonostante tutto le voglio bene,
è
un’amica d’infanzia e non capisco perché
non debba
fidarsi di noi! Senza contare che Takato è come un fratello
per
me e lei ad occhio e croce sarebbe la sua ragazza! Oh? Perdonami Mako
se...»...«No no! Senti: fai bene a parlarmi in
termini
chiari, questo è il tuo pregio, sei sempre onesto e
sincero.» disse Mako prendendogli la mano «Tu mi
stai
insegnando ad essere un vero domatore, non soltanto un ragazzino che
gioca a farlo: e mi hai fatto capire che la caratteristica
più
importante dei Digimon Tamers del futuro...è un grande
fiducia
nel futuro, non lasciarsi abbattere dal dolore. Guardare avanti, sempre
avanti, e io...penso di stare imparando, forse chissà,
riesco a
guardare meglio anche dentro me stesso. Ero attratto da lei, lo
confesso, in gran parte perché volevo rubarla a Takato. Lui
rappresentava quel traguardo che non ero mai riuscito a
raggiungere!»...«Takato ha avuto una vita tosta.
Come tutti
noi.»...«Lo so...ma io...non riuscivo a rendermene
conto.»...«Ah, non fa niente, sono sicuro che non
appena vi
rivedrete sarà più che felice di diventare tuo
amico!»...«Tu credi...? Pensi che
mi...perdonerà per
avergli causato tante grane?»...«...Takato perdona
tutti.
E’ in gamba. E si renderà conto che anche tu lo
sei...»...«...speriamo. Ehi ma! Stiamo facendo
tardi!»...«Cavoli è vero! Diamoci una
mossa!!
A-Allora, come devo fare con questi capelli?! Tu che
faresti?!»...«Io...aspetta, se può
esserti utile
quando sono andato a una certa festa li avevo mes-» ma una
voce
li interruppe «Grande
sovraaaaaaaaano!!!»...«Oh no,
anche adesso!»
Un Gekomon
affannato si affacciò alla stanza, e si coprì gli
occhi
con la zampa palmata «Non vi guardo se siete nudo,
è
mancanza di rispetto!»...«Non sono nudo. Ma sono di
fretta,
si può sapere che c’è signor Direttore
d’Orchestra?» con eco di Mako «Se
è per quei
Digimon che si ostinano col ponte rotto io ho fatto mettere un cartello
in tre lingue, è impossibile che non ne conoscano neanche
una!»...«Non si tratta di
questo!»...«E allora
di cosa...?» si avvicinò Kazu, e il Gekomon
confessò «Si è presentato a palazzo un
Digimon
alquanto malconcio! Ha chiesto udienza IMMEDIATA a voi, mi ha detto di
dirvi...
...che è
il Multimon che avevate amorevolmente consigliato! Quello che era
allergico al fieno di stalla!»...«Non era allergico
al
fieno, bensì alla polvere! Comunque sono subito da
lui!!»
si precipitò il ragazzo incurante del richiamo
dell’amico
«Kazu aspetta forse è meglio sistemarsi quei
capelli!» ma il Gekomon sbottò «LASCIA
PERDERE I
CAPELLI, NON E’ IL MOMENTO ADESSO!» dileguandosi
anche lui,
e lasciando Mako da solo «Accidenti come sono nervosi i
Digimon
questa sera...»
Kazu finì
per inciampare nel suo stesso mantello, per precipitarsi presso il
letto dove quel guerriero pronunciava «E’ ormai la
fine...per me...So...vra...no...»
La corona gli
cadde nelle mani, nell’osservare quella creatura dal corpo
cristallino infranto in più punti, e dal diadema a forma di
forchetta spezzato.
Gli occhi del ragazzo si riempirono di sconcerto e
ingenuità...
Cindermon stringeva i
suoi occhi «Cosa starà accadendo in quella sala
operatoria? Questa attesa sembra destinata a non avere termine. E se
faccio così dai primi mometi figuriamoci come ci arrivo alla
mattina...
...no, devo
mettermi di calma e pazienza, il medico ha detto che ci vorranno tante
ore. Calma Cindermon...lo so che non è il tuo forte. Pensa
di
essere tua sorella. Figuriamoci!! Per quanto è paziente pure
lei! A proposito chissà che starà
facendo...Diamon
dovrebbe sposarsi uno di questi giorni. E dire che sarebbe bello essere
lì tutti assieme a festeggiare, se solo...ci lasciassero
vivere
un po’ sereni...ma si può sapere cosa abbiamo
fatto per
meritarci tantooo?»
Ma
improvvisamente, sul caffé nel bicchiere rimastole in mano
sembrò riflettersi l’immagine di Teardropmon
«Coooosa?!!!»
La ragazza
digitale sbatté i suoi occhi «...devo avere le
allucinazioni, sarà per il troppo stress. Bah, meglio finire
questo caffé anche se ho lo stomaco chiuso, altrimenti mi
sento
tutta sottosopra!» sicché bevve tutto
d’un fiato...
“Sogni d’oro...angelo custode fallito!”
«Ahhh! Che
sapore strano, quest’ultimo sorso...m-mi è parso
avesse
un'aroma più dolce, non il disgustoso sapore delle
macchinette...»
All’interno della sala operatoria intanto...
«Infermiera? Il bisturi per favore.»
Takato riposava
in un sonno profondo, e attorno a lui un’intera equipe
lavorava
alacremente «Parametri?»...«In regola per
il
momento.»...«Ok, procediamo rapidamente.»
“La mia
vita...” pronunciava l’animo del ragazzo
“...il mio
lungo cammino. Il mondo dei Digimon...e quello degli umani. Le cose che
ho perduto lungo la mia strada...
...i ricordi...
...e i sassi lasciati indietro...”
«Avete
controllato l’ossigeno?» chiedeva
un’infermiera.
Ma alle
loro spalle si distinse una figura ambigua, seppur nascosta sotto il
camice e la cuffietta. Il suo sguardo era inteso e pieno
d’odio,
nonostante la giovane età. Stranamente nessuno sembrava
accorgersi di lui, che non smetteva di fissare Takato
“Com’è tranquillo il tuo sonno...
...troppo tranquillo!!! Mentre tu sei qui circondto da amici la mia
gattina è morta, uccisa dalla cattiveria di umani come te!
Sarei
proprio curioso di scoprire cosa custodite all’interno della
vostra anima marcia! E sarò quello che
farò...”
smaterializzandosi in una nuvola d’ombra...
...che fluiva lentamente nella flebo...
«Ahhh!»...«Che succede,
infermiera?!»...«N-Niente...per un attimo mi era
sembrato
che il sangue avesse cambiato colore, e fosse diventato
nero.»...«Continuiamo il nostro lavoro,
è
meglio!»...«S-Sì...»
...se
l’anima potesse avere gli occhi, quelli di Takato si aprirono
su
un mondo sospeso, dalle sfumature rossastre e oscure «Dove mi
trovo...?» si chiese debolmente il ragazzo, che
passò le
sue dita sul semplice pigiama che indossava «...che cosa ci
faccio qui? Sembra quasi...che in questo luogo tutti i frammenti,
luminosi o oscuri della mia vita, debbano riunirsi.»
Senza fretta, si
inginocchiò su quella zolla fluttuante su cui si trovava,
toccando i pochi ciuffi d’erba secca che spuntavano dalla
pietra
«Ora ricordo, io sono già stato qui...»
ammise quasi
senza sorpresa.
E viaggiò col
pensiero a quando il suo stesso spirito, da ragazzino, si era trovato
in una simile dimensione oscura, circondato da replicanti roteanti e
ossessivi del suo Digimon originario «E’ stato
quando
Beelzemon stava per ucciderci...e io ero terrorizzato perché
avevo udito che il mio amico era soltanto un file riproducibile. Mi
sentivo in colpa per aver risvegliato la sua digievoluzione
sbagliata...e al contempo...
...per aver avuto paura di lui. Quante colpe...
...sempre, fin
da allora. Ma viste adesso, assomigliano tutte a delle sciocchezze
senza importanza: cosa avrebbero mai potuto, quegli sciocchi scrupoli,
contro una grande amicizia come quella di me e Guilmon? Quanti stupidi
rimorsi...si provano da bambini...» si disse, con
l’accenno
ad un sorriso di malinconica tenerezza per l’età
passata.
Sembrava non
aver timore di quel luogo, né di quel sentiero di rocce
sospeso
sul vuoto lungo il quale avanzava «E così era
destino che
io facessi ritorno qui. Chissà perché...
...forse sto
morendo. L’altra volta percorsi correndo un sentiero luminoso
che
mi riconduceva dal mio amico, l’unico e il solo a dispetto
delle
infinite replicazioni informatiche. Forse fra poco
riapparirà di
nuovo, e quando ti raggiungerò sarò
anch’io
nell’aldilà, insieme a te. Non ho paura di morire:
se
questo è il mio tempo allora...è giusto che
esaurisca il
mio compito sulla terra. Del resto ho lottato tanto e...e...»
con
un lieve affanno «...sono stanco...
...questa volta
sono stanco per correre!» cadendo in ginocchio
«Aspetta che
arrivi con calma, Guilmon! Anche se...»
...volgendosi
lentamente indietro «...c’è
qualcuno...lì che
mi dispiacerebbe lasciare. Oh?!»
Alle sue spalle
comparve una sagoma luminosa, assomigliava a una guerriera e a lui
parve di riconoscerla «Sei...tu, Cindermon?!»
Ma la voce femminile
che giunse era più vellutata, e molto dolce «No,
Takato.
Io sono sua madre.»...«...sua madre...?
Haruko?!»
La sagoma di
luce era sfumata e non si distingueva bene «Sono qui per
aiutarti, e per aiutare mia figlia! Ma le tenebre mi
ostacolano...»
Infatti il fumo nero
si addensava tra di loro. Takato strinse gli occhi e disse
«A-Aspetta...vengo...più
vicino!»...«No! Non
devi affaticarti, risparmia le tue energie: ti servono per superare la
notte! Non devi pensare a me, tu devi cercare Guilmon,
Takato!»...«Come...? Ma...Guilmon è
morto,
Haruko...»...«...no, ti sbagli. Adesso Guilmon
è un
ragazzo...»...«Un ragazzo...? Ma come sarebbe a
dire...?» chiese Takato con un filo di voce, ma ad un tratto
il
vento si fece più forte «Ahhh!!»
Il giovane si
parò gli occhi, ma quella ventata sparse il fumo nero
ovunque
«Non si vede più niente...Haruko! Dove
sei?!»
Ma nessuna risposta, e
nessuna luce giungeva in aiuto di Takato «E’
inutile...in
questi casi come nella vita bisogna rassegnarsi, e proseguire da soli
fino a ritrovare un segnale. Anche se sono stanco...non mi
resta
che mettermi in cammino...»
E così fece, lungo quel sentiero di rocce...
Il suo sguardo era basso, e i suoi pensieri in moto continuo...
«Forse le
parole di Haruko intendono dire che ora Guilmon, nella dimensione in
cui si trova, è in grado di diventare un ragazzo...
...forse...» accennando un sorriso debole ma pieno di
sentimento
«...ha chiesto questo per sentirsi più vicino a
me! Vorrei
vederlo...»
Quella prospettiva gli aveva suscitato una sensazione magica...
Intanto quel
ragazzo dalla maglietta sgualcita era di nuovo spaesato «Dove
devo andare...? E’ così buio, e mi perdo
facilmente...!» ma una voce lo invocò
«Ti
prego!»...«Oh?!» egli si volse attonito
verso la
finestra, e sul vetro vide riflessa una donna dal manto rosso ed il
cappuccio di merletto «Ti prego,
Guilmon!»...«Ahhh!
Come fai a conoscere il mio nome? Sei un
Digimon?!»...«No,
non devi temermi!» supplicò lo spirito quando lo
vide
già sulle difensive «Sono venuta a domandarti
aiuto: il
tuo domatore ha bisogno di te!»...«Il...mio
domatore...?!» sgranò gli occhi il ragazzo
«Takato?!!»...«Io stavo cercando di
indicargli il
cammino, ma una forza oscura si è intromessa. Ora lui
è
in pericolo!»...«Dov’è
adesso?!!»...«...
...sta lottando contro la morte...»
Il Digimon trasalì.
«Ma
qualcuno vuole la distruzione, e ha cercato di neutralizzare mia
figlia! Puoi aiutarlo soltanto tu...»...«...tua
figlia...?!»...«Non c’è tempo
per le domande:
seguimi, Guilmon!»...«S-Sì!»
scattò in
corsa il ragazzo, che grondava sudore «A-Anche se un
inganno...devo correre il rischio! Tanto cosa ho da perdere
ormai?!»
Haruko, mutando
nel riflesso di una cometa infuocata, lo condusse attraverso i corridoi
oscuri dell’ospedale fino a mormorargli «Ecco!
Questa
è l’anticamera della sala operatoria.»
Guilmon
riconobbe allora una ragazza adagiata sui sedili laterali, e
abbandonata ad un sonno profondo «Ma quella
è...?»
Il ragazzo
avanzò, pestando il bicchiere di carta scivolato a terra
«...Cindermon!!!»
Allungò
timoroso la sua zampa fasciata verso il viso delicato di lei, ma ebbe
timore di qualcosa e la ritirò. Così
provò a
raccogliere il bicchiere, e ricorrendo al suo fiuto «Sniff,
sniff! Uhm?! Ma questa...è una polvere digitale! Oh
no!»
gettandosi su di lei e scuotendola con apprensione
«Cindermon!!
Cindermon, cosa ti hanno fatto?! Risvegliati!! Svegliati, ti
prego!»
Ma la
ragazza non dava alcun cenno. La voce dello spirito rivelò
“E’ rimasta vittima di un incantesimo.”
«Oh
no...Cindermon...
...mia principessa, devi risvegliarti!» gemeva la voce del
ragazzo, attraversata dall’ansia...
Takato seguitava la sua avanzata “La mia infanzia...
...la mia
adolescenza, è come se ad ogni passo rivedessi le varie
tappe.”
Bolle
iridescenti fluttuavano nello spazio distorto, proiettando riflessi
soffusi del passato “La mia famiglia, e l’armonia
che
regnava un tempo. Poi...
...i conflitti,
le incomprensioni! Il mio corpo che cresce...” afferrando il
pigiama che indossava “Il mio aspetto che muta...e i miei
sentimenti? Sono rimasti intatti oppure sono cambiato? A volte mi
sembra ieri che un felice domatore di Digimon. Altre volte invece
appare tutto così lontano, e così arido il
terreno della
mia anima. Qual è la verità? E soprattutto chi
può
spiegarmela...?”
Osservava
attorno con occhi stanchi di guardare, e dentro quelle bolle ritrovava
scintille e prodigi elettronici “I giochi dei Digimon...
...sono ormai
schegge di un passato da lasciare andare? O il loro contoro tagliente
può ancora incidere il futuro? Domande, domande ovunque...e
nessuna risposta. Sarò ancora felice? Io e i miei amici
conseguiremo quel sogno che appare così remoto, di un mondo
di
pace che possa...far risorgere dalle macerie almeno un raggio di quel
tempo amato? Oppure la nostra è una lotta inutile...? Che
disperde l’energie e non restituisce nulla...?”
avvicinandosi a una bolla luminosa...
...mentre gli
occhi del dottore comunicavano ai suoi aiutanti «I parametri
sono
in calo.»
«Ossigeno, presto!!»
«Il sole
di un tempo...è stato spento o può tornare a
brillare? I
Digimon possono tornare di moda?...
...ho bisogno di
qualcuno che possa svelarmelo, sono arrivato...a-allo stremo delle
forze, dopo aver percorso un lungo cammino!» scivolando in
ginocchio, ed avvertendo la terra che trema «Le macerie...e i
terremoti che consumano tutto. La roccia che si infrange, e porta via i
ricordi...
...Guilmon...
...mio fratello...
...la casa dell’uno e la casa dell’altro...
...la mia
casa...» volgendosi lentamente «...il mio quartiere
che
cambia...»
Le rocce dinanzi
ai suoi occhi si scomponevano e si scambiavano di posto, fino a
comporre un lungo sentiero.
«Qual è...la mia...casa?»
Ma al termine di
esso qualcosa si intravide brillare. Assomigliava ad una testa di drago
pulsante di luce.
«Ahh! Ho...già visto...quella luce, lo
ricordo!»
Così gli
tornò in mente la notte in cui suo fratello, armato di
coltello
magico, gli aveva estratto il Cuore digitale.
«Quello è il mio cuore!»
esclamò Takato
scorgendo quella stessa testa di drago brillante, ma che era divenuta
immensa, come un monumento.
«Forse se
lo raggiungo avrò finalmente una risposta...d-devo
farcela...» e si mise in cammino...
(mentre in sala
operatoria «Il battito cardiaco è in
diminuzione!»...«E’ assurdo, non ne
capisco la
causa!»...«Stiamo usando tutte le precauzioni,
è un
fenomeno anomalo!»)
«Cindermon!!...svegliati, ti prego, svegliati!!»
insisteva
Guilmon, ma poi gli calarono le braccia «E’
inuuutile...
...non riesco a svegliarla, come posso fare adesso?! Spirito! Spirito,
dove sei andato?! Ho bisogno di un consiglio!»
“Devi
sapere che mia figlia Cindermon era rimasta lì per vegliare
su
Takato, il tuo domatore, proprio ora che si sta sottoponendo a
un'operazione delicata. Ma c’è un Digimon, armato
di
istinti di vendetta, che vuole rivalersi su entrambi!!”
«U-Un Digimon?!!» sussultò di terrore
Guilmon, e la
voce spiegò “Egli non riesce ad accettare il
legame
d’amicizia che si è formato fra mia figlia e
Takato.”
Guilmon
spalancò gli occhi «Questo vuol dire che
Cindermon...è diventata il nuovo Digimon di
Takato!!!»
“Proprio così. Lei è subentrata a te,
proprio
quando Takato stava per perdere la speranza.”
«Oh no!
Cindermon! Cindermon, devi svegliarti a tutti i costi!! Devi aiutare
Takato, c’è un Digimon che vuole fargli del
male!!!»
«...Ta...kato...» pronunciava la ragazza digitale
in quel
sonno imprigionante.
Guilmon
allora gridò «Dov’è quel
Digimon?!»
“...nella
coscienza del tuo amico. E’ ben nascosto, ed il suo obiettivo
è succhiargli forza e speranza.”
Il
Digimon balzò in piedi «Dimmi quello che devo
fare!! Sono
disposto a tutto per aiutare Takato! Io gli ho fatto del male e
l’ho spinto a confrontarsi con la morte, non mi
perdonerò
mai di aver fatto una cosa simile...
...però...
...adesso i sensi di colpa sono un ostacolo, se
c’è anche
una possibilità su mille di salvarlo!! Dimmi ciò
che
è in mio potere spirito, e io agirò di
conseguenza!!»...”Mia figlia da sola non
può
farcela: devi trasmetterle le tue energie, soltanto queste le
permetteranno di penetrare nella coscienza del vostro domatore, e
sconfiggere quel Digimon malvagio...
...dovete lavorare in squadra...” «Lo
farò!»
espresse il ragazzo determinato, raccogliendo la mano di lei
«Cindermon!»...«O-Ohhh...»...«...amore
mio...» pronunciò il Digimon pieno di tenerezza
«Allora era vero quello che affermavi quel giorno a palazzo!
Io
non ti ho creduto!»
“Guilmon
tu c’è una cosa che ti devi decidere a realizzare:
TAKATO-NON E’-MORTO! Non è morto…!! Che
cosa
c’è di strano o un essere vivente è
vivo, oppure
è morto e lui appartiene al primo di questi casi! Lui
c’è, è cresciuto, è qui a
Digiworld e io
posso provarti che tutto questo è vero! Ma se mi ammazzi e
mi
acquisisci…ti sarà impossibile, e lascerai il
campo
libero a chi ha architettato tutto questo per usarti come una
marionetta! E’ questo che vuoi realmente?!”
«...quanti
errori ho commesso a causa della mia disperazione, chissà se
un
giorno riuscirò a rimediare.» ammise addolorato ma
poi
riacquistò speranza «Però! Se stavolta
ce la
farò, saprò dimostrare la mia gratitudine! E ho
già in mente come! Spirito che governi la vita umana e
digitale...» disse incrociando i suoi pugni fasciati
«Se mi
permetterai di salvare Takato io...rinuncerò a lui! Sono
disposto a sparire e a non farmi più vedere, del resto gli
ho
fatto già abbastanza del male e poi...» volgendosi
verso
la ragazza addormentata «Ha già un Digimon.
Migliore di
me! Sono disposto a rinunciare allo scopo per cui sono vissuto in
questi dieci anni, il desiderio che mi ha permesso di andare avanti! Ma
Tu salvalo per favore, chiunque tu sia e qualunque volto tu abbia,
salva Takato e poi...questo Digimon che senti parlare non ti
disturberà più!»
...la luce
emanata dal monumento a testa di drago illuminava il volto pallido di
Takato «Ora che riesco a vederlo...mi accorgo che ha
l’aspetto di Guilmon! Il mio amico non mi ha mai abbandonato,
e
ha plasmato la forma del mio cuore. Guilmon! Riesci a sentirmi ora che
ti chiamo...?»
(«Ragazzo,
resisti!»...«Dottore, perché non si
riprende?!»)
«Guilmon...! Oh?...
...c’è qualcuno seduto sulla cima...»
Takato intravide
una sagoma di spalle, che sembrava attendere pazientemente seduta tra
le orecchie del drago.
“Ora Guilmon
è un ragazzo...”
ricordò il giovane «Possibile...che sia arrivato
da te?
C-Che questo...sia il momento del nostro incontro?
Guilmon...!»
avanzava Takato verso il monumento luminoso «Mi
riconosci...?» accennando un sorriso esortativo e commosso
«...sono io!»
Si
sforzò dunque ad arrampicarsi, fino a poggiare i piedi sulla
cima della struttura. Tra quelle orecchie simili ad ali, pochi passi
separavano Takato dalla sagoma del ragazzo «Guilmon...
...ti ho aspettato tanto...» sussurrò allungando
la mano
tremante fino a sfiorargli la spalla.
«Mi hai
aspettato tanto?! Oh, davvero, sono commosso!! Anch’io
aspettavo
che tu arrivassi, Takato!!» gli rispose una voce aggressiva
che
lo fece rabbrividire. Ma mai come quando vide voltarsi quel ragazzo con
il turbante (canzone: Evanescence
- Sick)
«...Teardropmon...?» pronunciò senza
fiato,
rischiando di scivolare, ma si aggrappò ad un orecchio
luminoso
«E’ arrivato il momento di affrontare il tuo
destino!» ammise il Digimon...
...mentre da
sotto le sue scarpe arricciolate iniziava a discendere uno strato
oscuro che offuscava la luce del monumento, rendendo la pietra nera e
inquietante «...p-perché...? Cosa ci fai
qui?!»...«Ho visto che la tua Digimon era
là fuori,
a lottare contro il sonno in attesa dell’esito della tua
operazione! Ma mi dispiace annunciarti che ha ceduto e si è
addormentata, e non ci sarà alcuna bella notizia ad
attenderla,
al suo risveglio!»
«...che cosa ti ho fatto...?» lo scrutava negli
occhi Takato.
«Hai consacrato la tua
vita e i tuoi sogni alla difesa dei terrestri che hanno ucciso la mia
Scratchmon! Non ti perdonerò mai per averli protetti,
preparati
a essere inghiottito ormai per sempre da un incubo senza
fine!!»
estraendo il suo tamburo.
Takato sussultò, ma Teardropmon fu più veloce
«Mosaico
spettrale!!»
liberando a colpi di bacchette gli spiriti lupiformi, che
congiungendosi in un getto «AAAAAAAAAAAAHHHH!!!»
travolsero
il ragazzo, sbalzandolo dal monumento e gettandolo sul sentiero di
pietra.
(«Presto,
il cuore sta cedendo!!!»...«Riaccendete i monitor,
è
evidente che le informazioni sono impazzite!!!»)
Takato
gemeva a terra, mentre il Digimon troneggiava dall’alto del
monumento oscurato «Questa volta nessuno giungerà
a
salvarti...sei nel profondo del tuo subconscio, e lei è
troppo
lontana per accedervi! Sei solo, Takato...
...completamente solo, fatta eccezione per questo Digimon...che ti
odia!!!»
“Amici miei...
...Cindermon, Guilmon!” ansimava il ragazzo a terra
“...per
favore...venite ad aiutarmi, vi scongiuro!”
«Coraggio Cindermon, dammi la
mano!»...«A-Ahh...
...Ta...Takato...»...«So che vuoi aiutarlo, e
anch’io!» ammetteva quel ragazzo per la prima volta
con uno
sguardo davvero deciso «Siamo entrambi i suoi Digimon, non
dobbiamo aver scrupolo di esaurire le nostre energie se questo
può servire per salvarlo!»
«Io...voglio...salvarlo...»
Gli artigli di
Guilmon penetrarono le fasciature per sollevare le dita smaltate di
Cindermon ed intrecciarvisi saldamente «Insieme possiamo
farcela...ti conferisco tutto il mio potere digitale!!!»
Un alone rosso
lo avvolse...ed iniziò a fluire lungo il corpo di
Cindermon...
La Digimon stringeva gli occhi...
...ed il
loro spirito ardente si innalzò congiuntamente, volando
oltre le
porte della sala operatoria, e oltrepassando quei segnali elettronici
impazziti («Avete visto?!»...«Dottore,
sembrava una
scia di fuoco, che succede?!»)
Il flusso
raggiunse la flebo, e mescolandosi col sangue generò un
riflesso
fiammeggiante («Ora lo vedo anch’io,
infermiera!!»)
Lo sguardo
dubbioso di quei medici e quegli infermieri si appoggiò sul
corpo del ragazzo addormentato dall’anestesia.
Una fiammata
introdusse una nuova presenza sul sentiero roccioso: si trattava di
Cindermon «Dove sono?!» si guardò
attorno
«...che sta succedendo? Questo sembra un campo distorto! Devo
cercare di ricordare dove mi trovavo, e cosa stavo facendo
quando...uhm! L’operazione! Takato! Uhm?!!»
Ma i suoi
occhi azzurri furono attratti da alcune luci al termine del sentiero
«Quelle sono scintille di battaglia! Là si sta
combattendo!!»
Teardropmon
stendeva le sue braccia «Ora Takato, ti mostrerò
qualcosa
che ti piacerà molto...
...qualcosa che hai
cercato di rimuovere dalla tua storia, ma non ci sei riuscito
né
mai ci riuscirai!»
Le bolle iridescenti
furono avvolte dal potere magico, e sotto gli occhi
dell’impaurito Takato iniziarono a proiettare la sua stessa
immagine allargata e distorta.
«AHAHAHAHAHAH!!!» rideva il Digimon dai denti
affilati
«QUELLA e non un’altra è
l’immagine del tuo
futuro!»
«Ahhh...!!» il
ragazzo sembrò avvertire una fitta di dolore, e di sgomento.
«Un
ragazzo...sovrappeso e scomposto, il frutto dell’operato di
sconforto e disillusione su un ragazzino un tempo ottimista! Guardati
molto bene, e affoga nella tua stessa immagine!! Grazie ad essa la tua
famiglia ti ha rifiuato!»
«Ah, no...n-non posso
cedere così!» il ragazzo si rialzava in uno sforzo
estremo.
«Ohhh, sempre
ottimista e combattivo! Ma questa volta non sarà
sufficiente...»
«Debbo...fuggire! A-Ahhh! Ahhhhhh!!!»
Ma la luce
distorta e tenebrosa di quelle martellanti sfere acciecava i suoi occhi
e perforava il suo spirito «...so-sono...
...troooppi, non ce la faccio!» scivolò in
ginocchio.
«Questa
volta l’assalto è troppo massiccio, non ti
salverai,
uhmuhmuhmuhm!»
«H-Ho bisogno...di qualcuno!...
...u-un amico, per favore!!!» gridava disperato «UN
AMICOOO!!!»...«Sai benissimo che nella vita evocare
amici
è inutile...» disse Teardropmon facendo il suo
volto
più cattivo che mai «...anche se gridassi come te
la mia
Scratchmonina non potrebbe accorrere!! E’ MORTA!!
COSI’
COME E’ MORTA ORMAI LA TUA SPERANZA, TAKATO!!!»
«N-Noooo...!!!»
(In sala operatoria si
udì un segnale lungo e monocorde «Oh no! Arresto
cardiaco!!!»)
Ma Cindermon correva a
perdifiato sul sentiero «Devo far presto!! Takato ha bisogno
di
me, lo sento!» quando ad un tratto fu abbastanza vicina per
avvistarli «OH MIO DIO! Quello e Takato! E quello
laggiù
è...
...Teeeardropmon!!!» portandosi le mani alla bocca
«Oh no,
vuole fargli del male! Debbo assoluamente raggiungerl-ouch!»
Le rocce iniziavano a
sgretolarsi e a venirle addosso «Devo farcela, me ne
infischio
delle rocce, me ne infischio di tutto! Devo raggiungere il mio
domatore!» così procedette audacemente...
L’immagine del
ragazzo ormai stremato e a terra sembrava soddisfare Teardropmon, che
incrociava le braccia con un sorriso.
Ma seduto
accanto a una Digimon addormentata, c’era un giovane dalle
mani
fasciate che non smetteva di trasmetterle forza “Forza
Takato!
Forza Cindermon! Se ci riusciremo io...sparirò per sempre:
tornerò da quella signora, e qualora si ritrovasse sola
accetterò di essere suo figlio! Smetterò di
essere
Guilmon, diventerò definitivamente un umano
però...almeno
quest’ultima battaglia devo vincerla! Forza amico mio!
Coraggio!!!”
Mentre un
Digignomo in apprensione li osservava aggrappato alla finestra... (fine-canzone)
I fuochi
esplodevano più alti che mai attorno al globo azzurrastro,
tracciando sagome di Digimon coi loro molteplici colori.
Un paio di
grandi e buoni occhi verdi, di cui uno circondato da diamanti, si
riflettevano presso uno specchio un po’ sbilenco e solcato da
una
crepa, ma quella Digimon vestita da sposa non sembrava badarvi e si
limitava a piegare il capo per guardare meglio la sua immagine. Tese il
dito presso il vetro ma «Ahi! Ouuu...»
là dove era
infranto la ferì, sicché con gesto un
po’ infantile
si portò il dito alla bocca. In quel momento
entrò suo
padre, i cui occhi inumani sbucavano da un manto completamente dorato
«Tesoro! Non sei ancora pronta? Abbiamo...tutti i settori di
tutto Digiworld accuratamente divisi e ordinati in cappella, manchiamo
solo noi: cioè o meglio! Mancate solo...tu e il tuo
sposo!»...«Veramente non è proprio
così,
papà! Manca un sacco di gente! Mancano...tutti gli amici di
Kazu, i loro Digimon, e poi...ovviamente...» abbassando
tristemente i suoi occhi. Suo padre comprese e completò
«...manca tua sorella. Lo so, sarebbe stato bello festeggiare
tutti assieme.»...«Ma allora avremmo potuto
aspettare!
Scusa che c’era di male?»...«Il popolo
dei Digimon
richiede stabilità, tesoro, punti di riferimento.»
disse
il padre con premura, ma lei mugolò
«Sì, lo so,
però...»...«Diamon...»
abbassò il tono
Cyclemon «...che cos’hai? Guarda che ti conosco.
Non...ti
fa piacere sposarti? Fino a pochi giorni fa mi sembravi euforica, non
vedevi l’ora tanto che francamente...avevo un po’
di paura
a rimandare ancora! Mi vuoi dire cosa è successo? Non ci
saranno...problemi col tuo fidanzato!»...«Oh no
papà, quello assolutamente no! Non riguarda noi due, io e
Kazu
ci amiamo tanto, il nostro è un amore...
...grande quanto
tutto Digiworld, o anche di più sai, credo!»
«E
allora...?» piegò il capo l’anziana
creatura con
sguardo scrutatore.
La sposa, dalla
splendida acconciatura di diamanti, smarrì i suoi occhi
nello
specchio «E’ che questa mattina abbiamo parlato...e
mi sono
accorta che Kazu ha lasciato qualcosa sulla terra! Una ferita aperta
che continua a farlo soffrire!»
Cyclemon
rifletté e ponderò «...Kazu...adesso
è un
sovrano amato. Ha intere schiere di Digimon ai suoi piedi,
avrà
sempre qualcuno su cui contare.»...«Questo
può
darsi, non ne dubito...anche se i Digimon sono diventati intrattabili
ultimamente, eh!»...«Sì, questo lo
so.»...«Però sai...? Nonostante tutto,
nonostante
ora il mio Kazu sia il sovrano di un mondo fatato, con tutti i suoi
magici abitanti al suo servizio...ora anche se volesse non potrebbe
godere di ciò che ho io in questo
momento.»...«...intendi dire
forse...?»...«Proprio così: un padre!
Proprio come
te che ora sei entrato e ti preoccupi per me. Il suo papà
è rimasto sulla terra.» disse Diamon, volgendosi
verso il
vecchio Cyclemon «E queste sono cose che niente
può
cancellare. Neppure i fuochi d’artificio di una notte magica
come
questa...possono ovattare la sua voce di bambino, che grida con gli
occhi alzati al globo terrestre quella sola parola...
...papà...»
L’anziano
Digimon non disse nulla, e si limitò a farsi illuminare da
quella saggezza che filtrava dai modi all’apparenza semplici
della figlia.
«Sei stato
impagabile a resistere e trascinarti qui a fatica, al solo scopo di
metterci in guardia...» ammetteva profondamente appenato quel
giovane dal mantello regale «Però noi sapevamo
tutto!
Conosciamo i nostri nemici, e siamo al corrente del piano che quella
donna, Violetta, ha ordito contro Digiworld e la terra! I-I miei
compagni sono lì...a proteggere gli umani dagli assalti dei
terribili figli di Violetta!»
«E
così il mio messaggio è stato
inutile...»...«No!» balzò in
piedi Kazu
«Non...dire così, non è mai inutile
quando un eroe
si spinge fino a tal punto al solo scopo di tutelare il suo mondo, e
proteggere...le sue genti! Sembra passato un secolo dal nostro primo
dialogo, Multimon...ora...non sei più
quell’insicuro
aspirapolvere arreso alla sua allergia, hai scoperto in te un coraggio
che...»...«...che non avrei mai scoperto di avere
se non
fosse stato per voi, Altezza.»...«Non dire
così, io
non ho fatto niente...» ammise il ragazzo asciugandosi le
lacrime
«Vi sbagliate: voi mi avete fatto capire che questa vita
presenta...infinite possibilità, e c’è
sempre una
soluzione anche alla situazione che sembra più impossibile.
Cof,
cofff!!!»...«Resisti,
Multimon!»...«E’
inutile ormai...
...sono arrivato
alla fine, quelle creature mi hanno colpito mortalmente il giorno che
ho scoperto il loro piano. Sono una lavastoviglie...ormai prossima alla
rottamazione!»...«No!!» gridava Kazu
incredulo alla
vista di quel guerriero di cristallo dal diadema spezzato
«Farò chiamare subito i WhiteCoatsumon, sono i
medici del
palazzo e sapranno curarti!»...«Vi ripeto che
è
inutile, per---favore, lasciate che mi riposi tranquillo! I medici...
...avranno
già posato il camice per indossare l’abito da
cerimonia,
per le vostre nozze...»
Impossibile
descrivere la pena sul volto pallido di Kazu, che dopo
l’esortazione del Multimon era rimasto senza parole, si
sentiva
disorientato e si limitava a scrutarlo, in una silenziosa
richiesta circa ciò che avrebbe potuto fare per lui.
«Permettetemi...una cosa...»...«...certo,
tutto
quello che vuoi!» alzò le spalle il ragazzo
«Mi sono
trascinato qui per recapitarvi un messaggio ma voi...da bravo sovrano
già sapevate tutto.»...«Non deriva dal
mio ruolo, ma
dal merito dei miei amici che sono venuti in viaggio con me! Noi siamo
una squadra, proveniamo dalla terra...
...e lottiamo
fin da quando eravamo piccoli...nella speranza di cambiare qualcosa nei
nos-nei vostr...
...in questi
mondi che sarebbe bello fossero un pianeta solo, per stare tutti
insieme dopo tanto tempo!»
«...che poetica
prospettiva...io la guarderò dal cielo. Ma sono contento
così, non
crediate!»...«Multimon...»...«Se
ho fallito
come messaggero...mi piacerebbe ugualmente andarmene sapendo di aver
fatto qualcosa per voi. Qualcosa...di speciale. Ditemi, Altezza
reale...non c’è...nulla...
...che possa
essere per voi un umile regalo di nozze, e che sia realizzabile con gli
elettrodomestici? Voi esprimete il vostro desiderio...
...e io
assumerò qualsiasi forma. Sarà la mia ultima
trasformazione...»
Il ragazzo
strinse gli occhi e si morse le labbra, mentre le lacrime solcavano il
suo viso e scendevano sul mantello splendente. Raccolse la mano del
guerriero, e gli rivolse un dolce sorriso «Mi
piacerebbe...riascoltare la vecchia sigla dei Digimon!! Sarà
il
mio saluto alla terra, vorrei ricordarmi di quando ero ragazzino ed
iniziai a sognare su di voi, prima di prendere definitivamente posto,
al fianco di una principessa digitale! Pensi che...sarebbe un eccessivo
dispendio di energia, per te...?»
Con voce paterna
e dolce il Multimon rispose «...tutt’altro...
...sarà
una fine serena, mi addormenterò sulle note del nostro
inno...mentre il palazzo festeggia il suo sovrano, finalmente
sposo...di una leggiadra e nobile Digimon. Ora attendete...mi
trasformerò in un
televisore...»...«Oh?!» Kazu
si parò gli occhi dalla luce, che dissolse delicatamente
quella
forchetta spezzata sul diadema...
...e
provocò l’allargarsi del volto del Multimon, che
divenne
rettangolare e perfezionato (seppur ancora graffiato) ed emise un
telecomando splendente dal vetro del suo display. L’oggetto
cadde
sulle lenzuola, ancora sfrigolante di magia «Ora
raccoglietelo,
Altezza...»
Kazu
obbedì, con mano tremante «L’ultimo atto
di un
giovane fan...»
«Sono connesso alla rete...non vi resta che raggiungere
Youtube e...»
«...non affaticarti a
parlare...s-sono sempre...stato sveglio...con gli apparecchi
elettronici!» disse cercando di scherzare, per stemperare la
commozione. Il Multimon rispose «...se non lo sapessi...non
sarei
qui.»
Kazu si concentrò «...devo regolare la sigla...
...oh? Aspetta un momento...
...le notizie della terra...
...non posso
ignorarle, solo un’occhiata veloce! Aspetta Multimon, ti
assicuro
che farò presto!!» iniziando a pigiare bottoni sul
telecomando. Quando improvvisamente «Ahh!!...
...non è
possibile!!!»...«Che vi succede,
Altezza...?»...«Ma qui...stanno parlando di mio
padre!!...(canzone: Melanie
C - Northen star)
...dicono che è stato coinvolto in una sparatoria...
...e che è rimasto ferito gravemente!!!»
Guardromon spalancò
la porta «Kazu, i Digimon aspettano solo noi, dobbiamo
andare!
Ops!»
Il Digimon
rischiò di scivolare con la corona che era caduta a terra, e
l’istante dopo incrociò gli occhi del domatore,
più
attoniti che mai.
In quegli stessi
attimi Diamon solcava la sua stanza scavalcando la colonna spezzata, e
si piegava appena per farsi prendere sottobraccio dal padre.
Così, evocando
un passo che fosse abbastanza regale, procedettero assieme per i
corridoi del palazzo distrutto. La sposa digitale oltre il velo che le
copriva il viso orientava lo sguardo al soffitto, dove al di
là
degli squarci poteva rubare spicchi di globo terrestre, mescolati ai
fuochi d’artificio...
«A-Ah...n-non faccio in tempo per la sigla...m-mi dispiace
Altezza...!»...«AH! Resisti, Multimon!!»
gridò
Kazu (con eco di Guardromon «Resisti, Multimon!!»)
«Sono
certo...che vostro padre è salvo!» ammetteva la
creatura,
mentre iniziava a smaterializzarsi in dati «Non
dovete...disperare...»
«Kazu,
perché parla di tuo padre?!»...«Ahhh, ho
letto la
cronaca di Tokyo, Guardromon!! Mio padre è stato ferito!
E’ riuscito a sfuggire alla polizia ma...
...forse sta morendo!!!»...«Oh no, proprio adesso!!
E’ ingiusto!!» affermava il Digimon, mentre il
ragazzo si
guardava freneticamente attorno, del tutto disorientato.
La cappella era
gremita, c’erano Digimon ovunque, proprio come osservava Mako
dall’alto «Non ne ho mai visti così
tanti...
...per noi
bambini del 1 agosto questo è un’autentica
magia.»
per mano a Oasimon, proprio come fosse un fratellino più
piccolo
«Quassù in alto non è pericoloso,
Mako?»...«Oh? No, non temere, abbiamo fatto
controllare il
soppalco, e così antico da essere bello
resistente!»
Il bambino
digitale dal volto sabbioso sembrava contento, e con il gel avevano
accuratamente pettinato i suoi capelli biondi nel mezzo dei
quali
spuntava la palma.
«Che cosa sono i bambini del
1 agosto?»...«Oh? Mi ci ha fatto pensare Kazu! Devi
sapere,
Oasimon...» spiegava con la premura di un padre,
accomodandogli
il papillon «...che questi bambini...siamo
noi!»...«Intendi dire...tu, Kazu e i vostri amici?
Ma voi
siete grandi, ormai!»...«Oh...!» sorrise
Mako
«E’ vero, a poco a poco stiamo crescendo, ma un
tempo siamo
stati tutti piccoli come te!»...«Io quando
digievolvo
divento Sandmon! E sono
grande-grande!»...«Ebbene...così come tu
digievolvi
noi cresciamo!»...«Solo che non potete tornare
indietro:
come mai?»...«Ma forse...chissà!
Perché
c’è talmente bisogno di noi adulti...che non
c’è tempo per tornare bambini! Crescendo si
possono fare
un sacco di cose, me l’ha detto Kazu: io pensavo...che la
cosa
più bella sarebbe stato restare piccoli per sempre! Come
Peter
Pan!»...«Peter Pan? E chi è? Un
Digimon?»...«Uhm, no, Peter Pan era un bambino...
...che si
rifiutava di crescere. Sbagliava, perché si perdeva un sacco
di
cose meravigliose! Guarda questo scenario, c’è
bisogno di
crescere per capirne il suo vero valore...
...da
bambini saremmo stati semplicemente eccitati nel vedere tanti Digimon.
Solo adesso, che abbiamo avuto gioie e dolori siamo in grado di
capire...che loro non sono soltanto un arcobaleno di guerrieri. Ma sono
vite, anime, esperienze...
...vedi Oasimon, il 1 agosto...è stato un giorno speciale.
Nel
cartone che ci ha permesso di conoscervi...è stata scelta
questa
data per raccontare...» accennando un tono magico
«...il
primo...incontro fra esseri umani e creature digitali! Da quella
puntata, trasmessa in quello che sembrava un pomeriggio qualunque...noi
terrestri abbiamo cominciato a sognare. Adesso è un
po’
come il nostro stemma.»...«Come quello che hai
sulla
cinta?»...«...come i Digimedaglioni! Il 1 agosto
è
la nostra generazione, siamo noi ragazzi che vi abbiamo scoperti
circondati da affetto e felicità. Siamo sempre noi...che poi
siamo stati risucchiati in un vortice di problemi e di dolori. E
infine...
...i
bambini del 1 agosto...saranno quelli che riusciranno a riemergere
un’altra volta dall’acqua scura. E ad affermare la
speranza
sopra alle tenebre...»
«Come fai a
sapere cosa avverrà in futuro?» chiese il bambino
dolcemente incuriosito. Mako alzò le spalle «Anche
questo
me l’ha detto Kazu! Ma io mi fido di lui, lui rappresenta
tutti
noi! E’ il Sovrano! Dai, andiamo, è
tardi!»
Un sovrano nelle
cui lacrime ora si specchiavano i dati luminosi del Multimon
«Addio Altezza...
...voi mi avete
indicato...un cammino di luce...»...«Aspetta non te
ne
andare Multimon! Multimon!!»...«Kazu, è
inutile!» disse tristemente Guardromon, anche lui col
cravattino
«Purtroppo Multimon...è
svanito.»...«Cosa devo
fare...?» si domandò il ragazzo, raccogliendo la
sua
corona dalle mani del Digimon «Tutti i Digimon...aspettano di
accogliermi! Quando avrò sposato Diamon mi
trasformerò
ormai del tutto in un sovrano digitale ma...cosa ne sarà di
quel
ragazzo della terra?! Di quel giovane...
...che accudiva suo padre...? Che ha sofferto così tanto...
...ma che seppur
con scarpe consumate, ha percorso dieci anni? Dieci anni di stenti e
privazioni. Basterà...
...un anello e
un esplosione di fuochi per scordarsi di quell’uomo che
l’ha messo al mondo? E che mentre lui si sposava..
...lui forse
moriva da solo, senza un Digimon...e senza suo figlio?»
Lacrime cadevano
sulla corona «Forse questa è giustizia...? O
è il
più crudele dei crimini? Guardromon, amico mio, ti prego!
Dammi
una risposta...tu che vedi sempre più in
là...»
«Ohhh...»
fece Guardromon, con quelle luci sempre più soffuse a
sfiorare
il suo muso meccanico...(fine-canzone)
«Uhmuhmuhm...» Teardropmon planava lentamente, e
Takato a
terra non poteva che ansimare...
...esattamente
come il ragazzo dalle mani fasciate, i cui respiri sofferti
echeggiavano nel corridoio, ma ancora i suoi artigli non lasciavano le
dita smaltate...
«Penso
onestamente che siamo al capolinea: abbiamo sperimentato che un essere
umano non può nulla quando non c’è il
suo Digimon a
proteggerlo! Egli è debole...e diventa schiavo di ombre e
insicurezze, esattamente come te...dinanzi all’immagine della
tua
vita!»
«...un...essere...umano!» affermava Takato fra gli
affanni
«...non viene mai abbandonato...!!...dal suo
Digimon!»...«Che cosa?!» corrugava il
volto
Teardropmon «Bugiardo...osserva: nessuno viene in tuo
soccorso,
ed io fra poco ti eliminerò! I medici ormai non possono
più niente. Li senti...?» accennando verso
l’alto
con una delle sue bacchette...
(«Dottore...ormai è
finita?»...«...temo di
sì...»)
«Le porte
dell’altro mondo ti aprono sotto i piedi, giovane Takato
Matsuki,
ormai hai perso! La vostra specie non è degna di esserci
amica,
ma di essere comandata e sopraffatta dai Digimon! Come puoi dire di non
essere ancora solo...? Non lo senti il silenzio
dell’abbandono?!»
Le sfere con la sua immagine
distorta diventavano sempre più grandi, emettendo sfumature
colorate angosciose.
«Tu sei ormai un
essere ai margini, mentre io sono il tuo esatto contrario! Bello, in
forma, con un’auto fiammante, circondato da lussi e
modernità! Sono la specie di ragazzo che hai sempre odiato,
so
che ti logora l’invidia,
ammettilo!»...«Benché
tu...possa stentare a crederlo...» Takato si rialzava
lentamente
«Cosa?!»
(«Dottore! Un
segnale...»...«Fermi tutti!
Aspettiamo...»)
«...mi dispiace
per te.»...«COME DICI?!! Non ti credo, no tu stai
mentendo!»...«...non sto mentendo. Ed
evidentemente...è solo il tempo e l’inesperienza a
non
permetterti di capirlo. Fra un po’, quando avrai maturato il
dolore...
...per la perdita della tua amica allora scoprirai che non si
può provare risentimento...verso chi è passato
attraverso
un simile dolore. Si prova compassione in ogni caso, anche se ti
è
nemico...»...«”Com...passione”,
non
devi dire quella parola! E’ adatta a quelli come te, Takato,
ai
grassoni, ai falliti!! NON AI DIGIMON VALOROSI COME IL
SOTTOSCRITTO!»...«A che può servirti il
valore...» alzava Takato i suoi occhi prossimi a chiudersi
«...quando conduci con te una simile sofferenza? Puoi solo
rassegnarti...e muovere i tuoi umili passi nella pioggia e nel fango,
cercando di omaggiare ciò che ti ha insegnato. Io ho provato
a
far così e adesso...non ho paura se tu mi elimini. Crescendo
la
morte non fa più così paura, perché
inizi a
scoprire...che la gran parte delle persone a te care ha compiuto quel
balzo. Ora si trova al di là di quella luce, e da
lì ti
osserva...
...è in
quella luce...che si trova il mio Digimon, e tutti i Digimon di coloro
che si sentono soli e abbandonati. Per questo ti dicevo che nessuno di
noi lo è mai realmente. A volte c’è
silenzio,
è vero, e lo scenario sembra brulicare di fantasmi. Ma i
Digimon
sono più in alto...
...basta ricordarlo, e ti sembrerà di rivederli apparire...
...come
nell’ultima puntata di quella serie, in cui persino un uomo
morente scova il suo Digimon!»...«IHMF!!»
Teardropmon
indietreggiò, mentre Takato avanzò seppur
barcollando
«Forse io sono come lui ma in questo caso esprimo lo
stesso...desiderio di diventare aria, e polvere digitale! Per spargermi
sul vostro suolo ormai spoglio di colore...
...e regalargli la tinta della libertà che da tanti anni ho
perso...
...mi è sempre piaciuto...colorare...
...i bei
disegni...»...«Taci, non aggiungere
un’altra parola,
i tuoi sono solo inganni!! La mia Scratchmonina è morta!
L’hanno picchiata, violentata, e poi gettata in un
cassonetto!
L’hanno ucciiiiiisa, e non c’è perdono
per un
crimine come questo! NON C’E’
PIETAAA’!!!»
Caricando il tamburo di energia «MOSAICO SPETTRALE!!»
«E’ la fine...»
disse Takato vedendo venirsi incontro quel getto di spiriti.
Ma una scia di foglie
infuocate lo sovrastò, bruciandogli leggermente le punte dei
capelli «Ahh?!»
...e travolgendo
l’assalto di Teardropmon, che esplose in un fragoroso boato
«Che cosa?!! Questo è impossibile!»
(canzone: Steps
- Dancing queen)
Qualcuno puntava i suoi
calzari rossi su una roccia fluttuante, e compì un balzo
nello
spazio distorto per affiancare il ragazzo «Sono qui, scusate
il
ritardo! Il Digimon è arrivato!!»
esclamò la
guerriera, e Takato tirò un immenso sospiro di gioia
«...Cindermon!!! Sei davvero qui?!» abbracciandola
felice
«Eccomi Takato: questo è il tuo
subconscio...?»
chiese guardandolo intensamente, e lui le sorrise
«...benvenuta!»...«Grazie, si fanno
sempre nuove
esperienze!» per poi assumere posa di battaglia
«TEARDROPMON!»
Il quale si
puliva il labbro con gesto indignato «Maledizione, ma come ha
fatto a penetrare così in profondità...? Io mi
ero
assicurato di addormentarla!»
«E così
tu hai approfittato delle insicurezze di un ragazzo per colpirlo nel
momento di MAGGIORE DEBOLEZZA?!! Tutto questo è
imperdonabile...»
Ma il Digimon rifilò
espressione beffarda «Uhm! Visto che sei stata
così
gentile da raggiungerci ho qualcosa anche per te: OSSERVA!»
rinvigorendo le sfere col suo potere magico. Takato si
guardò
attorno impaurito, e il nemico incalzava «Guarda
quant’era
ridicolo il tuo domatore, un Digimon può solo sentirsi
umiliato
al suo fianco e tu ti sei mischiata con lui!»
Ma Cindermon
attraversò con passo fiero tutto il sentiero di roccia, e al
suo
passaggio le bolle esplodevano «Ma cosa...?! No...!! Non
può essere, come si spiega che-OUCH!» fino a
raggiungerlo
e ad atterrarlo con un pugno «TE LO DICO IO COME SI SPIEGA!
Si
spiega che tu sei un vero farabutto e un pallone gonfio di boria e
vuotezza! Non ci capisci niente del rapporto fra Digimon e domatore e
ciò nonostante ti permetti di parlare?! Possibile che non
realizzi che a noi non importa come sia stato il nostro domatore?! CHI
sia stato, e cosa abbia fatto?!! Noi gli vogliamo bene comunque! Il
nostro compito è accogliere le sue difficoltà...e
aiutarlo ad andare avanti...» aggiunse con voce delicata, ed
un’ultima sfera le volò tra le braccia e lei la
strinse
«Voglio bene a questa immagine...
...così
come ad ogni tappa del percorso di Takato.» che nel frattempo
restava inginocchiato alle sue spalle, così colpito da
quelle
parole...
Teardropmon la
puntò con odio “Accidenti, è proprio
come
Scratchmon...
...non posso
sopportare di vederla stringere la sua immagine, lei avrebbe fatto lo
stesso...con la mia immagine di bambino, le mie lacrime e i miei
capricci!”
Sicché si
asciugò le lacrime ed evocò espressione di sfida
«E
così osi mettermi i bastoni fra le ruote? Lo sai che
è
una sfida persa: sono uno dei Digimon emersi dai dati di
Guardianmon...!» e a quelle parole Takato la richiamava
«Cindermon!!»
Teardropmon continuò
«Inutile dire che sono molto più potente di
te...»...«Senti, a me non importa un tubo di tutti
quelli a
cui hai scroccato i dati illecitamente: ANZI! In questo modo chiuderemo
i conti anche per la questione di Guardianmon, preparati
perché
non sarò tenera!!»
«Cindermon vieni via
di lì, è pericoloso!!» ma lei si
volgeva «Non
temere Takato, so che non mi sconfiggerà! Mi sento carica al
punto che potrei affrontare CHIUNQUE!»
L’alone che circondava
il ragazzo fasciato si intensificava più che mai...
«Bene!! Allora a noi due!»...«Non aspetto
altro!!!»
Takato gridò «...n-no!!...
...ti prego, non voglio perdere anche te!!...
...Cindermon!!»
ma invano, poiché lei era già balzata e duellava
con
Teardropmon nell’alto dello spazio distorto.
«Mosaico
spettraleee!!!» il tamburo risuonava
più che mai. Ma contro di lui «Brace d’autunno!!!»
Gli spiriti di lupo e le foglie infuocate lottarono in un miraggio di
scintille.
«C-Cindermon!»
invocava Takato in apprensione «C-Come faccio, come posso
aiutarla?! Se solo avessi il Digivice...» ma tastandosi il
pigiama non trovò nulla, e poté solo guardare col
cuore
sospeso...
...lo scontro fu
accanito, ma Teardropmon penetrò l’esplosione con
tutta
l’aggressività
«Aaaarghhhhh!!!» puntando su di
lei armato di bacchetta, ma Cindermon «Combo spezza-fiato!
Te la farò vedere io...» avviando una raffica di
calci e pugni da cui lui si parava per mezzo delle bacchette...
«Forza...
...coraggio ragazzi...» ripeteva Guilmon, accanto a Cindermon
che
viveva quello scontro come un sogno.
«So che potete farcela...
...sembra strano pensarci ora...ma ho partecipato a tanti combattimenti
così! Uhmuhm...»
(In sala
operatoria «Somministrate ossigeno! Continuiamo a tenerlo in
vita
ed aspettiamo che cessi questo assurdo fenomeno! Solo dal suo
esito...potremo stabilire quello del nostro intervento.»
E
all’apparenza Takato sembrava dormire, sprofondato nel sonno
dell’anestesia...»)
Ma in
realtà il suo spirito si arrampicava sul monumento oscuro,
per
poter seguire più da vicino la sua Digimon e tifare per lei
«Cindermoooooon!!!»
La grinta di
Cindermon era talmente ardente che finì per stringere una
bacchetta di Teardropmon, e incenerirla del tutto
«Ahhh?!!»
costui si resse la mano scottata «Realizzi
adesso?!»
minacciò lei.
Ma lui
nonostante tutto non si arrese, lasciò andare
l’altra
bacchetta...e si disfece con un calcio del tamburo «M-Ma cosa
fai?! Quelle sono le tue armi!»...«Quando gli
oggetti sono
inutili è il caso di
ROTTAMARLI!»...«Come
vuoi...» la guerriera assottigliò gli occhi
affermando
«...continuiamo!»
E seguitarono
quella sfida corpo a corpo con un Teardropmon ancora più
agile
senza le sue armi.
I sogni e la vita di Takato erano appesi all’esito di quel
duello...(fine-canzone)
L’immenso
Seraphimon troneggiava al centro della cappella, incrociando le braccia
in segno d’attesa.
Sull’eco del crepitio
dei fuochi, Diamon avanzava sottobraccio a suo padre nel tripudio di
milioni di Digimon («La principessa è
più bella che
mai, questa sera!»...«E anche il grande
Cyclemon...che
innata classe!»...«Manca solo la principessa
Cindermon.»...«Un vero peccato, ma...io non vedo
neanche lo
sposo!»...«E’ vero, il Grande Sovrano di
Digiworld
manca all’appello...ma staranno preparando una sorpresa, da
questi terrestri c’è da aspettarsi di
tutto!»)
Mako era in piedi,
nella posa solenne di chi è abituato a cerimonie sacre, ma
con
lo sguardo non faceva che vagare «Ptsss...Oasimon? Ma tu
riesci a
vedere Kazu?»...«Non sono abbastanza alto! Questi
Digimon
sono tutti così grossi!»...«E’
vero, ma io
sono giusto un po’ più alto di te...e non vedo
nessuno:
qualcosa mi insospettisce! Di solito lo sposo dovrebbe arrivare prima
della sposa e restare ad aspettarla.»
Lo sguardo di
Diamon era immobile, ma si leggeva un sottofondo di timore. Mentre il
Gekomon, elegante nel suo frack dalle code svolazzanti, finalmente
aveva raccolto il suo vero incarico e dirigeva l’orchestra
nell’intonarsi della festante musica matrimoniale.
«Papà...»...«Ptsss, dimmi
cara.»...«...ho mal di
pancia...»...«...devi
andare in bagno?»...«...no, devo andare proprio
via.»
espresse Diamon, e suo padre «Ehmmm...
...il problema
è pratico: i Knightmon si sono addensati alle nostre
spalle.»...«Ptsss...sempre detto che bisognava
organizzare
meglio lo spazio.»...«Purtroppo ora è
inutile
disperare...
...piuttosto non
vedo il tuo sposo. C’erano forse disposizioni
diverse?»...«...non lo so, non chiederlo a me, io
già che sono riuscita a chiudermi il vestito da sposa
è
tanto, guarda!»...«Non essere così
nervosa. E
nemmeno così svalutativa!» esortava Cyclemon a
bassa voce
«...oggi è il tuo
giorno...»...«...sì...il mio giorno
sfigato!»...«Ehm ehm!»...«Ahia,
oltretutto ho
una scarpa che mi fa un male! Quasi quasi adesso me la levo e faccio la
sposa scalza!»
Cyclemon
vigilava con i suoi occhi profondi affinché la situazione
non
prendesse pieghe incontrollabili.
«Oltretutto se...aggiungiamo che Seraphimon...mi ha sempre
messo
in soggezione con quel tono
inquisitor-»...«Principessa
Diamon, grande Cyclemon: siamo di fronte a un errore cerimoniale!
DOV’E’ DUNQUE LO SPOSO?»...«...
...ecco,
appunto...» mormorò Diamon mentre si riaccomodava
il
corpetto, come se fosse leggermente lento.
La folla digitale iniziò a scuotersi e bisbigliare.
Mako si alzava
sulle punte «Ma...ma...? Non sarà successo
qualcosa!
Oasimon...ascolta, se ti metto sulle mie spalle, tu riesci a vedere
più avanti?»...«Sulle tue spalle?
Sìììììì,
dai dai
dai!!!» e la prassi fu subito applicata («Guardate!
Si fa
mettere i piedi sulle spalle dalla versione regredita di Sandmon! Che
comportamento poco ortodosso...»)
«Ci sono
dei FireFlymon che portano una lettera,
Mako!»...«Dei
FireFlymon? Che cosa ci faranno con una lettera
adesso?»...«Non lo
so!»...«Presto, andiamo a
vedere! Ops-permesso! Scusate!» («Questi terrestri
sono
zotici a dir poco!» affermava qualche Digimon)
«FireFlymon, perdonatemi se mi rivolgo a voi privo di
autorità, io diciamo che sono...un amico del sovrano!
E’
che siamo molto preoccupati, non l’abbiamo visto arrivare e
temiamo gli sia successo qualcosa!»...«Veramente,
venivamo
proprio a parlarvi di questo.» rispose la lucciola digitale
col
biglietto...Mako e il bambino di sabbia trasalirono.
Nel frattempo presso
l’altare «Sta calma Diamon...vado a fare qualche
domanda in
giro.»...«Sì! Sì ti prego
papà...non
vorrei che Kazu si fosse sentito male,
magari!»...«NON ti
agitare, resta calma...vedrai che è tutto a posto, al tuo
fidanzato non può essere accaduto
nulla.»...«Uhf!» respirò
Diamon, impegnandosi
nei secondi successivi in una serie di sospironi «Mi hanno
detto...che devo esercitarmi a respirare con calma così
butto
fuori tutta l’ansia...» ma appena volse il
capo...ed
incrociò l’aria militaresca di Seraphimon, il suo
respiro
assunse la nota di «Iiiiiihhhhmmmfff!!!»
«Scusa
Mako...forse tu sai dirmi qualcosa.» disse Cyclemon, ma il
ragazzo rispose «Cyclemon: c’è un
problema...»
porgedogli, pallido in volto, quel biglietto.
Diamon si
tormentava le mani «Kazuuu...dai, mi conosci, non farmi stare
in
ansia! IUHM! Oddio. Che faccio. Cinque ore e mezza dalla manicure a
farmi le unghie e adesso me le mangio? Certo che pure
io...»...«Diamon...»...«IH!
Papà!»
balzò in piedi la ragazza, tirandosi su di nuovo il corpetto
«Che c’è? Quanto fai quella voce mi fai
spaventare...» Mako esortò «Sta calma,
Diamon...» ma lei «Qui un altro uomo o Digimon che
mi dice
di star calma giuro che mi prende un infarto, ma si può
sapere
perché avete tutti quelle facce? Io o mi giro e guardo
Seraphimon o mi volto e guardo voi niente, qui non si sa cosa
è
peggio!»...«Devi essere molto forte, figlia
mia...»
disse Cyclemon porgendole il biglietto con mano tremante...
...questa con
mano analoga lo raccolse
«E’-una-parola...»
dichiarò, mentre lo apriva lentamente...
...sulla
cappella scendeva il silenzio, la curiosità (persino quella
di
Seraphimon che cercava di sporgersi per leggere il biglietto, ma
rimediò uno schiaffetto da Diamon «E fatti i
cavoli
tuoi!»)
I Gekomon
seguitavano a suonare ma il Direttore antepose la bacchetta sulle sue
labbra in un perentorio «SHHH-shhh-SHHH!!» per poi
indicare
la sposa nel centro della sala...
(canzone: Alessandra Amoroso - Difendimi per sempre)
“Amata Diamon...”
E
già su queste parole la Digimon tirò su col naso
e
dovette asciugarsi gli occhi.
“Tu non lo sai, ma ti sei innamorata...di un gran mascalzone.
Di
uno che non mantiene la parola data. Un farabutto di città,
che
è in grado di rifilare alle ragazze il peggiore trattamento.
Come quello...
...di abbandonarle all’altare proprio il giorno delle nozze.
Il
problema...
...è che un giorno una catena errata di riflessi luminosi ha
fatto in modo che il suo giovane viso, probabilmente perché
ricordava i ragazzi di un tempo, fosse confuso con quello di una
presenza attesa dai Digimon: il leggendario...Sovrano Digitale...
...colui in grado di raccogliere le redini di un popolo nobile come il
vostro.
Io sono convinto che questa figura esista. Non so
dov’è
però...da qualche parte certamente ci sarà, ma
è
evidente che non sono io, così come sono sicuro che da
qualche
parte nascosto nell’universo...esiste l’uomo della
tua vita.”
Diamon camminava
ormai distaccata dallo scenario circostante, estraeva un fazzoletto
merlettato e si soffiava con decisione il naso. Mako e suo padre la
guardavano con pena e si sentivano impotenti.
“Parto per la
terra...
...rinuncio al trono e alla corona. Rinuncio a te. Torno da mio padre.
Lo sai...? Alla fine ho capito che avevi ragione: io non posso
cancellare quel ragazzo che sono stato. Anche se ti ho amata e ti amo
con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze...
...e so bene che per quanto invece riguarda me, non troverò
mai
nella galassia qualcuna che amerò più di te,
Diamon. Ma
io non posso, capisci? Non posso lasciarlo...
...non posso fare che muoia da solo. E’ come un Digimon,
ferito e
febbricitante. Ma è un umano.”
Diamon
singhiozzava, e continuava a soffiarsi ripetutamente il naso, mentre i
Digimon si scostavano per fare posto al suo passaggio “Sai? E’ strano...
...voi Digimon avete rappresentato la mia infanzia, le mie origini. Il
mio punto d’arrivo come bambino, e come uomo, e se ho vissuto
degli istanti davvero felici...sono stati quelli assieme alla vostra
adorabile personalità composta di dati. Cosa più
ovvia...sarebbe consacrarmi a voi per sempre, e diventare il sovrano
celeste di una fiaba. E’ curioso invece posare la corona, e
tornare a vestire i panni di un ragazzo povero, un terrestre che
ritorna ad accudire il suo padre ubriacone...
...eppure non c’è niente da fare: quei dieci anni
apparentemente sbagliati sono proprio quelli che segneranno il corso
della mia vita, a dispetto di tanti miracoli grandi e belli.
Però cerca di capirmi.
Non potrei essere un sovrano felice sapendo che l’ho
abbandonato.
Non potrei essere un buon marito.
Non potrei essere un buon padre per quei figli che avrei tanto voluto
avere con te.
Non si consegue la felicità fingendo di ignorare la propria
sofferenza.
La sofferenza, l’ombra della propria vita, si affronta. Anche
se
questo implica il più grande sacrificio, come per me che
rinuncio a te, mio grande amore.
Perdonami Diamon. Scusati anche con tuo padre! Vi sono grato e non
avrei mai voluto farvi questo.
Vi voglio bene! Voglio bene a tutti voi Digimon. Ma io sono un umano.
Prima di tutto un umano...il figlio di quell’ubriacone, e
della
moglie che lo ha amato.
Il ragazzo con la visiera verde.”
Mako e Cyclemon
si gettarono su di lei
«Diamon!»...«Figlia
mia!» la quale balbettava «P-P...
...PS: Saluti da
Guaaardromon...!!!» per poi scoppiare in un pianto dirotto.
«Se
n’è andato...» ripeteva incredulo Mako
«Perché, Mako?»...«...non lo
so,
Oasimon...posso solo provare a ipotizzarlo: è nobile...
...disposto a rinunciare alla felicità pur di non voltare le
spalle al padre, anche se l’ha fatto tanto
soffrire.»
Cyclemon intervenne «In realtà io penso...che
nessuno di
noi possa biasimarlo. A-Anche se capisco che tu possa sentirti ferita,
Diamon, e comprendo tutta la tua rabbia!» ma lei si dimeno
«Q-Qui non è questione di sentirsi
feriti!!»...«Diamon?!»
sussultò suo padre, ma
lei si sollevò i lembi della gonna «Ho fretta:
devo
andare. Eeee...dunque...» cercando di radunare fulmineamente
le
idee e capire la direzione in cui dirigersi. Così
avanzò
verso Seraphimon «Tu! Mi servi: vieni!!»
dichiarò
stavolta più impersiosa di lui «M-Ma
principessa!»
ma lei lo trascinava per il braccio «Cammina, ho bisogno di
te.
La carrozza! Fate preparare una carrozza, di corsa!»
I Digimon iniziarono ad alzarsi, sdegnarsi, mormorare, spalancare le
braccia. Ma Diamon gridava a tutto fiato «Forzaaaaaaaaaaaa!!!
Che
ho frettaaaaaaaaaa!!!» in una nota gemente della voce che
esortò Mako a raggiungerla «Diamon! Che hai
intenzione di
fare? Spiegacelo così possiamo
aiutarti!»...«E-E
devo partire, che devo fare?! Io devo parlare con
lui!»...«Cosa?!» sussultò il
ragazzo, ma lei
sgomitò tra la folla «Adesso non posso
spiegartelo!»
Cyclemon si
accostò al ragazzo «Mako, che vuole
fare?»...«Ha detto che vuole andare sulla
terra!»...«Oh cielo, forse dovrei
seguirla!»...«No! Non preoccuparti Cyclemon: tu
resta
qui!» disse Mako «Tranquillizza i Digimon, ci penso
io! Io
devo sdebitarmi: ci vado io!!»...«Dici
davvero?...grazie di
cuore, Mako...»...«Vieni Oasimon!» il
ragazzo prese
energicamente per mano il bimbo di sabbia, a cui cadde il papillon
nella confusione (fine-canzone)
Diamon
sbucò all’esterno, in una corsetta sulle sue
scarpette
verso la carrozza trainata dai Silveequsmon, addobbata da nastri
nuziali. Pochi passi la separavano da essa quando...il Gekomon in frack
si parò davanti a lei «Principeeeeeeeeesssa,
è
sconveniente una simile follia!» ma a quel punto la Digimon
sbottò «LEI...!! MI E’...!!
ARRIVATO...!!...
...ALL’ESASPERAZIOOOOOONEEEEEE!!!»
Ma non si era
accorta che alle spalle del Gekomon vi era una folla di creature
sconcertate. E tra esse una piccola Palmon che portava un cuscino con
le fedi nuziali, e che a quelle grida scoppiò in lacrime
«Ma! Avevate promesso a mia figlia che vi avrebbe portato gli
anelli!» sbottò mamma Lilymon, e Diamon
«Lo so,
scusate, mi dispiace davvero però non posso proprio, devo
andare!!» Ciò non bastò per la Lilymon
«Ah,
che comportamento!! Far piangere una bambina!! Venir meno alla parola
data, e voi vi definite la principessa di Digiworld?! Vatti a fidare di
questa gente altolocata!!»
A
quel punto anche il viso di Diamon si piegò nel pianto
«Ma
io non sono altolocata, signora...CIOE’ POSSIBILE CHE NON
RIUSCITE A CAPIRE IN CHE SITUAZIONE MI TROVO, MA NON LO VEDETE?! SONO
UNA POVERA DISGRAZIATA!» scuotendo il suo abito
«GUARDATE
CHE MI TOCCA A FARE!» ma Mako scavalcò tutti loro
«Scusate! Per favore!!» accostandosi a lei
«La
principessa ora ha degli impegni: anche lei ha una vita personale, non
è un oggetto di vostra
proprietà!»...«Maaaaaako!» si
gettò in
lacrime su di lui che la abbracciò «Sta calma,
adesso
andiamo sulla terra: ti accompagno io!»
Così montarono sulla carrozza «M-Ma io non
volevo...far
piangere...quella bambina!»...«Lo so, lo so, ma ora
lascia
stare la bambina, la madre dovrebbe spiegarle che a volte uno
è
incasinato!»
A far ridere
Diamon ci pensò il piccolo Oasimon, quando le disse
«Ti
ricordi quando dovevi sposarti con me?»
Lei se lo guardò e «Pfff...
...!!
Ahahahah!» gli toccò affettuosamente la palma sull
testa.
Mako fu
contento di vederli socializzare, e quando prese posto nella carrozza
«Ahi!» si accorse di aver schiacciato qualcosa di
morbido
«Oh? Ma tu sei Patamon! Il celebre Digimon delle prime
stagioni,
da dove salti fuori?»...«Sono Seraphimon, avete
sovvertito
la cerimonia così tanto che mi avete fatto
regredire!»
brontolò e girò le spalle il simpatico e
rotondetto
pipistrello.
Così la carrozza si innalzò nella notte,
lasciando una
folla interdetta di Digimon e attraversando i fuochi, in direzione del
globo azzurrastro.
«Ahhh!!!» Teardropmon fu spinto via con un calcio,
e
Cindermon lo contemplava da una roccia fluttuante
«E’
finita Teardropmon!...
...rassegnati...» padroneggiando un globo di foglie
infuocate,
pronta a colpire.
Takato respirava
affannosamente e non staccava gli occhi dal cielo oscuro di quella
dimensione.
“Maledizione...” pensò il guerriero col
turbante
mentre si asciugava il sangue dal labbro. Ma i suoi occhi scivolarono
su Takato “Lui è il suo punto debole...se lo
colpisco
andrà completamente in tilt.”
«D’accordo,
accetto la mia resa!» ammise aprendo le braccia.
Takato sussultò «Ahh!»
Ma
Cindermon assottigliava gli occhi «Ripeti un’altra
volta...
...perché in questa di certo non sei stato
convincente...!!!»
«Uhm!» sorrise il ragazzo digitale...e schioccando
le dita
alle sue spalle materializzò nella sua mano uno scacco.
«Come potrei non inchinarmi alla superiorità
dell’intesa fra un tale domatore e una tale Digimon! Io posso
solo riconoscere il vostro valore...e per rendervi
omaggio...»
mentre si inchinava lentamente «...ho portato un piccolo
dono,
spero sia di vostro gradimento!!»
«Oh no attento Takato!!»...«Scacco della morte!!!»
Teardropmon
scagliò quello scacco che se un istante prima entrava nella
sua
mano, ora divenne immenso e composto di pietra splendente: terminava
con una testa di gatto, le cui orecchie affilate puntavano contro
Takato.
Il terrore
si lesse negli occhi del ragazzo. Ma la Digimon intervenne
«Vieni
via di lì!»
«Ahhh!» gettandolo giù dal monumento con
uno spintone...
Takato
rotolò violentemente a terra, sul sentiero di rocce. Ma
l’istante dopo udì un fragoroso boato
«No!!!»
Lo scacco
piombando aveva infranto completamente il monumento, in
un’esplosione di rocce corvine
«Cindermoooooooon!!!»
I ciottoli
rotolarono ai suoi piedi, ma il ragazzo corse là dove la sua
Digimon non si vedeva più. Al suo posto,
nient’altro che
un cumulo di macerie.
Il giovane
rimase imbambolato, incredulo. Mentre il Digimon alle sue spalle
planava a terra «Ahahahah, AHAHAHAHAHAH!!! Ahahahahaha,
ahahahahahahahah! AHAHAHAHAH!!»
La sua risata era assordante, proporzionale allo sconforto di Takato.
«...finalmente ce
l’ho fatta, è stato difficile ma una buona volta
sono
riuscito a separarvi! E ora...piangi pure, disperati Takato! Desidero
vederti versare tutte le tue lacrime!!!...
...la tua ridicola Digimon non esiste più!!!
AHAHAHAHAHAHAH!!!»
«Nooo...NON POSSO ACCETTARLO!» (canzone: Jessica
Simpson - Your faith in me)
Il ragazzo si lanciò tra i detriti, affondando le mani per
scostare ciottolo dopo ciottolo.
«E’ inutile che
scavi! Sotto non c’è niente, lei è
sparita!
E’ morta, come la mia Scratchmon!!»
«No, Cindermon! N-Non
puoi lasciarmi anche tu! Non è giusto!! Non lo posso
accettare!
Scaverò...fino a consumarmi le mani! Ma ti
riporterò alla
luce, nessuno più di coloro che amo morirà sotto
le
macerie della vitaaa!!!»
«Povero
sciocco...» commentava aspramente Teardropmon «Non
si
arrende all’evidenza...è un irrecuperabile
ragazzino.»
«Cindermon!» gridava affannato il ragazzo, scavando
fra
quei ciottoli «So che mi senti!...per favore rispondimi!
Io...non
ce la posso fare se anche tu mi abbandoni! Amica mia, ti scongiuro! Ho
bisogno di te, CINDERMOOON!!!...
...ho bisogno...di crescere assieme a
te...»...«Takaaato...»
Si udì una voce
«Ahh!!»...«UHMF?!!» che fece
sussultare
entrambi, domatore e Digimon malvagio.
Era una voce
femminile, ma diversa da quella di Cindermon. Era una vocina sottile,
come quella di una bambina.
«Una luce...»
notò Takato fra quei ciottoli, e si mise a scavare con
più decisione «Sei tu, amica mia?! Oh!!»
Ma quando la tirò su, restò totalmente a bocca
aperta...
«Per fortuna stai
bene...» disse
lei, piccolina tanto da adagiarsi sulle sue mani: era divenuta solo una
testina dagli occhi azzurri, coperti dal ciuffo di capelli rossi. Ma fu
proprio lei a dirgli «Ti
amo.»...«Oh!» facendo
sobbalzare il suo cuore «Ti amo tanto...
...ti amo
con tutto il mio cuore Takato...e non avrei potuto permettere che ti
accadesse qualcosa...»
Takato era
attonito e commosso, e le sue tremanti mani sorreggevano quella piccola
Digimon indifesa che gli sorrideva con amore «Mi sono
innamorata
di te...forse del primo giorno. Soltanto regredendo potevo trovare il
coraggio di confessartelo, la sincerità dei bambini...va al
di
là di qualsiasi paura. Sei il ragazzo più bello
che abbia
mai visto...nella mia giovane vita digitale...»
Il cuore di lui
sembrava palpitare di una tale tenerezza, che i ciottoli del monumento
infranto iniziavano a liberarsi dalla coltre oscura, fluttuando attorno
a loro tra la luce splendente.
Teardropmon si copriva gli
occhi «Non posso crederci, la luce del suo cuore che ho
cercato
di oscurare ora torna a splendere!!...
...e quella Digimon e viva...
...!!...provo uno
smisurato odio verso entrambi, li eliminerò nel modo
più
crudele!»
«Perdonami...»
diceva tristemente quella testina dal ciuffo rosso
«...così ridotta non posso più
combattere. Ho
esaurito le energie. Se fosse per me non mi importerebbe, ma non voglio
che quel Digimon ti faccia del male. Scappa, Takato! Lasciami qui e
mettiti in salvo. Abbandona il tuo subconscio, io non avrò
paura...di terminare la mia vita qui...»
Mentre la sorreggeva scosso
dal tremore, il ragazzo pensava “...è indifesa,
come posso
fare per farle recuperare le energie?”
Teardropmon però
aveva riunuito un cerchio di scacchi dalla testa felina
«Preparatevi...diventerete polvere e detriti quando vi
avrò schiacciato con i miei scacchi!!!»
Takato si guardò
attorno, e trovò solo una soluzione: chiuse gli occhi...
«Oh?!» sussultò la creaturina.
Il giovane la avvicinò per regalarle un bacio.
«ADDIO!!...scacchi
della morte!!!» Teardropmon sferrò un
getto dei micidiali scacchi di pietra lucida.
Ma la luce avvolse il ragazzo e la Digimon...
...e quando si diradò, gli scacchi caddero inesorabilmente a
terra.
E lui
abbracciava un’alta
guerriera dall’abito di cristallo, le ali fiammanti e la
bandana
rossa. Ma da questa sbucavano i suoi occhi azzurri così
familiari.
Takato era
stupito «Non mi
hai baciato...perché? Hai anteposto il tuo ciuffo,
affinché io non sfiorassi le tue labbra...»
Cindermon, digievoluta
RedIdolmon, gli sorrise «E’ che so che un bacio per
te
è una cosa importante! Hai aspettato tanti anni per donare
il
tuo primo bacio a Jeri: io voglio...» sfiorandogli le labbra
con
le dita smaltate «...che i tuoi baci siano sempre mossi da
amore
e sincerità.» per poi oltrepassare lui e il suo
stupore...
...e passare dalla dolcezza
alla sfida «Teardropmon, hai superato ogni limite...
...!!»
Costui batteva attonito i suoi denti aguzzi
«N-Non...è possibile, no...
...!!...
...non sopporto di vederli
così uniti, il loro affetto brucia alla mia vista! Io li
cancellerò! Sììì!!! Li
annienterò
entrambiii!!! SCACCHI
DELLA MORTE!!!»
Ma
RedIdolmon invocò «Vortice rosso!!»
balzando in volo con le sue ali fiammanti, e piroettando vorticosamente
tanto da liberare una spirale di fuoco e foglie...
«OH NO, IL SUO
FUOCO RIESCE A FONDERE I MIEI SCACCHI! NON PUO’ ESSERE, SONO
FORGIATI CON LA PIETRA DELL’ODIO!!!»
«L’amore
scioglie l’odio!» ribatté RedIdolmon,
intimando
«L’interno della propria anima è il
luogo più
profondo e prezioso per ogni essere vivente, ESCI FUORI SUBITO DAL
SUBCONSCIO DI TAKATO!»
Il liquido dagli
scacchi fusi divenne un magma incandescente che si diresse contro lo
sguardo atterrito di Teardropmon «Oh nooo!!!
Aiuto!!» il
quale provò a proteggersi col suo manto.
Ma fu travolto in
pieno dalla scia e prese fuoco
«NOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!»
La flebo
tremò «Guardate!» e un flusso di fuoco
perforò il vetro, accompagnandosi con un grido disperato.
«Oh no dottore, che disastro!!!»
Ma il medico inaspettatamente disse «Non temete...»
Takato si
accostò a RedIdolmon, chiedendo incredulo
«...è
finita...?» mentre i ciottoli alle loro spalle ricomponevano
il
suo cuore, più splendente che mai.
Il ragazzo dalle
mani fasciate pronunciava stremato «...uhmuhmuhm! Ce
l’abbiamo fatta. Che bello, abbiamo lottato tutti
assieme...proprio come una volta...
...o-ohhh...» ma
la stanchezza sembrò prendere il sopravvento, e farlo
accasciare...
...mentre nel
subconscio di Takato splendeva una testa di drago dalla luce pulsante,
e in controluce dinanzi ad essa due sagome si prendevano per mano, in
una rinnovata alleanza (fine-canzone)
«Mi hai salvato la
vita, Cindermon...» disse il ragazzo. Lei lo guardava con
dolcezza, ma poi a un tratto sussultò
«L’operazione!!»
Il volto di entrambi si fece
insicuro, ma solo per pochi secondi perché una cometa di
fuoco
pacifico e lucente si innalzò di fronte a loro
«No, state
tranquilli. Il pericolo ormai è passato.»
«Ma questa voce io!» esclamò RedIdolmon.
E quando
la vide materializzarsi e sorriderle «...mamma!!!»
Takato
spalancò gli occhi «Haruko...?»
RedIdolmon
corse e si fermò
ad un passo da lei...contemplandola commossa
«M-Mammina...»...«Brava, figlia
mia.» disse la
donna dal manto rosso e il cappuccio merlettato (mentre Takato si
avvicinava a loro...)
«Sei riuscita a
cambiare il destino grazie alla tua forza di
volontà.»...«D-Dici davvero?»
balbettò
la figlia, e lei «Oh sì...ormai il pericolo
è
scongiurato.»
La carta oscura
di SkullSatanmon si innalzò dalle sue mani, svanendo
consumata
da una luce purificante. RedIdolmon lasciava che quella scia carezzasse
il suo volto dal trucco impeccabile «Sappi che sono fiera di
te:
non c’è gratificazione più grande, per
colei che un
tempo è stata una domatrice di Digimon, di vedere la propria
figlia digitale...
...ormai
adulta e nobile d’animo. Ora tu sei la realizzazione dei
desideri
che tuo padre ed io esprimemmo per te. Una vera principessa.»
«...i-io
ho solo fatto del mio meglio, mamma...» sussurrava la ragazza
mordendosi le labbra per arginare il pianto.
La donna
spostò il suo dolce e un po’ incuriosito sguardo
«...finalmente posso vederti meglio, Takato.»
Il ragazzo
si avvicinava «...così tu sei Haruko...la madre di
Cindermon e Diamon?» ma costei sorrideva «Io sono
una
collega. Una Digimon Tamer! Proprio come tutti voi. Solo appartenente a
un’epoca diversa...e a un’avventura
diversa...»
Takato volle
inginocchiarsi...e sollevarle la mano per baciarla, ma lei
«Oh
no! Alzati, Takato: io non voglio che pensiate a me come una
principessa, bensì...come a una vostra amica!» al
che il
ragazzo le disse con stima «Assomigli alle tue
figlie.»...«Ohh...» sorrise emozionata
Haruko
«Mamma io-»...«No, Cindermon! Lo so...
...ci sarebbero
molte cose da dire ma ora non c’è tempo. Debbo
riportarvi
di corsa sulla terra, entrambi! E’ tempo di lasciare questa
dimensione, Takato deve riprendere il cammino della sua vita e
tu...devi affiancarlo, figlia mia.»
Una luce si
delineò alla fine del sentiero. A quel punto Takato disse
«Io vi aspetto più in là.»
avviandosi per
conceder loro qualche istante in cui stare da sole.
«Sapessi per quanto tempo ho desiderato rivederti...
...m-mi sei mancata! E’ stato brutto crescere senza di te,
mammina cara!»...«...nonostante tutto ci sei
riuscita e sei
diventata forte e responsabile.»...«Ma non
è stato
merito mio! Io sono stata aiutata! Ho incontrato degli amici che mi
hanno insegnato tante cose. E poi Takato-»...«Lo
so, lo
so...»
(mentre il
ragazzo le scrutava da lontano, in prossimità del portale di
luce...)
RedIdolmon
deglutì e chiese «...ora...
...davvero
il pericolo è
scomparso? Non c’è più niente da
temere?»
Haruko
rispose «La carta
dell’oscuro presagio si è dissolta grazie al tuo
operato.
Ma tenete sempre gli occhi aperti: il pericolo resta dietro
l’angolo, e i nemici non sono ancora
sconfitti.»...«...Takato si
salverà?» chiese
la principessa dalle ali fiammanti.
«Ti attende una grande gioia
quando tornerai sulla terra. Però ti chiedo ancora un
piccolo
sforzo: questo...simpatico domatore che hai scovato fra tanti terrestri
purtroppo sembra abbonato con la sfortuna.» La ragazza
digitale
dilatò lo sguardo «Altri Digimon attenteranno alla
sua
vita?! Non c’è problema, li stenderò
tutti
così, come ho fatto con
Teardropmon!»...«Veramente...ora non mi riferivo
a...quel
genere di battaglie...»...«...ah
no?!»...«Vedi
figliola...
...oggi hai
portato a termine con valore la metà del tuo compito: hai
difeso
audacemente la sua vita, e al momento percepisco che non si avvicinano
nuove minacce...sotto quel profilo.»
Lo sguardo di RedIdolmon era sempre più confuso...
«Ora il tuo
compito...» disse sua madre «...è quello
di condurlo
verso la felicità. E chissà che non si riveli
più
difficile.» e lo sguardo di Haruko sembrava profondo al punto
da
far filtrare molti impliciti. Ma la ragazza si mostrò
tranquilla
«...ahhh, su quello...io non mi preoccuperei.
C’è
una cosa che devi sapere, forse non sei aggiornata mamma: ma io ho
scoperto...che Takato...avrà un figlio da Jeri, la ragazza
di
cui è da sempre innamorato, fin da quando era piccolo!
Sì, so bene che ha anche dei genitori che lo fanno diventare
matto, ma quando scoprirà di essere diventato a sua volta
genitore non ci sarà batosta che tenga di fronte a questa
gioia!»
Ma lo
sguardo di Haruko si
rabbuiò «...attenta figliola, le cose potrebbero
non
andare esattamente come pensi.»...«...uhm?
Perché
dici questo, mamma...? Io...sono convinta che Takato troverà
la
forza per affrontare il mondo intero! Un figlio è un
figlio!»
(il ragazzo a volte sembrava
sporgersi, ma poi nel rispetto del loro incontro assumeva posa rigida e
le lasciava parlare)
«Tieni gli occhi
aperti, perché sulla sua vita vedo addensarsi le nubi...di
una
nuova pioggia: questo è l’ultimo
sforzo...Cindermon...
...ma io vedo...» materializzando la carta di WaruMonzaemon,
orsacchiotto rattoppato e amareggiato «...un cuore
spezzato...»
«Cosa?!» fece RedIdolmon.
«...e tante lacrime d’amore...
...sta attenta Cindermon! Perché questo è
l’ultimo
sforzo! Dopo...forse...»...«Aspetta,
mamma!»
Ma la
dimensione iniziava a distorcersi «Resta con lui! E asciuga
le
sue lacrime col tuo manto, è il dovere di ogni
Digimon!»
«Mamma!!!»...«Io resterò
sempre con te...
...con entrambi voi.»
Haruko tornò
una cometa di fuoco, e svanì nello spazio prossimo alla
consumazione. Takato raggiunse l’amica
«RedIdolmon!»
e lei «Non sono riuscita ad ascoltarla fino in
fondo...» ma
poi guardò il ragazzo con senso di responsabilità
«Presto Takato! Dobbiamo andare, la terra ci
aspetta!»
Il giovane
annuì, e si presero per mano per correre lungo il sentiero
che
si sgretolava, verso i portale di luce.
Quando l’ebbero varcato, tutto si fece bianco...
“Purtroppo non mi
è concesso di svelarvi ogni cosa! Posso solo suggerirvi di
fare attenzione a un certo ragazzo...
...di fissarlo negli occhi, e di lasciarvi guidare dal cuore.”
“...un ragazzo? Quale ragazzo, che cosa intendi dire
mamma?”
«...ouuh? Mmm?»
Cindermon riaprì a poco a poco i suoi occhi, e si
ritrovò
seduta presso il corridoio dell’ospedale «Sono
riuscita a
tornare sulla terra...!» constatò con occhi
abbagliati,
per poi scuotersi i capelli «E Takato? Debbo assolutamente
accertarmi di come sta!» e stava per balzare quando
«Ohh?» si accorse di qualcuno che sedeva accanto a
lei,
quando la testa di costui le si adagiò sulla spalla
«Oh
mamma e tu da dove spunti fuori?»
Ma lui non
rispondeva, poiché dormiva, con il capo piegato e le braccia
ciondoloni.
La sua immagine
destò nella Digimon un sorriso di tenerezza, tanto
più
quando lo sentì mormorare
«...l’operazio...
...come
è andata
l’operazione...»...«Mmm, ma guardalo.
Dev’essere qualcuno che ha qualche parente o qualche amico
ricoverato qui. Non posso che comprendere il suo stato
d’animo...» avvicinandosi a lui, e sistemandolo
meglio su
quelle sedie «Ehi, però non spremerti come un
limone,
altrimenti cosa resta di te ai tuoi cari?»
«Ohhh...» (canzone: Claudio
Baglioni - In un'altra vita)
Sicché
adagiò la sua testa allo schienale, e poté
osservare il
suo viso abbandonato a un sonno che sembrava profondo e disteso
«Com’è giovane...»
commentò Cindermon
fra sé «...deve avere più o meno la
nostra
età.» prendendogli le mani e mormorandogli
«Dai,
chiunque sia sono sicuro che chi stai aspettando se la
caverà!»
«...Ta...
...Ta...ka...»
In quel momento
Cindermon gli vide le fasce «Oh mio Dio e che hai fatto alle
mani?! Questo sembra portare...i guantoni da pugile, deve aver avuto
proprio un brutto incidente!» e stava per guardargli sotto la
bendatura, quando «Signorina!» la voce del medico
la fece
sussultare.
E le braccia del ragazzo scivolarono abbandonate.
«Deve...d-dirmi qualcosa, dottore?»
deglutì
Cindermon. Il medico si sfilava la cuffietta «Può
stare
tranquilla: è stata dura...» e la mascherina
«...e
l’operazione ha anche ospitato uno strano fenomeno. Ma per
fortuna è riuscita.» rivelando un sorriso, dinanzi
agli
occhi commossi di lei «Il suo amico è salvo...
...vuole
vederlo? Si sta svegliando in questi
istanti...»...«Oh
sì vorrei...
...vorrei, grazie dottore!!...
...grazie di
cuore, per averlo salvato!»...«Si figuri, dovere.
Il
ragazzo laggiù è con
lei?»...«Sì! E-E
cosa?!» fece Cindermon volgendosi...
«No...» rispose
con una nota di tenerezza «...io nemmeno lo conosco,
l’ho
trovato seduto lì. Evidentemente starà aspettando
qualcun
altro.»...«Qui tutti aspettano qualcuno. Intanto la
porto
da...Takato si chiama, no?!»...«Sì!
Sì, il
mi...
...ehm, Takato sì!»
Il ragazzo rimase
solo, ma con un dolce sorriso dipinto sul suo volto, in quel sonno che
gli conferiva movenze velatamente animali...
Cindermon fu condotta
all’interno della stanza, e sussurrò
«...Takato...!»
Il ragazzo cercava a poco a poco di aprire i suoi occhi.
Il medico spiegò
«Ha fatto...diversi nomi mentre iniziava a
svegliarsi.»...«Nomi? Ah beh sì lo
immagino, nomi
tipo...Jeri!»...«Uhm
uhm.»...«Guilmon! E
sicuramente i nomi dei suoi amici, niaaahhh, io non sono nessuno di
questi, sono certa che anche adesso mi scambierà per qualcun
altro!» abbassando il tono, e sussurrando
«E’ che mi
conosce da poco...»
«Cin...der...mon!»
La ragazza digitale si volse
di scatto. Il medico le chiese «Conosce la persona che porta
questo alquanto balzano nome?»
Ma lei aveva gli occhi
troppo presi da quel ragazzo che neanche la vedeva bene
«Dov’è...Cin...der...mon?»
Lei allungò le
sue dita smaltate, intrecciandole con le sue in un sussurro
«...sono qui Takato...!»
Al che lui
si accorse, e le
sorrise «Me...no...male...mi sento più tranquillo.
Lo sai?
Avevo...tanta voglia...di stare con te...»
«...Takato...» versava
lacrime di gioia la Digimon (mentre il medico le si rivolgeva
«Mi
permetta, signorina: il suo è un nome di origine
slovacca?»)
...poco
più tardi, dal corridoio si udiva il medico spiegare
«La
tua amica è rimasta sveglia tutta la notte, per vegliare su
di
te.» e la voce di Takato, già più
ravvivata,
replicava «Lo so infatti...mi è sembrato di
sentirla
vicina, in queste ore!»...«Ahahah, deve dare certi
strambi
effetti l’anestesia!» se la rideva Cindermon...
...ma in
quegli istanti, l’occhio del ragazzo addormentato si
riaprì al suono di una voce familiare...
(«Ora...cosa accadrà, dottore? Dovrò
rimanere ricoverato...?»)
«...non può essere!» mormorava Guilmon.
(«Per qualche giorno,
è una precauzione: perché, dove vuoi andare
così
combinato?»)
«Questa...è la sua voce!»
(«Ah, dottore lo lasci perdere, se fosse per lui non si
fermerebbe mai!»
«...devo riconoscerlo,
che posso farci? Sono un tipo impaziente, quando ho qualcosa che mi
aspetta non riesco a restare bloccato in un posto...»
«E adesso...? Che cos’è che ti
aspetta?»
«...i miei amici!»)
«...è proprio
lui!!» esclamava Guilmon alzandosi lentamente
«Takato...!!» con gli occhi rivolti in alto
«Si
è risvegliato!! Lui è...
...salvo...
...è salvo!»
(«Devo tornare da loro,
chissà quanto li avrò fatti preoccupare. Loro
hanno
bisogno di me, lo sa dottore? Hanno sempre tanti problemi...
...noi contiamo sempre l’uno sull’altro...siamo una
squadra...»)
«Finalmente ho
l’occasione di sentire la tua voce adulta...e mi accorgo...
...che è così simile a quella che avevi da
bambino!
Uhmuhmuhm!» diceva tra sorrisi d’affetto,
incorniciati
dalle lacrime che scolavano «...e soprattutto nei contenuti!
Amicizia...
...affetto...
...lealtà!»
(«Takato vuoi starti
fermo, che diamineee?!! Il medico ha detto che non devi staccarti quel
tubicino, ti serve per nutrirti!»...«Ma io sto
bene,
credimi Cindermon. Quando è che potrò iniziare ad
alzarmi
dal letto? Non voglio essere di peso per gli altri, voglio riprendere a
fare ogni cosa da solo. Non voglio che debbano
assistermi...»...«Adesso stai lì fermo e
fatti un
po’ accudire! Uhm!»...«Ok Cindermon,
ma...non per
troppo tempo...! Gli altri contano su di noi...»)
«Uhmuhmuhm, sei
sempre lo stesso! Coraggioso...un po’ impaziente!
Altruista...» diceva quel ragazzo muovendo passi nel
corridoio,
cullato dall voce in lontanza «Proprio il mio Takato, non
c’è che dire.»
(«...guarda
Cindermon, riesco...a tenere sollevato il cucchiaio, non mi fa poi
tanto male...»...«Sì però non
strapazzarti!
Dottore?!»...«Beh, devo riconoscere che...per
essere stato
operato da poche ore è una ripresa...quasi
sorprendente!»...«...la ringrazio,
dottore...»)
«Bravo Takato...
...continua a sorprendere il mondo! Tu puoi andare da qualsiasi parte,
ora ne ho avuto la conferma. Sei cresciuto...
...e sei rimasto l’eroe che eri! Il mio...più
grande...amico!! Il mio adorato bambino...
...come è dolce la tua voce...p-pronta...per le
più
grandi gioie della vita! P-Per sussurrare parole d’amore...
...per accudire
i tuoi figli! La gioia di un Digimon...sapere...che il ragazzo che ha
affiancato diventa un uomo buono...e-e felice! Grazie! Grazie, Spirito
della vita, per aver ascoltato la mia preghiera! Oggi...è il
giorno più felice...d-di tutta la mia vita!!»
scivolando
in ginocchio nel corridoio di quell’ospedale
«Sì,
è così! Io non credevo che avrei più
pronunciato
queste parole...dal giorno...i-in cui sono volato via dalle tue
braccia! Però adesso sì...
...tu me ne dai motivo.»
(«Cindermon...sai? Sono stati momenti speciali quelli che ho
vissuto mentre...mi operavano. Mi spingono a
riflettere...»...«Ogni cosa a suo tempo, Takato. E
vedrai
che chiariremo tutto quanto.»)
«Già...ogni cosa a suo tempo! E ora...amico,
è lei
il tuo tempo! Io faccio parte del passato, Cindermon è la
tua
Digimon! E come promesso sparirò, ma porterò la
tua voce
da adulto...
...per sempre nel cuore!» soffiando un bacio alle sue spalle
«Ti voglio bene, amico mio. Dal Digimon di quando eri
bambino...»
Takato nella
stanza descriveva «...ho sentito...come se una presenza ci
sostenesse, e ci permettesse di continuare a lottare...»
mentre
Cindermon le accarezzava la frangetta «Sai, amica mia? Credo
che
Guilmon...ci sia stato accanto.»...«Lo credo
anch’io.
Lui da lassù certamente voleva che vivessi. Non ti avrebbe
permesso di raggiungerlo...non così
presto!»...«...Guilmon...»
smarrì gli occhi il
ragazzo, commossi per l’ennesima volta per quella creatura
sempre
più evanescente, o forse sempre più viva
«...lui
non doveva andarsene così presto. Se solo sapesse quanto mi
farebbe felice se potessi rivederlo! Se lui potesse
tornare...»
Il Digignomo
apprensivo poté volare via...ma continuò a
seguire i
passi di quel ragazzo nel corridoio, che si raddrizzava la maglietta, e
cercava di tenere la testa alta e lo sguardo fiero, nonostante le
lacrime (fine-canzone)
«A-Ahhh!...
...ahhh...»
La punta arricciolata di una delle due scarpe si era consumata.
Sorreggendosi la spalla e procedendo a respiri spezzati, quel Digimon
col turbante annerito si trascinava per le vie della città
ancora avvolta dalla notte.
«N-Non resisto più...
...ormai è finita!» invocava con voce disperata
«C-Che ne sarà di me?! Farò
probabilmente...la tua
stessa fine Scratchmonina! Come un rifiuto...finirò in un
cassonetto, abbandonato da tutti! Ho perso...sono inutile.»
I suoi piedi
calciavano i rifiuti dei vicoli più squallidi della
città.
Attorno a lui
dormivano ammassati i senzatetto, sotto logore coperte. E quando lo
vedevano passare, tutti lo additavano «Guardate quello
com’è conciatooo! E’ messo peggio di
noi!»...«Ma da cosa è vestito? Ah ah
ah!!!»
«...tutti ridono di me...
...io che...avrei sempre voluto essere bello...al centro della
scena...circondato da lusso e prestigio ora...
...altro non
sono che lo zimbello di una massa di barboni...!! Ah!» fino a
cadere in ginocchio «...tutta la mia grande forza sta
svanendo,
sento...
...che mi abbandona. Così come mi hanno lasciato tutti...
...prima il mio papà così valoroso...poi...
...la mia mamma,
sempre così premurosa...» mentre si aggrappava a
un bidone
per trascinarsi all’interno di un vicolo...
...scorrendo il suo manto completamente bruciato lungo la sporcizia...
«...anche la mia
sorellina, che...sempre si preoccupava per me fino a diventare noiosa!
Ma più fra tutti mi manchi tu...
...che non
mi chiedevi di essere...altri...che me stesso! Piccola Scratchmon...
...c-come manca la tua linguetta ruvida...
...dal
pozzo oscuro del fallimento, io...v-volevo tanto crescere ma
sento...che ritorno...bambino! I dati di...»
...mentre
una luce lo avvolgeva...e le sue mani aggrappate al freddo asfalto si
facevano più piccole «...Guardianmon...»
disse una
vocina più sottile «...non riesco a trattenerli
più!»
Luci dorate, simili ad
una quieta scia di lucciole, portavano via dal suo corpo bambino quegli
abiti laceri e malridotti. Il turbante non divenne altro che polvere
luminosa, ma rimasero quei capelli castani sottili e morbidi, e quei
lineamenti gentili «...qualcuno...mi aiuti...»
«Mmm...cos’hai detto?»
Qualcuno
si mosse all’interno del vicolo. Era una sagoma avvolta
nell’ombra, la cui presenza non si era subito notata
«Che
ci fai in giro a quest’ora, bel bambino...?» chiese
con
voce incuriosita, avvicinandosi...
Il piccolo Gravemon era rimasto imbambolato e sorpreso...
Poco lontano di
lì, nell’angolo abbandonato del cortile di un
palazzo,
sembrava essere avvenuto un miracolo: cani e gatti in collaborazione e
amicizia. Sembravano aiutarsi gli uni con gli altri, portarsi il cibo e
offrire reciprocamente il morbido del proprio corpo per far posare le
teste più assonnate.
Il loro fitto e
affaccendato rumore cullava la notte, accompagnato da un pacato
incrociarsi dei loro tipici versi. Ma chi avesse aguzzato lo sguardo
avrebbe potuto scorgere che uno dei cani era più grande
degli
altri, più imponente tanto che i suoi simili si facevano
rispettosamente da parte al suo passaggio, come avviene per un capo.
Forse intimoriti dal suo collare dalle aguzze e metalliche punte, o dal
suo sguardo che però non sembrava realmente intenzionato a
intimorire, quanto a effettuare una guardia serrata e responsabile.
Fra tutti,
l’unica che sembrava comprenderlo era una gatta rapida e
fulminea
come la notte, forse perché aveva il pelo nero come lui, o
magari perché condivideva il gusto per accessori stravaganti
come quell’elmo e le polsiere dorate. In ogni caso lei non
temeva
i denti aguzzi del possente colosso, e come si fa con un padrone
amorevole vi strusciava la sua zampetta in una carezza, per poi
svicolare dai micini più piccoli e affamati ed offrir loro
del
cibo.
Il grosso
cane rimase immobile per qualche istante, e quando si fu accertato che
nessuno l’avrebbe visto, si lasciò avvolgere da
una scia
di luci blu e rosse, che modificarono la linea del suo corpo tracciando
l’elegante sagoma di un uomo con un bastone «Non
c’è che dire...
...è fra
questa gente che ritrovo il senso più pieno della mia
esistenza:
i randagi. Coloro che non hanno più padre, madre...coloro
che
non hanno più casa. Tanti gattini, e cuccioli abbandonati...
...equivalgono a
tanti terrestri. E anche a tanti nostri simili. Non sei
d’accordo
con me?»
Le polsiere
tintinnarono in un gentile «Miao.» dopo il quale la
creatura balzò agilmente sul tetto dissestato di un cuccia,
di
modo che le luci cucissero su di lei un sinuoso e seducente corpo
femminile «Che notte sospesa, Refrainmon...» disse
trasognata.
«La
mattina sembra non voler mai giungere.» replicò
lui,
scostando con gesto malinconico i suoi riccioli neri «E
intanto
loro hanno bisogno di cure e attenzioni: osservali amica mia, non vi
è nessuno che pensi a loro. La gente di questo condominio se
n’è disinteressata...» illustrava
orientando il suo
bastone dall’estremità argentea lungo tutto il
cortile
«E così dobbiamo pensarci noi. Spiriti: ormai
vaganti su
questo presente. Che possono mostrarsi solo in ore come queste, in cui
tutti i cittadini sono addormentati...» definì lei
che
altrettanto aveva i capelli neri, e il chiarore lunare si specchiava
nei suoi riccioli lucidi «A me non dispiace.» disse
Refrainmon «Neanche a me...» sorrise amabilmente la
ragazza
dalla maschera di gatto, continuando mentre accarezzava un micetto
«...qualcuno dovrà pur ricordarsi di chi viene
ignorato, o
magari disprezzato. Guarda, guarda caro compagno...» e lui si
avvicinò a passo elegante «Guarda come bello
sarebbe il
pelo di questo gattino, se solo qualcuno avesse la premura di
spazzolarlo, e di
curarlo...»...«...sì...»
fece lui assumendo sguardo profondo, aggiungendo «...e mi
vengono
in mente i tanti ragazzi che purtroppo sono confinati ai margini...e
potrebbero anche loro bearsi dei riflessi della luna. Se solo dolore e
abbandono non fossero stati tanto spietati! Questo mondo...è
un
quartiere degradato nelle ore più fitte. Ti colpisce a
tradimento!»...«...se non fossimo noi a saperlo...
...allora, piccolino? Ti è piaciuto il latte...?
...piaceva tanto
anche a me, sai? Oh, povero...ti si chiudono gli occhi dal
sonno...»...«Vuoi darlo a
me...?»...«Oh
sì: dai, ti adagio tra le braccia di Refrainmon...non devi
aver
paura di lui...
...anche se ha
l’aspetto di un guardiano oscuro e severo, egli un tempo
proteggeva una terrestre...bella...come una principessa. E anche molto
buona. Vero...?»
Un raggio di
luna illuminò il viso affascinante dell’uomo, in
parte
celato dalla falda del suo cappello bianco. I suoi occhi seri si
riempivano di commozione, mentre la compagna vestita da una rete nera e
attillata si distendeva su quella cuccia «Non temere...vedrai
che
la ritroveremo. E allora sarà tutto a posto, ogni cosa
sarà compiuta! Ogni frammento potrà raggiungere
il posto
atteso...»...«Me lo auguro...»
replicò lui.
Una moltitudine
di cuccioli si erano addormentati presso le sue scarpe lucide ed
eleganti.
«Tua madre
non ha chiamato la polizia per cercarti...?» veniva avanti
l’uomo nascosto nel buio vicolo «Non sento sirene...
...evidentemente si è scordata di te. Devi essere il figlio
di
una sgualdrina: per loro un figlio in più o in meno non fa
differenza!» ed una nota di rabbia si percepiva nel suo tono.
Gravemon ne era
intimorito, e lo guardava con sospetto ma non osava fuggire, o forse
non ne aveva le forze.
«Io lo so perché...
...mia madre ha fatto
lo stesso con me! Io ero...puah, ecco, esattamente come te, noi due
siamo immagini speculari, passato & presente! Solo che sarebbe
stato meglio che la prima non fosse mai esistita per non permettere
all’altra di patire così tanto!»
«...signore, lei...sa dove posso trovare una casa per andare
a
dormire?» chiese il bambino digitale con voce timida e
sottile,
ma l’uomo replicò «Allora non afferri!
Quelli come
me o come te non hanno una casa...
...è
colpa delle nostre madri, ci hanno ridotto come cani randagi! Maledette
sgualdrine, le donne sono tutte sgualdrine, nessuna esclusa! E quando
ne vedo passare una...
...mi nascondo nel buio, aspetto che si avvicini...
...e poi...
...le dò
quel che si merita, di modo che provi anche lei l’ebrezza del
cassonetto!!!»
Quella parola
fece rabbrividire il bambino, che si sforzò ad alzarsi per
fuggire ma «Fermo lì, dove credi di andare?!! I
figli
delle sgualdrine debbono scontare il loro peccato, la tua vita sarebbe
solo un susseguirsi di sofferenze...
...se prima...qualcuno...
...non vi porrà fine!!!»
Gli occhi del piccolo Digimon si inondarono di terrore.
Si udiva rumore di
chiavi presso un buio portone, che quando si aprì
mostrò
due sagome, una più alta una più bassa,
incorniciate
dalla notte «Sei sicuro di aver fatto la cosa giusta,
Guardromon...? Guarda che...potevi restare a Digiworld, io non avevo
intenzione di costringerti.»...«...sei sicuro di
aver fatto
la cosa giusta, Kazu...?» sussurrava il Digimon, e
così
anche il domatore «...anche stavolta non ti limiti a ripetere
le
mie parole, vero? Sì...
...è
meglio così, senti quest’odore? E’
l’odore di
cortile ammuffito, quello di casa mia. E’ questo il mio
posto, i
Digimon troveranno di sicuro un sovrano degno di questo titolo, al
contrario di me. Io non avrei potuto...anche se avessi voluto...
...mi sono preso
cura di mio padre per dieci anni. Dieci anni non sono pochi, ci
sono...cresciuto dentro, come un vecchio vestito, che per quanto sporco
e lacero possa essere, ti rappresenta.»
Gli occhi di
Guardromon erano come due fari in quel cortile silenzioso e senza luce,
si allargavano per accogliere e ascoltare le parole del suo domatore,
che intanto armeggiava con chiavi riacquistando in pochi istanti
l’abitudine perduta.
«Non tornare...»
disse Kazu di spalle «...sarebbe stato come fare un torto a
mia
madre. Sai? Benché ora si perda nella notte dei ricordi...
...loro si sono amati, come me e Diamon. Solo che loro sono venuti
prima...
...e se c’è
qualcuno che può accogliere i resti di quell’amore
fra
comuni cittadini sono solo io. Il loro unico figlio...»
Il rumore
ferraglioso del passo di
Guardromon echeggiò nel cortile «...non sarai mai
solo,
mio domatore...io ti seguirò anche in capo al mondo, lo
sai?»...«Oh...ma qui non siamo in capo al mondo: ma
semplicemente a casa mia. Grazie Guardromon...» disse Kazu
carezzandogli la testa «...sei impagabile.»
Per poi addentrarsi nel
portone «Sono tornato a casa per scovare qualche traccia
nella
speranza che mi aiuti a trovare papà. Non so minimamente
dove si
sia cacciato...»...«...non c’è
pericolo che la
polizia ti arresti?»...«...
...anche se
fosse devo correre il rischio. Ma se senti sirene...scappa a gambe
levate, dimenticati di me. Capito?»...«Ihm! Ho
sentito un
rumore!» ma Kazu sdrammatizzò «Nooo, ma
non queste:
questo è solo l’antifurto di una macchina,
è
diverso se ci fai attenzione.» Guardromon ci tenne a
puntualizzare «Conosco il suono dell’antifurto,
suonava
anche quella notte che vagavamo con Kenta, a caccia di agenti del
D-Reaper!»...«...è vero...quanti
ricordi...»...«Io ho sentito un rumore metallico,
veniva da
giù.»...«Cosa? Dalle cantine? Aspetta...
...qualcuno
potrebbe essersi rifugiato lì, a volte ci vengono dei
barboni a
passare la notte.»
Guardromon era
dubbioso, ma scelse anche stavolta di seguire il suo domatore lungo le
scale che conducevano a un pozzo di oscurità cittadina.
Il suono delle
sue ferraglie si arrestò là dove Kazu smarriva lo
sguardo
«Accidenti, non abbiamo torce con noi.
C’è
nessuno?!»
«O-Ohhh...»
«...!
Kazu!! Ho sentito una voce!»...«Anch’io,
era un
lamento.»...«Guarda!...ho i piedi sporchi di
sangue!»
segnalò il robottino, nello stupore del ragazzo
«Che
cosa?!»
Quando ad un tratto si sentì chiamare
«Kazu!!...figlio mio!»
«Ahhh!!» sobbalzarono domatore e Digimon.
Un raggio di luna
rischiarò un corpo umano accasciato in un angolo, dalla
camicia
macchiata di sangue «...papà sei tu...
...sei tu!!!» il
ragazzo si gettò su di lui, che gemeva
«Temevo...che non
saresti...più tornato: dove...eri
andato?»...«Lascia
perdere, ne parliamo dopo!...
...ma tu sei
ferito...»...«Quanto mi sei mancato bambino mio, lo
sai?!
S-Senza le tue cure...mi sentivo...come un cane randagio.»
Kazu restò
colpito da quelle parole «Davvero hai avuto bisogno di
me...?...(canzone: H
& Claire - You're a love song)
...dovevamo arrivare a
questo punto, affinché tu pronunciassi simili
parole?!!!»
ma Guardromon gli si accostò con dolcezza
«...presto
Kazu...portiamolo su, tuo padre sanguina...»
«Sì hai ragione! Portiamolo a casa e chiamiamo
l’ambulanza!»
«...non...credo ai
miei occhi...»...«E invece sì
papà, è
proprio lui: Guardromon, il Digimon di quando ero bambino! E che
era...tanto simpatico a mamma. Presto, appoggiati a me!»
L’uomo ferito si appoggiò al ragazzo e al suo fido
robottino...
In quegli
stessi istanti
Refrainmon passeggiava con il gattino in braccio, al fianco della sua
compagna in abiti provocanti «Siamo sicuri che sia
prudente...?» chiedeva costei, e lui rispondeva
«Questa
strada è quasi sempre deserta, a quest’ora. Un
po’
di riflessi della luna faranno bene a noi...e anche a loro: tutti il
giorno confinati in quella prigione!» alludendo
all’animaletto dal pelo grigio.
Ma ad un tratto
udirono un grido «Che cosa è stato?!» la
ragazza si
strinse a lui che affermò «Qualcuno è
in
pericolo!»
Gravemon veniva
afferrato per il collo e spinto contro il muro «Il mio
è
solo un favore! Da bravo fratello!!...le belve affamate verrebbero a
divorare le tue carni, è meglio morire in una notte di luna
piena, come questa!»
Il bambino soffocava «...a-aiuto!...
...papà,
mamma! Sorellina...»...«Nessuno giungerà
in tuo
soccorso!» scandiva quell’uomo dallo sguardo folle.
Ma il gattino
grigio corse avanti, introducendo le due figure di cui una
trasalì «...ahhh!...
...GRAVEMON!!...
...QUELLO E’ IL MIO GRAVEMON!!»
«Guarda tu
stesso! Soltanto un gatto è giunto a farci compagnia, ma non
è mica venuto per te: è qui soltanto per cercare
da
mangiare, in questo mondo regna l’egoismo e
l’indifferenza!!»
Gravemon cedeva...
...ma la ragazza
realizzava «Oh no, quello è lo stesso uomo che ha
ucciso
me!!!»...«Come dici?!»
sussultò Refrainmon, ma
lei affilò le unghie gridando con rabbia «Lascialo
subito
andare brutto bastardo o la pagherai doppiamente!!!» e
avventandosi contro l’aggressore del bambino, ma nel suo
più grande sgomento quando provò ad afferrarlo
gli
passò attraverso, scivolando a terra fra i rifiuti.
«Iasugnumon!!!» esclamò Refrainmon...ma
costei si
guardava sbigottita le mani «Oh no...»
L’uomo dal cappello
bianco incattivì lo sguardo e si scagliò
«Lascia il
bambino...!! VA VIA!!» ma non serviva provare a colpirlo col
bastone. E come gridava Iasugnumon tra le lacrime
«E’
INUTILE REFRAINMOOON!!!...
...SIAMO INTANGIBILI!! PER LORO NON ESISTIAMO!!»
Gravemon
tossiva. Refrainmon si
ostinava con rabbia ad agitare il bastone contro l’uomo che
stringeva il collo del bambino, ma quest’ultimo
iniziò a
sfumare lentamente in dati luminosi, dalla punta delle scarpe...
...nel
più disperato pianto di Iasugnumon «PERCHEEE!!!
PERCHEEE
NON CI E’ CONCESSO FAR NIENTE PER AIUTARTIII?!!!»
Refrainmon
mutò in Dobermon e cercò di azzannarlo,
Scratchmon
balzava altrettanto ma erano vani gli sforzi di quel cane e quella
gatta. Per il bambino sembrava essere la fine, e lei mutando ancora in
donna gridava «GRAVEMOOOOOON!»
Refrainmon riapparve, lasciando andare amaramente il suo bastone.
«L’amore
è inutile...» piangeva Iasugnumon
«...contro...la
crudeltà di questo mondo. E’ troppo
debole!»
Ma una voce giunse a
contraddirla «No, ti sbagli. L’amore non
è troppo
debole.»
«Ahhh!» sussultò lei.
I dati dorati
evaporati dal bambino avevano formato una spirale di luce, dal quale
proveniva una voce «Iasugnumon, sono io cara amica! Non mi
riconosci...?»
Refrainmon altrettanto restò abbagliato.
Il vortice
diceva «Sono il tuo Guardianmon!» e lei
spalancò gli
occhi «Guar...Guardianmon!»
L’ologramma di un guerriero si materializzò
evanescente...
...solo
che il suo viso appariva diverso dal solito. Egli assomigliava a
Teardropmon che vestiva un’armatura iridescente.
Iasugnumon lo
guardò con stupore ma lui svelò «Io
assumo il volto
delle persone più amate! E ora nel tuo cuore
c’è il
piccolo Gravemon. Lui è l’unico che può
vederti,
non ha smesso di amarti. Prendi la mia spada...e vedrai che
riuscirà a scorgerti.»
Gravemon stava
chiudendo gli occhi...ma Iasugnumon andò alle spalle
dell’aggressore, proiettando il suo riflesso sulla spada.
«E’
finita per te moscerino...almeno non crescerai e non soffrirai come
me!»
Ma una scintilla
carezzò il viso di Gravemon, nella quale egli riconobbe
«La mia gattina!»
«CHE
COSA?!!» esclamò l’uomo, quando il corpo
del bambino
iniziò a illuminarsi di luce accecante «AH,
NOOO!!! CHE
COS’E’ TUTTA QUESTA LUCE?! IO HO BISOGNO DEL BUIO
O...LA
POLIZIA MI RICONOSCERA’! NOOOOOOOOO!»
così dovette
lasciarlo andare, e correre via.
Quando il bambino cadde a terra, lei si lanciò su di lui
«GRAAAVEMON!»
...poco più tardi, le sirene illuminavano la strada e una
coppia
di agenti conduceva in auto quell’uomo
«E’
l’assassino della prostituta.»
Refrainmon vigilava affinché nessuno si accorgesse di
loro...per
poi volgersi verso la sua compagna piegata a terra, che tra le lacrime
invocava «Gravemon, riesci a sentirmi?!»
Gli occhi
del bambino si aprirono appena, ma tracciarono un sorriso di gioia
«...Scratchmonina...!» tentando di afferrare le sue
braccia
evanescenti «Piccolo caro,
bambino...adorato!»...«Allora non è
vero...che sei
sparita.»...«Non per te e per la tua sorellina, non
per chi
mi vuol bene! Se voi vorrete vedermi vi basterà pensarmi ed
io...sarò sempre al vostro fianco...
...non vi
lascerò, neanche quando sarete grandi, è una
promessa!»
«Quanto ho
sognato...di
rivederti...»...«Graaavemon!!!» gridava
lei tra i singhiozzi...
...per poi
mutare nuovamente in un gatto, e leccare le ferite del bimbo in un
impeto d’amore «...una...palla
infuocata...» intonava
dolcemente Gravemon «...come quando montavi sul mio letto, la
sera. Com’è caldo il tuo pelo, insieme a te la
notte non
mi fa più paura...
...non mi sento più...così solo...»
Refrainmon si
piegò su di lui, e disse «Se seguirai questo
gattino...» alludendo al micetto grigio
«...troverai un
posto sicuro in cui passare la notte.»
Gravemon sorrise
all’uomo...e si sforzò ad alzarsi, per camminare
ancora...
...infatti pochi
istanti dopo si adagiava a quella cuccia, circondato dal pelo di tanti
animali randagi, come un cuscino morbido su cui dormire.
Iasugnumon e Refrainmon si abbracciavano commossi e felici...
...in compagnia
della proiezione adulta di quel bambino, possente in armatura
iridescente, che ora vigilava affinché il piccolo fosse al
sicuro...(fine-canzone)
«Sto...mo...ren...do...
...figliolo...»...«Non dire così,
papà, fra
poco arriverà l’ambulanza!»
controbatteva quel
giovane pallido, che intrecciava le dita con quelle del padre
«Fra poco arriverà l’ambulanza, non dica
così!» faceva eco Guardromon...
Ma lo sguardo
dell’uomo disteso sul letto si spegneva lentamente
«Do...ve...sei...stato per...così...tanto...tempo?
Sei
andato...in...vacanza...con i tuoi amici?»
«No,
io...» chinò il capo il ragazzo
«...è una
lunga storia!»
«...no...»
accennava un sorriso suo padre «...del resto...sei
ancora...un
bambino.»...«Oh?»...«...quando
avrai diciotto
anni...
...potrai
andare...dove vorrai, ma per ora devi fare...ciò che ti
diciamo
io e tua
madre...»...«Papà...»...«Kazu,
tuo padre...non riesce a ricordare che il tempo è
passato?» chiese Guardromon, ma il ragazzo si
abbandonò al
pianto «...no, sta delirando!! La febbre...e
l’infezione
stanno confondendo i suoi ricordi! L’ambulanza non ce la
farà a arrivare in tempo, lo sento! Perché
è
dovuta andare
così...»...«Ka...zu...»
Fra i singhiozzi il ragazzo
accennò «...dimmi tutto
papà...»...«...è ora...
...che...cominci...a
guardarti attorno, sai? Quand’è che mi porti a
casa...una
bella ragazza? Ah...
...puoi contare sulla mia parola, non...lo diremo a tua madre...
...prima chiacchiereremo fra noi, come...siamo abituati...»
Mordendosi le labbra, il
giovane confessò dolcemente «...lo sai
papà...io...
...avrei conosciuto una ragazza che...m-mi ha fatto...
...perdere...la
testa...»...«E perché non
l’hai portata
qui...? Ah...
...figurati...l’avrai
abbandonata chissà dove...disgraziato come
sei...»...«...E’ PROPRIO
VERO!!» esplose
disperato il ragazzo, ma il padre «...sei pazzo a gridare
così? Se ti sente tua madre...attacca...una di quelle
insopportabili ramanzine sul...rispetto...della donna.» ma
d’un tratto Guardromon segnalò «Kazu!
Non hai
sentito? Hanno suonato alla
porta!»...«Dev’essere
l’ambulanza!» sussultò il ragazzo.
E in un corsa
rapidissima si diresse ad aprire «Presto, non
c’è
tempo da perdere! Mio padre sta per mor...oh?!» ma
ciò che
si trovò davanti non era ciò che si aspettava
(canzone: Laura
Pausini - Without you)
Diamon gli
sollevò la mano. Ed adagiò al suo dito un anello
splendente a forma di globo terrestre «Con questo anello io
ti
sposo.»
«Ahhh!» Kazu sussultò incredulo, con eco
di
Guardromon «Principessa Diamooon, sei quiii! Ci hai
seguiti!»
Diamon con
semplicità mostrò la sua mano «Il mio
l’ho
messo prima e ho recitato la mia formula: la cerimonia è un
po’ stravolta ma quel che conta è il senso. Ho
portato con
me Patamon così è valido lo stesso, la
testimonianza di
Digimon angelici risulta comunque!»
Patamon
svolazzava alle sue spalle, e con aria un po’ scorbutica
affermava «Dovete solo dire se volete sposarla, Altezza
reale, e
dopo il rito sarà completato!» ma Diamon fece
«No
aspetta!» avvicinandosi al ragazzo e fissandolo
«Guarda che
non voglio costringerti, se tu non vuoi sposarmi dimmelo, e io
sparirò. Però se sei venuto qui per tuo padre non
rinunciamo a noi, sposiamoci lo stesso! Io...ho sempre desiderato
conoscere...» guardando quel cortile squallido con aria
sognante
«...la tua casa, entrare nel tuo mondo. Lascia che sia io a
lasciare il mio!»
«Allora, volete sposarla o no??? Guardate che io ho molti
matrimoni da celebrare!»
«Kazu...Patamon ha fretta!» esortò
Guardromon, e il
ragazzo scosse il capo incredulo «...sì...
...SIII, VOGLIO SPOSARTI!! V-Voglio...s-spo...»
«Allora vi
dichiaro marito e moglie. Pfff, oooooo’ finalmente! E quante
storie per dire quattro parole, quanta fatica!»
«...siamo
sposati tesoro...» disse Diamon carezzandolo, con occhi
commossi
«C-Come...sono contenta!»
Kazu, pieno di
gratitudine e d’amore, si lasciò andare a un bacio
sull’uscio della sua casa «P-Posso entrare?
E’
permesso, io sono ammessa? Non è che disturbo?»
domandò lei, ma ad un tratto «...mio...padre...sta
morendo!»...«Come?!!» sobbalzò
la Digimon
«Sta morendo, Diamon, sììì,
si sta
spegnendo!»...«Oh no!»
Così,
sollevandosi la gonna dell’abito da sposa, Diamon
seguì il
ragazzo...
...ed entrambi
raggiunsero il letto su cui suo padre era adagiato «Ma avete
chiamato il Pronto Soccorso?!» chiese Diamon con voce rotta
dal
pianto, e Kazu «L’ho chiamato, ma loro tardano,
tardanooo!!!»
La Digimon si volse appena «Il signore...è tuo
padre?»
Il ragazzo non
rispose, si limitò ad annuire un po’ timidamente.
E lei a poco a poco si volse «...signor Shioda come
sta...?»
«Ohhh...e
lei...chi è?» Kazu rispose «Lei
è...la
ragazza di cui ti parlavo, papà! Diamon...
...lei è la mia fidanz...
...mia moglie...» aggiunse con un filo di voce.
«Cooosa, ti sei
sposato...? Ma che...stupidaggini vai dicendo, t-tu non sei ancora
maggiorenne!» Il ragazzo gemette «Diamon ti prego
non far
caso alle cose che dice, lui...!» ma lei «No no!
Tranquillo...» gli fece cenno, lasciandolo senza parole...
...per poi
chinarsi ancora sull’uomo «Io lo capisco,
è che
abbiamo fatto tutto un po’ di corsa, ma per colpa mia eh? Non
per
colpa di Kazu.»
Mentre il
ragazzo chinava il capo e versava lacrime aggrappandosi ad una sedia
dalla spalliera rotta, confortato da Guardromon.
«E’ che proprio all’ultimo ci siamo
ricordati
che...ci avrebbe fatto tanto piacere che ci fosse anche lei,
così abbiamo lasciato tutto...e siamo giunti in carrozza fin
quaggiù! Io...sono molto emozionata, lo sa? E’ la
prima
volta che vengo qui e...» guardandosi attorno
«...avete
proprio una bella casa, è così carina!»
affermava
con occhi limpidi e sinceri.
«...Kazu, ma...dove sei andato a prendere una ragazza
così
carina...? Ha rivolto attenzione a un disgraziato come te...? Non ci
credo...
...sarà che...
...assomiglia a tua madre. La storia si è
ripetuta...a-ahhh...» e sembrava sorridere, nonostante il
dolore
«Papà!»
«...come
è bella...» ripeteva beatamente l’uomo,
e Kazu
accostandosi alla moglie e prendendole la mano rivelò
«...lo so, Diamon è una creatura fatata...che
proviene da
un mondo magico!»
«...vedervi così vicini...mi fa pensare...
...a quando noi tre eravamo una famiglia felice...» per poi
scivolare in convulsi colpi di tosse «No, stia calmo la
prego!!» esclamò Diamon con apprensione
«Adesso lei
deve pensare...c-che anche noi tre assieme saremo felici! Lei deve solo
guarire e rimettersi in forze.»...«Kazu fa star
zitta tua
madre...
...è sempre così apprensiva, si preoccupa per un
nonnulla...»...«Papà lei non
è m...» ma
Diamon gli fece cenno «Uhm! Uhm uhm...» scuotendo
la testa,
come per dirgli di non svegliarlo da quel bel sogno.
L’uomo
aveva afferrato la mano di Diamon, e la stringeva con forza
«...amore mio...sei tornata? Io so che insieme...cresceremo
bene
il nostro bambino.»
La Digimon gli
carezzava la fronte sudata, mentre versava lacrime e sussurrava
«...sono qui, stai tranquillo...ti voglio
bene...e-e...!»...«Lo sai, mi è
sembrato...un secolo
che te ne sei andata. Solo ora mi accorgo che eri semplicemente uscita
a fare la spesa, e come al solito ti sei intrattenuta a parlare con le
signore del quartiere.»...«L-Lo so sono una gran
chiacchierona, me lo dicono tutiii!!!»....«...dai,
non fare
così. Il mio non voleva essere un rimprovero. Né
a te
né a nostro figlio: siete le cose più care che
possiedo...ti chiedo solo...non mi farai più aspettare
così tanto. Vero?»...«No no no no! Lo
prometto,
d’ora in poi sarò buona e puntuale, io...non mi
fermerò più fra chiacchiere
inutili!»...«Diamon...»...«Schizzerò
a
fare la spesa e poi andrò dritta a casa, però
tu...»...«Diamon è finita...»
ammetteva Kazu
(Guardromon alzava gli occhioni a fissarlo)
Quasi senza
più fiato Shioda chiese «Ora siamo...di nuovo
assieme,
vero Kazu?»
Il ragazzo
deglutì «...è così
papà. Rilassati
pure...
...è
stato solo uno spavento. Il passato è tornato...»
in
un’ultima carezza, dopo la quale la mano dell’uomo
scivolò da quella di Diamon.
Costei fece
«Nooo...»...«Diamon...»...«No
signor
Shioda che cosa le succede? Sì
svegli!!»...«Diamon,
papà è morto!»...«No signore
adesso lei non
mi può fare questo però!! Io ho fatto tutta
questa strada
apposta per lei, desideravo così tanto
conoscerla!!»
«Principessa
Diamon!» invocava Guardromon, ma lei piangeva come una vera
figlia «Non è giustooo! Io...io...per venire da
lei ho
fatto anche piangere una bambina, ora lei non mi può
lasciare
così, noi dobbiamo stare tutti e tre assiemeee!!»
Ma il marito
appoggiò il capo sulla spalla di lei, e si strinsero forte,
per
piangere assieme. Kazu esclamava «Nonostante tutto
è stato
un pezzo della mia vita!!! E’ stato...dolore, rabbia,
lacrime,
che resteranno sempre fra queste squallide pareti! Ma lui
era...l’uomo che mi ha fatto nascere...
...l’amico...dei miei giorni d’infanzia. Riposa
sereno,
papà! Ora tu e la mamma siete di nuovo assieme...e anche voi
potete guardare Digiworld...dall’alto...»
Avvicinò la
mano per chiudere i suoi occhi ma silenziosamente Diamon lo
sfiorò...
...e volle farlo lei,
con infinita premura. Il ragazzo adagiò la mano su quella
smaltata di lei, e si intrecciarono per farsi forza, mentre i loro
anelli splendevano...uno rappresentava la terra, l’altro la
rete
informatica che la avvolge...(fine-canzone)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 40 *** Il dolore di Impmon ***
puntataDT2
La mattina dopo...
«...p-papà...»
A pronunciare questa
parola stavolta era la voce di una ragazza che si alzò dal
letto, nonostante la febbre l’avesse molto debilitata, e
camminasse a fatica «...dobbiamo...informarci...
...su come
sta...Takato!» disse Jeri e rischiò di cadere,
aggrappandosi alla parete.
Intanto, nel salotto
di casa Ayami «Dimmi...come sta tua figlia?»
chiedeva
Hajime Katou all’uomo che l’aveva ospitato, e che
espirò tristemente «...Akemi si è
aggravata...temo
che ormai il capolinea sia
vicino...»...«Cosa?»...«...tornavo
a casa
fuggevolmente...p-per sapere se quel Digimon, Beelzemon, era per caso
passato da queste parti ma mi sembra di capire che non è
così.» L’altro allargò le
braccia «No,
mi dispiace, purtroppo non si è
visto.»...«Lo
temevo...» replicava Ayami rassegnato, trascinandosi fino al
divano «...ciò che più mi addolora
è che sia
lui, sia mio figlio Mako cioè coloro che stanno
più a
cuore alla mia Akemi, sono lontani proprio ora che lei sta
così.
Nel caso succeda l’irreparabile...sarà ben ostico
doverli
informare.»...«M-Ma perché devi
ragionare
così, insomma...tua figlia si riprenderà! Ha
già
avuto crisi come questa prima d’ora o
sbaglio?»...«Ah, mi dispiace ma lei non
è come tua
figlia, che può riprendersi...con le cure adeguate. Il caso
di
Akemi è diverso. E in certe situazioni non resta che
pregare...
...e aspettare
che il destino si compia...» sfumò più
piano la sua
voce nasale. Katou volgeva lo sguardo (mentre Jeri ascoltava da dietro
la porta), e Ayami «Ma comunque ti ringrazio per il tuo
interessamento e ti chiedo piuttosto di farmi distrarre: come sta tua
figlia?»...«Jeri? Beh stiamo cercando di farci
forza
l’un l’altro ma ha passato una notte terribile a
causa di
quella notizia! Ma si sa qualcosa sulla salute di quel ragazzo?! Io ho
provato in tutti i modi ad informarmi ma non potevo uscire di casa
lasciando Jeri in quelle condizioni, e al telefono nessuno
risponde!»...«Amico mio che dirti, io stesso sono
nelle tue
condizioni e per assistere mia figlia non ho avuto proprio il modo di
indagare. Solo passando davanti a quel panificio ho visto...le auto
della polizia e...!!!...non ti nascondo che tutto questo mi
impressiona.»...«Ma piuttosto: si ha una minima
idea...di
chi può aver fatto una cosa simile?! Quello è un
posto
umile, è esclusa la prospettiva di una
rapina!»...«Lo so bene, mi servo lì
regolarmente.»...«Ah no, io...invece confesso che
non vi
entro quasi mai. Ma voglio che le cose cambino, ora che ho
scoperto...che mia figlia tiene sinceramente a quel ragazzo! Jeri
è innamorata di lui...per questo prego dal profondo del
cuore
che si salvi.»...«...spero che possano trovare il
colpevole, certo la situazione è nebulosa. Mai nessun
traffico
sospetto, gente rispettabile: i clienti sono sempre gli stessi da anni.
Uhm! Sai chi è che mi capita sempre di incontrare in quel
negozio?...
...la maestra!
Se non sbaglio era la stessa di tua figlia, e anche di
Takato.»...«Intendi dire la signora Asanuma!
Sì, la
conosco bene.»...«Era lì anche
ieri.»
Ma quelle parole
destarono un brivido in Jeri, che svicolò dietro la parete
«...lei...!!!...
...Asanuma...
...è
stata lei!!!...» ed una nota disperata filtrava nel suo tono.
La
stessa ad animare il suo sguardo sconvolto.
«Comunque
Hajime, scusa se riprendo l’argomento, a costo di diventare
noioso...
...ma
sarebbe meglio che, mentre cerchiamo di capire cosa
è
successo e come sta quel ragazzo, tu prendessi accordi seri con i
medici per far ricoverare Jeri. Hai sentito cosa ha detto il dottor
Kimura? Lei ha bisogno di un sostegno
medico.»...«So bene
cosa mi è stato raccomandato ma conosco anche la mia ferrea
determinazione: io non voglio isolare mia figlia in un freddo ospedale
psichiatrico, sono ben cosciente delle mie colpe e intendo rimediare.
Desidero che lei si senta amata.»...«Ma potrebbe
essere
rischioso!» obiettava Ayami.
«Non preoccuparti...
...ieri sera mi è sembrato che ascoltasse le mie parole.
Jeri
sta capendo che io le voglio bene. Forse per la prima volta, io e mia
figlia possiamo essere uniti!»
Ma Jeri in quel
momento si trascinava nello studio, e accostandosi alla scrivania
frugò tra gli oggetti nel portapenne fino a tirar su un
tagliacarte...
Il suo
sguardo era dubbioso mentre lo avvicinava a sé come cercando
di
nasconderlo, vagando ovunque con gli occhi per esser certa che non la
vedessero, per poi svicolare a passo felpato nella sua stanza.
Respirava
affannosamente dopo aver richiuso la porta alle spalle
«...lei
non è la sola in grado di proteggerti, Takato...
...no, lei non
è la sola!» ammetteva rivolta verso un punto
indefinito,
mentre le sue dita scorrevano lungo la lama affilata.
(canzone: S
Club 7 - Sunshine)
Cindermon era a
ridere con gli altri
nella stanza di Takato, che già da quella mattina sembrava
star
meglio, nella gioia degli sguardi dei suoi amici «U-Un
avvoca-UN
AVVOCATO!» faceva la ragazza digitale aggiungendo
«No
cioè certo che Ryo...ha il potere di sorprendermi, ma da
dove le
tira fuori certe trovate?!»...«E così
è
questo che ha detto, affinché fossi operato?»
chiedeva
dolcemente il ragazzo allettato.
Ed Henry,
che così sorridente afferrava la mano della moglie accanto a
lui, replcava «Ryo ne sforna nella vita esattamente come tra
i
Digimon, ragazzi, questo è il caso di
ammetterlo!»...«E’ vero!» ne
convenne Rea
scorrendosi il dito tra i capelli ed affermando «Peccato
che...» ma il marito «No! Peccato niente Rea,
perché
Ryo tornerà ad essere un domatore come è giusto
che sia!
Quando abbiamo saputo che Takato era fuori pericolo io e Terriermon ci
siamo promessi che ritroveremo Cyberdramon, anche in capo al mondo!
Giusto
Terriermon?»...«MoooOOOOoomentaiii!»
«Siete
davvero cari.» disse Takato, ma Henry gli andò
vicino
afferrandogli il braccio «No! Non devi dire così
Takato,
noi semplicemente ti restituiamo ciò che ci hai
dato!»...«Io non vi ho dato niente...
...il destino ha
voluto che ci incontrassimo tanti anni fa. E diventassimo
amici.»
Rea si alzò in piedi «Ma tu hai aiutato il destino
ogni
volta che è stato necessario proteggendo dentro te questo
legame.»...«Rea ha ragione.» ammise Suzie
aggiungendo
«Ci hai offerto un importante insegnamento, risollevando il
nostro spirito ogni volta che ci sentivamo scoraggiati...»
«Ragazzi...vi prego!
Siamo cresciuti ma su certe cose siamo rimasti uguali: non insistete in
questo modo, mi fate arrossire!» e Cindermon
«Ragazzi, lo
ordina la sua Digimon: NON-LO-FATE ARROSSIRE altrimenti cosa va a fare
questa eroina dal ciuffo rosso col suo domatore abbrustolito, va a
lavare i bagni pubblici della metrooo???» abbracciandoselo
contenta «Ahahaha!» e anche lui sembrava
così
divertito...
...tutti
sembravano guardarli con tenerezza, l’uno stretto
all’altra, in quello che sembrava un affresco di speranza per
il
futuro. Takato e Cindermon si guardavano negli occhi, mentre il sole
del mattino filtrava fra i loro sguardi, e sembravano più
uniti
che mai...
Kenta
annunciò «Ah ma adesso dobbiamo aspettare Rika e
Ryo per
sapere com’è finita la questione sotto il profilo
giuridico!» Rea fece «E’ vero, sono
chiusi in
quell’ufficio da un’ora!!» e Yuki
«Secondo me
vedremo la polizia piombarci qui in camera!»
Ma
anziché la polizia giunsero Ryo e sua moglie, la quale
annunciò con naturalezza «Penso che finiremo i
nostri
giorni in carcere.»
Si levò
un “oooooohhhhhh” generale, ma Rika
avanzò con un
sorriso «Ma ne sarebbe valsa la pena se questo è
servito
perché ti risvegliassi!» prendendo le mani di
Takato ed
affermando «Sono tanto felice che tu sia di nuovo con
noi...»...«Grazie Rika...grazie amica
mia...»...«Oh ma non devi ringraziarmi: qui ha
pensato a
tutto...il genio! Chi mi sono presa per marito? Ma un genio ovviamente,
quella sua testa è preziosa e deve conservarsela!»
picchiandogli un pugnetto sul capo «Ouch!!!» fece
Ryo, ma
lei «Eeesagerato...»...«Sarà
che la testa
l’ho spremuta talmente tanto che ora mi
fuma!»...«Grazie Ryo! Ma...non ti sarai mica
esposto troppo
per me?» si premurò Takato «Questo
può
crearti dei problemi?» ma Ryo gli fece l’occhiolino
«Niente paura, questo genio che hai davanti ha pensato a ogni
minimo particolare!»...«Non dubitare Takato, lui
è
una garanzia!» ironizzò Rika, e il marito
«Perché, vuoi forse metterlo in dubbio?!»
Rea descrisse
«Quando abbiamo sentito il medico che chiamava Ryo
“avvocato” confesso...che abbiamo tremato tutti:
come di
fronte a un Digimon stratosferico!» Ryo seguitò
«Ma
in realtà il mio amico Tsubasa che mi ha dato una gran mano,
ha
confermato al medico tutte le informazioni che gli avevo dato, e
così abbiamo gli abbiamo detto che per qualsiasi cosa, la
responsabilità...era nostra!» Rea
commentò
«Anche come strateghi non ce la caviamo male a quanto
sembra.»
«Grazie ragazzi...
...non so
davvero...cosa dire, voi mi fate commuovere. Io sono stato fortunato a
trovare degli amici così...
...quando dieci
anni fa vi ho incontrato io...non pensavo che voi...mi avreste sorretto
nel vuoto...impedendomi di precipitare.»
«Noi
voliamo, Takato, ricordati: noi abbiamo i Digimon...» disse
Ryo
come una promessa «...ma soprattutto, siamo persone che
possiedono le ali che l’amicizia concede. Quando è
così, nessuno può mai cadere nel
vuoto...»
«Grazie io...non so se mai riuscirò a sdebitarmi
con
voi-ouch!»...«ADESSO NON PENSARE A COME SDEBITARTI,
devi
guarire!»...«Lo so, Cindermon!
Però...spero di
riuscirci presto e di essere di nuovo in gara. Ehi, non riesco a stare
facilmente lontano da voi, mi mancate! Voi siete diventati la mia
famiglia, da quando...la mia...
...mi ha
abbandonato. Non è venuto nessuno...vero?» chiese
il
ragazzo con rassegnazione «Loro si sono dimenticati di
me!»
ma Rea ribatté «Ma cosa dici Takato: i tuoi
genitori...erano sconvolti! Rika è stata da loro e posso
assicurarti che è così.» Cindermon gli
prese le
mani e gli parlò più piano «Ascolta,
è
matematicamente impossibile che i tuoi se ne siano infischiati: dammi
retta, io li conosco!»...«Dici davvero,
Cindermon?»...«Uhm uhm! Avranno avuto qualcosa che
li ha
trattenuti, probabilmente la polizia! Ma sono certa che oggi stesso li
vedrai fare capolino da quella porta, e questo brutto spavento
chiarirà ogni incomprensione! Parooola mia!»
Il ragazzo
abbassò lo sguardo per celare forse un lampo di speranza, e
d’un tratto Cindermon «Ops! Mi sa che a
quest’ora
Impmon dovrebbe essere arrivato, aspetta un attimo che vado a dare una
controllata in cortile, scusaaate, l’eroina si
ritira!»
Takato ne approfittò per rialzare timidamente gli occhi, e
chiedere con una luce speciale «...e Jeri? L’avete
sentita,
ha detto che verrà più tardi?...
...non fatemi stare sulle spine...ho tanta voglia di vederla!»
Gli sguardi
degli amici tendevano a sfuggire di fronte a quelle parole...(fine-canzone)
I gradini di un
tetro pianerottolo venivano solcati da un paio di scarpette austere.
Asanuma rientrava a casa con le buste della spesa, ma tra di esse...
...celava
un Digivice di cristallo, e il suo sorrisetto “Molto bene,
finalmente sono entrata in possesso di un potere formidabile! Non
avrò bisogno ancora per molto di queste buste per la spesa,
presto sarò un’illustre regina del mondo digitale.
Quella
sciocca di Violetta si è fidata ciecamente, ed è
convinta
che io la aiuterò ma non intendo farlo
all’infinito: non
appena avrò imparato a controllare a dovere la
biodigievoluzione...prenderò mia figlia con me, e la
lasceremo
con un palmo di naso! Del resto una sciocca fallita come lei non
può sperare di competere con una domatrice di classe come
me...ho trascorso anni a far lezione a ragazzini appassionati di
Digimon! Quei piccoli impostori mi hanno fornito tutti i dettami che mi
occorrono, e fra non molto sarà il tempo del mio
debutto...”
Ma una figura avvolta in una tuta nera la osservava di nascosto...
...mentre armeggiava con le chiavi per entrare in casa.
“Uhm!” sorrideva furbamente l’insegnante
“Non
ho più alcun timore a girare da sola...chiunque mi avvicini
non
sa di incappare in un pericolo terribile! Posso tranquillamente dire di
essermi sistemata per la vita. E pensare che non ho dovuto far altro
che assecondare quegli inetti di Violetta &
IceDevimon!”
Così
aprì la porta, ed iniziò a tirar su prima una
busta, poi
l’altra...
...ma in quel
momento, qualcuno proruppe da dietro la parete «Uhm?! Chi va
là!!» esclamò l’insegnante.
Ma prima che ebbe
potuto reagire, la figura in tuta nera si gettò su di lei
buttandola a terra «Ahhh!»
E il Digivice cadde a terra, scivolando via dalla sua portata.
Gli occhi di
Asanuma si fecero agghiacciati, tese la mano ma si ritrovò
in
pochi istanti con un tagliacarte alla gola «Te
l’avevo
detto di stare attenta, brutta assassina...» mormorava una
soffocata voce femminile «...te l’avevo
detto!!»
Da sotto il passamontagna scendevano lunghi capelli castani.
Dal corridoio
della casa giungeva una voce flautata «Naaamiii, uuuuhhhh?...
...uhm,
uhmuhmuhm et voilà!» sbucò Violetta,
orgogliosa di
mostrare i suoi piedi dallo smalto colorato, ma quando si accorse della
situazione «Uhm!» singhiozzò e
schizzò a
nascondersi dietro la parete...
...per ripiegare su un timido capolino...
«A-Ahhh!» Asanuma cercava invano di tendere la mano
a quel
Digivice, ma il suo aggressore dalla voce femminile insinuava
«Che modo curioso di incontrarci, eh cara
maestra...?»
avvicinandosi al suo orecchio e gridandole «Voglio sapere che
cosa hai fatto a Takato, RISPONDIMI E’ UN ORDINE!!»
L’insegnante rabbrividiva alla vista della lama di quel
tagliacarte.
Una mano dallo
smalto perlato scorreva delicata tra i mobili di una casa umile,
così come i suoi occhi si perdevano affascinati fra le crepe
lungo il soffitto e le pareti. Sembrava che ogni cosa che toccasse
fosse preziosa, persino i fiori secchi in quel vasetto.
In quel
momento giunse lui «...la polizia è andata via
adesso.
Sembra che a furia di spiegargli, abbiano compreso la
situazione.»
Guardromon
ancora sonnecchiava con un occhio aperto e uno chiuso, su una brandina
rimediata. Kazu mormorò «...ti senti a
disagio?» ma
lei senza smettere di smarrire i suoi occhi rispose
«...tutt’altro...» e lui sorrise grato
«...a
sentirti il tuo tono sembra quasi magico...» ma lei si volse,
e
molto seria svelò «...è
così. Non mi sembra
vero, finalmente sono a casa tua. Questo è il mondo dei
terresti...che ho sempre sognato di raggiungere. Ma benché
l’avessi tante volte immaginato...non credevo fosse
così
bello!» Lui alzò un po’ le spalle
«Ma la mia
casa non è più bella come un tempo...!
Finché
c’era mia madre la curava molto, era sempre tutto in ordine.
E i
fiori...» tendendo la mano al vasetto «...non si
seccavano
mai, perché lei si ricordava sempre di
annaffiarli.»...«Lo
so.»...«Sì, forse te
l’avevo raccontato!»...«No no, Kazu, tu
no!»...«E allora...?» sgranò
gli occhi il
ragazzo, volgendosi «Guardromon, tu le hai detto
qualcos-»...«Shhh, non lo svegliare, lui sta
dormendo...» sussurrò lei abbracciando il ragazzo
alle
spalle «A me è stata proprio lei a
dirmelo...»...«Come dici?!» Kazu si volse
di scatto
«Diamon, tu...stai scherzando.»...«No no,
ti assicuro
di no!» scosse il capo semplice e sincera «Io ti
giuro che
l’ho sentita. E’ qui, e non ha mai lasciato questa
casa!»
Un raggio di
sole filtrò dalle finestre, e illuminò il volto
stanco e
segnato, ma grato di quel ragazzo...e i diamanti sul volto di lei che
sembrava essere rinata quella mattina, ed essere più bella
che
mai «Ti sembra di aver...udito mia
madre!»...«Cooome
no, te l’ho appena detto! La signora Shioda
è lo
spirito di questa casa, abbiamo familiarizzato,
sai?»...«Ma
dai!»...«Sììì, ti
dico di
sì!»...«E adesso...?» chiese
lui un po’
divertito «E’ qui ancora? Dove si
trova?»...«Oh, ecco...è
lì!»...«Come?»...«Seduta
a quella sedia,
non la vedi?»
Kazu
osservò stupito «...era lì che si
metteva sempre...
...Diamon, davvero riesci a vederla?»...«Uhm
uhm!»...«...e anche
papà?»...«Certo, ora
sono inseparabili e si tengono per mano.
Aspetta-aspetta-aspetta!» fece lei come in un invito a fare
silenzio, poiché qualcuno le stava parlando. Kazu si volse
verso
Guardromon, che un po’ insonnolito disse «...Kazu
la tua
fidanzata ha bevuto qualche bicchiere di
troppo...?»...«Ptsss, Guardromon, lei è
mia moglie
ora...! E poi Diamon è così.»
Diamon la quale
scattava sull’attenti «D’accordo. Ok,
signora! Faremo
come ha detto lei!»...«Ahah, che cosa ha
ordinato?»
Diamon gli prese le mani «Kazu adesso noi abitiamo qui:
dobbiamo
fare in modo di rendere questa casa...carina proprio come piaceva a
loro!»...«Ma Diamon...» disse lui con
lieve pena
«...tu eri abituata a vivere in un castello. Sei un Digimon!
La
principessa...di un regno meraviglioso, mentre questo è il
fondo
del pianeta degli esseri umani. E’ un luogo squallido, e
senza
comodità...» scorrendole le dita tra i capelli
castani, ma
lei sussurrò «...è la casa
dell’uomo che
amo...
...del ragazzo della
terra che ho sposato...» e i suoi occhi verdi erano intensi e
pieni di profondità «Credimi, non
c’è per me
luogo che sia più magico. Penso che...qui sei cresciuto, e
fra
queste pareti...già ridevi, quando eri poco più
di un
neonato. Hai presente come ridono i
bambini?»...«Ahahah,
è vero, io ridevo spesso, me l’hanno
raccontato!»...«Kazu...tu non hai intenzione di
lasciare il
popolo dei Digimon, vero?»
Il ragazzo
guardò il suo anello a forma di globo terrestre, che
splendeva
più che mai colpito dai raggi del sole «...io
rappresento
la terra...ed il tuo popolo è nel mio sangue. Io non potrei
mai
abbandonarlo, anche se non so se ne sarò
all’altezza, se
sarò mai un buon sovrano! Quello che per ora so,
è che
prima di tutto...devo far seppellire mio padre, e solo quando
riposerà sereno al fianco della mamma potrò
pensare...a
indossare di nuovo quella corona. Ma prima devo chiudere col mio
passato, mi capisci? Per me è
fondamentale...»...«Certo che lo capisco, ma devi
capire
che per me è altrettanto fondamentale...poter accedere, ogni
volta che desidero, a questo luogo magico. Potrebbe essere la casa in
cui andare a stare per riposarci un po’ dalle incombenze del
castello! Ma ti prego...permettimi ancora di perdermi fra questi luoghi
come ho fatto stamattina, mentre tu eri a parlare con la polizia. A me
piacerebbe...se posso, sempre se a te non dà fastidio,
magari
comprare qualcosina. Un fiore o qualche quadro che nel mio cuore sento
sarebbero piaciuti ai tuoi genitori. Se tu a palazzo hai sentito di
ritrovare le origini...io qua riscopro le mie. In questa casa
è
nato il tuo amore per i Digimon, in fondo è come se ci
fossimo
conosciuti qui. C’è un’atmosfera
così
semplice e spontanea che mi fa sentire a mio agio. Qui mi sento
speciale...come una vera principessa!»
Kazu le sorrise
«...tu sei speciale, Diamon.» con eco di Guardromon
«Tu sei speciale, Diamon.»...«Lo senti?
Anche
Guardromon pensa la stessa
cosa.»...«Pfff...!!!...tanto per
cambiare!» disse lei nel suo gesto frequente di piegarsi per
ridere «Piuttosto raccontami! Che cosa è successo
con
quella bambina, a Digiworld?»...«PfffFFF!!!
Lasciamo
perdere, guarda! Credo che dovrò fare le mie scuse a quel
Gekomon che è amico tuo.»...«Il Signor
Direttore
d’Orchestra, me l’hai fatto arrabbiare?? Guarda che
questo
non si fa, Diamon!»...«Questo non si fa,
Diamon!» e
così risero tutti e tre assieme...
...per poi
stringersi nuovamente «Ti amo, Diamon. E ti prometto che
sarò sempre al tuo fianco. A Digiworld...» e lei
completò «...e sulla terra! Uhmuhmuhm! Come?...
...ah sì
sì d’accordo! Signora, signore, seguiremo il
vostro
consiglio!» Guardromon chiese «Che dicono la mamma
e il
papà di Kazu?»...«Ci dicono che visto
che siamo qui,
è buona educazione...andare a dare il grande annuncio agli
altri!»...«Giusto, i miei amici! Mi spiace un
po’
ammetterlo ma mi ero dimenticato di loro.» disse umilmente il
ragazzo, ma Guardomon segnalò «Kazu...! Avevi cose
importanti a cui pensare.»...«E poi lo sai una cosa
amore
mio?» domandò un po’ timidamente Diamon
«Al
tuo servizio, mia legittima
moglie.»...«Uhmuhmuhm!»
nascondendo il suo rossore dietro le bellissime mani «...mi
piacerebbe tanto...ora che sono qui...vedere finalmente la terra:
passeggiare al tuo fianco.»
Kazu si
sfiorò con amore il suo anello a forma di globo terrestre...
«Che
cosa?!» sobbalzò il ragazzo col Digignomo sulla
maglietta
«La signora è scappata?! E
dov’è
andata??» ma il medico rispose «Non lo sappiamo,
quando
siamo entrati in stanza l’abbiamo trovata...esattamente come
tu
la vedi.» indicando al giovane quel letto disfatto e vuoto,
nel
quale lui smarrì lo sguardo «Può darsi
che sia
tornata a casa dalla sua famiglia?»...«Purtroppo
non
sappiamo chi sia, quando ha avuto l’incidente era senza
documenti.»
“Oh no che
guaio...e adesso come faccio a ritrovarla? Avevo tanto bisogno di
parlarle di nuovo...” pensò il ragazzo grattandosi
il capo
con i suoi pugni fasciati.
«Lo sai
che questa notte non sono riuscito a dormire?» erano le
parole di
Impmon, seduto sul letto di Takato «Ogni volta che provavo a
chiudere occhio facevo un incubo terribile che mi costringeva a
svegliarmi!»
Il ragazzo gli
sorrideva con dolcezza «Sei un vero amico Impmon.»
e lo
sguardo del Digimon era così limpido e sincero da accogliere
i
raggi del sole che filtravano dalla finestra «Ma no, la
verità è che ti sono tanto affezionato. Io ti
voglio
bene.» e Takato gli prendeva le zampe
«...anch’io ti
voglio bene Impmon, sei un pezzo della mia infanzia! Insieme abbiamo
condiviso un mucchio di cose!»...«Gioie...e
soprattutto
dolori...» ammise il Digimon abbassando un po’
tristemente
lo sguardo, ma Takato ammise «Anche la condivisione del
dolore
è fondamentale per crescere.» e con le sue parole
così sagge sembrava colpire il piccolo Digimon, che dilatava
i
suoi occhioni fissando l’amico, il quale diceva
«Però, non dobbiamo dimenticarci di Calumon.
Calumon, dove
sei? Non ti vedo!» cercandolo sotto le coperte e dietro il
cuscino, ma Calumon si calò dalla flebo
«Calù!» balzando sul letto. Impmon
domandò
«Che cosa ci facevi lassù Calumon?»
Con la sua voce
un po’ roca egli rispose «...cercavo di comprendere
il
funzionamento di questi sistemi di cura della
terra.»...«Ti
interessi di così tante cose!» osservò
l’amico digitale, e Takato «Sei proprio cambiato da
quando
eri il piccolo Calumon che pensava soltanto a
giocare.»...«Sarà che...»
abbassando i suoi
grandi occhi verdi «...non avendo un domatore ho molto
più
tempo di voi per guardarmi attorno, e interrogarmi su quello di cui
avrebbe bisogno il mio mondo.»...«A distanza di
anni,
lasciati dire...che tu sei sprecato senza un domatore.»
Calumon
si stupì «...dici davvero Takato?» ed il
ragazzo
replicò «Non pensi al ragazzo o alla ragazza che
potresti
fare felice...con la tua presenza, le tue grandi conoscenze!...
...il tuo
carattere, la tua
personalità...»...«Calù: io
mi sono sempre considerato un burocrate noioso e
pedante.»...«E’ qui che ti
sbagli!»
puntualizzò deciso Takato «Calumon, dieci anni fa
non eri
affatto noioso! Qualunque bambino avrebbe fatto carte false per averti
come Digimon e adesso...è ancora così! Con la
differenza
che sei molto più maturo: hai scoperto il lato
più serio
della vita e questo non può che essere
d’aiuto...ai tanti
ragazzi che oggigiorno sono in difficoltà.»
Calumon rifletteva
“Tornando sulla terra, ho provato a recuperare la mia
amicizia
con Jeri ma è stato un fallimento, per questo la mia
fiducia...è ulteriormente sfumata al riguardo.”
Impmon lo
sfiorò «Secondo me dovresti rifletterci: se Takato
lo
dice...vuol dire che ha ragione!» ma il domatore
«Ptsss,
ragazzi scusate! Mi spiace interrompervi ma anziché lodarmi
cercate di restare nascosti, qui tra medici e infermieri può
entrare qualcuno da un momento all’altro, e se vi vede sono
guai!» sporgendosi verso la porta.
Ma ci fu qualcuno che si tirò via di scatto.
«Impmon,
ascoltami...» accennò Takato «...lo
domando a te
perché forse puoi saperlo: Jeri non si è ancora
fatta
viva...per caso le è successo qualcosa? Agli altri lo chiedo
ma
non mi rispondono! Ha avuto dei problemi con suo
padre...?»...«O-Oh...» Impmon e Calumon
si
guardarono, ma anche fra loro si stabilì quel velo
d’imbarazzo che riempiva di incertezze il cuore di Takato.
Ma dietro la porta della
stanza si nascondeva la signora Mie «Lo hanno operato, mio
figlio
è salvo...!» affermava con occhi velati di
emozione
«Takato...è salvo...»
...tendeva la mano in un
sospiro di sollievo, ma ad un tratto qualcosa le impedì di
affacciarsi alla stanza «No! Però io...non voglio
vederlo,
non ce la faccio!»
Impmon nel frattempo
rivelava «...io non ho più avuto notizie di Jeri.
Forse a
te dispiacerà Takato ma io...ho deciso di non essere
più
il suo Digimon!»...«...come dici?» chiese
colpito il
ragazzo, e Calumon affermò «Ti posso garantire che
se
Impmon ha fatto questa scelta aveva i suoi
motivi...calù.»...«Amici...ma
perché parlate
di Jeri come se fosse un’estranea...?...
...lei è
una di noi! La conosciamo...» mormorava il ragazzo, ma Impmon
«Forse...ci sono lati di lei che...» chinando il
capo con
imbarazzo, e Calumon continuò «...che ci sono
ignoti
nonostante gli anni trascorsi assieme!»...
«...ma cosa dite...?» erano le parole di Takato...
Ma in quel
momento sua madre affermava fra sé «Sta parlando
con
quelle creature che frequenta da secoli! Sta parlando della ragazza di
cui è innamorato...non c’è spazio per
me, sua
madre, ormai mio figlio ha la sua vita!!» ed una punta di
indignazione animava le sue parole «Come non
c’è
spazio per me nel panificio di famiglia, in cui mio marito ha fatto
entrare il suo figlio illegittimo...»
Di nuovo
provava a sporgersi, ma il rifiuto era troppo forte «No, non
posso farcela! Dopo averlo rivisto bambino ed essermi affezionata a
lui...non ho voglia di riaffrontarlo adulto un’altra volta!
Preferisco fuggire via senza una meta, non so dove andrò, ma
se
una cosa è certa è che non resterò a
marcire in
questo ospedale, in fondo...non sono poi così
impresentabile!» toccandosi quel viso dal quale aveva rimosso
le
bende, e che di certo riportava una brutta tumefazione attorno al suo
occhio sinistro «E poi a chi dovrei piacere? Sono sempre
stata
una donna senza pretese, ed è per questo che mio marito mi
ha
tradito! No, non mi presenterò a mio figlio, pensasse pure
che
sono scomparsa! In fondo...non mi sono mai trovata bene con il ragazzo
che è divenuto negli anni!»
Così decidendo, svoltò a passo deciso lungo il
corridoio.
Takato accennava
un sorriso «Ragazzi, vi sbagliate sul conto di Jeri...
...è
vero, sono il primo a riconoscere che la crescita sembra averla
cambiata, adesso si mostra...dura, a volte appare fredda e aggressiva.
Ma è solo un’apparenza, dovuta a quello che ha
passato! In
fondo al cuore lei...è sempre la stessa, quella bambina
dolce e
altruista a cui tutti ci siamo affezionati. E’
così per
ognuno di noi!...
...tutti siamo
quei Digimon Tamers di allora, non ce ne siamo mai andati, sono
solo...le esperienze dolorose che a volte pongono un velo che
confonde...le immagini, ma l’amicizia può vedere
al di
là. Ahhh...» sospirò il ragazzo,
appoggiando la
schiena a cuscino mentre i due Digimon lo guardavano con grandi
occhioni come due ingenui figli.
Takato espresse
«...se solo riuscissero a capirlo i miei genitori. Se solo
realizzassero che dietro...quella scorza un po’ dura che a
volte
antepongo, sono sempre io!»
«Se non
parli spontaneamente giuro che ti farò parlare io!! E non
sarà piacevole, quindi ti conviene fare i tuoi conti...AMATA
MAESTRINA...»
Asanuma si
ritrovava sbattuta contro il muro con un coltello alla gola, ma
nonostante tutto l’odio nei suoi occhi tagliava altrettanto
«Hai gettato via la maschera da santarellina per rivelare
ciò che realmente sei, una delinquente!! Tu sei feccia allo
stato puro, Jeri Katou...»...«Pensala come vuoi!...
...ma adesso
sono io ad avere il coltello dalla parte del manico, io, e tu devi fare
molta attenzione ai bambini che crescono perché uno
qualunque
fra essi come nel caso della sottoscritta può trasformarsi
in
una creatura inarrestabile!! »
L’insegnante guardò con la coda
dell’occhio il
Digivice a terra, ma la ragazza in tuta nera incalzò
«Io
voglio sapere...!! Che cosa...hai fatto a Takato!! La voglio sentire
dalla tua bocca, squallida...maestra traditrice, perché deve
entrarti in testa che quel ragazzo non è indifeso!! Nooo, ha
chi
lo difende, e non parlo soltanto di Digimon! C’è
anche chi
come me è pronto a intervenire ogni qualvolta si riveli
necessario, in quanto qualcuno, come ad esempio te, ha maturato la
sconsigliabile idea di fargli del male! E tu lo hai fatto,
sì...
...perché
odi smisuratamente ciascuno di noi, perché sei logorata fino
alle tue viscere più putride dall’invidia per la
nostra
gloria e i nostri periodi felici! Bene: dove sta il problema? Adesso
anche tu ne fai parte: interpreti il ruolo...» avvicinando il
coltello «...del viscido e strisciante nemico che
dev’essere calpestato da chi detiene il più
sfolgorante
potere digitale, e benché non ti vada giù questi
siamo
esattamente io e Takato!»...«Allora
perché non sei
venuta col tuo Digimon?» provocò Asanuma, ma
l’attimo dopo «Uuuugh!» la lama del
coltello premette
sul suo collo «...non ho bisogno del mio Digimon...
...posso
cavarmela da sola quando si tratta di proteggere qualcuno che mi sta a
cuore! E assicurarmi che chi lo odia non si azzardi più ad
avvicinarglisi!!...
...io posso
essere...molto più insidiosa di un Digimon, del resto loro
hanno
i loro metodi. E io ho i miei!!»
Ma gli occhi di
Violetta, nascosta nel buio, non smettevano di fissare Jeri
“Accidenti che grinta! Ho sempre sostenuto che la
determinazione
di questa ragazza posta al servizio di uno scopo malvagio potrebbe fare
scintille!”
«Sono
sicura che ciò che è successo è opera
tua,
è un altro dei tuoi disastrosi piani per riemergere
dall’imbarazzante condizione in cui ti sei confinata! Solo
che
stavolta ti sei spinta un po’ troppo oltre...signora
Asanuma...e
ti conviene sperare che tutto vada bene, che quel maledetto sparo
l’abbia colpito solo di striscio perché ti
avverto, che se
succede qualcosa a Takato...
...per quanto mi
riguarda puoi considerarti già sotterrata!!»
gettandola a
terra «Ahhh!» e allontanandosi...
...ma prima di
uscire si volse «Ricorda la lama di questo coltello!...
...maestra...
...la lama del
coltello...e della crescita.» riponendo l’arma con
l’agilità di una ladra esperta, e lasciando
l’abitazione con passo deciso.
Asanuma tremava di rabbia...
...il sorriso di
Violetta luccicava nel buio “E’ piena di passioni
in
conflitto...”
Mentre Jeri,
nascosta sul pianerottolo, lentamente si sfilava il passamontagna
lasciando liberi i suoi lunghi capelli, e fissando verso
l’alto
come per capacitarsi, gradualmente, di ciò che aveva fatto
«Takato...» pronunciava stringendo saldamente il
tagliacarte, ed estrapolando da esso una giustificazione
«...del
resto non soltanto lei ha il diritto di proteggerti! Non ce lo ha
soltanto lei!!...»
“Amore e odio si dibattono nel suo cuore irrequieto...
...finora mi
sono sempre circondata di creature artificiali, prive di sentimenti.
Nami ha un passato che ha reso il suo cuore gelido come il ghiaccio, e
da esso è nata Amnesyamon! Ma c’è da
ammettere che
è sempre stata un po’ egoista, non ha mai
conosciuto
amore! E questo...la differenzia poco dalle macchine. Mi domando
invece...cosa si otterrebbe nel mescolare assieme le pulsioni di
un’indole buona...con il risentimento della crescita!...
...immagino il pentolone esplodere, e non risparmiare
nessuno!!!”
Violetta si
sfregava le mani, ma d’un tratto Asanuma distinse nel buio il
suo
piedino smaltato «Ahhh!...
...hai
visto tutto?!» esclamò alzandosi di scatto
«E-Ehmmm...sì!» l’altra
alzò le spalle
con aria innocente «E non sei
intervenuta?!!»...«Oh
beh, dai, adesso non mi sembra un comportamento corretto: ti ho
già fornito, dopo tutto, i poteri con cui
cavartela!»...«M-Ma quella maledetta mi ha colto
alla
sprovvista...» mormorò cupamente
l’insegnante
raccogliendo il Digivice...
«La tua
ex-alunna è diventata proprio una ragazza tosta, o mi
sbaglio...?»...«...è soltanto una
presuntuosa...» fissava avanti la donna, scossa dal tremore
«...che gioca sull’apparenza e il fattore visivo!
Ma questa
umiliazione gliela farò scontare, se lei non è
più
quella di un tempo anch’io non sono più la...fin
troppo
magnanima maestra di quegli anni felici! La mia pazienza è
finita...
...ed
altrettanto...la mia pietà...»...«No,
senti adesso
dammi retta: non è il caso di raccogliere la
provocazione!» stemperava Violetta «Lo hai detto tu
stessa:
è una ragazzina, non devi abbassarti al suo livello, tu sei
una
domatrice...di rango molto, ma molto più elevato!»
ma la
tagliente coda dell’occhio di Asanuma si mosse
«Perché ho la sensazione che tu la difenda? Ti
interessa...?»...«Iooo?!! M-Ma come potrebbe mai
interessarmi una...mocciosa come quella?! Andiamo, ti fai troppi film,
lo sai che a me fanno gola solo...grrrrrrrrr! Le creature fameliche e
tenebroooooose!»...«...e gli umani rosicchiati dal
risentimento, altrimenti non ti saresti rivolta a
me!»...«M-Ma?!»...«Comunque ti
farò
ricredere, sia sul suo conto sia sul mio, perché in lei
vedrai
soltanto una buona a nulla e in me la vincitrice che la
schiaccerà come un insetto!! Farai bene a prendermi sul
serio
perché non sono mai stata così sicura delle mie
parole:
quella ormai ha chiuso! Ha chiuso per sempre!!» volgendo le
spalle, e allontanandosi nel corridoio «IceDevimon!...
...ICEDEVIMON, vieni subito qui!!»
Violetta
restò sola «Accidenti, se mette in pratica le sue
minacce
Jeri correrà un bel rischio, come posso fare per
tutelarla?...
...trovato!» sgattaiolando in punta di piedi in cucina e
raccogliendo un cellulare rimasto sul tavolo...
...la luce
del display illuminava il suo volto, quando rispose una voce maschile
«Pronto?»...«...pronto...?»
sussurrò
Violetta «Signor Katou lei forse non mi conosce...
...ma io...debbo dirle una cosa importante...
...su sua figlia!!!»
Hajime
Katou trasalì mentre spalancava la porta della stanza, il
cui
letto sfatto inondò i suoi occhi di sgomento, e condusse la
sua
mano al cuore «A-Ahhh!»
«Accidenti
che guaio, questa non mi ci voleva.» affermava il ragazzo
dalle
mani fasciate, che quella mattina non smetteva di grattarsi la testa
con l’artiglio che fuoriusciva dalle bende «La
signora
è sparita senza lasciare il nome, recapiti...e dire che era
la
mia sola traccia per il futuro.»
Le sue
scarpe da ginnastica consumate si fermarono sull’erba di quel
quartiere periferico, con gli occhi rivolti al ponte che divideva il
cielo in due sponde «Avrei voluto parlarle...»
sospirò «...dirle che io...c’ero, che
poteva contare
su di me, se si sentiva sola, come mi sento io.» sedendosi
sul
prato «Ma adesso che è sparita io non so proprio
che
inventarmi per non pensare che ho lasciato definitivamente Takato alla
sua vita. E così siamo da capo: possibile che tutto questo
vagare non debba avere mai fine?»
I suoi occhi neri
erano spenti, come due virgole tristi e all’ingiù.
Nel
sottofondo si udiva il clacson dei mezzi sul ponte, miscelarsi alla
musica in battiti serrati «Non so perché ma ogni
volta che
non so dove andare le gambe mi conducono in questo luogo:
sarà
che ascoltare il rap è l’unica cosa in grado dar
forza al
mio animo, lungo gli inciampi della vita...? Spero di essere abbastanza
lontano, e che stavolta quei ragazzi non mi vedano: diavolo quanto mi
piacerebbe essere con loro...
...avere dei
nuovi amici, ecco ciò che mi farebbe bene in un momento
simile!
Ma come sempre, da un po’ di tempo a questa parte,
è un
sogno...» sospirando di nuovo e ciondolando le braccia
«...e nient’altro. Oh?» ma ci fu un
particolare che
attirò la sua attenzione.
Stringendo i
suoi occhi contro il cielo azzurro di primavera, egli notò
qualcosa volare sospinto dal vento. Nel suo più grande
stupore,
egli la riconobbe «...non posso crederci!! Quella
è la mia
foglia!»
Sicché
balzò in piedi. E corse più veloce del vento per
inseguire quella foglia secca che sembrava avere un’aura
magica,
e indicargli il futuro. Ma con gli occhi che si accendevano di
speranza, finì a sbattere violentemente contro qualcosa
«Ouchhh!!!» e cadde a terra «Questa volta
non ci
sfuggi, ti sei portato un po’ più vicino del
dovuto!»...«Dovrai dirci chi sei...svelarci il tuo
nome!»
Erano due
ragazzi...la loro corporatura robusta e le catene di metallo che
brandivano non sembravano preludere a nulla di buono «Oh
no...!
Ragazzi, dovete credermi io...non volevo fare niente di
male!»...«Tu ci stai spiando da
giorni!»...«Non
vi stavo spiando! C-Cioè, ascoltavo la vostra musica
perché mi piace! Per me è una fonte di forza e di
speranza! Esattamente come...» alzando il suo sguardo
«...quella foglia che un tempo apparteneva a
m-»...«La foglia...» scandì
minaccioso uno dei
due venendo avanti «...così come la musica
appartiene al
CAPO...»...«...il capo?» chiese il
ragazzo dubbioso,
affermando «M-Ma no, guardate che vi sbagliate: la musica
appartiene a tutti! Chiunque la ami e la apprezzi ha il diritto di
sentirla! E la foglia...» deglutendo ed acquistando coraggio
«...vi giuro, non vi sto mentendo. Un tempo l’ho
portata
tra le mani...» alzando i suoi polsi fasciati. I due giovani
rapper si scambiarono uno sguardo in quegli istanti tesi...
...quando
più in là, presso il muretto, un altro fra loro
accennava
«...lo hai sentito? E non è la prima volta che
viene ad
osservare le nostre prove.»
«Le sue
parole sulla musica sono giuste...!!...» mormorò
con una
speciale intensità una voce che sembrava di un ragazzino
«...concordo! Ma come possiamo essere sicuri che non sia la
spia
di una crew rivale?...
...abbiamo
faticato tanto per poterci qualificare per il concorso...troppo per
gettare tutto al vento.»
«Al
vento...non può neanche essere gettato qualcuno che crede
nei
nostri stessi ideali!» ribadì quella sagoma che
sotto una
felpa col cappuccio sembrava pulsare di vita e di grinta. Ma il suo
compagno obiettò «E cosa ci garantisce che lui vi
creda
veramente?»
...mentre
Guilmon cercava invano di guardare più in là
della
possente altezza dei due colossi, ma anche saltando la sua bassa
statura non glielo permetteva «Apri bene quelle tue orecchie
piccole e sorde, perché non vorrei ripeterlo una seconda
volta...» minacciò uno dei rapper «Noi
qui stiamo
lavorando: facciamo sul serio...ci siamo graffiati questo studio
improvvisato sotto il ponte, questo è il nostro posto. E
nessuno
ce lo tocca...»...«...v-vi assicuro che vi capisco!
So del
duro lavoro che spetta a un giovane rapper, e conosco gli ostacoli
circa il suo inserimento nella società! Io non ho mai fatto
rap...ma ho sempre ascoltato questo genere di musica perché
in
un certo senso...!!...
...p-p-perché coloro che lo coltivano li sento affini, dei
fratelli! Ss...sì lo so che è ridicolo
però posso
dirlo con la mano sul cuore! Io sono sincero! Questa è stata
la
mia crescita...
...questa
è la mia realtà...» aggiunse con un
filo di voce
già sfiduciata in partenza. Ma i due si guardarono di nuovo
e
uno di essi parlò «Ascolta...
...noi lottiamo contro le ingiustizie a colpi di versi!»
Frase che da sola bastò a far alzare lo sguardo di Guilmon.
«Siamo dei
guerrieri, e nostri nemici sono gli oppressori e la discriminazione! Li
vedi questi tatuaggi?...
...beh ognuno di
questi è un riflesso del mondo migliore che noi vogliamo
plasmare dal basso di un ponte cittadino, intesi?» e lui
guardava
colpito quel braccio muscoloso «...per cui non siamo disposti
ad
avvicinare assolutamente nessuno che osteggi i nostri
ideali.»...«E c’è
dell’altro!»
aggiunse il compagno «...noi abbiamo un capo, che
è
partito dal basso e si è gradualmente conquistato la stima
di
tutti noi, anche se è più piccolo.» Il
robusto
rapper si fece vicino a Guilmon fino sovrastarlo con la sua altezza
«...è quello che solitamente si usa chiamare un
GRANDE...mai provato a guardarti allo specchio e fare il
confronto?» ma a sorpresa il ragazzo mormorò
«...un
grande non è tale per la sua altezza...ma per la purezza del
suo
cuore...»
Un
nuovo sguardo di consultazione «Il nanerottolo ha la lingua
sciolta...ma chissà se dimostra lo stesso con i fatti: senti
un
po’!» stirando quella catena, la cui vista
destò un
brivido nel giovane di bassa statura «Prima che tu ti
avvicini al
capo è necessario testare alcuni
aspetti...»...«E’ una lotta impari! Mi
rifiuto!»...«E chi ha parlato di una
scazzottata...?»...«Noi vogliamo sapere come la
pensi, che
idea hai sulla società odierna!»...«E
cosa
più importante...» agitando la catena
«...come ti
schieri riguardo alle
diversità!»...«Alle
diversità?!» sobbalzò il giovane, ma
gli fu
ribattuto «Sì, perché, che cosa ho
detto di
strano?! DIVERSITA’, è una parola che oggigiorno
circola
al pari delle auto!»
“Diversità...? Perché mi fanno questa
domanda, che
cosa intenderanno?” chiedeva fissandosi i pugni fasciati, ma
le
risate dei due lo assordarono «Ahahahah! Guarda un
po’, sei
riuscito ad ammutolire il nostro amico!»...«Vedi un
po’ se non è il primo a nascondere qualcosa,
uhmuhmuhm!»
«Uhmmm?!! M-Ma
come...» si spaventò il giovane, domandandosi
“Può essere che mi abbiano già
scoperto? Che si
siano accorti che in realtà non sono un umano,
bensì un
Digimon? E’ questo che per loro significa diversità?”
«Dì la verità...» di nuovo si
avvicinò
il tipo, fissando il ragazzo dall’alto in basso
«...sei uno
che la pensa come tutti! Un ragazzotto qualunque di quelli che additano
gli altri solo perché non si conformano alla
massa!»...«M-Ma come potete dire questo? Non
è
giusto!! Come solo potrei discriminare gli altri quando io sono il
primo a essere...uhm!!» si portò i pugni fasciati
alla
bocca «Come-come? Che cosa ti stava scappando dalla tua bocca
loquace?»...«N-Niente!»...«No,
io ho sentito
chiaramente qualcosa...!»
“...ecco,
troppo tardi! Mi sono impasticciato, come mio solito! Ora mi cacceranno
via!”
I due rapper si
guardavano con un sorrisetto «...e così sei anche
tu un
po’...”diverso”, eh?» e Guilmon
piegò
appena le spalle, ad occhi bassi «...questo per
voi...s-significa
non andar bene, vero?» ma un di loro si fece avanti
«Senti!
Noi detestiamo l’ipocrisia e crediamo che le
diversità non
contino, al contrario dei sentimenti!»
Quelle parole
furono una boccata di speranza «Cosa?! Ho sentito
bene...?»
I due incrociamo
le braccia «...non staremmo qui ad esaminarti se non fossimo
così convinti delle nostre idee!» e qualcosa di
impercettibile si era addolcito nel loro tono «...noi
vogliamo
evitare che fra noi si insinuino dei falsi che giudicano gli altri!
Quando un gruppo è unito...un elemento del genere
può far
esplodere scontri!...e distruggere il lavoro. La nostra musica
è
tutto quello che abbiamo...dopo che abbiamo lasciato le nostre famiglie
perché non ci comprendevano. Capisci?...
...non siamo dei mostri ma dei ragazzi con dei sogni.»
Guilmon era
così colpito e incredulo, mentre la brezza smuoveva appena i
suoi capelli a spazzola «Non devi aver paura di noi, ci siamo
posti così duramente...solo per tutelare alcuni nostri
compagni,
sai? C’è chi ha sofferto molto per le
discriminazioni.» disse uno di loro sfiorandogli il braccio
«Anch’io...ho sofferto...per la stessa
cosa.»
accennò Guilmon emozionato «Non ne dubitiamo, se
ciò che ci hai detto è vero! E
così...tu
quindi...» chiedevano con un sorrisetto forse più
amichevole che tagliente «...sei un po’ diverso,
eh?»
Guilmon si guardò i pugni, e lentamente un sorriso si
dipinse
anche sul suo volto «...uhm! Uhmuhmuhmuhm!»
stringendo
appena le spalle...
...i due
commentavano «Si vede da come
ride!»...«Ecco
perché ci guardava incantati!»
«Eh
già!» si affrettò a confermare lui,
chiedendo poi
«Davvero non vi importa?» e questi gli batterono
sulla
spalla «Ci mancherebbe? Meglio! Solo chi ha vissuto la
diversità sulla sua pelle può capire quanto basta
per non
giudicare il prossimo!»...«Benvenuto, fratello!
Chiunque e
comunque tu sia!»
“Non posso
crederci...è un sogno! Si sono accorti che sono un Digimon
ma
per loro non fa differenza!”
«Devi
parlare con Puppet. E’ l’unico che può
darti
l’autorizzazione a entrare nella nostra crew. Hai detto che
ti
piace il rap, no?»...«Oh?...sì, ed
è
così mi piace molto. Però chi è questo
Puppet?»...«Il nostro giovane capo, quello seduto
sul
muretto!» indicò il prestante rapper, e Guilmon si
volse
stupito...
...incrociando con lo sguardo quella figura nascosta sotto la felpa.
I ragazzi lo
condussero più vicino «Capo, ti abbiamo portato un
aspirante!» e Guilmon chiese assorto «...tu sei
quello che
qui chiamano Puppet?»
La misteriosa
sagoma scrutò il ragazzo dalla testa ai piedi...ma quando
giunse
ad essi notò qualcosa che lo colpì «Non
può
essere!...le mie scarpe!!»
«Cosa?!!»
fu un sussulto per Guilmon, mentre gli altri affermavano
«Allora
vi conoscevate!»
«La foglia, le
scarpe...ma allora sei tu il ragazzo che quella notte dormiva al
cimitero!!» e quella figura smontò agilmente dal
muro
dipinto da scritte colorate. I suoi movimenti sembravano scattanti come
la gomma, nonostante la sua figura non fosse slanciata e la sua statura
piuttosto ridotta, tanto da essere inferiore a quella di Guilmon.
Eppure aveva qualcosa di autorevole e di efficace nelle sue movenze,
teneva le mani nascoste dietro la schiena...ma lasciò che il
cappuccio cadesse lentamente, rivelando il suo volto.
“Oh!...
...che ragazzino
particolare...” fu il primo pensiero del Digimon in forma
umana
“Com’è strano il colore dei suoi
capelli, sembra
aver fatto ricorso a quegli spray per schiarire la tinta: alcuni
Digimon che fanno rap hanno modificato così il loro
pelo”.
In effetti si
percepiva subito che il biondo chiarissimo dei capelli
dell’adolescente era un effetto creato appositamente per il
ruolo. Molto corti ai lati, con una folta frangetta a celare in parte i
suoi occhi marroni, grandi e dall’espressione intensa e
altera,
che non smettevano di fissare Guilmon «E così noi
due ci
eravamo già incontrati prima d’ora...»
disse con
voce morbida e profonda, tanto che Guilmon rispose timidamente
«Nn...non lo so, almeno credo! Io so solo che una sera...ero
andato al cimitero e ho visto un
ragazzo.»...«Sì,
ero io!» rispose con naturalezza, accentuata da una punta
d’orgoglio «Quella sera avevo litigato duramente
con mia
madre!...
...un momento
difficile...capisci che intendo?»...«Oh...?
Sì...
...io tante
volte in seguito mi sono domandato che fine avessi fatto
e...»...«Non preoccuparti, dopo è andato
tutto bene!
Sono momenti di passaggio: si affrontano...e si superano!»
“Che
strano...” pensava Guilmon “...quando mi guarda con
quegli
occhi...mi ricorda qualcuno, non so chi. Non credo proprio possa
trattarsi di un Digimon del villaggio! Possibile mi faccia pensare a
qualcuno dei miei amici umani da più piccolo? Eppure...non
riesco a capire quale dei compagni di Takato mi riporta alla
mente...”
«Desideravi entrare nel nostro
gruppo...?»...«Io...?
Sì...
...mi hanno detto che sei il capo, forse tu mi puoi dare il
permesso.» ma Puppet antepose la mano destra «Io
coordino
la crew ma qui ognuno fa il suo lavoro! Non esiste il più
grande, o il meno importante.»
“Sembra avere le idee più chiare di me, eppure
è
più piccolo! Avrà sì e no...quanto,
quattordici
anni?” si chiedeva Guilmon del ragazzino i cui occhi non
smettevano di fissarlo in un’ambigua e sospesa espressione
“Non riesco a decidermi, a chi può assomigliare?
Al mio
Takato di certo no...tantomeno a Henry che ha sempre avuto le
sopracciglia scure, mentre le sue...sono così lievi, e
sembra le
abbia schiarite con la stessa tecnica usata per i capelli. Il piccolo
Kazu...? No...non gli assomiglia. Neanche a Kenta!...
...eppure
c’è qualcosa...nella sua espressione e nel suo
modo di
fare che mi riporta a volti familiari...”
«Hai un
nome?» chiese a bruciapelo il giovane «Come?!
Ouhmmm...» l’imbarazzo affiorò
nell’espressione di Guilmon, ma il ragazzino piegò
il capo
«Guarda che non devi aver paura...non ti ho chiesto come ti
chiami bensì se hai un
nome.»...«Uhm?»
osservazione che stupì l’altro.
«Sai? Qui
ci sono tanti ragazzi che, per un motivo o per un altro, possono aver
desiderio di tagliare con il proprio
passato.»...«...io...
...sono
esattamente fra questi...» disse Guilmon, e con una certa
estremamente seria dolcezza il ragazzino replicò
«...anch’io...vorrà dire che acquisterai
un nuovo
nome come è accaduto a me.» e si avvicinava...
...i suoi
modi non erano propriamente confidenziali, ed il suo sguardo sembrava
un radar che non si riusciva a scrollare, e che giungeva a conclusioni
insindacabili. Eppure, passeggiando attorno al nuovo aspirante con la
sua figura un po’ schiacciata sembrava in qualche modo
volergli
dare il benvenuto, farlo sentire accolto «Qua tutti mi
chiamano
Puppet, lo hai
sentito.»...«S-Sì...però...mi
sono chiesto perché proprio questo nome. Scusa, se non ti
offendo!» Puppet si volse di scatto
«Tutt’altro!» scandì senza
retrocedere dalla
granitica serietà che velava il suo viso giovane e in
realtà florido, di carnagione chiara e lineamenti delicati,
e
che ora sembrava ben accogliere un interesse nei suoi confronti
«Il mio nome deriva dal fatto...che io faccio rap con un
amico.»...«Come? A-A me mi sembra di vedere...tanti
amici
attorno a te!»
Ma fu allora che
Puppet mostrò la sua mano sinistra...e nel sussulto di
Guilmon
«Bau!»
...questa era avvolta
da un lungo guanto dalle sembianze canine, che sembrava parlare
autonomamente benché simile nei modi al suo padrone
«L’amico di Puppet sono io...» ed il
ragazzino
completò «Insieme denunciamo le ingiustizie del
mondo!»...«Bau! Bau!»
Mentre i rapper alle
spalle facevano eco «La particolarità di Puppet
è
proporre un rap a due voci! In pratica può realizzare duetti
anche essendo da solo, e questa caratteristica...gli sta facendo a poco
a poco scalare il successo!»
Guilmon
pensò strabiliato “...ma io ho già
visto una
marionetta uguale a quella!!!”
Nel suo cuore
riapparve una graziosa bimba umana dal vestito verde, che intratteneva
lunghe conversazioni con il guanto indossato alla mano destra...
“...è precisa, identica a quella di Jeri!!! Ah! Ho
trovato!!!...
...ecco chi mi ricorda Puppet! E’ sorprendente
ma...è
proprio lei che mi ricorda! La sua espressione...orgogliosa, e il suo
sguardo un po’ malinconico mi fanno ritornare alla mente
quelli
della piccola Jeri!”
Il ragazzino
avvicinò di scatto la sua marionetta, ma proferì
parole
particolare «Io...spero che il nostro aspetto non ti
spaventi,
perché in questo caso...
...mi farebbe davvero piacere che tu ti unissi a noi...
...dico sul
serio...» ma Guilmon piegò appena le spalle
«...scherzi...? Io...sono stato già in squadra con
qualcuno che...ti somiglia tanto! Sei un ragazzino...f-formidabile, hai
classe, presenza scenica, sei magnetico! Come si fa a rifiutare una
proposta come la tua?»
Fu allora che
un’emozione sembrò minare il granitico contegno di
quel
giovane che abbassò lo sguardo cercando di non mostrarla in
eccesso, ma la sua voce profonda tremava «...davvero ti
faccio
questa impressione?»
«...altroché...» rispose Guilmon
dall’aria
incantata...
“Ho sempre
ammirato la piccola Jeri, e lui...sembra una proiezione di lei!
Chissà, forse il destino me lo mette davanti...per dirmi che
non
devo mollare, e che anche se ho abbandonato Takato ho fatto la cosa
giusta, e devo continuare a andare avanti!!”
«...sono
contento.» sussurrò Puppet sulle cui labbra si
lesse il
timido accenno ad un sorriso, continuando poi «Sai? Voglio
svelarti un segreto...
...quella notte ero
davvero disperato. Era uno di quei momenti in cui si ha voglia di
mollare tutto come...simbolicamente...avevo fatto con le
scarpe!»...«Se vuoi te le ridò, eh! S-Se
sono
tue...b-basta che me ne fornisci un paio nuovo
e-»...«No!» antepose la mano il ragazzino
sorridendo
più timidamente «...tienile tu, anzi...riprendi
anche
un’altra cosa.»...«Uhm?»
Uno dei rapper, con il
rispetto che si mostra ad un piccolo sovrano, adagiò
qualcosa
tra le fauci della marionetta. Il ragazzino descrisse «Quando
mi
sono svegliato...qualcosa brillava tra le mie mani. Benché
fosse
piccola, e apparentemente insignificante...mi ha ricordato che anche
una foglia apparentemente secca, in questo mondo, è
testimonianza di vita. Le mie canzoni parlano di questo, e da quel
giorno...ho deciso di lottare con ancora più grinta! Il mio
sogno...
...è raccontare il mondo dei ragazzi, gridando e denunciando
anche i loro dolori più fondi, molto spesso ignorati dagli
adulti.»
Guilmon lo
ascoltava ammirato, quasi come se pendesse dalle sue labbra, al pari di
quegli altri ragazzi dallo sguardo orgoglioso...
«Noi siamo una
specie ai margini, come simbolicamente rappresenta il ponte.»
ammise Puppet «Ma siamo pieni di sentimenti...e di codici per
raccontare le nostre giornate. Io amo quello che faccio...
...e un giorno
sarò con il mio compagno, a far tremare un grande stadio con
i
miei versi! Per quel giorno mi piacerebbe...che ci fossi anche tu. A
questo punto è giusto che la foglia che mi hai donato
ritorni
nelle tue mani...ha fatto il suo dovere e te ne ringrazio. Grazie...per
avermi ridato speranza.»...«O-Oh? Ma io non mi
merito tutto
questo Puppet, davvero!»
Il ragazzino tornava ad anteporre la mano.
«...io non ho fatto
niente...» mugolava Guilmon, ma il suo cuore provò
emozione quando raccolse con le mani fasciate «La mia
foglia...
...e così siamo
tornati insieme: le vie del destino sono proprio speciali...»
Così guardò il
cielo...mentre Puppet guardava lui come già animato da una
fratellanza profonda e speciale «...benvenuto...
...uhm, fremo al
pensiero di chiamarti per nome ma c’è da aver
pazienza,
pensaci con calma. E quando avrai trovato un nome che ti rispecchia
comunicamelo...e quello sarà il tuo.»
Un tiepido vento di speranza
ora soffiava su quel prato presso il ponte, e gli occhi di Guilmon di
nuovo splendevano del sole della primavera «...sai Puppet?
Francamente penso che non ci sia così tanto da
aspettare!»
Il ragazzino dilatò i
suoi grandi occhi. Guilmon guardò con tenerezza la foglie ed
ammise «Penso di aver già trovato quel
nome!»
stringendola tra le mani, e prendendo un respiro profondo, e rivolto al
futuro.
«Non
c’è niente da fare: più ci
penso...» diceva
Takato riaccomodandosi il cuscino ed appoggiandovi la schiena in un
sospiro «...più mi convinco che è
inutile contare
ancora sulla propria famiglia. Ormai per me è andata
così, i miei genitori mi hanno abbandonato, per loro sono
solo
un peso scomodo...l’unica cosa che spero, una volta che mi
sarò rimesso in sesto, è chiudere questa volta
definitivamente la questione con mio fratello.» smarrendo i
suoi
occhi più in là «...sebbene mi costi
non sapete
quanto, ma solo dopo aver ingoiato tutti i bocconi amari si
può
sperare di ricominciare...»
Kenta, Yuki e
Impmon che erano lì presenti non potevano evitare di
abbassare
lo sguardo.
«Per me la
parola “famiglia” rappresenta solo...voi, e
Cindermon!
Benché lei, a dire il vero, mi esorti a non smettere di
sperare
ancora al riguardo dei miei genitori. Ma lo fa perché
è
buona, lei è una paladina dei legami
d’affetto.»
sistemandosi i capelli con un gesto accennato ed elegante, e ripensando
alla sua Digimon con un sorriso «Sapete? Quando mi stavano
operando e abbiamo lottato nel mio inconscio...io l’ho vista
per
la prima volta allo stadio neonatale!»...«Ma dai,
è
regredita?!» chiese stupita la grassoccia ragazza, e Kenta
sorrise «Doveva essere quantomeno buffa Cindermon in quello
stadio!» ma l’espressione di Takato si sciolse
«...e
dovevate vedere quant’era carina!!! Dio mio! Non ho mai visto
un
Digimon così grazioso, ma...come si fa a non morire di
tenerezza
quando...una cucciola di quella portata sta nelle tue mani, la
senti...tremare! Ah, ma che lo dico a fare a voi! Fra poco avrete figli
metà umani e metà Digimon, e lo saprete meglio di
me!»
Kenta sfiorò
con affetto il ventre di Yuki, mentre Impmon abbassava il capo un
po’ mogio di fronte a quel pensiero. Takato lo
notò
«Oh!...
...perdonami Impmon,
ti prego. Scusa, sono un vero disastro.»...«Ma no,
non
preoccuparti Takato: ormai ci ho fatto il
tarlo.»...«Non
abbatterti così, su con la
vita!»...«Grazie Yuki, ma
dovete sapere che ormai mi sono rassegnato: so bene che...per via di
quella promessa...e anche di molte altre cose io non potrò
mai
avere dei figli con...
...ma neanche voglio nominarla! Sarebbe già un
peccato...»
Kenta mormorò
nell’orecchio della moglie «Che ingiustizia quella
di
Impmon e Akemi...» e questa in silenzio sembrò
convenirne.
«Non fate caso a
me, prosegui pure Takato: continua a raccontarci di quando avete
lottato nel tuo inconscio!» Il ragazzo sorrise dolcemente
«Temevo che Cindermon avesse perso tutte le energie...per
forza,
un Digimon così piccolo non può di certo lottare,
è come un bambino.» descriveva con immensa
dolcezza
«E dovete sapere che mentre era in quello stadio...mi ha
detto
una cosa!»...«Che cosa?!» chiese
incuriosito Kenta, e
Yuki «Ti ha fatto una dichiarazione
d’amo-UHM!» ma il
marito le tappò la bocca «Ma come ti viene in
menteee???...
...forse lo
so!» terminando con un sorrisetto e l’aggiunta
«Dai
Takato, svelaci cosa ti ha detto!» ma il ragazzo
sminuì
«Niente, in quel momento stava completamente delirando,
pensate
che le era caduto un intero monumento sulla testa. Povero amore!!!...
...non sapete che cosa
si prova a scavare fino a consumarsi le unghie per tirare fuori un
qualcosa di...p-piccolo...che dire, così? Quanto
sarà
grande una Digimon di quel livello...
...che sguardo
indifeso...e che pensieri gentili! Ahhh, ma perché non
può regredire ancora? E’ così bella!
Quando
l’ho raccolta ho sentito affiorare in me un
istinto...paterno,
ecco cosa! Che carina, è come Guilmon, tale e quale a
lui!»
...Kenta e Yuki
si scambiavano uno sguardo tanto sbalordito quanto divertito...
«Dio, io
non so come ho fatto a pensare per tanto tempo che fosse diversa da
lui, quei due sono identici!»...«Beh oddio
questione di
punti di vista.» precisò la robusta biondina,
precisando
con un dito alzato «Caratterialmente sì,
concordo!»...«Va bene Takato ma...non ci hai ancora
svelato
la misteriosa confessione!» evidenziò
l’amico, e
Takato «Ah sì, mi ha detto...quella cosa che avevi
ipotizzato!»
Marito e moglie
si guardarono con gli occhi sbarrati, Impmon altrettanto a bocca
aperta, e Takato si accomodò il cuscino «Mi ha
detto che
mi amava!...
...pensa un
po’ a che punto. Poverina...doveva essere completamente
stordita.
Piiiccola...come si fa, mi chiedo, a prendersela con un tesoro del
genere?»
Impmon si mise a
fissare intensamente la flebo per mascherare il suo rossore. Kenta e
Yuki stavano per sobbalzare sulla sedia, quest’ultima fece
«Ti ha detto che----?!!!» e non poté
completare,
dovette affondare una mano nella borsa e ingurgitare un dolcetto.
Takato precisò «Sì, mi ha detto questo
ma...non
temete, io ho capito perfettamente che in quel momento doveva essere
sotto shock.»...«...Takato...»
accennò Kenta
«...io non vorrei dire. Ma sinceramente penso che Cindermon...
...senta realmente ciò che ti ha confessato.»
L’espressione di Takato si fece improvvisamente seria, e
confessò «...lo sai che l’ho sospettato
anch’io?» scostandosi la frangetta, e rivelando
«...sembrava molto sincera in quel momento. Ma vi rendereste
conto? Poveretta...»...«Ma perché devi
dire
così?? E’ una cosa bella!» fece Yuki, e
Takato
«Vorrebbe dire che ha il gusto
dell’orrido.»...«Ma piantala di buttarti
giù!» esclamò Kenta aggiungendo
«Allora Jeri
ha il gusto dell’orrido?»...«Che
c’entra Jeri,
con lei ci conosciamo da anni e c’è
un’altro tipo di
legame! Ma Cindermon!!! Una Digimon d’alto rango, una
principessa
di Digiworld, con me che sono l’ultimo poveraccio dei
domatori
terrestri! Voi scherzate, ma è una cosa preoccupante: se
fosse
così...voi credete dovrei farla vedere da un
psicologo?»
A quel punto lo
stesso Kenta dovette affondare nella borsa della moglie e ingurgitare
un dolcetto. Impmon chiese «Perché dallo
psicologo,
Takato?»...«Come perché?? E’
evidente,
vorrebbe dire che ha seri problemi psicologici.» Kenta allora
scherzò «Capito Yuki? Tu avevi seri problemi
psicologici.» e la moglie ribatté
«Guarda che io
l’ho sempre saputo, eh? E continuo ad averli tuttora, visto
che
ti amo. Smack!» ma Takato liquidò con un gesto di
mano
«Ah, lasciamo perdere! Voi mettete tutti a paragone con voi,
e
non riuscite a cogliere le differenze!» Yuki tentò
«E allora Kazu e Diamon?» ma Takato
«E’
DIVERSO, possibile che ve lo debba spiegare?...
...qui si parla
di amori epici, sentimenti da leggenda! Fra me e Cindermon non
è
così...» guardando il soffitto, con un sorriso
disteso
«Fra noi c’è...complicità,
affetto, ci
punzecchiamo a vicenda! Ma non siamo fatti per stare
assieme...l’amore è una cosa diversa...»
Impmon
intervenne «Però Takato...se questo è
ciò
che tu provi per lei non è detto che lei provi lo stesso per
te.»
Queste parole spinsero il ragazzo al silenzio e alla riflessione...
«Allora
noi andiamo!» esclamava Suzie in strada rivolta a suo
fratello e
a Rea «A stasera!» ribadì la ragazza. Ma
Lopmon che
spuntava dalla sua borsa sembrava dispiaciuta nel doversi separare da
Terriermon, il quale invece appariva molto spigliato «Ahah!
Ciao
Lopmon, e non dormire troppo, altrimenti come fa Suzie che ha bisogno
di una mano?»
Quando si furono separati, Rea disse «Stavo pensando...
...questa
esperienza subcosciente sembra avere molto unito Takato e Cindermon:
questa mattina sembrava esserci fra loro un’intesa
perfetta!» Henry con suo figlio tra le braccia ne convenne
«Cindermon...! Hai proprio ragione, quella Digimon
è
davvero una valorosa! Ringrazio il destino per aver posto accanto al
mio amico una compagna del genere, fra loro è di sicuro nata
una
profonda amicizia.»...«E se evolvesse in qualcosa
di
più?!» propose con sfizio la moglie
«Rea!»
sussultò Terriermon, ma lei «Perché, in
fondo che
ci sarebbe di male?»...«Oh, ma questo è
impossibile...» fece Henry, e lei
«Perché?»...«Ma
perché
Takato...è fidanzato con Jeri, tu lo sai.»
replicò
con dolcezza «Sì Henry però
ragiona...in fin dei
conti certi legami non si possono dare per definitivi, e a me in tutta
sincerità mi è parso che con Cindermon si sia
creata...più affinità, che ci sia più
comprensione, al contrario che con Jeri che per giunta...non si
è neanche mai presentata! Chi l’ha più
vista, se
fosse successo qualcosa del genere al mio ragazzo io mi sarei...gettata
ai piedi del letto, mi sarei aggrappata alle lenzuola! I medici
avrebbero dovuto tirarmi via con la forza, mentre invece a lei sembra
non sia interessato ciò che Takato ha passato! Non ci si
comporta così...»...«Non posso che darti
ragione...» disse Henry, prendendo un sospiro
«...è
vero, l’atteggiamento di Jeri sembra equivoco,
però io non
posso dimenticare che sono stato il primo a comportarmi come se non mi
importasse di nessuno. Queste esperienze insegnano che gli altri non
sono sempre come si mostrano. Tu e Jeri avete avuto qualche
conflitto...però io posso darti una garanzia, Rea, e
cioè
che io conosco la mia amica. Jeri è buona, e di certo tutto
questo ha una spiegazione ed è quella che intendo
scoprire!» accomodandosi con gesto sciolto la tracolla della
borsa «Non ti dispiace precedermi al centro di recupero,
vero?»...«No, tutt’altro!»
sorrise la ragazza.
Ed Henry «Io e Benji dobbiamo andare in un posto...allora,
ometto: ci vieni con il tuo papà?»...«Ci
vediamo
più tardi!» salutò Rea, ed Henry
«Ah, Rea!
Comunque, riguardo a Takato...
...nonostante
Cindermon abbia tutta la mia stima, io so che il mio amico non potrebbe
mai amarla. Sarebbe impossibile. Perché lui e Jeri si amano
davvero. Come me e te...»
Quelle parole
lasciarono Rea colpita, mentre si avviava a discendere una scala mobile
con Terriermon, il quale pensava “Sì,
però è
anche vero che Rea è una ragazza buona, è onesta,
mentre
Jeri...era così dieci anni fa. Ma adesso sinceramente...non
la
riconosco più.” ed i suoi occhi puntiformi si
facevano
seri e pensierosi.
«Ahhh!
Eccomi, sono venuto il più in fretta che ho
potuto...»
affermava Hajime Katou presso il parco di Shinjuku...
...e
qualcuno avanzò su dei sandaletti beige adornati da un
fiore,
dal quale spuntavano graziose unghie smaltate «Lei non mi ha
mai
visto, sono la vicina di casa della povera...sigh! Signora Nami
Asanuma...deve vedere com’è
ridotta!»...«Cosa?! Ma mia figlia...non
può aver
fatto questo!»...«Oh mio Dio!!!»
esclamava inorridita
e gemente Violetta «Se solo avesse visto come si sono
picchiate!
Ho temuto che la mia vicina avrebbe perso la vita: sua
figlia...sembrava nutrire verso di lei il più cieco
risentimento...»...«...ma la signora Asanuma
è stata
la sua maestra...»...«Ahhh, ma non ha forse letto i
più recenti fatti di cronacaaa?!!...addirittura adesso quei
piccoli mostriciat-EEEHM, volevo dire...alcuni bambini di oggi che
soffrono di seri problemi psicologici hanno persino aggredito le loro
maestre in più di un caso! Perché ci stupiamo in
questo
modo...visto che qui si tratta persino di un adulto...
...niente che
possa meravigliare...»...«Mi dispiace signora ma io
non
sono d’accordo con lei! Io mi meraviglio di mia figlia,
perché Jeri, la mia Jeri...!!»...«Ops!
Si sente male
per caso? Vuole che le chiami un’ambulanza?» lo
sostenne
Violetta «No. Sto bene.» rispose lui seccamente
«...mia figlia...
...ha
un’indole buona!!»...«...non lo metto in
dubbio...» scintillarono gli occhi di Violetta
«...ciò che ha scatenato la sua crisi...di certo
è
stato un disagio di tipo psichico: di quelli che sovrastano la normale
natura caratteriale di un individuo...»...«...io...
...non so davvero che
cosa fare, come comportarmi...» mormorava
quell’uomo a cui
sembrava crollare il modo addosso, ma la donna sibilò
«La
faccia ricoverare...
...esistono cliniche
altamente specializzate di questi tempi, in cui sua figlia
potrà
recuperare interamente la cognizione di sé. Mi dispiace
doverle
parlare in questi termini ma...uhm, lei mi deve capire: qui tutti
abbiamo bisogno di dormire tranquilli!»...«Ma
adesso io...
...non so dove
si trovi mia figlia!! Mi creda, mi è scappata di nuovo,
io...!!...sto facendo il possibile per aiutarla...
...ma sento che mi sfugge il controllo della situazione...»
“Se
quest’uomo farà internare sua figlia...lei
sarà al
sicuro, così Nami non potrà trovarla! E io
potrò
controllarla...
...fino a capire
a che punto possono spingersi le sue intenzioni...!!!”
«Hai
fatto?!» chiedeva un ragazzo dai capelli rossi e gli occhiali
presso i bagni della metro, ed una voce maschile gli rispondeva
«Ehm-Ehm! Soltanto un attimo!»
Qualche istante dopo,
la porta si apriva e veniva fuori un uomo biondo vestito con una tuta
rimediata all’occorrenza «Allora, il piano
è
questo!» precisò il ragazzo, incurante della gente
che
entrava e usciva dal WC e li guardava con sospetto «Torniamo
a
casa mia, e ci scusiamo con mio padre! Se lo facciamo in due
farà più effetto. Lo so...sarà
umiliante in un
primo momento, ma forse almeno vedrà la tua stazza e ne
rimarrà impressionato: è stata una fortuna in
questo
senso, che tu sia digievoluto spontaneamente proprio
adesso.»...«Tu credi...?» si chiedeva la
titubante
controparte umana di Sandmon «Io a dire il vero mi sento a
disagio...tutta questa gente non fa che fissarci. Quando interpretavo
Taisho Yusaki ero abituato ad essere...un po’ ammirato ma ora
mi
fa un effetto strano.»...«Sandmon...
...ooo Taisho,
non so come preferisci che ti
chiami!»...«Ptsss...non ho
nemmeno più un nome: Violetta mi ha portato via
tutto!»...«Beh! Intanto dei vestiti li abbiamo
rimediati,
Kazu è stato gentile a prestarci questa tuta di suo
padre...dopo
quello che è successo...
...io un
po’ mi vergogno: suo padre è morto ed io devo
evitare al
mio l’attacco di cuore! Mah, ormai e tardi. E comunque, ti
stavo
dicendo...»
Lo sguardo del
giovane si fece più serio e responsabile, sfiorando il
braccio
del biondo uomo senza nome «...animo, vedrai che ce la
caveremo
come abbiamo fatto a Digiworld. Io...non voglio che tu ti senta un
estraneo sulla terra. Quando saremo di fronte a mio padre, gli
dirò che è stata tutta colpa mia anche
perché in
fin dei conti è la
verità.»...«Ptsss...Mako...»
l’uomo si
accostava a lui, senza mai perdere quell’atteggiamento
nervoso e
un po’ guardingo «...sai benissimo che non
è vero e
che ti ho trascinato a Digiworld con
l’inganno...»...«...acqua passata...
...come tutti i
dolori, e i conflitti.» disse il giovane con espressione
distesa
«E’ tempo di iniziare una nuova vita. Senti,
io...non so
come reagirà mio padre ma voglio chiedergli se
può
ospitarti a casa nostra. E poi...»...«Ops! Scansati
Mako...» fece l’uomo scostando leggermente il
ragazzo,
poiché le persone dovevano passare. Mako mormorò
«...e poi c’è un altra cosa.»
accennando un
lieve sorriso di speranza «...mi piacerebbe tanto portarti al
convento, vorrei che tu conoscessi mia sorella.»
Lo sguardo di
Sandmon scivolò alla sua caviglia, e quella tuta che a lui
andava un po’ corta permetteva che si vedesse la catenina
d’oro che il ragazzo gli aveva donato.
«...voglio
ricominciare un’altra volta...e dirle che se è
d’accordo, e se tu sei d’accordo puoi essere il
Digimon di
entrambi noi. Che ci importa che è una suora! I Digimon non
servono solo per combattere...
...voglio
rinnovare quell’antica promessa di non litigare
più...e
che negli anni ho saputo mantenere solo in parte...» mentre
Sandmon «Ops! Signora! Gentile signora, le è
caduto il
giornale! S-Signo-» ma quella passante si era già
allontanata, e a lui non restò che chinarsi per raccogliere
il
giornale.
Mako intanto
rifletteva «...certo...poi io vorrei ritrovare Beelzemon.
Devo
assolutamente parlare con lui...però! Tu non...aver paura,
questo non significa che tu non sia altrettanto
important-»...«Arrestato
l’assassino di....uhm!!!»
L’uomo indietreggiò. Ed il ragazzo «Che
ti succede, Sandmon?! Sandmon!!!»
...ma tanto era
lo sgomento che l’uomo finì per arretrare fino ad
entrare
in una cabina e scivolare seduto sul water. I suoi occhi erano
inspiegabilmente calamitati da una figura di donna che si intravedeva
in una foto sul giornale...
Il medico stava
controllando le bende sul torace di Takato, ed il ragazzo sperava che
non si accorgesse della presenza di Impmon addormentato nel suo letto.
Per fortuna ciò non accadde «Tutto regolare: mi
raccomando
non toccarti quelle fasciature.»...«Va bene,
dottore...»...«Ah e...dà un taglio a
queste visite
insomma, neanche fossi una persona
famosa!»...«Uhmuhmuhm, a
mio modo lo sono.» rispose il ragazzo a quella che era
più
che altro una battuta del dottore. Una volta che egli fu fuori
«Fiùùùùùù!»
Takato sospirò di sollievo assieme a Kenta, che disse
«Ci
è mancato poco!»...«Il medico forse non
gradirebbe
la loro presenza, però sarebbe brutto impedire ai Digimon di
entrare. Sono degli amici...così cari.» affermava
il
giovane riabbottonandosi il pigiama e sporgendosi per controllare che
nessuno fosse nei paraggi, così da raccogliere Impmon e
tenerlo
tra le braccia «Sono d’accordo con te, speriamo in
una
fruttuosa integrazione.» disse Kenta, e Takato
«Già
speriamo...»...«Comunque Takato, per tornare a quel
discorso di prima, approfittando che quella pettegola di mia moglie
è andata a comprarsi altri snack alle macchinette! Tu cosa
intenderesti fare se scoprissi...che davvero Cindermon nutre qualcosa
nei tuoi confronti?»...«Non lo so...»
rispose il
ragazzo con premura venata di preoccupazione, che si
specchiò in
gesti affettuosi rivolti al Digimon fra le sue braccia «In
questo
caso sarebbe lei a dovermi dire ciò che può farla
stare
meglio. Io non vorrei mai farla soffrire...ma purtroppo, io non posso
offrirle altro sentimento se non questa amicizia. Credimi, sono grato a
Cindermon...
...la stimo, la
ammiro, ho capito che creatura forte è sempre stata, altro
che
la ragazza dall’aria un po’ scapestrata che ti
appare in un
primo momento. Si è fatta coraggio ed è cresciuta
senza
il sostegno di sua madre...abbiamo molte cose in comune, e lei mi ha
accettato esattamente per quello che sono, con i miei pregi e i miei
difetti. Non mi ha chiesto di essere un altro: Cindermon ha fatto
ciò in cui è riuscito Guilmon tanto tempo fa e in
cui...non sono invece riusciti i miei genitori, nel corso di questi
anni.»...«Intenti dire, saperti
apprezzare?» chiese
Kenta con tono consapevole, e Takato «...il loro disegno non
corrispondeva mai a quello che ero...
...per questo ho
iniziato a provare un fastidio celato per...tante categorie di ragazzi.
Che poi erano tutti quelli per cui Jeri dimostrava di prestare
attenzione. Perciò li odiavo ancora di
più!»...«Che tipi in
particolare...?» si
interessò l’amico, con il suo sguardo scrutatore.
Takato
sospirò «...ragazzi che emergevano nello studio,
ad
esempio! Giovani intraprendenti e cosmopoliti, sono tante le categorie
di coetanei che mi hanno fatto ribollire il sangue negli anni! Magari
se non era la scuola il punto forte lo erano i muscoli
oppure...»
mentre nei suoi occhi si riaccendeva un lampo tagliente e amareggiato
«...i tatuaggi, c’è stato un periodo in
cui Jeri
meditava di coprirsi con questi!»...«E se lo ha
fatto...» insinuò Kenta con una punta di ironia
bonaria
«...questo non lo abbiamo ancora scoperto. Giusto
Takato?»...«Ovvio che no e comunque non sarebbe
quello il
problema! Non ho nulla contro i tatuaggi e mi piacciono persino, il
problema è chi di solito ne fa
uso!»...«E
cioè i ragazzi che la nostra amica dimostrava di apprezzare
alquanto!»...«Pfff, certo, ti pare? Ha avuto
ventate per
ogni categoria, che dritta dritta finiva nella mia lista nera: non
sopporto certi stereotipi...
...i motociclisti...
...i DJ...
...ma
soprattutto...» scandendo con fastidio ancora vivo e pulsante
«...I RAPPER...»...«Uhm?» Kenta
si stupì
«Non ti piace chi si occupa di rap, Takato? Beh...
...ammetto che a
volte hanno un’aria presuntuosa, e il loro genere musicale
può venire un po’ a
noia.»...«Anche in questo
caso, non si tratta di questo! Ci sono canzoni rap davvero
coinvolgenti, niente da criticare! Ma chi lo pratica...
...brrr, non lo
sopporto, è più forte di me! Covo per i rapper un
odio
maturato negli anni...
...loro sono
l’esatta incarnazione del genere divinizzato da mio padre, e
che
Jeri ha portato su un altare per anni!!! Quando poi, Kenta, quelli non
sono altro che un bluff, te lo dico io!»...«In
effetti...ricordo che Jeri affermava di conoscere molti ragazzi
nell’ambito.» disse Kenta aggiustandosi gli
occhiali, ma
poi si volse «Però è anche vero che non
ne ho mai
visto uno al suo fianco!»...«Ma ci sono stati, e di
sicuro
si è consumata roba a cui non voglio neanche pensare! Meno
male
che tutto è finito...
...per forza,
cosa credeva di ottenere? Certo, lo so! Lo stesso che abbagliava gli
occhi di mio padre: “ragazzi che si sono fatti da
soli”...”lottando contro le
difficoltà”...pfff, sai cosa sono quelli? Te lo
dico io
Kenta: degli imbroglioni! Gente di bassa lega che incassa vendite
soltanto per mezzo di un tra-ve-sti-men-to, perché questa
è la forza di un rapper!...
...la
falsità, l’ostentazione sconsiderata di una forza
che non
possiede, e l’unico modo per salvare un minimo della faccia
che
gli resta e fare l’idiota con le ragazze!!! Così
come
quelli che sono stati con Jeri...
...se passassero
tra le mie mani li distruggerei tutti, dopo quello che le hanno
fatto...» ammetteva con sguardo incendiario fisso avanti a
sé, ma Kenta replicava il suo gesto frequente di aggiustarsi
gli
occhiali «Takato...sei sicuro che lei porti davvero le
cicatrici
di simili esperienze...?» ma l’altro ammise
«...queste sono alla base del nostro incontro...e della
nostra
attuale comprensione...»...«Attento
amico...perché
tu non l’hai mai vista sotto i vestiti...e come i
tatuaggi...potrebbero essere assenti le cicatrici, e potrebbero invece
esserci...
...molte altre cose...»
Takato
rifletté, ma poi ammise con orgoglio «...io
conosco Jeri...
...anche se non
ho mai avuto un rapporto con lei, è vero! Ma non occorre
essere
stati a letto con una ragazza per conoscere ogni suo angolo come le
stanze di casa propria! Non potrei non conoscerla, è il solo
e
più grande amore della mia vita!!» ma poi i suoi
occhi si
acquietarono in un’espressione più dolce seppur
appenata
«Capisci Kenta...?...
...capisci
perché io nonostante tutto non potrei amare Cindermon? Tutti
si
ostinano a pensare che il mio amore per Jeri sia un capriccio,
l’intestardirsi su una meta adolescenziale mai raggiunta. Ma
non
è così!...
...io la amo davvero...
...io quella ragazza la amo davvero!»
«...ti credo
Takato...» sussurrò pacatamente Kenta
«Io ho
osservato, anche se a distanza, l’evoluzione del vostro
amore. So
che le tue parole sono sincere...
...è solo che
temo...che tu possa soffrire perché vedi...lei...Jeri adesso
è...»
«PERMESSO!!» proruppe una voce stridula.
I due ragazzi
sussultarono e Takato non riuscì a nascondere in tempo
Impmon,
che finì sotto gli occhi dell’uomo appena entrato.
Si
trattava del signor Ayami che esclamò «Allora sei
quiiiiiiii!» e Kenta chiese dubbioso «Cosa ci fa
lei
qui...?»
Mentre Impmon si svegliava tra le braccia del ragazzo
«O-Ohh...
...signor
Ayami!» balzando subito in piedi alla vista del padre dei
suoi
amici «Ti ho cercato in lungo e in largo! Poi mi hanno
detto...che era qui che era ricoverato Takato così io...ho
pensato che tu fossi andato a trovarlo, nobile e altruista come sei!
Takato, sigh! Potrai mai perdonarmi per come ti ho spesso trattato al
tuo negozio e credermi se ti dico che sono felice che stai
beneee???»...«M-Ma sì, però
lei...sembra
disperato...!»...«E’ successo qualcosa ad
Akemi, o a
Mako forse...?» chiese Impmon in un brivido, e
l’uomo si
avvicinò, prendendogli le zampette a volte da guantini rossi
«D-Devi venire subito, Impmon...
...Akemi...
...sta morendo!!!» (canzone: Claudio
Baglioni - In un'altra vita)
«COSA?!»
sobbalzò il folletto viola. Takato e Kenta si portarono la
mano
alla bocca, scambiandosi uno sguardo trafelato.
«E’
così!!! La mia povera bambina sta morendo!!! Ormai
è
arrivata...
...alla fine del suo
viaggio, le suore l’hanno portata in clinica! E lei...chiama
incessantemente il nome del suo Digimon, e di suo
fratellooo!!!»
«Oh no Akemi!»
balzò a terra Impmon «Devo andare subito da
lei...»
spalancando le braccia e riempiendosi di luce...
...proprio mentre
entrava il medico che si parò gli occhi «MA
COSA...?!!!»
E quando vide la
zampetta artigliata mutare in uno stivale metallico, ed una coppia di
ali nere spalancarsi nella stanza «MA CHE RAZZA DI CREATURE
FATE
ENTRARE QUI DENTRO?!» Takato però si sovrappose
«La
prego lo lasci andare, è un’emergenza!!!...
...anche creature del genere hanno i loro cari in fin di
vita...»
«Che aspettiamo? Non
perdiamo tempo!» esclamò Beelzemon «Mi
conduca da
lei!»...«S-Sì!» fece Ayami
inchinandosi
«La prego di perdonarmi dottore ma se vuole farmi arrestare
prima
mi conceda di dare l’ultimo saluto alla mia
bambina!»
Beelzemon però tuonò
«CORAGGIO!»...«Arrivooo...»
...e il medico
restò senza parole, con una piuma nera che si era adagiata
sul
suo camice bianco.
Nel sussulto di
infermieri e pazienti, Beelzemon proruppe nel giardino
dell’ospedale e spiccò il volo
«AKEMI!!»
aggiungendo rivolto al padre della ragazza «Lei prenda la
macchina, io intanto la
precedo!»...«S-Sì!»
obbedì il baffuto uomo.
Il guerriero digitale
si lanciò nel cielo di primavera «Amore mio...mia
eterna
domatrice...» ed i suoi tre occhi ardevano di lacrime e
ricordi.
Lacrime come
quelle che scendevano inesorabili dagli occhi del biondo uomo col
giornale in mano
«Uohohohohohohohoh!!!»...«Sandmon!
Sandmon mi...
...dispiace. Credimi, mi dispiace tantissimo per la tua
gatta!»
Ma lui piangeva
come se si trattasse di un familiare «U-U-Uccisa! E gettata
crudelmente in un cassonetto...»...«E’
una cosa
orribile!!» si arrabbiò Mako «Devi
sapere che io,
mia madre e mio padre siamo iscritti all’albo per la
Protezione
Animali! E’-E’ vergognoso il comportamento di chi
si
accanisce su creature...che non hanno la possibilità di
difendersi!»...«Tu devi sapere, Mako...
...che qui
non si tratta, soltanto...sfrnnn!» asciugandosi gli occhi
arrossati con il braccio «...di un semplice...animale da
compagnia! Lei simboleggiava...
...la
nostra vita quando era più semplice, ed eravamo ancora tutti
assieme! Io...i miei figli...»
...e quelle parole
condussero al silenzio il ragazzo, che lo osservava con sguardo ingenuo
e impietosito.
«L-Leggere...di
gente che si è accanita contro di lei è come
sentire che
lo hanno fatto su tutti noi! Lei rappresentava il passato, l-le mie
origini! Io fui creato da Violetta per uno scopo malvagio,
però...
...però ho scoperto cosa vuol dire sentirsi...circondati di
affetto, in una casa, con due bambini...che ti vedono come un idolo, ed
una gattona...
...affettuosa e sovrappeso...c-c-che ti viene sui piediii!»
Mako
si gettò su di lui «Ti prego, non fare
così!!!» ma l’uomo singhiozzava
«Non posso
pensare a cosa le hanno fatto!!! Povero...i-insopportabile sacco di
pulci appiccicoso!!! Assieme a lei se ne va anche la
stabilità!
I sogni di gloria! E...quel pizzico di allegria...
...mai niente
tornerà più come prima, Mako...Scratchmon non
tornerà più!!!»...«TI GIURO
CHE TI
CAPISCO!!» gridò il ragazzo tra le lacrime
«E SO CHE
E’ TERRIBILE!! Devi sapere che io...q-quando ero piccolo
avevo...u-un cagnolino a cui volevo...così tanto bene, e che
finì...sotto una macchina, così mio padre...p-per
consolare me ed Akemi...c-ci comprò il cucciolo che tuttora
seguita a crescere, nella cuccia che abbiamo in giardino in cui a
momenti non entra più. Ma non era finita, anzi, eravamo solo
all’inizio!» esclamò guardandolo in
faccia e
sfilandosi gli occhiali per asciugarsi le lacrime «Impmon se
n’è andato...mia sorella si è ammalata!
Io a soli
sedici anni sto per perdere...quasi tutto il mio mondo, sono un povero
disgraziato, esattamente come te! I soldi dell’impresa di
famiglia non mi servono a niente! Siamo nello stesso bagno della metro
e...
...su due
croci...come i due ladroni...» sfiorandogli la catena sulla
caviglia...
L’uomo
affermò «M-Mi sento soffocare qui...devo uscire,
perdonami!»...«Aspetta Sandmon!!...dove
vai?»
Sandmon
risalì le scale e sbucò in strada, volgendosi e
gridando
«Ti chiedo scusa ma devo restare solo con la mia nostalgia di
Scratchmon!»
Mako salì
in una corsa affannosa «Non allontaniamoci! La
solitudine...non
può essere d’aiuto a nessuno dei due! Sandmon, ti
preg-ouuuch!!!» ma sbatté contro qualcuno e
finì a
terra «Beelzemon...?!»
Ed il guerriero alato trasalì
«...Mako...?»
«Beelzemon...sei
tornato, io-» ma Beelzemon lo afferrò per le
braccia
«Non c’è tempo da perdere! Akemi sta
morendo!!»...«CHE COSA?! Sorellina,
nooo!» e sentiva
le gambe mancargli, ma Beelzemon lo sostenne «Coraggio,
questo
non è il momento di cedere: sta facendo il nostro nome!
Dobbiamo
andare a sostenerla...»...«Beelzemon...»
gemette Mako
aggrappandosi a lui «Beelzemon non voglio perderla, non
voglio
che Akemi muoia...»...«...forza bambino mio, siamo
adulti
ormai! E lei viene prima di non, coraggio! Ti sostengo io, voliamo
insieme...»
Lo spirito
dall’armatura iridescente si congedava da Refrainmon e
Iasugnumon, mentre Gravemon era presso di loro a giocare con gli
animali.
«Conducetelo al sicuro...» diceva Guardianmon ora
che aveva
assunto il volto di Teardropmon, ed indossava solo una mezza maschera
«Gravemon ha bisogno di guide stabili.» ma la
ragazza-gatto
tese la mano «E tu?! Ora che ne sarà di
te...?»
Guardianmon
rispose «Il mio spirito sarà sempre
lì...»
indicando i due grattacieli gemelli sullo sfondo cittadino. Refrainmon
si scostò il cappello per osservarli meglio.
«Se
vorrete parlarmi, cercatemi alla vecchia sede di Hypnos.
Però
è di fondamentale importanza...che troviate
l’altra
metà dei miei dati, così che la mia anima possa
finalmente ultimare il suo compito.»...«Quei dati
li
possiede...» mormorò Iasugnumon, mentre Gravemon
colto da
un momento di malinconia guardava il cielo e mormorava
«...sorellina...»
Refrainmon
sfiorò la spalla del guerriero «Non preoccuparti
Guardianmon, abbiamo capito e faremo come hai detto: pur...nelle nostre
condizioni di spiriti.»...«Grazie
Refrainmon...»...«No, grazie a te.» e
Iasugnumon
«Non avremmo mai salvato Gravemon senza il tuo
contributo!»
Guardianmon si dissolse...ed i suoi dati luminosi volarono verso la
vecchia sede di Hypnos, addensandosi come una coltre luminosa sulla
cima dei grattacieli “Trovate
i miei dati, vi prego! E portate Gravemon da brave persone...”
Refrainmon
esortò «Andiamo,
Iasugnumon.»...«Oh?
Sì...
...Gravemon!» chiamò, e benché lei
fosse
evanescente lui rispose prontamente «Eccomi, Scratchmonina!...
...aspettate qui amici, tornerò presto a giocare con
voi.»
La ragazza-gatto
e l’uomo col bastone si rimisero in cammino, e
l’unico
animale a distaccarsi dal branco fu il gattino grigio, che mediava fra
Gravemon e gli spiriti, ed indicava al bambino digitale la strada (fine-canzone)
«Micia-Miiiiiicia...?» echeggiava una flautata voce
femminile.
E quei pochi
Digignomi addensati fra i mobili della casa volavano via spaventati
«Dove ti sei cacciaaata...?»
Stivali
metallici discendevano i gradini con passo barcollante «Non
perdi
mai il tuo vizio di farmi girare la testa...! Dove ti sei infilata,
Scratchmonina...? Graaavemon, sei suo complice? Vi siete alleati contro
di me per farmi uno scherzo, ditemi la verità!»
La debole luce
rivelò il volto di Starshipmon, e i capelli di solito simili
a
seta erano spettinati e scomposti. Un sorso ancora dal bicchiere che
aveva in mano, ma poi non riuscì a sostenerlo e si infranse
a
terra, seguitando ad avanzare aggrappandosi al muro
«Scratchmon,
Gravemon, siete sempre i soliti! P-Possibile che ci voglia io per
rimettervi in riga? Sic!...
...oh, mi è venuto il singhiozzo per colpa vostra. Sic!...
...ahhh,
Digignomi, perché mi guardate così? Sono bella,
lo
so!» puntualizzò in una posa vezzosa passandosi la
mano
fra i crespi capelli, per poi scivolare in un’espressione
terrorizzata «Ma non sono un oggetto da usare e gettar
via!!!» coprendosi come se fosse svestita «Non
voglio le
vostre occhiatacce, andate via, siete solo creature dai desideri
immondi!!! Tutti voi, in massa, avete violentato la mia gatta, e poi
l’avete ucciiisa, e ora volete fare lo stesso con me! Dite la
verità!!! Vi veeedo...
...leggo
l’espressione dei vostri occhi stravolta da un desiderio
morboooso...»
I Digignomi si
guardavano tra di loro, ogni secondo più sperduti...
«Ma io non
vi darò questa soddisfazione!» gridava con aspra
aggressività «Io non mi farò mettere un
dito
addosso, al contrario della mia Scratchmon! Io...io...
...consumerò una tale ecatombe...dalla quale...nessuno
uscirà vivo!!!» alzando il mirino del
mitragliatore,
installato sul suo braccio tremante.
I Digignomi
afferrando l’antifona volarono via all’istante,
giusto un
attimo prima che lei iniziasse a sparare, mitragliando i mobili e
facendo esplodere in dati ogni singolo soprammobile del Limbo
«Ecco, così! Questa è la fine che
farà
chiunque...
...o-oserà ostacolarmi!» proseguendo la sua
avanzata nel
salone «...io...sarò la regina del progresso, mi
impossesserò di tali e tanti strumenti perfezionati...
...G-Graaavemon!
Dove sei finito...? Perché stanotte non sei
tornato?!»
gemette, aggrappandosi alla spalliera di una sedia
«Perché
non sei qui a spalleggiarmi? Noi...noi dobbiamo attuare la vendetta...
...contro chi ha
ucciso la nostra gattina! Ah, perché mi ha lasciato da sola
a
dover pensare a tutto, è troppo, non ce la
facciooo!!»
scivolando sulla sedia, e prendendosi il volto tra le mani
«...eppure devo...altrimenti la morte della povera Scratchmon
resterà impunita!» esclamò rivolgendo
lo sguardo
verso l’alto «L’intera
responsabilità è
ricaduta su di me, ma io, senza un alleato...non sono abituata ad
agire!!! Ho bisogno di una spalla che mi affianchi in battaglia,
qualcuno che comprenda...i miei stessi sentimenti, come mio fratello
faceva! Devo trovare...
...un alleato...
...sììì, un alleato...»
rialzandosi, e
riprendendo a vagare mentre i Digignomi si celavano impauriti negli
angoli più bui...
Una debole mano
di ragazza era stretta dai signori Ayami «Tesoro
mio!»
esclamava la madre, e suo marito «Sta tranquilla piccola
vedrai
che presto il tuo Digimon sarà qui.»
Madre Katsumi
era lì con altre suore, e ipotizzava «Quel
ragazzo...deve
aver avuto un contrattempo, altrimenti sarebbe arrivato! Aveva detto al
signore che l’avrebbe preceduto.» ma questa volta
nei suoi
occhi azzurri era percepibile una chiara nota insicura e meno granitica
del solito. Una giovane novizia si fece il segno della croce
«...speriamo almeno che il SIGNORE non lo preceda a sua
volta...»
«Ho...bisogno...di parlare...
...con
Imp...mon...» pronunciavano le labbra di Akemi che erano
tanto
pallide da rasentare un colore argenteo, e i suoi respiri erano
affannosi. Sembrava far fatica persino ad aprire gli occhi, ma sul suo
volto si dipinse un sorriso quando dal corridoio della clinica
echeggiò un grido terrorizzato.
«Che sta
succedendo?!» si volse la signora, e il padre della ragazza
«Dev’essere arrivato.»
Beelzemon
spalancò la porta, riprendendo fiato a bocca spalancata
«...amore mio sono qui!!!»
Akemi allora
riaprì i suoi occhi in un’espressione
più che
lieta, e riuscì persino a tendergli la mano come era solita
fare.
La novizia quando lo
vide arrivare esultò «No...! Non è
Dio...meno male.
Non mi risulta che Dio abbia tre occhi.» ma Madre Katsumi
antepose la mano «Non ne sarei così
sicura...»
pronunciò con occhi commossi «...potrebbe essere
Dio che
si manifesta sotto le spoglie...
...di un Digimon.»
«Akemi, piccola
mia...» avanzò Beelzemon, ma d’un tratto
«Oh?» inciampò in qualcosa (canzone: Westlife
- Tonight)
Aveva posto lo
stivale su un orsacchiotto dal braccio sinistro ricucito «Ma
questo è...?»
«L’ho voluto...con me. Desideravo che al...
...saluto finale ci fossero...tutti i miei cari.»
Quando dal corridoio
si udirono dei passi in corsa furibonda «Beelzemon,
aspetta!...
...sorellina!!! »
E i due coniugi Ayami esclamarono in coppia «MAKO!!»
«Bene...ora che ci siete...tutti e due...» sorrise
dolcemente Akemi «...c’è una
cosa...molto importante
che debbo dirvi, dovete ascoltarmi...attentamente...
...avvicinati Mako...»
Il ragazzo
obbedì con la sua aria un po’ ingenua
«Sono qui,
piccolina...» accostandosi a Beelzemon. Mako cercava di
prendere
la mano della ragazza, ma costei aveva un altro desiderio
«Ecco...unite le vostre
mani.»...«Oh?»
Ragazzo e Digimon si
guardarono, e la giovane affermò «Da questo
momento
dovrete sempre restare uniti, come due fratelli. Non dovete...separarvi
più...»
Beelzemon
iniziò a stringere i denti per trattenere le lacrime, mentre
Mako si gettò sul letto di lei «Io non volevo
farvi del
male!!! Voi siete tutta la mia famiglia!!! Io...
...Akemi mi
dispia-»...«...ohhh...è
passato...» lei gli
carezzava i capelli rossi «...come se non ti conoscessi...
...sei un po’ testardo...ma buono in fin dei conti.»
Il ragazzo non
riusciva a trattenere il pianto, ma lei chiamò
«Beelzemon!» e lui sembrò scattare
sull’attenti «Sì, Akemi?!»
«...mi puoi dare il mio orsacchiotto? Vorrei tenerlo
stretto...»
I due coniugi si allontanavano, e lui sosteneva la moglie tra le
lacrime.
«Ecco,
piccola...ecco il tuo orsacchiotto.» ma lei «Mamma!
Papà...
...non ve ne andate, vi prego.»
I due si volsero con
aria spaesata, e lei «Vi voglio tutti qui, perché
ci tengo
a dirvi...
...che vi voglio bene,
e tutti assieme siete riusciti a rendere la mia vita felice. La mia
storia non è stata lunga, bensì
un’avventura
fuggevole di soli sedici anni...
...però...non tutti...
...anche arrivando a
essere anziani...» mentre madre Katsumi si avvicinava con la
premura di una nonna «...hanno l’occasione di
visitare...
...un mondo
meraviglioso come Digiworld. Né di conoscere creature
splendide...
...come te...amore
mio...» sfiorando il viso di quel guerriero digitale in una
carezza, asciugando le sue lacrime «...io sono stata una
privilegiata.»...«M-Ma tu non devi dire
così!»
affermava Beelzemon riempiendole la mano di baci «Ti
riprenderai,
e viaggeremo di nuovo a Digiworld! Questa volta tutti e tre assieme, io
te e Mako!...come sarebbe dovuto essere tanti anni fa e
disgraziatamente non è stato.»...«...non
dire
così, amore...
...è stata la volontà di Nostro Signore...
...lui
conosce...il perché dei Suoi disegni...ed io gli sono grata
per
aver permesso...che resistessi fino alla fine senza commettere il
peccato a cui ero tanto
tentata...»...«Ah!»...«...lasciandomi
andare
all’amore per te ed infrangendo la promessa che gli avevo
fatto.
Ma grazie a Lui...tutto è rimasto puro...
...come...una
serie di cartoni. Questa è stata la mia vita, e io vi
assicuro
che quando Dio mi avrà accolta al suo fianco
porterò
sempre nel cuore...le avventure che abbiamo vissuto: io sono stata una
domatrice di Digimon...tanto felice e appagata. Circondata da
persone...così care!»
Beelzemon tremò
fino a non resistere più, ed esplodere in lacrime gridando
«NON LASCIARMI!!...
...io come faccio se
tu te ne vai?!!» aggrappandosi al lenzuolo con i suoi
artigli,
mentre Mako si sovrapponeva in una supplica «Ti prego,
sorellina!! Se tu ci lasci...io e Beelzemon siamo disorientati, lo hai
sentito?! ERI TU LA NOSTRA
GUIDA!»...«Mako...ascolta, io
devo affidarti...qualcosa di importante. Sto per andarmene, e alla fine
quella sfida a chi tira più forte l’hai vinta tu.
Io mollo
la presa...
...ti lascio la
mia famiglia, e anche il mio Digimon. Tutto è tuo
adesso...abbine cura...»...«...ma io non volevo
vincere...» disse il ragazzo «PREFERIREI MOLLARE
TUTTO SE
QUESTO SIGNIFICASSE NON PERDERE TE!»
«Beelzemon...
...la tua Digimon
Tamer...» accennò Akemi, e lui
«Sì! Sì
tesoro mio, lo resterai sempre! Per tutta la vita tu sarai la mia
domatric-»...«No, amico mio...io mi riferivo...
...all’altra tua
Digimon Tamer. Alla ragazza che ora ha con sé il tuo
Digivice.»...«Oh? Jeri...?» si
stupì lui.
Akemi sussurrò
«Io...ci ho parlato, e ho sentito...come grida i suoi
sentimenti!! Tu devi...avere cura di lei, piccolo Impmon. Tu sei...
...l’unico...che
può starle accanto...»...«...ma Akemi...
...Jeri non mi vuole,
lei non è come te!!!»...«Dammi ascolto...
...se Dio ha fatto in
modo di unire voi due...nonostante tu avessi...ucciso
Leomon...»...«OH?!» sussultò
Beelzemon. E
anche Mako.
«...significa
che vuole colmare la voragine che vi ha separato con un grande getto di
luce...
...non opporti ai Suoi disegni...
...compi il miracolo...
...tu
sei...l’unico che può ricondurre nel nostro mondo
l’Amore...e il Perdono di quando eravamo piccoli. La speranza
non
è estinta...
...né per
la terra...n-né per Digiworld!!!
»...«AKEMI!!!» gridava il Digimon, e la
madre tendeva
la mano «Figliola!»
«Non siate
tristi per me. La battaglia non è ancora finita, ma io vi
resterò vicino fino alla fine...come è sempre
stato...»
Mako pronunciava «Devo ancora farti conoscere un amico...
...non puoi andartene
così, io...te lo devo far conoscere, lui ha bisogno dei tuoi
consigli, ora è disperato!» ma lei gli
sfiorò il
cuore «Sono certa che puoi portarglieli tu, hai la Fede
necessaria. Siamo sempre stati...così simili.»
lasciando
il ragazzo senza parole.
«Ahhh...come sono
felice. Andarmene fra i miei affetti più cari.
Guarderò
l’ultima puntata dal Cielo...mi raccomando, tenete duro!
L’estate è ancora timida
ma...ma...»...«Akemi!»...«...il
1 agosto...non
è lontano, e per allora io...
...con tutti i domatori e i loro Digimon...
...sarò assieme a voi.»
Su quelle parole
l’orsacchiotto cadde a terra, in un sussulto di Beelzemon che
ricordò per l’ennesima volta quel drastico strappo
fra due
bambini che litigavano.
E la mano di Akemi
scivolò da quella di un attonito Mako
«Sorellina...!»
«Oh no Akemi...» mormorò il Digimon.
Si era addormentata
con un dolce sorriso, e madre Katsumi si appoggiò alla
possente
spalla del guerriero, per piangere.
«Non è morta, vero Madre...?...
...AKEMI!!! »
Beelzemon si
gettò su di lei, disperato come Mako che singhiozzava
stringendo
ancora la sua mano.
Il signor Ayami
le carezzò il viso «...addio, bambina
mia...»
E il Digimon
«Nooo!!! Perché mi hai lasciato?!!»
tanto che il suo
amore aveva incantato medici e infermieri, che rimanevano a osservarlo
sulla porta non proferendo parola sulla sua natura, permettendogli di
sollevarla con le sue braccia bardate di metallo...
...e di versare
lacrime ardenti sulla sua camicia da notte candida «Non ho
amato
altra ragazza all’infuori di te...tu sei stata
l’innocenza
della mia vita...
...la luce...del
mio destino.» per poi scivolare nel grido «AMORE
MIOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!! »
...che fece tremare tutto l’ospedale...
...e
quell’orsacchiotto rimaneva a terra, appoggiandosi sulla sua
zampa ricucita, simbolo di una delicata storia fra due gemelli e un
Digimon già tanto lontana nel tempo (fine-canzone)
Un Digivice
viola adornato da una ruota dentata era nella mano di una ragazza
«Questo...potrei anche gettarlo via ormai.»
affermò
Jeri presso la porta della sua abitazione, infilandolo in tasca ed
estraendo lentamente il tagliacarte «Mi servono dei soldi,
debbo
assolutamente prendere un taxi e mi auguro che mio padre stavolta non
mi abbia seguita! Dovrebbe credermi ancora a letto...»
Ma qualcuno si
avvicinò a lei...mentre cercava di infilare il tagliacarte
nella
fessura della porta, e forzare...
...e quando la
sfiorò lei «Ihhhm!!!»
sussultò di spavento,
ed il tagliacarte tintinnò a terra «Jeri,
perché
tutta questa paura? Calmati, sono soltanto io! Henry...!»
disse
l’amico giunto con suo figlio in braccio, ma la ragazza
indietreggiava verso la porta di casa «Ma tu stai tremando...
...che
cos’hai?» il ragazzo si poneva con molta dolcezza
«Te
l’ho detto, sono io...non c’è motivo di
aver
paura.» mentre lei pestava il tagliacarte per cercare di
nasconderlo «Sono venuto...perché desideravo
parlarti.
Amica mia, perché dobbiamo scappare anche fra di noi? Basta
fughe, siamo una squadra...
...i nemici sono altri...» (canzone: Laura
Pausini - If that's love)
«...Henry...» pronunciò lei in un
sussurro privo di
fiato, ed assieme al ragazzo alzò gli occhi verso il tetto
della
casa «Ti ricordi...?» fece lui
«Là era dove ti
arrampicavi per parlare con Leomon, in quei pochi giorni tra il vostro
incontro, e la partenza per Digiworld.» Jeri rimase stupita
«...te lo ricordavi...?»...«Non credere...
...io mi ricordo
molte cose. Molte più di quanto abbia affermato in questi
anni.
Ammettevo di ricordare poco o niente, e di aver voltato pagina ma
questo perché Muskmon mi teneva sotto controllo, col suo
lavaggio del cervello travestito da psicoterapia. E ora è
con
Rea e Terriermon...ed è lei ad aver bisogno di una guida per
ricominciare.»...«P-Perché mi fai questi
discorsi,
Henry...?» chiese lei intimorita, ma lui replicò
con
sguardo limpido «Semplicemente perché voglio
ricordare!
Non posso, ora che ho di fronte una mia amica?»
Jeri
dilatò i suoi occhi, mentre Henry orientava verso
l’alto
lo sguardo di suo figlio «Guarda, Benji: là era
dove Jeri
e Leomon si confidavano i loro segreti. Leomon è stato un
grande
eroe. Ha sacrificato la sua vita per salvarci tutti dal
pericolo!»
A quel punto lo
sguardo della ragazza si sciolse di pena e affetto, ed
esclamò
«Henry, come sta Takato?!»
Il ragazzo si
volse a fissarla. Ma scivolò in un sorriso «Sta
tranquilla, Takato è salvo. L’hanno operato ed
è
fuori pericolo.»
Il volo di Jeri
si illuminò in un moto di gioia, ma Henry si
accostò a
lei «Ma in questo momento sei tu a preoccuparmi, amica mia!
Perché sparire in questo modo, perché ti occupi
di affari
di cui nessuno di noi sa niente? Io ne so qualcosa, perché
l’ho fatto...
...ma in quel
momento...posso assicurarti che soffrivo molto, e temo che anche a te
possa accadere altrettanto! Io non voglio...
...e neanche
Benji vuole. Guarda, vuole la tua compagnia...ti va di tenerlo un poco
in braccio?»...«Io?!»...«...ma
certo...
...tu sei una
persona di cui mi fido. Non ricordi che abbiamo passato tante cose
assieme?...
...tu eri fra
quelli che sono venuti a recuperarmi quando ero in pericolo.»
Così il
bambino scivolò tra le braccia della ragazza, che si sentiva
spiazzata nel fissare quei grandi occhi scuri come la sua tuta, e nel
lasciarsi sfiorare da quelle piccole mani. Sembrava soffrire al
pensiero struggente di non avere una creatura del suo sangue di cui
poter prendersi cura, e tenere tra le braccia come il figlio
dell’amico, sicché per stemperare chiese
«T-Terriermon non è con
te...?»...«E’
rimasto con Rea. Sono al Centro di recupero. E Beelzemon? Lui non
è con te?»
Lo sguardo di
Jeri si abbassò, ed Henry si fece vicino «Jeri,
perché respingi il tuo Digimon?...
...ma non
ricordi quanto abbiamo sofferto, quanto abbiamo sognato di recuperarli!
Questa sottile...e al contempo dilaniante sofferenza ha unito senza
distinzioni tutti noi. Non ti andrebbe di tornare lassù, con
quel tetto, assieme a un amico che possa capirti? Non ti
piacerebbe...confidargli del tuo futuro? E del tuo...amore per
Takato?...
...io so che è
grande e profondo...come la nostra felicità
passata...» ma
Jeri si tirò indietro «Sì, è
vero Henry!! Io
amo Takato!! Però con Beelzemon, con lui non sarà
mai
possibile ricreare un’intesa come con
Leomon!!»...«E’ perché
l’ha ucciso...?
Jeri...
...guarda che il
perdono...è l’unica cosa che può
guarire le ferite.
Osserva il bambino che hai tra le braccia...» e lei
obbedì, fissando Benji in un misto tra tenerezza e dolore
«...se ora sono un padre felice, e mi sveglio la mattina
senza
più paura degli ostacoli...è perché ho
ricevuto il
perdono da parte di mia moglie, di Terriermon e di tutti voi.
Altrimenti Benji...avrebbe perso suo padre in una voragine nera, come
quella in cui rischiò di precipitare Terriermon dopo che
invertì il corso del D-Reaper. Perché non voltate
pagina
anche tu e il tuo Digimon?»...«Io volevo
farlo!!» si
giustificò Jeri «Ero sul punto di farlo ma poi
siamo
biodigievoluti!! Mi ha riportato a galla...tutto il passato,
tramutandomi in un Digimon mostruoso tale e quale ai vecchi agenti del
D-Reaper!!»...«Cosa?! Ma cosa dici? Ti riferisci a
Royalmon...? Jeri...
...guarda che ti
sbagli!» si avvicinava Henry, tendendo la mano con prudenza
in
quanto lei si ritirava spaventata «Forse quel ricordo...si
è alterato in te a causa del tempo! La tua biodigievoluzione
non
ha...niente di quegli agenti! Puoi credermi, li ricordo molto bene e li
ho anche lottati! Ho avuto le loro lame...a un passo da
me!»...«Vedi? Vedi, anche tu ricordi
quell’orrore!! E
di sicuro ti è facile associarlo con me, pensi sia stata
colpa
mia!»...«Ma cosa dici...? Se adesso...
...sto cercando
in tutti i modi di avvicinarti. Un nemico si allontana! A un amico
invece...si tende la mano...»
Ma uno squillo di
cellulare spezzò l’atmosfera. Jeri
rabbrividì, ed
Henry «Nessun timore...è il mio. Pronto?...
...sì, Rea?...
...cosa...?!!...
...ho capito,
arrivo subito!» riponendo il telefono «Ci sono dei
problemi, purtroppo. Debbo raggiungerli! Però tu Jeri non
lasciarti andare a queste paure, va a trovare Takato, ti sta
aspettando! Takato ti ama...
...tutti noi ti
vogliamo bene.» riprendendo Benji con sé e
allontanandosi.
Jeri
sentì un vuoto tra le sue braccia ora che non
c’era
più il bambino, ed orientò al cielo i suoi occhi
pieni di
lacrime (fine-canzone)
Rea era rimasta
attonita, con un foglio in mano
«Tutti...questi...soldi?» e
dovette abbandonarsi su una vicina sedia poiché le gambe non
le
reggevano. Nel sottofondo dell’ampia cabina echeggiava un
serrato
battibecco...
«Io l’ho detto
mille, anzi che dico, duemila volte che era un’idea folle
quella
dei miei domatori di portarti qui!!!» esclamava Terriermon
«E allora potevi lasciarmi a marcire nel mio settore in
decadenza! E non sporcarti quelle orecchie troppo lunghe...e troppo
preziose!» ribatteva la ragazza floreale da quello scomparto
isolato da uno spesso strato di vetro «Come ti
permetti?!»
balzò Terriermon che era lì con lei
«Hai anche il
coraggio di criticare il mio aspetto?! Ritira subito quello che hai
detto!» ma Muskmon lo fissava con risentimento «Io
dico
tutto quello che mi pare...che cosa aspetti, che ti ringrazi?! Che vi
sia grata per avermi condotta in questo
luogo?!»...«Beh, se
fossi in te un pensierino ce lo farei visto che in caso contrario
saresti morta!»...«Quello era il mio destino: un
Digimon
non più utile dev’essere rottamato, o comunque
incorrere
in qualsiasi altra sorte che non sia diventare un oggetto di ipocrisia
per una massa di commedianti!»...«Attenta a come
parli, o
te la farò pagare!!»...«E allora avanti!
Non ho
paura: cosa credi? So bene che questo bidone arrugginito isola i miei
poteri, e che potresti farmi fuori anche con il tuo misero
Terrier-tornado! Il fatto è che a me non mi
importa...»
sibilò con stizza dalle sue labbra delicate e affascinanti,
e
lui «Vuoi che ci provi?! VUOI CHE METTA IN
PRATICA?!» prima
di essere richiamati da un addetto «Voi due,
calmatevi.»...«Ma è Muskmon che mi
provoca!»
replicò Terriermon, e lei «Smembratemi in dati
riciclabili, fatemi qualsiasi cosa ma toglietemi questo antiestetico
microbo dai dintorni!!!» ma gli agenti risposero
«Mi
dispiace Muskmon, ma Terriermon fa il suo dovere, in questo momento
deve restare lì per permetterci di testare la capsula
isolante.» mentre il Digimon trasecolava
«...ANTIESTETICO
MICROBO??? Tu sei una...damina presuntuosa e viziata, infarcita di
fiori e priva di buongusto, oltre che di educazione!» (gli
addetti sospiravano «Ahhh...questi sono un caso disperato.
Temo
che non finiremo mai la simulazione di questo passo.»)
«Ora tu ti
senti realizzato, vero?» provocava la graziosa Digimon dai
riccioli scuri «Pensi di aver raggiunto...l’apice
della
gloria digitale solo perché sei stato accattato da due
domatori
terrestri di cui uno è stato il tuo storico, mentre
l’altra si è aggiunta esclusivamente a causa di un
MATRIMONIO!» terminò con disgusto, e lui
«...che tu
hai cercato di rovinare in tutti i modi possibili e immaginabili: non
ti perdonerò mai per aver tentato con ogni mezzo di
allontanare
i miei domatori!»...«Io semplicemente eseguivo il
mio
dovere e poi cosa ti lamenti? Con il vostro battaglione siete accorsi a
sconfiggermi e ora allestite questo altare al buonismo meccanizzato
tanto per apparire più stucchevoli di quanto già
non
siate! Ma sono felice al pensiero che prima o poi ti accorgerai di come
gira il mondo: gli esseri umani sono traditori per natura...! Nessun
legame dura per sempre come tu credi incluso il matrimonio dei tuoi
amici e il loro smielato affetto per te! Ti ritroverai nei miei stessi
panni fra non molto tempo e quando ciò sarà...ci
faremo
due risate!»...«Vuoi forse paragonare Henry e Rea a
quella
psicotica degenerata della tua domatrice?!»...«Sono
tutti
fili dello stesso fascio d’erba maligna, nessuno
escluso...» mormorò la Digimon a occhi stretti
«Violetta a conclusione dei fatti mi ha insegnato che il
genere
umano non è altro che scarto, e che noi Digimon dovremmo
allearci per schiacciare la terra come fosse una biglia di vetro! Ma se
non ci riusciamo è per colpa di certi “zerbini
digitali” di cui non faccio nomi che dopo una carriera da
maestrini a Digiworld preferiscono riqualificarsi ad animali da
compagnia che all’occorrenza combattono! Ma che grande
spettacolo
di eroismo, merita un applauso! E cosa ti sei conquistato adesso,
rovinando i miei piani? Un posto come peluche per una coppia dal
divorzio annunciato?! Perché accadrà, credimi
accadrà, e poi va a insegnare l’alfabeto a quel
marmocchio
terrestre!»
Lo sguardo del
Digimon si incattivì nel sentir parlare di Benji, ma la
Digimon
incalzava «Sei giusto adatto per mansioni simili,
Terriermon...per saltellare innanzi a un bambino
traumatizzato!»...«MA PERCHE’ NON SEI
MORTA?!!!» gridò Terriermon balzandole al indosso
«MA PERCHE’ I MIEI DOMATORI NON TI HANNO LASCIATA
IN QUEL
POZZO SENZA FONDO?!!»...«PERCHE’
COSI’ ALMENO
POSSO TORMENTARTI!»
Alla fine lei
riuscì a scrollarselo e scagliarlo a terra
«U-Ugghhh!»
Ma nella cabina di
controllo, Rea era affaccendata in tutt’altri problemi
«Ma
perché non ci avete detto prima che era così alto
il
prezzo di un trattamento di recupero?!»...«Giusto,
a
pensarci bene potevamo dirglielo prima, in quel caso lei e suo marito
l’avreste lasciata nel pozzo...la Digimon?» ma la
ragazza
balzò in piedi «No, scusi?!...
...questa
cos’era, una battuta?! Perché in tal caso non fa
affatto
ridere!»...«No, beh...noi cerchiamo solamente di
parlare in
termini pratici.»
Ma mentre lei ricadeva
sulla sedia con il foglio sotto gli occhi e una mano a scorrere tra i
capelli, qualcuno giunse «Rea...!»...«Ah!
Signor
Wong, meno male che è arrivato!»...«Ho
fatto
più in fretta che ho potuto.»...«La
prego, mi aiuti
lei! I Pionieri Digitali ci avevano assicurato che era un centro
gestibile, e invece guardi: oh mio Dio, ma si rende conto di che razza
di cifra?!» (gli addetti bofonchiavano «Beh ma
dovete
rendere conto che non tutti i giorni ci arrivano creature informatiche:
se quei rari casi li facciamo pagare quattro spiccioli...facciamo prima
a chiudere!»)
«Io ed
Henry non abbiamo questi soldi, lo sa che adesso anche lui purtroppo ha
perso quel lavoro e...» ma Janyu Wong, i cui segni del
faticoso
periodo si percepivano sul suo aspetto leggermente meno impeccabile del
solito, parlò a bassa voce «Ecco Rea era proprio
di questo
che venivo a parlarti: ascolta, mi dispiace dirlo in questi termini ma
la situazione non è rosea per niente. E
onestamente...sarebbe
opportuno che, non appena possibile, tu ed Henry riusciate a
stabilizzarvi con un lavoro: approfitto...» intervallandosi
con
un sospiro «...che lui non c’è per
parlarne a te
perché magari, se lo chiedi tu a Henry gli può
fare un
effetto migliore.»
In quel momento
arrivò Henry, ma notando la presenza di suo padre
«Papà...» e la riservatezza di quel
dialogo, rimase
di nascosto ad ascoltare...
«Francamente mi
manca il coraggio di chiedere a mio figlio di darsi da fare...per tutti
noi. Ma la verità è che siamo al verde! Quel
ricatto ha
consumato tutto ciò che avevamo messo da parte in questi
anni,
è andato tutto...in cellulari...per Guardianmon! Che poi lui
puntualmente rompeva, e allora voleva altro denaro! So che
può...far ridere forse ma è la sola
realtà di casa
nostra, e...a proposito di casa...in realtà vi ho mentito,
nemmeno quella è più al sicuro. Devi sapere...che
è ipotecata.»
Henry sgranò gli occhi...
«Questo
è l’ultimatum che mi ha spedito la banca: se qui
non ci
rimettiamo presto in carreggiata rischiamo di finire in mezzo a una
strada!»...«Oh no...» fece Rea
«...anche i miei
genitori non è che guadagnino molto, mio padre è
un
semplice impiegato! Come facciamo con un bambino da crescere, e
ora...persino con questa storia del Centro di
recupero!»...«Purtroppo io non vedo soluzioni, in
realtà il mio amico Babel aveva assicurato anche a me una
cifra
accessibile! Ma vista la situazione...io temo che il trattamento vada
sospeso.»
L’angoscia
si dipinse sul volto di Henry, e risuonò nella voce di sua
moglie «Come facciamo...? Ormai abbiamo portato Muskmon sulla
terra! E-E poi...in effetti non c’era altra scelta, mica
potevamo
lasciarla perire in quel modo!» ma Wong chinava il capo
«Non è a me che devi dirlo Rea, io ero il primo
sostenitore del vostro coraggioso progetto, e a rivolgermi a voi provo
il mio consueto senso di vergogna...da cui temo che non mi
libererò mai. Vengo a spegnere le speranze tue e di mio
figlio
quando, diciamola tutta, di un trattamento di recupero avrebbe avuto
bisogno lui, e io avrei dovuto garantirglielo, dopo ciò che
ha
passato...
...ma la
mia debolezza di allora mi spinse nel ricatto di Guardianmon e a quanto
pare, ne scontiamo ancora le conseguenze...»
Lo sguardo di Rea si abbassò nello sconforto...
...mentre Henry,
nascosto con suo figlio in braccio, strinse gli occhi in un espressione
di pena “Povero papà...! Seguita a farsi la colpa
di un
qualcosa...che non dipende più da lui! Ecco le conseguenze
del
mio comportamento, se fossi stato più maturo non avrei
gettato
la mia famiglia nello sconforto. Ora sarei disposto a fare il lavoro
più umile per rimediare! Però temo che con le
difficoltà di oggigiorno non riusciremmo mai a pagare il
trattamento per Muskmon! Che devo fare...?” alzando con
tristezza
i suoi occhi dal taglio dolce, verso cui Benji allungava le manine
“Ma perché il destino ci bersaglia senza sosta?
Abbiamo
solo ventun’anni! E dobbiamo affrontare
avversari...più
grossi di noi...” ma i gesti di suo figlio evocarono una
speciale
tenerezza nel suo cuore, e nonostante l’apprensione gli
sfiorò le mani «Andiamo Benji...andiamo a parlare
con la
mamma e col nonno.»
Così
fece, e suo padre si volse
«Henry...!»...«Papà, non devi
preoccuparti: da
domattina mi metterò in cerca di un lavoro, non importa di
quale
si tratti!» affermò il ragazzo con espressione
seria e
stabile, per poi volgersi verso la moglie «Rea, qual
è la
situazione? Fammi vedere.»...«Questo è
il preventivo
che mi hanno presentato, Henry: è pazzesco! Chiedere tutto
questo denaro per il recupero di un Digimon!»...«Ma
non si
può pagare in seguito? Magari a rate?» chiese il
ragazzo
ma gli fu riposto «Ci dispiace, ma non possiamo avviare alcun
trattamento senza la garanzia fornita da un
anticipo.»...«Un anticipo...di questa
portata?!!»
dilatò lo sguardo Henry, e Rea «E se non
rifiutiamo di
pagarlo? Che cosa succede?!» ma le fu risposto «La
Digimon
dovrà lasciare immediatamente la struttura.» Henry
abbassò lentamente quei fogli «Mettereste una
creatura che
ha bisogno di aiuto...in mezzo a una
strada?!»...«E’
un comportamento vergognoso!» sottolineò Rea
aggiungendo
«Come potete mancare così tanto di
sensibilità?! Se
voi sapeste cosa realmente avviene in quel mondo ci verreste incontro!
E lo fareste anche se aveste chiaro cosa accade nel nostro di mondo! In
quali condizioni è relegata una coppia che si ritrova sia un
figlio piccolo sia alcuni sogni da realizzare!»
Quelle parole
attirarono l’attenzione di Terriermon, steso al di
là del
vetro «Uhm?»
Mentre Wong
invitava la ragazza a ritirarsi «Mi dispiace Rea ma credo che
purtroppo sia uno sforzo vano cercare di convincerli.»
Gli addetti
confermarono la sua ipotesi «Viviamo anche noi in questo
mondo
signora, e possiamo assicurarle che l’economia è
un
meccanismo che gira: come deve mangiare lei dobbiamo farlo anche noi.
Mi spiace dirglielo ma gli ultimi della lista in questo momento, sono i
Digimon.»...«E gestite anche un Centro di
recupero?!
Ragionate in modo indegno, andiamo Henry!» si volse Rea
indignata, mentre suo marito insisteva ancora «Aspetta!...
...un attimo,
possibile che non ci sia modo di giungere a un compromesso?...vi prego
di ascoltarci, per noi è molto importante! Noi crediamo
nelle
possibilità di recupero di una creatura come Muskmon, si
tratta
di nostri ideali!»
Terriermon varco
la soglia della capsula isolante, e così ebbe sotto gli
occhi lo
sconforto sui volti dei suoi domatori, e del signor Wong. Uno sconforto
che sembrò affiorare identico nel suo cuore, e lo
portò a
volgersi verso Muskmon che era rimasta all’interno, con
l’espressione stizzita e le sue braccia di petali incrociate.
“...il
trattamento per Muskmon costa troppo. Eppure Henry e Rea ci tenevano
così tanto!” pensò il Digimon,
abbassando dubbioso
il suo musetto.
Le parole
scarseggiavano presso la cabina di controllo, Henry e i suoi familiari
non facevano che sfogliare quel preventivo, le cui pagine attiravano la
curiosità di Benji.
Muskmon
seguitava a fissare Terriermon come se avesse potuto bruciarlo con il
suo stesso astio. Il Digimon però deglutì e
pensò
“Non posso vederli così: dovrò pur fare
qualcosa!” sicché si fece avanti tra di loro...
«Brutta
presuntuosa, vorrei sapere tanto chi si crede di essere!!»
puntualizzò ponendosi le zampette sui fianchi «Ma
con chi
pensa di parlare? Alzare la voce e permettersi certe osservazioni con
me, poi! Con me, titolato a Digiworld con laurea in Psicologia e
specializzato in Trattamenti pedagogici, mica nessuno! Mica un
ignorante come lei, che si riempie la bocca di chimica organica ma che
ai fatti non presenta l’ombra di un titolo di
studio!» Rea
replicò «Scusa solo un secondo, Terriermon! Ma
devi sapere
che siamo in una situazione...» sfiorandosi la fronte, mentre
Henry sobbalzò «Che cosa hai detto?!»
Terriermon
puntualizzò orgoglioso «Sì! Esattamente
quel che
hai sentito!» sicché anche la ragazza
esclamò
«Quindi vorresti dire che sei laureato,
Terriermon?!»...«Perché, anche se
fosse...?»
insinuò il Digimon, ed Henry «Ma io non ne sapevo
niente!»...«E’ proprio così,
mio caro:
laureato a Digiworld!» incrociando le braccia «Con
il
massimo dei voti!» Rea si catapultò su di lui
«E
perché non ce l’hai mai
detto?!»...«Uhm, non
mi piace vantarmi di queste cose. Ma era facile dedurlo, altrimenti
come avrei potuto insegnare a scuola, scusate? Al villaggio chiedevano
Digimon qualificati, altrimenti che razza di esempio avremmo dato ai
bambini?!»
Henry e Rea si
guardarono ad occhi spalancati, come se intravedessero
un’opportunità. Il ragazzo disse «Questo
significa
che tu saresti in grado di gestire un trattamento di
recupero?!»...«Beeeh, diciamo che
dovrei...documentarmi,
giusto scartabellare un po’ per riesumare vecchie nozioni di
studio!» Wong fece eco «Sarebbe
un’occasione
d’oro!» lanciando un’occhiataccia agli
addetti del
centro, che sembravano alquanto innervositi e spiazzati per
l’improvvisa rivelazione del Digimon «Ebbene
sì, in
realtà dovrei essere chiamato Dottor Terriermon ma...posso
fare
un’eccezione per gli amici!»
«Faresti
anche un’altra cosa, per gli amici?!» propose Henry
«Tu saresti disposto...di occuparti del recupero di Muskmon?
Se
tu lo facessi Terriermon...ti giuro che ci faresti un enorme favore, ci
tireresti fuori da guai!! Ti sarei grato a vita...»
«Uhm,
ecco...» il Digimon simulò una certa aria da
professore,
ma poco dopo «...se me lo chiedete
d’accordo.»
(canzone: Gigi
D'Alessio - Dentro un cinema) Henry e Rea gioirono,
afferrandosi per le mani.
Terriermon che
dava loro le spalle «Ma siccome lavoro gratis
pretendo...doppia
razione di merenda, dolcetti a pranzo e a cena! Desidero che mi siano
poste lenzuola di seta al letto, e che sul balcone sia allestito uno
spazio affinché possa prendere il sole! Monopolio sul
telecomando della tv e...» ma Henry si gettò su di
lui
«Ti farò avere tutto il cibo che vorrai, e anche
le
migliori lenzuola!» Rea altrettanto «Potrai
guardare la tv
fino a notte tarda se vorrai, questo e molto altro ma ti prego, non ci
abbandonare!»
“Uhmuhmuhm, ha
funzionato!” rise di nascosto sotto i baffi,
dopodiché
«E va bene, non c’è bisogno di insistere
tanto,
tenete presente che non mi va affatto e la paziente in questione mi
è antipatica MA SE PROPRIO VOLETE posso fare
un’eccezione
e prenderla come...diciamo...una sfida professionale!»
I due ragazzi si
guardarono, ed Henry disse «Siamo stati fortunati a
incontrare
questo Digimon.
Vero...?»...«Altroché!»
replicò Rea allegramente.
Ma in quel momento si
udì un colpo pesante contro il vetro «E’
inaudito,
non credo alle mie orecchie! Ma ho sentito bene?!»
esclamò
con rabbia Muskmon «...tu sei laureato?!»
Terriermon fronteggiò il suo sguardo con aria di sfida.
Lei si rivolse ai
presenti «Questa cocuzza insolente si occuperà di
me?!» additandolo con le sue mani floreali...ma in quel
momento
il suo sguardo incrociò quello di Henry, e si fece incerto.
Mentre il ragazzo avanzava verso il vetro, ormai sicuro di
sé e
spoglio da timori «Sì, Muskmon, ciò che
hai sentito
e tutto vero. Da questo momento...tu seguirai una terapia assieme a
Terriermon: lui penserà a reinserirti nella
società dei
Digimon.»...«Henry...» mormorò
con un filo di
voce, ma il suo stupore lasciò spazio a indignazione
«No!
Non lo voglio il tuo Digimon!! Tienimelo lontano, lo detesto, e non vi
ripongo la minima stima!!» ma Terriermon si frappose fra loro
«E invece mi dispiace cara Muskmon...ma dovrai sopportarmi
perché da questo momento io sarò il tuo
terapeuta!!» piazzando di nuovo le zampe sui fianchi
«Dovrai seguire le mie indicazioni e non
discutere!»...«Nooo...» fece la Digimon
con occhi
inorriditi, e Terriermon «E invece sì!!
Perché io
ho una LAUREA, sai cosa significa? Te lo spiego subito, e
cioè
che fra me e te c’è la differenza stabilita tra
ignoranza
e istruzione! E benché ti possa dar fastidio io sono
superiore a
te, ho più conoscenze!»
«Siete
solo una massa di idioti...QUEL DIGIMON VI STA INGANNANDO! In
realtà non è laureato! Lo fa solo per rivalsa
verso di
meee!!!»
Ma Rea si
accostò ad Henry, e insieme guardarono con pena la Digimon...
...mentre
Terriermon rifilava con superiorità «Li starei
ingannando...? Ohhh, smettila Muskmon per favore: ti stai rendendo
ridicola. Allora, fammi controllare la mia agenda, quando
iniziamo?»
«Vi odio...!!!...
...vi odio
tutti! Detesto il vostro amore, e quel bambino fra le vostre
braccia!!!»
Ma Rea
compì un sospiro profondo, ed insieme ad Henry evocarono la
calma necessaria per non raccogliere le sue provocazioni, mentre
Terriermon balzava «CHE COOOSA HO SENTITO? Ah no molto male
Muskmon! Deve entrarti in testa che se vuoi reinserirti nella
società devi imparare a rispettare gli altri! E se non ci
riesci
da sola te lo insegnerò io, non mi importa dei metodi che
dovrò utilizzare: all’Università dei
Digimon mi
hanno insegnato che per certi soggetti è necessaria una
terapia
d’URTO!...
...finora hai
potuto fare ciò che ti pareva: ingannare gli altri, lottare,
distruggere, ricorrere ai tuoi poteri per scopi malvagi! Ma da adesso
in poi ci sarà qualcuno che saprà domarti come si
deve, e
insegnarti a comportarti come si conviene per un vero Digimon: la
pacchia è finita!!!»...«NoooOOOOOO! Vi
prego!!...TUTTO MA QUESTO NO!!» si dimenava picchiando contro
il
vetro infrangibile, mentre Wong propose «Occorrerà
solo
trasferirla in una struttura isolante! Di private ce ne sono a prezzi
molto bassi, quanto a questo non c’è
problema!» ed
Henry disse «E dopo potrà iniziare il trattamento
assieme
a Terriermon.»
«Non può essere!! NON E’ GIUSTO!!...
...Henry...» gemette la creatura «...Henry non puoi
farmi
questo, dopo ciò che ho fatto per te...
...tu lo
sai, io ti amo!» scivolando sul vetro con le sue braccia
floreali, ma il ragazzo si volse «Mi dispiace, ma
è per il
tuo bene Muskmon. Io desidero che tu guarisca, e che scopra quali sono
i valori che rendono un
Digimon...felice.»...«NoooOOOO!»...«Andiamo
Rea. Terriermon?» volse le spalle il domatore, e il Digimon
«Sì? Eccomi! Non preoccupatevi per ciò
che sentite:
prima regola della terapia, a volte occorre lasciare un
paziente...STRILLARE, è necessario perché sfoghi
la sua
rabbia.»...«Ne sei proprio sicuro,
Terriermon...?»
domandò Rea un po’ interdetta dalla scena, ma il
Digimon
rifilò «Assolutamente! Ci ho fatto la tesi di
laurea.
Forza, andiamo a casa!»
«CHE SIATE MALEDETTI!»
picchiava ancora Muskmon «UMANI & DIGIMON DEVONO
BRUCIAAARE!» fino a non avere più forze.
Terriermon pensava
“...è andata. Ma adesso sarà davvero
dura allestire
una terapia ignorando completamente tutte le basi! Detesto Muskmon...ma
detesto ancor più di leggere la delusione sui volti dei miei
domatori! Non potevo lasciarli in un mare di problemi...in qualche modo
devo cercare di realizzare i loro sogni!”
«Ma come facevo a
sapere di aver incontrato tanti anni fa un genio della
Psicoterapia?!» lo sollevava Henry «Ahahah,
momentai
Henry!!!» ma Rea «Tu ti barrichi dietro a questo
“momentai” e nascondi i lati più
curiosi!»...«Hai detto proprio bene Rea! Lasciatevi
stupire, Terriermon vi sorprenderà anche questa
volta!»
«Hai visto
Benji?» diceva il signor Wong con suo nipote fra le braccia
«Certe volte noi di questa casa... sembriamo proprio perduti
senza Terriermon!»
«Ahahah, ahahah!
Momentaiiiiiiiii!» le orecchie del Digimon incrociavano le
manine
curiose del bambino (fine-canzone)
Ma c’erano
altre mani a giocherellare con quelle di una piccola creatura. La sola
differenza era l’essere nere e artigliate, benché
ugualmente amorevoli, così come quelle del piccolo dotate di
artigli mozzi, ma ugualmente birichine «Su, su...»
diceva
quella voce materna e bonaria «Quando hai intenzione di
addormentarti, eh? Lo so, ignoriamo dove sia tuo fratello: manca anche
a me...» sospirò la dragona nella tetra stanza di
quella
villa, e la ragazza bionda che si pettinava alle sue spalle disse
«Non preoccuparti Gelsomon! Ti garantisco che lo
ritroveremo.»...«Figurati Alice, non ne
dubito.» si
volse la Digimon «Tu e le altre mi avete già
dimostrato il
vostro appoggio aiutandomi a ritrovare gli altri miei figli!»
alludendo a gli altri due draghetti addormentati nelle culle, oltre
quello tra le sue braccia.
«E hai
visto solo l’inizio!» affermò la ragazza
di fronte
allo specchio, volgendosi verso la dragona «Così
come noi
abbiamo visto solo uno spicchio del tuo talento poetico!»
accennò con un sorrisino ironico «Quando
è che ci
renderai partecipi del resto?» ma Gelsomon sospirò
«Ahhh!...mi basterebbe avere una poesia per fare addormentare
questo birbante, stasera non vuole proprio saperne di dormire.
E’
agitato, lo sento, gli mancano il padre e il fratello.»
Alice li scrutò lasciando filtrare della tenerezza
«...dev’essere bello essere madre...capisci le cose
senza
bisogno che te le dicano.» Gelsomon la guardò con
espressione triste, ma la giovane stemperò «Vado a
dire
qua fuori di fare meno confusione, forse è quella che
dà
fastidio a tuo figlio.» alludendo al chiasso che in effetti
giungeva dalle altre sale della villa «Tu stasera non lavori
Alice?» chiese Gelsomon, e la ragazza replicò
«Preferisco andare a dormire: sai che domani devo svegliarmi
presto.» ed aprendo la porta si trovò di fronte,
nei loro
sgargianti costumi da festa, LadyMeramon e PinkMonzaemon
«Buonasera, signore!» fece elegantemente Alice
«Come
sta procedendo la festa?»...«Sempre la stessa
storia...» replicò la grande orsa digitale
«Sono
già ubriachi, ed è soltanto sera!»
disse la signora
di fuoco, dopodiché la ragazza si dileguò...
...e Gelsomon
chiese «Allora, li avete spaventati o no questi
invitati?»
ma PinkMonzaemon rispose «Sono talmente ubriachi da non
riuscire
neanche a spaventarsi.»...«Ma toglici una
curiosità
amica cara...» disse LadyMeramon «...davvero Alice
si
è mantenuta fino ad oggi facendo questo lavoro? Spaventando
i
clienti...alle dipendenze di quel tipo sul tetto?»
Gelsomon sospirò...
...ed in
effetti, sul tetto di quella villa antica e oscura, c’era
Bakemon
dal cappello piumato nero che si intratteneva a giocare a carte con
altri suoi simili dall’identico mantello bianco svolazzante:
tipico dei fantasmi...
«...che
dire...è ciò che si trova oggi per quelle come
lei.» ammise un po’ rassegnata la dragona, e
LadyMeramon
osservò «Il mondo del lavoro è proprio
in criiisi!
Quando eravamo giovani non era così!» ma Gelsomon
la
corresse «Quando eravamo giovani noi non c’era il
problema
del lavoro, ma solo di sopravvivere al più
forte.»...«Vallo a dire al mio povero marito...che
riposi
in pace...» recitò la signora di fuoco...
...mentre un
Meramon compariva sul tetto a prendere parte alla partita a carte. Un
Bakemon gli lasciava il posto. E un altro gli indicava ironicamente la
presenza di “qualcuno” al piano sottostante: il
Meramon
però aveva un brivido, e lasciava intendere di non volersi
incontrare con nessuno...
«Sta di
fatto che questa sera abbiamo deciso di sostituirla.»
spiegava
PinkMonzaemon, e Gelsomon descrisse «Alice sembra voler
cambiare
lavoro...speriamo bene.»...«Gelsomon, cara: notizie
dei
tuoi familiari?» si premurò LadyMeramon...
...la
dragona sospirò di nuovo «...nessuna. E temo che
ormai li
rivedrò chissà dove, e quando...
...toh,
guarda! Si è addormentato. Il clima amichevole deve averlo
cullato...»
LadyMeramon e PinkMonzaemon sorrisero sotto le loro maschere da festa,
lasciando che filtrasse la ritrovata intesa tra loro e la loro amica...
Alice nel
frattempo attraversava la balaustra con la sua camicia da notte
candida, e qualcuno degli invitati che la guardava dal basso affermava
“Guardate, è un
fantasma!”...”Che dite? Si
tratterà della defunta padrona della villa?”
La ragazza
nel frattempo meditava “Ora vado a staccare la corrente: non
si
può con tutto questo chiasso, non fanno addormentare i
draghetti!” ma le capitò di costeggiare una
saletta dove
guardavano la tv.
Un’immagine sullo schermo attirava la sua attenzione...
«Ma quello
non è un panificio del quartiere di
Shinjuku?»...«...certo, mia moglie ci si serve
sempre!
Dicono che abbiano sparato al giovane figlio dei padroni. Un colpo di
pistola!»
Alice spalancò i suoi occhi azzurri...
«Davvero??
E chi è stato?!»...«Non si sa! Bah, mi
domando chi
è che possa voler fare del male a brava gente come
quella!»...«...non si sa mai in questi
casi...intrighi
familiari...»
Quelle
parole furono sufficienti a far indietreggiare la ragazza, che in pochi
secondi si sfiorò le labbra meditando sul da farsi.
Dopodiché, quando partirono le danze presso il salone
sottostante, si lanciò a passo svelto lungo la scalinata ed
attraversò con agilità quasi trasparente
l’intera
folla di invitati mascherati.
Un giubbino
jeans era appeso presso l’attaccapanni, Alice tese la sua
mano
lesta e lo afferrò, indossandolo e stringendolo a
sé per
poi dileguarsi oltre l’antico e immenso portone.
Era sceso il
buio quando Rika e Renamon si trovarono dinanzi al panificio Matsuki
dalla saracinesca sbarrata «Vorrei tanto sapere che fine
hanno
fatto tutti...» mormorò la ragazza dagli orecchini
etnici
giallo oro, avanzando verso l’entrata.
Renamon
rimaneva nell’ombra, e nel frattempo non faceva che mormorare
«Akirmon...!...
Akirmon
per favore...parliamo. Non restiamo chiuse nel silenzio.
Spieghiamoci...!»
Ma gli
occhi della piccola volpe nel buio brillavano di luce tagliente e
fulminea, tanto che la madre dovette chinare il capo tristemente...
...e la domatrice, a
cui giungevano i suoi sussurri, prese un sospiro
«...famiglie...
...famiglie infrante
ovunque, da ricomporre...come un gioiello, che cadendo ha sparso i suoi
frammenti...»...«C’è scritto
qualcosa,
Rika?» domandò la volpe dorata, e la giovane la
scrutò con la coda dell’occhio
«...niente. Non
c’è traccia né dei genitori di Takato,
né
del suo...fantomatico fratello. E intanto un giorno è
passato...
...se continua
così e non andranno a trovarlo all’ospedale ci
rimarrà molto male.» ma quando la Digimon fu
più
vicina, bisbigliò «Che cosa dice
Akirmon?»...«...niente. Ed è questo che
più
mi affligge: è impenetrabile. Mi ritiene responsabile per
l’abbandono del padre. Mia figlia non mi parla, amica
mia...»
Rika si volse a
fissarla, ed i suoi occhi lilla sembravano gioielli nella notte.
Avrebbe voluto aiutarla, ma le parole scarseggiavano...quando vide
Renamon dilatare gli occhi, sicché si volse di scatto
spaventata. Ma dal vicolo giungevano semplicemente un giovane dal
cappello nero ed una fanciulla dal volto di diamanti, la quale
scherzò «Ehi, calma. Veniamo in pace.»
ed il ragazzo
«Rika...»
La
domatrice spalancò gli occhi «...e tu...che ci fai
qui?»
«Sono tornato sulla terra...» replicò
Kazu
accomodandosi il cappello «...mio padre e morto.»
rivelando
dietro di lui Guardromon «Il signor Shioda è
morto.»
Rika e
Renamon rimasero attonite...e la domatrice scattò a
prendergli
le mani. Non disse nulla ma lo fissò intensamente negli
occhi
«Lo so, lo so Rika...ti ringrazio.»...«No
invece non
lo sai...
...mi
dispiace tanto, amico mio. So quanto bene gli
volevi...»...«Oh?» il giovane, pallido
come la luna e
dagli occhi un po’ segnati, rimase colpito da quelle parole.
Mentre Diamon spiegava «E così ho deciso di
seguire
anch’io Kazu sulla terra. A proposito!» alzando il
suo
anello a forma di tondeggiante reticolo, e anche Kazu alzò
il
suo globo scintillante «Ah, già...adesso Diamon
è
mia moglie. Lo so che...fa strano ma sono un uomo sposato
anch’io.»...«Ahh!» Rika rimase
sbalordita...mentre Renamon con aria trasognata pronunciò
«Vi facciamo le nostre felicitazioni. Che questo legame possa
portarvi...tanta felicità...» chinandosi appena,
mentre
Kazu replicava «Grazie Renamon...» e Diamon
«Sei una
grande! Comunque...vi abbiamo cercato
dappertutto!»...«Sì, mia moglie ha
ragione:
veramente abbiamo passato tutto il giorno a girare fra le varie case,
ma né Henry, né Kenta...tantomeno voi eravate
reperibili!
E adesso...vedo il panificio di Takato chiuso in questa maniera. Rika,
mi vuoi spiegare che succede...? Possibile...che come si suol dire, non
si possa mancare qualche giorno?» accennando un umile
sorriso.
Rika sussurrò «...è che tu non sai cosa
è
successo mentre eri via. Hanno sparato a Takato...»
«...cosa...?» dilatò gli occhi Kazu,
seguito da
Guardromon nel medesimo gesto «...cooosa...?»
mentre Diamon
mugolò con le mani alla bocca «...no,
cioè!»...«Tranquilli!» disse
Renamon
aggiungendo «Ormai è fuori
pericolo.»...«Ma
chi è stato?» domandò Kazu, e Rika
«...non lo
sappiamo...si presuppone un Digimon.» per poi assumere
sguardo
premuroso «Kazu, Diamon...state attenti! Tutti noi temiamo di
essere nel mirino, assieme alle nostre famiglie...»
Ed in effetti...
...quei
cinque amici si trovavano a loro insaputa nel centro di un vero e
proprio mirino «...maledetti Digimon Tamers...!!»
mormorava
un’ombra dagli occhi d’odio e l’armatura
di luci
tecnologiche «...è colpa delle loro continue
intrusioni se
la nostra famiglia si è smembrata e Scratchmon è
stata
uccisa! Ma ora è finita...sgancerò una bomba su
quei
cinque idioti, e poi sarà il turno degli altri!
Farò
saltare tutti...»
Starshipmon
estrasse una biglia luminosa e la caricò nella polsiera. Il
suo
mirino divenne luminoso «...sorridete alla
staaampa!» ma
prima che ebbe potuto spingere il bottone, due occhi luminosi
luccicarono nel vicolo alle sue spalle...
...la ragazza
spaziale si volse di scatto «Ahhh!...Scratchmonina...sei
tu?» allungando la sua mano dal guanto elettronico verso una
folta matassa nera che carezzò amorevolmente...
...ma poi si
accorse che non si trattava del pelo di un gatto ma dei capelli di un
bambino, che per altro avanzava piuttosto attonito «...allora
non
ci sono dubbi...
...tu sei Ufomon. Sei davvero Ufomon.» (canzone: Muse
- Unintended)
«...tuuu...?» spalancò gli occhi la
Digimon. Ed il
bambino disse «Soltanto tu potresti carezzare con tanto amore
qualcuno che tu credi sia la tua gatta. Ufomon ma...sei diventata
grande! Sei così bella...»
«Ahhh...!» ansimava la guerriera, e lui
«Ti ricordi
di me?...sono Nakao. Nakao! Lavoravo al servizio del tuoi genitori. Non
puoi aver scordato tutte le volte che tu e tuo fratello mi avete preso
in giro perché avevo paura della vostra gatta! Lo sai? Mi fa
un
effetto strano vederti così...
...adesso...non
hai più la mia stessa età. Come farò a
raggiungerti...? Io non posso crescere!» diceva il bambino
tendendo le sue mani pallide alla giovane che sembrava impaurita
«Come potrò fare...ora...ad amarti? Eh...? Tu eri
per me...
...come Jeri,
per mio fratello. Ma ora sei una ragazza grande come lei, mentre io...
...rimango
sempre bambino. Ufomon ma...che ne sarà di noi? I nostri
spiriti
si rincorrono nella notte e sembrano...non potersi mai incontrare!...
...quale destino spetta...al mio immenso amore per te...?»
L’atletica
e seducente Starshipmon sembrava non riuscire a pronunciare parola,
tremava, mentre il ragazzino la carezzava dolcemente...
...intanto alla
festa «LadyMeramoooooon! Il campanellooooooooo!»
strillava
PinkMonzaemon da un lato all’altro della balaustra, ma le fu
risposto «Non possooooooooo! Ho spaventato un invitato e gli
è presa una sincopeeeeeeeee! Stiamo praticando la
respirazione a
bocca a boccaaaaaaaaa!»
«Eheh,
vecchia furbacchiona le pensi tutte per trovare di nuovo marito. E vuoi
vedere che ora tocca a me andare ad aprire la porta. Va beeene, per
questa volta.»
La robusta
orsacchiotta mascherata corse come poteva lungo le scale
«Permessooo! Invitati, scusate! Gli onori di casa...grazie!
Devo
andare, fatemi passare, suonano...
...oooooooo...kkkk! Chi è?» chiese con la sua voce
tubolare «Non risponde nessuno...non è che lo
scherzo lo
fanno a noi?» sicché aprì un piccolo
spiraglio. E
si chinò incuriosita «E tu che ci fai qui
piccolino? Non
dovresti essere a letto?»
«...cerco una
ragazza di nome Alice.» rispose la vocina sottile di un
bambino.
PinkMonzaemon sobbalzò «A-Alice?! Lei...»
Ma un gattino grigio
si intrufolò, sfrecciando fulmineo fra tutti gli invitati.
Ed il
piccolo Gravemon lo rincorse «Aspetta, Scratchino! Non
correre,
gli invitati stanno ballando, poi ti schiacciano!»
LadyMeramon intanto toglieva la maschera all’invitato
svenuto, e
trasalì nel vedere un Digimon così simile a lei
«Moglie mia...
...stanno
entrando due spiriti alla festa. Aiuta le tue amiche a vederli
più nitidamente...tu sei più allenata, avendo
cercato per
tanti anni di parlarmi a distanza. Appena li ho visti arrivare ho
escogitato questo stratagemma per avvertirti...lo sai che ti trovo
ancora più bella?»
LadyMeramon balbettò commossa «A-Amore
mio...»
...e poco dopo
volò da PinkMonzaemon, stupendo gli invitati con la sua scia
infuocata «Amica cara, mi hanno avvertito! Noi
dobbiamo...farli
entrare...»...«Chi?? Io non vedo nessuno a parte il
bambino
e il gatto.» fece l’orsa...
...ma LadyMeramon
scandì con un saggio sorriso «...io
sì.»
distinguendo nitidamente la ragazza-gatto, e rivolgendosi a lei
«Tu sei reduce da un fatto di cronaca. Vero?»
Iasugnumon sorrise
sollevata, ed affermò «Abbiamo svolto ricerche, e
ci hanno
detto che qui abita una certa Alice! Un mio amico...avrebbe bisogno di
vederla...»
L’orsa e la signora di fuoco si sporsero oltre il portone...
...Refrainmon
aspettava lì fuori nel buio giardino, e quando le vide si
scostò la falda del cappello, rivelando il suo sguardo
emozionato...
Rika intanto
proponeva «Venite a cena da noi, così vi spiego
meglio
tutto?» ma Kazu aprì le braccia «Non
posso, devo
parlare con la polizia. E’ per gli ultimi chiarimenti sul
conto
di mio padre...ma ti ringrazio infinitamente Rika...tanto ci vediamo in
questi giorni.»...«Noi ci fermiamo qui per un
po’.» ribadì Diamon «E a
palazzo...?» si
interessò Renamon «...penserà mio
padre!»
rispose Diamon, e Kazu concluse «Allora buonanotte Rika. A
domani! ‘notte, Renamon.» con eco di Guardromon
«’notte, Renamon.»
...ignari
che nel vicino vicolo le
labbra di Nakao erano così vicine a quelle di Starshipmon
«E’ possibile forse rubare un bacio al tempo, in
una notte
come questa...?» era il sussurro del ragazzino...
Ma
un’automobile si diresse
a tutta velocità verso di loro, che sussultarono entrambi
illuminati di colpo dai fari.
E la mano
di uno sconosciuto
fuoriuscì dal finestrino, afferrando Nakao per la maglietta
«A-AHHH!» e trascinandolo con sé
«Aspetta,
Nakao!» esclamò Starshipmon.
Ma il
bambino era già lontano, spinto in auto dal suo misterioso
rapitore.
La ragazza
spaziale strinse le sue
braccia come se avvertisse un vuoto «Nakao...anche tu sei
stato
portato via da me, non mi resta nessuno: nessuno che io possa fare un
mio alleato.» volgendo lo sguardo altrove «Non mi
resta che
seguire quei ragazzi!» puntando Rika e Renamon che andavano
via,
e compiendo un balzo (fine-canzone)
Realizzando a
fatica ciò che gli era accaduto, Nakao ansimò
«Chi
sei, che cosa vuoi da me?! Perché mi hai portato
via?!» ma
la persona alla guida si volse di scatto in un ironico
«Sorpresa...!!!» che fece spalancare gli occhi del
ragazzino «...Alice...?»...«Non ti sei
fatto
più vedere in giro, ho come l’impressione che te
la sia
spassata in questi giorni!» precisò aspramente la
ragazza,
ma Nakao inarcò lo sguardo «Perché mi
hai
trascinato via in questo modo?!»...«Devi baciare
per terra
e ringraziare che sia stata io e non la
polizia!»...«Ahhh...!»...«Sei
stato tu,
vero?!!» tuonò Alice «Che
cosa...?!»
impallidì Nakao a dispetto del suo colorito «Non
far finta
di non capire che non ne ho proprio voglia...quel colpo di pistola
contro tuo fratello, lo hai sparato tu, non è
così?!!»...«M-Ma
io...»...«Ma bravo, mi
complimento, andiamo di bene in meglio!! Nessun toccasana migliore per
risollevare la nostra già difficile situazione, noi siamo
qui
come anime disperate alla ricerca di un riscatto e lui cosa fa? Visto
che la questione di mio zio giù dalle scale non basta ancora
lui
prende la pistola e mette direttamente in pratica la sua vendetta! Ora
siamo al completo!! Almeno il mio è stato un gesto
istintivo...non avevo programmato di assalire mio zio, ma qui si parla
di delitto premeditato! Sei soddisfatto o hai in programma degli
abbellimenti, così che poi venga un intero reggimento di
demoni
a riceverci con tutti gli onori...quando sarà il
momento.»
sfumando con la voce, ma il ragazzino strillò
«No!...non
nominare quel momento!» La ragazza si volse di nuovo
«Tanto
verrà!!...
...rassegnati
Nakao, verrà sia per me che per te! Ci siamo già
opposti
troppo...ahhh, ma dico! Come solo ti è potuto saltare in
mente
di compiere una sciocchezza simile, non ti rendi conto della nostra
posizione?! Io lo faccio mio caro e infatti...guarda?
Guarda!»...«Oh?» rimase dubbioso il
bambino,
accomodandosi i capelli che gli si erano spettinati nel trambusto
«Che cos’è tutta questa roba, Alice...?
U-Una
tuta...stivali di gomma, spazzolone!»...«Hai
davanti la
nuova stella delle pulizie della metro!» scherzò
Alice con
più di una punta di amarezza
«...eeeh...?»...«Non mi fai i
complimenti? Sì!
Hai sentito bene, domattina comincio, oh che allegria!...
...sono arrivata a questo: LAVORI SOCIALMENTE UTILI!...
...ormai non so
più cosa inventarmi, punto almeno sul fatto che mi
riconoscano
l’impegno cittadino! Del resto...se mi avessero arrestato
potrei
optare per questa via, no?» affermava a denti stretti, mentre
guidava e le luci dei lampioni le scorrevano sul viso, lungo il vetro
del finestrino «...ma almeno io mi impegno! Non resto con le
mani
in mano!! Tu invece mi sembra proprio non abbia afferrato
l’entità della situazione: che stavi facendo in
quel
vicolo, scusa, a proposito?!»
Il viso di Nakao fu
attraversato da una folata illusoria di rossore ancor più
paradossale del pallore «...niente...perché?
Se...se come
dici tu non è l’odio o la vendetta a poterci
salvare
bensì l’amore io quello facevo, mi occupavo...di
amore,
che c’è di male.» ma Alice si
rivoltò con
occhi stravolti «Ma io non intendevo...q-quel genere di
amore!!!
Qui si parla di...sacrificio, abnegazione, DI DISCIPLINA!! N-Non
di...sbaciucchiarsi la prima ragazza in un vicolo cittadino: oltretutto
quella è più grande di
te!!»...«N-Non
è vero, lei ha la mia stessa
et-»...«Guarda che
l’ho vista bene!! Non sono cieca, sono m...
...ma non ho
riportato danni agli occhi, questo è sicuro!!! E le so
riconoscere le differenze di età, quella era
più...nuda
che vestita, ma dico hai perso completamente il cervello?!...
...noi siamo qui
a farci il mazzo tutto il giorno, aiutiamo il Bakemon della villa con i
suoi affari, e le amiche di Gelsomon mi hanno promesso una mano per
ritrovare il piccolo Midramon! Insomma...!...che dire? Qui si cerca di
ricomporre una famiglia smembrata, oggigiorno questo operato
è
molto richiesto! Se vi aggiungiamo l’impegno sociale con le
pulizie beh...diciamo...che il quadro si fa vagamente più
roseo,
o almeno mi illudo che sia così!» volgendosi per
l’ennesima volta da quel sedile «Ma tu,
Nakao!!»...«G-Guarda avanti,
Alice!»...«Tu
spari a un ragazzo come niente fosse e poi giri di notte a
sbaciucchiarti le tardone! Oltretutto quel ragazzo è tuo
fratello, questo ha un suo valore! Oltretutto quel ragazzo!!!...
...»
girandosi e riprendendo la guida «...lo conosco, e mi
è
simpatico. Fa parte della squadra di Digimon Tamers...alla quale mi
sarebbe tanto piaciuto appartenere. Sono stata in viaggio con lui, non
desidero che muoia!» ma alla fine frenò, ed
appoggiò esausta il capo sul volante, in un sospiro.
«Alice, ti senti male?!» si premurò
Nakao «Alice...
...non sono
stato io!!! Non ho sparato io a Takato! E’ stato
Guilmon!!!» Alice si destò di scatto
«Come?!»...«Sì, l’ho
visto, è
stato Guilmon! Il suo Digimon!»...«Ah! Ma certo!!
Questa
è proprio bella!! Il Digimon che tanto gli voleva
bene!»...«Ti dico che è
così!! Per quale
motivo sei convinta che sia stato io a
sparargli?!»...«Perché tu
signorino...sei il solo,
l’unico che gira da queste parti a nutrire sentimenti
negativi
nei confronti di quel ragazzo! Odio, rabbia,
risentimento...perché ti sarebbe piaciuto avere la vita che
lui
ha avuto. Quel passato...che poi lui ha perduto. Tanto non sopporti
questa idea...che tu...
...gli avresti
strappato il suo presente...che seppur infelice è comunque
qualcosa!» ma il ragazzino replicò con la sua
timida voce
«Non sono stato io Alice...
...sono sincero,
è stato Guilmon. Io ho visto le sue zampe. In
realtà non
voleva sparare a lui, ma al papà di Taka...
...a nostro
padre. Forse perché sapeva che mi aveva lasciato prendere il
posto di Takato!» Alice dilatò lo sguardo
«Che cosa
ha fatto...?»...«Sì, io mi ero
installato al
negozio, e lui, lui, nostro padre, faceva credere che io fossi Takato
tornato bambino a seguito di un incantesimo! Però
poi...Takato
è tornato da Digiworld e ha scoperto tutto! Lui vuole farmi
lasciare questo mondo ma io...
...ma
io...»...«...e anziché esser grato
perché
c’è qualcuno che pensa a
te...»...«Ma io...non
voglio andarm-!!!» ma qualcosa oltre il finestrino fece
dilatare
gli occhi di Nakao «Che cosa hai visto, Nakao?» si
sporse
anche Alice...
C’era un uomo seduto al bordo della strada, sembrava
addormentato.
Alice chiese «Qua non
siamo...nei pressi del luogo dove tuo fratello conobbe
Guilmon?»
ma Nakao aveva già riconosciuto l’uomo
«Papà!» (canzone: H
& Claire - You're a love song)
La ragazza allora
aprì lo sportello dell’auto, e fece scendere il
ragazzino...
...che si mosse
lentamente verso suo padre, circondato da rifiuti e sporcizia. Takehiro
dischiuse a poco a poco i suoi occhi
«...Taka...Takato!»
tendendo le mani «No, papà, sono
Nakao...!» disse
piano il ragazzino «Che cosa ci fai
qui...?»...«I-Io...!...
...ero uscito...? Non ricordo...
...ma sì! Ero
venuto a
cercarti...»...«Papà!»...«...Nakao,
figlio mio, desideravo così tanto ritrovarti...»
Takehiro
si aggrappò al bambino, e versò lacrime
«Anche tu
mi sei mancato, papà...»
Alice li guardava a
distanza, e nei suoi occhi si leggeva compassione
«...è
vostro padre?» chiese, ed il bambino
«S-Sì,
Alice...» al che lei si scostò dalla fronte uno
dei suoi
boccoli biondi, ed invitò «...dai...facciamolo
salire in
macchina. Vi riporto a casa...»
«Papà...ce la
fai ad alzarti?»...«O-Ohhh?!!» Takehiro
si
sforzò ma ricadde a terra «Ma che
cos’hai alla
gamba?! Non riesci ad appoggiarla?!» al che Alice si fece
avanti
«Aspetta Nakao! Vi do una mano...» chinandosi
sull’uomo in un sussurro «...signor
Matsuki...riesce ad
appoggiarsi a me e a suo figlio?»...«Uh? E tu chi
sei...??» chiese dubbioso Takehiro, e lei tagliò
corto
«Io...sono un’amica di
Nakao!»...«...caaaspita,
figliolo! C-Che bella ragazza hai reperito...è la tua
fidanzata?»...«Papààà!»...«No,
signor Matsuki, io sono solo un’amica! Io...!» ci
tenne a
sottolineare, mentre lo facevano appoggiare «...la fidanzata
di
suo figlio è un’altra...»
mormorò, ma Nakao
le fece cenno di non svelare assolutamente nulla. Così la
ragazza accettò con un sorrisetto...mentre lo conducevano
verso
l’automobile...
Alice sussurrava
«...ho fatto la mia buona azione quotidiana. A goccia a
goccia si
fa il mare...» per poi suggerire «Sarebbe meglio
chiamare
un medico affinché veda quella
gamba...»...«Sì sì, lo penso
anch’io!» ne convenne il ragazzino...
Nel frattempo,
durante la cena a casa Wong «Terriermon una
laurea?!» si
stupiva la madre di Henry, ma Rea replicava «Anche io ci sono
rimasta di stucco, deve credermi signora Wong!»
sicché la
donna affermò «Quando lo diremo a Suzie
chissà che
faccia farà! Se solo si decidesse a venire a cena: Suzie!!!
Figliola, guarda si fredda!!!»
Ma dalle altre
stanze iniziò ad echeggiare un litigio «Non credo
alle mie
orecchie, hai avuto il coraggio di fare una cosa simile?!!»
A tavola
sobbalzarono «Che cos’era?» chiese Rea,
ed Henry
allarmato «Era la voce di Lopmon: meglio andare a
vedere!»
In camera di
Suzie, la ragazza esortava «Lopmon per favore cerca di
calmarti...!» ma la sua Digimon «Non posso e non
voglio
calmarmi, Suzie!!» strillava con le lacrime agli occhi
«Come hai potuto spingerti a tanto, Terriermon?!»
ed il
Digimon verdino si poneva in atteggiamento di sfida
«Perché, che vorresti dire?! Ho fatto solo la cosa
più utile in questo momento!»...«Hai
raccontato una
bugia ai tuoi domato-» ma lui le avvolse la bocca con le
orecchie
«Se ti lasci sfuggire una parola guai a te!» le
mormorò all’orecchio «Henry e Rea in
questo momento
hanno bisogno d’aiuto!»
Quando costoro
arrivarono «Che succede?!» fece Henry, e Rea
«Lopmon,
Terriermon, ma cosa avete da urlare tanto?!»
«Ve lo
spiego io prima che questa ISTERICA vi dia la sua versione dei
fatti!» fece il Digimon, e Rea si chinò su di lui
«Terriermon...! Perché adoperi queste
parole...?»
Suzie si
appellò «Henry, Rea, vi prego datemi una mano, io
non
riesco a fermarli!» ma Lopmon proruppe «I-Isterica
io?!! E
tu che vai ad assumerti il compito di gestire...u-una creatura
impazzita come Muskmon? Una Digimon crudele e spietata, che ha fatto
del male a tutti quanti noi! Tu non sei capace di guarire la sua
indole, e io so perché l’hai fatto!
Perché quella
Digimon in fondo in fondo ti piace!»...«Che
cooosaaa?!
E’ la stupidaggine più grossa che abbia mai
sentito, ti
prego di ritirare quello che hai detto!»...«Ah, ti
dà fastidio che io la offenda,
no?!»...«No, non
c’entra questo!!...
...e comunque in
effetti è vero!!! Adesso Muskmon è una mia
paziente
perciò non tollero che si usino termini non prettamente
clinici
e adatti al caso!» raddrizzandosi gli occhialini che aveva
indossato «Un attimo soltanto!» intervenne Henry
«Lopmon insegnava a scuola con te Terriermon, quindi
teoricamente
anche lei dovrebbe avere la stessa laurea!» Lopmon stava per
esplodere «Qui nessuno di no-» ma Terriermon le
tappò la bocca e precisò con occhi terrorizzati
«Lopmon era...una mia specializzanda! Diciamo che le facevo
da
tutor!»...«...ah, adesso sarei anche una tua
subalterna...?» bisbigliò la coniglietta ferita
nell’orgoglio. Rea cercò di mediare
«Ragazzi:
non è il caso di trarre conclusioni sbagliate! La
verità
è che il Centro costava troppo, e così Terriermon
si
è gentilmente offerto di aiutarci con
Muskm-»...«E’ inutile che sprechi fiato
Rea tanto
questa non sente, quando si mette una cosa in testa è quasi
peggio di Muskmon! Da come parla non vorrei insinuarlo, ma sembra QUASI
che sia gelosa!»
Suzie si
portò una mano alla bocca, ma in quel momento Lopmon corse
avanti...
...e gridò a
tutta voce «E ci volevano le cannonate perché tu
te ne
accorgessi?!!»...«C-Cosa?!»
sobbalzò
Terriermon, a cui caddero gli occhiali. Lopmon si sfogò
«Ci voleva una lite di famiglia, si doveva giungere alle
grida
perché ti venisse il sospetto che sono innamorata di te?!!
Che
ti amo da sempre, da quando ti ho conosciuto quel giorno a
Suzakomon?!!»...«L-Lopmon, ma...cosa dici, tu non
sei in
te...!» balbettò Terriermon interdetto, sullo
sfondo dello
stupore di Henry e Rea.
Ma Lopmon
gridò più forte «Non sono mai stata
lucida quanto
adesso nel dire che ti amo quando nel non tollerare che
quella...P-PROSTITUTA DIGITALE debba starti appiccicata ore e ore, e
che tu abbia richiesto espressamente la sua compagnia! Io ti odio
Terriermon, tu sei soltanto un...DISGRAZIATO!» e
così gli
rifilò «OUCH!» una sberla con le
orecchie, per poi
fuggire via.
«Lopmon! Lopmon, aspetta!!» si fece strada la sua
domatrice, andandole dietro.
«...Lopmon...» mormorò Terriermon
reggendosi la
guancia arrossata, mentre Rea affermava con pena «Che...razza
di
equivoco!» ed Henry «Dobbiamo pazientare: temo che
la
Digimon che ha separato noi due ora possa esser causa di lite fra i
nostri amici! Sta tranquillo Terriermon...vedrai che tutto si
chiarirà.» disse con ferma dolcezza il ragazzo,
piegandosi
su di lui.
Lopmon piangeva
sul cuscino del divano «...hai visto? Hai visto che
però,
nonostante tutto, non ho svelato il tuo piano? Nonostante
tutto...seguito a essere la tua complice. E a spalleggiarti in ogni
idea!»...«Coraggio, piccolina...» disse
la domatrice
sfiorandola «Suzie!!!» Lopmon saltò tra
le sue
braccia, e le sue carezze «...lo so che l’amore a
volte fa
male...»
...la
saracinesca del panificio fu aperta. Ed Alice vide entrare Nakao e
Takehiro prima di andarsene, a bordo della sua auto (fine-canzone)
«Finalmente sono riuscita a entrare...» era il
sussurro di
Jeri nel buio della sua stanza. Nella sua mente non smettevano di
echeggiare le parole dell’amico “Però tu Jeri non
lasciarti andare a queste paure, va a trovare Takato, ti sta
aspettando! Takato ti ama...
...tutti noi ti vogliamo bene.”
«...a
quest’ora sarà tardi per andare a trovare Takato,
all’ospedale mi diranno di passare domani!»
espresse la
ragazza rivolgendo gli occhi al soffitto, in un’espressione
di
pena che accompagnava le sue mani mentre frugavano nel cassetto
«...accidenti, ho perso troppo tempo nel tentativo di aprire
la
porta, e a quest’ora mio padre si sarà di certo
accorto
della mia assenza. Che posso fare? Non c’è
più
nessuno a cui posso chiedere aiuto...» lanciando uno sguardo
apprensivo verso la finestra che dava sul tetto
«...né un
Digimon...
...né un amico...»
“Jeri,
perché respingi il tuo Digimon?...
...ma non ricordi quanto abbiamo sofferto, quanto abbiamo sognato di
recuperarli! Questa sottile...e al contempo dilaniante sofferenza ha
unito senza distinzioni tutti noi. Non ti andrebbe di tornare
lassù, con quel tetto, assieme a un amico che possa capirti?
Non
ti piacerebbe...confidargli del tuo futuro? E del tuo...amore per
Takato?...
...io so che è grande e profondo...come la nostra
felicità passata...”
Quelle parole dipingevano
sfumature svariate sul volto della ragazza, assieme al riflesso
argenteo della notte...
“Jeri...
...guarda che il perdono...è l’unica cosa che
può
guarire le ferite. Osserva il bambino che hai tra le braccia...
...se ora sono un padre felice, e mi sveglio la mattina senza
più paura degli ostacoli...è perché ho
ricevuto il
perdono da parte di mia moglie, di Terriermon e di tutti voi.
Altrimenti Benji...avrebbe perso suo padre in una voragine nera, come
quella in cui rischiò di precipitare Terriermon dopo che
invertì il corso del D-Reaper. Perché non voltate
pagina
anche tu e il tuo Digimon?”
«E se adesso chiamassi
Beelzemon, e gli chiedessi di venirmi a prendere...? Se gli
chiedessi...perdono per come l’ho trattato? Ma no, non me lo
concederebbe mai. L’ultima volta...è stato chiaro,
ha
detto di non voler più aver niente a che fare con me. E se
invece mi desse ascolto?!...
...Henry mi spinge a fidarmi
ancora di lui. Cosa devo fare...? Leomon, suggeriscimelo tu...
...mi sto avviando per una
strada sempre più oscura, sto affondando sempre di
più
nei miei stessi inganni, e nelle mie bugie. E se adesso...un Digimon
potesse farmi tornare indietro?!» chiese appassionatamente,
rivolta al cielo «E se non fosse troppo tardi neanche per
me?!»
“Un nemico si
allontana! A un amico invece...si tende la mano...”
E si rivide
all’interno del D-Reaper...mentre tendeva con estremo sforzo
la
mano al piccolo Calumon, ed attendeva fino allo stremo
l’intervento dei suoi amici.
«...i miei amici...mi tendono la mano...
...perché io non mi sono fidata di loro, fino a adesso? Ma
sì...
...perché credevo...che loro sarebbero stati sempre un passo
avanti a me!» volgendosi, ed osservando il suo volto riflesso
nello specchio «Perché temevo di venir meno alla
promessa
che ho fatto a me stessa quando abbiamo perduto tutti i Digimon: sapevo
di essere sola, e che da quel momento più nessuno ci avrebbe
protetti. Così mi assunsi la completa
responsabilità di
me stessa.»
Nei suoi occhi
si lesse una sfumatura d’orgoglio, ma era più una
proiezione del passato, l’interpretazione di un personaggio
antico piuttosto che un riflesso del presente «Decisi che da
quel
momento...io avrei badato a me, e avrei provveduto completamente ai
miei bisogni! Forse così ho disimparato a fidarmi degli
altri!!!...
...che cosa ho
combinato? E se fosse troppo tardi ormai per tornare
indietro?»
sfiorandosi le labbra «Ho messo in giro quella storia della
mia
gravidanza, e se Cindermon l’ha raccontato a Takato lui
potrebbe
pensare...!!!...che sono stata con un altro ragazzo?! Oh no, questo non
deve succedere!...
...se lo perdo
sono finita. Ma ora...come posso fare ad evitarlo? Gli debbo
telefonare...» estraendo il cellulare, ma accorgendosi nello
sgomento «Oh no la batteria è scarica!»
guardandosi
attorno «...qui ormai non abbiamo più il telefono
fisso...
...calma!
Qualcosa devo pur fare...» aprendo e chiudendo i cassetti del
suo
comodino «E se Asanuma avesse raccontato in giro
ciò che
è successo?! Oh no, passerei per una pazza che aggredisce la
gente! Mio padre sicuramente vorrebbe accogliere il suggerimento del
medico...e farmi ricoverare in un ospedale psichiatrico. Sarebbe
orribile, mi porterebbe lontano da tutti, non potrei rivedere
più Takato! Sarebbe come tornare...
...in quella
prigione infernale di dieci anni fa, non voglio neanche pensarci!!
Basta, ho deciso! Anche se è rischioso...
...devo chiedere
perdono a Cindermon. Takato avrà di fronte sia me che lei,
dovrà scegliere!! Ho molta paura, perché so che
sono
profondamente uniti, però...lui ha ammesso di amarmi da
sempre,
quindi forse potrà perdonarmi per le bugie che ho
raccontato!
Capirà...che l’ho fatto unicamente per lui,
perché
mi sentivo insicura del nostro amore! Ma certo...»
sfregandosi le
mani per riscaldarsi «...gli amici che mi hanno tratta in
salvo
dieci anni fa saranno gli stessi che mi aiuteranno questa volta!
Racconterò tutta la verità...»
pronunciò in
un sorriso di commossa speranza «...e chiederò a
tutti
loro di perdonarmi...per il mio comportamento! Ricominceremo tutti
assieme, come in passato!»
Ma non si
accorgeva che una lunga catena di cristalli di ghiaccio stava
scivolando all’interno della sua stanza, entrando dalla
finestra.
Jeri
tornò verso lo specchio, ma in quel momento si
udì
chiamare «Piccola Jeri Katou, hai dimenticato di fare i
compiti?»...«Uhm?!»...«La
cattiva influenza di
quei ragazzi deve averti contaminata!»
«Ma chi
è?!» esclamò terrorizzata la giovane,
ma quella
voce serpiginosa come la coda di ghiaccio le rispose «Sono la
tua
insegnante...!» comparendo nello specchio alle sue spalle.
Jeri
si volse di scatto «Questa è la mia
biodigievoluzione!
Niente più “signorina Asanuma”: mi
presento, il mio
nome è Amnesyamon!...
...sono
diventata una regina digitale del gelo e del ghiaccio! Ma queste
sostanze non dovrebbero esserti nuove, piccola Jeri, e non
perché tu abbia ascoltato la mia lezione in materia!
Bensì...» sogghignava la regina dal diadema di
ghiaccio
«...perché di esse è composto il tuo
cuore!!
Altrimenti Violetta non vorrebbe sostituirmi con te, ma la
farò
ricredere!» innalzando una delle sue affilate braccia a forma
di
siringhe «Perché ti trasformerò in una
statua di
ghiaccio e poi ti frantumerò!»
Jeri innalzò il Digivice ma la sua mano tremava
«O-Oh no!!...
...Beelzemon è
troppo lontano, non può sentirmi!» chinando
così il
suo capo, nella soddisfazione di Amnesyamon «...è
inutile,
nessuno può giungere in tuo soccorso...» mentre la
sua
coda ghiacciava lentamente le pareti della stanza...
Rika stava
rientrando a casa. Sua madre la aspettava in sala, e quando la vide
arrivare «Bentornata figliola. Come
stai?»...«...sono
finite...le domande...di riserva?» replicò la
ragazza,
accasciandosi stremata.
«Hai
un’aria così sbattuta...»
osservò la madre
«Riposati, ti ho lasciato la cena in
caldo.»...«...non avresti dovuto, ci avrei pensato
io.» sussurrò la ragazza sfiorandole la mano, ma
Rumiko
sorrise «Oh beh è meglio che tu non metta mano in
cucina,
non voglio trovarmi con una figlia
divorziata.»...«Siamo
spiritosi, eh, questa sera?» insinuò Rika con
occhietto
furbo, abbracciando la madre alle spalle «Ti ammazzerei se
non
fosse...terribilmente vero! Purtroppo è così, io
ed i
fornelli non siamo mai andati d’accordo: la verità
è che sono troppo nervosa, è come per
l’automobile!
Non riesco a portare una cosa dall’inizio alla fine senza
spazientirmi!»...«Eppure ci riesci...con tante cose
della
tua vita che non sono materiali.» espresse la madre
aggiungendo
«Lo vedo da come ti prendi cura della tua Digimon e dei suoi
problemi: a proposito, è tornata poco fa, un po’
prima di
te.»...«L’ho mandata a casa, dovevo fare
ancora un
paio di giri ed i suoi figli erano già abbastanza stanchi,
per
molte cose!»...«Oh!...
...non ne
dubito...» affermò Rumiko con espressione
consapevolmente
contrita, mentre Rika si interessava «La nonna sta
bene?»...«...è di là in
camera, a
chattare!»...«Ahhh, allora mi sento a casa!
Comunque ti
saluta Takato.»...«Ringrazialo e digli che spero si
riprenda
presto.»...«Senz’altro...»
Nella stanza
attigua la signora Seiko era impegnata al pc, con la compagnia dei due
volpacchiotti ai lati della tastiera «Che cosa stai scrivendo
con
tanto impegno, nonna Seiko?» e lei rispose con una premurosa
carezza «Oh! Lo so che sembra ridicolo piccolo Nymon:
consigli
d’amore! Ormai è una consuetudine: non provo
più a
farlo per guadagno, chi vuoi che mi paghi per queste cose oggigiorno?
Tuttavia mi piace ancora...scambiare quattro chiacchiere e scoprire
come la gente di oggi intende il rapporto di coppia: devi sapere che
molti contatti li ho da più di dieci anni! Alcuni di loro si
sono sposati...per carità, una tragedia!»
«A me
queste cose non interessano.» intervenne la piccola Akirmon
con
sguardo tagliente «E non capisco francamente a cosa possano
servire dei consigli. Tanto si sa come vanno a finire i matrimoni!
L’amore è un sentimento destinato a spezzarsi,
prima o
poi.» Nymon esclamò dispiaciuto
«Akirmon!
Perché dici così? I nostri genitori torneranno
insieme!
Hai sentito la mamma: è solo una crisi di
passaggio?»...«E tu ancora credi alle sue scuse?
Sei
proprio un bambino!» ma la signora si rivolse ad Akirmon
«Lo sai? Mi ricordi tanto la piccola Rika: lei si
è
esprimeva in questo identico modo quando i suoi genitori si
separarono.»
La piccola volpe
armata di matita sembrava intenta a colorare un cuore spezzato in
chiaroscuro, e altri simboli che associano all’amore spine e
lacrime.
«Tuttavia...se mi permetti di intromettermi, io credo di
avere
abbastanza esperienza per poterti dire che la speranza è
l’ultima a morire. E la mia chat me lo conferma: anche se fra
tante coppie c’è una crisi accesa, dai messaggi si
comprende che non smettono mai di cercarsi. A volte è
l’orgoglio assieme a stupide incomprensioni a tener lontani
chi
si ama realmente.»...«E’ vero, nonna
Seiko!»
esultò il piccolo Nymon (mentre Akirmon mormorava
«...forse non sei molto aggiornata: mio padre si è
messo
con un’altra! Ci ha abbandonati, per ripagare mia madre con
la
stessa moneta.»)
«Ahhh...» sospirò la nonna di Rika
«Anche oggi
ho finito. E’ tempo di spegnere questo
computer.»...«Mi prepari i tuoi biscotti con la
crema
colorata?»...«Oh? Sei proprio un ghiottone Nymon,
ti
piacciono molto vero? Ma certo, vieni con
me.»...«Akirmon,
vieni anche tu?» chiamò il fratellino, ma questa
replicò «No grazie, non ho fame!» con
tono
distaccato, tornando a rifugiarsi fra i suoi disegni. Il volpacchiotto
nero sembrò triste «Uffa, perché la mia
sorellina
fa così...?»...«Ptsss...non devi
preoccuparti,
è proprio come Rika: da piccola sembrava fredda e scontrosa.
Anche tua sorella crescerà e diventerà come mia
nipote
è ora: dolce e gentile! Non è forse
vero?»...«Sììì,
Rika è
così buona!»
...lasciando
Akirmon nella penombra della stanza «Se permettete non ci
tengo a
diventare come quell’ipocrita: la migliore amica di mia
madre, di
sicuro farà altrettanto impazzire il marito!» ma
poi
sospirò, e guardò con tristezza quel muso di
volpe in
chiaroscuro, che sanguinava poiché imbrigliato da catene
spinose
«Papà...dove sei andato? Non riesci a capire...che
mi
manchi tanto?!»
Nel buio alle
sue spalle brillarono due occhi affilati “Eccola, finalmente
l’ho trovata!!” espresse con sinuosa voce
dell’anima,
nell’intensificarsi dei segnali elettrici
sull’armatura
“Un’altra bambina con i genitori separati, come
meee! La
renderò la mia gemella, e in questo modo non
agirò
più da sola...è arrivato il momento...
...conversione
informaticaaa...!” invocò con nota
canzonatoria (canzone: P!nk
- Conversation with my 13 years old self)
Starshipmon
iniziò a smaterializzare il suo corpo in tante piccole luci,
che
fluirono alle spalle della piccola volpe «Ah!»
...e scivolarono
all’interno del display, che emanò una luce intesa
«Il computer si è acceso da solo! Ahhh, la signora
Seiko
dev’essersi dimenticata di spegnerlo.»
affermò con
tono seccato, balzando sulla tastiera «Come si
farà?
Oggigiorno è importante imparare a usare questi apparecchi
moderni.» ma mentre si stava mettendo d’impegno a
scrutare
i tasti, una voce giunse dagli altoparlanti “Riesci a sentirmi?”
«...chi ha parlato?!»
“Sono io!”
e l’immagine della ragazza spaziale si
materializzò sul display «E tu chi
saresti...?»
“Sono...la tua
amica informatica!”
replicò l’ologramma con tono suadente ed enfatico,
arricchito da un’ambigua sfumatura infantile “Sei stata tu ad invocarmi
Akirmon...”
I grandi occhi della volpe striata si dilatarono.
“...ho
percepito la tua solitudine, e così sono accorsa per darti
una
mano! Da questo momento...se avrai dei segreti potrai confessarli a me,
soltanto a me!”
I disegni in
chiaroscuro sembravano bruciare a causa delle radiazioni emanate dal
computer...
Jeri fuggiva col
Digivice tra le mani, fino a barricarsi nella stanza di suo padre per
riprendere fiato.
Ma quella lunga
coda di cristalli la inseguiva in tutto il corridoio, congelando ogni
superficie che sfiorava «E’ inutile scappare, tanto
non mi
sfuggirai...!»
Il cristallo
alla sommità si innalzava come un radar, brillando di luce
sanguigna e volgendosi in varie direzioni come se avesse vita propria.
«Cos’è, questa mattina facevi tanto la
coraggiosa,
ma ora che mi vedi in vesti digitali tremi di paura?! Sei una
vigliacca, Jeri Katou...
...e sei sola!!! Nessuno verrà a salvarti!!!»
«No,
nooo...» gemeva disperata Jeri prendendosi la testa fra le
mani
«Sola no, sola un’altra volta...»
«Sììì, il tuo Digimon ti ha
abbandonata!» echeggiava la voce di Amnesyamon «I
tuoi
compagnetti di scuola ti considerano una bugiarda, e il tuo adorato
fidanzatino...una poco di buono!!! Sì, perché tu
sei solo
un peso per gli altri!!! E nessuno giungerà ad aiutarti...
...morirai nella mia prigione di ghiaccio...»
«Non voglio!!»
scivolava a terra la ragazza «No, non voglio che si ripeta
l’incubo di allora!!»
«Questa volta non ti
salverai...»...«Takato...!!...BEELZEMON!!...
...Calumon, vi prego, venite
ad aiutarmi!!!»...«Ma non capisci?!»
insinuò
Amnesyamon, e Jeri «Ahhh?!»
...si volse di scatto,
notando che la porta alle sue spalle si stava ghiacciando
«...i
tuoi amici non verranno, perché ti hanno abbandonata!
Conoscono
il potenziale malvagio che alberga nel tuo animo, esattamente come
Violetta! Lo sai...? Lei aspira a farti una sua subalterna. Tu solo
quello sei adatta a fare, lo strumento di distruzione di
entità
malvage, ecco la tua funzione Jeri
Katou!»...«NOOO!!!» gridò la
ragazza con
disperazione mista a rabbia «IO NON SONO QUESTO!!! NON SONO
QUESTOOO!!!»...«...e allora spiegami
perché neanche
tuo padre giunge a
soccorrerti!»...«Mio...padre?»
sussurrò incerta la ragazza sfiorandosi il collo con mano
tremante. Amnesyamon insinuava «Sono finiti i tempi dei
colloqui
con i genitori...in cui si preoccupava tanto per te! Ti sei comportata
in modo tanto indegno che ora vuole scaricarti! Di sicuro gli
è
giunta voce della tua aggressione nei miei confronti...egli
vorrà farti rinchiudere come una pazza!!»
starnazzò
con gusto «Che cosa preferisci?! Il manicomio o la prigione
tra i
ghiacci?! Cosa si adatta di più alla tua nefasta
persona?!»...«NIENTE DI TUTTO QUESTO!!»
ribatté la giovane con ferocia «Nessuno
riuscirà a
imprigionarmi questa volta, né te, né mio padre
né
nessun altro perché io...SONO CRESCIUTA!...
...sono forte,
sono una potente domatrice di Digimon e non ho bisogno di nessuno...
...!!!...»
i suoi occhi si inondavano di risentimento «Potrei
schiacciare
chiunque se solo lo volessi...MI HAI SENTITA?!!...
...NON MI FAI
PAURA! IO NON HO...PAURA...DI TE...NE’...DI
NESSUNOOO!!!»
«Ahahahah! Gridi...
...per coprire i tuoi stessi gemiti di terrore, Jeri!»
Ed in effetti la
ragazza iniziava a gemere, stringendosi per il freddo che soffiava in
quella stanza...ma poi esplose «NON APPENA SARO’
RIUSCITA A
LIBERARMI TI AMMAZZERO’!!! SIII’!!!...
...TUTTI COLORO CHE OSANO MINACCIARMI DEVONO MORIRE!!!»
Ma in quel
momento suo padre stava arrivando, e tanto erano fitti i suoi pensieri
che non si accorgeva del ghiaccio che fuoriusciva dalle sue finestre
“E se mia figlia fosse tornata qui?”
Non riusciva a
liberarsi dal ricordo del volto di Violetta “Quella donna mi
esorta a far ricoverare Jeri, dice che è arrivata ad
aggredire
la sua maestra! Ma io questa volta...non voglio lasciarmi influenzare
dagli sconosciuti! Mia figlia ha bisogno di me...non posso sprecare
quest’occasione...”
Jeri
sfondò la porta con una sedia, e scavalcò il
ghiaccio per
correre giù dalle scale.
«Non si corre
per i corridoi...uhmuhmuhm!» sogghignò Amnesyamon
«Questo gioco sta iniziando a divertirmi...» ma una
voce
maschile dentro di lei segnalò “Nami!!...sta
arrivando suo
padre!” «Che cosa dici, IceDevimon?!...
...uhm,
perfetto!» tendendo l’ago affilato della sua
siringa
«Vorrà dire che li eliminerò entrambi!
La bella
statua di ghiaccio di un padre che tenta invano di salvare sua figlia:
non lo trovi ipocrita coi tempi che corrono..?»
“...cosa? U-Un padre con sua fi...
...no, Nami!” «Silenzio!...
...questa gentaglia mi ha stufato, è tempo che impari chi
è che comanda!»
Sicché
lasciò strisciare rumorosamente la sua coda lungo i gradini,
per
poi volare all’inseguimento della ragazza...
...Jeri si
precipitò nel ristorante, ma quella coda le tenne il passo
penetrando nella sala e perforando in un unico slancio bottiglie e
bicchieri «Ahhh?!»
La ragazza si volse
sconvolta in quel tripudio di vetri, trovandosi con le spalle al muro e
quel cristallo affilato che puntava contro di lei, scolando vino che
assomigliava a sangue...
«Sei giunta al
capolinea...apri al tuo paparino, così gli potrò
riferire
del tuo rendimento scolastico!...
...dopodiché vi addormenterete entrambi...»
Il terrore affiorò negli occhi di Jeri, ma in quel momento...
“No! Nami,
no!! Ti ho detto di smetterla, il mio è un
ordine!!”
«Ma che significa?! I-IceDevimon?!»
Il corpo di
Amnesyamon iniziava a sfumare, assomigliando ad una statua composta di
acqua.
«Perché ti rifiuti di
eliminarli?!!»...”Ritiriamoci, o spezzo la
biodigievoluzione!”
«Perchééé?!! C’ero
quasi riuscita!!!
Perché prendi decisioni senza autorizzazione?!!»
Ma alla fine la
volontà del Digimon prevalse, e la creatura si
smaterializzò in una luce gelida sotto gli occhi di Jeri che
ansimava con il suo Digivice fra le mani...
«Maledetta...
...me la pagherai, ti giuro che me la pagherai! Ti
ammazzerò...
...ti schiaccerò come meriti, sei solo una
nullità, Nami
Asanuma...» mentre il vino rosso si spargeva a terra tra i
vetri
infranti (fine-canzone)
“Al giorno
d’oggi tutti hanno un amico nel computer!”
era la voce della ragazza nel monitor “Anche
quella signora anziana, secondo te perché trascorre tanto
tempo
davanti allo schermo? Ma perché si sente sola, e
così
ricorre alla chat per colmare la sua vita grigia e monotona. Noi siamo
qui per questo! Quando qualcuno non ha amici si rivolge a noi e la
solitudine scompare...come per magia...”
«...a me
non servono amici!» replicava Akirmon con una punta
d’orgoglio «Ormai sono troppo grande per queste
cose...ho
un fratello più piccolo, e io debbo fargli da
guida!»...”Come
ti capisco! Lo sai che ho provato lo stesso?”
«...anche tu hai un fratello...?» si
stupì Akirmon...
“Un
fratellino sviluppa il nostro istinto
protettivo...però...spesso
non è in grado di colmare quel vuoto, né di
offrirci la
comprensione che cerchiamo. Perché è
più
piccolo!...
...non riesce a capire i sentimenti di noi adulte fino in fondo.”
La piccola
volpe era confusa, ma poi scosse con decisione la testa
«Ahhh,
ora basta con tutte queste sciocchezze!...
...io sono
un Digimon valoroso, e presto sarò una grande combattente.
Ancora più forte di mia madre!»...”Nutri rivalità nei
suoi confronti...vero?”
Lo sguardo
di Akirmon sfuggì, e Starshipmon affermò
“Guarda
che ti conosco! Se accettassi la mia amicizia io potrei aiutarti a
potenziarti! Sarebbe come avere un doppio cervello, un estensione di te
stessa, però informatica! Per un medesimo organismo...
...saresti molto più potente di lei...”
«Come faccio a sapere che non stai
mentendo?»...”Mettimi
alla prova!” rispose senza esitazione
«Ah?»...”Da adesso in poi devi isolarti
dal mondo, non parlare con né adulti né con
coetanei. Né con Digimon...
...né con terrestri, ma unicamente con me. A poco a poco ti
accorgerai che siamo l’una lo specchio dell’altra...
...e procederemo con la fusione definitiva...”
«...un doppio cervello...per un solo organismo: diventare
più forte...
...e smettere di dipendere dagli altri!»
“Uhmuhmuhmuhm!”
La piccola Digimon
sembrava incantata dalle radiazioni provenienti dal video...e non
badava più ai suoi disegni che bruciavano, consumando quella
volpe in chiaroscuro sanguinante e sofferente...
Renamon, con Nymon
addormentato tra le braccia, scrutava la porta chiusa di quella stanza
“Akirmon...” ma poi la sua attenzione fu presa
dalle parole
di Rika in sala...
«Sono
morta, ho appena finito di girare in lungo e largo tutta la
città!»...«Come è andata
là
fuori?» si interessò la madre «Mah,
è finito
il primo round e da questo, ovviamente, non potevamo aspettarci grandi
risultati...» ma poi il suo tono un po’ incerto
tradì un’apprensiva premura
«Però lo trovo il
lavoro, mamma! Ti assicuro che lo trovo...è solo
che...c’è molta richiesta, e nei negozi hanno
già
fatto assortimento di commessi per la stagione
estiva!»...«Oh! Non occorre...che tu mi faccia
alcuna
promessa figliola, so quanto è difficile.»
“Se non
danno più lavoro a me, un’ex-modella coinvolta in
alcuni
scandali...figuriamoci a lei, che gestiva un locale
notturno!”
«Però io ci tengo a promettertelo! Quel
lavoro...in
qualche modo...vedrai che lo farò saltar fuori, e riusciremo
tutti ad arrangiarci come avevamo detto.»...«Ma
sì,
però non voglio che consumi le tue energie anche per questo!
Non
mi scordo mica che mia figlia...è anche una
guerriera...»...«...purtroppo il mondo non si
arresta dal
suo giro solo perché sei un Digimon Tamer...» fu
il
commentò della ragazza, ma la madre le strinse la mano
«Forza e coraggio tesoro, non
mollare!»...«Grazie...»
sussurrò la giovane in
un sorriso sincero «E quando tornerai stanca troverai sempre
la
cena pronta! A proposito: non sai chi è tornato prima a casa
per
darmi una mano ai fornelli!»...«Chi,
mamma...?»
chiese Rika con occhi stupiti, e sua madre le rivelò
«...tuo marito!!!»...«Ryo in cucina?? Ah
questo, in
tanti anni, è proprio un lato
inedito!»...«Io non
dubiterei, è anche molto bravo...! Quel che è
sicuro
è che ci ha messo molto amore...»
raccontò Rumiko
in un confidenziale sfizio. Lo sguardo della ragazza si riempiva di
tenerezza «...lo so, Ryo del resto lo fa in
tutto...»...«Non sai quanto ci teneva a farti
questa
sorpresa, e sarebbe già qui se non l’avessero
chiamato un
attimo al telefono!» Rika sorrise «Non ti chiedo
chi
è perché mi sto allenando: meglio evitare da
subito con
certe domande soffocanti!»...«Ma
stavolta...»
abbassò la voce Rumiko «...credo non ci sia alcun
pericolo. Ptsss...è tua
suocera!»...«Ahhh! Che mi
hai fatto ricordare mamma!» fece Rika guardandosi attorno per
non
essere udita «Senti io più ci penso più
credo sia
il caso...di fare qualcosa per quella signora, che ne so, presentarci
con un mazzo di fiori, un qualsiasi pensiero ma sta di fatto che
secondo me abbiamo sbagliato a non andare a cena da lei, per quanto ne
possa dire mio marito!»...«Al primo momento libero,
tesoro.» («Rumiko!») «Scusa, mi
chiama tua
nonna. Arrivo, mamma! Ptsss...buona cena!»
Così Rika
restò sola...e si distese, mentre un pensiero le illuminava
gli
occhi «Sai che ti dico, mamma?...
...è
bello trovare un’amica quando si torna a casa.» ma
improvvisamente udì qualcosa che la fece sussultare.
«Se è
così allora sai che c’è?!!
C’è che
basta, chiudiamola qui, io mi sono stufato!!!»
La ragazza si
portò la mano al petto, riconoscendo la voce di suo marito
proveniente dal giardino.
«No! Non voglio
ascoltare, ho la testa...che mi fuma a furia di sentire sciocchezze!!
Sai qual è la verità?! Che mi hai reso la vita un
inferno, da sempre, fin da bambino è stato
così!!! Ma
adesso basta, sturati quelle orecchie sorde e cerca di afferrare che
sono adulto, ormai ho la mia vita, hai finito di mettere bocca su ogni
cosa che mi riguardi!!»
Le sue parole erano
ricolme di rabbia, nel crescere della preoccupazione negli occhi di
Rika.
«NON MI
IMPORTA CHE TI CI SENTI MALE! SAI QUANTO STO MALE IO, E TUTTE LE VOLTE
CHE LO SONO STATO A CAUSA TUA! Sai che c’è?! Si
dice che
quando uno è grande prende la sua strada?! E allora che sia
una
buona volta, tanti saluti! Scordati il mio numero di
cellulare!!»
Seguì un rumore pesante, simile a un oggetto
colpito da un
calcio. Rika si sfiorò le labbra, ma incrociò lo
sguardo
della sua Digimon che la esortò a essere discreta, per poi
ritirarsi...
Poco dopo Rika
lo vide entrare, il suo volto era arrossato e i suoi occhi stretti come
se gli dolesse la testa, ma cercò di mostrarsi accogliente
«...ciao, acciughina mia. Scusa, ero un attimo al
telefono...» rivolgendole un bacio
«Com’è
andata fuori? Ah che carini, i tuoi orecchini
nuov-»...«Ryo...era tua madre al
telefono?»
sussurrò sfiorandogli la mano «Perché
l’hai
trattata in questo modo...?»
Il viso
del ragazzo si fece sofferente, come la sua voce
«Così...mi hai sentito...
...è che tu lo sai com’è lei!! Rompe
sempre!...» massaggiandosi la tempia «...mi fa
diventare
pazzo, l’ha sempre fatto, fin da che ero un
ragazzino!»...«...però tu sei sempre
dolce con
tutti, con noi ti fai in quattro per cercare di colmare ogni nostro
bisogno! Parole simili non sono da te.»...«Pfff...
...hai
ragione, però è lei che si ostina a non capire
che...ci
sono giornate in cui...!! Uno già torna stanco, a casa! Con
molti pensieri! A sentir lei sembra che esistano solo i suoi di
problemi, ed io questo non lo posso
sopportare!!»...«Lo
so!! Ryo...
...lo so,
io...conosco tua madre e dovresti sapere che io e lei...beh non
è che si possa dire che siamo andate d’accordo!
Non
è un segreto che io non le vada giù
però...quella
signora...resta sempre la madre di mio marito, dell’uomo che
amo.
Mi fa pena...» adagiandogli una carezza sul braccio
«...e
non è giusto che faccia lei le spese del nostro stress di
questo
periodo.»...«...lo so,
però...» Ryo sembrava
camminare con sforzo, i suoi passi erano instabili e questo Rika lo
notava ma in quel momento era troppo presa dalle sue parole
«...a
un certo momento ho perso il controllo, non ci ho visto
più!!
Può capitare, no?! A-Anche a te se non erro è
successo
tante volte di rispondere male a tua
madre!»...«Tante
volte? Tutta la crescita, però poi me ne sono pentita!! Ora
ogni
volta che è gentile con me finisco per pensare...a tutte le
occasioni che abbiamo sprecato per la mia mancanza di pazienza, se
avessi accettato il suo aiuto questi anni sarebbero stati meno duri!
Invece le ho rifilato una figlia...indomabile, con cui non
c’era
possibilità di parlare! Che aveva un’iniziativa e
il
giorno dopo voleva buttare giù tutto, perché
aveva
cambiato idea! In questo modo ho reso...materialmente impossibile la
prospettiva di un qualsiasi rapporto fra
noi!»...«Forse,
acciughina...io e te siamo simili in questo, perciò ci siamo
sposati. Però, c’è anche da dire che la
signora
Rumiko...è una donna comprensiva, non è una
strega come
mia madre!!!» ma lei gli si avvicinò, e gli prese
la mano
«...le madri sono tutte uguali...
...tutte streghe...
...ma
altrettanto meritano che sia data loro la possibilità di
rimpiangerne la compagnia, un giorno...»
Quelle parole
non mancavano di colpire il ragazzo, ma in lui si agitava un conflitto
«Sì però...!!! Bisogna anche capire un
povero
figlio! Lui ha già i suoi problemi, non è che la
giovane
età lo preserva da tutto!!! Può sentirsi...stanco
a
volte, affaticato, SPAVENTATO, perché no?!! In questi
momenti ha
bisogno...di pace, che siano rispettati i suoi spazi, di SOSTEGNO
MORALE e non che debba invece sentire le proteste PER IDIOZIE, poi!!
Come adesso, per uno stupido ta-uhm!!!» ma si
tappò la
bocca come se avesse parlato troppo «Uno stupido ta...?
Continua
Ryo!» disse Rika con decisione «Che cosa stavi
dicendo? Uno
stupido ta...?»...«Uuu...uno stupido tavolo! Eh
sì
perché la signora ha dovuto far cambiare il tavolo in sala
da
pranzo, e tanto per cambiare quello nuovo non le piace!» ma
Rika
si sovrappose scandendo «Uno stupido
TAILLEUR...!»...«Eh? Cosa?» si volse
stupito il
ragazzo «Quello che hai dato a Renamon. Era suo,
non
è vero?! Tu hai cercato un modo per far entrare i Digimon in
ospedale e lei si è arrabbiata! Ma dico come ti è
venuto
in mente di coinvolgere tua madre in questa faccenda?! Quando capirai
che non devi occuparti tu di tutto? Il problema era nostro, ci saremmo
arrangiati in qualche altra maniera!»...«Ma no,
guarda Rika
che ti sbagli: innanzitutto qui i vostri problemi sono anche i miei,
incluso l’abbigliamento dei Digimon! Punto secondo quel
tailleur
pfff-wahahahahah! Non è di mia madreee! Come avrei potuto
far
indossare a Renamon che ha tanta classe uno straccio di mia madre che
manca totalmente di gusto???»...«Ah no
eh...?» fece
Rika con aria superiore «...
...gliel’ho
visto.»...«Co-Co-Cosa...?»...«Proprio
così...
...infatti mi
chiedevo se mai Renamon si fosse fatta male alla zampa, visto che
abbinavo quel capo a un’andatura claudicante!»
passeggiando
per la sala, sotto gli occhi meravigliati di Ryo «Devi sapere
che
quando tu partisti...io l’ho osservata. Mi piazzavo
lì la
mattina presto, al marciapiede opposto a casa tua, e aspettavo che
uscisse. Non essendomi rimasto tu da guardare...(canzone: Charice
- Always you)
...scrutavo
lei...» confessava con occhi profondi e consapevoli
«...pensavo che era la donna che ti aveva messo al mondo, e a
modo mio la ammiravo. Ricordo che memorizzavo i completi che indossava,
e...mi chiedevo se avrei mai potuto possedere tanta classe. Questo non
lo sa nessuno, ma ho imparato a portare i tacchi alti per essere come
lei! Speravo che in questo modo...qualcosa mi avrebbe avvicinato a te
ma forse lei se n’è accorta e proprio allora ha
cominciato
a odiarmi.» volgendosi di scatto «Forse vi
ritrovavo
qualcosa di Renamon! Una volta che andò
via...restò tua
madre il mio modello di stile ed eleganza. E’ una donna
rispettabile, Ryo...» avvicinandosi con discreta premura
«...non dobbiamo calpestarla con le nostre esigenze! Magari
per
lei anche un vestito ha un valore particolare!...so che tu
l’hai
fatto per noi, però...»...«Hai ragione,
amore mio,
però...! Perché per noi un vestito non
può mai
avere un valore, eh?» quelle parole colpirono Rika
«...perché noi non possiamo mai pensare a queste
cose,
dovendoci puntualmente occupare di questioni più importanti?
A
me è questo che a volte manda in
tilt!»...«Lo
so...» sorrise la ragazza, aiutandolo a sedersi
«...sei
stanco, riposati. Ceniamo insieme, mia madre mi ha detto che le hai
dato una mano in cucina...»...«Oh...? Non avrebbe
dovuto
dirtelo...» il giovane assunse umile espressione
«...e
perché no? Ti amo...
...e ti sono grata per ogni tuo pensiero nei miei riguardi.»
Renamon tornava ad
osservarli, e nei suoi occhi vi era una sfumatura di tenerezza e
malinconia allo stesso tempo...
«Purtroppo Rika...devo
anche darti una notizia, non è una cosa
piacevole.»
affermò Ryo, e lei sgranò gli occhi «Di
che si
tratta...?»...«Ho incontrato della gente mentre
tornavo a
casa, devi sapere che...benché la conoscessimo poco,
più
che altro di vista...
...l’antica squadra di
Digimon Tamers oggi ha...perso...uno dei suoi membri. Akemi Ayami, la
sorella di Mako...è mancata questa mattina.»
«Ihmf!!!» Rika
balzò in piedi e si portò le mani alla bocca, in
un’espressione di pena.
«Che cosa?!!» fece altrettanto Renamon.
«Sì,
purtroppo!» andò avanti Ryo «...del
resto si sapeva
che era malata da tempo...» ma udì dei singhiozzi
da parte
di sua moglie, così le andò vicino
«Rika!»...«Forse...
...ti sembrerà
strano da parte mia. E’ vero, non conoscevo bene Akemi. Ma
ripenso a quella bambina...»
...coinvolgendo nel suo pensiero anche suo marito e la sua incredula
Digimon...
«...a quando
girandomi l’ho vista con suo fratello, aveva il Digivice
legato
al collo, ed un giubbino...rosa, mi pare. E Impmon che disse “Vi presento i miei Digimon
Tamers...”»
per poi lasciarsi andare alla lacrime, mentre Ryo faceva
«Dai,
non fare così...»...«E dire che
sarebbe...bastato
poco. Magari avvicinarsi, chiederle...come ti chiami, dirle due parole!
Ma non l’abbiamo fatto...»...«Che si
poteva
pretendere?» disse Ryo aggiungendo «Avevamo appena
perso i
nostri Digimon, in quel momento avevamo facce di zombie appena
riesumati, di sicuro le avremmo fatto paura coi nostri occhi
cerchiati!»...«Ma anche lei aveva perso il suo
Digimon!!
Impmon era stato il primo a scomparire...
...con poche
parole potevamo restarci più vicini, e invece ci siamo persi
di
vista. E ora...non si può più
recuperare...»
«Scusate, io...»
«Oh?
Renamon...» fece Rika, e la volpe dorata affermò
«...stavo pensando che forse...io dovrei...andare a cercare
Beelzemon, però volevo chiedere consiglio a voi. Pensate che
abbia bisogno di un sostegno? O-Oppure...risulterei indiscreta, dato
che lui...conosce i sentimenti che per lungo tempo...io...»
Ma
Ryo rispose «Io penso sinceramente che lui ti stia
aspettando.» e Renamon sussultò. Rika le prese le
zampe
«Va, Renamon! In ogni momento doloroso tu gli sei stata
accanto...
...non puoi mancare proprio adesso: è il più
grande...dolore della sua vita.»...«V-Va bene
allora...se
lo dite voi, io...andrò da lui! Grazie Rika. Grazie
Ryo!»
Sicché balzò fuori, nel giardino e attraverso la
notte
“...arrivo, non temere!”
...lasciando Rika con suo marito. La domatrice affermò
«Povera ragazza...
...che cosa è stata la sua vita? Un soffio...
...come
quello che smuove i petali, in primavera. Petali rosa, con il suo
giubbino...»...«...lo so, lo so tesoro...
...dispiace tanto anche a me.» sussurrava Ryo abbracciandola,
e
aggiungendo «...sentire queste cose fa pensare al tempo che
passa...
...non
siamo poi...così giovani, dopo tutto. Anche noi iniziamo ad
avere le nostre esperienze. A lasciarci qualcuno indietro, lungo la
strada...»...«...anche i Digimon Tamers possono
morire...» disse Rika con un sorriso malinconico, avanzando
verso
il giardino «Anche chi porta un Digivice al collo
può
lasciare non troppo tardi questo mondo...» rivolgendo occhi
al
cielo «...ciao Akemi. Sarebbe stato bello essere in squadra
al
tuo fianco.» Ryo la raggiunse, e salutò anche lui
una
stella «...ciao Akemi. Ora da lassù dove
sei...spero tu
possa vegliare sul tuo Digimon. Ne ha così tanto bisogno,
povero
vecchio Beelzemon.»
Saltando sui
tetti cittadini, d’un tratto Renamon vide un folletto viola
disteso su un lampione, come al loro primo incontro.
Le dava le
spalle, lei si fermò con discrezione ed iniziò
con voce
rotta «...credo...che tu mi abbia sentita arrivare. Ho
saputo...
...ho
saputo di Akemi, ma se ti do fastidio...me ne vado! Rispetto il tuo
bisogno di solitudine...»
Impmon si volse lentamente...
...mostrando l’intenso rossore che cerchiava i suoi occhi
umidi,
sul pallido viso. Renamon si spaventò quasi nel vedere quel
volto svuotato di speranza, e nel sentire quella voce spenta
sussurrarle «...non andartene Renamon...
...per
favore, ho bisogno di te...» tendendogli il guantino rosso.
Allora lei
balzò fino a essere più vicina e ad accoglierlo
tra le
braccia, per versare altrettante lacrime «Mi dispiace...!...
...mi
dispiace caro, mi dispiace tanto!»...«STAVOLTA SONO
RIUSCITI A DISTRUGGERMI! COME DIGIMON SONO FINITO! LA MIA DOMATRICE
E’ MORTA!...
...io non
ho più senso di essereee!!!»...«No!! Non
dire
così, non è vero Impmon!!!...
...non
è vero, lei non...vorrebbe sentirti parlare così
e
neanch’io!!»...«HO FATTO TANTA FATICA PER
AFFEZIONARMI A LORO...
...vincere le mie paure, modificare la mia indole! Tutto...
...PER ARRIVARE A QUESTO, DI LEI MI RESTA SOLO ARIA! Un lungo cammino...
...per un pugno
di niente!» ma Renamon mormorava «...non
è stato
inutile...»
Ryo intanto
consolava Rika «Non devi farti dei rimpianti, amore mio...non
avresti potuto far niente per lei. Era malata...e...
...contro le
malattie sfortunatamente non c’è alcun rimedio.
Anche noi
con le nostre avanzate tecnologie rimaniamo in
ginocchio...così
è la vita.»...«Non credevo che un giorno
avrei
versato tante lacrime, per il passato...» espresse la
ragazza, ma
lui la strinse «Ma ora dobbiamo pensare al presente: e anche
per
chi non c’è più come Akemi dobbiamo
farci in
quattro, Rika! Vedrai, te lo prometto...
...per ogni
foglia caduta dall’albero...noi faremo sbocciare tanti fiori.
Il
nostro amore sarà così grande e pieno di
speranza...che
questo giardino sarà meraviglioso in ogni stagione. Guardalo
adesso Rika, ora può sembrarti spoglio, un po’
trascurato
nel corso di questi anni. Ma io...pianterò nuovi alberi se
necessario. Ti prometto che ti resterò sempre accanto, a te
e
agli altri!...
...risolveremo i
nostri problemi...e recupereremo un raggio di sole per noi e chi ci
ama. E’ una promessa, Rika...
...per te, amore mio...
...e per
la piccola Akemi.»...«Ryo...ti amo!» gli
si
gettò fra le braccia come se lui fosse la sua speranza. E
lui la
strinse forte «...anch’io sapessi quanto, piccola...
...e anche
se non ho più un Digimon...io andrò fino al
limite per
te. Fino al limite...
...là dove trionfano gli eroi. Tu sei la mia
vittoria...»
E si
guardarono negli occhi in una rinnovata promessa, mentre un petalo si
adagiava sul laghetto nel giardino, mischiandosi al riflesso della luna
(fine-canzone)
Quando Hajime
Katou fece ingresso nella sua casa spalancò gli occhi
«Jeri...ma allora sei qui.»...«Ti stavo
aspettando,
papà.» la ragazza gli venne incontro con passo
deciso,
mentre lui constatava la devastazione di vetro attorno a loro
«Che cosa è
successo...?»...«Lascia che ti
spieghi.»...«Che cos’è questa
distruzione?!» esclamò l’uomo
già portandosi
la mano al petto «Posso sapere perché sei scappata
in quel
modo?! Mi hai fatto preoccupare!!»...«Mi dispiace,
ma sono
stata costretta a sbrigare alcune faccende urgenti.»
L’uomo la fissava allarmato...
Nelle parole
della ragazza c’era ferma risolutezza, e apparentemente
neanche
la minima traccia di paura. Incrociava le braccia e sembrava valutare
attentamente gli eventi. Eppure il suo contegno sembrava accrescere
l’ansia nell’uomo, che si rifletteva nei suoi
respiri
affannosi «Devi...devi tornare a casa Ayami con me Jeri, non
sei
ancora guarita.» ma lei scosse il capo «Ti assicuro
che sto
bene! La febbre è passata, e oltretutto ho saputo che Takato
è fuori pericolo. Non c’è tempo per
tornare
lì, dobbiamo occuparci di questioni
importanti.»...«Dobbiamo?!»
«D’ora in poi occorre agire in fretta...»
assottigliava gli occhi la ragazza, dandogli le spalle.
L’uomo
deglutì, e mosse un passo a fatica verso di lei
«Figliola...sono preoccupato per
te.»...«Te
l’ho detto, ti assicuro che sto bene! Papà, le
persone che
ti hanno offerto un quadro debole di me ti hanno mentito! Ti giuro che
non mi sono mai sentita sicura come
adesso.»...«Veramente...
...non si tratta
solo di fragilità fisica, mi hanno parlato anche di
un’altra cosa.»...«Ah
sì...?» la giovane
alzò il sopracciglio, ma il padre cercò di
mantenere un
contegno granitico «Sì. C’è
stata una donna
che mi ha riferito qualcosa di assai ambiguo relativamente a un...certo
incontro...
...con la tua maestra elementare.»
Jeri attese
qualche secondo, accompagnandosi con un sospiro
«...già,
come per esempio che io l’abbia aggredita a
tradimento.»...«Proprio così! Io ho
pensato...
...che
benché i tuoi rapporti con quella donna possano essersi
incrinati nel corso degli anni sarebbe assurdo concepire una cosa
simile!»...«Chi è stato a
dirtelo?»...«Non lo so...non mi ha detto il suo
nome. Dice
di essere la sua vicina di casa...»...«...uhm uhm,
ma
è facile intuirlo...»...«Che cosa vuoi
dire?»
al che Jeri si volse di scatto «Papà!
Ciò che ti ha
detto quella donna non è una maldicenza...»
Hajime Katou
dilatò lo sguardo «Che
cosa...?»...«E’
la pura verità!» affermò la ragazza con
orgoglio.
Il padre rimase trafelato.
«Purtroppo sono stata
costretta, credo tuttora che quella donna sia implicata con
l’attentato che si è consumato ai danni del mio
fidanzato.
E a confermarmelo...
...il fatto che si sia
presentata qui con l’intento di chiudermi la bocca:
ciò
che vedi è opera sua...»
L’uomo mosse il suo
sguardo sconvolto lungo lo scenario di distruzione del suo ristorante...
«Si è
presentata nelle sue vesti digitali! Suo intento sarebbe stato
eliminarmi approfittando della momentanea assenza del mio Digimon...ma
poi si è ritirata. Da questo momento...non
c’è
tempo da perdere: io devo assolutamente ritrovare Beelzemon e tu dovrai
aiutarmi! La nostra intesa dovrà ricostituirsi di modo da
dar
vita alla biodigievoluzione...
...ed eliminare,
alla radice, la minaccia rappresentata dalla mia maestra
elementare!»
Katou non credeva alle sue orecchie «Mi stai dicendo...
...che vuoi
uccidere quella donna?! Ho capito bene?!» ma Jeri prese un
respiro profondo «Papà...
...quando
si tratta di battaglie digitali i termini cambiano: non vi è
un
assassino...e una vittima, si è solo avversari: vince il
più forte. E chi risulta più debole perisce, come
Leomon...» descriveva, sfiorando lentamente e con orgoglio il
suo
Digivice viola...
«Ma
questa volta non sarò io con il mio Digimon a uscire di
scena.
Bensì...!!!...
...quella
vipera di Asanuma assieme a quell’essere spregevole di
IceDevimon...
...non
sanno ancora a cosa andranno incontro, ma se ne accorgeranno presto.
E’ stato un passo falso, il loro, di assalirmi e distruggere
la
mia casa...»...«...ma se tu e il tuo Digimon li
sconfiggete
in battaglia...
...quella donna sparirà, dico bene?...
...non si
tratterà solo di eliminare un’entità
malvagia,
bensì...di cancellare la vita di un essere umano. Fatta di
tappe, sentimenti...
...di
ricordi dove ci sei anche tu. Tu Jeri vuoi davvero questo?!...io stento
a crederlo...»
Ma la
ragazza si volse a fissarlo, ed i suoi occhi sembravano filtrare
indifferenza...
«Non avrei mai
creduto di guardare la città da qui...» erano le
parole di
Himi di fronte a un magnifico panorama cittadino «...in tutta
la
mia vita posso giurarti che non avrei mai creduto di arrivare
così in alto.»...«Non soffri di
vertigini...?»
chiese una premurosa voce maschile, ma lei rispose
«...no.»
con sguardo assorto e rasserenato, che si perdeva fra mille luci
«Perché so che ci sei tu e questo mi impedisce di
cadere.»...«Ma io non ho le ali...»
...svelava la
creatura che adagiava le sue morbide zampe di pelo nero sulle
metalliche sbarre di una torre rossastra. E la donna che sedeva
lì con lui, ciondolando le gambe sul vuoto, replicava
«Sbagli, Ima. Non conosci il tuo animo. Evidentemente finora
non
hai trovato nessuno che ti guidasse a
esplorarlo.»...«Uhm?
Riesco a percepire...i mutamenti del destino ma arranco nel comprendere
me stesso?»...«A volte è
possibile...»
replicava quella donna perfettamente a suo agio. I suoi occhi e la sua
posa abbandonata, seppur sospesa su un panoramico pericolo, erano
quelli di una leggendaria domatrice di Digimon «Per tanti
uomini
della nostra terra è così. E tu lo sai che io ti
dico
questo...perché ne ho conosciuti
molti.»...«Ti
prego, non parlare con disprezzo di te stessa!» la
invitò
lui, ma costei fece ancor più assorti i suoi occhi
«...non
è disprezzo...ma soltanto riconoscere la verità.
Così come credo che tu debba iniziare ad aprire gli occhi su
te
stesso, sulle tue esigenze...finora hai pensato solo agli altri, ma
c’è qualcuno che può aiutarti in
questo: i tuoi
figli! Loro sono nati da te: quei tuoi cuccioli...uhm! Sono
così
teneri...» espresse con un sorriso sincero
«...perché non torni da loro? E un giorno non
andate tutti
e tre assieme a contemplare un...
...panorama
meraviglioso come questo? Ti giuro che non ti sarò mai grata
abbastanza per avermi portato qui...è bellissimo.»
però Imagomon chinava il capo «Ma loro sono anche
figli...»...«...di Renamon, lo so.»
affermava Himi
scostandosi i suoi lunghi capelli neri, ma senza la minima traccia di
fastidio «Però i figli si fanno in due ed i
conflitti che
possono esservi fra te e la loro madre non sono un motivo sufficiente
perché dobbiate stare lontani. Lo sai? Io credo che quei
bambini
abbiano bisogno di te. E te lo dico...
...scegliendo di
confrontarmi con i miei sensi di colpa, perché io stessa ho
dei
figli e ammetto che in questo momento...non mi sto molto dedicando a
loro. Quanto piuttosto a me stessa, come...
...da anni
non mi permettevo di fare. Se sto sbagliando sarò punita...e
quest’asse dove siedo si spezzerà, ed io
cadrò nel
vuoto.»...«Non dire queste
cose!»...«Uhmuhm!
Dì la verità, hai visto che sto per fare un
volo?»
La volpe
digitale tacque, nella sua tetra serietà...mentre Himi
sorrideva
con disimpegno «...no...altrimenti non mi lasceresti stare
qui.
Tu sei molto protettivo.»...«Ora comunque
è meglio
andarcene.»...«No, dai, un altro po’!...
...ti ho
suggestionato?»...«Non è questo,
è che devo
continuare le mie ricerche, lo sai.»
«...sei ancora intento nello scovare quella creatura? Ima...
...sai che parlo contro le mie stesse esigenze, ma sei sicuro che ora
le tue energie meritino di essere impegnate in questo, e non magari nel
tuo ruolo di padre?»...«Io non posso limitarti in
questo
modo, Himi.» affermò il Digimon dandole le spalle,
in
piedi su quell’asse rossastra. La donna ammise
«...io mi
accontenterei anche solo di stare fra le tue braccia, e abbandonarmi
sul tuo morbido pelo. Nella mia vita...
...ho fatto fin
troppe volte l’amore.»...«Ma sai che
questo è
impensabile! Ogni volta che...
...due creature
si incontrano e sentono di...» ma esitava sulle sue parole,
tanto
che Himi lo aiutò «...amarsi...»
così
poté continuare «...in loro nasce il naturale
slancio di
darsi completamente! Noi due non possiamo farlo
perché...»...«...io sono una donna. E tu
un
Digimon...»...«...che nonostante disponga di un
ampio
potere non è ancora entrato in possesso della tecnica...per
sviluppare una controparte
umana!»...«Però la nostra
relazione sta in piedi. In fin dei conti decolla...visto che siamo
arrivati così in alto. Persino sulla torre di
Tokyo!»...«...siamo in alto fisicamente ma i nostri
impulsi
sono sepolti: io...devo assolutamente trovare la Regina dei Digignomi,
e supplicarla affinché mi doni un aspetto umano...»
Quell’obiettivo sembrava molto importante per il Digimon, lo
confessava a testa bassa ed il suo pelo sembrava scosso da un tremore
che andava oltre la brezza della sera. Himi gli lanciò uno
sguardo eloquente «...sei sicuro che sia quello che vuoi
veramente?» ma lui tagliò corto
«Assolutamente
sicuro! Troverò la Regina e a quel punto fra noi due non ci
sarà più alcun ostacolo. Vieni, ti riporto
giù.»...«Eccomi...»...«Attenta,
non
alzarti!» ma Himi non sembrava aver paura nel camminare su
quell’asse «Non preoccuparti, sono serena. E questo
mi
permette di tenermi perfettamente in equilibrio. Quando siamo turbati
possiamo inciampare anche su gradino di un’altezza ridicola e
io...conosco bene lo stress.» Imagomon avanzò
verso di
lei, ma ad un tratto
«Uhm!!»...«Attento...!»
stette per inciampare, ma poi si riprese «Non è
niente.
Vieni, appoggiati a me.»
Himi
guardò il panorama e disse con un sorriso scanzonato
«Perché è la sensazione che
è la prima e
l’ultima volta che guarderò il mondo da
quassù?» ma lui mentre la lasciava appoggiare
disse
dolcemente «Non dire sciocchezze, io vedo che tornerai in
cima a
questa torre.» (canzone: Mariah
Carey - I only wanted)
«Ah, non approfittare delle tue previsioni: lo dici soltanto
per
consolarmi!» sicché, balzarono come
un’ombra
fuggevole dalla torre di Tokyo...
Renamon ed Impmon sedevano su un tetto, vicino a quel lampione...
«...molto
presto inizierà tutta una serie di prassi a cui non voglio
pensare...mi fa impressione soltanto concepirlo...» rivelava
il
folletto, perdendo nella notte il suo sguardo solcato.
«...la sepoltura...
...vestiranno la mia Akemi...come una principessa...
...per poi lasciarla riposare in una tomba. Io non potrò
più vederla, ti rendi conto...?» tendendo il suo
guantino
rosso verso le stelle, e tentando gradualmente di afferrare un soffio
d’aria «...la notte chiamerò il suo nome
e lei non
potrà rispondere...
...so
già che non conoscerò mai più un sonno
che sia
sereno...
...il suo
ricordo mi perseguiterà ovunque andrò. Certo
che...
...è strano.» chinando le sue orecchie, che
calavano come
se mai fossero state destinate a tornare dritte «...un
Digimon si
dice invochi a lungo il nome del suo domatore predestinato, mentre
attende il loro incontro...
...io potrei
chiamare il suo nome anche cento, mille...infinite volte, come le
stelle del cielo. Ma lei non potrebbe mai più rispondermi...
...non è
la cosa...più assurda che possa capitare a un Digimon,
Renamon?»
«Non devi dirlo
in me, sono la prima in questo momento ad essere...arrabbiata col
destino! Arrabbiata per non essere riuscita a cambiarlo...
...arrabbiata...per come è stato ingiusto con quella
ragazza!!!»...«Ohh...?» si
stupì un po’
Impmon, mentre la volpe dichiarava a pugni stretti «Non
avrebbe
dovuto infierire in questo modo crudele su quella povera creatura...
...lei sarebbe
dovuta essere
tua...»...«Renamon!»...«Sì,
è la
sola verità! Voi non dovevate perdervi, Akemi...
...non avrebbe
dovuto vestire quel velo nero. Ma un velo bianco, esattamente come
Rika. Avanzare verso l’altare...sottobraccio a suo padre, e
incrociare il sorriso di suo fratello...
...prima di scontrarsi con i tuoi tre occhi emozionati...
...scambiarvi
gli anelli, e poi...lasciare che fossimo noi a festeggiarvi,
lanciandovi una pioggia di confetti!»...«Amica
mia...»...«Impmon sono furiosa!!! Ma
perché la vita
vi ha fatto soffrire in questo modo?! Voi due eravate uguali, se
c’era qualcosa che vi contraddistingueva...
...era la vostra
innocenza. Eravate fatti l’uno per
l’altra...»
Così Impmon si
buttò tra le sue braccia «Perché non
è
andata così?!»
Ma in quel momento
Imagomon li vide, mentre era intento a saltare sui tetti della
città. I suoi occhi sottili si strinsero con rassegnazione
“E’ con lui...
...ormai è
inutile disturbarli. Sento che si è spento il filo luminoso
che
teneva in vita la ragazza da lui amata...
...fra poco
nulla potrà più separare Renamon e Impmon, ed io
è
meglio che scompaia come un’ombra. Himi seppur non me lo
confessi
aspetta che io scovi la Regina, per poterci finalmente amare senza
riserve: è inutile che indugi su ciò che ormai
è
perduto, debbo darmi da fare!” così riprese a
saltare...
Ma d’un tratto
Impmon sembrò scostare la volpe «Ma che cosa sto
facendo?!!»...«...Impmon!»
Il folletto
viola sembrava indignato «...sto approfittando di te
inondandoti
con il mio dolore, come ricompensa per l’interesse che hai
dimostrato. Se valessi davvero qualcosa ti avrei già
scacciato!
Conosco i tuoi sentimenti...
...benché
stenti a comprendere cosa mai li abbia fatti nascere.»
nascondendo il volto, ma lei tese la zampa «Ti prego, non
mandarmi via!»...«Basta, Renamon!! Ho fatto
già
sufficienti danni, e ho visto il focolare domestico dei miei domatori
andare in pezzi! Non voglio fare lo stesso con la famiglia che tu ti
sei costruita!! Imagomon...ti ha già lasciata ed
è stato
solo a causa mia. Avresti dovuto voltare le spalle ed
ignorarmi...quella notte di dieci anni fa...»
Ma Renamon si
alzò in piedi «Se l’avessi fatto...avrei
gettato via
una vita piena di ricordi meravigliosi!»...«Quali?!
Quelli
della mia furia, della mia malvagità?!» inveiva
con occhi
arrossati «Della mia lotta accanita contro tutti
voi?!»
«No!
Dell’amicizia e della...sconfinata lealtà, che ci
ha
aiutati a crescere, e a capire meglio noi stessi. E’ stato
solo
grazie al lungo cammino percorso insieme che io...
...ho imparato a distinguere l’amore. E ho scoperto per chi
desidero lottare. Impmon...» inchinandosi elegantemente
«...ti sono grata per avermi guidato in questo lungo viaggio,
ed
aver perdonato il mio...sentimento illusorio.»
Impmon
sgranò gli occhi, e Renamon affermò orgogliosa
«Io
voglio lottare per la mia famiglia!» con la luna a
incorniciare
la sua sagoma «E per il...perdono di mio marito...
...è lui
che amo in realtà...» aggiunse in un sussurro
«...e
chiedo alla luna che non sia troppo tardi...»
Impmon rimase
incantato nell’osservarla mentre, così elegante,
rivolgeva
alla luna le sue speranze, maturate lungo un cammino che li aveva
cambiati...(fine-canzone)
«Jeri,
rifletti ti
prego!» era l’esortazione di Hajime Katou ma sua
figlia
«Non c’è poi così tanto da
riflettere. La
situazione è abbastanza
evidente!»...«Qui stiamo
parlando di vite umane!!» esclamò l’uomo
picchiando
un pugno sul bancone, ma la ragazza seguitava a dargli le spalle e ad
illustrare «Tutto questo è irrilevante: un agente
di
polizia si fa forse scrupolo di ricorrere a rimedi estremi per arginare
l’operato di un criminale?...
...devi renderti conto
che per me è lo stesso, io agisco per la tutela del mondo
digitale: per riportare la giustizia...» accentando quella
parola
con una particolare intensità «...i sacrifici che
questa
missione comporta sono dati insignificanti, non posso degnarli di
alcuna considerazione.»...«Questa non sei
tu...»
mormorò l’uomo, destando un sussulto celato nella
figlia.
«Non posso
credere che tu sia cambiata fino a questo punto, fino a...non dare
più alcun valore alla vita!!» ma lei
ribatté
incisiva «Ti assicuro...che è per la vita che sto
operando!! Per preservare la sicurezza sulla terra e nel mondo
digitale...occorre estirpare alla radice la minaccia rappresentata da
Amnesyamon, la Digimon generata dalla fusione di IceDevimon...con la
mia maestra, la signora Asanuma.» incrociando le braccia in
una
posa decisa...
Nel frattempo costei,
assunte nuovamente sembianze umane, contemplava la casa dal tetto di un
palazzo «Esigo da te una spiegazione!!» ma
IceDevimon
accanto a lei replicava «Mettiti bene in testa che non sei
autorizzata a darmi ordini, non sono uno dei tuoi alunni!! Sono il tuo
Digimon, e mi devi rispettare!!»...«Li avevamo
quasi in
pugno!!» replicò con stizza la donna «Se
mi avessi
dato retta oggi ci saremmo liberati da uno dei più scomodi
elementi della squadra dei Digimon Tamers: non sai che Jeri Katou
diventa molto potente quando si fonde con il suo
Digimon?!»...«E allora attendiamo quel momento e
sfidiamoli
a duello...» ribatté cupamente la creatura, ma
l’insegnante insisteva «E invece era proprio questo
il
momento!! Ora quell’idiota non poteva accorrere in suo aiuto,
quando un avversario è disarmato è
l’istante
propizio per sferrare
l’offensiva...»...«Si vede che
sei un’incapace come domatrice di Digimon,
Nami!»...«Ihmf!!...
...e tu chi sei per parlare?
E’ fin troppo risaputo che non hai mai avuto in tutta la tua
desolante vita un umano che ti facesse da
domatore!»...«Questo non importa, io non assalgo
avversari
inermi: se sono arrivato a biodigievolvere...» spalancando le
sue
ali gelide nella notte «...è perché
aspiro da anni
a diventare un grande sovrano digitale, il mio obiettivo è
trionfare contro avversari forti, a seguito di duelli
estenuanti!»...«...tu andavi bene per Violetta,
IceDevimon...» sibilò la donna con un sorriso
ironico
«Ihmf! Che cosa vorresti
dire?!»...«Semplice...
...tu e lei
avete l’abitudine di non dire mai le cose chiaramente,
bensì di perdervi in una serie di lusinghieri giri di
parole:
dì piuttosto che ti facevano pena, lei e suo padre indifesi
sotto i nostri colpi! Hai imparato cos’è la
compassione,
IceDevimon...? Che disdetta, proprio ora che sei diventato il mio
Digimon.»...«Non ho intenzione di prolungare questa
conversazione, questa sera dici solo sciocchezze.»
liquidò
voltandole le spalle, ma lei incalzò «Sarebbero
sciocchezze, le mie?!...
...e invece sono
convinta che in un certo qual modo sei affascinato
dall’affetto
che può nutrire un padre nei confronti della figlia. Ma
rassegnati, perché tu non avrai mai figli!! Non vi
sarà
mai nessuna donna in grado di offrire amore a un essere come te, e
benché ti dispiaccia non vi sarà creatura sulla
quale
gettarti, per difenderla con paterno affetto come avrebbe fatto Hajime
Katou se avessimo atteso il suo arrivo!»...«Ora
basta!! Tu
vaneggi come una folle, e dovresti ricordare che non occorre
necessariamente amore per mettere al mondo figli!! Come avresti
concepito tua figlia, altrimenti?!»
La donna si
irrigidì, benché lo fissasse con un ambiguo
sguardo.
IceDevimon si scrollò le ali «Andiamocene, abbiamo
perso
tempo a sufficienza qui.» scomparendo in un portale gelido.
«Benché
tu ti ostini a negarlo...io seguito a credere in una tua debolezza ai
sentimenti, IceDevimon.» concluse Asanuma, seguendo il suo
alleato all’interno dello stesso portale.
Nascondendo sotto la
giacca la sua mano, che scivolava sul cuore, il padre di Jeri
avanzò calpestando i vetri infranti «Figlia mia,
cerchiamo
di ragionare...
...questo non è
un videogioco in cui puoi resettare la partita. Stiamo parlando della
realtà!»...«Ti assicuro che faccio molto
sul
serio.» replicò la ragazza, passeggiando e
sfiorando le
mensole del ristorante «La signora Asanuma a conti fatti mi
ha
dato l’insegnamento più importante, e
cioè che
è inutile farsi prendere dai rimorsi...
...il nemico
è sempre in agguato, e aspetta il tuo primo attimo di
esitazione
per colpire! Facevo bene a restare all’erta...da questo
momento
in poi non potranno più cogliermi
impreparata...»...«E’ un gioco
pericoloso!!»...«Non è un
gioco!» si volse di
scatto la giovane «Ma posso assicurarti che filerà
tutto
assolutamente liscio...se tu mi
aiuterai.»...«Io...?»
sgranò gli occhi il padre «...no, no...
...io non posso
essere tuo complice: tu vuoi attuare un piano di
distruzione!» ma
lei con sguardo infiammato esclamava «Ti ripeto che si tratta
di
una misura d’emergenza!!!...
...io sono una
Digimon Tamer, e il mio compito è riportare
l’equilibrio
fra i due mondi, a qualsiasi costo: a tale scopo ogni presenza malvagia
e incline alla violenza dev’essere cancellata senza alcuno
scrupolo...» mostrando con orgoglio il suo Digivice, ma il
padre
lo scostava «Basta, ti prego! Con le tue parole mi stai
facendo
sentir male...»...«...proprio tu che mi esortavi
sempre a
perseguire il mio interesse?!» afferrandogli il braccio e
scuotendolo «Papà, andiamo!! Non è il
caso di farsi
venire un malore per una stupidaggine! Insieme abbiamo affrontato
situazioni ben peggiori, ora...
...non si tratta
che di convincere il mio Digimon, egli si è fatto cogliere
da
stupidi rimorsi ma tu dovrai far leva sulla sua sensibilità.
Beelzemon...dammi retta...»
...spiegava dandogli le spalle, mentre lui la fissava sconvolto...
«...è ottenebrato dal senso di colpa per aver
ucciso
Leomon, il mio primo Digimon...io sono il suo punto debole, non
può resistere al pensiero che possa correre qualche
rischio.» volgendosi, come volesse attraversare il padre con
il
suo sguardo penetrante «E tu, papà...dovrai fargli
un
quadro agghiacciante di questa sera, ancor più terribile di
questa distruzione che ci circonda! Dovrai dirgli...di avermi trovata
in fin di vita, ferita e sanguinante, mentre invano invocavo il suo
nome! Tu dovrai...
...stritolare lentamente il suo animo per mezzo del senso di colpa di
modo che non mi lascerà più, mai
più!!...in questo
modo...
...assoggetterà ogni singola goccia della sua potenza al mio
servizio, e una volta che potrò gestire appieno il suo
potere
non ci sarà speranza per Amnesyamon! E poi...
...sarà il turno di Violetta!» scrollandosi i
capelli con
gesto sciolto «...ho saputo che brama i miei servigi,
evidentemente riconosce il mio valore come domatrice di Digimon.
Uhm!» in un sorriso ironico «...vorrà
dire che
andrò da lei, ma non per mettermi ai suoi ordini
bensì
per eliminarla.»
Sembrava gustare
ogni singola parola di quel progetto
«...cancellerò la
nuova nemica dei Digimon, così nessuno dei miei compagni
potrà astenersi dal riconoscere il mio contributo. Sono
curiosa... a quanto ammonterà il giacimento di potenza di
cui
Violetta si è impossessata? Si narra che quegli
artefatti...conferiscano un potere senza
limiti...»...«Un
attimo! Di cosa parli?! Jeri!»...«...te lo spiego
immediatamente papà...
...il progetto
di Violetta è limitato, lei mira solo a distruggere ogni
forma
di vita ignorando il vasto potenziale di Digiworld! Questo dettaglio a
me non è sfuggito...» assottigliando lo sguardo,
in un
bagliore astuto «Sono furba...ho imparato a scovare sempre
l’opportunità, sarei una perfetta imprenditrice ma
la
crisi economica della terra mi chiude le porte: nessun problema, quando
si aprono quelle del mondo digitale...
...le sue lande
sono sconfinate, esattamente come la sua vasta energia, il grande
errore dei terrestri è stato solo quello di farlo passare di
moda troppo in fretta...
...ma grazie a
me...» spalancando le braccia «...Digiworld
potrebbe
ritornare alla gloria di un tempo! Se sconfiggerò Violetta
da
sola la mia fama echeggerà in tutto il regno,
potrò
assumere la guida di ogni singolo domatore terrestre! Una nuova
generazione scalpita sotto l’ipocrisia di chi crede i Digimon
una
specie sepolta...
...ti rendi
conto che formando un esercito potremmo assoggettare l’intero
universo?! Io potrei essere...(canzone: Laura
Pausini - Every little thing you do)
...la prima
imperatrice digitale nella storia, potrei guidare
l’espansione di
Digiworld grazie alla mia furia bellicosa! Di sicuro...conquistando
ogni pianeta riacquisteremmo i colori perduti...
...e in questo
modo il regno dei Digimon vivrebbe per sempre!! Oltre il tempo e le
mode!!»...«MA COSA STAI DICENDO?!...
...non ti rendi
conto di come parli? Tu sei una semplice ragazza della terra, tutto
questo è fantasia...» avanzava l’uomo a
passo
affaticato, aggrappandosi al braccio della figlia «Questa non
sei
tu...
...mi fa paura
sentirti disporre di popoli e creature unicamente come se fossero dati!
Questo era il...medesimo linguaggio dell’essere che ti aveva
rapita...
...mi spaventa,
mi sembra di avere di fronte uno di quegli agenti col tuo
aspetto.»...«Ah, ma ancora non realizzi,
papà?!» esclamò la giovane con occhi
stravolti
«...sei come tutti gli altri...
...io non sono un agente del D-Reaper!...
...questa sono
io...quella che vedi non è altri che tua
figlia!!»...«No, no...» faceva
l’uomo,
massaggiandosi il cuore «Sì!!...
...è tua
figlia cresciuta, maturata dalla vita...» scandì
Jeri
avvicinandosi in modo minaccioso «...è inutile
scaricare
su creature aliene la colpa del nostro operato: vuoi farmi credere che
non realizzi di esser tu, l’artefice di quella che sono, di
quella che vedi?!...guardami...
...tu mi
hai sempre esortato a essere forte, a sapermela cavare! Volevi che
badassi sia a me che a te e io l’ho
fatto!»...«A-Ahhh...lasciami il
braccio...» ma lei lo
stringeva con forza, fissandolo in modo insano «...con il mio
piano ti sto fornendo un’occasione d’oro,
è molto
più di quanto avremmo mai ottenuto se mi fossi sposata con
Mako,
come tu pianificavi! Se mi assecondi molto presto potrai sedere su un
trono prestigioso, come padre di colei che comanda i domatori di
Digimon! Pensa che non dovrai più lavorare in vita tua!...
...questo
posto...» guardandosi attorno «...lo lasceremo per
non
tornare mai più, ci alzeremo in volo per raggiungere la
vetta
del palazzo reale!...
...il mio amico Kazu
governerebbe senza un minimo di polso: lui non è mai
cresciuto...solo io che sono diventata adulta so cosa occorre davvero
per i Digimon, e cioè...potenza sconfinata! Devono dominare
l’universo, in questo modo nessuno potrà strappar
loro lo
scettro e l’unica che può rappresentarli sono io,
io! Jeri
Katou! Io sono stata estromessa tanti anni fa, ma questo mi ha aperto
gli occhi!...
...soltanto avendo
provato un simile dolore in loro assenza ho scoperto che senza i
Digimon non possiamo vivere! Ma l’eternità
dobbiamo
graffiarcela con i nostri artigli, e a questo punto ti chiedo...
...sei disposto ad
aiutarmi, papà? Perché in caso contrario la tua
presenza
non sarebbe più necessaria...non ho il tempo per
preoccuparmi di
come, e dove vivi! Si dice che a un certo punto i figli prendono la
loro strada...»
Il padre respirava affannosamente «...t-ti prego basta!...
...sto male,
Jeri!!!»...«...sei un bugiardo, tu fai solo la
commedia!!!»...«N-No,
io...!»...«SI! Tu vuoi
manovrarmi, come hai fatto finora!!!» strillò con
occhi
ricolmi di furia «Ma ormai non puoi fare più
niente,
né tu né nessun altro può fermarmi!!!
Gente come
te...
...o come
Beelzemon...esiste ormai al solo e unico scopo di servirmi!!! Voi
dovete ripagarmi di tutte le sofferenze che mi avete inflitto nel corso
degli anni...»
«Ahhh!...vuoi dire che tu...
...che tu mi...odi...figlia mia?» chiese quel padre
aggrappandosi
a lei con occhi umidi di supplica, ma lei lo scostò con
rabbia
«Quanto ci voleva perché te ne accorgessi?!...
...SI, TI ODIO, TI ODIO COME LUI!!!...
...vi odio
entrambi perché in modo diverso mi avete rovinato la vita!!!
Lui
ha consumato il mio sogno di avere un Digimon, mentre tu mi hai rubato
la speranza di essere una ragazza felice, ed una figlia
amata!!!»...«M-Ma io...
...io ti...amo,
Jeri, io ti...am...»...«E’ troppo tardi
ormai...» scandì la ragazza voltandogli le spalle,
mentre
l’uomo si piegava in ginocchio per il dolore.
Ma lei non se ne
accorgeva e fissava a terra «Si arriva a un punto da cui non
si
torna indietro...
...hai
avuto la tua occasione, ma l’hai sprecata
papà!!»
alzando occhi pieni di lacrime «Adesso nessuno
potrà
più restituirmi le tue carezze sfuggite alla crescita,
così come nessuno potrà restituirti il mio amore,
mi
spiace!!...
...è finita,
non vi è un’altra possibilità!!
Oh?!»
Ma qualcosa tintinnò a terra...
Jeri si chinò
«...il mio fermaglio? Leomon...» e fissare quel
leone
argenteo tra le mani sospese i suoi pensieri «...ancora
un’altra volta...» senza accorgersi che suo padre,
alle sue
spalle, boccheggiava a terra «Leomon, amico mio, sei giunto
per
fermarmi? Come quella volta, quando Cindermon stava per...cadere dal
precipizio!» pronunciò con voce rotta dal pianto,
ma a
quel pensiero le aprì gli occhi «...come quella
volta...
...oh no,
l’ho fatto ancora, non può essere!!...»
premendosi
la fronte con dolore «...ma che cosa sto
dicendo...?»
sussurrò «...questa non sono io, sono tutte
follie!
Io...n-non volevo...
...papà
ti prego scusami, non dare ascolto a ciò
che...!!!» ma
quando si volse...
...lo
trovò a terra, accasciato tra il vino e i vetri infranti
«Papà!!! NOOO!!!» gettandosi su di lui
«Papà, non penso una parola di quello che ho
detto!!
Svegliati, ti prego!!» scuotendo l’uomo inerte
«Non
può essere!...
...NON
PUO’ESSEREEEEEEE» gridò al culmine della
disperazione (fine-canzone)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 41 *** I risultati delle analisi ***
puntataDT2
Quando Alice fece ritorno alla villa, le danze erano nel pieno dei loro
fulgore ma la ragazza sembrava assorta fra i suoi pensieri, e non
accorgersi dello scenario circostanze “Forse ho fatto male a
lasciare andare Nakao, però quel padre e quel figlio mi
hanno
fatto pena! Cosa ne sarà di noi?...
...siamo
come queste sagome danzanti: maschere vuote, che volteggiano su una
pista immaginaria, girando sempre in tondo senza raggiungere mai una
meta. Che sera malinconica...
...oh?!”
Ma improvvisamente le sembrò di notare qualcuno fra i
danzatori.
In effetti vi
era un uomo dalla mascherina bianca che ballava agilmente con una
giovane in abiti felini, ma entrambi si confusero presto fra i
vorticosi volteggi.
«...devo essermi
sbagliata.» si stropicciò gli occhi la ragazza,
accennando
un sorriso «Ho riferito a Nakao di non aver riportato danni
agli
occhi a suo tempo, ma non ne sono poi così
sicura.» e si
stava avviando lungo le scale quando un bambino le venne incontro
«Tu sei Alice?» al che si chinò
incuriosita
«...e tu chi sei, piccolino? Come fai a sapere il mio
nome...?»
(nel
frattempo, tra gli invitati si diceva «Guardate quei due!
Sono di
sicuro i più leggeri della pista, sembrano due
spiriti!»...«Quella ragazza vestita da gatto! Ma
non
ricorda forse la vittima di quel terribile
omicidio?»...«Oh, ma sei ubriaca cara! E’
meglio che
tu vada a sederti.»)
Il bambino aveva
in mano un gattino grigio come la sua mascherina, e d’un
tratto
Alice ebbe un sussulto “Avverto la presenza di un Digimon!
Ma...
...non si tratta del gatto...è il bambino!!!”
Il piccolo si
sfilò la maschera e le sorrise, lasciandola senza fiato
«...tu sei Gravemon...» sicché
indietreggiò
attonita, rischiando di inciampare sui gradini ma vi fu qualcuno che la
sostenne alle spalle. Nel frattempo dalle scale discese Gelsomon
«Non devi aver paura Alice.» con le sue amiche
LadyMeramon
«Loro vogliono parlare con noi!» e PinkMonzaemon
«Vogliono che li aiutiamo, lo ha detto il marito di
LadyMeramon!»
«Il
marito di LadyMeramon?!» sussultò Alice
«Ma questo
vuol dire che loro sono spi...ri...ti?» ma quando si fu
voltata,
i suoi respiri si bloccarono alla vista di colui che l’aveva
sorretta: l’uomo dalla mascherina bianca...
...che con
i suoi occhi neri sembrava tuffarsi e nuotare nei suoi azzurri. Alice
era a bocca aperta, ansimava senza proferire parola.
Gravemon
accarezzava il piccolo Scratchino, Gelsomon con le altre guardavano con
tenerezza la ragazza...
Anche Iasugnumon
si era ritirata a prendere una bibita, ma seguiva con attenzione i
movimenti del suo amico affinché tutto andasse bene.
Alice scuoteva il capo
incredula «...non...voglio illudermi...»
sfiorandosi il
collo e deglutendo, per poi fissarlo con occhi supplichevoli
«Sei
davvero tu...?»
«Alice, io...»
disse l’uomo dai riccioli e il cappello bianco. Ma in quel
momento furono colti dal timore poiché videro che la festa
si
era fermata, e gli invitati li guardavano con sospetto
(«...quella gente ha qualcosa di
strano...»...«...sembrano confabulare in modo
sospetto!»...«...appaiono e scompaiono in modo
inquietante,
e se fosse vero che la villa è infestata?»)
Gelsomon si volse verso le
amiche «Oh no ragazze, che si fa?» ma Refrainmon
disse
«Presto Alice, non c’è tempo da perdere,
dobbiamo
confondere le acque! Gettiamoci fra le
danze...»...«Ma...!» provò a
obiettare la
ragazza, e lui «Ti prego!...
...parleremo nel sottofondo
musicale...» offrendole la sua mano dal guanto bianco, e
raccogliendo come un cavaliere quella di lei che era l’unica
a
non indossare la maschera.
(canzone: Anastacia
- Lifeline)
...a poco a poco, il
movimento danzante tornò ad avvolgere il tetro e suggestivo
salone della villa...
«Mi sono forse
addormentata, e sto sognando...?» era il sussurro di Alice.
Ma
lui rispondeva «Forse noi non ci siamo mai addormentati. E
quando
lo faremo, ancora non lo sappiamo.»...«...allora
è
vero...» mormorò la ragazza «...sei
tu...»
...attorno al giovane
dal cappello bianco volteggiarono impercettibili luci blu e rosse, e le
loro sfumature si specchiarono negli occhi commossi di Alice
«...quanto tempo...»
«Il tempo è qualcosa di indefinibile, Alice...
...all’epoca eri poco
più di una bambina, ma poi capirlo meglio ora che anche tu
sei
cresciuta.»...«I-Io...non so se...ciò
che ho fatto
io si possa definire crescere!»
«...allora
chiamiamolo “aspettare”.»
pronunciò
quell’uomo dalla voce dolce.
Iasugnumon
sorrideva sollevata nell’osservarli, e degustava la sua
bibita.
Luci blu e rosse
iniziarono a mescolarsi in tutta la sala, per creare la giusta
atmosfera grazie alla lampada roteante, che in questo modo mimetizzava
le scie lasciate da Refrainmon.
Alice
rifletté su quella parola
«...aspettare...» in un
sussurro che le rievocò quella stessa sfumatura luminosa: un
giorno, presso un ponte cittadino, un Doberman digitale si era
smaterializzato tra le lacrime rassegnate della sua bionda padroncina...
...quelle stesse
lacrime ora rigavano il volto della giovane che indossava un semplice
giubbino jeans sulla sua camicia da notte bianca, ma benché
il
suo costume fosse il meno pomposo della festa riusciva ugualmente ad
attrarre gli sguardi, nel suo agile volteggiare guidato dalla solida
stretta dell’uomo «E’ dunque
stato...tutto un
errore?» chiese lei, ma Refrainmon rispose «Forse
non
è così! Ci è stata affidata una
missione...»...«...una
missione...?»...«...hai
visto quel bambino, il piccolo Gravemon?» domandò
Refrainmon, aggiungendo «Guardianmon, il custode dei cancelli
digitali divenuto anche lui spirito ha chiesto a me e Iasugnumon di
recuperare i suoi dati trafugati. Metà di essi avevano dato
vita
alla digievoluzione del bambino...
...gli altri
sono ancora nelle mani del nemico. Alice...la battaglia non
è
ancora finita: Digiworld e la terra sono di nuovo in
pericolo.» e
lei, saldamente aggrappata a quella giacca bianca, chiese
«Possiamo fare...ancora
qualcosa?»...«Forse...come ci
siamo riusciti una volta, possiamo di nuovo unire le forze e aiutare
gli altri Digimon Tamers: si preannuncia imminente...
...uno scontro
che coinvolgerà tutti i partecipanti, di qualsiasi piano
dimensionale! Soltanto alla fine...si potrà
riposare.»
Lo sguardo della
giovane cercava di oltrepassare la maschera per esplorare quegli occhi
neri.
Lui ad un
tratto chiese, con voce più insicura ed emotiva
«...posso
chiederti...come stai?»
«...non ti
so rispondere, ho vagato tanto! Sono andata in cerca di qualcosa...che
io stessa ignoro.»...«...il nostro destino sembra
unirci
ancora dunque...amica mia...»
Alice
abbassò la voce, stringendolo più forte
«...a
volte, sai...? Mi è sembrato di scorgere, tra gli angoli
più oscuri del mio vagare...la tua sagoma sfuggente che ben
conoscevo, vegliare su di me!»...«Forse non
è stato
un sogno...? Chi può
dirlo...»...«D-Dobermon,
io...!...
...per la
prima volta riesco a vedere il tuo volto, anche se in parte nascosto.
Però c’è uno spicchio del mio cuore che
più
non batte...in cui mi sembra di averlo sempre custodito.
Io...ti...riconosco...»...«...
...tu invece sei sempre la stessa: su di te il tempo non passa...
...bella...come un cristallo incorrotto...»
(la gente
mormorava «Guardateli! Devono essere di sicuro i defunti
padroni
della villa!»...«Si narra che siano morti
assieme...e che
il loro amore fosse immenso!»)
«...che
cosa dice la gente di noi...?» domandò Alice con
tono
innocente, e lui le carezzò il viso
«Può dire
ciò che ritiene più vero, e assegnarci qualunque
volto.
Ma forse ogni risposta è giusta quando è
l’amore a
suggerirla...
...al di là del tempo, e delle ingiustizie...»
Le
loro labbra erano così vicine...sotto lo sguardo di
tenerezza di
Gravemon, e delle tre Digimon...
...ma un bacio sembrò ostacolato dalla consistenza di lui,
che
per un attimo tremolò e sembrò sfumare in scie
rosse e
blu «Che succede...?» domandò la
ragazza, ma lui
rispose «Forse è la nostra natura che ci impedisce
di
raggiungerci: siamo sospesi, Alice! Né in una vita
né in
un’altra...»...«Questo vuol dire che...
...non potremmo mai ritrovarci completamente...?»
pronunciò come si narra di una fitta nel proprio cuore. Ma
lui
rispose «Forse alla fine. Forse quando tutto sarà
appianato, una scia unica riunirà tante anime disperse. Per
il
momento...accontentiamoci di danzare e di regalare un sogno a questa
gente...e a noi...
...piccola mia.»...«...d’accordo...
...che sia
un sogno, allora...del resto quando, se non a mezzanotte...»
ammise la ragazza con una punta di tristezza, volteggiando con ancor
più passione. Mentre per Gelsomon e Gravemon vi era un
po’
di delusione per com’era andata a finire, come per
LadyMeramon e
PinkMonzaemon.
Gli
invitati invece dicevano «Guardate...poi alla fine non si
sono
baciati.»...«Si racconta che siano imbrigliati su
piani
temporali differenti. Ma che non smettano mai di
rincorrersi...»...«Non so voi...
...ma a me
sembra di scorgere un cane e una bambina, talvolta, sostituirsi a
loro...»...«Dev’essere che siamo proprio
ubriachi...»...«Concordo! Del resto è
mezzanotte...che serata folle.»
Ma sui rintocchi
dell’orologio, i piani della vita si intrecciavano. E come al
ritmo di un cuore pulsante, a tratti vi era la bambina con il Digimon...
...a
tratti la bella bionda, e il cavaliere in guanti bianchi. Era identico
solo lo sguardo...(fine-canzone)
Le sirene echeggiavano insistenti.
E c’era
una ragazza seduta su una panca, nel corridoio del Pronto Soccorso
(canzone: Steps
- Why)
Dai suoi occhi
versava lacrime sconsolate «Perché non mi fanno
sapere
niente...?!»
La sua era una rassegnazione di infinita tristezza...
...e i suoi
ricordi una pellicola senza interruzione. Si rivedeva bambina, quando
il padre le confessava l’amara verità sul destino
di sua
madre.
E poi
quell’uomo impegnato nell’impresa più
dura, fare da
padre e da madre a una bambina piccola...
...quasi
più dura di affrontare a viso aperto una massa rossastra e
minacciosa, e gridarle di restituirgli la figlia rapita.
Per poi rivedersi adulta...a confabulare con lui come due complici...
...e a ricercare
la sua mano, nel fondo di una febbre per il timore di perdere
l’amore.
Una vita intera,
quando un’infermiera la chiamò
«E’ lei la
signorina Jeri?»
Si alzò di scatto «Sì, sono io!!...
...infermiera la
prego, mi dica come sta mio padre!»...«...la sta
chiamando...
...dev’essere pacata, signorina. Suo padre ha avuto...un
infarto,
e ora è molto grave.»
Lacrime rigavano il bel viso della giovane...
...e
quando a passo esitante si fece all’interno della stanza,
quegli
occhi infossati e stanchi ancora la cercavano. E il grido oltre la
maschera dell’ossigeno era lo stesso
«...Jeee...ri...»
...lo
stesso con cui inveiva contro il D-Reaper, ora soffocato dalla vita...
«Sono qui papà...
...ti prego perdonami, io non volevo!» si gettò su
di lui,
afferrandogli la mano «...io...non...
...potrò più...proteggerti, mi
dispiace.»
Quelle parole la lasciarono sconvolta.
«Purtroppo
è arrivato il momento...in cui dovrai cavartela da
sola...»...«...nooo!!...
...papà non puoi lasciarmi! Non voglio veder sparire anche
te!!...
...prima la mamma...
...poi
Leomon...e ora tu?! Tutti mi lasciano, tutti!! Se vai via che ne
sarà di me...?»
«Io non sono
stato...un buon...padre...» ma lei alzò il suo
occhi
disperati «...non dire così papà, non
dovevi
ascoltare le mie parole!! Io ero sconvolta!! Tutto quello che mi
è successo mi ha...
...destabilizzata, io ti voglio bene!! Io non ti voglio
perdere!»...«...
...anch’io...sappi che...ti ho sempre amata, e quando la tua
vita...
...tornò
alla normalità io avrei voluto...davvero...essere
più
dolce con te. Avevo tanti propositi...
...ma sono un
uomo che ha fallito. Ad alcuni capita...e purtroppo...sei stata tu a
farne le spese ma ora non devi arrenderti!...
...devi
continuare a lottare ma non per quegli scopi che abbiamo inseguito.
Né per le mete...che ti affascinano tanto...»
Jeri sembrava provare paura nell’udire quei discorsi...
«...tu devi lottare per la tua vita...
...per la tua felicità! Perché sia una storia...
...d’amore...
...non farti rapire...dalle tenebre,
Jeri.»...«...come
farò?...» chiese con voce rotta dal pianto, e lui
accennò con occhi ormai spenti «...cerca...il
tuo...
...Di...gi...mon, chiedi aiuto a lui, quella creatura...
...!!...t-ti vuole
bene!»...«Papà!!»...«...e
adesso
è l’unico...che può
proteggerti!»....«Papà,
NOOO!!!»...«Perdonami...
...figlia mia...per esser stato proprio io...
...fra quelli...che falliscono. E che sprecano il tempo
necessario...per rimediare: tu non fare altrettanto,
sei...!!...ancora...in tempo, io ti sarò vicino...
...sem...pre...io e tua madre veglieremo sempre su di te...
...addio figlia mia...e guarda sempre avanti...
...v-verso la luce...del
giorno...»...«PAPAAAAAA!!!...
...perché?!...PERCHEEE’?!!!»...«...era...de...
...sti...no...»
Dopodiché un suono lungo, elettronico e uniforme.
E lo sguardo sconvolto della giovane «Perché anche
tu
quella parola?!» per poi scuotere il capo in
un’esplosione
di tristezza «No, non è giusto!! Perché
la vita
porta via ogni affetto?! Perché?!!...
...è stata colpa mia! Papà non lasciarmi
sola!!»
«Signorina...mi dispiace.» disse
l’infermiera che
sfilò la mascherina dell’ossigeno «No,
non posso
crederci!! Mio padre non può essere morto! Lui...
...era un uomo forte! Non aveva paura di niente!!» e ancora
tendeva la mano e lo chiamava, come se avesse potuto risvegliarlo
«Papà!!...
...papà!!...torna da me, ti prego!...mi sento...
...come una bambina, non ho l’orientamento! Ti prego
papà
risvegliati, papà!!...
...papààà!!» tra i
singhiozzi, mentre
stringeva quel fermaglio argentato «Come farò
adesso a
vivere con questo senso di colpa?!...c-chi mi aiuterà a
lottare
contro l’ombra...
...d-di averti ucciso, papà! Papà...» e
si
appoggiava all’armadio, come chi sente che per lui non
c’è più alcuna speranza...(fine-canzone)
«...auhf, io
vorrei sapere che ci faccio qui. A quest’ora poi! Quella poca
gente che mi vede...pensa che io sia una pazza mascherata...»
Un paio di
calzari rossi solcava il terreno di un parco, mentre la brezza della
notte sollevava quei petali rosa soffiati dagli alberi.
«Del resto
che ci posso fare?! Dall’ospedale mi hanno...cacciata via a
calci, e al panificio...brrr, io non ci torno: non ho il coraggio!
Così sono venuta qui. Forse...chissà:
è
perché voglio rievocare ricordi? Mah...» (canzone:
Taylor
Swift - Back to December (acoustic) )
“Chi sei...?
Sei stata tu a salvarmi...?”
“Io sono Cindermon. Sono il tuo nuovo Digimon.”
“...!! Che
cosa?!”
«Sembra
passata un’eternità da allora! Eppure non
è
così tanto tempo...guarda un po’ qua?
L’estate
è alle porte...
...ma
tutto quello che ci è successo...assomiglia a un vortice,
tanto
che non siamo già più gli stessi di allora!
Quanti
ricordi, in fondo, in...
...una
manciata di giorni. I nostri mondi, le nostre famiglie, i nostri
amici...tutto è stato completamente sovvertito
dall’uragano di noi due, che quella notte...sembravamo
così incompatibili!»
“Se credevi di arpionarmi in non so quale modo e
per non so quale scopo allestendo tutto questo beh
hai sbagliato persona, hai sbagliato indirizzo e hai sbagliato a
venire.”
“Senti! -hai sbagliato, hai sbagliato, hai sbagliato- insomma
chi
cavolo ti credi di essere
ragazzino?!”
«...le
nostre litigate sembrano echeggiare ancora come fantasmi, in questo
parco pieno di ricordi...» affermava Cindermon smarrendo
nella
notte uno sguardo di tenerezza «Avessimo saputo che in quel
momento eravamo alle porte di un fuoco d’artificio di
avventure...
...e adesso come si suol dire, indietro non si può
tornare.»
“Ti amo tanto...
...ti amo con tutto il mio cuore Takato...e non avrei potuto permettere
che ti accadesse qualcosa...
Mi sono innamorata di te...forse dal primo giorno. Soltanto regredendo
potevo trovare il coraggio di confessartelo, la sincerità
dei
bambini...va al di là di qualsiasi paura. Sei il ragazzo
più bello che abbia mai visto...nella mia giovane vita
digitale...”
...e anche Takato,
dalla sua stanza d’ospedale, quella sera non riusciva a
dormire e
ripensava con tenerezza alla voce infantile di quel Digimon neonatale
che gli confessava amore...
Le sue mani
raggiungevano spontanee quel Digivice dalla foglia dorata, apparso per
magia una notte in cui tutte le speranze sembravano essere sfumate. Il
ragazzo lo sfiorò con le dita eleganti che gli aveva donato
la
crescita...
«Chi
l’avrebbe mai detto...che il destino mi avrebbe mandato te.
Chi
l’avrebbe mai pensato? Stavolta non c’entro
niente!»
disse scherzoso «Io non ti ho disegnata!...
...ma devo fare i complimenti a chi l’ha fatto per me.
Cindermon...!...
...uhmuhm! Siamo
diventati lo scoop dei Digimon Tamers: i miei compagni vorrebbero che
fra me e te scoccasse una scintilla...altro che digitale!»
Il pensiero
sembrava suscitargli un sorriso...che poco dopo scivolò in
una
più seria premura, in un sospiro profondo ed in una mano
passata
tra i suoi morbidi capelli...
...mentre
la Digimon col ciuffo rosso guardava malinconicamente la luna, sfiorata
dai petali «Forse è perché voglio
ritrovarti
bambino...che sono venuta in questo parco. Questo luogo è un
po’ come un sito Internet, su cui giacciono indisturbate le
vecchie puntate di una serie. Basta un click...per rivivere quelle
emozioni...
...dove sei, Takato...?
Dov’è il tuo spirito, assieme a quello del tuo
Digimon?
Questa sera ho bisogno...di ritrovarlo tutto: sarà la mia
iniezione di dati per andare avanti...e radunare tutte le forze per
proteggerti! Oh?»
Così fu davanti a quel vecchio scivolo squamato a
mo’ di
schiena di drago.
«...qua era dove venivi a giocare a carte coi tuoi
amici...» disse la ragazza digitale sporgendosi un poco verso
l’interno dello scivolo, nel quale si intravedeva una sagoma
«...c’è qualcuno...
...pare quasi mi stia aspettando: un attimo...non sarà forse
un
Digimon che mi attende al varco? Meglio stare cauti...»
sicché avanzava a pugni chiusi e sulle difensive...
...ma la figura presso lo scivolo venne fuori incuriosita, lasciando
che i raggi di luna illuminassero il suo volto, per metà
composto di diamanti.
Quando si
videro, per entrambe fu un immenso stupore
«Cind!»...«...
...DIAMON...?!...
...non posso crederci...
...sorellina,
c-che diavolo ci fai tu QUI?!!»...«Sono venuta
sulla
terra!...
...il
papà di Kazu è morto. E così io e lui
siamo
tornati, e per un pelo siamo riusciti a fargli l’ultimo
saluto!>...«...mi dispiace, è
terribile...»
mormorò Cindermon addentrandosi nello scivolo
«...e
così ora non siete a
palazzo.»...«Papà mi ha
autorizzata ad andare: io volevo tanto conoscere la terra, Cind! Ma
tu...dimmi sorellina, come stai...? Ti ho cercata dappertutto! Che ci
fai qui a quest’ora?»
«...io...beh ma potrei farti la stessa domanda...»
replicò assorta la Digimon, al che Diamon rivelò
«Kazu è a parlare con la polizia...così
io ne ho
approfittato per venir qui. Nei luoghi della sua
infanzia.»...«...così anche
tu...»...«Come? Anche tu???»
Le due Digimon
si guardarono...Cindermon fece un sorriso affettuoso «Si vede
che
siamo proprio sorelle.»...«Dai,
sediamoci!» le prese
le mani Diamon «Molto volentieri!» fece Cindermon...
...e presero
posto all’interno dello scivolo. Diamon si sporgeva verso
l’apertura «Vista da qua dentro...la notte fa tutto
un
altro effetto, no?»...«Sembra più
magica!»...«Uhm! Guarda Cind, arriva
qualcuno!»...«Oh mamma! Un Digimon?! Un
nemico?!»...«Nooo...
...pfff,
ahahahah! Cioè sì: è un Digimon, tanto
per
cominciare!»
Si udì una voce nasale nel parco «...quanto...ho...
...MANGIATO!»
Al che Diamon
fece un fischio, specificando poi «Sentito? Me l’ha
insegnato Kazu...» e Cindermon «Grande!»
Yuki si
affacciò dunque allo scivolo «Ragazze? Ma che ci
fate
qui?» e le sorelle in coro «POTREMMO FARTI LA
STESSA
DOMANDA!»...«Ehmmm...piccolo problema
domestico!»
replicò la robusta biondina «Bagno rotto, unica
speranza...i WC pubblici del parco, pfff!!! Ma tu Diamon non dovresti
essere a Digiworld, scusa?»
La ragazza
di diamante sorrise «...Yuki? Dai, vieni dentro,
così ti
racconto questa lunga storia!»...«Se ci passo, eh?!
Qui
l’apertura è piccola
piccola...aiuuuutoooo...»
«Oddio,
Diamon!» fece Cindermon, e la sorella «Il crollo
dello
scivolooo! Si salvi chi
puòòòòòòòòò!»
seguite da Yuki «Uhmuhmuhmmm!...
...spiritooose...» (fine-canzone)
Poco più tardi,
il tempo necessario per l’aggiornamento dei fatti...
«Cavoli Diamon,
mi dispiace tantissimo per quello che è successo! Non appena
lo
dirò a Kenta anche lui ci rimarrà male: il mio
maritino
mostra di avere il dente avvelenato contro tutti i genitori...ma io in
realtà so che lui non desidera che il chiarimento delle
incomprensioni.»...«Buahf! Si è messo
per una
strada!» commentò Cindermon, e Yuki
«Comunque
è fiiiga questa cosa della riunione sotto lo scivolo! Questo
era
il quartier generale di Kenta, Takato e Kazu...e questa sera ospita la
riunione delle loro Digimon!»...«Oh yes!»
fece la
rossa, ma Diamon «No no, one sec! Io non sono la Digimon di
Kazu,
sono semplicemente sua moglie: lui ha Guardromon già come
Digimon...» Yuki afferrò «Giusto, mi
correggo!
Allora la riunione delle loro partner! Uhm!» e per Diamon un
sorrisone «Braaaaaava, questa mi piace senz’altro
di
più!» ma non altrettanto per Cindermon
«E-Eeeehm,
n-no scusate u-un istante io non so-»
...ma non la
lasciavano parlare («Guarda che luna, amica
mia!»...«Hai ragione Yuki, è bellissima!
A
proposito, come va la tua gravidanza?»...«Benone:
da quando
sono incinta mangio ancora di più! Secondo me noi ci
ritroveremo
sul lastrico per colpa della mia fame!»)
«Ra-Ragazze! Io
non sono la pa-la partner di Takato, io e lui non stiam-»
(«Ma lo sai che ho iniziato anch’io...? Mi sono
ripulita
tutta casa di mio marito!» e Yuki «Intendi dire che
hai
fatto le pulizie oppure...che hai fatto razzia di cibo?
Uhmuhmuhm!») «...io e lui non...
...stiaaaaaamo
insieme! Ma tanto voi non mi sentite!» calò le
braccia
scoraggiata la rossa, ma Yuki ribatté «Guarda che
ti
sentiamo benissimo ma non capiamo cosa vuoi: chi pretendi che ci venga
sotto questo scivolo, Jeri per caso? Pffff, ma va, va!...
...quella non ci
verrà mai, e chi lo rappresenta Takato a questo
punto?»...«Giusto!» fece Diamon
aggiungendo «Ed
è brutto che uno dei tre domatori non sia
rappresentato!»
Cindermon ancora più scoraggiata «Non
capiiiiiite...
...ohi guardate che Jeri
è incint-» ma Yuki troncò il discorso
«Sorry!
Io devo proprio andare: scusate ma altrimenti il mio Kentino si
preoccupa! So com’è fatto, non vorrei che pensasse
che
fossi caduta nel water. Beh, che dovrebb’essere, un water
grosso
così??? Ohi...! Ciao bella.» salutando Cindermon,
con un
pizzicotto sulla guancia «E rifletti su quello che ti ho
detto:
dai retta a me, quella si dà fra pochi giorni, e il tuo
domatore
resterà solo con un piolo! Se fossi in te io comincerei a
farmi
sotto! Bella Diamon...»...«Ohi! Tanto ci
vediamo.»...«Altroché, da Takato in
ospedale! Ohi ma
tu e Kazu venite a casa nostra qualche
volta!»...«Così facciamo a gara a chi
sgraffigna di
più.»...«Eh no eh giù le
mani, a casa mia la
regina del cibo sono io!» e così via...Cindermon
le
osservava chiacchierare a metà fra il divertimento e
l’imbarazzo, fino a che Yuki non fece
«Ciaooooooooo!»
trasformandosi in MarineAngemon, e sfrecciando verso casa in una scia
di luce.
Diamon si rimise
a sedere «Scusa: ti abbiamo offesa con i nostri
scherzi?»...«Eh? Ma no,
tutt’altro...»
mugolò la rossa «Solo che la mia è una
situazione
complicata! Credimi sorellina, ero venuta qui a parco proprio per
riflettere...»...«E noi ti abbiamo fatto casino.
Uhmuhmuhm!»...«Ah...
...ma dai,
lascia stare: sono contenta di non essere sola.» prendendole
la
mano con l’anello nuziale, mentre Diamon affermava
«E
ricordati che non lo sarai mai. Anche Mari dice quelle cose solo per il
tuo
bene.»...«Mari?»...«MarineAngemon,
io la
chiamo così: Yuki, Mari!»...«Ahah, tu
abbrevi
tutto!»...«Tranne i momenti speciali! Che vorrei
che
fossero luuunghi, e non finissero più, come questa
sera.»...«Già...»
Entrambe
smarrirono lo sguardo nel cielo notturno, e Diamon mormorò
«...dev’essere stata dura quando hai visto Takato
ferito...»...«...credimi, una sensazione terribile!
Hai
presente quando tutta la tua realtà di Digimon ti
si...RIBALTA
completamente, e non sai più se continuerai ad essere quella
che
sei?!»...«...e solo...di Digimon?»
Cindermon sospirò ed abbassò lo sguardo.
«Scusa!
D’ora in poi mi faccio gli affari miei!» fece
Diamon il
gesto di cucirsi la bocca, ma Cindermon «...ma no, non
è
questo.»...«Pfff!!!...
...non sono
credibile, eh? E’ solo che ti vorrei aiutare, Cind!
E’ da
quando eravamo a Digiworld che ti vedo...sempre pensierosa, non sei
più tu! E’ che non sono abituata a vederti
così.»...«Forse è vero, da
quando affianco
Takato non sono più quella che prende a pugni e calci tutto,
indiscriminatamente!»...«...adesso...»
faceva la
sorella scorrendole il dito sulla mano «...a differenza di
prima
lo fai soltanto con i suoi nemici.» Cindermon
sospirò di
nuovo e disse «Senti, Diamon! Visto che sei così
premurosa
con me voglio confidarti un segreto. Ma tu devi promettermi di non
dirlo a nessuno, proprio a nessuno!»
Mano anellata
sul petto, e l’altra in alto «Promesso! Sulla
montagna di
cibo che ho scelto di contendermi con Mari! Se non mantengo resto a
stecchetto, vi guardo solo mangiare!»...«Pfff,
ahahaha!
Dai, non mettere in gioco le cose
importanti!»...«Tu sei
una cosa importante, Cind.»...«...sei proprio una
matta.
Avremmo dovuto imparare da più piccole a
confidarci.»...«Su questo sono
d’accordo!»...«Senti...»
Cindermon teneva
la mano della sorella, e giocherellava col suo anello mentre le
confidava «...credo che alla fine tu ci abbia visto
giusto...»
Gli occhi verdi di Diamon splendevano nel buio del sottoscivolo...
«...ebbene
è successo: mi sono innamorata del mio domatore. E
gliel’ho confessato!»...«...hai rivelato
a Takato i
tuoi sentimenti?!» chiese Diamon ad occhi sgranati, e
Cindermon
quasi gemette «A un certo punto...non ce l’ho fatta
più, sono dovuta esplodere! E pensa che lui...
...pensa che Takato
è così buono...che era disposto a donarmi un
bacio. Un
bacio poi, lui che ha aspettato tanti anni per dare il suo primo!...
...ma sarebbe stato
disposto a baciare me, per farmi recuperare le
energie.»...«E lo ha fatto...?»
Cindermon si
stirò...e con le mani dietro la nuca rispose
«...no. Io
gliel’ho impedito.»...«Ma sarebbe stata
l’unica
occasione...!»...«Ma non sarebbe stato sincero!...
...un bacio
è un bacio, Diamon...è una cosa importante e alla
fine
lui mi ha contagiata. Però io ho sentito ugualmente tutto il
suo
affetto nei miei confronti, e questo è stato come una
cascata di
luce e di potere. Mi ha permesso di arrivare al livello mega...e di
sconfiggere Teardropmon...»
Diamon ascoltava seria e concentrata...
«Però tra
poco lui uscirà dall’ospedale, e si ritorna alla
vita
normale! Una vita normale...che sarà completamente diversa
ora
che Takato sa dei miei sentimenti! Ed io...
...ho paura di
confrontarmi con qualcosa...contro cui la mamma stessa mi ha messo in
guardia, mentre ero nel subconscio del mio
domatore...»...«Intendi dire...
...il suo amore
per Jeri, la compagna di squadra che lui ha nel cuore fin dai tempi di
questo scivolo...?»...«...n-non si tratta di
quello!!
Quello io lo so e sarei pronta...a farmi da parte se io sapessi che
Jeri rappresenta la sua felicità! Ma ho mille dubbi...
...e mi sono
trovata di fronte a cose su Jeri che...guarda, è meglio non
ripetere!»...«Che cosa intendi
dire?!»...«Preferisco dimenticare,
Diamon!»...«Ma non hai dimenticato, se
evidentemente sei
qui a parlarmene!»...«Ho paura che lei lo faccia
soffrire!
Che non sia la ragazza adatta a lui ma al contempo ho paura di me: ho
paura...
...che un giorno o
l’altro uno di questi dubbi mi prenda la mano e mi conduca a
fare
ciò che non devo fare...e cioè mettere male fra
di loro,
separarli!...
...e io non
voglio!!» puntualizzava con broncio un po’
infantile
«Non voglio...voglio fare la brava Digimon. Anche se penso a
quella...e provo una fitta al cuore. Diamon!!...
...lei non è
dolce e gentile come Takato meriterebbe!»...«Lo so,
l’ho vista anch’io...
...e se ti dovessi
dire mi fa una pessima impressione!»...«Lui
meriterebbe una
principessa, un’eroina delle fiabe, visto che lui
è un
eroe!»...«Una come te!...faresti prima a
dire.»...«Io sono soltanto un Digimon!...
...ma quella
Jeri...è una che nasconde segreti! E’ torbida come
un lago
oscuro, e mamma ha previsto che Takato potrebbe soffrire molto per
amore! Che posso fare, qual è il mio
dovereee?!»...«Ma innanzitutto dovremmo sapere di
più su questa Jer-ouch!» balzò in piedi
ma
sbatté la testa «Attenta sorellina: il soffitto
è
basso...»...«...eh sì lo
vedo...mannaggia...
...insomma
Cind...indaghiamo!»...«Pfff, che ci sta da
indagare! Dopo
averlo provato sulla propria
pelle.»...«Cioè...?»
Cindermon fissò sua sorella per svariati secondi...
...e poi
rivelò seria e con una punta d’orgoglio
«Jeri stava
per farmi cadere da un precipizio, il giorno che siamo partiti per
Digiworld!»
Diamon dilatò gli occhi, si portò le mani alla
bocca...
...e
balzò di scatto in piedi
«IUHMMMMMMMMM!!!»...«Sorellina!!!...D-Dio,
attenta!
Fa vedere?! Ti sei ferita?!»
Diamon gemeva,
con la mano alla testa «Ma dimmi un po’ tu adesso
come devi
reagire alla confidenze di tua sorella, vuoi che ti porti al Pronto
Soccorso? Eh?!...vuoi che chiami tuo
marito?»...«...mmmm!!!...no, lui...
...sta a parlare
con la polizia MA FORSE A PENSARCI BENE CI STAREBBE TUTTO,
COSI’
POTREMMO RIFERIRE ANCHE QUESTO!»...«Ah no eh
Diamon!»...«Ma “no” cosa?!!
Cind!!! Quella ha
tentato di ucciderti! Quella pazza
è...è...»...«Quella pazza
è la
fidanzata di Takato! Innanzitutto!» ma Diamon
gridò
«Quella pazza ha tentato di far fuori mia sorella,
INNANZITUTTO!!!»...«ShhhHHHH!!!»
Cindermon le
tappò la bocca «Ma che sei matta?! Urlare qui in
mezzo, in
questo quartiere la conoscono! Mettici pure che è notte,
c’è silenzio!»...«E allora? E
allora?! Che lo
sappiano tutti, che si sparga la voce nel quartiere e che lo sappia
pure Takato!»...«NNNNO! Te lo
proibisco...CATEGORICAMENTE,
questo non deve avvenire!»...«Ma
Cind!»...«Takato non deve saperlo, e neanche gli
altri, e
neanche i genitori, il quartiere, nessuno!!...
...nessuno deve
sapere questa storia...»...«Ma dammi una buona
motivazione!!» si disperava la sorella «CHE JERI
E’
INCINTA! Uhm!...azz...
...adesso sono io che strillo. E’ incint...
...ptsss!
E’ incinta! Lei è Takato avranno un bambino,
capisci?»...«Sì. Adesso vado a
raggiungere mio
marito alla polizia!»...«M-Ma dove vai?!»
la
trattenne per il braccio «Ecco! Ecco vedi? Lo sa-pe-vo! Vedi
com’è quando confidi le cose, ora sorellina io ti
voglio
bene, so che lo fai per me
però...»...«ANCH’IO
TI VOGLIO BENE, PORCA MISERIA!»...«...ora non
essere
scurrile...»...«Dimmi tu come faccio io adesso!
Come posso
dormire, come posso andare avanti?! Una pazza gira liberamente per il
quartiere, fa parte della squadra dei Digimon Tamers ed è la
fidanzata del domatore di mia sorella, e aspetta un figlio da
lu-»...«ShhhHHH!!!...ti ho detto di tacereee! Qui
la
conoscono dici Jeri Katou e si girano
tutti!»...«Certo, si
girano perché ancora leggono i giornali! Sentono i
notiziari!»...«Diamon per l’ultima
volta!» la
fissò Cindermon perentoria «Questa storia finisce
qui,
dimentica quello che ti ho detto! Io saprò cavarmela da
sola.»...«M-Ma, ma...! E Takato, Cindermon?! A lui
non
pensi?!»...«Takatooo...
...è
graaande, vaccinato, sa quello che fa!» ammise fissando un
punto
indefinito nella notte «E-E poi tra poco avrà un
figlio,
sta per diventare padre e quindi ancora più
responsabile!»...«Cindermon...questa storia non mi
piace
per niente! E’ una bomba pronta a
scoppiare...»...«Ora non farmi anche tu come la
mamma! Che
fra profezie, carte e sciagure mi ha tolto il sonno da qui
all’eternità-ptsss-scusa mami! Smack, bacio non ce
l’ho con te però ammettete che voi siete due
ANSIOSE che
è una cosa impossibile!...
...questa storia non
deve diffondersi, tanto più partendo da QUESTO SCIVOLO,
dicasi
altrimenti DA NOI!»
Diamon la fissò con
occhi supplichevoli, ma Cindermon affermò «Io non
voglio
essere la causa della fine della storia d’amore di Takato!
Già ci ha messo tanto a conquistarla, dieci anni, ora
proprio
che ci sta insieme e aspetta pure un figlio arriva Cindermon e fa
crollare tutto?! Niaaah!...
...Takato di crolli e
terremoti ne ha avuto abbastanza, ha perso il suo Digimon, suo
fratello, e io non ho potuto fare niente! Lui sa i sentimenti che provo
per lui...
...quindi se adesso uscisse
fuori qualcosa passerei io per quella cattiva! Per la bastarda che si
è INSINUATA alle sue calcagna facendo la Digimon mansueta e
sta
approfittando del legame di fiducia per prenderselo per
sé!...
...NNNO!»
puntualizzò con dito svolazzante «Io questa NON
SONO e non
ci tengo ad apparire come tale! Devo imparare a farmi i fatti miei, E
ANCHE TU CARA, ora tu te ne vai a fare un sonnellino e dimentichi
quello che ti ho detto, perché altrimenti,
nell’occhio del
ciclone, ci finisco I-O! Uhm?»
Diamon rimase
imbambolata, ed un Digignomo le volò accanto, sostando a
fissarla...
«Io posso accettare tutto, nella vita...
...sissignore, proprio tutto. Ma restare qui, a non sapere CHE CAVOLO
TI GUARDI è veramente un cosa che non TOLLERO!»
Il Digignomo comprese
signorilmente che era meglio andar via, e saettò nel cielo
cittadino come una stella cometa...
...accompagnando il
sospiro di Cindermon, che si alzava il cappuccio del manto avorio e si
appoggiava allo scivolo...
Qualche giorno dopo...
Un medico chiudeva la
sua valigetta «Allora, signora Seiko...che ne direbbe di
trascorrere qualche giorno in clinica?»
«E’
proprio necessario dottore...?» replicava la signora con un
filo
di voce, a cui seguivano colpi di tosse. E il medico «Direi
di
sì! C’è una bella insufficienza
respiratoria.» ma Rumiko esprimeva «Però
per noi, la
clinica...
...oh mi vergogno a dirlo, ma...non ce la possiamo
permettere.»
Ryo, che era lì
presente, provava ad accennare «...signora Rumiko...se crede
io
potrei vendere-» ma veniva interrotto dal medico
«In questo
caso...non preoccupatevi, siete pazienti di vecchia data e posso
informarvi che proprio oggi si libera un posto nell’ospedale
in
cui lavoro. E’ una struttura pubblica, e non dovrete pagare
niente! Però come sapete si trova a
Osaka.»...«...capisco. Dovremmo partire.»
ammetteva
Rumiko seppur dispiaciuta, e sua madre «Perdonami...figlia
mia.»...«Mamma, non ti sforzare che ti viene la
tosse!»...«Dimmi tu se dovevo...ammalarmi in questo
modo
proprio alle porte dell’estate.»...«Non
fartene una
colpa...verrò con te. Posso lasciare Rika, ormai
è grande
e ha suo marito con lei. E non dimentichiamoci della Signora.»
Ryo alzò
impercettibilmente gli occhi “Bingo! Se la porta via. Meno
male...non ce la facevo più.” per poi ammettere
serio in
volto «Non si preoccupi signora Rumiko. E neanche lei signora
Seiko, anzi: pensi solo a rimettersi. Rika è nelle mie mani,
con
me non corre alcun pericolo.» Rumiko sorrise «Lo
sappiamo
Ryo, ce lo hai dimostrato in questi giorni: ti sei fatto carico...della
casa intera, hai pensato a tutto
tu.»...«Scherza...! Non ho
fatto niente!» disse il ragazzo allontanandosi, ma
sfiorandosi la
fronte come chi invece è reduce da uno sforzo.
Nella stanza
attigua c’era Renamon ad aspettarlo «Insomma Ryo,
la nonna
di Rika sta male? Sono ore che aspetto di avere notizie ma nessuno
viene a darmele!»...«Eh, un po’ di
pazienza Renamon!
Fino a adesso ero lì nel caso fosse servito qualcosa, ho
fatto i
salti mortali per convincere Rika a restare a letto!» ed il
suo
tono era lievemente spazientito, tanto che la Digimon comprese e
ritirò la sua zampa «Sì...hai ragione.
Perdonami.» ma lui le pose una mano sulla spalla.
Restò in
silenzio per qualche secondo, dopodiché chiuse gli occhi
«No...scusami tu, ti prego. La verità è
che...
...sono molto
stressato, non resisto più.» ammise massaggiandosi
la
fronte «E’ che mi dispiace dirlo, sono brave
persone!
Però ti confesso che mi solleva il pensiero che la signora
si
ricoveri. Almeno ci sarà qualcuno che penserà a
lei tutto
il giorno!»...«Hai ragione.» disse
Renamon con fare
comprensivo «Hai dato fondo alle tue energie ancor
più che
in battaglia, mettendo da parte te stesso per aiutare la famiglia. Io
ti vedevo e...non sai quante volte avrei voluto sostituirti, ma se mi
fossi mostrata, a questi medici sarebbe venuto uno
spavento!»...«Ah, non preoccuparti, hai fatto bene
a
rimanere nascosta.» Ryo accennò un sorriso.
Renamon gli
diede le spalle e scrutò oltre la porta «Comunque
sarebbe
ora che gli umani si abituassero alla presenza dei Digimon!»
affermò con una certa decisione «In certi casi
è
inammissibile restare in un angolo e non potersi rendere
utili!»...«Eh già...
...sarebbe bello! Magari in un altro tempo...in un altro mondo...
...io potrei anche essere un riccone e allevare unicorni.»
Renamon si volse
di scatto, e Ryo accennò «...non ci far caso,
stamattina
posso sembrarti pessimista. La causa è solo un po’
di
tensione accumulata.»...«...stai
uscendo?» chiese la
volpe, e lui prese la borsa «Sì! Ed è
anche meglio
che mi sbrighi, senti: quando si sveglia l’acciughina
potresti
dirle gentilmente che sua nonna...si ricovera a Osaka? Ma non deve
preoccuparsi, ci sapremo giostrare. Puoi farmi questo favore?
Scusa...» accennò serio, adagiando la mano sul
braccio di
Renamon «...non è che voglio fare di te la mia
segretaria.»...«Ma stai scherzando, Ryo...? Certo
che
glielo dirò. Posso fare qualcos’altro per
te?»...«No, troppo gentile! Fammi vedere se ho
preso
tutto...»
Nel frattempo
Renamon pensava “...se Ryo continua in questo modo non
resisterà a lungo, sono preoccupata. E’ come se
avesse
cercato di compensare il vuoto lasciato da Cyberdramon con un impegno
assiduo nei confronti della famiglia, vuole dimostrare che su di lui si
può contare. Ma è stanco, me ne accorgo. E
inoltre
seguito a temere che nasconda qualcosa sulla sua salute.” ed
i
suoi occhi sottili slittarono ad un foglietto abbandonato sul tavolo
“Se solo riuscissi a scoprire qualcosa in
più...”
così tese la sua zampa...
«Ah!
Dimenticavo, il foglio con le prescrizioni: importantissimo!»
disse Ryo, e Renamon dovette ritirarsi «Sono le medicine che
ti
ha prescritto il medico?»...«Preciso! Quelle della
labirintite, devo fare rifornimento. Ci vediamo Renamon!»
E quando ebbe
richiuso la porta alle spalle, la Digimon rivolse sguardo al soffitto
“Speriamo non sia niente di grave...”
Quando Ryo uscì nel giardino “Ah! Aria fresca...
...mi
sento come una pentola che sta per saltare, non bastava la malattia
della nonna! Oggi ci volevano anche i risultati delle
analisi...però diamoci dentro, dai! Un ultimo sforzo e poi
forse
tanta tensione andrà a sfumare...in questi giorni sei stato
grande Ryo, ti sei comportato come un vero eroe! E’ stata
dura
però da quel che sembra...sei riuscito a risparmiare a Rika
tante tensioni. Questa mattina dormiva come un angioletto...
...e io
non desidero di meglio, che veder riposare serena la ragazza che amo.
Io non chiedo di meglio...di poterti stare accanto, Rika. Sei la cosa
più bella che mi sia capitata...”
Fermandosi
per un attimo, e contemplando quella casa orientaleggiante con un
sorriso di tenerezza. Per poi proseguire sul suo cammino.
All’interno, Renamon avanzava verso la stanza della signora
Seiko...
...ed oltre la porta chiusa, un computer brillava «Il momento è ormai
prossimo, Akirmon!»
E la piccola
volpe alzava un foglio «E’ lei! O per meglio
dire...sono
io! Vestita d’amore tagliente...i suoi gioielli sono punte di
lancia! Il suo emblema...
...un cuore spezzato.»
...descrivendo
così l’immagine di un’avvenente
guerriera disegnata
in chiaroscuro...
«Passala nello
scanner...in questo modo potrò iniziare la conversione.»...«Sei
sicura di riuscirci...?»...«Garantito! Pensi che non saprei
mantenere la promessa?» replicava quella voce
squillante e serpiginosa.
Il disegno scivolò nello scanner...
...ma in quel momento Renamon spalancò la porta
«Akirmon!»
Il video si
oscurò tempestivamente...e la piccola Digimon vi si
parò
di fronte «Mamma, sono al computer! Non avresti potuto
bussare?!»
Lo sguardo di Renamon
era assorto «...sono giorni che sei fissa di fronte a quel
computer, e ti rifiuti persino di mangiare assieme a noi...
...e di giocare
con tuo fratello.»...«Sono grande ormai, per dei
giochi da
bambini!»
Eppure sua madre
sembrava insospettita da quegli occhi, che in pochi giorni si erano
fatti freddi e taglienti.
«...sei sicura di star bene, piccola mia?»
sussurrò
Renamon «Certo che sto bene! Perché, non si
vede?!»
replicò aspramente Akirmon «...sei diversa dal
solito...
...io...capisco che non sei la sola, bensì...
...è la stessa situazione ad
esserlo.»...«Bene!
Allora se lo sai perché me lo
domandi?!»...«...voglio solo che
parliamo!»...«Ma io non ho voglia di parlare! Ho
già
con chi parlare...»...«E di chi si
tratta?»
scrutò Renamon, ma la figlia ribatteva «Te
l’ho
detto mille volte, ho scoperto un nuovo programma di chat!...
...mi
diverto a conoscere persone, del resto se lo fa quella vecchia della
nonna di Rika non capisco perché non posso farlo io, che
sono
giovane!»...«...non voglio che ti esprimi in questo
modo...»...«...dovresti esserci abituata!...
...mi
hanno detto che Rika era fredda e scontrosa...prima che tu le facessi
il lavaggio del cervello...» (nel frattempo lo scanner
sembrava
illuminarsi e...risucchiare magicamente quel disegno «Uhmuhmuhmuhm!»)
«...io non ho mai plagiato Rika...
...noi due siamo amiche!» affermò convinta
Renamon, ma
Akirmon la fissò con aria ironica «...bene: a
questo punto
perché non posso avere anch’io un’amica
personale?!
Tu hai fatto ciò che volevi, ma a un certo punto arriva il
turno
dei giovani mamma...»
«...ascolta...se è per me e tuo padre che ora stai
così...»...«Non c’entri niente
tu e tantomeno
mio padre!!...
...sono fatti vostri, a me non interessano. Desidero solo essere
lasciata in pace, in questa casa tutti mi trattate come se fossi una
bambina e io non lo sopporto!»...«...la
verità
è che...ci preoccupiamo solo per
te.»...«Beh quando
ne avrò bisogno ve lo chiederò! Per il momento ti
chiedo
solo di uscire, io non ho bisogno di una guida. Io non ti ho mai
chiesto di esserlo!»
Renamon ebbe una folgorazione.
E
ricordò una ragazza un po’ mascolina dai capelli
rossi
“La tua guida?
Beh io non te l’ho mai chiesto, quindi evita di ricordarmelo
in continuazione!!”
“E’ inutile, sembra di riascoltare lo stesso
nastro...mia
figlia, come Rika un tempo. Forse è vero che tutti prima o
poi
attraversano questa fase. Io non ho mai avuto...un padre e una madre
per questo non posso capire cosa significano le gioie...
...e anche i dolori che possono procurarti figure del genere. Posso
solo cercare di andare avanti...e agire secondo il mio istinto.
Imagomon...perché non sei qui con me, ora...?
Perché non
possiamo affrontare assieme la ribellione di nostra
figlia...?”
...sicché
a testa bassa decise di assecondare la piccola volpe, e di lasciare la
stanza...
Akirmon si
rigirò «Via libera Starshipmon, se
n’è
andata!»
«Sei stata
fantastica, una vera guerriera di polso!!! Sei davvero la mia
proiezione...» Akirmon rimase dubbiosa
«Scusa...ma non dovresti essere tu, la
mia?»...«Ops!
Perdonami, mi sono sbagliata. Il fatto è che giorno dopo
giorno diventiamo così uguali...
...che fra poco sarà impossibile distinguerci! La nostra
grinta,
il nostro astio verso i genitori che ci hanno abbandonate...
...e la nostra voglia di emergere ci rendono pari ad una sola
entità! Siamo in pratica come due gocce d’acqua...»...«...quand’è
che la creatura sarà pronta?!» chiese Akirmon con
sguardo avido «Molto...ma
molto presto!...
...il tempo di assemblare i dati...»...«E
sarà potente?!...
...io non mi accontento di un Digimon qualsiasi, voglio il migliore sul
campo!»
«Non
temere...io costruirò per te l’involucro
digitale...di una
creatura imbattibile! E quando l’avrò
fatto...sarà
tempo anche per me di uscire da questo computer, uhmuhmuhmuhm!»
Akirmon sembrava attendere con impazienza la conclusione di quel
processo...
...mentre Renamon appoggiata
alla porta pensava “Ho un brutto presentimento...”
Ed anche la signora Seiko
tossiva «Rumiko...ho paura a lasciare i ragazzi soli in casa,
avverto qualcosa di pericoloso, uno spirito negativo! Si è
insinuato qui, ne sono sicura.»...«Ah, mamma
purtroppo devo
darti ragione, e lo so io chi è lo spirito
negativo!»
puntualizzava eloquente Rumiko «Lo so io! Benché
ignori
perché tu le abbia permesso di rimanere in casa...
...è Himi!!
E’ lei lo spirito di cui parli...»...«Ma
non dire
sciocche-cof, cof!...
...e poi Himi è
un’amica di Rika, era ovvio che le permettessi di
restare.»...«Bell’amica, una che ruba il
marito della
tua Digimon!»...«Sono affari loro...f-figliola,
dobbiamo
lasciar vivere quelle creature...»...«Ah, io so
soltanto
che quella lì ha fatto la cosa più inammissibile
in
questa casa, e cioè sottrarre il marito alla Signora, che
fra
queste stanze è una vera istituzione! Poi ci si lamenta che
la
figlia ora è uguale a Rika, ma è ovvio!
Perché
quando le famiglie si sfasciano, per umani e Digimon non fa la
differenza! Sono loro a farne le spese: i figli! Beh!...
...quel che
spero...è che il matrimonio fra mia figlia e Ryo duri per
sempre, in questo modo i loro figli cresceranno felici!»
Nonostante la
tosse Seiko sorrise «...quanto a questo non devi
preoccuparti...
...quel ragazzo
è un angelo, hai visto come si è comportato in
questi
giorni? Con lui al suo fianco la nostra Rika non corre il rischio di
soffrire...»
Poche ore dopo...
Una mano scrupolosa
lucidava il bancone di un panificio. Si trattava di Nakao, che intanto
esclamava «Papà!...fra poco vengo a portarti la
medicina!» per poi scrutare con ritrosia i volti che si
addensavano oltre la vetrina, ma che quando incrociavano il suo
sguardo, tiravano dritto «Ahhh...!»
sospirò il
bambino con lo straccio in mano «Non viene più
nessuno,
questo posto è in decadenza da quando è stato
sventato
l’equivoco. Se continua così, papà fra
non molto si
ritroverà in mezzo a una strada, e come farà con
la gamba
fratturata? Devo farmi venire un’ idea commerciale ben
presto...
...toh? Guarda,
sembra che arrivi una cliente. Questa non sembra spaventata, ha il
passo deciso. Oh?!» ma il panno gli cadde di mano quando vide
che
si trattava di Rika.
La ragazza lo
scrutò con i suoi decisi occhi lilla, richiudendosi
accuratamente la porta alle spalle, ed avanzando sui suoi tacchi
«Buongiorno...Nakao.»...«...ohhh...»...«...
...come stai?»
accennò la ragazza, benché quei modi le
comportassero uno
sforzo «...che cosa hai detto, Rika...?» si
stupì il
ragazzino «Mi prendi in giro, forse...? Voi amici di Takato
sapete che io sono m...»...«Io non mi occupo di
queste
cose!» replicò orgogliosa la ragazza
«Non faccio la
traghettatrice di anime...benché risulti indubbiamente bene
nel
ruolo. Per il momento sei davanti a me...e sei Nakao, il fratello del
mio amico Takato. E a questo proposito volevo chiederti se potevi
chiamarmi tuo padre per favore, ho bisogno di parlargli. Ho
saputo...che si è rotto una
gamba.»...«...è
così...il medico lo ha diagnosticato.»
Rika, quel
giorno particolarmente pallida in volto, sospirava e tendeva a fissare
il bancone anziché il ragazzino «Da adesso sei tu
ad
occuparti di tutto?!» domandò con una punta
incisiva, e
Nakao rispose interdetto «S-Sì...ricevo e faccio
le
consegne, prendo accordi con i fornitori. Mi occupo sia del negozio che
di papà...»
La ragazza
tacque, sembrava contenere a stento un impeto di stizza. Il ragazzino
si sfilò lentamente la cuffietta
«Comunque...adesso...vado
a chiamarti papà.» e si stava avviando, quando si
arrestò «S-Senti, posso...offrirti qualcosa Rika?
N-Non
fare complimenti...»...«No, ti ringrazio. Questa
mattina
non ho fame!» ribatté orgogliosa la giovane. Ma
poi
incrociò lo sguardo di Nakao, e benché egli
tacesse lei
vi lesse il messaggio che lui non vi sarebbe stato per sempre,
così come le occasioni per accettare qualcosa da lui.
Sicché un velo d’emozione attraversò la
fierezza
degli occhi di Rika, che accennò «...comunque...se
proprio
vuoi...
...giusto un
dolcetto.»...«Ah! Sicuro!» Nakao
sembrò
contento, e senza esitazione le pose in mano un biscotto a forma di
draghetto. Rika rimase colpita «Li fate ancora?!» e
la sua
voce celava a stento la commozione «Li faccio io, a
me...piace
quella forma di biscotto.» rispose Nakao, e prima che la
ragazza
ebbe potuto dire qualcosa il bambino sfrecciò
«Vado a
chiamarti papà!»
Rika rimase
esitante, con il biscotto in mano e gli occhi al bancone del negozio.
Renamon
balzò sul tetto del panificio, e comunicò col
pensiero
“Rika...
...fai
bene a mangiare qualcosa, in questi giorni non hai quasi
toccato
cibo.” «...questa mattina tralasciamo come mi
sento, ho lo
stomaco chiuso, non riesco a mandare giù questo biscotto.
Dev’essere la tensione per la salute di nonna...»
“E’ probabile...” «...e sarebbe
il caso di
aggiungere anche quella per mio marito! Ryo in questi giorni non vuole
obiezioni, si è fatto carico di tutto e non si accorge che
è troppo per lui, però da un lato a dirgli di
farsi da
parte sembra quasi che si infastidisca!» “...devi
avere
pazienza.” «Ptsss, a proposito Renamon...certo che
qui non
sembra che se la passino bene. Il bancone è quasi vuoto. Hai
sentito Nakao? E’ lui che ora detiene la gestione. Se qui la
situazione non si chiarisce in fretta...temo che Takato
passerà
dei brutti guai.» “Volevi parlare con suo
padre?”
«Sì...! E deve ascoltarmi. Ah, eccolo!»
Takehiro giunse
sulle stampelle...e quando vide Rika sembrò dilatare gli
occhi
come spaventato. La ragazza lo scrutò con
serietà, ma
prese un sospiro «Non deve temere...Takehiro, penso che per
il
bene di tutti sia il caso di seppellire l’ascia di guerra.
Sono
venuta per un motivo ben preciso, mi ascolti bene perché non
ho
intenzione di ripetermi...
...ecco...mi dispiace
per ciò che le è successo alla gamba, ma lei deve
ugualmente venire all’ospedale a trovare Takato. Se...ha dei
problemi a spostarsi verrà mio marito e sarà lui
ad
accompagnarla. Ma suo figlio la sta aspettando, e ogni giorno ci chiede
vostre notizie: le assicuro che la posizione di noi suoi amici si
è fatta alquanto imbarazzante...
...inventiamo scuse ma
non ci spieghiamo la vostra assenza. Che ne è di sua
moglie?»...«Di Mie non ho notizie!...
...devi credermi Rika
mia moglie è sparita dal giorno in cui hanno sparato a
Takato.»
Rika sospirò profondamente e chiuse gli occhi «...
...allora di questo ci
occuperemo in seguito: intanto la cosa importante è che sia
lei
a venire!»...«Ma io non ho il coraggio!»
espresse
l’uomo, la cui voce si frantumava nell’insicurezza
«Farmi vedere...ridotto così, dopo che Takato si
è
parato di fronte a me per salvarmi da quel colpo. Io ho vergogna di me
stesso, mio figlio Nakao mi ha ritrovato al bordo della strada! In
mezzo ai rifiuti...»...«...senta! Io...posso capire
tutto
questo ma al momento è di importanza secondaria! Takato
è
sempre più nervoso, e non fa che domandarsi
perché i suoi
genitori, che sono le persone a lui più vicine
paradossalmente
non sono mai comparse una volta, una volta soltanto da quando ha
rischiato di morire! Adesso lei può...tirar fuori tutti i
pretesti che crede ma non riuscirà a schiodarmi di qui, la
avverto prima! Lei deve venire da suo figlio...
...perché
non ci porta a questo punto...l’altro suo figlio?!»
Takehiro spalancò gli occhi, e Rika commentò
«Lo
vedo piuttosto in forma!...se è in grado di amministrare un
panificio...
...lo sarebbe anche di
andare a trovare suo fratello. A Takato farebbe piacere...»
«...Rika ascolta
io non voglio ferire mio figlio, ma ti assicuro...per me è
veramente terribile, non ho il coraggio di mostrarmi in pubblico! Nakao
è l’unico da cui accetto di farmi accudire, ha
dovuto
insistere affinché venissi a parlare con te, io...!...
...sto
male...sto veramente male!»...«Qui stiamo tutti
male!!»...«Io resto nascosto in cucina tutto il
giorno, non
parlo con nessun-»
Ma dalla cucina
venne fuori una presenza inaspettata «Ah, la ringrazio
tantissimo
signor Matsuki e la prego di rimettersi in fretta!»
Era Asanuma, che
si riaccomodò la tracolla della borsa «Mi
raccomando, mi
informi se ha informazioni riguardo a Jeri Katou.» ma quando
si
volse «Oh?»
Il suo sguardo
si incrociò con quello di Rika...alla quale cadde il
dolcetto di
mano «...e lei...che ci fa qui?» mormorò
attonita la
ragazza.
«Com’è piccolo il mondo!»
sorrise ironica
l’insegnante «Io sono cliente di questo negozio da
tanti
anni.»
Rika
guardò a turno lei e Takehiro, il quale spiegò
«La
signora Asanuma...è stata molto gentile ad interessarsi dei
miei
due figli. Ebbene sì, le ho...confessato di Nakao.»
«Ditemi
che non è vero...» fece Rika scossa dal tremore
«...ditemi che tutto questo è soltanto uno
scherzo!!!»...«Rika!» esclamò
Takehiro, e lei
«Ma dico, come può?!! E lei diceva che non parlava
con
nessuno?!! Come può fra tanti permettere di entrare nel suo
negozio proprio a questa donna!!!»...«Che storia
è
questa?! Perché mai dovrei impedire alla signora di
venire?» domandò l’uomo accrescendo il
sorrisetto
orgoglioso di Asanuma, e lo sgomento di Rika «Ma per il solo,
e
unico motivo, che questa donna, altri non è che colei che ha
sparato a suo figlio!!! Ma certo, come ho fatto a non pensarci
prima!!»...«Ma che razza di follia!!»
sbottò
Takehiro «La signora Asanuma vuole bene a Takato!
E’ stata
la sua maestra elementare!» ma Rika incalzava furiosa
«Maestra elementare...? Oh no, signor Takehiro, lei
così
sta svilendo il livello della qui presente signora: quella che lei ha
davanti non è una semplice insegnante scolastica,
bensì
un’illustre domatrice di
Digimon!!»...«Tutto questo
non ha un barlume di senso, io credo che la frequentazione con quelle
creature vi stia dando al cervello!» fu il commento
dell’uomo, ma Rika insisteva «Le giuro che
è tutto
vero, l’abbiamo vista tutti nel nostro viaggio!! Le chieda
dov’è stata negli ultimi giorni!!...
...le chieda
dov’è stata, vediamo cosa le
risponderà!»...«La signora mi ha
già
informato.» e Asanuma precisò «Ho
sostato giorno e
notte presso la stazione di polizia, purtroppo la mia povera
figlia...» estraendo un fazzoletto, ed un tono sofferente
«...è
scomparsa...»...«BUGIARDA...
... sa questa
donna cosa ha fatto?! Mentre noi eravamo via, sa cosa ha fatto?!...
...ha tentato di
sterminarci tutti grazie all’appoggio di
quell’essere
immondo, IceDevimon, certo!!...non so come non mi sia potuto venire in
mente, la creatura che è stata vista compiere
l’attentato!
Hai mandato lui, maledetta, dì la
verità!»...«Rika ti prego di piantarla
con tutte
queste storie! Tu stai offendendo una mia vecchia
conoscenza!»...«E lei?!! E lei che invece di andare
a
trovare suo figlio si tiene qui, nel negozio,
quest’assassina!!
Dove hai nascosto Violetta, razza di strega? Ti abbiamo vista tutti
sfilare di fronte al palazzo e aiutarla a fuggire!» ma
Takehiro
aprì le braccia «La scusi signora, ma
evidentemente
è proprio vero...» rivolgendo occhi inquisitori a
Rika
«...che è solo dannoso avvicinare gente circondata
da una
fama tanto ambigua!» ma la ragazza lo fronteggiò
con
sguardo di sfida «Devo qualche grammo della mia
“ambigua
fama”...
...all’essere con cui la gentile signora maestra si
accompagna,
dove lo hai lasciato stamattina?! Quel...porco impenitente e perverso,
quel maniaco dalle ali di ghiaccio! Ma giuro sulla mia casa e sul nome
che porto che presto o tardi vi spediremo dove meritate, e
cioè
in CARCERE! Lei in quello terrestre, e lui a marcire in una cella a
Digiworld! Così finalmente sarà fatta
giustizia!!»
ma la donna ribatté «Ora basta, non ti permetto di
insultarmi! Evidentemente ti confondi con qualcun altro, fra i tanti
pervertiti che ti sei ripassata: io non ho alcuna spiegazione da darti,
e ti avverto che se continuerai in questo modo...»
«Che cosa
farà...?» chiese Renamon, che entrò
signorilmente
«...sono proprio curiosa di saperlo.»
Takehiro
dilatò gli occhi «...Rika! Come hai potuto
permettere a
questa creatura di entrare nel mio negoz-» ma la volpe
ribatté con inaspettata decisione «IO POSSO
ENTRARE COME E
QUANDO VOGLIO QUA DENTRO! Se non era per me, questo posto era saltato
già mille volte! Anzi!! Ho intenzione di servirmi, dica a
suo
figlio di portarmi una crostata, mi è venuta una certa
fame!»
«Uhm!» sobbalzò Nakao, che stava spiando
dalla cucina.
Renamon volse i
suoi occhi sottili verso la stizzita Asanuma che ora indietreggiava
«Riprendiamo il discorso...SIGNORA, che cosa stava dicendo
prima
che entrassi?»
L’insegnante nonostante tutto sfoggiò aria
beffarda
«...ma che piacere rivederla qui, mi dica: come mai non
c’è anche suo marito ad accompagnarla?»
ma Renamon
le afferrò il braccio, sotto gli occhi
dell’impallidito
Takehiro «Pensi al suo...
...di
accompagnatore, e a non lasciarselo sfuggire vista la sua spiccata
propensione alla poligamia: lo sa che penso abbia sempre avuto un
debole per me? Alla fine ho attribuito a questo la sua annosa
insistenza nell’attaccarci.»...«Fff,
lasciami!!» si ritirò indignata la donna
«Siete
uguali come due gocce d’acqua, due prostitute, ecco cosa
siete!!
Poveretto l’uomo o il Digimon che vi si
affianca...» ma
Renamon sovrastò «NON E’ COLPA NOSTRA se
siamo molto
gettonate! A differenza di lei: un’irrecuperabile zitella a
cui
una creatura può affiancarsi solo se spinta da disperazione!
Andiamo Rika!» ma quando Renamon diede le spalle ad Asanuma
questa insinuò «Imagomon...
...è questo il
suo nome, no?» e la volpe sussultò celatamente
«L’ho visto veramente in crisi, il suo congenito
istinto
premonitore si confondeva...
...perché sua
moglie era troppo facile. Questo offuscava ogni previsione circa un
roseo futuro...» ma prima che la Digimon reagisse Rika si
scagliò contro la donna «Maledetta, ti ammazzo,
ritira
subito quello che hai detto!!!» afferrandone gli abiti.
«FERME!»
esclamò Takehiro ma quando stette per avanzare la gamba
cedette
«Papà!» e Nakao dovette intervenire a
sostenerlo.
«Non ti
consiglio---di metterti contro di me!» minacciò
Asanuma,
ma la voce di Rika sfumò «Ce...la
pa...gherai!» e la
ragazza si accasciò svenuta «Rika!!»
sostenuta da
Renamon «Rika, cos’hai, rispondi!!
Svegliati!»
«Uhmuhmuhm!» sogghignava soddisfatta
l’insegnante...
«RIKA!!»
Il medico stava
terminando la sua visita, Takato attendeva in silenzio tenendo il
braccio teso. Ad un tratto «Ahi!...là mi fa
male.»...«Devi avere pazienza, in certi casi il
dolore
può restare per qualche giorno.»
replicò il medico
seguitando la fasciatura, ma ad un tratto «Le ho detto che mi
fa
male, è sordo per caso?!» gridò il
ragazzo
ritirando il suo braccio, e tanto forte che il medico restò
senza parole «Lo sa dottore?!...lei è un vero
incompetente!» scandì con occhi rancorosi
«Takato...»...«Il dolore non dura
“per qualche
giorno”, sono dieci anni! Dieci anni che lo sopporto in
silenzio!!» e la sua voce aveva un suono aspro «Ora
mi sono
stancato...ha capito?! Oppure devo essere più
chiaro?!»
Ma in quel
momento giunse Cindermon «...casss...ssspitericchio ma si
può sapere che succede? Sento urlare dal
corridoio!»...«E’ che...lo stavo
visitando signorina,
ma ad un tratto...» provò a spiegare il medico ma
il
ragazzo si sovrappose «Io sono stanco di persone che non mi
ascoltano, Cindermon!» tradendo un gemito sofferente, al
quale la
Digimon rispose con un paziente sospiro «Ma lo so, lo
so...infatti adesso facciamo così.» accostandosi a
lui, e
ponendogli la mano lungo le spalle «Adesso lasciamo il
dottore...finire la fasciatura, restiamo buoni e in silenzio e
sopportiamo un po’: facciamo conto che sia una delle nostre
battaglie! E lui il nemico che io debbo
sconfigg-»...«Signorina: io credo che non sia il
caso di
dare un’immagine alterata della situazione.» ma
Cindermon
parlò sopra «Mi faccia finireee (!) Eh! Sto
parlando delle
nostre battaglie!» “Che vita fanno
questi...?” si
chiese il medico...
«Se vuoi
ti do il tuo Digivice!» ma il ragazzo gemette
«Cindermon...ci sono notizie dei miei
genitori?»...«Iii...tuoi
genitoriii...»...«E
Jeri?! Jeri, perché non viene a trovarmi!» Gli
occhi
azzurri si nascondevano sotto il ciuffo rosso, e il ragazzo si dimenava
«Tutti voi sapete qualcosa, e non me la volete dire!! Mi
trattate
come un bambino, ma io non sono cieco, mi accorgo di cosa avviene
attorno!! Sono giorni che sono ricoverato qui, e né mio
padre,
né mia madre né la mia fidanzata sono venuti una
volta!»...«Takato...» disse lei con tono
fermo e
sguardo basso «...posso assicurartelo: i tuoi genitori hanno
avuto...un mucchio di problemi! Il negozio, sono venuti i creditori, la
banca ha accampato pretese, del resto lo sapevi, no? No?! Lo
sapevi!» e lui gemette
«Sììì...»...«C’era
un
debito pendente con la banca, e loro si sono dovuti dare da fare: lo
sai che è l’unica vostra fonte di sostentamento,
il
negozio, non potete mica permettervi di
perderlo!»...«...ma
tutto questo...suona come una scusa!» espresse il giovane
mentre
il medico si riaccomodava gli occhiali. Verso la Digimon le parole del
ragazzo non suonavano come un’accusa, bensì come
una
supplica «Se avessero tenuto a me, il tempo per venire qui
l’avrebbero trovato...comunque! Il problema è che
non
vogliono!! Mio fratello...
...è
ancora lì, vero?» e Cindermon rispose seria
«...sì, Takato. E’ ancora
lì.»
Negli occhi di lui si lesse un’espressione appenata.
«M-Ma ti
assicuro che appena sarai guarito ci metteremo di pun-ta!»
picchiando un pugno sul palmo della mano «E nessuno ci
potrà smuovere, tuo fratello andrà...dove...deve
andare!» (il medico pensava “Non oso immaginare gli
affari
che gestiscono questi due...”)
«E Jeri, Cindermon...?...
...rispondi, lei
perché non viene?! Perché non risponde ai
messaggi, in
chat! Non è che le è accaduto qualcosa e voi non
volete
dirmelo?!»...«...pfff...
...ma
nooo...»...«O magari mi ha lasciato per un
altro!»
ipotizzò con penetrante ironia, ma Cindermon non
tradì
alcun sorriso «Takato...ne abbiamo già parlato
tante
volte. Devi avere pazienza, purtroppo suo padre sta male. Sai che
è molto malato! Jeri si sta...» deglutendo con
sforzo
«...prendendo cura di suo padre. E non ha un attimo di tempo
libero, ma il primo che troverà sarà dedicato a
te.» per poi rivolgergli un sorriso «Abbi fiducia,
eh?» prendendogli le mani «Fidati di
Cindermon!»...«...non so per quanto ancora
potrò
resistere, amica mia! Io non ce la faccio in questo
letto!!»...«Ma
sììì, che ce la fai
è che sei impaziente, non puoi stare mai
fermo!»...«Signorina!»...«Sì
dottore?!» scattò sull’attenti la
ragazza «In
assenza...di altra gente (!) vorrei scambiare qualche parola con lei,
mi sembra di capire che è la persona...più vicina
a
Takato.» sicché lei guardò il domatore
con la coda
dell’occhio e questi disse «Vai, tanto si sa che
deve
parlarti male di me!»...«Ma cosa diiici,
sciocchino:
è solo un consulto medico! Insomma mi diceva
dottore?»...«Andiamo nel mio studio.»
così si
avviò, sui suoi passi tamburellanti.
Mentre
attraversava il corridoio Cindermon pensava “Accidenti, non
so
per quanto ancora risulterò credibile! Ma che mi invento per
spiegare a Takato che suo padre apparentemente se ne infischia di
venirlo a trovare, sua madre è sparita dalla circolazione e
la
sua ragazza PURE! Mi domando che diavolo stia facendo quella Jeri, che
si è messa in testa?!! Partorire all’esterooo?!!
Ah ma io
non le faccio portar via il figlio del mio domatore, quella si sa,
è mezza matta! Poi la testa alle donne incinte finisce di
partire del tutto!” «Eccoci.» fece il
medico, presso
la sua scrivania (canzone: Westlife
- You raise me up)
«Prego.»...«Grazie!» Cindermon
si sedette di
fronte a lui «Ci sono alcune cose che vorrei
riferirle.»
La Digimon si mise in ascolto...
...mentre nella
stanza di Takato, che sembrava fortemente scosso, giunse una visita a
sorpresa «Possiamo? Non ti disturbiamo?» chiese una
voce
femminile. Il ragazzo alzò gli occhi «Oh? Riley...
...Mitsuo.
Grazie di essere venuti! Al contrario, mi fa piacere vedervi.»
«Come
sai?» chiese il biondo uomo, e la signora, che indossava
ancora
tonalità in prevalenza scure, si avvicinò al
ragazzo
«Volevamo ricordarti che...anche se i tuoi genitori a volte
sembrano assenti, tu puoi sempre contare su di noi.»
La mano del
ragazzo scivolò sul braccio della donna, sfiorandolo con
gratitudine «Il vostro gesto è
impagabile.»...«Scherzi! Takato, io e Mitsuo
stavamo
pensando...» espresse Riley commossa, mentre gli carezzava la
fronte «...perché...una volta che ti sarai
rimesso, non
vieni a stare per qualche giorno a casa
nostra?»...«Ci
farebbe molto piacere.» confermò Mitsuo, e lei
«Tu
lo sai, io...
...a Digiworld
è come se avessi perduto un figlio...ed è stata
dura...una volta tornati, dover riporre quelle poche cose che ci
eravamo procurati per lui. Defendermon ha visto appena la nostra
casa...ma noi due già avvertiamo il suo vuoto, come se egli
rappresentasse tutte le tappe passate del nostro sogno, mai realizzato,
di avere un figlio. Quando abbiamo saputo che ti avevano sparato
noi...»...«Non piangere Riley...
...ora sto bene,
davvero.»...«Abbiamo tanto temuto per te, Mitsuo ha
dovuto!!...tenermi ferma con la forza mentre gridavo
“è
per stato per noi!! E’ stato per noi che l’hanno
colpito!!
Perché sapevano quanto lo amavamo, e non saranno soddisfatti
finché non saremo soli del
tutto!”»...«Davvero
avete passato tutto questo...? Mi dispiace...» espresse il
ragazzo con sguardo profondo «Voi ormai da tempo lo sapete...
...siete i miei
genitori immaginari: quel papà e quella mamma che avrei
disegnato e che...» abbassando i suoi occhi «...non
ho mai
avuto. Io vorrei tanto dimenticarmi chi sono e...trasferirmi a casa
vostra, illudendomi di essere vostro figlio. Ma ora come ora
è
impossibile, perché io...
...sono
stato...» sfiorandosi le fasciature «...vittima di
un
attentato il cui autore è ancora ignoto. Egli voleva
uccidere
mio padre. E fino a che non si sarà scoperta la sua
identità devo cavarmela da solo: non posso esporvi al
rischio!...
...accanto
a me sareste nel mirino...ed io non posso...più sopportare...
...di perdere ancora qualcuno che amo...»
«...e così lei mi dice che è successo
altre
volte.» affermava il medico «Takato ha avuto
già
altri episodi di...isteria.»...«Pfff,
sììì, purtoppo io mi sono
già trovata a sue
manifestazioni di b-b-bah-N-NON E’ ISTERIAAA, isterica ci
sarà sua moglie!»...«Gulp!»
sobbalzò un
tantino il medico, e Cindermon balzò in piedi
«Sono
sintomi diii, diii...CHI HA SOFFERTO MOLTO! Ecco mettiamola
così: sintomi di chi-ha sofferto-molto, vorrei vedere lei a
passare ciò che ha passato Takato! Certo è facile
per voi
medici! Date un nome dispregiativo a tutte manifestazioni ed ignorate...
...quello che
c’è dietro, ma solo io...solo io ed i suoi
amici...sappiamo cosa ha passato E COSA STA PASSANDO ADESSO TAKATO lo
sa?! Mentre noi siamo qui a parlare le persone a cui tiene di
più chissà dove stanno! Chissà cosa
fanno!
Chissà cosa pensano, e se gliene frega qualcosa ma a me
sì! A me importa, e io non mi faccio schiodare da
qui!»...«E’ proprio per questo che le
parlo: sarebbe
bene che...gli facesse seguire una terapia psicanalitica! Il ragazzo
stenta a controllare la sua rabbia.»...«NNNo!...
...gliela faccio io la terapia psicanalitica. Ci penso io alla sua
rabbia!...
...io e Takato veniamo
da esperienze che solo noi sappiamo. Solo noi conosciamo quei volti, e
sappiamo chi sono quelle persone di cui si sta parlando! I nostri panni
sporchi possiamo lavarceli solo da noi, mi creda, e questo glielo dico
anche se non sono psicologa!...
...io non abbandono così quel ragazzo, e nemmeno i suoi
amici!...
...noi ci
prenderemo cura di lui, anche se il mondo se ne frega!»
scostandosi il ciuffo con gesto convinto e specchiando i suoi occhi
umidi nella luce al neon “Mia madre mi ha detto di farlo, e
io
non la deluderò! Svolgerò il mio dovere fino in
fondo...
...saprò comportarmi come un vero Digimon di fronte alla
vita!” (fine-canzone)
Le mani di un ragazzo
e di una ragazza erano teneramente intrecciate nel sonno...
Ma d’un tratto
un incubo sembrò turbare il viso di lei, per metà
di
diamante «Mmm...
...Cind...sta attenta, ti prego!...
...oh no!» si
rigirava «...alle spalle...ti vuole fare del male! Scansati!
No,
sorellina!!» fino a svegliarsi di scatto
«Ihhhhmmfff!!!» portandosi la mano al petto e
respirando
affannata. Smarrendo i suoi grandi occhi verdi per l’umile
casa
dalle pareti crepate «Oddio!...
...era solo un sogno.
Fiùùù...»
Così,
stando attenta a non svegliare il ragazzo addormentato al suo fianco,
che si rigirò quando lei gli riaccomodò il
lenzuolo,
Diamon camminò per la casa, cercando tra quelle crepe una
risposta che avrebbe pacificato il suo sguardo smarrito.
Le sue dita
sfiorarono amorevolmente la cornice in cui era stata posta una foto dei
genitori del ragazzo. Ma poi la preoccupazione affiorò di
nuovo
al suo animo, e poté solo avvolgersi meglio col lenzuolo
bianco,
ma non bastava, e tremava ugualmente “E se ci riprovasse...?
...e se quella
pazza tentasse di nuovo di far del male a mia sorella?! Oh no, sarebbe
terribile! Voglio bene a Cind, non posso pensare di
perderla...!!”
A un certo punto
due mani si adagiarono sulle sue spalle, e lei
«Ihmf!!» si
volse di scatto «Tranquilla amore...sono
io.»...«Fiùùù...»...«Mi
è sembrato di sentirti lamentare, hai avuto un
incubo...?»
domandò Kazu, e lei abbassò lo sguardo
«Uhm
uhm.» annuendo appena.
Il ragazzo le
sfiorò i capelli «Ascolta...negli ultimi giorni ti
ho
vista turbata, non sei la stessa. Non sarà perché
ti
manca casa? Dimmi la verità. Magari...il fatto di vivere
qui, in
queste condizioni...e il fatto che io abbia ripreso a lavorare la sera
come netturbino, per te è un sacrificio, non ci sei
abituata.»...«Ma no! No, amore, cosa
diciii...»
mugolò la Digimon «Lo sai che adoro questa casa,
non
faccio che pensare a tutte le migliorie che si possono
fare!»...«Lo so,
però...»...«E sai bene
che non mi dà minimamente fastidio il fatto che lavori di
sera
se non fosse che...mi manchi un po’! Però io mi
sono
offerta tante volte di darti una mano, lo sai che vado pazza per...la
tutina...arancione!»...«Ahah, ma è
meglio di no, con
certa gente che gira!»...«Ecco, è
proprio per
questo!»...«Come?»...«Cioèèè!!!...
...mmm,
accidentiii, quando voglio dire una cosa però...!»
mordendosi le labbra, sotto lo sguardo un po’ stupito di suo
marito. Diamon sospirò profondamente, prendendogli le mani
«Kazu...
...ascolta, la
verità è che...tu finora hai conosciuto solo un
lato di
me, ma io non sono sempre Diamon, la Digimon allegra che...ride e
scherza su qualsiasi cosa. Anche se io non lo mostro usualmente
c’è un altro spicchio di me, che è
molto più
oscuro...» descriveva con uno sguardo insolito e profondo,
seppur
premuroso «...è fatto di diamanti tetri e opachi,
ed
è quello di colei che ha percorso...i suoi anni
più
importanti senza sua madre, al suo fianco. Perché
l’avevano uccisa, capisci?!»...«...ma
certo. Se
c’è qualcuno che può capirti, quello
sono io. Mia
madre non è stata uccisa, bensì...portata via
rapidamente
da una brutta malattia. Però proprio ripensando a quanto
è stato doloroso posso soltanto lontanamente immaginare
quello
che tu, e tua sorella dovete aver passato.» espresse
dolcemente
il giovane, e Diamon «Proprio per questo! Certi segni
sono...indelebili e non se ne vanno mai, anche se magari ci ridi e ci
scherzi sopra.»...«Lo so
bene.»...«Ora...» abbassò lo
sguardo Diamon
«...finalmente sono giunta sulla terra, io avevo tanto
sognato di
visitarla però da un lato...mi rende triste pensare che
questi...erano i luoghi che lei vedeva fin dall’infanzia, e
che
hanno ospitato i suoi sogni quando poi tutto è finito in
quel
modo: uccisa...da una sua compagna di
squadra...»...«Lo so,
alle volte penso a quella storia e mi dico...!!...
...accidenti, è
una cosa orribile ritrovarsi nella propria squadra una serpe come
quella Violetta! Io sono stato fortunato...nella mia siamo tutti amici,
e nessuno di noi potrebbe mai tradire l’altro.»
Ma quelle parole
sembrarono accrescere il turbamento di Diamon, benché
cercasse
di nasconderlo.
«Però una
cosa posso assicurartela! E cioè che prima o poi riusciremo
a
scovare Violetta e a chiudere definitivamente i conti con lei. La morte
di tua madre non resterà
impunita!»...«Ma bastasse
questo a cancellare i ricordi! Quando una cosa simile ti accade...
...hai sempre
paura...che l’incubo possa ripetersi, per le persone...a te
più care.»...«Quanto a questo non dovrai
mai temere!
Hai paura per tua sorella, forse? O magari per tuo padre. Ma ci siamo
noi! Ci sono io qua con te...
...c’è Guardromon, e poi ci sono i miei amici:
Kenta, Takato...
...Henry,
Rika...Jeri!» ma sul nome di costei Diamon ebbe un brivido,
che
la spinse a camminare per la stanza «...Suzie, Rea,
Ryo...siamo
un intero battaglione, e abbiamo i nostri Digimon ad aiutarci! Vedrai,
non potrà accadere niente di brutto.» ma
Diamon
cambiò discorso «Quando andiamo a comprare il
tappetino
per la vasca?!» volgendosi verso suo marito «Ti
prego, ne
ho visto uno...a prezzi stracciati, e piace da morire alla
signora!»...«La...signora?»...«La
signora
Shioda! Tua madre! Uhmuhmuhm, lo sai che io e lei siamo in contatto,
anche se in questi giorni mi vedi un po’ strana non abbiamo
mai
smesso di parlare, e non sai quante nuove idee mi ha suggerito per la
casa! Anzi! Quasi quasi sai che ti dico? Vado a fare una lista,
altrimenti mi sfuggono con la testa che ho. E nel frattempo preparo
anche il latte.»...«D-D’accordo...
...ti ricordi il
posto del bricchetto?» strillò il ragazzo, ma lei
si era
già dileguata e si lasciò dietro un «No
worryyyyyy!»
Ma mentre
trafficava tra le credenze, gli oggetti le sfuggivano di mano. Ad un
tratto dovette respirare ed asciugarsi la fronte “Non posso
andare avanti in questo modo...sto rischiando di impazzire! Ho tutto il
giorno davanti immagini orribili, e la notte me le sogno! Mamma,
suggeriscimi tu cosa devo fare! Cindermon mi ha chiesto di mantenere il
segreto, ma io...ho tanta paura per lei!!”
«E’
veramente incredibile ciò che è accaduto a tuo
figlio,
Mie!»...«...ancor più incredibile il
fatto che tu ci
abbia chiamate: credimi cara quando ho ricevuto la tua telefonata sono
sobbalzata sulla sedia.»...«E poi quello che ci hai
detto
di tuo marito...beh, tu mi crederai se ti dico che lo prevedevo da
sempre: quel Takehiro...mi dicevo...mmm! Come tutti gli uomini del
resto.»
Erano quattro amiche
al bar. E Mie rigirava con poca convinzione il cucchiaino nel
tè
«Mah...evidentemente io ero l’unica a non
accorgermi di
niente. Mi illudevo, pensate un po’, di essere una moglie
fortunata! Ed una madre appagata...»
«E’
questo il problema!» una di loro piazzò le mani
sul tavolo
«Tu credi alle favole! Queste figure non
esistono!»...«Ma...un tempo...» replicava
timidamente
la panettiera in borghese, per poi acquisire più convinzione
«...quando ci siamo sposate erano tutti i nostri
sogni!»...«Mieee...quel tempo ormai è
storia! Guarda
noi: siamo l’ombra di quelle di allora!» (una di
loro fece
«Veramente a me sembra che noi siamo messe meglio di
lei.»
ma fu zittita «Shhh! Lo dico solo per
consolarla...»)
«Io non so
cosa dirvi...» Mie abbassò il suo triste sguardo
«...a quel panificio ho dato tutto. E a quella famiglia...
...anche
ciò che non avevo.» specchiando nel tè
il suo volto
illividito.
«E’
stato questo il tuo problema!»...«Ti sei concessa
senza
riserve.» e Mie «Cooosa? Questo
mai!»...«Ahhh,
non intendevo in quel senso lì! E poi anche se
l’avessi
fatto francamente...ora chi può dirlo? Magari saresti
più
soddisfatta!»...«Non dire sciocchezze...»
replicò Mie con fare ritroso «Io non sono tipo da
queste
cose...
...ci
mancherebbe altro! Cambiano i tempi...e noi ci adeguiamo? Se permettete
io...ho solidi principi morali, perché dovrei cambiarli
adesso?»
«Adesso è
tardi, tesoro!» rispondevano quelle amiche piuttosto
variopinte,
nonostante l’età «Ormai la frittata
è fatta,
e da dieci anni ormai! Piuttosto che cambiare principi ti consigliamo
di trovare un buon avvocato e di...spogliare quel mascalzone di tuo
marito di quanto più possibile!» al che la
panettiera
sbatté indispettita le mani sul tavolo «Spogliarlo
sarebbe
ben poca cosa! Ma vi rendete conto di quello che ha fatto?! Sono
passata davanti casa, assicurandomi che non mi vedesse! Ci ha messo
lui!! Capite di chi parlo?! Quel ragazzino! Il suo...
...figlio
bastardo! Lo ha piazzato lì come se niente fosse, nel
negozio
che abbiamo tirato su per tanti anni insieme! Adesso lui spadroneggia
liberamente come un piccolo principe, se solo ci penso mi
sento...esplodere di rabbia, oltre che di
vergogna!»...«In
effetti è un autentico scandalo!» affermava una
delle
signore, e Mie «Ah ma se una cosa è certa
è che
Takehiro me la pagherà! Anche se a dire il
vero...»
tradendo un po’ di insicurezza «...non so ancora
come. Io
non ho più mezzi, ormai sono una donna senza nome. Non ho
neanche più una casa...»...«Puoi restare
da me tutto
il tempo che vuoi...»...«...grazie. Ma il mondo
continua a
scorrere...mentre io sono qui in “by me”, come si
dice?»...«...IN STAND
BY...»...«Ahh, io questi
termini moderni...vedete? Debbo pensare alle vecchie canzoni, per
ricordarmeli.»
«E invece
è in questo che ti sbagli, amica cara...» disse
una di
loro intenta nel consultare un’Ipad «Che cosa
intendi
dire...?» chiese Mie dubbiosa, ma un’altra si
sovrappose
«Fuyuko, sei riuscita a prenotare i posti per il concerto
rap?
Insomma, è impossibile che siano tutti esauriti!»
«Che
razza...di diavolerie sono queste?» domandò
stupita la
panettiera, ma le amiche risposero «Ecco Mie, se ci permetti
questo è il tuo problema. Sei sempre così,
cosììì...
...come
dire? Insipida: principi rigidi, canzoni classiche, una volta che ti
avessi visto un tocco di colore a quel viso.»...«Ci
volevano i lividi per dartelo!»
«Beh, io...che
ci posso fare?» si ritirava intimidita
l’interessata
«Non potrei mica...truccarmi come
voi.»...«E
perché no?»...«Ma perché
io...sono
così. Non è colpa mia, ho ricevuto
un’educazione
rigida: mia madre diceva che a essere acqua e sapone ci si guadagna
sempre in futuro.»...«E si è visto,
basta guardare
al servizietto di tuo marito!»...«Oh, ora
smettetela, non
è divertente.» liquidò con
un’occhiataccia,
dopodiché ammise «E’ vero...
...io non ho mai
dedicato colore a me stessa, ma soltanto...» accennando un
sorriso «...alle lenzuola della mia casa. Desideravo che
fosse
sempre piena di luce...»
Mentre le amiche la osservavano, con il sorriso di chi la sa lunga...
«Speravo con il
mio comportamento serio di assicurare lunga vita alla mia famiglia.
Sognavo che mio figlio...mi desse dei nipoti, e che diventassi nonna
presto. Ma se stiamo a guardare la situazione sentimentale di
Takato...è meglio lasciar perdere! Mi ha fatto diventare
matta
in questi anni con tutte le sue fisime. E alla fine mi ritrovo...con un
pugno di niente. Lui è lontano con il cuore e con la
mente...ormai il suo mondo sono i suoi amici, mentre io ho perso anche
quello che avevo. Non ho più una casa, quando per lui forse
è giunto il momento di farsene una. E’ questo il
destino
di una madre: sogniamo, sogniamo...
...ma alla fine
loro vanno via, e ci ritroviamo ancora più sole di prima.
Più sole di quando...eravamo soltanto delle ragazzine, e la
casa
dei nostri ormai ci andava stretta. Avremmo creduto col matrimonio di
realizzare tutti i nostri sogni, ma dei sogni...» volgendosi
verso la vetrata «...cosa ne fa quest’aria piena di
fumo e
smog? Dei sogni della gente comune. A volte penso che finiscano sotto
gli pneumatici delle auto, e che tanti slogan come
“famiglia” e “affetto
materno”servano soltanto
alle pubblicità dei prodotti, e a noi sciocchi che li
andiamo a
comprare. E buttiamo i nostri soldi, che la tv ci preannuncia finiranno
presto. Ma lo facciamo per cosa poi? Loro non tornano a casa la sera...
...e il dolore
si accresce. C’è chi dice che si deve sempre
sperare nel
futuro...
...ma quale
futuro merita, se molto presto non esisteranno più le
famiglie?»...«...puoi trovare in noi solo alleanza
e
solidarietà.»...«Povera cara! Quello che
devi aver
passato. Tu lo sai: noi ci siamo passate molto prima di te. Eri tu
quella scettica!» e lei «Sì, ammetto che
in
effetti...
...b-beh, forse
immodestamente ho pensato...che a me non sarebbe successo! Che con il
mio comportamento avrei saputo...tenermi stretta la mia famiglia! Ma
qualcosa dev’essere andato
storto...»...«Tranquilla...! Noi non te ne facciamo
una
colpa.» e Mie strinse le spalle un po’ dubbiosa,
sorseggiando il suo tè.
«Però la tua
vita in qualche modo deve
continuare!»...«E’ per
questo che...mi sono rivolta a voi, sono senza punti di riferimento!
Lontano dal calore di quel forno...sono come un animale smarrito, senza
una meta!»...«Noi siamo a tua disposizione! Noi
vaghiamo da
sole da molto più tempo di te: come sai i nostri matrimoni
sono
andati a monte, i nostri mariti ci hanno lasciate! Chi ci ha tradite,
chi si è preso l’amante giovane e chi aveva altri
figli
all’estero! Ormai siamo al completo. Ma abbiamo saputo
adeguarci
alla solitudine. E ai tempi!!»...«Lo
vedo!»
ribatté Mie accennando all’Ipad «Io non
ho mai
imparato a manovrare quel coso, benché Takato abbia sempre
insistito!»...«E scommetto che non hai mai
ascoltato un
concerto rap!»...«...so a malapena di che si
tratta...e mi
inquieta alquanto quel genere di musica!»
Ma le tre si
guardarono fra loro «Ragazze...! E’ il momento di
trascinare la nostra Mie nel covo della vita delle donne single, che
noi ormai bazzichiamo da un pezzo!»...«Non fatemi
paura...» mormorò la panettiera pallida in volto,
ma
queste replicarono «E’ tutto sotto controllo,
fidati! Anzi,
scoprirai un mondo di cui ignoravi
l’esistenza!»...«Non so se devo
fidarmi...»
scansava Mie la tazza del suo té...
Intanto le amiche «Leggi qua: la crew del fenomenale
quattordicenne dalla marionetta parlante debutta finalmente sotto gli
occhi della città.
Uhm, ultimamente non si parla
d’altro...»...«E qui
c’è un altro trafiletto.»
segnalò
un’altra di loro «Ah sì, ecco: il
concorso di freestyle è inoltre l’occasione della
crew per
introdurre sulle scene un nuovo membro, stiamo parlando
dell’incontenibile Leaf, che in pochi giorni si è
distinto
per uno straordinario, quasi miracoloso talento
nell’improvvisazione...» scandendo con
un certo pathos queste ultime parole...
...che a Mie
sembravano suscitare turbamento «Leaf?? Ma che genere di nome
è mai questo?!»...«Significa
“foglia”...(!)»...«Mie...l’inglese...(!!!)»...«Ah,
che ci volete fare...!» la panettiera stringeva le spalle
«Non l’ho mai studiato, così come non mi
sono mai
interessata a...aaa...simili ambiti.»...«Ma hai
sbagliato
perché in questo modo ti sei limitata.» disse la
signora
abbassando l’Ipad «Perché non ci dai
retta e non ci
segui al concerto? Quando la famiglia salta, la modernità e
l’emancipazione sono le ultime cose che ci restano,
ahinoi.»...«Dovrei immergermi in uno stadio pieno
di...di...ragazzi urlanti e tatuati?! E assistere...ad uno spettacolo
di musica assordante?»...«E’ la musica
del futuro,
Mie...!!!»...«Non sei attratta dall’idea
di diventare
una donna moderna? Di intenderti delle cose di cui si occupano i
giovani?» la tentavano con saper fare. E lei rifletteva
«Voi pensate che davvero...si mi interesserò a
queste
cose...otterrò più credibilità? Magari
mi
rispetteranno più che...se continuassi a indossare questo
grembiule...»...«Ma sicuro! Il grembiule amica cara
non ti
ha mai calzato, dà retta a noi! Riflessa allo specchio vedi
solo
una panettiera, ma noi vediamo in te...una donna della nuova
generazione! Seguici alla gara di freestyle, vivrai un pomeriggio come
mai ne hai vissuti!»
“Non ho
altre alternative...” meditava la signora “...tanto
vale
tentare.” benché un velo di dubbio non
abbandonasse il suo
viso regolare e illividito.
«Oh
no...» accennava quel ragazzo col Digignomo sulla maglietta,
e le
gambe ciondoloni dal muretto imbrattato «Fammi vedere se ci
sono
altre notizie...» mormorava scorrendo il suo guanto sul
display
di quell’ipad...
...quando un
cane di pezza si insinuò lentamente, quasi con dolcezza,
molto
vicino al suo viso. Per intonare un «Bau!» seguito
da un
gentile «...sei
preoccupato?»...«Oh?» Guilmon
si volse...
...ed il cane
arretrò, per lasciar posto a quel ragazzino dallo sguardo
profondo «E’ da prima che ti vedo con gli occhi su
quell’Ipad...mi chiedevo se avevi notizie di quella
bambina.»...«Purtroppo no, Puppet! Stavo leggendo
il
notiziario della città: Akiko è scomparsa! Sono
in pena
per suo padre, l’ho abbandonato nel momento del
bisogno...»...«E’ perché non
torni da
lui...?» chiese Puppet chinando il capo e facendo espressione
assorta, ma Guilmon replicò deciso «Questo mai!
Purtroppo
lui è molto vicino ad alcune persone...
...che mi hanno
spinto a fare cose che preferisco dimenticare. Sono molto
pericolose!...ho promesso a me stesso di starvi alla
larga.»...«Ricordati...!!» disse il
ragazzino in uno
slancio d’affetto, prendendogli la mano «...che
se...io
posso fare qualcosa per te sarò ben
contento.»...«Oh
ma no, che dici Puppet! Uhmuhmuhm!» sorrise cordialmente
l’altro stringendo le spalle «Già
è tanto
tutto ciò che hai fatto finora: permettermi di gareggiare
con la
crew, ascoltare i miei versi!...
...mi sembra un
sogno, finalmente ho dei compagni con cui fare la musica che ho sempre
amato...!»...«...no, quanto a quello devi aver
chiaro...
...che non
è merito mio.» parlava pacatamente, con la sua
voce
modulata e profonda «Ma unicamente...del tuo grande
talento.»...«Ohhh...»...«Guardami
negli occhi,
e credimi quando ti dico...
...che ci hai
abbagliati. Abbiamo conosciuto tanti ragazzi, e molti di loro
erano...degli abilissimi rapper. Ma mai abbiamo incontrato un fenomeno
come te...qualcuno che sembra avere l’improvvisazione nel
sangue:
basta darti il via...
...per farti
scagliare una raffica di rime come se tu fossi in battaglia. E queste
fossero sfere infuocate...»
Il sole filtrava
attraverso il ponte cittadino, posandosi sulla maglietta col Digignomo,
e sui capelli biondi del ragazzino a cui brillava l’orecchino
metallico. Guilmon smarriva il suo sguardo attraverso i ricordi
«Sarà che nella vita...non ho fatto che
questo.» e
Puppet gli appoggiava la marionetta sulla spalla «Tu sei
Leaf...
...il carro armato della nostra guerra. Tutti noi possiamo soltanto...
...inchinarci al
tuo grande talento...»...«Ma no, stai
scherzando!»
Guilmon lo trattenne «Io voglio che noi siamo tutti amici!
Noi
siamo una squadra.»
Puppet lo
scrutò, colpito da quelle parole. Guilmon gli sorrise
«Non
esiste un più grande e un più piccolo tra di
noi.»...«Lo sai? Non è la prima volta
che in questi
giorni ascolto i tuoi accenni al passato, e non ti nascondo che
io...!!» ma si volse, come improvvisamente intimidito
«...ma no, dimentica quello che ho detto. Nessuno di noi qui
ha
passato: esiste solo il futuro...
...mi piacerebbe
ascoltarti ma non sei costretto.» mentre Guilmon assumeva
espressione triste «...lo sai, Puppet? Nel mio passato non ci
sono soltanto cose piacevoli...
...ma anche
eventi dolorosi, e soprattutto...scelte sbagliate.» aprendo
il
suo guanto, nel quale brillava la foglia «Però
nonostante
tutto ho ancora questa a guidarmi, e finché il vento
continuerà a farla volare verso il futuro...io non mi
arrenderò, seguiterò a guardare avanti! Sempre
avanti...»
Puppet gli dava le
spalle, e si ripiegava nella sua corporatura non proprio slanciata,
mormorando impercettibile «...vedi quando dico che sei il
più grande...»...«Uhm?
Cosa?»...«...niente, non farci caso! Emozionato per
stasera?» e Guilmon sussultò
«Tantissimo! Uhmuhmuhm,
non sto più nella pelle, stanotte non sono riuscito a
chiudere
occhio, non facevo che ripassarmi i versi senza sosta. E immaginarmi la
grande sala da concerto...
...il pubblico ad
ascoltarci...»...«Mi veniva in mente...»
illustrava
il ragazzino tornando ad assumere il serio contegno del coordinatore
«...se hai detto che sei preoccupato per quella
bambina...potresti rivolgerle dei versi durante la
gara.»...«Ah!!...
...hai ragione non ci
avevo pensato.»...«Il freestyle...è
l’arte
dell’improvvisazione: noi non dobbiamo programmare troppo
ciò che diremo, dobbiamo agire d’istinto. E questo
non
solo nel freestyle ma...
...anche nella vita! A
volte io credo...ecco, che frenarsi troppo sia inutile, infatti
anch’io ho l’impressione che...molto presto...
...farò qualcosa...
...senza
preoccuparmi...delle conseguenze...» ed il suo tono sfumava
su
tali misteriose parole, il suo sguardo si nascondeva.
Ma il cuore di Guilmon già volava tra i sogni di
quell’inizio estate...
Puppet si allontanò
da lui e si accostò ad alcuni amici presso il muretto. Una
preoccupazione sembrava velare i suoi occhi «Ragazzi
ma...voi...
...siete davvero
sicuri che lui...sia...come ha detto di
essere?»...«Tranquillo, Puppet! Lo abbiamo sentito
con le
nostre orecchie!» però il ragazzino insistette
«Ma
siete sicuri che non ci sia un equivoco?!»...«Ma
dai,
fratello...quale equivoco? Basta guardarlo, in fondo si
vede!»...«Non lo so...
...io mi sento
insicuro...e-e benché gli abbia appena parlato
dell’importanza di agire d’istinto...sono pieno di
reticenze!!» afferrandosi il capo in un moto sofferto
«Però...non voglio fare come in passato, in quanto
proprio
il silenzio e la riluttanza a esprimere ciò che sentiamo mi
hanno allontanato da...
...chi sapete
voi. Stavolta io devo trovare il coraggio! Voglio trovare il
coraggio...» ma il compagno, più adulto e ben
più
alto di lui, gli pose il braccio attorno al collo «Dai,
buttati
senza pensarci troppo: l’eventuale vittoria del concorso
è
l’occasione adatta!»...«Tu
dici?!»...«E’ assicurato! Vedrai,
farà piacere
anche a lui. Lo vedi com’è, un
po’...timido, e
sembra avere un passato oscuro. Ma chiunque vi avesse visto lavorare
assieme in questi giorni...
...sa che in
coppia...spaccate di brutto...!!...»...«...spero
che tu
abbia ragione...» sussurrava Puppet osservando Guilmon da
lontano
«Leaf...»
E questi sorrideva
camminando sul prato «Puppet è un grande amico, in
questi
giorni non ce l’avrei fatta senza il suo aiuto, mi ha fatto
sentire proprio come se fossi nel gruppo da sempre! E poi,
quest’idea di includere dei versi per Akiko...è
veramente
straordinaria, non so come farò a sdebitarmi!
Chissà, mi
chiedo...
...se magari anche a
Takato capiterà di vedermi, dalla stanza
dell’ospedale...
...magari non sapendo
che fare...accenderà la tv, come faceva a casa sua. E
Cindermon
gli si siederà accanto, come a volte facevo io...
...così mi
sentirà rappare...e magari ignorando chi sono in
realtà...gli piacerò. Mi apprezzerà
come artista,
mentre scherza con Cindermon che afferma che sono proprio...
...un bel...ragazzo,
uhmuhmuhmuhm! Ma Takato sarà già perso tra i miei
versi,
e le chiederà di far silenzio...
...è questo il
bello della musica: arriva ovunque! Al di là delle
distanze...e
talvolta persino del tempo...» riguardandosi la fogliolina
tra le
sue mani, per caricarsi di coraggio...
Takato scorreva
le dita su un Ipad, quando a un tratto «Ma va al
diavolo.»
lo lasciò andare con poca grazia sul lenzuolo, rischiando
quasi
di colpire «Calù!» che si
spostò di scatto
«Che cosa hai letto Takato, come mai sei così
arrabbiato?»...«Degli idioti si avventurano in uno
stupido
concorso rap, figurati! Quelli non hanno niente di meglio da fare, mica
come me che devo stare prigioniero in questo letto d’ospedale
perché un...
...bastardo mi
ha sparato.»...«...sbaglio o il medico ha detto che
fra
poco esci?»...«No...non sbagli...»
replicò il
ragazzo a braccia conserte, ed espressione seccata «...fra
poco
esco, e saranno
guai!»...«Calù!»...«Ho
intenzione...di farmi sentire questa volta, sono stufo di stare sempre
zitto e in balia degli eventi, voglio dare caccia senza tregua a tutti
coloro che ci stanno mettendo i bastoni tra le ruote!...
...ne ho
abbastanza di intrighi, di traffici, di bugie, e chi più ne
ha
più ne metta!!...
...si preparassero...
...gliela faccio
io la sorpresa, altro che il freestyle di questi sfaccendati
d’alto borgo!» Calumon piegò il capo
«Io avevo
sentito che il rap è un genere per giovani disadattati, con
situazioni diffic-»...«E’ una
menzogna!!!»
strillò con occhi di inaudita rabbia «Questi sai
chi sono?
Te lo dico io, ragazzi pieni di soldi! Che non avendo NEANCHE UNO dei
problemi che abbiamo NOI si intrattengono con rime FASTIDIOSE e
DISSONANTI...
...sono una
manica di buffoni e noi viviamo all’ombra della loro fama,
perché disgraziatamente il mondo va sempre in senso
contrario.
Ma tanto prima o poi si vede...» insinuò con
sguardo
tagliente «...dov’è il vero talento e
dove invece
soltanto uno sfoggio di grottesca apparenza...» aggiungendo
sottovoce «...magari gli crollasse il palco in
testa...»...«...non ti ho mai sentito parlare
così,
Takato.»...«E lo credo!!!»
ribatté il giovane
con sguardo recriminatorio «...nella vita ne avevo passate
tante
ma ancora mi mancava l’essere abbandonato come uno straccio
vecchio dalle persone a me più care!!!...
...pfff, per
loro potrei anche marcire in un letto d’ospedale, o forse
sarebbe
stato meglio che fossi morto. Come non ne avessimo già
troppi in
famiglia...»
Lo sguardo
pieghettato di Calumon si piegò un po’ titubante
«...mi dispiace...
...ma adesso
purtroppo devo andare anch’io. Non vorrei lasciarti, ma devo
raggiungere Impmon! Oggi...c’è il funerale di
Akemi.»
Takato
ricordò, e quel pensiero insinuò una nota di pena
a
mitigare la rabbia del suo sguardo. Sospirò e disse
«...ma
no...
...figurati, vai pure. E mi raccomando, fagli le condoglianze da parte
mia...mi sarebbe tanto piaciuto partecipare. Sono proprio uno stupido,
eh
Calumon...?»...«Calù?»...«Sto
qui a...
...montarmi con
le mie stupidaggini, e a maledire i rapper quando chissà
cosa
sta provando Impmon in questo momento. E i genitori di Akemi. Senza
contare suo fratello!»...«Mako ti ha fatto tanto
male,
calù, e non si è mai posto con rispetto nei tuoi
confronti.» ma Takato replicò quasi aspramente
«Ma
adesso non resta di lui che un ragazzo che ha perso la sorella!!!...
...in questi casi le antipatie personali cedono. Anch’io...
...ho perduto un
fratello. Con la sola differenza che l’ho perduto prima di
averlo...
...
...sta peggio
lui. Salutamelo se lo vedi.» rifilò con
un’occhiata
dura, ma Calumon lo scrutò con stima «Certamente,
calù.» balzando giù dal letto...
...e camminando
per la stanza «...calù,
calùùù...i
fiori. Debbo ricordarmi dei fiori...» parlava fra
sé, ma
d’un tratto Takato accennò
«Calumon...»...«Dimmi.
C’è qualcosa che
posso fare per te, Takato?»...«Dipende. Ascolta...
...si sa che tu da molti anni sei amico di Jeri.»
Il bianco Digimon si irrigidì.
«E anche
se di recente avete litigato mi chiedevo se sapevi qualcosa sulla sua
attuale assenza, tanto più considerando che sei il migliore
amico di Impmon. E lui fino a prova contraria è il Digimon
di
Jeri, o sbaglio?!» ipotizzò il ragazzo, afferrando
le
coperte «Calù!»...«Tu mi sai
dire che cosa
è avvenuto fra di loro?! Perché si sono separati,
almeno
sotto il profilo professionale?! Io fino a adesso non mi sono
intromesso, ma ora voglio sapere...
...e credo di
averne anche il diritto!» Calumon volse le spalle
«Queste
sono cose di cui dovresti parlare...con loro. Mi spiace
Takato...» ma il ragazzo insistette «Tu sai
qualcosa e non
me lo dici!! Siamo amici da anni, Calumon! Giocavamo per il parco
assieme a Guilmon!!»...«Lo ricordo bene
calù,
però io non ho mai saputo chiaramente come sono andate le
cose e
non posso esserti utile.»...«Per
favore!!!»
...strillò il ragazzo, riuscendo ad arrestare Calumon sulla
porta della stanza.
«E’
terribile vedere le persone che conosci meglio sfuggire con lo sguardo
e cercare pretesti per non risponderti! Io so che tutti voi sapete cose
che io ignoro sul conto di Jeri! Vi prego di venirmi incontro
perché da qui...le ore non passano mai, e io trascorro il
tempo
facendomi i fantasmi peggiori! Ti prego, Calumon...»
Ma il piccolo
Digimon chinava la testa “Io...non posso rivelargli quello
che
so, l’ho promesso a Jeri! E una promessa...è una
promessa...” smarrendo i suoi occhi invecchiati dal tempo.
«...sono braccato dai sospetti, e sto soffrendo...
...ancora, come se non fosse bastato tutto quello che ho passato. Dammi
solo un aiuto, amico mio!»
«Calù...» fece Calumon senza girarsi
«...io...la sola cosa che posso dirti Takato è che
fra
Impmon e Jeri c’è stata una frattura
perché lei ha
messo gli occhi su un altro Digimon. Sì, sembrava
interessata a
Cyberdramon.»
Takato spalancò gli occhi
«Però poi non chiedermi altro perché il
resto
dovrai scoprirlo da solo, ed io...sono in ritardo.
Calù.»
così si dileguò nel corridoio
dell’ospedale...
...lasciando l’amico umano sbalordito «Ma come
Cyberdramon...
...lui è il Digimon di Ryo...»
Ma in quel
momento si udiva «Oh! Ciao Calumon. Sta attento a girare in
corridoio.»
...e poco
dopo «Takato.»...«Oh?» il
ragazzo alzò
appena i suoi occhi pensierosi, incrociando quelli blu intenso di un
compagno terrestre «...ah...Kazu, come
va?»...«Bene,
sono passato a salutarti! Scusa se non è venuta anche mia
moglie
ma...aveva paura che la scoprissero, sai? Per via il
volto...»
accennando alla metà del viso, e spiegando «Diamon
sembra
spigliata, eppure da quando siamo sulla terra la vedo...tutta
intimidita! Però mi ha spiegato che è per sua
madre.» sedendo sullo sgabello, e accavallando le gambe.
«Dille di non
preoccuparsi e...tieniti cara una moglie che ti è
così
vicina. Non sempre se ne trovano...»...«Stai forse
accennando a Jeri? C’è qualche problema Takato?
Spiegami!»...«Ma no...
...non voglio
affliggerti dopo quello che è successo a tuo padre. I nostri
problemi li risolveremo, è solo che...Calumon mi ha detto
una
cosa così strana...» stringendosi a sé
come se
avesse un brivido «In effetti se dovessi dirti l’ho
visto
uscire ma...non mi ha neanche salutato! E’ strano per
lui.»
osservò Kazu accomodandosi il cappello nero, e
Takato
«Va al funerale di Akemi...»...«Ci sarei
andato
anch’io!...
...è
così triste quello che è successo, ma non
conoscevo bene
la famiglia Ayami e voglio rispettare il loro dolore. In questi casi
non va mai di vedere gente, ed è risaputo che nel quartiere
tutti mi conoscono, nel bene o nel male. A Mako l’ho spiegato
e
lui sembra aver capito. E’ molto cambiato, sai? A Digiworld
mi ha
dato una grande mano...»...«Mi piacerebbe
parlarci...»...«Anche lui lo desidera! Vedrai che
presto
potrete chiarirvi.» disse appoggiando le mani su quelle
dell’amico «Però intanto confidami
ciò che ti
preoccupa. Sempre se te la senti!»...«Ma certo, ci
mancherebbe!...
...sai che mi
fido ciecamente di te. E’ solo che non so se sono io a farmi
dei
problemi inutili oppure...c’è davvero qualche base
concreta.» Kazu si sfilò il cappello,
appoggiandolo sul
lenzuolo «Non penserai che Jeri...ti stia ingannando in
qualche
modo!»...«Io non posso pensare niente,
semplicemente
perché non l’ho più vista! Dal giorno
del mio
ferimento lei non è mai venuta a
trovarmi!»...«NON
E’ MAI VENUTA?!» sgranò gli occhi Kazu
«Io
è che...pfff, sono stato impegnato, tutta la faccenda di mio
padre, un casino, però pensavo che voi in questi giorni vi
fosse
visti regolarmente!»...«Altroché, Kazu,
l’esatto contrario! Jeri è come scomparsa, gli
altri
dicono che ha problemi con suo padre ma io capisco dai loro sguardi che
così non può essere, e che sarebbe venuta
comunque!»...«...la verità è
che
neanch’io l’ho più vista...»
rifletté
Kazu aggiungendo con mano sul petto «Giuro: sono
sincero!»...«Ma figurati, lo so, tu non dovresti
neanche
essere qui.»...«Però sta di fatto che
ora ci sono!
Coraggio, spiegami che ti ha detto Calumon...» e Takato
guardò negli occhi l’amico «Una cosa
assurda...! Mi
ha detto che Jeri e Impmon hanno litigato...
...perché
lei...avrebbe voluto...sostituirlo con Cyberdramon!» al che
Kazu
sospirò ed incrociò le braccia
«...ancora questa
storia...» Il suo sguardo sfuggì, ma Takato se ne
accorse
«Ma allora anche tu sai qualcosa! Vedi? Non mi sbaglio! Tutti
avete pezzi in più di questo puzzle che a me
sfuggono!»...«Takato...calma. Io non so cosa ti
abbiano
detto gli altri, ma quello di cui sono a conoscenza...posso dirtelo. E
non è che sia molto...»...«Non importa,
basta
qualsiasi cosa! Evidentemente qui ognuno conosce aspetti della mia
ragazza che io ignoravo completamente! Ad esempio io non avrei mai
sospettato che avesse qualche interesse per
Cyberdramon!»...«In realtà io non vorrei
pensar male
di Jeri.» disse Kazu accomodandosi in una posa elegante su
quello
sgabello «E’ una mia compagna di vecchia data
e...non mi
viene naturale! Quello che però posso dirti è
che...
...poco prima
che andassi via, a palazzo e saltata fuori una storia strana. Tu ti
ricordi Midramon, uno dei quattro figli dispersi di
Cyberdramon?»...«...nnn...non l’ho mai
visto ma
ricordo che Jeri è partita a recuperarlo, la sera del
matrimonio
di Rika e Ryo!»...«Sì, anch’io
sapevo questa
versione ma poi aveva detto di averlo lasciato a una struttura per
cuccioli dispersi! No? Ti ricordi,
vero?!»...«Sì,
sì! E invece?»...«E invece...
...ce lo siamo trovato
abbandonato, in una cesta! Davanti al
palazzo!»...«Cosa?!»...«Oltretutto
in
stato...di shock totale, diceva di aver assistito a una scena...che
nemmeno ti descrivo. Pare...» fece Kazu avvicinandosi e
abbassando il tono «...che il padre l’abbia
addirittura
respinto. Che gli abbia detto che non vuole più vederlo, e
che
è come se non fosse più suo figlio! Ma la cosa
più
strana è che non ho capito come, ma pare ci fosse Jeri
lì
presente! E a me Midramon ha addirittura detto...
...che lei
l’aveva scoperto già da prima di quella sera...ma
l’aveva nascosto, promettendo di fare una sorpresa a suo
padre.
Una sorpresa che...
...qualunque sia stata...sembra non abbia avuto esito
positivo.»
Una nube di sospetto si addensò sul volto di Takato...
«C’è dell’altro...»
continuò a
bassa voce l’amico, muovendo agilmente lo sguardo per
controllare
che non vi fosse nessuno «...io ho chiacchierato con Mako
quando
ero a Digiworld, e abbiamo parlato anche del periodo in cui erano
fidanzati. Sono rimasto...stupefatto: pare che Jeri lo avesse sommerso
di balle! E che gli abbia addirittura raccontato che con suo padre
erano in procinto di rinnovare il ristorante! Sappiamo bene tutti...
...che
quel locale cade a pezzi già dalla nostra infanzia, e che
Jeri e
il padre, i soldi per restaurarlo...li vedevano col cannocchiale!
Quando Mako me l’ha detto, io sono rimasto senza parole. E
non
facevo che pensare a te. Appena possibile voglio parlare a chiare note
con Jeri...però tu sta attento, Takato...perché
credo che
lei sia cambiata con gli anni, e che abbia imparato...a raccontare
bugie.»
Takato si
passò la mano tra i capelli, cercando quella risposta che
non
c’era sulle pareti della stanza, e nello sguardo
dell’interdetto amico...
Sotto il sole di quella mattina si era riunita una moltitudine di gente.
Ed i petali che il
vento strappava alle composizioni floreali si mischiavano a
quell’aria di primavera, che prelude
all’estate.
Lungo i nastri si leggevano commosse parole di saluto. E anche i
Digignomi nascosti tra gli alberi attendevano il silenzio, in posa
raccolta ed emanando un bagliore pacato.
I loro occhi
sembravano vegliare su quella famiglia di tre persone, che procedeva
lentamente sul prato di color verde intenso «Mamma...ce la
fai?» si premurava quel ragazzo in abito scuro scorgendo
un’incertezza nel passo materno, ma suo padre lo
rassicurò
«Non preoccuparti, Mako...si aggrappa a me, come sempre. Vero
cara?» al che il ragazzo disse «Io...se permettete
vado
avanti a salutare gli altri. E a vedere se Impmon è
arrivato.»...«Sì sì, vai
pure...» disse
il padre, aggiungendo «E se vedi anche qualcuno della
famiglia
Katou...per favore, fai le condoglianze da parte mia! Il destino ha
voluto che proprio nel giorno in cui salutiamo Akemi si tenesse il
funerale del povero Hajime. Ma un lutto come il nostro non è
una
scusa per dimenticarsi del dolore altrui. Se solo non subentrasse anche
la rabbia! Dicono sia stato...un attacco di cuore. Ma io lo so chi
è stato!» affermava il signor Ayami con una punta
di
asperità «Lo so io chi gliel’ha
procurato! E’
stata lei, quella figlia disgraziata ad accorciargli la
vita!»...«Papà!!» lo riprese
il figlio
«Stiamo sempre parlando di Jeri, che eravamo pronti ad
accogliere
in casa nostra!»...«Lo so e non voglio ricordarlo,
avremmo
fatto un terribile errore! E dire che io lo avevo esortato tante volte,
gli avevo detto...ricoverala, tua figlia è instabile ma lui
mica
ha voluto ascoltare, t-testardo com’era! Si era messo in
testa di
aiutarla per conto suo, e non si rendeva conto che era impossibile. La
verità è che Hajime si sentiva molto...molto in
colpa
verso sua figlia!» ma Mako tagliò corto
«...va bene,
ora quello che è stato è stato ma non
è il caso di
rinvangare colpe in un giorno simile. Akemi non l’avrebbe
voluto...»...«Oh?...
...hai ragione
figliolo, riesci sempre a interpretare i desideri di tua sorella. Va
pure avanti, noi ti raggiungiamo presto.»
Così il ragazzo si congedò.
Mentre da dietro un
albero sbucava timido un uomo dagli occhiali da sole, e la frangetta
bionda nascosta dal cappuccio della felpa «Non posso credere
a
quel che è successo...
...mi hanno
detto che avrebbero sepolto qui la sorella di Mako...ma non riesco a
capire quale dei due funerali è quello giusto. E poi ho
paura a
chiedere a qualcuno: vestito con questa tuta...farei di certo
vergognare tutta la famiglia, però non ho altro da mettermi!
E
non volevo...lasciar solo il mio amico nel suo grande dolore.
Dev’essere più o meno come per me perdere
Scratchmon.»
Poco distante,
un’altra cerimonia si stava svolgendo. Un esiguo gruppo di
gente
era riunito presso i mazzi di fiori, e fra di essi vi era una ragazza
in abito nero e dai lunghi capelli castani che sembrava sognare che la
folla fosse più fitta, in modo da potersi nascondere in essa
più di quanto riusciva a fare per mezzo dei suoi occhiali
scuri.
Dopo aver
smarrito lo sguardo fra le sfumature dei fiori, pensò
“...eccomi, dunque.” (canzone: Laura
Pausini - Mi dispiace (strumentale) ) lasciando
cadere così la sua sigaretta consumata.
“Vengo a darti
l’ultimo saluto, caro papà. Ma tanto so che
nessuna
parola...e nessun fiore potrà mai restituirci il tempo
perduto.
Non potrà ripagare le carezze e gli abbracci mancati.
Così come non potrà placare il mio enorme senso
di
colpa...per quello che ti ho fatto.” rivolgendo sguardo al
cielo,
sperando che il sole riuscisse a penetrare lo strato di buio dei suoi
occhiali, per poi chinare il capo temendo il medesimo pensiero.
...là
dove intanto procedeva in fila solenne un corteo di suore, avanzava con
aria timida ma volenterosa un’altra ragazza vestita di scuro,
che
fra le mani portava la sua Digimon «Guarda Lopmon, quelle
sono le
suore. Allora dev’essere lì il funerale di Akemi,
andiamo
più vicino?»...«Te la senti
Suzie?» chiese la
Digimon che teneva anch’essa un piccolo bouquet tra le zampe.
Suzie prese un respiro e rispose «...sì! Lo devo
ad Akemi.
Vieni Lopmon...
...andiamo a
salutare una compagna Digimon
Tamer.»...«Sì...!»
replicò la Digimon,
sebbene l’emozione le velasse la voce “Terriermon...
...non faccio a
meno di pensare a te. Mi sarebbe piaciuto che fossi qui a dividere con
noi questo momento triste. Ma non posso dimenticare che oggi inizi la
terapia con Muskmon...”
...infatti la
porta a vetri della struttura isolante si apriva, e l’ombra
imponente della creatura che avanzava si preparava ad essere accolta
dallo sguardo astioso e beffardo della Digimon floreale.
Ma Gargomon neanche la
guardava, e procedeva con il suo libro sottobraccio, prendendo posto
sulla sedia che scricchiolò leggermente a causa della sua
mole.
«Non avrei saputo
trovare...inizio migliore per una simile pagliacciata!»
apostrofò la Digimon, ma il robusto coniglio dalle lunghe
orecchie aprì il suo libro «Finiscila di dire
sciocchezze.» e si raddrizzò gli occhiali con
contegno
professionale «Bene, iniziamo.»...«Non
crederai che
mi sottoponga sul serio ad un’umiliazione
tale?!»...«Non hai altra scelta Muskmon.
E’ stato
deciso che io sarò il tuo terapeuta, ed intendo fare il mio
dovere fino in fondo.»
«Ihmf!!» si
irrigidì la graziosa Digimon «Ti farò
rimpiangere...in ogni singolo istante di non trovarti
altrove!!»...«Veramente lo faccio
già.»...«Cosa?!»...«Tieni
conto...
...che oggi sarei
dovuto essere con degli amici. A un funerale. Ma nonostante tutto sono
qui perché per chi è morto ormai...
...non
c’è più niente che si possa fare,
mentre chi
è vivo come te, ha il preciso dovere di mantenere la testa
sulle
spalle: io ti aiuterò a farlo, ma vedi di non farmi
arrabbiare,
perché io sono capace di spezzarti! Con le parole...e con i
fatti! Bene, INIZIAMO!»
La Digimon si
irrigidì ancor più, desiderando di incenerire lui
e il
suo libro...
Mentre disponevano per
la sepoltura, Jeri meditava “In questi giorni non sono
riuscita a
concludere niente! Non appena papà è morto sono
partita,
raggiungendo casa di un suo vecchio amico. E sono rimasta chiusa
là dentro, con la scusa del mio dolore, quando in
realtà...
...quella che mi
terrorizzava era Amnesyamon. Non ho messo il naso fuori di casa fino ad
oggi, in cui mi sono forzata, con l’aiuto di calmanti. Ma
nonostante tutto non riescono a placare quest’ansia che sento
dentro!” ammetteva in silenzio, sfregandosi le mani
“Non
sono neanche riuscita...ad andare a trovare Takato...” si
disse
in un’intonazione di pena “...né a
chiedere aiuto a
nessun amico. Era troppo il senso di colpa...troppo grande la vergogna,
ma questo non ha fatto che accrescere la mia solitudine. Come vorrei in
questo momento un Digimon al mio fianco...chiunque egli
fosse.”
ma tra gli alberi del cimitero non sembrava scorgere nessuno disposto a
farle compagnia.
Eppure, se solo avesse guardato all’interno del fossato...
«...Orphanmon...l’hai
vista?»...«Sì,
Stillymon...
...quella
è mamma Jeri...»...«Sei sicuro che vuoi
parlarle?» chiedeva la gocciolina digitale, allo sbucare dei
loro
tre amici «E se ci attacca di
nuovo?»...«Potrebbe
digievolvere in quel brutto mostro e mangiarci
tutti!»...«Io ho pauuura!»
Ma il rotondo
Orphanmon li rassicurò con sguardo maturo
«Vapormon,
Grassmon, Fogmon, vi assicuro che non c’è niente
da
temere. Devo solo parlarle, sono certo che Jeri non
biodigievolverà.» e Stillymon esortò
«Sì però...facciamo presto, togliamoci
dal fossato!
Qui è pericoloso, se lo richiudono ci
seppelliscono!»
Jeri non udiva
le loro voci, chiusa in quel dolore nero come il suo abito attillato...
Quando nell’altro lato del campo...
...fra la gente
vestita di scuro si faceva spazio un po’ a stento una
creatura di
bassa statura, con un fazzoletto nero attorno al capo che nascondeva le
sue orecchie viola. Ma il suo sguardo smarrito e segnato vagava alla
ricerca di qualcuno, e i suoi guantini rossi si stringevano attorno ad
un umile e grazioso bouquet. Un curioso Digignomo gli si
avvicinò «Ma tu sei un Digimon! Per chi sono quei
fiori?»...«Per...la mia domatrice.»
rispose Impmon,
ma il luminoso esserino volò via quando si udì
chiamare
«Impmon!»...«...Mako! Cercavo proprio
te.» ed
il ragazzo si chinò «Sì ma sta attento
a camminare
per la gente, qualcuno potrebbe notarti!»...«Non ho
diritto
neanche a stare qui? I Digimon sono talmente malaccolti che non mi
è concesso assistere al funerale di Akemi? Rispondi
Mako!»...«Non si tratta di questo, è
che...!!»
replicò il ragazzo, ma le parole stentavano a giungere
«...lo so, hai ragione amico caro. Tutto questo è
ingiusto. Tuttavia sappi che...sono più tranquillo ora che
sei
qui anche tu.»...«Mako...
...com’è triste tutto questo. Quando torneranno
ormai i
tempi felici fra di noi?»...«L-Lo so, ma non
temere, ora
verrai a casa con noi e tutto si sistemer-»
«Mako...!» una voce chiamò il ragazzo,
che si volse
«Oh...?...
...Sandmon!!...
...ti stavo
cercando, mi sono chiesto mille volte dove
fossi!!»...«Scusa, ma non ho avuto il coraggio di
mostrarmi
ai tuoi genitori...ridotto
così!»...«Akemi è
morta, Sandmon! E’ morta...!!»...«Volevo
dirti
che...capisco il tuo dolore! Sai che anch’io sono distrutto
al
pensiero della mia gatta, e dei miei figli
lontani.»...«Grazie, sei un amico! In qualche modo
dobbiamo...organizzarci affinché tu possa venire a
casa!»...«Ma come faremo? Sarà difficile
spiegare ai
tuoi la mia storia torbida.»...«Un modo lo
troveremo!
Vedrai...»
...gli occhi
ingenui di Impmon si adagiavano su di loro, e in quell’intesa
leggevano un rimpianto, un’ulteriore conferma di qualcosa che
non
può più tornare. Tanto che preferì
allontanarsi,
con il suo bouquet tra le mani...
Mako d’un tratto
si volse «Impmon?!» sporgendosi a cercarlo,
poiché
non lo vedeva più «Chi stai chiamando,
Mako?»...«Il mio amico...! Il mio primo Digimon,
non voglio
che si senta escluso, per me è fondamentale la sua presenza
in
questo momento! Aspetta qui Sandmon scusa...Impmon!!»
lanciandosi
al suo inseguimento. Il biondo Digimon in forma umana
sospirò
profondamente, ponderando una delicata situazione...
Suzie stringeva
commossa la mano agli Ayami «Vi faccio le mie
più...grandi
condoglianze! Ho conosciuto Akemi soltanto all’ultimo...era
una
ragazza meravigliosa!! E come sapete...sono una compagna...di
scuola...di Mako...»...«Mio figlio
dev’essere qua
attorno, da qualche parte.» disse il signor Ayami con aria
assente, e sua moglie «Ti ringraziamo di cuore
Suzie.»
mentre Lopmon tra le braccia della ragazza «Aspetta Suzie, mi
pare di aver visto Impmon! Vado a fargli le condoglianze.
Impmon!!!» balzò sul prato, in una corsetta col
suo
bouquet in mano «Lopmon, non ti allontanare!»
La coniglietta corse a perdifiato.
Nel frattempo
Sandmon si rialzò il cappuccio «Mako mi ha detto
di
aspettare, ma meglio che mi tolga da qui: conciato come uno straccione
gli farò fare una figuraccia!» sicché
accelerò il passo, ma inavvertitamente sbatté
contro una
coniglietta frettolosa «Ooooah!» che
schizzò via
«Whaaaaaaaaaaaaaaaa!» finendo a terra. Come il suo
bouquet,
un attimo dopo.
«Tutto bene? Oh mi spiace
signorina! Io non volevo!»...«Guarda cosa hai
fatto, razza
di stupido!!! Perché non guardi dove metti i
piedi!!!»
strillò Lopmon, facendo sobbalzare un tantino Sandmon
«Ohup!»
«Hai rovinato il mio
bouquet, ti rendi conto che era il mio dono per Akemi?! Ma guardati
come sei conciato, ti sembra forse l’abbigliamento consono a
un
funerale?!»...«Mi sembra l’abbigliamento
consono
quando qualcuno non ha altro da mettersi! Quando qualcuno è
abbandonato dagli altri...
...e non ha una casa,
perché tutti lo scansano.»...«Ma
tu...sniff, sniff!
Lo sento, non sei un umano!! Sei un Digimon!!» la coniglietta
si
mise sulle difensive, e Sandmon sgranò gli occhi
«Ahhh!»
«MAKO!!»
Suzie giunse a seguito di una corsa rischiosa sui suoi tacchi,
appoggiandosi all’albero per riprendere fiato
«...tante...
...condoglianze...» Ma il giovane le diede le spalle
“Suzie...non ho il coraggio di avvicinarmi a te per come mi
sono
comportato a Digiworld. Mi dispiace...”
La ragazza tese la
mano...ma poi fu costretta a ritirarla, vedendolo allontanarsi
“Perché dobbiamo essere lontani...anche in un
giorno come
questo?”
«LOPMON
DIGIEVOLVEEE...ANTYLAMON!»
E la sua luce fu
tanto abbagliante da dissolvere la copertura di Sandmon, mostrando il
suo aspetto sabbioso e digitale alla folla intera, che
iniziò a
gridare sotto il sole di primavera (fine-canzone)
Secchio
d’acqua, detersivo, spazzolone.
Nel caotico viavai
della metropolitana «Ahhh...eccomi qua: sepolta viva!
Beh...più o meno.» era il commento di quella
ragazza in
tuta grigia, che si scostava la frangetta bionda per asciugarsi il
sudore «Anche oggi un’altra sfacchinata, speriamo
vada
meglio di ieri! Ma il prossimo che progetta il finale di un cartone
pieno di domatori cresciuti e feliiici giuro che lo prendo per il collo
e lo strozzo!! Qui altro che giovani realizzati, professioni stabili,
relazioni commerciali fra la terra e il mondo digitale!»
protestava Alice «Eccolo! Eccolo il mio contratto da...membro
diplomatico del governo interdimensionale: è questo
spazzolone!!» iniziando a pulire le scale con decisione, fra
la
gente che saliva e scendeva «E poi dicono che sia anche
educativo
per i bambini. E’ chiaro!! Se ci avessero fatto vedere fin da
allora come andava a finire ci saremmo sparati da subito,
così
evitavamo di arrivarci a questa età! Beh...
...io non ne ho
avuto bisogno. Comunque che vantaggi ne ho ottenuto, in fin dei
conti?!! Eccomi alla fine fra la gente di Tokyo a...spezzarmi la
schiena: ehi tu, ragazzino!!...
...scusa non ci vedi per caso?! Sto pulendo!! Uff...
...sto
diventando come Gelsomon, non c’è che
dire.»
arrestando le sue pulizie per un attimo, asciugandosi di nuovo la
fronte ed appoggiandosi allo spazzolone.
Le tornavano le
immagini della notte trascorsa...e di quel ballo rubato, fra invitati
che credevano di sognare...
«E’
tornato...è tornato da me, ma ora chissà che ne
sarà di noi!» si chiese con pena «Non
possiamo
avvicinarci più di tanto...il nostro stato sospeso ci
impedisce
la congiunzione...»
Infatti le
sue delicate mani, strette al manico, tendevano a diventare evanescenti.
«...possiamo solo
sperare in quella missione che gli ha affidato Guardianmon, ma come
potremo mai riuscire a compierla? Siamo isolati, contro un nemico
sconosciuto, e non abbiamo contatti...con gli altri domatori della
squadra...» (intanto si udiva «Questo è
tutto quello
che ti serve!» e una voce cortese replicava
«E’ stato
molto gentile, la ringrazio di cuore. Se permette, inizierei a lavorare
subito.»...«Perfetto! Troverai...anche
un’altra
collega in cima alle scale!»...«Grazie
ancora.»)
Alice concluse
«Mah...è meglio che non pensi a questo
bensì a
lavorare, altrimenti la mia posizione peggiorerà
ulteriormente!» quando si stupì nel veder arrivare
qualcuno «Tu sei la mia
collega?»...«Oh?»
In fondo alle
scale c’era un ragazzo, che col suo impeccabile portamento
sembrava valorizzare persino al tuta grigia per le pulizie. Con lo
spazzolone in mano, la scrutava coi suoi profondi occhi scuri come si
fa con chi si ha la sensazione di conoscere...
«Non posso
crederci!» esclamò Alice «...tu sei
Henry
Wong!»
«Cosa? Ci conosciamo
allora. Anch’io avevo avuto questa sensazione, ma...quando?
In
che occasione?»
«Su un ponte, in città!...
...dieci anni fa...
...c-con Dobermon...» replicò la ragazza velando i
suoi
occhi azzurri di emozione. Quelli grigiastri di Henry si spalancarono
increduli
«...Alice...?»...«Complimenti...allora ti
ricordi di me.»...«Dio...è passato un
secolo! Scusa
un attimo che ti raggiungo. P-Permesso signori!
Scusate.»
ma lei faceva «Ptsss, ma che ci fai qui? Non ti conviene
parlare
con me, guarda che ti mandano via!» eppure lui si
mostrò
tranquillo «Ora comincio subito, ma non potevo astenermi dal
salutare una vecchia amica. I miei compagni mi hanno detto di averti
rincontrata, ma quando mi hanno salvato a Digiworld...tu avevi
già lasciato il gruppo. Riguardo a ciò che mi hai
chiesto, su cosa ci faccio qui,
beh...lavoro.»...«Cooosa?!»
spalancò occhi e
bocca la ragazza, di fronte all’umile e spontaneo sorriso del
coetaneo «Eheheh...»...«Tu?! I-In questo
fondo di
città?! Io mi aspettavo...di trovare un ingegnere dei
computer,
una persona che ormai in volo sulle ali della
carriera!»...«Non tutto va sempre come
nell’ultima
puntata dei cartoni della nostra infanzia...» al che lei
abbassò gli occhi «Lo dici a
me...»...«Però! Anche se a volte ci si
ritrova,
diciamo, a doversi arrangiare...» disse Henry facendole
rialzare
di colpo lo sguardo «...anche se non saremo diplomatici
affermati, programmatori di nuovi mondi, gli artefici di mirabili
scoperte sul tracciato digitale...
...in fondo le
cose importanti di quegli episodi si sono salvate, e brillano come
fiammelle nella nostra caotica vita di ogni giorno. La famiglia...
...l’amore, e i sogni ci sono ancora.
C’è ancora la
speranza per il futuro...e io credo che questa sia
l’eredità più grande lasciataci dai
Digimon. Non
sei d’accordo Alice?»
Alice guardò il cielo...
...pensò
a quelle mani dai guanti bianchi che la stringevano, a quegli occhi
scuri oltre la mascherina...
...ed
espresse un commosso «Sì...» rivolgendo
un sorriso
grato ad Henry «Sono contento di averti incontrata. Come te
la
passi?»...«Diciamo...bene, solo che ho avuto una
serie di
problemi.»...«Anche tu col
lavoro?»...«Ss...sì perché
prima ne facevo un
altro però poi l’ho perso! E quando si perde
qualcosa...
...di
vitale, com’è oggigiorno il lavoro...ci si
arrangia come
può.»...«Non temere, ora non sarai
più sola
ad arrangiarti: ci sono io a darti una mano, potremo parlare dei
Digimon mentre puliamo le scale.»...«...ah...a
proposito...» accennò Alice, colpita da quei gesti
d’amicizia «...mi è capitato
di...conoscere, a
Digiworld...tua moglie. E il tuo simpatico
bambino...»...«Hai conosciuto Rea e
Benji?!» chiese
contento Henry, quando uno degli addetti strillò dal fondo
delle
scale «Ehi, voi! Siete ai primi giorni e già
flirtate?!
Forza, a lavorare!»
La ragazza fu
intimorita, ma il ragazzo vi rise su «Uhmuhmuhm, andiamo,
altrimenti anziché le scale questi fanno a noi la lavata di
testa!»...«...domatori delle scale sporche?
Uhmuhm!»...«...vada per questa!» e
diedero il via a
quella mattinata impegnativa.
Renamon si trovava
sulla cima di un edificio, ma non riusciva a smettere di muovere avanti
e indietro i suoi morbidi passi.
«Sei
nervosa...?» sussurrò in un lieve sorriso Rika,
dalla sala
d’aspetto.
«Oh!» la
volpe digitale sussultò, arrossendo leggermente
«Si...sente tanto?»
«...avverto i
tuoi passi...» ammise la ragazza pallida in volto,
socchiudendo i
suoi occhi stanchi «...e ti conosco, so che sei preoccupata
per
me. Ma te ne sono grata.»
«Insomma...è arrivato il medico con i
risultati?»
«Ancora no...» rispose Rika cercando di distendersi
sul divano.
«E quanto ci mette?!» espresse Renamon.
Ma la ragazza invitò «...un attimo di pazienza...
...Renamon?»
«Oh?! Sì?!» sgranò gli occhi
la Digimon.
E Rika
assottigliò i suoi «...quanto a quella storia...
...io ci
ho pensato. E sono giunta
alla conclusione...che nonostante tutto non può essere stato
IceDevimon a sparare a Takato. E’ troppo vigliacco! Lui che
entra
all’improvviso, tira fuori una pistola, non è da
lui...come invece lo è insinuare sciocchezze nei cuori
insicuri...e farsi le ragazze! Questo sì, è da
sempre il
suo campo! Ma un attentato come quello al nostro amico...
...temo non sia opera sua.»
«Sta di fatto che quella donna rappresenta un pericolo nel
negozio di Takato!»
«Pfff, ecco di chi si va a
fidare il padre, poi non c’è da stupirsi se non
viene in
ospedale. Ahh, io credo che noi abbiamo commesso un errore con
Takato...sarebbe stato meglio parlargli chiaro da subito,
dirgli...ebbene è vero! La tua famiglia se ne infischia di
te,
tocca accettarlo e tirare dritto!...
...dieci
anni fa avrei parlato in questi termini, sono che crescendo si diventa
più diplomatici. E questo non è sempre un bene,
specie in
certe circostanze...
...come anche ad esempio...
...quella
di una persona che si definisce “fidanzata” ma che
sparisce
senza lasciar traccia proprio nel momento di maggior bisogno. Cogli il
riferimento, Renamon, perché qui non è puramente
casuale...»
«Ti riferisci a Jeri?!»
«...io finora
l’ho sempre difesa ma non vorrei aver assunto il ruolo
stabile
della stupida. E soprattutto ignoro cosa implichi ora il ruolo
dell’amica! Se dovrei...esortare Takato ad aver fiducia
oppure...
...invitarlo a guardare altrove, sinceramente parlando.»
«...in effetti sono molte le coincidenze, Rika.»
«Brava.»
disse la ragazza, e abbassò il tono «A me torna in
mente
la storia di Cyberdramon, Yuki su quella aveva dei sospetti!»
ma
in quel momento sentì arrivare in tutta fretta
«...Rika!!»...«...?
Mamma!»...«Oh
figliola!» Rumiko si precipitò da lei, che disse
dolcemente «Mamma, non mi è successo niente...
...non dovevi
affrettarti a venire, potevo tornare da sola a
casa.»...«Lascia stare, quando la Signora mi ha
chiamato al
cellulare io...mi sono sentita morire!»...«Non lo
hai detto
a nonna, vero? Non avresti dovuto lasciarla, non mi hai detto che fra
poco arriva l’ambulanza da Osaka?»...«Non
devi
preoccuparti, tua nonna è con la vicina che è
sempre
così gentile. Ma prima di partire non potevo non assicurarmi
che
tu stessi bene...»...«Ma sì, sto bene
mamma...» ammise la giovane...ma poi i suoi occhi si
riempirono
di commozione «S-Sto bene mamma...
...senti forse
sarò una bambina! Ma non voglio che parti!!»
afferrando le
mani della madre «Oh? Piccola mia!» Rumiko la
strinse
forte, lasciandola sfogare...
...in quelle stesse
ore un Digivice nero con una zampa artigliata giaceva nella mano di un
ragazzo «Forse dovrei decidermi a smettermi di guardarlo: fra
poco il medico mi comunicherà i risultati delle analisi, e
tanto
vada come vada Cyberdramon non sarà qui a confortarmi!
Forza,
forza Ryo che tanto non è niente. Hippocramon ti ha
assicurato
che è solo labirintite!» ma vide il medico tornare
di
corsa «Qui bisogna chiamare urgentemente un
chirurgo.»...«Un’emergenza?! Cavoli
allora...non fa
niente, senta...i miei risultati può darmeli anche dopo
tanto-»...«Si sieda, si sieda!!!»
esclamò il
dottore quasi intimorendolo «Cos’ha
capito?!»...«M-Ma io
veramente...»...«E’
già abbastanza il danno che ha fatto! Si può
sapere, dico
io...
...che razza di
preparati ha deciso di adoperare sulla sua testa?! Ma quale
medico...?!!!...
...in cielo e in
terra è andato a consultare?! Chiunque egli sia qui
c’è da fare con urgenza una bella denuncia, non
appena
avremo esaurito...faccende più importanti!»
«Ma perché mi sta
dicendo questo?!» esclamò il ragazzo spiazzato
«Il
dottore da cui mi sono recato è una p-persona...
...fidata,
mi è stata consigliata da un caro
amico.»...«Non so
quali siano gli amici di cui si circonda...
...e i
medici tantomeno. Ma se fossi in lei mi disferei al più
presto
DEGLI UNI E DEGLI ALTRI!»...«...quanto a questo
già
fatto, non si preoccupi...» il ragazzo si lasciò
cadere
tristemente sulla sedia, chiedendo poi «Ma che mi
è
successo? La prego, mi risponda...ho peggiorato la mia labirintite
facendo uso del preparato che mi era stato prescritto?»
Ma quel medico lo guardava inspiegabilmente con occhi di fuoco.
«Signor Akiyama...
...non
è la labirintite...il punto, perché essa non
è mai
esistita.»...«Cosa...?» Ryo
sgranò i suoi
occhi azzurri «...non ho la labirintite? M-Ma allora
Hippocramon
mi ha truffa-uhm!!» tappandosi la bocca con la mano.
«Questo
ritardo nel sottoporsi ad analisi serie ed effettuare cure coerenti con
il suo male ci ha messo in una situazione critica! Dobbiamo intervenire
d’urgenza...
...perché il suo è un caso grave...»
«...no!» replicò il giovane, con
l’espressione
di un bambino «...n-non mi dica così, la
prego!»...«E INVECE SI’!» il
medico
sbatté la mano sulla scrivania, balzando in piedi
«Questo
è l’unico modo di parlare agli adulti!!! Ma
evidentemente...
...ne girano in
tanti di bambini travestiti. Vuole sapere cos’è in
realtà la sua
“labirintite”?!!»...«N-Non
mi vede che sono qui davanti a lei?!!» gridò Ryo
aggressivamente «Con le mie speranze...
...appese a un
filo, così come i miei sogni, così
come...!!!»...«La sua vita!! Sì! Proprio
quella!»
Ryo indietreggiò, e cadde di nuovo sulla sedia.
«Lei non
ha labirintite. Lei ha un cancro. Un cancro, signor
Akiyama!!» (canzone: H
& Claire - Invincible)
Ryo spalancò la bocca.
Il suo sguardo cadde
sul Digivice che gli era rimasto tra le mani «No, lei deve
aver
sbagliato analisi...»
«Purtroppo no, qui
c’è il suo nome...e sulle lastre il suo cervello:
si
tratta di un cancro cerebrale, che quel...pastrocchio immondo che ha
applicato sulla testa non ha fatto che peggiorare!! Lei deve sottoporsi
QUANTO PRIMA ad un intervento, dobbiamo asportare il tumore ma
è
mio dovere avvisarla...
...che si
è propagato accavallandosi ad alcuni nervi, che
l’operazione potrebbe...lasciar lesionati.»
«No...» Ryo
continuava a scuotere la testa, come se la presenza del Digivice
smentisse il responso medico «Dottore,
gliel’assicuro! Mi
guardi!!» esclamava supplichevole «Io sono un
ragazzo
giovane, in buona salute!» ma il medico senza neanche
guardarlo
«No, lei non è in buona
salute.»...«I-Io vado
in palestra, mi alleno, sono...
...un fisico forte, lo
sono sempre stato!!»...«Si
sieda...»...«IO SONO
UN EROE!»...«LEI E’ UN MALATO!...
...e se ha ancora un
minimo di dignità affronti la sua malattia perché
ora non
vi è nemico...!!...
...che
questo!!»...«Nooo!!» gemette il ragazzo,
spingendo le
lastre giù dalla scrivania...
Rika
intanto confessava alla madre «Proprio adesso che...stavamo
stabilendo una consuetudine, con te che...mi facevi trovare la cena
pronta, e poi chiacchieravamo la sera mentre aspettavamo che
Ryo...tornasse dai suoi giri! Non si riesce mai a trovare un minimo di
stabilità...»...«Lo so cara, dispiace
anche a me,
non sai quanto!» anche Rumiko aveva le lacrime agli occhi
«Ma ti prometto che quando tua nonna sarà
guarita...riprenderemo tutto come avevamo iniziato,
ok?»...«Sì! Sì hai
ragione...» ammise
Rika cercando di sorridere e affermando «Abbiamo
promesso...di
essere forti, e di tirare avanti!»...«Brava! Donne
forti,
come lo siamo tutte in famiglia, nella linea femminile! E poi ci
sarà tuo marito con te, non devi
dimenticarlo!»...«Almeno ho la fortuna di avere
Ryo...»...«Senti Rika...voglio dirti una cosa:
mentre
sarò via tu...
...resta tanto, tanto
vicino alla Signora.»...«Oh?» si
stupì la
giovane.
E anche Renamon arrestò i suoi passi sul tetto.
«...lei sta accantonando i
suoi problemi per proteggerti...ma in realtà io so che
soffre
moltissimo per la fine del suo matrimonio. E lo so perché
ogni
donna...
...ogni...donna, umana o digitale che sia ha un bisogno vitale
dell’amore...
...per attingere le sue
energie e tirare avanti ogni giorno: anche se non me ne intendo di
computer...questo posso affermarlo circa la tua Digimon. E so che lei,
da tanti anni ormai, dietro il suo pelo ed il suo aspetto mistico e
magico...cela la personalità di una donna, una vera donna
come
tutte quante noi. Con i suoi sogni, i suoi batticuori e le sue
fragilità. Stalle vicino...ti vuole tanto
bene...»...«...anch’io gliene voglio
mamma,
ricordalo...» replicò Rika commossa, alzando lo
sguardo
verso il soffitto «...anch’io te ne voglio,
Renamon...»
La volpe digitale espresse «...come farei senza tutti voi...
...voi
siete...la mia famiglia!» mentre le sue lacrime cadevano nel
vuoto per poi adagiarsi sulla strada, come una pioggia magica quando
c’era il sole...
«Nervi
lesionati?!!» il ragazzo dilatava quegli occhi azzurri e
arrossati «Purtroppo c’è questo
rischio.»
replicava il medico, illustrando «L’intervento
può
trascinarsi una serie di conseguenze, dalla...
...paralisi della metà del volto, a cose molto
più
gravi...
...come quella della metà del CORPO.» e ad ogni
parola
accresceva lo sgomento sul volto di Ryo «Oh no, vuole forse
dire
che finirò su una sedia a rotelle?!! Che rischio di rimanere
paralizzato, un invalido?!»...«Si
calmi.»...«La
prego, mi dica che non è così i-io...
...ho una moglie...» sussurrò tra le lacrime
«Molti
uomini nelle sue condizioni hanno una
moglie.»...«S-Sì ma la mia è
diversa, lei...
...!! Mi ha conosciuto come un eroe, e adesso lei mi dice che
diventerò un mostro orribile, senza capelli?! Che sorride
con
soltanto metà della faccia!»...«Quanto
ai capelli
è inevitabile: lei deve sottoporsi a
chemioterapia.» a cui
seguì un gemito di pianto, e il suo aggrapparsi alla
scrivania
«M-Mi hanno detto che è molto dolorosa, e io ho
paura del
dolore!!»...«Si faccia
forza.»...«E’ UNA
PAROLA PER VOI ADULTI!»...«Anche lei è
grande!!! La
prego. Io...
...capisco che ora mi vede come se fossi un mostro insensibile. Ma le
assicuro che se faccio questo è perché mi sento
di
scuoterla. Mio figlio...
...è morto di tumore perché non si è
curato in
tempo e...»...«...quella sarà anche la
mia fine...
...la fine di Ryo Akiyama, un malato terminale di
cancro!»...«NON DEVE DIRLO NEANCHE PER SCHERZO!
Avanti, si
alzi.»...«Non ce la
faccio...»...«Affronti con
dignità
quest’ostacolo.»...«NON CI RIESCO,
PERCHE’ RABBRIVIDISCO AL PENSIERO DI SUSCITARE
PIETA’! Lei
forse non può saperlo...
...ma io ho avuto tanti fans, a cominciare da...
...m-mia moglie...» mentre stringeva accartocciando quel
foglietto di analisi «...a cominciare da me stesso, mi
ammiravo
nello specchio come si fa col protagonista di una
storia.»...«...gli eroi non esistono...
...esistono solo...»...«...i malati, e i deformi!!
I
morti...» sibilò Ryo con rabbia «Ecco
qual è
l’epilogo della storia di un eroe. Ecco come va a
finire...per i
Digimon Tamers in carne ed ossa, sentito Cyberdramon?! Spero tu sia
soddisfatto...
...tu sei tornato ad essere fantasia...
...ed io morirò lontano da te, senza che tu venga mai a
saperlo...
...lontano da
Digiworld...e da quel sapore d’avventura.»
appoggiando
così il Digivice accanto alle lastre che riportavano la
scritta carcinoma
cerebrale.
«Questo
può tenerselo. Lo apra, e ci ricavi una cura contro il
cancro.
Se ci riesce.»...«Aspetti!» ma Ryo
lasciò lo
studio, sbattendo la porta (fine-canzone)
Le scuri affilate di Antylamon brillavano sotto il sole
«Sandmon,
cosa ci fai qui, che intenzioni hai?!» ma in quel momento
giunse
Suzie «Antylamon per favore sta calma!»
Ed anche Mako «Sandmon, che succede?! Ahh!
Antylamon!»
La gente
era nel panico, e gridava interrogandosi su chi fossero quelle creature.
Sandmon
indietreggiava intimorito, ed il ragazzo in abito scuro si
aggrappò a lui «Amico mio...» ma in quel
momento
sopraggiunsero i suoi genitori «Mako chi è questo
Digimon,
lo conosci?!» gridò suo padre, ed il giovane
«Sì papà, lascia che ti
spieghi...» ma Ayami
sbraitò «Lui non è il tuo Digimon! Come
hai potuto
condurlo al funerale di tua sorella?! Q-Questa non è una
delle
vostre...F-FESTE DEL FUMETTO!» mentre la moglie lo tratteneva
«Calmati, caro!»
Suzie tirava via
la sua Digimon «Antylamon è il caso di andarcene,
sono
fatti loro, non possiamo intrometterci!! » ma a quel punto
Sandmon sfoderò la spada «State
indietro!» e Mako si
aggrappò al suo braccio «Sandmon, non peggiorare
la
situazione!»
Ma si vedeva che
il Digimon sabbioso era spaventato, grondava sudore sotto il sole, e la
spada aveva solo un significato di difesa.
«O fai
andar via questa creatura...O CI PENSO IO STESSO! NON HO PAURA DELLA
SUA SPADA!» esclamò Ayami recandosi spontaneamente
contro
la spada del Digimon, che gli bucò l’abito
«Fermati,
SEI IMPAZZITO?!» gridò la moglie ma lui si
sovrappose
«E’ morta mia figlia...quando la gente inizia a
sparire
diventi più coraggioso, perché non hai nulla da
perdere,
E PIU’ NESSUNO DA PROTEGGERE!»
«Fermiiiiiiiiiiiiiii!» si udì
però una voce.
Suzie esclamò «Impmon, meno male, fa qualcosa
tu!»
«Come vi
viene in mente di litigare?! Pensate che Akemi...avrebbe gradito uno
spettacolo del genere proprio al suo funerale?!» fu
l’esclamazione del folletto digitale (canzone: Steps
- If you believe)
che con rabbia si strappò il fazzoletto dal capo, gettandolo
a
terra e pestandolo con la zampetta artigliata «Signor Ayami!
Lei
sta dando per l’ennesima volta prova di
immaturità, poi
non c’è da sorprendersi se i suoi figli si
comportavano in
un certo modo! Come le viene in mente di aggredire suo figlio senza
sapere neanche chi sia la creatura che è con lui? Glielo
dico
io, è Sandmon, un Digimon che Mako ha raccolto a Digiworld
tirandolo fuori da una situazione terribile: è merito di suo
figlio se ora ha l’occasione per ricominciare!...
...quel Digimon è il suo trofeo, Mako...
...si rivela un
abile sarto per i giocattoli che la vita smembra, spargendo i pezzi in
giro. Lei dovrebbe esserne orgoglioso!»
«...amico
caro...» mormorò Mako sfilandosi gli occhiali ed
asciugandosi gli occhi.
Ayami
chinò il capo, e Impmon descrisse con lo sguardo umido di
lacrime «Akemi sarebbe felice di vedere che al suo saluto
partecipano...
...Digimon che
sono stati recuperati da un destino infausto, perché
è
ciò che ha sempre desiderato!»
Una voce
intervenne «Bravo! Come sempre ti riveli saggio ed equo con
tutti, la tua amica sarebbe fiera di te.» e
l’anziana suora
si avvicinò al Digimon, che liquidò uno spiccio
«Grazie, Madre Katsumi.» facendosi poi vicino ai
due
contendenti «Ragazzi, vi prego di smetterla! Antylamon, non
c’è ragione di intervenire, Sandmon ormai
è un
amico di Mako, e sono sicuro che lui sa tenerlo a bada. Sandmon...devi
calmarti, so che la terra fa paura non appena sei da solo ma...vedrai
che saprai ambientarti, e se avrai bisogno di una mano ti
aiuterò io! Penserò ad introdurti a casa Ayami, e
a fare
in modo che ti accettino in famiglia. Tranquillo, là mi
conoscono: sono amico loro da tanti anni!» garantì
con un
gesto complice, ed un sorriso incoraggiante.
La mano di Sandmon
tremò, fino a lasciar cadere la spada. Mako lo sostenne
«Fidati Sandmon, se lo dice Impmon vuol dire che ha ragione!
Lui
è un grande Digimon...» scambiandosi
un’occhiata
d’affetto con costui, e poi aggiungendo «Mamma,
papà, vi prego...datemi
quest’occasione.» e
nonostante lo sguardo dei coniugi fosse duro...
...madre Katsumi
intervenne sollevando Impmon «Ascoltate tutti questo Digimon!
Egli viene a portarci...la parola di Nostro Signore!»
«Ohhh?!»
Impmon si stupì, sentendosi mostrato ad una folla intera che
di
fronte alla sua immagine zittiva la protesta...sostituendola con un
rispettoso silenzio.
«Se ci definiamo
credenti non possiamo restare indifferenti alle sue parole di pace e di
comunione!!» continuò la suora, ed Impmon si
commuoveva
nelle sue mani «...hai visto, Akemi? Anche oggi ho qualcosa
da
offrirti, anche se ho perso il mio bouquet...»
Jeri si
affacciò in quel momento da dietro un albero, ed il suo
volto si
tinse di delusione “E così Akemi è
morta, e lui era
giunto per il suo funerale...”
Madre Katsumi
posò Impmon a terra, mentre Antylamon regrediva e tornava
fra le
braccia di Suzie «Andiamo via, Lopmon: anche oggi Impmon ha
riportato l’accordo...»
Mako la guardava e
sembrava sul punto di chiamarla, ma il padre lo fulminò con
lo
sguardo «Vi concedo di assemblare una scusa credibile, ma
attenti
a quello che dite.»...«Ahh! Grazie
papà.»...«NIENTE RINGRAZIAMENTI!...
...ora se è lecito vorrei seppellire mia figlia.»
Il ragazzo
guardò Impmon che lo esortò «Mako sta
tranquillo!
L’importante che si sia convinto, dopo la funzione andremo a
casa
e vi aiuterò io. Mako, Sandmon, fidatevi! In fondo il signor
Ayami non è burbero come sembra.»
Ma in quel
momento Mako sussultò «Jeri!»
però la ragazza
non lo guardò nemmeno.
Si
chinò su Impmon, e gli restituì il bouquet
«Questi
sono tuoi. Portali ad Akemi.»...«M-Ma Jeri...
...guarda che
puoi tenerli!»...«Niente affatto!!» si
volse la
ragazza con sguardo orgoglioso «I morti hanno diritto a non
esser
privati dei loro fiori...» volgendo le spalle, e
allontanandosi
«Jeri, aspetta!» esclamava Impmon
«Jeri!!» ma
la ragazza, pur provando un dolore che spingeva lacrime ai suoi occhi,
decise di non voltarsi.
Lasciando una
fitta malinconica nel cuore di Impmon, che chinò il capo
piegando le sue orecchie (fine-canzone)
Eppure dal
grande cuscino di fiori colorati emergeva lentamente un’asta
a
forma di zucca...
...e la punta di
un cappello, sotto la cui falda sbucavano prudenti occhi verdi
«Sono vicina, lo sento...
...i miei alunni
sono qui, da qualche parte!» bisbigliò
LadyWizardmon
«Ma questo funerale è pieno di terrestri, devo
stare
attenta!!» sottolineò incisiva
«E’ meglio che
resti nascosta!» tuffandosi nuovamente tra i fiori, lasciando
emergere solo la punta del suo cappello...
Alcuni uomini
bisbigliavano «Mi è sembrato di sentire...delle
voci
all’interno del fossato: non è che quel poveruomo
morto
era solito intrattenersi coi
fa-fa-fantasmiii?»...«Beh
chiunque fosse, ormai l’abbiamo chiuso! Auguriamoci fossero
fantasmi, non si respira granché bene là
sotto!»
«Guarda
che Takato vuole vederti...» affermava il piccolo Digimon
bianco
«Cosa? Dici sul serio, Calumon?!»
sussultò Jeri, e
l’altro assottigliò lo sguardo «Non fa
che chiedere
di te. Dove sei stata in questi giorni?» con una nota di
rimprovero, che spinse Jeri a voltare le spalle «Ho avuto da
pensare a cose importantissime! Lo...vedi tu
stesso...»...«Mi...dispiace per tuo padre,
calù.» disse il Digimon volgendo le spalle, ed
affermando
«Ha sempre cercato di proteggerti, benché con la
crescita
abbia commesso molti
sbagli.»...«Calumon!»
chiamò Jeri.
Il Digimon era sul punto di andarsene, ma si trattenne.
«Non
avrai...detto qualcosa a Takato a proposito di...?> al che
quegli
occhi verdi la puntarono «Non gli ho detto niente, ma ero sul
punto di farlo! Mi ha posto domande insistenti, se fossi in te mi
affretterei ad andare da lui e chiarire una volta per
tutte!»...«S-Sì...!»...«Per
il
momento...la sola cosa che non ho potuto nascondere è stata
il
tuo interesse per Cyberdramon.»...«Che
cosa?!»...«Ma dovresti ringraziarmi, se non gli ho
detto
anche il resto! Dammi retta Jeri, per il bene di tutti...è
meglio che tu vada da lui e che gli racconti tutta la
verità,
calù!...prima che lo faccia un altro.»
allontanandosi a
passo lento e orgoglioso, nonostante il suo comportamento un
po’
goffo.
Jeri
meditò «Oh no, adesso Takato sa che avevo puntato
a
Cyberdramon come mio possibile Digimon: se ipotizza che ho fatto
litigare i suoi amici sarà arrabbiato...
...è
meglio che escogiti un modo per calmarlo, e far sì che mi
ascolti...» tornando a indossare gli occhiali scuri, e
rivolgendo
sguardo al cielo.
“Lei non ha
labirintite. Lei ha un cancro. Un cancro, signor Akiyama!!”
Queste
parole ritornavano incessantemente fra i pensieri di Ryo, che camminava
per le strade a passo esitante, appoggiandosi ai muri come se il suo
equilibrio fosse incerto “Non posso crederci...
...ecco
cos’era allora a rendere ovattato il mio udito, a provocarmi
quel
dolore lancinante! E a...smorzare la mia concentrazione in battaglia.
Più mi sforzo più non riesco a realizzare di
essere
proprio io il malato di cui parlava il dottore...
...cancro...”
rivolgendo sguardo a quel cielo tanto azzurro quanto spoglio di
speranze (canzone: Leona
Lewis - I will be) “Io sono un malato di
cancro...? Proprio io, sono uno di quelli...
...che si spengono
lentamente, perdendo prima tutti i loro capelli...e poi la vita. Sono
fra quelli che subiscono una serie infinita di operazioni inutili. E il
cui pensiero sono lacrime e fatica, per i loro cari...
...non avrei mai
creduto che questo sarebbe stato il mio destino! O forse...ne avevo
paura e ho cercato di correre più veloce che potevo per
sfuggirgli. Ebbene, non ci sono riuscito, mi ha raggiunto. Come fare
adesso ad affrontare una sfida del genere? Io...non ne sono
all’altezza! Io...non sono più nulla...
...sono come una leggenda che si spegne, un sole che
tramonta.”
Alcuni bambini
correvano sul marciapiede, ma venendogli incontro rischiarono di farlo
inciampare. E quando l’ebbero superato, egli si volse a
guardarli
“Non avrei mai creduto di finire a inciampare nella corsa dei
bambini. Di non poterli schivare agilmente...per poi congedarli con un
prezioso consiglio. Provo dunque...invidia verso la loro
gioventù e la loro salute? Ma no...
...la
verità è che provo solo tristezza, neanche
più
rabbia. Vorrei far pena...al primo fra loro, vorrei che sapesse della
mia malattia e mi venisse vicino...
...chiamandomi...col mio nome, dicendomi che gli dispiace tanto
perché i-io...
...!!”
chinando il capo, e stringendo quegli occhi che ancora versavano
lacrime “...perché io non avrò mai quei
figli che
tanto desideravo stringere tra le braccia!” mimando il gesto
di
un abbraccio, ma trattenendo solo aria “Io non
realizzerò
mai tutti quei sogni che un uomo coltiva in sé. Per me non
ci
sarà alcun futuro!...
...ma soltanto una lenta agonia per giungere alla fine.”
...mentre Rika e
Renamon facevano ritorno a casa «Il medico ha detto che non
appena avrà i risultati mi telefonerà.»
disse la
ragazza, aggiungendo «Mio marito non è ancora
tornato...» e la Digimon «Mi ha detto che doveva
acquistare
delle medicine. Per quel
disturbo...»...«Già...»
chinò il capo
Rika «...in questo caso ci sarà da avere
pazienza.»...«Se permetti Rika io...vado un attimo
a vedere
cosa fa mia figlia. Devi sapere che in questi giorni la vedo molto
strana, è chiusa in se stessa...
...io non so come
parlarle.»...«Ascolta! Tu hai cercato di molte
volte di
rompere la mia barriera di ghiaccio quando ero più piccola,
e
alla fine ci sei riuscita: lascia che questa volta provi
io!»...«Come?»...«Se tua figlia
non ti ascolta
proverò io a parlarle...vedrai, forse al primo colpo non
servirà, ma se le resteremo attorno...
...a vegliare su di
lei, come tu facevi con me, Akirmon riuscirà a vincere le
sue
reticenze. So che sta soffrendo per la lontananza da suo
padre...conosco quel dolore, lascia che provi a parlarle!»
«...
...sei eccezionale, Rika.»
Rika stava andando,
però arrestò il suo passo «...no, la
verità
è che...» sfiorandosi il ventre
«...anch’io
sinceramente ho sempre sognato di avere una figlia...ruvida e
dolcissima come lei: lasciami giocare, uhm?» rivolgendole un
luminoso sorriso...
“Cosa ne
sarà di noi adesso?!” chiedeva Ryo al cielo
“Io...non ho voglia di tornare a casa!!! Tutto, ma non
affrontare
il dolore di Rika quando le confesserò di essere un malato
di
cancro. Non voglio vedere...
...la mia bambina soffrire, non voglio che si...
...spenga
lentamente anche lei, vederla giorno dopo giorno che trascura il suo
aspetto per assistermi. Lei è bella, è
orgogliosa!...” serrando un pugno tremante
“...troppo
orgogliosa, al punto che sarebbe capace di restare al mio fianco per
pietà, e invece io non lo voglio!!...
...cosa resterebbe...
...della
nostra leggenda che tanto amiamo? Io che accorro, volando sul mio
Digimon, lei che mi osserva...
...si
rende conto del mio bell’aspetto, ma stenta ad ammetterlo per
puntiglio!...e per paura. Io che sfodero una scorza altrettanto dura,
ma che all’occorrenza...
...sono
sempre pronto a gettarmi nel pericolo se questo occorre per salvarla.
Come potrei finire? Il medico è stato chiaro, e se...mi
riducessi su una sedia a rotelle, incapace di muovermi?!...
...perdonami amore mio, non sarei più in grado di tuffarmi
in un
burrone per salvarti. I-Io non avrei più
neanche...”
scorrendosi una mano sulla testa “...quei capelli...che tu
amavi
tanto e di cui eri gelosa. Non voglio tenerti a vita legata ad un
essere inutile, un antieroe!!...
...una creatura incapace...
...è la cosa più dolorosa che posso concepire,
preferirei
morire da solo, lontano da te!! Ma perché? Perché
il
destino ci ha fatto questo, noi in fondo abbiamo sempre lottato! Ed
io...
...ero disposto a farlo ancora, ed è questa la cosa che mi
fa
più rabbia!!!...
...io lo avrei accettato...quel destino lontano dal mio Digimon...
...per amore tuo sarei stato un uomo comune, che si fa strada in una
vita stressante! Io lo avevo accettato! Hai visto?! Ho chinato la
testa!! E non mi sono ribellato quando mi hanno strappato il mio ruolo!
Perché la tua vicinanza alimentava la fiamma accesa in me,
ma
ora quella fiamma è spenta!! Come lo sono...
...le mie speranze! Questa volta ci hanno sconfitti, amore...
...non ho la
forza per nessuno. Né per te...né per me
stesso.”
dirigendosi verso il sottosuolo cittadino, attraverso le scale per la
metro (fine-canzone)
«Pochi secondi
ancora! La creatura è quasi messa a punto...»...«Molto
bene...in questo modo finalmente tutti mi rispetteranno. E la
smetteranno di trattarmi come una sciocca!»...«Non lo sopporti, vero Akirmon...?»
insinuò la ragazza nel computer, e la piccola volpe
replicò «Per niente!...
...e soprattutto
da mia madre. Quello che non tollero è quel suo atteggiassi
come
se sapesse tutto della vita! Si finge la mia guida...quando non
è stata capace a fare la cosa più semplice, e
cioè
fare in modo che mio padre ci restasse vicino! Dopo tutto bastava
ascoltarlo di più...saper apprezzare le sue
qualità, e io
so che ne aveva! Invece il difetto di lei è credersi
puntualmente una gran signora, come nessuno fosse mai al suo livello!!
E in questa casa la trattano come tale, la fanno sentire un idolo!
Loro...
...sono responsabili
quanto lei se mio padre si è messo con quella
terrestre.»...«Hai
proprio ragione, perdonami se uso termini poco lusinghieri ma tua madre
sembra proprio una gran presuntuosa!!»
La volpe striata
assottigliò i suoi occhi «Non preoccuparti,
è molto
migliore chi dice le cose in faccia, piuttosto che tutti gli ipocriti
odierni! Ne ho abbastanza del perbenismo che si respira qua dentro...ma
molto presto cambierò aria.»...«E’ garantito.»...«Ascolta...»...«Sì, a tua
disposizione cara! Vuoi sapere altri dettagli tecnici sulla Digimon che
sto assemblando?»...«Veramente
quelli me li hai già illustrati: è che finora ho
parlato
solo io...di me, e dei miei conflitti in casa. Mi piacerebbe sapere
qualcosa in più su di te...
...perché i tuoi genitori si sono
separati?»...«...per
il tuo stesso motivo...
...perché mia madre è una megalomane piena di
manie di
grandezza!!! Ma non immagina neanche che da adesso...»...«Che
da adesso?!»...«Ops!
Oh scusa perdonami...ma a dire il vero non gradisco molto parlare di me
e del mio passato, ti spiace?»
ma a quel punto Akirmon assunse espressione triste
«Eppure...se
fossimo amiche anche tu dovresti confidarti con me...
...mia madre e Rika conoscono l’una i segreti
dell’altra...»
Ma una voce intervenne «C’è una cosa su
cui ti sbagli.»
«Ahhh...Rika?» rabbrividì Akirmon.
(canzone: Mariah
Carey - Bringin'on the heartbreak)
«Tua madre ed io...non
abbiamo alcun segreto.» affermò Rika incrociando
le
braccia, ed appoggiando la schiena alla porta «Ci piacerebbe
molto condividere ciò che ci diciamo con qualcuno in grado
di
capirci, come ad esempio te Akirmon.»
«Anche tu hai
imparato a non bussare?!» esclamò aspramente,
parandosi
dinanzi al computer che si oscurò.
«Perdonami, ma
ti ho sentita parlare. E mi chiedevo con chi visto che...»
facendo occhi assorti «...non c’è
nessuno nella
stanza...ad occhio e croce.»...«Certo, è
ovvio, chi
altro dovrebbe esserci?!»...«Akirmon...»
accennò Rika avvicinandosi «...capisco che un
sottile
dolore ti ferisce lentamente.»...«Non capisco di
che
sottile dolore parli, io sto benissimo!»...«Oh no,
egli
c’è...» insinuò la ragazza
«...e con le
tue parole stai solo confermando la mia
ipotesi.»...«Parli
di un dolore...
...come fosse
una creatura vivente.» osservò turbata la piccola,
e Rika
camminando per la stanza «In effetti...un po’
è come
se fosse così: diciamo che è
un’ombra...»
Lo sguardo della piccola volpe si adombrò ancor
più.
«Un’ombra in grado di passare attraverso le pareti,
e di
inseguirti in qualunque stanza. In questi casi è inutile
chiudere le porte, paradossalmente si impedisce il passaggio solo a chi
ti vuole aiutare...» scrutando la piccola con la coda
dell’occhio lilla «...mentre non si blocca colui da
cui
davvero vogliamo difenderci. Per lui non c’è
barriera.»...«Non capisco di chi parli! Io sono da
sola. Da
sola con i miei pensieri!»...«Non siamo mai
realmente soli:
spiriti positivi e negativi fluttuano sempre attorno a noi, ed
influenzano i nostri pensieri. Alla fine...sono arrivata a credere a
ciò che dice mia nonna a tale
riguardo.»...«E’
questo il tuo problema...!! Non dovresti dar retta a vecchie
leggende.»
«Ti sbagli, non
sono leggende!!» ribatté decisa Rika
«...è il
mio passato. E’ la mia vita! E’ tutto documentato...
...sulla mia
pelle.»...«La tua pelle...?»
insinuò Akirmon
«...ma come, così giovane e fresca! Assomiglia a
quella di
una modella.»...«Uhm uhm. E’ esattamente
quello che
avrei detto a mia madre, ignorando che la sua già allora,
proprio come la mia adesso, era segnata dalle cicatrici di un cammino
di gioie e dolori! Ma non solo la nostra pelle Akirmon...
...anche quella di tua madre e...a gran sorpresa...
...la
tua.»...«Come?!»...«Sì,
hai sentito
bene! Il fatto che tu sia così giovane non significa che tu
non
abbia passato dolori sufficienti per capire gli altri, è
proprio
per questo che noi...
...ti vorremmo come
interlocutrice.» ammise Rika in un sorriso «Ci
fidiamo di
te e vorremmo...chiederti qualche consiglio sui nostri problemi. Quelli
che credono che una creatura giovane non abbia un bagaglio
d’esperienza sono solo gli sciocchi, e possono ingannare
tutti...
...ma non la
sottoscritta.» chinandosi presso di lei «...noi non
ti
consideriamo una bambina...e non siamo qui a farti la morale, anzi!
Siamo disposte a chinare la testa...
...e a
riflettere sulle tue accuse, se hai intenzione di muovercele. Parlo
anche per tua madre...» ammise dinanzi agli occhi colpiti di
Akirmon, seguitando «...lei non è superba, anche
se so che
tu lo pensi. E’ una donna...
...esattamente
come te. Una sola cosa ti occorre, se vuoi davvero considerarti tale...
...devi saper
sostenere un confronto fra donne!» sussurrò Rika
intensamente «Esci da questa stanza...la battaglia
è
là fuori, qui si nasconde solo chi ha paura.»
«Rika...» accennò la piccola volpe.
Ma intanto una luce brillava nel computer “Maledetta!
In questo modo vuole annullare il pregiato lavoro che ho svolto sulla
mente di Akirmon! Peggio per lei, la farò sentir male...”
liberando un ultrasuono impercettibile...
«Lo sai?»
Rika tese le mani «Mia madre dice ormai da anni che la nostra
famiglia è composta da sole donne forti! In questo modo il
confronto sarà più emozionante, io francamente
credo...» scrutandola con occhio acuto «...che tu
non sia
affatto da meno. Perché non...
...ugh?!» si
piegò «Che cos’hai, Rika?!»
sobbalzò
Akirmon.
La giovane si
portò la mano alla bocca «Oh no,
ancora...»...«Ti senti
male?!»...«...p-perdonami Akirmon, devo
allontanarmi!» esclamò precipitandosi fuori dalla
stanza.
La volpe restò attonita «Ma che cosa
aveva...?»...«Ti
inganna!!»...«Cosa?»...«No devi ascoltarla, Akirmon!
Quella ragazza è mandata da tua madre al solo scopo di
attutire il tuo spirito!»...«Non
può essere così...»...«Dammi retta...lo hanno fatto
anche con me! Gli adulti sono tutti uguali!»...«Ma
Rika un tempo è stata come noi!»...«Ma Rika adesso è
un’adulta!!!...
...ed è passata ormai alla sponda nemica, è
inevitabile
in questi casi!»
Akirmon era sempre più confusa...
Mentre Rika ansimava nel
bagno della sua casa «Ti senti male, Rika?!»
proruppe
Renamon «...forse...stava per convincersi...» disse
grondando sudore «...è importante che noi...
...non giudichiamo Akirmon...»
Renamon sgranò i suoi occhi azzurri.
Rika
svelò «...una persona a
quell’età...ha
diritto ad essere ascoltata...» mentre l’affanno
animava il
suo respiro...
«Osserva le
puntate finali di una serie!
Tutti i domatori un tempo ribelli e caparbi si trasformano in genitori
accorti e dall’occhio didascalico! Sono ormai conformi alle
regole della società...
...non c’è più un amico...in grado di
comprendere
luci e ombre della vita!»
Rika si rimise in
piedi «Io ricordo tutto del mio cammino, sia le luci sia le
ombre!! Esse sono il mio bagaglio più importante, io torno
da
lei Renamon! Ugh!»...«Sta attenta, sei ancora
debole!»...«...non importa...»
«Non
devi fidarti di nessuno, quella gente ormai è persa! Tu
diventerai una Digimon potente...e schiaccerai tua madre e gli altri
suoi compagni con il mio ausilio! Ecco, ti conferisco il potere per la
tua digievoluzione!»
Il
cuore spezzato apparve sul display, travolgendo Akirmon con un getto di
potere maligno.
Il vortice nebuloso confuse la sua sagoma...
...e
al suo dissiparsi, vi era solo il tintinnio di gioielli metallici.
Un
bracciale di cuori affilati, come le sue unghie smaltate di nero. Ed
occhi glaciali che si confondevano nella penombra, che delineava
ondulati capelli dorati, misti a ciocche scure.
«AHAHAH!
FINALMENTE HO UN NUOVO ALLEATO AL MIO FIANCO! Andiamo, sorella!
E’ il momento di lasciare questa vecchia casa!»
La
creatura appena apparsa compì un balzo rapido come un flash.
Starshipmon scomparve dal display «Ahahahahahah!»
lasciando il computer fuso e fumante, al dissiparsi della luce. (fine-canzone)
«La
verità è che tu devi sempre porti in modo molto
educato e
rispettoso nei confronti dei genitori di Mako.» spiegava
Impmon
al biondo uomo, mentre entravano nel giardino di casa Ayami
«Però anche spontaneo! Non devi essere costruito,
cerca di
fare...come me, che ho detto sempre quello che pensavo, fin da
più piccolo!»
«Co-Così tu
dici che io devo essere...gentile e educato e al contempo dire quello
che penso? E io cosa penso?» chiedeva Sandmon indicando se
stesso
«Mako, aiutami tu, io come la penso?» ed il ragazzo
«Ahah, tranquillo Sandmon...le tue opinioni verranno col
tempo.»...«Come è difficile ambientarsi
fra gli
umani!» aprì le braccia il Digimon sotto sembianze
umane
«E dire che fino a poco tempo fa vivevo sulla terra, ma
è
come se avessi dimenticato tutto! Violetta mi teneva rinchiuso in casa,
e lei parlava sempre al mio posto così io...non ho imparato
a
sviluppare opinioni...che non fossero l’eco delle
sue!»
«Questo è
anche possibile!» ammetteva Impmon incrociando le braccia, e
sforzandosi a mantenere un contegno didattico
«Però tutti
noi, prima o poi, sbattiamo il muso contro la crescita: è
inevitabile, e quando succede ci accorgiamo che...»
...ma
l’occhio gli sfuggì su quella casa, che per
l’ennesima volta si parava dinanzi a lui
«...cheee...» sfumò la sua voce, sullo
sfondo
dell’abbaiare del cane «...che niente è
cambiato...»...«WAAAAAAH!» ma i suoi
pensieri furono
interrotti «Che succede?»...«Sandmon, non
aver
paura!»
«Ahhhh,
fate star lontano quel brutto mostrooo, mi vuole mangiare!»
scivolò a terra l’uomo, terrorizzato
dall’accoglienza del cane «E’ un Digimon
mandato da
mia moglie per farmi la festa, quanto ci
scommetto!»...«Ma
no, che dici!» scherzò Mako aggiungendo
«Lui
è il nostro cucciolo!»
«Non ci credo,
mi guarda con un’aria sospettosa, come se gli stessi
antipatico!» ma Impmon si accostò a lui e gli
sorrise
«Ma no, guarda che non devi aver paura! Ora lo vedi
così
grande, ma quando io l’ho conosciuto era piccolo
così.
Basta essere gentili! Guarda me: ciao bello...
...lui è
Sandmon, un nuovo amico che da oggi vivrà in questa casa.
Non
devi abbaiare così forte, altrimenti si spaventa!»
carezzando il capo del cane col suo guantino rosso. Per poi abbassare
il tono «...so che anche a te manca Akemi...però
quando
una persona cara se ne va...quello che ci vuole è un nuovo
amico, e Mako l’ha portato perché in questa casa
tornasse
il sorriso...»
Il ragazzo lo
guardò con tenerezza, ed anche Sandmon sembrava non aver
più così paura «Dai
entriamo!» fece Mako
«O-Oh...sì!» (canzone: Westlife
- Tonight)
Ed anche Impmon
si congedò dal cucciolo, compiendo un sospiro e varcando
quella
porta a vetri ora agghindata da una corona di fiori.
Quando si
richiuse alle sue spalle, iniziò quella stramba odissea...
«Mamma, papà.» iniziò il
ragazzo con tono
formale, aggiustandosi i suoi occhiali «Lui è
Sandmon. Ma
se volete quando ha questo aspetto potete
chiamarlo...»...«...Taisho! Taisho, molto
lieto!»
«C’è qualcosa che mi insospettisce...non
dovevi
portarci un Digimon?!» sbraitò subito Ayami
«Ci
nascondi forse qualcosa, Mako...?!!» ma Impmon intervenne
«Ma no, le assicuro che oggigiorno i Digimon hanno nuovi
poteri,
come ad esempio quello di assumere una forma umana. In questo modo non
dovrete nasconderlo!»
«Posso andarvi a fare la spesa e anche spazzarvi il giardino
se
volete!» si offrì Taisho con una mano dietro una
nuca
«...non appena...Impmon mi avrà spiegato come si
fa!»...«Tranquillo!» promise il folletto
viola, e
Ayami sospirò «Devo ammettere che almeno sei
servizievole!»...«A sua disposizione, signor
Ayami!»
ribadì Taisho, e la signora Ayami si lasciò
scappare
«Mako, il tuo Digimon è proprio un bel
signore.»
«Uhm!» sobbalzò Taisho arrossendo
più che
mai. Mentre Ayami si volgeva trafelato «Caaara...te ne esci
così come niente fosse? D’accordo, è
biondo! Ma io
che mi faccio crescere questi baffoni ogni mattina per
te??»...«Uhmuhmuhm!» sorrise la signora...
...e non
sembrò lontana la prima risata di famiglia dopo tante
lacrime.
Impmon ingoiava la tristezza, e si mostrava allegro «Dai,
facciamoci un giro per la casa!»
«Queste sono le vostre foto di famiglia?» chiese
Taisho
incuriosito, Mako esclamò
«Attento!»...«Ooohhh!» ma fu
troppo tardi e
fece cadere le cornici «Perdonatemi! Scusate davvero...mia
moglie
diceva sempre che ero maldestro!» però Impmon
saltò
sul divano e gli diede una pacca sulla spalla «Figurati! Io
ero
anche peggio di te! Ma devi imparare che quando si rompe una cosa
materiale...
...non è importante, come invece lo è non
spezzare
mai...il legame di una famiglia!»
«Io lo
prometto!» esordì il biondo battendosi un pugno
sul petto
«Da questo momento...la famiglia Ayami è sotto la
mia
responsabilità, ci penserò io a prendermi cura di
questa
famiglia e far sì che non abbia alcun
disturbo!»...«...bravo, cominci ad
imparare.»...«Vieni a vedere la mia
stanza!» propose
Mako «Per il momento ti sistemerai
lì!»...«S-Sicuro che posso??»
ma Impmon gli
sussurrò all’orecchio «Adesso Mako
è il tuo
domatore, si prenderà cura di te. E tu dovrai
proteggerlo...»
Taisho
rifletté, smarrendo i suoi occhi emozionati «...io
ho
finalmente un domatore terrestre?»
La visita continuò...
...e Impmon
capì che era il momento di lasciarli quando vide che il
nuovo
ospite era abbastanza a suo agio («C-Così questo
sarebbe
il mio letto? Oooo-aaaa-waaaah!»...«Attento
Sandmon! Se
piombi seduto in questo modo la rete si
spezza!»...«Mia
moglie me lo diceva che ero troppo irruento...» si grattava
la
testa.)
Ebbe così
occasione di girare in solitudine diverse stanze della casa, e di
perdersi fra i ricordi. Passò vicino al salotto e vide i
coniugi
Ayami seduti al tavolo a bisbigliare «Mako ha bisogno di un
amico
in questo momento...»...«...hai ragione cara, e
forse
Impmon ha detto la verità: quel tipo non è poi
così malaccio. Solo un po’ maldestro.»
Il folletto
sorrise, e passò oltre senza dire nulla. Costeggiando la
camera
di Mako, udì che ridevano con Sandmon, e questo lo fece
stare
più tranquillo.
Fu tempo di
varcare la porta a vetri, e attraversare un’altra volta quel
giardino. Ma quando stava per andare via «Oh!»
...l’abbaiare insistente di un cane lo svegliò dai
suoi
pensieri. Quel colosso di pelo giunse alle sue spalle e si mise a
leccarlo. Impmon adagiò una mano su di lui, sorridendogli
senza
però guardarlo «Fai il bravo, mi
raccomando.» gli
disse solamente, così se ne andò a passo lento e
orecchie
un po’ piegate.
Un’ultima occhiata a quella casa...e poi via, oltre i
cespugli.
Ma da
quelle cornici cadute, una foto si era sfilata e ora il vento che
soffiava dalla porta a vetri la spinse lontano...
...oltre
il giardino, e la fece volare. Era la foto di due bambini e un
Digimon...
D’un
tratto Taisho chiese «E Impmon? Dov’è
finito, avrei
avuto delle altre cose da
chiedergli!»...«...oh...anch’io...come ad
esempio di
rimanere qui.» ammise deluso Mako «...ma temo che
se ne sia
andato.»...«Oh? Mako, e questo
orsacchiotto?»
domandò l’uomo incuriosito «Cosa ha
fatto al
braccio?»...«...
...è una lunga storia...» rispose il ragazzo.
...quando Impmon
era già lontano, e guardava la casa appoggiato a una
recinzione
sopraelevata, un Digignomo si avvicinò a lui e gli chiese
con
voce sottile «Sei triste, a che cosa
pensi?»...«Oh...non devi preoccuparti, amico. A
niente in
particolare...» guardando il cielo «...forse
soltanto...
...al
tempo che passa, le cose che cambiano. I volti che si susseguono...
...e ad
alcuni periodi che con le loro voci, i litigi...e gli abbracci,
chissà dove vanno a finire. Forse volano, liberi come
l’aria...
...come
una foto, che è così leggera...da volare persino
in una
giornata come oggi...»...«Proprio come
me!» disse
l’esserino luminoso, e volò via...
«...già, come te...
...o come
gli angeli...» disse Impmon lasciando la recinzione e
allontanandosi...
...mentre
tra gli alberi lo spirito evanescente di una giovane suora con gli
occhiali sembrava seguirlo, e avere premura per lui (fine-canzone)
“Non
temere, mio piccolo Impmon, poiché Nostro Signore dice: chiunque
avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre,
o
figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto.
Non essere triste, e continua ad avere fiducia. Io resterò
accanto a te, a guidare i tuoi passi...”
Ma c’era
qualcuno che scorreva un rossetto fiammante sulle sue labbra che
sorrisero allo specchio: si trattava di Jeri «Molto bene, non
c’è altro da fare. Se Takato ha udito alcune voci
infamanti sul mio conto so come far sbollire la sua rabbia.»
sistemandosi l’ampia scollatura del suo abito verde, e
spruzzandosi del profumo sul collo «Lo sedurrò al
punto
tale che non riuscirà a resistermi, tutta la sua voglia di
chiarimenti...
...sparirà dinanzi al mio fascino, l’unica cosa
che
potrà chiedermi sarà che io non smetta di
baciarlo!» respirando profondamente, e affermando
«Ma
sì, del resto perché non dovrebbe andar bene? In
fondo
lui mi ama, noi due ci desideriamo profondamente anche se a dispetto di
tutto non ci siamo mai concessi l’un l’altro...
...ma
chissà che non accada stasera! Dopodiché non
potrà
più fare a meno di me, lo sento!...
...coraggio!» disse ottimisticamente a se stessa, stringendo
le
sue mani smaltate di verde «Sono sicura che puoi farcela,
Jeri!» afferrando la borsetta, e ipotizzando «Forse
non
è il caso che gli dica di papà, questa sera non
dev’esservi spazio per argomenti tristi! Andiamo...»
Takato era rimasto
solo nella sua stanza d’ospedale, ma il suo sguardo era
turbato e
non faceva che rigirarsi nel letto...
...di fronte ai
pensieri che non lo lasciavano in pace decise di azionare il
telecomando della tv “Sta
per
avere inizio l’emozionante competizione che vede sfidarsi, a
colpi di freestyle, diverse crew composte da giovani aspiranti rapper.”
ma spense di colpo, infastidito da quell’annuncio
«I rapper, ci mancherebbe...
...! Mi fanno venire in mente gli ex-ragazzi di Jeri...
...Dio mio, i ricordi
mi perseguitano!» ammise premendosi le tempie
«...sono roso
dalla gelosia...
...ma così non posso andare avanti, non sono io!...
...devo cercare di
calmarmi, Jeri non può avermi ingannato, mentito, preso in
giro
tutto questo tempo! A tutto dev’esserci una spiegazione...
...devo avere pazienza, sono sicuro che tutto ha una spiegazione...
...calmati Takato, respira profondamente...
...e pensa che la
ragazza che hai sempre amato ti ricambia, come lei stessa ti ha
detto...»
Ma c’era
un’altra ragazza che adagiava un semplice ma grazioso
tappetino a
fiori ai piedi di una vasca.
«Uhm uhm
uhm!» canticchiava girando per casa, con lo sfondo della
televisione accesa «Sì!...
...ho preso nota
signora Shioda! Le piace il tappetino che ho comprato? Guardi che
l’ho trovato a prezzo stracciato, ho fatto la
brava.»
garantiva Diamon con il suo sguardo sincero «Lo che suo
figlio fa
un lavoro in cui non si guadagna molto, io mica voglio fare come quelle
mogli spendaccione. Anzi...a pensarci bene un lavoretto voglio
trovarmelo pure io, se restiamo qui per un po’ di tempo!...
...eh?
E’ d’accordo anche lei signor Shioda? Ah lo sa che
mi fa
piacere vederla, la trovo bene, è davvero
ringiovanito!...PREGO?...scusi signora non la sento bene! Ah
sì,
l’ho visto quel negozietto all’angolo, quello dove
vendono
le presine da cucina, no? Pensavo di farci un salto, ma poi ho visto
che ora era e ho detto: meglio che mi sbrighi, così...
...intanto
che aspetto che il mio Kazu torni quasi quasi...gli faccio trovare la
cena pronta. Lo faceva anche lei, eh signora??? Vede? Ci leggiamo nel
pensiero! Ah! Ah giusto che mi ha fatto ricordare! Vediamo un
po’
qui come va la televisione che l’altra sera si vedeva tutto
sfocato. Comunque niente paura, mentre salivo ho parlato col signore di
sotto, è un tipo simpatico e mi ha detto che se la tele ci
dà problemi...ce la viene a riparare lui.»
iniziando a
trafficare con le antenne.
“E intanto che
aspettiamo la gara di freestyle, andiamo con le notizie di cronaca.”
«Uhm? Danno una gara di rap stasera? Figo!...
...pfff, io
quando rappano non capisco manco una parola, però mi diverto
a
seguire il ritmo! A lei piaceva il rap, signora?...
...ci avrei giurato!» “...trova il marito a letto con
l’amante: li fredda entrambi con due colpi di pistola”
«UHM!!!» Diamon sobbalzò,
indietreggiando fino a
sbattere contro il mobile retrostante, e a far cadere qualche
soprammobile «Oddio...»
“-Ero gelosa
di loro-
La donna, già sotto effetto di psicofarmaci, ha fornito
questa
come unica spiegazione al suo gesto sconsiderato”
«Oh no no
no no no...ti pregooo!» gemette Diamon, cercando di spegnere
prima la tv con un pugno e riuscendoci solo dopo col telecomando
«Ogni sera è la stessa storia davanti al
telegiornale,
ogni notizia macabra e violenta faccio un salto, sono arrivata a dover
girare con i tappi alle orecchie per non sentire le radio e i
notiziariii! Non ce la faccio, sono troppo spaventata! Ogni volta che
sento di un triangolo amoroso finito male mi vedo di fronte loro!
Takato e m-m-mia sorella! Come faccio ad evitarlo?! Cind con quella
confessione mi ha sconvolta! Io potrei anche provare a fare finta di
niente ma tanto so che non ci riuscirei! I-Io...
...no, calmati
Diamon! Non dovevi preparare la cena?» scostandosi i capelli
dal
volto «Sì però se io mi metto a
preparare la cena
chi farà qualcosa per questa storia...? Io...non posso fare
come
se niente fosse...
...
...ho deciso, e
sia quel che sia!» afferrando una borsetta e lasciando la
stanza.
Presso quel palco c’era confusione, ritmo, e fumo colorato.
«Siamo sicure
che abbiamo fatto bene a venire in un luogo del
genere?!»...«SCUSA? PARLA PIU’ FORTE, NON
TI SENTO
MIE!»...«Ho detto (!!!)...che questo luogo
è puro
delirio!!! E questi ragazzi fanno spavento, sembrano creature
dell’altro mondo con tutti quei tatuaggi!!!» ma la
sua
amica accomodò il berretto sul capo della panettiera
«E
non mettertelo al contrario, questo si porta
COSI’!»...«Ma era già al
contrario!!! Io
casomai l’ho messo dritto!»...«Mie siamo
nel mondo
del rap: è qui, un cappello è al contrario,
quando
è...contrario al suo senso
contrario!»...«Io sono
cinque secondi che sono qui e ne ho già abbastanza, voglio
andarmene Fuyuko!»...«Andiaaamo Mie, rilassati!...
...poi lo credo che
tuo figlio e tuo marito brontolano. Brontoli già tu peggio
di
una macchinetta del caffè!»
...mentre con fare
offeso prendeva posto «E poi che ci sarebbe di bello in
questa
musica, sentiamo?»...«Beh, tanto per
cominciare...è
arrabbiata come si deve! E ci sono tante contro cui scagliarsi in
questa società: contro il governo, contro le
strutture...»...«...contro i genitori...»
mormorò la panettiera con poca voglia di scherzare, ma la
rimbrottarono «Suvvia, possibile che devi sempre rigirare sui
tuoi problemi? Non ci stai a staccare five sec e pensare ad
altro?»...«Cosa dovrei staccare???»
chiese sbattendo
le palpebre «CINQUE SECONDI...
...e qui comunque
dobbiamo rinnovare un po’ il
linguaggio.»...«Io so
solo che ho paura, e comunque a tutto questo talento fenomenale non ci
credo! Per me questi ragazzi sono solo dei perditempo, per non dire di
peggio, e cioè che sono dei
drogat-»...«EEEHIII???!!!»
...un tipo muscoloso
si girò alquanto indispettito. Le signore si tirarono
indietro
con sguardo terrorizzato, per poi bisbigliare «Ptsss...hai
visto
cos’hai combinato? Che cosa strilli qua in
giro?!»...«Ohhh, ragazzeee...abbiate
pietà di me,
non mi abituerò mai a posti del
genere!»...«Beh
oramai siamo qui: vuoi parlare con il
buttafuori?»...«NO!
Quel tipo ipertrofico non voglio vederlo fino a
domattina!»...«Allora stai buona e ascolta il
concerto!» decretarono autoritarie.
Mie
incrociò di nuovo le braccia «Guarda un
po’ dove
deve spingermi il tradimento di mio marito...fin nei bassifondi della
malavita! UHM!» raddrizzandosi indispettita quel berretto
«Mieeeeee!»...«Ma con la visiera di
traverso mi si
vedono i lividi!»...«Nessuno guarderà i
tuoi lividi,
tutti gli occhi sono per i ragazzi! Ah a proposito, ho sentito che
l’esordiente si fa riconoscere per rappare con le mani
fasciate:
chissà, forse avrà avuto un incidente!»
Quel particolare
svegliò la curiosità di Mie «Che cosa
avete detto?
Mani fasciate?»...«Sì, sembra sia il
segno
distintivo di Leaf, il rapper che debutta questa sera!»
Ma un ricordo si affacciava alla mente della donna...
“Lo so, il viso...forse fa un po’ male, ma poi
vedrà
che le passa! Anch’io mi sono fatto male alle mani, vede? Me
le
hanno tutte fasciate”
“...come
il ragazzo dell’ospedale. Si tratterà solo di una
coincidenza?” si interrogava Mie...
Intanto, dietro le
quinte c’era un viavai scandito dal suono delle catene
metalliche
«Ehi, mi passi il tuo berretto?!»...«In
bocca al lupo
fratello!» mani si stringevano e pugni si incontravano, in
reciproci segni di amicizia e incoraggiamento.
Puppet era nel suo
camerino, piuttosto nervoso di fronte allo specchio mentre cercava di
accomodarsi l’orecchino, quando la porta si aprì
in un
capolino di Leaf «Puppet scusa? Noi ci spostiamo
più
avanti, così quando ci chiamano li
sentiamo.»...«S-Sì, dì agli
altri che arrivo
fra un attimo!»...«Sei
pronto?»...«I-In
verità non ancora, devo ancora finire d-di...passarmi il gel
tra
i capelli!» scorrendo disordinatamente le mani sul ciuffo
biondo
«Ma oggi inspiegabilmente non
attacca!»...«Ehi,
niente paura: guarda che non devi essere così
nervoso!»
replicò il compagno facendosi all’interno, con
atteggiamento cordiale. Il volto del ragazzino assunse espressione di
pena «...è sempre la stessa storia!»
prendendosi la
testa fra le mani «Io sono il capo, dovrei incoraggiare gli
altri
eppure...quando sono alla soglia di eventi del genere perdo il
controllo, vengo preso dal una miriade di
paure!!»...«Guarda che è normale...anche
per un
capo.» disse serio in volto Leaf, e Puppet guardò
se
stesso e lui riflessi nello specchio «...come fai ad esserne
certo?»...«Lo so perché io tempo
fa...(canzone: Laura
Pausini - Surrender)
...in quel
passato di cui parlo con difficoltà, sono stato al fianco di
un
giovane capo: anche lui aveva i suoi momenti di insicurezza, e quanti
ne abbiamo passati assieme! Però ci facevamo coraggio
l’uno con l’altro, e alla fine tutto è
andato per il
meglio! Uhmuhmuhmuhm!»
Puppet si
volse con la sedia girevole, e con un filo di voce gli chiese
«...e lui dov’è ora?» ma Leaf
senza esitazioni
sorrise «Va avanti nel suo percorso. E’ diventato
un
giovane buono e coraggioso.»...«...e
perché non
siete più insieme?»
Il
rapper piegò le spalle, e svelò
«Mah...a volte va
così. Per un motivo o per un altro le strade della vita si
dividono. Ma anche se lui non lo sa, con il cuore...io gli resto sempre
vicino.» portandosi la mano al petto, presso la catena
metallica,
nel tipico gesto di un rapper che Puppet mimò
lentamente...
...Takato rivolgeva
intanto lo sguardo verso l’alto, emergendo tra i suoi dubbi
in
quella che sembrava l’invocazione ad un amico del passato...
«Lui lo ignora...
...ma io sono per lui come la mia foglia per me. Lo seguo ovunque vada,
attraverso ogni ostacolo o traversia che gli pone di fronte la vita. Ma
so che un leader come lui riuscirà sempre in un modo o
nell’altro a spuntarla. E lo stesso vale per
te!»...«...io...?»...«Uhmuhmuhm!...
...voglio
confidarti una cosa: tu mi ricordi tanto una persona. Una ragazza! Non
so tu che cos’abbia esattamente in comune con lei ma sta di
fatto
che gli assomigli! Lei era...
...fantastica!»
Mentre una
giovane dal lungo e scollato abito verde attraversava le strade
affollate di Tokyo, mentre iniziava a scendere la sera. Qualcuno le
fischiava dietro «Ehi, bellezza per chi sei vestita
così?
Per me?!» ma lei gli rifilava espressione ostile e tirava
dritto...
«Io ho
sempre avuto una grandissima ammirazione per lei, la considero il
simbolo...
...di chi riesce a farsi forza, e a superare le peggiori paure per
andare avanti! Credimi, non c’era chi potesse starle al
passo,
era una vera eroina!»...«...anche per me, un
tempo...c’era una ragazza che rappresentava le stesse
identiche
cose! Ma poi lei...
...se n’è andata...mi ha abbandonato...»
ammise
Puppet chinando tristemente il capo, ma Leaf gli pose le sue mani
fasciate sulle spalle «Anch’io sono tanti anni che
non vedo
la mia eroina.»...«Era una ragazza...
...con cui tu...stavi...insieme?» chiese il ragazzino alzando
il
sopracciglio, ma Leaf rise «Nooo! Ma lei devi sapere...
...che stava tanto a cuore ad un ragazzo a cui ho voluto molto bene. Ma
così a cuore...
...che fu disposto a rischiare la vita...al mio fianco pur di salvarla.
Ora spero che finalmente loro abbiano coronato quel sogno
d’amore, se lo meritano.»...«...hai
ragione...tutti
avrebbero il diritto a coronare i loro sogni.»
sussurrò il
ragazzino scostandosi il ciuffo platinato, quando Leaf chiese a
bruciapelo «E
tu?»...«Cosa?!»...«E tu
invece? Stavi assieme a quella ragazza che ammiravi?» ma il
ragazzino sfuggì con lo sguardo «No. Lei era...
...» serrando i
pugni «Ma ora non importa! Il passato ormai è
passato,
Leaf!»...«Giusto, concentriamoci sul nostro
spettacolo!»...«...ora vado a prendere il mio
amico-marionetta...
...ho molta
paura, ma dobbiamo riuscire a far tremare quel palco, a qualsiasi
costo!!»
Leaf si
chinò dinanzi a lui, immaginando che quelle sue mani
fasciate
rivelassero zampe rossastre. E rivedendo un altro ragazzino con gli
occhialoni da domatore al posto di Puppet. Così gli
parlò
«Ricordati che siamo compagni. Puppet, combattiamo assieme!
Su
quel palco sarà come una battaglia, ma essere in squadra
significa unire le nostre forze!...
...noi
possiamo essere una cosa sola, e i nostri colpi, cioè i
nostri
versi acquisiranno più energia! Sarà come essere
una sola
entità...»...«...una sola
entità...»
ripeteva incantato il ragazzino...
E il suo
compagno rapper si ricordava di un possente Digimon dal mantello rosso,
e l’armatura da cavaliere «I tempi cambiano...
...ma le
parole e i sentimenti restano sempre gli stessi. Pronti a unirci,
amico?» mimando al contempo quel delicato pugno sul proprio
cuore, per poi far toccare le loro mani chiuse. Leaf mormorò
impercettibile «...biodigievoluzione...»
“Takato,
combattiamo insieme!...
GUILMON BIODIGIEVOLVEEE...” e una voce
più scura a quel punto diceva “...GALLANTMON!”
Puppet
sembrò acquistare il coraggio necessario
«Raggiungiamo i
nostri compagni.»...«Sì, andiamo dagli
altri!»
colse la palla al balzo Leaf.
Fuoriusciti dal
camerino, i rapper li accolsero «Vi stavamo
aspettando!»...«Puppet, Leaf, lo spettacolo
comincia!»
Per Leaf bastava chiudere gli occhi...
...per rivedere
MegaGargomon, Sakuyamon...e il D-Reaper ad abbracciare la
città.
Mentre Puppet annunciava «Le ingiustizie avvolgono il nostro
mondo ragazzi, ma noi con il nostro rap abbiamo il potere di cambiarlo!
Vi chiedo se siete con me...anzi no! Se siete...
...con
noi.» incrociandosi in uno sguardo complice con
l’altro
«...perché è stato Leaf a spiegarmi
l’importanza di una battaglia.»
«Certo,
come potremmo abbandonarvi?»...«Il nostro
è un
nemico comune, e noi lo sconfiggeremo tutti insieme!»
«Ci
giochiamo il tutto e per tutto!» esclamò convinto
Leaf, e
così unì le sue mani fasciate a quelle dei
compagni in un
gesto di alleanza (fine-canzone)
«Uuuf! E con
questa...abbiamo finito.» Henry si asciugava il sudore dalla
fronte, ed Alice si accostò a lui «Quando quel
signore
ubriaco si è sentito male ho avuto davvero paura: se tu non
mi
avessi aiutato a sostenerlo sarei stata persa! Io...come ti sarai
accorto...» abbassando occhi insicuri, mentre si appoggiava
allo
spazzolone «...non sono brava in queste cose pratiche, finora
ho
sempre svolto lavori d’altro tipo! Non so fare
niente...»...«Ahah! Quanto a questo non devi
preoccuparti,
anch’io non è che mi sia mai granché
sporcato le
mani.»...«Però sei bravino, per essere
la prima
volta.» sorrise la ragazza con occhietti furbi, e lui
«Grazie, questo è incoraggiante!»
replicò
cordiale, per poi chiedere «Hai bisogno di un passaggio a
casa?»...«No grazie, devo fare alcuni
giri.»...«Allora a domani!
Buonanotte.»...«Buonanotte a te, Henry!...e
salutami la tua
famiglia.»...«Anche tu!...
...spero davvero
che tuo zio si rimetta presto: è un caro amico di mio
padre...»
Alice
così rimase sola, mormorando fra se «...grazie
Henry
anch’io spero che zio si rimetta...presto.» mentre
sfrecciava l’ennesimo treno di fronte a lei «Uuuf!
E
proprio vero che chiacchierando non ci si accorge del tempo che passa.
Meglio che vada a cambiarmi, Gelsomon avrà preparato la
cena.
Uhm?»
Ma ad un tratto
alla ragazza sembrò di riconoscere una sagoma, tra le tante
in
attesa del treno successivo: sembravano tutte uguali, ma vi era un
ragazzo in cui Alice lesse un destino speciale, a cui egli voleva dare
una speciale conclusione “Altro che battaglia, io non voglio
più combattere.” pensava Ryo, ed il suo sguardo
era spento
“Ne ho abbastanza di tutti questi discorsi, a che
è
servito resistere fin qui? Il valore, il coraggio...sono parole vuote,
è meglio sparire in un attimo piuttosto che prolungare
insensatamente il dolore. Mamma...perdonami, me ne vado senza una
parola di scusa per come ti ho trattata. Papà, non
è
servito mandarmi all’estero: non sono diventato un uomo come
te.
Rika...
...amore mio,
perdonami ti prego! Questo sono davvero io, sono un vigliacco! Amici
miei...su questo non imitatemi mai però, mi
raccomando.”
Mentre
l’annuncio esortava ad allontanarsi dal binario i suoi passi
si
portavano avanti, al contrario di tutti la gente presente con lui.
Sembrava un condottiero di quella fila in attesa alla metro.
Strinse gli
occhi “Scommetti che se mi tuffo non giungi a sorpresa a
salvarmi, Cyberdramon? No...
...queste cose
accadono solo nelle favole.” gridando a se stesso
«Coraggio
Ryo, un’ultima corsa!!!» sovrapponendosi al grido
incredulo
dei presenti. Ma proprio quando stette per saltare il ciglio, una mano
lo afferrò energica e lo trascinò a terra
«A-Ahhh!
Ah!»
Ryo tremò, e si
volse per incrociare gli occhi azzurri e inquisitori della ragazza
«Alice...»...«No tu adesso questa me la
spieghi!»
«...che cosa devo spiegare,
Alice...?» mormorò con un filo di voce (canzone: Claudio
Baglioni - In un'altra vita)
«CHE COSA DEVO SPIEGARE?! Che non voglio più
vivere!!!»...«Ecco, esattamente questo!
PERCHE’?!!» gridò la ragazza (mentre uno
dei
presenti chiedeva ancora attonito «Avete bisogno
d’aiuto?» ma la ragazza bionda, dopo un attimo di
esitazione, lo congedava con un gesto tranquillizzante)
«Che cosa ti è
preso?!! La vita è un bene prezioso, Ryo...non lo sai?! Si
perde
per un...
...NONNULLA! E proprio tu che hai la fortuna di avere questo
dono...»...«IO NON HO NESSUNA FORTUNA,
ALICE!»...«Non la consideri una fortuna, una donna
che ti
ama?! Un futuro, in confronto a chi è morto giovane!!! A chi
aveva...
...dieci
anni meno di te, ad esempio, quando se n’è
andato.»...«Nooo, non è giusto,
è stato uno
sbaglio!» si gettò in lacrime fra le braccia della
ragazza
«Io a quest’età non ci sarei dovuto mai
arrivare!!
Sarei dovuto morire allora! ALLORA!!...
...in battaglia, come
un eroe.» ma lei gli si aggrappò alle spalle con
le sue
unghie affilate, scuotendolo con rabbia «Non devi dirlo
neanche
per scherzo...!!...
...non ci si guadagna niente a morire così...
...il bene della vita...
...è la cosa
più preziosa che abbiamo, e anche nel fondo più
fondo del
dolore...» guardandosi attorno «...come questa
stazione
della metro...
...è
preferibile alla morte...»...«Alice, per favore
portami
via!!» supplicò il ragazzo «Portami da
qualsiasi
parte!! Non voglio tornare a casa!!»
La giovane era
spiazzata...ma alla fine provò compassione per lui e gli
carezzò la testa «Sta tranquillo. Ora andiamo in
un posto
appartato e mi racconti che succede, ok...?»...«MA
TU NON
TELEFONI A MIA MADRE!! Non le dici che sono con te,
vero?!»...«...no, no, sta tranquillo...
...tua madre non
saprà niente. La povera signora Akiyama...»
accennò
con un sorriso «...non verrà mai a sapere che suo
figlio
in realtà è in compagnia di una bella e avvenente
ragazza
bionda: la più affascinante...fra tutti i Digimon
Tamers...»
Rika avanzava verso il
giardino con il volto velato d’apprensione, quando vide
tornare
la sua Digimon a rapidi balzi «L’hai
trovata?!»...«No!» rispose Renamon...
...la cui ansia si
leggeva nei suoi occhi azzurri mentre riprendeva fiato
«Ma...dove
può essere andata?» si chiese Rika, e la volpe
«Non
lo so, mia figlia sembra scomparsa nel nulla!...
...dev’essere di sicuro a causa del nostro litigio,
altrimenti
non avrebbe mandato in pezzi il computer!! Temo che Akirmon...sia
scappata di casa. Ma tu come stai? Sei pallida...» disse
sfiorandole il viso con gli artigli «Ha chiamato il medico,
per i
risultati?»...«Mio marito non è ancora
tornato a
casa Renamon...
...lo chiamo e non
c’è campo, e lui...sa che mi fa stare in ansia!
Sono
preoccupata...»
Domatrice e Digimon si
guardarono intensamente negli occhi, nella penombra della sera...
D’un tratto su
quel palco si levò un fragoroso applauso. E persino Mie
sgranò gli occhi quando vide entrare sulla scena quel gruppo
di
ragazzi agghindati di metallo e grinta, capitanati dal più
piccolo fra loro come età e come statura: un ragazzino dai
capelli biondo platino e lo sguardo fiero, ma che nei suoi movimenti
sembrava di gomma. E quando rappava era come se la marionetta al suo
braccio prendesse vita, forte di proprie opinioni per duellare con
quelle del giovane.
La folla sembrava accoglierli con calore...
...e c’era uno
di loro, che nonostante fosse superiore soltanto a Puppet quanto a
statura, dallo sguardo sembrava un guerriero, e quelle mani fasciate
ricordavano quelle di un pugile, che aveva fatto a pugni con la vita.
“Questo è
il mio campo, lo sento...” si diceva Guilmon, o meglio Leaf.
Mie balzava in piedi
«E’ lui!!» (mentre le amiche mormoravano
«...si
scoprono gli altarini di Mie!»)
“La folla mi acclama, la battaglia mi attende...
...non ho più paura, sono di nuovo io!!” iniziando
a
rappare dopo un profondo sospiro, una volta interpellato dai compagni.
E ci voleva una moneta per farlo iniziare, e dieci per farlo smettere
“Mi sembra di nuovo di avere le ali, lo sai Grani?”
Nella crew si era creata l’intesa perfetta.
Ma fra i
ricordi della panettiera col berretto tornava impetuosa la scena del
giovane che le si gettava in lacrime sul letto, chiamandola
“mamma” a ripetizione, con la nota di un figlio
disperato e
del tutto spoglio della grinta che in quel momento dimostrava sul
palco: i suoi versi sembravano generare un esplosione a contrasto con
la “mitraglia” del cane-marionetta con cui si
intrecciava
agilmente...
La porta
dell’antica villa si spalancò in un rumore fondo
come di
prammatica, quando una creatura iniziò a discendere le
oscure
scale «Oooohhh, finalmenteee!» esclamò
col suo
vocione baldanzoso «La cena è...ancora caldaaa!
OH?!»
Ryo quando la vide
strinse i suoi occhi, e con incredula commozione le corse incontro ma
si arrestò ai piedi delle scale, distinguendone il grembiule
«Gelsomon...» e lei «Ryo...»
ancor più
sbalordita di lui.
Alice avanzò
«Gelsomon, qualcosa avanza della cena di questa sera? Ryo
è venuto...a farci visita.»
Ma il ragazzo
accennò sommessamente «P-Perdonami, per un attimo
ti avevo
scambiata per lui, è che...purtroppo non ci vedo bene, ho un
cancro...»
«Aaahhh!» sussultò sconvolta la dragona.
E altrettanto la
ragazza si portò le mani alla bocca, per poi dirigersi da
lui e
scuoterlo per un braccio, chiedendo spiegazioni.
Ma in quel
momento si udì una vocina «Mamma! Mimidramon mi fa
i
dispetti, ha mangiato anche dal mio piatto della cena!...
...chi
è quel signore?» le chiedevano, ma lei era come se
non
sentisse mentre una lacrima scendeva sul suo muso corvino. Quando Ryo
di fronte a lei trasalì «...i tuoi
figli...»
muovendo un passo sui gradini, ed aggrappandosi alla vecchia ringhiera
per non inciampare «I figli di Cyberdramon, i figli...
...del mio cucciolo...?»
Fu
allora che Gelsomon si volse lentamente, con sguardo ingenuo...e
pulendosi le zampe sul grembiule, giunse a prendere i draghetti
«Mamma, Mumidramon brontola sempre: non è vero che
le ho
mangiato dal piatto...solo un pezzetto! Avevo fame!»
«...lei è Mumidramon, la nostra
piccina.» disse a
bassa voce Gelsomon, adagiandola tra le braccia di Ryo
«Mentre
lui...è Mimidramon...il piccolo di casa. Medramon
è
già andato a letto: scusalo, è il maggiore, ma
anche il
più dormiglione.»...«Lo so...anche i
cucciolo era
sempre così: la mattina per svegliarlo ci volevano le
cannonate...» mormorò Ryo tra le lacrime, che
cadevano fra
i draghetti «Chi sei tu?!» gli chiedevano, e lui
bisbigliava «Un signore malato...» ma Gelsomon si
sovrappose «Shhh...il signore è un amico del
papà,
peòr non strillate che poi gli dà
fastidio.»
però fu inutile perché a quelle parole si
levò un
gridò «Un amico di
papàààààà!
Papà
è il nostro eroe!»...«E’
vero...anche il
mio.» rispose Ryo «Se sapeste...quanto sono
contento di
conoscervi: siete tre draghetti in ottima salute e questo mi
tranquillizza molto.» ma Gelsomon aprì le braccia
«Midramon...non si trova!» e Ryo «...il
padre...non
è tornato da loro?»...«Io credevo fosse
con
te...» rispose spiazzata la dragona, ma Alice «Ne
parliamo
dopo! Gelsomon...io devo parlare con Ryo: puoi dire agli altri che, per
favore, mangio più
tardi?»...«Sì
però...Alice!» mentre il giovane chiedeva
«Vi ho
disturbato?»...«Ma no, scherzi...»
sussurrò
Alice aggiungendo «Anzi, sono contenta che hai potuto
conoscerli...»
«L’ho desiderato tanto...e non avrei mai creduto di
farlo
in questa occasione!»...«Perché
piangi...?»
gli chiedevano i piccoli. E lui «Perché...penso
che poco
fa c’è mancato un pelo perché
accettassi...un altro
impegno...che non mi avrebbe condotto, stasera, a cena da
voi!»...«Però adesso sei più
contento!»
fece la draghetta, e lui sorrise «...sì...sono
più
contento, piccolini, lo sono.» incrociandosi in uno sguardo
grato
con Alice, che gli sfiorò il braccio «Coraggio,
vedrai che
andrà tutto bene...» (fine-canzone)
Takato stava provando
a sfogliare una rivista, ma non ci volle molto perché
buttasse
via anche quella e tornasse a riflettere, appoggiato al cuscino.
D’un
tratto un infermiere si affacciò
«C’è una
visita per te. Non sarebbe orario ma...lei ha insistito così
tanto!»...«Lei...?» un’emozione
speciale
affiorò al cuore del ragazzo «Sei gettonato a
quanto vedo!
Sì, è una ragazza...una tipa...mmm, un
po’
misteriosa!»...«E io posso vederla?!...
...la prego, la
faccia entrare, ho...urgente bisogno di parlare con
lei!»...«E’ già
qui.» sorrise
l’infermiere congedandosi...
...e lasciando
entrare una giovane in scarpe da ginnastica piuttosto andanti, jeans e
maglietta rossa «Sono io, Takato...»
pronunciò con
un filo di voce...
...ed il ragazzo
restò senza parole alla vista di quella ragazza, che con i
suoi
lunghi capelli castani copriva la metà del suo volto, oltre
la
quale si distingueva qualcosa di brillante.
La delusione
c’era, ma il ragazzo non volle dare nell’occhio
preferendo
anteporre un comunque sincero piacere di vederla
«Ehiiiiii...!...
...Kazu mi aveva
portato i tuoi saluti: non dovevi disturbarti a venire, a
quest’ora poi!»...«Ti ho disturbato?
Guarda che se
stavi riposando io pos...» accennò Diamon, e
Takato
«Ma no, scherzi! Sono contento di vederti. Quattro
chiacchiere
con una persona amica...
...sono meglio di
qualsiasi rivista, programma tv...e anche di qualsiasi calmante, in
momenti come
questi.»...«C’è...per caso
qualche problema, Takato?» ponderò Diamon
scostandosi i
capelli, mostrando un lembo del suo viso di diamante «Ahhh,
Diamon non immagini!...
...ho un peso qui, sul cuore!»
Gli occhi verdi
della giovane Digimon si fecero incerti e titubanti. Le sue unghie
smaltate di rosso si stringevano alla borsetta...
Quando all’accoglienza...
«Devo vedere il
signor...Takato Matsuki.» spiegava un’altra ragazza
dai
capelli castani, ma questa indossava un abito verde «Lo so
che
è tardi...»...«Anche tu per
lui?» chiesero gli
addetti «Possibile? Quello è diventato il
più
quotato dell’ospedale, c’è
già una ragazza di
sopra con lui!»
“Deve trattarsi
di Cindermon...quella rompiscatole gli sta sempre
appiccicata!”
«Comunque signorina deve rendersi conto che non è
orario
di visite: poco fa abbiamo fatto un’eccezione, ma se adesso
vengono altri cento e ci chiedono dello stesso paziente noi non
possiamo acconsentire. Ci sono delle regole...» ma costei
sfoderò un tono seducente «Oh, la
prego...»
...appoggiandosi
al bancone così da valorizzare la sua scollatura
«Ho fatto
tanta strada solo per lui, per di più a quest’ora
della
notte! Dovreste sapere che per una ragazza...non è indicato
girare a quest’ora...»
I due addetti si
scambiarono un sorrisetto «Beh, di fatti...con tutta la gente
che
gira, oggigiorno!»...«In che mondo
viviamo!»
...che fu accolto
dall’espressione soddisfatta di Jeri, che si
accomodò la
tracolla della borsa...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 42 *** Un rapper a casa Matsuki ***
42puntataDT2
«A proposito!
Non ti avevo mai vista in jeans e maglietta.» osservava
Takato, e
Diamon sfoggiò un sorriso un po’ tirato
«Eheheheh...è di mio mariiito!»
alludendo alla sua
maglietta «Stai proprio bene con gli abiti di noi terrestri!
E
anche quella ciocca a coprirti il volto ti dà
un’aria
oscura...!» accentò il ragazzo con compiaciuta
enfasi
«Se resterete fino a quando mi rimetterò, mi
piacerebbe
che venissi a farti i capelli al mio salone: trovo che i tuoi siano di
una fibra morbida, malleabile...e io sono uno che non sbaglia,
eh!» ma Diamon scattò in piedi «Takato!
Io...vorrei
tanto restare qui a discutere sui miei capelli, e di altri argomenti
piacevoli.»...«...però...?»
accennò il
ragazzo velatamente turbato, e Diamon mugolò
«Però...non posso fingere di scordarmi che se sono
venuta
qui non è per una visita di piacere, scusami! L’ho
fatto
perché...c’è un problema. Un problema
urgente, di
cui ti debbo parlare Takato...»
Lo sguardo del giovane vago appena nella stanza...
In quel
frattempo, Jeri stava prendendo l’ascensore. Le porte si
chiusero
non appena lei schiacciò il bottone, ed iniziò a
salire...
«...un...problema?» mormorò Takato
«Ma certo,
dimmi...» scivolando in un lieve sorriso
«Cos’è...? Avete già
bisticciato tu e
Kazu?»
Diamon
guardò basso, e lui «Ma no, guarda che non devi
preoccuparti! Lo conosco, gli è sempre piaciuto fare il tipo
un
po’ alla moda, quello spigliato con le ragazze!
Però posso
assicurarti che ti ama davvero, e se mi dici cosa è successo
fra
di vo-»...«N-No, guarda Takato...sei fuori strada,
fra me e
Kazu tutto a posto, va a gonfie
vele!»...«...allora...
...con tua
sorella! Uhm, lo so, Cindermon a volte è un po’
testarda:
dai retta a me, dimmi cosa è successo, se ci parlo io vedrai
che
riesco a farla ragionare.»...«Non è
neanche con Cind
il problema! O meglio, lei c’entra...però...
...non si
tratta di un problema mio direttamente, Takato! Il
problema...»
disse Diamon, e compì un sospiro profondo e con le mani
strette
alla borsetta. Per poi riaprire gli occhi e fissarlo
«...è
tuo, ti riguarda direttamente!»
«Mio...?»
Jeri
d’un tratto scrutò attorno
«Perché
l’ascensore non si apre? Non sarò rimasta
bloccata!»
schiacciando i pulsanti, e picchiando sulle porte metalliche
«Aprite!!...
...per
favore, l’ascensore si è bloccato!
Aprite!!»
«I-Io non so neanche come
dirtelo!»...«Andiamo, parla
chiaramente!» esortò il ragazzo, ma la Digimon
«I-Io
non dovrei neanche essere qui! Mi era stato detto di tenere la bocca
chiusa e...» sospirò di nuovo «...e
tanto so che
quando lo farò riceverò molte critiche come
minimo, ma io
sento che devo farlo che devo dirti questa cosa
che-»...«Insomma Diamon, vuoi riprendere fiato e
deciderti
a parlare? Io...» portandosi la mano al petto
«...sarà per quello che ho passato, ma mi sto
spaventando.
Ma non sarà che avete scoperto chi è stato a
spararmi?»...«Nooo, però...!...
...temo lo stesso che riguardi il tuo cuore.»
Il giovane rimase attonito...
«Takato io ho saputo una cosa...
...una cosa
molto brutta che ha fatto una persona a cui tieni molto! I-Io te
l’ho detto, non dovrei neanche essere qui a rivelartela ma ti
giuro che da quando l’ho saputo le paranoie mi perseguitano!
Tu
sai cosa è accaduto a mia madre...
...com’è morta, e la terribile tragedia che ha
travolto la
squadra di domatori di cui faceva parte. Io...
...dammi anche
della traumatizzata! Però io non voglio che una cosa simile
si
ripeta, e se posso in qualche modo impedirla sono disposta a tutto,
anche a svelare qualcosa che potrebbe far male a
qualcuno!»...«Diamon...calmati, così non
riesci a
dire niente, sei in preda al panico! Respira profondamente, e confidati
con me: sai che nutro fiducia nei tuoi confronti, sei la moglie di uno
dei miei più cari amici...
...nonché
la sorella della mia Digimon. So che sei una creatura sincera...
...per cui
terrò conto di qualsiasi cosa che mi dirai. E ti capisco
riguardo a vostra madre: so com’è andata, ed
è
terribile, anch’io sono disposto a tutto purché
una simile
tragedia non si ripeta...»...«Takato...
...tuuu...cosa faresti se qualcuno che hai a cuore...
...facesse del
male a qualcuno a cui tieni altrettanto? Se mettesse in pericolo la sua
stessa vita?»...«...questo a me non può
succedere!
E’ terribile essere divisi, lo so per via...della mia
famiglia:
mio padre ha fatto del male a mia madre col suo tradimento, dal quale
è stato generato mio fratello. Ma ho la fortuna di essere
circondato da amicizie leali, consolidate dal tempo! Nessuno di voi
potrebbe infliggermi lo stesso dolore provocatomi dai miei
genitori...»...«Ne sei...proprio sicuro?»
Ma a quel
punto nella mente del ragazzo riaffiorarono le parole di Calumon
“...io...la
sola cosa che posso dirti Takato è che fra Impmon e Jeri
c’è stata una frattura perché lei ha
messo gli
occhi su un altro Digimon. Sì, sembrava interessata a
Cyberdramon.”
...seguite a quelle del suo amico Kazu “Appena
possibile voglio parlare a chiare note con Jeri...però tu
sta
attento, Takato...perché credo che lei sia cambiata con gli
anni, e che abbia imparato...a raccontare bugie.”
Questi ricordi
riaprirono uno squarcio di dubbio nel suo cuore «Kazu...
...mi ha
accennato che a palazzo sono avvenuti degli eventi strani, e che in
qualche modo hanno a che vedere con Jeri, e la faccenda della frattura
fra Ryo e Cyberdramon! Ma sono giunto alla conclusione che una
spiegazione dev’esserci, Diamon! Jeri non può
essere
l’artefice di quel litigio, lei...la conosco. E’
una brava
ragazza!»...«Senti Takato...io...
...p-perdonami
per quello che ti dirò, ma devo fare in fretta
perché...ecco vedi? Imfh!» tirando su col naso ed
estraendo un fazzoletto «Comincio a piangere già
da
adesso, fra poco non sarò più in grado di
parlare! Tu
devi sapere che Jeri...
...non è come credi tu!!!»
Il giovane dilatò gli occhi, ritraendosi con la schiena...
«LEI NON
E’ UNA UNA DOMATRICE ONESTA! N-Non è una persona
pulita,
al contrario è una ragazza crudele! Lei...
...H-HA TENTATO
DI UCCIDERE MIA SORELLA QUANDO ERAVATE A DIGIWORLD!»
(canzone: Agnes
- Right here, right now (My heart belongs to you) )
«Cosa?!» sussultò incredulo Takato.
...mentre Jeri
picchiava ancora sull’ascensore
«C’E’ NESSUNO,
MI SENTITE?! APRITE QUESTE MALEDETTE PORTE!»
«E’
proprio così!» affermò Diamon decisa,
asciugandosi
gli occhi con dignità «Lei ha cercato di farla
cadere da
un precipizio, perché era venuta a conoscenza dei sentimenti
di
Cindermon per te! Finché sei in tempo devi allontanarla
Takato,
lei...
...non può farti felice!»
«...questo...non può essere!»
trasalì il ragazzo...
...mentre al concerto rap esplodeva l’applauso...
Mie balzava in piedi
«Hanno vinto?! Sono loro i primi classificati?!» e
le sue
amiche «Del resto non c’è stata gara,
sono stati
fantastici!»
«...e così quel
ragazzo ce l’ha fatta...» si ripeteva stupita la
panettiera, che non riusciva a fare a meno di fissarlo sul palco, tra i
fumi colorati...
...così ingenuo nella sua espressione «Ce
l’abbiamo fatta...
...abbiamo vinto un’altra volta? N-Non posso
crederci...uh?»
Per un attimo gli
sembrò di delineare una figura familiare tra gli spalti, ma
si
stropicciò gli occhi con le sue mani bendate, guardando
verso
l’alto «...T-Takato, forse l’emozione mi
fa strani
scherzi...ti dedico questa vittoria.» alzando trionfante il
suo
pugno...
...ma il cane-marionetta
avvolse l’altra sua mano, ed i suoi occhi incrociarono quelli
commossi di Puppet «Abbiamo
trionfato.»...«E’-E’ proprio
vero,
Puppet...»...«E’ stato merito
tuo.»...«Ma
no, che dici? E’ grazie a tutta la squadra se abbiamo
vinto.» ma l’altro gli adagiò il cane
sulle labbra
«Shhh...
...lasciami esprimere quello
che provo. Ora mi sento...felice! E’ bellissimo essere qui,
su
questo palco...
...assieme a te!»
scostando fulmineamente il cane, e protendendosi in un bacio sulle
labbra del compagno, che colto alla sprovvista
«UHM?!»
sussultò...
...così come
l’intera platea, a cominciare da Mie
«Mmmm?!!» che si
portò le mani alla bocca, seguita dalle amiche «OH
MAMMA!
QUESTO E’ UN FUORI PROGRAMMA!»
L’occhio di Leaf si
dilatò di sconcerto per la situazione in cui era precipitato
in
pochi secondi...
«Devi credermi
Takato, io non ti sto mentendo!» esclamava Diamon, dinanzi
allo
sgomento del ragazzo «C-Che motivo avrei di farlo?! Sono
felicemente sposata, p-prima stavo arredando la mia casa, ma non ci
riesco perché un pensiero mi tormenta! E cioè che
mia
sorella è in pericolo! Jeri la odia...
...e se ha già
tentato di ucciderla potrebbe farlo di nuovo, per favore Takato devi
creeedermi!» gemeva tra le lacrime, intrecciando le sue dita
«T-Ti giuro che è tutto vero, ma se lo chiederai a
Cindermon te lo smentirà perché lei non voleva
che io te
lo rivelassi! Lei teme di passare per disonesta perché sai...
...che è
innamorata di te, ma io non potevo star zitta, dovevo fare
qualcosa!!» aggrappandosi alla sponda del letto e scuotendola.
«La mia
Jeri...no!» esclamò Takato «Qui si sta
parlando...di
un’altra persona!!»
Proprio mentre Leaf ad
un tratto respingeva con violenza Puppet «MA CHE TI
E’
SALTATO IN MENTE?!!» ed il ragazzino attonito «M-Ma
io...»
Mentre il brusio del
pubblico era alle stelle, e gli occhi di Mie e le amiche incollati al
palco.
«Ti ha dato di
volta il cervello, forse?!! Si può sapere che significa
quello
che hai appena fatto?!» gridava il rapper sconvolto,
coprendosi
le labbra con la mano bendata «Io...p-perdonami, Leaf! Non
volevo!» replicava il ragazzino dallo sguardo spiazzato
«Il
mio è stato un atto...spontaneo!» «Un
atto
spontaneo, COME PUO’ CONSIDERARSI QUESTO UN ATTO
SPONTANEO?!!» ma Puppet gemette, con le lacrime agli occhi
«I-Io credevo...che ti avrebbe fatto
piacere!»...«COOOSA?! Una roba simile?! E allora
tutto
quello che ci siamo detti, la gara che abbiamo diviso?! Ti sembra forse
un comportamento da amico?! Io ti parlo della mia esperienza, ti offro
la mia fiducia e tu mi ripaghi con, c-con...b-bluaaaahhhh!»
pulendosi con ribrezzo la bocca «Non posso neanche
ripensarci!»...«No Leaf ti prego, non dirmi questo!
Tutto
ma questo no!!»...«STAMMI LONTANO!»
gridò
l’altro con rabbia «Mi dispiace ma dopo una cosa
simile io
non riesco...neanche a guardarti in faccia, io non voglio
più
vedertiii!!!» serrando gli occhi e correndo via tra le
lacrime
«Leeeeeaaaaf!!!» Puppet cadde in ginocchio
sconsolato, e
picchiò un pugno sul palco con il suo cane marionetta che
gli
parlò dolcemente «Povero amico mio...sempre
sfortunato.» nel gesto di leccargli le lacrime.
«Mie, dove stai
andando?!» chiedevano le amiche, e la panettiera
ribatté
«Devo raggiungere assolutamente quel ragazzo! Avete visto?!
Il
suo compagno lo ha baciato sulla bocca!»...«Anche
se a
quanto abbiamo visto è vero...
...che cosa
dovrebbe entrarci con te, amica mia?»...«Questo lo
so
io!» replicò la signora, meditando “Mi
è
venuta una mezza idea...
...quel ragazzo
ha bisogno di una mamma, ed è corso via disperato! Se mi
mostro
premurosa può accettare di seguirmi al negozio, in questo
modo
io e Takehiro avremmo un figlio a testa! A quel punto inizierebbe la
sfida...” «Devo andare! P-Permesso!»
Mie
iniziò quindi a sgomitare fra i colossi tatuati che si
celavano
tra i fumi psichedelici.
«Io mi rifuito
di crederlo!!»...«E invece dovrai farlo,
Takato!»...«Nooo!»
Il ragazzo si prese la
testa fra le mani, ma Diamon insisteva piangendo
«E’ tempo
che tu guardi in faccia la verità! Credimi, anche per il
bene
del figlio che aspettate tu devi aprire gli occhi, non puoi permetterle
di continuare a ingannarti!» ma lui quegli occhi li
spalancò
«...figlio...?»...«Sì! Jeri
è incinta!...
...l-lo ha detto
a Cindermon! So che voi due aspettate un figlio, e io...non ti dico di
allontanarlo da lei, mi cascasse addosso l’ospedale! Ma
almeno
accertarti di colei che hai accanto, altrimenti la storia si
ripeterebbe, e crescerebbe infelice come Kazu, come te e gli altri
Digimon Tamers!»
Ma il ragazzo
alzava incredulo il suo sguardo «...incinta?!» e a
quel
punto Diamon indietreggiava «S-Sì...»
sfiorandosi
timorosa le labbra «P-Perché lo dici...come se
fosse
impossibile?»
«...perché è impossibile...»
ansimò
Takato, tra rabbia e sconcerto.
«E’
impossibile, perché io e lei non ci siamo mai, MAI! Neanche
per
una volta sfiorati!!»
Diamon
arretrò coprendosi la bocca, e lui esplose «Hai
sentito
bene, non due non siamo mai stati assieme!! IO E JERI NON SIAMO...
...M-MAI STATI
INSIEME, QUINDI IL FIGLIO CHE ASPETTA NON PUO’ESSERE
MIO!!!»
«M-Ma Takato,
io...non credevo!» gemette la Digimon «C-Come
è
possibile? Io non...
...m-mi
dispiace!» scappando via in lacrime. E lasciando un Takato
sconvolto «Jeri, Jeri non può...!!...
...la ragazza
che amo, il solo e unico amore della mia vita!» gemeva di
dolore,
volgendo il capo tra quelle bianche pareti che si tingevano di ricordi
«La mia piccola Jeri...
...non
può avermi tradito in questo modo, nooo! Ditemi che non
è
vero!!!»
Diamon corse a perdifiato nel corridoio...
...e un attimo
dopo le porte dell’ascensore si spalancarono, rivelando la
ragazza in abito verde «Finalmente l’ascensore
è
ripartito! Takato...
...eccomi, sono
da te.» procedendo sui poderosi tacchi dei suoi sandali (fine-canzone)
Lacrime grondavano dal
volto orgoglioso e ferito del ragazzino dai capelli biondi, che si
appoggiava alla porta del camerino con la sua marionetta, ed i compagni
non avevano il coraggio di dirgli nulla...
Ma c’era un
altro ragazzo che, presso la scala antincendio, conteneva a stento un
dolore che gli bruciava nel cuore. Ad un tratto una signora si
affacciò dal buio corridoio «Temi...di aver fatto
una
brutta figura?»...«Uhm?»...«Se
è
così permettimi di smentirti! Tu e i tuoi compagni siete
stati
fantastici! Non...
...avevo mai visto un
concerto rap. E grazie a voi credo di aver imparato qual è
la
bellezza di questo genere musicale.»
Il giovane si volse
stupito, scrutando il volto della donna in parte coperto dalla
penombra, e dalla visiera del berretto...
Uno dei rapper si fece
coraggio, e dopo aver consultato con lo sguardo i compagni
avanzò verso il ragazzino «Puppet noi volevamo
dirti che
ci dispia-»...«STATE INDIETRO!» si volse
questi con
rabbia, per poi anteporre l’infuriata marionetta
«GRRR,
è colpa vostra! Solo vostra, se il mio amico ha ricevuto
questa
delusione!» e, come in concerto, scambiarsi con lui
«Lui ha
ragione, la colpa è vostra, e tanto ormai non si
può
più rimediare!!»...«Non dire
così,
Puppet.» risposero gli interdetti ragazzi «Io credo
che se
tu parlerai con
Leaf-»...«SILENZIO!»...(«BAU!
GRRR...»)...(canzone: H
& Claire - You're a love song)
«Non voglio più sentire quel nome...»
scandiva il
giovane tra lacrime di rabbia «...NON VOGLIO PIU’
SENTIRE
LE VOSTRE VOCI!»...«Ma noi...
...siamo i tuoi
compagni.»...«BEGLI AMICI!!»
(«BAU!
BAU!») «Voi con le vostre...RIDICOLE INTUIZIONI!
Voi con le
vostre maledette garanzie!!! IO CI AVEVO CREDUTO! Io avevo creduto
davvero che Leaf...» asciugandosi gli occhi con il guanto
«...ma ora lui mi odia...
...e-e non
serviranno le scuse, se non a peggiorare la situazione! MA
PERCHE’ MI AVETE FATTO QUESTO, PERCHE’ AVETE
GIOCATO CON
UNA COSA COSI’ IMPORTANTE?!» gridava, ed il
compagno con il
trofeo luccicante tra le mani replicava «Noi...non
volevamo.» («BAUUUUUUUUU!» tanto forte e
rabbioso da
far stringere gli occhi a quei colossi) «E credete che sia
sufficiente per colmare il vuoto?! S-Sapevate...
...quali erano i
miei sentimenti per lui sbocciati in pochi giorni, così come
sapevate che questa mia maledetta natura è stata la causa di
tutti, tutti i miei dolori fin dall’infanzia!!! Mio padre mi
ha
abbandonato perché fin dalle elementari veniva fuori tutto
questo e a lui faceva SCHIFO! Esattamente come a Leaf! E adesso...
...ho perso
anche lui, e il rap, il trofeo e tutto il resto non fanno che
ricordarmi questo dolore! NON VOGLIO VEDERE LA LUCE DI QUELLA
TARGA!»...«Tu non puoi
abbandonarci!»...«Io non
ne voglio più sapere niente, capito?!! NE’ DELLA
CREW
NE’ DI VOI!»
«Puppet aspetta! Puppet!!...
...NOI NON VOLEVAMO!»
Ma il ragazzino era già corso via...
«Tu forse non puoi riconoscermi...
...Leaf, giusto?»...«Eppure la sua voce mi sembra
familiare, signora...venga sotto la luce, mi faccia vedere il suo
volto!»...«La verità è che mi
vergogno un
po’...è pieno di lividi. Non ti ricorda niente,
questo...?»...«Uhm!!» il ragazzo
sussultò,
dilatando i suoi occhi «...la signora
dell’ospedale...»
Mie sorrise
nell’ombra «...proprio io. E così il
destino ci fa
rincontrare, dopo quel giorno in cui mi salvasti la
vita.»...«Ahh! Lei non può immaginare
quanto
l’ho cercata, ma i medici mi hanno detto che era scappata, e
non
sapevo il suo nome! Non avevo recapiti! Io ci tenevo tanto a
dirle!!...ihmf!» tirando su col naso, ed asciugandosi con le
bende «...c-che se lei cercava qualcuno con cui colmare la
solitudine di cui mi ha parlato...eccomi, mi ha trovato.»
aprendo
appena le braccia «Io non ho una mamma, e in un momento del
genere...
...ihmf! Mi creda, quanto lo desidererei.»
La donna si
sfilava lentamente il berretto, stringendolo al petto. E sembrava
sorridere di tenerezza, facendo uno sforzo per trattenere le lacrime
«In questo caso ci siamo letti nel pensiero.
Perché
anch’io venivo a cercarti, dopo averti visto così
disperato: volevo chiederti se...ti andava di essere mio figlio, e
perdonami se ti sembro sfacciata. Ti rivelo subito il mio nome, io mi
chiamo...»
...venendo
sotto la luce, e lo sguardo attonito del ragazzo «...Mie
Matsuki,
lavoro in un negozio del quartiere di Shinjuku: il panificio di
famiglia...»
«Ahhhh!!!» boccheggiò il rapper,
scuotendo il capo
“No...
...non può essere!!...
...la mamma di Takato...”
La signora gli sorrideva con il suo volto amabile e materno.
Takato stringeva
con rabbia le lenzuola, quando dalla porta sbucò un cane di
pezza «Bau! Bau!...
...sono in
cerca d’amore! C’è qualcuno disposto a
offrirmi il
suo? Altrimenti...mi consumerò lentamente...»
Il ragazzo
rimase attonito, quando lo vide sostituirsi con il sorriso di lei
«E chi non potrebbe comprendere il nostro amico! Sono
finalmente
libera dai miei impegni, e fremevo dalla voglia di vederti!...
...amore mio!!»
Ma lo sguardo di Takato si tinse di rabbia e dolore.
«Non
avrai...forse cambiato idea?» domandava Mie vedendolo
titubante.
Leaf si
stringeva al metallo della scala, e balbettava «M-M-Mi
dispiace
signora ma io...
...n-non
posso!» meditando “Non posso far ritorno proprio a
casa di
Takato, avevo promesso che avrei rinunciato a vederlo, che avrei
rinunciato alla sua amicizia se fosse sopravvissuto
all’operazione!”
«Credimi Leaf...io mi sento così sola! Ho bisogno
di un
figlio!»...«C-Come...? M-Ma signora l-lei non ha
già...
...?» ma si coprì le labbra con la mano bendata,
mentre la
donna scuoteva il capo «La situazione a casa mia è
complicata, i rapporti sono
critici!»...«...come...?»...«Per
favore!»
lei si aggrappò a quelle bende «Se non
avrò
qualcuno accanto a me a vegliare come...farebbe un bravo figlio non ce
la farò ad andare avanti!»...”Non posso
lasciarla
sola...
...è la
mamma del mio amico. E poi ho promesso che le sarei rimasto accanto. Ma
perché il destino mi gioca queste beffe? Non mi rimane altra
scelta: dovrò seguirla in quella casa, ma non
potrò
rivelare il mio nome...”
Così pose l’altra mano bendata su quella di lei, e
Mie in
questo modo comprese «Ahah!» con una luce speciale
negli
occhi, che quel sorriso del giovane era un sì alla sua
proposta...
Ma Puppet lo
guardava dal basso della strada, alzando la marionetta verso la scala
antincendio in un commosso «Addio...
...amore mio.»
alzandosi il cappuccio della felpa, e correndo per la città (fine-canzone)
Nella hall
dell’ospedale c’era batuffolo bianco
«Calù, ho
recuperato un amico da un momento difficile.» ed Impmon
replicò «Dopo tanto vagare, mi è venuta
un’irrefrenabile voglia...di andare a trovare
Takato!» Una
Digimon dal ciuffo rosso si piegava su di lui «E hai fatto
bene
Impmon!! A volte stare fra amici asciuga le lacrime più di
un
fazzoletto!»...«Eheh, se non fosse stato per
Calumon, che
mi ha incontrato per strada!» indicò Impmon
«Calù!...vecchie
tradizioni.»...«Mooolto
bene!» si alzò baldanzosa Cindermon «Io
stavo
andando a lui proprio ora, gli facciamo una sorpresa! Perché
non
gli entriamo in stanza gridandogli-»
Ma dalle scale vide arrivare qualcuno in una corsa disperata
«Oh mamma...
...è mia sorella, scusate, aspettate un attimo, è
mia
sorella!» disse ai due Digimon, dirigendosi incontro a lei
«Diamon ma che ci fai qui-A-ATTENTA a non
inciampare!»...«Cind...»...«Ma
si può
sapere che è successo? Non dirmi che hai litigato con tuo
marito!»...«Oddiooo, tutti con questo
maritooo!»...«E-E-Eh beh scuuusa, ma è
quello che
viene da pensare!»
Mentre Calumon e Impmon si guardavano con dubbio...
«Aspetta un
attimo!» Cindermon d’un tratto la
lasciò,
indietreggiando «Non dirmi che sei stata qui...per dire
alcune
cose che io ti avevo detto di non dire!»
Diamon si
asciugò gli occhi, e con sguardo ferreo e dignitoso
ribatté «E va bene, che cavolo! L’ho
fatto!!»...«MA COME L’HAI
FATTOOOOOOO?!!!»
gemette Cindermon «Io ti avevo detto di tenerlo come il
più geloso segretooo! Cioè, poi però
lo vedi alla
fine quando uno si va a confidare di una cosa propria?! Io ti avevo
detto che circa quel fatto dovevi tenere la bocca chiusa, c-che non
doveva filtrare niente, ti rendi conto che era una cosa mia, Diamon?
Era una cosa miiia, sai che vuol dire?! Niente, uno non si
può
fidare di nessuno, neanche della propria sorella!» ma Diamon
d’un tratto ringhiò «Grrrr,
adesso...BASTA!»
tanto da spaventare l’altra «Dici che era una cosa
tua?!
Allora sai che ti dico? Era anche mio il fatto di avere avuto una madre
che è stata uccisa, non solo
tuo!!»...«M-Ma
questo...cosa c’entra?» chiese Cindermon spiazzata,
ma
Diamon gridò «E’ ANCHE MIO IL FATTO DI
ESSERE
CRESCIUTA SENZA L’AFFETTO DI UNA MADRE, PERCHE’
E’
STATA ELIMINATA DA UNA COMPAGNA DI SQUADRA TRADITRICE! E ho sofferto
abbastanza tanto da non desiderare la stessa sorte anche per mia
sorella!»...
...la
gente strillava loro «Volete fare un po’ di
silenziooooo?!» ma Diamon ribatteva «Shhh, ZITTI
TUTTI!
Adesso parlo io!» fissando sua sorella negli occhi
«Io ne
ho abbastanza di morti! Di tragedie! Ne ho abbastanza di tutto!!
Q-Questa...
...è la
prima volta che trovo una squadra di amici e sono i primi mesi in cui
tu ed io siamo qualcosa che vagamente si assomiglia a due sorelle che
si spalleggiano e si confidano, è troppo importante
perché debba mettere tutto a rischio solo perché
TU vuoi
che il tuo domatore si sposi con una che è la degna erede di
Violetta!»...«Ma...
...Diamon che
dici ma sei fuori di te, per caso?»...«Io sono
fuori di me,
IO SONO FUORI DI ME?! No----TU sei fuori di te, mia cara!»
spingendole sul petto con il dito, e non mancando di spaventarla un
tantino (mai come Impmon e Calumon) «TU SEI FUORI DI TE SE
VOLEVI
FAR SPOSARE TAKATO CON QUELLA PAZZA! VUOI SAPERE CHE HA FATTO?! Vai
vai, vai su e fattelo raccontare da lui quello che ha fatto, avrai una
BBBELLA SORPRESA, e in quel momento mi divertirò a guardare
la
tua faccia! Che cosa aspetti? Vaiiiiii, Cind!»
«C-Che cosa
intendi dire...?» si ritraeva Cindermon «Che cosa
avrebbe
fatto Jeri?»...«Sali le scale o prendi
l’ascensore,
hai due vie da scegliere!!» incalzava Diamon «Tanto
portano
tutte allo sconcerto più totale di quel ragazzo che DICI di
amare, beh a questo punto fai come ti pare, lascia pure che si sposi
con lei ma poi te la vedi TU con il divorzio, il palleggiamento dei
figli eventuali e tutte queste altre belle cose che corredano un
MATRIMONIO FALLITO, comprese le denunce per vessazioni!!...
...BEL DIVERTIMENTO PER UN DIGIMON!»
Cindermon seria in
volto la scostò oltrepassandola e dirigendosi lungo le
scale.
Calumon e Impmon si avvicinarono, e Diamon mormorò
«E
voi...perché mi guardate con quelle facce da
allocchi?»
I due si guardarono, e
capendo l’antifona del suo umore decisero che era meglio
sfrecciare lungo le scale, sicché Diamon si
scostò i
capelli con gesto offeso «Uhmf!» e si diresse verso
l’uscita.
«Ma...che
cos’hai, Takato? Non mi sembri il solito di
sempre.»
accennava Jeri con un sorriso accogliente, che incontrava i suoi occhi
di brace «Sei arrabbiato perché non sono venuta a
trovarti
prima? Ah, ma devi perdonarmi, sono stata impegnatissima ed ho
trascorso giorni di inferno! Mio padre...diventa sempre più
insopportabile, non immagini quante spiegazioni sono stata costretta a
dargli per la storia del viaggio a
Digiworld!»...«...e
immagino...
...non solo per
quello.» mormorò il ragazzo «Come
dici?!»
sussultò lei, ma poi si sciolse in un sorriso
«...oh, ma
certamente...
...gli ho parlato
anche di noi due...del resto lui ha sempre saputo che avevo una cotta
per te, persino da prima che mi decidessi a
confessarlo.»...«Strano!...
...non se n’era mai accorto nessuno...
...il quartiere, io
stesso...neanche i nostri amici! E tuo padre non mi sembrava molto
felice dell’idea...visto che voleva farti sposare con
Mako.»...«Oh...ma Takato perché mi parli
in questo
modo?» chiese lei con sguardo insicuro, per poi accennare un
sorriso «...forse lo so...
...tu vuoi farmi
pesare la mia assenza. Ma io...posso assicurarti che ho temuto
tantissimo per te, quando ho saputo del tuo attentato mi sono sentita
male, e ho trascorso alcuni giorni a
letto!»...«Immagino
che se chiederò conferma a tuo padre di questo
potrà
darmela.» insinuò il ragazzo. Ma lei
arretrò
intimorita, senza dire nulla.
«Comunque non ne ho bisogno...
...un malore può giungere per vari motivi...
...come uno spavento improvviso...
...oppure una gravidanza!» (canzone: P!nk
- Conversation with my 13 years old self)
«...cosa?» fece Jeri con un filo di voce, ed il
ragazzo la
scrutò con aria altera «Congratulazioni, ho saputo
che sei
incinta!»
Jeri dilatò gli
occhi...e poi abbassò il capo, mormorando
«Pfff...lo
sapevo, quella stupida ha vuotato il sacco.» riprendendo
fiato, e
specificando «Takato...lascia stare, sono tutte voci di
corridoio
e nient’altro, posso dirti io come sono andate le cose. S-Se
solo
mi lascerai spiegare...»...«FERMA
LI’!»...«Amore mio...per
favore!»
supplicò lei, ma lui tremava «E non chiamarmi in
questo
stupido modo, lo sanno tutti che non mi hai mai
amato...»...«Ma cosa
dici...?»...«Tutti...!!...
...tranne me, io mi
illudevo. Mi illudevo come sempre, di tutto: altri disegni, e
nient’altro.»...«Takato, stai dicendo una
sciocchezza, io non so cosa ti abbia detto la tua Digimon!...
...ma
mente!!» scandì con rabbia Jeri, avvicinandosi
«Quella Digimon mente, devi fidarti unicamente di me, io sola
posso dirti qual è la
verità!»...«NON TI
AZZARDARE A TOCCARMI!» si ritirò lui «E
non
trattarmi come un bambino, sono STUFO dell’annosa farsa del
nostro rapporto!! Sono stufo di farmi raggirare da te, dalle tue bugie
e dai tuoi inganni, Jeri! Siamo arrivati al culmine, persino la tua
gravidanza!!...
...FESTEGGIAMO A
QUESTO PUNTO! E se siamo veramente amici ora pretendo di sapere...
...chi
è...fra gli innumerevoli candidati il padre
felice?»...«Takato...p-per favore!» ma
lui
gridò in modo disumano «CHI E’ IL PADRE
DI TUO
FIGLIO?!!»
«Sta fermo, per
carità!!! Rischi di...staccarti la
flebo!!»...«NON
MI IMPORTA!! Io non ho bisogno delle tue premure, voglio solo sapere
con chi sei stata, con chi sei andata a letto mentre io rischiavo di
morire in quest’ospedale!!»...«Con
nessuno, è
tutto falso!!» gridava lei disperata, ma il ragazzo
«NON TI
CREDOOO!!!»...«Nooo, fermo ti prego!!» lo
tratteneva
lei a stento «Non voglio che ti fai del male!!...
...Takato devi
credermi ti scongiuro, io ho mentito tante volte nella vita,
è
vero!...
...ma non sul nostro amore!!...
...io ti
amo...»...«Bella...qualità
d’amore, il
nostro!!...
...così grande
che ti ha spinto a cercare di uccidere la mia
Digimon!»...«Come?»...«HAI
CERCATO DI UCCIDERE
CINDERMON, GUARDA CHE SO TUTTO!»...«Lasciami
spiegare, non
devi crederle ciecamente! Quella Digimon è una bugiarda
intrigante, si è intromessa nel nostro rapporto
perché
anche lei si è innamorata di
te!»...«Anche se fosse
vero, anche se Cindermon fosse la peggior bugiarda della storia...!!...
...tu sapevi che
le volevo bene. COSI’ COME SAPEVI CHE RYO NE VOLEVA A
CYBERDRAMON!»...«Lasciami parlare Takato, te ne
prego, una
cosa alla volta!» si premeva lei la fronte «NE HAI
MESSE IN
FILA TALI E TANTE CHE NON HAI TEMPO PER TROVARE LE SCUSE! Ma anche in
mille anni d’attesa non basterebbero a giustificare le tue
azioni! Tu sei un essere...
...r-rivoltante,
mi fai schifo Jeri!» spiazzandola con quelle parole
«Che
cosa?! N-Non puoi dire sul serio, vorresti forse dire...che non mi ami
più?!» ma lui rispose senza esitazioni
«Esatto, mi
hai capito bene, e te lo dico così! Guardandoti negli occhi,
con
molta tranquillità! Del mio amore per te...non esiste
più
traccia!»...«Nooo, Takato ti prego!»
versava lacrime
lei «Le tue sono lacrime finte! PERSINO LE LACRIME SONO
FINTE, NE
SAI QUALCOSA DI QUELLE VERE?! No, evidentemente, se non hai esitato a
colpirmi una seconda volta con lo stesso dolore, il peggiore che abbia
mai provato e tu lo sai!...
...il dolore per aver perduto il mio Digimon...
...TU VOLEVI
PORTARMI VIA CINDERMON, E IO PER QUESTO NON TI PERDONERO’
MAI!»
Jeri però
alzò lo sguardo «No Takato guarda che ti stai
sbagliando
ed io posso provartelo!» avvicinandosi a lui e cercando di
afferrargli le mani «Non è vero che sono incinta,
ho
mentito, è tutto falso!! Portami a fare delle analisi se non
ci
credi, io...ho finto!»
Mentre Cindermon stava
arrivando a passo granitico «Voglio vederci chiaro in questa
storia...»
Jeri ammetteva con sguardo
supplichevole «Ho finto, l’ho fatto per amore!
E’
stato unicamente...
...per togliermi quella
rompiscatole di torno, lei è un ostacolo fra noi due, dammi
retta ti prego!»
Ma a quel punto proruppe Cindermon «Che
cooooooosaaa?!!»
Jeri si volse agghiacciata.
La Digimon le puntò addosso i suoi occhi «Hai
finto di
essere incinta?»
Schiacciata fra lo
sguardo di Takato e il suo, alla fine Jeri ammise «...e va
bene,
sì! Io l’ho fatto per Takato!» ma la
Digimon la
afferrò saldamente per il braccio
«FUORI!»...«No,
lasciami!»...«Fuori di
qui una volta per tutte!!» tuonò Cindermon, e lei
cercava
invano di liberarsi «A-Ahh! Takato ti prego!...
...dille
qualcosa!...ahhh, dille di lasciarmi, non puoi permettere che mi porti
via!»
Ma il ragazzo la
contemplò con silenziosa superiorità, fino a che
Cindermon non la portò fuori dalla stanza
«Takatooo!!»
Nel corridoio
sbucarono i due Digimon, rimanendo attoniti di fronte a quella scena
«Ahhh! Calumon, Impmon aiutatemi vi prego! Non
vedete?!...questa
Digimon mi sta attaccando! Non potete restare lì impalati,
insomma fate qualcosa!!» ma Cindermon si sovrappose
«HA
FINTO DI ESSERE INCINTA!...
...DI
TAKATO!»...«Che cosa?!!»
sobbalzò quello
viola, ma Calumon mormorò «Di cosa ti stupisci,
Impmon?»
«NON CREDETELE,
E’ UNA BUGIARDA!»...«Ahhh, io sono una
bugiarda?!
Quindi sei incinta, chi è il padre?!»
provocò
Cindermon, e lei «G-Ghh! Ughh!!» come unica
reazione
cercò di liberarsi, ma non riuscì.
Cindermon la
trascinò lungo le scale, per tutta la hall fino a
scaraventarla
a terra nel giardino «Ssssparisci brutto sacco di
balle...FUORI!...
...E LA PROSSIMA VOLTA NON RISPONDO DI ME!»
«M-Maledetta,
è stato tutto un tuo piano, ma non credere di averla vinta
così con me!»...«Questo è
soltanto un
avvertimento!!» minacciò la Digimon puntandole il
dito
«E non ti voglio più veder ronzare attoro al mio
domatore,
neanche da lontano! La tua presenza è nociva per
lui.»
scandì, voltandole le spalle.
«Brutta parassita...avrei dovuto ammazzarti!!...
...SI’! AVREI DOVUTO AMMAZZARTI QUEL GIORNO!»
«Uhmuhm!...perché non ci provi adesso?»
mormorò Cindermon rifilandole la coda dell’occhio,
e
materializzando un piccolo vortice di foglie «Ti rovino
quella
bella faccia che ti ritrovi.» per poi ritirarlo, e congedarsi
così, sotto lo sguardo d’odio della ragazza (fine-canzone)
Nella stanza erano
entrati i medici, ma contenere la rabbia del ragazzo era una sfida
anche per loro «A-Ahhh, lasciatemi!!...
...non voglio le
vostre mani addosso, io voglio solo sapere dov’è
quella
prostituta, dov’è scappata quella vigliacca!!...
...JERIII!!!»...«DEVI STARE CALMO! MI HAI
SENTITO?!»
gridava il dottore, ma lui «C-Che diavolo volete saperne voi
medici! L-Lei...
...E’ STATA IL
MIO AMORE DALL’INFANZIA!!» («Sedativi,
per
favore.») «E’ STATA LA PRIMA RAGAZZA CHE
HO BACIATO,
E LEI NON HA FATTO CHE MENTIRMI!!...
...t-tenetemi lontane
le vostre siringhe, tanto niente e nessuno riuscirebbe a
calmarmiii!!»
Impmon corse incontro
a Cindermon nel corridoio «Cindermon! Takato è
disperato.
Dimmi la verità, Jeri gli ha davvero fatto
quest-»...«Shhh, adesso basta, non voglio
più
sentire quel nome: d’ora in poi per me Jeri Katou non esiste!
E’ un file cancellato!!» sentenziò con
occhi ardenti
«E non voglio più che sia pronunciato il suo nome
qua
attorno, sono stata sufficientemente chiara?!!» oltrepassando
quel folletto dagli occhi cerchiati dal pianto, che balbettò
«N-Non è possibile...
...devo assolutamente parlare con Jeri!» scattando in corsa.
(canzone: Steps
- Why)
Quando Cindermon si
affacciò alla stanza, un magone le arrivò alla
gola e
strinse forte la sua anima, alla vista delle siringhe con cui i medici
cercavano di placare il ragazzo «N-Non voglio calmarmi,
v-voglio...
...farla pagare a quella maledetta! A-Aiutatemiii...
...a-aiutami, Cindermon!...
...lo vedi cosa
vogliono farmi?!» e la mano di lei si portò al
collo, in
una pena infinita e incredula «D-Dov’è
Jeri?!»
insisteva, con voce sempre più debole
«Dov’è
scappata...
...con tutti i
miei ricordiii...» mentre Cindermon scuoteva il capo
«N-No...no Takato ti prego...» sussurrava fra
sé,
sentendo una profonda voglia di piangere, pur sapendo che non poteva
farlo...
Il suo sguardo
scivolava al Digivice appoggiato sul comodino e ben presto coperto dai
camici bianchi, mentre le mani del giovane si lasciavano andare
abbandonate...
Quella ragazza
dai capelli castani muoveva passi barcollanti sui suoi sandaletti
verdi, appoggiandosi al muro dell’ospedale e versando
sommesse
lacrime. Quando un Digimon si affacciò sulla porta della
hall, e
lei si volse, distinguendo in controluce la sua piccola sagoma dalle
orecchie piegate. Era disilluso lo sguardo con cui lo osservava, mentre
quello di lui sommava al dolore per la giornata trascorsa lo sconcerto
del momento presente.
«Che cosa sei venuto a fare...? A ridere di me?...
...beh, immagino che
tu sia molto felice ora.» ma Impmon, dopo un attimo di
disorientamento, incattivì il suo volto
«...affatto!! Io
non lo sono mai, quando i miei amici stanno soffrendo!!»
ammise
serrando i suoi pugnetti rossi «Come ti viene solo in mente
che
potrei ridere mentre Takato sta male?! Io sono un Digimon! E noi
Digimon...»...«COSA?!» gridò
rabbiosa la
ragazza «Che cosa fate di eroico voi Digimon, in quale modo
ci
aiutate?!...
...lasciandoci
soli e scoperti nel momento peggiore?! Come prima, lassù nel
corridoio!»...«Ahhh!...
...ma Jeri!!! Ma
se Cindermon era furiosa! Se Takato ti ha scacciata, e ora è
circondato dai dottori dell’ospedale...è stato
soltanto
per colpa tua!! TU l’hai fatto soffrire con le tue bugie!!
Come
hai potuto farlo, non hai detto che lo amavi?!...
...l’amore
è altruismo...è
sincerità...»...«E TU
CHE NE SAI ORA?!...come mi puoi dare lezioni
d’amore?» ma
il piccolo Impmon ammise con sguardo maturo «Io ho amato...
...guardami in
faccia, se non si vede.»...«Ahh! Stai indietro.
Risparmiati
di venire sotto la luce, io...meno vedo la tua faccia e meglio
sto!»...«...evidentemente perché la
faccia di
qualcuno che ha amato ti dà fastidio.» disse
Impmon...
Mentre anche
Calumon si affacciava alla porta dell’ospedale, e li
osservava
litigare.
«Io ne ho
abbastanza dei tuoi consigli, e delle tue lezioni di vita...»
sibilava Jeri, con sguardo stravolto «Tu non sei nessuno per
me!!
Non c’eri durante le mie...peggiori sofferenze, se si esclude
il
caso in cui le hai provocate! NEANCHE AL FUNERALE DI MIO PADRE ERI
LI’ PER ME!» ma Impmon si sovrappose
«ANCHE IO HO
SOFFERTO! Anche io posso avere bisogno di qualcuno!! Akemi è
morta...» mentre Jeri lo squadrava con sguardo ostile
«...se n’è andata la persona...
...più
importante per me, e non solo la mia domatrice. Ma anche
l’unica
creatura di cui sia stato veramente innamorato. Che cosa credi?! Che
poco fa, mentre ero a vagare nella notte, preso nel vortice dei miei
vecchi ricordi, non avrei avuto bisogno di una domatrice che mi venisse
incontro...
...mi accogliesse col
suo sorriso, mi stringesse fra le sue braccia e mi dicesse
“Impmon...ci sono io per te.” Ma tu...non lo hai
fatto. Non
c’eri, eri presa dai tuoi
piani!»...«...ero presa
dalla paura di perdere coloro che amavo...» scandì
fissandolo intensamente «...e dall’ansia di scovare
un modo
per trattenerli, come sempre! Ma non è servito!!...
...ho perso Takato, ti
rendi conto? Sai come mi sento adesso? ANCHE IO AVREI BISOGNO DI UN
DIGIMON CHE MI ABBRACCI!»...«E ALLORA
PERCHE’ NON LO
FACCIAMO!»...«No!!» si ritirò
lei con fastidio
«Io...preferisco morire piuttosto che farmi abbracciare da
te,
sì, preferisco incappare nel primo squilibrato che gira per
strada! E che mi faccia a pezzi. Tanto ormai...
...non avrebbe più importanza...» e si guardavano
in cagnesco...
...mentre Calumon sceglieva di andarsene per conto suo...
«Ormai...è inutile, i miei piani hanno
ceduto.»
disse Jeri tristemente «Mio padre...non
c’è
più, e Takato ha affermato di non volermi più
vedere.
Tutto ciò che avevo faticosamente
costruito...perso.»
oltrepassando il Digimon, per poi fermarsi «Se solo avessi
messo
una buona parola...
...anche una sola
sarebbe stata sufficiente!» ma lui incrociò le
braccia
amareggiato «Cosa potevo dire, ormai...? Avevi già
commesso l’irreparabile.»...«Una cosa
qualsiasi! Voi
Digimon non avete sempre una risorsa in più?!» si
volse
lei di scatto «Noi Digimon non possiamo rammendare un cuore
quando si spezza. Noi non facciamo
miracoli.»...«No, la
verità è che tu non hai voluto! Se solo si fosse
trattato
dei tuoi amati domatori l’avresti fatto, ti saresti
inventato...
...anche
l’impossibile, ma non per me! No, perché io non
sarò mai degna della tua
attenzione.»...«Lo vedi che
ti ostini a non capire...?...
...Akemi non c’è più...
...è stata una
Digimon Tamer come te, e se n’è andata
all’età di soli sedici anni. Una ragazzina, che ha
lasciato nel mio cuore un vuoto incolmabile: ma addirittura in questa
situazione...tu continui a pensare a nient’altri che a te
stessa,
seguitando a rinfacciarmi un passato, ed una casa...che ormai non
è più mia, e vola fra i ricordi. Io mi domando
come puoi
esser diventata così insensibile, Jeri...»
accennando ad
allontanarsi...
...ma Jeri serrava
ancora un pugno stizzito «...io non ti permetto di
giudicarmi!...
...nessuno può
giudicarmi, tutto quello che ho fatto, l’ho fatto
perché
lo ritenevo giusto! Io ho imparato a tirare avanti per la mia
strada...» riaccomodandosi la tracolla «Sono grande
ormai,
n-non ho bisogno di un passatempo per bambini! “I
Digimon”...
...avrei fatto bene a
disfarmi di quelle carte, magari fossero cadute in tombino! Avrei fatto
bene...
...a non avvicinarmi
mai a voi. Voi Digimon siete soltanto una fregatura!!»
Impmon si volse di scatto, ma lei si era già allontanata a
passo rapido.
Mentre Calumon svaniva
malinconico tra gli alberi, come un fiocco di neve fuori stagione
“Forse saremo un passatempo per bambini...
...forse saremo una
fregatura, ma assieme a te abbiamo collezionato ricordi importanti. Non
avevi il diritto di calpestarli così...” era il
pensiero
del Digimon bianco, che si diresse chissà dove.
Jeri rivolse al cielo
i suoi occhi, che si velavano di lacrime alle parole «Ecco,
ora
sono...completamente sola.» e non bastava una stella cadente,
poiché sentiva che il suo desiderio non si sarebbe mai
avverato (fine-canzone)
Infilando vestiti su
vestiti in una borsa troppo piccola per contenerli, Diamon stava
svuotando l’armadio della casa, quando arrivò suo
marito
«Come sta la mia principessa digitale?! Ahah, ma qui non
sento
l’odore della cena! Ehi...?...
...amore ma cosa stai
facendo?» e lei antepose la mano «Kazu! Non
chiedermi
nulla!!...a parte quello che mi hai già chiesto, ti
rispondo: i
bagagli!»...«Prego...?»...«Tanto,
dopo che ti
dirò quello che ho appena fatto non mi permetterai di sicuro
di
restare qui: perciò...ti anticipo sul tempo! Me ne torno a
Digiworld!»
Giunse anche Guardromon
«Kazu, tua moglie ti vuole lasciare!» ed il ragazzo
«N-N-No aspetta un attimo, ma che fai?!! Dio mio che testona,
si
può sapere adesso cosa ti ha girato?! Ho fatto forse
qualcosa di
male, eh rispondi?!» chiese spiazzato, ma lei gemette
«Noooooo, ti ho appena detto che sono io il problema, aprite
tutti le orecchie quando parloooooo!»
Al ragazzo cadde
letteralmente il cappello dalla testa, che puntualmente finì
su
quella del suo Digimon «Calma, calma...un respiro alla volta
o
qui a dispetto della nostra età rischiamo tutti
l’attacco
di cuore: Diamon, dammi
un’indicazione!»...«Ma tanto
cosa te la do a fare, Kazuuu?! Si sa come va in questi casi!»
Il ragazzo
incrociò le braccia «Ah sì
eh...?» sorridendo
con metà della bocca, e avanzando per la stanza a passo
lento
«E d’accordo, di solito funziona così ma
io voglio
fare quello comprensivo, vedi un po’!» appoggiando
la
schiena all’armadio, e domandando con aria un po’
offesa
«Iniziamo con l’ascoltare i particolari: uomo, o
Digimon,
tanto per cominciare?!»
«C-Cosa?»
Diamon sbatté le palpebre, e il ragazzo replicò
con aria
sprezzante «Andiamo, non far finta di non capire: il tipo con
cui
mi hai fatto le corna!» con eco di Guardromon «Il
tipo con
cui mi hai fatto le corna!» ma Diamon sbottò
«E sta
zitto tu, pappagallo, che non ce le hai affatto le cornaaa!...
...E NEMMENO TU,
TESTONE! Ma come ti salta in mente?!»...«Beh, ma
allora?!» (Guardromon «Beh, ma allora?!»)
«S-Se
non mi hai tradito...è-è lecito sapere cosa
dovrebbe
causare la nostra immediata separazione?!» e a quel punto
Diamon
posò esausta il suo mucchio di vestiti, e fra le lacrime
rivelò «I-Io...ho sparato a Takato la
verità su
Jeri, tutta d’un fiato!!»...«Di quale
verità
stai parlando...?!»...«CHE HA TENTATO DI UCCIDERE
CINDERMON!» (Guardromon si appese al ragazzo
«Kazu!»)
«...e-e ora abbiamo scoperto che ha mentito sulla sua
gravidanza.
Perché lei e Takato non sono mai stati assieme!!! Ma
quell’arpia aveva detto di essere incinta, a mia sorella
aveva
detto di essere incinta di lui!»
Kazu era rimasto
imbambolato. Le sue parole furono «...ma allora è
proprio
pazza Jeri.» (Guardromon «...ma allora è
proprio
pazza Jeri...»)
«Capisci,
ora...?» gemette Diamon, sollevando quei vestiti
ammonticchiati
«Capisci adesso perché io me ne voglio
andare?!»
mentre il trucco le scolava con le lacrime «Tanto io lo so
che
è vostra amica, e adesso ce l’avrete tutti con me!
Ma non
mi interessa, Cindermon temeva di passare per quella disonesta?
Perfetto!! In questo modo la figura di quella...! Bastarda! Disonesta!
E maldicente l’ho fatta io!! PUNTO E CHIUSO, TANTI SALUTI E
GRAZIE!»...«Guardromon!»
ordinò Kazu.
E questi
sfrecciò prontamente di fronte alla porta «Di qui
non si
passa. Ordini del sovrano.» e Diamon pestò a terra
«Ora ti ci metti pure tuuu, siete terribili quando
insisteteee!
Come due bambiniii!» ma Kazu la prese per le spalle
«Mai
terribili come te! Vuoi ascoltare un attimo anziché
andartene?
Hai fatto la cosa...
...migliore che
avresti potuto fare, Diamon, grazie! Ti sei presa la
responsabilità che spettava a tutti noi.»
«Come...?»
chiese la ragazza sbattendo i suoi occhi impiastricciati «Non
sei
arrabbiato con me, Kazu?»...«Tutt’altro
anzi la tua
risolutezza è stata provvidenziale: ti rendi conto di cosa
sarebbe potuto succedere se la loro relazione fosse andata avanti? Io
non voglio per il mio amico un matrimonio...come quello del nostro
maestro elementare: violento, e pieno di marciume! Io rifiutavo
l’idea ma adesso non ci sono più dubbi:
c’è
Jeri anche dietro la frattura fra Ryo e
Cyberdramon!»...«Dici sul serio...?»
sgranò
gli occhi Diamon, e Kazu replicò «Per forza! Non
sarebbe
mai durata così a lungo, se qualcuno non ci avesse messo lo
zampino!» Guardromon chiese «Kazu...ma questo cosa
vuol
dire? Perché Jeri ha fatto questo?» ed il ragazzo
sospirò, ammettendo «...perché Jeri sta
male,
purtroppo. Molto male. Noi tutti non ce ne siamo accorti
poiché
presi dalla sorte di Digiworld, e dai nostri problemi personali. Ma
adesso non c’è tempo da perdere: bisogna avvertire
subito
suo padre.» estraendo il cellulare, mentre Diamon chiedeva
«Vuoi riferire al padre di Jeri...di tutto ciò che
lei ha
fatto?» Il ragazzo rispose «Capisco che
può sembrare
una pugnalata alle spalle...ma purtroppo è necessario: in
questi
casi esitare può solo peggiorare la situazione! Io voglio
bene a
Jeri...è un’amica. Per questo desidero che si
curi. E solo
il padre può permetterlo.» chiudendo gli occhi in
un
respiro profondo, in cui si ripeté «...sto per
smascherare
un’amica di fronte a suo padre...
...ma lo devo fare. Se
non pensiamo noi a Jeri chi lo farà?»
così compose
il numero, e fece partire la chiamata sotto gli occhi sospesi e
silenziosi di sua moglie e del suo Digimon...
«Buongiorno.
Chiedo scusa per il disturbo. Starei cercando il signor Katou, se per
favore può gentilmente passarmelo, io sono...
...un amico di sua figlia. Dovrei parlargli di Jeri...
...
...cosa?! Come ha detto?...
...ma no, non lo sapevo...» (Diamon si portava la mano alla
bocca, e Guardromon emulava il gesto)
«...d’accordo...vorrà dire che...
...non so! Ma lei non sa dove sia Jeri ora? Certo...capisco. La
ringrazio moltissimo lo stesso. Buonasera.» per poi volgersi
verso di loro «Ho chiamato il ristorante ma mi hanno
detto...che
il padre di Jeri...
...è morto.»...«Cosa?!» fece
Diamon, e Kazu si
sfiorò le labbra «Jeri è in giro,
nessuno sa dove.
Accidenti, mi preoccupa, se è arrivata al punto di non dire
a
nessuno di noi della morte di suo padre...dev’essere
sconvolta!
Ora non posso proprio pensarci, perché purtroppo devo
scappare
al lavoro, ero passato solo per mangiare qualcosa al volo.
Però
domani in qualche modo con gli altri dobbiamo analizzare la
faccenda...» meditando con le braccia incrociate, per poi
volgersi «Comunque ti ringrazio, Diamon! Se non fosse stato
per
te...
...nessuno avrebbe
puntato i riflettori sul problema della nostra
amica.»...«Davvero? Amore mio, giura che non pensi
che io
sia soltanto un’impicciona!»...«Certo che
lo
penso!» scherzò lui «Ma mi piaci proprio
per
questo.» prendendole il viso tra le mani ed affermando serio
in
volto «Ascolta, non voglio più che pensi una cosa
brutta
come il fatto di andartene: anche se avessi commesso la peggiore
atrocità io...seguiterei ad amarti. Ti vorrei al mio
fianco!» Diamon lo ricambiò con un bacio
«...ti amo
tanto, Kazu...» e lui «Accidenti, povero Takato!
Non oso
immaginare come debba stare...
...ma dopo tutto
è meglio che sappia. Soltanto sulla verità si
può
edificare il proprio futuro.» (canzone: S
Club - Let me sleep)
Cindermon avanzava
nella stanza a passi silenziosi, contemplando i suoi occhi chiusi. Ma
quando provò a riflettere su ciò che era successo
«Cindermon...»
...la sua espressione
di pena fu tramutata in stupore dalla voce del ragazzo «...so
che
sei qui, sento la tua presenza...» sussurrò.
Allora lei si
gettò ad afferrare la sua mano «Sì,
sono qui
Takato...
...i-i dottori hanno
fatto tanto male, con
quell’iniezione?»...«...
...non è niente in confronto al dolore che
sento...»
La vista di quel
Digivice appoggiato sul comodino evocava lacrime sotto il ciuffo rosso.
Intanto, presso l’antica villa...
«Sì, hai capito bene Alice. Io sono malato di
cancro...
...e non voglio
che mia moglie lo scopra. Rika non deve
saperlo!»...«Ma
come farai a tenerglielo nascosto?!» esclamò la
bionda
ragazza camminando per la stanza «Sparendo! Se svanisco del
tutto
come potrebbe mai scoprirlo?»...«Ma non dire
sciocchezze,
tu devi curarti!!»...«Non so se voglio
farlo!» ammise
deciso Ryo, e lei dilatò i suoi occhi azzurri.
«Tanto a questo
punto a cosa potrebbe servire?! Si sa cos’è il
tumore...
...nel nostro tempo è “la malattia che fa
morire”...»
...ma nella stanza
attigua, c’era una dragona che singhiozzava, asciugandosi le
lacrime col grembiule «La prego non faccia così,
signora
Gelsomon.» la sfiorava una gentile mano da uomo, ma lei
«E
cosa altro dovrei fare, signor Refrainmoooooon! Aveva
giurato...sniff!!!...che sarebbe rimasto con lui!!! Andava
così
orgoglioso del suo domatore!!! E invece l’ha abbandonato come
i
suoi figli!!! Come meee!!!...
...solo che lui l’ha lasciato nel momento
peggiore!!!»
Refrainmon rivolse con
pena il suo sguardo alla compagna, e costei si accostò a
Gelsomon «Vedrà che...tutto si
risolverà, in
qualche modo si chiariranno.»...«Ma come si
potrebbe ormai
fare, signora Iasugnumon!!! “Tutto si
risolverà”
è la frase di chi non sa più che pesci prendere!
Chi
potrebbe mai avvicinare mio marito, e il povero
Ryo?!»...«Noi...!» rispose volenterosa la
ragazza-gatto «I-In qualche modo...escogiteremo un piano!...
...Alice
ora è a parlare con Ryo...» carezzando il volto
della
dragona con i suoi artigli felini.
Gelsomon si
soffiò il naso e si volse verso Refrainmon
«Lei...conosce
bene Alice, mi corregga se sbaglio signor Refrainmon.»
«E’
così...» rispose lui con sguardo assorto oltre la
finestra.
«Tanto
bene...» continuò l’uomo dal cappello
bianco
«...da sapere che è stato proprio
l’altruismo a
trattenerla qui. E ad impedirle di riposare. Sapete?...
...Alice era pronta a
partire, dieci anni fa. Lei desiderava raggiungermi...»
perdendosi così a ritroso nel tempo, e catturando
l’attenzione della dragona e della compagna-gatto...
...fu come rivedere
una luce iridescente brillare nel parco, e una squadra di ragazzini
riunita in attesa che un varco si chiudesse.
Ma c’era una
coetanea che restava in disparte: così graziosa con i suoi
grandi occhi azzurri, e capelli biondissimi, faceva capolino da un
albero, con un baule alla mano «Ce l’hanno
fatta...»
accennava un dolce sorriso «...i Digimon Tamers sono stati
tanto
coraggiosi, hanno sconfitto il D-Reaper. Ora loro e i loro Digimon
finalmente potranno vivere in pace. Non ho più niente da
fare
qui, amico mio: sto per arrivare!» tendendo una mano al cielo
«..oh?!» ma ad un tratto, una scena la faceva
sussultare: i
Digimon iniziavano a rimpicciolirsi...
...ed una luce li
strappava dalle braccia dei loro domatori, specchiandosi nelle loro
scintillanti lacrime.
E anche in quelle di
lei, benché nessuno lo sapesse «No, non
è
possibile!!...
...i Digimon vanno via...
...perché...?...
...a che è
servita allora la nostra lotta?! Il tuo sacrificio è stato
forse
vano, Dobermon?!»
Ma non poteva far niente, il portale si richiudeva...
...ed il baule le
cadeva di mano. La ragazzina si gettava sul prato «Non
è
giusto che tanti amici siano divisi in questo modo!! Dobermon...tu
avresti voluto solo la loro felicità e...
...anch’io!!» picchiando un pugno a terra...
...per poi rialzarsi
con uno sguardo diverso, più glaciare e scaltro
«Molto
bene, se è così vuol dire...che anch’io
non voglio
più partire!» tirando un calcio al baule
«Non posso
vedere il nostro sogno realizzato...?...
...allora voglio tutto
il resto! Divertimento, lussi, ricchezza!! Voglio tutto ciò
che
la vita può offrire su questo mondo!» volgendo le
spalle,
e andandosene per la sua strada...
...quando a dieci anni
di distanza, questo ricordo evocava lacrime su un viso molto simile, di
una ragazza che guardava alla finestra...
...ma che poi si
volgeva di scatto «...finiamola di piangerci addosso,
Ryo!»...«M-Ma...Alice!»...«E’
inutile
scappare ovunque, dobbiamo sbattere la faccia contro questo nemico!
Dobbiamo fronteggiare la nostra sofferenza...» deglutendo
«...solo quando avremo toccato una volta per tutte il fondo...
...potremo
riemergere...e riscoprire la
vita...!!»...«...questa parola
per me ha un suono vuoto ormai.»...«Beh per me
no!!»
ribatteva decisa la giovane, guardando verso l’alto
“E’ stata una ricerca continua...
...nulla mi ha
dato quella soddisfazione che cercavo. Quel calore che sentivo nel
cuore...sparì dopo pochi secondi, alla chiusura del portale,
e
da allora non tornò. Niente fu più paragonabile a
quel
sogno. E adesso? Potremo forse recuperarlo...?”
«Abbi
fiducia, Ryo.» prendendogli le mani «Hai visto i
figli del
tuo Digimon? Quella è la vita che non si
arresta...finché
i nostri cuori battono...c’è ancora
speranza.»
Lui non sapeva se lasciarsi andare a quelle parole...
...Iasugnumon e
Refrainmon prendevano in braccio i draghetti, e lei accennava
«Hai visto...? La nuova generazione di
Digimon.»...«...sta a noi conceder loro un
futuro...anche
se siamo soltanto spiriti.»
Gelsomon li fissava
imbambolata, asciugandosi l’ultima lacrima col grembiule, e
abbandonandosi ai pensieri (fine-canzone)
Eppure anche in una
notte come quella, c’era una casa in cui si respirava
serenità «E poi, quando quel signore è
rinvenuto,
si è messo a raccontare la sua storia!» raccontava
Henry
durante la cena «Certo che a volte noi non ce ne accorgiamo,
ma
la gente che ci sta attorno ha così tanto passato! E una
gran...voglia di condividerlo. Insomma dicevo!...
...mentre mi stavo
cambiando sono rimasto incantato a guardare i murales: alcuni di
questi...sono così belli, ci sono tanti giovani che
meriterebbero di esprimere la propria arte. Alcuni di loro...li ho
visti mentre pulivo le scale: si recavano a scuola, muniti da strumenti
da disegno. Deve trattarsi di un istituto ad indirizzo
artistico...» (canzone: Anastacia
- How come the world won't stop)
Sua moglie e i suoi
genitori sorridevano, e lui rivolgeva sguardo verso l’alto
«Non potete immaginare la magia della città che si
risveglia...e piano piano inizia le sue attività di ogni
giorno!
E’ uno spettacolo...fantastico, sembra di tornare bambini! E
ti
mette la carica per affrontare la giornata. Sono così
fortunato
ad aver trovato questo lavoro!» mentre si udiva il
campanello, e
Wong esclamava «Suzie!! Vai tu?»
(«Sì
papà, sono già in piedi!»)
Rea gli prese le mani
«Sono contenta che tu ti sia trovato bene: in un primo
momento
quando me l’hai detto io...ero molto in pena, temevo non
fosse
adatto a te.»...«Non devi assolutamente
preoccuparti, Rea!
Ogni lavoro può essere adatto a noi se lo si svolge con uno
spirito...sereno!» (Suzie: «Terriermon, ma...cosa
ti
è successo?») «Non è vero
Benji?»
chiedeva Henry «Oh!...stai già dormendo: scusa,
devi
perdonare il tuo papà, ha fatto tardi con il racconto del
suo
primo giorno di lavoro! La verità è che mi
sento...felice!» (Terriermon: «DETESTO...questo
lavoro!») «Fare le pulizie in metro è un
qualcosa...che gli altri non apprezzano, perché non si
rendono
conto di tutte le cose belle che si possono scoprire!
C’è
sempre un’altra angolazione da cui guardare le cose, e
io...credo
di aver trovato quella giusta!»...«Se...sapessi
amore, mi
fa...così piacere!» affermava Rea, ma buttava
anche un
occhio all’arrivo del suo Digimon, annunciato da Suzie
«Guardate un po’ come l’ha ridotto quella
Muskmon!»...«Terriermon!»
balzò in piedi Rea,
ed Henry «Sei...tutto graffiato!»
«Martire
digitale in arrivo...! Scusate...per lo spettacolo poco appetibile ma
vi
posso assicurare che simili incidenti sul lavoro sono in
programma.»...«Ah, ma Henry è
intollerabile!»
evidenziò Rea aggiungendo «Allora la struttura
isolante
non funziona, e dire che noi abbiamo già versato un
anticipo!» ma Terriermon barcollando fece
«Nooo...contrordine, non si tratta di questo!» con
tanto di
conferma di Henry «Quelle...non sono bruciature da tecniche
digitali, Rea.»
Il Digimon
illustrò «Quell’arpia impazzita a un
certo punto si
è arrabbiata, e mi si è lanciata addosso! Altro
che
tecniche speciali: a suon di calci e di graffi! Guardate un
po’
come mi ha ridotto!»...«Hai tutto un occhio
nero!»
osservò Rea con pena «Fammelo medicare: Henry,
dove
abbiamo messo quelle pezze che usiamo anche per
Benji?»...«Lascia stare Rea, faccio io, tu pensa a
mangiare!»...«Ma no dai, tu hai lavorato tutto il
giorno!» obiettò la moglie...
...ma Henry non ci
sentiva, e si piegò sul Digimon «Ptsss...guarda
Terriermon
che se questo lavoro è troppo duro puoi sempre rinunciare:
anche
se sei laureato ed ho fiducia in te, non vuol dire che devi
rischiare.»...«Niente affatto, Henry!»
Terriermon si
piazzò le mani sui fianchi «Ho deciso che avrei
domato
quella lì, e lo farò grazie alle mie...conoscenze
in
campo pedagogico!»
(Lopmon spiava da dietro la
porta «Sei proprio uno sciocco con la testa dura...come ti
vuoi
far ridurre!» ma quando lui si volse, lei si tirò
via.)
Suzie spiegò a
Rea, in un sospiro rassegnato «E’ inutile, Henry e
Terriermon sono uguali, per questo sono domatore e Digimon! Pretendono
sempre di farsi carico di tutto!»
Terriermon si
aprì in un sorriso «Tu piuttosto! Come
è andata la
tua giornata di lavoro?»...«Oh! Molto
bene!» rispose
Henry con sguardo luminoso «Ah, mi ero dimenticato di dirvi
una
cosa! Sapete chi ho trovato a lavorare con me alla metro? Alice! Alice
McCoy, la domatrice di Dobermon! Forse tu Rea non sai chi è
Dobermon...» ma la moglie e Suzie si guardarono con
espressione
sbalordita, e Rea fece «...ah! Aaaaahhhhhhh!» con
enfatico
compiacimento «Ora capisco tutto, finalmente è
chiaro!»
Henry arrossì
un tantino
Il ragazzo era al
crocevia fra il rossore e il pallore «...amore mio ma non
starai
scherzando? S-Si tratta di una collega domatrice! L’ho
conosciuta
da ragazzino, mi sembrerebbe irrispettoso soltanto pensarci!»
ma
Rea seguitava, mentre armeggiava con le pentole «Una dice a
se
stessa: mio marito va a fare le pulizie! Chi troverà se non
uomini rudi e dai modi alquanto bruschi al suo fianco? No! Eheh, la
collega...bionda, graziosa e raffinata doveva toccare proprio al mio,
di marito! Per di più occhi azzurri, misure da
modella!»
Henry sgranava gli occhi «...Rea ma ti rendi conto che si
tratta
della nipote di un collega di mio padre? Per di più in
coma!» ma la moglie gli regalò un bacio, ponendo
fine a
quello scherzo «Se c’è qualcuno di cui
non dubiterei
mai sei proprio tu: e poi Alice mi è simpatica, non credo
sia
una ragazza sleale...dimmi, come sta?»...«Parla
molto poco
di se stessa...ma mi ha detto di
salutarvi!»...«E’
andata via dal giorno alla notte...»...«Lo so, fece
lo
stesso la prima volta! Comunque, per dimostrarti che non sto attaccato
a queste giornate di lavoro...» (Suzie e Rea si scambiarono
un’occhiata divertita) «...devo anche trovare un
modo per
assentarmi e svolgere qualche ricerca: ho promesso a Ryo che avrei
scovato Cyberdramon! Però adesso è un problema,
mi hanno
appena assunto...»
«Moooooomentai!»...«Terriermon!»...«Ci
penso io alla faccenda! Tu hai già Benji, e il tuo lavoro a
cui
pensare!»...«Ma tu ti stai già occupando
di
Muskmon!» obiettò Henry, ma il suo Digimon
balzò
sulla sedia «E questo che vuol dire, che non possa fare due
cose
al contempo? E poi Cyberdramon è un Digimon, vedrai,
lasciacela
sbrigare fra simili! Super-Terriermon porrà fine a questo
equivoco!»
Suzie intervenne
«Terriermon, sei sicuro che non sia troppo per te? Non
mettiamo
in dubbio che sei efficiente, ma qui...nessuno può caricarsi
di
pesi eccessivi!»...«Momentaiii!» con
segno di
vittoria “Qui ognuno ha da tirare la carretta, e io voglio
rivelarmi
un perfetto Digimon di famiglia: qualcuno su cui i miei domatori
possano contare, e che sia un punto di riferimento per il piccolo
Benji!” volgendosi appena “In questo modo...anche
Lopmon
avrà la dimostrazione che non sono un irresponsabile, e che
il
mio non è affatto un gioco.” incrociando le
braccia
«Allora, siete disposti ad accettare la sfida? Vi prometto
che vi
stupirò!»
(ma Lopmon mormorava
dietro la porta «Stupido...finirà che ti romperai
la
testa, ed io dovrò fasciartela! Ma perché ti sto
ancora
dietro?» correndo via nel corridoio) (fine-canzone)
«Dunque tu eri stato...
...sempre sincero con
me?» accennò la ragazza digitale
«E’
così, Cindermon...» ammise il giovane sedato nel
letto
«...io non ti ho mai mentito...»...«Ma
questo lo so,
Takato! E’-E’ solo che a un certo punto ho pensato
che...c-che certamente non si poteva confidare tutto alla propria
Digimooon!»
Ma dagli occhi esausti
di Takato scese una lacrima «...e perché
no...?»...«M-Ma...!»...«Quanto
ti avevo detto
è la...
...verità, io...non so...
...cosa sia...il
sesso...» ammetteva, mentre lei gli sfiorava timorosa la mano
«...e nemmeno...
...l’amore,
quando è ricambiato!» affermò
tristemente, al che
la Digimon si morse le labbra, chinando il capo in un pianto sommesso.
«Perdonami...!»
disse lui ad un tratto, seppur con voce straziata. E lei
alzò i
suoi occhi ingenui.
«Io non dovrei...dirti queste cose...
...ora che so dei tuoi...sentimenti per
me.»...«...come?...
...ma no Takato,
guarda che ti sbagli!»...«Shhh...»
però faceva
lui, e con sforzo cercava di tirar su la mano, per carezzarla
«Non dovrei parlare...in questo modo davanti a te, tu non lo
meriti!...
...pic...co...lina...»
Cindermon si sfiorava
le labbra, incredula nell’udire quella parola
«Sai...?
Quando...Diamon mi ha detto...
...che Jeri ha cercato di ucciderti non ci ho visto più...
...dimmi...» si
sforzava a parlare, allungando la mano nel tentativo di trovare quelle
di lei «...ti ha fatto...tanto
male?»...«C-Cosa...?...
...ma...ti pare, Takato? Io...sto bene, t-ti sembra forse che una
come...
...quella lì
potrebbe fare del male a una come me?» replicava lei
sforzandosi
di sorridere «Guardami, i-io sono...sempre in forma, a me non
c’è nessu...
...» ma il
pianto sembrava fremere, per prevalere «...non
c’è
nessuno in grado di battermiii...»
«Allora...
...non ci assomigliamo
molto. Del resto non ci siamo mai assomigliati: tu forte...
...io...stanco, tu buona...io...
...indignato col mondo, tu...la vita che rinasce, ed io...
...!!...il passato che
marcisce!»...«No! Non dire così Takato!
T-Te ne
supplico, io e te siamo una coppia perfetta!...
...come domatore e Digimon intendo!!!...
...ma facciamo faville, e tu sei...sei...
...c-così adatto per affiancarmi, nel mio tentativo...
...DISPERATO di dare
un futuro al mondo dei Digimon, e degli umani! I-Io non vorrei mai un
altro compagno! Non ne potrei mai cercare un altro, pretendere un
altro, desiderare un altro migliore di te!!» espresse tra le
lacrime...
«...è
l’amore a farti
parlare...cara...»...«Oh?» lei
alzò timidamente il suo sguardo «Perdonami se ti
dico
questo, ma...
...!!...anch’io!!...anch’io pensavo così
di lei fino a...
...un attimo fa!! PER
DIECI ANNI, NON HO FATTO CHE PENSARLO!»...«Ma no,
Takato...! T-Tu...» fece lei asciugandosi gli occhi
«...devi dirmelo! Devi sfogarti, ricordi? La promessa! Quella
di
confidarci sempre ogni cosa. Esprimimi...tutto il tuo dolore, io
saprò accoglierlo fra le mie mani fatte di dati, ti
prego...di
una cosa soltanto!...
...di non
farmi...quella domanda che ci si pone puntualmente in casi del genere,
e cioè...
...”perché lo ha fatto?”...(canzone: Renato
Zero - Nei giardini che nessuno sa (strumentale) )
...perché io
non lo sooo!» scoppiando in lacrime «Io non ho idea
di come
abbia potuto farlo!! Non concepisco cosa l’abbia spinta a
dire...tante menzogne!! Così da farti tanto
male...»
«...amica mia...sono davvero distrutto. Questo colpo...
...mi ha sistemato a
dovere. Sarà forse scontato dirlo...ma non credo che mi
rialzerò.»
La Digimon dilatò i suoi occhi...
«Si dice abitualmente...che dopo una delusione
d’amore...
...ti riprendi...
...non appena quel
fuoco che ti brucia dentro attutisce la sua intensità...
...c’è solo da chiedersi...
...come fare, quando non si tratta...soltanto di amore. Ma di un
vortice...
...che con il suo roteare avvolge tutta la tua vita, e i tuoi ricordi...
...è come
una...grande stanza di specchi, in cui ogni cristallo...riflette quelli
che siete stati. Le cose che avete condiviso...
...la tua ombra...si è allungata in controluce assieme alla
sua...
...è dura separare le mani di due ombre...
...anche se all’apparenza...
...la loro è
stata una stretta d’amicizia...contro le
difficoltà della
vita...» narrava Takato, ma le sue parole sembravano volare
oltre
la finestra dell’ospedale...
...e raggiungere un
campetto scolastico, lungo il cui muro si allungava un’ombra
solitaria, di cui nessuno afferrava la mano: forse perché
aveva
la forma del muso di un cane, e si temeva mordesse.
L’occhio di un
ragazzino sofferente luccicava della luce della luna, prima che una
nuvola facesse sparire la sua ombra, per poi regalarla al muro
un’altra volta, dopo pochi istanti «Amico mio,
t-tu...
...lasciami
andare, se davvero mi vuoi bene.» disse con la sua voce
profonda,
mentre si vedeva la sua ombra strapparsi il cane dal braccio...
...rivelando una mano
smaltata di blu, che però egli guardò come la
causa di
ogni sua sofferenza...nel gesto di stringersi il collo con quelle
unghie lunghe, quasi a voler strappar via quel nodo che gli stringeva
la gola...
Da lontano stava
arrivando qualcuno di soffuso e di bianco, come un fiocco di
neve.
Nella mente di Calumon
tornavano quelle parole “Sono
grande ormai, n-non ho bisogno di
un passatempo per bambini! “I Digimon”...
...avrei fatto bene a
disfarmi di quelle carte, magari fossero cadute in tombino! Avrei fatto
bene...
...a non avvicinarmi
mai a voi. Voi Digimon siete soltanto una fregatura!!”
«Forse è
così, calù.» affermava il Digimon
tracciando, con
un gessetto bianco sul campo di calcio, proprio quell’ultima
parola a caratteri cubitali “FREGATURA”...
«Noi non
possiamo far più nulla per questo mondo.»
ammetteva
Calumon «Non possiamo placare il dolore...
...non possiamo
cambiare le persone, calù. Forse dovremmo rassegnarci. Non
vi
è più spazio...
...per un allegro
scarabocchio su questo campo, di notte...» alzando occhi
malinconici alla luna, che di nuovo si copriva di nuvole...
...per poi rischiarare
ancora, e mostrare l’ombra del ragazzino che annodava la
marionetta...
...finché tra
quei murales colorati non si insinuò la sagoma di un cappio
«Meglio così. Meglio finirla, una volta per
tutte...» dirigendosi verso il canestro...
Calumon era ancora
intento a scrivere con il gessetto, e non si accorgeva di presenze
attorno a lui...
«...quando mi tuffai nel D-Reaper...
...non mi importava, capisci Cindermon?!...
...della mia vita mi
ero dimenticato, nel mio cuore battevano solo i suoi dolori! Le sue
insicurezze di bambina!!»
...mentre la Digimon lo ascoltava premurosamente...
«I suoi sentimenti,
che avrebbero spiegato le ali una volta che io l’avessi
liberata
da quella oscura prigione! Lei era il mio sogno più grande,
la
sua felicità sarebbe stata la mia...!!...
...PERCHE’
ALLORA?! Perché è divenuta un essere
così
disgustoso?! Perché ha morso quella mano che le ho teso?!
Quella
marionetta che usa sempre...
...è un simbolo, lei è così...
...addenta la mano di
coloro che l’amano!! Quella ragazza ha mangiato il mio
mondo...ti
rendi conto? Come una belva affamata ha compiuto uno scempio...tra i
miei amici, tra i miei sentimenti...più intimi!! Fra le
cose...
...a cui tenevo di
più, e che più gelosamente proteggevo! Anche se
non me
l’ha detto...probabilmente anche quella foto. La foto di
quando
ero...
...sovrappeso e
ridicolo: chissà che tassello ha rappresentato del
suo...intricato e avido piano. Che squallore, dalla bambina che
rappresentava...la principessa della mia favola. E dire che a un certo
punto ci avevo sperato...
...sì...
...quando ho
incontrato i suoi occhi a Digiworld ho creduto di vedere la luce del
suo amore per me!...
...mi sono illuso
anche di questo Cindermon, rispondi ma perché sono fatto
così...? Perché vivo sognando, e sono nato per
tonfare a
terra?»
La Digimon
respirò profondamente, e poi in un sorriso gli prese la mano
«Perché sei buono...
...perché sei
un animo puro, ed il tuo cuore è pieno di speranza!
Perché credi ancora nell’amore, e in quelle cose
che con
la crescita si dimenticano. Perché tu sei la persona ideale
per
far seguitare ad esistere noi Digimon, mi spiace solo che...!!...
...questo devi scontarlo a un prezzo...così alto.»
Lo sguardo di Takato era ormai spento, rassegnato «...Jeri
non mi ama...
...lei mi ha
ingannato, per lei sono stato...IO la sua marionetta!! MA DIMMI COME HA
FATTO?! Non ha avuto pietà per la morte di Guilmon! Per i
dolori
che attraversavano gli altri!!...
...e per il mio amore:
ogni momento, ogni singolo istante vissuto assieme era scandito dai
suoi intrighi nascosti, ora come farò a voltarmi indietro e
ripensare al passato lontano?! E a quello più vicino?!!
Altri
ricordi distrutti, e sentimenti calpestati!! Basta, io non ne posso
piùùù...!!!»...«Takato!!»
Cindermon si protese sul suo letto.
«Fatemi
un’iniezione, ma stavolta fatemi dormire per
sempre!!»...«No!!...
...non dire così amore mio! HAI UN DIGIMON!!...
...hai un Digimon!...
...hai un Digimon,
Takato, hai ancora u-un...Digimon!» al che lui tese le sue
braccia deboli, per stringerla forte a sé, e versare lacrime
sui
suoi capelli rossi...
«Se solo potessi
dire a qualcuno come mi sento, calù. Vorrei gridare che non
è vero, che ho ancora fiducia nel futuro. Ma chi mai
potrebbe
essere ancora sveglio, a quest’ora, per
ascoltarmi...?»
...ma le nubi attorno
alla luna si diradarono, permettendo il filtrare dei suoi raggi sul
canestro...
...dal quale fu calata un’inquietante ombra...
...che fece spalancare
gli occhi pieghettati del Digimon «Oh no...un ragazzo che si
vuole impiccare...»
Calumon non attese un
attimo, il suo corpo fu spinto da una forza misteriosa che lo
portò a correre verso il canestro «Non posso
restare con
le mani in mano!...
...devo dimostrare a
Jeri che noi non siamo una fregatura, anche se sono piccolo e stanco
finché avrò fiato lotterò!...
...CALU’! FERMO!»
Quelle mani di
ragazzo, una più virile e l’altra smaltata,
compivano il
gesto di annodarsi il cappio attorno al collo «In fondo
è
questa la direzione che mi ha indicato il destino fin
dall’inizio...
...sono io che non ho voluto ascoltarlo!!» stringendo con
forza.
«Calùùùùùùùùù!»
Calumon si arrampicava a fatica sul canestro.
«Quando mi
troveranno non so cosa resterà di me...forse qualche verso
in
rima. O magari solo una storia sbagliata.»
«Non farlo, chiunque tu siaaa!»
«Sento una voce
che mi chiama...ma è inutile che cerchi di illudermi
ancora!»
«CA-...
...CALUUUUUU’!»...«I-Io!»
Puppet compì
quel passo decisivo oltre la piattaforma. Ma Calumon era balzato...
E in un istante accadde l’irreparabile
«AAHHH!»
La corda si strinse
schiacciando il Digimon contro il collo del ragazzo, minacciando di
strozzarli entrambi.
«...n-non
può essere, una creatura!» accennava Puppet fra
gli
spasimi, riuscendo vagamente a parlare poiché protetto dal
corpicino di Calumon, che in compenso...
...emetteva il
«...calùùùùùùùùùUUUUUUUUùùù...»
più sofferto e disperato della storia.
«C-Chi sei?!...
...p-perdonami, non volevo farti...d-del male!»
«P-Perché volevi ucciderti...?
...che belle...mani che hai, calù! COF, COF!»
«Ahh!»
«Le mani i-ideali...per stringere, e cullare uno di
noi.»
Anche se appesi su un
vuoto soffocante, i pensieri non si arrestavano “...questa
creatura anche in punto di morte pensa a me! E ora, per colpa
mia...finirà trascinata nel mio destino
sfortunato!”
«...d-diiigievoluz...COF-CALU’-COF!»
“Non riesco ad
invocare la digievoluzione...non resisterò a lungo, moriremo
entrambi? Forse era questo il mio destino: camminare a lungo...per
giungere qui, a morire stanotte. Però non è
giusto che
conduca con me questo ragazzo: lui deve vivere...
...ci sono tanti esseri umani che meritano di vivere...
...potere digitale, la
mia voce si è ormai esaurita! Ti supplico, ascolta quella
del
mio cuore!! PERMETTIMI DI SALVARLOOO!!!”
E
all’improvviso...una luce dal triangolo sulla sua fronte si
fece
più intensa che mai, esplodendo in un vortice di piume
bianche...
Puppet compì un
respiro profondo e straziato, rivolgendo i suoi occhi arrossati al
cielo, ora che poteva farlo...
...poiché le
due braccia di un essere immenso come un angelo lo sorreggevano, come
si fa con un bambino «...sei tu...
...sei un Digimon?!»
Da una piuma nacque un
congegno luminoso...decorato da un paio di ali bianche...
«...un
Digivice...» pronunciò commosso Snowhitemon
«...un
domatore...anch’io ho un domatore!...
...non sono più
solo, tu sei il mio domatore!! Non
sono...più...solo?»
«Prima che tu gioisca...io...
...devo dirti che sono
immondizia. Io mi innammoro dei ragazzi, questo mondo...non mi
vuole.»
«...non vuole
neanche me...» disse Snowhitemon stringendolo come un figlio
«Vorrà dire che ci sosterremo a vicenda.»
«...grazie...» disse Puppet versando una lacrima,
ed
adagiando il capo sul torace della creatura. Ma poi chiese
«...cosa c’è scritto sul
campo?»...«N-Non guardare! E’ una parola
che...nessuno si merita!» rispose Snowhitemon...ma quando
guardò meglio «Oh?!»
Sul campo di calcio,
alla parola “FREGATURA” si era sostituito come per
magia un
affresco stupendo dai contorni bianchi: l’immagine di una
creatura umana dolcemente adagiata tra le braccia di un angelo
digitale...
«Siamo noi
quelli...?» chiese Puppet «C-Credo di
sì...»...«Ascolta...mi porteresti
lontano? Dove tu
vuoi, basta che voliamo. Basta che resti con
me.»...«...
...ti porterò
ovunque andrai. Fino a che l’alba
sorgerà...»...«...fino a che
l’alba
sorgerà...» sussurrò il ragazzino, e
volarono in
quel cielo fatato.
Abbandonando
così quel campetto col miracoloso disegno, contornato da una
miriade di piume bianche (fine-canzone)
Le prime luci di quella mattina sorsero timidamente...
Sparite le nuvole, ma
non le stelle in cielo, la villa riposava avvolta da un suggestivo
silenzio.
Ma ad un tratto, sulla
cima della sua possente sagoma rievocante antichità, si
delineò la più esile e agile ombra di una volpe.
«Ci siamo, Rika. Lo sento...» affermava Renamon...
...mentre stranamente
stretta nel suo giubbino, la ragazza dai capelli rossi avanzava con
sguardo ingenuo verso il tetro cancello «...tuo marito deve
trovarsi qui: non so il perché. Ma dobbiamo stare
attenti...perché avverto la fertile presenza di Digimon.
E...non
solo...» assottigliando i suoi occhi, nei quali ancora si
specchiavano le stelle del mattino.
«...che cosa
intendi, Renamon...?» sussurrò Rika sfiorando il
cancello,
non spoglia di un pizzico di timore.
«Non lo so di
preciso, ma percepisco un denso strato di spiriti. Sono tutti in questa
villa...
...ma provengono da tempi alterni.»
Rika spalancò
gli occhi «E cosa ci fa Ryo in questo luogo...?»
«Non so
perché non sia tornato a casa...ma le risposte si trovano
oltre
questo cancello. Te la senti di entrare?»
La ragazza non disse
nulla...ma compì un profondo respiro inglobando
l’aria
tesa del mattino, e quel flusso di ricordi che egli rappresentava.
Dopodiché sfiorò le sbarre e disse
«...andiamo.»
«Ovviamente io
vengo con te...» accennò Renamon...dileguandosi
come
un’ombra...
«Stavo pensando
a cosa dirle...» mormorava Ryo con lo sguardo di chi non
aveva
riposato «Sarà dura, ci sarà bisogno di
tutto il
mio coraggio.» affermava, ma Alice era sempre più
insicura
«Perché vuoi peggiorare ulteriormente le cose,
Ryo...?
Già sono in bilico!»...«Le cose non
possono
peggiorare più di così, Alice!»
Il ragazzo fissava
avanti a sé con occhi determinati «...il mio
è solo
un tentativo estremo di migliorarle...»
La bionda ragazza
sembrava nervosa, e non riusciva a smettere di sfregarsi le mani e di
scrutare oltre le finestre...
Cindermon sedeva
presso la scrivania del medico, cercando di aggiustarsi i capelli che
la notte aveva un po’ scompigliato.
«Oggi avremmo
dovuto dimetterlo...» disse il dottore, e lei chiese
trafelata
«...cosa vorrebbe dire, che non può
uscire...?»
«No, non si
tratta di questo. Però è mio dovere
ricordarle...quanto
già le ho segnalato. Il ragazzo non si controlla! Ieri sera
eravamo in tre e...non riuscivamo a trattenerlo.» La ragazza
digitale sospirò «...avrei voluto vedere lei, in
una
situazione come quella in cui si è trovato Takato ieri
sera...»...«Qui non si tratta di questo,
signorina!»
affermò il dottore sbattendo le mani sulla scrivania
«Il
mio non è un giudizio di merito, è una
preoccupazione di
carattere clinico.»...«...e quindi? Che dovrei
fare...?» chiedeva lei con tono stanco «Sarebbe il
caso di
consultare uno specialista!...
...ma questo ragazzo non ha dei genitori?!»
Nuovo sospiro per
Cindermon «...glielo ripeto...per l’ennesima volta:
ce li
ha. Ce li ha! E allora? E’ uguale...
...lei li ha visti
venire qui? Bene, neanch’io. Io non sono la madre,
questo...è sicuro!»...«...sì
ma se questa
donna esiste sarebbe bene rintracciarla il prima possibile.»
sentenziò seccamente il medico.
Cindermon si
passò le mani sul viso “...dove la vado a
ripescare, la
madre di Takato? Quella è sparita, dal giorno
dell’attentato! E se anche la ritrovassi non è
detto che
gliene fregherebbe qualcosa di come sta suo figlio: quei due sono come
impazziti, padre e madre ormai inseguono solo le loro deliranti idee! E
l’unico a farne le spese è Takato...
...inutile dire che
tutto questo ricade su di me, ma io non ho idea di come
comportarmi...il solo pensiero mi fa venire il mal di
testa...”
Mie sembrava riunire
le sue cose. Un’amica si affacciò alla sua stanza
«Ma...te ne vai?»...«Sì,
Fuyuko.»...«Guarda che puoi restare a casa mia
tutto il
tempo che vuoi.»...
A quel punto il volto
di Fuyuko si accese di curiosità, e richiuse la porta alle
spalle «Senti un po’ ma...è vero quello
che si dice
in giro? Che tu ieri gli hai dato dei soldi...per pagarsi una pensione
in cui andare a dormire?»...«Sì,
è vero, e
allora?» replicò Mie con aria evasiva
«Mi sembra
strano, ecco tutto. Non eri tu quella che non si fidava di ragazzi del
genere?»...«E infatti niente è cambiato!
Solo che
Leaf non è un ragazzo come tutti gli altri, bensì
quello
che mi ha salvato la vita il giorno dell’incidente! E in
seguito
l’ho incontrato in ospedale, dove mi ha detto...alcune cose
su di
sé. Quel ragazzo non ha una
famiglia.»...«Hai
intenzione di farti carico di un altro figlio? Non ti basta quello che
già hai?!»...«Per il momento ho solo
deciso di
portarlo a casa con me.» rispose senza guardare
l’amica,
seguitando a piegare gli abiti «Ho capito qual è
il tuo
piano!» tirò a indovinare Fuyuko
«...vuoi fare
ingelosire tuo marito...facendogli credere di avere una relazione con
un giovane rapper! In effetti ci starebbe come ritorsione dopo il suo
scherzetto.»...«Fuyuko!!!...ma come ti viene in
mente?!» arrossì Mie, non senza un pizzico di
fastidio
«Allora sinceramente non mi
spiego.»...«Ma te
l’ho già detto! Takehiro ormai si fa scudo col suo
figlio
illegittimo, quello nato dalla relazione con quella donna, alle mie
spalle!! Se io fossi rientrata a casa prima d’ora sarei stata
in
svantaggio! In pratica era come ammettere la resa. Invece, con un
figlio è tutto diverso!!»...«Ma cara! Ti
ricordo che
tu hai già un figlio: non ti serve quel povero
rapper.» ma
Mie si avvicinò con aria quasi minacciosa
«...Takato...è anche figlio di Takehiro!! In
pratica
saremmo 2 a 1! Invece in questo modo avremo...due figli a testa! Lui
avrà Takato e il piccoletto, io avrò Takato...
...e quello
sciocco.»...«Sei cattivella quando ti ci
metti.»...«Beh! Cosa vuoi, io mi difendo soltanto!
Ti rendi
conto della situazione in cui mio marito mi ha cacciato?!»
sbattendo la valigia sul letto «Ora non mi importa chi
dovrà andarci di mezzo. Ma una cosa è certa, non
ho
intenzione di lasciargli campo libero! Mi riprenderò il
negozio
di famiglia e questo lo farò...
...sfruttando la
popolarità di Leaf: lui è un artista emergente ed
è quello che ci vuole per il panificio che cade a pezzi! Non
ti
rendi conto Fuyuko che con un po’ di ingegno potremmo
trasformarlo in un tempio del rap? Immagina quanti ragazzi potremmo
attrarre! Takehiro non capisce niente di queste
cose!»...«Pfff!...scusa se ti contraddico amica
mia: ma tu
invece ci capisci?»...«Da adesso...»
...estraendo un
berretto, e calcandoselo sul capo
«...sì!!»
piazzandosi le mani sui fianchi «Caspita! Ha imparato presto
il
verso in cui si infila!»...«Necessità fa
virtù! Mi sono stufata di fare la parte di quella remissiva
che
subisce, ora sono io che prendo le redini del gioco! In fin dei
conti...è stata una fortuna trovarmi a quel concerto, e poi
non
faccio niente di male, conviene anche a lui visto che altrimenti
andrebbe a vivere sotto i ponti!» afferrando la valigia ed
accennando ad andarsene «Solo un’ultima cosa! A
titolo
puramente informativo ti sei chiesta come potrebbe prenderla tuo
figlio, quando si troverà un rapper in casa? Hai pensato a
lui...?»...«Takato?...
...buahf!» alzando le spalle con dubbio, e lasciando quella
casa.
(canzone: Taylor
Swift - Back to December (acoustic) )
Cindermon
percorse con
l’animo in pena il corridoio dell’ospedale, fino ad
entrare
nella stanza «...Cin...der...mon...»
«Uh...?...sei sveglio Takato?»...«...cosa
ha detto...
...il medico? Oggi...posso uscire?»
La Digimon ripensava
con apprensione alle parole del medico, e alla fine si piegò
sul
ragazzo afferrando la sua mano «La verità
è che il
dottore è molto preoccupato perché ti ha visto
scosso!»...«...no la verità è
che qui mi
credono pazzo, è così? Sii
sincera.»...«Ehh?!! Ma nooo, come ti viene in mente
una
cosa del genere Takato?!»...«...non devi mentirmi,
è
così, e...
...forse è la
verità.»...«Takato: non devi dire questa
parola!
E’ soltanto che...ti sono successe cose molto
brutte!»...«Ma io mi sento di
impazzire!!» espresse
con dolore, fissando il soffitto «La mia mente non fa che
girare,
girare...
...non mi accorgo del
giorno, della notte! E i sedativi non mi fanno niente: è un
continuo interrogarmi su come siano andati davvero gli eventi,
dall’inizio fino ad oggi! Assomiglia...
...a un incubo interminabile.»
Cindermon si sentiva
crollare il terreno sotto lo sgabello su cui sedeva, ma lo stesso
decise di mordersi le labbra e farsi coraggio «Ascolta!...
...dammi retta, ora
l’unica cosa di cui hai bisogno è...riposare,
distrarti,
liberare la mente! Ed hai bisogno...
...dell’affetto
di tutti noi...!»...«T-Ti prego, non lasciare la
mia mano...
...ho paura di uscire
fuori, e affrontare il mondo esterno!»...«Senti
Takato...
...stavo pensando una
cosa: ma francamente...non sarebbe il caso di mandare...tutto al
diavolo? La fami-la famiglia, il panific-no no! Non è che
sto
dicendo che devi rupidiare i tuoi genitori per carità!
Solo...
...prenderti...giusto
un poco di vacanza, te lo meriti dopo l’attentato.
Perché
non accettiamo la proposta di Mitsuo e Riley e ci facciamo ospitare da
loro per qualche giorno?»
«E poi?!» chiese
il ragazzo, e Cindermon sospirò «...e poi non lo
so. Per
adesso così. Non possiamo sempre programmare quello che
faremo
l’indomani. La vita è così. Si va a
tentativi. Un
sorso alla volta. Te lo ricordi?» spiegò
dolcemente, con
un gentile sorriso...
«...mi ricordo,
mi ricordo...» disse lui, assorto ma cosciente
«Cindermon...
...ma non è che
un giorno o altro ci moriamo avvelenati con questi sorsi di
vita?»...«Pfff!...ahahah!...
...forse!
Chissà. Ma questo il nostro destino!»
replicò la
Digimon, prendendo con sè il Digivice e mostrandoglielo
«Siamo guerrieri...il rischio fa parte della nostra
quotidianità.»
«Forse avevano ragione, sai...
...gli altri, a
pensare...che fossi il più debole di tutta la squadra. Se
sapessi adesso, mi sembra...quasi che non mi reggano le
gambe.»
«...tu sei
sempre stato un ragazzo molto forte, Takato. Supererai anche questa.
Anche questa e...tutte quelle che ti si frapporranno davanti!
Sbaraglierai anche questo muro di pioggia. Anche questo, che sembra il
più duro! Ricordati che hai un’importante
responsabilità! Guilmon ti ha lasciato in eredità
quel
sorriso...
...che è come
una candelina accesa tra le tue mani, devi proteggerlo dalla pioggia
battente della vita.»
«Guilmon...!...
...mi manca tanto, lo
sai?!» esclamò con voce straziata, e Cindermon
pazientemente gli carezzò la mano sussurrandogli
«...lo so
caro...lo so.»...«Chissà che cosa pensa,
dall’alto...vedendo che Jeri mi ha spezzato il
cuore.»
La ragazza digitale
sospirò, riflettendo «Chissà se anche
lui si
è mai innamorato...e di chi
poi!»...«...se è
accaduto spero gli sia andata meglio di me...
...che abbia
incontrato una Digimon...onesta e affettuosa. Come
te!»...«Oh?...
...Takato stai...
...s-stai forse
dicendo che io sono...m-meglio di Jeri?» pronunciò
timidamente, sfiorandosi le labbra. Takato sfumò tra il
dolore e
la rabbia, affermando «...t-tu non hai niente a che vedere
con
quella disgraziata! C-Con quella schifosa
bugiarda!!»...«Takato!»...«La
odio, lo sai?!...
...in questo momento
desidero...che lei provi tutto il male che sto provando io!
E’
lecito che un Digimon Tamer pensi questo? E dire...
...che avevo un
affetto così grande per lei, tremavo al solo pensiero che
qualcuno potesse farle del male! E ora sono io ad augurarglielo, come
siamo arrivati a questo punto?!»...«...è
un altro di
quegli assurdi della vita. Un altro ancora, niente
più...»
«Già...
...come quello che mi
è capitato coi miei genitori: quando ero piccolo mi
terrorizzava
l’idea di restare senza di loro, pensavo che non ce
l’avrei
fatta!...
...adesso invece non
li vorrei più vedere Cindermon, credimi...!!...»
scandì con amarezza e disgusto «...non vorrei
più
esser costretto a vedere le loro facce...
...come si cambia...»...«Lo so Takato...
...lo so. Coraggio!!...
...andrà tutto bene. La spunteremo!»
Le loro mani, strette al Digivice che li aveva accomunati...
All’interno di
un bar nelle prime ore del mattino, Leaf si stringeva in un giubbino
leggero e fissava la tazza fumante “E così, fra
poche
ore...sarò di nuovo in quella casa! Mi terrorizza quello che
troverò. In che razza di situazione sono finito...
...perché fra
tante signore dovevo proprio incontrare la mamma di Takato? Sta di
fatto che non posso venir meno alla mia promessa, ho già
combinato troppi guai!” evocando disciplina nel suo sguardo
“Io non sono Guilmon, sono Leaf! La signora Matsuki
è la
mia nuova mamma ed io...dovrò prendermi cura di lei. Takato
sarà soltanto...
...il vero figlio dei padroni. Un ragazzo che conoscerò a
breve e...
...niente di
più. Niente di più...” decidendosi a
sorseggiare la
colazione, che macchiò appena i suoi baffetti
«Uhm. La
ringrazio ancora signora! Senza di lei sarei stato
perso.»...«Ci mancherebbe!»
replicò Mie, che
con il berretto e il giubotto di pelle cercava di assumere modi
spigliati «Ehi, ricordati che fra poco conoscerai mio marito!
E
quando lo vedrai...mi raccomando!» spingendogli un dito
indosso
«Sguardo fiero e testa alta!»...«Ahah! Ma
certamente,
anch’io sono ansioso di conoscere il signor
Takehi-UHMMM!»
mani fasciate alla bocca «I-Intendevo dire suo
mariiito!»...«Ehi, guarda che questa riverenza
è
proprio fuori luogo!»...«Beh! A me hanno insegnato
come
prima cosa il rispetto.» ma la signora mormorò
«Noi
non entriamo chiedendo il permesso...
...noi facciamo ingresso da padroni! Capito?...
...ehi, hai perso la lingua?!»
“Ma che succede
alla signora? Questa mattina mi sembra diversa da come la ricordavo.
Possibile?” e tendeva a scrutarla cercando di non dare
nell’occhio, mentre sorseggiava la colazione
“Magari, nel
corso di questi anni è cambiata...e adesso non è
più la mamma dolce e un po’ timida che conoscevo.
Quello
che è buffo è che stamattina è vestita
come una
rapper!” osservandola in quel gesto continuo di aggiustrsi il
berretto “Mi viene da sorridere nel pensare
all’opinione di
Takato! Chissà che effetto può fargli una mamma
metropolitana? Certo che questo presente non finisce mai
di stupire.
Magari a lui piace il rap, visto che sua mamma per prima è
così appassionata!” ipotizzò con un
sorriso sotto i
baffi “Però...” pensò anche,
posando la
tazza e creando un po’ di macello per afferrare un
tovagliolo “...vorrei anche sapere quali sono i problemi
familiari di cui la signora mi ha parlato: dopo le bugie della
signorina Asanuma, io ignoro del tutto cosa accada in quella casa!
Tremo al pensiero che anche la famiglia del mio amico sia coinvolta nei
problemi odierni...
...una cosa però è certa...
...Takato era con me
all’ospedale...ho udito la sua voce! E in questo mondo in cui
tutto cambia...lui non è mai cambiato! Questa è
la mia
garanzia.” «Ho fatto! Scusi il macello, ma con
queste
mani...è un disastro.»...«Vuoi piantarla
di scusarti
sempre?! Sveglio ragazzo, tieni alto
l’orgoglio!»...«O-Oh...sì!»...«E
non grattarti sempre la testa! Dì un po’...qua
vendono
anche dolci?»...«V-Veramente...non lo so, sono qui
da
poco.» piegò le spalle il giovane «Non
voglio
presentarmi a casa a mani vuote...il nostro ritorno merita un
rinfresco! Su, stammi dietro. Ho intenzione di fare alcuni
acquisti.» dispose la donna, riaccomodandosi il berretto e
borbottando «...accidenti, a questo ragazzo bisogna sempre
dire
tutto. Mi sembra peggio di mio figlio! Uhm!» (fine-canzone)
Rika varcava la soglia
del silenzioso e tetro luogo, aveva paura ma cercava di ingoiarla,
nonostante il suo passo fosse leggermente instabile, e il suo volto
pallido «Se ti senti male...» disse la voce di
Renamon, la
cui ombra si allungò alle spalle della ragazza
«...non
esitare a dirmelo: ti porto via di qui.»...«...no,
io sto
bene...» rispose la giovane con un filo di voce «I
malori
che ho avuto devono essere attribuibili alla troppa stanchezza...
...ma chi
abiterà qui...?» si guardò attorno.
Quando
udì un rumore improvviso, e scattò in allerta...
...così come l’ombra della sua Digimon lungo il
muro...
...ma il solo a venir
fuori dal buio fu un gattino grigio «Uhm...?» si
stupì la ragazza...avvicinando le sue mani dallo smalto non
ripassato...
...fino a
raccoglierlo, scrutandolo con sguardo assorto «Chi sei
tu...?» gli chiese come se egli avesse potuto rispondere
altro,
oltre il miagolio che le rivolse. Il dubbio e la tenerezza si
miscelarono nei suoi occhi, mentre stringeva a sè il gattino
che
giocava col suo anello, raffigurante un drago...
...ma improvvisamente la domatrice spalancò lo sguardo...
...quando si vide
venire incontro, altrettanto stupita, quella ragazza bionda che si
annodava la vestaglia candida...
«...
...Alice?»...«...Rika.» e
quest’ultima
scrutò attorno a sé «...tu vivi in
questo luogo?...
...appari e scompari sempre con gran mistero, e da dieci anni
ormai!»
Alice taceva, sembrava
intimorita. Rika tendeva la sua mano con l’anello
«...perché una volta per tutte non ci dici chi sei
in
realtà...?...
...ti assicuro che in quel caso, noi cercheremmo di aiutart-»
Ma le sue parole si
bloccarono di colpo quando incrociò lo sguardo del ragazzo
in
cima alle scale «Ryo?!»
Egli dilatò
attonito i suoi occhi azzurri, sfiorandosi il suo anello di volpe, di
materiale analogo a quello di lei. Alice si volse a fissarlo...
...mentre lui
sospirò facendosi coraggio, tendendo la mano alla ringhiera,
e
cercando di simulare una discesa sicura dalla quale Rika non
staccò gli occhi per un attimo «Che cosa ci fai
qui...?...
...amore, perché non sei tornato a casa stanotte?!»
«...non si
vede?!» replicò in tono provocatorio. E gli occhi
della
moglie scivolarono su lui e su Alice...
«Perché
ho trascorso la notte con Alice! Ho deciso di tornare con
lei.»
al che l’interpellata sussultò, e Renamon non si
trattenne
dall’emergere «Non puoi averlo fatto!!»
«M-Ma Ryo, cosa
dici...?» avanzò Rika, con sguardo di supplica
«Questa è una bugia...» ma a quelle
parole, il
ragazzo non esitò dall’afferrare Alice e baciarla
(canzone: Simple
Plan - Untitled (instrumental) )
Sotto gli occhi attoniti di Renamon «Ahhh!»
...e increduli di Rika...
Alice in realtà
cercava di dimenarsi, ma lui da esperto baciatore la bloccava
completamente, bisbigliandole «Ti prego se hai un
po’ di
pietà per me non dire niente!» per poi lasciarla
andare.
Costei si accomodò i capelli con sguardo sconvolto.
E lui sentenziò
«Qualora non ti fosse abbastanza chiaro...eccoti la
dimostrazione. Rika tu mi conosci, e sai che preferisco le cose chiare:
io non ce la facevo più...
...ci ho provato!
Davvero, ho tentato di adeguarmi alla tua vita! Alla tua famiglia...il
rispetto delle regole, le incombenze! Per un po’ è
durato
ma poi mi sono accorto che non era per me, io sono...
...un tipo libero! Ed
Alice è la ragazza che fa per me, almeno stiamo insieme
come...due esseri umani! Senza orari né vincoli! Non mi
sposo...
...un’intera
casa di viventi e spiriti, stando al suo fianco...» ma
Renamon
venne avanti «Tutto questo è una farsa,
nient’altro
che una farsa!!!» puntando i suoi artigli
«Qual’è il vero scopo della vostra
commedia?!»...«...E NEANCHE...» si
sovrappose Ryo con
fare altero «...una ragazza che vive in simbiosi con la sua
Digimon!» accrescendo il loro sconcerto
«Sarà che io
ho perso il mio...
...!!...ma non riesco a sopportarlo...
...sai che sono nato per essere sempre il primo. Almeno vedi Alice?...
...è una
ragazza in carne ed ossa, ha perso il suo Digimon dieci anni fa ed ora
ha rimosso ogni vincolo con il mondo digitale!! Ah, posso ridarti anche
questo anello: non voglio niente che mi ricordi queste
creature...»
Ma quando si
avvicinò per darglielo, lei gli scostò la mano
con
violenza facendo volare l’anello, che tintinnò a
terra
attirando il musetto di Scratchino.
«Non lo
voglio...» scandì Rika con inaudita rabbia
«...i-io
non voglio niente che mi ricordi te, sei un...
...volgare
bastardo!!» gridò, e negli occhi addolorati di lui
si
leggeva una sorta di soddisfazione «Fatto...su misura per
questa
qui!!»
Rika additò
Alice «Ahhh!»...«Dì la
verità...
...è stato
tutto un tuo piano, tu sei soltanto un’ipocrita, ti fingi
buona
ma in realtà non sopportavi la nostra felicità!!!
Io ti
odio, perché una volta per tutte non sparisci per
sempre?!!»...«Rika!!» richiamò
Ryo ma fu
inutile, la moglie si avventò sulla ragazza
«Ahhh!»...«Sei una...SGUALDRINA,
maledetto il giorno
che ci siamo fidati di te!! PERCHE’ HAI VOLUTO PORTARMELO
VIA?!!»...«Rika adesso basta!!!» Ryo
intervenne a
separarle, e Rika tentò di sfilarsi il suo anello
«Non
voglio più niente che emani il vostro odore, ecco!
Riprenditi
anche...
...i-il tuo
anello...» ma non ci riuscì, e lo sforzo le fece
perdere i
sensi «...io...
...vi detesto
entrambi...» scivolando a terra «RIKA!!»
si protese
Ryo a raccoglierla, ma Renamon si frappose ferocemente
«Rghhhh,
state indietro!!!» prendendo con sé la ragazza, e
puntando
loro gli artigli «VOI MENTITE! Io lo so...SONO TUTTE
FANDONIE!
NIENT’ALTRO!»...«Piantala,
Renamon!!»
rimbeccò aspramente il ragazzo, aggiungendo «Tu
dovresti
saperlo meglio degli altri! Insomma...un po’ di tregua,
cavolo!
Non ce la facevo più...dover assistere persino la nonna
malata!
Sembro un tipo fatto per queste cose? Andiamo, siamo seri.»
ma la
Digimon infieriva con rabbia «...TU NON MI STAI DICENDO LA
VERITA’...
...io ti conosco, e so
per certo che questo non è ciò che pensi, tu ami
Rika...
...ALLORA RIPRENDITI
IL TUO ANELLO! E con esso il coraggio di affrontare la
vita!!»...«Ma perché non pensi a
recuperare tuo
marito, anziché mettere il becco nei matrimoni degli
altri?!»
«Ahhh!»
quelle parole fulminarono la Digimon «Andiamo...portala
via.» liquidò Ryo con gesto altero
«...come sei
abituata a fare.» per poi volgere le spalle, stringere la
ringhiera...
...e avviarsi su per le scale «Bugiardo...
...SEI SOLTANTO UN BUGIARDO!...IO LO SO CHE NON E’ VERO!!...
...IO SO CHE L’AMI, E CHE L’HAI SEMPRE
AMATA!»
«...bingo,
Renamon...» mormorò quando fu in cima, mentre
riprendeva
fiato «...sarai una Digimon provvidenziale per Rika. Ti
auguro...sinceramente di ricostituire la tua famiglia. Ma spero tu sia
capace anche di un’altra cosa. E cioè di
insegnarle ad
odiarmi: è l’unica cosa che può
salvarla,
adesso...»
Renamon si
fissò con Alice per diversi istanti, dopodiché
disse
«Potrete anche ingannare Rika, ma non me!! Io so che tutto
questo
è una farsa! E in un modo o nell’altro
scoprirò la
verità, potete starne certi!!» volgendo le spalle,
e
allontanandosi con la sua domatrice tra le braccia, per poi balzare nel
cielo dell’alba.
Ryo le guardò
andar via dalla finestra, versando una lacrima «...addio,
amore
mio. I Digimon ci allontanano, così come ci hanno fatti
incontrare...» ma prima che potesse asciugarsi gli occhi,
Alice
lo afferrò per un braccio «Perché?!...
...RISPONDI, PERCHE’?!...
...perché una
cosa simile...?»...«Alice...cerca di
capire...»
Ma la ragazza versava
lacrime «...tutto questo è orribile, e non merita
alcuna
giustificazione!! Non...mi piace ciò che mi hai portata a
fare,
io non l’avrei mai voluto!!» ma lui si
gettò tra le
sue braccia «PER FAVORE!!...
...renditi contro che
fra un poco...io non sarò più qui a darti
fastidio! Io
sto per andarmene...»
...ma Alice
sollevò la sua mano restituendogli l’anello, col
gesto di
una sposa «Ma lei ti porterà sempre legato al
dito.»
Lui si gettò
esausto tre le sue braccia, e restarono stretti nella luce
dell’alba...(fine-canzone)
«Ahahah! Ti sei
preso proprio una bella moglie, Kazu.» affermava un uomo al
bancone di un bar «Hai visto?» replicava il ragazzo
dal
cappello nero, sollevando il bicchiere con la scioltezza di chi
è abituato a quell’ambiente «Devo
ammettere che mi
è andata bene, purtroppo è lei che si
è presa il
marito brutto!»...«Dai, non buttarti troppo
giù. Vai
da lei adesso? Vi fate una...”bella
dormita”?» chiese
il tipo con sguardo allusivo «In realtà no, devo
andare a
trovare un mio amico in ospedale e anzi, sono già in
ritardo.»...«Uhm,
cos’ha?»...«Un
fattaccio, troppo lungo da spiegare. A proposito, volevo prendergli
qualcosa giusto che c’ero.»...«Lo sai che
qui
è gratis per te! A patto però che tu mi dica il
materiale
con cui vi siete fatti fare gli anelli di nozze!»
“Bella
domanda, vorrei saperlo anch’io!” pensò
il ragazzo
osservandosi l’anello «Il tuo che rappresenta,
una...rete?»...«No, a dire la verità
è un
glob-oh
cavolo!!!»...«Cos’hai?»...«Mi
sono messo l’anello sbagliato! Lo dicevo che c’era
qualcosa
che non andava: figurati, quella testona di Diamon con il casino di
ieri sera tanto ha fatto che si è messa il mio anello, io
gliel’ho detto tante volte che dobbiamo stare
attent-»
Ma si udì una
voce «Kazuuu, Kazuuu!» ed il tipo al bancone
segnalò
«Qualcuno ti chiama! Non mi sembra tua moglie.» ma
questo
Kazu lo aveva già capito «Lo so da me, guai in
vista...!» precipitandosi un tutta fretta sul retro del
modesto
locale «Guardromon!»...«Kazu sono venuto
a portarti
il tuo anello! Questo è quello giusto, tua moglie lo aveva
scambiato!»...«Ti ringrazio, ma devi stare attento
a uscire
di casa: lo sai che voi Digimon dovete nascondervi alla gente della
terra.» rispose il giovane con la consueta premura, ma il
robottino «Non preoccuparti, non mi ha visto nessu-»
«Accidenti
quanta roba ha comprato la signora, mi ha riempito di buste.
Oh?!» sussultò il giovane rapper. Kazu si
parò sul
suo Digimon, ma non in tempo per nasconderlo “Non posso
crederci!” le buste caddero “Quelli sono Kazu e
Guardromon!”
Provò
così ad avvicinarsi ma «Ehi, fermo
lì!»
intimò Kazu assumendo posa minacciosa, mentre il Digimon si
riparava dietro di lui «Occhio amico, so che quello che hai
visto
è insolito...ma non azzardarti neanche a sfiorarlo,
né a
dire una sola parola su di lui, intesi?» affermò
il
domatore «Guarda...che io sono alto due volte te!»
sovrastando l’altro ragazzo con la sua statura
«M-Ma no,
guarda...io non avevo cattive intenzioni! Io volevo solo...»
...gli occhi di
Guardromon sbucavano da dietro le gambe di Kazu, sbattendo le palpebre
in modo enigmatico...quando si udì una voce
«Leaf!...ah,
ma cos’hai, le mani di pastafrolla o soltanto fasciate?!
Perché hai fatto cadere le buste?!» tanto che per
Kazu fu
un sussulto «Cosa?!» e anche Guardromon a quel
punto venne
fuori «Kazu! Ma la signora non è
forse...?»
Una linea di stupore
attraversò tutti e quattro: Kazu si chinò
mormorando al
suo Digimon «Andiamo Guardromon...la signora non gradisce la
nostra presenza.» ma a smentire la sua ipotesi fu Mie, che
avanzò nel gesto di sfilargli il cappello «Testa
alta,
ragazzo!!» e di piazzarlo in testa a Guardromon. La
meraviglia
per Kazu fu ancora maggiore «Ehhh...?» nel vedere
la
signora rifilare una gomitata al rapper «Questo è
un amico
di mio figlio!...ehi, voi due, quanto lontano credete di andare se vi
nascondete dietro ai cassonetti? Nella vita bisogna uscire alla luce
del sole, senza vergogna!» condita con la ritmica
gestualità tipica dell’ambiente del rap
«Guarda che
parlo anche a te, ferraglia col cappello!» Guardromon
indicò se stesso «Kazu...? Dice a
me...?» ed il
ragazzo pensò “Qui...con i genitori siamo davvero
arrivati
alla frutta!” «Signora...
...non pensavo
sinceramente di incontrarla qui: questo...non è un posto per
lei.» ma Mie incrociò le braccia «Che
vorresti
insinuare, scusa? La città è di tutti, in questo
mondo
siamo liberi di andare dove vogliamo! Dico bene Leaf?!»
un’altra gomitata
«Ouch!»...«Non restare
lì muto, dammi supporto,
no?!»...«Scusate ma...voi
due siete assieme?» domandò Kazu. E la donna
avanzò
orgogliosa, facendo forzatamente goffo il suo passo «Senti un
po’, ragazzino...lo vedi quello lì dietro di me?
Bene,
ricordati il suo nome, lui è Leaf! E un giorno
sarà un
astro brillante nella galssia del
rap.»...«Raaap?...da
quando in qua si interessa di rap, signora?» Kazu
inarcò
lo sguardo, ma Guardromon si sovrappose con entusiasmo
«...sei un
rapper???...fantastico!!!»
...ed incrociò
il sorriso di Leaf, che sembrò contento per
quell’interessamento «Proprio così. Sono
un
rapper.»...«Kazu hai sentito?» insisteva
il Digimon,
tirando il ragazzo per la maglietta «Lui fa rap! Non piace
anche
a te?»
“...da
impazzire, ma non quando ad impazzirci sono invece i genitori dei miei
amici...” «Signora Mie, qui è meglio che
parliamo di
cose serie: vuole decidersi ad andare a trovare suo figlio in ospedale?
Takato la sta aspettando!» ma lei raddrizzò la
schiena
«Prima ho alcune faccende da sbrigare a
casa!»...«Ma
cosa ci potrebbe essere mai di più importante di suo
figlio?!»
Ma in quel frattempo,
Guardromon stava prendendo confidenza con il ragazzo che gli chiedeva
«E così ascolti musica
rap...?»...«Io??? Sono
un appassionato con la A maiuscola! Pensa che nella casa del mio
papà ho la libreria piena di cd! Trascorro ore e ore a
imparare
a memoria tutti i testi, da adolescente sognavo di sfondare nel mondo
del rap!»...«Accidenti, non l’avrei mai
detto di te...
...CIOE’!
I-Intendevo dire che...è una cosa molto bella quando si ha
un
sogno da realizzare! Se ti piace dovresti
provare.»...«Tu
hai già un gruppo dove fai rap?»...«Io?
Oh
beh...» ma quella domanda velò di tristezza lo
sguardo del
ragazzo, che si ricordò degli eventi della sera precedente.
Qualcosa di lui
attirava lo sguardo sospettoso di Kazu «...chi è
quel
ragazzo?»...«Te l’ho detto, lui
è una star del
rap!» replicò Mie «Questo l’ho
capito, ma quel
che intendo dire è...dove l’ha conosciuto. Qua
dobbiamo
essere tutti prudenti, signora, si rende conto che qualcuno ha cercato
di uccidere suo marito? E Takato per difenderlo si è preso
il
proiettile.»...«Beh! Quanto a questo...ti basti
sapere che
lui mi ha salvato la vita.»...«Oh?» si
stupì
il ragazzo «E a quanto sembra, la tua ferraglia è
più sveglia di te! Guarda con quanta confidenza
parlano.»
indicò Mie, e Kazu notò che infatti...
...Leaf si stava
confidando «Io avevo un gruppo, e ieri sera ci siamo
classificati
primi a un concorso. Il problema è che...
...io e il leader
abbiamo litigato. Ce ne siamo dette di tutti i colori, e
così
penso che...forse non c’è più posto per
me in
quella squadra.»...«Se ci hai litigato ci puoi
sempre fare
pace!» propose il robotico Digimon
«Perché avete
discusso? Lui ti ha fatto del male? E’ stato cattivo con
te?»...«Sì, cioè!...no. Non
lo so se è
stato cattivo. E’ che lui ha fatto una cosa che...io non
avrei
fatto mai! Anzi a dire il vero non avevo mai visto nessuno fare una
cosa del genere. Mi vergogno a spiegarti che è successo. Sta
di
fatto che io sono rimasto spiazzato: come puoi essere amico di
qualcuno...che è così diverso da te?»
si chiese il
rapper allargando le braccia, ma gli occhietti di Guardromon sorrisero
«E’ semplice! Si hanno sempre dei punti in comune.
Come
è normale che ci siano delle
diversità!»...«Tu dici?!»
esclamò
Leaf...
...e Kazu restava
colpito dal modo in cui sembrava riporre fiducia in Guardromon...
«La verità
è che io...» mugolò il rapper
«...sono stato
abituato ad essere amico di chi è molto simile a
me.»...«Però questo non ti impedisce di
avere tanti
amici che hanno molte diversità! In fondo è cosa
bella, e
si imparano molte cose. Il mio amico Kazu mi ha insegnato...
...che possiamo
provenire dagli angoli più opposti della galassia, ed essere
cresciuti in modo diverso. Ma avere in comune una cosa sola, anche
piccola! Che in realtà basta per tutto. Come una data ad
esempio, il 1 agosto: il mio domatore è cresciuto fra i
bidoni
della spazzatura, mentre Mako ha avuto un papà che lo ha
fatto
studiare e conosce anche l’inglese. Ma grazie a questa data
sono
diventati amici, perché hanno scoperto di appartenere alla
stessa squadra. Come me e Oasimon! Anche noi sembravamo tanto
diversi...»
Leaf alzò il
suo sguardo assorto “Quante cose devono essere avvenute a
Digiworld mentre non c’ero...e se fosse vero ciò
che dice
Guardromon?” così gli chiese «Quindi
tu...non pensi
che devo avere paura? Che devo diffidare per il fatto che Puppet
ha...dei...gusti, diciamo, diversi dai
miei?»...«Certo che
no! Sono come i gusti musicali: a noi piace il rap mentre i nostri
amici Kenta e Yuki amano tutto un altro genere di musica!
L’essere diversi non è una cosa cattiva...
...lo sono anche tutti
i Digimon! Ma solo imparando ad accettarci a vicenda realizzeremo il
sogno del mio amico Kazu: sai? Lui desidera un regno pieno di pace e
armonia...come quello di quando eravamo piccoli!»
Kazu lo osservava con
la stima di un padre verso un figlio, e non lo interrompeva.
“Forse
chissà...” rifletté Leaf
“...questo presente
è diventato così conflittuale proprio
perché non
impariamo ad accettarci! Io sono il primo: sono nato da un disegno di
Takato, che mi ha reso così simile a lui nel carattere e nei
sentimenti. Chi è diverso mi fa un po’
paura...però...se da questo devono nascere tutte le guerre e
le
ostilità che ci circondano io preferisco dar fondo a tutto
il
mio impegno, ed imparare ad essere tollerante! E poi...da quando ho
litigato con Puppet sento un magone, qua nel cuore. Io gli voglio
bene...e sono stanco dei conflitti tra di noi...”
«Ascolta...tu credi che se corro da lui e gli chiedo scusa
lui mi
perdonerà per averlo accusato senza un
motivo?»...«Ma certo!» replicò
il sincero
robottino «Io credo che lui sia il primo a desiderarlo, e
quando
ti rivedrà ti accoglierà a braccia aperte! Come
il mio
papà, quando l’ho ritrovato!»
Una luce di speranza
colpì il suo volto, proprio come il sole che filtrava tra di
loro e brillava sulla catena di metallo di Mie «Signora, mi
permetterebbe di assentarmi per qualche istante?
C’è una
persona con cui debbo assolutamente parlare!» Mie
replicò
con viso burbero «Devo fare ancora delle commissioni...fai in
fretta però, dobbiamo andare a
casa!»...«GRAZIE!» balzò di
gioia il giovane
«Le prometto che volerò!» (canzone: Claudio
Baglioni - In un'altra vita) estraendo la sua
foglia luminosa, e guardando commosso il robottino digitale
“Guardromon, ti devo un favore: che cosa bella, i vecchi
amici
che sopravvivono al tempo: dopo tanti anni è proprio un tuo
consiglio ad indicarmi la strada...” «Comunque ci
vediamo!
Io ora andrò ad abitare a casa della signora! Vi
saluto!!»
sfrecciando in corsa...
...mentre Kazu
chiedeva «Verrà ad abitare con
voi...?»...«Leaf non ha una casa, e il panificio
esige
rinnovamenti!» ribatté la donna, mentre Guardromon
saltellava «Kazu, ti rendi conto? Potrò incontrare
il mio
nuovo amico ogni volta che voglio! Ora lui abiterà a casa di
Takato.» Il domatore tornò a infilarsi il
cappello,
riflettendo “Non sembra malintenzionato...però mi
domando
da dove sia apparso, e come la prenderà Takato...”
Il ponte periferico
sembrava sorgere da un incanto luminoso, nella luce del mattino. E al
riparo da essa, seduti sul muretto, c’erano un ragazzino dai
capelli biondi e un piccolo batuffolo bianco «Lo sai?
E’
stato bello volare con te fino al sorgere del sole...
...e poi scambiarci di
posto, e far ritorno qui nascondendoti sotto il mio
cappuccio.»...«Com’è dolce
trovarsi tra le tue
mani, calù! Io non avevo mai avuto un domatore...ho sempre
creduto che libero sarei stato più felice! Però
col tempo
si cambia...» svelava pieno d’affetto nei suoi
occhi
verdi...
...che si specchiavano in quelli castani del ragazzino, accesi dal
sole...
«...senza che lo
spessi, negli anni ho maturato il bisogno di dedicarmi a
qualcuno...completamente! Un terrestre a cui donare il mio affetto...a
cui raccontare chi sono. Mi sembra un sogno di averti trovato,
calù. Ho paura di svegliarmi! E di accorgermi che sono di
nuovo
solo...come lo ero prima di incontrarti...
...nel buio più
fondo della notte...e della crescita.»...«...tu hai
raccolto la mia vita come un angelo buono...» diceva il
ragazzino
sfiorandolo con celestiale delicatezza, grazie alle sue unghie smaltate
di blu «...adesso non tornerò più
indietro: ho
capito definitivamente che la resa, e la disperazione non sono la via
giusta. C’è sempre un nuovo sole che nasce oltre
la
notte...» prendendo fiato, con sguardo finalmente sereno
«...aspetterò che i miei compagni si radunino come
ogni
mattina, e chiederò loro perdono di tutto. Certo, ci sarebbe
una
persona con la quale...vorrei farlo particolarmente...»
abbassando lo sguardo in un’impercettibile tristezza
«...però non si può pretendere di
cancellare le
proprie azioni, ciò che è fatto è
fatto. Ed io
accetterò di aver perso ciò che, pur
così
prezioso...in uno slancio d’impulso...ho gettato
via.»...«Calùùù...»
il Digimon
ritirò le sue orecchie «...io...spero che tu e
questa
persona possiate far pace!»
Puppet assunse sguardo
un po’ malinconico, però poi lasciò
entrare la
speranza raccogliendo quel Digivice alato «Ora io
sono...
...un guerriero?
Un...domatore di
Digimon?»...«Calù!» le
orecchie di Calumon si spalancarono, come quando era felice
«Tu
ci conosci...me lo hai svelato questa notte.»...«In
molti,
come me...» svelò il ragazzino smarrendo il suo
sguardo
oltre il ponte «...hanno udito parlare di voi...
...dai loro fratelli
maggiori. Ed in cuor loro hanno cullato un dolce sogno...»
mentre
sosteneva tra le mani quel Digivice «...pur coscienti che le
mode
erano cambiate, come sempre fanno. Ma io ero sicuro. Io ci
credevo...che un giorno voi sareste tornati!
Calumon!»...«Calù?»...«...dimmi,
ora
qual’è il nostro compito? Io e te...presumo che
abbiamo
una missione. Cosa possiamo fare...per proteggere questo mondo? Io
scrivo canzoni perché vorrei cambiarlo. Ma adesso non sono
più solo...
...ho un compagno, per la mia guerra...»
Calumon raccolse il
suo dito con le piccole zampe, e chiese «Qual è il
tuo
vero nome, Puppet...?»...«...
...solo a te lo svelerò: io mi chiamo...»
«PUPPET!»
«AHH!» il
ragazzino sussultò «Presto Calumon, nasconditi
qui!»...«Calù!»
Il Digimon
entrò tempestivamente sotto il cappuccio del ragazzino, che
balzò incredulo dal muretto
«Leaf!!»...«Meno
male che ti ho trovato! Ti cercavo!
Iuuuuuufhhh!»...«R-Riprendi fiato, sei
così
affannato!»...«Grazie ma no! Non voglio riprendere
fiato:
voglio dirti tutto d’un fiato...che mi dispiace!»
Puppet si portò
la mano alla bocca...qualcosa si mosse sotto il suo cappuccio, ma lo
toccò con la mano.
«Io mi sono
comportato male ieri sera...ti ho trattato ingiustamente
perché
non sono abituato...ad accettare chi è diverso da me. I tuoi
compagni me l’avevano detto, ora ricordo! E loro avevano
ragione,
come il vecchio amico che ho trovato sulla mia strada e che mi ha
ricordato...che in questo mondo la cosa bella è proprio
avere
tanti colori, come l’arcobaleno. Ecco io...sono qui per
chiederti
scusa...
...vorresti essere ancora mio amico...?»
Una commozione di
infinita gioia raggiungeva gli occhi di quel giovane, che
afferrò la mano fasciata, sussurrando
«...p-perdonami
Leaf...
...la colpa è stata mia, non avrei dovuto...
...baciarti. Ma io ti
posso assicurare che se l’ho fatto...non è stato
per
giocare o per umiliarti, bensì...
...per
amore.»...«Oh?»...«...io mi
sono innamorato di
te dal primo giorno che ti ho visto. Tu hai mai amato...? Puoi capire
quel che si prova?»
«...i-io...
...sì.»
rispose volenteroso il ragazzo «I-Io credo di conoscere
l’amore.» per poi fare assorti i suoi occhi
«Tu
davvero mi ami...? N-Non te lo dico per accusarti ora, credimi!
Basterà che tu mi dica di sì. Che tu sia sincero,
e
allora per me...andrà bene.»
Puppet serrò il suo pugno, lo portò lentamente al
cuore...
...e poi lo
avvicinò al petto di Leaf, sfiorandolo delicatamente
«Faccio rap per far sentire accolto chi è come
me...
...sai? Tutti mi hanno
allontanato poiché provavo sentimenti simili...per ragazzi
del
mio stesso sesso. Persino nella mia casa non l’hanno
accettato.
L’unica che lo tollera...è mia madre, ma per
questo ha
dovuto pagare un prezzo...troppo alto, rinunciando a tutto. Sono
cresciuto circondato da intolleranza...
...ma anch’io ho
diritto ad ammirare quest’alba, e a sognare il
futuro!»...«Ma certo che ne hai diritto!! Tutti ne
hanno,
Puppet...» sorrise Leaf, e si guardarono con affetto e
gratitudine. D’un tratto il più grande assunse
sguardo
rattristato «Però! Forse...avermi accanto a te
può
farti male, ora che ci penso. Sai, la verità è
che...a me
un po’ dispiace, se...s-se, diciamo, non posso farti felice,
realizzando il tuo sogno. Però il fatto è che a
me
piacciono...
...ecco, come
spiegare, i-io di solito mi
innammoro...»...«...delle
ragazze.» sorrise Puppet. Leaf strinse le spalle, e
annuì
con fare un po’ dubbioso e ingenuo. Ma il ragazzino gli prese
la
mano «Ah, ma non ha nessuna
importanza!»...«Dici
davvero?!» si aprì di gioia l’altro, e
il più
piccolo disse «Sarà...cento volte meglio
rinunciare per
sempre al tuo amore ricambiato, piuttosto che sopportare
l’agonia
di saperci in conflitto! Quando ho creduto d’aver perso il
tuo
affetto...pensavo fosse la fine.»...«...m-ma come
ti
è venuto in mente? Io sono stato un po’ sciocco,
lo
ammetto! Ma noi due non possiamo litigare davvero, in fondo siamo
amici! Siamo una squadra. No?»
Puppet, con voce rotta
dalla commozione, accennò «...lo sai...? Per
dimostrarti
che tutto è passato...proprio a te voglio confidarti un
segreto:
stanotte, nel fondo del più grande dolore...mi è
accaduta
una cosa meravigliosa.»
Leaf spalancò i
suoi occhi «...dimmelo, non sto più nella pelle...
...deve trattarsi
davvero di qualcosa di
fantastico!»...«...fantastico a dir
poco...» fece Puppet, calandosi lentamente il cappuccio...
...e rivelando quella
creatura che spalancò felice le sue orecchie
«CALUUU!...
...piacere di conoscerti!»
«AHHH!» il rapper restò a bocca aperta
“Calumon...”
«Io sono Calumon! E Puppet è...
...il mio Digimon Tamer!»
“...è
incredibile! Calumon ha trovato un domatore?! E’ diventato il
Digimon di Puppet? Ma questo è un sogno! Straordinario,
ragazzi!”
«Non devi aver
paura, Leaf! Sì lo so, Calumon è una creatura
insolita,
come me...
...ma ti assicuro che
è buono.»...«No no, ma cosa hai capito!
Io non ho
affatto paura. Non ho paura perché...i-io...vi conosco...
...entrambi. In un
certo senso! Uhmuhmuhmuhm!» allungando le mani fasciate per
carezzare il piccolo Digimon
«Calù!»...«...piacere
Calumon...
...spero
che...diventeremo
amici...»...«...com’è
gentile il tuo tocco, calù. Assomiglia alla brezza del
passato.
Rievoca vecchi ricordi...»...«Chi lo sa,
può
darsi!...
...tutto è possibile...in questo mondo pieno di
miracoli...»
Puppet li guardava
entrambi con affetto, mentre i pollini volavano tra di loro, sollevando
nuova speranza fra quei muri imbrattati (fine-canzone)
Ma c’era
qualcuno che, paradossalmente, si trovava meglio a dipingere nel buio.
Che fosse a suo agio lo testimoniava il fatto che stesse canticchiando.
I suoi riccioli
castani e i suoi lineamenti simpatici erano un po’ imbrattati
di
vernice, quando la porta si aprì introducendo la glaciale
insegnante «Violetta, ho qui qualcosa che potrebbe
interessarti.
Uhm?...
...cosa stai facendo?»
«...ma con
l’amicizia tra di noi...
...ragazzi veri &
Digimon...» canticchiava
l’interpellata
«...libereremo
Digiwoooooorld! Wow! Ghghghgh...»
«E’ la
sigla di quel cartone?» domandò Asanuma con
l’Ipad
in mano, e Violetta comunicò «Su Youtube sono
riuscita a
trovarla in tutte le versioniii! Me la sono messa come suoneria del
cellulare.»...«Uhmf! E cosa lo hai fatto a fare se
nessuno
ti chiama?» insinuò la donna, ma l’altra
non se la
prese «Sì, hai ragione, in realtà ho
messo
“solo chiamate urgenti” perché al
momento...sono al
lavooooooro!» al che l’insegnante si sporse un
po’,
per guardare meglio «...che cos’è quella
bambola?»
Infatti Violetta
sembrava intenta a tinteggiare il naso di un pupazzo «Non lo
vedi? E’ Gazimon!» indicando quel coniglio dagli
occhi
scaltri. Asanuma ipotizzò «...a cosa serve? Deve
esplodere...?»...«Uhmuhmuhmuhm! Se dovesse svolgere
una
funzione così breve mi risparmierei di dargli il colore,
no...?»...«Sei...tutta sporca! Ma quanto hai
dipinto? Puaf,
sei peggio dei miei alunni
pasticcioni!»...«Agli...orrrdini, signora maestra!
Uhmuhmuhmuhm!...
...come ti trovi con i nuovi poteri?»...«Quelli
sono perfetti...
...è il Digimon
il problema!! IceDevimon a volte si rifiuta di fare ciò che
gli
ordino.»...«Beh ma allora tu usa un tono
più gentile
e vedrai che anche lui si scioglierà...
...dopo tutto...avete
condiviso degli istanti importanti, no?» ma prima che la
donna
potesse rimbeccare, qualcuno proruppe dalla porta «Insomma,
che
cosa state facendo?!» esclamò con voce
autoritaria, seppur
sottile «Akiko...
...quante volte ti ho
detto che si chiede il permesso prima di
entrare!»...«E io
quante volte ti ho detto che qui non sono ai tuoi ordini mamma, questa
non è casa nostra per cui risparmiati le tue
raccomandazioni!»...«Ahhh!» la madre
sembrò
ferita per il tono adoperato dalla bambina, con eco di Violetta
«Dai Nami, non sgridarla! Ghghgh! Akiko...! Ti andrebbe di
restare un po’ qui a dipingere con me? Guarda quanti bei
Digimon
attendono di essere colorati!»
Ma la bambina
avanzò, accomodandosi gli occhiali con gesto professionale
«...non sono qui per queste sciocchezze, signora Violetta.
Forse
si è dimenticata che la mia presenza in questa casa
è
motivata unicamente dal fatto...
...che attendo
informazioni sui Digimon! Me ne servono di più! Quanto
ancora
sarò costretta ad attendere? Qua dentro ci si annoia molto,
non
c’è niente da fare.» mentre la madre
sottolineava
«Puaf! Akiko, che tono sgarbato...
...questo a dispetto
del giudice conferma la mia ipotesi, tuo padre è un fallito
come
educatore.»...«Ma io mamma tornerò da
lui se il
soggiorno qua dentro seguiterà a rivelarsi inutile come
finora
è stato!»...«No!» Asanuma si
aggrappò a
lei, tradendo disperazione nel tono. Ma Akiko si ritirò
lentamente «...lasciami il braccio...» volgendole
le
spalle, e allontanandosi nel buio.
«Mia figlia
è sempre più
distaccata...»...«Hai mai
provato con un buon terapista?» si interessò
Violetta, ma
la donna serrò il pugno «Un terapista non basta...
...Akiko ha bisogno di
rimanere ammirata dalla mia sfavillante potenza! Quando è
che
potrò farmi valere?!!»...«Non eri venuta
a dirmi
qualcosa?»...«...
...ah sì...
...non me lo
ricordavo. Tieni, guarda le notizie...» passandole
l’Ipad
con poco entusiasmo «Aspetta, ho le mani sporche di
vernice...poi
chi la sente Ufomon se glielo sporco!»...«...guarda
che tua
figlia ti ha abbandonato!»...«OPS!...
...uhmuhmuhmuhm!» Violetta sfoderò il suo
sorrisone a
denti bianchi «E’ periodo proprio stressante!...
...mmm! Questo
sì che è carino: riaprono il museo per bambini,
io adoro
queste iniziative educative...AAHHH! AAAAHHH! WHAAAAAAAAA! UN
CADAVEREEE!»...«Piantala.»...«Lo
dici come se
fosse facile! I-Io provo un’allergia a pelle per i morti e
p-per...
...le scene di
violenza. N-Non riesco a sopportarle, e ho incubi per
giorni!»...«Guarda che questa volevi ucciderla
tu.»
Violetta sgranò
gli occhi «...davvero...???»...«...non
è la
tua gatta in versione umana e da cronaca nera...?»
insinuò
Asanuma, nell’inesorabile inorridire e contrarsi del volto
dell’altra «...SCRAAATCHMOOON...!!!...
..aaaahhhhh, mi
rifiutoooooo, quella gatta mi era costata una settimana di lavoooro
affinché sembrasse un Digimon di razza! E quelli in un
attimo
hanno sfasciato il mio impegno, certo che in questo mondo non
c’è proprio più
rispetto!»...«Può darsi abbiano
conservato un
ricordino.» suggerì l’altra, e Violetta
si
cristallizzò «Il cuore!...
...ahhh! Il
cuore?!»...«Già mia cara, si parla del
tuo amorevole
cuoricino oltremodo altruista!»...«Senti bella poca
ironia,
perché fra il mio e il tuo è una nobile
gara!»...«Per carità: chi vuole
smentirti! Solo che
il mio fino a prova contraria è soltanto un organo,
oltremodo
provato dallo stress terreno...
...mentre il tuo, da
quel che posso ricordare, aveva un ruolo determinante
nell’economia dei
piani...»...«...è
l’ultimo elemento necessario...
...per evocare la
Torre digitale...»...«Ignoro
molti aspetti di questo
progetto. Ma non mi importa, io voglio solo dare sfogo alle mie energie
digitali, in questo modo una volta o l’altra mia figlia
resterà a bocca aperta! Ah!...
...già la
immagino!» declamava con tono sognante «...mi
guarderà dal basso, mentre scaglio dardi congelanti sulla
città, ed i miei avversari cadono come statuette di vetro,
per
poi frantumarsi!...
...vedo la scuola in
cui ho insegnato per tanti anni trasformarsi in un regno del
gelo...finalmente siederò alla scrivania della presidenza,
che
sarà diventato il nuovo trono della dominatrice di
Digiworld!»
Violetta giunse le
mani «Uhmuhm! Sei un...genio nell’organizzazione
degli
spazi! Senti a proposito, non è che per caso hai avuto
più notizie di quella tua ex-alunna? Jeri Katou!»
e
Asanuma si volse indignata «No! Sembra sparita dalla
circolazione
ma è molto meglio, perché a te cosa
importa?!»...«Oh nieeeeeeente, mi preoccupavo solo
per te:
sai? Non dormo più da quando l’ho vista
aggredirti!»...«Sei davvero commuovente! Comunque
non devi
preoccuparti perché non ci sarà più
una seconda
volta in cui mi farò trovare impreparata! Io non sono
più
“Nami Asanuma”...la mia vera identità
è
quella della grande Amnesyamon!»...«Ehehe, ci
mancherebbe
che lo scordassi: ti ho creata io!» prima che la donna le
afferrasse il braccio «Ma ho vita ed iniziativa indipendenti!
Non
ti serve quella mocciosa di Jeri, io sono la soldatessa di punta del
tuo esercito, ricordatelo! A tale proposito...che notizie fornisce al
riguardo del tuo cuore?» domandò alludendo
all’Ipad,
e Violetta gemette «...dice che l’hanno portato
all’obitoriooo!!!...»...«Dà
qua!»...«...che maniere, non
c’è bisogno che
me lo strappi dalle mani!» ma Asanuma sbottò
«C’è un altro trafiletto, sei davvero
incapace con
arnesi del genere?! Dice che hanno rilevato alcune radiazioni di natura
ignota dal cuore della vittima...» scorrendo col dito sul
touch
screen «...e che...» assottigliando i suoi occhi
«...lo hanno trasferito al Centro ricerche per studi
specifici!
Perfetto: è quello che cerchiamo!...
...IceDevimon, dove
sei finito?!!» gridò l’insegnante
allontanandosi
«La nostra nuova missione è recuperare quel
cuore!»
Violetta restò
sola, e riprendendo a canticchiare tornò a dipingere il
coniglio. Ma poi pensò che era meglio parlargli
«...sai
Gazimon? Ho un problema: uno si dovrebbe fidare dei propri
collaboratori, non trovi? Io invece il fatto è che di
Nami...non
mi fido!»
«...hai
ragiooone...» rispose il pupazzo con voce macchinosa e
distorta
«...è meglio Jeeeri...» ma poco dopo
Violetta lo
zittì girando una manovella «Uhmuhmuhm, perfetto,
devo
rifinire solo l’emissione della voce! Per quanto a
contenuti...
...direi che siamo del tutto d’accordo! Ihihiii!»
(canzone: P!nk
- I don't believe you)
Attorno a Jeri erano rimasti solo cocci rotti, come nel suo
ristorante....
...lungo le cui
mensole scorreva le mani, guardando la polvere sulle sue dita. Come
nella sua vita, che le regalava il triste ricordo della notte passata...
“Ma anche
in mille anni d’attesa non basterebbero a
giustificare le tue azioni! Tu sei un essere...
...r-rivoltante, mi fai schifo Jeri!”
“Che cosa?! N-Non puoi dire sul serio, vorresti forse
dire...che non mi ami più?!”
“Esatto,
mi hai capito bene, e te lo dico così! Guardandoti negli
occhi,
con molta
tranquillità! Del mio amore per te...non esiste
più
traccia!”
“Tanto...cosa
più può importare se Amnesyamon mi
trova?” pensava
la ragazza rivolgendo al soffitto i suoi occhi, per poi asciugarsi una
lacrima con le sue unghie smaltate “Takato ha detto di non
amarmi
più...
...non mi importa più di niente. Ecco come sono finita:
sola,
come questo ristorante che cade a pezzi. Sono una creatura ormai in
rovina...”
Volgendosi verso la
foto dei suoi genitori, coperta di polvere “Mamma,
papà,
voi ormai non ci siete più ad occuparvi di me. A pensare al
mio
bene! E i Digimon...
...mi hanno
abbandonato, loro mi disprezzano come i miei amici, a causa delle mie
azioni. Ecco come è andata a finire...” mentre
oltrepassava il bancone per salire le scale “Intrighi su
intrigi...tanti anni di inganni e messe in scena per poi ritrovarsi che
cosa...se non cocci rotti tra le mani? Che ti tagliano, se provi a
stringerli...
...mi sento
stanca...” meditava gradino dopo gradino “...sono
stufa di
percorrere questa scala in salita e in discesa...l’ho fatto
per
tanto tempo, ed ogni volta che discendevo...ero armata di nuove
speranze da portare all’esterno. Ma ogni volta che facevo
ritorno...
...risalivo ed ero
disillusa più di prima. E invecchiata. Sì,
invecchiata.
Sembra forse strano che si possa pensare una cosa simile a soli
ventun’anni...?” arrivando in cima, presso camera
sua...
...che portava ancora
i segni dell’ultimo scontro, e che lei osservava assorta come
fosse un luogo sconosciuto “...eppure quando
l’amore ti
abbandona è come se...una vita intera ti crollasse addosso.
Mi
sento grande, appesantita...
...le mie ali sono strappate, non mi permettono di volare.”
Avanzando
all’interno...ed appoggiando lentamente la sua borsetta sul
letto, dalle coperte scomposte “...di tutto il mio mondo,
cosa
è rimasto? Il mondo in cui per dieci anni può
crescere
una ragazza...che ospita le modifiche del suo corpo, e i palpiti della
sua anima...? E’ solo un deserto silenzioso. Non
più la
voce di un genitore, che ti chiama per dirti che il pranzo è
pronto. O che c’è una commissione da fare...
...non più un
odore appetitoso, che preannuncia una cena in famiglia. Ma quello che
più di tutto fa male...
...è che
un’ondata di gelo ha consumato anche l’ultima
fiamma,
quella dell’amore che resisteva. Takato...”
Nei suoi ricordi appariva il volto del bambino di allora...
...e poi di quel ragazzo, e i suoi baci...
Ora che lui era in
ospedale, e si appendeva alle parole di Cindermon, seduta lì
a
confortarlo. Ma ad ogni pausa il suo cuore ritornava alla notte
trascorsa...
“...io non ti
credo. Pensi davvero quelle cose di me...? No, non può
essere
così. Ammetto che tu possa nutrire...tutto il disprezzo per
il
mio comportamento, e la delusione per la persona che hai scoperto che
sono. La verità è che sono la prima a provarli...
...però...però amore mio...!...
...puoi davvero
rinnegare il nostro amore? Quella cosa...piccola, e soltanto nostra,
che era nata fra le nostre mani, a dispetto del mondo con la sua
oscurità, e che ci dava calore? Takato, puoi realmente
affermare
che questo ha cessato di esistere?...
...che si è
spenta, che ormai appartiene al passato? I-Io...mi rifiuto di
crederlo!!” ed il pianto insorgeva minaccioso...
...ma finì per
pestare a terra il telecomando della tv «Oh?» che
alle sue
spalle si accese...
“Mi
hai...salvato la vita?”
“Ma certo...anche se avessi voluto, non avrei potuto
permettere
che rischiassi!”
...Jeri si volse con occhi commossi «...un cartone?»
“La verità è che io...
sono scontrosa e riservata, me lo dicono tutti! Però mi sono
innamorata di te dal primo istante! Lo so, sorprende anche
me...”
“Ouuuuh!”
“Uhmuhm! Sei diventato tutto rosso!”
“M-Ma sì, cioè no! A dire il vero...
non me lo aspettavo! Sei sicura di non
aver battuto la testa?”
Jeri avanzava verso la
tv, dalla quale giungevano quelle simpatiche vocine di ragazzini. Si
sedette sul bordo del letto...
“...ebbene lo
ammetto! E i nostri
amici possono dire qualsiasi cosa, non mi importa!
Anche...prendermi in giro fino a notte tarda, ma
non potrei mentire. Non alla ragazza che mi ha salvato la vita!
...anch’io ti ho sempre amata.”
“Non devi vergognarti, anch’io mi sono sentita
ridicola!
Tutti quei...tentativi per mettermi in mostra ai tuoi occhi!
Se non mi sono rotta l’osso del collo poco ci è
mancato.
Quello che mi consola è che alla fine, tentando e ritentando
...sono riuscita a farti dire quelle parole magiche!
I nostri istruttori hanno ragione, non bisogna mai perdere la
speranza...
...di realizzare i nostri sogni...”
«...la speranza...»
intonava Jeri in un
sussurro, ed i suoi occhi si riempivano di luce, mentre dalla finestra
giungeva la brezza della primavera «La speranza...di
realizzare
quei sogni!»
Si guardava attorno
come se avesse scoperto una cosa nuova, e speciale
«Sì,
hanno ragione! Non ci si deve mai arrendere così, di fronte
all’amore. Forse anch’io posso...in qualche modo!
Posso
riconquistare il suo amore perduto...
...un’ultima
avventura! Un ultimo rischio, un’ultima follia! Qualsiasi
cosa...» e già sorrideva, palpitante di nuova vita
«Qualsiasi cosa pur di non perdere te! Sì...
...i cartoni ci hanno
guidato fin qui, ed io...troverò il modo per riconquistarti
Takato, te lo posso giurare!»
“Ma tu...hai mai baciato una ragazza?”
“O-Oh beh ecco...no, veramente!”
“...anche per me è la prima volta...”
Jeri scivolò in
ginocchio, e li guardava baciarsi carezzando il video della tv
«...grazie...
...grazie, cartoni!
Almeno ci siete voi a non abbandonarci, quando tutto il resto crolla!!
E a restituirci la speranza...per guardare al futuro...»
Il suo sguardo
verso quei ragazzini era quello di una madre premurosa, ed il suo
respiro quello di una creatura che torna a vivere, e a spiegare le ali
(fine-canzone)
Tornando a coprirsi le
orecchie con quel fazzoletto scuro, un Digimon aveva approfittato che
non ci fosse nessuno, per addentrarsi fra i ricchi cuscini di fiori che
circondavano una lapide «...Akemi mia...
...ti prego, dammi la
forza!» invocava Impmon «Solo tu puoi aiutarmi in
questo
momento! Mi vedi?...sono disperato, la tristezza mi assale...e succhia
tutta la mia forza! Chi più mi rimane da proteggere?! Tu mi
hai
affidato Mako, e Jeri...
...ma lui adesso ha un
altro Digimon, e lei...» chinando tristemente il bianco volto
«...lei non prova per me altro che odio e risentimento.
Io...lo
ammetto, non riesco a fronteggiare il suo sguardo di rancore! Mi fa
più male ancora, adesso che so che non potrò
più
incrociare i tuoi occhi. Tu mi guardavi sempre con tanta tenerezza...!
Ogni volta che ho di fronte lei mi accorgo di quanto la vita sia
cambiata, e ha calpestato quelli che eravamo! Akemi, io in questo
modo...(canzone: Laura
Pausini - Mi dispiace (strumentale) )
...non ce la faccio ad
andare avanti!! Per favore, suggeriscimi una vita, tu che sei sempre
stata così buona, e mi hai voluto tanto bene...bambina
mia...» avvicinandosi alla lapide...ed abbracciandola
commosso,
mentre i fiori si impigliavano sul suo fazzoletto «...ora di
te...non mi rimane che una fredda pietra! Sembra così
assurdo...
...p-perché
quando uno muore condanna al silenzio e al dolore quelli che gli hanno
voluto bene?»
“In questo
cimitero...sono tutti come noi, mio piccolo Digimon. Ovunque attorno a
te vi sono padri, madri...figli, fratelli, e innamorati che sono stati
divisi dalle distanze fra terra e Cielo. Non siamo i soli.”
«Oh...sono tutti
come noi, dunque?» chiese Impmon asciugandosi gli occhi
«Forse è vero, noi non dobbiamo dimenticarci...che
non
siamo i soli a soffrire. Mille persone, in ogni minuto, ogni istante
della vita...versano lacrime, e attraversano i loro dolori! Un Digimon
che ha perso il suo domatore è solo un piccolo spicchio che
riflette questa realtà del mondo. E’ come un
petalo...in
un cimitero pieno di fiori.» aprendo il suo guantino rosso
che
aveva raccolto un petalo, ma poi il vento lo fece volare via
«Ohh...?»
...sicché egli
corse, poiché non voleva perderlo. Ma ad un certo punto
inciampò sul prato «Oooouch!» e quando
alzò i
suoi occhi «M-Ma questa tomba...
...ah già, ora ricordo. E’ quella del padre di
Jeri...»
Ricordando l’incontro con la ragazza, al cimitero...
«Signor Katou,
le avevo promesso che mi sarei preso cura di sua figlia, e
gliel’avrei riportata da Digiworld. Ecco io...ci ho provato,
ma
nonostante tutto non sono riuscito a vincere la sua diffidenza.
Chissà se almeno fra voi è tutto chiarito...ora
che lei
la guarda dal cielo...» e stava raccogliendo un fiore per
offrirglielo simbolicamente...
...quando qualcuno
appoggiò la mano sulla sua. Era una mano dallo smalto rosso
scrostato, e non apparteneva a una creatura umana. Quando Impmon
alzò lo sguardo, incrociò quegli occhi verdi come
i suoi.
«...tu...?» gli chiedeva con meraviglia quella
creatura
dalla bocca coperta dalla giacca «...LadyWizardmon!...
...cosa ci fai qui?
Sei sparita da Digiworld da un giorno
all’altro...»...«...come sai sono dovuta
andare in
cerca dei miei alunni, che erano scappati...» parlava
sommessamente la Digimon, nel rispetto del luogo
«Un’insegnante non si rassegna mai a perdere coloro
che
sono stati affidati alla sua guida...per questo il mio intuito mi ha
condotto in questo luogo: sento che da qualche parte loro si
nascondono...» smarrendo assorta lo sguardo tra i fiori e gli
alberi...prima di volgersi verso di lui «...e tu...? Cosa ci
fai
in questo posto...?»
Impmon abbassò
il suo triste sguardo «LadyWizardmon...ti ricordi di
Akemi?» e subito a quel nome la creatura sussultò.
I suoi
occhi verdi si fecero agghiacciati, increduli...
...e la sua mano
tremante si avvicinò al folletto viola, che però
sviò l’argomento per non cedere al pianto
«H-Hai
perso i tuoi guanti, LadyWizardmon?»
Ma improvvisamente...
“Maestra...” si udì un sottilissimo
gemito.
«Uhm?!»
sussultò costei, e Impmon «Lo hai sentito anche
tu?»
“Siamo qui,
aiutateci!” «Dove?! DOVE?!»
ansimò
l’insegnante, e l’altro «Non riesco a
capire...da
dove proviene la voce!» “Fate presto, è
questione di
pochi istanti ormai!”
”Non respiriamo quasi più...”
«UHMMMM!»
la Digimon inorridì, e Impmon «Che intendete
dire?! Non vi
troverete mica...sottoterra?!!»
“Ci hanno sepolti...”
“Purtroppo non siamo usciti dal fossato in tempo!”
«Uhhhhhhmmmmm!» gemette di sgomento LadyWizardmon,
per poi
sfoderare la grinta «V-VI TIRO FUORI!» affondando
le sue
mani screpolate nella terra e cominciando a scavare, ma Impmon la
scostò «E’ inutile LadyWizardmon!! In
questo modo
non ce la farai mai!» ma lei balzò in piedi
«MA IO
NON POSSO LASCIARLI LI, I MIEI PICCOLI STANNO
SOFFOCANDOOO!»...«Certo, questo mai e poi mai, per
chi mi
hai preso?!! Però lascia fare a me...»
«Oh...?»
Impmon si
lasciò avvolgere dalla luce, che chiamò a
sé un
vortice di petali: questi si impigliarono nelle ali scure appena
apparse, fino a che lui non li scrollò agilmente, balzando
in
volo di fronte all’attonita insegnante...
«Levati da
lì, LadyWizardmon!» intimò, aprendo le
braccia e
sfoderando le sue unghie affilate «Artigli...INCROCIATI!!!»
...per poi piombare
con tutta la velocità e la forza. Il suo fendente
sollevò
un geyser di terra e di petali, da cui LadyWizardmon dovette pararsi
gli occhi. Quando il turbine si diradò, la tomba era un
po’ scomposta...
...ma almeno sul letto
di fiori tonfavano Grassmon, Vapormon, Fogmon, che esclamarono in coro
«MAESTRA!!!»
...Stillymon, e Orphanmon che gridarono
«Beelzemon!!»
Quest’ultimo
planò solennemente, mormorando «...bene, il
problema
è risolto!» col tono di un eroe tenebroso.
LadyWizardmon
boccheggiava incredula alla loro vista, mentre le correvano incontro
«...CI SEI MANCATA COSI’ TANTO!»
«A-Anche
voi!» disse con voce rotta dalla commozione, per poi
esplodere
«ANCHE VOI MI SIETE MANCATI COSI’ TANTO, PICCOLINI!
Venite
quiiiiii!»
Le saltarono tutti in
braccio, facendola ruzzolare tra i fiori «Ahhh, la maestra
vostraaa!!! CHE GIOIA RITROVARVI! Che gioia...grazie, grazie!!! Meno
male che è andato tutto bene!!! OddddddDDDiiio, quanto sono
stata preoccupata!»
Beelzemon li guardava a distanza, con un dolce sorriso.
«Maestra, non
sai quante avventure abbiamo da raccontarti!»...«Il
viaggio
sulla terra è stato...da giramento di testa!»
Ma d’un tratto
l’insegnante scattò con una belva, cambiando
completamente
atteggiamento «Voi che siete scappati senza lasciare niente,
se
non uno stramicio biglietto...»
«Ihmp!» i
cuccioli balzarono un tantino terrorizzati «M-Maestra non
essere
arrabbiata con noi!» ma questa iniziò ad agitare
l’asta «D-DISGRAZIATI, adesso vi sistemo
io!!!»...«Si salvi chi
puòòòò!!!»
saltarono tutti insieme, e
lei iniziò a pestare qua e là un po’ a
casaccio,
peggiorando il già preoccupante stato del terreno del
cimitero
«SCAPPARE COME PAZZI!!! IN UN MONDO SCONOSCIUTO!!! I
CINQUE...STUPIDI!!!»...«Maestra, tutto quello che
vuoi, ma
non urlare, ti prego!»...«C-Ce l’hai
detto tu che al
cimitero non si strilla! Svegli tutti i morti! E io ho taaanta paura
degli zombie!»...«VE LI DO IO GLI ZOMBIEEE!!!...
...ADESSO VI CI
RIMETTO LA’ SOTTO!! SOLTANTO DEI PAZZI SCRITERIATI POTEVANO
FARE
UNA PENSATA SIMILE! AVREMMO RISCHIATO DI MORIRE TUTTI, TUTTIIII! VOI!
LA’ SOTTO! ED IO...
...che vi sono venuta a cercareee...»
Stillymon si fermo,
commossa «...maestra, se ti abbiamo messa in pericolo a noi
dispiace: noi...
...ti vogliamo tanto bene.»
A quel punto, come un
nemico sconfitto, LadyWizardmon lasciò cadere
l’asta tra i
petali, e con passo barcollante si avvicinò a loro
«Piccoliiiiiiiiini, non ci creeeeeeeeedo!»
stringendoli
tutti e cinque in un solo abbraccio «Hai perso i tuoi guanti,
maestra...» segnalò Orphanmon, ma lei
«Quelli li ho
persi per colpa vostra, me li dovete ripagare
voi!»...«Beelzemon ti ha aiutato? Ha fatto
esplodere la
terra del cimitero per salvarci tutti?»
«Beelzemon...» pronunciò ammirata
LadyWizardmon...mentre lo vedeva andar via solitario, come una sagoma
scura tra gli alberi «...senza di lui...non so come avrei
fatto...» pronunciava assorta, con i cuccioli tra le braccia
«...sapete piccolini...? Quel Digimon che vedete andar via...
...ha perso qualcuno
di molto importante. La sua domatrice. Quella che voi non avete ancora
trovato. Per questo noi dobbiamo stargli...molto vicino.»
«Come la sua
domatrice?!» balzò a terra Orphanmon incredulo
«Non
parlerai di mamma Jeri!!»
LadyWizardmon strinse
gli occhi «...come l’hai chiamata,
Orphanmon?»
Ma un arrivo
improvviso infranse la loro tranquillità «Fermi
lì,
Digimon! Mani in alto!!»
«Ahhh!»
LadyWizardmon trasalì, e si parò sui suoi alunni
quando
si vide circondata dai fucili di uomini in tuta
«LadyWizardmon...» pronunciarono consultando un
apparecchio, mentre i piccoli gridavano spaventati «Cosa
vogliono, maestra...?» e lei «Shhh, per
carità
bambini, nascondetevi!!»...«Noi non ti
lasciamo!»
ribatterono loro, mentre gli uomini in divisa avanzavano «Sei
accusata di aver sparato a un ragazzo in un panificio
cittadino.»
«Che
cosa...?» dilatò gli occhi la Digimon, e il
piccoli in
coro «COOOOOOME?!»
Ma gli agenti
sfoderarono la prova «Questo guanto appartiene al tuo
costume,
no? Lo abbiamo trovato sul luogo dell’attentato! Dobbiamo
arrestarti e portarti al Centro ricerche!»
Stillymon gridò
«No, maestra!! Non voglio che ci separino un’altra
volta!» ma lei supplicò con le lacrime agli occhi
«Bambini, scappate...m-mettetevi in salvo, questi terrestri
non
debbono prendervi!» ma d’un tratto
«AAHHH!» fu
intrappolata dai lacci luminosi «No, maestra!!»
«Forza, portiamola via.» ordinarono gli agenti.
«BAMBINI,
SCAPPATE!» gridava lei, e i suoi carnefici «Cosa
facciamo
con i piccoli alunni?»...«Sono un pericolo,
potrebbero
essere contaminati...
...sopprimeteli! Del
resto sono troppo piccoli per essere studiati, a differenza di
lei.»
«Avete sentito?!
Presto, scappiamo ragazzi!» si dissero i piccoli, quando si
videro i fucili puntati.
Nella loro corsa a
perdifiato decisero «N-Non ci resta che chiedere aiuto a
Beelzemon...»
Asanuma si accingeva a
uscire con IceDevimon «E mi raccomando...questa volta niente
contestazioni su ciò che dispongo, sono stata
chiara?!»...«...sì, sì...me
l’hai
già ripetuto venti volte! Ai tuoi alunni non tornavi
noiosa?»...«Ihmf!!...sei solo un
villano.»...«Ma per tua sfortuna sono il tuo
Digimon...»
La donna si
avviò oltre la porta, ma lui quando stava per seguirla
«Aspetti!»
«Uhm?»
Akiko sbucò dal
buio, col suo consueto sguardo orgoglioso «Dove sta andando
assieme a mia madre, IceDevimon?»
Il Digimon sembrava
nervoso in sua presenza, le dava le spalle spalancando le sue ali
gelide «...ti ho detto mille volte che non devi intrometterti
in
queste faccende, sono cose da grandi! O vorresti dirmi che non hai
forse paura del pericolo e della morte? Ecco! Ecco di cosa ci occupiamo
io e la tua...mammina.»
«Lei è...
...il nuovo fidanzato
di mia madre?»...«Cosa?! Come ti viene in
mente?!!»
sobbalzò IceDevimon, e lei «Guardi che io sono
abbastanza
cresciuta, so cosa sono i genitori divorziati, e so che i miei lo sono,
esattamente come so che in questi casi...i coniugi finiscono
puntualmente per risposarsi!»...«Ti ho detto di
chiudere il
becco con simili sciocchezze!! Io sono un Digimon, capito? Un Digimon,
abbi un po’ di rispetto!»...«Che vorrebbe
dire? Che
lei non può sposarsi? Voi non siete capaci di
amare...?»
IceDevimon
chinò il capo “Perché questa ragazzina
mi mette a
disagio...? Non lo hanno fatto Digimon immensi, ma lei...con il tuo
tono perentorio ed i suoi occhi più adulti della sua
età...mi fa smarrire tutte le mie certezze.”
«L’amore e
la potenza sono inversamente proporzionali, piccola Akiko. O
l’uno o l’altro, la scelta è una
sola!»...«E lei cosa ha
scelto?»...«Ti
riferisci a tua madre?»...«Di mia madre lo so! Io
mi sto
rivolgendo a lei, “signor
Digimon”!»...«Uhm?!...
...la potenza, se
ancora non si vede.»...«E perché non
l’amore?»
IceDevimon si bloccò, dandole le spalle.
«Non ha una risposta da offrirmi?»
Egli procedette oltre
la porta...e nessuno poteva sapere cosa celava tra i pensieri.
“Come posso
biasimarla...IceDevimon...” pensò Akiko
“...se sono
la prima a ignorarlo per me stessa. Non so quale corso voglio dare alla
mia vita!” guardando i palmi delle sue piccole mani, che
serrò con orgoglio “E mentre sono qui a decidere,
la vita
scorre fuori da questa casa buia...
...tu apri le ali, e
insegui le tue mete, che si miscelano a quelle di mia madre e mille
altre creature. La vita è un vortice
d’obiettivi...come si
fa a dedurre una risposta? Tu mi parli del potere...mentre quella
Digimon, LadyWizardmon...
...quella notte mi
sussurrò di sentimenti sopiti. Chi fra voi due ha
ragione...?”
Raccogliendo un Ipad,
con cui seguire in diretta il volo di IceDevimon e sua madre, e la loro
missione...
In un balzo, si
aggrapparono alle sue ali e alla lucida corazza scura
«Beelzemon,
aiutaci!!!»...«Dei terrestri malvagi hanno
catturato la
nostra maestra!!!»
«Cosa?!
LadyWizardmon?! Oh no, bambini, spiegatemi tutto! Io...vi prometto che
vi aiuterò!»
...ma volgendosi
un’ultima volta verso la tomba di Akemi “Oh no,
adesso come
faccio? Io non ho più un domatore!” (fine-canzone)
Stando attenta a non
farsi vedere, Jeri sporgeva dal vicolo per osservare il panificio
Matsuki...
«Potete entrare
se volete! Se proverete i nostri nuovi dolcetti poi vi leccherete i
baffi!» reclamizzava il bambino sulla porta, ma due
interdette
signore rifilavano un sorriso cristallizzato «...eheh, magari
un’altra volta ragazzino...» lasciandolo deluso, ed
allontanandosi mormorando «Lasciamo stare, con le storie
inquietanti che circolano su questo luogo potrebbero anche essere
avvelenati!»
A Nakao calavano le
braccia «Oh no, così proprio non va...se va avanti
in
questo modo come faremo a pagare questa cifra?» sfoderando un
foglietto spiegazzato, e calandosi gli occhialoni nonostante non si
trattasse di un documento digitale «Ci porteranno via il
negozio...e anche la casa! Sarebbe proprio una beffa, sopra a quella di
essere morti! Se non mi faccio venire alla svelta un’idea
commerciale, la banca stavolta ci spezzerà in
due!»
rientrando nel negozio (lo si udiva chiamare
«Papà! Devo
parlarti!»)
Jeri assunse
espressione apprensiva «Oh no, al negozio di Takato non se la
passano per niente bene...il problema è che se anche volessi
non
potrei aiutarli, io sto messa peggio di loro! Sono rimasta
completamente senza soldi, e se non mi arrangio con qualche lavoretto
per stasera non avrò neanche la
cena!»...«Scusa.»...«Ohh!!»
sussultò la ragazza, benché ad interpellarla
fosse stata
un’innocua vecchietta «Signora...mi ha fatto
paura.»...«Perdonami, non volevo cara. Ti ricordi
di
me?»...«S-Sì...»...«Tu
sei la ragazza
che faceva le unghie, giusto?»...«E’
corretto,
signora...» replicò Jeri, scorrendosi nervosamente
la mano
tra i capelli «...sono proprio io.»...«Ho
provato non
sai quanto a cercarti! Ma al numero che avevo non rispondevi
mai.»...«M-Mi perdoni, ma ho avuto alcuni problemi
familiari. Aveva bisogno di qualcosa?»...«Mi
occorrerebbe
tanto che tornassi a farmi il tuo servizio! Io so di non essere una
bella ragazza, e magari la tua professionalità
può
sentirsi frustrata. Però, anche alla mia età, ci
tengo a
mantenere un aspetto curato e tu sei così brava! In ogni
caso se
in questi giorni sei impegnata-»...«No no, sta
scherzando!...vengo volentieri, ho davvero bisogno di
lavorare.»
La vecchietta sorrise
«Sei davvero gentile...» regalandole una carezza
«A
questo proposito, non è che potrei approfittarne? Mi
aiuteresti
ad attraversare la strada? Sai, cammino con sempre più
difficoltà, la mia banca è poco distante da
qui...»...«Ma certo...si appoggi al mio
braccio.» si
offrì la ragazza...
...e quando ebbe
aiutato la signora «Ah, grazie. Meno male che ti ho
incontrata.
Dovevo fare un prelevamento importante. Sai? Mia nipote si
sposa...»...«Ah...felicitazioni!»
provò a
sorridere la ragazza «E’ sempre bello quando
qualcuno si
sposa...»
...ma gli occhi di
Jeri scivolavano spontaneamente alla borsa della signora, non mancando
di notare che era di una certa classe.
«Ho pensato di
regalarle un viaggio da favola! Certo, è un po’
costoso di
questi tempi. Ma io sono sola, e da quando sono rimasta vedova mi piace
far felice i miei nipoti con questi...diciamo...piccoli pensieri! Sono
fortunata a poterlo fare...
...con quello che mi
ha lasciato mio marito almeno possiamo dormire sonni tranquilli, in un
periodo tanto duro. A-Accidenti, con queste tesserine elettroniche
è sempre la stessa storia, non mi ci raccapezzo mai. Ahhh,
ma tu
sicuramente starai ridendo di me! Una ragazza giovane come te di certo
ha queste nuove tecnologie sulla punta delle
dita.»...«...ma no, cosa dice...
...allora? Quando
prendiamo appuntamento per le unghie?» domandò la
ragazza,
ma nel frattempo aveva registrato ogni movimento
dell’anziana,
restando in particolare colpita dal denso ammontare di banconote
risultato dal prelevamento...
«Takato, hai
bisogno che ti aiuti?» chiedeva Kazu nella stanza
d’ospedale, ma il suo amico mormorava fondo «No,
devo
farcela da solo...
...a-a cambiarmi, e ad uscire da questo ospedale...
...ad uscire sul mondo esterno...
...a continuare questo
maledetto gioco...» mentre lottava contro lo sforzo per
rivestirsi da solo.
Kazu aveva sguardo
ammirato, e mormorò con Kenta seduto accanto a lui
«...osserva, nonostante tutto è il solito di
sempre: vuole
lottare, per superare anche questo ostacolo.» e
l’altro
«...se poi ti dico come se n’è uscita
mia moglie
stamattina ti faccio ridere: quando le ho detto che si erano lasciati,
lei “...allora festeggiamo! Popcorn a
volontà!!”» Da parte di Kazu un sorriso
un po’
interdetto «Certo che...per tua moglie ogni scusa
è buona
per mangiare!» ma l’amico si mantenne serio
«No, il
cibo non c’entra stavolta e tu lo sai...la verità
è
che non poteva soffrire il comportamento di Jeri, ed ha
ragione!»...«Kenta...dobbiamo fare qualcosa...
...Jeri sta male. E
questa è una faccenda seria.» Kenta
raddrizzò la
schiena «Me ne rendo conto...ma non sarà per
niente
facile.» tossicchiando poi per dissimulare, e rivolgendosi
all’amico «Takato! Senti, poi hai pensato se
accettare o no
l’invito di Mitsuo e Riley...?»
Il ragazzo
abbassò lo sguardo «A dire il vero no...non so
cosa fare
amici...»
Mentre fuori dalla stanza...
...presso i distributori automatici, Cindermon sospirava
«Ahhh!...
...il medico dice che
dovrei portarlo da uno SPECIALISTA!» e Yuki lì con
lei
«Per forza! Quella gli ha fatto fumare completamente il
cervello
con tutti i suoi impicci e intrighi!»...«Ma io non
posso
scaricarlo da uno strizzacervelli, Yukiii...!»
mugolò
Cindermon, spiegandosi poi «Se cominciamo adesso...
...Takato si
ritroverà fra tanti anni dipendente da medicinali!
Imparerà così a far fronte alla sua rabbia: a
suon di
calmanti! Io lo so come funziona!! Mio padre si è rifiutato
di
farmi curare quando ero ribelle, e mandavo in frantumi tutto quello
trovavo perché era morta mia madre!...
...se Takato
inizia a impasticcarsi...troverà rifugio in quello ogni
volta
che vivrà un dolore, e io non voglio! Io voglio che guardi
in
faccia la vita, che specchi gli occhi nel sole, senza paura!...
...ha avuto la forza
di superare i suoi esaurimenti adolescenziali. Io non gliela cedo
questa a Jeri Katou...io non le cedo la tempra di
Takato!»...«Mi sembra un discorso...incredibilmente
maturo,
da vero Digimon.» ammise la paffuta biondina, molto seria in
volto «...dici davvero
MarineAngemon?»...«Sì e
non te lo dico solo come collega digitale: ma te lo dico soprattutto
come quella che sono sopra a ogni cosa, e cioè una moglie. E
una
quasi-madre.» Cindermon celò uno sguardo
malinconico
«...la tua posizione è
diversa...»...«In
questo caso non ha importanza, vale qualsiasi tipo di affetto!
Amicizia, amore, vincolo di sangue! Questo è il rispetto
della
dignità di una persona. E la premura...verso il suo futuro.
Fai
bene, Cindermon: quella Jeri non merita di distruggere il tuo domatore.
Lui si rialzerà, e lo farà grazie a
te.»...«Secondo te io cosa devo fare?
Consigliami!»...«Innanzitutto portarlo via da
quella
casa!»...«Tu dici??»...«Di
sicuro, è
essenziale! I suoi genitori lo hanno scaricato? Allora tanti saluti,
ormai è maggiorenne! In fondo tanti ragazzi sono stati
costretti
a questa tosta decisione, ma alla fine è servito per
crescere!» L’altra fremeva fra i suoi sospiri
«...sì lo sooo, Mitsuo e Riley ci hanno anche
offerto
ospitalità! Ma...ptsss! Resta il problema di quel fratellino
morto! Lui si è stanziato lì, ed il
papà è
CONSENSIENTE!»...«Beh allora non guardare me, io
sulle
bacature della gente non so cosa dire! E’ così
già
per il mio popolo, figurati con i terrestri!» ma fra di loro
si
infilò Guardromon «Scusate? Potrei prendere una
merendina
per Takato? Mi fa pena, sembra così triste.»
Cindermon sorrise,
carezzandogli bonariamente la testa metallica «...sei proprio
carino.» e Yuki «Ma certo Guardromon! Anzi non
spendere
vai, ti dò la mia!»...«Davvero
MarineAngemon?
Grazie!»...«Ci mancherebbe! Dovete sapere che da
oggi mi
sono messa a dieta, ma non so se riuscirò in questa impresa
titanica...!» Cindermon replicò «Beh
allora quanto a
questo ti risparmiamo lo sforzo, e andiamo a mangiarla dentro,
così non ti viene fame!»...«Eheheh! Dici
che
è meglio eh? Onde evitare pericoli! Vai vai, io vi raggiungo
dopo.»...«Ah!...grazie,
eh?»...«Figurati, non
c’è di che!»
Le due Digimon si sorrisero amichevolmente.
Takato spiegava ai
suoi amici «Cindermon è d’accordo,
suggerisce di
andare a stare da Mitsuo e Riley. Io da un lato vorrei
però...» volgendo sguardo ardente
«...dall’altro mi subentra
l’orgoglio!!»
...nel frattempo entrava la sua Digimon, assieme a Guardromon...
«Voglio guardare
in faccia i miei genitori, entrambi! E chieder loro perché
mi
abbiano lasciato qui a marcire!! Senza contare...che non voglio darla
vinta a tutti coloro che mi credono sparito, o di nuovo ingrassato! Io
sono vivo, e perfettamente presentabile!! Jeri non deve pensare di
avermi abbattuto, io voglio che mi veda a casa...!!»
Ma a quel punto
Guardromon esultò «Perfetto! Così
potrai conoscere
anche l’amico rapper di tua mamma!» Kazu gli
tappò
la bocca «Zitto Guardromon!!» ma ormai era troppo
tardi...gli sguardi di Kenta e Cindermon si incrociarono, scivolando
criticamente su Kazu in cerca di ragguagli «L-Lo so, stavo
per
parlarvene...!» mentre Takato squadrò il robottino
«...a chi ti stai riferendo, Guardromon?!»
Guardromon si
liberò dalla presa ed illustrò entusiasta
«L’ho conosciuto stamattina, abbiamo incontrato tua
mamma
tutta vestita da rapper! Sembrava molto contenta, e ha detto che in
giornata sarebbero andati a casa! Lui è
simpaticissimissimo...e
la tua mamma ha spiegato che è una specie di figlio, infatti
da
oggi andrà a stare da te!»
Kazu si portò
il cappello sulla faccia, e Cindermon rabbrividì
«...T-Takato...
...t-ti
prego...» ma non riuscì a fermare
l’eruzione di
rabbia improvvisa del suo domatore
«COOOOOOSAAAAAA?!!!»
Tanto feroce da far quasi tremare la stanza...
(canzone: P!nk
- Long way to happy)
Kenta proruppe nel
corridoio «Yuki, va a chiamare un medico!» e a lei
caddero
le merendine dalle braccia «Perché?! Si
è sentito
male?!»...«Non fare domande, chiama soltanto un
medi...» ma le risposte giunsero da sole,
all’udirsi del
grido del ragazzo «VOGLIO SAPERE COS’E’
QUESTA
STORIA!» che bastò alla titubante Yuki
«V-Vado!» la quale rischiò di inciampare
sugli
snack...
...e si lanciò
lungo il corridoio, a metà del quale incrociò
qualcun
altro «Mari!»...«Diamon, sei
qui?!»...«Ho
bisogno di parlare con mia sorella!»...«Brutto
momento:
abbiamo un problema!» (dalla stanza: «UN
RAPPER???!!!») ...ed le mani di entrambe alla bocca.
Kazu e Kenta lo
trattenevano «Takato per favore cerca di
calmarti!»...«N-No non voglio calmarmi, non voglio
e non
possooo!!!...
...qui siamo arrivati
a un punto limite, persino il rapper dentro
casa!!!»...«Non
lo conosciamo bene!» cercò di mediare Kazu
«Non
giungiamo a conclusioni affrettate!»...«NON SI
TRATTA DI
CONCLUSIONI AFFRETTATE, KAZU! Tutto questo è abbastanza
evidente...» scandì il ragazzo in preda alla
furia...
...ma in quel momento
giunse il medico «Che succede qui?!» volgendosi
verso
Cindermon «Possibile, signorina? Un’altra
crisi?!» ma
questa giunse le mani «Le giuro dottore che questa non
l’avevamo programmata, è stata un evento
accidentale!
N-Nemmeno io ho capito bene...cosa è
successo!»...«Conosce forse qualcuno che programma
le crisi
isteriche?!» la liquidò bruscamente il medico. Ma
Takato
lo accolse con ferocia «Se è venuto con la sua
consueta
siringa può risparmiarsela, perché io
tornerò a
casa che lei lo voglia o no!!!»...«Lei deve darsi
un’assestata se vuole in qualche modo tirare
avanti!»...«”TIRARE AVANTI”, ma
si rende conto
di ciò che ho appena saputo?! Io ero qui tra la vita e la
morte...
...E MIA MADRE SE LA
SPASSAVA CON UN RAPPEEER!!!» Kazu si aggrappò al
medico
«Dottore la prego non lo giudichi: è stato un
equivoco!» ed il medico «Comprendo che molti
ragazzi si non
si rassegnino al cedimento della loro famiglia e al fatto che un
genitore...possa avere una relazione con qualcuno più
giovane!
Magari un coetaneo dei figli!»...«No qui non si
tratta di
questo dottore!!» scandì ferreo il ragazzo,
avvicinandosi
a passo minaccioso «Mia madre non si è presa una
sbandata
per un giovane artista di strada, perché in questo caso, se
si
trattasse di amore, LO CAPIREI DI PIU’!...
...il problema...
...è che lei
non è innamorata di un rapper, ma del suo BRILLARE, quando
confrontato con MEEE!!!»...«Takato non dire
stupidaggini!» supplicò Cindermon, cercando di
afferrarlo
«Non sappiamo neanche come tua mamma l’abbia
incontrato!»...«Non sono stupidaggini Cindermon!!
Io sono
sicuro di quello che dico...
...MIA MADRE...vuole
mettermelo in casa...p-per propinarmi il modello perfetto di un ragazzo
che ci sa fare!! Ah, ma povera lei!..perché io...il suo bel
rapper...glielo restituisco...
...A
PEZZIIIIII!!!»...«Takato!»
chiamò la Digimon,
e anche Kenta «Takato per favore!»...«AH,
LASCIATEMI!!!...
...VOGLIO SAPERE IL
NOME! IL NOME DI QUELL’...ORROROSO BASTARDO, VOGLIO IL SUO
NOMEEE!!!»
«Inutile. Qui ci
vuole un sedativo.» decise il medico, e stavolta si fece
strada.
Cindermon non volle
guardare, ma quando si volse per uscire dalla stanza
incrociò
«Cind!»
...così non
poté fare a meno di buttarsi nell’abbraccio della
sorella
«Avevi ragione tu, Diamon...
...quella ragazza lo
ha rovinato! Ma se ora me lo fa impazzire io la ammazzo!! I-Io ti giuro
che quella la trascino per i capelli, se mi fa impazzire il mio
domatore!»...«Non dire queste cose!
Coraggio!!» la
incitò la sorella, carezzandole i capelli «Vedrai
che
tutto si sistemerà...»
Cindermon si
abbandonò al suo abbraccio, ma ad un tratto
sgranò gli
occhi «...aspetta che c’è
un’altra che porta
guai...u-un istante soltanto, Diamon!»
Così
andò incontro a quella ragazza pallida e dai boccoli rossi,
giunta in ospedale assieme a una signora in tailleur blu
«Rika!!...
...ma che hai fatto? Renamon, mi volete dire che succede,
insomma?!»
La ragazza
accennò debolmente «...ho...bisogno di parlare con
qualcuno, Cindermon. Mi chiedevo se Takato...poteva
ascoltarmi.»
ma la Digimon implorò «Questo è un
momento...terribile, Rika!! P-Per favore, abbi pazienza!»
«Perché
dici questo, Cindermon?!» chiese Renamon da dietro il suo
cappello blu «Takato non stava forse meglio?!»
Ma si udì dalla
stanza «SE MI AVVICINA QUELLA SIRINGA PEGGIO PER
LEIII!!!!!!»
Sicché la
domatrice e la Digimon si guardarono sconvolte, e a questa stette per
scivolare il cappello.
Il medico sembrava
aver somministrato il sedativo, ma il giovane ancora gemeva
«Mi
hanno sostituiiitooo! Quei m-maledetti mi hanno sostituito, mio padre
con mio fratello!! E-E ora mia madre con quel...rrrappper...!!!...non
li perdonerò maiii!!!»
«Non posso vederlo così Kazu...
...non ce la
faccio!!!» esclamò Kenta appoggiando il viso sulla
spalla
dell’amico «Sta calmo, Kenta. Dobbiamo far fronte a
questa
situazione...» compiendo un respiro profondo, mentre
Guardromon
si mangiava le dita «Kazu...è colpa
mia.»...«No, Guardromon, tu non volevi dire niente
di male.
Cerchiamo di restare compatti...
...sono cose che succedono, purtroppo...»
Seppur con gli occhi
stremati dai sedativi, Takato seguitava a lamentarsi
«Perché lo hanno
fatto...perchééé...?» (fine-canzone)
Una bionda fanciulla
sfrecciava a passetto svelto lungo le scale, ma era seguita da una
dragona dal passo pesante e massiccio «Ma Alice, per tutti i
draghi! Mi vuoi spiegare cos’era, prima? Ho sentito delle
grida
spaventose!»...«Non posso Gelsomon, devo scappare a
lavoro
e sono MORTALMENTE in ritardo! S-Senza contare che mentre
vado...dovrò pensare a una soluzione e...oh Dio, non so
proprio
come farò!»
La sua voce
tradì un lieve gemito, e di questo la dragona se ne accorse
restando dispiaciuta di non poter far niente.
«Una cosa
soltanto!» si volse di scatto la ragazza «Se
parlate con
Ryo...vi prego! Inventatevi qualcosa, voi Digimon avete sempre assi
nella manica! Non importa come ci riuscirete, ma dovete convincerlo a
curarsi!! Deve sottoporsi a quell’operazione, e...e...tentare
di
chiarirsi con sua moglie, sempre che sia ancora disposta ad ascoltarci
dopo ciò che lui le ha fatto credere su noi due!!»
ma
quando provò ad allontanarsi incrociò lo sguardo
di
Refrainmon, in piedi di fronte a lei «...beh? Cosa
c’è? Perché mi guardi in quel modo?!...
...hai intenzione di
farmi una scenata anche tu, per caso?!!» esclamò
la
ragazza esasperata.
Molto serio, il
Digimon dal cappello bianco accennò «Volevo solo
sapere se
tu e quel ragazzo...»...«...io e quel
ragazzo...!!!...non
stiamo insieme, A QUANTI ANCORA DEVO
SPIEGARLO?!»...«Mi
vuoi far parlare?! Volevo sapere...
...se c’era
qualcosa che potevo fare per aiutarvi. Ti pare che andrei a dubitare
proprio di te?!»
Alice rimase
imbambolata, due lacrime rigarono il suo volto...fino a che lui non la
condusse nel suo abbraccio. Tutta la stanchezza e la frustrazione di
quella giovane scolarono sulla giacca bianca, e le mani delicate di
quell’uomo evanescente scorrevano tra i capelli dorati in
un’amorevole carezza...
«...sono stanca, Refrainmon...
...stanca di tutto. Stanca di quest’incubo!»
«Lo so...» replicava lui con la sua nobile voce.
Mentre Gelsomon li
guardava con pena, e se avesse potuto avrebbe usato quello straccio da
spolvero come fazzoletto.
«...ti capisco
cara, ma devi resistere!» la esortò il Digimon,
prendendola per le spalle «Sei una ragazza forte...
...sei cresciuta, e
sei tanto maturata.»...«...tu credi che anche una
come me
possa farlo...?»
Lui la fissò
con intensità e rispetto, pronunciando «La
risposta
è davanti a me...»
Pur nella commozione, lo sguardo di Alice era grato per quelle parole.
Ryo li osservava
dall’alto, appoggiato alla tetra balaustra e perso tra i suoi
pensieri “Alice...sto sconvolgendo la tua vita con la mia
presenza, esattamente come l’ho fatto con la vita di
Rika...di
Renamon, e di fin troppa altra gente. Non so proprio quale potrebbe
essere il posto per me in queste condizioni! Certo che è
strano:
finché sei un eroe...tutti ti reclamano ed è come
se
fossi indispensabile. Ma quando sei malato, stanco...non più
utile...
...sei come un sasso,
che sembra affondare chiunque col suo peso gravoso...”
“Ryo...”
pensava però quella dragona, risalendo i gradini con lo
straccio
in mano ed il suo passo pesante.
Si guardavano da lontano...
...e lui non poteva
fare a meno di scorgere, oltre quel grembiule bianco, la tanto
familiare sagoma del suo passato.
“Com’è strana la vita. Ormai non
c’è
più angolo di questa buia casa in cui possa nascondere i
miei
sentimenti: mi sono innamorata di te...dalla prima volta che ti ho
visto. Da quando ti ho sentito parlare in quel caffè, ed io
ero
nascosta nella borsetta di Alice. Eh certo, non potevo mica restare
indifferente alla tua grande nobiltà! A quei pensieri
profondi,
che poche altre volte mi è capitato di ascoltare...
...ma io sono solo una
dragona ignobile dallo straccio in mano. Io non ho niente di quella
bella di cui sei innamorato, e per la cui mancanza ora stai soffrendo.
Lo so, ma non mi importa...” pensava Gelsomon...mentre lo
vedeva
carezzare il suo anello nuziale a forma di volpe, con lo sguardo
rassegnato con cui si saluta un periodo trascorso.
“...quello che
invece più mi addolora, è non essere io quella
creatura
che ti accompagna dall’infanzia, benché per ironia
della
sorte ne abbia il medesimo aspetto. Ma una corazza nera, denti aguzzi e
qualche artiglio smussato dai lavori domestici...non bastano a
sostituire una collezione di ricordi. Io per te sono pur sempre
un’estranea. Non di certo qualcuno con cui parlare e
confidarti...anche se lo vorrei. Così come vorrei spiegare
le
mie ali, per andare a ripescare, dal vortice di fantasia ed
incomprensioni, nient’altri che quel fannullone di mio
marito, ma
non tanto per me! Io lo farei per te...
...per restituirti il
tuo Digimon...in quanto Alice si illude, ma io invece sono certa che
lui sarebbe il solo, ora...a poterti convincere a lottare ancora per la
tua vita...!!”
Le lacrime della Digimon luccicavano nel buio...
...mentre Ryo
«Ohh...?» udì accanto a sé il
tintinnio
sottile di quello che sembrava il campanello di un gatto. Alzando lo
sguardo, si accorse che si trattava di uno dei gioielli della creatura
in rete nera «E così...ti sei rifugiata qui. Sei
uno
spirito, dì la verità.» disse il
ragazzo,
aggiungendo «Questa notte ho consultato internet...e ho letto
la
notizia: sembra assurdo, ma con tutto il trambusto della nostra vita
non avevamo potuto badarci! Eh già...» tornando ad
appoggiarsi alla ringhiera, assumendo sguardo assorto
«...devi
sapere che io e i miei amici avevamo una vita...
...da collasso. Beh,
loro la hanno ancora...»...«E tu...?»
chiese
Iasugnumon, e lui con un sospiro malinconico «Io? Oh beh,
no...
...adesso posso dire
di essere come te.»...«Ne sei proprio
sicuro...?»
accennò lei. Ryo si volse stupito, seguitando ad ascoltarla
«Puoi anche ripeterlo a te stesso, ma sappiamo che non
sarebbe
vero.»...«Pfff...
...che differenza
c’è fra una vita che sta per concludersi, ed una
che
invece si è già
esaurita?»...«Non è
stato questo...che ti è stato detto dal dottore. E posso
affermarlo anche se non mi trovavo lì in quel momento! Lo
leggo
dai tuoi occhi...perché coloro che apprendono che il loro
destino è segnato, cercarano di concentrare nei loro ultimi
giorni tutto quel che può salvarsi. Tu invece Ryo hai gli
occhi
di chi si trova di fronte a un baratro...e ha paura di
saltare...»
Ryo smarrì lo
sguardo nel vuoto oltre la balaustra «...e dire che un tempo
non
mi facevano paura i burroni, anzi li amavo! Poiché sapevo
che
quando saltavo...c’era il mio Digimon a sostenermi...
...ma ora è diverso, Iasugnumon! Mi sento solo...
...solo al punto da
credere...che non ne valga la
pena.»...«Perché hai
allontanato tua moglie?! Quella ragazza ti ama
sinceramente...»
espresse lo spirito in abiti aggressivi, ma il ragazzo
replicò
«Proprio per questo!...
...perché lei
mi ama sinceramente! Rika non merita, dopo aver lottato tanto...
...di vedere che una
brutta malattia consuma lentamente quel giovane da lei amato. Tu non
puoi saperlo...ma il dottore mi ha fatto delle previsioni
agghiaccianti, dice che anche se asportassero il tumore...»
...mentre Iasugnumon
sfiorava con pena il campanellino dorato che portava al collo...
«...potrei
rimanere compromesso per sempre, invalido su una sedia a rotelle,
oppure sfigurato! Bel servizio per Rika...
...la quale...in
questi anni è diventata una ragazza onesta e altruista...
...troppo onesta...
...da non riuscire a sfilarsi questo maledetto anello digitale!...
...»
«Rika, sei
sicura...?» chiedeva Renamon celando il suo muso sotto il
cappello blu, e la sua domatrice, seppur molto affaticata
«Sì...devo andare a vedere come sta Takato, non
posso
abbandonarlo in questo momento, lui...non lo ha fatto...quando io ero
distrutta! Adesso è il mio turno, nonostante...tutto
ciò
che mi è successo...»
La Digimon in tailleur
la seguiva con sguardo apprensivo mentre entrava in quella stanza...
Nel frattempo
Cindermon sospirava, in compagnia di Kenta e Kazu al quale chiedeva
«...senti ma tu...sei proprio sicuro di non aver sognato
quando
ha visto la madre di Takato...vestita da...
...! Ah, non riesco
neanche a pronunciarlo.»...«Sì, da
cantante rap? No,
non ho sognato, anche se mi piacerebbe tanto averlo fatto, dopo aver
visto come ha reagito Takato.»...«Ma è
una cosa
completamente assurda!» obiettava Kenta, aggiungendo
«Lei
ha già un figlio, e Takato ha rischiato di morire! Hanno il
problema del piccolo Nakao, e lei va a portarsi un altro ragazzo a
casa?!»...«Sentite, cosa devo dirvi: so solo che
quando
l’ho vista...l’ho guardata bene, perché
non ero
sicuro che fosse lei! Insomma, Kenta, Yuki...voi capite che intendo! La
mamma di Takato...beh, insomma! Non mi pare il tipo da queste
stravaganze.» al che la robusta biondina ipotizzò
«Non è che a questa quando hanno sparato al figlio
ha un
po’ girato il cervello?» e suo marito
«Ascolta
Kazu...mi hai detto che l’hai guardata
bene.»...«Sì, e allora?»
Kenta a quel punto si
aggiustò gli occhiali, ipotizzando «Ed hai
guardato bene
anche lui...?» attirando gli sguardi degli altri tre
presenti.
Kazu rispose «...sembra...un normalissimo
ragazzo...»...«Scusa se insisto, ma ne sei
sicuro?»
Yuki domandò «Kenta, che cosa intendi
dire?» ed il
giovane abbassò il tono «...non dimentichiamoci
che siamo
qui perché una figura non identificata ha tentato di
compiere
una strage a casa di Takato: e se sotto le spoglie di un ragazzo si
nascondesse un Digimon? Che ha raggirato la signora per farsi
accogliere in famiglia...?» Cindermon sobbalzò
«Oh
no, così sarebbero tutti mortalmente in
pericolo!!» e Kazu
«Però dopo tutto non è da escludere,
ragazzi!»
La ragazza digitale
affondò le sue mani nel ciuffo rosso «Ma dico:
come
può essere venuto in mente alla signora, già con
tutti i
problemi che abbiamo, d-di avvicinare uno sconosciuto e di portarselo a
casa!!!»...«Dice che le ha salvato la
vita...»
svelò Kazu, ma Kenta sottolineò «Questo
non esclude
la mia ipotesi.»
L’angoscia si insinuava lungo i loro volti...
...mentre Rika avanzava verso il letto del compagno sedato
«Ri...ka...
...che cos’hai?
Hai pianto, lo vedo...» disse debolmente Takato. E la
ragazza,
con pacata ironia «...beh! Tu non stai messo meglio...
...inutile dirlo,
compagno mio, la nostra guerra ci lascia addosso i medesimi
segni.» mentre avvicinava lo sgabello per sedersi.
«...cosa...suc...cede, perché Ryo...non
è con
te...?» si sforzava a chiedere Takato, e Rika
smarrì lo
sguardo «Non lo so...»
«...perché dici questo...?»
Rika piegò appena le
spalle, e poi lo scrutò «E tu...? Che fine hai
fatto fare
a Jeri, o per la precisione...che fine lei ha fatto fare a te. Vedi
Takato? Non sei cambiato...
...tu non puoi mai
starmi dietro, e appena puoi non perdi occasione di imitarmi.
Cos’è? Sempre per via di quel sogno?!
Quando...sotto
un’onirica pioggia battente ti sono apparsa come
una...straordinaria domatrice? Pfff!...ahahah, mi fa quasi ridere
ripensare a quella storia. Ma potevi guardarmi un po’ meglio,
già da quel sogno? Eh?? Anziché fissarti sulle
prodezze
di Renamon, potevi guardarmi in faccia? E realizzare una buona
volta...”ma no...questa disgraziata lasciamola perdere, tanto
non
è buona a niente!”»
«Perché...parli in questo modo? Mi
spaventi...»...«Ma ti assicuro che non è
questa la
mia intenzione, amico mio...» ironizzava la ragazza con le
lacrime agli occhi, nel gesto continuo di giocherellare col suo anello
a forma di drago «...io cerco solo di farti riflettere sulla
verità.»...«...dimmi che non
è come sto
pensando...»...«No no, invece confermo proprio la
tua
intuizione! E’ quello che vedi...puf, silurata! Il mio
matrimonio
non ce l’ha fatta a reggere un mese, del resto si sapeva! Ora
non
farmi credere che con Henry, Terriermon...Guilmon, Calumon non avete
mai fatto la battuta, a suo tempo, che quell’acidona di Rika
se
lo sarebbe sognato un marito, col carattere che si ritrovava! Detto
fatto: il futuro ha confermato l’ipotesi! Un anello
l’ho
rimediato, ma il tempo minimo di durata credo che batta...
...tutti i record, è strano sai? Non riesco più a
sfilarmelo...
...prima ci ho provato
e sono svenuta.» ed una lacrima scendeva sul suo viso,
benché cercasse di sorridere «...ironia della
sorte,
finora non mi ero mai posta il problema visto che me lo tenevo
anche...quando dormivo. Alla fine ci ho provato a fare la romantica!
Risultati disastrosi, è meglio che mi dia
all’ippica di
questo passo...
...peccato che con il
mio ineguagliabile flusso di fortuna abbia contagiato anche Renamon,
del resto era inevitabile: la biodigievoluzione fonde dello spirito...e
a quanto pare anche nel destino, tanto è che ho fatto
saltare
anche un matrimonio stabile come il suo! Ahhh...
...sono proprio incorreggibile, eh Takato?»
Ma era arduo
descrivere la sofferenza, e l’incredulità sul
volto di
quel ragazzo che ora si sforzava ad alzare la debole mano per
confortare l’amica, la quale non lo fece affaticare
perché
si piegò ad afferrarla, parlandogli con dolcezza
«E tu...?
E tu che ti sei fatto ingannare da Jeri? Quella ti ha rivoltato come un
calzino, Cindermon mi ha accennato qualcosa qua fuori, persino la
gravidanza finta...uhhh, roba da annali. Certo che...
...io e te è
meglio che ce la diamo a gambe, o altrimenti anche il matrimonio di
Henry e Rea avrà vita breve! E’...sorprendente, la
gente
si fidanza, si sposa...e noi? Mah, sarà che abbiamo giocato
troppo con i Digimon. Siamo guerrieri duri...ed esseri umani falliti,
dovremmo commutare in dati la nostra natura. E trasferirci su
Digiworld, a fare gli eroi dei cartoni ma sai che ti dico? Non
funzionerebbe: combineremmo guai anche lì, e ci
continueremmo a
innamorare. Anzi! Sono più precisa, a spasimare per coloro
che
ci siamo ficcati in testa e nemmeno...la più fragorosa
esplosione degna della scena più epica riuscirebbe a
estirparci
dal cervello, io per prima con il mio...”domatore
leggendario”.»
«Perché è andata così,
Rika...?»
«Questa è
una domanda da un milione di dollari!» alzò le
spalle, in
un sorriso commosso (canzone: Syria
- E' meglio) «Si può solo tirare a
indovinare, io stessa non è che abbia capito bene, comincio
a
realizzare di essere un po’ stupida: credo...in soldoni di
essermi resa assolutamente insopportabile, come una vecchia signora
assillante che ti scarica la sua famiglia da accudire
anziché
fare la moglie. Dev’essere stata la malattia di mia nonna!
Sì, forse senza accorgermene sono rimasta a letto...a
dormire
beatamente, e ho lasciato a mio marito il lavoro sporco...
...sì, forse
è così, sai cosa penso? Io non sono portata per
queste
cose...
...sono negata per i
lavori domestici, per la premura che distingue una brava sposa, e
forse...
...s-se avessi figli
sarei anche una madre disastrosa. Uuhhhh...”figli”,
“figli di Rika”...questa sì che
è proprio una
barzelletta! Quando mai li avrò?»
Takato versò
una lacrima, e disse «...sai, penso che neanch’io
li
avrò mai!...
...i-il mio unico
figlio era un inganno...»...«...invece...i miei
figli sono
immaginazione. Che bei bambini i nostri, eh? Che dici, li facciamo
giocare assieme...?»
Dopo quelle parole si strinsero in un abbraccio di tristezza e
affetto...
Renamon scrutava la
sua domatrice dalla porta della stanza, versando una lacrima per lei...
«...nell’istante in cui venisse a sapere quello a
cui sono
destinato...» svelava Ryo a Iasugnumon «...non ci
penserebbe due volte, accetterebbe di assistermi fino
all’ultimo!
Metterebbe del tutto da parte la sua vita...
...mi aiuterebbe a
mangiare, farebbe a botte con i medici affinché avessi tutte
le
agevolazioni! E sarebbe capace...
...di scendere ai
compromessi peggiori pur di avere i soldi per curarmi. E io non lo
voglio!! Non è stata questa la nostra storia, fino a
adesso...
...io ero quello che
si esponeva per lei...che affrontava i rischi peggiori per
proteggerla!»...«Ci sono momenti della vita in cui
i ruoli
si scambiano...» rispose la Digimon nel tintinnio del suo
campanello, svelando con sguardo malinconico «Se solo potessi
tornare indietro, e cessare di essere soltanto uno
spirito...»
serrando i suoi artigli...
...nel ricordo di un
guerriero con l’armatura iridescente che si lanciava a
proteggerla...
«...per
prendermi io quel colpo mortale lo farei senza esitare, pur di
restituirlo a coloro che gli volevano bene! A quei terrestri che erano
per lui come dei genitori...»
«Ma forse lui
non lo vorrebbe. Ci hai mai pensato?» disse Ryo, lasciando
Iasugnumon spiazzata.
«Dovete pur
lasciarci quel ruolo che è stato la molla per ogni nostra
iniziativa. La spinta per continuare a vivere! Io ho promesso a me
stesso che se mai fossi morto...lo avrei fatto per difendere Rika,
consacrando la mia esistenza al nostro amore. E invece rischia di
verificarsi il contrario, a causa di questa dannata malattia!!! Io non
lo permetterò mai!» picchiando un pugno sulla
ringhiera
«Tutto, ma non costringerla ad una vita di agonia accanto a
un
mostro deforme, e inerte!...
...piuttosto che
questo...preferisco che lei mi creda un mascalzone! Che l’ha
tradita per pura immaturità, ne ha conosciuti tanti fra
questi!
Lei ci è abituata.»...«Tu non sei uno
dei
tanti...!» obiettò la ragazza-gatto, e Ryo
«...ma
non sono neanche così speciale. Non sono niente...che non
possa
essere dimenticato, come mille altri migliori di me! E questo anche
Alice deve accettarlo!!! Perché lei si oppone alle mie
scelte, e
insiste affinché tenti un’inutile cura? Tu lo sai
questo...? Dimmi la verità. E’ forse per via...
...del suo Digimon?»
Osservando la ragazza tra le braccia di Refrainmon, nella sala
sottostante...
«...anche lui
è uno spirito come te...» disse Ryo,
interessandosi
«...forse lei soffre nel vedere me e Rika separati...come lei
e
Dobermon, a suo tempo?»
Ma il campanello
tintinnò «C’è
dell’altro. Esiste un
motivo per cui Alice ti esorta a lottare per la tua vita, fino al tuo
ultimo respiro. Lei non è una ragazza come tante...
...c’è
una ragione per cui appare e scompare...così, come per
magia...»
«Che cosa...?
Che mi stai dicendo, Iasugnumon...?» domandò Ryo
stupefatto.
La Digimon si
sfiorò il campanello, preparandosi a svelare la
verità...
«Io devo tornare
a casa, Cindermon...» ammetteva Takato «Ma Takato,
questo
è pericoloso!» gemette lei, aggiungendo
«Io non
volevo dirtelo, ma Kenta sospetta...che lui sia un Digimon! E se questa
fosse una trappola?» ma lui tuonò con rabbia
«E’ proprio per questo!!! Io non lascio i miei
genitori in
mano a un Digimon, io non sono come loro! Anche se mi hanno
abbandonato...io non desisto dal mio dovere di domatore, e neanche di
figlio! Aiutami, Cindermon!» afferrando le mani
dell’amica
«M-Ma io...!»...«Aiutami a distruggerlo...
...quell’individuo vuole affondare la mia casa, ma sta per
conoscere il mio lato peggiore!!»
La Digimon non poteva
fare a meno di guardarlo con preoccupazione (fine-canzone)
Nuvole avevano coperto
il sole d’inizio estate, forse condotte dal gelo che si
addensava
attorno al Centro ricerche, nel sottofondo di un tintinnio
cristallino...
...quello di una coda
di ghiaccio che discendeva sul tetto metallico in tutta la sua
lunghezza «Molto bene, eccoci arrivati...» disse la
regale
Amnesyamon celandosi fra le antenne trasmittenti «Da qualche
parte qua dentro si nasconde il cuore di quella sciocca, il nostro
obiettivo è recuperarlo a qualsiasi costo.»
“Vuoi
riconsegnarlo alla proprietaria?” insinuò il
Digimon
dentro di lei “Oppure...desideri tenerlo per te? Dopo tutto
credo
che di un organo del genere tu sia sprovvista, Nami.”
La gelida regina
serrò i suoi denti vampireschi «Non
sarà che invece
è a te che occorre? Io sarò pure divenuta cinica
e
indifferente...
...ma resto pur sempre
una madre. E in questo tempo vige la legge del più forte!
Sono
disposta a conseguire il meglio per mia figlia, non importa che mezzi
dovrò sfruttare! E così anziché esser
stati noi
umani a trasmettervi le nostre usanze...
...siete stati voi ad infonderci la vostra legge spietata!...
...presto, diamoci una mossa, non intendo sprecare il mio
tempo!»
Sciogliendosi in una
nube ghiacciata, e scivolando all’interno della tecnologica
costruzione...
Ma Akiko dalla
solitudine della casa seguiva la loro missione per mezzo
dell’Ipad.
“Sono
così confusa...” affermava rivolgendo occhi
sofferenti al
cielo “Perché rimango in questo luogo,
anziché
scappare a riabbracciare mio padre? Cerco di nasconderlo a me stessa...
...ma la verità
è che lo faccio per vigliaccheria: io voglio conoscere i
Digimon
per padroneggiare il loro potere, perché così
credo di
attutire la mia solitudine! Io sono come mia madre...
...con papà mi
sono atteggiata a figlia premurosa per sola ipocrisia: io in
realtà sono una creatura malvagia...”
...e c’era
un’altra ragazza che rivolgeva occhi al cielo, ricordando sue
parole del passato...
“Non sono la
brava ragazza che credi tu. Quando mia madre morì non versai
nemmeno una lacrima. La mia matrigna è sempre stata buona
con me
però...continuo a trattarla con indifferenza, e
più cerca
di instaurare un dialogo più faccio finta di niente. Ti
rendi
conto?” erano le parole della piccola Jeri.
“E’
inutile continuare a rimuginare...” era il pensiero della
Jeri
del presente “...devo trovare un modo per aiutare Takato col
negozio, qualsiasi esso sia! Solo così lui...forse si
accorgerà che sono dalla sua parte. E sarà
disposto ad
ascoltarmi!”
Il suo viso cercava di
evocare la speranza che non c’era, quando alle sue spalle da
dietro un albero sbucò un’ombra alata
«Ti propongo
un accordo.»
«Ahhh!» la
ragazza si ritirò con sguardo ostile, quando riconobbe quel
ben
conosciuto Digimon dalle ali nere «Tu biodigievolvi con me! E
mi
aiuti a trarre in salvo una creatura...buona e onesta che hanno
arrestato ingiustamente. Io in compenso...» descriveva
Beelzemon,
emergendo da dietro l’albero con occhi orgogliosi
«...posso
parlare con Takato, per esortarlo a darti una chance, così
se
avrai giustificazioni quello sarà il momento di esporgliele.
Ma
poi non ti garantisco niente, se non vorrà ascoltarti sono
fatti
tuoi!!»
La ragazza rispose con
sguardo di pari orgoglio, ma poi nei suoi ricordi riaffiorò
quel
cartone...
“Non devi vergognarti, anch’io mi sono sentita
ridicola!
Tutti quei...tentativi per mettermi in mostra ai tuoi occhi!
Se non mi sono rotta l’osso del collo poco ci è
mancato.
Quello che mi consola è che alla fine, tentando e ritentando
...sono riuscita a farti dire quelle parole magiche!
I nostri istruttori hanno ragione, non bisogna mai perdere
la speranza...di realizzare i nostri sogni...”
...e quella stessa “speranza” accese una luce nei
suoi occhi.
“Forse se Takato
mi vede lottare per una giusta causa e rischiare la vita per lui,
sarà disposto a cambiare opinione sul mio
conto...”
accennando un debole sorriso, e sfoderando il Digivice
«D’accordo Beelzemon! Però poi manterrai
il
patto?»
«Certamente! Io mantengo sempre la mia parola...
...a differenza di qualcun altro...»
Un muro di astio si
innalzava tra di loro, ma sembrò formare una crepa dalla
forma
di un Digivice.
(canzone: Mariah
Carey - Through the rain)
«Devi stare
tranquillo, Takato! Ma certo che ti aiuterò...»
prometteva
Cindermon, mentre lui si rimetteva in piedi «Sono il tuo
Digimon!
Ti farò da scudo a casa tua e ovunque sarà
necessario...»
«Hai sentito
quello che è successo a Rika...?» stringeva gli
occhi il
ragazzo, aggiungendo «Io...non capisco come sia possibile!
Cosa
mai può aver convinto Ryo a farle una cosa del genere!
Questo
però mi rammenta un’ennesima volta che non siamo i
soli...a trovarci in mezzo a grandi casini!»...«No,
hai
ragione Takato...» confermò la sua Digimon,
scuotendo il
capo costernata «Purtroppo queste cose ci circondano da tutti
e
quattro i lati, dobbiamo stringere i
dentiii...»...«Io
è proprio quello che voglio fare...
...per questo voglio
tornare a casa, nonostante il pericolo! So che quel rapper è
una
figura ambigua e misteriosa, ma voglio vederlo in faccia...
...se è stato
lui che ha cercato di uccidere mio padre ora sarà il momento
di
sfidarci faccia a faccia...»...«...io non ti chiedo
niente:
soltanto di essere prudente! Questa sfida è un azzardo,
Takato...»...«Ne sono perfettamente cosciente!...
...ma abbiamo forse
altre alternative, Cindermon? Credimi, vorrei tanto chiudermi in casa
di Mitsuo e Riley e non pensare a niente, ma non si può.
Dobbiamo uscire fuori! Sotto la luce del sole...
...sotto gli occhi
della gente: dei miei genitori, di mio fratello!...di Jeri...
...e di quel
rapper...» scandendo con particolare sfida quella parola
«...dobbiamo affrontare i nostri problemi...e riprenderci il
nostro quartiere, la nostra casa, il posto che ci è stato
rubato!!»
«Takato,
io...» si alzò Kenta «...non posso
rimanere
indifferente alle tue parole, però questa storia mi fa
paura! Ti
hanno sparato, amico mio...e ora tu ti vai a mettere in casa con una
figura sconosciuta!»...«Sta tranquillo Kenta,
saprò
badare a me stesso!»...«Ma loro sono un
esercito!!!»
obiettò l’amico con gli occhiali «Mentre
noi
siamo...» continuò con voce più
incerta, e Takato
suggerì «...una massa di disgraziati? Dei ragazzi
senza
orientamenti, oramai quasi senza dimora? Sì...forse hai
ragione...» avvicinandosi all’amico e ponendogli le
mani
sulle spalle «...però abbiamo ancora una
dignità,
questo nessuno può rubarcela. La dignità data dal
nostro
passato, da quelli che siamo stati...»
Kazu era seduto, e si
guardava con Guardromon «...ho paura che non ce la faremo a
proteggerci l’un
l’altro.»...«Coraggio,
Kazu!» lo incitò il suo Digimon «Tu sei
il sovrano
di tutti noi.»...«Ma il mondo in cui io sono il
sovrano...non è questo! Forse fra voi Digimon...»
carezzandogli il capo metallico «...io indosso una corona, e
sono
amato e rispettato: ma nel mondo reale sono soltanto un ragazzo, come
tutti! Quanti problemi abbiamo da risolvere, caro vecchio Guardromon,
prova a contarli: Takato ora andrà stare a casa sua che
è
diventato un covo di pericolo, Jeri sta male e...adesso ci mancava
anche questa faccenda di Ryo! Ma come gli è venuto in
mente?!
Questo da lui non me lo sarei mai
aspettato...»...«Forza,
amico mio! Non ti abbattere. Vedrai che...una cosa alla volta...e con
il mio aiuto riusciremo ad risolvere tutto.» e stavolta fu
Guardromon a carezzargli la frangetta, ma il ragazzo si spinse il
cappello sul capo come per non vedere i problemi.
Rika era seduta
all’esterno, ed era giunta anche Rea «Che cosa?!!
Ti ha
lasciata per lei?!!»...«Proprio così,
Rea...»
replicava l’altra, che teneva il piccolo Benji tra le braccia
«Ryo mi ha chiaramente detto che ora sta con Alice, e
l’ha
baciata nel caso non mi fosse chiaro il
concetto...»...«Ah
questo poi vuol dire che qui dobbiamo stare tutti attenti,
eh!»
Rika sgranò gli occhi «Che cosa intendi
dire...?»...«Quella Alice, cara, ora vive con tuo
marito,
ma lavora col mio!!! Vedi se adesso, non avendo un Digimon, quella si
è prefissa di far piazza pulita di tutti i mariti in
circolazione! Mi spiace, io mi fidavo di lei...
...ma la mia
esperienza mi insegna che non puoi mai conoscere qualcuno fino in
fondo.»
Quelle parole sembravano accrescere lo sconforto nel cuore di Rika...
Cindermon carpiva
un’eco di quei discorsi “C’è
un’atmosfera di diffidenza...e tutti, anche se non lo dicono,
fanno allusione a Jeri: è incredibile...quella ragazza ha
lasciato terra bruciata fra i Digimon Tamers. Ma io non posso
permettere a questo spirito di prevalere, debbo riportare il
sorriso!!”
...facendo ritorno
nella stanza, e rivolgendo espressione cordiale a Takato
«Allora:
chiusa bene la borsa? Pronto a gettarti nella mischia? La tua Digimon
ti segue a ruota!»
«Grazie,
Cindermon. Non so cosa farei se in questo momento non avessi
te...»...«Ah ma un conquistatore come te non resta
certo a
bocca asciutta, e se proprio dovessi finire a secco...puoi sempre
tentare con la McCoy! Da quel che ho capito si è messa di
punta
nel FREGARE IL MARITO A TUTTE!»
Un accenno incerto di
sorriso si tracciò sul volto di Takato, quando Diamon si
affacciò alla porta «Chi è? Chi
è che frega
i mariti?!» e Cindermon la puntò
«Eccolaaaaaaaaa!
Ahahahaha! Appena ha sentito l’allarme drizza le
antennine!»
Kazu balzò in
piedi «Ehi, guarda che io non c’entro niente, si
parlava di
Ryo!» ma lei «Carino? Poi vieni qua fuori che devo
farti un
discorsetto, tu non hai ancora conosciuto il mio lato da donna gelosa e
lì si apre tutto un capitolo a parte.»
Il giovane chinò il capo, ed il cappello rotolò
via.
Kenta accanto a lui
«Ora vuoi vedere se con questa storia non finiamo tutti nel
calderone...E TU COS’HAI DA GUARDARE?!» rivolto a
sua
moglie che lo fissava con sguardo perentorio per poi iniziare a tirare
qualche schiaffetto «G-Guarda che io non c’entro,
Alice non
l’ho mai osolataaa!!!»
Takato di fronte a
quella scena non riuscì a trattenere una dolce risata, e
Cindermon «Eeeeeecco, è sempre così che
ti voglio
vedere, con questo bel sorriso, a dispetto della vita: questo sono
disposta...a tuffarmi in una profonda conca di pioggia, per
recuperarlo!»...«Cindermon, io...non so cosa
dire.»...«Non dire niente, e abbi fiducia in me:
vedrai che
ce la faremo!!» afferrando con decisione le sue mani, ed
infondendogli nuova grinta (fine-canzone)
«Che
cos’hai questa mattina, Alice? Ti vedo...stanca!»
diceva
Henry in divisa grigia, e la ragazza si appoggiava allo spazzolone,
scostandosi i capelli «Ho alcune cose che mi
preoccupano.»
allontanandosi per pulire il corridoio, ma lui la seguì
ponendole la mano sulla spalla «Vuoi parlare...? Guarda che
noi
saremmo colleghi se...
...Dobermon non fosse
stato eroico e nobile, e non si fosse sacrificato per noi. E poi
comunque ora lo siamo: non per il Digivice...ma per questo spazzolone!
Le strade della vita in cui ritrovarsi sono infinite...»
Alice celava uno sguardo commosso...
...mentre quello di Ryo presso la villa era attonito...
...e discendendo la
scala cautamente aggrappato alla ringhiera, gli tornavano in mente le
parole di Iasugnumon “Capisci
adesso...?
...capisci perché Alice tiene così tanto alla
vita?
Lei non vuole che tu la getti via, come hai fatto prima col tuo
anello...
...lei rimpiange in
ogni istante della sua esistenza...di non aver potuto lottare.”
«Povera
Alice...» pensava il ragazzo alzando gli occhi umidi al buio
soffitto «...non avrei mai creduto che questo fosse stato il
suo
destino. E lei, nonostante tutto...si preoccupa per me? E insiste
affinché mi operi...?...
...è proprio una fedele compagna...»
«Henry...tu sai cosa vuol
dire stare in un gruppo. Io invece ho agito quasi sempre da sola,
e...arrivata a questa età ancora ignoro quali siano le
parole
con cui si aiuta un amico...a scegliere la strada giusta. Tu le
conosci...?» chiedeva Alice, scrutandolo con la coda
dell’occhio.
«Nessuno le
conosce...» rispondeva Henry «...non esiste una
ricetta
perfetta. Aiutare un amico è la cosa più
difficile che ci
sia...»...«Oh?» la giovane
restò stupita
«Eppure c’era un’età in
cui...sembrava una
cosa all’ordine del giorno!» disse lei, ed il
ragazzo
«Hai ragione, è così: da ragazzini, o
nei cartoni a
volte sembrava bastasse una parola. Ma crescendo è
difficile,
perché non siamo in grado di badare a noi
stessi...»...«Cosa...? Vuoi dire che...»
abbassando
tristemente lo sguardo «...questo ora è
impossibile?» ma il giovane sorrise «No,
è ancora
possibile!»
...riuscendo nuovamente a destare i suoi occhi dallo sconforto...
«Io ho capito
che bisogna essere coscienti dei nostri limiti...ma poi dimenticarsi
che il tempo sia passato, e perseverare, con la stessa grinta di
allora.»
Alice dilatò lo
sguardo, ed Henry le sfiorò la mano «Se non ti
vengono le
parole...non dirgli nulla. Ma veglia su di lui, come se fossi...uno
spirito. Vedrai che sarai in grado di aiutarlo anche senza
consigli...»
“Forse ha
ragione...” pensò la ragazza con un malinconico
sorriso
“...forse rifiutando il mio destino io non ho mai imparato a
comportarmi come quella...che realmente sono.”
«Uhmuhm...che dici Henry? Io imparerò mai...
...a fare il mio
lavoro?» chiese Alice stringendo lo spazzolone, e lui
«Le
pulizie? Ma come, sei diventata bravissima! Le scale poco fa
brillavano!»
Un altro sorriso, e il
rombo di un treno a disperdere i suoi pensieri...dopodiché
chiese incuriosita «Chi ti ha suggerito questa
tattica?»...«...è facile intuirlo, il
mio Digimon:
Terriermon non lo fa capire...ma lui sta vegliando sulla mia famiglia,
perché desidera realizzare tutti i nostri sogni.»
«Per oggi
concludiamo qui.» stabiliva un tono professionale, chiudendo
un
grande libro.
«Scusa?!...forse
sono sorda e non ho sentito bene!»...«E invece
credo che il
tuo udito non abbia problemi Muskmon, visto che stai sempre con
l’orecchio appiccicato al vetro ad ascoltarmi mentre parlo
con
gli addetti.»...«Come ti permetti?!!»
sobbalzava
indispettita la floreale creatura, e Gargomon «Di fare che
cooosa...?» replcava annoiato, andando via col libro sotto il
braccio «Di dirti che sei
un’impicciona?»...«Di
quello non mi importa!...
...intendo dire...di
andartene un quarto d’ora prima!!» ma lui la
ammonì
con la coda dell’occhio «Ho altre questioni da
sbrigare,
non posso dedicare tutto il mio tempo a te: oggi ho da fare una cosa
importante...
...un’amico
terrestre e un Digimon hanno litigato bruscamente. E’ compito
mio
recarmi a Digiworld per cercare di metter pace tra di
loro.»...«Come sarebbe a dire?!!...
...anch’io sono
stata mollata dalla mia domatrice!!! Anche fra noi tutto si
è
infranto nel peggiore dei modi! E tu?! Mi abbandoni come se niente
fosse, a metà della seduta!»...«Tre
quarti.»...«Eri in
ritardo!!»...«NON E’
VERO...
...oh insomma, posso
andare? Oppure vuoi riempirmi di calci e di graffi come ieri? Ti
avverto, non tollererò in eterno di essere trattato senza un
barlume di rispetto. Dovresti ringraziare che ti sto qui a sopportare
senza muovere un fiato!»...«Forse nella tua testa
piena di
lardo non realizzi che ora, sei qui, per ristabilire il mio equilibrio!
Io sto male!! Covo rabbia tutto il giorno, tanto che in certi momenti
mi sembra di saltare in
aria!!»...«Perché non chiedi
un antistress allora? Tieni.»...«Oh?»
...scagliandole tra le
mani una morbida riproduzione di lui stesso «Puoi anche
rosicchiarlo. Tanto non mi offendo!» ma lei
«Ghhh!»
lo gettò a terra «Morirei
avvelenata!»...«Fai
come vuoi, il mio voleva essere un aiuto.»...«Un
aiuto?!...
...perché non
dici piuttosto che lo scopo tuo, e dei tuoi domatori della terra
è quello di farmi lentamente impazzire?! Sì, voi
volete...che mi consumi dall’odio e dalla frustrazione in
questo
buco, finché di me non sarà rimasto altro che un
cumulo
di cenere!»...«Non farti poi troppo fragile,
Muskmon: dopo
tutto sei abbastanza coriacea.» ma lei si sovrapponeva col
suo
sibilo «Voi siete dei sadici...
...nient’altro
che una massa di ipocriti, voi fingete di amare i Digimon!! E inscenate
la commedia del recupero, ma in realtà volete vendicarvi di
me,
volete finire di affossarmi! E tu sei il
primo!!»...«Ah
sì...?» si volse appena, guardandola in cagnesco.
E lei gemette
«M-Ma se mi lasci in questo modo senza curarti di come sto!!
Potrei tentare una sciocchezza, ma tanto a te che importa?! Hai i tuoi
amici a cui pensare, io sono l’ultima della lista! Beh allora
sai
che ti dico?! Che a me non importa chi c’è
là
fuori!! Chi ha litigato o non ha litigato in quella brigata di
paglicci!! IO sono la tua paziente, hai raccontato quella scempiaggine
della laurea per diventare il mio terapeuta, dunque il tuo posto adesso
è su quella sedia! A occuparti di
me!!»...«Quella
della laurea non è una scempiaggine, punto primo! E poi...fa
parte della terapia!» si rigirò Gargomon con
sguardo
determinato «E’ proprio questo il tuo problema:
pensi di
essere la sola! La sola ad aver sofferto, la sola ad esser stata
mandata a quel paese dalla sua domatrice, ma in realtà non
è così! Purtroppo queste sono realtà
che esistono,
dieci anni fa domatori e Digimon andavano d’amore
d’accordo
ma adesso purtroppo è venuta la crescita...
...sono arrivati i
conflitti, le opinioni divergenti e i punti di vista opposti! Te lo
dico...per esperienza
personale.»...«Cosa?!»
spalancò gli occhi la Digimon «E dovresti
ricordarlo,
visto che stato a causa tua se io ed Henry ci siamo ritrovati come due
nemici! Ma per fortuna le tue bravate ormai sono acqua passata, e
questo soprattutto grazie ai nostri amici, compresi quelli...
...di cui adesso vado
ad occuparmi! Se non hai afferrato l’antistress almeno
afferra il
mio consiglio: se vuoi finirla di essere sempre sclerata ti conviene
mettere il naso fuori, e realizzare che là
c’è un
mondo! Pieno di umani, e di Digimon come te! E anche pieno purtroppo...
...di atroci
sofferenze. Di lacrime e incomprensioni, che tutti noi abbiamo deciso
di accettare, per ricostruirci sopra un mondo vagamente somigliante a
quello che un tempo amavamo. Qualsiasi buon terapeuta ti
sposterebbe...l’attenzione su questo.» volgendole
le
spalle, mentre lei tremava e a un certo punto sbottò
«E
COME FACCIO, SE MI TENETE CHIUSA QUA DENTRO?!!»
Ma si accorse che
dalla tasca dei pantaloni di Gargomon era scivolata una tesserina
magnetica. Le sue mani di petali si tesero senza farsi vedere, e i suoi
occhi attoniti si adagiarono sulla porta a vetri che il Digimon stava
attraversando...
L’ampio e
spiegazzato cappello nascondeva il volto di quella Digimon,
rannicchiata in silenzio dietro sbarre elettriche
“E’
finita...
...per lo meno sono
riuscita a salvare i miei alunni. Ho evitato che fossero catturati, ho
compiuto la mia missione. Che cosa triste il modo in cui siamo finiti,
Digimon e terrestri si detestano fra loro, i pregiudizi regnano
sovrani.”
...mentre una coda
cristallina e serpentifera scivolava lungo il corridoio presso la sua
cella...
...la falda
lasciò libero lo sguardo di LadyWizardmon, che si
alzò
commosso al cielo coperto da un gelido soffitto (canzone: Marco
Masini - Parlo di noi) “Eppure
sarebbe bello che le favole esistessero...
...che il mondo fosse
come i cartoni lo rappresentavano. E’ forse questo che mi fa
più soffrire adesso, ancor più che esser chiusa
qua
dentro, destinata alla morte certa. Mi addolora il fatto che
passerò per una bugiarda...che forse il mondo attorno a me
smentirà le parole con cui ho istruito i miei studenti. Io
li ho
sempre esortati...
...a credere in un futuro di rispetto e tolleranza!”
La coda si innalzò a mo’ di radar.
“Ma forse questo
male sarà più forte tanto da divorare il loro
cuore...forse si induriranno, e un giorno saranno i prossimi autori di
distruzione! Non posso resistere a questo pensiero...”
versando
una lacrima “...morirei all’istante, se sapessi che
così posso salvarli da questo destino.”
«E tu come sei finita qui...?»
L’insegnante digitale dilatò i suoi occhi...
...ed incrociò
lo sguardo altero dell’altra insegnante, per metà
umana
per metà Digimon «Ci siamo visti a Digiworld, ti
riconosco!»
«Anch’io ti riconosco...»
mormorò LadyWizardmon...
...mentre Akiko
esclamava dall’Ipad «Quella è la Digimon
che mi
è apparsa in sogno!»
«Tu sei la madre
della piccola Akiko!!» additò LadyWizardmon,
spiazzando
Amnesyamon.
«Ti
riconosco...anche sotto queste squallide spoglie digitali non potrei
confondere lo sguardo di quella donna piena di veleno.»
«Ma chi sei tu per giudicarmi?!»
«Sono un’
insegnante come te...»...«Uhm! Io ormai ho lasciato
le mie
vesti didattiche, come vedi mi avvio ad essere un’illustre
regina! Tu invece sei la tipica svenevole, circondata da marmocchi
digitali che le saltano addosso e che le vogliono bene!»
rivoltandosi con sguardo di sfumatura rossastra «Beh sappi
che io
non ho mai conosciuto questa sensazione!! I miei alunni mi disprezzano
e ridono alle mie spalle! La scuola per noi è un luogo di
stress
e frustrazione!» ma la LadyWizardmon ribatteva con sguardo
deciso
«La frustrazione è dentro di noi...se siamo i
primi a
decidere di invecchiare col cuore non lasceremo niente ai nostri
studenti! Niente, neanche...
...un ultimo raggio di
sole, perché tutto si consumerà di quelli che
eravamo...
...dimmi una cosa...tu
chi eri in passato?»...«Cosa?! Come osi, qui le
domande le
faccio io!»...«Forse ti scordi che parli con una
creatura
condannata: io ormai non ho niente da perdere, e non ho più
paura di nessuno, semmai l’abbia mai avuta!!...
...ci sono sentimenti...più forti della paura. Rispondi...
...tu hai mai avuto un Digimon?»
«MA SE MI VEDI
TU STESSA! Sono biodigievoluta...»...«No, io
intendevo...un
vero Digimon! Non quello SCHIAVO, che si è piegato per
concederti un involucro digitale, evidentemente perché
è
più disperato di te!»
«Ahhh!»
“Ahhh!” sobbalzarono analogamente Asanuma e
IceDevimon...
«Ahhh!» e anche la piccola Akiko...
«Hai mai condotto al tuo petto una creatura del nostro
mondo...?»
Amnesyamon assottigliò i suoi occhi «No,
mai!»
«Bene!!
Neanch’io ho mai avuto un domatore! Ma lo stesso non mi sono
arresa...
...tanti anni addietro
mi avevano detto che una creatura sarebbe giunta dalla terra! Ogni
notte guardavo il cielo, ma costei non è mai arrivata.
Perciò, insegnavo ai miei alunni i nomi delle stelle...
...e nel frattempo mi
facevo venire i capelli bianchi, e anche se avevo il cuore disilluso
ancora la aspettavo. Forse eccomi, sono all’epilogo! Ella non
è qui e non la conoscerò mai...
...però...non
sono pentita della vita che ho condotto! Anche se non ho realizzato i
sogni del mio passato...ho tentato di gettar semi per far germogliare
il futuro! Dentro questo luogo possono disintegrare il mio corpo...
...ma la mia anima
vivrà per sempre, nel cuore di ogni mio piccolo studente
mentre
la tua...forse è già morta e non te ne sei
accorta. Non
provi un po’ di rimpianto?!»
Amnesyamon tremava,
tanto che la sua coda emetteva un tintinnio continuo. La rabbia si
accendeva in lei in una sfumatura sanguigna che scioglieva il ghiaccio,
e crepava la sua consistenza “Io sognavo di avere un Digimon
tutto mio...ma ho visto i ragazzi passarmi avanti! Ho visto le mode
avvicendarsi, ed il mondo che amavo cancellarsi completamente.
Ora...non credo più ad alcuna favola, voglio solo acquisire
potenza! La forza è l’unica moneta con cui
comprare
l’amore di mia figlia...”
«Hai una bambina
stupenda...» mormorava LadyWizardmon «...che ci fai
davanti
a questa condannata? Perché non sei a casa con lei, e con il
padre?»
«Sta zitta...il
tuo mondo lezioso, da disegno di bambini, è troppo lontano
dalla
realtà! Tu non sai neanche che quel povero invalido non
è
affatto il padre di...!!!»
LadyWizardmon dilatò gli occhi.
Ad Akiko «Ahhh!» cadde l’Ipad di mano.
“Nami! Ma cosa
stai dicendo?!” protestò IceDevimon “Ti
stai facendo
forse confondere dai discorsi di questa qui?!”
Ma proprio in quel momento suonò l’allarme.
“PRESENZA
NON
AUTORIZZATA – DIGIMON INFILTRATO! ATTIVARE LE
DIFESE!”
«Ahhh! Ci hanno
scoperti!!» esclamò Amnesyamon «Dobbiamo
fare
presto, e recuperare il cuore di Violetta!» spalancando le
sue
demoniache ali metalliche, e schizzando verso l’alto in una
scia
di ghiaccio...
Jeri giungeva di corsa, e Beelzemon volava alto in cielo.
Ma entrambi videro un
geyser di ghiaccio sgorgare dal Centro ricerche fino a sovrastarlo.
Nel vento battente, si scambiarono uno sguardo...
...evocando
«BIODIGIEVOLUZIONE
DEL FUTURO!» nell’alzata del
Digivice a ruota dentata.
...stivali borchiati, occhio meccanico...
...capelli castani al vento, e ali di ingranaggi.
Royalmon era di nuovo
lì, in un volo vorticoso verso il cristallo di ghiaccio...
...sotto gli occhi ammirati della città...(fine-canzone)
Akiko spalancò
la porta «Iiiihhhhh, caaaaaara, finalmente sei venuta a
aiutarmi
a dipiiingere!» giunse le mai Violetta, ma la bambina
proruppe
con sguardo infuriato «CHI...E’...MIO...
...PADRE?!»...«Cosa-cosa?»...«LA
SMETTA DI
FINGERE!» tuonò la bambina afferrando il Gazimon
«N-No-No! Ti prego non gridare così! NON LUI,
L’HO
APPENA DIPINTO!»...«Guardi che io mando in pezzi
questa
orrenda storpiaggine se lei non sputa fuori la
verità!»...«Tesoro!...
...g-guarda che la tua
mammina è andata un attimo a fare la spesa ma poi quando
torna
sono certa che ti spiegherà tutto! Oh ma che abbiamo fatto a
queste belle guancine?» sfiorandole il viso «Sei
così pallida amore perché non ti mangi una delle
torte
che ho appena fatto?»...«Certo, così
muoio
avvelenata e per voi il problema è
risolto!!»...«Ma
come puoi dire tutto questo?! Noi siamo...così contenti di
averti qui, puoi credermi!»...«Se vuole che creda
ad una,
una soltanto delle parole che escono dalla sua inesauribile bocca
petulante...
...!!!...voglio sapere
la verità sulle mie origini, e su mio
padre!»...«Ihihihiiii! Q-Quello che non capisco
è
perché...tuuu lo chieda proprio a meee quando...siii
dà
il caso che tu abbia una mammina per altro così comprensiva!
Che
fa persino la maestra!»...«...perché mia
madre...» scandiva Akiko fra i denti, con sguardo infuriato
«...è la pecora nera degli insegnanti, e lei
invece
signora DEVE sapere la verità visto e considerato...
...che lei qui sa sempre tutto di tutti...!!!»
«Io?...
...oh, sono lusingata! Comunque Akiko...
...oh beh ma questo
che rimanga fra noi.» Violetta si piegò su di lei
«Premesso che io non so niente di certo, per queste
cose...bisognerebbe andare in una struttura sanitaria e fare il test
del Dna, e di questi tempi c’è sempre la fila,
bisogna
prenotarsi, un casino! Sì ecco insomma quello che
effettivamente
a me è giunto all’orecchio ma così,
casualmente, io
non sono mica una che origlia alle porte! Ecco sì
è che
in effetti diciamo che quel signore...tanto gentile, hai presente?
Sulla sedia a rotelle, quello che è
più...divertente di
un Digimon-macchina, wroooom! Campione di formula unoooo!
Giù a
tutta velocità per la discesa insomma lui ecco sì
capisco
che sarebbe uno status symbol avere il suo sangue nelle vene,
peròòò...sfortunatamenteee...dobbiamo
rassegnarci
perché dubito altamente che lui sia tuo pa-»
«Viooolettaaa...»
«Scusa un attimo
Akiko: Gazimon, che cos’è quel tono
nauesato?!»
chiese con stridula apprensione, ed il pupazzo conigliforme rispose tra
lente movenze «...è
arrivaaata Jeeeri...
...sta per
combaaattere...»...«Woooooooooooow!!!»
compì
un salto Violetta «Sta per iniziare il mio programma
preferitooooooooo! Scusami Akiko resterei volentieri a parlare ma tu
sai com’è in questi casi, anche tu avrai i tuoi
cartoni
che ti piacciono, no?!»...«M-Ma!»
però
Violetta la scansò bruscamente «Wrooooooooom! In
picchiata
sulla sedia a rotelleeeeee! L’Ipad adesso è
miooooooooo!»
...sfrecciando sul
divano ed incrociando le gambe, per seguire con partecipazione la
performance per l’appena comparso Digimon di ingranaggi.
Akiko si volse
stizzita “Maledizione, devo trovare qualcuno che mi dica la
verità!”
(canzone: P!nk
- Conversation with my 13 years old self) Royalmon
scivolò all’interno della struttura ghiacciata
“Devo
mettercela tutta...
...se ci riesco devo
farcela prima che accorrano gli altri!” pensava nel
sottofondo
ossessivo dell’allarme, ma ai suoi pensieri si sovrapponeva
la
voce di Beelzemon “Qualcuno deve aver sferrato un attacco...
...ne ignoro il
motivo!” ma la creatura sollevò del ghiaccio con
la sua
mano trasparente dallo smalto nero «Forse io so di chi si
tratta:
riconosco la sfumatura del ghiaccio...» “E chi
sarebbe?!”
Royalmon avanzò
con passo orgoglioso, specificando «...la mia maestra
elementare.» mutando l’istante dopo il suo braccio
nel
sofisticato bazooka...
Amnesyamon
conficcò la punta della sua coda nel vano della
porta
metallica, che iniziò a coprirsi di ghiaccio
«Andiamo,
apriti...
...lo sento! Il cuore di Violetta lo tengono nascosto in questa
sala...»
“E così
quel rottame non è il padre di Akiko...”
«Shhh,
silenzio IceDevimon, non deconcentrarmi!...
...ti sembra questo il
momento di parlare di chi è il padre di mia
figlia?!»
La porta iniziava ad emettere segnali elettronici in subbuglio.
«Bene, fra poco
l’intera struttura cederà ed io potrò
fare
ingresso...»
“Voglio sapere
con chi ti sei andata a strusciare in giro...”
«Modera i
termini!! O devo dedurre che sei geloso?!»
La porta si
spalancò, rivelando un’ampia sala «Non
devo rendere
conto a te della mia vita privata, ricorda che tu mi servi
esclusivamente per combattere! E vedi di farlo adeguatamente...quando
accorreranno quei pagliacci col fucile desidero trasformarli in
statuette ghiacciate.» fluttuando all’interno,
trascinandosi la sua interminabile coda tintinnante.
Nel frattempo Royalmon
avanzava a passo deciso, infrangendo il ghiaccio con il tacco dei suoi
stivali “Jeri!! Ricorda l’accordo!! Per prima cosa
dobbiamo
liberare LadyWizardmon, il resto verrà tutto dopo!...
...JERI INSOMMA MI STAI ASCOLTANDO?!”
«Dove ti
nascondi, vigliacca...?» mormorava però la
guerriera
digitale «Aspetto di trovarti per saldare il
conto.»
sollevando il suo bazooka.
«Eccolo,
finalmente!!» Amnesyamon puntò i suoi siringoni
alla teca
metallica. All’interno di esso vi era un fiore pulsante di
luce.
La coda di ghiaccioli
si innalzò «Uhmuhmuhm, quando lo avrò
riportato a
Violetta capirà che non c’è guerriera
che mi stia
al pari, tanto meno Jeri Katou!»
«Finalmente ci si rivede, signora Asanuma!»
«Oh!!»
Amnesyamon si volse, incrociando il bazooka di Royalmon
«Tu...»...«Almeno qui non siamo a casa
mia, abbiamo
tutto lo spazio per sistemare la nostra questione in sospeso!»
“Jeri lascia
perdere!!” «Silenzio, Beelzemon!»
“Il Centro
ricerche è nel caos! LadyWizardmon potrebbe rischiare la
vita!!” «Io non posso ritirarmi...senza prima aver
sconfitto la mia nemica!!» prendeva la mira Royalmon
«La
signora Asanuma rappresenta una minaccia, ed io la metterò a
tacere per sempre!»
“FERMA!” gridava Beelzemon, ma invano.
«Molto bene,
allora a noi due, Jeri!» Amnesyamon fece brillare il
siringone, e
spalancò le ali «Iniezione congelante!!!»
Incrociando i suoi
aghi diede vita a un doppio siluro ghiacciato che saettò
lungo
la sala fino ad esplodere in un bolide di brina. Ma il volo di Royalmon
era così rapido che perforò la coltre, invocando
«Fulmine
roteante!!!» ed esibendosi in un tuffo vorticoso
generatore di scariche.
«Ahhh!»
Amnesyamon assorbì incrociando le sue siringhe «Mi
spiace
mia cara ma tu non sai con chi hai a che fare! Qui non siamo fra i
banchi di scuola, sappi che io non avrò
pietà!!»...«Se è per questo
non se la aspetti
neanche da me!!» ribatté Royalmon, e
l’altra
«Molto bene, allora vediamo chi di noi due è la
più
forte!»
Le due guerriere
digitali innescarono un duello senza esclusione di colpi. La siringa
strideva contro il bazooka di Royalmon iniziando a coprirlo di
ghiaccio, ma il calore generato dagli ingranaggi era rovente al punto
da frantumare i cubetti. Per poi scivolare in un volo rapidissimo,
intrecciando agili calci e fendenti con la coda...
...tutto questo attorno alla teca del fiore luminoso...
...e sotto gli occhi
di Violetta, spalancati come la fan più accanita
«...potenza...stratosferica...!!!...
...forza Amnesyamon!
Forza Royalmon! Wooo-hooo!!! Datevele di santa ragione, forzaaa! Un
colpo! Un altro! Ora alle spalle! Dai, attenta, è dietro di
teee!!!»
Mentre Akiko la
osservava e tremava “Che cosa starà
succedendo...?”
...ma se
l’insegnante e l’ex-alunna si affrontavano senza
riserve...
...gli spiriti dei loro Digimon erano inquieti:
“Temo di perdere il controllo...
...sul suo potere, e sulla sua vita.” era il pensiero
dell’allarmato IceDevimon.
“Perché Jeri si comporterà in questo
modo?
Perché per lei non c’è cosa
più importante
della vendetta?” si chiedeva l’animo di Beelzemon.
«Finalmente sei
uscita dal tuo nascondiglio! E dire che ti ho cercata
dappertutto...»
«Lei è
molto vigliacca, signora!» affermava Royalmon aggrappandosi a
una
stalattite «Attaccarmi a casa quando sono sola e indifesa non
è degno di una vera guerriera! Se ci riesce provi a
sconfiggermi
sotto questa forma, anch’io non sono più Jeri
Katou...
...io sono Royalmon,
la più potente combattente che il popolo digitale abbia mai
avuto! E se non ci crede...provi a resistere al mio colpo: circuito di
stelle...»
I due cerchi di luce
concentrici la avvolsero, e dopo aver loro regalato pendenti stellati
li indirizzò contro l’avversaria con il massimo
slancio.
Questa rispose «Ti accontento subito...
...deflagrazione
tagliente!» materializzando una sfera di
cristallo tra i suoi
aghi, che l’istante dopo esplose in un boato fragoroso,
trascinando con sé una miriade di schegge laceranti.
Fra il ghiaccio e le
stelle di luce vi fu subito collisione, Amnesyamon si parò
dal
bagliore «Ahhh!» così come anche
Royalmon da quel
flusso tagliente «A-Ahhh!» ma entrambe erano
determinate a
resistere.
La teca con il fiore iniziava a creparsi...
Mentre Violetta constatava incantata «...combatte senza
sosta...
...la guerra è
nel suo sangue...» e la piccola Akiko la osservava dal buio,
che
avvolgeva quella casa ed il suo giovane cuore (fine-canzone)
«Signora, vuole
una bibita con ghiaccio? La offriamo noi!» strillava Nakao da
dietro il bancone, ma poi scivolava sullo sgabello
«Uffaaa...è inutile, non me ne va una giusta!
Queste
trovate lasciano il tempo che trovano. Devo mettermi a tavolino e
partorire un’idea geniale: allora!» afferrando un
foglio e
una matita «Quali sono le recenti tendenze che la gente ama
di
più? Mmm...
...acc, sforzati
Nakao!» passandosi le mani tra i folti capelli neri
«Per un
attimo dimenticati di essere un bambino morto, fai mente locale sul
tempo che passa e tira fuori un’idea che profuma di
modernità!»
«Nakao!
Puoi...portarmi il foglio della banca, per piacere?» si
udì dalla cucina.
«Come?
Sì, papà!» fece il ragazzino, estraendo
la busta
«Guarda che l’ho controllato prima, solo
un’idea di
successo può permetterci di assemblare quella cifra in tempo
per
la scadenza!» e quando ebbe raggiunto il padre, questi disse
«Allora guardiamolo insieme.»...«...da
questi
dobbiamo sottrarre la cifra per le cure della tua
gamba.»...«Ah...sei molto bravo, figliolo:
accidenti, se
non mi fossi rotto questa maledetta gamba potrei darti una mano
anziché non far niente tutto il giorno!»
Ma in quegli stessi
istanti, anteceduti dal cigolio della porta, stavano rientrando Takato
e Cindermon. Quest’ultima si impicciava un po’ con
le borse
e lui cercò di sollevarne una, ma lei «No no no,
lascia
stare: che vuoi
fare?»...«...aiutarti!»...«...non
se ne parla,
sei ancora debole!» bisbigliava lei, ma lui «Ti
assicuro
che sto bene! Uh?» per poi tendere l’orecchio alle
voci
dalla cucina...
«Ho sentito la
porta cigolare, forse è entrato un cliente: ogni lasciato
è persooo!»...«A-Aspetta, aspetta!
Riguardo al mio
registro coi conti...»...«Papà, ci ho
già
pensato! Ho sistemato tutto! Ah, ok, dopo che ho fatto col cliente te
lo mostro.»
...sbucado dalla porta
con sorrisone commerciale «Come posso servivi,
signor...oh?!»
Gli occhi di Cindermon rimasero cristallizzati...
...Takato lo
fissò in un silenzio che celava pena. Lo stesso Nakao era
titubante «Ta...kato...» come chi non sa che cosa
provare.
Tuttavia Takehiro si
fece strada, aiutandosi con le stampelle «Senti ho pensato
che al
registro do un occhiata io: tu intanto non è che potresti
scaldarmi qualcosa? Mi è venuto un certo
languorino...oh?»
Cindermon sospirò, e il suo saluto fu
«...’sera!...
...’ccoci qua. Le donano, leee...stampelle.»
Lo sguardo fra padre e
figlio maggiore fu un duello fra affetto e imbarazzo, sotto gli occhi
agitati del figlio minore.
«...Takato...» sussurrò Takehiro
spiazzato
«...sei qui, siete qui...i-io...non vi aspettavo!»
Nakao si sfilava
lentamente la cuffietta, ma quando Takato notò quel gesto
puntò gli occhi contro il padre «Che hai fatto?!
Ti sei
rotto una gamba?!» Il suo tono suonava duro.
«...io...veramente...» esitava l’uomo, ma
il ragazzo
proruppe «Perché non avete preso assistenza?! Che
ci fa
lui vestito col grembiule, cos’è questa storia che
deve
farti da servo?!...»...«Ma io...» fece il
ragazzino
«...Takato lascia che ti spieghi!» però
il fratello
nemmeno lo guardava, fissando ancora il padre «...e
controllare i
conti sul registro!»...«Na...Nakao mi sta
aiutando...»...«Nakao è un bambino!
E’ una
cosa vergognosa!! Quanti sanno di questa storia? Tutti?! Tutto il
quartiere?!» ma Nakao replicò
«Nessuno!»
chinando il capo tristemente «...nessuno entra più
al
nostro negozio, dopo...quello che è
successo.»...«Ci
mancherebbe altro, almeno qualcuno è dotato ancora di
cervello!» ribatté Takato. Ma Nakao aggiunse un
po’
dispiaciuto «...ciao...Takato.»
Takato gli
sfiorò una spalla, ma senza guardarlo «...ciao
Nakao.
Scusa un attimo, ma ho da risolvere una questione con
papà...» per poi accostarsi al padre
«Come diavolo
ti è venuto in mente di mettere mio fratello a sfacchinare
per
casa?!»...«Cerca di capire, io...ero in condizioni
disastrose, non riuscivo più neanche a
muoverm-»...«Questa non è una
giustificazione per
sfruttare un minore! Perfetto, ora tutto il quartiere come lo
chiamerà? “Lo schiavetto del
negozio”»...«Ma io lo facevo
volentieriii!»
saltellava Nakao per farsi notare, ma il fratello seguitava a mirare il
padre «Qui non esiste “volentieri” o
“non
volentieri” Nakao, sono cose che non ti competono, punto e
basta!! Quello non è il tuo posto in...
...molti sensi.»
Quelle parole
sembrarono trafiggere il bambino...che per la prima volta
incrociò gli occhi di Cindermon in quella che sembrava una
richiesta d’aiuto, ma che certo scivolava in un lago di
imbarazzo. Un lago da cui la Digimon riusciva a far guizzare schizzi di
pena per il bambino, e preoccupazione per il suo domatore che seguitava
a sibilare «...io ti ho spiegato come stanno le cose...
...voi non vi smentite
mai, siete nati per farvi parlare dietro da
tutti!»...«...come stai, figlio mio? Sei
guarito?!»
si interessò Takehiro, ma Takato scostò con
fastidio le
sue mani «Benissimo grazie, e non mi toccare!! Grazie per
essere
venuto a trovarmi...»...«...non potevo
camminare!»...«Esistono i taxi!»
«Davvero stai
bene?!» si interessò Nakao, e quando lo fece lo
sguardo
del fratello sembrò farsi leggermente più dolce
«...sì...
...ora sono di nuovo
in piedi, e tu? Rispondi, ti hanno sfruttato
molto?»...«Ma
no, io...te l’ho detto! Mi sono offerto
personalmente.»...«Guarda che io lo so come sono
fatti i
nostri genito...
...nostro padre:
scarica sempre il lavoro più duro, ma ora non devi
più
occupartene. Ci sono io adesso, io prenderò le redini del
negozio.»
Il ragazzino
spalancò gli occhi ma non ebbe tempo di ribattere,
perché
Takato si rialzò fronteggiando il padre con aria superiore
«...capito?» per poi sbattere la borsa sul bancone
e
tuonare «Dove sono la mamma e il rapper?!»
«Cosa?!»...«C-Come...?» fecero
rispettivamente
padre e fratellino, con eco di Cindermon «Lei aveva...una
moooglie tanto tempo faaa...signor Takehiro!»...«Io
non
vedo mia moglie dal giorno dell’attentato, lei...se
n’è andata!»...«Ah
sì eh? Oh, ma presto
tornerà! E lo farà con una sorpresa!»
accentò con sorriso ironico Takato «...che
aspettiamo
tutti con trepidazione.» riprendendo la borsa e avviandosi
lungo
le scale «Vieni Cindermon...
...riprendi anche tu possesso della tua stanza: anche tu abiti
qui...!»
«S-Subito!» replicò la Digimon
affrettandosi a
recuperare borsoni vari. Ed entrambi sfilarono sulle scale, lasciandosi
dietro un uomo e un ragazzino a bocca aperta...
«Hai sentito? Ha
detto che vuole mettersi a gestire il
negozio!»...«Ma mio
figlio non ne è capace...»...«Non lo so
papà,
io ho tanta paura! Non ho mai visto Takato con uno sguardo simile!...
...non voglio rinunciare a tutto questo!!»
Un vento di inquietante incertezza sembra filtrare dalla porta
cigolante.
«Takato...» sussurrava la Digimon, ponendogli una
mano
sulla spalla «Sei arrabbiato con tuo fratello
perché ha
preso il tuo posto?»...«No, lo sai che questo non
c’entra, il problema è un altro!! Mio fratello ha
una
dignità, vivo o morto che sia, non gli permetto di
renderlo...la
graziosa icona commerciale per un negozio in
decadenza!»...«Cosa hai intenzione di
fare...?» si
chiedeva sulla porta della stanza del ragazzo «Ancora non lo
so,
ma ciò che ho detto di sotto è vero! Io non
farò
affondare questo luogo, ma in questa storia mio fratello non deve
entrare!! Da questo momento, qua dentro comando
io...»...«A-Aspetta giusto un
attim-Takatooo!» ma lui
era già entrato, chiudendosi la porta alle spalle.
Dopo aver osservato la
sua stanza con stizza, sbatté la borsa a terra e si
appoggiò alla porta, come fosse esausto.
Cindermon si poneva le
mani sui fianchi «...è inutile, quando fa
così non
ci si può ragionare! Certo però...pure quel
Takehiro che
affida la piena amministrazione ad un bambino morto...!!...
...a dirla proprio
tutta, non ho idea di come si possa risollevare la situazione TRAGICA
del negozio del proprio domatore.» prendendosi il mento ed
iniziando a riflettere...
«Sta
tranquilla...» diceva Rea a casa sua, carezzando dolcemente
la
frangetta di Rika «...vedrai che una soluzione la
troveremo.» ma costei aveva sguardo sconfortato, che si
mescolava
al fumo di quella tazza di tè «Seguita a ripeterlo
anche
Renamon, ma io...penso che non ci sia alcuna soluzione! Mi ha lasciata
Rea, il mio matrimonio è finito. A tanti matrimoni succede!
Anche a quello dei miei genitori...» ma l’amica
«A
tanti matrimoni! Forse a quello dei tuoi genitori!...
...ma al vostro no!!
Rika, non ci sto. Io non ci rinuncio, non mi rassegno a pensare che
quella meravigliosa festa che ha abbagliato i miei occhi a Digiworld
sia stata solo un sogno...»...«Rea...
...ma non sarà
che noi ci lasciamo ingannare troppo da queste illusioni?»
Il volto della ragazza coi capelli neri si fece triste. (canzone: Daniel
Powter - Beauty Queen)
«Non sarà che...i Digimon ci danno
l’impressione...
...che la vera
felicità esista, e anche il vero amore? Quando...guardiamoci
attorno! Lo scenario è un campo disastrato...»
Ma Rea non riusciva a
stare seduta e ferma, si alzò e si passò la mano
tra i
capelli «...può-può darsi che sia vero!
Attorno a
noi sarà quel che sarà, però i Digimon
non ci
stanno illudendo!»...«Per te ed Henry è
stato
diverso!...
...voi avete scoperto
di amarvi...nel mezzo della vita normale, nel contesto del vostro
lavoro come due ragazzi comunissimi. Io e Ryo invece...» ed
il
pianto prendeva il sopravvento, mentre seguitava a sfiorarsi
quell’anello «...ci siamo uniti nel vortice
dell’illusione! Ci siamo conosciuti a Digiworld! Sposati a
Digiworld!...
...comincio a capire
perché quelle creature si ostinassero a chiamarci il Re e
la...Regina dei Digimon!»...«Ma perché
erano una
massa di Digimon...sclerotici e con la testa dura!!»
ribatté Rea, ma Rika gridò più forte
«PERCHE’ NOI SIAMO DUE PERSONAGGI
ILLUSORI!!»
Così che l’altra, a malincuore, non
poté ribattere.
«Siamo due icone
eternizzate...che però quando il sogno finisce, e il portale
si
richiude, non sono legate da niente se non uno...
...s-stupido anello
che si ostina a non sfilarsi dal mio dito!»...«Non
ti
chiedi perché?» incrociò le braccia Rea
«Non
ti domandi perché quell’anello si comporti
così?» ma Rika ebbe un moto di stizza
«Infh!!
Dev’essere fatto con qualche dannato materiale digitale che
si
incolla addosso, eppure un modo ci dev’essere, devo
trovarlo!!»...«E una volta che l’avrai
fatto?! Pensi
che ti sentirai meglio?»
La ragazza
chinò il capo...ed alzò occhi tristi e umidi
«So
solo...che non si può vivere la propria esistenza su due
binari,
quello digitale e quello reale. Alla fine bisogna sceglierne uno, o si
rischia...
...di fraintendere le
cose.»...«E tu cosa avresti frainteso?»
seguitava a
chiedere Rea con sguardo penetrante «I tuoi sentimenti
sarebbero
solo composti di dati?»
Ma Rika ammise «...no...
...io lo amo...
...io lo amo anche fuori da Digiworld! Io non amo soltanto un Digimon
Tamer...
...io lo amo come persona!!...
...ma per lui è
diverso...è...questo a cui...n-non riesco a rassegnarmi!! E
vorrei prendermi a schiaffi, maledetta
illusa!!!»...«Ferma,
Rika!!! Io non te lo permetto, piuttosto uno schiaffo te lo ammollo
io!»...«E allora fallo, e possibilmente stendimi
Rea!!
Addormentami, e fammi dormire per sempre oppure...spediscimi in quel
mondo dove lui è ancora innamorato di me. Ma
dov’è,
questo mondo...?» chiese con espressione disillusa
«...dov’è che Ryo è
innamorato di me?»
serrando poi i denti nell’amarezza «...DA NESSUNA
PARTE, e
io dovrei accettarlo ma è inutile!! Tu te ne intendi di
informatica, al contrario di me...
...allora spiegami
perché sono fatta di dati, perché questo cuore,
da quando
batte, da quando ama, ama solo tra le favole!!! Ed è capace
di
battere solo per le illusioni...»...«...purtroppo
sono solo
una specializzanda...
...non sono ancora a
conoscenza di questa risposta, neanche per il mio cuore, che
è
uguale al tuo.» disse Rea adagiandole una mano sul petto...
«Lo
sai...?» sussurrò Rika «...tu...non mi
hai
conosciuta dieci anni fa.»...«...no, purtroppo.
Sarebbe
stato bello essere amiche fin da
ragazzine!»...«...devi
sapere che all’epoca...
...indossavo sempre...una maglietta con un cuore spezzato...
...ma a ripensarci
adesso...» mentre la tristezza portava via il trucco dal suo
viso
«...provo soltanto un grande struggimento, misto a tenerezza
per
me stessa! Perché parlavo e non sapevo!!»
Rea la guardava con grande affetto...
«...perché ignoravo completamente che cosa fosse
un cuore
spezzato! Lo ignoravo fino ad oggi Rea, fino a che Ryo non lo dividesse
in due metà! Adesso sì che me l’ha
spezzato! ORA
SI’ CHE HO UN CUORE SPEZZATO!!»
Gettandosi in lacrime
nella stretta dell’amica, più intensa che mai.
Renamon la
osservava da dietro la porta «Rika...» e anche Kazu
era
lì, e le carezzava il pelo «Coraggio,
Renamon!» ma
la Digimon versava lacrime «Non posso vederla
così, non
posso restare impotente!!»
Kenta si avvicinò «Una soluzione dobbiamo
trovarla...
...Kazu, noi due
dobbiamo parlare con Ryo in qualche modo. Ormai siamo tutti uomini,
possiamo discutere da pari a pari!»...«...sono
d’accordo con te, amico mio. Dobbiamo almeno
tentare.»
Ma improvvisamente
Yuki proruppe «Allarme ragazzi!!! Avevo acceso la tv! Presso
il
Centro ricerche stanno combattendo!...
...e ho riconosciuto Royalmon!!»
I due domatori sussultarono, come pure Renamon
“Beelzemon!”
...e anche Rika, che
lo udì dalla stanza mentre Rea era al telefono, ed esclamava
«Cosa?!!...
...ah,
d’accordo, vengo subito!» chiudendo la chiamata e
riferendo
«Ora ci mancava solo questa!! Muskmon è
scappata!!...devo
avvertire Henry, purtroppo Terriermon è a
Digiworld!»
Ma Rika seppur
stremata si alzava «Io...devo...andare.» sfoderando
il suo
Digivice. Renamon si accostò a lei «Ma Rika, sei
sicura?
Questa mattina già sei
svenuta!»...«Renamon, non...
...si lasciano gli amici in difficoltà, anche si hanno dei
problemi...
...e poi...»
mostrandole il Digivice perlato «...io sono la Regina dei
Digimon...
...e se ho fallito
come essere umano...non mi resta che svolgere al meglio questo mio
dovere...fino all’ultimo.»
La Digimon la
abbracciò, e giunsero anche Kazu con Guardromon e Kenta con
Yuki
«Non vi preoccupate, noi veniamo con voi.» disse il
primo,
e l’altro domatore «Noi vi copriamo signore, voi
restate
pure nelle retrovie.»
Rika si appellò
dunque alla fiducia in loro, e Rea «D’accordo
allora...voi
andate mentre io penso a chiamare Henry che è al lavoro e
Suzie
che è a scuola. Mi raccomando, siate prudenti!»
Rika guardò
un’ultima volta il suo anello a dragone, dopodiché
alzò il Digivice «BIODIGIEVOLUZIONE DEL FUTURO!»
seguita a ruota dai compagni in coro «BIODIGIEVOLUZIONE DEL
FUTURO!»
«RENAMON
BIODIGIEVOLVEEE...IRISMON!»
«GUARDROMON
BIODIGIEVOLVEEE...CARERMON!»
«MARINEANGEMON
BIODIGIEVOLVEEE...GENIUSMON!»
Il bagliore fuoriuscì dalle finestre di casa Wong...
...e l’istante
successivo, un genio digitale affiancato da un guerriero in vetro scuro
solcavano il cielo cittadino proteggendo una candida combattente dal
cappuccio bianco e la maschera di volpe, che si sentiva fragile ma era
decisa a lottare...(fine-canzone)
«Ptsss...ma non
sarebbe stato meglio...passare dalla porta sul retro?»
chiedeva
una vocetta un po’ smorzata, ma quella di una donna ribatteva
«E tu come fai a sapere che c’è una
porta sul
retro?!» al che il ragazzo piegò le sue strette
spalle
«N-Non lo so! In tutti i panifici ci
stanno...»...«Su...aiutami a portare il rinfresco...
...ora quel gradasso
di Takehiro lo sistemo io, gli farò capire chi è
che
comanda!»...«Signora! Perché parla
così di
suo marito? N-Non l’avevo mai sentita
così...p-prima
d’ora (!) »
“Perché
anch’io mi metto a chiedere queste cose...? Lo so,
dev’essere per la faccenda del tradimento: la signora non si
rassegna al fatto che suo marito abbia avuto un figlio con
un’altra donna.” pensava Leaf “Del resto
io stesso
non riesco a crederci...nonostante abbia conosciuto Nakao, mi sembra
che mi abbiano mentito!...
...e mi sembra
impossibile rimetter piede in questo luogo cosciente che
così
tante cose sono cambiate. Eppure...è ciò che sto
facendo.
Guilmon ritorna. Oh no! Perché continuo sbagliarmi?...
...in realtà forse non è proprio così.
Ora sono Leaf e...
...la promessa viene
prima di tutto: io ho sparato a Takato ma lui è
sopravvissuto,
è un ragazzo vivo e sta bene! Il suo futuro...merita tutto
il
mio silenzio. Però almeno concedete al mio cuore di battere.
Alle mie gambe di tremare...
...alle mie emozioni
di andare in collasso all’odore del pane che torno a sentire,
mentre faccio ingresso...” scostando la porta in un lento e
graduale cigolio “...nella casa del mio domatore dopo dieci
anni...
...voglio vederlo...
...voglio fissare i
suoi occhi adulti, anche se per lui sarò uno sconosciuto. Ma
lui, il mio Takato, per me...
...non lo sarà mai...”
Al bancone non
c’era nessuno, inizialmente. Fino a che dalla cucina non
giunsero
i passi timidi di un ragazzino che si puliva le mani sul grembiule
«Benvenuti nel nostro negozio! In che modo posso servire i
signori? AH! WAAAH! AAAHHH! AAAHHH!» ma si mise a gridare,
nascondendosi sotto il bancone.
«Ma tu
guardalo!» lo additò Mie, e Leaf subito
«Signora:
lasci perdere! Si è spaventato per colpa
mia!»...«Ma
no, cosa dici: sono io quella che lui teme!!»
Furono istanti di sottile tensione per Leaf...
«La-La prego
signora! Non mi faccia del male!» supplicava Nakao, ma Mie lo
tirò su per un braccio «E fatti vedere, non
c’è posto per i vigliacchi in questo panificio
d’ora
in poi, chiaro!»
«Signora!»
la richiamò il rapper, colpito da quei modi bruschi.
«Ma come...si
è vestita, signora?» domandò il
ragazzino, ma lei
gli rifilò uno spintone «Ehi tu, non sei
aggiornato sulle
nuove tendenze?? D’ora in poi qui si parla in rime e in
versi,
piccoletto! Non ti hanno
informato?»...«M-Ma...ma?!»
...e lo sguardo del
bambino scivolò inevitabilmente su Leaf, il quale non sapeva
dove guardare e per questo motivo smarriva lo sguardo attorno...
...ed un vortice di
ricordi sembrava avvolgerlo, sull’eco delle parole di Mie
«Qui abbiamo finito di poltrire! Aprite tutte le porte, per
fare
entrare il futuro e il progresso!»
«Si-Si-Signora...» propose il rapper deglutendo a
fatica
«Senta, non è meglio che dà a me i
pacchi
così io li aiuto a sistemarli e
poi...magari...»...«Leaf, avanti, spara una delle
tue rime!
Così almeno il moccioso realizzerà con chi ha a
che
fare!»...«Ma veramente io signora...»
provò ad
obiettare il ragazzo, colto alla sprovvista da quella richiesta
«...i-io non so fare rap...a comando! Specie quando sono
agitato.»...«Andiamo, Leaf! Non sarà
peggio che ad
uno dei tuoi concerti!»
“...mille volte più nervoso...”
Ad un tratto Nakao
esclamò «Aiuto!! Papà,
aiutami!!» e dalla
cucina si udì la voce «Dio mio!! Figliolo che
succede!
Accidenti, dove ho messo le stampelle?» ma alla sua voce se
ne
sovrappose un’altra «Nakao!!»
E fu lì che Leaf alzò lo sguardo.
Passi frettolosi lungo
le scale «Nakao, che ti succede, perché stai
grida-»
Nel panificio scese il silenzio, decorato solo da un intreccio di
sguardi.
Leaf era attonito, e
Mie si aggiustava il berretto, preparandosi a sfoggiare espressione
orgogliosa. Nakao sbucava spaventato...
...e Takato li osservava tutti, discendendo lentamente le scale...
«...mamma.
Bentornata a casa.» disse serio e con una punta di ironia
«Scusa se esisto!» incrociò le braccia
Mie, ma
Takato accennò un sorriso «No, scusa tu...
...ah, carino il tuo
look! Mi avevano avvertito che saresti tornata
cambiata...»...«D’ora in poi questo
sarà il
mio nuovo aspetto, e farai bene ad abituarti!»
rimbeccò la
madre, ma Leaf dilatava lo sguardo poiché una nota gli era
suonata strana nel tono del ragazzo, come quando aggiunse
«...e
che avresti portato...» adagiando gli occhi su di lui
«...una sorpresa! Dunque è questo il regalo per la
casa?»
Il rapper
deglutì lentamente, ed il sudore macchiava la sua fronte
quando
sfoderò la mano fasciata «Buo-B-Buongiorno...i-io
mi
chiamo...»...«Ah! Ahahahahahahahah!!!» ma
il ragazzo
scoppiò in una risata, che disarmò sia lui che
sua madre.
«E quella cosa
sarebbe??? L’hai sbattuta per agitarla sul
palco...?»
«M-Ma
io...?!» boccheggiava il ragazzo spiazzato, ma Mie giunse
subito
a spalleggiarlo «Takato ti rimangerai questo tono, quando
vedrai
di che cosa lui è capace! Ti presento Leaf, viene ad abitare
in
questa casa! Lui sarà la prossima
stella...»...«...di cosa? Da appendere quando
è
Natale, per attirare più clienti? Oh ma andiamo, mamma non
lo
vedi? E’ di pessimo gusto, e di sicuro sarebbe un fiasco
commerciale!» (canzone: P!nk
- Where did the beat go?)
“N-Non
può essere!!” gridava nel suo cuore il giovane
rapper, ma
Mie bisbigliava all’orecchio «Non farci caso, mio
figlio ha
la lingua sciolta, è diventato così con
l’età ma noi ora dobbiamo averla...più
sciolta di
lui! Siamo dei rapper!»
“Non credo...
...ai miei stessi occhi mentre guardo nei suoi!”
Gli occhi di Takato si
stringevano in una sottile ironia, che evidenziava volutamente la sua
altezza «Che strano, evidentemente non sono aggiornato sulle
nuove mode...
...ero rimasto a
quando i rapper erano dei giganti, in grado di incutere timore con i
loro possenti muscoli e infatti questo mi aspettavo. E invece? Questo
arriverà...
...sì e no al
bancone, siamo sicuri che i clienti lo vedranno quando terrà
qui
i suoi concertini?»
Mie bisbigliava «Ptsss! Andiamo, Leaf...! Rispondigli!...
...stendi mio figlio
con una delle tue rime taglienti!» esortandolo con ripetute
gomitate «Dai, mamma! Non esercitare pressione sul nostro
ospite,
non lo vedi? E’ completamente ammutolito, ma è
comprensibile. Lo sai...?...
...Leaf, mi pare di
capire. Ormai mi capita spesso di fare questo effetto alla gente quando
mi vede: o resta zitta, o sviene, o muore...evidentemente devo proprio
far paura, per cui ti auguro di aver il cuore forte. O la tua
permanenza qui potrebbe durare...meno del previsto!»
Mie ancora
«Ptssssss, Leaf...!! Forza, non ti
riconosco!»...«Perché, di solito
è
diverso?» ironizzava Takato «Lo chiedo a te, visto
che sei
l’unica, qui, che lo conosce bene...
...comunque ora
sarà tempo anche per lui di fare la nostra conoscenza, gli
avevi
parlato di me? Ma sì...
...quindi che
ho...abbandonato gli studi e sono un vagabondo irrecuperabile
già lo saprai, ti manca solo di scoprire...
...il lato più interessante e cioè che...
...un
fiume...impetuoso di veleno scorre nelle mie vene e zampilla fra i miei
denti. Lo sai, Leaf?» mentre si avvicinava a lui, che tremava
incredulo, e gli sussurrava all’orecchio «...io
mordo...
...!!!...sono un
essere incollerito contro il mondo e insofferente verso le persone, per
cui il tuo già proverbiale coraggio da rapper
dovrà
raddoppiare, visto e considerato che la tua presenza in questa casa non
è affatto
gradita...!!»...«A-Ahhh!»
scivolò il giovane.
«Leaf!» lo
riprese Mie «Non potevi proprio evitare di cadere?»
Mentre Takato si
chinava «Hai perso qualcosa...» raccogliendo la
fogliolina
luminosa «N-No, aspetta!» tese la mano il rapper,
ma il
ragazzo la scrutò con ironia «E questo cosa
sarebbe, un
portafortuna? Pfff, ne avete anche bisogno, per quello che
fate?»
restituendogliela con un soffio, e dandogli le spalle.
“E questo sarebbe...il mio Takato?...
...no,
è una bugia! Tutto questo è uno
scherzo!” era il
grido disperato nel cuore di Leaf , mentre riaccoglieva la sua foglia
tra le mani “Il suo aspetto è uguale a un tempo
ma...
...il suo sguardo
è tagliente, pieno di rabbia! E le sue parole sono ironiche:
non
c’è più alcuna traccia della dolcezza
che lo
caratterizzava...”
Takato lo fissava con
superiorità, appoggiato al bancone in una posa sciolta.
Quando qualcuno giunse
dalle scale «Takato dove ti sei cacciato?!
C’è
un’emergenza, dobbiamo raggiungere gli altr---chi
è quello
lì a terra?»
«Vieni, amica mia! Ti presento Leaf!»
“Cindermon!” pensò attonito il rapper,
mentre la
vide accostarsi a Takato «Leaaaf??? N-Non sarà
mica???»...«Sì, proprio lui! La...star
dei versi in
rima che stavamo aspettando! Dì un po’, tu a
misure te lo
immaginavi così?»...«Beh! Ptsss...
...ma francamente io
mi pensavo arrivasse il bestione immenso, mi ero pure preparata i
guantoni da pugile.»...«No cara, i guantoni da
pugile ce li
ha lui! Guardagli le mani, è uno spettacolo...pfff,
ahahahah! A
dir poco esilarante!»...«Comunque io ti dicevo!...
...EMERGENZA!»...«Cosa?» Takato
tornò serio, e
lei «Il Centro ricerche Takato...gli altri ci precedono, sta
succedendo un disastro!» Il giovane estrasse il Digivice, ma
Leaf
balbettò «A-Aspetta, dove vai?»
Il ragazzo si volse con distacco «Faccio il Digimon Tamer...
...PER HOBBY. E’ un po’ meno pericoloso per le
mani...
...ci vediamo a
cena!» oltrepassando la porta «Andiamo,
Cindermon!»...«Sono pronta!»
...e scattando in
corsa sotto gli occhi attoniti di Leaf, che li vedeva sempre
più
lontani «Ditemi che sto sognando, vi prego!»
Mie borbottava «...per il momento abbiamo fatto solo una
figuraccia...
...Leaf! Non ti voglio
più vedere così arrendevole, ti fai forse
spaventare da
un ragazzetto scapestrato?!»...«M-Ma
signora!!»
gemette rialzandosi «Takato non è, n-non
può essere
un r-r-ragazzet...»...«MIO FIGLIO...
...è il
nullafacente che ci ha creato problemi su problemi!»
scandì tenendolo per il colletto della maglietta
«E’
un ragazzo ingestibile ma tu devi ridurlo al silenzio mangiandotelo in
un boccone! Se vuoi lo sai fare, tira fuori la grinta!!»
lasciandolo con poca grazia «M-Ma io...
...non voglio! N-Non voglio, vi prego, portatemi via di
qui!!!»
Quello che era rimasto
a fissarlo era Nakao, facendo capolino da dietro il bancone
“Quel
ragazzo...ha qualcosa di familiare, e sembra conoscere mio
fratello...”
Improvvisamente le
certezze di quel rapper erano crollate, ed il panificio attorno a lui
assumeva inquietanti contorni (fine-canzone)
Royalmon si innalzava
in volo «Circuito
di stelle!!» ma dentro di lei avvertiva
“Jeri! Attenta alle spalle!!”
«Ahh!!» la
Digimon se ne accorse troppo tardi: la coda cristallina puntava contro
di lei, e la avvolse stringendola saldamente, e trascinandola a terra
«Ahhhhh!!!»
«Uhmuhmuhm, ecco
cosa ci si ricava a sprecare troppe energie, brutta
presuntuosa...» sogghignava Amnesyamon.
Royalmon cercava di
muoversi, ma il suo volto delineava uno sforzo estremo
«Beel...ze...mon, sono bloccata...»
...ed i suoi
ingranaggi iniziavano a muoversi a stento a causa del ghiaccio che si
addensava tra di loro «Sei spacciata, arrenditi, oramai ti ho
in
pugno. Se Violetta ha assistito allo scontro oramai sarà
più che certa di chi è la migliore fra noi
due...»
...Violetta infatti
stringeva quell’Ipad, fissando il display con pensieri
indecifrabili oltre il suo sguardo...
«Di te mi
occuperò fra un attimo, non aver fretta Jeri. Prima di tutto
però voglio che assisti al mio trionfo. Lo sai? Grazie al
prezioso cuore contenuto in questa teca...» che esplose, dopo
esser stata crepata dal ghiaccio e dallo scontro «...potremo
evocare la torre digitale, e così assoggettare il mondo
intero!» spalancando i suoi siringoni in segno di trionfo
«Questa volta tu e i tuoi amichetti non potete far niente per
fermarci. E’ un peccato che sia andata così, sai?
Saresti
stata un’alunna modello...
...se solo no fossi
stata ribelle, e avessi dato ascolto ai tuoi insegnanti! Inutile dire,
l’ho sempre creduto...» mentre si avvicinava a lei,
sfregando i suoi aghi per affilarli «...la compagnia di
Takato...
...e di quegli piccoli
teppisti avrebbe avuto la meglio sulla tua indole da bambina docile. Ma
a volte sai? Mi hai fatto venire il dubbio che quella fosse solo
facciata. E che fin da piccola non fossi altro che quella che poi si
è svelata: una poco di buono!!» puntandole le sue
armi
«Mi dispiace, ma devo eliminarti.»
Royalmon alzò sguardo terrorizzato...
Violetta
sussurrò «...se Royalmon non sopravvive a questo
scontro...significa che non è abbastanza
determinata...»
...ma alle spalle di
Amnesyamon, una catena metallica aveva bucato il soffitto, e discendeva
silenziosamente sopra il cuore luminoso. Aveva
l’estremità
a testa di gatto nero, e le sue fauci sembravano smaniare dalla voglia
di mangiare l’artefatto.
«Saluta
silenziosamente i tuoi compagnetti, Jeri. Perché non li
rivedrai
più!!!»
Ma Royalmon
sussultò «Ahhh! Il cuore!» e Amnesyamon
si volse di
scatto «Come?! Ma chi ha osato agire alle mie
spalle?!!»
Solo che il gatto nero
spalancò le fauci accendendo un dardo di energia che
«Ghiiiiiiaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhh!!!»
colpì in pieno
la regina dei ghiacci, scaraventandola contro un cristallo che si
frantumò.
Violetta balzò in piedi «...colpo di scena,
ragazzi...!!...»
Nella sala della teca
infranta echeggiò una voce canzonatoria «Tieni
giù
i tuoi siringoni, brutta strega!! E lascia il cuore della mia
Scratchmonina!»
A Violetta cadde
l’Ipad di mano, in un’espressione terrorizzata
«...questa voce la conoooosco...!!»
Amnesyamon si scrollò
con rabbia il ghiaccio di dosso «Chi sei?!! Fatti
vedere!!»
Ma la testa di gatto
ingurgitò il cuore. E accompagnato da una risata femminile
la
catena si ritirò «Ah, ahahahahah!!!»
«Chiunque
sia mi ha rubato il cuore digitale! Devo
inseguirlo!!»
stabilì la regina ghiacciata, sfondando il soffitto e
sfrecciando in alto, trascinando la sua lunghissima coda che Royalmon
«Sta ferma!» cercò di afferrare, ma
scivolò a
terra.
“Se tu non
avessi cercato lo scontro ora non ci saremmo trovati in questa
situazione!!” «Adesso non rimproverarmi,
Beelzemon!!
Amnesyamon dev’essere eliminata, o altrimenti
porterà a
termine i suoi folli piani. L’hai sentita?! Vuole
assoggettare la
terra!»
“LadyWizardmon
è qui, per l’ultima volta, andiamo a
cercarla!!!”
Ma ad un
tratto «ROYALMON!» echeggiò la voce di
due Digimon,
che si portarono in volo all’interno della sala
«Geniusmon,
Carermon!...
...ci sei anche tu, Irismon.»
La guerriera dalla
cappa bianca restava in disparte, e fissava la compagna trasparente con
ambiguo sguardo. Geniusmon si interessò
«Jeri...come
stai?» e Carermon «Tu e Beelzemon avete rischiato
molto?» ma Royalmon rispose «Ce la siamo cavata! Vi
stavo
aspettando: Kazu, Kenta devo dirvi una cosa importante! Mi sono appena
confrontata con il nostro nemico, so chi è! E’
Asanuma, la
nostra maestra!»
«Che
cosa?!» sobbalzò Geniusmon «E’
venuta qui con
IceDevimon?!» domandò Cararemon, ma Royalmon
rivelò
«Ora sono biodigievoluti!! Hanno dato vita ad Amnesyamon,
è un avversario molto potente: dobbiamo unire le nostre
forze ed
eliminarla!!»
Gli sguardi dei due Digimon si incrociarono...(canzone: Agnes
- Right here, right now (My heart belongs to you) )
...e Royalmon
protestò «Avete sentito?! Vi ho appena detto che
Asanuma
vuole la nostra distruzione! La nostra unica scelta è quella
di
metterla a tacere! Siamo in sovranumero, possiamo surclassarla senza
alcuna difficoltà!!» sfoggiando il suo poderoso
bazooka...
...ma inspiegabilmente, il cuore di quei due guerrieri tornava
indietro...
...e rievocava una
scuola illuminata dal sole del passato. Una classe, e tanti studenti
fra sbadigli annoiati e carte nascoste, nel sottofondo della lezione di
un’insegnante dal gessetto in mano, che seppur rigida,
sembrava
metterci buona volontà...
...e poi quella corsa
affannata, calzando un paio di semplici zoccoli dopo aver scoperto che
partivano per una missione più grande di loro. I suoi occhi
appenati, a un passo dalla disperazione.
I suoi scatti di rabbia a un passo dall’esilarante...
...e le loro risate di
ragazzini, dalla lingua svelta e il cuore pieno di sogni. Dallo sguardo
sincero e maturo, quando confessavano la loro meta e a quel punto era
lei a farsi ingenua, come una ragazzina...
Royalmon sorrideva, e
la metà scoperta del suo volto trasformava in ghigno la sua
espressione «La tua ora è ormai prossima...
...attendo il momento
in cui mi implorerai pietà!»...«Un
attimo
Jeri!» disse però Geniusmon, affermando
«Io...non me
la sento di eliminarla! Non dirmi che tu lo vuoi
davvero?!»...«Ma come, Kenta!! Ma hai dimenticato
che ci ha
traditi tutti, che ora ci odia?! Kazu, almeno tu!!» volando
vicino a Carermon, e sussurrando «...quella donna ti ha
sparato a
sangue freddo, ti avrebbe ucciso se non fossi caduto nel Digivarco! Non
vuoi vuoi ripagarla con la stessa moneta?» però il
Digimon
le carezzò il volto col suo braccio di piume, proprio sul
lato
scoperto «Amica mia...ma che cosa ti succede?
Perché parli
di vendetta e sangue, hai dimenticato quei giorni felici, tra i banchi
di scuola?»...«M-Ma Kazu, Kenta!!...
...noi siamo
cresciuti!!» gridava disperata, alzando il suo bazooka
«Dobbiamo difenderci, dobbiamo eliminare tutti i nostri
nemici!»...«Io ti capisco, Jeri!»
replicò
Geniusmon, aggiungendo «Anch’io ho pensato lo
stesso!...ma
Guardianmon mi ha insegnato che esiste sempre un’altra via. I
nostri avversari possono cambiare!»...«MA
GUARDIANMON
E’ MORTO!» ribatté Royalmon, chinando
tristemente il
capo «...e in questo mondo nessuno cambia...
...il male si insinua
ovunque, anche nelle persone che hanno fatto parte del proprio
passato!!»...«Forse Takato ora sta pensando la
stessa
cosa.» disse Carermon, trafiggendo il cuore della compagna
con
quelle parole «Ahhh!»
Sul corpo vitreo di
Carermon si delineò l’immagine di quella bambina
in abito
verde «Jeri, tu eri questa! Il mio amico amava questa
bambina, e
ora si sta chiedendo...
...dov’è finita, perché gli ha fatto
tanto male.»
Royalmon tendeva a
coprirsi gli occhi col bazooka, di fronte alla sua immagine infantile
riflessa.
Takato e Cindermon
giunsero di corsa presso il Centro ricerche
«Fiùùùùùù!...
...Takato, tu credi
che quel rapper sia un Digimon?»...«Non lo
so...»
avanzò il ragazzo «...ma gli hai visto le mani?
L’individuo che mi ha sparato nascondeva le sue mani,
è
troppo strano per essere una coincidenza.»...«Ma
allora
siamo tutti in pericolo!!» sobbalzò la Digimon, e
lui
«Non possiamo esserne sicuri, ma voglio che sappia una cosa!
Che
chiunque egli sia non avrà vita facile, perché a
me lui
non fa paura! Prima o poi riuscirò a
smascherarlo...»...«Ihm! Guarda lassù!
C’è un campo digitale!»
additò lei indicando
la cima dell’edificio, e il giovane alzò il
Digivice
«Pronta?»
Poi in coro «BIODIGIEVOLUZIONE
DEL FUTURO!»
«CINDERMON
BIODIGIEVOLVEEE...»
...e in un turbine di
foglie infuocate «...RUBYMON!»
ed egli già volava
come una cometa fiammeggiante, piroettando fra i palazzi e dirigendosi
verso il grande cristallo di ghiaccio.
«Siete soltanto
dei ragazzini!!» esplodeva Royalmon «Non riuscite a
rendervi conto della situazione!»
Ma improvvisamente
furono interrotti da «Ahahahahahahah!!! E’ tempo di
fare
una bella scorpacciata di tecnologia!»
Irismon si
affiancò a loro, e i quattro compagni si compattarono per
fronteggiare colei che si delineò presso lo squarcio sul
soffitto.
«Starshipmon,
ancora tu!!» esclamò Geniusmon «Si
può sapere
che cosa vuoi?!» seguì Carermon.
E la guerriera dai
lunghi capelli al vento specificò «Ora che ho
ripreso il
cuore della mia gattina volevo presentarvi la mia nuova compagna, che
sostituirà Teardropmon nell’imminente conquista!
Coraggio,
vieni avanti Rapunzelmon!»
«Con estremo piacere, sorella...uhmuhmuhmuhm!»
Gli occhi dei Digimon
si spalancarono alla comparsa di quella guerriera che sosteneva il
fiore luminoso tra le sue mani smaltate di nero. E che
scrutò la
squadra con la coda del suo ammaliante occhio azzurro.
Irismon ebbe un sussulto «Ahhh! Ma tu non...puoi
essere...»
Geniusmon
analizzò con i suoi occhiali di corallo
«Rapunzelmon...Digimon
di tipo virus...livello mega di...
...Akirmon?! Ma come è possibile?!»
«FIGLIA
MIA!» esclamò Irismon, ma la ragazza dai riccioli
d’oro striati di nero le rivolse un sorriso di sfida
«Salve, mamma...»
La sua mano, avvolta
dal braccialetto dei cuori spezzati, era stretta a quella della
soddisfatta
Starshipmon.
Erano della stessa
statura, simili a immagini speculari dallo stile opposto: Starshipmon
moderna e tecnologica, Rapunzelmon stesso modello d’armatura
ma
di aspetto antico e interamente coperto di ruggine.
«AKIRMON, CHE CI
FAI CON QUELLA GUERRIERA?!» strillò Irismon
«E’ UNA NOSTRA NEMICA, MIRA AD ASSOGGETTARE LA
TERRA!»...«E invece ti sbagli mamma! Starshipmon
è
la mia alleata...» e costei specificò
«...Rapunzelmon è mia sorella.»
avvicinandosi tra di
loro con movimenti simultanei, e sovrapponendo le voci
«INSIEME
SIAMO UNA SOLA CREATURA!»
Ma da sotto il
cappuccio della sconvolta Irismon sbucò il piccolo Nymon
«Perché, mamma...? Se quella guerriera bellissima
è
Akirmon perché dice di avere un’altra sorella? Io
sono il
suo fratellino!»
Rapunzelmon aveva
sguardo trionfante, sotto il suo cappellino a muso di volpe arrugginito.
Rubymon volava, ma ad un tratto “Attento Takato!”
«Oh!»
dovette schivare una penetrante coda di cristalli «Fermo
lì Takato, di qui non si passa!!!» spalancando le
sue ali
demoniache «Le conosci le regole...
...chi arriva tardi
resta fuori in corridoio!» e lasciando sconvolti gli occhi
fiammeggianti del Digimon «...Asanuma?!»
“Questa
è tua maestra??? Nooo, vabbè!” disse la
voce di
Cindermon.
«Perché
non vai a nasconderti dietro a quel cristallo di ghiaccio...
...e da lì non
provi a disegnare il Digimon in grado di
battermi!»...«Non
ne ho bisogno, SIGNORA...!» sfoderando la sua sciabola di
fuoco
«Quel Digimon è davanti a
lei!»...«Questo lo
vedremo!!!» Amnesyamon si alzò in volo,
materializzando la
sfera di ghiaccio...
«Deflagrazione
tagliente!!!»
Rubymon fu bersagliato
da una pioggia di schegge, ma prese un respiro e si lanciò
coraggiosamente in volo «Soffio
incandescente!!!» evocando
la sua spirale di foglie e fuoco, che subito entrò in
collisione
con il ghiaccio (fine-canzone)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 43 *** Una gravidanza imprevista ***
puntataDT2
Gli occhi di Leaf accarezzavano con pena le pareti di quella casa,
mentre gradino dopo gradino saliva la scala e ricordava la scena di
pochi istanti prima...
“Ma sì...
...quindi che ho...abbandonato gli studi e sono un vagabondo
irrecuperabile già lo saprai, ti manca solo di scoprire...
...il lato più interessante e cioè che...
...un fiume...impetuoso di veleno scorre nelle mie vene e zampilla fra
i miei denti. Lo sai, Leaf?
...io mordo...
...!!!...sono un essere incollerito contro il mondo e insofferente
verso le persone, per cui il tuo già proverbiale coraggio da
rapper dovrà raddoppiare, visto e considerato che la tua
presenza in questa casa non è affatto gradita...!!”
(canzone: Taylor
Swift - Back to December (acoustic) )
Un dolore sottile e
straziante attraversava il suo cuore, mentre scostava con timore la
porta della stanza del ragazzo...
(...ma dal piano di sotto udiva i genitori litigare...
«Si può sapere chi è quel ragazzo,
Mie?!!»
«Non devo
rendere conto a te di lui, visto e considerato che tu mi hai propinato
quel marmocchio in casa!»
«Bada con le
parole! Nakao...è mio figlio! Guarda come sei vestita...ma
sei
ridicola!»
«E tu ti sei
visto? Un poveruomo sulle stampelle, sembri il marito di Asanuma! Si
vede che non sei aggiornato sulla moda, poi non
c’è da
stupirsi se il negozio va male!»)
Ma Leaf accostava la porta alle sue spalle...
...ed avanzava in
quella stanza...verso quella scrivania, ricordando il giorno in cui
l’aveva fatto per la prima volta, buttando tutti gli oggetti
a
terra con il suo muso da draghetto. Ma quel bambino, senza una traccia
di severità gli insegnava le buone maniere...
...e poi indossava un
paio di occhialoni, affermando che in questo modo sarebbe sembrato un
domatore.
“Faccio il
Digimon Tamer...
...PER HOBBY. E’ un po’ meno pericoloso per le
mani...”
(mentre al piano sottostante «Comunque ora si cambia
musica!»
«Che cosa vuoi
dire, Mie?! Guarda che se vuoi rendere la vita impossibile a Nakao
dovrai vedertela con me!»
«Come lo
difendi, facevi così anche con sua madre?! Comunque...quel
ragazzino è un povero inetto, insieme avete dato il colpo di
grazia al negozio! Ora ci penseremo io e Leaf, in pochi giorni
incasseremo un patrimonio: voi, se vorrete, potrete curarci le
registrazioni! Siete capaci ad usare un computer...?»
«E
perché, tu sei capace?!! Acc, non ti riconosco
più...sei
peggio di una vipera che si rivolta per mordere!»
«Dovresti
guardarti allo specchio, mio caro marito! Ops! Non ti ho chiesto se hai
bisogno di qualcosa: vuoi che chiami Leaf che ti aiuti a fare le
scale...?»
«...no, grazie...!! Ho già mio figlio. Nakao!
Nakao!!!»
«...sììì...
...ecco, papà,
un minuto solo! Non posso stare in più posti
contemporaneamente!»
«Ah! E lui sarebbe il ragazzino tanto efficente?!...
...almeno in questo si
vede il legame di sangue con Takato: DUE FANNULLONI!»)
Leaf si chinò a terra...
...il pupazzo di
Agumon era rimasto lì, coperto dalla parrucca emo e dal
disordine. Lo sollevò con le sue mani fasciate, rivolgendosi
a
lui «...caro amico...
...non c’è più posto per noi...
...non
c’è più posto per noi!!!»
stringendolo al
petto in un gemito di dolore...
(«...se la banca
ci sbatte fuori di casa poveri voi!! Vi avverto, da adesso è
guerra aperta! Se siete tanto bravi assieme, escogitate un sistema!
Perché io e Leaf non staremo di certo con le mani in mano! E
poi
vedremo chi riuscirà a riaccapparrarsi il negozio, e a
salvarlo
dalla chiusura!...
...e tu moccioso cosa
guardi? Vuoi forse dire che non mi sta bene, la catenina?!»)
Ma Leaf estraeva la
sua foglia luminosa, che faceva luce nel buio di quella stanza, e gli
conduceva al cuore il ricordo della sua prima notte di esistenza...
...quando dormì
abbracciato a quel domatore di soli undici anni, che lo amava come la
cosa più preziosa. Il suo più grande amico...
...ora Rubymon
intrecciava la sua sciabola fiammeggiante con la coda di Amnesyamon
«Ahahah! La mia consistenza è più dura
del
diamante, non riuscirai mai a spezzarla...»
«...non ci contare troppo...»
Il Digimon spingeva
con tutta la sua determinazione, e l’avversaria vide alcuni
cristalli creparsi «Ahhh?!»
...mentre nella sala
sottostante, Irismon scivolava in ginocchio. Ma Carermon e Geniusmon le
si pararono di fronte, quando le due avversarie balzarono a terra.
«Ferma,
non fare un solo passo.» intimò il genio
sfoderando la
sciabola, e Carermon «...lei è tua madre! E
lui...»
raccogliendo il piccolo Nymon con il braccio piumato
«...è
tuo fratello. Sono legami importanti! So che da giovani a volte...si
è confusi! Ma io posso garantire che queste creature ti
hanno
sempre voluto bene!!»
«Ormai è
inutile, ve l’ho già detto!» avanzava
Starshipmon,
abbracciando alle spalle l’alleata «Questi legami
si sono
infranti ormai...
...ho fatto di
Rapunzelmon la mia nuova sorella! Lei si sentiva sola e incompresa in
quella casa antica...
...suo padre
l’ha abbandonata, perché la madre amava un altro
in
segreto!»
Ma la volpe
incappucciata ringhiò «Uhmf, è tutta
colpa tua
Starshipmon...sei soltanto una vigliacca intrigante, non ti
permetterò di condizionarle la mente!!» ma quando
si
lanciò contro di lei fu bloccata da Rapunzelmon, che le
puntò la balestra a cuore infranto applicata alla sua
polsiera
«Stai al tuo posto, mamma...» disse con tono altero
«...non ti permetterò di farle del male come hai
già fatto a papà. Starshipmon è
l’unica
amica che sia riuscita a comprendermi. E’ la mia anima
speculare!»...«Ma Akirmon!!» gemette la
Digimon...
...però le due
guerriere tornavano a prendersi per mano «Io e Rapunzelmon
cresceremo insieme, e ora che posseggo il cuore digitale di Scratchmon
potrò studiarlo per far lievitare il nostro potere! In
questo
modo sarà finalmente vendicata!!!»
Ma le loro mani unite
erano nel mirino di Royalmon, che sussurrava «...sempre che
io
non riesca a spezzare il vostro vincolo: rilevo che è
l’unione la fonte del loro potere, se solo riuscissi a
eliminare
una delle due...» “Non vorrai sparare ad Akirmon,
Jeri!” si allarmò Beelzemon, ma la guerriera
ghignò
«Se miro a lei è probabile che l’altra
si getti per
proteggerla: vediamo se si vogliono così bene...! Circuito di stelle...»
“No!!!” «...FUOCO!» sparando il
prodigioso bolide stellato dal bazooka...
Ma Irismon dilatò lo sguardo «...STA ATTENTA!! Frusta arcobaleno!!!»
estraendo la sua corda iridescente e disgregando il colpo della
compagna, che tuonò «Sei una stupida!! Avremmo
potuto
riappropriarci del cuore!!» ma la volpe incappucciata
serrò i denti «Ora mi hai stancata...CON QUALE
CORAGGIO
OSI SPARARE CONTRO MIA FIGLIA?!»...«Sei cieca?!!
Ora quella
è una nemica...»...«Sta zitta, la vera
nemica sei
tu, hai fatto litigare Ryo e Cyberdramon, sei soltanto...
...u-una miserabile!!»...«Ahhh!!!»
Carermon
esclamò «Ma che fate?!!» e Geniusmon
«Irismon!! Royalmon!!»
Gli artigli della
volpe affondarono nelle spalle della guerriera di ingranaggi
«S-Sei una spregevole traditrice!!» erano parole
della
prima, a cui fui risposto «Osi metterti contro di me?!! Bada
che
posso fartela pagare...molto cara!!» ingaggiando una lotta
accanita...
...sotto lo sguardo
soddisfatto delle guerriere per mano «E’ inutile,
guardale
Rapunzelmon: non sanno il significato della parola
unione!»...«E’ il momento Starshipmon:
scateniamo
l’inferno, e ripuliamo questo posto dai suoi pregiati
congegni!»
«Ve lo
scordate!!»...«Dovrete prima superare
noi!» le
sfidarono Carermon e Geniusmon, ma Starshipmon sogghignò
«...non vi conviene fare gli eroi, non avete ancora avuto un
assaggio del nostro potere! Pronta sorella?»
E di scatto balzarono ai lati opposti del soffitto:
«Mitragliatore
galattico!» invocò Starshipmon, dalla
sua polsiera.
«Mitragliatore
romantico!» esclamò Rapunzelmon dalla
sua balestra.
E una pioggia di dardi
lucenti e rugginosi si abbatté l’istante
successivo sui
due guerrieri «Ahhh!!!» che poterono solo ripararsi
con le
loro armi.
«Ahahahahahahahahahah!!!» le due nemiche ridevano
in coro e
riuscivano a correre sulle pareti, scambiandosi di posto
«PROVATE
A BLOCCARE LA NOSTRA OFFENSIVA!»
«D-Dobbiamo fare
qualcosa Carermon...»...«Irismon!!
Royalmon!!...adesso
basta!!»
Ma distanti dalla vera
battaglia, le due rotolavano in lotta sul campo ghiacciato
(fine-canzone)
Intanto, presso la
stazione della metro, Henry si accostava alla collega «Alice,
ma...hai saputo? Hanno bloccato i treni per il Centro ricerche,
è forse successo qualcosa?»...«Stavo
appunto
cercando di informarmi...» mosse lei i suoi occhi azzurri,
finché si posarono su qualcuno che stava correndo lungo le
scale
«Guarda, Henry.» indicò con un lieve
sorriso
«Guarda come la gente si affretta a prendere il treno, dove
andrà poi così di
fretta?»...«Già...
...uhm! Un attimo!
Quella
è...»...«Cosa?»...«...quella
è mia moglie!!!»
Alice si portò
la mano alla bocca, tingendo di lieve rossore la sua candida carnagione.
«Meno male che
ti ho trovato!!!» si precipitò Rea, aggiungendo
«Purtroppo qui sotto i cellulari non
prendono!!!»...«E’ successo qualcosa a
Benji?!»
chiese Henry fermo ma apprensivo, ponendole le mani sulle spalle.
Mentre Alice sorrideva «Ciao Rea, è un
po’ di
tempo...» ma questa la liquidava con un
«Ciao...»
poco entusiasta, per poi spiegare al marito «No, il nostro
bambino sta bene per fortuna! Il problema è un altro! Io non
so
come sia potuto succedere!! Ma Muskmon è
scappata!»...«Cosa?!...
...oh no, dobbiamo
assolutamente trovarla. Sei riuscita a rintracciare mio
padre?»...«Sì...lo sa già, ma
sono corsa ad
avvertire anche te.»
«Permettete?» intervenne Alice «Se volete
io posso
chiedere ad alcuni colleghi di mio zio...»...«No
grazie non
ci serve il tuo aiuto, ce la possiamo cavare benissimo da soli! Sia noi
che Rika, e questo puoi riferirlo testualmente a Ryo! Andiamo
Henry!» trascinandosi il marito per mano, che
restò
dispiaciuto per il tono tagliente percepito in lei «...ma
Rea...
...ci vediamo Alice!»
Costei restò
sola, appoggiandosi allo spazzolone con sguardo triste
«E’
inutile...dopo quello che è successo tutti i Digimon Tamers
mi
considerano una poco di buono, e non mi permettono di
aiutarli.»
Il display del pc in
casa Wong brillava di luce accecante, delineando in controluce la
sagoma di un piccolo Digimon dalle lunghe orecchie...
...che si apprestava a
scavalcare il video, come se quel bagliore potesse accoglierlo
“La prima volta che sono bioemerso nel mondo reale, sono
uscito
dal video di un computer, tonfando dritto tra le braccia di Henry! Ora
è per lui che si verifica il contrario...
...faccio ritorno a
Digiworld per aiutare la sua famiglia, il mio domatore non
può
pensare a ogni cosa da solo! E’ compito mio aiutare i suoi
amici
a fare pace, occuparmi di queste cose mi fa sentire importante...
...però...
...alle volte rimango sospeso a ripetermi questo termine. Famiglia...
...chissà cosa
si prova ad avere una famiglia tutta propria. Il mio domatore
è
riuscito a formarsela, quella di Henry è la famiglia
più
bella che ci sia! Però mi chiedo...
...se sia bello sapere
che torni a casa e c’è qualcuno che ti aspetta,
che ti ha
tenuto la cena in caldo. E dei figli che...fremono dalla voglia di
giocare con te, come faceva Suzie quando era piccola! Chissà
se
mai mi spetterà questo destino...” mentre la luce
consumava la sua sagoma “...io...
...lo vorrei tanto...”
Ma un’altra
ombra uguale alla sua si allungava dietro la porta, vegliando su ogni
sua mossa come un angelo custode «Terriermon...»
...era il sussurro, di
pena e di amore, della piccola Lopmon che ora si faceva
all’interno della stanza, e balzava sulla scrivania
disordinata e
piena d’appunti «Persino un gran dormiglione come
lui ha
rinunciato al sonno per svolgere tutte queste ricerche: da quanto ne
è emerso, Cyberdramon è stato avvistato in un
settore di
confine...
...è tornato a
fare la vita di un tempo, diventando aggressivo e solitario. Ma
perché? Perché proprio lui che ha dei bambini e
un
domatore che lo ama ha dovuto mollare la sua famiglia per relegarsi in
solitudine? Perché ci succede tutto questo? Continuiamo a
separarci e non capirci. E dopo tanti anni...è sempre
Terriermon
quello che si ostina a sperare, e lotta sacrificando se stesso
affinché un giorno torni l’armonia perduta. Ma
come potrei
non innammorarmi di un eroe simile?» giungendo le sue
zampette
«Terriermon, se...a volte ti sembro arrabbiata è
solo
perché sono tanto gelosa. Perché so che non
sarò
mai alla tua altezza: in fondo io cosa ho di speciale?»
specchiandosi nel display ora oscurato «Sono la
Digimon...più insignificante che esista. Non sono
né
bella, né straordinariamente potente. Sono solo brava a
badare
ai bambini, e a svolgere le faccende di casa. Forse Suzie aveva ragione
quando dieci anni fa cercava di insegnarmi la matematica: se fossi una
Digimon più colta magari mi noteresti. Anche se non sei
laureato
come hai detto...ti interessi di così tante cose!»
sfogliando quei quaderni di appunti con le sue lunghe orecchie
«Sei un Digimon sveglio e intelligente, mentre io penso che
alla
fine...
...resterò
soltanto una zitellina, la tipica “zia di tutti” a
cui
ciascuno affida i propri figli, e non riesce mai ad averne dei propri
perché nessuno si innamora di lei. Uff...» calando
le
orecchie in un rassegnato sospiro «...meglio che vada in
cucina,
non vorrei che i biscotti si bruciassero! Mi piace tanto farli trovare
a Suzie quando torna da scuola...» balzando giù
dalla
scrivania, ed allontanandosi nel buio corridoio...
Ma non si accorgeva di
quell’ombra che si allungava sulle pareti, delineando il
contorno
di petali floreali.
Uno sguardo di luce rossa luccicava nell’oscurità.
Lopmon armeggiava tra
il forno e le presine «Cof, cof! Appena in tempo!...
...di solito sono
attentissima, però oggi stranamente mi sono distratta.
Dev’essere che sono preoccupata: e se Cyberdramon si
rifiutasse
di ascoltarti? Forse non è più quello che abbiamo
conosciuto, e io so che i digidraghi quando si arrabbiano, possono
diventare molto pericolosi...»
Proprio di Digidraghi
parlavano quegli appunti che ora le mani di petali silenziosamente
sfogliavano. Fino a che non lesse qualcosa che le fece cadere il
quaderno di mano.
Lopmon
sobbalzò, facendo cadere la paletta metallica
«Cosa
è stato?! Oh no, speriamo non siano entrati i ladri...meglio
che
vada a vedere.»
Ma una volta attraversato il corridoio...
...la stanza era
vuota. Anche il quaderno era tornato al suo posto «Devo
essermelo
solo immaginato. Fiùùù...
...in questo periodo
siamo tutti agitati. Sarà che è ancora ignota la
creatura
che ha sparato a Takato...
...e temiamo che il
pericolo possa nascondersi in ogni angolo...» allontanandosi
così...
(canzone: Evanescence
- Sick)
Geniusmon e Carermon erano piegati nell’affanno...
Starshipmon e
Rapunzelmon erano trionfanti e sorridenti «Questo era solo un
assaggio!» disse la prima dalla voce più
squillante
«Siete sorpresi?» chiese l’altra, dalla
voce
più fonda. Le loro polsiere mitraglianti fumavano ancora, ma
si
ricaricavano presto.
Royalmon e Irismon si
accapigliavano ancora «Arrenditi, è
l’ultimo
avvertimento!!» minacciava la prima alzando il bazooka
«...o fra poco...inizierò ad usare le maniere
forti.»...«Vediamo fin dove riesci a spingerti...
...saresti capace di
scagliarti contro tutti noi? Non so come abbiamo fatto a fidarci di te,
Jeri...»
Ma l’altra non
desisteva dal suo sguardo determinato per metà meccanico.
«Hai tradito
tutti, macchinando alle nostre spalle e seminando soltanto
discordia...PERCHE’?!»...«Io ho fatto
solo quello che
ritenevo giusto! Ho cercato di conseguire il mio Digimon, il mio posto
tra i domatori!! Ho cercato di riappropriarmi di tutto ciò
di
cui sono stata privata, e che voi invece avete avuto!! Non è
forse questa l’ingiustizia?!! Io non sono diversa da
voi...ALLORA
PERCHE’ DEVO RESTARE SEMPRE
NELL’OMBRA?!»...«L’ambizione ti
divora...» scandiva Irismon impugnando la frusta
«...non ti
accorgi che in questo modo hai perso il tuo unico amore?! Hai spezzato
il cuore di Takato...
...con i tuoi inganni, ed il tuo egoismo...»
Il ragazzo intanto
sotto le spoglie di Rubymon lottava senza sosta in cima
all’edificio «Lampo
inafferrabile!»
Ma lo scatto di
Amnesyamon era scivoloso come il ghiaccio, e riusciva a tener testa
alla sua rapidità per comparirgli alle spalle «Iniezione
congelante!»
«Ahhh!!!»
«Finalmente ti ho colpito...»
Rubymon tremava «N-Non riesco a muovermi...
...l-le mie ali stanno
gelando...» “Coraggio Takato!!...non
mollare!”
«Evidentemente
dai tempi in cui apparivi in tv le tue prestazioni sono alquanto
calate, peccato! Ora è tempo per una nuova star di attirare
la
luce dei riflettori! Spero che mille telecamere mi stiano
riprendendo!!»
«A-Ahhh...ahhh...!» lo spirito autunnale serrava i
denti, e
cercava di liberarsi dal ghiaccio che gli imbrigliava i movimenti...
«Ihmf!!!»
ringhiava Royalmon «Se Takato mi ha allontanata è
stata
colpa di tutti voi!! Voi avete fatto di tutto per aizzarlo contro di
me, dando campo libero a quella
Cindermon!»...«Cindermon
è la sua Digimon ed è onesta, mentre tu ignori il
significato di questa parola!»...«Mi hai stancato,
sai...?!...
...sei una dannata
prima donna che sta sempre in mezzo!!» scivolando sul
ghiaccio
per afferrarla saldamente alle spalle «A-Ahhh!» ma
anche
Irismon la afferrò.
I meccaismi di
Royalmon roteavano furiosamente, fino a che una luce non
lampeggiò dal suo occhio scoperto “Renamon! Ti
scongiuro,
aiutami Renamon!!”
“Oh?!”
anche gli occhi di Irismon lampeggiarono oltre la mascherina di volpe
“Beelzemon...”
“LadyWizardmon
è stata catturata dagli agenti. Bisogna salvarla,
è
importante! I suoi alunni contano su di lei!!” al che la
guerriera compì un balzo all’indietro
«Che fai, ti
ritiri?!» provocò Royalmon, ma l’altra
mormorò tra i denti «Non ho intenzione di perdere
tempo
con te...»...«Aspetta!!...
...non è ancora finito il nostro duello!!...
...maledetta
vigliacca, è volata via. Oh?» alzando lo sguardo
verso lo
squarcio sul soffitto «Quello è Takato! Sta
combattendo,
io...devo andare da lui!» sicché
spalancò le sue
ali di ingranaggi e si diresse verso l’alto.
Nel frattempo
«Riflesso dei
desideri!» Geniusmon illuminava la sua
sciabola «Schiuma
dei sogni!» evocava Carermon dal suo
braccio di piume.
Ma i loro colpi
venivano neutralizzati da una rotazione mitragliante schiena-a-schiena
delle due insidiose guerriere (Starshipmon) «I vostri
trucchetti...» (Rapunzelmon) «...sono aria e acqua
per
noi!»
«Non è
possibile!» fece Carermon, indietreggiando assieme
all’alleato.
«PROVATE A PRENDERCI SE NE SIETE CAPACI.»
I due si lanciarono,
ma le guerriere balzarono con incredibile elevazione, sfoderando
Starshipmon la lama metallica, Rapunzelmon un mezzo cuore arrugginito
«E ADESSO PROVATE A SCAPPARE.» lanciandosi in
picchiata
contro i due avversari che
«Ahhh!!»...«Ahhhhh!!!» furono
stesi a terra,
con le lame delle guerriere al collo: Geniusmon quella di Starshipmon,
Carermon quella di Rapunzelmon, le quali rispettivamente
«Uhmuhmuhmuhm, gli uomini che cercano sempre di fare i
forti!»...«Noi bastiamo ampiamente da
sole!»
«C-Che
facciamo...?» Geniusmon si girava a fatica verso il compagno,
affermando «Starshipmon è notevolmente
più forte di
quando...l-lottava con
Teardropmon...»...«Kenta...dammi la
mano, dobbiamo fare qualco-AHHH!» ma il suo braccio teso fu
pestato dal tacco di Rapunzelmon. Lo stesso «AHHH!»
fece
Starshipmon, che ironizzò «Commuovente la vostra
amicizia.»...«Peccato che siate due ipocriti, come
ogni
creatura su questo mondo!» aggiunse la compagna, scrollandosi
i
capelli striati «Pensate male l’uno
dell’altro, ma
non avete il coraggio di ammetterlo!»
«N-Non è
vero, ti sbagli di grosso Akirmon...» fece Carermon, ma lei
«IO SONO CRESCIUTA! Ora il mio nome è Rapunzelmon,
non
provare ad apostrofarmi con quel nomignolo!!» eppure
inaspettatamente Carermon balzò in piedi «Non mi
fai
paura...
...ho fronteggiato
Rika dieci anni fa, ed era più o meno impertinente quanto
te!»
«Ahhh?!»
Geniusmon lo stesso
«Giusto, in fondo siamo temprati! Non crediate ragazze, non
sarà così facile zittire due come noi! Pronto
Carermon?» esibendosi in un balzo incrociato e scattante
«Flusso
stellato!» (Geniusmon) «Carezza
lunare!» (Carermon)
«Respingiamoli,
Starshipmon!!»...«Sì: mitragliatori
incrociati!!»
Scatenando una tempesta di proiettili contro le scie lucenti
(fine-canzone)
Irismon volava nel
lungo corridoio «...sono stata una stupida, non avrei dovuto
scagliarmi contro Royalmon! Ma ha preso il sopravvento la rabbia
per...quello che ha fatto a Ryo!» “Non devi fartene
una
colpa, Rika...” «Ma in questo modo ho perso di
vista la
battaglia!!...» gemeva la creatura «...quasi
dimenticandomi
che tua figlia era lì, dall’altra parte del
campo!!»
“N-Non sei la responsabile di ciò che è
accaduto!...
...l’unica colpevole sono io...” «No, non
dire così...
...tu sei stata...una
madre meravigliosa per Akirmon! A volte non è colpa dei
genitori
se i figli si sentono...soli e confusi! Non è mai stata
colpa di
mia madre!!...
...come non è colpa tua...» “Oh?! Guarda
Rika!”
«Ahhh!»
Irismon sussultò, quando oltre un campo luminoso squarciato
riuscì a scorgere una Digimon riversa a terra, con un
cappello
spiegazzato a coprirle il volto «LadyWizardmon! E’
lei!!» piegandosi su di lei, e sollevandola delicatamente
«LadyWizardmon...! Mi senti?!...
...sono io, Irismon!»
Ma l’insegnante
digitale sembrava svenuta, così che la Digimon
utilizzò
«Faro della
purezza...» materializzando la perla luminosa
tra le sue mani, ed emanando una luce tiepida e iridescente che
sembrò rimarginare le ferite della creatura
«A-Ahhh! Ahh...
...i miei...
...bambini...»...«Sei salva ora, non devi temere!
Presto
riabbraccerai i tuoi piccoli alunni, so quanto ti mancano...»
disse Irismon adagiando una carezza fra i grigi capelli
«...come...
...sa-sapevate che ero qui...?»
«...Beelzemon ci
ha avvertiti...» sussurrò dolcemente Irismon. E
quei
grandi occhi verdi, seppur stremati, si spalancarono
«...è
stato Beelzemon...?»
Un’emozione sembrava leggersi nel suo sguardo.
Anche in quello di
Violetta che balzava in piedi, e nel suo caso era inconfondibile:
orrore «Noooooooaaaaarghhhhh!!!» gridò
stridulamente, afferrandosi i capelli con le mani «MIA FIGLIA
SI
E’ FATTA UNA NUOVA SORELLAAA!»
Akiko la osservava a
distanza, scuotedo il capo sconcertata «...io non ci capisco
più niente, con tutte queste parentele...»
«Quella pazza
ora vuole scappare col mio cuore!! N-Non può farmi questo
dopo
che mi sono ammazzata per lei, certo che poi però
è
proprio vero ciò che si dice sui figli oggigiorno, che tu
dai
loro...una mano, e loro si sgranocchiano ben bene tutto il braccio! Io
le ho scodellato i dati di Guardianmon su un piatto d’argento
e
lei mi ripaga in questo modo??? Noooaaaahhhh, ecco è in
questi
casi che si sente la mancanza di un marito! Se quell’idiota
di
Sandmon non mi avesse mollata ora saprei a chi rivolgermi,
anziché ritrovarmi qui, da sola! Tanto per cambiare!! Devo
fare
qualcosa...
...e alla
sveltaaa!!» afferrando di colpo l’Ipad
«Amnesyamon?!...
...possibile che qui
neanche i microfoni funzionino, nessuno mi risponde?!
Amnesyamoooooon!!!»
Gli occhi di Rubymon
si spalancavano di terrore nel vedere l’apice della coda
puntare
contro di lui, pronto a scagliare un potente raggio congelante
«Ahahahahah! Chi l’avrebbe mai detto che la partita
si
sarebbe conclusa in questo modo?...
...hai perso, mio caro
Takato, avresti fatto meglio ad ascoltare le mie lezioni
finché
eri in tempo!» incrociava le braccia Amnesyamon, dinanzi al
suo
avversario parzialmente congelato «...ora è troppo
tardi...
...il mio raggio ti regalerà una gelida suite in cui
riposare...
...PER L’ETERNITA’...»
«P-Perché
fai questo...?» chiedeva la creatura, mentre il ghiaccio
striava
i suoi capelli di foglie «...s-seminare dolore non ci
restituirà i tempi...
...c-che entrambi
sognamo...»...«Cosa?!»
sussultò la regina
ghiacciata, intimorita dalle sue parole.
«Non
fingere...» mormorava Rubymon con voce strozzata
«...tu ed
io a-abbiamo in comune...lo stesso sogno, così come sono
certo
anche t-tuo marito...
...e i miei compagni di classe...
...r-rivogliamo quei
giorni felici! Ma se mai esiste un modo per recuperarne anche una
piccola scheggia...q-questo non è combattere fra di noi!...
...dovremmo essere
alleati e invece...l-la disperazione ci mette l’uno contro
l’altro, non è
giusto!!!»...«Nooo!!! Sta
zitto!» serrò gli occhi Amnesyamon «Con
le tue
chiacchiere cerchi solo di confondermi!...
...quel tempo è
morto ormai, non si torna indietro a quella scuola...»
«...e-e perché no...?...
...perché noi siamo tutti cresciuti? Io non sai quanto lo
vorrei...
...p-perché non
proviamo a fare una magia, tutti insieme...»...«Le
magie
non esistono...
...il gelo del
ghiaccio è la sola realtà esistente, e fra di noi
può sopravvivere solo il più forte!»
«I-Io...seguito a non crederciii!!!»
«SEI SEMPRE
STATO UN ILLUSO!» tuonò coi suoi denti affilati
«Ma
sono io la tua maestra...
...IO SOLA POSSO
INSEGNARTI COME VA LA VITA!!!» oscillando la sua coda, e
scatenandola in picchiata contro Rubymon.
Ma un bagliore luccicò tra le nubi in cielo...
...e travolse
Amnesyamon «GYAAAAAAAAAHHHHHHHH!!!» come una
scarica
stellata folgorante.
Rubymon si volse a
fatica...e scorse Royalmon con il bazooka fumante
«E’
Jeri...»
I loro sguardi si incrociarono (canzone: Laura
Pausini - You are)
L’avversaria
fumante tremava di rabbia «Maledetti piccioncini
amoreggianti...
...vi congelerò entrambi!!! Deflagrazione tagliente!!!»
Una pioggia di schegge
si abbattè su di loro, ma Royalmon volò incurante
del
pericolo, fino a spingere Rubymon a terra. Rigirandosi
l’istante
dopo, e sparando un colpo di bazooka per arrestare
l’avversaria.
«...mi hai
salvato...?» chiese lui assorto, e lei «Stai
bene...?»
Quel suo occhio
circondato da ingranaggi si piegava in un’espressione
amorevole.
«Non avrei mai
potuto permettere che ti facesse del male. Takato...!»
espresse
in un impeto di passione.
Il Digimon si
rialzò a fatica, scrollandosi le ali da mille ghiaccioli che
caddero sulla strada. E lei avvicinò la sua mano smaltata di
nero per scostargli il ghiaccio tra i capelli. Quelli di lei volavano
nel vento battente, mentre i due erano in piedi uno di fronte
all’altro, e si guardavano separati da un muro di
incomprensione,
minato da raggi d’amore...
Lo sguardo di Royalmon
sembrava chiedere implicitamente una conferma di perdono. Quello di
Rubymon sembrava porre fin troppi perché...
Mentre Amnesyamon
atterrava stizzita «Maledizione...fra quei due è
sempre la
stessa storia, a distanza di anni!» ma a quel punto proruppe
una
voce stentorea “Amnesyamon!
Pronto, prova, Amnesyamon?!”
«Ahhh!...che diavolo vuoi, Violetta...?»
I due suoi avversari si volsero attoniti.
Violetta tuonò
“Si
può sapere che fai lì impalata, guardi una soap
opera?! Mia figlia è di sotto e mi sta portando via il
cuore, e
tu?! Possibile che uno tanto è sempre il solo che si deve
ammazzare per gli altri, e nessuno lo aiuta?!”
«Cos’hai da blaterare, quanto sei noiosa!»
”Noiosa
io?!! Mia figlia, a cui volevo anche far fare un corso di pianoforte se
ci avanzava, mi sta portando via il cuoreee!”
intonandolo a
mo’ di motivetto “E tutto questo con
l’alleanza di
una sorella uscita dal nulla, e vestita di ruggine! Io siccome mi sono
anche un po’ stufata di ripetere a tutti...che sono stanca,
speravo nel tuo intervento ma tu resti lì come una bella
statuina!” «Sei esasperante, vado a
recuperartelo, il
cuore! Tanto né tua figlia né nessun altro ha
speranza
contro di me!» puntando i siringoni contro i due Digimon
«Non è finita fra noi tre! Ci rincontreremo molto
presto,
e per quel giorno...prenderò i miei
provvedimenti!»
tuffandosi nel soffitto, che si infranse come una pista ghiacciata
«Ahh, aspetta!!» tese la mano Rubymon, e Royalmon
«Hai sentito?! Era la voce di Violetta, sono alleate! N-Noi
dobbiamo...
...d-dobbiam...»...«Royalmon!!»
esclamò il
ragazzo di foglie, accogliendola tra le sue braccia. Il bazooka
soffiava fumo «Ho esaurito...tutta la mia carica, mi
dispiace. Ho
combattuto tanto...» sorrise debolmente Royalmon, quando la
luce
la avvolse...
...restituendole le
sembianze di Jeri, e materializzando accanto a lei Impmon, che si
poneva le mani sui fianchi «Ecco cosa si ricava a scendere a
patti con certa gente.»...«Ahh!...che cosa intendi
dire,
Impmon?!» domandò Rubymon, e il folletto viola
nascondendo
lo sguardo precisò «Desiderava che ti esortassi ad
ascoltarla!...
...fa come credi...» allontanadosi sul tetto ghiacciato.
Rubymon fissò
con turbata intensità il volto addormentato della ragazza
tra le
sue braccia, su cui si adagiò una fogliolina luminosa caduta
dai
suoi capelli. Al suo tocco, Jeri sembrò sorridere
beatamente...e
il primo raggio di sole filtrare dalle nubi, attraversandoli...
Ma l’istante
dopo «RWAAAAAAAAAAGHHHHHH!!!» il vetro si infranse,
scaraventando all’esterno una stremata Amnesyamon.
«Ah,
ahahahahahah!!! Mi spiace, ma un’attempata strega come te
come
spera di competere con due ragazze come noi?» era la risata
canzonatoria di Starshipmon, mentre la regina di ghiaccio si illuminava
separandosi in due sagome: quella di IceDevimon, e
dell’insegnante abbandonata tra le sue braccia
«Nami!! Nami
ti prego, risvegliati!»
«Il cuore della
mia gattina è solo mio...» ghignò la
ragazza
spaziale, balzando in cielo e presto raggiunta dalla bionda compagna
«Per questa volta ci accontentiamo di un bel bottino di dati
tecnologici...»...«...ma quando avrò
terminato di
studiare questa reliquia...» minacciò Starshipmon
sfoggiando il fiore magico, continuando «...TREMATE,
perché verremo a prendervi con un vascello!
Rapunzelmon...»
L’interpellata alzò le sue mani...
...e provocò un
enorme bagliore di dati all’interno del Centro ricerche, che
fluirono nelle loro polsiere accompagnando quel congedo volante come
una scia, nel sottofondo della risata di Starshipmon «Al
prossimo
saccheggioooooooooooooooooo!!!»
Carermon e Geniusmon
corsero fino ad affacciarsi «Aspettate!!» ma erano
già andate via, e il genio alzò lo sguardo
«Takato,
ci dispiace! Non siamo riusciti a fermarle...»
Carermon lo aggiornò «...quella bionda
è Akirmon...
...e il Centro
ricerche non esiste più...» mentre il sole del
tramonto
infuocava lo scenario.
I tre Digimon
restarono a contemplare IceDevimon, che si allontanava nel cielo
portando con sé l’addormentata insegnante.
Jeri giaceva
addormentata tra le braccia di Rubymon, mentre Impmon si poneva una
serie di domande specchiando il suo broncio nel ghiaccio addensatovi
sul tetto. Finché non vide riflessi accanto a lui anche un
paio
di occhi verdi «Mi hanno detto che sei venuto a salvarmi. Io
non
troverò mai le parole per ringraziarti, di questo sono
sicura.»...«O-Oh, LadyWizardmon!» si
alzò un
po’ impacciato il folletto «Come stai, sei
ferita?»
prendendole le mani «Sono contento che tu stia
bene...»
Lei lo guardava con
gratitudine, ed il sole del tramonto riflesso negli occhi. Lo stesso
che illuminava la mascherina di Irismon, e la brezza faceva volare il
bianco manto che proteggeva il suo cuore, doppiamente malinconico
(fine-canzone)
«Ryo, ci
racconti qualcuna delle avventure che hai vissuto col nostro
papà?» chiedeva Mimidramon, il più
piccolo dei tre
draghetti. E gli occhi del ragazzo si riempivano di commozione,
specchiando una vita che sembrava andare oltre i suoi
ventitré
anni, e profumare di mondi lontani e albe iridescenti...
«Qual è
stata la tua preferita?» chiese la piccola Mumidramon, ma lui
replicava «Vedete ragazzi, sono state talmente tante...
...che è
difficile sceglierne una in particolare. E’ la vita
stessa...che...riesce ad essere un’avventura straordinaria.
Se la
si vive con un cuore pronto ad accogliere con entusiasmo ogni cosa,
riesci a scorgere connessioni...significati nascosti...
...porti con te quello che più ami, attraverso il vento...
...che ti soffia
addosso, lo tieni stretto al cuore...come un cucciolo, un piccolo
draghetto. Come voi!» passando la sua mano tremante tra di
loro,
che si guardavano incantati per le sue parole «Io almeno...ho
cercato di vivere così!» ammise umilmente alzando
un
po’ le spalle «...non ho voluto lasciare andare
quel
cucciolo che la vita mi aveva lasciato tra le braccia...
...l’ho tenuto
stretto e a volte il vento...soffiava tanto forte che sembrava
minacciare di spazzarmi via...»
«...lo sai,
Ryo...? Ora capisco perché ti chiamano “domatore
leggendario”...» affermava Medramon, il
più grande
«Le tue avventure sono...esattamente come le
immaginavo!»...«Dici davvero...?» chiese
il ragazzo.
E il draghetto rispose «...hanno quel sapore di magia, che
tante
volte si mescolava alla voce del nostro papà, la sera, per
farci
addormentare...»
Ryo serrò i
denti “Che deve fare uno come me...?! Teoricamente...dovrei
difendere questa vita fino all’ultimo! Proteggere il cucciolo
tra
le mie braccia...attraverso il buio di un’operazione
dall’esito incerto, come la mia. E poi oltre, facendo slalom
tra
le conseguenze esattamente come fossero...rocce da oltrepassare in
volo! Io so che questo sarebbe il mio dovere ma...ho paura! Ho paura di
vedere disgregarsi attorno a me tutte le tracce del mondo che ho amato!
Vedere l’affetto degli altri trasformarsi...in
pietà, e la
speranza...in disillusione. Ridotto in questo stato non posso aiutare
nessuno, non posso salvare nessuno...come ero abituato a fare!! Io
sarò solo causa di infelicità per gli altri...da
questo
momento in poi.” ma in quel momento sentì
l’antica
porta cigolare, sicché disse «Aspettate un attimo,
piccolini.»
...e si diresse sulla balaustra, dalla quale vide rientrare Alice.
La ragazza sembrava
sconfortata, la borsa pendeva dalle sue mani ma quando alzò
lo
sguardo, i loro occhi si incrociarono (canzone: S
Club - Let me sleep)
Così si vennero
incontro, lui attraversando il soppalco con il suo passo prudente, lei
salendo l’ampia scalinata.
La giovane prese un
respiro, ricordando il consiglio “Se non ti vengono le
parole...non dirgli nulla. Ma veglia su di lui, come se fossi...uno
spirito. Vedrai che sarai in grado di aiutarlo anche senza
consigli...”
...sicché
aprì i suoi occhi azzurri, e salì il gradino
successivo
con un animo diverso. A piccoli passi si avvicinò al ragazzo
che
la scrutava con volto serio. Alice sembrò oltrepassarlo, ma
in
realtà si fece alle sue spalle...
...e lo abbracciò per confortarlo, ad occhi chiusi e senza
dire niente.
Anche Ryo chiuse gli
occhi, abbandonandosi a quel gesto di conforto e versando una lacrima
“E così...è questo che tu sei,
Alice...”
...affettuosamente
egli tirò su la sua mano tremante, per riscaldare quella di
lei
e ringraziarla tacitamente.
Da una delle stanze
della villa, che si aprì silenziosamente,
fuoriuscì un
cane nero dallo sguardo intenso ed il collare metallico. Ma quando vide
la scena rimase incantato, e la magia digitale allungò la
sua
sagoma rendendola quella di un uomo, col cappello bianco a velare il
suo sguardo commosso “Brava, Alice...
...forse tu lo hai scoperto...
...ognuno di noi ha la
sua funzione in questa vita. Forse anche quelli come noi non sono
inutili.”
Ryo sembrava
rimescolare ogni luce ed ombra, gioia e dolore della sua vita,
confortato dall’abbraccio della bionda ragazza. E ad un
tratto le
disse «Senti...
...io, questa operazione, posso provare a farla!»
«Ahhh!» la
ragazza si distaccò di colpo, stupefatta da quelle parole.
«Posso provarci,
se ci tenete, e...far finta che si tratti dell’ennesimo
nemico da
sconfiggere! Ascolta, io...
...stavolta non lo so
come andrà a finire!!» ammetteva con sforzo il
ragazzo
«Non mi sono mai confrontato con cose del genere, ma ti
chiedo
soltanto di non far saper niente a nessuno! Io mi opero,
però
poi...voglio essere io a decidere chi dovrò o non
dovrò
rendere partecipe...delle drammatiche conseguenze.»
Alice era incredula
«...Ryo...» ma lui si allontanò
giù per la
scala...
...per poi volgersi in
ultimo «...lo faccio per quei draghetti, non posso accettare
di
raccontar loro favole vuote, leggende tramontate! E lo faccio anche...
...per te, Iasugnumon mi ha raccontato la tua storia. Alice...
...chi te lo fa fare
di occuparti di noi?» disse celando la gratitudine con
l’amarezza, e allontanandosi.
Alice balbettò
«...ha funzionato...» quando l’istante
dopo giunse
Refrainmon a ripetere il medesimo gesto, abbracciandola alle spalle
«Proprio così, questa vita ha bisogno...di una
catena di
abbracci. Non si finisce mai di imparare...»
E lei replicò
il gesto di Ryo, di appendersi alla sua mano e riversarvi i suoi
sentimenti...
...all’entrata
della buia caverna, Terriermon evocò sguardo coraggioso e
procedette a passetto spedito.
Il roccioso cunicolo
celava nel suo fondo la sagoma di un drago, il cui rosso delle sue ali
sfumava nell’oscurità «Ahhh,
finalmente...»
borbottava con la sua voce scura «...ora che ho acquisito
questi
Digimon la mia potenza non ha rivali! Sento il mio corpo pulsare di
benessere...»
«ACQUISITO...?!!» tuonò Terriermon,
piazzandosi le
mani sui fianchi «E’ questo ciò che
abbiamo imparato
convivendo dieci anni fianco a fianco, come una vera
civiltà?!!»
Cyberdramon si volse incredulo «...tu...?...
...co-come hai fatto a
trovarmi?!»...«Ahhh, allora ti ricordi chi
sono!»
«Ihmp!» il
drago indietreggiò, sotto le accuse del verdino
«Non hai
scordato né i tuoi figli né Ryo, quella che stai
inscenando è soltanto una commedia, Cyberdramon!!»
ma
questi gli puntò l’artiglio «Stammi
lontano,
Terriermon! Ti premetto che se ti avvicini...userò le
maniere
forti!»...«Sei disgustoso...
...vivere in una
caverna squallida, isolato dal mondo!! Lo sai cosa si racconta di
te?!...
...che aggredisci i
Digimon innocenti, che pensi solo a nutrirti e acquisire dati! Sei...la
vergogna della nostra squadra!!»...«Questa
è la mia
natura!!» ribatté il drago
«L’unica, e non
intendo lasciarla!! Almeno lottando e potenziandosi si evita di
soffrire, adesso sono felice! Il mio corpo accoglie energia ogni giorno
in più, e non temo più quegli stimoli inquietanti
provenienti dal mondo degli umani!...
...il rimorso, l’attaccamento!...
...il timore continuo di essere traditi!!...
...tutte queste
pulsioni hanno rischiato di far ESPLODERE il mio involucro, nessuno mi
convincerà a fare marcia indietro!»
«Ma in questo
modo...hai rinunciato anche all’amore!
All’amicizia!!
ALL’AFFETTO DI UNA FAMIGLIA!»...«TUTTO
QUESTO FA
TROPPO SOFFRIRE!...
...v-vattene, stammi
lontano! I tuoi occhi mi riportano la luce di quel mondo...»
«Beh mi spiace
per te ma sta di fatto che Ryo sta soffrendo e sulla terra hai delle
responsabilità! Per cui io ti riporto indietro, che ti
piaccia o
no!!»...«Non fare un solo
passo!!»...«Oseresti
scatenare i tuoi attacchi contro di me...? Non ci credo, io sono stato
un tuo compagno...»
Ma inaspettatamente,
Cyberdramon si caricò di energia «Globi
perforanti!!!»
«Cosa?!...
...AAAAAAAAAHHHHHHH!!!» Terriermon fu spinto violentemente a
terra dalle sfere rosate «NESSUNO MI RICONDURRA’ IN
QUELL’INCUBO!» ringhiava Cyberdramon, tanto da far
tremare
la caverna «N-Non mi immergerò più in
quel lago di
doloreee!!! Lame
perforanti!»...«Aspetta,
Cyberdramon!»...«...e chiunque tenterà
di
dissuadermi SOCCOMBERA’!!!»
«AAAAAAHHHHHHHHHH!!!»
Le lame sulle braccia
del Digidrago si abbatterono su Terriermon, che ferito
ansimò a
terra...(fine-canzone)
Presso il Centro
Ricerche, accerchiato da pompieri incapaci di spegnere il tramonto
cittadino...
«Cosa?!»
sussultava Jeri «Come sarebbe a dire che non hai intenzione
di
mantenere il patto?!» ma Impmon le voltava le spalle
«Io ti
avevo chiesto aiuto per liberare LadyWizardmon, ma tu hai pensato solo
a combattere. Ora perché io dovrei fare ciò mi
hai
chiesto...?» accennando ad allontanarsi «Non puoi
voltarmi
le spalle così!!» esclamò la ragazza
stizzita e
completamente spiazzata «Io ti avevo chiesto di dire a Takato
che
volevo parlargli, c-che...
...avevo bisogno...di
spiegarmi!» ma qualcuno giunse alle sue spalle
«Guarda che
l’ha fatto.»
Jeri si volse di
scatto «...Takato...» lasciando che il sole
accendesse i
suoi occhi. In controluce stava il ragazzo che si avvicinò a
lei, mentre Cindermon li osservava poco distante.
«Impmon mi ha
detto tutto, anche se adesso, per orgoglio, simula
indifferenza.»
Jeri si volse
incredula verso il folletto, che si allontanava con le mani dietro la
nuca e l’espressione infastidita “Perché
dovrei dire
a Jeri che ho mantenuto il patto? Tanto, che differenza fa?”
(canzone: P!nk
- I don't believe you)
La ragazza si rivolse
dunque al compagno, con occhi pieni di speranza «Allora sai
che
ti cercavo! Ascolta, io...
...credo che quello
che è successo fra noi in ospedale...non possa mettere la
parola
fine alla nostra storia. Noi ci amiamo...!»
Ma il volto del ragazzo rimaneva serio...
«...ciò
che hai scoperto su di me purtroppo è vero, ed
è...molto
grave. Capisco che abbia fatto andare in pezzi l’immagine di
ragazza onesta che ti eri fatto di me in questi anni, ma...posso
assicurarti...
...che vivere nei miei
panni non è affatto facile.» ammetteva con
dolcezza, ma
guardandolo negli occhi «Non è facile dover
mantenere
l’apparenza di ragazza allegra e spensierata agli occhi del
mondo, perché...è questo che il mondo vuole.
E’
questo ciò che esige da te, nonostante in mille ti gridino
di
essere te stesso, e seguire il tuo cuore! Io ho soltanto cercato di
adeguarmi, e ogni volta che mi si è presentata
l’occasione...
...ho tentato di sfruttarla
al meglio, ma tutto questo, posso assicurarti...non mi è
riuscito nell’amore! Perché di fronte a quello non
sono
riuscita a fingere, io...
...non ho mai stretto tra le braccia altro ragazzo che non fossi tu,
sei...
...il primo amore
della mia vita, Takato, e sei anche l’unico! Io credevo di
avere
il cuore congelato prima di incontrarti...»
«E tutti quei
ragazzi...in tutti questi anni?!»...«Nessuno di
loro ha mai
contato niente! Puoi credermi!!...
...ti sto parlando a cuore aperto, anche se mi vergogno...
...ma no. Sto
mentendo, non me ne vergogno più, ora mi sento...fiera!
Fiera di
non esser stata mai di nessuno, se il primo puoi essere tu! Lo vedi...?
Sto crescendo...
...io stessa mi
sento...cambiata, anni fa non avrei accettato di essere diversa da
tutti gli altri giovani! Ma ora sento che conti solo tu, e il nostro
amore!»...«No, per favore Jeri, non
continuare.»...«Ah! Ma...come, Takato?!»
supplicò la ragazza «...io ti amo...
...non mi vedi? Sono
sincera...! E lassù...credo di avertelo
dimostrato...»
rivolgendo gli occhi alla maestosa costruzione assediata dai soccorsi...
«Non credere,
non l’ho dimenticato.» ammise lui «Tu mi
hai salvato
la vita...
...ed in qualche modo,
non so ancora quale, io...riuscirò a ricambiare il tuo
gesto. Ma
non chiedermi di tornare sui miei passi perché io...
...non riuscirei più a crederti,
Jeri!»...«Come...
...?!...»
accennò in un filo di voce la giovane, sentendo mancare le
sue
certezze.
«E’
proprio così: le tue parole, i sentimenti che confessi...
...sembrano veri,
esattamente come la tua allegria e la tua spigliatezza in questi anni!
Proprio come quell’amore che mi confessavi a Digiworld, ma mi
è bastato girarmi...
...perché tu
cingessi i miei amici in un vortice di intrighi! Perché tu
tentassi di uccidere la mia Digimon!!»
Cindermon sussulto
nell’udirlo, e Jeri esclamò «I-Io non
volevo
realmente ucciderla!!» rivolgendosi poi a costei
«Perché non gli dici com’è
andata?!»...«I-Io-»...«Cindermon
non deve
spiegarmi niente!!» proruppe Takato, bloccando il tentativo
della
sua Digimon, che attonita ritirò la mano...
«Ormai è troppo tardi, non lo capisci Jeri...?
Tu...conoscevi i miei bisogni...i miei dolori...
...i miei sentimenti, eppure a te di questo non è importato
niente! Ti era indifferente che mi sentissi calpestato,
umiliato...bastava che tu realizzassi i tuoi
scopi!»...«Ti
assicuro che non è così come pensi...! Se solo mi
lasciassi spiegare...»...«...ne ho abbastanza di
sentire
storie...» scosse il capo Takato, mentre il tramonto
discendeva
dietro di lui «...fino ad oggi non è stato che
questo. Ho
fatto tesoro di ogni tua parola, anche quando dicevi di essere
innamorata di altri! Chissà se era vero...chissà
se no.
Ma io sono sempre stato sincero, ti ho messo in mano il mio lato
più intimo...ma tu non hai ascoltato una parola, o se
l’hai fatto l’hai strumentalizzata! Per questo ed
altro...
...io non credo
più nel tuo amore, senti...so che siamo compagni! E per via
delle battaglie dobbiamo rivederci, ma cerca di metterti in testa che
fra noi è finita!»...«No, aspetta
Takato!» ma
lui si volse «Andiamo, Cindermon...andiamo a casa.»
La
Digimon gli si accostò «Ne sei sicuro?»
lanciando
una fuggevole occhiata a Jeri, fra l’incertezza e
l’ostilità «Sì, pienamente.
Dobbiamo parlare
di ciò che è
successo.»...«...come
vuoi.»
«Aspettate vi prego!...soltanto un attimo!...
...Takato!» ma
si allontanarono, mentre il sole discendeva tra i palazzi...
...come la speranza
nel cuore di Jeri, tramontava su una triste città di
pensieri
«Allora...
...è vero:
tutto ciò che si dice nei cartoni non vale anche nella
realtà.» guardando con malinconia il tetto del
palazzo,
sul quale aveva compiuto quel gesto «Le belle
favole...servono a
cullare l’infanzia. Ma quando diventi adulto, neanche un
salto
nel vuoto può restituirti il calore di un
bacio...»
accingendosi ad allontanarsi tristemente, col suo Digivice tra le mani.
Ma di fronte a lei si
delineò un’ombra col cappello «Oh?
LadyWizardmon.»
«Guarda che i
miei alunni desiderano vederti.»...«Come...? Stai
parlando
sul serio...?» chiese Jeri stupita. E la Digimon incurante
del
suo aspetto malconcio era ritta e dignitosa «Credi forse che
io
scherzerei mai circa i loro
sentimenti...?»...«...stai
parlando...di Orphanmon e gli altri?»
Ma Jeri ricordò
quell’istante in cui il cucciolo digitale aveva affermato
“Tu non sei
nostra madre...”
...tanto che sconfortata, chiuse gli occhi e ammise «Meglio
di no.»
«Tu non hai
nulla da dir loro?» domandò LadyWizardmon,
composta ma
lievemente provocatoria. Ma Jeri la oltrepassò
«Quando
qualcuno prende una decisione...questa è per
sempre.»...«Stai parlando di te o stai parlando di
loro?» azzardò la Digimon, ma lei non si
girò
“A cosa servirebbe...? Sarebbe lo stesso che con Takato. Quei
bambini ormai hanno scelto, ed hanno timore del mio orribile aspetto
digitale: più niente potrebbe restituirci la nostra
amicizia!”
«Pensi che non
sia vero ciò che ti ho detto? E che magari parli
così
perché mi avete salvata?» chiese la Digimon, al
che Jeri
si volse «Forse...» per poi allontanarsi
definitivamente.
«E invece ti
sbagli...io non metterei mai parole false in bocca ai miei
alunni.» concluse LadyWizardmon calandosi la falda, e
dileguandosi come un’ombra (fine-canzone)
IceDevimon
spalancò la porta della buia casa, ma trovò la
piccola
Akiko in piedi nel corridoio, esattamente dove l’aveva
lasciata
«Tu...? Non sei ancora a letto?»...«Che
è
successo a mia madre?! Si è stancata per aver combattuto
troppo?!» provocò la bambina alla vista di sua
madre tra
la braccia del Digimon «Oppure è il peso delle
menzogne
che non riesce a sostenere...? Sfortunatamente esistono gli Ipad per
seguire gli scontri digitali a distanza, mamma!!
Svegliati!»...«E’ inutile che gridi!!
E’
svenuta...» sottolineò il Digimon, ma la bambina
rimbeccò «Tu non la conosci, lei finge!
Sì, fa la
finta svenuta, lo faceva anche con mio padre anzi PARDON mi correggo,
con l’uomo che mi ha fatto credere tale fino ad oggi! Mamma
insomma!! Ti sto parlando, smettila con le tue finte!!»
gridava
con la voce che le si faceva acuta e stentorea, e il Digimon gemette
«Ora basta, sfondi i timpani anche
me!!»...«Allora si
levi di torno, signor IceDevimon!! Io devo sapere chi è mio
padre, lei è soltanto il Digimon di mia madre, non
c’entra niente con i nostri intrighi familiari!!...
...mammaaa!!»
IceDevimon
adagiò la domatrice sul divano, e ammise a denti serrati
«Sì, lo so, LO SO che non è tuo
padre...l’uomo sulla carrozzella: ero biodigievoluto con lei
quando l’ha confessato!»
Akiko si volse con occhi astiosi «...io mi sto ancora
chiedendo...
...perché lei
non si impiccia degli affari suoi! Non voglio il Digimon di mia madre
in mezzo ai fatti che mi riguardano, avrò soltanto otto anni
ma
sono una persona libera, e se posso darle un consiglio...
...mio caro sovrano digitale decaduto...
...le raccomanderei di
stare a distanze di sicurezza dalla sottoscritta poiché
è
considerata portatrice di disgrazie!!»
IceDevimon
dilatò gli occhi, mentre la bambina lo fissava con odio
«...nessuno si è mai mostrato felice di diventare
mio
amico, perché si narra che alberghi in me una forza maligna
e
tenebrosa, per cui se non vuole finirne anche lei vittima sarebbe bene
che dimenticasse ciò che ha udito questo pomeriggio...e
facesse
come se niente fosse. Mamma! Ti ho detto di svegliarti...
...ho diritto che tu
mi dica di chi sono figlia, chi mi ha trasmesso in eredità
questa maledizione dal gelido soffio!»
«Uhm?!» Il
Digimon di spalle ebbe un sussulto, volgendosi con una timorosa coda
dell’occhio...
«...ma in fondo
sono convinta...» continuava Akiko con disprezzo, in piedi
dinanzi alla madre svenuta senza concederle neanche una carezza
«...che quella sia stata tu, e che mio padre fosse buono e
onesto!!»
“Io e Nami abbiamo iniziato a frequentarci...poco dopo il suo
matrimonio! No...
...no,
deve trattarsi solo di una coincidenza, non può
essere...”
fissando i palmi delle sue tremanti zampe artigliate “Io sono
una
creatura sterile, la malvagità non permette che nasca da me
alcuna vita! Soltanto spifferi, e cubetti di ghiaccio...
...possono scaturire dalla mia sagoma...”
«Che cosa
guarda...?» chiese Akiko, e lui fu colto alla sprovvista
«Ahh?»...«E’ stupito dalla
freddezza con cui
tratto mia madre? Ebbene, deve abituarsi se vivremo assieme: io sono
uno spiffero...
...un soffio
d’aria gelida da una finestra che sbatte! Mamma! Ora hai
dormito
abbastanza, insomma svegliati!!»
Ma quelle parole
avevano dato l’affanno al diavolo dalle ali lacere, che
vedeva il
suo ghiaccio sciogliersi in gocce di sudore che divenivano cristalli, e
si infrangevano sul pavimento...
...intanto, presso il
giardino di casa Nonaka «Rika, ce la fai? Non hai
più
avvertito quello strano malessere, durante la battaglia...?»
chiedeva Renamon aiutando la domatrice ad appoggiarsi «Il mio
solo malessere...è rientrare a casa, e trovare la luce
spenta,
Renamon...!» espresse la ragazza con voce stremata, come se
davvero stesse male «Un giorno è trascorso, e
lui...non
è tornato. Non si è trattato solo di un incubo,
è
la realtà!» La volpe dorata si appoggiò
a lei
«Non dirlo a me...! Aver visto mia figlia assieme a
quell’essere spaventoso! E non poter avvertire il padre
perché...non so dove sia...»...«Ah,
Renamon...e
adesso? Che succederà?»
Ma il suono secco di
un bastone sul legno del gradino fece sobbalzare entrambe
«E’ inutile che ti dai arie da gran dama
affiancandoti a
quella creatura: sei solo una poco di buono!!»
Rika dilatò gli
occhi «...signora Akiyama, lei qui...?» e Renamon
affilò gli artigli.
«Ti stavo
aspettando, perché pretendo che tu mi dica dove lo nascondi!
Mio
figlio non solo mi tratta come una pezza da piedi da quando si
è
sposato con te, ma è arrivato al punto di non rispondermi
più al cellulare!! Io mi aspettavo di vedervi rincasare come
due
piccioncini, ma invece ti ritrovo con quella là, c-con
quella...pulciosa ladra di tailleur!» puntando il suo bastone
contro Renamon, ma Rika si frappose «Badi a moderare i
termini
signora, e quanto a Ryo...!!...mi spiace ma non posso aiutarla, e sa
perché?! Perché si dà il caso che io
sia nella
stessa situazione, ci ha abbandonate
entrambe!»...«Coooooosa?!»
inorridì la bionda
signora, dai capelli freschi di parrucchiere anche a
quell’ora
della sera «Sì! Ha sentito bene, evidentemente il
suo
udito è ancora molto efficiente nonostante sia sua abitudine
lamentarsi di tutto! Ryo mi ha lasciata, suo figlio si è
messo
con la pretendente che lei gradiva alquanto, Alice McCoy! Ora loro due
vivono insieme, ce la fa ad andare fin da loro, su quel
bastone?!»...«Mio figlio ed Alice...?...
...ah! Ahhhhhhh,
benedico il destino che ha fatto tornare a Ryo un
po’ di
senno! Mi ha accorciato la vita quando mi ha annunciato il matrimonio
con te, da quel mondo d’inferno!!»...«Non
si
preoccupi!» sibilò Rika a occhi stretti
«...di quel
matrimonio non è rimasto niente...
...solo questo anello
al mio dito, ma lei non ha abbastaza forze per sfilarmelo, visto che il
suo cuore a quanto pare è così
fragile!»...«La colpa è solo
tua!»
infierì la donna con occhi di disprezzo «Tu hai
rovinato
il mio Ryo, trasformandomelo in un ragazzo sboccato e ribelle, p-per
trascinarlo nel tuo mondo di fango!»...«Il suo
Ryo...
...!!...che lei si
spupazza ancora come fosse un lattante, conosceva assai bene termini e
trucchi di certi ambienti ancor prima di conoscermi, figuriamoci di
sposarsi con me!! E’ lei che si è sempre rifiutata
di
vederlo...e ha dato la colpa agli altri!»...«Cooome
osi?!»...«Ma dico...come ha fatto a non accorgersi
che lui
cercava tutte le scappatoie per evadere dalla sua soffocante presenza?!
Ora lei incolpa me di averle infangato un eroe ma in realtà
sarei io a doverla accusare per quel che mi è successo!!
Lei...
...con le sue manie,
le sue fissazioni da nobile decaduta l’ha spedito
dall’altro capo del creato, purché fosse libero!!!
E
grazie a questo ora lui è insofferente ad ogni contesto...lo
sa?
Non è riuscito neanche a sostenere pochi giorni di malattia
di
mia nonna! Ora si è messo con Alice ma si
stancherà, Ryo
è fatto così, dietro il “domatore
leggendario” si nasconde un ragazzino che si è
fiondato a
Digiworld PERCHE’ AVEVA LE SCATOLE PIENE DELLA SUA FAMIGLIA!
PERCHE’ NON NE POTEVA PIU’ DI SUA MADRE!!»
La signora Akiyama
alzò il bastone «Razza di sgualdrina, ora ti
insegno io le
buone maniere!!»...«ABBASSI QUEL
BASTONE...SIGNORA!»
la bloccò Renamon (canzone: Anastacia
- You'll never be alone) «...o io le spezzo
questo
braccio ancora vigoroso e poi le taglio la lingua!» mentre
Rika
era piegata a terra, e gemeva riparandosi.
«A-Ahhh...sta-stammi lontana, i-insomma chi ti autorizza a
mettermi le mani addosso?!»...«Le ricordo che
è lei
che è entrata in casa nostra!! E’ lei che ha
aggredito
Rika senza motivo, approfittando del fatto che ora sua madre
è
fuori! Già, ora a differenza di Ryo non ha sua madre a
proteggerla ma badi bene che finché ci sarò io,
nessuno
potrà sfiorarla con un dito, MI HA
SENTITA?!»...«...sei una ladra...o-ora
dovrò
sterilizzare il tailleur, per evitare contagi dal tuo pelo
infetto!»...«Se ho avuto io il coraggio di
indossarlo
può averlo anche lei, che garanzie avevo da una signora
notoriamente piena di malanni?!»
La signora Akiyama si
scrollò la presa «Basta...! Ne ho abbastanza! E
dire che
per un momento ci avevo sperato, credevo che mio figlio avesse messo la
testa a posto e avevo preparato una deliziosa cenetta per il vostro
ritorno!! Ma per voi giovani evidentemente una vecchia madre che ha
ancora sogni nel cuore è UN PESO, pensate solo a...formare e
disfare le vostre indecenti
coppie!»...«ANCH’IO CI
AVEVO SPERATO!!» gridò d’un tratto Rika
alzandosi in
piedi, con gli occhi arrossati di lacrime «Lo sa?!
Anch’io
avevo i miei sogni nel cuore...
...ma quanto alle
coppie parli di suo figlio! Perché a me questo stupido gioco
non
ha mai divertito...perché la mia vita ha avuto un unico
uomo!! E
cioè...
...RYO...
...tutti gli
altri...sono stati solo disgrazia, e apparenza. Io volevo venire a
quella cena!!!»
La donna dilatò
il suo sguardo, mentre Rika la fissava con orgoglio «...ma
Ryo
non ha voluto...e adesso...
...è già
troppo tardi per tornare a quella sera. Nella vita tutto cambia...nel
giro di pochi istanti. Lo so per esperienza personale. Andiamo
Renamon...sono
stanca...»...«Sì!»
Così
oltrepassarono la signora Akiyama senza guardarla, bensì
guardando avanti, fino ad entrare nell’abitazione sbattendo
la
porta.
La bionda
signora cercò fra i cespugli oscuri una risposta al suo
turbamento, ed avanzò col suo bastone, fino a specchiarsi
nel
laghetto «Vaniglia!» chiamò
«Hai fatto?»
fino a che la vispa cangnetta non tornò ad affiancarla,
specchiandosi nell’acqua assieme a lei e alla luna
«Mi hai
lasciata sola...proprio al momento del bisogno. Lo sai?
Anch’io
ho bisogno della mia amica come lei, per tirare avanti sul sentiero dei
miei giorni. Vieni...per stavolta ti perdono.»
La cagnetta mugolò e insieme si allontanarono.
Rika piangeva tra le
braccia della sua Digimon «Non devi ascoltare gli insulti di
quella donna!! Forza!»...«R-Renamon...
...i-il mio
cellulare...sta squillando...»...«Oh?
Tieni.»...«...! E’ il medico, per le mie
analisi!
Pronto?!» proruppe la ragazza contro il pianto, mentre la sua
Digimon aggrappata a lei dilatava i suoi occhi azzurri. Ancor
più quando la sentì sussurrare
«...cosa...?...
...l-la ringrazio,
dottore...» Rika versò una lacrima, che Renamon si
affrettò ad asciugare con la zampa
«...è stato
molto gentile...
...buonasera.»
richiudendo il cellulare «Che cosa ha detto?!»
esclamò la Digimon.
Rika la guardò «Vuoi sapere che mi ha detto il
medico...?»
Renamon rimase in silenzio...
«...che sono incinta...
...io aspetto un bambino, Renamon!!...
...IIIO ASPETTO UN
FIGLIO DI RYO, TI RENDI CONTO?!!» esclamò
disperata.
Renamon guardò ovunque altrove...
...per poi scattare ad
abbracciarla con tutta la forza. Ma lei singhiozzava «UN
FIGLIO,
UN BAMBINOOO!!! COME FACCIO ADESSO?!! PROPRIO ORA CHE LUI MI HA
LASCIATA!! PROPRIO ORA CHE...TUTTI CI ODIANO!!» ma la volpe
sussurrava «Shhh...fa silenzio. Il piccolo non deve sentire
le tue
grida...
...ti aiuterò
io!!»...«MA CI HANNO ABBANDONATE! CI HANNO LASCIATE
DA
SOLE!»...«E allora?!!» esclamò
Renamon con
grinta «Non avevamo promesso che ci saremmo sempre fatte
forza,
spalla a spalla anche nella solitudine?!»...«Ma
noi...
...dobbiamo
combattere...» disse Rika appenata «...sono una
Digimon
Tamer, e in più...sono una donna abbandonata da suo
marito!!!»...«Non devi disperare così,
è una
cosa bella, Rika! Maledizione, un figlio è una
cosa...meravigliosa!!»...«Come
facciamo...?» chiese
sofferente, ma Renamon ribatté energica
«”Come
facciamo”...facciamo!!! Come abbiamo sempre fatto!! Non ce la
siamo sempre cavata in mille situazioni ben peggiori?! Ebbene
supereremo anche questo!!» riuscendo a zittire i suoi
singhiozzi...
...per poi adagiare la
zampa sul suo ventre, con una delicatezza ultraterrena
«...questo
è un miracolo per me...»
Il piccolo Nymon
sbucò dal suo pelo «Anche per me! Finalmente
avrò
un nuovo fratellino con cui giocare...ora che la mia sorellina mi ha
abbandonato...» saltando a riscaldare il ventre di Rika, che
lasciò cadere lacrime sul suo pelo nero. Renamon
mormorò
«Ti lascio con lui...vado a vedere se quella donna se
n’è andata.»
Rika sollevò
Nymon...e con mani tremanti lo avvicinò al viso, come fa un
bambino con un peluche.
Renamon
tornò poco dopo, sfiorandole la spalla
«Ascolta...vuoi che
ti prepari un risottino con un po’ di burro e
parmigiano?»...«Oh...?» si volse stupita
la ragazza,
e la Digimon illustrò «Lo so, è una
ricetta dei
paesi occidentali, ma ho imparato a realizzarla al villaggio. Tu resta
qui, io ai fornelli me la cavo...»
...e anche quella
volta riuscì a far nascere un sorriso sul volto di quella
ragazza, intrecciando la zampa con la sua mano in un’intesa
indissolubile...(fine-canzone)
Quando Takato e
Cindermon riaprirono la porta del panificio, la ragazza digitale era
assorta nei pensieri “Takato ha allontanato Jeri a causa di
quello che ha fatto a me...e durante tutto il tragitto non ha detto una
parola.”
Una volta entrati,
trovarono ad accoglierli l’eloquente spettacolo di Takehiro e
Mie
seduti schiena a schiena dietro al bancone, in silenzio e a braccia
conserte, con una stampella appoggiata a mo’ di simbolica
linea
separatrice «...ah beh ci voleva pure quella
perché se no
non si capiva che eravate in lite!» fu il commento di
Cindermon,
ma poi i suoi occhi come quelli del domatore furono attratti dal
ragazzo che discendeva timidamente le scale, e che quando li vide
subito assunse espressione intimorita. Takato non mancò di
avanzare verso di lui...
...e di riceverlo con
un sorriso ironico «Non sono morto, per questa volta! Ti sei
sbizzarrito con qualcosa per
cena...?»...«Do-Do-Dovevo
preparare la cena...?» chiese Leaf indicando se stesso, ma
Takato
mormorò «...solo la parte avvelenata...
...per tutto il resto
presuppongo debba pensarci io visto che qui non vedo una grande
attività!» sfregandosi le mani, per poi piazzarle
sul
bancone «Non è più lecito neanche avere
una cena a
causa dei panni sporchi familiari?! Nessun problema...Cindermon, a
lavoro!»
“Pensavo non
avesse affatto fame...!” pensò la Digimon, ma le
parole
del ragazzo la smentirono «Ho un grandissimo appetito, questa
sera ho voglia di mangiare cose...un po’ di tutti i generi!
Per
cui dato il momentaneo sciopero dei capi di casa credo che stavolta
avrete l’onore di assaggiare le mie specialità!
Siete
contenti...?» accennando un enfatico inchino, per poi recarsi
in
cucina con espressione stizzita «A-Aspetta,
Takato!» gli
andò dietro Cindermon, rifilando un’occhiata un
po’
dubbiosa un po’ recriminatoria al rapper, sempre
più
smarrito. Ma prima si soffermò dai signori, bisbigliando
«Insomma, sapevate che oggi Takato è tornato
dall’ospedale, e come se non bastasse ci hanno chiamato in
battaglia e ci hanno fatto un mazzo così! Almeno qualcosa
potevate lasciare pronto anziché star lì due
babbuini a
schiene scontrate! No, come non detto: va beeene Cindermon datti da
fare in cucina!»
«Imfh!!»
ringhiò la signora Mie quando restarono soli, per poi
balzare in
piedi «Basta, io non ce la faccio ad aspettare! Vado a
parlare
col mio ragazzo, qua c’è da approntare la
strategia
vincente!»...«Se è per questo...allora
anch’io
vado da mio figlio!» rimbeccò a tono Takehiro
recuperando
la stampella «Quale dei due?!» provocò
lei, e il
marito «Grrr...ma sai benissimo di quale parlo,
l’altro
è in cucina, no?! Tu piuttosto, cos’è
questa storia
del “tuo ragazzo”, siamo tornati
adolescenti?!»...«Ihmf, idiota...
...Leaf! Leaaaf!!»...«Nakao!!»
Il giovane sulle scale
alzò la mano fasciata «E-Eccomi signo-»
ma questa fu
afferrata da una mano pallida «Tu vieni con
me!»...«A-Ahi!» che lo
trascinò prima di
chiunque altro.
Takato armeggiava con
sveglia prontezza tra i fornelli «Senti come li chiamano...!
Ormai sono diventati i pilastri indispensabili della casa! Tanto da ora
dobbiamo arrangiarci Cindermon, che cosa credi?! Loro sono troppo
impegnati per vederci...»
«Me ne
accorgo...» sospirò con tono eloquente la Digimon,
la
quale poi chiese «Come te la cavi in cucina?! No
perché io
sono un disastro, lo annuncio! Se qui si parla di pietanze avvelenate
sono io a rifilarle, non il...rapper!»
Takato sbatté
una busta di sale sul lavandino, piegando il capo e mormorando
«...la cucina sarebbe stata...
...un’altra
delle mie passioni.»...«NON ME L’AVEVI
MAI
DETTO!» sobbalzò Cindermon, e lui «A che
scopo?!
Tanto io non posso coltivare le mie passioni, lo vedi tu stessa!! Nella
mia vita...
...non mi è
permesso di sognare cosa mi piacerebbe fare. Quel periodo è
finito! O forse...non c’è mai stato. Io non posso
neanche
sognare di essere un buon fratello...perché il mio, lo sai
in
che condizioni si trova. Io non potrò mai dedicarmi a quello
che
amo: non sono come quel...rapper, “una stella
emergente”!» sbattendo un altro pacco, mentre lei
mormorava
«Ptsss, che poi non ho mica capito che tipo è
quello! Sta
sempre in un angolo muto, con quell’aria da cane bastonato!
Però...» rivolgendo i suoi occhi azzurri al
soffitto
«...ho l’assurda sensazione di averlo
già
visto...»...«Anch’io!! Per questo temo
che sia un
Digimon, che per tutto questo tempo...non ha fatto che aleggiare fra di
noi...»...«...un Digimon dentro casa...oh mamma che
disastrooo...!» fece lei mettendosi una mano sul volto
«Direi proprio di sì, è inutile
ribadire che
sarebbe un’autentica tragedia se avessimo un Digimon
imboscato
qua dentro ma io non ho intenzione di arrendermi! Nè con
Jeri,
nè con lui, nè con il mio stomaco che tutto
chiede meno
che questa cena, perché devo nutrirmi, perché
devo
combattere e perché devo vivere! Ma ora dobbiamo stare
attenti,
perché saremo sotto attacco ventiquattrore su ventiquattro,
sempre spiati come se in casa avessimo telecamere nascoste, e i miei
saranno i primi ad aiutarci in discesa poiché troppo presi
dalle
loro ripicche personali! Ma chi la dura la vince, ed io mi sono stufato
di mollare...
...Guilmon avrebbe
voluto che tirassi fuori il coraggio, e io in suo onore...mi
trasformerò in una belva...
...e mangerò
quel Digimon travestito da rapper come fosse un panino...!! Aiutami per
favore, Cindermon!» tendendole la mano, che lei raccolse
«Sai che qualsiasi sia la guerra io sono sempre dalla tua
parte,
solo che non pensi...dovremmo accertarci meglio
dell’identità di quel tipo? In questo modo
potremmo
commettere un errore!»
Nakao trascinò
Leaf in camera di Takato, e quando furono soli con la porta chiusa gli
puntò gli occhi contro
«Guilmon!!»...«C-Cosa?!»
sobbalzò il
rapper, ma il ragazzino assottigliò lo sguardo
«E’
inutile fingere...
...e così alla
fine sei riuscito a tornare nella casa del tuo amatissimo
domatore!»
Il suo tono sapeva di
sfida, ed il ragazzo dinanzi a lui balbettò «N-No,
guarda
che ti sbagli piccolo Nakao! I-Io mi chiamo Leaf e faccio...il
rapper!» piegando le spalle e cercando di sorridere
«Sì! Il rapper, uhmuhmuhm! Ho conosciuto la
signora Mie ad
uno dei miei concerti.»...«Già, peccato
che...
...mentre ti trascinavo per le scale...
...accidentalmente hai
perso una delle tue
pantofole.»...«UHM!!!»
trasalì il ragazzo, quando guardò verso il basso
«Che belle zampe hanno i rapper di questi tempi, assomigliano
a
quelle delle creature dei cartoni!!»...«T-Ti prego!
R-Ridammela, ti scongiuro Nakao, in questa casa non devono
vedermiii!»...«Che tono supplichevole, non ha
più
una nota di quello del “Supremo Guilmon” che mi
affiancava
al palazzo reale...e che mi trattava con distacco! Che non perdeva
occasione...di umiliarmi e mortificarmi!»
Il volto del giovane
restava inerte di fronte alle provocazioni del ragazzino...
«La rivuoi...?
Tienitela!!» gettando con disprezzo la pantofola a terra
«Ma bada un’altra volta di non perderla, e di non
perderti
allo stesso modo...qualcuno dei tanti segreti che hai trascinato qua
dentro, con il tuo grande ritorno!»...«Che cosa
vuoi
insinuare Nakao?! Guarda che ti avverto!» si
incattivì
l’espressione del ragazzo, puntando contro il bambino il suo
dito
bendato «Se sei qui per portare scompiglio nella famiglia di
Takato...io non te lo permetterò! Io ti conosco...
...sei stato tu,
quando eravamo a Digiworld, a raccontarmi quella maledetta bugia! TU MI
HAI DETTO CHE LUI ERA...!!»...«...morto.»
scandì il ragazzino con aria ironica, strusciando la sua
schiena
alla porta «Che parola divertente questa, non
trovi?»
Ma Leaf si fece serio «No...
...affatto: è
la parola più triste che esista al mondo! E’ una
parola di
fine, ha il sapore dei titoli di coda, e il suono malinconico...di un
ultimo applauso...
...”morte”
è una parola brutta, e da essa nascono...le lacrime
più
dolorose e più brucianti, tanto brucianti...da provocare un
inferno, e incendiare un mondo che un tempo era florido e
colorato!»
Nakao lo fissava intensamente e a occhi stretti...
«Ma la morte
è un qualcosa che si scopre con la crescita: io non ho
intenzione di spiegarla ai bambini, perché non avrebbero la
sensibilità per capire!»...«Fermo dove
sei!!!»...«Fammi passare! Mi hai stancato! Io non
prendo
ordini da te...
...tu sei una persona
cattiva Nakao, sei diverso da Takato...! Sei subdolo e perfido
nonostante sia suo fratello, e sono certo che anche anche la tua
presenza in questa casa fa parte di un piano ai suoi
danni!»...«Quanto affanno per difenderlo! Ma non ti
sei
accorto che il tuo incarico è scaduto da un pezzo?! Lui ha
una
nuova Digimon...
...e ora ti disprezza,
Guilmon!!»...«T-Takato non sa che sono
io...»...«Takato è cambiato!!»
ribatté
Nakao con un sorriso di gusto «Takato ormai non è
più lo stesso...»...«Nooo...non
è
vero!» gemeva il ragazzo, indietreggiando fino a rischiare di
inciampare sulla sedia «S-Se adesso si comporta
così
è solo perché...è molto addolorato per
i suoi
genitori, perché sono in lite, ed è per colpa
tua!!!»...«Non è affatto colpa
mia!»
replicò il ragazzino ostentando tranquillità
«Io ho
fatto l’unica cosa doverosa nel mio ruolo, mi sono presentato
a
mio padre! Che dieci anni fa mi aveva abbandonato, sì: io
sono
nato da una sua relazione illegittima, sai di cosa si tratta,
più o meno...?» facendo più aggressivo
il suo tono,
ed avanzando verso il rapper «...beh io sì,
nonostante tu
sia un Digimon adulto, ed io soltanto un ragazzino! Io me ne intendo di
queste cose!!»...«Ora basta!! Mi hai
stancato!!»
gridò l’altro con sofferta frustrazione,
aggiungendo
«Cosa c’è, sei indignato per la faccenda
del palazzo
reale?! Beh in questo caso sarei io che dovrei avercela a morte con
te!! Mi hai palleggiato come un burattino senza volontà,
prendendoti gioco dei miei affetti e
sentimenti!!»...«E tu
mi hai usato come parafulmine del tuo IMMENSO DOLORE per aver perso il
tuo amato bambino...!!» ribatté Nakao con aspra
ironia, ma
Leaf gli puntò i suoi occhi «Un dolore che tu mi
hai
provocato...
...mentendomi, e
dicendomi che era morto!»...«Ma no! Nooo...! Io non
ho mai
mentito, Guilmon!» avanzava il ragazzino con sguardo folle,
afferrando la maglietta dell’altro «Non esiste
soltanto la
morte fisica, non chiudere la tua mente digitale! Il cuore di Takato
batterà ancora ma ti assicuro che quello che tu amavi
è
morto! E’ morto davvero!!»...«Questo lo
vedremo!» ammise Leaf con determinazione «Sono
sicuro che
fra non molto tutto tornerà come prima in questa casa, e
nella
famiglia di Takato!»...«Che cosa vuoi
fare?!»
proruppe Nakao afferrandogli un braccio «Scendere da quelle
scale
e gridare che sei il frutto di quel disegno del passato?! Che cosa
speri? Andiamo Guilmon, rivelamelo! Di fare per la seconda volta
amicizia con lui?»...«...e perché
no...?...
...i nomi cambiano, e i volti si alternano inesorabilmente nella vita...
...ma i
sentimenti...ricordatelo Nakao, sono una forza indistruttibile, che non
cessa mai di battere, questa è la mia convinzione!! E anche
dietro altre identità e dentro altri abiti lui ed io
restiamo
sempre quel ragazzino e quel Digimon di allora!!...
...e non è
detto che il primogenito dei padroni e il rapper ospite in casa loro
non debbano scoprire un affetto reciproco!»...«Ma
fra di
voi ci sono io, mi dispiace!!! Cosa ne volete fare del suo fratellino
bastardo, eh?! Escluderlo per tornare al vostro idilliaco
passato?!»...«Beh sei tu che ti chiami in questo
modo...
...e che ti ostini a
sfasciare i legami altrui per puro
divertimento!»...«Non mi
pare di minare amicizie così resistenti! Dopo tutto due
amici di
cui...
...uno spara
all’altro non sono un granché come esempio di
sintonia!»
«C-Come...?! Che
cosa hai det...» indietreggiò il Digimon in veste
umana, e
il ragazzino inveì «E’ inutile che lo
neghi Guilmon,
io ti ho visto!...
...sei tu che hai sparato a Takato!!...
...e se ti azzardi ad
avvicinarti a mio fratello lui lo verrà a sapere
all’istante!!!»
Lo sguardo del giovane rapper piombò in un baratro di
sconforto...
(canzone: Melanie
C - Melt)
«No...aspetta un
attimo!» boccheggiava Leaf, facendosi improvvisamente pallido
«Ohhh...hai paura, Supremo dei Digimon?» provocava
quel
ragazzino che pallido già era «La tua coscienza ha
forse
scoperto di non essere così innocente...? Bisogna stare
attenti
a nascondersi, quando si possiedono zampe digitali e si vuole evadere
la legge! I Digimon non sono creati per questo...
...dimmi, cosa ti ha
spinto ad aprire il fuoco proprio contro il domatore che amavi
tanto?»...«I-Io non volevo fargli alcun male!
E’-E’ stato un incidente, è stato un
equivoco!»...«Ma intanto ho visto
tutto...!» avanzava
Nakao, afferrandogli la mano «Io ho visto il tuo guanto
scivolare, e rivelare la tua zampa a me fin troppo nota! Tu volevi
uccidere nostro padre!! E Takato si è frapposto fra
voi...»...«Si è trattato di un
errore!»
gemette il ragazzo «Ma intanto lo hai
fatto!»...«Ma
mi avevano ingannato!!...
...u-una donna...c-che
io conoscevo e credevo onesta mi ha fatto credere che lui...c-che il
padre di Takato...»...«E’ anche il mio di
padre...»...«...
...MA ANCHE IL MIO
GESTO E’ COLPA TUA!» tuonò il rapper
digitale, con
sguardo disperato «CREDEVO SI STESSE CALPESTANDO LA SUA
MEMORIA!»...«E’ tardi per giustificarti,
Guilmon!!
Quel che è fatto è fatto, tu sei un criminale...
...sììì, un criminale e una creatura
malvagia! Hai
sparato a Takato, mio fratello ha rischiato di morire per colpa tua!!
La polizia dovrebbe arrestarti, quella terrestre e quella
digitale!»...«I-I-Io non permetto a nessuno di
giudicare
quello che ho fatto!» gridava Leaf con le lacrime agli occhi
«E’-E’ vero ho compiuto un gesto orribile
ma ero
disperato!! VE NE RENDETE CONTO?! I-Io credevo di aver perduto il mio
domatore, e-e che la sua stessa famiglia...si stesse prendendo gioco di
lui, è una cosa orribile, è come...tagliuzzare
lentamente
i sentimenti di qualcuno come fossero...un foglio stracciato, un
disegno!!! Ora qui si punta il dito contro di me...ma analizzate il
fondo del vostro cuore, se ne avete uno! E immaginate come vi
sentireste, se mai c’è stata una persona che avete
amato
al punto tale da considerarla una parte di voi!!...
...quando quel colpo
lo ha raggiunto io ho creduto di SEGUIRLO A RUOTA NELLA MORTE! Ma poi
grazie al Cielo, il sole di una nuova alba è sorto, la notte
è trascorsa e il giorno è arrivato! Takato
è
vivo...
...continua a vivere!
A crescere!! Lui non è morto, e il sollievo per la sua
salvezza
è più forte di qualsiasi rimorso!»
Nakao
inasprì lo sguardo «E’ vero,
è vivo...! Ma il
fatto che sia vivo significa che può ancora
odiare!»...«No...»...«Oh
sì invece!
L’odio degli uomini scorre a fiumi, e qualora sapesse che il
suo
amato Digimon lo ha tradito attentando alla sua famiglia...immagina
soltanto la sua reazione!»...«Q-Questo non deve
saperlo
mai! Nakao, se hai un briciolo di affetto verso Takato t-ti
supplico...non dirgli chi sono e che ho
fatto!»...«Questo
dipende da te! Ora finalmente è giunto il momento che ho
tanto
atteso, tu sei nelle mie mani, Guilmon! E posso vendicarmi per
l’orrore a cui mi hai sottoposto a Digiworld!! Fingendo di
diventare il mio Digimon quando in realtà il tuo solo scopo
era
infliggermi dolore! Avanti, prova a negare che è
così!!»
Il ragazzo rimase zittito...
«Taci? E infatti
non puoi negarlo perché abbiamo entrambi una gran buona
memoria,
ci ricordiamo ogni scorribanda tra le alture di dati, ma quando ci
siamo separati la vita...ha continuato a scorrere per entrambi, e
mentre tu sei rimasto a vagare e ti sei trasformato grazie a un
incantesimo...io sono giunto qui! E ti avverto che non ho intenzione di
andarmene. Non voglio lasciare questa casa, quindi spiacente per voi ma
dovrete sopportare la mia presenza! Il mio obiettivo è...
...sì,
riportare il negozio agli antichi splendori! Voglio che il quartiere
esulti al nostro rinnovamento, con lo stesso entusiasmo di dieci anni
fa! Credo di averne diritto...
...dopo tutto questo luogo è anche mio...
...è il
panificio di mio padre, per cui è meglio che teniate
giù
le zampe!»...«E che ne sarà di
Takato...? Dì
la verità, tu vuoi rubargli l’affetto dei suoi
genitori!
Vuoi che lo abbandonino!»...«Per il momento mi
limito a
dire...che voglio gareggiare con lui, ma dev’essere un testa
a
testa leale! E conoscendo fin troppo bene lo sfavillio di potere che
nasce dalla vostra fusione...ti proibisco categoricamente di
avvicinarti a lui! Niente abbracci o rivelazioni strappalacrime,
perché se tu ti azzardi a rivelare la tua
identità io gli
spiattello che hai tentato di uccidere il padre! Distruggerò
la
vostra amicizia...
...una volta per
sempre...»...«...sei un...miserabile,
Nakao!»...«No! Sono uno che non ha avuto la vostra
fortuna!
E dalla sventura nasce sempre odio...è una circostanza
inevitabile.» scandiva quel ragazzino dagli occhi rancorosi,
che
miravano a disgregare l’orgoglio del giovane in piedi di
fronte a
lui...(fine-canzone)
Ma c’era
un’altra creatura digitale, che in quegli istanti rimbalzava
su
un terreno roccioso. Ed il suo corpo verdino era coperto di ferite e
bruciature «Basta...
...vi prego, basta...! Henry...
...Rea, aiuto! R-Riportatemi a casa...»
Ma le fauci di
Cyberdramon soffiavano, ancora bramose di violenza. Terriermon lo
guardò con la coda dell’occhio, mentre si
avvicinava a
passi pesanti «Sa-Saresti davvero capace...
...di acquisirmi come
un volgare avversario? Abbiamo lottato assieme nel...D-Reaper...
...e poi in
seguito...nella vita di tutti i giorni, al villaggio. Ebbene
sì...anche quella è una lotta! Perché
ora mi odi
tanto, amico...mio?»
«Grnnnnnnf! Non si tratta di odio...
...ma non accetto di
non essere capito!! Non accetto che si biasimi il mio stile di
vita...»
«La tua...non è...vita...»
Cyberdramon caricò nuovi globi.
«Non senti
freddo...dentro di te...per la mancanza di una
famiglia?»...«...vorrei vedere te al mio posto,
piccolo
stupido microbo verde chiacchierone, tu non sai niente della mia vita!
Ora parli così perché sei un immaturo petulante
che crede
di sapere tutto, ma te lo dico io il motivo: è
perché hai
avuto la fortuna di ricrearti un focolare domestico ideale! Pensi che
sarà così per sempre, ma prova solo a immaginare:
come ti
sentiresti se a quel bambino accadesse qualcosa di brutto? Se si
ammalasse, oppure se uno dei due genitori un giorno uscisse di casa per
non tornare più! Sono cose che possono succedere, e noi
Digimon
non siamo temprati per sopportarle. Meglio essere soli da subito! In
fondo...se siamo stati creati così un motivo ci
sarà!»
Ma Terriermon serrò i denti «...i-io non sono un
vigliacco!!...
...è vero, il dolore mi spaventa come tutti...
...ma io non rinuncio
alle gioie della vita solo perché so che ogni istante, un
bell’incantesimo può spezzarsi!»
(canzone: Westlife
- Unbreakable)
Il Digidrago ringhiava con odio...
...la creatura verdina
versava lacrime, in un dolce sorriso «...nessuno mi
impedirà di vedere Benji con lo zaino in spalla, il primo
giorno
di scuola...
...e per guardare
Henry e Rea che si tengono per mano, su una poltrona, coi primi capelli
bianchi sulla testa sono disposto ad affrontare una vita intera...e in
ogni secondo il rischio di perdere coloro che amo. Sì
è
vero...
...la vita è un
meccanismo delicato, l’abbiamo provato tutti! Sognavamo un
futuro
felice coi nostri giovani amici, e invece ci sono toccati dieci anni di
solitudine. Ma ostinarsi a farci attorno un vuoto ancor più
profondo non ha senso...
...i nostri cari sono tornati da noi...
...e sempre ci correremo incontro ogni volta che sarà
necessario...
...persino oltre la morte, e le barriere dell’esistenza...
...come i piccoli
alunni della mia scuola, che mi stanno vicino ogni
giorno...»...«Grrr...le tue sono soltanto
chiacchiere! Io
non sono forte come te, e allora?!! Se sapessi che Ryo corre un grave
pericolo ne morirei!! Se sapessi che mio figlio sta male mi butterei in
picchiata da una rupe alta come questa! Io sono forse un vigliacco?!
Probabile...
...ma questa è
la natura del mio animo, io non li voglio i vostri sentimenti se sono
esposto al rischio di perderli! IO DETESTO IL MONDO DEGLI
UMANI!»
«Ahhh!»
Terriermon spalancò gli occhi, vedendovi riflessa la luce
rosata.
«Globi
perforantiii!» evocò il drago nero
con forza spietata.
Ma improvvisamente
entrò in gioco un’altra forza «Centrifuga
floreale!!!» disintegrando i globi grazie a scie
di petali.
Un’ombra atterrò agilmente tra le rocce
«Muskmon, tu
qui?!» mormorò sbalordito Terriermon, mentre
Cyberdramon
scostava i petali agitando la zampa «Arfh, cooosa?! Tu...?
...saresti forse dalla sua parte?!»
La creatura floreale
avanzò verso quest’ultimo sotto gli occhi attoniti
del suo
terapeuta, che non degnò neanche di uno sguardo «E
tu
perché lo stai attaccando, non sareste una
squadra...?»
mormorò determinata «Un’altra creatura
che tradisce
i suoi compagni...preparati, te la vedrai con me!» alzando il
suo
braccio, e mutandolo in una cesoia. Ma il drago pose le mani sui
fianchi «Molto bene...
...un ulteriore
avversario da acquisire, per stasera non mi mancherà la
cena!!
Lame perforanti!»...«Cesoia demolente!!»
La collisione fu un
boato di metallo, le cesoie stridevano contro le lame sulle braccia del
dragone.
«Muskmon sta
atten...ta, è ancora prematuro un combattimento a questo
punto
della...
...terapia...»
ammonì Terriermon, ma poi la fatica ebbe il sopravvento e
cadde
svenuto.
Tanto da non poter
scorgere il rossore negli occhi della sua paziente «...sei un
vigliacco...
...non vi rendete
conto di quello che fate! C’è qualcuno che ripone
fiducia
in voi, fino ad affidare la sua vita nelle vostre mani! E voi
calpestate questo per il vostro cieco egoismo?!!...
...alla fine dicono
che sono io la cattiva, ma non è vero!! Io sono una
vittima!!» esclamava caricandosi sempre di più,
fino a
costringere il drago ad arretrare «Qual è la mia
colpa se
non aver creduto ad occhi chiusi alla mia compagna, la mia Digimon
Tamer!! Violetta mi ha tradita...
...esattamente come tu
hai tradito Terriermon, e i tuoi compagni di
squadra!!!»...«Puah! Non permetto a una donzelletta
viziata
di criticarmi, forse tu ti scordi di essere la Digimon di una pazza
criminale, mentre io sono il fido compagno di un domatore
leggendario!»...«Ah, ora te lo ricordi! Ma dove
l’hai
lasciato sulla terra, il tuo
compagno?!»...«Grrrnf!!»...«Magari
è
dietro un vetro che lo separa dal mondo...magari sta soffrendo, e cerca
disperato di riassemblare i suoi pezzi!!...
...E’ QUELLO CHE
E’ SUCCESSO A MEEE!» gridò Muskmon con
le lacrime
agli occhi. Cyberdramon si caricò d’energia
«Ti
chiuderò la bocca...
...così la
smetterai di parlarmi di Ryo! Nessun Digimon può
sopravvivere ai
miei GLOBI PERFORANTI!!!»
ma Muskmon balzò, evitando
l’esplosione.
«Cosa?!»
sussultò il drago, e lei colpì la pietra col suo
braccio-cesoia provocando una pioggia di rocce «A-Ahhh!
A-Accidenti!!» per poi atterrare dinanzi a lui e
«AHHH!!» affondare un fendente spietato.
Cyberdramon
contrattaccò con una zampata, ma lei schivò per
poi
innalzare la cesoia e proteggersi da un colpo di lama
«...sono un
Digimon strapotente...sono il terrore dei cieli!!...
...IO NON POSSO ESSERE
BATTUTO DA UNA DONNA! MAI!» ma Muskmon serrò i
denti
«Spore
accecanti...!!!»...«Cosa?!!
Wraaaaghhh!!!» il Digidrago si portò le zampe al
volto,
colpito da quel flusso di sfere luminose. Muskmon lo afferrò
per
il capo «Che cosa vuoi?!! L-Lasciamiii! UGH!»
sbattendolo
contro la parete rocciosa. E poi un’altra volta, e
un’altra
ancora «U-UGH!...AAAUGH!»
...fino a che le sue
possenti zampe non cedettero «Aaaaahhh...aah!» e
stordito,
non cadde sulla fredda pietra.
«Mangia la polvere...
...maschilista da due
soldi!» concluse Muskmon, mutando di nuovo la sua cesoia in
un
braccio di petali. Fu allora che si volse...
...e i suoi occhi
fissarono intensamente Terriermon, svenuto a terra e coperto di
ferite...
...sulle sue radici
avanzò, fino a raccoglierlo con prudenza e un pizzico di
reticenza. E quando lo ebbe tra le braccia, tanti furono gli
interrogativi che si agitarono nel suo cuore, tante le domande che
avrebbe voluto porgli, ma non c’era posto fra quelle rocce
per
una seduta psicanalitica. Sicché rivolse il suo sguardo in
alto,
e rimandò tutto a dopo. A quando sarebbero tornati sulla
terra,
ma intanto fu tempo...
...di lasciare quella
caverna, sul fondo della quale si rigirava una matassa oscura dai
contorni di drago «...q-qualcuno mi aiutiii...»
Ma restò nel
buio, mentre Muskmon uscì sotto la luce del globo, dove la
brezza della notte faceva volare i suoi capelli. E quel Digimon tra le
sue mani emetteva sussurri impercettibili «...Henry...
...Rea...»
Lei lo fissò
«Torniamo indietro. Considerata la loro apprensione media...
...saranno
preoccupati! Del resto stai sempre appiccicato a loro!!»
terminando con espressione stizzita. Ma lui accennò un
sorriso
nel sonno «...domani devo svegliarmi presto...
...Muskmon
ha...bisogno di me...» tanto che lei restò
pietrificata, e
la sua mente si riempì di confusione. Non riusciva a
scegliere
il sentimento da provare, tanto che preferì glissare e
proseguire.
Ma Terriermon si
rigirava sereno tra i suoi petali, poiché ormai era sicuro
su
chi fossero i suoi affetti (fine-canzone)
Invece il giovane
rapper stentava ad avvicinare il boccone, e la cena in casa Matsuki si
consumava all’insegna di un’atmosfera tesa, sullo
sfondo
delle notizie del tg «E così...voi poco fa eravate
lì?!» sgranò gli occhi Takehiro alla
vista del
Centro ricerche. Cindermon si bloccò coi bastoncini a
metà, e Takato appoggiò il bicchiere in un altero
«...sì.» pulendosi la bocca e
aggiungendo poco dopo
«E’ probabile che ci abbiano ripresi, magari
appariamo da
un momento all’altro.»...«...quello che
fate...
...è troppo
pericoloso!» proruppe l’uomo, ma Cindermon
«Eheheh,
scoperta...dell’acqua calda, no sai le battaglie digitali,
dici
robetta da niente!»...«Ma hanno spogliato un intero
palazzo
dalle sue tecnologie!!» insistette Takehiro «Il
Centro
ricerche è un colosso della città, e invece a
quelle
creature che avete affrontato è bastato uno schiocco di dita
per
far sparire tutto in un...vortice oscuro. E io dovrei pensare che ogni
giorno sarà così?! Guardate che sto parlando
proprio a
voi due!!» mentre Leaf li guardava entrambi. Cindermon
alzò le mani «...di nascere Digimon...non
l’ho
chiesto io!»...«E di fare il domatore non era fra i
miei
programmi più recenti ma poi è apparso
questo.»
appoggiando sul tavolo il suo Digivice, su cui cadde lo sguardo del
rapper «E a quel punto...non mi sono potuto rifiutare. Come
si
suol dire è un “lavoraccio”...ma
qualcuno deve pur
farlo.» assumendo una posa sciolta, con le mani dietro la
nuca
(Cindermon faceva eco «Eheheh...a chi lo dici!»)
«Altrimenti la città verrebbe ancor più
alleggerita
di quando non lo sia stata questa
sera.»...«...Takato...
...»
accennò Takehiro con visibile imbarazzo, benché
velato di
reticenza «...io non vorrei offenderti, ma in questa casa vi
è sempre stata la regola di sedere...composti a tavola.
Tanto
più adesso che abbiamo...ospiti...» sfumando con
la voce e
con lo sguardo (mentre Cindermon provava a mettersi le mani dietro la
nuca per vedere se risultava fastidiosa) «Dovresti dirlo a
mamma...» accennò Takato (sbalordendo Leaf che
sussultò) «La sua posa non mi sembra un esempio di
eleganza...» fu il commento del ragazzo alla postura della
madre,
col braccio piegato sulla spalliera e le gambe accavallate, la quale
ribatté «Se io mi permetto queste cose
è
perché sono grande, e ormai posso fare tutto ciò
che
voglio!»...«Scusa! Avevo dimenticato che mia madre,
sebbene
mi sia sfuggito in tutta la crescita, proviene da altri ambienti: e
cioè dai sobborghi cittadini che fanno da culla a
nuovi...generi...musicali, altrimenti da dove avrebbe sfoderato il
nostro illustre ospite?» cogliendo Leaf di sorpresa, mentre
si
stava pulendo la bocca in un gesto un po’ animale
«Pfff,
ahahahah! Ma come mangi, ti sei visto? Assomigli a un cane che lecca
gli avanzi!» (Cindermon per scoppiare a ridere rischiava di
sputare il boccone) «Takato, ti sei mai visto come mangi
tu...?» provocò la madre, e lui «Beh
sì, e
francamente mi piaccio, o comunque almeno certi siparietti evito di
farli!» ma Mie insistette «Forse non ricordi bene:
sembravi
una botte inesauribile quando hai avuto la disfunzione, e non facevi
che ingurgitare un boccone dopo l’altro! Non era un bello
spettacolo per chi ti guardava.»
A Cindermon caddero i
bastoncini di mano, Takato assottigliò gli occhi e Leaf fece
«Cosa...?!» attirando subito lo sguardo rancoroso
del
ragazzo. Takehiro redarguì la moglie
«Mie!!» ma lei
«Beh, cosa avete tutti da guardarmi?! Io mi sono stancata
della
diplomazia e dei tanti giri di parole di una madre per bene, ora dico
le cose in faccia! Visto che siete tanto giovani ed emancipati provate
a controbattere, se ci riuscite.» ma in quel momento
Cindermon
additò con un bastoncino la tv «Mmm! Takato!!
Takato
Takato guarda! Siamo noi!» e tutti si volsero. Leaf si
alzò di scatto.
Lo schermo televisivo
fu attraversato dalla scia di Rubymon, come una stella infuocata...
Mie e Takehiro
restarono imbambolati «E quelli...sareste voi?»
disse lui,
e lei «Hai visto Takehiro...? Nostro figlio muta in quella
creatura...quando si trasforma...» ma poi si resero conto di
essersi parlati, così si affrettarono a darsi di nuovo le
schiene in un «Uhm!» reciproco. (canzone: The
Calling - Could it be any harder)
Il rapper aveva gli
occhi abbagliati, e i bastoncini scivolavano dalla sua mano bendata
alla vista di quel Digimon di foglie e fuoco.
I suoi ricordi
viaggiavano a quando di fuoco sembrava il tramonto, dieci anni prima
sul mare. E gli occhi di quella stessa coppia allora unita in un
profondo accordo restavano accecati dalla magia del loro figlio con il
suo amico draghetto rosso...che insieme generavano un cavaliere tanto
maestoso da sembrare un miraggio della sera, a cavallo di
quell’arca rossa e incorniciato dalle prime stelle.
«Mah...! Certo
che insieme facciamo la nostra figura. Che ne dici?» disse
Cindermon al ragazzo, ponendogli un braccio attorno al collo per
tirargli su il morale. Ma gli occhi di costui erano pieni di rancore,
per cui la sua Digimon insisteva «...liberi...! In mezzo al
cielo, più veloci di una meteora! E a quel punto si salvi
chi
può, Digimon malvagi...
...tremate, sta
arrivando la coppia di eroi più imbattibile di tutti i
tempi.»
Leaf posò
delicatamente i bastoncini nel piatto, e sospirò tristemente
“Una volta eravamo noi...”
...senza accorgersi
che Cindermon bisbigliava con complicità
all’orecchio di
Takato «La più imbattibile sempre dopo
un’altra, e
sappiamo bene quale.»
Ma Takato non riusciva
a staccare gli occhi dalla sua controparte digitale del presente,
riuscendo a stento a scorgerla nella fessura tra le schiene dei
genitori. Cindermon strinse le spalle «Non badiamo a
loro.»
mormorando con un sorriso «Pensa piuttosto...! Ptsss, io non
mi
giro, ma ora prova solo a immaginare quanta invidia stiamo facendo a
quel rapper! Magari chissà, gli facciamo anche un pizzico di
paura così ci pensa due volte prima di giocarci qualche
tiro! Sa
che con noi due assieme...la casa è al sicuro!»
Takehiro e Mie
cercavano di rubare immagini alla tv senza però guardarsi
tra di
loro.
E Nakao era nascosto dietro la scala «...Rubymon...
...accidenti, che
invidia! Takato e Cindermon riescono a biodigievolvere in quella
creatura...mentre io non ci riuscirei mai, anche se restassi mille anni
in questo limbo sospeso, tra la vita e la morte! Poiché non
c’è “biodigievoluzione”...
...là dove non
vi è vita. Là dove ci sono io...»
allontanandosi
malinconicamente finché il buio dei gradini non lo
inghiottì.
“Com’è bello Takato nel
presente...” pensava
Leaf specchiando i suoi occhi in quelli di Rubymon alla tv
“...questa è la sua biodigievoluzione, Cindermon
è
la sua Digimon.” scorgendoli di spalle, mentre lei lo
abbracciava
“E’ diventato un guerriero potente, e veloce come
un lampo.
Quella creatura è ancor più magica di quanto
Gallantmon
non lo sia mai stato! E’ evidente che lui non ha
più
bisogno di me...
...il tempo è passato, e lui è
cambiato...”
Ma non riusciva a
scorgere le lacrime del ragazzo, che sussurrava
«...Guilmon...» con Cindermon che gli sussurrava
«Ptsss, coraggio Takatooo...so che è dura, coi
tuoi
genitori in questo stato!» ma egli si asciugava rapidamente
gli
occhi «Shhh, non voglio che quel bastardo di un rapper mi
veda,
facciamo finta di niente!»...«Agli ordini!...
...beh comunque voi
due potreste anche dire qualcosa, che so: un complimentino! Non
è che è proprio cosa da tutti biodigievolvere in
un
essere del genere!»
Ma lo spirito delle
foglie infuocate sembrare rendere ancor più tesa la crisi
fra i
due coniugi, suscitando loro un’emozione che non potevano
confidarsi...
«Basta
così. Perdonatemi, ma non ho più appetito.
Scusate.» diceva un’altro domatore, alzandosi e
appoggiando
educatamente il tovagliolo «Kenta, ma che cos’hai,
ti senti
poco bene?» si premurava sua moglie «Non
è che in
battaglia hai preso qualche colpo più forte? Io non me ne
sono
accorta!» ma ci fu una voce che disse «No, non si
tratta di
questo...»
Si trattava di Kazu, a
cena con loro assieme a Diamon che espresse «Io francamente
penso
che sia...un po’ per tutto quello che succede fra noi,
Mari.»...«Lo conosco...»
continuò Kazu
«...e vedere Jeri così ostinata, non avere la
possibilità di parlarle ha fatto molto male a Kenta.
Perché lo ha fatto anche a me.» La moglie lo
abbracciò alle spalle...
...e Yuki si
alzò dalla sedia «De-Dev’essere
così!» (canzone: Giorgia
- With you)
I genitori di Kenta
poterono solo guardarsi, ed ammettere umilmente «...ci
dispiace
per quello che state passando.»...«E’ il
periodo
più turbolento mai attraversato.»
spiegò Kazu,
aggiungendo «Chi l’avrebbe mai detto che fra di
noi...si
sarebbero creati così tanti
problemi!»...«Speriamo
più che altro di risolverli, guarda...» fece
Diamon, ed i
quattro si sorrisero, con lo spirito di due coppie affiatate.
Un po’ come
quella che si riunì in corridoio «Kenta! Ascolta,
Kazu
dice che è per via di Jeri e gli altri. Mi dispiace tanto
per
quanto ne soffri! Tu lo sai che a me lei non sta molto
simpatica...però...sarei disposta anche a farci pace...se
questo
potesse realizzare il tuo sogno!» Il marito si
sfogò
«Jeri in queste condizioni...è un vecchio incubo
che
ritorna, addirittura peggiorato! Almeno allora eravamo uniti! E dal suo
cuore invocava il nostro nome, e quello di Takato! Ora invece fra loro
è andato tutto in pezzi...
...cosa ne è di
Ryo e Cyberdramon?! E dell’unione che animava Rika e Ryo, in
battaglia?! Cosa ne è del mio mondo...? Ho lottato tanto
affinché l’amicizia trionfasse, ma in momenti del
genere
mi sembra...che tutto sia stato inutile. Persino la mia maestra...
...debbo vederla
allontanarsi nel cielo, sorretta dalle ali di un Digimon
diabolico!»...«Sapevo che quell’immagine
ti aveva
colpito...»...«Ma in quel momento sai che ho
pensato?!...
...magari IceDevimon
riuscisse a far ragionare la signora Asanuma...in fondo è un
Digimon! E un Digimon...è sempre e comunque una benedizione.
Quella povera donna non ne ha mai avuto uno...»
Yuki afferrò il
suo viso con le grassocce mani «Però ha avuto
tanti
piccoli angeli come suoi alunni, di cui uno è diventato mio
marito. E’ bellissimo quello che dici riguardo al mio popolo,
anche a coloro che son definiti “malvagi”. In fondo
“Digimon malvagio” è una definizione
vecchia! Come
“persona cattiva”. Lasciamole ai cartoni...
...poiché la
realtà è soltanto una lotta di sentimenti che si
rincorrono e che stridono. Che volano e che planano, che si
schiantano!...
...ma che poi riprendono il volo. Come uno sciame di Digignomi...
...o una flotta
d’aerei impazziti. Nessuna cattiveria, da un lato e
dall’altro del Digivarco...soltanto sentimenti e
nient’altro!...
...tra i quali
l’amore riemerge come una bolla sospesa. Come la mia, che
riportò a galla Terriermon dieci anni fa. Lo farà
ancora,
amore mio! Coraggio, non è stato inutile!!»
«...meno male
che ho te MarineAngemon...» disse commosso Kenta, e si
scambiarono un bacio nel corridoio della loro graziosa casa, con il
Digivice appeso alla parete come un grazioso ornamento...
Ad un tratto Takato
non ce la fece più e si volse di scatto «Io me ne
vado a
letto.»...«Certo, per te il cibo nel piatto
è cosa
gratuita, eh Takato?!» rimbeccò la madre,
aggiungendo
«Che ti importa di chi lavora da mattina a sera per sfornare
questa roba!»...«E A TE CHE IMPORTA DI
CIO’ CHE
FACCIO?!!»
...gridò così forte da rendere attoniti entrambi
i genitori...
«E SMETTILA DI
PARLARE IN QUESTO MODO RIDICOLO! Anche se ti metti un cappellino in
testa TU NON SEI UNA RAPPER! E QUESTA FARSA E’ SOLTANTO
PATETICA!»...«Ti assicuro...caro mio che non si
tratta di
una falsa, e te ne accorgerai!!» in tutta risposta Mie, con
parlata leggermente ritmica.
Leaf li udiva dal piano di sopra, assumendo espressione sconcertata...
Cindermon esortava
«Takato...Takato andiamo al let-» ma lui seguitava
a
puntare la madre «E deciditi una buona volta al riguardo del
cibo...ORA TI LAMENTI CHE LO LASCIO NEL PIATTO, MA PRIMA NON HAI AVUTO
PROBLEMI A SPIATTELLARE CHE ERO MALATO! Hai detto a quel cretino che
ero un ciccione, EBBENE E’ VERO! SONO STATO UN CICCIONE! MA
NON
MI INTERESSA COME NON MI INTERESSA DI VOI!» volgendosi,
tirando
un calcio al tavolo e allontanandosi seguito dalla sua Digimon
«Takato! Takato ti prego: respira! Sei uscito oggi
dall’ospedale, rischi di avere un calo di
pressione!»
Mie e Takehiro restarono ammutoliti...
...mentre Leaf incredulo scuoteva il suo capo (fine-canzone)
«...no Rea, tu
mi stai mentendo! Rika e Ryo si sono
separati?!»...«Altroché, l’ho
saputo
stamattina!!» si dicevano i coniugi Wong più
giovani sul
pianerottolo della loro casa «Altrimenti perché
sarei
stata così fredda con Alice,
scusa?»...«...ma io
credevo...per gelosia!»...«Per il fatto che
lavorate
assieme?! No caro, c’è di più! Quella
ha
letteralmente fregato il marito della nostra amica, adesso lui vive con
lei!!»...«Questo non può essere...Alice
non
può averlo fatto. E’ una ragazza
onesta!»...«Ahhhhhhh, allora vedi che ho ragione
sul fatto
che anche tu sei rimasto colpito dalle grandi doti della nostra
santarellina?»...«A-Attenta amore! Se forzi
così
spezzi le chiavi...»
Ma Rea d’un tratto si tirò indietro
«Henry...
...lo sento...
...è il suo
profumo al muschio...»...«Lo sento
anch’io...
...accidenti, se ci
trova soli siamo in pericolo, Terriermon è a
Digiworld!»
I due ragazzi si strinsero prudentemente l’una
all’altro...
...quando
all’interno della casa, mani di petali adagiavano lentamente
una
creatura ferita sul letto.
«E’
inutile che mi guardi in questo modo!» sibilò
stizzita
Muskmon incrociando lo sguardo dell’agghiacciata Lopmon, che
indossava una cuffietta per la notte «Sono venuta a
riportartelo,
come vedi è pesto e malconcio! Il vostro collega drago ha
svolto
un servizio completo!»
Gli occhi di Lopmon si
spostarono increduli su Terriermon addormentato, mentre Muskmon li
sovrastava con superiorità «Mi affido a te
perché
hai l’aria di una brava nel curare le ferite: mi raccomando,
non
farlo strillare troppo! Ha un livello di sopportazione del dolore
davvero irrisorio.» La piccola Digimon si volse indignata, e
Muskmon «Beh, che ho detto di tanto terribile...?
Dì la
verità, lui ti piace!...
...hai davvero un
pessimo gusto, cara!!» volgendosi, e lasciando la stanza.
Lopmon
starnutì, probabilmente allergica al profumo, ma in quel
momento
«Lop...mon...» mormorò
l’amico, e lei gli
afferrò la zampa «Terriermon!...che cosa ti ha
fatto
Cyberdramon...?»
Henry fissava la porta
«...intanto vado avanti io...» ma Rea si frappose
«No, come sarebbe?! Perché devi andare avanti
tu?!»...«Ragiona Rea: non posso lasciare Benji,
Suzie,
mamma e papà in balia di Muskmon! Sappiamo quanto
è
pericolosa!»...«Ma sappiamo anche quanto ti odia
per averla
respinta!»...«Proprio per questo non posso
permettere che
ti sfiori, mi dispiace: tu resta indietro, e non entrare per nessun
motivo!» scostandola, ma lei insistette «Neanche
per
sogno!!» tanto che finirono per accalcarsi l’un
l’altro sulla porta «A-Ahh!»
...prima di incrociare
gli occhi di Muskmon in corridoio «Ma bene, sono
già
iniziate le liti coniugali?! Quello di chi entra prima nella porta
è proprio un motivo stupido!»
I due rimasero
impietriti, e lei «Insomma, non fissatemi, mi sono
già
bastati gli sguardi accigliati di quella giù in camera,
l’alter ego femminile del vostro Digimon! A proposito di
lui...» avanzando verso Henry e Rea «...evitate di
perdervelo per strada, se volete allenarvi a essere bravi genitori! O
altrimenti lui potrebbe imitarvi: ha perso questa!»
sfoderando la
tessera magnetica «Potete ridargliela!»
Rea si sfiorò le labbra, mentre Henry incredulo tese la mano
tremante...
...e raccolse
delicatamente la tessera. Muskmon sorrise ironica «Prima che
me
lo diciate: sì! Sto tornando in quel paradiso oltre il
vetro.
Non occorre che scomodiate l’intero staff tecnologico della
famiglia Wong!...conosco la strada...» ma quando era sul
punto di
camminare tra di loro...(canzone: Gigi
D'Alessio - Dentro un cinema (strumentale) )
...scelse di attendere
che si scostassero, per costeggiarli e oltrepassare la porta.
Una volta sul
pianerottolo, prese un respiro profondo e appenato, affermando
aspramente «Vi auguro una buonanotte!» e
dileguandosi lungo
le scale.
Rea guardò
Henry, e lui di scatto mise via la tessera «Accertiamoci che
sia
tutto a posto!» La moglie annuì...
...e quando proruppero
nella stanza gridando assieme «TERRIERMON!» Lopmon
era
già al lavoro con tamponi di disinfettante «Henry,
Rea!
Era ora!» esclamò la coniglietta. Rea si
precipitò
con l’ansia di una madre «Oh mio Dio ma sei coperto
di
ferite!!» ed Henry «Terriermon, riesci a
sentirmi?!...
...è stata
Muskmon a farti questo?!» ma Lopmon rispose al posto suo
«No! Muskmon...
...l’ha riportato a casa...»
I due coniugi si guardarono...
«...e ha
detto...che è stato Cyberdramon a conciarlo in questo
modo.» Rea spalancò gli occhi, ed Henry
scandì
«...Cyberdramon...?!» piombando sul suo Digimon
«Terriermon...»
...che per
l’ennesima volta in un momento critico sussurrava
«Hen...ry...momentai...» Il domatore gli
sollevò un
orecchio «...no, mi dispiace amico mio...
...non
c’è tempo di star fermi e rilassarsi quando
c’è un problema da risolvere. Dimmi, è
stato lui?
E’ stato davvero il vostro...il nostro Cyberdramon, il nostro
compagno a ridurti in questo stato?!» Rea fece eco
«Ma con
quale coraggio può averlo fatto?!!»
«Lui...
...sentite, io ho
provato a parlargli. Henry, Rea...dovete credermi! Ma Cyberdramon non
vuole tornare sulla terra...
...lui è
convinto che...» mentre faceva ingresso anche Suzie,
assonnata e
attonita alla vista dell’amico malconcio...
«...i sentimenti umani siano...
...nocivi...
...per un
Digimon...»...«E perché mai?!»
Lopmon si
portò le zampette alla bocca. Terriermon svelò
tristemente «...perché ogni istante siamo
esposti...
...al rischio di dolore...e sofferenza. Cyberdramon...
...non vuole affrontare tutto questo...non ne ha il coraggio!...ha
solo...
...una grande potenza
in corpo, e quando ho provato a insistere...mi ha attaccato! Mi avrebbe
ucciso, se...
...se Muskmon non
fosse intervenuta. Ma mi sorge il dubbio di aver sognato. Lei...ha
sempre ammesso di odiarmi. Però non può essersi
trattato
di un sogno, perché altrimenti...
...io non sarei più...qui a raccontarlo...»
Rea sfiorò la
spalla di Henry «...è possibile che Muskmon abbia
scoperto
di avere dei sentimenti?! Forse...sta iniziando a
cambiare.»...«E’ quello che avevamo
sperato, Rea!
Tutti possono cambiare...»
La moglie rivolse
sguardo verso l’alto «...hai ragione. E forse a
questo
proposito riconosco il mio torto con Alice: che diritto ho io di
giudicarla, in un mondo dai risvolti così complessi? La
verità è che in questo...si vede che io non ho
preso
parte alla vostra prima avventura! Sono cresciuta fino ad oggi senza un
Digimon...e negli anni ho imparato a non fidarmi mai di nessuno
completamente! Gli eventi della crescita, e le delusioni
dell’adolescenza induriscono il cuore...»
rivolgendo
sguardo di malinconico affetto a Henry e Terriermon «Forse
voi
potrete cambiare anche me...»
Suzie intanto era
sull’orlo delle lacrime, e carezzava Terriermon
«Povero
piccolo...»...«A-Ahi!...no, non compatirmi, Suzie.
Sono
stato uno stupido...
...un incosciente senza testa! Mi dispiace...Henry...
...io avrei tanto
voluto...esservi d’aiuto. Avrei voluto porre fine al
malinteso
fra Ryo...e Cyberdramon, così che tutti voi aveste potuto
dormire sonni tranquilli! E invece...siete ancora in piedi a
quest’ora a curare le mie ferite. Io non servo proprio a
niente...» ma Suzie versò lacrime
«...perché
dici questo di te...? Tu sei un eroe...
...nessuno avrebbe avuto il coraggio che hai avuto tu!»
Henry lo strinse forte
a sé «Avrei potuto perderti...avrei potuto
perderti una
seconda volta, ti rendi conto?!»...«Sì
Henry...è per questo che mi sento in
colpa.»...«Non
devi!» strinse gli occhi Henry «...non devi ma
adesso...non
devi più rischiare! Ti sei sempre esposto più
degli
altri, e questo da anni ormai!»
Entrambi ricordarono
la vorticosa piroetta di MegaGargomon per invertire la crescita del
D-Reaper...
«...ma adesso
è compito mio prendere in mano la situazione. Non
è
giusto che tutto piova sulle tue spalle, Terriermon! Ryo e Cyberdramon
sono compito mio!!»
Terriermon lo
ammonì «Ma Henry! Cyberdramon è
pericoloso!! Non
ascolta più niente e nessuno, lui non è
più il
nostro compagno!»...«Nemmeno io...ascoltavo
più
nessuno...» affermò con sguardo assorto,
asciugandosi gli
occhi «...e non ero più il vostro compagno ma voi
avete
gridato più forte. Il Cyberdramon che ha compiuto questo
scempio
non ha assorbito quello vecchio, fidati! In un angolo remoto del suo
cuore si nasconde un Digimon...
...che ama
profondamente il suo domatore e la sua famiglia! E io
riuscirò a
farlo riemergere, costi quel che costi...
...ci
riuscirò.» rivolgendo una carezza al Digimon
ferito tra le
sue braccia «...momentai...Terriermon. Ogni tanto hai bisogno
di
qualcuno...
...che tranquillizzi te.»
Rea e Suzie si
strinsero al ragazzo, appoggiando il capo sulle sue spalle. E Lopmon li
guardava piena di tenerezza, con la sua buffa cuffietta da notte.
Rea d’un tratto
disse «...Benji! Lo sento piangere, forse l’abbiamo
svegliato!» ma Lopmon sorrise «Non preoccupatevi!
Vado io,
uhmuhmuhm! Voi...
...restate pure assieme un altro po’...»
Gli amici le
sorrisero, e lei si precipitò dal bambino (si udiva
l’eco
della sua voce «Cosa è successo a questo piccolo
eroe,
perché sta piangendo? Non deve aver paura del buio...ci sono
i
Digimon a proteggerlo. I Digimon a vegliare sulle sua
casa...»)
(fine-canzone)
Leaf si stava
ritirando nella sua stanza con passo malinconico, quando Nakao
sbucò da uno spiraglio illuminato «Oh, come hai
ragione!
Non è affatto vero che Takato è cambiato.
E’ tale e
quale a quando era il tuo Digimon Tamer...
...sempre così
dolce e gentile!» ma il ragazzo ringhiò
«Infh, che
cosa vuoi?! Sei contento di quello che succede in questa casa?! Se
fossi un bravo fratello dovresti esortarli a riappacificarsi...ma tanto
non c’è da stupirsi, tu sei un incapace in questo
esattamente come lo sei a...»...«A
cosa?!»
scattò il ragazzino «...avanti, getta via
l’ipocrisia e parla come facevi nei corridoi del castello!
Stavi
dicendo che sono un incapace come domatore, vero?!» e Leaf
infierì «Sì!! Per te il tuo Digimon non
conta
niente, è solo un giocattolo da
tormentare!»...«Senti chi parla!! Uno che ha
raggirato il
suo domatore, simulando una finta alleanza a scopo di vendetta! Il
nostro Digivice ti ricordo che si è
infranto...perché tu
eri troppo disonesto, tanto che i tuoi sudditi ti hanno preso a
pomodorate!!»...«ADESSO TE LA CHIUDO IO QUELLA
BOCCACCIA!» gridò Leaf alzando la sua mano bendata.
Ma in quel momento si udì «Che succede qui?!
Nakao!»
Takato proruppe,
ponendosi di fronte al fratellino «Che cosa gli stavi
facendo...?»...«M-Ma veramente
io...»...«Non ti
azzardare a toccarlo...
...Nakao è un
membro di questa famiglia...al contrario di te che ti sei imbucato con
l’inganno...» sibilava il ragazzo...mentre il
fratellino si
nascondeva dietro di lui, celando il suo sorrisetto soddisfatto, e
fulminando il rapper con un’occhiata da dietro le gambe di
Takato.
«...io non mi
sono imbucato con l’inganno...» mormorò
Leaf
«...io sono entrato in questa casa perché...
...una persona della
famiglia...mi ha condotto qui...»...«Chi?! Mia
madre?!» esplose Takato «Beh, allora ficcati in
quella
testa che mia madre...qui conta molto poco! Il fatto che i miei
genitori siano i padroni del panificio ben poco importa, se hanno la
testa altrove tanto da non riuscire a gestirlo! L’unico che
porta
avanti la baracca qui sono io...
...pensi che faccia
solo il domatore? No...io lavoro! Domani stesso riprenderò a
guadagnarmi lo stipendio e altrettanto mi farò venire un
idea
per risollevare questo posto! Tu non mi conosci ancora...
...niente e nessuno
può schiacciarmi, molti ci hanno provato! Ma io sono ancora
in
piedi, sono la determinazione fatta persona, e questa dote...
...è scivolata
direttamente nel sangue di mio fratello. Nakao! Perché ti
nascondi...?»...«...ma perché quel
rapper vuole
farmi del male!» gemette il ragazzino, ma Takato sorrise
«...no...non ti farà niente finché ci
sarò
io a proteggerti. E’ troppo vigliacco...» mentre un
guizzo
di sconforto affiorava alla gola di Leaf, stringendogli il respiro. Il
domatore si girò verso il fratellino, guardandolo con occhi
amorevoli «...ricorda che tu non devi nasconderti,
mai...»
carezzandogli i capelli «...quelli a cui non vai bene...non
capiscono niente! Ma bisogna abituarsi, perché si nascondono
ovunque...»
Nakao era stupito...
...e Leaf sentiva il cuore sanguinare, vedendosi escluso dal loro
affetto...
«...perché non sei sceso a cena con
noi...?»
mormorò Takato «...è perché
lui ti fa paura?
Oppure perché...
...sono io a fartela?
Temi che io possa fare qualcosa per allontanarti da questa
casa...?» tradendo una nota sofferta, e chinando il capo
«Ma io non farei mai qualcosa che potrebbe...farti del male!
Ti
scongiuro di credermi, Nakao...
...io aspettavo che tu
scendessi...» tendendo le mani al suo viso, ma Nakao si
scostò in un brivido «I-Io me ne vado a
letto!»
Takato restò
deluso, ma ammise con dolcezza «...d’accordo, come
vuoi
tu...» e quando si udì chiudersi la porta, i due
restarono
soli nel buio corridoio.
Il domatore dai capelli
castani incrociò le braccia «Cominciamo a
stabilire le
regole...
...lui è
intoccabile. E chi prova a sfiorarlo se la vedrà con
me!»
Leaf tacque per
qualche istante, dopodiché balbettò
«...p-p-perché intoccabile?! Non è
giusto che una
persona abbia più diritti di altri, tutti siamo fragili allo
stesso modo!»...«NON ho intenzione di star qui, a
quest’ora a sentirmi stupidi ritornelli rap! Mi basta
già
l’offesa arrecata da mia madre a questo un tempo rispettabile
genere musicale.»...«...
...io non stavo facendo freestyle...
...io ti stavo dicendo
ciò che pensavo. E poi il rap è un genere che
ha...» interrompendosi, e deglutendo con fatica
«...che ha!
Che ha...
...ancora...t-tante!
Tante cose...da dire...» scandì, e poi
provò a
fissare negli occhi quel ragazzo che aveva difficoltà a
guardare. E che lo scrutava con occhi taglienti come il suo sorriso
«...sono proprio curioso di udire queste cose. Ne avremo di
tempo, visto che soggiornerai in questa casa.» volgendo la
schiena e allontanandosi...
...ma Leaf d’un
tratto alzò il capo «Forse una di queste puoi
dirmela
adesso!»
Takato restò immobile, si volse solo con la coda
dell’occhio.
Leaf fece forza su se
stesso per mantenersi ritto e a testa alta, ma i suoi occhi si
tingevano di premura «E’-E’ vero quello
che ha detto
la signora?»...«Uhm...?»...«...
...che sei...
...stato malato...» e la voce gli morì su quelle
parole.
«Ma guarda che orecchie tese...
...ebbene sì, e a te che cosa importa?!!»
Leaf dilatò lo
sguardo «C-Come che mi importa?! C-Che cosa hai
avuto?!»...«Non ti ha già informato
quella lingua
lunga di mia madre?!»...«T-Tua madre,
cioè! La
signora non è una lingua lunga! Lei si preoccupa per te e...
...anch’io!...
...che cos’hai avuto, Ta...
...Takato, che
cos’è quella strana cosa che ha nominato e che ha
a che
fare col cibo, disf...di-disfu, disfunzio-»...«Ah,
e non
simulare questa finta ignoranza! Mi fa specie che un ragazzo come te,
abituato alla vita di mondo, non abbia mai udito di DISFUNZIONI
ALIMENTARI! Ma già, dimenticavo! Non è roba per
ragazzi...
...VISSUTI E PROVATI
come voi rapper, gente che vive in mezzo alla strada! E’ una
malattia per le pelli delicate! Per quelli a cui da piccoli
rimboccavano la copertina!»...«P-P-Piantala di dire
tante
cose tutte assieme, non ci capisco più
niente!»...«Non affaticare troppo il tuo cervello
tardo,
tanto sarebbe inutile perché io, con quella categoria, ormai
non
ho proprio più niente a che vedere! Ho una pelle segnata,
segnata se vogliamo ancor più della tua! Ne ho provate di
tali e
tante che ormai difficilmente qualcosa mi fa effetto!!»
Leaf sgranava incredulo i suoi occhi «C-Che cosa intendi
dire...?»
«Non ci arrivi?!...
...evidentemente
è come ho sempre pensato: voi rapper siete tutto fumo e
niente
arrosto! Siete degli alberi di Natale appesantiti da metallo
e...apparenza, ma non reggete il confronto con chi ha provato la vita
vera...! La vostra unica funzione...è costituire un modello
per
gli sciocchi! Siete gli eroi dei ragazzini immaturi.»
Leaf indietreggiava,
incredulo di sentire quelle parole proprio da lui. Rischiò
di
inciampare sui gradini ma si resse alla parete, mentre Takato osservava
«Non credevo che la tua curiosità sarebbe emersa
così presto! Rievocare il mio disturbo fisico, consigliarmi
di
ascoltare mia madre...
...il tuo
comportamento conferma la mia ipotesi, lei ti ha trascinato qui per
redimermi! Per tirarmi fuori dalla pozzanghera in cui sono
irrimediabilmente precipitato! Perché tu poi
l’abbia
seguita...questo non si sa. Ma presumo tu abbia i tuoi scopi, ognuno ce
li ha in questo mondo! La tua unica sfortuna è di essere
incappato in me. Sai, non è consigliabile incontrarmi non
appena
si aprono gli occhi su
un’opportunità...» ma quelle
parole fecero perdere il controllo a Leaf «N-No, questo non
è vero!!»
Takato si volse di
scatto «Che cosa hai detto?!» ma egli si copriva la
bocca
con le mani bendate. Il ragazzo infierì «Guarda,
ora ne ho
abbastanza delle tue frasi sibilline e delle tue parole a
metà!!»...«I-Io non dico le cose a
metà!...
...ho detto...c-che
non è vero che è sconsigliabile incontrarti! A
meno che
non sia tu a desiderarlo!»
Takato sgranò gli occhi.
«Ma
perché vuoi questo?! Un tempo non l’avresti
voluto! Tu eri
diverso con il tuo...!!!»...«Con il mio?
Cosa?!»
chiese perentorio Takato. Leaf sbottò «...C-CON IL
TUO
DIGIMON!» (canzone: Claudio
Baglioni - In un'altra vita)
Ma pochi istanti dopo
«UGH!» un pugno in pieno viso lo stese a terra,
facendogli
sanguinare il naso «Brutto bastardo, avrei dovuto dedurre di
cosa
eri capace dall’inizio...» afferrandolo per la
maglietta e
tirandolo su, così da poterlo fissare con odio smisurato
«Apri bene le orecchie...
...tu quel nome devi
dimenticarlo. Non so in che diavolo di modo tu sia venuto a sapere di
lui, fra i tanti disponibili! Con la vasta scelta di gente pettegola e
con la memoria troppo lunga...
...ma a me non
interessa. Lui non devi più nominarlo...CAPITO?! Non accetto
che
nessuno faccia il suo nome, TANTOMENO TU!»
Leaf dilatò i
suoi occhi “Ma allora...lui mi odia davvero! Mi odia, e vuole
dimenticarmi!”
«E
ora...tornatene da dove sei venuto, me infischio di dove
sia!!»
prendendolo per un braccio «A-Ahhh!» e
trascinandolo lungo
le scale «Credevo di poter tollerare questa messa in scena
per
più tempo, ma ho cambiato idea! Non accetterò che
tu
resti in questa casa un minuto di
più!!»...«T-Ti
prego!! A-Aspetta!!»...«FUORI!»
...gridava conducendolo
lungo la cucina «Non mi importa di quello che mia madre
dirà, farà o penserà!! ORMAI NON
CONTANO
PIU’ LE LORO DECISIONI!»...«T-Takato
aspetta!!!...
...ti
scongiuro!!!» ma il ragazzo spalancò
l’uscita di
servizio e lo gettò in strada, a faccia avanti «E
non
provare a farti vedere qua attorno, o te ne farò
pentire!!!» sbattendo con forza inaudita la porta.
Le lacrime del rapper
sembravano incendiare l’asfalto
«...Takaaatooo...!!!»
Mentre il ragazzo si
passava sconvolto la mano tra i capelli, stringendo i denti per
sopportare quella frustrazione infernale...che da rabbia si trasformava
in tristezza, nel gesto di sbattere uno straccio sul lavandino di
quella buia cucina.
Leaf si rialzò
a fatica, striando le sue bende del rosso del sangue che scendeva dal
suo naso. Attraverso quei segni egli rivedeva le sue zampe...e quelle
mani che le raccoglievano, ormai più evanescenti del passato.
Takato guardava la
mano con cui l’aveva colpito, quando Cindermon si
affacciò
«Perbacco! Mi è quasi venuto un infarto nel
sentire le
vostre grida!» Aveva il cappuccio alzato, e simulava gesti
pugilistici «Beh allora? Dove si nasconde
l’infiltrato
digitale? Ha aspettato che fossi solo per aggredirti, non è
così?!»...«No, Cindermon...non
è
così.»...«Come?!» si
calò il cappuccio
lei «Ma allora...?»...«...l’ho
mandato via da
questa casa...
...sì, lo cacciato!! Ma perché lui...»
Mentre Leaf si trascinava in strada, asciugandosi lacrime e sangue...
«...perché lui ha nominato il mio
amico!!» gemette
disperato il ragazzo «C-Cooosa?!»
sobbalzò
Cindermon, e lui «Sì, ha nominato Guilmon e...
...senti,
Cindermon!» piazzando le mani sul lavandino «Io lo
so che
era soltanto un Digimon! Io lo so che eravamo amici tanto tempo fa e
che...ormai è morto. So che la vita dovrebbe andare avanti,
ma
tuttora mi è impossibile restare indifferente...»
mentre
specchiava il suo volto in una padella appesa «...quando
sento il
suo nome strumentalizzato per le critiche, quando sconosciuti alludono
al mio rapporto con lui io sento...che nessuno potrebbe mai
capire!!!» sbattendo di nuovo quello straccio
«...lui
è stato il mio amico più caro...e tuttora zoppico
nel
vivere senza di lui! TU SEI L’UNICA CHE PUO’
CAPIRMI!»...«Questa cosa che lui era
“soltanto un
Digimon” poi me la spieghi, eh!» fece
lei...insinuando un
sorriso tra le lacrime di lui, per poi stringerlo a sè
«Andiaaamo, ma poi che gli hai fatto? Vi siete picchiati?! Ma
quelle zuffe piene di SAAANGUE e di PIIISTI che si vedono in
tv?!»
A Takato veniva un po’ da ridere.
«Oh mamma vivo
con due picchiatori in casa e dovrei dormire tranquilla! Vi sembra
forse consono per una signorinella come
meee???»...«Uhm,
uhmuhmuhm...» abbandonandosi nell’abbraccio sotto
il suo
manto.
«In quale casa
posso andare, ormai...?» si interrogò Leaf tra i
clacson
delle auto, che ormai guardava con distacco «...le mie le
hanno
distrutte. Tutte...»
Ma poi riprese il cammino...
...e alla fine, passo
dopo passo, riuscì a riemergere con la maglietta sporca di
foglie tra quei ciottoli abbandonati nel parco, circondati da ruspe e
recinzioni.
Cadendo in ginocchio
sui sassi, estrasse la foglia luminosa per attingere quel coraggio che
non aveva. Ma fu allora che udì una voce “Guilmon!”
«Oh...?»
rivolgendo gli occhi ad una luce abbagliante che inondò il
suo
sguardo.
“Guilmon, sei
qui!” pronunciava quella voce femminile
“Ho aspettato
a
lungo che tu mi chiamassi!”
«Regina dei
Digignomi...!» si alzò di fretta il ragazzo,
dinanzi a
quella sagoma lucente che si delineava oltre la ruspa, filtrando dal
vetro dello scomparto “Guilmon,
cosa hai fatto? Perché
piangi...? Perché sei tutto coperto di sangue...?”
«R-Regina...!
Cara regina! Fammi tornare nel tuo palazzo, ti prego!»
”Perché...?”
chiese la sagoma impietosita “Ci
hai tenuto tanto a venire sulla terra...”
«Ihnf!» si
asciugò il naso sanguinante «Ma sulla terra non
c’è più posto per me, mi sbagliavo!
O-Ormai...sono
inutile!»
”Parli
così perché il tuo piccolo amico umano non
c’è più...?”
La commozione proruppe
ai suoi occhi «...sììì!!!
Perché lui
non c’è più, ma non perché
è
morto!!!...
...sono stato a casa
di Takato...e lui è vivo, è cresciuto! Adesso
è
quasi un uomo!! Però è cambiato, Regina!
E’
cambiato tanto, al punto tale...che stento a riconoscerlo, e quel che
è peggio...è che mi odia.»
“...sei sicuro
di quello che dici?
Nella vita, Guilmon, tante cose...sono diverse da come appaiono!”
«Quale
dimostrazione migliore dell’avermi cacciato di casa?! Lui non
sa
chi sono io, è vero! Però tempo addietro non
avrebbe
agito così con nessuno, e poi...!!» alzando occhi
pieni di
lacrime, e sussurrando «...ha detto che nessuno deve
nominargli
il suo Digimon...
...lo capisci? Takato
si sta sforzando...a dimenticarmi per sempre, forse per apparire
più forte! Forse gli sono d’intralcio,
affinché lui
possa sentirsi un uomo!...
...non puoi immaginare
come mi senta adesso, nulla è paragonabile al dolore per le
sue
parole dure! E dire che quando l’ho udito in ospedale per un
attimo ho pensato!...
...ho pensato...
...che lui si fosse
salvato Regina, che questo mondo pieno di rancore non
l’avesse
inghiottito, MA MI SBAGLIAVO!...
...Takato adesso è come gli altri...
...litiga coi suoi
genitori, sembra adirato col mondo intero!! Ha gli occhi ricolmi di
rabbia...
...e mi ha dimenticato...
...sììì Regina, io non conto
più niente per
lui! Il mio domatore è cresciuto...
...E MI HA
DIMENTICATO!!» esplodendo in un pianto disperato
«NON MI
VUOLE PIU’ BENE!! E QUESTO E’ UN DOLORE STRAZIANTE
PERCHE’ INVECE IO...SEGUITO A VOLERGLIENE COME IN PASSATO,
COME
IL PRIMO GIORNO! SENTO CHE ANCHE SE PASSASSERO CENTO ANNI NON RIUSCIREI
A DIMENTICARE IL MIO DIGIMON TAMER, E UNA PARTE DI ME DORMIREBBE AL SUO
FIANCO! Come la notte in cui nacqui...e lui...mi portò a
casa
sua...» per poi piegare il capo, e versare lacrime sulle
macerie
del nascondiglio.
Ma una miriade di
Digignomi fluttuavano attorno a quella ruspa abbandonata “Povero
Guilmon...” disse maternamente la regina,
indirizzando attorno a
lui i suoi piccoli sudditi “Bisogna amare al di
là del
rifiuto altrui. Bisogna essere più forti...del male di
questo
mondo.”
«Oh...?» il rapper alzò i suoi occhi
segnati.
“Proprio
così: il solo modo per guarire questo dolore è
una tappa
più remota del mio castello, più brillante di
qualsiasi
digievoluzione. Bisogna essere perseveranti nell’amore...fin
quando un giorno il male si stancherà. E la sua muraglia
cadrà: credimi, è possibile...”
«...dici davvero...?» sussurrò stremato
il ragazzo.
“E’
il
senso di ogni potere, e di ogni magia. Il senso di ogni storia.
Guarda come
brilla la tua foglia Guilmon, e come sono allegri i Digignomi.
C’è
ancora speranza...anche se è notte...”
«Anche se
è notte...» ripeté il rapper.
«Takato...!!» pronunciò, premendo la
foglia sul
cuore contro tutti i dolori...
Quella ruspa era
divenuta un fenomeno incantato, abbracciata dal vortice di tanti
spiritelli.
E come Guilmon con la
foglia, Cindermon si adagiava sul cuore la mano di Takato, addormentato
nel suo letto «...coraggio Takato, non mollare!!...
...il tuo Digimon
camminerà sempre al tuo fianco. Anche se non lo vedi...
...lui sarà
sempre accanto a te.» rivolgendogli un bacio, per poi
allontanarsi (fine-canzone)
Il vortice di luci
emerso tra gli alberi non mancò di attrarre
l’attenzione
di quella volpe la cui sagoma si delineò tra i palazzi
“Proviene dal parco! E’ lei, lo sento...”
pensò Imagomon “La Regina dei Digignomi!...
...devo sbrigarmi:
soltanto lei può concedermi il potere di mutare in un essere
umano.” sicché si lanciò in un fulmineo
attraversamento dei tetti...
Terriermon si era
finalmente addormentato nel lettino di Benji, ma quella sera il suo
domatore sembrava stentare a prendere sonno, sicché
smontò dal letto, prestando attenzione a rimboccare il
lenzuolo
dal lato di sua moglie.
Henry si diresse
presso l’ampio terrazzo, e si appoggiò alla
ringhiera come
se avesse bisogno di riflettere. Uno sguardo di tenerezza ai suoi cari
alle sue spalle, e un respiro di incertezza rivolto al futuro e alla
notte cittadina.
Quando d’un
tratto distinse una sagoma sui tetti, che gli fece sgranare gli occhi
«...mi sembra di tornare nel passato...» e Renamon
balzò presso il suo balcone rivelandogli «Rika
è
incinta...»
«...che
cosa...?» gli occhi di Henry si velarono di emozione
«Non
ti sto mentendo, è così. L’ho appena
saputo...» Anche la voce della Digimon suonava più
insicura del solito.
«E io ho appena
saputo che Ryo...l’ha abbandonata!» Henry
abbassò il
tono e poi aggiunse, volgendosi appena «Mia moglie...mi ha
svelato che lui è andato a vivere con
Alice!»...«E’ così, io stessa
ho visto tutto...
...ma ancora non mi
capacito che un amore così grande sia stato soltanto frutto
della nostra illusione.» ammise la Digimon piegando il capo,
ma
il ragazzo parlò con fermezza «Non è
stata una
nostra illusione, Renamon.» attirando lo sguardo di lei
«Quel matrimonio c’è stato davvero, gli
occhi di mio
figlio hanno accolto i suoi fuochi, nel cielo di Digiworld. Rika e Ryo
si sono amati...e si amano ancora!»...«Quanto a lei
ne sono
certa! L’ho lasciata a casa che stava dormendo, dopo aver
mangiato un po’, e da allora...mi sono messa a vagare,
interrogando me stessa su...come avrei potuto aiutare lei e...
...tutti coloro a
cui...voglio bene.» spegnendo la sua voce su queste parole.
Henry
la scrutò «Certo che il tempo non è
passato...
...anche dieci anni fa
saltavi su questi stessi tetti, o forse quasi gli stessi, alcuni li
hanno ristrutturati. Ma avevi dentro lo stesso desiderio di aiutare
quella ragazzina...
...così disorientata. E nei tuoi occhi la stessa
malinconia...»
Renamon si volse con
affetto «...è forse un tuo modo per dirmi che sono
rimasta
giovane, Henry...?» ma lui scosse il capo «Non mi
occorrono
metafore, lo penso davvero!»
La creatura
accennò un sorriso «...ti
ringrazio...»...«Scusa, non ti ho chiesto se posso
offrirti
qualcosa. Gli altri a casa stanno dormendo...ma io ti assicuro che ci
metto un attimo!»...«No, Henry...! Soltanto...
...un aiuto. Un
consiglio, forse! Un tempo mi sarei tenuta tutto dentro, e non avrei
chiesto aiuto a nessuno. Però adesso è diverso...
...Rika aspetta un
figlio, ed io...» serrando il pugno «...ho perduto
la mia
bambina, lei è nelle mani del nemico!»
«...allora erano
esatti i risultati della ricerca che ho condotto, dopo averla vista al
tg...»...«Ahhh!» gemette la Digimon, ma
lui le
afferrò la zampa «Renamon, la salveremo! Non
dovrai
temere...tireremo fuori Akirmon dai guai.»...«Forse
sono
stata io a metterla in questi guai! Sono stata una madre sorda e cieca,
non ho saputo ascoltare mia figlia e capire che lei...
...soffriva...per
l’allontanamento di suo padre...»...«Ma
tu eri la
prima a soffrire per questo. Non è così,
Renamon?»...«O-Oh...sì.»
confessò
spontanea e delicata, ma l’attimo dopo chinò il
capo
«...no! I primi sono sempre i figli,
Henry!»...«Ti
capisco. E ti dò ragione.»...«Ma a volte
ce ne
dimentichiamo e...pensiamo solo a noi stessi, e alle nostre
sofferenze!!»...«Anche su questo posso capirti: tu
conosci
la mia storia...» ammise appoggiandosi alla ringhiera, e lei
«Forse è proprio per questo...
...per questo i miei
salti, pur inconsciamente mi hanno condotta qui! Da un amico, che mi
conosce da tanti anni! E che anche lui ha sperimentato la vita...nei
suoi lati più spinosi.» Henry le rivolse un
sorriso
«...io sono come tutti gli altri. Semplicemente cerco di far
tesoro della mia esperienza, per crescere ancora. Abbiamo tutti ancora
tanto da crescere...siamo così
giovani.»...«...forse
è vero...» bisbigliò la volpe, per poi
afferrargli
le mani «Henry!...
...ora che le barriere
di diffidenza sono cadute, ti prego...dimmi cosa devo fare! Tu sei un
ragazzo così saggio, io...mi fido dei tuoi
consigli.»...«Intanto ti dico ciò che
farò
io: andare a Digiworld.»...«Ah?» si
stupì la
Digimon «Sai che se ora entrassi in casa, troveresti
Terriermon
ridotto come al termine delle nostre più epocali battaglie?
E
sai chi è stato a fargli questo?...
...proprio Cyberdramon.»
Renamon sgranò
gli occhi «Come dici?!»...«Terriermon
l’ha
ritrovato...e ha provato a convincerlo a tornare da Ryo. Questo
è stato il risultato, ma Cyberdramon non può
ostinarsi
nel suo folle proposito. Ci andrò
io...»...«Ma
Henry...! Se lui ha fatto questo a Terriermon, ad un suo simile...tu
corri un grandissimo pericolo!»...«No!
No...» si
mostrò tranquillo Henry «...io sono al sicuro
perché io...sono un uomo che ha cercato di mettere la testa
sotto la sabbia, e di sfuggire alla sua vita. Io sono come lui! E solo
io posso capire cosa sta provando Cyberdramon in questo momento...abbi
fiducia in me, Renamon. Non ho paura.»...«Niente mi
toglie
dalla testa che...!!...
...quanto è
successo con Cyberdramon ha a che fare con questa improvvisa e assurda
decisione di Ryo! Anche se...c’è
dell’altro...»...«Ed è proprio
ciò che
devi svelarmi: che cos’altro sai? Hai visto o sentito
qualcosa,
tu che hai abitato con loro?»...«...non molto,
purtroppo...» svelò malinconicamente la creatura
«...sembrava andare tutto bene, però
c’è
qualcosa che non mi ha mai convinta. La salute di
Ryo!»...«Ti riferisci...a quei problemi che aveva
con
l’equilibrio? Quelli per i quali fece ritorno sulla terra,
durante la nostra incursione a
Digiworld?»...«Ascolta
Henry...semmai Ryo sia tornato realmente sulla terra, i referti di
quella visita non si sono mai visti, tantomeno i medicinali che il
medico dovrebbe avergli prescritto. Lui si limitava a dire a Rika che
li stava assumendo, e lei...per essere discreta non chiedeva di
più. Ma cosa c’è di strano nel vedere
un uomo che
prende delle pastiglie, o dosa le gocce dalla boccetta? Io posso
assicurarti che non l’ho mai visto...
...in compenso...egli
faceva uso di una strana sostanza che spandeva sui capelli, al pari di
un gel. E che emanava un odore...davvero insolito. Sconsigliabile per
chi desidera attrarre
un’amante...»...«Hai modo di
procurarti una dose di questa sostanza?!» chiese
tempestivamente
Henry, e Renamon mostrò la boccetta sulla sua zampa
«L’ha lasciata a casa, assieme a tutta la sua roba:
uno
strano comportamento, che più che a una separazione fa
pensare...
...a una fuga
improvvisa.» Henry afferrò il flacone
«Ti ringrazio,
Renamon!...
...resterò
sveglio per analizzare questo preparato, e vedrai che verremo a capo di
questa storia!»
Fra il domatore e la
volpe dorata si insinuò un sorriso, in segno di
un’antica
intesa e una reciproca stima.
La mattina seguente,
quando la brezza era ancora fresca e vi era poca gente in giro...
«Io sono
incinta...» rivelava quella ragazza dagli stanchi occhi
lilla,
lasciando che quelli rossastri del suo amico oltre il bancone si
spalancassero di emozione «...da-davvero Rika?»
chiese
Takato, e lei accennò un sorriso «Mi ci vedi a
portare un
figlio in grembo...sfiorarmi il ventre per sentire che cresce...e poi,
quando sarà nato, condurlo per mano per il mio
giardino...?» Lo sguardo dell’amico si riempiva di
tenerezza, uscendo da dietro il bancone per sfiorarle il ventre
«...io credo che nessuno meglio della “ragazza dei
miei
sogni” potrebbe riuscire bene in
questo...»...«Beato
te! Io invece mi sento...completamente inadatta.»
rivelò
Rika con sguardo assorto «Non sono neanche riuscita a tenere
mio
marito vicino a me...
...che razza di madre posso essere?»
Takato si passò
la mano tra i capelli «...già, lui è
figlio di
Ryo...e lui lo sa?» ma lo sguardo di Rika sfuggì
«A
lui non interessa...»...«Come sarebbe a dire?! Un
figlio
interessa...a qualsiasi padre!»...«...conosciamo
Ryo...» disse lei guardando l’amico eloquentemente
negli
occhi «...lui è bisognoso di libertà, e
un legame
con un figlio è l’ultima cosa che lui
desidera.»...«Veramente il Ryo che conosciamo
è un
altro. Un ragazzo onesto e pieno di sogni per il futuro, fra cui quello
di diventare padre! Una persona che rende inspiegabile la scelta che
sembra aver preso...»
Ma lo sguardo della giovane volava oltre la vetrina, spento di
speranza...
...tanto da non notare
quella ragazza, che si nascondeva dietro alle buste del pane
«E
così Rika è incinta...» si disse Jeri,
ed il suo
sguardo si tinse di pena «La vita sta andando avanti per
tutti,
mentre per me sembra essersi fermata! Takato non vuole saperne di
ascoltarmi e...se non mi sbrigo a trovare un pretesto ci allontaneremo
sempre più, fino a che non sarà troppo
tardi!»
accendendosi una sigaretta, per arginare quelle ondate di sconforto
«...se solo aspettassi anch’io un figlio da lui
sarebbe
diverso...almeno avremmo qualcosa che ci lega. Ma niente, fra noi non
è mai avvenuta la magia di un momento di
intimità...e
adesso non è più possibile!» quando
d’un
tratto squillò il suo cellulare.
Takato si volse di
scatto, e la sua mano si portò lentamente al collo. Rika si
interessò «Che cosa c’è,
Takato...?»...«N-Niente...!»
replicò lui
insicuro, non smettendo di fissare la vetrina. L’amica prese
la
sua mano «Ti senti poco bene, per
caso...?»...«...n-no, ma che dici? Sto benissimo,
con...tutte le cose a cui abbiamo da
pensare!»...«...attento, non sobbarcarti troppo di
responsabilità...ora devo stare attenta anch’io,
me
l’ha detto anche Renamon...!»
Ma il ragazzo pensava
“Che mi succede...? Fino a ieri mi sentivo in forma, sicuro
di
me! Cos’è questa paura improvvisa...? Mi batte
forte il
cuore...”
Jeri intanto rispondeva «Pronto?...
...ah, buongiorno signora!...
...tutto bene,
certamente!» simulò un tono disinvolto, nonostante
la
sigaretta tremante tra le sue dita «Questa mattina? Va
benissimo,
molto volentieri! Allora sono subito da lei.» riponendo il
telefono in borsa «Ah meno male, un po’ lavoro! Ho
un
disperato bisogno di soldi, meglio che sfrutti
l’occasione!» dirigendosi a passo spedito presso il
semaforo, e attraversando la strada in un sospiro «Uhf!...
...ma perché
non possiamo smettere di andare di fretta?» si chiese
tradendo un
soffio d’incertezza.
Una coda di cristallo
oscillò nel buio, fino a che la sua punta non
perforò la
statua di ghiaccio di un immenso Digimon, che si frantumò in
una
miriade di schegge luminose «Ahhh...! Più veloce...
...più
violento...» si ripeteva Amnesyamon nell’affanno.
Il suo
sguardo lampeggiava di sanguigno rossore «Devo diventare
più forte...devo assolutamente crescere in potenza! Per
poter
sconfiggere...
...Jeri e tutti i miei nemici...
...HO BISOGNO DI ALTRE STATUE!»
Dal pavimento
sgorgarono riproduzioni gelide di tutti i Digimon più
celebri e
temibili. Ma la regina di ghiaccio si circondò di una carica
rabbiosa, e liberando la lunghissima coda travolse l’intera
fila
di statue, in una fragorosa esplosione di frammenti di ghiaccio
«Cadranno tutti, esattamente come loro...
...i miei ex-alunni, e chiunque oserà sfidarmi!...
...diventerò
più potente che mai...la Digimon più forte in
assoluto!
Attendi, figlia mia...» disse filtrando un lampo di umana
tenerezza nei suoi occhi alteri «...presto tua madre
catturerà la tua attenzione...come una vera protagonista
della
scena...
...ALTRE STATUE, PRESTO!»
...ed i suoi
allenamenti, per mezzo di uno specchio fatato, erano sotto gli occhi
della donna dall’abito nero «Amnesyamon si sta
allenando
con disciplina, se continua così diventerà un
vero osso
duro per quei ragazzini! Ma quel che più mi interessa...
...è che sia in
grado di recuperare il cuore che ieri mia figlia mi ha sottratto da
sotto il naso!»
I suoi occhi si
tinsero di risentimento, nel ricordare la sconfitta della sua guerriera
per mezzo della coppia di formidabili combattenti
«Starshipmon si
è trovata un’alleata...
...grazie a lei mia
figlia non è più sola, quella Digimon mi
disturba: deve
morire!!»
L’immagine della
creatura dai capelli d’oro striati di nero comparve sullo
specchio, ma Violetta vi adagiò una mano cospargendo il
vetro di
energia nera, fino ad oscurare il riflesso «Dovunque ci sia
amicizia...alleanza, mani che si stringono...
...e armi che si
uniscono per sconfiggere gli avversari io non potrò
prevalere!
Mio compito sarà spezzare...tutti i legami di fiducia che
ancora
intercorrono fra Digimon e terrestri! E una volta rimossa
quest’ipocrisia a breve scadenza, potrà finalmente
alzarsi
il sipario sul nuovo mondo che sorgerà dalle
rovine...»
Il buio della stanza
da letto si rischiarò appena di una luce fredda, che
permetteva
però il delinearsi di alcune sagome: assomigliavano a
bambole
digitali ma ancora incomplete, piene di crepe e di pezzi mancanti
«Questo popolo...
...nasce dai residui
della disperazione di Guilmon che mi sono avanzati dopo aver creato
Amnesyamon! Ho ancora bisogno di tempo per ultimare i preparativi...
...il tempo che
servirà alla mia guerriera per affinare la sua potenza. E a
mia
figlia, a dispetto della sua presunzione, per imparare a sfruttare
appieno il potenziale del cuore di cui si è impossessata.
Vedremo chi arriverà prima, uhmuhmuhm! Ma tanto io
già lo
so...
...così come so
anche, che nonostante gli sforzi encomiabili di Amnesyamon,
è
un’altra guerriera ad aver completamente rapito la mia
attenzione!»
Sullo specchio
comparve l’immagine di Royalmon «Jeri...»
e quando
Violetta vi adagiò la mano, iniziò ad alternarsi
con il
volto della controparte umana della giovane «Non ho mai visto
un
cuore più conflittuale del suo...diviso fra i sogni del
passato,
e la disillusione per il presente! Se Starshipmon si è fatta
un’alleata a sua immagine e somiglianza...
...beh, anch’io
ho scovato una domatrice che rispecchia appieno il mio
passato!»
I suoi occhi si fecero
determinati «Se saprò sfruttare appieno le sue
insicurezze...potrò far breccia nel suo cuore al momento
giusto!
E trasformarla...
...nella più
temibile guerriera che la malvagità abbia mai avuto al suo
servizio. Oh che piatto prelibato,
mwhahahahahah...ihihihihihi!»
accomodandosi il velo scuro che avvolgeva i suoi riccioli castani
«Quello su cui devo far leva...
...è che lei
non ha un Digimon! Col suo non riesce ad andare d’accordo, e
questo la rende...la ragazza più vulnerabile su tutto il
suolo
terrestre...» assumendo un broncio che celava un soddisfatto
sorriso...
Impmon camminava in
strada con le orecchie coperte dal fazzoletto, ed il suo visetto un
po’ piegato dagli anni sembrava velarsi di preoccupazione e
di
fastidio. D’un tratto vide qualcuno che attraversava la
strada
«Oh! Ma quella è Jeri! Fammi
nascondere.» schizzando
dietro al muro di un palazzo, ed osservadola mentre gettava la
sigaretta e proseguiva per la sua strada «Non ho
voglia di
incontrarla. Con lei è impossibile persino scendere a un
equo
accordo!» quando alle sue spalle
«CALUUU’!»...«Ahhh! Calumon! Mi
hai spaventato.
Un attimo...
...hai qualcosa di
strano. Sei diverso dal solito!» ed il bianco Digimon con un
radioso sorriso annunciò «Puoi dirlo forte: non
sono
più solo!»...«Oh?» Impmon
alzò i suoi
occhi ingenui, mentre qualcuno veniva avanti «E
così lui
è uno dei tuoi amici? E’ incredibile, siete tutti
in giro
per la città...ma nessuno si accorge di voi...»
scorrendo
tra i capelli biondi la sua mano smaltata «Che cosa
affascinante...»
«E lui chi
è...?» domandò Impmon con aria assorta.
Calumon
rispose «Potrei risponderti...che è il mio
domatore,
calù. Ma questa sarebbe soltanto una parziale risposta alla
tua
domanda. Non è così
Puppet?»...«Puppet...?
Che nome strano.» commentò Impmon, sobbalzando il
secondo
successivo «Un attimo! Hai detto...ho sentito bene?! Lui
è
il tuo...
...domatore, Calumon?»
«Non hai sentito
male...Impmon, corretto?» disse il ragazzo che quella mattina
aveva occhi distesi, ed Impmon pensò “Ogni essere
umano
che scopre il suo Digimon assume uno sguardo...diverso, di pace
maggiore. E’ esattamente come Mako, da quando ha iniziato a
prendersi cura di Sandmon. L’unica che non sembra sortire
questo
effetto...è Jeri con me.” chinando il capo, ma
Calumon si
avvicinò «Amico mio...cos’hai, sembri
così
triste.»...«N-No, non farci caso Calumon!
Piuttosto!»
Impmon cercò di invocare un sorriso «La notizia
che mi hai
dato questa mattina non poteva essere più bella! Avevo
sperato...così tanto che tu trovassi un domatore! E quel
giorno
è finalmente
arrivato.»...«Già, calù:
il tempo è passato e sembra sia arrivato per me il momento
di
prendermi cura di qualcuno.»...«Sembrate
già
così affiatati...e ne sono commosso! Puppet...hai trovato un
bravo compagno, Calumon è un Digimon di gran valore. Siine
fiero!»...«Io lo sono già...»
rispose il
ragazzo, scambiandosi uno sguardo di profonda intesa con il suo piccolo
compagno «Calù, se sapessi chi è lui in
realtà...» sfumò Calumon nel suo tono
sottile e
velato dagli anni «Come?» chiese Impmon
«Mi hai
appena detto che è il tuo domatore...» piegando il
capo e
scrutando il ragazzo «...c’è da sapere
dell’altro?» ma la bianca creatura rispose
«Ogni cosa
a suo tempo, amico mio.»...«Dove state
andando?»
domandò il folletto «Calù! Devi sapere
che Puppet
è un rapper, ci stiamo dirigendo dai suoi compagni per
provare.» ed il ragazzo aggiunse «Ma spero di
potermi
presentare presto ad altri compagni. Quei compagni...che spero vogliano
accogliermi nel loro gruppo, affinché possa
aiutarli.»
Impmon gli rivolse un sorriso complice «Saranno...entusiasti
di
accoglierti! Nel nostro gruppo c’è sempre spazio
per un
amico nuovo.» Puppet chiese incuriosito «Chi
è il
tuo domatore...?» ma a quel punto il viso di Impmon si tinse
di
smarrimento, e Calumon si arrampicò sulla spalla del ragazzo
ripetendo «...ognuno di noi ha da chiarire tanti dubbi col
proprio passato.»...«Proprio come un gruppo di
rapper...» osservò Puppet, per poi sollevarsi il
cappuccio
«Arrivederci Impmon.» e Calumon sbucò da
sotto di
esso «Buona giornata,
calù!»...«C-Ciao, alla
prossima!» li salutò il folletto, con un guantino
rosso un
po’ incerto che poi si portò al collo...
Un Digignomo fluttuava
sulle bende striate di sangue “Non posso trattenermi a lungo,
.sento che qualcuno mi cerca. E non vorrei che fossero quelle creature
malvage, che desiderano impossessarsi del mio potere!”
«Devi essere prudente, Regina!» si premurava Leaf,
e quella
sovrana nascosta sotto le spoglie di uno spiritello compì un
volo vorticoso “Devo
fuggire lontano. Però sappi che anche
in tal caso io non ti abbandonerò. Resterò sempre
al tuo
fianco: non devi mollare, Guilmon!”
Il rapper
guardò la sua foglia, e prese il respiro in un
«No...» sommesso, ma allo stesso tempo
incredibilmente
solido «Io sono Leaf...che segue il cammino tracciato dalla
sua
amica foglia. Che guarda sempre avanti...»
“Però
sei anche...
...Guilmon. Che in passato è stato il Digimon del piccolo
Takato.”
«Sì...» disse con lo stesso tono, per
poi riaprire i
suoi occhi «...sono pronto ad affrontare il mio presente,
anche
se duro. In fondo, per colpa mia Takato ha rischiato di morire. Ora la
cosa più importante è che sia vivo!...
...pur se ribelle...in collera coi suoi genitori...
...pur se cambiato! Anche se mi odia...
...io non lo
disturberò, perché io per lui avrò
un’altra
identità, un altro volto. Io comunque non vengo meno alla
mia
promessa...» avvicinando al cuore il suo pugno macchiato di
sangue, nel gesto tipico di un rapper «...non sono entrato in
quella casa solo per avere un tetto, ma per offrire affetto e sostegno
alla signora Matsuki. Solo ora comprendo a cosa avesse potuto fare
allusione...
...non importa. Non importa...
...un bel respiro...e
poi la vita va avanti! Questo è il motto di Leaf, e di
Guilmon!»
“Non sai come
sono orgogliosa di sentirti parlare così.”
«No
Regina, sono io che devo ringraziarti: ieri notte le tue parole hanno
fatto breccia nel mio cuore.» guardando il cielo della
mattina, e
ripetendosi «Amare...al di là del muro. Al di
là
dell’astio...
...sì...solo
ora forse comprendo che se proteggiamo, in fondo al cuore, il nostro
antico affetto, niente potrà scalfirlo. Nemmeno il rifiuto
di
chi un tempo abbiamo amato...
...uhmuhmuhm, lo sai?
Un tempo non avrei mai lontanamente immaginato che sarei riuscito a
sopportare tutto questo. Mi stupisco di me stesso.»
“Si
cresce e si cambia, piccolo Guilmon. Ora mi dispiace, non posso
trattenermi!” «Dove andrai a
stare?» “Credo
che
partirò...per un pianeta molto lontano, ma non
sarà un
addio! Presto ci riveremo, e per allora sono sicura che...oh! Dei
passi! Devo andare!”
«Fa attenzione Regina, abbi cura di te!!...
...ti prego, torna
presto da me. Io ho bisogno dei tuoi consigli...» chiese col
suo
tono ingenuo, per poi evocare espressione decisa. E procedere avanti
fino a che la vista di qualcuno non lo portò ad aprirsi in
un
sorriso «Ahahah! Ma quelli sono...Puppet e Calumon!»
Il ragazzo e il
Digimon infatti costeggiavano la scaletta del parco «Mi ha
fatto
pena quel tuo amico: è vero, i suoi occhi sembrano
attraversati
da infinita tristezza...» commentò Puppet, e i due
occhietti verdi sotto il suo cappuccio dissero
«Calù,
purtroppo devi sapere che la domatrice di Impmon...
...è
morta.»...«Ahh!...» si arrestò
il giovane,
mentre saliva i gradini «...che cosa dolorosa!!»
espresse
con sincera contrizione «Niente dovrebbe mai separare un
Digimon
dal suo domatore! Sai, questa sofferenza è toccata anche
a...»...«Lo so, calù.» e
Puppet a sua volta
«Lo so, e adesso forse...è inutile
parlarne.»
sedendosi sul gradino di pietra «Ma è che adesso
penso a
noi due! (canzone: Laura
Pausini: 16-5-74 (strumentale) ) Tu mi hai raccolto nel
momento più
doloroso...e a poco a poco mi stai guidando per mano. Per quella mano
sporca, quella mano...che il mondo ha rifiutato.» alzando le
sue
dita smaltate, sulle quali si appoggiò il Digimon bianco,
afferrando un dito e strofinandolo a sé come qualcosa di
infinitamente caro «...questa è la mano sporca che
ha
raccolto me, e io non la lascerò mai,
calù...»
Puppet gli sorrise «Lo sai? Ripenso a quello che ci siamo
detti...
...e ancora non riesco
a credere che noi tanto tempo fa ci eravamo già incontrati.
Eppure quando ti ho visto, un angolo del mio cuore ha ricordato un
angelo...
...un angelo bianco
che volava per la mia casa, ed io lo rincorrevo ma...pensavo di aver
sognato!»...«Calù...
...anch’io scrutavo i tuoi tratti, ed il mio cuore tornava
indietro...
...però non
riuscivo a riconoscerti, perché ora sei cambiato! Sei
così cresciuto, ed i tuoi capelli...hanno mutato
colore!»...«Li ho decolorati io! Desideravo
cambiare.
Volevo...ricominciare.»...«E anche...dimenticare,
calù?»...«...dimenticare...forse.
Però
inavvertitamente, gettandomi alle spalle quel periodo ho fatto lo
stesso con te!»...«Non ha importanza,
calù!»
esclamò il Digimon afferrando saldamente il dito smaltato
«Quel che conta è che ci siamo
ritrovati!»...«Sì, eravamo destinati fin
da allora a
stare assieme per sempre! Calumon...
...grazie per avere
accolto il mio segreto. Ma ti prego, non rivelare a nessuno i nostri
ricordi in comune. Non raccontare quando, e dove ci siamo incontrati!
Non dire alla gente il mio vero nome...» chiedeva il biondo
ragazzino con gentilezza, abbassando il tono «...io devo
ancora
fare pace col mio passato.»...«Te lo prometto,
calù...» sussurrò il Digimon.
Quando udirono chiamare «Puppet!! Calumon!!»
Il ragazzino
sussultò di gioia «Ah! Ma questa è la
voce di
Leaf!...
...io corro da lui,
Calumon!» lanciandosi sulla scalinata in corsa, e lasciando
Calumon tra i pensieri “Piccolo amico mio...al contrario di
te io
non ho avuto il coraggio di raccontarti tutta la verità. Non
ho
trovato le parole, per svelarti ciò che ha fatto quella
persona
a te tanto cara.”
Leaf e Puppet si
incontrarono a metà della scala «Anche voi
qui?!»
disse il più grande «Già in piedi,
compagno?!» ribatté il più piccolo, e
Leaf
«Sì ma...non chiedermi come mai. E’ una
lunga
storia...»...«Cosa ci fai in questo
luogo...?»
domandò Puppet, ma Leaf si volse là dove un tempo
c’era il blocco, e alzò umilmente le spalle
«Ancora
più lunga. Uhmuhmuhm! Ma piuttosto dimmi di te. Allora,
quando
riprendono le nostre prove?»
«Calùùùùùùùùù!»
giunse intanto in volo, e Leaf lo salutò con entusiasmo
«Ehiii, ciao Calumon!»
Il bianco Digimon
pensò “Lui è come il mio domatore: mi
suscita la
fortissima sensazione di averlo già conosciuto...”
Puppet spiegò
«E’ il nostro momento d’oro...ora dovremo
arrangiarci
con svariati concerti in giro per la città. Leaf, non
possiamo
permetterci di buttare
quest’occasione...»...«Oh,
affermativo! E ascolta, se terremo dei concerti guadagneremo anche
qualche soldo?»...«Inizialmente non saranno molti!
Però se ci impegneremo...è possibile che una casa
discografica offra un contratto alla nostra
crew.»...«Incrociamo le dita!»
esclamò Leaf,
spiegando «In questo momento ne avrei un gran bisogno: la
signora
che mi aiuta ha problemi con il suo negozio! Se solo potessi...dare una
mano alla sua famiglia...»...«Calù! Che
negozio ha
questa signora?»...«O-O-Oh beeeh!...un panificio,
ma questo
non è importante!» balbettò il rapper
dalle mani
bendate, e Calumon «Anche la mamma di un mio grande amico ha
un
panificio!» ma Puppet si sovrappose «Dobbiamo darci
dentro,
e non lasciarci frenare dagli iniziali ostacoli. Ci saranno giorni in
cui pioverà e ci sarà traffico. Altri in cui gli
strumenti non funzioneranno...
...altri ancora in cui
qualche membro della crew starà male, ma noi non dovremo mai
perdere il nostro spirito. Io credo che solo arrivando alla fine...
...riusciremo a
realizzare tutti i nostri sogni. O per lo meno...i cartoni che ho
guardato mi insegnano questo.»...«Io credo che i
cartoni
dicano il vero.» sorrise il ragazzo, affermando
«Non
sarà facile dividermi fra gli aiuti al negozio e i nostri
concerti, però ti assicuro che farò del mio
meglio!
Anch’io credo molto in quello che facciamo, lo
sai...»
Di nuovo adagiarono il
pugno sul cuore, e poi fecero incontrare le loro mani «Fino
in
fondo...» disse Puppet, e Calumon si appoggiò
sulle loro
mani unite
«Calùùù!»
sorridendo ed
ampliando le sue orecchie.
Puppet confessò
«Ah, se sapessi...anch’io non potrò
essere sempre in
giro, mia madre ha bisogno di me! Con i soldi non ce la passiamo molto
bene, specialmente da quando ha perso il lavoro. E poi oltre a questo...
...io sono in cerca di altri ragazzi! I Digimon Tamers...
...anche se loro non
mi conoscono, io faccio parte della loro squadra. Leaf...tu hai mai
sentito parlare di loro?»
Il giovane
restò ammutolito, e Calumon saltellò
«Calù...fino a poco tempo fa c’era un
blocco di
pietra, sulla cima di questa scala. Ci viveva il mio amico Guilmon...
...lui era la creatura più simpatica che esistesse...
...era buono, e
aiutava sempre gli altri in ogni occasione!» Leaf
deglutì
«...p-perché dici “era”? Poi
lui è
cambiato?!»
«Calùùù...»
Calumon ritirò le
orecchie «...no. Lui è morto.»
“...!!! In giro
credono che io sia morto!” «Se fosse ancora qui te
l’avrei presentato! Sono sicuro che ti sarebbe
piaciuto.»
aggiunse Calumon, e Leaf «E-Ehm...scusate. Devo tornare al
negozio, mi dispiace. Però ci sentiamo! Ohi mi raccomando,
dobbiamo organizzare le prove!»...«Ci becchiamo in
giro.» disse Puppet, e Leaf «S-Sicuramente! Ciao
Puppet.
Ciao Calumon!» sicché le loro strade si divisero,
sui lati
opposti di quella scala.
Leaf correva rapido, e
il cuore gli batteva forte “Che strano...correre su un suolo
che
non è più tuo! Dove tutti pensano che tu abbia
smesso di
esistere...
...Takato...”
ripensando allo scontro della sera prima “...anche le sue
parole
avranno a che fare con ciò che si dice di me?”
Ma nascosta fra gli
alberi, vi era la sagoma della volpe nera “La Regina
è
scomparsa...
...forse quella di
ieri sera è stata un’illusione. Non l’ho
detto a
Himi...ma io non sono più sicuro di ciò che
percepisco.
Forse ho perso i miei poteri! Ma non mi resta che continuare a cercare:
con o senza il mio intuito devo trovare la creatura che mi
renderà un essere umano. In questo modo potrò
concedermi
alla mia compagna...completamente. Lei sta avendo fin troppa pazienza
con me...” schizzando via con i suoi rapidi balzi (fine-canzone)
Renamon vigilava sul tetto di casa di Takato...
La sua domatrice era
nella stanza del ragazzo, e spalancava gli occhi «Che cosa
hai
detto...?! Un rapper...?»...«Proprio
così! Mia madre
l’ha trascinato in questa casa di punto in bianco! Non sai
che
storie astruse ha raccontato, dice che le ha salvato la vita. E poi,
ieri sera...»...«...ieri sera? Cosa?...
...continua
Takato.» ed il giovane confessò «...ieri
sera a un
certo punto io non ci ho visto più e l’ho sbattuto
fuori
di qui come un...
...!!...cane rognoso!
Sì, dammi pure del violento, ma io ti assicuro che ho perso
le
staffe quando lui ha nominato Guilmon! Lui che ne sa, quando mai
l’ha conosciuto?!!»...«Sapeva di
Guilmon?!»
chiese Rika trafelata, e Takato «Non ho idea di chi gliene
abbia
parlato...»...«Ma questa storia non sta
né in cielo
né in terra!!!»...«Sta calma, Rika.
Ricordati che
sei incinta...» disse accostandosi premurosamente a lei
«Io
non posso star calma, Takato ragiona: tu hai subito un attentato,
c’è uno sconosciuto che ha desiderato distruggere
la tua
famiglia e ora...
...tua madre fa
entrare uno sconosciuto in casa, come se niente
fosse?!»...«...io cosa devo dirti, non la capisco
più! Da quando c’è Nakao non riesco
più a
controllarli!!» si sfogò il ragazzo, mostrando il
suo
sguardo sconvolto «Sono qui per...rimettere assieme i pezzi
di
questo panificio, non so ancora come! Senza contare che oggi...riprendo
persino a lavorare, e quando avanzerà tempo...»
appoggiando la sua borsa sulla scrivania «...dovrò
occuparmi del problema di mio fratello! Ma qui non
c’è
tempo per occuparsi di niente!!...
...nemmeno della vita, oppure della morte...»
Rika si sfiorò
le labbra «...Takato, io...» ma lui
«Pfff...scusami,
ti prego: tu sei piena di problemi e io vengo a parlarti dei
miei!»...«Lascia perdere i miei problemi, adesso!
E’
a te che penso, a dire il vero io non ero venuta per parlarti solo
della mia gravidanza...» disse prendendogli la mano
«...ma
anche e soprattutto per parlare di te. Takato, devi andartene di qui! E
adesso più che mai dopo quello che mi hai detto. S-Senti, io
non
te l’ho detto in ospedale perché temevo di
agitarti, ma
quando una mattina sono venuta qui ci ho trovato proprio Asanuma!
E’ una cliente abituale del negozio, ti pare normale che un
Digimon Tamer debba servire il pane ai nemici che incontrerà
poche ore dopo in battaglia?!»...«...sì,
se è
avvelenato.»...«Ffff...non metterti a scherzare
adesso,
diamine! Sto parlando sul serio!!»...«E
anch’io, fra
poco. O quasi! Ahhh, accidenti...!» gemette il ragazzo
sedendo
alla scrivania, e prendendosi la testa fra le mani «Vedi?
E’ a questo che sto arrivando: all’omicidio! Mi
spavento
quasi di me.»...«Già...» fece
Rika recuperando
il suo antico tono ironico «...e mentre sei qui a
preoccuparti di
chi ucciderai io è della tua incolumità, che mi
preoccupo! Takato se questa persona è uno sconosciuto,
potrebbe
essere chiunque! Anche un Digimon!! Ti pare che dopo aver rischiato la
vita a causa di un colpo di pistola tu ti metti a vivere sotto lo
stesso tetto con uno sconosciuto?!» ma il ragazzo si
alzò
di scatto «Ma Rika, io non posso abbandonare la nave quando
rischia di affondare! E’ pur sempre la mia casa!! Questa
baracca...annega nei problemi!» per poi dirigersi verso la
finestra, smarrendo i suoi occhi appenati oltre il vetro. Rika attese
qualche attimo alle sue spalle, dopodiché esclamò
«...e al diavolo!!...
...al diavolo il
panificio, e al diavolo anche la famiglia!! Sì! Mi hai
sentita
bene: al-dia-vo-lo, attribuiscilo pure alle prime isterie causa
gravidanza! Forse io sarò diventata...
...dura, ancor
più di quanto non lo sia mai stata, ma non tollero! Non
ammetto!
Che un ragazzo debba immolarsi completamente a gente che non solo non
l’ha voluto, m-ma che è anche in grado di
concepire
balzane idee come...questa del rapper, credi con questa si sono
superati tutti i limiti! Te lo dico io...te lo dico io cosa dovresti
fare! Tu dovresti prendere quella borsa, tenerti il lavoro
perché quello ti serve e andartene a vivere a casa di Mitsuo
e
Riley, come ti avevano offerto!!»
Takato tacque, e
seguitò a scrutare oltre il vetro come se non avesse udito
niente. Ma dal suo sguardo si comprendeva che aveva udito, e Rika era
in grado di leggerlo anche se lui le dava le spalle «...io lo
so
perché lo fai...» mormorò la ragazza
con
l’affanno «...io lo so perché, anzi per
chi. Per tuo
fratello...
...perché tu
non vuoi lasciarlo, perché tu non accetteresti mai di dargli
quello che tu consideri il “cattivo esempio”,
quello di un
ragazzo che lascia la casa e abbandona i suoi genitori nel momento di
maggiore difficoltà. Takato...
...ma tu ti rendi
conto che qui...stiamo mettendo a rischio la nostra vita per
un’immaginazione?» chiese la ragazza ma con una
particolare
nota che alla premura miscelava stima anziché biasimo.
Takato
non si volse, ma rispose prontamente «Me ne rendo
perfettamente
conto...
...ho fatto questo per
tutta la vita.» ma d’un tratto
«Uhm?!» il suo
sguardo si corrugò «Che cosa
c’è?!»
domandò la ragazza. Ma lui sembrava aver notato qualcosa
oltre
la finestra «...non credo ai miei occhi, ha una gran faccia
tosta...» volgendosi di scatto e afferrando la borsa
«Aspetta, Takato!»...«Resta qui Rika!
Scusa ma ho da
risolvere un problema.»
La ragazza non
riuscì a fermarlo, e lo udì dirigersi rapido
lungo le
scale.
Una volta presso il
panificio, i loro sguardi si incrociarono nuovamente. Leaf
evocò
a sé tutto il coraggio, ed ammise «...ebbene
sì. Sono
ancora io.» riaprendo gli occhi, ed illustrando con calma
serietà «Scusami ma io non vengo meno alla mia
promessa di
aiutare la signora. E’ ancora lei la padrona di
casa.»
L’altro
sfoderò un sorriso ironico, e si avvicinò a passi
lenti
«...bene...
...qui la cosa si fa
davvero interessante, stai tirando fuori il
carattere.»...«...non ho intenzione di litigare
Takato...» disse Leaf guardandolo negli occhi, e Takato
«Ohhh, se è per questo neanch’io, e sono
sicuro che
non succederà. Ci faremo una tale guerra...
...che in fondo al
nostro odio scopriremo di avere qualcosa in comune, a dispetto di tutte
le nostre diversità!»...«...che guerra
sia, in
questo caso!!» esclamò Leaf con determinazione, ma
ad
interrompere il loro confronto fu Rika che arrivò dalle
scale
«Takato: chi hai visto?!» chiese decisa, e quando
incrociò lo sguardo di Leaf non perse tempo «E
così
saresti tu il rapper imbucato dalla signora Matsuki?!»
Costui sgranò
gli occhi “...Rika!!! Lei ancora non l’avevo
rivista...” riscoprendo a poco a poco la ragazzina conosciuta
in
quella giovane dai boccoli rossi, ombretto verde e orecchini dorati.
Lei d’altro canto sussurrò «Renamon...ha
le mani coperte...
...occhi aperti...»
(«Sì, Rika! Sono pronta...»)
Leaf ruotò i
suoi occhi verso l’alto, pensando “...Renamon
dev’essere qua attorno!!” e Rika si accorse del suo
gesto
visivo, i loro sguardi duellarono mentre lei si avvicinava a braccia
conserte «Ti parlerò senza tanti giri: la tua
presenza qui
è problematica...» “Come è
bella...”
pensava lui nel frattempo, e lei «Qual è il tuo
nome?!»...«I-Io mi chiamo Leaf!» incerto
su quale
mano porgerle «P-Perdonami, ora ho le bende sporche
ma-»...«Intendo dire il tuo VERO nome, non
prendermi per
stupida rifilandomi sciocchi nomignoli da rapper! Ne avrai pure uno, o
devo dedurre che lo nascondi per qualche motivo?!»
“...ed io mi
sento proprio come dieci anni fa. Quando lei era la domatrice esperta,
ed io il Digimon senza documenti che lei voleva liquidare.”
«Guarda che faccio sul serio...» lo fulminava Rika
col suo
sguardo, quando all’improvviso «Ehi, qui,
cos’è questa baraonda?!»
Rika si volse
attonita, non appena udì lo scampanellio della catenina
metallica.
«Takato, alla tua amica non hai spiegato chi è
Leaf?»
Le parole della
signora Mie erano sempre più attraversate dal ritmo, e non
appena Rika squadrò il suo abbigliamento fece
«...no...!»
«Ehi, cosa sono
questi sguardi, carina? Non mi trovi forse in forma?»
rigigirandosi il berretto «E dire che qui, voi, dovreste
essere i
giovani!» ma Rika le restituì la frase
«...e dire
che qui voi dovreste essere i genitori...
...Takato!» ma
lui replicò serio «Non guardare me,
Rika!»
Giunse anche Takehiro
sulle stampelle «E nemmeno me: questa farsa è
un’iniziativa di mia moglie, io non c’entro
niente!»
al che la moglie si volse «E lo credo, sei nato
cent’anni
fa! Per questo il negozio assomiglia a un sepolcro!»
Rika si portò
la mano alla fronte «Non può essere...mi rifiuto
di
credere a quello che vedo, questo è troppo!» e di
nuovo
Takato giunse a sostenerla «Rika ti prego, sta calma! Sei
incinta!!»
(Leaf ebbe un sussulto di emozione “...Rika è
incinta!!”)
Mie constatò «E’ pure incinta...
...ehi, bellezza, chi
è il padre di tuo figlio?» ma Takato si volse
fulminandola
con lo sguardo. Rika mormorò cupamente
«E’ mio
marito...
...uno dei tanti dovevo pure sposarlo, no?!»
(accrescendo il disorientamento negli occhi del rapper)
Takato le parlò
«Rika senti...lasciamoli perdere, è una sfida
persa e a te
fa solo male.»...«M-Ma
Takato!»...«Io devo
scappare al lavoro!» fece lui correndo fuori, ed esclamando
ancora «Per favore, lascia stare!!»
Ma lei si
ostinò «Io non posso lasciar stare...»
rivolgendo
occhiatacce prima al rapper poi ai genitori dell’amico
«Vi
rendete solo vagamente conto di quello che avete fatto?! Non bastava in
questo luogo la presenza di quella pazza assassina che abbiamo
affrontato ieri, no, non era ancora abbastanza! Ci voleva anche
questo...» girandosi verso Leaf e apostrofandolo con
disprezzo
«...tocco di classe!!»
Lo sconforto aumentava nel cuore del ragazzo...
Mie si bullò
«Io non devo rendere conto delle mie azioni, a
un’amica di
mio figlio!»...«Ma a lui deve rendere conto...
...lei è sua
madre, devo insegnarglielo io che ho scoperto solo ieri sera di essere
incinta...?» scrutandoli entrambi, e decretando «La
vostra
condotta è inqualificabile!» per poi volgersi
verso il
rapper «E quanto a te sta pur sicuro che smuoverò
mari e
monti affinché tu possa lasciare questa
casa!!»...«M-Ma un attimo...Rika!» ma lei
si
allontanava sui suoi tacchi rumorosi, volgendosi solo in ultimo presso
la porta «E comunque vi lascio la libertà di
scommettere
su chi è il padre di mio figlio!!!» per poi
congedarsi,
facendo cadere la solita bustina di pane.
Il rapper era
completamente spiazzato, si limitava ad allargare le braccia mentre Mie
lo apostrofava «Mai una volta che tu riesca a rispondere a
tono!»...«M-M-Ma io...
...io stanotte non ho
neppure dormito qui, ma lei non se n’è neanche
accorta
signora!!» scappando in cima alle scale. Takehiro
alzò la
stampella in modo inquisitorio «Lo hai sentito?! Stanotte
chissà dove ha dormito, in quanti vuoi che ci chiacchierino
dietro?!»...«Sta zitto tu, pensa alle tue
scappatelle e al
tuo figlio illegittimo!»
Al ragazzo giungevano
gli echi di questi battibecchi, e si passava le mani bendate sul viso
«Oh mamma...! Figli di qua e di là, casini
dappertutto!
Non so per quanto resisterò!!»
C’era
però una casa in cui sembrava regnare la pace, e una ragazza
dai
capelli neri prendeva in braccio il suo bambino «Andiamo
Benji,
non devi fare quel faccino: Terriermon è uscito presto
perché deve lavorare, lui è un terapeuta dei
Digimon! Ma
questa sera tornerà e giocheremo tutti assieme: sempre
che...il
tuo papà abbia ancora energie, visto che stanotte
anziché
dormire è rimasto al computer. Lo faceva anche durante lo
stage!
Allora io scorgevo la luce dalla sua finestra, percorrevo al buio il
corridoio dell’ostello...» abbassando al tono
«...bussavo alla sua porta, simulando occhi stanchi per il
troppo
sforzo al pc, gli chiedevo un consiglio e poi...
...e poi...» piegando con sguardo sognante la maniglia della
porta...
All’interno
della stanza, gli occhi di Henry si spalancavano attoniti
«...Hippocramon...» quando udì alle sue
spalle
«Buongiorno...! Siamo venuti a trovare un papà che
lavora
troppo, tale e quale al suo Digimon! Volevamo osare chiedergli se
gradiva la colazione...!» ma Henry mormorò
«...no
grazie...ho lo stomaco chiuso. Rea, ascoltami! Ho da chiederti un
parere.»...«Ma certamente, per quel che posso!
Cos’è questo materiale?» chiese la
ragazza
avvicinandosi e sfiorando la boccetta di pomata «Ohhh,
assomiglia
alla crema da notte che mi rifilarono quella volta! Ti ricordi?! Quella
che mi aveva fatto venire tutte bolle, e tu mi dovesti
tranquillizzare!»...«Senti, secondo te che motivo
avrebbe
un essere umano di sottoporsi alla visita, per così dire
specialistica, di un falso medico digitale che fa uso di sostanze
contrabbandate?»...«Cooosa?! Non mi dirai che
qualcuno fa
certe idiozie! Truffatori del genere te lo dico io su cosa marciano,
sul fatto che la gente ci va per comodità! Magari
perché
li fanno pagare poco, e intanto gli rifilano schifezze come questa,
dagli effetti insindacabili! Bell’affare se invece hanno una
malattia grave! Ah, io questi gesti di irresponsabiltà
proprio...non riesco a tollerarli! Magari sono padri di famiglia...
...hanno mogli, figli, amici che li aspettano e invece loro...
...!!!»
sgranando gli occhi e volgendosi di scatto «PER CASO LO
CONOSCIAMO?! Data la nostra proverbiale fortuna non mi
stupirei!»
Henry balzò in
piedi afferrando la boccetta «Temo di sì,
è Ryo!...
...devo parlare subito
con lui, questa storia non mi piace affatto! Il creatore di quella
poltiglia è un Digimon di nome Hippocramon!...
...ed è stato appena arrestato!!»
Rea scivolò incredula sulla sedia «Oh
no...»
«Mi spiace,
sarei dovuto andare a lavorare questa mattina!» strillava
Henry
dall’altra stanza «...per questa volta mi
assenterò!»
«Eccomi qua
signor Harasawa...» era il saluto un po’ debole di
Takato,
e il padrone del salone gli pose una mano sulla spalla «Si
torna
a lavorare, eh ragazzo?»...«Eh
già.»...«Come
stai?»...«...un po’
stanco...
...ma
resistiamo!»...«Eheh, qui tutti
resistiamo!»...«Già...tutti...
...tutti...»
ripeté il ragazzo in uno strano automatismo, ma quando si
guardò riflesso nello specchio avvertì qualcosa
che egli
stesso non si spiegava. Che lo portò a sfregarsi le mani, e
massaggiarsi il collo. Un rapido ronzio, e Takato sussultò
di
scatto «E’ solo una mosca, cosa vuoi che
sia?!»
esclamò il signor Harasawa «Cos’hai,
paura persino
di una mosca che vola...?»
“...infatti non
posso averne paura, io sono un Digimon Tamer! Io non posso aver paura
di niente...
...perché mi
sento così teso?” si chiedeva Takato fissando
quelle
pareti familiari come un luogo sconosciuto e ostile.
Quel giorno il robusto
Gargomon oltrepassò la porta di vetro con espressione molto
mogia. Ma all’interno della cabina la trovò seduta
al
solito posto. E come sempre il suo tono era aspro e impertinente
«E’ inutile che mi guardi con quella faccia...
...beh, che ti
aspettavi?! Sì, sono tornata qui di mia spontanea
volontà! Perché? Beh ma perché non ho
più
alcun posto dove andare...grazie a voi, che mi avete resa un Digimon
isolato dal mondo! Dovrei forse andarmene a passeggio per i prati? E a
quale scopo, gli unici che potrei incontrare sarebbero umani
ritardati...o a limite Digignomi fastidiosi! Oppure Digimon...
...che vanno a mettere
a rischio la propria vita per aiutare un compagno, pensa che
sciocchi!»
Gargomon chinò
il capo «Grazie, Muskmon.» e lei si
irrigidì
«Ecco! Era esattamente quello che volevo evitare! Tu che mi
ringrazi con quella faccia da ipocrita! Che cosa credi, sei
così
stupido da pensare che l’abbia fatto per te?! No, mio caro!
L’ho fatto esclusivamente perché non permetto al
mio
terapeuta di dileguarsi così facilmente, facendosi acquisire
da
un Digidrago impazzito! Io ho ancora bisogno di cure, mi sento da
schifo! Mi sento corrodere dalla rabbia, e che ti piaccia o no non
potrai liberarti di me così facilmente! Non ti
mollerò
fino a che non sarò guarita.» ma lui
ripeté
«Grazie Muskmon.» al che lei balzò dalla
sedia
«Ma allora lo fai apposta! Tu mi vuoi fare impazzire, ho
ragione
io!»...«Grazie. Senza di te sarei stato perso
laggiù
a Digiworld, di fronte al mio compagno. Non avrei più
rivisto i
miei domatori, e il loro adorato bambino. Ti devo la
vita...»...«Pfff...bei compagni che hai.»
sibilò la Digimon tornando a sedersi «Fanno quasi
a gara
con i miei.»...«E’ esatto. E
sarà questo il
nuovo tema della terapia: quello che è successo mi ha
ispirato.
Ho preso degli appunti e...» (canzone: Laura
Pausini - Mi dispiace (strumentale) )
«Come...?»
Muskmon si volse attonita, mentre lui apriva il suo librone prendendo
posto sullo sgabello «...ho deciso che il confronto fra noi
due
ora sarà la cosa più salutare per cominciare un
cammino.
Dopo tutto abbiamo avuto esperienze simili, lo hai detto tu. Tu sei
stata tradita dalla tua domatrice, io lo sono stato da un mio compagno
di squadra. Il nostro obiettivo è farti reinserire nel
mondo,
Muskmon...
...e l’unico
modo per farlo è che tu ti renda conto di essere una parte
del
tutto. Non sei sola: ogni giorno...ognuno di noi vive le tue
sofferenze.»
Gli occhi scuri e
guarniti della creatura si velarono di emozione, ma lei
cercò di
nasconderli.
«E per indicarti
la strada comincerò io. Ehm ehm!» schiarendosi la
voce
«Ti racconterò dei momenti in cui mi sono sentito
più solo. Ascoltami attentamente, mi raccomando...»
Muskmon taceva...
«...io ero un Digimon felice...
...avevo una bella
casa e un caro amico fino a quando non si accese una luce in cielo...
...lo salutai con
queste parole...”Henry...momentai.”
Le solite di sempre...
...ma solo ora...e a
te posso svelare che benché gli stessi sorridendo...
...io mi sentivo morire...
...ed era solo la prima...di infinite volte...»
Gelsomon la dragona
faceva capolino sulla buia balaustra, singhiozzando sommessamente con
un fazzoletto tra le mani, mentre vedeva allontanarsi due figure. Il
suo sguardo incrociò gli occhi azzurri della bionda ragazza,
che
intanto sussurrava al compagno «Dammi la borsa...tu sta solo
attento ad aggrapparti alla ringhiera.»
«Va
bene...» rispondeva lui con un berretto schiacciato sulla
testa,
e occhiali scuri a nascondere il volto. La sua mano tremante si
adagiava sulla ringhiera...
...ed i tre draghetti
si insinuarono presso il grembiule della madre, che invano singhiozzava
«Sigh! Bambini...state
dentrooo...»...«Mamma,
perché Ryo se ne va?»...«Shhh...il
nostro eroe deve
andare a curarsi, perché non si sente molto
bene.»...«Ma poi tornerà, non
è
così?»...«Certo!» rispondeva
lei, spiegando
«Va via per tornare più forte di prima!»
ed uno dei
piccoli le chiedeva «Non è che se ne va per sempre
come
papà?»...«Ohhh, Medramon come ti viene
in mente?!
Sei il più grande, non dovresti mettere in testa queste idee
ai
tuoi fratelli.»
Ryo si fermò
per un attimo dalla discesa della grande scala, ed alzò la
mano
per salutare i draghetti. Gelsomon gli fece un cenno con il
fazzoletto...e la mano di Alice scivolò sulla spalla del
giovane
«Andiamo...» Ryo acconsentì.
Iasugnumon e
Refrainmon vegliavano nel buio, dall’alto del soppalco su cui
camminava il piccolo Scratchino, che si mise a seguire i due giovani in
congedo come un soldatino. Gelsomon corse sollevandosi il grembiule e
giunse a raccoglierlo, per timore che li facesse inciampare.
Stringendolo poi a sè con amore materno.
Erano giunti in fondo
alla scala, quando il portone si spalancò a sorpresa.
«...Henry...?!» sgranò gli occhi la
giovane, e
costui disse serio «Ci si rivede, Alice. Oggi nessuno
pulirà le scale della metro, a quanto pare...»
avvicinandosi a passo deciso «Ryo...!»
Il giovane
indietreggiò intimorito «S-Stammi lontano,
Henry!»...«Che succede...? Il domatore leggendario
ha paura
di un povero dilettante?»...«S-Se ti ha mandato
Rika...!...
...dille...per
favore...che non voglio vederla!!» ma Henry gli
sfilò il
berretto, che cadde a terra...
...dopodiché
gli occhi del domatore moro si fecero attoniti «Che cosa hai
fatto ai capelli?!» constatando che il suo compagno li aveva
rasati completamente. Alice intervenne «Henry...ora non
possiamo
spiegarti.»...«Era lui l’amico che aveva
bisogno di
aiuto, vero?!» proruppe Henry, e la ragazza fu zittita.
«Che
significa quella valigia?!! Ha a che fare con questa boccetta,
vero?!» estraendo il flacone di pomata «Ryo, tu
quella
volta non sei tornato sulla terra! Sei stato da
Hippocramon!!»...«E anche se fosse,
Henry?!!»
gridò il domatore leggendario, ma Henry serrò i
denti
«Anche se fosse...io voglio sapere dove stai andando ADESSO,
in
questo momento! Con quella valigia!! Tu non hai lasciato Rika
perché non la ami...
...tu non stai con
lei...» indicando Alice, ma Ryo insistette «Io non
voglio
più saperne né di Rika, né
di...n-nessuno,
né di...!!»...«Tuo
figlio?!»...«...cosa...?»...«Rika
aspetta un
figlio...» disse Henry puntandolo con occhi determinati
(mentre
la commozione affiorava agli occhi di Alice) «...tu sei il
padre
e io voglio una spiegazione a questa storia!» gettando la
boccetta a terra «Vi avverto, vi avverto tutti che io non me
ne
andrò di qui finché non me l’avrete
data!!»
Ryo affermò
«Io non devo spiegarti niente, ho la mia vita! MIA, capisci?!
Non
l’ho messa al servizio di tutti i Digimon Tamer quando ci
siamo
conosciuti, ho ancora una realtà
privata!»...«...e
anche una bella fede nuziale al dito: non te ne sei disfatto, al
contrario di quanto si
racconta!»...«Ahh!» Ryo fu
colto alla sprovvista, ed Henry avanzò «Rassegnati
Ryo,
è una battaglia persa con me! Doppie versioni, notizie
false,
fughe improvvise: conosco tutte queste cose come le mie tasche, ne ho
fatto il mio pane quotidiano per ben dieci anni! Di Digimon ne saprai
pure più di chiunque altro...
...ma di come si
raggirano i propri familiari sono più esperto io, mi
spiace!!» puntandogli un dito contro, e chiedendo
nell’affanno «...qual è il vero nome
della tua
presunta “labirintite”...?»
Ryo a quel punto si
sfilò gli occhiali da sole, rivelando i suoi occhi stanchi e
arrossati «...CANCRO CEREBRALE...
...così va meglio, caro compagno?!!»
Henry sgranò
gli occhi e gemette «N-Non puoi dire sul
serio!»...«Ah no, e perché?! Per le
stupide riviste
su cui avete letto il mio nome?! Per il torneo di carte che ho vinto da
ragazzino?! O perché un tempo volavo sulla groppa di un
Digimon...?...
...beh io non ho più un Digimon ora e ho anche una bella...
...porcheria nel
cervello. Guardami bene! Perché è così
che si
riducono gli eroi, quando crescono!»
«...certo...» fece Henry «...con un
figlio in arrivo...
...ed una moglie che
li ama, e che assurdamente manca all’appello in un momento
così importante! Rika deve sapere la
verità!!»
estraendo il telefono, ma Ryo scandì «Ti
proibisco...categoricamente di utilizzare quel
cellulare!!»...«Ma...la mia amica ti
ama!!!»
«Rika amava Ryo Akiyama.» al che l’amico
sgranò i suoi occhi «Ryo Akiyama...sei
tu!!!»...«No Henry, ti sbagli.»
replicò Ryo in
un sospiro, spiegando con maggior calma «Ryo Akiyama
è
quell’eroe di allora. Rika è lui che ama...
...fidati, la conosco,
le piaceva...guardare i suoi capelli al vento, sognava di accarezzarli,
niente a che vedere con il ragazzo che hai davanti, destinato...a un
futuro lugubre. Non è sicuro che l’intervento
possa
riuscire!»
Ma Henry avviò ugualmente la chiamata...
«...potrei lasciarci le penne sotto i ferri!!!...
...i-il medico ha detto che posso restare deturpato, o
paralizzato!!»
Henry restò
impassibile, lottando contro le lacrime...fino a che non
partì
la chiamata «Rika? Sono io!»...«NO,
HENRY!!»
Rika rispose in strada
«...Henry!» tappandosi l’orecchio per via
dei clacson
«N-Non sento bene, c’è poca linea, e
c’è molta confusione!»
«Devo darti una
notizia non piacevole, però noi siamo Digimon Tamers! Quindi
cerca di stare calma e pensa prima di tutto a tuo figlio! Tuo
marito...»...«N-NO!...TI PREGO!» Ryo
cercò di
strappargli il cellulare, ma Henry lo respinse con una mossa di Kung fu
«AHHH!»
Alice giunse subito a
sostenere Ryo, mentre Henry scandiva solenne «TUO MARITO NON
TI
HA LASCIATO PER UN’ALTRA!...
...TUO MARITO E’ MALATO DI CANCRO!...
...p-per questo
è andato via di casa!!» abbandonando il telefono,
e
arrendendosi al pianto.
Rika sgranò i
suoi...per poi svenire in mezzo alla strada, in un tripudio di clacson.
Ma Renamon intervenne
in suo soccorso «Rika!!» incurante delle grida
della gente
alla sua vista «Che cos’hai, Rika?! Svegliati, ti
prego!!» per poi schizzare via con lei tra le braccia.
Tornare fulmineamente in strada a recuperare il cellulare, e balzare
ancora.
Ryo chinò il
capo «Ecco...il pasticcio è fatto. Spero tu sia
soddisfatto, mi hai rovinato completamente. TI ODIO!!»
«Forse
passerò alla storia come quello che ha distrutto Ryo
Akiyama...
...ma sogno che dalle sue ceneri nasca un ragazzo felice,
e...amato.»
I due si fissarono per
qualche secondo, per poi scivolare in un abbraccio accorato
«...amico mio...
...!!!...» sussurrò Henry.
Alice si asciugava gli
occhi con le sue unghie poco pratiche, stando attenta
affinché
il trucco non scolasse.
D’un tratto
Henry si distaccò «...e non è finita
qui!! Io ti
riporterò il tuo Digimon!»
«Aspetta Henry!» lo chiamò
l’amico, ma lui corse via.
A Gelsomon cadde il
fazzoletto di mano «C-Che cosa ha detto...? Io devo...andare
con
lui!» spalacando le rosse ali...
...e sfondando in un boato il tetto della villa.
Alice si protesse i capelli, gridando «Gelsomon!!»
Ma la dragona era
già in volo nel cielo del mattino, così come
Henry aveva
ripreso la sua auto...(fine-canzone)
Takato beveva un sorso
d’acqua, che sembrava mandar giù a fatica, per poi
riprendere a pettinare una cliente in vena di chiacchiere «E
dire
che erano una splendida coppia...
...e ora guarda come
sono finiti: lei col viso pieno di lividi, e lui quasi impazzito! Io
sono giunta alla conclusione che il vero amore non
esiste...»...«Come si erano conosciuti?»
chiedeva
un’altra signora, e le fu risposto «A scuola!
Figuriamoci,
erano quasi bambini!» ma queste parole dipinsero una pena sul
volto del ragazzo, facendo i suoi gesti improvvisamente più
indecisi. Harasawa lo costeggiò «Poi
c’è da
fare lo shampoo all’altra signora.» ma siccome egli
non
rispose questi insistette «Takato! Ma mi hai
sentito?»...«S-Sì, sì,
l’ho sentita, ho
sentito...tutto!»...«Forza, oggi è una
mattina
densa.»
Il ragazzo sembrava
risentire della fretta che si respirava in quell’ambiente,
quando
si sfiorò la fronte la sua mano tremava ed anche la presa
del
pettine non era stabile. I discorsi continuarono «Oggigiorno
tutto finisce in un bagno di sangue e nient’altro, del resto
a
scanso di equivoci basta aprire il giornale
radio.»...«Che
vuoi, i tempi sono proprio
cambiati...»...«Takato!!»
gli si rivolsero con entusiasmo, che nonostante tutto lo fece
sussultare «Siamo proprio felici di rivederti, sai? Oggi non
canticchi il tuo ritornello...?»
Il giovane
accennò un sorriso incerto, e provò a sussurrare
«...I...I can make it...
...through the
rain...I...I can stand...u-ugh!» ma poi si portò
la mano
al collo. Strinse gli occhi per qualche secondo, e prese un respiro
sofferto “Mi sembra che se canto non mi avanza il fiato...ma
perché? Non ho niente che blocchi il mio respiro...
...le mie mani
scivolano, sono sudate...” e provava ad asciugarsele, ma non
ci
riusciva.
«Che bella
collana che hai!» disse una signora, e l’altra
rispose
«Questa? Un regalo di quell’ipocrita di mia nuora,
non la
sopporto proprio! Ogni volta che la indosso, non ci crederai ma mi
accade qualcosa di spiacevole.»
Takato provò a
distrarsi e sorridere «Oh, purtroppo cosa vuole farci
signora:
i-in ogni famiglia ci stanno delle piccole burrasche!» ma il
sorriso gli si spegneva a causa delle sue stesse parole, e quando
adagiò gli occhi sulla collana incriminata...
...quella fila di
pietre brillanti gli riportò alla mente la coda di una
Digimon,
agile e distruttrice. Un’inquietudine affiorò fino
a
fargli strizzare gli occhi, e a farlo indietreggiare «Takato
cos’hai...? Ti senti male?» si premurò
il padrone
del salone «N-No, dev’essere solo un
po’...d’ansia, sa com’è
i...tanti pensieri
quotidiani!» spiegava intervallandosi con respiri profondi
«Hai fatto colazione
stamattina?»...«...n-no...»...«Vuoi
prenderti
qualcosa adesso? Dai. Esci a prenderti qualcosa, qui continuo
io.»...«M-Ma signor Harasawa, io devo...io voglio
continuare!»...«Dammi retta, fa una piccola pausa.
Sei
pallido, hai proprio l’aria provata. Fa un giretto qua
attorno e
torna solo quando stai meglio...»
“Fa un giretto
qua attorno...e chi avrei la speranza di incontrare?
Asanuma...Rika mi
ha detto che l’ha vista persino al mio negozio. Oppure Jeri!
Non
ho voglia di vederla...il solo pensiero mi stringe il respiro! Ne ho
abbastanza dei discorsi della gente...” buttando
un’occhio
a quelle due clienti confabulanti “...del pessimismo, e della
sfiducia che c’è in giro!”
Sicché
avanzò verso la porta del salone, e una volta
all’esterno
prese un respiro profondo «Andiamo Takato
coraggio...!!»
disse a se stesso «Non puoi cedere in questo modo! Non puoi
tremare per una mosca che vola...sei sempre stato un ragazzo forte! Hai
superato mille ostacoli, che differenza fa uno in più o uno
in
meno? La tua famiglia ha bisogno di te, e anche i Digimon Tamers! Se
Guilmon fosse qui ti esorterebbe a sorridere! E se tuo fratello fosse
vivo...» serrando i suoi occhi «...se tuo fratello
fosse
vivo...
...DOVRESI DARGLI IL
TUO ESEMPIO! Ma io sono stanco di dover essere un esempio! Stanco di
essere un ragazzo forte...» alzando al cielo i suoi occhi
appenati «...esausto...di essere un eroe.»
«Ciao Takato.»
«Oh...? Kenta...»
Il suo amico
occhialuto gli venne incontro «Anche tu hai ripreso a
lavorare?
Ce l’avevi
detto.»...«Sì...» rispose il
parrucchiere tra l’affetto e la pena, chiedendo poi
«...anche tu?»...«Sì,
anch’io! O per
meglio dire anch’io e mia moglie.» Costei si
trovava poco
distante, conversava con una signora. Takato le rivolse un saluto e lei
soffiò un bacio. Kenta spiegò «Se qui
non ci diamo
tutti una mossa finiamo a stecchetto, ci manca il pane sulla tavola! E
tu sai a casa nostra il cibo quanto è importante. Io
riprendo
con le mie riparazioni dei computer.» alludendo alla
valigetta
che portava con sè «...e Yuki va a dare una mano a
una
signora anziana. Che senza saperlo riceverà
l’assistenza
di un Digimon!»
Quelle parole
strapparono un sorriso al ragazzo «...è un
po’ come
se fosse una domatrice!»...«Sì,
più o meno!
Senti Takato, io...
...comunque ci ho
pensato. E’ vero che siamo in un mare di problemi,
però
non possiamo fare finta di niente: Jeri sta male!»
Ma l’espressione
di Takato si fece indignata «Non so cosa possa farci
io!»...«Capisco che sei arrabbiato per tutto
ciò che
ti ha fatto! Ma non possiamo fingere che sia un banale screzio fra
fidanzati, lei sta male davvero! Se ha agito come ha agito
significa...che non ragiona più! In un qualsiasi momento
potrebbe compiere qualcosa di irreparabile. E’ una faccenda
troppo seria per essere trascurata...e io so che tu tieni a
lei...» ma Takato si volse di scatto «Jeri ha
scelto da
sola la sua strada! Ha scelto da sola di ingannarci tutti, di rifiutare
il nostro affetto per fare di se stessa la peggiore delle imbroglione!
Lei non vuole il mio amore, e credo che questo l’abbia
dimostrato.»...«Io ti capisco...! Ma non devi
ostinarti a
vederla come una questione unicamente fra voi due. Io ti sto parlando
di un problema generale!...
...credimi, è
come dieci anni fa.»...«No, non è vero!
E’
completamente diverso!» replicava l’altro con le
braccia
conserte, ma Kenta alle sue spalle insisteva
«...sì che
è così. Jeri sta come allora. Peggio di
allora.»
Takato gli rivolse la coda dell’occhio «...Jeri sta
così perché è lei a volerlo, non
un’entità informatica!»...«Ma
questo che
differenza può fare?» aprì le braccia
Kenta
(canzone: Evanescence
- Sick)
Ma un fragoroso boato
frantumò la mattina
«Iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiihhhhm!!!»
Yuki si piegò, riparandoci la testa «...ci
bombaaardano...»
Takato e Kenta
spalancarono gli occhi «Cosa c’è dietro
quei
palazzi...?» si chiese il primo, e l’altro rispose
«La sede del giornale...
...accidenti! Uffici, computer, archivi! Temo che siamo nei
guai!»
Neanche a farlo
apposta «Takato!
Fiùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùù----fff!
HO ESAURITO IL FIATO.» giunse Cindermon, abbastanza stravolta
«Appena ho visto loro due mi sono catapultata fuori dal
negoziooo!»...«Loro due?! Intendi
dire...» il
domatore si portò lentamente la mano al collo, e Cindermon
spiegò «Ma sicuro, loro! La figlia di quella
DEGENERATA...e la figlia di Renamon (sigh!)
»...«Starshipmon e Rapunzelmon...» si
ripetè
Takato, con Cindermon che lo esortava «Andiamo, cosa stai
aspettando? Dobbiamo intervenire all’istante!»
Ma negli occhi di lui
si leggeva un improvviso timore. Yuki li raggiunse «Ragazzi,
mi
sono affacciata! Un DISASTRO, c’è fuoco
dappertutto,
dobbiamo andare avanti noi nell’attesa che ci raggiungano gli
altri!» Cindermon chiese «Dove sono gli altri
Digimon
Tamers?! Spa...sparpagliati in giro?!»...«E-Eh beh,
t-temo
di sì! Tra scuola, lavoro e impicci vari!» rispose
la
biondina, ma Kenta fu risoluto «Non importa, intanto li
anticipiamo.»
«Andiamo anche noi, Takato!...
Takato
coraggio!»...«S-Sì, eccomi...»
il ragazzo
estrasse il Digivice, ma la sua mano tremava. Harasawa venne fuori dal
salone con sguardo terrorizzato «Che cosa succede...? Un
attentato?» ma il ragazzo cercò di rassicurarlo
«Signor Harasawa, lei pensi solo a mettersi in salvo! E a
proteggere le clienti, di questo...posso occuparmi
io.»...«...puoi occupartene tu???»
sbatté le
palpebre l’uomo, ma Cindermon tagliò corto
«E’
troppo lungo da spiegare! Forza Takato!»
Il domatore annuì, evocando il coraggio necessario.
Sulla cima del palazzo
incendiato, a troneggiare sul panico della gente, un tacco elettronico
e un tacco arrugginito «Il terrore degli
umani...»...«...è gioia per i nostri
occhi!»
dissero rispettivamente «Uhmuhmuhm, sorella! Respiro
già
il profumo del grande afflusso di dati...» disse Starshipmon
collaudando le luci della sua armatura. Rapunzelmon respirò
profondamente «...sì, la nostra dimora si
ingrandisce.
Molto presto, da questi strumenti smaterializzati potremo assemblare un
maxi-analizzatore del cuore che abbiamo
sottratto!»...«Trasformeremo il limbo
nel...più
vasto laboratorio digitale!»
Cindermon e gli altri
giunsero ai piedi del palazzo, e la ragazza dal ciuffo rosso le
additò «Eccovi qua, brutte disgraziate!!!
Perché
non siete a casa dalle vostre mamme, tutte e due...?»
Rapunzelmon li
scrutò con sufficienza «Starshipmon, abbiamo
visite.»...«...oh cara da questo scanner potrei
ricavare
una macchina per colorare le
unghie!»...«Starshipmon...»...«Waaah!
Sì? Chi sono?!»...«Ptsss...i tirapiedi
di mia
madre.»...«Non so se siano più brutti
quelli della
tua o quelli della mia detto fra noi, ma comunque non ha importanza
perché...
...ahhhh, ahahahahah! Sono sciocchi allo stesso modo!»
Cindermon si fece
spazio «Acc! Questa ci ha fatto la fatica di diventare grande
quando è rimasta identica a quando era ragazzina!»
«CHE COSA HAI
DETTO?! GUARDA CHE TI LEGGO IL LABIALE!» sbraitò
Starshipmon con i suoi denti vampireschi, e Cindermon «TE LO
GRIDO DAL BASSO, SE VUOI! No anzi, ho un’idea migliore:
Takato,
raggiungiamola!»
E insieme «BIODIGIEVOLUZIONE
DEL FUTURO!»
«CINDERMON
BIODIGIEVOLVEEE...
...» e in un tripudio di foglie infuocate «...RUBYMON!»
«MarineAngemon!» Kenta estrasse il Digivice, e Yuki
mutò nella sua controparte rosata. Dopodiché
«BIODIGIEVOLUZIONE
DEL FUTURO!»
«MARINEANGEMON
BIODIGIEVOLVEEE...
...» nel suo arabeggiante splendore «...GENIUSMON!»
Rubymon estrasse la
sciabola, spalancò le ali e si lanciò in volo
verso il
tetto.
Ma le due si presero
per mano «Mi spiace ma non riuscirete a oltrepassare la
nostra...»...«...fusione di
mitragliatori!»...«Pronta Rapunzelmon? Mitragliatore
galattico!»...«Mitragliatore romantico!!»
ponendosi
schiena a schiena e avviando la micidiale rotazione.
Rubymon si parò
con la sciabola, ma dovette serrare i denti dolorosamente per resistere
all’attacco. Il genio intervenne con «Flusso
stellato!» ma le due si separarono ed suo colpo
andò a
vuoto.
«Ci dispiace, ma
soltanto in due...» allargò le braccia Starshipmon
«...siete troppo pochi per bloccare la nostra
offensiva!»
seguitò la sua più seria compagna. E in coro
«DUE
DONNE VALGONO PIU’ DI UN’INTERA LEGIONE!»
sfoderando
la lama metallica e il mezzo cuore arrugginito, e balzando a duellare
con i loro avversari.
Rapunzelmon contro
Rubymon, che tra i colpi di sciabola cercava di insinuare «Ti
prego Akirmon, torna in te! Renamon è una...
...Digimon
formidabile, la conosco da ben dieci anni, e ti ama davvero!
Starshipmon ti ha fatto il lavaggio del
cervello...»...«Che
ne sai tu di problemi familiari?!»
Rubymon tacque...
Starshipmon contro Geniusmon «Hai raggirato Akirmon per i
tuoi scopi...
...se sei diversa da
tua madre allora dimostralo! Ribellati a lei, anziché
seguire
ciecamente il suo esempio!»...«Mia madre non ha
più
speranze...
...quando avrò
analizzato il cuore mi libererò sia di lei che di voi,
ahahahah!»
Le lame taglienti
delle loro armi stridettero una sull’altra, in un braccio di
ferro sospeso su una Tokyo nel panico (fine-canzone)
«...Akirmon!» gemeva Renamon presso
l’antica villa,
allungando la sua zampa su un televisore...
...mentre Rika, con
sguardo smarrito, attendeva all’ingresso in compagnia di
Refrainmon «Si fidi, ora la signorina Alice
arriverà e
chiarirete tutto.»...«...
...ma chi è
lei...?» chiese la ragazza pallida, con un filo di voce. E le
fu
risposto «Gliel’ho detto. Sono il maggiordomo di
questa
villa.»...«...no, non le credo...
...noi ci siamo...già visti, non so dove...»
Gli occhi scuri del
Digimon si fecero incerti, quando Rika notò delle scie blu e
rosse ruotare attorno a lui «...quella stessa sfumatura di
luce...
...!! M-Ma come può essere...?»
Il portone alle sue
spalle si spalancò «Amore? Sono qui di
passaggio.»
disse Alice, che richiuse in fretta «Ascolta: bisogna
avvertire
la madre di Ryo. In qualche modo occorre trovare le parole, io posso
suggerire quelle che adoperarono per me quando...
...oh? Rika...»
la ragazza bionda indietreggiò intimorita, ma Rika
incalzò «...come “per te”? A
te che è
successo, cos’è che hanno dovuto spiegare ai tuoi
familiari...?»...«I-Io...»
esitò Alice, e
Refrainmon intervenne «Possiamo giustificare ogni
cosa!» ma
Rika senza voltarsi indicò alle sue spalle «Questo
qua
dietro...questo che tu hai chiamato
“amore”...è
Dobermon...
...non è
così?» I due interpellati si scambiarono uno
sguardo,
sentendosi ormai smascherati.
«Questo
Digimon è morto...» scandì Rika con
sguardo
profondo «...l’ho visto io
stessa...smaterializzarsi e
fluire nei corpi dei nostri Digimon, per conceder loro di
biodigievolvere sulla terra! Mi spieghi com’è
possibile
che sia ancora qui...?»
Alice cercava aiuto
negli occhi di Refrainmon, ma questi sembrava affermare:
“dille
la verità. Tanto ormai è inutile
nascondersi.”
«Alice, hai
appena detto che sei qui di passaggio...» sussurrava Rika
«...ma tu sei sempre di passaggio...
...per una buona
volta, spiegatemi cosa vuol dire, dannazione!!! E
spiegatemi...»
proruppe disperata «...che cosa state facendo a mio marito!!!
Perché il mio amico Henry mi ha chiamata e mi ha detto che
lui...
...che
Ryo...»...«...è malato...»
svelò Alice.
Rika sgranò gli occhi.
«E’
malato, è vero, Rika! Io e lui non stiamo assieme!
E’
malato...
...ma lui
guarirà! Lo opereranno ma ce la farà! Per lui non
è detta ancora l’ultima parola, io lo
sento!!»
Rika, fra il tremore e
lo sgomento, avanzò sui suoi tacchi fino ad accostarli a
quelli
di Alice, erano della stessa altezza. I loro occhi di colori differenti
si fissarono, fino a che la rossa non chiese in un sussurro alla bionda
«Chi sei tu in realtà...?»
Alice chiuse gli occhi...
...e alla fine gridò «...una bambina
morta!!!» (canzone: S
Club 7 - Let me sleep)
Refrainmon si
sfilò il cappello in segno di rispetto. Rika si volse di
scatto
verso di lui (che mutava nel fantasma di Dobermon)
...e poi incredula
verso di lei, che disse «Ebbene sì, Rika! Io posso
sembrarti una comune coetanea...
...ma sono morta, come
il fratellino di Takato! Sono morta dieci anni fa, e lo ero
già...quando mi avete conosciuta!!»
Rika portò la mano alla bocca...
Ed Alice
confessò con un sereno sorriso «...sono morta...in
un
incidente stradale. E’ sufficiente come mia...carta
d’identità?»
Henry intanto, con la
mano stretta alla tracolla della borsa, avanzava nella buia caverna
digitale «Cyberdramon!...
...vieni fuori, il
gioco è finito! Sono venuto per parlarti, è molto
importante.»
«...tu?!»
due occhi rossi brillarono nell’oscurità, e il
secondo
dopo una zampata sollevò una moltitudine di rocce
«Fa un
altro passo e per te è la fine!!! Non sopporto
l’intrusione degli umani, dopo aver subito già
quella dei
Digimon!!»...«Guarda che io non sono Terriermon,
che puoi
mandare via con la tua voce grossa e i tuoi metodi violenti!...
...io sono un uomo che
si è sentito come te, e ha scoperto che una creatura in
queste
condizioni...non fa più paura...» avvicinandosi di
un
altro passo. Cyberdramon lo travolse con i sassi, ma lui si
limitò ad alzare il braccio per proteggersi...
...rimanendo
impassibile «Devi tornare sulla terra dal tuo domatore: Ryo
è malato...
...è molto grave!!»
Quegli occhi rossi si allargarono in un cupo latrato
«Cosa...?...
...noooooooOOOOOOOOOOOO!!!»
La grotta
iniziò a tremare, ed Henry «Ahhh!» si
trovò
sotto una pioggia di rocce.
«Ma...come...» boccheggiava Rika, scuotendo la
testa. Ed
avvicinando una timida mano alla coetanea bionda, che sussurrava
«E’ così...» rendendo il suo
corpo più
evanescente «...ecco perché fin da allora apparivo
e
scomparivo. Perché sono un fantasma...
...i fantasmi sono sempre di passaggio...
...ma i fantasmi non rubano i mariti. Il tuo ti aspetta. Ryo ti ama...
...ah! A proposito...» Alice sorrise...
...e con discrezione
avvicinò la sua mano al ventre di Rika, esprimendo commossa
«...congratulazioni.» e quando fu sul punto di
sfiorarla,
fu proprio la rossa dalle unghie verdi a trattenerle la mano
«Oh?
Rika...
...ma questo vuol
dire...che non ce l’hai con
me?»...«Sì,
invece...
...ce l’ho a
m-morte con te!!! Perché è dovuta andare
così?!
P-Perché non possiamo...restare amiche, una volta che tutto
sarà finito?! Io l’avrei sempre desiderato!! Dal
giorno in
cui ti allontanasti, io...
...ero rimasta la sola
ragazza nel gruppo e...!» ma l’altra
replicò
dolcemente «Ma guarda che rimaniamo in contatto!
Dai...asciugati
gli occhi, hai un così bel trucco.» e quando Rika
provò a cercare il fazzoletto fu Alice a porglielo
«Tieni...»
L’altra lo prese
con mano tremante, mentre Alice la rassicurava «Ti lascio
l’indirizzo...
...
...di dove sono
sepolta. Uhmuhmuhm! Fiori bianchi, mi raccomando. Io mi vesto sempre di
nero ma ho una paradossale passione per ciò che
è...limpido, e lucente!» rivolgendo in alto il suo
sguardo
sognante. Rika sussurrò «Come
te...»...«Oh? Tu
trovi davvero che io lo sia? Ti ringrazio Rika. Anche a me è
sempre piaciuto il tuo stile. Capisco perché Ryo si
è
innamorato di te...»...«Ryo! Lui
è...» ma
Alice le pose le mani sulle spalle, fissandola con determinazione
«Ora devi essere molto forte! Tuo marito sta male,
avrà
bisogno di tutto il tuo coraggio: ma quanto a questo...non sarai sola.
I fantasmi saranno pure di passaggio...
...ma non abbandonano
mai chi sta loro a cuore...» intrecciando le sue dita con
quelle
di Rika, che disse «I-Io...devo correre da lui,
Alice!»...«Proprio a questo proposito...volevo
chiederti se
posso offrirti un passaggio. Ah e...non preoccuparti, quella volta
non...guidavo io. Ero bambina...capisci? Adesso ho la
patente...»
ma Rika le si aggrappò «Cosa stiamo
aspettando?!»
Alice sorrise
asciugandosi una lacrima, e scrutandole il ventre
«...racconterai
a lui, o a lei, di aver fatto una corsa in macchina con una ragazza
che...beh...
...roba davvero
eccitante!» sfoderando le chiavi dell’auto. Quando
giunse
anche Renamon «Rika! Io ti seguo sui tetti!» ma la
ragazza
si volse «Renamon ma tu...tua figlia!» La Digimon
chinò il capo «Di mia figlia si stanno occupando
gli
altri, io mi fido di loro. Ora tuo marito viene prima di
tutti!!»
Alice esortò
«Presto, andiamo!» e Rika la seguì di
corsa.
Renamon si volse in
ultimo verso Dobermon, e con la sua consueta signorilità si
inchinò «...lieta di ritrovarti. Grazie per non
averci mai
abbandonato.»
«Non devi
ringraziarmi...» replicò la tetra creatura dal
collare
borchiato...
Alice fece entrare
Rika in auto, per poi prendere posto e girare la chiave. In quel
momento la rossa ebbe un moto di pianto, ma Alice le afferrò
le
mani «Coraggio!!...
...coraggio...»
scontrando la testa con quella di lei «...andrà
tutto
bene, ne sono certa.»
Renamon spiccava un balzo spettacolare da quella villa di spiriti...
...e quell’auto
moderna e lussuosa si metteva in moto imboccando la strada
(fine-canzone)
Il bancone del
panificio era desolato. Tante prelibatezze sembravano aspettare invano
che quegli sguardi oltre la vetrina si facessero meno diffidenti.
Le espressioni di Mie
e Takehiro, sui lati opposti del negozio come fronti in guerra,
descrivevano il peso di quell’assenza di idee che Nakao
cercava
di sgravare, sedendosi con foglio e matita «Allora: che cosa
piace alla gente?...
...Nakao, sei una
mente sveglia e commerciale, non puoi cedere proprio su questo puntooo!
Sei giovane, inserito nel mondo. Spara un’idea!...
...i Digimon!»
sembrò illuminarsi, ma ben presto il volto si rifece pallido
«...ahhh, ma quelli piacevano dieci anni fa! E
l’unico a
cui interessano ancora sei tu perché sei morto. Un attimo,
però!...
...se io sono ancora
attratto dai Digimon è possibile che ad altri succeda la
stessa
cosa! E’ un po’ come...le giacche, le scarpe, i
cappelli!
Il vintage va per la maggiore di questi tempi. La formula giusta
è...mischiare gli elementi vincenti del passato.
Però
allo stesso tempo innovare! Altrimenti la gente non si berrà
una
minestra riscaldata. Con l’impegno è possibile!
Hai tante
idee, mettiti subito al lavoro.» iniziando a prendere nota.
Nel frattempo un altro
ragazzo si lasciava cadere sullo sgabello «Uff!...che noia.
Se
non c’è nessuno da servire non
c’è nessuno da
aiutare. Qui le ore non sembrano passare mai, e per giunta
c’è un’atmosfera così
tesa...»
grattandosi il capo col dito bendato, e gettando un occhio su quei
coniugi di cui lui era piegato a spremersi le meningi, e lei a non
tradire cedimenti dalla sua espressione sfrontata.
Un altro sospiro del giovane «Uff...
...Takato sarà al lavoro. Mi hanno detto che fa il
parrucchiere...
...il mio Takato
parrucchiere. Non me lo so proprio immaginare! Forse lui spera in
questo modo di dare una mano a casa...ed in effetti la situazione non
potrebbe andar peggio. Piacerebbe anche a me fare qualcosa, ma
purtroppo non mi viene in mente niente. L’unica cosa in cui
posso
sperare sono i miei concerti, meglio che mi metta sotto, come ha detto
Puppet.» allungando il braccio verso il bancone e
avvicinandosi
un biscotto, ma Takehiro lo richiamò «Che
fai?!!» e
a lui «Ihmp!» il dolcetto cadde di mano
«Accidenti!
Mi dimenticavo che queste cose non posso mangiarle, sono qui per
venderle! Però è un peccato se nessuno le compra,
sono
così buone...» contemplando il biscotto rotto a
terra
«...è uno spreco...
...ormai qua
dentro si spreca tutto. Si sprecano i minuti, le ore, i giorni in cui
ci si potrebbe divertire. Meglio che non ci pensi, e che accenda la
televisione. Magari mi distraggo un po’.»
Ma quando azionò il telecomando...(canzone: Agnes
- Right here, right now (My heart belongs to you) )
«IHMP!»
balzò dallo sgabello, alla vista di una Digimon bionda che
avvicinava una lama al collo del nemico «Quello è
Takato!!!»
Rubymon infatti era
immobilizzato sul tetto del palazzo, e i suoi respiri affannosi si
traducevano in ritmici soffi di fuoco.
“Takato,
andiamo!! Dobbiamo reagire!” «N-Non ce la faccio,
Cindermon!» esclamava il Digimon, nella soddisfazione di
Rapunzelmon.
«Sento le forze
venir meno...mi manca il respiro!» “...lo vedo da
qui
dentro!! E infatti stento a mantenere questa forma...”
«Oh
no!»
«Uhmuhmuhmuhm!
La vostra grande accoppiata non è poi così
vincente...» commentò l’avversaria,
gettando
un’occhiata a Starshipmon che con la sua lama bloccava i
movimenti di Geniusmon.
«Noi anche
separate riusciamo a cavarcela per mezzo della sola connesione mentale!
Mentre voi, uno dentro l’altro, non avete il fiato che basta
a
una sola creatura! Siete patetici...»
Geniusmon strillava
«Takato, Cindermon! Resistete!» ma Starshipmon gli
piegò un braccio
«Ugh!»...«E’ inutile,
vi abbiamo messo in trappola!»
«...A...kir...mon...» ancora chiamava lo spirito
autunnale
stremato «...devi pensa...re al tuo...futuro! La tua
fami...glia...
...è in crisi,
ma si risolverà! Questi sono solo...momenti di passaggio,
tieni
duro!»
Ma quegli occhi azzurri e gelidi sembravano un muro invalicabile.
«...sei una Digimon...
...forte, nelle tue
vene scorre il sangue...di un nobile guerriero, e di una madre...pura e
altruista. Puoi farcela, dammi retta! So che all’inizio fa
male...» ansimava fra gli aliti di fuoco «...ma
può
ancora tutto tornare come un tempo! Come hai sempre
sognato...»
«Non è
vero!!» ribatté con rabbia la guerriera
«Tu dici
così soltanto per confondermi!! Ormai è tutto
perduto,
l’amore fra i miei genitori si è infranto! E dai
suoi
frantumi...» oscillando la sua lama «...sono nata
io,
Rapunzelmon! La guerriera dei legami spezzati. La Digimon dei
sentimenti arruginiti!...
...nel mondo sono
così tanti che sento i loro dati fluire nel mio
corpo...»
compiendo un respiro «...e rendermi sempre più
potente.»
Rubymon assunse
sguardo triste “Anche...la mia mamma e il mio
papà?”
...mentre
i genitori si guardavano in cagnesco, Nakao lavorava al progetto e Leaf
boccheggiava davanti alla tv «O-Oh no, quella...è
la
piccola Akirmon! Come può esser diventata così
malvagia?!
A-Akirmon, mi senti...?» mormorava sfiorando la tv
«...s-sono Guilmon, il tuo amico del villaggio! Per favore,
non
fare cose di cui potresti pentirti!»
Rapunzelmon sembrò avvertire una fitta alla testa
«Ahhh!...
...i miei ricordi, la
mia infanzia...» ma l’altra la richiamò
imperiosamente
«SORELLA!»...«...oh?»...«Non
farti
raggirare, per loro esiste solo tua madre! E’ come un idolo,
non
vedono l’ora di sfornarle una figlia plagiata e
obbediente!» Geniusmon rimbeccò «M-Ma
perché
non stai zitta, brutta cornacchia?!!»...«COOOME MI
HAI
CHIAMATA?!»
Rapunzelmon
agitò la sua arma «ORA BASTA! I ricordi sono la
scialuppa
dei genitori, grazie a questi pensano di tener legati noi figli! E non
si curano del nostro dolore, il mio cuore sanguina per la lontananza
del mio papà ma questo a mia madre...non interessa...sono
sempre
a inseguire i loro problemi!»
«...i genitori
sono fatti così...» sussurrava Rubymon
«...a volte
sbagliano...però ci amano. Crescere vuol dire questo,
rendersi
conto che sono creature imperfette. A volte saranno loro ad aiutarci,
altre volte dovremo essere noi...»...«SILENZIO! Mi
hai
stancato con le tue dottrine, tu non sei nessuno per insegnarmi a
vivere!»
La sciabola era troppo
lontana perché Rubymon riuscisse a raggiungerla...
«Ho in mente un
modo rapido e efficace per farti star zitto: ti taglierò la
gola...
...con la metà
spaccata del mio cuore!!!» alzando la sua lama arrugginita.
Rubymon spalancò lo sguardo, e vide la fine...
...mentre Leaf ansimava «N-N-No! A-Akirmon, no, non
farlo!!!...
...nooooOOOOOOOOOOOO!» gridò quando la vide
preparare il
colpo. Ma poi udì la voce della signora «Leaf! Si
può sapere cosa c’è in tv che ti prende
tanto?!»
Vedendo che si
avvicinava, il ragazzo spense di colpo...restando con gli occhi serrati
e i denti stretti «Apri le orecchie, e soprattutto gli
occhi!»
Il giovane aprì
gradualmente prima l’uno, poi l’altro occhio
«Guarda
lì: il figlio di mio marito. Ptsss, è da prima
che scrive
senza fare parola, sono sicura che sta preparando un piano commerciale
per il negozio. Noi dobbiamo batterlo sul tempo, e sui risultati: ho
già pensato come! Punteremo sulla musica rap, faremo
installare
un grande amplificatore per trasmettere i successi del momento, e i
giovani saranno il nostro bersaglio! Le vecchie signore hanno
già dato abbastanza al panificio Matsuki, è ora
di
innovare la clientela. Tu sei l’elemento di punta...mi
raccomando, non deludermi. Quando Takato tornerà dal lavoro
lo
informerò. E mi auguro che non si opponga, tanto anche se lo
farà sarà irrilevante: ormai ho preso la mia
decisione!
Forza, qui si batte la fiacca!»
«”Quando Takato tornerà dal
lavoro”...
...ma Takato fa il
Digimon Tamer!!!» gemette Leaf quando la signora si era
già allontanata «Non ho il coraggio di
riaccendere...
...ma devo farlo,
anche questo! Devo riuscirci!!» stringendo i denti,
sollevando il
telecomando. E spingendo sul bottone col suo dito bendato.
Le immagini dalla tv
illuminarono il suo viso, e si specchiarono nei suoi occhi sgranati e
increduli...
...alla vista di un
angelo, giunto per far volare i suoi amici sulle sue ali piumate.
«Snowhitemon, meno male!!!» esclamò
Geniusmon.
Il minotauro bianco
spalancò le braccia «Macrobolide di neve!!!»
assemblando una grande sfera di luce.
«Che
succede?!» gridò Starshipmon, e Rapunzelmon
«Conosco
questo intruso, è uno degli amici di vecchia data di mia
madre,
ma...non aveva mai avuto...un potere tanto forte!!»
La sfera lucente si infranse in una bufera ghiacciata.
«AAAAAAAAAHHH!!!» le due guerriere si pararono con
le lame,
ma la tormenta era troppo intensa.
«...a-appena...in tempo...» disse Rubymon a terra,
prima di
scindersi nelle sagome di Takato e Cindermon. Ma quando ciò
avvenne furono raggiunti da un ragazzino «State bene?! Ce la
fate
ad alzarvi?»
«Quello è
Puppeeeeeeeeeeeet!!!» esultò Leaf in un salto di
gioia.
«E tu chi
saresti? No, scusa!» chiese Cindermon, e lui «Sono
Puppet,
uno dei Digimon Tamers! Non dovete aver paura di me, io sono con
lui...» indicando il minotauro. Takato si volse colpito
«Così Snowhitemon ha trovato un
domatore...»
Geniusmon dedusse
«E’ questo che ha accresciuto i suoi
poteri...»
Starshipmon
invitò «A-Andiamo via, Rapunzelmon! O rischiamo di
perdere
i dati, la mia armatura sta per
cedere!»...«Maledizione...»
mormorò
l’altra «...ma non finisce qui!»
esibendosi in un
tuffo che mescolò le loro sagome in aria fino a scomparire.
«E’ andata
bene, anche questa volta!
Fiùùù...» Leaf si
asciugò il sudore, in un sorriso «Anche questa
volta...»
Cindermon aiutò
Takato a rialzarsi, ma l’espressione del ragazzo era scura
«Non sono riuscito a dare il meglio...»
Mentre quella di
Puppet, che si accostava agli incuriositi Kenta e Yuki, era solare ed
emozionata «Sono felice di fare la vostra
conoscenza...»
Le ali di Snowhitemon discesero a proteggerlo, come un sipario (fine-canzone)
Quando lo sguardo
di
Rika sbucò su quel corridoio d’ospedale, era
smarrito e
cercava di distinguere fra quelle sagome di ammalati un volto fin
troppo familiare. Ma non era facile, per cui giunse la mano di Alice a
confortarla...
...e la presenza di Renamon, che si appostò sul tetto ad
occhi chiusi.
«L’intervento non dovrebbe essere già
iniziato...andiamo ad informarci!» invitò la
bionda
ragazza, così iniziarono a farsi strada in quel caotico
reparto...
...mentre a Digiworld
la caverna minacciava di crollare, ma ciò nonostante Henry
non
muoveva un passo e cercava di restare in equilibrio
«Cyberdramon
torna in te, per favore!! Io non ti ho mentito, Ryo sta male davvero, e
ogni secondo che perdiamo potrebbe essere fatale!!...d-devi venire con
me!!»
«MAI...»
luccicarono di perfidia gli occhi del drago «...N-NESSUNO
PUO’ COSTRINGERMI AD AFFRONTARE...U-UGH...
...L’AGONIA DEL
MIO DOMATOREEE...» scivolando in un latrato straziato.
«Tu gli vuoi
ancora bene...ne ero sicuro. E’ che hai paura di vederlo
soffrire! Ma se continui in questo modo lo rimpiangerai per tutta la
vita!!!» strillò Henry, ma il drago
ruggì
più forte e la pioggia di rocce «Ahhh!!»
si
accentuò.
La caverna
iniziò a sgretolarsi, ma Henry serrava i denti
«D-Devo
resistere! Non devo cedere...» fino a che due zampe
artigliate
non lo afferrarono, ed un vocione echeggiò nelle sue
orecchie
«Ti sei ammattito? Sei un padre di famiglia! Vuoi forse farti
ammazzare?!»...«M-Ma io!»
provò ad obiettare
il ragazzo...
...ma quelle zampe lo
trascinarono fuori dal pericolo «Gelsomon!»
esclamò
a sorpresa Henry, balzando in piedi «Io non posso tollerare
che
il mio amico sia lontano dal suo Digimon, durante
un’operazione
che potrebbe anche...!»...«Lo so! Lo so: per questo
sono
qui. Ma tu lascia fare, non puoi farcela contro di lui, quando si
arrabbia lo conosco, Cyberdramon è
incontenibile.»...«A me non importa e io non ho
paura!! Ryo
è un vecchio amico, e rischia la
vita!»...«E’
molto nobile il tuo gesto, ma tu sei un semplice essere
umano.»
ammise Gelsomon pulendosi le zampe sul grembiule «Lasciala
sbrigare a noi Digimon, i panni sporchi si lavano in famiglia. Tu corri
da tuo figlio e tranquillizza tua
moglie...»...«Gelsomon...! Ti supplico, lui deve
tornare!
Lui...deve tornare da Ryo!!»
La dragona lo congedò con un rassicurante «Lascia
fare a me...
...io sola so come
prenderlo.» e a quel punto Henry, seppure un po’
frustrato
e dal viso graffiato, decise di allontanarsi da quel pericoloso
pendio...
«Già, io
sola so come prenderlo...» si ripeté Gelsomon,
facendo
ingresso nella grotta «...a legnate!!»
Fu allora che furono
uno di fronte all’altro, gli occhi di Cyberdramon luccicarono
delineando la sua sagoma
«...tu...?»...«Ebbene
sì...» si pose lei le mani sui fianchi
(canzone: Agnes
- Nothing else matter)
«Eccomi di fronte a te, marito mio. Ti porto i saluti dei
nostri
figli!...
...semmai possa ancora interessarti.»
Il drago nero indietreggiò intimorito...
Ad un certo punto Rika
si sfiorò le labbra, ed esclamò
«Ryo!!!»
«Alice...
...perché
l’hai portata in questo luogo...?» chiese quel
ragazzo
dalla testa fasciata, che stavano trasportando in sala operatoria. Ma
Rika si aggrappò al suo braccio «Sono stata a
Digiworld e
in mille posti ben peggiori, mi credi incapace di stare in questo
luogo...?»...«Ma a Digiworld c’ero io nel
pieno delle
forze...! Potevi guardarmi, e attingere
coraggio...»...«Anche ora posso attingere
coraggio...
...anche ora sei qui!!»...«Si, ma in che stato?!!...
...eccomi, ora puoi
vedermi! Sono un essere che si avvia al declino! Non ho più
quei
capelli di cui eri tanto gelosa! Mi stanno portando via
per...trapanarmi...la testa, e poi chissà che ti
restituiranno!»...«E’ per questo che hai
simulato la
tua relazione con Alice?!!»
«...è stato...
...perché ti
amo...al punto tale che non avrei potuto sopportare la frantumazione di
tutti i nostri ricordi. Vedere uno sguardo di pietà prendere
il
posto dei tuoi occhi innamorati...
...mi avrebbe
distrutto, io amavo come mi guardavi! Non posso vivere...della tua sola
compassione, non voglio rinunciare a quelli che eravamo, non ce la
faccio!»
«Non è compassione...
...!!!»
sibilò Rika tra i denti «...E’ AMORE,
razza
di...stupido, maledetto zuccone!!! Neanche con un trapano potentissimo
riuscirebbero a perforarti quella testa incapace di comprendere!! Io ho
sempre...amato...
...il ragazzo di cui
stringo la mano. O pensi che ti amassi soltanto per il tuo aspetto
fisico?! Allora...non mi ritieni diversa da ciò che la gente
crede che io sia! Una donnaccia, nient’altro che una volgare
sgualdrina!!»...«Ma cosa stai dicendo, piccola
mia...?» disse il ragazzo versando una lacrima
«Tu...
...e il figlio che aspettiamo...
...siete le cose
più pure...che mi siano mai capitate.»
avvicinandola a
sé e stringendola...
...sotto gli occhi della commossa Alice...
«Che ci fai
qui?!» tuonò Cyberdramon, e la moglie
«Vuoi dire che
non lo immagini...? Che ci fai in giro a bighellonare,
anziché
fare il tuo dovere?! Hai un domatore che ti aspetta...»
«Anche tu qui
per convincermi a tornare, ma io non lo farò! Tantomeno
adessooo!!...
...tantomeno ora che
so che sta male!»...«Sei vigliacco fino a questo
punto?» provocò la dragona, ma lui
«...n-nessuno di
voi può capire cosa provo in questo
momento...»...«...E GRAZIE AL CIELO! Noi non ci
andiamo a
rintanare come te, il nemico si guarda in faccia! Ma sarà
quello
che farai anche tu...
...perché io da
quel ragazzo ti ci riporto. Io ti piglio per le orecchie e ti trascino
in quell’ospedale! Non lo lascio Ryo senza il suo Digimon,
durante un’operazione in cui potrebbe m...
...m-morire...»...«GRRR...NESSUNO MI
TRASCINERA’ IN
UN DOLORE SIMILE!!»...«Io
sì!!» esclamò
la moglie avanzando a passo pesante, ma quando lo raggiunse...
«AHHH!!!» una
zampata la ferì. Il grembiule si macchiò di
sangue.
«STAI INDIETRO, GELSOMON! Sono capace di uccidere anche te...
...SONO CAPACE DI
ELIMINARE CHIUNQUE!» e le sue lacrime luccicarono nel buio
«Chiunque voglia costringermi ad accettare l’agonia
del mio
bambiiino, volete forse la mia morte?! Io non resisterei!»
Gelsomon seppur
affannata si rialzò «Io ti ci porterò,
dovessi
lasciarci le penne...
...ma non capisci che
lui è solo, davanti alla morte?!! E’ un ragazzo
giovane,
troppo per una malattia del genere...
...dovere di noi
Digimon è assistere gli umani nel più profondo
baratro,
ma non è una condanna!!! E’ un compito
bellissimo...
...e se tu non lo assolverai...
...io ti assicuro che
te lo rubo! Sì!! Io diventerò la sua Digimon,
tanto sono
uguale a te, non ci vorrà poi tanto! Io mi
metterò al suo
servizio...
...e neanche in punto
di morte te lo faccio vedere più!!! NEANCHE IN PUNTO DI
MORTE!»...«Cosa?!!»...«Certo!
Non mi credi
capace?!...
...ti informo che mi
sto migliorando, questo grembiule ormai...non mi rappresenta
più! Scrivo poesie e leggo libri difficili, fra poco
sarò
la Digimon più colta e ambita sul mercato! Ti
cancellerò
dalla sua memoria, faremo punto e accapo e ricominceremo! Quanto credi
possa durare la resistenza di un ricordo...? Un domatore non
è
un dono eterno...
...se lo getti nel vuoto lo perdi per sempre!!»
Ma Cyberdramon
«RWAAAAGHHHHHH!!!» si gettò su di lei,
ed entrambi
balzarono dal dirupo...
Il drago maschio
liberò i suoi globi esplosivi, ma il drago femmina
sfoderò le sue spranghe elettrificate. Dalla collisione dei
loro
poteri, sotto il globo terrestre esplose un boato...
...e mentre loro
lottavano, Rika e Ryo erano mano nella mano
«S-Sarà come
una battaglia di allora...?» chiedeva dolcemente lui
«Mi
trasferirai la tua forza, come facesti nel D-Reaper?» e lei
gli
carezzò la fronte «Ma certo, certo amore mio,
così
sarà per tutta la vita! Tutta la vita...
...io...dentro di te...
...per
sempre...» così che lui le affidò il
suo anello
nuziale, chiudendole la mano in una stretta d’amore...
Una moltitudine di
Digimon additava il cielo «Guardate, due Digidraghi stanno
lottando! Quando è così meglio mettersi in
salvo.»...«Aspettate!...
...uno di loro
è caduto, l’ho visto precipitare. Chi
sarà stato il
vincitore di questo scontro? Certo è...
...che non ne ho mai visto...uno così accanito.»
Il fumo si diradava...
...svelando il ruggito maestoso della creatura che aveva prevalso.
Aveva ali rosse, e un corpo robusto e nero come la notte (fine-canzone)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 44 *** L'amicizia rinasce ***
puntataDT2
«E come sta tuo padre, Jeri?» chiedeva
l’anziana
cliente, mentre la ragazza riordinava gli strumenti nel borsellino
«B-Bene...» rispose costei istintivamente,
meravigliandosi
poi di se stessa.
«Mi avevi detto
che aveva alcuni problemi al cuore.»...«...oh?
Sì...ma adesso è riuscito a risolverli, per
fortuna.»...«Si è
curato?»...«Abbiamo un
medico che ci segue da anni!»...«E dimmi,
è bravo?
Con il mio non mi trovo affatto bene! E devi sapere che anche il mio
cuore comincia purtroppo a
sfarfallare.»...«Ma...come, una
signora energica come lei, e ben portante...»
accennò la
giovane in un sorriso incerto, contrariamente a quello sincero della
cliente «Sei proprio gentile, ma il tempo passa per
tutti.»...«Già, proprio per
tutti...» Jeri
abbassò lo sguardo, ma l’altra esortò
«Dai,
ma tu sei giovane! Hai tutto il tempo che ti occorre per essere
felice.»...«Piuttosto, mi stava dicendo...avrebbe
bisogno
di un buon medico?»...«Ahimé,
sì! Qualcuno
che fosse prima di tutto comprensivo
umanamente.»...«Già, quella è
la prima cosa.
Comunque, a questo proposito, il medico che seguiv...
...che segue mio padre
è l’ideale! Se vuole posso darle il suo numero di
telefono.»...«Lo faresti? Saresti davvero un
angelo...!»...«Si figuri...» estraendo il
cellulare...
...mentre
l’anziana mormorava «...e in ogni caso grazie per
il tuo
servizio! Le mie unghie ora sono splendide, non ci tengo a mostrarmi
fuori forma al matrimonio di mia nipote. Sai? Soldi e apparenza per me
non fanno la felicità, ma lei ora si sposa con un
industriale,
hanno una catena di forni! Tutta gente di un certo livello, e lei non
fa che parlare e parlare di sua nonna per cui io ecco...non voglio
offrire un’immagine inferiore alle aspettative. E se ci
riuscirò è merito
tuo.»...«Ah, accidenti! Il
mio cellulare purtroppo è scarico, non riesco a visualizzare
la
rubrica.»...«Non preoccuparti, sarà per
un’altra volta. Piuttosto sai che pensavo? Sei modica nei
prezzi,
ma siccome sei stata così accurata volevo darti qualcosa in
più.»...«Non si disturbi! Piuttosto, se
mi indica
una presa della corrente, potrei collegare il telefono e in questo modo
darle il numero del medico!»...«Ma certamente! Vai
pure in
sala.»...«Grazie...»
Quando Jeri
spalancò la porta di quel salone lussuoso, si
passò la
mano tra i capelli «Avrei tanta voglia di fumare, ma devo
cercare
di resistere!» guardandosi attorno «Devo scoprire
se la
signora tiene qui del denaro, o...qualche oggetto di valore! Con me
è stata gentile, non voglio portarle via molto...»
ammise
con occhi appenati «...ma lei è così
benestante,
mentre Takato e la sua famiglia hanno problemi al negozio!
Basterà anche poco, purché possa aiutarli...
...coraggio Jeri,
calma e sangue freddo...» avanzava nella sala, sfregandosi le
mani «...questo è l’unico modo per
recuperare
ciò che hai perso, altrimenti resterai completamente
sola...» iniziando a cercare con discrezione, mentre
rifletteva a
bassa voce (canzone: Laura
Pausini - Mi dispiace (strumentale) ) «...non
faccio che mentire, ormai non me ne
accorgo neanche. Perché ho detto alla signora che mio padre
sta
bene, quando lui purtroppo non c’è più?
Ah...
...mi fa male la
testa, mi sembra di impazzire! Da quando Takato mi ha lasciato non
riesco a dormire, il giorno e la notte hanno lo stesso volto...
...tutto assomiglia a un lungo incubo interminabile...»
«Povera Jeri!
E’ proprio un brutto periodo il tuo, vero?»
disse una voce
nasale e grottesca, che anziché farla ridere la fece
sussultare
«Ahhh! Chi è?!»
Un peluche simile a un
coniglio sbucava dall’elegante tenda, che celava la sagoma
oscura
che lo sorreggeva «Ti capisco, sai...?» chiese
un’altra voce, femminile e delicata
«Anch’io ho
pensato tante volte a rubare, fin da bambina.»
«TU?!»
esclamò prontamente Jeri, e costei esultò
«Ihihiii!
Mi hai riconosciuta?»
...scostando la tenda
ed avanzando sui suoi sandaletti neri come l’abito a
contrasto
con lo smalto colorato delle unghie. E quel radioso sorriso che
generò un drastico pallore sul volto di Jeri «Che
cosa
vuoi da me?!...
...ti avverto, se sei
venuta a uccidermi non ti conviene!! Se vuoi approfittare del fatto che
sono da sola, perché il mio Digimon non è con
me...» scandì la ragazza con rabbia
«...beh sappi
che io sono ugualmente un osso duro! E tu non mi fai paura nonostante
la tua rinomata fama di...
...CRIMINALE
DIGITALE...»...«Ohhh, Jeri non
ricordarmelo!» disse
Violetta, che nascondeva pazialmente il suo volto dietro il coniglio di
peluche «Ebbene sì, sono stata costretta a
ricorrere a
certi sistemi...perché la mia vita era distrutta! Del resto
non
è un segreto...
...a te e ai tuoi
amici ho raccontato la mia storia. E nonostante si parli male di me
posso assicurarti...che non ho mentito. A cominciare dalla mia...
...infanzia triste e
solitaria, sigh! Le speranze con i Digimon...» mettendosi
davanti
il peluche e fissandolo con entusiasmo, per poi scivolare nella
tristezza «...e il triste esilio...nel Regno
abbandonaaato!» abbracciandosi la bambola con fare infantile
«E dire che per un attimo avevo sperato davvero, grazie a
queste...magiche creature...» solleticando il naso del
coniglio,
che emise un meccanico «Ecciù!»...«...di
risollevare la mia vita iniziata nel buio! Ma poi sono precipitata in
un pozzo ancora più fondo...
...e non mi resta che
colorarmi le unghie, per dimenticare il nero dell’abito che
indosso! Io faccio paura a ogni Digimon...
...i Digignomi
scappano quando mi vedono! “Arriva Violetta, nascondiamoci!
Oh
che paura!”...
...ma in realtà io sono sola...
...loro sono in tanti,
mentre io non ho nessuno con cui farmi forza! Nessun amico, a
sussurrarmi parole incoraggianti...»
«V-Vattene via!
Stammi lontana, non avvicinarti!»...«Jeri! Anche tu
hai
paura di me...? Ma ti ho appena detto che non ne hai motivo!...
...noi siamo
uguali...»...«Non dire sciocchezze, noi non siamo
uguali,
io sono completamente diversa! Devo tornare dalla
signora...»...«Non preoccuparti...!»
invitò
Violetta con un sorriso accogliente, anteponendo il peluche
«Grazie ho una magia ho bloccato il tempo...finché
siamo
in questa sala lei non può vederci, né ascoltare
le
nostre voci.»
Jeri si volse e forzò la maniglia, ma la porta sembrava
bloccata.
«Aspetta, non
vuoi restare un po’ a parlare con me...?» chiese
delicata
la donna in nero «...io so che ora hai tanti
problemi...»...«Ti hanno informata male, e se
avessi
qualche problema lo risolverei!»
A quelle parole Jeri
riuscì a spalancare la porta, trovandosi di fronte
l’anziana padrona di casa «Jeri!»
(Violetta come
un’ombra scivolò dietro la tenda)
«Signora! Devo
andare!»...«Ma...il numero di
telefono?»...«I-Il mio carica-batterie non
funziona! Ma le
prometto che glielo farò avere, ora mi dispiace devo proprio
scappare!!»...«A-Aspetta un attimo!...
...e la mancia?...
...oh? Ha già
chiuso la porta. Non ho potuto neanche pagarla. Povera ragazza,
chissà cosa le è successo...
...speriamo niente di
grave. Se ne sentono tante, anche fra i giovani...»
commentò mentre rimetteva a posto la tenda. Si volse solo
per
pochi istanti indietro, come se avesse percepito qualcosa di strano. Ma
poi avanzò nella sala fino a uscire...
«Uhmuhmuhm!» sogghignava la donna nascosta,
abbracciando il
suo peluche «...è debole, e la sua mente
è piena di
conflitti. Non riuscirà a resistere a lungo, prima o poi si
accorgerà di...
...quante cose abbiamo in comune...
...tu non trovi Gazimon? Mwhahahahah...ihihi!»
Jeri respirava
affannosamente, con la schiena appoggiata al muro del palazzo
«Accidenti...! Quella pazza mi segue, non sono
riuscita...neanche
a farmi pagare per il servizio!! Tantomeno a rubare il necessario per
aiutare Takato...» rivolgendo uno sguardo sofferto al cielo,
che
poi mutò in determinazione «Però io non
devo
arrendermi, devo continuare a perorare la mia causa...!! Non voglio
dare a quella maledetta la soddisfazione di vedermi sconfitta! Io
seguiterò a combattere, e lo farò anche per te
papà!» risistemandosi la tracolla, e procedendo in
strada
contro il vento delle sue paure.
«...quando
atterrammo a Digiworld...» narrava Gargomon
«...l’impatto gravitazionale ci spinse a faccia
avanti sul
suolo! Fu il primo avvertimento della vita...
...come a volerci
ammonire che da quel momento...niente sarebbe stato più come
prima. E infatti fu così...
...noi non sbattemmo
il nostro muso quella volta soltanto, ma tante e tante
volte...»
E intanto, quelle mani
di petali si stringevano alla sedia. I suoi occhi si serravano come
saracinesche all’ora di chiusura, e non aveva il coraggio di
voltarsi e guardare il suo robusto terapeuta.
«La prima cosa
che facemmo, quando ci fummo scrollati la terra rossa di dosso...
...fu un sospiro di sollievo. Paradossale, non trovi? Eppure no...
...dietro quel respiro
c’era un motivo: eravamo riusciti a improvvisare, nel giro di
pochi secondi. E a mostrarci sereni agli occhi dei nostri piccoli
amici, prima di volare via. Eravamo riusciti a sussurrare loro un
augurio per la loro vita! Anziché scoppiare a piangere...
...e imprecare contro
il destino, rifilando loro una scena che forse li avrebbe
traumatizzati. Ma fa male respirare di questo tipo di sollievo...sai
Muskmon? E’ come...una droga, quando inizi...
...non smetti
più. E anziché arrabbiarti ringrazi sempre il
destino
perché poteva andare peggio. Perché è
meglio a te
che ad altri. Perché forse è più
giusto
così...
...e intanto accumuli,
accumuli, accumuli! Quella rabbia e quella tristezza ti rendono grasso
e gonfio più del cibo! Lo sai...? I primi pantaloni ho
dovuto
cambiarli...tre anni dopo essere giunto su Digiworld, non mi entravano
più. E poi sempre più di frequente! Tutti credono
che sia
così grasso perché mangio tanto. Ed in effetti
all’inizio era così! Ma in realtà sono
anni che
seguo una dieta. E se non sono mai riuscito a dimagrire...
...io credo che sia
per i dispiaceri. Una “disfunzione”. A volte
è
possibile. Non l’ho detto a nessuno...
...Lopmon e gli altri
si sarebbero preoccupati. E poi cibo, o dolore, che differenza fa...?
Quando ho saputo che al mio amico Takato era successo lo stesso...da un
lato mi sono consolato. Non ero solo. Che ore sono?»
«Oh?!» quella domanda ruppe
l’immobilità di Muskmon.
Gargomon chiuse il
libro «Meglio che vada, ti ho fatto far tardi. Ma purtroppo
è così, quando mi metto a parlare...non mi
accorgo
più del tempo che passa. Muskmon...» disse molto
serio il
Digimon, e lei non si girò.
«”Il
Digimon equilibrato”...”il terapeuta”. Ma
io non sono
un eroe, sono uno come tanti. Un poveraccio qualunque...che lotta per
tenere insieme i pezzi di se stesso. Stai allegra, non si è
mai
soli in questo mondo...
...a domani.»
allontanadosi con il suo passo un po’ goffo, ed il suo libro
sottobraccio, fino a oltrepassare la porta scorrevole.
La sua paziente rimase
immersa tra i pensieri «Mi ha detto...”ti ho fatto
far
tardi”. Ma io dove mai potrei andare? In quel momento aveva
dimenticato chi ero, perso nei suoi racconti. Forse non ha mai trovato
qualcuno che lo ascoltasse!» volgendosi verso il vetro...ma
lui
se n’era già andato.
«...così
come me, che non ho trovato mai una spalla su cui piangere
l’abbandono di Violetta. Oh?!!...
...per la prima
volta...ne parlo come un evento doloroso, del quale avrei bisogno di
sfogarmi! La terapia inizia forse a fare effetto...?»
balzando in
piedi, e mormorando «...d-devo piangere...si dice che
liberarsi
del dolore sia...il primo passo! Violetta...
...p-perché mi
hai abbandonato?» asciugandosi gli occhi con le sue mani di
petali, e scivolando di nuovo sulla sedia fino a nascondere il capo
dietro le braccia, e versar lacrime (fine-canzone)
Quando Takato e
Cindermon fecero ritorno al panificio, il ragazzo era molto scuro in
volto «Takato, andiamooo...ptsss! Non è successo
niente!» bisbigliava lei, e lui la guardò con la
coda
dell’occhio «...se per te è niente il
fatto di non
riuscire a combattere, quando abbiamo due nuove nemiche più
agguerrite che mai!»...«Ma è stata una
cosa del
momento! Probabilmente dovuta alla stanchezza, daaai, fino a pochi
giorni fa eri in ospedale!»
All’interno alcuni tecnici armeggiavano con strumenti audio
sotto
le direttive della signora Mie, ma suo figlio sembrava non
accorgersene, ed esitava presso la porta in compagnia della sua Digimon
«...come fai a essere sicura che sia un problema
momentaneo...?
Non mi sento più io...
...ma non una parola
con quel rapper. Tantomeno con i miei genitori!»
così
oltrepassò la porta...
...lasciando un velo
d’apprensione sugli occhi di Cindermon
“L’animo di
Takato è un cumulo di turbamenti: lottando in lui grazie
alla
biodigievoluzione ho avuto modo di accorgermene, ma cosa posso fare? Se
per i suoi genitori lui è quasi invisibile figuriamoci io:
la
Digimon del loro figlio!” appoggiandosi alla vetrina e
sospirando
“Del resto mia madre mi aveva avvertito, ci sarebbero stati
ancora problemi. Non so quale sia più grave, dalla ragazza
con
cui si è lasciato aiii...genitori che litigano come pazzi!
Bisognerebbe ordinare tutto con calma, ma è una sfida tosta
per
me da sola. Senza contare il mio coinvolgimento sentimentale nei suoi
confronti...” incrociando le braccia e guardando il cielo
(mentre
dall’interno Takato esclamava «Che cosa sta
succedendo
qui?!»)
“Avrei bisogno
dell’aiuto di qualcuno. Qualcuno che mi aiutasse a valutare
tutto
più freddamente.” pensò Cindermon,
volgendosi verso
l’interno “Ma chi?”
In quel momento i suoi
occhi incrociarono quelli ingenui e smarriti del rapper, dietro lo
scaffale. Ma tra di loro si frappose Takato, che esclamò
«Papà! Una cosa alla volta!» e Takehiro
«Takato, non prendertela con me! E’ tua madre! Si
è
convinta che questo negozio sia...uno studio di
registrazione!»
A quel punto anche
Cindermon si affrettò ad entrare, mentre Leaf si accostava
al
ragazzo «Takato! Com’è andata
là fuori?
E’ stata una battaglia dura...?» ma Takato gli
negò
lo sguardo «Mamma che cosa stai
facendo?»...«Ehi,
figliolo, non lo senti il ritmo?» alluse la donna allo
scenario
circostante, ma il ragazzo «No, non lo sento il ritmo,
l’unica cosa che sento è un gran mal di testa! Si
può sapere cosa vogliono questi
tecnici?!»...«Allestiscono l’impianto
fonico, molto
presto questo panificio batterà il ritmo di tutto il
quartiere!»...«Ma queste strumentazioni costeranno
un’enormità! Ti rendi conto che siamo in
rosso?!»...«E tu hai mai sentito la parola
“investimento”, figlio mio? Se non avessi
abbandonato gli
studi ora sapresti di cosa parlo!»...«Non mettere
in mezzo
l’abbandono dei miei studi, non giustifica le sciocchezze del
presente! E’ una storia vecchia!» ma Cindermon
intervenne
«Basta! Diamoci una calmata!! Allora una cosa alla volta, del
resto è palese che qui urge una pensata, se vogliamo evitare
di
affondar tutti!»
Gli sguardi di Takato
e Leaf si incrociarono “Forse Takato non è un
irresponsabile come dice sua madre, lui pensa solo al bene della
famiglia...
...poco fa ha
rischiato la vita in quella battaglia, io l’ho visto! Ma non
appena è entrato si è subito preoccupato del
negozio.
Nessuno gli ha chiesto com’è andata...
...soltanto io.”
«Che
cos’hai da
guardare...?»...«Uh?!» il rapper fu
colto alla sprovvista «Ti ispiro una nuova
canzone...?»
provocò il domatore, ma l’altro ribatté
«Una
canzone nasce da qui...» avvicinando il suo pugno bendato al
cuore «...dalle esperienze, e le emozioni che si mescolano
nel
ritmo! Nasce da ciò che portiamo con noi, come i segni sul
cuore, i volti amici, oppure il passato!»...«Allora
puoi
cercarla altrove la tua ispirazione...
...perché io
non sto nel tuo cuore, né fra i tuoi volti amici! Tantomeno
nel
tuo passato!»
Il rapper stava per
rispondergli, ma poi la voce di Takehiro catturò
l’attenzione «Ti scongiuro figlio mio! Canta
ancora, come
hai fatto prima!»
Si stava rivolgendo a
Nakao, il quale replicò timoroso «Ma...adesso mi
vergogno...davanti alla gente...» alludendo ad uno dei
tecnici
del suono. Takehiro insistette «Ma il signore lavora
nell’ambito della discografia! E prima sei stato
bravissimo...»
Mie si volse di scatto, fiutando la minaccia.
Così come Cindermon, Takato e Leaf.
«Sarebbe una
svolta se riuscissi a farti notare da qualcuno. Non mi avevi detto di
essere così intonato! N-Non riesci a fare come prima? Anche
solo
poche note...»
Ma il ragazzino si sfiorava le labbra...
...e Takato mormorava
«...ci mancava solo questa...in quanti altri modi possiamo
pensare di sfruttarlo?»
«Lei l’ha
sentito?!» insisteva il panettiere con il tecnico
«Lui
è mio figlio, ha sentito che voce
meravigliosa?!»...«Sì, a dire il
vero...mi sembra
senz’altro molto dotato. Comunque io sono solo un
tecnico.»...«Non importa, potrebbe presentarci
qualcuno,
dello studio in cui lavora! Non c’è nessuno
disposto ad
ascoltare mio figlio?!»...«In effetti siamo alla
ricerca di
giovani promesse, e uno come lui potrebbe fare...al caso
nostro.»...«Ha visto che stile?!» disse
Takehiro
spettinando i capelli del bambino «Nakao è proprio
la
persona adatta per veicolare le nuove tendenze!» (mentre
Takato e
Cindermon si guardavano ad occhi sgranati).
Il tecnico si
incuriosì «A essere sincero lo osservavo da prima
e...caspita, i suoi capelli sono all’ultima moda!
L’unica
cosa è...l’atteggiamento...come dire! Sembra
così
timido, così ritroso, mentre per un ruolo del genere
dovrebbe
esssere più aggressivo! Esattamente come lo è nel
look.»
«Oh...»
Nakao sembrò colpito da quelle parole e cercò
conforto
nel padre, ma Takehiro lo esortò «Nakao,
andiamo...se vuoi
puoi mostrarti più disinvolto, ormai sei un uomo. Coraggio,
fa
vedere al signore cosa sei capace di fare.» ma quando Takato
vide
quella scena pensò «Oh no, la storia si
ripete.» e
sotto gli occhi di Leaf e Cindermon si diresse dal fratello, il quale
balbettava «I-Io...posso provarci...» (canzone: H
& Claire - Invincible)
«Nakao!!»
lo riprese però Takato, che lo fissava con determinazione
«...ti prego, ritira queste parole. Tu non devi farti
cambiare!!» Il ragazzino spalancò gli occhi, ed il
fratello gli disse «Vai benissimo così...mi
spieghi per
quale motivo tu dovresti sfoggiare un atteggiamento diverso?!...
...il signore qui
presente ha sentito la tua voce, ha scoperto che canti bene! E questa
è una cosa bellissima. Non c’entra niente con
l’atteggiamento, con l’essere timidi o
spavaldi!»
Takehiro intervenne «Takato! Per favore, non cominciare come
al
solito: il signore stava solo dando qualche consiglio a
Nakao!»
ma Takato ribatté «Nakao non ha bisogno di
consigli!...
...Nakao ha bisogno che qualcuno apprezzi le sue qualità...
...lui non è
una bambola che impersona un ruolo. Lui è una...persona...
...e finché io
sarò qui nessuno dovrà criticarlo!» Il
tecnico
provò a obiettare «Io mi stavo solo riferendo al
fatto che
attualmente, le nuove tendenze richiedono personaggi aggressivi,
determinati-»...«Non ci importa nulla delle nuove
tendenze!!» lo zittì il ragazzo «La moda
richiederà sempre personaggi diversi da quello che sei...non
smetterà di pretendere eroi infrangibili, pronti a
fronteggiare
il mondo a testa alta! Ma finché sei un cartone è
facile
parlare...quando sei in carne ed ossa invece...il mondo fa paura,
è più forte di te, ti sovrasta. E
l’unica via per
uscirne...è trovare qualcuno a cui vai bene. Per il quale
sei lo
stesso un eroe!» ed il suo sguardo andò a
Cindermon, che
lo fissò imbambolata...
...mentre anche Leaf
si sfiorava le labbra, volgendosi a guardarla. Ma in quel momento
giunse Mie «Leaf! Ptsss, li hai sentiti? Mio marito ha
adocchiato
il luccichio, cacciatore di donne...e anche d’occasioni! Il
bambino canta, vogliono batterci sul nostro stesso terreno ma noi
dovremo schiacchiarli!»...«M-Ma
signora!»...«Niente “ma”! Sei
un rapper!! TU
sei la modernità, mentre quello è incapace a dire
due
parole in pubblico! Tu le sai sparare a mitraglia e lo farai! Contro di
lui, contro mio marito e anche contro Takato, se sarà
necessario!»
Il giovane rimase
spiazzato, colto nel mezzo di una situazione imprigionante. Non gli
restava che fissare Takato, così come faceva la Digimon dal
ciuffo rosso accanto a lui.
Nakao accennò
«I-Io vado in camera mia...» incurante del richiamo
del
padre «Aspetta, Nakao!» ma quando si
trovò nel buio
delle scale, il ragazzino si sfiorò le labbra
“Cosa
vogliono dire queste parole? Cambiare, non cambiare...?
Perché
ostinarsi con uno come me, io cosa mai potrei cambiare? Io sono solo
aria...
...una voce nel vento...”
Il fratello maggiore
lo osservava allontanarsi con malinconia, quando il padre
borbottò «Hai visto cos’hai
combinato...?! Se prima
non aveva il coraggio di cantare ora si andrà a rintanare in
un
angolo!»...«Papà...quando la finirai di
volerci
dipingere a tuo piacimento?! Noi non siamo i tuoi disegni!!»
Il fiato di Leaf si
mozzò a quella parola, ma Mie lo afferrò per il
braccio
«Vieni
Leaf!»...«Ma!»...«Ritiriamoci
anche noi, dobbiamo elaborare una
strategia!»...«S-Signora
non mi tiri in questo modo!»
Giunse in quel momento
un uomo «Signor Matsuki, c’è posta per
lei.»
ma prima che Takehiro potesse afferrare la busta, la prese Takato.
«Aveva detto che
era per me...!!»...«Hai le stampelle,
papà.»
gli ricordò il figlio, aprendo rapidamente la lettera e
portandosi la mano al collo «E’ un altro sollecito
della
banca...»
Cindermon tirò
i suoi denti per sottolineare la gravità della cosa.
«Abbiamo tempo
circa un mese prima di un...procedimento di
esecuzione.»...«B-Bwmacché robba
è?!»
chiese la Digimon, e il ragazzo la fissò «Prima
che ci
pignorino il negozio.»
Leaf e Mie sulle scale si arrestarono sulle scale e si volsero di
scatto.
«Takato...sei
sicuro di aver letto bene?!» fece Cindermon, e lui le porse
il
foglietto. Quando lei lo lesse «Oh mammaaa...!»
gemette,
acciaccandosi per bene il ciuffo.
«Del resto non
potevamo dire di non esserne al corrente, no...?»
mormorò
Takato, esclamando subito dopo «Beh allora?! Che cosa sono
queste
facce, abbiamo un mese di tempo! Una soluzione la troviamo, per mettere
assieme quei soldi! Io ve lo garantisco, non ce lo facciamo portar via
il negozio.» lottando contro i suoi respiri affannosi, ed
appoggiando il foglio sulla sommità del bancone, scorrendo
la
mano sul vetro...
...mentre Leaf scuoteva il capo incredulo.
Cindermon si
avvicinò a Takato «Dovremo rimboccarci le
maniche...»
(mentre anche il rapper si accingeva a seguire la signora...)
Takato descrisse «Non
mi fa paura, il fatto è che finora non ho avuto il tempo di
mettermi a tavolino ed elaborare una soluzione. Ma lo farò,
non
permetterò a una banca di chiudere quella saracinesca al
posto
mio!!»
«Cosa?! Vogliono
farvi chiudere il negozio?!» proruppe una voce sulla porta...
...e Takato
sgranò i suoi occhi. Si trattava di Jeri, che Cindermon
additò subito «E TU CHE CI FAI QUI?!» ma
costei non
la guardò neanche «Non potete permetterlo, Takato!
Dobbiamo fare qualcosa!! Questo negozio rappresenta la nostra
infanzia...
...e i ricordi di un
intero quartiere, nei periodi più felici. Non possiamo far
cadere anche questo pezzo.»
«GIRA I
TACCHI...ed esci fuori di qui, a questo negozio manchi solo
tu!»
intimò Cindermon, ma Jeri insistette «Takato, per
favore!
Lasciami parlare con te. Da soli...»
Il ragazzo
guardò il padre, e poi la sua Digimon. Prese un respiro
profondo
ad occhi chiusi, e poi disse «...va bene.»
Cindermon serrò
i denti per lo sforzo di lasciarlo, ma poi si accinse ad aiutare
Takehiro con le stampelle. Mentre sul volto di Jeri si accese un lampo
di speranza, che si specchiò negli occhi seri di Takato, con
la
schiena appoggiata al bancone...(fine-canzone)
«Rea è la
nostra ultima arrivata, la giovane apprendista del gruppo! Beh...prima
di te.» illustrava Kenta a Puppet, che rivolgeva un distinto
inchino alla ragazza «E’ un piacere
conoscerti.»...«Ahahah, momentai! Non essere
così
formale!» esclamava Terriermon sulla spalla di Rea, ma Kenta
spiegò «Forse sono io quello formale, ma considero
importanti cose come le presentazioni, per cui dopo la battaglia
l’ho portato a fare il “giro dei Digimon
Tamers”!
Così potrà conoscerci tutti.»
«E’ mio il
piacere di conoscerti!» affermava Rea che sembrava contenta
«Così potremo apprendere insieme i
“segreti del
mestiere”, fra tutta gente così
esperta...!!»...«Senti un po’,
signorina!»
scherzò Kenta «Parli quasi come se ti avessimo
discriminato.» ma questa spezzò con un sorriso
«Vedrai quando arriverà Henry quanto
sarà contento
di conoscerlo.»...«E’ al
lavoro?»
domandò il ragazzo occhialuto, ma Rea tradì un
lampo di
incertezza «...veramente...aveva una questione da
chiarire...» ma i loro discorsi furono interrotti da
«Intanto...sono io quella felice di avere un nuovo compagno!
Io
sono Suzie. La...sorella piccola. E rompiscatole!»
«Ma
smettila!» fece Rea, però la ragazza
seguitò
«Ahhh, Puppet lo so non puoi immaginarti quanto si soffra in
questo ruolo! Tu sei figlio unico?!»...«Ehm...
...s-sì!
Vivo...solo con mia madre. Lei non ha altri figli all’infuori
di
me...»...«Ma ora saremo come tutti
fratelli!» Suzie
gli pose le mani sulle spalle «Lo sai? Ora siamo tutti
cresciuti,
e fra noi non c’è più il più
grande o il
più piccolo. Contiamo tutti allo stesso modo! E’
per
questo che mi trovo così bene con i miei compagni. E poi
fatti
dire che hai un look stupendo, ragazzi: il rapper in squadra ci
mancava, questo sì che è un’alzata di
stile per i
Digimon Tamers!»...«Calù!»
saltellò
Calumon, sulla spalla del giovane.
Puppet era
visibilmente emozionato, ma accennò con sguardo maturo
«Io
spero di sapermi comportare...come chi è entrato prima di me
in
questa squadra. E di non deludere le vostre aspettative.»
Kenta spiegò a
bassa voce «...eravamo perduti poco fa in battaglia, ho
temuto il
peggio...
...ma loro due sono
intervenuti in modo spettacolare! E ci hanno salvato.» Rea si
fece seria «Dobbiamo prendere provvedimenti...i nemici si
fanno
sempre più agguerriti. Non si può andare avanti
così.»...«Quello che mi preoccupa
è che hanno
la figlia di Renamon...come si fa lottare contro i figli dei propri
compagni?!»
Rea accarezzò
Benji che giocava lì vicino a loro, e si lasciò
sfuggire
un respiro di pena.
«Per di
più...la squadra è decimata.»
sussurrò
ancora Kenta (mentre Puppet parlava con Terriermon) «Jeri
è dispersa in giro, non si sa cosa faccia tutto il giorno.
Rika
e Ryo sono divisi, e Cyberdramon ci ha dato il benservito!»
«Sentito,
Lopmon?» accennò Suzie, aggiungendo «Noi
però
sappiamo che c’è un domatore pronto a riprendere
il suo
posto.»...«Stai parlando...di Mako? Ma non
sarà
troppo presto?»...«Potrebbe aiutarlo a superare il
dolore
per sua sorella!»...«La verità
è che non
è Mako a farmi paura...ma il suo Digimon! Sandmon un tempo
era
molto cattivo, e Mako è
inesperto!»...«Lo so, ma
dobbiamo correre tutti i rischi...non possiamo permettere che la
squadra ceda proprio ora, le nemiche ne approfitterebbero!»
affermò la ragazza, compiendo un sospiro assorto
«Mako...
...Akemi ti prego, dal
cielo fa che la squadra si ricostituisca anche con lui. Ti ricordi? Tu
volevi che ci riunissimo tutti...per il 1 agosto...» ma sullo
sfondo della sua sommessa preghiera, Henry fece ritorno a casa,
sfilandosi tristemente la tracolla della borsa.
«Bentornato Henry!» disse Kenta.
E anche Terriermon
avvisò Puppet «Ecco, questo è Henry! Il
mio primo
domatore...» Il ragazzino si inchinò prontamente
«Molto piacere! Io mi chiamo...uhm?!»
«Ma che cosa
è successo?!» esclamò Rea, e Suzie
«Henry,
che cosa hai fatto?! Perché sei così
triste?»
Terriermon si fece
strada fra loro fino al volto addolorato del suo domatore
«Riconosco i graffi...è inutile che mi inganni!!
E’
stato lui, vero?!...
...perché ci
sei andato da solo, io te l’avevo detto di lasciar perdere!
Sei
testardo almeno quanto me!!»
«Ragazzi...» iniziò Henry (canzone: Alessandra
Amoroso - Difendimi per sempre) «...devo
darvi una brutta notizia. Purtroppo Ryo è malato.»
Quella notizia lasciò di sasso tutti.
Rea e Kenta si
guardarono, così come Lopmon e Terriermon, mentre Suzie
scuoteva
il capo incredula «No...»...«...e invece
sì,
Suzie, sfortunatamente...! Ha il cancro, lo stanno operando e io...sono
stato da Cyberdramon!! Ci sono stato, ma non sono riuscito a
convincerlo!! Lui non vuole andarci nonostante tutto, e Ryo...
...rischia di morire senza salutarlo, non è
giusto!»
Kenta capì
presto di non riuscire a trattenere il pianto, perciò scelse
di
andarsene «Scusate.» allontanandosi sul
pianerottolo.
Rea abbracciò
lentamente suo marito, mentre Suzie appoggiò il braccio alla
parete e posò il capo su di esso «...ma
perché...?
...ora tu lo sai,
Akemi? Sai perché dobbiamo affrontare tutto
questo...?»
Henry spiegò
«L’ho lasciato con Gelsomon! Lei ha detto che
sapeva come
prenderlo perché lei...è sua moglie e...!!...
...e...» ma poi
incrociò gli occhi ingenui del ragazzino biondo, chinandosi
su
di lui «E tu chi sei...?» chiese con dolcezza, e
altrettanto gentile Puppet rispose «Io sono un collega. Sono
il
domatore
di...»...«Calùùù...»
sbucò Calumon, con le orecchie ritirate per la tristezza.
«Ah, mi fa
piacere che tu sia fra noi.» sorrise Henry «Ma devi
perdonarci, ci prendi in un momento non facile. Devi sapere che
c’è stato un tempo in cui...sembravamo
imbattibili! Ma
adesso ognuno di noi si chiede quando finirà questo
bombardamento...»
Gli occhi di Puppet si fecero assorti, vagando verso quel tempo
lontano...
...proprio come quelli
di Ryo, che per ragioni diverse, rimasto solo tra il buio e i
macchinari in attesa dell’operazione, poteva solo volare fra
le
lande un tempo rosse del mondo digitale, rubando un soffio di quel
vento con la sola forza del pensiero.
Ma ad un tratto vide
un’ombra insinuarsi fra quelle ritmiche luci, e disse
«Dev’essere la mia malattia. Ecco come fa il
cervello,
quando inizia a produrre allucinazioni...»
L’ombra
però si estendeva sul muro, e assumeva la forma di un drago.
Ryo
sussurrò «...hai...la...stessa...forma del mio
tumore.» ma poi gemette «No! Ma che cosa dico?
Povero
cucciolo...
...tu non hai niente a
che vedere con una cosa così brutta, che uccide le persone.
Tu
sei il sogno della mia infanzia. Come sarebbe bello che mio figlio
potesse conoscerti...
...e che assieme
poteste ricominciare da capo. Lui non ti costringerebbe ad assistere ai
miei stessi errori...» versando una lacrima
«...quegli
errori...che ti hanno rovinato. E che mi fanno rivedere te, ora che
sono a un passo dalla morte! Eppure la vita mi ha insegnato...che in
questi casi...
...è solo
un’allucinazione. Non fa niente...è bella lo
stesso...
...sento che mi
sollevi la mano, con i tuoi artigli implacabili...» ripeteva
beatamente «...che effetto curioso...il tumore nel cervello
di
chi ha guardato i Digimon...»
«Ryo...» disse la voce cavernosa di quella sagoma
draghiforme.
«Oh...?...
...c-cu...cucciolo, sei tu?»
«Ma
certo...» rispose la sagoma «...però non
posso
parlare. Altrimenti i medici mi scoprirebbero!»
«Sei venuto...a
salutarmi?» chiese debolmente il ragazzo, ma il drago
borbottò «Ma che a salutarti...?! Piuttosto a
dirti...di
lottare con tutte le tue forze Ryo! Quella malattia vuole prendersi la
tua vita, ma tu non devi lasciargliela! Hai capito?! Ptsss...
...ormai sei
cresciuto, ed è tempo di affrontare i veri nemici! Il tumore
è il tuo avversario...per cui tu sfidalo con tutto il tuo
coraggio. Io resterò qui, a vegliare al tuo fianco. Come
sempre.»
«M-Ma
allora...non sei più arrabbiato con me! Non mi odi
perché
ho fatto il delinquente! Sei tornato da Digiworld...per incitarmi a non
mollare...»...«Ma certo, che cosa credevi? Che non
sarei
tornato?! Tu lo sai come sono fatto...»
Ballonzolava per
l’imbarazzo, e si copriva il muso con la zampa «Ho
un gran
caratteraccio, lo ammetto. E forse non ho mai smesso di aver bisogno di
quella cinghia luminosa, con cui mi tenevi a
freno.»...«...uhmuhm...ti ricordi? Che bei
tempi...»
sorrise sinceramente il ragazzo, con la solarità di quando
era
più piccolo.
Ma il drago
nell’ombra si chinò su di lui «...ma ora
ti aspetta
il futuro, che è ancora più prezioso del passato!
Non
devi permetterti di sprecarlo...
...ora devo andare,
prima che qualcuno mi veda! Ma tu tieni a mente una cosa e
cioè
che...il tuo Digimon è con te! Non ti ha abbandonato come
credevi, e resterà nascosto nel giardino
dell’ospedale.
Egli ti sosterrà anche in questa tappa, così come
in
tutte quelle del futuro, per cui...fatti valere!» aggiungendo
pochi istanti dopo un commosso «...ti voglio
bene...»
adagiandogli un bacio sulla fronte fasciata...
...per poi accingersi ad allontanarsi, nel sussurro di Ryo
«Grazie...
...
...Gelsomon.»
«Ahhh!!»
quella sagoma sussultò spiazzata,
nell’intravedersi del
suo grembiule sporco.
«E’ stato davvero un pensiero carino il
tuo...»
«Ma io...m-ma
come-?!» boccheggiò la dragona, ormai
completamente
disorientata «Hai approfittato del buio...
...e della somiglianza
con tuo marito per regalarmi l’ultima illusione, ma credi
davvero
che un ragazzo possa confondere il suo amico della fantasia? Non
riconoscere il suo odore, il tono della sua voce? Registrare anche le
più...piccole differenze? No, mi dispiace...
...è così che funziona e io so che il mio
cucciolo...
...tanto ormai non
tornerà.» lasciando andare una lacrima
«...però il tuo affetto mi ha scaldato il cuore, e
mi ha
riempito di coraggio! Sei una Digimon buona, e io ti auguro...di
trovare un bravo domatore, e di essere tanto felice! Salutami quei...
...campioni dei tuoi
figli...»...«No, io...Ryo, però...i-io
non lo
accetto!! NON DOVEVA ANDAR COSI’!!» scappandosene
via.
«Gelsomon!
Aspetta...Gelsomon!» la richiamò il ragazzo, ma la
sua
voce era troppo debole.
«UN DRAGO!
METTETE IN SALVO I PAZIENTI!» gridarono quando la videro
fuggire
disperata per i corridoi dell’ospedale.
«Le ha fatto
qualcosa?!» chiesero a Ryo, ma questi rispose «No,
è
buona...non vi fa niente...
...credetemi, me ne intendo...»
Ma lei una volta in
giardino scoppiò in lacrime
«MWUOHOHOHOHOHOH!»
nascondendosi il volto nel grembiule «Non doveva andar
cosììì...!!! Non doveva riconoscermi!!
Guarda che
cosa mi hai costretta a fare...
...INFAME DI UN
MARITO!» additò al cielo col dito
artigliato...mentre
tutti attorno la guardavano con terrore.
Ma lei riprese a
piangere e si allontanò con il muso nel grembiule (fine-canzone)
Eppure sul suolo di
Digiworld, sotto i raggi del globo nella notte, una creatura stremata e
bruciacchiata rigava la terra argentea con le sue unghie consumate.
Il suo era un grido soffocato e incomprensibile...
...eccetto per gli esperti «...Ryyyyyyyyyyooo...
...Ryyyy...ooooooooo!...
...que...questa...
...è la fine!»
I suoi affanni
laceravano l’aria, tra i mulinelli di polvere digitale
«...nes...suno...più...
...mi riporterà...sulla terra! Tutti mi...odiano...a
Digiworld...
...per il
terrore...che ho seminato! Non c’è
più...speranza...
...di rincontraci!
PERCHE’?!!» gridava tra le sue zanne spezzate
«...perché è dovu...ta andare
così...fra di
noi? Perché ab...biamo sprecato...
...l’occasione
che ci era stata data...?!» sollevando due mucchi di terra ed
allargando le braccia, ruggendo verso il globo.
Ma dietro una roccia, due occhi rossi brillarono...
...delineando una
sagoma alata e massiccia, la cui ombra fin troppo assomigliava alla sua.
«Ecco...arriva
la fine!» mormorò Cyberdramon «...un
altro Digidrago
mi ha avvistato...e per una notte su questo suolo tornerà a
prevalere la legge del più forte! Egli viene a servirmi il
conto, per la mia vigliaccheria...»
L’ombroso e possente drago avanzava a passo lento...
...i fasci di luce tra
di loro roteavano all’impazzata, come a scandire la giusta
atmosfera per uno scontro mortale.
«Il domatore
è stato leggendario...ma il Digimon indegno!!»
ammise
sofferente Cyberdramon «Ryo, non era giusto che ti toccasse
proprio uno come me! Ma con la crescita le maschere cadono...io non
sono niente. Io sono in grado di appassionare i bambini...
...ma non sono capace
di vederli morireee!!!» serrando il suo pugno di unghie mozze
«Io non sono bravo ad affiancare gli umani nelle loro
difficoltà! Tanto che ora sono quasi contento che questa
creatura venga a prendermi...
...almeno...mi
precluderà per sempre l’insostenibile dolore di
perdere
te! Globi perforanti...»
sussurrò, e le sue zampe si
accesero di rosa (canzone: P!nk
- I don't believe you) «...luccicate per
l’ultima
volta, vi prego. Questo mio simile giunge ad inaugurare il mio scontro
finale...»
...nel frattempo al
panificio Matsuki «Dobbiamo elaborare una strategia, non
c’è tempo da perdere!» esclamava Jeri,
ma Takato
ribatté «E’ proprio ciò che
intendo fare!
Elaborare una strategia!»...«Ma siete in alto
mare!!
Takato, non potete farcela da soli. Vi serve un
aiuto.»...«E questo chi l’ha
detto?!» il
ragazzo le diede le spalle e incrociò le braccia
«Non ci
siamo mai confrontati con una sfida del genere, sono curioso di
sperimentare. Chissà, magari riesco a rivelare doti
nascoste...!»...«Takato, credimi! Conosco queste
situazioni, non c’è affatto da
scherzare.»...«E chi ti dice che io stia
scherzando,
Jeri?!» volse lui la coda dell’occhio «Io
sto
parlando molto seriamente! Voglio proteggere il mio negozio, e la casa
in cui sono cresciuto!! Sai il significato di queste
parole?!»...«Tanto anche se ti dicessi di
sì non mi
crederesti...» disse la ragazza passandosi la mano tra i
capelli
«...per cui intendo dimostrartelo. Takato, permettimi di
lavorare
qui.»
«Cosa...?»
strinse gli occhi il giovane, e Jeri «Sì, hai
capito bene!
Assumetemi al negozio, io posso aiutarvi!! Ho tante idee
commerciali...» ma lui liquidò con un gesto secco.
«Ti prego
Takato, non voltarmi le spalle!» supplicò lei
«Neanche io voglio perdere questo posto, è un...
...pezzo della mia vita! E...dell’amore che
provo...»
Lo sguardo di entrambi si mosse verso la porta...
«Quante volte ho
attraversato quella porta...e con quanti stati d’animo
diversi...»
Lui mormorava
«...dieci anni di bugie...» ma lei ammise decisa
«Comunque è stata la mia vita!!»
avanzando poi
timidamente, con un dolce sorriso «...e non...starei qui a
parlarti se non fosse stato importante! Ti prego...
...se non ti fidi di me, mettimi alla prova. Osservami mentre lotto...
...senza riserve e
senza sosta, col solo scopo di risollevare questo luogo! E
renderlo...quello che tu hai amato.» guardandosi attorno con
una
luce negli occhi «La casa che hai sognato nella tua
crescita...»...«Ma tu cosa ne sai dei miei sogni?!
Eh?!» si rigirò lui irritato «Ti sei
occupata dei
fatti tuoi per dieci anni, e ora te ne esci con questa
scena?!»...«Non è vero, sei ingiusto! Io
ho sempre
avuto a cuore i tuoi genitori! Per me sono...» stringendo il
manico della borsa, per resistere al pianto «...persone
care.»
Takato sfiorò
con stizza una bustina del pane, affermando «Dimentichi che
non
possiamo pagarti. Un dipendente costa troppo, non possiamo
permettercelo.»...«Ma io...sarei disposta a non
chiederti
nulla! Sì, lavorerei qui gratis, in fondo se fossimo stati
bambini sarebbe stato normale, no? Dai...» chiedeva con un
sorriso invitante «...proviamo per un attimo...a tornare a
quell’età. Tutti per uno...
...per aiutare
l’amico in difficoltà. Non senti anche tu la
mancanza di
quello spirito...?»
La vetrina del negozio
rifletteva la pena negli occhi del giovane, ma cercava di scrollarla
«Non siamo più bambini...e questo non è
un gioco.
Ma un problema serio della mia vita.»...«Molto
bene! Se lo
è della tua lo è anche della mia!!»
insistette con
foga «Quale garanzia potrebbe valere di più della
mia
completa dedizione?!»...«E’ una
sciocchezza!
Dimentica questa
assurdità.»...«Un’assurdità...
...che io metterei in
pratica, come mille altre se necessario! Tu non mi conosci, e mi
consideri una ragazza debole e senza spina dorsale. Ma io in amore
lotto, sono inesauribile! Una forza mi anima, sopra alla stanchezza
fisica, sopra allo stress e a tutte le preoccupazioni! E questa forza...
...sei tu, Takato.»
Lui fissava il
bancone, ma lei si rifletteva sul vetro «Sono disposta a
andare
oltre ogni limite...per convincerti che io sono sincera. Io ti amo, amo
il tuo mondo e voglio salvarlo! Fronteggerei i vostri creditori...
...come un nemico
digitale, armata del bazooka del mio cuore. Non negarmi questa sfida,
sono disposta a vestire il grembiule fin da questo
istante!»...«Ti prego, vattene Jeri...»
mormorò il ragazzo «Sono stufo di sentir parlare
dei miei
problemi come fossero uno scherzo! L’ennesimo pretesto per le
tue
bugie, io non ho più tempo per ascoltarle! Ormai sono un
ragazzo
impegnato, e tu devi imparare ad accettare la realtà: fra
noi
è finita. Per sempre!!»
«Sei un
irresponsabile!!» ribatté lei con rabbia
«Preferiresti far sprofondare i tuoi genitori nei problemi,
piuttosto che assumere me che ti propongo un aiuto! E’
proprio
vero che non sei mai cresciuto, sei soltanto un ragazzino!! Non capisci
che verso la famiglia abbiamo delle
responsabilità?!»...«Lo so fin troppo
bene, e
intendo assumermele!! Ma non devo rendere conto a te di ciò
che
faccio, pensa piuttosto a tuo padre. Quel poveruomo! Come pensavi di
mantenerlo? Rivendendo Cyberdramon ad uno zoo per Digimon?!»
La giovane abbassò lo sguardo, sentendosi colpita nei suoi
rimorsi.
«Questa
pagliacciata è durata anche troppo.»
sentenziò il
ragazzo avviandosi per le scale «E non preoccuparti per il
negozio: questo posto rifiorirà, ci penserà
“il
ragazzino” a risollevarlo! “Il ragazzino”
pensa
sempre a tutto...
...e non ha bisogno di nessuno.» scomparendo nel buio in cima
ai gradini.
Jeri sentì il
pianto affiorare in lei, ma sorrise malinconica e decisa al contempo
«Va bene...
...tu puoi dire quello
che vuoi, ma tanto io non mi arrendo. Dopo ogni colpo io mi rialzo, e
seguito a lottare.» avanzando verso il bancone...
...e sfiorando il
vetro con un’amorevole carezza «E non cedo fino ad
aver
riottenuto il tuo amore. No, ti sbagli di grosso Takato...»
asciugandosi gli occhi «Ti sbagli di grosso se credi che
“la ragazzina” mollerà,
perché “la
ragazzina”...
...ha un cuore tenace e combattivo...
...un cuore che ti aspetta...
...ed è sicuro che un giorno tornerai. Sì...
...un giorno tornerai.»
Così Jeri si
allontanò, scostando quella porta con affetto ed adagiando
un
bacio sul suo vetro, per poi richiuderla con immensa cura.
Alzò lo sguardo verso la finestra, ma purtroppo era buio.
Eppure lui
c’era, e la guardava andarsene, prima che la sera e le luci
stradali la inghiottissero. Ma Takato sentiva che un buio
più
profondo inghiottiva il suo cuore, e poté solo lasciarsi
cadere
sulla sedia, presso la scrivania.
Un ragazzo lo spiava
dallo spiraglio “Che cos’ha Takato...? Prima ho
sentito
delle grida, era la voce di una ragazza. E ora...sembra così
triste. Che brutta sensazione non poter far niente. E’ come
se
una barriera mi impedisse di entrare...” appoggiando il capo
alla
porta, stringendo gli occhi nella speranza di non fare rumore
(fine-canzone)
I fasci di luce rosa
sembravano in fibrillazione per lo scontro che si preannunciava. Il
globo nella notte brillava più che mai, e una brezza leggera
sollevava la polvere digitale, mentre il Digidrago malconcio
contemplava l’avversario attraverso il suo globo esplosivo:
egli
sembrava la riproduzione dei suoi giorni migliori, la proiezione di
quando era in forze, e lottava per epiche cause.
Ma nonostante sapesse
che la sfida era impari, la sua zampa posteriore si protese indietro,
rigando l’argento con le unghie che le restavano. Le
molteplici
ali rosse bruciacchiate si tesero come fossero ancora giovani e
vigorose.
L’altro drago
non faceva nulla, attendeva in una speciale solennità, e
Cyberdramon sembrava chiamarlo con i suoi affanni, come invitandolo a
fare la prima mossa, così che lui potesse controbattere.
Il fiato
dell’altro era immobile, come se un evento o una visione
l’avesse spezzato.
D’un tratto le
sue zampe si mossero, e lentamente si fecero attorno al globo sostenuto
dall’altro. I suoi artigli erano perfetti e lucenti,
riflettevano
la luce del globo come la richiesta di mille domatori
affinché
lui fosse il loro Digimon. Ma egli non c’era per nessuno di
loro,
bensì soltanto per quel drago al capolinea che gli era di
fronte, e che non graffiò con le sue unghie affilate,
usandole
piuttosto per fargli una carezza.
«Cooosa?!»
mormorò Cyberdramon «E tu chi
saresti...?!»
«Sono tuo
figlio.» rispose il drago giovane, e stavolta fu lui a
spezzargli
il fiato.
(canzone: Steps
- If you believe)
«Padre mio, ora che
ascolto la tua voce non ho più dubbi. Non mi riconosci? Sono
Midramon. Il figlio che tu quel giorno scacciasti...»
Nella memoria di
Cyberdramon ritornò quella stanza d’albergo, e le
lacrime
del draghetto presso il terrazzo...
«M-Midramon...?!...
...ma mio figlio
è un cucciolooo...» disse con un filo di voce, ma
l’altro drago gli parlò dolcemente «Poco
dopo il tuo
abbandono sono digievoluto. Alcuni saggi al castello mi hanno detto che
la sofferenza fa crescere più in fretta. E’ per
questo che
mi vedi così...
...perché ho perso te...»
Il globo esplosivo si
spense sulla sua zampa come una candela, dopodiché egli
cadde
pesantemente in ginocchio, sotto le carezze premurose del figlio
«Padre mio, cosa ti hanno fatto? Perché sei
coperto di
ferite?»...«F-Figliolo!...
...FIGLIO MIO!»
singhiozzò il più anziano
«A-Allontanati di qui!!
Io sono indegno!!» ma l’altro piegava il capo
ingenuamente
«Vuoi mandarmi via di nuovo? Perché lo vuoi? Non
riesci
nemmeno a camminare. Figuriamoci a volare! Anche se mi scacci io non me
ne andrò.»...«Devi, se tieni alla tua
vita e al tuo
futuro!...
...io ho fatto cose orribili!!»
Il prestante drago lo guardava spaesato.
«Mi sono scagliato
contro tutto e tutti, persino tua madre!!! Ho rischiato di
distruggerla, e ho abbandonato i tuoi fratelli! Il mio nome
è
ormai...
...infangato su
Digiworld, altro che quell’eroe di cui vi raccontavo...la
sera, a
casa nostra, per farvi addormentare!»
Midramon si
chinò su di lui «Ma hai ancora Ryo...sono sicuro
che lui
non la pensa così, se siete amici come mi hai sempre
narrato.» ma il ruggito straziato di Cyberdramon
lacerò
l’aria «RYYYYYYO!...
...ANCORA PER
POCO!»...«Cosa dici,
papà?»...«L-Lo
stanno operando in q-quel modo, come fanno gli uomini! Lui ha uno di
quei mali che ucciiidono i terrestri! Li portano
via...dall’abbraccio di noi Digimon, ECCO PERCHE’
SONO QUI!
Perché lo amo così tanto...
...che non ho il
coraggio di spiccare il volo fin lassù! Perché so
che
pochi istanti dopo precipiterei per il dolore!!!»
«Povero padre
mio...» disse il drago giovane «...è
questo che ti
fa soffrire tanto. Ora capisco il tuo comportamento. Fa tanto male
perdere coloro che si amano. E lo dico...
...perché io
l’ho provato quando mi hai
cacciato.»...«Oh...?»...«...però
devi
fare uno sforzo! So che è dura, ma non ti fa pena Ryo?
E’
lì, solo...
...e di sicuro invoca
ripetutamente il tuo nome, come faceva in ogni favola della sera, ogni
volta che vi separavate. Ma poi...
...ci hai insegnato
che ogni storia finiva con il riapparire, maestoso e implacabile della
tua ombra. Lui ti tendeva la mano, vi ricongiungevate e allora...
...allora...io e miei
fratelli ci addormentavamo, perché sapevamo che non
c’era
più da aver paura. Raccontami un’ultima favola, ti
prego!...
...seppur cresciuto ne ho bisogno come allora...»
«...io non sono
in grado di dar vita alle favole, figlio
mio...»...«Ma
adesso ci sono io con te! Non sarai solo, resterò a
vegliarti
quando andrai da lui. Non dimenticare che Ryo è il mio eroe:
sarebbe un immenso dolore perderlo! Dividiamolo fra noi...»
«...l-lo faresti
davvero?» la zampa di Cyberdramon afferrò quella
del
figlio «N-Nonostante quello che ti ho fatto?!»
Midramon lo
carezzò «...non importa, papà. Mi basta
averti
ritrovato. Sapere che stai bene! Io non ho bisogno di un eroe come
padre...
...mi basta averti accanto.»
Fu allora che
Cyberdramon gli si aggrappò con i suoi artigli mozzi,
innalzando
al globo un ruggito squassante, dal suono del pianto e del pentimento.
Midramon gli carezzava la testa «Coraggio, aggrappati a me.
Voliamo assieme, voliamo sulla terra! Andiamo dal tuo
domatore...»...«I-I-Io non so se ce la faccio!
Credimi,
salutarlo per sempre...
...sarebbe troppo per
me! Non riesco a immaginare niente sulla terra o su Digiworld che sia
peggiore di questo!»...«E invece qualcosa esiste:
vivere
mille anni con questo rimorso. O precludervi la gioia...di un futuro
insieme, semmai tutto dovesse andar
bene!»...«A-Ahh! Tu
credi che ci sia speranza?!»...«...quanto basta per
volare...»...«P-Però tu non lasciarmi!
Non lo farai,
vero? Non lasciarmi la mano, ho troppa paura Midramon!»
«Papà...come potrei lasciarti? Ti ho cercato
dappertutto...
...sono io quello che trema al pensiero che tu mi lasci di
nuovo.»
Le ali rosse di Midramon si spalancarono...
...e le loro zampe possenti iniziarono a sollevarsi dalla terra
argentea.
Cyberdramon balbettava
alla vista del globo in avvicinamento «R-Ryo...!»
sapendo
che ogni istante accorciava la distanza dal quel momento decisivo, il
momento in cui avrebbe fronteggiato la vita, o la morte del suo vecchio
amico umano.
Ma gli ultimi
brandelli della sua fiducia, e del suo coraggio egli li attingeva dalla
stretta a quel drago più giovane, che per lui veicolava quei
tempi in cui era ancora forte, e persino il rischio non intimoriva.
Alcuni Digimon
indicavano «Guardate, è un evento epocale a
Digiworld! Di
solito a due Digidraghi bastano pochi secondi e già si
azzannano! Capita raramente di vederli uniti
nell’affetto.»...«Magari è un
evento
fortunato...»
...fino a che il
globo, nei suoi insondabili mosaici di luce, non li assorbì
entrambi (fine-canzone)
Dopo aver lavato i
piatti della cena, Takato si asciugò le mani e
ripiegò lo
straccio sul lavandino, come era abituato a fare. Ma quella sera
esitò per più tempo aggrappato al
rubinetto...cosa che si
era anche abituato a fare nel corso degli anni, quando c’era
un
pensiero ad insinuargli preoccupazione, come spesso accadeva. Eppure
quella sera era diverso, guardava le pareti come non fossero
più
le stesse. E non riuscì a resistere alla tentazione, indotta
dal
silenzio e dalla quiete, di far ritorno là dove un tempo si
addensava la folta clientela del quartiere. Presso quel bancone dove
lui andava e veniva, preso come sempre dalla fretta e da mille pensieri
per la testa. Ma quella notte non c’era fretta né
clienti,
soltanto un misterioso silenzio cullato dal familiare eco della strada.
Un silenzio che proteggeva gelosamente i ricordi del passato, ma che
tratteggiava il futuro in un inquietante contorno.
Il giovane domatore
non era più affannato tra le pareti della sua casa, portava
solo
un peso profondo sul cuore che rifletteva pena nel suo sguardo. Pena
per se stesso, e per tutti gli elementi che lo circondavano, anche i
più semplici. Ad ognuno di loro sembrava rivolgere un
affetto
maturato negli anni, come solo un misto di gioie e dolori riescono a
plasmare abilmente. Sembrava quasi volesse parlare al vetro del
bancone, o agli scaffali di cui conosceva le venature del legno, che
erano le stesse che lo accompagnavano fin da quando era piccolo. E
avevano assistito alla sua crescita come spettatori amabili.
Ma un muro di
inevitabilità impediva al ragazzo di pronunciare parole.
Sentiva
di dover resistere, e si stringeva alle sue stesse braccia come in un
estremo tentativo di trattenimento. Ma avvertiva che tutto gli
scivolava di dosso, come già era stato per ciò
che
più amava. Guardando il cielo notturno, però, e
quei
palazzi gemelli ben noti ai suoi ricordi, comprendeva che non era
finita. E che ora era il turno della sua casa, su cui sentiva gravare
il medesimo destino del nascondiglio di pietra.
Avrebbe voluto
impedirlo, avrebbe voluto gettarsi sotto le demolizioni e farsi
seppellire con esse, ma sapeva di non poterselo permettere,
perché altri contavano su di lui. La sua mano si
allungò
alla lettera rimasta sul bancone, che rilesse e ripiegò,
stringendo gli occhi in un’ennesima, estrema supplica
affinché qualcuno lo aiutasse. Sperava che l’eco
della
notte, l’eco del suo passato oltre la porta di vetro potesse
dargli un suggerimento. E con questa preghiera interiore stava per
spegnere le luci quando...
...udì la
frenata di un’automobile che parcheggiava nelle vicinanze.
Poiché si trattava di un rumore insolito, specie a
quell’ora e così vicino, rimase con la mano
sull’interruttore, così si volse per andare a
vedere. La
sagoma che scorse all’esterno lo lasciò stupito.
«Takato,
sei ancora sveglio? Ti ho disturbato...?» chiese con
delicatezza.
E lui «Henry...! Per caso è successo qualcosa a
casa...?»
Il ragazzo dai
capelli scuri svelò
«Rea...sta dormendo, era molto stanca perché oggi
ha avuto
tre colloqui di lavoro.»...«...e
Benji...?»
domandò l’amico lievemente interdetto, ma Henry
accennò un lieve sorriso «Benji...»
...”pescando” all’interno della sua
automobile
«...oggi non ha sonno come il suo papà.
Perciò
siamo venuti qui. Senti, io...
...non ce la facevo a
restare a casa, per cui mi sono messo a girare fino a che non ho visto
le luci accese da te, e mi sono fermato. Questo posto rappresenta tanti
ricordi, è l’ideale per attingere forza in un
momento del
genere. Così ho scelto di venire con Benji, ed informarti
personalmente di ciò che sta accadendo a Ryo, qualora tu non
l’abbia già saputo...»
«A
Ryo...?» sgranò gli occhi Takato «Che
cosa intendi,
Henry...? Ha a che fare con il fatto che lui e Rika si sono
separati?»
Henry accennò «Takato...
...sì, ha a che fare con questo. Ma non è tutto...
...se ciò
è avvenuto è stato perché Ryo ha
deciso di
nascondere a Rika...e di nascondere anche a noi...la sua
malattia.»
Takato sussultò
«Quale malattia?!»...«Se mi fai entrare
te lo spiego.
Sempre che non volessi andare a dormire! Se ti disturbiamo ce ne
andiamo.»...«Ma cosa dici, Henry!!»
esclamò
l’altro con una pena nella voce «Forza, venite,
accomodatevi dentro!»...«Grazie! I tuoi...stanno
dormendo?» domandò Henry. Takato lo
guardò per
qualche istante, e poi nascose i suoi occhi in un
«Sì...» troppo eloquente per il suo
amico,
perché potesse comprendere dei problemi che si respiravano
tra
l’odore del pane...
...pochi istanti dopo
i ragazzi sedevano al tavolo, e Benji era tra le braccia di Takato che
mormorava incredulo «Non...è possibile. Ma
perché
non ci ha detto niente?
Perché...?»...«...è
facile immaginarlo, Takato. Per non farci preoccupare. La risposta
è sempre quella.»...«Ma adesso...mi
sento morire
dall’ansia!! E dal...
...dalla
pena.»...«Purtroppo...» Henry
abbassò lo
sguardo «...anche il risultato è sempre lo stesso:
niente
si occulta...e alla fine la verità viene a
galla.»...«Povero Ryo...»
mormorò il ragazzo
con quegli occhi esausti di sofferenze, ma le sue labbra ebbero la
forza di chiedere «...e Rika dov’è
ora?»...«Presumo da lui. Ho provato a chiamarla ma
non
c’è linea. Talvolta in ospedale succede...
...piuttosto...»
disse Henry a voce più bassa «...ho guardato il
notiziario...ed ho appreso della vostra
battaglia...»...«...uhm! Più che
battaglia...è stata un’autentica disfatta, se non
fosse
intervenuto un nuovo domatore...a riabilitare i
risultati.»...«Ah sì, l’ho
conosciuto.
E’ stato a casa mia...»...«Lo
sai...?» svelava
Takato lentamente, con sguardo assorto «La figlia di Renamon
è diventata potentissima...e non ascolta niente e
nessuno.» Henry compì un sospiro
d’apprensione,
cercando con lo sguardo la risposta mancante «Io ho provato a
farla ragionare...
...ma ad essere
sincero non mi bastava neanche il fiato per
volare...»...«...sei stanco Takato...»
disse
l’amico guardandolo eloquentemente. Takato strinse umilmente
le
spalle, ed Henry si interessò «Ma dimmi...a casa
tua come
va? Come procede la situazione dei tuoi e di tuo fratello?
Sinceramente...!»...«...sinceramente...
...c’è
una guerra anche qui, non solo fuori. Scoprire la verità
ha...
...distrutto la mia
famiglia. E credo che ormai non si possa né tornare
indietro,
né andare avanti. Ma tanto prima o poi doveva
succedere...» accavallando le gambe, e sistemandosi il
bambino
sulle ginocchia «...Nakao è stato soltanto
quel...soffio
d’aria che ha fatto crollare tutti i tasselli così
precariamente incolonnati. Era inutile fingere che il tempo non avesse
corroso a poco a poco queste pareti...
...forse è
meglio che ce le portino via.»...«Come hai
detto?»...«Sì, siamo...alle strette.
Vogliono
sbatterci in mezzo alla strada, ma tanto ormai sento che non fa la
differenza. Non fa...differenza...(canzone: Taylor
Swift - Never grown up)
...ad eccezione del
fatto che...non so dove sistemerò mia madre, che ormai
comincia
ad invecchiare. E mio padre, che si è rotto una gamba! Non
fa
differenza se non si considera...
...che dovrò
dire addio a questo luogo che vedo fin dalla nascita...»
Le sue parole si
riempivano di tristezza istante dopo istante «...e di cui amo
ogni più piccolo particolare! Non fa differenza, se si
esclude...
...che mi si stacca un
pezzo di cuore. Che mi si getta nella mischia, da solo! Senza saper
come porre rimedio a...infiniti problemi! E che per farlo
dovrò
fare a meno del fiato, perché io l’ho esaurito
assieme...
...alle speranze!!
Assieme alle forze, assieme alla voglia di lottare! Io vorrei ancora
svegliarmi nel mio letto, senza dover pensare a niente
all’infuori dei Digimon! Con mia madre che grida il mio
nome...
...e io mi precipito
in fretta e furia, e li lascio indaffarati, come sempre.
L’uno
accanto all’altro...si vogliono bene...
...ed io ho solo
sognato. Io sono un bambino...» guardando Benji con dolcezza,
e
carezzandogli i capelli «...chi te lo fa fare di
crescere?»
chiese alla fine bonariamente, abbracciandoselo con profondo affetto...
...ma poi la mano del
suo amico attraversò il tavolo fino ad incontrare la sua e
stringerla «Sai...? Io assomigliavo tanto a mio figlio, se
riguardiamo le vecchie foto sembra quasi che lui fosse tra noi...fin da
allora.»...«Allora anche tu riguardi le vecchie
foto.» osservò Takato, ed Henry lo
guardò negli
occhi «...talmente tante di quelle volte...che ormai ho perso
il
conto! Diciamo che l’ho fatto...per tutte le volte che non
l’ho detto. Ma non dobbiamo sentirci colpevoli, è
una cosa
normale.»...«Sai Henry, io ho una teoria...
...mi sono sempre
detto che io non rimpiango il passato. E se riguardo le vecchie foto
è soltanto per graffiare le ultime tracce di quella forza
che
è rimasta nascosta negli angoli...di quei mobili immortalati
che
ormai non esistono più. E attingervi, per affrontare il
presente...» pronunciò in un sussurro
«Però
mi chiedo...rimarrà qualcosa del passato? Uhmuhm,
rimarrà
una sola foto intatta, o alla fine prosciugheremo tutto?
Perché
per affrontare il presente...sembra sia necessaria tutta la forza...di
tutti i tempi...»
«Hai ragione,
amico mio. Per me è esattamente così. Coraggio,
Takato...! Non sei solo...io sono con te. E vivo la stessa cosa, ogni
giorno...
...ogni giorno proprio
come allora, quando ero un domatore di Digimon come te. E le nostre
giornate scorrevano uguali...e magiche...»...«Non
puoi
credere...quanto è importante, a volte, sentire queste
parole!» disse Takato in un lampo di speranza, nella fioca
luce
della lampada che pendeva su di loro.
«Proprio per
questo sono venuto, perché a volte si ha
bisogno...l’uno
del conforto dell’altro. Certe volte penso...che solo tu puoi
capire certe cose. Perché le hai provate come me. Come per
esempio...» Henry si alzò, accostandosi al suo
amico e a
suo figlio ed abbracciandoli entrambi alle spalle «...lo
scrigno
di sogni che ho posto in questa piccola creatura che hai fra le
braccia. Dentro Benji ci sono tutto io...
...con le mie
emozioni, i suoni che ho ascoltato, i paesaggi che ho amato. E quelli
che ho solo sognato, perché non sono mai riuscito a
visitarli.
Ma spero che un giorno, se non potrò vederli possano farlo
almeno i suoi occhi. Sai? Io desidero per lui una vita...
...dolce...e
felice...» scorrendogli le sue mani tra i capelli
«...che
sia amato, sopra ogni altra cosa. E che ami...che ami tanto.
L’amore...è la cosa più importante
della vita,
riscalda i cuori...
...uhm! E noi che
pensavamo che la forza più grande fosse il potere dei
Digimon.» sorridendo all’amico «Eravamo
proprio
bambini, Takato. Fa tenerezza ripensare a come eravamo. No...
...dati e magia sono come il vento, Benji. Essi scompaiono...
...dinanzi al velo
luccicante dell’amore, che accende il cielo, come un ricamo
argentato.»
Il bambino sembrava
prossimo ad assopirsi, ed Henry lo accolse tra le braccia
«Takato, ti vedo pensieroso, ed ero venuto anche per parlarti
di
questo...» abbassando il tono, e mormorando
«...come va con
Jeri...?...
...a me puoi dirlo. Si
dice in giro che fra voi è tutto finito...ma tu...hai
realmente
smesso di amarla? Perché il cielo della nostra
città...
...ancora narra di un
grande amore! E nonostante tutto, a quest’ora ci sono ancora
bambini svegli che lo ascoltano...»
Takato abbassò
lo sguardo “Jeri...” ripensando allo scontro
avvenuto poco
prima, e alla foga della ragazza.
Per poi balzare in
piedi, strattonando con la sedia «Il problema non sono i
bambini,
ma gli adulti che non ascoltano più quel cielo!! E
così
calpestano senza pietà i sentimenti degli
altri...»...«Non riesci a perdonarla per averti
mentito?
Per aver inscenato un turbine di inganni, e non essere stata mai
sincera con te...? Io su questo ti capisco, se non fosse che non posso
giudicarla...perché anch’io ho fatto lo
stesso.» ma
Takato tagliò corto «...di me non mi interessa,
può
aver detto o fatto quello che vuole.» picchiando sul tavolo
«Io è per gli altri che non riesco a darmi pace!!
Per
quello che ha fatto a tutti noi, uno per uno senza avere alcun riguardo
per i nostri affetti, e per il nostro passato!! Se adesso Ryo
è
andato sotto i ferri, e ci è andato SOLO, senza
l’affetto
del suo amato Digimon è colpa di Jeri! Ora lei
può fare
qualsiasi cosa, ma io per questo non riuscirò mai a
perdonarla!!
Non ci riuscirò mai!!»
I suoi occhi erano pieni di collera.
Henry tacque,
carezzando il capo del suo bambino...e ripensando al passato, quando
ancora fra quei suoi amici non c’era attrito, e si tenevano
per
mano (fine-canzone)
Il momento era
arrivato: quel domatore leggendario, il cui solo nome aveva catturato
l’interesse dei fans dei Digimon, aveva chiuso gli occhi per
fronteggiare la sua più grande battaglia, quella con la vita.
La sala operatoria
iniziò la sua attività, ed il passato ed i
sentimenti di
Ryo Akiyama...i suoi ricordi e le avventure vissute si rintanarono
dietro le sue palpebre, in una silenziosa e immota sospensione...
...ma se il sonno di
Ryo era solenne come quello di un eroe, quello di una ragazza dai
capelli castani era agitato. Non faceva che rigirarsi nel suo letto...
...e rivedeva se stessa tra
le rovine di un palazzo, dinanzi a uno smarrito drago digitale:
“Non
ti sembra forse che il comportamento quantomeno più consono
sarebbe stato rinunciare a questo fastoso evento mondano
e concentrarsi sulle ricerche di tuo figlio?
“Vuoi dire…che il mio amico ha agito
infischiandosene di
me?”
Quei sogni acuivano il suo turbamento «...oh no...
...no! Cyberdramon...»
Una sagoma nera con un
coniglio tra le braccia comparve riflessa nello specchio
«Eccomi
a casa tua, finalmente!» disse la sua vocetta vivace
«E
così...
...questa è la stanza di una ragazza...
...era tanto tempo che non ne vedevo una...»
Le sue unghie colorate
scostavano lentamente il velo nero dal viso, così che quegli
occhi sottili potessero esplorare quel buio, nel sottofondo dei gemiti
della giovane.
«...è
pieno di radiazioni d’amore, queste mi disturbano!»
rabbrividì Violetta «Sono nocive più
dell’amianto per la mia salute...ma basta prendere misure
cautelari! Uhmuhmuhm, le assorbirò tutte, fino a che in
questo
luogo non si respirerà il meraviglioso profumo del vuoto...e
dell’abbandono...»
Le nuvole scoprirono la luna per qualche istante...
...ed un raggio si
adagiò su una cornice nella stanza «Uh? E questa
chi
sarebbe?»
Violetta
avvicinò cautamente la foto
«...dev’essere tua
madre. La tieni sul tuo comodino perché ti protegga, in ogni
notte della tua crescita...»
Per una volta, gli
occhi della donna in nero si riempirono di una malinconia che sembrava
sincera «Io non ho più una figlia! Quella che
avevo
plasmato con le mie mani...mi ha abbandonata, e ora di notte resta
sveglia!»
...il suo pensiero
volò a Starshipmon, che in effetti si massaggiava gli occhi
per
la stanchezza, ma poi tornava a far svettare le sue dita rapidissime
sulla tastiera, con inesauribile determinazione...
«...analizza quel che resta del mio cuore...
...per estrapolarne
l’arma definitiva per distruggermi!!»
affermò
Violetta con frustrazione...
...ed in effetti era
come se vedesse il contenuto di quella capsula di vetro collegata al
pc, nella quale fluttuava il fiore magico, emanando un tenue bagliore.
Tenue come le parole
di quella creatura che apparve alle spalle della guerriera spaziale
«Starshipmon, è tardi...vieni a dormire, dai.
Continuerai
domani!» ma costei serrava i denti «No,
Rapunzelmon!»...«Ma perché?!»
chiese con pena
la bionda combattente «Hai gli occhi così
stanchi...» chinandosi accanto a lei, che però
fissava il
video «Non importa! Ciò che è urgente
non si
può rimandare. Ho giurato che avrei estratto il pieno
potenziale
da questo talismano e lo farò! Scratchmon era
un’amica,
capisci...? Ora ci sei tu a premurarti per me e ad invitarmi a venire a
letto...
...ma un tempo
c’era lei! Lei mi veniva sui piedi e con quello sguardo che
solo
io capivo sembrava comunicarmi il suo amore.»
Gli occhi azzurri di
Rapunzelmon si tinsero di pena «...ti capisco...»
rivolgendole una carezza sui capelli «...ti preparo un
caffè, vuoi...?»
«...sì...» mormorò la stanca
ma decisa
Starshipmon, ma mentre la sua compagna stava andando via aggiunse
«...devo sbrigarmi, devo arrivare prima di mia
madre...!»
Rapunzelmon si volse
stupita, e l’altra continuò «...la
conosco,
sicuramente starà elaborando un piano mentre io sono qui a
lavorare. Devo batterla sul tempo!...
...non posso
permetterle di calpestare la memoria di Scratchmon, e tutti i ricordi
della mia infanzia.»
La Digimon
dall’armatura di ruggine si fece assorta, e si
smarrì tra
i pensieri...
...mentre Violetta
stringeva il suo coniglio «...e sicuramente ora
c’è
chi le prepara il caffè!! Chi la sostiene premurosamente, al
posto di sua madre! Ma io non resterò sola, no...»
pronunciò in un misto fra pianto e decisione
«...anche se
i figli crescono, e vanno a vivere con gli amici noi non restiamo al
buio, in un angolo!!»
Sedendosi sul letto,
con la cornice tra le mani «Quasi quasi potrei avere una
nuova
figlia...
...uhmuhmuhm!»
ipotizzò guardando Jeri (canzone: Sugababes
- Stronger) mentre le nuvole oscuravano di
nuovo la luna, ed il sorriso sulle labbra di Violetta.
La ragazza seguitava a
rigirarsi nel sonno, ed un turbine di immagini la mostrava bella,
presso un ristorante lussuoso e in abito da sera...
...e pochi istanti
dopo disperata, sotto le zampate di un drago infuriato che laceravano
il suo vestito, nero come lui. Prima che una lunga coda di cristalli
infrangesse tutto lasciando soltanto vetri a terra, e fra quei vetri un
uomo si accasciava esanime, incurante dei continui richiami di lei
“Papà!
Papà!!!”
...gli occhi stremati
di quell’uomo così tanto assomigliavano a quelli
di un
leone digitale che affermava “Evidentemente questo era il mio
destino. Era scritto che finisse così…”
prima che
un soffio di luci lo portasse via da quella bimba in lacrime. Le stesse
lacrime di quella ragazza nel letto
«...papà...Leomon...noo...» ma
un’ombra si
piegava su di lei «Uhmuhmuhm! Non temere, Jeri...
...dormi sonni
tranquilli...» avvicinandole il grigio coniglio di peluche
«Perché molto presto sarai una domatrice amata e
felice!
Uhmuhmuhm...milioni di Digimon ad ammirarti...»
...negli incubi della
ragazza le sue mani si stringevano al manico della borsa, di fronte
allo sguardo duro di un ragazzo “tu devi imparare ad accettare la
realtà: fra noi è finita. Per sempre!!”
«Takato...!...
...no, Takato, per favore!...
...i-io ti amo...devi
credermi...»...«Oh, e per le piccole delusioni
d’amore non dovrai preoccuparti...!» allungando una
carezza, ed un sussurro «...perché da adesso avrai
una
nuova mamma...!...con cui passare ore...e ore a confidarti. Io so che
tu lo vuoi...
...so che lo desideri tanto in fondo al tuo cuoricino...»
«...Takato, perdonami!...
...io...non volevo...»
«...io so che tu
vorresti essere una ragazza serena! Ti piacerebbe avere...tanti soldi,
per recuperare la spensieratezza di un tempo! Sì...io lo
so...
...ti piacerebbe
essere amata...e coccolata come la nipote della signora a cui hai fatto
le unghie: prossima a sposarsi...con un ricco e affascinante ragazzo,
che possiede una catena di forni! So che ti piacerebbe essere la
principessa...
...della tua dolce
fiaba quotidiana, e anche se non me lo dici io so...che il suo volto
è sempre davanti a te...
...ora...e in ogni istante. Perché questo è
l’amore...
...nient’altro...che una dolce, e sublime
ossessione...uhmuhmuhmuhm! Ma devi stare tranquilla...
...perché
quando ci sono i genitori a pensare a te...la vita è
più
facile. E tu otterrai tutto quello che vuoi, sarai...
...famosa, e piena di
gratificazioni! Un astro splendente nel cielo terrestre...e digitale,
il nome di Jeri Katou...
...la gioia...e la
soddisfazione della sua mamma, uhmuhmuhmuhm, ghghgh!!!»
solleticandole il viso con la zampa del coniglio, ma lei si rigirava
«Takato ti prego torna da me!...
...non lasciarmi sola...ho paura...»...«Shhh...
...non
c’è più niente di cui aver paura.
Perché tu
sei una domatrice potentissima...
...sei l’invincibile Royalmon...
...e tu distruggerai
per me l’orribile Digimon con cui mia figlia si è
alleata,
e tutti coloro che proveranno a ostacolarmi! Quando lo farai...io
sarò quaggiù a guardarti, col cuore...colmo
d’ammirazione e orgoglio! Mi vanterò con tutte le
mie
amiche della bravura di mia figlia...
...e come ogni sera ti
aspetterò per la cena. Non senti già il suo
prelibato
profumo...piccola Jeri...? Uhmuhmuhmuhmuhm...
...ahahahahahahahah! Ahahahahahahahahah...
...ahahahahahahahah!...
...uhmuhmuhmuhm!»
«...aiutatemi vi prego...
...Takato!...
...amici miei...»
...in quel momento,
due draghetti viola fecero breccia nella penombra della hall
dell’ospedale «Dannazione! Il viaggio
interdimensionale ha
spezzato la digievoluzione!»...«Forse questa
è una
fortuna, papà! In questo modo nessuno potrà
veder...uaaaaaaaaahhhh!!!»
«Che ci fate
qui?!» esclamò una guardia apparsa
all’improvviso.
Che prontamente estrasse il cellulare «Creature non
autorizzate
dentro l’ospedale: fate partire l’allarme!
Probabilmente
sono della stessa specie del drago comparso poco fa!»
«Svelto
papà, diamocela a gambe!!!»...«No,
Midramon!»
esclamò Monodramon, deglutendo con sforzo «Io vado
da
Ryo...
...ormai non posso
più tornare indietro: tu pensa a metterti in
salvo!»
L’allarme
iniziava a echeggiare, ma il draghetto strillò «IO
VENGO
CON TE! Non ti lascio solo!»...«NON
C’E’ TEMPO,
O TI PRENDERANNO! Figliolo, f-fidati di me, io...
...me la caverò! Riuscirò a compiere il mio
dovere!!!»
Seppur a malincuore,
Midramon dovette strillare «Abbi cura di te,
papà!!»
per poi volgere le spalle e correre più veloce che poteva,
incurante del richiamo della guardia «Ehi, torna
qui!»
...che poco dopo replicò per Monodramon «...E
ANCHE TU!!»
Ma questi dava fondo al suo fiato “Ryo...
...aspettami, ti prego! Sto tornando! Sto tornando...
...come sempre...”
Le luci
dell’ospedale sfrecciavano ad una ad una nei suoi occhi
corvini
(fine-canzone)
«Portalo in
camera mia...» suggerì Takato, con una carezza a
Benji tra
le braccia del padre «...ha tanto
sonno...»...«Sì, lo so. L’ho
fatto un
po’ stancare con questa improvvisata da
te.»...«...è un piacere avervi qui.
Mettilo pure a
letto, così poi continuiamo a parlare. Tanto la strada la
conosci.» Henry accennò un sorriso
«Sì...la
conosco.» e si avviò in cima alle scale.
Takato sospirò,
ma in modo diverso da poche ore prima. Traspariva la distensione
concessa dalla presenza del suo amico, così decise di
aspettarlo
appoggiato alla porta del negozio, per respirare un po’
dell’aria della notte affinché potesse guidarlo
nelle sue
scelte. Nuovamente quei palazzi gemelli rubarono la sua attenzione, e
il domatore in cuor suo si chiese se quella nebbiolina luminosa che
scorgeva ad avvolgerli fosse frutto della sua immaginazione. O fosse lo
spirito di lui e WarGrowlmon, che ingaggiavano una cruenta battaglia
contro l’insidiosissimo Mihiramon. Mille altre ipotesi
potevano
plasmarsi su un così insolito miraggio cittadino, ma Takato
non
poté concedersi ad esse perché sentì
rumore di
tacchi sull’asfalto «Oh...?»
sicché
scrutò più a fondo...
...e vide emergere dal
buio una sagoma familiare, dai boccoli rossi e lo sguardo basso, che
giocherellava con una coppia di anelli metallici nel palmo della sua
mano.
Takato sgranò
gli occhi, e non perse tempo «Rika!!» prendendola
per le
spalle. Costei alzò il suo sguardo, un po’ assorto
e
trasognato. Lui disse «Ryo!! Lui...adesso
è...»
«...
...lo stanno operando...» disse lei in un sussurro
«...lui
è lì però io...no, perché
non mi facevano
stare! C’era...c-confusione, e c’è stata
Gelsomon!»...«Come?!! Gelsomon?!» ma Rika
si
massaggiava la testa «S-Sì, Gelsomon...ascolta,
io...
...non so nemmeno cosa
stia succedendo!»...«Vieni dentro!»
intimò
prontamente lui, prendendola per mano mentre lei continuava a parlare
«So solo che lì...non mi facevano stare! O forse
sono io
che non sono voluta stare.»...«Te lo dico io
com’è andata, tu eri lì ma non hai
resistito, e
così sei voluta venire
qui!»...«Sì! Io...non
ce la facevo, con tutte quelle luci, gente che gridava! E’
scattato l’allarme, io...sarei voluta rimanere a vegliarlo
però...!»...«Uhmuhm, mi ricorda la
nostra
adolescenza.» disse Takato appoggiandosi al bancone con un
sorriso furbetto «Tutte le volte che...succedeva qualcosa al
locale, o a casa, e ne avevi fin sopra ai capelli io ero
sorprendentemente sveglio! Dev’essere una sorta di sintonia
fra
Digimon Tamers. Così ti sentivo arrivare, come stanotte...e
ti
fermavi di fronte a me.»...«...fingendo di essere
passata
qui per caso.»...«Ah, allora fingevi...!»
scherzò lui, e Rika confessò
«Avevo...disperatamente bisogno di conforto! E tu eri
l’unico che mi veniva in mente.»...«O
forse
l’unico ad essere ancora sveglio, ma non
ubriaco.»...«Già...forse.»
Takato le prese la
mano «Oggi è come allora.» e Rika
confessò
«Non sono capace neanche di vegliare
sull’operazione di mio
marito...» ma ad un tratto fissò Takato
«...ma la
verità è che lì non riuscivo a
concentrarmi! Tutto
quel caos...non mi permetteva di sentirmi vicino a lui, come avrei
voluto! Anche se paradossalmente...solo pochi metri ci
separavano!»...«E qui,
invece...?»...«Qui...» Rika si
guardò attorno
«...qui è conservata in bottiglia
un’aria che non si
respira più là fuori. Perché non va
più di
moda. Takato, qui mi sembra di sentire Ryo! Non laggiù in
ospedale!!»
«E’
incredibile...» rifletté il ragazzo incrociando le
braccia
«Proprio quando sa che sta per andar via...questo luogo
inizia a
chiamare gente. E’ come una persona morente, che nonostante
tutto
non vuole rinunciare all’ultimo saluto...
...è come se la
mia casa avesse voce...»...«...perché
dici che sta
per andarsene?»...«Oh? E’ una lunga
sto-»
«Ecco, dovresti
vederlo! Si è addormentato come un angioletto nel tuo letto,
se
facciamo piano possiamo anc-» Henry discese le scale, ma i
suoi
occhi scuri si stupirono quando vide la compagna
«Rika...»
...e Takato la guardò «...ecco, era questo che
intendevo...»
...agli amici bastano
poche spiegazioni, e così fu anche per Takato, Henry e Rika
nell’illustrare la rispettiva spiegazione «Ebbene
sì...» disse il domatore dai capelli neri
«A restare
sveglio, senza essere ancora ubriaco...c’ero
anch’io, ma
non l’ho mai detto. Scusa, Rika: a volte saresti potuta
venire da
me.» ma lei seppur provata accennò il suo consueto
sorriso
ironico «E’ a Takato che devi chiedere scusa,
è lui
che mi si è
sorbito.»...«D’accordo, scusa
Takato...» il quale disse «...per questa volta vi
perdono
entrambi...» respirando profondamente...
...e poi chiedendo
«Cosa hanno detto i medici...?»...«Che ne
avranno
ancora per tutta la notte, probabilmente...» rispose la
domatrice, scorrendosi una mano tra i capelli e guardando oltre la
vetrina.
«Renamon...?
E’ là fuori?» chiese Takato, ma Rika
rispose
«...no. L’ho lasciata a casa. Sono tornata per
rinfrescarmi...il tempo di uscire dal bagno, ed è crollata
addormentata. E’ stanca anche lei.» Henry
osservò
«Del resto non possiamo pretendere che ci seguano in ogni
passo.
I nostri Digimon ormai hanno una loro vita, i loro
problemi...» e Takato
«...non parliamo della mia: Cindermon si sta facendo in
quattro
per questa storia, ed io...non so proprio come ripagarla.»
Rika
lo scrutò, da dietro il fumo di quella tazza calda
«...ha
imparato ad andare d’accordo col rapper?» mentre
Henry
assunse espressione dubbiosa «Come...? Con chi? Mi sono perso
qualcosa...?» Rika alluse «Fattelo spiegare da
Takato.» e ancora Henry «Cindermon ha per caso
un...fidanzato rapper?»...«No, quello non
è il suo
fidanzato...né forse un rapper! Comunque lei si
sarà
fatta la sua idea in merito...ma non me la dice, per non farmi
preoccupare. So com’è fatta.»
Rika rivolse a Henry
un’occhiata furbetta, e questi ricambiò con
l’accenno di un sorriso. Takato restò interdetto
«Beh, che avete da guardarvi...?»
«Niente,
riflettevamo solo sul fatto che...certo, i rapporti fra domatore e
Digimon sono proprio cambiati!» ribatté la
ragazza, e lui
«Ehhh???» si mostrò spiazzato, mentre
Henry
commentava «E’ vero, Cindermon è sempre
gentile e
carina con te. Non nascondo che mia moglie vi ha trovati azzeccati
assieme.» Takato prese le loro mani e abbassò il
capo
«Basta, state sempre a prendermi in
giro...!»...«Io
intendevo come domatore e Digimon!» si difese Henry, e Rika
«Sei tu che hai fiutato un’altro
significato.»...«Ahhh!» Takato nascose il
volto tra
le braccia «...è una sfida persa
ormai.»...«A
questo punto direi proprio di ammetterlo.»
commentò Rika,
che tra un sorso e l’altro domandò
«Terriermon...?
La terapia?» ed Henry rispose «E’ una
sfida
difficile, ma lui è molto
convinto.»...«Dì un
po’, ma a questa storia dovrei credere...?
Terriermon...laureato?» insinuò la ragazza, e
l’altro piegò le spalle «Sì,
che
c’è di strano?» mentre Takato sbatteva
gli occhi
«Come?? Terriermon laureatooo??» Henry rise
divertito
«Uhmuhmuhm! Sono talmente tante le novità nella
vita dei
nostri Digimon che ormai stentiamo a tenerne le fila!» Rika
si
sgranchì «Non dirlo a me...
...la separazione,
Imagomon che sparisce, e che si mette con la mia migliore amica! Quella
sul suolo terrestre, s’intende. E’ un vero
disastro...non
siamo mica come Takato!» rifilandogli uno scherzoso spintone
«Che ha una Digimon senza un background che può
dedicarsi...completamente a lui!»...«Volete
smetterla?!...e
poi non va bene che Cindermon sia così sola, ha bisogno di
qualcuno con cui distrarsi!»...«Beh, puoi provare
con il
rapper.» suggerì Rika, ed Henry «Mi
volete spiegare
chi è questo rapper???» al che Rika si
alzò
«Bene: vuoi vedere il rapper? Andiamo, te lo faccio vedere.
Tanto
è da qualche parte quassù, no
Takato?»...«Un
attimo, aspettate!» richiamò il ragazzo, ma Henry
raggiunse Rika «Ormai questa storia incuriosisce anche
me!»...«Io l’ho visto di sfuggita, e
posso dirti che
accantonando lo scherzo, si tratta di una faccenda davver-»
ma
quando mise il piede sul gradino, la ragazza avverì qualcosa
e
si portò la mano alle labbra «Rika! Stai poco
bene?»
chiese Henry, e subito Takato giunse a sostenerla.
«Un po’ di
nausea...» si limitò a dire la ragazza, e gli
amici la
aiutarono a sedersi sul gradino «A Rea succedeva la stessa
cosa.» raccontò Henry «Ricordo che per
poco non
faceva un volo dalle scale del nostro
alloggio.»...«...e
c’eri tu pronto ad afferrarla...?»
insinuò la rossa,
sospirando «Ecco...! E chi se non io dev’essere
quella che
quando sta per cadere ha il marito in ospedale...?» ma Takato
replicò «...ora non lamentarti! Hai ben due
cavalieri!»
La ragazza prese
fiato, e si sfiorò il ventre «...se solo sapesse...
...cosa sta passando
il suo papà in questo momento. Quando nascerà gli
racconteremo che lui è un guerriero...e che la sera in cui
stavo
inciampando sulle scale di questa casa...lui stava disputando una
così grande
battaglia...»...«Beh...» fece
Takato, ed Henry «...sarebbe soltanto la
verità.»
Le mani dei ragazzi si
incontrarono sul ventre della loro amica, che con commozione
pensò a suo marito, dopodiché appoggiò
il capo
sulla spalla di Henry, e Takato su quella di lei. Restarono per
svariati istanti a pensare, dopodiché fu
quest’ultimo a
parlare «Meno male che siete arrivati...era tanto che questa
casa
non ospitava dolci momenti. Ne aveva bisogno, prima di
andarsene.» e a quel punto Rika gli chiese, con una speciale
dolcezza «Ma Takato...è proprio inevitabile che
finisca
così? Non c’è niente che si possa
fare?» Il
giovane compì un respiro sofferto «...tenteremo di
pensare
a qualcosa, ma mi sembra una sfida impossibile! Una squadra unita
può fare miracoli, lo sappiamo bene. Ma quando il gruppo
è infranto, quando regna
l’ostilità...non
può nascere niente di buono. Io da solo non posso valere per
un’intera squadra...basto a stento per me stesso. E a essere
sincero non sono portato per le idee commerciali. Sono capace
soltanto...
...a fare il pane...
...e tagliare i
capelli...» ma Henry ripeteva «...il
pane...» tanto
che Rika si volse «Come dici Henry?» e lui
«Il pane!
Vi ricordate quando abbiamo fatto il pane?»
Un sorriso si dipinse
sui loro volti, e Takato narrò «Come no...! Il
D-Reaper
aveva invaso la città...» passando la parola a
Rika
«...e noi siamo entrati di soppiatto in questa casa, che era
stata evacuata. Come tutte le altre nostre
abitazioni!»...«Come dimenticare certi eventi
storici.» disse il giovane panettiere, e Rika «Ci
eravamo
tutti imbrattati, ma alla fine il risultato...non era così
male.
Come noi: dobbiamo prima combinare un disastro...
...ma poi forse,
pescando qua e là si ritrova qualcosa di
decente.»...«Mi piacerebbe...fare assaggiare a mio
figlio
il pane che si cucina in questo luogo!» propose Henry, e
Takato
«Ahh, ho degli avanzi di oggi ma non sono un
granché.
Però se vieni domani-»...«No, non
domani:
stanotte!»...«Come?!» balzò in
piedi Takato, e
Rika «Ma...stanotte...»...«Sì,
stanotte!» esortò Henry
«Perché il pane che
ha il sapore più buono nasce quando il mondo è
fermo!
Come allora, con la città oppressa dal D-Reaper...
...e come stanotte,
sotto la cappa dei nostri problemi! Facciamo il pane un’altra
volta, facciamo il pane come allora! Ti prego Takato...»
chiedeva, dinanzi agli sguardi stupiti dei compagni «...diamo
il
buongiorno alla città col nostro pane fresco! Accompagnamo
con
il suo sapore...queste ore in cui Ryo sarà operato! Te la
senti
Rika?»
«Io...
...penso di
potercela fare.» al che Henry guardò Takato
(canzone: Gigi
D'Alessio - Prima o poi)
«Dobbiamo sperimentare se il sapore è diverso, ora
che
siamo cresciuti.» Il padrone di casa ammise «...in
questo
caso ci sto anch’io.»
«...pronti
Digimon Tamers?» chiese il domatore dai capelli neri, e i
suoi
amici accolsero con un sorriso quell’offerta.
Dopodiché fu il
momento di riadagiare quelle cuffiette bianche sui boccoli, sulle
tracce di gel e di stanchezza, tra cui le mani passano infinite volte
nel corso di una frenetica giornata.
Fu così che
quella cucina già data per spacciata tornò a
vivere.
Forni si aprirono,
credenze si spalancarono. Le loro mani erano più sicure ora
nel
maneggiare la farina. Qualche raccomandazione qualora Rika avesse
sentito troppo caldo, le fu indicata la sedia dove mettersi a sedere.
La ragazza
guardò con tenerezza i due anelli metallici, per poi
adagiarli
sul ripiano più alto assieme alla sua speranza. Non ci
riuscì subito, la aiutò Henry che era il
più alto
tra loro. Takato rinfrescò loro la memoria su come si
faceva...e
più di un aneddoto su quell’evento
tornò alla
mente, assieme a un sorriso e qualche tecnica innovativa appresa negli
anni.
Fu il momento di
mettersi al lavoro. La sfida comportava coordinazione sufficiente per
accantonare anche i problemi attuali, e focalizzare le proprie energie.
Ma c’era da stare attenti ai cellulari, poiché da
un
momento all’altro poteva giungere una chiamata. Rika chiese a
Takato se c’era linea, e progettarono di appoggiarlo su un
mobile
vicino, al sicuro dalle sporcature. Ma all’ultimo Rika decise
di
tenerlo in tasca, sotto il grembiule. Henry si allontanò per
un
attimo, a controllare se suo figlio dormiva. La risposta
confermò questo, regalando uno sguardo sospeso a chi figli
ne
aspettava, e ne sognava.
Le loro mani
più adulte, dopo un attimo di esitazione, piombarono su
quegli
impasti.
I loro orologi,
telefoni, anelli e fedi li guardavano dall’alto del ripiano.
Rika
segnalò che le tremavano leggermente le mani, i suoi amici
le
risposero che era la tensione ma lei colse l’occasione per
spiegare che non era la prima volta che le accadeva. In tal modo
raccontò del suo corso di scuola guida, strappato per il
rotto
della cuffia (indicò quella che indossava), poi del locale e
di
altre esperienze lavorative e manuali. Takato non poté che
aggiungere altro materiale in fatto di sintomi ansiosi, ma fra uno
scambio e l’altro...proprio quella tensione sembrava
spezzarsi, e
assumere le sfumature più ironiche e buffe.
Tra manovre sempre
più sicure, in cui chi era più esperto o
naturalmente
dotato aiutava l’altro, si insinuò la descrizione
a volte
grottesca di gente conosciuta, volti incrociati lungo un variegato
cammino. Clienti insistenti, soggetti ubriachi, risvolti insoliti di un
corso di specializzazione.
Ma c’era
sintonia nei loro occhi, e i loro sentieri si uniformavano quando era
qualche Digimon, ancora una volta, a diventare protagonista della loro
chiacchierata.
All’improvviso,
uno squillo: Rika si portò la mano alla fronte e chiuse gli
occhi, ma Takato la sostenne ed Henry si affrettò a spiegare
che
era il suo telefono, non quello di lei. Il sorriso dei ragazzi si
sciolse gradualmente, quando capirono che si trattava della moglie
dell’amico. Takato chiese di salutarla, ed Henry
passò il
cellulare a Rika, tenendolo con cautela per non sporcarlo di farina.
Con la stessa cautela la ragazza lo prese...
...e mentre i compagni
seguitavano a lavorare, vegliando su di lei con la coda
dell’occhio, costei illustrò all’amica
la
situazione. E più volte sentì il bisogno di
asciugarsi
gli occhi ma aveva le mani sporche e non poteva. Evidentemente
però la collega domatrice trovò le parole giuste,
e
riuscì a far sorridere Rika di speranza per poi scivolare su
un
più leggero argomento, e cioè il fatto che fare
il pane
con unghie lunghe come le sue, era davvero difficile.
Henry fece cenno circa
il fatto che sua moglie chiacchierava tanto, ma alla fine la chiamata
terminò e anche quel cauto passaggio di cellulare, che
tornò sul ripiano più alto.
I minuti scorrevano...
...il sudore scendeva
dalle cuffiette assieme alla preoccupazione, ma di continuo riaffiorava
nuova fiducia. Il pensiero di loro tre volava tra la farina sparsa
nell’aria e raggiungeva l’ospedale, dove la sorte
di quel
domatore era appesa a un filo.
Le loro mani sporche
di bianco e di crescita si incontrarono per farsi ancora forza.
E i loro sguardi
sorrisero di loro stessi, e delle strade della vita che li avevano
ricondotti in quella cucina (fine-canzone)
La porta della sala operatoria si spalancò.
Il passo dei medici era rapido, il loro sguardo teso.
Da sotto una panca
sbucavano gli occhi di un draghetto «...è
là
dentro...
...devo riuscire a
raggiungerlo, sono certo che ha bisogno di me! Quando
entrerò...mi nasconderò da qualche parte! Ma
perché il loro sguardo è così
impaurito,
perché non fanno che trasportare quelle bombole avanti e
indietro.»
Monodramon uscì
allo scoperto «Ora o mai più...hanno lasciato la
porta
aperta. Ryo, aspettami!» ma non appena prese la rincorsa,
qualcuno esclamò «FATE ATTENZIONE! E’ un
altro di
loro!» al che gli calarono le zampe dallo sconforto
«Nooooooooo!»
Pochi secondi
assemblarono una squadra di medici e infermieri «Suonate
l’allarme, presto!» ma Monodramon
strillò «No,
vi prego!!» giungendo le sue zampette artigliate
«Vi
scongiuro, sono qui per il mio amico! Non ho intenzioni
ostili!!»
«Qui bisogna
avvisare le guardie, quella creatura può far male ai
pazienti.»...«N-NON FAREI MAI MALE AL MIO RYO!...
...vi prego, credetemi
terrestri!! Lo conosco da quando era un ragazzino!!»
supplicava
con le lacrime agli occhi «Io gli voglio bene!! Ve lo chiedo
in
ginocchio, ditemi come sta! Datemi buone notizie!!»
Gli sguardi dei
presenti si mescolarono in un oscuro turbamento, mentre Monodramon
ancora ansimava «Co...come sta Ryo...
...ditemi come sta...»
Ma alle sue spalle
comparve una sagoma in divisa verde «Hai detto di
conoscerlo...?»
Il draghetto si volse lentamente «...io sono il suo...
...c-compagno di
battaglia! So che forse queste parole non significano niente, noi siamo
passati di moda! Ma vi assicuro...che sono solo i nostri pupazzi nelle
vetrine ad esser spariti dalla circolazione. Il nostro affetto
è
ancora vivo, e pulsanteee...
...!!!...tanto...
...tanto che sono
scappato dal mio mondo per venire qui. La prego dottore, se non vuole
farmi entrare almeno mi dica come sta Ryo! Abbia pietà di
me,
sono partito con l’ultimo treno! Sono in ritardo
perché...
...perché sono
un vigliacco e l’ho abbandonato, solo ora mi rendo conto dei
miei
sbagli.»
Quel medico si
chinò, domandandogli incuriosito «Tu sei
un...Digimon?
Dimmi la verità.»...«S-Sì...
...Monodramon,
piacere!»...«Scusa, non posso darti la
zampa.»...«Uh! Mi scusi, dimenticavo delle vostre
procedure
sterili! St-Sterili si dice, no?»...«...io sono il
primario.» svelò l’uomo, e questo
spiegò la
sospensione dei presenti, in attesa di una sua decisione.
«Lei non sembra
aver paura di me...» commentò la creatura, e
l’uomo
svelò «Io avevo un figlio...lui avrebbe tanto
sognato di
incontrarvi. Ma non ne ha avuto il tempo, se n’è
andato
all’età di soli undici anni...a causa di un tumore
al
cervello: lo stesso tumore che...
...stiamo cercando di
estrarre dal ragazzo che dici di conoscere. Ascolta...Monodramon, hai
detto. Hai abbastanza fegato?»
Monodramon
deglutì «...ho affrontato sfide e
battaglie...»...«Un’altra cosa: la vostra
natura
digitale non può compromettere i macchinari elettrici,
vero?»...«Farò l’impossibile
per
trattenermi!» ammise con determinazione, stringendosi a se
stesso
con le sue zampette. Il dottore lo fissò con occhi profondi,
come laghi di esperienze passate. Dopodiché diede un ordine
secco «Una mascherina e un pezzo di camice. Per
lui.»
«Ahh!!»
Monodramon sussultò, e il primario lo guardò con
dolcezza
«...vieni dentro...forse lui ti sta chiamando.»
Il draghetto respirava
affannato, e il dottore chiese ancora «Hai già
cercato di
incontrarlo poco fa, vero? Eri tu il drago immenso di
prima...?»...«Cosa?!» sussultò
Monodramon, e
l’attimo dopo i suoi occhi si riempirono di disperazione
«...nooo, quella è mia moglie!!! Gelsomon voleva a
tutti i
costi che...che io...tornassi da Ryo! E-E così si
avventurata
qui dentro, s-sicuramente per fargli
coraggio!»...«L’abbiamo trovata accanto a
lui...
...mi è
sembrato più tranquillo dopo averla vista.»
(canzone: H
& Claire - Invincible)
Il Digimon restò di sasso «...Gelsomon...
...l-la mia obesa Gelsomon...
...ha rischiato la
vita pur di rassicurare il mio domatore! Ha badato al mio mondo quando
me ne sono andato, come una brava moglie fa con la casa. E io che
l’ho persino disprezzata! Che vigliacco che sono...»
«Monodramon...è il momento.
Vieni!»...«Oh?!...
...sono pronto!»
La dragona nascosta
nel buio del giardino si tormentava le sue zampe artigliate
«A
che punto staranno...? Perché ci mettono così
tanto, e
perché è scattata l’allarme anche dopo
che sono
andata via...?»
Improvvisamente
udì gridare «Ti abbiamo scoperto! Per te
è la
fine!»
Lei sussultò, ma non parlavano di lei...
...bensì di un
draghetto che si riparava il capo, piegato a terra sotto la minaccia di
una moltitudine di armi «P-Papà ti
prego...resisti...
...raggiungi il tuo domatore...» implorava Midramon
sentendosi spacciato.
Gelsomon si
portò le zampe al viso «Oh, ma quello
è...!!!»
«Caricare! Puntare...» diedero ordine gli agenti.
Ma mamma drago
gridò «Noooooooooooo!» spiegando le sue
ali e
lanciandosi in volo.
«FUOCO!»
I colpi partirono, ma
Midramon si sentì afferrato «Oh?!» da un
corpo
possente e protettivo che lo strinse a se
«Mamma!!»...«Figliolo, piccolo mio sta
giù!!!
Stai giù, ti riparo io da questi malvagi!»
«Oh no, di nuovo
quel drago! E’ un’invasione!!!»
sbottarono gli agenti.
Midramon era commosso «Q-Quanto ho sognato di ritrovarti!
Mamma...
...papà è qui!»
Gelsomon sussultò «Cosa?!...
...lui è qui...?»
...proprio mentre il
primario conduceva tra le sue braccia una piccola creatura avvolta in
un camice verde, e di cui solo gli occhi corvini spuntavano dalla
mascherina «Sei il primo Digimon ad entrare in una sala
operatoria?» chiese il medico «C-Credo di
sì...» rispose timoroso il draghetto...
...che a poco a poco
sgranava lo sguardo, delineando la sagoma del paziente operato.
«Ora ti
mostrerò una cosa...che se i miei ricordi non mi
ingannano...dovrebbe essere molto importante per voi. Mio figlio mi
diceva che eravate creature care, che guardavate nel fondo del cuore
dei vostri amici umani.»
«C-Così
almeno si diceva di noi! Ma in realtà noi siamo pieni di
difetti...»
«Però...desiderate lo stesso guardare dentro di
noi?»...«Sì, quello
sempre!»...«Bene.
Allora adesso il cuore non è disponibile. Però io
ho
un’altra cosa da mostrarti. Per questo ti ho chiesto se avevi
fegato...» orientandogli lo sguardo là, sul tavolo
operatorio...
Gli occhi del piccolo drago si dilatarono più che mai...
...e
nell’assenza di commenti e parole, si riempirono di lacrime
inarrestabili, che scolarono sul suo camice.
Evidentemente stava
guardando l’operazione in atto, ma la vista di
un’apertura
chirurgica non gli suscitò paura o ribrezzo: quella che si
leggeva nei suoi occhi era una tenerezza infinita, al sussurro del
medico «Gli stiamo estraendo il tumore...
...il nostro chirurgo
lotta contro la stanchezza, è davvero bravo.»
“Ryo, quello sei
tu...? Ma come ho fatto...? Come ho potuto abbandonarti,
così
indifeso com’eri?! Ti prego...aggrappati a questi medici come
facevi con me, devi farti salvare! Perché ti prometto...
...che se vivrai
questa volta sarà tutto diverso...!!! Sorgerà una
nuova
alba, basta con questa vita dissoluta che ho condotto!! Basta essere un
padre
assente, ed un marito mascalzone! Io metterò la testa a
posto,
ti prometto che per me non esisterà più niente e
nessuno,
soltanto tu! Mi trasformerò nel Digimon
più...premuroso e
amorevole, non mi importa di sembrare sdolcinato! E ti
seguirò
in ogni...tappa della tua riabilitazione! Sarò buono e
paziente...basta essere un nullafacente, ti aiuterò a fare i
primi passi! E ti...
...imboccherò
quando l’infermiera ti porterà la cena! Io non ti
abbandonerò più-”
«Monodramon...»...«Cosa
c’è...?»
chiese timidamente.
Il medico rispose «...è fatta...
...abbiamo estratto il tumore...
...non ci sono danni. E’ salvo...
...è
salvo.» mentre una lacrima del Digimon scendeva, ma
trovò
la forza di indicare un recipiente «Dottore...è
quello il
cancro che avete estratto.
Vero?»...«Sì...»
«Devo fare una
cosa...l’ho sempre fatto.» e così
soffiò una
piccola e innocente sfera di fuoco, che fluttuò fra i
presenti
incantati...
...fino a colpire il
materiale estratto, e disintegrarlo «Sparisci brutto
mostro...e
smettila di tormentare il mio amico.» furono le parole
conclusive
del Digimon, per poi sorridere sotto la sua mascherina «Ryo,
ce
l’abbiamo fatta anche stavolta! Ora riposati, la battaglia
è finita...
...ti aspetta il futuro.»
Gli occhi del giovane
erano chiusi, ma il suo sonno sembrava sereno (fine-canzone)
Non era ancora sorto
il sole, ma il panificio Matsuki poteva vantare di un ampio
assortimento di pane a dispetto della cattiva sorte, e dopo
quell’impresa, i tre domatori di Digimon avevano ceduto al
sonno.
Ma questo fu spezzato
da uno squillo di cellulare, al quale Rika si svegliò di
scatto
pestando qua e là fino a recuperare il telefono
«Pronto?!...
...p-pronto? Non si
sente niente, c’è poca linea un attimo
soltanto!!»
sfrecciando di corsa all’esterno.
Takato non fece in
tempo ad aprire il suo occhio, che già Henry gli prese la
mano,
capendo che si trattava di quell’importante notizia.
«C-Come...?» sentirono la voce di Rika rompersi nel
pianto,
ed ebbero paura. Ma questa si sciolse quando videro il sorriso della
ragazza oltre la porta di vetro, così luminoso da anticipare
il
sole della mattina «Vi ringrazio...vi ringrazio di cuore per
aver
salvato mio marito.»
Takato cedette alla
commozine, e si gettò su Henry che lo strinse più
forte
che poteva, commosso anche lui.
«A-Al più
presto andremo da lui...» disse Rika rientrando, per poi
chiudere
la chiamata. Ed esultare come poche altre volte aveva fatto
«Ryo
è salvo!! Vi rendete conto, ragazzi?!! Lui è
salvo!!» gettandosi nel loro abbraccio. Henry disse
«Il
nostro pane ha portato fortuna...» e Rika guardando verso
l’alto «Sì, ha portato fortuna!! Questi
luoghi
portano fortuna, portano fortuna i nostri ricordi!! Takato...
...il panificio si
salverà, lo sento! Come è stato per Ryo tutti i
nostri
affetti si salveranno!!»...«Spero sia come dici
tu...» sorrise il ragazzo, aggiungendo
«...comunque, ora
non mi importa: adesso la cosa che più conta è
che Ryo si
sia salvato!» pensando fra sè
“Guilmon...Ryo
è salvo, ti ringrazio per aver badato a lui come di certo
hai
fatto.” «Beh allora viva i Digimon
Tamers?» propose
Henry, e Rika convinta «Sì, viva i Digimon Tamers!
Digimon
Tamers per tutta la vita!!» ma udirono la voce di qualcuno
che si
stiracchiava.
Leaf giungeva in quel
momento «Che buon profumo!» e li trovò
tutti e tre
abbracciati. Henry assunse sguardo assorto
«Takato...è un
tuo cugino?» ma Rika passò dalla gioia a una
rinnovata
determinazione «No, non è un parente! Attenti
ragazzi,
questo è il tipo che si è imbucato in
casa!»
«I-Io non sono
un tipo sospetto!» ribatté il rapper, ed Henry
mormorò all’orecchio di Takato
«Ptsss...cos’è questa
storia?»...«Il
rapper di cui parlavamo ieri sera: ha incontrato mia madre non si sa
come, e lei lo ha trascinato qui.» ma un dettaglio
spaventò Henry «Ptsss, Rika, le mani! Hai visto le
mani?»...«Da un pezzo, per questo ti dico che
è
sospetto!» al che il domatore moro avanzò verso il
giovane
«...perché tieni le mani coperte? Nessuno di noi
lo
fa.»...«Uhm?! N-No ma sono...fasciate! Ho avuto un
brutto
incidente, e il medico mi ha detto di-»...«Non ti
credo.» affermò Henry ferreo «Fammi
vedere!»
ma Leaf si tirò indietro «No! Non posso, se mi si
aprono
le ferite esce un litro di sangue, e-e poi non nascondo niente! Le mie
sono mani come quelle di tutti!»...«Tu sei un
Digimon...!!
Dì la verità!» lo accusò il
giovane
apertamente, mentre Leaf realizzava lentamente chi fosse
“Henry...” «Come sei arrivato in questa
casa?!»...«E’ stata la signora Matsuki!
Ci siamo
conosciuti e lei ha offerto...d-di aiutarmi, l’ho
già
spiegato un milione di volte!»
L’alto ed
elegante domatore incrociò le braccia «Io sono
Henry Wong,
un amico di Takato! Mettiti bene in testa una cosa, che lui non
è solo! Il fatto che i suoi genitori abbiano...
...perdonami Takato...
...perduto
completamente il cervello, fino al punto di trascinare uno sconosciuto
in casa non significa affatto che tu abbia campo libero! Guardaci bene:
io e lei siamo come due guardie, sembriamo due ragazzi comuni...
...ma quando dobbiamo
difendere qualcuno che ci è caro diventiamo invincibili, e
Takato è fra questi.»
“Ciò non
può che rincuorarmi...i Digimon Tamers uniti come un
tempo!” «Perché hai quel
sorriso...?»...«Ihm!
Cosa?!»...«Ora mi hai
veramente stancato: cosa credi, che siamo tutti stupidi?! Fammi vedere
quelle mani, o in ospedale ti ci spedisco
io!!»...«A-Ahhh!» aggrappandosi alla sua
maglietta.
Rika esclamò «Henry, attento!»
I due ragazzi stavano
per accapigliarsi, ma in quel momento arrivava Cindermon con Benji in
braccio «Hai fatto una bella sorpresa alla zia Cindermon! Ora
andiamo a scoprire il mistero: da dove proviene questo odore?
Oh!»
Henry dovette
arrestarsi quando vide suo figlio «Benji!» mentre
Leaf
scivolò sui gradini «Io sono stanco!! Non ne posso
più di dare giustificazioni!! Io sono innocente, non sono un
criminale!»...«COSA succede qui?!»
tuonò la
ragazza digitale, e mentre Henry riprendeva il bambino Rika
esclamò «Cindermon! Noi abbiamo sospetti su questo
tipo,
non ci va che viva in questa casa!!»
«Almeno tu
aiutami!!» supplicò Leaf sull’orlo delle
lacrime
«Fai capire a Takato ai suoi amici che io non sono cattivo,
i-io
non posso sempre difendermi da gente che mi picchia!»
Benji era scoppiato in
lacrime, ed Henry lo carezzava «Sta tranquillo, piccolo
mio...non
è successo niente.» e in quel momento comparve
anche
Renamon dietro la vetrina «Rika! Ma allora sei qui, quando mi
sono svegliata e non ti ho trovata ho avuto uno
spavento!»...«Renamon!» la ragazza corse
da lei
«Scusami, mi dispiace davvero di essermi
allontanata!» ma
sia lei che Henry erano incerti se lasciare la situazione in sospeso.
Sicché
Cindermon dopo aver scrutato il rapper con occhi penetranti
annunciò «Lasciate stare! Tranquilli, lasciate
fare a me!
Vieni qui tu.» afferrandolo per il braccio
«Ahi!»...«Ci penso io! Voi pensate ai
vostri figli,
ai vostri Digimon, qui ci penso io!» trascinandosi il rapper
in
cucina, mentre dalle scale sbucava Nakao, con aria assonnata
«Avete fatto il pane...?»
Takato si
avvicinò a lui, e gli rispose con dolcezza
«...sì.
E non era la prima volta.»
Leaf fu spinto verso
il lavandino «A-Ah-Ohhh!»...«Apri bene le
orecchie!» intimò Cindermon «Stammi a
sentire
perché non intendo ripeterlo!»...«Sono
aperte le mie
orecchie, me le hanno sfondate!»...«Oh come siamo
delicati!
I rapper, abituati a un ritmo FRACASSA-TIMPANI hanno le orecchie
sfondate per semplici baruffe fra ragazzi?? Siamo sicuri di fare questo
mestiere, nella vita...?»
«...che cosa intendi dire...?» domandò
il ragazzo spiazzato.
«Ti rispondo
subito! E lo farò con un’altra domanda! Sei un
Digimon,
per caso?!»
Leaf avrebbe voluto indietreggiare, ma il lavandino glielo impediva.
«Sei un
Digimon?! Guarda che se sei un Digimon...qui possiamo risolvere la cosa
pacificamente! Ascolta...» Cindermon prese fiato e chiuse gli
occhi per mantenersi calma «Da quel che mi pare di aver
osservato
con il mio occhio scrutatore...non sei proprio il classico esempio di
tipo sanguinario, da cui gli abitanti di una casa si debbono ben
guardare! Se sei stato messo in mezzo in questa faccenda per errore,
TIPO solo per fare un esempio...
...se qualcuno ti ha
ingaggiato per compiere ciò che non ha PIU’ il
coraggio di
fare dopo il COLPO SPARATO dell’altra volta...!!!»
Leaf si portò le mani alla bocca.
«...possiamo
chiudere la faccenda qui: tu ti fai le scale prepari le tue belle
valigette e tanti saluti!» disse la Digimon nel gesto
enfatico di
pulirsi le mani «Niente polizia, niente sirene visto che ci
sono
bastate quelle dell’ambulanza! E ognuno per la sua strada:
senti
dovresti ringraziare, perché raramente ti
capiterà di
trovarne una buona come la sottoscritta!» con un altro
sospiro
«...ma in questo momento la cosa che mi sta più a
cuore
è la salute di Takato: pagherei perché attorno
possa
avere tranquillità...se hai ben notato è molto
stressato.
Comunque anche tu non scherzi, visto che hai le lacrime agli occhi tre
volte su
due!»...«I-Io!»...«Pensa bene a
quello
che dirai...
...qualcuno ti ha dato
dei soldi perché ti infilassi in questa casa?! Hai per caso
mai
visto...
...questa
donna?!» sfoderando un foglio con uno schizzo un
po’
infantile ma dopo tutto non così brutto «E quella
chi
è?!»...«E’ la donna...
...che ha ucciso mia madre.» (canzone: The
Calling - Could it be any harder)
Leaf sgranò gli occhi.
«VIOLETTA, si
chiama Violetta! Dì la verità...è
stata lei a
commissionarti il lavoro?!» ma lui ribatté
«P-Perché dici che dovrei aver parlato con questa
donna?»
«Perché
lei ci odia. Ha promesso di distruggerci tutti, e non ci
darà
pace finché non l’avrà fatto...
...lei mira alla
distruzione di Digiworld e della terra, vuole sostituirli con un mondo
di...pfff, bambole al suo servizio, di cui lei sarà la
regina. E
per farlo le occorrono dei talismani, le stiamo sullo stomaco
perché se non fosse stato per noi si sarebbe già
impossessta dell’ultimo.»
«L’ultimo...?»
«...considerato...che possiede già il Cuore
digitale di Hideki...
...e di mia madre, i
suoi vecchi compagni. Lei un tempo era una Digimon Tamer...
...ma ha tradito i suoi ideali.»
«Tu vorresti dirmi...
...che
c’è un essere malvagio che ha sottratto il cuore
della
donna...che ti ha dato alla luce?!»
Ma Cindermon lo
guardava con determinazione «E’ proprio
così. Ormai
sono abituata all’idea.»
«...io sarei disperato al posto tuo...
...eppure sembra che una forza ti spinga a lottare
incessantemente.»
«E’ la
speranza nel futuro. Ormai non si può fare più
niente per
mia madre...
...così come
per il fratellino di Takato, che Violetta ha avuto il coraggio di
sfruttare per rubare la Sfera regale dal Palazzo!»
“...! Violetta
dev’essere...il vero nome di colei che si spacciava per
Purplemon!!”
«Però per altri è diverso! Per me, per
Takato...
...per te
c’è ancora qualcosa che si può fare!!
Per
cui...ascolta bene ciò che ti dico, se lei ti ha pagato per
ucciderci non rinnegare la tua natura buona! Se hai accettato
perché hai dei problemi allora...p-parlane, dannazione!! Ti
prometto che proveremo ad aiutarti ma lascia questa casa, ok?
E’
tempo di finirla coi sotterfugi...»
Ma a quel punto il
ragazzo acquisì grinta ed affermò
«...no, mai!!
Come puoi chiedermi questo?! Dovrei abbandonare la nave proprio quando
sta affondando?! Ieri sera quel biglietto è stato abbastanza
chiaro! Il panificio è in pericolo e io ho promesso di
aiutare
la signora!! Se tu hai dei principi beh anch’io ho i miei! Mi
sono prefisso un compito...
...e non me ne
andrò di qui finché non
l’avrò
adempiuto!»
Cindermon lo
scrutò «...tu nascondi un carattere sotto quelle
bende...»
«Io sono un...!!...
...rapper, non te lo
dimenticare. Per quelli come noi...» portandosi il pugno al
cuore
«...una promessa è per sempre.»
I loro occhi si
incontrarono sulla linea infuocata della loro determinazione
«...ti capisco, perché anche per me è
così.
Io ho fatto la promessa di proteggere Takato...e nulla, credimi, nulla
e nessuno mi impedirà di adempierla.»
«Tu...sei quella
che veglia su di lui. Posso farti una domanda? Che cosa
provi...?»
«Posso risponderti...
...che è la
cosa a cui tengo di più al mondo. La cosa più
importante...» replicò la ragazza, con un tono
particolarmente caldo.
“E’ proprio come me, un tempo! Convinta e disposta
a tutto...
...è così bella...e noi siamo così
simili. Uniti
dal destino...”
«Lo sai? Mi
sembra di conoscerti...» mormorò lei «Ci
siamo
già visti da qualche parte? Dì la
verità...perché tanto io ti leggo dagli
occhi...che tu
sai più cose di quelle che dici.» ma il ragazzo
senza
esitazione replicò «Può darsi che ci
siamo
incontrati una volta o l’altra nei molti giri della vita! Ma
come
hai detto tu...
...ora non conta
ciò che è stato. Ma solo questo profumo: lo
senti? Oggi
l’odore del pane è più intenso che
mai...»
Fu allora che
Cindermon posò il disegno e disse «Hai
ragione...»
distendendosi...e prendendo un respiro profondo assieme a lui, ad occhi
chiusi, per fare entrare nei loro polmoni l’aria di quella
cucina.
Riaprirono gli occhi
sulla vetta del respiro...ed espirarono guardandosi l’un
l’altro, in perfetta coordinazione, non lontani dal sorriso.
Cindermon
affermò «...va bene! Senti, mi prendo io la
responsabilità di spiegarlo a Takato e agli
altri.»...«Dici davvero?!»
sussultò Leaf, e
lei «Puoi restare in questa casa ma...ehi! Niente scherzi!
Takato
non si tocca...
...chi ci prova se la
vedrà con me.»...«Senti,
un’ultima
domanda!»...«Andiamo...! Cosa
c’è?»
sospirò lei, incrociando le braccia e accennando un sorriso
a
metà.
«C-Chi è...veramente...Takato?...
...e-ecco vedi è che io...l-lo conosco poco...»
«Takato è
il figlio dei padroni. Il maggiore...perché il signor
Takehiro
ha anche Nakao.»...«Sì questo lo so! Ma
intendo
dire...chi è lui come persona!»
Cindermon
scrutò il rapper, che sostenne il suo sguardo.
Dopodiché
disse «Lo conoscerai.»...«No
aspetta!» e fu
allora che lei gli svelò «E’ un gran
bravo
ragazzo.»
Gli occhi di lui si spalancarono.
«Sfortunatamente
però ha sofferto molto. E’ per questo che ora ha
un
carattere difficile.»
“Ahh! Questa
Digimon sta dicendo che...il mio Takato ha sofferto tanto! Ma
perché?! Cosa è stato mai a dar dolore al mio
bambino?!”
«Ah, a
proposito, visto che resterai qui potresti farmi un
favore?»...«Uhm?!» lui scattò
subito
sull’attenti.
«Se si presenta
una certa Jeri Katou potresti farmi un fischio per favore?»
al
che Leaf spalancò lo sguardo «JERI KATOU...?! Ma
lei...
...c-chi
è?» e Cindermon accennò «La
fidanzata...!» prima di allontanarsi, e lasciarlo solo.
Il cuore di Leaf
scoppiò di entusiasmo “Non posso crederci!
Jeri...la
fidanzata di Takato! Finalmente c’è riuscito!
Allora vuol
dire...che non è così cambiato se lui e Jeri
stanno
assieme!”
...ma non udì Cindermon che mormorava fra sè
«...l’EX fidanzata...
...è meglio mettere la sentinella alla porta, per evitare
che si
faccia vedere!»
“E’ una
notizia meravigliosa! Jeri e Takato fidanzati, dopo tutti questi
anni!!” pensava il rapper con una luce negli occhi,
afferrando
del pane e mangiandolo senza badarci troppo “Bravo amico mio,
finalmente hai conquistato la ragazza dei tuoi sogni! Come è
buono questo pane...gnam! Erano dieci anni che non sentivo sotto la
lingua il delizioso sapore del tuo pane...
...e del nostro passato...” (fine-canzone)
Una mano dallo smalto
scrostato sorreggeva una sigaretta. Il volto di Jeri
rifletteva
pena, mentre camminava per la sua stanza “Questa notte...non
è stata che un incubo interminabile...”
...aggiustado la foto
di sua madre, ed aprendo lentamente il quasi vuoto cassetto del
comodino “No, accidenti! Ho solo quattro spiccioli, che mi
bastano a malapena per uno spuntino al volo!!” cadendo seduta
sul
letto “E se non pagheranno in tempo il panificio
chiuderà!
A chi posso chiedere soldi per aiutare Takato? Non ho
parenti...né amici ricchi! Sono completamente
sola...”
balzando in piedi, e riprendendo a camminare tra il fumo che spargeva
“E ormai è questione di tempo prima che si
accorgano di
come sono ridotta! Sono povera, e non ho neanche i soldi per portare i
vestiti in lavanderia! Ho bisogno di qualcuno che pensi a me...
...ma i morti non
riaffiorano dalla tomba, e ormai i miei genitori non torneranno
più indietro...”
Avviandosi lungo le
buie scale in discesa “Quasi spererei in un attacco...
...un agguato
improvviso di un Digimon, che potesse cambiare le cose. Ma purtroppo,
proprio in momenti come questi tutto si ferma...”
Giungendo nella sala
ristorante, ormai abbandonata e in rovina “Se solo tu avessi
accettato di assumermi al negozio! Avrei potuto alloggiare a casa tua,
e...dimenticarmi, per qualche istante di tutto quello che lasciavo
indietro! Sarebbe stata come un’ultima...esaltante missione,
avrei concentrato anima e corpo nel trovare una soluzione ai tuoi
problemi, prima della...scadenza della banca. Ma tu, non hai
voluto...” (canzone: Laura
Pausini - You are) sedendo sullo sgabello, con
le lacrime agli
occhi “...e benché ora sia circondata solo da
polvere, e
vetri infranti...
...non è la
povertà, né la vergogna a darmi dolore!
E’ la
nostalgia...
...mi manchi da
morire, amore mio...e ogni secondo che passo lontana da te è
come se non respirassi, mi sento soffocare del mio stesso fumo. Ti amo,
Takato...
...n-non posso vivere
senza di te! Possibile che non ti accorgi del mio grido?! Un
tempo...riuscivi a sentirlo...”
...sorridendo di
tenerezza, mentre scrollava la sigaretta per tornare a sorseggiarla
“...anche se ero...lontana, su una bolla sospesa sulla
città. Come si spiega che oggi non riesci a udirlo, quando
sono
a un passo da te...? Ed il D-Reaper era niente...
...sì...era
niente confrontato al tuo rifiuto, e a questa straziante lontananza!
Scalerei un grattacielo con le mie sole forze...
...per tornare
all’interno di quella prigione, se solo in quel modo tu
potessi
udirmi come allora! E non mi importa che la gente mi veda povera...
...vestita ogni giorno
con gli stessi abiti. Non mi interessa più di essere una
ragazza
ricca o alla moda, se non posso avere te...
...amore mio! Takato...
...amore mio...”
Le lacrime si
mescolavano al fumo, e le impedivano di scorgere quella sagoma a
vegliare su di lei: un folletto basso e dalle orecchie pendule che
sostava sulla porta con espressione orgogliosa, incerto se entrare o
no...
«Questo è il
pane che ho fatto stanotte, assieme ai miei amici...»
descriveva
Takato al fratellino, che osservò «Avete orari
strani per
fare il pane!»...«Oh, ma il pane...si fa sempre la
notte.» gli sorrise, sfiorandogli il capo
«Altrimenti poi
non lo si potrebbe vendere alle persone che si svegliano
presto.»...«Guarda che lo so! Mia madre usciva
sempre
presto per portarmi...il pane più buono. Questo quando aveva
abbastanza soldi...» celando i suoi occhi sotto i capelli.
Takato lo
guardò con pena, e disse «E’
un...peccato che siate
vissuti in un altro quartiere, altrimenti un giorno o l’altro
ci
saremmo incontrati...»...«E mi avresti dato il tuo
pane in
elemosina?!» provocò il ragazzino, ma Takato
ammise deciso
«...questo mai! Io non faccio elemosina a mio fratello. Mio
fratello ha una dignità! Deve sempre lottare...e a proposito
di
questa storia! Volevo continuare il discorso di ieri sera...»
...mentre Leaf passava da quelle parti e lo ascoltava...
«...guarda che
tu non devi piegare la testa a tutto ciò che ti dice
papà. Se qualcosa non ti sta bene tu devi
rispondere!»...«Ancora con questi
discorsi!»
ribatté stizzito il ragazzino «”Devi
rispondere”...”Devi sempre lottare”...ma
non capisci
che è inutile?! Io sono morto, un fantasma, non te
l’hanno
spiegato a Digiworld?!»
Al che Leaf
sussultò “Ecco cosa voleva dire Cindermon!!! Lei
ha detto
che per Nakao...non c’è più niente da
fare. Ma
allora lui è...” «Basta con queste
sciocchezze!» tagliò corto però Takato
«Ora
tu sei qui, davanti a me...
...vuoi restarci?
Bene!»...«Sì, io voglio restare! Almeno
finché il panificio non sarà
salvo!»...«Questo vuol dire...che devi comportarti
come un
uomo, ma non come intende papà! Ma come TU lo intendi.
Quello
che dice la gente...non sarà mai importante! I tuoi gusti e
la
persona che sei...tu devi difenderli con ardore...»
Nakao si scostava la frangetta con fare interdetto...
...e Leaf “Quel
bambino è soltanto un fantasma...ma Takato lo tratta con
rispetto! E che principi...lo esorta a essere se stesso, e a
infischiarsene dell’opinione della gente! E’ una
bellissima
cosa...
...e non è da
tutti, in questo mondo...reale o digitale che sia...”
«Se sarò
più deciso conquisterò anche le
ragazze?!» chiese
Nakao, ma l’attimo dopo «Uhm!» si
tappò la
bocca, ricordando per l’ennesima volta della sua condizione.
Takato però ribatté «Certo! Alle
donne...
...non bisogna
sfornare un prodotto preconfezionato. Non c’è dono
che sia
più bello di un amore autentico...dove ognuno può
esprimersi liberamente, alla faccia di tanti modelli e
stereotipi.»
Dopo un attimo di
esitazione, Nakao disse con occhi profondi «Io so che
c’è una ragazza che ami molto, Takato...
...conosco anche il
suo nome!» ma un velo grigio di dolore attraversò
il volto
del giovane.
Leaf si sentì
entusiasta “...anch’io!!!” ma in quel
momento Takato
si volse «Guarda guarda!»
Il rapper sussultò «Uhm!»
«Abbiamo
qualcuno che ci ascolta, Nakao.» accentò con la
sua nota
ironica, che nuovamente adombrò gli occhi
dell’altro.
Impmon si fece coraggio, ed avanzò nel ristorante.
Lei neanche lo notava,
e sorseggiava la sua sigaretta. Ma lui la fissava, e si guardava
attorno “Che succede alla mia domatrice...? Non si accorge
neanche che sono qui. Neanche il suo odio le permette di percepire i
miei passi, per balzare in piedi e ribadirmi quanto mi disprezza!
E’ questa la ragazzina a cui dieci anni fa ho dato tanto
dolore?
Io...non la riconosco! E’...questa ora la sua casa?...
...ma questo posto è orribile...
...è così diversa dalla casa di Akemi e
Mako...”
Ma Jeri non aveva
occhi per i Digimon, poiché la tristezza aveva inondato
tutto.
Le restavano i ricordi, e mani tremanti per sorreggere una sigaretta.
Con un folletto viola alle sue spalle (fine-canzone)
Takato avanzò
verso Leaf «Avevi bisogno di
qualcosa...?»...«N-No,
io...passavo qui per caso e
così...»...«...certo. Tu
passi sempre per caso! Passavi per caso anche il giorno che hai
incontrato mia madre, scommetto.»...«...no, quel
giorno non
era un caso se mi trovavo lì...»
mormorò il rapper
con sguardo intenso «...LI’...dove, se è
lecito
sapere?»...«...nel luogo in cui...!!!»
Ma si arrestò.
Nakao alle spalle del fratello lo fulminava con lo sguardo.
«...hai perso la
lingua?» insinuò Takato «Conosco quel
posto...? Mi
sembravi sicuro da come sei partito. Brutta cosa un rapper che lascia
COSTANTEMENTE i suoi versi...a metà!» (canzone: P!nk
- Where did the beat go?)
Ma la madre del
domatore si accostò loro «C’è
qualcosa di
ancor peggiore per un rapper, come ad esempio...non saper rispondere
per le rime a chi lo provoca! Avanti Leaf!» lo scosse lei per
le
spalle, nel tintinnio delle loro catenine «Ti ho sentito
assemblare freestyle nel giro di pochi secondi, coraggio! Grida a tutti
il fatto nostro!»...«...io...non sono una
macchinetta che
fa rap a comando, signora.» replicò il giovane
sforzandosi
ad essere educato «Ma questa è una situazione
d’emergenza, Leaf! Vogliono metterci i piedi in
testa!!»...«Io cred-io credo...ehm ehm!»
si
schiarì la voce, visibilmente nervoso «...io mi
scusi se
la contraddico ma credo che se dobbiamo far fronte a un problema
dovremmo essere una squadra unita.»...«UNA SQUADRA
UNITA?!» Mie sembrò sovrastarlo con la sua
altezza,
benché non fosse elevata «...MAI! Mi hai sentito?!
Questa
è una gara! GA-RA, non sono io a doverti spiegare come
funzionano queste cose!...
...dobbiamo dimostrare
all’altra fazione che siamo i migliori, dobbiamo batterli sul
loro stesso
terreno!»...«All’”altra
fazione”...??» domandò Leaf piuttosto
scettico e
poco invogliato, mentre Mie provocò «Hai
già
iniziato a fare i vocalizzi, ragazzino?!»
Nakao si portò
ma mano alla gola, e Mie ironizzò «Ora
è inutile
fingersi ingenui, l’abbiamo capito tutti che
“canti”...! E che canti anche molto bene! Ma noi
due siamo
molto migliori, incarniamo il genere moderno mentre a te
tutt’al
più potrebbero metterti a fare i canti di
Natale!»...«Ora basta, mamma!!» si
sovrappose Takato
«Non ti permetto di trattare così mio
fratello!»...«”Tuo fratello”,
ma sentilo, lo ha
già accolto nella famiglia! Forse dovrei ricordarti
com’è venuto alla luce questo bambino...»
...e sotto gli occhi sconvolti di Nakao, e soprattutto di Takato...
«Lui è
figlio di una prostituta...tuo padre una notte non sapeva che fare, ed
era smarrito per la frustrazione di avere una moglie che pensa a tutto,
mentre lui aspirava solo a stare in panciolle! Così una sera
ha
preso la sua macchina parcheggiando in un quartiere a luci rosse, ed
è lì che è avvenuto il
“miracolo”,
ahahahah! Questo spettacolare concepimento non è altri che
lui,
il “frutto di una notte d’amore”...!
Proprio di un
bel tipo di amore si
parla!»...«Signora!!»
esclamò Leaf.
«I-Io vado in
camera mia!» balbettò Nakao già
sull’orlo
delle lacrime per poi correre via, incurante dei richiami del fratello
«Nakao!! Aspetta!» che poi fissò con
astio la madre
«Non credevo...che mai nella mia vita ti avrei sentita
parlare
così. Sei una vipera...!»
Leaf si portò
le mani alla bocca, e Mie «Attento con le parole, ti
restituisco
solo ciò che mi hai offerto! Credi che sia facile per una
madre
accettare che un figlio le risponda sempre peggio?! Che si faccia
sempre più aspro?! Per una volta avviene che la situazione
si
ribalta, ed è il...genitore a mettere la catenina e
l’orecchino! Dunque come ve la cavate voi figli?! Non vi
invidio
per niente...» allontanandosi col suo passo volutamente goffo.
Takato era sul punto
di rincorrere il fratello, ma poi puntò il rapper con
risentimento «E
tu?»...«C-Come?!»
sussultò, già sufficientemente spiazzato
«Non sei
stato capace di dire niente...? Ma che razza di persona sei?! Soltanto
un servo dei più forti!»
«N-No, aspetta
Takato! Ti assicuro che c’è un
equivoco!»...«Un equivoco?!!...
...qui è stato
insultato il bambino...il modo in cui è venuto alla luce! Le
tristi condizioni della sua crescita, e tu che fai?! Resti
lì
muto, a dare con la tua presenza man forte a mia madre?!»
Leaf non aveva la forza di ribattere.
«Sei un rapper,
e dovresti difendere i più giovani. Dovresti tutelare chi ha
avuto un passato difficile, ma come ho sempre creduto...la vostra
è solo un’apparenza, in realtà i veri
conformisti
siete voi, schiavi obbedienti...di chi oggi ci
schiaccia!»...«Q-Questo non è
vero!»
balbettò con le lacrime agli occhi, ma Takato
infierì
«Sì che è vero! Sempre a dire
“sì
signora”, ”scusi signora” non dimostri il
minimo
coraggio! Sei incolore, privo di spirito! Dove sarebbe la forza del tuo
personaggio? Si fa un bell’affare a essere difesi da
te...»...«TAKATO ASPETTA!» ma era
già lontano,
presso le scale «Non invidio il tuo produttore discografico!
Se
dovessi disegnare un rapper sarebbe il tuo perfetto opposto!»
Quelle parole lo
ferirono, facendogli cadere le sue mani bendate “...forse ha
ragione! Non sono più quello di una volta, perché
me ne
sono stato zitto?! Forse perché ho del risentimento nei
confronti di Nakato? Ma no, sto mentendo...
...la verità
è che mi ha sconvolto vedere la signora così
accanita, e
sentirli litigare in questo modo! Ma devo riconoscere...che seppur
piene di rancore le parole di Takato erano giuste. Perché
non
l’ho difeso?! Non mi abituerò mai a questo mondo...
...adesso lui mi
disprezza!!” appoggiandosi tristemente allo scaffale
“E’ vero, Cindermon è la Digimon che fa
per lui
oggi. Determinata, sempre pronta a gestire ogni situazione! Non
c’è più spazio per me...”
smarrendo i suoi
occhi malinconici oltre la vetrina (fine-canzone)
Jeri si accorse di lui
quando pestò una scheggia di vetro con la sua zampetta.
«Uhm? Impmon...!» balzò in piedi la
ragazza.
«Non dovrei essere qui
ma sono venuto ugualmente!» esordì il Digimon con
pochi
complimenti «Ascolta Jeri...» sospirò,
facendosi
molto serio «...ho incontrato Calumon, è successa
una cosa
molto brutta: purtroppo Ryo si è ammalato e...
...questa notte
l’hanno operato. Gli altri Digimon Tamers presto andranno a
trovarlo e...sono venuto a dirlo a te perché PRESUMO non lo
sapessi.»
Il volto della ragazza
si fece attonito, e il Digimon girò le spalle
«Rifletti
bene, non credi sarebbe il momento di chiedergli perdono per
ciò
che gli hai fatto?!» (canzone: Claudio
Baglioni - In un'altra vita)
Ma Jeri ebbe un
sussulto di speranza «Takato! Anche lui sarà
lì...!...
...tutti riuniti, un amico che sta male...
...come nei cartoni,
è il momento...ideale per riappacificarsi! E ricominciare da
capo...» afferrando frettolosamente la borsa, sotto i
richiami di
Impmon «Jeri! Hai capito quello che ti ho detto?!»
Ma come se lui fosse invisibile si affrettò ad uscire.
«Ma che le
prende...non mi ha neanche risposto. E’ come se i suoi
pensieri
la trascinassero...in un mondo tutto suo...»
Respirando un alito di
vita nuova mentre il sole sorgeva tra i palazzi, Jeri pensò
“Takato, sono certa che questa volta...mi ascolterai! Ecco,
così è l’amore...
...una nuova occasione...
...un nuovo giorno...!!”
Ed il suo passo non
era più barcollante, attraversava spedita la strada con la
sua
borsa a tracolla.
Ma Impmon sbucò
sulla porta del ristorante «Non si è neanche
preoccupata
di chiudere. Qui c’è qualcosa che non va, debbo
tenerla
sotto controllo...»
Nakao stringeva forte
il pupazzo di Agumon, e serrava i denti per non piangere. Ma due mani
amorevoli lo strinsero alle spalle «Sai, l’ho fatto
anch’io con lui...» sussurrò Takato
«...lo
stringevo forte, esattamente come fai tu.»
«Q-Quando avevi
la mia età...?» chiese il ragazzino, ma Takato
rispose
«...no...
...da più
grande! Mano a mano che crescevo la mia voglia di abbracciarlo si
faceva sempre più intensa.»...«...mi
hanno sempre
detto che accade il contrario!»
«...ti accorgerai che non è così...
...non chiedermi dove,
non chiedermi come farai! Ma un giorno tu guarderai la vita
dall’alto...e conoscerai ogni suo risvolto, Nakao. Allora
ripenserai alle mie parole...e non ti suoneranno più tanto
strane.»
«...magari
dall’arca che tu e gli altri avete
cavalcato...»...«Oh? Conosci Grani...?»
ma il
ragazzino si volse «...non dimenticare che io so molte cose.
Ho
trascorso molto tempo a studiare le vostre avventure! Conosco ogni
volto, e le comparse...!»...«...bravo!»
si accese lo
sguardo di Takato, che disse «Sarebbe stupendo poter restare
ore
a parlarne perché sai...
...anch’io per
tutti questi anni non ho fatto che tornare, con la memoria e col
computer...a quei tempi felici, perché erano
l’unico bene
che mi restava. Però non vorrei parlare solo di me, mi
piacerebbe conoscere...
...il sole che nasce
dietro i palazzi...visto dai tuoi occhi. Quei ricordi che mia madre
disprezza! Non devi darle ascolto...» sussurrava
«...è una donna che ha sofferto
perché...a dispetto
di ciò che adesso dimostra...lei ama molto mio
padre.»...«Anche mia madre lo ha
amato...»...«...bene...» diceva il
maggiore
carezzandogli la pallida mano «...un’altra cosa che
abbiamo
in comune. A parte il sangue...!»...«Quello io non
l’ho più...» lo contraddisse Nakao, ma
Takato lo
strinse forte con un sorriso sicuro «...e chi ti assicura che
io
parlassi di quello che esce quando ci si
ferisce?»...«Oh?» quelle parole
lasciarono dubbioso
il ragazzino.
Takato gli
sussurrò all’orecchio «Dimmi Nakao, ora
in
confidenza...
...è vero che canti?»
In quel momento Henry
si affacciò alla stanza «Takato? Cindermon ti
vuole.» ma quando vide i due fratelli abbracciati si
ritirò in fretta «Ah no scusa, scusa!!»
«Niente paura!
Dille che arrivo fra un attimo, Henry.» ma Nakao si
asciugò le lacrime e disse con tono ambiguo «Vai,
vai...non vorrai fare aspettare la tua Digimon. Chissà,
magari
avete un attacco nemico!»...«Però
risponderai alla
mia domanda...» volle assicurarsi Takato. Il fratellino
rimase un
po’ interdetto, e si nascose il volto dietro i folti
capelli...
Di sotto c’era
anche Rika, impegnata a far valere le sue ragioni «Tanto puoi
dire quello che vuoi Cindermon: io non sono
d’accordo!!»
con eco di Renamon «Neanch’io: è
pericoloso ospitare
uno sconosciuto, dopo quello che è
successo!»...«Ragazze dovete credermi!»
replicava la
giovane col ciuffo «Me ne assumo io la piena
responsabilità, io ho un certo intuito! Quel tipo
l’ho
osservato!! E vi assicuro che non è cattivo, potrebbe essere
qualcuno che ha bisogno d’aiuto!»
«Che cosa
significa, Cindermon?» si insospettì Takato, e la
Digimon
«Ah! Takato, meno male che sei arrivato: senti, io ho parlato
con
quel...rapper o quello che è non lo so, non ha importanza,
qui
non conta il tesserino che attesta il tuo mestiere! Siamo tutti grandi
e vaccinati, e io penso che lui meriti una
possibilità!»...«Vuoi che resti in
questa casa...?
Ma di sicuro ha raggirato mia madre!!»...«Senti...!
Potrebbe essere anche il contrario, scusa se te lo dico.»
Intervenne anche Rika «Sarà! Ma a prescindere da
chi abbia
raggirato chi lei non dovrebbe tenerlo in questa casa, è
rischioso! E imbarazzante...»
Quelle parole folgorarono Takato, per un motivo inspiegabile.
Henry discese le scale «Sapete? Mi sembra di conoscerlo...
...qualcosa di lui
è sepolto in un angolo della mia memoria, ma non riesco a
capire
quale! Spero non si tratti...del mio periodo di prigionia a
Digiworld...»
A quel punto Cindermon
si appellò a tutti «Ragazzi, lo so che forse non
condividerete la mia scelta! Ma noi lottiamo per la giustizia, e
RAGIONIAMO: se i nemici l’avessero incastrato...potrebbe non
sapere dove andare! Le apparenze molto spesso ingaaannano, io ero la
prima che giunta sulla terra sembravo intenzionata a fare un CASINO
BESTIALE! E forse l’ho fatto...
...però alle
volte i casini servono. E credo che ora...più siamo in
questo
panificio più sarà facile superare lo scoglio. So
che
tutti voi volete proteggere Takato...chi può capirvi
più
di me? Io sono la sua Digimon! Takato...
...te la senti di fidarti? Ti prometto che starò con cento
occhi!»
Ma il ragazzo era
rimasto imbambolato «Quello che hai detto prima, Rika...
...quella
frase.»...«Uh?» si volse la rossa
domatrice. E il
ragazzo svelò «Non so, forse è un caso,
forse fa
parte del tuo vocabolario. Ma quando hai detto che è
“rischioso, e imbarazzante” ho ricordato...
...che le stesse
parole tu le usasti per Guilmon. I primi tempi che giravo con lui, in
strada, sotto la luce del sole.»
Al nome di quel
Digimon, sui volti di tutti si dipinse un sorriso sospeso...di
malinconia e tenerezza, mentre i raggi di sole irradiavano il
panificio, e brillavano sul pelo di Renamon, la quale disse
«Rika...
...è il momento
di andare da tuo
marito.»...«Sì...»...«Comunque
lo
ricordo.» continuò la volpe
«E’ vero che ti
esprimesti così. Eravamo in un vicolo, un vicolo
cieco.»
sicché balzò all’esterno.
Henry con suo figlio
in braccio disse «Vi aspetto fuori, andiamo tutti insieme,
no?» per poi precederli, mentre Takato ricordava
«E’
vero, eravamo in un vicolo cieco.»...«Come adesso,
no?» gli fece notare Cindermon, con una carezza sui capelli
«Allora, tanto vale tentare! Tanto cosa abbiamo da
perdere?»...«Lo faccio solo perché sei
tu a
chiedermelo...» ammise serio il ragazzo «Nessuno si
è preoccupato per me come hai fatto tu in questo periodo.
Incontrarti è stato come...riscoprire i Digimon! Cindermon,
ora
tu sei il mio punto di riferimento, io...
...mi fido delle tue decisioni!» affrettandosi
all’esterno.
La ragazza
restò sola, all’interno del panificio assolato
«Incontrare te invece è stato scoprire
qualcosa...per la
prima volta.» in una dolce sfumatura dei suoi occhi azzurri
«Forse scoprire questo odore...» prendendo un altro
respiro
profondo...
...e guardando la sua
sagoma in controluce «...ti amo tanto, Takato. Io per te sono
solo un Digimon. Tu per me sei la vita...
...la gioia di vivere,
l’allegria tratta in salvo dal passato. Lo sai? Con il sole a
illuminarti sembra quasi tu non sia cresciuto. Eri proprio un...
...simpatico e
spiritoso ragazzino.» per poi raggiungerlo «Arriva
la
starrrrrr! Affermativo, la più sfavillante star digitale di
tutto l’universo!»...«Non montarti la
testa!»
scherzò il suo domatore «Senti carino, oseresti
forse
negarlo?!» ribattè lei e così via...(fine-canzone)
«E’ solo
l’inizio.» spiegava il medico a Rika nei corridoi
dell’ospedale «Suo marito dovrà
sottoporsi a
chemioterapia, per scongiurare quanto possibile un rischio di recidive.
Come sa, il tumore non è una malattia facile da
sconfiggere...»
La ragazza non
poté che rispondere «...lo so.» in un
respiro
consapevole di gravose verità.
«Si faccia
coraggio, e ingaggi questa battaglia! Ormai il peggio è
passato.» aggiunse il dottore prima di congedarsi. La signora
in
tailleur blu alle spalle della ragazza allungò la sua zampa
per
sfiorarle la spalla, e Rika si aggrappò a lei come suo
solito
per poi notare «Uh? Questo tailleur. Mi ha fatto venire in
mente
una cosa...
...bisogna avvisare la
madre di Ryo.»...«Non sarà
un’impresa
facile.» osservò Renamon celando il suo muso sotto
l’ampio cappello.
Il ragazzo dalla testa fasciata muoveva appena le palpebre, carezzate
dal sole.
«Il risveglio di
un domatore leggendario è un evento epocale...»
mormorava
Kazu stringendosi al suo amico Kenta, che per il sollievo non riusciva
a parlare.
A fare il palo sulla
porta era lo stesso primario, che osservava il paziente con espressione
rasserenata, come se attraverso di lui avesse compiuto un antico dovere.
Gli occhi azzurri del
giovane delineavano una sagoma violacea simile a un piccolo drago, in
piedi sul suo letto. Appena lo vide il suo cuore sussultò
d’emozione, e ancor più quando si udì
salutare
«Ciao Ryo.»
«...Monodramon!» riuscì subito a
intonare la sua
debole voce...
...nella commossa gioia dei suoi amici umani...
«...ecco...finalmente ti ritrovo, vecchio mio...»
disse Ryo
«...è...bello rivederti. Mi dispiace solo che a
mio
figlio...potrò parlare di te solo in sogno. Avrei tanto
sognato
di presentarti a lui...»...«Ma cosa stai
dicendo?»
piegò il capo il draghetto, e il ragazzo accennò
un
sorriso «Se ti vedo significa che io...
...sono morto,
perché niente all’infuori della pace eterna, e
della
libertà mi avrebbe permesso di
ritrovarti.»...«Ma
guarda che ti sbagli!» lo contraddisse il draghetto...
...mentre Kazu e Kenta si abbandonavano a qualche risata...
«Io non sono
Monodramon. Sono Midramon! Il figlio del tuo Digimon, quello che non
avevi ancora conosciuto.»...«Co-Cosa...?»
gli occhi
di Ryo si riempirono di stupore «E tu non sei
morto.»
«Nell’aldilà non sono ammessi due fans
sfegatati!» scherzò Kazu, segnalando la loro
presenza.
«R-Ragazzi, non
posso crederci, voi siete qui! E...anch’io, sono ancora vivo!
Midramon...
...ma allora...tu sei
salvo! Ora potrai tornare dai tuoi fratellini...voi quattro non
dovrete...mai separarvi!»...«Ti ringrazio tanto per
ciò che hai sempre fatto per la mia famiglia,
Ryo.»...«...scherzi...
...io non ho fatto niente...
...tua madre piuttosto
mi è stata accanto nel momento peggiore: lei era
lì...prima che mi addormentassi. E ora al mio risveglio vedo
te...
...credimi, è
qualcosa di...meraviglioso!»...«Riesci a vedermi
bene,
Ryo...?»...«Mmm...non molto ancora, perdonami.
Dev’essere per l’anestesia...ti vedo doppio!
Eheh...per me
è come se ci fossero...due di te. E tutti e
due...dannatamente
uguali al mio Monodramon, quel testone...» ma a quel punto
Midramon svelò «Uno dei due è quello
vero. Non si
tratta dell’anestesia...» al che l’altro
draghetto
venne avanti, in un tremulo «Ciao...
...Ryo...» (canzone: Charice
- Always you)
Lacrime affiorarono
agli occhi del giovane, che lui cercò di asciugargli con i
suoi
artigli spezzati «...stavolta non posso confondermi...
...e se non sono morto...questo vuol dire che sei proprio tu!»
«Ebbene
sì...» rispose Monodramon, con sguardo profondo
d’affetto e d’esperienze «...sono
tornato, in ritardo
ma è meglio tardi che mai. Però colui che ha
avuto la
più bella visione sono io, che ti vedo risvegliarti forte e
resistente come sei sempre stato...!»
Ryo non riusciva a
dire nulla, aveva lo sguardo ingenuo di un bambino mentre il suo
Digimon gli prendeva il viso, sotto gli occhi inteneriti e commossi del
primario sulla porta.
«Perdonami Ryo!...
...io non sono stato
la tua gioia come dovevo essere! Destinato a diventare il tuo amico e
compagno...
...ti ho voltato le
spalle come il peggiore dei traditori! Ti ho dato amarezza, dolore!
Tutte quelle cose da cui un essere umano vuole fuggire, quando si mette
alla ricerca di un Digimon...! Ma io, proprio io ti ho fatto conoscere
il lato peggiore della vita, e questo...
...perché io
non sono forte come te! Tu sei stato sfortunato amico mio, non hai
incontrato il più grande fra noi Digimon! Ma una
creatura...che
dietro un aspetto possente, e muscoli intimidatori nasconde un cuore...
...fragile, e pieno di
contraddizioni! Che trema al solo soffio del vento...»
«...allora
nasconditi sotto il mio lenzuolo...» sussurrò Ryo
«...così non sentirai più il vento, e
ci
riscalderemo a vicenda, con il calore del nostro corpo...
...puoi invitare anche
Midramon, sai? Però appena entra il dottore...shhh...
...gli adulti non
possono capire. Soltanto i bambini sono amici dei Digimon. I
bambini...come noi.»
Ma il primario venne
avanti «Se mi è concesso...anch’io
vorrei essere
amico di queste creature, anche se sono adulto.»
«U-Uh...dottore...
...lei sa della
presenza dei miei amici?» ma Monodramon spiegò
«E’ stato lui a condurmi in sala operatoria quando
ti hanno
operato!»...«Tu eri lì,
Monodramon...?» Ryo
mosse lo sguardo a fatica tra il dottore e il suo Digimon, che disse
«Ho visto quando ti estraevano il tumore! Ryo, ormai
è
distrutto...e ora devi lottare per guarire definitivamente. Io non ti
abbandonerò
più!»...«...dottore ma
allora...?»...«Proprio così.»
ammise il medico
«Il tumore è rimosso...ma ora inizia la vera
battaglia.»...«Non ho paura, mi creda...
...ora che ho
finalmente ritrovato il mio caro amico...mi sento già il
ragazzo
forte, e invulnerabile che sono stato! Ora ho capito, non è
il
corpo a conferire quella sensazione. Sono i sentimenti che ti donano le
ali per volare, in qualsiasi cielo...»
Monodramon disse commosso «...ho saputo che avrai un figlio
da Rika...
...e mi piacerebbe
tanto che potesse diventare il domatore di uno dei miei
ragazzi!»...«...sicuramente, caro...
...sicuramente...» e fu allora che, alle spalle del medico,
Ryo
scorse la domatrice dai boccoli rossi, che gli rivolgeva un sorriso e
un saluto.
«Rika...»
Il dottore si
scostò, così che lei poté avanzare sui
suoi
tacchi, sollevargli la mano...
...e restituirgli il
suo anello con la volpe, alle parole «Ce l’abbiamo
fatta,
amore mio. Abbiamo vinto anche questa
volta.»...«...è stato grazie alla tua
forza. Senza
di te non ce l’avrei fatta.»...«Ed io
sento pulsare,
rinnovate, le parole di allora!...
..."sei l’unico
che poteva riuscirci"...» scorrendo le sue mani smaltate
sulle
bende e baciandolo con tutto l’amore...
«Ragaaazzi, ora
non diventate troppo sdolcinati!» disse Kazu, e Kenta
«Voi
eravate i duri della squadra. UN TEMPO!»
Monodramon disse
«Rika...grazie per esserti presa cura di Ryo.» e la
ragazza
gli sorrise «...bentornato anche a te...siamo felici di
riaverti
fra noi.»
«Vi assicuro che
avete guadagnato un nuovo Digimon, potete dire addio al Cyberdramon di
allora! Da oggi in poi sarò diverso, e inizio col dire che
sono...troppo felice di aver ritorvato il mio domatoreee!!!»
gettandosi al collo di Ryo «A-Ah, anch’io non sai
quanto!»...«Che gioia conoscertiii!»
Midramon fece lo
stesso, e Ryo «Pia-Piano!...tutti e due mi soffocate!...
...però
è una dolce morte, a opera di colui che è stato
il tuo
solo e unico Digimon, da sempre! E di suo figlio!»
Takato li
osservava...e a queste parole il suo cuore si riempiva di gioia, ma
anche di malinconia “...a
opera di colui che è stato il
tuo solo e unico Digimon, da sempre!...
...il tuo solo e unico Digimon...”
Cullato da quello
struggente e silenzioso motivo, uscì dalla stanza per
rintanarsi
nei suoi ricordi, pensando “Guilmon...
...sarebbe stato bello
che tu avessi avuto dei figli. Che vita breve...e triste, la
tua!”
Ma sentì una
mano smaltata di rosso scivolare sulla sua spalla, e quando si volse
c’era Cindermon che lo guardava, comunicandogli in silenzio
tutta
la sua comprensione. Takato raccolse la sua mano pieno di gratitudine,
e pochi istanti dopo scivolarono in un abbraccio intenso e affettuoso.
Cindermon chiudeva gli
occhi e gli carezzava i capelli...ma quando li riaprì,
sobbalzò poiché dal fondo del corridoio giungeva
Jeri.
La quale appena li
vide stretti restò spiazzata, e il suo volto si tinse di una
tetra incredulità (fine-canzone)
«E’ la nostalgia, Cindermon! Tanto per
cambiare. E’
la nostalgia del passato!» affermava Takato abbracciato alla
sua
Digimon, ma lo sguardo attonito di lei incrociava lo sconcerto di Jeri.
«Perdonami,
sembra dovrai consolarmi in eterno per ciò che ho perso
lungo il
mio cammino...» diceva lui, ma Cindermon si
affrettò a
segnalare «T-Ti vuole Ryo! Ti sta chiamando dalla
stanza!»...«Ma...sicura?»...«Sì
ma fai
presto! Poverino, lui è allettato, non possiamo pretendere
che
venga qui!»...«D’accordo, vado a vedere
cos’ha...»
A quel punto la
Digimon sospirò di sollievo, mentre Jeri scuoteva il capo e
volgeva le spalle in procinto di andarsene. Cindermon però
stabilì «Adesso si salvi chi
può.» e
rimboccandosi le maniche si mosse la seguì a passo spedito...
“Era con
lei...” pensava Jeri, incurante di urtare alcune persone nel
corridoio («Ehi, che maniere! Ci sono dei malati,
signorina!!») “Takato era con lei!! Loro si
stringevano
con...tanto amore!” mentre il pianto affiorava ai suoi
occhi...
Takato nel frattempo
rientrava nella stanza «Cosa c’è, Ryo?
Cindermon ha
detto che mi volevi...» ed il compagno allettato gli sorrise
«Resta qui Takato, dove te ne vai? Dai, fammi
compagnia...oggi ho
bisogno di avere tutti i miei amici attorno a me. Sono talmente felice
di aver ritrovato il mio Digimon che il mio cuore...rischia di
scoppiare, meglio dividere la gioia fra tutti noi. Eh, ragazzi...? Cosa
ne dite?»
Takato, e anche Kazu e Kenta si fecero più vicini a lui.
«Non sai come
sono felice per te, Ryo...» disse il primo, carezzando la
testa
fasciata dell’amico «...ritrovare il proprio amico
e
compagno è una cosa...straordinaria! Nulla si può
paragonare a una simile gioia...»...«So cosa stai
pensando,
anche se non lo dici...»...«Ma io...»
accennò
Takato abbassando lo sguardo, e Ryo «Non dimenticare che sono
più grande ed esperto di te. Il che vuole anche dire...
...che ho passato per
primo certe esperienze, e un certo tipo di solitudine. Ma sta
sicuro...che da battaglie del genere nascono sempre nuove gioie, guarda
me: io ero in cerca della morte fino a poco fa, e invece
avrò un
figlio. E inoltre ho anche ritrovato il mio Digimon. So che quel
fenomeno di Guilmon ti manca...
...ma non smettere di
sperare come lui ti ha detto: non chiedermi chi me lo suggerisce...ma
sento che presto cose belle giungeranno anche per te.»
Takato lo
guardò con tenerezza e gratitudine, e Kenta
ipotizzò
«Forse te lo hanno svelato i due
“spiritelli” sotto
al letto!»
E infatti, Monodramon
si calava dal letto di Ryo, sotto al quale sembrava dormire
un’altra creatura molto simile a lui. Ma non era suo figlio,
e
non stava dormendo. Quando lo vide arrivare i loro occhi si
incrociarono in un oceano di sottointesi, cullato dalle onde della
commozione «Sei tu...»...«Ciao moglie
mia...
...sapevo che eri da qualche parte a vegliare su Ryo. Vengo a
ringraziarti...
...e a chiedere
umilmente perdono per tutto il male che ho fatto anche a te.»
Gli occhi di Minidramon si velarono d’emozione...
Trattenendo a stento
il pianto Jeri giunse nel cortile dell’ospedale, ma qualcuno
si
affacciò sulla porta dell’edificio
«Aspetta un
attimo tu!»
La ragazza fece finta
di non sentire e si riaccomodò la borsa, ma Cindermon la
raggiunse rapida e la afferrò per il braccio «Fai
anche la
finta
sorda?!»...«Acc...lasciami!!»...«E
no
cara, troppo facile! Tu devi lavarti le orecchie la mattina!! Mi
sembrava d’essere stata chiara: tu a Takato non ti devi
avvicinare!!»
I loro sguardi di sfida si incrociarono nuovamente...
...mentre dai cespugli
nei dintorni sbucava Impmon «Acc! Finalmente l’ho
raggiunta. Un attimo...quella è Cindermon! Forse loro due si
stanno scontrando di nuovo...»
Infatti Jeri
«Oh, insomma! Ma tu chi sei, sua madre?! Sei subentrata ora
che
lei ha messo le collanine da rapper?!»...«Senti,
sfotti
poco tu perché la situazione non è per niente
simpatica,
ma tanto a te che importa...? Figurati,
niente!»...«Mi
importa molto invece!! Takato non te l’ha detto?! Mi sono
proposta per aiutarlo al negozio, e se tu avessi un briciolo di
buonsenso lo convinceresti ad accettare!! Ma tanto cosa
c’è da aspettarsi da te? Gli hanno rifilato una
Digimon
senza testa, capace solo di farsi pettinature ridicole e impermeabile
ai problemi della vita!!» voltandole le spalle, ma
l’altra
la afferrò di nuovo «Tieni...!!...a freno i tuoi
insulti,
non so per quale ragione dovrei beccarmi le improperie di una che non
è stata neanche capace di fare la fidanzata! Che lo ha
coperto
di inganni su inganni! Lo sai?! Se adesso Takato non dorme la notte, se
quando è solo gli manca il fiato ed è nauseato
dal mondo
intero che lo circonda la colpa è TUA! E nonostante tutto
cogli
ancora ogni occasione che ti si presenta per ronzargli attorno, ma non
hai un po’ di vergogna a presentarti proprio
dov’è
ricoverato Ryo? Comunque posso annunciarti il tuo fallimento:
Cyberdramon è tornato, sta allegramente chiacchierando col
suo
domatore, il tuo piano di dividerli ha fatto cilecca,
Jeri!»...«Provo il più...cieco disprezzo
per te, mi
disgusti, non saresti mai dovuta apparire tra di
noi!»...«Così tu saresti rimasta la
reginetta dei
Digimon Tamers?» incrociò le braccia Cindermon
«In
questo modo li avresti avuti ai tuoi piedi, per farti scudo dei tuoi
antichi problemi come tuo solito e intanto seminare odio e zizzania!
Beh in tal caso sono contenta di aver varcato il portale quella notte,
la festa è finita! Tu non sei più nessuno, ormai
anche i
sassi delle aiuole cittadine sanno che razza di BELLA persona
è
Jeri Katou, e cosa è capace di fare!» ma la Jeri
mormorò, fissandola con odio «...se pensi di
intimorirmi
con la tua pochezza ti sbagli di grosso...
...io non ho paura di
una Digimon dal design moderno e di dubbio gusto...e sappi che non
sarai tu ad allontanarmi dai miei amici, io posso vederli come e quando
voglio e anzi adesso se permetti...vado a trovare Ryo come avevo
deciso!» ma Cindermon la trattenne «ASSISTEREI
VOLENTIERI...alla scena in cui lui si prende il gusto di buttarti fuori
come meriti ma per mia sfortuna ora debbo rimandare, perché
Takato
è ancora là dentro!! E io in qualità
di suo
Digimon ho il preciso dovere di proteggerlo da pericoli, e
nemici...!!» ma a quel punto Jeri chiese con occhi stravolti
«Cosa c’è fra voi?!!...
...perché vi
abbracciavate in quel modo in corridoio, che cos’è
che vi
lega?! Solo un Digivice?! Oppure c’è
qualcos’altro?!!...
...DIMMELO!»
Cindermon tacque...
Ma Takato udì
qualcosa dalla stanza di Ryo «Uh?»
sicché mentre
questi era a scherzare con Kazu e Kenta...
(«Solo per dire,
noi siamo biodigievoluti: E TU NO!»...«Aspettate e
vedrete,
io mi rimetterò e la mia biodigievoluzione varrà
entrambe
le vostre!!»)
...lui si diresse
verso la finestra, e quando si affacciò “Come?
Jeri?!” per poi uscire di corsa «Scusate un attimo
ragazzi!» sotto lo sguardo dei suoi amici il cui sorriso si
spense ben presto...
«Che cosa
c’è fra voi, perché
quell’abbraccio?!!»
gridava Jeri aggrappandosi al manto di Cindermon, la quale
pensò
“Forse, se le dico che io e lui stiamo assieme, lei
smetterà di tormentarlo...”
«Perché resti
muta...? Ti ho fatto una domanda, dov’è finito il
tuo
proverbiale coraggio digitale, voglio sapere cosa
c’è
davvero fra Takato e te!» ma Cindermon la scrollò
di dosso
«Ebbene!! Che cosa pretendevi?! Che sarebbe rimasto sempre
quel
bambino perdutamente innamorato di te?!»
«N-Non è possibile...»
balbettò Jeri...(canzone: Laura
Pausini - Every little thing you do)
(e anche Impmon sgranò i suoi occhi...)
«”Non
è possibile”...è proprio questo il tuo
problema: tu
credi che il mondo si muova in tua funzione, che smetta di girare
quando tu glielo ordini! Ma non è così cara mia!
Le
storie svoltano, e gli amori cambiano! GRAZIE AL CIELO, altrimenti
rimarremmo sempre imprigionati in sentimenti che ci fanno solo
soffrire! Sì! Quello che hai visto corrisponde alla tua
peggiore
paura!! Io e Takato abbiamo scoperto di amarci!!!»
«Stai mentendo...
...sì, stai
mentendo!!! Sei solo una bugiarda, Takato ama me...» ma
Cindermon
la guardò con occhi taglienti «...amaVA, te!
Adesso
l’hai perso, con i tuoi turbinosi vortici di
intrighi!»
Ma in quel momento Takato proruppe nel giardino.
E Jeri si mosse incontro a lui «...voglio sentirlo dalle tue
labbra...
...che cosa
c’è tra te e questa
Digimon?!!»...«Jeri
piantala!!» esclamò il ragazzo «Ti ho
detto mille
volte che fra noi è finita! Perché sei
qui?!»...«Ti ho fatto una domanda...
...che
c’è fra te e lei?!! Perché la stavi
abbracciando in
corridoio?!!» ma lui «Smettila di gridare!!...
...Ryo ha bisogno di
tranquillità, è appena uscito da
un’operazione
mortale, e Cyberdramon è riuscito a raggiungerlo...giusto in
tempo per l’estrazione del tumore. Ha avuto bisogno di suo
figlio
per radunare le sue forze, di cui tu l’avevi privato
somministrandogli la tua distorta visione del mondo, al solo scopo di
farlo tuo!! E di sottrarlo a Ryo...
...ora per fortuna
tutto è andato bene! Hai perso, mi dispiace. Ritenta, sarai
più fortunata ma per favore lontano da
qui!!»...«Aspetta Takato!!» lo
richiamò lei,
ma il ragazzo tagliò corto «Andiamo
Cindermon!»
«Ma allora è vero...
...fra voi due non
c’è solo un rapporto fra domatore e
Digimon!»
inveì Jeri, ma lui «Non devo rendere conto a te di
ciò che decido e chi frequento! Tu l’hai mai
fatto, in
tanti anni in cui mi rifilavi senza ritegno storie-fantasma, pur
cosciente dei miei sentimenti per te...? Adesso è il mio
turno,
sono un ragazzo indipendente, e le mie relazioni non sono fatti
tuoi!»
«Vi
odio...» sibilò Jeri (sotto lo sguardo attonito di
Impmon...)
«Vi odio entrambi! E COSI’ VI SIETE MOSSI ALLE MIE
SPALLE!»
Takato iniziava a
sfiorarsi il collo, e Cindermon incitò «Presto,
andiamo
via Takato!!»...«Portalo via, spregevole chioccia
che non
sei altro...portati via il ragazzino! Questo moccioso che hai davanti
non hai mai avuto dignità, è stato lo zimbello
del
quartiere! Ahah, dovevi vederlo, era grasso come un pallone ma
nonostante tutto spasimava per me...! Che coraggiosa gli sedevo accanto
col rischio che si frantumasse la panchina...»
«ORA TI ACCONCIO
PER LE-» ma Takato la trattenne «No ti prego sta
ferma,
Cindermon...!!» e lei si arrestò quando
udì la sua
voce strozzata «V-Va bene, allora...dimmi tu quello che devo
fare, però sta calmo, ti prego!!»
Takato ansimava, ma
ciò nonostante avanzava verso Jeri che aveva sguardo
spietato.
«E così è questo il tuo vero volto...
...SEI UN
MOSTRO...» ma lei rispose con freddezza
«Sì.
E’ vero. Sono un mostro di rabbia e di gelosia, cosa
c’è di strano? Voi mi avete reso tale...
...e non capisco cosa
sia a meravigliarti, non sei forse abituato a fronteggiarmi sotto
queste vesti, caro Takato...?»
Il ragazzo
sgranò gli occhi, incredulo di vederla pallida e dallo
sguardo
folle. Di udire la sua voce frantumarsi nella collera, che le spezzava
il respiro «Ammetto senza problemi di aver tentato di far
fuori
questa disgraziata a Digiworld. E lo farei anche adesso,
perché
io è così che risolvo i problemi! Quando mio
padre
l’ha scoperto...non ha resistito! E’ stramazzato a
terra
senza vita...»...«T-Tuo padre?! Ma cosa stai
dicendo Jeri,
tuo padre è...»...«Morto! Sì,
fatti guidare
da Calumon e Impmon, al cimitero troverai una tomba col suo
nome!!»
Il giovane impallidiva sempre più.
«Cos’è questo stupore...? Mi ricordo che
ti lanciavi
con coraggio a fronteggiare i miei cloni forgiati dal D-Reaper,
perché adesso ti vedo tremare...? Sei cresciuto...
...e invece sembri respirare a stento! Sei sul punto di crollare...
...perché?! Non
ti ritieni abbastanza forte da liberarmi da questa prigionia...? Eppure
hai ammesso che mi avresti amata chiunque io fossi stata! Ora puoi
vedermi nel mio vero aspetto, violento e crudele!
Cos’è,
hai paura?!...
...fin dove riesce a
spingersi il tuo coraggio, caro Takato...? Questa volta non sei sicuro
di volare così in alto...? La tua Digimon non ti dona
abbastanza
forza?!»
Ma Takato si strinse
il collo e si piegò su se stesso «Cindermon, non
respiro...!!»...«TAKATO!...
...sparisci, MALEDETTA ASSASSINA!»
Jeri se ne andò
in una risata «Ahahahahahah!» mentre Cindermon
gemeva
«Takato cos’hai?! Cosa ti ha fatto quella schifosa?
Ah,
è tutta colpa mia, se solo non le avessi detto
che...»...«Takato!!» giunse prontamente
anche Impmon,
e Cindermon «Impmon, portiamolo dentro,
presto!!»...«Certo, ma che
cos’ha?!»
Cindermon decretò «Credo che sia...un attacco di
panico.»
Takato recuperava
l’aria mancante a profondi respiri strozzati, appeso al manto
di
Cindermon e con l’espressione stremata...
....mentre Jeri si
allontanava riaccomodandosi la tracolla, ed ingoiando lacrime di rabbia
(fine-canzone)
«Non ci sono
parole per descrivere il mio comportamento!» affermava
Monodramon
«E se adesso...tu volessi cacciarmi lontano, se volessi
proibirmi
di vedere i miei figli...avresti tutte le ragioni! Io mi sono
comportato come un miserabile, mosso com’ero dal mio antico
orgoglio digitale! Io mi ritenevo una creatura superiore...solo
perché un domatore terrestre mi aveva fatto vivere
emozionanti
avventure! Credevo di avere più diritti degli altri...
...e invece non mi
accorgevo che siamo tutti uguali, e voi mi avete superato! Io
ora...s-sono pieno di buoni propositi, però non so se voi mi
concederete di attuarli! Non so se sia rimasto qualcosa del tuo antico
amore per me, o se con la mia ira...io ho distrutto tutto!
Però
posso assicurarti, moglie mia...
...che se solo tu mi
dicessi “Monodramon...resta” io digievolverei in
qualcosa
che non hai mai visto: sarei un padre...premuroso e dolce con i nostri
figli. E saprei amarti per quella che sei, e cioè una
Digimon...nobile e altruista. Non mi sento degno di te, guarda...mi
metto in ginocchio! Come quando ci siamo conosciuti, e ho riunito
un’orchestrina di Digimon per farti la serenata sotto casa.
Sono
tanto cambiato da allora...
...ma la natura di noi
Digimon è mutar forma continuamente. Posso permettermi di
sperare che un giorno, raggiungerò il livello giusto...?
Minidramon, dimmelo tu!»
La draghetta
arrossiva, ed il suo cuore palpitava di dubbi “Che devo
fare...?
Mio marito mi propone di riprovarci, sembra pentito. Ma nel frattempo
il mio cuore...si è riempito d’amore per il
terrestre nel
letto sopra di me...” alzando il suo sguardo...
...là dove
c’era Ryo, che ora si lasciava andare
nell’abbraccio di
Rika...
“Ma il mio Ryo
è sposato, e ama la sua splendida moglie: sarebbe inutile in
ogni caso. Che devo fare? Mio marito si scusa e si mette in ginocchio
ma io...sono la prima a nutrire un senso di colpa. Qual è la
scelta più giusta...? Come moglie, come madre...? Come
Digimon?”
«E-Ehm, ti
prego...! Non farmi stare sulle spine. Anche un taglio netto posso
accettarlo, ora che ho fronteggiato il pericolo per Ryo posso
affrontare qualsiasi cosa! Ma non lasciarmi sospeso in questo silenzio,
cara.»...«I-Io...» borbottò
col suo vocione
commosso, ma in quel momento udirono la voce di Rika «Takato!
Che
succede, ti senti male?!» e anche quella di Kazu
«Avevamo
capito che c’era qualche problema! Si tratta di Jeri per
caso?!»
A quel punto anche i draghetti vennero fuori, rimandando le loro
questioni.
Takato ora prendeva
fiato a grandi sospiri, ma sembrava più calmo
benché
esausto «Abbiamo avuto un litigio...
...ho avuto un attacco di panico...» (canzone: Simple
Plan - Untitled (instrumental) )
Kenta lo guardò
con pena, e Kazu gli pose una mano sulla spalla «Devi
renderti
conto che Jeri sta male!»...«Kazu, il padre di Jeri
è morto!!» esclamò Takato, e
l’amico fece
«Lo so...
...tu non ne eri
ancora al corrente?» Takato con gli occhi sgranati
rivelò
«...ma lei mi ha detto...che lui ha avuto un malore a causa
sua!...è una cosa terribile!!» Kazu
roteò lo
sguardo per poi posarlo negli occhi dell’amico
«...è
una cosa coerente col quadro attuale: Jeri
è...»...«Pazza?!!»
incalzò Takato, ma
l’amico allargò le braccia «E’
malata di
mente. Lei non si rende più conto delle sue
azioni.» Kenta
stava per cedere al pianto «Però...non
può
essere!» ma Kazu affermò «Kenta,
è inutile
barricarsi dietro un dito!! Perché...? Per il solo fatto che
siamo Digimon Tamers non potrebbe accaderci una cosa del genere? Del
resto non siamo i primi. A Violetta è già
successo...»...«Sì, ma
Jeri...!!»
obiettò l’amico occhialuto, ma Kazu
troncò di netto
le sue parole «Jeri fra tutti noi è quella
più
simile a Violetta.»
Takato concepiva
sconvolto “Jeri...come Violetta...?!” volgendo gli
occhi
verso Cindermon, che non riusciva a liberarsi da una pena profonda...
...la stessa che si
specchiava negli occhi di Impmon, che si portava la zampetta al collo.
«Posso
testimoniare!» affermò Monodramon «Non
con questo
che voglia scrollarmi di tutte le mie colpe! Ma se Jeri non mi avesse
confuso con i suoi discorsi...io non avrei mai abbandonato Ryo! Inoltre
lei teneva nascosto mio figlio!! Pur sapendo quanto fossi in
pena...»
«Dunque...è così che sono andate le
cose...»
constatò Ryo debolmente, e Rika adagiò la sua
mano per
poi accostarsi a Kazu e Kenta, chiedendo «...Jeri
dov’è ora...?» e Cindermon rispose
«E’
andata via così, senza dire dove andava!»
Gli amici si
consultarono con lo sguardo, constatando una situazione frequente...
Mentre Takato aveva occhi disorientati...
Jeri sbucava timidamente dal vicolo, scorgendo il panificio.
In quel momento Leaf
era rimasto solo, e stava riordinando il bancone quando la vide
attraversare la porta «Uh?!...
...buongiorno signorina!»
La ragazza
avanzò con espressione triste «Perdonami, io sono
una
cliente di vecchia data, volevo sapere...» smarrendo il suo
sguardo attorno «...come vanno le cose qui. Mi hanno detto
che il
panificio attraversa un brutto momento.» per poi adagiarlo
appena
sul ragazzo «...tu sei nuovo...?»...«Io?!
Beh
sì...lavoro da poco qui. Comunque è vero...non
è
un momento felice, speriamo di riprenderci.» riaffiorando in
un
sorriso «Come posso
servirla?!»...«Niente...»
ricambiò lei con dolcezza «...grazie, volevo solo
sapere
questo. Auguri...» volgendo le spalle, e lasciandolo bloccato
con
gli attrezzi in mano «...e buon lavoro.» aggiunse
in ultimo.
Quando fu uscita il giovane disse «...mi sembra di
conoscerla...
...oh mamma che emozione che ho provato quando è
entrata.»
Il pianto proruppe in
lei una volta all’esterno «Ma come ho potuto dire
quelle
cose?! Mi è successo per l’ennesima volta!
E’ stato
come con papà, però adesso...
...devo sbrigarmi, o
lo perderò per sempre! Takato deve accorgersi che io lo amo,
a
qualsiasi costo! O-Oppure...Cindermon me lo porterà via! Non
devo aver paura...devo tentare il tutto per tutto!»
scomparendo
di corsa dietro al vicolo...
Cindermon aiutava
Takato a sedersi, e intanto gli diceva «Perdonami
Takato...è stata tutta colpa mia! E’ che io le ho
mentito,
le ho detto una cosa non vera ma ti assicuro che volevo solo che lei
smettesse di infastidirti!...io le ho detto...
...che tu ed io
stavamo assieme!!» scoppiando in lacrime «Ti
scongiuro di
perdonarmi, sono stata io la miccia incendiaria di questo brutto
momento!!» nascondendo il volto sulle ginocchia di lui, ma il
ragazzo le appoggiò una mano sul capo «...hai
fatto
bene.»...«Uhm? Cosa...?» alzò
lei occhi umidi
e increduli «...lei lo ha fatto tante volte, mi ha
raccontanto
molte bugie. Tanto ormai tra noi due è finita...
...tanto vale che pensi che io sto con te.»
Cindermon rimase
attonita «...davvero non ce l’hai con me per
questo?»
ma lui sussurrò «Io so che tu hai agito a fin di
bene...»
...al che scivolarono
in un abbraccio pieno d’affetto, nella speranza di lenire
quella
ferita sanguinante.
Impmon era rimasto in
disparte. Monodramon e Minidramon gli si accostarono per confortarlo (e
le loro zampe si incontrarono sulle sue spalle), ma il cuore del
folletto era tormentato dai dubbi...
Jeri nascose i suoi
occhi segnati dietro il passamontagna nero, e si diresse nella stanza
di suo padre. Frugando fra i cassetti alla fine la trovò:
una
pistola...
...con la quale
provò uno sparo immaginario, come se si trattasse di un
bazooka
digitale. Ma dopo tutto la prestazione la convinse (fine-canzone)
Mani da uomo giocavano
con una pistola giocattolo «E’ così,
ormai capisco
sempre più me stesso. Ciò di cui ho
bisogno...è
proprio questa roba!» ammetteva il biondo Taisho lanciando
l’oggetto sul morbido del letto «Il tintinnio dei
giochi
per bambini...una moglie che gira per casa, intenta a cucinare! Questa
è la mia vera natura, mi ci sono abituato e adesso...non
posso
più farne a meno!» cambiando posizione, e
spiegando
partecipe «Ciò che è diverso
è che ora avrei
bisogno di un rapporto autentico! Non di una messa in scena...come
quella a cui mi aveva costretto Violetta! Se solo ci penso...ho ancora
i brividi. Anche se il cielo sa cosa darei per poter recuperare i miei
pargoli...
...chissà che fine hanno fatto...»
Il ragazzo che era con
lui non diceva nulla, limitandosi ad aggiustarsi gli occhiali e a
smarrire per la stanza la sua espressione assorta.
«Ora voglio una
moglie che mi ami davvero! O meglio...vorrei, visto che non
è
detto che la troverò mai! Sembra così difficile,
nella
vita reale. Il calore di una casa...una compagna sinceramente premurosa
sembrano sogni irraggiungibili...
...tu che ne pensi, visto che voi domatori di questo vi intendete?...
...Mako? Ehi, mi ascolti?»
«Oh?...perdonami
Sandmon. Ero soprappensiero.» ma l’uomo lo
scrutò
con dolcezza «...ti capita frequentemente negli ultimi tempi
ed
io credo di sapere di cosa si tratti, anche se ho imparato da poco a
far funzionare il cervello.» picchiandosi con un pugnetto sui
capelli biondi «Ti manca tua sorella. Vero...?» ed
il
ragazzo accennò un timido sorriso «...forse
è
questo, o forse...
...mi manca il calore
di una casa che ormai...appartiene al
passato.»...«Come ti
capisco! Se solo penso alla mia dolce micetta...sigh! Ecco, ci risiamo.
Quell’odioso ammasso di pelo riesce a farmi venire
l’allergia...anche a distanza, sniff! Anche
dall’aldilà!» dopodiché
raccolse le mani
distinte e affusolate del giovane «Non sei felice con me,
Mako?
Dimmi la verità.»...«Ma cosa stai
dicendo...?»
gli sorrise il giovane, rivolgendogli una carezza (la gente dalle
finestre di fronte li scorgeva e si scambiava vari segni circa
l’ambiguità della cosa)
«Che cosa dicono
quei tipi??» si insospettì l’uomo, ma
Mako
stemperò «Lascia stare: Sandmon, ciò
che dice la
gente...non ha importanza. Le persone chiacchierano e lo faranno
sempre. Comunque non credere...penso molto spesso che ti farebbe bene
sposarti. E non per smentire dicerie di cui non mi curo
bensì...
...perché sei
un Digimon adulto, e ormai questa è la vostra natura. Sono
sicuro che accadrà.»...«Beato te! Io non
ne sono
così sicuro.»...«E perché,
cosa ti
manca...?»...«Mmm...
...beh, più o
meno ciò che manca a te per avere una
fidanzata!»...«E
cioè?»...«Non lo so!
Però te ne stai sempre solo...scusami se ficco il naso dove
non
dovrei, ma non ho mai visto una ragazza a tenerti stretto fra le
braccia...e consolarti per la morte di tua sorella...»
Mako abbassò lo
sguardo, accennando «...in...questo caso ciò che
mi manca
è una coscienza pulita.»...«Che vuoi
dire?»...«Ciò che ho fatto in passato
non si
cancella così facilmente!»...«Beh! In
questo caso lo
stesso vale per me. Eravamo insieme, no?»...«Che
c’entra? Il tuo caso era completamente diverso! Eri raggirato
da
quell’arpia, lei ti ha creato e filtrato il mondo dai suoi
occhi,
cosa potevi fare? Eri come...un cucciolo a cui non resta che emulare le
gesta dei genitori. Ma io? Sono cresciuto in una bella famiglia...
...i miei genitori
erano brava gente, e mia sorella...una santa, e io cosa ho fatto? Ho
sperperato tutto questo, spinto da immaturità ed egoismo.
E’ già tanto che ho ottenuto il loro perdono, ma
non posso
anche pretendere la stima
di...»...«Chi?!»...«...niente.
Lasciamo
perdere.»...«Mako...sto affinando la mia vista, per
farmi
intuitivo come gli altri Digimon! Sei innamorato? Per caso si tratta di
quella ragazza di cui hai le foto nel computer? La domatrice del tuo
ex-Digimon, Impmon?!» ma il ragazzo ebbe un gesto di appenata
impazienza, proprio quando la signora Ayami si affacciò alla
porta «Mako? C’è una visita per
te.»...«Chi è, mamma?» chiese
il ragazzo con
un velo di timore. La madre rispose «Suzie Wong, la tua
compagna
di scuola.»
«Oh
mamma!» sussultò Mako «Oh
mamma!»
sobbalzò Taisho, tanto che finirono per scontrarsi in una
capocciata «M-Ma cosa ti agiti tanto?» chiese il
ragazzo
massaggiandosi il capo «Cosa ti agiti tu!»
ribatté
l’uomo, volgendosi poi «E’ per caso
venuta con la sua
Digimon, signora?»...«...questo non lo so, non mi
sembra...» replicò la signora Ayami, e Mako si
insospettì «Cos’è questo
interesse per la
Digimon di Suzie?»...«Lascia stare, è
una lunga
storia!» tagliò corto il biondo, sicché
Mako
balzò in piedi «Comunque mamma dille che non ci
sono!»...«Non posso figliolo, le ho già
detto il
contrario.»...«Non importa, allora inventa una
scusa! Ma io
non voglio vederla!!»
«Perché,
Mako...?» si interessò Taisho «Cosa ti
ha fatto
quella ragazza, ti sta tanto antipatica...?» ma Mako
liquidò con nervosismo evidente «Ahhh, lascia
perdere,
è una...
...lu-lunga storia!»
«Auhf...!»
al Digimon non restò che sospirare «In questa casa
sono
sempre tutte lunghe storie.» incrociando l’amabile
sguardo
della suorina nella foto appesa.
«Che cosa ha
detto?!» esclamò Suzie nel corridoio, e la signora
Ayami
«Mi spiace, ma ora mio figlio non può riceverti:
ha
parecchi compiti e...»...«Ma signora, io so che non
è vero! Tutte queste sono soltanto scuse...»
esclamò la ragazza. E la madre del giovane poté
solo
arretrare di fronte alla sua decisione «Mako non desidera
vedermi, anche al funerale di Akemi si è comportato
così.
Solo che adesso è diverso! Io non sono qui per...invitarlo
ad
andare al cinema! Sono venuta per parlargli di una cosa importante...i
suoi compagni hanno bisogno di lui! Mako e un Digimon Tamer, e
questo...lo sappiamo tutti.»
La signora Ayami si
arrese «...non so cosa dirti, Suzie. Mio figlio non mi dice
tutto, da quando è morta sua sorella sono molte le cose che
si
tiene dentro. Forse lui si confida...con quel signore tanto gentile,
Taisho: da quel che so lui è un
Digimon...»...«Mi
faccia parlare con suo figlio...» chiese Suzie «Non
mi
importa se la porta è chiusa, io comunque ho qualcosa da
dirgli!» (canzone: S
Club 7 - Have you ever)
...e infatti Mako
ordinava «Sandmon, la porta, ti
prego!!»...«M-Ma...Mako?! Perché fai
così?!»...«Sbarra la porta, te lo chiedo
per
favore!» sicché il Digimon dovette accettare,
piazzando la
sua robusta schiena contro la porta della camera.
Suzie bussò «Mako so che mi ascolti!!»
Gli occhi dei due oltre la porta si incrociarono trafelati.
La ragazza insistette
«Vengo a informarti che gli attacchi in città
stanno
imperversando, qualora tu non ne sia già al corrente!
C’è bisogno di te, e ormai hai un Digimon, il
pretesto per
rimanere nascosti è ormai crollato!» bussando
ancora
«Coraggio, apri questa porta, è inutile che
utilizzi
Sandmon per barricarti in camera, io so che senti ogni mia
parola!»
«Uhmp!»
sussultò il Digimon, ma il ragazzo supplicò
«Non
desistere!!»...«Mako, questo comportamento
è
insensato: me ne accorgo io stesso! Esigo che mi spieghi la
ragione!» ma lo sguardo di lui era sperduto...
...e lo stesso gli
chiedeva Suzie «Perché lo fai?!! E’ per
il dolore di
aver perso Akemi?! No, non ci credo...piuttosto io credo che si tratti
di uno sciocco senso di colpa! Del rimorso per il passato! Hai forse
timore di mescolarti fra noi, “eroici e vissuti Digimon
Tamers”?!
...ma non capisci che
abbiamo tutti luci ed ombre alle nostre spalle?!...il tempo della
leggenda è finito, ma io ancora non dimentico...
...che siamo una
squadra, e di questa fai parte anche tu! Ti spaventa forse lottare da
solo, ora che non c’è più tua sorella
ad
affiancarti?! O forse...hai timore di rivedere Jeri?!»
Taisho chiedeva
«Qual è la verità, amico
mio...?» al che il
ragazzo esplose «...n-non questa!! E’ lei che ho
timore di
rivedere, non Jeri!!!»
«Lei?!»
sobbalzò Taisho, volgendosi verso la stessa porta che stava
sbarrando...
...oltre la quale c’era una ragazza e il suo sconforto...
«Suzie è
stata così buona con me, mi ha perdonato e mi ha lasciato
andare
dopo avermi visto compiere le azioni peggiori! Io non avevo mai visto
tanta onestà...ha fatto breccia nel mio
cuore!»...«M-Mi stai forse confidando che ti sei
innamorato?» chiese l’uomo, ma il ragazzo
tuonò
«...però non ce la faccio a mostrarmi a lei, mi
vergogno
troppo!!»...«Questa ragazza è
innamorata! C-Credimi,
io...non sarò un esperto ma nessuna verrebbe mai a bussare
alla
mia porta con tanta insistenza! Se lo fa...vuol dire che tiene a
te.»...«Io conosco i sentimenti di
Suzie...» ammise
Mako, ma poi gemette «...però io sono fatto
così!!
Non posso farci niente, non sono come loro! Mi vergogno a essere
più piccolo degli altri, e preferisco che la leggenda
continui a
scorrere come ha sempre fatto: senza di
me!»...«Mako...» Taisho giunse a
confortarlo...
...ma ormai Suzie si
era arresa, e non c’era più bisogno di sbarrare la
porta...
«Prima, quando
c’era mia sorella...o Jeri! Io riuscivo a farmi forza tramite
loro, tiravo fuori la faccia! Ma ora sarei un domatore inesperto, e
dovrei farmi strada tra nemici potenti e fantasmi del passato! E tutto
questo da solo...
...io non ci riuscirei
mai, basto sì e no per fare i compiti! E qualche
calcolo...per
l’azienda di papà, ma io sono una metà,
non sono un
tutto! E tale resterò per l’eternità...
...ahi!» ma gli
arrivò in testa la foto di sua sorella, che si
staccò
dalla parete e Taisho la raccolse «Ops! Guarda, anche tua
sorella
si è accorta...che hai così poca fiducia in te
stesso! Ma
Mako, ci sono io...» gli diceva premuroso il Digimon
«...non saresti da solo!»
«Perdonami Sandmon...ma finirei per compromettere anche
te!»
Suzie, ormai priva di
speranze, esclamò «Mi limito a dirti che Ryo
Akiyama ha
avuto un tumore! Lui era forte, era una leggenda ma ieri sera
l’hanno operato e ora dovrà curarsi! Piantiamola
di
misurare tutto col metro dei cartoni, siamo grandi ormai! Anche se noi
siamo i piccoli...» versando una lacrima, ed adagiando la
mano
sulla porta «...non siamo così inesperti di vita
da non
poter parlare, anche noi abbiamo un passato. Noi dovevamo essere quella
nuova generazione di eroi, e se quella serie verrà mai
trasmessa
dipende dalle nostre scelte! Akemi ci voleva tutti assieme, per il 1
agosto! Sei invitato, ci sarai anche tu?!» concluse in tono
leggermente provocatorio, dopodiché si allontanò
su
invito della signora Ayami «Vieni, Suzie. Credimi, in questi
casi
è inutile...»
Mako accarezzò commosso la foto della sorella
«Akemi...
...se manchi tu non
ha...senso che io vada a quella festa!» mentre Taisho si
passava
le mani sul volto, interrogandosi su come avrebbe potuto aiutarlo.
D’un tratto il
ragazzo scagliò la foto a terra, frantumando la cornice
«PERCHE’ MI HAI
LASCIATO?!»...«Mako!!»
esclamò il Digimon che si lanciò a trattenerlo
«PERCHE’ AKEMI SE N’E’ ANDATA,
PERCHE’
LEI E IMPMON MI HANNO
ABBANDONATO?!»...«I-Impmon?!»
si stupì Taisho, ma il ragazzo gridò
«Ormai ci
eravamo ritrovati...MA LUI SE N’E’ ANDATO DI NUOVO!
HA
LASCIATO QUESTA CASA COME LA PRIMA VOLTA, NON CAPISCE CHE HO BISOGNO DI
LUI?!!»
Fu allora che un
bagliore si liberò, ma Taisho non se ne accorse neanche,
tanto
era impegnato a pensare “Quel Digimon se
n’è andato
perché mi ha visto al suo posto, ed ha creduto che Mako non
avesse più bisogno di lui, quanto ci scommetterei! Loro due
sono
uguali...” «Sandmon...»...«Oh?
Ma
cosa...?!»
Tra i vetri della
cornice infranta cadde un oggetto dorato, con l’incisione di
un
castello.
Mako lo raccolse «Sarebbe...il nostro Digivice?»
I loro occhi si incrociarono e le loro mani si sovrapposero
sull’oggetto.
“E ora...come
farò a prendermi cura di questo ragazzo?” pensava
il
Digimon dalle sembianze umane (fine-canzone)
“E ora...come
farò a prendermi cura di questo ragazzo?” si
domandava
quella Digimon che chiudeva gli occhi, cercando di distendersi nel
salone da parrucchiere. Il suo domatore preparava lo shampoo...ma nei
suoi occhi torvi tornava incessantemente quella scena...
“Questo
moccioso
che hai davanti non hai mai avuto dignità, è
stato lo
zimbello del quartiere! Ahah, dovevi vederlo, era grasso come un
pallone ma nonostante tutto spasimava per me...! Che coraggiosa gli
sedevo accanto col rischio che si frantumasse la panchina...”
“Ammetto senza
problemi di aver tentato di far fuori questa disgraziata a Digiworld. E
lo farei anche adesso, perché io è
così che
risolvo i problemi! Quando mio padre l’ha scoperto...non ha
resistito! E’ stramazzato a terra senza vita...”
“Sei
cresciuto...
...e invece sembri respirare a stento! Sei sul punto di crollare...
...perché?! Non
ti ritieni abbastanza forte da liberarmi da questa prigionia...? Eppure
hai ammesso che mi avresti amata chiunque io fossi stata! Ora puoi
vedermi nel mio vero aspetto, violento e crudele!
Cos’è,
hai paura?!...
...fin dove riesce a spingersi il tuo coraggio, caro Takato...?”
...e a quel punto lui
doveva chiudere gli occhi e prendere fiato lentamente, con una mano sul
petto.
«Takato...!» lo chiamava Cindermon dai sedili
«...guarda che se non te la senti lasciamo perdere! Io posso
lavarli a casa i capelli, dico davvero!»...«N-No,
un attimo
di pazienza, ora facciamo tut---!» ma le sue mani tremanti
fecero
versare lo shampoo, accrescendo la sua frustrazione.
«Takato...» disse ancora lei «...anche se
non me lo
dici...so che non fai che ripensare a lei! Perché nonostante
sia...
...nient’altro
che un brutto mostraccio tu la ami ancora!»...«Tu
forse non
mi crederai, ma ora non riesco a pensare a Jeri, e a che brutta fine ha
fatto il nostro amore! E’ a te che penso!!»
Cindermon sgranò gli occhi «Come...? A
meee???» (canzone: Laura
Pausini - Mi dispiace (strumentale) )
E mentre Takato
iniziava, con mani delicate ed esitante, a massaggiarle il capo e
bagnarle i rossi capelli, svelò «Sono
preoccupato...! E se
a causa di questi attacchi non riuscissi più a combattere?!
Non
ne faccio mistero...
...ho paura dei
nemici!! Eppure le battaglie digitali finora mi davano forza! E se...i
miei problemi, e le mie preoccupazioni finissero per
comprometterti?!»
«Ma cosa
dici...?» mugolò lei impietosita
«...è
normale che un ragazzo della tua età sia un po’
stressato,
è per via dei tanti pensieri della sua
vita!»...«No,
non è normale!!» gemette il ragazzo
«Essere
stressati significa...andare sempre di corsa! Essere irrtabili, avere
tanti problemi che non ti permettono di svagarti e distenderti! Dieci
anni fa ero stressato!! Il pensiero del D-Reaper...prendeva tutto il
tempo che avrei dedicato a giochi e passatempi. Ma mi sentivo
forte!»
Cindermon
sospirò «...ora le cose si sono fatte un tantino
più complicate, lo ammetto!» ma Takato ammise con
tristezza «...le cose sono sempre le stesse...il mondo
là
fuori sarà sempre fonte di problemi e preoccupazioni! Sono
io ad
essere cambiato...
...perché?
Perché adesso persino il mio corpo deve sfuggirmi di mano?!
Io
ero cosciente che la mia vita era un disastro...però
l’avrei affrontata a muso duro, nel quotidiano e nelle
battaglie!
Ma ora...? Con questo nodo alla gola è tutto diverso...mi
spaventa al punto tale che non riesco nemmeno a piangere o arrabbiarmi
per...quello che ho sentito dire da Jeri!»
Cindermon nel frattempo rifletteva “...che mani delicate che
ha...
...hanno sempre avuto
ragione le sue clienti. Però io mi accorgo che le sue mani
tremano...
...è strano,
lui non mi ha fatto tante volte lo shampoo. Ma lo conosco al punto tale
che mi sembra di esser stata così, come adesso, un milione
di
volte. Con la stessa morbidezza con cui lava i miei capelli io vorrei
massaggiare la sua anima, che so aver preso tante botte. Ma come posso
fare...? Per certe cose non basta un Digimon...ci vorrebbe soltanto la
ragazza amata! Solo che nel suo caso, lei è...”
...una sagoma in tuta
nera, che attendeva un momento che solo lei sapeva, nascosta in un
vicolo. Teneva tra le mani qualcosa di lucido e metallico...
«Ho
paura...» confessava Takato «...di essermi infilato
io in
questo guaio! E che saranno altri a pagarne le
conseguenze.»...«Che cosa intendi dire...? Non
è
colpa tua se ti sono successe tante cose spiacevoli! Che cosa avresti
mai fatto per meritarle?!»...«Attenta: non muoverti
o
potrei bagnarti.»...«Ops! Scusa.»
così si
rimise distesa...
...e lui svelò «...non sono stato...
...ciò che
volevano i miei genitori. Ciò che il quartiere si aspettava
da
me. Pfff...i motivi...sono sempre gli stessi, Cindermon!»
ammise
sommessamente «...io mi sono intestardito a restare quello
che
ero. Io ho trattenuto i Digimon nella mia vita. Io...
...ho preteso
l’amore di Jeri, quando le premesse non incoraggiavano in
nessun
ambito! Io, anche se nessuno lo direbbe guardandomi, ho sfidato il
mondo...
...e sono arrivato
avanti, a un punto da cui è difficile tornare indietro. Ma
è proprio questo che mi spaventa: grazie a tutto questo ora
mi
ritrovo con gli attacchi di panico!...
...ho paura che molto
presto mi sarà presentato il conto della mia persona...
...e che sarà
molto alto, molto più del debito che abbiamo con la banca! E
che
non avrò i soldi per pagarlo...
...forse ho sbagliato tutto...
...dovevo starmene su quei libri...salutare con rispetto Asanuma...
...regalare baci a
mille tizie equivoche, per poi sposare una brava ragazza!»
Sebbene avesse gli
occhi chiusi, si leggeva la pena sul volto della Digimon “Ma
questo non saresti stato tu. Non sarebbe stata la tua vita!...
...accidenti,
quanto è difficile. A volte non si sa proprio che consiglio
dare. E ora come faccio a prendermi cura di questo ragazzo...? Anche
perché...non è semplicemente un ragazzino, il mio
domatore terrestre! Ma è quasi un uomo...
...ed è l’uomo...di cui sono
innamorata...”
Mentre lui le
avvolgeva il capo con un asciugamano, e nel suo sguardo la tenerezza si
mischiava alla pena...
...arrivata a casa,
Suzie si lasciò cadere sul divano «Non mi ha
neanche
aperto la porta. Ma io lo sentivo parlare col suo Digimon, anche
se...non sono riuscita a capire cosa gli diceva!»
Lopmon si sporse dalla spalliera «Mako si ostina ad
evitarti?»
«...sono giunta
ormai alla conclusione...» spiegava la ragazza, lasciando
calare
la borsa dalle sue mani «...di essere una presenza sgradevole
per
lui. A scuola non mi vedeva nemmeno! Adesso...sembra quasi che mi odi.
Ma è ingiusto! Io non ero andata a casa sua per chiedergli
di
essere la sua ragazza, so che lui è ben lontano
dall’amarmi!...
...volevo solo che
restasse con noi. Ma a volte mi sento una stupida, sempre a
intestardirmi su questi sogni antichi!» alzandosi, e
lasciando il
salotto.
A Lopmon calarono le
orecchie «Povera Suzie, si sente assai giù e la
capisco.
Nessuno più di me potrebbe comprendere le pene
d’amore per
qualcuno che nemmeno ti guarda! Cosa potrei fare per tirarle un
po’ su il morale?...
...ho trovato! Le
preparerò uno spuntino, di quelli che a lei piacciono
tanto!» esclamò con entusiasmo, per poi tornare
mogia
«Certo, il cibo non cura le ferite del cuore...
...però...» accennando un timido sorriso
«...un
profumino è in grado di scaldarti dentro, e ricordarti
quando la
vita era più facile. Anche se sarà inutile
cucinerò ugualmente!» sparendo in un tuffo dietro
al
divano...
...dopo aver
riadagiato la foto di Akemi, Mako ed Impmon sulla mensola,
preoccupandosi di centrare a dovere la cornice, Taisho
sospirò e
si diresse a passo lento verso la cucina.
«E-Ehm!»
tossicchiò per farsi notare, e la signora Ayami gli si
rivolse
gentilmente «Hai bisogno di qualcosa,
Taisho?»...«U-Uh...sì.»...«Uno
spuntino?»...«No. No, grazie! Un
consiglio.»...«E’ per mio figlio, vero?
Siediti.»
«La ringrazio,
signora.» si sedette l’uomo
«Sì, a dire il
vero è per Mako! E’ da ore chiuso nella sua
stanza...so
che soffre per ciò che gli è successo, e io
vorrei fare
qualcosa per aiutarlo! Però lei lo sa, sono entrato in
questa
casa per...
...pfff...la
cosiddetta serie di...sfortunati eventi! Troppo lunghi per essere
riassunti...e perché io sia punto di riferimento! Mako aveva
un
altro Digimon prima di me, lui avrebbe saputo consigliarlo ma in questo
momento...purtroppo non è qui. Per questo vorrei chiedere a
lei,
lei che è sua madre! E lo ha visto crescere...
...cosa farebbe, o meglio cosa dovrebbe fare uno nei miei panni?...
...che cosa farebbe
Impmon...?» chiese più piano «Io sto
cercando,
umilmente, di prendere il suo posto...ma il vuoto lasciato da lui e
Akemi è troppo vasto, sono in difficoltà! Lui
sfonderebbe
la porta...o attenderebbe con discrezione che Mako tornasse quello di
sempre?»
La signora Ayami
sedette di fronte a lui, e svelò «Per quel che ho
potuto
conoscerlo...
...lui lascerebbe Mako
ai suoi pensieri: è vero, ognuno ha bisogno di solitudine, a
volte. Però...fuori da quella porta a vetri...smuoverebbe il
mondo intero per far sì che il mio bambino tornasse a
sorridere!»
Taisho balzò in
piedi «E’ così facile?! Smuovere il
mondo
intero?»...«...perché non vai a parlare
con quella
ragazza, Taisho...? Mi ha fatto pena quando se n’è
andata
così triste. Era venuta con le migliori
intenzioni!»...«...parlare...con
Suzie...» ripeteva
il Digimon «...ma certo, signora lei è un genio!!
Quella
ragazza è l’unica che può aiutarlo,
anche
perché Mako
è...»...«Cosa...?»...«Oops!...niente,
scusi! Non faccia caso a ciò che dico! Mi...precipito subito
a
casa di quella domatrice e...
...!!!» si
arrestò sulla porta della cucina «Qualcosa non va,
Taisho?»
Il biondo uomo si
volse, ed aveva un sincero sorriso «Sa? E’ bello
vedere una
madre che si preoccupa dei suoi figli, rispettando i loro momenti di
gioia e dolore. Io un tempo avevo una moglie...
...ma lei...era
diversa. Questo calore che si respira qui non riuscì mai a
crearlo, neanche con piatti prelibati e adesivi
spiritosi!»...«So che avevi anche dei figli...
...ti auguro di
ritrovarli.» Taisho sorrise commosso «...avevo due
figli e
un gatto, così come Mako una sorella e un Digimon. Ma nella
vita
tante cose cambiano! Vado, signora!!»
La signora sulla porta
della cucina rivolse sguardo al soffitto «...grazie a Dio ora
mio
figlio ha te...»
Il cane abbaiò
come sempre, ma Taisho non lo temeva più come i primi tempi
«No no no no! Tu stai buono! Eheh, perdonami vecchio mio ma
ora
non posso portarti con me: vado a fare una cosa importante, ma tu
augurami buona fortuna! Se grazie ai tuoi auguri Impmon ora
è
quello che è...anch’io ho speranza di arrivare
lontano!
Ora ho anche un Digivice, ahahah!!»
Quel cucciolo pieno di
storia sembrava compiacersi, e abbaiare contento mentre lo vedeva andar
via (fine-canzone)
Takato accompagnava la
sua Digimon alla porta del salone, quando si sentì chiamare
«Takato.»
Cindermon
sussultò entusiasta «Rika!! Ahahah, anche tu qui?
Dì la verità, ci hai seguiti!» (mentre
Takato
celava lo spavento al solo udire il proprio nome)
«Già! Mi
assicuravo che non faceste niente di sospetto! E non mi sbagliavo a
giudicare dal...ciuffo!»...«Hai visto? Si
è
rinvigorito, merito del qui presente parrucchiere...!! Ryo come
sta?» chiese la Digimon, e Rika rispose
«L’ho
lasciato che dormiva.» Takato accennò un sorriso
«Deve riposarsi, per recuperare tutte le forze necessarie
alla
cura.» così la domatrice riprese «Al che
io mi
avvio...per un’ennesima missione, che come sostiene la mia
Digimon non sarà per niente
facile.»...«Cosa intendi
dire, c’è forse un attacco?»
piegò il capo
Cindermon, e anche Takato sgranò gli occhi. Ma Rika rispose
«No, non si tratta di questo...
...sto andando dalla
madre di Ryo. Quella povera donna ha saputo tutto per bocca di Alice,
che...ha voluto sgravarmi da un compito ingrato. Ma pare che sia stato
un trauma...» accennò più piano, e
Cindermon
«Gasp! E lo credo, sapere di un figlio malato...ma ascolta,
lei
non era quella con cui non potevate vedervi neanche da
lontano?!»
Rika sospirò «...certe cose cadono di fronte agli
eventi
gravi dalle vita. Vado a offrirle un po’ di
conforto...dobbiamo
fare fronte comune, per l’imminente battaglia. Si prospetta
dura
per tutti.» al che Cindermon assunse sguardo serio
«In
bocca al lupo, Rika! Poi facci sapere com’è
andata.»...«E salutaci Alice!» aggiunse
Takato, ma a
quel punto Rika «Takato!» si avvicinò a
lui, e
specchiando occhi un po’ esitanti in quelli di lui impauriti,
rivelò «...Alice è morta...»
al che lui
impallidì «Come...?! Quando?!!»
aggrappandosi a lei
(mentre anche Cindermon dilatava il suo sguardo...)
Rika rispose
«...prima che la conoscessimo.» lasciandoli
entrambi
impietriti, e aggiungendo «...è come
Nakao.» per poi
sistemarsi la tracolla, e procedere sui suoi tacchi nonostante quei
pensieri ostici.
Takato scosse il capo
«...no...» mentre Cindermon lo stringeva a
sé
«Coraggio Takato...»
Ma il ragazzo sembrava
avere un brivido dinanzi a tutta quella morte, e quel rimpianto che
soffiavano assieme alla brezza di inizio estate, penetrando nei loro
abiti...
Il campanello di casa
Wong squillò, e la signora Mayumi si diresse ad aprire
«Sì? Cosa desidera? No guardi, quanto a promozioni
telefoniche non ci serve niente.» ma il biondo uomo di fronte
a
lei si inchinò più volte «N-No, mi
perdoni ma
io...non venivo per questo! Cercavo...ouuuh...lei è la mamma
di
Suzie, vero?» al che la donna si ritirò un
po’
insospettita «Cosa vuole lei da mia figlia...?» ma
alle sue
spalle giunse il marito «Credo di saperlo! Lei
è...Taisho,
vero?» chiese il signor Wong, e il biondo si
inchinò
lietamente «O-Oh, fa piacere essere
riconosciuti!»...«Si figuri, i miei figli mi hanno
parlato
di lei. Mayumi, devi sapere che il signore qui presente...è
un
Digimon!»...«Cosa! Un Digimon?!»
sobbalzò un
po’ stupita la signora dai capelli corti, per poi sciogliersi
in
un sorriso «Certo che state proprio cambiando! Avete sempre
meno
di quelli che conobbi tanti anni fa...!»...«Che
vuole
farci, signora? Le cose cambiano per tutti. C’è
chi
afferma che anche voi terrestri non siete più li stessi, ma
questo...io non so dirlo: vi ho scoperti da
poco.»...«Cercavi Suzie? Scusa se ti do del
tu.»...«Sì a dire il vero, signor Wong!
Dovrei
parlarle.»...«Allora accomodati in
casa.»...«Posso? La ringrazio vivamente!»
Fu così che
Taisho alias Sandmon poté fare ingresso in quel salotto che,
nel
corso degli anni e a dispetto dei problemi, non perdeva mai stile e
classe «Intanto vado a chiamare mia figlia.» disse
la
cortese signora «Fa come se fossi a casa tua.»
Il Digimon, con molta
discrezione e senza toccare nulla, poiché aveva le mani
dietro
la schiena, smarriva i suoi occhi attraverso quel mobilio di pregio,
spargendovi forse i sogni di una vita futura. Quando ad un tratto
«Sniff, sniff!...
...che buon
profumiiino...! Mi sembra di riconoscerlo: erano quelle frittelle di
cui andava pazza la mia gattina! Quando Violetta le preparava, io e
Scratchmon facevamo a gara sui ci ci si avventava prima! E per il
vincitore...
...erano comunque guai!!»
Così,
incuriosito da quell’aroma evocativa, fece un futrivo
capolino in
cucina «...adoro l’odore del cibo. Quelle magiche
frittelle
sono lì, in attesa di essere gustate! E se ne rubassi
innocentemente una? Dopo tutto...l’ospite è sacro,
mia
moglie lo diceva sempre!» sicché la sua mano si
insinuò presso il vassoio, trafugando la refurtiva
«Gnam!...
...ah, mi sembra di
risentire addosso il pelo di Scratchmon...e le sue zampette
indispettite che cercavano di graffiarmi! AUCH! Gattina mia, anche da
spirito mi lasci il segno!» ma quello che lui credeva uno
spirito
parlava persino «Giù le mani, brutto villano!! Chi
ti ha
dato il permesso di prenderle, e soprattutto...chi ti ha fatto
entrare!!»
«Ouuh? Ma tu non sei il fantasma della mia Scratchmon!...
...sei tu
Lopmon!!» realizzò incrociando gli occhietti
indignati
della coniglietta col cappello da cuoco.
«Sei sempre il
solito, dobbiamo sempre guardarci le spalle da
te!»...«I-Insomma cara! Non trovo giusto che mi
parli
così, sembra quasi ti abbiano messa alla guardia di questa
cucina!»...«Prima di trovare un domatore, io sono
stata il
guardiano di Suzakomon! E nessuno poteva entrare senza il mio
permesso!»...«Su-Suzakomon?» si
grattò il capo
Taisho, e Lopmon «Ma un ignorante come te cosa può
saperne
di certi luoghi sacri? Suzakomon era il palazzo del grande Zhuquiaomon,
uno dei quattro supremi!»...«Ma sì
ricordo! Ci sono
stato!!...
...e ora che ci penso anche Mako riprovava questa mia lacuna.»
«Noi abbiamo un
glorioso passato. Delle memorie in comune!» enunciava Lopmon
con
gli attrezzi di cucina tra le mani «Ma un Digimon come te non
potrà mai capire l’importanza di certe cose,
così
alcuni dettami fondamentali dell’educazioni quali...il
permesso
da chiedere, prima di sgraffignare del cibo! Queste non sono frittelle
qualunque, non le ho preparate per abboffarmi in solitudine,
benché ne abbia i motivi!» fissando intensamente
gli occhi
dell’uomo a cui cadeva di mano il residuo della frittella
«Le ho cucinate per Suzie, per dare alla mia domatrice un
po’ di conforto dai problemi della vita! Problemi che il tuo
amico gli ha causato per via del suo caratteraccio, e con la tua
complicità!»...«Io non sono complice di
Mako. E se
ha causato dei problemi io sono qui per risolverli! Cosa credi?
Neanch’io sono qui soltanto per...rubare
frittelle!»
(canzone: H
& Claire - You're a love song)
Lopmon rimase colpita da quella decisione.
Taisho enunciò
serio in volto «Sono in questa casa per il mio domatore,
esattamente come tu sei in cucina per la tua. E se ignoro qualche nome,
se sono all’oscuro del vostro passato...sarebbe forse colpa
mia?
Tu non lo sai, mi piacerebbe molto essere un Digimon storico...
...una creatura
mitica, o l’antico guardiano di un luogo remoto. In questo
modo
forse avrei più elementi per parlare a Mako della vita...!
Della
morte...»
...mentre lei posava i
suoi attrezzi lentamente, per non fare rumore ed interromperlo...
«...dell’amore, e di tutte quelle cose di cui
purtroppo non
so niente! Io non ero alla guardia del palazzo di un Supremo:
l’unico luogo che presidiavo era una...casa di cartone, di
una
famiglia felice fatta con l’argilla! Lo so, non
c’è
niente di eroico. E con una come mia moglie al proprio fianco non si
imparava nulla, se non...
...egoismo,
meschinità! Non c’erano scenari...da contemplare
dalla
cima di una torre, né Digimon alati da indicare ai propri
figli,
per dir loro che un giorno voleranno tanto in alto. L’unica
cosa
di cui si parlava erano ambizioni e mire materiali. Ma non è
stato tutto da buttar via, no...a guidarmi qui oggi fin da te non
è stato solo il profumo di un cibo prelibato. E’
stato il
profumo dei ricordi! L’odore intenso della sabbia...che pur
persiste, quando un castello crolla. Non era un Supremo il mio
interlocutore...
...era soltanto un
gatto. Ma non rinnego la vita con lei, no. Sono ben felice
dell’occasione che mi è stata data per il
futuro!...
...e che un odore simile ancora esista, nelle cucine altrui...
...un granello di sabbia si è salvato, dalla tromba
d’aria.»
La coniglietta marrone
abbassò il capo “Nella mia semplice
cucina...possono
albergare tante emozioni? Nessuno me lo aveva mai detto prima
d’ora...”
I loro sguardi si
incrociarono nell’intensità dei loro passati
opposti, ma
in quel momento giunse Suzie «Eccomi Sandmon: mi hanno detto
che
volevi vedermi.» scostandosi i capelli con gesto adulto e
disinvolto, per poi concedersi a un sorriso giovanile «Ah
Lopmon,
hai fatto le frittelle! Ne hai già presa una Sandmon?
Sì,
vedo di sì...
...dimmi pure. Cosa
posso fare per aiutarti...?» mentre Lopmon si volgeva verso
il
forno, e seguitava a riflettere. Alle sue spalle Taisho esordiva
«Ascolta, devi assolutamente aiutarmi con
Mako!»...«...ma io...ho fatto tutto quello che era
in mio
potere. Mako non vuole vedermi, io devo
rispettarlo.»...«Ti
sbagli, dobbiamo insistere!!...
...e non è vero
che non vuole vederti, e vero solo che è un gran testardo. E
che
ha sofferto molto...ma noi dobbiamo aiutarlo a ritrovare se
stesso!»
Il volto di Suzie si
illuminava a poco a poco «...attento Sandmon...non fare
discorsi
che mi piacciono troppo...»...«E invece li faccio,
tu sei
l’unica che può ascoltarmi!!»
afferrandole le mani,
mentre lei chiedeva con timida speranza «Tu...pensi...che ci
sia
ancora qualcosa che io posso fare? Ah, e non conta che Mako sappia che
il merito è mio! Sono disposta ad agire di nascosto...
...basta non restare a
casa, seduti a un divano dietro un’enorme finestra. Il mondo
scorre e tu puoi solo guardarlo...e crescere senza aiutare
nessuno.»...«Ho visto la finestra che avete in
salotto,
è fantasmagorica!» osservò il Digimon
«E
lungo tutte le strade cittadine che si vedono da lì, ora
dobbiamo cercare l’unico che può aiutare Mako in
questo
momento. L’unico di cui si
fida!»...«Impmon!!»
esclamò prontamente Suzie, e Taisho sorrise
«...brava.
Vedo che sei preparata su di lui.»...«...uhmuhmuhm,
visto
che a scuola non sono un granché!» sorrise la
giovane pur
commossa.
«Mako crede che
lui l’abbia abbandonato per l’ennesima volta. Ma io
so che
non è così, Impmon si è ritirato per
rispettare il
mio ruolo! Ma il suo posto è lì!! In quella casa,
accanto
al suo domatore di un tempo! Ah! A proposito, lo sai che ora abbiamo un
Digivice?»
«Ahah!!
Ma...è meraviglioso!» esclamò Suzie
«Mako...
...il mio Mako, che
cresce assieme al
mondo...»...«Sì...è una
cosa meravigliosa un ragazzo che cresce.» ne convenne
l’uomo. E la ragazza «Ma una cosa altrettanto bella
è il passato! Sta tranquillo Sandmon, ci penserò
io a
ritrovare Impmon e a ricondurlo in quella casa una volta per
tutte!»...«Grazie! Io davvero...non so come
ringraziarti!»...«Ahah! Mi baci la mano come un
cavaliere
antico...!» evidenziò lei con gusto, e lui
«Ops!
Perdonami, non so mai come
giostrarmi.»...«Figurati, mi
piacciono le fiabe! Esco in questo
istante!»...«Buona
fortuna! Io perdonami ma devo tornare a casa, ho promesso alla signora
Ayami di aiutarla con la spesa. A presto...Lopmon.»
«Ciao...»
disse lei senza girarsi, se non quando lui se ne fu andato. Suzie
giunse le mani «Lopmon ti prego! Perdonami!! Tu avevi fatto
le
frittelle, ma il fatto è che io...devo uscire di
corsa!»
La Digimon le rivolse
un sorriso materno «Non preoccuparti, esci pure. Le
mangerò io.»...«Ma saprò
farmi
perdonare!» le garantì la ragazza con determinata
furbizia. Lopmon sospirò «...cari domatori...cosa
non si
fa per voi.» per poi allungare l’orecchio e
avvicinarsi una
frittella. Ma prima di sgranocchiarla, chissà cosa la
portò a riflettere, rivolgendo in alto i suoi occhietti
(fine-canzone)
Fu una figura
familiare ad aprire a Rika la porta di casa Akiyama
«Alice!!!»...«Ah, Rika...vedi se ci
riesci tu, io non
so più cosa fare!»...«Come sta la
signora...?»
La bionda ragazza rispose in un sussurro eloquente «...un
disastro...
...sembrano non
esistano parole su questa terra per
consolarla.»...«Pur
sapendo che l’operazione è riuscita, e ora Ryo sta
bene?!»...«...la malattia la spaventa! Teme si
ripresenterà e che...
...ah ma non voglio
parlare di queste cose sfortunate! Noi dobbiamo guardare al futuro
e...ah, senti, chiamami se riesci a convincerla! Io purtroppo devo
proprio scappare, ho alcune cose da sbrigare alla villa
e...»...«Non preoccuparti, niente paura: ci penso
io!» garantì tempestivamente Rika accingendosi ad
entrare.
La sua Digimon era sul
tetto dell’abitazione, ma in quel momento udì
«Renamon.» ed il suo cuore
sussultò...aggiustandosi
il cappello blu che ancora indossava, prima di volgersi...
...e intravedere oltre
la falda una sagoma identica alla sua, però nera...
«Come stai,
Rika...?» le strinse la mano il padre di Ryo, e lei rispose
«Io bene...e anche Ryo.»...«Anche io
bene! Ah, ma mio
figlio come ha potuto...!!...nasconderci una cosa del
ge-»...«Andiamo, fa sempre così, non
c’è abituato?»
L’uomo dovette
sospirare, ed ammettere «Purtroppo è vero. E non
saresti
sua moglie se non lo conoscessi così bene, a volte voi
coniugi
più dei genitori riuscite a far breccia nei nostri cuori, ma
io...sfortunatamente ora non riesco ad accedere a quello di mia moglie.
Non dico che noi siamo una coppia modello, ci mancherebbe! In questi
anni...quante litigate, quella matta mi ha fatto impazzire appresso a
lei! Però adesso...
...mi fa pena vederla
così. E quando entrerai...te ne
accorgerai.»...«Che
cosa intende dire...?» domandò Rika, fissando la
porta
chiusa di quell’abitazione anch’essa di taglio
orientaleggiante, come la sua.
«...Imagomon,
sei tu...» mormorò la volpe in tailleur blu, e suo
marito
disse «Non ti avevo mai vista...con indosso abiti umani. Stai
bene...»...«...ah! Quest’abito
è solo
un’apparenza. Io sto tutt’altro che
bene.»...«...
...e lui?
Dov’è?»...«A chi ti
riferisci?!» ma
Imagomon, pur mantenendo la sua signorilità, rispose
«Andiamo Renamon...non far finta di non capire. Parlo di
Beelzemon...il Digimon che ami.» ma la volpe serrò
i pugni
«...ora abbiamo cose più importanti di cui
parlare!
Imagomon: nostra figlia!»...«Che
cosa...?»
sgranò gli occhi la volpe nera, mentre la dorata moglie
svelava
«...è nelle mani dei nemici...possibile che tu non
l’abbia percepito?!!»
“Avevo avvertito
una forte inquietudine...ma non le avevo dato retta, preso
com’ero dal pensiero di diventare umano!”
«Possibile
che tu abbia perso anche il tuo istinto
paterno?!!»...«...!
Non sono qui per ricevere simili critiche! Akirmon era rimasta con te,
e ora tu mi dici che i nemici l’hanno
catturata?»...«Akirmon era rimasta con
me...perché
tu ti sei disinteressato di lei, e di tutti noi! Per correre dietro a
quella donna umana!!»...«Al contrario di te io
preferisco
agire sotto la luce del sole, non covare per anni un sentimento e
fingere all’esterno.»...«Ah,
“alla luce del
sole”: per questo sei sparito, e ti aggiri come
un’ombra!»...«Renamon: finiamola! Non
è
né il posto...
...né il momento per litigare, da quello che mi hai
detto.»
Alice stava per
varcare il cancello della villetta, ma udì le loro voci e si
volse.
La vista della volpe
nera le rievocò un ricordo, così dalla sua borsa
estrasse
quel Digivice grigio e oro vecchio stile.
Rika aprì con
discrezione la porta di quella stanza, e quella signora bionda che
sembrava invecchiata di molti anni non si volse nemmeno per salutarla.
I suoi occhi tristi, azzurri come quelli di suo figlio, seguitavano a
fissare un malinconico orizzonte.
Ma prima di
raggiungere lei, l’attenzione della ragazza fu rapita dalle
foto
incorniciate, fra cui troneggiava quella che ritraeva la signora
lì presente, orgogliosa con il suo bambino tra le braccia.
Rika
nel raccoglierla provò una profonda tenerezza «Non
siete
cambiati...» sussurrò «...lo stesso
sguardo deciso,
lo stesso coraggio.» per poi riadagiarla sul mobile.
«Già...ma
a volte il coraggio non basta.» ammise la signora Akiyama, ma
Rika insistette «Non è questo il caso! Ryo ha
deciso di
curarsi...e non si arrenderà fino a che la malattia non
sarà completamente debellata. Noi tutti dobbiamo fargli
forza e
sostenerlo!»...«Pfff...già, parlare
è facile
per te.» ma Rika seria in volto mormorò
«...tutt’altro...
...pensa sia stato
facile venire a sapere che l’uomo che amo è
malato?
Scoprire che l’uomo...che ho inseguito tutta la vita come un
sogno impossibile...stava per essermi sottratto per sempre? Prendere
coscienza che tutti gli sforzi...potevano vanificarsi nel giro di un
secondo...ma non è stato così.
L’operazione
è riuscita, e adesso incomincia la
salita.»...«Vorrai dire che incomincia la
discesa!!»
gemette la donna, ma Rika esclamò
«Perché
mai?!!»...«Ah! Non...voglio sprecar fiato e tempo
per
spiegare ai bambini quello che non comprendono: non sono mai stata
portata per questo, ho rifilato...
...a mio marito certe
mansioni, è risaputo che io non sono materna!
Amo...scegliere
abiti in boutique, vivere fra le
comodità!»...«Ma le
piace anche essere madre di un ragazzo forte! Non può
negarlo...la prova è poco distante da me, in quella
foto.»
Fu allora che le
lacrime affiorarono agli occhi di quella donna struccata, che seguitava
a fissare avanti a sé e a tormentarsi le unghie
«...sì. Mi piaceva. Era tutta la mia
vita...»...«Ma perché parla al passato...
...? Se le piaceva si
alzi e vada a fare ciò che ama! Ryo la aspetta
all’ospedale!» ma lei ammise cupamente
«Non ce la
faccio. No, non mi si può chiedere questo. Vedere mio
figlio...ridotto in quelle condizioni!»...«Ma quali
condizioni?!» specificò con stizza la ragazza, per
poi
scandire «Non mi dica...che lei è una di quelle
che
stimano qualcuno solo quando è forte e invincibile,
perché in questo caso...sarebbe proprio a lei che dovrei
imputare la colpa per ciò che ha fatto suo figlio!
E’
fuggito da me, montando una storia assurda perché era sicuro
che
avrei smesso di amarlo, una volta scoperto...che non era un eroe
bensì un uomo vulnerabile. Non mi dica che lei gli ha
inculcato
questo, perché in tal caso davvero lascerei questa
casa...senza
guardarmi indietro!!» volgendo le spalle, e serrando i denti
(canzone: Renato
Zero - Nei giardini che nessuno sa (strumentale) )
«Come si
può essere tanto meschini...da calpestare le
fragilità di
un essere umano? Nessuno di noi riesce a essere perfetto...a
raggiungere pienamente ogni traguardo. Il saper vivere nasce
dall’accettazione di questa realtà...»
muovendo la
coda dell’occhio «...e nella capacità di
cogliere il
bello anche in un bicchiere infranto!»
«...uhm! E tu
credi che sia questo...a tenermi chiusa qua
dentro?»...«...se non è così
mi dica lei
cos’è...»...«...lo vedi?!! Sei
una ragazzina!!
Incapace di comprendere il cuore di una madre!»
Rika teneva stretti i
pugni, e per amore sopportava quelle parole incessanti «Di
cosa
si illude, il tuo cervellino imbottito di cartoni? Che mio figlio
guarirà?! Che tornerà ad essere quello di
sempre?! Sei
una sciocca...
...soltanto una povera stupidella! Non lo sai? Il tumore si rigenera...
...non è un
nemico di quelli che fronteggiate con i vostri enormi e chiassosi
mostri! Il tumore è subdolo, si insinua nel corpo umano...
...e lo corrode fino
alla distruzione. Ora ti credi trionfante, perché
quell’operazione ha avuto successo? Pfff, misera
vittoria...sei
un’illusa!! Quanto ancora potrebbe durare la vita di mio
figlio?
Qualche anno, se siamo fortunati?! E in quali condizioni?!! Dio mio...
...il mio povero ragazzo. Sai cosa vuol dire avere un tumore? Che ti...
...tagliano, e ti
ricuciono come se fossi un abito pregiato. Fino a che il tuo povero
corpo non sopporta più un tale martirio e...
...si arrende!»
Rika respirava tra
l’affanno e le lacrime, che le ovattavano la vista di quella
foto
sul comodino.
«CREDI CHE IL
RAGAZZO CHE AMI VIVRA’ A LUNGO?! Stupida!!! Lui
andrà
avanti qualche tempo e poi morirà!
Sììì,
lui morirà, e tu finirai come me!!! Vecchia!!!...E
SOLA!!!»
«BASTA!!»
si portò le mani alle orecchie «N-Non
voglio...più
ascoltarla, ma si rende conto di quello che dice?!!»
«Io credo solo
di dire la verità. Accreditata da mille storie attorno a
noi!
Apri la tv e sosterrà la mia tesi! Non la tua e quella dei
Digimon! Queste cose ormai hanno lasciato gli schermi. I tumori
no...» ma Rika si avvicinò «...noi non
intendiamo...
...curare Ryo
somministrandogli cartoni per endovena!! I Digimon non sono un
“CARTONE”...
...i Digimon sono vita...
...vita e
speranza...» affermava con le lacrime a rigarle il viso,
conducendo via il trucco...
...intanto sul tetto
«Perché non ti sei presa cura di mia figlia?!! Lei
non
c’entrava con i tuoi sentimenti, Akirmon è una
bambina!!»...«E’ anche figlia
mia!!!» ribatteva
Renamon «E non è più una bambina,
è una
donna ormai!! E non...per la magia dei nostri nemici ma semplicemente
perché è cresciuta troppo in fretta! A causa
nostra
è venuta a contatto con le realtà più
amare della
vita! L’abbandono, la solitudine!!
L’infrangersi...delle
sicurezze...»
«Non è
stata colpa mia! Io...» ammise Imagomon, serrando il suo
pugno.
Il pelo nero tremava nella brezza «...ci ho messo tutto me
stesso
per comporre una bella famiglia: desideravo offrire ai miei figli amore
e sicurezza! Gli stessi per i quali lottasti dieci anni fa. Io non
giunsi sulla terra allora, è vero!...
...ma le tue parole
veicolarono un sogno che avrei realizzato con tutta la premura. Per
loro...
...per te...
...ma tu avevi un
altro sogno! Tu non mi amavi!! Amavi lui, e hai reso vani tutti i miei
sforzi!»...«Amavo lui...amavo lui, SI E’
VERO! LO
AMAVO!»...«Cosa significa il tuo parlare al
passato?!! Vuoi
forse farmi credere che così presto hai cambiato
idea?!»...«”Così
presto”...sono dieci
anni che rivolgo amore ad un’illusione che non mi ha mai
ricambiata! Ho impiegato dieci anni a decifrare gli intrighi del mio
cuore, ed è vero! Sono in mortale ritardo, ma meglio questo
che
non arrivare mai a scoprire, in tutta una vita...
...la natura più vera dell’amore, quella che mi
lega a te!»
La brezza estiva
intensificò, facendole volare il cappello blu «Io
ti amo
Imagomon. Ti amo!! Ho scoperto di amarti...
...benché in
tanti anni non me ne sia mai accorta, col rimpianto del passato ad
ovattarmi gli occhi. Ma quel velo si è strappato
ormai...»...«Renamon...»
Lei avanzò sul
tetto con i suoi tacchi affilati «Io ti amo...e se solo fosse
possibile tornare indietro lo farei senza esitazioni!»
Imagomon invece
esitò, e poco dopo ammise «Purtroppo non
è
possibile. Noi non abbiamo il potere di arrestare il corso del tempo,
possiamo solo...accettare il destino!»...«Questo lo
so
anch’io!! Lo insegnavo alla mia
domatrice!»...«E
allora perché adesso ti sorge il
dubbio?»...«...perché io non intendo
cambiare il mio
passato...
...accetto le mie colpe! E’ il futuro che mi interessa. I
nostri figli...
...e te, amore mio!!»
L’estate, e quel
cappello che volava nel vento confondeva il maschio di volpe nera...
Mentre Rika affermava
«I Digimon che lei disprezza tanto...hanno capito prima di
noi il
valore della speranza! La creatura...
...che tanti anni fa
si è accostata a suo figlio ha compiuto un viaggio nel
rimorso e
nel rimpianto! Ha fronteggiato la paura, e alla fine è stato
più forte il desiderio di vedere il suo amico...
...rinascere...
...tornare a combattere!»...«Sarebbe bello!...
...se non sapessi che
è inutile...» ma l’altra si
asciugò una
lacrima «Anche se ci fosse...una possibilità su
mille
varrebbe la pena. Lei ci svaluta senza conoscerci: io e Ryo sappiamo
molto bene il rischio a cui va incontro. E sappiamo che ci sono paure,
come questa, da cui non potremo ormai...più liberarci!!
E’
dura vivere con un fardello...soprattutto quando sai che non puoi farne
a meno, ma noi...!!» serrando il pugno «...abbiamo
imparato
ad amare profondamente ciò che c’è
là
fuori!! La vita, il cielo...!!...
...il mondo che
scorre, e che si rinnova. Per la cronaca...le daremo un
nipote.»
La signora Akiyama spalancò i suoi occhi...
...mentre Rika
affermava «Suo figlio è il più grande
eroe che
esista. E io sono orgogliosa sia il padre del mio. Sono madre
anch’io, benché a lei sembri strano!...
...benché mi
veda inadatta, ma le assicuro, signora...che lei non è la
sola
ad avere vita ed esperienza alle spalle. Sulla scia di questi
“cartoni”...
...abbiamo
attraversato il cielo, e mangiato polvere! Tanto che adesso...fa
tenerezza guardarci indietro. Io so che rimarremo sempre inesperti di
fronte a voi genitori però...
...per insegnare anche
a noi ad esserlo, dimostrateci di avere amato più di noi!! E
di
aver volato più in alto, così potremo tendere la
nostra
mano...
...e afferrarvi,
perché in fondo al pozzo in cui siamo...soffia tanto freddo!
E
la speranza dobbiamo darcela noi, perché voi siete a terra!!
L’amore...siamo noi a doverlo rammendare, perché
voi lo
avete infranto! E’ TROPPO GRAVOSO!...
...non ce la facciamo,
e i Digimon ci stanno offrendo umilmente aiuto, nonostante i loro
problemi. Non vi siete mai chiesti...perché a volte noi
giovani
ci rivolgiamo a loro?» volgendo le spalle, ma la signora la
chiamò «Aspetta!»
Rika restò immobile...
...e la donna
«Io non sono un Digimon. E non so se ho più gambe
buone...da qui fino all’ospedale.»
Allora la ragazza si
accostò a lei, lasciandole scivolare una mano sulla schiena
«Semmai sceglierà di andarci...» disse
in un
premuroso sussurro...
...di cui la signora approfittò per sfiorarle il ventre...
«...la prego,
faccia ciò che le chiedo: si trucchi, e aggiusti il suo
aspetto
come ho fatto io. Lui non deve vederci sconfitte!...»
affermò in una supplica «...bensì
quelle di sempre,
se sognamo che anche lui torni a essere tale. E lei...
...è sempre
stata una bella signora...!» rivolgendole una commossa
carezza
col dito, per poi alzarsi e lasciarla a quella scelta, nella solitudine
della sua stanza.
Quando uscì
all’esterno, la brezza le condusse tra le mani il cappello. E
la
portò ad alzare lo sguardo...
«E quando te ne
sei accorta?!»...«Quando ormai...tutto era
infranto,
eccetto un frammento! Il mio cuore sepolto...per questo ha resistito al
crollo della nostra casa.» confessava Renamon, ma Imagomon
indietreggiava «No, non ti credo! Tu parli così
solo
perché lui ti ha respinta, e adesso...vuoi rammendare il
passato!»...«E’ POSSIBILE CHE TU NON
PERCEPISCA UN
AMORE COSI’ GRANDE?!!» gridò la volpe,
ma il marito
si strinse il capo con rabbia «I-Io...ho smesso di credere al
mio
cuore!!» fuggendo via grazie ai suoi balzi fulminei
«Imagomon...!!»
Una cagnetta
costeggiò i tacchi alti di Rika prima di entrare in casa,
sostituita dai tacchi blu della Digimon che si affiancò alla
ragazza.
«A ciascuno il
suo...» disse Rika guardando Vaniglia, per poi restituire a
Renamon il cappello «Era...Imagomon, vero?»
La Digimon si
aggiustò con eleganza...ma da sotto la falda scendevano
lacrime.
«Coraggio...andiamo.» sussurrò la
ragazza
asciugandole con le sue unghie, e si allontanarono insieme, come due
eccentriche amiche nel pomeriggio d’estate (fine-canzone)
«Ti prego,
aiutami...» erano le parole di un folletto viola alla ragazza
che
faceva capolino tra i fiori, nella foto sulla lapide «Dimmi
tu
che devo fare: ancora non riesco a credere a quello che ho visto...
...Jeri ha detto delle
parole...bruttissime a Takato! Mentre la ascoltavo avevo i brividi, io
che ero abituato alle nostre baruffe...non riesco ancora ad accettare
che a volte, gli esseri umani possano odiarsi così tanto! E
insultarsi, e maledirsi!...
...un Digivice
dimostra che io sarei il suo domatore però...non me la sento
di
affrontare tutto questo! Ho paura, voglio...tornare a
casa...» ma
d’un tratto si udì chiamare
«Impmoooooooon!»
«Oh?»
così si volse, accomodandosi il fazzoletto con cui avvolgeva
le
sue orecchie. Finché non fu raggiunto da quella ragazza
affannata «Ufff, pufff...!...
...sapevo che ti avrei trovato qui.»
«Suzie,
perché hai corso così tanto? Ihm?!
C’è forse
un attacco nemico?!» ma la domatrice adagiò su di
lui i
suoi occhietti furbi «No, non è dei nemici che
sono venuta
a parlarti. Ma degli amici.»
Impmon si volse verso
la lapide, e ammise «Sai? A volte mi fa un effetto
così
strano sentire questa parola.»...«E
perché? Se sono
rimasti ancora degli amici...per i quali la nostra compagnia
è
importante! Qualcuno per cui vale la pena di svegliarsi la mattina...e
lottare con tutte le nostre forze!»...«Le tue
parole sono
belle...» ammise il Digimon, volgendo la punta dei suoi
occhioni
verdi verso la lapida «...ma da quando non
c’è
più Akemi io sento che più nessuno ha bisogno di
me.»
Suzie gli sfiorò la spalla «Impmon...
...Akemi aveva un
fratellino.»...«Oh?»...«Non era
sola...in
quella sera leggendaria di tanti anni fa, in cui apparve il tuo
Digivice...mentre io ero emozionata, e spiavo i Pionieri Digitali che
allestivano lo scontro finale...»
«...ma
Mako...adesso ha un altro Digimon.» chinò il capo
Impmon,
e Suzie «Sì, questo è vero! Te lo
confermo:
è finalmente apparso un Digivice anche per
loro.»...«Ah sì?!» si volse di
scatto il
folletto con occhi emozionati, per poi chiedere timidamente
«...hai parlato con lui? Lo hai visto? Come
sta...?»
tendendo i suoi guantini rossi. La ragazza lo guardò con
premura
«...dietro una porta chiusa. A rimpiangere un passato che
senza
di te sente ancora più
lontano.»...«Cosa?! E
Sandmon, allora?!»...«Impmon, ma un Digivice...
...e un nuovo compagno
di battaglia non possono sostituire ricordi e esperienze, vissute al
fianco di un amico...il cui volto resta scolpito nel cuore. Mako
è cresciuto: non è più quel bambino
che ti vedeva
come un giocattolo. E non è più ormai neanche
quel
ragazzo...che ti voleva come il guerriero per il suo riscatto.
E’
maturato, ha perduto una sorella...
...e ora dipende solo
da te se non perderà anche un amico, quasi un fratello. Un
membro della sua famiglia...perché ora è questo
che sei.
Perciò quella casa gli sembra vuota!»
«Mako...» (canzone: Westlife
- Tonight)
...ripeteva Impmon, ed
i suoi occhi si riempivano di commozione. Lo rivedeva bambino, con i
suoi capricci e i suoi momenti affettuosi, come quello in cui gli
donava quella pistola giocattolo. E poi ragazzo, quando amareggiato dai
suoi pochi anni di crescita finiva per puntargli una pistola vera. E
infine vedeva le loro mani unite da quella gentile di Akemi, che
supplicava loro di non separarsi mai «...bambino
mio...»
mentre Suzie gli spiegava premurosa «Hai deciso...senza
chiedere
la sua opinione. Lui non avrebbe mai voluto che tu te ne
andassi.»...«Lo so, però...! Credevo che
questo
fosse meglio, per la sua crescita! Ma no...
...sto
mentendo.» ciondolando le braccia «Forse temevo di
accorgermi che la vita, in quella casa, continuava senza Akemi! O forse
avevo timore che Mako...si affezionasse di più a Sandmon!
Che
cosa posso farci? Sono cresciuto...
...ma continuo ad aver
paura delle stesse cose: perdere l’affetto degli altri...mi
terrorizza. E mi porta a scappare.»...«Ma
così...ti
neghi tante cose belle che sono rimaste nel presente! Immagina di
svegliarti in quella casa...e a dare il buongiorno a Mako, ancora
assonnato. Vederlo che si affretta per andare a scuola, mentre i suoi
genitori...
...gli preparano la colazione. Udire le loro voci familiari...
...nei primi tiepidi raggi del sole della mattina...
...sulle pareti e le cornici...»
«Casa...»
pronunciò Impmon commosso, guardando verso il cielo
«La...
...mia casa...!»
Suzie smarrì lo
sguardo tra gli alberi, mormorando «Fa per me quello che io
non
posso fare...
...vorrei essere come te, Impmon. E averlo conosciuto...
...fin da allora. Io lo amo...»
Il Digimon sognava
«Potermi alzare...presto, quando gli altri sono ancora al
letto.
E così inginocchiarmi...e pregare! Pregare perché
il mio
bambino abbia una felice giornata...
...mentre il sorriso del mio amore...mi circonda, dalle foto
appese!»
Suzie sorrise
commossa, slacciando il velo attorno al capo di lui
«...proprio
così, Impmon.»...«Suzie, hai ragione...
...ma come ho fatto a
non capirlo prima? Sono fuggito perché mosso dalle mie
paure, e
non mi sono resto conto...che Mako ha bisogno di
me!»...«Ora potrete essere una famiglia unita, come
voleva
Akemi! E come tu hai sempre sognato. Attraversa quella porta a vetri, e
questa volta...per restare! Sono certa che tutti ti accoglieranno a
braccia aperte.»
Impmon le prese le
mani «Non sarei mai riuscito a comprendere i miei sentimenti
senza il tuo aiuto: devo ringraziarti,
Suzie!»...«Uhmuhm!
Di niente...
...veglia su di lui.» mentre una luce avvolgeva il folletto...
...e l’attimo
dopo piume nere si adagiavano tra i fiori «Andrò
subito a
casa, senza perdere tempo!!» affermò Beelzemon, e
lei
«Questo è lo spirito giusto!» al che lui
spiegò le ali, ma poi «N-No, un
attimo!»...«Cosa
c’è?»...«Prima
c’è una cosa. Un’ultima cosa!»
volgendosi
verso la lapide «Voglio comprare dei fiori freschi! Per
ringraziare la mia amata Akemi, sono certo che è stata lei a
guidarti da me.»
Suzie frugò
nella borsa, ma poi serrò i denti «Acc! Ho
dimenticato il
portafoglio...come sempre! Ma di quei fiori prendo nota, ti
rimborserò! Comprali anche per
me.»...«Ma certo,
senz’altro! A-Arrivo a casa! Giusto il tempo di comprare i
fiori!» infilandosi frettolosamente il lungo giaccone
«Però tu avvertili! Avverti a casa che io sto
arrivando e
questa volta...non me ne andrò mai più!»
La giovane sorrise dolcemente...
Mako contemplava con
pena la foto di sua sorella, ma ad un tratto sentì bussare
energicamente alla tua porta «Mako!! Mako apri, sono il tuo
Digimon! C’è una notizia...fantastica!...
...lui sta tornando!
Suzie mi ha chiamato, Impmon sta tornando!! Si trasferisce a vivere qui
con noi!»
Il ragazzo balzò in piedi e spalancò la bocca
«Akemi...
...questo è un
tuo miracolo, vero? Dimmi la verità, sorellina...»
avanzando con la mano tesa «Sei tu che riporti il nostro
Digimon
a casa...vero?»
Adagiando il capo sulla foto, e versando lacrime «...ti
ringrazio...
...mi sentivo molto solo...»
Suzie rimasta sola si
inginocchiava dinanzi alla lapida «Ciao, Akemi. Ti ringrazio
per
avermi permesso di rintracciare Impmon. Ti chiedo ora, se puoi...
...di vegliare su
quella casa, perché finalmente regni l’armonia.
T-Tu sei a
conoscenza dei miei sentimenti!...
...e so che mi
comprendi, perché hai amato quel Digimon...così
come io
amo il suo domatore. Non smettere mai di guidare i nostri passi. Ciao,
cara compagna...»
...soffiandole un bacio...
Mako proruppe in salotto «Papà, mamma!!»
La signora Ayami si portò la mano al petto «Mako!
Figliolo...
...temevo saresti
rimasto in eterno chiuso in quella
stanza.»...«E’
merito di Taisho. E di Impmon, i miei due Digimon.»
«Impmon??»
chiese con dubbio il padre «Che c’entra Impmon, si
è
rifatto vedere in giro??»...«Penso che lo vedremo
molto
spesso!» ammise il ragazzo con un sorriso, chiedendo
«Abbiamo un posto letto in più, vero?!»
I due coniugi si
guardarono, scambiandosi un sorriso intriso di ricordi. La signora
ammise «Sapendo...quanto è stato importante per
voi...»
«Facciamogli una
torta, facciamolo sentire accolto!!» esortò il
ragazzo
«Finalmente la famiglia si riunirà...
...non è vero
Taisho?»...«Altroché!» sorrise
il biondo uomo,
e i due si scambiarono un abbraccio...
...mentre in quella
casa iniziavano frettolosi preparativi, scanditi dalla voce nasale del
baffuto Ayami, e dall’abbaiare del cucciolo (fine-canzone)
Una signora distinta,
nonostante l’età avanzata, inseriva la tessera
Bancomat
con mani accuratamente smaltate «Spero non mi si rovinino con
l’estrazione. Poverina, ci ha messo tanto impegno.»
Ma una figura nascosta nell’ombra la osservava mentre
spingeva i tasti...
«Ecco fatto. Oh
accidenti, siamo alle solite: la tessera non vuole uscire.»
guardandosi con dubbio le unghie «Forse è meglio
che
chieda aiuto a qualcuno. Chissà perché quando
sono qui mi
innervosisco sempre.» ma ad un tratto si sentì
afferrare
per il braccio «AHHH!»
Una pistola
puntò al suo viso «Il portafoglio!!»
inveì
una voce aggressiva «Dammi il tuo portafoglio!!»
«Aiuto...!!» gridò la signora.
Ma quella figura col passamontagna sembrava determinata.
Beelzemon, con un
cappello consumato a coprire il suo terzo occhio, stava acquistando i
fiori «Mi dia tutti quelli. E anche
quelli!»...«Tutti
questi?»...«Certo! Dovrei avere...spicci a
sufficienza!» frugando nelle tasche della sua lunga giacca.
Il fioraio mormorava
fra sè «...che tipi strani girano di questi tempi.
Fra
senzatetto e mendicanti non puoi fidarti di nessuno: giri le spalle...e
ti puntano la pistola!»
Il Digimon si
affrettò a stringersi la giacca per nascondere le pistole,
ma il
verdetto sugli spicci era incoraggiante «Appena
sufficienti...fantastico. Tornerò a casa...
...sì, ormai ho
deciso: Jeri è un capitolo chiuso. Me ne torno dal mio
domatore!»
«Va bene
così?»...«Sì! Mi dica quanto
le
devo.»...«Le faccio uno sconto (non vorrei farti
innervosire!) »
(canzone: Agnes
- Nothing else matter)
«Che cosa aspetti, ti ho
detto di darmi il tuo portafoglio, svelta!!» infieriva quella
irruente voce femminile.
«Aiuto!!»
gridava la donna «V-Vi prego, qualcuno mi
aiuti!!»...«Smettila di gridare! Tira fuori i
soldi!!» La figura in nero le premeva la pistola sul volto.
«Per favore, non mi faccia del male...»
Ma alcuni uomini tornavano
con il caffè in mano «Quando mi hanno fatto
guardia
giurata, i miei amici si sono chiesti “ma chi gli ha affidato
una
pistola a quello”?»...«Uhm?!
Guarda!!»...«Una signora in pericolo!»
...il bicchiere col
caffé cadde a terra, e la mano scivolò
sull’arma
«Che fai, vuoi sparare?!» chiedevano i suoi amici.
La
guardia prendeva la mira...
La signora stava
estraendo il portafoglio «Voglio anche i tuoi anelli, voglio
tutto!!» inveì la ragazza in nero. Ma la guardia
gridò «Getta la pistola!! O sparo!!»
Lei trasalì, e tempestivamente allungò la sua
arma: sparò.
«Uuuugh!!!»
La guardia finì
a terra, le grida si levarono. La signora aggredita era sul punto di
svenire.
Ma l’uomo
colpito ancora impugnava la sua arma. Sparò
anch’egli.
Quegli occhi oltre il
passamontagna guardarono il cielo, l’arma le cadde di mano...
...presto gocce di sangue la circondarono...
Beelzemon salutava il
fioraio «Molte grazie, e arrivederci!» quando la
piazza
iniziò a gridare:
“Venite, presto!!”
“Una sparatoria!!”
“Deve trattarsi di una rapina!!”
Il Digimon
esclamò «Una sparatoria?!» pensando poi
“Forse
c’è qualche umano che ha bisogno
d’aiuto: è
meglio che vada a vedere!”
...scivolando via a
velocità inumana (il fioraio «Vuoi vedere che
faceva il
palo!»)
Giunto sul posto,
Beelzemon notò «C’è una
persona a terra! Mio
Dio, speriamo non sia grave!» ma quando cercò di
avvicinarsi «Oh?» si accorse di pestare qualcosa.
Era un fermaglio argentato a forma di leone «...Leomon?...
...Jeri! Oh no!!»
Il mazzo di fiori tra le sue mani cadde sull’asfalto.
«Permesso!
Fatemi spazio!! DEVO PASSARE!!» si fece strada sgomitando fra
la
folla, fino a piegarsi sulla figura a terra sfilandole il passamontagna
«OH NO!!...
...JERIII!!!»
La folla tremò
di sgomento, quando la giacca volò via allo spalancarsi
delle
sue ali «Jeri che...cosa hai fatto?!!»
gridò il
Digimon quando vide i suoi artigli sporchi di sangue.
Il volto della ragazza
era pallido, mentre attorno a loro echeggiava l’allarme
«Svegliati! Svegliati, bambina mia!! Ti prego!!» la
scuoteva «Non può essere vero! Ti prego Jeri
risvegliati!!»
«A-Ahhh...» la giovane emise un gemito, ma fu
allora che la
polizia proruppe «Fermi dove siete!» puntando
contro di
loro le pistole. Ma Beelzemon estrasse le sue «STATE
LONTANI!» sparando a terra proiettili magici: presa coscienza
del
loro potere, gli agenti indietreggiavano.
Il terreno si
frantumò all’emergere della moto del Digimon: egli
fece
breccia tra la folla portando con sè la ragazza ferita. La
adagiò sulla moto e poi infilò il casco, mettendo
in moto
tempestivamente.
La polizia aprì
il fuoco, ma quel mezzo saettante riuscì a schivare la
raffica
di proiettili, e stridendo sull’asfalto sfrecciò
più veloce che poteva.
Gli agenti abbassavano le armi «Mio Dio, sono creature
inumane...»
Incurante dei semafori
e del traffico, la moto borchiata di Beelzemon perforò le
strade
di Tokyo.
“Jeri
resisti!!” gridava dal fondo del suo cuore spingendo
l’acceleratore “Devi resistere, non puoi
arrenderti!”
«...Ta...
...ka...to...» ripeteva la giovane stremata.
Le sirene iniziarono a echeggiare alle loro spalle, e lui «Oh
no!...
...dobbiamo cercare di seminarli!!»
Le strade erano un
tripudio di grida “Quello intende fare una
carneficina!!”
Ma quella
velocità disumana non lo spaventava. Serrava gli occhi oltre
il
casco.
Si infilò in un vicolo, cercando di far perdere le sue
tracce.
E dopo pochi istanti
per riprendere fiato, egli sollevò la ragazza «E
adesso
che posso fare...?» rivolgendo gli occhi al cielo
«Dov’è un posto sicuro per
noi?!»
Per poi stringerla e riscaldarla «...non aver paura Jeri...
...fidati di me...»
I gemiti della ragazza erano fischi nell’aria.
La calzamaglia nera
era squarciata sulla gamba destra, e grondava sangue (fine-canzone)
Scese la sera...
...e le scarpe da ginnastica di due ragazzi pestavano vetri infranti a
terra.
Uno di loro si
piegò a raccogliere una scheggia «Che
disastro...»
disse Kazu guardandosi attorno «...è ridotta
così
la casa di Jeri?»
Kenta abbassò
lo sguardo, poco invogliato a contemplare quel ristorante in rovina
«...sta di fatto che lei non è
qui.»...«Dobbiamo assolutamente trovarla,
Kenta.»...«Sono d’accordo con te, non
possiamo
permetterle che vada in giro in quello stato!»
«Glielo abbiamo
permesso per troppo tempo...» ammise il domatore dal cappello
nero, avanzando verso il bancone «...il problema è
che
adesso è sera, e io fra poco devo andare a
lavorare!»
Kenta propose «Io direi anche di farci aiutare da Yuki, ma
lei
è ancora impegnata con la signora che assiste! Io domattina
ho
una riparazione che ho già spostato ben due
volte...»...«Questa sì che si chiama
sfortuna...
...ascolta! So che
adesso sarà dura barcamenarci col lavoro e la famiglia, ma
non
dobbiamo mollare la presa: Jeri è una nostra compagna...
...e i Digimon Tamers
restano sempre uniti. Sempre...» sussurrò Kazu nel
silenzio del ristorante, e Kenta lo ricambiò con un sorriso
amichevole «...agli ordini, Vostra Altezza...» per
poi
pulirsi gli occhiali (Kazu sorrise un po’ divertito) e
tornare a
indossarli «Povero Takato...
...dopo l’incontro di stamattina era sconvolto...»
Appoggiato al bancone
del panificio, Nakao stava guardando un po’ svogliatamente la
tv.
Mie fissava lui a braccia conserte, emettendo respiri sibilanti.
Takehiro sedeva dal lato opposto, e non sapendo chi altro guardare
contemplava le sue stampelle mentre Leaf metteva in ordine lo scaffale
con una certa premura, ripetendosi versi rap in sussurro.
D’un tratto la
porta di vetro cigolò, introducendo Takato e Cindermon
«Siamo tornati!...
...mamma, che entusiasmooo...!» sottolineò
quest’ultima.
L’unico che
accennò un sorriso fu proprio il rapper, mormorando
«...eccoli, sono tornati.» e dirigendosi verso di
loro, in
un cordiale «Com’è andata la
giornata?»
«Come sempre...!
Più o meno.» replicò il domatore con
una nota un
po’ altezzosa che offuscò ma non spense
l’entusiasmo
del ragazzo, il quale rivelò «Oggi è
venuta una
cliente: non so chi fosse, voleva informazioni sulla nostra situazione!
Però...sembrava gentile. Chi lo sa, forse la gente riprende
un
po’ ad affezionarsi a
noi.»...«”A
noi”...ma guarda già come ti autoincludi nella
famiglia!» lo apostrofò Takato «E
pensare che questo
panificio fino a pochi giorni fa non era affar
tuo.»...«T-Ti sbagli!»
tossicchiò il rapper, e
il ragazzo lo scrutò «In che senso...
...vuoi forse dire che
è da più tempo di quanto credo che...ti interessi
a
questo luogo?»...«N-No! Io volevo
dire...»
specificò molto serio, sforzandosi ad essere calmo
«...che
non era mia intenzione intromettermi nella famiglia. Quando ho detto
noi intendevo...lo staff del negozio!» mentre Cindermon
sussurrava «...Takato...
...dai, il suo voleva
essere un interessamento.»...«No, dalle mie parti
si chiama
“curiosità”! INDISCRETA...»
scivolando in un
sorriso ironico «...comunque dovremo farci il callo: ho
saputo
che ti...
...stanzierai qui fino
a tempo indeterminato! Molto bene, vorrà dire che ci
divertiremo
alla grande...»
Leaf restò
serio, e lo fissò con le mani dietro la schiena, senza
raccogliere la provocazione. Takato si guardò attorno
«Oggi non hanno continuato a installare gli amplificatori,
mamma?!»
Mie sospirò
seccata «...oggi la ditta era impegnata!» e Takato
«...sono sempre tutti impegnati. Tutti hanno il lusso di
poter
scegliere le priorità a parte...pochi sfortunati!»
avvicinandosi al bancone, per addolcire solo in quel caso la sua
espressione «...come stai, Nakao...?»
«...uhm...annoiato...» mugolò il
ragazzino
«...si lavora poco e in tv non c’è
niente di
interessante.»...«Io vado in camera mia. Senti,
se...
...vuoi puoi venire
anche tu. Guarda, non dirlo a me: a volte in televisione non si sa
proprio cosa trovare! Finisce per deprimerti maggiormente,
anziché tirarti su!»...«...aspetto
ancora un
po’...poi semmai vengo...» ammise il ragazzino
guardandolo
appena. Takato sospirò un po’ deluso, ma poi gli
sorrise
con dolcezza «...con calma.» per poi avviarsi lungo
le
scale lasciandosi alle spalle un «Ciao,
papà!»
Leaf rimase a fissare
Takehiro per diversi secondi fino a che questi, con notevole ritardo,
non si svegliò dalla stasi «Oh? Ciao figliolo. Oh,
ormai
è andato su.»
Il rapper
sospirò “...dovrò farci
l’abitudine. Qua le
giornate scorreranno sempre allo stesso modo: le stesse frasi...e gli
stessi affetti che si rincorrono, senza mai incontrarsi.”
Cindermon però gli passò vicino
«Ouuuh!» e
gli spettinò i cortissimi capelli, per poi avviarsi lungo le
scale.
Leaf restò a fissarla, mentre Nakao scandì
«...guarda...
...CHE TI SI VEDE...!
E’ inutile che fai quella faccia da baccalà,
sperando che
il manto le lasci scoperte le gambe.»...«Uhm!! M-Ma
cosa
diciii???» sussultò il ragazzo, e a Takehiro cadde
una
stampella «Figliolo! Che razza di espressioni.» Mie
rimbeccò «Tale padre tale figlio!» ma
l’uomo
le puntò una stampella «Che cosa vuoi tu?! Adesso
siete
voi quelli con la lingua sciolta o sbaglio? Ti sei trascinata qui
quella specie di...artista di strada che sotto la maglietta
sarà
pieno di tatuaggi!»
“Pfff...eccoli
che ricominciano. E come al solito chi tirano in ballo? Me. Sono
stufo...me ne vado un po’ su, tanto qui non entra
nessuno.”
Al che Nakao
«Oh, finalmente un po’ di emozione! Morti, feriti,
c’è stata una sparatoria!»
Mie esclamò
«Senti? Senti! Vorrei sapere con quali dettami immondi lo hai
educato!»...«Ptsss! Ti faccio notare moglie
cara...che quel
bambino non l’ho cresciuto io!»...«Bravo!
Adesso ne
fai un motivo di vanto!» Leaf esortò
«Shhh! E state
un po’ zitti, fatemi sentire!» avvicinandosi alla
tv
(Takehiro «Lo senti? Lo senti il tuo rapper come mi risponde
male? Che razza di sboccato, dire “state zitti” a
uno che
ha lavorato il pane, altro che la musica!!!»)
Dimenticando per un
attimo i loro conflitti, il bambino e il rapper si accostarono
l’un l’altro davanti alla tv.
Quest’ultimo
provò una sensazione strana, un misto fra rimpianto e
struggente
ingiustizia alla vista di quel bambino, che d’un tratto
esclamò «Ma quello è un
Digimon!»...«Shhh!» Leaf gli
tappò la bocca
«Vuoi parlare piano?»...«Mmm! Ho detto
che quello
è un Digimon, non che TU sei un
Digimon!»...«Insisti
pure? Fammi sentire!»...«E’
Beelzemon!»...«ShhhHHH!...
...oh mamma Beelzemon...» (canzone: Agnes
- Right here, right now (My heart belongs to you) )
“Il Digimon ha
caricato la sua complice sulla moto, e sono sfrecciati in strada
eludendo la polizia...”
Nakao aveva sguardo
eccitato «Wooooooooow...Beelzemon sì che
è un
grande...» mentre Leaf si portava le mani bendate alla bocca,
e
scuoteva il capo incredulo...
Quella matassa di
piume nere proruppe là dove i ponti cittadini si
intrecciavano,
formando un vano lontano da occhi indiscreti, e già noto ai
ricordi del Digimon.
Sul pavimento di nudo
cemento adagiò la ragazza gemente, che coprì le
sue
stesse tracce di sangue «Jeri! Oh mio Dio...
...ti hanno colpita alla gamba! Il proiettile è ancora
dentro...»
La ragazza ansimava
«Aiuto...!» con voce strozzata
«...aiutatemi!...
...T-Takato!...papà, dove siete?!»
Beelzemon si
piegò su di lei «Perché Jeri...?
Perché hai
fatto una cosa simile?! Hai infranto la legge, hai...hai...
...fatto uso di una pistola! CON QUESTI ATTREZZI NON SI
GIOCA!»
«Aiuuuuuuto, vi prego...
...fa male!!»
«Devo portarla
all’ospedale, non c’è tempo da perdere,
a costo di
farmi scoprire!!» esclamò incurante delle sirene
che
echeggiavano attorno a lui...
...e che si sporse a
guardare dalla fenditura. Il rosso e il blu luccicavano nei suoi occhi,
quando realizzò «Un attimo, ma adesso lei
è
ricercata! Se esco allo scoperto con lei sicuramente la arresteranno...
...e poi che ne sarà di lei? Questa ragazza ormai
è sola...
...non ha parenti, o
amici che possano occuparsi di lei. Chi le pagherà un buon
avvocato, che faccia leva sulla sua giovane età? Chi
penserà a seguirla...
...perché si
reinserisca nel mondo? Se la porto là fuori rischia di
finire...nel peggiore dei modi! E i Digimon Tamers già hanno
i
loro problemi, non hanno il tempo né i soldi per pensare a
Jeri.
Akemi!!» implorò spalancando le braccia
«Amore mio,
dimmi tu quello che devo fare!...
...ti prego, mi sento sperduto!! Aiutami...»
La ragazza non faceva
che dimenarsi, e Beelzemon sondò con l’artiglio
«...ha la febbre alta...
...se non mi sbrigo l’infezione peggiorerà e poi...
...JERI!!»
Una torta col viso di
Impmon veniva adagiata sul tavolo dalle mani della signora Ayami, e
Taisho alzava le sue «Vi prego! Ricordatemi che dobbiamo
aspettare il festeggiato, altrimenti QUEL DIGIMON fa una brutta
fine!» Mako si accostò a lui «E se lo
dice Sandmon
potete starne certi, è un
Digimon...strapotente!!»...«Esageri,
ragazzo.»...«Cosa esagero??? Dico soltanto la
verità!»
«Ma quando
arriva il tuo primo Digimon, Mako?»...«Calma
papà,
non borbottare come sempre! Impmon avrà avuto un
contrattempo...
...ma questa volta
sono certo che verrà...» rivolgendo uno sguardo
oltre la
porta a vetri, là dove il cane scodinzolava in silenzio, in
posizione d’attesa.
D’un tratto la
signora si precipitò «Mako,
c’è una chiamata
per te!! Credo sia...il tuo Digimon.»
Il ragazzo raccolse il telefono «Pronto?...
...Beelzemon!»
«Ti prego,
perdonami bambino mio!» disse il guerriero
dall’altro lato
«Non posso venire. Credimi, l’avrei voluto tanto
ma...
...m-mi trovo in una situazione che...!!...
...ora non posso spiegarti: possono intercettare la chiamata!»
La voce di Mako si affievolì «...Beelzemon ma che
succede...?...
...perché parli
così piano, perché dici che non può
venire? Sei in
pericolo?!» mentre padre, madre e Taisho si stringevano alle
sue
spalle con sguardo appenato.
«Appena
potrò ti spiegherò tutto! Perdonami piccolo Mako,
ti
giuro che questa volta...
...non dipende da me, io...»
«...lo so! Io non ti accuso di niente...
...voglio solo sapere
se sei nei guai, se c’è qualcosa che posso fare
per
te!!»
«Una sola cosa!
Se sentirai strane voci su di me, ti prego...non crederci, io non sono
cambiato! Non sono tornato malvagio come un tempo, io...
...ti voglio bene! Io
vi voglio bene! Non sai quanto vorrei essere a casa
adesso!!!»
serrando gli occhi e gettando il cellulare a terra.
«Beelzemon!
Beelzemon!!!» Taisho gli si accostò «Che
succede,
Mako?»...«...non lo so, ma di sicuro qualcosa di
terribile!»
I genitori del ragazzo fissavano tristemente la candelina sulla torta...
...mentre Mako realizzava «...ha detto “vi voglio
bene”...
...è stato come
se per un attimo...avesse scordato che Akemi non
c’è
più. Devo pregare. Mamma, papà,
scusatemi!» disse
inchinandosi doppiamente «Ma devo ritirarmi a pregare mia
sorella, devo chiederle di proteggere il nostro Digimon!»
Taisho fece
«Aspetta, vengo con te! Mi hai insegnato come fare! A
Digiworld
mi hai dato una catena, no?»
...e quando furono
andati, la tv diede un annuncio “A seguito degli ultimi
terroristici eventi, e dell’accertata pericolosità
dei
mostri digitali, il governo emana un decreto a efficacia immediata:
ogni creatura che sarà avvistata in città
sarà
neutralizzata a vista. E i cittadini che offriranno ai Digimon sostegno
e protezione saranno puniti con l’arresto.”
«Ma guarda,
quello è Beelzemon!!» additò il signor
Ayami,
corrugando poi il viso «Un...delinquente?!» ma la
moglie si
strinse a lui «Ti prego non dire così, sai quanto
i nostri
figli...!!...lo hanno amato. Hai sentito cos’hanno detto in
tv?»
Ma l’uomo
sferrò un pugno sulla torta, travolgendo in pieno il viso di
Impmon.
Nakao incrociava
lentamente le braccia «...ah, ah! Adesso sì che mi
voglio
divertire!» mentre Leaf scivolava sullo sgabello, con gli
occhi
incollati alla tv «...oh mamma qui ci sterminano
tutti...»
Mentre Beelzemon
apriva la mano, con il fermaglio di Leomon «...non
c’è altro da fare: devo cercare di estrarle io il
proiettile! Una volta l’ho fatto a Digiworld, ma prima devo
procurarmi...gli attrezzi per farlo!» volgendosi verso la
ragazza
«Jeri, resisti: io devo scendere in
città...tornerò, te lo prometto!!»
spiegando le
ali...
...sull’eco degli affanni incessanti della ragazza...
...e volando nella
notte di Tokyo, scossa dalla una sinfonia di sirene (fine-canzone)
Renamon era di fronte
alla tv nel salotto dell’antica villa, e istante dopo istante
apprendeva agghiaccianti realtà...
...mentre la sua
domatrice mormorava nella stanza vicina «Non
l’avevo...mai
vista in queste condizioni. Non riesco a togliermi il suo volto dalla
mente...
...quegli occhi
stanchi, privi...di ogni barlume di speranza. Sembrava aver perso tutta
la sua forza. E io so che ne ha avuta tanta in questi anni...
...lei mi gridava parole di dolore e io ribattevo, ma in fondo al
cuore...
...ti assicuro che mi sentivo morire, Alice.»
La ragazza bionda si
scostava i capelli «...lo immagino, Rika. Ma proprio ora non
devi
perdere la speranza: non devi farti condizionare dalle parole di quella
donna, è normale...che una madre affronti in questo modo la
malattia di suo figlio.»
Rika aveva viso
pallido ed espressione stanca «Lei...crede che io non mi
renda
conto, che mi illudi come un’ adolescente che il peggio sia
passato. Ma se potesse guardarmi dentro, capirebbe che sono ben
consapevole della realtà: so che il tumore, come
un’ombra...
...d’ora in poi graverà sempre sulle nostre
vite.»
Alice le prese le mani
«Non dovete permettere che le rovini. La vita è
una cosa
preziosa! Il fantasma della morte aleggia sempre attorno a noi...
...ma non dobbiamo
dimenticare che il mondo è anche pieno di cose belle, come
il
cielo, gli alberi! Il giorno, la notte...
...l’amore...» pronunciava con delicatezza quelle
parole,
accennando un timido sorriso «...e la speranza,
Rika.»
L’amica dai
capelli rossi la guardò con tenerezza «...mi
accorsi fin
da subito che eri una persona speciale.»...«Solo
perché parlo della bellezza della vita pur essendo...morta?
Uhm,
si sa che si impara ad apprezzare una cosa...quasi sempre quando
l’hai persa.»
Renamon sussultò «Ma quello è
Beelzemon!...
...oh no, no...
...lui è in pericolo! Io...!!»
Fu più forte il
suo istinto: balzò fuori dalla finestra, lasciando la tv
accesa.
Nella stanza in cui le
due ragazze prendevano il tè, si affacciò un
bambino con
un gattino in braccio. Alice posò la tazza con un sorriso
«Mmm, e proprio in tema di vita che si rinnova...
...Gravemon! Andiamo,
cos’hai? Cos’è quel faccino? Hai dato la
cena a
Scratchino come ogni sera?»
Il piccolo Digimon
mormorò qualcosa, nel timido gesto di passarsi le dita sulle
labbra «In te-in televisione hanno detto...
...che arresteranno
tutti i domatori, e uccideranno tutti i Digimon...» (canzone:
Claudio
Baglioni - In un'altra vita)
«Che
cosa?!!» sussultò Rika facendo cadere la tazza, e
anche
Alice balzò in piedi «Sei sicuro di aver capito
bene?!»
Ma gli occhi impauriti
e tristi del bambino valevano più di mille parole...
...così come
quelli azzurri del ragazzo allettato «No! Non è
possibile!! Non è giusto...» mentre i due coniugi
draghetti indietreggiavano dinanzi alla tv.
Ryo era incredulo «Non possono farci addirittura questo...
...è
troppo...» ma una mano smaltata scivolava sul suo capo
rasato, in
una carezza. Egli si volse «...mamma...»
riconoscendo gli
occhi impietositi della donna che lo aveva generato «Mamma,
hai
sentito?! Vogliono separarci dai Digimon!» gemette come un
bambino «Non voglio, proprio ora che avevo ritrovato il mio!!
Perché non posso alzarmi da questo letto?!» e lei
lo
abbracciò piena d’amore
«...perché devi
curarti, figliolo!!!...
...perché devi guarire.»
Monodramon
balzò sul letto «Ryo! Io non ti lascio
un’altra
volta!»
Proprio in quel
momento fece ingresso il primario, e madre e figlio lo guardarono
impauriti e stretti, come un quadro plastico sull’istinto
materno.
«Ho appena
saputo.» disse l’uomo «Io non vorrei dar
retta a
questa legge, ma la situazione si complica.»
La signora Akiyama
piantò il bastone «Ma dottore, mio figlio ha
bisogno di
quella creatura, per guarire...!!»...«Io la
comprendo,
signora. Fosse per me li nasconderei qui in ospedale, ma non sono il
solo a lavorarvi, benché sia io a dirigerlo: prima o poi la
voce
si spargerebbe.»
Ryo abbracciava
terrorizzato il suo Digimon, e fu allora che la madre
deglutì ed
affermò «Mi ascolti, dottore! Ma se io lo portassi
a casa,
con me, e lo riportassi qui ogni
mattina?»...«...è
un rischio, signora: le dico solo di pensarci bene.» e anche
Ryo
«Mamma, non voglio che corri pericoli! Sei malata di
cuore!» ma lei tagliò corto «Ohhh, ma
quale rischio!
Tanto chi mai sospetterebbe di una vecchia signora? E se un poliziotto
mi si avvicina io gli dico che...per carità, di questa cosa
non
so niente!»
Ryo aveva occhi
commossi «...faresti davvero questo per
me?»...«Certo! Mi credi così vecchia da
non poter
condurre con me un Digimon?»...«Veramente...non
è
solo uno!» segnalò il ragazzo «Whaaa! E
quelli chi
sono?!» esclamò la madre quando vide un draghetto
accostarsi all’altro, e il terzo arrampicarsi sulle lenzuola
«Ci sono anche la moglie e uno dei loro figli: Minidramon,
Midramon...mia madre!»
I due in coro
«PIACERE DI CONOSCERLA!» mentre la signora
mormorava
«Va bene...accetto la sfida.» dopodiché
afferrò energicamente il borsone del figlio «Tutti
con
me!» e Ryo si raccomandò «Vi prego,
siate
prudenti!»
La madre non si volse,
ma in cuor suo pensava “Almeno...un giorno mi
resterà un
pezzo di te, attraverso queste creature!» concludendo con un
cinematografico
«Arrivederci...dottore!»...«La
ammiro, signora.»
Il signor Ayami
proruppe in camera di Mako, dove lui e Taisho erano inginocchiati.
La moglie supplicava
«Caro ti prego, non fare pazzie...!!» ma egli
puntò
il biondo uomo «Fuori...quella creatura immonda!»
Mako trasalì
«Ma papà, che ti
prende?!»...«Ne ho abbastanza
di loro: chiedilo al tuo primo Digimon, cosa mi prende!! Fra poco
grazie a lui finiamo tutti in galera: quello si è dato alla
macchia...caricandosi sulla moto una giovane delinquente!!...
...E’ COSI’ CHE ONORA LA MEMORIA DI MIA
FIGLIA?!»
Ma il ragazzo
avanzò con coraggio «Tu non dici queste
cose...davanti ad
Akemi!!» additando la foto della sorella «Su di te
non si
può mai contare, cambi bandiera ogni due minuti! Se mandi
via
Sandmon me ne vado anch’io con lui!!» Ayami
alzò la
mano per colpirlo «TU PROVACI DISGRAZIATO E...» ma
Taisho
gli afferrò il braccio «Se lei tocca Mako io le
spezzo il
braccio: non lo sa che è peccato interrompere delle persone
in
preghiera?!»
La signora
scoppiò in lacrime «Se tua figlia ti vedesse
comportarti
così si rivolterebbe nella tomba!!»
«Andiamo
Taisho!» esortò Mako afferrando la borsa
«Qui non
siamo più ben accetti!» e il padre
esclamò
«Se volete andare...ANDATE! FATEVI RIEMPIRE DI PIOMBO DALLA
POLIZIA!»...«La smetta di urlare!!»
prevaricò
Taisho aggiungendo «Lo sente? Ha fatto agitare il cane, agli
animali domestici...fa malissimo sentir
gridare!!»...«Non
solo a loro!!» sentenziò il ragazzo, uscendo dalla
stanza
«Vieni Sandmon.» senza voltarsi, ma solo fermandosi
per
qualche istante «Ciao mamma. Non preoccuparti per
noi.»
Rimasti soli, la
signora tirò una sberla al marito
«Ouuugh!» e si
ritirò in camera, sbattendo la porta.
Gravemon piangeva tra
le braccia di Alice «Ho paura per il mio papà!
Quindi se
lo trovano, uccidono anche lui...?»...«No, vedrai:
il tuo
papà è abile a nascondersi, altrimenti da chi
avresti
preso?»...«...ma io sono fatto con
l’argillaaa...»...«E questo? Cosa vuol
dire?»
Nel frattempo Rika fu
colta da un presentimento, e corse fuori dalla stanza
«Renamon...
...Renamon?!!»
Proruppe nel salottino, ma lei non c’era.
La paura crebbe
«RENAMON!!!» portandola a lanciarsi lungo la
scalinata. Ma
ad un tratto uno dei suoi tacchi si spezzò e
«Ahhh!!»
...fu sul punto di
inciampare, se Alice non fosse giunta a trattenerla «SEI
IMPAZZITA, RIKA?! Correre per le scale come un’incosciente,
SEI
INCINTA!!»...«Alice...la mia Digimon! Era qui fino
a un
attimo fa, ma ora...è sparita...»
affermò
riprendendo fiato, ed Alice «Sarà andata a casa
vostra!
Ora ti riaccompagno, così controlliamo di persona, ma tu
aggrappati a me e non correre,
capito?!»...«S-Sì...»
così iniziarono a
discendere quei gradini...
La notizia paralizzò la cena a casa Wong.
Henry rimase
imbambolato coi bastoncini in mano, e Rea «...ecco, adesso ci
mancava solo questa. Siamo al completo, in pratica non potrebbe andare
peggio!»
Ma dall’ingresso
proruppero signore e signora Akimoto
«Rea!!»...«Rea,
figliola!! Alla tele non si parla d’altro, come la mettiamo
con
le due creature che tenete in casa?! Eh?!»
Terriermon disse
«Buonasera signora Akimoto...è sempre un piacere
vederla.» mentre Rea si accasciò sulla sedia
«Ahhh,
ma perché non sto mai zitta?!»
Kazu riferiva al
telefono «Sentito, Kenta? Questa cosa ci da il colpo di
grazia,
adesso sì che andare in giro sarà un
batticuore!»
(ma Guardromon lo chiamava dall’altra stanza «Kazu,
aiutami
ti prego!! Tua moglie sta piangendo!!») «Scusa
Kenta ora ti
devo lasciare: pericolo inondazione!» mollando il telefono...
...e precipitandosi ad
abbracciarla «No, amore, che succede ai miei begli occhietti
di
diamante?» mentre il robottino mostrava fazzoletti zuppi
«Non riesco a consolarla!»
«Ora ci sono
io...» il marito le carezzava il capo, ma le lacrime di
Diamon
davanti alla tv sembravano inesauribili «N-Noi non abbiamo
fatto
niente, questa è un’ingiustizia bella e
buonaaaaaa!!!»...«Ma lo so amore, hai pienamente
ragione!
N-No, Diamon!» ma lei balzò in piedi
«NON SI
PUO’ MAI VIVERE IN PACE IN QUESTA MELMA DI
CITTAAA’!!!»...«Tutto quello che vuoi
tesoro, ma non
prendere a calci il televisore! Ti prego! Una riparazione costa troppi
soldiiii...!!!»
Kenta posò il
telefono «Che cataclisma...» ma giunsero disperati
i suoi
genitori «Kenta, Kenta: tua moglie!!!» e lui
«Sta
piangendo: lo so, Kazu ha lo stesso problema, arrivo io! Polpettina
ripiena del mio cuooo-»
Ma le prospettive in
salotto erano diverse del previsto «...SONO SOLO UNA MASSA DI
POVERACCI!!!» gridò Yuki nel pieno della rabbia,
scagliando una busta di patatine contro la tv e andandosene a passo
militaresco «Se loro scopo è chiudermi in casa non
ci
riusciranno, io avverto prima!! Capirai, faccio la badante! Se mollo la
vecchia quella prende un ruzzolone per le scale!»
Il marito serrò i denti «Meglio non contraddirla
(!) »
“...se
sospettate di un Digimon sotto false vesti, dovete subito denunciarlo
alle autorità.” riferivano alla tv,
mentre Cindermon
scendeva esterrefatta le scale.
Leaf si volse
verso di lei e i loro sguardi si incrociarono,
nell’incertezza
del futuro, mentre Nakao si parò di fronte a loro
«Finora
avete circolato liberamente, ma come si suol dire...un bel gioco...dura
poco! Uhmuhmuhm!» per poi correre su per le scale.
Il ragazzo
mormorò «Hai sentito...?» e lei
«Pfff,
sì vogliono farci la festa...»...«Come
farem-...
...fareTE
adesso...?» si interessò lui prendendole la mano,
ma lei
si premette le tempie «Non lo so, no ne ho idea: il tempo di
pensarci...!»
...per poi realizzare,
rivolgendo i suoi occhi azzurri al soffitto “Tempo non
c’è: che ne sarà di noi, e dei nostri
ragazzi?”
Il cuore si riempiva
d’angoscia, sull’eco della tv “Ricordiamo alla
città di Tokyo: i Digimon sono pericolosi. Nemici
dell’ordine pubblico.
Portatori di morte...”
Lo sguardo si inondava
di pena, e Leaf lo notava, così allungò
lentamente la
mano sulla sua spalla. Lei gradì il gesto, e lo strinse
amichevolmente vicino a lei, scontrando le loro teste...
...mentre un Digignomo li osservava oltre la vetrina (fine-canzone)
I tre occhi di
Beelzemon brillarono nel buio di un ripostiglio «Devo fare
presto...
...il bancone era
affollato e sono riuscito ad oltrepassarlo! Qui dovrebbero avere tutto:
garze, disinfettanti, farmaci per abbassare la febbre! Devo
sbrigarmi...» scorrendo l’artiglio tra le boccette
sullo
scaffale.
Intanto, presso il
bancone della farmacia «Sì signora, glielo ripeto:
siamo
aperti tutta la notte.»...«Avete sentito? Quei
mostri ci
distruggeranno!»...«...e dire che sono stati i
paladini dei
nostri figli!»...«Beh! Non c’è
da stupirsi se
sono cresciuti in questo modo. I bambini di ieri...sono i delinquenti
di oggi!»...«Ah, non parli del mio! In giro
chissà
dove, a quest’ora! Sono una madre
abbandonata...»...«E il mio? Che non si degna di
aprire un
libro?»...«...è colpa dei
Digimon...»...«Ce li hanno rovinati! Ma avete
sentito?!
Hanno sparato a una guardia, dicono sia stata una ragazza!! E una di
quelle bestie l’ha aiutata a fuggire...io a
quell’età giocavo ancora con le
bambole!»...«Io andavo ancora sul girello!...beh,
quando
ero stanco.»...«Maledette
creature...»...«Prego
signora, scendo a controllare se abbiamo ancora quel
farmaco.»
(canzone: Anastacia
- Left outside alone part II)
Beelzemon ansimava
«Anestetico...mi serve qualcosa con cui possa non sentir
dolore!
Dov’è un anestetico...?»
Ma la porta si
spalancò «Chi va là?! Ah!! Sei uno di
loro!!»
A quel punto
Beelzemon, pur stringendo i denti dovette estrarre le pistole e
puntarle contro il farmacista «Un anestetico! Mi serve un
anestetico, presto!!»
L’uomo trasalì.
Ben presto il panico
si levò attorno alla farmacia, in un tripudio di grida. Le
sirene echeggiavano, ma una creatura alata veniva fuori conducendo un
ostaggio «Nessuno si avvicini o gli sparo!!»
gridò
aspramente.
Una schiera di agenti
si inginocchiò dinanzi a lui, prendendo la mira
«Sei
circondato!! Lascia andare
l’ostaggio!!»...«Voi non
mi conoscete...
...io faccio sul
serio!! LEVATEVI DI QUI!»...«Ci costringi a
ricorrere alla
forza: puntare...
...FUOCO!!»
Ma anziché
estorcere un grido alla creatura, fu la squadra di agenti a liberare
urla, bersagliata da una pioggia di schegge luminose.
Beelzemon non poteva
credere ai suoi occhi «Ma che cosa è
stato?» ma in
piedi su un’auto della polizia si delineò la
sagoma di una
volpe «...Renamon?»
«Ce
n’è un altro!!» esclamarono gli agenti,
ma la
Digimon fece cenno «Da questa parte, Beelzemon!!»
Egli lasciò
andare tempestivamente l’ostaggio, e spiegò le ali
tuffandosi in quell’ondata di proiettili a lui indirizzata.
«Ti assicuro che
posso spiegarti tutto!» affermò accostandosi alla
volpe,
ma lei «Più tardi: adesso fuggiamo!»
balzando
fulminea.
“Stanno scappando!”...”Presto,
prendiamoli entrambi!”
Un flacone
roteò dal sacco di Beelzemon, e lui «Questo non
posso
permettermi di perderlo!» si lanciò a raccoglierlo.
«Attento!»
lo ammonì la sua compagna affiancandosi a lui, ma proprio in
quel momento si trovarono circondati «Arrendetevi: per voi
è la fine!»
«Renamon,
scappa!!» spiegava le ali mentre caricavano i fucili, ma lei
«No, non ti lascio!!»...«Non fare la
stupida...t-tu
hai una domatrice, ed una famiglia!!»...«Io ti
proteggerò per tutta la vita!!»
«Tutta...»
si ripeteva Beelzemon versando una goccia di sudore alla vista dei
fucili «...la vita?»
«Fuoco! Fuoco a volontà!!»
Egli
coprì Renamon con le sue ali. Ma anche questa volta il loro
terrore fu spezzato da una pioggia di schegge, la cui lucentezza
restituì loro speranza.
«Ci sono altri
con te?!» chiese Beelzemon, e Renamon «Non...che io
sappia...
...ma queste schegge...!!!»
“Un altro Digimon!!! Anche lui ha l’aspetto di una
volpe!!!”
Renamon dilatò
il suo occhio azzurro. Ma quell’ombra nella notte
balzò
all’esortazione «Fuggite!!»
«Tuo
marito...!» affermò Beelzemon spiegando il volo,
mentre
Imagomon atterrava «Vi copro io! Pioggia di zirconi!!!»
scatenando i suoi colpi su quei terrestri armati. Quella grandine di
schegge rigò violentemente le auto blu.
«Che
succede?!» domandò Renamon nella fuga, e Beelzemon
«C’è una persona che ha bisogno di
me!»...«L’avevo supposto! Ma chi?! Chi
è?!!»...«...lascia perdere...
...è una lunga
storia! Dovete dimenticarvi di me, non arrischiatevi più, io
me
la saprò cavare!!»...«Aspetta,
Beelzemon!»...«Io volo nell’altra
direzione: tu va ad
aiutare tuo marito! Renamon...
...non so come
ringraziarti. Voglio bene a entrambi voi!!» spiccando un volo
vorticoso «BEELZEMON!»
“Puntate a quella dorata!”
«Ahhh!»
trasalì la Digimon, ma il suo simile la gettò a
terra,
proteggendola dal flusso di proiettili «Acc!»
«Ahhh! Imagomon!
Amore mio, sei ferito...?»...«...è
soltanto un
graffio, mi hanno preso di striscio.» mormorò lui,
e
Renamon chiese «...come...sapevi?»
Lui rispose
«...Himi.» e lo sguardo di Renamon si
spalancò
«Stava guardando la tv e ha udito la notizia: tu e quello vi
siete messi in un bel guaio!»...«...è
stata
lei?»...«Mi ha chiamato immediatamente, e mi ha
detto di
venirvi a aiutare!»...«Himi...
...tu la
ami?!»...«Ti sembra il momento adatto per parlare
di queste
cose?!» ribatté il Digimon bruscamente, ma la
moglie
balzò in piedi «Ho bisogno di saperlo!»
Le due volpi restarono occhi negli occhi per qualche secondo.
Dopodiché
piovve una raffica di mitra «Ahhh! Dobbiamo separarci!
Renamon,
tu corri in quella direzione, io in quella opposta!!»
«Imagomon sta
attento!!»...«Arrghh!!...RENAMON!!»
gridò lui,
e la Digimon trafelata si volse.
«IO NON MI
SCORDO DI NOSTRA FIGLIA!! FARO’ QUALCOSA PER LEI, TE LO
ASSICURO!! Cerca di spiegare tutto questo a Nymon con parole
accettabili!»
«I-Io...farò del mio meglio, te lo
prometto!!»
Così moglie e
marito si divisero, tuffandosi in una sequenza di balzi in direzioni
opposte.
“Prendeteli! Non importa chi dei due! Uno vale
l’altro!”
Ma Renamon in cuor suo
gridava “Io non voglio separarmi da te!! Non farti scalfire,
ti
prego...
...mio sposo...”
Fino a che il buio della notte non inghiottì le loro
sagome...
...Mako e Taisho
intravidero una sagoma di una suora nel giardino, ed il ragazzo tese la
mano «...sorellina...?»
Ma le nuvole
liberarono la luna, che rischiarò il suo volto anziano ed i
suoi
occhi azzurri «Madre Katsumi!»
«Al convento,
svelti!» esortò spicciamente, ed il ragazzo
«Come
sapevate?! Siete in contatto spirituale con Akemi?! A volte
può
succedere!»...«No, ma sono stata in contatto
materiale con
lei abbastanza tempo per imparare...
...a prevedere le
reazioni di vostro padre!» Taisho sobbalzò stupito
«Mako! Questa suora dice sul serio?» e costei
replicò con naturalezza «Uff, che ci vuole? Il mio
era
uguale.»
Ragazzo e Digimon si guardarono compiaciuti (fine-canzone)
«Takato,
è pronta la cena!» disse Takato armeggiando con le
pentole
«...me lo dico da solo!! Visto che un tempo erano altri a
dirmelo!»
Intanto a tavola
Cindermon mormorava «...non crediate che mi sfuggano certe
occhiate un po’ allusive...! Bene, e con questo? Volete che
me ne
vada? Perfetto, basta chiedere.» ma il suo domatore
arrivò
«Non lo vogliono, in realtà: se ce ne andiamo noi
due qui
nessuno fa più niente! Guarda tu stessa: papà
è
gambizzato...» mentre serviva la cena ai soggetti a cui
alludeva
«...mamma ormai si occupa solo di musica, chi vuoi che
prepari la
cena? Il rapper??»
Parole che consumavano la già scarsa fame del ragazzo.
Mie bisbigliò
al marito «Ptsss! Perché tuo figlio cena in camera
sua?!» e questi rispose «...perché ha
paura di
vedere la tua brutta faccia!»...«E allora vai a
raggiungerlo!!!»...«Ne ho abbastanza di quelle
scale!»
Leaf alzava gli occhi
al cielo, mentre Takato riempiva il piatto della sua Digimon
«Rassegnamoci: noi due siamo indispensabili!» e lei
«Ptsss...quindi hai
saputo.»...«...ovvio...»
mormorava lui, prendendo posto a tavola.
Cindermon
accennò «Takato, io non vorrei darti altri
pensieri, sei
già tanto aggravato. Ma la verità è
che sono in
pena, adesso come facciamo?!»...«...e che possiamo
fare?» sussurrava lui iniziando a mangiare «Stare
attenti,
come sempre. Ormai dobbiamo rassegnarci a questa condizione, possiamo
contare esclusivamente sulle nostre forze.»...«Qui
servirà da stare attenti...più di
sempre!»
insistette la Digimon, e lui «Cosa credi, che non ci abbia
pensato?»...«Senti, ma...gli altri domatori? Che
dici, i
nostri amici saranno già tutti al corrente? Non è
che
qualcuno finisce nei casini?»...«...li ho sentiti
più o meno tutti...
...pare che Renamon
abbia rischiato grosso, ma è intervenuto suo marito ad
aiutarla.
Per il resto tutto bene...per il momento.» pulendosi la bocca
col
tovagliolo, mentre Cindermon ripeteva «”Per il
momento”...» con espressione eloquente. Quando il
ragazzo
posò il tovagliolo ebbe un’intuizione
«Sai chi si
dovrebbe avvertire?»...«Sì,
beh?!»...«...quel ragazzino nuovo. Il domatore di
Calumon.
A dire il vero mi ero dimenticato di lui, ma quel ragazzo ci ha salvato
la vita.»...«Altroché! Dici che nessuno
di loro lo
ha sentito?»...«E’ probabile che nel caos
non ci
abbiano pensato, il problema è che non ho il suo
numero.»...«E allora? Come si
fa?!»...«Nessun
problema...» estraendo il cellulare «...lo contatto
via
Facebook. Com’è che si chiama? Puppet...
...è uno
pseudonimo ma è probabile che la pagina sia intestata a
questo
nome. Eccolo! Ha il simbolo di Calumon come
copertina.»...«Ora dovrà
cambiarla!»
constatò Cindermon, e Takato «Temo di
sì...»
Takehiro li guardava
con disapprovazione «Non...si sta col cellulare a tavola,
prima
di aver finito di mangiare!» ma non appena si volse fu
smentito
dalla stessa moglie che accavallò le gambe, e si mise a
smanettare. Cindermon liquidò in breve
«E’ una cosa
urgente!» per poi tornare con gli occhi sul display. Takato
scorreva il dito sul touch screen...
...e Leaf li
osservava, senza riuscire a mandar giù quel boccone che
teneva
sospeso. Sembrava ferirlo la presenza di quel muro che i due alzavano
col mondo esterno, attraverso il loro scambio di commenti sottovoce che
lui non poteva sentire. Era come se non riuscisse a raggiungerli, ed
entrambi fossero ormai tanto distanti (Cindermon «Queste sono
tutte le sue foto?»), assorbiti in un mondo di eventi e
conoscenze di cui lui non faceva parte (Takato «Fa il rapper
anche lui...»)
Così, un
po’ sconfortato come sempre, provò a concentrarsi
sulla
cena ma la fame sembrava volare via.
Cindermon bisbigliava
«Ultimamente lo fanno tutti: dovrei provarci
anch’io! Credi
che sarebbe credibile come copertura?»
Takato non rispondeva,
non staccava gli occhi dal telefono fino a che non disse
«Piuttosto...noto che gli scrivono cose molto
brutte.»...«Ma vaaa! Brutte del tipo? Non
avrà
piazzato una mega-foto di Calumon in bella mostra, altrimenti da lui
risalgono a tutti noi!»...«...non si tratta di
Digimon.» smentì il domatore, e lei
«E-E-E-Eh
beh???»...«...lo prendono in giro...
...per una questione
di orientamenti sessuali, una cosa
orrenda...»...«Mamma
miiia, ma perché? Il ragazzino è un
po’...cioè, come dire...» guardandosi
attorno, per
essere al sicuro da occhi in discreti «...un
pooo’...» e la sua mano si avvicinò
all’orecchio, mentre con l’altra sollevava il
bicchiere.
Quando d’un
tratto, a causa di qualcosa che avevano visto sul telefono, lo
smanettare di Takato si arrestò drasticamente. E
Cindermon «Pffff---FFF!!!» sputò di
colpo il sorso,
tossendo accanitamente per poi chiedere con voce rauca «Ti ho
bagnato il cellulare?»
Il suo spruzzo
destò sia Mie dal suo telefonino, sia Takehiro dal suo sonno
ormai prossimo. Leaf altrettanto si volse a guardarli, e Takato
alzò lo sguardo su tutti loro. Seguito da Cindermon.
«Beh,
allora...?» provocò Mie
«Dev’essere proprio
interessante, se desta questo effetto!»...«...non
immagini
quanto, mamma.» replicò Takato con ambiguo tono,
mentre
Takehiro borbottava «Si può sapere cosa ci trovate
di...tanto straordinario in quelle diavolerie tecnologiche?! I miei
amici insistono perché mi iscriva a Facebook, ma io sono
assolutamente...»...«...negato per compilare il
modulo dei
dati personali! Ci stavi provando, ti ho visto.» lo
accusò
la moglie, e lui «...solo perché tutto il giorno
mi
annoio!!»
«E invece fai
male papà: perché anziché cercare
segreti su
Internet, dovresti guardare direttamente in casa!!»
affermò Takato. Takehiro si rabbuiò
«Perché,
quali segreti nasconderebbe questa casa?»
Mie posò il cellulare, e a Leaf caddero i bastoncini dalle
mani.
Il domatore
accennò un sorrisetto «Quali segreti? Chiedi a
mamma,
forse lei ha visto qualcosa.» Takehiro ingenuamente si volse
verso la moglie, la quale replicò spiccia «Takato,
di cosa
parli?! Ti spiacerebbe spiegarti meglio?!»
«Spiegarmi
meglio? Io? Piuttosto, voi qui presenti, sapete forse spiegarmi...
...una cosa
simile?» roteando elegantemente il cellulare fino a mostrare
il
display...
...con la foto in primo piano di un bacio fra due rapper maschi
(canzone: The
Calling - Could it be any harder)
«Cosa?!!»
sussultò Leaf, facendo cadere la sedia. Ma Takato lo
apostrofò «Attento...! Chi rompe paga. Ma non
credo che
avrai problemi, grazie a una prodezza simile...
...ti sarai garantito un bel po’ di
popolarità.»
Lo sguardo del giovane
si fece incredulo e imbarazzato, a dispetto dell’aria
annoiata di
Mie che tornava ad accavallare le gambe. Ma il marito la riprese
«Mie!! Come puoi rimetterti al cellulare dopo una cosa
simile?»
Lei alzò le
spalle «Banalità. Tendenze di costume, oggi si
sentono
dovunque.»...«Dovunque...
...ma non in casa mia,
questo è tropp-waaahhh!» Takehiro per balzare in
piedi
stava per inciampare «Signor Matsuki!» Leaf si
gettò
a sorreggerlo, ma l’uomo lo allontanò con la
stampella
«Sta lontano da me!! Ma si può sapere chi mi hai
portato
in casa, Mie?! Io ho un figlio piccolo, vuoi che gli mostri modelli
simili?!»...«Dovresti adeguarti ai tempi, marito
caro!
Forse...
...se imparerà
ad apprezzare gli uomini, come Leaf, non diventerà un
dongiovanni come te!!»
«M-Ma io!»
provava a giustificarsi il rapper, ma si scontrava col sorrisetto di
Takato.
«Roba da
matti...un omosessuale in casa mia...» si accinse ad
allontanarsi
Takehiro, ma il ragazzo balbettò «U-Un attimo!
Questo
è soltanto un grosso equivoco, io vi assicuro...che le cose
non
stanno come pensate!!»
«Ah no?»
fece Takato, alzando quel display «Io commento quello che
vedo.»
Il giovane gemette
«...io non sono
cosììì!!!»...«Leaf,
te l’ho
detto mille volte.» affermava Mie «Non devi farti
mettere i
piedi in testa: difendi le tue
diversità!»...«Vi
assicuro che non c’è nessuna diversità!
S-Signora
lei lo ha visto!...
...era presente, sa
come sono andate le cose!! Glielo dica che non sono stato io a
baciarlo! E’ stato Puppet a baciare me!!»
Ma Takato si
alzò «E ora sei così vigliacco da
accusare lui?!!...
...io conosco quel ragazzino! Fa parte della mia squadra di
domatori!!»
«...sta di fatto
che lui è innamorato di me...!!» gridò
l’altro con sguardo sconvolto «Io non gliene
voglio! Puppet
è un mio amico, adesso è tutto chiarito! Ma lui
quella
sera, la sera del concerto...mi colse alla sprovvista, io non sapevo
neanche cosa fossero gli om-omos...quella parola
lì!»
«Ah! Questa
è bella...!» ironizzò Takato
«Si parla
DOVUNQUE della loro esistenza! Tu non sapevi di loro? Ma da dove
vieni?!»
Il giovane restò ammutolitò, e tremante.
Cindermon
sfiorò il suo domatore «Takato...calmati: ognuno
è
come è, siamo in un regime di libertà! Anche se
lui fosse
così...» ma Leaf gridò «COME
SAREBBE
“ANCHE SE FOSSI COSI’”?!! Non lo sono e
basta!»
e Cindermon «Sì, però ANCHE SE FOSSI
COSI’...!!!...non ci sarebbe niente di male? No?»
si
rivolgeva a Takato, ma questi «Quello che mi da fastidio
è
il principio! Vuole preservare la sua...IMMENSA VIRILITA’, la
sua
indiscutibile prestanza fisica: già, come se qualcuno
l’avesse disegnato dal principio affinché fosse il
migliore!! Si inventa storie per salvare la reputazione,
anziché
ammettere l’evidenza e cioè...
...che ha baciato un
ragazzino in pubblico!! E lo ha fatto perché gli
piaceva!!»
«IO NON HO
BACIATO UN RAGAZZINO!!» gridò stridulamente
«E-E A
ME PIACCIONO LE RAGAZZE!»...«E allora come si
spiega?! Lo
avevi scambiato, data la giovane età?! Oppure ancor meglio...
...lo hai fatto per
moda, e ora è grazie a te se lo ricoprono di brutte
parole!!» mostrandogli il telefono. Leaf balbettò
«L-Lo...lo ricoprono di brutte
parole?»...«Leggi tu
stesso...sai usare un cellulare moderno?! O sei rimasto a quando non
esistevano, e tutti gli uomini amavano le donne?!»
Ma Leaf
allontanò il cellulare con sguardo orgoglioso, nonostante le
lacrime «Non ho bisogno di leggere...
...lo ricoprono di
brutte parole? Almeno avrò una spalla su cui versar
lacrime!»
«Tu sei capace
di piangere...?» incrociò le braccia Takato
«Non ci
credo, quelli come te non piangono mai!»
Leaf si
avvicinò «...tu metti in dubbio che io pianga...?
Allora
guarda tu stesso...» indicando il suo viso, con la mano
bendata
«...non puoi dubitare che siano lacrime vere,
perché
ognuno di noi ha pianto almeno una volta, e sa riconoscerle!»
A quelle parole Takato tradì il primo cedimento.
«E sono tutte lacrime...che tu mi hai provocato...
...col tuo disprezzo
gratuito, col muro che hai alzato dinanzi al tuo cuore, e alla tua
vita!! Quando sono comparso io avevo un grande sogno...
...fare amicizia con
te, ma tu l’hai mandato in pezzi nel modo più
crudele!
Vuoi pensare con questo che sono un diverso? Va bene, pensalo pure! Ma
qualunque sia il significato di questa parola...io...sono orgoglioso di
esserlo! Se questo significa amare al di là del tempo e i
cambiamenti...» avvicinando il pugno tremante al proprio
cuore...
...per adagiarlo
delicatamente sul petto di Takato «...come io amo
te.»
concluse in un sussurro, che aveva lasciato colpiti persino gli occhi
di Mie. Per poi correre via in lacrime, lungo quelle scale.
In quel momento Takato
fu come se si svegliasse da un sonno, il suo sguardo era cambiato e si
sfiorò la tempia. Cindermon gli andò vicino
«Takato, perché lo hai trattato così?
Questo non
sei tu...!» e lui si volse lentamente, con aria attonita
«Non so...perché l’ho trattato
così. Lo
so...che questo non sono io.»...«Ascolta, tu sei il
primo a
sapere quanto sia brutto ricevere insulti!»
Il giovane
ripensò all’acredine di Jeri, quella stessa
mattina. La
sua Digimon seguitò «E se ci fosse...anche una
sola
possibilità su mille, che sotto la sua catena ci fosse un
cuore
sensibile? Quanto il tuo?! Tu una volta a Digiworld mi hai detto...
...che non era
importante se la persona che amavo era un ragazzo, o una ragazza! Tu
sei tollerante, sei buono!...
...e quella persona alla fine eri tu...»
Takato accennò
«Non so...perché ho fatto una cosa così
orribile,
credimi Cindermon!»...«Ascolta, a tutto
c’è
rimedio...
...perché non
vai a parlare con lui? Ti basta salire le scale...le scale della tua
casa.»
Takato lasciò
le mani di lei in un sorriso grato...e si lanciò lungo
quelle
scale.
Mentre sua madre era rimasta assorta...
...e ripensava a suo
figlio e Guilmon, incorniciati dal tramonto sul mare. Con lei e suo
marito che si facevano forza, abbracciati “Chissà
perché mi ritornano ricordi simili...? Sciocchezze di una
madre.” tornando a consolarsi col cellulare (fine-canzone)
Il guerriero alato
proruppe nel vano di cemento, intrecciando i suoi respiri affannati con
quelli della ragazza. Una boccetta rotolò dal sacco gettato
a
terra, ma ora non c’era più pericolo «Ce
l’ho...ce l’ho fatta. Per un attimo ho creduto che
non
avrei più visto...
...la luce della città dalla fessura di questo
luogo.»
I suoi tre occhi si
strinsero saldamente, per aiutarlo a deglutire la stremante sequenza di
luci e proiettili da cui era appena scampato. Per poi riaprirsi uno
dopo l’altro, lasciando in ultimo quello sulla fronte...
...e delineare quella ragazza bisognosa di cure
«Jeri!»
Si gettò su di
lei «A-Ahhh...» che gemeva, dischiudendo i suoi
occhi
febbricitanti «...t-tu!»...«Non devi
temere, ci sono
io a pensare a tutto!...
...guarda? Ho
recuperato l’occorrente per curarti. Se non fosse stato per i
miei amici a quest’ora non sarei qui! Ora sta
calma...» le
sfiorò la fronte «...vedrai che non sentirai
dolore.» ma lei «A-Arghhh!!» si
dimenò,
volgendosi dall’altra parte «...la...scia...mi, non
voglio...
...essere sfiorata da teee...!!»
Beelzemon sussultò
...sei ferita!! Ti
hanno colpita alla gamba, devo
mendicarti.»...«...la...scia...mi in
pace...»...«...neanche per sogno...»
replicava il
Digimon affannato «Ora stai zitta! Fai la brava e lasciami
svolgere il mio dovere!...
...io quasi rischiato
l’osso del collo per recuperare questa roba. E ora la
città mi inquadra come un delinquente.
Era...l’ultima cosa
che avrei voluto. Quelli per cui più mi dispiace sono...Mako
e
la sua famiglia, loro mi aspettavano a casa e chissà cosa
provano nel sentir parlare di me in questo modo! Ma non fa
niente...» aprendo con prontezza le sue boccette mediche
«...adesso il mio posto è qui, anche se le sirene
non
fanno che girarci attorno nessuno ci troverà in questo
posto.»
Sospirò per
riprendere un po’ di fiato, mormorando fra sè
«...sarei voluto essere...un Digimon amico degli uomini. Un
punto
di riferimento per la città, qualcuno a cui la gente
avvicina i
propri figli...
...perché possa
farli ridere e giocare. Io...sapevo che era questo ciò che i
miei cari volevano da me!» volgendo il capo, in un attimo di
rimpianto per ciò che gli era sfuggito «Ma adesso
è
inutile perdere tempo. Andiamo, devo toglierti i vestiti altrimenti la
ferita si
attaccherà!»...«A-Ahhh!!!...noooo....oooo...»
gemette la ragazza con voce strozzata, dimenandosi più che
poteva ma lui le bloccò le braccia «Ora non fare
la
sciocca!! Non ho altra scelta!!...
...lo faccio per salvarti la vita, lo capisci?!!»
«Ti...o...dio...
...Beelzemon...»...«Lo so...
...ormai è una vecchia storia la nostra. Vecchia come questo
luogo...
...e come questa luna
sulla città...» aggrappandosi con i suoi artigli
alla
cinta della ragazza, incurante dei suoi lamenti sofferti...
Mentre Leaf rientrava
nella sua stanza, sbattendo la porta «Uffa!
Uffa...»
mugolò sconsolato, spegnendo la luce che aveva appena acceso
per
culminare in un terzo, e più deciso
«...uffa!!»
...che
accompagnò il suo piombare a faccia avanti sul letto, in un
pianto sommesso «Ormai non c’è
più spazio per
il dubbio...
...Takato mi
disprezza! E non disprezza solo il mio nuovo aspetto, con cui sono
riapparso nella sua vita! No, lui disprezza quello...che sono sempre
stato, e lo dico per un motivo molto semplice!! Perché se mi
volesse ancora bene...
...saprebbe che non
avrei mai voluto che si comportasse così, con nessuno!!!
Neanche...col primo sconosciuto che passa per strada. Ormai devo
farmene una ragione: sono finito nella spazzatura...
...come un vecchio disegno!! Al mio amico non gli importa
più di me...
...lui mi ha dimenticato...»
Ma lo spiraglio della
buia stanza si faceva sempre più ampio, introducendo la
sagoma
di un ragazzo.
«Leaf,
io...» esordì con voce tremante, ma il rapper
disteso sul
letto mormorò «Vai
via...»...«...io non
disprezzo chi è diverso dagli altri!»
Lui ripeté un
altra volta «Vai via...» però il ragazzo
non si
arrese, e si gettò ai piedi del letto «Ti prego,
non
allontanarmi! Io...rispetto le persone. E ciò che hai visto
di
me...
...è solo
frutto di un gioco di specchi. Per dimostrartelo...ecco,
guarda.»
Takato si distese su
di lui, come se volesse riscaldarlo col suo corpo. Leaf alzò
i
suoi occhi umidi dal cuscino.
«Lo senti? Sono
qui, accanto a te. Non mi importa chi tu sia, non mi infastidiscono le
tue scelte. Mi dispiace...
...di averti dato tanto dolore, e sono qui per chiederti...
...se potresti...mai...
...perdonarmi per come ti ho accolto in questa casa!»
“Ma non è possibile!!!...
...Takato...” sussultava il cuore del Digimon travestito da
ragazzo...
«Non so...in
realtà perché l’ho fatto!»
sfumava la voce
del giovane «Io...ho tanta confusione circa la mia vita,
però ho una teoria in merito: vedi, tu non lo sai
perché
mi hai conosciuto da poco, ma io...
...ho sofferto molto, e ho perso molti affetti cari.»
Parole che facevano battere il cuore del rapper.
«Ho provato a consolarmi...
...con l’amore, e avevo una ragazza. Lei...
...io la amavo, credimi. L’ho sempre amata ma lei...
...da poco, ho scoperto che è malata.»
“Come?!!...
...oh no,
Jeri!!” e fu allora che si rigirò
«Malata...?»
(canzone: Bruno
Mars - Rest of my life)
Takato annuì con sguardo triste.
“No, povera Jeri...
...ecco perché
non li avevo mai visti assieme! Ma allora lei è malata!
Magari...è in un letto d’ospedale, e la tosse
è
tanto forte da impedirle di parlare!”
Quel pensiero sembrava stritolargli l’animo di pena...
...mentre
sull’eco della tosse di Jeri, che si sovrapponeva alle
sirene,
Beelzemon gettava via ciò che restava di quella tuta nera
logora
e strappata.
I suoi tre occhi
guardavano quel corpo di ragazza con un rispetto profondo misto a
tenerezza...
Quando ad un tratto,
mentre lui stava iniziado a medicarla, lei pronunciò
«Takato...!»
E lo fece con un tono diverso, sul suo volto sembrava delinearsi un
sorriso...
«Come
malata?!» fece il rapper «Sì, lei
è...»...«Dov’è?!
Voglio vederla!»
Takato rimase senza
parole, e Leaf supplicò ancora «Io voglio andare
da
lei...»
“Forse se mi
accosterò al suo letto e le sussurrerò chi
sono...se le
ricorderò di quanto abbiamo giocato, e di come correva,
spensierata, un tempo...
...troverà la forza di guarire!”
«Come sei
gentile a dire questo...» espresse di cuore Takato
«...ma
purtroppo non è
possibile!»...«Perché, sta
così male?» chiese molto triste il rapper. E
l’altro
rispose «Vedi, lei non ha una malattia del
fisico...»
L’altro spalancò gli occhi.
«Il suo male...è nella mente...
...lei non vuole
vedere nessuno, e allontana gli altri, ricoprendoli di brutte parole!
C-Compreso me...che le voglio così bene...!»
Leaf si portava
lentamente le mani bendate alla bocca, con disarmata
ingenuità
nel suo sguardo.
«Per questo
io...vado alla deriva, e inizio a sospettare che se sono
così
ombroso e scostante sia perché inconsciamente...cerco un
modo di
avvicinarmi a lei! Di provare ciò che lei prova! Ti
prego...perdonami...
...ma la verità è che sono disperato...»
Pervaso da un tremore,
Leaf iniziò a versare lacrime silenziose e inesorabili...
«Ta...ka...to, i soldi...
...del tuo panificio.
Sono corsa a prenderteli...» mormorava Jeri, ora che sembrava
più tranquilla «...così
adesso...nessuno
potrà portarci via la nostra casa.»
«Ohh...?!»
Beelzemon restava stupito, mentre medicava la sua ferita.
«Scusami...se la chiamo così, però...
...posso giurarti che
amo tanto anch’io quel luogo. E’ il luogo dove sei
cresciuto. Takato!...
...perdo...nami...per
ciò che ti ho detto, io non volevo. E’ solo che mi
sono
sentita...morire al pensiero...
...che lei potesse
accarezzare quel corpo che ho sempre amato. Baciare le tue labbra...
...credi davvero che
io...possa disprezzarti? Ma sono gelosa anche dei nostri ricordi...
...anche di
quando...mangiavi troppo...e la gen...te...del quartiere...ti prendeva
in giro. A-Ahhh!...
...anche...se tornassi
come allora io non potrei...fare a meno di amarti!»
allungando
una mano per carezzarlo, ma Beelzemon la raccolse e la
adagiò
delicatamente.
«Per...do...nami
per tutto ciò che ho fatto! Ti ho dato tanto dolore...
...se solo...si potesse...riavvolgere il mondo...
...mi metterei al
lavoro per essere...la ragazza che hai sognato! Abbi...pietà
di
me, io faccio...
...schifo come persona. Ma dammi solo una chance per rimediare...
...l’ultima...non negarmi il tuo amore!»
Beelzemon prese quelle
pinze metalliche proprio quando lei affermava «Non mi piace
far
del male agli altri...
...quel mondo di pace lo sogno anch’io...»
Quando egli
cercò di estrarre il proiettile lei gridò
«A-Aaaaaaaaahhhhhhhh...hhhh!!!»
Ma poi afferrò
la mano di Beelzemon «Continua, ti prego...Takato....
...assieme a te non ho paura...
...nessuno ci troverà...
...neanche il mio lato
peggiore. Sento che ci cercano...ma noi siamo gli eroi. Amore
mio!» per poi sfumare in un sussurro «...non
è vero
che odio la tua Digimon...
...però tu non lasciarmi la mano...ok?...
...Takato? Sei ancora qui?»
Da quelle pinze
grondava sangue rivelando un proiettile «Confusa dalla febbre
e
l’anestetico...tu sei diversa, Jeri!» ammise
Beelzemon,
dirigendosi verso il sacco ed estraendo una calda coperta, per
avvolgerla delicatamente.
Lei sembrava contenta «...ahh...
...la Città...della Rinascita...
...guarda quanti
piccoli Digimon, amore mio...che spettacolo meraviglioso è
la
vita...»
Beelzemon si diresse
verso la fenditura, a contemplare malinconico la città nella
notte.
Sull’eco di quei
sussurri sempre più tenui «...posso esprimere un
desiderio? Vorrei un figlio da te, Takato...» (fine-canzone)
Le mani di Leaf e
Takato si incontrarono sull’interruttore, per riaccendere la
luce
«Ascolta queste sirene in lontananza...»
sussurrò il
ragazzo «...cercano i Digimon, ed io sono preoccupato
perché ne ho uno. E’ una ragazza...buona e
altruista, e
lei che è apparsa quando la mia vita si stava arenando, ma
adesso ho paura che a causa mia possa finire in
pericolo!»...«Perché dici questo,
Takato...? Tu sei
il suo domatore. Voi lottate assieme, io vi ho visti! Sembrate tanto
potenti, al punto...da essere imbattibili!» ma il ragazzo si
sfogò «E’ solo un’apparenza!!
Io in
realtà sto iniziando...a sbarellare con i nervi! Non ce la
faccio più, a volte può accadere anche a un
Digimon
Tamer! Un po’ sarà lo stress, i pensieri, le tante
preoccupazioni! I miei genitori che litigano...
...mio fratello, che
ha problemi che sarebbe assurdo descriverti: sembrerebbero il
frutto...di una notte di Halloween in cui si ha bevuto
troppo...»...«Questi problemi...io voglio
ascoltarli!!» ammise Leaf determinato «Io voglio
essere un
sostegno per te! Io voglio essere...
...tuo
amico.»...«Ho cominciato ad avere degli attacchi di
panico...» svelò il giovane con sguardo aggravato
«...quando mi innervosisco non riesco più a
respirare
e...!!!...
...io, con la vita che
faccio, non posso permettermelo. Non l’ho scelta io ma me la
sono
trovata! La mia vita esige che io sia sempre in forma. Che ogni giorno
faccia a pugni con milioni di nemici, che poi vada a letto e tutto
ricominci il giorno dopo! Soltanto...poche ore di sonno...
...fino a quando non
si sa. Non so dirti quando la mia vita smetterà di essere un
casino. Ecco perché mi sono mostrato ostile con te: tu sei
un
rapper!...
...e io ammetto di
essere un invidioso. Voi...sembrate sempre così
forti!» ma
per la prima volta non sembrò con risentimento,
bensì con
pena «Queste catene...vi fanno sembrare dei guerrieri. I
vostri
versi...assomigliano a cannoni, e il vostro passato tumultuoso vi rende
delle leggende! Delle leggende della vita quotidiana...
...eroi di battaglia...
...io non sono
così!! Io mi arrabatto ogni giorno ma la forza non mi basta!
E
ho versato tante lacrime...da convincermi di averle rubate anche dagli
occhi altrui. Io non penso di essere l’unico a soffrire...
...ma a volte...credo
di essere il solo per cui conti qualcosa. Tutti sembrano rialzarsi, e
lottare senza sosta. Mentre per me, ogni cosa che perdo è un
soffio di fiato che se ne va dai miei polmoni. Per questo invidio chi
ha energia per cantare...e rime per aprirsi un varco, verso un futuro
migliore. Anch’io ho tanti sogni per il futuro!
Però...
...però...» e la sua mano si portava ancora al
collo.
«Però da
solo non ce la fai!» esclamò Leaf «Hai
bisogno di
qualcuno con cui dividere il tuo cammino! E allora...lascia che ti
aiuti! Non è vero che sono invincibile, io sono come
te!!»
ma quando provò ad avvicinare la mano Takato si
ritirò
impaurito «Ecco vedi?! Ricomincia!!»
gridò, ma Leaf
non rinunciò a sfiorargli il collo «Calmo...
...stai calmo,
io...non sono così forte come credi. Io ho paura come
l’hai anche tu.» fra gentili carezze, mentre il
ragazzo
tremava «Anch’io ho un passato, e degli errori alle
spalle.
Anch’io ho ricordi, sassi e volti lungo il mio cammino...
...basta aver paura...» (canzone: Agnes
- Somewhere down the road)
Fu allora che il
tremore di Takato sembrò farsi meno intenso, lentamente
lasciò cadere le braccia con cui sembrava difendersi
«C-Che stupido che sono...
...tu...non ci pensi
nemmeno ad attaccarmi!» disse d’un tratto, e Leaf
gli
sorrise «No...» seguitando a sfiorargli il collo
col suo
dito bendato «E’ incredibile, è come
allora...» disse il domatore «Come allora...
...un tempo conobbi un
amico, che sembrava feroce. Ma mi bastò avvicinarmi, per
capire...
...che le sue sfere di
fuoco non erano indirizzate a me, che ero il suo creatore. E lui mi
aveva riconosciuto...»
Leaf rimase incantato «Stai parlando...
...di...
...quel Digimon...che
mi hai chiesto di non nominare? Il tuo primo Digimon...»
Lo sguardo di Takato
si tinse rimpianto, e a quel punto il rapper mormorò
«Ascolta, io devo chiederti una cosa. Non l’avrei
fatto se
non mi avessi parlato di lui, avrei rispettato il tuo silenzio.
Però adesso...ho bisogno di sapere. Forse me ne vorrai per
ciò che ti chiedo, forse ti chiederai perché
è
così importante. Io non posso spiegartelo...
...ma scelgo di rischiare...»
Takato non sembrava
ostile, e Leaf deglutì con coraggio «Quel
Digimon...
...gli vuoi ancora
bene?!! Lo custodisci nel cuore, oppure è solo un ricordo...
...infantile e
fastidioso?!!» e stavolta fu lui a stringere i denti, e
pararsi
per timore di essere colpito.
Ma i sussurri del domatore erano pacati «Quel Digimon...
...il suo nome era Guilmon.»
Leaf aprì i suoi occhi.
«Egli fu il mio
più grande amico, ma poi un giorno lui se n’e
andò.
Non l’ho più visto...
...non l’ho...mai dimenticato.»
Leaf abbassò la guardia «Allora gli vuoi ancora
bene!»
Takato smarrì lo sguardo commosso «Ancor
più di allora...
...anche se so che è finita. Guilmon non
c’è più...
...se non dentro il mio cuore. E’ per lui che sto
così...
...perché
nonostante gli anni, e la crescita...io non l’ho mai
accettato.»
Il rapper versava
lacrime incredule “Ma allora è questa la
verità...”
«Sai?»
narrava Takato con matura dolcezza nello sguardo, mentre camminava per
la stanza «Prima di volar via, nel cielo di un giorno che
sembrava fatato, benché sia esistito realmente sui nostri
calendari...
...Guilmon volle da me
una promessa. Desiderava che io...non perdessi mai quel sorriso che mi
caratterizzava. Gli anni passarono, ed io ci provai in tutti i modi...
...volevo tanto
esaudirlo: era l’ultima cosa che mi restava di quel...caro
Digimon...» volgendosi appena la coda dell’occhio
«Ma
ora tu sei il primo, Leaf...
...con cui mi sento di ammettere senza riserve...
...che io ho fallito.»
Leaf trasalì, e
Takato svelò «Ciò che promisi a Guilmon
io non
l’ho mantenuto! Io ho provato a trattenere quel sorriso, ma
non
ce l’ho fatta!! Mi manca troppo e il mondo senza di lui...
...è un
inferno. Le sembianze adulte sono soltanto maschere, è come
se
non fosse...
...passato un minuto
da allora!» afferrandogli le mani «Non ce
l’ho
fatta!!»...«No!!» gridò il
rapper, desideroso
di smentirlo.
«Quel
sorriso è sfumato, la promessa si
è infranta!! Guilmon...
...sarà deluso di me, ovunque egli sia!!»
«No!! Lui
è qui con te, è davanti a te!! Lui non ti
lascerà
mai, e non è deluso perché sa che...hai lottato
tanto. E
non è vero che quel sorriso è sfumato,
perché io
l’ho visto! Prima me l’hai rivolto...»
Takato sorrise tra le
lacrime «E’ un sorriso venato...dalla malinconia e
dal
dolore.»...«No, è lo stesso di allora!
Lo sento...
...e
insieme...riusciremo a farlo brillare, come allora! Più di
allora!»
Takato accennò
in un sussurro «...ti prego...non farmi illudere di cose
troppo
belle...ho già perso tanto...»
Ma Leaf lo abbracciò «La mia è una
promessa!!»
“Stavolta sono io a fartela: mi dispiace Takato...
...io...non posso
rivelarti chi sono, perché quando rischiasti la vita a causa
dei
miei errori, molto peggiori dei tuoi...
...io giurai di
rinunciare alla nostra preziosa amicizia, purché tu avessi
ancora un futuro. Sono stato esaudito, e ora non posso venir meno al
mio impegno. Ma ti prometto...che farò tutto ciò
che
è in mio potere per curare le ferite che la vita ti ha
inferto
in mia assenza, amico mio! Ti farò tornare il bambino
spensierato di una volta! Io...
...!!”
Ma avvertì le
mani del ragazzo dietro la sua schiena «Mi...aiuterai? Non mi
lascerai, vero Leaf? Questa notte...non è
un’illusione?!» ma il rapper gli raccolse le mani
«No
Takato, non è un’illusione!! I nostri cuori si
sono
incontrati poiché simili! Anche se provenienti da mondi
diversi
noi abbiamo scoperto...
...che
c’è una forza più grande che sovrasta
la notte! E
fa incontrare gli amici dalle frontiere più
lontane!»
Takato gli carezzò affettuosamente quei capelli cortissimi...
...e Leaf si
portò al cuore la sua mano “E’ proprio
così,
amico mio. La Regina dei Digignomi aveva ragione: il muro del tempo non
è invalicabile. C’è una luce
più forte in
grado di perforarlo. E il tempo...non affievolisce la luce!”
Dei Digignomi si
addensarono sulla finestra, contenti di vederli affiatati. Ma dovettero
presto volar via «Volevo dirti...
...che sono contento
che tu sia a casa mia. Vieni, desidero farti vedere il mio scenario: lo
osservo da quando sono nato...» disse il ragazzo conducendo
il
rapper verso la finestra (fine-canzone)
“Le immagini
registrate parlano chiaro: i Digimon sono nemici degli esseri umani. Il
loro scopo è innalzare un regno di terrore sulle ceneri
della
nostra città.” riferiva un televisore
riproducendo la
sparatoria presso la farmacia, alla quale si sostituiva il guerriero
alato nella sua fuga rocambolesca con la giovane rapinatrice.
Ma ad un tratto la tv
esplose per un colpo sparato da Deputymon, il Digimon sceriffo di cui
qualcuno sorreggeva la bambola «Jeri Katou è
scomparsa nel
nulla...
...quel maledetto
Digimon l’ha portata viaaa!!!» gridò
Violetta in uno
stridulo capolino «Lui l’ha portata lontano, me
l’ha
sottratta proprio quando stava per cadere sotto il mio controllo!
Gliela farò pagare cara...lo ucciderò nel modo
più
crudele per aver osato sfidarmi!! La lista nera dei miei nemici
aumenta...
...prima quella
smorfiosa volpe troppo cresciuta...che si porta via la mia prima
figlia, e ora questo farabutto...
...che carica Jeri
sulla sua moto, brutto corvaccio spennacchiato!! Ma sono le vostre
ultime gesta...
...mentre siete
distratti dai vostri tanti problemi il popolo del nuovo regno cresce a
vista d’occhio...»
Infatti alle sue
spalle, i raggi di luna delineavano numerose sagome di Digimon...
«Sto lavorando
alacremente, e molto presto né voi né i vostri
amati
domatori sarete più necessari, uhmuhmuhm!»
Con un balzo
scattante, Renamon atterrò nel giardino di casa di Rika. E
subito si udirono i passi rapidi di costei che a piedi nudi si
affacciò all’esterno «Renamon, sei
qui!!»
gridò, e la volpe chinò il capo
«Sì...»...«CHE TI E’
SALTATO IN MENTE?!!
MI VUOI FAR DIVENTARE...PAZZA DALLA PAURA?!!»
«Perdonami, ti
prego...» mormorò la volpe dal pelo sporco e
graffiato
«...ma io...non potevo! Non potevo lasciarlo...! E tu avresti
agito ugualmente.»
Fu allora che la
ragazza si sciolse in lacrime, tra le sue braccia «Ti prego,
scusami! Ma quando ho visto il servizio, alla tv...per un attimo il mio
cuore ha smesso di battere.»...«Rika...»
la Digimon
le carezzò grata i capelli, mentre costei singhiozzava
«Il
tuo invece...batte fortissimo, e io...so il motivo!»
Renamon era commossa,
ma serrava i denti per trattenersi «...andiamo dentro, Rika.
Non
devi agitarti così, può far male al
bambino.»...«Hanno detto che i due Digimon...
...erano scappati, che
la polizia non era riuscita a prenderli! Ma ho avuto paura lo stesso.
Temevo che qualcuno...
...da un momento
all’altro avesse potuto riportarmi...i-il tuo corpo
insanguinato!! E SE PERDO TE CHE FACCIO?! Io...potrei anche
morire...»...«Rika...non fare così, ti
prego!»
dopodiché la ragazza scosse il capo, e si
aggrappò a lei
«Come stanno Imagomon e Beelzemon?!»
La voce di Renamon si
spezzò «Ho dovuto...lasciarli, entrambi! Ognuno ha
preso
la sua strada, Imagomon era intervenuto per salvarmi...
...poiché
avvertito...dalla tua amica...»...«Himi?»
spalancando
i suoi occhi lilla.
«Beelzemon...è arrivato a tanto perché
una persona
a lui cara sta male ma...!!...non mi ha detto chi
è!»...«Temo di saperlo...
...vieni dentro!
Cielo, sei tutta graffiata.»...«Non è
niente...»...«Povera cara...» sbarrando
la porta
della casa, ed appoggiandovi la schiena «Rika, ma quella
ragazza
dell’aggressione...»...«Temo si tratti di
Jeri!!»
«Jeri...?»
Renamon dilatò i suoi occhi, e Rika «Nel servizio,
in tv,
mi è sembrato di riconoscerla!»...«Ma
quella
ragazza...ha sparato a un uomo!»...«E ha anche
aggredito
una signora anziana. Quella donna adesso sta bene, ma suo cognato
lavora al governo e appena l’ha saputo ha fatto il diavolo a
quattro! Lui è un’alta carica di quella fazione
che
considera i Digimon pericolosi, e ha smosso mari e monti per ottenere
un decreto d’urgenza! Ora dobbiamo muoverci con
cautela...(canzone: Anastacia
- You'll never be alone)
...più che mai!»...«No!! Questo vuol
dire...
...che non
potrò più seguirti sui tetti? Accompagnarti nella
tua
giornata?!» ma la domatrice si accostò a lei
«Cerca
di capire, Renamon...
...è per il
meglio! Tu devi rimanere nascosta a casa. Dobbiamo riunirci...solo per
le battaglie!»...«Ma così tutto diventa
più
difficile!!...
...non è giusto, già ci hanno separati una volta
e adesso...
...non vogliono neanche farci vivere in pace!»
La domatrice si
sedette accanto a lei, aveva occhi commossi «Ricordati,
abbiamo
promesso...che avremmo stretto i denti fino alla
fine.»...«Ma quando arriverà la
fine?!»...«Non lo so, piccola mia...»
disse Rika
abbracciando la volpe con fare protettivo «...non lo so, ma
non
dobbiamo arrenderci...
...vedrai,
l’alba e vicina...» restando strette
l’una
all’altra, nel fioco lume di quella casa orientaleggiante che
proiettava le loro ombre sul muro, come fantasmi eterni...
«Perché
non hai voluto che guardassi il telegiornale...?» chiedeva un
ragazzino dalla voce profonda, in procinto di mettersi a letto.
«Ma
perché non voglio che ascolti sempre cose tristi,
calù.» replicava senza voltarsi il piccolo
Digimon, con
gli occhi fissi alla tv spenta.
«Ricordati che
sono un rapper...» disse dolcemente il biondo domatore
«...è mio dovere crescere in fretta, per indicare
il
cammino a quelli della mia età.» infilandosi poi
sotto le
coperte.
«Ricordati che sono un Digimon, calù...
...è mio
dovere...» ma con la coda dell’occhio vide che il
ragazzo
già dormiva...
...sicché
poté volgersi, mostrando il suo musetto pallido e appenato
«...arrangiarmi in qualche modo assurdo, per far
sì che tu
soffra di meno! Anche se a dire il vero...non so cosa fare!»
Una voce scura e
femminile echeggiò nella stanza «Mio figlio
dorme?»...«Calù! E’ crollato,
signora!»
Al che lei venne sotto
la luce «Dimmi la verità, Calumon...! Se non posso
fidarmi
di te chi mai potrà aiutarci?! Quella
ragazza...»...«Calù! Io temo non ci sia
alcun
dubbio.»
Quell’umile donna sembrò scoppiare in lacrime...
...e il piccolo Digimon pensò “Jeri, Beelzemon...
...dove siete?...
...permetteteci di raggiungervi!!”
Auto della polizia ed
elicotteri circondavano l’intreccio di strade sopraelevate.
Ma il sonno della
ragazza era più profondo, e la proteggeva dalla loro
incessante
insistenza.
Con gli attrezzi della
medicazione sparsi in giro, il Digimon sembrava crollato, accovacciato
a terra con le sue ali a coprirlo.
Ma gli bastava il
minimo rumore per destare il suo terzo occhio: allora balzava in piedi,
guardava dalla fenditura...
...ma quando capiva
che era tutto a posto si accucciava, e sistemava la coperta della
ragazza, per poi tornare al suo posto.
La sua mano artigliata
si apriva, ed un raggio di luna illuminava il fermaglio
d’argento
«...non ti preoccupare Leomon...
...non ti preoccupare:
la proteggerò io. Con me non potrà succederle
niente. Lo
sai che sono...uno tosto.» per poi chiudere la mano...e
smarrire
gli occhi oltre i riflessi del cielo...
...forse pensava a
quel ragazzo che faceva ingresso nel convento, e che ringraziava con
educazione l’anziana suora per aver fornito loro tutto
l’occorrente.
Quando furono soli in
quella stanzetta, Mako si guardò attorno e passò
la mano
sulla pietra fredda e antica...
Taisho intanto svuotava la valigia (senza mai perderlo realmente di
vista...)
Scorrere le dita tra
le fessure impolverate ad un tratto evocò le lacrime negli
occhi
del ragazzo occhialuto, che si lasciò cadere sul letto.
Allora
il biondo uomo si sedette accanto a lui e lo strinse, per fargli
coraggio.
Debolmente Mako
sollevava quel Digivice, e lo contemplava come fosse l’ultima
speranza. L’ultima ricchezza a loro rimasta, quando erano
stati
spogliati di tutto. Dopo un ultimo sguardo d’amore a quelle
care
pareti, si guardò col suo Digimon e si fecero coraggio con
gli
occhi, in attesa dell’alba...
Ma in una notte dura
come quella, c’erano due ragazzi che da una finestra,
sembravano
scoprire il mondo in ogni sua meraviglia.
Takato indicava tanti
dettagli, e Leaf si stupiva...lasciandosi catturare dalle luci della
terra e del cielo “Non mi sembra vero...
...Takato, sono
tornato con te! Com’è bella la nostra
città...ancora più che nei sogni che ho fatto. Ti
sei
fatto grande, ti sei fatto forte, quante cose sai! Ma una ancora no: e
cioè che tu sei la gioia, per un Digimon. Ma un giorno te lo
dirò...
...sì, ne sono sicuro! Un giorno te lo
dirò.”
Cindermon li osservava dallo spiraglio «NON...
...POSSO CREDERCI!
Questa è magia...» strizzando i suoi occhi
emozionati
«Sì, non può essere altro, questa
è
autentica magica! Ed è questa l’onda che dobbiamo
cavalcare...
...per affrontare la
sfida che ci aspetta...» prendendo un respiro, chiudendo gli
occhi...
...per poi tornare a sbirciare.
Le loro dita puntavano
alla cima della torre di Tokyo, e i loro occhi alle stelle
più
eterne (fine-canzone)
Nel buio comparvero le
sagome di una donna e di un Digimon «Violetta, hai saputo la
novità?...
...la mia ex-alunna si
è rivelata per quella che è, una
delinquente!!»
disse la prima, e lui alato e gelido «Dove andremo a finire,
di
questo passo...»
La donna dai riccioli castani avanzò «Nami,
IceDevimon...
...come procede l’allenamento?»
Il Digimon mosse occhi
seri, ma la donna lo precedette «Bene!! I miei poteri
crescono di
giorno e in giorno, tengo testa a ologrammi sempre più
rapidi...e sofisticati. Il solo problema indovina qual è...?
Mia
figlia, come sempre!!...
...se solo non
girassero tanti attrezzi tecnologici non avrebbe mai udito certe mie
affermazioni! Ormai sono giorni che mi tormenta per sapere chi
è
suo padre!! Non mi permette di concentrarmi...»
«Allora tu
inventa una bugia e tranquillizzala.» suggerì
Violetta con
naturalezza «Tua figlia ha solo 8 anni, è
più che
evidente che non può capire certe cose alla sua
età.» IceDevimon intervenne «Quali
cose?...
...tu conosci la risposta al suo dubbio?!»
Violetta si
limitò a volgere gli occhi su di lui, ma egli stavolta
fronteggiò il suo sguardo, benché assomigliasse
all’altero ammonimento di una regina. Una regina che risulta
brava a dissimulare «Ihihihihiii, ma non guastiamo una notte
poetica con argomenti scabrosi! Mi raccomando soprattutto a te,
Nami...» avanzando verso di lei e ponendole le mani sulle
spalle
«...sei l’insegnante dei Digimon Tamers, conosci
bene i
loro punti deboli: inutile dirti che sei la punta di diamante del
nostro piano...»...«Lo...pensi sul
serio?» chiese
Asanuma...
...e IceDevimon si
soffermò ad osservare quel suo bisogno di fiducia e
complimenti.
«Uhmuhmuhm, ma
certo, dubiti di me...? Altrimenti non ti avrei mai presa a fare
ripetizioni al mio bambino, ti ricordi? Continua ad allenarti...
...diventerai
potentissima, non ho mai visto un altro Digimon starti al
pari...»
Asanuma rivelò
occhi sbalorditi, ma poi cercò di mascherare «Uhm,
ma
certo che continuerò.»...«Veramente il
Digimon sono
io! Non è lei...» precisò IceDevimon.
La domatrice
rimbeccò «Oh, andiamo! Sei noiosamente
fiscale.»
Violetta li
congedò con un sorriso «Andate...! Mi sta venendo
sonno,
penso che fra poco mi coricherò.»
L’insegnante si
allontanò sui suoi tacchetti, IceDevimon si volse
un’ultima volta verso Violetta, che armeggiava con le bambole
«Uhmuhmuhmmmm!»
Ma poiché
ottenne in risposta solo un melenso sorriso, decise di dissolversi
nella sua nube di brina.
«Quell’IceDevimon comincia a essere troppo curioso
per i
miei gusti...
...si interessa di
padri, figli, relazioni clandestine!» mentre muoveva le
braccia
del Deputymon «I cartoni parlano chiaro...»
abbassando il
tono «...i Digimon malvagi...non possono avere figli: sono
malvagi! E anche se per errore li avessero avuti in quel caso vanno...
...censurati!»
agguantando la pistola del pupazzo con le sue unghie colorate
«Uhmuhmuhm, sogni d’oro bambini...!»
...oscillando pericolosamente il dito sul grilletto...
Si fece mattina, e Takato ancora assonnato scendeva le scale della sua
casa, passando le mani sul viso e lo sguardo sul telefono, poco
rincuorante in fatto d’orario.
Ma udì dalla
cucina la voce della sua Digimon («Uhm. Sì, certo
capisco.
Quindi è così che ci organizziamo: aggrappati
alle
transenne, e casino a non finire finché non si
smuovono.»
e c’era qualcuno che gli rispondeva «Sì,
più
o meno. E’ l’unica cosa da fare.»)
Riconoscendo anche il
tono di costui, il ragazzo li raggiunse «...buongiorno...
...uhm, scusate la
tenuta ancora da notte, ma ieri sera tra una cosa e l’altra
si
è fatto tardi: speriamo di poter
recuperare...»...«Ah, buongiorno Takato!»
gli disse
subito Cindermon, seguita da una sorridente Riley «E non ti
preoccupare della tenuta.»...«Poco ci manca che non
siamo
venuti anche noi in pigiama!» continuò il biondo
marito, e
Cindermon «Va bene tanto ormai siamo di casa, no?!»
Il domatore si
avvicinò al tavolo con sguardo già concentrato
«Qualche problema...?» per poi accennare un sorriso
«Sì lo so, domanda stupida!»
Mitsuo non perse tempo
«Ragazzi, ormai ne siamo coscienti: la situazione
è quella
che è.»...«Io sono una di quelle meno
svantaggiate!» evidenziò Cindermon «Ho
un aspetto
umano e posso camuffarmi, ma come fanno quelli il cui Digimon SI
CAPISCE SUBITO CHE E’ UN DIGIMON???»
L’uomo rispose
«Occorre la massima attenzione e non è il caso di
dormire
sugli allori, anche per quelli come te potrebbero aver installato dei
rilevatori!»
«Bene!»
incrociò le braccia la Digimon «Svegliarsi con
notizie
simili ti rifà l’anima!» Riley
replicò
«Ma c’è una consolazione: anche se
magra, e per il
momento allo stadio embrionale.» Mitsuo continuò
«Abbiamo intenzione di fare resistenza.»
«Come
resistenza...?» chiese Takato, ma Cindermon spiegò
«Hai presente? Striscioni, grida, MEGAFONI?
Uhm?»...«Pfff! Ahahahahahah!» rise
divertito il
ragazzo, ma poco dopo sorrise a metà
«...davvero?»...«Sì!»
ribatté
subito Riley, e Mitsuo «Lo so, sembra ridicolo ma questi
mezzi a
volte servono: ho riunito alcune persone della fazione a favore di
Digimon, e proprio oggi occuperemo...ma mi raccomando acqua in bocca...
...gli ex-edifici di Hypnos, attualmente sedi lavorative del
governo.»
Takato e Cindermon si
guardarono sbalorditi, e Riley spiegò «Eh
sì,
“si torna a casa”, ma assurdamente in veste non di
operatori ma di manifestanti.»
Quel suo sorriso
conduceva un flusso di malinconia e ricordi, ma il sole del mattino
sembrò conferirgli decisione «Ma è
sempre meglio
che rimanere con le mani in mano! Io e Mitsuo non abbiamo niente da
perdere, non abbiamo figli!...
...se non...nei
ricordi di un’avventura, e lui era un Digimon. Questo ci
aiuterà a sentirlo più vicino!!
Almeno...personalmente la
vivo così.»
Mitsuo si sfilò
gli occhiali da sole, svelando sguardo maturo e segnato dalle
esperienze «Non vogliamo mollare la presa...
...stavolta niente
attrezzature sofisticate, strumenti tecnologici! Lotteremo come
cittadini comuni, ma faremo l’impossibile per restituirvi la
vostra dignità: questa nuova legge è ingiusta,
dev’essere abrogata!»
«Il vostro gesto
è impagabile!!» esclamò sincera
Cindermon prendendo
le mani di Riley, e Takato scosse il capo «Non finite mai di
stupirci.»...«Io ho fiducia che smuoveremo le
acque.»
disse Mitsuo, e Takato «Speriamo! Nel frattempo anche noi
cercheremo di dare un’aggiustata ai
vari...problemi...» ma
il suo tono si fece interdetto all’arrivo dei genitori, il
cui
sguardo puntò subito contro Mitsuo e Riley.
«Si può
sapere che ci fa questa gente qui?!» indicò
Takehiro con
la sua stampella, aggiungendo «Uscite fuori, se vi vedono
potrebbero arrestarci!»
Gli altri due coniugi
si irrigidirono, Riley disse «Finora siamo stati clienti
abituali. E graditi!» ma Mie rimbeccò
«Noi non
vogliamo problemi a casa nostra! Anche se adesso è un locale
rap
non smette di essere un locale onesto!»
«La prima cosa
su cui andate d’accordo! Dopo tanto tempo...»
apostrofò il loro figlio «Complimenti mamma,
papà:
fate progressi!» ma presa coscienza di questo, Mie e Takehiro
si
negarono istantaneamente lo sguardo. Cindermon avanzò
«Li
ho fatti entrare io, perché sono venuti a dirmi una cosa
importante circa la mia incolumità se
permettete!!»...«Sappiamo bene che fate parte della
fazione
a favore dei Digimon! E questo adesso è sinonimo di grane
fastidiose!» ribatté la panettiera scampanellante
di
metallo.
«Ah sì??
Molto bene, in questo caso noi ce ne andiamo
all’istante!»
affermò Takato, aggiungendo «Scusami Cindermon ma
è
assurdo che un domatore divida il tetto...con genitori che parlano
così!!» ma Mitsuo bisbigliò
«Lascia perdere,
Takato: ce ne andiamo noi!»...«Mitsuo-»
stava
ribattendo deciso il ragazzo, ma l’uomo gli
afferrò il
braccio «Dico davvero! Ptsss, ascolta: adesso hai delle
responsabilità...
...hai una Digimon e
devi proteggerla, non è prudente che giriate senza fissa
dimora.
Il loro bene viene prima del nostro orgoglio.»
Takehiro alzò
la stampella «Ecco, fate bene: andatevene!» ma
Takato si
volse, sentenziando «Papà: sei un...VERO
vigliacco!»
L’uomo si ritirò stizzito, e Mitsuo si rimise gli
occhiali
«Mi faccia fare eco a ciò che ha detto suo figlio:
lei
è un vero vigliacco, signor Matsuki!»
Takehiro gli
negò lo sguardo, e Riley mosse il suo su Mie «...e
lei non
è da meno. Buffona...» congedandosi molto seri in
volto.
«Uhm!» Mie
si riaccomodò il berretto, e Cindermon «Questa
volta, la
figuretta ve la siete proprio cercata!! Ma lo sapete chi sono quelli?!
Sono stati...DUE ESPERTI MEGAGALATTICI!»...«Lascia
perdere
Cindermon, per i miei genitori il passato non ha più
importanza!
Ma verrà un giorno...in cui sarà lo stesso per
chi vi ha
conosciuto!!»
Ma su quegli attimi di
tensione si adagiò una melodia proveniente dalla cima delle
scale, dove gli sguardi di tutti si mossero «Avete
sentito...?» fece Takehiro rapito, mentre Mie sembrava
spiazzata
«N-Non può essere!»
«Nakao!»
esclamò Takato, e Cindermon «Coooooome?! Tuo
fratello?!» Takehiro confermò
«E’ mio figlio
che canta!» e Takato si lanciò sui gradini
«Nakao!!»
Il padre cercò
di seguirlo con le stampelle, mentre Mie piegava il berretto
«Dannazione...!! Devo assolutamente ordinare a Leaf di darsi
da
fare!»...«Cosa fa???» la riprese
Cindermon
«Cosa piega? Non lo sa che questi costano un occhio della
testa?
E noi siamo in regime di austerity!» accrescendo la stizza
della
signora, che «Uhm!!» gettò il berretto a
terra.
Quando Takato
entrò nella sua stanza «Nakao!» questi
sussultò di fastidio «Ehi!! Potresti almeno
bussare,
no?!!» ma quelle parole portarono il ragazzo a riflettere
«Bussare...
...sì, in
effetti del ritmo si potrebbe miscelare alla tua stupenda melodia! E in
questa casa il ritmo non manca di certo, abbiamo Leaf!»
Il ragazzino si volse attonito, mormorando «...come dici...
...? Parli di quel
ragazzo come se fosse tuo amico...»...«E’
la
verità.» ammise Takato, avanzando verso il
fratellino e
accennando un sorriso «Abbiamo fatto amicizia ieri
notte...è una bellissima
cosa...»...«...uhmf!! Ma
certo, per risollevare le sorti del negozio! Che
cos’è,
un’amicizia a sfondo
commerciale?!!»...«Perché
parli così...? Pensi che sia diventato suo amico solo
perché è un rapper? Perché fa versi in
rima,
è famoso e pieno di talento? No, l’amicizia non si
stringe
per questo, ed io mi sono avvicinato a lui...
...perché
desidero conoscerlo, perché è una persona dal
cuore puro
e perché...
...ho capito di aver avuto torto...»
Nakao dilatava il suo sguardo «...non avevi torto...
...guarda che Leaf
è un bastardo!!!»...«Perché
parli così
di lui?!» chiese Takato dispiaciuto, affermando
«Quella
parola...non mi piace, non è adatta a descrivere alcuna
creatura
vivente!»...«Ma casualmente si addice molto bene a
me,
visto che è quello ciò che sono!»
Takato lo fissò
deciso «Sai che io non ti ho mai chiamato così...
...e preferirei morire
piuttosto che farlo!»...«Takato!! Non devi dare
retta a
Leaf, lui è un...!!!...
...rapper! Un
delinquente!! Non lo vedi? Con le sue catene, con quelle mani
fasciate!! Di sicuro si è tagliato col coltello con cui ha
ammazzato qualcuno!»
Ma Takato
avanzò verso di lui, scostandosi i capelli con gesto deciso
«Anch se l’avesse fatto...
...non mi importa! Io
non giudico le mie amicizie per i crimini del passato!»
Nakao impallidiva
sempre più, fino ad esplodere «Lui è
un...
...verme!!! Voi non
dovete essere amici!»...«Nakao! Parli di lui come
se
l’avessi conosciuto e...ti avesse fatto qualcosa!»
Il ragazzino tremava «...beh, lui...
...l-lui...» mentre Takato lo fissava attonito...
«...lll...lui
è sufficiente che sia il tirapiedi di tua madre!!! Il tipo
che
lei ha condotto in questa casa per surclassare me!! Apri gli occhi
Takato, non ti accorgi di com’è la situazione?!
Debbo
chiarirtela io che sono più piccolo di te?! La presenza di
Leaf
in questa casa ha una sola ragione, e cioè pareggiare il
conto
dei figli! Tua madre non sopportava l’idea di me e della mia
origine, e così...
...ha tirato fuori da
un passato oscuro quel rapper, per avere il suo figlio fatto col
pennello!»...«Ma lei non ha disegnato Leaf!...
...lui ha avuto una
sua origine che noi ignoriamo, e su questa la volontà di mia
madre non ha avuto alcuna influenza. Nakao...
...io e te siamo
grandi, ormai: non possiamo farci condizionare dai nostri genitori,
nelle nostre opinioni e nei giudizi sugli altri! E’
importante...che iniziamo a camminare con le nostre gambe, e a pensare
con la nostra testa!»
Il ragazzino
restò colpito da quelle parole, e Takato incrociò
le
braccia «Specie quando deteniamo...qualità
positive che
non possiamo permetterci di sprecare, come il talento che mi ha
condotto fin quassù da te. Ma non ti rendi conto che
è
qualcosa di tuo?? E’ un bene prezioso, che non devi farti
rubare
da nessuno!!»...«Certo, cosa credi?» il
piccolo
assunse occhi taglienti «Primi fra tutti da voi! Io non
lascerò mai che la mia voce sia la base per quel
rapper!»...«E invece sbagli perché ho
davanti agli
occhi qualcosa di bello. Una fusione!...
...una...”biodigievoluzione” fra voi
due...» mentre
quelle parole generavano un tremore attraverso il corpo del ragazzino
«Tu non lo sai...
...il momento in cui
ci si unisce è bellissimo, sembra conferirti i poteri che
non
avresti mai ipotizzato di avere...
...la prima volta
stenti a crederlo, ma poi impari a fidarti...e a poco a poco avverti di
crescere, diventi grande...
...potente...
...nella vita ho
assistito a tante fusioni, e sono giunto oggi a pensare che non le
concede solo il potere digitale. Ma qualsiasi aspetto della vita se
svolto con passione! Come la musica...l’arte, il disegno...
...la famiglia...e
siamo solo noi giovani a poter promuovere il discorso,
perché
ora gli adulti...osserva! Si dividono e si fraintendono!»
Takehiro aveva fatto
le scale, e ora si accostò alla porta per ascoltare quei
discorsi...
«Loro spezzano
le fusioni...e così ne escono sconfitti: noi abbiamo
l’occasione per indicar loro la via giusta! Dammi retta, io
non
lo dico per il negozio!» affermava il fratello maggiore,
raccogliendo le mani del più piccolo «Lo dico...
...perché ho bisogno di vedere qualcosa di bello...
...un po’
d’unione, nella mia casa, dove ormai da tanto si
combatte...»
Takehiro si sporse a
osservarli, e la commozione affiorò ai suoi occhi
“Figli
miei...
...l’uno nelle
mani dell’altro, a farsi forza. Questo è un grande
sogno
per un padre...”
Takato implorava una
risposta, ma ad un tratto Nakao tirò via le mani
«Provi
gusto a parlare dei tuoi ricordi...a qualcuno che non potrà
mai
provarli?!» sibilò indignato
«M-Ma...!!»...«Ti dimentichi della mia
natura
spettrale, sei ignorante al punto da non sapere che è nociva
per
un Digimon?!! Io non potrò mai
biodigievolvere...!!...perché nel caso lo facessi, il
Digimon
malcapitato che andasse a fondersi con un bambino morto lo seguirebbe a
ruota nella sua stessa fine!! E’ questo che auspici per il
tuo
nuovo amico rapper...?!!»
Il fratello trasalì...
...il padre si portò la mano al volto “Allora
è vero!!...
...non era una bugia,
quella di Takato e Cindermon. Nakao! Il mio Nakao
è...”
«...il compagno
non proprio ideale per un Digimon, ecco quello che sono a differenza di
te, Takato! Io non potrò mai provare
quell’emozione
straordinaria...
...non potrò mai sentirmi grande, e potente come
te...»
Takato volse le
spalle, muovendo qualche passo nel tentativo di smaltire quel dolore.
Ma poi si girò di scatto «Ma io non parlavo dei
Digimon!
Nakao, perché parli di Leaf come se fosse un Digimon? Sai
che lo
è...?»
Il ragazzino nascose
lo sguardo sotto i capelli, e Takato accennò
«...è...vero, è probabile che lo sia.
Del resto io
sono il primo ad averlo sospettato, ma non ho intenzione di chiedergli
niente, per dimostrargli che lo rispetto!»
Takehiro si
allontanò sulle sue stampelle, e in quel momento
incrociò
Leaf che si stiracchiava «Che cos’ha signor
Matsuki...?
Perché la vedo così triste?»
mormorò
tendendo la sua mano bendata, ma l’uomo replicò
«Niente.» e proseguì scuro in volto. Il
rapper si
volse «Perché la gente oggigiorno risponde sempre
“niente”...e si rifiuta di confidarsi?»
Ma d’un tratto
udì le voci provenienti dall’altra stanza,
così si
accostò alla porta...
«In ogni caso ora non
parlavo di battaglie! Dunque una biodigievoluzione a te è
preclusa?!» domandò Takato con dolore, e Nakao
svelò «...sì, perché un
Digimon che si
fondesse con me sarebbe costretto a inglobare un quantitativo eccessivo
di dati sulla morte. Cosa fa uno di loro quando biodigievolve? Cerca di
farsi simile al suo domatore...per diventare con lui una cosa sola:
ecco, con me non sarebbe diverso. A suo...rischio e pericolo, cosa sono
io se non morte, e tenebra? Un Digimon che mi venisse dietro non
avrebbe speranza...»
«...d’accordo...» mormorò il
ragazzo...
...mentre Leaf li ascoltava con uno sguardo di pena...
«Ingoiamo anche quest’altro boccone amaro...
...ma noi non ci
arrendiamo! Non potete fondervi con lo spirito? Almeno potete farlo con
la musica! Non raccontarmi storie, un duetto non ha mai...
...ucciso nessuno, il panorama musicale ne è
pieno!»
«Uhmf! E tu paragoni una stupida canzone a una
biodigievoluzione?!»
Ma in quel momento
Leaf fece ingresso «E invece ti sbagli, perché
può
essere sensazionale altrettanto.»
«Leaf!» si
stupì Takato, e il rapper benché un po’
timoroso
cercò di avvicinarsi al ragazzino, che era rimasto spiazzato
per
tutta quell’attenzione nei suoi confronti «Se non
ci credi
perché non provi a entrare nel mio
gruppo?»...«Faresti davvero questo?!» il
domatore gli
afferrò la mano, e lui «Certo: sono sicuro che
Puppet
sarebbe d’accordo, lui è sempre aperto alle nuove
proposte.»
Nakao lo fissò
e chiese «...perché, che ti importa?!» e
lui
mormorò a bassa voce «Tu sei il fratellino di
Takato...vero? Bene, io ho scelto di dare una mano alla sua
famiglia...e ho fatto amicizia con lui, perciò adesso ho
l’esigenza di fare tutto il possibile perché le
cose fra
voi si aggiustino. Se ti guardi attorno lo vedi tu stesso, la
famiglia...è sfasciata: un messaggio d’unione
può
provenire da noi! Ti assicuro...che sarebbe un’emozione
fantastica.» per poi volgersi verso Takato, e lui dal solo
sguardo capì la richiesta di lasciarli soli.
Così si
allontanò, ma solo una volta oltrepassata la porta si chiese
«Che strano...io lo conosco da poco, ma non ho avuto bisogno
di
parole: mi è bastato guardarlo...»
Ma quando si
accostò alla stanza del padre, vide che questi versava
lacrime
sui suoi vecchi disegni di quel figlio sognato. Grazie alla fiamma di
un accendino, questi iniziarono a consumarsi e nei ricordi del ragazzo
tornò il falò di quel villaggio, nel quale lui
una notte,
avvolto in un manto scuro e logoro, aveva abbandonato il disegno di
quel Digimon a lui caro. Senza fare rumore stava entrando in stanza,
quando una mano gli si adagiò sulla spalla
«Ptsss...Takato.»...«Cindermon...»...«Sotto
c’è una persona che vuole vederti. E’
urgente!»...«...a-adesso?!» chiese il
ragazzo con un
po’ d’ansia, dischiudendo la porta «Ti
preoccupi per
il tuo stato? Devi sentire in che stato è lui!»
Sicché si volse
con una punta di rimpianto verso quell’odore di bruciato, ma
poi
scelse di seguire la sua Digimon.
Entrando in cucina, il
giovane accennò timidamente «Chi è che
mi
vuole?»
«Sono
io...!» si alzò un ragazzo dai capelli rossi, che
portava
in braccio un bambino dalla palma in testa
«Mako...»...«Sì, capisco che
la mia visita
possa sorprenderti! Io e te, diciamo...non siamo mai andati molto
d’accordo e...» ma Takato si precipitò
sul piccolo
dormiente, bisbigliando «Ti sei assicurato che non ti abbia
visto
nessuno?»...«Certo!»...«E’
Sandmon?»...«...sì, Oasimon per
l’esattezza.
Il suo livello primario. Dopo i trambusti di ieri sera è
regredito...»
Takato gli carezzò il visetto «...è
così indifeso...
...dobbiamo stare
attenti a portare in giro i piccoli Digimon, ora più che
mai!»...«Sei gentile a preoccuparti per lui! Non si
è comportato da bravo Digimon e io non da...
...bravo domatore
nè da amico, ma sono venuto qui quest’oggi solo
per
questo: per...chiederti scusa per le mie azioni. E forse aggiungiamo,
per la mia antipatia di questi anni.»
Takato, nonostante la
confusione di quel mattino, lo scrutava colpito mentre si rimetteva a
sedere «Ti ho reso il mio bersaglio preferito, ma la
verità è fin troppo scontata: invidiavo la tua
storia...
...ma ora vorrei
ricominciare. Adesso che non ho più una casa...(canzone: The
Calling - Could it be any harder)
...ma Dio mi ha fatto
il dono di un Digimon...» mostrando con dolcezza il Digivice,
sulla cui incisione a castello si specchiarono i raggi del mattino...
Nel frattempo Nakao
sibilava «...dì la verità, lo fai solo
per
allisciarmi! Perché hai paura che ti rovini proprio sul
più bello, ora che avete rifatto amicizia! Ma bravi!! Il
domatore con il suo Digimon, o meglio ancora la vittima col suo
aggressore!!»...«Adesso basta, Nakao!»
giunse le mani
il rapper «Basta con questa vecchia storia, con tutta questa
violenza, e morte!! Non sei stanco anche tu?!»
«Non sai quanto...
...peccato che non
possa liberarmene.»...«...e invece potresti se ti
fidassi
di me...»...«Non dire sciocchezze...GUILMON: sei
stato una
figura senz’altro discussa e celebre, ma non hai il potere di
resuscitare le persone, fra i tanti che ti sono stati
concessi!»...«Forse quello no...» ammise
il Digimon
«...
...però io
posso far volare uno spirito. E questo non perché sono un
Digimon: chiunque di noi è in grado, grazie al vasto
potenziale
del mondo! Uhmuhmuhm...
...con le sue tante
cose belle: la musica, l’amicizia, la possibilità
di
unirsi! Il chiasso...
...l’allegria, gli applausi assordanti...
...non mi dire che
tutte queste cose non ti attirano? Dai, dimmi che ci stai!»
Nakao era titubante, e
volse i suoi occhi malinconici e rossastri alla finestra.
L’azzurro del cielo stava irradiando la città,
mentre il
rapper pensava “Devo fare tutto il possibile per oltrepassare
i
nostri trascorsi! Questo ragazzino potrà essere anche
morto...
...ma non è
irrecuperabile! Takato vuole che viva un’esperienza felice.
Ed
io...lotterò per esaudire il suo desiderio!”
Takato avvicinava
lentamente la mano al Digivice «Posso...?» e Mako
sorrise
«Ma certo! Prendilo pure.»
Il ragazzo lo
raccolse, e ne scrutò i riflessi aurei tra i raggi
«...è molto bello. Senz’altro di
classe.»...«Detto da te è un grande
onore!»
espresse sinceramente Mako, e Takato assunse sguardo umile
«Perché dici così...? Io non sono
affatto speciale.
Osserva la mia casa: l’unica ricchezza che aveva era
l’unione e il calore...
...e ha perso anche quella.»...«A chi lo dici!
Takato...
...tu ricordi quello
che ero? Non è una sorpresa che nel quartiere mi
considerassero
un po’ il ragazzo ricco, quello che lavorava già
nell’azienda del padre. Ma di quei soldi credi sia rimasto
molto?
No...
...sfumati assieme a
mia sorella, nel tentativo purtroppo vano di curare la sua
malattia...»
«...mi dispiace
per Akemi...» sussurrò Takato sfiorandogli la
spalla
«Ti ringrazio, so che sei sincero. Ma io avrei accettato
anche di
perdere quel po’ di meschino prestigio, per sentirmi
più
vicino a lei che aveva scelto una vita di povertà. Sarebbe
bastato essere tutti assieme...nella nostra casa piena di ricordi ma
evidentemente, neanche quello ci spetta. Non prima di aver lottato: io
contro la mia famiglia, e l’intolleranza di mio padre che mi
ha
cacciato di casa...»
Takato sgranò gli occhi a quelle parole...
«...e Beelzemon
contro la legge, che ora volta le spalle alle sue buone intenzioni. Per
te non credo sia un mistero...
...lui è nascosto con Jeri...
...lei ha sparato a un uomo.»
Ma il ragazzo
sussultò «...CHE COSA...?!!» sentendo il
mondo
attorno a lui crollare in pezzi...
«C’è una canzone che ti riesce meglio
delle altre?
Che magari...ti piace di più...» chiedeva Leaf, ma
Nakao
si volse infastidito «Diamoci un taglio, Guilmon! Fra noi due
non
può funzionare, ci siamo odiati a Digiworld! E dai nostri
accordi perversi stava per scaturire la rovina del popolo
digitale!»...«Lo so bene: ed è
un’ombra che
porto con me.» ammise il rapper, alzandosi con orgoglio
«Tutti i rapper hanno un passato oscuro...
...problemi con la
legge e atti scorretti alle spalle, il fatto che sia un Digimon non fa
differenza! Secondo te perché ci vestiamo di scuro e ci
riempiamo di tatuaggi?...
...per mostrarci al
mondo per quelli che siamo. Sporchi. E’ il nostro fango che
noi
cantiamo. La musica non è un modo per nasconderlo...
...ma per metterlo in
comune. Se un giorno ci tufferemo, e l’acqua del mare
laverà le nostre macchie...lo faremo tutti assieme. Per
questo
ci teniamo per mano.»
Nakao nascose gli
occhi, e poco dopo disse «Could it be any
harder...»...«Come?!»...«E’
una canzone
di qualche anno fa! Mi fa pensare ai Digimon e alla loro grande
passione, ma ti assicuro che tutto questo è
inutil-»...«E’ PERFETTA...
...quella canzone ci laverà dai nostri crimini,
Nakao.»
Il ragazzino lo guardò attonito...
«Come sarebbe?!!
Non posso crederci!!» Takato si aggrappò a Mako,
che
ammise «Credevo avessi visto il telegiornale! E’
lei la
misteriosa rapinatrice che Beelzemon ha tratto in
salvo!!»...«La mia Jeri...
...nooo, non
può essere!» si lasciò cadere sulla
sedia,
respirando con la mano al collo «Takato! Ti senti
male?»
Mako si aggrappò alla sua mano, ma l’altro gemeva
«Come può essere che si parli della stessa
persona?...
...t-teneva...
...una pistola nella
sua mano, l’ho sentito dalle notizie al tg!! Ha sparato a
sangue
freddo contro una guardia!! Gli ha sparato e ci è mancato
poco
perché lo uccidesse!!»
«Capisco che ti
sconvolga.» ammetteva Mako perfettamente padrone di
sè
«Jeri è cambiata. Non è quella che
abbiamo
conosciuto.»...«Ha sparato a un uomo...
...ha sparato a un
uomo!! Qui c’è un errore, la bambina che conoscevo
io
teneva in alta considerazione la vita umana! Lei...
...soffriva al pensiero del dolore altrui...
...sognava un futuro di pace...
...e giustizia...»
«Coraggio.» ripeteva il ragazzo, guardandolo con
comprensione oltre i suoi occhiali «So che è
dura...»
«...e...lo sognavo anch’io assieme a
lei...»
Ricordandosi di quando
la teneva tra le braccia, in prossimità della scomparsa del
D-Reaper. Al suo sorriso nel sole, rivolto ad Impmon per perdonarlo...
“Quella bambina...non esiste più...”
...e tornava impetuoso
quel bacio, all’entrata del negozio. E lei al suo fianco
sull’Arca, che si innalzava nel cielo di Digiworld per
tornare
sulla terra.
“Devo
rassegnarmi, è scomparsa! Forse l’ho solo
immaginata...”
“Ho
dimenticato
il flauto” gli aveva detto una volta, con la sua
graziosa vocina,
nel silenzio del dopo scuola.
“Takato...finalmente...ti
aspettavo...
...è bello rivederti. Avevo tanta voglia...di
riabbracciarti...”
“Sparita! Niente più ormai...
...niente...”
era la sentenza profonda del suo animo addolorato (fine-canzone)
Trascinando il suo
corpo dolorante, quella ragazza avvolta nella coperta cercava di
raggiungere la fenditura, ma ad un tratto emise un grido sordo
«A-AHHH!» e il Digimon giunse a raccoglierla
«Jeri,
cosa fai?!»
«...l-la gambaaa...
...mi...fa...male...
...aaaaaahhh!»...«Ora non puoi camminare...
...non devi muoverti,
l’emorragia si è bloccata per
miracolo!»...«C-Che cosa mi hai
fatto...?!» lo
accusò con pena «Ho solo cercato di guarirti,
niente
più!»
«B-Bugiardooo...!» gemeva col fiato spezzato
«...i-ieri ho sentito...
...che mi mettevi...le
mani addosso...»...«Ahhh...piantala, quante storie,
neanche
ti avessi violentata!!!» ma lei lo fissò con odio
«Non provare più ad avvicinarti a me...»
e
nascondeva il suo corpo grazie alla coperta. Lui passeggiò
«Mi dispiace, ma per un po’ dovrai abituarti alla
mia
compagnia. Siamo ricercati.»...«Che
cosa?»...«Perché ti stupisci...
...dopo quello che hai
fatto è normale che ti inseguano per condurti in
carcere.»
La mente della giovane
tornò indietro, ed il suo sguardo vagò oltre lo
spicchio
di cielo.
«Ma ti rendi conto...
...rapinare una donna
anziana! Sparare a sangue freddo a una
guardia!»...«...quell’uomo ha premuto il
grilletto
come un folle, senza alcuno scrupolo!!»...«Anche se
non
avessi letto le notizie...
...!!...non ti crederei.»
Lei lo fissò
con sguardo timoroso, e Beelzemon le mostrò il cellulare
«Qui dice che sei stata tu la prima a sparare!! Del resto per
me
non è una novità: sto conoscendo una Jeri
inedita...
...la quale è
capace di tutto, persino di uccidere un uomo. O un Digimon...
...mi domando quale
sia stata la molla che ti ha fatto cambiare tanto, su quale tappa della
crescita sia disseminata, forse nessuno di noi se
n’è
accorto! Ma dev’esser stato qualcosa di grave...
...se è
riuscito a modificare tanto l’animo di una persona che prima
era
onesta. Io lo ricordo...» (canzone: Laura
Pausini - Mi dispiace (strumentale) )
Gli occhi di Jeri si smarrirono nel passato...
...mentre Calumon si
era appisolato tra i capelli biondi di Puppet, che protetto dal
cappuccio della sua tuta, camminava tra le lapidi con le sue scarpe
alla moda «Dev’essere da queste parti che io e Leaf
ci
siamo incontrati la prima volta...
...ho bisogno di
rivedere quel luogo, per raccogliere tutte le energie necessarie ad
affrontare la giornata! Ho bisogno di sentire il potere del destino,
che con i suoi flussi di vento passa attraverso di noi e ci fa
incontrare...
...tracciando un
disegno grandioso, di cui scorgiamo solo una piccola parte. Ecco,
dev’essere nei dintorni.» chinandosi tra le tombe
«Quella sera avevo litigato con mia madre...
...ero davvero a pezzi. Io...le voglio bene...
...da anni è la
sola a prendersi cura di me e le devo tutto.» portandosi al
petto
il suo pugno smaltato «Ogni canzone che nasce dal mio cuore
la
dedico a lei...però a volte lo stress e la stanchezza
prendono
il sopravvento! Mi rendo conto di essere un ragazzo che conduce una
vita diversa: le mie scelte le danno pensiero, e la mia carriera...
...è un tuffo
nel vuoto in un momento di scarse speranze. In giorni simili basta una
scintilla a scatenare un incendio. Però mamma io...non
voglio
essere per te un peso o un dispiacere!» espresse rivolgendo
lo
sguardo al cielo «...desidererei tanto essere grande e
forte...
...per poter colmare
il vuoto lasciato da coloro che ti hanno abbandonato...»
«C-Calù...» il piccolo Digimon
dischiudeva il suo
occhio, cullato dalla voce profonda del ragazzino «...guarda
Calumon...
...le foglie hanno
coperto questa lapide. E’ proprio vero che non siamo soli a
questo mondo, guarda quante tombe attorno a noi: guarda quanti cuori
sono stati abbandonati dai loro affetti. Guarda quanti avanzano sul
loro sentiero...guidati da spiriti...
...che amorevoli
poggiano la mano sulla tua spalla...come un genitore che ti guida nei
tuoi primi passi...»
Ma le sue unghie,
scostando le foglie, svelarono una foto e un nome che fece sobbalzare
il suo cuore. E tremare il suo corpo adolescente «A-Ahhh!...
...ahh...
...no...»
Calumon si destò «Calù! Puppet, cosa
hai visto?!»
«Non può
essere, Calumon...» indietreggiava lui «...questa
tomba si
sbaglia! Questa lapide...riporta un
errore!!»...«No, non
è così, calù!» gemette il
Digimon
«AHH?! TU LO
SAPEVI?!»...«Calù! Perdonami,
Puppet!! Ti prego!!» gridò la creatura con
ciò che
restava della sua voce acuta, accogliendo lacrime fra le pieghe dei
suoi occhi «Io e tua madre abbiamo
taciuto...perché
sapevamo che il solo suo nome ti recava
dolore!»...«PERCHE’ NON MI AVETE DETTO
NIENTE?!! IO
AVEVO IL DIRITTO DI SAPERLO!»
Calumon balzò
sulla lapide, e chinò il capo «Forse abbiamo
mancato di
coraggio...
...perdonaci...
...né i genitori...né i Digimon a volte sono
perfetti...
...c-calù...»
Il ragazzino cadde in ginocchio davanti alla lapide...
...e sfoderò il
suo cane-marionetta per avvicinare le fauci alla foto
dell’uomo,
ma non sembrava un gesto aggressivo bensì d’amore,
simile
a un bacio sul vetro «Perché doversi ritrovare
così...? Perché essere derubati...
...anche della sola possibilità di spiegarsi?»
Il cane-marionetta
leccava amorevolmente l’uomo di cui restava solo
un’immagine, fino a che il Digimon non emise un debole
«...c-calù...»
A quel punto il
ragazzo lo strinse, in un abbraccio intenso che liberava le lacrime
«Spiegami perché
Calumon...»...«N-Non lo so,
calù!...
...s-sono ancora tante
le cose che ignoro, a dispetto della mia età!»
L’estate coi
suoi raggi filtrava dagli alberi, e illuminava il loro grande affetto
inginocchiato dinanzi alle incognite della vita...
Jeri fissava con astio
il guerriero alato «Ma certo, come se non sapessi che sei
stato
tu!! La causa iniziale...la fonte di tutto il dolore!» ma
egli
replicò «E’ troppo comodo scaricare
tutto su di me!
Perché invece che usarmi come capro espiatorio non affronti
una
volta tanto il tuo passato?! Non provi a gridare, a piangere! A
maledire il destino se è necessario! Io l’ho
fatto, quando
ho scoperto che Akemi era malata...
...e se tu non ti
fossi tenuta tutto dentro, il D-Reaper non avrebbe mai potuto farti sua
schiava!»...«Non azzardarti a parlare di quei
giorni!! Tu
non c’eri, non sai com’è andata! So solo
io quello
che ho vissuto!»...«Dimentichi che già
da allora
rischiai per salvarti...
...non ci riuscii, ma
ricordo l’insicurezza con cui mi tendevi la mano. Il tuo
conflitto fra la fiducia e il timore! E la mia ostinazione, che nel
tempo...
...non è
affatto cambiata. Me ne sono accorto ieri notte, nel fragore delle
sirene...
...passano gli anni ma
il mio desiderio resta lo stesso: e cioè riportarti
qualcosa...di ciò che è stato lui...»
aprendo il
suo pugno artigliato...
...e rivelando il
fermaglio di Leomon. Ma Jeri lo afferrò come qualcosa di
suo,
che tratteneva gelosamente, fronteggiando con occhi di sfida il
motociclista dalle ali nere...
«Signora, mi
permetterebbe una domanda?» chiese Minidramon la draghetta,
nella
stanza della signora Akiyama «Lei si trucca così
tanto
ogni mattina?» e costei replicò «Uhm, tu
non sei una
che parla a caso, vero?»...«Io parlo ogni volta che
qualcosa mi colpisce! E a costo di risultare antipatica dico sempre
quello che penso.»
La bionda signora
incorniciata da specchi pregiati parlò «In
verità
non è che ne abbia più tanta voglia...ma devo
farmi
forza, poiché mio figlio è malato. E una ragazza
mi ha
fatto notare che in certi casi, veder riflesso il passato
può
aiutarti ad andare avanti...
...eccomi
qua...» ammirando trasognata la sua immagine
«...bella...come sono sempre stata...»
La draghetta guardava se stessa, e forse si sentiva diversa da quella
donna.
Ma costei lo
notò «Oh! Non farci caso. Io sono solo un esempio!
E
forse, per la prima volta, la mia tanto criticata cura per me stessa
può tornare utile!» ammise con un sorriso umile,
per poi
avanzare col suo bastone e sedersi accanto alla Digimon
«Potrà aiutare il mio bambino a comprendere che
nonostante
la sua malattia, il mondo non ha smesso di girare. E forse
chissà, anche convincere mio marito che in fondo non ha una
moglie da tener su: lui già soffre tanto!»
In effetti,
quell’uomo dall’aria artistoide nella stanza
accanto,
sembrava nascondersi dietro la sua barba e i suoi capelli un
po’
lunghi per non far sì che nessuno leggesse il suo sguardo...
«Abbiamo paura,
questa è la verità.» ammise la signora
Akiyama,
aggrappandosi al suo bastone «Ma succede in ogni famiglia. E
la
sola cosa che possiamo fare è almeno...cercare...di rimanere
noi
stessi. Come nostro figlio ci sta insegnando. Anche questa battaglia
finirà. E volteremo pagina...» rialzandosi con un
po’ di sforzo, e riprendendo a prepararsi.
Minidramon era rimasta
colpita da quelle parole, che bisbigliava fra sè
«Rimanere
noi stessi...»
Ed osservando la
signora Akiyama incipriarsi allo specchio, prese la sua decisione: si
calò dal lenzuolo, e raggiunse suo marito Monodramon,
addormentato a terra nell’angolo della stanza.
«Monodramon...» gli sussurrò
all’orecchio, ed
egli dischiuse un occhio «...mmm?»
«...io ci
riprovo. Accetto ciò che mi hai detto. Io...»
deglutendo
emozionata «...ci riprovo. Accetto di tornare a casa con te e
gli
altri nostri figli.»
«D-Davvero
Gels...M-Minidramon?!» sussultò il draghetto, e
lei
«Caspita: non ti avevo mai visto svegliarti così
in
fretta, neanche con i...fulmini
digitali!»...«E’ la
felicità, la più grande sveglia che sia stata
inventata!
Grazie moglie mia, ti giuro che non te ne pentirai!»
La draghetta si volse
verso la donna “In fondo non ho scelta...adesso il mio Ryo
deve
tornare a guarire. Ed ha una fanciulla al suo fianco. Ci scommetto:
è stata lei a suggerire alla signora di truccarsi ancora. E
forse anch’io, se rimetto il mio grembiule, posso strappare
un
sorriso ai miei figli! E sperare di allontanare il ricordo delle cose
brutte che hanno passato.”
Così si volse
«Ehi Midramon, sveglia!» in un materno sussurro
«...mamma e papà si rimettono insieme...»
«D-Davvero?» fece il draghetto, ed il padre rispose
«Proprio cosììì, saremo di
nuovo una
famiglia!»
La signora Akiyama
sorrideva osservandoli nello specchio, quando suo marito si
affacciò serio in volto «Sei
pronta?»...«Oh?
Sì, penso che possa bastare. Coraggio, andiamo da nostro
figlio.» ponendosi sottobraccio al marito, per poi volgersi
«Oh ma...dimentichiamo qualcuno.» e contemplare
assieme
l’altra famiglia, nell’angolo opposto della stanza.
I draghetti si
volsero, comunicando con lo sguardo che erano pronti. Per uscire tutti
assieme e andare a trovare il domatore in ospedale (fine-canzone)
Contrariamente alla
signora Akiyama, era tutt’altro che disteso il volto della
madre
di Rea, con suo genero ad accompagnarla sottobraccio in quel corridoio
d’ospedale «Che poi non credere, io ho capito
perfettamente
come sono andate le cose, fra voi due. E dire che in un primo momento
mi ero anche sbagliata!»...«Lei...dice,
signora?»
accennava il ragazzo un po’ interdetto «Sono
contento se
ora è più addentro alle nostre
vicende.» ma la
donna tuonò «Te ne sei andato per sopravvivenza!!
Ed io
che avevo pensato che fossi un vigliacco! Ma non potevi fare
altrimenti: mia figlia è cattiva...!!»
apostrofò
con occhi lividi e dito alzato al cielo «Signora Akimoto, ma
cosa
dice...? Ma se è la ragazza...più buona in
circolazione!» replicava Henry con un sorriso accogliente, ma
la
donna «Grmmnnn, non farti ingannare Henry, dai retta a me che
sono sua madre! Lei è CATTIVA...!!!...»
...mentre Rea li
costeggiava, alzando un po’ gli occhi al cielo
«...sììì, mamma...sono
cattiva...»
«...è
cattiva...è una IENA...!!!» puntualizzava la
signora con
dito a cerchio, e Rea «Sì, sì, sono
cattiva e sono
una iena! Tanto non è una novità! Se è
un fatto
risaputo dov’è l’effetto
sorpresa...?» per poi
proseguire avanti, mentre la madre bisbigliava «Ptsss:
l’hai
sentita?»...«Ehm...»...«No no
Henry
fidati! Io quella iena l’ho data alla luce, ma a questo punto
sai
che volevo chiederti? Mio marito: tu l’hai visto, no? Ecco,
tu
che sei tanto, esperto, non è che per caso è un
Digimon??»...«Signora vede: no, è che in
questo
ospedale...» il ragazzo accennava ad abbassare il tono, ma la
suocera «Potrebbe essere che non me ne fossi accorta, e che
abbia
dato alla luce un essere di quelli che voi combattete, come li
chiamate? Digimon malvagi...» ma a questo punto Rea fece
dietrofront «Shhhh!!! Ehi, ma sei impazzita?! Ti ha dato di
volta
il cervello?!» (suocera a genero in vari gesti «La
senti?
La senti...!!») «Sì, fra poco ci sentono
tutti,
vogliamo fermare qualcuno? “Scusi signor dottore, lo sa che
mia
figlia...”, shhh...dai mammaaa!» ed Henry a mediare
«Rea, calmati per favore. Signora...
...beh, lei parla
così perché ancora non conosce
i...Digimon...»
abbassando opportunamente il tono, ed accennando un sorriso
«E’ da poco che ne sente parlare ed è
comprensibile:
sta dicendo tutte cose estremamente buffe! Uhmuhm, Rea una di loro? Ma
ci pensiamo?»...«Pfff, sarà ma non mi
convinci con
quell’aria da angioletto: come potrebbe chiamarsi?
IENAMON!»
Il ragazzo sospirò con pazienza...
...mentre la moglie
faceva ingresso nella stanza di Ryo, annunciandosi «Digimon
malvagio in bioemersione! No, dico: non avete un po’ di paura
a
girarmi attorno? Mia madre mi ha appena svelato le mie
origini!»...«Ragazzi: si salvi chi
può!»
scherzò il domatore allettato «E hai anche
prosciugato una
stazione elettrica, ieri notte?» ironizzò Rika.
Rea
sospirò «Forse, senza
accorgermene.»...«Allora
non eri tu.» concluse l’altra
«Già...
...uhm? Un attimo:
perché, chi è stato se non la
sottoscritta?!»
I volti dei compagni
si fecero seri, e Ryo con l’Ipad nonostante le sue condizioni
illustrò «Chi vuoi che sia stato? Ieri hanno
approfittato
della confusione. Ed hanno colpito ancora: Starshipmon...e
Rapunzelmon!»
A questo nome lo
sguardo di Rika si abbassò, e Rea raccolse il congegno
«Beh, ammetto che in fatto di elementi femminili qualcuno
poteva
scambiarmi.» ed in quel momento entrò anche il
marito
«Henry hai sentito? Ieri notte hanno attaccato ancora (ptsss,
mia
madre è fuori?) »...«Come è
possibile? Non ci
è giunto alcun eco (ptsss, sì...non so ancora per
quanto!) »
«Era
impossibile!» affermò Ryo «Ieri tutte le
notizie
erano puntate alla faccenda di Beelzemon. E di Jeri...»
Takato sedeva in un
angolo, ed i pensieri non lo abbandonavano mentre gli sguardi dei
compagni si incontravano su un filo sospeso.
«Dove si saranno
nascosti...?» domandò Kazu, e Kenta accanto a lui
espirò «Nessuno può saperlo...
...né
immaginare come faranno ad andare avanti, d’ora in poi.
Confido
solo nel fatto che Beelzemon è un Digimon forte e di gran
valore: almeno lui potrà vegliare sulla nostra
amica...»
Gli occhi di Takato
non trovavano pace, e Cindermon gli sfiorava la spalla per cercare di
confortarlo.
Ryo esordì
«Ragazzi, io penso che noi dovremmo
assolutament-»...«Ryo.» lo
richiamò
però sua moglie, sfilandogli l’Ipad di mano
«Ti
hanno operato da poco, non puoi sforzare la vista in questo
modo.»...«Ma Rika-» cercò di
obiettare lui, ma
lei lo guardò con premura «Ti prego, cerca di
capire: ora
devi pensare soltanto a curarti! Non puoi occuparti di strategie,
né impegnare gli occhi su mappe e congegni. Le energie umane
hanno un limite...» e scivolando in una carezza sul suo viso
«...lascia fare a noi...vedrai che ce la sapremo
cavare.»
Dopo un po’,
egli assunse sguardo maturo «...d’accordo, Rika. Ho
imparato che non ha senso fare il ragazzino e spingersi sempre oltre il
limite delle proprie forze. Però lasciate che vi segua da
qui,
con il cuore e con l’anima se non con la forza materiale. E
che
anche senza fornirvi coordinate precise, vi dia il giusto
incoraggiamento. Ragazzi...(canzone: Laura
Pausini - Che storia è)
...non è un
mistero quello che ci capita. Stiamo per affrontare la sfida...
...più grande che si sia mai profilata di fronte a
noi.»
A quel punto Takato fece forza sulle sue gambe e si alzò.
Suzie e Mako si
lanciavano sguardi incerti da un capo all’altro della stanza.
E quel ragazzo senza
più capelli, parlava ancora con la forza di un leader, col
sole
riflesso nei suoi occhi azzurri «I nemici non vanno in ferie!
I
nemici non hanno impegni, e invece noi, al contrario...
...non dovremo
affrontare soltanto loro, ma anche tutte le sfide congiunte che
comporta la nostra vita! Problemi di lavoro, e familiari...»
guardando Henry e Rea, l’uno accanto all’altra
«...problemi di soldi...»
...ed il suo sguardo
incrociò quello affaticato di Takato «La scuola e
lo
studio quotidiano!» cucendo un filo tra gli sguardi di Suzie
e
Mako.
«L’esigenza di non farsi scoprire! E di proteggere
coloro
che amiamo...» rivolto a Kazu e Kenta.
«Il disagio di
trovarsi da soli...» rivolgendosi a Rika, che gli
afferrò
la mano «...o nel mio caso, la chemioterapia: la cura di un
male...» alzando occhi sereni verso l’alto, e
accettando in
un respiro l’idea.
«Certo, tutto
questo può sembrare troppo per noi ragazzi: ma non dobbiamo
dimenticare...che proprio per questo ci sono loro. I Digimon! Noi non
siamo soli, e anche se queste creature hanno i loro problemi sono
sempre nascoste nel buio, a vegliare sulla nostra lotta
quotidiana...»
Come quei due
draghetti per mano, i cui occhi lucenti sbucavano da sotto il letto.
«Tanto per cominciare vorrei dire...benvenuto a
Mako!»
Il quale si
avvicinò, sulla scia degli sguardi accoglienti degli altri e
di
quello commosso di Suzie.
«Grazie
Ryo...per me è un onore! E t-ti assicuro che farò
del mio
meglio.»...«Oh! Non c’è
bisogno di
assicurarmelo...io so che ce la farai!»
Kazu si accostò
a Mako e lo scosse per le spalle, così egli cercò
di
evocare coraggio.
«Questo periodo
forse finirà! Come la cura alla mia malattia...e come
un’ennesima estate passata a lottare. Ma sono convinto, e
credetemi ragazzi...
...che una volta
superato lo scoglio, davanti a noi ci sarà il mondo sognato.
E
tornerà il tempo in cui si poteva andare al mare! Il vento
d’autunno che ci dava la carica...
...le luci del Natale, a illuminare la città...
...e il primo soffio
di primavera, a ricordarci che l’inverno è finito.
Puntiamo all’obiettivo e non molliamo! Per noi e per i
Digimon. E
anche per coloro...che ora per vari motivi non sono presenti:
Jeri...Beelzemon...»
Takato abbassò
lo sguardo. Quello di Cindermon e dei compagni vagò nella
stanza.
«...e poi anche
il domatore nuovo! Ehi ragazzi, ora non è qui ma
desidero
che lui e Calumon prendano ufficialmente posto nella squadra! Ricordate
cosa ha detto Akemi...
...per il 1 agosto dobbiamo essere assieme...
...soltanto tutti i
domatori uniti potranno tagliare la torta del sogno rubato...
...l’abbiamo
perso tutti, per un motivo o per l’altro. E insieme lo
recupereremo!»
In quel momento si spalancò la porta «Scusate!
Io...»
«Alice!» esclamò Suzie.
«N-Non...pensavo
foste tutti qui.» disse la ragazza bionda, che si copriva gli
occhi per il sole e per l’emozione «Io ero venuta
per...» ed aveva un bambino timido per mano.
Alle sue spalle
però comparve un biondo uomo commosso
«Gravemon...»
ed il bambino sussultò
«Papà!»...«P-Piccolino...
...tesoro
mio!!!»...«Papà, allora sei
vivo!!»...«Certo che sono vivo, e sono...forte come
un
tempo! Per proteggerti!»...«Papà, lui
è
Scratchino!»...«...c-come ‘è
carino...»...«Scratchino lo sai che papà
è un
generale dell’esercito...?» e così via...
Alice sussurrò
«...ecco, io ero venuta solo a portare Scratchino a suo
padr--!!!...Gravemon, scusate è lo stress.»
«No, non
è lo stress, Alice: è
l’emozione.» disse Ryo,
invitandola poi «Vieni qua, giusto in tempo per la
riunione.»...«Ma io veramente...»
Però Rika le
tese la mano al di là del letto del marito...ed Henry le
fece
strada, incoraggiato dal sorriso di Rea.
«Non vi fa paura
il fatto che io sia...?» accennò la bionda
ragazza, con i
raggi del sole che tendevano ad attraversarla. Ma Ryo le disse
«Tutt’altro: tu che hai viaggiato più in
là
forse puoi mostrarci il cammino.»
E così tutti
poterono stringersi a lei, nei cui occhi grati si leggeva affetto.
Nel frattempo un
fragore di metallo e voci scuoteva le fondamenta di quel grattacielo
dalle punte gemelle.
Recinzioni attorno
all’entrata, e mentre i vigili deviavano la circolazione
delle
auto...
...le scale interne
caddero presto in mano dei manifestanti, che intimavano a gran voce la
cessazione di ogni attività.
Mitsuo proteggeva sua
moglie «Non ti allontanare da me.» e fra un
consulto e
l’altro sull’Ipad, lo sguardo si smarriva fra
quelle sale
cambiate, ma un tempo culle di lavoro e progetti.
D’un tratto
«Mitsuo! Riley! Da questa parte!»
echeggiò una voce
femminile nel chiasso. E Riley «Tally...
...Mitsuo è Tally! Andiamo.»
Ricongiuntisi con la
bionda collega, questa annunciò «Siamo riusciti a
farli
desistere! L’edificio è nostro!» Riley
si
guardò attorno «Nostro...? Beh, un tempo era
nostro: ora
semmai inizia la lotta.»...«Coraggio!»
fece Tally
aggiungendo «Io credo davvero nella
causa.»...«Di
questo non ne abbiamo mai dubitato.» accennò un
sorriso
Mitsuo.
E le mani di quei tre
ricercatori in borghese si strinsero di nuovo, nel rumore dei vetri che
si infrangevano.
...poco dopo, da una
finestra sfondata «Tally, ce la fai ad
afferrarlo?!»
gridava Riley lanciando una fune che la collega agguantò
«Preso, procedo con lo striscione!» da
un’apertura
sul lato opposto...
...e così
fra le due torri, accolto da un tripudio di megafoni e clacson, veniva
calato un bianco stendardo...
“HYPNOS OKKUPATO”
(riportava scritto con pennarello)
“SOSTENIAMO I DIGIMON”
Takato e Cindermon lo
guardavano dalla strada «Beh, niente male vero? Fa la sua
figura.
Il resto però sta a noi. Vero Takato?»
Il ragazzo lasciava il
vento smuovere i suoi capelli, e sovrapporre passato a presente nella
luce del sole che perforava lo striscione...(fine-canzone)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 45 *** Ritorno in un luogo caro ***
puntataDT2
***Un mese dopo***
“Ultime
notizie: la città è ormai in ginocchio di fronte
ai
ripetuti e pressanti attacchi di un duo di Digimon dalle spiccate
connotazioni femminili, a causa delle quali la maggior parte degli
impianti tecnici ed elettronici ha subito seri danni. Tuttavia Tokyo
resiste, e questo anche grazie ai provvidenziali interventi di creature
di specie analoga, comparsi come per magia nel momento più
critico e poi misteriosamente dileguatisi. Si ipotizza che alcuni
Digimon siano dalla parte degli umani e proteggano la giustizia, o
almeno è questo l’argomento su cui fa leva il
gruppo di
manifestanti barricato da un mese nell’ex-sede di Hypnos.
Dagli
striscioni, questi reclamano l’abrogazione della legge
anti-Digimon, ma in attesa che il governo rompa il silenzio seguita a
perdurare il regime di ostilità nei confronti di ogni forma
di
vita digitale.
Ma passiamo alle notizie di costume: la vita va avanti al di
là
di misteri e pericoli, e i ragazzi crescono. Proprio questa estate
infatti ha ospitato il boom del nuovo idolo delle teenager! Un
ragazzino dalla folta criniera di capelli neri, che grazie ai suoi
brani pubblicati su Youtube è diventato in pochi giorni
l’artista più cliccato della rete...”
...ma questa notizia
di gioventù e speranza, si specchiava nelle lacrime
rassegnate
di un uomo sulle stampelle. Egli decise di dare le spalle alla tv
“Stiamo
parlando di Nakao Harada...”
...e di raggiungere
sua moglie, seduta al tavolo della cucina. I loro sguardi si
incrociarono, ma lui anche senza permesso decise di sedersi lo stesso
«Mie...
...ascoltami, è importante. Vengo a dirti...
...che ne ho davvero
abbastanza di tutta questa ostilità. La vita è
una
cosa...preziosa, e noi la stiamo sprecando con le nostre stesse mani.
Stiamo rovinando completamente il rapporto con nostro
figlio...»
Mie gli rivolse
un’inquisitoria coda dell’occhio, nella penombra
del
mattino.
«...anche la sua
Digimon e quel ragazzo ci esortano a deporre le armi. Persino il
ragazzo che hai portato tu! Quel rapper in realtà non
è
cattivo, io l’avevo giudicato male. E lo stesso...temo di
aver
fatto con Takato: in questo mese si è fatto in quattro per
aiutarci. Ha fatto due lavori contemporaneamente! Ed è lui
l’artefice del successo di Nakao...
...è lui che ha
organizzato l’impianto pubblicitario affinché la
rete
potesse notarlo! Ora grazie a loro potremmo salvare il panificio:
grazie a nostri fig...!»
Le mani di Mie, nascoste sotto il tavolo, si strinsero tremanti...
«...perdonami:
grazie a Takato e al figlio che io ho concepito con un’altra
donna. Sì lo ammetto. Ti ho tradito. Ho sbagliato, ho
sbagliato
come tanti uomini! Avevamo una vita serena ed io l’ho
calpestata...» compiendo un sospiro «...ma ora
voglio
rimediare...» sussurrò «...accidenti,
non può
essere che proprio per noi non ci sia una chance! Io voglio ritornare
a...quelli che eravamo un tempo. Noi stiamo cambiando...
...e questo mi fa
paura, temo che un giorno potremmo svanire come tanti negozi che hanno
chiuso. Ed io non voglio! E benché tu possa non credermi...
...mi dispiace. Mi
dispiace di aver ferito i tuoi sentimenti...tu non lo meritavi, e
nostro figlio non meritava di crescere in un ambiente così
ostile...
...se solo...fossimo coraggiosi quanto basta per tentare
ancora...»
...e così come
loro, altri due coniugi erano a scambiarsi sussurri nella penombra. Ma
in questo caso si trattava di una coppia di draghi «Tu sei
cambiato. Non sei più il Digimon che ho
sposato...!»
esprimeva lei col suo grembiule bianco «Ora sei
così...
...nobile...responsabile che quasi non ti riconosco! E-E questa storia
dell’associazione poi...stento a credervi, come stento a
credere
che tu sia davanti a me! E che non sia solo un sogno...»
sfumava
la sua voce, facendosi più aggraziata.
«Non devi
temere, Gelsomon.» replicava lui dal tono profondo, ma sereno
«Come potrei ancora comportarmi scioccamente? E’
vero, io
non sono più quello che hai sposato: lui era un drago
inorgoglito dalle vittorie, e dalle sconfitte. Ma adesso io non sono
altri che li Digimon di un ragazzo malato di cancro. E come tale ho
delle responsabilità...»...«Ma il
dottore...ha detto
che lui ora sta bene! Ci esorta a pensare ottimisticamente!»
Il muso del drago si
illuminò in un sorriso
«Sì...è vero cara: il
mio Ryo ora sembra guarito! E voglia il cielo che presto possa tornare
a volare. Io...spero che ora di fronte a lui si apra un cancello
più luminoso del Digivarco! Quello del futuro...
...però moglie
mia, quello che abbiamo attraversato non si può dimenticare.
E
non è giusto farlo! Per questo abbiamo deciso di fondare
quell’associazione. E quel dottore umano ci aiuta,
benché
per farlo...si esponga a un grave rischio...»
Alla dragona calarono
le zampe «Ah, Cyberdramon...! Ma tu hai visto come va il
mondo
attorno a noi? L’umanità ha la testa
più dura del
diamante, loro non ci vogliono! E dopo un mese di lotta ancora non si
sono convinti. E’ vero, io...cerco di sorridere, e invito i
nostri figli a credere nel futuro. Ma quando sono sola penso che a
volte, sogni bellissimi come l’associazione, non riusciranno
mai
a diventare realtà.»...«Oh, questo non
devi dirlo
Gelsomon.»...«Ah?»
Cyberdramon
avanzò verso le finestre di quel buio ripostiglio, e
scostò le persiane «Guarda come sono cambiati i
Digimon:
un tempo eravamo bestie da battaglia e ora, sotto questo cielo
benché ci bombardi...sognamo un futuro fianco a fianco agli
umani! Se siamo riusciti ad arrivare fin qui significa che la lotta
è giusta. Rassicura i bambini: il muro cederà.
Dobbiamo
credere in quei manifestanti e dobbiamo credere nei nostri
sogni...»
Così un raggio
di sole filtrò sul volto della dragona, regalandole un
sorriso
«Ahah!» ma poi si portò le mani al muso
«La
colazione!! Oh per tutti i draghi i bambini saranno
affamati.» ma
lui le prese la zampa «No: ci penserò
io.»...«Ma come,
Cyberdramon?»...«Hai terminato
di scrivere quella poesia sul mattino?»...«Uhm?!
Come...facevi a saperlo?»...«Sono informato circa
ogni cosa
che mi interessi, e tu sei mia moglie: Gelsomon, tu non devi consumarti
tutto il giorno in cucina. Sei un animo alato e artistico ed
è
giusto che ti dedichi a quello che ami. Guarda che bel sole. Non vorrai
sprecare un mattino così: io sono ansioso di
leggerti!»
La creatura era
commossa, e con la zampa artigliata carezzò il suo muso
«...ti ringrazio, caro...»...«Ti amo,
Gelsomon...» avvicinando i loro musi inquietanti per quello
che
sarebbe stato un dolce bacio...
...così come Takehiro allungava la sua mano «Mie,
io...
...voglio ricostituire
la nostra unione!!» ma costei gli negò lo sguardo
e
ritirò la mano, pensando “Io invece
no...!!”
fissando la finestra con sguardo indignato “Ci siamo salvati
grazie a quel ragazzino, ora dovremmo essergli debitori per tutta la
vita!!”
Le sue mani si
sfregavano sotto il tavolo, nella delusione del marito che chinava il
capo.
Gli occhi di quella donna si riempivano di rabbia “Io so...
...perché
Takehiro ora chiede la tregua: quel ragazzino è morto! Suo
figlio in realtà è soltanto un fantasma! Il mondo
non lo
sa, e lo acclama come una nuova moda: le ragazze accorrono qui, a
tormentarci per parlare con lui anche cinque minuti...ma non sanno che
scapperebbero a gambe levate una volta appreso che è uno
zombie!”
Takehiro si rimetteva
seduto, e prendeva la testa fra le mani per fare ordine nella sua vita
ingarbugliata.
Mie intanto meditava,
con il sole a far luccicare la sua catena di metallo “Ho
sentito
Takato parlare con la sua Digimon...
...quella sera
piangeva, ed affermava di non riuscirsi a rassegnare al destino di suo
fratello! Takehiro lo ha scoperto come me, e siccome sa che non ha
più speranza ora si appella al passato! E chi è
che ne
uscirebbe come la stupida?!! Io, sempre io! Colei che cuce chiusa in
camera sua e mette una toppa sugli squarci del tempo! Ma io ne ho
abbastanza di questo ruolo melenso...
...Leaf si è
rivelato un buono a nulla...anziché distruggere Nakao si
è alleato con lui, quei due fanno i duetti assieme!!
Miscelano
il rap con il pop, ed è anche grazie a Leaf se quei filmati
sono
così cliccati. Ma io non lo accetto. No, io non accetto di
esser
stata tradita! Anche se ora siamo fuori pericolo...io non
sarò
soddisfatta prima che abbia avuto la mia rivincita! E che mio marito
non abbia pagato per il suo tradimento!!”
Mie non lo sapeva, ma
in realtà il suo volto si rifletteva in uno specchio dalla
cornice ghiacciata «Uhmuhmuhmuhm...»
«Che cosa
guardi, Nami?» si avvicinava IceDevimon «Come mai
oggi sei
tanto di buonumore...?»
L’insegnante si
volse «Guardo una madre come me! Ed una moglie
tradita...»
Il diavolo
assottigliò i suoi occhi «Piuttosto che
sciocchezze simili
dovresti guardare i frammenti ai nostri piedi: abbiamo abbattuto i
più sofisticati ologrammi, siamo
potentissimi...»...«Oh, ma questo lo so...! Giorni
e giorni
di allenamento non potevano non dare frutti: io non sono più
quella di prima...» ma notando l’espressione
contrariata
del complice precisò «Oh! Padron, volevo dire
che...NOI
non siamo più gli stessi: e chi ci sfiderà in
battaglia
avrà modo di accorgersene...» volgendosi di nuovo
e con
aria ammaliata verso quello specchio.
«Che intenzioni
hai...?» chiese il Digimon «E’ da un
po’ di
tempo che parli con aria sibillina...»...«Andiamo,
IceDevimon: tu sei dentro di me quando biodigievolviamo per allenarci:
possibile che non riesci a capire il mio piano?»
«...i tuoi
pensieri...sono una nebbia...» mormorò la
creatura, e lei
sembrò accoglierlo come un complimento
«...talmente
fitta...che ormai evito di
addentrarmici.»...«Uhmuhmuhm!
Vedi se è la volta buona che ti ho fatto
paura.»...«Che cosa dici?!!...forse ti dimentichi
che stai
parlando con un grande sovrano digitale!»...«Uhm,
ma certo
mio caro...a tutti è concesso sognare.» sfiorando
la
cornice dello specchio «Io invece sono per l’azione
pratica...
...e ho finalmente
elaborato la strategia vincente per eliminare i miei ex-alunni una
volta per tutte!»
«Come
dici?!»...«Perché ti stupisci tanto...?
Per cosa
pensavi che sottoponessi il mio fisico a un tale sforzo? Ora so che
posso batterli...» affilando uno sguardo determinato
«...e
in questo modo onorerò l’idea che Violetta si
è
fatta sul mio conto.»...«...lo fai per quella
donna?!!
Puah!! Ma non ti rendi conto di essere patetica?!»
La domatrice si volse
però con espressione stizzita «Io sono una
guerriera
digitale e mio obiettivo e tenere alto il mio
nome!!»...«Altroché, quale modo
più
infallibile...che fare la serva: nel caso non te ne fossi accorta
quella ti sfrutta soltanto.» ma Asanuma serrò il
pugno
«Violetta ha fiducia in me!! Si è finalmente
convinta che
quella Jeri è solo una vigliacca, e si è nascosta
nell’ombra per il timore di essere arrestata! Ah, altro che
guerriera invincibile, quella mocciosa è solo una
pusillanime!
Io sono l’unico soldato su cui Violetta può
contare, e per
dimostrarle la mia devozione eliminerò i suoi nemici! I
Digimon
Tamers!»...«Mi dai...LA NAUSEA con il tuo zelo! Con
te sono
passato dalla padella nella brace, se Rika adesso è una
mogliettina premurosa tu cosa sei? Una serva dei padroni...la
segretaria del capo, quell’insegnante che si prostra a terra,
pur
di ricevere un complimento dalla
Presidenza!!»...«NESSUNO
MI HA MAI VALORIZZATA PER QUELLA CHE SONO! Né i miei
superiori!
Né mio marito! E neanche mia
figlia...!!»...«E il
padre di tua
figlia...?»...«Uhm?»...«Se non
erro è una persona diversa da tuo marito, c’era
anche lui:
lui non ti ha mai fatta sentire...IMPORTANTE,
Nami?»...«VATTENE VIA...»
scandì con stizza
«...sparisci dalla mia vista!! Chi sei tu per giudicarmi?! Un
fallito, uno che ha fatto sempre buchi nell’acqua! E con il
sogno
di diventare sovrano ci si è invecchiato, se io sono una
fallita
tu non sei da meno!»...«Almeno io non spasimo per
l’attenzione da parte di gentaglia! E non mi aspetto
complimenti
dalle persone...»...«Mi sei utile solo per le
battaglie...
...ora siamo in pausa,
fammi il piacere di sparire da qui!!»...«Lo faccio
molto
volentieri: sono stanco di donnicciole del genere!»
tuffandosi
nella sua nube di brina.
Asanuma sfoderava un sorriso subdolo «Non mi interessa la tua
opinione...
...basta avere la tua
forza a scorrermi nelle vene: molto presto con i miei alunni partiremo
per l’ultima gita...» alzando il suo Digivice di
ghiaccio
«...e stavolta farà ritorno un pullman
vuoto...ahahahahaha!»
Seguitando a fissare il volto della signora Mie nello specchio
fluttuante...
«Maestra?»...«Sì? Dimmi
tesoro.»
rispondeva LadyWizardmon alla piccola Stillymon «Quando
è
che ci porterai ad una gita scolastica, come quelle che ci piacevano
tanto?»
Ma gli occhi verdi
della Digimon si facevano appenati «Un po’ di
pazienza,
amore...! Dobbiamo rimanere nascosti!» carezzando la
gocciolina
con l’asta a forma di zucca «Non avete sentito i
telegiornali? I Digimon non possono girare liberamente! Lo so che
questo vecchio tunnel è brutto! Lo so che vi manca la luce
del
sole! Ma dobbiamo dar tempo ai ragazzi: loro stanno combattendo con
impegno...
...e i signori nei
palazzi alti alti stanno facendo una...MANIFESTAZIONE: voi lo sapete
cos’è una manifestazione? E’ quando...i
cittadini si
ribellano...
...perché il
governo commette ingiustizie! Loro lottano per la
libertà...!
Affinché un giorno si possa vivere in una società
spoglia
da soprusi e pregiudizi!»
«Maestra,
però noi ci annoiamo!» diceva Grassmon il fascetto
d’erba «Quanto ci mette la libertà ad
arrivare?»
LadyWizardmon assunse
sguardo maturo e mite, sussurrando nell’eco delle gocce dai
tubi
«Ragazzi...bisogna aver pazienza: a volte la
libertà
è un po’ in ritardo...
...lei ci sta
raggiungendo, ma...viene da fuori città. Sapete? Questo
tunnel
è lungo, lungo. Lo chiamano...”il tunnel della
raccolta
delle acque”...taglia tutto il parco...
...e arriva fuori
città, verso sud. Vedete?» indicando con la sua
asta
«Dove là c’è il buio, la
libertà si
sta facendo strada per giungere fino a noi. E’ una luce
remota
all’orizzonte, tanto che i vostri occhi bambini ora non
riescono
a scorgerla. Ma essa corre veloceee...
...e presto
sarà da noi, e allora...potremo uscire tutti assieme, e fare
festa! Faremo una gita meravigliosa, come quelle che ci piacciono
tanto!»
D’un tratto i
bambini saltellarono
«Maestra!»...«MAESTRA!»
«Shhh! Parlate a
bassa voooce, bambini: i terrestri possono sentirci...»
Orphanmon
avanzò «Maestra! Forse sta arrivando la
libertà! Ho
visto una piccola luce scintillare nel buio!»
Ma a quel punto LadyWizardmon si volse con occhi prudenti.
«Aspettate
qui...la maestra va a vedere se è davvero la
libertà. Voi
non vi muovete: Orphanmon, sei il più responsabile. Ti
affido i
tuoi compagni...»
Con l’animo emozionato, i cinque Digimon si strinsero...
...e gli stivali della
loro maestra avanzarono nel terreno umido del tunnel, là
dove si
faceva sempre più buio.
D’un tratto, una
coppia di occhi luminosi lampeggiò
nell’oscurità
«Voi siete i Digimon...?» chiese una gentile voce
femminile
«Tu la maestra, e loro i tuoi piccoli alunni...?»
LadyWizardmon
allungò lentamente l’asta «...io sono
una tigre...
...se si tratta di difendere loro da umani intolleranti!»
«...non abbiamo
intenzione di farvi del male...» sussurrò costei,
che si
fece avanti in una tuta mimetica, con spessi occhiali a coprire il suo
volto «Sono una giovane manifestante: stiamo organizzando una
barricata che divida in due il tunnel. Le forze dell’ordine
hanno
dei sospetti...
...sanno che in questo luogo molte volte ha ospitato creature
digitali.»
L’insegnante restò attonita «Che
cosa...?...
...gli umani stanno venendo qui? Ci hanno scoperti?»
«Parla a bassa
voce: sono stata spedita qui per ordine dei miei compagni allo scopo di
farvi fuggire. Osserva, non ho intenzioni ostili: qualsiasi altro umano
di fronte a un Digimon mobiliterebbe la polizia. Io invece non ho alcun
timore nel parlarti...»
«...il mio
timore riguarda i miei alunni...» rivelò
LadyWizardmon
nascondendo lo sguardo sotto il cappello «Vaghiamo da un
posto
all’altro ma temiamo non possa durare a lungo: ormai nessuna
zona
della città è più sicura...e i
risultati? Dimmi,
tu che fai parte dei manifestanti...quando arriveranno, se lo sai? Noi
non ce la facciamo più! Siamo povere creature nomadi, in
cerca
di un riparo! Non tutti fra noi sono grossi e potenti...
...benché i
vostri simili non lo capiscano...» sfilandosi il cappello, e
chiudendo i suoi occhi «...fra noi esistono anche i
bambini.»
«Io ho molto a
cuore i bambini...» sussurrò lei, e la Digimon
spalancò lo sguardo «Stiamo organizzando un
programma di
protezione: noi sappiamo quello che state passando...e vogliamo
aiutarvi!»...«...ospitereste...i miei piccoli?
N-Non vi
chiedo una sistemazione per me! Ma loro soffrono a star chiusi qua
dentro, e questo tunnel nuoce alla loro
salute!!»...«E’ indubbio.»
rivelò la
ragazza in tuta, spiegando «Benché siano passati
tanti
anni questo luogo accoglie le radiazioni di Yuggoth: un programma
preposto alla vostra cancellazione...
...il pericolo
è molto maggiore di quanto si
immagina...»...«...cancellazione...dei Digimon?
Oddio!!
Loro sono dei bambini!!...
...veicolano pochi
dati con loro!»...«I bersagli più a
rischio...
...portami da loro e
li proteggeremo.»...«Sì! Sì,
vi
prego!!» supplicò LadyWizardmon...
...e poco dopo tornò dai suoi alunni
«Bambini!!»
«MAESTRA!»...«E’ arrivata la
libertà?!» così l’insegnante
rispose
«Sì, è proprio lei piccoli cari!!
Guardate questa
ragazza: è venuta a prendervi, per portarvi al
sicuro!!»
Così la giovane in tuta, a gran sorpresa...
...sfoderò due
peluche di Digimon: uno di Gazimon e uno di Deputymon
«Ihihiiii!
Dai piccolini! Andiamo sotto il sole a divertirci!»
I piccoli sussultarono
di entusiasmo, ma Orphanmon rimaneva serio «Io non ci voglio
andare.»
LadyWizardmon lo
carezzò «Ma come, piccolo Orphanmon?! Lei
è buona!
E’ una terrestre coraggiosa che rischia la vita per
salvarvi!»
«A me è
antipatica! Dov’è mamma Jeri, LadyWizardmon? Si
dicono
tante cose su di lei! Si dice persino...
...che sia morta, ma
io non ci credo! Jeri è una guerriera invincibile, nessuno
può batterla!»
La maestra
abbassò lo sguardo, ma la donna in tuta ripeté
«Jeri...
...Jeri, forse voi
parlate di Jeri Katou?»...«Proprio
così!!»
replicò Orphanmon.
«Affermativo!
E’ un’attivista coraggiosa per i diritti dei
Digimon,
attualmente collabora al nostro programma di protezione!»
Benché
diffidente, il Digimon chiese «Questo vuol dire che se ti
seguo...potrò incontrarmi con lei, e potremo chiarirci dopo
tanto tempo?»...«Uhmuhmuhm, ma ceeerto! Jeri
aspetta di
rivederti, Orphanmon!»
«Sì, ma
presto!!» batté le mani LadyWizardmon
«Se quel che
ha detto la signorina è vero...la polizia sta
arrivando!»
«Non si
preoccupi, signora maestra! Lei affidi pure i suoi piccoli a me: ci
rivedremo...
...quando Tokyo sarà una città libera!»
«...sarete
ricompensati per i vostri sforzi...» mormorò
commossa
LadyWizardmon.
Orphanmon avanzava ad
occhi bassi “Mamma Jeri...lo faccio solo per
rivederti!” e
la donna in tuta “Non dubitare, piccolo Orphanmon...
...Jeri Katou ci raggiungerà...molto presto...!!...
...uhmuhmuhmuhmuhm!”
In un mese, quel vano
tra le strade sopraelevate aveva assunto gli elementi di una casa, fra
cui un materasso, un tavolo, ed uno specchio dinanzi al quale avanzava
assiduo un passo claudicante.
Una mano artigliata
scorreva sul touch screen per controllare le ultime notizie “LE PROTESTE INCALZANO, MA IL
GOVERNO RESISTE.” sufficienti a far sorgere la
voglia di spegnere l’apparecchio.
I passi si erano
arrestati, ed un tratto un fragore violento infranse lo specchio.
Facendo sussultare il Digimon «M-Ma cosa...?!...
...ah, Jeri siamo alle
solite!! E dire che ce n’è voluto per rubarlo!!
Possibile
che non ti rendi mai conto del valore delle cose?!!»
Ma costei si volse con
viso pallido, e sguardo segnato di rabbia «E proprio
perché me ne rendo conto...che non riesco a non pensare a
ciò che ho perso!!!»
Beelzemon si
rabbuiò, e si rimise a sedere a terra
«E’ proprio
questo il tuo problema...
...non fai che
fissarti su te stessa.» ma la disperazione tirò il
volto
di lei «...là fuori corrono...si affrettano,
vivono!! E io
invece?!!...
...GUARDAMI!! Alza la
testa anziché stare ripiegato sul cellulare. Guarda, guarda
come
sono ridotta!! Non ti faccio pena?!»
Il Digimon alzò
appena, e un po’ a malincuore il suo sguardo. Mentre la
giovane
si ammirava nei resti dello specchio «La persona che hai
conosciuto non esiste più...
...quella ragazza
piena di vita e di iniziative, che fino a poco tempo fa stava per
sposare il tuo ex-domatore...è morta, è morta per
sempre,
lo capisci?!!» prendendosi il capo tra le mani, per poi
esplodere
«OSSERVA LA MIA GAMBA!! Sono condannata a restare
così...per tutta la vita, non potrò
più indossare
scarpe eleganti! O prendere un autobus in corsa...» tendendo
una
mano alle schegge crepate «Non potrò
più
affrettarmi, quando qualcosa mi emozionerà...
...non potrò più sussultare dalla gioia, o dalla
paura...
...ormai...sono
condannata a muovermi, trascinandomi dietro questa ridicola andatura
claudicante. Assomiglio...ad un animale colpito in una battuta di
caccia! Ma perché dico, perché non mi hai
lasciata
morire?!! FORSE PER DIVERTIRTI AD ASSISTERE ALLA MIA
ROVINA?!»...«Ora basta! Finiscila di blaterare
inutilmente!!» balzò in piedi il Digimon
«Non ti
rendi conto che hai sfiorato la morte per miracolo...
...sei viva, ti sei
salvata!! Ma ciò che ti è accaduto è
stato niente
rispetto a ciò che stavi per
fare...»...«Ggh, ghhh!
E’ stata tutta colpa di quella maledetta guardia...se solo
avessi
imparato a prender meglio la mira!»...«Se lo
avvessi
imparato che avresti fatto?! L’avresti ucciso! E’
questo
che ora rimpiangi?!...
...tu non sai cosa vuol dire vivere col rimorso di aver ucciso
qualcuno...
...rimpiangi ciò che neanche conosci...» (canzone:
Laura
Pausini - You are)
ma Jeri, sull’orlo del pianto «C-Che
cos’altro dovrei
conoscere?! Questo non è già sufficiente?! Ormai
vivo
isolata da tutti, questo luogo è diventato la mia casa...
...consumo le mie
giornate fra quattro pareti squallide, in compagnia della
creatura...che mi ha rovinato
l’esistenza!!»...«Jeri!
Adesso basta, ti prego!» esclamò il Digimon.
E stavolta il
suo tono era diverso, sembrava supplichevole. Infatti si
piegò a
terra «Te lo chiedo...in ginocchio! Smettila di tormentarti,
per
una volta cerca di capire! Se ti tengo qui non è
perché
ti odio: io...non mi diverto affatto a vederti soffrire! E
già
l’ho visto troppe volte nella mia vita...»
Lei gli negava lo
sguardo, ma lui le si accostava e quei vetri infranti riflettevano
entrambi «Se siamo qui è perché ci
cercano! A te
per arrestarti e a me per...
...uccidermi. E se mi
arrischio ad uscire la notte, benché ci siano radar anche
nel
buio...è per rendere...
...i tuoi giorni vagamente più tollerabili.»
Piegandosi a
raccogliere quelle schegge, e cercando di ricomporre lo specchio. Ma
Jeri si dimenava e non voleva guardarlo, fino al momento in cui
proruppe «Se mi volessi bene davvero!!!...
...sapresti che
c’è una sola cosa che puoi fare per me. T-Takato
è
là fuori...
...perché non
vai da lui?! Perché non gli dici che io sono qui, ad
aspettarlo...? CHE IO LO AMO!!...
...lui sta lottando
contro gli invasori, vero? Se continua così, ogni giorno lui
e
Cindermon saranno più uniti! Lui non è lei che
ama, con
lei non sarà mai felice!!...
...LUI AMA ME!!»
gemette disperata, ma incrociò quei tre occhi di
disapprovazione
«...ma tu lo hai fatto soffrire in tutti i modi! Lo hai
raggirato
e ingannato! Cos’altro potrei dirgli per cancellare il
passato?!»...«M-Magari che quella Digimon mi ha
minacciata!
Andiamo, tu sei suo amico, lui crede alla tua parola!»
«Lo vedi come
sei...?» la guardò deluso «Tu non ti
arrendi mai...
...speri sempre di
ottenere qualcosa, con la menzogna o con l’inganno. Ma non ti
rendi conto...che queste cose non ripagano mai? Guardati attorno...
...se ora siamo in
questa situazione è perché hai voluto seguire
quella via!
Ti prego, Jeri!!...
...torna quella che
eri una volta. Dai ascolto alle profondità del tuo
cuore...»...«M-Ma non capisci...che non
posso?!»
insistette lei tra le lacrime «Per farlo ho bisogno di lui!!
Anche la prima volta è dovuto accorrere a salvarmi! E invece
stavolta non arriva...
...mi ha abbandonato
in questa prigione, molto peggiore del D-Reaper. La notte soffia molto
più freddo, e io stavolta ho paura...
...d-di non farcela!
Non te ne accorgi anche tu...? Voi Digimon dovreste poter comprendere,
se è vero il nome che vi ha fatto la tv. Guardami,
Beelzemon...!» supplicava, benché lui le desse le
spalle
«Io...
...mi consumo
lentamente senza il suo calore. Le ore scorrono sempre uguali, ed il
mio solo spicchio sul mondo è...quella fessura!»
additando
là dove filtrava il sole «Verso cui posso
trascinarmi a
osservare la strada, e fra tanti passanti sperare di scorgerlo...
...ma lui non arriva...»
Beelzemon chiudeva gli occhi, e sembrava provare pena...
«E questi posso aggiungerli io.»
Una mano bendata
passò un mazzetto di banconote nella mano di un ragazzo
«Leaf! Ma questi sono...gli incassi dei tuoi
concerti.»...«Tsz, tsz, tsz: è solo una
piccola
parte, Takato. Pagate il vostro debito con la
banca!»...«Questo non è giusto...non
posso
accettare!» il giovane stava per restituirglieli, ma il
rapper
gli fermò la mano «Fallo, ti prego: ci tengo a
contribuire
alla vostra casa. Mi avete accolto con tanto amore...»
“E
questo...risale a tanti anni fa.” pensava dentro di
sè, ma
il ragazzo piegò lo sguardo «Sai che non
è vero. I
miei genitori ti trattano...come uno schiavo! Specialmente mia madre
sembra non accorgersi di quello che vali! Tu hai un cuore buono...
...quello che hai
fatto per noi è stato impagabile! Tu mi stai aiutando a
superare
le mie paure...
...è stato
grazie a te se mio fratello ha avuto successo! Non
l’avrebbero
mai notato, ma la cover di “Could it be any harder”
era
sensazionale, con l’aggiunta del tuo
rap!»...«Nakao
ha molto talento. Si farà strada con le sue gambe...ops!
Scusami...» ma Takato alzò occhi grati
«Non fa
niente...» aggiungendo «...è grazie al
tuo sostegno
se io riesco...
...a non soccombere al
pensiero che lei è lì! Chissà dove, a
barcamenarsi
in chissà quale vita lontano da me! Se riesco ad andare
avanti,
anche se so che l’ho persa per sempre...
...è merito del
coraggio che mi dai, Leaf. Grazie a te mi accorgo...che non sono il
solo a lottare. Ma siamo tutti compagni della stessa
guerra...»
Il rapper sorrise, e i
due compirono il medesimo gesto, del pugno al cuore per poi adagiarlo
sul petto dell’altro...
“Coraggio
Takato: guarda sempre avanti!” esortava Leaf dal profondo
dell’anima.
Mentre sul volto di
Jeri sembrava non ci fosse un futuro, ma solo schegge crepate in cui
riflettersi.
Beelzemon
sospirò ed espresse «Dobbiamo pazientare.
Finché
non si decidono ad accettare i Digimon, uscire allo scoperto
è
un rischio a cui ci siamo esposti fin troppe volte...
...!!»
La ragazza
spalancò gli occhi, e Beelzemon ipotizzò
«Che cosa
credi? Che non mi sia accorto che qualche volta che sono fuori ne
approfitti per trascinarti in giro? Se lui ti ha già detto
ciò che ha deciso cos’altro speri di
ottenere?»
volgendo le spalle, e chinando il capo «A volte occorre...
...rassegnarsi ad aver
perso l’amore.» ma lei si girò di scatto
«E
così non vuoi aiutarmi, eh?!» ed i suoi occhi
erano pieni
di odio «Tu mi vorresti rassegnata come quella monaca! Che
è entrata in convento al pensiero di non rivederti
più!!
Ma in realtà chi deve rassegnarsi sei tu perché
lei
è morta...» sibilò al suo orecchio
«...sì, quella stupida è morta,
esattamente come
Leomon, e ormai più niente la farà riemergere da
quella
tomba!»...«Ora basta!»...«Akemi
è
morta...e che ti piaccia o no ora la tua sola domatrice sono io! Questo
mostro che ti ritrovi davanti! E CHE TI
ODIA...»...«Adesso
basta, non sopporto di sentirti parlar male di lei!! Me ne vado, non
voglio più ascoltarti!»...«BRAVO,
VATTENE!»
gridò lei lanciandogli un frammento dello specchio
«E SE
PUOI NON TORNARE MAI PIU’! IO NON VOGLIO VEDERTI!»
Beelzemon spiccò il volo...
...ma quando Jeri
mosse un passo finì per inciampare
«A-Ahhh!»
Questo accrebbe il suo
dolore, e la sua frustrazione le evocò le lacrime.
“Jeri...”
pensava Takato guardando il cielo, ma Leaf lo raggiunse con uno zaino
in spalla «Eccomi qua! Andiamo?» al che lui
annuì
con un gentile sorriso.
“Takato...” gemeva la ragazza, asciugando le
lacrime e
rivolgendo occhi appenati alla fessura di cielo (fine-canzone)
«Non saremmo
dovuti andare a giocare sotto il sole?» chiedeva Fogmon la
nuvoletta «Dove ci ha portato, signora Violetta?»
fu la
domanda di Vapormon, e costei si volse sfilandosi occhiali ed elmetto
«Ihihihihiii! Mi dispiaaace, ancora non è
possibile
circolare in libertà! Ma abbiate fiducia, molto presto tutto
tornerà...mooolto tranquillo...
...niente più
elicotteri o esplosioni, e sarà il momento di
divertirsi!»
Stillymon
inarcò lo sguardo «Perché gli uomini ce
l’hanno con noi Digimon?»
«Ghghghgh!» sogghignava Violetta, sfiorando i
cuccioli in
delicate carezze «...dovete sapere che non tutti i Digimon
sono
buoni. Ne esistono alcuni molto malvagi, brrrrrrrrr! E...gli uomini
logicamente hanno paura. E anche i piccoli batuffoli come voi! Avete
mai sentito parlare del gelido IceDevimon?? Uuuuhhhh, che
freddoooo!»
«ICEDEVIMON?!» sobbalzarono in coro i quattro
cuccioli
(Orphanmon si manteneva sempre distaccato) «N-Noi tutti a
Digiworld siamo terrorizzati dai suoi dardi di
ghiaccio!»...«L-La notte io ho paura che appaia
dietro le
tende, e mi rinchiuda in blocco gelido per poi imprigionarmi nel suo
limbo!»...«Si dice che l’abbia fatto con
milioni di
Digimon...» al che Violetta «Ed ovviamente
è tutto
vero, ragazzi! E sappiate che adesso...IceDevimon è molto
più potente di prima!»
«Come può
essere più potente un Digimon che è
già
terribile?» balbettò Grassmon, e la donna dai
capelli
ricci svelò «Sommatoria delle crudeltà!
Lui ha
trovato una domatrice umana...che è la sua coppia perfetta,
freddddddaaa! E crudele come poche.»
«BrrrRRRrrrRRRrrrRRR!» era l’ondata di
terrore dei
cuccioli, che sembrava divertire alquanto Violetta.
Nel frattempo
però Asanuma girava per la casa «Violetta?
Violetta dove
sei, devo comunicarti una cosa! Violetta?!» e ad un tratto
udì la sua voce («Dovete sapere, che
l’acida signora
Asanuma...
...è
un’insegnante arcigna e frustrata, che si è
alleata col
malvagio IceDevimon perché suo marito le ha fatto le
cornaaa!» e in questo caso i cuccioli si sciolsero in una
risata
«AHAHAHAHAH! Ben le sta!»)
«Cosa?»
sussultò Asanuma...e si appostò dietro la parete
per
ascoltare...
Violetta raccontava
«E ci manchereeebbeee! Lui non la sopportava più!
Lei non
è altro che una donna...noiosa, PEDANTE con il problema di
credersi una grande regina, ora che ha acciuffato il Digimon delle
opportunità! Ma...non temete bambini!
C’è sempre
un’eroina pronta a scattare in soccorso della giustizia,
quando
questa scricchiola un po’!»
«JERI!!»
esclamarono i piccoli Digimon, e Violetta sfoderò i suoi
denti
bianchi «Ihihihihihiiiiiiiiii!
EeeeeeeeesattoooOOO!» nelle
esultanze dei piccoli...(canzone: Sugababes
- Stronger)
...e nell’agghiacciato sgomento di Asanuma...
«La vostra amica
Jeri irrompe dall’oscurità, fondendosi con il suo
Digimon
e dando vita alla potentissima Royalmon! Un colpo! Un altro, e un altro
ancora ed ecco cadere in pezzi Amnesyamon, l’oscura fusione
fra
Asanuma e IceDevimon! Ciao insegnante malvagia! Hippip-urrà
per
Royalmooon!»
«Evviva!!»...«Jeri e la
migliore!!» esultavano
i piccoli, e Violetta «Uhmuhmuhm, avete ragione, non
c’è domatrice più forte di lei! Non
avete voglia di
vederla in azione? Possiamo spedirle un invito, e convocarla qui per un
intervistaaa!!» battendo le mani con fare festante...
Ma a quel punto Asanuma realizzò «MALEDETTA
STREGA!...
...traditrice, come
osa umiliarmi di fronti a quei fastidiosi marmocchi digitali?! Allora
IceDevimon aveva ragione, lei mi sta solo ingannando!!»
seguitando a spiarla di nascosto «Finge di aver fiducia in
me, e
mi incita ad allenarmi senza sosta...
...ma in realtà
continua a spasimare per il Digimon originato da Jeri! E’ lei
che
vuole avere al suo servizio!!...
...è
esattamente come il preside a scuola, io davo il sangue per venire a
lavorare ogni giorno: mai una parola di gratificazione! Mai un
po’ di fiducia!! Soltanto rapporti formali per mantenere il
quieto vivere, e intanto i migliori riconoscimenti...se li prendevano i
miei colleghi...
...che tu possa essere maledetta, Violetta!!»
Per poi ritirarsi nel
buio, e materializzare lo specchio ghiacciato «Ma non
illuderti,
perché anch’io ho un piano!! E prima che tu riesca
a
scovare la tua protetta, io farò piazza pulita dei miei
ex-alunni! Li porterò su un pianeta lontano, e li
infrangerò come statuine di vetro!! So quale
potrà essere
l’esca per attirarli...»
Nello specchio apparve
di nuovo quella madre dal berretto nero e la catena metallica...
«...è
solo questione di tempo, oramai devo agire in fretta! Se tu credi che
Royalmon sia la migliore aspetta di assistere al mio spettacolo:
prevedo brividi mai provati nella storia dei Digimon!!» e a
queste parole, lo specchio scomparve in una nube ghiacciata.
Violetta alzò
lo sguardo “Molto bene, questi marmocchi costituiscono
l’esca adatta perché Jeri mi segua! Ora...non
resta che
trovarla...”
Nel cielo azzurro di
Tokyo spiegava le ali una creatura alata «Dovrei essere
abbastanza in alto perché i radar non mi scovino.»
ipotizzava Beelzemon «Non so se ho fatto bene a lasciare
Jeri, ma
a volte...non resisto là dentro!! Di fronte alle sue
nevrosi,
alle sue accuse continue a volte mi sembra di diventare pazzo!! Ormai
ogni giorno è così, e la situazione sembra
peggiorare
anziché migliorare! Ho bisogno d’aria...
...ho bisogno di rendermi conto che sono vivo!
“Vivo”...
...benché
questo cielo non mi appartenga, e ci sia gente che non vuole che io
goda di questo sole.»
Ma ad un tratto, la
vista del sole gli fu oscurata da qualcosa di grande, che lo
portò a dilatare gli occhi «Oh no!!...
...un elicottero militare!! Dannazione, mi hanno trovato!!»
I portelli
dell’elicottero rivelarono ben presto una coppia di cannoni,
che
senza ritardo iniziarono a sparare «Accidenti!! Devo
andarmene di
qui!»
Il Digimon
volteggiò nell’aria, ma le raffiche di mitra erano
rapide,
e si sovrapponevano allo squassante rombo dell’elica.
La sua mano raggiunse
le pistole, ma poi strinse i denti “No! Non posso:
benché
si tratti di macchine mortali in quegli abitacoli si nascondono vite
umane, padri di famiglia! Gente...che si guadagna da vivere, non posso
ucciderli al solo scopo di difendermi!!”
Ma ad un tratto un
colpo lo raggiunse alla schiena «AAAAAHHHHH!!!
GGRR...GGHHHAH!
AHHHH!»
Egli sembrò planare...
...fino ad atterrare
in strada, tra le grida della gente. Ma la prima cosa che
esclamò fu «PRESTO! METTETEVI TUTTI AL
RIPARO!»
poiché prevedeva ciò che poi avvenne, e
cioè che
l’elicottero aprisse il fuoco incurante dei civili.
Beelzemon, con le sue
ali piegate dal colpo, diede fondo al fiato nei polmoni e si
lanciò in corsa oltre le strade, i negozi, la gente
terrorizzata...
...fino a infilarsi in
un vicolo. Là era buio, l’elicottero faceva un
rumore
assordante.
Ma ad esso si
sovrapponevano i suoi respiri straziati, quando ad un tratto
spalancò gli occhi «Oh no!»
Le sue ali tremolavano
come una tv prossima a fulminarsi. Fino a che
«NOOOOOO!»
non scomparvero, in un’esplosione di piume, e di dati
«Le
mie ali! DANNAZIONE! Ora sarò ancor più
vulnerabile!
C-Come farò?!»
Così
cercò di arrampicarsi sulle le pareti, e scorrere
atleticamente
lungo i tubi. Riuscì ad appostarsi su un cornicione
appartato
«Devo tornare da Jeri...» ma si guardò
nel palmo
della mano «...accidenti, la mia ferita perde sangue. Mi sto
indebolendo sempre di più...»
L’elicottero
alto nel cielo troneggiava sullo striscione pendente dalle punte
gemelle del grattacielo (fine-canzone)
«Could it beee...any...haaarder...
...na-na-na-naaa!»
Una ragazza dal ciuffo
rosso canticchiava davanti alla tv, arrotando l’inglese e
affinando le movenze «...without you, could it
beee...any...haaarder! To watch you gooOOO! To leave you
beHIND!»
Sembrava alquanto
coinvolta, tanto che non le serviva il microfono: le bastava quel
dolcetto, che di un microfono aveva solo la forma «If I only
HAVE, just one MORE DAAAY! UHM! Ci sa fare però il
ragazzino! Ha
energia!» osservò Cindermon, ma il minuto dopo le
arrivò uno scappellotto in testa «AUCH! AHIAAA...E
CHISSA’ DA CHI HA PRESO, QUI
DENTROOO!»...«Ti
dimentichi che lui non è mio figlio!»
puntualizzò
Mie aggiungendo «Oltre al fatto che...stiamo lavorando e ci
sono
clienti!!»
La Digimon dalla
cuffietta bianca si volse «Sì io avrò
pure la testa
fra le nuvole ma lei dimentica le maniere urbane! Insomma mi ha fatto
male, stavo solo guardando la tv! Non stavo mica evadendo la
leggeee!»...«Shhh...» la
redarguì Mie con
sguardo infuocato «...meglio non nominare certe cose in
contesti
simili.»
A Cindermon non
restò che sospirare, per poi dedicarsi a quelle adolescenti
oltre il bancone «Cynthia,
scusaci...»...«Uh
e...sì? Ah, ciao!! Come va?»...«Bene,
volevamo
chiederti...sì, lo so, è sempre la stessa
domanda:
c’è Nakao???»...«Oh non
preoccupatevi affatto,
anche se è la stessa domanda che c’è di
male?
L’unico problema è che...è sempre la
stessa
risposta: oggi ha un’intervista!»...«Oh,
accidenti!» mugolarono le ragazze, ma la Digimon sorrise
«Daaai, andiamo non tutto è perduto! Facciamo
così:
se mi lasciate i vostri nomi io farò in modo che...quando
poi
lui torna, stremato a casa prima di crollare addormentato sul letto vi
farà una piccola chiamatina al
cellulare!»...«Davvero?!!»...«Faresti
questo
per noi?!!»...«Cynthia sei fantastica! Sei la
migliore!!»...«Ihihihihi, ma daaai! In fondo cosa
c’è di eroico? Normale! Aiutarsi un po’
a
vicenda.» replicò l’interpellata, e una
delle
giovani le disse «Hai visto? Mi sono fatta i capelli come
te!»...«Sta-Stavo vedendo! Ma senti un
po’ ma tua
mamma non ti ha aspettato col mattarello in mano quando sei tornata dal
parrucchiere?»...«La mammaaa? Scherzi! E’
stata lei
che mi ci ha portato!»...«Ma va!» fece
Cindermon. E
la ragazza spiegò «Lei va pazza per te, dice che
sei
unica: ti dividi fra il lavoro e cerchi sempre di dare una mano a noi
fans! Sei instancabile.»
Cindermon sorrideva
sotto la sua cuffietta, col sole ad illuminarle i suoi occhi azzurri
«Saluta tua mamma e dille che la ringrazio tanto!
Però non
esageri: troppo buona!»...«Mamma dice solo la
verità! A presto Cynthia! E ricordati di dare a Nakao il mio
numero!!»...«Contateciii...
...ah! Queste
ragazzette. Però in fondo le posso capire.»
rivolgendo uno
sguardo alla piccola tv in cima alla mensola «Loro sono
innamorate...
...benché la
gente dica che è solo la tipica infatuazione giovanile per
l’ennesimo divo. Ed in effetti tutto lo farebbe pensare, come
faccio io ad essere sicura che il loro è amore? Forse
perché sono un Digimon??...
...no...
...forse perché so che effetto può fare quella
faccia...
...e almeno circa i
miei sentimenti non c’è scusa che
tenga...» e stava
per rimettersi a lavorare quando guardò l’orologio
«Ohhhi, oppplà! Quanto è tardi. Fra
poco
qui...fiùùù!
Fiùùù! Ce la
svignamo. E dire che ce la siamo proprio meritata.» Takehiro
le
si accostò «Cinderm...ehm, scusa
Cynthia!»...«Ihihihihi...attento alla sua
pronuncia, signor
Matsuki (!) »...«Non dovevi uscire? Takato e Leaf
sono
già andati: ma quanto intende trattenerti mia
moglie?»...«La ringrazio è gentile ma
non si
preoccupi, è che sono io che voglio finire qui, poi li
raggiungerò più tardi tanto che gli fa?»
Ma tutto questo
avveniva sotto lo sguardo di Mie, che dalla porta della cucina meditava
“Cindermon è molto amata dai clienti, piace
addirittura ai
genitori dei ragazzi! E poi debbo ammettere che è una gran
lavoratrice...
...come nuora non sarebbe affatto male...”
La Digimon sembrava
contenta nel disporre sul bancone quelle nuove tipologie di dolcetti a
tema musicale: i cornetti a microfono, le crostate a forma di cd, lo
stereo di cioccolata «Che cariiini, è adorabile
questo
nuovo stile!» appoggiandosi poi al bancone, e mormorando fra
sè «Pfff...devo dire che è stata
proprio una
sfacchinata. Ma si incomincia a intravedere la luce: merito di Takato e
del rapper! Finalmente quel ragazzino ha abbandonato le mansioni
malvage per dedicarsi a qualcosa di utile...che rimette a tutti il
buonumore! Ora mi chiedo quando finiranno le battaglie...
...e quando una volta
per tutte si decideranno ad abrogare quella sedicente legge che vuole
morti noi Digimon! Ma i manifestanti ci stanno dando giù
duro e
Yamaki e la moglie son tipi che non mollano! Certo...
...dev’essere
bello star chiusi giorni e giorni nel luogo dove ci si è
conosciuti, con i nemici che tentano puntualmente di sfondarti la
porta. Ahhh-ah! Basta, sto diventando romantica come Diamon, meglio
darsi una mossa altrimenti oggi...niente scampagnata! Meglio
controllare le mail qualora fosse giunto qualcosa dalla casa
discograf...»...«Cynthia!» la
richiamò Mie, e
lei si rizzò «Agli ordini sergente!! Sto eseguendo
i miei
doveri: smistamento della
corrispondenza!»...«Lascia
quell’inutile Ipad, quel ragazzino è
già abbastanza
incensato.»...«Senta...» la
fissò con sguardo
eloquente «...
...capisco tutto! Capisco tutto...
...però adesso
non è il caso di vederla in questo modo. I-Insomma lei sa
che...!!!...
...ptsss!»
scivolando in un sussurro «Lei sa come stanno le cose, e non
faccia la finta tonta perché io lo SO che lei lo SA!
Perché lei è sempre appostata dietro la porta, a
udire i
nostri discorsi!»...«C-Come ti
permetti?!»...«Dico solo la verità:
crede che non mi
siano giunte all’orecchio, in questi giorni, le sue
“apparentemente casuali” frecciate sulla morte,
rivolte al
ragazzino? Ecco io sarò pure un po’ matta ma non
stupida:
lei sa...per filo e per segno com’è la faccenda
per cui io
credo proprio che un po’ di popolarità non possa
far male
a chi è destinato, oggi o domani, a sbaraccare!...
...perché è questo che succederà
signora Matsuki!!...
...Nakao non
farà in tempo a pistare un reporter, guidare in stato
d’ebrezza e diventare una rockstar maledetta, anche se di
quella
ha la pettinatura! E sa perché?...
...lo sa il
perché quindi è inutile che glielo dica io!
Ascolti,
è stata dura trascinarci fin qui e se ne siamo usciti
è
stato merito del lavoro collettivo, gomito e gomito! Ma mi è
dispiaciuto vederla MUSONA anche nei momenti in cui si poteva stare
allegri, e questo perché so che Takato ne ha sofferto...! Ed
in
effetti...chi non proverebbe un po’ di malinconia
nell’ascoltare quelle note...
...sapendo che questa
nuova moda durerà molto poco, forse il tempo di
un'estate!»...«Pfff! Tu vieni a parlarmi degli
affari dei
morti quando è di quelli dei vivi che dobbiamo
occuparci!»...«Beh! Non è colpa mia se
è
proprio coi...ptsss, morti che divido il
tetto!!»...«Cynthia, dobbiamo guardare al
futuro!»
affermò Mie prendendola per le braccia «Dobbiamo
pensare
al destino di questo negozio! Tu...
...sei innamorata di mio figlio. Vero...?»...«Oh
beh...»
Lo sguardo di
Cindermon sfuggì, si sentiva in difficoltà
«Lei sa
benissimo qual è il mio ruolo nella sua vita,
signora!»...«Ma un ruolo non esclude
l’altro! E
benché tu faccia fatica a crederlo io parlo per te!
Perché ti voglio bene e so che lo ami in silenzio per non
infrangere il vostro rapporto! Ma se ci tieni a lui devi svegliarti!
Anch’io dovetti dichiararmi a mio marito, altrimenti lui non
avrebbe mai preso il coraggio!»
Cindermon la
fissò con occhi velati di emozione «Ma Takato sa
quello
che provo...
...e non mi ricambia,
per cui è inutile continuare questo discorso!»
volgendosi,
ma Mie la afferrò per il polso «Non è
inutile! Tu
sei una ragazza fantastica, e mio figlio ti deve
molto!»...«Ma questo che
c’entra?!»...«C’entra eccome:
hai visto? La
ragazza che amava si è rivelata una delinquente, e la
polizia la
sta cercando. Ora è il tuo turno, Cynthia! Basta molto
poco...e
mio figlio cadrà fra le tue braccia! Del resto è
sempre
stato un grande appassionato di Digimon...» incrociando le
braccia con sguardo furbo, sussurrando «...e tu sei una di
loro...»...«Mi ascolti bene!»
puntualizzò la
Digimon «Non mi piacciono questi discorsi! Io non faccio
della
mia natura digitale...
...il pretesto per
accalappiare gli uomini!»...«Io non sto parlando di
un uomo
qualsiasi! Mi riferisco a Takato...mio figlio, il tuo
domatore!»...«Fa lo stesso!! Anzi tanto
più! Io
voglio essere amata per quella che sono!!»
...tingendo di delusione il volto della panettiera...
«...e mi fa
specie che lei non consideri questo: sono entrata in questa casa
fiduciosa che fosse un regno d’amore! D’accordo, i
problemi
possono spuntare ovunque, anche nelle migliori famiglie!»
guardandosi attorno «...ma per questo luogo io ho grandi
progetti...
...io ci tengo
seriamente, signora! E non desidero che diventi un covo di intrighi di
cui io dovrei essere il centro!! Per quelli...c’è
già bastata ampiamente Jeri Katou! Io sono diversa da lei e
ora
se mi permette dovrei uscire.»...«Aspetta,
Cynthia!»
ma la ragazza posò la cuffietta sul bancone, e si
sfilò
il grembiule «Ho bisogno di
respirare...»...«Un
attimo solo!»
...ma fu inutile
richiamarla «Accidenti, fa resistenza: queste creature sono
tutte
animate da...stupidissimi scrupoli, meglio che provi con
Takato!»
«Ahah!» il
ragazzo sventolava un foglio sotto il sole cittadino «E con
questo la partita è vinta!»...«Non posso
crederci,
abbiamo pagato la banca!» disse il suo amico rapper, e Takato
«Sì, è la verità! Questo
foglio attesta che
il debito...è completamente sanato, ora siamo liberi! E
finalmente comincia la scalata.»...«Sono
così
felice!» sorrise Leaf, e Takato lo guardò
«Non ce
l’avremmo mai fatta senza il tuo
contributo.»...«Oh,
basta ringraziamenti: ora l’importante è che
è
tutto sistemato! A proposito: sono curioso, perché hai detto
di
preparare lo zaino con le mie cose e perché hai anche tu la
borsa in spalla?»...«Uhm? Ah già, lo
zaino...»...«Daaai Takato, non fare
quell’aria
fintamente vaga!»...«Sarà forse
perché...
...oggi è un
giorno speciale.»...«Un giorno
speciale?!»
“Fammi pensare...” si gratto la testa il rapper
“...è forse qualche anniversario della nostra
battaglia,
di cui mi sfugge il ricordo?” «Tutto a suo tempo
Leaf, tra
poco ti spiegherò il perché di questi zaini: ma
intanto...
...perché non
camminiamo? Che fretta
c’è?»...«Uhmuhmuhm!»
l’amico lo
seguì più che volentieri...
...attraversarono le
vie della città, finché non furono circondati dal
verde
«E insomma? Stavi dicendo?» chiedeva il domatore
«Sì! Si tratta di un sistema di registrazione
molto
complesso, si realizza col computer! Io non sono ancora capace di
usarlo, ma Puppet sì! E devi vedere come amplifica i suoni,
crea
un’atmosfera straordinaria!»...«Puppet
è
fantastico...sia come rapper sia come domatore! Quel ragazzino ha una
classe innata, avessi visto quanto si è fatto valere nelle
nostri recenti
battaglie.»...«Davvero?!»...«Altroché!
Lui ha...qualcosa di speciale secondo me! Non so spiegartelo...nel suo
viso, nel suo modo di fare...sta di fatto che lo ammiro molto! E devi
vedere il suo Digimon come si trova
bene!»...«Calumon!
Certo, lui è sempre stato...oh beh almeno da quello che mi
hai
raccontato! Un tipo socievole, aperto.»...«Calumon
è
un grande...» sorrise Takato, aggiungendo «...come
il suo
domatore.» e Leaf come sempre sorrise
«Uhmuhmuhmuhm!»
ma poi riaprì i suoi occhietti «Ehi ma! Dove ci
hanno
portato i nostri passi?»
Takato smarrì i
suoi occhi lungo il sentiero del parco «Nel luogo in cui
finora...mi era più difficile tornare. Mi tenevo alla larga
da
qui perché...questo posto è pieno di ricordi. E
cosa
peggiore, ricordi che non ci sono più.»
Leaf lo scrutò
con pena «...però adesso..non hai attacchi di
panico.
Respiri bene.»
«Sì...» respirò Takato
«...perché sono con
te.»...«Ah?!»...«...in tua
compagnia...sento
finalmente di poter accettare questo profumo, che fino a pochi giorni
fa mi stringeva la gola.»
Il rapper annuò
un po’ in giro “L’odore dei nostri
ricordi.”
«Più in
là c’è una scalinata.»
indicò Takato
«Fare tanti gradini mi affatica da quando soffro di quel
disturbo. Ma ora sento che in tua compagnia posso arrivare in cima...
...e toccare con mano
le pietre che restano del mio passato felice. Te la senti di
accompagnarmi?» (canzone: Agnes
- Somewhere down the road)
«...certo...» rispose il ragazzo in un filo di
voce...
...e così a
poco a poco, le loro scarpe solcarono la gradinata «Lo vedi
lassù, Leaf? Dove ora non ci sono altro che alberi...
...un tempo
c’era il blocco di pietra in cui io nascondevo Guilmon, il
mio
Digimon.»
Leaf taceva, e non
staccava gli occhi da quel groviglio di foglie reso più
verde
dall’estate.
«Non
c’è luogo che più di questo mi ricordi
lui, in
questo quartiere completamente permeato...
...dalla sua
atmosfera. A volte cammino da solo...e mi sembra che il suo spirito mi
accompagni. Ho seguito pezzo per pezzo le prassi che hanno portato alla
distruzione del blocco...
...il provvedimento del sindaco...
...la disposizione
delle recinzioni. L’arrivo delle
ruspe...»...«E poi
alla fine l’hanno demolito?»...«...
...è avvenuto
tutto in una notte: la notte della nostra seconda partenza per
Digiworld. Ma non sono stati gli operai. E’ stata
Violetta!!»
Leaf spalancò gli occhi.
«Lei si è
abbattuta su questo luogo senza pietà, con
l’intento di
ucciderci! Una come lei non potrebbe mai capire...
...quanti ricordi
ospitava quella semplice pietra che lei voleva usare per schiacciare i
suoi nemici.»
«Quanto dolore,
Takato...» commentò Leaf, per poi sfoderare un
sorriso
«Ma adesso guarda: siamo arrivati in cima!»
«Già...» sorrise appena Takato
«Spiegandoti
com’è andata la vita...non mi sono accorto della
scalata.
Sì, siamo in cima...»...«In cima a
questa scala, e
in cima alla nostra vita. La salita è stata lunga! Ma ora
dobbiamo sentirci...orgogliosi del risultato, anche se attorno non
abbiamo che macerie! Guarda...»
Il rapper si
chinò, ed allungò la sua mano bendata fra i sassi
«Se si prende...uno di questi...e poi un altro, e si mettono
l’uno sopra all’altro...alla fine si può
costruire
qualcosa di ancor più
grande!»...«Uhmuhm,
già, è vero.»...«Il blocco di
pietra non
esiste più: ma forse un giorno questo in questo stesso luogo
sorgerà una nuova speranza! Se gli uomini si impegnano! Se
continuano a lottare come i manifestanti...
...e come
noi.»...«...già, hai ragione. Non
bisogna arrendersi
a ciò che è crollato.» disse Takato
chinandosi e
raccogliendo i sassi «...bisogna
ricominciare.»...«Bravo fratello. Ricominciare...
...ricominciare dai sassi...
...e respirare...»
Entrambi presero fiato e chiusero gli occhi...
...ma poi Leaf
«Ahahahaha!» provò a scagliare un sasso
contro il
ragazzo, e Takato «Ehi, che diavolo
fai!»...«Bisogna
stare sempre in guardia! Uhmuhmuhm!»...«Ah
sì, eh?!
Prendi questo!»...«Aiuto! Allora io ti
lancio...questo!»...«Ci stiamo sfidando a colpi di
ricordi!» commentò il domatore, e Leaf
«Se li
smuoviamo sembrerà di riviverli! I ricordi si stancano a
restare
sempre sepolti.»...«E’ vero, bisogna
spargerli nel
vento! Solo in questo modo l’aria può essere
più
respirabile...» per poi muoversi di scatto «Fai
attenzione!»...«Ehi, non vale, mi hai colpito a
tradimento!»...«Ahahahahah!»
...e così via...
...fino a che furono
stanchi, e non si distesero uno accanto all’altro sui sassi
sparsi ovunque «Lo sai? Non credevo che avrei più
riso
tanto in questo luogo in cui ho fatto...
...le risate
più grandi di tutta la mia vita. E’ tutto merito
tuo.»
Si guardarono con la
coda dell’occhio, e Takato espresse «Leaf: ma tu
come fai a
trovare la cura per ogni mio disturbo? Tu sei arrivato nella mia vita...
...all’improvviso, non ti conoscevo affatto! Eppure
è come
se fossi mio amico...da sempre!»
«E’ un
segreto.» disse Leaf con un furbo sorriso «Magia
dei
rapper.»...«I rapper...io credevo che
fossero...colossi
pompati di presunzione e arroganza! Eppure tu...
...sei così
umile! Sei docile...non metti mai a disagio. Si sta bene in tua
compagnia.»
Il rapper non diceva
niente, e se lo guardava con affetto e tenerezza. Takato d’un
tratto disse «Non è che sparirai da un giorno
all’altro?! Io a volte ho paura...
...da quando ho perso
lui...»...«Io non so come andrà il
domani, ci sono
talmente tante cose in sospeso,
Takato...»...«Già,
lo so...»
«Però
l’importante è l’oggi!»
propose il rapper, e
il domatore raccolse «E’ vero, e oggi siamo
assieme,
è questo quello che conta: tanto più in un giorno
speciale!»...«Allora, mi vuoi dire cosa
c’è di
tanto speciale oggi?»
Takato guardò
il sole tra gli alberi e svelò «Oggi il mio amico
Ryo
termina la sua chemioterapia: finalmente è
guarito...!»
Leaf spalancò occhi e bocca «R-Ryo è
guarito?!
Cioè, questo tuo amico di cui mi hai tanto
parlato...finalmente
sta bene?!»...«Proprio
così...» “Sono
felice: Cyberdramon starà scoppiando di gioia!”
«Il dottore gli
concede un permesso speciale: e noi lo sfrutteremo per andare in un
posto speciale...che voglio mostrare anche a te! Ecco il motivo dei
nostri zaini però...per sapere di che posto si tratta dovrai
aspettare! Voglio farti una
sorpresa!»...«Accidenti, oggi
è tutto speciale! E quando
partiamo?»...«Fra
poco.»...«Fra poco?! E andiamo tutti assieme, viene
anche
Cindermon?!»...«Certo!»...«...aaaaahhhhhhhhhhh!...
...ecco perché
allora...»...«Cosa c’è,
Leaf?»...«No, è che...
...io le avevo chiesto
se per caso...per stasera era libera ma lei mi ha detto che aveva un
impegno.»
Takato
sussultò, fissandolo con l’accenno di un sorriso
di
stupore «...perché, ti
piace?»...«A
me...???»
...ed in un giro
vorticoso di gesti e di sguardi, emise un
«...n-no!»
sottile come un cinguettio «Leaf, sei diventato tutto
rosso!»...«COME?! Tutto rosso?! S-Sono rosso, mi si
vede?!
Ho anche le striature nere?!»...«Come hai
detto?»...«U-Uhmmm! Niente, non farci
caso...» con
mani bendate davanti alla bocca. Takato restò in silenzio...
...dopodiché
scoppiò a ridere «Ahahahah!!! Che tipo strano che
sei.»...«Tu trovi che io sia molto
ridicolo...?»
chiese il rapper un po’ mogio, ma il ragazzo lo
guardò con
affetto «Come?...
....tutt’altro!
Ehi a me piaci proprio perché sei...così,
speciale!
Diverso da tutti gli altri ragazzi: pronto a smentire qualsiasi
aspettativa! E anzi sai che ti dico?»
Il rapper attese con
occhi un po’ ingenui, ed il ragazzo rivelò
«...che
sarebbe una cosa davvero fantastica...
...se fra te e
Cindermon potesse nascere qualcosa! Vi vedo benissimo
assieme!!!»
“Lo pensi
davvero Takato?” si chiese con occhi velati
d’emozione, ma
non ebbe il coraggio di pronunciarlo (fine-canzone)
«E
così...andrete in viaggio.» accennava, senza
voltarsi, la
graziosa Digimon floreale «E’ stata
un’idea di
Henry.» affermò il suo robusto terapeuta con gli
occhiali
«Partiamo fra poche ore.»...«Sorge
spontaneo
chiedersi...
...cosa fai ancora
qui.» replicò Muskmon, la quale adoperava un tono
differente dal solito, che suonava meno carico di rabbia e
più
rassegnato. Gargomon chiuse il suo libro «Il mio lavoro. Ho
promesso ai miei domatori che li avrei raggiunti più tardi,
e
infatti sono qui per fare il punto della situazione con te Muskmon.
Ormai...
...è molto
tempo che non faccio che raccontarti mie esperienze, e questo, al solo
scopo di aprirti le porte del mondo. Di farti accorgere che tutto ha
girato e continua a girare attorno a te. Però adesso
dovresti
essere in grado di affrontare i fantasmi, e parlare liberamente della
tua esperienza. Per questo sono qui...
...per rendermi conto
se il cammino svolto fino ad oggi è servito a qualcosa. Te
la
senti di tentare?»
Le sue mani di petali
si strinsero alla sedia, chinò il suo capo...(canzone: Westlife
- Unbreakable)
...ed iniziò
con tono vellutato «Nacqui da un Digiuovo decorato di fiori,
che
ricordava quelli che gli uomini usano, in determinate
festività.
Come faccio a saperlo...? Oh beh...
...perché ho
dovuto studiare le loro abitudini, per rovinare la vita agli altri. E
perché ho dovuto farlo...? Uhm...» in un sorriso
un
po’ amaro «...per ordine della mia domatrice.
Già,
perché non sempre i domatori umani agiscono per il nostro
bene.
E non si esaurisce in poche puntate...
...come avveniva a
volte nei cartoni. Senza vittime, senza rimpianti! Là dove
tutto
è pronto per ricominciare...»
Gargomon chiudeva gli
occhi, ed assumeva contegno professionale. Li riapriva, ed appuntava
qualcosa...per poi bloccarsi al suo primo fiato «Lei
era...»
...e posare la penna,
per limitarsi ad ascoltarla «...una bambina come tutte le
altre.
Certo, aveva una situazione difficile. I genitori la trascuravano...ed
io avevo pena per lei. Uhm! Anche se non sapevo cosa volesse dire. Ero
io stessa un cucciolo...
...un Digimon allo
stato primordiale, ma comprendevo già il brivido caldo
dell’affetto...come un raggio di sole che attraversa una
pianta,
e le conferisce tutta l’energia. Lei era...
...sembra assurdo
dirlo, ma era qualcosa di meraviglioso. La malvagia Violetta era...
...il sole tra i
meandri del bosco! Sfumature di speranza al chiarore del mattino...
...avevano detto che
io ero destinata a starle accanto. Chi? Una voce nel mio cuore, di
qualcuno più grande aveva sussurrato
“aiutala!” ed
io ero subito accorsa! Avrei voluto trarla in salvo...
...da quella casa buia
e priva d’affetto. Il luogo più inospitale per far
crescere un fiore. E così la portai a Digiworld. La condussi
nel
mio mondo, assieme agli altri domatori...
...il mio mondo che
tremava di pericolo, per l’assalto del Regno Abbandonato! Noi
con
i nostri sentimenti giovani speravamo di...
...salvarlo!!»
Si strinse più forte alla sedia.
Gargomon apriva e
chiudeva gli occhi come per miscelare quei racconti alle vicende della
sua vita.
«...eravamo...così ingenui. E fiduciosi che
l’incanto sarebbe durato per sempre! Io ero orgogliosa di lei
perché...
...non si guardava
indietro. Lei gettava semi per il futuro, la mia domatrice aveva il
cuore...colmo di sogni. Amava tutto ciò che in un ambiente
dà colore e allegria. Ricordo una volta...
...in un’umile
casa, di Digimon ancora scarni nelle loro caratteristiche...
...cercavamo di
oltrepassare la notte, e il temporale che scrosciava nel pieno della
landa...
...immaginando come
arredare quel luogo, nella speranza che un giorno avesse ospitato nuova
vita. Le nostre tecniche illuminavano il buio e lei disse che
ciò che era importante, era non scegliere una
“luce
fredda”...
...”una luce
fredda?” chiesi “E che cosa vuol dire? Una luce
è
una luce e basta!”
Ma lei mi contraddisse “Una luce illumina un ambiente buio...
...ma una luce calda
apre le porte all’amore! Si diffonde fra le pareti di una
casa...
...esorta coloro che ci vivono ad avvicinarsi...
...stringersi...
...è-è
questo che io voglio vedere, capisci Muskmon?” Mi
disse...»
e mentre raccontava, versava lacrime «”Io che non
ho potuto
avere una famiglia unita...desidero almeno veder questo fra i Digimon!
Io desidero diventare un architetto di case digitali...
...in questo modo
tutti avranno un rifugio sicuro, la sera! E non saranno costretti a
vagare nella pioggia, come ho fatto tante volte! I-Io...
...desidero vedere tutti uniti! Che l’amore trionfi...
...e mille luci
risplendano nel buio, come in una grande...città
illuminata.” Capisci, adesso?!! Lei voleva...
...un mondo
d’amore, che ne è stato di lei?! Dei suoi sogni?!
Che ne
è stato di quella bambina e...
...c-che razza di ruolo è il mio?! “La sua Digimon”...ma
che significa questa parola, quando chi amiamo diventa malvagio?!
Quando...s-si disintegra con le sue mani, e tutto il nostro potere
risulta...INUTILE, SPRECATO!!» gridò tra le
lacrime.
Gargomon balzò
in piedi «Basta così! Per oggi è
sufficiente.»
Ma lei non si
arrestava «Esiste una morte peggiore di quella che avviene in
battaglia! Questa è la vera smaterializzazione!! La
consumazione
di un domatore umano...
...spazza via il
Digimon! E corrode il suo mondo!!»...«Basta
così,
Muskmon!!» si piegò su di lei
«E’ terribile
ciò che ti è successo, lo so!»
esclamò con
voce appenata «Ho temuto anch’io cose brutte per
Henry! Ma
per fortuna è tutto sistemato e vedrai che anche
tu...»...«NO, E’ INUTILE!! Lei
è quel mostro
che state combattendo...lei è diventata una luce fredda,
ormai...
...e che mi abbia
spiegato la differenza quella notte non è servito a niente!!
A
NIENTE!!» si dimenava, e lui cercava di trattenerla
«No!!»...«NON E’
GIUSTO!!»...«Non
tormentarti in questo modo!! Non fare così amore mio, ti
prego!
Tu non hai colpa di niente!»...«E invece
sì, io ho
fallito!! Ho fallito come Digimon, e anche come amica! Ho fallito
come...
...c-come mi hai
chiamata?» d’un tratto chiese interdetta,
sorprendendo egli
stesso che seguitò a ripetere «Amore!...amore
mio...
...Muskmon...»...«...a...mo...re...?»
ripeté
lei, adagiando i suoi petali tremanti sul quel viso grassoccio. E
venendogli incontro in quello che fu un bacio dolce e delicato, che
fece scivolare il grosso libro a terra...
...e l’enorme orecchio di lui dietro la sua schiena, a
riscaldarla...
Eppure d’un
tratto fu proprio lui a tirarsi indietro «Oh no!! Che cosa ho
fatto?!»
La vista di quel libro
a terra gli faceva paura, ma mai come gli occhi di lei che accennava
«N-Non avevo provato mai niente di simile...prima
d’ora...»
«E’
controproducente!!» strillava lui «E’
stata colpa
dell’inesperienza! Ho perso il controllo e...
...ahhh, maledizione!!!»...«Aspetta!!»
lei tese la mano.
Ma lui fuggì
via, rischiando di rimanere spiaccicato «Ugh!
Uuuuuuughhhh!!!» nella porta scorrevole a causa della sua
mole
«Non andartene Gargomon! Non lasciarmi sola!! N-Non
andartene...
...amore, non
andartene!» ma scivolò in ginocchio, come una
sposa
abbandonata all’altare. Poté solo appoggiarsi a
quella
sedia, e versar lacrime nascondendo il suo volto, nella solitudine
della cabina d’isolamento (fine-canzone)
Mani di ragazza
ripiegavano un costume da bagno, inserendolo in una borsa da viaggio
«Che ti succede Lopmon, perché sei così
taciturna?»
Ma la sua Digimon le
dava le spalle, celando un’espressione velatamente scura
«N-Niente...
...stavo solo pensando
che a quest’ora Terriermon dovrebbe aver già
terminato la
seduta, come mai ancora non è
qui?»...«Oh, non
preoccuparti, anche se ha un piccolo contrattempo non mancherebbe mai
ad un’occasione del genere...tanto più ideata da
Henry!»...«S-Sì, è vero...non
so
perché mi preoccupi per queste sciocchezze!»
scuotendo
nervosamente le sue lunghe orecchie, mentre era paziente e comprensivo
il sospiro della domatrice “Io invece so il
perché...” per poi sfoderare un sorriso
«Piuttosto
aiutami, perché siamo mortalmente in ritardo ed io tanto per
cambiare sto facendo un casino! Allora! Il costume l’ho preso
e
il cellulare anche! Portafoglio-documento & soldi...quelli sono
molto importanti, anche se non vanno
spesi!»...«Suzie!!» la
richiamò la Digimon, e
lei si volse con la mano sulla maniglia «Oh,
sì?»...«...il borsone! Vuoi uscire senza
quello,
dopo che hai fatto lo sforzo di
riempirlo?!»...«E-Ehehem
(!!!)...perdooonami, ma da quando è finita la scuola sono
ancora
più tocca! Dev’essere che combatto il
doppio!»
Chiudendo il suo
borsone «Ecco di cosa debbo ricordarmi! Salutare mamma e
papà.»...«Partiamo subito?»
chiese Lopmon
«Sì!...eee, no! Prima passiamo in ospedale a
prendere Ryo!
E poi da lì in un posto che è...
...tutta la vita che
spero invano di andare!!! Ahhh, finalmente il momento è
arrivato!»...«Suzie!»...«Oh?
Che
c’è ancora...?»
Lopmon sorrise
umilmente «...scusa...ti ho fatto fare lo sforzo di chiudere
il
borsone quando devo entrarci anch’io, altrimenti come fai a
nascondermi?»
Suzie espirò di
tenerezza, e di un pizzico di dispiacere per quella condizione
«Figurati...ecco qua: entra pure.»...«La
verità è che mi sono distratta! Sai,
anch’io ho
tante cose per la testa.»...«Ci mancherebbe, so che
pensi
sempre a Terriermon!» mentre richiudeva la borsa
«Io sono
messa come te, sono in fissa con Mako e da quando la scuola
è
finita è una tremenda agonia! Ma oggi lo
rivedrò...
...perché lui
verrà. Io te lo avevo detto, vero Lopmon, che lui
verrà
con noi?»
«S-Suzieee...» invocò con voce tremula
dall’interno della borsa «Sì? Riesce a
passare
l’aria là dentro?»
«Quando
arriviamo dobbiamo parlare...» annunciò Lopmon con
una
nota un tantino inquieta nella voce.
Sforzandosi sulla sua
gamba che ormai sembrava rigida, incapace di piegarsi, Jeri si
portò fino alla fenditura dalla quale filtrava la luce
“Questo sole è l’unica cosa che mi
rimane...
...posso solo
ascoltare gli echi della strada, ma i ricordi mi assalgono:
è
terribile ripensare che un tempo, in un giorno di questi saremmo andati
al mare! Il suono dei clacson mi ricorda i pullman, che ci portavano in
gita scolastica! Takato, dove sei ora...? Con chi sei? Dove ti prepari
ad andare, senza di me? Lo sento...qualcosa di meraviglioso
è in
cantiere, ed io non posso raggiungerti!! Non ce la faccio a restare
chiusa qui dentro, ma...
...ho paura che tu mi
respinga!” stringendosi il capo tra le braccia
“Quando
finirà questa tremenda agonia?!”
Ma fu allora che
«A-Ahhh!!» qualcuno balzò
all’interno di quel
vano nascosto, rotolando a terra per il dolore «Beelzemon!...
...ma si può sapere che ti è successo?!»
I suoi tre occhi si
riaprirono a fatica «...sono riuscito a tornare per
miracolo...
...neanche volando in alto si riesce a elidere i sensori...
...l’ostilità, là fuori, è
p-più
forte che mai! Non si curano dei civili...
...ed io...ho perso le mie ali...»
La ragazza
camminò verso la fenditura, fissando attonita il cielo
mentre
gli elicotteri adombravano il sole...
Una mano femminile
scorreva il touch screen, ma un’ansia nel cuore permeava i
suoi
gesti impedendole di concentrarsi su quei messaggi d’auguri.
D’un tratto,
nella penombra della stanza si materializzò
un’elegante
sagoma scura dalla forma di una volpe «Scusa se ti ho fatto
attendere.» disse signorilmente.
Ma in risposta lei
gettò il cellulare a terra «Tu non mi hai fatto
attendere,
mi hai fatta impazzire!!»...«M-Ma io...»
cercò
di mediare il Digimon, ma la donna inveì «Alla
buon’ora, finalmente sei arrivato!! Con tutto quello che si
sente
in giro ho consumato ore di strazio!»
«Ti prego di
perdonarmi...» si inchinò la volpe nera, e lei
nascose il
volto tra i lunghi capelli, nutrendo rimorso per la sua reazione.
«...ma dovevo
assentarmi per appurare delle informazioni molto
importanti.»...«E’ sempre
così...»
mormorò lei riordinando gli abiti sul letto, e la creatura
«Intendi dire che ti lascio spesso sola? La tua gelosia mi fa
un
po’ sorridere...però stavolta ti porto buone
notizie: la
Regina dei Digignomi è stata finalmente avvistata.»
Gli occhi di lei si
spalancarono di emozione, ma non ebbe il coraggio di voltarsi
«...d-dici davvero?» tanto che lui dovette avanzare
alle
sue spalle, e con le sue zampe porgerle un pacchetto «Buon
compleanno, Himi.»
Himi si volse di
scatto, alzando mano tremante per sfiorare il suo muso premuroso, ma
poi la ritirò per iniziare a scartare, lentamente, quel
pacchetto...
«...dove sei
andato a confezionarlo, mentre qui attorno vi cercano senza sosta...?
Il tuo obiettivo è farmi...completamente uscire di cervello,
Ima...» ma sembrava un rimprovero premuroso.
«Al rischio sono
abituato, e un pizzico mi piace. Accende la luce dell’amore...
...come un faro nella
notte...» spiegava lui, mentre Himi sollevava attonita una
coppia
di biglietti «...e questi cosa sono?»
«Te lo spiego
subito: due biglietti per il nostro viaggio, uno per me e uno per te.
Ti avevo promesso che ti avrei fatto un regalo. Presto, raduna le tue
cose: si parte per il Regno Abbandonato, è lì che
si
trova la Regina, riceverà una nostra visita di
persona.»
Il fiato di quella
donna dai capelli neri era smosso da un affanno sommesso che sembrava
suscitare in lui paterna tenerezza «Che
cos’è...?
Non mi chiedi che razza di posto sia il “Regno
Abbandonato”...?» ma lei scosse il capo,
sussurrando
«...non mi importa...» e poi ancora più
piano
«...non mi importa...» avvicinandosi per quello che
sembrava un bacio...
...ma che
scivolò in un abbraccio pieno d’affetto. Imagomon
chiudeva
i suoi occhi e le carezzava il capo “Himi, cara ragazza
terrestre: mi hai aspettato con grande pazienza. Ed io forse ti ho un
po’ sfruttata per sfuggire alla mia vita...
...e a quello che sta
succedendo a mia figlia! Ma benché sembri assurdo
è
meglio che continui per questa strada: non è giusto
costringerti
ad attendere ancora, e per diventare finalmente umano come te, non mi
farò scrupolo di avventurarmi in quel mondo oscuro! Spero
che
stavolta mi vada bene...”
Alice scendeva le
scale della villa, quando d’un tratto l’antica
porta emise
un rumore ed iniziò ad aprirsi «Oh? Buongiorno
Rika!»...«Alice, scusa se sono venuta
così presto!
Ti disturbo?» si premurò la rossa domatrice, ma
l’altra sorrise «Figurati! Giusto in tempo per
offrirmi
soccorso, ho bisogno
d’aiuto!»...«Uhm?» si
stupì Rika, ma la risposta venne dalla cima delle scale: un
uomo
vestito di bianco scendeva con passetti rapidi, tenendo in mano un
oggetto dalle sfumature grigiastre «Questo non si spiega in
alcun
modo! Adesso va bene il sostegno al compagno di squadra malato! Va bene
l’attività alquanto dubbia a cui è
adibita questa
villa! Va bene tutto, ma almeno potrei essere informato sul Digimon a
cui appartiene questo Digivice? Mio non è, se non ricordo
male...»
Rika guardò di
scatto Alice, la quale svelò «Ti spiego, lo ha
trovato
nella mia borsa! La verità è che Refrainmon
è
molto geloso, a sentir lui io avrei avuto una storia con tutti i
Digimon sorti negli ultimi dieci anni!»
«Ti credi
spiritosa?!» provocò lo spirito, ma la ragazza si
pose le
mani sui fianchi «Sei un testone! Innanzitutto
l’attività della villa non è affatto
dubbia ed
eravamo d’accordo, mi pare: feste, solamente feste!! Che
c’è di male a essere un po’ allegri?! E
non fare
quella faccia, tu credi che io mi stia divertendo? E invece no caro,
sto lavorando!»...«Lascia perdere Alice, gli uomini
sono
così.» la sfiorò Rika con sguardo
furbetto,
commentando poi «Ahhh, alquanto scoppiettanti i rapporti fra
Digimon e domatori celebri...!» al che Alice
espirò,
culminando in un sorriso cosciente «La verità
è che
freme, in questo stato ancora non possiamo
abbracciarci...»...«Quando
avverrà...?»
domandò Rika fissandola intensamente, ma quegli occhi
azzurri
velati e amichevoli sviarono l’argomento «Dimmi di
te,
piuttosto.» e la domatrice avanzò
«Dobbiamo ancora
motivare l’assenza delle domande di riserva, qua attorno! A
parte
gli scherzi...ufff!...
...se incrociamo le
dita forse ci siamo, io...avrei trovato un lavoro, ma dovresti sentire
di che roba si tratta! In pratica è un impiego da revisore
ma
gli elementi da revisionare...sono armi!»
Alice alzò il
sopracciglio, e Rika accennò un sorriso
«Sì!
E’ una società di taglio militare ed io
dovrei...esaminare
i loro prodotti, o almeno così mi hanno detto, se non ho
capito
male!»
«Alice, ancora
non hai risposto alla mia domanda!» inveiva Refrainmon, ma
Rika
si sovrapponeva scostandosi i boccoli «Mi
ricorderà i
tempi dell’adolescenza, quando accarezzavo l’idea
di
entrare in polizia poiché mi ero convinta...di
possedere...autocontrollo! No io dico solo: tu pensa!» Alice
sorrise e mormorò «...attenti a questa mamma in
attesa...» e Rika si sfiorò il suo ventre...mentre
Refrainmon scendeva gli ultimi gradini «Esigo una
spiegazione!»...«Ti stai comportando come un cane
ringhioso, non vedi forse che abbiamo un’ospite?!»
ma Rika
si avvicinò divertita «Andiamo, non fate caso a
me:
chiariamo piuttosto questa questione del
Digivice!»...«Che
poi è una stupidaggine, è apparso un giorno per
caso e
adesso questo crede che io l’abbia rimpiazzato!»
Rika
assunse sguardo assorto «Eppure a qualche Digimon...deve pure
appartenere...»...«Certo che appartiene a un
Digimon, ma
non è affatto come lui pensa! Il Digimon in questione
è
quella volpe nera! Imagomon, il marito della tua
Digimon!»...«SHHHHHHHHH!!!» Rika si
aggrappò a
lei nel ferreo cenno di tacere, alludendo con gli occhi al soffitto
tanto che Alice mormorò «Renamon è
forse qui?
Può avermi udita, l’hai fatta venire?!»
ma a quel
punto l’altra realizzò «No...
...è rimasta a
casa, ma io ancora non riesco ad abituarmi a questo regime,
benché sia un mese che cammini senza di lei! Mi sembra che
sia
sempre attorno, e che possa udire ogni cosa!!»
Lo sguardo di Alice si
fece comprensivo «Che vuoi farci, Rika? Certe cose non si
possono
portar via da noi: anch’io mi sento un tutt’uno con
questo
testardo, che ora crede che io sia l’amante di un Digimon
sposato! Ma presto si convincerà che non è
così...» (canzone: Renato
Zero - Nei giardini che nessuno sa (strumentale) )
Quelle allusioni e
quegli sguardi facevano presagire a Rika una non lontana separazione.
Alice guardava piena d’amore l’uomo col cappello
bianco,
che rivelando sguardo ingenuo esplorava gli occhi di lei, per scorgere
una conferma alla sua completa fedeltà. A costei in fondo
non
dispiaceva, e cercava di stringere la sua mano benché la
differenza dimensionale forse glielo impedisse...
...cercando di
nascondere tristi domande sul punto di prorompere, Rika
accennò
«Ero venuta a chiedervi...
...se oggi vi va di
venire con noi.» ma Alice avanzò e rispose
dolcemente
«Ti ringrazio Rika...
...ma purtroppo
c’è troppo sole lì, non...posso
proprio...»...«Ahh! Cosa?!»
sussultò
l’altra, tendendo le mani alla sua amica bionda
«Ma...se tu
ce l’avessi detto noi avremmo scelto un altro
posto!»...«E’ proprio per questo:
là va
benissimo...» pronunciò Alice con sguardo profondo
«...e comunque io sono davvero impegnata: vedi tutto questo
attorno a te? Vendiamo.»...«Come?» fece
Rika,
smarrendo i suoi occhi nella villa circostante. Alice
illustrò
«Ho preso una decisione su come gestire i miei affari.
Purtroppo
zio non si è ancora risvegliato dal coma...
...e arrivati a questo
punto...» chinando il capo «...temo non
succederà
più. Io ero entrata in possesso del suo vasto patrimonio, e
adesso l’unica cosa che mi viene in mente
è...cercare di
gestirlo in un modo che lui avrebbe approvato. A questo riguardo ho
avuto un’idea. Anzi...abbiamo avuto
un’idea.»
invitando lo spirito del suo Digimon ad accostarsi a lei. Rika li
guardava emozionata, e chiese «Di che si
tratta?»...«Aspetta...! Non avere
fretta.» fece Alice
velatamente scherzosa, aggiungendo «Se tuo marito ancora non
te
l’ha detto lo farà
presto.»...«Ryo...?!»...«Sì!
Non ti nego
che di questa decisione abbiamo parlato con lui. E con...i suoi
Digimon. Manca ancora poco...oggi è l’occasione
giusta:
vedrai che vuoterà il sacco.»
I raggi del sole
filtravano dalle alte finestre, innalzando il pulviscolo e
attraversando gli spiriti. Rika non smetteva di guardarsi attorno con
sguardo maturo, forse più della sua età. Mentre
Alice
sembrava l’immortale fanciulla di un quadro, e con
spigliatezza
giovanile le pose le mani sulle spalle «Ehi, su col morale!
Sei
arrivata a un traguardo importante, oggi tuo marito uscirà
dall’ospedale. E molto presto, sotto lo stesso sole sarete in
tre...
...il tuo bambino, la sua mamma e il suo papà.»
Rika si portò
una mano al ventre «...questo papà un
po’
acciaccato...
...lo hai visto?
Adesso ha perso anche le ciglia, oltre i capelli. Uhm, nel vederlo
così, come un...Digimon allo stadio neonatale, sprovvisto
del
pelo...il cuore mi si riempie di una tenerezza che non credevo fossi
capace di provare! In questi giorni...stargli vicino,
assisterlo...dargli la colazione, e aiutarlo a poco a poco a riprendere
i suoi movimenti naturali. Osservarlo che lotta...
...sostenerlo quando
ne aveva fin sopra i capelli che non ha più, della chemio e
di
questo strazio! Tutto questo, a dispetto delle sue iniziali paure...
...non ha fatto che
accrescere in me l’amore che provo per lui in
quantità
abissali! Si abbatte come una cascata: credimi Alice! Le cascate del
mio amore potrebbero riempire tutto Digiworld...»
«Questo mi
solleva...ora il mondo dei Digimon ha bisogno di amori come i
vostri.»...«Guarda che anche tu sei una di
noi.» le
ricordò Rika...
...e la ragazza bionda
le fu grata, mentre il suo spirito compagno mutava forma trasformandosi
in Dobermon.
«Come sta la tua
Digimon?» si interessò Alice, e Rika inizialmente
chinò il capo «Veramente ero venuta a parlarti
anche di
questo...» alzando di colpo lo sguardo «...Renamon
è
così depressa! Forse perché ha saputo che
Imagomon
porterà Himi in vacanza. Non approvo come si sta
comportando,
anche se posso capirlo...» incrociando le braccia
«...ma
non posso fare a meno di rivedere in lui Cyberdramon, che aveva
abbandonato Ryo per il timore di soffrire. Imagomon è un
padre!
E sta bendando i suoi occhi, mentre sua figlia mette a ferro e fuoco la
città. Quella ragazza...
...scusami, quella
Digimon...ha solo bisogno di un po’ di comprensione! Ma
finché il suo cuore resta diviso in due
metà...continuerà a far terra bruciata attorno a
se. In
tutto questo io non so cosa fare perché benché si
stenti
a crederlo...
...anche il mio cuore è diviso.»
Mentre Alice ascoltava attentamente...
...Himi avanzava in
punta di piedi in casa di Rika, approfittando che non ci fosse nessuno
per recuperare alcuni oggetti propri, rimasti nei cassetti.
Ma proprio quando era
piegata a terra a riempire la sua borsa, una porta si aprì
di
scatto rivelando la sagoma di una volpe in controluce.
Himi balzò in
piedi, fronteggiando quei sottili occhi azzurri che la fissavano...
«Loro due sono entrambe mie
amiche, e mi piacerebbe tanto che questo gioco potesse
risolversi...senza che nessuno soccomba! Ma non so cosa fare...e oltre
a questo, oggi è il compleanno di Himi e io non le ho
neanche
comprato il regalo!...
...tu hai qualche
consiglio, Alice? Scusami...io vengo ad importunarti con i miei
problemi, quando tu sarai di certo impegnata!» ma Alice la
trattenne per il braccio «Aspetta, Rika! Tu ti stai
sbagliando:
io invece sono contenta...
...e ansiosa di aiutarti. E riguardo al tuo caso...
...lasciati dire che
ho un’idea...» mentre il sole filtrava tra di
loro...
Himi intanto affermava
«Ti assicuro che sono venuta solo a prendere alcune cose. Che
già mi appartengono. Non è mia abitudine rubare.
Mai...»
Renamon venne avanti
«Io non ti accuso di rubare. Né di averlo fatto.
So
riconoscere chi agisce nell’inganno e chi invece...
...lotta per i propri
diritti. O per i propri sentimenti...»...«Lo so,
Renamon...» disse Himi accomodandosi la tracolla
«...lui mi
ha parlato a lungo di te.»
«...io non posso dire lo stesso...
...da quella notte in
cui lo avvertisti, e gli permettesti di salvare me e Beelzemon...non
l’ho più visto. Non conosco più i suoi
pensieri...e
spero che lui non li ignori altrettanto.»
«Sei venuta a
chiedermi chi sono io, vero...?» nel gesto ripetuto di
aggiustarsi la tracolla «Vuoi sapere che cosa rappresento
davvero
per lui?»
«...no
Himi.» rispose Renamon «...non sono qui per
questo.»...«E allora...?»
piegò il capo
incuriosita la donna dai capelli neri.
Renamon si
inginocchiò lentamente, e rispose «Sono qui per
ringraziarti: non l’avevo ancora fatto da allora. Se non
fosse
stato per te saremmo stati spacciati...»
Himi restò a
bocca aperta, e smarrì lo sguardo oltre la porta aperta,
verso
il giardino “Mi ringrazia, nonostante io sia la terrestre che
le
ha portato via il marito?...
...è una vera
signora...” «La sola cosa che ti
chiedo...»
sussurrò Renamon senza guardarla «...se puoi,
ricordagli
di nostra figlia.» Himi si volse di scatto
«Perché?
Che succede a vostra figlia?»
La volpe si
alzò lentamente, e in un sussurro concluse «...lui
capirà.»
«Aspetta!
C’è qualcosa che io non so?!» mentre la
Digimon
avanzava verso l’esterno. Si arrestò per un
attimo,
volgendo la coda dell’occhio «...chiedigli di
aiutarmi con
Akirmon. Di non abbandonarla. Io da sola non ce la faccio! Se lo ami
veramente digli che...sua figlia...ha bisogno di lui, e lui se ti ama
veramente...
...ti
esaudirà.» accennando in ultimo, prima di sparire
nel
giardino «So che partite. Vi auguro buon
viaggio...» e
così si inchinò, di fronte alla stupita
terrestre...
«Rika, ti
porrò una domanda diretta: secondo te, il marito di Renamon
è innamorato della tua amica Himi?»
La domatrice chinò il capo...
«...bene, non lo
sai. Ciò che ti proporrò io servirà a
chiarire i
dubbi. Tieni.»
«Oh?» Rika
alzò gli occhi stupita, ricevendo tra le mani quel Digivice
grigio, i cui bordi d’oro brillavano al sole.
Alice spiegò «A
volte per appurare l’amore di un essere umano verso un
Digimon,
l’unica maniera è...
...renderlo il suo
domatore. In questo modo la pietra dello scandalo è
rimossa...» rivolgendo a Refrainmon un sorriso velato di
scherzo,
per poi adagiare gli occhi su Rika «...ed il problema del
regalo
è risolto. Uhmuhm!»
Quegli occhi lilla
incorniciati dal trucco erano pieni di gratitudine. Avanzò
verso
la compagna, fino a che i tacchi delle loro scarpe non furono vicini.
Le prese le mani «Un tempo mi fu impedito di dirti quel
“grazie” che sentivo nel cuore, svanisti troppo
presto. Ma
oggi...
...niente e nessuno mi ruberà quella parola...
...grazie, Alice...
...grazie...per tutto
quello che hai...sempre fatto per noi.» abbassando lo sguardo
verso il Digimon «Grazie anche a te, Dobermon.»
Il Digimon
restò chiuso nel suo nero ed evanescente silenzio, fino a
che il
sole non penetrò attraverso di lui dallo spiraglio della
porta
aperta da Alice, che Rika si premurò di lasciare socchiusa.
Il
suo fisico esile le permise di uscire...
...ma coprendosi con
la mano, Alice la seguì con lo sguardo e la vide avanzare.
Rika si guardava
indietro, mentre gli uccelli dell’estate gridavano sul tetto
di
quell’antico luogo. Un’ultimo scambio di sguardi,
con
quella giovane che richiudeva la porta, e quel cane di cui spuntavano
solo le borchie del collare.
E poi suono di
chiusura, ed il cigolio del cancello a cui Rika dedicò
malinconia e dolcezza (fine-canzone)
Tante ragazze
indossano i tacchi, e molte approfittano dell’estate per
farsi
belle dal parrucchiere. Come le due dal volto coperto da una rivista di
gossip, che accavallarono le gambe in un gesto curiosamente simultaneo
«Cosa ne dici?...
...nessuno si è accorto di quelle che siamo,
Rapunzelmon?»
La coda di quel furbo
occhio azzurro si mosse verso di lei «Niente affatto,
sorella!
Gli umani sono talmente impegnati ad aver paura di noi...
...da non distinguerci, anche se siamo a un passo da loro!»
Alludeva alla loro
immagine, ospite fissa della prima pagina di ogni rivista, sotto il
titolo “BELLE
& LETALI”
«Uhmuhmuhmuhm!
Che siano sciocchi non è una novità.»
commentò la ragazza mora, sfogliando con naturalezza e
aggiungendo «Almeno il vantaggio è che possiamo
mescolarci
tra loro per rifarci il look! Ohh, ma è
un’esigenza
temporanea: ho un messaggio dal Limbo...» alzando appena il
suo
cellulare alla moda «...il nostro salone personale
è quasi
pronto! In questo mese abbiamo accumulato abbastanza materiale
tecnologico da poter allestire il locale più
“in” di
tutto Digiworld! Là le signore potranno rifarsi le unghie,
distendersi...su una comoda poltrona e sperimentare nuovi tagli, solo
che adesso...è in manutenzione: ah, che noia queste
burocrazie!»...«Starshipmon...?»
accennò
Rapunzelmon con scaltro ammiccare «Ciò che vorrei
sapere
è...
...ptsss,
cos’è successo con quei Digimon che hai fatto
entrare a
casa ieri notte!»...«Cosa vorresti sapere, di
preciso...?»...«Perché gridavi,
perché a un
certo punto li hai buttati fuori, insomma cosa è
successo?!»...«Uhmf...? Perché erano
degli inetti,
ecco tutto! A un certo punto mi sono annoiata e ho dato loro il ben
servito. E tu...? Non vorrai farmi credere che a te è andata
meglio, con quel tipo là!» Rapunzelmon
assottigliò
lo sguardo «Si dava tante arie, ma alla fine sai che ti
dico...?» avvicinandosi al suo orecchio, e bisbigliando
«Non valeva niente!»...«Ah, ahahahah!
Questi Digimon
di oggi, e dire che si sentono campioni di virilità: tanto
vale
a questo punto riguardarsi i film d’epoca!»
Rapunzelmon
contemplava lo smalto nero sulle sue unghie, e la sua espressione si
incupiva «Mio padre non si è neanche accorto che
sto
bruciando la città! Sembra che a lui non interessi, e dire
che
raccontava di amare la terra, anche se non c’era mai
stato!» ma l’altra dalle unghie colorate sfogliava
la
rivista «Che ti aspettavi? Lui è uno di
loro.»
La bionda dai capelli
striati tacque, e la mora dalle meshe più chiare
accennò
«Senti, piuttosto...parliamo di cose serie. Uff!...
...sai che c’è? Uno di quelli mi ha fatto un
regalo.»
Rapunzelmon non
rispose subito, presa tra i suoi pensieri. Solo dopo un po’
si
volse «Come?»...«Uhm...credono di
ingraziarsi
così una Digimon della mia stoffa, senza considerare il
livello
sociale che ci divide. La verità è che ho un
pizzico di
imbarazzo nell’aprire il pacchetto. Sai? Da colossi del mondo
digitale coi muscoli di plastica c’è da aspettarsi
di
tutto, sta di fatto che l’ho lasciato in macchina.»
L’altra chiuse la rivista di colpo, e la lanciò
sullo
scaffale «Davvero?! Vuoi dirmi che non hai...neanche un
pizzico
di curiosità?!»
Starshipmon mosse la
coda dei suoi occhi alieni e allungati «Tu mi sembra ne abbia
più di me, a quanto pare...» ed in effetti il viso
allettato dell’altra confermava «Se vuoi posso
lasciarti
l’onore, tanto a me che mi costa? E da quel che vedo...i tuoi
capelli ne avranno un bel po’, prima di
asciugarsi.»...«L’auto
l’abbiamo parcheggiata
qua fuori?»...«Sì, non
ricordi...?»
Rapunzelmon
girò la sedia, adagiando i suoi tacchi scuri a terra ed
aggiustandosi quel groviglio di bigodini che aveva sul capo.
L’altra se la contemplava mentre con passo ancheggiante si
dirigeva verso l’esterno «Sorella!»
La bionda si volse, e
la mora rimasta a sedere specificò «Dopo che lo
avrai
aperto, non dirmi necessariamente di che si tratta! Potrei non reggere
il colpo...»
L’altra sorrise, ed uscì con i suoi bigodini sotto
il sole...
...mentre Starshipmon
sorrideva con una strana consapevolezza, e riprendeva con nonchalance a
sfogliare la rivista.
Mentre un Digimon
verdino se ne stava in piedi sopra un letto con l’espressione
scura, una ragazza camminava per la casa chiacchierando con il suo
bambino «Dai, raduniamo tutte le nostre cose Benji. Come
abbiamo
fatto quando siamo partiti dall’America, e ci siamo tuffati
su
quell’aereo...che in un secondo si è riempito di
Digimon!
Certo, quante cose sono cambiate da quel giorno. Ogni tanto mi fermo e
ci ripenso. Ricordi? Eravamo...solo noi due con le nostre borse, ci
avevano rubato tutti i sogni proprio come bagagli
all’aeroporto.
E invece qui si è accesa la magia, è stato un
colpo di
scena dopo l’altro! Abbiamo conosciuto Terriermon! Ed abbiamo
ritrovato il tuo papà, ora siamo assieme. La sai una cosa?...
...io nonostante le
difficoltà ringrazio la vita ogni giorno! Ora siamo una vera
famiglia. Essere innamorati è meraviglioso...»
Ma le sue parole quel
giorno sembravano accrescere la pena nel cuore di Terriermon, profonda
come una voragine in cui non si smette di cadere.
«Terriermon!
Scusa hai visto il mio Digivice? E’ nel mio cassetto oppure
nel
comodino di Henry?» fece capolino Rea, per poi accorgersi
subito
che qualcosa non andava «Terriermon,
cos’hai?!»
«Rea...»
accennò lui, e la ragazza richiuse la porta alle spalle,
chinandosi ai piedi del letto «Ci sono problemi con Muskmon?
La
seduta di terapia è stata particolarmente difficile...? Devi
avere pazienza...
...quella Digimon ha
sofferto molto...ci vorrà tempo prima che impari a
comportarsi
come tutti voi. A provare i vostri stessi sentimenti! Ma sono sicura...
...che tutto il tuo
intenso lavoro di questi giorni non andrà sprecato. Non ho
mai
visto qualcuno impegnarsi tanto quanto te!» ma lui si volse
di
scatto «Rea! Quanto mi sia impegnato ora...non ha nessuna
importanza se vanifico tutto in un minuto!»
La sua espressione era disperata, e quella della domatrice incredula.
«Si sa, in
questi casi basta un soffio per far crollare tutto!»
esclamò il Digimon «L’ambito della
psicologia
è estremamente delicato, e non sono ammessi errori di alcun
genere!!»...«Dai...ora non fare come Henry, lui
è
sempre stato perfezionista, non ha mai accettato errori da parte sua,
come il suo papà. Però...a poco a poco sta
migliorando,
sta diventando più malleabile e ora tu vuoi fare come
lui?»...«Non c’è niente da
fare Rea...quando
non si può non si può! Quando non è
ammesso non
è ammesso!!» ma a quel punto la ragazza sorrise e
fece
«Terriermon!...
...momentai...»...«MOMENTAI UN
ACCIDENTE!!»
sbottò lui, con le orecchie tese «Non ti rendi
conto di
cosa ho fatto, una cosa terribile! Una cosa irreparabile,
perché
proprio oggi?! Non era ancora il momento!...
...né il giorno...»
Rea si chinò di
nuovo, propensa ad ascoltare, mentre lui serrava i pugni «Non
si
può sempre far uso di una...stupida parola come
“momentai” per cancellare gli errori e tirarsi su
il
morale!»...«Non ti ho mai sentito parlare
così...» lo sfiorò lei con pena
«Perché io non avevo mai fatto ciò che
ho fatto
oggi!!!» strillò il Digimon, serrando i denti
«Muskmon c’era quasi riuscita...era ormai sul punto
di
esprimere il suo grande dolore, liberandosi di tutto quel peso e io
cosa ho fatto?! L’ho baciata!»
«Che
cosa?!!» sobbalzò la ragazza, e lui si volse di
scatto
«L’ho baciata Rea, te ne rendi conto?!! Ho baciato
Muskmon!!»...«L’hai
baciata...»...«Sì...e non me lo
perdonerò
mai, mai finché
vivrò!»...«L’hai
baciata...» (canzone: Laura
Pausini - Due innamorati come noi)
ma lentamente sul volto della ragazza si dipingeva un radioso sorriso
«Ma Rea, non capisci?! E’ una cosa terribile! Si
dice che
fra terapeuta e paziente non deve mai instaurarsi un legame di questo
tipo, può compromettere l’intero
rapporto!!» ma la
ragazza scappò dalla stanza, gridando a gran voce
«HENRY!!
HENRY VIENI SUBITO QUIII! CORRI!»
...mentre il Digimon
si copriva la faccia con le zampe e con le orecchie «Oh no,
Rea...!»
Il domatore si
precipitò in camera, con aria un po’ trafelata
«Eccomi, che succede? Benji si sente poco bene per
caso...?»...«Henry!» la moglie lo prese
per mano
«Vieni! Questo è un momento molto importante per
la nostra
carriera da domatori!»...«Davvero...?»
domandò
il ragazzo nell’accenno di un sorriso...
...mentre Terriermon
si premeva la faccia più che poteva
«...altroché...!!...questo è momento
disastroso!»
Rea spiegò
«Vedi! Benji è ancora un bambino, e noi dovremo
aspettare
prima che inizi a vivere quelle cose...che fanno battere il cuore! Il
primo amore, le mani gelide per l’emozione! Un vortice di
farfalle nello stomaco!»...«Ci mancherebbe, nostro
figlio
deve crescere.» sorrise Henry, e lei «Deve
crescere?...perfetto, perché intanto a catturarci il fiato
è il nostro Digimon!» accostandosi al marito e
prendendogli la mano «Oggi ha baciato Muskmon durante la
seduta
di terapia! Uhmuhmuhm!» sovrapponendosi al vano
«No!! Non
dirglielo...» di Terriermon che piegò le orecchie
deluso.
L’espressione di
Henry si illuminò «Terriermon...! E’
vero ciò
che mi sta dicendo mia moglie? Non posso crederci!»
chinandosi ai
piedi del letto, mentre Terriermon mugolava «Tanto anche se
ti
dicessi che non è vero...ci crederesti
mai?»...«Raccontami i particolari, hai...baciato
Muskmon?
Ma lei...ti ha ricambiato?» chiedeva Henry sfiorandogli
l’orecchio «Sì! Sì, mi ha
ricambiato!!!» ribatté il Digimon indispettito
«Ma
questa è una cosa...fantastica, meravigliosa!»
osservò Henry «Significa che Muskmon ha finalmente
aperto
il suo cuore...ai più bei sentimenti: la fiducia,
l’amore!
Altro non è che il...successo della tua terapia. Sei stato
grande, amico mio.»...«Ma Henry, non ti rendi conto
di
quello che dici?!!»...«Come...? Perché,
che
intendi...?» chiedeva spiazzato il domatore, sullo sfondo del
sorriso di sua moglie.
Terriermon inveiva
«Ora non potrò più entrare in quella
stanza col
libro sottomano! Infilarmi gli occhiali e presentarmi come il suo
terapeuta! Tutto è crollato
all’improvviso...perché
io...
...vi ho raccontato
una bugia! Non è vero che sono laureato, ho allestito questa
messa in scena...perché volevo aiutarvi! In
realtà ho
strappato sì e no una cultura di base, al villaggio. Non
sono
esperto come voi!»
Ma i due giovani
sorridevano, e Rea appoggiava divertita la sua spalla su quella di
Henry.
«Ecco,
finalmente l’ho detto...» affermava mogio
Terriermon
«...non vi potevo vedere oppressi dagli impegni ma col cuore
pieno di sogni! Volevo dare il mio contributo...»
«In
realtà noi l’avevamo capito.»
affermò
pacatamente Henry, e Rea «In questi giorni ci era venuto il
sospetto, sentendoti parlare, che tu non fossi proprio laureato...ma ti
abbiamo lasciato fare! Pensavamo che anche una “terapia fatta
in
casa” avrebbe fatto il suo dovere...
...se fatta con
amore...»...«Amore...!» ripeté
Terriermon in
una nota sofferta, ed Henry si chinò su di lui
«Terriermon...
...tu ami Muskmon?»
Il Digimon lo
fissò negli occhi, e con un filo di voce e lo sguardo deciso
affermò «...sì...
...sì, Henry!! Io la amo...
...amo quella Digimon! Come non ho mai amato nessuno...»
Henry lo prese tra le
mani «E’ fantastico...sono tanto felice per te,
amico mio!!
L’amore è una meravigliosa magia...»
mentre Rea si
accovacciava vicino a lui, abbracciandolo da dietro.
«Ma è
anche una magia terrorizzante! Come faccio adesso?! La mia terapia
è andata in pezzi come un bicchiere di
vetro!»...«Ora lascia stare la terapia.»
suggerì Henry, aggiungendo «Questo gioco
è
terminato e adesso penso che Muskmon non ne abbia più
bisogno.
Anziché il terapeuta ora potresti essere per lei...vediamo,
fammi pensare. Ecco, ho trovato!...
...il suo fidanzato!»
«Cosa...?»
pronunciò Terriermon in un soffio di fiato, accentuando il
rossore «Tu pensi che io potrei mai...?! Ma con quella
Digimon?!»...«E perché no?»
fece Henry
accomodandosi i suoi occhiali «In fondo Muskmon adesso
è
la donna che ami.» Rea aggiunse «E forse solo il
tuo
amore...potrebbe trarla in salvo dalla voragine della sua
vita.»
«Voi...lo
credete davvero?» accennò Terriermon, per poi
rivolgere in
alto uno sguardo di speranza “Devo rifletterci:
chissà se
l’aria di quel luogo caro potrebbe mai
aiutarmi...?” (fine-canzone)
Giunta presso la
fiammante auto sportiva, Rapunzelmon scostava la voluminosa collezione
di riviste e ritagli di giornale, fino a pescare un pacchetto che
riconobbe come quello indicatole dalla compagna.
Le sue unghie smaltate di nero scorrevano lungo quel nastro dorato...
...mentre Himi si
trovava ancora a casa di Rika, e chiudeva la sua borsa ormai piena
quando la porta si aprì nuovamente. Questa volta lei
sussultò, ma il suo timore si attutì a poco a
poco
incrociando gli occhi dell’amica «Non aver
paura...»
disse costei accennando un docile sorriso «...io non sono
Renamon.»...«Lo so, lei è stata prima
qui.» si
affrettò a dire Himi recuperando la sua borsa «Vi
siete
incontrate...?» chiese Rika scrutando il suo sguardo, e
l’amica ammise «Sì...
...voleva...ringraziarmi! Non so perché, non ne aveva
motivo.»...«Renamon è così,
io la conosco...
...non lascia mai che
un merito non venga celebrato. Forse è anche per questo che
andiamo d’accordo.»
La ragazza bruna
abbassò gli occhi ed accennò ad andarsene, ma
Rika la
richiamò «Himi! Aspetta...»
Costei si fermò senza voltarsi.
«Stai per partire, vero? Io non ti tratterrò...
...però...ci
tenevo a dirti...una cosa prima che tu vada. Prima che tu parta con
Imagomon, io...volevo dirti...
...una cosa importante!»
Himi si volgeva lentamente, celando un timore...
Il nastro dorato era
ormai tra i giornali, e Rapunzelmon si apprestava a leggere incuriosita
il biglietto «Per
la mia cara...
...uhm?...Rapunzelmon.
Oh?!...
...ma questa è
la scrittura di Starshipmon: allora non si tratta di un regalo di un
suo ammiratore!» affrettandosi a strappare la carta da
regalo...
...per scoprire due
biglietti e una lettera, che la lasciarono a bocca aperta...
«Ci tenevo a
dirti che nonostante tutto io ci tengo a te! Che nonostante quello che
è successo io ti auguro...di essere felice...con
l’uomo
che ami! Se questo è Imagomon per te...»
Quando Himi si fu
voltata, ammise con occhi velati d’emozione
«Sì,
Rika...
...è
esattamente questo, penso che tu puoi capirmi. Lui è tutto
per
me...»
Rika accennò un lieve e gentile sorriso
«...sì...infatti...
...posso capirti. E ti
voglio bene...sì, ti voglio bene! Non mi fu data la
possibilità di dire questo a Renamon prima che se ne
andasse,
ma...!...
...non mi farò
scappare quest’occasione con
te.»...«Rika...ma lei
è la tua Digimon!»...«E tu sei
l’amica che mi
è stata vicina in questi anni!!»
ribatté Rika
prendendole le mani «E’ un legame altrettanto
importante!
Non potevo lasciarti andare senza dirtelo...
...buon compleanno, Himi.»...«Oh?!»
Le mani di Himi
tremavano, quando Rika le posò in mano quel pacchetto. I
suoi
occhi increduli stentavano a credere che fosse per lei, come le sue
mani smaltate a sfiorare il nastro
«Coraggio...aprilo.»...«...non credevo
che ti saresti
ricordata, sinceramente.»...«...lo so! La mia
proverbiale
cattiva memoria di questi anni, il mio disattendere agli impegni e
cambiare programmi in continuazione! Quante te ne ho fatte passare,
Himi...
...ma spero questa
volta, nel mio piccolo...di farti passare anche una bella avventura,
come quelle che io ho attraversato in compagnia della mia
Digimon.»
La carta cadeva sul
pavimento di quella casa, sotto gli occhi attoniti di Himi quando vide
tra le sue mani un congegno grigio bordato d’oro
«E’...è una
sveglia?»...«Sarebbe un
po’ tardi per regalarla, è finito il tempo delle
nostre
notti in bianco.»...«E-E
allora...?»...«Non far
finta di non capire, Himi...
...quello è un Digivice.»
La donna bruna
spalancò gli occhi, e Rika svelò «Io
credo che tu
lo riconosca. Perché io credo che tu abbia sognato tante
volte
di stringerne uno...e lo credo perché ti conosco. E proprio
per
questo ti ritengo in grado di essere quella che io finora sono stata, e
che sarò ancora chissà fino a quando. Ma quel che
è certo è che sarò per sempre unita
alla Digimon
che ho conosciuto in questa stanza...così come
sarà per
te, se è destino che resti unita al
tuo.»...«...al
mio?!»
Rika la scrutò
con particolare intensità, ammettendo
«Sì,
Himi...»
L’amica
fissò il Digivice sull’eco delle sue parole
«...da
questo momento Imagomon sarà il tuo Digimon, e...non solo
sotto
il profilo sentimentale. Sei diventata una Digimon Tamer...complimenti,
amica mia.»
Himi era incredula,
quell’oggetto magico tremava nella sua mano, mentre Rika la
osservava contenta...
...nel frattempo
Rapunzelmon apriva lentamente un foglio piegato, adagiando i suoi occhi
azzurri tra quelle parole...
“Rapunzelmon,
cara sorella.
Ti scrivo questa
lettera per confessarti...che ce l’abbiamo fatta. Ebbene
sì. Tante notti insonni e litri di caffè hanno
portato a
un risultato. Ho terminato di analizzare il cuore della mia gatta. Li
vedi quei biglietti?”
Rapunzelmon li raccolse...
“Sono per
il Regno Abbandonato. Là vi è
l’Osservatorio dal
quale potremo scatenare il suo potere e assoggettare la terra. Partiamo
subito, non appena sarà terminato il nostro restyling dal
parrucchiere. E se ho scelto un modo così stravagante per
dirtelo, conforme alla mia un po’ matta
personalità,
è semplicemente per il fatto...”
Starshipmon era
rimasta seduta all’interno, sfogliava la rivista ma ogni
tanto si
soffermava a pensare...
“...che non
avrei mai avuto il coraggio di esprimerti, guardandoti negli occhi,
tutta la mia gratitudine per questi giorni. Tu lo sai, io sono
arrogante. Io non ringrazio mai, e pretendo sempre tutto dagli altri.
Ma questa volta...ho deciso di fare un’eccezione.
Perciò
mi sono messa a un tavolo con carta e penna, nella speranza di tirar
fuori quelle parole che nella vita di tutti i giorni non si dicono
mai.”
«Starshipmon...» pronunciò la bionda
compagna dai
bigodini in testa...
...mentre Rika
abbracciava Himi «Sei una persona fantastica, e ti stimo
profondamente!! Mi mancherai quando sarai
via!»...«Rika, ma
tu...!» balbettava Himi fra incessanti lacrime «Tu
mi hai
davvero posto in mano quello che penso? Questo...è il
Digivice
della creatura che amo?!»...«Questo è
più che
un Digivice...» disse Rika, sollevandole la mano che
sorreggeva
il congegno «E’ un vincolo di fiducia, lo stesso
che ho
ricevuto io tanti anni fa!! Abbine cura...e fanne buon uso. Ora siamo
di nuovo colleghe...»
Himi la
abbracciò di impulso «Grazie, Rika!! Grazie per
questa
fiducia...»
«...oh, Himi...» la stringeva l’altra...
Sotto il sole della città, la lettera continuava...
“Forse, con i
miei ridicoli giri di parole, voglio dirti semplicemente grazie.
Assieme a te non mi sono sentita sola. Tu mi hai fatto divertire, e se
qualche volta ho preferito ritirarmi anziché rifilare ai
nemici
il colpo di grazia, è stato...(canzone: Taylor
Swift - Never grown up)
...perché
avevo
paura, perché temevo per te. Sei ancora fragile...anche se
sei
una grande guerriera! E se dovevo scegliere fra rischiare di perderti,
o ricominciare il gioco accontentandomi dei dati acquisiti...beh...
...finiamola qui! Credo ti sia ormai chiaro il concetto.”
Rapunzelmon aveva già le lacrime agli occhi...
“I ricordi
delle
nostre infinite chiacchierate affollano la mia mente. Quante cose ci
siamo dette, assieme a te ho visto quel tetro Limbo tingersi di
allegria! Non riesco a smettere di pensare a quando mi hai confidato di
esserti segretamente innamorata. Lui era un amico di tuo padre...
...era un Digimon che
amava correre su quei veicoli di recente creazione, e che un giorno
purtroppo, montò su uno di questi e non fece ritorno. Rimase
vittima di un terribile incidente, e non ebbe mai il tempo di chiederti
perdono...per averti fatto indignare, in quanto si ostinava a trattarti
come una sorellina e nient’altro! E mi dicevi...che si era
messo
assieme a una Digimon brutta e volgare, prima di morire! Eppure lui
è stato il tuo grande amore...
...e posso capirti, perché sai io chi amo?
...quel ragazzino che
canta su Internet. Il nuovo idolo delle adolescenti.”
...il cui sorriso
spuntava, incorniciato dal folto ciuffo scuro, sulla rivista che
Starshipmon stava sfogliando “Ebbene sì, sono pazza
al
punto di aver preso una sbandata per qualcuno più piccolo di
me.
E dire che ero tanto ansiosa di crescere, ma adesso, quando vedo le sue
coetanee...”
...come attestavano i
suoi occhi malinconici seppur densi di tenerezza, quando una schiera di
ragazzine fece ingresso nel salone, nel caleidoscopico splendere dei
loro tagli eccentrici...
“ ...non ti
nascondo
che mi piacerebbe regredire. Tentativo fallito...ci ho provato, ma non
ci riesco più. Tentativo inutile...perché tanto
non
cambierebbe nulla. Perché lui...è morto. E queste
ragazze
in fondo mi fanno pena: loro ancora non lo sanno. Io invece lo so da
tempo, ed è forse per questo che mi mostravo scontrosa con
lui.
Ti rendi conto? L’ingorda Starshipmon, che vuole far suo
tutto
ciò che tocca...è innamorata di qualcuno che non
può afferrare. Sembra assurdo ammetterlo, ma è
doveroso:
ognuno di noi ha i suoi limiti, sorella mia. Ed esiste per tutti un
traguardo...al quale non possiamo arrivare.”
...mentre guardava i poster srotolati dalle ragazze, e simulava
indifferenza scostando i lunghi capelli, e giocherellando coi suoi
bracciali colorati.
“Non
importa...parliamo di ciò che si può toccare: la
missione! Se questa volta tutto andrà bene, il cuore si
caricherà di energia tanto da permetterci di sbaragliare i
nostri nemici. E di far ritorno sulla terra come due regine. Forse
neanche con questo riusciremo a far tornare indietro il tempo, ma
almeno...
...potrò
consolarmi con l’essere la padrona di tutti i suoi poster, e
di
ogni emittente radio che trasmetterà la sua voce. Una magra
soddisfazione?
...ma ce la meritiamo
dopo aver combattuto tanto, e rischiato la nostra vita un milione di
volte. Entrambe siamo arrivate qui per affermare dei principi! Contro
la nostra famiglia, e i genitori che non ci hanno comprese. Per cui
è giusto raccogliere il premio sospirato.
Lo sai...
...a volte sono al
computer, ma le mie dita si arrestano e mi soffermo a pensare...su
ciò che sarà di noi. Cosa resterà di
tante grida,
tante esplosioni. Tante passioni. Forse...solo due foto
nell’archivio dei Digimon. Starshipmon & Rapunzelmon.
La mora
e bionda. Uhm, che strano...a volte la storia ti classifica come
farebbe un uomo mascalzone con le sue amanti! Gli adolescenti del
futuro citeranno i nostri attacchi, mostrandosi esperti sulle
differenze tra di noi. Ma cosa resta, fra punti di forza e parametri,
di quello che noi sentivamo, di quelle carezze rimpiante
dall’infanzia? E di quegli amori svaniti troppo presto...
...forse è
proprio per sfuggire alla risposta, che desidero conquistare il mondo.
Ora che verrai da me
non aspettarti che ti ripeta ciò che ho detto: io
sarò
sempre la stessa, indisponente e frivola come la moda comanda!
Però con questa lettera volevo dimostrarti che in un modo o
nell’altro mi hai conosciuta. Siamo un po’ matte,
è
vero...però non siamo veramente malvage. Alla fine siamo
come
gli altri: inseguiamo un riflesso che luccica all’alba,
posizionato esattamente al confine fra due dimensioni.”
Fu allora che
Rapunzelmon ripiegò la lettera, e cercò di
asciugarsi gli
occhi con la punta delle unghie per non rovinare il trucco.
Anche Starshipmon era
commossa, ma per non cedere seguitava a contemplare le sue mani. Fino a
quando non vide la sua compagna rientrare dalla porta, ed incrociare il
suo sguardo in un sorriso pieno d’affetto.
Le ragazzine con i
poster di Nakao si fecero attorno a Rapunzelmon «Guardate
quella
ragazza!»...«Che strana pettinatura, quei bigodini
le fanno
due ciuffetti buffissimi!»...«Però in
fondo è
carina.»
Lei si avvicinò
a loro, e alla fine sembrò gradire le loro attenzioni,
afferrando le loro mani come una simpatica animatrice. E le ragazze
sembravano gradire lei «Piace anche a te
Nakao?»...«...a me sì, e alla mia amica
ancor di
più! Però...shhh!»
...e tutte le
risposero «Shhhhhhh!» come si fa con un prezioso
segreto.
Alzò così gli occhi su Starshipmon...
...la quale si
scrollò i capelli «Veramente io volevo un colore
più chiaro, ma quello mica ha capito! Pazienza.
Sarà per
un’altra volta.»
Pur lasciando le
ragazzine un po’ deluse, Rapunzelmon assunse sguardo deciso e
si
unì a lei poiché era tempo di avviarsi.
La loro uscita sotto
il sole fuori dal salone fu trionfale, un inno alla gioventù
dalle tinte fiammanti come la loro auto sportiva. Occhiali da sole
infilati, Starshipmon si mise alla guida e Rapunzelmon si sedette
accanto a lei.
«Guardate che
macchina...» indicava una delle adolescenti, e mentre le
guardavano allontanarsi una di loro parlò «Ci
pensate...che questo momento è speciale? Questo preciso
attimo,
nel tempo...non tornerà più! Chissà
dove saremo
fra tanti anni...
...dove sarà Nakao, che amiamo così tanto...
...e dove
saranno...quelle due ragazze che neanche conosciamo, e che ora sono
già lontane. Carine,
vero?»...«Sì sì,
davvero fantastiche!»
«Io credo...che
se pensiamo a una cosa del genere...vuol dire che stiamo crescendo. Non
trovate, amiche mie?»...«Shhh! Sentito?! Danno la
canzone
di Nakao!!»
Starshipmon alzava
leggermente il volume...e Rapunzelmon, volgendo un po’ il
capo
per non farsi vedere, sorrideva d’affetto.
L’automobile
corse così veloce che nessuno si accorse che
all’improvviso scomparve, risucchiata dalla magia come un
frammento nel tempo (fine-canzone)
Poco più tardi,
per i Digimon Tamers fu il momento di riunirsi nel giardino
dell’ospedale, dove il primario veniva incontro loro
conducendo
con se un ragazzo privo di ciglia e capelli, come molti in quel luogo.
Ma i ragazzi in lui riconobbero subito il loro compagno, e Rika
camminò avanti raggiungendolo mentre Takato indicava
«Ecco
Leaf, quello è il mio amico Ryo Akiyama. Lui è un
domatore leggendario, ha sconfitto uno dei nemici più
temibili
della nostra realtà: un tumore...»
...e quelle mani
bendate per l’ennesima volta raggiungevano la bocca
“...Ryo!! Quasi non lo riconoscevo...” ma
ciò che
chiese fu «E’ davvero riuscito in
un’impresa
simile?»...«Uhm uhm...» annuiva Takato
perdendosi in
uno sguardo pieno d’ammirazione verso il compagno guarito, e
Leaf
si accostò a lui guardando nello stesso punto...
«Ce l’abbiamo
fatta...» mormorava Ryo accarezzando la mano di Rika
«...finalmente si torna sotto il sole. Avete fatto
attenzione?
Tutti i Digimon sono al sicuro, nessuno vi ha visti?» ma Kazu
poco distante scherzò «Ehi grande capo! Guarda che
ce la
sappiamo cavare benissimo anche senza di te!»
Ryo gli sorrise
«...non ne dubito! Ma adesso la pacchia è finita:
io sto
per tornare!»
Leaf osservava
tutto questo con occhi incantati “Non posso crederci, sembra
tutto come una volta...
...sto per rivedere...gli altri domatori assieme...
...sarà in
pratica come quel giorno!” e sovrapponeva il sole di quella
mattina al riflesso iridescente che li separò dai domatori,
dopo
una breve ma emozionante riunione al termine della battaglia
“In
poche parole manco solo io. O meglio! Io ci sono...però
nessuno
mi riconosce!!”
«Sai cosa stavo
pensando, Henry?» diceva Rea mentre giungeva per mano a suo
marito «No, amore. Che cosa?» al che lei si
fermò,
senza però lasciargli le mani «Io sono stata
catapultata
nel tuo mondo! Ho conosciuto i tuoi compagni, e tutti i loro Digimon.
Anche se di sfuggita sono riuscita a incontrare persino Akemi, di cui
non scorderò mai l’incredibile scena con
Beelzemon, al
ritorno da Digiworld! Di tutti questi ricordi sono orgogliosa,
però...a pensarci bene...c’è stato
qualcuno che non
ho fatto in tempo ad incontrare...» e questo pensiero
sembrava
rattristarla «Guilmon...» Henry afferrò
al volo,
abbassando lo sguardo «...lo so, neanch’io ho fatto
in
tempo a rincontrarlo.»...«Mi sarebbe tanto piaciuto
conoscerlo!!» espresse sinceramente la ragazza, ma suo marito
replicò «Lo so, ma nessuno dei nostri compagni
è
riuscito a rivederlo...prima che morisse. Soltanto Cindermon ci ha
parlato. E a quanto sembra Guardromon, per pochi
istanti...»...«Ma anche nostro
figlio!»...«Cosa?»...«Il giorno
che il castello
bruciò Benji era rimasto lì! Guilmon e Cindermon
cercarono di proteggerlo...io a volte mi fermo a pensare...
...che l’ultimo
gesto di un Digimon così leggendario, che voi tutti avete
conosciuto e che Takato ha tanto amato...è stato volto alla
difesa di mio figlio. E quando me ne rendo conto penso...che non
può essere morto!»...«Come dici, Rea...?
Scusa,
potresti ripetere?» sgranò gli occhi Henry, e la
ragazza
confessò «Sì, lo so che sembra
assurdo!...
...ma a volte è
come se pensassi che Guilmon è vivo, e aspettasse di
conoscermi!»...«Shhh...dobbiamo stare attenti a
parlare di
queste cose.» le disse pacatamente, prendendola per le
braccia
«Sarebbe bellissimo ciò che hai detto, ma Takato
può sentirci...e nonostante si faccia forza lui non ha
ancora
superato il dolore per la sua perdita.»...«Lo so,
però...» chinò il capo Rea, che
sembrava far fatica
a rinunciare a una speranza pur tanto impalpabile.
«Eccoci, siamo
qui: scusate il ritardo!» disse un ragazzo dai capelli rossi
e
gli occhiali, che giungeva assieme a un biondo uomo e ad un bambino.
“Mako!!”
lo riconobbe subito Leaf “I suoi capelli al sole avevano...lo
stesso riflesso! E lui è...” Taisho si volse per
pochi
istanti a guardarlo con un po’ di dubbio, sufficiente a
provocargli un brivido “...Sandmooon...!!!” ma in
quel
momento «Leaf!»...«Ihm!!»
qualcuno lo
chiamò, riuscendo a farlo sobbalzare.
«Scusa, ti ho
spaventato?»...«Calù
calù...»
«Ah
no, Puppet sei tu...» disse
riprendendo fiato e sciogliendosi in un sorriso «...scusa,
è che avevo la mente un attimo a vecchi ricordi. E
così
ci sei anche tu, mi fa piacere.
Uhmuhmuhm!»...«Anche a me
fa piacere...» disse il ragazzino con sincera gioia
«Guarda
che casualità...tu abiti a casa di Takato. Proprio di
Takato, un
mio collega...»
“Qui
sembra tutto un susseguirsi di assurde
coincidenze, Puppet.” pensò il rapper fra
sè, fino
a che Calumon non sbucò da sotto il berretto bianco del
ragazzino, ora che questi non indossava più la felpa
«Calù! E quanto ai vecchi ricordi non sei il solo:
ora
c’è un filo a legare i nostri!»
Quelle parole velarono
di emozione gli occhi del rapper dalle mani bendate, quando il
ragazzino disse «Aspetta, vado a salutare gli
altri.» ma
Leaf lo richiamò «Puppet!...
...ascolta, so che
questo mese è stato difficile per te. Volevo dirti che se a
volte...ecco...senti la mancanza di tuo padre, io ci sono, puoi contare
di di m-»...«Leaf, ti ringrazio, sei davvero un
amico.» replicò il giovane in un sorriso radioso
«Però non devi preoccuparti. Io sto bene! Mio
padre
è...qui, dentro di me.» avvicinando il pugno al
suo cuore.
Leaf lo congedò con un sorriso, e Puppet si
allontanò
mentre il suo Digimon sbucava dal cappello «Calù,
tu non
vuoi che io parli con nessuno. Vero amico
mio?»...«Preferirei di no, Calumon. Io sono io. In
questo
momento sapere le mie origini creerebbe imbarazzo. Meglio lasciare le
cose come stanno...»...«...c-calù...
...come vuoi
Puppet.» concluse un po’ insicuro il Digimon,
scomparendo
sotto il berretto mentre Takato lo salutava
«Puppet!!»...«Buongiorno Takato! Allora,
siamo
tutti?» disse il ragazzo assumendo posa sciolta, ed
incrociando
le braccia.
Mentre Leaf veniva
urtato da qualcuno «Ahhh!»
«Ooops!
Mi spiace!
Chiedo scusa!» si affrettò ad anteporre le sue
mani
bendate, ma la ragazza dai capelli neri gli sorrise «Scusa
tu,
ero distratta...e se sapessi da quale
pensiero!»...«Beh?
Non si può dire...?» sorrise il rapper un
po’
incuriosito, e Rea gli chiese «Tu...sei quel rapper che ha
duettato col fratellino di Takato?!»...«O-Oh beh
io...»...«Ah scusa, io non mi sono ancora
presentata! Io
sono Rea Akim...» ma Henry intervenne
«...è la
moglie di questo ragazzo che ci tiene a scusarsi, per la prima volta in
cui ci siamo incontrati!»...«Oh ma...ci
mancherebbe:
dimenticato tutto!» ribatté Leaf, mentre Henry gli
sorrideva sinceramente «Takato mi ha detto di quanto gli sei
stato vicino, e del tuo grande contributo per la sua
famiglia...»...«Ma...figurati...io non ho fatto
niente.» mugolava timidamente, ed Henry gli pose una mano
sulla
spalla «Sono contento che verrai con noi: sai? Al posto in
cui
andremo sono particolarmente legato...ho deciso io di portarvi Ryo ora
che ha terminato la sua terapia...» ed insieme guardarono il
domatore leggendario in lontanaza «...è la prima
gita che
ci concediamo...dopo tanti giorni di impegno e lotta. E credo sia lo
stesso per te!»...«O-Oh,
beh...»...«Allora ci
vediamo più tardi! A
dopo!»...«D-D’accordo, va
bene...ciao Henry.»
Ma una voce lo
sorprese alle spalle:
«Finalmente riesco a conoscerti!! Ho tanto desiderato
incontrarti, sei fantastico! Dai la carica a tutti noi!»
Leaf alzò i
suoi occhi incrociando una ragazza dai lunghi capelli scuri
«Sono
Suzie, la sorella di Henry! E questo qui è il mio
nipotino!»
«Ciao Benji!» salutò Leaf allegramente.
Rea si volse di
scatto, ed Henry la sfiorò «Che ti succede, amore
mio?»
Il rapper assunse
sguardo insicuro, ma poi si giustificò «Ricordavo
il suo
nome! Da quella sera in cui ha dormito da noi.»
Henry realizzò
«Sì è vero, quel giorno avevo portato
nostro figlio
da Takato.» conducendo con sè sua moglie la quale
rimase
un po’ dubbiosa, ma alla fine alzò le spalle e
sorrise.
Ryo stava parlando con
Kenta «Allora? Come ci organizziamo con le auto? Il cucciolo
è già sul posto, e anche Renamon da quel che ha
detto
Rika.»...«Henry afferma che abbiamo noleggiato un
pulmino.» replicò il domatore occhialuto
«Un
pulmino??? Che abbiamo vinto alla lotteria?»
sussultò il
pelato, ma Henry fece cenno «Regalo della casa!
Papà ci
teneva che ci concedessimo questo svago.» seguito da Rea
«E
anche la famiglia Akimoto ha contribuito, nonostante le braccette corte
che si ritrova!»
Ryo aprì le
braccia, specchiando i suoi occhi nel sole «Io...devo
ringraziarvi!» ma in quel momento Takato prese parola
«Scusate! Scusate solo un attimo ragazzi:
c’è una
cosa importante che vorrei fare! Io vorrei presentarvi una
persona...» (canzone: Digimon
Tamers - 3 primary colours)
I suoi amici si
volsero, e lui condusse per il braccio il rapper un po’
impallidito e interdetto «Ragazzi...questo è Leaf,
forse
alcuni di voi ancora non lo hanno conosciuto. Mi ha aiutato a
riemergere da questo periodo. Io...e la mia famiglia gli siamo
debitori.»
L’interessato
deglutiva pesantamente, mentre Takato specificava a bassa voce
«Lui è a conoscenza del nostro ruolo di
domatori...e
mantiene il segreto...
...è un amico
prezioso, per questo lo volevo con noi in questa gita premio.
Leaf...questi sono i miei compagni, i Digimon Tamers...»
«So-Sono molto
lieto di conoscervi...» si inchinava imbarazzato ponendosi
una
mano dietro la nuca...
“In
realtà sono felice di rivedervi tutti!” pensava
pieno
d’emozione, guardandoli in cerchio attorno a lui, con il
verde a
circondarli e il sole alto in cielo “Sembra si sia appiattito
il
tempo. A parte Jeri e Impmon...oltre la piccola Akemi...
...siamo proprio...TUTTI!...”
Quei giovani domatori
sorridevano a poco a poco, e si lanciavano sguardi di intesa.
“A cosa sono
serviti questi dieci anni? Dove sono finiti? Sembra di essere
tornati...sbalzati da quel portale nel cielo.”
«Uhm, veramente
noi lo conosciamo già.» disse il ragazzo pelato,
avanzando
verso il rapper che sussultò «Cosa?!! C-Come mi
conoscete
già?!»...«Ma certo, altrimenti a che
serve il
televisore, scusa?!» replicò Ryo «Dopo
le mie sedute
di chemio il tuo rap era il ritmo che mi rimetteva al mondo, ti sono
davvero grato: ha ragione Takato, sei più efficace di una
medicina! E sono contento tu sia venuto alla mia festa. Beh
perché questa in un certo senso è la mia
festa!»
«Figurati se non
si prende la gloria!» commentò Kazu «Non
cambia
mai...» scosse il capo Kenta...
...mentre Leaf a poco
a poco si scioglieva in un sorriso, e Ryo afferrava la sua mano bendata
«Scusa, ho saltato i preliminari: io sono Ryo Akiyama. Ora mi
vedi così, ma devi sapere che un tempo ho avuto sia ciglia
sia
capelli...
...ma ciò che
ho posseduto di più prezioso non l’ho perso: i
miei amici
attorno a me! La ragazza che amo...» alludendo a Rika, che
con la
sua unghia gli sfiorò il capo liscio «...e il mio
Digimon...!!...» aggiunse Ryo a bassa voce «...il
mio drago
digitale che mi aspetta nel luogo magico dove stiamo per
dirigerci.»...«Però non dirgli di che si
tratta!» si raccomandò Takato aggiungendo
«A Leaf
voglio fare una sorpresa!»...«Come faccio a dirgli
di che
si tratta se neanch’io l’ho mai visto??? Scusa
Takato,
anche tu! Questo luogo è un’esclusiva tua e di
Henry!»...«Ahahah, già è
vero!» ne
convenne il domatore dal gel nei capelli, che si accostò a
rapper «Leaf, ti terrò gli occhi chiusi durante il
tragitto: voglio che li riaprirai solo quando saremo arrivati...
...oggi
c’è bel tempo.» guardando il sole
assieme «Per
una volta siamo stati fortunati...» disse il domatore.
E il rapper lo
fissava, mentre sentiva il tempo mescolarsi e fluire in una sensazione
speciale...
...ma in quel vano tra
le strade cittadine, l’unico sole che poteva riscaldare era
quello dei ricordi. E pochi raggi dal presente come elemosina
«Certo...» accennava quella creatura intenta a
curarsi le
ferite «...se fosse per te io potrei anche morire!! Cosa ti
importa se ti assistevo mentre eri in fin di vita...?...
...mi hai sentito, Jeri?!!»
Ma costei sembrava non
accorgersi di lui, e seguitava a fissare oltre la fenditura con sguardo
trasognato “Non accetto di aver perso tutto questo...
...la vita, il sole,
la spensieratezza! Dev’esserci un modo per recuperare
qualcosa.
Anche così ridotta devo provarci! Devo escogitare un modo
per
uscire...
...devo parlare con
Takato!!” serrando i pugni, ed implorando al cielo una dritta.
Mentre Beelzemon
stringeva gli occhi «Ahh, lasciamo perdere! Con te
è fiato
sprecato. Acc!...
...la ferita è
molto fonda, sto perdendo dati a poco a poco. Non riesco ad arrivare
alla mia schiena, ho difficoltà a piegarmi!»
Ma la ragazza rimaneva immobile, presa tra i suoi pensieri...
Alla vista del pulmino
fuori dall’ospedale, Ryo si stirò al sole
«Ragazzi...meglio dell’arca per
Digiworld!!»
Leaf indicò
«Andiamo con quello?!» e l’idea sembrava
eccitarlo.
Stava montando sul
mezzo quando d’un tratto si udì una voce
«Scusatemiiiiiii! Fra una cosa e l’altra ho fatto
tardi!
Fiùùùùùùùùùùùùù...OH
MAMMA CHE CORSA!»
Takato la raggiunse,
mentre era piegata a riprendere fiato «Era ora, e dire che
stavamo per partire senza di te!»...«IO VI AMMAZZO
SE CI
PROVATE!» ribatté Cindermon sfoggiando il muscolo
«Tanto che bisogno hai del pullman, se puoi digievolvere e
sfrecciare più veloce del vento?!»
scherzò il
domatore, e lei puntualizzò «Io, carino...posso
VOLARE!
Posso compiere balzi PAZZESCHI, posso fare qualsiasi prodezza pur di
starti alle costole, quindi dovrai sopportarmi!»
Si guardarono in
cagnesco per poi scivolare in un sorriso, e Takato montò sul
mezzo mentre lei lo fissava piena di pensieri. Ma c’era un
ragazzo che fissava lei, ed era rimasto con un piede sulla scaletta. Ma
lo tolse «V-Vai tu!» e lei «No no, vai
tu! Tu
sei...puf!...arrivato per primo. Io come vedi sto ancora col
fiatone.»...«Hai corso tanto per arrivare
qui?» e lei
«...sinceramente...
...pensavo di non
farcela. Ma meglio tardi che
mai.»...«Sì, hai
ragione concordo. Meglio tardi che mai.» disse lui sorridendo
sotto i baffetti, montando poi sul gradino ma volgendosi
all’improvviso «Ah a proposito! Era questo
l’impegno
misterioso: quello per cui stasera non potevi farti un giretto con
me.»...«Ah scusa, devi perdonarmi!» fece
la Digimon
che per l’occasione aveva indossato la bandana rossa, una
sportiva camicetta a quadretti e pantaloncini cortissimi «Ma
Takato mi aveva raccomandato di non dirti nulla: voleva essere lui a
parlartene! E a tal proposito ti chiedo...ptsss, non è che
ti ha
detto qualcosa? Cioè dico DOVE STIAMO ANDANDO??? Io mica lo
so!
Sono arrivata con l’ultimo treno, che tu sei più
informato?!»...«Io...»
rifletté lui guardando
il cielo, e sfiorandosi il mento col dito bendato «Non lo so.
Ci
sono un sacco di posti che posso immaginare, ma alla fine
sarà
solo uno.»...«Tu non sei curioso?!» fece
Cindermon
«Tantissimo. E tu?»...«...STO
MORENDO.»...«Allora andiamo!»
Takato si
affacciò dal finestrino «Leaf, Cindermon! Volete
sbrigarvi
o vi lasciamo qui?!»
La Digimon
sospirò «Ahhh...io mi chiedo...come fai a
sopportarlo?!
Tutto quel tempo che passate assieme, forse perché parlate
di
RAP o quelle cose lì! Io premetto che non ci capisco
niente!»...«Uhmuhmuhm!» rise il rapper...
...e alla fine la
lasciò salire, scrutandola rapito dalla sua tenuta estiva.
Mentre Takato ridacchiava dal finestrino «Ptsss...carina,
eh?»....«...!! C-Come?!»
sobbalzò il giovane,
arrossendo vistosamente.
Quando Cindermon
montò, con la mano alla tracolla della borsa, fu accolta da
entusiasmo «Sì sì, lo so: LO SO!
Premetto, ho fatto
tardi e chiedo perdono. Ma ora la star è arrivata e vi
ringrazia
per questa...calorosa accoglieeeEEEnza! Uuuups! Per fare
l’inchino stavo per ribaltarmi, ma questo alla guida doveva
partire proprio adessooo?!»
Leaf prese posto accanto a
Takato, che osservava Cindermon con un sorriso assorto. Rivelando poi
all’amico rapper «...sai? E’ riuscita a
riportare
l’entusiasmo, dove tutto aveva perso colore. Le devo molto.
Pochi
giorni e un vortice di vicende ne hanno fatto...
...la mia più
cara e preziosa amica.» Il rapper si volse di scatto
«Takato! Voi due...
...v-vi volete molto
bene?» ma il ragazzo non gli rispose, preso dalla
contemplazione
oltre il finestrino «Leaf...
...dimmi, tu che
conosci la vita quando si fa più difficile: secondo te dove
può nascondersi chi sa di essere ricercato...?»
Il rapper si fece
più vicino «...tu stai parlando...di lei, vero? Mi
hai
detto che è nascosta da un mese con il suo
Digimon.»
Gli occhi di Takato si smarrivano oltre il vetro...
...e attraverso di
esso, come un televisore, scorrevano le strade, le automobili e i
luoghi di sempre...
«Guarda, lo
striscione dei manifestanti!!» indicò Leaf
«Da un
mese tengono duro e non mollano
l’osso!»...«Chissà Mitsuo e
Riley come se la
stanno passando...» ipotizzò il domatore, per poi
svelare
«Lo sai...
...era tanto che non
vedevo tutto questo. Era tanto che non montavo a bordo di un pullman...
...è tutto...talmente meraviglioso! Manca soltanto
lei...»
Il rapper rimase
pensieroso, interrogandosi su ciò che può fare
qualcuno
nei suoi panni (fine-canzone)
Il piccolo Orphanmon
si aggirava tra quelle buie stanze, fino a che i suoi occhioni non
furono attratti dalla luce di un televisore.
«E tu chi
sei?» domandò la creatura digitale alla bambina
che sedeva
dinanzi al video «Sei la figlia della signora
Violetta?» ma
gli occhi di costei luccicarono di astio «Ascolta! Io non so
di
chi sono figlia, e se permetti sto vedendo la tv: non voglio essere
disturbata!»...«...anch’io ho perduto i
miei
genitori...sono orfano...» replicò il Digimon
piegando
mogiamente le sue alette, ma la bambina balzò in piedi
«Forse non capisci?! E’ molto diverso! Ad un orfano
sono
morti i genitori! E qualcuno che fa piangere tutti, mentre una bambina
che ignora chi sia suo padre...
...non fa piangere
nessuno, fa solo mormorare, ridere. Fa sbellicare dalle
risate!»...«...io non lo trovo
divertente.» disse
però la piccola creatura, aggiungendo «Preferisco
ricordare mamma e papà per quel che sono stati, anche se non
ci
sono più.»...«Vuoi dirmi cosa cerchi, e
andartene in
fretta?!»...«Scusa!» sussultò
Orphanmon,
rivelando «Cercavo...
...un Digimon,
dev’essere qua attorno. Ho sentito il suo odore, non posso
sbagliarmi! Io ho l’olfatto molto sviluppato. E’
che io e i
miei compagni ci sentiamo soli, perciò pensavamo di fare
amicizia, magari può aggiungersi al nostro gruppo! Avverto...
...che è piccolo...
...un bambino come noi
e si nasconde qua attorno! Non è che lo stai proteggendo?
Forse
hai paura che gli agenti terrestri lo
catturino.»...«Un
Digimon??? Figurati se mi si è mai filato qualche Digimon,
io
non sono quel genere di bambina!! Ascolta: qui è pieno di
Digimon! L’unico problema...è che sono
bambole!»
scagliando a terra un peluche di Gabumon «Se non ti importa
che
si muovino come...paralitici e che parlino con voce gracchiante, sei
accontentato, puoi avere tutti gli amici che ti pare!!»
«No,
grazie!» replicò Orphanmon, rattristato ma deciso
«Non mi piacciono questo tipo di
amici!»...«E
perché...?» indietreggiò Akiko con
sguardo
sospettoso «Hai forse qualcosa contro i
paralitici?!»...«No, ma se io li aiutassi a
camminare, loro
non potrebbero sorridermi...
...perché sono
bambole! Loro non si accorgerebbero neanche che sono qui, fingerebbero
soltanto: e questo mi renderebbe ancora più solo! Io voglio
essere circondato da amici veri! Io un giorno sarò un
Digimon
grande e potente...» affermava incurante degli occhi
sospettosi
della bimba con gli occhiali «...e difenderò un
domatore
unamo che ripone in me piena fiducia!»...«...uhmf!
Se ne
troverai ancora in giro qualcuno, di domatore. O di essere umano in cui
avere fiducia...»
Orphanmon se ne andò ad alette basse...
...ed Akiko da
indisponente si fece triste «...nemmeno io stessa sono capace
di
esserlo. Ho abbandonato il mio papà al suo destino, lui si
fidava di me. E se l’ho lasciato, è stato solo per
un
motivo: per avere la mia rivalsa su mia madre...» mentre
scorreva
meccanicamente i canali «...aspetto che arrivi
all’apice
della potenza, per poi sbatterle in faccia che la disprezzo come
sempre, che per quanto mi riguarda non è cambiato niente! Io
sono una bambina malvagia...» affermava mentre alle sue
spalle
avanzava una figura alata, e china su se stessa «Io sono
capace
di covare rancore, e di elaborare piani diabolici...»
«Che cosa fai,
parli da sola?» chiese ad un tratto il gelido diavolo alle
sue
spalle, e lei rispose tagliente «...sì, parlo da
sola!
Perché, che cosa c’è di strano? Con chi
dovrei
parlare?!»
«...hai
ragione.» chinò il capo IceDevimon, aggiungendo
«Dopo tutto...non ci sono poi così tanti
interlocutori in
questo luogo.»...«Uhm? Che le prende,
IceDevimon?...mia
madre l’ha lasciata?!» provocò la
bambina tornando a
scorrere i canali, ma il Digimon non rispose.
«Se fosse per
me...sa cosa le consiglierei? Di lasciarla perdere, ha fatto
così anche con mio padre! Anzi per essere più
precisi con
il signor Toshiaki Mori...
...l’uomo che
fino a circa un mese reputavo avesse il mio sangue, prima di scoprire
che tale è uno sconosciuto! A lei mia madre non ha detto
nulla?!»
Il Digimon alzò
gli occhi su di lei, ma costei rispose ben presto «No, ci
mancherebbe: sarebbe chiedere troppo, una madre che si confida con il
proprio fidanzato! Noi due siamo nella stessa barca. Direi proprio che
siamo uguali...
...ma sì, in fondo cosa ci differenzia?»
“...me lo chiedo
anch’io...” pensava sommessamente il Digimon, senza
smettere di guardare il duello fra la bimba e la tv “...e
l’unica cosa che riesco a comprendere, è che fino
ad oggi
l’allenamento e gli sforzi sono stati solo un buon pretesto
per
sfuggire al dubbio. Mi chiedo perché mi faccia un problema
di
una cosa del genere: in fondo, cosa mi importerebbe di avere un figlio
o no? Qualsiasi mascalzone della terra ha dei figli. Però
è diverso...” fissando i palmi delle sue zampe
candide
“...a me hanno sempre detto che non potevo generare vita: un
Digimon malvagio è destinato all’oblio. Non
potrebbe mai
avere un’eredità...qualcuno che tiene vivo il suo
ricordo...
...noi siamo fatti per
tiranneggiare o per essere dimenticati, in modo da render
più
docili i sogni dei bambini. Eppure oggi...sembrano quasi non
più
esistere i bambini. Sono adulti già dall’infanzia:
questo
vuol dire forse...che anche noi abbiamo il permesso di avere
figli?”
Akiko espirò...
...ed il suo fiato
formò una nuvoletta di brina. IceDevimon spalancò
gli
occhi «Che cosa significa...in questa stagione?!»
(canzone: Marco
Masini - Parlo di noi)
La bambina sorrise
amaramente «Uhm...già, lei mi chiede
perché io
sospiri ora che è estate, e gli alberi sono verdi, il sole
è alto sopra la
città!»...«N-No, io
veramente!» il demone antepose la mano. Ma la bambina
piegò il capo «Le rispondo...stavo guardando la
tele, fino
a che non ho visto un programma dei tanti, che propinano gossip e
scandali. Là c’era un rapper, era un po’
più
grande di me e baciava un ragazzo ventenne. Ma mentre il conduttore
ironizzava, e si chiedeva se fosse amore oppure un trucco di scena...
...i loro versi echeggiavano nel sottofondo, e sono riuscita a
sentire...
...che uno di quei
rapper ha fatto il mio nome, nel corso del suo freestyle!!»
volgendosi di scatto «Mi ha dedicato parole di sostegno, e mi
ha
detto di tornare da mio padre! Evidentemente...lui l’ha
conosciuto. La ripresa sarà vecchia di più di un
mese, e
io nel frattempo sono rimasta qui. Quell’uomo intanto
sarà
morto di nostalgia...
...o forse
sarà...morto e basta. Perché non ha avuto nessuno
accanto, a prendersi cura di lui! Per questo dico che io e lei siamo
uguali! Io sono come un Digimon malvagio...
...punisco gli uomini
anziché dar loro conforto. Perché non mi porti
nel tuo
Limbo, so che ne hai uno!!!» strillò la bambina...
...e IceDevimon disse
interdetto «...è la prima volta che riesci a darmi
del
tu.»
Attorno a loro si
gelava lo scenario, sostituendo il suo Limbo alla casa abbandonata.
Stalattiti si delineavano dal soffitto, ed il ghiaccio scorreva sugli
occhiali della bambina, poiché forse vi aveva versato
lacrime
«Eccomi a casa mia...» sussurrò Akiko. E
lui chiese
«Vuoi davvero vivere qui? E’ un luogo
triste...abbandonato.»
«...e questa
è la prima volta che non mi parli con quel tono altero, ma
con
sguardo ingenuo! Se io sono riuscita a sciogliermi anche tu non
scherzi...!»
«...sciogliermi...?!» chiese la creatura attonita,
e Akiko
assunse un tono e un contegno diversi «Tu non lo sogneresti
mai?» avanzando verso di lui con un passo da principessa.
Sembrava farsi più bella, e si disfece anche degli occhiali
che
caddero nel ghiaccio.
«Perché
li butti, non hai bisogno di vedere?!»...«Io sono
tanto
miope! Se getto gli occhiali non vedrò affatto!!»
esclamò con entusiasmo, ed una voce melodiosa che echeggiava
tra
i ghiacci «E’ proprio in questo modo che
riuscirò a
trasformare...un posto freddo come questo in un luogo incantato! Con la
sola forza dell’immaginazione!»
«...nessuno
l’aveva mai fatto prima con il mio Limbo! Dimmi, cosa
sogni?!»
«La città
della Rinascita...» sussurrò la piccola ad occhi
chiusi,
sorprendendo IceDevimon «Uh?!»...«Tu sei
un Digimon,
non sei mai stato ansioso di vederla?!»
D’istinto lui
rispose «E’ il luogo dove nascono i piccoli
Digimon...io
non potrò mai entrarvi, perché è
sorvegliata!»...«Allora immagina di avanzare per
mano a un
domatore della terra...egli ti autorizza col suo amore, protettore di
pace e giustizia!»
«...un domatore
per me non esiste...»...«...neanche per me un
Digimon,
così come un padre: bene, immaginiamoli! Immaginiamo di
incontrarci dai capi opposti di una terra colorata! L’alba
sta
sorgendo...si ode in sottofondo il rumore del mare...»
«L-Le uova si
schiudono?» chiedeva timidamente il diavolo, e lei sorrideva
a
occhi chiusi, pronunciando «...i piccoli nascono e io verso
lacrime, perché vorrei sentirmi abbracciata come loro. Ma
una
forza misteriosa mi chiama ad avanzare...
...io cammino, e lui
è sempre più
nitido!»...«...com’è...?»
volle sapere
lui.
E lei rispose «...bello!...
...nobile, maestoso.
Io lo ammiro perché sembra spietato, ma se mi avvicino mi
tratta
con rispetto. Mi lascio avvolgere dalle sue ali, perché
soffro
per la mancanza di mio padre...
...e dove la vita mi
ha tolto, il mio Digimon mi restituisce. Le mie mani lo
accarezzano...assieme contempliamo la magia della Rinascita...
...mille cuccioli digitali inaugurano un nuovo popolo di vita, e
speranza!...
...fra le sue braccia gelide io non ho paura. Né freddo...
...che strane...meravigliose sfumature hanno i sogni moderni!»
«A-Akiko!»
avanzò lui, ma qualcosa lo lasciò stupefatto
«Uh?!!...
...non è possibile.»
Allontanò la
zampa appena in tempo, poiché stava per pestare un fiore.
Egli
si chinò con prudenza «Come può essere
germogliato...? Non era mai successo in tanti anni! In un luogo del
genere non può vivere un fiore!...
...Akiko, è
importante! Rispondi a ciò che ti chiedo, tu lo
vedi?!»...«E’ bellissimo, piccolo e dai
petali
rosso-arancio!» si affrettò a rispondere la
bambina
«Non ho gli occhiali e lo vedo male...
...ma riconosco il
colore dell’alba. Nel mio sogno ha la stessa sfumatura, ma
quel
fiore è realtà.»
IceDevimon avvicinava
la mano, ma lei lo sfiorò dolcemente «No, non
toccarlo! Ha
fatto tanta fatica a nascere qui...come un bambino a crescere, nei
giorni nostri.»
“Questo
dimostra...che mi ero sbagliato!” esclamò
IceDevimon dal
profondo del cuore “Anche dal ghiaccio più gelido
può nascere un fiore! Anche in una landa d’odio
può
germogliare la vita...
...ma questo vuol dire che...
...questa bambina potrebbe essere...!!!”
«Non posso crederci, IceDevimon...
...sorridi!» disse Akiko con istintivo affetto, carezzandogli
il volto.
«Parlami ancora
dal profondo dei sogni...» chiese la creatura
«...ti prego,
ne sento il bisogno.»
«Non...aspetto
altro!» rispose la bimba commossa «Improvvisamente
la vita
esulta! Attorno è pieno di cuccioli...
...una nuova
generazione è pronta, pochi secondi ancora...e pioveranno
sulla
terra come grandine! Per cadere sui cuori di mille domatori che li
chiamano a gran voce...
...la leggenda dei Digimon dura per sempre...
...ed io sono
già lontana con lui, nella brezza
dell’estate...che
accarezza le mie braccia, e scuote le sue ali.»
«E dire...
...che odiavo
l’estate. Ho sempre ammesso che fosse calda, e fastidiosa. Ma
di
fronte a un sogno del genere...
...forse...
...persino io torno bambino.»
Akiko si adagiò
serena su di lui, e quelle ali gelide si congiunsero per proteggerla
(fine-canzone)
«Quello che
più mi dispiace...» mormorava Puppet
«...è
che col mio comportamento di quel giorno sono riuscito a
deviare
l’attenzione dei media!»...«Non
è stata colpa
tua, Puppet!» replicava Leaf «I giornalisti sono
sempre
più attenti a queste cose!»...«Ma tu
avevi un
messaggio importante!!» insistette il ragazzino serrando il
pugno, e fissandolo con occhi intensi «...tu volevi che
quella
bambina scomparsa fosse ritrovata! Che si ricongiungesse con suo
padre!! Per questo l’avevi nominata nel tuo freestyle. Se ci
penso adesso...realizzando quanto è difficile, a volte,
rincontrarsi...»...«Ehi: oggi è vietato
essere
tristi, anche se non ho la più pallida idea di dove ci
stiamo
dirigendo!» stemperò il più grande, ed
aggiunse
«Sì è vero, per me Akiko dal giorno che
è
scomparsa è un groppo qui, in mezzo alla gola.
Però in
fondo penso che il nostro dovere l’abbiamo fatto, poi se la
gente
vuole badare ad altro non si può far niente...»
piegando
le spalle nel consueto modo. Puppet smarrì i suoi occhi nel
sole
oltre il finestrino, mentre l’altro rapper si parava con la
mano
«L’unica cosa che spero è che il signor
Mori sia
riuscito a cavarsela in questi giorni. Tu non lo sai, ma io con
quell’uomo ho in comune...alcuni vecchi ricordi!»
liquidando con gesto ruvido, in puro stile rap.
Ma alle sue parole si
sovrapponeva una voce «Io con mia madre ho chiuso!»
Si trattava di Takato,
che stava aggiornando i suoi amici arrampicato sui sedili. Anche il suo
contegno acquistava sicurezza, e si poteva notare sulla sua caviglia
destra qualcosa di scuro, come un segno che un mese prima era assente
«Sei proprio sicuro Takato?» accennava Henry,
aggiungendo
«Ascolta, io...capisco tutto! Però hanno un peso
affermazioni del genere.» ma Rea insinuò
«Ah non lo
so! Francamente sua madre è l’unica,
l’unica con cui
non cambierei la mia, e lo dico senza offesa!»
Seguì a
ruota Suzie «E poi dobbiamo pensare che loro non hanno a casa
il
“portatore di pace”...eh??? Che mette a posto tutti
i
diverbi fra sua moglie e sua suocera!»...«Ehi! Ehi,
dai!» cercava di difendersi Henry dal solletico della
sorella. Ma
Takato ammetteva «Amici miei, sono sincero! E’
inutile
intestardirsi su qualcosa quando è irrecuperabile: ormai
comincio ad abituarmi persino io!»
Leaf lo osservava a distanza, sfiorandosi le labbra col dito bendato...
«E’
davvero così irrecuperabile...?» domandava Kenta
con
discrezione, ma Takato sbottò «E’
diventata una
persona impossibile!! E dire che faceva a me la predica
perché
non davo una mano in famiglia! In questo mese cosa ha fatto?! Niente!
Sono io che ho fatto due lavori!! Anzi tre, se aggiungiamo le battaglie
coi Digimon! Lei non ha pensato ad altro che a trovare nuovi pretesti
per tormentare mio fratello, ed io questo non lo posso
accettare!!...anche perché, io credo che alla fine abbia
scoperto come stiano le cose...»
...i ragazzi
abbassavano lo sguardo, consapevoli della situazione. Soltanto Kazu
volle accennare «...e tuo padre, Takato? Sono passato da te
l’altra volta, e mi è sembrato cambiato. Mi
è parso
stesse cercando di recuperare le cose.»...«E tu gli
credi...?» rimbeccò l’amico con sguardo
tagliente
«Io l’ho fatto tante volte, e francamente mi sono
stufato
di illudermi.» cambiando posizione sul sedile...
...mentre Kazu rifletteva, coprendosi dal sole con la falda del
cappello.
Takato d’un
tratto mormorò «...stiamo quasi per
arrivare!...non
facciamo capire a Leaf dove stiamo andando.» smontando
agilmente
e oltrepassando i suoi amici per raggiungere il rapper nel mezzo del
pullman. Adagiò così le mani sui suoi occhi
«Ti
avevo detto che era vietato vedere dove porta la strada!»
L’altro non si
oppose, ma mentre il giovane gli copriva gli occhi mormorò
«Takato...»...«Sì...?»...«Tu
davvero...non vuoi più bene ai tuoi genitori?»
Il domatore abbassò lo sguardo, rivelando «Vedi
Leaf...
...a volte non si
tratta di non voler più bene. E’ una forma di
autodifesa!
E’ per sopravvivenza che si impara a camminare da soli. E io
l’ho ritardato per fin troppo tempo...
...sbattendo contro la
loro incomprensione come farebbe questo pullman, se il sentiero fosse
disseminato di rocce. Forse tu puoi capirmi! A dire il vero io non so
niente delle tue origini, fanno parte di quei segreti di cui mi hai
detto che non puoi parlarmi. Però tutti i rapper hanno un
conflitto in corso con le loro origini!...e perciò se ne
vanno
di casa...»
«...io non ho
né una mamma né un papà...»
ammise il rapper
con gli occhi coperti, che gli impedivano di vedere lo stupore sul
volto del ragazzo, il quale chiese «...sono
morti...?» in
un sussurro. Leaf non rispose, e Takato si fece più vicino
«Io posso capirti perché forse, con i miei,
è come
se fosse lo stesso!»...«Però i tuoi sono
vivi,
Takato!» ammise il giovane pur cosciente che sembravano solo
parole «...i tuoi...
...sono vivi...»
mentre alternarsi di sole e ombra attraversava i loro volti, e le
riflessioni di Takato su quella conflittuale realtà.
Akiko si era
addormentata fra quelle candide braccia «Non mi ero...mai
sentito
così prima d’ora! E se lasciassi sciogliere il
ghiaccio e
piantassi dei semi? Forse potrebbero sbocciare altri fiori, ed io
potrei vivere delle mie coltivazioni. Non ci avevo mai
pensato...» non smettendo di contemplare quello che era nato,
e
resisteva ondeggiando nella rigida brezza «Potrei mai
sopravvivere in assenza del gelo?»
Ma una voce femminile
echeggiò «Scusate l’interruzione! Non
credevo foste
impegnati a conversare!» al che lui sussultò
«Nami!
Nami finalmente, meno male che sei qui!»
...e mentre lei
accennava «...cosa? Sto sognando per caso?»
IceDevimon
adagiava la bambina su di un cristallo, con una delicatezza che a lei
non sfuggì. Volgendosi sfrecciò da lei sollevando
cubetti
e brina «Ascolta! C’è una cosa
importante che devo
sapere...»
La donna lo scrutava
con occhi taglienti, mentre lui riprendeva fiato tra i soffi gelidi
«Devi dirmi chi è suo padre! Chi è il
padre di
Akiko, ho bisogno di saperlo!!»...«Ma come? Credevo
che
queste cose non avessero alcun significato per te...!»
Ma lo sguardo del
Digimon era sofferto, accorato come i suoi sospiri «Sono
venuta a
cercarti perché ho intenzione di regolare i conti con i miei
alunni...» affermava stringendosi il suo cardigan a causa del
gelo circostante «...e per attuare il piano necessito di
partire
per un luogo lontano ma prima...devo fare una cosa qui e tu dovrai
aiutarmi...»
Il diavolo di ghiaccio
si volse verso la bambina, addormentata sopra quel cristallo come una
principessa delle fiabe. Mentre la madre si chinava a raccogliere gli
occhiali «Acc, guarda che ne hai fatto, sai quanto sono
costati
questi occhiali?! Mia figlia ha una miopia fortissima!!» ma
lui
si volse ad insistere «Il padre!! Ho bisogno...di chiarirmi
le
idee! Per...
...fa...vo...re!»
L’insegnante lo
rimirò con ironia «Vuoi davvero
saperlo...?»
«Ahh! Sì,
in questo momento è di fondamentale importanza!»
Gli occhi di Asanuma
si smarrirono su quell’insolito fiore, mentre rispondeva
«...bene: aiutami a portare a termine la mia ultima missione,
e
se riusciremo a sbaragliare i Digimon Tamers...poi ti prometto che lo
svelerò, sia a te che a
lei.»...«Uhm?!»...«Faremo...come
in una
riunione di famiglia! Ci metteremo seduti a un divano, e io
intonerò una nota materna per iniziare a svelare a mia
figlia...
...chi è il suo
vero padre, e le delicate circostanze che hanno portato...alla sua
nascita!»...«Lo farai davvero?!»
esclamò lui
afferrandole il braccio. E lei sorrise «...ma certo,
è una
promessa! E io dicevo sempre ai miei alunni di non fare promesse che
non avevano la forza...o la voglia di mantenere! Allora, appurato
questo mi aiuterai?!»
IceDevimon rimase in
silenzio per qualche istante, per poi lentamente mormorare
«...va
bene...» nel soffio ovattato di una nuvoletta di brina.
Si volsero schiena a
schiena, lui verso la bambina, lei verso i suoi pensieri “E
vi
chiamano Digimon malvagi...
...pfff, fate soltanto
ridere!!” per poi reclamare
«Andiamo?!»...«Uh?
Sì...»...«Senti un po’, qua
dentro si gela,
non c’è pericolo che mia figlia muoia
assiderata?!»
«...no, sta tranquilla...»
Sparirono tra le
stalattiti, lasciando la piccola assopita su quel letto di ghiaccio...
«Takato!»
chiamò Kenta «E’ il tuo
cellulare!» giunse
Kazu col telefono, ma il ragazzo rispose «Non posso! Sto
chiudendo gli occhi a un rapper, sapete dirmi chi
è?!»
Quello col cappello nero accennò «...tua
madre...» e
il domatore col gel «...accidenti, proprio
adesso?!» Kazu
propose «Dai, ti reggo io il cellulare: tu continua a coprire
il
suo sguardo!» sicché avvicinò il
telefono, ed il
suo amico disse «...pronto?»
«Takato?!» proruppe Mie dal panificio.
«Mamma sono in
viaggio. Sono molto impegnato, c’è qualche
problema?»
«Come sarebbe?!
Tu anche quando sei in viaggio saresti impegnato?!»
esclamò la donna con tono indispettito.
«Io almeno
quando c’è da fare, lavoro. E nei momenti di svago
mi
rilasso! Senza contare che ci siamo sudati questa vacanza...facendo
cose che non ritengo necessario ricordarti.»
«Cosa vorresti
dire?! Che forse io sono stata con le mani in mano nei momenti
più difficili del negozio?! Se ti ho chiamato è
proprio
per parlare di questo...»
Kazu spostò il
cellulare da un orecchio all’altro, poiché Takato
sembrava
stare scomodo «Non riesco a sentirti!
C’è poca
linea, ci sono forse problemi al negozio...?»
«...adesso
no...ma sai bene che non potremmo lasciarlo a tuo fratello
perché lui...
...!!!...
...è un cantante...
...e sarà
destinato a girare il mondo e avere successo! Non potrà
certo
stabilirsi qui.»
Quelle parole a Takato
fecero male, spingendolo a sussurrare «...tu sai benissimo
perché non potrà...»
Mentre i suoi amici
sul pulman si scambiavano sguardi sospesi, come sospeso era il fiato di
Leaf sull’eco di quella conversazione.
«...e non fingere, perché non sei brava a
mentire.»
«Senti, non stai
parlando con quella mamma che hai avuto al tuo fianco in tutti i tuoi
anni di crescita! Io sono cambiata!» accentò con
il suo
tono spiccio e vagamente ritmato.
«Questa è...l’unica cosa di cui sono
sicuro!»
«Ma ne ho avuto
tutti i motivi!» apostrofò Mie, nello
scampanellare della
sua catenina «Tuo padre mi ha tradito...è colpa
sua se
abbiamo quel bastardo in casa!» (mentre Takehiro si
affacciava
dalla porta della cucina...)
«Come hai
detto...?» strinse gli occhi Takato (mentre i suoi amici si
guardavano preoccupati) «Ripeti, prego! Mio fratello non
è
un bastardo!!!» (parola che lasciò i domatori
turbati)
«E’ il bambino più...
...dolce e tenero che
esista al mondo, e non mi importa come è stato
concepito!!»
«Mi sembra
alquanto chiaro che non ti importi dell’onore e della
dignità di tua madre. Ma io continuo a preoccuparmi per il
tuo
futuro, dev’essere proprio un vizio:
indipendentemente...dall’abito che si indossa una madre
è
sempre una madre...
...per questo io
comincio ad allarmarmi seriamente su colei che sarà quella
dei
tuoi figli. Non c’è bisogno che ti riassuma la
situazione...
...la ragazza per cui
spasimavi è ricercata! Fra poco la troveranno, e la
metteranno
in galera.» scandì aspramente...
Takato serrò i denti...
«Se non ci tieni
a finire coinvolto in un fatto di legge ti conviene lavartene al
più presto le mani! So io come potresti fare:
c’è
qualcuno che aspetta ardentemente di ricevere attenzioni da te! E mi
sembra inutile aggiungere...
...che è molto meglio della tua amichetta di
infanzia.»
Takehiro avanzò
sulle stampelle «Mie. Lascia quel telefono, smettiamola con
questa pagliacciata.» ma la moglie non si lasciò
intimorire «Sto parlando di Cynthia!»
Takato sgranò gli occhi.
«Lei è la
donna giusta per te. E ti ama!! Non vorrai continuare a farla soffrire
col tuo giochetto da bambini! Con la scusa del Digimon, pretendi di
ignorare a tempo indeterminato quelli che sono i suoi sentimenti per
te?!»
Cindermon nel
frattempo stava scherzando con Puppet «Ahahah! E ce la fai
Calumon, a infilarti sotto la mia bandana, visto che riesci a stare
sotto quel berretto con questo sole?!!» ma ad un tratto i
suoi
occhi furono rapiti dalla tensione del suo domatore...
«E’ una
condotta indegna da parte di un ragazzo! Spiccicata a quelle di tuo
padre!»...«Mie!!» nel frattempo la
richiamava
l’uomo, tentando invano di strapparle il telefono.
Il loro figlio
sibilò «Io so perfettamente come trattare la mia
Digimon,
e cioè...
...!!!...come
un’amica! Con rispetto, perché lei non merita un
sentimento indotto e forzato! Un giorno...
...quella ragazza che
tu chiami Cynthia ma che in realtà è Cindermon,
una
principessa del mondo digitale, dovrà trovare il grande
amore!»
Leaf tremava, e Takato
aggiungeva «E per quel giorno io mi rallegrerò,
come
è giusto per un domatore verso il suo compagno!!»
«Tutte
sciocchezze. Dalla prima all’ultima,
dall’inizio!»
ribattè Mie «Le stupide regole di questo gioco
infantile,
avremmo dovuto impedirti di giocarci fin dal principio!»
«Sarebbe una
sciocchezza...desiderare un’amore autentico, e un futuro
felice
per la mia Digimon?! Io con questo gioco ci ho salvato il mondo...
...vorresti davvero
riavvolgere tutto?! E rimangiarti così ogni ricordo anche
tuo?!»
«Il passato
è morto e sepolto, se occorrono forse altre conferme! Quello
che
conta è il futuro, e Cynthia è la donna adatta
per te!
Non mi importa che sia un Digimon!!» ma Takehiro esclamava
«Mie, basta!! Non voglio che mio figlio sposi una donna
perché costretto da noi!»
Ignorandolo, Mie
incalzava «Devi dimenticarti di Jeri Katou! Perché
il
miglior avvocato potrebbe difenderla di fronte al giudice, ma non di
fronte a me! Per quanto mi riguarda non le permetterò MAI di
infangare questa casa!!»
«Non potrebbe
mai farlo...più di quanto tu non abbia già
fatto!»
«Takato!!» esclamò sconvolta la madre.
«Hai predicato
per anni! Ma al momento critico il tuo gran senso morale è
venuto meno...ora ti piace tramare, disporre delle persone come se
fossero scacchi! Di sicuro anche Leaf e Cindermon fanno parte del tuo
gioco, mi rincresce ammettere che non sei migliore di Jeri! Sai
perché io e lei ci siamo lasciati...?
...perché lei
si è comportata esattamente come te, come
un’egoista!!
Incurante dei sentimenti degli altri. Faresti bene a stare attenta a
parlare di lei mamma, perché non basta barricarsi dietro un
bancone...per non essere dei criminali!»
«Ora
basta!!» gridò la donna livida di rabbia
«Ti sembra
forse questo il modo di parlare alla donna che ti ha
generato?!»
«Faremmo meglio
a finirla con queste sciocchezze retoriche!»
specificò
amaramente il ragazzo «Siamo tutti adulti, e ora se permetti
voglio godermi la mia gita! Perché è la sola cosa
che mi
sia guadagnato con le mie forze, dopo anni spesi a starvi
dietro!!»
«Takato!!...
...Takato?!!»
insisteva Mie, ma Takehiro dedusse «...ha riattaccato. Non
c’è bisogno che me lo dica, so quando
avviene.»
«Kazu...»
mormorò Kenta vedendo che questi aveva chiuso spontaneamente
la
chiamata. Ma l’amico col cappello nero si
giustificò
«So quando una conversazione è finita...coraggio
amico
mio.» sfiorando la spalla di Takato, il quale disse
«Non fa
niente Kazu, non pensiamoci più...
...non permettiamo a queste cose di rovinarci la vita...»
Cindermon lo fissava
con sguardo sofferente, e Puppet le sussurrò
«Cindermon...sei rimasta tutto il tempo abbracciata al
sedile...»...«Non sono la sola...»
mormorò
lei, accennando «...guarda le mani di quel rapper.»
In effetti Leaf teneva
serrati i suoi pugni bendati, e non riusciva a smettere di tremare.
«Oh Leaf...» pensò il ragazzino dai
capelli biondi.
“Non posso
crederci...mi si gela il sangue a sentire tutto questo!” era
il
pensiero, dirompente ma celato, del rapper a cui Takato seguitava a
coprire gli occhi “Il problema è che non posso
intervenire, e anche se mi rivelassi assieme ai nostri ricordi in
comune, non è detto che riuscirei a riavvolgere il tempo...
...si dice vada
così fra genitori e figli, ma non riesco ad arrendermi a
sentire
Takato così tagliente, vedere che sua madre lo fa tanto
soffrire! Non riesco ad accettare di aver perso quella casa, con
l’armonia che vi regnava un tempo! Forse è
perché
sono un Digimon...”
...ed il suo pensiero
volava proprio tra le posate metalliche di quella cucina «Per
favore cara...non ti rendi conto che stiamo distruggendo tutto? Se
continuiamo così fra un po’ sarà troppo
tardi!» affermava Takehiro «Uuuh, adesso mi chiami
“cara”, come si fa con una premurosa mogliettina!
Era forse
l’epiteto che usavi anche per la tua amante?! La madre di
quel...
...verme strisciante?!»
L’uomo strinse
gli occhi e rimase rigido «...m-mio figlio non ha colpa dei
miei
errori...se devi insultare qualcuno prenditela con me, ma ti supplico!!
Lui lascialo stare, non potrei resistere!!» però
quella
dal berretto scuro incalzava «Nel suo amabile viso rivedi
quello
di sua madre, non è vero?! Ma certo, ogni volta che appari
in tv
ti senti compiaciuto, e pensi che lei lo guardi
dall’alto!»...«Ti prego Mie finiscila!!...
...stiamo parlando di
morti, è inconcepibile mancare di rispetto anche a loro.
Esula
da qualsiasi morale, e da qualsiasi
giustificazione!!!»...«Certo, bisogna rispettare i
morti!
Ma ai vivi chi ci pensa? Io sono viva!! Ma tu non mi rispetti, mio
figlio non mi rispetta!!» sfilandosi lentamente il berretto
«...tanto di cappello per i morti...
...hanno invaso questa
casa...e ci hanno rubato la
felicità!!»...«Possiamo
ancora recuperarla! Il passato è passato, ma abbiamo ancora
Takato-»...«Shhh...sta arrivando un cliente: mai
fosse che
dovesse udire di ciò che ci
succede.»...«Mie!»
la richiamò il marito, mentre lei si accingeva a lasciare la
cucina. Ma lei si volse con sguardo di sfida «Tuo figlio
è
all’apice del successo, vuoi forse rovinargli la piazza con
uno
scandalo?»
Il panettiere con le stampelle restò solo e affranto...
...mentre sua moglie
sbucò presso il bancone, sul cui vetro si adagiava una
delicata
mano femminile. Quando Mie la vide dilatò i suoi occhi
«...signora Asanuma!»
L’insegante
sorrideva cordialmente «Come sta signora Matsuki? Era tanto
che
non venivo a servirmi.»...«B-Bene...!»
replicò
Mie coprendosi il viso col berretto mentre si asciugava gli occhi
«...sempre le solite cose, che vuole
farci!»...«Uhmuhmuhm, non mi sembra proprio: lei ha
cambiato look, e poi ha rinnovato il negozio.»
La panettiera strinse
i denti per trattenere il pianto «...signora...ci sono
notizie di
sua figlia?» e l’insegnante assunse sguardo timido
e
interdetto «...ho fiducia che ritrovino presto
Akiko...»...«Complimenti a lei che nutre ancora
fiducia! Io
la mia l’ho esaurita, e forse...per molto
meno!»...«Signora Mie! La prego, non dica
così...» ma l’altra
accartocciò il berretto
«Sento che lei è l’unica...c-con cui
posso disfarmi
delle mie maschere, e confidarmi liberamente! Forse perché
anche
lei, come me, è una madre che soffre!»
Asanuma la scrutava
con occhi assorti...mentre Takehiro si affacciava dalla cucina, e udiva
la moglie parlare «...tutti questi ammennicoli, le catenine,
il
berretto e tutto il resto sono solo scudi, per non mostrare come mi
sento! I-Io...sono rimasta quella di sempre!!» afferrando le
mani
dell’insegnante, e versando lacrime «Sono quella
che lei
conosce, ma attorno a me tutto è cambiato! Il mio quartiere,
il
mio negozio! La mia famiglia...
...mio figlio, niente
è più quello di una volta!! Tra poco anche la mia
immagine allo specchio inizierà a mutare...come si fa quando
si
nutre nostalgia per ciò che il tempo ha
strappato?!»
«Mie...» mormorava il marito con uno sguardo
benevolo.
«...la posso
comprendere...a perfezione...» mormorava Asanuma
«...noi
due siamo uguali mia cara signora...»...«S-Se
sapesse
quanto le sono affezionata! L-Lei è rimasta
l’unico
frammento intatto del mio passato!»...«...uhm,
è
troppo gentile.» Asanuma sorrise, e Mie «No, tutto
questo
viene dal profondo del cuore! La gratitudine e l’antico
affetto
non hanno età.»
“Moglie mia, hai
pienamente ragione...” pensava commosso Takehiro...
«Concordo
appieno, ed è proprio per questo che sono qui oggi. Vede?
Lei e
suo marito siete i primi con cui vorrei condividere la mia
gioia...!»...«Dice davvero?!»
sussultò Mie
«Ha avuto qualche notizia incoraggiante dalla
polizia?!»...«Non si tratta di mia figlia...ma del
padre...
...finalmente dopo
tanto tempo mi sono rifatta una vita! Toshiaki Mori è un
capitolo chiuso, e sono venuta qui a presentarvi...il mio nuovo
fidanzato.»
Takehiro assunse
sguardo sospettoso, ma Mie aprì la sua espressione
«H-Ha
una nuova relazione? Oh...questa è senz’altro una
gioia.
Dovremmo imparare tutti dal suo coraggio, dalla sua capacità
di
voltare pagina!»
A quel punto il
panettiere avanzò «Un attimo, signora
Asanuma...»...«Oh, buongiorno signor
Takehiro.»...«Visto che lei si trova qui ci terrei
a
discutere di alcune accuse che le muove mio
figlio.»...«Di
quale figlio parli, Takehiro?!» provocò Mie, ma
lui
scandì «Di Takato, Mie, non fare la sciocca: Nakao
non
conosce la signora Asanuma!»
«Ma io
l’ho visto in tv...» sussurrò la donna
in un sorriso
tagliente «...è veramente un bambino adorabile,
dallo
spiccato talento canoro...i miei complimenti più sinceri,
signor
Matsuki...» ma lui la fronteggiava con lo sguardo
«...non
mi prenda in giro...lei non può provare simpatia per Nakao,
animata dall’acredine per ciò che afferma le sia
successo!
Io non ne faccio mistero...
...è vero, ho
tradito mia moglie con una donna di
strada...»...«Takehiro!!»
gridò Mie, ma lui
non distolse lo sguardo da Asanuma «Con lei ho avuto un
figlio,
ed oggi come oggi...io lo amo.» Mie incalzava «Come
ti
viene in mente di svergognarci in questo modo?! Di fronte
all’ex-insegnante di nostro
figlio!!»...«Piantala
Mie, non ci si può celare sempre dietro al perbenismo. Come
il
vetro di un bancone ci toglie umanità, rendendoci due
bambole
fisse nel tempo. Non è così, noi siamo persone
come tutti
gli altri, con la nostra vita e i nostri errori. Io mi faccio carico
dei miei, quello di cui invece dubito è che la qui presente
signora sia stata davvero tradita dal
marito.»...«Ahh!» Asanuma
indietreggiò
stizzita, mentre Takehiro specificava «Il signor Mori
è
diverso dal sottoscritto: era un maestro responsabile...ed un uomo
onesto, comincio ad avere seri dubbi che sia stato lui
l’artefice
del fallimento del vostro matrimonio.»...«La vostra
è solo complicità fra uomini!!
Nient’altro!!»
gridò la moglie, ma il panettiere specificò
«No:
non è solo complicità fra uomini! E’
conoscenza
della gente...
...e fiducia in mio
figlio, che ha sempre detto che questa donna da onesta che era
è
diventata torbida e intrigante.»
«Oh...è
questo che Takato dice di me? Sono
lusingata...»...«L-La
prego di non ascoltarlo, signora Asanuma! Mio marito ora si barrica
dietro l’orgoglio di avere un figlio
famoso!»...«E’ una sfida alla pari, non
deve
preoccuparsi.» replicò Asanuma «In
quanto...anche il
mio nuovo compagno è molto famoso nel suo contesto...
...egli è
un’indiscussa celebrità fra i...!!!...»
(canzone: P!nk
- Conversation with my 13 years old self)
Nella comparsa
improvvisa di IceDevimon, che scivolò dietro di lei
«...Digimon malvagi e spietati, e grazie a lui
vivrò di
luce riflessa!!!»
«Ahh!!» i
due panettieri sussultarono di paura, ed istintivamente si strinsero
l’una all’altro.
«Sono lieta di
presentarvi IceDevimon!» Asanuma incrociò le
braccia
orgogliosa «Posso anticiparvi che è molto meglio
della
misera creatura che Takato nascose in casa vostra! E che ebbe
l’ardire di disegnare durante le mie lezioni...!!! Non
è
così IceDevimon?»
Il diavolo di ghiaccio
ghignò, mentre Takehiro sgranava gli occhi «Ma
allora era
vero che questa donna aveva le mani in pasta ai
Digimon...»...«Takehiro ho
paura!»...«Non
temere, ci sono io!!»
Asanuma alzò il
Digivice «Biodigievoluzione
dell’oblio!!!»
congiungendo le loro sagome gelide in un’unica, inquietante
trasformazione.
In un vortice di
ghiaccio e neve, il suo occhio altero da regina si aprì sui
due
coniugi «Salve. Io sono Amnesyamon, sorpresi di vedermi? Sono
la
regina del gelo e dell’oblio...
...per il momento,
prima che intervenga la promozione che mi eleverà a sovrana
di
questo mondo, e di quello dei Digimon!»
«Si...signora...Asanuma...» ripeteva Mie tra
l’affanno e i brividi «Perché continui a
chiamarla
in questo modo, Mie?! Non vedi che quella è un Digimon?
Takato
aveva perfettamente ragione...» ma gli occhi della panettiera
erano increduli...
«Mi spiace
smentire le aspettative, ma Jeri Katou non è affatto la
più potente guerriera digitale, e Violetta se ne
accorgerà! Per questo mi serve il vostro aiuto, signori
Matsuki,
e mi sembra il minimo dopo lunghissimi anni di conoscenza!»
«Cara svelta,
prendi il cellulare! Dobbiamo chiamare nostro figlio, io
intanto...penserò a tenere a bada questa
creatu---» ma non
appena provò ad alzare la stampella contro di lei, la lunga
coda
di cristalli la avvolse, ricoprendola di ghiaccio fino a frantumarla
completamente «Misero tentativo. AHAHAHAH!» nello
sgomento
di Takehiro...
...e nel terrore
più cieco di Mie, col cellulare all’orecchio
«...figliolo rispondiii...»
«Takato, stanno
richiamando!» avvertì Kazu, e Kenta
«E’ di
nuovo tua madre!» ma il ragazzo specificò
irremovibile
«Non rispondete.»
I due amici si
guardarono, e l’occhialuto esortò
«...Takato
dai...forse si è pentita, e vuole chiederti
scusa.»...«Viviamo forse nel mondo delle favole?!!
Per
nessun motivo deve rovinare un giorno come oggi, lasciate quel
telefono!»
Kazu si sfiorò
il cappello «...e se fosse importante?» ma Takato
liquidò con un profondo «...ma per
favore...» in cui
si percepì tutta la nota arrochita della sua voce adulta.
Leaf pensava
“Takato...!!” ma non trovava parole per esprimere
quel
fremito interiore...
Il cellulare fu appoggiato sul sedile...
...e sua madre
gridò «NON RISPONDE!! TAKATO NON
RISPONDE!!»...«Prova ancora!»
esclamò
Takehiro, ma Amnesyamon si sovrappose «Ahahahahah!!!
E’
inutile!! Vostro figlio ormai è grande, ha i suoi amici e i
suoi
interessi, e vi ha dimenticati!!! Non accorrerà mai a
salvare i
suoi vecchi e pesanti genitori!» mentre il ghiaccio si
propagava
a poco a poco sulle pareti del negozio.
«N-Non è
vero!!» balbettò la panettiera, correndo verso la
Digimon
«Lei si sbaglia, signora! Takato verrà a salvarci,
lui
è un ero---»...«Cosa stava
dicendo...signora
Mie?»
La punta del siringone
affilato ghiacciò la catenina della donna, rendendola simile
a
una collana di perle che poi si spezzò, e i frammenti
luccicanti
caddero a terra «MIE, VIENI VIA DI
LI’!»...«N-Non posso...h-ho i piedi
congelati...»
In effetti il ghiaccio
stava lentamente salendo lungo le sue gambe «Curioso, avrei
giurato che la vostra fiducia in Takato fosse ormai esaurita! Ma visto
che la signora la sbandiera con tanto ardore voglio fare una scommessa:
vediamo se quel delinquente sarà coraggioso al punto...di
avventurarsi in una terra lontana, per venirsi a riprendere...
...la sua noiosa mammina!»
«MIE!!»
gridava ancora il marito, alla vista di un blocco di ghiaccio che
imprigionava sua moglie in un’animazione fissa. Sforandosi
sulla
sua gamba l’uomo cercò di alzarsi
«A-Ahhhh!!!»
ma il suo grido soffocato fu inutile «Altolà!! Tu
non mi
servi, resta fermo dove sei!» scagliando una raffica di
siringhe
che lo incastrò saldamente al bancone «Voi uomini
siete
solo padri irresponsabili, e mariti infedeli...
...non meritate la
pazienza di noi mogli e per questo...rimarrete soli, a marcire nel
nostro stesso dolore!!»
«L-La prego, non
le faccia del male...» supplicava Takehiro
«E’
l’ultima cosa che mi rimane...» ma la coda di
Amnesyamon
avvolgeva il blocco di ghiaccio con la prigioniera
«Spiacente,
troppo tardi per rendersene conto! Tu l’hai tradita razza di
maiale, e ora la perderai per sempre a meno che, certo...Takato non
giungerà a salvarla! Ma non gli conviene...»
...innalzandosi
lentamente in volo, e trascinando con sè il blocco di
ghiaccio
che aveva legato con la coda «...perché se vostro
figlio
mi sfiderà, finirà in pezzi come una statuetta di
ghiaccio! AHAHAHAHAHAH!!!»
«A-Aspetti!» tendeva la mano il disperato Takehiro.
Ma la gente in strada
sbigottiva alla vista del ghiaccio zampillante dal conosciuto negozio,
alla quale fece seguito lo sfondamento del tetto, che introdusse la
comparsa della frigida Digimon «FINALMENTE IL QUARTIERE
PUO’ AMMIRARMI PER QUELLA CHE SONO! UNA REGINA!
AHAHAHAHAHAHAH!!!»
Volando sempre
più in alto, trascinando il carico della sua prigioniera, la
sua
voce aspra invocava «CHE LE PORTE DEL REGNO ABBANDONATO SI
SPALANCHINO!» ed un varco di luce sanguigna
squarciò il
cielo «Se quei ragazzini hanno abbastanza fegato che mi
seguino
pure...sarà la meta della nostra ultima gita! AHAHAHAHAHAH,
AHAHAHAHAHAHAHAHAH!»
Materializzò
così una lastra di ghiaccio, e sfruttò
l’ago del
suo braccio a siringa per appuntarvi alcune parole. Ma qualcuno fra le
persone in strada l’aveva riconosciuta, si trattava di un
uomo
sulla sedia a rotelle «Nami...»
Soddisfatta,
Amnesyamon lasciò scivolare la lastra all’interno
della
casa, attraverso il tetto distrutto.
Questa rimbalzò
lungo le scale fino a giungere ai piedi di Takehiro «Mie...oh
no!...
...Takato, vieni presto! Figliolo, corri ad aiutarci...»
Ma il cellulare
splendeva ormai di ghiaccio sanguigno, lo stesso che impreziosiva i
graziosi dolcetti oltre il bancone...(fine-canzone)
Lontano dalle nubi e
dal gelo, c’era un luogo in cui splendeva l’estate
«Uhmuhm, sento che c’è il sole!
Però...non so
dove siamo!» ammetteva Leaf con le mani di Takato sui suoi
occhi.
Ma mentre gli altri
scendevano dal pullman, il domatore sussurrò al rapper
«L’attesa non dura in eterno, ogni tunnel buio
prima o poi
finisce...» e così rimosse le sue mani...
...svelando uno scenario che mozzò il fiato di Leaf.
E che non aveva effetto differente sugli altri domatori (canzone: Christian
Wunderlich - So in love)
Tra alberi verdi, ad
incorniciare il fiume cristallino, il rapper balbettò
«...oh mio Dio il
campeggio...»...«Come?!» fece
Takato, e lui si coprì le labbra «E-Eh?! N-No
è
che...penso che così bello...potrebbe essere una meta da
campeggio!»...«Allora ti piace?!» ne
convenne
contento il ragazzo “Se mi piace?...
...mi sembra quasi di
essere morto, per la gioia di esservi tornato!” «E
considera che hai proprio ragione, perché qui andai in
campeggio
tanti anni fa! Con i miei compagni di classe!»
Kazu e Kenta
contemplavano incantati, il primo coprendosi gli occhi col cappello, il
secondo parandosi con la mano...
«Con la...
...allora signorina
Asanuma...» aggiunse con sguardo incerto, per poi riprendere
tono
«...e con il signor Mori, che poi divenne suo marito! Assieme
ad
Henry...»
Che sorrideva
soddisfatto per quell’audace idea, con suo figlio in braccio
e
sua moglie rapita da una speciale emozione...
Takato concluse a
bassa voce «...e ai Digimon! Ingannammo gli adulti
conducendoli
con noi, per una giornata indimenticabile...dopo tanti
combattimenti.»
Leaf era incredulo...
...mentre Puppet si
sfilava rispettosamente il berretto...rivelando un Calumon dallo
sguardo vissuto e intenerito, che spuntava tra i suoi capelli biondi.
Rika smontava dal
pullman, facendo echeggiare la sua voce stentorea «Ahhh, e
quindi
sarebbe questo!!! Bene, bene!» Rea si precipitò da
lei
«Che cosa intendi dire?!»...«Tutta questa
bella
offerta...la vedi, no? Attorno a te.» descrisse la rossa, e
la
bruna rispose «Certo! E’...una
magia!»...«Una
magia dalla quale la sottoscritta fu opportunamente
estromessa!!»...«Che storia è
questa?!»
sobbalzò Rea «Henry, puoi spiegarmelo?!»
ma Rika si
sovrappose «Te lo spiego io!! Si dà il caso che
questi
due, Henry e Takato, sono montati con le loro classi su un pullman,
lasciando dietro seccature e combattimenti!» ma Henry si
difese
«Io mi oppongo, le sue accuse sono ingiuste! Senza contare
che i
combattimenti li abbiamo avuti NOI QUI e non tu e Renamon in
città!»...«Cosa cosa?» fece
Rea «Avete
mollato Rika in città?» (mentre la rossa faceva
espressione eloquente) «Io pensavo che tu fossi andata con
loro!» e Rika «Ci mancherebbe, e considerare che li
avevo
conosciuti da poco!! Guastava tanto un “Rika, noi andiamo in
gita: non è che ti piacerebbe seguirci con la tua
Digimon?”!»...«Henry, sono senza
parole!»
precisava Rea «Ma ti sembra questo il
comportamento?!»
mentre il marito afferrava il braccio della rossa compagna
«Ma
guarda che disonesta!!! Tu allora eri sempre ombrosa e scorbutica, se
te l’avessimo proposto non avresti accettato
MAI!»...«Questo non toglie che avrei gradito essere
invitata! Lo sa mia madre il casino che feci, quel giorno entrai a casa
lanciando la cartella!»...«M-Ma...»
balbettò
Henry «...t-tu ci dicesti che te l’eri spassata ad
una
mostra con tua nonna!» Rika replicò con occhio
furbetto
«E invece restai tutto il giorno a casa, buttata alla
scrivania
senza far niente, con una faccia da far
paura!»...«Guarda
che imbrogliona!! E facevi tanto la
superiore!!»...«Eravate
gli unici amici che mi ero fatta! CI VOLEVA TANTO PER
CAPIRLO?!»
puntualizzò piazzandosi le mani sui fianchi, ma Rea li prese
entrambi per le spalle «Ci voleva la crescita, e il diventare
grandi.» facendo sì che le teste di Henry e Rika
si
scontrassero in uno scambio complice...
Renamon si nascondeva
tra gli alberi, maculando il suo pelo con le striature del sole
“Giungo in questo luogo in un momento così
malinconico per
me. Imagomon, Akirmon, cari...ormai credo di avervi perso per sempre.
Potesse il sole indicarmi la strada...” ma ad un tratto vide
qualcuno arrampicarsi sopra i tronchi «Oh? Terriermon, sei
qui...»
«Ciao
Renamon.» disse lui senza voltarsi «Come mai non
resti con
Henry e con gli altri?»...«Momentai...ho bisogno di
riflettere.» e la volpe sussurrò «...sei
proprio
cambiato.» osservandolo con tenerezza e affetto.
“Torno in questo
luogo dopo aver dato il mio primo bacio a Muskmon.” pensava
il
Digimon dalle orecchie lunghe “Farò bene
a lasciarmi
andare a ciò che provo? Potesse il sole indicarmi la
strada...”
Cindermon avanzava
sull’erba con i suoi sandaletti rossi, accostandosi a Takato
e
all’imbambolato Leaf...
...e mormorando dal cuore «...questo posto è una
BOOOOOOOOOMBA...
...m-ma è qui
che allora portasti Guilmon?! E-Ehm scusa Leaf no, dicevo a
Takato.»...«Certo! Il famoso campeggio!»
rispose il
domatore.
Leaf smarriva i suoi
occhi...quando si udì una voce femminile «Siete
arrivati
finalmente!»
Cindermon riconobbe
Diamon, ed esclamò «Oh no! E’ un
po’ meno
bomba di prima.»
Kazu si coprì
la faccia col cappello «Oh nooooooooooooOOO! E’
sopravvissuta! Speravo che gli animali feroci la mangiassero, nel tempo
di arrivare!» Kenta segnalò «Mogli in
arrivo!
L’età adulta si fa sentire, la pacchia
è finita!
Prima di cominciare!»
«E meno
male!» fece Yuki avvolta nel suo pareo di cashmere
«Ma il
pullman non doveva essere puntuale? Pensavo ci aveste mollate
qui!» Il marito obiettò «Iniziate subito
a
protestare?!»
Con passo ormai non
più incerto ma attento ai particolari, Ryo smontò
dalla
vettura lasciando che il sole illuminasse il suo capo privo di capelli,
e inondasse i suoi occhi azzurri di nuova speranza (fine-canzone)
Gli occhi della
bambina tra i ghiacci si aprivano timidamente, e quando si rese conto
di essere sola lo chiamò «...IceDevimon...
...IceDevimon!»
per poi guardarsi attorno con un timore nel cuore
«E’ stato
solo un sogno?»
Così corse,
rischiando più volte di scivolare, e si piegò a
terra
tastando la fredda lastra alla ricerca di qualcosa. Ma non lo
trovò «Io sono convinta di aver visto un
fiore...se
è sbocciato realmente io non posso aver sognato. Eppure
adesso
è sparito! E assieme a lui anche IceDevimon. Devo capire
cosa mi
è successo: devo scoprire la verità!»
sfregandosi
le mani per farsi coraggio, e recuperando i suoi occhiali sporchi di
ghiaccio, che qualcuno aveva adagiato su un cristallo.
Non poteva far caso,
Akiko, a quell’ombra dai capelli ricci che si celava fra i
cristalli splendenti, e che tra le mani custodiva un fiore
rosso-arancio. Gli occhi di costei luccicarono, e
all’echeggiare
di un ghigno quel fiore appassì...
Orphanmon e i compagni
erano qua e là sui mobili, appostati attorno alla
televisione
«Guardate che roba, amici. Tutto quel ghiaccio...voi credete
che
IceDevimon sia bioemerso in
città?!»...«Brrr!»
Akiko si avvicinava a
passi timidi, mormorando «...sono stata scortese con questi
piccoli Digimon, forse dovrei scusarmi con loro. S-Sentite!...
...avete visto per
caso un imponente Digimon di ghiaccio da queste parti?! E’
alto e
maestoso, il suo nome è IceDevimon!»
Il quintetto
sobbalzò impaurito «EEEHHH???» e
Orphanmon
«Alto e maestosooo??? Ma non lo sai che IceDevimon
è
spietato e malvagio?! E’ una creatura crudele, e ha compiuto
uno
scempio giù in città!» (canzone: Simple
Plan - Untitled)
Gli occhi di Akiko,
che aveva ancora gli occhiali in mano, si dilatarono ugualmente alla
vista della tv «...papà...»
«Come
papà?!» fece Vapormon, guardandosi con Fogmon
«Con
chi sta parlando?!» Grassmon ipotizzò
«Ragazzi, non
è che questa bambina sarà la figlia
di...»
Ma Akiko gridò
più forte «PAPA’!!»
aggrappandosi alla tv...
...che proiettava un
panificio avvolto dai ghiacci. E un panettiere soccorso da un uomo
sulla sedia a rotelle che implorava da lui informazioni.
«E’ in
pericolo...che ci fa in quel posto pieno di ghiaccio?! Devo
raggiungerlo...o adesso o mai più!»
«FERMA
LI’!» si schierarono Orphanmon e i suoi amici
«Chi
sei tu in realtà?! Hai la pelle troppo fredda per essere una
bambina umana!»...«Vi prego, vi
scongiuro!!»
supplicò la piccola «Devo andare da mio
padre!!» ma
Orpahnmon afferrò gli occhiali con le sue alette, gettandoli
a
terra «Ti ci mando io da tuo padre, quel brutto mostro
congelante!!»
«No!!»
tese la mano la bambina, per poi affermare «State commettendo
un
errore! Mio padre è quel poveruomo sulla sedia a rotelle! Vi
prego, lasciatemi uscire, ora lui è in un posto
pericoloso!»
La piccola Stillymon
si appellò ai suoi amici «Orphanmon, ragazzi! Ma
vi sembra
forse un giusto comportamento?! Non conosciamo questa bambina, e dice
che suo padre è nei guai! Se fossimo bravi Digimon dovremmo
aiutarla!»
Ma una risata
echeggiò sullo sfondo «Uhmuhmuhmuhm, non dite
sciocchezze
piccoli cari! C’è la legge anti-Digimon, se vi
vedono
scorazzare vi fanno la festa!»
Akiko si volse di scatto «Signora Violetta!»
E costei, celando il
fiore appassito dietro la schiena, si avvicinò
«Uhmuhmuhm,
Akiko tesoro, perché non ti metti a giocare un po’
con
l’Ipad eh? Tua madre è uscita a fare una
commissione, ma
ti assicuro che sarà qui in un
attimo...»...«Non...posso giocare con
l’Ipad, MI SI
SONO ROTTI GLI OCCHIALI!» riabatté aggressiva la
bambina,
scagliando l’Ipad a terra «MA CHE
MANIERE!»
inorridì Violetta. E Akiko scandì «E
quanto a mia
madre...ecco cosa può dirle!...
...di andare dritta al
DIAVOLO, perché io non vivrò più
qui!»...«Cosa cosa?»...«E non
faccia la finta
sorda quando con lei in casa anche le pareti hanno le orecchie...
...io me ne torno da
mio padre! Mi ha capita?! La messa in scena è finita, se ci
tiene proprio a saperlo...la biodigievoluzione di mia madre non mi
piace affatto, mi disgusta. Glielo dica, visto che siete tanto in
confidenza!»...«Eh no eh, carina! Tu non vai
proprio da
nessuna parte, tanto meno da quel...!!!» afferrandole
violentemente il braccio «...p-paralitico di tuo padre, un
povero
infelice che poi tuo padre non è! Sapessi chi è
in
realtà tuo padre, piccola sciocca!!!»
Ma Akiko si
aggrappò al braccio di Violetta con l’altra mano,
e
inaspettatamente liberò uno strato di ghiaccio
«AAAAAAAHHHH!!! GELOOOOOOO!!!»
La bambina
fissò attonita la sua stessa mano...ma poi
realizzò che
non c’era tempo di esitare: si lanciò lungo il
corridoio.
Violetta sciolse il
ghiaccio con il calore di una bambola, boccheggiando
«M-Maledetta
mocciosa mezzosangue...» però le sue esternazioni
non
lasciavano certo indifferenti i piccoli Digimon, e Stillymon
accennò «Ragazzi, avete sentito? In mano a chi ci
siamo
messi...?»...«FERMI LI’!!!»
ringhiò di
colpo la donna, rimettendoli tutti in riga «...se non volete
finire impallinati come colabrodo, vi avverto: una sola mossa falsa...
...e per voi si mette male! Molto male!!»
«...oh no, lei
non è una dei terrestri manifestanti! In realtà
ci ha
rapiti!» realizzò Stillymon, e Orphanmon
mugolò
«LadyWizardmon, dove sei...?»
Akiko spalancò
la porta richiudendo alle sue spalle, e si lanciò lungo le
scale
lottando contro il suo fiato asmatico «...d-devo farcela!
Devo
raggiungere mio padre...a-a tutti i costi...»
Ma Violetta
sfondò la porta l’attimo dopo, richiudendo
nervosamente in
molteplici mandate «N-Non finisce qui!...
...quell’inetta
della madre è scappata chissà dove, e se la
figlia la
segue a ruota io non avrò alcun ostaggio per controllarla!
Devo
recuperare la bambina...AKIKO! TORNA SUBITO QUI!»
strillò
stridulamente.
Ma Akiko si
aggrappò alla ringhiera, e concentrando tutta la sua forza
fece
brillare i suoi occhi: l’effetto fu il ghiacciarsi istantaneo
delle scale «A-AHHHH!!!» Violetta
rischiò di
scivolare «A-AKIKOOOOOO!...
...d-dannata peste, per te è la fine, te lo posso
assicurare...!!»
La bambina si
aggrappò al portone, e dopo averlo scosso più
volte
riuscì ad aprirlo...
...per uscire sotto il
sole e il caos cittadino «Al panificio, presto!!»
Orphanmon balzò
presso la finestra della buia casa «Mamma Jeri, dove sei...?
Vieni ad aiutarci, ti prego!»
Presso il vano
nascosto in città, Beelzemon si era addormentato
accovacciato in
un angolo.
Jeri lo scrutò
con attenzione, trascinando silenziosamente la sua gamba rigida. Era
ormai quasi giunta presso l’apertura esterna, quando lo
udì lamentarsi «A-Ahhh!»
Sicché si volse
lentamente, pur facendo forza sui suoi stessi sentimenti...
...si chinò su
di lui, e gli passò la mano fra i capelli biondi sudati per
sentire la temperatura.
Accortasi che
scottava, stringendo i denti per il dolore alla gamba si protese fino
alla borsa del ghiaccio, e la adagiò sulla fronte del
Digimon
per poi dileguarsi oltre l’apertura.
«...J-Jeri...» mormorava Beelzemon, ma la luce lo
avvolse...
...riducendo la sua
sagoma fino a renderlo Impmon, dal musetto arrossato e la borsa del
ghiaccio che gli scivolò lentamente dalla fronte
«J-Jeri...» (fine-canzone)
Ryo si
avventurò assieme a Rika tra gli alberi, fino a che non
intravidero due sagome di drago identiche fra loro. Fu allora che il
ragazzo pelato comprese che erano riusciti a nascondersi, e si
lasciò andare a un sorriso di sollievo.
Cyberdramon e Gelsomon
avanzarono sotto le striature di sole, calpestando l’erba con
le
loro possenti zampe.
«...sei
arrivato.» disse il drago maschio «Ero sicuro fin
dal primo
momento che saresti riuscito a guarire.» Il ragazzo rispose
«Sì, ce l’ho fatta, grazie soprattutto
al tuo
sostegno costante. E ora sono pronto a riunirmi a te...»
Uno alla volta,
sbucando da dietro agli alberi, i quattro draghetti fecero capolino per
assistere alla scena.
Domatore e Digimon si
venivano incontro sotto lo sguardo sospeso, un po’ apprensivo
ma
tanto orgoglioso di Rika e Gelsomon...
«Dosa bene le
tue forze...» sussurrò la ragazza
«Attento quanto lo
prenderai...» mormorò la dragona.
Ma Ryo respirava
profondamente quell’aria pura, e Cyberdramon si concentrava...
Kazu fece capolino da
dietro i cespugli, tenendo stretta per l’emozione la mano di
Diamon.
Kenta appoggiava la
sua sulla spalla di Yuki, anche lei con gli occhioni verdi incollati a
quell’incontro...
Nel frattempo, rimasti
presso il pullman, Henry spiegava «In questo luogo non viene
mai
nessuno...era l’ideale per nascondere i Digimon, reduci
dall’esperienza di dieci anni fa. Ricordo ancora la
spensieratezza con cui giocavano...
...quanto più possono averne bisogno adesso, di
giocare...?»
Rea si avvicinò al
marito «Sono emozionata, Henry...! Sento che in questo luogo
accadrà qualcosa di speciale!» guardandosi attorno
in
quell’incanto di natura...
Leaf, poco più
avanti presso il ruscello «Takato...sono così
contento che
tu mi abbia portato qui! Io...»...«No, sono io che
devo
ringraziarti per essere venuto! Non conosci i miei amici, forse
all’inizio avrai avuto un po’ di
imbarazzo...»...«Tutt’altro!»
piegò le
spalle nel consueto modo «E’ come se vi conoscessi
già tutti! Ma non chiedermi come...è
magia!»...«Uhmuhmuhm, quella stessa magia di cui mi
hai
parlato stamane...? In effetti sta collezionando un miracolo dopo
l’altro...»...«Senti, che dici? Secondo
te
farà anche il miracolo di riscaldare quest’acqua,
in modo
che sia possibile tuffarsi, bagnarsi...?»...«Tu
dici che
è molto fredda? C’è un solo modo per
scoprirlo!» disse Takato, e il rapper prese un bel respiro
«Ahhhhhh!...non mi facevo un bel bagnetto ristoratore da
chissà quanto. Dopo tante incombenze la mancanza si sente,
è incredibile pensare a quante cose possono tenerti lontano
da...
...uhm!!!» ma
sussultò quando vide che il domatore era intento a togliersi
le
scarpe “...avevo dimenticato!!! E adesso io come
faccio???”
fissando i suoi stessi piedi «Coraggio Leaf, non aver
paura!» lo esortò Takato, ma lui
indietreggiò di
colpo «N-No no no no! Io...non
posso!»...«Come?»...«Ma
sì,
i-io...nell’acqua! L-Le scarpe, l-le
zamp...»...«Hai
paura che sia troppo fredda?»...«Ma no...non si
tratta di
questo! Tu lo sai, è che io il problema di quelle brutte
bruciature, sia alle mani sia ai piedi! E’ per via di quel
conflitto con la banda rivale, le ustioni non sono ancora
guarite.»...«Cosa?!» fece il ragazzo
«Questo
vuol dire che...?»...«Mi dispiace, non posso
prendere il
sole né fare il bagno! P-Però non fa niente!
Davvero!» ci teneva ad affermare, anteponendo le sue mani
bendate
«Come non fa niente?! E invece è un grosso
problema!
Diavolo, ma come ho fatto a non
pensarci!»...«Semplice, non
te l’avevo detto!»...«Ma avrei dovuto
ipotizzarlo! Se
l’avessi fatto avremmo scelto un altro
posto!»...«Stai scherzando?! E’
così bello
qui!» “...ed io sono così felice di
esservi
tornato.”
Takato nonostante
tutto era deluso, e Rea ed Henry osservavano a distanza
«Cos’ha, non può fare il
bagno...?»
ipotizzò lei, ed il marito indicò «Lo
vedi?
E’ per via di quelle fasce che ha alle mani e alle
caviglie...»
La ragazza fissava il
rapper, ma c’era qualcosa che rendeva assorti i suoi profondi
occhi neri...
«Da quel che ha
detto a Takato si è trovato coinvolto in un incendio,
appiccato
da alcuni...rapper non molto raccomandabili. Questi sono i segni che ha
riportato, e si stanno rimarginando...ma ci vuole
tempo.»...«...che storia strana...» fu il
solo
commento della pensierosa Rea...
...ma in quel momento
giungeva Mako, ponendo il braccio sulla spalla di Takato
«Eccolo
qua, il tatuatore ufficiale dei Digimon Tamers! Sotto il sole risplende
tutto il tuo lavoro, eh?»
Takato sorrise e guardò verso il basso...
...ora che era a piedi
nudi si poteva distinguere l’emblema scuro che saliva lungo
la
sua caviglia destra. Un tatuaggio. Raffigurava una creatura dagli occhi
intensi, e artigli imperdonabili. Sul lato del polpaccio figurava il
suo nome “GUILMON”, scritto in caratteri venati di
gotico,
testimoni di una mano esperta.
Leaf che lo conosceva,
non poté lasciarsi scappare un sorriso di tenerezza.
«Ebbene
sì...alla fine mi sono inventato il modo per portarlo sempre
con
me.» ammise il domatore con umiltà, e il compagno
dai
capelli rossi ammise «Non solo, ma hai permesso a tutti noi
di
fare lo stesso con i frammenti che purtroppo, si sono staccati dalla
nostra vita.»...«La verità è
che è
merito di Leaf...» replicò Takato, e il rapper si
avvicinò «...è lui che mi ha fatto
conoscere uno
dei membri della sua crew che fa il tatuatore, e siccome
c’era
bisogno di una mano a casa io ho pensato di accettare.» Mako
affermò «In realtà il tuo è
talento
naturale!»
Takato alzò gli
occhi verso il sole «Non nascondo che mi piace! Quando lavoro
sui
tatuaggi perdo il senso del tempo...»...«La nostra
collezione meriterebbe un servizio fotografico!» ammise Mako,
descrivendo «...io ho scelto qualcosa...di semplice, e un
po’ nascosto. Ma ci sono certe opere d’arte...come
quello
di Kazu, immenso! Prende tutta la schiena!» Takato rise
«Ahahahah! Lui deve sempre strafare.» quando Leaf
si
accostò a lui «Takato...
...ci sarebbe una cosa
che vorrei dirti. Ora che ho visto il tatuaggio di Guilmon, ho
pensato...ecco...che lui ci terrebbe!»...«Mi sta
sempre a
cuore sapere cosa avrebbe pensato Guilmon. Dimmi Leaf, di cosa si
tratta?» Il giovane abbassò gli occhi, e quando
accennò «...riguarda tua madre.» lo
stesso fece
Takato. Il rapper si aggrappò alla sua spalla
«Ascolta! Lo
so che potrebbero non essere affari miei, abito in casa vostra da poco!
Però penso che fra te e lei non sia ancora det-»
ma Mako
li interruppe indicando qualcosa «A proposito di Kazu! Ecco
che
arriva il suo Digimon: se n’è scappato con sua
moglie ma a
lui lo ha abbandonato!»
In effetti, sotto il
sole cuocente che faceva splendere la sua un po’ vecchiotta
ma
resistente corazza, si faceva strada Guardromon in una corsetta
«R-Ragazzi! Ouuu!»
«Attento a non
cadere!» accorse il sedicenne a raccoglierlo
«Grazie,
Mako...» fece Guardromon pulendosi dai filetti
d’erba e
riprendendo fiato «...uff, una cosa...importante! Venite
tutti
nel boschetto! Ryo...vuole tentare di volare di nuovo, sulla groppa di
Cyberdramon!»
Sia per Takato e Leaf, che per Henry e Rea fu un sussulto.
«Ha abbastanza
forze?!» chiese il primo, e Guardromon rispose
«E’
quello che entrambi vogliono sperimentare: coraggio, andiamo a
vedere!»
«Vieni
Rea!» esortò Henry, muovendosi rapido assieme a
sua moglie.
«Leaf...!»
fece Takato, e questi «Non fa niente: magari riprendiamo il
discorso più
tardi.»...«...d’accordo...»
...tra gli alberi del
fitto boschetto i domatori si riunirono, ma nessuno osava parlare ora
che Ryo e Cyberdramon erano vicinissimi.
Mako e Suzie finirono
per accostarsi, e comunicarsi con il solo sguardo
l’importanza
del momento. Entrambi sembravano aver bisogno di stringere la mano di
qualcuno, per condividere l’emozione. Ma
l’esitazione
impediva loro di sfiorarsi, così ci pensò Lopmon,
emergendo dalla borsa della ragazza.
«Oh...?»...«Ah?» fecero Suzie e
Mako, le cui
mani furono avvolte dalle sue lunghe orecchie...
(canzone: P!nk
- Beam me up)
Ryo parlava con un
filo di voce «...siamo sicuri che nessuno ci
veda...?» ma
il suo Digimon mormorò «Abbiamo preso tutte le
precauzioni...» con tono fondo che echeggiava tra gli alberi,
e
il rumore dei passi sull’erba...
«Come ti
senti...?» domandò il Digimon, e il ragazzo pelato
rispose
«...a-ancora mi fa strano rimetter piede all’aria
aperta...ma mi sto abituando a poco a
poco.»...«Bene
così, Ryo, a poco a poco...
...pensa a tutti gli
esercizi che abbiamo fatto, a tutte le volte che abbiamo sognato questo
momento.»...«...ci penso, ci penso...
...è stato nel
mio cuore fino ad oggi, in cui è finalmente
arrivato.»...«Hai
paura...?»...«Cerco di non
pensarci.»...«Appoggiati a
me.»...«E se
scivolassi? E se mi rendessi conto che...non sono più quello
di
una volta? Che ho smarrito la forza, e il tono fisico di
allora?»...«Provaci!» lo
esortò Cyberdramon
aggiungendo «Che ti costa? Tutti meritiamo un tentativo...
...hai fatto un lungo
cammino per arrivare fin qui e rimetterti in
forze.»...«Hai
ragione...» prese fiato Ryo «...forse se chiudo gli
occhi
mi sentirò meglio. Io sono...
...q-quello di allora!
Niente è cambiato, e ho lavorato tanto per rimettermi in
forma...
...la vita può riprendere, non è
finita...»
Rika si portava
lentamente la mano al collo, sfiorandosi là dove spuntava un
tatuaggio: un piccolo cuore rammendato con un cerotto.
Gelsomon si sfregava
le sue zampone artigliate, e gli occhi dei ragazzi erano sospesi.
Giunti l’uno a
un passo dall’altro, Ryo e Cyberdramon impiegarono qualche
secondo per recuperare l’antico scatto
«...dunque...di
solito facevamo...così...» disse il primo, e
Cyberdramon
«...meglio che ti prenda così. Lì
ancora ti fa
male...»...«Sì, meglio...»
«...coraggio Ryo...» sussurrava sua moglie...
Leaf serrava i suoi pugni bendati...avvicinandone uno al cuore...
...fino a che Ryo
deglutì, tenendo stretti più che mai i suoi
occhi. E
compiendo quel balzo decisivo «Ci sono!!»
esclamò,
aggrappandosi al suo drago.
Suzie ruppe il
silenzio «Ce l’ha fatta!!» e in quel
momento Lopmon
ne approfittò per avvicinare e unire le mani di lei e di
Mako.
La sua domatrice, emozionata, non sapeva dove guardare ma il ragazzo la
riportò a suo agio, non distogliendo gli occhi dalla scena
ed
accostandosi a lei con premura «Shhh...hanno bisogno di
ancora un
po’ di tempo.»
Infatti Cyberdramon
esortava «Sali su piano,
Ryo...PIANO!»...«...ce
l’ho fatta cucciolo, ce l’ho fatta! Temevo quel
salto...»
Il Digimon era
riuscito con la zampa a sostenere il piede del domatore, il quale disse
«Ma ora non ho più paura, sento...scivolare in me
quello
che ero!» e così compì
un’agile scatto, che
gli permise di accomodarsi sul dorso del Digimon
«Sì,
bravo ragazzo mio, ce l’hai fatta!! Vedi che avevo
ragione?»...«Sì Cyberdramon, tu hai
sempre
ragione!» esclamava Ryo commosso...esattamente come Rika e i
suoi
compagni...
Fu la prima volta in
cui un Digimon pose le zampe sul capo di un giovane lucido di chemio
«Sono...tanto orgoglioso di te Ryo...» pronunciava
il
drago, mentre apriva le ali. Gelsomon esortò con il suo
vocione
«Beh ma adesso volate!!»
«Ancora un
istante, per volare c’è tempo!»
annunciò Ryo
mentre Cyberdramon si innalzava lentamente
«C’è
tutto il tempo della vita...ma per darvi il mio annuncio...no ragazzi,
c’è solo questo momento! Questo istante al
campeggio, in
questo giorno che è solo nostro...
...ragazzi, io coi miei
Digimon abbiamo pensato a un progetto! E quando dico i miei Digimon
intendo ovviamente Cyberdramon, e l’intera sua
famiglia!»
Gelsomon si
avvicinò sorridente, con i suoi draghetti per mano. Rika
esclamò «Dev’essere questo
ciò che mi aveva
accennato Alice!»
«Il primario
confida in un mondo in cui umani e Digimon vivranno fianco e fianco,
aiutandosi a vicenda!» spiegava Ryo «E
nell’attesa
dell’abrogazione della legge anti-Digimon...ci siamo concessi
il
lusso di coltivare un sogno. Un altro sogno, lo so! La nostra vita
finora non è stata che sogni ma...
...i sogni devi farli,
se vuoi che almeno uno si avveri! Io voglio mettere su una
società, assieme a loro...» illustrava con voce un
po’ smorzata dall’affanno «...finalizzata
al sostegno
dei giovani malati oncologici...basato sul contatto coi
Digimon!»
I domatori restarono a
bocca aperta, Kenta riassunse stupefatto «Motivarli...grazie
all’incontro con loro?!»...«Indovinato
Kenta!»
Kazu e Diamon si
guardarono, lei già piangeva. Lui si coprì il
volto
calandosi il cappello.
«Ragazzi, ma ci
pensate...?» insisteva Ryo affannato «Quanto...ci
ha
riempito di gioia conoscere queste creature?! Quante notti
insonni...nel tira e molla con loro che ci ha condotti a questo
giorno?!»
Renamon atterrò
tra loro in quel momento, con Terriermon tra le sue braccia.
«Quante energie
credete possa sfoderare un ragazzino...per fronteggiare la malattia, se
sarà un Digimon ad aiutarlo?! Ve li immaginate, a riempire
gli
ospedali...?»
Rea commentò
visibilmente commossa «In questo bosco nasce
l’illusione
per un futuro ideale...!»
Ryo proseguì
«...ma da questo bosco volerà in alto, te lo
garantisco
Rea. Come me fra pochi istanti, volerà e riempirà
l’aria! Un giorno la nostra terra sarà piena di
Digimon!
Vola cucciolo, io non temo la velocità!! Non temerla neanche
tu!»...«Non l’ho mai temuta, amico
mio!!»
replicò Cyberdramon, e così spiccò il
volo
perforando il tetto di foglie...
...dal quale
penetrò un sole di speranza per la squadra di domatori.
Takato
disse «Ragazzi ammettiamolo, siamo la squadra
più...
...tosta e
incrollabile che il mondo dei Digimon abbia mai
avuto!»...«E’ proprio la
verità,
Takato...» si avvicinò Henry, prendendolo per le
spalle e
guardando assieme i compagni alti nel cielo.
Suzie e Mako facevano
lo stesso, giunti così “naturalmente”
l’uno
accanto all’altra, sotto lo sguardo amorevole di Lopmon.
Cindermon giunse alle
spalle di Diamon «Quanto lo vuoi...tormentare questo marito?!
Già tanto che l’hai trovato, vuoi farlo affogare
nelle
lacrime? Tieni...fazzoletto! E’ l’ultimo che mi
è
rimasto, gli altri li ho già usati...»
La soffiata di naso di
Diamon perforò l’aria, per poi riemergere con
occhi timidi
«Cind...se papà si trovasse qui sarebbe
entusiasta!»...«Lo saprà
presto...»
sussurrò Cindermon accostandola a sè, e
mormorando
«...se ci fosse ancora la mamma sarebbe
felice.»...«Ma lei lo sa...» disse la
sorella, e
Cindermon smarrì i suoi occhi azzurri
«Sì hai
ragione...»
Leaf si copriva con la
mano bendata, ma cercava di non perdersi uno spicchio di quelle sagome
in controluce, a un passo dal sole (fine-canzone)
Akiko si faceva spazio
a fatica fra la folla accalcata attorno al panificio ghiacciato.
Volgendosi con volto pallido di terrore, stringeva i suoi occhi miopi
per distinguere sagome ad inseguirla «...accidenti, non vedo
niente!...
...devo far presto.» avanzando ancora
«Papà!...
...permesso, signori!...
...vi prego, fatemi
passare!»...«Qui è bloccato,
ragazzina!» le
disse qualcuno, ma lei supplicò «Vi assicuro che
è
una questione urgente! Sto cercando mio padre!!» quando
d’un tratto «Akiko!! Tu sei la piccola Akiko, la
figlia del
signor Mori!» La bambina alzò i suoi occhi
increduli
«...signora Nakajima...
...signora Nakajima
sì, sono io!!! La prego mi aiuti!!!» La donna si
chinò «Che ti è successo?! Dove sei
stata tutto
questo tempo?!»...«E’-E’ una
storia
lunga...»...«Ti hanno
rapita?!»...«Sì,
e...» ma poi serrò i denti e si corresse
«No, sono
andata in un posto di mia spontanea volontà! Ma ora mi
inseguono, ho visto mio padre in tv e ho pensato di venire
qui!»...«Oh piccola! Purtroppo...
...qui è
successo qualcosa di terribile e altrettanto inspiegabile! Tuo padre ed
il suo badante hanno accompagnato il signor Matsuki in ospedale, e ora
sono corsi ad avvertire il figlio, che è in vacanza con i
suoi
amici!!»
«Papà
è andato...ad avvertire ad avvertire Takato?»
balbettò Akiko «...s-sa dove sono
andati?!»...«Mi ha detto la destinazione, ora che
ci
penso!»...«Signora io ho bisogno urgente di
vederlo!! Non
posso restare un solo minuto qui, se mi dice dove è andato
mio
padre io...le assicuro che sono in grado di prendere il treno e
raggiungerlo!»...«No, no piccolina ti accompagno
io! Ho la
macchina...non temere, da tuo padre ti ci porto io!»
Akiko si
attaccò a quelle parole con gli ultimi residui di speranza
rimasti nel suo cuore.
(canzone: S
Club - Straight from the heart)
Nel frattempo,
un prestante giovane si sfilava la maglietta sfoggiando
l’enorme
paio di ali disegnato sulla sua schiena «E’
senz’altro il pezzo di punta della collezione!»
commentò Yuki «Io direi piuttosto che è
l’emblema del nuovo regno...» osservò
Kenta in un
velo d’emozione, ma Kazu smentì
«Ragazzi, credo che
entrambi esageriate: non è niente di tutto
questo.» con
eco di Guardromon «Niente di tutto
questo.»...«Si
tratta semplicemente della mia esperienza con i Digimon. O con la vita,
se volete! Oltre che una prova di talento da parte di Takato,
ovvio!» sedendo sull’erba assieme a loro, mentre
Yuki
domandava «Che significato ha?»
Kazu indicò le
due ali che si arcuavano sulle sue spalle «Dipende da come si
interpreta, potrebbe significare...”Kazu & Diamon”,
oppure “mamma
& papà” e in generale tutti i
cuori che il destino ha unito, e che meritavano di volare. Avete visto
Ryo poco fa?!...
...le mie ali si
spalancano per tutti i voli che la vita ha spezzato...»
facendosi
ombra sul viso grazie al suo cappello, mentre Kenta gli sfiorava la
spalla «Se riusciremo a battere i nemici il tuo regno sui
Digimon
comincerà, stavolta niente potrà impedirlo! Come
ti senti
al riguardo...?»
«Mah, ti
dirò, la verità è che non ci penso
molto. Io credo
che anche quando avrò indossato definitivamente la corona
che mi
hanno promesso resterò me stesso...il ragazzo con la visiera
verde...»
...rigirandosi su quel
telo, e rivolgendo lo sguardo al ruscello «Che giocava con
gli
altri poco più avanti, vicino all’acqua. Ed aveva
il cuore
emozionato, perché uno dei suoi compagni aveva portato con
sè un Digimon!»
Guardromon gli
camminò vicino, fino a distendersi accanto a lui
«Ancora
non ci conoscevamo, Kazu?» ed il ragazzo lo
avvicinò con
un abbraccio, raccontando fraternamente «No, è
stato poco
prima di venire a Digiworld. Io all’epoca non avrei mai
pensato
di diventare un domatore!»...«...adesso sei un
re!»
disse il robotico Digimon, ma Kazu sussurrò «No,
io non
sono un re...»...«Come sarebbe? Chi se non te
potrebbe
essere un re?»
Kazu sorrise con
sguardo grato, smarrendo gli occhi là il sole si mescolava
col
ruscello, sfumando lo scenario attorno alla sagoma di una ragazza...
...che si volgeva e lo
salutava con una grazia speciale. Lui rispondeva abbassandosi il
cappello, e lei, il cui volto di diamanti luccicava cristallino come
l’acqua, sembrava intenta a parlare con qualcuno
«Uhm uhm.
Davvero?...
...siete intenti a non
farvi scoprire dalla vostra maestra?! Allora shhhhhhhhh!...
...che
cos’è? Un segreto? Voglio saperlo
anch’io! Tu non mi
conosci, io sono curiosa!»
Eppure nessuno
c’era, ma a Kazu non sembrava importare e si divertiva. Kenta
si
stese a prendere il sole accanto a lui, sfilando gli occhiali mentre
mormorava «Ha ragione Guardromon...se non sei un re allora
chi
saresti?» Ma lui rispose tempestivamente «Sono
quello con
cui Diamon sta parlando.»...«Pffffff!!!»
l’amico trattenne a stento una risata...
...ma quando
guardò meglio la moglie di Kazu si fece serio a poco a poco
«Quando imparerò a non ridere per la grandezza
della
vita...?»
Diamon sembrava
così contenta e leggera, nel suo pareo azzurro come il
cielo,
per poi tornare da suo marito che le disse «Attenta, non
farlo
innamorare! Lui è ancora piccolo...
...e deve imparare a
rispettare le ragazze.»...«Non preoccuparti!
E’ stato
così gentile e carino.» replicò Diamon.
Yuki e
Kenta erano colpiti, quest’ultimo la fissò
«Diamon!
Dimmi la verità! Tu stavi parlando...
...con Kazu
bambino?!» La ragazza lo fissò con occhi profondi
«C’eri anche tu...» e Kenta
spalancò lo
sguardo «Mi hai detto di tenere la bocca
chiusa...perché
Takato ha portato qui Guilmon, ma nessuno deve saperlo. E’ un
segreto! Però io ve l’ho estorto, scusate. Sono
insistente
quando mi ci metto.» per poi accomodarsi sul telo a prendere
il
sole.
Kenta era rimasto
letteralmente stupefatto, e per celare l’emozione
afferrò
il cappello di Kazu e se lo pose sul capo. L’amico glielo
lasciò fare, mentre Yuki si alzò di scatto
«Scusate! Io a questo punto vado a vedere! Voglio incontrare
quel
ragazzino con cui ha parlato
Diamon!»...«...sì
sì, tu vai.» le disse semplicemente il marito, ma
si
sentiva che la sua voce era rotta dal pianto. Yuki mutò
addirittura in MarineAngemon, e nonostante la mole volò come
una
fata verso il ruscello mentre Kenta sussurrava «Non farlo
innamorare neanche tu...» sfiorando il piccolo tatuaggio che
aveva sul collo, e che ritraeva lei piccina come un tempo...
Leaf li osservava da
dietro un albero “Cari amici, io sono qui anche se non mi
vedete.
Un po’ è un peccato, mi piacerebbe tuffarmi e fare
il
bagno con voi! Schizzarci a più non posso come un tempo, ma
crescere significa imparare l’importanza delle promesse: io
ne ho
fatta una! E la manterrò a tutti i costi...”
fissando con
determinazione il suo pugno bendato, per poi sciogliersi in un sorriso
“...e poi non fa niente. E’ già
così bello
vedervi allegri e felici! Oh?”
Ma notò che
qualcuno si era estraniato sulla riva del ruscello. Era proprio Takato,
nel cui sguardo si leggeva una particolare malinconia “Che
fa...?
Sta disegnando?...
...sarò
impiccione se mi avvicino per vedere? Un vecchio Digimon può
ancora intromettersi fra i segreti...del suo domatore che
cresce?”
Allungò e
ritirò più volte quella mano bendata, a causa
dell’esitazione. Takato non si accorgeva affatto da lui,
sembrava
assorto in un mondo tutto suo. Tanto che Leaf dovette tossicchiare
«E-Ehm, che fai?» nascondendo le mani dietro la
schiena.
Il ragazzo si volse e
sembrò gradire, tanto che gli mostrò la tela
«Guarda.»
Leaf sussultò
alla vista di quella bambina ritratta «Ma è la
piccola
Jeri!!!»
Costei abbracciava
piena di fiducia un Digimon “...e-e quello so-sono
io!” ma
Takato era sbalordito «Come hai fatto a riconoscerla?!
E’
così simile a com’è lei adesso?!...
...quando l’hai incontrata?!»
Il rapper
spalancò i suoi occhi, provando un improvviso timore
(fine-canzone)
Fra tutta quella gente
attorno al panificio, si trascinava qualcuno dal passo spiccatamente
claudicante. In un momento in cui la folla si divise, dinanzi a lei
comparve quella casa che pareva esser mutata in un castello di
ghiaccio. Fu allora che quella ragazza vestita di stracci, il
più logoro dei quali era attorno al suo capo, si
sfilò i
suoi occhiali da sole mostrando un viso pallido e deperito, ma mai
quanto anche attonito «Che cosa è successo
qui...?»
ma l’attimo dopo comprese che doveva rimettere gli occhiali,
e
mescolarsi tra la folla «...e se fosse accaduto qualcosa a
Takato?!» disse curvandosi su se stessa, e cercando di
muovere un
passo benché le provocasse dolore «...sono
così
stanca...
...è stato tremendo trascinarsi fin qui!...
...mi manca l’aria...»
In effetti per essere
estate era vestita fin troppo pesante, e il sole di quel giorno,
più cuocente che mai, sembrava infastidirla «Non
sono
più abituata alla luce...
...m-mi acceca anche con gli occhiali! Ma non posso cedere, devo
resistere...
...d-devo riuscire a capire cosa è avvenuto a casa di
Takato! Al...
...nostro
panificio...» sicché si raddrizzò
quegli occhiali,
e raddrizzò anche la gamba con la quale si
dileguò a
passo lento e stentato.
Il suo sguardo fu
attratto da una donna impegnata in una corsetta, che la spinse
nuovamente a scostare gli occhiali. Il rimpianto con cui la guardava
era immenso, e la luce del sole evidenziava più che mai i
suoi
occhi segnati «...io non riuscirò mai
più a correre
in questo modo...» coprendo nuovamente il suo volto, per poi
serrare il pugno «Però non mi importa! Mi basta
sapere che
Takato sta bene...»
Quando Jeri era di
nuovo curva sui suoi pensieri, quella figura da lei notata
penetrò fra la folla «Pistaaaaaaaaaaaa!!! Una
bambina.
Tanto carina, avete visto una bambina?! Signora! Signora, lei che ha
l’aria così materna, ha visto per caso
un...p-piccolo...rospetto con gli occhiali?! Anzi senza occhiali,
gliel’hanno rotti i Digimon!»
«COOOME I
DIGIMON?!!» sobbalzò la folla, e costei
«Calma,
calma! Li ho semplicemente nominati, tutti menzionano spettri &
fantasmi e nessuno più si scandalizza, un giorno ci
abitueremo
anche ai Digimon! Del resto cosa rimarrà di loro se
non...ossa e
aria, una volta che questa legge diverrà
effettiva?»
Ma qualcuno le rispose
«Non lo trovo divertente, signora: intanto che aspettiamo che
la
legge operi ci resta tutto questo, guardi lei stessa!»
Violetta rimase a
bocca spalancata di fronte al ghiaccio “C-Che diavolo ha
fatto...quella pazza di insegnante con quel pipistrello
demodè
del suo Digimon?!!”
«Ad un tratto si
è aperto un varco nel cielo...una cosa
impressionante.»
mormorava la folla «Io spero solo che abbia inghiottito
quella
creatura e se la porti via per sempre! Avete visto? Ad un tratto ci si
è tuffata dentro!»
Ma Violetta
spalancò gli occhi e tese le orecchie “Varco nel
cielo...ci si è tuffata dentro...
...vuoi vedere che
quella sciocca ha cercato di farmela?! E’ colpa di lui,
sììììì, di
IceDevimon! Erano giorni
che lo vedevo strano, e poi oggi è rimasto solo con la
bastardella, chissà lei che gli ha spifferato!! Quella
bambina
mi odia, sarebbe capace di screditarmi di fronte a un Digimon di quel
genere, e ora ci mancava solo la glaciazione del pane!!” ma
tra
la gente mormorarono «Dove andremo a
finire...»...«La
sola buona notizia è che la figlia del signor Mori
è
stata ritrovata.»...«...se per avere in cambio una
bambina
dobbiamo essere attaccati da un Digimon...beh io...
...io poi l’ho
detto di non avere l’istinto da
genitore!»...«Roba
come l’istinto sono concetti
sorpassati...»...«Non
per tutti, da quel che sembra! La signora Nakajima si è
fatta
carico di quella bimba, la sta portando da suo padre...»
«Come?!» qualcosa suonò stonato a
Violetta.
«Sono andati a
informare il figlio del signor Matsuki! Figuriamoci, è come
tutti i ragazzi! Congelano il padre...e lui cosa fa? Se ne va in
vacanza con gli amici!»...«...a me non è
mai
piaciuto, vestito come un cafonetto dei bassifondi. Lo dicono tutti: E
PENSARE CHE DA PICCOLO ERA TANTO CARINO!» ma Violetta si
aggrappò al braccio della signora in questione
«Chiii???
Ihihihihihihihiiii...
...c-chi era tanto
carino?!»...«Lasci stare signora, lei non lo
conosce. Non
mi pare del quartiere...o sbaglio? Si parla del figlio
dell’uomo
che abita qui...beh, che abitava! Non credo sia più agibile,
un
frigorifero formato casa! E pensare che si narrava fosse un eroe...ma
quando è arrivato il cataclisma, lui se
l’è data a
gambe! E’ andato a fare una
gitarella!»...«C-Come,
dove?! U-Un attimo, “una gitarella”!»
puntualizzò Violetta «Sta per arrivare la
glaciazione, lo
dicono a tutti i tg!»
La folla si volse in
un “coooooooome?” generale, e lei con gli occhi di
tutti
addosso «Ma sììì, ma certo,
non siete
informati! E’ stato avvistato un Digimon, grosso come una
casa e
svolazzante come una zanzara fastidiosa! L’hanno visto
dirigersi
a nord-a sud-n-non ricordo bene, ma sta di fatto che non si
può
scorazzare come se niente fosse, eheh, qui c’è
l’allarme generale!»
«OH MIO DIO! E
IO CHE AVEVO PROGRAMMATO LE VACANZE!» qualcuno
strillò.
Violetta insistette
«Questa gente va avvertita, magari sono stesi a prendere il
sole,
e....eee...un’ombra alata di colpo oscura il telo! Si leva un
vento gelido, brrr!!! Con questi Digimon oggi non si può
stare
mai tranquilli!»...«Qui si tratterebbe di
rintracciare il
figlio dei signori Matsuki! Qualcuno sa dov’è
andato in
vacanza? Scusate, non c’è nessuno che abbia
parlato col
signor Takehiro, o la signora Mie?!» (canzone: Agnes
- Nothing else matter)
Violetta alzava gradualmente il sopracciglio, in attesa di una
risposta...
Fino a che qualcuno
esclamò «Meno male! Il vantaggio di un quartiere
come
nostro è che almeno tutti sanno tutto! E’ come
un...piccolo paese!»
Leaf deglutì e
poi avanzò «Ho riconosciuto Jeri Katou dalle foto,
quelle
sul tuo cellulare! Nel ritratto...
...è
identica...» disse con un filo di voce, e Takato
guardò la
sua opera con un sorriso malinconico «Tu sei forse
l’unico
che riconosce questa bambina...
...nella ragazza che
è diventata...»...«Lo fai anche tu!
Altrimenti
perché la dipingeresti?»
Stavolta fu Takato ad
alzare appena le spalle «L’aria di questo
luogo...mi spinge
a disegnare quello che ho perso. La mia innocente principessa...
...il mio caro Digimon...»
Il rapper taceva, con il fiato sospeso dall’emozione...
«...non ho
ancora completato il quadro, più lontano dovrei disegnare la
mia
maestra. Che...si sforza invano di controllarci. Ed il signor Mori non
la aiuta per niente, lui sembrava uno di noi.» abbassando la
tela
e fissando il cielo con un sorriso «Un bambino che attende il
campeggio per poter correre e divertirsi.»
Quel gesto
portò Leaf a fissare più attentamente la tela
“Come
disegni bene, amico mio...
...come sei
migliorato. Se mi dipingessi adesso...probabilmente sarei meraviglioso,
e potrei fare innamorare Cindermon. Ma nonostante tutto sono felice di
riflettere ancora la mano con cui disegnavi da bambino, seppur coperta
da queste bende.”
Fu allora che
trovò il coraggio «Takato. Vorrei riprendere il
discorso
interrotto prima, quello su tua madre.» Il domatore
abbassò gli occhi, e l’altro «Lo so! So
che per te
forse è un argomento ostico ma non sarà certo il
primo
che affronti nella vita. Né sarà
l’ultimo, per
cui...
...sinceramente, se posso permettermi, credo che sia giusto
parlarne.»
Takato non si oppose,
invitandolo «...vieni. Percorriamo il ruscello, vediamo dove
va a
finire. Te la senti di venire al mio fianco?»
«S-Sì!» fece il rapper. E si avviarono
assieme, il
ragazzo aveva i piedi in acqua, e l’altro lo seguiva dalla
riva
«So che quella donna probabilmente ti ha reso infelice, e se
è stata la gioia della tua infanzia...forse è
stata la
causa dei tuoi problemi di tutti questi anni! Però quella
donna
ti ha generato...e quel che più importa...
...quella donna è stata tradita, Takato!!!»
Il ragazzo arrestò il suo passo.
«Il tradimento
è una cosa bruttissima, e l’hai provata anche
tu!!...se
è vero che Jeri Katou ha calpestato la tua fiducia. I-Io lo
so
che adesso tua madre è ingestibile, m-ma!...
...merita lo stesso
comprensione...forse lei ora sta attraversando un incubo! Una membrana
di gelo la separa dal mondo...
...ed ha bisogno di un
eroe che ascolti il suo grido! Quell’eroe sei tu, suo
figlio!!...
...una famiglia come
la tua non merita di frantumarsi perché tu lasci le
redini.»
Takato si volse
stizzito «Ho tenuto salde quelle redini fino a consumarmi le
mani! Lei mi ha visto bambino, mi ha tenuto fra le braccia ma quanto le
è importato che fossi io ad andare in pezzi?! Niente!! Ho
ingoiato i miei problemi per dedicarmi solo a loro, e salvare quella
vecchia carcassa che io ancora amo!! La mia casa...»
I suoi occhi erano
lividi di rabbia «Lei non poteva fare lo stesso?! Ha ceduto
all’odio per mio padre e per mio fratello, L’AMORE
PER ME
NON DOVEVA ESSERE PIU’ FORTE?! C-Che razza di favole si
raccontano...sull’amore delle madri...»
«Takato...a nessuno di noi basta l’amore...
...per impedirci di
compiere cattive azioni.» replicò il rapper.
Rivedendosi
avvolto in quel manto nero d’odio, e poi nel giubotto di
pelle
con la pistola in mano.
Il domatore
ipotizzò a voce bassa «...dovrei credere che
ciò
per cui finora ho lottato...sono tutte sciocchezze?!»
Ma Leaf rialzò
il capo, ammettendo «Tutt’altro!!» ed
avanzando verso
di lui. Takato fece «Leaf! Sta attento alle tue
ferite!»...«Non importa.» rispose il
rapper, che lo
aveva seguito con le scarpe nell’acqua «Esiste uno
scudo
per pararsi dall’odio, e una lancia splendente per
combatterlo:
uno scudo d’amore al di là dell’odio
degli altri...
...e una lancia di
speranza, per guardare al futuro. La tua casa tornerà come
un
tempo, ne sono sicuro...»...«Scudo,
lancia...»
sussurrava Takato...
...e fra i suoi
ricordi riappariva Gallantmon, il cavaliere armato di scudo e lancia,
impersonato da un bambino fuso con un draghetto...
...il ricordo gli
rubò un sorriso «...lo sai...? A volte credo che
ti abbia
mandato lui, per rimettermi la testa a posto. E ricordarmi quello che
ero. Leaf...
...tu sei saggio, insegnami ciò che è giusto
fare. Insegnami a...
...comportarmi bene
con i miei genitori. E a trattarli con l’umanità
che
meritano...»
«La signora mi
ha condotto a casa tua. Non è cattiva, devi credermi!
Sarà banale dirlo ma...ha solo sofferto tanto!»
Takato si volse
indietro, e fra i suoi oggetti lasciati a riva gli si posò
lo
sguardo sul cellulare. Fece cenno al rapper «...la
chiamo!»...«S-Sì! Aspetta,
Takato!»
Uno al fianco
dell’altro risalirono il ruscello, il ragazzo
afferrò il
cellulare. Ed occhi negli occhi attesero la risposta...
Alla fine Takato
riabbassò il telefono «...è spento.
Forse mia madre
ha creduto...che non avrei più chiamato. Non sarà
grave...vero Leaf?»
Seppur un po’
dubbioso, Leaf alzò le spalle «...nn...no.
Tenteremo di
nuovo. Come sempre Takato...
...tenteremo di nuovo.» (fine-canzone)
L’espressione
appenata di quella madre era stata ormai fotografata nel gelo del
ghiaccio, ed era oggetto di contemplazione da parte di una donna e di
un Digimon «Dimmi...che posto è questo,
Nami?»...«Uhm! Sono le rovine della Residenza
Presidenziale
del regno...» replicò l’insegnante,
muovendo qualche
passo tra le pietre dissestate «...ad occhio e croce dovrebbe
essere qui che la cara Violetta esercitava le sue
mansioni.»...«Che cosa è successo fra
voi, dimmi la
verità!» esortò il diavolo di ghiaccio
«Hai
scoperto che era vero ciò che ti dicevo?!»
Asanuma non rispose,
curvandosi su se stessa e replicando a bassa voce «...che ti
importa?!»
Lui le volse
lentamente le spalle «...niente...figurati, cosa vuoi che mi
importi. Al momento la sola cosa che mi interessi...
...è avere la
certezza che manterrai la promessa!! Mi svelerai chi è il
padre
di tua figlia?!»...«Ti ho già detto di
sì,
perché insisti?!!» ribatteva lei, accomodandosi
sulla
sedia girevole rimasta dinanzi a quella scrivania frantumata per
metà «...sinceramente, non comprendo
perché ti curi
di queste cose...
...ah, IceDevimon ti
rendi conto?! Domineremo il tuo mondo e il mio!» esclamava
entusiasta, pavoneggiandosi in quella postazione
«Siederò
a un posto simile tutti i giorni...
...”PRESIDE”...» specificava ad occhi
chiusi, ed il
Digimon rimaneva perplesso nel veder il suo sguardo smarrirsi in
quell’immaginazione di futuro «Questa è
la mia nuova
realtà...» assumendo una posa professionale e
scrutandolo
con occhi taglienti «E affinché io faccia
ciò che
tu mi hai chiesto, tu eliminerai per me tutti i Digimon
Tamers.»
ponendo le mani dietro la nuca e distendendo i piedi sulla scrivania
«Tanto verranno tutti a riprendersi questa insulsa
panettiera!...
...il momento della
gloria è finalmente arrivato...d’ora in poi niente
sarà come prima.» “E’ pazza.
E’
diventata come Violetta...” constatava IceDevimon
allontanandosi
“Non mi piace questa dimensione, e sono preoccupato. Ho
lasciato
Akiko sulla terra, non avrei dovuto accettare questo incarico...
...ma se non
l’avessi fatto, in quale altro modo avrei potuto chiarire i
miei
dubbi?! Non mi rimane altra scelta...” ammetteva fissando i
palmi
delle sue zampe, benché il suo sguardo fosse incerto e
profondamente diverso dal solito “...devo eliminare tutti i
nemici di Nami, solo in questo modo posso sperare mi sveli la
verità su sua figlia...”
Ma lei nel frattempo
mormorava, con gli occhi socchiusi in quello che sembrava un sonno
«...Toshiaki guardami...
...mi hanno fatta
preside della scuola, non sono finita come tu credevi. Ora che occupo
un posto dirigenziale non dovrò più temere di
perderti...e tu mi ami, amore mio?»
«Ohhh?!»
IceDevimon si volse attonito, poiché non l’aveva
mai udita
pronunciare quelle parole.
«...nostra figlia...
...ora sarà
orgogliosa di sua madre? Non dovrò più esser
gelosa del
vostro legame, non mi sentirò più messa da
parte...?
Noi...
...saremmo
stati...u-una splendida famiglia! Però io finivo sempre per
sentirmi mediocre...
...una fallita...di
fronte a un padre che sa come comunicare con sua figlia! Io non sono
mai stata portata...
...non l’ho mai accettato...
...p-per questo ti ho
tradito con un Digimon!! M-Ma l’ho fatto solo poche volte...
...quanto basta per sentirsi importante, ti prego perdonami!...
...non dirlo a nostra
figlia, lei è ancora piccola...troppo per capire queste
cose...
...devo ancora...recuperare il tempo per tenerla in braccio, e
accarezzarla...
...recuperare il tempo, il tempo che sfugge...
...forse da questa
vetta oscura si potrà recuperare una manciata di tempo...?
Rispondimi, adorato Toshiaki...
...riportami al campeggio...andiamo solo noi tre! Tu, io ed Akiko...
...lasciate che io prenda il sole, mentre vi guardo giocare nel
ruscello...
...però
giratevi a salutarmi...altrimenti ho paura che spariate. Non
l’ho
mai confessato...ma ho sempre temuto lo stesso per i miei alunni. Se
non ci fossi stato tu ad aiutarmi a controllarli...sarei stata persa!...
...non ce
l’avrei mai fatta in tutti questi anni...» ma
così
dicendo, non faceva che accrescere il dubbio e l’inquietudine
nel
cuore del gelido diavolo “Qual è mai la
verità...?!”
Asanuma sembrava addormentarsi in un beato sogno...
...un sogno preculso
alla donna reclusa in quel cubo di ghiaccio, che col suo sguardo di
pena sembrava ancora invocare i suoi affetti più cari.
In quegli istanti
Akiko si aggrappava al finestrino dell’automobile, e non
temeva
il sole del pomeriggio d’estate. Il cuore le batteva forte
nel
petto, e la gola si seccava nel rimescolarsi di affetti e paure, di
ricordi e speranze...
...e intanto non
poteva fare a meno di sorprendersi, poiché là
dove le sue
dita sfioravano si propagava ghiaccio, come quello che si
addensò sul finestrino ovattandole l’azzurro del
cielo...
Un azzurro che
dominava lo scenario, ed abbracciava l’intera
città di
Tokyo vista da quella sporgenza «Ecco, era proprio qui! Mi
ricordavo bene.» indicava Henry, e sua moglie che saltava i
sassi
con allegria e agilità «Accidenti! E non avevate
paura di
cadere? Qui è molto alto!»...«E
perché, tu
hai paura...?» chiese Henry con un lieve sorriso. Ma Rea
sospirò «...no.» prendendo un respiro
profondo...
...e lasciandosi
andare alla contemplazione di quello scenario che incantava i suoi
occhi «Da qui si vede tutta la
città...»...«...è quello che
ho pensato
anch’io la prima volta che venni qui.»
raccontò
Henry, e Rea ripeté «La nostra città...
...i nostri ricordi di
infanzia! Gli spiriti di noi bambini...e i nostri sogni che volano alti
come uccelli! E’ un’onore proteggerla...non
è
vero?»...«...pensai la stessa identica cosa, quando
giunsi
sul ciglio di questo dirupo...» descriveva il ragazzo,
perdendo i
suoi occhi maturi attraverso lo scenario «...era notte,
allora...
...mentre per la mia
vita era giorno, ero soltanto un ragazzino. Invece adesso è
ancora giorno, per Tokyo e per noi. E sono gli occhi di mio figlio che
possono osservare il panorama...
...guarda,
Benji.» indicò Henry un punto lontano
«Guarda
l’orizzonte, e non dimenticartelo mai. Questa è la
città delle tue origini...lascia anche tu che i tuoi sogni
volino alti come uccelli. Il denaro e il potere cedono, vengono
spazzati via: questi sogni sono l’unica cosa che possiamo
lasciarti noi genitori...»...«Che bello,
Henry...»
diceva Rea scostandosi i capelli, e guardando in alto
«...sarebbe
bello che ci fosse anche Terriermon! Peccato che sia rimasto al
ruscello, lo vedo così pensieroso! E temo che giungere qui
lo
abbia rattristato.»...«Dobbiamo dargli
tempo.»
suggerì Henry «Ora per il nostro Digimon
è giunto
il momento di un’importante
decisione...»...«Hai
ragione...
...Henry?»...«Sì?»...«In
fondo
però non mi dispiace star sola con te e con nostro figlio.
Posso
confidarti un segreto?»...«Ma certo,
dimmi...»...«...
...è da quando
mi hai svelato di questo luogo che sogno di baciarti,
qui.»...«...uhm...
...gusti in comune,
professione in comune. Digimon in comune! Anche i nostri sogni sono in
comune, Rea...»
Così si
lasciarono andare a un romantico bacio, incorniciati da un mosaico di
verde e d’azzurro, e all’orizzonte lo scenario di
Tokyo.
Rea d’un tratto
ebbe un sussulto «Cosa è stato?! Ho avvertito un
fruscio
tra gli alberi...» ma Henry sembrò tranquillo
«Lo
sai? All’epoca un Deva si celava proprio
lì...»
abbassando la voce «...io e Takato lo vedemmo, ma pensammo di
non
disturbarlo. I Digimon sembravano così spensierati...
...probabilmente si
tratta del suo spirito.»...«Tu
dici...?»...«Sì, andiamo...»
Così si avviarono...(canzone: Laura
Pausini - Mi dispiace (strumentale) )
...ma in realtà
sugli alberi c’era proprio Terriermon “Sono io,
domatori
miei. Non temete, veglio sui vostri passi. Momentai Henry...
...momentai Rea...
...momentai piccolo
Benji, nessuno spirito vi minaccia. Ma ho bisogno di pensare...
...di restar solo e pensare...”
“Di restar solo
e pensare...” diceva un altro Digimon dal fondo del suo
cuore, e
intanto bagnava i suoi zoccoli in quel lago cristallino, seduto su un
ramo che non si spezzava.
Dall’acqua e da
un bagno fresco e ristoratore, emergevano due ragazzi. Uno
più
grande, dai capelli rossi. L’altro più giovane,
dai
capelli platino. Per poi stendersi tra le rocce «Sento che
devo
ringraziarti, Mako...» disse il più piccolo
«Da
quando ho preso posto nella squadra tu non hai fatto che prenderti cura
di me. Io sono ancora inesperto, e con il mio Digimon mi occupo della
sicurezza dei civili, mentre gli altri fronteggiano i nemici...
...però non mi
dispiace questo compito per così dire secondario, se posso
svolgerlo con te. Tu mi hai insegnato ogni accorgimento, e a volte mi
sento quasi trattato...come un fratello più
piccolo!»
Strofinati i suoi
capelli con l’asciugamano, Mako riemerse con un sorriso
aperto
«Non devi ringraziarmi, Puppet! Non dimenticarti che qualcosa
di
importante ci accomuna. Guarda il tuo cuore. Oh, e non
c’è
bisogno che scavi molto affondo...si legge già in
superficie.»
Il ragazzino comprese
il riferimento, e ognuno dei due guardò il tatuaggio sul
proprio
petto. Puppet parlò «Il tuo
dice...sorellina.»...«Il
tuo invece
dice...papà.»
replicò il più grande
«Mako...hai avuto più notizie di tuo padre?
E’
più tornato a cercarti...?»
Il giovane prese
fiato, e replicò «...no.» Sembrava privo
di rabbia,
piuttosto sfiorato da rassegnazione «Sembra che non gli
importi
più di me, ma io...so che non è vero. O almeno mi
illudo
che sia così!»...«Certo che è
così!!» il ragazzino si aggrappò al suo
braccio con
entrambe le mani, quella naturale e quella smaltata «A volte
sono
le nostre scelte a spaventarli...
...ma il filo del sangue è il più duro da
spezzare.»
D’un tratto,
dinanzi ai loro occhi il laghetto fu smosso da un tripudio di schizzi.
A provocarlo era una coppia di piccoli Digimon, che a prima vista
sembravano coetanei «Difenditi, o la mia ondata
travolgerà
le tue truppe!!!» esclamava uno di loro con una palma sulla
testa, e l’altro sorrideva felice nonostante la sua lacrima
dipinta di nero «Che bello!!! Il mio papà
è un
bambino come me!»...«Un bambino come te??? Aspetta
che ti
sistemi!» e così Oasimon travolgeva Gravemon
«Papà, adesso affogo te e tutto il tuo esercito!
Ahahahahah!» contrattaccava l’altro...
...e i due domatori
provavano tenerezza «Ecco: un papà ed un figlio
dovrebbero
essere proprio come loro.» diceva Mako, e Puppet
replicò
«Sì...» descrivendo con occhi incantati
«...quella complicità nel giocare...come se
avessero...la
stessa età! Oasimon non teme Gravemon poiché non
è
fatto di sabbia come lui. Ogni differenza cede...
...sciolta nel
chiarore dell’acqua...» adagiando la mano smaltata
sul suo
tatuaggio, e compiendo un respiro profondo.
«Prima tu
parlavi di un filo di sangue...ma forse è piuttosto una
catena
d’amore.» disse Mako «Gravemon e Oasimon
non hanno lo
stesso sangue, l’unica cosa ad accomunarli è
l’argilla che li ha prodotti. Loro non sono padre e
figlio...»...«...no, Mako, è vero: in
questo momento
no. In questo momento sono come fratelli...
...come noi!»
I due domatori si
strinsero affettuosamente, ed il più piccolo si volse a
informarsi «Ti danno fastidio, Snowhitemon?!»
Ma il minotauro
bianco, pur bersaglio del cataclisma acquatico smosso dai piccoli padre
& figlio «Tutt’altro, lasciateli
continuare!
Guardarli...mi fa bene. Mi fa ricordare di quando io ero come loro, e
giocavo in questo stesso laghetto...» svelò col
sorriso e
la maturità di una creatura antica «Con me
c’era...
...Terriermon, che non
stava zitto un attimo al contrario di oggi. Guilmon!...che avrebbe
voluto che il suo domatore si tuffasse con noi. E Impmon! Che aveva una
voglia matta di farlo...
...e che poi lo fece.
Amici miei, quante cose sono cambiate...» diceva parlando
rivolto
al laghetto, e gli schizzi di Gravemon e Oasimon scuotevano
l’acqua, e sembravano riproiettare il piccolo Calumon,
circondato
da un draghetto rosso, un coniglio verde e un folletto viola
«...quanti eventi ci sono passati attraverso. Impmon, ora
siedo
io dove tu ti sdraiavi dieci anni fa, così impertinente! Mi
piacerebbe fare come allora, e trascinarti in questo lago se solo
sapessi...
...in quale buco
cittadino sei nascosto, per sfuggire alla polizia che vuole ucciderti.
Che vuole uccidere tutti noi...»
E sembrava impossibile
guardando il riflesso di quelle innocue creature, che altri schizzi
dissolsero come un sogno “Il mio cuore soffre, amico
mio.”
pensava il minotauro “Questo luogo non è lo stesso
senza
la tua voce...se solo sapessi dove siete...tu e...Jeri! Se solo potessi
volare ad aiutarvi...”
Anche Puppet e Mako
sembravano persi nei pensieri, e le unghie del primo sfioravano il
tatuaggio del secondo, che chiese dolcemente «Cosa
fai...?»...«...sfioro una parola cara...e piena di
vita!»...«Hai ragione: piena di vita...!»
pensò Mako guardando verso l’alto «Sai,
ho condotto
con me Akemi venendo qui oggi. Io non devo pensare che lei sia in
quella fredda tomba. La religione in cui ho sempre creduto mi esorta a
pensare che lei...sia dappertutto! In questo paradiso per ragazzi e per
Digimon...
...che voli tra gli
alberi, e sguazzi tra i ruscelli. Se mi specchio nel lago mi sembra di
vederla...
...ma se solo almeno
potessi rassicurarla! E dirle che il nostro caro Digimon...è
qui
con noi, sta bene e gioca con gli altri!» La commozione
insorgeva, e Puppet lo esortò «Ehi Mako, noi non
dobbiamo
piangere!...
...siamo forti
guerrieri, proteggiamo la gente, ed onoriamo la
giustizia.»...«...ma non sappiamo neanche...dove
siano le
persone a noi care! Impmon...
...caro amico mio, non
sopporto di pensarti...in qualche anfratto squallido, a lottare per la
sopravvivenza! Ogni tanto giungono...notizie allarmanti, qualcuno
sostiene di averti visto, a rapinare una farmacia, o a svaligiare un
supermercato. Ma tu non sei un delinquente, e io solo lo
so!!»
serrando il pugno, mentre Puppet nascondeva lo sguardo e sembrava
comprendere...
«...no! Non io
soltanto...ma anche Akemi! Solo che lei non può
più
parlare. Non può gridare alla città che tu sei
buono,
né sussurrarmi all’orecchio dove sei nascosto. Tu
non sei
un delinquente...
...e io ti aspetto
nella mia casa, anche se non vi abito più nemmeno io.
Sì,
io ti aspetto...» abbassava il suo tono «...anche
dovessi
farmi vecchio ad aspettarti un giorno, quando avrò i capelli
bianchi, ci ritroveremo in quella casa...
...io ti aspetto mio Digimon...» soffiando un bacio verso il
laghetto...
...il ragazzino gli
sfiorò la spalla «...Mako, non perdiamoci
d’animo!
Pensiamo a ciò che c’è di bello.
Pensiamo al
futuro...!»...«Sì, hai
ragione...!» disse
l’altro, volenteroso nel guardare il cielo. Il ragazzino
seguitò «E quanto a questo, oggi nel boschetto ho
visto
qualcosa di sensazionale almeno quanto un Digimon che spiega il
volo!» ma l’altro rise «Dovevi
concentrarti su
quello! Non c’è niente di epico
nell’interesse di
una ragazza verso qualcuno...che non troverà mai il coraggio
di
dichiararsi. E’ inutile, è più forte di
me! Sono
troppo timido. Non sono portato per queste cose...specie dopo quello
che ho visto!»...«Siamo troppo simili io e te!
Avanti
dimmi: che cosa hai visto?!»...«Il...suo tatuaggio,
quello
che si è fatta sull’ombellico.»
svelò Mako
visibilmente arrossito, e Puppet «...è
così
eccitante?!»...«Ma che dici?!!...
...Suzie non è
quel tipo di ragazza. Sai che raffigura quel tatuaggio? Soltanto due
cifre...”1/8”...»
rivelò con occhi pieni di
tenerezza. Puppet rifletté un poco e poi sembrò
realizzare «...una data piena di storia. Non era quella a cui
tua
sorella teneva molto?»...«Esatto, è
proprio per
questo!!! Mi sento controllato...
...m-mi sembra ci sia
sempre Akemi, a fare capolino fra me e Suzie!»
esclamò
Mako fra l’imbarazzo e il divertimento
«Ahahahahahah! Ma
piantala!» rise il suo compagno rifilandogli uno spintone,
che
l’altro ricambiò prontamente
«Ahahah!» mentre
Snowhitemon li guardava...così simili ai piccoli Digimon
immersi
nell’acqua, e a quelli immersi nel passato...
«Guarda che cosi
cadiamo!!» esclamò il più grande, ma il
ragazzino
non ci badò e lo spinse nel lago cadendo assieme a lui...
...per poi riemergere
«Ma in fondo che c’è di male! Avere una
sorella che
si impiccia dei tuoi affari d’amore...
...dev’essere
bello...» concluse più piano, con i suoi occhi
assorti.
Mako si
abbandonò a testa indietro sull’acqua, per poter
osservare
il cielo cullato dai ricordi...(fine-canzone)
(canzone: Christina
Aguilera - I'm ok)
Ma a bordo di un
treno, una mano dallo smalto colorato consultava un Ipad
«...la
cronologia dei varchi aperti...
...grrr, muoviti
dannazioneee...!! S-Se questa gente la smettesse di usare i
cellulari...mi inibiscono tutto con le loro ondeee!!!»
Violetta deglutiva
pesantemente per contenere la rabbia. Con l’altra mano
sembrava
voler stritolare il supporto al quale si aggrappava...
...ma ad un tratto,
qualcosa sullo schermo mutò. E anche sul suo viso
«...?!
Il Regno abbandonato?!» bisbigliò
«...noo...!...
...n-non avrei mai
creduto di udire ancora q-questo...nome maledetto, t-tanto
più
in uno sporco...e-e antigienico treno cittadino!!...
...Nami è lììì...!!!...
...q-quella pazza con
il suo DigimonDEZZA ha aperto il varco...per la terra in cui mi avevano
esiliata tanti anni faaa...!!!»
Qualcuno si
avvicinò «Scusi: signora? Io non sono pratico di
queste
parti, è alla prossima o fra due fermate
per-»...«LE
PARE...che io posso stare a pensare se è “alla
prossima o
fra due fermate” quando qui tutti stanno congiurando contro
di
me?!»
Il tipo rimase un po’ interdetto.
«Sì!!...
...io...f-forse quiii...non è tanto chiaro, ai presenti!! Il
sole sta tramontando, si sta facendo pure sera e io sono...n-nei guai
fino al collo!! Ma non capite?!» declamava Violetta ai
presenti...fra i quali più di uno picchiettò sul
proprio
capo col dito «...la mia serva, perché di quello
si
tratta, è scappata con un Digimon, il suo amante...!!
Sì,
sì...loro stanno insieme...
...hanno fatto pure
una fiiiglia, e ora si sono diretti verso una terra oscura, fo-formata
da rifiuti informatici inospitali!!...
...i-insomma,
perché mi guardate con quelle facce, dite
qualcosa!!»
I suoi occhi erano
disperati, sembrava sull’orlo delle lacrime
«...è-è una storia tristissima, ma vi
rendete
conto?!...
...i-io facevo la domatrice di Digimon!!...
...e-ero solo una
ragazzina, avevo la mia piccola Petalmon con me, c-che
poi...è-è digievoluta Muskmon!...
...a-avevo un gruppo
di amici meraviglioooso, ma mentre io ho fatto di tutto per loro quelli
mi hanno tradito!!...
...sììì!...
...c-come la signora
Asanuma ha messo le corna al marito per infrattarsi con IceDevimon,
adesso le cose vanno cosììì!!!...
...viviamo in un mondo
crudeeeeeele!» scivolava in ginocchio, aggrappandosi al
sostegno
e nascondendo lo sguardo sotto i suoi ricci...
A circondarla
più che altro distaccate constatazioni sul suo stato
mentale.
C’era più di una risatina. Pochi sguardi di
pietà.
«I-Insieme abbiamo salvato il mondo...
...p-possibile che
nessuno si ricorda più di noi?! Che non si ricorda
più di
meee...!!!...
...io sono Violetta!
P-Però biodigievoluta diventavo...P-Purplemon! Ero bella
come
una fata...»
Un uomo in divisa si
avvicinò «Signora. Mi mostri il suo biglietto,
prego.»...«Signor capotreno! Signor capotreno mi
risponda,
lei è un uomo onesto e leale?! Le andrebbe di sposarsi con
me,
io...s-sono una domatrice di Digimon!»...«Signora
la prego,
lei sta disturbando un luogo pubblico. Esibisca il titolo di viaggio.
C-Che cosa fa?!» ma lei gli si aggrappava agli abiti, in
quello
che sembrava uno slancio di passione «Ahhh, signor capotreno
che
fisico prestante che ha! E che voce suadente, lei è un uomo
che
onora la giustizia, altrimenti non mi chiederebbe il titolo di
viaggio!! Mi dia un bacio in cambio...»...«M-Ma
cosa fa,
E’ FORSE IMPAZZITA?!» cercava di liberarsi
l’uomo, ma
nonostante il suo fisico piazzato faceva fatica poiché lei
lottava con forza «La prego mi baci, io sono sola al
mondo!!!» esplose tra le lacrime, mentre si levava il vociare
«...avevo un marito, ma lui mi ha abbandonata!! Non fa niente
che
l’avessi creato con l’argilla, io ci avevo
messo...t-tutto...i-il mio...impegno!!...
...n-non importava che non lo amassi affatto, io con lui
avevo...d-due...
...meravigliosi...bambini, come loro!!!» indicando un gruppo
di
bambini, che si ritirarono terrorizzati nonostante lei li guardasse con
tenerezza «Ciaaao, bambini!» mentre la madre
balzava in
piedi «Stia lontana!!»
Con dito tremante
Violetta chiedeva ai piccoli «V-Voi siete Digimon o bambini
veri?!» dimenandosi fra grida stridule «N-NON
RIESCO
PIU’ A DISTINGUERE LA FANTASIA DALLA
REALTA’!!»
aggrappandosi al supporto, appoggiando la testa e versando lacrime. Il
capotreno la afferrava per il braccio «Ora basta. Signori non
abbiate paura!»...«NO! La prego, non mi porti via,
mi
dichiari il suo amore!!...
...la scongiuro, ho
bisogno di sposarmi!! Anche il primo che capita, non importa!! Ma ho
bisogno di una casa da tener pulita! Un frigo, una tavola, un
focolare!! Ho bisogno di sentirmi utile!! La prego!...
...non mi cacci via!»
Ma la gente esclamava
«Oooooooohhh, finalmente!!! Qualcuno che se la porta
via!»
Pochi istanti dopo
«.....aaaaaaaaaaaaAAAAAAAAAAHHH!» Violetta finiva a
faccia
avanti sull’asfalto, e la porta del treno si richiudeva alle
sue
spalle.
Il suo pugno di unghie
colorate si strinse, fino a picchiare a terra «...grrr, CHE
SIATE
MALEDETTI! TUTTI QUANTI, TANTO SARETE DISTRUTTI!...
...UNA SCHIERA DI
DIGIMON MALVAGI ACCORRERA’, E VI DIVORERA’
SPIETATAMENTE!
UOMINI! DONNE!...
...ADULTI! BAMBINI!!...MADRI, PADRI!!...
...FRATELLI, SORELLE! MOGLI, MARITI!...A-ANIMALI DOMESTICI!...
...tutti voi, con
l’insopportabile amore che vi lega, soccomberete sotto la
furia
dei Digimon che temete tanto!! Loro incendieranno le vostre amate
case...
...E VI RENDERANNO
CENERE CON LE LORO FIAMMATE, e quando questo mondo scassato
sarà
esploso, l’unica che sarà felice sarò
iooo...!!!» rialzandosi a fatica, e venendo avanti con passo
barcollante «L’unica...
...c-che era brava a
disegnare un mondo come era giusto che fosse!» tracciando un
cerchio immaginario sull’insegna di quella stazione
«Se un
Digimon è nato dal disegno di un bambino allora
perché io
non sono in diritto di vivere nel mondo che desidero...? Lo colorerei
d’amore...
...l-l’amore
è un colore che si intona con tutto!» scandiva
tirando i
suoi lineamenti nella disperazione «...e lo doterei...di ogni
ingrediente in grado di renderlo speciale! Lo giuro, il mondo che
c’è adesso scomparirebbe a
confronto...!!»
picchiando un pugno contro l’insegna, e chinando il capo
ormai
stremata...
...l’Ipad le
scivolava tra le mani, mentre specchiandosi nel suo display il sole
tramontava, tingendo di malinconia lo scenario...(fine-canzone)
...nel buio della
sera, del fumo veniva su da un falò acceso tra foglie e
alberi,
la cui luce si specchiava su volti di ragazzi. Uno di loro raccontava,
mentre cuoceva la cena sul fuoco «...giunsi in punta di
piedi,
sperando di non farmi notare. Ma la mia maestra aveva un udito
sviluppato...così rimasi in corridoio, mi sedetti e
all’improvviso il mondo sembrò arrestarsi attorno
a me...
...proprio come
adesso, quando realizzo i tatuaggi. “Il rosso è un
colore
che ispira coraggio” dissi.»
Benché la gran
parte di loro conoscesse bene la storia, tutti ascoltavano rapiti. Ma
c’era una persona fra quei domatori che sembrava catturata
particolarmente da quel racconto. Si trattava di Rea, che carezzava la
frangetta di suo figlio addormentato tra le braccia. E non staccava gli
occhi da Takato...
«Gli fornirò un attacco, lo chiamerò...pirosfera...»
La sagoma di
Renamon si intravedeva tra i cespugli. E con un cellulare tra le zampe
riguardava le foto di sua figlia.
«Agumon e Veemon
gli faranno un baffo in confronto...» narrava ancora Takato.
Anche Cyberdramon e
Gelsomon erano due ombre seminascoste fra i cespugli. Sembravano
parlare in profonda confidenza...
«Ti prego,
continua a raccontare Takato.» disse Rea «E poi
cosa
successe? La tua maestra ti scoprì?»
Takato accennò un sorriso «...sì. La
signora Asanuma...
...signorina allora...
...venne
lì e mi chiese se dipingevo un costume per carnevale. Allora
io
le risposi “veramente è un Digimon, ma dove
vivi?!”
Uhmuhmuhm!»
La ragazza mora sembrò stupita «E lei cosa
disse?!»
Con lo sguardo perso
nel fuoco, il ragazzo rivelò «...che di solito chi
arriva
in ritardo cerca di scusarsi...e di comportarsi bene. Sentivo le risate
dei miei compagni alle mie spalle...»
Kazu riposava sulle
ginocchia di Diamon, attentissima al racconto. Lui copriva il volto col
suo cappello, ma forse non dormiva. Kenta e Yuki erano invece composti
e impeccabili, non lasciavano trapelare alcun sonno.
Sonno, che invece non
c’era dubbio avesse catturato uno di loro: Ryo, sulle
ginocchia
di Rika, che lo contemplava e sembrava aver tenerezza per quel viso,
così liscio da assomigliare a quello di un neonato, una
creatura
allo stadio primordiale.
«...il giorno
della nascita di un Digimon, che emozione...!» disse Rea
sfiorando Terriermon addormentato tra le braccia di Henry, il quale
sorrideva e sembrava contento di udire quel racconto «Io non
so
quando sia nato il mio. E Terriermon non lo ricorda...»
continuò Rea «...però io credo sia una
leggenda
immortale quella della creatura dei propri sogni...che prende vita
dalla tua creatività, in un giorno comune! Fra i banchi di
scuola e rumori dei clacson all’esterno...
...Guilmon...potrebbe ricordare tutto del giorno in cui è
nato!»
«Oh
sì...» disse colui che era stato il domatore del
Digimon
in questione «...se solo Guilmon fosse qui ora sarebbe lui a
raccontare per m-oh?»
Leaf gli sfiorò
i capelli. E rimase fisso a guardarlo, con un sorrisino e niente
più. Takato sembrò comprendere, mormorando
«...che
c’è? Non ti basta, ne vuoi ancora?»
I compagni si
incuriosirono, e fu allora che Kazu si tradì scostandosi il
cappello (Diamon «Ma non stavi dormendo?»)
Leaf non diceva nulla.
Si limitava a fissare Takato, il quale annunciò
«Niente
paura, ragazzi: codici nostri, lo fa anche a casa! Quando si mette a
guardarmi significa che vuole ancora cibo.»
Kenta e Yuki si
guardarono visibilmente divertiti. Henry sembrava intenerito, Rika
stupita (Renamon dietro i cespugli, meditabonda...i draghi erano troppo
impegnati e non sentivano)
«Sì
sì, posso assicurarvelo!» confermava Takato
«E se lo
ignori ti dà le schicchere sulla testa. Oramai ci sono
abituato.
Ti piacciono questi spiedini, eh Leaf?»
«Co...
...come?!
Pfff...ahahahah!» fece Rea, affermando dopo «No,
aspettate!
Non interpretatemi male: non sto ridendo per te Leaf, è solo
che...io avevo un cane una volta, Boxi, faceva la...stessa identica
cosa! Se solo ci ripenso...mi vengono le lacrime agli occhi...
...oh Boxi...Boxi caro...»
In quel momento
giunsero anche Mako e Puppet «Scusate! E’ rimasto
qualcosa
per noi?» chiese il primo ma l’altro fece
«Shhh...» sicché Mako notò
«Ops!...guardate Ryo. Si è addormentato.
Accidenti, doveva
essere proprio stanco...
...il primo volo dopo
tanto tempo...» accomodandosi attorno al fuoco
«Sapete cosa
mi veniva in mente?» disse Kazu, aggiungendo
«Kenta...vediamo se mi leggi nel pensiero.»
L’amico
occhialuto si volse «La notte...nel settore degli
orologi?»...«Proprio così: il giorno che
l’abbiamo incontrato...» fece cenno Kazu, indicando
Ryo.
Rika si limitò ad alzare gli occhi, accennando che ricordava.
«Mi veniva
tenerezza, ecco tutto.» disse il ragazzo col cappello
«...nel pensare...certo, cavolo! Quanto ci siamo
ammorbiditi.» Kenta descrisse «...Rika
sembrava...frigida
quel giorno!»...«E io la sfottevo! Con la storia
delle
carte e tutto il resto...» ribatté Kazu, e Rika
continuava
a guardarli, carezzando il marito «...c’era il
falò
anche allora...» aggiunse Kazu «...e li divideva...
...a vederli così vicini oggi non ci si crede...»
Yuki approfittò
della narrazione di Kazu per strofinarsi un po’ a suo marito,
che
disse «Niente panico! Quando fa così è
perché vuole altro cibo!» (poco dopo ci becco una
sberla
«Ouch!»)
Takato posò lo
spiedino e si alzò «Penso io.» Leaf
allora
parlò «Dove vai Takato?» e questi gli
sorrise
dolcemente «A cercare la mia Digimon: dopo quello che ho
disegnato ne ho ottenuta un’altra, già
prefabbricata! Ma
mi ci sono abituato...
...non mi ha reso il compito difficile...
...e inoltre
andrò a cercare del cibo. Fra poco la seconda ondata della
cena!» Si congedò così, buttandosi la
casacca sulle
spalle. Leaf rimase ad armeggiare un po’ oziosamente con lo
spiedino e il fuoco, e Rea gli afferrò la mano
«Attento
alle bende!...
...ehi, con le ustioni
non si scherza!»...«Uuhhh! Grazie che me
l’hai
ricordato!»...«Figurati, uhmuhmuhmuhm!»
Nel frattempo Henry
chiedeva «...Rika...scusa, hai visto mia
sorella?»...«Suzie...? Si era...appartata con
Lopmon.
Renamon?» chiese consulto alla sua Digimon, che
accennò
«L’ho vista andare in quella direzione...»
Rea si volse «In
quella direzione? Da un pezzo però! Scusatemi, io
sarò
troppo apprensiva. Però vado a cercarla.»
afferrando la
sua giubba pesante. Henry mormorò «Ma no, vado
io...»...«Ptsss...fidati di me, sono una donna
d’avventura!» sorrise la moglie «Anzi! Mi
porto anche
Benji.» prendendo in braccio suo figlio «Tu resta
qui.
Terriermon si è addormentato, e per i dubbi
d’amore, oltre
alla riflessione, fa bene anche il sonno! Lo dico per esperienza
personale!» concluse Rea, congedandosi da un Henry un
po’
interdetto «...uhm, non so cos’abbia voluto
intendere,
sinceramente!»...«Uhmuhmuhm, ma Ryo sì a
quanto
pare!» scherzò Kazu, alludendo al sonno profondo
del suo
compagno pelato.
«Scusate, vado
anch’io.» disse educatamente Leaf appoggiando lo
spiedino
consumato, e stirandosi in un sospiro “Tutti questi ricordi
mi
hanno fatto venir voglia di camminare...”
...sotto la luce dei
soli raggi di luna, le sagome di Suzie e Lopmon spuntavano come ombre
tra le foglie «Quando mi ha stretto la mano non potevo
crederci...
...ancora non sono
sicura che non sia stato un sogno, nato dal mio desiderio di questi
anni!»...«Ti assicuro che era
realtà.» disse
la piccola coniglietta «Io stessa ho sentito
l’emozione di
entrambe le vostre mani, la stessa...!»...«Lopmon,
dimmi, e
tu...?» chiese la ragazza, fra quei raccolti sussurri
«Leggo il tuo imbarazzo, il tuo sguardo smarrito...
...quando mi hai preso
la mano ho sentito le tue orecchie gelide, riconoscendo in esse
l’emozione che anch’io provo, quando lui
è vicino a
me.»...«Suzie...non capisco più me
stessa! E nel mio
caso al contrario del tuo si tratta davvero di un sogno. E’
impossibile!»...«Perché dici questo...se
lui
è quello che penso io?!»...«M-Ma
perché...
...lui è
arrivato nella mia vita come un fulmine, quando io ero certa che sarei
rimasta innamorata di Terriermon per tutta la vita. Eppure a un tratto
mi sono ritrovata a pensare a Suzakomon, là dove ci siamo
conosciuti...però...
...nel mio cuore non
c’era l’incontro con Terriermon! Ma solo
l’immaginazione di un Digimon...che di quel luogo...non aveva
mai
sentito parlare. Perché la sua origine è diversa
dalla
nostra...»...«E allora...?!» disse la
ragazza
gattonando tra le foglie, per farsi più vicina a lei
«E’ una cosa bellissima! Un nuovo amore accarezza
la tua
vita...come questi raggi di luna...»
Il corpo della
coniglietta, maculato dalla luce tra le foglie, tremava visibilmente
«Ma tanto è impossibile,
Suzie!»...«Perché?!»...«Ma
perché
lui ha un passato...! E’ stato un uomo, ed è
stato...sposato! Io non so niente di queste cose, e mi vergogno
terribilmente! Lui ha avuto...una casa e una
moglie.»...«Chi, Violetta?! Ma Lopmon, ti rendi
conto che
non potete mettervi a paragone? Quella è una donna senza
cuore,
invece tu ne hai uno...grande, immenso! E puoi donare a quel
Digimon...tutto l’amore di cui hai
bisogno!»...«E a
Terriermon?! Chi glielo spiega, adesso?! Sono a un...passo dal fare la
figura di quella poco seria, Suzie!»...«Ma cosa
dic-»
«Ptsss...Suzie.
Siete qui?» si udì un sussurro. Lopmon
esclamò
«Rea!» mentre Suzie accennava alla Digimon
«
(Continuiamo a parlare dopo...) ...e-ehmmm, eh sì Rea!
Scusaci,
tanto per cambiare abbiamo perso la cognizione del tempo! Vi abbiamo
fatto preoccupare?»...«Uhmf, no, solo che abbiamo
mangiato
anche la vostra parte!»...«CHE COSA?! Ah, begli
amici!»
Mentre Lopmon fissava
malinconicamente la luna «...che ne sarà della mia
vita...?»
Cindermon con la sua
bandana rossa sfumata dalla notte, passeggiava tra gli alberi. Alcuni
ricordi non riuscivano a lasciarla in pace, specie il dialogo di quella
mattina con la signora del panificio...
“Ma Takato sa quello
che provo...
...e non mi ricambia,
per cui è inutile continuare questo discorso!”
“Non è inutile! Tu sei una ragazza fantastica, e
mio
figlio ti deve molto!”
”Ma questo che c’entra?!"
”C’entra eccome: hai visto? La ragazza che amava si
è
rivelata una delinquente, e la polizia la sta cercando.
Ora è il tuo turno, Cynthia! Basta molto poco...e mio
figlio cadrà fra le tue braccia! Del resto è
sempre stato
un grande appassionato di Digimon...”
Fino a che udì dei
passi alle sue spalle «Sei qui.» le disse il
domatore, e
lei si volse di scatto.
«Uhm, sì
capisco...hai ascoltato fin troppe volte la storia di quando ho
conosciuto Guilmon.» ma lei sorrise «Sai che mi fa
piacere
riascoltarla.»...«Solo che adesso...ho
un’altra
storia importante da
raccontare!»...«Cosa...?»
sgranò gli occhi stupita, e Takato si avvicinò
«Una
storia moderna...ambientata in una notte dei giorni nostri, quelli che
nessuno vuole mai ricordare. Una notte che nonostante tutto
è
già passato...
...e fa già
emozione ripensarci.» La Digimon comprese e
scherzò
«...beh! Meglio non raccontarla in un posto simile, quando
scende
la notte dà un poco i brividi!»
Takato camminò verso di lei «Io ero in pericolo...
...sia
fisicamente, sia come persona. Perché troppo tempo era
passato
da quel disegno che aveva preso vita. Ma quell’ultimo Digimon
che
nessuno pensava sarebbe più accorso...
...è giunto a
raccogliermi, e a dirmi di non mollare. Ancora no, ancora non
è
tempo!»
«Takato...» disse Cindermon con sguardo maturo
«...non è mai tempo di mollare, ricordatelo. Non
lo era
quella notte e non lo sarà mai. La vita...
...ah, guardati attorno! E’ una cosa meravigliosa...
...anche a terra,
calpestati, sporchi, feriti! Come un Digimon dopo la battaglia
più tosta...»
Il ragazzo sorrideva,
e anche lei fissando le stelle oltre il tetto di alberi...
«...anche in quel caso
vale la pena di resistere. Se la nostra storia insegna qualcosa, io
penso sia questa...la morale della favola!»
accentò in un
sospiro brioso, e Takato le chiedeva «Ti sei divertita
oggi?!»...«Io...???...
...DA NON CREDERE,
Takato questo posto è fantastico! Davvero, sono stata a fare
su
e giù dal ruscello, mi sarò abbronzata che
è una
cosa...uhmuhmuhm!!! A casa penseranno che sono finita dentro il forno,
quando torneremo!»...«Ah, lo sai...? Leaf mi ha
consigliato
di chiarire con mamma...
...però il
cellulare è sempre spento, è da prima che chiamo
ma
niente da fare. Io credo sia per quella storia di stamattina, non mi
sono regolato con le parole...
...ma spero di
sistemare tutto, al ritorno.» “E’
strano...”
pensò lei “La signora non spegne mai il
cellulare...sempre
a smanettare!! Comunque è meglio che Takato non si
agiti.”
sicché concluse «Ma sì, vedrai che
sarà un
po’ impermalita ma le mamme sono così! Lo
dico...anche se
ho perso da tempo la
mia!»...«Cindermon!»...«Sì?»
In quel momento le
foglie frusciavano, e Leaf spuntava tra di esse ad osservare loro due...
«Ti ringrazio
per essere venuta...desideravo mostrarti questo luogo! A volte mi
chiedo come sarebbe andato il nostro primo incontro, se io avessi
saputo da subito che eri una ragazza
fantastica!»...«Uhmuhm! Vorresti dire un Digimon
con i
contro-attributi! Beh sì anch’io mi chiedo come
sarebbe
andata quella notte se io avessi saputo che quel ragazzino che avevo
visto sui libri magici in realtà
era...»...«Era...?...era cosa? Dai,
dimmelo!»
Ma lei esitava, ed il
suo sguardo sfuggiva dolcemente emozionato. Takato esortò
«Ripetiamo adesso quell’incontro, rendiamolo come
sarebbe
dovuto essere...se avessimo avuto più fiducia
l’uno
nell’altro!» Cindermon deglutì, con voce
rotta
dall’affetto «Va bene, accetto la sfida. Comincio
io,
allora!» (canzone: Taylor
Swift - Back to December (acoustic) ) avanzando sotto i
raggi che fecero il suo viso
candido come la luna «...ciao!...
...io sono un Digimon,
e vengo da lontano, da un palazzo...tra le nuvole di Digiworld, ma se
sono qui stasera è p-perché...qualcuno mi ha
detto...cheee...sulla terra...
...c’è un bambino coraggioso che è
diventato un ragazzo...
...giusto...buono, onesto!...
...bello...»
aggiunse più piano, e per un attimo abbassò lo
sguardo
«...a cui la sola cosa che manca è qualcuno che lo
aiuti a
duellare!» sferrando un paio di pugni in aria, per poi
nascondere
le mani dietro la schiena «Perciò eccomi qua!
Uhmuhmuhm!»
Takato si
scostò la frangetta e disse «...ciao...io sono
stato un
Digimon Tamer e...
...non avrei mai
creduto di meritare un altro Digimon, tanto più una signora
fantastica...e maestosa come te! Non mi sembra vero, questa notte
è come un sogno!...
...
...c-che ne dici,
meglio?»...«...passando sopra a quel
“SIGNORA”
di cui non colgo il significato diciamo...che si può fare,
dai!»
Takato prese le sue
mani «Cindermon, promettiamo di non separarci mai! Di restare
amici...tutta la vita...» chiedeva il ragazzo smarrendo gli
occhi
nel cielo.
“Oh Takato...” pensava lei...
...e Leaf scostava le
foglie “Sono così uniti, sono...inseparabili! A
guardarli
sembrano...più che amici! Più che un domatore e
un
Digimon!! Potrei mai, io, confessare a Cindermon quello che provo...? E
se loro fossero...
...?!”
«Le tue mani che
emettono fuoco sono gelate...»...«A-Ahh, no,
dev’essere il freddo!»...«Vieni, torniamo
insieme
all’accampamento! In effetti ha un po’
rinfrescato.»...«Agli...orrrrrdini,
domatore!»
Si avviarono così insieme, lasciando il rapper tra buio e
pensieri.
Kazu nel frattempo
narrava «...sembra incredibile, ma anche un posto come
questo,
relativamente vicino...guardate quanto tempo abbiamo impiegato per
tornarvi...»
Rika svelò «Io mi promisi tante volte di
conoscerlo...
...ma poi, per un
motivo o per un altro non si trova mai il tempo, o il coraggio. E dire
che all’inizio della mia adolescenza volevo fare tante cose.
Senza Renamon mi sentivo molto sola, però motivata!
Volevo...girare il mondo. E invece eccomi qui: eccolo il mio
mondo...» simulando due dita che cammino sopra il capo liscio
e
addormentato di suo marito «...ed io lo percorro in lungo e
in
largo, per me non ha segreti.» Yuki era seduta accanto a lei,
e
sospirò «E va bene...è andata
così.»
volgendosi poi verso Rika, in uno spontaneo «Meglio!
No?» e
costei sorrise «...sì! Decisamente
meglio.»
guardando Ryo con gratitudine verso la vita.
«E tua nonna...?
Come sta, si è un po’ ripresa?»
domandò Kazu,
e Rika scostò i suoi boccoli «Sì, ho
avuto da mia
madre buone notizie: la polmonite sembra guarita, però la
convalescenza è lunga. Dovrà restare ancora un
po’
ad Osaka...»
Kenta armeggiò
sul fuoco «Comunque ragazzi, oggi è stato un sogno
ma al
sorgere dell’alba toccherà affrontare di nuovo la
realtà. Che facciamo con questi nemici...? Non possiamo
aspettare che prosciughino ogni struttura fondamentale per
vivere!» Rika abbassò il tono «Ptsss, io
non so cosa
fare...!! E’ sua figlia...!!!» alludendo alla
Digimon
accovacciata tra i cespugli, ma che non dormiva.
Kenta ne concluse
«E’ inutile dirlo: non possiamo lasciarla con
Starshipmon,
dobbiamo trovare un modo per convincerla a desistere.»
Mako carezzava il
piccolo Oasimon addormentato, ma il suo sguardo si fece apprensivo
quando lo sentì sussurrare «...Ufomon...figlia
mia!»
con voce di bambino che interpreta il “padre” in
una recita
scolastica.
Henry parlò
«Lentamente, ma inesorabilmente sta succedendo ciò
che
avvenne dieci anni fa, in questo luogo. Sinduramon assorbì
tutta
l’elettricità di Tokyo, perché i Deva
temevano
l’egemonia degli uomini. Mi domando quali siano i piani di
Starshipmon...» e Kazu «I nemici non sono
più quelli
di una volta! Un tempo avevano le loro credenze, questi sono solo dei
disperati, come noi! Cercano di strappare...un altro giorno alla loro
esistenza. E di sfuggire da ciò che fa loro
paura...»...«Povera Renamon.» espresse
Henry
«Mi metto nei suoi panni, e il pensiero del proprio figlio
nell’occhio di questo ciclone...»
L’idea non gli
permise di continuare la frase. Ma Rika parlò al posto suo
«E’ inutile: non possiamo più permettere
che tutto
questo continui.»
Gli occhi dei domatori si incontrarono in una profonda intesa...
...e mentre il loro
falò ardeva, quello di alcune creature ignobili in una
piazza
buia si spegneva inesorabilmente «Aaaargh, accidenti! Questo
dannato affare si è spento, e ora come facciamo col vento
che
tira?!» brontolavano le loro ruvide voci. Uno di loro
indicò «Lascia perdere, guarda là
piuttosto!
Io...vedo accendersi un altro fuoco...
...uhmuhmuhmuhmuhm!»...«Gwahahahahah!»
Quei senzatetto dai
contorni inumani erano rimasti incantati da un’auto rossa
fiammante parcheggiata dinanzi alla grande chiesa.
Agilmente, smontarono
due figure sui tacchi, avvolte da un lungo manto col cappuccio, uno dai
ricami bianchi l’altro dai ricami neri. Sembravano non aver
tempo
da perdere, e si dedusse da come l’una lanciò
all’altra le chiavi, e dal passo rapido con cui si diressero
nell’edificio...
...scuotendo la piazza notturna col rumore del grande portone.
Quella con il
manto nero, che aveva i capelli biondi, custodiva un fiore luminoso tra
le mani. I suoi occhi erano emozionati «Perché hai
voluto
che lo portassi io...?» chiese fra i banchi dissestati di
quella
cappella dai rosoni infranti «Ma perché
è il cuore
della mia gattina!» replicò l’altra dal
manto
bianco, mentre scuri erano i suoi capelli «Ed io volevo che
lo
tenessi per qualche minuto, nella sua luce pulsano i miei ricordi
d’infanzia! Ma copriti bene, senti che vento tira nel Regno
abbandonato?»...«In effetti...fa molto
freddo...»
disse Rapunzelmon stringendosi il manto e nascondendo il cuore sotto di
esso «Vieni! Facciamo presto prima che quei barboni giungano
a
importunarci! Sull’altare c’è il
candelabro da cui
sprigionare tutto il potere!...
...vieni
Rapunzelmon!!»...«D’accordo...»
si
affrettò l’altra, nell’echeggiare dei
suoi tacchi
nel silenzio.
Rika appoggiò
il piccolo Nymon accanto a Ryo, e scavalcò i cespugli per
accostarsi a Renamon «...domattina all’alba
ripartiremo.
Coraggio...!!» le disse stringendo il suo braccio di pelo.
Mentre alle loro
spalle «Scusate il ritardo! Sì lo so, siamo
imperdonabili!» Kazu scherzò «Almeno lo
ammetti,
Suzie!»...«Uhmmmm!» gli rispose lei con
un versaccio,
mentre Henry chiedeva «E mia
moglie...?»...«Rea...?
Non lo so, ci siamo separate a metà sentiero
perché Benji
doveva fare pipì. Allora io sono corsa avanti da voi:
perché, non è ancora tornata?»
L’istinto
protettivo destò all’istante gli occhietti di
Terriermon
(fine-canzone)
«Accidenti, la
mia torcia ha le pile scariche...» mormorava Rea tra la buia
vegetazione «Ero sicura di ricordare la strada, ma
all’improvviso ho perso l’orientamento. Benji! Non
temere,
tua mamma ti ci riporta dagli altri!...
...sì...speriamo...
...a dire il vero non
ho la più pallida idea di dove andare. Devo
ammetterlo...prima
mi sono vantata troppo con Henry e con gli altri, se resto sola non so
che pesci prendere!...
...inoltre qua attorno
ci sono quei crepacci che non sono altrettanto belli, di notte, quando
non sai dove metti i piedi! Devo stare molto attenta...
...
...HENRY!!...
...RAGAZZI, DOVE SIETE?!...
...MI SENTITE?!...sta
calmo Benji, scusami se mi senti gridare, non sono diventata
un’isterica, è solo che...
...HENRY!! TERRIERMON, RISPONDETE!...
...SUZIE, RAGAZZI!»
...una mano dallo
smalto scrostato afferrava un ciuffo di piante e lo scostava...
...un abito nero
strappato e sporco di foglie avanzava nel buio “Cosa arriva
prima...
...un treno o
un’automobile? Se Akiko non è ancora qui lo
sarà a
momenti...in questo luogo Digimon & Digimon Tamers si preparano
per
la notte, dopo una giornata di svago e gozzoviglie! Quei ragazzi sono
qui, da qualche parte...
...è arrivato il momento della fine!!”
La luna rischiarava il
suo sguardo folle, e quei ricci castani cosparsi di pagliuzze...
Rea, ogni
secondo più affannata, si guardava attorno per cercare di
ritrovare la strada «Non risponde nessuno...
...possibile che ci siamo allontanati così tanto,
accidenti?!...
...HENRY! RAGAZZI,
SIAMO QUI!!» gridava con voce sempre più
angosciata
«Niente da fare! Comincio a pensare che ci siamo persi per
bene,
Benji...e adesso come facciamo?»
Ma
all’improvviso qualcosa si mosse fra le foglie «Oh
mio
Dio!» si volse di scatto la ragazza, indietreggiando
«...Benji hai sentito anche tu quel fruscio? In teoria qui
non
dovrebbero esserci belve feroci, però...
...non lo so, i libri
letti e la cultura su riserve come questa non mi confortano molto, in
un momento simile!»
D’un tratto qualcosa brillò oltre le foglie...
...smorzando ulteriormente la voce di Rea «...degli occhi...
...oh nooo...
...sembrano quelli di
un lupo!» pronunciò, ma a metà fra il
terrore o
l’attrazione. Quest’ultima sembrò
prevalere,
portandola avvicinarsi «No, non esattamente!...una creatura
fantastica! Sì, sono certa che quegli occhi non appartengono
a
nessun animale della fauna locale...»
Fu allora che il
bambino tese la mano, pronunciando quella speciale parola
«...Di...gi...mon!»...«...!! Benji! Sei
riuscito a
dire il suono completo!...
...un
Digimon...» pronunciò Rea incantata
«...sarà
come dice il tuo papà? Forse è lo spirito di
Sinduramon,
ancora alla ricerca di elettricità da ingurgitare...
...magari...è
pericoloso, quel Deva vuole vendicarsi di noi perché
Terriermon
e Guilmon l’hanno sconfitto. O forse invece...è
prigioniero qui! Si è pentito delle sue azioni...e ha solo
bisogno che qualcuno si accorga di lui...
...che cosa
faccio...?» abbassò il tono, e tese la sua mano
tremante
al cespuglio. Il suo french alle unghie sfiorava le foglie
«Sono
la moglie...del domatore che ti ha sconfitto!...
...non ho intenzioni ostili! Sinduramon!!...
...sei tu?! Se non
riesci a trovare la pace...e vaghi ancora in questo luogo io e i miei
amici possiamo aiutarti!»
Dal cespuglio giunse una voce «...Rea...»
«Uhm?!...
...conosce il mio nome...ma allora avevo ragione!»
Egli emerse dalle
foglie, sussurrando attonito «Rea, Benji...!» tanto
che la
ragazza spalancò gli occhi «...Leaf...sei
tu?!»
Il ragazzo sembrava
avere paura, infatti parlava a bassa voce «Dimmi,
perché
hai nominato quel Digimon? E’ ancora in giro
Sinduramon...?»...«Cosa...?» si
avvicinò la
ragazza, sfiorandogli la spalla «...come sai di
lui?»...«Ta-Takato mi ha raccontato della sua prima
avventura in questo campeggio...e del disastro che compì
Sinduramon.»
La giovane si fece
pensierosa, tuttavia svelò «Io e Benji ci eravamo
persi...pensavamo di non ritrovare la strada, per fortuna abbiamo
incontrato te!» Il rapper sorrise «Non temete: vi
ci
riporto io all’accampamento.»...«Sei
sicuro di
orientarti...?»...«Ma certo! Uhmuhmuhm!...non
confonderei
l’odore della cena con niente al mondo.»
Rea mormorò fra sè «...questo ragazzo
è strano...
...è da prima che ci penso...
...tu cosa ne dici Benji?»
Ma il bambino non
smetteva di fissare Leaf, come attratto da un qualcosa di inspiegabile.
Il rapper si volgeva, e lo salutava con la sua mano bendata
“Le
sue mani sono nascoste, e non mostra mai neanche i suoi piedi...
...lui conosceva già il nome di Benji...
...e durante la cena
aveva i modi di un cagnolino!” elaborava la ragazza, mentre
Benji
e Leaf si scambiavano simpatici saluti “Ha un fiuto talmente
sviluppato, che l’odore del cibo gli permette di
orientarsi!...
...lui e Takato sono
inseparabili...tutto questo...non può essere una
coincidenza!!!”
Benji seguitava a
ripetere quella parola, e a sfiorare il volto di Leaf
«Uhmuhmuhm,
che cosa dici?» chiedeva il ragazzo, visibilmente divertito
«Ghirighirighirighiri! Uhmuhmuhm! Dai, non mi strappare le
bende,
Benji.»
D’un tratto Rea
gli posò una mano sulla spalla
«Leaf...»...«Sì?» si
volse lui.
Lei lo guardava con
occhi profondi, ed un sorriso spontaneo «Io ho capito chi sei
in
realtà.»
Il giovane piegò il capo «Che cosa intendi
dire...?»
E la ragazza, con la
massima naturalezza, gli disse «Tu sei Guilmon!»
Ma udito ciò il
giovane spalancò gli occhi spaventato, e le tappò
la
bocca con la mano bendata «Mmm! MMMMMM!»
Un’automobile
frenava bruscamente sul sentiero costeggiato da alberi, e qualcuno
aiutava a smontare un uomo sulla sedia a rotelle «Proseguo da
solo.»...«Ma che cosa dici, Toshiaki?»
La risposta fu
irremovibile «Conosco questo luogo come le mie tasche, e
sognavo
di tornarci...
...so dove trovare Takato.»
Gli occhiali del maestro brillarono sotto la luce delle stelle.
Ma benché quel
luogo albergasse nei suoi ricordi, non poteva distinguere fra i
familiari alberi quella donna in nero che si affacciava come uno
spirito inquieto...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 46 *** Il risveglio di Arkanomon ***
puntataDT2
Rea si dimenò
fino a liberarsi dalla stretta di Leaf «Guilmon! Sono sicura
che
tu sia lui, sono certa che tu sia
Guilmon!!»...«Ziiiiiitta,
per favore!» gemette lui con voce smorzata
«Perché?!
Perché devo tacere?!...
...io e i miei amici
aspettiamo tutti il tuo ritorno!»...«Ma io ho fatto
una
promeeessa, una promessa che devo...a tutti i costi
mantenere!»
giungendo le sue mani bendata, ma lei insisteva
«Takato!»...«Shhhhhh!»...«Guilmon,
Takato...
...crede che tu sia
morto, io lo so! Non potrei ignorare la malinconia nei suoi occhi
mentre ricorda il giorno in cui ti ha incontrato! Perché
vuoi
farlo stare in pena?! Ignorare la sorte di qualcuno di caro...
...è la cosa
peggiore che ci sia! Io ho temuto per mio figlio, quando PinkMonzaemon
l’ha rapito...
...e ho consumato
minuti di strazio, quando condussero Henry a Digiworld con la forza, e
non sapevamo...dove cercarlo! Perché non poni fine alla sua
angoscia...?»...«Rea, ti prego! Se mi vuoi bene!
S-Se vuoi
bene a Takato, se ami i Digimon...
...ti prego, TI
SCONGIURO, dimenticati di questi istanti: non dire a nessuno che mi hai
visto!!»...«Perché?!! Io invece voglio
gridarlo! Io
voglio...
...che tutti i pezzi
di quella leggenda a cui non ho preso parte si ricompongano! Voglio
vedere i vecchi amici rincontrarsi, voglio che festeggiamo tutti
assieme! Dammi una buona ragione perché dovremmo
rinunciarvi!»
Con la voce ormai
soffocata dal terrore di perdere le sue certezze, Leaf
esclamò
«Io sono quello...
...che ha sparato a
Takato!!!»...«Come?!» sobbalzò
la ragazza con
il bambino in braccio «Come hai potuto sparargli...? Sei il
suo
Digimon!...
...e la leggenda narra
che gli vuoi bene!»...«I-Io gli voglio
bene...»
gemeva il ragazzo «G-Gli voglio bene,
però...»...«Però...?»
Ma
all’improvviso Leaf si destò «Sniff,
sniff! Ho
sentito qualcosa! Ho fiutato un
pericolo!»...«Come?!»
fece Rea guardandosi attorno, e lui dichiarò drastico
«Qui
non siamo al sicuro! Allontaniamoci, vieni con me Rea!»
afferrandola saldamente per mano «M-Ma dove andiamo?!
Guilmon!»
Nel frattempo, nella
cappella abbandonata, la mano di Starshipmon dallo smalto perlato
raccoglieva un candelabro, lasciato lì fra alcuni oggetti
antichi. Dopo averlo lucidato con il suo manto ricamato di bianco fece
cenno alla sua compagna. Rapunzelmon sfoderò il fiore
luminoso
da sotto il manto, nero come le sue unghie e le striature sui suoi
capelli, e lo adagiò sulla cima del braccio centrale. Una
forza
misteriosa permetteva al fiore di galleggiare sul candelabro.
Starshipmon estrasse un accendino, e la fiamma svolazzò nel
vento che proveniva dai rosoni infranti...
Un’automobile
giungeva all’entrata di quella riserva naturale, ma prima che
riuscisse a trovare parcheggio una bambina era già smontata
«Aspetta, Akiko!»...«Non posso, quella
è la
nostra auto!! Il mio papà è già
arrivato, devo
trovarlo!!» sicché andò a bussare al
vetro
dell’altra auto «Mi scusi, signore! Io sono la
figlia del
signor Mori, è lei che lo ha accompagnato?!»
Ma la donna in nero,
che spuntava tra gli alberi con gli occhi di una statua affranta,
tendeva la mano «Piccola Ufomon...?
...sei forse tu?! Stai
tornando a casa...? Lo sento...presto la nostra famiglia si
riunirà...ghghghghghgh...ihihihihihi!»
La mano di quella
Digimon che gradualmente accendeva le candele ad un tratto si
ritirò, come la fiamma sull’accendino
«Che ti
succede, Starshipmon?» domandò la compagna bionda,
ponendole la mano sulla spalla «Qualcosa non va...?»
Starshipmon chiudeva i suoi occhi...
...e le sembrava di
rivedersi bambina, a correre dietro ad una gatta assieme al suo
fratellino. Quando immaginava di riacchiappare, seppur con non molta
grazia, quel felino sfuggente, la sua immagine si sovrapponeva a quel
cuore fluttuante sul candelabro.
«Vedrai,
andrà tutto bene...non ci ha seguite nessuno.» la
confortava Rapunzelmon, e lei si volgeva a guardarla “Per
sfuggire alla mia famiglia ho trascinato questa Digimon con me,
strappandola ai suoi genitori. Avevo bisogno di qualcuno con cui
condividere il pericolo...e la solitudine! Ma arrivata qui inizio a
chiedermi se ho agito bene. In questo luogo ventoso siamo fin troppo
lontane dalla terra...
...qui non è
ancora giunta la tua popolarità, Nakao. Eppure avrei bisogno
di
ascoltare una tua canzone, affinché potesse suggerirmi cosa
fare. Anche se libero tutto il potere di questo artefatto, non
riuscirei comunque a riportarti in vita! Perché sto facendo
tutto questo...?”
Ma il grande portone
scricchiolava, e Rapunzelmon sfoderava di colpo la sua lama a cuore
infranto, notando che il loro operato era sorvegliato dalle creature
del luogo, che le spiavano dallo spiraglio.
Starshipmon
realizzò “Questi rifiuti informatici si sono
accorti di
noi, e non sappiamo quanti siano! Ormai non si torna indietro: devo
proteggere la mia compagna, e per farlo devo agire in
fretta!”
riprendendo ad accendere ad una ad una le candele...
...qualcuno si
avvicinava a Renamon accovacciata tra le foglie, e le sfiorava il
braccio con la sua piccola mano «...Oasimon.»
Il bambino con la
palma in testa le disse «Anche tu sei preoccupata per tua
figlia?
Io non riesco a dormire, penso sempre alla mia Ufomon! E la sogno in
pericolo...»
Renamon avanzò,
sfiorando delicatamente il viso del bambino con i suoi artigli
«...tu sei un padre, nonostante il tuo aspetto sia quello di
un
bambino. Allora dimmi...perché suo padre è
diverso da te,
benché lui e Akirmon abbiano lo stesso sangue...?
Perché
sembra impermeabile a questo strazio, che impedisce a me e a te di
dormire?»
«...tu
l’hai conosciuto...abbi fiducia in lui.»
mormorò il
bambino forte di una saggezza indecifrabile «M-Ma
Imagomon...lui
ci ha lasciati!»...«Se c’è
stato un tempo in
cui hai creduto in lui, non mollare la presa proprio adesso. Tu non hai
mai abbandonato qualcuno che ti era caro, per trovare le
risposte...?»...«Ahhh!» Renamon
sussultò...
...ed i suoi ricordi
la ricondussero dinanzi a un Digimon possente, simile a un toro armato
di spada. Un Digimon che lei una notte scelse di seguire, voltando le
spalle a una spiazzata bambina dai capelli rossi...
“All’epoca...non sapevo quale fosse il senso della
mia
esistenza! Non sapevo se sarei mai tornata. Vajiramon conosceva quei
segreti...dovevo scoprirli, accettando il rischio di perdere Rika!
Oh?!” «Brava, hai compreso.» disse
Oasimon, e una
luce lo avvolse...
...la digievoluzione
gli concesse le sembianze di Sandmon, le cui bardature dorate erano
illuminate appena dal riflesso del falò alle loro spalle.
Renamon gli chiese «Come hai fatto a interpretare i miei
pensieri...?»...«Io non ho alcun potere, se non
quello
dell’esperienza. E dei miei sentimenti...ho parlato di tuo
marito
come avrei parlato a Mako di suo padre. Nemmeno lui accenna a tornare.
Ma il mio domatore deve sperare ancora. Ancora è sempre...
...la fiducia nei
legami familiari...è un falò che non si deve mai
spegnere.» volgendo entrambi lo sguardo a quel fuoco, sotto
le
parole del guerriero «Un faro...che non deve mai smettere di
volteggiare. Pensa a Henry, che ora è andato a cercare sua
moglie e suo figlio con l’aiuto di Rapidmon. Tuo marito sta
cercando le risposte...
...sii paziente con lui, come fosse quella te stessa del
passato.»
Renamon sembrò
grata, e con voce velata dall’emozione chiese
«...tu credi
che ci sia ancora speranza?» Sandmon si avvicinò,
nell’eco sommesso della sua armatura
«...sì, non
bisogna mai perdere la speranza. Un faro sovrasta tutti noi e questi
ragazzi...»
Renamon si
aggrappò a quei guanti dorati, riversandovi le sue
speranze...
...era tempo di
accendere l’ultima candela, quella sotto il fiore splendente.
Ma
in quel momento la porta si spalancò «Che cosa
fate, belle
signorine?! Possiamo darvi una mano, per caso? Gwhahahahahahahahah,
mwhahahahahahahahah!»
Starshipmon
sussultò...ma Rapunzelmon si portò avanti con la
sua lama.
Gli abitanti di quel
pianeta solitario erano creature dall’aspetto orribile oltre
ogni
immaginazione. La deformità di lineamenti e contorni rendeva
un’arma devastante il solo loro aspetto.
«Sta indietro,
non mi fanno paura!» disse la bionda in cappucciata di nero,
volgendosi verso l’altra «Continua
l’iniziazione!» ma Starshipmon era incerta, con
l’accendino tra le mani...
Takato stava tornando
all’accampamento con Cindermon, e si chinò a terra
con un
sorriso «Uhm, mi stupisco di me stesso! Ora sono anche in
grado
di destreggiarmi col cibo in un’isola deserta. Ho imparato
che
queste piante producono frutti dal sapore delizioso, chissà
se
Leaf li gradirà: prima dava il chiaro segno di avere ancora
appetito!
...uhmuhm, che strano
il suo modo di dimostrare la fame. Guilmon faceva lo stesso.»
«Davvero?!» sobbalzò la Digimon
«Vuoi dire che
anche qui, anche prima, si è messo a fare come a casa, che
ti
fissa e ti tartassa come un cagnetto?»...
Cindermon stava per
rispondere, ma il sussurro di una voce maschile giunse alle sue spalle
«...mi...perdoni signorina. Non si spaventi, non voglio
importunarla. Mi guardi, non potrei farle alcun male...»
sicché si volse lentamente...
...constatando la
presenza di un uomo sulla sedia a rotelle, che la lasciò
senza
parole.
Takato era più
avanti a raccogliere piante «Chi mi ha parlato della presenza
di
queste piante?...il signor Mori. Lui era il mio insegnante delle
elementari, mi ha spiegato che nascono sotto il sole, dove non ci sono
alberi a far loro ombra. Povero signor Mori, era un uomo che amava la
vita, stare all’aria aperta...chi l’avrebbe mai
detto che
il destino l’avrebbe relegato in una casa
ombrosa...»
...ma la sua Digimon
era catturata da quegli occhi apprensivi oltre gli occhiali
«Il
mio nome è Toshiaki Mori, la prego deve aiutarmi signorina,
ho
bisogno di trovare alcuni ragazzi che campeggiano qui...»
Divisa fra il racconto
di Takato e la visione di quell’uomo, Cindermon
mormorò
appenata «...mia sorella ha parlato con gli spiriti dei
ragazzini
giunti qui in gita dieci anni fa...sei il fantasma del loro
maestro?!» ma lui le afferrò le mani
«No, sono un
uomo in carne ed ossa!! Lei conosce un ragazzo di nome Takato...?
Takato Matsuki...»
Cindermon dilatò lo sguardo...
...mentre Takato come
spesso accadeva era perso nel suo racconto «...e chi
l’avrebbe mai detto che quella donna che amava, e che per lui
era
il sole...gli avrebbe dato così tanto dolore? Inutile dire
che
attualmente mi ritrovo molto nel mio maestro...
...Cindermon...tutto bene? Oh?»
Gli occhi di Takato si
incontrarono con quelli del signor Mori, a cui Cindermon
lasciò
delicatamente la mano perché potessero avanzare
l’uno
verso l’altro...
«...maestro...che ci fa lei
qui?»...«...Takato...
...devo dirti una cosa
importante...una cosa che riguarda la tua famiglia.»
Quelle piante che il ragazzo stringeva caddero a terra...
Rea e Leaf corsero a
più non posso fino a che non si piegarono entrambi a
riprendere
fiato. Erano giunti presso il laghetto «Senti ancora
l’odore di pericolo?!»
Reggendosi la milza,
il ragazzo replicò «...qua dovremmo essere ormai
al
sicuro...!!» Rea si avvicinò
«Cos’hai, ti
senti male...? Guilmon, rispondi!»...«Shhh, ti
prego
Rea!» supplicava il ragazzo tra gli affanni «Non
continuare
a ripetere il mio nome! Ormai è...sinonimo di
sventura!»...«...no, non è sininomo di
sventura...è sinonimo di felicità!»
ammise decisa
la ragazza «E’ sinonimo di infanzia, è
sinonimo di
ricordi felici! Tutti hanno gli occhi lucidi nel ripensare a te, e ti
vedono ovunque al punto tale da...!!...
...non riuscire a
riconoscerti dietro questo aspetto umano! Ma questo vale per tutti
tranne che per me, che non ti ho conosciuto allora, che non ho avuto
questa...
...meravigliosa
occasione...!!»...«Non parlare così di
me...»
disse il ragazzo con sguardo intimorito, e lei «Non posso
fare
altrimenti, anche se me lo chiedi!...(canzone: Anastacia
- You'll never be alone)
...Guilmon...! Io sono
la moglie di un Digimon Tamer...la madre di suo figlio! La
domatrice...del suo Digimon! Terriermon è rimasto notti
sveglio
a parlarmi di te...ti vuole bene come a un fratello! Con Henry
aspettavamo che Benji si addormentasse raccontando le tue imprese, e
mentre mio figlio chiudeva lentamente gli occhietti io...
...ascoltavo come una
bambina, così come stasera, mentre Takato narrava della tua
nascita, io!...
...mi immedesimavo in
lui, e tornavo una scolaretta delle elementari...che traccia con una
matita spuntata il suo Digimon su un comune block notes!»
Leaf aveva le lacrime
agli occhi, mentre Rea gli poneva Benji tra le braccia
«E’
proprio...la semplicità di questa storia a colpirmi
così
tanto! Takato poteva essere...chiunque di noi! Potevo essere io...
...potrà essere un giorno mio figlio! Lui ti ha plasmato...
...come il più
bello dei sogni. Semplice, affettuoso come un animale domestico!
Paziente nell’ascoltare...come un amico fidato...»
Leaf versava lacrime, che Benji sembrava voler asciugare...
«...coraggioso
come un padre quando è il momento di proteggerti!»
Il rapper aggiunse «...letale...
...e distruttivo
quando ha trascorso dieci anni lontano da te! E ormai la sua mente
è...a-allo sbando, fra mille figure che lo vogliono
ingannare, e
lo costringono a compiere cattive
azioni!!»...«Chi?! Chi
è stato a costringerti a far
questo?!!»...«Ghgh...
...LA SIGNORA ASANUMA, LA MAESTRA DI
TAKATO!»...«Che cosa?!»
Il rapper gridò
con rabbia «SI’, LEI! La stessa donna che lo ha
confinato
in corridoio perché è arrivato in ritardo, ha poi
usato
il disegno che lui tracciava per ingannare il tempo...
...AFFINCHE’
SPARASSE A SUO PADRE!! E LUI PER PROTEGGERLO SI E’ FATTO
COLPIIIRE...»
Benji iniziò a
piangere...mentre Rea tremava, coprendosi la bocca
«...è-è orribile...»
Leaf mugolò a
testa bassa «Lo vedi...? Ora faccio anche piangere i
bambini...
...i bei sogni a volte
vanno in pezzi, Rea...i disegni si accartocciano! Ecco quello che
è accaduto a me! Io...
...q-quando ho visto
il mio domatore accasciarsi esanime, in un lago di sangue...r-rosso
come il mio colore, a causa del proiettile sparato da me!!...
...sono tornato nel
luogo dove ero bioemerso...P-PER FARLA FINITA! Volevo mettere un punto
a tutta questa storpiatura, nata in origine come una storia
appassionante! Ma anche allora, persino in quel momento non
è
stata la fine!!...
...e ho incontrato sua
madre, la madre di Takato. Che come me voleva chiudere con questa vita,
oggigiorno tutti vogliono chiudere con questo mondo!! Ma io mi sono
gettato a salvarla...
...n-non mi ero
neanche accorto che si trattasse di lei, figurati! Dopo di allora...
...ci siamo ritrovati
nello stesso ospedale. E quella notte, cosciente che la vita del mio
amico era appesa...a-ad un’operazione delicatissima ho
promesso,
HO GIURATO che se il destino gli avesse risparmiato la vita!!...e gli
avesse permesso di continuare a crescere, diventare un uomo! Sposare
una ragazza, avere dei figli...e poi dei nipoti...
...se glielo avesse
permesso, ecco allora io...mi sarei fatto da parte! SAREI SCOMPARSO
DALLA SUA VITA!»
Rea si asciugava il suo trucco scuro, che scolava tra le lacrime.
«Così
è andata e adesso...niente e nessuno, TI GIURO, NIENTE E
NESSUNO
POTRA’ FARMI VENIR MENO A QUESTA PROMESSA! Rinunciare alla
sua
amicizia...
...E’ IL MINIMO
DA PARTE MIA, DINANZI AL MIRACOLO DELLA SUA VITA!»
gridò
con inaudita determinazione, che permise anche a Benji di smettere di
piangere, e di rimanere incantato.
Rea si chinò su
di lui, tendendo una mano verso il suo viso «...questo...
...è il
più immenso atto d’amore che abbia mai visto
compiere a un
Digimon, in tutte le serie e i cartoni...ma c’è il
solo
problema...
...che Takato è infelice senza di te!! Lui...
...è vero che
cresce, ma soffre! Sta male al pensiero di non rivederti
più, te
ne rendi conto?!»...«Non è vero, Takato
non
soffre!» ammise con sguardo infuocato «Ha chi
può
consolarlo, l’ho visto io!...
...Takato ha una nuova
Digimon!! Assieme a lei sono più uniti che mai! Non ha
bisogno
di me per continuare a vivere!»
«Takato!»
Mori si aggrappava al ragazzo, sotto gli occhi attoniti di Cindermon.
«Il tuo
papà è in ospedale...e tua madre è in
pericolo!»...«CHE COSA?!»
gridò il giovane, ed
il maestro «Nami l’ha rinchiusa in un blocco di
ghiaccio...e-e condotta in un portale che si è aperto nel
cielo!»
Takato assunse sguardo
agghiacciato, mentre Cindermon si accostava a lui. Mori insisteva
affannato «Nami...è...
...diventata un
Digimon! Non sono riuscito a offrirle amore...non è bastato
che
avessimo una figlia! Lei è...
...stravolta dal
rancore verso la vita! E’ stato terribile rivederla in quella
creatura composta solo di ghiaccio gelido...
...t-ti
ricordi?» chiedeva versando una lacrima «...lei
venne qui
con noi...era un po’ freddina, ed io ero la sua vittima
preferita. Ma lei non era veramente cattiva!»
Takato si portò
lentamente la mano al collo, ripetendo
«...mamma...»
Cindermon lo stringeva «Takato: non preoccuparti! Te la vado
a
riprendere. Te la riporto indietro, tua madre!» ma lui come
un
bambino gridava ancora «...mamma...!!» col fiato
spezzato
dal panico, e dalla tosse. Cindermon si piegò su di lui
«Ti prego non fare così!!! Te la riporto indietro,
io
giuro che quella Digimon...!!!» ma lanciò
un’occhiata all’uomo lì presente...
...che nascose il volto dietro la mano, e pianse...
Cindermon
sussurrò «...io sono una Digimon! Quella nemica te
la
faccio a pezzi e traggo in salvo tua madre, conserva...!!...il tuo
fiato per quando dovrai sussurrarle...quanto le vuoi bene! Takato non
sei solo, dannazione!!...
...hai la tua Digimon con te, ECCOMI!»
Lui, con quegli occhi
ardenti di lacrime e illuminati dal chiarore della luna, ripose tutta
la sua fiducia in lei...(fine-canzone)
«...perché mi guardi, e non riesci a smettere di
piangere
Rea?» chiedeva Leaf, che era il primo a non riuscire ad
arrestare
le sue lacrime. La ragazza rispose «...penso a tutta questa
triste storia...
...e non posso evitare
di provare pena per i suoi protagonisti! S-Se solo noi spettatori
sapessimo...ciò che attraversano i nostri eroi!»
Il rapper alzò lentamente, timidamente le spalle come faceva
sempre.
Quando ad un tratto Rea sussurrò «Un attimo...
...ma io ho scoperto
la tua identità...semplicemente ricollegando i tasselli! Non
sei
stato tu a rivelarmela! Questo vuol dire...
...che tu non sei
venuto meno alla tua promessa!»...«C-Come? Che cosa
dici
Rea, non ti seguo!» replicò il ragazzo asciugando
le
lacrime, e lei «Te lo spiego subito! E’ una cosa
importantissima! Io sono io, non ho fatto nessuna promessa, e sono
libera di gridare ai quattro venti la tua
identità!»...«Allora non vuoi proprio
rispettare i
miei sentimenti. Ti dico che per me è molto
importante!»...«Guilmon, non capisci! Il destino ha
voluto
che io e te ci incontrassimo, che io scoprissi chi sei! Questo
perché ha voluto premiarti per la tua nobiltà...e
ora
vuole permetterti di stare vicino a Takato, di sciogliere la sua grande
nostalgia di te! Non porre ulteriori ostacoli...
...torniamo subito
indietro...»...«I-Intendi dire,
all’accampamento?!»...«...intendo dire al
passato...
...lasciamo che tutto
torni come un tempo!»...«N-Non so se è
la scelta
giusta!» verso un’altra lacrima, ma la ragazza era
decisa
«Sì che lo è! Me ne assumo tutta la
responsabilità! Vedi...? Anche Benji è
d’accordo
con te...» sussurrò alludendo al bambino che
solleticava
il viso del rapper «Lo vedi? Lui cerca il tuo vero
aspetto...dietro l’incantesimo che ti ha
trasformato.»...«P-Piccolo Benji, rispondi: vuoi
davvero
vedermi? Vuoi vedere come sono...?»
Benji se lo
guardò per qualche istante...dopodidiché gli
diede un
bacino. Leaf sussurrò d’accordo, stringendolo a
sé
«...per te posso fare un’eccezione...»
(canzone: Christian
Wunderlich - In heaven)
Una luce si
specchiò nel laghetto. La sagoma di quel ragazzo fu presto
avvolta da un bagliore che spinse Rea a coprirsi lo sguardo,
benché facesse il possibile per non chiudere gli occhi e
guardare quei contorni tornare indietro nel tempo...
...oltre il vortice di
volti e di equivoci che ci confonde, e che sembrava culminare nella
sagoma di una creatura a quattro zampe. Quella su cui il piccolo Benji
si trovò a cavallo come per magia...
Muovendo un passo con
la sua zampa artigliata, che si impigliò con le bende a
terra, e
gli sbatté i suoi occhietti gialli «...eccomi Rea.
Io sono
quel Digimon che Takato ha disegnato.»
Guilmon sembrava
avvolto da un contorno lucente di magia, e la così
abbagliata
ragazza tese la mano verso di lui...ritirandola un istante prima di
sfiorarlo, nel candido dubbio che si trattasse di uno spirito. Ma poi
il coraggio e l’amicizia prevalsero...permettendole di
accarezzarlo con dimestichezza affinata con i cagnolini della terra
«No, non sei un fantasma...
...ne hai tutto
l’aspetto, ma sei una creatura del presente. Anche tu hai
diritto
a crescere...diventare grande, sposare una ragazza che ami! Avere dei
bambini...
...sì, Guilmon...
...tanti piccoli
draghetti come te, a cui dare da mangiare con l’aiuto di
Takato!
Sono sicura che sarebbe molto felice...»...«Quanto
tempo
era che qualcuno non mi accarezzava...»...«Benji,
hai
visto...? Il Digimon su cui ti trovi ha viaggiato davvero in quel
tunnel di cui ti parlavo...
...ha attraversato gioie e dolori per giungere fin qui da noi.
Guilmon!...
...era questo il lago
dove giocavi con Terriermon e gli altri,
vero?»...«Oh?!»
Guilmon non se
n’era ancora accorto...ma la notte oscura del presente si
sostituì nel suo cuore a un giorno di sole di un lontano
passato. E vide Henry e Takato seduti dove ora erano lui e Rea, mentre
assieme ai suoi amici Digimon sguazzava tra le acque.
«...sì.
Questo luogo appartiene alla mia
infanzia.»...«...quanto mi
piacerebbe tuffarmi fra quei magici giorni, anche solo per un
attimo!» espresse la ragazza, e il drago «Ti
piacerebbe?
Davvero?»...«Sì! Che io e mio figlio
ricevessimo un
alito di quella magia, anche un soffio
soltanto!»...«Se ci
tieni posso regalartelo. Indossi il costume sotto la maglietta...? No
no!! Non prenderla male, io voglio solo accertarmi...c-che tu possa
nuotare, ecco tutto.»
Ma Rea sorrise di tenerezza...
...e si sfilò la maglietta, rivelando il suo costume da
bagno.
Guilmon mormorò «Sei pronta...? Tuffiamoci nel
passato.»
E poco dopo quel
laghetto ospitò un geyser magico, di festa e di allegria in
piena notte. Ragazza, bambino e Digimon emersero dalle acque, i primi
due con i capelli bagnati e il cuore che batteva forte per
l’emozione. Rea affermava «Ahhh! Ora capisco cosa
intendeva
Diamon questa mattina! Tutti noi possiamo vederlo...
...Benji, guarda
lassù! Quelli sono Takato e il tuo papà, lo
riconosci?!
Era soltanto un ragazzino allora...e guarda Terriermon,
nell’acqua qui con noi! Come sembra divertirsi...mica come
oggi,
che è pensieroso e innamorato! E guarda Impmon...
...uhm, sembra
antipatico. Ma tu non trovi che in fondo faccia tenerezza? E
poi...Calumon!»
...mentre Guilmon si lasciava cullare dall’acqua, e da teneri
ricordi...
«...non aveva
quelle...pieghine sugli occhi che ha oggi. Però nonostante
tutto, nel suo sguardo non poteva leggersi l’enorme gioia di
avere un domatore come Puppet. Negli occhi di Impmon non
c’era
tutto il suo calore e l’immensa bontà. Ed in
quello di
Terriermon...
...l’incredibile
magia dell’amore. Il presente è una magia...ancor
più grande del passato, figlio mio. E ora osserva Guilmon.
Osservali entrambi, non vedi due draghetti uguali? Il primo
è
giocoso e spensierato...
...l’altro è...
...dolce, e maturo. E
quando usciremo potrà riscaldarci con il suo alito pieno
d’affetto...
...non aver paura di
crescere, piccolo mio. Anche i tuoi Digimon cresceranno con
te.»
Benji sembrava felice,
e Guilmon pensieroso “Cosa accadrà quando
uscirò
dall’acqua? Rea svelerà della mia presenza a
Takato...?
Non so se dovrei impedirglielo oppure permetterlo...
...che ne sarà di noi dopo questo bagno?”
Le stelle
incorniciavano lo specchio d’acqua, e gli alberi si
riempivano
della luce di tanti piccoli Digignomi, anche loro desiderosi di
lasciarsi cullare (fine-canzone)
Ma l’attimo dopo
molti di loro volarono via spaventati «ANDATE VIA, BRUTTE
BESTIACCE LUMINOSE!!»
...era il grido di
quella donna dai ricci sporchi e impigliati, che tirava sassi contro le
indifese creature «Questo luogo brulica di spiriti
d’amicizia, non riesco a sopportare di essere sola!!...
...guardate come sono
ridotta!! Faccio paura, mi si sono rovinate le unghie!! E i miei
capelli sono un disastro, più cerco di pettinarli
p-più
mi si impigliano con le foglie di questo luogo
maledettooo!!!»
afferrando un ramo da terra, ed iniziando a colpire ripetutamente gli
alberi con l’intento di fare scappare i Digignomi
«...ihihiiii...eccoli che scappano! Hanno sentito gli
urli...via!
Sono creature talmente sciocche da non capire che un essere umano
può anche soffrire atrocemente, non esistono solo eroi e
persone
realizzate...!! Meglio così, ihihihi...»
passò
dalla disperazione a un ghigno subdolo «...la loro luce svela
il
mio vero aspetto, se mi vede in questo stato mia figlia avrà
paura e scapperà via come loro! Mentre invece con il buio a
circondarmi riconoscerà solo la mia voce, quella della sua
mamma...» seguitando ad avanzare, trascinandosi quel ramo
lungo e
biforcuto «Piccola Uuufomooon...dove sei andata, con la tua
gattina? Miao miaooo!...
...Scratchmonina, ci stai facendo preoccupare! E’ tardi...
...il campeggio
è finito, tutti in macchinaaa!...si torna a casa!»
ripeteva con un brio distorto e inquietante...
Rea e Guilmon
riemersero dall’acqua «Non dimenticherò
mai questo
luogo! Fin da allora ha atteso questo
momento!»...«Io
nonostante tutto sono incerto, Rea! Mi sembra di approfittare del
destino...» ma mentre asciugava il bambino la ragazza
replicò «Non dire sciocchezze, Guilmon! Questa
storia
è durata fin troppo, è ora di mettere la parola
fine:
adesso noi due torneremo al campo! E diremo a Takato tutta la
verità!!»...«V-Va bene...intanto io
riprendo
l’aspetto umano!»...«Ah no, non se ne
parla nemmeno!
Ti proibisco di ritrasformarti, tu riapparirai alla luce del
falò esattamente come sei ora! Esattamente come nel suo
disegno...»
Guilmon tremava...
...la mano di Violetta
scostò bruscamente le piante che circondavano il laghetto
«Uhmmm!!!»
...ed il suo sguardo
si concentrò sul sorriso di Rea, che prendeva in braccio suo
figlio.
Guilmon andava loro
vicino «Piccolo Benji...grazie per avermi riconosciuto! Io ti
devo la vita.» ma Rea lo smentì «Eh no
Guilmon! Sei
tu che hai rischiato quel giorno affinché mio figlio si
salvasse! Takato crede che tu sia rimasto sepolto...sotto le macerie di
quel castello...»...«Takaaato...»
mormorò
commosso il draghetto.
Rea baciò suo
figlio «Vieni, piccolo portatore di pace...grazie al tuo
operato
tanti fans potranno finalmente gioire!»
Ma in quel momento
Violetta sbucò tra le piante, brandendo il suo ramo
biforcuto
«MALEDETTA MADRE REALIZZATAAAAAAAA!!!»
E prima che Guilmon
ebbe potuto reagire, si avventò su Rea colpendola
violentemente
alla testa «AAAHHH!!!»
«REA!!» gridò il Digimon. (canzone: Agnes
- Nothing else matter)
Ma la ragazza col
bambino barcollò stordita fino a raggiungere il ciglio della
sporgenza.
Precipitando nel lago con suo figlio.
«OH
NO!!» Guilmon accorse, ma Violetta si parò di
fronte a lui
battagliera «Adesso è il tuo turno...»
«Tu...
...!!!» ringhiò la creatura
«...tu...sei...lei!!!...
...sei la donna
che...biodigievolveva Purplemon, sei quella del disegno che mi ha
mostrato Cindermon!...
...TU SEI
VIOLETTA!»...«Complimenti, sembri tanto stupido ma
poi
riesci a riconoscermi anche conciata così! Completamente
lacera
come una mendicante!!»...«...vestita da fata o in
questo
modo il tuo sguardo malvagio è inconfondibile...»
replicò il Digimon, e lei «Certo, ci mancherebbe
altro!!
Io non sono come tutti voi!! Io non ho un Digimon che mi protegge, non
ho una casa né una famiglia, e non ho nemmeno...
...UN PASSATO DA
RICORDARE!»...«Solo perché tu
l’hai infranto
con la tua spietata crudeltà!! Se non avessi ucciso i tuoi
compagni ora sarebbero qui, a riscaldarti il cuore!! Ma tu hai
preferito strappare il loro dal petto, per soddisfare la tua infinita
sete di potere!!»...«IO NON HO AGITO PER
AMBIZIONE!»
gridò la donna spettinata «Io li ho eliminati...
...PERCHE’ LORO
MI HANNO TRADITO, APPROFITTANDO DELLE MIE DEBOLEZZE PER
ESILIARMI!» lanciandosi sul Digimon armata di bastone, ma
Guilmon
la schivò. Ciò nonostante tornò alla
carica
«Io avevo detto a Ideki e Aruko!!...
...CHIUDIAMO IL
VARCO!» nell’affanno più convulso
«...SEPARIAMO DEL TUTTO...I DIGIMON DALLA TERRA, GLI UMANI
NON
SANNO COMPRENDERLI!»
Guilmon serrò i
denti «...quale immensa ingiustizia...!!» ma
Violetta
dilatò lo sguardo «No, non è
un’ingiustizia!!
Il mondo si è rivelato come dicevo io, IO AVEVO RAGIONE!! Se
oggi siamo a questo punto E’ PERCHE’ LORO NON HANNO
MAI
VOLUTO DARMI ASCOLTO!»...«NON E’
VERO!!»
ribatté Guilmon ringhiando «Il mondo non
è come lo
dipingi tu, seppur provato da tanti dolori questo presente è
pieno d’amore! E DI NUOVI DIGIMON, E DIGIMON TAMERS CHE
ASPETTANO
DI CONGIUNGERSI!»...«Nessuno più si
incontrerà di loro...
...nessuno più,
perché i vostri mondi sono prossimi a ESPLODERE!»
piombando di nuovo su di lui, che reagì con «Pirosfera!!»...«Ahhh!!!»
...gettandola a terra,
e sbalzandole il ramo dalla mano. Questo bruciava, come il suo
vestito «M-Maledetto cartoccio
ingiallito...!!»
Guilmon intuì
fulmineamente “Rea, Benji!...devo tuffarmi a
salvarli!!”
Ma
all’improvviso una pioggia di missili si abbatté
su di
loro, costringendo il Digimon a ritirarsi fra i cespugli.
«M-Ma
cosa?!» sobbalzò la donna, ma dinanzi a lei
atterrarono un
domatore dai capelli scuri ed il suo robot volante verde
«Henry
è lei!! E’ Violetta!!» gridò
Rapidmon, ed il
ragazzo «Chi era la creatura con cui stava
lottando?!»...«Non lo so, ma non mi interessa!
Quello che
conta è che ora è la fine per lei!» Il
Digimon le
puntò i suoi cannoni «Violetta, te la
farò pagare
cara per tutto quello che hai fatto passare a
Muskmon!»...«Ma bravi, provvidenziale intervento:
il
tempismo è il vostro forte, Digimon Tamers!!»
replicò la donna applaudendo ironicamente «Che
vuoi
dire?!» sussultò Henry, e lei «...che
mentre tu eri
impegnato a volare col tuo Digimon, tua moglie e tuo figlio annegavano
in questo lago! AHAHAHAHAHAHAH!!!»...«Ahhh!!! CHE
COSA?!» trasalì il ragazzo. Il suo Digimon
scattò
in avanti «...CHE COSA HAI FATTO A BENJI E REA, MALEDETTA?! Raggio molecola...»...«Lascia
perdere, Rapidmon!! Svelto, dobbiamo tuffarci!!» gridava
Henry
sfilandosi fulmineamente la maglietta. L’alleato
realizzò
«...hai ragione, Henry!»
Mentre Violetta si
congedava in un canzonatorio «Spero tanto che siano morti!!!
Ahahahahahah!»
A quel punto Guilmon
sbucò dalle foglie «FERMA DOVE SEI!!» ma
incrociato
il suo sguardo famelico, Violetta iniziò a correre a
più
non posso.
Henry si tuffò
nel lago, senza il timore di nuotare in profondità...mentre
una
scia di sangue si disperdeva sull’acqua limpida. Rapidmon
seguì a ruota nel tuffarsi...nuotando con tutta la
determinazione nonostante le scariche ad avvolgerlo...
Violetta fuggiva affannata, ma d’un tratto
«RWAAAAGHHH!!!»
Guilmon si
avventò su di lei, buttandola a terra e addentando i suoi
abiti
«SE HAI FATTO MALE AI MIEI AMICI...IO TI SBRANO CON QUESTE
MIE
ZANNE!!»
Lottarono accanitamente «...sei un assassino!!...
...NESSUNO TI VUOLE
PIU’!» gridò lei afferrando
tempestivamente un sasso
e colpendolo sul muso «AAAAWHM!!» per poi
rimettersi in
piedi, e correre più veloce che poteva
«F-Fermatiii!!!...» gridò il Digimon dal
muso
sanguinante «...Pirosfera!»
scagliando le sue comete infuocate tra gli alberi e
l’oscurità...
Domatore e Digimon
riemersero dai flutti «REA!!» gridò il
giovane con
gli occhi atterriti, alla vista del suo viso pallido, e della propria
mano sporca di sangue «Amore mio rispondimi, apri gli occhi!
Ti
scongiuro!!»...«BENJI!!» gridava
altrettanto
Rapidmon, scuotendo il bambino «Piccolo mio, reagisci!!
Svegliati!!...
...non lasciarmi,
tesoro mio, per favore!!»...«RAPIDMON!! HO TANTA
PAURA PER
LORO!!!»...«Sta calmo, Henry!...
...m...!...
...mo...mentai...» si sforzò a pronunciare tra
l’affanno e il terrore...(fine-canzone)
Takato era sconfortato
e barcollante quando fece ritorno all’accampamento, e i suoi
amici se ne accorsero subito. Kenta fece cenno a Kazu, il quale
dilatò lo sguardo «Takato...è
sconvolto.»...«No, ma guarda chi
c’è con
lui!» sottolineò l’amico. Diamon disse
al marito
«Quello è il tuo maestro!» e Kazu, che
lì per
lì non se n’era accorto «...il signor
Mori, è
vero! Diamon, come fai a conoscerlo?»...«...ho
parlato con
il suo spirito questa mattina.»
I due domatori
restarono con viso pallido e agghiacciato, e l’uomo sulla
sedia a
rotelle accennò loro un mesto sorriso.
Cindermon confortava
Takato «Non preoccuparti, vado avanti io a dirlo agli
altri.» Lui si limitò ad annuire tristemente, e la
ragazza
digitale si fece avanti prendendo fiato «Ragazzi...abbiamo un
problema: quello di aver esaurito...AMPIAMENTE il nostro diritto a
passare momenti in tranquillità, ora siamo in rosso!!...
...rosso sangue...
...mentre noi eravamo
qui a spassarcela...Amnesyamon ha rapito la madre di Takato!
Conducendola in un non meglio identificato “buco nel
cielo”...!!»
Kazu e Kenta si
scambiarono un espressivo gesto di stizza. Ma ciò che
sorprese
fu l’improvviso scatto di Ryo, fino a un attimo prima disteso
e
addormentato «Che aspettiamo? Dobbiamo andare!»
Suzie precisò «Aspettiamo Henry e Rea,
Ryo...»
Il ragazzo pelato
attese qualche secondo, dopodiché disse «...allora
troviamoli e poi andiamo.» superando Cindermon ed avanzando
verso
Takato...
...scrollandosi dal
sonno e già disponendo al riguardo
«Amnesyamon...è
la biodigievoluzione della maestra e IceDevimon, vero?»
«Sì...» rispose Rika, mentre Renamon si
affiancava a
lei...e Sandmon ad un attonito Mako...
Ryo prese il viso di
Takato tra le mani «Adesso ce la andiamo a riprendere tua
mamma.
Le mamme sono toste!...Amnesyamon si è infilata in un
guaio.»
L’altro
alzò lo sguardo lentamente «...m-ma non sappiamo
neanche
dove l’abbia portata, Ryo.»...«E lo
scopriamo!...
...ehi ragazzi, cosa
restate lì impalati? Non avete sentito?! Ipad, strumenti
vari!...
...ah, ce li ho io,
dimenticavo. Il mio è mezzo scassato. Fa nient-fa
niente!...rimediamo. Cyberdramon!»
Il drago si
scapicollò letteralmente, tutto coperto di foglie
«...sì Ryo cosa c’è, ora di
prendere la
medicina?!»...«Figurati!...
...non siamo in
ospedale. Scusami se ti ho importunato...» disse
sinceramente, ma
il drago stemperò «Ma
scherzi!»...«Senti...c’è un
problema, come si
fa a capire su dove sfocia un varco aperto da un
Digimon?»...«...consultiamo l’Ipad dei
miei
figli!»...«Davvero?!»...«Scontato,
sono
l’ultimo modello:
connessione...fulminea!»...«Ah, sei
un grande!!»
Nel frattempo Mako
sussurrava «Puppet
svegliati...»...«...uhm? Che
succede Mako, è già
mattina?»...«Calù...?»...«...no,
non
è mattina ragazzi.» replicò il ragazzo
con aria
eloquente.
Ryo seguitava a tenere
le mani sulle spalle di Takato «Amico hai sentito?! Adesso
scopriamo dov’è tua mamma grazie
all’Ipad dei
ragazzi, dei...draghetti! E poi andiamo tutti insieme...»
Rika si sfiorava le labbra «...un viaggio interdimensionale
adesso...
...Renamon, non
sarà un po’ presto per Ryo? E’ ancora
debole...»
Ma la volpe dorata
aveva poche parole di fronte alla decisione del ragazzo
«Forza,
sorridi!! Sei un Digimon Tamer...»...«...un Digimon
Tamer...
...ingrato e crudele,
Ryo!»...«Perché?!! Perché le
hai risposto
male?!...io alla mia le auguro la morte un giorno sì e
l’altro pure!!»...«Ma la tua è
una donna
forte!!!» gridò Takato «...non
è fragile come
la mia!»...«Sì! E’ questo il
problema!»
replicava l’altro...
...ma Takato
singhiozzava senza lacrime «...mi sono lasciato trascinare...
...d-da ciò che
ho sempre odiato negli altri figli! E alla fine ci sono cascato, le ho
chiuso...l’unico canale per chiedere aiuto attraverso il mio
cellulare, e quando l’ho capito...
...e-era troppo
tardi!»...«Figurati un po’! Io il mio
cellulare lo
tengo sempre spento!» scherzò Ryo, facendosi poi
serio e
stringendo l’amico «...su su coraggio...(canzone: Westlife
- Unbreakable (piano version) )
...ascolta: quando si
cresce...litigare coi tuoi genitori è una cosa
normale.»
dandogli un bacino sul capo e continuando «Però
non si
smette di voler loro bene. E poi tua madre è una donna
difficile, ti ha fatto molto male...
...io lo so...»...«I-Il signor Mori mi ha detto...
...che Amnesyamon
l’ha rinchiusa in un blocco di ghiaccio! L-Lei soffre di
sbalzi
di pressione!!...
...se le succede
qualcosa io odierò la mia immagine riflessa...p-per tutta la
vita!!»...«Se le succede qualcosa...!»
replicò
Ryo, con un altro bacetto «...ma non le succede niente...
...perché ci siamo noi...»
Si avvicinarono anche
Kazu e Kenta, il primo aveva sguardo molto triste «...Takato
dai...
...ci pensiamo noi a
quella strega di Asanuma.» ma l’altro gli fece
cenno con lo
sguardo, dopodiché educatamente si inchinò
«...buonasera signor Mori.»
Questi sorrise «Kazu, Kenta...
...felice di rivedervi. U-Uh...? Quella è tua moglie,
Kazu?»
Il ragazzo si
destò un po’ intimorito «Sì,
perché...?» ed il maestro sorrise
«...niente...ma
assomigliava a un certo spirito che mi parve di veder qui dieci anni
fa. O forse me l’ero solo immaginato. Sta di fatto che le
confidai di amare Nami...con tutto il mio cuore.»
I due ragazzi erano
commossi, e Kazu si sporse a guardare la moglie che annuiva appena.
Cindermon si accostò alla sorella «E’
vero?»...«S-Sì!»...«Ah
beh mi spiace!
Perché io la ammazzo quella maledetta maestra!! Io giuro che
la
ammazzo!!» picchiando un pugno contro l’albero
«Cind,
calmati!»...«Ma che calmati e calmati, io sono
fuori di me,
mi vedi Diamon?!»...«Eh beh
altroché!»...«Perché a me una
casa
l’hanno già distrutta, UNA MADRE l’hanno
già
uccisa...!!!...
...ma ora ci pensano
due volte prima di fare lo stesso col mio domatore, perché
io
rompo loro tutte le ossa! Sai quello che ha detto?! Il tipo
là,
sulla sedia a rotelle, con la cui controparte giovane tu hai parlato!
Ha detto...che hanno coperto casa nostra di ghiaccio! Eeeehm,
“casa nostra”, casa di Takato!...ma non mi
importa...
...perché sai
che ti dico, quella casa l’ho sentita come mia, quella casa
mi ha
accolto, è stato il mio primo vero tetto sulla terra!! A
quella
famiglia...i-io ci tengo, ci siamo fatti un MAZZO COSI’ per
risollevare quel panificio e ora una sporca Digimon qualsiasi mi
congela tutto il mio lavoro di questi mesi?...
...NO...»
pronunciò soffocata da un pianto di rabbia «...io
la
faccio sprofondare nel suo stesso ghiaccio...lei...
...e le sue frustrazioni da insegnante fallita...
...!!!»...«Sorellina, coraggio!» Diamon
la
abbracciò, e anche Cindermon la strinse più che
poteva...
Suzie era rimasta in
disparte, e si portava la mano al collo «...Lopmon...sono
preoccupata per Rea, perché lei e Benji non tornano? Ora
è sparito anche Henry...»
...gli occhi neri di
una ragazza si strizzavano per poi riaprirsi lentamente
«Henry,
si sta svegliando!!» esultava gioioso un Digimon.
E quel ragazzo
grondava lacrime dagli occhi e gocce dai capelli «Amore mio,
riesci a vedermi?! Riesci...a
sentirmi...?!»...«...Hen...ry...amore
mio...»...«Ahah!!»...«...c-che
cosa è
successo?»...«Niente! Niente tesoro, non devi aver
paura,
ora ci siamo noi con te! E’ stata Violetta, lei ti ha colpito
e
tu sei caduta nell’acqua!» Rea sussultò
improvvisamente «Cosa?!...Benji!! Benji, figlio
mio!»...«Momentai, Rea!» disse
Terriermon...
...il cui orecchio era
tirato da un Benji di nuovo vispo «T-Tuo figlio è
salvo...» pronunciava il Digimon, non riuscendo a tenere a
freno
le lacrime «...p-per fortuna...siamo ancora
insieme!»
La giovane allungò la mano «Terriermon...caro...
...non piangere,
dai...»...«M-Ma come faccio a non piangere?! Ti
chiamavo,
ti chiamavo e...n-non riaprivi gli occhi! Credevo di averti persa!! Mi
sono detto...c-come faccio...senza la mia domatrice?!!»
saltandole al collo, ma lei accennò un sorriso
«...Terriermon, andiamo...
...non è me che devi abbracciare con questo impeto...
...ora
c’è Muskmon...»...«Ma che
diavolo dici?!! In
questo momento per me ci sei solo tu Rea!! Soltanto tu!!»
ricoprendola di baci e di lacrime, mentre Henry ammetteva
«T-Terriermon non è stato il solo a
disperarsi!»...«Vi ho fatto tanto preoccupare...?
Mi
dispiace, voi...
...siete così
cari. Io ricordo soltanto...che mi ero allontanata dal campo. Avevo
incontrato tua sorella e poi...»...«E
poi?!» fece
Terriermon, ed Henry «Non ricordi più altro, amore
mio...?»
La ragazza alzò
gli occhi verso il marito «...no...! Ho soltanto paura...
...è strano, se
mi sforzo di ricordare sento una gran paura, ma allo stesso tempo...
...una grande gioia!
Forse chissà...mentre ero svenuta sognavo di essere assieme
a
te. E di giocare in questo luogo a te caro...»
Il ragazzo la guardava
pieno d’amore «Sei tutta la mia vita...tu, mio
figlio e
Terriermon siete tutto ciò che possiedo!»
regalandole un
bacio...
...mentre dal fondo
della sua schiena, subito sopra il suo costume spuntava un tatuaggio
che confermava le sue parole, con la scritta “Rea
Benji Terriermon” (fine-canzone)
«E’
fuggita...accidenti! Me la sono lasciata scappare...»
barcollava
il draghetto rosso dal muso sanguinante «Ma nonostante tutto,
c’è qualcosa che mi preoccupa ancor di
più! Benji,
Rea!! Tremo al pensiero di scoprire cosa è successo loro!
E-E
dire...che Rea era disposta a svelare tutta la verità!...
...lei e il suo bambino hanno pagato per essersi accostati a
meee...»
Nel suo occhio giallo
graffiato si intravedeva una lacrima che gli annebbiava la
vista...impedendogli di scorgere quella bambina che si addentrava tra
la fitta vegetazione, stringendo di continuo gli occhi per farsi strada
nonostante la sua miopia...
Ma un paio di occhi folli
sbucavano dal cespuglio «Ecco la nostra piccola eroinaaa...!
Ihihihih, e non è mia figlia, è la figlia di
IceDevimon...!...
...è
un’importante personalità del mondo digitale. Al
contrario
di quello sporco draghetto bruciacchiato, che per fortuna sono riuscita
a seminare! Ora non mi perderò lo spettacolo...la piccola
protagonista che si riconcilia con suo padre, ahahahahah!»
Akiko si volse di scatto «Chi c’è?!...
...qualcuno mi
segue...devo far presto, devo trovare mio padre e quei
ragazzi!»
«Lasciatemi
qui...» esprimeva il signor Mori, e Kazu «Ma
come...? Lei
è solo, e qui è pericoloso!»
Il maestro li
rassicurò con un sorriso «Vi state sbagliando: io
me la so
cavare, non dimenticate che sono un vecchio avventuriero.» e
l’espressione sulle labbra di quegli ex-alunni
sfumò tra
la pena e la malinconia «...vi ricordate il falò
acceso,
mentre vi raccontavo storie di paura...?» sussurrava
quell’uomo assorto tra i ricordi «...ma ormai siamo
grandi
per spaventarci per un rumore sospetto. E sappiamo che la notte, cela
le identiche forme del giorno. Lasciatemi solo in questo luogo caro,
voi avete da fare qualcosa di importante. Sapete, mia
figlia...è
scomparsa. Non sappiamo dove Akiko sia, e ora...ho scoperto persino che
mia moglie è divenuta un Digimon malvagio. Ho bisogno di
riflettere e solo questo posto e la solitudine possono aiutarmi. Per
favore...
...Takato...Kazu, Kenta....
...non temete per me.
Ormai possiamo parlarci alla pari, come si fa fra uomini. Ditemi...la
piccola Jeri non è con voi?»
I ragazzi abbassarono
lo sguardo. Takato lo scostò drasticamente, ed il maestro
«...ma certo, a volte capita di smarrire i contatti quando si
cresce. Però...se la vedete salutatemela. Si ricorda senza
alcun
dubbio di me...
...sentite...quella
ragazza apparsa in televisione e tratta in salvo da un Digimon...
...le somiglia molto.
Ma forse mi sono confuso, la mia vista non è più
quella
di una volta...
...su. Animo Takato,
voglio vederti deciso come una volta. E’ quella ragazza la
tua
Digimon? E’ anche tua moglie, come per Kazu e per
Kenta?»
Il ragazzo serrava i denti...
...mentre Cindermon
apostrofava la sorella «Ptsss, hai visto cos’hai
combinato?!»
Mori scrutò
Takato «Dimmi, è lei che portasti al mio
campeggio,
nascondendola agli occhi di tutti...? Strano...non credevo fosse una
ragazza né che avesse sembianze umane. Forse era un livello
pregresso, come si dice fra voi domatori.»
Takato ebbe giusto la
forza di respirare e mormorare «...no signor Mori non si
trattava
di lei...l’ho conosciuta da poco. Quello di allora era...un
altro
Digimon.»...«Ah, e che fine ha fatto?...
...no, capisco. Non
voglio chiederti altro. Ognuno ha qualche frammento del proprio passato
smarrito chissà dove. Per questo quando voi andrete voglio
ritornare in un luogo speciale, un luogo da cui si vede...tutta la
città. Da esso, spero di rivedere anche tutta la mia
vita.»
I Digimon iniziarono
ad accostarsi ai ragazzi, e Mori sembrò provare tenerezza
quando
vide Guardromon prendere la mano di Kazu. Forse la sua era una
riflessione sul tempo che passa ed i ruoli che si scambiano: chi
è piccolo un giorno diventa grande.
Kenta sfiorò la
spalla del maestro «Noi andiamo a cercare gli altri nostri
compagni...lei sia prudente!»...«Uhm, adesso siete
voi a
trattarmi come un bambino e a raccomandarvi per la mia
incolumità? Siete dei cari ragazzi...non temete, so come
riprendere il sentiero asfaltato e tornare
all’auto.»...«Allora...a presto
maestro.» disse
Kazu sfilandosi il cappello, aggiungendo «E...
...niente.» con eco di Guardromon
«E...nieeente...»
«Buona fortuna
Takato.» disse Mori prendendogli la mano, ed il ragazzo dalle
lacrime agli occhi sussurrò «Grazie...per essere
venuto
fin qui.»...«Non c’è di
che...ah, e...!...
...abbiate pietà per la vostra vecchia
insegnante.» (canzone: Melanie
C - Northen star)
Fu così che la
mano del ragazzo lentamente scivolò da quella del maestro. I
domatori si misero in cammino affiancati dai loro Digimon, pestando le
foglie a terra in un passo sommesso ma adulto e coraggioso.
Mori rimase a fissare
il cielo, dove lo portava la scia di fumo emersa dal falò.
Takato si volse un’ultima volta ad osservarlo. E quando lo
fece,
lo stesso fecero Kazu e Kenta seguiti dalle loro mogli.
La sua sedia a rotelle si stagliava in controluce sul fuoco...
...fino a che i due
amici non sfiorarono Takato per le braccia, facendogli cenno che era
tempo di andare. Egli acconsentì...
...dopo pochi passi,
Takato sussultò nel veder riemergere il suo amico rapper
dalle
foglie, con un grosso livido sul viso «...!! Leaf!»
«Takato...» mormorò il ragazzo in un
brivido...
Ma ad esso si
sovrappose il grido di Suzie «Henry!!! Rea!!!» al
che il
rapper si volse “...!!! Sono salvi...”
Terriermon li
precedette «Mo...momentai, ragazzi! Si fa per
dire...»
Suzie si
avventò sulla ragazza «C-Che cosa hai
fatto?!» ma
questa «Ahi! Ahi-ahi-ahi-ahia, la testa!» ed Henry
«Sorellina...attenta, per carità!»
Rika si fece avanti
«Che è successo, sei caduta in qualche
fosso?!» ma
Terriermon rispose «Caduta, sì, figuriamoci!...
...è stata Violetta!!!»
I loro sguardi
rimasero pietrificati da quel nome. Cindermon ringhiò
«Cooosa?!...
...quella bastarda
è qui?!» ed Henry riferì
«Ragazzi, dobbiamo
stare all’erta!...siamo sotto attacco!!...
...la nostra nemica è qui, quando io e Rapidmon siamo
arrivati...
...Rea e Benji erano precipitati nel lago, Violetta li aveva
colpiti!!»
«CHE
COSA?!» fece Suzie «E adesso come stai,
cognatina?!»
abbracciando la ragazza che rispose «Bene, grazie...ho solo
un
po’ di dolore alla testa, e poi...
...non ricordo cosa è successo!»
Suzie le carezzava il
volto, sull’orlo delle lacrime «...n-non ti ricordi
di aver
parlato con me? Mi avevi detto che avevate mangiato...anche la mia
parte della cena!»...«Sì, quello
sì! E’
il dopo che è avvolto nella nebbia...
...non ricordo minimamente come sia avvenuto il mio incontro con
Violetta...
...come abbia fatto...ad arrivare fino al lago!»
Leaf la udiva e
realizzava “...!!! Non lo ricorda...” mentre Takato
gli
sfiorava il viso con premura «Che cosa hai
fatto...?»
“...non ricorda più niente!!”
«Sei stato anche
tu aggredito da Violetta?! Quella donna ci perseguita!!...
...è alleata
con la mia ex maestra, loro hanno rapito mia madre!!»
gettandosi
tra le braccia dell’attonito rapper.
«Che
cosa?!» fece Henry, e Ryo si accostò a lui
«Sono
spiacente ma benché mi prudano le mani dovremo lasciar
perdere
Violetta adesso: c’è una questione più
importante!
Pare che Amnesyamon abbia rapito la signora Matsuki...e da quello che
emerge...
...sembra che la destinazione sia il Regno abbandonato...»
Takato trasalì,
in un fievole «...cosa...?» mentre Cindermon lo
stringeva
«Takato, non ha importanza!! Qualsiasi destinazione non ci
fermerà!»
Gli occhi di Leaf e Rea si incrociarono...
...ed il ragazzo
avanzò verso di lei «Sei stato...aggredito anche
tu...?» chiese la giovane, che lo fissava con sguardo
assorto. Ma
il rapper non rispose...mentre Takato sfiorava la sua mano bendata
«Ho tanta paura amico mio...
...tu avevi ragione a
dirmi di aver cura di lei! Ma io non ti ho ascoltato in tempo!!
E’ colpa mia se Amnesyamon ha potuto farle questo!!»
Leaf lo
abbracciò lentamente ed intensamente, ma nel suo cuore
pensava
“...è inutile, Violetta ha cancellato la mia
ultima
speranza! Tu non saprai mai chi sono. Forse questo è
destino!!”
Rea li osservava, e si
massaggiava la testa mentre Suzie si premurava «Ti fa tanto
male...?»
Yuki intervenne
«Ragazzi riflettiamo! Il maestro è in pericolo!!
Se quella
donna gira qua attorno nessuno è al sicuro!» Kazu
esclamò «Il signor Mori, è
vero!!» ma
Guardromon fece «Zitti tutti! Non sentite il rumore di
un’auto?»
...i ragazzi sbucarono
così sulla sporgenza che dava sulla strada asfaltata.
Un’automobile si stava mettendo in moto
«Dev’essere
lui: forse se ne sta andando!» indicò Kazu, e
Kenta
consultò la moglie con lo sguardo per poi dedurre
«Sì, quella è la sua auto. Meno male,
ero molto in
pena.»
Ignoravano però
che all’interno dell’automobile c’era un
uomo che
parlava al cellulare «Sinceramente Tokiashi, questa storia mi
pare un’autentica follia!»
Il signor Mori
dall’altro lato, ancora circondato dalla vegetazione
«Ishida, rifletti: sono un uomo ormai senza prospettive...chi
più mi aspetta a casa? Questo luogo è il mio
unico
conforto, passerò una notte qui. Me la saprò
cavare...anche senza gambe. Anche su questa sedia a rotelle.»
«Tu sei pazzo...»
«Torna a
casa...lasciami tra i miei ricordi. Ah e...grazie, per tutto
l’aiuto in questo mese.»
«Altro che
grazie, va al diavolo!» e così l’uomo al
volante
richiuse il cellulare.
Ma Mori sembrò
sorridere con dolcezza, abbandonando il cellulare tra
l’erba...
...e facendo forza
sulle ruote con residui di spirito d’avventura
«Andiamo,
coraggio!»
Fino a che il tetto
d’alberi non si diradò, permettendogli di uscire
sotto il
tetto di stelle, che all’orizzonte si confondeva con una
miriade
di bagliori cittadini.
Dal ciglio del
precipizio si poteva vedere tutta Tokyo illuminata «Ah,
eccoci
qua...l’ultima meta. Là dove tutto si
ricongiunge!»
Quella visione sembrava dare benessere al maestro «La mia
città...
...i miei piccoli
alunni: le loro case sono puntini nello scenario...e nel tempo. Il mio
amore per te, Nami...
...il ricordo di
quella che eri. E nostra figlia, Akiko...» chinando il capo
«...Tokyo, città illuminata...
...città del
passato. Città dei Digimon. Ti prego, svelami
dov’è
nascosto il mio futuro. Svelami dove si trova la mia
bambina...!!» singhiozzando sommessamente, mentre un fruscio
alle
sue spalle introduceva una bimba che scavalcava i cespugli...
...e che lo vide
troneggiare nel mirabile orizzonte
«...papà...»
«Ahh! Akiko...» si volse il maestro incredulo (fine-canzone)
Un paio di ali
demoniache emergevano dal tetto di un palazzo diroccato, per poi
accostarsi ad un telescopio.
Da lì
IceDevimon poté constatare «E’ scoppiata
la
battaglia presso l’Osservatorio...
...sono attacchi
digitali: non siamo i soli su questo pianeta! Dobbiamo fare
attenzione...»
Il suo nervosismo
sembrava crescere, sottoforma di gocce gelide che gli solcavano la
fronte...
Le deformi creature
residenti nel pianeta venivano gettati a terra uno dopo
l’altro,
dai colpi di lama delle guerriere dal manto ricamato «Non
capite
contro chi vi siete messe!!» gridava Rapunzelmon, e
Starshipmon
veniva avanti «Arrendetevi, ormai il vostro pianeta
è
sotto la nostra egemonia.»
Gli pelosi elfi armati
di clava si rialzavano testardi «Questi due fiorellini
picchiano
duro...» e le due si scambiavano uno sguardo eloquente
è
serio.
La mora
assottigliò lo sguardo «Siete soltanto rifiuti
informatici
senza valore...accettate il nostro dominio! Molto presto le luci del
candelabro sacro saranno tutte accese, e avrà inizio la
cerimonia di pulizia del vostro pianeta!» Rapunzelmon
aggiunse
«Stabiliremo qui una sede del nostro regno a tre punte!
Un’altra a Digiworld e un’altra sulla terra...
...quelle che voi
vedete sono le future regine dell’universo! La vostra lotta
è perfettamente inutile.»
«Tu...con il
manto bianco!» indicò uno di loro con la clava
«...assomigli alla presidentessa che tanti anni fa
occupò
la residenza a ovest, con la grottesca illusione di
dominarci!»
«Che
cosa?!» arretrò la guerriera, e Rapunzelmon
esclamò
«Starshipmon, non dargli ascolto!»...«Ha
detto che
assomiglio a mia madre! Non può essere vero!! Io non sono
sua
figlia in realtà, lei mi ha composto con argilla di quarto
ordine! Colei che sono oggi...è solo frutto del mio
carattere!» in un lampo di decisione nei suoi occhi.
«Uhahahahahahah!
Lo credi davvero...? Ciò non toglie che ti abbia fatta a sua
immagine e somiglianza! I tuoi tratti...
...ricordano quelli
della domatrice che fu spedita qui con il pretesto di un
“incarico politico”! In realtà...i suoi
compagni
desideravano disfarsi di lei...poiché era divenuta losca e
intrigante! E minacciava di separare i mondi su cui la tua compagna col
manto nero ha appena affermato che pianterete le sedi. Vi sorprende che
conosciamo tante informazioni...? Uhmuhmuhmuhm...
...noi siamo
così, sembriamo creature di nessunissimo valore ma in
realtà osserviamo il mondo e la gente...
...e ricordiamo ogni
evento storico che abbia ospitato...conflitti e turbamenti...»
Le due guerriere
sembravano spiazzate dall’intuito appena dimostrato da quelle
creature orrende, ma che a ben vedere disponevano di occhi penetranti...
Nella notte cittadina il panificio sembrava una stella di ghiaccio.
Solo ad un’ora
molto tarda la folla decise a diradarsi, e fu allora che una sagoma
emerse timida dal vicolo, trascinando la sua gamba rigida oltre le
recinzioni poste dalla polizia...
Una volta giunta
all’interno, Jeri dal capo raccolto in un lacero velo
smarrì i suoi occhi stanchi in quel mosaico poetico di
luccichii, dotato di un bancone di gelide gemme. Ma nonostante
l’atipica bellezza che la circondava, la ragazza sembrava
provare
una pena profonda. Lentamente, e stando attenta ad avanzare
là
dove il ghiaccio si era già sciolto, si fece strada
all’interno del locale...
...la sua mano si
adagiò sul bancone, e cercò di rimuovere la brina
per
guardar meglio quei dolcetti. Ma poi preferì volgere lo
sguardo,
aggiustandosi il velo perché potesse ripararla dalla
tristezza.
I suoi occhi si
alzarono di nuovo verso quella scala. Ma andare in cima sarebbe stato
difficoltoso a causa del ghiaccio che aveva coperto i gradini.
Ciò nonostante volle tentare, adagiando intimorita il suo
stivale scuro nella parte meno scivolosa.
Serrava i denti, e
temeva di scivolare. Ma nonostante tutto una determinazione maggiore la
spingeva a guardare la cima. Si accorse però che sarebbe
stato
meglio guardare in basso, per evitare di compiere quel passo falso che
sarebbe stato fatale...
Il dolore era forte,
la sua fronte sudava...e la sua mano lasciava una scia lungo il
ghiaccio sulle pareti ai suoi lati.
Quell’immenso
sforzo fu premiato dal sospirato arrivo nel corridoio, che
regalò un sorriso di dolce soddisfazione al suo volto
stremato.
Fu contenta di aprire
la porta della stanza di lui ma quando lo fece, la pena fu
più
grande: tutto era gelato, e risplendeva dei raggi di luna come un regno
da fiaba.
Lei sembrava uno
spirito ultraterreno, che allungava la mano sul letto gelido nel quale
poté specchiare il suo volto. Il riflesso le
portò
l’attenzione su un dettaglio presso la scrivania: il pupazzo
di
Agumon, completamente congelato come una creatura antica e ibernata.
Jeri si volse a
raggiungerlo, e in quel momento ebbe timore di inciampare ma si
aggrappò ad una stalattite che calava dal soffitto...
...affinché le desse la spinta di raggiungere
l’ultimo tratto.
Tendendo le sue mani
impietosite raccolse il Digimon e lo strinse a sé, mentre le
luci dalla finestra coperta di brina illuminavano la sua commozione...
Si portò fin
lì, respirando profondamente e contemplando Tokyo dalla
finestra
di quel luogo assurdo.
Qualcuno passava dalla
strada e la osservava, credendo forse che si trattasse della Regina
delle nevi.
I suoi occhi erano a
metà tra un’esplosione di gioia, e un pianto fondo
di
dolore. Accanto a lei anche Agumon sembrava commuoversi, o forse era
solo ghiaccio che si scioglieva dai suoi occhi...
...quello stesso
scenario ora abbracciava l’incontro fra una bambina e un uomo
che
versava lacrime «...piccola mia, avevo perso...tutta la mia
speranza!»
«Papà...finalmente ti ho trovato...»
rischiò
di inciampare Akiko «A-Attenta!» ma si fece forza e
procedette «Non sai...quanto ho faticato!
Perdonami...» fu
un sussurro tra le foglie ed il silenzio, mentre l’uomo
parlava
animato dal suo amore «Non fa niente, piccola mia, non fa
niente!
L’importante è che tu stia
bene...l’importante
è che tu ci sia ancora! Torniamo a
casa.»...«Sì, la nostra
casa!!» esclamò
la bambina commossa, e l’uomo la prese per mano ed
indicò
«La vedi?! La nostra casa è solo un puntino
all’orizzonte di questo scenario: ma noi siamo due coraggiosi
avventurieri e riusciremo a
raggiungerla!»...«Sì!!...
...papà...
...devo dirti una
cosa...io! Ho...scoperto...che...»...«Riprendi
fiato
figliola mia! Soffri d’asma, e forse queste piante ti fanno
male!»...«...ho dei poteri speciali, ma...posso
utilizzarli...
...per fare del bene!!»
Mori si scostò gli occhiali «Come dici,
tesoro?»
«IHIHIHIHIHIII!
CHE SCENA COMMUOVENTEEE!» fu la risata che ruppe il loro
incanto,
trasformandolo in paura.
Una donna
dall’aspetto scomposto, dall’abito e i capelli
bruciacchiati si fece incontro a loro «Il dolce incontro fra
un
padre e una figlia! Incorniciato per altro da questo scenario
mozzafiato!!!»
«E lei chi
è?!!» esclamò il maestro agghiacciato,
ma Akiko si
parò di fronte a lui «Papà lascia
stare, è
una delinquente! E’ lei che mi ha rapito, è
alleata con la
mamma!»
«Piccola
Akiiikooo!» la chiamava Violetta. Ma il signor Mori le disse
«Akiko non perdere tempo...scappa più veloce che
puoi,
lasciami perdere!»...«No, non se ne parla nemmeno
papà!»
La bambina
avanzò, caricando le mani di una luce azzurra che
abbagliò lo sguardo dell’uomo «Violetta
non mi fai
paura...
...ho dei poteri con
cui posso affrontarti, lo sai bene!»...«Uhmuhmuhm,
quello
che tu non sai piccola cara è il PERCHE’ tu sei
dotata di
questa magia!»
«Io posso
suggerire un’idea!!» ribatté la bambina
«...per difendere la giustizia...e le persone che
amo!»...«Oh! Vedi troppi cartoni mia cara. E se ti
dicessi
che ti ritrovi i poteri...a causa di una crisi coniugale?!»
La bambina
assottigliò lo sguardo, mentre Violetta si avvicinava
«Proprio così, tua madre è una poco di
buono! E TUO
PADRE...
...o meglio
l’uomo che consideri tuo padre...»...«PER
ME ESISTE
SOLO UN PADRE! Ed è il signor Toshiaki Mori qui presente,
non mi
interessano i tuoi pettegolezzi!»
L’uomo sulla
sedia a rotelle si portò avanti «E’ sua
la
responsabilità per la trasformazione di tua
madre...»...«Sì, papà!!
E’ stata lei a
darle il Digivice per farla biodigievolvere con IceDevimon!»
«Io ho solo
consacrato la loro unione! Ihihihihihi! Nami Asanuma e il suo Digimon
si amavano tanto...e occorre qualcuno che aiuti gli innamorati, sotto
un simile cielo stellato!»
L’uomo
serrò i pugni «Lei è...!!! Una
miserabile, mia
moglie era buona!! Lei le ha fatto il lavaggio del cervello, facendosi
aiutare dai suoi...sporchi complici!» ma Akiko
bisbigliò
«E’ inutile papà, da questa donna non
ricaverai
nulla: lascia che ci pensi io a proteggerti! Violetta...
...vattene via o io ti sbalzo da questo dirupo!! Guarda che non
scherzo!»
«Battaglia...digitaaale, ora sì che si fa
emozionante!!» saltellò Violetta «Che
attacco
intendi usare contro di me?! Uhmuhmuhmuhm!»
«Akiko sta
ferma, questi poteri sono pericolosi!!»...«Nessun
pericolo
papà...sono disposta a tutto pur di metterla a tacere!
Questa
donna ha rapito un branco di piccoli Digimon! Ha fatto del male a
un’infinità di persone!!»
«Scaglia pure il
tuo ghiaccio contro di me, Akiko, io ti
contrasterò...»
sfoderando un fucile colorato dall’aspetto di un giocattolo
«...col mio potentissimo getto d’acquaaa,
hihihihiiii!!!» premendo il grilletto...
...ma liberando
unicamente uno spruzzo che annaffiò gli occhiali del maestro
e i
loro abiti, rivelando la natura realmente innocua di
quell’arma
«E’ una...semplice pistola
d’acqua...»...«Ormai è pazza,
papà...»...«Lasciamola perdere,
andiamo!»
«FERMI DOVE
SIETE!!» gridò Violetta «Ci scommetti
che sono in
possesso di una verità...che può spingere tuo
padre a
buttarsi da quel dirupo? Hihihih, “tuo
padre”...quell’uomo sulla sedia a rotelle! Caro
maestrino?!
Mi vuole interrogare? Io sono molto preparata! Mi chieda chi
è
il vero padre di sua figlia!»
Akiko si caricava di rabbia «TACI, MALEDETTA!!»
«Se non lo sa
nessun altro in classe glielo dico io!! Lui è...»
avvicinando nuovamente il dito sul grilletto, e prendendo la mira...
«...una creatura
che non proviene da questo mondo!! Come la piccola, come Akiko!! Ecco
perché ha la pelle così fredda!»
«SONO CAPACE DI
CHIUDERTI LA BOCCA!!» gridò Akiko, liberando la
sua onda
ghiacciata.
Ma Violetta
pensò “Povera sciocca...” premendo
più forte
che poteva «E’ ICEDEVIMON, UN TIRANNO DEI
DIGIMON!!»
Il suo era solo uno
spruzzo d’acqua. Ma incrociandosi con l’ondata di
gelo
diede forma a una stalattite, che sfiorò Akiko graffiandole
il
viso...
«...AAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHH!!!» e perforò
il petto
del signor Mori (canzone: Simple
Plan - Untitled)
«...!!! NO, PAPA’!!!»
Akiko accorse da lui, ma scivolò sul suo stesso ghiaccio.
Proprio come fecero le ruote della sedia a rotelle...
...conducendo
l’uomo in fondo al dirupo, nell’eco di un grido
mortale.
«AHAHAHAHAH!!!
MISERA PICCOLA DIGIMON!! HAI PERSO IL CONTROLLO DEI TUOI POTERI! QUESTO
E’ IL TUO INFAUSTO DESTINO! NIENT’ALTRO CHE
DISGRAZIA...E
MORTE, DI QUESTO TU SEI PORTATRICE!
...AHAHAHAHAHAHAH!
AHAHAHAHAHAHAHAH!» era la risata assordante di Violetta.
Akiko fissava
inorridita le sue mani, per poi tenderle in fondo al dirupo in un
disperato
«PAPAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA’!!!»
Ma nessuno rispondeva da quel tetro groviglio di foglie.
«Osserva lo
scenario di fronte a te...» descriveva Violetta adagiando a
terra
la pistola «Questo mondo stellato è il regno della
morte...
...associa queste luci
all’orribile ricordo di questa notte!! E aiutami a...SPEGNERE
COMPLETAMENTE LA CITTA’! Animata dall’orribile
ricordo
della fine di quell’uomo...
...PER CAUSA TUA!!»
Il corpo della bambina
iniziava a coprirsi di ghiaccio «Papà! No! NOOO!...
...NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!» fino a brillare
più
che mai, liberando energia che crepò la sporgenza
ghiacciata.
Essa, e il cristallo che aveva racchiuso Akiko precipitarono nel
vuoto...
...ma quando
ciò accadde una luce gelida e accecante eruttò
dal vuoto,
nel graduale e volteggiante emergere di frammenti di ghiaccio.
«Molto bene, una digievoluzione del male...
...animata da
sconforto e disperazione...» scandiva la donna dai capelli
arruffati.
Il frutto del suo
crimine si delineava lentamente, sullo sfondo del panorama cittadino. E
la sua sola vista era in grado di evocare uno struggimento senza fine
nei cuori degli spettatori.
Si trattava di
un’enorme biglia di cristallo. Nella cornice del cielo faceva
pensare alla luna. Ma aveva due caratteristiche in grado di ricondurla
a un quadro decadente, una rappresentazione lunare audace e onirica.
Innanzitutto, era dotata di
grandi occhi: guarniti, femminili e dalle sfumature violacee. Ma la
loro espressione era attonita e spaurita, come colui che cerca di
gridare ma non può. Infatti aveva la bocca cucita col filo
di
ferro. E non passava secondo in cui non sembrava dolersene.
«Un prototipo di
arca digitale, fantastico! E’ quello che mi ci voleva in
questo
momento, così potrò raggiungere il Regno
abbandonato!» desumeva Violetta fissandola con orgoglio
«Potrò anche farmi il bagno, e togliermi questo
nauseante
olezzo di dosso! Ho una nuova casa, finalmente!! E non ho dovuto
neanche pagare il mutuo!»
Gli occhioni della
creatura emisero due raggi che confluirono dove Violetta posava i piedi
«NON MI FERMA PIU’ NESSUNOOO!
UHMUHMUHMUHMUHM!»
esclamò mentre si attuava il teletrasporto.
L’istante dopo
fu accolta all’interno della struttura per mezzo di un
ascensore.
Violetta guardava
attorno a sé con occhi abbagliati e rapaci: la sala comandi
ospitava un’immenso pannello che separava i due occhi. La
donna
avanzò verso di esso «Fammi controllare i suoi
dati...» e i due oblò oculari rivelarono
un’alternativa funzione di display, su cui figurò
una
parola «Il suo nome è Arkanomon...
...ora ho un vascello
personale: ora non mi resta che recuperare il mio antico cuore
e...»
Ma improvvisamente
l’immagine sugli occhi-display cambiò,
materializzando una
guerriera bruna che lottava in una chiesa «Ahh! Ma quella
è Starshipmon!! E’ mia figlia...!!»
L’attimo dopo, a
dispetto dell’istinto materno fu un altro dettaglio a rapirle
l’attenzione «Quel candelabro...
...ospita il mio
cuore!! Quella pazza vuole sprigionare tutto il suo potere, devo
assolutamente fermarla! Il cuore dev’essere mio!!»
iniziando a pistare sulla pulsantiera «Allora Arkanomon, mi
senti?!...
...rotta verso il
Regno abbandonato, dobbiamo assolutamente fermare Starshipmon e la sua
compagna!! Mi hai sentito?! Vola!!»
La biglia digitale non
poté che rivolgere uno sguardo appenato alle stelle, ed
iniziare
a solcare il cielo di Tokyo, sotto lo sguardo sconcertato dei cittadini.
“E quello che cos’è...?”
“Un meteorite?”
”Sembra un asteroide pulsante di energia!”
Violetta si godeva lo
scenario dall’interno «AHAHAHAHAHAHAH! Finalmente
vengo
accolta per quella che sono, una sovrana!!! Godetevi la notte,
terrestri! E dedicatemi i vostri sogni più poetici,
perché fra non molto il vostro cielo non esisterà
più, ihihihihi!»
Quando sorvolò
i grattacieli gemelli, smuovendo grazie a un vento inquietante lo
striscione dei manifestanti, c’era qualcuno affacciato alla
finestra «Mitsuo, Tally, avete visto...? Quello che
cos’era?!»
Il biondo uomo
sprovvisto di occhiali commentò «Purtroppo il
problema
è che non disponiamo più di strutture per
analizzarlo.»...«C’è qualcosa
che mi preoccupa
più di questo!» intervenne la bionda collega
«I
manifestanti! Non riesco più a controllarli! Riley, Mitsuo,
sono
stanchi...»...«Ma non può
essere!!»
esclamò lui, e Tally «E invece sì
purtroppo...
...la nostra resistenza sta per cedere.»
Riley si
aggrappò al braccio di suo marito, fissando i suoi occhi nel
timore per il futuro.
Il supporto dello striscione cedette...
...e alla fine il telo
bianco si staccò, volando nella notte fino ad adagiarsi
sull’asfalto. Le ruote delle automobili rigarono la sua
scritta
come qualcosa di vecchio e ormai passato di moda (fine-canzone)
La città era in
un tripudio di sirene, ma di questo Impmon non poteva accorgersi, nella
penombra dei suoi sogni febbricitanti...
Egli si rivedeva camminare circondato dalla nebbia «Oh?!...
...sono già
stato qui. Sì, riconosco questo posto! Qui è dove
pochi
metri più avanti incontrai Caturamon, dieci anni
fa!»
Si strinse a sé
come se avesse freddo «Lui mi propose il patto per
digievolvere...
...per diventare
più potente avrei dovuto rivoltarmi contro i miei amici. Ed
io
accettai...» assumendo sguardo sconfortato
«...animato dal
mio nuovo potere uccisi Leomon. Ma ora...perché ritornare in
questo luogo?...
...appartiene al
passato, io sono cambiato! Non voglio più essere forte e
potente! Io...» pronunciava nell’eco di quel vuoto
nebbioso
«...voglio solo vivere in pace con quegli stessi amici di
allora...
...svegliarmi in una casa accogliente...
...fare colazione assieme...essere circondato...da amore e affetto.
Io...
...voglio un futuro di
pace e speranza per me e per coloro a cui voglio bene. Voglio che la
terra e Digiworld risorgano dal buio...»
Il suono dei suoi
sogni sembrava confortare il suo animo e regalargli un sereno sorriso
«...così i desideri dei miei amici saranno
interamente
realizzati. Mako...
...la sua famiglia, e
il suo cagnolino! Renamon...i suoi figli, e tutti gli altri Digimon! I
miei compagni umani! Madre Katsumi, e le suore del convento...
...ahhh, sono
circondato da amore...non sento più tanto freddo.
C’è...solo una cosa che sento che mi manca. Una
cosa che
desidererei tanto...ma a cui sento di non avere diritto! Vorrei
tanto...l’amicizia della mia domatrice, Jeri! Vorrei tanto
che mi
perdonasse. E stavolta veramente! Però...sento che non lo
farà mai. Che fra noi due esiste una voragine incolmabile!
Ecco...
...ricomincia a far freddo! Ed io ricomincio ad aver paura...»
Jeri si era
addormentata sul davanzale della casa ghiacciata con il pupazzo di
Agumon tra le braccia.
Ma ad un tratto luci e
rumori di automobili la destarono dal suo sonno. Spalancò
gli
occhi, riconoscendo una fisionomia profondamente conosciuta (canzone: Mariah
Carey - Through the rain)
Quel ragazzo che lei
aveva visto faceva ora ingresso, con occhi profondamente smarriti, in
quel regno di ghiaccio in cui avrebbe dovuto riconoscere la sua casa.
I compagni alle sue
spalle erano attoniti nell’osservare l’aspetto
assunto da
quel luogo così conosciuto.
Cindermon si fece
dietro di lui «Takato, attento a non
scivola---aaaa---aaa---ccc!
Fiùùù, per poco.» I loro
occhi si adagiarono
su una lastra a terra, e la Digimon fece
«Cos’è?»
Takato si chinò
a raccoglierla, leggendo con occhi e voce disillusi «Caro Takato...
...ho portato tua madre con me, per discutere sulla tua condotta di
questi ultimi dieci anni. Sicuramente ne avremo per molto.»...«Guaaaaardala,
si crede anche spiritosa!» fece Cindermon, ma capì
di non sortire effetto.
Lo sconforto nel giovane crebbe «Se
sei curioso di sapere se è contenta di te, seguimi nel Regno
abbandonato ma vedi di far presto. La delusione per un figlio
può...
...g-gelare il cuore di una madre...fino alla morte.
La tua insegnante. Nami Asanuma.»
Così
abbassò deluso la lastra di ghiaccio, per poi scagliarla in
un
moto di rabbia contro il bancone, frantumando il vetro
«Takato,
sta calmo!!...
...io a quella le
rompo la testa, forse tu non l’hai capito! Ora andiamo in
quel...Regno desolato, trasandato o come CAPPERI si chiama e sistemiamo
tutto!»...«GRRR...IO NE HO ABBASTANZA!!»
Mentre Leaf si
impigliava con le recinzioni «F-Fatemi passare!»
Ryo
provò a trattenerlo «Leaf!» ma questi
fece
«Voglio entrare!!» spalancando la porta...
...e scivolando sulle sue scarpe fino a finire a faccia avanti.
Cindermon
sussultò per il tonfo e si volse. I loro occhi si
incrociarono.
Takato non si volse
neanche, ma Leaf senza ancora rialzarsi lo chiamò
«...Takaaato...
...a-auch! Brrr...» scrollandosi a poco a poco il ghiaccio di
dosso.
Il ragazzo si
girò lentamente, ma fra lui e il rapper si frappose
Cindermon
che disse «Senti! Per ora è bene che ti trovi
un’altra sistemazione, uno di loro sicuramente può
ospitarti e...»...«Stai scherzando?! Io voglio
venire nel
Regno abbandonat-»...«NO SENTI guarda...non
è aria!
Noi lì andiamo a fare sul serio,
bello!!»...«E-E con
questo che vuoi dire?!» fece lui afferrandole il braccio
«Che siete i soli autorizzati a prendervela calda?! Sono
serio
anch’io!...e la prendo tanto calda da poter sciogliere tutto
il
ghiaccio che c’è qui
dentro.»...«Senti!...
...tu non sei un
Digimon e se per caso lo sei finora non ti sei rivelato, e ora il tempo
è scaduto! Ptsss...qui è accaduto un fatto grave:
Takato
ha sofferto molto, ormai è arrivato al limite! Takato vuole
bene
in realtà a sua madre...»...«Takato,
Takato, Takato!
Lo so anch’io, sai??? Io sono suo amico quanto TE, so tutte
queste cose...
...e molte altre,
quindi se permetti io vengo con voi, Digimon o non Digimon! Umano o non
umano! Perché non ci vengo in qualità
dell’una o in
qualità dell’altra cosa ma ci vengo...!!!...
...in qualità di amico e tuo non puoi opporti
Cindermon.»
Parlò con una
tale determinazione, e un tale fuoco negli occhi che Cindermon
assottigliò i suoi nel sussurro «...va bene vieni
anche tu
ma BADA! Nessuna osservazione sui miei metodi perché io non
vado
lì a pettinare la bambole!...
...io e Takato andiamo
a chiudere i conti con quella maestra da strapazzo.» ma Leaf
le
afferrò le mani «...!! Dovete fare
attenzione!!»...«Come
prego?!»...«Non sto
scherzando, ora tu ascolta me!!» esclamava con occhi
spalancati
«Senti nanerottolo! Io non ho bisogno di qualcuno che mi dica
come fare il MIO MESTIERE, se permetti!»...«E
invece io mi
permetto di ricordarti ANCORA UNA VOLTA di stare attenti!...
...quella donna fa sul
serio, Cindermon, se...!!...è mai un tempo stata buona
adesso
è...malvagia, spietata!! Non è tipo da farsi
scrupoli,
voi dovete, t-tu devi...pro-proteggere Takato...dovete proteggervi a
vicenda!!»
Cindermon lo fissava
incrociando le braccia, con occhi penetranti «...sembri
volergli
molto bene. Come hai fatto in pochi mesi ad affezionarti
così
tanto a lui?»
Leaf non rispose, e si
avviò a passo cauto verso Takato mentre lei rifletteva
“Che glielo chiedo a fare? A me è successo lo
stesso.”
Takato era imbambolato
dinanzi al bancone infranto, ma quella mano bendata si
avvicinò
per sollevare la sua, avvicinandola alla bocca e riscaldandola col suo
soffio. Per poi riscaldargli il cuore con un sorriso
«Uhmuhmuhm!
I dolcetti sono diventati tutti di ghiaccio: ora che è
estate
è perfetto! Possiamo metterli tutti nelle bibite.»
Takato si volse
cercando di sorridere a quella battuta...ma poi la sua espressione
sfumò, e così quella di Leaf, per scivolare in un
abbraccio intenso.
«C-Coraggio vedrai!...
...ce la farai a
recuperare la tua casa! La tua famiglia! La tua vita! Verrò
anch’io nel Regno abbandonato, io non ti lascio!!...
...n-non ti lascio.»
Cindermon voleva fare la dura, ma alla fine li guardava con tenerezza.
Rea osservava da
dietro la vetrina appannata, ed Henry le si accostò
«Come
ti senti, amore...?»...«Io? Bene...non
preoccuparti...» ma seguitava a massaggiarsi là
dove era
fasciata “Devo aver fatto un sogno quando mi hanno colpita...
...e quel rapper
c’entrava in qualche modo. Il problema è che non
ricordo
niente, eccetto il fatto...
...che era qualcosa di speciale! Di molto speciale...”
Benji tendeva la mano
tra le braccia del padre, e Terriermon sulla testa di Henry diceva
«Cosa c’è, piccolo Benji? Ci dispiace
doverti
lasciare ai nonni...ma con la tua mamma e il tuo papà
dobbiamo
andare a compiere una missione importante!»
Cindermon
avanzò verso Takato e Leaf, prendendoseli entrambi in un
abbraccio «Suuu, su! Coraggio. L’abbiamo detto
stamattina
che la comitiva è forte...
...anche stavolta
riusciremo ad affermarci sui nemici. Non c’è
pioggia o
cielo nuvoloso che tenga, per noi. Poi viene anche Leaf e quindi siamo
a cavallo!»
«Takato...la tua
amica mi prende in giro.»...«Uhm...anche in un
momento del
genere riuscite a farmi sorridere.»
“Ci mancherebbe
altro. Il tuo sorriso è la tua forza. Vale più
di...
...TUTTO L’ORO
DEL MONDO.” dissero in coro i pensieri di Leaf e di Cindermon.
Takato sollevò
debolmente un dolcetto ghiacciato, e sembrò con quel gesto
dimostrare di aver scelto ancora di combattere (fine-canzone)
Pochi minuti dopo,
Leaf e Cindermon venivano fuori dal panificio. E mentre lui restava
assorto a pensare, lei raggiungeva alcuni suoi colleghi digitali.
Esordì in un sospiro «...non si può
andare avanti
in questo modo, ragazzi. I domatori sono allo stremo. E noi...anche!
Una serie non può continuare in eterno!»
Il primo a parlare fu
Guardromon «Io la mattina non riesco a svegliarmi! Diamon
deve
tirarmi giù dal letto e nonostante tutto le palpebre mi
scendono, così!» indicando quel naturale
movimento, simile
a quello di un giocattolo allentato. Terriermon calò le sue
orecchie «Io tra la preoccupazione per il bambino, i ragazzi,
i
genitori dell’uno e dell’altra...non ce la faccio
più!» Seguì Renamon «Il
timore per mia figlia
rende insicuri i miei balzi! Non mi sento...più la stessa,
ma
taccio nella speranza che Rika non se ne accorga.»
La volpe dorata
ignorava che la sua domatrice fosse proprio dietro
l’automobile,
e pensasse “Come se fossi una bambina e non ti
osservassi...” ma poi fu raggiunta da suo marito che disse
«Comunque, quando dovremo segnare nostro figlio alle
elementari
prima contatteremo i Pionieri Digitali! Un giro di bonifica non guasta,
con maestre del genere!»...«Ryo...!»
accennò
lei ma lui le tappò la bocca «Shhh, Rika ti prego,
prima
che tu dica qualsiasi cosa io non posso restare qui. Devo venire con
voi! Ti rendi conto che tu aspetti un figlio da me...»
sfiorandole il ventre con paterna dolcezza «...cosa mi
ucciderebbe di più? Un viaggio interdimensionale
oppure...l’angoscia del non saper niente di voi?»
Gli occhi della giovane erano commossi e apprensivi...
Mentre Gelsomon poco
distante cercava di mantenersi solida «Capisco...devi andare.
Hai
un domatore ed è il tuo dovere vegliare su di
lui!»
volgendo le spalle al marito, con due draghetti in braccio e altri due
aggrappati al grembiule «P-Però...ti prego solo di
ricordarti che Ryo ha avuto un tumoreee...!!!» gemette la
dragona, e Cyberdramon sospirò, a braccia conserte nella sua
posa tenebrosa «...lo so mia cara, non credere. So bene che
ha
avuto un tumore.»...«Scu-Scusa ti prego! L-Lo so,
non
dovrei rammentarti niente, tu ti sei preso cura di lui come...nessun
altro, però io!»...«Sei preoccupata, mi
rendo conto.
E non sai quanto mi duolga lasciarvi!» bisbigliando poi
«...ma se non lo faccio sarebbe lui che dovrebbe lasciare sua
moglie, e il figlio che aspetta!»
Ryo nel frattempo
«Ti prometto che non combatterò! Non
scenderò in
battaglia se non sarà assolutamente necessario.»
Rika gli
carezzava il volto «...sei ancora debole...sei sotto
l’effetto di medicinali!»...«Non credere,
non mi
lancerò nel pericolo come uno sciocco...quei tempi sono
passati.
Sono cosciente di questa...e di molte altre cose.» Parole che
destarono nella giovane un dubbio «Che...cosa intendi come
“molte altre cose”?» Ryo chinò
il capo
«Riguarda il mio Digimon...
...ma ptsss, parliamo a bassa voce!»
Così si
accovacciarono dietro l’automobile, come due ragazzini
innamorati
e nascosti «Ricordi Justimon, Rika...? Quella fu la mia
biodigievoluzione...» evocò guardando le stelle,
per poi
scivolare in un sorriso rassegnato «Una cosa del genere
appartiene ai ricordi ormai, io non potrò più
provarla.» Rika gli afferrò il braccio
«Ma...perché?! Ora hai ritrovato il tuo Digimon!
Forse
è vero...adesso non sarebbe il momento, sei guarito da poco!
Però un giorno...»
Ma Ryo si volse a
fissarla coi suoi occhi azzurri e profondi «Piccola mia...non
potrei più, anche se volessi. Sai cosa ho
scoperto...?»
abbassando ulteriormente il tono «La biodigievoluzione
provoca un
rimescolamento fra le cellule umane e quelle del proprio Digimon.
Sembra incredibile...
...ma se io e il cucciolo ci unissimo...»
...spiegava Ryo mentre Cyberdramon guardava il cielo pensieroso...
«...ci sarebbe
il rischio che lui inglobasse le mie cellule malate, qualora ne siano
rimaste alcune. Io incrocio le dita, come si fa in questi casi.
Però non si sa mai, il tutto è paragonabile
a...un
trapianto di organi! Nessuno accoglierebbe mai gli organi di un ragazzo
malato di tumore. E nessun domatore potrebbe mai augurarsi che un male
così brutto colpisca il proprio Digimon. La
biodigievoluzione
è così...
...si scambia tutto il
bene...e tutto il male. Per questo è una storia chiusa per
me.
Per questo ti dico che non combatterò. Io non
sarò mai
più un domatore completo. Ma non importa. La sola cosa che
conta
è che la terra si salvi...
...e che questo fiume di lacrime smetta di scorrere...»
Il drago nero si appartava nel vicolo in cui si celava con i suoi
familiari...
...e Cindermon lo
osservava, svelando ai compagni con un sorriso di premura
«Solo
un bambino potrebbe illudersi ancora che siamo invulnerabili. Per
questo io credo sia ora di metterci nell’ordine di idee...
...di chiudere
definitivamente con i nostri nemici. Dobbiamo farlo per loro e per noi.
Né umani né Digimon sono macchine da
combattimento.»
Renamon chinava il
capo sconfortata, ma Cindermon le pose la mano sulla spalla
«Non
preoccuparti,
compagna.»...«Oh?»...«...quando
intendo i nemici intendo quelli veri. Tua figlia è una di
noi, e
ce la riprenderemo come la mamma di Takato.»
La volpe dorata la
guardò grata, sussurrando un commosso «...ti
ringrazio
Cindermon.» mentre echeggiava la voce di Yuki che passeggiava
col
cellulare all’orecchio «Nooo! Ma che razza di
storia
sarebbe questa “che noi non torniamo”! Ma certo che
torniamo! Coraggio, mamma! Prendi un fazzoletto e dai una bella
soffiata, poi non piangere più. Ma certo che torno, e
tornano
anche i nipotini che porto in grembo!»
Però il suo
sorriso si spegneva, assieme a tanti buoni propositi di consolazione.
Cindermon ipotizzò con gli altri «Ma chi
è? Mamma
serpentona da Digiworld???» Terriermon rispose
«Macchè! Signora Kitagawa dalla terra!»
“Guarda un po’...MarineAngemon chiama mamma
la madre di Kenta...” constatò Cindermon in
un’assorta emozione, mentre Lopmon notava
«E’
disperata perché non si aspettava questo viaggio
imminente!»
Infatti Kenta si
accostava preoccupato alla moglie «Lascia che ci parli
io!»
ma questa «Sei matto, facciamo la pezza peggiore del buco.
Dai,
mammaaa! Ma come quando torniamo? Presto!! E ti portiamo anche un sacco
di roba buona! Tutte le specialità del Regno
abbandonato.»
Il marito a
quell’idea si sfilò gli occhiali e si
massaggiò il
volto, rivelando espressione mogia mentre si accostava a Kazu, Diamon e
Suzie «...non vorrei darle questo dolore.
Nell’ultimo mese
è stato un inferno, ogni giorno a
combattere.»...«La
mia soffre in silenzio. E mio padre fa quello che può per
consolarla...» disse la ragazza, mentre Kazu guardava il
cielo
«Da un lato io...sono quasi sollevato dal non lasciare
familiari
in ansia con la mia partenza.»
...ma sapeva bene che
non appena si fosse voltato, avrebbe sentito sua moglie bisbigliare
«Ptsss...signora, signore, non fate così. Vedrete
che ce
la caveremo. Su coraggio signora Shioda si asciughi gli occhi
a-altrimenti...p-poi fa iniziare anche me!»
Puppet parlava a voce
bassissima, tenendo quel telefono stretto come un uccellino tra le mani
«Mamma ti prego...non piangere...
...io devo partire con
i miei amici. La mamma di Takato è stata rapita...lo
capisci? Se
dei...Digimon ti avessero portata con loro tu non vorresti che qualcuno
mi impedisse di partire!» ma Mako si avvicinò
«Vuoi
che ci parlo io?»
Puppet lo
guardò con occhi ingenui, per poi accennare gentilmente
«Ti passo un attimo Mako...» sullo sfondo di un
triste
«Calù!»
Mako raccolse il
telefono, cercando di evocare un tono ottimista «Pronto,
signora!...
...guardi che siamo in
tanti! Veramente tanti...fra domatori, Digimon! Suo figlio non corre
alcun pericolo, al di là del fatto che è un
ragazzino
forte.»
Puppet seguiva con lo
sguardo il suo amico mentre si allontanava col telefono. E Calumon
spuntava da sotto il berretto «Calù, sei un
ragazzo
davvero forte Puppet. Capisco cosa significhi per
te.»...«...mi si spezza il cuore, amico
mio.»
Takato era rimasto
all’interno del panificio, quando Henry lo raggiunse
«Takato!» e lui «Henry, una cosa
importante! Il mio
papà è solo in ospedale, io devo passare da
lui!»
ma l’amico sorrise «Non ce n’è
bisogno. Non
è solo, c’è una telefonata per
te.»...«Oh...?» si stupì il
giovane,
raccogliendo lentamente il cellulare, ed accostandolo
all’orecchio «...p-pronto?»
Dall’altro lato «...Takato...?
...sono io, tuo fratello...»
Takato sgranò gli occhi «...Nakao!»
«So che a casa...
...fa molto freddo,
diciamo. Ero con le mie fans quando ho saputo la notizia e...
...sono corso qui. Takato non aver paura, resto io con papà,
tu...
...pensa a tua
madre...» accennava pur timidamente quel ragazzino che ora
vestiva decisamente più alla moda, e persino a
quell’ora
della notte indossava occhiali da sole, e un berretto per nascondere i
suoi capelli «...è...brutto perdere la mamma,
posso
assicurartelo. Tu fa di tutto per salvare la tua.»
La voce del fratello
iniziò a far cadere una lacrima dopo l’altra dagli
occhi
del ragazzo «...Nakao!...
...piccolo mio!...
...c-con tutto quello che ti ha fatto mia madre...»
Ma il ragazzino
raddrizzò gli occhiali, sussurrando un incerto
«...n-non
fa niente...
...senti, ti passo una persona!»
Ed una mano femminile
dallo smalto nero raccolse quel telefono «Takato? Sono
Alice...»
«...!! Alice...» disse il domatore.
«Appena abbiamo
saputo la notizia ci siamo precipitati. Restiamo noi col tuo
papà. Sta tranquillo, e riferisci anche agli altri di non
pensare alla terra. Io e Dobermon ci inventeremo qualcosa. Andate pure
nel Regno abbandonato e...
...e-e mi raccomando, che questa volta ce la dobbiamo fare!»
«...i-io vi sono debitore!»
Mentre Henry riferiva
all’esterno «C’è Alice con
Nakao e il padre di
Takato!» e Rika commentava «Meno male che almeno ci
sono i
morti a vegliare su di noi.»
Takato, prossimo a
congedarsi dalla chiamata «Vi ringrazio di tutto Alice...e vi
prometto che faremo del nostro meglio. Almeno ci proveremo...»
Ma ora che era rimasto solo, dei passi si udirono nel sottofondo, dalla
scala.
«Grazie!...crepi il lupo!...
...ringrazia anche Dobermon da parte mia.»
Takato chiuse così il cellulare...
...ma ad un tratto si
volse, ed i suoi occhi si spalancarono alla vista di quella ragazza che
gli sorrideva, e che era apparsa come uno spirito
dall’interno
della sua casa.
«...Jeri?»
Costei tese la mano «...m-mi aiuteresti a
scendere...?»
Il giovane
avanzò lento e attonito, pestando i frammenti di ghiaccio e
tendendole la mano «La tua gamba...»
«No, ma non devi
preoccuparti! A-Anche se zoppico...io riesco lo stesso a camminare e
combattere! Prima, prima mi sono fatta tutte le scale!...
...e sono giunta in camera tua! Questa è la
prova...»
Gli occhi del giovane
si adagiarono increduli alla vista dell’Agumon ghiacciato. Ma
già le mani di Jeri scivolavano su di lui
«...quanto...
...t-tempo era che non ti vedevo...
...intanto si è
già fatta estate, anche se qui è tutto
ghiacciato! Ma
io...
...non me ne sono neanche accorta! Segregata dov’ero...
...in quel luogo oscuro...»
Il giovane
appoggiò lentamente Agumon sul bancone, come un guardiano ad
osservarli. Mentre Jeri gli scostava i frammenti di ghiaccio dai
capelli, ripetendo «...Takato Matsuki...amore
mio...»
Il ragazzo tremava,
forse a causa del ghiaccio o forse dell’emozione. La
fissò
negli occhi e sussurrò «...Jeri, questo
è il
momento...
...dicci dove ti
nascondi. Dov’è che tu e Beelzemon siete
rintanati, se ce
lo dici...noi possiamo aiutarvi!» ma lei esclamò
«No, non è questo il momento Takato! Ora
c’è
una questione più importante! Un compito...
...per noi Digimon
Tamers! Guarda come hanno ridotto i nostri ricordi
d’infanzia...
...li hanno
imprigionati nel ghiaccio: noi dobbiamo salvare...tua madre!»
iniziando ad abbracciarlo e baciarlo «No
io-»...«Sì! La signora Matsuki, noi
tutti...le
vogliamo bene, non possiamo permettere che Amnesyamon le faccia del
male! E’ solo questione di tempo, tu dimmi solo sì
e io
corro a prendere Beelzemon! Andremo tutti assieme nel Regno abbandonato
e...la giustizia trionferà!» ma lui a quel punto
la
respinse «Ora basta, Jeri!!»
«Ahh!»...«Questo non è un
gioco!!»
...fissandola con
occhi taglienti «...non si tratta di un videogame, mia madre
è stata rapita davvero!!»...«Lo so, e io
voglio
salvarla...! Non respingermi, ti prego...
...guarda, ho sfidato
il destino per te! Questa gamba mi fa molto male, e mi impedisce di
camminare...
...ma nonostante
questo mi sono spinta a casa tua, perché sapevo che saresti
tornato, perché sapevo che ti avrei
incontrato!!»...«...perché
l’hai fatto,
Jeri...?»...«Cosa?!»
Takato proruppe
«Perché hai fatto tutto questo?! Hai sparato a
quell’uomo, hai coinvolto Beelzemon in questo disastro!! Non
capisci che se ora vogliono uccidere i Digimon è
solo...»...«No! Non dire quella parola! Non
è colpa
mia, è della...
...diffidenza della
gente! Le persone odiano i Digimon...ma noi abbiamo la
possibilità di farli ricredere! Se volevo rubare quel
denaro...(canzone: P!nk
- I don't believe you (instrumental) )
...era solo
affinché tu potessi pagare il debito con la banca!
Perché
questo posto...tornasse come era una volta, come nella nostra
infanzia!» esprimeva in un moto sognatore «Non puoi
negare
che io mi sia esposta ad un bel rischio! Io, sempre così
sfuggente, la ragazza perfetta e irraggiungibile...per farti felice ho
sacrificato la mia libertà! Per via di quel colpo ora...
...non potrò
più correre...indossare quegli abiti che ti facevano morire
di
gelosia! Uhm, come puoi vedere...io ho gettato via tutto per te. Non
era quello che volevi?» scivolando in uno sguardo di
ammiccante
furbizia.
Ma Takato scosse il
capo inesorabile «...è proprio questo che non
capisci...
...NO! IO NON LO
VOLEVO!» spiazzandola completamente «Ahhh!
Però io
l’ho fatto, Takato!! Ora non sono più nessuno,
sono una
ricercata, una ragazza menomata! E l’ho non l’ho
fatto per
i mille ragazzi del quartiere, l’ho fatto solo per te, per
te!
Takato Matsuki!»...«Io non ti avevo mai chiesto di
farlo...
...io non ti avevo
chiesto di evadere la legge, di compiere mille
follie!»...«Ma io-»...«Io ti
avevo solo
chiesto...semplicemente...
...di condividere ciò che amavo...
...di aprirti a me con
fiducia, e confidarmi i tuoi problemi. Io volevo...metter su un futuro
di serenità al tuo fianco, Jeri. Non volevo dimostrazioni di
eroismo in questo modo assurdo e infantile! Non capisci che sono
cresciuto?! Ora non posso star dietro a te!!» mentre lei lo
fissava incredula...
«Ora...un mostro
ha rapito mia madre. Ed io sto andando a recuperarla, assieme alla mia
Digimon e ai miei amici. Questo vuol dire fare dei sacrifici, assumersi
le proprie responsabilità!! Questo vuol dire...essere
adulti, ma
questa a te sembra una parola senza significato. E ti fai scudo ancora
delle vere disgrazie...
...per allestire
trucchetti e riprenderti ciò che hai perduto. Per te
l’amore e la vita sono un gioco. E’ questa la
voragine
incolmabile fra me e te ormai...» terminò con voce
scura,
volgendo le spalle e accennando ad andarsene ma in quel momento...
«Bau!»
«Oh...?» il ragazzo si volse...
Lei, con gesto
inesorabilmente triste, ancora muoveva quella marionetta che rivestiva
la sua mano destra «Bau! La amiii...
...non te ne andare
così! Non so quanto ancora potrò gridarti il suo
amore.
Guardami! Ormai sono prossimo a spezzarmi...» mugolava con
voce
nasale quella creatura ormai scucita.
Takato nel vederlo
ebbe un turbamento profondo...ma poi fece scettico il suo sguardo
«Finiamola, per favore. Con quello giocavamo ai tempi delle
elementari. E guarda che fine ha fatto la nostra maestra.» ma
Jeri si gettò su di lui «Lei sì, ma
qualcosa si
è salvato! Il mio amore per te si è salvato, il
nostro
amore si è salvato!!»
Fu in quel momento che
Leaf si affacciò alla vetrina, e dopo aver rimosso la brina
passandovi la mano, incollò i suoi occhi alla scena...
Takato cercava di
uscire, ma Jeri lo tratteneva per il polso «E’ per
lei,
vero? E’ per quella Digimon, per Cindermon! La vostra
relazione
sta procedendo felice, vi sposerete quando il ghiaccio si
sarà
sciolto?!...
...non importa...
...perché anche
allora, anche quando questo sarà solo un ricordo, e
sarà
tornata a splendere l’estate sopra di noi...
...anche quando sarai
un uomo, forse sposato con un altra donna...venderai dolci a questo
bancone, tua madre sarà una nonna felice...
...e non ricorderà più questa brutta avventura...
...allora
chissà cosa ne sarà stato di me. Ma è
sicuro che
il mio spirito non ti abbandonerà
mai!»...«...smettila di
scherzare...»...«Io
sono molto seria...» confessava lei pur sorridendo
«Tua
madre si salverà, lo sento!!» abbracciandolo in un
impeto
«Questo luogo tornerà un’oasi
d’amore...e di
allegria! Sarà tutto come un tempo, compresi i bambini...che
ti
assomiglieranno! Ma quando un giorno si avventureranno in un vicolo,
sfuggendo ai tuoi richiami responsabili, e a quelli amorevoli della
donna che sarà con te...
...eccomi allora
comparire dal buio! Trascinare la gamba e prenderli in braccio...
...sussurrerò
al loro orecchio i racconti delle nostre avventure...e mi
perderò nel loro sguardo, così tanto simile al
tuo! E
quando correranno ad avvisarti, e tu sorriderai di sollievo nel tuo
solito modo...
...ti parleranno di me, e in un primo momento...non ci crederai...
...ti sembrerà
impossibile...ma qualcosa ti spingerà ad addentrarti nel
buio, e
allora mi troverai ad attenderti!! Sentirai le tue braccia avvolgerti,
e mi bacerai! E io ti bacerò...poiché un amore
come
nostro non si cancella col tempo! Anche quando sarai anziano, avrai
nipoti e capelli bianchi al posto del ghiaccio...che sfioro
oggi...» scostandogli dei cristalli dai capelli...
«...io sarò sempre ad attenderti negli stessi
posti...
...e con lo stesso
sorriso. Raccoglierò la tua mano quando sarà
tempo di
andare...
...e saremo leggeri
come bambini. Non lo trovi romantico?! Non c’è un
vero
tradimento, perché un eroe come te non tradisce la sua
sposa! Ma
nonostante lei ti aspetti sempre, dietro quel bancone e col grembiule
indosso...amata da tutto il quartiere, come una buona madre, come una
brava persona!...
...nonostante questo
sarò io quella che verrai a cercare! Uno spirito che si
nasconde, uno spirito che ti aspetta! Uno spirito che...»
pronunciato in coppia con il cane marionetta «...ti
ama...»
La mano di Leaf
scivolava sulla brina...i suoi occhi ingenui non si staccavano dal suo
amico “Quello sguardo...
...l’espressione
degli occhi di Takato: io sono solo un Digimon...ma posso permettermi
di chiamarlo amore?...
...Takato sembra amare
Jeri come il primo giorno...o forse è la brina,
l’inesperienza o la mia natura a confondermi la
vista?”
Il domatore abbassò il tono «...Jeri...dico
davvero, ascolta io...
...non voglio che ti
consumi in quel luogo. Non voglio che ti accada qualcosa di brutto.
Devi curarti quella gamba! Devi curare...»...«...la
tua
mente? Pensi che il mio amore per te sia...follia, vero...?»
Takato abbassò
gli occhi, non sapeva dove guardare. E lei gli carezzò il
viso
«Non preoccuparti, non importa...sono abituata ormai anche a
quegli sguardi. Ma se la pazzia fosse questo...
...augurerei a ogni uomo, ogni donna, ogni creatura...
...di perdere la
ragione com’è accaduto a me.» alzando il
cane
marionetta, e lasciando che fosse lui al posto suo a pronunciare
«...addio Takato!»
L’Agumon
ghiacciato, dalla cima del bancone, contemplava Jeri andarsene
tristemente, con il suo passetto claudicante e cauto che ora la faceva
sembrare particolarmente fragile. Dando le spalle al ragazzo, celava
lacrime ormai spoglie di speranza mentre varcava la porta coperta di
brina.
Takato si diresse a
raccogliere Agumon, come a voler chiedere aiuto ai suoi immoti e
solenni occhi.
Mentre pieni di pena
erano quelli del rapper “Perché coloro che si
amano devono
dividersi...? Perché negli occhi del mio domatore deve
leggersi
quella tristezza...?...
...perché lui
l’ha mandata via?” tendendo la mano nel sussurro di
un
timido «J-Jeri...?»
Ma lei neanche lo
udì, poiché chiusa nel suo pianto
“L’ho perso
per sempre. E con lui la felicità...”
Takato pensava
“Jeri, ti ho amata con tutto me stesso, ma tanto è
inutile! Noi due non potremmo mai comprenderci...
...non è
scritto nel nostro destino di poter stare assieme...devo
rassegnarmi.” appoggiando il Digimon ghiacciato, e sfoderando
il
suo Digivice per raggiungere gli altri (fine-canzone)
«Jeri,
aspetta!!» qualcuno la richiamò, e lei
alzò
timidamente lo sguardo
«...M-Mako...?»...«Ma che cosa
hai fatto alla gamba...?» domandò spiazzato il
ragazzo.
Lei lo guardò con espressione di rimpianto.
«Ascolta Jeri
io...non ti serbo rancore per ciò che è successo!
La
storia del nostro rapporto è acqua passata, se ora sono qui
è a nome...degli altri Digimon Tamers! Loro sono preoccupati
per
te, per favore non farci stare col fiato sospeso! S-Se ci dici dove ti
nascondi...
...a-assieme a
Beelzemon...noi possiamo aiutarvi entrambi! Ti prego, tu sai che
io...tengo tanto a lui! E nonostante tutto voglio bene a te!»
«...Mako...ascolta.» la ragazza gli prese le mani,
alzando
lo sguardo verso la torre di Tokyo che troneggiava oltre la notte
«Il tuo Digimon ti vuole bene, lui non fa che...rimpiangere
ogni
giorno di non essere a casa con te. Ma sono sicura che quando tornerete
dal Regno abbandonato...è lì che lo
troverai.»...«Cosa?!» sussultò
il ragazzo,
aggrappandosi a lei «Che cosa intendi dire?! Ti prego non
farmi
stare sulle
spine!!»...«A-Ahhh!»...«Scusa!...
...non volevo farti
male.»...«...non fa niente.»
sussurrò Jeri,
accennando «Abbi fiducia Mako. Lui tornerà...
...il tuo Digimon
tornerà a casa.» rivolgendo un nuovo sguardo alla
torre,
ed allontanandosi così «J-Jeri...?»
senza che il
ragazzo potesse trattenerla. Sembrava inseguire una meta delineata solo
nel suo cuore.
«Che cosa
avrà voluto dire con quelle parole...?» si chiese
Mako.
Dei passi si
avvicinarono, si trattava di Puppet «Mako...ci sono alcuni
problemi per aprire il
varco.»...«Calù.»...«Con
chi stavi
parlando? Ero lontano, e poi qui è buio...
...oh? Scusa. Stai pregando...ti aspetto più in
là.»
«Calù
calù.» faceva il Digimon, e il domatore
accennò
«Ptsss, Calumon...quando una persona prega, bisogna lasciarla
in
silenzio. E’ come quando scrivo i miei testi!»
Ma quegli occhi pieghettati si erano insospettiti.
Mako stringeva la sua
catenina e chiudeva gli occhi “Akemi ti prego! Proteggi Jeri
e
Beelzemon! Ti scongiuro, sorellina, fa che non accada loro nulla di
male!!”
Quell’onirico
percorso di nebbia sfociò presso un luogo alto, circondato
dalla
notte stellata. Improvvisamente Impmon si guardò attorno e
«Oh? Dove mi trovo...? Qui non sono giunto dieci anni
fa...»
I suoi occhi
dall’espressione affilata sbatterono per focalizzare
particolari,
e distinsero due sagome sul ciglio di quell’asse rossastra.
Una
imponente e inumana, l’altra dai capelli lunghi. La prima
sembrava avere una folta criniera, ed il sospetto negli occhi di Impmon
presto si trasformò in stupore «...Leomon...?
...e l’altra chi
sarà...? Deve trattarsi di Jeri. Forse ormai sono tornati
assieme. Jeri ha ritrovato il suo Digimon, non ha più
bisogno di
me...OH?!» ma poi il folletto sobbalzò,
poiché gli
basto volgersi alla sua sinistra...
...per vedere il
panorama di Tokyo notturna stagliarsi oltre la nebbia che si diradava.
Guardando basso poté realizzare «Siamo sulla
torre! Da qui
si vede l’intera città...
...perché tutto
questo?! Forse è bene che chieda a loro. Anche se temo di
disturbarli.»
Così mosse le
sue zampette artigliate e un po’ insicure su
quell’asse, ma
non sembrava essere il vuoto o il pericolo a spaventarlo realmente.
Quanto la stretta vicinanza di quelle due figure ancora parzialmente
avvolte dalla nebbia «Jeri...? Sono io, Impmon...
...che cosa ci
facciamo qui? E’ pericoloso un posto così alto. La
tua
gamba...è-è compromessa, se cammini puoi
inciampare.»
Ma quella figura femminile si alzò in piedi...
...e si volse svelando
un viso occhialuto «Finalmente sei qui, amore! Ti
aspettavo!!»
Impmon trasalì «...Akemi...(canzone: Anastacia
- Lifeline)
...!!!»
sicché corse, incurante del vuoto «AKEMI!! Akemi,
tesoro
mio! Piccola mia!»...«Ah! Temevo non saresti
più
arrivato!»...«Che cosa ci fai qui?!»
La ragazza non
tardò a rispondere «Stavo cercando di consolare
Leomon.
Perché è molto preoccupato per Jeri! Ma
nonostante tutto
le mie parole non fanno alcun effetto. Tu devi
aiutarla!!»...«Aiutarla...? Io??» si
irrigidì
il folletto, come fosse spaventato «Dopo tutto quello che ho
fatto?! Jeri non mi ascolta, tu l’hai vista. Lei...non
è
come te!»
Ma Akemi supplicava
«Tu devi...correre in suo aiuto, Impmon! Lei è la
tua
domatrice e...
...quando la crescita
ti porta tanto in alto poi rischi di cadere! Sai che la gamba di Jeri
è molto fragile...
...e ancor più lo è il suo cuore...»
La camicia da notte di
Akemi era di un bianco splendente, e volava nel vento della notte come
i suoi capelli «...ormai posso far poco Akemi...
...mi hanno colpito!
Ho perso le mie ali e...gran parte delle mie energie.»
Ma la ragazza
avanzò a piedi nudi su quell’asse, fino a chinarsi
su di
lui «Se vuoi puoi farcela...
...le tue ali sono nel tuo cuore, piccolo Impmon.»
La sua carezza
evocò lacrime negli occhi del Digimon «...come
stai...mia
amata?»...«Io sto bene, caro...»
replicò
sollevandogli la zampetta in quel modo che era suo consueto
«Dimmi Akemi...nel mondo in cui ti trovi ora io esisto
ancora?
M-Mi vuoi ancora bene...o sei talmente lontana da poterti scordare di
me?»...«Io scordarmi di te...?» sorrideva
la ragazza
«Come potrei scordarmi del Digimon più bello...e
più caro che
esista?»...«Cosa?!»
sussultò Impmon, e lei «Il tempo passa...la vita
inizia e
finisce ma tu non cambi mai, uhmuhmuhm! Fai sempre quella stessa
espressione imbarazzata quando ti si fa un
complimento.»...«La verità è
che da quando
non ci sei più io...ho perso la fiducia in me stesso! Mi
sento
inutile, non riesco a dare felicità a nessuno!...
...questo mondo che
vedi dall’alto...questa città illuminata mi teme
come un
diavolo.»...«Questa città
capirà che sei un
angelo. Tu se vuoi puoi diventare il paladino di tutti
loro.»...«Dici davvero...?» si volse lui,
ma lei si
ritirò un po’ intimidita, coprendosi il volto
«N-No!...
...non guardarmi con quegli occhi...
...quegli occhi in grado di farmi entrare in tentazione...»
Ma quando lo disse
Impmon versò una lacrima d’affetto
«...tu mi vuoi
ancora bene...
...in realtà niente è cambiato.»
Akemi si
avvicinò, e lo prese tra le sue braccia «Io ti
vorrò bene...per tutta l’eternità. E
veglierò sulla tua vita dall’alto di questa torre.
Assieme
a Leomon...e ai Digimon che purtroppo sono caduti. Tu dovrai aver cura
della terra anche per me. E della tua domatrice come se fossi
io...»...«Akemi...» pronunciava il
Digimon in un
sussurro...
...e Akemi lo
avvicinò per regalargli un bacio sulla guancia come quello
di
quando era bambina, ma intenso e profondo, nel vento di quella notte
cittadina del mondo dei sogni «...cara...amata domatrice!
Bambina
mia...
...ragazza dei miei sogni...»...«Io non ti
lascerò mai...
...ma adesso corri,
caro amico! Corri più veloce che puoi, lasciami sognare come
quel giorno! Quel giorno che ti congedasti da me e da Mako per
difendere la giustizia! Regalami un’altra puntata, anche da
questo mondo. Io...
...la seguirò
con il cuore palpitante, tanto che tutto questo scenario
udirà
il mio battito!»
«Io...ti
farò sognare Akemi...» promise Impmon
riacquistando
determinazione «...tu eri quella forza che io un tempo
cercai, e
che confusi con l’avidità e il potere. Akemi!
Leomon! Non
temete, io...
...vado!!!» sfrecciando in corsa lungo l’asse...
...ma frenando per un
istante. Volgendosi e guardandola un’ultima volta, mentre lei
riponeva in lui tutta la fiducia.
Ad Impmon non rimase che schizzare in corsa, di nuovo dentro quella
nebbia...
...ma il suo corpo dormiente ansimava «A-Akemi...!!»
Si svegliò di
colpo, all’interno del vano stradale. Trovò la
borsa di
ghiaccio a terra, ma il suo primo istinto fu appendersi alla fenditura.
La città era
ancora scossa dalle sirene «Perché Jeri non
è
qui...?»
...ma i suoi occhi
furono rapiti da un dettaglio all’orizzonte «...!!!
La
torre di Tokyo...
...tutto questo non può essere privo di senso!!! Devo
correre!»
Incurante del
pericolo, il folletto viola lasciò il vano e si
lasciò
cadere sulla strada sopraelevata, approfittando della notte per correre
nel buio.
Egli guardava le sue
zampe, attendendo di vederle mutare in possenti stivali borchiati
«Digimodificati!!...
...modalità
d’attacco!» ma un brivido scosse il suo corpo,
permettendogli di realizzare «...non funziona come quella
volta!
Dev’essere per via della febbre e della ferita! Non ho altra
scelta, devo fare presto!!»
Jeri era giunta presso
la torre di Tokyo, e la contemplava dal basso con espressione ormai
rassegnata. Così come rassegnato fu il gesto di abbandonare
il
suo Digivice a terra...
...e di trascinarsi verso la struttura con il suo passo ormai
affaticato.
Le auto della polizia
sfrecciavano rapide e rischiarono di investirlo: Impmon si
ritirò al lato della strada, ed i suoi grandi occhi
luccicavano
nel buio come quelli di un gatto.
Attese che furono passate...
...per poi balzare
agilmente all’inidietro e lasciarsi cadere sulla strada
sottostante, dove regnava il traffico persino a quell’ora
della
notte.
Per agevolare il
percorso si mise a balzare da un tettuccio all’altro, con una
rapidità che lo rendeva una piccola ombra...
...era come se
rivedesse se stesso di dieci anni prima, quando compiva lo stesso gesto
solo per attirare l’attenzione “Io non voglio
più
essere il terrore della
città...
...io posso fare in modo che questa gente non mi tema!”
Terminata la
traversata, atterrò fra i rifiuti ma la sua meta era chiara:
la
grande torre sullo sfondo «La
raggiungerò!!» che lo
spinse a rimettersi a correre...
Un ascensore si
spalancò sulla vetta della costruzione, rivelando gli occhi
di
una ragazza disillusa che si smarrirono nello scenario (fine-canzone)
«Ragazzi,
c’è un problema...» illustrava Ryo fuori
dal
panificio...
...mentre Suzie
sussurrava «Calumon...tu hai visto la persona cui parlava
Mako?
Da quel momento è come se fosse assente...»
adagiando lo
sguardo sul ragazzo, che teneva gli occhi socchiusi e sembrava ripetere
una sommessa preghiera «...sorellina...
...perché ti
sento così agitata? Cosa cerchi di comunicarmi, anche ora
che
non sei più fra noi...?»
Calumon si
arrampicò sulla spalla della domatrice e mormorò
«Suzie...io posso essermi sbagliato, calù. Ma a me
è sembrato che la persona con cui stesse parlando fosse
Jeri!»...«Cosa?! Jeri?!»
sussultò spiazzata
Suzie...
...nel frattempo Ryo
svelava «I varchi interdimensionali possono essere aperti
solo
dai poli opposti, come il cielo...» indicando in alto
«...o
sottoterra...»
«Unicamente?!» domandò Kenta, e il
domatore pelato
rispose «Certo, non a caso l’ingresso per Digiworld
si
trovava sotto il nascondiglio di pietra! Ma ahimé, ormai
quello
non esiste più. E per quanto riguarda il cielo, non tutti i
nostri Digimon sono in grado di volare.»
Henry suggerì
«Ci vorrebbe un luogo sotterraneo. Come una
cantina!» ma
Ryo replicò «Già ma chi di noi ha
ancora una casa...
...non dispone di un
luogo che raggiunga la profondità richiesta. Ci si mette
anche
l’ora, adesso i negozi e i servizi sono chiusi!»
Ma uno di loro
intervenne, mormorando prima le parole
«...d’accordo, ho
capito.» e poi destandosi da quell’insipiegabile
stasi
«Lo so io!»
Tutti si volsero a
fissarlo, specialmente l’ammirato Puppet «Mako,
davvero?!»
Il sedicenne venne
avanti «Conosco un luogo pronto ad accogliere qualcuno a
qualsiasi ora...
...e che dispone di una scala che porta a fondo, molto a
fondo!»
«Il
convento!!» esclamò il bimbo con la lacrima scura,
e Mako
sorrise «Esattamente, Gravemon.» Ryo ne convenne
«...giusto, un luogo antico come quello è
l’ideale!
Complimenti Mako, ottima
scelta.»...«Seguitemi...»
disse il ragazzo...
...ma quando si volse,
la visione della torre lo portò a chiudersi di nuovo tra i
suoi
sussurri. Suzie si accostò a lui «Mako...
...scusa, devo chiederti una cosa. Mako...?»
Ma il ragazzo non rispose e proseguì.
«...è
come se non mi vedesse...» mormorò Suzie
«Calù! Da quel che io so Mako è stato
sempre in
contatto spirituale con sua sorella. Forse il pensiero di recarsi al
convento gli provoca forti emozioni. O forse, rivedere Jeri gli ha
rievocato vecchi ricordi...» disse il Digimon sulla sua
spalla,
che sembrava il primo a portare il peso di simili memorie.
Ma un velo di
insicurezza si adagiava sugli occhi della ragazza “E se fosse
ancora innamorato di lei...?”
Jeri trascinava la sua
gamba fra quelle assi metalliche, sembrava volersi avvicinare al
panorama. Il vento scuoteva i suoi lunghi capelli...
...e c’era lo
spirito evanescente di un leone che la osservava dal ciglio della
struttura, ma lei non sembrava vederlo.
In quel momento il
folletto viola giunse di corsa ai piedi della torre «Ahhh!
Sono
arrivato! Iuuuufh, ahhhhf!»
...riprendeva fiato
serrando gli occhi, per poi rialzare il suo sguardo appannato e
febbricitante verso la cima della torre, sulla quale distinse una
figura femminile «A-Akemi...? Jeri...? Oh?!»
Ma la sua zampa
urtò inavvertitamente un oggetto a terra «Ma
questo...è il nostro Digivice! No, Jeri non può
averlo
buttato così! Ma allora...!!...
...la ragazza in cima
alla torre non può essere che lei! Perché si
è
spinta fin lì?!...
...se solo avessi le mie ali per raggiungerla...
...Digimodificati, modalità d’attacco!...
...modalità
d’attacco!!!» ma poi le sue orecchie calarono
deluse
«E’ inutile! Se lei non raccoglie questo Digivice
la
trasformazione non potrà mai attuarsi!»
Lo spirito di Leomon
si avvicinava, fino a sfiorare la ragazza “Bambina
mia...soltanto
il vento sa quanto vorrei fermarti da ciò che stai per
compiere.
Vorrei gridarti che ci sono, e che non ti ho mai abbadonato. Ma
purtroppo tu non mi senti...” mentre lei compiva un passo in
avanti, scivolando dal suo abbraccio paterno
“...questo...è quel che significa essere morti. Ed
io
ormai non posso più proteggerti. Ma tu aspetta, piccola
Jeri.
Non è scritto nel tuo destino che tutto finisca questa
notte!” (canzone: Evanescence
- Missing)
Jeri contemplava il panorama «...la nostra città...
...la città dei Digimon Tamers...»
Si ricordò
così bambina, a sorridere in una classe vuota a un compagno
timido e dai capelli castani...
...che un giorno le
presentò il suo Digimon...e più in là
la condusse
a Digiworld con lui...
La commozione affiorava, assieme a una voce più recente
“Io non ti
avevo chiesto di evadere la legge, di compiere mille follie!
Io ti avevo solo chiesto...semplicemente...
...di condividere ciò che amavo...
...di aprirti a me con fiducia, e confidarmi i tuoi problemi. Io
volevo...metter su un futuro di serenità al tuo fianco,
Jeri.
Non volevo dimostrazioni di eroismo in questo modo assurdo e infantile!
Non capisci che sono cresciuto?! Ora non posso star dietro a te!!”
«E’ tutto
finito...» mentre il cane-marionetta si alzava
«Jeri! Ormai
siamo arrivati al capolinea, ci siamo giocati tutto! E abbiamo
perso!»...«...sono d’accordo con te...
...la vita è
come una partita a carte.» pronunciò la ragazza
con
malinconia.
Impmon dilatava gli
occhi «...devo assolutamente raggiungerla...»
lanciandosi
contro l’ascensore, e picchiando con i suoi pugni viola
«Apriti, dannazione---m-maledetta...CARCASSA! Ahhh!»
Ma cadde a terra per
lo sforzo, riprendendo fiato a stento «...accidenti,
è
bloccato...» per poi recuperare sguardo determinato
«Non
importa!»
Di nuovo in piedi, si
aggrappò al reticolato della torre «Q-Quando mi
metto una
cosa in testa...n-non mi ferma nessuno!!» iniziando ad
arrampicarsi...
«Ora
che ho perso Takato nessuna di queste luci ha più senso.
Niente
potrà più darmi felicità! Assieme a
lui...se ne va
l’età infantile. La speranza, i sogni...
...cala il sipario
sull’avventura dei Digimon...» mentre Leomon si
chinava
commosso su di lei “No...
...no bambina mia,
aspetta ancora un po’. Non ricordi il giorno che ci siamo
incontrati...? Quante speranze, quanti progetti. Non ne è
rimasta più neanche una goccia nel tuo cuore?”
Il cane-marionetta lo contraddiceva in un sibilante
«Buttati...
...tuffati Jeri, e poni fine alla storia!»
La ragazza era inerte...
Impmon scalava con decisione...
Leomon tentava ancora
“Non ricordi quando nel D-Reaper ti accorgessi che
ognuno...poteva cambiare il proprio destino? Allora io fui sicuro che
avremmo camminato insieme sullo stesso sentiero. Ma poi è
arrivata la crescita. Sono arrivate le nubi, e hanno oscurato questo
panorama. Eppure ancora stanotte io vedo brillare una luce...ti prego
Jeri, no accecare i tuoi occhi!”
«Buttati...lui
non ti ama più! Ama la sua Digimon!! Disprezza te e le tue
scelte!»
“Non dare
ascolto alla parte più oscura del tuo animo!! Già
una
volta tentò di separarci...”
«Il tuo destino è nel baratro, Jeri...»
“No! Il tuo destino è nel cielo!”
«Il tuo destino e in fondo a questa torre!»
“No, il tuo destino è sulla cima!! Sulla vetta
della vita...
...dell’amore, e
della gioia! Dalla prima volta che ti vidi Jeri io mi resi conto...che
saresti andata lontano! E benché ti sembri così
strano lo
vedo anche adesso...
...nonostante i tuoi
occhi segnati che hanno pianto tanto, nonostante la tua gamba!
Nonostante il tuo cuore, che ti ha condotto a scelte
sbagliate...”
«Ho...capito.» disse la ragazza in un mesto
sorriso. E fu
allora che lo spirito comprese che non avrebbe più potuto
trattenerla, e chinò il capo tristemente.
Ma le sue zampe
artigliate furono sfiorate da un guantino rosso «A-Ahhh! Ci
sono
quasi!»
Quando Impmon
alzò i suoi occhi, incrociò quelli del leone che
gli
chiese «...ti scongiuro, fermala: solo tu puoi
riuscirci.»
Impmon balzò
sull’asse. E la vide sul ciglio. Così
avanzò,
tendendo la mano «Jeri, ascolta almeno le mie parole...
...TU NON DEVI FARLO!
Hai capito? Tu non devi compiere un passo del genere!!»
Ma lei, in un sorriso
di congedo alla città notturna, si lasciò
cadere...
«...!!! NO,
JERI!!!» esclamò Impmon...e istintivamente...si
tuffò dalla torre...
Leomon dilatò
lo sguardo “Si è lasciato cadere per salvarla! Ma
senza le
sue ali morirà...”
...ma alle sue zampe
si facevano vicini i piedi di una ragazza in vestaglia candida...
La giovane e il
Digimon precipitavano nel vuoto, ma quest’ultimo invocava
testardo «Digievoluzione! Digievoluzione!!...
...ahhh, ti prego!!!
Assistici, potere digitale!! Se non ti liberi adesso moriremo
entrambi!! Ci schianteremo!!!»
...tendendo la sua
delicata mano, la ragazza in veste candida attirò a
sè il
Digivice abbandonato.
Avvicinadolo al cuore
chiuse gli occhi per concentrarsi. Alzando poi di colpo la mano come
una grande eroina «Digimodificati!!!...
...modalità d’attacco!!!»
Sulla cima della torre
si scatenò un bagliore, che rapì gli occhi di
molti
cittadini di Tokyo.
Impmon accennò
«Akemi, sei tu?!» ma in quel momento
sentì il suo
corpo pervaso dalla luce. Una coppia di ali spuntava dalla sua schiena.
La gente indicava...
“Guardate!! Una ragazza si è lanciata dalla
torre!!”
“...qualcuno l’ha raccolta...”
“...ha le
ali...è forse un angelo?”...”N-No,
è un
Digimon...”
Quando Jeri
riaprì lentamente i suoi occhi, una piuma nera si
adagiò
sul suo viso «T-Tu...?»
...planarono dolcemente ai piedi della torre.
Beelzemon
riaprì i suoi occhi. E in segno di tributo indicò
il
cielo con l’artiglio. La sua voce risuonò meno
ruvida e
più solenne «Chi è morto non ci
abbandona...
...ma veglia sempre
dall’alto, sulla nostra vita.» “Grazie,
amore
mio.”
Leomon
pronunciò commosso “Grazie...Beelzemon.”
prima che
quella ragazza lo sfiorasse, rasserenando il suo sguardo per poi
ritirarsi con lui nella luce.
Nonostante le sirene e
la polizia, nessuno osava toccare quel guerriero con la ragazza in
braccio, nel sospetto che fosse un angelo dalle ali nere...(fine-canzone)
Mako tirò un
respiro di sollievo «Ahh...sorellina, finalmente ti sento in
pace. Jeri è salva. Jeri e il nostro Digimon sono
salvi...!»
...ma c’era una
ragazza che percepì qualcosa del suo sussurro «Ho
sentito...chiaramente il suo nome.» disse Suzie fra
sé...mentre con gli altri era giunta presso un buio giardino
«Prego, potete entrare...» disse la voce di
un’anziana suora. Mako si accostò a lei
«Madre...ci
dispiace di avervi disturbate.» ma Madre Katsumi rispose
«Non preoccuparti, Mako: sai che non c’è
ora del
giorno e della notte in cui non offrirei omaggio a tua sorella.
Benché così giovane, lei è stata un
grande esempio
per tutti noi.»
Quelle parole sembrarono colpire particolarmente Suzie...
«Il minimo che
possa fare è aiutare i tuoi amici.» concluse la
suora, e
Mako si inchinò «Ve ne saremo infiniamente
debitori.» per poi volgersi «Presto,
ragazzi!»
Tutti si stavano
accingendo ad entrare, tranne Takato che esitava. Cindermon
bisbigliò «Ptsss, Takato cosa
c’è?! Forza,
andiamo, non c’è tempo da perdere!» ed
anche Leaf
«Che ti succede, amico mio...?» ma il domatore a un
certo
punto scosse il capo «No...ragazzi! Questo non è
giusto!!» esclamò, spiazzandoli tutti. (canzone: H
& Claire - You're a love song)
Rika si volse
«Ma come non è giusto?! Tua madre è in
pericolo,
abbiamo i minuti contati per salvarla, Takato!» ma lui
ribatté «State tutti accorrendo solo per me! Avete
le
vostre famiglie, i vostri problemi!! Avete anche voi...i vostri
cari.» nel silenzio del convento, e del mutismo dei suoi
amici.
«E’ mia la responsabilità per tutto
questo...
...sono solo io quello
con cui Asanuma vuole duellare, è inutile che veniate tutti
voi!
E’ inutile e ingiusto!!...
...lasciatemi andare
da solo nel Regno abbandonato...ragazzi, questo non è
più
un gioco. Non abbiamo più tempo infinito per tuffarci in
mondi
sconosciuti...
...genitori che ci
faranno trovare la cena pronta, al nostro ritorno. Che ci attenderanno
pazientemente! No, alcuni di noi devono lavorare! E se perderanno il
posto non avranno i soldi per pagare le bollette. Altri lasciano
familiari in pena, altri mettono a rischio...
...i loro sogni e il
loro futuro...» gettando sguardo eloquente al ventre di Rika
e di
Yuki...
«Vi prego, o adesso o mai più: andate
via.»
Ma la ragazza mora
dalla testa fasciata sospirò «...mai
più.»
...mentre Suzie si
portava all’interno del convento, sfiorando il velo di Madre
Katsumi «Perdonatemi,
Madre!»...«Uhm?»...«Ho bisogno
che mi sveliate
una cosa importante! Ditemi...
...com’era avere Akemi qui, fra voi?»
Madre Katsumi la scrutò con i suoi occhi azzurri densi di
esperienze.
Rea avanzava verso Takato «Se uno di noi fosse nei guai, uno
qualsiasi...
...tu lo lasceresti
nei suoi problemi? Oppure accorreresti mollando tutto, persino casa,
lavoro e bollette?» Il ragazzo rispose insicuro
«...quello
che farei io non fa testo, Rea...
...ho preso tante
decisioni sbagliate.» ma Henry intervenne «Se
è
così, non sei il solo! Lo sai...? Prima di riunirci al
tunnel,
dieci anni fa, per combattere il D-Reaper...
...mia madre mi
raccontò di quando mio padre perse un lavoro appena ottenuto
e
molto importante, per aiutare un amico. Devi sapere che da allora...mio
padre ha sempre rappresentato un modello. Pensare al suo gesto mi
riempiva di forza. E sono certo che è così per
tutti.»...«Sì, è
vero.» non
tardò a rispondere Puppet sfiorandolo amichevolmente, e poi
si
avvicinò anche Mako «Abbiamo atteso tanto...per
riunirci
assieme e lottare per una causa comune. Non vorrai mandare
all’aria tutto adesso...?»
«Non
voglio...più che altre persone paghino per le mie
scelte!!» ribatté Takato.
...tra i silenziosi
corridoi del convento, illuminati dal fioco lume delle torce, Madre
Katsumi spiegava «Da quando Akemi ci ha lasciato questo posto
sembra vuoto. Lei possedeva...un tale amore per la vita da poterlo
insegnare a tutte noi. Nonostante la sua malattia e i suoi dolori
giornalieri, sembrava correre così gioiosa da poter quasi
volare...!»
Suzie era rapita da
quelle descrizioni...e si sfiorava il tatuaggio sul suo addome
scoperto...riportava solo due cifre “1/8”...
Madre Katsumi
sembrò riconoscerlo «Quella data. Akemi avrebbe
fatto di
tutto per assistere a quel giorno d’estate...nella forma in
cui
lei l’aveva sognato. Ora mi auguro che il Signore le conceda
questa grazia dall’alto dei Cieli...e che un soffio di quella
brezza giunga fino a noi, che ti confesso...siamo tanto tristi da
quando se n’è andata. Sai, la cosa più
bella io
credo fosse la sua grande semplicità: Akemi,
benché fosse
una persona malata...
...una suora...
...era una ragazza come te...»
Suzie ripeteva assorta quelle parole «...una ragazza come
me...»
...mentre Lopmon la
seguiva premurosamente lungo quel corridoio, e le torce ingrandivano
sulle pareti la sua ombra dalle orecchie lunghe...
Mako prese la mano di
Takato «Io credo che mia sorella voglia che entriamo nel
convento, e che scendiamo tutti quella scala fino a che saremo
abbastanza in fondo...da poter aprire il Digivarco. Io credo che Akemi
voglia venire nel Regno abbandonato con noi. Non mancare a questo
evento...ti prego.»
Leaf intervenne
«Takato, io credo che Mako abbia ragione! Abbiamo sempre
agito
tutti insiem-CIOE’!...così è come mi
hai sempre
raccontato!»...«A me hai raccontato lo
stesso.» disse
Cindermon «E squadra che vince non si cambia.»
Rika stemperò
«Una soluzione per il lavoro si troverà! In
qualche modo.
Come sempre!»
Takato sussurrò
«D’accordo...» accennando poi
all’antico
cancello «...vogliamo entrare?»
Gli amici lo accolsero con un sorriso...
...fu così che
i Digimon Tamers discesero i gradini di quella buia scala che sembrava
tanto antica. Sul freddo muro si stagliavano le ombre dei loro Digimon.
Suzie vi scorreva la
mano, come alla ricerca di una risposta. E quelle gelide venature la
portarono a incontrarsi con la mano di Mako
«Oh?»...«Ah!» ma il contatto fu
breve,
perché l’emozione indusse entrambi a ritirarsi.
«Ecco. Questa
è la cappella più profonda del nostro
convento.»
illustrò Madre Katsumi.
Ryo rispose
«Tanto profonda da aprire l’ingresso per un altro
mondo.»
«Siate
prudenti.» si raccomandò la suora, accingendosi ad
andarsene. Si fermò solo un attimo «A-Ah,
e...Mako!»...«Sì,
Madre?»...«...
...niente. Andate
pure.» concluse, smarrendo gli occhi nel buio mentre alle sue
spalle si accendeva una luce iridescente “Chissà
come sta
il caro Beelzemon. Le notizie che giungono su di lui sono allarmanti.
Speriamo che Akemi vegli su di lui.”
Suzie prese un respiro
profondo, e si tuffò per prima. Gli altri la seguirono, e
Takato
fissava quella luce “Arrivo, mamma...
...non è vero
che ti ho abbandonato. Io non ho mai smesso di volerti bene.”
In un collage di
ricordi di tutta una vita con quella panettiera dallo sguardo a volte
amorevole, a volte meno...il domatore in controluce si tuffò
affiancato da altre due sagome, una ragazza alta e un giovane basso.
Ma saltarono nello
stesso istante, e il varco si richiuse, cospargendo di brillini quella
cappella senza tempo (fine-canzone)
IceDevimon
destò i suoi occhi da una lunga concentrazione, e si volse
di
scatto «Nami, è stato aperto un varco!
Probabilmente
stanno giungendo.»
«Ahah! Alla
buon’ora, IceDevimon! Lo leggo dal mio palmare che
è stato
aperto un varco, le tecniche percettive di voi Digimon sono ormai
obsolete!»...«...scusa, credevo che gli attrezzi
tecnologici non fossero di tuo gradimento dato il fastidio che mostravi
per quelli dei tuoi alunni!» apostrofò con una
punta di
sarcasmo «Pfff! Una cosa smette di dare fastidio, quando
diventa
utile!» ribatté la donna presso la scrivania
diroccata, e
lui «...certo! Anche un Digimon, vero? O forse un marito...
...E UNA
FIGLIA.»...«Finiscila!! Non so cosa
c’entri tu con la
mia vita privata...
...piuttosto preparati. I segreti hanno un loro prezzo, mio
caro!»
IceDevimon corrugò lo sguardo...
...specchiando i suoi
occhi in quelli sofferenti della terrestre imprigionata nel blocco di
ghiaccio...
«Uuuuuuuuuuuuuuuooorghhh!!!»
Una di quelle creature
pelose e deformi veniva sbalzata lungo i banchi della chiesa, fino a
che lui e la sua clava non sfumavano in un soffio di dati.
«Sta calma,
Starshipmon! Ormai li abbiamo sconfitti!!» si premurava la
guerriera bionda, ma l’altra serrava indignata i suoi denti,
scoprendo così quelli di forma vampiresca «Non mi
importa!! Quel sudicio rottame ha osato isultarmi paragonandomi a mia
madre!!»...«Ormai...non resta più niente
di
lui...»...«A parte il fastidio...e
l’umiliazione per
le sue parole! Tu non proveresti lo stesso se ti paragonassero a tua
madre?!»
Rapunzelmon
esitò “Veramente...è stato sempre il
mio sogno
possedere la sua classe, e la sua grande forza!” ma poi
sfoggiò uno sguardo spavaldo «Pfff, figurati se mi
rispecchio in una volpe noiosa, che mette gli occhi ogni giorno su un
Digimon diverso!»
«La mia invece
non aveva occhi per nessuno, se non per se stessa! Basta, ho
deciso!!» balzando in piedi «Dovrò
essere molto
più spietata, e non farmi cogliere da ripensamenti! I
terrestri
hanno crudelmente ucciso la mia gatta, meritano di essere dominati con
la tirannia assoluta!»
...gocce di cera
scolavano dal candelabro d’oro, mancava un’ultima
candela...
Il Digivarco si
spalancò su una scogliera, introducendo i ragazzo sotto un
cielo
tempestoso.
«Ci siamo!» disse
Henry «Questo dev’essere il Regno
abbandonato...»
Sua moglie
avanzò verso il ciglio, ma Suzie la trattenne con premura
«Devi stare attenta, Rea. Ancora non riesci a reggerti in
equilibrio.»...«Grazie cognatina...»
sicché
insieme contemplarono sorprese quello scenario.
Come Rika
illustrò «Il residuo di qualche costruzione
è
ancora in piedi...»...«Mi domando come si viva
qui...» disse Kenta facendo sguardo assorto e aggiungendo
«Ragazzi...secondo voi come saranno gli abitanti di questo
mondo?» Yuki ipotizzò «Dovrebbe
trattarsi di rifiuti
informatici invidiosi!» ma l’attimo dopo si rese
conto che
la sua affermazione aveva fatto riflettere «...e
perché,
noi che siamo...?» mormorò Kazu aggiustandosi il
cappello,
con eco di Guardromon «E perché, noi che
siamo?» Il
domatore continuò «D’accordo, non saremo
fatti di
dati. Però l’invidia nel nostro cuore basta e
avanza.»...«E la desolazione del nostro
mondo...»
continuò Rika scrutando affascinata quel mondo notturno,
composto da oscure rovine «...si avvicina a questa ogni
giorno di
più.»
Takato rimase in silenzio a riflettere, esattamente come Leaf e
Cindermon.
Quando ad un tratto
alcuni gorghi oscuri iniziarono a plasmarsi in cielo
«Ragazzi:
indietro!» comandò drasticamente Mako.
«Che cosa
sono...?» era rimasto imbambolato il più piccolo,
ma
Calumon esortò «Non aver paura Puppet! Le creature
digitali sono così, ne esistono di ogni sorta.»
Dalle matasse di
materia oscura comparve il popolo del regno «SIETE TERRESTRI?
PERCHE’ VI SIETE SPINTI QUI?!» (canzone: Claudio
Baglioni - In un'altra vita)
Ma sotto
l’esclamazione di Terriermon «State indietro o ve
ne
pentirete!!!» l’intera squadra dei Digimon
balzò di
fronte ai domatori, ponendosi in posizione di battaglia.
Quegli elfi coperti di
pelo inarcarono i loro occhi deformi. Con loro c’erano anche
alcuni scheletri di unicorno, e dei gufi dal pelo incolto.
Ma nonostante il loro
aspetto arcano Renamon tuonò «Vi avverto, muovete
un solo
passo e ve la vedrete con noi: proteggiamo questi ragazzi!! E siamo
giunti qui per una causa urgente, nessuno ci impedirà di
perorarla!!»
Sandmon sfoderò
la spada «Fermo, Sandmon...» gli sfiorò
il braccio
il domatore «Non ti preoccupare, Mako! Abbi fiducia in
me.»
«Calù!» si tuffò incurante
del richiamo del
domatore «Calumon!» digievolvendo in Snowhitemon,
le cui
ali ripararono completamente il giovane che dietro di esse faceva
capolino.
Cindermon serrò
i pugni «Guardate che non stiamo scherzando!»
Gli unicorni scheletro
nitrirono, e i gufi domandarono «Siete venuti a imporre la
vostra
supremazia?» ma Renamon ribatté «No!
Siamo venuti a
reclamare la nostra pace! La terra è un regno libero, e i
suoi
abitanti meritano di vivere con i loro cari! Ma purtroppo un Digimon ha
rapito una terrestre, e aprendo un varco l’ha condotta su
questo
mondo! Non ce ne andremo prima di averla liberata!»
«Un
regno...libero avete detto?!» piegò lo sguardo
l’elfo peloso, e Terriermon «Sì
perché, hai
qualcosa in contrario?!»
«...io no! Ma le
vostre parole contrastano con quelle delle due guerriere appena giunte
qui: loro hanno parlato...
...di un regno a tre
punte! Una nel vostro regno, Digimon!» Il gufo
seguitò
«...l’altra nel vostro, terrestri.»
Poi a parlare fu
l’unicorno «L’ultima qui...nella nostra
casa.»
Renamon dilatò
lo sguardo «...due...guerriere?!» e lo stesso
Sandmon
«Non saranno mica...?!»
L’elfo
chinò il capo «Le assassine di mio fratello...egli
è appena caduto nella cappella dell’osservatorio,
sotto i
loro spietati colpi di lama!»
Rika si accostò
a Renamon con sguardo appenato...e lo stesso fece Mako con Sandmon...
Rea disse «Sono
Starshipmon e Rapunzelmon, sicuramente!» ed Henry
«Perché vi hanno attaccati?!»
L’unicorno
nitrì spalancando le ali, affermando «Non lo
sappiamo,
l’unico indizio è un fiore che scintilla
fluttuando sul
candelabro sacro! Loro hanno detto che quando l’ultima
candela
sarà accesa...
...il suo potere darà inizio alla loro supremazia!»
Terriermon ripeteva
«Fiore scintillante, fiore scintillante...» per poi
balzare
«Oh no, ragazzi!! E’ il cuore di Violetta!! Quello
che era
stato posto nel petto di Scratchmon, prima che venisse
uccisa!»
Lopmon assemblò
«Evidentemente sono riuscite ad analizzarlo!»
L’unicorno
abbassò il muso «...ormai è la fine per
noi.
Nessuno si è più occupato del nostro regno, da
quando la
presidentessa umana che ci era stata assegnata scelse di voltarci le
spalle. Non possiamo che accettare il nostro destino...e assistere allo
sterminio della nostra gente.»
Ma a quel punto Kazu
si fece avanti, chinandosi presso di loro e sfilandosi il cappello
«Ascoltatemi...
...io sono
l’umano destinato a raccogliere il Regno di Digiworld. Fra le
mie
mire non vi è il dominio...
...ma l’armonia in ogni distretto di vita digitale.»
«Intendi forse
dire che anche noi siamo compresi...?!» pronunciò
scetticamente il gufo, ma il ragazzo li guardò senza paura e
pieno di comprensione «...sono di conflitti e soprusi...
...creature messe da
parte, perché giudicate a priori. Quando intendo ogni
distretto
intendo...!!» rivolgendo gli occhi al cielo ventoso
«...un
grande regno, che possa accogliere ogni cuore disperso. E pacificare
ogni storia.»
Kenta fece eco
«Dovete dargli ascolto! Dovete sapere che il nostro mondo non
è messo meglio del vostro!»
Dietro il cenno di
Cindermon, Takato comprese che era il momento di avvicinarsi
«S-Sono venuto qui...
...per cercare mia
madre! I nostri conflitti ci hanno divisi, ma io devo ritrovarla a
tutti i costi!! Tu hai detto che tuo fratello ha perso la vita...io
posso capirti, perché anche mio fratello...è
morto...
...se voi mi
indicherete dove si è recato un Digimon con un...»
deglutendo amaramente «...blocco di ghiaccio a suo carico io
vi
prometto che impegneremo le nostre forze per aiutarvi a ricostruire il
vostro mondo! E a...seppellire i caduti...»
Le tre creature scrutavano i ragazzi con sospetto.
Renamon si sentiva
sconfortata «Akirmon...che cosa hai fatto...» ma
Rika la
sosteneva «Coraggio, Renamon!...dobbiamo fronteggiare la
realtà.»
Mako parlava
all’afflitto Sandmon «...il perdono riesce a
dissipare
anche la nube più buia...ricordi la catena dorata?»
Ryo si fece avanti tra
di loro, allacciandosi una lunga giacca scura per proteggersi dal
vento. Cyberdramon veniva al suo fianco
«Osservatemi.»
disse il domatore «E’ stata la lotta giornaliera a
modificare il vostro aspetto? Beh, per me è lo
stesso.»
sollevando la zampa ossuta dell’unicorno, ed adagiandola sul
suo
capo e poi sul suo viso «Il mio mondo naviga nella malattia:
anche noi giovani ne siamo bersaglio. Ma noi non ci arrendiamo...per
questo sono qui col mio Digimon, crediamo in un alba nuova.»
Le prime luci
dell’alba filtravano timidamente tra le nubi, illuminando il
pelo
di Renamon e quello tutt’altro che nobile del basso elfo
«Non sapete...che noi fummo i primi assalitori di
Digiworld?!»
Suzie si fece avanti,
stringendo i denti per il freddo e chiedendo
«Perché
attaccaste il mondo dei Digimon...?»
Rispose
l’unicorno «...perché avevamo paura che
il nostro
futuro...fosse quello che effettivamente è stato. Io sono Il sogno scartato...»
«Io sono La
fortuna volata.» disse il gufo.
«Io sono La
Giovinezza perduta.» terminò
l’elfo, e l’unicorno riprese «Noi siamo
il Trittico del Regno
abbandonato.
Siamo creature digitali scartate. Per sfuggire al nostro destino
tentammo di imporci sul mondo dei Digimon. Sapevamo che loro sarebbero
state le creature del futuro...
...abbiamo
fallito.» ma Ryo ribatté «Si
è trattato di un
errore amministrativo!»
Kenta si
aggiustò gli occhiali «O forse di un errore
politico...» Kazu infine aggiunse «O magari di un
errore
umano...
...sentite, ora non
c’è più una creatura privilegiata. E
non
c’è più un futuro, almeno
all’apparenza!
E’ stato uno sbaglio considerarvi dei nemici, il mondo dei
Digimon era ancora impreparato. E vi temeva! In realtà vi si
doveva dare spazio! Quello spazio che agli albori Digiworld non aveva.
Vi chiedo perdono...da parte del mio regno.» disse il ragazzo
chinandosi col cappello tra le mani, con eco di Guardromon
«Vi
chiedo perdono da parte del mio regno...non in qualità di
sovrano, ma in qualità di abitante.»
Kazu seguitò
«Vedere i giovani surclassati dagli stenti...e i Digimon
privati
dei loro colori ci ha insegnato che siamo tutti siamo nella stessa
barca. La soluzione può albergare solo in un grande regno.
Un
regno nuovo. Il regno del futuro...»
L’unicorno volse
il capo verso il cielo. Sembrava un cenno di smentita, ma in
realtà indicò «Vedete là in
fondo? Si
è diretta lì la creatura dalla coda ghiacciata.
Quel
luogo oscuro ospita le rovine della Residenza
presidenziale...»
L’elfo continuò «Benvenuti nel nostro
mondo...
...p-potreste per favore soccorrerci?»
Kazu si alzò di
scatto «Siamo qui per questo!» e Ryo
«Ragazzi non
perdiamo tempo, dobbiamo formare le squadre! Una parte di noi
andrà con Takato incontro ad Amnesyamon, mentre gli altri
penseranno a fermare Starshipmon e Rapunzelmon!»
Kenta parlò
«Che bisogno c’è di pensarci? Le squadre
sono
già fatte.» affiancandosi a Takato, e lo stesso
fecero
Kazu e Guardromon «Ci occupiamo noi di Asanuma...»
fece il
primo scrocchiandosi i pugno «...la sua disputa è
con noi
ex-alunni, voi non c’entrate niente!» Takato chiese
«Ragazzi, siete sicuri...?» e Kazu
«Tranquillo,
vedrai che insieme ce la faremo!»
Renamon affermò
«Io devo assolutamente fermare mia
figlia!»...«E io
la mia!!» esclamò Sandmon, ma una voce lo
smentì
«No!»
Si trattava di Lopmon
«Sandmon, tu e Mako siete troppo deboli: Starshipmon e
Rapunzelmon sono avversarie troppo potenti per voi.» Mako
accennò «...Lopmon ha ragione.» mentre
Puppet si
accostava a loro «Noi pensiamo a prestare soccorso agli
abitanti
del regno...»...«Ma io devo andarci,
devo!!»
gridò il guerriero di sabbia «Sono suo padre, e se
Starshipmon sta facendo una carneficina è solo colpa della
mia
irresponsabilità!» Lopmon lo fissò
negli occhi
«Ascolta Sandmon, so quello che provi...»
«Oh?!»
restò colpito lui. Lo sguardo della coniglietta si fece
dolce
«...ma ti prego...non commettiamo altri errori con il nostro
istinto! I ragazzi necessitano di essere protetti. E io ti prometto che
cercheremo di far ragionare tua figlia, fosse l’ultima cosa
che
facciamo...»
Suzie venne avanti
«Quello che dice è vero!» al che Mako
accennò
al suo Digimon «Coraggio...fidiamoci di Suzie e
Lopmon.»
Sandmon chinò il capo e ripose la spada.
Suzie respirò
profondamente, sentendosi investita di una grande
responsabilità. Ma alle sue spalle giunsero Rea
«Ma in
tutto questo non sarete soli!» ed Henry «Ci
penseremo noi
ad aiutarvi, sorellina.»
Terriermon si
arrampicò sul capo di Suzie «Ahahah, momentai
ragazzi!
Vedrete che da un lato e da un l’altro sarà un
successo!»
Le squadre si divisero
in un cenno di incoraggiamento, e Ryo alzò il cappuccio
della
sua giacca a vento «Presto, scendiamo in campo!» (fine-canzone)
IceDevimon si affacciò al telescopio...
...e vide tre unicorni ossuti avvicinarsi in volo «Ahhh!
Arrivano.»
La sua complice alla
scrivania celò un sorriso, mentre faceva rimbalzare nella
mano
il Digivice di cristallo.
Le creature
atterrarono tra le rovine, facendo smontare Kenta e Yuki (che
mutò in MarineAngemon), Kazu e Guardromon, Takato con Leaf e
Cindermon «Leaf, tu nasconditi e aspettaci!» si
raccomandò Takato «Ma io...!»
provò a
obiettare il rapper, ma Cindermon sfoggiò un sorriso
«Ehi,
nanerottolo! Prendi posto in tribuna, ti faremo emozionare!»
«Ma io veramente
vorrei aiutarvi...» mugolò il rapper, ma loro
erano
già corsi all’interno «Sono un
Digimon...è
questa la mia natura...» mentre il vento soffiava sulle sue
braccia, costringendolo a ripararsi.
Con Takato in testa, i
ragazzi si lanciarono su per le scale diroccate. Raggi filtravano dagli
squarci del tetto, introducendo un’alba incerta tra le nuvole
frastagliate.
I giovani erano concentratissimi “Sto arrivando,
mamma...”
«Forza, prepariamoci a biodigievolvere.»
intimò IceDevimon.
«Con calma, non c’è fretta...
...cos’hai, paura?»...«Oh?!!...
...come ti viene in
mente, dimentichi quello che sono!!»...«Ultimamente
ti
comporti in modo diverso...» insinuò la donna con
un
sorrisetto.
IceDevimon celò
il suo viso con la punta dell’ala «Finiamola,
questi
discorsi consumano solo fiato.»
Quei passi in corsa
erano sempre più vicini, ed Asanuma lo sentiva. Nonostante
questo non si smuoveva dalla scrivania, con le gambe distese e
l’espressione superiore.
Quando i tre giovani
giunsero, IceDevimon scattò in posizione di battaglia.
Lo sguardo di Takato
si adagiò su di loro per poi puntare in alto
«...!!!
Mamma!!!» ma IceDevimon bloccò la sua corsa, ma il
ragazzo
gli mise le mani addosso «E scansati, maledetto!!! Devo
andare da
mia madre!!» tanto che per il Digimon fu difficoltoso tenerlo
a
freno. Ma Cindermon lo richiamò «Takato!!...
...ricordati che sei un domatore. A che servono i Digimon...?»
Fu allora che il
giovane riprese fiato e contegno, indietreggiando verso i compagni e
sfoderando il Digivice «Hai ragione!» mentre Kazu
mormorava
«Asanuma...
...è finita ormai! Lascia andare la madre di
Takato!»
«Che tono
sgarbato...» ironizzò lei, ma Kenta
ribatté
«Non siamo più a scuola!!...
...tu ci hai tirato
fuori da quel nido protettivo, mostrandoci il lato più
sporco
della vita!» Kazu seguitò «Ebbene! Ci
siamo
fortificati, ora non ci incuti più alcuna soggezione.
Abbiamo
fronteggiato miliardi di nemici, faremo lo stesso con te!»
«Manca soltanto
Jeri...» mormorò la donna «...e poi i
domatori
imboscati nella mia classe sarebbero al completo!»
Takato tremò di
rabbia, e Kenta ringhiò «...bastiamo
noi...!!...avanti,
cosa aspetti a biodigievolvere, cara maestra?! Facci vedere di che
pasta sei fatta!»
Asanuma assunse espressione indifferente, e innalzò il
Digivice.
Ma poi esclamò
«Ah! Non funziona! Ma è assurdo, il mio Digivice
deve
essersi bloccato!»
IceDevimon si volse insospettito «Come...?»
Mentre Cindermon «Aaaahh??? QUESTO E’ IL
COLMO!»
Asanuma sibilava
«Dannazione...!! Per quanto mi sforzi la biodigievoluzione
è bloccata. Questo coso non mi è di nessun
aiuto.»
Kazu la guardò
amareggiato «...è una sfida inutile. Tu non
capisci niente
di Digimon.»
«Ah sì, e
perché non dovrei capirne? Perché sono una
maestra?!
Poiché sono forse un adulta?!» (canzone: Jessica
Simpson - Your faith in me)
Cindermon si fece
avanti «...no! Perché hai il cuore chiuso in una
morsa di
ghiaccio! La signora lassù è messa meglio in
confronto a
te!! Non riesci a capire il sentimento che lega questi ragazzi a
noi...»
...mentre Kenta si accostava a MarineAngemon...
...Kazu aiutava
Guardromon a rialzarsi, dopo che era inciampato su una zolla
dissestata...
«Ognuno di noi
ha una storia alle spalle con la creatura che lo affianca...»
spiegava Cindermon «...un incontro, e tante vicissitudini che
lo
hanno condotto qui. Fra sorrisi, lacrime...separazioni e ritrovamenti.
Da tutto questo nasce potenza...» mentre nei suoi ricordi
scorreva ancora il suo primo incontro con Takato.
«Tu invece che
cosa hai fatto? Hai approfittato della sete di riscatto di questo
Digimon vagabondo...per soffocare le tue frustrazioni con la forza? Fai
davvero pena, e la tua età non c’entra. Anche a 90
anni si
può diventare domatori di Digimon, ma per farlo bisogna
restare
bambini dentro...!!»
«Voi non
conoscete la mia vita.» replicava superba
l’insegnante
«Siete troppo piccoli per giudicare. Nonostante tutto io
resto
ancora l’adulto. Io so che sapore hanno amarezza e
problemi.»
Takato replicò
«E noi sappiamo che sfumatura avevano gli occhi di tuo
marito!
Gli occhi di chi ama ancora, di chi sogna ancora...»
I tre ragazzi
ripensarono allo sguardo amorevole dell’uomo sulla sedia a
rotelle...
Asanuma era spiazzata
per quell’allusione...così come IceDevimon era
attonito
per quel confronto verbale.
Takato concluse
«Quando ci ha avvertiti al campeggio ancora ti aspettava.
Perché tu non l’hai raggiunto?!»
La donna serrò
i denti, e poi specificò «Ormai è tardi
per mettere
una pezza al passato! Ciò che è scritto
è scritto,
e noi ormai siamo nemici! Irrecuperabilmente! Anche senza la
biodigievoluzione resto pur sempre una domatrice: IceDevimon...
...ELIMINA questi tre
ragazzi e i loro Digimon!! Se lo farai, saprai ciò che
desideri!»
Il Digimon scattò in avanti «A noi,
domatori!»
Kazu commentò
«Sei proprio decisa, allora...?» e Kenta
«...va bene:
ti dimostreremo ciò che la vita ci ha insegnato!»
Takato segnalò
«Ragazzi! Approfittiamo del fatto che non riesce a
biodigievolvere, sgominiamo IceDevimon e salviamo mia madre!»
Dopodiché tutti assieme alzarono i Digivice «BIODIGIEVOLUZIONE DEL FUTURO!!!»
Asanuma
assottigliò lo sguardo per non perdersi la loro
trasformazione...
«MARINEANGEMON
BIODIGIEVOLVEEE...GENIUSMON!»
Quella sequenza magica
si sovrapponeva ai suoi ricordi. E si rivedeva col gessetto in mano. E
li rivedeva nel cortile scolastico...
«GUARDROMON
BIODIGIEVOLVEEE...CARERMON!»
...e poi ragazzi,
battibeccare con lei per le vie del quartiere. In mille angoli
conosciuti.
«CINDERMON
BIODIGIEVOLVEEE...RUBYMON!»
Leaf si
affacciò in quel momento da una sporgenza sopraelevata,
chiedendosi “Come è possibile...? Ora lei dovrebbe
essere
orgogliosa! I suoi alunni sono diventati grandi. I suoi bambini sono
diventati...
...dei Digimon...
...dei meravigliosi guerrieri...”
Il badante dal corpo
vitreo atterrò in una capriola. Il genio dagli occhiali di
corallo fluttuò nell’aria.
Accompagnato da
scintille auree, nel fruscio delle sue ali, lo spirito autunnale
sfoderò la sua sciabola «Siamo disposti a
qualsiasi
sacrificio pur di salvare gli innocenti e ripristinare la pace. Non
riuscirai mai a piegarci Asanuma, nonostante i tuoi sforzi!»
“Uhmf, il vostro
coraggio!! La vostra speranza!! La sintonia con le creature che vi
accompagnano sono una fonte di invidia senza limiti!! Io non riuscirei
mai a essere forte come voi, anche se ero la vostra insegnante! Per
questo voglio che spariate dalla mia vista...vi
distruggerò!!” e ciò si traduceva nella
furia di
IceDevimon «Dardi
di ghiaccio!!!»
Carermon volò
per evitarlo, e notò subito «Attenti ragazzi, i
suoi colpi
sono potenziati!»
Geniusmon
d’altro canto «Lotta con una determinazione
inaudita!»
«Non
importa!!» esclamò Rubymon «Tanto non
riuscirà mai ad eguagliare il frutto del nostro legame!! Soffio incandescente!!»
Leaf si sporgeva, per
assistere al luccicare dei suoi poteri. Sembrava un giovane spettatore
dinanzi al suo eroe...
E questi plasmava una
spirale di foglie e fiamme, che con leggiadra agilità
scagliava
contro il flusso di dardi. Fuoco e ghiaccio lottarono accanitamente.
«Devo
resistere...!!» serrava i denti IceDevimon «Sapere
la
verità è troppo importante, per il prosieguo
della mia
esistenza...!!» caricandosi di potere per poi sfogarsi in
«Fendente...di
ghiaccio!!!»
ma i suoi artigli incrociarono la durezza della sciabola di Geniusmon.
Lottarono colpo su colpo, e IceDevimon dovette affinare i riflessi
quando allo scontro si aggiunse anche Rubymon, che comparve alle sue
spalle.
Per sottrarsi alle
loro potenti spadate spiccò il volo, compiendo un poderoso
respiro ed esibendosi in «FIATO
CONGELANTE!!!»
Il suo attacco
scatenò un’autentica bufera di neve. I Digimon si
ripararono con le loro armi ma Geniusmon strinse i denti ed
evocò «Riflesso
dei desideri!!!»
Carermon alzò
il suo braccio di piume, che roteò tra i fiocchi bianchi
«Schiuma dei
sogni!!!»
La luce abbagliante e
la candida schiuma si miscelarono dissolvendo la tempesta, sotto gli
occhi attoniti di Asanuma «Ahhh!»
...e del Digimon
assalitore «Come è possibile?!! Sto lottando con
tutte le
mie forze!!»
Ma Carermon diede
l’ordine «Coraggio ragazzi, ora! Tutti
insieme!!»
Balzarono in volo, e
lo attaccarono da tre lati. L’avversario faceva davvero
fatica a
pararsi.
Leaf sorrideva
“Accidenti come siamo cambiati. Ricordo ancora la prima
battaglia, riuscivamo a stento a tenergli testa. Takato...
...quanto sei
migliorato...” ...seguendo ogni movimento di
quell’agile spirito dai capelli di foglie “...ora
sei un
guerriero abile e esperto. E Cindermon...è la compagna
ideale
per un come te!”
Ma il suo sguardo era spoglio d’invidia e pieno di
tenerezza...
...dopo aver parato i
colpi di Geniusmon e Carermon, IceDevimon fu spinto via violentemente
da una spadata di Rubymon «RWAAAAAAAAAAGHHHHHHH!!!»
«IceDevimon!!!» gridò Asanuma.
Alzando i suoi
occhi di fuoco verso l’alto, lo spirito pensò
“Mamma, osservami...sto lottando per te! Ti voglio
bene.”
«N-Non mi
arrendo...» ringhiava IceDevimon benché il suo
ghiaccio si
crepasse «...è troppo importante questa
battaglia!»
I tre Digimon
scattarono di nuovo all’erta, comprendendo che non era ancora
finita (fine-canzone)
L’accendino fu azionato da una mano dallo smalto perlato.
La sua fiamma luccicò incorniciata dai rosoni...
Ma sul tetto
dell’Osservatorio avanzava solenne una figura in nero. Si
trattava di un ragazzo privo di ciglia, accompagnato da un drago nero
come la sua giacca, e silenzioso come quel mattino pronto a coprire il
sole, per accogliere di nuovo nuvole e vento. Ryo con quel cappuccio
sul capo pelato assomigliava a una creatura immortale, un guardiano di
vita e morte.
«Noi non
combattiamo...?» mormorò Cyberdramon, ma egli
senza
guardarlo lo sfiorò con la mano «No. Dobbiamo
fidarci di
Rika e degli altri. Osserviamo il corso delle
cose...»...«...d’accordo...»
mormorò il
drago, legato a lui da una fiducia tanto profonda che non necessitavano
di guardarsi. Né di sprecare tante parole per comunicarsi i
pensieri, fra cui troneggiava l’ansia per i compagni. E
quella
voglia di aiutarli che dovevano tenere a bada. Tuttavia il ragazzo ci
provava volenteroso, rivolgendo sguardo deciso e assorto al contempo
allo scenario desolato che accoglieva la nuova giornata. Il drago
incrociava le braccia, per condividere quel raccoglimento.
«Cyberdramon...
...lo sai che il
nostro mondo rischia di fare questa fine?» disse Ryo,
dopodiché si strinse il cappuccio. Il drago non rispose, ma
forse solo all’apparenza.
Rapunzelmon, stanca di lottare, sembrava essersi assopita tra i banchi
sparsi.
Soddisfatta era invece
l’espressione dell’altra «...uhm
bene...almeno ora le
creature di questo mondo impareranno chi è che
comanda.»
ma proprio quando stava per compiere la fatidica accensione, una
raffica di diamanti si abbatté sulla sua mano «AH,
CHI
E’ STATO?!!»
Rapunzelmon aprì gli occhi di colpo.
E Starshipmon
intravide la sagoma in controluce di una volpe, presso il rosone
infranto da cui filtrava il sole «...io, la tua
coscienza...!!» sibilò Renamon, per poi esclamare
«Ferma lì, Starshipmon!! Ti impedirò di
assoggettare questo mondo come hai già fatto con la mente di
mia
figlia.»
«Ma brava...
...la mammina è
venuta a recuperare la pecorella smarrita.» sorrise ironica
la
guerriera dal manto bianco...
...mentre Rapunzelmon avanzava sui suoi tacchi fino ad accostarsi a lei.
I suoi occhi azzurri
di ragazza si incrociarono con quelli della sua madre volpe, ma di
analogo colore “Akirmon...”
Nonché di analoga determinazione.
Starshipmon si
sfiorava i capelli, soddisfatta di leggere la determinazione che le
contrapponeva.
Ma una voce proruppe
«C’è qualcuno anche per te!! Non
credere, non sei
abbandonata!»
«Che cosa?!!» ringhiò la guerriera.
Si trattava di Suzie,
che spalancò il portone avanzando anteceduta da Lopmon.
Quest’ultima piazzò decisa le sue zampette tra le
zolle
dissestate e parlò «Tuo padre è venuto
a
riprenderti, Starshipmon!! Ora non è qui perché
è
ad aiutare gli abitanti di questo mondo, al contrario di te che vuoi
farli soffrire!»...«Oh, e tu chi saresti...? La sua
nuova
concubina?»
«Ihmf!!»
Lopmon si irrigidì, e Starshipmon seguitò
«Un
po’...piccola e misera, per farmi da matrigna!»
«Piantala, non
sei spiritosa!» echeggiò un’altra voce,
era quella
di Rea che entrò assieme a Terriermon, il quale
«E
oltretutto non permetterti di insultare Lopmon!! Lei è una
Digimon eroica! Dal passato storico! E dalla grande intelligenza,
mentre tu cosa sei?!...
...dietro il tuo
aspetto esteriore sei una guerriera vuota e cinica, che si diverte a
orchestrare conflitti...perché non ha nulla di meglio da
fare!
Mi fai pena.»
Henry entrò per
ultimo «Ragazze...il gioco è finito!
Ricongiungetevi alle
vostre famiglie, e lasciate il Regno abbandonato.»
«E’
proprio questo...che non capite...» sibilò
Starshipmon,
seguita da Rapunzelmon «Per noi...non è affatto un
gioco!!» Di nuovo Starshipmon «Dentro questo cuore
ci sono
i nostri ricordi!!» additando al candelabro. Di nuovo
Rapunzelmon
«Dentro queste armi...c’è scritto tutto
il nostro
futuro!»...«Akirmon!»...«Ahh?!»
...l’aveva
chiamata una voce dall’alto. Quella della ragazza al fianco
della
volpe, i cui boccoli volavano al vento «I vostri ricordi sono
dentro di voi. Ed il vostro futuro...» sorrise Rika
«...scriviamolo assieme! Non avete bisogno di quelle
armi.»
«Ihmf!!»
le due però si strinsero con diffidenza «Sono
arrivati gli
adulti noiosi, quelli che ci dicono cosa dobbiamo e non dobbiamo
fare!!» gridò Starshipmon, e Rapunzelmon
«Noi lo
sappiamo benissimo da sole!! Siamo grandi a sufficienza...»
Suzie esclamò
«Perché volete essere sole?! Insieme si riesce a
fare
qualcosa di magico!! Mentre voi rifuggite da tutti e non vi fidate di
nessuno, non capite che così...
...non fate che
accrescere l’aridità del vostro cuore! Non vi
piacerebbe
essere circondate da amici su cui contare...?»
Starshipmon
afferrò la mano di Rapunzelmon «Ahh, a me basta la
mia
compagna!! Mi capisce in tutto e per tutto!!»...«Se
la
amassi veramente!!...» ribatté Renamon
«...le
ricorderesti delle lacrime che suo fratello versa per lei! E
dell’apprensione che vive suo padre, ignorando la sua sorte!!
Mia
figlia non è il tuo giocattolo, Starshipmon! Non ti permetto
di
sfruttarla come tale!!» ma proprio la figlia
esclamò
«Ora basta, mamma!! Sei patetica a farti scudo con mio
padre...come puoi dire che sia in apprensione per me?! Lui non mi ha
più cercata!!»...«Ora sono io che sento
lui!!»
proruppe Renamon «E percepisco...
...c-che teme, che soffre, e che piange! Piange lacrime
d’amore...
...al pensiero di averti perduta!!»
«Rapunzelmon...» sussurrava Starshipmon
«...non
crederle...i nostri genitori ci hanno abbandonate, noi siamo sole al
mondo!»...«Non temere, Starshipmon...»
replicava
l’altra con occhi azzurri assorti su sua madre
«...il mio
cuore ormai è rassegnato, la famiglia è una
parola che
non ha senso! Una casa crollata, e un faro ormai spento.»
«No, io ti
dimostrerò che non è
così...»
assottigliò gli occhi Renamon. Rika sfoderò il
Digivice.
Lopmon, Terriermon,
Henry e Rea si strinsero fra loro e quest’ultima
affermò
«La famiglia è un fuoco che riscalda, noi lo
faremo
risplendere anche in questo vento!» (canzone: Evanescence
- Sick)
«Sempre che
riusciate a batterci!!!» esclamò Starshipmon
disfacendosi
del manto bianco «Ormai l’iniziazione è
quasi
terminata!» replicò Rapunzelmon, gettando il manto
nero.
Scoperte dunque la
divisa spaziale e quella arrugginita, il vento si alzò...
...facendo volare la giacca di Ryo, raccolto nell’attesa.
«Renamon...è il momento.»
mormorò Rika.
Terriermon si rivolse
loro «Voi state indietro e proteggete il bambino di Rika! Ci
pensiamo noi a guidare l’attacco! Pronti ragazzi?!»
Nel coro «BIODIGIEVOLUZIONE
DEL FUTURO!!!»
«TERRIERMON
BIODIGIEVOLVEEE...CUPIDMON!»
«LOPMON
BIODIGIEVOLVEEE...LADYCANNONMON!»
«RENAMON
BIODIGIEVOLVEEE...IRISMON!!!»
Ryo parò i suoi occhi dalla luce che proveniva da sotto di
lui...
...ora era una regina
dal cappuccio perlato a troneggiare presso il rosone infranto.
Rapunzelmon le
puntò la lama. Ma qualcuno gridò
«Dovrai prima
crescere per raggiungerla!!!»
Era Cupidmon, che si
gettò su di lei e non tardò di impegnarla in una
lotta a
colpi di Kung fu.
Starshipmon lo prese
di mira per liberare la compagna «Mitragliatore
galattico...!!» ma a ostacolarla intervenne
«Capriola-mitra!!»
LadyCannonmon si rese
una sfera metallica, e la guerriera dovette duellare con i suoi
proiettili.
Irismon comandò
«Seguitate così!! Non dovete permettere che si
uniscano!» ma Rapunzelmon ghignò «Uhm,
mi spiace
deludervi ma non è così facile separarci, quando
siamo
una mente sola...» sottraendosi con un balzo ai colpi di
Cupidmon
«Ma...cosa?!»
Starshipmon
balzò altrettanto, e in coro esclamarono «...PER
UNA
DOPPIA ESPLOSIONE DI POTENZA!»
Afferrandosi per mano
«Mitragliatore
galattico!!» (Starshipmon)
«Mitragliatore
romantico!!» (Rapunzelmon)
...e roteando in una
girandola di proiettili che iniziò a frantumare tutti i
rosoni.
Irismon dovette
balzare per mettersi in salvo. Gli altri due si paravano, e per
proteggersi dalle schegge di vetro Cupidmon ordinò
«Presto, fuori di qui!!»
L’enorme portone
fu presto sfondato, e sotto gli occhi di Ryo che si sporse per seguire
meglio...
...la battaglia si
portò nella piazza esterna, sull’eco della doppia
risata
«Ahahahahahah!»...«Uhmuhmuhmuhm!»
delle
guerriere che schizzarono fuori in volo «E’
inutile, dopo
tante battaglie sfoggiate sempre le stesse tecniche.» disse
Starshipmon, e la sua compagna «La vostra fantasia si
è
ormai esaurita.»
«Non ne sarei
tanto sicura!!!» la smentì una voce per
metà
materna: Irismon volò sopra il tetto sfondato, sollevando
tempestivamente «Faro
della purezza!!!» ed abbagliando i
loro occhi con la perla rotante «Ragazzi, approfittate della
loro
mira imprecisa!!»
«Presto
Rapunzelmon, andiamo col mitragliatore!» decretò
Starshipmon e così attaccarono.
Ma LadyCannonmon si
tuffò contro i loro colpi «Ci dispiace, ma abbiamo
anche
noi le nostre tattiche...!! Se ci vedete meno sparate a
caso!!»
colpendo le loro mani unite con un calcio «Ahhh!!»
e poi
scatenando «Girandola
di piombo!!!» nel frantumarsi delle
sue cartucce, al quale seguì una spirale di proiettili.
Le nemiche si fecero
scudo con le lame, e Starshipmon esclamò «Stammi
vicina,
Rapunzelmon!! L’importante è restare sempre
unite!»
LadyCannomon mentre sparava celò un sorrisetto.
E Cupidmon
pensò “Ci sono cascate...” mentre
prendeva la mira
col suo arco, per scagliare un mazzo di frecce.
Le due sembravano
soddisfatte, apostrofando LadyCannonmon «A quanto pare la
nostra
raffica è più
forte...»...«...molto presto
cederai!»
«...io se fossi in voi farei attenzione!»
Lo sguardo di entrambe
si inarcò. Cupidmon precisò «Restare
appiccicate a
volte può essere un male! Perimetro dell’amore!!!»
Imprigionandole in un
cerchio di frecce «Che cosa?!!» e poi scagliando
l’ultima, che provocò un’eruzione di
energia verde
«AAAAAAAAAAAHHHHHH!!!» e un doppio grido collettivo.
LadyCannonmon esultò «Ahah! Ce l’abbiamo
fatta!!»
Ma Ryo
pronunciò attonito «...no, non
ancora...» e
nell’alzarsi del vento...
...si videro le due
guerriere balzare fuori dal vortice, con uno sguardo ancora carico di
arroganza «Molto bene, per ora ci siamo solo
riscaldati.»
precisò Starshipmon.
«Come può
essere...?!» fece spiazzata LadyCannonmon, piegando i suoi
capelli di piume.
Irismon abbassò la sua perla.
«Rapunzelmon,
è il momento di sfoderare i nostri attacchi inediti! E
ricordati: sempre unite...
...anche dai poli
opposti del campo!!!» compiendo un ampio balzo in due
direzioni
separate.
«Ma...non posso
crederci, si sono divise!!» esclamò LadyCannonmon,
per poi
affilare lo sguardo «Devo recuperare Starshipmon!»
ma
quando volò al suo inseguimento, si trovò di
fronte
Rapunzelmon...
...fermare
l’altra divenne un compito di Cupidmon «Torna
qui!!!»
ma Starshipmon volava rapidissima, guardandosi indietro soddisfatta.
Irismon analizzava lo scontro dal cielo...
...e Ryo osservava
«Hanno un doppio stile d’attacco: congiunte e
separate!
Rika, ragazzi, resistete...
...credo che la
battaglia sia solo iniziata.» mentre il cielo crepitava
misterioso, come il contegno oscuro di Cyberdramon...(fine-canzone)
«Aaaaaaahhh!» era il grido di IceDevimon, sbalzato
per
l’ennesima volta contro il muro.
«Arrenditi
IceDevimon!!» ordinò Carermon, e Rubymon
sbatté le
ali «Se continui sarai acquisito!»
Geniusmon dedusse
«Sei pur sempre solo, la tua domatrice non ti offre alcun
sostegno!»
Il demone si
aggrappò alla donna «Nami!! Riritiriamoci...sono
allo
stremo delle forze! Non riesco a tenerli a bada tutti e
tre...»
chinando il capo con amarezza.
«Povero IceDevimon...
...ti ho affidato la
classe e non riesci a tenere a bada tre ragazzini? Non potresti fare il
maestro...» ma lui alzò lo sguardo
«Io...non sono
tuo marito...
...sono un Digimon!!
Io so fare il mio lavoro, sempre
che...!!»...«Sempre che il
tuo domatore ti offra aiuto...? Uhm...alla fine le loro chiacchiere ti
hanno contagiato.»
Negli occhi del
Digimon si leggeva il terrore per il suo destino. Rubymon alzava lo
sguardo verso sua madre imprigionata, mentre Carermon esclamava
«IceDevimon!!...
...sei un Digimon
malvagio ma sei pur sempre un mio suddito! Ti offro la
possibilità di ritirarti!» e Geniusmon
«Carermon ha
ragione!! Che cosa ci guadagni ad essere il servo della nostra maestra,
dimmelo!!»
Leaf deglutiva
pesantemente, facendo mille ipotesi sull’esito dello
scontro...
Nello sguardo di
IceDevimon si leggeva profondo turbamento, ma Asanuma gli
carezzò il capo «Non ascoltarli, sono solo dei
bambini...adesso andrà tutto bene, perché noi
biodigievolveremo.» (canzone: P!nk
- Conversation with my 13 years old self)
Rubymon trasalì
«Cosa?! Ma avevi detto che il tuo Digivice...non te lo
permetteva!»
L’insegnante
balzò in piedi, e sotto lo stupore del suo stesso Digimon...
...scoppiò in
una risata «AHAHAHAHAHAHAHAH! AHAHAHAHAHAHAHAH...SCIOCCHI!
Siete
rimasti dei ragazzini ingenui! Avete davvero creduto che io dicessi la
verità?!! Siete patetici...
...e ora che avete
sprecato tutte vostre energie, soccomberete sotto il vero potere
digitale.»
«Oh no!!»
esclamò Leaf coprendosi la bocca con le mani bendate.
...mentre Carermon
scandiva amareggiato «...è incredibile, tu ci hai
insegnato l’importanza di essere corretti e
leali!!» e
Carermon «Sei soltanto una...spregevole vigliacca, incapace
di
sostenere uno scontro ad armi pari!»
«Ma allora non
volete proprio capire?! La vostra infantile immaginazione non vi
permette di accettarlo...
...ormai tutto
è distrutto!! Quei valori non esistono più!
Quelle
parole...cancellate!!...
...BIODIGIEVOLUZIONE
DELL’OBLIO!!!...» scatenando una
tempesta di neve, dalla
quale i tre Digimon cercarono di ripararsi...
«...la vostra
insegnante è sfumata via, del suo cuore resta soltanto...
...ghiaccio...E ODIO
sottoforma di dati!» spalancando il suo occhio, e facendo
calare
l’interminabile coda «Al suo posto Amnesyamon, la
regina
del gelo!! Ho gettato via tutto di quegli anni, e voi siete
l’ultimo pacco!»
Rubymon esclamò «Nonostante tutto noi non ci
arrendiamo!»
Ma la nemica alzò le sue braccia «Iniezione congelante!!!»
Nonostante i tentativi
di schivarli, i tre guerrieri finirono colpiti dai getti sparati dai
suoi siringoni
«Ah!»...«Uuugh!»...«Ahhh!!!»
...il cui ghiaccio
generato li paralizzò a terra. Dopodiché
Amnesyamon si
librò scatenando «Deflagrazione tagliente!!!»
e
frantumando una sfera di ghiaccio, le cue schegge piombarono con
inaudita violenza sui prigionieri
«AAAAAHHHHHHHHHH!!!»
«Oh no!! Takato!
Kazu!! Kenta!!!» si sporgeva Leaf tendendo la mano. Ma era
impotente dinanzi al graduale congelamento dei combattenti...
...sulla piazza
desolata, il sole filtrava illuminando i capelli di Rapunzelmon mentre
si misurava silenziosamente con LadyCannonmon,
nell’incertezza di
chi delle due avrebbe attaccato per prima.
La guerriera di
ruggine d’un tratto sorrise, ed antepose la sua lama
«Raggio del
disincanto!!» che colpita dal sole emise un
bagliore accecante «Ahhh!!» dal quale
l’avversaria fu
spinta in ginocchio.
Starshipmon
volava inseguita da Cupidmon, ma d’un tratto
atterrò e
sembrò accasciarsi dal dolore «A-Ahhh!»
«Che cos’hai...?!» si fermò il
suo inseguitore.
Rapunzelmon scandiva
«Esploriamo il cuore di questa ardita combattente, ma cosa
abbiamo qui? Ohhh, il mio specchio riflette...l’amore per un
ragazzo, il suo nome è...
...Mako Ayami, e sta
aiutando i rifiuti informatici col sostegno del suo Digimon!!»
LadyCannonmon restò sbalordita da quell’intuizione.
«Ma adesso vedo
anche...l’ombra di una ragazza, il suo nome è Jeri
Katou!
Per lui rappresenta la rugiada e l’estate, non
c’è
posto se non per lei nel suo cuore! Sento che il tuo nome scompare, che
la tua voce non gli giunge...! Oh poverina!»
La lama a cuore
infranto luccicava, mentre LadyCannonmon si tappava le orecchie
«N-Non può essere...»
«Uhmuhmuhm...» sogghignava l’avversaria...
Starshipmon si
accasciò a terra «Mi sento male! Le mie
energie...s-si
stanno esaurendo!!!»
All’interno di Cupidmon “Henry, che
facciamo...?!”
“Non lo so Rea,
ma non possiamo abbandonarla! E’ la figlia di un nostro
compagno!”
“...hai ragione,
dobbiamo soccorrerla!” sicché il Digimon si
avvicinò «Afferra la mia mano, ti porto in
salvo!»
Ma l’occhio
della guerriera luccicò trionfante, antecedendo il grido
«...morso
dell’ingordigia!!!» volgendosi di
scatto...
...e addentando la
mano di Cupidmon con i suoi denti famelici
«GHYAAAAAAAHHHHHHHH!!!»
L’arciere cadde
in ginocchio «Mi dispiace, ma l’essere troppo
ingenui porta
questo effetto! Quello di un veleno, che ti consumerà
inesorabilmente.»
Cupidmon cercava di
curarsi «Fluido
analgesico!! A-Ahhh...» ma Starshipmon lo
canzonava «E’ inutile: morirai
miseramente.»
sfoderando la lama «Ora pensiamo a questa sorellina, la vedo
alquanto in difficoltà!»...«N-No,
Suzie!!!»
gridò il Digimon immobilizzato.
LadyCannonmon tremava
sotto i colpi verbali di Rapunzelmon «Lui non ti ama! Ama un
altra ragazza!! Il tuo sentimento non sarà mai
corrisposto...»
«...b-basta, ti
prego!!...» ma lei continuava «Il tuo
sogno...»
...mentre Starshipmon
scivolava a tradimento alle spalle di LadyCannonmon, e sfoderava la
lama.
«...non
diverrà mai realtà!!» concluse
Rapunzelmon mentre
Starshipmon si preparava a colpire.
Ma un laccio
iridescente le avvolse la mano «Non te lo
permetterò
mai!!!»
Irismon si fece sotto,
duellando con Starshipmon per mezzo di «Frusta
arcobaleno!!!»
...e in quel momento LadyCannonmon si destò «N-No,
Rika!»
E anche Cupidmon
gridava da lontano «St-State attente, il
bambino...!»
Irismon lottava con
ardore «Non farai del male a nessuno dei miei
amici!!!»
Ma Starshipmon comunicò col pensiero
“Rapunzelmon...
...è il momento, colpiscila! Colpiscila alle
spalle!!”
Rapunzelmon
scivolò dietro Irismon, e serrando i denti per lottare
contro i
rimorsi sfoderò la sua lama.
“Noi non avremo
mai un nostro bambino...” suggeriva Starshipmon
“...ricorda
che coloro che amiamo sono morti!!!” al che la lama di
Rapunzelmon calò sulla volpe incappucciata...
Ma all’ultimo istante «Globi perforanti!!!»
«Ahhhhhhhh!!!» bionda guerriera fu colpita, e la
lama a
cuore infranto scivolò a terra (fine-canzone)
Le zampe di
Cyberdramon sfrigolavano per il colpo sferrato. Ryo esclamava
«Avresti attaccato tua madre, consapevole che ospita in
sè
la sua domatrice incinta?!! Realizzi anche solo vagamente le tue
azioni, Akirmon?! Oppure quella creatura è riuscita a
privarti
del tutto del tuo cuore?!»
Starshipmon
arrestò la sua offensiva, e si accostò alla
compagna
sibilando «...e tu da dove spunti? Uhm...guarda Rapunzelmon,
a
quanto pare avevamo uno spettatore nascosto.»
Irismon mormorava
«No, Ryo...non dovevi rivelare...la tua presenza,
ahhh!»
LadyCannonmon giunse a
sostenerla «Cos’hai,
Irismon?!»...«...mi sento
stanca...» e la voce di Renamon suggerì
“Si tratta
della gravidanza! L’ha fatto più volte in questo
mese...”
Cupidmon caricò
tutto il suo potere «Fluido
analgesicoooooo!!!» e alla
fine, il vortice verde liberato riuscì a richiudere la sua
ferita “Henry, come stai...?” chiese la moglie
“Io
bene...e tu Rea?” replicò lui affannato
“Bene...ma
sono stremata.” tanto che la biodigievoluzione si
spezzò,
separando loro due e Terriermon. Gli occhiali di Henry caddero a terra,
e la moglie li recuperò per lui.
La medesima scissione
avvenne tra Rika e Renamon. LadyCannonmon sostenne la compagna, la
quale mormorava «E adesso...come facciamo?»
Mentre Ryo esclamava
«E’ a questo che la crescita ti ha portato,
Akirmon?! La
più totale indifferenza...verso la vita, la
fragilità
altrui?!! Mio figlio stava per scomparire sotto il tuo colpo...
...non posso credere a ciò che ti ho visto fare.»
La guerriera
serrò i denti «Se ci tieni tanto, allora
perché non
eri a difenderlo in battaglia?! Sei come mio padre, dici di amare tuo
figlio...ma le tue sono soltanto parole!!»
«Quel ragazzo
è stato malato, figliola!» intervenne Renamon, dal
pelo
provato dallo scontro, ma lo sguardo ancora solido. Akirmon si volse di
scatto.
«E non essere in
campo, a difendere la sua amata e suo figlio, per lui è un
sacrificio! Ma deve accettarlo: tutti dobbiamo accettare i nostri
limiti...»
Rapunzelmon
esitava...ma lo sguardo di Starshipmon lampeggiava di perfidia
«...malato?!...
...un bersaglio facile, dunque...
...Rapunzelmon:
sappiamo a chi mirare. Lui li coordina
dall’alto, se sparisce perderanno la loro coesione!»
Rika gridò «No!!»
Ryo non smarriva
l’orgoglio nel suo sguardo, ma in quel momento Cyberdramon
parlò «Ryo. Che cosa aspettiamo?...
...dobbiamo biodigievolvere, è il nostro turno.»
(canzone: Laura
Pausini - Mi dispiace (strumentale) )
Ma il ragazzo si volse
di scatto «...mai e poi mai! E’ troppo pericoloso
per te!
Dopo quello che mi è successo...le mie cellule possono
scivolare
nel tuo corpo.»...«Lo so. Ma te lo chiedo
comunque!»...«Cucciolo...»
pronunciò attonito
il ragazzo, mentre si levava un vento intenso attorno a loro.
«Ryo, guarda in
che stato è ridotta la nostra squadra...guarda
com’è fragile indifesa adesso tua
moglie!»
Gli occhi del domatore
leggendario incrociarono quelli amorevoli e stremati della ragazza dai
boccoli rossi.
«Lei porta in
grembo tuo figlio...ed un figlio conta più di qualsiasi
cosa!»...«...anche un padre conta più di
qualsiasi
cosa, come lo sei tu per i tuoi figli! Anche un marito, come lo sei per
Gelsomon, anche un amico!!...
...come lo sei per me.
Cyberdramon io non posso esporti al rischio di essere il primo Digimon
a...a...
...!!...»
celando il capo sotto il cappuccio «...ad ammalarsi di
cancro...
...il cancro è una malattia terribile...
...non posso pensare
che colpisca anche te.» ma il drago gli pose le zampe sulle
spalle «Ryo. Sono io a chiedertelo...per favore, accettiamo
questo rischio! Pensa ad un medico: egli affronta ogni giorno
l’eventualità di contrarre brutte malattie...ma
nonostante
questo molti di loro si fanno coraggio, ogni mattina escono di casa...
...e si tuffano fra
mille bacilli, nella speranza di conferire sollievo agli ammalati!
E’ il loro lavoro...
...permettimi di fare
il mio: ascolta, io non mi sono mai impegnato granché in
questi
anni. Da quando ci siamo separati mi sono gettato su
un’amaca, e
ho voltato le spalle a tanti miei simili e ai loro sforzi quotidiani.
Solo osservandoti lottare, vedando con quanto amore per la vita
affrontavi il tumore...ho capito dell’importanza che ha il
contributo di ognuno di noi in questa vita. E io sono un Digimon...
...il mio mestiere
è prendere tutto il bene...e tutto il male, sì
è
vero. Ma io amo il mio mestiere, e amo il mio domatore.»
Il suo artiglio
scorreva lentamente sulla giacca del ragazzo commosso, slacciandone i
bottoni...finché Ryo non afferrò quella zampa
«E se
il nostro gesto segnasse la tua vita...?»
Cyberdramon lo
guardò intensamente «Ragazzo mio, la tua vita
stessa
è gravata da un’ombra oscura, tu lo sai bene. Ogni
minuto
che trascorrerà, ci sarà il rischio di scoprire
che
questo coriaceo nemico si è rigenerato. Bene, permettimi di
condividere questo rischio. Ma concedimi in cambio
quell’emozione
antica...che dopo dieci anni sogno tanto di riprovare...
...la
biodigievoluzione Ryo! Permettimi di risentire le nostre cellule
mescolarsi, e dare vita a una potenza senza limiti! Ricordi il nostro
Justimon, e le prodezze tra i palazzi cittadini accerchiati dal
D-Reaper? Io voglo provarlo di nuovo...
...la vita adesso, in
questo momento, e come tu nonostante la minaccia vai incontro al
futuro...io voglio fare lo stesso.»
Starshipmon prendeva
la mira «Quei due poveri sciocchi sono solo un fastidio per
la
nostra missione. Coraggio Rapunzelmon: tu mira al ragazzo, il marito
della domatrice di tua madre. Io mirerò al drago: un Digimon
leggendario...
...ma
mai...quanto...me...!!!» lasciando risplendere i suoi denti
vampireschi.
Ryo afferrò la
zampa di Cyberdramon, e gli sorrise tra le lacrime «...i
posteri
ricorderanno nei secoli il tuo gesto...»...«I
posteri
tramanderanno ai nipoti il tuo gran coraggio.»
Così il ragazzo
calò il suo cappuccio...e lasciò andare la giacca
nel
vento.
«Ryo!!»
gridò Rika, e Renamon «Cyberdramon!
Scansatevi!»
Ma il ragazzo pelato
innalzò il Digivice artigliato, e insieme gridarono
«BIODIGIEVOLUZIONE
DEL FUTURO!!!»
...abbagliando le guerriere nemiche, che attonite abbassarono i
mitragliatori.
Sulla cima
dell’Osservatorio si liberò un vortice di piume
bianche
«CYBERDRAMON
BIODIGIEVOLVEEE...!!!»
Il cielo iniziò
ad aprirsi dalle fitte nuvole, e a regalare raggi di sole...
...e bardature dorate
a cingere il suo corpo, che divenne più possente e da nero
si
fece di un argento lucido. Come se si ripiegasse a dormire egli
richiuse le sue ali rosse...
...a sostituirle si aprì un unico paio di immense ali
bianche piumate.
Le nuvole si erano
dissipate, quando in un ruggito sommesso e solenne fece capolino il suo
muso.
Si trattava di un drago dal capo liscissimo, privo di corna e di squame.
La sua coda era lunga, e presentava un emblema dorato sulla
terminazione.
«...REBIRTHDRAMON!!!»
...il simbolo
della rinascita, come il suo nome stesso illustrava. Un raggio di sole
si adagiò su quello stemma che richiamava una coppia di ali.
Ali
che sembravano solcare il cielo azzurro, quando egli agitava la coda.
«Ryo...»
sussurrò Rika, dopodiché l’emozione fu
troppo forte
e socchiuse i suoi occhi, ma fu raggiunta da Henry «Non vi
preoccupate, ci siamo noi!!» e Rea...che si volse colpita
«Avete visto...? Che magica digievoluzione...»
Henry, mentre
raccoglieva la compagna, si raddrizzò gli occhiali. Ma
Rebirthdramon si confondeva ancora nel vortice di piume bianche, che
calava sulle guerriere nemiche «Starshipmon...ma quel
Digimon...»...«Shhh, non aver paura Rapunzelmon:
è
una digievoluzione come tante, noi di certo siamo superiori! Pronta con
il mitragliatore, facciamo fuoco a più non
posso!!» e
così fecero.
Ma parandosi con il
suo stesso vortice egli dissipò i proiettili. E stavolta
restarono spiazzate «Non è possibile!! Non gli ha
fatto
nemmeno un graffio!!» esclamò Starshipmon...
...nel frattempo, gli
occhi di Leaf si stringevano di pena «Nooo,
Takato...!!»
Il ghiaccio stava
quasi per arrivare ai capelli di foglie di Rubymon, il quale con occhi
stremati ancora guardava verso l’alto
«Ma...mma...!!»
...mentre alle sue
spalle si udiva il tonfo dei suoi compagni stremati dal gelo.
La biodigievoluzione
si spezzò, lasciando a terra Kazu e Guardromon in prevalenza
coperti di ghiaccio, così come Kenta e Yuki...
«Mi...dispiace...» sussurrò Rubymon,
socchiudendo lo
sguardo e scindendosi nelle sagome di Takato e Cindermon, che caddero a
terra benché le loro mani semi-ghiacciate si sfiorassero
ancora...
«AHAHAHAH!» atterrava Amnesyamon dinanzi a quello
spettacolo desolante «Finalmente ho trionfato! I miei
ex-alunni e
i loro Digimon sono stati sconfitti!!»
Il rapper
ringhiò «...n-no, non ci sei ancora riuscita
maledetta!!
Ne manca ancora uno, un Digimon è rimasto in
piedi!!» ma
in quel momento si udì chiamare
«Guilmon!»
«Oh?!»
Un Digignomo
volò verso di lui tra le rovine, e il rapper disse
«Ho
riconosciuto la tua voce...
...sei tu Regina?»
La creatura di luce
mutò divenendo più grande, e acquistando il manto
splendente «Sì, sono venuta ad aiutarti! Avanti,
scendiamo
in campo. Diamo una mano al tuo domatore e ai suoi
amici.»...«Qualsiasi cosa per aiutare
Takato!!»
esclamò lui portandosi il pugno al cuore...
Amnesyamon preparava i
siringoni pronta ad assestare il colpo di grazia sui guerrieri a terra
“Se li imprigiono in blocchi di ghiaccio, forse la mia
invidia
smetterà di scorrere!”
Ma a un certo punto
udì un cubetto di ghiaccio rimbalzare «Ahhh! E tu
chi
sei?!...
...cos’è questa luce fastidiosissima?!!»
Quel ragazzo di bassa
statura si faceva avanti con passo spavaldo, fissandola con occhi
ardenti. Alle sue spalle giungeva la creatura luminosa.
«...tu...!!!» sibilò Amnesyamon
«...il primo
Digimon di Takato...
...!!!»
Leaf ribatté «Buona memoria maestra,
complimenti!»
I loro sguardi si incrociarono nella sfida...
Rebirthdramon planò lentamente sulla piazza dissestata.
Starshipmon e Rapunzelmon lo fissavano, strette per mano.
Per poi separarsi
«Adesso!» esclamò la prima, correndo
avanti e
balzando in aria.
Rapunzelmon
puntò Rebirthdramon indirizzandogli «Raggio del
disincanto!»
Ma egli invocò
«Granata
solare!!!» materializzando un sole luminoso e
maneggevole, che scagliò contro la bionda guerriera
assorbendo
il suo raggio, e mandando in pezzi la sua lama
«AAAHHH!!!»
Starshipmon
atterrò alle spalle del dragone, attratta
dall’occasione
di sferrare «...morso
dell’ingordigia...»
I suoi denti fremevano di affondare nella coda della creatura.
Ma questi anche senza
volgersi se ne accorse, e la sua granata splendente non era ancora
esaurita: volando vorticosamente girò in curva...
...e prima che potesse
mordere, travolse la guerriera «DJAAAAAHHHHH!!!»
facendola
roteare a terra.
Quella sfera luminosa
era un bolide inesauribile, Rebirthdramon riusciva a controllarla col
movimento delle braccia, l’oscillazione della coda o, come in
quel caso, lo sbattere delle ali che lo ricondusse nuovamente in volo,
con la granata come suo satellite «Starshipmon, Rapunzelmon,
non
ne avete ancora abbastanza?! Guardatevi, siete stremate...»
In effetti le armature
delle guerriere erano fuse in più punti, e le loro
espressioni
amareggiate.
«...in questo
modo state mettendo a serio rischio la vostra consistenza fisica! E
benché non ci crediate...
...è una cosa
importante...» pronunciò con
profondità...
Mentre giungevano
anche il gufo, l’elfo e l’unicorno...e
quest’ultimo
in un nitrito sollevava la giacca abbandonata dal domatore,
apprestandosi a seguire la conclusione dello scontro.
«Quanto tempo
era...che non splendeva un giorno di sole sul nostro
mondo...»
disse l’anziano elfo rivolgendo occhi assorti verso il cielo
azzurro (fine-canzone)
«Hai cambiato
stile da come lui ti ha disegnato!» affermò
Amnesyamon, ma
Leaf ribatté «Perché costretto dalle
circostanze!
Solo che a differenza di te quello che porto nel cuore non è
cambiato! Io seguito ad amare il mio domatore come il giorno in cui
l’ho conosciuto!»
«Sono stata io a
ridisegnarlo!» disse la regina luminosa, aggiungendo
«Anzi,
sarebbe più corretto dire che si è ridisegnato da
solo.
Con la sua voglia di cambiare. E la sua capacità di
ricominciare...»...«Grazie Regina...»
mormorò
il rapper in un sussurro.
«Uhm!»
ghignò invece la regina gelida «Rispondi a una
domanda...GUILMON...» alzando lentamente i suoi siringoni
«Fosti tu quel giorno a mangiare tutti i panini della mensa
scolastica?!»
Leaf non si scompose
«Ringrazio di essere ancora vivo! Non eri riuscita a
contaminarli
col tuo veleno...!!»
«Provocasti un
disastro...e non fosti mai punito, perché il tuo domatore
era
magnanimo e gentile...!! Ma ci penserò a far valere i
diritti
del mio istituto...!! Iniezione
congelante!!» (canzone: The
Calling - Could it be any harder)
«Lingue di
luce!!» contrattaccò la Regina dei
Digignomi, sparando una
raffica di laser luminosi che sciolsero il ghiaccio «M-Ma
cosa...?!»
«Grrr, far
valere i diritti del tuo istituto...?» ringhiò
quel
draghetto rosso e striato di nero, che si rivelò da dietro
il
manto della Regina «Sono questi i tuoi metodi?! Far soffrire
i
tuoi alunni sotto il ghiaccio gelido?! Dinanzi alla tua illimitata
grettezza la mia rabbia non fa che crescere...!!...
...e rendermi grande, immenso!!...
...GUILMON
DIGIEVOLVEEE...
...GROWLMON!»
Amnesyamon
arretrò dinanzi alla sua controparte gigante. Le narici del
drago fumavano di rabbia «Io libererò la signora
Matsuki,
dovessi lottare fino all’ultimo respiro!
Piro...meteora!!!»...«Ahhh!!!»
Amnesyamon
incrociò i siringoni per pararsi dal bolide sparato dalle
fauci
del drago.
«Growlmon
ascoltami! Va a recuperare la signora, penso io ad
Amnesyamon!»...«Ma Regina, sei sicura di farcela?!
E’
molto forte.»
La creatura luminosa
sorrise dolcemente «La mamma di Takato deve tornare a
casa...» incrociando il sorriso lieto del drago, che
iniziò ad avviarsi sui suoi passi pesanti
«Cercherò
di fare il più veloce che posso!»
«Maledetti
intrusi, come osate ostacolare il mio piano?! Vi eliminerò
entrambi!» sibilò Amnesyamon ma
«Taci!»
ribatté la lucente avversaria «I ricordi di
infanzia sono
qualcosa di prezioso, che ti accompagna per tutta la vita! Ma tu hai
distrutto quelli di questi ragazzi, rinnegando te stessa e tuoi valori:
il operato dev’essere fermato!»
La luce la avvolse,
nell’esclamazione «Growlmon, ti permetto di volare!
Vai!!!» scagliando verso di lui una stella lucente.
«Grazie,
Regina!!» esclamò il possente dragone, che una
volta
colpito da quel bolide...
«GROWLMON
MATRIXDIGIEVOLVEEE...» riacquistò il
suo equipaggiamento
da guerra, la sua coda metallica e i suoi propulsori per volare
«WARGROWLMON!»
«Non illudetevi che sia così facile farla franca
con me!!»
Amnesyamon si
librò in volo «Deflagrazione
tagliente!!!» e la
Regina dei Digignomi rispose con «Soffio rischiarante!»
generando un possente ologramma alato che fece da scudo contro le
schegge di ghiaccio «Vai WarGrowlmon!! Recupera la
signora!!»
«Sì!!» si lanciò in volo il
drago corazzato,
e una volta di fronte alla stalattite che sorreggeva il blocco di
ghiaccio egli la spezzò con un calcio.
Il cristallo con la
prigioniera rischiò di precipitare, ma WarGrowlmon lo
afferrò «A-Arghhh! Sci---vo---la! Ahhh!»
«Resisti
WarGrowlmon!!» esclamava l’alleata lucente, e lui
serrava
le sue zanne «Sì, signora non la lascio...
...lei rappresenta un
pezzo della mia vita! Non la lascio andare in pezzi, dovessi piuttosto
andarci io al suo posto!»
La mano di Takato iniziava a muoversi...
...e benché i
suoi occhi fossero coperti da una patina gelida, nel suo cuore
palpitava il pensiero “Guilmon...
...sento il tuo spirito caldo...è vicino...”
L’attacco di
Amnesyamon iniziava a prevalere sulla Regina
«Uhmuhmuhmuhm...»
«A-Ahhhh!»
la quale si ritrovò spinta indietro dalle schegge di
ghiaccio.
Queste iniziarono a strappare in più punti il suo manto...
...e a ferire il suo viso di luce, dal quale sgorgava sangue...
WarGrowlmon
spalancò i suoi occhi «No, Regina!!» e
legando il
blocco di ghiaccio con la sua coda, scoprì i cannoni della
sua
corazza nel più feroce grido «Energia plutonica!!!»
«Che cosa?!
Ahhhhhhh!!!» Amnesyamon tentò di pararsi, ma fu
travolta
ugualmente dal quel proprompente getto infuocato, che la fece
rimbalzare a terra e sparire nel buio delle rovine.
WarGrowlmon
atterrò con il blocco di ghiaccio, a soccorrere la sua amica
luminosa ferita e a terra «Regina dei Digignomi!»
«E’...fi...ni...ta...
...per
me...»...«COSA?!» esclamò il
dragone
stupefatto.
La creatura di luce
respirava debolmente «Io sapevo...come sarebbe andata...ma
userò le mie restanti energie...
...per liberare la signora dall’incantesimo. Ti prego!...
...caro
Guilmon...» carezzando il volto di quel dragone che piangeva
«...occupati dei Digignomi...
...non far sì
che la luce si disperda.»...«Regina non devi
morire!! IO
NON VOGLIO!!»...«...abbi cura di te...
...e del tuo
amico...Ta...ka...to...»...«REGINAAAAAAAAA!»
Ma la creatura si
dissolse in un flusso di luce che raggiunse il blocco di ghiaccio con
la signora Mie.
WarGrowlmon non si
ritrovò più nessuno da abbracciare, soltanto
scintille
fra le sue zampe artigliate...che poi mutarono nelle mani bendate del
rapper in lacrime.
Il ghiaccio
iniziò a sciogliersi grazie alla pioggia di luce, e Kazu e
Kenta
ripresero timidamente a muoversi.
«Takato!...sv-svegliati, riesci a sentirmi?!» lo
scuoteva
Leaf lottando contro il pianto.
Con i suoi occhi
appannati, Takato vide qualcun altro
«Guil...mon...» ma
quando lui continuò a chiamarlo «Takato,
rispondi!!»
il domatore si destò di colpo «Leaf!!»
ed egli gli
pose le mani sulle spalle «Tua mamma è
salva!!»
«Ahh!!» sussultò il ragazzo...
...ed anche i suoi amici di nuovo in piedi «Che
cosa?» fece Kazu.
«E’
intervenuta la Regina dei Digignomi!» spiegò il
rapper,
rivelando tristemente «S-Si è sacrificata per
salvarla...» asciugando le sue lacrime, mentre Cindermon si
destava di colpo «COME HAI DETTO?!»
Takato si lanciò «Mamma!!!»
La donna era a terra,
il suo corpo gelido. Lui le raccolse la mano, baciandola...
...mentre Leaf e
Cindermon erano rimasti occhi negli occhi...fino a che lui non
sentì l’impulso di girare le spalle, e piangere in
silenzio. Ma lei lo strinse, sussurrando «...dai, andiamo
dalla
mamma di Takato.»
Così si avvicinarono «Mamma sono io, sono tuo
figlio!»
«...Takato...» sussurrò Mie debolmente.
E anche Leaf
e Cindermon giunsero «Signora...!!» disse
quest’ultima, carezzandole il capo «Allora?
Vogliamo
tornare al panificio, da quel...BRONTOLONE di suo marito?!»
Ma la signora aveva
occhi solo per suo figlio, il quale le diceva tra le lacrime
«Perdonami per averti fatto tanto soffrire...!»
Leaf si
appoggiò a lui, e benché triste disse
«Hai
visto...? Sniff...io te l’avevo detto. Tua mamma è
salva.»
Takato lo strinse a
sè, comprendendo il suo dolore «...chiunque sia
stata
questa Regina...mi sarebbe tanto piaciuto
conoscerla...e...ringraziarla!»
Il rapper era
addolorato, ma si aggrappava con tutte le forze alla maglietta del
ragazzo.
Dalle quelle rovine abbandonate fluiva una scia di luce...
...e tanti Digignomi
si posavano fra le pietre e gli anfratti, in un mesto e malinconico
tributo (fine-canzone)
Rebirthdramon avanzava
«E’ il momento di lasciare questo mondo.»
L’emblema sulla sua coda luccicava nella luce del sole.
«Rapunzelmon...» sussurrò la guerriera
spaziale
affannata e a terra «...corri ad accendere l’ultima
candela. Intanto ci penso io a tenerlo a bada!»
Ma la bionda compagna
si opponeva «No, Starshipmon...!! Sei troppo compromessa, ti
sconfiggerà!»
Starshipmon
ignorò le sue parole e le indirizzò
l’accendino, ma
prima che ebbe potuto scivolare verso di lei il grande drago lo
pestò con la sua zampa «Facciamola finita...
...chi gioca troppo
col fuoco finisce per scottarsi.» sussurrando poi
«Akirmon...
...possibile che non capisci? Tua madre sente la tua mancanza...
...lo so che le mamme a volte sono rompiscatole...
...ma...quando...resti
senza capelli poi ti aiutano. Quando sei cresciuto, e ti ritrovi in un
letto di ospedale...ti imboccano come un bambino...»
Quel drago rivolse uno
sguardo verso il cielo, pronunciando un «Ciao mamma...
...promesso torno
presto.» forse un po’ insolito per i suoi denti
affilati.
Renamon si stava
avvicinando lentamente, e timidamente «...figlia
mia...»
Starshipmon gridò «Non ti avvicinare!!...
...vecchia tardona
inacidita.» ma Rebirthdramon le si rivolse
«Starshipmon...!...
...anche noi padri
siamo un po’ pesanti quando vogliamo. Ma disgraziatamente...
...figlie ribelli
della vostra specie possono essere il nostro sogno.
Almeno...così è nel mio caso. Ma anche se
sarà un
maschio...non fa niente! A parte per Rika, che se ne dovrà
cibare un altro come me...
...andiamo...non dirmi
che anche tu non senti la mancanza di un tetto caldo, qualcuno che ti
prepara la cena...» (canzone: Christina
Aguilera - The voice within)
Ma quelle parole
fecero tremare di rabbia la guerriera dai capelli scuri «Non
capite niente...!!...
...tutte queste sono
solo fandonie!! La casa, la famiglia...parole vuote,
nient’altro
che apparenza! Siamo noi a plasmare il nostro destino...»
contemplando i suoi guanti fusi e fumanti «...chi ci prepara
la
cena in realtà ci somministra il
veleno!»...«Non
è vero!!» ribatté Rebirthdramon
«Questa
è stata la tua esperienza! E...
...anche la nostra,
molte volte...ma ciò nonostante non tutto è da
buttar via
di quei legami. C’è un fiore...
...che lotta per
nascere in un terreno arido.»...«L’unico
fiore che ho
mai raccolto è stato quel cuore digitale!!»
indicando
l’interno della cappella «Ho fatto tanto per
analizzarlo!!...
...NESSUNO PUO’
TOCCARLO TRANNE ME!!» premendo dei tasti sulla sua polsiera.
E generando una fragorosa esplosione alle spalle del drago.
Il tetto
dell’Osservatorio saltò, e l’unicorno
dovette
portare in salvo il vecchio elfo.
Altre esplosioni
seguivano ai comandi che Starshipmon digitava sulla sua armatura.
«TUTTI AL
RIPARO!!» gridò Rebirthdramon ai suoi compagni
rimasti
indifesi, ed Henry affermò «Presto, andiamo via di
qui!» mentre la terra si crepava sotto di loro.
Suzie gridò «Ryo! Cyberdramon! Mettetevi in
salvo!»
Ma Starshipmon si era
lanciata contro il drago argentato in un duello corpo a corpo.
Renamon balzò
audacemente per raggiungere la figlia «Akirmon!» ma
questa
le sfuggì per saltare verso la compagna
«Starshipmon!!»
Improvvisamente furono
di nuovo insieme, e anche senza il supporto delle loro lame cercarono
in tutti i modi di colpire il drago dalle ali piumate.
L’unicorno
si affiancava intanto agli altri domatori «Presto, dobbiamo
andarcene: l’Osservatorio sta per esplodere, e la terra
è
sul punto di cedere. Vi conduciamo in città, lì
sarete al
sicuro.»
Rea riferì
«Il nostro compagno è in aria, sta ancora
lottando!!»
Rebirthdramon
riuscì a schivare gli assalti delle guerriere. Rapunzelmon
afferrò il braccio di Starshipmon «Io non ti
lascio,
sorella!» e questa sorrise grata.
Dalle loro mani di
nuovo unite scaturì energia, che si tradusse
nell’esclamazione «SQUARCIO DISINTEGRANTE!!!»
Le loro ombre in cielo
divennero le due metà di un cuore spezzato, e dallo squarcio
scaturì una luce che si abbatté
sull’Osservatorio e
sulla piazza, devastando il terreno le cui voragini assumevano il
medesimo simbolo: un cuore infranto.
Rebirthdramon non si
lasciò intimorire, e restò in volo tra i laser
evocando
«Piuma della
speranza...»
La candida piuma
nacque dal suo capo liscio, e il suo artiglio la raccolse con una
delicatezza celestiale. In un soffio gentile dalle fauci, le permise di
moltiplicarsi in un vortice. Egli infine con un colpo di coda lo
scagliò contro le avversarie.
«Ma cosa
succede, Starshipmon?!!»...«Non riesco
più a
controllare l’attacco!!»
...per epilogare in un grido
«NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!»
Il loro attacco fu travolto dalle piume, fino ad esplodere nella luce...
...le guerriere
precipitarono, fino a cadere sulle due metà del cuore
generato
dalla corrosione del terreno.
Il dragone troneggiava
silenzioso in cielo, sotto gli sguardi abbagliati dei suoi compagni e
delle creature del regno.
Lopmon esclamava
«Dobbiamo recuperare le ragazze!!» ma quando
provò a
correre, la terra riprese a tremare e più forte.
«Non
c’è tempo!!» gridava il gufo
«Questo luogo
volge alla distruzione! L’unico rimedio è la
fuga!»
Incurante di quelle
parole, Renamon si lanciò tra le rocce prossime a cedere, in
direzione di sua figlia «Akirmon!»
Ma al drago in cielo stava accadendo qualcosa “Cucciolo...
...mi sento
stremato...”
“Ryo!! Non hai preso
la tua medicina!!”
La possente immagine tremolò, fino a riempirsi di luce...
Renamon se ne accorse,
alzando lo sguardo al cielo “...Ryo!!!” e vedendo
le sagome
del ragazzo e del drago scindersi, prossime a cadere nel vuoto.
Così
guardò sua figlia stremata a terra, ma poi vide Rika
altrettanto
svenuta tra le braccia di Henry. Questo la spinse a decidere chi
soccorrere, e balzò verso Ryo...
...afferrandolo in
volo, ed impedendogli di precipitare. Con le sue zanne
afferrò
anche Monodramon, ma quando atterrarono furono accolti dalle
detonazioni. L’unicorno li costeggiò
«E’
questione di secondi, o esploderemo tutti!!!»
Renamon si volse di
scatto, ma fu confortata nel vedere Rapunzelmon che riprendeva i sensi,
aiutata dalla rinvenuta compagna “Figlia mia, ti prego!
Scappa il
più veloce che puoi!!”
Così lei
tornò dai suoi compagni, mentre le due combattenti balzarono
nella direzione opposta.
«Abbiamo perso
il cuore digitale, ma solo questione di un momento!!»
incoraggiava Starshipmon «Quando il terremoto sarà
cessato
lo riprenderemo!»...«Il nostro attacco si
è
esaurito...perché ci sono ancora esplosioni...?»
domandò Rapunzelmon massaggiandosi il capo.
L’altra
ipotizzò con sguardo ottimista
«Dev’essere...uno
squilibrio atmosferico!»
Ma improvvisamente,
una risata giunse a gettare un manto di terrore sulle loro speranze
«AHAHAHAHAHAH!!!»
Starshipmon
dilatò gli occhi agghiacciata, e Rapunzelmon le chiese
«Chi è, sorella...?»
«...sembra la voce di mia madre...»
Il frantumarsi della
terra, introdusse l’enersione di quell’ombra
sferica che
oscurò le due intimorite guerriere.
«Ecco che
finalmente la Presidentessa riassume il suo incarico!!! Bentrovato,
Regno abbandonato...so che vi sono mancata! AH,
AHAHAHAHAHHH!!!»
Due occhi guarniti e altrettanto tristi si spalancarono in quel cielo
azzurro.
Quella che non si apriva mai era la sua bocca cucita.
Rapunzelmon
domandò «...Starshipmon, tua madre...è
quel
Digimon?» e l’altra mosse passi incerti
«No, mia
madre dev’essere al suo interno...
...io non ho mai visto quella creatura...»
L’immensa biglia di cristallo mosse lo sguardo verso di loro.
Starshipmon
destò lo sguardo con coraggio «Mamma, io non ti
lascerò prendere il cuore di Scratchmon! Piuttosto dovrai
passare sul mio cadavere!!» ma Rapunzelmon si
aggrappò al
suo braccio «No, Starshipmon! Non dire queste
cose!»...«Perché no se sono la
verità?! Lei
non le ha mai voluto bene, solo io la conoscevo davvero! Solo io ero
sua amica e...!!!...SOLO IO HO DIRITTO A DETENERE IL SUO
CUORE!!»
Ma gli occhi della
sfera si illuminarono, liberando dei lacci di luce che imbrigliarono
Starshipmon attorno alla vita e al collo «Ahhhhh!!!»
«Sei
una...misera bamboletta di argilla!! Io ti ho creata...e io posso anche
distruggerti!!!»
«Starshipmon!!» gridava attonita la bionda
guerriera.
«...dopodiché...penseremo con calma a cosa fare
della tua
amica-giocattolo! Uhmuhmuhmuhmuhm!»
«Rapunzelmon, scappa...» esortava Starshipmon con
voce soffocata...
Gli occhi azzurri
della amica erano sconvolti dinanzi a ciò che
vedeva...(fine-canzone)
Takato prese sua madre
tra le braccia, mentre Cindermon ammoniva «Ragazzi: occhio!
Quella bastarda dev’essere ancora qui attorno, da quanto ho
capito la Regina non è riuscita a sconfiggerla...»
In un consulto di sguardi, si prepararono ad affrontare la fuga...
...ma come loro
prevedevano, una coda di cristallo si trascinava nel buio del labirinto
diroccato «Quel maledetto scarabocchio ha osato
infastidirmi...e
pensare che l’ho avuto a un passo da me, avrei potuto
stracciarlo
e impedirgli di nascere!!»
“Nami...ti avverto, comincio a stancarmi del tuo
tergiversare!...
...voglio sapere chi
è il padre di tua figlia!” «Non mi
seccare!! Sto
pensando a come eliminarli definitivamente. Ciò che mi
consola
è che quella buffona luminosa ha avuto la fine che si
meritava...ora i suoi folletti la piangono sconsolati! Se si fosse
trattato di me i miei alunni avrebbero gioito!!»
Ma la voce del Digimon insisteva “Chi è il padre
di Akiko?!...
...SONO IO?! Rispondi Nami, sono io oppure tuo marito?!!”
Ma in quel momento giunsero rapidi i passi dei ragazzi.
E di nuovo i loro
sguardi incrociarono quelli della regina ghiacciata, che si celava in
parte nell’oscurità...
Cindermon assottigliò lo sguardo, sibilando
«Assassina...
...!!!» e Leaf
si affiancò a lei «Come hai potuto uccidere una
creatura
innocente?! La Regina era come una madre per i Digignomi...»
Takato stringeva a
sè sua madre «Non ti preoccupare, mamma...ti
difenderemo a
qualsiasi costo...»
La signora Mie, molto
debole, pensava “Erano tanti anni che non sentivo il calore
dell’abbraccio di mio figlio...”
La coda di Amnesyamon
si elevava ambiguamente «Destino delle madri è
soffrire.» ma in quel momento la sua sagoma fu avvolta dalla
luce
e si divise in due figure «Ma tieni fuori da questo destino i
padri! Nami! Ho diritto a questa risposta, ho combattuto per te! Ho
bisogno di sapere se quella bambina è mia figlia oppure
no!»...«Sei un vigliacco...abbandonarmi di fronte
ai miei
nemici!!» esclamò la donna, ma IceDevimon
replicò
«I miei servigi non sono gratuiti...!!» serrando i
suoi
pugni artigliati «Dimmi se Akiko è mia figlia!!
Sono io
suo padre?!!»
I ragazzi rimasero
attoniti «Ehhhh??!» mentre Asanuma dai capelli in
disordine
e lo sguardo rancoroso replicò «Che ti importa?!
Avevi
detto che queste cose non contavano nulla per te e gli altri Digimon
malvagi! Temevi che io mi affezionassi troppo e lei, ora vuoi farmi
credere che è successo il contrario?! E’ il COLMO,
i
piccoli spettatori sobbalzerebbero sul divano! Un demone gelido e
tirannico...
...che si scioglie d’amore, per la sua figlia
illegittima!!!»
IceDevimon restò folgorato «C-Con questo vuoi
dire...
...!!!...c-che sono
io?!»...«...ebbene sì, sei soddisfatto
adesso?!» (canzone: Melanie
C - Melt)
Ma il Digimon
reagì di scatto travolgendola con un’ondata di
ghiaccio
«GYAAAAAAAAAAAHHHHHHHH!!!»
«Maledetta...PERCHE’ ME L’HAI TENUTO
NASCOSTO?!» esplose di furia, spalancando le ali per piombare
su
di lei «Perché me lo dici soltanto adesso?!
P-PERCHE’?!!» afferrandola per il collo e
sollevandola...
...il ghiaccio saliva
lentamente su di lei che non riusciva a parlare...il Digivice le
scivolò dalla mano e rimbalzò a terra...
«Sia dannato
l’istante in cui decisi di fondermi con te...!!! Sei
un’umana ancor più...SUDICIA di tutti noi Digimon
malvagi!!!»
«Missili
sibilanti!»
«Ahhh!!!»
la stretta del demone fu travolta e spezzata dai missili sparati da
Guardromon «Lascia andare la maestra del mio domatore,
IceDevimon.»
«ANDATE VIA...!!!...
...Fiato
congelante!!!»...«Amore oceanico!!!»
liberò
MarineAngemon, ed il suo vortice di cuori lottò contro la
brezza
di ghiaccio...
...mentre Kazu
accorreva a sostenere la maestra «Signora
Asanuma...» ma
questa lo respinse «No!!...non toccarmi con le tue mani
sporche
di immondizia!!»
«Basta
adesso!!» proruppe anche Kenta «Non capisce che se
continua
finirà male?!!»
«Allontanatevi...» indietreggiava la donna...
...quando IceDevimon
fu colpito dai cuori di MarineAngemon
«Aaaaaaarhhhh!!!»
Ma questi risvegliarono in lui un pensiero “Figlia mia...
...solo ora scopro che
anche da me può nascere vita. Allora perché?
Perché provo una fitta dolorosa nel pensare al tuo
sguardo...?”
In effetti la biglia fluttuante guardava il mondo con una tristezza
infinita.
Rapunzelmon tese il braccio «Starshipmon, ti libero io!!...
...Mitragliatore
romantico!!» ma quando i grandi occhi
brillarono, i proiettili
tornarono indietro «Aaaaaaaaaaahhhhhhhh!!!»
«RAPUNZELMON,
SCAPPA!!» gridava Starshipmon soffocata dai lacci luminosi,
mentre Violetta dichiarava ironica «Fine di un gioco
pericoloso...»
...emergendo sulla
sommità della sfera in una veste completamente rinnovata: un
lungo abito azzurro coperto di stelle, come quelle richiamate dalla sua
collana e dai suoi orecchini. Niente più capelli in
disordine,
ora i suoi splendidi riccioli volavano al vento. Assomigliava a una
regina bellissima, se non fosse stato per il suo sguardo altero e
beffardo con cui fissava la stessa creatura che un tempo considerava
una figlia.
«Mamma,
qualsiasi piano tu abbia elaborato sarà inutile! Tu sei
capace
soltanto di fallire!!» ma i lacci si strinsero più
forti
«Ugh!»...«Grazie a te questa volta
sarà
diverso. Sei scappata di casa e mi hai fatto stare in pensiero cara
Starshipmon, ma ti perdono perché mi hai svelato il
baricentro
del potere: ora grazie a quel candelabro non dovrò
più
svolgere alcuna analisi.»
Rapunzelmon
trasalì «Non vorrai utilizzare il cuore di
Scratchmon per
i tuoi scopi?! Non te lo permetterò, è frutto del
lavoro
di Starshipmon! Ha trascorso...notti insonni per analizzarlo, mentre io
le portavo il caffè! TU NON CI ROVINERAI TUTTO IL
LAVORO!»
L’occhio
sinistro della biglia lampeggiò di luce, e
scatenò un
laser potentissimo contro la Digimon «AAAHHH!!»
«Dimenticate che
quel cuore è MIO. E’ stato mio prima di
appartenere a
chiunque altro, mentre a sentir voi sembra fosse il cuore di
una...gattina spelacchiata. Per fortuna qualcuno l’ha
dissezionata per me, oh che schifo gli animali aperti!»
Dai capelli arruffati
di Starshipmon fuoriuscì il suo sguardo d’odio
«...SEMPRE MEGLIO CHE GUARDARTI IN FACCIA...»
«Arkanomon? Accendiamo, che dici?» chiese Violetta.
Stavolta fu
l’occhio destro a brillare, e da esso si generò
una
fiammata tanto potente da invadere l’interno della cappella,
e
avvolgere il candelabro: quando il vortice di fuoco si
dissipò,
esso brillava di una luce accecante...
...come il trionfo
negli occhi di Violetta «Finalmente l’ultimo
talismano
è mio...
...ho tutto quello che
occorre per ultimare i miei piani: il vostro contributo è
stato
provvidenziale, devo ammetterlo!»
Incurante delle due
guerriere che la incenerivano coi loro sguardi, Violetta
lasciò
che il candelabro le scivolasse in mano.
Dietro di esso
fluttuarono altri tre talismani: una maschera, un diamante incorniciato
da foglie, e una sfera splendente.
La donna agitò
il candelabro «Del connubio degli artefatti della conservazione e
dello sviluppo, io mi avvalgo per convocare il sacro
potere ed invocare
per la seconda volta la leggendaria Torre digitale!!
Che la tua solida
e imponente struttura si risvegli dalle viscere del suolo terrestre, e
la tua vetta arrivi a toccare il cielo, tanto da carezzare le
stelle!!»
Il candelabro
generò una fiammata che volteggiò
nell’aria,
travolgendo ad uno ad uno tutti gli artefatti, e congiungendoli in una
linea di fuoco...
La sua intensità luccicava negli occhi azzurri di
Rapunzelmon...
IceDevimon si guardava le mani «MIA FIGLIA...
...la sento!!! Sta
soffrendo, sta gridando di dolore, io devo raggiungerlaaa!!!»
spalancando le ali.
«Fermo,
IceDevimon!!» esclamò Kenta, ma questi rispose con
«Dardi di
ghiaccio!!» costringendoli a ripararsi.
Cindermon fece notare
«Acc! Quella strega della maestra sta scappando!!»
e Leaf
«Ora la cosa più importante è mettere
in salvo la
signora, la mamma di Takato!!» La rossa Digimon ne convenne
«Giusto, nanerottolo!»
Kenta disse
«Kazu, hai sentito...? Non è il signor Mori il
padre della
figlia di Asanuma!»...«E’
incredibile...»
replicò l’amico sfilandosi il cappello, e nel suo
sguardo
si lesse tutto il disorientamento per quelle scoperte...
Takato contemplava con
premura sua madre, mentre un Digignomo le si adagiava sul viso...
...nuvole si
addensarono in cielo, e le fiammate si indirizzarono tra le insenature
di esse, tingendo di rosso l’atmosfera.
Rapunzelmon mormorava «...che cosa succederà
adesso...?»
Mentre Violetta sogghignava «...uhmuhmuhm, ho
vinto...!!»
Starshipmon chinava il capo sconfitta “Scratchmon...
...perdonami, ti
prego!” in un caleidoscopio di immagini della gattina nera
“Non sono stata abbastanza forte, benché mi
mostrassi
così arrogante! Ora per colpa mia il tuo cuore
sarà usato
per scopi malvagi. Io non sarei stata una regina crudele...o almeno...
...meno crudele di mia
madre!” versando una lacrima, che cadde sulla terra
dissestata
che iniziò a bruciare.
Negli occhi deboli
della guerriera, il ricordo di una gatta che fugge via si sovrapponeva
all’apocalittica immagine dell’Osservatorio che
brucia...(fine-canzone)
Giunti presso un locale abbandonato...
«Rika! Come ti
senti...?» chiedeva appenata Suzie che la sosteneva
«Male
cara Suzie...a dirti la verità molto male. Mi gira la
testa...» replicava la compagna in uno stanco sorriso
«Povera Rika...il viaggio deve averti stremata.»
Le creature del regno
facevano strada ai loro compagni «Da questa parte.»
indicò il vecchio elfo, mentre Monodramon giungeva gli
artigli
«Scusate per pietà, non è che si
può avere
dell’acqua? Solo un po’ d’acqua, devo
dare la
medicina al mio domatore, ha avuto un tum...beh, forse voi non sapete
neanche cosa sia.»...«Ma sappiamo
cos’è
l’acqua.» rispose il gufo, e il draghetto
chinò il
capo «Vi ringrazio umilimente...»
Rika si aggrappava
alla sua Digimon «Renamon! Anche se non dici niente gli altri
mi
hanno detto ciò che hai fatto mentre ero svenuta...
...so che hai
rinunciato a recuperare tua figlia...per salvare Ryo! Tu
non...»
ma Renamon la interruppe «Rika: non dire altro. Cyberdramon
ha
rinunciato alla sua salute perfetta per aiutare il suo domatore. Ognuno
di noi Digimon...» (canzone: Steps
- Why)
...smarrendo gli occhi
fra quei tavoli abbandonati, che ospitavano uno scenario di amicizia e
sostegno reciproco «...è chiamato a sacrificare
qualcosa,
per starvi vicino...» Rika si aggrappò al suo pelo
«Ma questo per quanto ancora?!! Quando è che noi
potremo
fare il contrario?»...«Credi che non lo stiate
facendo?» replicò la sua Digimon.
La domatrice non
poté che guardarsi attorno e riflettere...sullo sfondo delle
parole dell’unicorno «La nostra città
è come
noi, nient’altro se non un cumulo di rovine e progetti mai
compiuti. Non abbiamo mai raggiunto un accordo per far fiorire la
civiltà. Ma tanti erano i nostri sogni...»
Il gufo tornava col
bicchiere, ed illustrava «Fra questi edifici abbiamo concesso
riparo ai nostri simili, vittime dell’assalto. I vostri
compagni
ci hanno offerto un aiuto...impagabile...»
Proprio in quel
momento infatti giungeva qualcuno dall’interno del locale.
Henry
esclamava «Mako!! Siete qui!» e Rea
«Puppet! Meno
male...»
Il primo di loro si
raddrizzò gli occhiali
«Ragazzi...com’è
andato lo scontro?» con discrezione che celava premura.
Mentre il
ragazzino si rigirava il berretto «Soccorrere i feriti
è
stato tutt’altro che facile...i nostri Digimon sono
stremati.»...«Calùùù...»
faceva
Calumon tra le sue mani come un fragile passerotto.
Quando Sandmon emerse
dal buio camminando a fatica, con l’armatura ammaccata e
sporca
di cenere, Lopmon gli venne incontro «Mi dispiace...
...non ci sono riuscita! Non siamo riusciti a recuperare tua
figlia!!»
La sua voce si rompeva
nel pianto, mentre quella faccia sabbiosa assumeva espressione triste.
Suzie udì la sua Digimon, e si volse impietosita
«Lopmon...»
«Ebbene ecco,
questa è la verità!! Altro che Digimon
leggendaria, che
faceva la guardia al palazzo di un Supremo! Non sono capace di
mantenere una promessa...sono una buona a nulla!! Mi dispiace,
Sandmon!» correndo via in lacrime...
...incurante del
richiamo di Terriermon «Lopmon!» che un
po’ mogio
piegò le orecchie.
Sandmon si volse verso
il domatore «M-Mako, ma io...non le avevo detto niente! Io
non le
faccio una colpa, so che...si è impegnata...» Il
ragazzo
sussurrò un po’ spiazzato
«...sì lo so
Sandmon, ma era lei che teneva a dimostrarti il suo affetto.»
per
poi avanzare timidamente verso Suzie «...è
stata...una
dura battaglia? Qui tutti siamo stati in
pensiero...»...«Davvero...?» chiese la
ragazza
colpita dalle sue parole, ma poi «Oh!»
...rivide se stessa
biodigievoluta, ma piegata in ginocchio dalla luce di quel riflesso
“Lui non ti
ama! Ama un altra ragazza!! Il tuo sentimento non
sarà mai corrisposto...”
...scivolando in uno
sguardo insicuro, per poi replicare con distacco «Sapevamo
come
sarebbe stato, siamo abituati allo scontro. Ora scusatemi ma vado dalla
mia Digimon!»...«Suzie, aspetta...» la
richiamò invano Mako, e quando Sandmon gli si
accostò si
chiese «Perché fa così...? Forse...non
gli fa
piacere rivedermi.»
Lopmon si era ritirata
nella squallida cucina di quel locale, e piangeva in silenzio quando
giunse la sua domatrice
«Lopmon...»...«Sapessi Suzie!
Mi sento...morire di vergogna! Io gli avevo promesso che gli avrei
riportato quella figlia per cui è tanto in
pensiero!!»
La ragazza
avanzò «Durante lo scontro...eravamo
biodigievolute,
quindi sai bene che se abbiamo ceduto è stata mia la colpa,
cerchiamo di essere sincere almeno fra
noi!!!»...«Suzie...!
Finora...non mi avevi mai parlato così. Che ti
succede...?» domandò la coniglietta con gli
occhietti
spiazzati, sicché la giovane provò rimorso,
celando il
suo sguardo “Sono una sciocca: mi sono fatta irretire dai
miei
timori, e ora per questo la mia Digimon sta soffrendo. Avrei dovuto
dimenticarmi di Mako...e concentrarmi solo su cose importanti! Ma
è inutile...nonostante il mondo ci crolli attorno io seguito
a
persistere con i miei testardi, e insensati sogni! Dovrei esser grata a
Rapunzelmon, per avermi aperto gli occhi...”
Lopmon sembrò dispiaciuta per non aver avuto risposta.
«Ti dico la
verità Sandmon...» svelava Mako «Mi
sarebbe piaciuto
accoglierla con calore, farla...appoggiare su di me, e se fosse stata
ferita...chiederle dove le faceva male, per poi medicarla. Oh!...scusa.
Sono qui a parlarti di queste cose quando...
...mi dispiace per tua
figlia!»...«Non fa niente,
Mako...»...«Ma
vedrai che la recupereremo!»
D’un tratto
Henry sulla porta del locale «Ragazzi! Almeno anche nel male
c’è una bella notizia! Gli altri stanno
tornando...assieme
alla mamma di Takato!!»
Ryo, che era stato
fatto distendere sul tavolo, chiese debolmente «Allora...sono
riusciti a salvarla.»
La signora Mie dormiva
tra le braccia del figlio, quando questi fece ingresso nel locale
accolto dai suoi amici «Per fortuna siete tutti
salvi!!»
esclamò Rea, ed Henry «Abbiamo temuto
tanto!»
Takato rivelò
«La Regina dei Digignomi ci ha salvato...sacrificandosi per
noi,
purtroppo.»
Terriermon chiese
«E Amnesyamon?!» Kazu replicò stizzito
«...è riuscita a sfuggirci!!» e Kenta
«Ma
abbiamo scoperto delle cose incredibili, ne discuteremmo se...non ci
fossero urgenze valori! Cosa accade al cielo di questo
mondo?!»
MarineAngemon affermò «Di certo sta per succedere
qualcosa.»
Il vecchio elfo disse
«Bene, ora avete recuperato la persona che cercavate: tornate
sulla terra, lasciate il nostro mondo al suo destino.» ma
Henry
replicò «...ma siete pazzi...
...come potete dire
queste cose?!» e sua moglie «Infatti siete davvero
svitati!
Ci avete accolti e aiutati, e ora non ce ne andremo prima
d’aver
ristabilito la pace!»
L’essere li guardò assorto «Siete
strani...
...sarete di
certo...pieni di impegni! Ma vi preoccupate di vecchi rifiuti
informatici.»
Henry si
aggiustò gli occhiali «Forse se non ci foste stati
voi,
non ci sarebbero neanche i Digimon. Un progetto grandioso nasce...da
moltissimi tentativi.»
Renamon avanzò
«E’ un po’ come se foste i nostri
antenati! E’
stato un onore avervi conosciuto.»
Gufo, unicorno ed elfo
si strinsero, contemplando commossi e grati quella squadra di ragazzi e
Digimon.
La signora Mie
dischiudeva gli occhi, e suo figlio rivelava «...ecco, mamma.
Questo è il mondo dell’informatica, ci crederesti
mai...?
E’ fra questi meandri che ho sorriso, ho pianto...
...ho aspettato, ho amato. E’ in questi luoghi che sono
cresciuto...
...anche se per dieci anni solo con il cuore.»
La vista di quelle
creature confondeva un poco gli occhi di Mie, ma si rimetteva con
fiducia al sorriso di suo figlio che la carezzava (fine-canzone)
(canzone: Christina
Aguilera - I'm ok)
Il fuoco dello
scenario circostante abbagliava gli occhi di Arkanomon,
l’enorme
astronave digitale.
Alla vista di quel
cielo rosso fuoco l’unica cosa che poté chiedere
Starshipmon fu «Che...cosa hai combinato,
mamma?!!»...«Uhmuhmuhmuhm...
...gli effetti qui non
sono visibili purtroppo. E’ stato sempre un mondo dalle mire
molto corte, come dire. Non permetteva l’espansione di una
personalità creativa come la mia! Un mondo che andava
cancellato
all’istante, senza dubbio!»
Rapunzelmon nonostante
i molti colpi subiti cercava di rialzarsi «Ti pentirai per
quello
che hai fatto...» e barcollando, puntava la sua polsiera
arrugginita. Ma ormai il mitragliatore era scarico di colpi.
«Rapunzelmon...sei ancora in tempo!» le gridava la
compagna
imbrigliata dai lacci «Vattene di qui,
scappa!»...«Mai...!!» replicava
l’altra con
occhi arrossati d’orgoglio.
«Sorellina...ti
prego...!» implorava Starshipmon, ma l’altra
ribatté
«Io con lei non ti lascio!»
«Come siete
toccanti...» ironizzava Violetta attirando i loro sguardi di
rabbia «Alla fine siete riuscite ad affezionarvi realmente
l’una all’altra, come vere sorelle! Il controllo
mentale
riserva qualche sorpresa...non credevo riuscisse a generare sentimenti
autentici!»...«TACI!» rimbeccava la
guerriera mora,
dopodiché con voce stremata ma occhi gentili sussurrava
«Tu puoi ancora salvarti...
...corri lontano di
qui, salta...più in alto del fuoco, come solo tu sai fare!
Ce lo
hai nel sangue...»...«Ahh!»
l’altra
sgranò gli occhi, mentre Starshipmon le suggeriva tra le
lacrime
«Torna da tua madre...»
Rapunzelmon
arretrò «Non posso, come puoi chiedermi questo,
sorella?!
Io l’ho tradita, mi riserverebbe di certo lo stesso
destino!»...«E’ qui che ti
sbagli...ugh!»
mormorò l’altra, prima che i lacci le stringessero
più forte il collo «Non tutte le madri sono
uguali...la
tua è molto diversa dalla mia. Pur cosciente...
...di questa verità ho portato avanti...il mio piano...
...e ti ho
costretta...a seguirmi, manipolando il dolore che provavi...nel vedere
i tuoi genitori dividersi, io...
...da brava stratega ho sfruttato la tua frustrazione...
...e molte altre
sfumature del tuo cuore infranto...rosse...di rabbia come questo
cielo...e oscure...di solitudine.»
L’Osservatorio
crollava divorato dalle fiamme, come una costruzione di cartone.
«I domatori
hanno ragione! Io avevo bisogno di una compagna...perché
dopo la
morte della mia gattina, e l’abbandono di mio fratello...ero
rimasta sola. Lottare da soli è dura, Rapunzelmon...
...Akirmon...»
«Ah!»
l’altra sussultava, mentre una lacrima solcava il suo viso.
«Anche se agli
occhi degli altri...sei una guerriera forte, svegliarsi la mattina fa
sentire a tutti lo stesso...freddo! Con te è stato diverso...
...è stato
bello finché è durato. E benché mi
costi
ammetterlo, i nostri avversari dicevano il vero! E’ stato
realmente...un...gioco!!»
«Non per
me!!» tese la mano l’altra, dallo smalto nero e
scrostato
«Per me non è stato un gioco, è stata
una seria
battaglia! La prima che abbia...realmente disputato, nell’eco
delle imprese eroiche di mia madre che hanno fatto da sfondo...a-alla
mia crescita!»...«Tua madre...
...è una grande
Digimon. Uuuugh!!» mentre Violetta per rabbia stringeva quei
lacci «Non guardare da questa parte, la mia posizione
è
molto diversa!!» insisteva Starshipmon «I-Il mio
passato...è diverso. Non ospita...quel chiarore della
luna...e
la sagoma di tua madre in controluce...
...né il
bagliore di un faro...a cullare le notti. Io so che ti sembrava di
rivederlo, quando ti addormentavi...stremata nel limbo. Ed io restavo
al computer per ore!»
La guerriera bionda si
inginocchiò «Ti prego, risparmiala!! Se...sei
davvero una
madre, non torcerle un capello! Lei non ha fatto niente di male! Non
intendeva ostacolarti...» ma gli occhi di Arkanomon
brillarono
entrambi, generando un laser congiunto che travolse Rapunzelmon
«AAAAHHHH!!!»
E poi si aprivano a turno, colpendola ripetutamente.
«MAMMA SMETTILA,
TI PROIBISCO DI PRENDERTELA CON LEI!!» gridava
l’altra
imprigionata «NON CAPISCI CHE NON C’ENTRA NIENTE
COI TUOI
PIANI?! L’HO TRASCINATA IO IN TUTTO
QUESTO!»...«Oh
come sei diventata nobile, dev’essere l’influsso
della
figlia di quella volpe!» ironizzò Violetta
aggiungendo
«Tutti dicono che sia piena di classe, evidentemente ha
rimesso
in riga anche una...PESTE INSOPPORTABILE COME TE!»
Rapuzelmon fumante per
i colpi esclamava «Lasciala andare, prendi me al suo
posto!» ma Starshipmon sussurrava «Non
ascoltarla...la
disputa è fra noi due. Sarebbe un calo di
stile...confrontarti
con un avvesaria del suo calibro!»...«Sei davvero
lusinghiera, figlia mia...
...sai che ti dico?
Non me ne importa niente...!!» scandiva Violetta con odio
glaciale «Non mi incanta il vostro affetto, il vostro legame
oltraggia i miei occhi!! Nessuno è stato mai così
unito
con me, nessuno ha mai temuto tanto per la mia sorte! Persino i miei
compagni di squadra mi hanno voltato le spalle...ma mi
vendicherò...
...sì, ora che
finalmente Arkanomon è dalla mia parte tu non mi servi
più, piccola stupida marionetta digitale conciata da figlia!
Sarai smontata pezzo per pezzo, sei cresciuta per mezzo dei dati di
Guardianmon e questi mi saranno senz’altro utili! Il nuovo
popolo
ha bisogno di nutrimento...
...esso si
insinuerà tra le rovine, e formerà la nuova
civiltà! Finalmente sarò la regina di un mondo
perfetto!!» spalancando le braccia «Ogni errore
informatico
come voi due sarà cancellato all’istante! Noi
adesso non
lo vediamo...
...ma la Torre
Digitale avrà già perforato il suolo terrestre, e
grazie
ad essa potrò generare il definitivo collasso del sistema!
Nessuno potrà salvarsi...odio e conflitti spariranno per
sempre,
e non ci sarà abitante che si lamenterà del mio
mondo.
Perché il MIO mondo...» indicando un punto
indefinito in
quel cielo rossastro «...assomiglierà al regno
delle
favole e dei cartoni.»...«In pratica un mondo senza
umanità, fatto da creature finte!!»
esclamò
Starshipmon. Violetta mormorò «Tu saresti dovuta
essere la
prima...
...ma mi costringi a
riciclare i tuoi dati!!» trascinandola lentamente
all’interno dell’astronave «STARSHIPMON,
NOOO!»
sotto gli occhi disperati della compagna.
«Non
rimpiangermi così...» sussurrò
dolcemente
Starshipmon «...come si fa con una bambola della propria
infanzia. Sei una ragazza grande, ormai! Sei come tua madre, ed io...
...sono tanto
orgogliosa di te. So che sognavi di assomigliarle, anche se me lo
nascondevi...
...e ti capisco,
perché lei è buona ...e bella. Non incolparla
perché gli uomini le corrono dietro!! Un giorno con te
faranno
lo stesso...se scapperai tanto veloce da salvarti! E sarai
così
matura da odiarmi!! Se fossi stata una vera amica ti avrei detto
“torna da lei...ti vuole bene. E abbi pazienza...fra loro
tutto
si sistemerà!!”» «AMICA
MIA!»
Ma il portello di Arkanomon si apriva, pronto ad imprigionarla.
«UNA MADRE NON
E’ QUESTO!!» gridava Starshipmon, prossima a
scomparire
«RICORDATI DI QUESTO ISTANTE RAPUNZELMON!! UNA MADRE
E’
ALTRO!!...
...una madre ha un cuore...
...come la tua, prima che glielo spezzassi...strappandoti da
lei.»
Il portello si richiuse «NOOO! STARSHIPMON! SORELLA
MIA!»
«Lei non
è tua sorella.» precisava Violetta «Non
l’hai
sentita? Eri soltanto un giocattolo, per lei.» ma la
guerriera
ribatté con odio «Che il...fuoco ti consumi, sei
solamente
un mostro!!!»
«E tu la figlia di una cagna...
...travestita da volpe!!!»
Gli occhioni della
biglia luccicarono, ma Rapunzelmon volse il suo capo amareggiata,
scattando in corsa e compiedo balzi prodigiosi per non farsi colpire.
«Ahahahah!!!
Povera sciocca, fuggi pure! Tanto non ti salverai all’opera
di
consumazione che sta per abbattersi. Potrei andarmene già da
adesso, il mio compito è terminato...» serrava il
pugno
Violetta, sfoderando poi uno sguardo trionfante «...ma no,
ora
che sono qui voglio vendicarmi di questo mondo per come mi ha accolta
la prima volta che vi ho messo piede! Il Regno abbandonato
pagherà per quegli anni di inferno...detonando sotto il mio
assalto distruttivo! Andiamo, Arkanomon! Mettiamo a ferro e fuoco
questo pianeta abietto!» lasciando che l’ascensore
la
riaccogliesse all’interno.
Quegli occhioni sofferenti luccicarono ancora una volta (fine-canzone)
Le scarpe arricciolate
di un Digimon simile a un bimbo solcavano timide il locale,
finché una creatura piccola e scura non vi montò
sopra,
scalando le sue gambe per poi saltargli sul collare. La prima cosa che
il bimbo esclamò fu «Papà!! Questo
volpacchiotto
nero sembra Scratchmonina!»
Il cucciolo
parlò «Io sono Nymon. Tu sei un bambino come me,
ti va di
fare amicizia? Ho sentito che la mia sorellina e la tua sono
amiche!»...«Come sei morbido...» diceva
amorevolmente
Gravemon quando l’altro gli si strofinò al collo
«Lo
sai che sei uguale alla mia gattina quando era piccola? Io sono
Gravemon...»
Sandmon si
avvicinò in quel momento, e sul suo volto sabbioso vi era
una
paterna ed assorta espressione «A proposito della nostra
Scratchmonina...»...«Sì
papà?»
Il guerriero si
chinò «Gravemon...figlio mio, dimmi: ma tu la vedi
davvero...?»
Con la naturalezza di
tutti i bambini, il Digimon rispose «Certo che l’ho
vista!
La vedo sempre. La notte quando dormivo alla villa...ed avevo paura lei
veniva sul mio letto come faceva a casa! Sentivo anche il suo
calore...e-e poi altre volte diventava una bellissima
signora...!»
Il padre passò
il suo sguanto tra quei capelli sottili, interrogandosi forse sul
confine tra la realtà e la fantasia di suo figlio. Per poi
sorridere «Beh, in ogni caso ora hai un nuovo amico. E
guardalo,
è tale e quale a lei quando l’abbiamo raccolta dal
cestino
digitale.»
Gravemon e Nymon si guardarono, già pieni
d’affetto...
...in quegli stessi
istanti Rika passeggiava per quel luogo. Scorrendosi la mano tra i
boccoli, i suoi occhi seppur stanchi non potevano evitare di viaggiare
fra le bottiglie rotte sugli scaffali, il bancone scrostato...
...e i tavoli coperti
di polvere, che sfiorava come altri tavoli di
un’età
già passata. Evidentemente ritrovava qualcosa, persino in un
posto simile, che la riportava a un lungo periodo di tanti tentativi, e
serate tra luci soffuse e il crepitio dei bicchieri. Per questo,
benché il malessere la portasse a sfiorarsi le labbra ed il
suo
equilibrio fosse incerto, costringendola ad appoggiarsi a sedie e
tavoli occasionali, volle avanzare...
...fino a quella
finestra, dalla quale poté alzare al cielo rossastro e
nuvoloso.
Un’imponente
costruzione si poneva in controluce, troneggiando sullo scenario
desolato. Si trattava di un immensa ruota, simile a quelle dei luna
park. Non vi era però alcun bambino a rallegrare
quell’affresco, ed i vetri delle sue tante cabine erano
infranti.
La finestra da cui
Rika guardava era molto sporca, ma anche stavolta permise di
distinguere la sagoma di una volpe che si affiancò a quella
della ragazza «Come ti senti,
Rika...?»...«...triste,
dinanzi a certe realtà. Renamon, guarda...
...quella ruota non
farà divertire più nessun bambino...»
pronunciò con un filo di voce, e la volpe si
accostò a
lei «Questa assomiglia a una città
abbandonata...eppure i
suoi abitanti sembrano avere così tante idee: è
un
peccato che non sia stata data loro la possibilità di
svilupparsi...
...e a una ruota del
genere, di far girare ricordi.»...«Magari i nostri
mondi
potessero tornare a sorridere...come ha detto Kazu. Come sono poetici i
suoi sogni...e dire che sembrava un ragazzino così immaturo.
E
come è triste invece il silenzio dell’abbandono.
Il vuoto
suono di chi più non vola...perché gli sono state
spezzate le ali...»...«...hai ragione. Come
sempre...» disse Renamon chinando il capo...mentre Rika si
sfiorava il ventre lanciando uno sguardo alla ruota, per poi seguitare
la sua esplorazione del locale.
Un particolare
attirò la sua attenzione: appoggiata dalle parti del bancone
c’era una chitarra. La domatrice volle chinarsi a prenderla,
nel
tintinnio dei suoi orecchini pendenti, sullo sfondo delle sommesse voci
dei compagni in quel momento di pausa.
Guardò quello
strumento col coraggio vuole dare ancora una chance
all’impossibile, e passò le sue dita tra le corde.
In quel
momento sullo sfondo si aggiunsero altre due voci «Non ho mai
visto un cielo di quel colore...di sicuro sta succedendo
qualcosa.»...«Non aver paura...pensa solo a non
allontanarti da me. Ti chiedo solo questo.»
Rika riconobbe quella voce. E anche Renamon.
Dal buio del fondo del
locale giunsero due sagome, e gli occhi di Rika si incrociarono
attoniti con quelli non meno increduli della sua amica Himi.
Il destino contrappose di nuovo la volpe dorata e la volpe nera.
Nera come il cucciolo
che sobbalzò sul collare di Gravemon, esclamando
«Papà!!»
|
Ritorna all'indice
Capitolo 47 *** Battaglia nel Regno Abbandonato ***
puntataDT2
Rika era rimasta
bloccata con la chitarra in mano, e con un filo della sua voce stanca
mormorò «Himi...?»
«...anche tu qui, Rika...?» chiese
l’altra stupita...
...parallelamente, le
due volpi digitali si venivano incontro «Imagomon...!! Sei
nel
Regno abbandonato!» ma tra loro si frappose il loro figlio
«Papà, sei quiii!!!» invano inseguito da
Gravemon
«Aspetta Nymon, non correre!»
La commozione
affiorò negli occhi di Imagomon, che si chinò
tendendo le
sue zampe tremanti nel raccogliere il volpacchiotto
«...Nymon,
piccolo mio...»
Benché cercasse
di trattenerle, lacrime si affacciavano anche agli occhi di Renamon nel
vedere il marito stringere con immenso amore la piccola creatura...
Mentre Rika accennava
«Ma...che ci fai su questo
pianeta?!»...«E...non ti
ricordi? Dovevo partire. Ima mi ha detto che mi avrebbe portato in
vacanza.»...«Cosa?!» La rossa a quel
punto
posò la chitarra sul bancone, e puntualizzò
«Fammi
capire bene: era QUESTA la meta del vostro
viaggio?!»...«...Imagomon...è una
creatura
digitale!»...«E con questo?!! Fra tanti posti in
cui
potevate andare...Hawai, Bahamas, Seychelles, dovevate venire proprio
qui?!»...«Rika,
dai...»...«Ma...non hai visto
il cielo, ti rendi conto che siamo appesi a un
filo?!»...«Quando siamo arrivati non prevedevamo
che
sarebbe andata così! Ima doveva cercare una persona
importante...»...«...importante...»
pronunciò
Rika, e Himi «S-Sì...una creatura, insomma! Solo
che poi
la terra ha cominciato a tremare, e noi...ci siamo trovati coinvolti
nei soccorsi! Il ragazzino e il tipo con gli occhiali sono vostri
compagni, no? Certo, hanno un Digimon! Loro ci hanno fatto strada fin
qui. Il problema è che Ima non ha ancora trovato colei che
stava
cercando...»
Renamon tese la zampa
«Co-Come stai?!...vi siete trovati in pericolo?» ma
il
marito non rispondeva, seguitando a giocare con suo figlio
«Papà, non sai quanto mi sei
mancato!!»...«Anche tu figlio mio...anche tu!
Perdonami
se...sono sparito!»...«Io ti perdono. Basta che ora
non mi
lascerai più!»
A quelle parole, lo
sguardo di Imagomon si incrociò con quello della moglie. Ma
Nymon insisteva «Papà! Dicono che è
stata Akirmon a
tingere questo cielo di rosso. Ma io...non ci posso credere! Non
è il rosso il suo colore preferito. E’ il blu
della notte,
in cui volteggiava il faro. Come al villaggio!»
Imagomon chiese allora
«...è vero quello che dice nostro
figlio?»...«...in parte...»
sussurrò affranta
Renamon «Ho incrociato nostra figlia...ci siamo scontrati con
lei! Ma poi...non sono riuscita a salvarla! Sono stata costretta ad
abbandonarla, e dopo di allora il cielo ha assunto questa
tonalità.»...«Perché?!
Perché la lasci
sempre al suo destino, Renamon?!» esclamò Imagomon
scuotendola per le spalle «Quella ragazza ha bisogno di sua
madre, te ne rendi conto?!» ma lei scostò le sue
zampe con
rabbia «L’ho fatto...per assolvere i miei doveri di
Digimon!! Anche il figlio della mia domatrice ha bisogno di un padre, e
Ryo stava precipitando nel vuoto!»...«Non riesci a
metterti
in testa che nostra figlia viene prima del tuo passato!»
Ma Renamon
assottigliò uno sguardo carico d’orgoglio
«Qui non
si tratta...del mio passato, ma del futuro di tutti!!! Ma tanto non
è possibile farti capire queste cose perché non
hai mai
avuto un domatore! Non riesci neanche a proteggere la tua
donna...conducendola in un posto sicuro, e vieni a dare a me della
cattiva madre?! Sono stanca delle tue critiche!!»
Nymon tornò
mogio sul collare di Gravemon «Eccoli, ricominciano a
litigare.
Gravemon, perché un momento di felicità dura solo
pochi
secondi? Io voglio che duri tutta la
vita!»...«...Nymon...» fece Gravemon con
la sua
vocina, smarrendo il suo sguardo presso la finestra oltre le due volpi
adulte «...mi è venuta un’idea, andiamo
su quella
ruota gigantesca? Se riusciamo a metterla in moto gireremo per tutta la
vita!»...«Sììì,
dai andiamo!»
Così scapparono come due monelli.
Mentre Rika protestava
«Credimi, l’ultima persona nella lista che
immaginavo di
vedere eri tu, e l’ultimo Digimon proprio il marito della
mia,
che per altro si sta rivelando un vero incosciente!! Era meglio che
sposava Beelzemon a questo punto, lui in vacanza nel Regno abbandonato
non l’avrebbe porta...portata!»...«Rika
ma che ti
succede?! Perché barcolli...?» accorse Himi a
sorreggerla,
e lei «...una nausea...»...«Ma che
poi...si
può sapere oltretutto che ci fai TU qui, con gli
altri?!»...«...e indovina un po’? Io sono
qui per
lavoro, per me non è ancora periodo di
ferie!!»...«Per lavoro?!...incinta?!! Con un marito
appena
operato di tumore, per giunta?!!» tuonò la donna
dai
capelli scuri «Te ne dovresti stare a casa a occuparti di
lui,
non in un mondo prossimo alla
cancellazione!!»...«Scusami
tanto! Non l’ho scelto io che questo mondo gridasse aiuto
proprio
adesso, poiché attaccato dalla figlia della mia Digimon in
quanto sconvolta perché non ha più il
padre!!»...«Ah, quindi alla fine di tutto sarei io
la
responsabile della rovina del Regno abbandonato? E’ questo
che
stai cercando di dire?»...«Pfff, lasciamo
perdere!»
liquidò Rika in un gesto spazientito ma Himi le
afferrò
la mano «Nooo, qui altro che lasciamo perdere, qui la
verità è solo una, e cioè che
tu-sei-pazza, Rika!
Sei psicolabile, ormai è una questione su cui non ci piove!!
Aveva ragione tua madre, e io scema che ti difendevo dicendo che era
un’isterica! Se quella non diventa nonna la colpa
è SOLO
TUA!»...«Miiia???!!!» fece Rika indicando
se stessa e
sgranando gli occhi più che mai «IIIO sarei pazza
quando a
dirmelo è una che va nel Regno abbandonato in vacanza?!! Con
un
Digimon sposato, oltretutto!!!»...«Eh, sposato,
sposato!
Sempre con questo sposato, ma si può sapere alla fine che
vuol
dire?! D’accordo, esistono gli uomini sposati, lo sai pure tu
Rika! Pure il redattore di tesi era sposato, te lo ricordi?! Veniva al
local-»...«ShhhhhHHH!!!» Rika le
tappò la
bocca «C’è mio marito (!!!)
»...«Adesso
te ne ricordi (!)»...«Beh meglio adesso che mai
come te, il
tuo l’hai del tutto cancellato dalla memoria (!)
» e
così via...
...a scapito di Ryo,
disteso sul tavolo e ancora stordito «Non possono...fare un
po’ di silenzio?» Kazu scherzò
«Lasciale
perdere: due donne in campo sono peggio di due
Digimon!»...«Ma si può sapere chi ha
incontrato, mia
moglie...? Questa medicina mi appanna gli occhi...»
mugolò
il domatore pelato, e Kenta si aggiustò gli occhiali
«Da
quel che ho capito è...l’amante...del marito...di
Renamon!»...«Uhm?!...
...Himi...?»
sussultò il ragazzo, mentre Kazu si premurava
«Ryo, non ti
alzare.»...«Ma...possibile, sono venuti qui? Adesso
ci
mancava anche questa...» tornando a distendersi con una mano
sulla fronte, mentre Kenta scherzava «L’aria si sta
facendo
frizzante. E non solo per via del
cielo!»...«L’amante...del marito di
Renamon...»
si ripeteva Ryo, per poi volgere gli occhi ai compagni
«Quindi
ragazzi...scusate, ma ora non connetto bene: Himi
cos’è
per me, in quanto a parentela...?» Kazu si trattenne a stento
dal
ridere «Pfff! Cos’è questo, un quiz per
domatori
leggendari?»
Rika intanto
concludeva «Meraviglioso, fantastico, questo completa il
quadro!
Non solo non sappiamo che ne sarà di noi e di questo mondo,
ma
ora fra i suoi abitanti ci sono anche la mia amica e-e il marito della
mia Digimon, come due incoscienti in villeggiatura!! Guarda anche di
cosa mi devo andare a preoccupare...!!» rivolgendo in alto
un’espressione di vera pena «Tu sta al tuo posto!
Noi
sappiamo badare a noi stessi.» garantì Himi, ma
Rika
«Non se ne parla neanche, sei troppo inesperta! Tu e quello
scriteriato non sapete muovere un passo in un mondo del
genere!!»...«Accidenti, grazie: che bella fiducia
stai
dimostrando.» replicò Himi, e Rika fu colpita
dalle sue
parole. La sua amica sfoderò il Digivice «Questo
posso
anche ridartelo a questo punto: suppongo che tu me l’abbia
donato
solo perché non avevi fatto in tempo a farmi un regalo per
il
compleanno. Ma in questo caso non dovevi disturbarti...
...se non mi ritieni
alla tua altezza, tanto da non poter sopravvivere in un mondo del
genere...»
Rika restò
imbambolata, e nei suoi occhi si specchiò il rimorso per le
sue
affermazioni, ma furono interrotte dall’improvviso silenzio
che
calò, sullo sfondo di alcuni passi incerti. Nel trasalire
generale, una figura stremata e dall’armatura fumante si
affacciò sulla porta del locale...
...congiungendo le voci delle volpi nel sussurro
«...Akirmon...
...!!!» ma
destando la reazione immediata di tutti i domatori e i Digimon
«Ferma lì, Rapunzelmon!»
esclamò Henry
aggiungendo «Qualunque sia il tuo scopo fa molta attenzione,
perché non appena muoverai un solo passo te la vedrai con
tutti
noi!»
Lei non alzò lo
sguardo, ma benché mosse più di un passo nessuno
osò contrastarla...
...sotto i loro occhi
costernati, compresi quelli di Rika e di Himi rimasta con il Digivice
in mano, la guerriera avanzava sui suoi stivali fusi, dal tacco ormai
spezzato. Tutti si accorsero che era ormai inoffensiva, e
l’unica
che ebbe il coraggio di avanzare fu Renamon «Fi-Figlia
mia...!» mentre Imagomon era paralizzato dal timore
“Akirmon...!!”
Solo di fronte a lei
Rapunzelmon destò lentamente, timorosamente i suoi occhi
azzurri...piegando le gambe fino ad inginocchiarsi a terra, rivolgendo
sguardo a tua madre «Vengo a supplicarti...(canzone: Leona
Lewis - I will be)
...di avere clemenza per la mia povera sorella! S-Sua madre...
...l’ha rapita
per ucciderla, io...so che ha fatto molto male a te, come a tutti voi!
E so anch’io di averne fatto altrettanto! Ma confido nel
trovare
comprensione in te che...
...s-sempre mi
parlavi...dell’importanza del perdono...» mentre
lacrime
solcavano il suo viso, e anche quello dei suoi genitori.
Himi si sfiorava le labbra incredula...
«...e del fatto
che le creature...p-possono cambiare...com’era cambiata la
tua
domatrice! I-Io ti prego di perdonarmi...
...il nostro gioco
è finito.» chinando il capo «Abbiamo
giocato col
fuoco e ci siamo scottate! Ma non permettere che lei sia
bruciata...a-andate ad aiutarla, voi che siete così
potenti!» aggrappandosi alle zampe della madre «Per
favore
mamma, supplica i tuoi compagni di salvare Starshipmon, io...l-le
voglio bene!!!»
Renamon alzava lentamente le sue braccia tremanti...
...e la figlia
«...è-è solo mia la
responsabilità, credimi!
Io sono voluta andar via di casa, qualora riusciate a salvarla lei ti
dirà che mi ha plagiato, ma...
...n-non sarebbe vero:
io ho voluto seguirla, perché ero...e-esasperata dal dolore
per...dal dolore per...!!!» ma Renamon la
abbracciò con
impeto «Ah, bambina mia!!! Non temere,
n-non...piangere!» e
Rapunzelmon alzò i suoi occhi attoniti «Mamma...?!
Ma
tu...davvero non mi serbi rancore per ciò che ho fatto? Non
sogni di...distruggermi, come fa invece la madre di
Starshipmon?!»
(mentre Sandmon
dilatava la sua bocca ondulata, e Mako lo trascinava fuori a forza. Nel
frattempo tornavano anche Suzie e Lopmon, che si scambiarono uno
sguardo attonito...)
«C-Cosa?!»
sussultò Renamon, stringendola più forte
«C-Come
puoi pensare una cosa del genere?!! Mi sembra un sogno
poterti
ancora stringere fra le braccia!! Un sogno...a cui comunque avrei
rinunciato se questo avesse significato la tua salvezza! L-La
tua...felicità! Sai perché non ti ho soccorso,
quando eri
stremata a terra?!» affermò Renamon socchiudendo
il suo
occhio e versando una lacrima «Poiché si trattava
di
scegliere fra te e un ragazzo...che è stato malato. E non
è forse egli più fragile? Io so che tu sei una
ragazza
grande, ormai! Grande...e forte!» pronunciò con
orgoglio
«...e confidavo che ti rialzassi da sola, come infatti
è
stato!! Quando ti ho vista...il mio cuore si è riempito di
sollievo! E di amore...»...«Ah, mamma!!»
gridava
Rapunzelmon tra le lacrime «...è stato terribile,
in quel
momento ho creduto di morire anch’io e quando l’ho
vista
portar via...ho invocato il tuo nome, nella disillusa speranza che
potessi accorrere a salvarci entrambe!! Tu sei la mia
eroina...perdonami...per averti guidicata male!!» e mentre la
madre le carezzava i capelli striati, un’altra zampa si
adagiò sul suo capo «...sta tranquilla, aiuteremo
quell’amica a cui vuoi molto bene.»
Fu allora che
Rapunzelmon alzò i suoi occhi ingenui, pronunciando in un
sussurro «...papà...» e rivolgendo
sguardo a
entrambi i genitori «...sei qui?!...
...siete tornati
insieme?!!» esclamò in un moto di speranza. Le due
volpi
si scambiarono un’occhiata fulminea, e Imagomon
replicò
«Ma...certamente, non devi neanche dubitarne! Io e tua madre
abbiamo chiarito tutti i malintesi ormai.»...«...mi
sembra...nient’altro che un sogno...» pronunciava
la
guerriera con un filo di voce «Un...bel sogno. Forse mi
risveglierò nel mio letto...nella nostra casa al villaggio!
Sentirò mio fratello...che chiama il mio nome!»
...mentre i genitori
si comunicavano col solo sguardo che, dato il suo stato, era il caso di
farla adagiare su quel pensiero.
Renamon dunque
si avvicinò, e chinandosi su di lei le sfiorò la
spalla
«Non devi dubitarne, tesoro. Quello che tuo padre dice
è
vero.»...«...ma i bei sogni sfumano al mattino, ed
io ho
paura mamma! Dopo aver visto l’inferno nella famiglia di
Starshipmon, mi sento...nuda e indifesa! Temo il vero volto di questo
mondo. E il pensiero...
...che tu possa andartene un’altra volta.
Papà!»
Rika li guardava,
asciugando una lacrima che scolava il suo trucco, rivedendosi in quella
creatura che sognava una famiglia unita. Ma Himi si
allontanò da
lei, e dirigendosi verso quei Digimon puntualizzò
«Non hai
motivo di temere, dolcezza!!»
Il suo tono suonava
arrogante e stizzito, e Rapunzelmon la guardò con paura
«...tu...?!»...«Sì, io! La
strega cattiva, la
rovina famiglie! Ma come accade quando ci siete voi Digimon in giro
tutto è bene quel che finisce bene! Guarda dove mi ha
portato
quel disgraziato di tuo padre solo per darmi questo!!»
mostrandole così il Digivice, e destando i loro sguardi
attoniti
«Ecco a cosa si riduceva il nostro amore: “per
favore, puoi
essere la mia domatrice?” Certo, e io che mi aspettavo una
storia
da favola! Potevi dirlo subito che stavi cercando solo un terrestre per
eguagliare tua moglie!»...«Himi...»
pronunciò
Imagomon...
...ma gli occhi di
Rapunzelmon si accesero di speranza «Ma allora
papà...tu
non eri innamorato di lei!»
Himi afferrò la
zampa di Imagomon, intimando fra i denti «Non...una parola
che
smentisca il suo sogno, è sotto shock, è
sconvolta!! Deve
credere che vi siate riconciliati, tutto il resto poi si
vedrà!» così perentoria che il Digimon
non ebbe la
forza di contraddirla. Himi parlò a Rapunzelmon
«E’
inutile che mi guardi con quegli occhioni azzurri! Ti sembro forse
ridicola?! Beh lo sono, raggirata da un Digimon con la sua voce da
attore retrò!»
Rika pensò commossa “Himi...
...sei davvero una persona stupenda!”
Renamon e Imagomon si
sfiorarono, e la prima parlò «Guardaci cara, io e
tuo
padre...ci amiamo! Proprio come un tempo.» così,
dietro il
ferreo cenno di Himi...
...Imagomon strinse a
sé la moglie e la baciò. Rapunzelmon li fissava
piena di
gioia...
...e anche Himi e Rika
si guardarono, nel tacito ordine di fare silenzio, e nel muto
ringraziamento della domatrice alla sua amica (fine-canzone)
All’esterno,
sotto il crepitio delle nuvole sempre più fitte
«Hai
sentito, Mako?!! Quella pazza di mia moglie vuole liquefare mia figlia,
vuole la sua fine!!»...«Devi stare calmo Sandmon,
sì
ho sentito! Ho sentito e non le permetteremo di compiere un simile
scempio...
...ascolta, so che
è un momento difficile ma mi preoccupa tuo figlio:
è
ancora piccolo, e bambini come lui sono i primi da tutelare in questi
casi. Sei sicuro che non abbia
sentito?»...«L-L’ho
visto uscire...
...ma spero che non si
sia allontanato! Gravemooon!» scattò in corsa il
guerriero
nello scampanellio delle sue ferraglie.
Suzie usciva in quel
momento con Lopmon, incrociando timidamente lo sguardo del domatore
«Hai visto Sandmon?» chiese la ragazza con tono
forzatamente distaccato «Si è allontanato per
cercare suo
figlio...» rispose lui, e mentre Lopmon volgeva lo sguardo in
tale direzione, le prime gocce di pioggia bagnavano gli occhiali di
Mako «Stavo pensando...» accennò costui
«...se
è successo tutto questo significa che Violetta è
qui.»
La domatrice non
rispose, e restarono occhi negli occhi di fronte a quella temibile
eventualità, finché nel rombo di un tuono si
mescolò un grido
«Allarme!!!»...«Che cosa
c’è, Fortuna volata?!» chiese Mako
all’arrivo
del gufo «Allarme!! Un...gigantesco Digimon sta devastando il
Regno abbandonato!!»
I due ragazzi sussultarono «Che cosa?!» fece
Suzie...
Nuvole sempre
più spesse coprivano gli spicchi rossi di cielo, ed il buio
calava mentre Sandmon si avvicinava all’immensa ruota
«Gravemooooooooon!»
Le gocce
picchiettavano la sua armatura «Gravemooooooon, scendi di
lììì! E’ pericoloso!!!
Gravemooooooooon!»
...ma il primo lampo
permise di intravedere una sagoma incappucciata di scuro, era in piedi
sul vagoncino più alto.
«Uhm?! E quello
chi è?!» Sandmon sfoderò la spada
«Bada! Se
sei un...complice di mia moglie venuto ad attaccarci io ti
farò
assaggiare la mia lama!»
La creatura, alta e
longilinea, balzò agilmente facendo dilatare gli occhi del
guerriero «Che...salto prodigioso! Assomiglia a quelli delle
volpi digitali. La sua è di certo una sfida, ma io non mi
lascio
intimorire se si tratta di proteggere mio figlio...!!!...»
allungando la sua spada colpita dalla pioggia sempre più
fitta...
...finché non udì un grido
«Papà!»
«Oh?!!» Sandmon alzò di nuovo gli occhi
verso la ruota.
Sulla cima di un altro
vagoncino c’era un ragazzo dal turbante avorio
«Papà! Io e Nymon eravamo andati a giocare su
questa
ruota! Ma poi...
...la gioia di esserci
incontrati e esser diventati amici ha permesso a entrambi di
digievolvere!!»
«Ohhh? Figlio
mio...» spalancò la bocca Sandmon «Vuoi
dire che lui
è...?» spostando timidamente lo sguardo sulla
sagoma
incappucciata dinanzi a lui...
All’interno del
vecchio locale, mentre la pioggia iniziava a scrosciare, Leaf sorrideva
“E’ bello vedere Renamon e Imagomon uniti come un
tempo...il loro amore ha accompagnato tanti giorni di pioggia come
questo, al villaggio.” e accanto a lui Takato indicava
«Mamma, li vedi...?» e sul suo viso vi era un
assorto
sorriso «...quei due Digimon sono dei cari amici. Le
incomprensioni li hanno divisi, ma ora finalmente si sono
riconciliati...
...nonostante tutto,
l’amore per la loro figlia è stato più
forte.» mentre Renamon e Imagomon restavano per mano dopo
quel
lungo bacio, ma con lo sguardo sospeso sulle grandi incognite che ora
profilava il loro futuro.
“Imagomon...amore mio!!” pensava lei dal fondo del
cuore
“Magari tutto questo fosse vero! Magari la pioggia potesse
risparmiare questo sogno...”
“Renamon...le
tue labbra sembrano amarmi!” pensava lui “E vicino
a te il
mio cuore torna a intuire qualcosa di splendido! Ma non sarà
un
altro inganno? E Himi??” volgendosi verso la donna, che lo
fissava con composto orgoglio “Cosa devo fare con lei?
L’ho
trascinata qui nel pericolo, facendole mille promesse...”
assottigliando lo sguardo, mentre Renamon lo scrutava con pena, temendo
il persistere di un legame fra lui e la terrestre.
Mie che li guardava,
sentiva il suo cuore riempirsi di dubbi “Le mani di quelle
creature sono strette tra loro...
...ma lui ancora si
volta indietro verso l’altra!!” mentre Takato si
accostava
a lei con fare premuroso «Dì la
verità...non sono
suscitano tenerezza?»
Ma niente riusciva a
rimuovere quel velo di angoscia dagli occhi della panettiera.
Rapunzelmon si
asciugava le lacrime con le sue unghie corvine «Mi sembra di
essere...tornata a casa. Avevo perso la fiducia in questi miracoli, lo
ammetto. Ora potrei essere...completamente felice, se solo il mio cuore
non pulsasse di pena per la sorte della mia compagna. Quelle scene non
fanno che tornarmi alla mente! Lei la...stringeva con i lacci luminosi!
E la creatura infernale che la affiancava...ci colpiva ripetutamente!
Nonostante i numerosi dati acquisiti le nostre tecniche non potevano
nulla, eravamo inermi in balia della sua furia! Quegli
occhi...riflettevano la luce dell’inferno! Non ho mai visto
degli
occhi così...»
...mentre fra i
domatori cominciavano ad insinuarsi i primi dubbi «Creatura
infernale...?» sussurrò Kenta rivolto a Takato e
Kazu. Ryo
si rialzava aiutato dal suo Digimon «Occhi
così...? Di
quali occhi sta parlando...?»
Rapunzelmon continuava
tra lacrime incessati «Ma nonostante tutto...quegli occhi
riflettevano pena! Non vi era inferno più ardente...e
glaciale
al contempo di quello riflesso negli occhi di lei! Sì,
travestita da madre nelle parole...e da regina negli abiti...sembrava
provare gusto nell’assistere alla nostra disperazione!
Sembrava
fremere dal desiderio di separarci...nutrirsi di gioia
nell’assistere al mondo che crolla...e brucia.»
finché la madre non la abbracciò
«...spazzerò via questi brutti ricordi per
te!»
In quel momento Rika
afferrò bruscamente il Digivice, e attraversò il
locale
nel passo tuonante dei suoi tacchi «Amore, dove
vai?!» Ryo
la afferrò per un braccio, e lei neanche si volse
«C’è bisogno che lo dica? Vado a porre
fine alla
malvagità di Violetta.»...«Rika sei
impazzita?...!
Non fare follie!» a quel punto si girò di scatto
«Sarebbero follie?! Guarda, guarda come l’ha
ridotta!!»...«Lo vedo come l’ha ridotta,
appunto!!
Non voglio vedere ridotta anche te nello stesso
modo!»...«Ah sì? Io invece si
dà il caso che
voglia vederci lei!!» cercando di liberarsi, ma suo marito la
strinse più forte «Non...muovere un solo passo:
amore dai,
è inutile rievocare la solita prassi rifritta! Tu che ti
butti
come una pazza, io che ti vengo a salvare quando ormai è
proprio
l’ultimo secondo...andiamo insomma, è roba
vecchia! Come
noi, sotto un certo aspetto.»...«Cooosa?! Non so
come tu
faccia a dire queste cose!» esclamò ritirando di
scatto la
sua mano «Sarebbe vecchio accorrere in soccorso di chi ha
subito
ingiustizie, di chi ha assistito all’orrore di separazioni e
morte?! Questo intervento non ha tempo...!!!...così come non
ce
lo ha il mio operato!» ma Ryo la afferrò di nuovo
«Benissimo, così lei riduce te nello stesso
identico modo
e ci scambiamo di posto, mi metto io ad assisterti mentre tu sei
infilata nel letto con la...(canzone: Charice
- Always you)
...sola differenza che
il nostro bambino non c’è più. Mi
dispiace, ma ora
sono tuo marito! Non ti lascio andare allo sbaraglio contro una folle
come Violetta...se tu sei testarda io lo sono più di
te.»
Il cuore di Rika era
scosso da conflitti, ma serrava i denti e non voleva cedere.
Nello stesso istante
irrompevano Suzie e Mako «Ragazzi!! Il Regno abbandonato
è
in pericolo, dobbiamo intervenire!»...«Violetta lo
sta
attaccando!»
I domatori restarono
trasecolati. Rapunzelmon si gettò terrorizzata tra le
braccia
del padre.
Rea disse «Non
ci siamo ancora ripresi...la battaglia è
incessante!» ma
Henry si aggiustò gli occhiali «Non ci resta altra
scelta...dobbiamo intervenire, non possiamo lasciare questo mondo al
suo destino.»
«Takato!»
fece Cindermon «Anche se ho combattuto tanto io ancora
energie,
sono pronta a tornare all’attacco!» ma lui la
sfiorò
«Non devi eccedere, Cindermon. Sei stanca anche tu.»
Leaf si
avvicinò a Renamon, sussurrando «...ho paura per i
ragazzi...li vedo diversi.» e la volpe affermò
«Anch’io!! Hanno combattuto fino allo stremo delle
forze...la preoccupazione per i loro cari li sta lacerando, e sta
generando tensione!» adocchiando infatti la sua domatrice
battibeccare col marito («E così per te va bene
rischiare
ma per me no! Ti ricordo che poco fa sei biodigievoluto con
Cyberdramon! Una fusione pericolosa, che non avreste dovuto neanche
fare!!»...«Era indispensabile!!! Acc, possibile che
tu sia
così testarda? E comunque se ti può consolare ora
neanch’io posso scendere in campo! Va bene, sei
contenta?!»)
Leaf gemette in un
fievole «...chi ci aiuterà...?» mentre
la pioggia
rigava il vetro della finestra alle loro spalle. E lo sguardo di
Renamon incrociava quello di Himi in una strana sospensione...
«Tranquilla
figlia mia, i domatori interverranno...» mormorava Imagomon,
ma
la figlia stretta a lui sussultò alla vista di qualcuno
oltre la
finestra «Ah! Papà, ma quello...
...è il padre
di Starshipmon. Non ho altra scelta, devo andare da lui. Devo
comunicargli...quello che è successo.» ammise con
sguardo
mesto ma responsabile.
Così un attimo
dopo furono nella pioggia. Rapunzelmon si incamminò a passo
incerto verso Sandmon, tendendo la mano dal guanto fuso
«Sono...la compagna di battaglia di tua figlia. Vengo a dirti
che
nonostante tutto lei confida in te! Oh?»
Ma una volta sfiorata
la spalla di Sandmon, un’altra mano si adagiò su
quella di
lei «Akirmon, sorellina...!»
La guerriera dagli
occhi azzurri dilatò lo sguardo, quando lo vide calarsi il
cappuccio così che la pioggia confondesse la sua commozione.
Era un ragazzo dal
viso magro e occhi azzurri penetranti, ma le sue orecchie erano ancora
simili a quelle di una volpe, così come le sue zampe
metà
umane e metà coperte di pelo e artigli. Nella pioggia
risuonava
il tintinnio dei suoi orecchini, pendenti e argentati a forma di faro,
come quello che vegliò sulla sua infanzia.
Ryo sfoderò prontamente il Digivice «Aladynmon...forma evoluta di
Nymon...»
ma Rika adagiò su di esso la sua mano, in una richiesta
tacita
di fare la pace che il marito accolse con affetto.
Il ragazzo-volpe aveva
sguardo amabile «Credevo che non ti avrei...mai
più
rivista, temevo mi avessi dimenticata.»...«Oh
Nymon...» si avvicinò la sorella...
...e sotto gli occhi increduli dei loro genitori...
...si strinsero in un
tenero abbraccio, in cui lui la avvolgeva con il suo manto nero
«Vieni...riparati dalla pioggia. Hai dei così bei
capelli,
non meritano di essere bagnati.»
Leaf li osservava,
intrecciando le sue mani bendate per ripararsi come poteva “I
piccoli Akirmon e Nymon sono cresciuti. Che tenerezza, mi sembra ieri
che stentavano a pronunciare il mio nome!”
Teardropmon intanto si
affiancava a suo padre «Coraggio papà...vedrai che
tutti
uniti ce la faremo.» Sandmon appoggiava la mano su quella del
ragazzo...mentre la grande ruota grondava di pioggia...
Himi scappò
sotto la tettoia, dopodiché si rivolse a Rika e Ryo
«Sentite, mi è venuta un’idea! Io e
Imagomon non
abbiamo ancora combattuto...
...Rika, ascolta: lo
so che io sono una inesperta. A differenza di te io non ho mai preso
parte a queste cose...non conosco il mondo digitale, sono ignorante su
dati e creature. Ma sono animata da passione! Una passione...che mi
conferisce l’amore. Se ancora ti rimane un po’ di
fiducia
in me permettimi di scendere in
campo...»...«Himi...»
tremava la voce di Rika, mentre lo scheletro di unicorno si accostava a
loro «Il nostro mondo prevede un sistema di difesa, potremmo
provare ad attuarlo! Vedete quella grande ruota?...
...sparsi per la
città vi sono sette emblemi, ciascuno per ogni vagoncino.
Caricandoli contemporaneamente potremmo innalzare una barriera
protettiva! E’ una risorsa antica, celata in quella struttura
apparentemente in rovina.» Himi ammise «Mi sembra
un’ottima idea! Nel frattempo io assieme ai due ragazzi
potremmo
tenere a bada questa...Lilletta...Ninetta o come caspita si chiama! Che
ne dici Rika?...
...ti prego...»
Rika avanzò
verso di lei, prendendole le mani «Himi...se io mi preoccupo
per
te non è perché non creda nelle tue
capacità! Ma
esclusivamente...
...perché temo
di perdere un’amica. Violetta è un nemico
terribile, te ne
rendi conto...? Non voglio guardarmi indietro sapendo che tra i
frammenti perduti ci sei anche tu. Mi fa
paura!»...«Rika...ma io non voglio neanche
guardarmi
indietro...e sapere che nella mia vita non c’è mai
stata
un’emozione del genere. Dammi l’occasione di
provare...
...tu l’hai avuta quando è stato il
momento.»
Ryo si avvicinò
alla moglie, sussurrando «...ha ragione, in fondo ognuno ne
ha il
diritto. Se avessero tentato di fermarci ci saremmo
indignati...»
Rika a quel punto
accennò «Himi...tu sai suonare, io lo so. Qua
dentro
c’è una chitarra, promettimi che tornerai e
canterai per
il Regno abbandonato!» Ad Himi si illuminò lo
sguardo
«Davvero vuoi concedermi un’occasione del
genere...? Bene,
almeno ho la scusa per non farmi pestare. Non preoccuparti, io ho
fiducia!» schizzando sotto la pioggia...
...mentre Rika si
gettava tra le braccia di Ryo «Ho paura!!» ma lui
sorrideva
fiducioso «Non preoccuparti! E’ testarda, ha
lavorato con
te tempo sufficiente! In fondo ti sei buttata in rischi del genere
tante volte...ma nessuno mi ha mai liberato di te!»
Con il sorriso cercavano di resistere a quel momento difficile.
Renamon fissava Himi e
Imagomon, la prima con il Digivice in mano. Dopodiché disse
«Andate...!!...
...tu hai avuto il
coraggio di bleffare davanti a mia figlia, ora io non posso essere da
meno e impedirvi di compiere il vostro dovere: prima di tutto siete una
coppia di domatore e Digimon!...
...Himi, Imagomon...in
bocca al lupo.» scandito tra i denti, volgendo lo sguardo.
La donna bruna rispose
«Grazie, Renamon.» per poi esortare il Digimon
«Facciamo del nostro meglio!»
Ma Imagomon continuava
a fissare lo sguardo sfuggente di Renamon che si allontanava nella
pioggia. Intanto, a loro si accostarono Teardropmon «Noi
veniamo
con voi...» e Aladynmon «...vendicherò
ciò
che Violetta ha fatto a mia sorella.»
Quando Renamon
tornò da Rika, riferì «E’
tempo di lasciare
il campo ai giovani...i nostri figli desiderano aiutarci.»
Cindermon incitava
Takato «Noi intanto cerchiamo gli emblemi!» e
questi
replicava «Prepariamo il sistema di difesa della
città!»
Mako, Suzie, Kazu, Kenta e i loro Digimon erano pronti a intervenire.
Lo stesso per Henry, Rea e Terriermon.
Calumon divenne Snowhitemon, chiudendo le sue ali per proteggere Puppet.
Insieme si volsero a
scorgere Aladynmon che si innalzava su un tappeto volante, costeggiando
la ruota per poi sparire nel cielo piovoso.
Egli assomigliava a un
simbolo del tempo che passa: non importa che le generazioni ruotino,
c’è sempre un Digimon pronto a volare (fine-canzone)
Ma purtroppo
l’aria di ogni epoca sembra destinata a lacerarsi dietro un
grido. Il grido di terrore di chi viene ingiustamente oppresso, come
quelle creature...piccoli unicorni, ed elfi bambini...famiglie intere
di gufi che stentavano a volare, le cui ali di alcuni venivano
purtroppo spezzate da quei laser spietati, sfumando nei pochi dati di
cui erano composte.
«AH, AHAHAHAHAHAHAHAH!...
...ecco finalmente
quello che meritate! Il governo attraverso il pugno di ferro!! Ero
arrivata con le migliori intenzioni, portando con me un cesto di dolci
e caramelle! Ma voi avete calpestato ogni premura, e ciò che
raccogliete oggi è solo quello che avete seminato!...
...tremate, del Regno
abbandonato!! Poiché chi sparge vento altro non si ritrova
tra
le mani...
...che tempesta, e distruzione!!!»
Gli occhi della biglia
digitale intonavano al cielo un lacrimevole strazio, per poi luccicare
di energia liberando dardi nell’aria...
...che piovevano su
quella umile città dai richiami west, accendendo i suoi
vicoli
con la luce del fuoco.
Violetta accoglieva
quella sfumatura nel suo sguardo, mentre i suoi capelli volavano al
vento e si riempivano di cenere «Sono potentissima...
...finalmente non ho
più bisogno né di amore né di
amicizia! Non mi
occorrono genitori né parenti, mi basto da sola! Un
fidanzato
è superfluo...
...una famiglia ho
dimenticato cosa sia! Dei figli...ricordo solo che si tratta di dati
riciclabili! L’unico strumento in grado di aprirti il cammino
è un Digimon dalla furia illimitata! Continua, mia potente
alleata...
...appaga i tuoi occhi con la rovina del regno,
AHAHAHAHAHAHAHAH!!!»
La sfera serrava gli occhi come chi non vuole vedere più
niente...
...ma questo la
caricava di energia, che si liberava su quelle strade in una girandola
di laser.
Di nuovo
biodigievoluti, i ragazzi non si erano ancora separati quando, in volo
nel cielo piovoso, Cupidmon indicò qualcosa a Rubymon
«Guarda...! E’ terribile...»
Gli occhi fiammanti
dello spirito autunnale si strinsero di pena «Sta consumando
tutto senza pietà...»
Carermon ammise
«La malvagità degli uomini non conosce limite...il
mio
corpo soffre nel riflettere queste scene!» alludendo alla sua
consistenza vitrea, mentre Geniusmon si aggrappava a lui
«Resistiamo, siamo gli unici che possiamo ostacolarla!
Ragazzi...ma secondo voi chi è quel Digimon che ha portato
con
sé?»
LadyCannonmon taceva,
contemplando quelle famiglie di creature allo sbaraglio
“Akemi...cara compagna, mi rallegro che tu non sia qui ad
assistere alla rovina del mondo digitale. Ora ne ho la conferma,
abbiamo lasciato l’infanzia alle spalle...
...tutto questo non
è più un gioco, o un’ avventura. Ma
ciò
nonostante...
...quegli eroi esistono ancora!!” (canzone: S
Club 7 - Stronger)
Intensificando il loro
volo, tutti piombarono sul nemico dietro esortazione di LadyCannonmon
«Senza paura, ragazzi!!»
Giungendo in
picchiata, furono sorpresi dall’improvviso volgersi della
sfera:
i suoi occhi atterriti puntarono contro tutti loro, che arretrarono
nella pioggia «Sembra...l’incarnazione della
tristezza!» ammise Carermon.
Ma una voce canzonatoria li accolse «Guarda chi abbiamo
qui...!»
Cupidmon
incalzò «Violetta...!! Siamo qui per chiudere i
conti! Ti
faremo pentire per tutto il dolore che hai sparso!»
La donna dal manto
stellato si scrollò i capelli «Siete proprio
calati in
basso, un tempo non proteggevate un prospero regno dei cartoni? Ora
siete qui, ad arrabattarvi nella pioggia per quattro rifiuti
digitali!»
Rubymon si fece avanti
«Noi non giudichiamo dall’apparenza come te...
...dietro ciò
che sembra brutto e corrotto si nasconde un cuore lucente di
sentimenti!! Queste famiglie hanno un passato alle spalle...
...ed un futuro di
fronte a loro, che tu stai minacciando col tuo cieco
egoismo.»...«E’ tutto
inutile...»
replicò la nemica «...questa parola sta per
diventare di
mia proprietà! Mentre siete qui a gingillarvi con un gioco
inutile, come avete sempre fatto fin dall’infanzia, sulla
vostra
terra sarà già sorta la Torre Digitale!»
«La Torre
Digitale?!» esclamò LadyCannonmon, e Geniusmon
«Ma
di cosa parla...?»
Cupidmon intervenne
«Era il monumento magico sfruttato agli albori di Digiworld
per
la sua difesa!»
Violetta spiegò
«Sì, un tempo servì per liberare
Digiworld
dall’assalto di questo regno!! Ora occorrerà per
spazzare
le tracce di imperfezione lasciate da umani e creature digitali! Le
vostre specie non meritano di esistere, sono capaci solo di tradire e
scontrarsi tra loro!»
Rubymon sfoderò
la spada «Le stesse parole del D-Reaper! Le abbiamo smentite
una
volta, non ci tireremo certo indietro con te!!»
«Ahah...questa
volta è diverso. Ho un alleato imbattibile, e presto il mio
esercito si arricchirà di nuovi e potenti
guerrieri...»
Gli occhiali di
corallo di Geniusmon si illuminarono, e le sue lenti effettuarono la
scansione della misteriosa biglia dagli occhi tristi «Arkanomon...prototipo di arca
digitale, come Grani! Forma evoluta di IceLilymon...IceLilymon...?
Non conosco questo Digimon...forse Violetta lo teneva
nascosto!»
ma Carermon intervenne «Kenta, non ricordi quel che abbiamo
sentito?!» Geniusmon rifletté «...non
sarà
forse...!!!»
Rubymon esclamò «La figlia di IceDevimon!...
...e della signora Asanuma!!!»
Geniusmon
sfoderò la sciabola «Hai trasformato la piccola
Akiko in
un mostro, sei soltanto una vigliacca! Ma io...la libererò
da
questo incantesimo, flusso
stellato!!!»
Carermon lo spalleggiò con «Carezza lunare!!»
Ma i loro getti di
sfumatura blu e argentata furono assorbiti dall’occhio destro
e
sinistro di Arkanomon, che poi brillarono...
...restituendo i colpi
ai mittenti con potenza raddoppiata
«AAAAAAAHHH!!!»...«UUUUUUUGH!!!»
Carermon e Geniusmon
furono soccorsi da Rubymon e Cupidmon, mentre LadyCannonmon constatava
«Riesce ad assorbire le nostre mosse!!»
Violetta, che
troneggiava sulla sommità della sfera, annunciò
«Arrendetevi, non esiste creatura più potente di
chi
convoglia un dolore e una frustrazione senza limiti! Arkanomon ne
è l’esempio...sono riuscita a raggiungere
l’apice
nelle digievoluzioni del male!»
«Come ha fatto a
ridurre una bambina in quello stato?!!» esclamò il
genio
digitale, ma il badante mormorò «Non abbiamo tempo
di
approfondire, siamo troppo deboli per ingaggiare una battaglia!
Sparpagliamoci, e innalziamo la barriera cittadina! Mako e Puppet ci
stanno già precedendo!»
Le armi furono
riposte, e Rubymon ringhiò «Non finisce qui
Violetta!!»
Seguì la
dispersione delle creature nel cielo piovoso, sullo sfondo della risata
di Violetta «AHAHAHAHAHA! AHAHAHAHAHAH, ECCO SVELATA
L’ESSENZA DEI RAGAZZINI CORAGGIOSI! UNA MATASSA DI ADULTI
VIGLIACCHI...che di fronte al dolore fugge a gambe levate!!!»
«Io la vedrei in
un altro modo!» rimbeccò una voce di ragazzo.
«CHE COSA?!» si volse indispettita la donna.
«Sono una
squadra di adulti responsabili...che sa gestire la priorità,
e
antepone la difesa degli innocenti!»
«E tu chi sei?!! B-Buffone sul tappeto volante?!»
Il Digimon dal manto
scuro volava a velocità strepitosa, e le faceva girare la
testa
«Mi presento: io sono Aladynmon, non ti sarà
così
facile prendermi! Non sono fragile e stremato come mia
sorella...!!!»
«...l’altro figlio di quella volpe
sgualdrina...!!!»
«Come? Stai
parlando di me forse?» la sfidò un’altra
voce.
Violetta volse sguardo atterrito.
E dalla cima di un
palazzo in fiamme spuntò un guerriero dalle scarpe
arricciolate
«Questa volta hai superato il limite, mamma: ti ordino di
restituirmi mia sorella!»
«Teardropmon...
...m-maledetti ragazzi
di oggi, l’unica cosa che sapete fare è
ribellarvi!!!
ARKANOMON, NON AVERE NESSUNA PIETA’! POLVERIZZA QUESTI DUE
SCOCCIATORI!»
Gli occhioni lampeggiarono...
....ma Teardropmon le
rivolse sguardo malinconico «Pur cresciuti dalle ceneri,
dalle
ceneri risorgeremo.»
Così le
fiammate ricomposero il suo grande tamburo, più splendente
che
mai. Impugnando le bacchette comandò «Andiamo,
Aladynmon!!»
«Certamente, fratello!!»
Arkanomon
iniziò a liberare laser attorno a sé, sfidando la
fulminea velocità dei due giovani Digimon.
I tetti infuocati e in
rovina divennero il trampolino dei loro balzi prodigiosi.
Nascosti
nell’ombra, una donna dai lunghi capelli e una volpe nera
«Lasciamo che mio figlio e il suo compagno consumino le sue
energie, dopodiché...interveniamo!»
Lei sollevò il Digivice grigio bordato d’oro...(fine-canzone)
Leaf era rimasto sotto
la tettoia grondante del vecchio locale “Takato,
Cindermon...per
favore, resistete! Come vorrei essere lì ad aiutarvi, a
combattere assieme a voi!” ma non era solo, Ryo gli si
accostò allungandogli la mano sulla spalla, e smarrendo gli
occhi nel cielo tempestoso.
«Tu non...aiuti
gli altri...?» chiese timidamente il rapper, ed il ragazzo
pelato
rispose «Vedi...c’è un momento in cui la
forma
migliore d’aiuto che puoi dare è tirarti indietro.
So che
sembra strano a dirsi. Ma bisogna imparare a confidare negli altri,
quando le tue forze sono esaurite. Guarda me, per esempio...
...ora sembra stia
guardando il cielo, ma in realtà riesco a vedere una massa
oscura e nient’altro. Riesco a scorgere a malapena il tuo
viso,
è per via di questa medicina che purtroppo sono costretto a
prendere. Ma sono tranquillo, perché so che ho fatto il mio
dovere. E ora i miei amici faranno il resto, il tempo li ha
resi...ancora più esperti e coriacei di me.»
Leaf se lo guardava
con sguardo un po’ ingenuo “Ryo è tanto
maturato...
...adesso è un
uomo e sa badare ai suoi cari! Quello che dice è giusto,
però io al contrario...sento che avrei tante forze ancora
nascoste dentro!” portandosi le mani bendate al cuore
“Quando è che potrò esprimerle?
Potrò mai
tornare a essere me stesso e cioè...
...un Digimon...
...che veglia sul suo domatore e combatte per lui...?”
...mentre
all’interno, Cyberdramon adagiava una coperta e un cuscino
sul
tavolo così che Ryo potesse distendersi
«A-Acc...grazie
cucciolo.»...«Come
stai?»...«Riesco a tenere
gli occhi aperti a stento.»
Rika, che stava
punsecchiando le corde della chitarra, accennò a
raggiungerlo ma
lui «No no...resta lì dove sei, ci pensa il
cucciolo. Mi
piace sentire il sottofondo di te che suoni, si mescola alla pioggia.
E...mi aiuta ad addormentarmi.»
«Ma io...»
disse la ragazza con sguardo incerto «...non è che
sappia
suonare bene.»
Il marito rispose
«Oh! Io strimpello...così come per tutti gli altri
strumenti. Tutti progetti iniziati e mai portati a termine. Mia
madre...mi vedeva già vestito di tutto punto, tenere
concerti di
pianoforte in una sala elegantissima. E va bene, è andata
così...» aggiustandosi per stare più
comodo, mentre
le zampe artigliate del drago gli rimboccavano la coperta. Ad un tratto
lui ne prese una, regalandogli un bacino. Cyberdramon gli carezzava il
capo liscio, e Ryo accennava un sorriso «...chi
l’ha detto
che cresciamo...? A me sembra piuttosto che ritorniamo bambini...
...sempre più piccoli...fino a...
...fino a sparire in
un orgasmo...come diceva una storiella che ho letto da qualche parte.
Sì. Fino a sparire in un orgasmo...
...un domatore
leggendario può permettersi questa parola...dopo un tumore?
Penso di sì...»
Rika lo fissava con tenerezza...
...mentre Leaf
avanzava per il locale inquieto ed emozionato, con il cuore diviso fra
mille sentimenti e lo sguardo di un’anima in pena.
Emulando le carezze di
Cyberdramon, anche Rika carezzò i capelli biondi di
Rapunzelmon,
che si stava addormentando distesa sul tavolo vicino a lei
«...sorellina...» mormorava «...non stare
troppo
alzata...il computer ti fa male agli occhi...»
Rika le
sussurrò all’orecchio «Sta
tranquilla...vedrai che
le nostre amiche si salveranno. Sai...anch’io ho
lì nel
campo una cara ragazza...che per me è come una sorella! Vedi
questo locale...? Assomiglia in modo incredibile...a quello che io e
lei mettemmo su, quando eravamo...come voi, e pensavamo che bastasse
volere una cosa...
...ed essere ragazze,
per ottenerla.» distendendo il capo vicino a quello della
Digimon
«...quanti ricordi...
...quante
chiacchierate e quante notti insonni...penso che tu possa
capirmi.»...«...per...donami Rika...
...per...tutto quello
che ho fatto...»...«Shhh...» le fece Rika
dolcemente,
carezzandola «...siamo state tutte giovani e un po’
ribelli. E ora che siamo cresciute siamo tutte simili, un po’
adulte e un po’ ragazzine.»
Renamon da un angolo
buio guardava piena di tenerezza la sua domatrice e sua figlia una
accanto all’altra, in quei pacati sussurri che si mescolavano
alla pioggia.
«Hai visto...?
Prima mio marito ha dovuto sgridarmi, altrimenti io mi sarei lanciata
incurante di tutto...
...dimenticando
persino...che sto aspettando un figlio, ed è mio dovere
anteporre la sua sicurezza. E’ una creatura innocente...che
forse
gli angeli non avrebbero dovuto affidare ad una testa calda come me. Lo
vedi, non tutto si perde. Non cambiamo così tanto col
crescere...
...ciò che ci
ha caratterizzato...rimane con noi, e ci guiderà per sempre.
L’importante è non essere mai soli...soltanto gli
altri ti
permettono di maturare...trasformando così la vita...
...in un viaggio bellissimo...»
Sotto le sue carezze
Rapunzelmon si addormentava serena. Rika ne era contenta, ed in quel
momento Leaf si accostò a loro. Quando la rossa domatrice se
ne
accorse...
...si destò
rivolgendogli uno sguardo lieto, di cui anch’egli
restò
stupito. Rika riprese la chitarra, mormorando «Tu sei un
cantante...
...hai qualcosa da suggerire, con cui potremmo ingannare queste
ore...?»
Leaf deglutì
«Adesso non mi viene in mente nessuna rima...sono
agitato!»
Rika allungò la
mano, facendogli una carezza fra i suoi capelli cortissimi
«...non devi, andrà tutto bene. Me lo
sento...»
Gli occhi del rapper
si scioglievano a poco a poco, sembrava grato per quella dolcezza che
gli frantumava la voce «T-Tu
canti?»...«Io...? Oh,
no...! Ma ho solo il difetto di aver voluto fare tante
cose.»...«Anch’io, sai? Uhmuhmuhm! Ho
passato tanti
anni a dividere la casa con un artista...
...e a contemplare una
chitarra come questa. Come qualcosa di bellissimo, alla quale io non
sarei mai potuto arrivare!» Rika lo scrutò
«Beh,
adesso tutto fa credere che tu abbia trovato la
strada.»...«S-Sì, per
fortuna!» accennò
un sorriso umile il ragazzo, e lei chiese «E’ molto
che hai
iniziato con il rap?»
Lui si sedette sul
tavolo accanto a lei «L’ho sempre avuto nel sangue,
senza
che me ne accorgessi finivo per parlare in rima. Ed animare col ritmo i
miei discorsi. Sai? Il rap...è come una corrente, non devi
starci più di tanto a pensare. Devi lasciarti guidare
dall’istinto! Le parole vengono da
sole.»...«...un
po’ come quando si prova a scrivere un racconto.»
replicò la ragazza «Ti dirò, ho tentato
anche in
quello. Himi diceva che ero brava, e sarei diventata una scrittrice di
successo. Ma avevo poca costanza, e poi ero eccessivamente critica nei
confronti di quello che scrivevo. Sai...quando si tratta di parlare di
noi stessi diventiamo diversi, e giudichiamo con più
severità. Il solo motivo io credo sia che ci vergognamo. E
invece...
...io penso dovremmo
avere il coraggio di essere noi stessi più spesso. In fondo
la
nostra unicità è la cosa più preziosa
che
possediamo...
...non credi?»
“La nostra
unicità...” pensava Leaf smarrendo i suoi occhi
tra i fori
del soffitto bucherellato, da cui grondavano gocce “Rika,
come
sei cambiata...come suona più dolce la tua voce, un tempo
sempre
pronta a sfidare gli altri. Ora invece è una voce...pronta
per
diventare quella di una madre.” mentre la vedeva riprendere
la
chitarra, e scorrere senza pretese le sue lunghe unghie smaltate fra le
corde («E’ piuttosto scordata...»
mormorava
pacatamente) “Tu ora non puoi saperlo...ma mi riempie di
gioia
vederti seduta vicina alla piccola Akirmon che dorme serena.”
pensava Leaf “L’ho sognato per tante notti, e sono
sicuro
che anche Renamon ha fatto lo stesso.” muovendo la coda
dell’occhio, con un retaggio dell’antica timidezza,
verso
la volpe dorata seminascosta nel buio, che altrettanto lo fissava
assorta per motivi a lei in parte sconosciuti.
“E io?” si
chiedeva il rapper “Quanto sono cambiato? Tanto, poco? Io mi
sento sempre lo stesso!!! Ma tutti dicono che tutto cambia. Sono
così confuso...e ho bisogno di voi! Nel mio cuore
c’è un posto per ciascuno di voi, amici miei. Ho
bisogno
di conoscervi a poco a poco, ricominciare da capo scoprendo quelli che
siete diventati! Ho bisogno che ognuno di voi rifletta uno spicchio di
colui che sono oggi! Ma io son qui a fare progetti
futuri...quando...non sapremo nemmeno se arriveremo a domani. Il nostro
futuro è ancora nelle mani dei Digimon Tamers...nonostante
tutto...”
...Rika, accorgendosi
che era agitato, allungò la mano verso la sua bendata...fino
ad
afferrarla «Uhm?!»...«Scusa...ti ho fatto
male?»
«No no!»
fece lui ritirando la mano. La ragazza lo scrutò
«Come
vanno le tue ferite...? Si stanno un po’
rimarginando...?»...«...io veramente non lo
so...»...«...è naturale...
...finché le
terrai coperte...non saprai mai se le tue ferite si sono rimarginate.
Bisogna saper affrontare la verità, sempre.»
sussurrò con un’intonazione che rievocava lo
spirito della
Regina dei Digimon, che lei un tempo era stata.
“Non
posso!!!” pensò il rapper “La
lealtà verso
Takato conta più dei miei sentimenti! Conta più
del mio
futuro...” per poi proporre «Possiamo cambiare
argomento,
ti spiace?»...«Uhm...affatto! Parliamo di
musica?»...«Ci sto!» raccolse il ragazzo
con un
sorriso, chiedendo poi «Che cosa stavi
provando?»...«Gli accordi di quella
che...probabilmente
è l’unica canzone che abbia mai saputo! Ogni volta
che mi
ritrovo con una chitarra tra le mani, cerco di vedere se ricordo gli
accordi...»...«E di solito succede?!»
chiese il
rapper.
La domatrice non
rispose, e nonostante unghie lunghe e incertezza, qualcosa sembrava
rammentare...(canzone: Valerio
Scanu - Could it be magic)
Gli occhi di Arkanomon
lampeggiavano per ricaricarsi. Il fumo annebbiava la loro espressione
smarrita...
...Teardropmon e
Aladynmon riprendevano fiato, celandosi tra il fuoco e le case, mentre
Violetta si alzava sulle punte dei piedi per cercare di individuarli.
L’occhio destro
di Arkanomon rilevò il primo, ma quando cercò di
colpirlo...
«Orecchino
perforante!»
Aladynmon scagliò l’orecchino, dissolvendo il
laser
«Grazie amico mio...»...«Di
niente.» ma non
c’era tregua, poiché l’occhio sinistro
di Arkanomon
puntò contro Aladynmon «Ahh?!»
«Mosaico
spettrale!!!»
caricò Teardropmon, coprendo il compagno grazie ai suoi lupi
fantasma, animati dal ritmo del tamburo «Mamma smettila, per
l’ultima volta!»
«No...!!»
ringhiava Violetta fra i denti «Non cederò mai e
tu
dovresti appoggiarmi!! Teardropmon, io ti ho creato...
...tu, tua sorella e
tuo padre respirate grazie a me!»...«Noi sognamo
solo di
essere liberi!» replicò il ragazzo col turbante
«...e grazie a te ora respiriamo aria che profuma di morte!
Possibile che anche tu non ti senta soffocare...?»
Quella che sembrava
respirare a stento era Arkanomon, in mezzo a tutto quel fumo. Aladynmon
non smetteva di fissarla...
...così come
Imagomon nascosto nel buio, mentre Himi chiedeva «Ma chi
è
quella creatura...?»...«Non lo so, ma mi fa una
tale pena
che mi preclude l’intuito. Non mi permette di
avvicinarvi!»...«...deve aver attraversato
l’orrore...» ne convenne la donna col Digivice...
«Teardropmon...» parlò il guerriero
incappucciato di
nero, balzando su un tetto e ripiegando il tappeto volante
«...è inutile parlare, lei non è in
grado di
ascoltarci.»
Malinconicamente
Teardropmon dovette assentire «Hai ragione Aladynmon,
dobbiamo
attaccare.» caricandosi di energia e liberando «Scacchi della morte!»
La sua raffica di
scacchi dalla testa di gatto esplodeva sul corpo di Arkanomon, ma
questa assorbiva la gran parte di essi grazie al potere dei suoi occhi.
Aladynmon illuminò i suoi artigli...ed evocò
«Melodia
nostalgica!!!»
...facendo apparire un
violino dal nulla. Con la mano srotolò il tappeto volante,
che
divenne uno spartito e rimase a fluttuare dinanzi a lui, che
iniziò a suonare.
«Che cosa sta
facendo...?!» bisbigliava nervosa Violetta, mentre Arkanomon
iniziava a lampeggiare, rivolgendo al cielo sguardi di strazio
«Arkanomon: ignora la sua musica. Continua ad
attaccare!»
Ma il ragazzo-volpe
sembrava aver dimenticato lo scenario, rimasto a suonare il violino sul
tetto di una casa, nella cornice di fiamme e pioggia.
Quel motivo
malinconico sembrava scivolare all’interno della biglia
cristallina, evocando una lacrima dal suo sguardo ormai stremato.
Questa si aggiunse alle molteplici gocce che picchiettavano la sua
superfice...
Imagomon ad un tratto
mormorò «...comincio a capire il piano di mio
figlio!» e Himi si volse incuriosita...
Aladynmon d’un
tratto interruppe il suo concerto «Ho trovato!!»
«Che cosa hai scoperto?!» esclamò
speranzoso Teardropmon.
Con la sua asta il
ragazzo-volpe indicò la sfera «Quella creatura
assorbe i
nostri attacchi, ha una corazza pressoché infrangibile, ma
possiede anche sensi molto sviluppati! Ascolta e vede tutto, ed il suo
animo lo rielabora! Se riusciamo ad intonare una musica che la riporti
all’infanzia...possiamo sperare di risvegliare il suo cuore!
Ed
arrestare così il suo attacco.»
Al compagno si
illuminò lo sguardo «Ma certo, una melodia che le
ricordi
il passato! Ognuno di noi ne ha una...
...una canzone che le
ricordi i suoi affetti, che le rammenti che anche lei è
stata
amata!!»
«COSA?! N-NON E’ POSSIBILE!!» strideva
Violetta.
Mentre Aladynmon
incitava «Forza compagno, suoniamo!! Suoniamo nella pioggia,
e
risvegliamo un cuore
sopito!»...«Sì!»
Violino e tamburo intonarono un concerto assordante...
...spingendo Violetta
in ginocchio, con le mani sulle orecchie «NooOOOOO!!!
Arkanomon
non ascoltarli, SONO SOLO DUE STRIMPELLATORIII!!!»
Himi e Imagomon
sembravano guardarsi compiaciuti, mentre la biglia pareva cercare uno
spicchio di cielo...
Nel frattempo, gli
altri Digimon come comete colorate sfrecciavano in volo su quel regno
avvolto dalle tenebre...
Rubymon spiegò
le sue ali sugli abitanti terrorizzati «Per favore!! Sapete
dirci
dove trovare i sette emblemi della difesa?! Siamo Digimon, e siamo qui
per aiutarvi...!»
Quel popolo di
creature inquietanti restava immobile alla vista di quello spirito tra
le fiamme...
«La supplico,
è molto importante!» spiegava Cupidmon ad un elfo
vecchissimo «...va bene...lo custodivo nel fondo della mia
bottega, è la cosa...più preziosa che
possiedo.»
«Capiamo
l’importanza dei suoi ricordi, le assicuro che glielo
restituiremo una volta al sicuro!» replicò
l’
arciere verdino.
Una femmina di gufo
rivelava con le lacrime agli occhi «E’ stato
il...portafortuna della mia famiglia!!!» mentre i suoi
piccoli le
svolazzavano attorno.
LadyCannonmon, che
aveva due gufetti posati sulle spalle, si inchinò discreta e
rispettosa «Permetteteci di averlo in prestito,
perché
possa aiutarvi anche in un momento tanto duro...»
La creatura annuì, mentre la sua casa era in fiamme.
Un emblema dorato
pendeva dalla zampa di un unicorno accasciato «Mako! Ma
questa
creatura...è morta!!!» esclamò Sandmon.
Il domatore si
avvicino, sfilandogli l’oggetto con delicatezza
«Perdonaci...so che l’hai difeso fino
all’ultimo. In
questo modo proteggerà la tua gente.»
Nonostante tutto un
osso si staccò, ma Sandmon lo raccolse e Mako si
premurò
di riattaccarlo «Bisogna avere rispetto, anche quando tutto
è finito.»
Un altro unicorno
aveva una zampa rotta, ma era vivo e circondato dalle fiamme
«No!!!...non preoccupatevi per me!» gridava
«Andate a
prendere l’emblema, è in soffitta! Proteggete la
mia
gente, io sono vecchio, ormai è il mio tempo di
scomparire!»
Carermon ribatteva
«Non se ne parla nemmeno, lei ha il diritto di vedere
l’alba sul suo mondo!!»
«Per
favore...riconosco che sei un ragazzo, avrai moglie e figli! Non
metterti a rischio stupidamente.» sicché il
Digimon si
volse verso il compagno «Geniusmon...va a prendere
l’emblema, io mi occupo di questo testone che crede di essere
un
pretesto stupido.» Il genio si aggrappò a lui
«Carermon!! Ti prego, fa attenzione, sta per
crollare!»...«Lo so, ma non posso fare almeno di
salvarlo,
ormai fa parte di me. Coraggio, abbi fiducia!»
«Kazu...»
pronunciò Geniusmon con voce tremante, prima di innalzarsi
in
volo verso la soffitta.
Carermon prese la
rincorsa “Guardromon dammi tutto il tuo potere!!!”
“Ora e sempre, domatore mio...”
Schizzò così in corsa...
...sfondando
l’attimo dopo il muro della casa, in un vortice di schiuma.
Dalle
fiamme riemerse con l’unicorno in braccio
«Perché
hai rischiato...?»...«...perché io adoro
la vita
digitale. E perché è il mio mestiere frugare nei
cassonetti.»
Geniusmon riemerse con
l’emblema, gettandosi ad abbracciare l’amico
«Ce
l’abbiamo fatta, anche questa volta...» disse
Carermon...
Il cielo era
più buio che mai, e le lacrime di Arkanomon risplendevano
tra le
gocce, nell’eco dello struggente violino (fine-canzone)
«Arkanomon...» bisbigliava Violetta, per poi
esplodere
«ARKANOMON DANNAZIONE, RISVEGLIATI!!!»
Improvvisamente in
quegli occhi tristi apparve l’immagine di un fiore
rosso-arancio.
Teardropmon ipotizzò «Forse ha
funzionato...»
Aladynmon attonito
abbassava il violino «...che cos’è quel
fiore...?»
Imagomon
esclamò «Un fiore che nasce da una distesa di
ghiaccio! La
speranza che sorge dall’infelicità...
...l’affetto di un padre!!!...(canzone: Agnes
- Nothing else matter)
...il sogno di un
futuro...» mentre anche Himi era abbagliata da quella scena...
«...MMM...MALEDIZIONE!» strattonava Violetta sulle
sue
scarpe dorate «Questi impostori vogliono arrestare la mia
avanzata punitiva!!! Non glielo permetterò
MAI...!!»
facendosi trascinare dall’ascensore all’interno
della sala
comandi.
Senza perdere tempo si
diresse verso la pulsantiera, maneggiandola con padronanza
«Q-Quel piccolo insolente di Teardropmon e il suo tamburo, E
PENSARE CHE AVREI VOLUTO SEGNARLO A PIANOFORTE! Lui e il suo amico dal
pelo infetto non l’avranno vinta così:
retrocessione dei
ricordi, presto!»
Negli occhi-display comparve il panorama di Tokyo notturna.
«Proiezioneee----ATTIVAZIONE!» Violetta
tirò la leva
con tutte le sue forze.
E sui video riapparve
la scena della bambina che scaglia l’ondata di ghiaccio.
Il getto dalla pistola d’acqua, che muta in una stalattite...
...lo strazio
dell’uomo colpito. Ed il suo scivolare nel vuoto, rigando il
ghiaccio con le ruote della carrozzella.
«Akiko,
ricordati!! Tu sei la causa della morte di Toshiaki Mori! Hai provocato
la sua fine, per la tua incapacità nel gestire i tuoi
poteri!
Sei un Digimon fallito, e il tuo nome è Arkanomon!! Il tuo
scopo
è cancellare ogni forma di vita! Oscurare il cielo, e le
luci
ancora accese!!»
Le lacrime della sfera
digitale si ghiacciarono di sgomento, ed esplosero in molteplici
schegge.
«Che
succede?!!» esclamò Teardropmon, e Aladynmon
saltò
di nuovo sul tappeto «Non lo so amico mio ma resta al riparo!
Orecchino perforante!!»
Arkanomon reagì
al suo attacco con un vortice di schegge ghiacciate che finì
per
sbalzarlo «UUUUUGH!» e farlo precipitare nel vuoto.
«Oh no Aladynmon!!...mosaico
spettrale!!!»
Ma dall’altro occhio, lo stesso vortice
«AAAAAAHHHH!!!»
Nel trionfo di
Violetta nella sala comandi «Ahahahahah, sciocchi!!! Non vi
è tenebra più fitta dei brutti ricordi!! Il
vostro misero
gioco musicale è...fallito! Ihihihihi,
gwhahahahahahah!!!»
...le lacrime di
Arkanomon si ghiacciavano, e i due guerrieri cadevano a peso morto,
sollevando terra e polvere.
Imagomon balzò
oltre lo strato fumoso per soccorrere suo figlio «Ragazzo
mio!»
«P-Papà,
mi spiace. Noi ci abbiamo provato...»...«Non dire
altro,
non fa niente!»
Himi accorse a
sostenere Teardropmon, che nonostante la sua età gemeva
«Ho...paura, voglio andare a casa...»
Quelle parole tinsero
di tale furia e sgomento gli occhi della donna, che d’un
tratto
proruppe «Ahhh, Imagomon questo è troppo,
interveniamo!!!»
«Himi è
molto pericoloso, te ne rendi conto?» ma lei sfoderava il
Digivice «Quella creatura non ha rispetto per nessun legame!
Genitori, figli...fratelli, amici! Inclusi nel suo stesso vortice come
carne da macello! E’ dovere di qualsiasi umano fermare tutto
questo, anche il più inesperto!!»
Il Digivice nel
frattempo cambiava forma, divenendo più simile a un
groviglio di
fili.
«Hai ragione...e
anche di qualsiasi Digimon, perciò resta al riparo, io mi
butto
a sfidarla!»...«Neanche per sogno, io non mi tiro
indietro!
Fammi fare quella cosa che fanno Rika e tua
moglie!!»...«C-Cosa (?!)» fece Imagomon
un po’
interdetto «M-Mi mandi in allarme...se mi parli in questo
modo
(!)» ma lei ribatté spicciamente
«Sveglia, sto
parlando della fusione fra umano e Digimon! A scopo solo
combattivo...PER ORA!»...«La
biodigievoluzione...»
ripeté attonita la volpe nera, per poi porle le mani sulle
spalle «Himi, ascolta! C’è una cosa
molto importante
che devo dirti: mentre assistevamo alla battaglia un Digignomo si
è avvicinato a me...
...la loro Regina
è morta...capisci?! Non potrò più
sfiorarti in
alcun modo, il nostro sogno è sfumato!!...io ti ho
trascinata
qui, e ora ho scoperto che è stato tutto inutile, per
cui...se
vuoi andartene...sei ancora in tempo!! Tu non c’entri niente
in
tutto questo...»
Ma la donna rispose
con occhi profondi «No, non è vero che sono ancora
in
tempo...
...ormai ho
visto.» alludendo allo scenario di distruzione «E
non
è vero che non c’entro niente, perché
tutto questo
è anche un po’ mio come è anche un
po’
tuo.»...«Himi...»...«Non ho
paura Ima...
...facciamo quella
cosa speciale, sono certa che anche a noi
riuscirà.»
Il Digimon si
accostò a lei «Sei una compagna
meravigliosa...»
socchiudendo gli occhi in un profondo
«...perdonami!» prima
di accostare le loro teste, e unire le mani nel Digivice splendente
«BIODIGIEVOLUZIONE
DEL FUTURO!!!»
«IMAGOMON
BIODIGIEVOLVEEE!!!...»
Il tracciato
modificò quella creatura pelosa sovrapponendovi un corpo
femminile liscissimo, e ricoperto di tatuaggi. Lo rivestiva un costume
aderente di color verde cupo, ed i lunghi capelli della domatrice...
...d’un tratto mutarono diventando un groviglio di serpenti
«...VIPERMON!»
Atterrò elegantemente sui suoi tacchi altissimi.
La creatura
guardò le sue mani squamate, e non riusciva a crederci. Ma
quando le stesse mani scivolarono sul capo, toccando la furia bramosa
dei suoi capelli-serpenti...
...i suoi occhi
truccatissimi si spalancarono in un moto di autentica, e limpida gioia (fine-canzone)
I Digimon si riunirono
lungo le strade devastate «Ci siamo tutti?!» chiese
Cupidmon, seguito da Carermon «E gli emblemi, ragazzi?! Siete
riusciti a recuperarli?!»...«Io ce
l’ho!»
replicò LadyCannonmon, aggiungendo
«Però...stento a
mantenere questa forma, sono stremata!»
Giunse anche Mako,
agitando quel simbolo dorato nella mano «Ragazzi, ci sono
anch’io! Questo è l’emblema!»
ma
l’attimo dopo sussultò per il boato di ferraglie
alle sue
spalle «Sandmon!!»
Il guerriero di sabbia
si era accasciato sul terreno umido, e Rubymon realizzò
«E’ inutile, abbiamo speso ogni goccia
d’energia! Non
riusciamo più a muovere un passo...» Geniusmon
accennò debolmente «Come facciamo...? Dobbiamo
ancora
posizionarli sulla ruota...oh?!»
Ma dinanzi agli
sfiancati Digimon, si accese un’ennesimo ostacolo come una
torcia
nel buio. Cupidmon esclamò «Guardate, la ruota sta
bruciando!!» e LadyCannonmon «E’
questione di poco
ormai, e le strutture cederanno!!»
Rubymon provò a
spiegare le sue ali, ma i suoi occhi di fiamme erano stanchi
«Non...ci riesco, anche tento con tutte le forze...
...sono preoccupato per mia madre, l’ho lasciata al
locale!»
I guerrieri si
strinsero, dinanzi all’inquietante visuale di quella ruota
ardente. Carermon disse angosciato «Come facciamo...?
Arrivare
lassù è troppo anche per noi...»
Ma d’un tratto si udì una voce
«Ragazziiiiiiiii!!!»
...e qualcuno
sfrecciò verso di loro, sollevando pioggia e piume bianche
ai
suoi lati.
«Puppet!!»
esclamò Mako, e il ragazzino aggrappato al suo Digimon
«Date a me gli emblemi! Ci pensiamo io e Snowhitemon a
portarli
in cima alla ruota!»
Rubymon tese le sue
unghie luminose «Dovete...far presto! Se cederà
prima del
collaudo il sistema di difesa sfumerà!»
«Non
preoccupatevi...ce la possiamo fare...vero
Snowhitemon?!»...«Certo.» ammise il
minotauro alato.
Cupidmon si
raccomandava «Dovete essere prudenti!! Una volta che sarete
lassù sarà pericoloso...Puppet,
Snowhitemon!» ma il
ragazzino si accomodò lentamente il berretto
«...anch’io faccio parte dei Digimon Tamers...
...anch’io ho
diritto ad aiutare questa povera gente...» Snowhitemon gli
prometteva «Non preoccuparti amico mio, ti proteggo
io.»
Così gli
emblemi furono raccolti dalla mano smaltata del giovane, e da quella
del Digimon avvolta nel guanto di pelo. Mako disse «Riponiamo
tutte le speranze in voi...»
Puppet e Snowhitemon
si guardarono intensamente, sullo sfondo della ruota infuocata...
Vipermon avanzava verso Arkanomon...
...e Violetta
riemergeva sulla cima, rivolgendole sguardo sbalordito
«Ahah!!!...
...mamma mia quanto
è bruttaaa!!! Tetra e tatuata, potrebbe essere la nuova
regina
dei Digimon malvagi!»
Pensiero che le
suscitava ironia e scarsa considerazione per la nuova avversaria.
Gli occhi truccati
della Digimon fissavano intensamente quelli della grande luna,
parlandole «Che ti succede?!...
...perché hai
smesso di vedere fiori? Qual era il dolce ricordo che ti suscitava
quella musica, o il...
...ricordo orribile
che lei ti ha sussurrato all’orecchio?!» puntando
con
disprezzo l’artiglio verso Violetta, la quale
esclamò
«Ehiii, ma ti sei vista?!! Fra noi c’è
un abisso,
mia cara! Io sono una splendida regina, mentre tu sei una viscida
Digimon dai capelli a serpente e la pelle sporca! Dovrebbero
scritturarti per Halloween, se solo...
...facessi in tempo ad arrivarci! Arkanomon, travolgila!!»
Ma l’occhio di Vipermon scintillò di furbizia
(canzone: Simple
Plan - Untitled (instrumental) )
Arkanomon
caricò il suo vortice di schegge ghiacciate...la brina
sfumò la sua immagine, per poi essere perforata dal suo
sguardo
disperato.
La terra si
lacerò in direzione di Vipermon, ma quando fu a un passo
dall’essere colpita...
...balzò.
«Cosa?!» fece Violetta.
Ma uno dei
capelli-serpenti si allungò fino a piombare su costei
«AAHHH!!!» stringendola attorno al collo.
«Che ti succede,
brutta strega?!!» provocò aggressivamente Vipermon
«Adesso non ridi più?!!...
...ora sono io a
mostrarti qualcosa di tuo interesse, guardati attorno! Guarda!!! Questo
è il frutto della tua distruzione! Il tuo operato non
merita...nessuna pietà!!!»
Arkanomon lampeggiava
di energia...mentre Violetta scivolava in ginocchio sulla sua
sommità, tossendo pesantemente per via di quel serpente
stretto
attorno al collo.
Negli occhi di Arkanomon comparve improvvisamente una ruota infuocata...
...la stessa verso la
quale spiccava il volo un minotauro dalle ali bianche, carico di
quattro simboli dorati.
Gli altri tre li
teneva nella borsa quel ragazzino che si apprestava a scalare la
struttura, con i capelli bagnati di pioggia che spuntavano dal
berretto, e il riflesso del fuoco negli occhi...
«Pagherai,
pagherai molto caro per quello che hai fatto!!» si avvicinava
Vipermon, ma la ruota lampeggiava negli occhi di Arkanomon...
...e Violetta
realizzava “...il sistema di difesa!!! Quegli stupidi stanno
per
attivare la barriera energetica, se ci riusciranno il mio potere
sarà neutralizzato! Non ho altra scelta, devo accettare che
la
mia vendetta sul regno è fallita, e sbrigarmi a lasciare
questo
mondo!! Ma non mi importa...
...perché ora
che ho invocato la Torre digitale le tre dimensioni sono comunque
spacciate!!”
La biglia scintillò più che mai...
...e Vipermon
udì dal suo interno “Himi! Via di qui! Sta per
esplodere!!” «Uhm?! Che cosa dici Ima?!»
Ma dovette liberare
Violetta, e balzare un attimo prima che Arkanomon sprigionasse la sua
onda d’urto, che travolse con schegge e vento i resti delle
case,
lasciando sotto di sè nient’altro che cenere.
La Digimon dai capelli
a serpente si rialzò a fatica, sull’eco di una
risata
«AHAHAHAHAH! Mi dispiace ma dovrai tenere i tuoi serpenti a
bocca
asciutta! Di sicuro in questo luogo non sarà rimasto
più
niente da mangiare!!!»
«Dove stai
andando?!!» trasalì Vipermon osservando Arkanomon
che si
innalzava sempre più in alto.
«Sono una donna
impegnata, tra poco raccoglierò il titolo di sovrana del
nuovo
regno per cui scusa tanto, ma non posso proprio intrattenermi con gli
scarti come questa gente...
...E COME TE!»
«Ahhh! Torna qui!!!...
...VIGLIACCA!!!»
“Himi, è inutile!”
«M-Ma...!»
”Inseguirla sarebbe vano, lei dispone di un arca
digitale!”
«Abbiamo fallito, Ima?!» chiese con pena la
creatura, ma il
Digimon replicò “L’unica cosa che ci
resta...
...è fare quel che possiamo, per aiutare questa
gente!”
Fu allora che Vipermon
guardò attorno a sé con il suo sguardo guarnito e
sconvolto. Portava la mano al petto, mentre i suoi serpenti si
agitavano...
«Fuoco...
...nient’altro
che...fuoco, e distruzione!! E ora come faccio...da sola, in questo
mondo sconosciuto, a dare una mano ai suoi abitanti?! Io...
...ho paura!! Non sono
poi così coraggiosa, mi sento smarrita!!»
“Non
agitarti: limitati ad affidarti a me, fa solo quello che ti
dirò
io. E vedrai che insieme ce la faremo...”
«S-Sì...» ammise timidamente, dinazi
all’agghiacciante scena del terrore e delle grida di quei
rifiuti
informatici...
«Snowhitemon!!» chiamava Puppet dal vangoncino
infuocato
«Ci sei?!»
«...sì!
Finito!» rispose deciso il Digimon «E
tu?!»
«...quasi!» replicò il ragazzino che
sembrava
trovare qualche difficoltà con quei vecchi comandi.
Si sfilò
così il berretto, compiendo profondi respiri e riversando
tutto
il suo impegno.
Le fondamenta della
ruota stavano cedendo. Sembrava una grande stella di fuoco nel cielo
piovoso...
...e anche il soffitto
del vagoncino del ragazzo accennava a crollare, ma lui stringeva i
denti «Devo farcela, devo resistere, devo essere coraggioso!!
Anch’io faccio parte dei Digimon Tamers, e il Regno
abbandonato
è in grave pericolo!»
Snowhitemon si portò all’esterno e
trasalì «Puppet...
...!! Presto, è questione di secondi!»
«Un attimo ancora, amico mio...!!...
...FATTO!!»
I vagoncini scintillarono...e la ruota si rimise in moto, iniziando a
girare...
«A-Ahhh!!!» questo sbalzò Puppet, che
scivolò
contro la parete nell’infrangersi dei restanti frammenti di
vetro. Ma in quel momento il minotauro si affacciò al
vangoncino
«Dobbiamo andare, la ruota sta crollando!!!»
«Snowhitemon!!!» tese la mano il ragazzino
terrorizzato, ma
il Digimon «Uuuuugh!!!» ebbe difficoltà
ad
afferrarla, a causa degli scossoni.
I vagoncini indirizzavano una luce verso il cielo...
...e Snowhitemon non
si arrendeva, tuffandosi nel fuoco del vagoncino «Presto!
Aggrappati a me, non c’è tempo da perdere!
Dobbiamo volare
via!!» caricandosi il domatore tramortito...
...e facendo breccia tra le fiamme, proprio mentre la struttura
crollava.
«Puppet, non
lasciarmi per nessun motivo! Aggrappati a me con tutte le tue
forze!!!» coprendolo con le sue ali.
Ma quando si volse
indietro, gli occhi verdi di Snowhitemon si dilatarono di sgomento...
«UUUUUUUUUUGHHH!!!»
Il pilastro portante della ruota piombò su di loro,
travolgendoli...(fine-canzone)
Gli abitanti del regno
fissavano impauriti quella stella di fuoco che si sgretolava
all’orizzonte...
«Guardate, la
ruota è crollata!!» indicò Rubymon in
mezzo a loro,
e Mako accennò «Puppet e Snowhitemon ce
l’avranno
fatta...?» scambiandosi uno sguardo timoroso con il suo
Digimon,
ma poi i loro occhi furono attratti dal bagliore in cielo che
richiamò anche l’attenzione delle creature
informatiche
«Osservate quelle luci, vuol dire che il sistema di difesa
è stato attivato.» enunciò il gufo,
spiegando
«Sono sette stelle splendenti...viste da qui sembrano
l’anima dei sette vagoncini, che si dirige verso il
cielo.»
(canzone: Laura
Pausini - Mi dispiace (strumentale) )
A quelle parole, Mako
e Sandmon assieme agli altri compagni biodigievoluti si abbandonarono a
quel silenzio di sospensione, accompagnato dal rumore della pioggia che
lasciava un’incognita sul loro destino...
...le gocce
scivolavano tra i capelli di foglie di Rubymon, e grondavano dalle sue
ali...
...sulle superfice lucida benché sporca di fango del verdino
Cupidmon...
...inzuppavano
letteralmente i capelli di piume di LadyCannonmon, appannavano il corpo
vitreo di Carermon, e gli occhiali di corallo di Geniusmon...
“Che ne
sarà adesso del Regno abbandonato...?” si
domandava lo
spirito autunnale, contemplando quelle sette stelle volteggiare nel
cielo piovoso...
Mako si premurava di
coprire Sandmon con un manto nero, ma quando il guerriero ebbe alzato
il cappuccio invitò il suo domatore a ripararsi stretto a
lui...
Leaf fissava le stesse
luci da sotto la tettoia del locale “Che ne sarà
di tutti
noi...?” mentre un Digignomo inzuppato e triste gli si posava
sulla spalla, e lui lo raccoglieva premuroso leggendo in lui quella
stessa nostalgia per colei che non c’era più...
Giunsero anche Rika e
Ryo a fargli compagnia in quell’attesa. La domatrice
pensò
“E’ calato il silenzio...” ed il marito
si
interrogò “Saranno tutti salvi...?”
La signora Mie
avanzava all’interno del locale, e si affacciava timidamente
alla
finestra “Che ne sarà di noi quando torneremo a
casa...?”
...e Renamon, che
vegliava sul sonno di sua figlia, si domandava “Cosa
accadrà quando sarà cessata la
tempesta...?”
scorrendo la zampa tra i capelli biondi di Rapunzelmon
“Imagomon...
...prima quando ti ho
stretto tra le braccia...ho provato forse l’emozione
più
grande di tutta la mia vita! Ma...quello è stato solo un
sogno...vero? Un bluff...per tranquillizzare nostra figlia. E quando
questa notte sarà terminata...tu tornerai da lei, non
è
così? Perché tu la ami...
...non è forse
vero...amore mio? Ma sì...è inutile che continui
a
ingannare me stessa. Una simile finta può pacificare il
cuore di
una ragazza come mia figlia...ma io ormai sono adulta...”
...mentre Leaf si
avvicinava con quel Digignomo tra le mani come una lanterna...
“Io ormai so
distinguere quando un sogno si è spento...”
pensava
Renamon, mentre la luce del Digignomo illuminava a poco a poco il suo
pelo dorato “...io...so che con i miei errori e con il mio
amore
segreto mi sono giocata per sempre
l’occasione...più
grande e più preziosa che abbia mai avuto! Non mi sono
accorta
in tempo di chi avevo accanto...
...e di...quanto ti amavo! E ora è troppo tardi...
...dovrei accettarlo...
...m-ma non ci riesco,
mi sento come una bambina!!” mentre Leaf non riusciva a fare
a
meno di sfiorarle il pelo «...cos’hai...?
Perché
piangi?»
La volpe si volse con
occhi umidi, e lui «...s-scusami se te lo chiedo, io...
...lo so, ti...
...conosco da poco...
...però
è come se sapessi già di tutto il tuo grande
valore.»...«Il mio...grande valore?» ma
poi la volpe
dorata restò impietosita per qualcos’altro
«Ahh,
ma...cos’ha questo
Digignomo?»...«E’ molto
triste, perché ha perso la Regina. Lei era un po’
come una
mamma per tutti loro, come tu lo sei per tua figlia.»
Renamon guardò
a turno il rapper e il Digignomo, per poi accennare «P-Posso
tenerlo...?»
Leaf sorrise
dolcemente «Ma certo...» “...amica
mia.” mentre
la vedeva raccogliere quella creatura luminosa, come l’ultimo
frammento di un sogno...
Ma improvvisamente un
grido proruppe nel locale «LEAF, RAGAZZI!!! AIUTATEMI VI
PREGO!!»
Renamon balzò
in piedi col Digignomo tra le mani, e Leaf sussultò
«Puppet, cos’hai?!!»
Anche il ragazzino
aveva qualcosa tra le mani «Calumon non respira
più!!! Non
si sveglia!!!»
...dischiudendo i
palmi, e rivelando quell’esserino bianco e tramortito. Leaf
esclamava agghiacciato «Calumon!!!»
Ryo e Rika accorrevano
«E’ stato colpito in battaglia?!»
domandò il
ragazzo. Ma Puppet dagli occhi umidi come i suoi vestiti
svelò
«Mi ha coperto per proteggermi dal crollo della ruota...
...è stato
colpito alla testa, è stata colpa mia, ci ho messo troppo
tempo!!!» mentre la sua voce si rompeva in un gemito...
...e il piccolo
Digimon dormiente scivolava nelle mani di Leaf
«Ca...Calumon!...
...Calumon non
facciamo scherzi! Devi riprenderti, amico mio, devi svegliarti!!
Calumon!!» agitandolo tra le sue mani...
...e destando stupore
nei ragazzi e in Renamon, che si scambiò uno sguardo con
Rika.
La rossa domatrice pensava “Lui e Calumon...hanno sviluppato
così presto un rapporto d’amicizia?” ma
le
riflessioni furono interrotte dal mormorio strozzato di Puppet
«Se gli succede qualcosa io...muoio assieme a lui! Dove altro
potrei trovare, nell’universo, un amico che mi capisce
così bene?!! Sono un...domatore incapace, non avreste mai
dovuto
portarmi qui!» Ryo ribatté «Ma non dire
sciocchezze,
Puppet!»
...ma il ragazzino
scivolò nell’abbraccio di Leaf, e così
in un pianto
dirotto. Il rapper si chinava, e benché avesse anche lui le
lacrime agli occhi cercava di sorridere «Puppet...Ryo ha
ragione,
che cos’è questa storia che muori con lui? Sono
tutte
sciocchezze...! Non muore nessuno, perché Calumon
è un
Digimon...fortissimo, e si
risveglierà...»...«No,
non è vero!! Lui è fragile, nonostante le corna e
le ali!
E’...fragile, altrimenti non avrebbe mai scelto me come
compagno!»
Leaf gli carezzò i capelli «...tu sei altrettanto
forte...
...nel passato di
questo Digimon ci sono imprese eroiche...e nel tuo futuro è
scritta la storia di un grande domatore, non devi demordere!!...
...non devi smettere di sperare!»
Renamon pensava
“Questo ragazzo sembra conoscere la nostra
storia...assomiglia a
uno spirito, mandato qui a vegliare su tutti noi...” mentre
Cyberdramon avvertiva «Ryo! Io vado a chiamare
l’unicorno e
gli altri, forse possono fare qualcosa per
Calumon!»...«Sì cucciolo,
grazie!»
Leaf aiutava Puppet a
sedersi stremato, lasciandogli scivolare Calumon tra le mani
così che potesse stringerlo al cuore, e carezzarlo col suo
fiato
e tutto il suo amore...
Vipermon sfondò con un calcio la porta di una casa in
fiamme...
...dilatando i suoi
occhi alla vista di una moltitudine di abitanti gementi a terra, alcuni
dei quali gridarono «Guardate che creatura
oscura!»...«E’ sicuramente giunta a
decretare il
nostro destino!»...«Speriamo che risparmi almeno i
bambini!!»
L’attonita
Digimon esclamò «Ahh! Vi supplico, non abbiate
paura! Sono
qui per aiutarvi!!»
Ma un grido
riempì l’aria, quando le fondamenta della casa
iniziarono
a cedere. Vipermon trasalì, ma in quel momento una voce in
lei
la esortò “Himi, libera i tuoi poteri!”
Allora si concentrò, e i suoi tatuaggi brillarono «Effigi pietrificanti!!!»
gridò con tutta la sua voce, liberando i suoi simboli lungo
la
casa: dovunque si posavano, solidificavano le strutture mutandole in
pietra ed impedendo a esse di crollare.
«Ahh!»
attonita si guardava le mani «Non...credevo di poter fare
tutto
questo!» “Devi avere fiducia in te, è il
solo
segreto!”
Anche i feriti erano
rimasti abbagliati «Avete visto? Quella guerriera ci ha
salvati!
Forse non mente quando dice che vuole aiutarci!»
Vipermon corse da loro, affermando gentile «Ma certo che non
mento...
...venite, presto! Il
soffitto non resisterà a lungo, nonostante il mio
incantesimo!»...«Come facciamo?!» le
rispondevano
«Molti di noi sono feriti, non riescono a muoversi!»
La Digimon scorreva le mani tra di loro «...povera
gente...»
C’erano alcuni
piccoli elfi, di certo poco belli ma dalla voce sottile, che nel
vederla si tiravano indietro «Mamma, ho paura dei
serpenti!!»
Lei sussurrò «Siete bambini...
...che cosa hai fatto
alla gamba?» e la voce in lei disse dolcemente
“Himi...è ferito.” «Come posso
fare per
curarlo...?» si chiese lei, aggiungendo «Potrebbe
essere...mio figlio! Durante...un terremoto, o una qualsiasi
catastrofe!» “Proprio come hai fatto prima...abbi
fiducia.” «Oh...? Fiducia...»
...e così uno dei suoi capelli si estese spontaneamente...
...avvolgendo la gamba
del piccolo elfo per poi rivolgergli un piccolo morso. Ma non
seguì alcun grido di dolore, piuttosto si liberò
un
bagliore delicato...
«Ti ha fatto
male?» chiese un altro bambino, ma quello rispose
«Affatto!
I suoi dentini mi hanno fatto il solletico, e adesso...non sento
più dolore!»
Solo in quel momento
Vipermon stessa si accorse, così come le creature
lì con
lei, che i suoi serpenti non avevano sguardo malvagio, bensì
espressione mansueta e premurosa «Non posso crederci, sono
riuscita a curarlo!» “Proprio così...
...tu sei Vipermon, la
regina della cura e degli antidoti. Non c’è ferita
che i
tuoi serpenti non possano guarire.” «Ahhh! Sono
questi i
miei poteri...? Ma è...meraviglioso!!!»
“Sì...
...adesso salta. Tutti loro e molti altri hanno bisogno di
te.”
Vipermon rivolse gli
occhi verso il fragile tetto dell’abitazione. Per poi
scattare
sui suoi tacchi affilati e sfondarlo in un balzo.
Riemerse tra le fiamme
e la pioggia, e gli occhi dei serpenti si illuminarono come fari
«Doccia
salvifica!!!»
...liberando dalle
loro fauci getti d’acqua che si congiunsero in cielo...per
brillare e poi piovere sui cittadini come gocce di rugiada, che
magicamente rimarginarono ogni loro ferita «E’ un
miracolo,
ci hai guariti!! Ti ringraziamo, Vipermon!!!»
Si levò
così un coro di esultanze e applausi, che la Digimon accolse
nella timidezza sua e dei suoi serpenti, che si inchinarono con lei
quando abbassò il capo «...vi
ringrazio...»
Le gocce restanti spegnevano le fiamme (fine-canzone)
Giunta la sera, la
pioggia non accennava a smettere. E grondava dalle ali piegate di
IceDevimon tra le vie ormai desolate della città distrutta.
Egli si chinava per
raccogliere schegge di ghiaccio tra le ceneri “Mia figlia...
...non è
possibile!” e nei suoi ricordi ritornava quella bambina con
gli
occhiali e dallo sguardo un po’ altero...
...che si scioglieva
quando narrava i suoi stessi sogni, sogni durante i quali era sbocciato
un fiore tra il ghiaccio. Ma ora IceDevimon pensava “Neanche
un
fiore può nascere da tanta desolazione...
...dov’è?
Dov’è ora quella creatura che ho
generato?”
rivolgendo al cielo il suo volto bagnato “Sono giunto qui per
raggiungerla...ma ora percepisco che non è più su
questo
mondo. Che cosa devo fare? Non mi sento più me stesso...
...e non ho il coraggio di guardarmi indietro...”
Dietro di lui giungeva
con passo stanco, ed i capelli completamente inzuppati di pioggia,
colei che un tempo era stata un’insegnante di Tokyo. Ma che
nonostante fosse prostrata seguitava ad aggrapparsi al suo orgoglio
«Dobbiamo oltrepassare il varco!!...
...Violetta
sicuramente è tornata indietro.» ma lui si volgeva
di
scatto «Non provare ad avvicinarti a me!! Non ti fosse ancora
chiaro, fra noi due è completamente finita, non esiste
più alcun legame!!!»...«Al contrario!
Ora abbiamo
scoperto di possederne uno indissolubile...
...nostra figlia! E
benché ti secchi ammetterlo sarai sempre legato a
me...»
IceDevimon stringeva
il suo pugno con rabbia, per poi spalancare le ali ed aprire il varco
di brina.
L’insegnante col
Digivice di cristallo lo seguiva «Non mi farò
metter
fuori...
...ho mangiato la
polvere tante volte e con molta gente, tu non sarai
l’ennesimo,
IceDevimon!»
Il varco di gelo li risucchiò...
...mentre un paio di
scarpette dorate attraversavano un ponte metallico, fermandosi presso
una guerriera imprigionata ad una colonna.
I lunghi capelli scuri
coprivano il suo sguardo orgoglioso, e benché fosse ormai
priva
di forze la sua voce possedeva ancora una grinta «Che cosa
sei
venuta a fare, mamma...?»
Violetta si
scostò il riccioli, rivelando un sorrisetto soddisfatto
«Ad informarti che...nonostante i tentativi tuoi, di tuo
fratello
e di tutta la comitiva di domatori, il mio piano è andato a
segno. Ormai tocca solo sedersi e aspettare...»
«Si può
sapere dove ci troviamo?!» inveì
l’altra, e Violetta
rispose «Ti accontento subito Starshipmon...
...siamo sulla
terra...ed è un peccato che non ci siano finestre in questo
luogo in cui...marcisci nella tua prigionia! Poiché lo
spettacolo a cui ho assistito poco fa quando mi sono affacciata
è riuscito a sorprendermi: supera tutte le
aspettative...»...«Ahhh! Che cosa intendi
dire...?!...
...sei riuscita a
invocare la Torre Digitale?! Provocherai una catastrofe, te ne rendi
conto?!!»
Ma nulla intaccava il sorriso della donna dal manto di stelle...
«Noi ci siamo
sbagliati...» sussurrava l’attonita Starshipmon
«...le tue gesta benché folli e crudeli mi hanno
aperto
finalmente gli occhi...
...io, mio padre, mio
fratello...ci ingannavamo nell’inseguire potenza e dominio!
Tu ci
hai creati...e ci hai insegnato a surclassare gli altri. E a opprimere
gli innocenti...
...ma non è
questo il senso di un Digimon, ora finalmente tutto mi è
chiaro...benché io sia solo una marionetta
d’argilla
plasmata dalle tue mani non riesco a scordare gli occhi di Rapunzelmon,
e l’amore con cui mi guardava mentre tu mi trascinavi qui
dentro!
Il timore per il mio destino...
...lo struggimento per
i nostri ricordi: tutto questo...è la vera forza...
...ma a una simile
verità le tue orecchie sono impermeabili, mamma! Tu ormai
conosci solo il linguaggio del potere...e finirai per bruciarti con il
tuo stesso fuoco, esattamente come è avvenuto a
me!!»...«Io non ci conterei così tanto,
mia
cara...» mormorava Violetta forte di una profonda sicurezza,
ma
Starshipmon rivelò un sorriso beffardo «E invece
sì!! Dopo tutto siamo madre è
figlia...è la legge
del sangue.»...«Più che altro...qui si
dovrebbe
parlare di una legge dell’argilla di seconda mano, uhmuhmuhm!
E
comunque devo smentirti...noi non siamo madre e figlia...»
Starshipmon
corrugò il suo volto, e Violetta illustrò
«Il
tradimento è bastato a tramutarti in una...perfetta
estranea! Lo
stesso vale per Teardropmon, nonché per
quell’ammasso di
ferraglie che ancora chiami “papà”. Tu
altro non sei
che la detentrice dei dati di Guardianmon, e dopo aver completato la
mia analisi per aggirare il rischio di conseguenze impreviste...
...andrai incontro al
tuo destino, e diventerai nient’altro che nutrimento per il
mio
popolo. I nuovi Digimon da me plasmati hanno bisogno di dati numerosi
per proliferare, rallegrando così il lugubre scenario
composto
solo da rovine. Per ora solo il Regno abbandonato è incorso
in
questo destino...
...ma presto Digiworld
e la terra lo seguiranno a ruota.»...«Sei solo una
tiranna!!!...
...ma i Digimon te lo
impediranno! Sì!! La madre di Rapunzelmon e i suoi amici
umani
porranno fine ai tuoi piani una volta per sempre, e se conti tanto
sull’appoggio di quel macabro essere che hai creato!!...e
all’interno del quale ci troviamo...
...ti avviso fin da
ora che i suoi occhi sono sofferenti! E prima o poi scoprirà
anch’egli il suo cammino, come tutti noi.
Affronterà il
suo passato e le sue ombre...
...e sfuggirà
al tuo controllo, dopo tutto è solo frutto di una
manipolazione
di dati!!»...«Continua, tesoro...
...mi stai fornendo
informazioni utili.» replicò Violetta senza
scomporsi, e
Starshipmo trasalì.
«Dunque...» seguitò la donna
«...tu reputi che
anche una creatura come Arkanomon a lungo andare possa ribellarsi, come
avete fatto tu e tuo fratello? Può darsi...
...questo luogo
è una bomba a orologeria, ma ciò rende il tutto
estremamente più eccitante! Mi rendo conto anch’io
che i
suoi sentimenti sono impetuosi...e i suoi ricordi sono un groviglio...
...infatti me ne
servirò finché sarà necessaria.
Benché
possa stupire qualcuno...
...non è
Arkanomon l’alleato su cui faccio conto per spianarmi la
strada
verso la gloria assoluta...
...!!!»...«Ahhh! E chi sarebbe?!»
esclamò la
prigioniera (canzone: Renato
Zero - Nei giardini che nessuno sa (strumentale) )
Ma in quel momento le
pareti attorno a loro si illuminarono come un grande display...
...proiettando la
torre di Tokyo, e la scena di un Digimon che si getta in soccorso di
una ragazza che si era lanciata nel vuoto...
Il volto addormentato
di costei comparve in primo piano, sotto lo sguardo incredulo di
Starshipmon.
«Guardala bene, mia piccola cara...
...perché molto
presto avrò una nuova figlia!
Uhmuhmuhmuhmuhm!...ahahahah...» annunciò Violetta,
allontanandosi sul lungo ponte nell’eco della sua risata...
All’interno del
vano nascosto tra le strade di Tokyo, un guerriero alato aiutava a
distendersi una ragazza addormentata «Riposa Jeri...
...il gesto che hai
compiuto è stato...disperato, ma ormai è tutto
finito!
Devi solo dormire...e recuperare quel senso smarrito per i tuoi giorni.
Tieni.» adagiandole nella mano il fermaglio a forma di leone
«Il tuo Digimon ti aiuterà a intravedere la
strada...
...se solo potessi
offrirti anch’io un’indicazione! Ma tutto
è confuso
anche per me...
...ah?!»
Un Digignomo si
portò all’interno di quel luogo buio,
illuminandolo con il
suo timido chiarore. Beelzemon lo accolse con dolcezza nella sua mano
artigliata «Ciao...
...che cosa
c’è? Ti abbiamo fatto spaventare con il nostro
tumulto?
Non devi impressionarti...talvolta capita che un essere vivente decida
di togliersi la vita. Ma voi servite proprio a questo...a ricordare
l’importanza di una timida luce, anche nel buio
più fitto.
Cosa cerchi di dirmi...?...
...come?! Un messaggio da LadyWizardmon?!...
...ma sì!...
...è una cara
amica! Anticipami, per favore! Dille che arrivo, approfitto della notte
per muovermi, con il giorno sarà più difficile!
Tanto ora
Jeri deve riposare...
...andiamo...»
accennò a voce sommessa, avviandosi con il Digignomo e
rivolgendo un’ultima occhiata alla ragazza addormentata...
...che emetteva lievi gemiti nel suo sonno...
Ma quando le luci
della notte illuminarono gradualmente il volto di Beelzemon, i suoi tre
occhi si dilatarono attoniti più che mai...come se qualcosa
in
quello scenario fosse fonte di uno sgomento senza limiti...
Sotto la pioggia del
Regno abbandonato, Mako abbracciava il suo Digimon «Mi
dispiace,
Sandmon...!!...
...Violetta è
riuscita a fuggire prima che fosse possibile liberare
Starshipmon!»...«N-Non ho più lacrime,
Mako! E non
so come faccia questo cielo a piangere più di me! Forse
anche
lui ha perso una figlia...»...«...stando alla mia
religione, ne ha persi tanti. E ne continua a perdere ogni giorno, si
smarriscono come tante pecorelle...
...ma il Pastore non
si arrende. Il Pastore avanza in una pioggia come questa, appoggiandosi
al suo bastone...
...cerca le sue
pecorelle senza desistere.»...«...io voglio essere
come il
Pastore!» espresse Sandmon mentre la pioggia bagnava il suo
volto
sabbioso, e gli occhiali del ragazzo...
...questi ignoravano
la presenza di una domatrice e una Digimon che vegliavano su di loro,
nascoste tra le rovine come due angeli custodi «Come il
Pastore...» si ripeté Suzie guardando il cielo
«...è questo che tu hai pensato, Akemi?
E’ stato
questo il tuo sogno...quando hai preso la tua importante
decisione?» seguitando a sfiorarsi l’addome,
là dove
vi erano le cifre di quel tatuaggio...
La piccola Lopmon pensava “Mi sento così inutile...
...non ho potuto far
nulla per la figlia di Sandmon. E non riesco neanche a sbrogliare i
pensieri di Suzie...” rivolgendo lo sguardo alla sua assorta
domatrice “Da quando è venuta su questo pianeta si
comporta stranamente...”
La ragazza provava
lentamente a giungere le mani...intrecciare le dita...chiudere gli
occhi...
...dinanzi alla sua
incredula Digimon “Sono sicura che questi gesti hanno a che
fare
con il suo sentimento per Mako. E anche...
...con quel tatuaggio...
...ma non riesco a
capire! E’ terribile per un Digimon avere le porte chiuse ai
pensieri del suo domatore. Come posso essere un guardiano...di qualcosa
che neanche conosco?”
Suzie bisbigliava parole incomprensibili fra sè e
sè...
All’interno del
locale abbandonato, Leaf parlava dolcemente ai Digignomi
«Sparpagliatevi...fate luce! In questo modo riusciremo meglio
a
curare tutti questi feriti...uhmuhmuhm!»
I piccoli folletti si
disponevano in ogni angolo buio come lantere, e già la
pioggia
faceva meno paura...
Vipermon sedeva su uno
sgabello, ed i bambini del villaggio si avvicinavano a lei nel
desiderio di toccare i suoi tatuaggi. Ma c’era una mano che
accarezzava premurosa i suoi capelli-serpenti. Si trattava di Rika, che
parlava ai bambini «Guardate come è bella e buona
questa
Digimon...»
Era bastato poco
perché vincessero il timore per il suo inquietante aspetto.
Ed
ora, dopo quel lieve e giocoso morso che risanava le ferite, i piccoli
si mettevano a giocare con quei serpenti affettuosi, che strofinavano
il loro muso tra i pelo dei folletti...
Rika confessava
commossa «Quando ti ho vista andar via...credimi,
è stato
come...!!...rivivere il momento in cui mi sono separata da Renamon! Non
riesco ancora a credere di accarezzare i capelli...che ti ha regalato
la biodigievoluzione!»
Vipermon la guardò...
...e stavolta fu il
turno di Rika di ricevere affettuosità da quei serpenti, che
lei
non aveva timore di carezzare e avvicinare come il più
mansueto
animale...
«Non sono come
tu mi descrivi...» disse, sorprendendo la sua amica dai
capelli
rossi.
Fu allora che la luce
la avvolse, così che la volpe nera si congedò...
...e Rika si ritrovò tra le mani i lunghi capelli scuri
della donna.
Aladynmon parlava a
Rapunzelmon «Mi spiace, sorellina! Noi abbiamo fatto tutto il
possibile. Perdonami...sono ancora un guerriero inesperto!»
ma
lei, dagli occhi azzurri segnati dal pianto, si abbandonava tra le sue
braccia «Oh no, fratello...
...sei tu che devi
perdonare me. Tu neanche la conosci...e fino ad ora è stata
una
vostra nemica! E’ stata colei con cui ti ho sostituito...
...ma ora non è
altro che una creatura in pericolo!»...«Io
percepisco la
stessa identica cosa.» replicò dolcemente il
ragazzo-volpe, aggiungendo «Forse perché siamo
fratelli, e
ormai abbiamo accolto il potere di nostro padre! Ma riesco a sentire
chiaramente che Starshipmon ha compreso i suoi
errori...»...«Vuol dire...che è ancora
viva...» cercava di sorridere Rapunzelmon, affermando
«....c’è ancora
speranza...!»...«Sì sorellina, non
desistere...» la abbracciava ancora Aladynmon...
Himi rivelava a Rika
«La biodigievoluzione è una cosa assai strana...
...e in casi come il
mio, rappresenta ciò a cui abbiamo sempre aspirato noi
donne!
Libero accesso all’animo...di coloro che amiamo.
Può
essere il dono più prezioso...e anche il più
terribile.» prendendo in braccio un piccolo elfo (ancora alla
ricerca dei serpenti scomparsi) e asciugandosi le lacrime «Lo
sai...? Mentre ero dentro di lui io l’ho capito. Io
l’ho
sentito...
...Ima...
...la ama ancora...»
Rika sgranò i
suoi occhi lilla, mormorando sottovoce «...Renamon...!...
...ama ancora Renamon...»
«Ascolta, devo
parlarti.» accennava Imagomon, ma Renamon gli dava le spalle
«Non c’è niente che tu debba dirmi che
io già
non sappia.»...«Ti prego Renamon, concedimi il tuo
ascolto...
...mentre lottavo
accanitamente per la salvezza della mia vita e di questa gente...ho
rivisto mille volte noi, la nostra famiglia. Le mie zampe hanno
pestato...
...mille fari
infranti. Credimi...l’assistere alla rovina di questo mondo
mi ha
cambiato, non sono più lo stesso di quando sono partito!
Ritrovare i nostri figli...
...mi ha aperto gli occhi...
...temo di aver
commesso un errore in questi mesi! Di essere fuggito alle mie
insicurezze...
...prima fra
tutte...il timore che tu non potessi mai
amarmi.»...«Taci,
per favore! Non continuare!!» replicava brusca Renamon
«Ahh...! Perché mi parli
così...?»
trasalì Imagomon. Ma lei si volse di scatto con occhi
stizziti
«I Digignomi mi hanno detto tutto!!...
...so perché
eri venuto in questo mondo, e so perché ora sei qui a
parlarmi!!...
...la Regina è morta...
...tu la stavi cercando per concederti a lei completamente!!»
Imagomon chinò
il capo «Sì...è vero. Ma
chissà che non
avessi commesso un errore...la mia natura è questa. Non ho
bisogno di un’altra.»...«Smettila di
parlare come un
vigliacco!!»...«Ma...Renamon...!»
La volpe scandì
«Tu sei qui solamente perché ogni occasione
è
andata in pezzi...
...in realtà
è lei che ami, ma siccome credi che non sarà mai
tua
preferisci rinunciare! Himi ti ha seguito in questo
mondo...è
stata molto coraggiosa...e ora è diventata anche la tua
domatrice! Ma tu preferisci arrenderti così, illudendoti che
tornando con me...sarà tutto come prima! Ma a questo punto
ti
dico...
...non rinunciare al
tuo amore!! Non sottrarti dalle tue responsabilità, e se
quest’occasione è sfumata...stringi i denti e
cercane
un’altra! Sono sicura che un giorno troverai qualcuno in
grado di
trasformarti in un umano...e allora il tuo sogno d’amore
sarà compiuto.»...«Renamon, aspetta!...
...c’è la
possibilità che il mio sogno d’amore sia
tu!!»
Ma la moglie lo
guardò con la coda dell’occhio «Allora
non mi
conosci affatto!»
Imagomon dilatò
lo sguardo...e Renamon esclamò «Imagomon io ti
amo,
ma...!!...non sarò mai un ripiego! Io non mi accontento,
perché ho commesso tanti errori, è vero! Ma
quello che
non farò mai...
...sarà
smettere di cercare un amore che sia vero!! E accettare sentimenti
falsi...no, mi dispiace! La mia natura e il mio orgoglio non me lo
permettono! Torna da Himi, è lei la donna della tua
vita!!»
«Renamon,
aspetta ti prego!!» ma lei si allontanò
all’esterno,
balzando oltre la pioggia.
Imagomon rivelò
uno sguardo ingenuo, come chi ha perso nella tempesta la cosa
più preziosa (fine-canzone)
Presso lo sgabuzzino
del locale, Takato faceva coraggio a Puppet «Devi stare
tranquillo, hai sentito che cosa ha detto Giovinezza perduta? Calumon
si risveglierà presto, è soltanto stordito! E
quell’elfo ne ha viste tante, credimi, sa quello che
dice.»
sicché il ragazzino tornava a raccogliere quel batuffolo
bianco
bruciacchiato e coperto di lividi, svelando «Se non ci
fossero
stati loro, e la medicina che gli ha offerto Vipermon...saremmo stati
perduti!»
Takato carezzava i
capelli del ragazzino «Dobbiamo molto alla gente di questo
mondo...ci hanno accolti con tanta ospitalità.»
disse il
più grande, allungando la sua mano verso il Digimon in un
dolce
sussurro «...ti riprenderai,
Calumon...»...«Takato...! Tu hai conosciuto il mio
Digimon
quando era diverso? Mi hanno raccontato che era una piccola peste,
adesso invece è sempre così serio...e si
preoccupa tanto
per gli altri...» Takato sorrise «Uuuh, non
riuscivi ad
afferrarlo, saltava da tutte le parti! Ricordo che l’ho
conosciuto...nel cortile della mia scuola. E io ed Henry sbattemmo la
testa dovunque per cercargli un domatore, ma...senza successo. Dovevi
arrivare tu...»
Puppet accennò
un mesto sorriso, per poi domandare «Chi proponeste come
candidati?»...«Inizialmente avevo pensato a Kazu,
lui non
aveva ancora conosciuto Guardromon...ma era un campione alle carte, e
un Digimon era la sola cosa che gli mancava. Per Henry però
era
troppo imprudente, perciò ci venne in mente Suzie! Anche lei
dovette aspettare di venire a Digiworld per incontrare
Lopmon...sicché sembrava la candidata adatta, ma nel
guardare
come trattava le
bambole...!»...«Uhmuhmuhm!» rise
Puppet coprendosi il volto con la mano smaltata, e Takato
seguitò «...temevamo di trovarci Calumon con un
vestito di
merletto!»...«Dopo di lei avete
rinunciato?»
Takato si fece assorto
«...io pensai alla mia amica Jeri...» e quel nome
sembrò destare un brivido nel ragazzino, benché
cercasse
di nasconderlo...
«...all’epoca era...la bambina di cui ero
innamorato.
Morivo dalla voglia di averla in squadra! E ti dico la
verità...
...credevo che non vi
fosse nessuno migliore di lei nel prendersi cura di un
Digimon...»
Ma la signora Mie era
nei paraggi, e quando udì quei discorsi fu pervasa da un
intenso
turbamento che la portò a stringersi a se stessa...
«Perché
non divenne la sua domatrice...?» chiese Puppet con un filo
di
voce, e Takato replicò «...Calumon voleva essere
libero...
...desiderava essere
amico di tutti!»...«...e
quella...bambina?» (canzone:
P!nk
- I don't believe you (instrumental) )
Takato abbassò
lo sguardo, rivelando con tono incerto
«...incontrò un
Digimon più grande, che la faceva sentire protetta.
Però
lui morì, e da allora...
...accaddero tante cose...
...ripensarci e come
perdersi nello scenario cittadino, visto dal punto più
alto...la
Torre di Tokyo! Talmente tante luci e circuiti...che ti si abbagliano
gli occhi, e smarrisci la direzione.»
Puppet adagiò
la mano su quella dell’altro
«Takato...perché lei
non è qui con noi nel Regno abbandonato?»
Nei ricordi di Takato tornò il suo ultimo incontro con lei...
...circondati dal
ghiaccio che aveva scalato le pareti del panificio, lei lo supplicava
di seguirli. Ma lui le voltava le spalle...
...nonostante questo,
nonostante le sue lacrime, lei cercava lo stesso di baciarlo...
“Pensi che il mio
amore per te sia...follia, vero...?
Non preoccuparti, non importa...sono abituata ormai anche a quegli
sguardi. Ma se la pazzia fosse questo...
...augurerei a ogni uomo, ogni donna, ogni creatura...
...di perdere la ragione com’è accaduto a me...
...Takato Matsuki...amore mio...”
Takato pose le mani
sulle spalle del giovane «Vedi Puppet...non sempre si cresce
insieme. A volte capita...
...purtroppo, anche se è triste!...
...che chi era amico
da bambino...poi debba lasciarsi. I motivi possono essere infiniti! Ci
sono...le scelte diverse. Ci sono le incomprensioni...»
elencava
con paziente, quasi paterna dolcezza a cui però il giovane
rispose con foga «...ma bisognerebbe sperare
ugualmente!!»...«Come...?»
Puppet aprì le
sue mani mostrando Calumon addormentato «...i sentimenti a
volte
fanno questa fine...
...ma come noi ora
speriamo che si risvegli, e attendiamo
quell’istante...tenendolo
tra le mani, e cercando di trasmettergli il nostro calore!...
...dovremmo fare con
ciò che del passato ci è più
caro!!»
Takato fissò
Calumon...ed il suo sguardo si velò di emozione
«Io ho
sempre pensato questo!!...
...però con Jeri...»
Puppet lo
guardò con i suoi grandi occhi spalancati «...non
la ami
più?»
«I-Io...!» accennò il ragazzo.
Ma in quel momento sua
madre lo chiamò «Takato!!» al che egli
si volse
«Mamma, arrivo!»
Puppet rimase da solo,
non smettendo di avvicinare al suo cuore il piccolo Digimon.
«Sono
qui!» disse il ragazzo giungendo da sua madre, e prendendola
premurosamente per le spalle «Come ti
senti...?»...«Figliolo, ho tanta paura...dimmi,
quando
torneremo sulla terra?»...«Presto! Credimi,
presto.»...«Ma presto
quando?!»...«Ancora non
lo sappiamo...» rispose Takato carezzandola, e spiegando
«...purtroppo la nostra nemica ha raso al suolo questo mondo.
Ora
i suoi abitanti sono feriti e stanchi. Noi sulla terra abbiamo ancora
una casa, loro non la hanno più. E’...compito
nostro
preoccuparci della loro sorte, capisci?»...«Ma
è
proprio necessario...?» chiedeva un po’ appenata la
signora
Mie «Dopo tutto...mi hai detto che si tratta di creature
informatiche, se non ho capito male! E’ come se fossero
personaggi di un videogame...»
Ma Takato seguitava a
carezzarla pazientemente «...un giorno capirai...»
congedandosi, mentre lei non sapeva dove guardare, ed il suo sguardo si
tingeva di imbarazzo quando si posava su Calumon e sulle premure di
Puppet.
...mentre Renamon si
allontanava da sola, nella pioggia che bagnava il suo pelo dorato...
...Himi confessava a
Rika «Lo scenario di dolore...di queste creature era di
fronte ai
miei occhi! Era impossibile ricordarsi della loro natura informatica...
...era da vigliacchi
soffermarsi sul loro brutto aspetto!! Perché una
madre...è sempre una madre, da un lato all’altro
del
computer. Ed un bambino...
...chiama sempre aiuto
nello stesso modo, al di là di ogni varco informatico...
...eppure mentre ero
disperata, mentre correvo fra le fiamme!...ed il mio unico orientamento
erano le indicazioni che il mio Digimon sussurrava dentro di me...
...mi è venuto
in mente che qualcuno...forse una creatura aliena,
extraterrestre...avrebbe potuto aprire un varco e affacciarsi sul
nostro pianeta, che chissà, magari è in
pericolo!»
Fissava avanti a
sé, appoggiandosi alla vecchia chitarra, mentre Rika si
inginocchiava presso di lei.
«...magari la terra trema...
...e in una casa
squallida c’è un uomo, con i suoi tre figli! Lui
ha
continui problemi alla gamba...
...e loro tre al cuore, perché gli manca la loro madre!...
...d-dove sono io?! E
a far cosa?! Queste creature informatiche...mi trattano come
un’eroina perché io li ho curati, non sanno le
vere
ragioni per cui sono qui!!...
...non sanno chi ho
lasciato indietro!» stringendo gli occhi, e lasciandosi
andare al
pianto.
«Lo sai, Rika?!...
...a volte penso che i
clienti del nostro locale avevano ragione! Io sono...una persona
sporca, una donnaccia e poco altro!!» ma Rika si
alzò di
scatto «Non ti permetto di dire queste cose dopo che hai
salvato
tutti questi bambini! Dopo che il loro popolo esiste ancora grazie a
te, quando qualsiasi altro essere vivente...!!...
...avrebbe premuto definitivamente il tasto di cancellazione...
...ma tu no...tu no
Himi, hai avuto considerazione della loro vita! Io non ti permetto di
disprezzare te stessa...!!...» sibilò determinata,
ma Himi
posò la chitarra e indicò
«Guarda!»
Le due scrutarono
insieme Aladynmon e Rapunzelmon, addormentati uno vicino
all’altro sul tavolo «Loro sono lì, come
noi due
ubriache, ti ricordi? Quante volte è successo...
...quante volte ci
siamo addormentate così aspettando che il nostro passato
venisse
a tirarci fuori da quella vita. Tu sognavi che giungesse tuo padre,
io...la mamma, di cui sono stata la disgrazia. Loro nonostante tutto
ancora aspettano...
...ed è per
colpa mia se i loro genitori sono fuori nella pioggia!»
allontanandosi, incurate del richiamo dell’amica
«Aspetta,
Himi!» che si appenava nel vederla così triste...
Imagomon era rimasto
solo sotto la tettoia, aggrappato alla ringhiera spezzata e ai suoi
ricordi...quando la sua domatrice si portò accanto a lui,
smarrendo i suoi occhi nel cielo per poi affermare
«Ima...devo
parlarti.»
Il Digimon dilatò lo sguardo...
I sette emblemi ancora
vegliavano su di loro, splendendo nel cielo mentre la pioggia sfumava i
loro contorni...
...gli stessi che
guardava Renamon, seduta in solitudine presso una rupe, con le zampe
accavallate in una posizione fin troppo consueta. Meno consueto era
vedere il suo pelo così zuppo (fine-canzone)
Takato venne fuori dal
locale, scendendo i gradini spezzati e tendendo la mano nella pioggia,
fino a che essa non gli bagnò anche i capelli. Chiuse dunque
gli
occhi e sussurrò «...and I live one more day...
...and I make it
through the rain...» per poi riaprirli, quando
sentì dei
passi in corsa sguazzare nelle pozzanghere «Brrrrmmmmm!!!
Takato?!»
Il ragazzo si volse di
colpo «Cindermon!» vedendola che si riparava
malamente con
le mani intrecciate sopra la testa, ed il suo ciuffo rosso grondava
«Ascolta: come sta tua
madre?!»...«Così
così...c’è qualche problema?»
chiese il
ragazzo, e lei «Ecciù!!...senti, potresti andare a
sentire
solo un attimo cos’ha
Ryo?»...«Perché?! Si
sente poco bene?!» si allarmò il giovane, ma lei
«No
no no no! Stranamente esistono ancora questioni tecniche, non solo
problemi di salute! No è che stava parlando prima
con...Kaaazu,
con Kenta e io non è che abbia capito bene ma hanno detto
cose
che sinceramente mi hanno un po’
spa...spa...ECCIU’!!!»...«Vai dentro, o
ti prenderai
un raffreddore!»...«Eheh...pronto
intervento!»
scherzò la Digimon solleticandosi in naso, mentre
indietreggiava
verso l’interno del locale «No è che
sembra che
abbiamo visite, ma NON CHIEDERMI IN CHE SENSO PERCHE’ NON LO
SO!...eccc...eeee...
...ECCIU’!!!»
«Visite...?» si interrogò Takato
«...meglio
che vada a sentire!» correndo sul retro del locale con uno
scatto
ereditato dall’infanzia.
Cindermon nel
frattempo faceva ingresso tra i tavoli e i feriti, in un sonoro
«ECCIUUU’! Povera me...Digimon
febbricitante.» ma in
quel momento le venne incontro la signora Mie «Cynthia!
Cynthia...»...«Mi stia lontana,
signora...!» antepose
la mano la Digimon «...o il malanno che non si è
beccata
stando nel blocco di ghiaccio, glielo attaccherà la
sottoscritta! Eeee...
...eeeecciù!»...«Ascolta! Era proprio di
questo che
venivo a parlarti.»...«Cosa?! Non ci dica che si
è
ammalata anche lei o qui...non ci resta che innalzare bandiera
bianca!»...«Altro che bandiera bianca! Rossa!
E’
quello il colore delle emergenze...!!» scandì la
donna con
tono deciso, mentre Cindermon la scrutava «E-Eppure non mi
pare
messa così male! Scusi fra noi due chi
vince???»...«Ma piantala di starnutire, piuttosto
cerca di
capire cosa voglio dirti!»...«V-Veramente sto
cercando...» replicò la Digimon sbattendo le
palpebre
«...ma non riesco ad afferrare!»
Fu Mie ad afferrarla
per un braccio «Con me ti comporti sempre come una tonta, ma
in
realtà sei meno stupida di quanto vuoi far credere! Devi
convincere Takato a lasciare questo mondo! Io ci ho provato
però...non mi dà ascolto, e tu sei
l’unica che
può farlo! Sei la sua
Digimon...»...«Signora...forse
le è rimasta un po’ di brina sugli occhi! Ma
insomma non
vede che questa gente è piegata dalla sventura?! La donna
che ha
raso al suolo il Regno abbandonato...
...è la stessa
che ha ucciso mia madre. Lei è altrettanto una madre,
dovrebbe
poter capire! Si deve mettere in testa che noi Digimon non siamo quelli
di cui si può disporre quando si vuole convincere un
domatore a
fare qualcosa! Suo figlio sta facendo il suo dovere, è
cresciuto
ormai! Ora il suo posto è qui...» ma Mie le si
aggrappò agli abiti «Questo posto non esiste
nemmeno!!»
In quel momento
accorse Leaf «Che succede?! Perché sta gridando,
signora...?» al che la donna si lasciò cadere fra
le
braccia del rapper «Oh, Leaf...! Leaf, mi sento
male...»...«Oh mamma mia! Che cos’ha?! La
prego, me
lo dica!»...«Ho uno sbalzo di pressione...mi sento
mancare...» replicò con un filo di voce. Ma quando
gli
occhi del ragazzo incrociarono quelli della Digimon,
quest’ultima
precisò riaggiustandosi i vestiti «Ah, ora
è tutto
chiaro. Aveva la vista appannata...non vedeva i feriti!»
congedandosi con un’occhiataccia, mentre il rapper aiutava la
donna «Venga con me...si sieda...»
«Ah, capisco.
Quindi...ne siete sicuri?» chiedeva Ryo allo scheletro di
unicorno, quando Takato si affacciò «Cindermon mi
ha
accennato qualcosa! Ci sono problemi, Ryo?»
Kazu e Kenta erano
lì presenti, il primo mormorò «Stavamo
parlando con
Sogno scartato...sembra che lui e i suoi compagni abbiano avvistato una
presenza nel varco digitale.»...«Qualcuno si sta
dirigendo
verso il Regno abbandonato...» aggiunse l’altro
pulendosi
gli occhiali.
Takato aggrottò
l’espressione «Qualcuno? Qui? Di chi può
trattarsi...?» Ryo si volse, infilando le mani in tasca e
spiegando «Da quanto rilevato pare siano Digimon. Tre. E
grossi,
per questo il passaggio occupa più tempo, sta avvenendo un
grande spostamento di dati.»
«Tre grandi
Digimon stanno per bioemergere qui...?» spalancò
gli occhi
Takato, e Ryo «Sì però aspettiamo a
dare
l’allarme, i feriti potrebbero agitarsi e...non è
il
caso.»...«E se li mandasse Violetta?!»
ipotizzò Takato aggiungendo «Oh no, se qualcuno
giunge ad
attaccarci questa volta è la fine, noi abbiamo ormai
esaurito
tutte le forze!»...«E’ proprio questo che
temo per
cui...acqua in bocca. Mi raccomando.» decretò il
domatore
leggendario, e Kenta si aggiustò gli occhiali per guardare
il
cielo «C’è la barriera...ma un sistema
così
vecchio ignoro quanto possa resistere, se i nemici sono
robusti.»
(canzone: Mariah
Carey - Through the rain)
I tre amici si
strinsero in un ennesimo e tacito invito a stare in guardia, sotto lo
sguardo pronto a tutto del domatore pelato...
Himi nel frattempo
parlava a Imagomon «Ora che abbiamo avuto finalmente la
possibilità o forse l’onore di biodigievolvere,
credo
dobbiamo anche avere il coraggio di parlarci
chiaro.»...«Temo di sapere cosa tu voglia dirmi
cara...
...e lo
temo.»...«E proprio così!»
ammise lei senza
smettere di fissarlo negli occhi «E cioè che
questo
“cara” è rivolto a un’amica,
forse a una
domatrice. Ma non alla terrestre che tu ami, Ima...
...e questo non
perché la Regina dei Digignomi non c’è
più.
Ma perché tu ami una Digimon. Quella Digimon che si
è
allontanata sotto questa pioggia, e che sicuramente non sarà
al
riparo, come noi due sotto questa
tettoia.»...«Renamon...» si
smarrì lo sguardo
della volpe nera, che si appoggiò alla ringhiera spezzata
«Sai, era un giorno di pioggia anche quando l’ho
conosciuta. La diga del villaggio era straripata, e dopo aver tratto in
salvo tutti i suoi abitanti...si era ritirata da sola, su una rupe. La
pioggia bagnava il suo pelo, ed il suo sguardo era malinconico. So che
pensava alla sua domatrice, la tua amica. Lo percepii nel mio
cuore...per questo mi avvicinai a lei. Fu il primo argomento di cui
parlammo. Dopo quella notte nacque un nuovo sole...e dopo ancora venne
il nostro matrimonio, e poi i nostri figli. Un lungo cammino che alle
volte sembra potersi ridurre in una manciata di giorni. Un cumulo di
piogge. Vedi Himi...
...lo stare qui con
te, ad osservare il terreno allagato come un fiume, mi rammenta di quel
film che mi facesti vedere...uhm, il primo giorno che ci sedemmo su un
divano io e te da soli, davanti alla tv. Quella romantica storia di
terrestri in cui qualcuno diceva...che non si può basare la
propria felicità sull’infelicità degli
altri.»...«Quello è il mio film
preferito, ma non
devi dimenticarti che c’è un’importante
differenza
fra quella coppia e noi due.»...«Lo so...loro erano
entrambi umani.» ammise il Digimon chinando il capo, e lei
«No Ima: non era questo che intendevo dire.»
Egli alzò lo
sguardo, e la donna svelò con ferma dolcezza «Loro
due
erano innamorati davvero, ma lei trova il coraggio di lasciarlo per non
strapparlo alla sua famiglia! Nel nostro caso fortuna vuole che invece
tu non mi corrisponda...
...poiché colei
che ami...è proprio tua moglie! La madre dei tuoi
figli.»...«Ahhh!...
...ma lei ormai non
vuole più saperne di me. E io mi sento mortalmente in colpa
per
l’uso indegno che ho fatto di te, Himi. Il mio cammino da
quando
ho lasciato Digiworld altro non è stato che...
...bassezza, e
vergogna! Io che credevo, pur non avendo avuto un domatore,
d’aver ricevuto il discernimento su ciò che
è
giusto o meno...mi sono ferito le zampe con i cocci dei miei stessi
errori.»...«Allora appurato questo...fasciatele, e
prosegui
lungo la tua strada. Io l’ho fatto tante volte. Ima, non
dobbiamo
aspirare ad essere perfetti: in fondo tutti noi procediamo a tentoni,
siamo povera gente. E questo...sia che siamo fatti di pelle
umana...» sfiorandosi il collo, per poi adagiare la mano sul
braccio di lui «...sia del tuo bellissimo pelo...
...e questa è
l’ultima carezza che ti
rivolgo.»...«Himi...piccola
cara Himi: cosa resterà di noi?» chiese lui
prendendola
per le braccia, e lei sollevò un oggetto «...forse
soltanto un Digivice. Ma no. Sono sicura di no. Io credo anche una
bellissima amicizia...
...e tanti...tanti bei
ricordi che porterò sempre con me...»
appoggiandosi alla
ringhiera, e smarrendo lo sguardo nel cielo «Se posso darti
un
consiglio...il primo come domatrice...
...o forse il primo in
assoluto, visto che mi piaceva adagiarmi sulla tua saggezza...ecco, io
ti suggerisco di ricordare che in fondo sei ancora una creatura
giovane.»...«Giovane?» chiese il Digimon,
e lei
«Hai mai mollato...dubbi e razionalità...
...per seguire solo il
tuo istinto, e gettarti sotto una pioggia torrenziale come questa...
...nella missione
mozzafiato e pericolosa di raggiungere colei che
ami?»...«I-Io...?!» sembrò
temere per un
attimo, ma lei si volse con uno sorriso limpido «Io
l’ho
fatto tante volte! Sono una donna, di quelle che non si guardano
indietro. E che non temono un raffreddore. Ma a volte conviene essere
come noi, o ci si può lasciare scappare...
...le emozioni
più belle di questa vita. E anche gli affetti più
preziosi. Dai...
...non vuoi che ti
faccia digievolvere?»...«Ma io
veramente...!»...«Sono la tua Digimon Tamer!
Permettimi di
donarti ciò che ti serve...per correre da lei e tentare
ancora.
La speranza non muore mai, Ima...»
Il Digimon chiuse gli occhi, e Himi alzò il Digivice...
«IMAGOMON
DIGIEVOLVEEE...
...VISIOMON!» trasformandosi così
nella volpe nera a nove code, e saltando la ringhiera spezzata.
Himi lo guardò
con un sorriso, aggrappata alla ringhiera «Va, mio Digimon! E
non
tornare senza la tua amata.»
«Grazie ragazza mia...
...grazie di cuore.» mormorò la creatura
commossa...
...per poi travolgere la pioggia con la sua corsa.
Himi lo guardava
allontanarsi, e i suoi capelli volavano mentre il vecchio legno
scricchiolava «Addio Ima...
...e grazie per avermi
regalato una favola.» così rientrò nel
locale
asciugandosi gli occhi.
“Renamon...aspettami!!” esclamava Visiomon dal
fondo del
suo cuore “Non riununcio a perderti! Corro nella pioggia per
te!!”
Quando Himi
rientrò, fu accolta da un applauso come se fosse stato il
suo
compleanno «Ah, ma?!»
Tanti abitanti del
regno avevano preso posto ai tavoli...e Rika seduta sul bancone le
indicava la chitarra accanto a lei.
La donna scostò
i capelli neri ed evocò un sorriso, capendo che era ora di
raggiungere la collega (fine-canzone)
Nascosti nel buio sul
retro del locale, il gufo, l’unicorno e l’elfo
avevano
espressioni preoccupate «Sento che si
avvicinano...» disse
il primo, seguito dall’altro «Fra poco saranno qui:
come
facciamo se fossero nemici? Non possiamo sfruttare ancora questi poveri
ragazzi...»
L’elfo
specificò «Loro e i loro Digimon hanno consumato
ogni
goccia di energia...amici, la mia angoscia per le sorti del nostro
mondo non riesce a placarsi!»
I tre si strinsero, nell’echeggiare di un tuono...
...il tuono che
all’interno del locale veniva coperto
dall’applauso. Fra la
gente seduta ai tavoli c’era anche Puppet, che sussurrava
«Calumon, cosa c’è...? Stai facendo un
brutto
sogno...?»
Egli non aveva smesso
infatti di riscaldare il piccolo Digimon tra le sue mani, e ora questi
emetteva dei lievi suoni «Ca...calù...
...il trittico...del Regno abbandonato...
...loro devono...»
Il suo giovane
domatore non staccava gli occhi da lui, cercando di decifrare quel
singolare delirio.
Sulla porta del
locale, Takato e i suoi amici facevano alcuni cenni riguardo a tre
creature dalle ampie dimensioni. Ed Henry e Rea si guardavano fra di
loro, adagiando poi espressione apprensiva sulle creature nella sala.
Quando giunse Mako informarono anche lui, ed il ragazzo
sgranò
gli occhi, domandando ragguagli. Henry prese un respiro profondo, ma le
sue furono poche parole, e si limitò a raccomandarsi di non
spargere la voce. L’ultima ad arrivare fu Suzie, che rivolse
una
pur timida domanda a Mako. Questi rispose dopo un po’ con
occhi
incerti, dopodiché lei cercò ragguagli nel
fratello. Ma
Rea discese i gradini prendendola per le spalle, in quello che sembrava
un invito a restare compatti. Gli sguardi di Takato, Kazu e Kenta erano
molto seri ma sembravano aderire a quell’approccio.
Infine, tutti buttarono un’occhio verso l’interno
della sala...
...dove i Digignomi
avevano creato un’atmosfera soffusa. Himi si sedeva sul
bancone
accanto a Rika, mormorando «Quei due si amano, ma a lungo
andare
l’hai resa testarda come te, la tua
Digimon.»...«Ma
non mi dire...»...«Proprio così! Gli ho
detto di
darsi una smossa. E di raggiungerla!!» rivelò con
tono un
po’ spiccio, mentre Rika sussurrava colpita «I loro
figli...sono andati a cercarli.» e Himi guardò
verso
l’alto «Meglio così! Se ci dice bene la
famiglia si
riunirà.»...«Himi...
...sei davvero sincera
in ciò che dici?» disse la rossa sfiorandole la
mano, e
l’altra «Rika, io ci ho pensato...
...la conoscenza con lui, il viaggio, la battaglia...
...io credo che un
varco come quelli che voi tutti aprite, l’ho spalancato nella
mia
vita. Ima rappresentava questo per me, una favola per sfuggire alla mia
quotidianità. Quando la cometa ha sfiorato la mia vita...io
mi
sono aggrappata alla sua coda e non l’ho lasciata. Ecco fin
dove
mi ha portata: uhmuhm, su un bancone che sembra il punto di partenza!
Ma forse tutto ciò ha avuto un senso.» compiendo
un
sospiro profondo e rivelando «La verità
è che un
pizzico ti invidiavo.»
Rika rimase colpita
dalle sue parole «Come dici...?»...«Ma
sì, la
tua avventura con i Digimon...il tuo passato glorioso! Per lunghi anni
ho desiderato un’esperienza simile: Rika...tu hai volato nel
cielo! Hai sorvolato la nostra città...» disse
Himi,
fissandola in un sorriso emozionato. L’amica
replicò
«Però poi sono anche caduta...e che
dolore.»...«Non importa, quelle come te si rialzano
sempre!
Forse io ho fatto tutto troppo in fretta...Ima mi attrae molto,
è vero. Ma quando l’ho visto correre dalla tua
Digimon...mi sono sentita felice. Forse da questo capisco la natura del
mio sentimento, non era amore. Ma soltanto un sogno. Il sogno di
sentirmi anch’io speciale...ricevendo l’amore di un
Digimon! Solo volando anch’io grazie ai suoi poteri, e
assistendo
al dolore di tante creature ho potuto rendermi conto che...accidenti,
non è per niente facile il tuo lavoro! E non possiamo
permetterci di trascurare quello che abbiamo...
...la vita va vissuta
giorno per giorno, al fianco dei propri cari. Quel Digivice mi ha
aperto gli occhi.» Rika accennò interdetta
«Sono
contenta...che l’abbia fatto...» ma Himi la
fissò
con un sorriso scrutatore «Dì la
verità! Tu era
proprio questo che volevi: me lo hai regalato apposta per il
compleanno!»
La rossa
realizzò “Alice aveva...perfettamente
ragione!!” per
poi balbettare «A-Ascolta Himi,
io...s-scusa!»...«Ma
no, stai scherzando?! Io ti ringrazio Rika. Vivere il proprio Digimon
dall’interno...è tutta un’altra
cosa.»
affermò Himi tenendole strette le mani «Non potevi
farmi
regalo migliore...»
Rika seppur emozionata
le sorrise con affetto, e Himi si scostò i capelli
«Bene!
Sai di tutto questo, alla fine, che cosa resta?!»
L’altra
provò incuriosita ad indovinare «Una...bella
lezione?» ma Himi oscillò il dito
«...nnno!...
...un progetto
commerciale! Tanto per cambiare.» Rika spalancò la
bocca
«Che cosa?!»...«Ho pensato che quando i
trambusti
saranno finiti sarebbe da rimetter su questo locale! Secondo me il
Regno abbandonato ha delle grosse potenzialità: fiumi
impetuosi
di denaro, amica mia! Pensa ho già il nome. E cosa non
indifferente...anche il logo!»...«Il nome di questo
locale?!» fece Rika...
...e Himi aprì
le braccia nel gesto di plasmare un’insegna immaginaria
«Profilo di volpe...» abbagliando gli occhi della
compagna
«...e come simbolo due profili scontrati come quelli dei
nostri
Digimon...a somigliare alle due metà di un
cuore.»...«Himi...sei
unica.»...«Che te ne
pare?» Rika sorrise «...mi sembra che ci siano
buone
possibilità!»...«Era quello che volevo
sentire! Bene
ma...
...ptsss, senti ma ora
cosa facciamo con questa
gente?»...«Ptsss!» Rika si
accostò al suo orecchio «La verità
è che
pare siano previsti ospiti d’onore per la serata! Tre
Digimon...dall’incerta provenienza, per cui
l’atmosfera
è sul filo del rasoio.»...«Dobbiamo fare
qualcosa
per distenderla.»...«Io pensavo a
cantare!»...«Buon’idea!» ne
convenne Himi, e
Rika «Sì ma cosa
cantiamo?!»...«E-Ehh...questa
in effetti è un’altrettanto buona domanda: n-non
lo so,
potremmo provare una canzone tradizionale...» ma la rossa
smentì drastica «Ahhh, io sono negata per le
canzoni
tradizionali!»...«Ma come scusa? E quella di cui
non hai
mai scordato gli accordi? E’ tradizionale pure
quella!»...«S-Sì ma è in
lingua spagnola!!
Vogliamo riesumare il periodo in cui ero andata in fissa col latino
americano...?» chiese Rika un po’ scetticamente...
...ma Himi
guardò le creature sedute ai tavoli, e strinse le spalle
«E perché no! Che c’è una
chitarra in
più?» Rika cercò di piegarsi dietro al
bancone ma
l’amica la trattenne «No ferma sei incinta...faccio
io,
ecco qua!»...«Me la sono fatta dare da uno di loro:
la casa
è andata bruciata, ma la chitarra si è
salvata.»
Così le due amiche ne avevano una ciascuna.
Le creature erano in
fermento, e Puppet continuava a cullare il suo Digimon
«Calumon,
coraggio...cerca di svelarmi che cosa senti!» mentre anche
Takato
e gli altri entravano. Costui faceva cenno alle due ragazze al bancone,
ed Henry si aggiustava gli occhiali in un sorpreso sorriso.
«Aspetta, la mia
è un po’ scordata. Intanto tu fa
l’annuncio,
Rika.» disse Himi
«D’accordo...» replicò
l’altra, schiarendosi poi la voce per richiedere
«Un attimo
di attenzione!»
Nella sala calò
un silenzio istantaneo, scandito solo dal rumore della pioggia
«Pensavamo...di dedicarvi una canzone. Questa canzone...
...è in lingua
spagnola tanto per cominciare, quindi non c’entra niente col
nostro paese.»
A queste parole, Kenta e Yuki
parvero scambiarsi uno sguardo entusiasta.
«Però questo sta a
simboleggiare che
nella vita talvolta si lascia il proprio nido e si sperimentano nuove
correnti, nuovi viaggi...e ognuno di questi va a far parte di te, e
contribuisce a renderti quello che sei.»
Entrava anche Leaf,
completamente zuppo...ma subito i suoi occhi furono rapiti da
quell’evento ormai prossimo. Finì
inconsapevolmente per
accostarsi a Cindermon, la quale gli chiese in un cenno se aveva un
fazzoletto, e lui si affrettò ad offrirglielo per una sonora
soffiata di naso...
...coperta dalle
parole di Rika «Non c’entra niente col nostro
paese...però...non è detto che un giorno non
possa
entrarci col vostro!» mentre faceva ingresso il grande
scheletro
di unicorno, seguito dal suo amico elfico e da quello piumato.
«Ora è un
momento difficile, mi rendo conto. E la canzone parla di questo. Mi
ricordo che provavo a suonarla quando ero appena ragazza, e fuori
pioveva proprio come oggi. Le sue parole mi facevano pensare...a mio
padre, e tutto ciò che avevo perso. La dedico al vostro
Regno,
un luogo di detriti e cenere. Ma lo faccio con la speranza che da
questo buio possa nascere un nuovo giorno, proprio come è
successo nella mia vita.»
...incrociando lo
sguardo assorto e innamorato del suo marito sprovvisto di ciglia...
«Credetemi, è possibile. Non smettete mai di
sperare...
...tutti noi siamo
“rifiuti informatici”.» accostandosi ad
Himi, e
mormorando
«Pronta...?»...«Ptsss...prontissima,
collega.»
Dal silenzio e dalla pioggia...nacque una melodia (canzone originale: Thalia
- Caballo de Palo)
Fu proprio su quelle
prime note che «Ca...Calù!» Puppet
balzò in
piedi «Calumon!! Hai aperto gli
occhi!!»...«...Puppet...
...amico
mio...uuugh!» ma il piccolo Digimon dovette serrare di nuovo
i
suoi occhi verdi appena aperti, poiché centrati da una
lacrima
versata dal ragazzo.
Tutti si accostarono a lui, sorpresi e premurosi...
...mentre Himi e
Rika cantavano con delicatezza, tanto da attrarre lo scheletro di
unicorno, che si mise a camminare tra di loro...
«L-Lo vedete,
amici miei?» balbettava Puppet tra le lacrime «Il
mio
Digimon si è risvegliato, sta bene!» ma Calumon
mormorava
con la sua voce smorzata «...devo fondere il Trittico...per
mezzo
dei miei poteri,
calù.»...«Cosa?!» fece
Puppet, ed Henry «A cosa ti riferisci, Calumon...?»
Ma il piccolo Digimon
balzò a terra, e sembrava avere un obiettivo chiaro in testa
«Devo congiungere i tre guardiani del regno, ma colui che me
l’ha detto...» illuminandosi di luce...
...e digievolvendo
Snowhitemon «...non so chi sia. Mi ha parlato in sogno,
ricordo
soltanto...che si trattava di una presenza cara. Forse un vecchio
amico!»
Leaf rimase
sbalordito, e volle avvicinarsi prendendo spontaneamente la mano di
Cindermon, per poi pentirsi a metà strada.
«Non ricordi proprio chi sia stato a parlarti?!»
chiedeva Takato...
...mentre il pubblico
era incantato, e le due ragazze rivolgevano il loro sguardo
all’unicorno, là presso il bancone dinanzi a loro,
che
forse su quelle note ripensava a se stesso e al suo regno.
Ma in quel momento il
gufo spiegò il volo verso di lui «Sogno
scartato!» e
anche l’elfo si mise a correre, finendo per inciampare e
rialzarsi «Vieni, presto! Ti vuole quel Digimon dalle grandi
ali
bianche! Ha detto che deve compiere...
...una magia meravigliosa, e noi siamo i tre ingredienti
essenziali!»
«Una magia...?» si chiese l’unicorno dei
sogni scartati.
Ben presto Snowhitemon
si mosse incontro a loro «In sogno mi è stato dato
l’ordine...
...di sfruttare il mio
potere per fondervi in un unico Digimon. Ve la sentite...?»
«Un Digimon??
Noi tre???» fece l’elfo, ed il gufo
domandò
«Chi è a volere una cosa simile?»
Snowhitemon rispose
«...lo ignoro io stesso. Perdonatemi, ma non ricordo il suo
volto, ho nella testa soltanto una sfumatura luminosa che assume
diverse tonalità. Ma ho nel cuore la sua bontà ed
il suo
senso di giustizia.»
Il gufo domandò
«Se diventeremo un unico Digimon...avremo più
poteri e
potremo aiutare di più il nostro popolo?»
Il minotauro
accennò un sorriso «...certamente.» e
l’unicorno venne avanti «Allora ci
stiamo.»
I domatori erano
letteralmente attoniti, tenevano gli occhi spalancati quando
Snowhitemon disse «Puppet...puoi conferirmi il potere
necessario
dal Digivice?»...«I-Io? Certo...»
replicò
emozionatissimo il ragazzino che aveva perduto il suo berretto, venendo
avanti...
...e facendo del suo
meglio per non tremare, mentre avvicinava il Digivice al cuore e poi lo
innalzava...
...sotto gli occhi
abbagliati dei presenti, in cui si riversava luce mentre la canzone e
la pioggia proseguivano.
Snowhitemon & Puppet invocarono «DIGIEVOLUZIONE INFINITA DEL
FUTURO!»
«Ohh?!»...«Ahh?!»...«Uhm?!»
Elfo, gufo e unicorno divennero tre luci...
...i Digignomi,
attratti, lasciarono le loro postazioni e si misero a volteggiare al
loro inseguimento, come bambini che giocano ad acchiapparella...
Il locale
dall’esterno brillava come una stella, e liberò un
fascio
di luce verso il cielo...
...Rika ed Himi distanti da tutto, ponevano il loro cuore nella
canzone...
...mentre dal vortice
spuntava il corno splendente di quella creatura onirica e bellissima,
che nitrì impetuosamente oscillando la sua coda, composta di
fili dorati che un tempo erano stati i peli arruffati
dell’elfo.
Il gufo gli aveva donato un paio di ali di piume d’oro...
Ryo commentò
«Meraviglioso...» e gli sguardi degli altri non
esprimevano
un concetto differente.
Puppet si
aggrappò a Snowhitemon «Amico mio! Ce
l’abbiamo
fatta...
...è una tua
creazione quel Digimon?»...«...no, mio
domatore.»
replicò Snowhitemon «E’ il frutto del
desiderio di
colui che mi ha parlato in sogno.»
«Chi
potrà mai essere...?» si domandò il
ragazzino in
una pena struggente ed emozionata.
Il nuovo Digimon
volò sul tetto del locale, e nitrì sotto la
pioggia verso
il cielo, spiegando le ali in una cascata di scintille luminose sulla
città distrutta...
...mentre Rika e Himi
terminavano nelle ultime, malinconiche note. Per poi sorridersi e
stringersi la mano, in una promessa di eterna amicizia (fine-canzone)
Rapunzelmon e
Aladynmon camminavano nel buio sotto la pioggia «Io...credo
di
essermi illusa! Comincio a essere grande abbastanza per capire certe
cose, fratello mio...» svelava lei tristemente
«...i nostri
genitori hanno...semplicemente finto di riconciliarsi! Desideravano
consolarmi per il grande dolore di aver perso Starshipmon, ma in
realtà...il loro amore è finito. Il regno della
nostra
infanzia si è infranto,
Aladynmon...»...«Coraggio,
sorellina.» la accoglieva lui nel suo abbraccio
«Non devi
ancora dire questo...non possiamo esserne certi! Io sento...
...qualcosa di grande,
che sta per esplodere! Io credo sia l’amore fra i nostri
genitori.»...«Non sarà forse...questo
mondo, quando
giungerà l’assalto di quei tre
Digimon...»...«Quei...tre Digimon...»
pronunciò enigmaticamente il ragazzo-volpe, ma poi
indicò
qualcosa col suo artiglio «Guarda Rapunzelmon! Quelli sono i
nostri genitori! Raggiungiamoli!»
Visiomon giunse di corsa «Renamon!»
La volpe dorata dal pelo zuppo si volse di scatto.
La creatura a nove
code si scrollò dal bagnato in un gesto spettacolare, che
accompagnò la luce ad avvolgerlo restituendogli le sembianze
di
Imagomon «Sono corso da
te.»...«Perché?!» chiese lei
spiazzata, e lui
«Come perché?! Ma perché ti
amo!»
afferrandola per le braccia «Guarda, ho il pelo bagnato!...
...la pioggia porta
via le false vesti di perfezione che per fin troppo tempo ho indossato!
Renamon, sono qui per dirti...
...che mi dispiace! Mi
dispiace per averti abbandonato proprio quando potevamo stare assieme!
Mi dispiace che per colpa della mia vigliaccheria i nostri figli hanno
sofferto!! E la loro sofferenza...
...è ricaduta
su di te perché io ero sparito! Renamon, io non sono quello
di
cui ti parlarono un tempo! Quello che credevi di aver conosciuto, in
quel giorno di pioggia così simile ad oggi...
...io sono una
creatura insicura...» svelò la volpe nera, mentre
quella
dorata dilatava più che mai i suoi occhi azzurri segnati
dalle
lacrime «E come tante, tra gli umani e i Digimon...
...vago alla ricerca
di parole di conforto! Se sono scappato è stato solo...
...perché non
ho coraggio sufficiente di vivere senza il tuo amore, capisci?!! Ma se
la tua felicità fosse altrove...io ti lascerei
andare...»...«Allora...perché sei
qui?»
sussurrò lei.
Il marito rispose
«...per il consiglio di quella cara terrestre che ci ha
compresi
più di quanto noi abbiamo fatto con noi stessi! Ma
soprattutto...
...perché ho
deciso di fidarmi per l’ultima volta...di quella voce che mi
parla nel cuore, e che mi indica la strada da seguire: quella voce...
...mi sussurra di
fissarti negli occhi, perché in loro vedrò
specchiarsi il
mio stesso amore!! Renamon...anche tu mi ami?!!» chiese
scuotendola «Se anche tu mi ami...ti supplico! Gettiamo via
il
passato, ammettiamo di essere stati entrambi giovani e imperfetti!!
Ammettiamo di avere il pelo macchiato dall’inesperienza...
...ma laviamolo con la
speranza di una vita più felice! Ripariamo il nostro
faro...come
si fa con un cuore infranto, e ricominciamo per l’ennesima
volta!! Ricominciamo insieme...»
La volpe dorata era immobile, paralizzata tra le sue braccia...
«Allora, moglie
mia...?! Sono impaziente, ti prego...non farmi aspettare a lungo! Dimmi
solo...un sì, o un no, come quando ci siamo sposati!...
...Renamon, vuoi sposarmi un’altra volta?!»
La pioggia scandiva
l’attesa per quella risposta, mentre i loro figli si
avvicinavano...
Uno degli elfi del
villaggio si affacciò trafelato alla porta del locale,
gridando
«Bioemersione!! Bioemersione!!»
Ma c’era molto
chiasso, e l’unico ad udirlo nitidamente fu Ryo che
sgranò
gli occhi e corse fuori con lui.
Nel frattempo Puppet analizzava il suo Digivice «Lonemon...
...Digimon animale sacro...»
per poi alzare i suoi occhi abbagliati verso quell’unicorno,
ora
accerchiato dalla devota ammirazione dei suoi compaesani.
Anche Rika e Himi si
sporgevano dal bancone per contemplarlo «E’
incredibile,
quelle tre creature hanno dato vita ad un unico
Digimon...»...«Eh già, Rika. Senti
ma...dove
è finito tuo marito?»...«L’ho
visto uscire di
corsa...non vorrei che ci fossero novità.» disse
facendosi
lievemente seria, ma Himi stemperò «Dì
la
verità! Non vorresti che ci fosse un’altra
donna!»
riuscendo a strapparle un sorriso un po’ incerto.
Terriermon sbucava
dalla borsa di Rea «Suzie, dov’è
Lopmon?» e la
ragazza rispondeva «L’ho lasciata nei pressi della
collina,
sembrava voler stare un po’ da sola...ragazzi, ma avete visto
Ryo
come è uscito di corsa? Forse sarebbe meglio andare a
vedere.»...«Sì, pensò
anch’io.»
ne convenne Takato.
I loro sguardi seri si incrociavano di nuovo...
...e constatando
questo, Himi disse «Rika senti, forse è il caso
che ti
aggiungi a loro. Per altro devi pure recuperare la tua Digimon. E il
mio!»...«Sì, forse è
meglio...» fece la
rossa smontando dal bancone, mentre Himi garantiva
«Tranquilla,
vedrai che andrà tutto bene. Resto io a intrattenere un
po’ questi tipi: mi è venuta voglia di
cantare...»
Il commento fece
sorridere Rika «Il pericolo favorisce l’arte...!
D’accordo, allora ti lascio il campo libero, appena ho
novità ti faccio sapere!» Himi accordò
la chitarra
con un sorriso «Certo è che, comunque andranno le
cose...
...mi sarà
impossibile scordare questo mondo e i suoi abitanti.» mentre
Rika
batteva le mani «Ancora un attimo d’attenzione! Ci
tenevo...
...a ringraziarvi tutti per calore che ci avete dimostrato.»
Lonemon
l’unicorno dorato si volse verso di lei in segno di tacito
ringraziamento.
«Comunque la
serata non è ancora finita...!»
annunciò Rika in
un’espressione di sfida «Dunque vi lascio alla
vostra star,
Himi!!!»
Si levò un
applauso, mentre costei tornava a immergersi fra coinvolgenti note
(canzone originale: Kelly
Clarkson - Before your love)
Rika si affrettava a
fare slalom tra i tavoli, sfoderando il Digivice ed lo sguardo deciso.
Si unì così ai suoi compagni, che le riferirono
le ultime
notizie...
«Sì...» pronunciava Renamon
«Sì...sì, sì io ti
amo...m-maledizione!!! Ti
amo...Imagomon...» perdendosi d’amore nei suoi
occhi
«Però io non
voglio...»...«...essere un
ripiego?! Come posso farti capire che non è
così?!
Renamon io...
...non amo Himi! Non
l’ho mai amata, le voglio bene tanto più ora che
è
la mia domatrice! Ma io ho amato soltanto te, prova a leggerlo nel mio
cuore!! Tutti possiamo farlo...non occorre un
potere.»...«E
non starò commettendo...un errore?»
mormorò lei, ma
il marito rispose «Tesoro mio...l’errore lo
commetteremmo
nel fare come tanti che lasciano andare il vero amore...solo
perché hanno il timore di ricominciare. E credono che la
felicità non esista! Ma io ci voglio credere...
...e sono corso nella
pioggia come un adolescente per raggiungerla! La mia
felicità...sei...tu...Renamon!»
...rivolgendole un
bacio...sotto gli occhi sbalorditi dei loro figli, che rimasero
bloccati a guardarli...
«...e tu sei la
mia! Sei la mia, Imagomon, sì!! Ricominciamo insieme,
ricominciamo un’altra volta e tutte le volte che
sarà
necessario!! Io...credo nel nostro amore, e ora lo sento con
chiarezza!»...«Anch’io! Ti
amo...»
«Hai visto,
sorellina?!» esclamava felice Aladynmon «Guarda i
nostri
genitori, questa volta non stanno bleffando! Sento...che non
c’è ombra di dubbio!»
La bionda Digimon era
commossa «Sì fratello, lo sento
anch’io...»
I genitori si volsero
di scatto «Ragazzi!!» esclamò Imagomon,
e Renamon
«Voi eravate qui...?»
Fu allora che Ryo si
precipitò nel locale in un vortice di entusiasmo
«Ragazzi!! RAGAZZI UNA COSA SENSAZIONALE!! I-I tre Digimon
che
stanno arrivando...
...è-è
fantastico! Credetemi, supera qualsiasi aspettativa!!»
I domatori rimasero
sbalorditi, e Rika lo afferrò per il braccio «Ryo,
ma cosa
succede?! Guardati, sei tutto bagnato...è-è
QUESTO che
supera qualsiasi limite al buonsenso!!!» ma lui non se ne
curò, annunciando «Ragazzi, arrivano i Supremi!! I
Supremi, ve ne rendete conto?!!»
«Cosa...?!» arretrò Takato, e Kenta
«I
Supremi?! Intendi dire i quattro Supremi?!» ma Kazu lo
corresse
«Ah-Ah-Ah-Ah! No...i tre Supremi! Non dimentichiamoci che
Azulongmon non è più con loro, egli adesso
è il
Supremo Emerito.»
Ma in quel momento
Snowhitemon esclamò «Sono loro!!!» e
Puppet
«Che cosa dici, amico mio?!»...«Ora
ricordo tutto!
Ricordo perfettamente, erano i Supremi nel mio sogno!! Loro hanno
chiesto di fondere i guardiani del Regno abbandonato!!»
Leaf poco distante si
portava le mani alla bocca “E’
incrediiiiiibile...” e
Cindermon «I SUPREMI DI DIGIWORLD?! Questa sì che
è
bella, una loro visita al Regno abbandonato è proprio un
fuori
programma! Vieni con me, te li presento: tanto tu di sicuro non li
conosci!»
Ma lui rimase senza
parole, e stavolta fu lei ad afferrarlo per mano «Dai
corri!!»...«A-Ahhh!»
«Forza, usciamo,
andiamo tutti ad accoglierli!!» propose Ryo, e Suzie
balbettò «S-Sì!»
così il gruppo intero
si avviò all’esterno.
La signora Mie
cercò di fermare suo figlio «Takato! Takato, ma
dove state
andando adessooo?!!»...«Scusa mamma non posso
trattenermi,
ho fretta!! I Supremi sono amici di vecchia data, non li vedo da dieci
anni!» tanto che rimasta sola, non le restò che
sbuffare
«”Amici di vecchia data”, figurati chi
possono
essere! Delle altre creature...spropositate come queste!»
Himi rimase a cantare
con un dolce sorriso sulle labbra, e tante lacrime e ricordi negli
occhi...
...proprio mentre
Renamon invitava «Venite figli miei, voglio mostrarvi una
cosa di
cui vi ho tanto parlato. Vedete quelle tre comete colorate?»
indicando col suo artiglio nella pioggia «Quelli sono i tre
Supremi del nostro mondo, vostra madre li ha conosciuti tanti anni fa.
All’epoca c’era anche Azulongmon, che ora
è a
riposarsi lontano dalla guerra e dai conflitti. Ma noi lo portiamo nel
cuore come se fosse ancora con noi...vero?»
«...è
proprio così, mamma.» replicò Aladynmon
accostandosi a lei, mentre Imagomon conduceva la figlia per mano
«Avviciniamoci figliola...»
«Sapete...» svelava Renamon «...sono
contenta di
esser con voi a guardarli atterrare. Spero che il loro arrivo vi regali
un cammino felice, come ha fatto con me permettendomi di
incontrarvi...»
Quella famiglia si
riunì sul ciglio della rupe, rapita da quelle tre stelle
colorate che planavano nella tempesta.
Rapunzelmon rivolgeva
loro un assorto sorriso “Io spero che la luce dei Supremi
possa
salvarti...sorella mia!”
Lopmon era rimasta
sola presso la buia collina, e lacrime solcavano i suoi occhietti
finché non si asciugarono al calore di un’ala
infuocata
«Perché piangi, Lopmon...? Quanto
tempo.» disse una
tonante voce maschile «Ohhh?!!» sussultò
la
coniglietta marrone...
«...mio
signore?!» pronunciò col fiato spezzato, quando
risuonò la voce di Suzie
«Lopmooooooooooooooon!» e
la coniglietta si volse «Ahh! Suzie! Ragazzi!»
Nel frattempo
giungevano anche, col passo lento tipico delle creature mitologiche, un
leone screziato d’azzurro...e una tartaruga a due teste dal
guscio di foglie...
I domatori si
arrestarono incantati e felici alla loro vista, Ryo in testa a tutti
con l’affanno «Supremi...»
«Chi è
costui?» chiese l’uccello infuocato, e Ryo si
passò
le mani sul capo «Come?! Non mi riconosci
Zhuquiaomon?!»
«Non lo vedi?
E’ il leggendario Ryo Akiyama. Non è poi
così
cambiato.» precisò la tartaruga, ed il leone
aggiunse
«Stai diventando come Azulongmon. Tu sei il prossimo
destinato
alla pensione!»
Zhuquiaomon non se la
prese, restando in volo disse paternamente «Come siete
cresciuti...»
Takato sussurrò
«...voi invece non siete cambiati per niente...»
I ricordi invasero gli sguardi e i cuori di quei ragazzi bagnati di
pioggia...
...che si rividero
ragazzini, sulle sponde di Digiworld in compagnia di quelle creature
che il tempo non aveva intaccato.
Yuki scoppiò in
un moto di pianto, e Kenta la abbracciò «Che
cos’hai
amore mio?!» e lei mugolò «Mi ricorda
quando ci
siamo conosciutiii! Io mi ero infilata nel tuo taschino: oggi non
c’entro più!»
Cindermon
trascinò Leaf, indicando «Eccoli qua! Zhuquiaomon
il tipo
focoso con le ali, Baihumon il leone, e la tartaruga è...
...eee....
...ECCIUUUUUUUUUUUU!»
«Ebonwumon...» mormorò il rapper, e lei
«Hai
detto qualcosa?!»...«No no niente.»
piegò lui
le spalle...
...ma nel suo cuore
pensò “Il passato torna, come tre comete colorate.
Che
momento magico...”
«Siamo felici di
ritrovarvi. E constatare che state tutti bene...» disse
Zhuquiaomon...
...mentre la pioggia
grondava dai capelli, e i loro cuori palpitavano per
l’emozione
di quel momento sospeso nel tempo (fine-canzone)
Renamon e i suoi
familiari discesero dalla rupe grazie ai loro balzi, quando
d’un
tratto Rapunzelmon indicò «Mamma, guarda
laggiù!»...«Uh?»
alzò lo sguardo
costei, e Aladynmon ipotizzò «Anche
quell’unicorno
dorato è uno dei Supremi?»
Imagomon
assottigliò lo sguardo «...no, ma è da
loro che si
sta dirigendo. Presto, andiamo anche noi!»
...Zhuquiaomon planava
scrollando di gocce le sue ali infuocate «Beh ma...ora che ci
siamo salutati ci dovete dire il perché della vostra
visita!» esortava Ryo aggiungendo «Noi vi credevamo
a
sorvegliare la sorgente del D-Reaper!»
Ebonwumon alzò
una delle sue dinosauresche teste dal collo lungo «Tanto per
cominciare siamo qui per Lonemon: volevamo chiedergli se acconsentiva a
seguirci...» Baihumon il leone screziato continuò
«...e a prendere il posto di Azulongmon, come quarto Supremo
di
Digiworld.»
«Cooosa?!»
fecero i domatori in coro, ma poi restarono incantati alla comparsa
dell’unicorno alle loro spalle, i cui zoccoli sguazzavano nel
bagnato. L’unica che non poté guardarlo fu Rika,
catturata
dall’improvviso arrivo della famiglia riunita della sua
Digimon:
incrociando lo sguardo con costei, non poté resistere alla
commozione...
Puppet veniva avanti
«Ho una domanda...Supremi..» modulando la sua voce
in un
rispettoso sussurro «Siete stati voi a suggerire la
procedura...infiltrandovi nel sonno del mio Digimon?»
Ebonwumon alzò
l’altra testa «Dici bene, ragazzino. Avevamo
percepito le
potenzialità del Trittico: esso divideva in tre
frammenti...» per poi far seguitare Baihumon
«...tre
distinti aspetti dell’anima che possono benissimo convivere:
la
giovinezza conduce i sogni. I sogni portano fortuna. La gente ha
bisogno di guardare il cielo, e di scorgere una creatura come
lui.» Zhuquiaomon aggiunse «Per questo abbiamo
chiesto al
catalizzatore di procedere alla fusione.» Puppet
restò
dubbioso
...e l’uccello
di fuoco assottigliò i suoi occhi «...ci fa
piacere
rivederti. Conserviamo nel cuore il ricordo di quando la tua
Digievoluzione Luminescente riunì le creature di Digiworld
allora sparpagliate. Non ti smentisci mai.»
Snowhitemon
chinò appena il capo «...il piacere è
mio. Lieto di
avervi ospitato nei sogni.»
Mako mormorava
«...è sorprendente...ne avevo sempre sentito
parlare.» e Rea gli si accostò
«Sì,
anch’io...ma non avrei creduto di incontrarli proprio adesso.
I
quattro Supremi...ora esistono di nuovo. Hai sentito? Lonemon
subentrerà ad Azulongmon.»...«Come
vorrei che mia
sorella fosse qui e che potesse assistere a tutto questo.»
L’unicorno
dorato avanzava verso i tre immensi Digimon, e Zhuquiaomon gli
parlò «Se ci seguirai sarai il guardiano degli
afflitti e
degli abbandonati.»
La creatura rispose
«E’ il minimo che possa fare per riscattarmi, dopo
che la
mia gente attaccò Digiworld agli albori. Inoltre,
benché
duolga ammetterlo, siamo responsabili anche del flagello abbattutosi
sul nostro pianeta: se avessimo accolto quella domatrice con calore e
affetto, ora non sarebbe tornata a scatenare la sua furia. Allora era
sinceramente armata di buone intenzioni, ma non incontrò che
il
nostro gelo e la nostra diffidenza. Se ora mira alla distruzione di
Digiworld e della terra la colpa è in parte nostra. La mia
vita
per servirvi...
...Supremi.»
inchinandosi al loro cospetto, ma Baihumon disse «Alzati
Lonemon,
ora sei uno di noi.»
L’unicorno
obbedì, ma chinò un’ultima volta il suo
corno
splendente «Vi ringrazio...»
Cindermon si
accostò al suo domatore «Hai visto Takato? Ora il
sodalizio è ricomposto!»...«Ptsss, forse
ora per
Digiworld si metterà meglio.» replicò
lui, e lei
«Chissà, speriamo!»
Dopodiché Ryo
parlò «Dunque è per questo che siete
venuti, per
recuperare il vostro quarto compagno! Se è così
siamo
felici di avervi aiutato, anche se con poco. Ma adesso...vi prego, non
tornate subito a Digiworld! Venite con noi al locale, il popolo del
Regno abbandonato sarà entusiasta di conoscervi!»
«Veramente non
siamo venuti solo per Lonemon.» replicò Ebonwumon,
e Rika
«No...? E allora per cosa?»
Kazu bisbigliò
a Kenta «Sembra che i Supremi abbiano un altro messaggio.
Forse
qualcosa attinente alla situazione della terra.» con eco di
Guardromon «La situazione della terra!» Il domatore
occhialuto ipotizzava «Chissà che cosa
è successo
mentre noi eravamo via...»
Suzie raccolse Lopmon
«Se c’è qualcosa che possiamo fare, vi
prego non
fateci stare in pena. Di qualsiasi cosa si tratti noi la
faremo!»
Lo sguardo dei Supremi
sembrava essersi fatto più serio. La grossa tartaruga dal
guscio
d’albero parlò
«Ecco...c’è una cosa che
dovete vedere. E’ di fondamentale importanza.»
Zhuquiaomon si
librò in cielo spalancando le ali, e costituendo uno schermo
di
luce che abbagliò lo sguardo dei ragazzi e dei Digimon.
Quando si fece meno
accecante, le espressioni iniziarono a dilatarsi di stupore...
...quella di Ryo in
particolare, che dalla meraviglia sfociava in una sorta di commozione
«Immagini...di repertorio. Il nostro primo scontro...
...la città
invasa dal D-Reaper. Sapete che cosa vi dico, ragazzi? Non credevo di
essere così sensibile. Quanta strada da allora, amici miei...
...eravamo solo ragazzini a volare su quei tetti...
...quante...quante
cose sono successe...» sfumando in un sussurro profondo, ma
in
quegli stessi attimi gli occhioni verdi di Yuki si dilatavano
più che mai. Fino a che suo marito si allarmò
«Che
ti succede cara? Perché fai quella faccia?!»
Costei pronunciò in un ambiguo automatismo «Quel
negozio...
...quello travolto dal
D-Reaper, con la vetrina in pezzi. Io ci sono stata l’altro
giorno. Ed è stato aperto...soltanto da due
settimane!»
(canzone: Sugababes
- Stronger)
Scese un cupo silenzio
tra i ragazzi, scandito dalle parole di Zhuquiaomon
«Sfortunatamente è vero!! MarineAngemon ha
ragione, queste
non sono immagini di repertorio! Sono...
...in diretta!!»
«Come...?...!» fece Rika con voce tremula, e
Renamon la
sostenne con le mani sulle spalle.
Ryo scandì
serio «Ditemi...che ho sentito male.» Baihumon
ribatté «Ti hanno operato...ma hai orecchie ancora
buone,
Ryo Akiyama. E anche occhi...buoni, come tutti i tuoi
compagni.»
Quelli di Takato erano
attoniti, mentre Cindermon cercava smarrita ragguagli al loro interno.
Leaf si accostò a loro...ma scuoteva il capo imbambolato
«...ci prendete in giro.»
Ebonwumon alzò
entrambe le teste «Questo è il motivo per cui
siamo qui!
Non aveva senso rimanere alla sorgente e per giunta...»
abbassandone poi una «...sarebbe stato pericoloso visto che
la
diga si è...
...drasticamente infranta proprio davanti a noi!»
Baihumon
proseguì «Qualcuno ha invocato la Torre digitale,
ma il
processo ha riportato delle controindicazioni che si sono abbattute
sugli argini del D-Reaper. La situazione...
...è presto...scivolata fuori...dal nostro
controllo.»
Cindermon cercava di scuoterlo «Takato!!»
Ma egli smarriva i
suoi occhi verso lo schermo luminoso “Bastò un
fuggevole
sguardo a quelle immagini...
...per renderci conto che era stato tutto inutile. Le nostre lacrime...
...la nostra interminabile separazione...
...le nostre
sofferenze. Tutto inutile. Tutto come niente fosse stato. Tutto al
punto di partenza. Il nostro sacrificio...
...non era valso a nulla.”
Con i suoi pensieri
sembrava descrivere il sentimento provato dai suoi increduli e zuppi
compagni.
Terriermon
illustrò «...a Violetta è bastato
alzare un
candelabro per vanificare tutto il nostro cammino.»
Rea sfiorò suo
marito «Henry...!» in un’impotente
richiesta, e
costui «Ma anche se fosse...è improbabile che
costituisca
un problema! Ormai si è scoperto il punto debole del
D-Reaper,
basterebbe solo invertire il suo corso di crescita!» ma
Zhuquiaomon ribatté «Non spererete davvero di
ricorrere al
trucco di dieci anni fa! Quel sistema è come si suol dire
obsoleto.» Rea si fece avanti «...io non
c’ero e
forse parlo da ignorante...ma il D-Reaper resta pur sempre un programma
vecchio! Come potrebbe mettere in ginocchio le nuove
tecnologie?»
Il leone screziato
socchiuse lo sguardo «Purtroppo ragazzi il problema
è un
altro: quando arriverete sulla terra, troverete il D-Reaper in una
veste nuova rispetto a quella che avete affrontato. All’epoca
era
solo un programma in sregolata espansione, obbediva unicamente alla sua
natura tecnica. Ora invece...
...c’è qualcuno che lo controlla.»
«Che
cosa???» fece la voce nasale di Yuki, e sempre Baihumon
seguitò «E’ proprio così.
Guardate nello
schermo.»
Tutti alzarono lo
sguardo, ed Ebonwumon descrisse «Si tratta di quella donna.
Riesce a gestire le correnti del D-Reaper per mezzo di quel Digimon a
forma di luna.»
«Arkanomon...» sussurrò Kazu alla vista
di quella
biglia, che troneggiava con occhi spaventati su una città
invasa
da una massa rossastra.
«Come vedete ha
preso posto sulla torre di Tokyo.» illustrò
l’uccello di fuoco aggiungendo «E quei detriti che
le
volteggiano attorno altro non sono che i frammenti della Torre
Digitale: essa è apparsa...ma rotta. Ed ora la presenza dei
suoi
resti fa da barriera alla crescita del D-Reaper, ma...quanto credete
che durerà?»
Ebonwumon alzò
le teste «Lo avvertiamo! Quella donna sta cercando di
consumare
le macerie della torre, e quando ci sarà riuscita...
...il suo Digimon
assumerà pieno controllo del D-Reaper, a quel punto lei
potrà disporne a suo piacimento! E scatenare la sua furia
cancellatrice contro il mondo.»
«Violetta in
possesso...di un’arma potente come il D-Reaper?!»
esclamò Suzie.
Cindermon scandì «Dobbiamo fermarla...
...dobbiamo fermarla a tutti i costi...!! Takato!...
...ragazzi, cosa sono
queste facce imbambolate?! Dobbiamo tornare subito sulla terra,
penetrare all’interno di Arkanomon e farle un...CASINO che se
lo
ricorda per tutta la vita!»
«Purtroppo non
sarà così facile, principessa
Cindermon.»
obiettò Zhuquiaomon, e lei si volse esasperata
«Adesso...CHE ALTRO C’E’...?!»
«Osservate.» comandò Baihumon...e Mako
descrisse
«Le zolle fluttuanti della torre...si sgretolano contro
qualcosa
di invisibile!»
Il leone screziato
tradusse «Ha disposto una barriera! Si tratta del non plus
ultra
degli scudi digitali, il nucleo del D-Reaper è
inaccessibile!
Così come...il suo Digimon distruttore.»
Leaf prese parola
«Quello non è un Digimon distruttore!! In
realtà si
tratta di una bambina trasformata!!»
Zhuquiaomon si volse
insospettito «Ci conosciamo...?» e Baihumon
«Fai
parte anche tu della squadra di domatori?»
«Io...»
indietreggiò lui timoroso, ma Takato corse avanti
«E’ un mio caro amico!...
...ha assistito la Regina dei Digignomi prima che morisse.»
Ebonwumon riprese il
filo principale «In ogni caso...quella sarà pure
una
bambina trasformata ma ciò non toglie che si tratti di un
vero,
ortodosso, Digimon! E’ una digievoluzione del male...
...esorbitante. I suoi
poteri ci sono in parte oscuri ed il tempo di noi tutti per
esaminarli...è poco.»
Dinanzi a quello
schermo di luce, l’angoscia attanagliò il cuore
dei
domatori «Oh no, e i nostri cari sulla terra...?»
mormorò Mako, e Suzie «Mamma,
papà...!»
Rea esclamò «Benji!!»
Kazu sgranò gli
occhi «Diamon...» e Terriermon sussultò
«Muskmon!!»
Takato il suo grido lo
tenne per sè “Jeri...!!!” ma Leaf lo
guardava e
sembrava provare pena per lui, mentre fissava le immagini “La
città...dominata dal D-Reaper...e tu sei lì,
piccola mia!
Solo io so...
...quanto quella massa rossa ti ha fatto paura nel corso degli
anni...”
«Dobbiamo
rientrare immediatamente!!» esclamò risoluta
Renamon,
nell’eco del sussurro di Rika «...anche se non so
cosa...dobbiamo fare qualcosa per proteggere la terra...»
Kazu poi corse avanti
a tutti, e nell’affanno mormorò
«Digiworld...
...e a Digiworld...com’è la situazione?!»
Ebonwumon chinò
entrambe le teste, proiettando l’immagine rivelatrice
«UGUALE...SE NON PEGGIO.»
I ragazzi trasalirono, il mondo dei Digimon era un mare di D-Reaper...
...che scorreva impetuoso fra le rovine del castello.
«Oh no papà!!!» esclamava Cindermon tra
affanni appenati...
...Takato e Leaf,
seppur stremati da quella rivelazione, le si accostavano per
confortarla.
I suoi occhi azzurri
non trovavano consolazione nel tremendo interrogativo sulla sorte del
padre...
...e quelli blu di
Kazu si riempivano d’amarezza al pensiero della fine in cui
stava
incorrendo il suo regno (fine-canzone)
Nel suo sonno protetto
dal buio del vano cittadino, una ragazza rivedeva se stessa lanciarsi
da una torre altissima...
...ma proprio quando
sentiva che tutto era perduto, qualcuno dotato di grandi ali accorreva
a sorreggerla, e a portarla via da un triste destino.
Un’ombra si
insinuava in quell’abitacolo nascosto tra le strade,
oscurando il
pallore del suo bel viso. Sembrava camminare in punta di piedi per non
svegliarla...
...ma lei, che
stringeva nella mano il fermaglio a forma di leone, continuava a
sognare il calore del suo abbraccio, e quei tre occhi che la fissavano
lieti di averla salvata.
Le sirene echeggiavano nella notte, più forti che mai...
...quando le sue labbra intonarono il sussurro «Bee...
...Beel...ze...
...mon. Amico mio...»
Qualcuno si
chinò su di lei, carezzandola e scostandole i capelli dal
viso.
La giovane dischiuse i suoi occhi segnati «...s-sei
tu...?»
«Il tuo amico
è volato lontano. Ormai si è sgravato la
coscienza.» replicò una voce femminile. Ma
nonostante il
suo tono leggiadro la ragazza trasalì appena la
udì,
scattando in piedi impaurita benché la gamba le provocasse
dolore «A-Ahhh!!»
«No, non
sforzarti piccola Jeri!!» esclamò
l’altra
aggrappandosi a lei «Sai che purtroppo ti hanno sparato a
questa
gamba!» illustrò con tono melodrammatico
«Ormai non
riuscirai più a camminare come una volta! Povero
tesoro...»
Le luci fuggevoli
della città illuminavano fulmineamente la sua collana
stellata,
e i suoi riccioli...
...quando
all’interno del canale per la raccolta delle acque, due ombre
si
stagliavano sul muro rossastro: una alta e alata, l’altra
bassa e
dal cappello appuntito. Quest’ultima parlò
«Mi
dispiace averti portato a correre un rischio solo a causa di un mio
errore!!»...«Questo non ha importanza, non devi
preoccuparti! Raccontami tutto.»
Il suo tono era
rassicurante, quello di lei sofferente «Mi sono spinta...fino
alla casa in cui lei li teneva prigionieri, come colta da un
presentimento!!! Il mio cuore di insegnante mi diceva che loro non
erano al sicuro! Infatti appena ho aperto la porta sono corsi da me
supplicandoli di portarli via da
quell’incubo!»...«...e poi?!»
chiese
l’ombra alata, e l’altra chinò il suo
cappello
«Poi...è arrivata lei...
...mi ha indirizzato
contro una bambola dalle sembianze di un Digimon! Mi ha spinta a terra
e resa impotente, costringendomi a fare la cosa...peggiore che si possa
chiedere a una maestra: assistere mentre un malvagio rapisce i tuoi
alunni e li porta chissà dove, senza poter far
niente!!»...«Ora smetti di piangere LadyWizardmon.
Ci sono
qua io.» la prendeva lui per le spalle, inchinandosi di
fronte a
lei «Vedrai che riusciremo a
liberarli!»...«Ma in che
modo?!!» gemeva l’ombra più piccola
«Hai visto
com’è ridotta la città!! Non appena lei
è
comparsa si è portata dietro questa massa che...
...anche se nessuno me lo dice...
...io so che è
la stessa che dieci anni fa aveva invaso il nostro mondo! E anche
quello degli umani...!!»
Il guerriero più alto si rialzò
«Purtroppo è vero...
...il D-Reaper era di
nuovo fra noi, avevo dimenticato l’intensità
kitsch del
suo colore...
...il suo sgradevole
odore, e la sua fastidiosa presenza. Ma è bastato un attimo
per
riportarmi indietro alle luci e alle ombre del mio passato.
E’
proprio vero ciò che si dice...
...forse per essere
veramente liberi, bisogna fronteggiare il proprio nemico più
temibile fino all’ultimo colpo.»
L’altra ombra
sembrava triste, ma lui si chinò di nuovo «Non ti
preoccupare LadyWizardmon...
...si dice che sia un
guerriero abbastanza coraggioso. O almeno, mi piace di considerarmi
tale abbastanza da...
...affrontare anche
ciò che mi fa più paura. Io proteggerò
sia gli
umani che i tuoi alunni. Io, Beelzemon, respingerò il
D-Reaper
una seconda volta...»
«Che...che la
vita ti renda merità per la tua nobiltà e il tuo
coraggio!!» esclamò lei prendendogli le mani, ma
lui si
divincolò «Ah, adesso esageri! Ascolta, non
restare qui,
è pericoloso! Il D-Reaper potrebbe riversarsi in questo
canale.
Ascolta...ti farebbe piacere venire con me? Non ti nascondo che ho
bisogno d’aiuto: è più di un mese che
faccio da
custode a quella ragazza che è rimasta sola...
...l’altra notte
ha persino compiuto un gesto disperato...ma nonostante io
l’abbia
salvata, ormai non spero più che mi guardi con altri occhi.
E mi
perdoni per il passato...»
L’ombra dal cappello a punta ascoltava paziente...
...mentre la donna dai
capelli ricci scandiva «Questa notte ha ancora poche
ore...è quasi giorno ormai!» ma l’altra
ragazza
ribatté «Meglio così!» e le
fuggevoli luci
illuminarono il suo sguardo di sfida, mentre lasciava scivolare
agilmente un coltello nella sua mano «La luce del sole
illuminerà la tua faccia! E faciliterà la mia
mira.»...«Jeri...ti prego, abbassa quel coltello!
Gli
oggetti che tagliano sono pericolosi...!»...«Credi
di
parlare con una bambina?!» inveiva Jeri scorrendo con la
schiena
lungo le pareti, mentre teneva il coltello puntato «Ti sei
messa
in un bel guaio Violetta...
...forse negli ultimi
tempi vedi pochi telegiornali?! Nessuno ti ha parlato di me,
evidentemente...io so benissimo la funzione di questi aggeggi, e li
uso!» alludendo al coltello «Sono una
ricercata...perché ho puntato una pistola alla tempia di
un’innocente vecchietta, e ho sparato a un uomo!!
L’ho
quasi ammazzato...!!» specificava con la voce carica di
aggressività «Ed ogni volta che qualcuno mi
disturba...io
ricorro ai medesimi sistemi, credi che farei un’eccezione con
te?!»
Un raggio di luna
illuminò l’espressione di pena con cui Violetta la
guardava, e Jeri ironizzò «Ohhh, ma che visino
grazioso, e
che espressione dolce!...
...l’ideale...per rendere divertente un’operazione
del
genere, cosa ne diresti se ti facessi tanti tagli fino a renderti un
mostro!!! IRRICONOSCIBILE!!!...
...almeno tutti ti
vedrebbero per quella che veramente sei, e non potresti più
ingannare gli altri con la tua apparenza!!! Finalmente capiresti cosa
provo ogni giorno...
...io non posso
tornare indietro! Ormai il mio volto si è rivelato, e tutti
quanti hanno paura di Jeri
Katou!»...«Io...no!»
scandì Violetta con imbronciato orgoglio.
L’altra sorrise
beffarda «...peggio per te, dovresti averne nella posizione
in
cui ti trovi...!!!»...«Si potrebbe dire lo stesso
di te,
tesoro!» replicò Violetta scenicamente affranta
«Dal
punto in cui ti trovi ti basterebbe girarti per guardare nella
fenditura. E oltre di essa vedresti qualcosa...che ti riporterebbe
tanti ricordi!»
«Uhmf! Il
vecchio trucco...?!» ironizzò la ragazza con la
fenditura
alle spalle. Ma incontrando lo sguardo irremovibile e penetrante di
Violetta, il suo corpo fu gradualmente pervaso da un irrefrenabile
tremore, che la portò a volgersi lentamente pur non
lasciando il
coltello.
Ma l’altra sorrideva beffarda...(canzone: Evanescence
- Missing)
...quando Jeri
scrutò la città oltre quella fessura, i suoi
occhi si
dilatarono di sgomento ed il tintinnio del coltello a terra
decretò il prorompere del suo grido «Nooo...
...noo!...
...no, no...!!»
Violetta si avvicinava
«Jeri!»...«NOOO!»
«Jeri sta calma,
per l’amor del cielo!!!» gemette la donna che
cercava di
trattenerla, ma la ragazza completamente sconvolta iniziò a
dimenarsi «NOOOOOO!...
...Noooooo...OOOO!!!» scivolando in ginocchio e prendendosi
il
capo tra le mani «Oh povera cara! Lo sapevo che certe
immagini
hanno troppo colore per dei bambini! Vanno censurate...
...la città che si distrugge...
...una presenza oscura
e...fin troppo conosciuta che invade i suoi angoli. Questo
può
far sorgere incubi nei piccoli spettatori!»
Ma distante dalle sue
parole, la ragazza seguitava a gridare
«NOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!»...«Oh, povera...
...i tuoi respiri sono affannosi! I tuoi occhi sconcertati...
...sei proprio una
bimba nel suo lettino.»...«NON PUO’
ESSEREEEEEEEEEE!!!»...«Shhh! Calma, ci possono
sentire!»...«NON E’ VEEERO, NON
PUO’ ESSERE
TORNATO, N-NON PUO’...
...ESSERE DI NUOVO
QUIIIIIIIIIIII!!!»...«Jeri?! Jeri!! Adesso mi fai
preoccupare davvero, oh tu non respiri e quel che è peggio
è che con quella pappa rossa non possiamo chiamare le
ambulanze,
blocca tutto il traffico! Ma non fa niente...
...risolviamo fra noi
piccola mia sta calma, respira poco alla volta! Respira senza aver
paura...
...ecco brava
così-no!»...«NOOOOOOO!»...«Non
gridare!
Stringiti solo forte a me e non pensare a niente, dimentica la sua
immagine, dimentica il suo rosso intenso e dimentica il tuo passato!
C’è la tua mamma a consolarti! La tua mamma che ti
è vicina...
...e si preoccupa per te, ecco brava...
...va meglio, sei già più calma...»
Jeri si era
accasciata, stremata delle sue forze e derubata delle sue speranze. Ma
Violetta ne approfittò per farla aggrappare a lei
«So che
quello che hai visto ti ha sconvolta, non te lo aspettavi! Ma ora la
mamma ti porta via di qui, ti porta in un posto dove ti
rivelerà
una cosa...ancora più sorprendente! Vieni!»
Una luce splendette nell’abitacolo...
...e l’attimo dopo una sfera luminosa volò via dal
ponte...
...conducendole
entrambe sulla sommità della torre di Tokyo, sotto lo
sguardo
impietosito di Arkanomon che le accolse al suo interno.
Si ritrovarono in un
luogo dalle sembianze domestiche, connotato da pentole e fornelli. Ma
lo sguardo di Jeri era ormai fisso e smarrito, e sembrava non far caso
ad alcun particolare «Ecco, qui siamo al sicuro. Siamo nella
cucina di Arkanomon, il mio Digimon. Vedi com’è
accessoriato? Sniff, sniff! Uhmuhmuhm, avrai notato che buon profumo,
ti offrirei volentieri qualcosa...
...ma tu sembri non
aver voglia di mangiar nulla, guardati poverina che espressione. Ma
Jeri, non te ne sei accorta...? Siamo giunte qui sorvolando il
D-Reaper, non ci ha fatto niente! E’ questa la
novità...»
Jeri muoveva appena
gli occhi, mentre Violetta illustrava «Ora il D-Reaper
è
mio. Sì sì, non è uno scherzo: lo
controllo da
questi luoghi! Egli non è più il nemico
inquietante che
avete affrontato. Si comporta come un...cagnolino mansueto. Arkanomon
è così grande e potente che sta lentamente
acquisendo
tutti i suoi dati. Non ti sorprende che siamo passate indenni
attraverso quella che un tempo era la sua...furia consumatrice?
Grrr!» simulando scherzosamente una posa aggressiva...
...mentre Jeri
smarriva lo sguardo attorno a se, nel sottofondo delle parole
«Non è rimasto...in qualche angolo del tuo
cuore...il
desiderio di prenderti una rivincita?» Fu allora che si
destò appena «C-Come?»...«Ma
sì, se
decidessi di assecondare il mio piano...
...questo sconfinato
mare rosso diventerebbe di tua proprietà! Ti rendi conto
della
portata della cosa? Non dovresti più temerlo, in pratica si
invertirebbero i ruoli e questa volta saresti tu a controllarlo! Ti
immagini potergli dare ordini? D-Reaper!...aaaccuccia! Ed egli
ritirerebbe i suoi flussi.» per poi farsi più
vicina...
...e sussurrarle all’orecchio «D-Reaper...
...scatenati...e
travolgi le file dei miei nemici con il tuo impeto!!! Sarebbe come
giocare a un videogioco, obbedirebbe ai tuoi comandi! Io lo ritengo il
giusto contrappasso dopo ciò che ti ha fatto,
povera!»
stringendole il braccio...
...per poi alzare
l’indice in una briosa intuizione, e allontanarsi in passetti
rapidi.
Jeri era imbambolata,
quando Violetta tornò «Tadaaan! Guarda cosa ho
rimediato?»
Aveva tra le mani una
corona dorata, decorata da gemme di massa rossastra. La
adagiò
sul capo della smarrita ragazza, descrivendo «Se solo tu
prendessi le redini di tutto questo...saresti invidiatissima! Si
accosterebbero tutti con riverenza, come si fa con una grande sovrana.
E non è escluso...che qualcuno potrebbe innamorarsi della
tua
regale personalità, uhm...?» esortandola con
sguardo
furbetto.
Jeri dilatò gli occhi a quelle parole...
...mentre Violetta la prendeva per mano «Vieni...»
...conducendola
sull’ascensore che sbucò sulla sommità
di Arkanomon.
Su Tokyo stava
sorgendo il sole in quel momento, e Violetta intonò con
enfasi
«Un giorno tutto questo sarà tuo, figliola! Onore
e gloria
a Jeri Katou...
...la regina del D-Reaper! Uhmuhmuhmuhm!»
Gli occhi di quella
ragazza che aveva pianto per tanti anni, accolsero il primo raggio
dell’alba in un’espressione di assorta
tristezza...mentre
in colei che aveva accanto si leggeva il trionfo. Ma anche una vena di
premura quando la sfiorava...
...eppure tra i
meandri oscuri di quell’astronave, si celava incatenata e
sconfitta una creatura delle sembianze di ragazza, che la stessa donna
un tempo aveva chiamato “figlia.”
Da quel punto
così alto, la città sembrava essere ai suoi
piedi. I
flussi di D-Reaper si diramavano tra le strade in un quadro evocativo
del passato. Ma lei, con la corona in testa, sembrava cercare qualcosa
di indefinito nel sole che sorgeva, qualcosa la cui mancanza le evocava
ancora lacrime...(fine-canzone)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 48 *** Tempo di decisioni per i Digimon Tamers ***
puntataDT2
La
pioggia del Regno
abbandonato non accennava a smettere di abbattersi sui Supremi,
racchiusi nel silenzio dei loro aloni...verde per Ebonwumon, argenteo
per Baihumon, rosso per Zhuquiaomon.
Quest’ultimo
parlò «Lopmon, che ti succede...? E’ da
quando ti ho
rivista che non smetti di fissare quel Digimon.»
La coniglietta, il cui
sguardo era ancora adagiato su Sandmon, sussultò alle parole
del
Supremo «Io non dovrei intromettermi: è da tanto
tempo che
non faccio più parte della tua vita, benché tu
seguiti a
chiamarmi “mio signore”, e in mia presenza scatti
sull’attenti proprio come un tempo. Ma in verità
in questi
anni ho coltivato un grande senso di colpa nei tuoi confronti: non mi
scordo dello...scellerato ordine che diedi a Caturamon, quando gli
chiesi di eliminarti per il tuo tradimento. Il mio desiderio oggi
sarebbe quello di chiederti perdono: per cui, se sei innamorata di lui
come mi sembra di percepire...
...potrei parlargli io per invitarlo ad aprire il suo cuore.»
(canzone: Sugababes
- Shape)
«Oh?!»
Lopmon dilatò lo sguardo...mentre i suoi occhi si
incrociavano
con quelli di Sandmon, il quale però gravato dai suoi
tormenti
non aveva il coraggio di avvicinarsi.
C’era qualcun
altro della squadra che si era allontanato tra la vegetazione, con gli
occhiali macchiati di pioggia.
Takato si
affacciò tra i cespugli «Kenta...dobbiamo
andare.»
accennò pacatamente «Non hai sentito...? Sulla
terra
c’è di nuovo il D-Reaper.
Dobbiamo...intervenire.»
ma l’altro si massaggiava la fronte nel sussurro
«E’
come un incubo interminabile!...è una
persecuzione.»
L’amico dai
capelli fradici assunse sguardo impietosito «Lo so...credimi,
è così per tutti!» allungando la mano
verso la sua
spalla «Ma...non possiamo fare a meno di
reagire.»...«E a che scopo?!» si volse
Kenta, e nel
suo sguardo si leggeva timore «E se per salvare la terra
fossimo
di nuovo costretti a perdere i nostri Digimon?!»
Un brivido pervase Takato a quelle parole...
...mentre Rea si
appoggiava al marito «Hai sentito...? Hanno detto che il
sistema
da voi adoperato ormai è inutile. Che cosa possiamo fare...?
Mi
sento impotente, tutte le mie conoscenze informatiche cedono di fronte
a questo impreviso!»
Henry, nel consolidato
gesto di aggiustarsi gli occhiali, commentò «Credo
che a
questo punto...l’informatica non conti
più.»
smarrendo lo sguardo nel cielo. Rea restò stupita
«Cosa...?» ma lui la guardò con seria
dolcezza
«Rea...
...esiste un momento
in cui le leggi degli uomini cedono. Violetta fa tutto questo per
rancore. E noi facciamo tutto questo per amore. E’ una lotta
di
sentimenti...
...soltanto i più forti riusciranno a prevalere.»
Yuki era seduta su un
sasso, e si massaggiava il ventre «Non temete, figli miei...
...n-non temete,
quelle immagini non hanno apposto una sentenza al mondo felice che io e
vostro padre vogliamo regalarvi!»
Rika le sfiorò
la spalla, e si sedette accanto a lei «Ti capisco,
sai?»
«Oh!
Rika...anche tu sei preoccupata?»...«Come potrei
non
esserlo, tra i meandri di quella massa informatica chi sono schiacciati
il nostro passato e il nostro futuro. Le famiglie che ci hanno
generati...e quelle che sogneremmo per il nostro
avvenire.»...«Mio marito è sconfortato,
lo sento!
Quando si allontana è perché ha paura!!»
«Anche il mio si
è allontanato...» disse la rossa smarrendo lo
sguardo
verso una coppia che invece si faceva forza reciproca: Renamon e
Imagomon...
Takato accennava
«M-Ma Kenta, andiamo...è improbabile quello che
dici! Sono
passati dieci anni, non potrebbe più ripetersi un errore del
genere!» ma l’altro fece spazientito «Non
sei
convinto neanche tu di quello che dici!! Erano gli anni duemila, non
l’età della pietra!! Non hai sentito i Supremi?!
Ora il
D-Reaper è più forte, Violetta lo controlla e per
contrastarlo dovremo ideare un rimedio massiccio! E se questo sbarrasse
di nuovo il Digivarco?! Io...
...sono l’unico
che non si separò dal suo Digimon la prima volta, ma questa
eventualità è rimasta la mia paura più
grande,
penso che si sia capito! Qui rischiamo di rimanere su una sponda del
varco, e che i nostri figli nascano in quella opposta! E se dovessero
separarci di nuovo?! E se sapessi che i miei piccoli sono nati, che
crescono e io...negli anni, non potessi rivederli?!»
“...perdere i
Digimon! Il ripetersi dell’incubo!!” serrava gli
occhi
Takato “...non ci avevo più pensato, ci mancava
anche
questa! Sono certo che non riuscirei a resistere come è
stato
all’epoca...” e lo sconforto cresceva.
Kenta picchiò
su un albero «Ahhh...scusami! Così finisco per
scoraggiare
anche te, so che sbaglio a parlare in questo modo ma credimi...
...scoprire che quella
massa si è riformata, vedermela davanti agli occhi ancora
più estesa e agguerrita di prima...»
Ma una voce si
insinuò tra loro «E’ come un
tumore.» ed il
buio tra i cespugli svelò il domatore pelato...
...che si
destreggiò tra la vegetazione per porre le mani sulle spalle
di
Kenta «Lo so, il D-Reaper è come la minaccia che
grava
sulla mia vita. Ma come il tumore, quando si è
riformata...bisogna combatterla, e ancora e ancora finché
non
sarà abbattuto. A volte succede che si ripresenti quando
sembra
scomparsa! Dieci anni...è successo a molta gente, anche una
famosa cantante si è trovata a combattere la sua battaglia
in
questa esatta tempistica! Il suo comportamento è stato per
me
d’esempio...
...e lo sarà
anche contro il D-Reaper.» volgendosi poi verso Takato, e
rivelando «Tutti gli interventi chiururgici portano qualche
rischio, c’è sempre la possibilità di
svegliarsi e
ritrovarsi...menomati. Ma noi dobbiamo provarci, e proprio come un
malato...
...un giorno anche il mondo guarirà dal D-Reaper.»
Quelle parole fecero
riflettere i due ragazzi, mentre il domatore pelato rivolgeva al cielo
i suoi occhi azzurri timidamente sognanti...
Poco dopo fu tempo per
Lonemon, incorniciato da un alone dorato, di affiancarsi agli altri tre
Supremi.
«Precedeteci. Vi
raggiungiamo sulla terra il prima possibile.» disse
Zhuquiaomon a
quei ragazzi e a quei Digimon riuniti di fronte a lui,
benché
dai cuori insicuri e fragili.
Kazu fu quello che
venne avanti accompagnato dal suo Guardromon «Vi prometto che
combatteremo. Perdonateci per quest’attimo di esitazione, ma
vedete...siamo ragazzi.» con eco del Digimon «Siamo
ragazzi...»
Kazu tornò a
indossare il cappello sui capelli bagnati, compiendo un sospiro e
riferendo «Ma nonostante questo il nostro mondo e i vostri
potranno sempre contare su di noi. Per tutta la vita.»
Fu Lonemon a dire
«Ci vediamo sulla terra.» e Kazu si
scostò appena il
cappello «A presto.» (Guardromon «A
presto...»)
I Supremi si allontanarono, chi in volo chi a piedi con passo lento...
...e quei ragazzi
volsero le spalle, sotto l’esortazione di Kazu
«Andiamo
amici...» non professando parola alcuna, e allontanandosi
nella
pioggia in un silenzio che li rendeva adulti. Ma nonostante tutto,
ognuno di loro era affiancato dal proprio Digimon.
E con lui lasciò il Regno abbandonato (fine-canzone)
(canzone: Christina
Aguilera - I'm ok)
Tornate
all’interno della cucina di Arkanomon, un raggio di sole
separava
Jeri e Violetta “Si sta facendo giorno...” pensava
quest’ultima “...se non è già
tornato, il suo
Digimon giungerà presto al loro nascondiglio. E se non la
troverà sospetterà qualcosa...
...devo sbrigarmi a
riportarla indietro. Ma alla fine cosa avrà deciso di
fare?!” volgendosi di scatto a scrutare la giovane dallo
sguardo
perso e inafferrabile “I suoi occhi sono un mistero persino
per
me! Non capisco quello che mi succede...
...io sono fredda e
controllata persino di fronte alla distruzione! Perché la
sua
presenza mi agita...? Possibile che nel mio cuore non più
esistente...pulsi ancora il desiderio di avere una figlia?!”
Avanzando timidamente verso di lei «J-Jeri...!...
...ho bisogno di una
risposta. Io non vorrei forzarti ma il nostro tempo stringe eee...
...se non torniamo
indietro...quel brutto mostro alato giungerà a separarci di
nuovo! Tu lo sai com’è fatto, già una
volta ti
portò via colui che ti si era affiancato!»
Quel nome
sembrò svegliarla dal torpore «Beelzemon!
Lui...dov’è
ora...?»...«Chissà...» disse
Violetta in un
sussurro di pathos «Chissà dove può
essere un
Digimon...che ormai non ha più alcun debito con una giovane
terrestre! Quello contratto tanti anni fa...lo ha saldato
l’altra
notte, salvandoti quando ti sei gettata dalla
torre!»...«Ahh! Ma allora è vero!...
...non l’ho
sognato, Beelzemon mi ha salvato davvero! Io ho compiuto quel
salto...perché ero disperata, Takato mi aveva lasciata per
sempre! E lui...e Beelzemon si è gettato nel vuoto, ha
rischiato
la vita per me!» ma Violetta insisteva «Non
capisci?! Lo ha
fatto soltanto per liberarsi di un peso! In questi anni...non hai fatto
che tormentarlo col ricordo di quanto avvenuto con Leomon! Egli
aspettava l’occasione più
propizia.»...«M-Ma
no, Beelzemon lo ha fatto...
...perché mi
vuole bene!» replicava con sguardo appenato
«Perché
tiene alla mia vita, perché lui...è il mio
Digimon!»...«N-No ti prego Jeri, basta!»
scuoteva il
capo nervosamente Violetta «Non continuare a ripetere queste
cose! Non continuare a illudere te stessa...»...«Ma
è...la
verità!»...«Nooo...» faceva
l’altra prendendole le mani «La sola
verità è
che lui ormai ti ha lasciata sola. Ti ha parcheggiata in quel buco
cittadino, con la tua gamba fragile e il tuo cuore
spezzato!»...«N-No, io...non ti credo.
Beelzemon...non
farebbe mai una cosa simile!»...«...ti prego,
credimi
Jeri!!» e a quel punto la voce di Violetta risuonò
come
una supplica, tanto da colpire la ragazza che si ritrovò
abbracciata «Se ti parlo è
perché...tengo davvero a
te! E non voglio che tu soffra ancora come in passato. Guardami...
...sono sola e
abbandonata in questo luogo...la tecnologia e il potere...non mi
bastano! Io ho...sincero...bisogno di una figlia!»
E quando lo diceva, versava una lacrima chissà se sincera.
«Ho bisogno di
qualcuno che torni da me la sera, qualcuno a cui far assaggiare la mia
cena! Qualcuno...
...di cui essere orgogliosa, e che lo sia di me.»
Con lo sguardo fisso nel vuoto, anche Jeri versò lente
lacrime...
...e le sue mani
impietosite e tremanti stavano salendo come se volessero abbracciarla.
«Io ho avuto una vita infelice...
...sognavo amore e
successo, ma sono stata abbandonata da tutti, come te!!»
insisteva Violetta «Uomini e Digimon mi hanno voltato le
spalle,
e hanno sbarrato cuore e orecchie dinanzi ai miei progetti! Mi sento
intuuutile...e l’unica che potrebbe cambiare qualcosa
potresti
essere tu. Per favore, ti chiedo solo di pensarci, di
rifletterci!!»...«I-Io...
...non so che cosa
devo fare!!» esclamò disperata Jeri, prendendosi
il capo
tra le mani.
Violetta le diede le
spalle, e asciugandosi gli occhi guardò verso
l’alto
“Se cercassi di legarla a me per mezzo di un incantesimo...il
suo
carattere forte prima o poi lo spezzerebbe. Jeri è
determinata e
impetuosa! E una volta libera...finirebbe ribellarsi a me come ha fatto
Starshipmon!” gettando uno straccio nel lavandino con gesto
frustrato “Se voglio la sua alleanza ho una sola scelta...
...è un grande rischio per me ma devo correrlo.”
Così
allungò le sue mani dallo smalto azzurro presso un mazzo di
chiavi appoggiato sul frigorifero, e con gesto timido e nascosto
iniziò a slegarne una...
...sotto gli occhi attoniti di Jeri che la fissava senza dire niente...
...era una chiave
metallica dagli eleganti ornamenti. Violetta avanzò fino ad
adagiarla nella sua mano per poi chiuderle il pugno
«Ohh?»...«...questo è
l’atto più
estremo di tutta la mia operazione! Vedi questo luogo? E’
protetto da una barriera poderosa...
...nessuna tecnologia
terrestre, e nessun Digimon al momento è in grado di
infrangerla, poiché è costituita con
l’essenza
delle lacrime di Arkanomon. E’ fatta di uno strato di
tristezza
praticamente infrangibile. Con questa chiave...tu potrai entrare
liberamente, come si fa con una comune abitazione. Ma se dovesse cadere
nelle mani di un estraneo...d-di qualcuno che vuole distruggermi, io
sarei rovinata!! Il mio intero piano salterebbe, per cui ti prego...
...tienila nascosta. E
dopo che avrai speso il tuo tempo per decidere...s-sappi che se
varcherai quella porta i-io...!!...non ti accoglierò come
una
sovrana accoglie i suoi sudditi ma come una madre...r-riceve i suoi
figli!» deglutendo a stento le sue lacrime «Come
vedi non
ti rapisco! Né ti condiziono in alcun modo, sei libera di
scegliere! Io ho bisogno del tuo potere per sgominare i miei nemici,
dopodiché...
...io ti prometto...un
mondo stupendo, dove potrai essere finalmente felice!»
scorrendole la mano tra i capelli in una premurosa carezza
«Dove
non ci saranno conflitti né delusioni, e dove le tue lacrime
finalmente sfumeranno...come pioggia ai raggi del sole!»
La luce tra di loro si
intensificava, e Violetta mormorava a malincuore «Non ci
rivedremo fino a quel giorno...
...la navicella ti
riporterà al tuo nascodiglio, per favore pensaci Jeri,
i-io!...
...ti
aspetterò...» tornando a dirigersi verso i
fornelli
«...sono qui ad attenderti, ricordatelo! Assieme a quel mondo
di
favole...che tu hai sempre sognato. Quel mondo in cui i genitori ci
sono sempre...
...e non si cresce mai.» soffiandole un bacio...
...dopodiché la navicella la fece volare.
Le mani di Jeri si
adagiavano su quel vetro magico mentre sorvolava il D-Reaper
nell’alba, e vedeva gli occhi di quella luna fluttuante farsi
sempre più lontani.
Rimasta sola in
quella moderna cucina, rallegrata da qualche accessorio colorato,
Violetta guardava verso il sole filtrante dalla finestra “Ho
compiuto un passo drastico, forse mi sono messa in un bel pasticcio! Ma
alla fine perché dovrei preoccuparmi? Lei non ha
più
niente che la trattenga lì, si è fatta il vuoto
attorno e
se non ce l’ho fatta io perché dovrebbe riuscirci
lei?!
Riuscire a resistere...
...alla solitudine e
tirare avanti. E’ impossibile!” pensò
con gesto
sbarazzino, ma poi il suo sguardo si rabbuiò
“L’unica ombra tra me e Jeri è
rappresentata da
lui...il suo Digimon...!!! Nonostante abbia ucciso Leomon esercita
ancora un forte ascendente su di lei, e potrebbe condizionarla! Non ho
altra scelta...
...dovrò
occuparmi anche di lui, e fare in modo che sparisca per sempre!!!
Nessuno deve separarci...
...nessuno...!!!” lavando accuratamente quel coltello...
...e asciugandolo con
lo straccio, fino a che la sua lama non splendette ai raggi del sole (fine-canzone)
(canzone: Claudio
Baglioni - In un'altra vita)
Ma in quel momento,
nell’alba di una Tokyo sfumata nuovamente di rosso, si
accesero
una moltitudine di luci colorate...
Luci che poi presero
la forma di una squadra di guerrieri per metà umani e per
metà Digimon, che fluttuavano nell’aria per mezzo
del
potere della biodigievoluzione.
Cupidmon fu il primo a
parlare «Ragazzi...eccoci. Raccogliamo tutto il nostro
coraggio...
...e riversiamo il
nostro sguardo sulla città di nuovo invasa dal D-Reaper.
Promettiamo come in passato di liberarla dalla prigionia...»
«Come staranno i nostri cari?» si chiese
Rebirthdramon.
Carermon rispose
«Visto da questa altezza...non mi sembra ancora che il
D-Reaper
abbia assoggettato tutte le zone!»
Mako e Sandmon
atterrarono sul tetto di un palazzo, ed il ragazzo indicò
«Guardate laggiù! Forse la ragione è
quella!
Ricordate le parole dei Supremi?»
Snowhitemon e Puppet,
da un palazzo vicino, alzarono il capo simultaneamente. E il ragazzino
ponderò lentamente «Quella è
Arkanomon...?»...«Sì.» rispose
il Digimon,
indicando in fondo «E quelli sono i frammenti di Torre
Digitale,
li vedi?»
Puppet si portò
la mano alla fronte per ripararsi dall’intensità
del sole.
Rispose poi «Si, li vedo! Sono dunque quelli che impediscono
al
D-Reaper di
espandersi?»...«Sì.»
replicò il minotauro.
Infatti, attorno alla
torre di Tokyo avvolta dal D-Reaper fluttuavano alcune zolle dalla
consistenza tremula e iridescente. Si vedeva che non si trattava di
macerie di un comune edificio, e la luna digitale non riusciva a
smettere di guardarle con espressione intimorita.
Cupidmon spiegò
«La Torre Digitale era un presidio difensivo di robustezza
non
indifferente! La sua rottura, simultanea all’apparizione del
D-Reaper, ha formato una specie di contro-barriera! Finché
quei
frammenti continueranno a fluttuare la città sarà
relativamente al sicuro, perché i suoi poteri benefici
bloccheranno l’analisi di Arkanomon!»
LadyCannonmon
volò più vicina a lui «Però
guardate quelle
scariche che giungono dai suoi occhi. Si vede che sta lentamente
cercando di consumarli, e se ci riuscirà prima che noi
troviamo
un modo per perforare la sua barriera...»
«...saremo perduti.» concluse Geniusmon con aria
timorosa.
Rebirthdramon
esortò agitandosi nel cielo «Coraggio, ragazzi!!
Non
possiamo perderci d’animo proprio adesso! Guardiamoci!...
...siamo più
forti di un tempo, e quella barriera non potrà
resisterci!»
Puppet, sempre coprendosi gli occhi con la mano, chiese
«Snowhitemon...
...è vero che
quel Digimon era una bambina?» e il minotauro lo
guardò
paternamente «Purtroppo sì, amico mio: il dolore e
la
tristezza riescono a trasformare la gente.»
Riflettendo su questo,
Puppet restò a fissare assorto gli occhi di Arkanomon...
Ma colui che veramente
sembrava incrociare lo sguardo con lei era Rubymon, in aria senza dire
niente “Piccola Akiko...
...andiamo, non devi lasciarti andare alla tristezza! Devi
reagire!!”
“Takato...!”
“Uhm? Dimmi Cindermon...”
“...così...quella bambina è una Digimon
come me.”
“Già,
proprio così...solo che tu hai avuto dei genitori buoni e
amorevoli. I suoi invece...non l’hanno compresa, e hanno
fatto
sì che crescesse da sola!”
“...mi fa pena!
Vorrei tanto non combatterla...bensì liberarla!”
“...anch’io amica mia, credimi...e ti prometto che
farò di tutto perché questo sia.”
Irismon planava
delicatamente con il suo manto bianco, aiutando anche Vipermon,
leggermente traballante, a volare con lei «Fa un
po’ paura
la prima volta.» disse quest’ultima, e
l’altra
«Non devi temere, prima o poi ci si abitua. Coraggio,
guardiamo
la città assieme...»...«Io...
...anche se non ero
con voi la prima volta ricordo molto bene il D-Reaper. Ho avuto...tanta
paura.»...«Tutti l’abbiamo avuta...
...e sono sicura che
la città sta temendo anche adesso. Ma non non lasceremo soli
tutti i suoi abitanti.»...«Che ne sarà
di
noi?» chiese Vipermon, specificando «Intendo
dire...la
nostra libertà, la possibilità di trasformarci e
muoverci
qua attorno! Quella legge...seguiterà a darci la caccia
anche
adesso? Anche ora che c’è il D-Reaper?!»
Così lo sguardo
di Rubymon si diresse al grattacielo dalle punte gemelle, in quel
momento perforato dal sole “Mitsuo, Riley, resistete...
...continuate a
perorare la causa dei Digimon, noi faremo l’altra
metà!”
In quel momento
Cupidmon annunciò «Ok ragazzi! Ci dividiamo qui,
dobbiamo
tornare dalle nostre famiglie!! Però...restiamo in contatto!
Ora
la terra e Digiworld sono di nuovo nelle nostre mani!»
Quella squadra di
Digimon si scambiò uno sguardo di intesa, mentre la brezza
della
mattina d’estate li attraversava.
Lo stesso vento rubava
una foglia incandescente dai capelli di Rubymon, che sembrava volersi
dirigere verso il sole fino a mescolarsi con esso.
Jeri, nel nascondiglio
trafitto dal sole, d’un tratto sussultò
«Ahh!»
e quella chiave le scivolò di mano.
Raccogliendola...si
diresse verso la fenditura, e benché stentasse a guardare
per
l’intensità dell’alba...
...le sembrò di distinguere alcune sagome volare
“Takato!!...
...amici...
...che devo
fare?” stringendo la chiave al suo petto “La vostra
amicizia esiste ancora...? Oppure volate lontani da me per sempre?
Takato...
...amore mio, se tu
solo sapessi come mi sento adesso!” scivolando in ginocchio,
stremata nel corpo e nell’anima “Ma tu
probabilmente...neanche ci penserai! Ormai sei un guerriero...avrai
salvato tua madre. E ti appresterai a combattere quel
nemico...
...di cui qualcuno mi
ha chiesto di essere la regina! E’ dunque su queste vie che
ci
pone il nostro destino? Io e te finiremmo per essere...
...nemici? Dovremmo
affrontarci sul campo, come due avversari?! Ma io lo farei soltanto...
...per guadagnarmi il diritto di vivere in un mondo...
...in cui si smette di
soffrire per amore. In cui cesserei di soffrire per te...
...Takato...! Amore
mio...” tendendo la mano alla fredda parete. Quelle lacrime
graduali sembravano consumarla, come la cera che scola da una candela...
Quando Rubymon
planò sul tetto della sua casa, si scrollò le
ali...
...e le sue foglie consumarono le ultime tracce di ghiaccio.
Dal basso giunse
qualcuno, che si coprì la fronte per osservarlo meglio. Si
trattava di Leaf “Takato, Cindermon...
...le due persone a
cui tengo di più ora...fuse in un unico Digimon! Sono
fiducioso.
Sono sicuro che voi...riuscirete a scacciare di nuovo il D-Reaper! E a
riportare la felicità fra questi vicoli.”
Una mano pallida si
adagiò però alle spalle del rapper
«Oh?!!»
Era un ragazzino dai
capelli raccolti sotto il berretto, e dallo sguardo coperto dagli
occhiali da sole «Nakao...»
Rubymon pensò “Leaf, Nakao...
...come sono
orgoglioso di voi. Insieme sembrate grandi e forti! Chissà
perché mi fate pensare ad altri due tipi che un tempo
girarono
da queste parti. Con il sole a confonderci la vista sembrate quasi
Guilmon...
...e me stesso.”
Il Digimon si divise
in due sagome, mentre Cindermon faceva «Ciaoooooo!
Ehilà,
come va?! Qualche novità, eh, da quando siamo andati via!
Qua
attorno tutto D-Reaper! Non si può mai prendere una
vacanza!»
I due fratelli occhi
negli occhi sembravano quasi due fasi della vita scontrate tra loro.
Leaf fissava Cindermon
con sguardo ingenuo, e lei con i suoi occhi azzurri sembrava volersi
mostrare sicura.
“Takato...un
giorno sarò mai grande come te?” si chiedeva quel
ragazzino “Ma forse il tempo per sperare per me è
finito.”
“Non arrenderti,
Nakao!” pensava suo fratello “A volte
l’occasione...è proprio accanto a te, e non te ne
accorgi!”
Il bambino si volse
verso il rapper, e questi mormorò timido «Vedi
Nakao...
...questo è il
D-Reaper. Takato da lassù non può sentirmi...ma a
te
posso confessare che mi fa paura! E’ più rosso di
allora!!...
...è più rosso di me.»
Nakao tacque,
aggiustandosi quegli occhiali da sole che celavano i suoi pensieri (fine-canzone)
I passi di Ryo e Rika
solcavano il giardino di quest’ultima «Di solito
questo
momento è traumatico: come minimo trovi tutto allagato, i
rubinetti che perdono...!» diceva lei, ed il marito
«E’ una fortuna che non esca D-Reaper dai
rubinetti,
anziché acqua! Senti un po’ Rika...ma è
vero che
all’epoca tu e gli altri tornaste qui, e trovaste tutti i
genitori ad aspettarvi con tanto di
buffet?»...«Sì...anche se capisco che sa
proprio di
“leggenda”: ora troveremo soltanto il disastro che
ho
lasciato prima di partire. Oh?!»
Ma quando aprì
la porta sgranò gli occhi sbalordita, mentre Ryo commentava
«Devo ricredermi su di te cara, ho conosciuto
donne...più
disordinate.»
«C-Chi
può aver rimesso tutto in ordine?»
sbatté le
palpebre Rika, ma una voce festante echeggiò
d’improvviso
«Sorpresa!!!» (canzone: S
Club 7 - Sunshine)
Una ragazza bionda
venne fuori all’improvviso, accompagnata da una grande orsa
di
peluche e una signora di fuoco «Alice?!»
sussultò
Rika, e costei che indossava un grembiulino bianco si sfregò
le
mani divertita «Avete creduto di esservi liberati di noi,
vero?!
Pensavate di restare un po’ soli, come due piccioncini in un
weekend romantico e invece...sbagliato!»...«No
Alice non
dirmelo!» puntualizzò Rika «Non
dirmi...che vi siete
messi a riordinare tutto il casino che c’era qui! Non posso
tollerarlo!!»
La giovane le mise le
sue mani pallide sulle spalle «La tua parola non conta
più
tanto, Regina dei Digimon.»...«Ma io non so cosa
dovrei
farvi adesso!!!»...«Niente! Semplicemente ora...vi
mettete
seduti! Vi riposate del viaggio!»...«Ma!»
cercava di
obiettare Rika, mentre Alice la spingeva a forza su quel cumulo di
cuscini «Mentre noi vi cuciniamo, vi stiriamo e vi facciamo
le
pulizie! Tanto la villa non ce l’abbiamo più:
venduta!
Sarete costretti a sopportarci!»
Ryo chiese ragguagli
«Cioè vi siete stanziati qui?! Ma mi
chiedo...c’è spazio per tutti voi, quanti siete
tra umani
e Digimon?!»
Eppure qualcun altro
giunse dalle stanze in fondo «Ohhh, figliolo smettila di
preoccuparti per questi dettagli...! Piuttosto venite a mettere
qualcosa sotto i denti!» disse la signora bionda che stavolta
anziché il bastone stringeva il mestolo
«Mammaaa?!!...
...avrei dovuto immaginarlo! Questa idea è stata
tua!»
Ma una dragona la
affiancò con fare bonario «Eheheheh! Ora non
esageriamo,
il merito è di tutti!»
Alle spalle di Ryo
sbucò il piccolo Monodramon
«Gelsomon?!!» e il
domatore ne convenne «Va bene, insomma...meglio di dieci anni
fa!»
La signora Akiyama si
diresse incontro a Rika rivolgendole un sorriso «Come stai,
cara?
C’è qualcosa che posso fare per te...?»
e la giovane
seduta sui cuscini si stupì alquanto
«Signora...» ma
costei insisteva «E’ stato faticoso il viaggio? Oh,
noi
abbiamo speso tutto il tempo a chiederci come fosse questo benedetto
Regno abbandonato!» La prima cosa a cui si
interessò Rika
fu la festante Vaniglia «La cagnolina ha trovato posto? Non
perché qui...figuriamoci, da quando non
c’è mia
madre...!»
La signora Akiyama
prese in braccio Vaniglia, stemperando col sorriso «Ptsss,
figurati: l’ho portata però lei è in
punizione...!
Se disturba non dovrai che avvisarmi.»...«No no
ma...anzi...ci fa piacere avere qui sia Vaniglia che...
...che lei, signora.»
La donna sembrava aver
ormai abbandonato ogni ostilità, e Rika la scrutò
con
occhi emozionati «Fa sempre piacere trovare volti familiare
ad
accoglierti...anche quando cresci, e non puoi contare sui
tuoi.»...«...ti sono grata per quello che stai
facendo per
mio figlio.» Ryo si avvicinò «Mamma,
l’ultima
volta che ti ho vista col grembiule risale alle mie foto
d’epoca
sulle riviste dei Digimon!» ma giunse anche il signor Akiyama
«Lo so, l’abbiamo fatta tornare
giovane.»...«Papà...! Ah, beh io
constatato
questo...non mi preoccupo più, e se avete preparato qualcosa
approfitto!»
Alice intanto sedeva
accanto a Rika, che le sussurrava «Ptsss...hai visto il
D-Reaper?»...«Ptsss, sì...
...ma la signora e gli
altri hanno deciso di non agitarsi, e porre piena fiducia in voi.
Desiderano sostenervi appieno!»...«Dopo tanto
finalmente
tutto questo si ripete! Ed è solo merito
vostro...»...«Figurati,
Rika.»...«Alice!»
fece la domatrice prendendole la mano, e confessandole
«...fra
Renamon e Imagomon...è tutto risolto! Avevi ragione riguardo
a
Himi...»...«Sono proprio contenta per la tua
Digimon. E
anche per Imagomon.» sorrise la bionda ragazza in grembiule,
smarrendo lo sguardo tra i raggi del sole «Se destino
vorrà ce ne andremo lasciando diverse situazioni in
pace.»
ed ecco che a lei si affiancava l’evanescente Refrainmon.
«Oh, ma...dovete
proprio?!» fece Rika con espressione appenata. Alice
abbassò lo sguardo...ma poi sorrise furbamente, specificando
«Almeno non finché c’è il
D-Reaper. Coraggio
Rika bando alla tristezza! Avrete voglia di metter qualcosa sotto i
denti, cucinano bene nel Regno
abbandonato?»...«Uhm...! Non
crederesti alle tue stesse orecchie.»
Ma mentre tutti erano distratti e si preparavano per mangiare...
...alla piccola
Vaniglia sola in giardino si affiancò lo spirito di una
gatta
nera. La cagnetta sembrò vederla, e desiderare di giocare
con
lei. Ma questa alzava gli occhi verso il cielo “Sento che i
miei
cari sono in pericolo...
...ma io ormai sono
soltanto uno spirito. E può vedermi soltanto chi ha il cuore
puro come questa cagnetta.”
Così, con il
cuore pieno di dubbi, si arrese a quelle zampate e si mise a rotolarsi
con Vaniglia (fine-canzone)
A casa Matsuki, la
mano di un uomo sollevava quella di sua moglie «Finalmente
sei di
nuovo a casa cara...non sai quanto ho temuto per te!»
Ma quel calore non
riusciva a sciogliere la reticenza nel suo sguardo, come se ancora
tracce del ghiaccio che l’aveva imprigionata le velassero i
pensieri.
Suo figlio era di
fronte a lei «Ora resta a letto, mamma...» le
diceva
avvicinandosi «...e sta pur sicura che da questo
momento...tutto
cambierà!»...«Me ne accorgo, figlio
mio.»
disse la donna con pena che celava sfumature metalliche
«Quell’orribile mostro è tornato a
invaderci. Il
calendario ha fatto passi indietro...
...di anni!»
Takato le carezzava i
capelli «Sì...è vero. E’
successo proprio
questo, ma come è tornato il D-Reaper...
...è tornato
anche quel grande affetto, quell’amore che ci legava ai tempi
della prima invasione...e che negli anni successivi abbiamo
così
scioccamente calpestato! Non mi permetterò più di
trattarti male come finora ho fatto. Non ti dirò
più
quelle brutte cose, io...
...m-mi sento
terribilmente in colpa e capisco che se siamo stati infelici
è
anche in gran parte mia la responsabilità! Sono stato un
figlio
egoista...ho pensato solo alle mie soddisfazioni. Ma quando Amnesyamon
ti ha portato via ho sentito il passato...
...riaffiorare in un
geyser, e ora non posso più permettermi di ignorare quella
pulsione. Mamma...io ti voglio bene. E voglio essere felice con
te!» alzandosi, per rivolgere anche uno sguardo a suo padre
«Voglio che torniamo a essere una famiglia...esattamente come
Renamon con i suoi cari! Se il D-Reaper riconduce con se ciò
che
la crescita ha disperso nel tempo...
...allora ben venga la sua presenza...»
“Non avrei mai
creduto...” pensava Mie “...di udire queste parole
da
lui...adulto! Quel mostro...
...quella orribile
Digimon che mi ha rapita, e in cui è mutata la signora
Asanuma...
...ha permesso che io
e il mio Takato ci ritrovassimo dopo tanto tempo. Ora però
nella
mia vita si presenta un bivio: che dovrei fare? Accettare la presenza
di quel ragazzino...” volgendo la coda dell’occhio
“...che anche se si nasconde...
...io so essere dietro
la porta a spiarmi!! Io convivo con un fantasma...”
Infatti Nakao faceva
timido capolino dalla porta, ma Leaf gli sfiorò la spalla
«Ptsss...è meglio che non entriamo!»
sussurrò
il rapper in un’intenzione premurosa «La signora
deve
riposare...e non credo voglia essere disturbata.» ma qualcun
altro obiettò «Beh?! Che ci fate qua sulla porta
come due
vedette? Entriamo, no?»
Leaf replicò
«Oh beh Cindermon vedi...però io non credo che
alla
signora Matsuki faccia piacere. Insomma tutte quelle storie di...
...ptsss!»
in un drastico accennò oculare al ragazzino
«...d-di
Nakao, di suo marito, e il tradimento!» ma la ragazza
digitale
tagliò corto «Oooooh, senti! Pfff! Bando alle
ciance:
abbiamo tutti rischiato la vita, dal Regno abbandonato potevamo non
tornare e invece siamo tornati per cui queste faccende fanno la fine
che meritano! Nel secchio! C’è il D-Reaper,
abbiamo tante
cose importanti a cui pensare
perciò...fiùùù! Seguirmi!
Siamo o non siamo
una vera famiglia?!»
...facendo così
ingresso trionfale nella stanza, sotto gli occhi titubanti dei due.
Cindermon
sfoderò un luminoso sorriso «Finalmente abbiamo
riportato
a casa la nostra prigioniera! Lei potrebbe considerarsi un vero trofeo
dei Digimon, signora. Comunque è stata molto coraggiosa
anche
lei, bisogna essere forti di cuore per destreggiarsi fra quei torvi
rifiuti informatici, brrr!» Takato si accostò a
lei
«Dopo tutto, non possiamo negare che sia stata una bella
avventura...no?» cercando di invogliare sua madre a
sorridere. Ma
intanto Cindermon faceva cenno «Ptsss!...
...dai, su che
aspettate? Venite!!» tanto che Leaf avanzò
timidamente
«Come si sente, signora?» e dietro di lui giungeva
anche
Nakao...
...ma quando Mie
incrociò i suoi occhi “Il suo pallore
inquietante...
...egli è il
fantasma del mio fallimento, non riuscirò mai ad
esorcizzarlo!!!” tanto che si coprì con le coperte
fino al
capo, esplodendo in un gemito «AAAHHH! MANDATELO VIA!! NON
VOGLIO
VEDERLO!!»
«Cosa?!» sussultò Cindermon.
«Mie,
andiamo...non fare così...» invitava debolmente
Takehiro,
ma lei «Non voglio vedere lo spettro!! Abbiate un
po’ di
pietà, ho già sfiorato la morte in quel mondo per
doverla
guardare in faccia in casa mia!!!»
Nakao, attonito,
lasciò cadere le sue braccia...mentre Leaf gli si accostava
«Non ascoltarla! La verità è che
è molto
sconvolta per quello che ha passato. Su forza andiamo via,
l’avevo detto che era meglio non entrare.»
Takato si gettò
allarmato si di lei «Mamma!! Mamma ti prego, non fare
così, poi ti senti male!»...«Male?! Io
sto
già male Takato!! Chi ha fatto entrare
quell’orribile
fantasma?! Cynthia, sei stata tu?!!»
...e costei spiazzata
replicò «S-Sì, signora...!
Credevo...che ormai dopo
quello che avevamo passato l’ascia di guerra fosse
deposta!» mentre le lacrime velavano i suoi occhi azzurri
«I-Insomma, andiamo...abbiamo sfidato creature terribili, e
alla
fine ci siamo ritrovati tutti! Q-Quando è così,
solitamente si fa punto e accapo! E si prova a ripartire assieme.
Guardi i nostri amici Renamon e Imagomon!...
...l-lei aveva amato
Beelzemon per anni, e lui l’ha tradita con Himi ma
poi...»
però Mie sbucò dalle coperte con sguardo
stravolto
«Non mi interessano gli intrallazzi amorosi di quelle volpi!!
Io
voglio solo...
...i-io...»...«Mamma!!» la sorresse
Takato «Mi
sento mancare...» gli si aggrappò chiudendo gli
occhi
«Aiutami figlio mio...ho uno sbalzo di pressione...»
Cindermon
arretrò portandosi le mani alle labbra, ma Takehiro le pose
il
braccio sulla spalla «Non è colpa
tua.»...«Era
proprio ciò che stavo per dire! E’ colpa
mia!!» ma
anche Takato si volse «No Cindermon, tu non potevi saperlo!
Mamma!» e Mie ansimava «Takato...
...come possiamo ritornare indietro come hai detto tu...
...se quello spettro
aleggia attorno a noi, riportandoci il vento gelido di questi anni...
...q-questi anni maledetti, che io voglio...cancellare dal
calendario!»
Takato aveva viso
appenato, e stringeva la mano della madre «Cerca di capire...
...N-Nakao...mio
fratello ormai è fra noi! E non possiamo far tornare
indietro il
tempo.»...«QUEL BAMBINO E’
MORTO!!»
Takato strinse i
denti, e scandì nel dolore «...lo so...lo so,
mamma...»
...mentre Cindermon
vagava con lo sguardo «Signor Matsuki, io...!!...non volevo
generare tutto questo! Non volevo rievocare questi ricordi, desideravo
solo...che tutti fossimo in una sola stanza! Come una vera famiglia!
P-Passato...e presente!» Takehiro la abbracciò
«Ma
lo so perfettamente, sei una brava ragazza...
...non hai tu la colpa dei miei errori.»
Takato avvicinava un cucchiaino alla madre «Tieni questo,
mamma...
...prendi la medicina,
ti farà bene...»...«...è
orribile, Takato...
...prima la tua
maestra che diventa un mostro e mi rapisce, poi quel mondo spettrale e
ora...ora tornare nel nostro e trovarlo invaso da
quell’orrore!!
E a casa mia il figlio di tuo padre con quella...c-con
quella...!!»...«Shhh, non agitarti!» la
strinse lui
forte «Ti prometto...(canzone: The
Calling - Could it be any harder)
...che penserò
a tutto io. Conta su tuo figlio...io ti proteggerò dai
pericoli.
Combatterò il D-Reaper, e lo
respingerò...»
esprimeva il ragazzo serrando i suoi occhi nell’estremo
tentativo
di evocare forza «...sarò ancora più
forte di
quand’ero bambino, e ti restituirò il mondo che
tanto
desideri. Però ti prego...
...non prendertela con
Nakao! Non ha scelto lui di venire al mondo, e non ha scelto di
lasciarlo! E’ una vittima della vita esattamente come
te...»
Mie piangeva
impetuosamente «Vittime...vittime!! Siamo tutte vittime!!
Maledetta vita...
...MA PERCHE’
QUESTO D-REAPER NON CI CANCELLA TUTTI?!!!»...«Non
dire
così!!» gemeva Takato, sussurrando
«...la vita
è una cosa...meravigliosa...
...e stiamo facendo tanto per restare compatti...»
Cindermon guardava
quella madre e quel figlio, e stento riusciva ad arginare le lacrime e
il suo grande senso di colpa...
Nella stanza vicina,
qualcuno faceva le valige incurante di chi lo esortava a smettere
«Ma Nakao, dove vuoi andare?» supplicava Leaf
«Questa
è casa tua! Ci abita tuo fratello.»
«Uhm...si vede
proprio che sei un Digimon, Guilmon.» replicava il ragazzino
con
una punta d’amarezza, chiudendo la lampo del trolley
«Ingenuo e mansueto! Mio fratello ti ha dipinto con molta
cura.
Ma con un tratto leggero della matita ti ha posto una benda sugli
occhi! Casa mia non è questa: casa mia è il
CIMITERO!»
Leaf caricò la
sua espressione di orgoglio «Non dire queste
cose!!»
piazzandosi davanti a lui «Takato non vorrebbe
sentirle!»...«Takato è grande e deve
accettare, non
ha bisogno che tu lo difenda dai dolori della vita!»
ribatteva
Nakao che seguitava a radunare le sue cose, mentre il ragazzo lo
inseguiva per la stanza «Io non lo difendo da un bel niente
perché Takato i suoi dolori li ha già avuti, e io
ero
lontano in quei momenti!!»...«Beh ora sei
qui!!»
disse il ragazzino volgedosi di scatto «E mi sembra
quantomeno
ovvio che non potrei mai ricattare il rapper che mi ha portato in cima
alle classifiche! Dunque sei libero dalla mia minaccia, quindi fatti
venire un po’ del coraggio che hai smarrito in giro e va a
confessare a Takato chi sei realmente! Così DAVVERO famiglia
riunita!»
Il giovane
approfondiva lo sguardo «Sai bene che non sarebbe
così...con l’aria che tira è probabile
che la
signora non sarebbe felice neanche di rivedere
me!»...«Uhm!
E perché mai, siamo forse parenti?! Sei il terzo figlio di
Takehiro Matsuki?!»...«No! Sono un Digimon. E
benché
mi risulti tuttora tanto strano...
...sono la
testimonianza di un periodo felice: e ora la signora non vuole saperne
di felicità. Sembra attratta piuttosto...dai conflitti e
dall’odio senza fine.»...«PERFETTO!
Rimossa la pietra
dello scandalo questa casa ritornerà l’oasi felice
di un
tempo.» afferrando il trolley...
...e gettando a terra
gli occhialoni da domatore «Non sarei mai dovuto venire!
Restituiscili a
Takato.»...«No!»...«Sono suoi,
caro Guilmon!»...«Non devi spiegarlo a
me!»
replicò il rapper raccogliendo gli occhialoni...
...e ricordando la
prima notte della sua esistenza, quando in quella casa Takato lo aveva
guardato pieno d’orgoglio...
«...somigliava
tanto a te, lo sai...?» mormorò Leaf
«...e lo
conosco abbastanza per poter intuire che ora vorrebbe
regalarteli!»...«Bene!!...
...allora fate esumare
il mio cadavere e seppellitemi con quegli occhiali!!»
decretò aspramente, volgendo poi le spalle «Nakao
aspetta!
Nakao!!!»
Leaf lo inseguì
lungo le scale «Ti prego! Non devi fare
così!» ma il
ragazzino trascinava il trolley con orgoglio.
«Anch’io
sono stato sul punto tante volte di andarmene! Ma avrei commesso uno
sbaglio!» insisteva il rapper. Nakao varcò la
porta del
panificio, ma per inseguirlo Leaf inciampò e gli
finì
addosso, sbalzandogli gli occhiali da sole.
«Ahhhh!!!» gemette il ragazzino coprendosi il volto.
«Che
cos’hai Nakao...?» mormorò attonito
Leaf, e costui
con rabbia «N-Non si vede...?...
...HO IL PROBLEMA DI ESSERE MORTO!...
...non posso
più fissare il sole!! Non posso restare a lungo su questo
mondooo...!!» recuperando i suoi occhiali, e fuggendo via con
il
suo trolley...
Impietosito da quella
scena, Leaf restò immobile con gli occhialoni in mano. E non
sapendo cosa altro fare li spinse contro il cuore...
...ma in quel momento
Cindermon veniva fuori dal panificio, e si accostava a lui.
«Nakao se
n’è andato...» mormorò il
rapper, e lei
sorrise mestamente «Uhm, mi rincuora: la mia posizione qua
dentro...peggiora a vista d’occhio! E io che mi aspettavo la
festa per le mie prestazioni oltre-varco!»...«N-No,
non
dire così Cindermon!»...«E invece
sì, dico
così e dico molto di peggio!!» gemette la Digimon,
smarrendo il suo sguardo nel sole «Sono un disastro!
E’ mia
la colpa dell’equivoco che si è creato fra voi! Ma
perché non riesco a combinare niente di buono?!
Perché il
Digimon che mi ha preceduto non viene accanto a me...inhf!...e mi
istruisce su ciò che è meglio fare? Ma ormai lui
è
lontano...e si occupa di problemi più alti di questo! Mi ha
lasciata a sguazzare nel D-Reaper! E anche in mezzo...
...ai casini di una
famiglia allo sbaraglio! Non so quale delle due cose...mi spaventi di
più.»...«Shhh...
...sta calma, non
parlare così.» sussurrò lui sfiorandole
la spalla
con la mano bendata, e guardandola pieno d’amore
«...sono
sicuro che è più vicino di quello che
pensi...»...«...speriamo!» affermava lei
tirando su
col naso, forse non solo per il raffreddore
«Perché senza
di lui siamo perduti! SFRNNN!» soffiandosi pesantemente...
...per poi scontrare
la testa con quella del rapper, e restare a guardare con lui il
D-Reaper che ondeggiava tra i palazzi all’orizzonte (fine-canzone)
Un cellulare vicino ai
fornelli squillò, e fu raccolto dalla mano smaltata di
azzurro.
Quando vide chi la stava chiamando, Violetta alzò gli occhi
al
cielo per poi scostarsi i riccioli «Pronto?!»
La chiamata proveniva
dalla conca del caos e del traffico cittadino «Violetta?!!...
...parla Nami
Asanuma!» proruppe con voce aggressiva l’insegnante
dagli
abiti sporchi, affiancata dal magro e attonito uomo dal tatuaggio a
fiocco di neve.
«Esigo una
spiegazione, non ci capisco letteralmente più
niente!!»
«La
realtà è quella che vedi mia cara, io non ho
niente da
aggiungere a questo spettacolo.» spiegava Violetta mettendo
in
ordine qua e là «Scusa, tu sei in mezzo alla
strada?» chiese poi con un sorriso incuriosito «No,
perché sento il rumore dei clacson! Allora non ti
sarà
difficile fare due più due e riassumere gli ultimi
eventi!»
«La città
è...sprofondata nell’inferno, è
ritornata la
matassa di dieci anni fa!!»
«Ihihiii! Lo so,
ultimamente va di moda il vintage, no? Quest’estate se ci
dice
bene spopolerà il...rosso-D-Reapeeer!!!»
...ma dall’altro
lato Asanuma sbottò «C’E’ POCO
DA
SCHERZARE!»
Ma neanche il suo
grido stridulo distoglieva i sottili occhi di Fiocco di Neve da quelli,
grandi e guarniti, della luna cristallina che sembrava inorridita.
«Qua
c’è il delirio più totale, devo pensare
che tutto
questo è opera tua?!! La palla in cielo è
tua?!!»
«N-No, veramente quella...
...E’ TUA...
...ihihihi!»
«Cosa...?»
si rabbuiò l’insegnante «...piantala di
fare la
spiritosa, non sono proprio in vena...
...e in tutto questo
vorrei sapere che diavolo di fine ha fatto mia figlia! Sono passata a
casa a cercarla, ma ho trovato quelli che assomigliano ai resti di un
delitto!»
«Sì, abbi
pazienza ma quella è stata colpa della vecchiaccia! La
maestra
col cappello a punta!! Ihihihihi, esiste qualche spauracchio scolastico
che ti supera in fama, mia cara Nami!»
«...da dove mi stai chiamando...?» sibilava la
donna...
...mentre Fiocco di
Neve dilatava gli occhi, e Arkanomon sembrava cercare di sfuggire al
suo sguardo...
Violetta compì
un respiro profondo “E’ meglio che non perda
l’alleanza di questa donna...
...può servirmi
a tenere a bada i Digimon Tamers finché Jeri non compie la
sua
scelta. E poi i parenti di Akiko meglio controllarli
dall’interno, piuttosto che averli fuori allo
sbaraglio...”
«Senti...visto che c’è la promozione
mando un taxi a
prenderti, ci stai?»
«U-Un taxi? Vuoi
farmi credere che hai i soldi per
pagarl-»...«Nami!»
parlò l’uomo «Cosa
c’è,
IceDevimon?!»...«...stiamo
volando...»...«Che
cosa?!» ad Asanuma sfuggì il cellulare di mano.
Ma non cadde
sull’asfalto, bensì sulla bolla magica che li
stava
sollevando «Vorrei proprio sapere che diavolo sta tramando
quella
pazza!!!»
Violetta richiuse il
cellulare “Bene...stanno arrivando. Quella coppia di ingenui
genitori avrà una...bella sorpresina! Ghghghgh.”
pulendosi
le mani sul grembiulino colorato, e dirigendosi ad aprire la porta
(adornata da una presina ricamata, che ritraeva Arkanomon con un
cappello da cuoco)
«Ihihihiii,
ihihihihihi!» Violetta giunse le mani briosa
«Salto...di
qualità! Dalle opache pareti della tua casa Nami, alla vetta
cittadina! Chi non ci invidierebbe in questo momento? Siamo le donne
più al...top di tutta Tokyo! Scusa ma...
...non ti avevo
mandata a prendere col tuo compare?» si chiese, stupita di
trovare l’insegnante affannata e coi capelli in disordine,
nonché sola «Nel taxi non siete entrati entrambi?
Capiiisco! Ha le ali!»...«...al punto tale che le
ha
spiegate...
...e si è
lanciato contro quella luna deforme asserendo che si tratta di SUA
FIGLIA!» entrando bruscamente e chiudendo alle spalle con un
calcio.
Violetta rabbrividì, e la simpatica presina culinaria cadde
a terra.
IceDevimon si
librò lentamente, fino a trovarsi incorniciato da quei
grandi
occhi colmi di tristezza «A-Akiko...(canzone: Marco
Masini - Parlo di noi)
...Akiko sono papà...
...mi
riconosci?» pronunciò tendendo la zampa
artigliata, per
poi ritirarla con pudore «Ops! Forse non dovevo dirtelo. Tu
non...
...conoscevi nemmeno
la mia identità, così come io stesso ignoravo che
fossi
mia figlia, fino a poco fa! Si vede proprio che sono un Digimon...
...come sono maldestro
con queste cose! Akiko...» parlava con tono profondo,
espirando
nuvole di brina anche in piena estate «Ma...
...che ti hanno
fatto...?» domandò scrutandola da cima a fondo,
completamente incredulo di vederla in quella forma «Chi
è
stato a cucirti la bocca? Quella stessa bocca...
...c-con cui mi davi
del lei...e mi parlavi con l’intonazione da adulta!»
Ma Arkanomon
socchiudeva lentamente le palpebre, nella gravosa ammissione di chi non
sa rispondere.
E lui era sempre più incredulo «Akiko...»
...all’interno,
Asanuma sedeva al tavolino «Che fine ha fatto mia
figlia?»
Violetta prendeva
posto di fronte a lei, offrendole un piatto di cornetti. Dopo qualche
secondo rispose «...sei al suo interno.»
All’insegnante
sfuggì il cornetto di mano, scivolando sul pavimento
lucidissimo.
«Ascolta,
io...!» svolazzava IceDevimon «Capisco che forse
non
è il momento più adatto! Però noi
dobbiamo
parlare...
...non l’abbiamo
mai fatto come padre e figlia. E forse adesso è troppo
tardi!»
Lei lo scrutava con la
coda dell’occhio, come chiedendogli “Cosa vorresti,
o
potresti dirmi ormai?”
Lui se ne accorgeva, ma deglutiva e chinava il capo «No...
...io sento...che non
è troppo tardi! Dopo tutto siamo Digimon! Abbiamo...abbiamo
le
nostre origini, la nostra dignità! Il nostro...
...passato glorioso!!» scandiva con orgoglio.
Ma lei fissava il cielo come chi ha perso la fiducia in certe utopie.
Asanuma balzava in
piedi «Che scherzo è questo?!» ma
Violetta le
intimava «Siediti.»...«Esigo una
risposta!!» ma
l’altra la spingeva a forza sulla sedia
«Siediti!!!»
tanto da intimorire quasi lo sguardo dell’insegnante
«Ormai
non puoi pretendere niente...
...tua figlia è
cresciuta, l’hai educata così e segue la sua
strada! Ora
è digievoluta...!»
La donna era incredula...
...e in quel momento
il suo sguardo era identico a quello della figlia, che il padre
ricercava svolazzando in ogni angolo «Insomma,
guardami!»
Ma lei non gli obbediva.
Lui chinava il capo «Non lo fai...
...e ti capisco,
perché anche se non parli...lo senti che dico sciocchezze.
Il
nostro “passato glorioso”...
...ma quale passato
glorioso? Gli altri Digimon forse! Non tuo padre. Tuo padre
è
stato un Digimon malvagio e...»
Lo sguardo di
Arkanomon si riempì di dolore, e anche di rabbia
«No!!
No...c-con questo non volevo darti del Digimon malvagio!! Non intendevo
dire che il tuo sangue è contaminato! Figlia mia,
io...» e
anche lui sfoderò l’orgoglio «...io
ESIGO che tu non
faccia i miei errori!!» puntualizzò con gli
artigli a
cerchio, come un burbero padre terrestre.
Ma forse come uno qualsiasi tra loro tradì smarrimento...
...quando vide gli
occhi della biglia farsi sprezzanti, come ad indicare che ogni parola
della vita fosse vuota e priva di senso. Arkanomon rifletteva la
disillusione del giovani, e lui cercò di dirle
«...questo
atteggiamento...
...non porta a nulla
di buono, credimi! Te lo dico...per esperienza personale! Non
dà
alcun frutto. Frutto...? Fiore...
...fiore! Amore!
Stella mia, ti ricordi di quel fiore?! Il nostro fiore nato sul campo
di ghiaccio!»
Arkanomon sembrava
stringere i suoi denti celati, come chi non vuole piangere anche se gli
viene...
...mentre al suo
interno, la madre ripeteva con occhi atterriti
«Toshiaki...è morto...» e Violetta
mescolava lo
zucchero nelle tazzine, sussurrando «E’ stato
un...terribile incidente. Uno o due?» chiedendole quanti
cucchiaini doveva offrirle. Ma notando il suo sguardo perso, le fece
solo una carezza «...io ho cercato di fermarla ma tua figlia
non
controllava più i suoi poteri. Credimi, trovarmi
lì e non
poter far niente è davvero qualcosa che non augurerei a
nessuno,
l’unica cosa che può consolarci è che
credo tuo
marito non abbia sofferto. La...
...stalattite di ghiaccio lo ha attraversato da parte a parte...
...e poi è
precipitato nel vuoto. Mi dispiace tanto, Nami.» prendendole
il
braccio «Ma ora quella che mi preoccupa è Akiko!
Lei si
sente in colpa per aver causato la morte di suo p...
...beh...dell’uomo che le ha fatto da padre in questi
anni.» L’insegnante si volse trafelata
«...!!! Akiko
ha scoperto la verità su IceDevimon?!»
Violetta le sorrise
come un’amica rassicurante «Tua figlia è
una bambina
molto intelligente...» ma nulla ravvivava il pallore
dell’altra...
...candida come una
luna, mentre fissava suo padre con occhi pieni di rancore
«Che
cosa vuoi dirmi...?» mormorava lui «Se
più...
...n-neanche le nostre
origini, e i nostri ricordi d’infanzia significano qualcosa
per
te allora...
...PARLA! Infrangi
quegli argini e riversami la tua disapprovazione! L’unica
cosa
che ti chiedo e non chiuderti in questo mutismo,
è...è...
...INSOPPORTABILE!!!» gridò d’improvviso
con voce straziata.
Versava lacrime che si congelavano prima di cadergli dalle guance.
Sua figlia faceva lo stesso, solo che lo guardava con odio.
Lui invece aveva aria
disperata «Quando ti addormentasti tra le mie braccia mi
sembrava
di esser tornato bambino! Ora di fronte a te mi sembra di invecchiare
di tanti millenni, ancor più di quanto possa esser vecchia...
...una creatura
leggendaria e malvagia, che ha fatto paura a più
generazioni. Ma
che ora, a dispetto di se stesso...sente il suo cuore di ghiaccio
gelido creparsi...» piegando le ali tristemente
«...un
figlio che ti nega la parola ti uccide chiunque tu sia...
...un umile uomo che insegnava ai bambini...
...un perfido Digimon,
che si divertiva a spaventarli. Ci sono cose in cui siamo tutti
uguali.» volgendole le spalle.
Arkanomon
sembrò supplicarlo di restare solo quando lui non la vedeva.
Ma
mentre IceDevimon si girava lentamente verso di lei...
...lei riassumeva una
proporzionale espressione di astio, tanto che lui decretò
«E’ inutile. Ed è proprio vero che uno
raccoglie
sempre quello che semina. Ma a volte anche se hai seminato ghiaccio...
...c’è un momento che ti illudi di raccogliere
fiori.»
Spiegando il volo
senza più voltarsi, e tuffandosi nella città
avvolta nel
D-Reaper.
Arkanomon
iniziò a versare lacrime su lacrime, ed erano tanto
impetuose
che non facevano in tempo a ghiacciarsi.
La gente in strada si
toccava la testa bagnata «Da quella sfera sta cadendo
pioggia!» qualcuno commentava «Stavolta
è proprio la
fine del mondo. Nessuno ci salverà!» (fine-canzone)
Seppur piuttosto
tristi, Leaf e Cindermon rientravano nel panificio mentre Takato
scendeva le scale. Quando i loro sguardi si incrociarono, la ragazza
digitale sentì di dover avanzare «Takato...
...senti mi dispiace
per ciò che ho combinato con tua madre, io-» ma le
sue
parole furono troncate dalla vibrazione di un cellulare. Ognuno dei tre
si chiese se si trattava del proprio, e lo cercò tastandosi
qua
e là ma alla fine fu il domatore a rispondere prontamente
«Kazu dimmi! Tutto a posto a casa?!»
Dall’altro lato
il suo amico rispose «Noi stiamo bene...e voi?»
«...diciamo che
siamo ancora vivi...senti ma...ti sento una voce strana. Hai avuto
qualche notizia dal palazzo di Digiworld, per caso?!» chiese
Takato, richiamando l’apprensione della sua Digimon che si
accostò a lui. Trascinando così anche Leaf.
«Quanto a quel
proposito tranquillizza Cindermon...ho parlato con i Supremi e mi hanno
detto che Cyclemon è in un rifugio sicuro. Ci hanno pensato
loro
stessi!»
«Tuo padre sta
bene, tranquilla!» annunciò Takato, e lei
chinò
drasticamente il ciuffo «Aaaargh!» in
un’espirazione
di vero sollievo, alla quale Leaf partecipò pienamente
«Questa sì che è una bella
notizia...»
«Takato...il
tono della mia voce è attinente a quello che hai detto
prima:
“siamo tutti vivi”, la verità
è che...
...non è così. Purtroppo devi essere forte...
...ti sto per dare una
brutta notizia. Ne abbiamo perso un altro, u-un altro...pezzo del
nostro passato...» annunciò Kazu con la voce che
gli
moriva nel dispiacere. Alle sue spalle il suo Digimon piangeva...
...mentre alle spalle
di Takato la sua Digimon esultava («Io me lo sentivo!!
Papà è una vecchia roccia, non poteva farsi
schiacciare
dal D-Reaper!» e Leaf «Tuo padre è una
di quelle
istituzioni incrollabili! Quei tipi su cui puoi sempre
contare.»...«Perché, lo
conosci?!»...«N-No beh io...immagino che sia
così da
quanto mi dici!»...«E immagini bene!»)
«Che...cosa
intendi dire, Kazu?» abbassò il tono Takato,
celando la
sua conversazione per non spezzare l’entusiasmo dei due amici
«Sento Guardromon piangere...che cosa è
successo?!»
«Devi sapere che ieri mattina...
...la polizia ha
ritrovato in fondo a un crepaccio il corpo del nostro maestro. Il
signor Mori...(canzone: Shania
Twain - It only hurts when I'm breathing)
...non
c’è più, Takato...» finendo
per cedere a un
pianto silenzioso.
L’amico trasalì «...m-mi prendi in giro,
Kazu...?!»
Leaf e Cindermon si volsero di scatto, facendosi seri.
«...non scherzerei mai su un ricordo della nostra
infanzia!...»
«Ma come è successo?!!»
«Non lo immagini...? Può essere andata solo in un
modo...
...Violetta era
lì al campeggio quando noi siamo tornati in
città.»
«Ma noi
l’avevamo visto andarsene!!!» gridò
Takato
«A-Avevamo visto la sua auto...
...svoltare!!
Gi-Girare l’angolo e...sparire in fondo al
sentiero!!»
Quelle parole
permisero ai due di capire: Cindermon sgranò gli occhi e
fece
«...no!» anteponendo le mani come chi vuole
contraddire il
destino. Leaf si portò la mano al collo “N-Non
può
essere vero...il signor Mori!!”
«Takato
ecco...riguardo a quello che hai appena detto! A-Ascolta...non te ne
uscire di fronte a Kenta, con una cosa del genere!! L’ho
sentito
questa mattina...è distrutto: lui e sua moglie si sentono
responsabili perché sono stati loro a riconoscere
l’auto
del signor Mori! E a dirci che era tutto a posto quando lui...
...stando ai
fatti...non ha mai lasciato il campeggio. Evidentemente chi se
n’è andato è stato solo il suo
accompagnatore.»
Takato si
lasciò cadere sullo sgabello presso il bancone, con lo
sguardo
spento e l’espressione stremata. Cindermon e Leaf piazzarono
le
loro mani sul vetro in cerca di ragguagli, finendo per sfiorarsi le
dita.
«Takato...
...non ti sento
più...ma anche se non parli ti capisco, perché
anch’io mi sento nello stesso modo. Senti...
...forza. Forza, amico mio, il nostro maestro avrebbe voluto
che...»
...ma le parole
stentavano a giungere. Takato si stringeva a se stesso, smarrendo lo
sguardo nello spicchio di città oltre la vetrina.
Kazu si passò
la mano tra i capelli, accennando «...dobbiamo vendicarlo, in
qualche modo dobbiamo trovare un sistema per rimuovere quella barriera
e...
...sconfiggere
Violetta.» per poi prendere un profondo respiro, parlando
sopra
la fatica «Senti...! Io ora purtroppo devo proprio andare
perché mia moglie sta piangendo, e Guardromon
anziché
fermarla...rincara la dose! Inoltre sono proprio alle strette col
lavoro, dopo la pausa al Regno abbandonato il capo mi ha dato un
ultimatum, per cui adesso o vado o...sono fuori. Però ci
sentiamo, ti faccio sapere se ho altre notizie e tu...
...!!...ti prego,
attento a quella cosa con Kenta, intesi? Takato...? Ci sei? Scusa, ma
ho bisogno di una risposta.»
Dopo un attimo di
silenzio, Takato mormorò profondamente «...ma
certo che ci
sono. Come sempre. Ho capito molto bene...
...vai Kazu non perdere tempo, non fare arrabbiare il tuo
capo.»
«Grazie...
...grazie e...
...
...ciao.» fece
Kazu richiudendo il telefono, per poi passarsi di nuovo la mano tra i
capelli e costeggiare la foto dei suoi genitori «...in che
guai
ci avete lasciati.» disse con bonario affetto, rivolgendo una
carezza alla cornice...
...per poi dirigersi
da Guardromon e Diamon, stretti fra loro in un pianto dirotto. Lui li
abbracciò entrambi «Cosa sono tutte queste
lacrime...? Il
signor Mori era un uomo allegro e festante...
...dobbiamo guardare
al futuro. Sì, guardare al futuro...» pronunciava
nonostante le lacrime. E i suoi genitori dalla foto sembravano
orgogliosi di lui, così simile a un padre di famiglia in
quella
posa rassicurante...
Leaf e Cindermon
oltrepassarono il bancone per abbracciare Takato, impicciandosi un
po’ tra loro ma trovando infine un equilibrio.
Il ragazzo
abbassò il cellulare, annunciando «Il mio maestro
è
morto...»
Leaf gemette piano,
versando lacrime come per un parente. Cindermon nascondeva il suo volto
sotto il ciuffo.
«E’
triste, lui non potrà mai assistere alla salvezza della sua
bambina, se mai riusciremo a liberarla! Il signor Mori...»
Il cui volto non smetteva di riaffiorargli alla mente...
«...non ha fatto
in tempo ad arrivare a quel giorno in cui riconciliarsi con la donna
che tanto amava. Quel momento non arriverà mai...»
I due amici lo
strinsero più forte tra sommessi singhiozzi, e lui emergeva
tra
di loro «N-Non è ingiusto...?»
...in quegli stessi
istanti Jeri chiudeva le palpebre e si lasciava andare al sonno, alla
luce dei tiepidi raggi di sole.
Uno di questi
picchiava sul metallo di quella chiave ornata, che spuntava da sotto il
grezzo e strappato cuscino...
Violetta e Asanuma
riemergevano sulla cima di Arkanomon, e la prima diceva
«Vedrai,
ora deve superare il trauma ma quando avrà capito che non ha
più alcuno posto in cui andare...il tuo Digimon
tornerà
da te! Gli uomini sono così. Uhmuhmuhm! Per loro le figlie
restano sempre delle bambine! Ihihihihi...»
L’insegnante
solcava il capo cristallino di sua figlia con le sue austere scarpette,
consumate come gli zoccoli con cui un tempo inseguì i suoi
alunni.
Smarrendo lo sguardo
nello scenario di Tokyo, sfumato di alba e D-Reaper, i suoi occhi
esprimevano un vuoto profondo. Come se un mostro avesse depredato il
passato...
...e fra tutti quei
palazzi non fosse rimasto più niente per cui lottare.
Così si
chinò...per sfiorare la superfice di quella biglia di
cristallo
che le riempiva il cuore di interrogativi.
Arkanomon aveva sguardo smarrito e vagante molto simile al suo (fine-canzone)
«Entra pure, non
fare complimenti...» mormorava la voce spiccia di Beelzemon
«Anzi...scusami per il disordine, ma io non so proprio come
raccapezzarmi! Sei una donna, e per giunta una maestra: non ti nascondo
che mi sento un poco in imbarazzo.»
Gli occhi verdi di
LadyWizardmon si affacciarono nel vano cittadino, dilatandosi nel
profondo sussurro «E’ qui che vivete...?»
«...sì.» replicò il guerriero
alato, per poi
coprirsi il volto «...oh santo cielo...non dire altro, te ne
prego!» ma la Digimon avanzava ammirata «E invece
è
tutto perfettamente ordinato...! Hai reperito tu questi
mobili?»
e lui «S-Sì, un po’ qua e un
po’ là.
Pfff!» per poi scostare lo sguardo «Meglio
sorvolare
l’argomento! Che razza di insegnamento sarei se qui ci
fossero i
tuoi bambini? Un Digimon che...
...ruba dai negozi
degli esseri umani...»...«...per dare ancora
dignità
all’esistenza di uno di loro, quando il mondo lo ha
dimenticato.» continuò LadyWizardmon in un solenne
sussurro, adagiando gli occhi sulla ragazza dormiente. Beelzemon apriva
le braccia «Almeno era quella l’intenzione. Non so
se ci
sono riuscito.»...«Ci sei riuscito benissimo: la
tua
“intuizione”...
...è il
più bell’insegnamento. Questo posto meriterebbe
una gita
scolastica...»...«No, ti prego! Non sognare di
portare i
tuoi alunni nel buco del rinnegamento. Il posto dei bambini
è in
libertà, sotto...la luce del
sole!»...«Tutti
dovremmo starci...» affermava LadyWizardmon, mentre i raggi
di
sole picchiavano sulla sua asta a forma di zucca, separando lei e il
guerriero alato «...ma a volte, la libertà ci
viene
negata.»
Egli non replicò, e si mise a scrutare dalla fenditura.
L’insegnante
invece si guardava attorno «Questo luogo assomiglia a una
piccola
casa...ed è arredato con una premura incredibile.»
(canzone: Steps
- If you believe)
«Lo sai...? Lei
non riesce a perdonarmi...» svelava il Digimon smarrendo gli
occhi nel sole «...nonostante ci conosciamo da tanti anni...e
ne
abbiamo passate davvero tante assieme...
...il dolore per
ciò che le ho fatto è più forte. La
ragazza che
vedi odia il Digimon con cui parli. Non si spiega perché mai
il
Digivice ci abbia uniti quel giorno...»
«Evidentemente...perché era destino!»
annunciava la maestra.
Beelzemon sorrideva un
po’ amaramente «Uhmf,
“destino”...quante
volte...e da quante labbra ho udito questa parola: da quelle di un
Digimon morente...
...ucciso con questa
mia mano!!...e che nonostante tutto mi guardava spoglio da rancore! I
suoi occhi stremati rispecchiavano la supplica...di smettere di far del
male. Di asciugare le lacrime di quella bambina...»
...e LadyWizardmon guardò Jeri addormentata...
«...che ripeteva
la stessa parola con un automatismo da far paura, ben più
simile
a quello di una macchina...che all’intonazione di un cuore
umano.
Ma il tempo fa ribollire i sentimenti, e la rassegnazione è
mutata in rabbia! Ora Jeri inveisce contro di me facendo uso della
stessa parola! Ma poi ha finito per infierire contro se stessa...
...prendendo
quell’insana decisione di porre fine alla sua vita. E alla
fine
arrivi tu...»
«Oh...?»...«Una...maestra dal tono
materno che parla
di destino per farmi sperare ancora. Io ormai non so più a
chi
credere! Ho conosciuto il calore di una casa...
...e il freddo di un
nascondiglio. Ho conosciuto l’affetto degli amici! E il
dolore
dell’abbandono...» stringendosi a se stesso in quel
gesto
ormai annoso «...ho conosciuto la speranza del mattino, ed il
tremore della notte oscura. Ho provato il palpito
dell’amore!...
...e il cedimento
della morte. Ma nonostante tutto sono ancora qui, e vivo alla giornata
come un vagabondo. Il senso della mia vita? Nessuno può
dirlo...
...eheh, ma
forse...anch’io sto percorrendo la linea del mio
destino.»
volgendosi con la coda dell’occhio «Che ne dici?
Sono
promosso, maestra...?»
LadyWizardmon
socchiudeva i suoi occhi in un’espressione amorevole
«Di
fronte alla grandezza della vita siamo tutti bocciati o tutti
promossi...
...ma quel che
è certo è che non smetteremo mai...di essere
piccoli
alunni...
...anche quando saremo
grandi e vissuti ci sarà sempre qualcosa di nuovo da
scoprire.»...«...tu credi?» chiese lui
timidamente
«...tu credi davvero che io possa vederne altre dopo quelle
che
ho passato? Uhm, francamente...io credo di aver concentrato tutto nella
mia seppur non lunghissima vita!»...«E qui ti
sbagli,
perché invece manca qualcosa...»
accennò lei
alzando un dito soffusamente didascalico «...i tuoi occhi
potrebbero posarsi sul perdono...
...ed il sorriso di
questa ragazza che adesso credi...ti odierà per tutta la
vita.»...«Tu lo pensi...? Credi ci sia speranza per
noi?
Io...
...ho paura di
illudermi ancora...» disse piano, ma LadyWizardmon scosse il
suo
capo di capelli grigi «...bisogna avere il coraggio di
accettare
il rischio della disillusione, se si vuole continuare a
sognare.»...«Continuare a sognare...io...
...s-sì! Akemi lo avrebbe voluto! Sai LadyWizardmon...
...io l’ho amata
tanto!»...«Lo so...»...«E
sfiderei...persino il
destino se potessi farla felice anche dove si trova ora! Voglio che la
mia Akemi mi guardi dal cielo...e che sia orgogliosa di me, come una
giovane domatrice con il suo Digimon!»...«...e
allora
spera. Spera, piccolo Impmon. E vedrai che un giorno...lei ti
perdonerà.»...«”Piccolo
Impmon”...anche
lei mi chiamava sempre così. Forse è vero, io
resto
sempre un po’ bambino...»
L’insegnante
aveva la bocca coperta, ma i suoi occhi velati d’emozione
sorridevano. Beelzemon si diresse verso di lei, sfiorandole la punta
del cappello «Visto che sono un bambino...posso chiederti
aiuto
come se fossi la mia maestra? Io mi impegnerò a perforare
quella
barriera, e a recuperare i tuoi alunni esattamente come feci dieci anni
fa, per salvare proprio Jeri. Tu in cambio...potresti aiutarmi con lei?
Sei più grande e più esperta...
...intercederesti per farle capire che io le voglio bene...?»
«...non so se mi
sarà concesso realizzare questo miracolo, ma farò
tutto
quel che posso...» sussurrò la Digimon. E lui
«Grazie! Grazie LadyWizardmon! Io...m-mi metterò
subito
alla ricerca di un sistema per perforare la barriera di
Arkanomon!» sfoderando il cellulare «Meglio che
faccia una
ricerca su Internet, debbo trovare un ingrediente per potenziare le mie
armi.» sedendosi in un angolo a terra «Ah e...tu fa
come se
fossi a casa tua! Se vuoi farti un caffè prova in quelle
credenze, dovrebbe essercene ancora! Non preoccuparti se
c’è poco zucchero...io lo prendo senza.»
(fine-canzone)
Ma quella Digimon
dall’aspetto tanto saggio, sembrava più
incuriosita da un
oggetto metallico che spuntava da sotto il cuscino di Jeri, e che si
beava di uno dei raggi di sole filtranti dal buco. Allungando il suo
vecchio guanto consumato lentamente lo raccolse «...anche
questa
gliel’hai regalata tu...? E’...molto bella!
Immagino tu
gliel’abbia donata perché fosse un portafortuna
per la sua
vita.»
«Uhm?»
Beelzemon alzò il suo sguardo un po’ torvo dal
cellulare...
...per poi posarlo, e
andare incontro al LadyWizardmon «No, questa non
gliel’ho
regalata io. Non ho mai visto questa
chiave...»...«Può darsi che lei
l’abbia
raccolta in giro? Mi hai detto che a volte è uscita di
qui...»
La chiave
scivolò nella mano di Beelzemon, ma in quel momento il
cellulare
iniziò a vibrare «Ti chiamano.»
segnalò
LadyWizardmon. Ma lui replicò serio «...no. Non mi
chiama
mai nessuno, ho cambiato la scheda per essere irrintracciabile. Quella
vibrazione deriva da un chip che ho installato nel telefono...
...allo scopo di
rilevare radiazioni anomale. Dovevo tutelarmi dal frequente uso di
radar fatto dalla polizia.»...«...e
allora?!» fece la
maestra che sembrava confusa, ma Beelzemon scandì
«E
allora...
...l’emanazione
sondata dal telefono...proviene da questa chiave!» accostando
i
due oggetti.
«E-E va bene, ma
che vuol dire?!» si stringeva nelle spalle LadyWizardmon, per
poi
smorzare il tono «Da dove proviene
quell’oggetto...?»...«E’ quello
che sto
cercando di scoprire!»...«Aspetta!...
...Beelzemon non
sporgerti all’esterno, è pericoloso!» lo
raggiunse
lei quando lo vide portarsi fino al ciglio del condotto. Ma poi
finì per seguire il suo sguardo, che mirava attonito verso
il
cielo «Il segnale proviene da Arkanomon...
...il chip riconosce dei dati omogenei!»
LadyWizardmon si
reggeva il cappello, perché non volasse nella brezza
d’estate. Il D-Reaper si estendeva di fronte a loro, che
muovevano gli occhi in direzione della grande luna dallo sguardo
smarrito...
«Non riesco a
capire come possa Jeri possedere un oggetto collegato a quel
Digimon!»
Beelzemon stringeva
quella chiave...e durante quelle frenetiche riflessioni il suo sguardo
si caricava d’amarezza...
La ragazza nel
frattempo dischiudeva i suoi occhi, e sembrava cercare qualcosa sotto
al suo cuscino...
LadyWizardmon
avvertì un timore, e si aggrappò al braccio del
Digimon.
Ma questi mormorò cupamente «La nostra nemica...
...ha dato alla mia
domatrice le chiavi di casa!!»...«Non ne puoi
essere
sicuro!» obiettò la maestra, ma lui
gridò «AH
NO?!!» rientrando dentro bruscamente «...ormai la
conosco
molto bene!! Che cosa credono tutti, che io sia stupido?!!»
Preoccupata, LadyWizardmon lo seguì...
Jeri cercava in giro «Dove ho messo la chiave...
...non è
possibile che l’abbia persa!» ma quando
alzò lo
sguardo...
...distinse la sua sagoma che si celava nella zona ombrosa.
Istintivamente, sulle
labbra della giovane si delineò un sorriso lieto...
...ma quei tre occhi
la fissavano sprezzanti...al punto tale che a poco a poco lo spensero...
«Sei stata...da Violetta...» scandì
Beelzemon.
La ragazza sussultò...
...lui alzava
lentamente la chiave «...sei stata da lei, non mentire. Ti ha
dato questa.»...«Beelzemon, io-»
cercò di
alzarsi Jeri ma rischiò di inciampare. Solo il pronto scatto
di
LadyWizardmon, che giunse a sostenerla, le impedì di cadere.
Entrambe fissarono il
Digimon alato in una tacita supplica, ma lui mormorava
«Scansati
LadyWizardmon...lei non è una bambina, non ha bisogno della
sua
maestra a difenderla!!» La Digimon precisava «Non
si
può accusare qualcuno senza averne le
prove!»...«Le
prove? Eccole, ce le abbiamo!» alzando orgogliosamente
l’oggetto reperito «Questa chiave...
...attesta che tu hai
avuto una chiacchierata amichevole
con...»...«Beelzemon, io
posso spiegarti tutto...»...«...CON
QUELL’ESSERE, CHE
SI CELA IN CIMA ALLA MATASSA DI D-REAPER! E CHE CI VUOLE TUTTI
DISTRUTTI!»...«Non gridare...!!»
ribatteva Jeri tra
strazio e supplica, e lui «Non dovrei gridare...? Ma ti rendi
conto di quale sia la mia posizione in tutto questo?!...(canzone: H
& Claire - Invincible)
...vai indietro con la memoria, Jeri, ti ho conosciuto da bambina...
...mi sono...f-fatto
strada a pugni!!...nel D-Reaper per cercare di salvarti! Sono stato
intrappolato dai suoi cavi malefici, ma nonostante tutto impegnavo ogni
mia goccia d’energia...per tenderti la mano! Sono stato
separato
da te...
...ti ho immaginata
crescere, guardavo il globo terrestre e mi sentivo in soggezione al
pensiero di quella ragazza giusta...
...e onesta di fronte
alla quale venivano alla luce tutti i miei crimini! E ti ho ritrovata
nel presente...ho condiviso con te gioie e dolori, gloria e umiliazione
per ritrovarmi infine...
...con in mano il dono
che ti ha fatto la nemica dei Digimon, E CHE TU CONSERVI SOTTO IL
CUSCINO!!...COME IL REGALO DI UNA MADRE!!»
Il volto di Jeri era
attonito “Davvero lui ha pensato questo di me...? Davvero si
immaginava la mia crescita, non solo quella di Akemi e
Mako?!” ma
non riusciva a dire niente. Scivolava in ginocchio, mentre
LadyWizardmon intimava «Calmati, Beelzemon! Prenderla
così
non risolve niente!!» ma lui aveva occhi solo per Jeri
«Sei
una vigliacca...
...che cosa ti ha
offerto in cambio?!» scattando verso di lei minaccioso, ma
LadyWizardmon lo bloccò «Fermo!»
Non poté
però bloccare la sua voce «CHE COSA TI HA OFFERTO
QUELLA
MALEDETTA?! Gloria...POTERE?! Quante ricompense ti ha promesso...c-che
io non posso offrirti?!! Con i miei miseri poteri da Digimon!!! Con
una...biodigievoluzione...che hai sempre detestato!!!»
...parole che una dopo
l’altra piombavano su Jeri, frantumando il suo sguardo nelle
lacrime...
«C-Con il mio
umile affetto d’amico, con cui ho arredato questo buco di
mondo!!
E CON CUI MI SONO GETTATO SENZA ALI DALLA
TORRE!!»...«Ti
prego, basta!!!» gridava Jeri tappandosi le orecchie, ma
Beelzemon inveì «Voglio sapere che cosa ti ha
offerto!!» sicché la ragazza gemette, ma alla fine
dovette
cedere «Il totale controllo sul D-Reaper!! E il suo affetto
di
madre!»
Quelle parole
sembrarono spegnere tutta la furia di Beelzemon, lasciando solo
disillusione a fargli cadere le braccia...sotto gli occhi attoniti di
LadyWizardmon che non smettevano di fissarlo...
«Perfetto...ora siamo a posto. La mia Digimon Tamer...
...che viene
caritatevolmente adottata dalla donna che più ci
odia.»
volgendole le spalle, e le sue ali piegate di dolore. Jeri si
rialzò di scatto «Non è
così, non è
vero, io devo ancora decidere!!»
Beelzemon volse la
coda dell’occhio, in un eloquente
«...decidere?»...«S-Sì, mi ha
lasciato del
tempo...» replicò Jeri, ma accorgendosi ormai
troppo tardi
della povertà della sua frase.
«Che cosa
c’è da decidere...? Mi pare...semplicemente
fantastico.»...«Beelzemon!»...«Che
fai ancora
qui, a dormire in una topaia quando hai un letto caldo che ti aspetta
lassù!!»...«Ti prego...!»
supplicava la
giovane, ma lui insisteva «Le sue carezze di madre...
...i suoi piatti
prelibati...» per poi volgersi di scatto «...JERI,
IO NON
HO MAI AVUTO UNA MADRE!! Io i miei pasti ho imparato a cucinarmeli da
solo!! A VOLTE SI CRESCE!! A volte si deve camminare con le proprie
gambe ma...n-non per questo si rinnegano i propri valori! RAGAZZINA
VIZIATA! Preferiresti...
...v-vendere tutto
ciò per cui finora hai lottato, il tuo Digivice e
l’affetto di tutti noi per comprarti un posto
d’onore...
...SULLA VETTA DELLA
DISTRUZIONE!!»...«Smettila di accusarmi!! Io...
...h-ho sofferto
molto, e tu lo sai meglio di chiunque altro!! I-Io...ho dimenticato
cosa sia la carezza di un genitore, e non ho più buone
gambe...
...p-per camminare da
sola!» inveì tra le lacrime Jeri, mentre lo
sguardo di
Beelzemon si soffermava sul suo passo claudicante, e anche lui versava
una lacrima.
LadyWizardmon si pose
tra di loro, tendendo le braccia come per dividerli
«Ragazzi...vi
parlo molto seriamente! Cerchiamo di comprendere ciascuno le ragioni
dell’altro, altrimenti davvero niente avrà avuto
senso! Tu
Beelzemon, non capisci che Jeri è molto confusa, e dopo il
passo
che ha compiuto ha bisogno di tempo per riordinare le idee...? E tu,
Jeri...!!» supplicò a mani giunte e lacrime agli
occhi
«Non capisci che questo Digimon...ti ama con tutto il
cuore?!! Si
sarebbe beccato uno sparo della polizia, per far sì che
tu...vivessi in un luogo
decente!»...«...è inutile
LadyWizardmon è fiato sprecato...»
mormorò lui
«...sono passati dieci anni, ma la terrestre che vedi
è
impermeabile al mio affetto.» La maestra implorò
«Aspetta, Beelzemon! Non andartene
così...!!»...«Tanto a che serve che
resti qui? Non
sono una degna presenza al cospetto della...
...nuova regina del D-Reaper.»
Jeri nascose lo sguardo e le sue lacrime, come se provasse vergogna.
E il Digimon
mormorò «Vai da Violetta...fai quello che ti pare,
a me
ormai non importa più niente. Se ci rivedremo, ci rivedremo
sul
campo, e allora che vinca il migliore! PERO’!!»
volgendosi
un ultima volta «Quel fermaglio che porti sempre con te...
...quello da cui non
ti separi mai! Esigo che tu lo getti via, perché nella vita
bisogna assumersi le proprie responsabilità, Jeri!! Che si
scelga il bene o il male, bisogna essere coerenti con se stessi! E la
memoria di Leomon...
...n-non merita lo
squallore della tua ipocrisia!!» volgendo le sue ali di nuovo
alte per orgoglio. E sparendo in fondo al cunicolo
«Beelzemon,
aspetta!!» Jeri cercò di inseguirlo, ma
inciampò e
cadde a terra. LadyWizardmon la aiutò a rialzarsi, mentre la
giovane alzava il suo volto rigato di lacrime «Non
può
uscire a quest’ora! E’ giorno, e se lo vedono lo
uccidono!!»...«Ma allora...
...tu gli vuoi
bene!» dedusse la maestra dagli attoniti occhi verdi
«Non
è vero ciò in cui lui crede...e cioè
che tu non lo
perdonerai mai!»
Jeri la fissò
addolorata, pronunciando «I-Io...non voglio che muoia,
LadyWizardmon...» (fine-canzone)
«E’ tutto
a posto, credimi Cindermon. Io sto bene...» affermava
dolcemente
Takato nella sua stanza, mentre prendeva la borsa «Ma ne sei
sicuro?!» insisteva appenata la ragazza digitale
«Magari
vorresti che ti accompagnassi, e non me lo dici
perchééé...» ma lui le
adagiò la mano
sul braccio «Ma no, vado solo al supermercato a fare un
po’
di spesa. Il D-Reaper è tornato ma ciò non fa
venir meno
le esigenze primarie, bisogna pensare anche a
quelle.»...«E
per tuo fratello?!» mugolava Cindermon «A lui
quando
pensiamo?» Takato smarrì il suo sguardo assorto
«Nakao...
...credimi, forse
è meglio che lui non abiti
qui.»...«Come...?»
fece lei con un filo di voce, sfiorandosi le labbra. Il domatore
illustrò «Ma sì, mamma è
ancora scioccata
per ciò che ha passato, l’hai vista. E poi...
...non riesce proprio
a perdonare il tradimento di papà. Capirai anche tu che non
è il posto più adatto...
...per dare pace all’anima di un bambino morto.»
In quel momento il
volto di Cindermon si faceva così pallido, e così
triste
che preferì volgersi e nasconderlo. Tanto si piegava su se
stessa che, nonostante la sua statura, sembrava farsi più
piccola. Ma il ragazzo le pose la mano sulla spalla «Ti
prego,
non fare così...! I tuoi occhi sembrano quasi quelli di
Arkanomon.»...«Come dici...?!» si volse
sbalordita da
quel paragone, e quasi impaurita «Davvero ti sembra che
assomigli
a quel Digimon...?»...«Ma sì, e in
fondo...non
c’è niente di brutto. Benché lei ora
sia al
servizio di Violetta, resta pur sempre una povera bambina smarrita. Che
ha perduto l’uomo che le ha fatto da padre. Tutti, chi prima
o
chi dopo finiamo a sentirci come lei...quegli occhi intrisi di
tristezza...
...ci appartengono. Non merita che la temiamo.»
Le parole del ragazzo
la colpivano tanto che non ne trovava altre per replicare, e
lasciò parlare lui «Tuttavia...permettimi che ti
dica...
...che invece ti
ringrazio per tutto ciò che stai
facendo!»...«...un
disastro...nella tua vita già complicata?» ma lui
pazientemente rispose «...no, Cindermon. Come posso farti
capire
che ora tu e Leaf siete gli unici miei punti d’appoggio su
questo
mare di D-Reaper...e di tristezza? Sarei completamente smarrito senza
di voi. Sarei rimasto soffocato dai miei attacchi di panico ma
nonostante tutto...sono ancora qui, sono tornato dal Regno abbandonato,
ho salvato mia madre, ho assistito al ritorno del nostro vecchio
nemico!...
...e ho appena udito della...
...morte del mio
maestro delle elementari. Ma nonostante tutto sono ancora qui. Con
questa borsa a tracolla che ho portato tante volte. Pronto per
uscire...e andare a fare un po’ di spesa. In un momento del
genere non vengono meno le esigenze primarie...ma non perdono neanche
di significato. Vuol dire che la vita continua...»
La sua voce era
smorzata, i suoi occhi stanchi ma pieni d’affetto e di
gratitudine «So che volevi soltanto riunire la mia famiglia.
Volevi ciò che voglio anch’io. Sei proprio la mia
Digimon...(canzone: Laura
Pausini - Mi dispiace (strumentale) )
...disegnata su misura
per me...» baciando le sue stesse dita, e soffiandole un
bacio...per poi accostarsi a lei, e con discrezione oltrepassarla,
varcando la porta.
Cindermon non sapeva
cosa fare, sembrava smarrita. Si diresse verso la scrivania, rimise in
piedi il pupazzo di Agumon e riordinò un po’ di
carte. Si
fermò qualche istante alla finestra, e sospirò
osservando
il D-Reaper. Si volse poi per uscire, e quando costeggiò il
letto diede una ripiegata al pigiama del giovane...
...richiuse la porta
alle spalle sospirando nuovamente, in un tacito interrogativo sul
futuro. Dopodiché intravide lo spiraglio aperto della stanza
della signora...
...e nonostante timore
e reticenza sentì il bisogno di farsi vicina con passo
felpato.
E fare capolino...
...la donna era
sveglia, e smarriva i suoi occhi seri e assorti lungo parete. Quando
d’un tratto si volse «Cynthia, sei
tu...?» e la
Digimon «Ehm, ehm!...
...se-senta, io...!
Ero venuta a scusarmi con lei, signora. Mi dispiace tanto per averle
rievocato ciò che voleva...di-dimenticare!» nel
prorompere
dei singhiozzi.
«Ma tu stai
piangendo...» disse Mie, e la ragazza fece cenno
“così così” mentre si
sfiorava il collo e
deglutiva «Dimmi, anche voi Digimon piangete qualche
volta?»...«Noi...? Tante
volte!!»...«Piangete
come noi umani...?» chiese stupita la panettiera, e Cindermon
si
avvicinò «Signora...
...perché mi
chiede cose che già sa? Conosce la risposta! Lei
è la
madre di un Digimon Tamer. Perché si ostina a pensarci...
...come degli alieni,
come dei mostri?! Allo stesso modo in cui ci considera quella gente che
ha messo una legge per sterminarci!»...«...io non
voglio
sterminare nessuno.» abbassò il capo Mie, che
sembrava
aver atteggiamento cupo ma non bellicoso «...o forse vorrei
sterminare me stessa.»...«Perché?!!
E’ questo
il suo problema!!» fece Cindermon sedendosi presso il suo
letto,
e sollevandole la mano «Perché continua ad
accanirsi in
questo modo su se stessa, perché è questo quello
che fa,
io lo so anche se all’apparenza sembra prendersela con gli
altri!!»...«Perché non sono buona a
niente
Cynthia!!! Ecco il motivo!!!» gridò con occhi
dilatati di
rabbia «Perché ormai nessuno mi vuole, sono una
donna
inutile, sorpassata!! Non sono una ragazza alla moda come te, non ho il
tuo ciuffo fiammante e non sono neanche...
...u-un Digimon!!
Nessun terrestre mai vedrà in me il volto della creatura a
cui
legarsi, io...!!...
...non porterò
mai più la felicità per nessunooo!!»
scoppiando in
lacrime, ma la Digimon seguì a ruota
«P-Perché dice
questooo?!! Vuole far piangere anche me?! Non è
assolutamente
vero!! Suo figlio, i-il mio domatore...l-le vuole bene!! Non vuole che
si distrugga in questo modo, sa adesso come chi sta parlando?!...
...come Jeri Katou, la ragazza che ha fatto tanto soffrire Takato!
Lei...
...con la sua
convinzione di essere sempre sola al mondo, priva di amici sinceri...ha
raccontato un sacco di bugie a tutti, e alla fine il vuoto attorno
sì che se l’è fatto!! Chissà
ora
dov’è, e non nascondo che non vorrei essere nei
suoi
panni! Mi fa quasi pena. Ebbene sì, adesso l’ho
detto!
Quella ragazza, quella domatrice...
...in dei momenti
avrei voluto...INCENERIRLA con queste mie stesse mani, ma ora provo un
brivido nel pensarmi al suo posto! Sola, e lontana
dall’affetto
dei miei cari! Sono più che sicura...
...che io non
riuscirei mai a vivere in una simile situazione. Regredirei fino a
dissolvermi, e scomparire!»...«...magari potesse
capitare
lo stesso a quella maledetta...»...«Ahhh!...
...signora non deve
dire queste cose. Mi fa paura, glielo giuro!» ma la donna la
guardò con occhi sfrontati «Tu?! La grande
Cindermon, che
ha sfidato avversari torvi e
inquietanti?!»...«Allora si
ricorda come mi chiamo...
...visto che
ultimamente si è tanto affezionata a quel
“Cynthia”
imperioso e per niente familiare!»
Mie non rispose, e
Cindermon si asciugò gli occhi con orgoglio
«Ebbene
sì! Un nemico grosso e coriaceo mi fa meno paura
dell’odio
della gente! Perché un nemico grosso e coriaceo...
...può sempre
rivelare un cuore sotto la sua dura
pellaccia!»...«...noi
invece siamo privi di cuore...
...vero
signorina?»...«...non scherzi su queste cose, sono
molto
serie. Violetta è priva di cuore, e Violetta...l-lo ha
strappato
dal petto della mia mamma!! Violetta ha ammazzato...
...i-il maestro delle
elementari di Takato, il marito della signora Asanuma!»
Mie smarrì lo
sguardo di fronte a sé «Il marito di Asanuma
è
morto...?...
...sono contenta...ha
avuto quello che si meritava quella donna perversa, dopo avermi
rapita.»
Cindermon impallidì «...signora non dica queste
cose...
...l-la scongiuro, la supplico, TORNI IN LEI!!»
Mie nascose il volto,
ed esplose in un gemito. Cindermon gridava
«DOV’E’
FINITA QUELLA MAMMA BUONA, E PREMUROSA...C-CHE VEDEVO RITRATTA SUI MIEI
LIBRI ANIMATI?! QUELLA CHE PREPARAVA LA MERENDA PER LA SCUOLA A SUO
FIGLIO, E GLIELA INFILAVA NELLA CARTELLA! Ora un uomo che apparteneva a
quelle giornate è morto...!!...è morto,
assassinato,
è una cosa bruttissima!!! Q-Quell’uomo...!!...
...ha lasciato una
bambina piccola, che ora per la disperazione è diventata un
Digimon mostruoso!! Venga, si affacci alla finestra e andiamo a
guardarlo assieme!! Sono certa che poi ci penserà due volte
prima di dire certe cose! I suoi occhi sono terribili...
...sono gli
occhi...della morte e d-del sangue che macchiano una vita che
dovrebb’essere ancora innocente, e pura come una statua di
ghiaccio!!...
...nessuno di noi
può capire cosa prova quella bambina! Ma suo figlio
sì...
...suo figlio la
capisce dunque l’unico dubbio qui resta che fine ha fatto sua
madre!! L’ABBIAMO RIPORTATA O NO, DAL REGNO
ABBANDONATO?!!»...«SE VOLETE SALVARMI NON
E’
LI’ CHE DOVETE CERCARMI!!» esplose la donna...
...Cindermon
deglutì «E dove...?» sfoderando sguardo
orgoglioso
«...ci dica solo il luogo...
...e io e Takato
biodigievolveremo per recuperarla e stavolta non ci sarà...
...o-ostacolo e nemico
che potrà fermarci! Le braccia di Rubymon la solleveranno e
la
riscalderanno...
...le sue ali la
porteranno finalmente al sicuro, e il suo fiato ardente come una
brace...
...si farà
vicino al suo viso per regalarle un bacio, carico di un affetto di
figlio...
...doppio e pulsante!!
Quello di Takato, per la sua mamma ancora in vita!! E il
mio...!!...i-io che la mamma non ce l’ho
piùùù...»
Takato era uscito in
strada, ma d’un tratto si fermò «Sento
Cindermon
piangere...!» per poi volgersi verso la sua casa
«Cosa
starà accadendo...? Meglio che vada a vedere!»
tornando
indietro a passo rapido (fine-canzone)
«Se...
...volete trovarmi
davvero...» rivelava Mie nell’affanno, mentre
Cindermon la
sosteneva.
«E non
accontentarvi di salvare...u-un clone ormai vuoto, e privo di
anima!...» continuava...
...mentre Takato si accostava alla stanza, e udiva le sue parole...
«...dovrete
recuperarmi...dal fondo del pozzo oscuro di chi perde la sua vita
passata. La vita che tanto amava!»...«Pfff!...in
quel fondo
ci troviamo tutti noi, signora.» obiettò la
Digimon. Mie
ribattè «Ma per voi è diverso!!...
...siete giovani e
potete costruirvi un nuovo mondo, un mondo che rispecchi i vostri sogni
e desideri! Potete ancora trovare...
...l’amore...»
Cindermon le dava le
spalle e respirava profondamente, costretta ad ammettere che quelle
parole avevano un fondo di vero.
«...voi avete
ancora...tutto da iniziare! Potete sposarvi, farvi una
famiglia...»
“Già...ma
come la mettiamo se il nostro grande amore non è
corrisposto?” pensava la Digimon.
Lo sguardo di Takato si faceva impietosito.
«...potete...accogliere un figlio tra le braccia, e
desiderare
che abbia il futuro più bello che un genitore possa
concepire!»
Cindermon si volse, e
la puntò con determinazione «Lei un figlio lo ha!
Bene,
è questo che desidera per lui?» incrociando le
braccia
(canzone: Renato
Zero - Nei giardini che nessuno sa (strumentale) )
Ma quella madre
versando lacrime confessò «Io per Takato avevo
sognato...il mondo intero! Egli era il mio unico orgoglio, come adesso
sembra essere il tuo!»
La Digimon si
guardò attorno spaesata, come scoperta in quella nascosta
verità.
Il ragazzo
rifletteva...mentre la madre confessava «Lui era il mio
bambino...la prosecuzione del mio essere! Le ali che mi portavano sopra
questo panificio...
...e sopra la
città! Come quella sera, al tramonto prima della
battaglia.»
«All’epoca furono Guilmon e Grani a donargli le
ali...
...ora sono io, le mie
ali sono forse di tanto più bassa
qualità?!» ma la
donna replicò «Non c’entri
tu...!!»
spazientita e disperata «Ma Takato è cambiato, non
insegue
nessuno di quei sogni che io ho plasmato per lui!!...
...io sognavo per mio figlio una vita diversa, lo vedevo...
...st-studioso, e
pieno di successo! Sono sempre stata più che orgogliosa
della
sua intelligenza, e della sua mente sveglia! E invece lui
ha...c-calpestato il valore di una buona istruzione come se fosse carta
straccia! Ma per me invece era molto importante!! Io sono una donna
ignorante, e desideravo...
...che la gente
parlasse con orgoglio di lui, non come ne parla adesso, NON COME NE
PARLA ADESSOOO!!» coprendosi il volto in un pianto doloroso.
Un dolore che senza saperlo scivolava anche negli occhi di suo figlio...
...mentre Cindermon sospirava «Pfff!...
...la gente, la gente,
la gente! Quando la smetteremo di preoccuparci sempre di ciò
che
pensa la gente?!» disse mentre andava ad abbracciare la
signora,
ma questa tuonò «Forse quando il D-Reaper
avrà
cancellato ogni cittadino!! E allora dovremo preoccuparci solo
dell’opinione dei Digignomi! Ma non lo capite che la gente
è importante?! E’-E’ il nostro unico
scenario,
l’unico teatro in cui una madre può
vedere...sfilare un
figlio, con la stessa emozione di una bambina di fronte ai suoi eroi
nella tv!!!»...«Shhh...
...va bene,
signora.» disse Cindermon pazientemente e a occhi chiusi
«Le assicuro che la capisco.»...«Tu non
puoi capire
perché non ci sei stata allora!! E perché lo
guardi con
altri occhi, con gli occhi dell’amore!! Occhi che te lo fanno
apparire bello...!!»...«I-Io...!»
balbettò la
Digimon spiazzata «Io non credo che sia un difetto guardarlo
con
quegli occhi, dannazione! Anche lei lo dovrebbe guardare nello stesso
modo! Non credo di sbagliarmi se per me lui
è...»...«BELLISSIMO?! Dillo!»
inveiva Mie con
stizza «Tanto anche se non lo dici ti si legge in faccia, non
sei
brava a fingere: sei un libro aperto, piccola
Digimon!»...«I-Io...!!...
...n-non ho...alcuna
intenzione...di fingere, signora! Non sono abituata a farlo!
E’
vero, sì, che c’è di male, io lo amo e
per me
Takato è fantastico! E’ il migliore! E’
il mio
eroe!! Posso forse essere processata per questo?!!»
inveì
con le lacrime agli occhi «No purché tu rispetti i
gusti
degli altri! A te piace così perché sei una
giovane
Digimon, ma a me che sono sua madre piaceva quel ragazzo che non
è mai esistito!!»...«...e poi lei accusa
gli altri
di andare appresso ai fantasmi...»...«No, sbagli.
Io non
accuso mio marito di voler bene al suo bambino morto. Io lo capisco
benissimo! Semplicemente lo invidio, perché seppur grazie a
un
ingorgo digitale dei vostri ora lui ha vicino il suo figlio sognato!!
Mentre io sono rimasta sola, tagliata fuori!! Quella che vedi non
è più quella donna che è apparsa nei
tuoi libri
bizzarri...
...quella che vedi è un rifiuto umano...
...una moglie e una
madre fallita, non come la tua che era una principessa come
teee!!!»
Takato si
appoggiò alla parete del corridoio...e rivolse occhi
stremati al
soffitto, come in un’estrema supplica di salvezza per la sua
famiglia. Il suo volto assomigliava a quello di una statua afflitta,
che aveva pianto tanto da avere gli occhi cerchiati di sangue...
...mentre quella
Digimon compiva l’ennesimo, arduo respiro profondo
«...va
bene, d’accordo! Noi tutti portiamo il peso del crimine di
provenire da un mondo da favola! Ma voglio solo ricordarle che anche
per noi l’idillio è finito presto! Sono arrivati i
tradimenti, ed è arrivata la morte! Noi Digimon chiediamo
aiuto
agli umani...
...perché da
soli non...siamo in grado di farcela!»...«Non
costringermi
a credere alla vostra debolezza...
...perché io
non ci credo! Si vede che siete moderni, e splendete di idee e di
progresso, al contrario di noi che rimaniamo sempre indietro, nella
nostra opaca quotidianità.»
Cindermon la
fronteggiò pur con sguardo stanco «...non abbiamo
colpa,
se riusciamo ad avere più speranza di
voi.»...«No,
ma in questo caso dovrete rassegnarvi ad avere oltre che il nostro
affetto...
...anche la nostra
invidia! Io mi metto in cima alla lista! Invidio quel tuo ciuffo
rosso...
...quei tuoi capelli
moderni, tu sei lo specchio di quella che io non sono mai stata! E che
non sarò mai!!»
Lo sguardo
dell’altra si fece disilluso «Vuole che vada via
anch’io, come ha già fatto Nakao per non imporle
la sua
presenza?» Mie stringendo le lenzuola scandì
«No,
non lo voglio...!! Anche perché siamo vincolati per
sopravvivenza al tuo aiuto...!!»...«No guardi
signora, non
la mettiamo su questo piano! Io agisco perché voglio salvare
la
t-»...«SILENZIO!!...
...conosco questi
ritornelli. Ti chiedo solo una cosa Cindermon, e te lo chiedo...p-per
pietà! Ora mio figlio si è riaffezionato a me
dopo aver
temuto per la mia vita...tu non esortarlo con i tuoi discorsi da
Digimon...a diventare ancora più moderno, ancor
più
controcorrente! A coprirsi il corpo di tatuaggi come
quello...o-orribile che si è fatto sulla
gamba!»...«Quel tatuaggio è un ricordo
di Guilmon.
Non le fa piacere ripensare a lui?»...«QUEL DIGIMON
DOVEVA
RESTARE!!» sbottò Mie d’un tratto
«Non
andarsene e lasciarci allo sbaraglio! Se lui fosse rimasto sono sicura
che Takato avrebbe continuato gli studi!»
“E chi
può dirlo?” pensava Cindermon “Guilmon
non
era...meschino e attaccato all’apparenza. Certo che
è
incredibile...
...di Violetta non ce
n’è una sola, tutti chi più chi meno
inseguono il
loro mondo di cartoni, e disegnano gli altri come loro li vorrebbero.
Però Takato è diverso! Anche se ha donato a
Guilmon un
colore che ispirava coraggio...
...anche se lo ha fornito di pirosfera
per fare invidia ad Agumon e Veemon...
...lui avrebbe
permesso che crescesse libero, e avrebbe accettato i suoi gusti e le
sue scelte!”
...mentre in quegli
stessi istanti Leaf camminava con le mani nelle tasche...ma nuovamente
il suo sguardo veniva rapito da alcuni rapper intenti a provare presso
le cascate del parco. La loro vista gli riempiva gli occhi di emozione
e di sogni, nonostante lo sfondo del D-Reaper dietro gli alberi ad
incombere...
“Quando è
che la gente si deciderà ad apprezzarci per quelli che
siamo?
Tutti ci incastrano in un disegno, immobile come un blocco di
ghiaccio!” pensava la giovane dal ciuffo rosso
“Perché invece non bruciamo ogni disegno...in modo
da
essere tutti...finalmente...liberi! Semplicemente noi
stessi...”
«Se Guilmon
fosse rimasto...molte cose sarebbero state diverse.»
descriveva
Mie spazzolandosi appena i capelli «Probabilmente non
avrebbero
parlato di mio figlio come il bulletto del quartiere. Né
come un
delinquente...» ma Cindermon incrociò le braccia
«Signora Matsuki...
...Takato non è
un delinquente!!»...«Ma quanto credi che
reggerà la
sua nomina?! Minata dall’amore per una ragazza che
è...esattamente tale!!» (fine-canzone)
Cindermon sgranò gli occhi.
E Takato si
sfiorò le labbra, lasciando che il suo sguardo smarrito
scalasse
le buie pareti.
«Ebbene questo,
ancora più del resto, infrange i miei sogni di madre! Io
avrei
desiderato una nuora...amorevole e premurosa, in cui ritrovare la
figlia che non ho avuto!! Ma so che lui è testardo, e quella
Jeri Katou non se n’è mai andata dal suo cuore...
...nonostante il
clamoroso voltafaccia che ha rifilato a tutti noi! E’ proprio
vero che non puoi conoscere una persona fino in fondo! Da ragazzina per
bene si è trasformata in una minaccia per la nostra
incolumità!!»...«Jeri Katou...soffre di
un disturbo
mentale.» cercò di ridimensionare Cindermon, ma la
donna
ribatté «Ed altrettanto il mio Takato...che si
ostina
nell’amarla ancora! Perché lui ama lei, mi
dispiace
doverti aprire gli occhi ma non ama te!! Non ti ha mai
amata!!»...«LO SO!!» gridò la
Digimon,
aggiungendo «E questo a lei va proprio bene, non è
vero?!» (canzone: Taylor
Swift - Back to December (acoustic) )
«Tutt’altro...» scandì la
donna stringendo le
coperte con pugni di rabbia. La sua risposta riuscì a
stupire
Cindermon «Non la capisco...forse è la mia natura
da
Digimon che mi rende ingenua. Un attimo fa sembrava...odiarmi,
desiderare chiunque all’infuori di me come sua
nuora!»...«Non è la tua natura, sei tu
che vuoi
renderti ingenua!! M-Ma non capisci...Cynthia...» balbettava
la
donna, la cui durezza si infrangeva in lacrime di supplica
«...che se ti odio è perché mi
spaventi?
Perché saresti la mia nuora ideale, e vi vorrei tenere
entrambi
accanto! Ma...
...DISGRAZIATAMENTE
sei la Digimon di mio figlio, e me lo porterai lontano!»
La giovane si
asciugava le lacrime, prendendo le mani della donna «Ma cosa
dice...? Noi non siamo dei mostri che strappano i figli dalle braccia
dei genitori. Noi lottiamo perché siano tutti
uniti!» ma
Mie singhiozzava, ormai non più astiosa ma solo rattristata
«Non potrebbe essere altrimenti!! E’ il tuo ruolo...
...tu, con la tua
grinta e il tuo potere...lo spingi a inseguire i suoi sogni, e a
scalare il mondo! E i sogni di Takato sono lontani da questa casa.
Magari, magari tu fossi una ragazza normale! Che si chiama davvero
Cynthia...e lotta per il ragazzo che ama con quel po’ di
egoismo,
e con con la complicità della madre di lui. Ma purtroppo per
entrambe noi...
...tu sei un
Digimon...e nel tuo cuore non c’è traccia di
quell’egoismo. Tu lo spingerai a seguire il suo cuore...
...e il cuore di
Takato pulsa in un buio anfratto cittadino, accanto a quella ragazza
maledetta!»
Takato comprese che
sua madre aveva concluso, allora con sguardo rassegnato si
avviò
lungo il corridoio della sua casa.
Cindermon, nonostante
dolore e lacrime, seguitava a stringere i denti e carezzare le mani di
quella donna «...non faccia così signora Matsuki,
le
può far male. Vedrà che tutto...
...tutto...si
sistemerà. E perdoni le mie frasi da Digimon...ma sono le
sole
che so pronunciare...»
Leaf si lasciò cadere su una panchina al parco
«Ahhhhhh...!
...Nakao se
n’è andato. Akiko è prigioniera. Il
signor Mori
è...morto. Se continua di questo passo la reputazione di noi
Digimon sarà rovinata per sempre! Possibile che non
riusciamo
più a conseguire quei bei traguardi di una
volta...?»
assottigliando il suo tono, e concedendosi a un beato sorriso di
ricordi «...quando tutti si salvavano grazie a noi...
...nessuno moriva e le famiglie tornavano sempre unite e felici...
...ah, se chiudo gli
occhi...mi abbandono all’odore del D-Reaper e al suo cullante
rumore riesco a tornare indietro.»
Ma qualcuno si
avvicinava a lui, avvolto in una giacca un po’ troppo pesante
per
quella giornata estiva «Scusa. Scusa, hai da
accendere?»
chiese con voce velata quell’uomo alto e misterioso. Il
rapper
aprì le braccia «Purtroppo no, io non
fumo.»...«Ti dispiace se mi siedo qui? Aspetti
qualcuno?» chiese il tipo con la giacca...
...ma Leaf era già trasalito “...non posso
crederci...
...Beelzemon!!!”
«P-Perché mi guardi così...?
E’ forse per via
della mia giacca?!»...«N-No, è che...
...mi ricordi un
vecchio amico, tutto qui.»...«Ci
conosciamo?» chiese
l’appena arrivato, e il rapper piegò le spalle
«N-No, credo di no.»
Ma poi smarrì
gli occhi in un orizzonte di cielo, e di ricordi “Ci siamo
semplicemente incontrati dieci anni fa da queste parti. Iniziammo a
battibeccare al mio nascondiglio, poi fummo anche nemici...
...la tua
malvagità mi fece digievolvere in modo sbagliato, ma poi la
mia
lancia di luce ti purificò dal rancore. Abbiamo lottato come
alleati, e siamo vissuti nella stessa casa per dieci anni. Se ci
conosciamo...?
...no. Credo di no.” «Avrei una voglia matta di
fumare...
...ma purtroppo sono
uscito di casa di fretta!» affermava il più alto
dei due
«Anche per me è lo
stesso...»...«Davvero?
Guarda che combinazione!» “Beelzemon...neanche tu
fumi.
Quando ti viene voglia vuol dire che qualcosa va storto, io ti
conosco!” «Tuttavia non credo che tu possa aver
passato
ciò che è successo a me! Se ti raccontassi la mia
vita...
...non mi
crederesti.» “La conosco la tua vita! E io sono
stato uno
dei personaggi.” «Perché non proviamo a
scommettere?» propose il rapper «Cosa...? Mi stai
chiedendo
di raccontarti la mia vita?! Pfff...
...ma dimmi la
verità, come ti viene voglia di impelagarti in una roba
simile?»...«Tu provaci. Io ti dimostrerò
che so
ascoltarti!»...«...sei uno svitato, dovete essere
tutti
così voi rapper! Perché tu sei un rapper, vero?
Ti ho
visto prima con quei ragazzi giù in
fondo.»...«S-Sì, io...
...sono un rapper.
Però ciò non esclude che posso avere qualcosa in
comune
anche con te.»...«...ne dubito.»
replicò
Beelzemon stendendo le braccia sullo schienale della panchina
«Tuttavia accetto la scommessa! Del resto...che cosa ho da
perdere, se non mi rimane niente per accendere una sigaretta?»
“Amico mio...
...così mi
spaventi! E’ forse tornato lo spirito di Gallantmon dal
passato,
e ti ha sconfitto un’altra volta? Hai forse ucciso Leomon di
nuovo, o Jeri...
...è di nuovo prigioniera...?”
Beelzemon masticava
una gomma, quando smarrendo i suoi occhi nelle cascate dinanzi a loro,
iniziò a parlare «Fui bambino in questa
città,
circondato da giocattoli.»
E rivide
quell’orsacchiotto tirato da ambo i lati, a cui presto si
sovrappose l’immagine di Impmon.
«Fui un adolescente caparbio e indomabile...
...sempre tra questi
luoghi.» ricordandosi mentre faceva l’antipatico
con un
draghetto rosso in un nascondiglio di pietra.
«...una notte,
con le idee confuse...voltai le spalle ai vecchi amici e iniziai a
condurre una vita dissoluta.»
Venne il turno del patto con Caturamon, della morte di Leomon...
«Ne pagai le
spese...» ripensandosi assalito da mille larve digitali.
«...e cercai di rimediare.»
Vedendosi fare a pugni
con una barriera nel D-Reaper, per tendere la mano a una bambina
impaurita.
«...tuttora sono
in questa fase. Ma non è che vada proprio alla
grande!»
“In ogni tua fase io facevo capolino!
...e ci sono anche
adesso. Beelzemon...il tuo vecchio amico non ti ha abbandonato. Quel
draghetto rosso ti veglia ancora tra queste foglie...
...e ti vuole ancora
bene! Dopo tutto non eri così antipatico. Che gioia sarebbe
poterci riabbracciare!”
«Cavoli,
riguardando la mia storia a ritroso...lo sai? Mi sento vecchio. Uhm, ma
tu di certo non puoi capire, e sai perché te lo dico?
...perché
nonostante la catenina che porti al collo, il tuo sguardo non mente:
hai la faccia da bravo ragazzo! Di quelli che la sera tornano a casa
dai propri cari.»
“E tu lo sai cosa sei?
...uno che negli anni
dice sempre le stesse cose! Caro vecchio Beelzemon!!”
La commozione affiorava, ma c’era da deglutire per
arginarla...
...mentre il D-Reaper come una cornice rossa cingeva e cullava la loro
storia (fine-canzone)
Takato riempiva il suo
cestino al supermercato, ma il suo sguardo era velato di tristezza
“Guarda con la mia vita come sono riuscito a far soffrire mia
madre! E’ bastata una scelta che fanno tanti ragazzi, come
quella
di mollare la scuola. E’ bastato un tatuaggio, dal grande
valore
affettivo.” buttando uno sguardo alla sua caviglia destra,
dalla
quale spuntava quel caro nome.
“E’ bastato...
...un amore!
L’amore della mia vita...che da dolce e candido si
è
ribaltato in una terribile trappola! Jeri...
...i suoi crimini, i
suoi problemi con la polizia!! La sua...malattia mentale...che la
spinge ad agire contro gli altri! Chissà se Jeri ha saputo
del
signor Mori. Chissà se riesce ancora a soffrire, come soffro
io:
sarebbe l’ultima cosa rimasta...
...di tante cose che
un tempo avevamo in comune. Ma tutto sembra viaggiare verso la
consumazione, come se un programma per computer volesse cancellare
quelli che eravamo...”
Attorno a lui, la
gente parlava di un’unica cosa «Avete visto? Siamo
tornati
a dieci anni fa.»...«No, lei ricorda male,
è
completamente diverso: è peggio di dieci anni fa! Chiediamo
al
ragazzo, lui era presente ai tempi della catastrofe: Kenta! Per te il
D-Reaper è come allora o pericoloso?» Ed una voce
delicata
rispondeva «...mi dispiace signora...ma non ho le conoscenze
tecniche, non posso valutare.»
...tanto che Takato si
stupì “Kenta!” facendosi più
vicino.
Il suo amico
discorreva con la consueta educazione «Bisognerebbe svolgere
un
analisi con strumenti informatici.» però la gente
insisteva «Sì, ma...a tuo parere, istintivamente!
Siamo
messi peggio di allora o no?!»...«Kenta
dì un
po’, ma è vero ciò che si diceva, e
cioè che
collaboravi coi Digimon che ci aiutarono la prima volta? Nooo!
E’
una barzelletta!»
Ma il ragazzo si
aggiustava gli occhiali «Chiedo scusa...ma devo tornare a
casa in
fretta, mia moglie è un po’
raffreddata.»...«Oh! Povera Yuki, salutamela tanto!
E dille
che mi deve spedire via mail qualche
ricetta!»...«Senz’altro...» si
congedò
Kenta, che aveva l’aria molto stanca e sembrava non aver
voglia
di parlare. Ma quando fu solo nella corsia, il suo carrello fu bloccato
da qualcuno di conosciuto.
Kenta alzò lo
sguardo verso l’amico, ma non riuscì a pronunciare
parola.
Takato parlò «Anche se non dici niente...(canzone:
Shania
Twain - Forever and for always)
...io lo capisco come
ti senti, ormai non hai più alcun segreto!»
correndo da
lui in un abbraccio che butto giù un barattolino dallo
scaffale,
e che fu istantaneamente ricambiato.
Il cestino e il
carrello rimasero uno vicino all’altro, come due amici
affezionati.
Kenta si sfilava gli
occhiali e si asciugava gli occhi «Perché
è dovuto
succedere...? Il signor Mori non se lo
meritava...!»...«Anche se Kazu mi ha raccomandato
di non
dirti niente io te lo dico lo stesso: non è stata colpa
tua!»...«Takato, lasciamo perdere guarda.
E’ da
stamattina che io non vivo più! Che io e
Yuki...»...«Non lasciamo perdere proprio un bel
niente! E
se tua moglie si sente responsabile vuol dire che è stupida
quanto te, non per niente è...ptsss!...la tua
Digimon...»
abbassando il tono e scrutando attorno con circospezione. Ma Kenta
esplose «S-Sì, lei è la mia Digimon e...
...la madre dei miei
figli! Che sono creature a metà fra loro e gli umani, che
voglia
avrei di gridarlo!»...«E lo capisco.
Perché non
c’è niente di male...
...un giorno lo
grideremo ma per il momento dobbiamo limitarci a sussurrarlo. Come un
segreto fra due grandi amici, come fossimo sotto il nostro scivolo a
scambiarci le carte e...»...«...perennemente in
ritardo per
la lezione. E così ci hanno staccato un altro
pezzo...»...«Lo so...» ammise Takato
lottando contro
la commozione, e facendosi forza perché gli occhi del suo
amico
sembravano sconsolati, come le sue parole «Takato, ma...
...ti ricordi i suoi
simpatici sketch con la signora Asanuma? Ti ricordi che sembravano
volersi bene, e facevano sperare che un giorno si sarebbero
sposati?»...«Sì...me lo
ricordo...»
sussurrò l’altro, smarrendo lo sguardo lungo la
corsia del
supermercato e della vita.
«Ma
perché le storie devono finire così...?
Perché da
colleghi di lavoro ci si deve finire...a odiare, a farsi del male e poi
a morire?!» si chiedeva Kenta. Ma Takato gli mise le mani
sulle
spalle «Dobbiamo recuperare sua figlia. Dobbiamo salvare
Akiko,
solo in questo modo il signor Mori sarà
vendicato!»...«Ma Akiko
è...»...«Sì, lo so!
...è la figlia
della signora Asanuma e di IceDevimon, ma io sono certo che il nostro
maestro dall’alto...è in pena per lei come un
padre con
sua figlia! Tu non lo saresti se fosse ancora in vita Defendermon...?
Anche se lui...non aveva una goccia del tuo sangue nelle
vene!»
Kenta sorrise tra le
lacrime, e stavolta fu lui a porgli una mano sulla spalla
«...hai
ragione. Sei sempre il più saggio. L’eroe che
dà
una pista a tutti noi!»...«Scherzi?»
sorrise
umilmente Takato, svelando «...Kazu è un
sovrano...e lo
sposo di una principessa. E tu sei quasi un padre...senza aver smesso
di essere un figlio esemplare! Io non ho...
...niente di tutto
questo! Non sono riuscito a costruire nulla con la mia vita, sono uno...
...sbandato, che fa il
domatore di Digimon solo perché...uhm, ha incontrato
un’amica che lo sopporta e lo stima anche se è
così.»...«...è diverso...
...Cindermon non ti
sopporta...Cindermon ti ama, Takato.» disse dolcemente Kenta,
e
l’amico replicò un assorto «Lo so...
...povera
Cindermon...»...«E comunque io non sono come dici!
Vorrei
tanto essere un marito esemplare al punto tale...da scacciare il senso
di colpa dal cuore di mia moglie, ma sono io il primo a provarlo! E
vorrei tanto essere un figlio che...anche nella difficoltà
pensa
a tutto, ma non ne ho le forze! Vuoi sapere perché sono
qui...?
...pfff,
oggi...è il compleanno di mia madre.» e Takato
afferrò il suo braccio «...non me l’ero
ricordato!
Scusa, falle tanti auguri! Il problema è che ho perso il
senso
del tempo.» ma l’amico scosse il capo
«Non sei il
solo, visto che ha dovuto ricordarmelo mio padre! E dire che pensavo a
questo giorno da tanto tempo, sai...i cinquant’anni sono un
passaggio importante, era da molto che programmavo di organizzarle una
piccola festa in cui avrei cucinato io. Poverina, lei ha sempre mille
premure per gli altri...
...e non pretende mai niente per se stessa.»
Takato lo guardava con
una particolare sfumatura «...lo so...la tua mamma
è una
persona così carina.»...«Però
non sono dello
spirito adatto!! La morte del nostro maestro mi ha sconvolto, e non
riesco a togliermi dalla mente quell’automobile! Se io e Yuki
non
avessimo dato il via libera saremmo tornati indietro ad aiutarlo, e non
sarebbe finita in questo modo!»...«Non devi
più
pensarci, amico mio!!»...«Come se fosse
facile...è
che io e lei crediamo sempre di ripianare ogni situazione, come un
tempo quando mi travestivo! Ma in realtà combiniamo solo
disastri...come lo sarebbe questa festa, con tali presupposti! Anzi
senti sai che ti dico? Forse è meglio che non faccio niente,
prendo il carrello e vado a posare ciò che ho
preso!» ma
Takato lo trattenne quando egli cercò di superarlo
«Aspetta un attimo, Kenta! Stai forse scherzado? Hai
aspettato
per giorni quest’occasione, ci
tenevi!»...«S-Sì, è
vero...» gemette
l’altro «Però io Takato non ho la forza
di cucinare!
Di organizzare tutto e resistere fino a stasera, e mia moglie
altrettanto!»...«Ma tua madre ha bisogno di
qualcuno che le
rallegri questo giorno! Altrimenti l’unico regalo di
compleanno
che riceverà sarà il
D-Reaper.»...«Il
D-Reaper...dimmi un po’, ma tu hai idea di come faremo?! Io
te lo
confesso sinceramente, ho esaurito ogni intuizione! Un Digimon Tamer
non ha carburante infinito...alla fine si scarica, ed è
quello
che è successo a me e alla mia Digimon!»
gettandosi di
nuovo nell’abbraccio dell’amico, che gli carezzava
i
capelli «Lo so...» e gli rivolse un bacino sul capo
«...ed è proprio così! Tu fra noi tutti
sei sempre
il più silenzioso, Kenta. Tu...e lei come uno spirito nel
tuo
taschino...» ma l’altro sorrideva umilmente tra le
lacrime
«Uhm! E’ grossa come una
mongolfiera.»...«Forse
nel corpo! Ma nel cuore lei è rimasta questa...»
disse
Takato sfiorando il tatuaggio sul collo dell’amico
«...quella creatura che ci seguì furtivamente, e
che io
stesso ho immortalato sulla tua pelle. Nessuno sente il suo peso...e
nemmeno il tuo, perché non vi lamentate mai! Non create mai
problemi, perché i vostri sono quelli degli
altri!»...«...uhmf...ti dimentichi del casino che
ho
scatenato nel campo digitale indefinito.» Takato scosse il
capo
«...soltanto uno come te potrebbe segnarsi simili
sciocchezze.
Senti, la festa di tua mamma la facciamo. La facciamo, ti aiuto io! A
me piace cucinare!»...«Sì, lo so...ma
anche tu avrai
da fare a casa tua! Senti Takato non è proprio il caso,
io-»...«Shhh, non voglio ascoltare obiezioni!...
...fammi sentire un
po’ utile, no? Io a casa non ho una moglie che mi aspetta...
...nessun ventre
ospita l’attesa di figli miei, e mia madre...è
molto
scontenta di me e ci vorrà tempo per riconquistare il suo
affetto. Ho bisogno del calore della famiglia...
...e nella tua casa se
ne respira sempre tanto! Ce ne sarebbe uno spicchietto...anche per
me?»
Kenta guardò il
suo amico con commozione, e nell’accenno di un sorriso
rispose
«...ti ringrazio di cuore...» asciugando gli occhi
e
pulendo gli occhiali (fine-canzone)
Altri due amici, su
una panchina presso le cascate del parco, srotolavano la loro vita
«Il momento più gioioso della mia
vita...è durato
pochi secondi.» raccontava colui che sotto la falda di quel
vecchio cappello celava un terzo occhi «Lei mi disse che mi
aveva
perdonato. Io avevo ritrovato i miei amici, e per quei pochi istanti
dissi a me stesso...
“ora
inizierà una nuova vita!” Ma subito,
l’attimo dopo,
giunse la...
...notizia...che
saremmo dovuti partire. Andar via. E chissà quando tornare!
E
quando ciò è stato, quel secondo di gioia ha
assunto le
vesti di un sogno: come se quel perdono lo avessi solo immaginato! Quel
sorriso...
...a volte mi chiedo
io stesso se non è stato il frutto di un miraggio.»
“Quel sorriso io
me lo ricordo. Quel giorno c’ero
anch’io!” pensava il
rapper “Jeri ti sorrise davvero, Beelzemon. Ti disse che ti
perdonava! E quella gioia al pensiero di una nuova vita non fosti il
solo a provarlo...
...la provammo tutti noi. Anche se come dici tu...
...per una manciata di secondi...”
«Anche se la tua
maestra era un’altra...» accennava LadyWizardmon
«...tu cerca di confidarti come se fossi tale. Quella volta
mentisti...?»
La pallida giovane
dalla gamba stesa si volse a guardarla, e con occhi umidi scosse il
capo «...no, LadyWizardmon...
...io quel giorno dissi la verità. Volevo perdonarlo...
...io desideravo
diventare sua amica...»...«Ahhh! Ma questo lui non
l’ha mai saputo.» ammise la Digimon dilatando i
suoi occhi
verdi «Sì che lo ha saputo!! Come ha saputo
che...la causa
del riaffiorare del mio rancore...è stata la sofferenza
provata
in questi anni! Anni in cui più che mai sentii la mancanza
di
Leomon...
...ma nei momenti
più duri non potevo volgere il mio sguardo a Digiworld, e
pensare che pur separati da un varco...avevo un Digimon che si
ricordava di me, e immaginava la mia crescita. Io mi sentivo sempre
diversa dai miei amici perché loro...avevano qualcuno
laggiù tra i Digimon, io invece
no!!»...«E’
per questo...che hai provato molta invidia, molto fastidio per
loro.» elaborava con terapeutico distacco la maestra, e Jeri
mormorò «...proprio così...»
sollevando
quella chiave e contemplandola con disillusione «Sentirsi
diversi
dagli altri, sempre un passo indietro rispetto a loro...fa sentire
anche molto soli.»...«E...non avevi qualcuno in
famiglia a
cui confidare la tua solitudine? Beelzemon mi ha detto che avevi un
padre...!»
«Mio
padre...» pronunciò Jeri, tornando ad immergersi
in
quell’amaro ricordo «Ma come potevo sfogare con lui
la mia
tristezza...quando lui ne era proprio la causa?! Io avevo una bella
famiglia...quando i Digimon sono andati via. Avevo perduto mia madre,
è vero...» narrava con sguardo e voce rassegnati,
che si
mescolavano a raggi di sole «...ma ne avevo acquistata
un’altra.»
Teneva in mano la
chiave ma non la guardava, fissava avanti. LadyWizardmon le si fece
più vicina «...un’altra
madre...?» e Jeri
disse piano «...la mia madre adottiva. Una...
...dolcissima donna...
...che non ha mai
smesso di apparire nei miei sogni tormentati da quando mi ha
lasciata.»...«...è morta...?»
si
premurò LadyWizardmon sfiorandole la gamba, ma lei scosse il
capo «No, ma è come se lo fosse. E’
sparita da
quando con mio padre è finita...
...portando con
sé anche mio fratello. Lui era...» serrando gli
occhi e
versando lacrime «...un bambino così caro!! Mi
faceva
sentire...adulta...prendermi cura di lui!»
confessò
fissandosi i palmi delle mani «Pensare di proteggerlo evocava
in
me tanta forza. Fra i miei sogni di un futuro felice c’erano
tante confidenze, nella penombra della sera...
...ed i miei
sentimenti più segreti...potevano atterrare sul morbido: sul
cuscino...della sua rara sensibilità...»
L’insegnante digitale era sempre più stupita
«Oh cielo...
...e perché mai
quella donna e suo figlio non sono più accanto a te,
cara?!»
Jeri la scrutò
e rispose «...proprio per questo. Per la sua rara
sensibilità. Perché mio fratello, crescendo...ha
iniziato
a sviluppare sentimenti che mio padre non poteva accettare. Anche se
era poco più di un bambino, si percepiva che egli era
già...
...”diverso”, uhm, si direbbe. Ma quale sarebbe mai
il
crimine...se “diverso” vuol dire più
buono degli
altri? Capace più della gente comune...di farti sentire a
tuo
agio? Di farti sentire te stesso...
...mio padre non poteva mandarlo giù...ma mia madre...
...cioè la
madre di mio fratello...non avrebbe mai permesso che suo figlio
crescesse dinanzi al disprezzo del suo stesso padre! Ha preferito
andarsene...
...capisci,
LadyWizardmon?! Io ho perso un fratello, e l’ho perso
perché?!! Per nessun altra ragione al di fuori...della sua
natura! Della sua personalità!! Ma tu che sei un Digimon,
non
credi forse che non sono queste le cose che contano?! E che non sono
queste le cose...
...per cui dovremmo
essere giudicati? Non pensi che la sola cosa importante non sia...come
ci vestiamo, che gusti abbiamo e chi amiamo...
...ma solo CHE amiamo!
La capacità di amare è la sola cosa che ci rende
umani,
anche se siamo alieni o Digimon. Quella capacità che a
volte...mi sembra di aver perso...
...se solo non sentissi...
...c-che sto morendo
lentamente!! Che mi sto dissolvendo, fino a volare via da quella
fessura e disperdermi nel cielo...
...a causa
dell’amore per un ragazzo che mi ha amato tanto...ma che ora
ha
smesso di amarmi...» sfumando con la voce in un sommesso,
profondo pianto.
LadyWizardmon le
asciugò gli occhi col suo vecchio guanto, ammettendo
«Non
ho mai cercato di insegnare altro. Tu, fra i miei alunni...saresti
stata il mio orgoglio.»
Jeri si volse a guardarla con occhi smarriti e ingenui...
...ma quelli della Digimon erano irremovibili.
«E questa mattina ho trovato sotto al suo cuscino...
...la chiave della
casa di una persona malvagia, qualcuno...che non ha niente a che fare
con lei! Lei è buona! Ed è capace di amare anche
se
afferma di non riuscirci più. Io forse ne sono la causa: lei
conobbe qui quell’...
...uomo della cui
morte io fui la causa! E che se fosse vissuto...l’avrebbe
fatta
sentire protetta! Ho provato ad arrangiarmi come potevo per fare le sue
veci...non ci sono riuscito. Non sono buono a niente! La presenza di
quella chiave sotto al suo cuscino attesta il mio fallimento! E dire
che io speravo ancora!! Sì, adesso me ne accorgo! Nonostante
i
nostri dissidi ormai epocali...
...nonostante tutti i
suoi atti scriteriati, io ancora mi illudevo che un giorno si sarebbe
svegliata, e mi avrebbe sorriso come allora! Delle volte mi
è
parso di vederlo...» scrutando gli uccellini tra gli alberi
«...i miei occhi seguitano a illudersi come quel
giorno.»
“Non è
così, Beelzemon! Quel giorno non ti confondesti, e sono
sicuro
che nemmeno adesso ti stai ingannando! Come faccio a fartelo
capire...?” (canzone: Bon
Jovi - All about lovin' you)
«Lo sai? Alla
fine di questa tortuosa storia che hai avuto la pazienza di ascoltare,
il vero enigma resta...
...perché io e
lei? Perché il destino ci ha uniti? Ormai...tutto faceva
presupporre una voragine fra noi! Strade diverse, intendimenti diversi.
Rancori tanto antichi e tanto radicati da impedire ai fiori di crescere
sul nostro prato. Allora perché ritrovarci...?»
Leaf tossicchiò per schiarirsi la voce «E-Ehm,
ehm!...
...scusa: è
proprio qui la risposta!»...«Come sarebbe a
dire?!»
sussultò Beelzemon «In quattro parole tu trovi il
significato a qualcosa su cui mi sto sbattendo la testa da mesi?! Ma
cosa sei, un mago o soltanto un rapper ciarlatano?!»
Leaf non si
curò degli epiteti, e lo scrutò negli occhi
«Hai
detto che lei ha scelto una via sbagliata. Che si è messa a
far
del male agli altri, e che ha voltato le spalle a coloro che la
amavano. Mi hai raccontato la tua storia...
...tu hai fatto
esattamente lo stesso! E’ questo il motivo per cui il destino
vi
ha uniti.»
«Come?!!»
sussultò il Digimon, tanto che il cappello stava per
sbalzargli
dal capo.
«Lei è
una proiezione di te stesso: la vita te l’ha messa di
fronte...per farti confrontare con quello che eri. E’ un
po’ come se dialogassi con te stesso più
piccolo.»
“Jeri...una
proiezione di me? Non ci avevo mai pensato...”
rifletté
Beelzemon, in un vortice di ricordi di loro bambini e di loro adulti...
«Tu dici che non
avete niente in comune, guarda invece come si assomigliano le vostre
strade! Ora lei è a un passo da un patto
scellerato...è
un po’ come se ti fosse data l’occasione di
cambiare il
passato. Puoi insistere al punto tale da dissuaderla da una scelta
errata! Non ti piacerebbe farlo con te stesso, se ti fosse data
l’occasione?»...«Io...? Oh
sì...
...se potessi tornare
indietro tante sofferenze potrebbero essere evitate!»
Leaf sorrise «Bene...
...conosci la tua via,
adesso non ti resta che seguirla.»...«Ma tu dici
che
Jer---!!! Cheee...questa persona mi darà mai ascolto? Sembra
decisa sulla sua vita, e impermeabile ai miei consigli!» ma
l’altro gli pose la mano bendata sulla spalla «Tu
sei
riuscito a cambiare: puoi spingere anche lei a fare lo stesso, non devi
perdere la speranza.»...«Grazie di cuore, io...non
ti
conosco però...» faceva Beelzemon prendendogli la
mano
«...la tua voce sembra parlarmi come un’eco dal
passato, e
riportarmi quel me stesso bambino.»
“Caro vecchio
Impmon...andiamo in giro a spaventare la gente una sera di queste, che
ne dici?”
«Io
troverò un modo per farle gettar via quella chiave, puoi
starne
certo! Io la fermerò...
...prima che compia
una scelta che la rovinerà!»...«Bravo.
Informami poi
se ci riesci!»...«Ah, d’accordo
volentieri ma
io...dove ti trovo? Magari potresti darmi il tuo cellulare
e...»
ma prima che Beelzemon ebbe terminato la frase, una voce
risuonò
nel parco.
«UN
DIGIMON!!» ed entrambi sussultarono...al più alto
sfuggì il cappello...
«E’ QUELLO CON LA GIACCA! MANI IN ALTO!!»
«Beelzemon!!» Leaf si aggrappò a lui,
questi
dilatò i tre occhi «Come fai a sapere il mio
nome...?» Il rapper esclamò «Scappa,
mettiti in
salvo!!»
Così fuggirono
entrambi in direzioni diverse, con uno scatto pronto da vecchi compagni
d’avventura...mentre gli uccelli del parco volavano
all’echeggiare delle sirene.
Mentre Beelzemon
correva, pensava «Quel rapper era davvero uno spirito dal mio
passato.» quando ad un tratto udì un bisbiglio
«Da
questa parte, presto!»
Proveniva dal vicolo
buio in cui si infilò, e nel quale si spalancarono due occhi
verdi «LadyWizardmon!»...«Ho parlato con
Jeri...
...Beelzemon, non
merita che molliamo!»...«E’ esattamente
ciò
che stavo pensando, sono pentito per le cose che ho detto, e ho in
mente un piano per convincerla a fidarsi! LadyWizardmon...la famiglia
di Jeri non è estinta come sembra, è rimasto
qualcuno che
ancora tiene a lei! Si tratta di una signora...e di un
ragazzino...»
L’insegnante
spalancò lo sugardo «La madre adottiva e il
fratellino di
cui mi ha parlato...!!!»...«Dobbiamo trovarli,
anche se la
città è in queste condizioni! Anche con il
D-Reaper e
anche se ci danno la caccia! Loro devono sapere che fine ha fatto Jeri.
Devono incontrarsi e parlarsi! Amica mia...» afferrandole le
mani
«...mi aiuteresti?!»
«...con tutti i
mezzi possibili...» replicò lei in un sussurro, e
lui
«Perfetto! Allora mettiamoci al lavoro!»
Ma LadyWizarmon era
rimasta con gli occhi velati d’emozione, sorpresa dalle sue
stesse parole “Beelzemon...” pensava, sfiorandosi
il
colletto della giacca...e non avendo il coraggio di guardarlo, se non
con la coda dell’occhio...
Leaf si era nascosto
tra gli alberi dove un tempo c’era il blocco di pietra, e con
occhi commossi fissava il cielo «Beelzemon...
...amico mio, sii prudente! Va per la tua strada...
...e non fermarti mai!
Anche se ci perseguitano tu sei uno forte! Non lasciare andare Jeri,
lei ha bisogno di te! Leomon...» pronunciò
asciugandosi
gli occhi «...vecchio amico e caro alleato, per favore veglia
su
Beelzemon! Lo vedi come siamo ridotti? Infondici il tuo spirito...
...Leomon!! Mi senti?!»
Lo spirito di un
possente leone sembrava celarsi dietro la ruspa, con la zampa sempre
pronta sull’impugnatura della sua spada...(fine-canzone)
«E mi
raccomando...» illustrava una giovane donna, scostando i suoi
riccioli castani e parlando al cellulare «...dovete trovarlo
a
tutti i costi, quel bruto di un Digimon ha attaccato i miei figli! Per
colpa sua i miei bambini sono traumatizzatiii, e gli psicologi si fanno
negare, spaventati come sono dal D-Reaper! Su chi se non sulla
polizia...
...può contare
una madre di famiglia disperata? Per favore, siamo nelle vostre
mani!!» supplicava per poi chiudere il telefono, e tornare
presso
i fornelli a rigirare il mestolo «Brutto parassita piumato...
...ti farò
uccidere dalla polizia come un cane, sarà questa la fine che
farai! E una volta che sarai fuori dai piedi, a Jeri non resteranno
altri cari che me! Me la vedrò entrare da quella porta...
...conta i tuoi
istanti di vita, Beelzemon...perché la tua sudicia esistenza
si
concluderà come è iniziata, nel fango!»
Il suo sorriso
soddisfatto si specchiava nel brodo, ma presto accanto a lei comparve
un altro volto di donna, che invece aveva espressione trafelata
«Che ti succede, Nami cara...?»...«M-Mia
figlia...
...non risponde
più quando la chiamo, è come se non mi
riconoscesse!»...«Ohhh, e ti stupisci? I giovani
sono fatti
così. Pensa che la mia fa lo stesso!»
...ma
all’interno di quella
luna di cristallo, dagli occhi impegnati in un lento vagare simile al
giro di un orologio...
...si celava una
Digimon imprigionata e sofferente, che tra i suoi affanni non faceva
che ripetere «...papà...fratellino...Scratchmon!...
...Rapunzelmon, sorella mia! Vi prego...venite ad aiutarmi.»
Violetta aiutava
Asanuma a sedersi «Devi essere paziente...ad Akiko ci
verrà un po’ di tempo prima di digerire la morte
di suo
padre e la coscienza che lui...suo padre non era, non so cosa
accetterà prima!»...«O cosa...non
accetterà
mai...
...Violetta io mi
sento...»...«Come ti senti, cara?! Oh povera,
confidati con
me! Lo sai che sono tua amica!» replicava l’altra
prendendole premurosamente le mani.
Lo sguardo
dell’insegnante si smarriva «Mi sento...stanca,
tanto
stanca...
...come se niente
avesse ormai più senso. A cosa è servito lottare
tanto
se...
...a conclusione dei
giochi mio marito è sfumato così...ed ora non
tornerà più indietro, nè per una
vendetta
nè per una conciliazione. Sai, non l’ho mai detto
a
nessuno...
...ma lo amavo tanto...
...d-dici...che
è troppo tardi accorgersene adesso?»
osò chiedere
con sguardo timido. Violetta si mordeva le labbra, assumendo un broncio
simile al pianto «N-No, cara! Sii indulgente con te
stessa!»...«...potrei esserlo...
...se avessi un
Digimon al mio fianco a tradurre per me gli enigmi della vita, ma
destino vuole che ora io sia...
...sola. A cosa mi
serve questo Digivice di cristallo...?» sollevando il
congegno
tra le sue mani, e guardandolo come qualcosa di più grande
di
lei.
Violetta si
alzò, e le si inginocchiò davanti «Devi
avere
fiducia!...
...vedrai che
IceDevimon tornerà e a quel punto...la famiglia
sarà
riunita, ihihi! Tu, lui e Arkanomon siete...il nuovo emblema del
focolare domestico! Ora che ci penso potreste recitare uno spot! Carini
come voi tre assieme...non c’è
nessuno...» (canzone:
Sugababes
- Stronger)
«...Violetta!» gemette Asanuma sfiorandosi la testa
«...sono stremata! Comincio ad averne...abbastanza di tutto
questo! Inizio ad avere...paura dei Digimon...
...Digivice, tecniche,
digievoluzioni...tutti questi termini mi fluttuano in testa come in un
grande incubo! Come se...tanti alunni si distraessero dalla mia
lezione, e me li nominassero fino a farmi impazzire...!! Fino a che non
riuscissi più a gestirli...
...e capitolassi
dietro la cattedra...come un guerriero
sconfitto...»...«Oh!
Povero tesoro, ti vedo proprio stressata! Prevedevo che il tuo lavoro
prima o poi ti avrebbe dato alla testa. Ma sta tranquilla, tutto
andrà...per il meglio!»...«Dici sul
serio...?»
fece capolino la donna dalle mani chiuse con cui si copriva il volto
«...come fai a essere sempre così
ottimista?»
Violetta
sfoderò un sorriso «E’ il mio carattere,
hihihiii!!!...
...nonché il
fatto...che sono cresciuta con i cartoni! Il loro spirito positivo
scorre nel mio sangue...e al momento mi suggerisce...
...che siamo vicini
alla realizzazione dei tuoi sogni, Nami!»...«Come
puoi
affermare una cosa simile...?» chiedeva la donna ormai
spoglia
della nota di sfida che l’aveva tanto contraddistinta
«...a
me invece sembra che siamo giunti alla loro distruzione! Toshiaki
è morto...
...IceDevimon è sparito, e Akiko...mia figlia...
...lei...» ma
Violetta le carezzava la mano, sussurrandole premurosa
«...lei
è finalmente un Digimon...ora potrete confrontarvi da pari a
pari...»...«Mi fanno paura i suoi occhi!!...
...temo il confronto
diretto con mia figlia.»...«Non hai motivo di aver
paura...» sminuì Violetta, illustrando
«...se ti
dimostrerai abbastanza forte...da sconfiggere un avversario
valoroso...sarà la volta buona che si rimetterà
ai tuoi
consigli. Ora ha finalmente i codici per capire il tuo
valore...»...«Violetta!»...«Oh,
mi si scuoce la
pasta! Cosa volevi dirmi?»
Fissandola con timore,
l’insegnante accennò «Tu credi
davvero...che io...
...valga...qualcosa?»...«Ooooohhh...uhmuhmuhmuhmuhmuhm!
Il
mio pranzo non merita di scuocersi per riconfermare qualcosa di ovvio.
Ma certo, tu vali moltissimo!...
...Amnesyamon...
...ihihihihihihihiii, ahahahahah!»...«Amnesyamon...
...sì, io sono Amnesyamon...
...e mia figlia Arkanomon, mio marito...IceDevimon...
...siamo una famiglia
di Digimon...e comunichiamo col linguaggio della forza!»
ripeteva
in un automatismo scandito dal suo sguardo perso.
“Povera
Nami...ormai è completamente nelle mie mani.”
meditava
Violetta mescolando il pranzo “Non c’è
che dire, il
fallimento della realizzazione personale non risparmia nessuno. Lei ne
è l’ennesima vittima...” volgendosi
appena, e
scrutandola con la coda dell’occhio, mentre costei passava il
dito sul ghiaccio splendente del suo Digivice («Io non sono
un’insegnante...sono un Digimon...mio marito è un
Digimon...
...mia figlia un Digimon...»)
“Uhm! Dormi
beata nel tuo mondo di favole, cara maestra. E quel rottame di tuo
marito potrà bearsi dal cielo delle tue performances, e di
quelle di tua figlia!!...
...tutto procede secondo i piani...
...ed il D-Reaper...
...lentamente invade la città...
...i tuoi occhi
consumano i frammenti della Torre Digitale, fidata
Arkanomon...”
In effetti, le
emanazioni dallo sguardo dello sferico Digimon sembravano assottigliare
i contorni di quei detriti iridescenti...
“...e la polizia
nel frattempo fa il suo dovere...dando la caccia senza tregua ai
sovvertitori dell’ordine!”
Beelzemon e
LadyWizardmon scattavano a ripararsi sotto un buio ponte. Il riflesso
blu delle sirene illuminava i loro volti tesi...
...e lei, tanto
più bassa di lui, alzava i suoi grandi occhi verdi per
perdersi
in quelli del Digimon, che non si distraevano neanche un attimo...
“Devo
ammetterlo, non avevo calcolato questo fuori programma.”
pensava
Violetta “Credevo che la torre sarebbe riemersa intatta, e
contavo di sfruttare i suoi poteri per generare il collasso del
sistema! Ma ora le carte si sono ribaltate, e visto come stanno le
cose...
...preferisco sfruttare l’impeto del D-Reaper, sopito per
dieci anni...
...per travolgere i
tre pianeti ai quali devo il mio dolore!!! La terra!! Con le mie
origini infelici, e la mia famiglia che mi ha voltato le spalle!
Digiworld!! Che mi ha fatto illudere in un mondo di fiaba, per poi
gettarmi di nuovo nella dura realtà!! E il Regno
Abbandonato!!
Che mi ha fatto assaggiare il sapore di anni di solitudine, scorticati
lentamente. Lungo gli scenari di questi mondi...scorreranno fiumi di
D-Reaper...
...consumeranno ogni forma di vita, e ogni testimonianza del passato...
...e una volta che
saremo finalmente liberi dai nostri incubi, sorgerà la prima
alba del mondo da me creato. Arkanomon agisce celatamente...
...ma la sua potente
energia sta caricando il serbatoio delle mie splendide bambole, e fra
non molto...esse vivranno e parleranno come veri Digimon! Una nuova
specie è pronta per proliferare in questi luoghi...
...la generazione
attuale sarà completamente cancellata,
uhmuhmuhmuhm!”
«Papà, Scratchmon,
fratellino, sorellina...ho cambiato idea...» ammetteva
debolmente
Starshipmon «...dimenticatevi di me, e state lontani da
questo
luogo! Non voglio che vi accada qualcosa di brutto...» (fine-canzone)
Una ragazza dai
boccoli rossi, e un’alta ragazza bionda dagli occhiali da
sole
scrutavano tra i prodotti di una farmacia «Allora...!
Gelsomon mi
ha dato chiare istruzioni sull’alimentazione dei suoi
piccoli. Tu
credi che questa polvere potrebbe andar bene, Rika?» chiese
Alice...
...ma poi rimase
colpita nel vedere l’altra ragazza rapita dagli articoli per
bambini. Sicché si sfilò lentamente i suoi
occhiali, e
nonostante il sole riuscì a sorridere di tenerezza.
Rika sfiorava quegli
scaffali con pudore, quasi con reticenza. Ma Alice le si
avvicinò «In effetti mi hai fatto venire
un’idea.»...«Oh?»...«Non
mi guardare in
questo modo, desidero che tuo figlio abbia qualcosa per ricordarsi di
me quando nascerà. Non posso mica permettermi di scomparire
per
sempre!»
L’altra le prese
la mano «Alice...a mio figlio non mancheranno mai i racconti
del
tuo grande coraggio, e della tua immensa bontà.» e
la
bionda senza smettere di sorridere tornò a infilarsi gli
occhiali «D’accordo, ma un oggetto è
tutta
un’altra cosa. Sai che sono un po’ materialista:
forse
è perché sono immateriale!»
Rika scrutava la
ragazza come qualcosa che si vuole trattenere, con la stessa pena di
quelle bambine che contemplavano i giocattoli, ma che venivano tirate
via dai loro genitori «Quello costa troppo tesoro, andiamo a
casa.»
Le due ragazze si
diressero sul bancone, mentre Alice si riaccomodava la tracolla
«Come sono acide le madri oggigiorno, non
credi...?» Rika
replicava a bassa voce «...oggi sono tutti più
stressati
del solito. Ma è comprensibile, il D-Reaper è
riapparso
all’improvviso. E loro non ne hanno mai conosciuto i
segreti...non si sono tuffati al suo interno. Non sono come
noi...»...«Noi Digimon Tamer deteniamo una grande
responsabilità. Se non agiamo in fretta nella
città
scoppierà il panico! E saranno i nuclei familiari a
risentirne...» constatava Alice con un’occhiata
d’apprensione. Rika commentò
«E’ vero, ai
tempi della prima battaglia...la gente non era così scossa!
Ora
ha sulle spalle dieci anni di stress e problemi, e poi allora...si
fidava ancora dei Digimon!»...«E Yamaki e gli
altri? Rika,
tu hai notizie di ciò che sta avvenendo
nell’ex-sede di
Hypnos...?»...«...no...» rispose
l’altra a
bassa voce «...è calato il silenzio, e quei
palazzi
così conosciuti sembrano un forte inespugnabile. Spero
Mitsuo e
Riley stiano bene...ora come non mai avremmo bisogno del loro aiuto!
Loro sarebbero gli unici in grado di aprire un varco nella barriera di
Arkanomon.»...«Purtroppo dobbiamo fare a meno degli
adulti
che ci aiutarono la prima volta, Rika...stanno facendo del loro meglio,
ma sono impegnati su altri fronti! Un metodo dobbiamo trovarlo da
noi.»...«Ma sarà il doppio
più
difficile!!» esclamò la rossa, spiegando
«Con i
problemi nelle famiglie di ognuno è già arduo
vedersi
tutti assieme, figuriamoci elaborare un piano! Le conoscenze
informatiche che abbiamo non sono sufficienti...i più
esperti
fra noi sono soltanto
specializzandi!!»...«Coraggio, non
gettiamo la spugna!» esortò la bionda aggiungendo
«Qualcosa ci inventeremo, la nostra annosa esperienza non
sarà mica da buttar via, no?»
Ma
all’improvviso un grido proruppe «Una moneta!!
Datemi una
moneta...v-vi prego!! Per comprarmi da bere!»
Rika ed Alice si
volsero di scatto...e la prima dilatò gli occhi incredula...
Un uomo era caduto
presso gli scaffali con i giochi dei bambini. Il suo aspetto era
disfatto, e la sua voce era distorta come se fosse ubriaco
«Vi
prego, u-un po’ di pietààà!
G-G-Giusto per
riscaldarmi un po’, è una giornata talmente
fredda!»
gemeva a dispetto di quella gente con abiti sbracciati, tipicamente
estivi.
Sbracciati come la sua
canottiera strappata, che lasciava intravedere il tatuaggio a fiocco di
neve. Ma una folla gli si fece attorno «Vattene fuori, brutto
ubriacone!! Come se non riconoscessi che sei quello che ha stuprato mia
figlia!!» inveiva in particolare una donna.
Rika si
precipitò lì, seguita da Alice «Rika,
lo
conosci?!» e questa bisbigliò
«...è
IceDevimon...!!!»...«Cosa? Oh! Meno male, ho temuto
che
fosse tuo padre!»
L’uomo
sembrò udire qualcosa «...padre...? Padre?! Chi
è
che mi ha chiamato così?! Mia piccola Akiko, sei tu...?
Do-Dove
sei, non riesco a vederti tra la folla...! Tu hai gli occhi
così
grandi, mentre i miei...
...so-sono appannati
dalla brina! Akiiiko, vieni a riscaldarmi un po’!»
esclamava tendendo la mano. Ma quella donna così accanita
tra la
folla inveiva «Ora ti riscaldo io a suon di botte, brutto
farabutto! Meriteresti l’ergastolo e la castrazione chimica
per
quello che hai fatto!!!» afferrando la bottiglia semirotta
dell’uomo, ed alzandola per colpirlo.
Rika d’un tratto
si infilò tra la gente. E un istante prima che la donna
assestasse il colpo le afferrò il braccio «Si
fermi,
signora!!»...«Levati di mezzo ragazzina, o ce le
prendi
anche tu!! Lo sai questo cosa ha fatto?!»...«So
quali erano
le sue abitudini, perché lo conosco...!!»
replicò
la ragazza in un respiro teso «Ma adesso non lo vede?
E’ un
individuo sconfitto, bisogna chiamare l’ambulanza
e...»...«L’AMBULANZA?! Vuoi far
soccorrere un tipo
del genere?! Se tieni tanto a lui vuol dire che sei una puttanella,
come tutte quelle che frequentava!!» aggrappandosi agli abiti
di
Rika e scuotendola, ma Alice si frappose fra loro «Stia ferma
signora, la mia amica è incinta...!!...(canzone: Taylor
Swift - Never grown up)
...e se si azzarda a toccarla se la vedrà con me, la
avverto...!!»
I suoi occhi azzurri
erano sottili come lame, tanto che riuscirono a intimorire la donna.
Rika si chinò
presso l’uomo, ed egli volse lentamente il suo volto ferito,
rivolgendole l’ennesima alitata gelida della loro conoscenza
«...tu che ci fai qui...?»...«Dovrei
farti la stessa
domanda...
...cosa ci fai in giro
ad ubriacarti? Non cambi mai e perdi sempre tempo. Sprechi la tua
giornata a tormentare innocenti, e ora che quelli in giro sono
finiti...sei passato a te stesso.» L’uomo
ringhiò di
stizza «...vvvattene, brutta sgualdrina!! Ragazzina
pusillanime,
t-tu...!!...a-avresti avuto l’occasione di diventare la
sovrana
dei Digimon, tanti anni fa!! S-Se avessi ripudiato quella volpe, per
diventare la mia domatrice...!!»
Ma lei cercava di
aiutarlo ad alzarsi, incurante delle sue accuse e dei commenti della
gente («E’ pazzo!»...«Delira,
dice cose
impensabili!»)
Eppure la rossa
domatrice smarriva il suo sguardo in un passato ancora vivo, mentre lui
gemeva «Non hai mai...
...capiiiiito le mie
intenzioni! Non ci hai mai capito niente di me, Rika!!! I-Io ti avrei
resa...una grande domatrice! Così come ti ho resa una vera
donna.»...«Può darsi, Fiocco di Neve.
Può
darsi che tu abbia ragione...
...può darsi
che le tue performances mi abbiano aiutato a crescere,
chissà.»...«Ihmf,
lasciamiii!!!» si
tirò via di colpo, mentre lacrime sgorgavano dai suoi occhi
iniettati di sangue «Non mi serve la tua ironia! E non mi
serve
la tua pietà!! Non mi hai capito allora...
...c-come non mi
capisci oggi! TU NON PUOI SAPERE COSA STO PROVANDO!! Sei solo brava a
spazzolare la tua...a-amica di finto pelo!! E a cucinare per il tuo
bravo maritino!! Da ragazzina petulante sei diventata una volgare
donnaccia!! E da donnaccia un’ancor più disgustosa
casalinga!! Non so in quale delle tue tre versioni...tu mi faccia
più SCHIFO!»...«Io almeno ho tanti
volti, tu ne hai
solo uno. Possibile che non ti vuoi mai decidere a cambiare? Un giorno
potrebbe essere troppo tardi...! Guardati attorno, la città
è già invasa dal D-Reaper. E tua
figlia...»...«MAI SIA CHE IL SUO NOME PASSI PROPRIO
PER LA
TUA BOCCA!! Puah! Lei ormai è perduta!! E’
insensibile
come te, ha lo sguardo vuoto come quando ti tenevo tra le mie ali!!
Come quando...
...MI ROTOLAVO CON TE
NEL LETTO!! E’ una creatura frigida, senza speranze, SEI
CONTENTA
ADESSO?!!» ma la ragazza gridò con rabbia
«E SE NON
HA SPERANZE TU DAGLIELE, CHE
ASPETTI?!!»...«Ohhh?!»
l’uomo assunse sguardo attonito.
Lei lo fissava con i
suoi occhi lilla pieni di lacrime «Fai il tuo mestiere una
buona
volta, FAI IL PADRE!! Parlale d’amore, parlale di futuro,
parlale
delle...COSE BELLE DEL MONDO!! Così magari la rimuove da
sola la
barriera, e non dobbiamo arrangiarci noi!! Così
magari...!!...
...per una volta oltre
al padre farai anche il Digimon, anziché metterti il marchio
dei
malvagi come un giocattolo!!...
...come un
idiota...»...«Rika...ma che mi stai
dicendo?»
balbettò Fiocco di Neve «...mi-mi-mi stai forse
dando dei
consigli...per farmi perdonare da mia figlia?! Tu ti rendi conto che se
questo fosse...
...mi renderebbe
pienamente felice? Come fai tu a indirizzarmi in questa
direzione...quando io non ho cercato altro che trascinarti sulla via
sbagliata?»
Sbucarono
all’esterno della farmacia, sotto il sole cittadino. Rika
rispose
«Davvero non riesci a capirlo? Io sono stanca...
...semplicemente
stanca. Stanca di dolore, stanca di incomprensioni! E sono stanca
soprattutto...
...di antichi rancori,
e risentimenti. Che senso ha più revocarli ancora?! Fra
tante
scene immortali...questi sì che sono davvero passati di
moda! Io
non sono più la stessa. Non lo sei neanche tu. Ora tu non mi
tieni prigioniera tra le tue ali. Ora per camminare ti aggrappi a me.
Ora non sono più una ragazzina...» ammetteva
indossando i
suoi occhiali da sole «...e tu sei un padre. Quello che
è
stato fra noi, fra la domatrice e il Digimon...
...fra la ragazza e l’uomo...
...ormai appartiene ad
un albo storico. Ma a volte certe cose vanno seppellite. Scaviamo una
buca nel tuo limbo, là c’è tanto
spazio...
...e poi lasciamo che
il ghiaccio si riformi. Chissà un giorno forse, dalla gelida
tomba del nostro passato potrà nascere un fiore. Che ne
dici,
IceDevimon...? Ci stai ad accettare la scommessa? Stavolta sono io a
proporti un affare...» scrutandolo con sguardo penetrante da
sopra i suoi occhiali.
Lui la guardava con
tanto timore, ma d’un tratto echeggiarono le sirene e lui
rabbrividì «Oh no!! La polizia!! Vengono ad
uccidermi, e
se muoio non potrò più rivedere mia figlia!! IO
NON
VOGLIO PERDERE LA MIA
BAMBINAAAAAA!»...«I-IceDevimon...!» tese
la mano
Rika, ma quell’emozioni stavano per farla svenire se Alice
non
fosse giunta a sostenerla «Andiamo Rika, qui non è
aria di
restare!»...«M-Ma lui...»
accennò la ragazza.
Fiocco di Neve era
già lontano, fuggito in una corsa forsennata per sottrarsi
alle
autorità.
«E’
scappato...» disse Alice «...ed è meglio
per noi
fare lo stesso, tu sei incinta, e la polizia ultimamente un
po’
troppo curiosa!»
Poco dopo, una volta
nell’automobile, Rika si sventolava con un depliant
«Se lo
prendono...lo uccideranno!»...«Non ce
l’hai con lui
nonostante ciò che ti ha fatto?...
...sei davvero
ammirevole, amica mia.»...«A-Abbiamo preso
tutto?»...«Uh? Sì, allora...la polvere
per i
draghetti, le medicine per la pressione di LadyMeramon e poi...
...oh?!»...«Cosa c’è,
Alice?!»...«Non agitarti!» antepose la
mano la
ragazza bionda...prima di anteporre un sorriso, e un paio di scarpine
per bambini «Le stavo guardando quando è arrivato
IceDevimon. E temo proprio di essermi scordata di pagarle. Peccato!...
...non credo
ripasserò in quella farmacia per un po’. Ehi, tu
là
in fondo...» mormorò la giovane in
un’eco soffusa,
indirizzato al ventre dell’amica «...questo
è il
regalo dalla tua zia-fantasma...»
Rika abbracciò
commossa la ragazza, e anche Alice asciugava le lacrime che scolavano
il trucco sotto gli occhiali da sole...
...e si adagiavano su quelle scarpine appena rubate (fine-canzone)
Nel frattempo, presso
il citofono del Centro di isolamento «Sono
Terriermon!»
annunciava un affannato Digimon dallo sguardo emozionato
«Sono
tornato dal Regno Abbandonato, ho bisogno di parlare con Muskmon! Lo so
che non è il giorno della terapia, però vi
assicuro che
è davvero urgente!» ma i suoi occhietti si
spalancarono
quando vide uscire in fretta e furia i due addetti, trascinando alcune
strumentazioni «Non è aria Terriermon, qui
“davvero
urgente” è sbaraccare tutto! Riferisci al signor
Wong
quello che è successo, per favore.»
«Quello...che
è successo...???» si ripeté allarmato
il Digimon
verdino, mentre gli addetto gli gridavano «Chiedigli se
può trovarci un nuovo impiego! Anche temporaneo!! Noi
abbiamo
famiglia da mantenere, con tutto il D-Reaper!»
«Oh cielo...nooo...
...Muskmooon!!!»
così si lanciò all’interno di quella
ben conosciuta
struttura...(canzone: Westlife
- Unbreakable (piano version) )
...ma quando giunse
presso la cabina, trasalì alla vista del vetro infranto. E
di
quella coppia di sedie che sprofondavano lentamente in una matassa di
D-Reaper, riversatasi dal soffitto squarciato.
«Muskmon...» boccheggiò lui, mentre gli
addetti lo
esortavano spicciamente «Datti una mossa, Terriermon! Vuoi
fare
anche tu la fine di quelle sedie? Guardale, si inabissano come due
innamorati...» ma lui si volse di scatto
«Dov’è finita la Digimon che era
qui?!!»...«E che ne sappiamo!...
...tanto quella era
pazza. Che cosa pretendevi da lei?»...«N-NON
PROVATE A
PARLARE DI LEI IN QUESTO MODO!!» gridò con le
lacrime agli
occhi «L-LEI SARA’ STATA ANCHE PAZZA! MA
E’ LA MIA
FIDANZATA!!»
I due uomini rimasero allibiti, immobili nel sostenere il grosso
macchinario.
Terriermon riprendeva
fiato e ripeteva «Sì, la mia
fidanzata...» gettando
un’occhiata col cuore in gola a quelle due sedie...che furono
così inghiottite dal D-Reaper...
...lo stesso D-Reaper
che molti cittadini contemplavano con apprensione mista a
rassegnazione. E tra loro camminava a passo delicato una ragazza dal
capo avvolto in un foulard di fiori.
Dietro gli occhiali da
sole, il suo sguardo esprimeva incertezza sul futuro
«C’è mancato poco che il D-Reaper non mi
travolgesse. Ma per quale ragione sono stata risparmiata?
Violetta...è ormai lontana.» rivolgendo gli occhi
verso
Arkanomon «Si è conquistata un posto
d’onore tra le
vette dell’ingiustizia, e della disonestà. E
Terriermon...» asciugandosi una lacrima «...ormai
credo mi
abbia abbandonato anche lui. Non è più tornato
dal giorno
in cui si è lasciato sfuggire quel bacio, e ho ragione di
credere che si sia mortalmente pentito. Che ragione ha dunque un
Digimon per girare tra queste strade...» si chiedeva
aggiustandosi il nodo del velo «...se non ha più
nessuno
da proteggere...nessuno da amare? O-Oh!» ma d’un
tratto
sbatté contro un uomo, che esibì in scuse
altisonanti
«Oh! Mi perdoni, signorina! Non volevo davvero, sono molto
maldestro e poi stavo guardando il D-Reaper!»...«Ma
no,
scusi lei...» mormorò candidamente la giovane, e
lui
«No no! Scusi lei!!
Oh?!»...«Ah!»
Ma d’un tratto quei due sentirono di conoscersi...
«...Muskmon??» domandò il biondo uomo.
E lei si sfilò incredula gli occhiali da sole
«...Sandmon?»
«E così
ci si rincontra, dinanzi alla minaccia. Il terrore dei Digimon. Il
D-Reaper...» svelò il biondo Digimon
dall’aspetto
umano, accennando un fraterno sorriso «...solo che tu la
prima
volta lo vedesti. Io no: Violetta...mi fabbricò in un tempo
successivo. Tu...sapevi che io e i miei figli eravamo
finti...vero?»
Muskmon, anche lei nel
suo aspetto umano, sembrò tradire smarrimento e imbarazzo
«Io...» ma lui le pose le mani sulle spalle
«Non fa
niente, adesso è tutto finito, e argilla o non
argilla...abbiamo
scoperto cos’è l’amore. Spero per e sia
lo stesso:
ho sentito...
...che ti sei
fidanzata col tuo terapeuta, non so se è solo una
diceria!»
La commozione
affiorò nella Digimon, che prima sembrò annuire e
poi
scuotere la testa «Co-Coraggio Muskmon, non fare
così! Non
ho fazzoletti sufficienti per le lacrime delle donne, ero solo andato a
comprare qualche snack al mio domatore, che è un
po’
raffreddato: nel Regno abbandonato pioveva talmente e...ah, ma lo
sapevi che avevo un domatore?! Vieni con me, andiamo a sederci da
qualche parte! Abbiamo talmente tanto da raccontarci!»
Così lei
tornò ad indossare gli occhiali da sole, e lui dopo aver
armeggiato con le buste della spesa le si affiancò e si
mescolarono tra la gente...
...nella buia stanza
in cui Benji dormiva, Terriermon versava lacrime «Sono
tornato
lì...e ho trovato tutto distrutto!! Il luogo dove ho
scoperto di
essere innamorato...è stato raso al suolo come la scuola al
nostro villaggio!!»
Ma la sagoma di una
coniglietta marrone veniva avanti dall’ombra, ed allungava il
suo
lungo orecchio per carezzarlo «Sì, però
i nostri
piccoli alunni erano bambini indifesi. Colei che ami invece...
...è una
Digimon valorosa ed esperta. Ti ha salvato la vita,
ricordi?»...«Oh?» Terriermon
destò lo
sguardo...
...mentre Lopmon gli
parlava con dolcezza «Vedrai, io sono sicura che si
è
salvata. E vi ritroverete presto...»...«Lopmon...
...sono un egoista! Ma
che cosa sto facendo? Vengo ad importunarti come una...sorella zitella
quando conosco i tuoi sentimenti per me! Perdonami! Ma adesso...non ho
nessuno con cui sfogarmi, perché Henry è andato a
lavorare in metro e Rea aveva un colloquio
urgentissimo!»...«Terriermon, io...»
accennò
timidamente «Sì, Lopmon?»
drizzò le orecchie
lui...
...ma l’amica
fece «No...niente. Volevo solo dirti che è normale
che i
tuoi domatori siano impegnati. Anche se c’è il
D-Reaper
hanno pur sempre un bambino, e devono lavorare. Non fa niente...le
sorelle zitelle servono a questo, pensavo proprio di accompagnarti a
cercare Muskmon. Vedrai, la troveremo.»...«Ptsss,
ma
Lopmon...
...non mi avevi detto
che volevi restare a far compagnia a Suzie, che era un po’
giù?»
La coniglietta si volse con sguardo un po’ incerto...
...presso il lettino
di Benji si delineava la sagoma di una ragazza, ma le sue mani avvolte
dall’ombra erano giunte, ed i suoi occhi erano chiusi, come
se
fosse assorta nei suoi pensieri. La luce illuminava solo il tatuaggio
sul suo addome...1/8...
Lopmon ammise con un
velo di delusione «No, non importa, credo non ci sia alcun
problema...se usciamo insieme. Che aspettiamo?
Andiamo.»...«O-Oh...sì...
...g-grazie
Lopmon...» così l’ombra delle loro
orecchie lunghe
scivolò via dalla stanza.
E quella ragazza tra
le sue mani rivelò una catenina dorata “Ti prego,
Signore...
...Signore degli
uomini e dei Digimon...Signore a cui la mia amica Akemi si rivolgeva:
proteggi Terriermon e Lopmon, veglia sui loro passi. E abbi cura dei
loro cuori, affinché ritrovino coloro che amano. Ebbene,
questo
è il modo di lottare, più efficace delle mie in
fondo
deboli armi. Ora che il destino mi pone di fronte le mie
debolezze...”
...ripensandosi
piegata a terra, sotto gli attacchi di Rapunzelmon
nell’ultimo
scontro...
“...e mi rivela
che i miei sogni non potranno mai, nonostante tutto,
avversarsi...”
...ricordando lo
sguardo interdetto di Mako, e la sua reticenza nel rivolgersi a lei..
“...scopro
un’altra maniera per affiancare coloro che amo.
Affinché
siano protetti dai pericoli, e trovino la loro strada come ho sempre
desiderato. Questo mese sta finendo...
...ormai manca poco al
1 agosto...e per allora mi auguro che un miracolo cancelli il
dolore...e possa riportare il sole nel nostro cielo.”
riponendo
la catenina...
...e facendosi il
segno della croce nell’ombra...per poi scrutare con tenerezza
Benji addormentato, e rivolgergli una carezza affettuosa
«Dormi
bene, piccolo...
...e spero un giorno
al tuo risveglio, di poterti mostrare il nostro mondo di tanti anni fa.
Nel frattempo immaginalo nei sogni...tua zia è qui con te a
sognare!»
Benji si rigirava tra i suoi peluche...
...ma quando Suzie si
fu allontanata, pronunciò «Guilmon...» (fine-canzone)
Leaf faceva ritorno al
panificio «Chissà se Beelzemon è
riuscito a
scappare...» si chiedeva con sguardo apprensivo. E quando
vide
Cindermon discendere i gradini, sarebbe voluto andare da lei e
chiederle il perché del suo sguardo triste. Ma lo squillo
del
telefono si frappose fra loro «Va-Vai tu, vado
io?!» chiese
rapidamente il rapper. Ma la Digimon sembrava assorta nei suoi pensieri
e non far caso al suo telefono, sicché lui
«D-D’accordo, vado io!...
...pronto?!»
«Guilmon...ptsss! Sono Nakao...» sussurrava il
ragazzino
spingendosi il berretto «Ptsss, ti prego non dire agli altri
in
casa che sono io.»
«...d-da dove mi
stai chiamando...?» mormorò il rapper (mentre alle
sue
spalle Takato faceva ritorno «Ecco la spesa. Passo qui di
volata,
vado a casa di Kenta. Mi sono autoinvitato alla festa di sua
madre!»)
«Da un
bar...!» replicava Nakao, bisbigliando «Non posso
farmi
conoscere, qua è pieno di manifesti e stanno dando la mia
canzone! La nostra canzone...»
Leaf sorrise
«...almeno qualcosa di questa casa ti accompagna ovunque tu
vada.» (Cindermon chiedeva a Takato «Ah, compie gli
anni?
Questa sì che è una bella
notizia.»...«Cosa
c’è...? Hai il viso
pallido...»...«Pressione
bassa.»...«Mamma come
sta?!»...«...si è
addormentata.»)
«A proposito di questo...» accennava Nakao
«...Guilmon, io...
...mi dispiace per
come mi sono comportato, ed ecco...volevo chiederti scusa. Tu sai che
non mi riescono facili queste cose...
...anche se sono il
fratello di Takato sono diverso da lui! Lui è limpido e
sincero,
io sono timido e ombroso. Siamo un po’ come il giorno e la
notte...però...
...ci tengo che
qualcosa della vostra casa mi accompagni sempre, come hai detto
tu...anche quando deciderò di compiere quel grande
passo...»
Gli occhi di Leaf si
velarono di emozione «Q-Questa non è solo la
nostra casa...
...è anche la
tua!» (Takato intanto «Cindermon...guarda che non
scherzo.
Ormai so riconoscere le tracce di pianto su un
volto.»...«E
va bene, bandiera bianca! Ho pensato a mio padre, è passato
un
vecchiettino tutto ripiegato ed ho pensato a lui, circondato dal
D-Reaper.»...«...e ho imparato a
riconoscere...anche le
bugie.»)
Nakao accennava un
sorriso «Sarebbe stato come dici in un futuro ideale, in cui
anche tu fossi stato vicino a Takato. E in cui forse io sarei stato un
figlio della signora Mie. Ma io...non rinnego la mia vera mamma, mi
è piaciuto tanto essere suo figlio.»
Leaf lottava contro la
commozione «...neanch’io rinnego il mio passato di
stenti e
difficoltà, mi ha aiutato a crescere.»
(«...sicura
che non ci sia niente di cui parlare
assieme?»...«...te lo
assicuro, domatore! Niente che valga dei più...dei
cinquant’anni della longeva signora Kitagawa! Gasp, a saperlo
prima passavo la mattina a prepararle una torta, così almeno
eravamo sicuri che a cinquantuno non ci arrivava!»)
«...adesso dove
andrai?» domandò il rapper asciugandosi gli
occhi...
...e il ragazzino
«...ancora non lo so, ma me la caverò vedrai, sono
un
vecchio lupo di città. Guilmon!»
«...a-attento a
pronunciare il mio nome, qualcuno potrebbe sentirti!»
(«Con
chi parla Leaf?» chiedeva Takato, e Cindermon
«Baaah, non
lo so, forse con qualche rapper!»)
«...scusa la
domanda in un momento poco indicato: è vero che ti piace
Cindermon?»
«Ihm!!!»
Leaf sobbalzò (Cindermon segnalò «Vedi?
Quando
ondeggia in quel modo è per tenere il
ritmo!»...«Ne
sei assolutamente sicura...?»)
Nakao sorrideva sotto
i suoi occhiali da sole «Guarda che se una ragazza ti piace
ti
devi fare sotto! Non guardare mio fratello e dà retta a me,
io
sono molto più disinvolto!»
«...e
così una delle tue tante fans ti ha conquistato il
cuore?»
(Cindermon propose «Forse è Puppet!» ma
Takato la
correggeva «Ptsss, no, lui è
omosessuale!»...«Ah già.»)
Nakao si riaccomodava
gli occhiali e il berretto, ammettendo umilmente «No...
...forse mio fratello
mi ha contagiato. Ma con miliardi di ragazze che impazziscono per
me...sarei capace di spezzare il cuore a tutte...
...per correre dietro a una che amo fin
dall’infanzia...»
«Hai detto
bene...”fin dall’infanzia”...ormai sei un
uomo anche
tu!» (Takato ipotizzò «E se fosse mio
fratello?!» ma Cindermon smentì «Pfff,
nooo! Lui
è ancora un bambino!» eppure il domatore disse con
il sole
negli occhi «No, non ci conterei! Nakao è
già un
uomo...alla sua età già si biodigievolve...
...e già si
ama...» rivolgendo sguardo intenerito a Leaf al telefono.
Mentre
Cindermon guardava con tenerezza lui.)
Nakao smarriva lo
sguardo tra i cappuccini, la gente nel panico...i suoi manifesti, e uno
spicchio di D-Reaper oltre la vetrina «Non aspettare di
essere un
fantasma per aleggiare attorno a colei che ami. Se posso darti un
consiglio, in ricordo della nostra...antica alleanza...
...buttati, Guilmon. Confessa a Cindermon il tuo amore...
...prima che sposi mio
fratello perché costretta!!» chiudendo di colpo il
cellulare. Una ragazza gli si accostava «Tu sei Nakao Harada?
Ti
prego, un autografo! Lo fai sempre il concerto anche se
c’è il D-Reaper,
vero?!»...«...assicurato!» replicava con
decisione da
divo, stappando un pennarello.
Leaf sussultò
«Ihm! Nakao!! Naka---!!! Uhm, accidenti non dovevo
dirlo!»
Ma Takato e Cindermon
si scambiarono un sorriso, e il primo gli piazzò le mani
sulle
sue spalle «E bravo!! Telefonate nascoste,
eh?!»...«Ihm!! Takato, sei tornato...»
pronunciò col fiato spezzato. Il ragazzo disse dolcemente
«Io e Cindermon ci chiedevamo chi fosse dall’altro
lato.
Abbiamo tirato in ballo ogni genere musicale! E anche ogni...ptsss,
orientamento sessuale! E così tu e mio fratello complottate
alle
mie spalle, eh???»...«V-Veramente...»
balbettò
il rapper. Ma Takato da scherzoso si fece più serio
«...fai bene a vegliare su di lui. Nonostante io gli voglia
bene
non riesce ad avere molta confidenza con me. Forse non sono un
granché come fratello...ma non c’è da
stupirsi: non
ho molto talento per i legami familiari.»...«Ma che
dici,
Takato...»...«Comunque! Almeno per oggi
sarò un
membro della famiglia Kitagawa: il cuoco per
l’esattezza...vado a
sostenere il povero Kenta e a festeggiare sua madre. Ti lascio con
Cindermon! Credo che tu e lei...» accostandosi al suo
orecchio, e
bisbigliando furbamente «...abbiate molte cose da
dirvi!»
per poi congedarsi con un’occhiata complice ed esortativa.
Il rapper rimase
interdetto “Cosa avrà voluto dire Takato con
quella
frase...?”
...mentre il suo
sguardo incrociava allarmato gli occhi azzurri di Cindermon. Costei gli
sorrideva «A quanto pare questa sera resteremo
soli!»
Leaf si schiarì
la voce «Ehm, ehm! Abbiamo molte cose di cui parlare,
è
vero. Del D-Reaper per esempio, dobbiamo trovare un modo per far
saltare la barriera!»...«Ah già, beh
quello
sicuramente! Anche della signora Matsuki, eh? Questa cosa fra moglie e
marito mica può andare
avanti!»...«Indubbio.»
replicò il ragazzo come un militare, mancava solo ce
scattasse
sull’attenti.
Takato tornò
con la borsa a tracolla «Allora...visto che mamma dorme...io
vado
a raggiungere Kenta! Ci vediamo stasera! Fate i bravi, eh.»
oltrepassando la porta a vetri...
...e lasciando i
due occhi negli occhi, mentre lui rivolgeva al sole un delicato sogno
circa il loro destino.
Ma era una sfera teletrasportante, quella che si innalzava verso
Arkanomon.
E Violetta si
asciugava le mani, dirigendosi verso la porta «Hihiii!
Vediamo
chi è che viene a farci visita!» ma in
realtà forse
sapeva di chi si trattava. Per cui non si stupì quando vide
quelle ali di ghiaccio graffiate e ormai prive di speranza.
Una bottiglia rotta
pendeva dai suoi candidi artigli, quando ammise con voce cupa
«Fate di me ciò che volete.»
Asanuma si affacciò dalla cucina, sgranando gli occhi quando
lo vide.
Violetta sfoderava un
furbo sorriso, e gli poneva le mani sulle spalle «Un
grande...sovrano dei Digimon, ecco cosa faremo di te!
Namiiiiii...ghghghgh! Guarda un po’ qua chi è
arrivato.»
L’insegnante
avanzò trafelata, sfiorando le ali del Digimon
«...si
può sapere che ti è successo?»
Egli non alzava il suo
capo chino «...la polizia si è accorta di me e ha
aperto
il fuoco. Mi ha colpito di striscio più e più
volte, fino
a quando...» ma Violetta si frappose fra di loro
«Fino a
quando Violetta l’angelo custode non ha adocchiato la sua
fuga
mozzafiato, e realizzato che non si trattava di un film poliziesco...ha
attivato una delle sue sfere trasportantiii! Mi tranquillizza, vuol
dire che funzionano bene: temevo di dover chiamare il
tecnico!»
...ma sullo sfondo
delle sue parole, lo sguardo della donna e del Digimon si incrociava.
«Andiamo
ragazzi, su con la vita!!» esortava la riccioluta
«Il
ritrovarsi fra un domatore e un Digimon è
all’apice di
tutte le scene commuoventi, figuriamoci un po’ quanto
può
valere nel vostro caso...visto che avete anche...una figlia!
Ih!»
IceDevimon
rivelò «Una figlia che non parla...e
più non mi
vede benché i suoi occhi siano grandi e belli. Ebbene lo
ammetto: senza di lei ho perso il mio cuore e la mia anima. Se Akiko mi
nega la sua parola, io sono come le vittime che volevo assoggettare: un
ammasso di dati gelidi e nient’altro. Concedetemi di abitare
in
lei, vi chiedo solamente questo.»
Violetta giunse le
mani «...hai già un letto pronto, non hai bisogno
di
chiederlo!! Nami! Fagli strada, sii gentile. Mostragli la stanza che ho
preparato per lui: qui è come un albergo,
c’è posto
per tutti...
...nel grande cuore di Arkanomon!»
IceDevimon la
fulminò con la coda dell’occhio. Ma costei
restò
ritta e soddisfatta. Sicché appoggiandosi ad Asanuma si
ritirò sul retro della cucina...
«Ptsss...Arkanomon continua
cosììì, ihihihi!»
La luna di cristallo
vagava con lo sguardo tra città e cielo, e sembrava non
trovare
pace...
«Non rivolgere
la parola a tuo padre per nessun motivo, finché tu resterai
in
silenzio...egli rimarrà buono e mansueto! Ed io
potrò
sfruttarlo per ciò che è sempre stato...
...un ammasso di dati
gelidi...e nient’altro! Solo che lo ha realizzato solo
adesso.
Che tempi lunghi, mwhahahahahah!»
...ma quando si volse
lentamente verso il fornelli, il suo sguardo si dilatò
d’orrore «COOOSA FAI TU PRESSO IL MIO
PRANZOOO?!!!»
Il piccolo Orphanmon
rispose «Io e i miei amici avevamo fame! Non
c’è
nulla da mangiare in quella sala comandi!»
La donna si
avvicinò come una belva «SPAAARISCI LURIDO MICROBO
INFETTO, O TI DISCIOLGO NEL BRODO!!!»
«Aiuto!!»
balzò via il piccolo, dileguandosi come un fulmine.
«E DI’ AI
TUOI AMICI CHE LA PROSSIMA VOLTA CHE USCIRETE SENZA PERMESSO NON VE LA
CAVERETE COSI’! Oh guarda cosa ha fatto quel brutto moccioso,
mi
ha sporcato tuttooo! Dovrò passare il disinfettante
digitale!» agitando un barattolo ed iniziando a spruzzare qua
e
là...
Anche tra i fornelli
di una casa c’erano gli stessi schizzi «Ahah,
guarda qui,
ho combinato un disastro!» accennava Kenta, ma Takato gli si
accostava «Niente paura, non importa che si sporchi tutto:
quello
che conta è
l’intenzione!»...«Dopo tutto hai
ragione! Me lo dice sempre anche mia moglie. Se non ci fosse stata lei
non ce l’avrei fatta in questi anni a organizzare tante
iniziative. Anniversari, ricorrenze...ci piace sottolinearli
così, con del buon cibo e un po’ di musica.
Takato! Ma...a
proposito di questo...
...quella nel
sottofondo non è la canzone di tuo
fratello?»...«Proprio così...»
assunse sguardo
assorto l’altro ragazzo «...e quello che senti
rappare
è Leaf. E dire che un tempo non ascoltavo molto rap: ora in
casa
mia non si sente altro! E’ un genere...così
comunicativo!» L’amico occhialuto ne convenne
«Con i
gusti si cambia! Guarda noi. Io e Yuki...uhm, mi vergogno un
po’
a dirlo, sai cosa ci piace?...
...il latino
americano! Pensavamo di iscriverci a un corso di ballo...se ci saranno
i soldi e se sparirà il D-Reaper: qualcuno dice che siamo
anche
bravi.» confessava arrossendo leggermente, mentre mescolava
la
pentola. Takato si volse sorpreso «Ah, ecco cos’era
quella
musica che sentivo appena entrato!»
Kenta mormorò
con un sorriso umile «...sarebbero tante le cose che vorremmo
fare sconfitto il D-Reaper...e che non siamo riusciti a organizzare in
dieci anni.»...«Shhh...Kenta, non senti la
porta?»...«Oh! Sì, è mia
moglie!!»...«Tu resta pure qui, io vado a
salutarla.»...«Ma sarà carica di
buste!!»...«Non importa, la aiuto!...
...ehi, non scordare che la conosco da una vita!!»
Kenta si puliva gli
occhiali al grembiule, specchiando nel brodo un’espressione
rasserenata.
La moglie teneva i
suoi occhioni verdi piegati sulle buste «Yuki, sono venuto ad
aiutare Kenta a preparare la cena. Come stai...?» chiese
Takato
cosciente di molte cose, e quella voce nasale replicò
«Lasciamo perdere. Lasciamo perdere proprio. Se prima mi
bastava
un taschino ora sono in cerca di un buco abbastanza grosso per
contenermi, e in cui possa sprofondare!»...«M-Ma
cosa dici?
Lascia le buste, ti aiuto io.»...«No faccio io,
guarda.
E’ il minimo, magari fossero pesanti il doppio e
trascinassero
pure me in fondo a quel
crepaccio!»...«Yuki!!» la
chiamava Takato...
...ma invano
«Povera MarineAngemon...» quando qualcuno si
rivolse a lui
«Takato! Che piacere averti qui!»...«Oh?
Buongiorno
signora...» sorrise il ragazzo con uno sguardo
d’affetto,
aggiungendo «Tanti...tanti cari auguri di buon compleanno.
Cento
di questi giorni.» La donna piegò umilmente il
capo
«Ma senza D-Reaper possibilmente. E senza
quell’espressione
così scura...sul volto di mio figlio, e della povera
Yuki.»...«Ci deve capire...la notizia
dell’assassinio
del signor Mori ci ha colpito tutti, ancor più del ritorno
del
D-Reaper.»...«Quanto a questo è
più che
certo! Io non me ne intendo di computer, ma stranamente per questa casa
ho ancora occhi buoni: il D-Reaper è tecnologia. Una morte
come
quella...è malvagità, e ingiustizia.
Takato...»
abbassando il tono «...Kenta e Yuki mi hanno raccontato cosa
è successo, e benché possa sembrarti pazza io
sono
dispiaciuta per la vostra insegnante. Oh sì, io so che
è
completamente sconvolta. E che è diventata una persona
crudele!
Ma io me la ricordo ai colloqui coi genitori, e sognerei tanto che uno
di voi la salvasse...per condurla almeno a portare un fiore sulla tomba
di suo marito!»
Il domatore abbassò lo sguardo «Noi...
...siamo in alto mare
ma le prometto che faremo tutto il
possibile.»...«Siete dei
così bravi ragazzi!! Asanuma è fortunata ad avere
ex-alunni come voi, benché lei stessa non se ne renda conto!
E
le creature che vi affiancano sono il vostro specchio: guarda me. Sono
una donna fortunata, con MarineAngemon ho acquistato una figlia. E del
D-Reaper non mi curo affatto, oggi mi basterebbe solo...che Yuki si
togliesse dalla testa quell’assurdo senso di colpa...!!...
...e che tornasse
leggera, come lo sembra in quel tatuaggio che hai realizzato sul collo
di mio figlio. A proposito...
...sei bravissimo...e
se non avessi cinquant’anni verrei anch’io da te a
farmi
tatuare!»
«E’ sempre
la benvenuta...anche fra molti anni.» ma quando la signora
accennò a congedarsi, lui la trattenne «No no no
no no!
L’ingresso alla cucina è vietato, lei si metta
comoda in
sala e lasci fare a noi!»...«Ahahah, siete proprio
come
quando eravate bambini! Il vostro maestro sarebbe...fiero di
voi!»...«Lo spero...» espresse a bassa
voce il
ragazzo, gettando uno sguardo al fumo che proveniva dalla cucina
“Kenta, devo farti i complimenti: con la tua
semplicità e
il tuo affetto, come un profumo delicato che si sparge per le stanze,
sei riuscito a fare di questa casa un nido di pace. Io...avrei tanto da
imparare da te, ma forse mi trovo a raccogliere ciò che ho
seminato.”
«Leaf!»
chiamava la signora Mie stringendo saldamente le lenzuola
«A-Accidenti, ma dove si è cacciato quel
fannullone?!
Leeeeeeaf!!!»
Un mucchio di pensieri
affollavano la testa del rapper, e gli impedivano di sentirla
“Che devo fare...?” si chiedeva smarrendo gli occhi
nella
stanza di Takato “Cindermon è qua sotto...e io mi
sento
morire!” sfregandosi le sue mani bendate per poi aggiustarsi
i
capelli “Dovrei davvero ascoltare il consiglio di Nakao, e
confidarle i miei sentimenti? Ho il cuore che mi batte a mille...
...se solo penso che i
nostri occhi si incroceranno, e che a un certo punto non
potrò
più tornare indietro, dovrò dirglielo!”
mentre
sollevava lo specchio del suo domatore, dando mille ritocchi al suo
aspetto “E’ incredibile, ho affrontato mille nemici
ma
l’amore mi spaventa più di ogni altra cosa! E poi
lei
nemmeno mi vede!! Come mi sentirei se questo guastasse anche la nostra
amicizia...?”
(«Leeeeeeeeeeaf!!!»)
«Uh, Dio!! La
signora! M-Mi sta chiamando, non ho tempo per darmi una sistemat-oh!!
Lo specchio!
Fiùùù...c’è
mancato poco
che cadesse e si rompesse! Arrivo signora Matsukiii!!!»
precipitandosi fuori dalla stanza...
...ed affacciandosi
alla porta «Eccomi, cosa le
serviva?»...«Un figlio
magari, mi servirebbe un figlio!!» esclamò
indispettita
«Si calmi.» entrò il rapper, richiudendo
alle spalle
«Takato è andato a casa della mamma di Kenta, lo
sa, fa il
compleanno. Ma per qualsiasi cosa ci siamo io e Cindermon, lei non deve
affatto preoccuparsi.»...«Non posso crederci,
è
andato a casa di quella donna!!»...«C...Cosa
c’è di male? La signora Kitagawa è una
bravissima
persona...» replicò il ragazzo ingenuamente
«Non so
come fai a conoscerla ma comunque quella donna è una
pettegola,
e poi...a me è antipatica, e poi...non è sua
madre!
E’ inutile, per mio figlio i suoi amici vengono sempre prima
di
tutto: ormai mi ha dimenticata!!»...«Non dica
questo!
E’ ingiusta! Takato...
...ha rischiato la
vita per venire a prenderla nel Regno
abbandonato!»...«Che
vuoi saperne tu?! Non lo conosci, non l’hai mai
frequentato!!»
Ma lui la guardò in una seria sospensione...
«...non capisco
con quale coscienza mi abbia parcheggiato qui per andare a
divertirsi.»...«Non è andato a
divertirsi. Ma forse
a far divertire i suoi amici, non è un bel giorno per
nessuno.
Hanno ucciso un uomo...»...«Il marito di quella
disgraziata! Se l’è meritato, e se ci fosse
giustizia in
fondo a quel precipizio sarebbe finita anche
lei!!»...«Come
le viene in mente?!» trasalì il ragazzo, a cui si
spezzò il fiato «N-Non si rende conto di quello
che
dice!» ma la donna infierì «Siete voi
che non vi
rendete conto!! In questa casa siete ciechi, sordi, indifferenti!! Tu!!
Tu avresti dovuto aiutarmi a surclassare mio marito, invece ti sei
messo a duettare con quel fantasma! SEI UN BULLETTO COME MIO FIGLIO!!
Nient’altro che una serpe in senso!!»
gridò balzando
dal letto e afferrandogli la maglietta «Ahhh!! Cosa fa?! Stia
ferma!!»
Di colpo Cindermon
proruppe nella stanza «Che cosa succede, che vi si sente
gridare
fin da sottooo???»...«Ci-Cindermon!»
gridò
Leaf, e lei «Ihmp! Signo-Signora!!» avanzando con
passo
deciso «Calma! Vuole decidersi a calmarsi, ma insomma cosa
vuole,
provocarsi un MALORE?!» ma a stento con Leaf riuscivano a
trattenere la donna «M-MALEDETTI TRADITORI, TUTTI E DUE
COALIZZATI!!»
«Ptsss, che
è successo?» fece Cindermon, e Leaf «Non
lo
sooo...improvvisamente ha iniziato a
gridare!»...«GHHH!
RIPORTATEMI MIO FIGLIO!»...«Signora stia calma! Suo
figlio
è semplicemente uscito, è andato a casa di
Kenta!»
ribatté Cindermon supplichevole, ma Mie gemette
«...Ta...Takato mi ha abbando...na...to!» (canzone:
Claudio
Baglioni - In un'altra vita)
Leaf gridò
«SIGNORA!! Cos’ha?!» e Cindermon
«Uno dei suoi
sbalzi di pressione!»
La donna sembrò
accasciarsi e lo sguardo dei due si incrociò nella
tensione...
Nel frattempo Ryo
congedava i suoi genitori ai cancelli del giardino «Grazie
per
essere venuti.»...«Oh! Non devi neanche dirlo,
figliolo...!» rispondeva la sempre un po’ enfatica
signora
con la cagnetta in braccio «E ricordati che per qualsiasi
cosa
siamo qui.» rivolgendogli un bacino sul capo pelato
«Lo so!
Per questo ho gli incubi.» scherzò il ragazzo, e
il padre
gli rifilò uno schiaffetto scherzoso.
Rika ed Alice li
osservavano con tenerezza sulla porta della casa, e la prima
sussurrò «Vado a far bollire un po’ di
té:
adesso è il mio turno ai fornelli...purtroppo per
voi.» ma
non appena l’altra restò sola, notò
un’ombra
farsi strada tra le foglie...
«Alice!»
la chiamò...e lei
«...Nakao...»...«Sono
passato alla villa, e ho visto i cartelli di vendita. Mi hanno detto
che abitavi qui, non è che potrei restare...? Non ho
più...alcun posto in cui andare.» nel gesto
continuo di
nascondere il suo volto, fra cappello e occhiali. Alice
dilatò
occhi intrisi di pena «Io...» ma Rika
inaspettatamente si
affacciò di nuovo «Questa è una casa di
spiriti!...
...cosa aspetti, vieni dentro.»
Il ragazzino si
sfilò timoroso gli occhiali da sole, per svelare un sorriso
commosso «Grazie Rika...»...«...di
niente. Diavolo
come assomigli a Takato: non è che gira ancora il mio
fantasma
di quell’età? Così che possa darle due
schiaffi!»
Alice si piegò
su di lui e gli chiese «Che cosa è
successo...?» ed
il giovane sfilandosi il berretto confessò «La
signora
Matsuki non potrebbe vivere in questa casa!! Lei...non ama gli
spiriti.»
Renamon balzò
giù dal tetto, affermando «Se è
così...si
perde una buona metà della vita. E’ composta anche
da
loro.» ed anche Ryo si avvicinò, affermando
«E’ vero. E a parte questo...
...la porta è
sempre aperta per il fratellino di un caro amico, nonché
promettente domatore.» rimettendogli il berretto e
spingendoglielo sugli occhi «Ahahahah!» rise il
ragazzino...
...per poi concedere
un’occhiata seppur un po’ timida al sole della sera
«Capisco perché Takato è stato felice
con
voi...»
Lo scenario si
riempiva di spiriti: presso il laghetto camminava quella gatta nera ed
evanescente...
...sul gradino di
legno avanzava l’uomo in bianco col bastone argentato, che
poi
mutava in un cane dal collare borchiato...
LadyMeramon, seduta sul tetto, dosava goccia per goccia la sua
medicina...
...ma alle sue spalle
comparve il fantasma del marito, che accompagnò la mano di
lei
mentre avvicinava il bicchiere alle labbra. Terminato di sorseggiarlo,
la Digimon accennò un dolce sorriso...
Nakao entrò
assieme ai raggi del sole d’estate, che si adagiava su quella
casa come una carezza di pace...
...lo stesso sole
filtrava oltre la vetrina di quel bar, mentre Muskmon prendeva le mani
del biondo uomo «Oh Sandmon...
...mi dispiace
terribilmente per Starshipmon! Tu forse non lo sai, ma io supplicai
Violetta di non infonder loro i dati di
Guardianmon.»...«Amica mia, non è quello
che ha
rovinato i miei figli...ma l’assenza d’amore con
cui
Violetta li ha cresciuti! Tuttavia ormai è acqua passata.
Non le
serbo rancore, voglio solo ricominciare, se mi restituisse mia figlia
non sarebbe la vendetta che andrei a cercare ma...il calore di una vera
famiglia! A te posso confessarlo, mi sono innamorato. E stavolta sul
serio, sono passati i tempi in cui facevo lo sciocco con te e...non
sapevo neanche che rumore fa un cuore quando batte. A-Amo una Digimon,
Muskmon...
...ma non ho il
coraggio di dichiararmi perché è un pezzo grosso!
Non uno
scarto d’argilla come me: lei faceva la guardiana al palazzo
di
un S-»
D’un tratto la
Digimon balzò in piedi
«Ahhh!»...«Che
cos’hai, Muskm...ehm, volevo dire
Aki!»...«...mi
è sembrato di vedere...
...un paio
d’orecchie lunghe...l-là, tra i
cespugli!!»...«Coooooosa?! Oh mamma, abbiamo le
allucinazioni per amore?! Maledette orecchie
lunghe!!!»...«Cosa intendi dire, Sandm...ehm,
Taisho?! Che
quelle orecchie...anche tu...» ma poi lui indicò
«Ihmp! LE HO VISTE ANCH’IO!»
Così, mentre
Sandmon si accucciava a terra, nascondendosi tra i tavoli...
...la ragazza col suo passo leggero usciva all’esterno...
...avanzando con
circospezione verso quel cespuglio di fiori colorati, tra cui
passò la mano.
Improvvisamente, come
un fiore sbocciò tra le foglie il volto di un Digimon con le
lacrime agli occhi «Ahhh! Terriermon...» la giovane
si
portò la mano al petto, e lui disse «Muskmon,
amore mio...
...ti amo...»...«Come
dici...?»...«Ti amo...
...ed ho creduto di
perderti! Le sedie su cui poggiavamo sono sprofondate nel D-Reaper...ma
il nostro amore può galleggiare, è più
forte di
questa massa che ci circonda. Essa non può cancellarlo
perché non è fatto di dati...non può
essere
replicato col computer, è...
...unico...nella storia e nel mondo.»
Lacrime affioravano negli occhi di quella giovane dai capelli scuri...
...così come in
quelli della coniglietta marrone nascosta dietro al cespuglio
“Terriermon...è la dichiarazione più
bella che
abbia mai udito: non credevo tu potessi essere così
poetico...si
vede che siamo cambiati. Questa è la dichiarazione...
...che io non riceverò mai!”
Premurosamente la
ragazza si chinava «Terriermon, nasconditi tra i fiori...ti
possono vedere!»...«Ma tu mi ami o no,
Muskmon?!»...«N-Non c’è tempo
di parlare
qui...!» replicava lei appenata, rimettendosi gli occhiali da
sole «La polizia è da ogni lato!»
Ma una gentile voce
femminile si intromise «Non c’è bisogno
di restare
nascosti: anche col D-Reaper esiste sempre un luogo in cui trovare
calore. Il calore della
casa...»...«Rea...?» si
stupì la Digimon.
La ragazza dai capelli
neri le sorrise «Ciao, Muskmon. Torno da un colloquio di
lavoro,
ed ho saputo dell’incidente al Centro di isolamento. Mi fa
piacere che tu ti sia salvata. Senti, conosco un luogo dove tu e
Terriermon potreste parlare con calma: casa nostra...
...ti andrebbe di venire a cena da noi?»
Sfiorandosi le lacrime
che scendevano da sotto gli occhiali, la Digimon mormorò
«D-Davvero saresti disposta...?»...«Credo
che Henry
sarebbe molto contento di constatare...
...i risultati a dir
poco sorprendenti della vostra terapia,
uhmuhmuhm!»...«Oh!» Muskmon
arrossì...
...mentre lacrime
solcavano il viso di Terriermon tra i fiori «Rea...»
Sandmon
constatò con un sorriso «Fantastico...se ne vanno
tutti
insieme. Buona fortuna, Muskmon. Beccati questa, Violetta! Nonostante i
tuoi tentativi non sei riuscita a precluder loro la
felicità,
s-se soltanto anch’io...
...oh?!»
Una volta andati via
gli altri, il suo sguardo oltre la vetrina incrociò quello
di
Lopmon presso l’aiuola.
“Sandmon...”
“Lopmon...”
...ma quando lui
adagiò la mano sul vetro, chinò il capo
amaramente
«E’ inutile. Questo è il vetro della
differenza
d’origini. La mia mano d’argilla lo riconosce
nettamente...
...sarà quello che ci separerà per
sempre.»
Lopmon alzava gli
occhi al cielo della sera, affermando «Devo tornare a
consultare
qualche schedario sui Digimon! Se solo i Deva fossero stati
d’argilla...
...se solo fossi come te...
...allora potrei
sentire ciò che tu senti. Allora ogni barriera
cederebbe!!»
Ma sfiduciati e intimoriti, si allontanarono entrambi in due direzioni
diverse.
Eppure c’era
qualcosa di rapido e fulmineo che passava attraverso i tanti passanti.
Era lo spirito di una gatta nera, che si fermò delusa a
riprendere fiato «Oh no...! Non ho fatto in tempo! Non sono
riuscita a dire al mio padrone di seguire il suo cuore...
...e mostrare i suoi
sentimenti. Solo io so che il suo cuore è puro come
gemma.» allontanandosi tristemente, nel sole del tramonto e
nell’indifferenza della gente.
Se non fosse stato per
qualche bambino che si volgeva, ma veniva subito tirato via dal
genitore di turno (fine-canzone)
Leaf richiudeva la
porta alle sue spalle, nella penombra del corridoio «Si
è
addormentata...senti, tu non credi sia il caso di avvertire
Takato?»...«E’ l’ennesima volta
che me lo
chiedi Leaf, ma la mia risposta è sempre la stessa: NO!
Nella
maniera più assoluta!» puntualzzava Cindermon
incrociando
le braccia «Takato è a casa di un suo amico, sta
aiutando
lui e la famiglia! Non merita che lo disturbiamo...ha combattuto e
lavorato tanto...
...questo giorno se lo è meritato.»
Leaf però le si
aggrappò al braccio «A me preoccupa la signora,
Cindermon.
E se tutti questi sbalzi finissero per nuocere alla sua
salute...?»
Negli occhi di
Cindermon luccicò una scintilla d’apprensione,
benché cercasse di mostrarsi determinata
«Ha...solo
bisogno di tranquillità, ma ce l’ha anche Takato!
Leaf,
ascoltami...io so che è difficile, credimi!»
ponendogli le
mani sulle spalle «Capisco che prima ti ha attaccato senza
motivo! Ma a questa famiglia possiamo pensare soltanto noi, Takato
è esausto!»...«Certo...
...me ne rendo
conto.» ammise lui piegando le sue spalle strette,
dopodiché la Digimon abbassò lo sguardo e chiese
timidamente «Ti...va di fare uno spuntino? Vado a mettere
qualcosa in forno.»...«Oh? Sì
sì,
volentieri.» replicò lui serio, e lei lo
precedette.
Ma il rapper non
riusciva a fare a meno di volgersi preoccupato verso quella porta alle
sue spalle...
...al di là di
essa vi era una signora sotto le lenzuola, ma dagli occhi aperti
«Qui basta un piccolo malessere e tutti diventano buoni e
premurosi: perfetto, vorrà dire che batterò su
questo
tasto!!» sicché finse di dormire quando si accorse
dei
passi di Leaf all’interno della stanza. Il ragazzo seguitava
a
fissarla con pena, ed una sfumatura colpevole aleggiava nei suoi occhi
che la vedevano rigirarsi nel letto...
Egli avanzò con
cautela, piegandosi su di lei per rimboccarle il lenzuolo e farle una
carezza. La scrutava come qualcosa di prezioso che gli era stato
affidato, e che doveva maneggiare con guanti di velluto, o
più
precisamente nel suo caso, guanti composti da bende bianche...
(canzone: Westlife
& Diana Ross - When you tell me that you love me)
Nel frattempo in un’altra casa si spegnevano le luci, eccetto
una...
...quella emanata
dalle due candeline sulla cima di una torta, il cui
“5” e
lo “0” si specchiavano negli occhiali del ragazzo
che la
portava tra le mani, affiancato dal suo amico come un angelo custode.
Gli occhi di
quell’umile signora si facevano così abbagliati, e
la
commozione non aspettava che la torta fosse adagiata sul tavolo. Il
marito, occhialuto come il figlio, la stringeva a sè con il
sorriso ma era commosso anche lui.
Quando la festeggiata
si accostò alla torta, rimase stupita nel vedere ritratta su
di
essa una creatura rosa dal corpo serpentifero, e dagli occhioni verdi
amorevoli. Il marito segnalò festante quel dettaglio,
chiedendo
ragguagli su chi aveva avuto quell’idea. Ma il loro figlio
non
sembrava aver dubbi nell’attribuire il merito al suo amico,
che
però sminuiva e sembrava spiegare che l’aveva
scelto in
quanto una sorta di “simbolo” di quella casa.
Tutti sembrarono
d’accordo, e cercarono nella luce delle candele colei che
deteneva quell’aspetto. Ma costei se ne stava tutta sola,
nella
penombra del divano.
Kenta si pulì
in fretta le mani e si accinse ad accorrere da lei, ma la madre lo
fermò con fare deciso, e avanzò al suo posto.
Il domatore
occhialuto, ed il suo amico dal gel nei capelli restarono in silenzio,
uno accanto all’altro come due bambini emozionati...
...nel vedere la
signora Kitagawa carezzare quei capelli biondi, e sollevare quella mano
cicciottella in una supplica, ma la ragazza la tirava via e scoppiava
in lacrime. Allora la donna inveiva con più insistenza, e a
quel
punto il marito chiedeva spiegazioni. Kenta gliele fornì con
rispettosa tristezza, e in ciò che non riuscì a
esprimere
lo aiutò Takato.
Udito ciò il
signor Kitagawa sembrò restare sbalordito, e si diresse da
Yuki
quasi protestando su quanto tutto fosse assurdo.
La ragazza insistette
con le lacrime agli occhi, accennando ad un’automobile che
svolta
l’angolo...per poi scivolare in un’espressione di
sgomento,
e in un pianto di disperazione che riversò sul bracciolo del
divano.
A quel punto la
signora si alzò arrabbiata e puntualizzò
qualcosa, e fu
il turno del marito di dirigersi dalla nuora ed invitarla, con
discrezione, ad alzare il suo sguardo...
...e a seguirlo presso quella torta.
Quando vide riflessa
la sua immagine, Yuki scosse la testa e si coprì il volto in
un
pianto dirotto, come a voler smentire il messaggio che quel tributo
esprimeva. Ma i due signori cercarono di spiegarglielo in tutti modi,
al punto che il signor Kitagawa dovette pulirsi gli occhiali a causa
della commozione. E la signora si precipitò ad abbracciarla
come
una figlia, tanto che ad un tratto...
...Yuki si lasciò andare, stringendola più forte
che mai.
Fu quello il momento
in cui Takato fece cenno al timoroso Kenta, ed egli dopo aver chiesto
l’ennesima conferma, che gli fu con col dolcezza data, si
diresse
da sua moglie, scansando sua madre e prendendole le mani.
Nelle parole del
ragazzo, concitate e supplicanti, sembrava leggersi il fatto che
qualsiasi cosa, bella o brutta l’avrebbero divisa assieme. E
poi
un “ti amo” carezzandole i capelli, al quale
probabilmente
fu risposto “anch’io” visto il bacio
pieno
d’amore e gratitudine che seguì.
Takato se li guardava
in un sorriso assorto, e quando gli si accostarono i due signori
invitò anche loro a contemplare l’amore fra il
loro figlio
e la Digimon, come una cosa bella e poetica.
Kenta adagiò la
mano sul ventre di lei in quella che sembrava una promessa, e
finalmente lei fece un sorriso e parve accennare
all’eternità...
...poco dopo, la
signora Kitagawa circondata da affetto chiudeva gli occhi, incrociava
le dita...
...e poi soffiava, applaudita da tutta la famiglia.
Yuki si fece spazio un
po’ a fatica tra il tavolo e il mobile, e volle lei tagliare
la
torta, impedendo al marito di avvicinarsi a suon di lanci di molliche.
Takato arretrava nella
penombra...la loro armonia sembrava spingerlo a riflettere, e forse a
tessere un timido sogno tra quelle pareti che conosceva così
bene. Ma finì per urtare contro un mobile e quando le luci
si
riaccesero...
...si accorse di aver
fatto ribaltare una foto incorniciata, che sollevò tra le
mani.
Si trattava del suo amico in elegante abito da sposo al fianco della
sua robusta e così sorridente consorte in bianco. Dopo un
sorriso nel pensare al tempo trascorso, e uno scambio di battute con
Kenta che si autodescriveva spingendosi una mano sugli occhi...
...Takato
sfiorò quei due sposi e immaginò qualcosa, prima
di
rimettere delicatamente a posto l’immagine, aiutato da Kenta
che
gli disse che ci pensava lui...
...il domatore dal gel
nei capelli poté dirigersi verso la finestra, e perdere il
suo
sguardo nella sera che sfumava tra i palazzi, e le matasse del D-Reaper.
Alle sue spalle la famiglia Kitagawa festeggiava...
...ma lui sembrava
abbandonarsi all’ondeggiare cullante di quella massa rossa, e
interrogarsi sul suo futuro (fine-canzone)
Due sagome, una alta e una bassa, avanzavano nella notte.
Uno stivale vecchio e
consumato, e uno moderno e borchiato pestavano le foglie del giardino
di una modesta abitazione «Ci siamo,
LadyWizardmon...!!»
segnalò lui smorzando la sua voce aspra, per non farsi
sentire.
Lei si riaccomodò il cappello «...secondo le
indicazioni
la seconda moglie di Hajime Katou dovrebbe essersi trasferita qui con
suo figlio!»...«C’è un solo
modo per
scoprirlo...» disse lui avvolto nella giacca, sfoderando
sguardo
deciso «...andiamo!!»...«Aspetta,
Beelzemon!!»
mormorò lei con voce strozzata «Cosa?
Perché?»
Quegli occhi verdi e
luminosi si dilatarono nel buio «...in questa casa abita un
Digimon...»...«Cosa?»...«Non
c’è
ombra di dubbio: il mio fiuto da insegnante non può
sbagliare. A
dispetto dei miei errori avverto ancora quando un pericolo è
vicino.»...«Di sicuro sarà uno scagnozzo
sguinzagliato da Violetta, lei sa che se la famiglia di Jeri si
riunisce...il suo piano fallirà! Ma io le
impedirò di
separarla dai suoi cari...» estraendo lentamente la sua
pistola...
...mentre
l’ombra di un’immenso paio di ali si spalancava su
di loro
«...! Beelzemon: è
lui!»...«Bene!»
ammise il guerriero lasciando cadere la sua giacca a terra
«E’ arrivato il momento del confronto.»
La pistola
luccicò alla luce della luna, puntando contro la sagoma
della
creatura alata sul tetto della casa...
Leaf sedeva presso il letto della signora Mie “Mi domando una
cosa...
...perché Nakao
mi avrà detto di sbrigarmi? Lui mi suggeriva di far
presto...nel
confessare i miei sentimenti a Cindermon...
...prima che lei
sposasse...Takato...perché costretta. Ma come mai, chi
dovrebbe
mai obbligare loro due a sposarsi?”
«L...Leaf...»...«Ptsss, sono qui
signora...
...non si spaventi!
Ascolti, mi dispiace se prima si è sentita male. Se le
dò
fastidio sono disposto ad andarmene!»...«N-No, non
andare
via...
...sono io che devo
scusarmi...ti ho trattato in un
modo...terribile!»...«Pfff,
ma si figuri, è già tutto passato!»
stemperò
lui, ma non riuscì a sgravare l’espressione della
donna
«No, non è così, i tuoi occhi non
mentono!»...«I-I miei occhi, dice?»
indicò se
stesso un po’ dubbioso, e lei deglutì amaramente
«Ti
ho condotto in questa casa...con l’inganno, e poi ti ho
trattato
come uno schiavo!»...«Ma cosa dice, quale inganno!
Lei mi
ha solo detto di avere tanti problemi nella sua famiglia, e non
è forse vero? Se ho accettato è stato per mia
spontanea
volontà! Io desideravo starle vicino, e offrirle un
po’
del mio affetto. Certo, quello che non vorrei fare mai...
...è mettermi
contro qualcuno a cui Takato vuole bene. E lui al...piccolo Nakao ne
vuole, nonostante tutto.» ammise grattandosi il capo. Mie lo
scrutò «Leaf...
...perché tieni tanto a non arrecare dispiaceri a
Takato?»
Il rapper rimase
serio, con le mani dietro la schiena «Perché
è un
bravo ragazzo.»...«E’ solo per
questo?»...«...no. Non soltanto. E’ anche
un mio
amico. Fra me e lui c’è un...patto di
fedeltà.»...«E’ una cosa che
avviene fra tutti
voi rapper?»...«...Takato non è un
rapper, signora...
...avviene ovunque non si agisca con superficialità e
distacco.»
Lo sguardo della donna era sospeso, pensieroso «Ascoltami
Leaf...
...io sto
attraversando il periodo più difficile della mia vita, penso
si
sia notato.»...«Sì sì.
E’
evidente.»...«...p-però non ci tengo a
venir meno ai
miei doveri di madre! Takato è pur sempre mio figlio, anche
se
ho molte difficoltà a comunicare con lui. Perciò
volevo
chiedere il tuo aiuto. Hai detto che sei legato a mio figlio da
questo...”patto...di fedeltà” se non ho
capito
male.»...«No no, ha capito molto bene
signora.»...«Quindi...» ponderava
adeguatamente
«...saresti disposto a fare qualsiasi cosa...se sapessi che
si
tratta del suo bene.»
«...qualsiasi
cosa...» sussurrò il rapper nel silenzio, ma con
lo
sguardo pieno di fuoco. Poco dopo aggiunse «...se sapessi che
si
tratta del suo bene.»
«Avvicinati...»...«I-Io? Va
bene...»
Il rapper avanzò un po’ timoroso.
«Non aver paura,
non ti mangio mica! Se prima stavo quasi per strapparti la maglietta
è stato...per colpa della vita. Ma ora non nemmeno la forza
per
farti una carezza...figuriamoci per accanirmi contro di
te.»...«Di questo mi
dispiace.»...«...non
preoccupartene...
...posso forse ancora
fare qualcosa di buono. Qualcosa che compete al mio ruolo. Devi sapere
che Takato soffre molto, benché non lo confessi a nessuno.
Nascosta chissà dove in questa città...
...c’è
una ragazza che mio figlio ha amato molto, fin da quando era una
bambina. Era dolce e carina...ma ha avuto una crescita tortuosa, e ha
preso...una brutta strada. Non so se avevi mai udito di
lei.»...«...c-credo di aver saputo qualcosa in
proposito!
C-Così, occasionalmente!»...«...
...ora è
ricercata dalla polizia, ha tentato di aggredire una vecchietta e
quando la polizia è intervenuta...ha sparato a un uomo! Lo
ha
ferito mortalmente!! Una cosa terribile...»
Leaf abbassava il
capo, alzando solo e timidamente gli occhi
«...senz’altro
è una cosa molto triste,
signora.»...«Triste...
...sì, questa
è la parola adatta. Triste soprattutto per mio figlio che
non si
dà pace. E non riesce a mettere a fuoco la
realtà: quella
ragazza è...
...malata...di mente...
...è pazza, un
pericolo pubblico!»...«M-Ma magari forse
è
soltanto-»...«Jeri Katou è una persona
crudele!!» prevaricò Mie «...e la sua
presenza non
può che nuocere alla vita di mio figlio, già
segnata da
una crescita diversa da quella di tutti gli altri ragazzi a causa
di...!!...
...di un Digimon...che
era al suo fianco tanti anni fa ma che poi sparì.
Tornò
nel suo mondo, e lui non se n’è mai fatta una
ragione...finché non è stato costretto. Guilmon...
...l’ho conosciuto anch’io...
...adesso è
morto...» mentre il rapper compiva un sospiro profondo, ad
occhi
chiusi.
«...ergo non
c’è più nessuno che possa consigliare
Takato a
distogliere lo sguardo da quella psicopatica, e pensare al suo futuro!
Se il suo Digimon fosse ancora fra noi sarebbe stato l’unico,
perché è inutile dire che le parole mie e di mio
marito...
...vanno al vento,
Takato non ci ha mai ascoltati, è stato sempre un bambino
molto
ribelle...»...«...io...i-io sinceramente non penso,
signor-»...«Tu non l’hai
conosciuto!» lo
zittì con ferma decisione, e lui si morse le labbra per non
replicare «...lascia che ti dica io che ha sempre avuto la
testa
fra le nuvole, e un senso di responsabilità completamente
assente. Noi lo chiamavamo per ore ma lui non scendeva ad aiutarci!
Eppure il suo problema non era alle orecchie...
...ma al cuore. Takato
lo ha sempre nel posto sbagliato, all’epoca era a Digiworld,
oggi
invece...
...negli angoli
più malfamati della nostra città, dove
c’è
anche quella ragazza. Se solo ci fosse un amico al suo fianco, che lo
invitasse a scendere le scale perché sua madre lo sta
chiamando
con insistenza...
...si accorgerebbe che
presso il bancone c’è la ragazza fatta su misura
per lui,
quella che potrebbe garantirgli un futuro stabile e sereno, una
famiglia compatta...
...un luminoso
avvenire che al fianco di Jeri Katou sarebbe invece solo un tunnel
oscuro e delirante! Quella ragazza...
...è Cynthia...»
Leaf sgranò gli occhi «Lei intende dire
Cindermon...?!...
...m-ma lei è
un Digimon, signora.»...«Andiamo! Non esistono
più i
Digimon di una volta. Guilmon sì che non aveva niente di
umano!...»
Il giovane nascose lo sguardo.
«...ma ora ci
assomigliano in tutto e per tutto. Cynthia è la moglie...
...disegnata su misura
per mio figlio Takato. Ora che lui è fuori lei sai cosa sta
facendo? Si sta sedendo presso il bancone buio...
...in procinto di
restare in piedi ad aspettarlo, come si conviene per una buona sposa.
So immaginarmelo anche se non lo vedo: va a controllare se credi che
sbagli!»
In effetti era come se
Mie vedesse Cindermon avanzare nel panificio dalle luci spente, e
gettare un occhio alla notte oltre le vetrine...
...per poi prendere
posto presso lo sgabello, e sospirare profondamente, con mille pensieri
riflessi nello sguardo.
«...non occorre,
mi fido.» ammise Leaf in quella incrollabile
serietà, e
Mie mormorò «Lei lo ama...» decretando
un ingenuo
smarrimento sul volto del giovane.
«...e lui non si
rende conto ancora che è la donna per lui! Se ti reputi un
amico
così stretto per mio figlio...
...e se era vero che
la tua intenzione era quella di farmi felice...t-ti prego...
...metti una buona
parola affinché si fidanzino e si sposino! Tu sei
l’unico
che può farlo Leaf, perché Cynthia essendo un
Digimon
è rigida, e non accetta di scalzare l’ombra di
Jeri Katou.
O forse...proprio perché è per metà
umana...
...è bloccata
dalla paura di essere respinta, è normale, sono una donna
anch’io e conosc...
...conoscevo queste
cose. Ma con le vostre moderne reticenze non si conclude niente! E non
si forma più nessuna famiglia. Il dovere di un amico...
...è scuotere
l’altro dall’infanzia, e indirizzarlo verso la vita
adulta!
Takato è cristallizzato nel passato...
...l’unico che
può sciogliere il blocco di ghiaccio...se tu, Leaf! Per
favore,
pensa alle mie parole...» sfumò debolmente la sua
voce
«...ora che Guilmon non può più
farlo...»
Il cuore del rapper si
riempiva di mille dubbi “Sono forse vere le parole di questa
donna...sui sentimenti di Cindermon, e sul futuro di Takato? Dunque
cosa è meglio che faccia...?”
...un lampo di
furbizia si intravedeva nello sguardo di Mie, mentre allungava la mano
al bicchiere d’acqua, e lo sorseggiava...
“Regina dei
Digignomi...” pensava Leaf “...in questo momento
avrei
tanto bisogno di chiederti un consiglio! Perché hai voluto
lasciarmi anche tu...?”
Sotto gli occhi
sgranati di LadyWizardmon, il conflitto fra Beelzemon e il misterioso
colosso alato sembrava ormai prossimo.
Ma un Digignomo
volò vicino alla creatura sul tetto, illuminando il suo
volto
per pochi secondi.
«C-Che
cosa?!» trasalì Beelzemon
«...Snowhitemon?!!»
e anche LadyWizardmon si avvicinò «...sei
tu!!!»
«...Beelzemon?» mormorò incredulo il
minotauro
«...LadyWizardmon!» compiendo un balzo...(canzone: Melanie
C - Northen star)
...e planando lentamente presso di loro.
Piume bianche si
adagiavano tra i fiori del giardino amorevolmente coltivati, mentre i
tre occhi del guerriero incrociavano quelli verdi e commossi del
minotauro «...n-non mi sembra vero amico mio...»
disse
quest’ultimo «...ho temuto giorno e notte per la
tua sorte
e avrei tanto desiderato sapere...dove eri nascosto...»
«Che ci fai
qui...?» sussurrò Beelzemon riponendo la pistola,
e
Snowhitemon rispose «Io...vivo qui.»
LadyWizardmon e Beelzemon si fissarono attoniti, quando ad un tratto...
...una mano smaltata
sfiorò il braccio del minotauro. Ma apparteneva a un
ragazzino
biondo che non proferì parola...rimase a scrutarli con occhi
emozionati...
...come lo erano
quelli di LadyWizardmon, che nel silenzio annunciò
«...è lui!!!»
«Sono...venuti a
prenderci?» accennò Puppet, e Snowhitemon rispose
dolcemente «E’ proprio così, Puppet...
...il caro vecchio
Beelzemon è venuto da noi per condurci da Jeri.
Perché
è per questo che siete venuti...non mi sbaglio,
vero?»
Beelzemon
scandì «...no, non ti sbagli...» con un
affettuoso
sorriso di sfida «...quando mai ti sbagli tu...
...vecchio burocrate
polveroso e piumato.»...«...senti chi parla, a
proposito
delle piume.» sorrise Snowhitemon, mentre il suo amico si
avvicinava...
...ed i suoi tre occhi
scrutavano il volto di Puppet, nel buio della notte «E
così tu
sei...»...«Esattamente.» rispose
Snowhitemon ponendogli la mano sulla spalla «Io lo sapevo da
tempo, però...ignoravo dove tu fossi! Dal giorno in cui fu
emanata la legge anti-Digimon tu e Jeri vi dileguaste misteriosamente.
Ho atteso per tanti notti di rivedere la tua sagoma venirmi incontro...
...dimmi...come
sta?» chiese prendendo le mani di Beelzemon, il quale
confessò «...ha un grande bisogno di voi,
un...disperato
bisogno d’aiuto!!» Puppet sussultò e si
aggrappò al guerriero nero «Portami da lei, ti
scongiuro
Beelzemon!»...«E’ quello che faremo!...
...vestiti svelto, non
c’è tempo da perdere, e la polizia ci cerca!
Dobbiamo
trovare al covo il prima possibile!»
Puppet si
precipitò in casa, mentre Beelzemon rivolgeva sguardo alle
stelle «...grazie Akemi...grazie per avermi indicato ancora
una
volta il cammino. La scia del tuo amore...sta facendo riunire tutti i
Digimon. E tutti i Digimon Tamers. E tutte...le famiglie disperse...!...
...è un grande
onore per me essere l’artefice materiale di questo
miracolo...» per poi abbassare lo sguardo verso
un’ombra
dal cappello a punta di fronte alle loro alate «E grazie
anche a
te, LadyWizardmon!» ma questa si portò il dito
alla bocca
coperta «Shhh...mi sta venendo un dubbio! E la
signora?»
Minotauro e guerriero si guardarono tra di loro...
«Che cosa vuoi
dirmi, figlio mio?» chiedeva Henry con il bambino tra le
braccia,
quando Rea si precipitò nella buia stanza «Ecco!
Tavolo
sistemato, ho prestato a Muskmon un mio vestito elegante...uhm?
E’ sveglio?»...«Credo che abbia sognato
Guilmon...» riferì il marito...
...e lei si
massaggiò il capo «Ti fa ancora male la testa? Che
ti ha
detto il medico oggi?»...«...che non è
niente di
grave...
...ma nonostante tutto
non riesco a ricordare quel momento al
campeggio.»...«Però forse è
un bene, Rea!
Dev’essere stato così
brutto...»...«Non era
soltanto brutto, Henry...» rivelò la giovane con
occhi
assorti «...prima di cadere in acqua c’è
stato
qualcosa di bellissimo, quasi magico! Ma non riesco a riavvolgere quei
ricordi...»
Henry le sfiorò
la spalla «Se era qualcosa di prezioso vedrai,
riaffiorerà. Così come spero che Benji non
dimentichi il
sogno di oggi, anche quando sarà grande. Mi sarebbe piaciuto
essere lì...in questo modo avrei rivisto il mio amico
Guilmon.» ma furono interrotti da un impacciato Gargomon
«Henry, sto bene?»
Indossava papillon e
pantaloni eleganti. Il suo domatore accorse da lui
«Bellissimo,
un vero figurino! Aspetta, fatti aggiustare la
cravatta!»...«Henry faccio io, sono una
donna!» lo
aiutò la moglie, e il Digimon «A-Ah, calma
ragazzi!
Così mi soffocate!»
Muskmon indossava un
lungo abito blu che copriva le sue radici, mentre incedeva nel salotto
di casa Wong, illuminato solo dalla luce di una candela presso il
tavolo.
Lo sguardo della
Digimon si posò sul grande finestrone oltre il quale era
visibile il panorama cittadino, e persino Arkanomon in lontananza.
Una struggente
emozione affiorò ai suoi occhi, finché non vide
riflessa
quella sagoma cara dalle lunghe orecchie «So quello che pensi
anche se non parli. So che sei in pena per lei. Ma non temere amore
mio, anche nel dolore devi pensare positivo. Momentai, Muskmon...ti
amo.» tendendo così la grassoccia zampa,
affinché
lei potesse adagiarvi la sua mano di petali, per poi condurla a sedersi
a quel tavolo dove i loro occhi si incrociavano oltre la candela.
«I signori
desiderano ordinare?» chiese un uomo dall’aria
distinta.
«Vi portiamo degli antipasti?» domandò
una giovane donna.
Muskmon restò
stupita e sussurrò «Henry e Rea hanno assunto dei
camerieri per noi...?»
Ma dopo aver preso le
ordinazioni, quella misteriosa coppia si allontanò in un
sorriso
divertito.
«A loro piace
sempre fare le cose bene.» spiegò Gargomon,
dopodiché versò del vino nei loro bicchieri e
sollevò il suo «E’ rosso come il
D-Reaper...ma
stasera anche questo può star bene, non trovi?»
Muskmon avvolse il
bicchiere con i suoi petali, e lo accostò a quello di lui in
un
lieve crepitio per poi sorseggiare il vino, mentre i loro occhi
innamorati non si staccavano gli uni dagli altri, ed i loro movimenti
così simili e raffinati cullavano la serata...
Henry e Rea
sbirciavano furtivamente da dietro la porta «E’
incredibile, non avrei mai pensato che i miei fratelli avrebbero
accettato di fare i camerieri! Non appena hanno saputo del D-Reaper
sono accorsi in fretta.»...«Finalmente ho avuto
occasione
di conoscerli!» sorrise Rea, aggiungendo «Senti non
so tu
Henry, ma nonostante il loro gentile contributo io non ce la faccio a
stare così lontana. Non si sente quello che si dicono!
Secondo
te se ci avvicinamo se ne
accorgeranno?»...«Non...saprei
stabilirlo. Tanto vale tentare!»
Rea rimarcò che
era il caso di camminare a passo felpato...sicché come due
ombre
strisciarono nel salone buio, sgattaiolando sotto i divani
(fine-canzone)
Il chiarore della luna
carezzava la chiave nelle mani della ragazza, che in quelle lunghe ore
di solitudine non aveva mai smesso di contemplarla e talvolta
accarezzarla, come per chiederle un’indicazione sul suo
futuro...
“E dopo che
avrai speso il tuo tempo per decidere...s-sappi che se varcherai quella
porta i-io...!!...non ti accoglierò come una sovrana
accoglie i
suoi sudditi ma come una madre...r-riceve i suoi figli!”
...le parole di lei non facevano che rimbalzarle nel cuore...
“Non ci rivedremo
fino a quel giorno...
...la navicella ti
riporterà al tuo nascodiglio, per favore pensaci Jeri,
i-io!...
...ti aspetterò...
...sono qui ad
attenderti, ricordatelo! Assieme a quel mondo di favole...che tu hai
sempre sognato. Quel mondo in cui i genitori ci sono sempre...
...e non si cresce mai.”
«Madre
mia...» mormorava nella commozione, sforzandosi per alzarsi
sulla
sua gamba dolorante, e rivolgendo uno sguardo alla fenditura
«...tu che mi hai lasciata quando ero bambina, dimmi tu cosa
è giusto che faccia. Ogni secondo è fatale per
me, sento
che cellula dopo cellula il mio corpo muore...
...al pensiero di star
lontana da Takato. Tanto che a volte vorrei addormentarmi e non
svegliarmi più. Sognare, sognare per sempre...
...abbandonarmi a un
sogno bello e senza limite come quello che...lei...mi
offre...»
socchiudendo gli occhi, e versando lacrime silenziose...
...fino a che una voce
non la interruppe «Sognare non consola: apri gli occhi sulla
realtà, piccola Jeri.»
La giovane si volse, e
in un sussulto riconobbe il guerriero alato nascosto
nell’ombra
«...tu...
...un’altra
volta!» pronunciò sottovoce, al culmine dello
stupore.
Beelzemon ammise
«Sì, Jeri. Io un’altra volta. Tutte le
volte che
sarà necessario. Solo che questa volta non sono da
solo.»
La ragazza si
sfiorò le labbra incredula...mentre un’ombra a
poco a poco
si faceva accanto a Beelzemon. Avanzò a passi lenti
finché i raggi di luna dalla fenditura non illuminarono il
suo
volto...
...nell’eco
delle sirene cittadine, e dei respiri strozzati della ragazza
«...Masahiko...
...?!!»
«Come stai,
sorellina?» disse Puppet, nell’affiorare di una
commozione
luccicante come le stelle.
Anche gli occhi di
Beelzemon si velarono di emozione, ma al suo fianco giunsero
LadyWizardmon e Snowhitemon, a sostenerlo e a seguire con lui quella
riconciliazione (canzone: Christina
Aguilera - The voice within)
Il ragazzino
sfoderò il cane marionetta, ed avvicinò
delicatamente le
sue fauci alla chiave, per prelevarla dalle mani della ragazza.
Jeri non riusciva a professare parola, non faceva che ansimare tra le
lacrime.
«Beelzemon mi ha
detto che vuoi volare via, e rintanarti in una famiglia da reclam
pubblicitaria. Che bisogno hai di farlo? Hai ancora me! Io ti voglio
bene...»
«Masahiko...ma io...
...ho causato...la
morte di papà!!» Il ragazzino chinò il
capo
«...Beelzemon mi ha detto anche questo.» per poi
rialzarlo
con dignità «Ma mi ha svelato che lo hai fatto
perché eri al culmine di tante incomprensioni! E che non
avevi
realmente intenzione di fargli del
male...»...«Beelzemon...ha detto questo?»
mormorò Jeri, ed i suoi occhi incrociarono attoniti quelli
della
creatura che sbucavano dall’ombra.
«Come potrei non
capirti?» insisteva il ragazzino «Io sono stato il
primo ad
aver ricevuto la porta in faccia da papà! Se non ti fossi
trovata in quella circostanza...molto probabilmente sarebbe accaduto a
me, fra qualche anno! Jeri, io...
...non ti serbo alcun
rancore, e anche se faccio il rapper non ho mai smesso di versar
lacrime la notte, al pensiero...che tu non sei lì con me!
Puoi
chiederlo a Snowhitemon...
...lo sai? Lui
è divenuto il mio
Digimon...»...«...cosa...?»
fece Jeri, e quando alzò lo sguardo incontrò
quello del
minotauro che gli disse «...lieto di rivederti
Jeri.» ed il
suo sorriso sembrava sincero.
«Masahiko,
anch’io...non sono mai riuscita a trovare una ragione valida
che
giustificasse la nostra separazione!!...e placasse il mio
dolore.»...«Perché una ragione valida
non
c’è.» rispose spontaneamente il
ragazzino «Due
fratelli sono fatti per stare assieme. Sono due metà
della...stessa medaglia.» adagiando la sua mano smaltata in
quella di lei, che disse «E’ ciò in cui
il mio cuore
ha sempre creduto...
...fino a quel
giorno!! Quando ci siamo separati io...credevo...saresti venuto a
cercarmi! Ho trascorso pomeriggi interi accanto al telefono...e
anch’io versavo lacrime nel mio
letto!»...«Sorellina,
perdonami!! Ti scongiuro! Io avrei voluto...il cielo sa quante volte
mollare tutto e fuggire di te! Ma ogni volta mi tornava in mente il tuo
volto...
...gli occhi con cui
mi guardavi...in piedi, accanto a papà, mentre io e la mamma
oltrepassavamo la porta! Senza dirci una parola...
...senza...un solo grido per trattenerci...
...quel giorno ho pensato...che tu non mi volessi più
bene.»
Jeri sgranò gli
occhi, in un sussurro senza voce «...allora è per
questo...
...è per questo
che non sei più tornato!!» nel frantumarsi della
sua
espressione in un pianto intenerito, che sfociò in un
abbraccio
«Oh fratellino perdonami! Sono una vigliacca!! Se non ti ho
trattenuto è stato per...
...paura,
perché temevo papà!! Non ho avuto il coraggio di
tenerti
al mio fianco, piccolo mio! Però ti giuro che evitavo di
respirare per non far sgorgare le lacrime!! E deglutivo per tenere
chiuse in me tutte le volte in cui avrei gridato il tuo nome!
MASAHIKO!! Masahiko torna da me, non
lasciarmi!!»...«Ora
sono qui...
...è tutto passato, i Digimon ci hanno fatto
riunire.»
Il ragazzino si
volse...incrociando le lacrime delle tre creature nascoste
nell’ombra...
Solo che Jeri
stringeva i denti, e d’un tratto pur con dolore lo
scansò
«Ma non è questo il tuo destino!!»
Il ragazzino
trasalì «Cosa vuoi dire, Jeri?!» e lo
stesso i
Digimon alle sue spalle.
«Esattamente
quello che ho detto!» ribatté lei con frustrazione
«Guarda come sono ridotta! Guarda in che luogo ho trascinato
la
mia vita! Se tu decidessi di seguirmi...
...se tu volessi
restare con me...» scivolando in sguardi di premura, e
carezze
sui suoi capelli biondi «...finiresti coinvolto anche tu in
qualcosa di orribile. Noi non siamo uguali! Se siamo due
metà di
un medaglione io sono la notte! E tu...il giorno, sei un ragazzo
giovane! Devi crescere e studiare.»...«Non mi
importa un
tubo di studiare!! A me importa solo di restare con
te!»...«Masahiko, non dire
così!!»
replicò lei severamente, lasciandolo spiazzato
«Studiare
è molto importante. V-Vuoi finire come me, per caso?! Torna
da
tua madre...
...quella brava donna
sarà in pena a quest’ora, dimentica di avermi
visto e
dimenticati che esisto!» voltandogli le spalle
«...e non
azzardarti a fare con lei una sola parola, intesi?!»
«Jeri...!»
tendeva la mano il ragazzo, e lei ordinò
«Riportatelo a
casa sua! Che succede, voi Digimon non tutelate più la sana
crescita di un giovane...?»
Snowhitemon venne
avanti «Noi non difendiamo l’apparenza, non siamo
lo
squadrone della censura televisiva! Noi lottiamo per i legami
autentici, anche negli angoli...più oscuri della
città!!»
Beelzemon si
affiancò a lui «Non posso credere a ciò
che fai!
Saresti capace di respingere il tuo stesso fratello, quando sai che ha
sofferto mortalmente per te!!» ma Jeri serrò i
pugni
«Io non voglio per Masahiko questo destino! Vattene fratello
mio.
Se non ti fosse chiaro io non desidero più
rivederti.»
«Jeri!!»
insistette il minotauro, ma il ragazzino si volse
«E’
inutile Snowhitemon...»...«Ma come,
Masahiko!»...«L’hai sentita? E’
stata
chiara...» esprimeva con lacrime rassegnate «Lei
non...mi
vuole al suo fianco, questo volo è stato inutile. Portami a
casa...» incedendo nel buio e asciugandosi gli occhi col cane
marionetta, mentre Jeri stringeva i denti in un sommo dolore.
Beelzemon avanzò verso di lei, mormorando «Lo vedi
come sei...?
...animata dal tuo
stupido orgoglio calpesti i sentimenti più veri, e rinchiudi
te
stessa nella più oscura delle prigioni. Non è il
D-Reaper
né Violetta il tuo carceriere...è solo il tuo
cuore:
incapace di accettare l’amore puro, e di spiegare le ali per
volare.»
Masahiko e un
amareggiato Snowhitemon si preparavano a spiccare il volo. Ma Beelzemon
puntò i piedi «Se non richiami tuo fratello adesso
potrai
scordarti di come mi chiamo!! Non mi rivedrai più, neanche
in
punto di morte! Per me non esisterai!!»
I pugni di lei si stringevano più forti. Il suo sguardo
vagava.
Snowhitemon
sussurrò «Ce la fai ad appoggiarti a me,
piccolo?»
Beelzemon intanto «Mi hai sentito? Richiamalo...
...richiamalo Jeri!...
...R-RICHIAMALOOO!!» ma LadyWizardmon si accostò a
lui, e
dal solo cenno dei suoi occhi egli capì che doveva
arrendersi,
sicché tirò un calcio a un comodino e si accinse
ad
allontanarsi sconfortato.
«Pronto a volare.» disse il minotauro spiegando le
ali.
Ma ad un tratto Jeri,
compiendo uno straziato respiro, esclamò
«...aspettate!!!»
Tutti si volsero di
scatto. Il ragazzino rischiò di cadere «Masahiko,
attento!» ma con la sua agilità
recuperò
l’equilibrio.
Jeri si volse in
un’umile supplica «...per favore, non andate
via!» e
a quel punto suo fratello corse come un fulmine, per gettarsi tra le
sue braccia ed esser finalmente ricambiato in una stretta impetuosa.
«Hai
visto...?» mormorò la commossa LadyWizardmon, ed
il
sorriso di Beelzemon era così autentico da sembrare una luce
nel
buio (fine-canzone)
Per l’ennesima
volta in ventun’anni, la sagoma di quel ragazzo si
fermò
dinanzi alle vetrine del suo panificio, accingendosi a oltrepassare la
porta.
Ma la recente
novità era quella ragazza dal ciuffo rosso ad aspettarlo,
seduta
al bancone e vagamente assopita. Quando lui la vide si
meravigliò, e quando lei lo sentì entrare
sbarrò
gli occhi di scatto «Ops! Colpita e affondata. Sei
tornato...»...«Eri qui ad aspettarmi...»
commentò lui stupito, e lei stemperò
«Sì, mi
ero detta “rimango sveglia”
peròòò...sai
com’è!» simulando
scherzosamente una testa che si stecchisce addormentata
«Perché l’hai fatto...?»
sussurrò
Takato «...hai bisogno di riposare, e recuperare
energie.»
Ma lei gli sorrise in
modo eloquente «Per una volta si può fare. Per una
volta
ci siamo scambiati i ruoli. Non ricordi? Un paio di volte è
successo che io sono tornata e ti ho trovato qui, e anche in quel caso
tu avevi di certo da recuperare energie. Sai
perché?»
uscendo da dietro il bancone, e gironzolandogli attorno
«...perché io sono apparsa in periodo concitato:
sono
l’angelo...di un momento di stress.»
picchiettandogli sulla
spalla, mentre lui diceva «Mi
dispiace!»...«No,
perché dici questo? In fondo mi piace, e mi rispecchio nel
ruolo!» prendendo un respiro profondo, e domandando
«Ti sei
divertito alla festa di Kenta? B-Buah, della madre insomma!»
e
lui sorrise «Sì...! Perdonami se ho fatto
così
tardi, ma dopo la cena la signora Kitagawa ha voluto tirar fuori
i...vecchi album di foto di famiglia,
figuriamoci!»...«Ma
dai...! E ci sono anche gli antenati digitali ancestrali della
serpentona???»...«Uhmuhmuhm! No...
...MarineAngemon ha
lasciato le sue origini a Digiworld. Ha abbandonato il suo mondo...per
seguire Kenta, infiladosi nel suo ormai famigerato
taschino.»...«Uhm, famigerato a dir poco! Galeotto
direi
visto che da qui a qualche mese ci ritroveremo il quartiere tutto pieno
di serpentini
svolazzanti!»...«Già...»
abbassò lo sguardo il domatore «...e speriamo che
per
allora...il D-Reaper sia tornato a far parte dei ricordi.»
adagiando le mani sulla vetrina, e contemplando la notte
«Questo
scenario sì che merita...di essere chiuso una volta per
sempre
in un album di ricordi. Ha dato molto alla nostra crescita. Ma il suo
prezzo è troppo alto.»...«N-Non
preoccuparti,
Takato!» si batté il petto Cindermon
«Questa
assonnata ma sempre attiva Digimon è una garanzia, ci
penserà lei a liberare te e i tuoi amici, E LA TUA
CITTA’,
e il tuo...
...mondo dalla
minaccia del D-Reaper. A te sembra che dormo. Ma ti assicuro che se
sogno qualcosa...mi sogno al computer alla ricerca di un modo per
rimuovere la barriera. Anche se non ci capisco
niente!»...«Uhm, è proprio quello il tuo
problema.»...«Ahhh, sì lo so! Infatti
pensavo di
farmi dare qualche corso accelerato da Rea, io in compenso posso
tenerle il bambino!» ma il ragazzo si volse «Io non
mi
riferivo ai computer!»
«A-Ah
no...?» sbatté gli occhi interdetta la Digimon
«Uhm,
allarme: quando qualcuno di voi smette di parlare di computer
c’è da aver paura.»...«Io mi
riferivo ai tuoi
sogni. Non pensare alla barriera almeno lì! Rilassati...e
immagina un futuro felice. Un giorno sarai anche tu una Digimon
sposata, madre di tanti piccoli
cuccioli!»...«Uhm...un
giorno! Forse.» replicò lei scherzosamente
«Piccola
precisazione: in un’altra vita!» ma Takato
ribatté
deciso «No!! In questa!»
...tanto da lasciarla stupita «Takato...»
Il giovane si avvicinò «Desidero che ascolti le
mie parole...
...quello che ho visto
stanotte è scivolato nel mio cuore. E credo che mi abbia
cambiato, benché stia crescendo velocemente, ed entrando in
quella fase in cui...si smette di cambiare. Devo approfittarne
finché sono in tempo...»...«Nn...non ti
capisco...» replicò lei con sguardo ingenuo e
smarrito, ed
il ragazzo rivelò «Guardiamoci attorno, cosa
più
resta di questo quartiere...? La sfiducia, ancor prima del D-Reaper, ha
cancellato ogni traccia di allegria, lasciando al suo posto una triste
quotidianità. Kenta e Yuki, uno affianco all’altra
sono
riusciti ad accendere una piccola luce nel buio, come le candeline
sulla torta della signora. Un ragazzo...e una Digimon, congiunti da una
promessa d’amore resistono ancora contro il presente e contro
il
destino. Nella loro casa si respira un profumo
buonissimo.»...«Perché MarineAngemon
è una
cuoca provetta!»
Takato però
scosse il capo «...non si tratta solo di odore di cucina:
quello
è il profumo dell’amore...
...di una
serenità che ormai ho quasi dimenticato, ed è
troppo
lontana dalla mia casa. E’ troppo lontana...dalla mia
vita...perché io l’ho fatta allontanare a causa
delle mie
scelte. Ed è forse questo, ora, più del
tradimento di mio
padre a turbare la serenità di mia
madre.»...«Pfff...
...Takatooo...adesso
non serve farti sensi di colpa! Tua madre...lo sai, è
sconvolta!
Trovarsi Nakao...morto, dentro casa! Poi essere rapita dalla tua
maestra diventata spettrale! Senza contare le deformità di
tutte
le creature del Regno abbandonato, ora con tutto l’amore! Ma
ce
le ha ancora tutte stampate in testa, ci vorrà un
po’ che
riprenda a ragiona-»...«Shhh...» fece
lui, scuotendo
il capo e sollevandole la mano «...non si tratta di questo e
tu
lo sai bene. Lei desiderava un futuro sereno, come tutte le madri. Che
io le ho negato perché non sono stato come tutti i
figli...perché io sono rimasto legato ai Digimon e ho sempre
aspettato che
tornassero...»...«...però...»
accennava lei con occhi tremanti di emozione «...poi noi
siamo
tornati.»...«E’ vero...
...siete riapparsi e
l’avventura è ricominciata. Ma ciò
nonostante io ho
seguitato a inseguire sogni impossibili...
...e amori
irrealizzabili...» ammise Takato sfuggendo con lo sguardo
«...e in questo modo non ho fatto che prolungare
l’agonia
dei miei genitori, che non sognavano che essere come tutti. Io...
...mi sono
sinceramente stancato di essere causa di infelicità! Ho
bisogno
di un po’ di pace come ce l’hanno gli altri attorno
a me.
La mia vita ha bisogno di un po’ di dolcezza...
...ed è proprio
per questo...che io ti chiedo di aiutarmi,
Cindermon.»...«Ma io ti ho già promesso
che
sconfiggerò il D-Reaper,
Takato!»...«Scacciare il
D-Reaper non basta. Io ho bisogno di una garanzia per il futuro. Io...
...voglio che diventi
mia moglie, Cindermon.» pronunciò delicatamente,
nel
silenzio del panificio buio.
«...cosa...?» fece senza fiato la Digimon dal
ciuffo rosso,
guardandolo incredula «T-Tu non puoi parlare sul serio!
D-Dev’essere per via della festa! Trattenendosi coi propri
amici
di infanzia...u-un bicchiere di troppo ci scappa sempre! Ed
è
per questo che ora dici cose che non senti davvero, ma non devi
preoccuparti Takato!!» ponendogli le mani sulle spalle
«Io
farò come se non avessi sentito! Sono la tua Digimon,
figurati
se non sono temprata...
...a-a qualche
stravizio del mio domatore! O-Ora facciamo come niente fosse stato, ci
stai? Ora saliamo le scale, tu ti fai una bella dormita e domani
sicuramente realizzerai di avermi chiesto...
...u-un’assurdità!»...«Cindermon...»...«E’
una follia! Io e te, andiamo Takato, ma tu non mi am-» ma lui
bloccò le sue parole, con un bacio (canzone: Mariah
Carey - Through the rain)
Cindermon inizialmente
serrò il pugno...ma poi lo lasciò andare,
completamente
abbandonata a ciò in cui lei stessa stentava a credere. Il
suo
occhio azzurro fissava la vetrina alle spalle del ragazzo, ed i
riflessi del D-Reaper ad insinuarsi per la città mentre lui
la
baciava con affetto e tenerezza «Io desidero...che ci
sposiamo.
Non voglio mentirti, è vero!! Io...
...nonostante il tuo
grande valore ancora non riesco a vederti se non come
un’amica!
La mia migliore amica, la mia Digimon! Ma...sono sicuro, sono
assolutamente certo che un giorno, fra del tempo! Quando il D-Reaper
sarà sparito, quando Violetta sarà sconfitta...e
la vita
tornata a scorrere normalmente, io imparerò ad amarti!!
Forse
allora, solo allora tutti attorno a noi sorrideranno...
...come si fa al
termine di un cartone
stupendo!»...«Takato!» gemeva
la Digimon «Dimmi la verità...
...c’è
tua madre dietro tutto questo?! Rispondi, è per lei che tu
vuoi
sposarmi?»
Il domatore abbassò lo sguardo «Non è
solo per mia madre...
...è per il mio
mondo...e forse anche per me. Ho paura di ciò che
potrà
riservarmi il futuro...se continuerò a ostinarmi su sogni
che
non possono avverarsi! L’amore per Jeri ha portato
solo...»
smarrendo i suoi occhi tristi oltre la vetrina «...conflitti
e
sofferenze!»...«Ma amore mio, tutti gli amori
portano
conflitti e sofferen-!!» ma ad un tratto si accorse di come
lo
aveva chiamato, e si tappò la bocca, serrando gli occhi.
Takato
sorrise «Forse anch’io...un giorno
imparerò a
chiamarti così! Tu puoi essere l’artefice di quel
destino...che mi spettava e che non ho fatto che scansare! Insieme
possiamo rendere questo panificio...un luogo di gioia, come casa di
Kenta, e degli altri miei amici. Ne ho abbastanza di sentire le grida
rimbalzare tra queste pareti, di vedere i cuori spezzarsi tra
gustosi biscotti! Ho bisogno di donare qualcosa, anziché
sempre
pretendere: qualcosa ai miei genitori...forse un figlio sposato.
Qualcosa ai miei...figli...
...forse una madre
fantastica, come saresti tu! Perché tu mi ami, vero? Tu vuoi
sposarti con me, non è così Cindermon?»
e lei
versò lacrime «...Takato...io...
...m-ma certo che ti
amo!!! M-Ma certo che voglio sposarmi con te!!» gettandosi
tra le
sue braccia «E’ la cosa che
più desidero al
mondo!! E che mi fa volare...alta nel cielo, come la
più...b-bella digievoluzione!»...«Ahah!
E allora
sposiamoci Cindermon! Sposiamoci e...aspettami! Sono sicuro che ho
bisogno solo di tempo...e un sorso alla volta...
...riuscirò a
riempirmi dell’amore per la Digimon più bella...e
più buona che abbia mai conosciuto.»
La ragazza digitale
non faceva che piangere, ripetendo il suo nome
«T-Takato!»
e lui le carezzava quel ciuffo «...cara...»
...mentre i Digignomi
si accalcavano alla vetrina per spiarli, nascondendosi tra le buste del
pane...
...così come si
addensavano nel nascondiglio stradale, a far luce tra quei fratelli
«Non ti lascerò mai più, a costo della
vita!»
prometteva Masahiko, e Jeri gli carezzava il volto
«Neanch’io! Perdonami per averti respinto,
è solo
che...
...!! Non voglio che
tu soffra. Ne ho abbastanza di dare dolore a chi amo...»
A quel punto
LadyWizardmon avanzò «Scu...scusate...»
sussurrò con il tono fiabesco che la caratterizzava. E i due
fratelli si volsero come attenti alunni
«C’è qualcun
altro che è molto ansioso di rivedere Jeri...»
La ragazza sgranò gli occhi...
...e accompagnata da
un Digignomo, fece ingresso timido ma dignitoso una donna di media
statura e un po’ robusta, ma che aveva aria innocua e amabile.
«Sono giunta in
volo, sulle ali di Snowhitemon.» esordì, e Jeri
mormorò attonita
«...signora...»...«Come
signora?!» chiese con pena quella donna «Jeri, ma
non ti
ricordi...? Alla fine eri riuscita a chiamarmi...mamma...»
La ragazza socchiuse
gli occhi, lasciando che altre lacrime carezzassero il suo viso.
La donna aveva voce
ruvida e passo un po’ goffo, ma sembrava volenterosa nel
farsi
vicina alla giovane «Ti sei dimenticata di quelle sere, poco
dopo
che i tuoi amici scomparvero? Allora io mi sedevo ai piedi del tuo
letto, e tu...per non sentire la loro mancanza...me li descrivevi, e mi
facevi anche il loro disegno. Benché io sia una vera
ignorante
in fatto di computer li porto ancora tutti nel cuore,
c’era...quello con le orecchie lunghe, e aveva anche una
fidanzatina se non mi sbaglio! Poi...
...la signora alta,
dalla pelliccia dorata. Il robottino tozzo...uhmuhmuhmuhm! E quella che
volò in tasca al tuo compagnetto, poi c’era...
...il draghetto, come
si chiamava? Apparteneva a quel ragazzino che ti voleva tanto
bene...»...«Mamma...»...«...e
poi il piccolo
Calumon. Beh, di lui ora ho imparato il nome! Anche se mi fa un
po’ paura, quando apre le sue ali...» nel gesto
timido e
bonario di ritirarsi intimorita. Ma Jeri ripeteva ancora
«Mamma...
...mamma!!!»
pestando la chiave a terra per correre verso di lei, ma
rischiò
di inciampare e la donna la sostenne «Ihhh! Che cosa hai
fatto
alla gamba?»...«Non è
niente...»...«COME
NON E’ NIENTE, TU NON RIESCI A CAMMINARE!!»
recriminò animatamente, tanto da spaventare un po’
il
figlio «Mamma, non gridare!»...«E invece
grido quanto
voglio, Masahiko! Maledico me stessa per esser stata così
vigliacca...così arrendevole, e remissiva! E non averti
strappato dalle braccia di tuo padre per portarti a vivere con tuo
fratello, come era giusto che fosse!!» declamò con
decisione, asciugandosi una lacrima «Ma adesso sono qui, e
non
farò lo stesso errore. Ti curerò quella gamba, e
ti
porterò fuori, alla luce del sole! E’ quello il
tuo posto
piccola, come il mio è vicino a te. E bada che io non sono
come
i tuoi Digimon, che ti avrebbero lasciato...la libertà di
scegliere!» afferrando la chiave da terra, e stringendola
saldamente nell’ammissione «Se vorrai andartene
dovrai
uccidermi, perché io non ti permetterò mai di
gettar via
la tua vita!! Perché sono tua madre!!...
...e dovrai sopportarmi, che ti piaccia o no!»
Eppure quelle parole
cariche d’orgoglio e severità sembravano un
balsamo
sull’anima di Jeri, che la fissava con un sorriso grato e
ripeteva «Mamma, mamma adorata...mamma! Mamma!!»
fino a
scivolare nel suo abbraccio «Fatti abbracciare, piccola
mia...vieni anche tu, Masahiko. I miei figli: per me non vi
è
differenza fra voi due, che il cielo benedica le creature che vi hanno
avvicinato...dissolvendo col loro amore i nostri errori di genitori.
Ecco, uniti...
...e così dovremo stare per sempre. Per tutta la
vita...»
In un tenero abbraccio
quella famiglia si ricongiunse, specchiandosi nell’abbraccio
dei
tre Digimon che erano stati artefici del miracolo (fine-canzone)
Il sole della mattina seguente sorgeva timido su una Tokyo in subbuglio.
Ma in controluce
presso la finestra, c’era la sagoma di una Digimon che quella
notte non era riuscita a dormire.
“Io...
...voglio che diventi
mia moglie, Cindermon.”
(canzone: Agnes
- Somewhere down the road)
La brezza dell’estate smuoveva il suo ciuffo rosso.
“sono
assolutamente certo che un giorno, fra del tempo! Quando il D-Reaper
sarà sparito, quando Violetta sarà sconfitta...e
la vita
tornata a scorrere normalmente, io imparerò ad
amarti!!”
...e lei si stirava
sul davanzale «Gasp, e adesso come faccio...? Teoricamente
dovrei
mandar via questa pappa rossastra. Sono una Digimon! Dovrei
combatterla, e cancellarla per sempre! E invece io voglio che
resti...» ammetteva con occhi azzurri sognanti
«...a me
piace, e in questo momento...mi ricorda l’istante
più
bello che abbia mai vissuto! Ditemi voi come faccio ad annientarla per
sempre...che compito ingrato è il mio...»
lasciandosi
attraversare da quel vento leggero, lasciando che il primo sole le
inondasse gli occhi di luce, Cindermon si abbandonava al moto cullante
del D-Reaper che aleggiava quieto e misterioso oltre la sua finestra...
«C’è una cosa di cui devo
parlarti...» diceva
Takato accogliendo Leaf nella sua stanza «E’
successo
qualcosa di brutto, Takato? Per favore, non tenermi sulle spine! Ci
sono già accadute fin troppe cose spiacevoli.»
supplicava
il rapper. Ed il ragazzo lo guardava con un po’ di rimpianto
«Devi sapere che questa notte ho fatto qualcosa che forse ti
ferirà!»...«Takato...niente di
ciò che tu fai
potrebbe mai ferirmi, tu sei il mio Digimon Tam-!!!...
...cioè, il mio
più caro amico.»...«Ho chiesto a
Cindermon di
sposarmi!!»
«C-Cosa?!!» sobbalzò Leaf portandosi di
scatto le
mani alla bocca, e Takato «Capisci cosa intendevo?!
Sì, lo
so, è un comportamento sleale! Io sapevo che tu...
...beh, insomma...che
lei ti piace. Il mio non è stato un agire da amico...e tu
saresti autorizzato ad avercela mortalmente con me! Proprio per questo
ho voluto dirtelo personalmente...prima che tu lo scoprissi da solo,
quando fra poco lo annunceremo a mia madre.»
Quelle mani bendate
lentamente scivolavano dalla bocca del rapper, per ciondolare libere
mentre Takato lo fissava dispiaciuto «Se vuoi dirmi come la
pensi
puoi farlo, io accetterò qualsiasi epiteto. Però
ti
chiedo solo...di capire che se l’ho fatto è
perché
avevo le mie buone ragioni! Anche se...è sempre
banale...parlare
di “buone ragioni.”»
Eppure dal mutismo del
rapper spuntò un rassegnato ma dolce sorriso
«Perch...perché banale? N-No, in fondo
è giusto...
...voi vi
amate...» e Takato replicò «Lei mi
ama...!»
scrutandolo con la coda dell’occhio. Tanto che il rapper si
stupì «E tu, Takato?!» ma il domatore
serrò
lo sguardo «Io...
...!! Le voglio bene,
un bene immenso ma purtroppo il mio cuore è ancora
imbrigliato!
Imbrigliato da quell’amore...illegittimo e sfortunato che mi
ha
accompagnato per tutta la crescita, e ancora si diverte a giocare con i
miei giorni.»...«...Jeeeri...»
mormorò Leaf
con voce strozzata. Takato lo scrutò con malinconia
«...hai imparato presto i nomi di chi compone la mia
vita.»...«...Takato, ma tu ami ancora lei? Ami
ancora Jeri,
la piccola Je...
...insomma, Jeri
Katou, quella ragazza! Tu la ami anche se hai chiesto di sposare
Cindermon?» al che il ragazzo rivelò «Io
so che
tanto fra me e Jeri è un amore
impossibile.»...«Perché è
ricercata?!
Perché è...malata?»
Ma Takato si volse
«...a quelli come te non si può raccontare una
bugia. I
tuoi occhi da rapper non mentono, e a loro non si può
mentire.
Non è perché Jeri è ricercata.
Né
perché lei è malata...
...ma è
perché io sono un vigliacco.»...«...che
dici
Takato?»...«La sola verità!! Io sono un
vigliacco!
Non sono il domatore coraggioso che Guilmon credeva!»
Leaf rimase incredulo,
mentre il ragazzo insisteva «Quel ragazzino è
morto,
è morto come mio fratello, e al suo posto è
rimasto...
...un ragazzo ESAUSTO
di lottare, esausto di andare contro il mondo e contro tutti! Un
ragazzo che ha paura di far soffrire la propria madre! Un ragazzo che
riconosce che a volte arrendersi...è la scelta migliore. Lo
so.
Ora chi mi ha conosciuto all’epoca potrebbe restare
deluso...» avanzando verso il rapper, e ponendogli una mano
sulla
spalla «...ma a te posso parlare liberamente,
perché so
che non mi giudicheresti mai. Hai un cuore buono, e non hai mai
desiderato che fossi un eroe.»
Il rapper aveva lo
sguardo di un bambino ingenuo. Takato occhi commossi e rassegnati
«Mi sposo con Cindermon perché con lei ho la
speranza di
costruire un futuro, di metter su una famiglia serena. E’ una
Digimon onesta e affidabile, può essere la madre
ideale...per i
miei figli. Insieme potremo regalare a questo quartiere gioia e
armonia...
...e cancellare i
dissapori provocati dai miei genitori! Mentre con Jeri tutto questo
sarebbe impossibile: Jeri è una ragazza malata, e io non ho
i
mezzi per aiutarla! Anche se io la amo...
...e lei...forse, a
suo modo, ama me...il nostro amore non sarebbe mai altro che un incubo!
Mentre invece noi abbiamo bisogno di sogni, amico mio...anche se
a volte, purtroppo, non possiamo realizzarli tutti. Dobbiamo compiere
una scelta...
...e il sogno di un
futuro sereno...può giustificare la rinuncia a un grande
amore.
Anche se è stato storico, e ci sei cresciuto dentro come un
abito.» compiendo un sospiro profondo...
...e posando i suoi vecchi occhialoni sul letto.
Leaf era rimasto
imbambolato “Takato, le tue parole suonano come quelle di un
uomo
responsabile. Però io, forse perché sono io,
leggo nei
tuoi occhi una sfumatura. Ha il colore del rimpianto, tu non sei
felice! Ma ora...? Con quale coraggio potrei mai fermarti? Io non sono
un amico qualsiasi. Uno a cui puoi confidare liberamente un problema,
in attesa di un suo consiglio. Io sono una parte coinvolta! Io la
amo...quella Digimon che tu stai per sposare.”
Ma lo stesso decise di avanzare verso di lui, ed abbracciarlo alle
spalle.
«Grazie...» sussurrò Takato
«...ti sono grato
per aver capito le mie ragioni. Il tuo sostegno mi aiuterà
ad
andare fino in fondo. E comportarmi finalmente da uomo.
Perché
questo è quello che sono. Quel bambino...»
guardando verso
il sole alla finestra «...è rimasto in cielo, a
giocare
con Guilmon. E a volare con un mantello di dati, per trarre in salvo la
sua Jeri.»
Takato guardava il
cielo cercando di cogliervi l’ispirazione per il suo cammino.
Leaf lo guardava pieno
di dubbi, nella speranza che il nuovo giorno gli donasse una risposta
(fine-canzone)
Poco più tardi
il ragazzo scendeva le scale assieme a Cindermon, quando
trovò
di fronte suo padre «Takato...ma che succede? Tua madre ha
detto
che...devi dare un annuncio...»...«Resta anche tu,
papà.» replicò il giovane molto serio
«Ciò che ho da dirvi...ha molta importanza per
entrambi.»...«Ti ricordo solo che per lei
è un
periodo molto delicato, l’hai vista: per favore, niente
scossoni!
Non vorrai mica dare l’annuncio che te ne vai via di
casa...?!» domandava l’uomo che appariva molto
inquieto, ma
poi sgranò i suoi occhi quando si accorse che la mano del
figlio
stringeva quella della Digimon «Tutt’altro,
papà.
Semmai oggi annuncerò qualcosa...annuncerò di
restare.» seguitando a scendere e oltrepassandolo, mentre lui
cercava di fermarlo «Ptsss, Takato...non fare follie...
...questi passi sono
una cosa seria!»...«Vieni con noi in
cucina.»...«Dico davvero!!» insisteva
Takehiro pur
cercando di mantenere il tono basso «Se compi un errore poi
te ne
pentirai! Non fare come me, ragazzo...t-ti prego!!» ma suo
figlio
ribatté «Credimi, so quello che faccio.»
e a quel
punto al panettiere non restarono parole. Poté solo sfilarsi
la
cuffietta e seguirlo a passi esitanti...
Prima di svoltare
l’angolo, Takato si arrestò «Cindermon,
fra pochi
passi saremo in cucina, mia madre ci
vedrà!»...«Perché ti sei
fermato, Takato...?
Forse...ci hai ripensato?» domandò la Digimon con
premurosa delicatezza, ma il ragazzo ammise
«Tutt’altro, io
sono più sicuro che mai!! Ma desidero che tu lo sia
altrettanto!»...«Ma io lo sono! Te l’ho
già
detto ieri notte...!»...«Ma sei proprio...
...s-sicura di esserne sicura?»
Cindermon si
stupì, e Takato insistette «E’ che non
voglio che tu
lo faccia solo perché sei la mia Digimon! Perché
sei mia
amica...
...e perché sai
che io sguazzo nei problemi! Se credi che ora il nostro rapporto...la
nostra intesa, la nostra splendida amicizia sia appesa alla mia
proposta di matrimonio...» spiegava carezzandole la mano
«...ti sbagli di grosso! Non devi sentirti in obbligo morale
né verso di me né verso la mia
famiglia!»...«Ma io non mi sento in obbligo
morale...» ammise guardandolo con quegli amorevoli occhi
azzurri
«...sto facendo il passo di cui sono stata più
sicura in
tutta la mia vita!»...«Posso fidarmi? Credimi, non
è
mia intenzione obbligarti a fare niente! La mia proposta...(canzone: Anastacia
- I dreamed you)
...non è delle
più facili da accettare. Tu scegli di sposarmi nonostante tu
sappia che ancora...non riesco a provare amore per te. Se questo ti
spingesse a desistere...s-se magari c’è qualche
ragazzo, o
Digimon su cui hai messo gli occhi, e con cui vorresti
tentare...dimmelo adesso ed è tutto come se niente fosse!
Davvero, amici come prima!»
Ma mentre Leaf sbucava
da dietro le scale, lei carezzava il volto di Takato
«Sciocchino...non riesci proprio a capire, è stato
come
conquistare il tuo affetto di domatore. Non c’è
nessun
ragazzo...e nessun Digimon, che nel mio cuore occupi quel posto che
è tuo! Per quanto a te possa sembrare strano io vedo solo
te...
...è solo uno
il ragazzo che voglio sposare, ed è il mio domatore: Takato
Matsuki...»
Il rapper nascosto chinava il capo...
...e la ragazza
digitale «Coooraggio, non facciamo aspettare tua madre! In
questo
periodo è sempre in ansia, le farà piacere
vederci.»
Takato le baciò
la mano, e le disse «...io ti devo la mia vita.»
Lei gli sorrideva, come in una promessa per
l’eternità...
Mie stava sorseggiando
una tazza di latte, quando i suoi occhi si posarono increduli sulle
mani dei due giovani. Takato la fissò intensamente
«...anche se fuori c’è il D-Reaper...
...niente potrà
impedirmi di realizzare il tuo sogno,
mamma.»...«Takato...» mormorò
lei posando la
tazza con mani lievemente tremanti «Che
cos’è
questo? L’ennesimo dei tuoi scherzi, per caso?! Non sono
dell’umore adatto!»...«Non si tratta di
uno scherzo,
mamma.» disse lui con ferma dolcezza, seguito dal sorriso
della
Digimon «Si fidi, signora! Siamo sinceri!!»
Takato venne avanti,
confessando con voce vellutata «Ho deciso di
sposarmi.»
Mie dilatò lo sguardo.
«Ho chiesto a
Cindermon di diventare mia moglie.»...«E questa
Digimon ha
accettato, signora Matsuki! Questa Digimon va...pazza per quel
disgraziato di suo figlio!» spettinando i capelli del giovane
«Ahahah! Daiii! Cosa fai, è un momento
serio!»
scherzava lui, e lei «Sììì,
d’accordo
ma non per questo dev’essere un mortorio!»
«A-Aspetta,
aspettate un attimo!!» esclamò Mie quasi
indispettita
«Volete farmi capire bene anziché giocherellare
come due
bambini!»
«Suuuull’attenti, il generale comanda!»
fece
Cindermon, ma Mie la redarguì «Fai poco la
spiritosa
tu!» («Gasp!») «Voi due vi
sposate, vuoi dire
che tu Takato...?!!»
Il giovane sorrise «...incredibile ma vero...
...l’impenitente zitellone, il ragazzo obeso e scartato...
...il figlio dei
panettieri che qualcuno dice sia stato un domatore...decide di posare
il Digivice, e far crescere la sua Digimon non più grazie ai
poteri. Ma grazie al suo amore quotidiano.»
Leaf si affacciava timido dietro la porta della cucina...
...ed i suoi occhi si
incrociavano con quelli di Mie, la quale pensava “Allora il
rapper ha fatto il suo dovere!! Incredibile, è stato
più
efficiente di un Digimon! E’ bastata una sua
parola...perché mio figlio mettesse la testa a
posto!”
«Non è
contenta...?» chiedeva Cindermon con un sorriso invitante
«Perché resta con quel broncio arrabbiato come se
fosse un
giorno comune? Non ha sentito? Io e Takato ci sposiamo!!»
Gli occhi della madre
si posarono e si incontrarono con quelli del figlio “Mamma...
...questo è il
mio umile tributo per tutto quello che hai sempre fatto per me...e di
cui io solo poche volte sono riuscito a ricambiarti...”
“Figliolo...
...e così
è arrivato quel momento anche per noi? Ti
sposi...” e la
commozione affiorava ai suoi occhi...
...mentre Leaf alle
spalle dei ragazzi ciondolava la testa e non sapeva cosa fare di se
stesso.
Mie avanzò
verso i due «Non so cosa dire...questa notizia mi coglie
impreparata...dopo tutto questo tempo non me l’aspettavo
più, io...
...!!
I-Io...!!»...«Daaai, su non faccia
così!!» la
scuoteva Cindermon vedendola prossima al pianto
«A-Altrimenti,
signora! Sniff! Comincio a capire perché mia sorella
è
allergica ai pianti degli altri! Dove avete messo i fazzoletti, amore,
ne hai qualcuno?» si rivolse a Takato, che le rispose
«Ma
certo tesoro mio, ecco. Soffiati il naso...sei sempre la solita
pasticciona, scoppiare a piangere durante un annuncio del genere! E
dire che ti dai arie da Digimon
imbattibile.»...«C-Che cosa
vuoi farci, sono una Digimon ma sono anche sensibile, mi commuovo
facilmente! E sono sorella di una piagnucolona, questo non è
un
dettaglio indifferente!»...«Sempre a dare la colpa
a quella
povera Diamon...!» scherzava bonariamente il ragazzo...
...mentre Mie guardava
Leaf “Quel rapper ha fatto in modo di farli avvicinare...
...e benché
giunga al culmine di tante peripezie, di un cammino lungo e amaro, e
con una minaccia a circondarci...
...questo è il
giorno che ho tanto aspettato, o almeno dovrebbe essere tale. Mio
figlio si sposa, con la ragazza che avrei voluto al suo fianco! Non so
cosa provare, se dovrei essere allegra o triste...mi sento spiazzata!
E’ il momento più strano per essere
felici...” ma
mentre i due fidanzati erano impegnati tra scherzi reciproci, a lei si
accostò suo marito
«Mie...»...«Hai sentito
Takehiro? Nostro figlio si sposa.»...«E’
proprio
questo che mi preoccupa.»...«Strano, eppure
l’hai
desiderato per tanti anni anche tu! Benché il tuo cuore
fosse
lontano a mia insaputa, questo era l’unico sogno che ci
accomunava.»...«Ptsss, che cosa aspetti?
Dì loro
qualcosa!»...«Avrò tempo per esternare
la mia
felicità.»...«Non dico questo, dico di
fare il tuo
dovere di madre!! Dì a quei due di farla finita, e di fare
le
persone serie! Non capisci che lo fanno solamente per te?! Non si amano
davvero!»...«E con questo che vorresti
dire?!!»
ribatté lei con impeto serpentifero «Che anche
quando hai
annunciato di sposarmi non mi amavi affatto?! Tanto lo so che
è
così, fatica sprecata se volevi guastarmi questo momento!
Fra
noi due è andata come è andata...ma mio figlio si
sposa,
e ora nessuno mi impedirà di bere questo grato calice fino
all’ultima goccia!! Mi occuperò di tutto, e
D-Reaper o no
sarà il matrimonio del
secolo!!»...«Mie...stiamo
facendo un errore...» ammonì il marito realmente
allarmato.
Ma la donna fissava
avanti a sé “Ne ho abbastanza di rinunciare e
sacrificarmi! Ora finalmente è arrivato il mio momento per
raccogliere gli sforzi di una vita!”
Leaf se ne andava a testa bassa...
...giungendo presso il
panificio, e sfiorando le bustine con le sue mani bendate, per poi
appoggiare il capo alla vetrina, e premerlo come chi non sa cosa fare
né cosa pensare. I suoi occhi si velavano di lacrime, ma
privo
di orientamenti poteva solo riguardare quella foglia
d’autunno,
per affidarle se stesso e coloro che amava (fine-canzone)
Il sole dalla
fenditura riscaldava il sonno dei due fratelli che quella notte avevano
dormito abbracciati.
Nel vano stradale
regnava la quiete, seppur cullata dai primi rumori della
città
che si mette in moto in un giorno non propriamente normale.
LadyWizardmon sedeva in un angolo, e la falda del suo cappello copriva
i suoi occhi probabilmente chiusi.
Snowhitemon con le sue
ali proteggeva la signora addormentata, poiché si sa che
l’aria della notte rinfresca anche nei mesi estivi.
Ma c’era
qualcuno che era già sveglio, e pur attento a non svegliare
i
presenti solcava il terreno di cemento con i suoi stivali borchiati...
...fino a chinarsi, e
a raccogliere con i suoi poderosi artigli neri la chiave di metallo
rimasta a terra, abbandonata da tutti, come dimenticata.
Quando la sua ombra
alata si portò verso l’esterno, gli occhi della
ragazza si
strinsero appena.
Beelzemon
salutò il giorno emergendo sul ciglio del vano, che grazie
alla
luce del sole fornì la più bella cornice alla sua
sagoma
maestosa. I suoi tre occhi si perdevano nelle sfumature di tutta una
vita, tra amore e affetto, tra odio e perdono.
Tra cielo e D-Reaper.
Ma forte del ricordo di quella notte, e della riconciliazione a cui
aveva assistito, decise di alzare il braccio con decisione, come
intenzionato a gettare quella chiave nel vuoto cittadino.
Ma quando stava per
farlo, una mano lo bloccò «Oh...?» e gli
abbassò delicatamente il braccio. L’altra mano gli
carezzò il viso, come si fa con un amico.
«Jeri...» disse il Digimon «Sei
sveglia...»
La ragazza era
lì, e benché pallida in volto sembrava
contemplarlo con
uno sguardo assorto e velato di gratitudine.
Il silenzio del
mattino li immortalava nel sole come due intramontabili eroi
«Approfittando del fatto che dormivi, pensavo di gettar via
questa. Tanto non serve più, vero?...
...adesso hai
ritrovato tuo fratello, e l’amore della tua madre adottiva.
Non
hai più bisogno del patto che ti propinava Violetta, per
averti
al suo servizio.»
«E’
vero...» disse la ragazza scorrendo la sua mano tra i
capelli,
che volavano nella leggera brezza del mattino «...ho
ritrovato
Masahiko, e quella donna nonostante io non abbia il suo sangue ancora
mi vuole bene. Tutto questo è avvenuto solo grazie a te. Se
non
fosse stato per i tuoi sforzi, io sarei rimasta sola per sempre. E
sarei morta prima di rivedere i cari volti di coloro che mi hanno
amato. O forse magari...avrei gettato la mia vita in chissà
quale vortice che di certo “vita” non si
può
chiamare.» abbassando lo sguardo, in riflessioni intime e
silenziose.
Beelzemon si sentiva
interdetto, e si accostò a lei con passo insicuro
«P-Posso
buttarla...? Tanto ormai non hai più bisogno di penetrare
all’interno di Arkanomon e raggiungere Violetta. E’
qui
quello di cui hai bisogno per andare avanti!»
Jeri lo guardò
con un malinconico ma dolce sorriso, replicando in un sussurro
«...è vero...è qui.»
Beelzemon alzò il braccio con più decisione.
Ma Jeri lo
bloccò di nuovo
«Oh...?»...«Non buttarla,
Beelzemon.»...«Cosa?!»
«Non buttare
quella chiave...» seguitava a ripetere lei con naturalezza.
Lui
la scrutò, cercando di leggere i suoi pensieri. E mentre il
sole
del mattino le carezzava il pallore, lei non ebbe timore di guardarlo
negli occhi «...è un peccato buttarla quando
ancora
può servire a uno scopo.»
Lo sguardo pacato
della giovane sembrava celare una ferrea decisione. E per la prima
volta Beelzemon sembrò non temerla né
fraintenderla, ma
forse riuscire a decifrarne l’origine.
Dopodiché, Jeri
alzò lo sguardo vero Arkanomon, che come ogni creatura
vivente
sembrava svegliarsi in quel momento, dischiudendo i suoi occhi un
po’ assonnati.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 49 *** Il 1 agosto ***
puntataDT2
Trascorse una settimana.
Cinque piccoli Digimon
in una sala comandi circondavano una donna dallo sguardo serio
«Sei una maestra...?» chiese la gocciolina digitale
«Se tu sei come la nostra LadyWizardmon, però in
versione
umana...liberaci, per favore! L’altra signora ci tiene
prigionieri da giorni! Ci tratta male, e ci dà pochissimo da
mangiare!»
Ma gli occhi taglienti
della donna si posarono su di lei, nel sussurro secco «Sta
zitta,
piccola Jeri...!! Lo vedi o no che sto facendo lezione?!»
I cinque cuccioli
rimasero allibiti, e Stillymon obiettò «No, non lo
vedo,
mi dispiace...! Tu sei sempre muta...come se non avessi niente da
spiegare...» ma alle sue titubanti parole si sovrapposero
quelle
di Orphanmon «Lei non è Jeri...
...perché ti
sei rivolta a lei con questo nome, la
conosci?»...«Oh, ecco
Takato, sempre a difenderla!» ironizzò Asanuma con
voce
smorzata (mentre gli altri cuccioli «Ehhhh???»)
«Ti
sei trovata un fidanzatino oppure un avvocato?»
Grassmon
esclamò «Noi non siamo quelli che lei
crede!!» e
Vapormon «E’ pazza! E in qualunque modo ci veda lei
ci
odia!!» ma la donna si alzò dallo sgabello
«Kazu,
Kenta, smettetela di disturbare!» avanzando minacciosa
«Sempre a darvi man forte l’un
l’altro...so qual
è il vostro scopo!!...
...voi volete andare a
Digiworld, sì...!! M-Ma siete crudeli a tal punto...
...da abbandonare qui
la vostra maestra?!» sciogliendo il suo tono aggressivo in un
gemito di pianto «Non capite che io voglio venire con
voi?!!...
...là in quel
mondo...mi aspetta il mio Digimon, sono pronta a giurarlo!!
Perché lasciarmi indietro solo perché sono
un’adulta, in fondo io...mi sono sempre preoccupata del
vostro
bene!»
«Signora, non
pianga!» esclamò Fogmon, e gli occhi di lei si
posarono
stanchi sui suoi saltelli «Se il suo sogno è
andare a
Digiworld...possiamo tornarci insieme, ormai il varco è
aperto!
La terra e il mondo dei Digimon sono pronti a riprendere un cammino
insieme! Dobbiamo solo fuggire presto da qui, o la signora Violetta ci
sentirà e...per punizione ci chiuderà tutti in
una cella,
lei compresa!»
«V-Voi mi
accompagnereste nel vostro mondo...?» gemeva Asanuma tendendo
la
mano.
Orphanmon disse ai
compagni «Ragazzi, a me questa maestra fa pena.» e
Grassmon
«In effetti sembra soffrire tanto!»
«Vi prego,
ragazzi!!» supplicava Asanuma tra le lacrime
«Portatemi con
voi, io ormai non ho più nessuno sulla terra!»
«Non ci
farà del male...?» chiese timidamente Stillymon,
ma la
donna replicò «A me non piace far del male alla
gente...io
ero abituata a prendermi cura di tanti bambini...»
I Digimon si
consultarono fra loro, e sotto le incitazioni dei suoi compagni
Orphanmon si fece avanti «Signora Asanuma! Noi siamo disposti
a
fuggire con lei se è questo che desidera. Abbiamo sempre
sognato
di conoscere gli umani! E la nostra maestra, LadyWizardmon...ci ha
sempre detto di aver atteso un domatore, ma costui non è mai
arrivato! E se fosse proprio lei?»
«Come...?»
si asciugò una lacrima la sconcertata insegnante, e
Stillymon
insistette «Ma sì!! Se ha appena detto che sono
tanti anni
che attende un Digimon, ma non è mai riuscita a raggiungere
Digiworld...non c’è dubbio! Lei è
senz’altro
la domatrice della nostra insegnante!!»
«...dite
davvero?» domandò Asanuma con un filo di voce. Ma
l’ascensore si mosse, introducendo l’esclamazione
«Non creder loro!!»
«Oh?» la
donna alzò lo sguardo...e i cuccioli esclamarono in coro
«VIOLETTA!!» scappando terrorizzati in ogni angolo
della
sala comandi.
«Ti fai
raggirare da cinque mocciosi...ma insomma!!» gridò
Violetta scuotendola per le spalle «Che diavolo ti
è
successo?! Che ne è stato della tua antica stoffa da
educatrice
intransigente!!»...«E’ finita in fondo a
un
crepaccio...
...assieme al mio collega...
...assieme a mio
marito...o per meglio dire l’uomo che amavo, la mia
gioventù, TUTTI I MIEI SOGNI!!» ma
l’altra la
afferrò per il polso «A uccidere il tuo caro
marito...
...è stata
l’inesperienza di tua figlia, e la tua negligenza come
madre!»...«No, non dire questo!» gemeva
Asanuma, ma
Violetta insisteva «Sì invece!!»
fissandola con
occhi dilatati e penetranti da intimorirla «Eri una donna
rispettabile!...
...ma un giorno
qualunque ti sei andata a dar
via!»...«No!»...«Sì,
come no! Hai
offerto al tuo corpo alla più deprecabile feccia digitale!
Un
Digimon malvagio, IceDevimon! Con lui hai messo le CORNA a tuo
marito!!» L’insegnante scoppiò in pianto
disperato,
e Violetta inveì «Nel crepaccio è
precipitato
perché gli pesavano troppo!!!»
La donna si
accasciò sul pannello di controllo, gridando a gran voce
«E’ STATO UN ERRORE!! MI SENTIVO TANTO SOLA!! E
TANTO
DISPERATA!!»...«Oh sì, questa
l’ho già
sentita, è quello che ripetono tutte le donne di mezza
età frustrate come te Nami ma sta di fatto che non
è
una...
...buona...giustificazione! Credi forse alle parole di quei mocciosi?!
EHI VOI BAMBINI TANTO LO SO CHE SIETE QUI NASCOSTI, SE VOGLIO VI TROVO
UNO PER UNO!»
I piccoli tremavano sotto i pannelli tecnologici.
E Violetta si scostava
i suoi riccioli «...questi sciocchi vogliono solo mangiare...
...desiderano che
qualcuno li aiuti a fuggire, e hanno identificato te perché
ora
non vedono altro che il fantasma della loro vecchia e arcigna
digi-maestra in ogni dove! Dì la
verità...»
avvicinandosi all’altra e afferrandola bruscamente per gli
abiti
«...tu credi davvero che là a Digiworld possa
aspettarti
qualcuno?! Uhmuhmuhm, ma Digiworld ormai è solo polvere...
...il D-Reaper lo
starà lentamente consumando, ma sono comunque sicura che
anche
in sua assenza nessuno si sarebbe mai preoccupato di attendere il tuo
arrivo. E sai perché? Perché i Digimon...sono
creature
candide! Fatte su misura per le leggiadre domatrici come me...non per
le...
...cagne in calore
travestite da insegnanti! Che di giorno fanno le virtuose a scuola e di
notte si passano un diavolo ghiacciato nel loro
letto!!!»...«Ahhh!!!» Asanuma si
portò le mani
alle orecchie, ma Violetta si piegava su di lei e gridava
più
forte «Moglie infedele!! Il tuo austero abito è
macchiato
dal sangue di tuo marito, ed è per colpa tua se ora tua
figlia
è digievoluta in un mostro!!!...
...ma questo mostro...
...uhmuhmuhmuhm!
Fortuna vuole che sia estremamente utile a me. Il male si ritorce
sempre contro i malvagi, ormai questa è una vecchia legge.
Pensa
che la tua piccola e insopportabile Akiko...» descriveva
mentre
iniziava ad armeggiare sulla pulsantiera «...è
dotata di
un apparato tecnologico estremamente futuristico, fornito addirittura
di un sistema...in grado di creare illusioni!» Asanuma si
volse
attonita «Che cosa vuoi fare...?»...«Oh!
Non farti
sentire ancora giovane e bella, in questo neanche
l’incantesimo
più avanzato potrebbe riuscire!...
...nnno! Grazie a tua
figlia voglio...regalare un...bel sogno a un Digimon, prima di
eliminarlo definitivamente. Mmm...dov’è il
pulsante? Ah,
è qui...
...ihmf!...
...alla polizia si sono rivelati dei veri buoni a nulla!!...
...grazie a loro sono
passati giorni, e il maledetto amico pennuto della tua alunna
è
ancora tutto intero! Bene! Ci penserò io a mutilarlo come
volevano fare in origine i suoi dooolci, e teneri domatori! Ma egli
riuscì a salvarsi grazie al sacrificio di un...orsacchiotto!
Mwahahahahahahahahaha, ahahahahahahahah!!!»
Asanuma fissava impaurita quegli occhi più determinati che
mai...
Il paio di occhialoni
da domatore era posato sulla scrivania accanto al pupazzo di Agumon.
Vicino c’era la scatola appena aperta di un abito elegante, e
la
brezza dalla finestra faceva volare la plastica strappata (canzone: Taylor
Swift - Back to December (acoustic) )
“Ci
siamo...” pensava quel ragazzo riflesso nello specchio mentre
si
provava il vestito da sposo “...domani è il 1
agosto.
Domani è il gran giorno. Domani...
...io sarò il marito di una Digimon.”
Takato respirava
profondamente, e chiudeva i suoi occhi “E’ quasi
ironico
pensare che questa data così significativa sarà
quella
che determinerà la mia vita. Evidentemente era il mio
destino...
...mi sposo con
Cindermon...” passandosi le dita nella cravatta “Da
domani
inizierà il mio cammino per essere un uomo come tutti. Come
mio
padre avrò al fianco una moglie buona e
premurosa...raccoglierò le redini del panificio di
famiglia...
...forse avrò dei figli...
...io e la mia Digimon
condivideremo giorno dopo giorno ciò che ci offre il futuro.
E
sfoglieremo la nostra vita come le pagine di un album fotografico.
Tutto questo...è qualcosa di molto dolce...”
pensò
regalando un dolce sorriso alla sua immagine riflessa, per poi avanzare
nella sua stanza “In queste ore dovrei sentirmi felice, e il
mio
cuore dovrebbe palpitare di emozione come non ha mai fatto. Ma certo:
ogni uomo è felice alla vigilia del suo matrimonio...
...eppure
ancora...!!...” raccogliendo quei vecchi occhialoni, e
rivolgendo
alla finestra uno sguardo di pena “...un grido di quel
bambino
dentro di me sembra chiedermi di fermarmi! La voce di quegli anni,
nonostante tutto, sembra ancora cercare un’ultima emozione...
...un ultimo palpito...
...un ultimo tuffo nel
pericolo, per la conquista del futuro sognato! E di un...amore
autentico...”
Ma poi abbassò
quegli occhiali “Però non devo ascoltarlo...non
posso
ascoltare la voce che grida in me, altrimenti non crescerò
mai.
E tanti altri soffriranno a causa dei miei sentimenti.”
...e scelse di riporli in un cassetto, per poi riordinare la sua stanza.
Leaf lo spiava dallo
spiraglio della porta “Takato, amico mio...caro compagno di
giochi. E’ arrivato il tuo giorno più bello! Ma
nei tuoi
occhi leggo ancora quella tristezza. La stessa...di quando
scoppiò un temporale, e la pioggia portò via la
vernice
con cui cercavi di nascondermi, grande e imponente com’ero!
Ma
oggi, dopo dieci anni...sono solo un nanetto con sembianze umane. E
come allora non ho parole per aiutarti. Eh sì,
perché la
ragazza che sposi...è la stessa Digimon che amo io! Vorrei
tanto
gridarti di seguire il tuo cuore...
...e di prendermi per
mano come un tempo, per andare a salvare Jeri. La tua Jeri che hai
sempre amato, e che forse ami ancora. Ma come faccio a esser certo che
parlerei per il tuo bene? E se in realtà lo facessi solo per
non
perdere l’amore della mia vita?! Questo dubbio...cuce la mia
bocca come quella di Arkanomon: se per salvare la mia
felicità
compromettessi il tuo futuro...allora sì che non potrei mai
perdonarmelo. Perché io Takato, anche se non posso
svelartelo...”
...mentre Takato si
volgeva, ed i loro occhi si incontravano da un lato all’altro
dello spiraglio...
“...sono il tuo primo Digimon.”
Presso la tomba di una
ragazza di sedici anni si allungavano due ombre: quella di una creatura
alta avvolta in una giacca, e quella di una ragazza che si nascondeva
dietro occhiali da sole e un velo attorno alla testa «Allora,
il
patto è questo: quando domani tutti saranno distratti dalla
cerimonia...» mormorava lei «...io e te
utilizzeremo questa
chiave, e ci introdurremo all’interno di Arkanomon.»
Lui si chinava a
disporre con cura i fiori, replicando un convinto «Ho capito,
Jeri!»...«Beelzemon...sei davvero disposto a
farlo?»
domandava lei sfiorandolo con premura, e il Digimon ammetteva
«Ti
ho promesso che ti avrei seguita ovunque. Sono il tuo Digimon. Tu
piuttosto...
...sei sicura che vuoi
andare lì da sola, senza l’appoggio dei tuoi
amici...e di
tuo fratello?» ma lei si accomodava gli occhiali
«Non sarei
sola perché ci saresti tu. E poi...» smarrendo gli
occhi
tra gli alberi del cimitero «...vorrei che tu capissi che
io...ho
bisogno...di fare una volta tanto qualcosa per gli altri! Per chi mi ha
amato nonostante i miei difetti, e si è sempre buttato a
salvarmi incurante del pericolo. Domani...
...Takato si sposa con
Cindermon...» mormorò con la voce che le moriva,
mentre il
Digimon si accostava a lei per sostenerla.
Jeri continuava
«...ormai mi sono arresa ad averlo perso per sempre...ma non
voglio uscire di scena senza avergli lasciato qualcosa di me. Io domani
non sarò presente alla cerimonia, ma il mio regalo di nozze
sarà...
...un futuro libero
dal D-Reaper, perché io sconfiggerò
Violetta.»
volgendosi verso di lui in una timida supplica «...s-se tu mi
aiuterai.»...«La mia forza digitale...è
a tua
disposizione.» promise Beelzemon.
Jeri a quel punto si
chinò sulla tomba, adagiando un fiore tra quelli donati dal
Digimon «Un fiore bianco...come la tua purezza, Akemi. Come
quella purezza di cui parlavano i cartoni che entrambe guardavamo. Noi
due siamo state tanto diverse...
...e f-finché
sei stata in vita...non siamo riuscite ad essere amiche! Solo ora mi
rendo conto di cosa mi sono persa...però...spero di
ritrovare un
pezzo di te in quel Digimon...
...che tu amavi tanto,
e che così generosamente mi hai lasciato, benché
io non
l’abbia mai meritato. Mi permetto di parlarti come ad una
compagna per chiederti...
...il coraggio
necessario per l’atto più estremo che abbia mai
compiuto
come domatrice: gettarmi di proposito nei meandri del mio incubo
peggiore, il D-Reaper! E lì...combattere fino al mio ultimo
fiato la nemica dei Digimon. Se tu vorrai vinceremo!
Domani...è
il tuo giorno.» soffiandole un bacio, e carezzando la foto di
quella giovane con gli occhiali.
Beelzemon la
aiutò ad alzarsi e chiese «Andiamo alla tomba di
tuo
padre?»...«Sì...Masahiko e mia madre ci
stanno
aspettando.» sicché lui allungò la
mano, e lei gli
si mise sottobraccio.
Si allontanarono tra
le lapidi, mentre lui la aiutava in quel suo incedere claudicante (fine-canzone)
Leaf discendeva le
scale di casa Matsuki, bisbigliando fra sè «Mi
è
venuto...un certo languorino. Forse saranno tutti questi pensieri.
Chissà se è rimasto qualcosa in cucina.
Oh?» ma
prima che potesse dedicarsi al cibo, la sua attenzione fu attratta da
un uomo seduto presso il tavolo, che si passava le mani sul volto.
Come al solito il
rapper fece timido ingresso «...che le succede, signor
Matsuki?
S-Si sente poco bene, posso fare qualcosa per lei?» ma
Takehiro
lo scrutò con un sorriso «Grazie...sei sempre
così
servizievole: temo che mia moglie ti abbia formato in questo
modo.» Leaf rise «Uhmuhmuhm, ma no, guardi che io
sono
così di natura! Lo faccio con tutte le persone a cui voglio
bene.»
Il panettiere gli
riaccomodò la maglietta «Ahah...hai sempre il
colletto
storto, come fai a conquistare le ragazze con quest’aria
trasandata, eh? Scherzo...
...ti sono grato, ti
sei affezionato a noi anche se eravamo perfetti estranei per
te.»...«Lei si sbaglia...io è come se vi
conoscessi
da sempre.»...«E’ proprio questa la cosa
sorprendente!» replicava l’uomo a voce sommessa,
fra
sospiri aggravati «Sembra davvero che tu conosca ogni
angolo...più luminoso o più buio della nostra
esistenza.»...«Conoscere qualcuno è
sempre una
fortuna, anche nei suoi angoli più buii.»
enunciò
il rapper, e Takehiro sorrise malinconico «E’
un’altra cosa che vi dite fra voi rapper? Forse dovrei
ascoltare
di più il vostro genere musicale, magari mi aiuterebbe a
essere
un uomo migliore.»...«Lei dovrebbe ascoltare di
più
il suo cuore.»...«Come?»...«Ma
certo. Tutti noi
dovremmo seguire il cuore e dare meno retta alla
paura...»...«Però lo sai, è
strano avere
paura di qualcosa che hai desiderato con tutte le tue forze per tanti
anni.»...«Perché strano?»
replicava Leaf con
quella consueta, naturale alzata di spalle «Tutti
cambiamo.»...«Ma io pensavo di aver visto ormai
tutto nella
vita. Mi credevo un uomo esperto, navigato, eppure...
...tutto quello che
è successo in questo...seppur breve periodo sembra esser
bastato
per tutta la vita. Sono riapparsi i Digimon...
...ho conosciuto mio
figlio...il mio secondogenito...Nakao...nato dalla follia di una
notte.»...«Una
follia...d’amore?»
Takehiro scrutò
Leaf con un paterno sorriso, passandogli la mano sui capelli cortissimi
«Forse una follia e basta. Ma quel che è certo
è
che “amore”...è quello che sento per
lui, assieme a
tutta...la tenerezza, e l’istinto protettivo tipico di un
padre!
Anche se lui è un...
...fantasma...»
pronunciò con tono incorporeo «...ormai mi sono
rassegnato, anche se mi sarebbe piaciuto vedere entrambi i miei figli
crescere per mano.»...«Lei vuole ancora bene a
Takato come
un tempo. Vero?»...«...uh? A quale tempo ti
riferisci?»...«A quando...
...lui era...
...dell’età che ha ora
Nakao.»...«...a quel
tempo sembrava tutto più facile...
...persino
volare.»...«Si può ancora
volare!»...«Uhm, ma adesso persino i Digimon non
volano
più! Hanno i loro problemi, quando all’epoca
sembravano
venirci a portare la spensieratezza.»...«Ma se voi
crederete ancora in noi...
...CIOE’! Nei
Digimon...ancora potrà essere possibile quello splendido
miracolo! Perché dice che ora i Digimon non volano
più,
signor Matsuki?»...«A te posso confidarlo...
...sono un po’
in pena per la ragazza che vive con noi, quella che mia moglie chiama
Cynthia ma che in realtà sappiamo bene chiamarsi Cindermon.
Ed
essere una Digimon!»...«Ma Cindermon...è
la
fidanzata di suo figlio!!»...«Questo lo so fin
troppo
bene.»...«...p-perché dice che
è preoccupato
per lei...?» balbettò incredulo il rapper.
Quando presso la
stanza al piano superiore «Cind, che
cos’hai...?»
chiedeva Diamon sedendosi di fronte alla sorella «Hai
l’espressione turbata! Sei nervosa perché viene
papà?»
«Tutt’altro!» mugolò Cindermon
«...mi fa
piacere vederlo, e stavo in pena nel saperlo lì solo mentre
a
Digiworld imperversa il D-Reaper!»...«A quello
anch’io, non c’è ombra di dubbio! Avevo
giorno e
notte il cuore a farmi tum----tum----tum tanto che a momento lo sentiva
pure il mio Kazu, e non riusciva a
dormire!»...«Beata te
Diamon...la storia fra te e tuo marito sì che assomiglia a
una
favola!»
L’altra
sgranò i suoi splendidi occhi verdi «Ma Cind...tra
poco
anche tu sarai sposata come me! Sarai la moglie del terrestre che
ami!!»...«Sì, è
vero!!» gemette la
ragazza digitale, e Diamon «Allora cos’è
quel
broncio? No! Aspetta...non dirmelo: c’è un altro?
Cind,
c’è un altro?!!»...«Pfff,
zittaaaAAA! Ma nooo,
quale altro Diamooon! Dai! I-Io sono...» balzando in piedi e
camminando per la stanza, mentre sbuffava «...PEEERSA
completamente dietro a Takato, sono pazza di lui!»
«E allora?!...come si suol dire.»
Cindermon si volse di
scatto «E allora non è come pensavo che
fosse!!»
«Ma come...
...ci siamo anche
incontrate alla boutique, quando tua suocera...cioè, EHM
EHM! La
signora Matsuki ti faceva provare il vestito da sposa. Io e Guardromon
stavamo facendo la spesa, a lui lo avevo vestito con una maglietta di
Kazu da piccolo e andavo dicendo che era il mio bambino. Quando ti
abbiamo vista...non sapevamo se fosse una splendida modella, un
fantasma venuto da un altro mondo...oppure proprio tu,
Cind!»...«Uhmf, avreste dovuto guardare qualche
metro
più avanti...
...Jeri Katou forse
aveva la stessa impressione.» Diamon balzò in
piedi
«Cosa?! E adeeesso me lo dici?!! Quella pazza criminale vi
sta
forse perseguitando? Dì la verità, sta cercando
di
rovinarvi la cerimonia!» ma Cindermon ribatté
«Non
è così! Ha fatto di tutto per non mostrarsi, io
l’ho vista...
...perché ho
cento occhi. Compreso uno per notare che, anche se indossava occhiali
da sole, i suoi occhi non erano più astiosi e malvagi come
un
tempo. Come dirtelo, Diamon...sembra un congedo!»
«Forse ha capito
che fra te e Takato...»...«Bene! Mi compiaccio! Che
fra me
e Takato cosa? Che non c’è assolutamente niente
perché lui continua ad amare
lei!»...«Cind!!!»
le andò vicina la sorella, prendendole le mani
«Non devi
dire queste cose. Takato ha promesso che ti vorrà
bene!»...«...LO SO Diamon credimi, lo so! Non
è lui
il problema, lui è sincero!! Sono io! Io...
...ahhh, sarà
che sono fatta male!» passandosi le mani sul ciuffo
«Ma non
riesco a togliermi dalla testa la frase che ho sentito da Himi, quando
l’altro giorno sono passata da Rika e c’era anche
lei.
E’ la frase di un vecchio film terrestre, e dice che non si
può fare la propria felicità
sull’infelicità
degli altri, ebbene è quello che penso!»
volgendosi verso
la stupita sorella e confessando «Io sono fatta
così...(canzone: Gigi
D'Alessio - Dentro un cinema (strumentale) )
...non riesco a
godermi la festa se vedo quegli occhi in pena carezzare il mio vestito
da sposa come un rimpianto...
...e se vedo Takato
che mi sorride davanti, ma poi si gira e il suo sguardo si riempie di
tristezza e di lacrime, per il passato che sta per lasciare! Forse
è perché sono stupida! Forse perché
troppo
sensibile! Forse perché sono una Digimon: la signora mi dice
che
non devo assolutamente pensarci e tirare dritta per la mia strada, ma
ormai quella è fissata!! Vuole solo che ci sposiamo e non
vede
nient’altro!!»...«E
tu...sorellina?»...«Io
cosa?»...«Tu...
...non vuoi sposarti con Takato?»
Gli occhi della
Digimon si riempirono di commozione «...la mia parte di
ragazza
lo vuole...
...ma per colpa di
papà, noi due siamo per metà delle Digimon!!
Adesso mi
sente quando viene qui, grazie al suo...bel contributo...!!»
tornando a sedersi pesantemente su quel cumulo di cuscini
«...mi
ritrovo con un cuore fatto di dati che non riesce a darsi pace nel
dubbio che il mio domatore scelga un futuro infelice! E che io ne sia
l’artefice!! Noi dovremmo esortare i ragazzi a credere fino
all’ultimo nei loro sogni...
...e a lottare...per
imprese difficili, come un amore impossibile, per così dire!
Mi
sento lacerata...» ammetteva sconsolatamente, scuotendo il
capo
«...la mia parte umana mi dice...sposati, ma la mia parte da
Digimon dice...
...scappa col primo
che incontri, un musicista, un attore, un rapper! Monta su un motorino
e non farti più vedere, sparisci tu e stanno meglio
tutti!!»...«Rapper?!! Cindermon, hai detto
rapper?!»...«S-Sì...perché,
che
c’è di strano?»...«Qua in
questa casa vive un
rapper...
...e adesso che ci
penso...lui non fa che ronzarti attorno con tutta l’aria di
chi
è molto interessato alla Digimon che mi è di
fronte...!!!»...«Beh, mi fa piacere per lui. CI FA
UN
GROSSO AFFARE, SE NON SI FA AVANTI!»...«Tu vorresti
che lui
si proponesse a te???» chiedeva Diamon sempre più
sbalordita, e lei «Ah, io non so più quello che
voglio, in
questo momento sono completamente in tilt! P-Però...
...se solo anche uno
come un quel tipo bizzarro si fosse fatto venire un po’ di
coraggio forse mi avrebbe sgravato la coscienza! In questo modo non si
sarebbe posto il problema, rimossa la pietra dello scandalo
CIOE’
IOOO...tutto risolto: Takato non si sposa...
...pfff...e la mia
parte umana prende la stangata più grande della sua vita, ma
almeno la Digimon è felice e serena. Ribadisco il concetto:
CHE
INGRATO COMPITO E’ IL MIO!...
...ah...dimenticavo.» lanciando una busta di confetti tra le
mani
della sorella «Ohp!» e descrivendola con tono grave
«LA BOMBONIERA...!!!»
«G-Grazie!» fece l’un po’
dubbiosa Diamon
oscillandola vicino al suo orecchio per sentire se faceva rumore.
«Signora
Wong...» pronunciava timidamente Lopmon «...lei
è
rimasta la mia ultima speranza. Lei che è una madre forse
riesce
a capire cosa sta succedendo alla mia Suzie! E’ diversa da
solito, e resta lunghe ore in silenzio rifiutandosi di confidarsi con
me. Io temo che di questo passo perderemo il bel rapporto che avevamo
creato...e ci allontaneremo sempre di più: io non lo voglio,
dopo tutto quello che abbiamo passato!»
Mayumi Wong, dallo
sguardo amabile celato dietro i suoi occhiali, la sfiorava in una
carezza «Piccola Lopmon, vedi...
...quello che forse Suzie non ti ha detto è...»
Ma prima che potesse
continuare, la coniglietta si sentì abbracciata alle spalle
con
immenso affetto «Perdonami...amica mia.»
«Suzie...!» esclamò la madre.
La ragazza, dai
capelli raccolti in una coda, stringeva la sua Digimon e versava
lacrime «E’ colpa della mia vigliaccheria se sono
nati in
te timori che non potrebbero essere più infondati. Vieni,
andiamo in camera mia a parlare come facevamo un tempo. Ognuno deve
affrontare le sue scelte.»
Lopmon rimase incredula...
...e una volta che
Suzie la adagiò sul suo letto «Suzie! Ma che
cos’è questa
valigia?»...«Quella con cui
porterò le mie poche cose. Lopmon, io...
...ho deciso di
ritirarmi a vivere in
convento.»...«Cosa?!!»
sobbalzò la Digimon.
E la giovane
«Perdonami per non avertene parlato prima!! Non avevo il
coraggio!! Temevo che una volta che te l’avessi detto...ti
saresti sentita abbandonata, ma non sarebbe così! Io ti
resterei
vicina...
...sempre, solo che mi
sono sentita...chiamare...»...«Chiamare...? E da
chi?!» domandava la spiazzata Digimon dagli occhi umidi.
Suzie si aggrappava
alle tende della sua stanza, rivolgendo sguardo verso l’alto
«Da quel Dio che ha chiamato anche Akemi...
...Lopmon...tu non hai
mai avuto un modello? Una Digimon alla quale avresti voluto
assomigliare...in tutto e per tutto?»
«Io...»
rispose con voce rotta dal pianto «...sarei voluta essere
come
Renamon: una Digimon coraggiosa! Ma allo stesso tempo una moglie
amabile.»...«E per me è lo stesso! Io
sento il
bisogno di ripercorrere i suoi passi...
...sentire
l’odore del luogo in cui ha vissuto, e proteggere i miei cari
da
quelle mura antiche visto che...non riesco a farlo dal mondo
esterno!»
«E’ forse
colpa mia?! Sono una guerriera troppo debole, non riesco a darti
abbastanza potere...?»...«Tutt’altro...
...tu sei una Digimon
formidabile...ma io non sono una domatrice altrettanto abile, dobbiamo
ammettere l’evidenza.»...«Suzie, ma io ho
un altro
sospetto! Non sarà che questa è solo una scusa
per
fuggire...in quanto temi che il tuo amore per Mako non sarà
mai
corrisposto?!»
Suzie sedette sul
letto ed ammise rigidamente «Non si tratta di un timore ma di
una
realtà: Mako non mi ama...
...e a dispetto delle
dicerie della gioventù...io sono più che certa
che non
potrei mai amare altri ragazzi. Preferisco seguire il cammino che ha
scelto sua sorella!» alzandosi con scatto deciso.
Ma poi volgendosi come
rimpianto «...sarebbe troppo chiederti di essere di essere la
Digimon...di una suora?» ma Lopmon le si gettò tra
le
braccia «OH SUZIE!!! Tutto, basta che non mi
abbandoni!!!»
e la ragazza la strinse forte «Facciamoci l’ultimo
pianto a
squarciagola!!! Da domani, primo agosto...io consegnerò le
mie
lacrime a Dio...»
I loro singhiozzi
riempirono la stanza, come la bandiera di un’amicizia eterna
che
vola sopra le scelte della vita (fine-canzone)
«Cerca di star
fermo, Sandmon!» supplicava Mako, di fronte allo specchio con
il
suo Digimon «Lascia che ti pettini i
capelli!»...«Hai
spruzzato un po’ di profumo,
Mako?»...«Pfff...sono
corso a comprarlo con dei soldi, in teoria, destinati alla
beneficienza! Per fortuna che Madre Katsumi è generosa:
quando
ha saputo chi ti aveva convocato, ha scassinato la cassetta delle
offerte!»...«Ma secondo te cosa vorrà un
Supremo da
me? Mica processarmi per i miei crimini
passati??»...«Non
dire sciocchezze...» stemperava il ragazzo
«...abbiamo
incontrato i Supremi a Digiworld, e ci hanno offerto pieno appoggio.
Poi Zhuquiaomon è noto per essere giusto e saggio.»
Il nome del Supremo
contraeva di dubbio quei lineamenti di sabbia «Cosa ho a che
fare
io con quel Supremo...?»...«Smettila di
preoccuparti: dove
mi hai detto che è
l’appuntamento?»...«P-Presso la villa in
vendita, ai
confini della città! Ora non c’è
nessuno, hanno
sospeso le vendite perché temono possa allagarsi di
D-Reaper!
Quel posto dà i brividi...»...«Non
preoccuparti, io
verrò con te! Sono il tuo domatore, e un’udienza
privata
con i Supremi è sempre stata il mio
sogno!»...«Mio
figlio Gravemon ha trascorso qualche notte lì...
...è stato tra quelle mura che gli è sembrato di
vederla...ma...
...temo che anche i
sogni di un Digimon d’argilla siano come quelli di un bambino
vero: intangibili...» (canzone: Laura Pausini - Mi
dispiace (strumentale) )
Mako nel frattempo si
affacciava alla finestra, e meditava “Che ne sarà
di
noi...? Il D-Reaper è sempre più vicino, e se si
riversa
nel convento le sue fondamenta cederanno: è un peccato che
un
programma di cancellazione per computer debba corrodere mura
così antiche e piene di storia...
...fra cui anche la
storia della tua crescita, sorellina. E del tuo sogno d’amore
mai
realizzato per Beelzemon...” abbassando il suo sguardo
insicuro,
ed aggiustandosi gli occhiali con gesto distinto...
Beelzemon riunì
tra le braccia i membri di quella famiglia al cimitero
«Coraggio,
andiamo a casa.» ma ad un tratto si udì una voce
«Aspettate!»
Il Digimon si volse,
ed incrociò gli occhi afflitti di un uomo con i baffi
«Ti
ho visto portar fiori alla tomba di mia figlia.»
«Lei...»...«Avrei bisogno di parlarti,
Beelzemon!» supplicò l’uomo
«Lo immagino,
avrai fretta! Però ti assicuro che...è molto
importante!»
Il guerriero si volse
verso chi l’aveva accompagnato, ma la sua domatrice mosse un
passo ed adagiò la mano sulla sua spalla «Fa come
ti dice:
è il padre dei tuoi domatori.»...«Jeri,
ma
voi...»...«Noi torniamo a casa da soli: vedrai,
nessuno mi
riconoscerà.» replicò la giovane
accomodandosi il
velo e gli occhiali da sole «Ti aspettiamo,
d’accordo?» chiese con voce velata, che sembrava
celare una
profonda complicità instauratasi tra i due in quei pochi
giorni.
Lo stesso confermò il gesto impercettibile con cui Beelzemon
assentì. Jeri si accostò dunque al suo fratellino
e alla
matrigna, la quale disse «Vieni cara, appoggiati a
me.»...«Grazie
mamma.»...«Papà è
stato di certo contento della nostra visita. Lo sento!»
furono le
parole di Puppet, cioè Masahiko.
Jeri scrutò
Beelzemon con la coda dell’occhio prima di congedarsi,
lasciandolo col signor Ayami «Non mi tenga sulle
spine...è
successo qualcosa a Mako? Se ha bisogno di me io corro in suo soccorso!
Non era mia intenzione abbandonarlo, ma gli eventi mi hanno
costretto!»...«Non temere, Beelzemon. Mio figlio
è
al sicuro, almeno...credo.»
Il Digimon
restò allibito «Come sarebbe
“credo”?!»...«Non lo sai...?
Mako non vive
più a casa con me. Non ci parliamo dal giorno in cui hanno
messo
la legge contro di voi e...
...la colpa è
mia. Io l’ho cacciato di casa assieme a Sandmon. Ero
indignato
per ciò che dicevano in tv di te e...lo ritenevo una
mancanza di
rispetto verso Akemi!» ma alle sue parole si sovrapponeva il
sussurro sconvolto del Digimon «...cacciato...di
casa?!!»...«Ma adesso ti assicuro che sono
pentito!!
E’ stata la mia ennesima botta di testa: la verità
è che da quando mia figlia si è ammalata...e
soprattutto
ora che non c’è più...
...io perdo i colpi,
vado alla deriva! La disperazione mi comanda come uno schiavo, tanto
che finisco per prendermela con coloro che amo, come i miei figli!
O...come mia moglie. Che adesso mi ha dato un ultimatum: dice che vuole
divorziare, che la vita al mio fianco è un inferno! E se non
convincerò suo figlio a tornare a casa, sarà lei
ad
andarsene da domani, e stavolta per
sempre!»...«DIVORZIARE...?!» scandiva
Beelzemon con
rabbia «...ah, non posso crederci, è troppo comico
o
troppo tragico perché sia vero! Volete infrangere la vostra
famiglia?!! Dopo tutto il cammino di gioie e dolori che vi ha
accomunato?!!»...«N-Non urlare, per
caritààà...ti possono sentire e se ti
accade
qualcosa mio figlio non lo sopporterà! Ha già
avuto tanti
dolori per la sua età così
giovane.»...«Ma a
quanto pare non vogliamo risparmiargli il divorzio dei suoi genitori!
Certo che voi terrestri siete incorregibili, anche noi Digimon
sbagliamo ma almeno noi cerchiamo di rimediare!! E invece no, voi
insistete e insistete, non contenti fino ad aver fatto terra bruciata
del vostro mondo!! E dei vostri
ricordi...»...«Forse ci
descrivi in modo giusto. Tu ci conosci. E come Cristo ha preso su di se
i peccati degli uomini...
...quelli di casa
nostra si sono riversati su di te.»...«Ora
non...metta di
mezzo la religione per farla più poetica, abbiamo un
problema
concreto da risolvere!! Perché se crede che
rimarrò con
le mani in mano si sbaglia, io non vi permetterò mai di
divorziare, capito?! Mai!! Dovrete passare sul mio cadavere...prima di
infliggere alla memoria di Akemi un simile oltraggio: lei avrebbe
voluto veder tutti uniti...ma a volte credo che le uniche orecchie tese
alle sue ultime parole fossero le
mie!»...«A-Anch’io
vorrei che mia figlia fosse felice da lassù!! Ma mia moglie
è irremovibile e io...non sono sicuro di riuscire a
comprendermi
con mio figlio!!»...«Beh, sarà meglio
che stavolta
si impegni, lo dico per il suo bene!!»...«Ti
assicuro...che
farò tutto il possibile.» disse l’uomo
aggrappandosi
alla giacca dell’altro «Ma tu ti prego! Mentre io
mi reco
in convento a esortarlo...tu parla con mia moglie! Chiedile di
concedermi un po’ di tempo, dille di credere alle mie
promesse!
Lei pensa che siano tutte parole!!»...«Chi mai
potrebbe
biasimarla?»...«Nessuno...
...ma tu potresti
convincerla ad aprire il suo cuore: tu sei un Digimon...e lei
penserà che per mezzo di te sia Akemi a parlare!»
Beelzemon
smarrì gli occhi nel cielo d’estate,
compì qualche
passo tra le lapidi dopodiché mormorò
«...d’accordo...
...accetto di andare a
casa sua, anche se è pericoloso e possono vedermi...
...parlerò con
sua moglie, cercherò di evitare il divorzio. Però
la
avverto che questa è l’ultima volta: noi non
facciamo da
mediatori familiari...
...noi abbiamo bisogno di garanzie quanto voi.»
«Che il cielo te
ne renda merito...e perdoni i miei peccati di padre.»
«Io voglio
dividere la mia vita con te. Desidero che tu diventi mia
moglie.»
...mentre una mano di
petali apriva lentamente un cofanetto, che rivelava un diadema
splendente ornato dal simbolo di un cuore verde «Vuoi
sposarmi
Muskmon? Vogliamo formare una famiglia insieme?» chiedeva con
voce timida Gargomon, carezzandole il viso con le sue zampe a
mitragliatore.
Gli occhi
dell’incantevole Digimon dai capelli scuri si riempivano di
lacrime, mentre indossava il diadema che lui le aveva regalato.
Lopmon li osservava commossa da dietro la porta...
«E’ un
sì?» chiedeva il grassoccio coniglio, mentre
Muskmon gli
carezzava il paffuto volto «Sì...! Sì,
amore
mio!!»...«Vieni qui, piccola...» e i due
scivolavano
in un tenero abbraccio nel soggiorno di casa Wong.
Lopmon pensava “Tanti auguri, caro amico...
...finalmente è
venuto anche per te il momento di farti una famiglia. Mentre a me non
rimane che chiudermi in cucina, visto che nessuno vorrà mai
assaggiare quello che preparo! Ciò che più mi
dispiace
è che il mio infausto destino in amore si sia riversato
sulla
mia domatrice: Suzie vuole chiudersi in convento...e adesso temo che
perderò anche lei! Resterò sola, non ci
sarà
più nessuno per me! Il gelo di quei giorni interminabili
alla
guardia di Suzakomon sta per riaffacciarsi sulla mia vita. E temo che
quello sarà il mio destino per tutta la vita.”
dileguandosi nel buio corridoio, per celare le sue lacrime.
Dopo un’ultima
carezza Gargomon congedò la sua fidanzata, e si diresse
verso un
ragazzo dai capelli scuri e gli occhiali «Henry, Muskmon ha
detto
di sì: mi sposo!»
Costui lo
guardò con tanto amore, e gli adagiò un bacino
sulla
fronte «Auguri di tanta felicità...mio grande, e
insostituibile amico.» Da quelle parole composte, scivolarono
presto in un commosso e intenso abbraccio «A-Aspetta! Benji
ti
chiama!»...«Molto presto avrà dei
piccoli cuginetti
digitali con cui giocare!» scherzò Henry sfilando
gli
occhiali e asciugandosi le lacrime.
Una volta che il
ragazzo si fu allontanato, Gargomon avanzò presso il
finestrone
a contemplare la città. Una mano si adagiò sulla
sua
spalla «Signor
Wong...»...«Congratulazioni e auguri
per il tuo futuro. Ripensavo al giorno in cui regalai a mio figlio quel
videogioco. Chi l’avrebbe pensato che al suo interno avrebbe
conosciuto te? Che lungo cammino il
nostro.»...«Signor
Wong, mi dica, ma è vero che Suzie vuole farsi
suora?»
L’uomo
sospirò «Sì. Io e mia moglie...non
vogliamo opporci
se questa è la sua volontà. Però ti
confesso che
ci manca pensare di non averla più a casa, a colorare i
nostri
giorni con la sua allegria. Cominciamo a invecchiare. I figli e i loro
Digimon si avviano sul loro cammino. E a noi genitori non resta che
contemplare la vita da una finestra come questa.»
«Non dica
così.» si introdusse la delicata voce di Muskmon
«Noi ci saremo sempre...per voi che ci avete tanto
aiutato.»...«...oh, ti ringrazio
Muskmon.»
replicò Janyu Wong accostando a se con gesto paterno quella
creatura legata a lui da incerta parentela, ma da sicuri circoli
d’affetto.
Il D-Reaper aleggiava
tra i palazzi sotto di loro, come se neanche un minuto fosse passato di
quel lungo cammino (fine-canzone)
«Pensavo di
parlarne con te perché forse...essendo una donna...puoi
darmi
qualche dritta, io mi sento smarrita!» erano le parole con
cui
Rea sedeva accanto a Rika, presso il tavolo a casa di
quest’ultima «A tua disposizione, dalla premessa
sembra
allettante! Serviti pure, abbiamo anche i biscotti: fatti da me,
così se il discorso prende una brutta piega possiamo
scegliere
di suicidarci.»...«Credimi, non so dove sbattere la
testa!»...«Hai detto che ti senti smarrita? Ma per
te
dovrebbe essere cosa da poco, da quanto ho capito ti è
successo
anche al campeggio e...te la sei cavata
egregiamente!»...«E’ proprio di questo
che volevo
parlarti, Rika!!...
...è qualcosa
che è partito da quel giorno o...per meglio dire...dalla
notte
che abbiamo trascorso lì...»
Rika allungava la mano
verso un biscotto, e si preparava ad ascoltare celando un lieve sorriso.
Dallo spiraglio della
porta spuntavano però un ragazzo dalle orecchie a punta e
una
giovane bionda «Hai sentito
sorellina?»...«Il tutto
profuma di intrighi d’amore.»...«Non
possiamo
avvicinarci per sentire meglio?»
Ma alla loro spalle
comparve la loro madre dorata «Figlioli: non...vorrei dire ma
ha
tutta l’aria di una confidenza personale. Non credete sia il
caso
di rispettare la loro privacy...?»
Aladynmon si
accostò a lei, bisbigliando «Mamma, la penso come
te. Ma
è l’unico modo che ho trovato per distrarre mia
sorella
dal pensiero di Starshipmon!»
Renamon chinò il capo, riconoscendo che suo figlio aveva
ragione.
Rika si interessò «Sputa il rospo...
...c’è
qualche problema con Henry?» e l’altra la
guardò
«Apparentemente no! Sono io che non riconosco più
me
stessa quando...poso la testa sul cuscino e...
...ultimamente,
anziché sognarmi mio marito...mio figlio, come è
normale
che sia! Oppure sogni più ansiosi come il D-Reaper, o
interminabili colloqui di lavoro, anche quello è pur sempre
plausibile!»...«E invece...?»
insinuò Rika con
occhietto furbo «E invece...» ripeté Rea
che piegava
le spalle e chinava il capo, in un imbarazzo scandito da numerosi
sospiri «...ah, non so come
dirlo!»...«Nell’unico modo possibile. E
anche il
più tremendo...!» scherzava Rika cercando di far
breccia
nel suo pudore...(canzone: Taylor
Swift - Never grown up)
Renamon parlava a suo
figlio «La Digimon con cui tua sorella ha tanto
legato...è
prigioniera da giorni e noi siamo ancora in alto mare. I Pionieri
Digitali hanno le loro famiglie a cui badare. Abbiamo provato a
contattare anche Mitsuo e Riley...ma sembra abbiano problemi: i
manifestanti sono stremati, e nonostante sia più di un mese
che
insistono il governo non vuole abrogare quella legge. Siamo costretti a
rimanere nascosti e questo...rende tutto più difficile ma
nonostante tutto noi non ci arrendiamo! Di comune accordo con gli altri
domatori, e gli altri Digimon, abbiamo deciso di riunirci tutti domani
pomeriggio, a seguito del matrimonio di Takato: entro la serata...
...dobbiamo in un modo
o nell’altro elaborare un piano per rimuovere quella barriera
e
fra breccia all’interno di Arkanomon. I residui della Torre
Digitale sono quasi consumati...»...«Questo mamma
vuol dire
che...?»...«Proprio così
figliolo.» ponendogli
le mani sulle spalle «Oramai stai crescendo e penso di
poterti
parlare con chiarezza: quando la Torre non esisterà
più...Violetta assumerà il totale controllo del
D-Reaper.
E potrà scatenarlo su questo mondo, e sul nostro
Digiworld.»...«E’ terribile!»
esclamò
Aladynmon, ma Renamon lo scosse «Non devi temere! Io e tuo
padre
lotteremo fino all’ultimo respiro, siamo disposti a dare la
vita
pur di concedervi un futuro!! Siete le cose più preziose che
possediamo...
...la nostra unica testimonianza, un giorno che non ci saremo
più...
...voi dovete fidarvi
di noi.» mentre Rapunzelmon si sporgeva dallo spiraglio,
cercando
di carpire qualcosa dal dialogo fra Rika e Rea. Ma in realtà
pensava “Sorella mia...” e nel vedere le due
domatrici
così vicine, sovrapponeva l’immagine sua e quella
di
Starshipmon “...anche se cerco di distrarmi non mi scordo
neanche
per un attimo che tu sei lì. Ma se puoi sentirmi ti chiedo
solo
di resistere! Sei una Digimon forte: ti ricordi? Abbiamo promesso di
scalare il mondo insieme. E anche se ora ci sentiamo piccole, come se
fossimo tornate allo stadio neonatale...
...abbiamo i nostri
genitori al nostro fianco. Loro non smetteranno di lottare, e alla fine
troveranno un modo per farci riunire! Dobbiamo essere orgogliose...
...abbiamo una stirpe
eroica a incorniciare il nostro passato...e a indirizzare il nostro
futuro!”
Rea confessava
«E’ da quando Violetta mi ha colpita alla
testa...facendomi
precipitare nel lago che...faccio tutte le notti lo stesso sogno! Sono
lì al campeggio, tra i cespugli avvolti nel buio! Ma non
sono da
sola, capisci Rika?! A-Assieme a me
c’è...»...«Spara!...
...Brad Pitt?»
ma l’espressione della compagna sembrava smentire
«Allora
cambiamo genere: un Angemon dai pettorali da urlo?»
Rea espirava impaziente, e scuoteva la testa con decisione.
«Cominciamo a
restringere il campo: uomo o Digimon?» ma l’altra
al
culmine del rossore esclamò «Rapper!!»
tanto che a
Rika sfuggì il biscotto di mano «Con me
c’è
il rapper che abita con Takato, Leaf! Ti rendi conto a che punto siamo
arrivati, Rika?!» esclamava coprendosi il volto
«Quando
Henry mi dà il bacio del buongiorno io mi sento sprofondare!
E
la cosa più assurda in tutto questo è che...nel
sogno noi
chiacchieriamo, ridiamo poi a un certo punto...»
Rika si volse a
guardarla con vivo interesse, ma Rea gemeva «N-Non lo sooo!
Poi
si riempie tutto di luce, e accade qualcosa che puntualmente al
risveglio non ricordo se escludiamo il fatto che...
...mi fa sentire bene,
felice, contenta come una bambina! Però!!»
balzando in
piedi «Non farti idee strane, capisco che è
fraintendibile! Però io posso giurarti su quant’ho
di
più caro che amo mio marito, e lui, L-Leaf...n-non
è in
quel senso che mi piace!!»...«Andiamo siediti,
credo
proprio che tu stia drammatizzando.» replicava
l’altra
sgranocchiando biscotti, e Rea tornò a sedersi «Ah
sì, hai ragione tu, sto facendo una tragedia di una
sciocchezza!
Me ne sto preoccupando come se fosse vero, come se quella notte non mi
fossi persa da sola! Avevo solo mio figlio con me, Leaf era rimasto
all’accampamento con voi!»
Rika ingurgitò
un altro biscotto e commentò con la più assoluta
naturalezza «Veramente in quel momento era sparito anche lui.
Non
avevamo la più pallida idea di dove
fosse!»...«Che
coooooosa?!!» balzò di nuovo in piedi Rea,
passandosi
entrambe le mani sul volto «Ahhhh, povera me, ma che
cos’è questa, una congiura??? Diventare domatori a
quest’età, dover pensare al D-Reaper prima ancora
di avere
un lavoro stabile non basta, guarda che cosa deve andarti a capitare,
ora pure questaaa!»...«Vuoi uno dei miei
biscotti?» e
Rea replicò tempestiva «Dammelo!»
sgranocchiandolo e
deglutendo profondamente...
...per poi realizzare
disperata «Ma non faaanno
morire!»...«Grazie, vuol
dire che sto migliorando! Ma non riesco ancora a eguagliare la cucina
di Gelsomon, dovresti provare...è una vera maga ai
fornelli...» affermava con viva ammirazione.
«Beata te
Rika che riesci a pensare a mangiare in un momento del
genere!»...«Dev’essere la gravidanza,
dicono che ti
rende più malleabile: io ormai ho smesso di preoccuparmi, e
non
potendo neanche lavorare passo il tempo a mangiare e
cucinare.»
pulendosi la bocca con la punta del tovagliolo, e mormorando con la
bocca coperta «Spero in questo modo di invogliare anche
Renamon.
L’hai osservata?»...«Uh? Mi sembra quella
di
sempre!» replicò Rea, ma Rika mormorò
«Io la
conosco bene...e posso assicurarti che non l’ho mai vista
così magra. E’ sempre stata abituata a mangiare
molto
poco, ma in realtà è la stanchezza a deperirla.
E’
inutile, siamo alle strette: dobbiamo
agire.»...«...hai
ragione, sto qui ad andar dietro ai miei sogni quando qualcuno ci sta
soffiando la realtà. Dimmi pure che sono
sciocca!»...«Tutt’altro!»
posò il
tovagliolo Rika, accennandole un sorriso «E sulla persona di
cui
mi hai parlato posso dirti che siamo nella stessa barca,
poiché
sebbene possa sembrarti strano...
...in un certo senso piace anche a me.»
Rea sgranò gli
occhi «...davvero,
Rika?!»...«Sì sì,
davvero.» bevendo un sorso di bibita, e poi lanciandole
un’occhiata «Ma acqua in bocca con mio marito:
sarebbe
capace di farsi ricrescere i capelli che non ha affinché gli
si
drizzino!» scostandosi i boccoli ed affermando
«Sarò
sincera...
...quel tipo ha
qualcosa di speciale, è benché non sia il fascino
che fa
palpitare il cuore a noi ragazze...
...riesce a farti star
bene in sua compagnia, come se tornassi indietro...»
smarrendo i
suoi occhi lilla tra le pareti della sua casa. Rea le
afferrò la
mano «Proprio perché è così
io ho paura di
rivederlo!! E temo quando domani al matrimonio saremo di nuovo una di
fronte all’altro!» tirandosi indietro i capelli
neri, ed
evocando aiuto in ansioso sospiro (fine-canzone)
Leaf scendeva per l’ennesima volta quelle scale, quando...
...il cigolio della
porta accompagnò qualcosa che gli fece sgranare gli occhi. E
lo
portò a tuffarsi dietro il bancone per non farsi
vedere...sbirciando poi timidamente tra le bustine di confetti.
Una sagoma piccola e
un po’ ricurva, avvolta in un manto argentato, si
destreggiava a
stento tra la porta ed una valigia più grande di lui
«A-Acc, finalmente sono arrivato...
...accipicchia che
cose carine qui, se non fosse per il fatto...che nessuno viene ad
accogliere questo povero vecchio.»
Udite quelle parole il
rapper si alzò lentamente, palesando la sua presenza.
«O-Oh, salve
ragazzo. Tu lavori qui...? E-Ecco vedi, io sono, sarei il padre della
sp...»...«So chi è lei.» fece
Leaf
accompagnandosi con un sorriso «Uhmuhmuhm! Dia a me che la
aiuto
con la valigia.»...«Oh che gentile!»
disse il vecchio
Digimon che cercava di coprirsi il volto dietro il cappuccio,
mormorando fra sè «...e poi dicono che non
esistono
più i giovani servizievoli sulla terra: ne ho qui un
perfetto
esemplare!»
“Grande
Cyclemon...non immagineresti mai che io sono quella creatura che voleva
usurparti il posto, e che nascondeva il volto come ora fai tu. Solo che
il mio manto era nero. Invece il tuo ora è
d’argento...come si conviene a Digiworld per i
matrimoni...” chiudendo gli occhi in un sospiro profondo,
sostenendo il manico di quella valigia dall’aspetto antico.
Ma in quel momento
giungeva il ragazzo che si bloccò alla vista del vecchio
Digimon. I suoi occhi emozionati si posarono su di lui
«Cyclemon...» (canzone: Alessandra
Amoroso - Difendimi per sempre)
ed incontrarono quello sguardo inumano nell’aspetto ma non
nei
sentimenti, che fece allusione al rapper «Possiamo parlare
liberamente in sua presenza, dunque.» Takato gli venne
incontro
«Sì...Leaf è un amico. Lui sa tutto dei
Digimon! E
li rispetta profondamente...
...Leaf, sto per
presentarti qualcuno di molto
importante...»...«Beh, non
esageriamo.» stemperò Cyclemon, e il domatore si
accostò al rapper indicando «Un grande sovrano
digitale...colui che ha raccolto le redini di Digiworld quando il
D-Reaper sembrava sconfitto...
...e che ha cercato
senza sosta un erede umano, fino a che la scelta non è
caduta
sul nostro Kazu.»
Il ragazzo appena
nominato fece ingresso a sorpresa «Ma che gli ha impedito di
ricambiare l’ospitalità! Cyclemon, sono molto
offeso!
Potevi anche venire a stare da me e Diamon, dopo
tutto!»...«Oh! Perdonami, erede prescelto...ma ho
saputo
che la vostra casa è sempre pulita e in ordine. E io, senza
il
caos...non mi raccapezzo!»
Takato si
affiancò all’amico «Pulita e in ordine
casa di
questo tipo qui è davvero una svolta!» ma
l’altro
lanciò il cappello nero «Merito di
Diamon.» per poi
riafferrarlo al volo «Dì la verità,
suocero: tu
morivi dalla curiosità di vedere i
preparativi!»...«In effetti non
nascondo...» fece il
vecchio Digimon guardandosi attorno «...che tutto questo mi
suscita una certa emozione.»...«Per
forza!» fece Kazu
«Il matrimonio rocambolesco strappato all’ultimo
istante
l’abbiamo fatto io e mia moglie! Takato invece...»
ponendo
il braccio attorno al collo dell’amico «...ha
pensato di
fare una cosa con tutti i crismi! E a quanto pare anche Cindermon si
è adeguata!»
«E’
proprio così.» descriveva Cyclemon «La
mia figlia
ribelle ha finalmente messo la testa a posto, e ha deciso di gettar
semi per il futuro. Per questo credo proprio dovremo ringraziare
Takato...» ma il giovane sorrideva timidamente
«State tutti
esagerando...Cindermon ed io abbiamo semplicemente scoperto...di
volerci bene, e avere molto in comune.» Kazu
scherzò
«Per quello non serviva arrivare a sposarsi! Vogliamo dire
che le
battaglie non parlano da sole?»...«Come esageri,
amico
mio...parli ancora come se fossi l’unico ad avere avuto il
dono
di un Digimon.»
Kazu in quel momento si fece serio «Sì,
però tu Takato...
...parli come se ormai
tutto questo fosse a un passo dall’esserti
lontano.»...«Sarà che penso che domani
pianificheremo la battaglia...
...e se destino
vorrà che vinceremo, tutto il resto
poi...»...«Tutto
il resto un tubo!» obiettò Kazu «Abbiamo
tanto
lottato per riavere i Digimon, per poi buttar via quello spirito?
Abbiamo tutto il regno da ricostruire, e io conto su di
voi!»...«Ma certo, quello è scontato:
avrete tutto
l’aiuto possibile...» replicava dolcemente Takato,
ma Kazu
si riaccomodava il cappello «...non mi sembri tu,
Takato...»
Leaf si portava una
mano al cuore “...è proprio cresciuto. Ormai parla
come se
il mondo a cui io appartenevo fosse lontano. Forse al suo fianco,
giorno dopo giorno in questo panificio, anche Cindermon
perderà
le sue connotazioni da Digimon. Si trasformerà in una
ragazza
umana, per essere la moglie perfetta per il mio Takato. Eccola che
riprende: quella struggente sensazione di nostalgia che accompagna una
storia che finisce...
...è come una
sottile ferita che ti sanguina nel cuore, e culla con malinconia i tuoi
giorni fino al calare della sera. Un giorno forse nessuno
ricorderà di noi, e saremo cambiati tanto che
sarà
impossibile riconoscerci. Eppure una voce in me sembra gridare ancora...
...cosa ne sarà
di tutti questi giorni? Dell’emozioni e i sentimenti per cui
lottavamo con tanto ardore? Cosa ne sarà della storia del
mondo...
...quando la pagina
dei Digimon non sarà altro che storia? Non voglio
pensarci...m-mi viene tristezza, quando domani dobbiamo essere
allegri!” appoggiandosi alla vetrina “Anche se
c’è il D-Reaper...domani è un giorno di
festa!”
Ma in quel momento
qualcuno picchiettava con le dita alla vetrina «Oh?»
Era Cindermon, che lo
salutava simpaticamente dall’altra parte del vetro. Ma lui
non
aveva voglia di ridere, e si limitò a farle spazio per
entrare.
Lei sembrò notarlo e rimanere un po’
spiazzata...ma la
signora Mie era con lei e la esortò a seguirla.
«Avrei anche una
certa voglia di conoscere i miei futuri consuoceri...»
mormorava
Cyclemon, e Kazu annunciò «Una di questi sta
arrivando, e
non è sola!»...«Cosa?» si
volse Cyclemon.
E a Cindermon cadde la
busta che aveva in mano «...paparino...» ma fu
subito
redarguita da Mie «Cynthia, la busta!!! Non vorrai far
sporcare
tutte le cose che hai comprato!»...«Veramente che
MI HA
comprato, io volevo risparmiare-ptsss, ciao papà come sono
felice che tu sia arrivato.» scambiandosi un bacio con lui
«La gioia è tutta mia, hai fatto spese a quanto
vedo.»...«Non cominciare anche tu! E’
stata la
signora, io sono economa e
misurata!»...«Ptsss...è
lei? La mia consuocera?» alluse Cyclemon, e Cindermon
sospirò «Sss...no! Quello lo sarà dopo
il
matrimonio, per il momento è solo...la mamma di
Takato.»
in una sfumatura dolce dello sguardo, prima che il fidanzato le andasse
incontro «Bentornata, amore mio! Pensavo fossi sparita
assieme a
mia madre.»...«Ti sarebbe piaciuuuto,
eh?!» fece lei
spettinandogli i capelli, e Takato le si accostò
«Hai
visto chi è venuto a farci compagnia?» La Digimon
ribatté «A impicciarsi dei preparativi, piuttosto!
Ora che
c’è anche lui sì che non
potrò più
respirare!»
Cyclemon li
scrutò e si schiarì la voce «Scherzi a
parte, sono
felice di vedervi insieme. Sono certo che il vostro amore ci
illuminerà la strada, in un momento tanto
difficile.»
Takato e Cindermon si scambiavano un delicato bacio...
...mentre Leaf girava
lentamente il capo, rivolgendo gli occhi verso il cielo ed un presente
già sfumato. Un Digignomo costeggiò la vetrina
per
salutarlo (fine-canzone)
In quegli stessi
istanti, gli stivali di Sandmon solcavano il pavimento
dell’antica villa. I suoi occhi cercavano di mantenersi
fieri, ed
i suoi denti ondulati di non battere per l’emozione, ma era
difficile alla vista di quelle quattro luci colorate che lentamente gli
si facevano dinanzi: azzurra dalla scalinata sinistra, Baihumon il
leone...
...verde dalla scalinata destra, Ebonwumon la tartaruga...
...dorata dalla balaustra centrale, Lonemon l’unicorno...
...rossa dall’alto, Zhuquiaomon.
Il loro bagliore si
specchiava negli occhiali dell’emozionato Mako, che allungava
la
mano sul braccio del Digimon «Non ti preoccupare Sandmon,
sono
qui con te...
...ed è a loro
che noi dobbiamo i dieci anni di pace che abbiamo avuto. Dieci anni
difficili, pur vero...ma sempre dieci anni di pace.»
Il Digimon di sabbia drizzava la schiena, ed evocava il suo coraggio...
...mentre la porta a
vetri si apriva sul giardino di casa Ayami. Il cane era assopito, e
quei possenti artigli neri gli rifilarono una lieve chiarezza.
L’occhio dell’animale si aprì appena,
per poi
richiudersi acconsentendo all’entrata di chi ben conosceva...
Beelzemon si trovava
nuovamente a camminare fra quelle foto di famiglia
«...chissà quando finirà...
...eppure stavolta mi
sembra diverso dal solito. E’ come se la casa si
fosse...lasciata
andare. Le tracce della crisi la attraversano, e la portano lontano da
quei giorni felici, in cui si poteva piangere per problemi sciocchi. Ma
ora non devo distrarmi!» scuotendo il capo «Non
devo
pensare al mio passato, ma al futuro di questa famiglia: Mako ha
bisogno di genitori uniti...
...e Akemi di vegliare
dall’alto sulla loro felicità. Spero che la
signora non si
spaventi nel vedermi. E’ permesso?!»
esclamò
«Signora Ayami...sono io, riconosce la mia voce?!»
Ma Beelzemon non si
accorse dello strato di nebbia che coprì la porta a vetri
una
volta che si richiuse.
«Mm...mi scusi
per questo arrivo improvviso! Le prometto che non mi
tratterrò a
lungo nella casa, so che la legge anti-Digimon pone voi cittadini in
una situazione difficile! Ma le assicuro che è molto
importante...
...si tratta dei miei
bambini! I suoi bambini, i...nostri bambini! So che Akemi non
c’è più ma...
...so anche che sia
per lei che per me non smetterà mai di vivere!»
Il cucciolo si
svegliò di colpo, e batté con la zampa al vetro
cercando
di entrare. Ma la porta a vetri sembrava bloccata da un fenomeno
inspiegabile.
Beelzemon si
guardò attorno «Ma che sta succedendo...?
C’è
nebbia dappertutto! Come sul sentiero su cui incontrai Caturamon,
quando mi propose il patto. E se fosse una trappola?»
sfoderando
una delle sue pistole «Devo fare molta attenzione...
...spero la signora non sia in pericolo! Signora Ayami!!...mi sente?!...
...sono Beelzemon!»
...giunse così
in cucina. Là una donna in grembiule stava tagliando le
cipolle,
e sui fornelli sembrava cuocersi un pranzo prelibato.
«Signora Ayami...
...posi il coltello e
si avvicini a me. Parli piano...la casa è avvolta da uno
strano
fenomeno, assomiglia a un campo digitale. La porto fuori al
più
presto!»
La donna si volse,
rivelando i suoi riccioli castani e il suo sorriso
«Beelzemon...!
Come sono contenta di vederti, mio eroe!» (canzone: Renato
Zero - Nei giardini che nessuno sa (strumentale) )
Il Digimon trasalì «Ahhh, cosa?!!
Violetta?!!»
Sandmon si inchinava,
lanciando un’occhiata al ragazzo dai capelli rossi, che si
inginocchiava accanto a lui. Il Digimon balbettò
«A-Al
vostro servizio! Sono pronto a udire qualsiasi cosa vogliate
dirmi.»
Zhuquiaomon
atterrò ripiegando le ali ed alitando fuoco
«Sandmon!» iniziò con voce tonante.
I denti ondulati
iniziarono a tremare e a zampillare sabbia, tanto che Mako gli
adagiò una mano sulla bocca.
«Ti abbiamo convocato qui...
...o meglio...ti ho
convocato qui con l’appoggio dei miei amici Supremi...
...per parlarti...di Lopmon.»
«C-COSA?!»
esclamò strozzato Sandmon, e Mako balzò in piedi
«Perdonatelo! Lui quando è emozionato sputa sabbia
dalla
bocca, ma vi assicuro che non lo fa per offendervi!»
«Ascolta
Sandmon...» accennava Zhuquiaomon con tono più
confidenziale (mentre unicorno, leone e tartaruga si scambiavano
occhiate incuriosite) «...io conosco bene Lopmon,
è
l’ultima della stirpe dei dodici Deva, Digimon eroici che
io...avviai verso una triste fine poiché confuso nei miei
intenti: credevo che i terrestri fossero una minaccia per il nostro
mondo, e volessero impedirci di progredire. La piccola Lopmon fu
fortunata, poiché sul suo cammino incontrò una
bambina
che divenne la sua domatrice. E che lei non esitò a
proteggere
disobbedendo a un mio ordine, pur sapendo che sarebbe incorsa nella mia
vendetta.»
Mako mormorò
col solo labiale «...Suzie...» specchiando occhi
ancor
più emozionati tra le fiamme di Zhuquiaomon.
«E’ una
Digimon nobile e coraggiosa! Il problema è
che...è molto
timida. Non è cambiata da allora, e purtroppo non ha nessuno
più grande di lei che possa farle coraggio. In questi anni
ho
maturato il desiderio di farmi perdonare per aver attentato alla sua
vita...perciò vorrei agire come farebbe un padre per la mia
fedele Digimon, e confessarti che lei...
...ti vuole molto bene.»
Sandmon restò a bocca spalancata, che grondava cascate di
sabbia.
Zhuquiaomon
sbatté le ali «Proprio così! Ha avuto
il coraggio
di sfidare la mia collera ma...
...non l’ha
ancora trovato per confessare che si è innamorata di un
Digimon
che seppur fatto d’argilla, ora è fra i membri
più
importanti della squadra che ci salverà.»
“Innamorata...?!” pensava Sandmon “Lopmon
mi ama...e
non ha avuto il coraggio di confessarmelo?! Che cosa dice questo
Supremo...? No, non può essere vero.”
sicché gli si
rivolse «Grande Zhuquiaomon! Io pur rispettando la vostra
autorità dinanzi alla mia infima consistenza
d’argilla, mi
permetto di insinuare che vi state
sbagliando!»...«Sandmon!!» lo riprese
Mako, ma il
guerriero seguitò con sguardo diretto «Il senso di
colpa
per i vostri trascorsi di sicuro vi annebbia la mente! Vorreste fare
qualcosa per Lopmon a tutti i costi, persino assicurarle un posto
accanto a un Digimon...che lei non ama, anzi
disprezza!»...«Sandmon, chiedi subito
perdono!»
insisteva il ragazzo «No, Mako! La verità non
necessita di
perdono. Sono Supremi, hanno bisogno di chi li guardi negli occhi! Non
di servi striscianti e servili.»
«Sei un Digimon
dai principi integerrimi.» commentò Zhuquiaomon
«E’ proprio vero, anch’io seppur sia un
Supremo sono
vittima di rimorsi, come ogni creatura vivente. Ma questa volta non
sono stati essi a farmi parlare. Sei in errore, Sandmon...e per
confermartelo...mi avvalgo della testimonianza di un Digimon speciale!
E’ qualcuno che tu conosci!»
«Di chi si
tratta?!» esclamò il guerriero «Chi mai
potrebbe
intaccare le mie ferree convinzioni?!»
Ma il suono di un campanellino gli fece cadere la spada di mano.
Il bagliore colorato
dei Supremi permetteva di intravedere nel buio una sagoma femminile.
Indossava abiti provocanti, e veniva verso di lui a passo delicato.
«Non è possibile...
...hai l’aspetto di una ragazza, ma io ti riconosco!...
...tu sei la mia gatta!...
...tu sei Scratchmon.»
Mako era abbagliato,
restava aggrappato al Digimon ma non diceva nulla mentre lei si
accostava a loro, adagiando una carezza su quel volto sabbioso con le
sue zampe artigliate «Sì, sono io.
Perché io non ho
smesso di guidare la tua vita, anche se non riesci più a
vedermi. Anche se sembro esistere solo nei sogni di tuo figlio...io
sono sempre con te...»
Sandmon le
afferrò la mano con i suoi guanti tremanti...e la
baciò
come quella di una dama, con estrema delicatezza «P-Perdonami
se
scolo sabbia dalla bocca...io sono sempre un disastro quando cerco di
fare le cose bene. Chi mi conosce meglio di te? Che mi hai visto in
casa nelle mie abitudini quotidiane.»...«Che bei
giorni
quelli, vero...?»...«Sigh! B-Benché
fossero giorni
freddi e senza amore...almeno avevo sempre il tuo morbido pelo a
riscaldarmi! Dimmi, che ti è successo? Che ne è
stato di
te, piccola mia?!» cercando di afferrarle le spalle, ma le
sue
mani scivolavano «Dimmi chi ti ha fatto del male,
così che
possa trafiggerlo con la mia spada! Ora ti hanno reso diafana come un
fantasma...e-ed io...ho tanto freddo senza di
te!»...«C’è qualcuno che ti
pensa con
più amore di quello che può darti una piccola
gatta!
C’è una Digimon modesta e silenziosa che veglia
sempre su
di te anche se non osa avvicinarsi...
...lei non è
come me, che a volte ero indiscreta e
sfacciata!»...«C-CHE
COSA DICI, SCRATCHMON?!» gridò
nell’immensità
della villa «SEI STATA L’UNICO CUSCINO MORBIDO...DI
UN
PERIODO PIENO DI SPINE!»
Iasugnumon gli
carezzava i capelli biondi anche se era trasparente «Ma ora
ti
attende una vita di pace e serenità: i Supremi dicono il
vero,
padroncino caro. Lopmon ti ama! Non ti guarda dall’alto in
basso
per i tuoi crimini...
...non fa ironia su di
te per le vostre origini diverse: lei vorrebbe esser fatta della tua
stessa pasta...
...per conoscere il
mondo attraverso i tuoi
occhi.»...«Come?!» fece il
Digimon ingenuamente. Ma la creatura dai riccioli neri sorrise
«...è l’amore...
...fosti creato per
non provarlo mai. Ma le vite come la tua sfuggono alle redini del male.
Corri da lei e dille che la ricambi! Ti fidi abbastanza...se sono io a
dirtelo?»
Sandmon la
guardò bagnando di lacrime la sabbia del suo volto...ed
ammise
«Sì, Scratchmon. Se sei tu a dirmelo ti credo!
Solo tu
però, nessun altro!!» asciugandosi gli occhi,
mentre lei
si trasformava in gatta...
...per strusciarsi
alla caviglia a cui lui legava la catenina d’oro
«Va con
Dio, come direbbe il tuo domatore: io sarò sempre
un’ombra
a proteggerti.»
Mako provò a
chinarsi e a raccoglierla...e alla fine ci riuscì,
porgendola
amorevolmente al suo Digimon che aveva timore di toccarla.
Ma i quattro Supremi
lo guardavano con tenerezza...e alla fine lui riuscì a
prendere
in braccio la gatta nera, ed abbracciarla tanto forte da farla entrare
nel suo cuore (fine-canzone)
«Che ci fai qui?
Cosa ne hai fatto della signora...?» mormorava Beelzemon, e
Violetta avanzava nella nebbia «Sono venuta per ravvivare un
po’ questa casa! E’ così buia e fredda
da quando i
signori vogliono divorziare perciò...pensavo di spargervi un
buon profumino!» Il Digimon ghignò
«Dì
piuttosto che morivi dalla voglia di sfidarmi, perché
conosci il
mio valore! Ma è stata una scelta avventata,
perché ora
che ti ho qui ti sconfiggerò...
...per
sempre!!!» piombando su di lei con i suoi artigli, ma poi si
accorse «C-Che cosa?!»
L’aveva
attraversata, ma non trafiggendola poiché lei era come un
fantasma «Incredibile...certe abitudini sono ardue a morire:
la
stessa mossa! Quella con la quale hai ucciso Leomon. Solo che io ho
dovuto prendere qualche precauzione...» enunciava lei con
sfizio,
mentre Beelzemon fissava attonito la sua mano.
«...per questo
incontro mi dispiace, ma vige la regola del guardare...ma non toccare,
uhmuhmuhm.»...«Che ne hai fatto della signora
Ayami...?»...«E’ uscita a fare la spesa,
non devi
temere per lei. Oh Beelzemon mi fai pena! Anni e anni a preoccuparti
per gli altri, non hai mai smesso di combattere e alla fine che ne hai
ottenuto? Niente.»...«Falla finita, non voglio
ascoltare i
tuoi discorsi!» ma Violetta descriveva «La tua vita
è un completo disastro...
...cerchi di riparare
ciò che si è rotto, ma ricuci un braccio e si
strappa
tutto il resto del corpo. L’esistenza di un Digimon come
te...è grigia e senza traguardi. Grigia e senza amore! Non
pensi
che il destino dopo tutto il tuo impegno poteva lasciarti almeno
Akemi...?»
Il Digimon
respirò profondamente, ammettendo «...ho compiuto
brutte
cose in passato...io raccolgo quello che merito, niente di
più e
niente di meno.»...«Sei sicuro?»
piegò il capo
Violetta «Oh, sei troppo severo con te stesso...
...non hai mai
rimpianto per un attimo quella gloria a cui tanto
anelavi...?»...«...non rievocare il
passato.» le
volse le spalle Beelzemon, serrando gli occhi «Io ho scelto
la
via dell’amore e dell’umiltà! Non voglio
più
essere un guerriero potente e temuto.»...«Hai
guardato bene
in fondo al tuo cuore...?» sussurrò Violetta,
avvicinandosi a lui «Io potrei renderti ancora più
forte
di quanto avrebbero fatto i Deva...se sceglierai di seguirmi
diventeresti il cavaliere oscuro del D-Reaper, e non è
tutto: io
potrei offrirti qualcosa che hai tanto desiderato in questi
anni...» sbottonandosi lentamente il grembiule
«...e che
non hai mai osato chiedere.»...«Ahhh! Ma cosa
fai?!!»
arretrò il Digimon attonito...(canzone: Evanescence
- Missing)
«Uhmuhmuhm, non
guardarmi così, andiamo! Lo sai che non
c’è niente
di male...» sorrideva la donna calpestando lo stesso
grembiule
che si era sfilata, ora che la nebbia sfumava il suo corpo
completamente nudo «...tu sogni amore e passione! Da quando
tornasti a Digiworld il tuo corpo e il tuo cuore non hanno fatto che
chiederli, al pari di come accade per un adolescente che
cresce!»
...in quegli stessi
istanti Mako raggiungeva il suo cane «Che ti succede,
cucciolo?!
Mamma ti ha lasciato chiuso fuori?!» ma Taisho
bisbigliò
«Shhh, fa silenzio Mako! Avverto la presenza di
qualcuno...» mutando in Sandmon «...di molto
pericoloso!» e sfoderando la spada...
...mentre adagiava un mazzo
di rose tra le mani del signor Ayami «La prego non le faccia
rovinare: sono per la mia Lopmon!»...«Come se
fossero per
mia moglie! Ma tu proteggi lei e mio figlio!»
replicò
costui «Non si preoccupi: sono nelle mie mani!»
promise il
Digimon dopodiché «Mi autorizza?»
...e sfondò il
vetro della porta con un pugno «Vieni
Mako!»...«Sì!» scavalcando le
schegge assieme
al ragazzo con il Digivice...
«A-Ahhh, questa
nebbia...fa bruciare i miei occhi!» gemeva Beelzemon, mentre
Violetta recuperava silenziosamente il suo coltello tra le cipolle...
...e vestita solo di
nebbia avanzava su di lui «In questa casa sognavi un focolare
domestico con la piccola Akemi, ma basta un po’ di nebbia a
confondere il presente! Io dopo tutto potrei essere lei! Amore
mio...aspettavo il tuo ritorno: ti ho preparato un pranzetto
delizioso!» scorrendogli la mano lungo le spalle...
...e avvicinandolo a sè in un bacio.
“Akemi!!!”
gridava l’animo di Beelzemon, ma il ricordo del volto della
giovane suora si perdeva in un fitto strato di nebbia «Io
sono il
concretizzarsi del tuo sogno...
...finalmente in
questa casa regna la pace!!» esclamava entusiasta Violetta,
mentre alzava lentamente l’altra mano brandendo il coltello.
“Akemi, amore
mio! Dammi la tua forza per riemergere da questa trappola!!”
Ma la lama del
coltello sibilò a contatto con la spada di Sandmon, il quale
scandì «Attenta Violetta...
...perché il
tempo delle coccole coniugali ormai è
finito!»...«Ahhh!!! Che ci fai tu qui?!!»
gridò la donna colta alla sprovvista, ma in quel momento
sopraggiunse Mako «BEELZEMOOON!!!»
Violetta
incrociò le braccia per coprire il suo corpo
«AAAHHH!!!
TIENI QUEL MOCCIOSO LONTANO DA ME! Un adolescente ed i suoi occhiacci
addosso, che orrore!!!» ma Sandmon ribatté
«Ti
sbagli! Lui non ha occhi che per il suo Digimon!»
Infatti Beelzemon
esclamava «Mako! Bambino mio...» gettandosi
disperato tra
le sue braccia «Fratello caro...» disse il ragazzo
«...quella pazza ha osato farti del
male?!»...«...no,
ma ha giocato con i miei ricordi! E con il mio amore per
Akemi...» replicava Beelzemon con le lacrime agli occhi, e
Mako
si volse indignato «Come hai osato?!!»
però Sandmon
spiegava «Calmati Mako! Non vi è motivo di temere
Violetta, ormai...fa pena.»
Costei si copriva col
grembiule raccolto da terra, e colui che era stato suo marito le
avanzava incontro «Possibile che non ti accorgi quando
è
il momento di smetterla? Le nostre vite sono cambiate, i nostri figli
sono cresciuti! E oggi Scratchmon è venuta da me...per
esortarmi
a confessare i miei sentimenti a Lopmon! L’amore ci unisce,
perché non lo accetti anche tu anziché insistere
nel
seminare odio?»
«Voi non
capite...!!» replicava lei versando lacrime, e contraendo in
un
broncio stizzito i suoi lineamenti «I vostri circoli
d’amore legano solo voi e io ne sono esclusa! Persino una
maledetta gatta fantasma è più amata di me,
quando il suo
solo merito è aver sporcato la casa con il suo pelo! Quando
grazie a me avreste potuto avere tutto...la gloria...il
potere!!»
Sandmon mutava in
Taisho, e le puntava occhi diretti «Hai preferito lasciare a
lei
il tuo cuore...e seguitare a vagare come un fantasma.» mentre
la
nebbia si diradava attorno a loro «Non capisci che dovresti
imparare da lei? La sua esistenza è durata un soffio, eppure
l’ha passata a riscaldare gli altri. Forse lasciava peli alle
sue
spalle, è vero. Ma così facendo, tu lasci solo
terra
bruciata.»...«Allora spero che questa terra possa
seppellirvi!!! Così da bruciare quelli che siete, uomini,
donne,
animali e Digimon!! Tanto il D-Reaper sta invadervi...e nel momento del
suo trionfo sarò io a regnare sul vostro mondo distrutto!!
SOLTANTO IO!!!» dissolvendo il suo ologramma assieme alla
nebbia
restante...
...congedandosi con il
sussurro metallico «...ormai manca poco...molto
poco!!»
Mako tirò un sospiro di sollievo...
...e Taisho raccolse il grembiule da terra.
Il signor Ayami giunse
assieme a sua moglie «State tutti bene?! Figliolo!
Beelzemon!»...«Grazie a Dio sì,
papà...» replicò il ragazzo gettandosi
tra le
braccia del padre. La signora Ayami li abbracciò entrambi
commossa «Da questo momento...non ci separeremo mai,
è una
promessa.»
Taisho guardò
verso l’alto, esprimendo «Ci si vede sul campo,
moglie
mia.»
Stringendo il grembiule, questo esplose in un vortice di dati.
Un petalo di quel
mazzo di rose gli era rimasto tra gli abiti, e si adagiò a
terra
vicino al coltello abbandonato (fine-canzone)
Mentre Snowhitemon
aiutava il suo giovane domatore a trasportare delle casse
amplificatrici «E queste a cosa servirebbero? Per le vostre
registrazioni?»...«Sì...ora
più che mai i
cittadini hanno bisogno di sostegno. Ho scritto nuovi pezzi sul
D-Reaper: ti va di ascoltarli?»
...tra le mura un
po’ scrostate di quella umile casa, Jeri sussurrava
«Dici
davvero, LadyWizardmon?»...«Capisco che possa fare
un
effetto strano.» ammetteva la Digimon con occhi maturi, ma la
ragazza le sfiorava la falda del cappello «Non a me...
...ormai ho imparato a
conoscere sulla mia pelle le sfumature chiare e scure
dell’amore...»...«Ma a volte
l’amore può
avere una sagoma scura: ma nel tuo cuore...
...brillare come la
luce più chiara e splendente che
esista.»...«...così
tu...»...«Sì,
Jeri: sono perdutamente innamorata di Beelzemon. Mi sono ritrovata
così da...un giorno all’altro, senza che neanche
me ne
accorgessi. Ti rendi conto? Alla mia età...?»
raccontava
con modestia, sfumando lo sguardo oltre la finestra «Lui...ha
l’aspetto di un giovane forte nel fiore degli anni, mentre
invece...pfff, guarda me. Come sono ridotta.»
Però la ragazza
accennò un sorriso, e le sfiorò la falda del
cappello
«Lo sai...? Tu sei l’esemplare femminile di un
Digimon...ben noto ai nostri ricordi di
bambini.»...«Uhm?» si volse colpita
l’insegnante. La ragazza sorseggiava lentamente una tazza di
latte, e svelava «Un Digimon dagli ideali nobili e
dall’animo tanto delicato. Sempre pronto a gettarsi nelle
grinfie
del pericolo...
...e quando necessario
a sacrificarsi. Bisognerebbe essere tutti come lui...»
«Ma Jeri!»
si premurava la creatura «Non devi parlare di rischi e di
sacrifici!» Eppure gli occhi della giovane si riempivano di
assorta commozione. LadyWizardmon insisteva «Adesso hai
ritrovato
un fratello, una signora che ti vuole bene...come una figlia! Hai
sentito? Il piccolo Masahiko ha scritto dei brani sul D-Reaper,
nonostante la sua giovane età egli è pieno di
buoni
propositi! E chi ascolterà i suoi ideali...se non tu, che
sei
sua sorella?» Jeri la guardò con malinconia, e
rispose
«...il pubblico. Masahiko è destinato a una vita
di
successo, tutti debbono conoscere la ricchezza del suo animo! I suoi
brani...non sono nati per essere offerti a una sorella che forse tra
poco...non sarà più con lui!»
LadyWizardmon
dilatò lo sguardo «Che cosa dici,
Jeri...?!»...«La sola verità!! (canzone:
P!nk
- I don't believe you (instrumental) ) LadyWizardmon, mi
hai confessato che anche tu ami...
...puoi capirmi...»
La Digimon rimase
immobile e attonita di fronte a quello sfogo. Il sole filtrava sul
volto pallido di Jeri, mentre confessava «...mentre noi siamo
qui
a parlare...i preparativi per il matrimonio di Takato proseguono in una
cornice di allegria. Io talvolta in questi giorni, senza farmi vedere...
...ho seguito come
un’ombra lui e la sua fidanzata, mentre assieme alla signora
Matsuki andavano ad acquistare i mobili che arrederanno la loro
stanza!...
...e benché nei
pochi negozi aperti regnasse un’atmosfera oscura e allarmata
a
causa del D-Reaper, che sospende il futuro della città...
...il loro amore come
una dolce magia riusciva a sciogliere i sorrisi dei negozianti, e degli
altri clienti presenti! Improvvisamente la vita normale sembrava
tornare a scorrere, e loro sceglievano i loro acquisti fino al
più piccolo dettaglio...
...un colore, una
forma, una funzione sulla quale sono puntualmente d’accordo!
Si
vede che sono fatti l’uno per l’altra...
...questo matrimonio
è un velo di gioia, sulla nostra difficile
realtà.»...«Ma tu,
Jeri...»...«Ma io
ormai sono questo! Un’ombra!! E forse...
...me lo sono
meritato.» smarrendo lo sguardo avanti a sè
«Osservarli in questi giorni mi ha dato la conferma a
ciò
che ho sempre saputo, benché mi rifiutassi di ammetterlo...
...Cindermon è
onesta...» versando una lacrima «...quella
Digimon...è la donna ideale per il mio Takato. Sicuramente
lei,
nel tempo che verrà non riuscirà mai a farlo
soffrire!»...«Jeri...il tempo che verrà
è
purtroppo appeso a quella sfera nel cielo in cui sono prigionieri i
miei alunni, e che ho saputo essere...!!...» esclamava con
pena
«...in realtà nient’altro che la
biodigievoluzione
di una bambina, una piccola Digimon!!»...«La
figlia...del
mio povero maestro.» disse Jeri alzandosi con un
po’ di
sforzo sulla gamba dolente. LadyWizardmon accomodò il
cappello e
disse «Veramente il Digivice afferma altro...
...dice che Akiko
è...»...«Lo so! La figlia di IceDevimon,
ma
questo...cosa conta se il signor Mori la amava come fosse sangue del
suo sangue?!» avvicinandosi alla finestra e scrutando
Arkanomon
nel cielo, per poi volgersi «...è come me,
LadyWizardmon...
...Takato sta per
diventare il marito di Cindermon, ma in fondo al mio cuore...lui
resterà sempre legato a me, capisci?! E minuto dopo minuto,
in
cui lui si allontana...io sento di sparire con lui. Mi dispiace, per
tutti coloro che mi sono attorno!! Ma non posso evitarlo...»
affacciandosi allo spiraglio della porta...
...e scrutando con
affetto la confidenza fra suo fratello e Snowhitemon, il quale
stringeva un cellulare nella zampa, e teneva le cuffie alle orecchie.
«Sento che il
mio è un congedo! Che della vita futura io vedrò
solo un
accenno, LadyWizardmon...»
L’insegnante si
alzò, e le andò vicino mormorandole
«...Jeri...sei
ancora sconvolta per tutto ciò che sta succedendo attorno a
te.» ma la ragazza le sorrise «No, credimi: questa
volta
no. Non sono né plagiata...
...ne è
l’effetto di un trauma. Io sono consapevole della
realtà.
Io me ne sto andando! Sto svanendo assieme a quel Takato bambino, che
era innamorato di me. Ogni bomboniera che consegnano...contiene una
parte di me che non potrà più tornare, e anche
questo
sole d’estate io...!!...
...sento che lo sto
salutando, e lui saluta me. Le stagioni e la gioventù, che
per
tanti anni mi hanno accompagnato, mi condurranno per mano fino alla
soglia del luogo in cui si terrà quella...splendida
cerimonia! E
in mezzo ai fiori Takato dirà il suo fatidicò
sì:
il mio compagno di scuola...sarà un uomo sposato...
...ed io allora gli
dirò addio, e lo dirò anche a me stessa, ma non
come quel
giorno che sono salita in cima alla torre!» alzando lo
sguardo
verso l’alto, e mormorando «...forse
sarò di nuovo
lassù, è vero...
...ma per un altro
motivo.» scostando le tende e scrutando Arkanomon
«Io e
Beelzemon andremo a salvare i tuoi alunni. E tentare di riprenderci la
figlia del signor Mori.» LadyWizardmon si gettò ad
abbracciarla «Dovete stare attenti!! Per carità,
non fate
sciocchezze! Lassù si nasconde la madre di quella bambina!
Io
l’ho conosciuta, e tutti voi...più di
me.» Jeri si
chinò «Intendi dire la signora Asanuma?»
e
LadyWizardmon svelò «Quella donna è
arida
d’amore e carica di rabbia...per la frustrazione di non aver
mai
avuto un Digimon! Io posso in parte capirla
perché...»
smarrendo lo sguardo tra i raggi «...anch’io ho per
anni
atteso un domatore che non si è mai affacciato sulla mia
vita.
Però...ho cercato di andare avanti lo stesso e con
umiltà.» aggrappandosi poi alla ragazza
«Ma per lei
è diverso! Se vi avvicinerete vi farà del
male!!»
Ma Jeri parlava ormai
con un dolce distacco dal mondo «Anche la signora Asanuma
è qualcuno che ha cercato l’amore, e forse quando
l’ha ottenuto...l’ha calpestato. Bisognerebbe
smettere di
aver paura di ciò che tanto ci assomiglia.» disse
per lo
più rivolta a se stessa, per poi avanzare per la stanza con
il
suo passo claudicante...
...ed estrarre dal
cassetto una foto dei tempi della scuola, che la ritraeva sorridente
assieme a Takato e i suoi compagni. Sullo sfondo c’era anche
la
loro insegnante. Osservando quel ricordo, Jeri ebbe
un’intuizione
«Un attimo...
...! Hai detto che tu
hai atteso per anni il tuo domatore, esattamente come Asanuma che non
ha mai incontrato il suo Digimon.»...«Proprio
così.
Si tratta di una coincidenza...» cercò di
razionalizzare
la Digimon, ma la giovane si volse «E se così non
fosse?»
Gli occhi verdi di LadyWizardmon si spalancarono di stupore.
Jeri con la foto in
mano disse «E se voi foste due tasselli di un puzzle che non
sono
mai riusciti ad incastrarsi...?»
LadyWizardmon
chinò il capo, fino a che la falda del cappello non
celò
il suo sguardo...
...mentre Asanuma avanzava
verso quell’oblò che altro non era che
l’occhio
destro di Arkanomon, e da esso guardava tutta la città,
carezzando il vetro con pudore.
Tra i flussi di
D-Reaper, in avanzata sempre più massiccia, si smarrivano le
sue
lacrime e galleggiavano i frammenti del suo passato...
...quel passato di cui
restava una foto che ora era tra le mani di LadyWizardmon. Ed i suoi
guanti consumati per la prima volta sfioravano quella donna,
guardandola con occhi diversi seppur sempre verdi e belli (fine-canzone)
Nei corridoi del
convento, la domatrice dai capelli scuri fu accolta dalla suora dai
capelli bianchi «Suzie, sei veramente decisa a compiere
questo
passo? Alle altre sorelle non l’ho detto perché
non si
spaventino ma a te...posso parlare chiaro, tu conosci queste cose: il
D-Reaper si sta insinuando sottoterra proprio come un brutto male si
diffonde nell’organismo. Le fondamenta del convento sono a
rischio, e da un momento all’altro potrebbe succedere
qualcosa!
Noi siamo vincolate dal nostro voto a restare qui, però tu,
ragazza mia...» ma Suzie la bloccò afferrandole
delicatamente la mano «...Akemi...non vi avrebbe mai
abbandonate
in un momento di difficoltà.»
Con un velo di
dispiacere sugli occhi, la suora replicò «Ma
Akemi...era
Akemi, e tu sei tu.»...«Cosa potrebbe poi
differenziarci...? Domatrici lo siamo state entrambe. Ed
entrambe...» compiendo un respiro profondo mentre entrava
nella
stanzetta «...abbiamo amato.»
Madre Katsumi non
replicava mentre la giovane sedeva sul letto preparato per lei, e
smarriva gli occhi verso il crocifisso e lungo le pareti, carezzandole
con un particolare rispetto misto ad affetto, come le mura che
avrebbero accolto il suo futuro.
«Così
questa...diventerà la mia nuova cameretta?»
domandò
la ragazza, e la suora piegò appena le spalle «Se
tu lo
vorrai.»
La giovane estraeva
dalla borsetta il suo Digivice «...è
così diversa
da quella in cui finora ho vissuto...ma è perfetta
così.
Sì, lo voglio...
...come si dice in un
matrimonio, chiunque sia lo sposo...» soffermandosi su quella
croce appesa al muro, per poi adagiare lo sguardo sul congegno tra le
sue mani...
...i ricordi la
portarono indietro, dinanzi a quell’imponente coniglio che
aveva
guardato con sospetto la vivace bambina, e che poi l’aveva
condotta sulle spalle...
...poco dopo la luce,
tra le lande desolate di Digiworld aveva plasmato il Digivice che i
suoi occhi di bimba scrutarono incredula, come un giocattolo
bellissimo...
...ma che poi ebbe il
coraggio di sfoggiare con l’impeto di un’adulta,
per
attestare a suo fratello che quella era la sua Digimon, e che nessuno
gliela avrebbe portata via.
“Piccola
Lopmon...” pensò, ricordando il momento in cui
aveva visto
Antylamon regredire. E poi in un vortice, i loro giochi e le confidenze
di una vita “...perdonami per il passo che sto compiendo! Tu
sei
stata il dono più bello che la mia giovinezza potesse
concedermi...
...e ti posso
garantire che ogni mattina pregherò per la tua candida e
pura
esistenza...”
La commozione affiorava ai suoi occhi emozionati...
...mentre Lopmon
camminava tra i cespugli di un giardino «Suzie è
andata
nuovamente a trovare Madre Katsumi, per prendere gli ultimi accordi. Ma
non è lei il problema: la piccola Suzie è
cresciuta, ed
ormai è coerente nelle sue scelte. Sono io che sembro essere
cristallizzata nel tempo...
...non cresco mai, ed
il perché delle mie azioni comincia a
sfuggirmi...anziché
sentirmi più sicura, sono più confusa: ad esempio
adesso...perché sono giunta presso questa casa?»
alzando
lo sguardo verso quell’edificio dalla porta a vetri...
Quando all’interno dell’abitazione...
«Perdonami,
figlio mio!» esprimeva il signor Ayami «La paura e
la
diffidenza mi hanno spinto a ferire i tuoi sentimenti. Perdonatemi
anche voi Digimon...» rivolgendosi a Sandmon e Beelzemon, il
quale disse «Non ci pensiamo più. I litigi sono
stati...un
soffio. Nient’altro che un soffio fuggevole nella grandezza
della
vita, ora ci aspetta il domani...»
La signora Ayami si
accostò al marito, rivelando «Tutti gli ostacoli
attraversati, e la costante paura del futuro ci hanno esasperati!
Saremmo andati in pezzi come un giocattolo smontato dai bambini...se
voi non aveste lottato affinché restassimo uniti. Il Cielo
un
giorno ricompenserà il vostro
operato.»...«La
ringrazio, signora!» replicava Beelzemon «Ma per
quanto mi
riguarda il Cielo mi ha già premiato: vedere
l’armonia
regnare fra voi è ciò che ho sempre
sognato!»
Mako si accostava a
lui, adagiandogli una mano sulla spalla «Dimmi...come sta
Jeri?»...«Lei...fa ciò che ha sempre
fatto: lotta.
Come tutti voi domatori.»...«Salutamela tanto
quando la
rivedi.»...«Senza dubbio! Mako...ascolta, dimmi la
verità.»...«Chiedi tutto quello che
vuoi: non potrei
mentire a colui che per me è sangue del mio
sangue!»
Beelzemon domandò «Tu nutri ancora dei sentimenti
per
lei...?»
Il ragazzo dai capelli rossi sorrise «Io? Senza dubbio!...
...affetto e amicizia
come quelli che si possono provare per una compagna. Ma ho capito che
il mio per Jeri non era vero amore: io di lei amavo solo
l’apparenza! La ragazza allegra e spensierata con cui cercavo
di
colmare il mio vuoto. Volontariamente ho scelto di fermarmi alla
superficie...ma forse c’è qualcuno che
l’ha amata
per quello che veramente è, con le sue ombre e i suoi
problemi.
Io spero che sia questo qualcuno a restarle al fianco per la
vita.»...«Non sai...quanto anch’io vorrei
lo stesso
per la mia domatrice...» replicò il Digimon con
sguardo
interdetto, per poi affermare «Aspetta un attimo! Noto una
strana
sfumatura nel tuo sguardo Mako...sono ancora inesperto, ma non
sarà che stai pensando a qualcuno che occupa un posto
speciale
nel tuo cuore?»
Il ragazzo si raddrizzò gli occhiali...
Lopmon nel giardino
notò «Ma cosa sono questi petali di rosa? Ci sono
anche
schegge a terra? Sarà mica accaduto qualcosa di brutto in
casa?!»
Ma il cane lasciava la
sua cuccia poiché attratto dal fantasma di una gatta nera, i
cui
occhi gialli e vigili sembravano attenti ai passi di Lopmon, che
percorreva quel sentiero di petali e schegge avvicinandosi
all’abitazione...(canzone: Shania
Twain - Forever and for always)
Mako confessava
«Io sono innamorato di Suzie, Beelzemon! Lei non mente, non
recita, lei è davvero quella ragazza gioiosa e piena di
vita!
Lei è la principessa dei miei
sogni...»...«Come
dici?!» sussultò il Digimon «Ma
questo...è
fantastico! Anche lei ti ricambia!»...«Forse mi
ricambiava
prima, prima che tu fossi costretto a nasconderti!! Da allora tante
cose sono cambiate...fra ragazzi è così,
l’amore
passa e va!»...«Non sempre!»
ribatté il
Digimon con espressione ferrea nei suoi tre occhi «Anche alla
vostra giovane età ci sono amori destinati a durare per
tutta la
vita...» ed il loro sguardo si soffermò sulla
vicina foto
di Akemi: con il suo sorriso, sembrava esortarli ad andare incontro a
un futuro felice.
Sandmon intanto
ipotizzava «Chissà cosa avrà il cane da
abbaiare in
questo modo!» ma il signor Ayami replicò
«Forse
anche lui è entusiasta per la riconciliazione della nostra
famiglia.»...«Lo credo
anch’io!» disse la
moglie aggiungendo «Sempre là fuori nella sua
cuccetta,
è stato partecipe di tutte le nostre vicende, nel bene e nel
male.»...«Non lo metto in dubbio, ma stavolta la
sua nota
ha qualcosa di strano!» ribatté il Digimon di
sabbia
«Sarà che mi sono abituato presto, o che Beelzemon
mi ha
indottrinato su tutte le sfumature! Scu-Scusate...potreste separarvi un
attimo?» chiese ai due genitori, ma il baffuto gemette
beatamente
«Nooo...!» e la moglie «Ora che ci siamo
ritrovati,
abbiamo intenzione di non separarci più!» ma
Sandmon
supplicò «Un istante soltanto, non dico tutta la
vita!!
S-Se mi state di fronte non riesco a vedere oltre il
vetrooo!!!»
separandoli a forza, per incrociare oltre lo squarcio nel vetro un paio
di occhietti conosciuti «...Lopmon...?»
La coniglietta fra petali e schegge fu pervasa da un brivido
«Sei tu...
...amore mio.»
I coniugi Ayami
gemevano «Caraaa...!»...«Amore mio, non
starmi
così lontano!» ma il loro figlio e Beelzemon si
volsero
«Certo che dovete sempre esagerare!» disse il
Digimon, ed
il ragazzo seguì «Volete una cosa, e
l’attimo dopo
il suo contrario! E poi criticate noi giovani!»
Seguitando a tenere
separati i due, Sandmon mosse il capo nervosamente «Dove ho
messo
il mazzo di rose?!»...«Dovrebb’essere
qui, da qualche
parte...!» replicò l’altro Digimon, e
Mako
«Beelzemon, cerchiamolo!»
...poco dopo, con
passo un po’ frettoloso e goffo, Sandmon venne fuori dalla
casa
col mazzo di rose tra le mani, e scavalcando il vetro infranto lo porse
alla coniglietta «Lopmon!! Queste rose sono per
te...»
«Per me...? M-Ma
sei impazzito?!» balbettò la Digimon, e lui
«Nooo,
non può trattarsi di uno sbaglio se è stata
proprio la
mia gatta a confermarmelo! Lo spirito della mia adorata Scratchmonina...
...mi ha detto che tu
sei innamorata di me!»...«Cosa?!» la
Digimon
drizzò le sue orecchie, e il guerriero insistette
«Anche
il tuo ex-capo di lavoro ha confermato la stessa
cosa!»...«Zhuquiaomon...ha fatto questo per
me?»...«Allora lo ammetti...» mormorava
Sandmon
mentre il cane abbaiava, e gli altri si riunivano presso la porta a
vetri infranta, ad osservarli con dolcezza.
«...tu glielo avevi chiesto...
...lo desideravi, lo
volevi almeno quanto lo voglio
io!»...«P-Perché, tu
Sandmon...
...mi
ami?»...«C-Con tutto...il me stesso di argilla!! Tu
non ti
vergogni di me perché sono stato fabbricato,
vero?!»...«No...» scosse ingenuamente il
capo Lopmon
«...e tu...non hai timore di me perché ero una
guardiana
solitaria? Sandmon, io non so cosa voglia dire essere una moglie...
...ho visto Muskmon accettare la proposta di Terriermon...
...ho visto la signora
Wong affiancare giorno per giorno suo marito nelle vicende della
vita...ma...io resto ancora inesperta! Sono soltanto una
zitellina...con alle spalle freddi giorni di
guardia!»...«Alle spalle! Assieme a Zhuquiaomon, i
Deva, e
quel passato che ormai per tutti noi è solo un ricordo...
...ma guarda davanti a
te, Lopmon! Dopo le ultime schegge...ci sono le mie rose. Tuffati tra i
loro petali, è questo il tuo posto! Il posto di una
Digimon...
...bella e affascinante come te.»...«...oh cielo
Sandmon...
...che bella
dichiarazione! Quando ho udito quella di Terriermon io ho pensato
che...»...«Che nessuno te ne avrebbe rivolta una
migliore?»
Il guerriero di sabbia
sorrise paternamente «...è che hai sempre poca
fiducia in
te, piccola. E non ne hai motivo, perché sei parte
insostituibile di una squadra leggendaria. Le tue gesta sono memorabili
e immortali come quelle dei tuoi
compagni.»...«D-Davvero...pensi questo di
me?»
domandava la coniglietta commossa, e lui chinò il capo
«Al
punto tale...
...che non trovavo il
coraggio.»...«Però adesso
l’hai trovato! Gli
spiriti che ti accompagnano hanno capito quanto vali ancor prima che lo
scoprissi tu stesso! Io...non potrò che esser grata loro a
vita.» volgendosi verso la gatta nera, ed affermando con
occhi
commossi «...grazie di cuore.»
Lo spirito di
Scratchmon mutò in Iasugnumon, e si accucciò
vicino al
cane festante, per seguire con occhi inteneriti il tuffo di Lopmon tra
quelle rose.
«Piccola
Lopmon...» pronunciava Sandmon pieno d’amore,
mentre i
petali rossi calavano su di loro, incorniciado l’unione tra
argilla e leggenda «Ci sposeremo quando il D-Reaper
sarà
andato via, vero...?» chiedeva lui, e Lopmon «Ma
certo
amore mio, certo! Staremo insieme per sempre...»
«Come sono
carini!» osservava la signora Ayami, e Beelzemon
commentò
«Finalmente in questa casa nascono tanti amori. Dal cielo
scendono petali di rosa: merito di chi ormai vi abita. E riversa sulla
terra il suo dolce influsso.»
La famiglia si volse a contemplare la foto della ragazza con gli
occhiali.
Quando d’un
tratto Lopmon sbucò tra le rose «Fermi tutti,
aspettate un
attimo!»...«Lopmon, che ti succede dolcezza
mia?»
domandò Sandmon, e lei esclamò
«Mako!!»
Il giovane si volse, e
la coniglietta riferì «Suzie! Suzie ha intenzione
di
compiere...la stessa scelta di tua sorella!»
«C-Come hai
detto?!» esclamò il ragazzo, a cui per il sussulto
caddero
gli occhiali (fine-canzone)
(canzone: Valerio
Scanu - Can't stop)
«Papà...» sussurrava Starshipmon dal
buio della sua
prigionia «...sento che sei felice. Meno male. A poco a poco
tutti i frammenti si stanno riunendo...molto presto la luce
regnerà.» ma uno spiraglio di luce fredda si
spalancò su di lei, introducendo una sagoma dai capelli
ricci
«Me la pagheranno cara, molto cara!! Devo affrettare i
tempi...» avanzò con passo deciso
«...non
permetterò a quegli STUPIDI di godersi la loro
felicità!!»...«Mi spiace, ma ne uscirai
sconfitta...» mormorò la pallida figlia.
«Come,
prego...?!» Violetta si portò la mano al petto
«E
questo chi lo stabilirebbe...?!» puntualizzò
indispettita.
Ma Starshipmon reagì a sorpresa «Io!! CHE TI
FERMERO’!!» sfoderando una lama dalle polsiere e
liberandosi dai lacci che la imbrigliavano.
«AAAHHHHHH!» strillò Violetta quando la
guerriera
piombò su di lei, ma riuscì a schivarla
«Anche se
ridotta allo stremo delle forze ti impedirò di spargere
dolore!!» gridava Starshipmon «A noi due, difenditi
mamma!!» affondando con la lama sul ponte metallico, e
disgregandone un segmento «TRADITRICE...» scandiva
Violetta
sulla sponda opposta «...il potere di cui disponi lo devi a
me!!...
...io ho ucciso
Guardianmon, affinché tu potessi crescere e diventare
potente!!»...«Lo hai fatto solo per soddisfare la
tua
ambizione! Ma come tributo al Digimon onesto che hai
eliminato...sfrutterò i suoi dati per sconfiggerti! Mitragliatore galattico!!»
alzando il braccio tremante...
...e centrando
Violetta con il mirino. Ma quando iniziò a liberare colpi la
polsiera andò in cortocircuito, scaricando
elettricità
sulla stessa proprietaria «A-Aaahhhh!!!»
«E’
inutile...» mormorava Violetta evitando facilmente i
proiettili,
che perforavano la colonna «...senza la mia guida non riesci
a
far niente, sei solo un rottame digitale!»
«N-NON MI
IMPORTA!» esclamava Starshipmon scivolando in ginocchio
«Lottano tutti, non posso essere da menooo...!!...
...ti
sconfiggerò anche a costo di sparire per sempre!»
e di
nuovo si preparava a mirarla. Ma Violetta mosse una leva sul pannello
di controllo «Bambole digitali, all’attacco!!!
Presto,
schieramento offensivo!!!»
I tasselli che componevano il muro si abbassarono, rivelando
così...
...una moltitudine di
Digimon meccanici delle forme più celebri. Starshipmon
dilatò lo sguardo «E quelli chi
sono?!»...«Come, non li riconosci tesoro?! Sono i
tuoi
fratellini!!...
...li ho creati io
utilizzando la stessa argilla, soltanto mi sono preoccupata di dosare
le quantità, in modo che nessuno di loro sviluppasse il tuo
caratteraccio!!!»
Starshipmon non sapeva
chi mirare: le bambole erano appostate in ogni spazio di muro, e si
illuminavano nel caricare i loro attacchi «Finalmente li vedi
con
i tuoi occhi...
...loro sono la nuova
specie digitale!!! Sono l’impero di cui io sono la regina, e
ora
che ci sono loro non c’è più bisogno di
voi! Presto
miei prodi, eliminatela!!»
“Non così
facilmente...” pensò Starshipmon, chiudendo gli
occhi in
quella che sembrava una decisione delicata. E quando le bambole
concentrarono l’attacco, lei compì un balzo
vertiginoso
«LI SMONTERO’ TUTTI! UNO AD UNO!...
...MITRAGLIATORE
GALATTICO!!!...
...AAAAAAAAAHHHHHHH!!!» iniziando a roteare su se stessa,
mitragliando incurante delle scariche che pervadevano il suo corpo.
«Aaaaaaaaaaaahhhh!!!» gridò Violetta
abbassandosi di
colpo, con le mani alle orecchie «E’ pazza,
è
completamente fuori seee!!!» gemeva con sguardo rivolto ai
suoi
soldati «Non le importa di autodistruggersi, trascinando
nella
sua fine anche le mie bamboleee!»
In effetti i pezzi di
quell’esercito meccanico iniziavano a saltare sotto le
insistenti
raffiche di Starshipmon, e le strutture della sala cedevano, prossime
al collasso...
Improvvisamente, tra
le punte gemelle di quel grattacielo cittadino avveniva un prodigio: si
delineava lo spirito di un guerriero iridescente “Cosa
succede...?” si chiedeva costui, che indossava una maschera
“Sento che l’altra metà dei miei dati
sta per
liberarsi: siamo forse a un momento decisivo? Oh?!!” ma poi
la
sua attenzione fu attratta da un altro particolare.
Quando guardò
sotto di sè, si accorse che all’interno degli
edifici si
respirava tensione.
«Noi non ce la
facciamo più!!!» gridavano alcuni uomini, gettando
a terra
i loro striscioni «Se resteremo qui avremo più
probabilità di essere inghiottiti dal D-Reaper, che di
convincere il governo a desistere!! Ma non capite, Mitsuo, Riley?!!...
...i Digimon ci hanno
abbandonati!! Noi stiamo difendendo audacemente la loro causa, ma
quelle creature ci hanno traditi!!»
«Vi preghiamo di
avere ancora pazienza!» era però
l’esclamazione di
una donna dai capelli rossi, affiancata dalla bionda collega
«Siamo convinti che è questione di tempo, e
interverranno!»
In ultimo parlava il
biondo uomo «Per favore, abbiamo fatto tanto per arrivare fin
qui. Non arrendiamoci proprio adesso...»
Ma gli altri
manifestanti rispondevano «Siete penosi...!!! Voi tre siete
rimasti a dieci anni fa!»
Gli sguardi di Mitsuo,
Riley e Tally calavano sconfortati mentre qualcuno gridava loro
«NON REALIZZATE CHE I TEMPI SONO CAMBIATI?!»
Il guerriero
iridescente disse fra sé “Mamma...papà:
sono in
difficoltà, devo aiutarli...
...anche ridotto in
questo stato, io...non posso abbandonarli.” e così
il suo
spirito calò all’interno dell’edificio,
smaterializzandosi in tante piccole luci (fine-canzone)
Arkanomon rivolgeva al cielo uno sguardo sofferente.
E il suo interno iniziava a essere scosso da molteplici esplosioni.
Sopra la testa di
Violetta sembravano abbattersi fuochi d’artificio
«Mmmaledetta Starshipmon, il lavoro di giorni andato in fumo,
che
rabbia!!»
Dinanzi allo
spettacolo della distruzione delle bambole, la guerriera si lasciava
andare a un sorriso di speranza «Ce l’ho
fatta...!!»
ma poco dopo trasaliva alla vista della colonna che si spezzava
«Aaaaahhhh?!» e che le piombò addosso,
spingendola a
terra.
«Ah, ben le sta
per aver distrutto le mie bambole! Ascensore di soccorso!!»
invocò Violetta, montando sulla piattaforma appena affiorata
«Meglio lasciare alla svelta questa stanza, tanto lei ormai
è inoffensiva! Morirai sola e abbandonata, come castigo per
esserti ribellata a me!!!» gridò mentre fuggiva a
bordo
del congegno di soccorso.
Le luci di quel luogo
iniziavano a spegnersi, mentre una mano insanguinata sporgeva ancora
dai detriti, nel soffocato sussurro
«Scratch...mo...nina...»
Lo spirito di
Iasugnumon ebbe un sussulto, e guardò con pena il cielo per
poi
chinarsi sul cane degli Ayami, cercando in lui un po’ di
conforto.
In quegli stessi
istanti Lopmon spiegava, rapendo lo sguardo di tutta la famiglia
«Ha detto che lei considera Akemi un modello! Per questo
vuole
seguire le sue orme. Però io so che fa questo non tanto per
amicizia o spirito di emulazione! Dietro la sua apparente vocazione
c’è la certezza...
...che il sogno
d’amore con te Mako sia ormai sfumato! Quando invece in me,
che
le voglio bene da così tanti anni...c’è
la
convinzione che non sia così, che ci sia ancora speranza!
Mako...guardami negli occhi, tu vuoi bene alla mia piccola Suzie.
Vero?»
«Io...»
accennava il ragazzo spiazzato, ma Beelzemon si accostava a lui
«Sì! Sì che è
così, me l’hai
detto prima! Mi hai confessato con parole testuali che sei innamorato
di lei, che Suzie è la ragazza dei tuoi
sogni!»...«Io ho paura di commettere un
errore!»
replicò il ragazzo «E se con le mie parole
gettassi
scompiglio in un animo chiamato dal Signore?!» Ma Beelzemon
esclamò «No, non ci credo che è per
questo!!»
e a quel punto il giovane chinò il capo «...hai
ragione
Beelzemon...è che in realtà io...
...temo come
andrà a finire! Siamo così giovani, in un mondo
che non
crede più nell’amore. E se il nostro sogno dovesse
spezzarsi? Se io dovessi perdere anche lei? Io mi conosco, non sono
tagliato per avere altre storie, altre ragazze, per voltare pagina come
fanno tutti! Uno come me, quando ama, è per
sempre!»...«Lo sai? Una volta Suzie mi disse le
stesse
parole! Ed era di te che stava parlando!»...«Dici
davvero,
Beelzemon?!» ma il Digimon gli pose le mani sulle spalle
«Mako...nella vita bisogna essere disposti a rischiare, i
fattori
che possono separare due cuori si nascondono ovunque! Ma proprio per
questo bisogna saper lottare, finché si è ancora
in
tempo, finché si ha ancora fiato! E tu hai ancora fiato:
tiravi
così forte, per reclamare ciò che era
tuo.»
(canzone: S
Club 7 - Have you ever)
Entrambi tornarono con
la mente a quell’orsacchiotto...mentre Beelzemon affermava
«E tu...sei ancora in tempo, non condannarti al mio stesso
destino: ritornare con la mente a quell’istante, e pensare
mille
volte che tutto sarebbe stato diverso se solo tu fossi stato
lì...ormai per me e tua sorella non si può fare
più nulla.» gettando uno sguardo alla foto di
Akemi, per
poi scuoterlo «Ma per te e Suzie è ancora tutto da
decidere! E dipende da te: realizzeresti questo mio sogno? Corri da
lei...e fermala, confessandole tutto il tuo amore.»
Il ragazzo si
sfilò gli occhiali asciugandosi gli occhi, per poi
abbracciare
il Digimon «Con tutti i sogni che tu hai realizzato per me,
realizzare il tuo è il minimo che possa fare.»
Nello sguardo di Lopmon si accese la luce di una speranza...
Suzie stava camminando
per la stanza del convento, scorrendo la mano sulle mura per prendervi
confidenza “La mia nuova casa: questo sarà il
luogo dal
quale offrirò a Dio i miei sogni, chiedendo per Mako e per
gli
altri il futuro felice in cui avrei voluto crescere...”
Ma un ragazzo dai
capelli rossi si affacciò alla porta della stanzetta,
introdotto
dalle esclamazioni delle suore “Mako! Dove corri
così?”
Fino a che i loro
occhi non si incontrarono, tra gli affannosi respiri di lui per
riprendere fiato «Ho saputo...che vuoi farti suora.»
Suzie rispose con
dignitoso contegno «E’ così. Ma per te
non dovrebbe
essere una novità, hai già avuto
un’esperienza del
genere in famiglia.»...«Appunto, l’ho
già
avuta!!» ribatteva lui avanzando «E sinceramente me
n’è bastata una nella mia
famiglia!!»...«Credo
che tu ti stia confondendo!» fece lei volgendo il capo
«Noi
non siamo parenti, io sono “la sorella di Henry”,
non
ricordi?!» ma lui ammise deciso «Ti
sbagli.»...«Ah sì, e chi mai
sarei?!!»...«...mia moglie.»
«Cosa?!»
la ragazza dilatò i suoi occhi, e Mako la prese per le
braccia
«Fra qualche tempo! Quando tu vorrai, prima ci fidanzeremo,
convivremo, faremo tutto ciò che tu desideri
purché tu mi
stia...sempre vicina! Io ti amo Suzie...»...«Mi
prendi in
giro?!» ribatté lei sospettosa, ma il giovane
incalzò «Possibile che non te ne rendi conto?!
Guardami
negli occhi! Guarda oltre i miei occhiali: qui...non si tratta solo di
amarti, io sono completamente pazzo di te! Tu mi fai girare la testa,
non mi fai più dormire, non mi fai più mangiare
perché mi sei...entrata dentro, e se ti farai suora io...mi
farò frate! Per strisciare ogni notte nel corridoio come
un’ombra...
...e venire a
baciarti...così...» travolgendola in un bacio
appassionato
che la lasciò esterrefatta.
«Mi credi
adesso, Suzie...? Non ho mai...fatto cose del genere, ti assicuro,
né detto cose come quelle che ho detto...prima.»
affermava
il ragazzo le cui mani tremavano mentre stringevano quelle di lei, che
scuoteva il capo commossa «Io...non so che
dire!»...«Non dire niente, ma fa una cosa! Tirami:
tirami a
te come se fossi un giocattolo, e io resterò con te per
l’eternità!»
La giovane
accennò un sorriso felice, dopodiché lo
tirò a
sé e scivolarono assieme sul letto, in un abbraccio
impetuoso
«Ti amo, ti amo da
impazzire...»...«Anch’io
Suzie!»...«Mako, i tuoi
occhiali!»...«Non
importa, non potrei confonderti...con
nessun’altra...»
...e dietro la
finestra a osservarli c’era Beelzemon “Piccola mia,
il
nostro Mako ce l’ha fatta: ha trovato il coraggio necessario
per
confessare i suoi sentimenti alla ragazza che ama. Guardandoli sembra
quasi di rivedere noi due: io che arrivo in fretta e furia, e tu
barricata nel tuo rispettoso pudore. Io che ti grido di aspettare, con
la poca grazia che mi contraddistingue, tu che inizialmente resisti. Ma
poi...
...ci sciogliamo in un
bacio e ci incamminiamo verso il futuro. Sarebbe stato bello che fosse
andato così, ma ora non c’è tempo per i
rimpianti:
il nostro bambino ha realizzato per noi il nostro sogno! Sono
felice...lo sei anche tu, vero?”
In quel momento
arrivò un gruppo di suore «Ragazzi, dobbiamo
sbrigarci,
crolla il convent-uuuuhhmmm!!!» sobbalzando in una serie di
grida
spiazzate quando videro i due giovani in teneri atteggiamenti
«Oh! Perdonateci, sorelle! Non volevamo mancarvi di
rispetto!» fece Mako, e Suzie «Crolla il
convento?!»
...pochi istanti dopo,
mentre la terra tremava, Beelzemon aiutava le suore a mettersi in salvo
«C’è ancora qualcuno dentro?!»
Madre Katsumi gli
rispose «No, siamo usciti tutti. Anche questo luogo
può
raggiungere l’aldilà.»
Così, alle sue
parole e sotto gli occhi dei ragazzi e delle suore, il D-Reaper
sgorgò dal giardino e provocò il crollo
definitivo di
quell’antico edificio.
Mako abbracciato a
Suzie mormorava «Sorellina...mi dispiace per
com’è
andata ma vendicheremo il luogo in cui sei cresciuta.» e la
ragazza sfiorava la spalla dell’anziana suora
«Madre
Katsumi...»...«Non devi dirmi niente cara, so che
sei
dispiaciuta. Ma è giusto così: tutto ha una fine
su
questo mondo, tranne l’amore. E sono felice che
l’ultima
scena che il nostro convento ha ospitato sia stata così
dolce.» lanciando un’occhiata ai due giovani, per
poi
ammettere «Eravamo affezionate a questo luogo come una casa.
Ma a
poco a poco lo ricostruiremo, con il nostro impegno...e con
l’aiuto del Signore.» Beelzemon al suo fianco
promise
«Se questa legge che ci costringe a nasconderci un giorno
scomparirà, avrete tutto l’aiuto possibile da noi
Digimon!» volgendo gli occhi verso le rovine surclassate
dalla
massa rossastra, ed ammettendo «Costruiremo un muro ancora
più alto...
...tanto che cielo e terra potranno toccarsi!»
Suzie e Mako gli
andarono vicino, e lui li abbracciò entrambi come un tempo
avrebbe fatto con i suoi piccoli domatori (fine-canzone)
Scese la sera su quel
mese di luglio, ad incorniciare Arkanomon i cui frammenti che le
fluttuavano attorno erano ormai ridotti a piccoli sassi...
Nella penombra del
giardino di un’abitazione, la sagoma di una creatura alata e
quella di una ragazza dialogavano tra loro «Vederli assieme
mi ha
suscitato una...forte emozione.» spiegava il primo
«E’ come se un piccolo frammento di quel passato si
fosse
potuto salvare...»
Lei, dal viso pallido
e i lunghi capelli castani, sorrideva dolcemente «Sono
contenta
per Mako, e anche per Suzie: è sempre bello quando
un’amore riesce a trionfare sopra tutte le
difficoltà...anche in un’epoca come questa, in cui
sono
rimasti in pochi a credervi...»
Il Digimon a tre occhi
sembrava provare pena per lei, come se avesse voluto far qualcosa per
rimuovere quel velo di malinconia dal suo sguardo. Ma spoglio di
parole, si limitò a chiedere «Tuo
fratello...?»...«E’ andato a dormire
assieme a
Snowhitemon, dopo aver corretto con il suo aiuto alcuni suoi
testi.» replicò pacatamente lei, aggiungendo
«Anche
mia madre si è coricata.»...«E
tu?» chiese
Beelzemon «Quando andrai a riposare? Ricorda che hai bisogno
di
dormire...se domani sei intenzionata a fare...quello che abbiamo
programmato...»
Jeri avanzò
verso di lui con i suoi passetti esitanti, fino a sfiorargli la spalla
«Certo che lo sono. Sono intenzionata ad andare fino in
fondo. E
a mio modo mi sto preparando. Vedi Beelzemon...tu in questa settimana
hai fatto acquisti online per potenziare il tuo equipaggiamento. Io
invece...sto attingendo dalla notte tutto il mio passato. E tutti i
miei ricordi...
...per poter scendere
in battaglia armata di ciò che di più caro, e
anche di
più doloroso mi ha accompagnato in questi
ventun’anni.
Domani se il destino vorrà sarà...
...l’ultima...battaglia.»
Nel loro modo di
guardarsi si leggeva una comprensione nuova e profonda, e anche nei
loro piccoli gesti e numerosi silenzi. Jeri gli sorrise, chiedendogli
dolcemente «Lascia che continui.» e Beelzemon senza
aggiungere altro si ritirò all’interno della
casa...
...ma oltre a loro
c’era una Digimon ancora sveglia, i cui grandi occhi verdi
non
smettevano di seguire l’alto e imponente guerriero alato
«O-Oh...?» lui la notò con la coda
dell’occhio, e alzò la mano per salutarla
«B-Buonanotte, LadyWizardmon!»
«Buo-Buonanotte!» fece altrettanto lei...ma poi
nascose
scoraggiata lo sguardo sotto la falda del suo cappello. Fino a che Jeri
non si accostò a lei con fare premuroso «Segui
ogni suo
movimento...vero?»...«Mi rapisce
completamente...»...«Ti capisco
bene.»...«Se...fossi in un’altra
posizione...»
spiegava la Digimon «...gli parlerei del dubbio che adesso
non fa
che tormentarmi.» tornando a sfoderare quella vecchia foto
scolastica «E se fosse vero che la domatrice che ho a lungo
aspettato ora si nasconde in quel luogo infernale...di rimpianti e
dolore, che fluttua sopra il nostro cielo?»...«Mi
dispiace
se con le mie parole ho gettato altra incertezza nel tuo
animo.»
espresse Jeri, ma la Digimon si volse a fissarla, nel sussurro
«Non devi scusarti...
...non vi è
solo incertezza, c’è anche...un
grande...improvviso
affetto che non avrei mai creduto di provare! Però certo,
non si
può escludere che il dubbio sia grande. Quanto pagherei in
questo momento per avere una conferma. Come vorrei trovarmi nella sua
casa di ragazza, per potermi infilare in un vecchio sgabuzzino e
passare ore a scartabellare vecchi diari: mi basterebbe anche leggere
di un sogno...un sogno in cui lei avesse visto l’ombra del
mio
cappello...»
Jeri sembrava
riflettere, come se volesse aiutare l’insegnante digitale. E
ad
un tratto «Asanuma appuntava continuamente delle cose mentre
ci
faceva lezione.» LadyWizardmon si volse «Anche se
fosse...si tratterebbe di materiale cartaceo di più di dieci
anni.»...«Però nella nostra scuola
esiste
un archivio! E sarei pronta a scommettere che nessuno si
è
scomodato a buttare del vecchio materiale. Tantomeno lei...
...io non lo avrei mai
fatto.»...«...però adesso come potremmo
accedervi?
La scuola è chiusa, ci sono le vacanze estive! Ed anche il
D-Reaper...»...«Meglio ancora: per questa ragione
non
troverò alcun custode!»...«Stai pensado
di recarti
lì...??» sgranò gli occhi la Digimon,
quando vide
la ragazza avvolgersi di nuovo il capo in un velo. Ma poi questa si
chinò su di lei «Tu resta qui a riposare...lascia
che io
mi addentri in quel luogo di ricordi.»...«Jeri,
guarda che
non è necessar-»...«Shhh...
...lo faccio
poiché lo desidero.» specificò la
ragazza, in un
sussurro lieve come la notte nella quale si allontanò, con i
suoi passi pazienti e incerti, sotto lo sguardo della digi-insegnante.
In quel clima di
intolleranze, il tavolo della cena in casa Matsuki sembrava un buon
esempio di incontro fra terrestri e Digimon.
«Io sono
un vecchio lupo digitale. E ne ho viste e sentite tante!»
spiegava il Digimon dal cappuccio argentato «E chi potrebbe
mai
negarlo, Cyclemon!» replicava Kazu, ospite da loro assieme a
sua
moglie. L’anziano seguitava «Al D-Reaper ho rifatto
presto
il callo, anche se non lo vedevo da più di dieci anni! Sono
avvezzo al colore, alla sua ormai storica pericolosità...ma
nonostante tutto c’è qualcosa che ancora non mi
riesce di
sopportare!»...«Si tratta di dati
tecnici?» chiedeva
Diamon, aggiungendo «Ah se sono dati tecnici puoi anche non
spiegarli, tanto non ci capisco
niente!»...«Zuccona!»
scherzava il marito «Sei fatta di dati e neppure capisci te
stessa!»...«Beh ma che
c’entra?» faceva lei
«Anche un essere umano non è detto che sia esperto
di
anatomia! Se io per esempio ti chiedessi dov’è lo
stomaco,
sapresti rispondere?!»...«Uhm! Beeeh...su per
giù!
So solo che è pieno!» fu la risposta del giovane.
Cindermon chiedeva incuriosita «Beh allora? Quale sarebbe
questo
particolare che scalfisce anche una vecchia roccia come te,
papà?» ed il padre dilatò i suoi occhi
in umani
«...ma la puzza!»
Cindermon
sbatté gli occhi, e a Diamon caddero i bastoncini di mano
«Possibile che voi non la sentite? Forse perché
siete
giovani, io laggiù a Digiworld non sapevo più
cosa fare
con tutta quella puzza: non-la-sopporto! Mi spiace, è
più
forte di me.»
Ma nell’eco di
quei discorsi, Takato sembrava restare assorto e riusciva a malapena a
mangiare. Lo stesso avveniva per Leaf, che non staccava gli occhi da
lui accorgendosi che il suo cuore era altrove...
«Sniff, sniff!
Cioè papà tu ci vuoi far credere che il D-Reaper
ha un
odore?» cercava Cindermon di affinare il suo fiuto, e suo
padre
replicava «E’ inutile che ti sforzi figliola, da
qui non
riuscirai a percepirlo: c’è odore di buona
cucina!»
A quelle parole giunse
la signora Mie con nuove porzioni «Ci fa molto piacere che
appreziate le specialità della casa! Questo fa presagire
bene
riguardo ai rapporti tra le nostre famiglie.» ma Takehiro
balzò in piedi «Ptsss, cara non affaticarti: in
questi
giorni hai continui sbalzi di pressione!»...«Ptsss,
ma per
chi mi hai presa?! Non una parola, specie di fronte al nostro suocero
digitale! Desiderate servirvi ancora, grande
Cyclemon?»...«La ringrazio molto signora Matsuki.
Ma sono
pieno.» rispose Cyclemon. Kazu alzò il suo piatto
«In compenso io favorirei volentieri!» ma lei lo
sistemò con uno scappellotto
«Ugh!»...«Hai
mangiato fin troppo e per troppi anni seduto a questa tavola! Gente
come te e i tuoi amici con poca voglia di studiare...
...ha finito per
contagiare mio figlio!» borbottò dopo essersi
allontanata.
«Veramente erano
molti anni che non venivo a mangiare qui...» disse Kazu fra
sè, abbassando il suo piatto e facendosi più
serio
«...forse la signora non ricorda il cammino che abbiamo
percorso.
L’ultima volta che ho preso posto a questa tavola, Takato era
di
fronte a me come oggi...ma ricordo che non era così
pensieroso.
E se non fosse convinto del gesto che sta per fare?» Diamon
si
accostò a lui, mormorandogli all’orecchio
«Questa
mattina ho parlato con Cind, e anche lei, contrariamente al suo solito,
sembra così insicura! Mi ha persino detto di aver intravisto
Jeri...»...«Jeri...» ripeté
Kazu, guardando
verso l’alto «...sembra che con questo mese anche
lei debba
venir sfogliata, come la pagina di un calendario. Eppure sono sicuro
che questa notte, lei è nella mente di Takato più
di
sempre. E non solo...anche in quella di tutti noi suoi
amici...»
«Cynthia!»
l’esclamazione della signora Mie si frappose fra le risate
«Hai fatto vedere a mio figlio quello che hai
comprato?» al
che la Digimon le rifilò un’occhiataccia
«Signora
dico, è pazza? Ha mangiato qualcosa di troppo, forse le ha
fatto
male?» Cyclemon intervenne «Perché? Sono
curioso
anch’io!» ma Cindermon lo bloccò
«Papà,
non ti ci mettere anche tu!» Mie però sfoggiava un
sorrisetto orgoglioso «Ti assicuro che non sono stata mai
lucida
come adesso! Abbastanza da ricordare che certe astuzie vanno sfoggiate
subito! Non fra troppi anni!»...«No no no no,
signora! Cosa
fa?! Lasci quella busta, la rimetta a posto, io la implor-»
ma la
futura suocera aveva già infranto la plastica
«Takato!»
...destando solo in
quel momento, e un po’ a stento, l’attenzione di
suo figlio
«Guarda la tua fidanzata cosa mi ha costretto a
comprare!»
lasciando tutti i presenti allibiti alla vista di quel completino
intimo scarlatto.
«Oh
mamma...» mormorò Leaf attonito, mentre lei gemeva
«Takato non le credere!! Io non ho costretto nessuno a far
niente, è lei che ha costretto me!! I-Io ti giuro che sono
scoppiata a piangere appena mi ha preso per il braccio e mi ha
trascinata a forza nel negoziooo!» Però il
domatore si
alzò, andandole vicino e sfiorandole la spalla
«Cosa
c’è di male...? E’ un completo
stupendo.» e
Mie a insistere «Vedi?! Cosa ti avevo detto, e tu che
frignavi
come una bambina! Con gli uomini bisogna sfoggiare il proprio arsenale!
E non sempre si tratta solo di tecniche
speciali!!»...«Gran
bel servizio, signora!!» ribatteva la Digimon, coprendosi il
volto con le mani «Persino di fronte a mio
padreee!»...«Uuuh, quante storie!»
tagliò
corto Mie, allontanandosi non senza rifilare uno schiaffetto al marito
«E tu non fare quella faccia da allocco!! E’ la
fidanzata
di tuo figlio, un po’ di contegno almeno con lei!»
Takato cercava di
consolare la Digimon «Guarda che non devi assolutamente
vergognarti...! Le mamme sono così, e poi casomai
è a me
che fa il dispetto: in questo modo...rende l’attesa molto
più difficile.»...«Takato, stai dicendo
sul serio o
mi prendi in giro anche tuuu???»...«Per quale
motivo dovrei
prenderti in giro? Lo pensano...tutti quelli che mi conoscono, o
oseresti forse dire che non sei una Digimon attraente?»
Sotto gli occhi di
Leaf, che serio li osservava, Cindermon chiedeva conferma
«Takato
tu pensi davvero che io sia bella? D’accordo potente, va bene
abile in battaglia però...tu sei realmente attratto da me?!
Da
me come ragazza, ora intendo!»...«Vorresti forse
metterlo
in dubbio? Altrimenti perché ti sposerei...poi ora che ho
visto
i tuoi acquisti, ancora di più. Tanto che preferisco andare
a
dormire, perché so già Kazu cosa sta pensando!
Non fa che
fissarmi e...mi sento in imbarazzo.» accennava con un modesto
sorriso...
...mentre Kazu
mormorava a mezza bocca «...e invece non lo immagineresti
mai.»
Takato annuciò
«Scusate, io sto...veramente bene in vostra compagnia.
Però capitemi, domani è un giorno importante per
cui
preferirei andare al letto per poi essere...in piena forma.»
Il
padre rispose «Non preoccuparti Takato...capiamo
benissimo.» ma la madre «Io un po’ meno!
Non trovo
consono abbandonare la tavola in presenza del tuo futuro
suocero!»...«Vai pure Takato.» sovrappose
Cyclemon,
piegando il tovagliolo e aggiungendo «Il palazzo reale di
Digiworld...ti autorizza.»
Takato lanciò
uno sguardo a Kazu, che alzò la mano
«Confermo.»
seguito da Diamon «Via
libera!»...«Scusate ancora.
Buonanotte.» si congedò il ragazzo...
...mentre Leaf pensava “Takato...
...che cosa starai
pensando? Domani ti sposi e io...sono qui a mangiare come un idiota!
Non posso aiutarti, a dispetto di colui che sono!”
Quando Takato ebbe
lasciato la cucina, si passò la mano sul volto stanco e poi
fu
tempo di salire quelle scale ancora una volta “Sì,
domani
mi sposo...(canzone: Westlife
- You raise me up)
...ma mi sembra,
gradino dopo gradino, di ripercorrere tutta la mia vita. Ed ogni volto
che ne ha fatto parte flutta attorno a me. Perché non riesco
a
liberarmi da questo pensiero...? Da ogni singolo bagliore del
Digivice...
...da ogni singola vittoria, e sconfitta. Da ogni sorriso e ogni
lacrima...
...da ogni sogno...e
ogni bacio.” ed era arrivato alla sua camera buia. Anche
questa
volta preferì non accendere la luce, ed avanzare verso la
finestra fino ad affacciarsi...
...il D-Reaper faceva
galleggiare sul mistero il suo destino, in quella sera speciale in cui
la luna aveva gli occhi...
...e delle mani
bendate sollevavano un completo intimo scarlatto «Puoi anche
bruciarlo!» esclamò Cindermon «Tanto io
non lo
volevo.»...«Ma vuoi almeno...sposarti?»
accennò il rapper timidamente, per poi balbettare
«Scusa
scusa! Non per niente. Te lo chiedo da amico. Perché noi
siamo
amici...vero Cindermon? E lo resteremo anche quando tu sarai diventata
la signora Matsuki.»...«Noi due?
Amici...?»
domandò la Digimon con aria un po’ sconfortata. Ma
poi
adagiò una carezza sul viso del giovane rapper «Ma
certo
che lo siamo...dai, mica faccio toccare il mio reggiseno ai semplici
conoscenti!»...«Uhmuhmuhm!» rise un
po’
Leaf...ma poi la sua espressione tornò triste. E chiese
«Sei proprio sicura che non vuoi
indossarlo?»...«Se
sapessi, Leaf...
...ho i brividi a
pensare alla mia vita tra ventiquattro ore: non è accaduto
neanche alla vigilia delle più importanti battaglie! Se
penso
che domani salirò quelle scale al suo fianco...
...e finalmente le sue
mani attraverseranno il mio corpo, saremo una cosa sola...ma in modo
diverso rispetto alla biodigievoluzione! Tutto questo appare ai miei
occhi come la realizzazione di un sogno. Se voglio indossare quel coso?
Ma certo che voglio indossarlo!...se a lui piace, come ha appena
affermato. Quella che non voglio indossare...
...è una
maschera! Qualcosa che occulti il mio vero volto, e anche quello di
Takato! Noi siamo fatti per stare sotto la luce del sole! E correre e
giocare come tanti anni fa...» sussurrò
magicamente.
«Come ti
capisco...» disse il rapper con sguardo amorevole, ponendo la
sua
mano bendata su quella di lei...
...ma c’era
qualcuno che quella notte indossava una maschera: era lo spirito del
guerriero nascosto all’interno dell’ex-sede di
Hypnos. E
che vegliava su quei tre ex-colleghi che ora si stringevano tra loro
«Cosa facciamo...?» mormorava Riley
«...questa
è la fine...non abbiamo più niente per
trattenerli.» Tally confermava «Questa volta ci
hanno
sconfitti...il mondo non crede più nei Digimon, solo noi
sappiamo che stanno lottando contro la diffidenza...per proteggerci
ancora!»
«Se almeno
avessimo ancora il nostro equipaggiamento, potremmo aiutarli contro
quella barriera...» alzava lo sguardo Mitsuo «...ma
purtroppo queste spoglie pareti non ospitano più le nostre
postazioni. Avete sentito le ultime
notizie?»...«Sì
Mitsuo...» rispose la moglie «Sembra che la polizia
verrà a intimarci con la forza di lasciare
l’edificio!» Tally aggiunse «Hanno saputo
che la
resistenza sta cedendo, e hanno aspettato il momento propizio: che
vigliacchi!» Mitsuo decretò «Voi andate
via se
volete, siete ancora in tempo!! Ma io giuro che quando quei bastardi si
presenteranno mi troveranno qui! In nome di mio padre, e di tutto il
suo impegno...»...«Stai scherzando, Mitsuo? Ti
ricordi
quando Hypnos crollava?» accennò la moglie...
...ed entrambi
ricordarono il loro sguardo, che si incrociava nella pioggia di
detriti...
«Come no,
Riley...»...«Non ti abbandonerò nemmeno
questa
volta.» fece lei abbracciandolo, e Tally scherzò
«In
tutto questo non occorre che una collega impicciona! A controllare che
facciate i bravi!» ma quando costei si unì al loro
abbraccio...
...una luce
iridescente comparve dal buio, ed una carezzevole voce maschile
pronunciò «Vi sbagliate, manca ancora una cosa: un
Digimon...per tramutare i vostri sogni in realtà.»
«Ahhh!» Mitsuo sussulto, ed anche sua moglie e la
bionda collega.
«Non posso
crederci, è un’apparizione!»
esclamò il
biondo uomo «Hideki, sei tu...?» chiese la donna
dai
capelli rossi e le lacrime agli occhi, mentre la sua amica la fissava
attonita.
«Avvicinatevi,
non abbiate paura...» tendeva la mano Guardianmon
«Sono
solo uno spirito, ma se crederete in me...potremo accendere gli ultimi
frammenti di fiducia nei cuori della gente. Finora siete stati degli
studiosi esperti e razionali...
...vi fidate di un fantasma?»
I tre si consultarono,
e Mitsuo rispose un deciso «Sì!»
gettando a terra il
suo palmare «Ormai le tecnologie non servono
più!»
«Seguitemi...» mormorò...
...e si avviarono con
lui nel buio, nel quale ognuno di loro rivedeva tanti giorni di un
periodo lontano (fine-canzone)
«E così,
dopo aver concesso ai Digimon il potere di biodigievolvere sulla
terra...» narrava come se fosse una favola la voce di una
giovane
bionda «...Dobermon si
dissolse.»...«Però,
solo apparentemente!» si affiancava la voce di un signore
evanescente dai riccioli neri «...perché sarebbe
rimasto
sempre vicino a quella giovane domatrice, seppur scomparsa troppo
presto.»
Unendo le mani come
due genitori, benché riuscissero a toccarsi a stento,
constatarono che la loro leggenda aveva fatto addormentare quel
ragazzino dai capelli neri. Alice lo carezzò con la sua mano
pallida come il viso di lui, per poi sussurrare «Vecchie
storie
sono sempre efficaci.»...«Andiamo a dormire,
Alice.»
la invitò Refrainmon, che a metà strada da
lì alla
stanza mutò in grosso cane dal collare borchiato...(canzone:
Anastacia
- I dreamed you)
Gelsomon metteva a
letto i draghetti, dopodiché i suoi artigli intrecciavano
quelli
di suo marito per coricarsi assieme...
Renamon e Imagomon
restavano l’una accanto all’altro, a osservare i
loro
ragazzi accovacciati nell’angolo della stanza...
Solo LadyMeramon
restava a leggere fino a tardi, seduta sul tetto come una torcia
accesa. Ma quando il suo pregiato segnalibro volava via nella brezza di
luglio, c’era una mano di fuoco trasparente che puntualmente
glielo restituiva...
Infine c’era
quel ragazzo senza ciglia né capelli, che raggiungeva sua
moglie
nel letto «Gli spiriti vanno a dormire, e così
anche gli
umani. Domani è il gran giorno, Rika...»
Costei posò la
spazzola che aveva passato tra i suoi capelli, e domandò
«Secondo te riusciremo a farcela? Riusciremo a trovare quel
cavillo informatico...che ci permetterà di oltrepassare la
barriera?»...«Io ho fiducia! Finora abbiamo
attraversato
sfide ben peggiori.»...«Credo tu abbia
ragione...»
sussurrò lei, dopodiché
«Rika!»...«Sì...?»...«...c’è
qualcos’altro che mi dà pensiero.» La
ragazza gli si
aggrappò apprensiva, ma lui «No no! Niente che
riguardi la
mia salute: so che l’hai pensato...ma mi riferivo ad altro:
non
sarà che, approfittando della confusione...
...Takato e Cindermon stanno per fare una stupidaggine?»
La domatrice
sospirò «Non ti nascondo che l’ho
pensato
anch’io.»...«Ma in questo caso bisogna
fermarli!» esclamò Ryo «Il D-Reaper
è solo un
nemico informatico! Ma un matrimonio sbagliato si paga per tutta la
vita. Ed io credo che Takato, nonostante sia legatissimo alla sua
Digimon...
...non l’abbia
mai amata.»...«Lo penso
anch’io!!»
esclamò Rika con pena «Però non
è un
problema d’amore...bensì d’amicizia!
Nonostante il
passato ci abbia reso tutti amici di Jeri...ora anche Cindermon ha
conquistato il nostro affetto! E lei è profondamente
innamorata
di Takato. Questo matrimonio rappresenta la realizzazione di un sogno!
Con quale coraggio si potrebbe mettere una parola a sfavore? Mi
sembrerebbe...di pugnalarla alle spalle!»...«E
neanche a
dire che si può regalare un Digivice, come è
stato per
Himi e Imagomon! Perché Takato e Cindermon...lo possiedono
già.»...«Non abbiamo alternative, Ryo:
dobbiamo
confidare nelle loro scelte. Sperando che siano abbastanza maturi...
...e che non compiano
passi falsi.»...«Già...»
replicò il
ragazzo con le mani dietro la liscia nuca «...la vita
è
come un campo di battaglia. Buonanotte, mia regina dei
Digimon...» spegnendo la luce, per poi baciarla nel buio...
Henry e Rea
osservavano il loro bambino dalla sponda del letto, quando lei
bisbigliò «Ptsss! Dov’è il
nostro
Digimon?»...«...Terriermon è uscito poco
fa.»
replicò Henry, e lei «Uscito? Ma non
sarà
pericoloso?»...«Non temere, quel furbacchione non
si
farà certo prendere dalla polizia ora che ha deciso di
sposarsi!
Conosce la città come le sue
tasche.»...«E’
stato merito tuo?» sussurrò la moglie con un
sorriso
furbetto, quando Suzie irruppe nella stanza «Ooooohhhhhh,
fate
qualcosa, non resisto più! Mako è chiuso in
salotto con
papà e mamma da ore, e io non so cosa si stiano
dicendo!»
Rea però le venne incontro «Eccola qui, la brava
suorina!
E’ la giusta punizione per aver voluto lasciarci.»
ed Henry
«Sicuramente i nostri genitori le staranno dicendo quanto sei
discola! E che a sposarti non ci fa certo un
affare!»...«Mmm, siete insopportabili: un fratello
maggiore
elevato al quadrato! A proposito, Lopmon dov’è,
nel
lettino di Benji?»...«Veramente no...»
rispose Rea, e
Suzie fece «Strano!»
Henry pensò a
rassicurarle «Tranquille, ragazze: penso che dopo le emozioni
di
oggi, le proposte che hanno ricevuto...
...e la sfida che ci
aspetta domani, i nostri Digimon abbiano bisogno di riflettere. E di
respirare l’aria delle strade che li hanno accolti tanti anni
fa,
dando inizio alla leggenda...»
Le due domatrici
guardarono verso l’alto, smarrendo lo sguardo nel buio e nel
passato...
...e mentre Mako
conversava con i, dopo tutto compiaciuti, signori Wong, alle loro
spalle Sandmon dava la notizia del suo fidanzamento a Muskmon, la quale
ricambiava con quella del suo imminente matrimonio:
l’entusiasmo
sfociò in un abbraccio festante...proprio nel momento in cui
Janyu Wong poneva una mano sulla spalla del giovane pretendente della
figlia.
«Buonanotte
mamma! Dormi bene papà.» furono le parole con cui
Kenta
congedò i suoi genitori, prima di tornare in salone dove sua
moglie stava riordinando, dando qua e là
un’aggiustata ai
loro graziosi soprammobili «MarineAngemon, tu credi che
riuscirai
a dormire?»...«Io? Niente affatto! E
tu?»...«Neanch’io...non faccio che
pensare a tutto
quello che abbiamo costruito.»...«Ti ricordi?
Questa casa
l’abbiamo arredata soprammobile per soprammobile. Scelto
d’amore e d’accordo come sempre, a parte qualche
legnata!»...«Lo stesso sembrano star facendo Takato
e
Cindermon...» commentò il ragazzo, ma la biondina
replicò «Sì ma loro senza legnate!
Vanno anche fin
troppo d’accordo, ogni tanto qualche lite ci sta bene. Fa
parte
della vita!»...«Tu sei stata sempre una fautrice
della loro
coppia!»
A quel punto Yuki
sospirò, posando lo straccio «Sì,
è vero...
...però giunti
a questo punto non so se è stato un bene. Io credo abbiano
fatto
tutto troppo in fretta, e secondo me qualcuno ci ha messo lo zampino.
Non ti dico chi perché è fin troppo ovvio. E la
conosci
da più tempo di me!»
«La signora
Matsuki...» abbassò il capo il ragazzo occhialuto.
E la
grassoccia moglie ribatté «Quella non vede
più il
D-Reaper, non vede più niente se non i suoi sogni frustrati!
Però questa volta non si può far niente, il tempo
stringe! E ci sono troppe persone in
ballo.»...«Ogni forma
di intervento a noi è preclusa. Però sarebbe
bello che
qualcuno fermasse il mio amico, se è vero che sta per dare
alla
sua vita un corso sbagliato!»
«L’unico
che poteva farlo sai bene chi era.» disse Yuki lucidando un
piatto e poi riponendolo. Suo marito concluse «Ma purtroppo
lui
ormai fa parte del passato...»
...quando il silenzio
scese su casa Matsuki, quel rapper di bassa statura si sedette sulle
scale, tormentandosi le mani bendate «Che cosa devo fare?
Qual
è in questo momento il dovere di un Digimon...??»
ma ad un
tratto udì una voce «Leaf...»
Si volse stupito, pronunciando con un filo di voce
«Takato...»
Il ragazzo aveva la
borsa a tracolla «Io esco un
attimo.»...«Non hai
detto che avevi bisogno di dormire?»...«Ho bisogno
di
riflettere...
...tu non dire niente
a mia madre, per favore. E nemmeno a Cindermon. Tornerò per
domani mattina...
...buonanotte!»...«Buo...buonanotte!...
...dove starà andando?» tanto che alla fine,
seppur titubante...
...scattò in una corsetta e lo seguì (fine-canzone)
«Nonostante una
minaccia incomba su di noi...» pronunciava la piccola e
assorta
Lopmon, camminando per le strade desolate di Tokyo ricolme di
recinzioni e sbarramenti «...il mio cuore è felice
e ama!
E’ incredibile come un destino che sembra già
segnato
possa cambiare in pochi secondi, e questo solo grazie al potere
dell’amore. Questa notte mi sento forte, non ho paura di
niente e
voglio camminare. Voglio raggiungere un posto alto e osservare tutta la
città, nel bene e nel male! Ho deciso!» alzando
gli occhi
verso l’edificio vicino a lei «Non sarà
il tetto
più alto di Tokyo. Ma questa notte voglio passarla sulla
cima
della scuola dei ragazzi. Questo luogo adesso è abbandonato!
Ma
le sue mura sono piene di fantasmi...» sicché
scivolò rapida tra le sbarre di quel cancello
scricchiolante...
Ma non erano i passi
di un fantasma bensì di un ragazzo, quelli che si
affacciarono
al medesimo cancello pochi istanti dopo. Takato alzò lo
sguardo
e pensò “Signor Mori...ora che lei non
è più
tra noi ho bisogno più che mai di un adulto che mi consigli.
Di
un maestro che possa guidarmi. Per questo, anche se è notte
fonda...
...e domani devo
decidere per la mia vita, sono tornato in questo luogo dove di sicuro
il suo spirito mi sta aspettando, seduto alla cattedra come un tempo.
Perché cerco lei? Perché anche lei ha conosciuto
l’amore, sia quando esso è illuminato dal sole...
...sia quando lo
è dalla luna.” lanciando un’occhiata
fuggevole ad
Arkanomon, per poi proseguire all’interno...
...ma in
quell’edificio all’apparenza abbandonato, qualcuno
aveva
spezzato un lucchetto che ora giaceva a terra, tra i banchi accatastati
«E’ proprio quello che cercavo...
...la signora Asanuma
ha lasciato qui questo diario! Ci sono anche...frammenti dei nostri
vecchi temi.»
Le mani di Jeri
sfogliavano quelle pagine, ed i suoi passi claudicanti la conducevano
presso la finestra, così che la luce delle stelle potesse
rischiarare la sua lettura “In
questa calda mattina, i miei alunni sono partiti. Mi fa uno strano
effetto, e confessarlo mi fa vergognare anche di fronte al mio stesso
diario. Ma non riesco a liberarmi di questo pensiero: vorrei tornare
bambina per poter viaggiare con loro. Mi piacerebbe essere come Jeri:
di sicuro il futuro a cui andrà incontro sarà
gioioso e
felice...
...vivrà avventure ed emozioni intense...
...incontrerà il ragazzo dei suoi sogni tra le lande di quel
mondo a me precluso, ed una volta cresciuta...
...lo sposerà. Suo padre allestirà una festa
meravigliosa
per le sue nozze. E la sera prima lei resterà alzata a
contemplare la luna, ritornando indietro con la mente a questo giorno...”
Con il cuore colmo di
incredula emozione, Jeri si volgeva verso il cielo, su cui troneggiava
Arkanomon cristallina e solenne...
“...che magia
meravigliosa è la vita...
...ma l’età adulta è un’ombra
pericolosa.
Sono innamorata del mio collega, Tokiashi. Ma non ho amici ad
incoraggiarmi affinché sia più docile con lui, di
modo
che possa intuire i miei sentimenti. Per tutti io sono
l’arcigna
signorina Asanuma...
...ma in realtà vorrei riempire questa scuola di fiori!
Vorrei
offrire il caffè a tutti. E far da guida ai miei alunni tra
i
Digimon, come qualche tempo fa al campeggio. Solo che non ho il
coraggio. O forse l’abilità. Forse mi manca il
carattere...
...o forse soltanto un amico, a ricordarmi che essendo se stessi nella
vita non se ne esce sconfitti. Anzi. E’ l’unica
formula per
un futuro che valga la pena di proteggere! E in cui...valga la pena di
tuffarsi. Come quel varco di luce in cui immagino saltare Kazu,
Kenta...Takato, e Jeri.
Questi ultimi due per mano. Si vede da lontano un miglio che si
ameranno per tutta la vita.
Come li invidio. E forse è per questo che vengo punita.
Anche se
in teoria sarei io l’insegnante...
...o forse sei stata tu a mettermi in castigo? So che sei
un’insegnante digitale. Forse nel mondo in cui vivi io sono
una
tua alunna. So un’altra cosa di te...
...che non esisti...e che non ti incontrerò mai. Anche se
vivessi mille anni...”
Le lacrime solcavano gli
occhi di Jeri mentre stringeva al petto quel diario
«...eccola...
...la risposta che cercavo.
Posso tornare a casa...» ma ad un tratto udì un
rumore. E
si volse di scatto «Ahhh! C’è
qualcuno...»
muovendosi a passi cauti...
...ed estraendo
lentamente il cellulare. Scorrendo tra le ultime chiamate,
evidenziò il nome Beelzemon
mentre in punta di piedi strisciava nel buio e tra i banchi
accatastati...
...venendo fuori dallo stanzino, e sporgendosi presso le scale...
...finché non
lo vide in fondo ai gradini «Ahh...Takato.»
(canzone: Mariah
Carey - Through the rain)
Il ragazzo alzò
gli occhi attonito, forse per un momento pensando che fosse un fantasma
«Tu...?...
...che ci fai qui?»
Takato salì
così gradino dopo gradino, finché non fu di
fronte a lei
che gli rivelò «Cercavo un vecchio diario della
nostra
maestra...
...Takato...
...avresti detto mai che Asanuma è...
...una nostra
compagna? Lei ha un Digimon! La sua Digimon è
LadyWizardmon...e
non si sono incontrate perché...
...beh...
...perché a
volte anche se si è destinati a restare assieme per sempre,
si
viene divisi dalla
vita.»...«Jeri...»...«No,
aspetta! Non fraintendere le mie parole...»
La ragazza lo guardava
con occhi assorti, ma con un’espressione diversa dal solito
che
non mancò di colpire il ragazzo. Ora in lei sembrava
leggersi
sincerità, ed una profonda premura per il suo futuro
«...non mi sono spinta fino alla nostra vecchia scuola...
...per rifilarti la
solita me. La solita Jeri avida ed egoista...che con i suoi inganni ti
ha rovinato la vita. Vorrei che per un attimo dimenticassi la stranezza
della situazione...
...e che sono
ricercata. Vorrei che fosse come incontrarsi per strada: ho saputo che
ti sposi...
...congratulazioni...amico mio...» mormorava alzando la sua
mano
tremante, e carezzandogli il viso «...non ti serbo rancore.
Il
passato ormai è passato. E Cindermon merita appieno il posto
che
ha ottenuto. L’ha conquistato lottando accanitamente...
...contro una rivale
spietata come me. Se è riuscita a superare le mie trappole,
disseminate ovunque sul suo cammino come un campo minato,
significa...che ti ama veramente. E allora merita di stare al tuo
fianco...per tutta la vita.»
Takato raccolse
delicatamente la mano, chiedendole «Dimmi, tu come
stai...?»...«Io? Sto bene Takato, tranquillo...
...io sto bene...
...a poco a poco mi
sto riprendendo. Guarda? Prima quelle scale le ho fatte da sola. La
gamba mi fa ancora male, però se mi impegno riesco a
farcela. E
poi mia madre ha intenzione di farmi operare! Ah!...
...forse...non sai di
chi sto parlando. Eh già. Ti sei perso un po’ di
cose,
devo aggiornarti...sulle ultime novità. Tanto per
cambiare!...
...ma questa volta
sono notizie bomba: io...ho ritrovato mia madre! Quella matrigna che ho
a lungo scansato. E’ tornata da me assieme...a mio fratello.
Tieniti forte...quando ti dirò chi è...
...non riuscirai a
crederci, rischierai di rotolare dalle scale! E’ il domatore
di
Calumon...»...«Puppet...?» Takato
sgranò gli
occhi «Proprio
così...»...«...l’avevo
sempre detto che aveva qualcosa di te!»...«Ah
sì?» sorrise Jeri «Allora è
vero ciò
che ci dicevano un tempo, e cioè che ci
somigliavamo.»...«...dunque lui è
Masahiko in
realtà?»...«Non solo...
...è anche un
ragazzo profondo e sensibile. Che ha saputo perdonarmi per non averlo
difeso di fronte alla ristrettezza di nostro padre. Da qualcuno...
...devo pure aver
preso il mio carattere ostinato e caparbio. Ma forse mia madre...quella
vera intendo, colei che mi ha dato alla luce...
...aveva un cuore
docile e tollerante, capace di dimenticare il passato. Forse un
frammento di lei è scivolato in me...
...lasciandomi in dono l’abilità di poter...
...perdonare
Beelzemon.»...«Come
dici...?»...«Sì,
Takato...e questa volta l’ho fatto davvero. Egli non
è
più il Digimon che ha ucciso Leomon. Beelzemon
è...
...il mio
Digimon...» scandì la ragazza nel suo sussurro
«...colui che continua la missione di Leomon. Una missione
non
facile...
...quella di badare a
me: un’impresa adatta soltanto a Digimon forti...che sappiano
vedere oltre le imperfezioni di noi ragazzi. Ma adesso basta parlare di
me!» prendendogli le mani «...dimmi di te...
...sei emozionato? Ora
nella tua casa immagino si respiri tanta allegria. E che si contino le
ore che ci separano da domani...1 agosto...
...1 agosto, ti
ricordi Takato? Quanto questa data ci ha fatto sognare: per noi piccoli
telespettatori...era l’inizio di tutte le avventure. Il mio
grande desiderio...
...è che per te
rappresenti la stessa cosa. Per l’appunto, prima che scocchi
la
mezzanotte...ho bisogno di chiederti una cosa. Io ti chiedo...
...perdono per tutto il male che ti ho fatto.»
Takato la fissava
incredulo, mentre lei gli parlava con fraterna dolcezza «Non
voglio che tu vada incontro ad una festa del genere con
l’orribile ricordo...di me. Io riconosco di aver commesso
tanti
errori. E di aver calpestato l’affetto...di coloro che mi
circondavano. Scusati anche con la tua Digimon da parte mia, ti prego.
Scusati con la tua fidanzata. Pensi che riuscirà mai a
perdonarmi?» ma Takato le strinse le mani
«Cindermon...non
è capace di portare rancore!»
«E tu...?» domandò Jeri in un timido
sussurro.
Takato la
fissò, e poco dopo disse «Io non potrei mai
serbare
rancore verso di te. Tu sei un pezzo della mia vita!...
...un frammento
fondamentale di quello che sono oggi, e che sarò in
futuro!»...«Takato!...posso
abbracciarti?»
supplicò lei, e il ragazzo «Ma
certo...!»
così si strinsero, in un’ intensa commozione.
“Jeri...
...!!” chiamava
l’animo del ragazzo, e benché lei si sentisse
sciogliere
d’amore ad un tratto si asciugò gli occhi
«Bene! Ora
mi sento più leggera. Ma dimmi, perché tu sei
venuto
nella nostra scuola?»...«Per prepararmi a
domani...»...«Un’altra cosa che ci
accomuna: si vede
che siamo cresciuti insieme. Senti, se non ti dispiace possiamo
approfittare di questo buio e andarcene un po’ in giro, ti
va?
Tanti pezzi di noi sono dispersi qua in giro. E ci aiuteranno a
ricomporci per...
...ciò che...ci
aspetterà domani. Di qualsiasi cosa si tratti. Hai
abbastanza
coraggio...?»
«Io sono un
domatore...non te lo dimenticare.» replicò lui
serio in
volto. Lei sorrise ancora «Non potrei mai...»
tendendogli
la mano.
Lui la raccolse, e per un attimo fu come tornare bambini (fine-canzone)
Nel frattempo
anche gli occhi di Leaf si smarrivano nel buio del campetto della
scuola. La porta della mensa era semiaperta, e al suo interno era
rimasto disordine e vecchi avanzi. Il cuore tornò indietro
ad
una mattina assolata, e a una scorpacciata che aveva fatto disperare il
personale scolastico. Ma quella notte egli decise di non toccare cibo,
forse in preparazione dell’abbuffata matrimoniale, o forse
perché quando il cuore è colmo di pensieri anche
la fame
non è più accanita. Sicché
passò oltre...
...mentre qualcuno sul
tetto ipotizzava «Ho visto un’ombra. Forse un
custode,
viene ad assicurarsi che non rubino nulla. Io a volte lo facevo nella
mia scuola al villaggio.»
Si trattava di un
Digimon verdino dalle lunghe orecchie, e dagli occhi puntiformi che si
smarrivano nel panorama. Ma un’ombra identica alla sua si
affacciò poco distante da lui «Ti ricordi? Per
quante
notti ci trattenemmo fino a tardi, alla luce di una sola lanterna nelle
nostre mani. A ricordare i nostri domatori, e a immaginare i loro
volti...cambiati dalla crescita!»
«...Lopmon! Sei
tu. Che combinazione incontrarci qui. Avevo bisogno di ricordare.
Ancora una volta!»...«Anch’io, per questo
sono
qui.» ricambiò il sorriso la coniglietta,
spiegando
«Quando le cose cambiano troppo in fretta...a volte
c’è bisogno di una
pausa.»...«Credo che tu
sappia già che mi sposo. Vero?» disse lui, e
Lopmon
annuì «Uhm uhm. Certamente! Quello che forse tu
non sai
è che...
...uhmuhmuhm, mi sposo anch’io!»
«Davvero?!» il Digimon drizzò le
orecchie...ma poi
le abbassò pacatamente «Non mi sorprende poi
tanto. Prima
o poi doveva succedere.»...«Dici sul serio,
Terriermon...?»...«Certo! Era ovvio che presto o
tardi
qualcuno si sarebbe accorto del tuo grande valore. Tu sei una Digimon
fenomenale!»
La compagna si
accostò a lui «Sono state le stesse parole del mio
fidanzato. E’ strano però che solo voi riusciate a
vedermi
così. Io mi sento sempre...
...piccola.
Benché per Suzie la prima volta fossi alta
alta...»
smarrendo i suoi occhietti nel cielo «Ma questo è
ovvio,
Lopmon! Nonostante il cammino percorso abbiamo ancora...tanto da
imparare. Forse la luce del giorno confonde. Ma con l’alone
della
notte è più facile scorgere che siamo sempre...
...quei piccoli
Digimon...che tanti anni fa si accostarono ai loro domatori, pieni di
buoni propositi! Ma di altrettante incognite sul futuro. Ma non vi
è da temere: finché le nostre mani rimarranno
unite e la
nostra amicizia non si spezzerà...potremo affrontare
qualsiasi
nemico. E respingere il D-Reaper ogni volta che
riaffiorerà!»...«E’ proprio
vero,
Terriermon...guardiamo il cielo assieme. E ripensiamo a quelli che
eravamo...»
I due coniglietti si accostarono in una fraterna contemplazione delle
stelle...
L’atmosfera
all’interno dell’edificio sembrava essersi sciolta
«Ahahahahah! Ti rendi conto che potrebbero arrestarti per
complicità in reato?» scherzava Jeri «Se
fossi un
bravo cittadino dovresti denunciarmi alla
polizia!»...«Se
fossi un bravo cittadino!» obiettò lui
«Ma se
avessero voluto arrestarmi, potevano farlo per ben altre
cose...»
giungendo all’interno di un’aula. Lui si sedette
sulla
cattedra, e lei su di un banco...
...accennando un
timido e incuriosito «Per esempio...?» che lo
spinse a
riflettere «Ad esempio...aver sognato una vita diversa da
quella
delle altre persone. Aver voluto prolungare l’infanzia,
illecitamente. Trattenere i Digimon...
...non permettere agli
amici di vecchia data di dividersi. Non lasciare che...» e si
interruppe, guardando oltre il vetro della finestra.
Lei non disse nulla, si limitò a scostarsi i capelli e a
contemplarlo.
«...i vecchi
legami...» riprese lui «...fossero spezzati dal
tempo. Per
il mondo questi sembrano crimini, ed io ho tutta l’aria...di
un
recidivo incallito.»...«In
questi...”crimini”
come li chiami tu, hai coinvolto molta altra gente. Ma ora ti
è
grata. Rika, Ryo...Henry, Rea e tutti gli altri nostri amici ora non
rinuncerebbero mai alla vita che hai regalato loro con la tua
testardaggine!»...«Io non ho fatto
niente...» sorrise
umilmente Takato, ma Jeri disse «Ti sbagli: in una notte
lunga e
interminabile come questa hai tenuto una fiaccola accesa...
...e ci hai permesso
di crescere illesi. E’ vero, una tempesta ci è
passata
attraverso...
...ma in questi
attimi...sono sicura che nessuno di loro dimentica che domani
sarà l’anniversario dei Digimon. E’ una
cosa rara...
...non tutti hanno te
nella loro vita,
Takato...»...«Uhm...sarà per questo
che il mondo va avanti?» ipotizzò lui, ma lei
scosse il
capo «Non sono d’accordo: io credo invece questo
sia il
motivo...per cui il mondo fa così fatica.»
Quelle parole lo colpirono, ma non disse nulla.
Jeri si guardò
attorno, sussurrando «...ti ricordi? Questa era la nostra
classe...»...«Non sono entrato qui a
caso.»
replicò lui, e la giovane abbassò lo sguardo
«...hai visto...povero signor Mori? Ce lo hanno portato
via...»
Il ragazzo
continuò «Violetta l’ha ucciso senza
pietà...» e Jeri «Che motivo ne aveva?
Quell’uomo non poteva ostacolarla...era solo un maestro che
la
vita aveva costretto sulla sedia a rotelle. Non era un Digimon
né un domatore. Ancora mi chiedo, senza trovare una
risposta,
come ha fatto a non nutrire alcun rimorso. O forse poi l’ha
provato, chi può dirlo...» Takato la
guardò
stupito, mentre lei svelava «Sai Takato...non si
può
giudicare mai qualcuno fino in fondo. Magari appare come una creatura
spietata, ma in solitudine compone un diario in cui parla di sogni e di
cose belle. Sono giunta alla conclusione...
...ma bada che
è solo un’ipotesi, devo ancora chiarire molte
cose...
...che...in fondo
ognuno di noi assomiglia a quei Digimon malvagi di cui tanto avevamo
paura. E che credevamo fossero l’opposto dei nostri amici...e
di
noi. Ma a questo servono i banchi come quelli su cui siamo seduti. A
capire che la linea che li divide con la cattedra...è solo
illusoria. Così come il confine fra la luce e
l’oscurità. Siamo tutti bambini. Siamo tutti
malvagi...
...ma tutti
quanti...forse nascondiamo gelosamente un fiore sotto la coltre di
ghiaccio. E se qualcuno si sofferma ad osservarne le sfumature...
...potrà
leggervi tutti i sogni, le aspettative e i buoni propositi che la vita
ha seminato in noi...e a cui non sempre ha permesso di
germogliare.»
Il ragazzo la
guardò con dolcezza «Forse hai ragione, smettendo
di
temere chi ha un aspetto crudele...ci si sente più
sereni!»...«Allora anche tu te ne accorgi! Sono
contenta.
Sono riuscita a comunicarti i miei pensieri!»
esclamò
felice, balzando di scatto da quel banco
«Ahi!»...«Sta attenta.» giunse
lui a
sostenerla, mentre lei svelava «Sai, a volte ancora mi perdo
nei
miei discorsi e mi dimentico di avere questa gamba fragile...
...ti va di
affacciarti alla finestra? Tanto non fa
freddo.»...«No,
infatti adesso fa caldo anche a quest’ora di notte. Siamo nel
pieno
dell’estate...»...«Già...»
sussurrò lei assorta, e lui la aiutò a camminare
fino a
giungere presso la finestra.
«Come amavo
questa stagione...» descriveva Jeri smarrendo lo sguardo
nelle
stelle. Lui si sedette accanto a lei sul davanzale chiedendo
«E
adesso? Non la ami più...?»
Con un cenno del capo,
lieve come il suo sorriso, replicò «...ma
sì! In
fondo anche adesso. Nonostante tutto quello che comporta,
Takato!» Lui si confidò «Io mi sono
accorto che
tutto quello che amavo un tempo, non sono mai riuscito a smettere di
amarlo!»
«Davvero?! Ogni
cosa...?» domandò lei nell’accendersi di
un guizzo
di speranza. I loro occhi si incontrarono, sospesi su un silenzio denso
di parole...
...dopodiché
lei sorrise «Sono una sciocca a chiederlo. Parlano i fatti!
Tanti
anni fa questa scuola ha ospitato il tuo amore per i Digimon! E domani
mattina...sarà una di loro che
sposerai.»...«Già...»...«Ti
legherai per
sempre alle creature dei nostri sogni! Dev’essere una cosa
meravigliosa quella che è accaduta a Kenta, a Kazu...e che
ora
sta accadendo a te. Nonostante i molti tentativi degli uomini di
dividere i due mondi...l’amore sta cucendo un laccio
indissolubile. Mi raccomando amico mio, restale sempre vicino. E cerca
di farla felice. Un pezzetto di Digiworld ti è stato posto
tra
le mani...custodiscilo con cura, come se
fosse...»...«Come
se fosse...?» chiese lui...
...ma Jeri dopo un
sospiro replicò «...il...primo Digivice. O il
primo
amore.»...«Cindermon...
...non è stata
il primo amor-»...«Oh, ma non importa!»
stemperò lei spigliatamente «Questo è
normale!
Ognuno di noi ha avuto il suo percorso, le sue esperienze! Takato, non
importa ciò che è stato il passato: dobbiamo
guardare al
futuro, per tutti coloro che si sono impegnati per regalarcelo. I
nostri genitori...nonostante i loro errori. I nostri amici! I nostri
Digimon...»
«Credo che tu
abbia ragione...» disse lui stirando le braccia sul davanzale.
Lei contemplava il
campetto deserto con una tenerezza infinita «Le ore
scorrono...(canzone: Vienna
Teng - Lullaby from a stormy night)
...il 1 agosto scivola
nella nostra vita ancora una volta, senza che quasi ce ne accorgiamo...
...mi piace stare qui,
ti confesso. Non me ne andrei mai via! Vorrei che questa notte fosse
interminabile...»
«Anche per me
è così.» disse lui con un sorriso.
Dopodiché
Jeri estrasse qualcosa dalla borsa «Vedi? Ho trovato questo
prima
nell’archivio. Uhm, la cosa peggiore che possano fare due
ex-alunni: impicciarsi della vita privata della loro maestra.
E’
qui che Asanuma confessa di aver immaginato
LadyWizardmon.»...«Cos’è?
E’ un suo
diario...?»
Così si fece
più vicino alla ragazza, che aiutandosi con i raggi di luna
gli
mostrava le parole scritte su quelle vecchie pagine...
...in quel momento
Leaf passò sotto la finestra, ed alzò gli occhi
attonito
“Ah! Ma quelli sono...
...Takato e Jeri! Come sono vicini...
...come sorridono,
sono identici a quando erano bambini! Sarebbe dunque questo...
...ciò a cui stiamo per dire addio, con le nozze di
domani?”
«Queste...sono
parole di Asanuma?!»...«Proprio così.
L’avresti mi detto,
Takato?»...«...nnn...no!»
rispose lui lì per lì, ma poi si corresse
«Forse un
tempo...
...forse da bambino.
Avrei immaginato con molta facilità che un Digimon si
potesse
distaccare dal nostro gruppo per tendere la mano a lei, più
adulta. Ma da bambini si immaginano tante cose. E da grandi si viene
smentiti.»...«A volte. Quando non si ha il coraggio
e quel
pizzico di incoscienza di questa...grande domatrice!»
enfatizzò lei scherzosamente «Che incurante di
avere una
gamba zoppa si introduce nella sua vecchia scuola piena di scale. Che...
...incurante del fatto
che è ricercata va a ripescare un diario scassinando un
archivio. Che...
...anziché
infilarlo in borsa e filare via, si mette a leggerlo al chiaro di
luna...
...perché a
dispetto della sua apparenza è rimasta
romantica.»...«Bisogna fare tutte queste cose
dunque, per
poter conservare da adulti un’illusione simile?» e
lei
sospirò «...forse, Takato. Forse...
...bisogna rimboccarsi
un po’ le maniche. Mettersi in gioco, e accettare che le cose
come appaiono...possono essere diverse.» per poi lanciargli
un’occhiata affettuosa «Ma questo non dovrei
spiegarlo a
te. Tu lo sai bene. Finora sei stato tu ad insegnarlo a me...»
“Forse è
vero...” pensava lui “...finora ho condotto la mia
vita in
questo modo. Ma cosa ne ho ottenuto? A volte, mi sembra, solo
sofferenze. E arrivato ad oggi cosa dovrei fare?...
...averti così
vicina...” scrutandola timidamente, mentre lei sfogliava il
diario fingendo di non accorgersene “...nel luogo in cui ci
siamo
conosciuti e ti ho amata tanto...fa sorgere in me, ancora prima
dell’alba, il sogno di compiere un’ultima
sciocchezza. Ma
quella sciocchezza costa cara, come tutte le sciocchezze, in generale,
nella vita. Non potrei certo fare questo alla mia Digimon: non posso
far soffrire colei...
...che è stata
l’artefice della mia sopravvivenza, e di quella di tutti i
miei
sogni! Se non ci fosse stata Cindermon...
...la notte della mia
vita mi avrebbe consumato. Non posso tradirla. Devo ripagarla! Il mio
amore è il compenso per il suo impegno e la sua
premura.”
“Takato, amore
mio...” pensava Jeri, mentre si guardavano senza dirsi nulla
“...perché tutto quello che si sfoglia ha un
termine? Un
diario...
...una notte? La vita stessa...
...perché non
si può restar fermi, sospesi là dove nessuno
può
disturbarti? Perché deve sorgere il sole del 1 agosto...?
Forse
perché un giorno...
...i tuoi figli
abbiano una data da ricordare. E che sia per loro l’inizio di
tante avventure. E magari anche di un amore come il nostro...
...che con questa
notte sfumerà assieme al bagliore delle stelle, scivolando
nell’eternità...”
«Amico
mio...» mormorava il rapper che li osservava parlare con
tanta
complicità «...attento ai tuoi passi. Oggi non
è
più come allora! Oggi un “sì”
o un
“no” possono scatenare un’esplosione!
Ascolta il tuo
cuore, ora che non puoi più ascoltare la mia
voce...poiché le barriere della vita e del tempo si sono
frapposte fra di noi. Takato...ascolta il tuo cuore.»
Una risata innocente coinvolgeva Takato e Jeri, come due vecchi amici...
«Sai Terriermon,
una volta ho visto un film. A me piacciono questi vecchi musical, e
d’altronde Suzie ama ogni storia d’amore. Parlava
di un
fratello e una sorella: erano inseparabili, compagni sul
palcoscenico...così come nella
vita!»...«Compagni...come noi, Lopmon!»
replicò il Digimon verdino
«Già...» fece lei
«...ma poi è arrivato l’amore. E
minacciava di
spezzare definitivamente le loro strade. Per questo inizialmente
entrambi lo temevano.»...«Come è andato
a
finire?!»
Lopmon si aprì
in un sorriso «...che fratello e sorella...si sono promessi
eterna unione, anche se fossero stati ai capi opposti del mondo,
ciascuno con il proprio partner! Perché l’amore
non spezza
un legame profondo.»...«Momentai...è
proprio
così, Lopmon! E noi siamo come i protagonisti di quel
film!»...«Siamo come quei due fratelli!»
ne convenne
la coniglietta, e lui di nuovo «Anche se avremo un cammino
diverso e sposeremo due diversi Digimon...noi ci saremo sempre
l’uno per l’altra!»...«Con i
nostri ricordi in
comune!»...«E con il nostro affetto che non si
spezzerà mai!»...«Ti voglio bene,
Terriermon!
Fratellino...»...«Anch’io, Lopmon! Cara
sorella...» intrecciando le loro orecchie e strofinandosi
affettuosamente sul tetto della scuola...(fine-canzone)
Le auto e gli
elicotteri della polizia circondarono il grattacielo a due punte...
La voce da un megafono
intonò “Manifestanti,
arrendetevi! Lasciate subito la sede
del Governo! La vostra lotta è ormai inutile: non
costringeteci
a venirvi a prendere con la forza!”
All’interno
dell’edificio, Mitsuo lanciava l’ultimo appello ai
presenti
«Vi preghiamo di pensarci ancora! I Digimon non ci hanno
abbandonati...
...e noi possiamo darvi la prova...»
Ma la gente con gli
striscioni era stufa «La prova?! Ma per favore, siamo stufi
degli
artifici allestiti da voi tre!!»...«Sei solo un
ciarlatano,
Yamaki!»...«Hai messo la città in
pericolo come hai
potuto: dieci anni fa con i tuoi assurdi esperimenti! E oggi con il tuo
ancora più assurdo tentativo di resistenza!!...
...non capisci che il
governo può farci la festa ancor più di quei
Digimon che
all’epoca devastarono il
quartiere?!»...«I Digimon
servono a questo...
...a distruggere! Ma
quando c’è bisogno di loro spariscono come
fantasmi,
vero?! Il D-Reaper stavolta chi lo scaccerà?! Noi e le
nostre
famiglie?! Perché se aspettiamo le vostre amate creature...
...possiamo anche farci vecchi cent’anni!!»
Il biondo uomo
chinò il capo «...non è
così, e ve lo posso
dimostrare...»
«Come?!»
qualcuno lo sfidava «Con qualcun’altra delle tue
trovate?!
Un vortice in cielo, un buco nero in strada?!»
Ma una voce si intromise assieme a un bagliore
«No!...(canzone: Claudio
Baglioni - In un'altra vita)
...niente di tutto
questo: semplicemente accompagnando uno spirito che ha ancora qualcosa
da dire.»
I manifestanti spalancarono attoniti i loro occhi...
«Avete
visto?!»...«Sembra il fantasma di un
guerriero!»...«Sarà forse un
Digimon?!»...«Ma no, cosa dite?! Di sicuro
è uno
stratagemma di Yamaki per trattenerci!»
In quel momento la
polizia sfondò i cancelli «Mani in alto!! Mitsuo
Yamaki,
lei è in arresto per...»
Ma il guerriero
lucente brillò più che mai «Per cosa?!
Per aver
creduto fino all’ultimo in noi?! Mi dispiace...»
affermava
puntando occhi diretti dietro la sua maschera «...ma non
posso
permettervi di arrestare un uomo tanto eroico. Questi tre onesti
cittadini...» accennando a Mitsuo, Riley e Tally
«...hanno
messo a repentaglio tutto purché la città non
deponesse
la speranza!...
...io sono
Guardianmon...lo spirito di un Digimon caduto in battaglia. Sono stato
alla guardia del Digivarco per questi dieci anni! E sono qui per
annunciarvi...» chinando il capo, mentre Riley versava
lacrime...
«...che
è mia...la colpa di tutto il panico che si è
sparso in
città, in quanto ho tenuto lontani umani e Digimon! Lontani
quanto basta...
...per alimentare la
diffidenza di voi terrestri. E farvi dimenticare quello che un tempo i
miei simili fecero per voi! In quel tempo che tutti rimpiangete...e che
io vi ho strappato a forza, poiché vittima del panico come
lo
siete voi. Mi immolerei volentieri al posto di questa gente...se non
fossi composto solo ormai di luce e di ricordi! Però vi
prego!!...
...se è davvero
così forte il vostro rimpianto del passato, se davvero
amavate
la città com’era allora, quando ogni cosa era
più
facile...
...compreso far sorridere i figli, con il giocattolo di uno di noi...
...dateci ancora
tempo, dateci altre ventiquattro ore!! Una voce nel mio cuore afferma
che i miei simili stanno arrivando! Domani li vedrete sfilare verso la
luna con gli occhi...e a quel punto...non dovrete far altro che
tifarli, con tutto il fiato che vi resta nei polmoni. Se
così
non sarà, questi manifestanti saranno i primi a
costituirsi!» volgendosi verso di loro, e chiedendo
«Vero?»
A quel punto Mitsuo e
le altre due risposero un convinto e inequivocabile
«Sì!»
Guardianmon
fissò manifestanti e poliziotti, e nel tripudio di sirene
affermò «Vi dò la mia parola di
spirito...»
...ed in strada la
gente era rimasta incantata «Guardate che luce iridescente
sulla
cima del grattacielo!»...«Forse ci siamo! Forse
qualche
anima buona si è ricordata di noi...»
Il sole di quel 1 agosto si affacciò timidamente su Tokyo...
...carezzando il volto
di quel giovane che si era addormentato presso la finestra della
scuola, mentre una mano di ragazza scorreva tra i suoi capelli.
Costei parlava al
cellulare «Sì Beelzemon...mi trovo alla mia
scuola. Scendo
subito.» per poi riporre il telefono...
...e chinarsi su di
lui, sussurrandogli all’orecchio «Devo andare,
amore mio.
Devo andare incontro al mio destino. Perdonami se me ne vado senza
salutarti, ma ti lascio una parte di quella me stessa
bambina.»
estraendo il cane-marionetta...
«Ha suggerito
tante azioni sbagliate da arrivare a consumarsi. Ma sono sicura che
vicino a te addolcirà la sua voce. E forse un giorno
parlerà d’amore e giustizia, come quello di mio
fratello.» incrociando i suoi occhi con il muso del cane, e
sorridendogli «Addio, vecchio amico. Hai dato voce alle mie
insicurezze e alla mia rabbia. Ma è tempo ormai anche per te
di
trovare un rifugio sicuro...» per poi adagiarlo delicatamente
vicino al ragazzo.
Jeri prese la sua
borsa, e congedò con tenerezza la sua aula mentre il primo
sole
del mattino la irradiava. Soffermandosi sulla porta si rivide bambina...
“Ho
dimenticato il flauto!”
...anche allora la
classe era vuota, eccezion fatta per lo stesso ragazzo che ora vi
dormiva.
Accostò
delicatamente la porta godendo fino all’ultimo spiraglio di
quella dolce immagine...
...per poi
allontanarsi lungo il corridoio con il suo passo claudicante e
tenace...carezzando le finestre e lasciandosi travolgere dalla brezza,
che assieme al mattino accendeva il campetto...
“L’anniversario dei Digimon si prepara a essere
festeggiato. Tutto è pronto, manca solo il mio contributo.
Addio, Takato...
...ti ho amato con
tutta me stessa, e forse è stato questo il problema: io non
sono
fatta solo di luce. Ma benché le ombre siano sempre state in
agguato, io ti ringrazio per aver illuminato la mia vita, come il sole
di una mattina d’estate. Tu sei stato questo per me, ma a
volte
giunge il momento di salutarsi...come per un bambino, quello di
lasciare la vecchia scuola che ha ospitato tanti suoi giorni.”
Con un pizzico di
impegno riuscì a varcare l’entrata principale, ed
uscire
all’esterno “Addio...infanzia mia. Timidi sogni,
profonde
insicurezze...
...fresco entusiasmo,
che splende come la rugiada.” pensava Jeri mentre si volgeva
indietro, coprendosi il volto dal riflesso del sole che picchiava sui
vetri.
“Addio...
...piccolo...immenso
amore! Che riempie i giorni. E che dà la forza. Io ti
porterò sempre con me...
...lungo la linea del mio destino.”
La sagoma di lui si
confondeva nella luce. Jeri decise di volgere le spalle, ed
oltrepassare il cancello là dove la attendeva quel
motociclista
in nero «Devo darti una notizia: le Autorità hanno
concesso ancora una giornata ai manifestanti.» disse lui con
voce
velata dal casco «E’ giusto così: non
occorre altro
tempo.» replicò la ragazza «Sei sempre
decisa?»...«...sì!» rispose
lei convinta
«Bene, allora salta su.»
Jeri infilò
così i suoi occhiali da sole, e prese posto sul retro della
moto.
Lanciando
un’ultimo sguardo alla scuola, estrasse la chiave metallica
decretando «Presto, Beelzemon! Raggiungiamo
Arkanomon.»
Il Digimon mise in
moto, e trafisse l’aria del mattino con il rombo della sua
moto...
Quel rumore fece
svegliare il ragazzo d’improvviso «O-Oh...! La moto
di
Beelzemon. E’ già mattina...
...devo raggiungere Cindermon!» ma «Oh?!...
...Jeri...»
mormorò, quando si ritrovò tra le mani il
cane-marionetta.
Lo strinse così
sul suo cuore, come l’ultimo frammento di un tempo felice,
nel
tempo di un sospiro profondo compiuto a occhi chiusi...
C’era tanto sole
che era impossibile distinguere il Digignomo a vegliare su di lui
(fine-canzone)
A testa bassa, Leaf
varcò nuovamente la porta del panificio «Che poi
io per la
cronaca non ci ho concluso niente! Sono ancora più confuso
di
prima, non so cosa devo fare e si aggiunge il fatto che non ho dormito,
così oggi per la cerimonia avrò due occhiaie da
spaventare gli invitati! Meglio che vada a vedere se è
avanzato
qualcosa da mangiare...» avviandosi verso la cucina con passo
strascicato...
La signora Mie era
già sveglia, e stava riordinando frettolosa ma soddisfatta
«Perfetto, non potrebbe andare meglio! Inoltre con questo
D-Reaper facciamo pure la figura dei coraggiosi! Che mi importa! Tanto
mio figlio sposa una Digimon! Intanto quella mi pulisce la reputazione
di Takato, POI la città dal D-Reaper e infine...
...la casa ogni qual
volta ce ne sarà bisogno! Ci manca anche che mi metta a
sgobbare
quando c’è mia nuora: tanto quella ha i poteri!!
Uhm,
meglio che dia un’aggiustata al mio look: che stile potrei
adottare...?» rifletteva...senza accorgersi che il giovane
rapper
si soffermava sulla porta «Ma sì, un po’
di
buongusto classico non tramonta mai! Mi sono stufata di collanine
metalliche e altri ammennicoli: quel rapper mi è stato
utile,
non lo metto in dubbio! Sembrava si fosse installato qui come un
parassita, e invece è stato proprio lui a mettere una buona
parola fra Takato e Cindermon! Comunque adesso la parentesi e chiusa,
se devo scegliere chi voglio essere, preferisco tornare la donna
rispettabile e seria di un tempo!» appoggiando rumorosamente
la
catenina sul lavandino «Fine dei travestimenti, si torna alla
normalità! La permanenza di Leaf in questa casa è
durata
fin troppo...non permetterò a nessuno di intromettersi nel
matrimonio di mio figlio: è un affare di mia personale
gestione,
è il mio trofeo!! Se un ficcanaso come lui scoprisse che sto
simulando i miei sbalzi di pressione, e che in realtà non mi
sono mai sentita più in forma...» ma prima che
terminasse
la frase, il rapper spalancò la bocca e uscì allo
scoperto «Cooooooosa?!!»
«Ihmp!!!»
sussultò agghiacciata la donna «Leaf, sei pazzo ad
apparire come uno spettro, s-sai che...sono molto malata...
...ahhh, mi sento
svenire!»...«La smetta di fingere!!»
gemette
indignato il rapper «Guardi che l’ho sentita! Ho
ancora
orecchie buone, lei ha appena detto che non è malata! Che in
realtà scoppia di salute, e che tutto questo è
stata solo
una messa in scena!!»
La donna cercò
di ridimensionare «Leaf...tu non puoi capire: sei un ragazzo,
un
rapper, mentre io sono una madre!»...«Posso
capire...ECCOME, mi è passata mezza vita addosso!! Sono
stufo di
questi discorsi, è lei che non può capire quello
che ho
passato!!» gridando tanto forte da zittirla «N-Non
posso
crederci...
...eravamo tutti
così preoccupati! Abbiamo fatto l’impossibile per
non
contrariarla! Tutti, Takato, Cindermon!! Ed io, io per primo sono stato
zitto e buono per timore di turbarla!»...«E
perché,
cosa avresti detto se invece avessi saputo la verità?
Eh???...
...ragazzetto con la
lingua lunga...voi tutti siete bravi a criticare, ad accusare! Anche tu
come Takato! Ma intanto a nessuno di voi balena per la testa il dolore
e...l’amarezza che può comportare un ruolo come il
mio!»...«E un ruolo come il mio, come il
nostro?!»
ribatté Leaf «Non lo capisce? Io mi fidavo di
lei!! Avevo
una grossa...
...stima, considerazione, maturata negli anni!!» (canzone: The
Calling - Could it be any harder)
Parole che dipinsero un dubbio negli occhi della donna...
«Anche se si
mostrava dura io la capivo e la giustificavo! E stamattina vengo a
scoprire cosa? Che mi ha ingannato anche lei, certo che è
incredibile!! Q-Quando sei troppo ingenuo...tutti ti raggirano, allora
cerchi di diventare più duro! Di farti più furbo
e
spietato in modo da anticipare le mosse degli altri, però
poi
alla fine ti ritrovi solo terra bruciata attorno!! Dunque...
...c-cerchi con fatica
di recuperare quello che eri...MA PROPRIO QUANDO CI SEI RIUSCITO ECCO
CHE TI RIPUGNALANO ALLE SPALLE! IO MI SONO STANCATO!»
picchiando
con la testa sul muro «Fermo, stai dando completamente di
matto!»...«N-Non mi tocchi!!» si
ritirò lui di
scatto «N-Non voglio neanche essere sfiorato da
lei...»
indietreggiando fino ad uscire dalla cucina...
...mentre con passo un
po’ goffo, veniva giù dalle scale una sposina
più o
meno leggiadra «A me questo coso mi stringe da tutte le
parti! O
qualcuno gli dà un’allentata o il mio
“sì” risuonerà come un grido
soffocato! Leaf
scusa hai visto dov’è la mia futura suocera?? Leaf
ma...?!?!» afferrandolo per il braccio «Che cosa ti
prende?!»...«Lasciami!!» la
scrollò
bruscamente il ragazzo «Non voglio parlare con nessuno, e la
signora è di là!»...«Ma
perché stai
piangen...
...perché sta
piangendo, signora?!» tuonò Cindermon un
po’
imperiosa «Che le ha fatto questa volta, che lo fa piangere
sempre?!»...«Pfff...ma niente Cynthia, quel ragazzo
è instabile come tutti i coetanei! Guarda un po’
cheee...scena ha scatenato per il...solo...fatto di aver scoperto
cheee...il primo album rap che ho acquistato in realtà
è
un cd
pirata!»...«Pirata...?»...«Ma
sì...» replicò Mie un po’
stufa «Un cd
pirata?! Pfff, senta questa la racconti alla bambina che entra qui nel
negozio e le chiede un biscottiiino!»...«Ma come ti
permetti?!!» sobbalzò Mie tirandole il velo
«Come se
non bastasse il fatto che piombi giù dalle scale tutta
vestita
da sposa: e se ti vede mio figlio?! Lo sai che porta sfortuna vedere la
sposa prima delle nozze?!»...«Ah porta sfortuna? Ci
fanno
il sedere a strisce in battaglia, traduzione! Senta io...
...mi vede in faccia,
la vede questa Digimon?! Bene, ecco io sono stufa. STUFA! Che dopo aver
combattuto e rischiato la vita infinite volte devo vedermi queste
scene, di gente che grida e altri che piangono persino il giorno del
mio matrimonio! ANCHE in un giorno così non si
può stare
tranquilli: sa che le dico?» sfilandosi il velo «Io
non mi
sposo più! Sono stanca di casini a destra e manca di cui io
stessa non tengo più il conto!» ma Mie la
afferrò
per il polso «Ahia-che faaa, mi fa
male!!»...«Rimettiti questo velo...»
intimò
con sguardo inceneritore «...piantala di fare la sciocca e
realizza in breve la situazione, tu che hai un cervellino tanto
sveglio!»...«Signora! S-Signora ma che
cos’ha,
è l’emozione del pre-matrimonio che la rende
euforica?»
Ma la futura suocera
la strinse più forte
«Auch!!»...«...se adesso
tu indossi questo vestito, PUR STRETTO CHE SIA il merito è
solo
della sottoscritta! Se fosse stato per te non avresti combinato niente,
nonostante i tuoi rinomati poteri digitali! Non avresti mai trovato il
coraggio di importi a mio figlio, e saresti rimasta una povera zitella
a firmare autografi, fino a che quel ciuffo non ti si fosse fatto
bianco!!...
...per cui adesso non
farti prendere dall’isteria di tutte le sposine nel tuo
ambito
ruolo, e se ci tieni a un posto in questa casa...sappitelo
conservare...!!!»...«Cioè! No
scusi, forse è
il fatto che ho dormito poco, e con questo stress il cervello non
coordina!!...
...mi sta
ricattando???» dilatò i suoi occhi azzurri, ma Mie
assottigliò i suoi «Io pongo solo le regole...
...finora voi Digimon
avete approfittato dell’infanzia dei nostri figli! Ma adesso
che
anche voi vi siete fatti grandicelli fareste meglio ad adattarvi! Siete
troppo cresciuti per essere nascosti in casa!!» alludendo
ironicamente alla statura della ragazza, per poi congedarsi bruscamente.
«Non...posso
crederci...» mormorava fra sè Cindermon
«...ma
che...caaavolo sto facendo, e se fosse la scempiaggine più
GROSSA di tutta la mia vita??? La mia peggiore paura...è
quella
di trascinarci dentro anche Takato!» sicché un
po’
mogiamente si avviò verso la vetrina, celandosi dietro agli
scaffali per non mostrare ai passanti il suo abito bianco. Ma la sua
mano scivolò oltre le bustine di bomboniere, per
picchiettare
sul vetro e attirare l’attenzione di Leaf,
all’esterno.
Con
un’espressione amichevole, lei gli chiese senza parole cosa
fosse
successo. Il rapper scosse il capo ma lei insistette.
Allora lui con la sua
mano bendata tracciò un punto interrogativo sul vetro...
...e lei lo
guardò dolcemente con i suoi occhi impeccabilmente truccati,
annuendo per dirgli che si sentiva allo stesso modo. Così
adagiò la sua mano smaltata di rosso sul vetro per chiedere
sostegno, e lui appoggiò la sua bendata dall’altro
lato.
Si guardavano con pena e affetto, separati da una vetrina (fine-canzone)
La luna di cristallo
si svegliava in quel momento, e la luce del mattino incendiò
i
suoi occhi...
«Uhmuhmuhmuhmuhm!!!» una risata echeggiò
nel buio
delle sue sale interne «Che il sole del 1 agosto risplenda
nel
buio!!! E dia il benvenuto alla nuova era digitale!»
I raggi filtravano nel
dischiudersi graduale degli occhi...illuminando una moltitudine di
bambole disposte ovunque tra i pannelli della sala comandi.
Quei Digimon
iniziavano ad esibirsi in movimenti meccanici stentati, quando alla
loro eco distorta si sovrappose il suono dell’ascensore
«Buongiorno, popolo dei Digimon!!!»
...spalancò
festante le braccia quella donna vestita di bianco «Oggi
è
l’inizio della nuova serie! La serie che durerà da
qui,
fino all’eternità, ahahahah! Mi sono vestita per
l’occasione: l’anniversario dei Digimon...
...merita
l’abito più bello di tutto il mio guardaroba!
Lunga vita
ai mostri digitali!!!»
“Gloria e
onore alla
regina Violetta...” era la risposta macchinosa e
lugubre di quel
popolo di macchine.
«Uhmuhmuhm!» sogghignava Violetta nel suo abito
regale. Il
sole picchiava sul ciondolo con la scritta Digimon composta da
pietre
preziose. Un cappello a forma di Digignomo si adagiava sui suoi
riccioli lucidi e impeccabilmente pettinati «La ribellione di
Starshipmon è stata inutile...ora di sicuro starà
agonizzando tra i detriti, mentre io, dopo una notte insonne ho ridato
vita a un popolo ancora più splendente!! Le mie
bambole...scalpitano al pensiero di prendere il posto dei Digimon
ancora in vita! Molto presto della Torre Digitale resterà
solo
un ricordo, i suoi frammenti si guardano con il microscopio! Ed il
D-Reaper...
...attuerà la pulizia definitiva di questo mondo
sporco!!»
Orphanmon e i suoi
compagni tremavano nascosti sotto i pannelli di controllo
«E’ finita...la regina Violetta
conquisterà il
mondo! Dove sono gli altri Digimon...? Perché non
intervengono?» gemeva il fascetto d’erba, mentre la
nuvoletta affermava «Amici, non so a voi, ma a me fanno paura
queste bambole con l’aspetto di
Digimon!»...«Non
hanno niente di umano...» commentava Stillymon
«...sono
diversi dai nostri simili, anche dai più scontrosi e
antipatici!
Solo a un essere crudele come lei possono
piacere...»...«Ma
tu non hai paura Orphanmon?» chiese la pentolina. Ma il
tondeggiante Digimon rispose con occhi orgogliosi «No!...
...perché so
che mamma Jeri verrà a salvarci. Lei è la mia
eroina! Noi
non siamo soli, ragazzi...» quando si udì il suono
di un
campanello.
«Chi può
essere, a quest’ora...?» si chiese candidamente
Violetta,
dopodiché si volse con fare vezzoso «Bambini...!
Aspettate
qui mentre vado ad aprire la porta! Tanto sarete eliminati per ultimi...
...siete talmente
piccoli che i vostri dati non valgono niente! Ihihiii!»
avanzando
verso l’ascensore e discendendo, sotto gli occhi sospesi dei
piccoli...
...una volta presso la
cucina, Violetta esclamò «Ho sentito, arrivoooooo!
Mamma
mia, che insistenza!» riordinando qua e là durante
il
tragitto «Vorrei sapere chi è così
maleducato da
non sapere che oggi c’è una fest---!!!»
Quando spalancò
la porta, persino la sua incessante parlantina si bloccò di
colpo alla vista di quell ragazza dagli occhiali da sole.
«Ahah!...
...ahahahahahahahah!!!
Non posso creeeeeeeeederci, la più bella delle sorprese!
L’avevo detto che prima o poi saresti arrivata!»
Jeri le sorrise.
«Ma prego,
entra, non fare complimenti! Come vedi è già
tutto
predisposto per i festeggiamenti! Sei arrivata nel momento
più
opportuno!»
Col solo sguardo la
ragazza chiese se poteva avanzare, e incoraggiata dal cenno lieto di
Violetta fece ingresso con passo claudicante ma deciso. Dando
un’occhiata attorno, Jeri sembrava alquanto compiaciuta
dall’allestimento di quella festa.
«Come vedi
sono un po’ di fretta, ho dovuto organizzare tutto da sola
perché Arkanomon ha fatto prestissimo! Non credevo la Torre
Digitale avesse una resistenza tanto effimera! Ma siediti, prendi un
biscot...
...uh? Ma cosa hai
portato?» indicò Violetta quando Jeri
sollevò un
pacco incartato da un pregiato nastro «Un regalo??? Uh Jeri,
non
dovevi!!!» ma la ragazza sollevò le sopracciglia
con aria
sbarazzina.
«In questo modo
mi cogli di sorpresa!» osservò Violetta, mentre
Jeri si
sfilava gli occhiali da sole...
...contemplandola in
silenzio mentre le dita dell’altra sfioravano il nastro rosso
«Cosa sarà mai...? Comunque non ti saresti dovuta
disturbare! La tua presenza...era già il regalo
più
immenso di tutti: con la tua grinta ora sì che faremo fuoco
e
fiamme!»
Ma una voce dal pacco
proruppe all’improvviso «BADDA-BOOOM!!!»
«AAAAAAAAHHH!!!»
...centrando Violetta
con una fiammata, e introducendo Impmon in un’agile capriola
«Parlavi di fiamme?! Eccoti servita, Violetta!!!»
Il volto annerito
della donna si alzò attonito alla vista del folletto che si
affiancava alla soddisfatta domatrice...
Nel frattempo il parco di Shinjuku si riempiva di gente in abiti
eleganti...
«Eccoci qua,
ragazzi.» disse Henry quando incrociò Ryo e Rika
«Come state?» chiese quest’ultima, e Rea
rispose
«Uhh...! Cerchiamo di distraci, ma il pensiero della
battaglia
è duro da scacciare. Anche Benji è irrequieto da
questa
mattina.» alludendo al bambino tra le sue braccia.
D’un tratto si
udì una voce esclamare
«Rikaaaaaaaaaaaa!» seguita da
un tamburellio di tacchi rapido e frettoloso.
«Ciao,
Himi!» salutò cordialmente Rea, seguita dalla
rossa
domatrice «Entrata trionfale, per la nuova
arrivata!»...«Scusate, ma ho fatto più
in fretta che
ho potuto!» spiegò la donna dai capelli neri
«La
città è in subbuglio! Le strade sono tutte
intasate!»...«Ne sappiamo qualcosa.»
sorrise Henry, e
Ryo scherzò «Certo che siete proprio delle vere
amiche,
voi! Vi siete fatte le acconciature più strane giusto per
ricordare a me che non ho capelli!»...«Ma zitto che
stai
benissimo!» rimbeccò Himi, aggiungendo
«Comunque
Takato è stato proprio gentile ad invitarmi! Vorrei
ringraziarlo.» ed Henry «Scherzi? Tu sei una di
noi! Guarda
laggiù: vedi? Dove ora c’è il
rinfresco, dieci anni
fa c’eravamo tutti noi in cerchio. E dire che credevamo fosse
la
fine! E invece era solo l’inizio.»
Himi, e anche Rea
restarono assorte nel contemplare il ricco buffet su cui troneggiava la
fastosa torta nuziale.
Anche Rika era seria
in volto, e si scostò il ricciolo che le discendeva sulla
fronte.
Fino a che Henry
parlò «Comunque...se cerchi Takato è
là in
fondo. Sta parlando con Leaf.» ma al solo udire quel nome,
gli
occhi di Rea si dilatarono atterriti «H-Henry...! Vedo il
bambino
un po’ strano, non credi sarebbe meglio portarlo
fuori?»...«Ahah, ma cara, cosa dici? Siamo
già
all’aperto.»...«Ah...scusa...l’avevo
dimenticato! Sarà che qui fa un caldo, sto letteralmente
soffocando!! Non sarebbe meglio andare al chiuso allora? Magari hanno
messo l’aria condizionata!» Henry però
descrisse
compiaciuto «La cerimonia si terrà interamente
all’aperto, Takato ha deciso così e trovo che sia
splendido.»...«...DAVVERO
MERAVIGLIOSO...!!»
scandì Rea lanciandosi un’occhiata eloquente con
Rika, la
quale accennava un sorriso mentre il marito si grattava la testa calva
«Mi sono perso qualcosa?»
«Rea, tesoro:
perché non andiamo a salutare Takato e Leaf intanto, che ne
dici?» propose Henry, ma Rea «N-No Henry guarda...!
Non
è il caso! Takato sarà sicuramente molto nervoso,
e io
ricordo che al nostro matrimonio volevo uccidere chiunque si accostasse
a salutarm-»...«Rea.» accennò
ad un tratto una
voce vellutata. La giovane dai capelli neri si volse
«Muskmon!»...«Avrei bisogno di parlarti
un
secondo.» chiese l’elegantissima Digimon dalle
sembianze
umane.
Rea non se lo fece
ripetere «Ptsss, meno male che ci sei tu a salvarmi! Con
tutta
questa gente non puoi capire l’imbarazzo...!!!»
Muskmon
estrasse qualcosa dalla sua borsetta a fiori «Volevo farti
sentire questo profumo. Che ne pensi?»
Rea, dopo un paio di
spruzzi sul proprio polso, esclamò «E’
davvero
buonissimo!» per poi alludere con occhietti furbi
«E’
un regalo di Terriermon? Sta diventando sempre più esperto
di
gusti femminili: gli ci voleva una domatrice donna,
eh?»...«Veramente l’ho fatto io ieri
sera.»...«Davvero??? Hai un grande
talento!»...«Grazie...»
replicò l’altra
seria in volto, riponendo la boccetta «Ma questo profumo non
è fatto per essere indossato...»...«Ah
no...?»
si stupì Rea, e istintivamente rivolse lo sguardo verso
l’alto. Muskmon illustrò «L’ho
preparato per
oggi, Violetta è stata la mia domatrice, non potevo restare
con
le mani in mano: so che tutti voi avete problemi con la barriera, ma io
ho parlato con Sandmon, e lui mi ha detto che suo figlio ha
scoperto...che Arkanomon ha i sensi molto sviluppati. Forse non
servirà a molto, ma un’essenza del genere dovrebbe
risvegliare i ricordi. L’ho chiamata Musk’s Memory...
...quando sarete in
battaglia, versatene un po’ nel vostro fluido analgesico. E
poi
spargetelo...
...se è vero
che Arkanomon era una bambina avrà anche dei ricordi...e
quelli
saranno la chiave di volta, al di là di ogni
tecnologia.»
Rea le pose le mani sulle spalle «Sei davvero
un’amica: il
tuo contributo sarà fondamentale!»
«Ecciù!»
«Oh? Salute,
Benji.» fece la madre. E Muskmon «Forse
è stato il
profumo...»
In quel momento
arrivò Henry «Ciao, Muskmon! Ptsss...il tuo
fidanzato
è nella mia borsa: mi dispiace dobbiate stare divisi, ma lui
non
ha una controparte umana.»
Terriermon fece
capolino «Amore mio: non sai quanto mi manchi!» ma
Henry lo
ammonì «Rientra dentro, Terriermon! Meglio essere
prudenti, o rovineremo a Takato la
cerimonia.»...«Momentai,
Henry!» replicò il Digimon scomparendo nella
borsa. Il suo
domatore aggiunse «Rea? Scusami, sono arrivati i
tuoi.»...«Oh? Ora sì che siamo al
completo! Scusa
amore tieni tu Benji, altrimenti mi uccidono perché non gli
ho
messo il cravattino!»
Henry lo accolse fra
le sue braccia «Allora campione...noi intanto andiamo a fare
le
nostre congratulazioni allo
sposo.»...«Ecciù!!»...«Hai
preso un
po’ di raffreddore?»
Entrambi con il gel
nei capelli, il domatore e il rapper stavano parlando presso la torta
nuziale «Dunque...ci siamo, allora.» fece
quest’ultimo, ed il ragazzo «Sì, credo
di
sì.»...«Takato
io...»...«Sì?»...«...no
niente.»...«Dimmi, Leaf! Il fatto che mi sposi...
...non significa che
siamo meno amici. O che tenga meno in considerazione la tua
parola!»...«Amico mio, ma non sarà che
tu lo fai per
tua madre? Guarda che se temi per la sua salute...lei...potrebbe anche
stare più in forma del
previsto!»...«Questo lo so.
Ne sono cosciente!»...«Cosa?!»
sobbalzò il
giovane.
Takato socchiuse gli
occhi «Conosco il carattere di mia madre, e penso che forse,
a
lungo andare, si è abituata ad accentuare alcuni sintomi. Ma
non
mi importa...
...io le voglio bene
in qualsiasi modo sia. Con i suoi pregi e i suoi difetti. E’
sempre mia madre, e io...le devo molto. Le devo l’educazione
che
ho...
...i valori che mi hanno reso felice. Senza di lei io..
...non avrei potuto
apprezzare i Digimon.»...«Ti riferisci a
Cindermon?»...«Parlo anche di Guilmon.»
Leaf spalancò gli occhi...
Takato rivelò
«Ci sono tanti ragazzi che crescono lontani dalla guida dei
genitori. Forse, se non avessi conosciuto il calore della
famiglia...che poi il vento della vita ha raffreddato...
...sarei cresciuto con
un cuore gelido, e una fantasia dalle ali spezzate. Forse quel disegno
non sarebbe mai nato dalla mia mano. Anche per rispetto a lui voglio
compiere questo passo. Sarebbe a questo che Guilmon mi avrebbe
instradato...
...se fosse ancora qui.»
Il rapper
abbassò il capo, ammettendo tristemente
«...già,
forse hai ragione. Nonostante tutto io lo conosco troppo
poco.»
Takato si volse
sorridendogli «Saresti stato fortunato! Guilmon...rendeva
felici
coloro che aveva attorno.» ed il rapper gli pose una mano
sulla
spalla «Tanti auguri,
Takato...»...«Grazie...»...«Vado
a raggiungere
gli altri invitati!»...«Sì, ci vediamo
più
tardi!» terminò il ragazzo, compiendo un respiro
profondo
dinanzi alla sua torta nuziale.
Il rapper si
allontanò dal rinfresco quando d’un tratto
«Leaf!»...«Ah ciao Henry! Ciao anche a
te, piccolo
Benji!»...«Tu che hai parlato con Takato, come sta?
Abbastanza nervoso...?»...«Takato? No! E’
convinto di
ciò che sta per fare.»...«Takato
è sempre
convinto...
...ma a volte questo
può mascherare
un’apparenza.»...«Dici davvero,
Henry...?» si fece dubbioso Leaf, ed il domatore gli disse
«Non devi stupirti...io che lo conosco da tanti anni posso
affermarlo. Un giorno neanche per te avrà più
segreti.»...«Uhmuhm, lo
spero!»...«Stavo
andando da lui. Ci vediamo più
tardi?»...«Sì,
io sono seduto là in fondo!»...«Ah,
vicino a noi!
Perfetto, a dopo Leaf!» salutò Henry...
...ma Benji aggrappato
a lui, quando vide il rapper allontanarsi, sovrappose ad uno starnuto
l’esclamazione «GUILMON!!» al che Henry
sussultò «Che cosa dici, Benji?!» ed
anche
Terriermon sbucò dalla borsa «Henry, ho sentito
bene?! Tuo
figlio ha nominato Guilmon!»...«Sì, ma
quello che
non capisco è...
...perché
indica Leaf.»...«LEAF???» fece
Terriermon,
commentando «N-Non capisco...cosa mai potrebbe entrarci un
giovane rapper, con un Digimon che non c’è
più?»...«A-Aspetta un
momento...»...«Che
ti prende, Henry?» chiese il Digimon.
Ma gli occhi
grigiastri e osservatori del domatore non si staccavano dal ragazzo,
che in quel momento stava salutando cordialmente l’appena
arrivato Kenta con la variopinta Yuki.
«Si
rivolge...con estrema
confidenza a tutti i Digimon, come se li conoscesse da anni. E quelle
mani sempre bendate...»...«Henry, mica starai
pensando...»...«Mi è venuta
un’idea!»
esclamò il giovane, compiendo una corsetta verso il rapper...
«Sei fantastica
così, Yuki!» scherzava Leaf, mentre lei si
prendeva i
pizzi della gonna «Secondo te mi sta bene questo vestitino
rosso?» ed il marito «Guarda che è
firmato da uno
stilista internazionale! E’ un pezzo unico!»
«Nessuno
sospetterebbe della tua vera identità.» ammise
compiaciuto
il rapper, e la biondina «Fantastico: finché si
è
nascosti, si sta tutti più al sicuro! Almeno
finché
stiamo sullo stomaco a qualcuno.»...«A
dopo!» fece
Kenta, dopodiché si congedarono.
Ma Henry si
appostò dietro le spalle del rapper, alzando lentamente il
suo
pugno...
...nella sua mente si
rivide al nascondiglio di pietra, a giocare a morra cinese con Takato e
i loro Digimon...
...sicché scandì deciso le parole
«...carta! Sasso!...
...forbici!!!»
ma sull’ultima di esse, Leaf si volse di scatto aprendo la
sua
mano.
Henry decretò «Vincono tutti tranne...
...Guilmon!!!» afferrandogli saldamente la mano.
Il rapper
sussultò, mentre Terriermon esclamava «CHE COSA?!
Guilmon???»
|
Ritorna all'indice
Capitolo 50 *** Il momento è arrivato... ***
puntataDT2
(canzone: P!nk
- Conversation with my 13 years old self)
Il bianco cappello a
forma di Digignomo giaceva a terra, consumato dalle fiamme.
«Hai...fatto
entrare quel Digimon?!!» tuonò atterrita Violetta,
e Jeri
sembrò spaesata «...non avrei dovuto? Sono una
Digimon
Tamer!...
...e Impmon...è
il mio Digimon!»...«Co...Cosa?!»
boccheggiò
l’altra. Ma Impmon balzò sulla spalla di Jeri
«Non
hai orecchie buone?!...
...ti ha appena detto che noi siamo una squadra!»
«Una squadra?!
VOI DUE?!»...«Oh calmati Violetta, ti vedo proprio
stressata!» ironizzò Jeri, gettando uno sguardo
attorno a
sè «Forse sono i preparativi per questa
festa!»...«Come hai potuto farmi
questo...?»
...mormorava profonda,
con occhi pieni di indignazione «Ti avrei accolta come una
figlia...
...non mentivo, avevo
realmente preparato un regno che si prostrasse ai tuoi
piedi!»...«Grazie tante!! Il tuo regno non mi
interessa!
Io voglio soltanto che i terrestri e i Digimon vivano
liberi...!!»
«Non posso
creeederci...» gemette Violetta «...avevo calcolato
tutto
fino all’ultima variabile! Tu...non avevi più
nulla per
cui lottare! Il rapporto con il tuo Digimon era perso per sempre, la
tua disillusione era alle stelle, CHI E’ IN GRADO DI
SPIEGARMI
DOVE HO SBAGLIATO?!»
«Io...!»
rispose con naturalezza Jeri, avanzando verso di lei
«E’
proprio vero quanto dici Violetta, effettivamente l’analisi
che
avevi condotto su di me corrispondeva a verità. Ma avevi
tralasciato un particolare. Vedi questo Digimon accanto a
me...?» alludendo con la coda dell’occhio
all’orgoglioso Impmon, che incrociava le braccia
«...lui
ha messo in subbuglio le mie certezze! E mi ha fatto capire che
c’è...sempre...qualcuno che ha bisogno di noi,
anche
quando non lo vediamo.»
Violetta sbigottiva...
«Tu eri
convinta...che la disperazione mi avrebbe risucchiata fino ad annullare
la mia volontà. Mi hai persino dato la chiave del tuo
castello
inespugnabile, certa che non mi sarei mai presentata qui con il mio
amico digitale!! Mi spiace...ma non si esce mai vittoriosi quando si
confida ciecamente nello sconforto, dando per scontato che la speranza
non riaffiorerà. Il tuo errore è stato quello che
fanno
molti...
...e alla fine ci
è cascata anche un’esperta stratega come te!
Spiacente
Violetta, hai perso la scommessa.» Impmon aggiunse
«Ritenta, sarai più fortunata!!»
«Che tu sia maledetta...
...!!!»
arretrava Violetta con le lacrime agli occhi, ed il volto contratto
dall’orrore «Sputi sul potere che ti avrei
offerto...per
riscattarti dalla tua abietta esistenza!»...«Ehm
sì, purtroppo credo che la corona da regina del D-Reaper non
donasse affatto al mio aspetto...» sollevando il suo Digivice
sotto gli occhi dell’incredula nemica «...io ho una
predilezione per gli ingranaggi...!!!»
Ma in quel momento si
spalancò una porta. E gli occhi di Jeri incrociarono quelli
della sua insegnante «Signora Asanuma...»
così
come quelli di Impmon puntarono a quel Digimon dal capo chino
«...IceDevimon!!»
«Guilmon!!» esclamava l’elegantissimo
Henry,
tenendo stretta la mano del rapper «Tu sei Guilmon,
Leaf!!» ed anche Terriermon esclamava
«Guilmooooon??? SEI
DAVVERO TU, AMICO MIO?!»
«No!!»
tirò via la mano Leaf disperato «Voi due...vi
sbagliate!» ma Henry insistette «Il modo in cui hai
reagito al gioco, e la tua risposta ingenua sono quelli identici di
dieci anni fa!!» per poi adagiargli le mani tremanti sulle
spalle «...perché nascondersi, caro amico...?
Questo...
...questo è un
miracolo!» affermava palpitante di emozione, mentre
Terriermon
aveva le lacrime agli occhi «Guiiilmon...»
«Takato non sa
nulla...?» chiedeva Henry aggiungendo «Dobbiamo
dirglielo
subito, e fermare il matrimonio! Ogni sua decisione
dev’essere
rivista alla luce del fatto che tu sei qui!! Che tu sei
vivo!!»
ma il ragazzo gemeva «Nooo!!! Voi due vi state confondendo,
siete vittime dei vostri ricordi! Io non sono un Digimon! Non sono
Guilmon, lasciatemi in pace!!» scattando in una corsa
fulminea,
mentre Benji indicava ancora «Guilmon! Guilmon!!»
Terriermon
saltò dalla borsa «Fermo qui Henry, ci vado
io!» e
il domatore «Aspetta, Terriermon!!...
...oh no...meglio stare attenti o qui succederà un
disastro!»
Leaf correva ad occhi
stretti «N-Non posso! Non posso compromettere
un’altra
volta il futuro di Takato! Lui è sicuro delle sue
scelte...la
mia influenza lo porterebbe su una strada sbagliata!» ma si
fermò un attimo prima di travolgere il Digimon che gli si
parò di fronte «Terriermon...p-per favore,
lasciami
passare!!»
Ma l’altro con
le lacrime agli occhi «Amico, voglio dirti solo una cosa! I
tempi stanno cambiando...e noi Digimon assomigliamo sempre
più
agli umani! Forse alcuni di noi si sposeranno, e questo va bene! Forse
impareremo a lavorare al loro fianco. E questo va bene!! Ma non
dobbiamo cambiare troppo...fino ad arrivare al punto...di accettare
compromessi come fanno loro! Noi Digimon ci siamo distinti per la
purezza del nostro cuore, e la capacità di agire
d’istinto! Su questo è meglio rimanere diversi
dagli
uomini, altrimenti un giorno...non saremo più in grado di
guidarli!»
Leaf dilatò i suoi occhi increduli
«Terriermon...»
«Guilmon, se
hai qualcosa da dire...dilla adesso! Come avresti fatto un tempo, come
avresti fatto dieci anni fa! E vedrai che tutto andrà bene...
...momentai,
Guilmon.» dileguandosì così, mentre le
lacrime
affioravano agli occhi del rapper «Amici miei...
...come vorrei
liberarmi da queste bende! Magari fosse possibile!»
rivolgendo
uno sguardo accorato al sole del parco (fine-canzone)
«Menomale che
sei arrivata, Nami...» mormorava Violetta «...la
tua
alunna...è qui. Con l’espresso intento di
eliminarti!»
«Non le dia
ascolto!!» prorpuppe Jeri, ma Violetta insistette
«E’ animata da odio e brama di sfida, e ha
introdotto qui
il suo Digimon!!»
«Le sue sono
soltanto menzogne!!» ribatté la domatrice,
oltrepassando
Violetta «...e scansati!!» per poi aggrapparsi alla
sua
insegnante dall’aspetto disfatto «Signora Asanuma,
basta
con questo gioco, la commedia è finita! Quello non
è il
suo Digimon, e lei, questa donna, ha ucciso suo marito!!»
Lo sguardo della
maestra era ormai perso nel vuoto, mentre Impmon si aggrappava ad
IceDevimon «Possibile che non capisci che
quest’arca
è tua figlia?!! Devi strapparla dalle grinfie di
Violetta!!» ma il Digimon rimaneva immobile, come un
involucro
vuoto e privo d’anima.
«Il signor
Mori, il nostro maestro...» insisteva ancora Jeri
«...è morto per mano di questa donna! E la sua
Digimon,
quella Digimon che ha atteso per tanti anni esiste davvero e io la
conosco!! Il suo nome è LadyWizardmon, e la attende
là
fuori!»
Impmon scagliava
fiammate contro il demone di ghiaccio «Ahhh, ma insomma vuoi
svegliarti?! Arkanomon è sangue del tuo sangue!!!»
«Il vostro
è fiato sprecato.» annunciò
però Violetta «Nami...
...io ti ho riferito
come sono andate realmente le cose.» al che Asanuma
mormorò «Akiko ha ucciso Tokiashi...
...lui è
scivolato sul ghiaccio da lei liberato...trafitto da una stalattite
nata dal suo potere. Io sono una madre fallita.» ma Jeri
scosse
il capo «Mi ascolti...sua figlia è una piccola
Digimon,
nel suo ruolo è facile commettere errori! Ma è
stata
Violetta a farle perdere il controllo dei suoi poteri!! E a fare in
modo che colpisse suo padre...»
«Io sono suo
padre...» precisò IceDevimon
«...è colpa
mia se adesso Akiko non parla più.» ma Jeri si
aggrappò alle sue spalle «IceDevimon,
reagisci!!»
ed Impmon esclamò «Ascoltate, siete i genitori di
Arkanomon! Non potete restare indifferenti al suo sguardo afflitto,
siete gli unici a poter fare qualcosa!!» (canzone: P!nk
- I don't believe you)
Jeri sollevò la
mano della sua insegnante «Mi creda, non la sto
ingannando...» adagiandovi il diario reperito a scuola
«...se viene con me sarà la sua Digimon a
confermarglielo.» ma Asanuma la scostò con rabbia
«Come hai osato ficcare il naso nei fatti miei?!!»
facendo cadere il diario, e pestandolo con il suo tacco
«Quella
donna non esiste più...la vita l’ha cancellata
assieme a
quei giorni di illusioni! E assieme a suo marito...»
La ragazza
obiettò «Ma quella Digimon esiste
ancora...LadyWizardmon
l’ha attesa quanto lei!» Violetta si intromise
«Nami rifletti: può un Digimon attendere un umano
che ha
fallito?»
Jeri sfoderò
sguardo deciso «...la risposta è
sì!» e
accostandosi a Impmon aggiunse «Noi ne siamo la
testimonianza!!» ma Asanuma alzava il Digivice
«Maledetta
sciocca, tu hai ancora un futuro, mentre invece il mio destino
è
segnato!! Te la farò pagare estremamente
cara...»...«No! Io non voglio
combatterla!!»
insistette la ragazza, ma Violetta ghignava «Bene
così,
Amnesyamon appari!!...
...e cancella questi
due dalla storia dei Digimon!!» puntando il dito contro Jeri
e
Impmon, il quale affermava «Non abbiamo altra scelta,
Jeri!»
...assumendo le
sembianze di Beelzemon, mentre Jeri chinava il capo «Me ne
rendo
conto: facciamo il nostro dovere!»
In quel momento
giungevano Orphanmon e gli altri. Il tondo cucciolo restò
col
fiato sospeso «Ahhh! Guardate, è mamma
Jeri!!!»
«BIODIGIEVOLUZIONE
DELL’OBLIO!!!» esclamarono
Asanuma e IceDevimon.
«BIODIGIEVOLUZIONE
DEL FUTURO!!!» esclamarono Jeri e Impmon.
«ICEDEVIMON
BIODIGIEVOLVEEE...»
...nello srotolarsi
dell’interminabile coda di cristallo, il cui tintinnio
risuonò nell’aria mentre i siringoni affilati si
caricavano di potere.
Il ghiaccio plasmava
il volto di quell’austera regina dai riflessi rossastri, del
colore del sangue «...AMNESYAMON!!!»
«BEELZEMON
BIODIGIEVOLVEEE...»
...in un vortice di
piume nere che regalarono la tecnologia ad un corpo femminile. Il suo
volto si divise in due metà, una di esse interamente
trasparente, ma dall’identico sguardo intenso.
Il tracciato le regalò i suoi stivali borchiati...
...ed il bazooka alla
terminazione del braccio destro, che seppur così possente
non
limitava la grande agilità di quella guerriera «...ROYALMON!!!»
La regina ghiacciata
puntò i siringoni alla parete, per sfondarla con un dardo e
schizzare all’esterno.
Mentre Royalmon
planò lentamente...e quando incrociò lo sguardo
dei
cuccioli, sorrise dolcemente «Ci si rivede, ragazzi...
...perdonatemi per il
mio aspetto oscuro. Chiudete gli occhi se vi faccio tanta
paura...»
Però Orphanmon
scosse la testa «Guarda che tu stai fraintendendo. Non hai
nulla
da farti perdonare, mamma Jeri!»
«Ahhh!»
trasalì Royalmon «...come...mi hai chiamata,
Orphanmon?»
La loro memoria
tornò a quel giorno a Digiworld, in cui
l’incredulo
cucciolo aveva affermato “Tu
non sei nostra madre...”
Lo stesso Digimon ora
spiegò «...né io né i miei
amici abbiamo
mai avuto paura del tuo aspetto. La tua biodigievoluzione è
meravigliosa! Quel giorno è stato qualcos’altro
che
abbiamo temuto...
...e cioè che
quelle ambizioni così alte, supportate da un potere
così
grande...ti avrebbero potuta allontanare da noi! Noi siamo
così
piccoli, e dobbiamo ancora crescere per poter un giorno essere come te.
Temevamo che tu non ci volessi più bene!!»
L’attonita
Digimon si rivide nel vano cittadino, quando suo fratello le aveva
confessato...
“Ma ogni volta mi
tornava in mente il tuo volto...
...gli occhi con cui
mi guardavi...in piedi, accanto a papà, mentre io e la mamma
oltrepassavamo la porta! Senza dirci una parola...
...senza...un solo grido per trattenerci...
...quel giorno ho pensato...che tu non mi volessi più
bene.”
«Di nuovo quelle parole...
...anche voi come
Masahiko. Ma allora...mai niente ha infranto il nostro
affetto!»
Orphanmon scosse il
capo...ed i suoi amici dietro di lui sorridevano «Ti abbiamo
aspettata in tutto questo tempo!» disse Stillymon
«Eravamo certi che saresti arrivata a salvarci.»
parlò Grassmon «Tu sei la nostra
eroina!» aggiunse
Fogmon, e Vapormon «Evviva mamma Jeri! Facciamo tutti il tifo
per lei!!»
Sullo sfondo delle
loro esultanze, i fili che sorreggevano l’occhio di Royalmon
scintillarono fino a produrre una lacrima «...quante cose ho
frainteso...
...quanto affetto ho
ignorato. I malintesi della vita hanno allontanato le nostre strade...
...in realtà io sono piena di amici!»
Beelzemon parlò
dal suo cuore “Te ne rendi conto, Jeri? Questi Digimon
credono in
te!!” e lei sorrise asciugandosi gli occhi
«Sì,
Beelzemon...
...la loro fiducia mi
conferisce una forza che non ho mai sentito scorrere dentro
me.»
spalancando le sue ali di ingranaggi, e rivolgendosi a loro
«Vi
prometto che usciremo da quest’incubo: vi
riporterò dalla
vostra maestra!»
«Però
sta attenta ti prego, mamma Jeri!» si raccomandò
Orphanmon «Noi siamo perduti senza di te!»
Rassicurandoli con il
suo sguardo, Royalmon schizzò oltre il varco aperto da
Amnesyamon...
Nubi iniziavano ad
addensarsi presso la torre di Tokyo, mentre gli occhi di Arkanomon si
muovevano lentamente per scrutare le avversarie ai suoi lati...
La coda di Amnesyamon
e l’ala di Royalmon sbucavano da dietro la luna di cristallo,
mentre il crepitio dei tuoni annunciava lo scontro ormai prossimo...
Royalmon pensava
“La strada è stata lunga, ma arrivata a questo
punto...
...sento di capire
cosa significa essere un Digimon Tamer. E’ qualcosa che non
ha a
che fare con le ambizioni e il potere. E sento forse...
...di aver trovato
finalmente un antidoto alla mia paura. Questo antidoto...è
la
fiducia in chi ti circonda. Caro Leomon, forse è questo che
cercasti di spiegarmi fin dall’inizio...
...perdonami se lo
capisco così tardi.” alzando il suo bazooka
“Ma
forse non è ancora troppo tardi per realizzare i nostri
sogni
antichi! Sfrutterò ogni goccia di questa forza per accendere
una
luce di speranza...e salvare il mondo
dall’oscurità!”
Amnesyamon
generò una sfera di ghiaccio «Deflagrazione
tagliente!!!» frantumandola in una pioggia di
schegge.
Royalmon invocò «Circuito di stelle!!»
rispondendo con i suoi cerchi
luminosi che contrastarono il gelo.
La collisione accese gli occhi di Arkanomon.
La gente in strada indicava attonita...
«Guardate, lassù è scoppiata una
battaglia!»
«Non si
tratterà di effetti speciali, per celebrare
l’anniversario?»
«No...quelli
sono due Digimon veri. Forse dall’esito dello scontro
dipenderà il nostro destino...
...che vinca il
migliore...» pronunciavano col fiato sospeso, puntando gli
occhi
a quelle luci nel cielo come un tempo i bambini facevano col televisore
(fine-canzone)
Quando Henry prese
posto tra i sedili all’aperto, si scambiò uno
sguardo
attonito con Leaf, mentre Rea mormorava «Hai visto...? Si
è coperto il sole...
...sono nervosa Henry,
temo stia succedendo qualcosa. Ho paura che non ci lasceranno il tempo
per pianificare, la nostra unica speranza è il profumo di
Muskmon. Henry...? Mi stai ascoltando? Va tutto
bene...?»...«...cosa dicevi, amore mio? Scusa, ero
distratto!» al che la moglie pensò appenata
“Ecco,
si è accorto di qualcosa! Il modo in cui fissa quel rapper
non
lascia spazio a dubbi, di certo adesso starà sospettando di
me!
E tutto per colpa di quei sogni che non riesco a ricordare!! Anche se...
...da quando ho
sentito quel profumo...è come se qualcosa si stesse
lentamente
svelando...” massaggiandosi il capo, e scrutando la schiena
rigida e vagamente tremante di Leaf.
Costui, pallido come
un cencio, non riusciva a smettere di fissare Takato in piedi presso il
banco del guidice. Ed il domatore non smetteva di guardare lui, per
motivi che egli stesso stentava a focalizzare...
Suzie si fece spazio
accanto a fratello e cognata «Scusate...il ritardo-ops!
Permesso, signora? Grazie...
...sono ancora in
tempo per il momento clou, vero?» ed Henry mormorò
«...dipende da quale intendi,
sorellina.»...«Cosa?
Che vorresti dire, Henry?» chiese la giovane, ma Mako accanto
a
lei bisbigliò «Ptsss, ragazzi: sta succedendo
qualcosa
alla torre. Speriamo che facciano presto, perché temo
dovremo
intervenire alla svelta!»...«Qualcuno di voi ha
visto
Cindermon?» domandò Suzie, e Rea «Vedo
arrivare
adesso suo padre e sua sorella. Il momento dovrebbe essere
vicino...»
Henry si sfregava le mani «...Terriermon...
...sei riuscito a
farti dire qualcosa?» ma il Digimon dalla borsa
replicò
«...non ha risposto alle mie parole, e non potevo rimanergli
di
fronte o mi avrebbero visto!»...«...ora come
facciamo a
essere sicuri che sia lui?» chiedeva il ragazzo fortemente
scosso, e Terriermon rispose «Non lo so, ma l’ho
guardato
negli occhi...Henry io...credo di aver rivisto il nostro
Guilmon!»
Takato nel frattempo si chiedeva “Leaf...
...perché mi
guardi così, quasi come se mi chiedessi di fermarmi?
E’
perché sei innamorato di Cindermon? Oppure...
...c’è qualche altro motivo...?”
Il rapper non smetteva
di tormentarsi le sue mani bendate, e di respirare affannosamente...
Diamon intanto
prendeva posto accanto a suo marito, il quale chiese «Ci
siamo
tutti?» Lei, i cui capelli coprivano la metà del
volto
composta di diamanti, scrutò attorno «Mancano
Puppet e
Calumon!»...«Accidenti...se tarderanno ancora si
perderanno il fatidico sì!» commentò
Kazu, mentre
Cyclemon si affiancò a loro, debitamente incappucciato
«Le
gambe di mia figlia tremano. Ma come in battaglia è
decisa ad andare fino in fondo, fra poco la vedremo comparire, in ogni
caso è qualcos’altro a preoccuparmi. Sentite
questo
vento...è innaturale...» Il domatore chiese
«Dici
che la Torre Digitale si è ormai
consumata?»...«...temo di sì...
...il D-Reaper sta per
scivolare nelle mani di Violetta.» sentenziò
l’anziano Digimon, ed il ragazzo si passò la mano
tra i
capelli impomatati...
Poco più
avanti, una ragazza bionda in abito nero faceva un cenno brioso a Rika
e Ryo «Ho dovuto sgomitare per arrivare fin qui. Neanche a
trarre i vantaggi dalla mia consistenza!» La rossa
accennò «Himi, forse non conoscevi
Alice.»...«Tu sei quella che ha pensato di
rifilarmi il
Digivice?!» chiese la prima, e l’altra
«Tu sei la
nuova domatrice di Imagomon? E’ un piacere fare la tua
conoscenza.»...«Il piacere è mio!! Tu
hai dato
un’organizzata alla mia vita!» ma Rika si alzava
sulle
punte cercando di scorgere qualcosa oltre la stretta di mano delle
amiche. Il marito le chiese «I Digimon sono...dove avevamo
detto?»...«Nascosti tra gli alberi, sono ovunque
attorno.
Piuttosto Ryo, guarda chi sta arrivando...» Il domatore
pelato
si sporse, per poi sobbalzare «Uhm! Guai in
vista...»
La gente infatti
additava il ragazzino col berretto domando «Ma quello non
è un famoso cantante?»...«...dicono sia
imparentato con la famiglia Matsuki...ma non chiedetemi di
più,
è una faccenda oscura...»
Oscura come
l’abito della donna che lo apostrofò
«E’
inutile che tu ti sia spinto fin qui! Sono cose per gente adulta, e
soprattutto...
...per gente viva.»
Nakao si
aggiustò gli occhiali da sole, replicando composto
«...è il matrimonio di mio fratello...non potevo
mancare.» ma la madre dello sposo lo puntò con
sguardo
beffardo «Eppure sei mancato in tutta la sua crescita! Un
po’ tardiva la tua apparizione, ragazzino: per questo
rinfresco
non è previsto alcun
concertino!»...«Dov’è mio
padre, signora? Ho
bisogno di parlare con lu-»...«Shhh!!! Ti proibisco
di
dire queste cose scandalose di fronte a tutta questa gente, nessuno
deve sapere che tu sei figlio di...uh? Ma...dov’è
finito
quell’imbecille di mio marito?!»
Takehiro posò
le mani sulle spalle di Takato «Figliolo! Se non ami
Cindermon
non devi sposarla! Ascolta...lo so che i nostri rapporti non sono stati
un granché nella tua crescita, ma questo è un
passo
decisivo! Non devi dare ascolto a tua madre, lei...è
condizionata da ciò che le ho fatto, e
dall’esistenza di
Naka-» ma Mie lo afferrò per il braccio
«Hai
davvero un talento naturale per rovinare i
matrimoni!»...«Mie, sto parlando con mio
figlio!»...«Ma intanto l’altro ti aspetta
con le
lacrimucce agli occhi! Quello bastardo,
intendo.»...«Cosa?! Nakao è
qui?!»...«Va a raggiungerlo, o si
metterà a
invocare il nome della donna che amavi!»
Il marito la
guardò duramente...per poi allontanarsi chiamando
«Nakao!»
Mie ne
approfittò per avvicinarsi al figlio, posargli le mani sulle
spalle e rivolgergli un bacio sulla fronte...
...benché
quella stretta evocasse in lui una rigidità sofferente...
«Mi fai tanto
felice, figlio mio! Oggi è il giorno...più bello
della
mia vita...» asciugandosi gli occhi «...mi
raccomando,
abbi cura di tua moglie: non fare come tuo
padre!»...«Mamma...
...papà non ha
commesso solo
errori.»...«Cosa?!»...«E’
l’autore della mia infanzia felice. Come...lo sei anche tu. E
io
voglio bene a entrambi voi.»
La donna restò
in silenzio, ed il figlio sussurrò «Dai...prendi
posto,
sta arrivando la mia Digimon. Cioè!...la mia
sposa.»
Mie si allontanò lentamente e con sguardo sospettoso...
...mentre Nakao, senza
dire niente, andava a sedersi accanto a Leaf «Uh?»
Il ragazzino rimase a
guardare il rapper per lunghi istanti, come se implicitamente lo
invitasse a sfilargli gli occhiali da sole.
La mano bendata del
giovane si alzava tremante, fino a compiere quel gesto. Un raggio di
sole fece breccia tra le nubi, Nakao serrò i denti e lo
resistette (canzone: Alessandra
Amoroso - Amore puro)
...per permettere all’altro di riconoscere
“Takato!!!”
Il volto di quel
ragazzino con il quale aveva tanti ricordi, e che ora sembrava
ripresentarsi a lui sotto quella frangetta di capelli neri.
Ma che si sovrapponeva
anche a quello del giovane sposo, che dando le spalle agli invitati,
estraeva da sotto la giacca il vecchio cane marionetta consumato
“Jeri...
...!!”
stringendolo nel ricordo di quell’ultima dolce notte a
scuola,
trascorsa a parlare come vecchi amici e ad attendere il giorno...
...come la folla, in
estasi, attendeva quella sposa in abito bianco ma dal ciuffo rosso, che
iniziò ad avanzare sul tappeto.
Scuotendo il capo rassegnato, Takato nascose quel vecchio ricordo...
...e si volse ad incrociare quegli occhi azzurri amorevoli.
Cindermon era
più bella che mai, e andò incontro al raggio di
sole che
attraversava il parco, sfilando sotto gli occhi di quei domatori che
avevano imparato a conoscerla e ad apprezzarla, e dinanzi a tutte le
loro famiglie...
Leaf tratteneva il respiro, come se la cravatta gli stringesse il
collo...
...ma di tanto in
tanto tornava a fissare quel ragazzino in abiti sportivi, che resisteva
al sole affinché potesse leggere in lui il volto del passato.
Ripensò al momento del loro primo incontro...
...quando un po’
sporco e spettinato, così diverso da quello sposo
impeccabile,
il piccolo Takato era corso incontro al draghetto digitale.
Ma ora era una sposa composta di dati a farsi sempre più
vicina a lui...
Takehiro aveva sguardo
titubante, ma sua moglie si drizzava orgogliosa sulla schiena
“Finalmente ce l’ho fatta! Sto riabilitando la mia
immagine
agli occhi di tutti: la crescita tormentata di mio figlio...
...sarà
dimenticata con questo matrimonio! E’ il giusto compenso per
aver
dovuto sopportare la disgregazione della mia famiglia...un tempo
così bella.”
Takato prese la mano di Cindermon...
...ma Terriermon
sbucava dalla borsa di Henry «Guilmon,
coraggio...!!!»
«Oh?!»
si volse attonito il rapper, mentre Nakao mormorava «Non
senti
quello che dice Terriermon?»
Leaf smarrì la
sua mente nel ricordo di Jeri e Takato, giovani e abbracciati
all’interno del D-Reaper...
...per poi ripensarli
alla finestra della scuola, adulti e così innamorati...
Le parole di Terriermon riaffiorarono alla sua mente:
“Noi Digimon
ci
siamo distinti per la purezza del nostro cuore, e la
capacità di
agire d’istinto! Su questo è meglio rimanere
diversi dagli
uomini, altrimenti un giorno...non saremo più in grado di
guidarli!
Guilmon, se hai
qualcosa da dire...dilla adesso! Come avresti fatto un tempo, come
avresti fatto dieci anni fa! E vedrai che tutto andrà bene...
...momentai, Guilmon.”
Fu in quel momento che lo sguardo del rapper si fece deciso.
Estrasse la sua foglia luminosa e la strinse forte, per poi alzarsi in
piedi...
...ed indicare gli sposi «Fermate il matrimonio!!!»
Si levò un mormorio di stupore...
...ma mai nessuno era attonito come Takato «Leaf...»
Il rapper corse avanti
e supplicò «Takato, non sposarti! Non sarebbe un
matrimonio d’amore!»
Il domatore e la sua Digimon in bianco si guardarono tra loro...
...mentre la madre
dello sposo boccheggiava «M-Ma cosa
f---»...«Ferma!» la trattenne
però il
marito.
«Sono altre
ragioni a spingerti a sposarti!» affermò il rapper
«La gratitudine verso quella ragazza...
...e il senso di colpa
verso i tuoi genitori! Ma questi elementi non bastano a rendere un
matrimonio felice! Condanneresti la tua vita per sempre, e questo
io...non posso permetterlo!!» strappandosi la cravatta, e
gettandola a terra.
«Il nome della ragazza che ami davvero è...
...JERI KATOU!»
Takato impallidì.
Il ragazzo insistette
«Quella ragazza che ami fin da bambino! E che ora...ha tanti
problemi. Ma i problemi vanno affrontati, amico mio! Altrimenti non si
riuscirà mai a trovare la felicità. Jeri
è malata,
e allora?» stringendo le sue strette spalle «Farai
avanti
e indietro da una clinica! Passerai mesi, anni forse a parlare con gli
psichiatri! Ma un giorno, in fondo alla strada...potrai essere felice
con lei, è quello che hai sempre sognato!! Anche se la vita
assomiglia a un’eterna battaglia...
...è meglio
lottare fino in fondo per ciò in cui si crede!! Lo hai
sempre
fatto! Non smettere proprio adesso...
...non privare il mondo...dell’eroe che sei sempre
stato!»
Aggiungendo più
piano, fra sé e tra le lacrime «...nè
il
sottoscritto...del suo domatore.»
«Incredibile...»...«Hai visto,
Kazu?»
trasalirono Kazu e Kenta.
Rika si scambiò
un sorrisetto compiaciuto con le sue amiche e si rimise a sedere,
mentre Ryo era rimasto in piedi imbambolato.
Henry socchiuse gli
occhi, mormorando «Bravo, Guilmon...» mentre Rea si
volse
attonita «Cosa? Guilmon?!! Auchhh!» portandosi una
mano
al capo. Suzie la sostenne «Rea cos’hai?! Ti fa
male la
testa?!!» e Mako gridò «Presto,
aiutiamola a
stendersi!»
Takato scuoteva il
capo incredulo «Leaf...ma tu...» però la
sposa lo
trattenne «Aspetta Takato. Lui ha
ragione.»...«Ma
Cindermon!»
Però costei si
sfilò il velo «Senti, finiamola con questa
commedia:
nessuno di noi due si sente se stesso. Lo sapevamo entrambi, ma siamo
voluti andare avanti. E’ un altro il rapporto che ci
lega...»
Il ragazzo dilatava i
suoi occhi, ma lei gli sorrideva con affetto «Tu sei il mio
domatore...ed io sono la tua Digimon. Niente di
più.»
adagiandogli il velo tra le mani «Mi terresti questo, per
favore? Devo fare una cosa.»
Takato strinse quel
velo, e la tanta tensione evocò nuove lacrime ai suoi occhi.
Ma mai quanto quelle
del rapper che tirava su col naso, si asciugava gli occhi e se ne
andava tristemete «Ebbene! Il mio ultimo disastro
l’ho
combinato...altro che la scorpacciata di panini della
scuola!»...«Fermo là tu,
nanerottolo!» lo
apostrofò una voce.
Lui si volse di scatto
«Ahhh, Cindermon...!!!» parandosi terrorizzato come
se
lei volesse picchiarlo. Ma costei «Posso dirti una cosa?...
...bravo.»...«Oh?» riaprì gli
occhi
timidamente, quando lei gli sfiorò il capo in una carezza.
«Sei
intervenuto appena in tempo, impedendo a me e a Takato di commettere
una sciocchezza. Mi puoi togliere una curiosità, molto
gentilmente???...
...tu sei un Digimon?»...«Cosa?!»
La sposa senza velo
gli sorrideva «Perché se sotto quelle bende
nascondessi
artigli, da qualche parte ci sarebbe anche un domatore tanto fortunato.
Tu hai un talento naturale per questo mestiere!! Sei un vero
amico.»
«I-Io
veramente...» balbettava il ragazzo...ma le lacrime gli
impedivano di proseguire.
Takato asciugava le
sue con quel velo rimastogli in mano, quando un cane marionetta gli si
fece vicino «Bau! Takato!»
Il domatore sussultò...
...alla vista del ragazzino biondo «...Masahiko...»
Costui, dal volto
appenato, dischiuse l’altra mano rivelando
«Calù!!
Stanno lottando presso la Torre di Tokyo! Una è Amnesyamon!
E
l’altra è...
...Royalmon!!!»
«Jeri!!!» esclamò Takato (fine-canzone)
(canzone: Anastacia
- Staring at the sun)
Le due Digimon
ruotavano come satelliti ai lati di Arkanomon, che seguiva lo scontro
con occhi assai attenti.
«Signora
Asanuma!» esclamava quella composta da ingranaggi
«Per
l’ultima volta, ponga fine a tutto questo! Violetta vuole
solo
ingannarla, la sta sfruttando per i suoi scopi!! Le ha mentito circa la
morte di suo marito...»
«Sta zitta
piccola Jeri...dammi una buona ragione per cui dovrei crederti! Tu mi
hai sempre odiata...»...«Non è vero!!...
...lo ammetto, volevo
sconfiggerla per la mia sete di riscatto! Desideravo diventare...sempre
più potente, ma adesso non è più
così!!»
«Non ti credo!!
Tu e i tuoi amici siete soltanto dei bugiardi, mi aveve confinata
nell’oblio per realizzare i vostri sogni!»
caricando i
suoi siringoni di potere gelido...
...ed elevandosi sulla
sommità della luna «Siete responsabili della
catena di
dolore che ha travolto mia figlia!!»
«Sua figlia
può ancora salvarsi!» ribatté Royalmon
raggiungendola.
Arkanomon alzava il suo sguardo per contemplare le due sopra di lei.
«Akiko può
tornare la bambina che era, glielo dico per esperienza personale! Il
dolore può trasformare una creatura innocente...
...in un mostro, ma
l’affetto e il calore sono l’antidoto
all’incantesimo!»
«Calore...?» chiese scetticamente Amnesyamon,
coprendosi
il volto con l’ago affilato «Nel mio cuore non vi
è
più calore...
...c’è
solo gelo senza limiti, E TU SARAI LA PRIMA A SENTIRNE IL SOFFIO!
INIEZIONI CONGELANTI!!»
...liberando una
moltitudine di getti di ghiacco che fecero ruotare
all’impazzata
gli occhi di Arkanomon.
Royalmon volava con
tutta l’agilità che aveva, tuffandosi dietro al
reticolato
della rete ma Amnesyamon faceva lo stesso «Ti
prenderò!!!»
L’avversaria reagiva con un colpo scintillante di bazooka.
E la gente in strada
parcheggiava le auto per seguire lo scontro, che si faceva sempre
più accanito «Non capisco chi sta
vincendo!»...«Si muovono troppo
rapidamente!»
«Mamma
Jeri!!!» esclamava Orphanmon con il cuore appenato, sul
ciglio
della parete sfondata assieme ai suo compagni...
...mentre Violetta
incrociava le braccia presso la sala comandi «Molto bene,
l’ex-alunna e la maestra stanno lottando! Jeri non ha
speranza,
la frustrazione accumulata da Amnesyamon è inimmaginabile,
ho
fatto bene a lasciarla allenare in solitudine...
...ora finalmente
riverserà tutto il suo odio e il suo rancore sulla sua
nemica. E
in questo modo mi libererà da quella traditrice!!»
Di nuovo Amnesyamon
innalzò la sfera di ghiaccio «Deflagrazione
tagliente!!!» ma Royalmon reagì con
«Fulmine
roteante!!!» volteggiando nella sua piroetta
elettrificata per
disperdere le schegge.
Amnesyamon
tornò a celarsi dietro la luna, la quale aveva occhi sempre
più timorosi.
«Maestra...
...per favore!»
insisteva Royalmon «Non mi costringa a colpirla, e non si
barrichi dietro sua figlia! Affronti i suoi occhi, piuttosto...
...io vi leggo
l’amarezza e il disorientamento di tutta una vita. Violetta
le
parla di Arkanomon come una macchina senza cuore, ma in
realtà
lei sente e vede tutto! Ora sta assistendo alla nostra battaglia...
...e sono pronta a
scommettere che teme per i suoi genitori, ma non può
parlare!!
Come io...temevo nel vedere mio padre minacciato dal
D-Reaper...» mentre il vento faceva volare i suoi capelli
castani «...ma le mie grida non giungevano da quella fonda
prigione. Né da quella della mia adolescenza. Ma anche uno
sguardo silenzioso le assicuro che può parlare!! Venga al
mio
fianco e guardiamolo insieme!!!»
«La tua
è soltanto una trappola...» mormorò la
Digimon
nascosta, e la sua coda all’improvviso sgorgò
dalla luna
«...IO NON MI FARO’ METTERE NEL SACCO DA
TE!»
«Ahhh!»
Royalmon si ritrovò in pochi secondi imbrigliata da quella
catena di cristalli.
«Uhmuhmuhm...sei in trappola.»
Ma vi si
aggrappò con tutte le forze, evocando «Circuito...di
stelle...!!!» illuminando il suo corpo ed
accentuando la
rotazione degli ingranaggi: l’elettricità
sprigionata
riuscì a liquefare la coda «Che cosa?!!»
e a
propagarsi fino all’avversaria
«NoooOOOOOOOOO!»
...in
un’esplosione fragorosa nella quale la coda sembrò
staccarsi...
...ma la mutilata
Amnesyamon si tuffò a recuperarla, attorcigliandola a un
siringone e riciclandola come frusta
«Aaaaaaaaaaaaargh!!!» piombando
sull’avversaria in
una violenza inaudita.
«SI
FERMI!» gridava Royalmon «LA SMETTA, O
COLPIRA’ SUA
FIGLIA!» ma l’altra ribatteva «STA ZITTA!
TACIIIIIIIII!» fino a che ad un tratto, dopo che Royalmon
ebbe
schivato un colpo, questi si abbatté su Arkanomon,
crepandole la
fronte e scoprendo i suoi ingranaggi.
«Oh no Akiko!!!» trasalì Amnesyamon.
Gli occhi della
creatura si strinsero di dolore, fino a illuminarsi di un potere
incredibile che si concentrò in un fascio luminoso...
...e centrò in
pieno la regina ghiacciata «GYAAAAAAAAAAAAAHHHH!!!»
disgregando la sua coda cristallo per cristallo, e facendo esplodere i
siringoni.
«Signora
Asanuma!!» esclamò Royalmon, ma Beelzemon dentro
di lei
suggerì “Jeri! E’ il momento giusto,
è
disarmata!! Prendi la mira...”
«S-Sì...» balbettò la
Digimon, alzando
lentamente il suo bazooka trapsarente che iniziava a caricarsi di
luce...
Il fumo dopo
l’esplosione svelò lo spettacolo agghiacciante di
una
creatura menomata, senza più né braccia
né coda, i
cui residui grondavano tra ghiaccio e dati...
L’essere gemeva
«Fiiigliooolaaa...» e la luna di cristallo
riprendeva
fiato, mentre la sua fronte squarciata zampillava di
elettricità.
Gli ingranaggi di
Royalmon roteavano sempre più rapidi, concentrando tutto il
potere nel bazooka. La Digimon avvicinava il mirino al suo occhio
scoperto...
...al centro del quale
comparve il volto ghiacciato e spoglio di speranze della sua maestra.
La voce del Digimon diede il via “Adesso, Jeri!!!”
Ma proprio quando stava per assestare quel colpo...(fine-canzone)
...il bazooka si spense. Royalmon abbassò il suo braccio.
“Che cosa ti
prende?!” chiese Beelzemon, e lei chinò il capo
«...mi dispiace, non posso.» (canzone: Steps
- Why)
Amnesyamon sgranò gli occhi incredula...
Royalmon versava una
lacrima mormorando «Amici miei...alla fine siete riusciti a
convincermi. E’ più forte di me, non posso aprire
il fuoco
contro la nostra maestra.»
“Jeri...” pronunciò il suo Digimon pieno
di comprensione...
...e costei la
rivedeva con il gessetto in mano, mentre quel cielo plumbeo attorno a
loro crepitava sempre più fondo...
...ed il bazooka si spegneva definitivamente.
«Takato, la mia
sorellina è andata lassù, sarei pronto a
scommetterlo!!» esclamava Masahiko, aggrappandosi appenato al
suo vestito da sposo «Sono certo che è lei una di
quelle
luci in alto nel cielo!»
Il ragazzo
guardò attonito verso l’alto, mentre il
più piccolo
affermava «Questa mattina è sparita assieme a
Beelzemon!
Si è tuffata incontro al nemico senza dirci nulla, il suo
desiderio era proteggerci!!»
“Jeri!!...sei davvero tu una di quelle luci?!”
Il giovane
implorò «Ti prego, devi salvarla, sei
l’unico che
può farlo!! Sei quello che l’ha sempre
fatto...» e
quando Takato si volse, lui pronunciò tra le lacrime
«Lei...ti ama tanto...»
Così il
domatore si slacciò rapidamente la cravatta, gettandola a
terra
in un deciso «Vieni!!» dopo il quale il ragazzino
lo
seguì «Calù!»
Il vento si innalzava
tra gli alberi del parco, così come il panico tra gli
invitati.
Ma Leaf e Cindermon sembravano non accorgersene, ed il rapper ormai
arresosi, stava permettendo alla Digimon di srotolare lentamente le sue
bende...ma furono interrotti da Mie «Tuuu!!! Maledetto!!! Sei
la
rovina della mia famiglia, magari quelle tue bende prendessero
fuoco!!» minacciando di avventarsi su di lui, che
arretrò
spaventato. Ma Cindermon le afferrò il braccio
«Che cosa
ha detto?!»...«E lasciami tu, brutta
stupida!»...«SENTA! Ne ho abbastanza dei suoi
insulti e
delle sue maledizioni!!! E se fossi in lei eviterei di parlare di fuoco
perché...» accendendo fiamme sulle sua dita
smaltate
«...siamo noi che lo sprigioniamo!!!» puntandole
occhi
ancor più ardenti da far indietreggiare la donna. Quando
Takato
giunse da loro «Cindermon!! Cindermon, dobbiamo...
...andare! Jeri! Sta
combattendo...è in pericolo...»...«Che
cosa hai
detto?» fece la Digimon, spegnendo le sue fiamme
«Certamente Takato, andiamo!» quando lo sguardo del
domatore incrociò quello del rapper. I due si vennero
incontro
lentamente...
...scivolando in un
abbraccio intenso e pieno di gratitudine. Leaf sussurrava
«...v-vedrai...andrà tutto bene...»
mentre
Cindermon si chiedeva che aspetto avessero quelle mani che carezzavano
i capelli del suo domatore...
«Rea! Ti senti
meglio, amore mio?!» esclamava Henry tra le sedie vuote.
«Henry...»
gemette la moglie massaggiandosi la testa «...devo parlarti,
ho
ricordato una certa cosa anche se...non ne
sono sicura...»...«Sì, anch’io
devo dirti
una cosa di cui non sono sicuro! Però adesso...non
sforzarti!»...«Ma che sta succedendo...?»
si
guardava attorno smarrita «Perché si è
alzato un
tale vento?» e Suzie mormorò «Si
è formato
un campo digitale nei pressi di Arkanomon: il momento è
arrivato...»...«Benji?!»
esclamò Rea
«Non temere, è con i nostri genitori!»
rispose
Henry, ed anche Terriermon sbucò «Momentai,
Rea!»
mentre costei diceva «...a-aiutatemi ad alzarmi...dobbiamo
intervenire.»...«Sì, ma fai con
calma!» la
ammonì il marito.
“I Digimon
Tamers stanno per scendere in campo...” pensava Nakao
“...è meglio che mi ritiri: io non sono uno di
loro.” ma sentì qualcosa strusciare presso le sue
caviglie, e scostando gli occhiali da sole dilatò il suo
sguardo.
Si trattava di una
gatta nera dall’aria triste «...tu sei
Scratchmon...»...«Ti prego! Non
c’è
più da aver paura di me: io sono solo uno
spirito!» disse
la gatta «E sono lontani i tempi in cui con Ufomon ti
facevamo i
dispetti: ora tra le tante fans che gridano il tuo nome...
...la mia bambina lo invoca dal buio con un filo di voce...
...sta morendo,
Nakao!!!»...«Che cosa?!!»
trasalì il
ragazzino, prendendo in braccio la gatta
«Dov’è?!
Come posso fare per raggiungerla?! Scratchmon ti prego,
rispondi!!»...«E’ all’interno
di
Arkanomon...» e a Nakao caddero i suoi occhiali da sole...
...ma furono raccolti
da una mano smaltata di nero, come scure erano le striature sui suoi
capelli biondissimi.
Con occhi azzurri
ingenui e spaesati si accostò al ragazzino e si rivolse a
Scratchmon «Tu sei...la gatta a cui lei ha voluto tanto
bene?»
Nakao la pose
spontaneamente tra le braccia di Rapunzelmon «E tu sei quella
sorella che mi ha sostituito?» chiese la gatta, mentre la
Digimon supplicava «Ti prego Scratchmon, portaci da
lei!»
e l’altra mutò in Iasugnumon «Non
temete, andremo
tutti assieme...»
In quel momento
giunsero Mako e Sandmon «Che succede?!»
esclamò il
domatore. Ma Gravemon fece capolino dietro suo padre
«Scratchmonina!!!» correndo incontro a Iasugnumon,
che
cercò di abbracciarlo seppur trasparente «Bambino
mio...»
La spalla di Mako fu
sfiorata da Takato «Ascoltami Mako, posso chiederti un
favore?
Io devo correre da Jeri, ha bisogno di aiuto...tu potresti prenderti
cura di mio fratello?» Il ragazzo rispose «Ma
certo,
è un grande onore!»...«Ti ringrazio...
...ci vediamo dopo!!!» fece Takato correndo via.
...mentre il cielo del
parco si faceva scuro, i Digimon si accostavano ai loro domatori
«Ormai ci siamo...» disse Renamon balzando al
fianco di
Rika, mentre Imagomon si accostò ad Himi chiedendo
«Hai
paura?» ma questa replicò un deciso
«No!»
estraendo il Digivice serpentifero.
Il vento portava via
la torta nuziale, e un pezzo fu afferrato dalla zampa di Cyberdramon
«Uhm, buona!» mentre Ryo al suo fianco gli diceva
«Preparati cucciolo, perché raggiungiamo
Arkanomon! Non
abbiamo un piano studiato ma...
...quelli fanno parte dell’infanzia, giusto?»
Suzie e Lopmon risposero un convinto «Giusto!»
Kazu si raccomandava a
Diamon «Tu mettiti al sicuro mentre io e Guardromon pensiamo
a
tutto, ok?» mentre Kenta alla moglie «Tu invece
vieni con
me!»
Un fulmine li sovrastò...
...ed i ragazzi
guardarono quel cielo che dieci anni fa li aveva separati dai loro
amici. Rika decretò «Andiamo a scrivere il finale
che
più ci piace.»
Il cielo tuonò,
mescolandosi ai passi rapidi dei ragazzi, e al suono dei balzi dei loro
compagni digitali (fine-canzone)
La luna dalla fronte
squarciata versava lacrime, ed esse cadevano nel D-Reaper sempre
più esteso sotto di lei.
Fluttuando sulla massa
rossastra, le due combattenti erano una di fronte all’altra
«Che aspetti a eliminarmi, Jeri?!!» esclamava la
regina
di ghiaccio sprovvista di braccia «O forse sei troppo
vigliacca
per sferrare il colpo di grazia?!» ma Royalmon le volava
vicino,
ferendosi le dita per carezzarle le spalle tranciate di netto
«Perché...? Perché continuare questa
guerra
inutile...?» ma a quel punto da arrogante Amnesyamon si fece
supplichevole «Jeri...te lo chiedo per favore! Eliminami...
...poni fine con un
colpo dei tuoi, potentissimi, a quella che è stata la mia
esistenza senza senso...»
«Si sbaglia, signora...
...è scritto
nei miei ricordi il senso della sua esistenza. Ma non solo.»
scostandosi di poco, affinché vedesse la luna di cristallo
«...è scritto negli occhi di sua figlia. Non vede
quanto
sta soffrendo? Ma non è il dolore fisico a richiamarle
quelle
lacrime. Akiko si sente sola e abbandonata...non posso credere che
questo la lasci indifferente. Vuole che Violetta seguiti a torturarla,
trattandola come un arca giocattolo e dimenticando che anche lei ha dei
sentimenti?»...«Sentimenti? Sì,
è
vero...(canzone: Claudio
Baglioni - In un'altra vita)
...mia figlia prova un
sentimento grande e profondo, l’odio per me che sono sua
madre. Ho combattuto con tutto il mio ardore
nell’estrema
speranza di conquistarmi la sua stima, ma è stato inutile.
Osservami, sto perdendo dati...
...mi sto distruggendo
lentamente perché lei mi ha riversato contro tutto il suo
rancore.» ma Royalmon si volse verso la luna con sguardo
compassionevole, per poi rivelare «Akiko non voleva farle del
male...
...si è solo
difesa perché non sa più chi è
l’amico e chi
è il nemico. E’ una ragazza confusa...solo
l’affetto
dei suoi cari può aiutarla a uscire da questo
tunnel.»...«L’affetto dei suoi
cari...»
replicava la creatura, tra lacrime di ghiaccio «...ora come
non
immagini rimpiango che Tokiashi non sia più con noi: lui
avrebbe
avuto le parole adatte per comunicare con lei anche ridotta in questo
stato...
...ma lui è
morto...ed è stata...la mia bambina stessa ad ucciderlo. Io
ho
messo mia figlia contro mio marito...la mia è una storia di
sangue, Jeri! Storie come questa meritano di sprofondare...
...forse adesso
capisco perché è stato creato il D-Reaper: per
cancellare
ciò che non va, come il cammino percorso dalla mia famiglia!
Il
mio operato di questi dieci anni...» ma Royalmon la sostenne
rivelando «Il D-Reaper cancella e basta, non è
dotato di
un sistema per distinguere ciò che è perduto da
ciò che può essere salvato: non è
dotato di un
cuore...» alludendo pacatamente alla massa rossastra sotto di
loro «...non può distinguere i fiori che
germogliano
sulla distesa di ghiaccio. Finirebbero travolti e cancellati
anch’essi! E questo...non è
giusto.»...«...fiori...?» chiese dubbiosa
Amnesyamon «Dove riesci a scorgere ancora fiori, Jeri? Io
intorno a me vedo solo distruzione. Forse...è il ricordo
ancora
vivo della tua infanzia spensierata a trarti in inganno. Come sarebbe
bello se quei giorni potessero tornare...ma purtroppo...è
impossibile...» in un sussurrò sconfortato.
Però ad un
tratto si udì una voce “Nami...io visto nascere un
fiore
dal presente!” «...IceDevimon!»
esclamò
sorpresa Amnesyamon «Sei sicuro...di non esserti
sbagliato?!» “Ma sì...!”
replicava la voce del
demone in una dolce intonazione “...è nato nel mio
limbo
di ghiaccio! Puoi chiederlo a nostra figlia se non ci credi...
...lei...era lì con me quando lo abbiamo scoperto...
...mi stava parlando
dei suoi sogni, che erano così tanti...da riempire Digiworld
di
nuovi Digimon, e scrivere una nuova serie lunga da qui...fino
all’eternità.”
«Non...può essere vero...» fece
Amnesyamon, ma
Royalmon le sfiorò il volto «Ascolti le parole del
suo
Digimon, questa...è la sola verità! I tempi
felici non
sono andati, sono solo nuvole passeggere a coprire il sole.»
mentre la pioggia iniziava a discendere su di loro «Possiamo
scacciarle grazie alla nostra buona volontà! Come dicevano
quei
ritornelli tanto lontani...ma che nessuno di noi ha dimenticato
realmente.»
La creatura mutilata
aveva sguardo tanto spaesato, ma la voce dentro di lei la esortava
“Nami...! Ascolta la tua ex-alunna! Lei ha ragione! Se
addirittura è nato un fiore dal mio cuore arido, da tiranno
digitale incallito...per nostra figlia c’è ancora
speranza! Non dobbiamo abbandonarla...noi siamo i suoi
genitori...”
Royalmon sorrideva, mentre la pioggia bagnava i suoi capelli...
...e Takehiro in
automobile chiedeva «Devo lasciarvi presso la torre di
Tokyo?»
«Sì!» rispose appenato suo figlio nei
sedili
posteriori, ed il padre «Vi supplico, siate
prudenti.»
I tergicristalli
lottavano contro la pioggia, mentre Leaf seduto accanto a Takato gli
diceva «Perdonami per quello che ho fatto! Io...ho agito
d’istinto, senza pensarci poi tanto! Tu hai detto che Guilmon
ti
avrebbe esortato a sposarti, però io...
...non sono
d’accordo!» piegando umilmente le sue spalle
«B-Basandomi su ciò che mi hai raccontato di lui,
e sul
fatto...che tenesse al tuo futuro più d’ogni altra
cosa.»
«Chi può
dirlo...» sussurrò Takato smarrendo lo sguardo
oltre il
finestrino bagnato «...sono vissuto dieci anni senza di lui,
ho
perso l’abitudine ai suoi semplici e al contempo tanto saggi
consigli. Col mio ricordo non riesco a ricrearli, questo è
il
lato più duro della lontananza. E’ probabile che
tu abbia
ragione...» volgendosi verso di lui, e sollevandogli la mano
«...tu gli assomigli tanto.»
Il rapper si
asciugò un po’ il naso, mentre Takato affermava
«Tanto che a volte ho timore di svegliarmi, e scoprire che
anche
tu te ne sei andato. Leaf...
...ma tu chi sei in
realtà? Ti fingi un rapper, ma sei così...magico.
Come
quei miracoli che sfiorano la tua vita per qualche anno, per poi
andarsene, come l’infanzia...»
Takehiro
annunciò «Siamo arrivati.» fermando
l’auto
mentre il rapper rispondeva «Chi sono? E chi lo sa. Forse
sono
un rapper. Forse sono un gioco. Forse soltanto un disegno. Ma quel che
è certo è che non devi temere di perdermi,
Takato,
perché chiunque io sia...» mentre il domatore
smontava, e
fronteggiava per l’ennesima volta la pioggia infilandosi gli
occhiali da sole...
«...io ti
resterò vicino per tutta la vita.» assumendo per
pochi
secondi le sembianze di Guilmon mentre Takato era di spalle, per poi
smontare anche lui dall’auto ed indosare gli occhiali da
sole,
che lo avrebbero condotto assieme al ragazzo nel campo digitale.
Entrambi si avviarono con passo adulto e deciso...
...mentre Amnesyamon implorava Roylamon «Jeri...
...io non ti chiedo di
perdonarmi per ciò che ti ho fatto, poiché
sarebbe
impossibile! Ti chiedo solo se tu...che sei così
potente...puoi
avere compassione della mia povera bambina! Mi piacerebbe tanto che
avesse un futuro diverso dal mio! E potesse anche lei godere di quel
sole che filtra dalle finestre della scuola...»
L’altra Digimon
la carezzò «Porterò ad Akiko
un’importante
messaggio...
...l’amore dei
suoi genitori...» scostandosi affinché potessero
contemplare assieme la luna piangente «...così
capirà che anche lei può cambiare il suo
destino!!!»
Rivolgendo uno sguardo
di speranza verso sua figlia in lontananza, Amnesyamon
pronunciò
«Grazie...» sicché una sua lacrima
dissolse la
biodigievoluzione...
...e
l’insegnante poté adagiarsi fra le braccia
protettive del
diavolo di ghiaccio, che però piegò il capo
«U-Ugh...»...«Ice...Devimon, sei
ferito...?»
Il Digimon era
piuttosto malconcio, ma rispose «Non è niente,
sono
soltanto graffi. Ti porto in salvo, Nami.» e Royalmon gli
pose
le mani sulle spalle «IceDevimon, se ancora ce la fai...ti
chiedo un favore: porta la mia maestra da LadyWizardmon, è
casa
mia che l’ha aspetta.»
«Jeri...»
mormorò Asanuma con sorriso stremato «...non mi
hai
mentito, è vero ciò che mi hai
detto? La mia Digimon...esiste...
...mi sta
aspettando...»...«Sarà lei a
confermarglielo fra
non molto, signora!»...«Io ho conosciuto
LadyWizardmon
ma...non l’ho riconosciuta...la mia Digimon era diversa,
però forse...è stata la mia immaginazione a
trarmi in
inganno.»
Royalmon
replicò «I Digimon hanno tanti volti, è
facile
confondersi se non si ascolta il proprio cuore! Io sono sicura che non
appena vedrà LadyWizardmon...questa volta la
riconoscerà,
e potrete stare sempre assieme!»
«A-Ahhh!» IceDevimon serrò i denti, per
spalancare
le sue ali grondanti di pioggia e sangue «T-Tieniti
forte,
Nami...stai per conoscere la tua vera Digimon.»
«Ti affido mia
figlia...» sussurrò Asanuma dolcemente, e Royalmon
ammise «La salverò!»
Così la mano
dell’insegnante scivolò da quella meccanica e
smaltata
della sua alunna. Quest’ultima spiegò le ali
scrollandosi
dalle gocce, armata di nuova motivazione «Sei pronto,
Beelzemon?» “Certamente Jeri!”
«Perfetto,
allora voliamo all’interno di Arkanomon e salviamo
Akiko!»
“Perfetto! Jeri...a proposito!” «...uh,
sì?» chiese la Digimon, mentre già
sorvolavano ad
alta velocità il D-Reaper, diretti verso la luna sofferente
“Prima, quando hai perdonato la tua insegnante...”
accennò Beelzemon “...ho rivisto quella bambina di
tanti
anni fa: è questa la Jeri che io conoscevo!!!”
Royalmon sorrise
dolcemente, e sussurrò un «Grazie...»
versando una
lacrima dal suo occhio sfrigolante...
...per poi librarsi
verso quel Digimon sferico e circondato da nubi (fine-canzone)
(canzone: Valerio
Scanu - Could it be magic)
Ma le nubi più
fitte crepitavano negli occhi di quella donna in abito bianco
«Tanta fatica per plasmare Amnesyamon...
...ed un secondo per
perderla...!!» scandì in un sussurro, picchiando
sulla
pulsantiera «Che tu sia maledetta, Jeri Katou...»
mentre
i display oculari inquadravano il volo di Royalmon oltre le gocce di
pioggia «...ti farò pentire amaramente di esserti
messa
contro di me!! Bambole digitali!!...
...ghgh, è il
vostro momento, spezzate le catene che vi imbrigliano! E rifilate
all’intrusa l’adeguata accoglienza...
...ti avrei fatta
entrare con tutti gli onori ma è ora per te di assaggiare la
vera potenza della casa...!!...
...DISTRUGGETELAAAAAA!!!»
Si udì in risposta un tenebroso “SI’ REGINA VIOLETTA!”
Cindermon si chinava
su suo padre «Tu pensa solo a trovare un rifugio
sicuro...» sistemandogli il cappuccio, ma Cyclemon si
aggrappò alle sue mani «Figlia mia! Ho paura, non
voglio
lasciarti andare da quella donna!» Diamon li
separò con
dolcezza «Papà!...
...Cind è una
guerriera esperta, ed ha il suo domatore ad
attenderla.»...«Grazie sorellina...»
sospirò Cindermon, e Diamon le aggiustò il ciuffo
guardandola dritta negli occhi «Mi raccomando, siamo tutti
con
te.»...«Grazie! Cercherò di non
deludervi.»...«Lo spirito della mamma
guiderà i tuoi passi...
...io e papà
intanto andiamo a metterci al riparo,
ok?»...«Sì
sì, voi andate!» fece Cindermon sgranchendosi i
muscoli
«Largo a quelli che menan le mani...dove ho lasciato il mio
domatore? Ah, eccolo!»
...raggiungendo Takato ai piedi della torre di Tokyo.
«Lassù
si trova la donna che ha ucciso tua madre.» disse il ragazzo,
e
la Digimon «Lassù si trova la nemica che vi
impedisce di
sognare.»
Takato le porse la sua
mano con il Digivice «Cindermon, la mia poca forza umana
è al tuo servizio.»
Sotto gli occhi di
Leaf, la Digimon poneva la mano sul congegno a foglia dorata
«Takato, il mio sfolgorante potere digitale è
tutto tuo,
fanne buon uso!»
Gli altri domatori li raggiungevano con i loro Digimon...
...ma in quel momento
gli occhi di Rea incrociarono attoniti quelli di Leaf. Terriermon la
richiamò «Rea, presto, muoviti!»
sicché fu
costretta a procedere, ma il rapper ipotizzò «E se
avesse
ricordato qualcosa...?»
La domatrice in
questione sfoderò il Digivice a cuore verde, accostandosi a
suo
marito. Rika estrasse il congegno perlato, Himi quello a groviglio.
Kazu sfoderò
agilmente il Digivice stellato, Kenta il cuore rosa dagli ornamenti
aurei.
Suzie preparò
il congegno con le ali bianche, Ryo alzò la zampa nera di
drago.
Fu lui a decretare «Pronti ragazzi?»
E poi tutti in coro, e
una volta per tutte «BIODIGIEVOLUZIONE
DEL FUTURO!!!»
«CINDERMON
BIODIGIEVOLVEEE...»
“Ragazzi...il
piano rimane quello di dieci anni fa: troviamo Jeri e portiamola in
salvo!” stabilì Takato «...RUBYMON!»
«TERRIERMON
BIODIGIEVOLVEEE...» “Purtroppo fra noi
e Arkanomon si
innalza una barriera magica!” osservò Henry, e Rea
“Proviamo col potere dei ricordi, e facciamo leva sui suoi
sensi
sviluppati!” «...CUPIDMON!»
«RENAMON
BIODIGIEVOLVEEE...» “Amici, non
dimentichiamoci di una
cosa: Arkanomon è una bambina...non possiamo abbatterci su
di
lei con violenza, dobbiamo agire con delicatezza.”
suggerì Rika «...IRISMON!»
«IMAGOMON
BIODIGIEVOLVEEE...» “Io non
c’ero l’altra
volta con voi, e sono ancora alle prime armi! Ma sono certa che con la
vostra guida me la saprò cavare!” parlò
Himi «...VIPERMON!»
«GUARDROMON
BIODIGIEVOLVEEE...» “Non preoccuparti,
Himi! Dieci anni fa
anche io e Kenta eravamo nella stessa situazione!” disse
cordialmente Kazu «...CARERMON!»
«MARINEANGEMON
BIODIGIEVOLVEEE...» “Ma grazie alla
vicinanza dei nostri
Digimon la missione si rivelò un successo!”
ricordò
Kenta «...GENIUSMON!»
«LOPMON
BIODIGIEVOLVEEE...» “...tra
l’altro proprio
oggi è l’anniversario dei Digimon, non siete
emozionati?” scherzò Suzie «...LADYCANNONMON!»
«CYBERDRAMON
BIODIGIEVOLVEEE...» “E’
tempo di dimostrare al
pubblico il potere di noi adulti!” decretò infine
Ryo «...REBIRTHDRAMON!»
In un volo congiunto, sfidarono la pioggia e le onde di D-Reaper.
«Accidenti,
è più accanito dell’altra
volta!!»
esclamò Cupidmon, e Geniusmon disse «Non ricordo
che si
esibisse in geyser serpiginosi!»
Rebirthdramon
specificò «Vi ricordo che adesso il D-Reaper
è
controllato!! Violetta sta cercando di centrarci come i nemici di un
videogioco!!»
«Ahahahahahah!!!» si divertiva in fatti la
riccioluta
nemica, premendo un pulsante rosso con la lettera
“A”.
«Ragazzi, che cosa sono quelli?!»
esclamò Vipermon.
Carermon
replicò «Mi ricordano qualcosa ma...non vorrei
sbagliarmi!»
Irismon a seguire
«Mi sembrava strano che finora non si fossero
svelati...»
e poi una sconcertata LadyCannonmon «...GLI
AGENTI!!!»
Infatti una moltitudine di creature stava sgorgando dalla massa
rossastra.
Rubymon in testa a
tutti sfoderò la sciabola e descrisse «Guardate
ragazzi,
sono diversi dall’altra volta! All’epoca avevano
tutti
l’aspetto di Jeri mentre invece ora...»
I soldati del nuovo
D-Reaper erano agili donne guerriere dalle bardature borchiate, e i
lunghi riccioli metallici.
«Assomigliano a Violetta!!!» esclamò
Irismon.
«AHAHAHAHAHAH!» rideva la nemica ai comandi
«Molto
bene, ora assaggerete la potenza dei miei cloni famelici!!!»
Le guerriere
metalliche si schierarono di fronte ai Digimon, intrecciando i loro
riccioli e veicolando potenti scariche elettriche.
«A-AHHHHH!!!» la squadra reagì con un
getto
congiunto di poteri, ma il loro scudo avrebbe ceduto presto.
In un moto di
coraggio, Cupidmon tese la mano «M-Mi dispiace, ma non
impedirete così il nostro passaggio...»
materializzando
una boccetta di profumo, e versandola nel suo serbatoio...
...per poi emergere
più in alto nel cielo, e liberare «FLUIDO
ANALGESICO!!!»
Il suo geyser di luce verde
sovrastò le ondate di D-Reaper fino a disperdersi attorno ad
Arkanomon.
I quieti scintillii
incantarono gli occhi della luna, che sembrarono socchiudersi...
«Che
succede?!!» fece Violetta pistando qua e là
«I
comandi sono impazziti!! Ahhh...
...riconosco questo profumo...
...è quella
maledetta della mia Digimon, si è alleata con loro per
distruggermi!!!»
Ma improvvisamente
echeggiò una voce nella sala comandi “Muskmon non è
la tua Digimon...
...il tuo Digimon sono io, Violetta.”
Al che la donna dilatò i suoi occhi «Come...?!...
...e tu chi saresti...?» pronunciò con un filo di
voce...
Ma la risposta
“Io...sono...QWZUGHYGUWYAMAYMYMMM...” si
smarrì in
un suono distorto e inarticolato «Oh no, il sistema radio
è danneggiato...» constatò Violetta,
strillando
più che poteva «Ti sto parlando, riesci a
sentirmi?!!» (fine-canzone)
«LadyWizardmon,
ti supplico...» mormorava Masahiko, chinandosi
sull’insegnante digitale dal cappello a punta
«...veglia
su mia madre, io devo raggiungere i miei compagni. Mia sorella
è
in pericolo! Non posso restare con le mani in mano...»
«D’accordo...» replicava con voce
profonda la
Digimon, tendendo al ragazzino i suoi guanti consumati mentre le
finestre della casa scricchiolavano a causa del vento
«...penso
io a lei, ma tu mi raccomando, abbi cura del tuo Digimon e di te
stesso.»...«Farò del mio
meglio!» promise
il ragazzino, mentre Calumon si concentrava
«Calùùùùùù...»
lasciando che il simbolo rosso sulla sua fronte brillasse...
...e lo tramutasse nel
possente minotauro alato. Snowhitemon spalancò le sue ali
«Ciò che è iniziato assieme...non
può che
concludersi assieme. Masahiko, sei
pronto?»...«Prendo il
berretto e andiamo.»
Così si
congedarono, dopo un bacio alla signora che quando li vide uscire
scoppiò in lacrime «Oh, LadyWizardmon! Sono
così
in pena, e se i miei figli dovessero non tornare da
quell’incubo?»
La Digimon le
carezzava il capo «...stia tranquilla...io la capisco:
anch’io, lo sa, ho i miei piccoli alunni prigionieri
lassù
in cima. Però io so che in questi casi il bene vince sempre.
Come nella favola di Crystalmon.»...«Crystalmon?
E’
uno dei vostri alleati...?» chiese dubbiosa la mamma di
Masahiko. LadyWizardmon rispose «E’ un Digimon
protagonista di una storia lontana...(canzone: Laura
Pausini - Mi dispiace (strumentale) ) io la racconto ogni
anno
ai miei studenti. Egli era una creatura composta di cristallo limpido,
come il suo carattere sincero. Era un Digimon bambino...ma
dall’infinita bontà e generosità. Del
suo animo si
vedeva tutto, sicché...
...un giorno che disse
una bugia, nel suo petto apparve una palla oscura, e nera come i suo
rimorso...»
Intanto, presso il
giardino della casa allagato dalla pioggia, atterrava IceDevimon
«Nami...cooough!»...«IceDevimon!»
si
premurò l’insegnante, ma lui la scostò
«No,
non pensare a me! Là dentro c’è la tua
Digimon!»...«Ma tu sei ferito
gravemente...»
Il ghiaccio che
componeva il demone iniziava a creparsi, lasciando sgorgare sangue sul
suo volto candido «...è mia la colpa di
ciò che ti
è successo...io ti ho portato sulla cattiva strada,
coinvolgendoti in storie...
...sporche come il mio
passato! Se fossi stato un bravo Digimon ti avrei esortato a
riconciliarti con tuo marito. E ora probabilmente nostra figlia sarebbe
al riparo. E invece è lassù, a prendersi...tutta
questa
pioggia. I bambini parlano con facilità dei
“Digimon
malvagi”...ma questa è una brutta parola. Dal loro
operato
nascono cose...davvero ingiuste. Oh!...
...guarda qui, Nami.
Che bel giardino pieno di fiori, la persona che abita in questa casa
deve curarlo con molto amore. Lo sai che mi piacerebbe coltivare un
giardino, se solo...»...«Se solo...?»
chiese
timorosa Asanuma.
Ma lui, che si
appoggiava a un albero, le sorrise «...su, va incontro a
lei...
...ti sta aspettando.
Da un po’ troppo
tempo.»...«Ohh...s-sì!» fece
la donna,
avanzando timorosa verso la casa.
IceDevimon sorrise,
sussurrando «...addio Nami...» e rivelando nella
sua mano
grondante di sangue i resti cristallini del loro Digivice che si
dissolveva...
Asanuma si
appoggiò alla porta socchiusa, e sbirciò
all’interno...
«Una palla
oscura? Oh povero bambino! Poi cosa
accadde?»...«Beh...» fece LadyWizardmon
«Crystalmon si decise a dire la verità. E allora
come per
magia quel gorgo oscuro scomparve. Però purtroppo...
...quelli sinceri come
lui non sono mai amati da chi vuole comandare, trincerandosi dietro gli
inganni e i raggiri.»
“Questa
voce...” pensava Asanuma con occhi commossi
“...assomiglia
a quella di lei in effetti, solo che...è più
anziana!”
Non si accorgeva che IceDevimon, alle sue spalle, si allontanava
lentamente...
Gli stivali borchiati
di Royalmon planavano sul terreno metallico
«Beelzemon...forse
ci siamo.» sussurrò nel silenzio “Lo
credo
anch’io, Jeri!!”
La Digimon alzò
lo sguardo verso l’enorme cristallo di ghiaccio che
troneggiava
in quell’ampia sala “Questo dev’essere il
generatore
del potere di Arkanomon!!!” pronunciò la voce di
Beelzemon.
Dall’occhio
scoperto di Royalmon emerse un monocolo con cui analizzare il
cristallo, all’interno del quale delineò la sagoma
di una
bambina «Ahh! Akiko!!» compiendo un passo avanti
«La sua controparte corporea è addormentata in
quel
cristallo!» “Sbrighiamoci a liberarla, in questo
modo
Arkanomon perderà tutta l’energia!!”
Ma d’un tratto
il terreno tremò «Ahhh! Che succede?!»
“Non
lo so, Jeri! Ahhh?!...
...cosa sono quelle creature che escono dal muro?!”
I tasselli che
componevano la parete iniziarono ad aprirsi, nell’eco
collettivo
“ORDINI DELLA
REGINA VIOLETTA – ELIMINARE TUTTI GLI
INTRUSI.”
«Sono
l’esercito della nuova specie!!» esclamò
Royalmon,
e Beelzemon “Dannazione, sono tantissimi!!!”
«Non perdiamoci
d’animo, Beelzemon!» disse lei, sollevando il
bazooka
trasparente e caricandolo di nuova energia «Circuito di
stelle!!!»
I due cerchi luminosi
si intrecciarono di nuovo attorno a lei, cospargendosi di stelle come
due bracciali...
...per poi essere
scagliati contro l’attacco congiunto delle creature
meccaniche.
I riflessi della
battaglia illuminavano il volto di Akiko, i cui occhi si contraevano
appena come se il suo sonno fosse turbato da incubi...
«Un tiranno
crudele comandava quel villaggio con il pugno di ferro. E venuto a
sapere che un Digimon poteva mandar all’aria tutti i suoi
intrighi...» narrava LadyWizardmon, inconsapevole di essere
udita da Asanuma «...fece imprigionare il piccolo Crystalmon
nel
sotterraneo più profondo. Egli era solo, e tremava di
paura...
...ma una notte...gli
abitanti del villaggio videro una luce divampare da quel carcere
oscuro: era la luce...
...del cuore puro di
Crystalmon, che anche se in prigione era più forte del
tiranno!
Da quel giorno, tutti vissero felici in quel villaggio, liberi di
realizzare i loro sogni.»
La mamma di Masahiko
aveva preso sonno, e LadyWizardmon le rimboccò il lenzuolo
«Abbia fiducia, signora: la luce che guida i buoni e i
coraggiosi non smette mai di splendere...
...oh?!» ma
quando si volse, trovò l’altra insegnante ad
attenderla in
silenzio.
Gli occhi verdi della
Digimon la scrutarono profondamente «Mi sono concessa
anch’io un sogno...»
Le finestre
sbattevano, mentre LadyWizardmon avanzava «Questa notte io
non
ho potuto dormire, seguitando a ripetermi le parole di Jeri...e ad
immaginarla mentre leggeva il diario che era andata a cercare nella sua
vecchia scuola...»
«La scuola di Jeri è quella dove io ho prestato
servizio...
...sulle pagine di quel diario...
...ho immaginato una
Digimon. Era un’insegnante come me, ma laboriosa e creativa,
regina delle danze e i festeggiamenti, non come me che sono
così
imbranata! Nei lunghi pomeriggi in cui mi trattenevo a correggere
compiti, io...
...immaginavo di
parlarle!» mentre una lacrima sgorgava dagli occhi di
LadyWizardmon, generando una luce sempre più intensa...
«Le
confidavo...del mio amore per il mio collega! E
dell’affetto...così grande e profondo che provavo
per i
miei alunni. E che non riuscivo ad esprimere nei miei giorni
comuni!!!» piegandosi a terra, e versando lacrime
«Io non
sono come quel Digimon di cui narravi!!!...
...io non sono come
Crystalmon! Sarebbe bello essere limpidi come un cristallo!!! Ma...non
sempre ci si riesce...» però la sagoma di fronte a
lei
aveva cambiato forma...
...e adesso una mano
dal guanto candido le si appoggiava sul capo «Però
sempre
si può ritentare.» pronunciò dolcemente
la
creatura, e Asanuma alzò il suo sguardo incredulo
«Carnevalmon...sei tu?»
Il cappello a punta rotolava ormai a terra...
...al posto di
LadyWizardmon era comparsa una signora dalla tuta a rombi colorati. Ma
aveva quegli stessi occhi verdi incorniciati da una mascherina nera,
solo che era più giovane. E dai capelli non più
grigi, ma
rossi e pieni di vita.
«Non posso crederci, io...sto sognando.»
«Sì, e
allora?» piegò il capo Carnevalmon «Che
c’è di male...? I sogni sono il motore della vita.
Sono
solo dicerie quelle che ne parlano come illusioni, che svaniscono al
mattino. I sogni sono sinonimo di lavoro e di impegno, come
l’allestimento di uno spettacolo: avevo scordato la mia
indole
creativa e dinamica...» avanzando verso di lei «Sei
stata
tu a farmela ricordare. Grazie, mia domatrice...»
...mentre tra di loro
calava un Digivice a rombi variopinti come la tuta della Digimon. Il
suo bagliore inondava gli occhi dell’incredula Asanuma,
mentre
Carnevalmon le spiegava «Lo vedi? Questo è il
nostro
Digivice, e rispecchia i colori della tua anima: quando sei stata
sincera, con te stessa e con me, la luce che si nascondeva nel tuo
cuore gli ha permesso di apparire. Come per Crystalmon!...
...che anche se in
prigione era più forte del tiranno. Ho sempre trovato che
fosse
una storia meravigliosa, ma spesso i miei alunni non riuscivano a
capirla...
...perché erano
troppo piccoli! Per comprendere queste cose occorre il cuore di un
adulto...non sei d’accordo con me...Nami?»
Accogliendolo tra le
mani come un uccellino ferito, la donna ricevette il suo Digivice e vi
lasciò cadere le sue lacrime. Ma quelle braccia colorate si
facevano lentamente attorno a lei «Non piangere, non
è
troppo tardi...
...c’è la tua Digimon con te, adesso...»
Asanuma alzò le
sue braccia tremanti...per poi stringerla fra impetuosi singhiozzi, con
tutto il trasporto soffocato per anni.
Da quella casa si
propagava un bagliore accecante come in quella leggenda. Era la luce
nata dal loro profondo affetto...
...nel frattempo Akiko
si rigirava nel sonno, ma Royalmon lottava senza tregua «Fulmine
roteante!!!»
...piroettando a
travolgendo con le scariche gli innumerevoli soldati meccanici
“Non finiscono mai!!!” «Ahhh, non
arrendiamoci!
Akiko ha bisogno di noi!...
...siamo
l’ultima speranza per lei e per la terra,
Beelzemon!»
elevandosi in un ennesimo volo sulle sue ali di ingranaggi, e
scatenandosi in una mitraglia luminosa con il suo bazooka.
Gli ingranaggi
roteavano più che mai, e quei Digimon falsi esplodevano uno
dopo
l’altro...
Il soffitto della sala
accennava a crollare, e l’immenso cristallo di ghiaccio
sfrigolava. Ma Akiko si rigirava e ripeteva «...un fiore...
...un fiore rosso-arancio...
...papà! Fammi volare...
...portami nella Città della Rinascita...
...tanti piccoli
Digimon aspettano di nascere. Andremo da loro insieme, vero
papà?»
I suoi sussurri
sognanti si mescolavano alla mitraglia decisa e determinata della
Digimon di ingranaggi, contro un esercito di creature false e senza
umanità (fine-canzone)
I cloni di Violetta
intrecciavano i loro capelli, e si libravano in aria volteggiando come
una ruota, dalla quale sgorgava elettricità senza limiti.
«AAAAAAAAAHHH!!!» la squadra era costretta
nuovamente a
sparpagliarsi, e Rebirthdramon annunciava «La loro tattica
è troppo avanzata! Senza una strategia precisa non andremo
molto
lontano...»
«Cosa si
fa?!» fece Geniusmon, e Vipermon disse
«E’ solo un
suggerimento, ma per me è inutile fronteggiarle
direttamente:
guardate!» indicando Rubymon, Cupidmon e Carermon impegnati a
duellare con gli agenti «Ne sgorgano sempre di
più!»
Irismon osservò
«In effetti il D-Reaper ha sempre avuto un sistema di
replicazione illimitato!» e LadyCannonmon suggerì
«Ragazzi...sniff, sniff...annusate attorno! Il profumo si
è sparso nell’aria grazie al fluido di Cupidmon!
Ora sta a
noi creare l’atmosfera adatta per rievocare cari
ricordi...»...«Con quelle pazze che ci danno il
tormento?! Una sfida niente male!» osservò la
Digimon dai
capelli a serpenti, e LadyCannonmon aprì le braccia
«Degna
di una squadra esperta, come la nostra! Pensiamoci
ragazzi: ognuno di noi possiede delle caratteristiche uniche...
...basta fonderle in
un’azione coordinata, in questo modo riusciremo a portare
indietro il tempo anche se è impossibile!»
(canzone: Laura
Pausini - Surrender)
«Questa
sì che è un’idea geniale!!!»
esclamò
Rebirthdramon «Suzie...e poi chiamano me “domatore
leggendario”! Io ti eleggo mio
successore!»...«Oh!
Quale onore Ryo.»
Al che Irismon
volò ad annunciare all’altro gruppo
«Presto,
mettiamo in pratica il piano di LadyCannonmon! Congiungiamo i nostri
attacchi per stimolare la memoria di Akiko!»
«Cosa le facciamo ricordare?» chiese Cupidmon.
«Suo padre,
sicuramente!!» suggerì Rubymon
«Cioè, il
signor Mori!»
«Giusto!» fece Carermon «Una bella gita
con
l’uomo che l’ha cresciuta! Il nostro maestro
adorava
scampagnate e campeggi!»
Geniusmon diede
disposizioni «Stai indietro, Irismon! Tu sei incinta, e devi
metterti al riparo dai colpi! Però puoi occuparti dei
riflettori!» al che la Digimon interpellata volò
più in alto che poté, sfoderando la perla
splendente «Faro
della purezza!!!»
Carermon le si
parò di fronte «Il mio corpo di vetro ti
farà da
proiettore!» lasciandosi travolgere dalla luce...
«Mentre io...mi
occupo di dipingere il cielo!» esclamò Geniusmon
sovrastando la luna con gli occhi ed evocando «Flusso
stellato!!!» di modo da liberare una scia dalla
sua lampada
magica che circondò Arkanomon di stelle.
L’attonita luna
si guardava attorno spaesata, ma Carermon disse «Lascia ad un
altro la parte della luna, tu sei solo una bambina...»
evocando
dolcemente «Carezza
lunare...» così che la sua
mano artigliata completasse quel cielo con una luna innocua e lontana,
che gli occhi di Arkanomon fissavano con titubanza.
«Il
falò! Il falò ragazzi presto!!»
suggeriva Vipermon
da brava organizzatrice di spettacoli, e Rubymon raccolse entusiasta
«Ci penso io!!!» spiegando le ali e tuffandosi in
volo
«Soffio
incandescente!!!» fino a rendere se stesso una
cometa infuocata, che in un vortice di foglie generò una
fiammata proprio sotto la sempre più incredula luna.
Carermon e Irismon
orientavano il riflesso della perla, e il primo disse
«Scenario
cittadino...appari.» di modo che il suo corpo proiettasse
tante
sagome di palazzi sullo sfondo del cielo.
Vipermon insistette
«Luci, riempitelo di luci più che potete! Abbiamo
bisogno
di luci per contrastare le nubi!»
«Lasciate fare
a me!!» esclamò LadyCannonmon «Girandola di
piombo!!!» ma quando slacciò le
cartucce non
indirizzò i suoi proiettili contro la nemica,
bensì li
lasciò fluttuare lenti sulle sagome dei palazzi,
così che
sembrassero tante piccole finestre illuminate.
«Che scenario
meraviglioso...» commentò Carermon, ma Cupidmon
esclamò «Ragazzi attenzione!! Gli
agenti!!»
In effetti i cloni di
Violetta piombavano più accaniti di prima, ma una voce
evocò «Granata
solare!!!» travolgendo le guerriere
del D-Reaper con una sfera scagliata grazie a un colpo di coda. Era
Rebirthdramon «Lasciate ai più grossi il lavoro
sporco,
voi occupatevi del palcoscenico!» recuperando la sfera
luminosa
ed esibendosi in voli, capriole e palleggi per sgominare le numerose
nemiche grazie al suo solo, rapidissimo bolide.
«Siamo al
completo?» chiese Geniusmon, ma Vipermon smentì
«Loro, mancano loro!!»...«Loro
chi???»
restava in dubbio il genio digitale, ma la Digimon dai capelli a
serpente rispose «Servono due ologrammi, per rievocare le
sagome
del padre e della piccola!»
«Giusto! E di
questo...mi occupo io!» stabilì Cupidmon
afferrando due
frecce, una più lunga, e una più corta. E
scagliandole
con un colpo secco attorno alla grande fiammata.
Arkanomon vide nascere
dal loro riflesso verdino la sagoma di un uomo e una bambina che si
venivano incontro...
«Arkanomon...» parlò la voce del
falò,
cioè quella di Rubymon «...con tutto questo
vogliamo
dirti...che tu sei Akiko, una bambina con i suoi ricordi! Non un
Digimon distruttore. Andiamo, non avrai di certo scordato il profumo di
quelle belle giornate in mezzo al verde: il signor Mori sognava...che
tu crescessi sotto la luce del sole, proprio come noi suoi
alunni!»
Il volto di Arkanomon
era spiazzato e impietosito dinanzi all’abbraccio dei due
ologrammi di luce verdina.
«Restare per
mano, ad aspettare la notte...» seguitava a narrare Rubymon
«...imparando i nomi dei fiori, fino a che il cielo si
tingeva
di stelle. Non puoi aver rimosso questi ricordi, anche dal fondo del
tuo sonno doloroso. Come faccio a saperlo? Beh perché...
...tutti noi, che abbiamo allestito questo palcoscenico...
...a modo nostro, chi
più chi meno, siamo stati allontanati dai ricordi
più
cari, per ritrovarci circondati dalle nubi. Però nella vita
questo è normale...e anche se adesso tutto sembra lontano,
nel
tuo cuore c’è un falò acceso come
questo...
...e là vive
per sempre il ricordo dell’uomo che ti ha cresciuta. E che
adesso
ti abbraccia come in questo film allestito in fretta.
Quell’ologramma non è un’illusione...
...è una
piccola storia che ti accompagnerà per tutta la vita. Anche
quando sarai grande, il suo fuoco ti indicherà la strada, e
non
sarai mai sola. Devi solo liberarti dalle tue catene...
...e riacquistare la
fiducia in te stessa! Sei una piccola Digimon dai promettenti poteri,
lavora sodo e lotta per i tuoi ideali! Tuo padre sarà
orgoglioso
di te...!!»
La bocca della luna
iniziò a muoversi...impegnandosi con tutte le forze per
spezzare
i fili di ferro, e pronunciare la parola
«Pa...pà...»
«GUARDATE, HA PARLATO!» esclamò Vipermon.
Le cuciture saltarono
completamente «Papà, dove sei...?»
intonò
la sua voce appenata.
Un vetro prima invisibile iniziò a creparsi dinanzi a lei.
«Ragazzi, la barriera cede!!!» esclamò
Irismon.
Rebirthdramon
decretò «Presto, tutti dentro!!!»
frantumandone i
residui con il lancio della sua granata, che trascinò con
sé una quantità cospicua di cloni.
I Digimon si
innalzarono in volo, dirigendosi verso quella bocca che non faceva che
ripetere la parola «Pa...pà...
...pa...pà...» (fine-canzone)
(canzone: Evanescence
- Missing)
«Quella voce
misteriosa ha smesso di parlare...» mormorò
Violetta, per
poi volgersi indignata verso gli oblò oculari
«...e quei
seccatori hanno infranto la mia barriera!!! Devo fare
presto!»
avventandosi nuovamente sul pannello di controllo «Devo
sbrigarmi a ripristinare il segnale radio, mi giunge solo una sequenza
di suoni distorti! Ma quella voce sembrava parlare proprio a me...
...ha detto di essere il mio Digimon...»
Le sue mani svettavano
rapide sulla tastiera «Segnale radio, segnale radio!! Pronto
prova qui è Violetta! Acc...
...diamine...
...segnale radio!!!»
Sull’eco
martellante dell’allarme, i residui delle bambole digitali
fumavano distrutti...
...ed
un’affannata Royalmon si affacciava sul cristallo centrale
“Jeri, sei stremata!” «Non preoccuparti
Beelzemon...
...ce la faccio ancora. Dobbiamo recuperare Akiko e...
...p-portarla fuori di
quiii!» scivolando con lo stivale sul ghiaccio
“Jeri!!”
Il bazooka trasparente
sfrigolava “Il nostro arsenale è
compromesso...” «Non importa, deve solo sparare un
ultimo colpo...
...e poi...sarà
tempo di deporre le armi.» tendendo la sua mano tremante al
volto pallido di quella bambina addormentata, che non smetteva di
invocare «Papà, dove sei...
...ho tanto freddo.
Portami nella Città della Rinascita, te ne prego! Il calore
del
pelo dei cuccioli mi riscalderà...»
«Akiko...» sussurrava Royalmon accogliendola fra le
sue
braccia «Akiko, mi senti...?»
«Chi sei tu...?»...«Io sono...
...una vecchia alunna
della tua mamma. Sono una domatrice di Digimon, sono venuta qui per
portarti in salvo!» ma la bambina gemeva «No, ti
prego,
sta lontana da me...
...io porto sventura a
chi mi si avvicina. Se sei una Digimon Tamer...lotta per difendere il
pianeta, e dimenticati di me.»...«Neanche per
sogno!!!» ribatté Royalmon «Non potrei
mai
lasciare una bambina in pericolo!»...«Io...sono...
...un Digimon. Non
sono un’umana come te, né come l’uomo
che mi ha
cresciuta. Tu conoscevi il signor Toshiaki Mori...se...hai frequentato
quella scuola.»...«Certo, era il mio
maestro!»
Gli occhi di Akiko si riempirono di lacrime
«...l’ho ucciso io...
...!!! I miei poteri
l’hanno travolto...io volevo difenderlo, ma ho perso il
controllo. Che utilità può avere un Digimon come
me?
Quale destino può mai
attenderlo...?»...«Akiko,
ascolta...» Royalmon si chinò, cercando di
riscaldarla
con le sue ampie ali di ingranaggi «Anch’io...ho
ucciso
mio padre!!»...«Che cosa? Mi prendi in
giro?» ma
l’altra sussurrò «Tu sei una bambina
intelligente...e comprendi quando un’altro dice la
verità.
Sai che non ti sto mentendo, anch’io ho ucciso mio padre. E
non
perdendo il controllo dei miei poteri nel tentativo di difenderlo! Io
ho provocato la sua morte...
...con il mio rancore,
e le mie ambizioni smodate! Il suo cuore non è stato forte
abbastanza da sopportare...che sua figlia fosse cresciuta gelida e
crudele! Io sono cosciente del fatto che porterò questo
rimorso
con me...
...lungo il mio
cammino! Ma se avessi ceduto alla mia voglia di scomparire...non potrei
essere qui, ora, a parlare con te. E a portarti un importante
messaggio, e cioè che...
...i tuoi genitori si
sono arresi! Dinanzi al tuo dolore hanno preferito smettere di lottare.
Loro ti vogliono bene, Akiko!! E...non è stata colpa tua la
morte del signor Mori...»
D’un tratto
proruppe una voce «Royalmon dice la
verità!!!»
Lasciando impronte
insanguinate che si congelavano il secondo dopo, un demone si faceva
strada con un fiore in mano.
«...IceDevimon!» esclamò Royalmon, e il
Digimon si
accostò a lei «Lasciala a me, è mia
figlia. Tu va
a cercare Violetta, e sconfiggila una volta per
tutte.»...«Ma io...»...«Dico
davvero,
Royalmon. Io sono il padre. Non temere...
...a chi più
potrei far del male in questo stato...? Ma anche se fossi il guerriero
oscuro e temibile di un tempo...
...non oserei sfiorare questa creatura, se non con un fiore.»
«IceDevimon,
è lei? Cioè...sei tu?» si corresse
rapidamente
Akiko, e lui accennò un sorriso «Uh, allora ti
ricordi
che fra noi si era...rotto il ghiaccio.»...«Quel
giorno
non sapevo ancora che ero tua figlia.» replicò la
piccola
sorprendendolo, per poi parlare con tono maturo
«Royalmon...grazie per avermi salvata. Puoi lasciarmi con il
mio
papà, assieme a lui non ho paura.»
«Siete
sicuri...?» chiese la Digimon, ma IceDevimon le tese la mano
«Ti prego, è importante! Quella donna è
una
minaccia per tutti noi, e solo tu puoi sconfiggerla. Prendi
l’ascensore per la sala comandi e...» ma mentre
parlava
versava limpide lacrime «...poni fine a
quest’incubo che
ci ha coinvolti tutti, buoni e cattivi!» asciugandosi gli
occhi
col braccio.
«D’accordo!» replicò Royalmon
con
decisione...congedandosi con un sorriso di tenerezza da loro
abbracciati «Siate prudenti...»
IceDevimon ripiegava
le sue ali sulla bambina, mettendosi a sedere sul cristallo distrutto
«Finalmente un po’ di tempo per stare da soli...
...mia piccola
IceLilymon...»...«IceLilymon...è il mio
nome da
Digimon, vero?»...«Oh...sei proprio una bambina
sveglia.
Anche nel pericolo hai la risposta pronta: una degna guerriera della
nuova generazione.»...«Oggi è
l’anniversario
dei Digimon, lo sapevi papà?»
Royalmon prendeva
l’ascensore, compiendo un respiro profondo per radunare tutte
le
sue forze, abbandonandosi all’eco delle chiacchiere fra padre
e
figlia...
«Papà...non mi mentire: è vero che la
mamma si
è pentita?»
«...tua madre
ti ha sempre voluto bene: sono stato io a far litigare i tuoi
genitori.»...«Ma mio padre sei tu, e se parli
così
vuol dire che tu e la mamma non siete più in
lite!»...«...forse hai
ragione.»...«...ci
salveremo?»...«...
...ma certo.» era un sussurro lieve...
...mentre
l’ascensore era sempre più in alto «...i
Digimon
buoni ci salveranno.» (fine-canzone)
«Segnale
radio!!! Violetta chiama Digimon. Violetta chiama Digimon, segnale
radio rispondete!» mentre l’ascensore si faceva
sempre
più vicino «Pronto, prova!!»
«Stai chiamando
le tue bambole?» insinuò la voce di Royalmon, e
Violetta
si volse di scatto.
«Mi spiace, non
credo che possano udirti.»...«...le hai
distrutte?!!» ringhiò la donna in bianco, e
Royalmon
aprì le braccia «Che potevo fare? Sono stata
costretta a
difendermi, mi hanno attaccato in massa...» attirandosi lo
sguardo d’odio dell’altra.
«Ti comunico
gli ultimi sviluppi! Arkanomon sta per scomparire, il suo nucleo del
potere è stato appena rimosso e mentre noi siamo qui a
parlare,
qua sotto ci sono Akiko e suo padre che si staranno sfinendo dalle
risate nello scommettere se sei già morta o
no!»...«O più precisamente...chi
è morta
tra noi due.» replicò Violetta con un sorrisetto
beffardo.
«Ah...e
così non vuoi arrenderti...»...«Toglimi
una
curiosità, Jeri: perché mai dovrei arrendermi...
...di fronte a un
avversaria che è giunta ormai al limite delle sue
forze...» scrutando la Digimon da cima a fondo
«...e che
si ritrova con un arsenale danneggiato...!» alludendo al
bazooka
sfrigolante «In quelle condizioni aprire il fuoco potrebbe
essere estremamente pericoloso! Può bastare in teoria un
solo
colpo...per mandare in corto circuito il sistema...
...e generare una
fragorosa esplosione...»...«Oh, povera me! Non ci
avevo
pensato, e adesso come faccio?» replicò Royalmon
con
visibile ironia, alzando lentamente il bazooka «Ma non
capisci?!...
...non mi
importa!!!» decretò con rabbia mentre Violetta
serrava i
denti, rimanendo aggrappata al pannello di controllo.
«Ormai non
c’è più niente che possa fare su questa
terra...» descriveva la Digimon «...quindi tanto
vale
farla finita saltando in aria assieme a te,
Violetta.»...«Ahh! Getteresti via la tua
gioventù,
la tua bellezza e i tuoi grandi poteri?!!»
Le scariche
pervadevano il bazooka sempre più luminoso «Tutto
questo
non ha più importanza...» sussurrava Royalmon
«...Takato a quest’ora dev’essersi
già
sposato...» (canzone: Laura
Pausini - You are)
...mentre Rubymon
faceva ingresso dalla bocca di Arkanomon, e accennava ai suoi compagni
di seguirlo...
«...probabilmente gli staranno tirando confetti...»
sussurrava la Digimon con tenerezza «...ti auguro tanta
felicità, amore mio...!!» mentre Violetta
esclamava «Dannazione!!»
L’arma
assemblava lentamente il colpo definitivo, quando d’un tratto
“Jeri!! Che stai facendo?!” «Beelzemon,
ascoltami
attentamente...» mormorò lei «...non
appena
avrò fatto fuoco...tu dissociati da me e vola via il
più
lontano possibile. Per favore, fa di tutto per sopravvivere.»
“...io non permetterò che ti sacrifichi in questo
modo!!!” «E’ la cosa migliore che possa
fare, dopo
una vita di sbagli! Ascolta, amico mio...
...LadyWizardmon...
...lei è...una
brava Digimon! E ti vuole molto bene. So che è un
po’
più grande di te e...
...che nel tuo cuore
è ancora vivo il ricordo di Akemi! Però...se
puoi...non
fare come me, che ho scoperto l’amore quando era ormai troppo
tardi! Se quel giorno, dopo che ve ne andaste...mi fossi accostata a
Takato e gli avessi detto...i
nostri amici non ci sono
più...però ci sarò sempre io per
te!...probabilmente oggi tutto sarebbe diverso! Ma quella
volta ho
perso il treno...
...e l’unica
volta che ero a bordo con lui...non potevo parlare...per confessargli i
miei sentimenti!» “JERI!!!”
«Addio,
Beelzemon.»
Ma un attimo prima che
partisse il colpo, Violetta mosse una leva «SPIACENTE PER VOI
DUE!» aprendo una piccola grata sul soffitto, dalla quale
piovvero sfere esplosive «Confetti bomba!!»
«Ahh!»
Royalmon si mosse di scatto per evitare quel getto, ma Violetta
estrasse l’Ipad «Bambole digitali,
ATTACCATELAAA!!!» dando il comando per aprire i portelli
laterali dai quali emersero i pupazzi di Gazimon e Deputymon “AI
TUOI ORDINI, REGINA!”
Nonostante la loro
mole ridotta, il coniglio e il pistolero si avventarono con inaudita
violenza contro Royalmon «A-Ahhh!!!» fino a
spingerla
contro il vetro dell’occhio sinistro, per poi inseguirla
all’esterno sullo sfondo delle
«AHAHAHAHAHAHAH!»
risate della nemica «Ci vuole ben altro per
sconfiggermi!!!» che si rimise prontamente ai comandi.
La battaglia
infuriò in aria in men che non si dica, Deputymon liberava
colpi
dalle sue pistole, ma Royalmon agitò impetuosamente la sua
ala
fino a rispedirli al mittente, che saltò in aria. Gazimon
elettrificò le sue orecchie e puntò contro
Royalmon a
tutta velocità ma costei reagì
tempestiva con un
calcio che ne decretò l’esplosione.
I residui delle
bambole caddero nel D-Reaper fino ad essere inghiottiti, mentre
Royalmon riprendeva fiato “Jeri...resisti...!”
...inconsapevole di
essere nel mirino del cannone che sgorgava dall’occhio ancora
intatto.
«Uhmuhmuhm...immortaliamo una domatrice
leggendaria...»
mormorò Violetta, svettando sulla pulsantiera
«...NEL SUO
ULTIMO ATTO!!»
Il cannone si caricò di energia...
...mentre
Beelzemon chiedeva “Ascolta...non ti sembra strano che abbia
indirizzato contro di noi delle bambole così deboli? Qui
c’è qualcosa che non va...”
Ma in quel momento gli occhi di Royalmon si dilatarono più
che mai.
«ADDIO PER SEEEMPREEE!»
«Beelzemon scappa!!!» gridò.
Ma fu troppo tardi. Il colpo luminoso la attraversò da parte
a parte.
Il vetro trasparente
della sua schiena era squarciato. I suoi ingranaggi erano fusi.
«...Beel...ze...mon...»
“E’...fi...nita,
Jeri.” si dissero la domatrice e il Digimon.
«CENTROOOOOO,
LA MIA MIRA MIGLIORA DI GIORNO IN GIORNO!!!»
esultò
Violetta in saltelli festanti.
Royalmon rivolse
sguardo al cielo tempestoso, per poi precipitare nella fitta massa
rossastra.
«Presto,
ragazzi!» incitava Cupidmon, mentre i Digimon penetravano
all’interno dell’arca digitale.
Ma d’un tratto
lo spirito autunnale sembrò avere un presentimento, e rimase
immobile.
«Che cos’hai, Rubymon?» chiese
Rebirthdramon.
Il Digimon dalle ali
di foglie si volse alle sue spalle «Ho sentito
qualcosa!!» spiegando nuovamente il volo verso
l’esterno «Aspetta, dove vai?!!»
Rubymon si
tuffò oltre la bocca di Arkanomon, e scrutando tra le onde
del
D-Reaper d’un tratto la vide «Ahhh!!!»
Era accasciata su un
isolotto di pietra. Distesa come una action figure infranta, ma con un
sorriso sereno e gli occhi volti al cielo come se ancora lo aspettasse.
Incredulo, il suo spirito autunnale planò lentamente...
...e benché le
sue foglie ardenti si adagiassero sul viso di Royalmon, lei non tradiva
alcun dolore. Né alcun segno di vita.
«Non è possibile, Jeri!...
...questa volta sono
arrivato troppo tardi. Non può essere la fine, amore
mio!!» prendendola tra le sue braccia e versando lacrime
«Rispondi, ti prego!! Non può essere la
fine!!»
Ma un ultimo ingranaggio rotolava dal suo petto infranto...
...inabissandosi
all’interno del D-Reaper, mentre Rubymon singhiozzava
«Perdonami! Perdonami Jeri!! E’ colpa mia...
...soltanto colpa mia!!»
I compagni si
affacciavano dalla bocca della luna, e le lacrime dai loro occhi alla
vista del pianto sconsolato del loro amico...
...che galleggiava su
un isolotto di pietra con la sua amata tra le braccia, e un Digignomo
sulla spalla a consolarlo «Io ti amo...
...ti amo, Jeri!! Per favore non lasciarmi...» (fine-canzone)
«...Jeri Katou
è morta...» bisbigliava Violetta
«...Royalmon
ormai è solo un ricordo. Bene! Ora non resta che passare
alla
fase finale dell’operazione, e travolgere la terra e
Digiworld
con uno tsunami di D-Reap---AAAAAAAAAAAAHHH!!!»
...gridò a
squarciagola riparandosi il capo, quando il soffitto esplose sopra di
lei «Che succede adesso?!!» avventandosi sulla
pulsantiera «Oh no, il sistema è andato
completamente in
tilt, a-aaaahhhh!!!» ma persino dal pannello
divampò una
fiammata «Accidenti! Quella mocciosa prima di tirare le cuoia
ha
rimosso il mio nucleo del potere, ora per colpa sua Arkanomon sta dando
i numeriii!»
I pannelli attorno a
lei seguivano a ruota nel saltare in aria, e schegge di vetro si
spargevano ovunque a terra dai display in progressiva distruzione
«Se continua così non riuscirò
più a
controllare il D-Reeeeeeaper, senza Akiko da cui attingere energia
l’arca sta colando a picco! Io me la filo!»
affrettandosi
presso la piattaforma centrale, e cominciando ad agitare la leva
«AscensoreeeEEEEEE!!!»
...fino a che questa
non le restò in mano. E dalla metà recisa non
sgorgò una fiammata «GYAAAAAAHHHH,
L’ASCENSORE
E’ BLOCCATOOO!!!»
In un tripudio di
esplosioni, Violetta si spinse contro la parete «Oh nooo,
adesso
come facciooo??? Sono bloccata qui dentro, e di questo passo mi
trasformerò in un carboncino abbrustolito! Aiutooooooo,
qualcuno
mi salviiiiiii, aiutooooooooo!!!» gemette stridulamente, fino
a
che una voce non echeggiò “Violetta! Riesci a
sentirmi?”
«Ahhh! Ancora
tu...» esclamò la donna dai capelli ricci, al
culmine
dello stupore.
“La tua sola
via per salvarti è biodigievolvere con me.”
«Biodigievolvere??? Ma si può sapere chi
sei?!»
“...io sono il
tuo Digimon...”
«Come sarebbe?!
La storia è fin troppo chiara, e io non ho nessun Digimon!
Muskmon mi fu affidata tanti anni fa, ma lei mi ha tradita!»
“...lo hai
detto
tu stessa: lei era la Digimon che ti è stata affidata. Io
invece
sono il Digimon che tu hai disegnato.”
«Cosa?!
Disegnato?! Intendi dire...che ho creato! Sei uno dei miei
soldati!»
“No,
Violetta...
...io non sono una di
quelle creature di argilla. E’ strano che non ricordi di me...
...io e te ci siamo
conosciuti. E abbiamo trascorso molto tempo insieme. Hai fatto ricorso
ai miei servizi molte volte...”
Quella voce misteriosa
aveva incantato il volto della donna, che quasi dimenticava del fuoco
attorno a lei e della pioggia di detriti dal soffitto.
“Come Guilmon
per Takato...
...io sono un riflesso
di te. E se Scratchmon rappresentava la tua parte buona e i tuoi
antichi sentimenti...
...io sono lo specchio
del tuo lato più oscuro e della tua disillusione: se ti
fondi
con me diventeremo potentissimi!!!...
...e riusciremo ad annientare i Digimon Tamers una volta per tutte...”
«Il mio lato oscuro...
...la mia
disillusione, la mia rabbia...» pronunciò Violetta
osservando la distruzione attorno a sè «I miei
sogni
andati in fumo...»
...serrando un pugno
tremante, e decretando infine «E va bene, biodigievolviamo!!!
Ti
offro tutta me stessa, purché tu mi renda imbattibile!! E mi
permetta di vendicarmi!!»
Dallo squarcio sulla
fronte di Arkanomon iniziò a zampillare energia oscura.
I Digimon appostati
presso la bocca avvertirono che la struttura tremava
«Ragazzi,
qui sta succedendo qualcosa!» annunciò Carermon, e
LadyCannonmon esortò «Presto,
sparpagliamoci!!!»
benché le loro voci suonassero infrante dal dolore...
...come infranta era
la corazza trasparente di quella guerriera tra le braccia di Rubymon
«Ecco come finisce, per un eroe...» ammise
tristemente,
stringendola a sè «...non sono riuscito a
mantenere la
promessa che ti avevo fatto. Un giorno ti dissi...
...che ti avrei amata
comunque tu fossi stata. In qualsiasi modo la crescita...ti avrebbe
resa.»
Le foglie dai suoi
capelli e dalle ali si adagiavano sul corpo inerte di lei
«Riuscii a fronteggiare i tuoi cloni, quando eravamo
bambini...
...ma poi...di fronte all’oscurità
dell’età adulta...
...di fronte alla tua rabbia, e ai tuoi...problemi...
...non ce l’ho
fatta. Ho preferito scappare, e ti ho lasciata sola a combattere. Ti ho
lasciata sola...di fronte al tuo destino, amore mio! Come
potrò
mai perdonarmelo?» cadendo in ginocchio
«Che...senso ha
avuto tutto questo? Se adesso scompari la mia lotta è
inutile...
...non ho più nessuno da salvare. Io non servo a
niente...»
“Takato!”
lo chiamava la voce di Cindermon, ma lui continuava a versar lacrime
«Jeri! Amore mio...» “Takato, vuoi
ascoltarmi,
accidenti?!” «...Cindermon...
...è tutto
inutile, è finita ormai. Sono arrivato tardi! Stavolta non
ce
l’ho fatta...»
“Non gettare la spugna!”
«Ma...non
c’è nient’altro che possa fare,
ormai!»
“Sì invece! Guardare bene!”
«Oh...?»
“Quella che è andata infranta...
...è solo la parte meccanica!”
«Cosa?!»
“Ma Jeri non è fatta solo di ingranaggi...
...ha anche un cuore!
I pezzi di ferro possono essere sostituiti, ma il suo cuore
è
unico! Cerca il suo cuore Takato, può darsi che sia ancora
intatto! Può darsi...
...che batta ancora per te...” (canzone: Celine
Dion - Always be your girl)
I suoi occhi dal
riflesso infuocato si spalancarono «Tu pensi...che ci sia
ancora
speranza, Cindermon?!»
“Tu non ti
arrendere, e cerca il suo cuore sepolto!!” lo
esortò la
Digimon.
«Il tuo
cuore...Jeri?!» esclamò Rubymon affondando la sua
mano
nello squarcio, finché non gli sembrò di sentire
qualcosa
«Ahhh! Eccolo qua! Io lo farò tornare a
battere!!»
“Bravo il mio domatore!” approvò la
Digimon.
Così Rubymon si
mise a raccogliere gli ingranaggi sparsi
«Io...riparerò
tutti i tuoi danni! Curerò...
...le tue ferite!»
Ad una ad una quelle rotelle meccaniche tornavano a scivolare in lei...
«Ti darò
nuovo carburante, perché tu possa tornare a
volare!»
...persino
l’ingranaggio inabissato riaffiorò dal D-Reaper,
richiamato dal potere dello spirito autunnale che con le sue movenze
eleganti lo attirò a sè...
...per stringerlo tra
le mani con premura, e regalarlo alla sua amata dagli occhi chiusi.
«Tornerai a sorridere...
...tornerai la
ragazzina spensierata di un tempo! Riaprirai gli occhi dinanzi al mio
amore...
...e questa volta io
non ti abbandonerò più, mai
più!»
“Ancora un piccolo sforzo Takato...ooooiissaaa!”
«Perché ancora non si sveglia,
Cindermon...?»
“Beh, se io fossi in lei...
...avrei bisogno di
ancora un po’ di calore...affinché il mio cuore
riacquistasse energia.”
«D’accordo...» chiuse gli occhi lui
dolcemente...ed
affondò la mano nello squarcio, illuminandosi di una luce
aurea «...ti conferisco tutto il mio calore...
...affinché tu
ti senta amata...» “Takato, ti aiuto
anch’io, con il
mio potere digitale! Vedrai...riuscirà a risvegliarsi. Ah!
Guarda! Guarda attentamente, Takato!!”
«Ohhh!» il Digimon dilatò incredulo i
suoi occhi...
...quando vide che
grazie al suo calore, gli ingranaggi lentamente riprendevano a girare
«Sta tornando in funzione!! Non era compromessa del
tutto!»
“Te l’avevo detto!! Modestamente...io ci azzecco
sempre!”
«Jeri! Jeri, mi senti?! Apri gli occhi...»
Una luce si
irradiò dal cuore luminoso di Royalmon, sopito fra mille
ingranaggi...
...questa
conferì nuovo carburante al suo occhio scoperto,
affinché
potesse riaprirsi in una timida scintilla «...a...amore mio...
...sei
arrivato...finalmente...»...«Non posso
crederci...è un sogno!» disse lui tra le lacrime,
quando
sentì il suo volto carezzato dalla mano di lei.
«...Ta...kato,
è bello...rivederti...» sorrise Royalmon
«...avevo
tanta voglia...di riabbracciarti...»
«Le stesse
parole di allora...» disse lui incredulo, spiegando le ali e
sollevandosi con lei, sotto gli sguardi felici degli altri compagni in
volo.
«...alle quali
io rispondo...ancora un piccolo sforzo, amore!» disse Rubymon
«L’altra volta il D-Reaper era sconfitto!
Adesso...manca
ancora l’ultimo passo, ma poi ti assicuro...che dove qui vedi
tristezza e distruzione...guarda!»
...indicando col suo
artiglio luminoso la città, gravata dalla massa rossastra e
sovrastata dalla tempesta «...si estenderà
l’azzurro del cielo, e la città che
accoglierà il
nostro amore! Perdonami per averti abbandonata, non volevo! Ma sono
felice che non sia ancora tardi...ti prometto di fronte a questo
D-Reaper...che resterò al tuo fianco per tutta la vita! Noi
diventeremo grandi insieme...»...«Ti
amo...»...«Anch’io Jeri,
anch’io!! Con tutto
me stesso...»
...ed un raggio di
sole filtrava tra le nubi, ad illuminare il loro amore palpitante, che
regala le ali. I loro compagni che li osservavano, sorridevano di
tenerezza nel ricordarsi di quel bambino in maglietta azzurra, che
sosteneva la coetanea in abito verde nello stesso identico modo. La
luce del sole e della crescita ora sovrapponeva a loro le sagome di
quei due Digimon: lo spirito dai capelli di foglie, e la guerriera dal
corpo di ingranaggi.
Ma l’amore nei
loro sguardi era più forte, e rinvigorito dagli anni.
D’un tratto, una
scia di piume bianche li avvolse, nell’echeggiare
dell’esclamazione «Takato!!! Jeri!!!»
«Ahh!
Snowhitemon!» esclamò Rubymon, e Royalmon
sussurrò
«Ma...sa...hiko!»...«Sorellina! Sei
salva, per
fortuna!!» esclamò il ragazzino con le lacrime
agli
occhi, ed il minotauro bianco affermò «Abbiamo
tutti
temuto di perderti.»
«Masahiko,
Snowhitemon, vi devo chiedere un grande favore.» disse
Rubymon
«Posso affidarvi Jeri? Vi prego, portatela lontano di qui! Io
ho
ancora da ultimare un compito...» volgendo il suo sguardo
fiammeggiante verso Arkanomon che si oscurava...
...e sotto i loro
occhi insospettiti planava lentamente, inabissandosi nel D-Reaper.
«Tranquillo
Takato...ci pensiamo noi.» promise Snowhitemon, ed il
ragazzino «Ora sei al sicuro, sorellina!»
«U-Un
attimo...!» fece Royalmon «...h-ho bisogno...di
appurare
una cosa!...
...Beelzemon!...sei ancora qui?...
...riesci a sentirmi?!» e dopo qualche istante di silenzio...
“...Jeri! Certo
che sono qui. Io non ti ho mai abbandonata...sono felice che tu sia
salva.” «Anch’io amico mio...»
versò
una lacrima «...anch’io sono felice di
risentirti.»
per poi annunciare «Takato, una cosa importante!...
...la nostra maestra
si è arresa. E Akiko...è salva, con suo padre. Ma
ora...
...dov’è Arkanomon?»
Rubymon rispose
«E’ penetrato nel D-Reaper...probabilmente Violetta
vuole
scatenarlo, ma noi la fermeremo in tempo.»...«Vi
prego...state attenti.»...«Non temere! Stavolta
manterrò la promessa! Il tuo contributo è stato
fondamentale...
...ora riposa e fidati
di me. Ti restituirò il mondo che hai sempre
sognato.»
«Tu sei il mio
eroe...» pronunciò lei piena d’amore,
mentre le
loro mani si separavano lentamente, e lui prometteva «Ci
rivediamo sotto la luce del sole!» raggiungendo i compagni
«Ragazzi, siamo pronti?!...
...tuffiamoci nel D-Reaper e fermiamo Violetta!»
«SI’!» risposero i Digimon, piombando in
picchiata
a tutta velocità...
...e penetrando nella massa rossastra dopo dieci anni (fine-canzone)
(canzone: Sugababes
- Stronger)
La luna di cristallo, dal volto ormai sfigurato, cadeva a peso morto.
Akiko al suo interno
sentì la terra tremare «Che succede,
affondiamo?!»
ma IceDevimon si accasciò
«Cough!»...«Ahh,
papà!! Cos’hai, ti senti
male?!»...«Akiko,
scap...pa!»...«PAPA’! RESISTI!»
gridò
la bambina.
Ma il cristallo di ghiaccio si spense, oscurando tutte le luci della
sala.
«Oh no!» furono le parole della piccola...
«Eccoci di
nuovo qui!» annunciò Rebirthdramon, e Geniusmon
domandò «Differenze dalla prima volta?»
Irismon non perse
tempo «L’atmosfera è molto diversa!
Questa volta
nessuno ci attacca, tutto è avvolto da
un’apparente
tranquillità.»
In effetti lo scenario
circostante assomigliava al fondale di un oceano rosso, decorato da
detriti di cemento, ma spoglio di qualsiasi manifestazione di vita.
«Hai detto
bene, “apparente”!» sottolineò
Carermon
«Qui c’è qualcosa che non mi
convince.»
Vipermon
domandò «Vuoi dire che il D-Reaper non
è sempre
stato così desolante?» ma Cupidmon descrisse
«L’altra volta qui era un autentico campo di
battaglia:
emergevano agenti di tutte le specie! Fu molto dura arrivare fino al
suo nucleo...»
Rebirthdramon riprese
la parola «Qualsiasi sia il mistero dietro questa pace, si
cela
all’interno di Arkanomon: presto, passiamo dalla
bocca!»
I guerrieri
aumentarono la velocità, mentre Rubymon si abbandonava ai
ricordi «Ormai la carta rossa non serve più...
...i Digimon sono
cresciuti abbastanza da sopravvivere in questo spazio senza
problemi...»
Intanto, ai piedi
della torre di Tokyo, Leaf cercava di alzarsi sulle punte dei piedi
«Non vedo più Takato e gli altri...
...e Arkanomon si è inabissata...»
La sua voce si velava
d’angoscia, che crebbe quando Cyclemon comunicò
alla
figlia «Sono preoccupato, Diamon: quando mi sono assopito ho
sognato tua madre...
...e lei mi ha svelato
che Violetta è
biodigievoluta.»...«Cosa?!»
si portò una mano al petto la Digimon «Ci mancava
anche
questa, sono già tanto angosciata!»
Il rapper dilatava lo sguardo, mentre li udiva parlare...
«Ma quale
Digimon potrebbe essere così basso e meschino da fondersi
con
una come lei?!»...«...non lo so, questo tua madre
non
è riuscita a dirmelo: mi sono svegliato
prima.»...«Oh nooo...Kazu, Cind!»
Leaf mormorava senza
fiato «...Takato...» quando
all’improvviso
udì una familiare voce di ragazzino, che gridava
«Da
questa parte, Alice!!!»
Nakao perdette il suo
berretto, ma lo raccolse tempestivamente per accostarsi al rapper e
fissarlo dritto negli occhi «...dov’è
finita
Arkanomon?»
Leaf con le sue dita
bendate fece allusione al D-Reaper, ed il ragazzino si sfilò
gli
occhiali da sole rivelando sguardo attonito «...oh no...
...là dentro
c’è la Digimon che amo! Lei sta
morendo!!!»
In quel momento
arrivò anche Alice, e si soffermò con pena a
scrutare il
ragazzino. Ma poi i suoi occhi azzurri incrociarono quelli di Leaf, che
accennò «...tu...sei...»
La ragazza sorrise
«Devi essere il rapper che vive a casa Matsuki.» ma
quando dietro di lei sbucò il cane nero evanescente, Leaf
non
poté fare a meno di trasalire
«DOBERMON?!!» al che
questi ringhiò, trasformandosi in un altrettanto aggressivo
Refrainmon «E tu come fai a conoscermi?!!»
«Ihm!!!»
Leaf si ritrovò il bastone argentato puntato sotto il collo.
Cyclemon e sua figlia si avvicinarono, e poco dopo giunsero Mako e
Sandmon.
Refrainmon esclamava
«Attenti, potrebbe essere una spia dei nemici!!» ma
Nakao
gridò «Fermo, Refrainmon!!!...
...lui è Guilmon! Il primo Digimon di mio
fratello!!»
La notizia lasciò tutti senza fiato.
«Guilmon?!!» fece Mako «Impossibile, ma
non era
morto?!» però Diamon sussultò
«Ecco
perché cercavo ovunque il suo spirito e non lo trovavo da
nessuna parte!!»
Il rapper serrò
gli occhi, cosciente ormai di non potersi più nascondere. E
si
fece avvolgere dalla luce fino ad assumere le sue reali sembianze
«Sì, è vero!! Sono proprio
io!»
strillò appenato.
Refrainmon
tornò Dobermon, e gli si rivolse più gentilmente
«Ma allora perché non sei laggiù ad
aiutare il tuo
domatore?»...«Per una serie di motivi, troppi per
essere
elencati! Gli eventi della vita ci hanno separati, Dobermon! Ma io
continuo a temere per Takato come se fosse il primo giorno!! Come se
fosse ancora un bambino!»
Alice si chinò
su di lui «Non preoccuparti, noi ti
capiamo.»...«Alice...quanto tempo.»
La ragazza sorrise
«Ascolta, ti chiederemmo un piccolo favore: l’altra
volta
io e Dobermon vi aiutammo a digievolvere. Non è che stavolta
potresti ricambiare, così da darci un passaggio
all’interno del D-Reaper? Ci sono...
...molte persone
altrettanto divise dai loro cari.» indicando con le sue dita
smaltate a Iasugnumon e Rapunzelmon in fondo alla strada, assieme al
piccolo Gravemon.
Guilmon balbettò «D-D’accordo...
...voi volete tutti tuffarvi nel D-Reaper?»
Gravemon gli corse
incontro, aggrappandosi al suo muso «Ti prego! Là
c’è la mia sorellina!» al che il
draghetto
socchiuse dolcemente gli occhi «Va bene piccolo...
...Guilmon vi fa volare di nuovo...»
La luce lo avvolse...
«GUILMON
DIGIEVOLVEEE...
...GROWLMON!»
----DIGIEVOLUZIONE MATRIX---
«GROWLMON MATRIXDIGIEVOLVEEE...
...WARGROWLMON!»
Scratchmon
montò sulla sua armatura meccanica, mentre lui accoglieva
tra le
sue braccia Gravemon e Nakao.
Dobermon invitò
«Salta su,
Alice!»...«Sì!» e lei gli
montò a cavallo.
Aladynmon si
accostò a Rapunzelmon «Vieni,
sorellina!» e questa
balzò sul tappeto volante.
Sandmon nascose Mako
sotto il suo mantello, ed insieme balzarono verso il D-Reaper,
facendosi strada sui detriti fluttuanti.
WarGrowlmon pensava “Takato...
...chissà se
è arrivato il momento della verità per noi
due.”
dopodiché tutto attorno fu rosso, ed il D-Reaper
inghiottì lui e gli altri visitatori (fine-canzone)
Rubymon solcava l’ingresso di Arkanomon assieme ai suoi
compagni.
«La corrente
è saltata...» disse illuminando il buio con il suo
alito
di fuoco, e LadyCannonmon commentò «Non sembra
esserci
anima viva...» avanzando sulle zolle dissestate.
«Facciamo
attenzione...» avvertiva Geniusmon «...tutto questo
potrebbe essere una trappola di Violetta. E ogni nostro passo...un
passo falso.»
Irismon mosse
tempestivamente la sua perla splendente «Ho visto qualcosa
muoversi!»
All’apparenza
c’era solo buio, decorato dalle bolle rossastre del D-Reaper
che
fluivano dall’entrata. Ma poi sembrò intravedersi
un alone «Non dovete avere paura! Sono io!»
Ciò nonostante i guerrieri si misero in allerta.
«Ci siamo
incontrati nel Regno Abbandonato!» disse quella voce
maschile, e
Vipermon sottolineò «Questa voce io la conosco!
Ragazzi,
non vi ricordate? L’unicorno, quello nato dalla fusione del
trittico!»
In effetti quando
avanzò sui suoi zoccoli, oscillando i filamenti dorati della
coda, Rubymon chiamò «Lonemon!»
Costui rispose «E non sono solo!» rivelando altre
tre luci: verde,
argentea e rossa...
«Supremi...!» esclamò LadyCannonmon
«Siete
tutti qui?»
Zhuquiaomon
planò «Siamo giunti per mettervi in guardia: la
vostra
nemica ha appena compiuto una biodigievoluzione, dovete stare molto
attenti.»
Cupidmon si
stupì “Violetta è
biodigievoluta?!” chiese la
voce di Henry, e quella di Rea domandò “E con
quale
Digimon?!”
Baihumon il leone
rispose «Non lo sappiamo, ma percepiamo il suo
potere.»
passando la parola a Ebonwumon la tartaruga «...è
immenso...e carico di oscurità...»
Lonemon nitrì
affermando «Non vorremmo sbagliarci, ma crediamo si tratti...
...di un’ennesima arca digitale!»
Carermon chiese «Un’arca digitale? Non
sarà la stessa
Arkanomon?» ma Zhuquiaomon chinò il capo
«No...ormai quest’arca è soltanto un
relitto. Non
sappiamo chi sia quella nuova e perché sia rimasta nascosta
fino
ad ora.»
Di nuovo Lonemon «Il tempo stringe ragazzi...
...in fondo a questa
nave ci sono le risposte che cercate. Io e i miei amici vi aiuteremmo
volentieri ma...
...siamo troppo
vecchi. Noi Supremi siamo adatti per governare, non più per
combattere. Il futuro dei nostri mondi dipende da voi.»
Rubymon restò
assorto a scrutare qualcosa sul guscio d’erba di Ebonwumon.
Vi
erano adagiati cinque piccoli Digimon privi di sensi
«...quelli
sono gli alunni di LadyWizardmon...» disse lo spirito
autunnale,
ed il Supremo sorrise con le sue due teste «Eheh...in
situazioni
di emergenza, anche vecchi politici come noi cercano di rimboccarsi le
maniche.»
Cupidmon
garantì «Non temete, lasciate fare a
noi!» e
Baihumon avvertì «Occhi aperti, qua attorno
dovrebbero
esserci delle altre forme di vita. Sono innocue ormai...
...potrebbero avere bisogno d’aiuto.»
(canzone: Marco
Masini - Parlo di noi)
Infatti, nella sala
ormai buia risplendevano timidi riflessi di ghiaccio «Piccola
IceLilymon...»...«Papà!!»
«E’
giunto...il momento della fine.» ma lei lo stringeva
«Ti
prego, non lasciarmi!!»
Le sue lacrime
splendevano come gli artigli di lui che cercavano di asciugarle
«Ho paura da sola in quest’arca...se non
c’è...
...un Digimon come te
a difendermi!»...«Uhmuhm, IceLilymon...parli come
una
ragazzina terrestre! Che buffo, fino a poco tempo fa ti mostravi
scontrosa...
...nascondendo al
mondo il tuo sogno di avere un Digimon. Invece cara...»
descriveva dolcemente «...quello che devi trovare, adesso
è un...domatore! Pensa che cosa meravigliosa...
...magari potrebbe
essere...una dolce ragazza della terra, con cui farti lunghe
chiacchierate...un po’come una sorellina! O magari...
...un bravo e
assennato ragazzo...che potrebbe diventare anche il tuo fidanzato!
Però...non offrire i tuoi poteri a chiunque, mi raccomando:
io
non potrò essere lì a scegliere il genero che mi
vada...più a genio, fa attenzione!...
...il mondo è
anche pieno di mascalzoni, umani e digitali. Guarda tuo padre per
credere!» ma lei strillava «NON DIRE QUESTE
COSE!!...
...NON PARLARE
COSI’ DI TE!! SEI IL DIGIMON PIU’ BELLO CHE
ESISTA!»...«No, figliola...
...non è
così e lo sanno tutti, ed è importante che ti
dica queste
cose. E’ importante che ti metta in guardia...
...io cercai di
raggirare Rika approfittando della sua adolescenza. Ed ho ingannato tua
madre...facendo leva sui suoi dolori da adulta. Questi sono...i nemici,
IceLilymon. Chiaro? Ecco, tu devi combattere...quelli che fanno come
tuo padre. Sei un Digimon, e devi schierarti puntualmente...dalla parte
dei più deboli! Ahhh!»
Con le sue poche forze
di bambina, lei cercava di sostenerlo «E invece non
farò
niente di tutto questo! Quelli non sono i nemici, quelli sono i...
...genitori dei
più deboli! Sono i loro cari, e sono creature che hanno
bisogno
di una guida! Io non diventerò un giustiziere, io...
...li aiuterò a
cambiare! Affinché nasca sempre un fiore sul loro cammino
ghiacciato.»
Quelle mani splendenti
e insanguinate sollevavano il fiore rosso-arancio, carezzandovi il
volto della piccola «Il fiore della mia vita...
...la mia bambina, mia figlia...
...ma cosa ho fatto
per meritarmi una cosa simile? Chi c’è
lassù, che
semina fiori
all’impazzata...?»...«Qualcuno che ci
vede più a lungo di noi, papà!»
replicò
Akiko asciugandosi gli occhi, e aggiungendo «E ci mette poco!
Qui è così buio, e io non ho neanche i miei
occhiali!»...«...fatteli ricomprare...
...quando tutto
sarà finito studia sodo, così l’uomo
che ti ha
cresciuto sarà orgoglioso. Egli ti guarda
dall’alto, e...
...un’altra
cosa: abbi pazienza con tua madre...Nami non è una donna
facile...ora ha trovato la sua Digimon, ma lei ha bisogno del tuo
affetto. Conto molto su di te eh, non mi deludere.»
Quando improvvisamente
la porta si spalancò. Rubymon esclamò
«Akiko!!» e lei «...TAKATO, RAGAZZI!
VENITE
PRESTO! MA NON PENSATE A ME, PENSATE A MIO PADRE, LUI STA
MORENDO!»
«Fatemi
spazio!» fece Vipermon, ma quando si chinò su
IceDevimon
per mordere il suo braccio con i suoi serpenti curativi, il braccio si
staccò come ghiaccio sbrinato, e la Digimon fece
«Oh
no...!!...
...non c’è più niente che possa fare
per lui.»
«Siete tutti qui...
...meno male!»
sorrise IceDevimon «In questo modo posso chiedervi perdono
per...tutti i problemi che vi ho creato! Se penso agli anni trascorsi
provo un po’ di vergogna...quanto tempo sprecato, quando
avrei
potuto seminare fiori.»
Rubymon promise
«IceDevimon, non temere! I quattro Supremi sono qua fuori e
porteranno tua figlia in salvo!»
Il diavolo di ghiaccio
iniziava a dissolversi «Vedete...dove fluiscono i miei dati?
L’ascensore è bloccato, ma è
lassù che
dovete volare: ho visto aprirsi un campo distorto...oltre quelle nubi
vi attende la battaglia finale. Oltre la battaglia...
...la felicità
promessa, aahhh! Non riesco più a sollevare il mio braccio...
...chi è che lo
sta sostenendo per me, permettendomi di carezzare mia figlia?»
Si trattava di
Irismon, che lo aiutava in quegli ultimi gesti d’affetto
«Rika...avrei dovuto immaginarlo. Ragazzi, vi auguro tanta
felicità...
...avete affrontato
noi Digimon malvagi un milione di volte...vi meritate un futuro di
pace...
...addio IceLilymon...sarò sempre al tuo fianco.»
«Papà...» pronunciò
un’ultima volta Akiko.
Dopodiché i
suoi ultimi resti caddero come ghiaccio residuo da un frigorifero.
Ma nelle mani di lei
era rimasto un fiore, e mentre entravano i Supremi a far luce nel
buio...
...i dati di
IceDevimon fluivano tra quei petali, che Akiko portò vicino
al
cuore pronunciando «Ti acquisirò
io...così ti
porterò sempre dentro di me.»
Lonemon
l’unicorno guardò verso l’alto ed
annunciò «E’ il momento.»
«Ok.»
rispose Rubymon, spiegando le ali e volando con i suoi compagni verso
il gorgo d’oscurità...
Il campo digitale li accolse, conducendoli chissà dove.
Mentre Akiko si
accostava all’unicorno dorato, che la proteggeva con le sue
ali
ed asciugava le sue lacrime, aiutato dagli altri tre come amorevoli
parenti (fine-canzone)
Ai piedi della torre
di Tokyo, Diamon chiudeva gli occhi «Mammina...per favore!
Dimmi
il nome di quel Digimon! Svelami chi è...quella creatura
misteriosa!» ma tanto era concentrata che quando
sentì
una mano sfiorarle la spalla, si volse di scatto con le dita incrociate
«Vade retro!!» ma il biondo uomo fece
«Calma,
calma!!» tanto che Diamon si stupì «Ah
ma...siete
voi! Mamma mia, io sono proprio esaurita: papà, guarda! Ci
sono
il signor Yamaki con sua moglie!»
«Come stanno
procedendo le cose?» chiese Cyclemon, e Riley rispose
«Era proprio questo che venivamo a riferirvi...»
alzando
gli occhi verso il marito che si sfilò gli occhiali da sole
«...hanno abrogato la legge anti-Digimon.»
«Ahah!
VAIIIIIIIIII!» saltellò Diamon, prendendo le mani
del
padre «Fi-Figliola...non mi sembra il
caso!»...«E
perché no??? Siamo Digimon, e possiamo circolare per le
strade
liberamente! UOUUUUUUUU!!!»
Tally si
accostò ai colleghi e aprì le braccia
«Non appena
hanno visto le brutte i Digimon sono ritornati DI COLPO gli eroi della
scena: va sempre così, quando serve aiuto sono i primi a
piangere, ma quando tutto si appiana riprendono a creare
problemi!»...«Purtroppo queste sono le imperfezioni
del
mondo, e dobbiamo tollerarle.» ammise l’anziano
Digimon,
ma poi Mitsuo si piegò su di lui
«Cyclemon...ciò
che mi interessa sapere è come stanno i ragazzi: siamo
rimasti
barricati fino a poco fa...non abbiamo potuto fare niente per
aiutarli...»
Cyclemon svelò «...se la stanno cavando da
soli...hanno rivelato
capacità straordinarie...»
Mitsuo tornò a
indossare gli occhiali, e accostandosi a sua moglie e a Tally non
poté che contemplare il D-Reaper, come tutti i comuni
cittadini...
Una foglia infuocata
si adagiò su un lucido pavimento, introducendo i passi di
una
creatura dalle unghie lucenti.
Rubymon esplorava
l’oscurità attorno a sé, mentre i suoi
compagni
bisbigliavano «Sarà questa l’arca di cui
parlavano
i Supremi?»...«Che strano luogo...quante statue di
Digimon...» dissero Carermon e Geniusmon.
«L’arredamento è di ottima
qualità...sembra
un museo.» commentò Irismon, e Vipermon
«Trovi? A
me sembra alquanto lugubre.» scorrendo il suo dito sulle
superfici impolverate.
Rebirthdramon si fece
strada «Andiamo, un po’ di senso
dell’umorismo! Del
resto cosa sarà mai? Semplicemente...un Digimon oscuro...
...di cui nessuno ha
sentito parlare nonostante la nostra secolare esperienza.»
LadyCannonmon scherzò «Volevi spaventarci? Ci sei
riuscito, bene e ora cosa hai concluso?!»...«Che
tutto
è incredibilmente più
appassionante...!»
rimbeccò il drago argentato.
La voce femminile di
Cupidmon pronunciò “Sarà, ma a me
questo corridoio
dà i brividi! E il pensiero che un Digimon la stia aiutando
mi
fa rabbia!!” e quella maschile “Mi domando chi
possa
essere: se erano alleati, perché non l’ha
indirizzato
prima contro di noi?”
Vipermon
suggerì «Non può essere che non sapesse
della sua
esistenza?»
“Violetta? Ne
dubito...” ipotizzò la voce di Rea, ma quella di
Henry
osservò “Eppure non è mai detto: certi
Digimon
rimangono molto ben nascosti...
...e appaiono solo al momento opportuno...”
LadyCannonmon
protestò «Ahhh, fratellinooo! Ora ti ci metti
anche
tu!» “La mia era solo
un’ipotesi!” ed Irismon
si lasciava scappare una risata «Uhmuhmuhm! Certo che non
cambiamo mai...
...né a Digiworld...né nel D-Reaper...
...e nemmeno qui, che
non sappiamo neanche che posto sia. Ma questa in teoria non sarebbe una
mia battuta, io sarei la dura del gruppo...» avanzando, fino
a
sfiorare la spalla dello spirito autunnale «Giusto,
Rubymon?»...«Come Irismon...? Scusa, ero assorto a
pensare.»...«Cos’è,
ripensamenti circa il
matrimonio???»...«Ptsss, c-come ti viene in mente
di fare
battute simili in un posto del genere?!»...«Scusa,
cercavo solo di spezzare un po’ la tensione!»
aprì
le braccia la guerriera dal manto bianco.
«Mi stavo
ricordando...» iniziò Rubymon
«...Cyclemon una
volta parlò di un “limbo”...il limbo dei sogni
sfumati...
...era stato creato da
Violetta, dai detriti dei suoi sogni di ragazza! Non potrebbe essere
quella l’arca in cui ci troviamo?!»
I compagni si fecero
seri all’improvviso, le ultime risate lasciarono posto a una
concorde riflessione...
...mentre Diamon
all’esterno riapriva gli occhi «...grazie
mammina...» volgendosi ad annunciare a suo padre «Limbomon...»
...come confermava la
perla di Irismon, che al suo interno raffigurava gli ambienti
circostanti «Hai ragione, questo campo è un
ambiente
eterogeneo! Un elegante museo...
...stanze di bambini, sotto di noi! Una veranda, un giardino...
...e qua in
fondo...» alzando il capo «...una sala da pranzo
principesca. Con un terrazzo che dà su un cielo
stellato.» descrisse la guerriera.
Rubymon
sussurrò «...un terrazzo...» ricordando
di esserci
stato «...l’ho sognato la notte che ho incontrato
Cindermon...
...è lì che ho conosciuto mio
fratello!!!»
Rebirthdramon
esortò «Sappiamo dove siamo, ragazzi!! Ora non ci
resta
che anda---!!!»
Ma la squadra intera sussultò nell’eco di un
fruscio fulmineo.
«Che...cosa è stato?»
balbettò LadyCannonmon.
La tatuata Vipermon
indicò «Qualcosa è passato sopra di
noi...e sta
volando più in là, in mezzo alle
statue.»...«Dev’essere qualcosa di
incredibilmente
veloce...» osservò Geniusmon, e Cupidmon disse
«Occhio, ragazzi: se Violetta è biodigievoluta,
vuol dire
che questo limbo ha una controparte corporea.»
«Sarebbe
l’affare che è appena passato...?»
chiese Vipermon
poco motivata.
Rubymon accese i suoi
occhi come fari «C’è un solo modo per
scoprirlo...» (canzone: Renato
Zero - Nei giardini che nessuno sa (strumentale) )
iniziando ad avanzare tra le statue,
seguito dai compagni...
...mentre Nakao stava
per lanciarsi in una stanza buia, ma fu trattenuto dalla zampa di
WarGrowlmon «Attento, Nakao! Potrebbe essere
pericoloso.»
pronunciò con intonazione paterna, ma il ragazzino
alzò
gli occhi sui di lui «Quale pericolo potrebbe scalfirmi,
ormai...a parte il dolore della verità?»
Ma alle loro spalle
udirono «WarGrowlmon ti prego, fammi spazio! Là
c’è mia figlia!!!» supplicava il
guerriero di
sabbia, ed il drago dall’armatura meccanica si
scostò «Corri da lei, Sandmon.»
«Figliola!!!» si lanciò costui assieme
al suo
bambino «Starshipmon!!!»
Ma qualcuno li aveva preceduti...
...lo spirito di una
gatta nera si avvicinava timidamente ad una mano insanguinata sulla
quale vi erano ancora tracce di smalto.
Nonostante Scratchmon
fosse trasparente, quando si chinò a leccarla si
udì una
voce «...riconosco la tua linguetta...
...ce ne hai messo di
tempo per arrivare, Scratchmon.»...«Starshipmon!
Riesci a
riconoscermi?»...«...come potrei non farlo? Era lo
stesso
gesto con cui mi venivi a svegliare.»
La guerriera, dal
corpo per metà seppellito sotto la colonna crollata,
alzò
stremata lo sguardo finché non mise a fuoco le sagome dei
presenti. Quella visione le regalò un sorriso
«Ah...incredibile, siete tutti qui. In questo modo mi
lascerete
andare con un dolce ricordo.»
«SORELLINA!» gridarono al contempo una guerriera
bionda
ed un bambino castano, chinandosi ai lati di lei «Gravemon,
Rapunzelmon...
...i miei fratelli. Mi
raccomando, abbiate cura l’uno dell’altra quando
non ci
sarò più.»
«Ma come,
Starshipmon?!» obiettò il bambino con le lacrime
agli
occhi «Vuoi dire che non crescerai assieme a me?! Che
non...combatteremo più assieme?! Che ci sarà un
giorno in
cui smetterai di essere più grande di
me?»...«P-Proprio così...
...non sei contento? E’ quello che hai sempre desiderato...
...non piangere...sei
un uomo ormai. Prenditi cura...di Akirmon, che non dice niente
perché è orgogliosa. Ma so che soffre in
silenzio.»
Rapunzelmon le
carezzava con tenerezza i capelli, trattenendo a stento il pianto.
«...sorella
cara...» bisbigliò Starshipmon «...ti
affido il
mio fratellino. Ptsss...abbine una cura particolare, lui è
un
bambino...molto sensibile, anche se nasconde una grande forza. Esortalo
a tirarla fuori...però...con dolcezza. So che ci riuscirai
perché sei dotata...di una gentilezza ereditaria.»
«Anche
tu.» si limitò a sussurrarle Rapunzelmon,
facendosi da
parte per far strada a Sandmon «Piccola
mia...a-andrà
tutto bene! Ti tireremo fuori di
qui...»...«Shhh...caro
papà, non fare illudere Gravemon...»
sussurrò la
guerriera, mentre il padre la stringeva tra le braccia
«...e...perdonami...per essere stata una figlia ribelle...!!
E
per averti abbandonato...»
Gravemon le si
aggrappò al collo singhiozzando, mentre Sandmon faceva
«F-Figliolo, non così forte...poi la
soffochi!»...«MA IO NON VOGLIO SEPARARMI DA
LEI!»
Starshipmon gli
baciò il capo «...non ti abbandonerò
mai...
...pensami qualche volta. Sì, è vero, i miei
attacchi magici...
...il bracciale
galattico...l’ultrasuono stellare...e
tutti gli altri rimarranno
nei tuoi ricordi. Ma la loro forza non smetterà mai di
affiancarti...»
I suoi dati iniziavano
ad evaporare, la sua immagine a farsi più sfocata, ma la sua
voce echeggiava gentile in quel silenzio «Che bello andarsene
così...questo sì che è il calore della
famiglia.
Finalmente riesco a sentirlo...»
Mako si appoggiava al singhiozzante Sandmon per fargli coraggio...
...mentre WarGrowlmon
insisteva «Che cosa aspetti,
Nakao?!»...«Ti ho
detto di no, WarGrowlmon!» rimbeccava il ragazzino
rimettendosi
il berretto «E’ circondata dai suoi cari, che senso
ha che
vada anch’io da lei?! Io sono soltanto un
estraneo!» Il
drago insistette «Sono più che certo che lei ti
vuole
accanto!» ed anche Alice gli afferrò il braccio
«Ascolta!...
...io avrei tanto
voluto qualcuno come te...al momento di quel brutto
incidente.»
Il ragazzino rimase attonito...
...finché non
udì la voce di Starshipmon «Cosa fai
lì, amore
mio? Non vieni a salutarmi...?»
A quel punto
WarGrowlmon gli sfilò il berretto dalla testa ordinandogli
«Corri da lei!» ma lui non se lo fece ripetere
«STARSHIPMON!»
...scansando tutti,
mentre lei gli chiedeva «Non sei arrabbiato con me per tutto
quello che ti ho fatto passare...?»...«...i-io ti
amo...»...«...anch’io, ed è
proprio questa
la ragione del mio comportamento! Non riuscivo ad accettare che
quel...terremoto ti avesse portato via così presto. Tu eri
come
un oggetto meraviglioso...dietro la vetrina infrangibile, di un negozio
troppo caro! A-Ahhh...»...«Povera
Starshipmon...»...«No, non dire così...!
Mia
madre, conducendomi verso questo destino mi ha fatto inconsapevolmente
il più bel regalo...
...la vetrina di quel
negozio sta per infrangersi, e il nostro...n-non è un addio,
ma
solo un arrivederci! Molto presto ci riuniremo per
l’eternità...sempre che...
...riesca a vivere
felice: le tue fans non me lo perdoneranno...non sarò una
Digimon molto amata. Di solito noi portiamo le mode...
...io invece una me la
prendo, e me la porto via lontana. Ma questa è la vita, e
non si
può più cambiare né per
te...né per
me.»
«Io non ho mai
potuto cambiare niente...» ammise Nakao «...la vita
è passata su di me ed io...non ho potuto mai lasciare alcun
segno! Forse solo qualche canzone...» ma lei gli sussurrava
all’orecchio «...hai la stoffa
dell’eroe...
...e gli eroi, presto
o tardi, trovano la via per risplendere alti nel
cielo...»...«Ma per me è tardi! Per me
è...davvero tardi, Starshipmon!!»...«Non
dire
così...
...hai un fratello
come me...un fratello è una cosa preziosa. Aiutalo...quando
verrà il momento: sento le nubi addensarsi sul cielo dei
Digimon...
...e vedo
te...Nakao...brillare come una luce di
speranza...»...«Me?! Ma cosa...
...Starshipmon! Amore
mio...»...«Addio...»...«AMORE!»
«Baceresti
una...vecchia tardona digitale innamorata di te?» chiese in
ultimo Starshipmon.
Nakao le portò
le mani al capo con profonda delicatezza, e la avvicinò con
il
saper fare di un attore professionista. Nonostante la sua giovane
età, tutti restarono incantati da quel bacio...
«...a
più tardi...» fu l’ultimo sussurro di
Starshipmon,
e la sua bocca l’ultimo dettaglio a dissolversi.
Nakao non
ritrovò nulla tra le sue mani, e poté solo
commentare
«Che cosa triste, la morte...anche quando ci sei
già
passato.»
Sandmon disse
tristemente «Non mi rimane...niente di lei. Non posso neanche
coprirla col mantello!» ma Mako sussurrò
«...lasciate che i morti seppelliscano i loro
morti...»
Scratchmon però
annunciò «Padroncino, ti sbagli! Guarda i dati di
Starshipmon!»
Una scia stellata
pervadeva quella stanza buia, dividendosi in tanti flussi e dirigendosi
verso Gravemon...Rapunzelmon...e lo stesso Sandmon...
«Una parte di
lei resta in ognuno di voi!» affermò la gattina, e
Nakao
la raccolse tra le braccia...
...dirigendosi a passo
triste verso l’imponente drago corazzato
«Ho...perso la
ragazza che amo, WarGrowlmon...
...voglio andare in
quel mondo! Subito!!! Come posso fare per raggiungerlo?!» ma
Alice lo sfiorò «Sta calmo! Sta calmo Nakao,
presto ci
andremo...
...assieme, ma
dobbiamo prima accertarci di cosa sta accadendo a tuo fratello e ai
ragazzi.»
Nakao tornò a
infilarsi il berretto, e WarGrowlmon si chinò su di lui
«...mi dispiace, Nakao.»
Il ragazzino si
lanciò tra le sue braccia, e il drago esclamò
«Dobbiamo essere forti!!...
...lo so, è dura ma dobbiamo resistere!»
Refrainmon intanto si
accostava alla commossa Alice, e lei gli appoggiava il capo sulla
spalla.
Aladynmon si dirigeva
a confortare Rapunzelmon e Gravemon, stretti fra le lacrime.
WarGrowlmon osservava quello scenario e pensava “Un giorno...
...riaffioreremo da
questo pozzo oscuro! Un giorno...questa pioggia di lacrime si
placherà, e tornerà l’arcobaleno che
ricordo
ancora!!” annunciando poi «Coraggio
ragazzi...aspettano
solo noi, nel nome di chi ci ha lasciato proseguiamo fino in
fondo.»
Di Starshipmon era
rimasto un ultimo bracciale di pianeti colorati, che suo padre raccolse
e nascose sotto il mantello.
Dopodiché tutti
si avviarono a seguito di WarGrowlmon, lasciando quella stanza con
passo deciso, e sguardo diretto che affiorava dalle lacrime
(fine-canzone)
La sala da pranzo era
buia e dissestata. Dalla finestra che dava sul terrazzo giungeva una
quieta brezza, che faceva muovere la tenda.
«Voi vedete
qualcosa...?» chiese LadyCannonmon, ma Rebirthdramon rispose
«E’ buio, ma questo posto è grande.
E’
possibile che si sia nascosta presso le stanze inferiori.»
Carermon ipotizzò «Dovremmo giocare a nascondino
per
tutto il limbo...?» ma Irismon rispose «Non
è
prudente avventurarci per un luogo sconosciuto: aspettiamo...
...è suo
interesse toglierci di mezzo. Verrà.» e fu
così
ferrea da zittire tutti in un’oscura consapevolezza.
I loro sguardi erano
attratti da quel cielo stellato che faceva capolino oltre la tenda
svolazzante...
...tranne quello di
Cupidmon che fissava a terra, presso il terreno cosparso di detriti di
marmo. E che poi si alzò verso il compagno dai capelli di
foglie, poco più avanti di lui
«Rubymon...»
accennò ponendogli la mano sulla spalla. Costui si volse con
delicatezza «...dimmi,
Cupidmon.»...«C’è una cosa
importante che
devi sapere...e di cui finora non ho potuto parlarti: approfitto di
questo momento...
...riguarda Guilmon...»
Rubymon dilatò
i suoi occhi lucenti «...il mio Digimon...?»
sussurrò alitando fuoco.
Cupidmon
accennò «Ecco...per quanto sembri
incredibile...»...«...sì?»
fece
l’altro «Continua, perché ti sei
fermato?»
L’arciere esitava “Rea...parli tu o parlo
io?”
”Io a dire
il vero volevo prima parlarne con te, Henry! C’è
una cosa
che mi è tornata in mente...ma avevo bisogno di una
conferma!”
”Anch’io ho scoperto una cosa importante! Ma volevo
sapere
se tu ne sapevi qualcosa!”
Rubymon accennò
un sorriso «Insomma...vi decidete a parlare? Non vorrete
scatenare una crisi coniugale solo per questo. Cos’altro si
potrebbe dire...ora...
...di un Digimon che non c’è
più?»
“E’
proprio questo, Takato!!” esclamò la voce di
Henry,
seguita da quella di Rea “Guilmon! Lui
è...”
Ma proprio in quel
momento Irismon afferrò il braccio di Cupidmon
«SHHH!!!...
...eccola.» annunciò solennemente.
Rubymon si volse
lento...e tutti gli altri compagni si accorsero che sul pavimento
luccicava una catenina con la scritta Digimon.
Questa però
adesso si impigliava con gli artigli della creatura appena giunta a
passi sommessi.
«E’ lei...» assottigliò lo
sguardo Rebirthdramon.
«La fusione di
Violetta con Limbomon?» chiese Carermon, e Geniusmon
mormorò «La sua essenza corporea...»
L’essere
sembrava non avere fretta, e si soffermò a scrutare i suoi
avversari.
Non si trattava di una figura dalla stazza possente, né
dalla
statura elevata.
Aveva la fisionomia di
una donna, il cui corpo era composto interamente d’ombra.
Infatti
nell’ombra trovava il suo habitat naturale, e sembrava
esitare a
venirne fuori. Le sue movenze erano agili e prudenti come quelle di un
gatto. Quasi una sorta di timore si poteva leggere nei suoi occhi
luminosi...
...unico particolare
distinguibile nel materiale oscuro di cui era fatta, assieme agli
artigli, anch’essi forti di una luce fredda e penetrante.
Tutto il resto, oscuro e lucido come quei suoi riccioli ancora
riconoscibili.
O come le grandi ali
che spalancò lentamente e silenziosamente, dal taglio
demoniaco.
Vipermon
bisbigliò «...è l’essere che
prima ci
è passato accanto: è velocissima.» e
Rubymon
chiese «Violetta, sei tu?»
La creatura parlò con voce distorta «Non
più Violetta...
...ora il mio nome è...
...Holemon...»
Irismon analizzava
nella sua perla «Holemon...anche
detto il Digimon-buco
nero.
Digievoluzione al livello mega di Limbomon.
Ha il potere di inglobare
dimensioni spazio-temporali...
...e di farle
sprofondare nell’oscurità.» Vipermon
provocò
«Ed immagino abbia anche una gran voglia di sfruttarli,
questi poteri!»
«Ma noi glielo
impediremo...!!!» scandì LadyCannonmon, mentre
Cupidmon
sfoderava le frecce...
...e Rubymon la sciabola «...che intenzioni hai?»
Holemon indicò
con l’artiglio luminoso «Vedete quel
cielo?»
(canzone: Agnes
- Nothing else matter)
Tutti orientarono lo
sguardo verso le stelle oltre la finestra «Ha
un’estenzione pari all’immaginazione dei viventi!
Se
spiccherò il volo da quel terrazzo...» avanzando
verso la
finestra «...e risucchierò nel mio corpo oscuro
ogni sua
stella, questa dimensione non avrà più alcun
cielo a cui
aggrapparsi! E crollerà sulle altre...
...schiacciandole
senza possibilità per nessuno di sopravvivere,
uhmuhmuhm!»
Carermon
esclamò «E così hai desistito dal tuo
intento di
creare un mondo di bambole!» e Holemon chinò il
capo «Le mie bambole sono andate distrutte...
...e anche se le
riprogettassi da capo, non è detto che non scoprirebbero di
avere un cuore sotto l’argilla, come è stato per
Sandmon e
gli altri!»
«Parli di avere
un cuore come se fosse un difetto.» commentò
Irismon
«E INFATTI LO E’!» si volse rabbiosa la
creatura
«I cartoni non hanno un cuore, per questo danno
felicità!
Noi umani invece sì, per questo abbiamo tanto
sofferto!»
Cupidmon
esclamò «Tu ti sei privata di un cuore! Ti senti
forse
felice?!...
...è merito del
nostro cuore se siamo arrivati fin qui, superando il dolore!»
preparandosi a scoccare le frecce, ma Holemon agitò le sue
ali
«FATE SILENZIO!! Ormai mi sono fusa con Limbomon, nelle mie
vene
scorre il disincanto e la solitudine! Le vostre armi sono
inutili...» infatti quando l’arciere
scagliò i suoi
dardi, lei li respinse con un colpo d’ali evocando poi
«Catene del
crepuscolo!!» liberando dal suo corpo una
moltitudine di catene oscure, e colpendo duramente l’arco di
Cupidmon «Ahhh!» frantumandolo a terra.
Carermon provò
a reagire con «Schiuma
dei sog...AAAHHH!» ma fu atterrato
prima di attaccare, e stesso destino toccò a Geniusmon
«Riflesso dei
deside-AAAHHH!!!» la cui sciabola si
spezzò.
«AHAHAHAH!» ghignò la creatura ombrosa
che
manovrava le numerose catene «Le vostre biodigievoluzioni di
speranza non possono niente in un luogo privo di questa parola!
Limbomon fu creato da me come un regno di favola! Io avevo sogni come
tutti voi, desideravo dei bambini da far giocare in giardino!»
...pensando ai giochi arrugginiti nell’arido giardino del
limbo...
«Sognavo una
casa accogliente, per riempire le sue stanze
d’amore...»
...vagando con
l’immaginazione oltre la veranda, su cui si affacciavano
mobili
abbandonati e in decadenza...
«Volevo
prendermi cura dei Digimon, affinché non fossero mai
dimenticati!»
...carezzando col
pensiero le statue crepate del desolato corridoio, ma ai suoi avversari
rifilava colpi feroci con le sue catene «Desideravo
festeggiare
in allegria, in una sala come questa!! Con un terrazzo a cui
affacciarsi, per continuare a sognare!! Tutto questo mi è
stato
impedito...»
...mentre
LadyCannonmon tentava invano il contrattacco «Capriola-mitr-AAAAAHHH!!!»
ma un colpo di catena la
stendeva.
«...sono
stata tradita! INGANNATA!» infieriva Holemon, e quando
Vipermon
esortò «Resistete! Pioggia salvifica!»
il suo
fluido curativo fu disperso dal vento liberato dalle ali demoniache
«Ho visto i miei sogni corrodersi e andare in
rovina...»
mormorò la nemica, e anche la Digimon tatuata fu spinta
contro
la parete dal forte vento «AAAHHH!»
«Ditemi
perché non dovrei desiderare il nulla!!!»
gridò
Holemon balzando con una capriola sulla ringhiera.
Rubymon replicò
«Perché c’è sempre una
speranza, anche
quando le nubi offuscano il cielo!!!» accorrendo da lei
assieme
a Cupidmon e Irismon.
Lo spirito autunnale
sfoderò la sua sciabola «Soffio incandescente!»
e
la guerriera in manto bianco alzò la perla «Faro della
purezza!»
Ma gli occhi di
Holemon luccicarono di perfidia «Fantasmi delle
tenebre!!!» liberando dal suo corpo ologrammi di
Digimon feroci,
che con il loro ruggito fecero tremare la terra.
I tre Digimon non
poterono resistere al loro attacco congiunto, e furono spazzati via con
violenza «AAAAAAAAAAAAAAAAHHHHH!!!»
Quando i loro corpi si
schiantarono contro la parete, la sciabola infuocata era spezzata. La
perla iridescente era infranta.
Ma soprattutto, il
cielo stellato ora era un caleidoscopio di inquietanti fantasmi dai
colori multipli, in cui Holemon ne approfittò per confondere
la
sua sagoma oscura «Uhmuhmuhm!»
Rubymon trasalì
«D-Dobbiamo fermarla! Sta spiccando il volo nel
cielo...»
ma Irismon disse «E’ inutile...non abbiamo
più
forze.» spaventandosi poi quando vide suo marito tuffarsi
oltre
la finestra «Rebirthdramon, fermo!!!»
«Non posso
lasciarla andare così!!» esclamò il
grande drago
argentato, scavalcando la ringhiera...
...ma dopo pochi
secondi trascorsi fra quegli ologrammi
«GYAAAAAAAAAHHHH!!!» fu spinto via con inaudita
violenza,
frantumando il vetro e scardinando la finestra.
Il suo corpo fumava, e
lo stemma sulla sua coda era fuso
«Quel...muro...è...invalicabile.»
«Come facciamo...?» si chiese con pena Cupidmon.
Ma tra i loro corpi atterrati vi erano solo schegge e distruzione...
Holemon volava a
velocità mozzafiato fra gli ologrammi da lei liberati
«Uhmuhmuhm! Molto presto la luce del cielo sarà
consumata...»
Il suo corpo oscuro risucchiava la luce di ogni stella...
«...dopo tanta
strada...» parlava a fatica Rubymon
«...non...può
finire qui!»
Ma egli non aveva neanche le forze per alzarsi (fine-canzone)
Un ragazzino e un
drago solcarono l’erba di un arido giardino «E
così
siamo di nuovo qui,
WarGrowlmon...?»...«E’ qui che
tutto è iniziato...» mormorò il
più grosso,
piegandosi sul suo corpo possente per raddrizzare quei giochi con gesto
impietosito.
Mako si guardava
attorno stupito «Il limbo...!» e Sandmon piegava il
capo
tristemente «Il malinconico ricordo di tempi
andati...»
Alice si consultava
con Refrainmon «E’ un luogo dove si respira tanta
tristezza...» mentre Rapunzelmon, dagli occhi arrossati dal
pianto, chiedeva a Gravemon in condizioni simili «E
così...anche tu sei vissuto qui per un
po’?»
Il bambino annuiva
timidamente, e quando Aladynmon si avvicinava a loro, la sorella
svelava «Io e Starshipmon volevamo renderlo un luogo...
...moderno e adatto a
due ragazze. Il trampolino di lancio per tanti progetti
futuri.»
Il ragazzo-volpe si chinò su di lei
«Chissà che da
qui non cominci un nuovo capitolo per noi
Digimon.»...«...fratello...» mormorava la
bionda
guerriera «...come staranno i nostri genitori? Ho paura per
loro! Ho paura di perdere altre persone
care...»...«Ptsss, su non fare così, il
bambino
può sentirti!» fece Aladynmon accogliendola tra le
sue
braccia, e sussurrandole «...mamma e papà sono
forti...vedrai che se la caveranno.»
Scratchmon si
allontanava solitaria presso la veranda, ma Gravemon trovò
le
forze per rincorrerla, intonando con la sua vocina
«...aspetta,
Scratchmonina! Ti apro la porta se no non passi.»
La gatta sorrise di
tenerezza, per il fatto che il bambino dimenticava che lei fosse
trasparente.
WarGrowlmon chiese
«A che cosa pensi, Nakao?» poiché aveva
notato che
il ragazzino era assorto «...alle ultime parole di
Starshipmon.
Che cosa avrà voluto dire? Ha detto di avermi
visto...brillare
nel cielo. Ma si sa che io non potrei comunque far niente! Che
utilità può avere un bambino morto...quando il
mondo
rischia di essere distrutto? Nessun Digimon può
biodigievolvere
con me perché altrimenti...
...lo trascinerei nel
mio stesso
destino!»...«...però...»
obiettò il drago, grattandosi il capo «...quando
abbiamo
cantato insieme io non sono morto.»
Nakao replicò
con sguardo disilluso «...quello era soltanto un duetto...
...era diverso...» avviandosi poi in una corsetta verso la
veranda.
Il drago corazzato ne
osservava i movimenti, e si avviava lentamente a suo seguito
nell’eco di un ricordo lontano...
“Takato! Forza, combattiamo insieme!”
“Cosa, noi due insieme?...ma si hai ragione, siamo o non
siamo
una squadra, coraggio
Guilmon!”
“Però scusa, come facciamo a combattere insieme?
Io non
sono un mago o uno stregone, mi sconfiggerà
facilmente!”
“Fidati di me, sono sicuro che se pensi con tutto il cuore di
unirti a me accadrà realmente e diventeremo
fortissimi”
...fino a che le sue zampe non sfiorarono la veranda.
Nakao, già
dall’altro lato, si fermò a scrutarlo negli occhi
come per
cercare di interpretare i suoi pensieri.
«E’
possibile che niente, oltre la musica, possa infrangere questo
vetro?» si domandò WarGrowlmon, ma il ragazzino
taceva
come se per sempre qualcosa li avrebbe separati...
In quel desolante
scenario di sconfitta, Cupidmon iniziò a muoversi come se
volesse avvicinarsi a Rubymon «Cupid...mon...
...sta attento, qui
è pieno di schegge, ti
taglierai!»...«Non importa,
devo dirti...quella
cosa!»...«C’è ancora...
...qualcosa su
Guilmon...che io non so?» domandava stremato, e un pizzico
incuriosito lo spirito autunnale, mentre una foglia si staccava dai
suoi capelli e si adagiava a terra, prima di essere soffiata via dal
vento.
L’arciere
sollevò a fatica la sua mano «A-Ahhh!»
fino ad
afferrare quella del compagno.
“Takato...” intonò la debole voce del
domatore
«...dimmi, Henry...» “...poco fa ho
parlato con mia
moglie...
...Rea ha
scoperto...una cosa incredibile quella notte al campeggio. Ma poi quel
colpo alla testa le ha fatto perdere la memoria...”
Dopodiché si
udì la voce di Rea, altrettanto affaticata
“...finché questa mattina, improvvisamente ho
ricordato.
Ma avevo paura che si trattasse di un sogno! Però Henry mi
ha
appena svelato di aver scoperto lo stesso...e tutto
questo...è
stato confermato da nostro figlio.”
«Cosa...state
cercando di dirmi...?» domandò a fatica Rubymon
con gli
occhi socchiusi...
La voce di Henry mormorò “Takato...
...Guilmon...è vivo!”
La voce di Rea pronunciò “Guilmon...
...è Leaf.”
(canzone: Mariah
Carey - Through the rain)
«Che...cosa dite?» chiese incredulo Rubymon.
“...ti
assicuriamo che è vero!” garantì Henry,
e Rea
“Benji era con me quella notte...in cui si
trasformò
davanti ai nostri occhi. E oggi, stimolato dal profumo di Muskmon...
...lo ha riconosciuto. Lui è stato colui che...
...raggirato dai
nostri nemici, ha sparato quel colpo di pistola contro di te.”
Rubymon
ricordò quel ragazzo dal volto coperto dal casco,
che
aveva estratto una pistola dal giubotto scuro...
“...ma
poi...pentito...” continuò Rea “...e
tanto
preoccupato per la tua vita...promise di rinunciare per sempre alla tua
amicizia, e di non svelarti mai...la sua vera identità...se
tu
ti fossi salvato.”
«Leaf...»
pronunciò Rubymon «...Guilmon!» versando
una lacrima
splendente.
“Il tuo
Digimon...vive ancora, Takato...” sussurrò Henry
“...e non ha mai smesso di volerti bene...né di
vegliare
su di te.”
Lo spirito dai capelli di foglie si immerse nei ricordi...
“Leaf...
...caro e fedele
amico. Il rapper che mia madre condusse nella mia casa, contro la mia
volontà.” delineando nella sua mente il volto
spiritoso e
un po’ ingenuo di quel cantante di bassa statura, dalle
spalle
strette e quei baffetti appena accennati.
“Quel ragazzo
che non mi accusava mai, anche se gli rivolgevo brutte parole! E che
quella notte seppe perdonarmi tutto, diventando mio amico...
...ed accogliendo i
miei segreti. Prendendosi cura delle mie paure...” ripensando
al
loro abbraccio di quella sera...
...e sovrapponendolo a
quello del bambino dai capelli castani, che stringeva il draghetto
rosso “...chi l’avrebbe mai detto, che eravamo
già
stati amici molto tempo fa!!”
Mentre WarGrowlmon
faceva strada agli altri, attraversando a passo rapido le stanze dei
bambini ed avviandosi lungo le scale...
“Chi l’avrebbe mai detto...
...che eri proprio tu! Il mio Digimon! Il mio primo...
...grande amico.
Disegnato col potere della mia fantasia!” ricordando quel
primo,
originario disegno “...e che quel giorno mi
lasciò...”
...per poi rivedersi
mentre lo salutava, lasciando che la luce iridescente lo portasse via
“Ma non fu per sempre!!! Tu tornasti da me...
...e io lo dicevo che
le tue parole avevano qualcosa di speciale, che andava oltre la tua
abilità nel rap!”
”Forse sono un
rapper. Forse sono un gioco. Forse soltanto un disegno. Ma quel che
è certo è che non devi temere di perdermi,
Takato,
perché chiunque io sia...
...io ti resterò vicino per tutta la vita.”
“Amico mio...ora
finalmente capisco. Guilmon! Mio caro e prezioso compagno di
giochi...la sola cosa che mi chiedo è...
...perché, se
la vita ci ha tenuto così lontani per poi farci riunire, io
devo
scoprirlo solo adesso!” rivolgendo sguardo timoroso alla
moltitudine di fantasmi che oscuravano il cielo “Adesso che
forse
è arrivata la fine. Adesso che forse nessuno
sopravviverà...
...perché, Guilmon? Sai spiegarmelo...?”
Ma circondata da luci
colorate, Akiko finiva di asciugarsi gli occhi con la coda di Lonemon e
rivolgeva sguardo al soffitto oscuro.
I quattro Supremi la
guardavano con tenerezza, e si scambiavano occhiate fino a che
Ebonwumon non le accostò una delle sue teste «Vuoi
che ti
racconti una favola sul nostro mondo?» ma lei sorrise
«...no, grazie Ebonwumon. Se non vi dispiace...
...sono io che vorrei raccontarne una a voi.»
L’altra testa
della tartaruga sorrise, e l’unicorno si chinò su
di lei
«Siamo tutti orecchie! Io e i miei compagni saremo felici di
ascoltarti.»
«C’era
una volta...» iniziò a passeggiare Akiko, con il
fiore in
mano «...una piccola Digimon che aveva perso suo padre. Ma
lui
le aveva lasciato qualcos’altro oltre a un cumulo di dati nel
suo
corpo, e a un fiore tra le sue mani.» volgendosi verso le
creature leggendarie, ed affermando «Le aveva lasciato una
luce
di speranza! Lei non voleva arrendersi al cielo piovoso! Lei non voleva
restare con le mani in mano...
...anche con le sue
poche forze, lei voleva dare il suo contributo alla specie a cui
apparteneva, i Digimon!!»
«Cosa stai
cercando di dirci, Akiko...?» planò lentamente
l’uccello di fuoco, ma lei disse «Perdonami se ti
contraddico, Zhuquiaomon! Ma il mio nome è
IceLilymon.»
Il suo sguardo era
determinato «Anzi! Io non so ancora quale sia il mio
nome...» correndo tra di loro «...perché
è
quello della mia digievoluzione, con la quale voglio aiutare i miei
amici! Vi prego Supremi, permettetemi di digievolvere! Possiedo
già i dati di mio padre, basta un piccolo tocco e
potrò
fare anch’io il mio dovere per questa terra!!»
«E’
troppo pericoloso!» disse il leone, e lei accennò
un
sorriso «Mi aspettavo questa risposta, Baihumon...
...ma pensateci un
attimo! Se anche voi non foste creature secolari, ma foste giovani come
me!...
...con già
tante lacrime, e abbracci perduti alle spalle...non sentireste che
è quello il vostro posto?» indicando sopra di lei
«Là, in mezzo alle nubi oscure dove creature di
ogni
specie hanno bisogno di voi, umane e digitali! Non sognereste un
incantesimo per ringiovanire, e avere anche voi
l’occasione...di
portare un sorriso?»
Lonemon la
sfiorò con il suo corno, affermando «Amici...io
capisco
questa piccola Digimon! Ha tanto amore da offrire, come noi creature
del Regno abbandonato.»
«Grazie del
sostegno, Lonemon.» fece lei, carezzandogli la criniera.
I tre anziani Digimon
si consultarono, ed Ebonwumon decretò «Ma
sì, io
credo possiamo fidarci di lei. Azulongmon lo avrebbe fatto, e avrebbe
rivisto nel suo sguardo...
...quello di tante
anime volenterose, che hanno scritto una leggenda senza fine.»
«Ahah! Questo
vuol dire che mi aiuterete?!» sussultò Akiko, e
Zhuquiaomon disse «Vieni avanti, IceLilymon.»
La bambina avanzò fino a porso al centro, tra i quattro
Supremi.
Zhuquiaomon disse «Lonemon, a te
l’onore.» e l’unicorno
spiegò le ali «Con il potere a me conferito invoco
la
digievoluzione!!!»
Il suo corno splendette nel buio, e Akiko si illuminò di
luce.
«ICELILYMON
DIGIEVOLVEEE...»
Lingue di ghiaccio
splendente sgorgarono dal terreno, accompagnate da un flusso di petali
rosso-arancio che compose le sue ali.
Era una Digimon di
bellezza irreale, dai lunghi capelli neri e affusolati occhiali
composti di ghiaccio «...IceAngemon...
...ora conosco il mio nome. Grazie, cari Supremi...»
Le quattro creature
furono sommerse da una cascata di petali colorati, quando lei
spiegò le sue ali e si diresse verso il gorgo, lasciandosi
alle
spalle una scia di gelo “E grazie a te, papà. Ma
ora mi
raccomando, ho bisogno di tutta la tua forza!”
Sparì in un
bagliore accecante, mentre l’unicorno la definiva
«La
signora dei Digimon buoni. Amici miei, pazientate ancora: sono
fiducioso, credo che lei ci salverà.»
Anche loro, come
innocui spettatori, si strinsero tra loro per tifare la loro beniamina
(fine-canzone)
La perfida Holemon
aumentava la velocità del suo volo «Uhmuhmuhm! Se
continuo così fra poco raggiungerò
l’ultima
stella!» ed il groviglio di fantasmi ruggenti sbarrava la
strada
alle sue spalle.
Rebirthdramon
strisciava a fatica tra le schegge, per adagiare una zampa sul ventre
di Irismon «Come ti senti...?» e la guerriera dal
manto
bianco rispondeva «Ho paura per il nostro bambino! In che
mondo
potrà crescere, se lei distrugge tutto?»
LadyCannonmon gemeva a
terra «Mako...amore mio, perché non siamo insieme
in
questo momento...?»
Carermon invocava
«Genitori miei...suggeritemi qualcosa, voi che vedete il
mondo
dall’alto!» e Geniusmon «...Yuki...sei
ferita?» “...non nel corpo! Ma nel cuore al
pensiero di
non poterti aiutare!” «...non è colpa
tua: esiste
un limite anche per voi Digimon, e noi...l’abbiamo
superato.»
La voce femminile di
Cupidmon svelava “Non è questo quello a cui ho
sempre
creduto...sono cresciuta sostenendo che il bene vincesse
sempre!”...”Per me è lo stesso, amore
mio...e lo
ripeterei a mio figlio anche adesso, persino in questo
momento!”
I serpenti di Vipermon
si accasciavano stremati e senza fiato «Che ne
sarà dei
nostri sogni? Dei nostri tanti progetti...»
Ma lo sguardo
più malinconico sembrava quello di Rubymon
«...Guilmon...
...scomparirò
senza poterti salutare...?» “...coraggio,
Takatoooo!” «Ho paura, Cindermon! Ho paura che i
nostri
sforzi siano stati vani...» “Anch’io! Ma
ancora non
perdo la speranza...” «Neanch’io...ma non
so per
quanto resisterò...»
“Takato...cos’è
quella luce?” «Una...luce?» si volse a
fatica il
Digimon...
Tra quelle schegge di vetro, avanzavano i passi gentili di stivali di
ghiaccio.
«E tu chi sei...?» chiese Rebirthdramon.
«Sono
IceAngemon!» rispose lei «E-Ehm, sono Akiko! Sono
venuta
ad aiutarvi...»
Vipermon trovò
la forza di sorridere «...accidenti! E’ proprio
vero che
esistono gli angeli custodi.»
IceAngemon si
piegò su Takato «E’ stata lei a farvi
questo...?
Dov’è ora? Ditemi dov’è
andata ed io
andrò ad affrontarla.»
Rubymon riuscì
solo ad accennare debolmente a quel cielo dai colori angosciosi, che si
specchiarono negli occhi della Digimon «E’
lì...?
Bene...» avviandosi verso il terrazzo e saltando sulla
ringhiera. Ma Rebirthdramon la chiamò
«Aspetta!!»
IceAngemon si volse
appena, e il drago argentato rivelò «Non puoi
resistere
fra quei fantasmi! Io ci ho provato ma...non lo raccomando a
nessuno...»
La Digimon però
rispose «Dei fantasmi non possono fare alcun male reale.
Possono
solo intimorire un cuore. E’ questo lo scudo di cui fa uso
lei:
si barrica dietro la paura, perché il suo corpo è
in
realtà molto fragile. Se i nostri spiriti saranno uniti, e
si
terranno per mano in questa traversata, potrò raggiungerla e
sconfiggerla. Non vi chiedo uno sforzo con i vostri corpi
già
provati. Vi chiedo solo di assistermi con l’anima, e di
donarmi...
...tutto il coraggio che vi ha guidato.» (canzone: Anastacia
- You'll never be alone)
Detto questo,
saltò nel vortice di spettri lasciandosi dietro una scia di
ghiaccio.
«Aspetta,
IceAngemon!!!» gridò Rebirthdramon, e Irismon
parlò «Non possiamo abbandonarla ragazzi, presto!
Dobbiamo conferirle la nostra speranza...»
Il bellissimo angelo
ghiacciato spiegò le sue ali di petali, ma i fantasmi
ruggirono
più che mai pronti a bloccarla.
Vicino a lei
però udì la voce di Irismon “Sono con
te...”
e l’ologramma della guerriera in manto bianco la difese per
mezzo
di «Frusta
arcobaleno!!»
Gli spiriti si
dissolsero, e IceAngemon disse «Ti ringrazio!»
aumentando
la velocità del suo volo.
Emersero ancora
più fitti e ancora più oscuri, ma
l’ologramma di un
arciere si accostò a parlarle “Le mie frecce ti
spianeranno il cammino! Perimetro
dell’amore!” scoccando
una raffica dal suo arco di nuovo intatto: la luce verde fece breccia
nell’oscurità «Appena in
tempo!» fece lei,
ed il fantasma si allontanò “Momentai, IceAngemon!
Fatti
valere!”
“Con la mia
schiuma sarai più veloce.” disse un ologramma dal
corpo
vitreo, evocando l’attimo dopo “Schiuma dei sogni!”
ed avvolgendo IceAngemon di bolle scintillanti, che allontanavano gli
spiriti «Molte grazie, Carermon!»
“Non
preoccuparti, ti copriamo noi...” disse la confidenziale voce
di
LadyCannonmon, ed il suo ologramma mutò in una sfera
“Capriola-mitra!!!”
perforando il cielo con i suoi
proiettili, che centravano una moltitudine di spettri.
«Proprio quello che ci voleva!» ammise IceAngemon.
Ma d’un tratto
il volo si fece più buio, e l’angelo di ghiaccio
dovette
pararsi gli occhi dalle lingue di tenebra «A-Ahhh!»
Di questo ne
approfittò una creatura aggressiva per sferrarle una zampata
«AAAHHH!» ma poi una voce la incoraggiò
“Non
temere, questo potrà guarirti!” e nel riflesso di
mille
serpenti echeggiò “Pioggia salvifica!”
La luce avvolse la
Digimon «Ne avevo proprio bisogno...» e sempre il
fantasma di Vipermon attaccò con “Effigi
pietrificanti!” dissolvendo gli spettri con i
suoi tatuaggi di
pietra, per poi esortare “Prosegui pure, anche se
è buio
non ti lasciamo!”...«Grazie!»
sicché riprese
il volo più motivata di prima, addentradosi in un vortice di
oscurità...
«Ahahahah,
molto bene!» ghignava Holemon «Vedo brillare
l’ultima stella al termine del sentiero! Quando
l’avrò inghiottita l’universo finalmente
scomparirà!!»
Ma una luce
brillò alle sue spalle, spingendola a voltarsi attonita
«Ahhh! Non può essere! Come è possibile
che
qualcuno mi segua?!»
«Aspettami
Holemon: noi due abbiamo un conto in sospeso!!»
minacciò
IceAngemon.
Uno spettro gigantesco
emerse in un assordante ruggito, ma prima che potesse attaccare fu
perforato da “Riflesso
dei desideri!!!” un raggio
potentissimo, proveniente dalla spada di un genio “Ormai ci
sei
quasi! Non arrenderti!!” «Non lo farò,
Geniusmon!»
...e mentre percorreva
l’ultimo tratto, si ritrovò a volare al fianco di
uno
spirito dai capelli di foglie “Il signor Mori sarebbe
orgoglioso
di te.” «Lo pensi davvero, Takato?...
...oh?!!
Attento!!»...”Non temere, sono un veterano dei
Digimon!
Lampo inafferrabile!”
...e con uno scatto
fulmineo, spezzò la spada del fantasma nemico con la sua
sciabola lucente “Prosegui Akiko, la strada è
aperta!”
«Vi sono debitrice!!»
Fu nell’angolo
più remoto di quel cielo infinito, che in controluce presso
l’ultima stella, la aspettava la demone dal corpo
d’ombra
che spalancò le ali «Sarei curiosa di sapere da
dove
spunti!»
«Ti informo subito! Sono quella bambina con gli
occhiali.»
«Akiko?!!» si irrigidì Holemon
«Non
può essere...quella mocciosa era piena di paure, priva di
fiducia in se stessa! Come può essersi fatta strada fino a
qui?!»
«...l’affetto dei miei amici è stato il
mio faro
nel buio: Violetta, tu hai eliminato l’uomo che mi ha
cresciuta
senza alcuna pietà per la sua vita! Devo mettere fine al tuo
operato, il mio ghiaccio ti purificherà!»
materializzando
una stalattite lucente nella sua mano.
«Non credo
proprio...catene del
crepuscolo!!!» imbrigliandola con le sue
catene oscure. Ma d’un tratto echeggiò “Piuma della
speranza!” ed un dardo piombò
dall’alto, spezzando
le catene in un vortice di piume «Ma cosa è
stato?!!» gridò Holemon.
«Molte grazie,
Rebirthdramon!» esclamò IceAngemon, e il drago
argentato
la incitò “Siamo tutti con te! Fatti
valere!!” «Certo!» rispose lei e
l’ologramma si
congedò, lasciandola sola di fronte al nemico.
IceAngemon e Holemon
volarono vorticosamente ai lati della stella, e quest’ultima
ghignò «Non esistono soltanto spiriti amici!...
...fantasmi delle
tenebre!!!» liberando nuovi ologrammi feroci.
Ma questa volta
IceAngemon si limitò a chiudere gli occhi “Non ho
più paura...so che i miei amici sono sempre al mio fianco.
Mia
madre mi vuole bene, e lo spirito dei miei due papà mi
guarda
dal cielo. Non c’è motivo di tremare
ancora.”
I fantasmi si
dissolsero da soli «Ahhh! Come è possibile che il
mio
potere abbia perso il suo effetto?!»...«Smettila di
difenderti grazie ai fantasmi, Violetta! Le tue tenebre non ci fanno
più paura.» lanciandosi in picchiata contro di lei.
Holemon affilò
i suoi artigli per tentare di bloccarla «Ahhh!! Stammi
lontana!!
No!!» ma IceAngemon lottò con tutte le sue forze,
e alla
fine...
...prevalse, riuscendo
a piantare quella stalattite di ghiaccio nel petto di Holemon
«NO!!...
...AAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!»
Il suo grido lacerò l’universo.
Il suo corpo si
crepò emettendo mille fasci di luce, fino
all’espolsione
definitiva...
...che dissolse
l’oscurità, e restituì al cielo le sue
stelle.
Dalla finestra
squarciata divampò un bagliore incredibile
«Ragazzi, ci
siamo...?» domandò timidamente Cupidmon.
Rubymon si parava gli
occhi e ipotizzava «La felicità
attesa...?»
Dinanzi ad IceAngemon
non era rimasta che la stalattite luminosa, che sfumò in un
bagliore. La Digimon poté così abbandonarsi alla
luce
confortante dell’ultima stella, carezzata dai petali
rosso-arancio delle sue ali «Papà...credo di
esserci
riuscita. Grazie di avermi guidato per mano. Grazie anche a voi,
amici...per tutto il vostro aiuto.» appoggiando il capo
stanco a
quell’astro splendente...
I Supremi alzavano il
capo là dove prima c’era il gorgo
«Amici...guardate
che luce!» segnalò Lonemon «Forse
IceLilymon ce
l’ha fatta.»
Zhuquiaomon
planò «Forse è l’inizio di
una nuova era:
spero che anche gli occhi stanchi di Azulongmon possano percepirne una
scia...»
Restando incantati,
con i loro cuori sospesi sul futuro che sarebbe seguito (fine-canzone)
Il tremore
iniziò a scuotere la terra dell’arido giardino,
abbattendo
quei giochi che già si reggevano in modo precario.
Nakao stava salendo le
scale ma d’un tratto quella sensazione lo portò a
ripararsi la testa. Strinse gli occhi per pochi secondi...lasciando poi
andare le mani lentamente «...non ho più paura.
Inizio a
distaccarmi da questo mondo. Starshipmon, voglio
raggiungerti!»
ma WarGrowlmon lo esortò «Sbrigati, Nakao!
Dovremmo ormai
essere all’ultimo
piano!»...«Sì!»
reagì prontamente il ragazzino, e il Digimon si
premurò
«Hai paura del terremoto?»...«Non
più
ormai...» gli sorrise il ragazzino.
«Bene!»
fece il drago corazzato «Perché credo che fra poco
qui si
ballerà più che sul palco!» proseguendo
così la scalata.
Prima di loro era
arrivata una gatta, le cui zampe nere avanzavano esitanti tra le
schegge di vetro. Finché qualcosa di luminoso non le giunse
dinanzi, ed i suoi occhi gialli lo riconobbero “Questo
è
il cuore di Violetta!!”
Il talismano a forma
di fiore fluì nuovamente verso di lei, che lo accolse con
un’agile capriola. Gravemon la raggiunse
«Scratchmonina,
il limbo sta crollando, dobbiamo
scappare!»...«...bambino
mio, sono preoccupata per chi ci lasceremo indietro.» rispose
la
gatta, e sfiorandosi le labbra nel suo consueto e timido gesto,
Gravemon chiese «...la mamma non c’è
più...?»
Gli occhi di Scratchmon si fecero appenati.
Poco più in
là, nella sala da pranzo irradiata dal bagliore, le sagome
dei
Digimon iniziavano a sfumare.
“Rika...”
disse la voce di Renamon “Non riuscirò a mantenere
questa
forma per molto.” «...dissociati,
Renamon.» disse
debolmente la ragazza «Hai combattuto tanto...»
così le loro sagome si divisero.
LadyCannonmon
accennò «Ragazzi, ditemi una cosa...»
per poi
lasciar libera la coniglietta marrone «...secondo voi
è
finita per Violetta?» chiese Suzie.
Vipermon rispose
«E te lo chiedi persino?» liberando la stanca volpe
nera
«Nessuno potrebbe sopravvivere a una simile
esplosione!»
sentenziò Himi.
Ma Rubymon, la cui
luce negli occhi si stava quasi offuscando, disse con voce stremata
«Amici...stavo riflettendo su una cosa.»
«Di cosa parli,
Takato?» chiese Cupidmon, prima di dividersi in moglie e
marito
con il malconcio Terriermon tra le braccia.
Lo spirito autunnale
rispose «...Violetta...si è privata del suo cuore
tanto
tempo fa...
...lei non è realmente una creatura vivente.»
«E allora...?» chiese Carermon, liberando il
robottino marrone.
«Cosa sarebbe
in realtà?» disse Geniusmon, sciogliendosi nei due
innamorati abbracciati.
Rubymon replicò
«...soltanto uno spirito. Carico di rabbia...e di sofferenza.
IceAngemon è riuscita a infrangere la sua
biodigievoluzione...» gettando uno sguardo appannato alla
piccola Akiko, addormentata tra le braccia di Rebirthdramon
«...ma finché il suo dolore non si
placherà...non
potremo mai...essere...
...realmente al sicuro.»
«...erano le
ultime parole che speravo di sentire!» ammise il drago
argentato, scindendosi in due sagome di cui quella umana ancora teneva
in braccio la bambina «Cosa possiamo fare? Ormai noi abbiamo
dato tutto il possibile!» disse il ragazzo pelato.
«Non temete,
amici...» disse a bassa voce lo spirito autunnale
«...io
ho un piano.» prima di accasciarsi e di liberare Cindermon,
la
quale chiedeva «Davvero, Takato...? Stavolta io sono a corto
di
idee...ma mi fido di te!»
Il ragazzo accennava
un sorriso, mentre i suoi occhi mettevano a fuoco un paio di scarpe
alla moda e un paio di zampe di drago che si dirigevano verso di lui.
Il drago corazzato
restò indietro, come timoroso. Mentre il ragazzino si
piegava su
di lui «Fratello mio...come stai?» sfiorandogli i
capelli
con la mano pallida.
«...talmente
bene...» rispose Takato «...che ho una missione per
te,
Nakao.»...«Cosa...? Per me? M-Ma...cosa avete tutti
quanti oggi? Credete tutti...che io possa fare qualcosa!»
Takato, steso a terra,
contemplava con un gentile sorriso quelle zampe rosse che intravedeva
oltre le lacrime e la stanchezza.
WarGrowlmon non osava
avvicinarsi, ma era commosso «...Takato, per fortuna stai
bene...anche stavolta il destino non ci ha divisi!» mormorava
fra sè, asciugandosi gli occhi col braccio meccanizzato.
Il domatore accasciato
descrisse «Vedi la finestra alle tue spalle,
fratellino...?» e Nakao si volse di scatto.
«A seguito
della battaglia...lo spirito di Violetta deve essersi disperso in quel
cielo. Se qualcuno non la aiuta a trovare la pace, seguiterà
a
vagare in eterno. Questo qualcuno puoi essere
tu.»...«Io?!!» si volse di nuovo il
ragazzino «Ma Takato, cosa dici...?»
Il fratello
però fu irremovibile «...biodigievolvi con
Guilmon,
Nakao...» (canzone: H
& Claire - Invincible)
«Come?!»
sussultò il ragazzino. E anche WarGrowlmon
spalancò gli
occhi.
«So che lui
è qui...» sussurrava Takato
«...biodigievolvi con
lui e andate a recuperarla...prima che sia troppo
tardi.»...«Fratello, questo non posso
farlo!!»
ribatté Nakao «Io sono morto, e se mi fondo con
Guilmon...morirà anche lui.»
«E questo chi
l’ha detto?» sorrideva Takato, nel più
grande
sbalordimento del fratello.
«Sono state
dette tante stupidaggini...sui Digimon, e sulla vita. Tanto che
crescendo si comincia a riconoscerle. Un giorno...mi dissero che lui
era solo un file, riproducibile un numero illimitato di volte. Allora
mi fece paura...ma adesso...
...quando ascoltiamo
le sue canzoni rap...fa solo sorridere il pensiero che ci possa essere
un altro...bravo come lui.»
«Ahhh!»
sussultò il drago corazzato «M-Ma allora...sa
tutto! Ha
scoperto la mia vera identità!!»
Takato teneva stretta
la mano pallida del ragazzino «Biodigievolvi con Guilmon e
mettici...tutto il tuo amore per la vita, come se fossi sul palco,
davanti a un pubblico in delirio! Una canzone non può
uccidere,
se cantata con amore...anche se dalla voce di un...
...morto...»
Nakao si
inginocchiò accanto al fratello, carezzandogli il capo e
sussurrando «...e così tu...
...ti fidi così
tanto di me tanto da affidarmi il tuo Digimon? Il Digimon che hai tanto
atteso, proprio ora che l’hai ritrovato! Lo affideresti
proprio a
me sapendo che rischia grosso?!»...«...io sono
tranquillo...perché so che è morto solo il tuo
corpo: la
tua anima palpita di vita...
...e sarà
quella a dare forza a Guilmon, e a restituirci la pace.»
Nakao rimase
spiazzato, e portò la mano al viso per coprire gli occhi
umidi
«...quale immenso errore, il mio!»
esclamò in un
sussurro intenso «Credevo non ti fidassi di me...credevo
volessi
volare lontano, con il tuo successo e i tuoi ricordi. Per questo ti ho
sempre trattato con distacco...s-se solo avessi saputo
che...!!»...«...che motivo avrei di volare
lontano...» disse Takato «...quando i miei affetti
sono
qui...siete voi. Biodigievolvi con Guilmon, fratellino, per una volta
fammi fare lo spettatore. Regalami un’emozione, come i
cartoni di
tanti anni fa...»
WarGrowlmon si
accostò al ragazzino «Facciamo come dice lui,
Nakao.» e la luce lo avvose riducendolo alle dimensioni di
Guilmon.
«Non hai
paura?» chiese il bambino, ma il draghetto scrutò
il
ragazzo «...ho imparato a fidarmi del mio domatore, dopo
tanta
collaborazione! Ma non è solo questo. E’ che mi
fido di
te. Leggo nei tuoi occhi la luce di allora! Ed è una luce
più forte della morte...»
Nakao avanzò
verso Guilmon, promettendo «Ci metterò tutto il
mio
impegno! E le tracce di vita che restano in
me.»...«Bravo! Immaginiamo che sia un altro
duetto!»
Gli occhi appannati di
Takato li guardavano amorevoli, come una proiezione del passato, quando
un vortice di luce li avvolse «BIODIGIEVOLUZIONE!!!»
«GUILMON
BIODIGIEVOLVEEE...»
...unendo le loro
sagome...in una lotta all’ultimo sangue contro le spirali di
tenebre e di morte. Ma proprio quando il gorgo d’ombra
sembrava
aver soffocato ogni bagliore...
...fu proprio
dall’ombra che si distinse un’armatura nera e oro,
ed un
mantello corvino e strappato. Ma la sua lancia brillava più
delle stelle, ed il suo scudo più del sole.
«...EMOGALLANTMON!!!»
I ragazzi restarono
abbagliati alla vista del guerriero. Henry chiese «...sto
sognando?» e Rika si accostò a lui
«...è
tornato. Riveduto e corretto come il presente esige!»
La versione di
Gallantmon dalle venature dark, tra le braccia del quale
saltò
agilmente Scratchmon «Presto, portatemi da Violetta, vi
prego!!
Deve ricongiungersi al suo cuore!»
Takato comandò
«...andate.» ed EmoGallantmon lo guardò
intensamente «D’accordo, Takato...»
rispondendogli
con voce profonda che fondeva l’affetto del domatore e del
Digimon.
Così
spiccò il volo dalla finestra squarciata, facendosi sempre
più lontano nella luce.
Infatti, in un angolo
remoto di quel cielo infinito, un gorgo oscuro stava assorbendo
l’ultima traccia che restava di quella minaccia: un paio di
occhi
luminosi, ma dall’espressione non più insidiosa,
soltanto
impaurita.
“Quei Digimon mi
hanno sconfitta...la mia grande forza si è dissolta in un
attimo. Ora che ne sarà di me?
Probabilmente...sprofonderò in un buco sempre più
oscuro,
oscuro come tutto il male che ho fatto! Sento il suo gelo avvicinarsi...
...ed ho paura del mio destino!!! Però non posso cambiarlo...
...non esiste eroe che
tende la mano al malvagio...e che si immerge nel buio per
recuperarlo.” solo che ad un tratto le sue congetture furono
smentite “Ohhh?!!”
...da un bagliore che fece spalancare di stupore quegli occhi lucenti.
Tra le braccia di
EmoGallantmon, Scratchmon esclamava «Violetta! Violetta mi
senti?! Sono la tua gatta! Quella che viveva con te, Sandmon e i
bambini!!»
“Scratchmon...?!
Cosa ci fai qui anziché...a correre e giocare nel paradiso
dei
Digimon? Questo gorgo è stato creato per me. Forse sono io
stessa...”
Ma la gatta rispose
«Anch’io sono te: tu non sei stata sempre questo
Violetta,
ed io sono venuta a portarti qualcosa...
...che tu un giorno,
sbadatamente lasciasti indietro. Lasciami, EmoGallantmon.» Il
guerriero chiese «Sei sicura?» e la gatta nera
rispose «Sì...
...addio. Salutami i miei cari.»
«Addio, Scratchmon.»
Quel felino
inafferrabile saltò nel vuoto, e si dissolse in un fiore
luminoso affinché la sua luce desse conforto a quegli occhi
“Il mio cuore...
...quanto tempo
è passato da quando ancora sognavo. Da quando ero ancora
giovane...e non ero malvagia.” versando una lacrima in quel
buio
senza fine.
Ma il guerriero chiese
«Mi riconosci, Violetta...?» e lei
spalancò lo
sguardo “...Nakao!!! E c’è anche
Guilmon! Ma come
avete fatto? Come riuscite voi a smentire tutte le teorie sui
Digimon...e sugli uomini?”
«Con la luce
del nostro affetto: non c’è teoria che tenga
dinanzi a
questo.» replicò il guerriero alzando la sua
lancia
lucente.
“Un tempo vi
credevo anch’io...” rispose Violetta
“...ma ormai il
mio cammino è disseminato di errori per cui non esiste
riscatto,
né perdono. Andate finché siete in tempo! A te
Nakao
attende il paradiso, mentre a te Guilmon...una vita felice accanto al
tuo domatore.”
Ma EmoGallantmon
rispose «Io non me ne vado. Io compirò la mia
missione
fino in fondo.» restando sospeso tra i fulmini minacciosi di
quel vortice oscuro (fine-canzone)
Il soffitto della sala
da pranzo iniziava a disgregarsi, quando giunsero anche Alice e
Dobermon.
«Vi portiamo
via di qui!» disse la bionda domatrice accingendosi a
sollevare
Rika «Siete stati
bravissimi...»...«A-Alice...»
balbettò
affaticata la giovane dai boccoli rossi.
Renamon si appoggiava
a Rapunzelmon «Ce la fai,
mamma?»...«...sì
figliola, non temere.» mentre Aladynmon sorreggeva Imagomon
«Non aver paura,
papà!»...«Sono
tranquillo...se tu sei qui accanto a me.»
«...SUZIE!!» si precipitò Mako a
raccoglierla da
terra «Amore mio, appena in tempo.» lei gli prese
la
mano, mentre Sandmon imitava il suo domatore
«LOPMON!!»...«A-Ahh...di nuovo
insieme.»
sorrise la coniglietta marrone.
Takato e Cindermon si
aiutavano a vicenda per rialzarsi, ma il ragazzo prometteva
«Io
non vado via di qui senza Guilmon...»...«Vedrai,
riuscirà a tornare in tempo!» garantiva la
guerriera dal
ciuffo rosso «Il tuo Digimon è un tipo in
gamba...e tuo
fratello Nakao non è da meno!»
Il domatore si
appendeva a quella speranza, mentre il crollo dei detriti li
circondava...
«Se il suo
spirito non riesce a placarsi non ci sarà mai
pace...» si
ripeteva EmoGallantmon «...devo trovare un sistema per
dissipare
questo buco nero.»
“Guilmon,
sforziamoci!” «Hai ragione Nakao! Cosa
può ridare
luce a un cuore spento? Guarda là...
...quel fiore tenta di
brillare, ma è soffocato dal nero di questo spazio distorto!
Se
riuscissimo a fargli emanare una luce accecante avremmo compiuto la
nostra missione!»
“Beh, io sentivo
il mio cuore accendersi...quando immaginavo di sorvolare il D-Reaper a
bordo di un Digimon!” «Mentre io...provo lo stesso
quando
sono su un palco a cantare! Quando cerco di realizzare i miei sogni!
Oh? Un attimo! I sogni!!!» ”Il
D-Reaper!!!”
sembrarono intuire simultaneamente «Pensi anche tu quello che
penso io, Nakao?» ”Credo di sì,
Guilmon...dal tuo
interno mi sembra di sentirti...”
Così il
guerriero puntò il suo sguardo a quel fiore, contemplato con
malinconia da quegli occhi luminosi «Ascoltaci bene, io e
Nakao
abbiamo avuto un’idea per te. In fondo tu sei come noi! Tutto
il
tuo dolore è nato...dall’impossibilità
di
realizzare i tuoi sogni!» “...ed il tuo amore
inespresso
è mutato in odio e rancore.” completò
il ragazzino.
“Questo è
vero...” rispose la voce femminile “...ma il vostro
operato
mi ha dimostrato che la luce è più forte dei
fantasmi del
buio.” assumendo un’espressione triste
“Se lo avessi
saputo prima avrei potuto fermarmi in tempo! Ma sfortunatamente, non
possiedo più un corpo per rimediare ai miei
errori...”
«E’ qui
che ti sbagli!!!» esclamò il guerriero, ed il
ragazzino
al suo interno affermò “Tu hai perso il corpo, ma
non
ancora il tuo cuore! Mentre il D-Reaper è solo massa
corporea, e
si dice che mai abbia avuto un cuore! Per questo cresce in maniera
sregolata...e cancella ogni cosa sul suo cammino...”
“Cosa...state cercando di dirmi?” chiesero gli
occhi intimoriti.
«E’
semplice, anche se all’inizio può far
paura!»
rispose EmoGallantmon, ed il ragazzino spiegò “Se
lasci
cadere il tuo cuore nel D-Reaper, finalmente lo doterai di
sentimenti!” «Ed il tuo amore
inespresso...potrà
cavalcare le sue onde, e spargersi in tutta la sua
estensione!»
Quegli occhi lucenti
si strinsero “No, non voglio!! Nel mio cuore non alberga
soltanto
luce! E se le tenebre dovessero prevalere di nuovo?! Immersa nel
D-Reaper...finirei per distruggere ogni cosa!” (canzone: Laura
Pausini - La voce)
Ma in quel momento si udirono due voci:
“Non temere, Violetta!”
“Ci saremo noi ad aiutarti là in fondo!”
...e così a
quel fiore si affiancarono altri due talismani splendenti: un maschera,
e un diamante circondato da foglie.
“Haruko...?
Hideki, siete voi?” scrutarono quegli occhi alla sua destra e
alla sua sinistra.
“Se ti
immergerai nel D-Reaper verremo con te, così non dovrai aver
paura di te stessa!” promise la voce femminile, e quella
maschile
“Sono convinto che le nostre luci congiunte potranno
scongiurare
la minaccia, e trasformare il D-Reaper in uno strumento di
pace!”
Gli occhi lucenti
erano increduli “Voi...vi immergereste con me nel pericolo?!
Dopo
quello che vi ho fatto?”
“Ascolta
Violetta...” parlò Haruko il diamante
“...anche noi
abbiamo colpa per ciò che è successo.”
Poi fu il turno di
Hideki la maschera “Non abbiamo saputo capirti, e
spalleggiarti
nelle tue insicurezze. Il minimo che possiamo fare è starti
accanto ora, nella nostra ultima missione.”
Quegli occhi
sembrarono farsi sognanti “Ci prenderemo per mano...come
tanti
anni fa...? E lotteremo uniti per il mondo dei Digimon?”
“Proprio
così, Violetta...” rispose Haruko
“...tutti e tre
avremmo avuto tanti sogni da realizzare. Ma purtroppo le vie della vita
ce lo hanno impedito.”
“A volte va
così per gli amici, ma giunge sempre un’occasione
per
rimediare. Il piano di questo domatore, e di questo Digimon
è
perfetto! E ci permetterà di vedere dall’alto...
...il futuro per cui abbiamo lottato.”
Gli occhi lucenti si
addolcirono “E’ incredibile, era così
tanto tempo
che non sentivo il calore di un sogno pulsarmi così vicino...
...compagni miei...
...perdonatemi per esser stata tanto crudele!!”
Il diamante si
avvicinò a lei “Eri solo una bambina
indifesa...” e
lo stesso la maschera “...come tanti altri
nell’universo.
Ma non temere, ora ci sono i tuoi amici con te. Vedrai, ce la
faremo.”
I tre cuori, stretti nella luce, iniziarono a discendere.
Quegli occhi luminosi svanirono così “Addio
EmoGallantmon!!”
Il guerriero
mormorò «E’ fatta, Nakao.»
“Lo sento,
Guilmon. Sono felice...
...finalmente sto volando!”
Così le nubi si
dissiparono, lasciando quel guerriero dal mano strappato a troneggiare
su un cielo infinito dai colori dell’alba.
Per Takato che si
affacciava al terrazzo, egli era solo un puntino in controluce. Ma lo
vide volgersi verso di lui, e gli rivolse un sorriso
«...bravi.» mentre Cindermon gli poneva il braccio
attorno al collo «Te l’avevo detto che ce
l’avrebbero fatta!»
Dall’interno del
guerriero giunse un sussurro “Addio, Guilmon...”
«M-Ma come, Nakao?! A-Ahhh! Non riesco più a
mantenere
questa forma!»
“Abbi sempre
cura di mio fratello.” «Aspetta non andartene
così!»
Ad EmoGallantmon caddero la lancia e lo scudo.
Takato si
asciugò una lacrima «...addio, piccolo eroe. Voce
che
canta. Cuore che sogna. Addio fratellino!» mentre Cindermon
lo
stringeva.
EmoGallantmon si
dissolse: una luce schizzò nel cielo, mentre il draghetto
rimasto solo «NAKAOOOOOOOOOOOO!!!»
precipitò nel
vuoto.
Takato sobbalzò
«GUILMON!!» e Cindermon «Presto Takato,
scendiamo
di sotto, forza!!»...«Sì!»
rispose lui
appenato.
Nel frattempo, la massa rossastra soffocava la terra e il mondo dei
Digimon.
Ma dal cielo giunsero
tre cuori, guidati da una voce maschile “Ci siamo amici...ora
un
bel respiro.”
Quando planarono
dolcemente tra i suoi flutti, il bagliore sprigionato fu grande, e
sembrò cambiare il colore del D-Reaper.
“Haruko, Hideki...ce l’abbiamo fatta?!”
“Proprio
così, Violetta...” rispose la voce femminile,
quando
quella densità sanguigna sfumò in una quieta scia
iridescente “...ora il D-Reaper è il nostro corpo,
e
possiamo sfruttarlo per ridare colore a questo mondo.”
“Che
bello...” sussurrava la voce di Violetta
“...finalmente
posso lasciar libera la mia creatività...” mentre
quelle
gocce di rugiada piovevano sulle lande, restituendo loro quel rosso
intenso di vita “...e costruire, dove ho seminato
distruzione.”
La scia infatti
attraversò il cielo, e riversandosi sul palazzo reale lo
riedificò bello come un tempo.
“Il D-Reaper non
avrà più bisogno di essere sorvegliato, ora che
finalmente ha dei sentimenti!” spiegò Hideki
“Il suo
flusso resterà libero come la nostra anima, e
proteggerà
per sempre il mondo dei Digimon. Veglierà sul loro futuro.
Venite con me, amiche mie...
...è finito il
tempo di zaini e lunghe scarpinate. Ora per viaggiare basta
volare...”
La scia scomparve ai
confini più remoti di quel cielo di nuovo azzurro...
...azzurro come gli
occhi di Alice, affacciata al terrazzo assieme a Refrainmon che chiese
«Andiamo?» e lei «Sì! Shhh...
...adesso che nessuno ci vede!»
Lui mutò in Dobermon, e lei stava per montarvi a cavallo.
Ma la voce di Rika
alle sue spalle intimò «Non ci provare.»
La ragazza bionda si
volse di scatto, e la rossa domatrice la abbracciò
«Grazie...di tutto...fino all’ultima
goccia!»
«Abbiate cura
di voi...e rimanete sempre come oggi.» si fece promettere
Alice.
Rika si riunì
ai compagni, che con sguardo grato congedavano la domatrice, la quale
disse «In bocca al lupo, ragazzi!»
Lo spirito di Dobermon
le si affiancò «Arrivederci! Chissà
dove e
chissà quando.» dopodiché lei vi
montò a
cavallo...
...e in un balzo
scavalcarono la ringhiera, per una corsa a perdifiato verso il cielo
che si confuse con l’ultima stella del mattino.
«Arrivederci
Alice.» diceva Rika asciugandosi gli occhi
«Perché
tra le vie infinite della terra e del cielo, sono sicura che un giorno
ci rivedremo.»
Ryo si affiancò
a lei «Amore, non credi che un giorno o l’altro
quei due
ce li troveremo dietro le spalle?»
Eloquente fu il
sorriso della ragazza. Così come quello dei compagni che si
guardavano tra di loro, consapevoli di ciò che erano
nuovamente
riusciti a realizzare.
«Direi che ce
l’abbiamo fatta...!» si sfregò le mani
Rea, e
Terriermon saltellava «Momentaiii! Io ve l’avevo
detto di
continuare a pensare positivo! Momentai per tutta la
vita!» Henry lo prese in braccio «Hai proprio
ragione
Terriermon! Oggi abbiamo scoperto che lo stesso spirito che ci
guidò un tempo...non dovrà mai smettere di
accompagnarci,
non importa quante o quali siano le nubi della vita. Sarà
questo
che insegnerò ai miei figli, e parlerò loro...
...di questo cielo. Venite, guardiamolo assieme.»
I domatori si
affacciarono sul terrazzo assieme ai loro Digimon, smarrendo lo sguardo
nel sole dell’alba che si estendeva nell’infinito.
«Ragazzi!
Scusate, io avrei una domanda!» esordì Kazu con
eco di
Guardromon «Io avrei una domanda.»
«Dov’è finito Takato?» chiese
il domatore
rimettendosi il cappello nero. Kenta esclamò
«Giusto,
Takato!» e Suzie «E Guilmon,
c’è anche
Guilmon!!» così tutti cercarono di sporgersi dalla
ringhiera distrutta, e di scorgere qualcosa... (fine-canzone)
Là dove prima
c’erano le stanze dei bambini, ora c’era solo un
cumulo di
rovine ed il soffitto era squarciato.
Fu proprio dal mucchio
di quei detriti che iniziò ad echeggiare una voce
«Ohi
ohi ohi ohi, che volo...
...e che botta, auch,
accidenti! Non riesco neanche più a capire se ho
l’aspetto
umano o digitale, non sento più il mio corpo!»
Le pietre si
muovevano, come se qualcuno rimasto sepolto stesse facendo del suo
meglio per riemergere.
(canzone: S
Club 7 - Never had a dream come true)
Nel frattempo, un
ragazzo con un tatuaggio alla gamba destra scendeva cautamente le scale
distrutte...
La sua Digimon gli
venne incontro «Io ho cercato nel giardino, non
c’è
traccia di lui!» ma il giovane mormorò
«...io
continuo a cercare...»
Lei annuì, e
percorse i gradini verso l’alto mentre lui ad un tratto
notò qualcosa...
...e discese cautamente, attento a non fare rumore...
Una zampa rossa
sbucò dai detriti «Oh! Finalmente...credevo di
affogare
fra quei sassi.»
Il domatore si portò le mani alla bocca.
Ma colui che veniva
fuori, a dispetto delle premesse era un ragazzo come lui, che si puliva
la maglietta dai detriti «Accidenti come sono ridotto. Il
colpo
deve aver invertito la trasformazione, ho di nuovo l’aspetto
umano! Ma le mie bende si sono strappate, e devo anche aver perduto le
scarpe in quel capitombolo! Chissà dove sono finite: qui ci
sono
la lancia...
...lo scudo, ma le scarpe non le ved---!!!»
Ad un tratto, si
accorse che lui lo stava guardando dalla cima di quei gradini,
incredulo come quando era bambino se non forse di più
«Questo...è un miracolo, amico mio...»
disse il
domatore.
Inizialmente il rapper
rimase interdetto...ma poi si passò la zampa su quei capelli
cortissimi «Ciao, Takato...
...quanto
tempo...» scrollandosi gli ultimi sassi, che caddero tra i
detriti.
«Ciao,
Guilmon...» avanzò il ragazzo con gentilezza e
discrezione.
Leaf accennò un
sorriso «Come stai...? Non sei cambiato!» e Takato
replicò «Neanche tu.»
L’altro si
guardò indosso, dando modo a Takato di correggersi
«Beh,
sei cresciuto! Hai l’aria più adulta.»
Leaf rispose «Anche tu sei cresciuto: però vedo
ancora sulle tue
labbra quel famoso sorriso, ti ricordi? Vuol dire che hai mantenuto la
promessa.»...«Uhm...più o meno, ma
quello che ha
le novità più grosse sei
tu!»...«Io?»...«Altroché!
Non avrei
mai creduto che il mio Digimon fosse anche...» ponendogli le
mani sulle spalle «...un rapper di così grande
talento!»...«Neanch’io avrei creduto che
il mio
Digimon Tamer fosse anche...
...un ragazzo
così coraggioso e così tenace. Da attraversare
indenne
un acquazzone, e resistere fino all’arrivo
dell’arcobaleno. Congratulazioni Takato: sono fiero di
te.»...«...anch’io sono fiero di te,
Guilmon...» disse il giovane fra lacrime di gioia
«...e
sono anche tanto...tanto felice! Finalmente potremo riprendere a
giocare assieme...!»
«Credo proprio
di sì. L’incubo è finito. La tempesta
è
cessata.» ammise il rapper con sguardo maturo, e Takato lo
avvolse in un abbraccio «Guilmon...!!!»
La luce avvolse
Leaf...e lo tramutò nel draghetto rosso
«Takaaatooo!!!»
La lancia e lo scudo
rimasti a terra evaporarono, mescolando i loro dati alle lacrime dei
due amici, così felici di essersi ritrovati.
I compagni li
osservavano dalla cima del terrazzo, e Kazu poté annunciare
«Bene ragazzi, adesso siamo al completo: possiamo tornare a
casa, e dare finalmente inizio a una nuova era per noi e per i
Digimon!»
Rika rispose «Se questa è la volontà
del sovrano!» ma
Kazu le lanciò il cappello «E piantala di fare la
spiritosa!»
Le loro risate
giunsero fino ai due tra le rovine, e Guilmon alzò una sua
zampa «Ahah! Ciao amici!! Sono così contento di
rivedervi!!!»
Il tempo passò,
fino a vestire gli alberi di tante foglie simili a quella da cui Leaf
aveva tratto il suo nome.
Come un tappeto rosso
decoravano il prato del cimitero, e su di esso si faceva strada il
passo un po’ claudicante ma volenteroso di una giovane.
Inginocchiandosi di
fronte a una lapide, adagiò con cura e affetto un bouquet e
scostò le foglie secche «Ciao, Akemi. Era molto
tempo che
non venivo qui, ma oggi ho ottenuto un permesso speciale per cui ci
tenevo a portarti dei fiori.»
Aggiustandosi i suoi
occhiali da sole, smarrì lo sguardo nel cielo
«Come tu
forse già sai, sono andata a vivere con la mia matrigna e
Masahiko. Da quando tutto è finito ho scelto io stessa di
allontanarmi dai miei amici, e da lui. E questo, non perché
abbia smesso di amarlo...
...ma solo
perché ho bisogno di affrontare prima me stessa, per poter
tornare un giorno e chiedergli di ricominciare, se ancora mi
vorrà al suo fianco. Comunque mi sento serena! Accanto alle
persone della mia famiglia, sembra che i fantasmi del passato facciano
meno paura...
...mio fratello, e
quella donna che per me è come una madre, vegliano su di me
come
angeli custodi. Calumon è accorto e premuroso come sempre, e
LadyWizardmon viene a trovarci spesso: sai, lei fa avanti e indietro
dal carcere in cui la mia maestra sta scontando la sua pena. La mia
matrigna invece si è battuta con tutte le forze...
...ed è solo
grazie a lei se io ho ottenuto gli arresti domiciliari. Sto curando il
mio corpo...e anche la mia mente, e se tutto fila liscio presto mi
opererò alla gamba. A volte non ti nascondo che immergersi
nel
passato...
...ed affrontare il
rifesso di se stessi fa ancora male. Però ho una certezza a
confortarmi, e cioè che ogni volta che mi sentirò
fragile...
...mi basterà
indossare una giacca ed uscire in giardino, per trovarlo a coltivare le
nostre piante, e a chiacchierare con i suoi amici Digimon: mi riferisco
ovviamente...
...a quell’amico
digitale che tu mi hai lasciato in dono, che ogni giorno mi ricorda che
sono una ragazza forte...e che devo tirare avanti per la mia
strada.» alzandosi in piedi, e respirando profondamente
«Ah! Comunque mi ha detto che stanno ricostruendo il
convento. E
molto presto grazie al loro impegno sarà più
bello di
prima. Spero che possa piacerti...e che tu non ci faccia mai mancare
dall’alto la tua preziosa guida. Un bacio, cara
compagna...» soffiandolo assieme al vento autunnale
«...anche da parte del tuo Digimon ovviamente.» per
poi
stringersi la giacca e allontanarsi tra la gente...
“All’inizio
non è stato facile...” era il
pensiero di un domatore di Digimon “...ma lentamente...giorno
dopo giorno...la nostra vita è tornata alla
normalità.
L’avventura che
abbiamo vissuto, per quanto insolita e pericolosa, ci è
servita
da insegnamento. Ci ha resi più responsabili...
...e ha rafforzato
l’amicizia fra tutti
noi.”
...erano parole che si
perdevano nel tempo, pronunciate per chissà quale avventura,
chissà se dalla voce di un bambino o da quella di un ragazzo.
“Sai Guilmon...
...ogni tanto passo davanti al tuo nascondiglio e mi fermo a guardare...
...il vecchio blocco
di pietra ormai è solo un ricordo, ma è giusto
così: è normale che nella vita tante cose cambino.
Ora al suo posto c’è...” (fine-canzone)
(canzone: Agnes
- Somewhere down the road)
...un elegante
cancello di pietra, decorato da luci che sembrerebbero magiche, se la
neve ad imbiancare gli alberi del parco non li identificasse come
addobbi natalizi.
E quel ragazzo avvolto
in una sciarpa pesante, era intento a scattargli una foto dal
finestrino della sua auto.
Dopo aver cliccato sul
pulsante del cellulare, si ritirò all’interno
«Brrr...» ma qualcuno sbucò dai sedili
posteriori
«Com’è venuta, Takato?!»
I suoi lievi baffetti spuntavano da sotto il berretto di lana.
«Ahah, Guilmon
non hai freddo? Dai, mettiti i guanti o ti si screpoleranno le
zampe!»...«Mmm, adesso che ci penso forse hai
ragione!» affrettandosi a nascondere gli artigli sotto la
lana,
ma qualcuno gli rifilò uno spintone «Ahhh,
freddolosi!!
Imparate da me, sono a mio agio in qualsiasi clima!»
Era una ragazza dal
ciuffo rosso, che indicò il cellulare «Takato sei
riuscito a inquadrarla o è meglio che ci
avviciniamo?»...«Lo zoom è abbastanza
elevato...» osservò il giovane «Ma per
un ricordo
del genere tanto vale immortalarla da vicino.»
così
aprì lo sportello dell’auto chiedendo
«Chi è
il più coraggioso?»
Leaf scattò
subito fuori «Io!» ma Cindermon li
apostrofò «Ahhh, ma lasciate stare! Vi morite dal
fred...
...mmm, BRRRRRR!!! OH
MAMMA!»...«E poi chi era il freddoloso fra di
noi?!»...«Senti un po’, nanerottolo, io
no dispongo
mica di un equipaggiamento come il tuo!»
Tra una baruffa e
l’altra, si soffermarono ad osservare dolcemente quella
costruzione che emergeva nel bianco.
«Certo che
è incredibile. Chi avrebbe potuto pensarlo?»
diceva il
rapper «Là dove sorgeva il vecchio blocco di
pietra, ora
c’è il cancello per Digiworld!»
«Eh
già!» ne convenne Cindermon sfregandosi le mani
«Prima o poi sono riusciti a ufficializzarlo!»
«La strada da
percorrere è ancora lunga...» descriveva Takato
raddrizzandosi gli occhiali da sole «...però
intanto
questo è il primo grande passo: i mondi degli umani e dei
Digimon iniziano a sfiorarsi. Non c’è
più bisogno
di nascondere il Digivarco...ora si può circolare
liberamente. E
questa sera noi saremo lì...
...a festeggiare il
Natale con i nostri amici. Ragazzi, non siete emozionati...? Io...
...in questi casi
ancora è come se varcassi quel cancello per la prima
volta.»
Si fecero più vicini,
come se la loro amicizia li riscaldasse dall’inverno.
Finché non si
udì uno squillo «Cellulare!»
segnalò
Cindermon «Chi è di noi tre?» Leaf
tastò la
sua giacca «Il mio non è.» ma Takato
esclamò «Il mio! Niente paura ragazzi,
è il mio:
Henry, come pensavo! Scusate, faccio in un attimo. Pronto, Henry?!...
...sì, sono qui
al parco con i miei Digimon, e dalle tue parti invece che si dice?
E’ tutto pronto per il matrimonio di stasera? Chi
è
più nervoso? Terriermon, Lopmon o i rispettivi
partner?»
allontanandosi con un lieve sorrisetto.
E ancora una volta,
gli sguardi del rapper e della ragazza digitale si sfiorarono.
«Sono felice
per Takato.» svelò lui «In questi giorni
non si
è fermato un attimo, è sempre pieno di
iniziative!
Però si vede che fa tutto
volentieri.»...«Eh
già! Il nostro domatore è un creativo
nato!»
replicò Cindermon, osservando «Realizzare tutti
quei
tatuaggi per le fans gli ha fatto sentire meno la mancanza di suo
fratello.»...«Hai visto Cindermon? Alla fine anche
il
signor Matsuki ha ceduto: si è fatto...
...incidere da suo
figlio, vicino al cuore, il nome di Nakao.»...«Eh
già...anche il buon Takehiro che sembrava tanto
contrario!» fece lei, ed il ragazzo chiese «Ma che
cos’hai? A dire il vero mi sembri un po’ triste.
Non
sarà mica...per...?» avvicinando il suo guanto a
lei che
guardava Takato. E che alla fine svelò
«Sì, a
essere onesti un pelino sono dispiaciuta!» volgendosi verso
lo
spaesato Leaf, e confessandogli nel sottofondo della voce di Takato
«Tutto questo va bene! Lui è felice, è
contento,
organizza di qua e di là e anche al panificio le cose
sembrano
star migliorando! Ma sua madre, Guilmon! Sta di fatto che la signora
Matsuki non è più tornata: è da quando
il D-Reaper
è scomparso che lei vive dal nipote a Okinawa, e con
l’aria che tira sembra non voler cedere neanche per
Natale!»
«E’ vero,
la mamma di Takato...» incrociò le braccia
pensieroso
Leaf «...nonostante tutto lei non è riuscita ad
accettare
quel tradimento.» e Cindermon «Quella non
è
riuscita ad accettare un sacco di cose, troppe per essere elencate! Ma
io so per certo che a Takato farebbe piacere
vederla!»...«Questo è sicuro! Ma
noi...cosa
potremmo far...»
«Niente. Assolutamente niente.» disse Takato
tornando da loro.
La sua espressione era
serena «Amici, dovete capire che non è compito
vostro
risolvere tutto.»
«Sì
però noi Takato...» accennò Leaf, e
Cindermon
completò «...ci terremmo che tu potessi
festeggiare alla
grande!»...«Uhm, e cosa mi manca? Ci siete
voi.»
appoggiandosi alla sua auto, e rivelando «Ormai non sono
più un bambino, e so che certe realtà
vanno...soltanto
accettate. Ma cosa potrei chiedere di più? I miei amici
accanto
a me sono felici, e noi tre dividiamo ogni cosa: ogni gioia, sfida o
avversità. Con il vostro sostegno non mi sento mai solo...
...credevo che la vita
mi avesse privato dei Digimon per sempre...» smarrendo lo
sguardo verso quel cancello addobbato, mentre un Digignomo volava nella
neve «...chi l’avrebbe mai detto che mi avrebbe
ricompensato in questo modo? Che me ne avrebbe donati due, e speciali
come voi! Al vostro fianco...
...sento di poter superare qualsiasi ostacolo.»
I tre unirono le loro
mani «Noi siamo il magnifico trio, non ce lo
dimentichiamo!» sorrise Cindermon, seguita da Leaf
«E
staremo insieme per sempre!»
Takato confermò
«Giusto, per sempre! Saremo amici tutta la vita. E cresceremo
insieme...»
Gli occhi di Leaf si
adagiavano delicati su quella ragazza accanto a lui, e anche lei
sembrava guardarlo benché in modo molto sfuggente.
Takato si
allontanò a passi cauti, ed estrasse il cellulare
«Lasciate che vi faccia una foto.»
«S-Sì...c-come dobbiamo metterci?»
chiese Guilmon,
e Cindermon «Versacci, boccacce?» ma il domatore
«N-No, niente di tutto questo
però...più
vicini.»
Facendo flash, mentre entrambi stemperavano sfoggiando il segno di
vittoria.
Takato pensava
“Il mio orgoglio, l’immagine della mia
felicità!
Ecco cosa mi manca ancora, che voi capiate di esser fatti
l’uno
per l’altra...
...mi piacerebbe
tanto, e in qualche modo riuscirò ad ottenerlo. Quando mi
metto
in testa una cosa...!”
«Com’è venuta,
Takato?»...«Falla
vedere a me prima, non al nanerottolo!»...«Senti un
po’, spilungona! Sappi che il vino buono...è nella
botte
piccola!»...«Coooosa?!! Che vorresti dire con
questooo?!!»
Takato si
avvicinò «Non vi si può proprio
sentire. Quasi
quasi me ne scappo nel varco e vi lascio qui. Comunque ecco, la foto
è questa!»
«Uhm,
carina.» fece Leaf, e lei «Insomma, io potevo
venire con
una faccia migliore!»...«Cosa vuoi farci se sei
troppo
alta che non entri nemmeno
nell’obiettivo!»...«Senti! Per fare una
foto a te
dovrebbero inventare un cellulare
formato-formiche!»...«Spiritosa...» e
così
via...
...mentre un Digignomo
li osservava, per poi scrollarsi dalla neve e volar via tra i fiocchi
(fine-canzone)
Il mare
d’inverno offriva uno spettacolo impetuoso e suggestivo,
tanto
che una donna non smetteva di contemplarlo, finché un
ragazzo
non si accostò a lei «Zia vieni dentro, fa
freddo.» Mie rispose «Ancora un po’ Kai,
ti prego,
mi rilassa trattenermi sulla spiaggia.» Il nipote sorrise
«...lo so...non hai fatto altro da quando sei qui. Pensi a
Takato, vero? E magari ti ritorna in mente il giorno in cui ha disdetto
il suo matrimonio. Ma devi capire, mio cugino è
così,
è un ragazzo determinato: quando si mette una cosa in
testa...non c’è mai stato verso di fargli cambiare
idea.
Dieci anni fa su questa spiaggia mi confessò di voler bene a
una
certa ragazza, che all’epoca era in pericolo...»
...rivelava quel
giovane di bell’aspetto e lunghi capelli scuri, infilando le
mani
in tasca e perdendo lo sguardo nel mare «...eravamo
ragazzini...ma si leggeva nei suoi occhi che non era solo un gioco. Si
trattava di una cosa seria! Takato...mi farebbe piacere rivederlo e
sentirlo parlare di quella ragazza che...certo...
...doveva essere
davvero speciale...per stregare il cuore di uno come lui...»
Mie chinava il capo,
assorta in profonde e silenziose riflessioni, finché il
nipote
non scrutò nella neve «Oh? Zia, mi sembra stia
arrivando
qualcuno. Ma una di loro non è una persona comune...
...è un Digimon!»
Mie si volse di
scatto: in fondo alla spiaggia si intravedevano due figure nella neve.
Una ragazza dai lunghi
capelli castani che la fissava, accompagnata da una creatura in tuta
variopinta.
«...Jeri
Katou...cosa ci fa lei qui?» si domandò la donna,
ed il
nipote sgranò gli occhi «Non posso crederci zia,
è
lei?»...«Kai, mi faresti un favore? Ti chiedo
scusa, ma
avrei bisogno di parlare da sola con lei.»...«Ma
certo!
Io rientro in casa, venite anche voi quando volete.»
Così Mie
costeggiò la riva, avanzando verso le due che la attendevano.
«Buon
Natale...signora.» esordì la ragazza
«E’
tanto tempo che noi due non ci vediamo...»...«Ti
premetto
che non ho intenzione di rinvangare vecchie storie.»
replicò Mie, ma Jeri disse «Le assicuro che non
sono
venuta a parlarle di me. Sono qui esclusivamente per accompagnare
Carnevalmon: aveva...qualcosa da darle.»...«Questa
Digimon? A me...?» si stupì Mie, incrociando i
grandi
occhi verdi che spuntavano dalla mascherina nera. La Digimon dai
capelli rossi tese il suo guanto candido, porgendole un biglietto
«Glielo manda la mia Digimon Tamer...»
pronunciò
con la sua voce velata.
Mie si stupì,
ed avvicinò la mano tremante al biglietto fino a
prelevarlo...
...aprire la busta, i cui residui si mescolarono al mare e alla neve.
Jeri respirava
profondamente, mentre Carnevalmon si accostava a lei. La ragazza la
confortò con un gesto, come per dirle che aveva fatto il suo
dovere.
Mie sembrava aver
fretta di leggere cosa c’era scritto, sicché
appena
poté immerse gli occhi tra quelle parole: (canzone: Anastacia
- I dreamed you)
“Cara signora
Matsuki,
finalmente
trovo il coraggio di scriverle, dopo tante lettere iniziate, e poi
accartocciate e gettate via. Non è mai facile affrontare il
proprio passato, specie se si sono commesse azioni gravi come le mie.
Come lei sa le scrivo dal carcere: è lì che sto
trascorrendo i miei giorni, confortata dalla compagnia della mia
Digimon, e dall’affetto di mia figlia.
Un po’ come se
fossi una strega, con un incantesimo ho trasformato
l’infanzia
della mia povera Akiko in una guerra. Ma lei ha dimostrato una
maturità che va al di là della sua natura
digitale, ed
anche...
...una forza
d’animo superiore a quella che i suoi soli nove anni possono
offrire.
Akiko ha già
conosciuto il dolore, ed ha conosciuto anche...l’amore che
può concedere un padre di cui porta i dati nel cuore. Per
questa
ragione signora io le chiedo, ogni volta che ripenserà a
ciò che di orribile le ho fatto, di tenere fuori dalla
responsabilità il Digimon che mi aiutava. Un Digimon che
è morto con la convinzione di avermi raggirata...quando
è
stato il contrario: fui io a sfruttare abilmente l’occasione
che
mi presentava, così come...
...fui io, anni prima,
a tradire mio marito con lui, e non il contrario. IceDevimon era il
padre di Akiko. E lei il frutto di quel tradimento che ingiustamente
attribuivo a Tokiashi.”
Quelle parole spinsero
Mie a chiudere gli occhi e a respirare profondamente, per poi
riprendere a camminare lungo la riva, sotto lo sguardo apprensivo di
Jeri e Carnevalmon, mentre i fiocchi e gli schizzi di mare bagnavano le
parole su quel foglio...
“Di mio marito
ormai resta solo il ricordo, nel cuore degli alunni che lo hanno amato,
in quello della bambina che ha cresciuto ignaro che non avesse il suo
sangue...
...e nel mio, che
l’ho fatto tanto soffrire anche se lo amavo. Ma non si
può
mai amare appieno qualcuno, se si odia e si teme qualcun altro: ed io
temevo me stessa...
...e forse mi odiavo
per tutti quei limiti e quelle insicurezze che la mia Digimon sta
curando ad una ad una, con una pazienza infinita...
...osservandomi oltre
le sbarre del carcere come se fossero il Digivarco, e io quella bambina
che deve saltarvi oltre per raggiungerla, e vivere
un’avventura
insieme.”
Mie passò al foglio successivo, mentre Jeri si stringeva la
giacca...
“Se le scrivo,
non è per sperare in quel perdono che io di certo non merito
dopo quello che ho fatto a lei...e a molte altre persone,
nonché
a molti Digimon. E’ invece per raccontarle una cosa, e
cioè
che l’altro giorno, suo figlio è venuto a trovarmi
in
carcere. Takato si è seduto di fronte a me, e insieme
abbiamo
ricordato Tokiashi, e i bei tempi in cui lei veniva a parlare con me
per informarsi del profitto di suo figlio. Tutto sembrava
così
incredibilmente vicino che a un certo punto...anche se solo per un
attimo...mi è parso come se questi anni non fossero
esistiti. Ma
per me è già tanto. E questa magia della durata
di pochi
secondi la devo a suo figlio. Mi creda...lei è una donna
fortunata: ha messo al mondo un ragazzo in grado di fare ciò
di
cui nessuno è capace. Il domatore di Digimon? Non solo
questo...
...Takato sa
dimenticare, e far dimenticare. Anche se sembra così
attaccato
ai suoi ricordi. E questa immensa abilità, ha imparato a
coltivarla assieme ai suoi amici. Quei bambini, che sedevano di fronte
a me a volte più attenti, a volte meno alla mia lezione...
...sono dei bravi
ragazzi. Conoscono l’arte del seminare fiori sulla scia di
ghiaccio che noi adulti ci lasciamo alle spalle. Per questo, il mio
umile invito rivolto a lei è quello di...
...non rinunciare a
questo splendido privilegio: suo figlio è volato fino ai
confini
del cielo...apparentemente...”
Mie smarrì lo sguardo in quel cielo grigio e nebbioso...
“...ma in
realtà non l’ha mai lasciata, è sempre
rimasto
accanto a lei. Ha lottato per lei. La ama ancora...come quando era
bambino.”
Mie piegò quei
fogli, immergendosi nel mare dei sentimenti e della vita. Per poi
riaprire gli occhi, e dirigersi a passo svelto da Jeri e Carnevalmon
«Perché mi avete portato questa
lettera?!»
La Digimon si
schiarì la voce e rispose «Nami ci teneva tanto a
fargliela avere...» ma poi la donna spostò gli
occhi su
Jeri, la quale rivelò «Sono diversi mesi che non
vedo suo
figlio, proprio come lei. Però sono cresciuta con Takato, e
gli
voglio...bene abbastanza...per sapere che lui ora desidera rivederla.
Desidera abbracciarla, e augurarle buon Natale! E desidera anche
un’altra cosa...
...mostrarle quel
mondo digitale che lui ama...e che ora dev’essere
più
bello che mai, immerso negli addobbi...
...piacerebbe anche a
me vederlo...ma purtroppo...mi è proibito lasciare la
città.»...«I-Io...»
balbettò Mie
«...non ho mai varcato...da sola...quel cancello!»
ma
Jeri le prese le mani «Non si preoccupi, ora è
diventato
molto semplice! Basta salire le scale del parco, e...si ricorda
dov’era il nascondiglio di pietra?»
«Troppo
bene...» rispose quella madre velando i suoi occhi di
commozione.
Il sorriso di Jeri
sembrava un sole nella neve «Carnevalmon può
accompagnarla...vero?»...«Certo!»...«Io
vi
porterò fino ai cancelli, poi tornerò a
casa!»
disse la ragazza nascondendo con la gioia le lacrime.
«Jeri, ma
tu...!» la signora le sfiorò la giacca
«...vuoi
davvero così bene a mio figlio?» La giovane
sorrise
«...ci tengo che festeggi il Natale...come gli piaceva fare,
circondato dai suoi amici...e dalla sua famiglia!»
Fu allora che Mie
alzò il cappuccio della sua giacca, quando si udì
il
rombo di una moto. Carnevalmon si volse di scatto...
...e
quell’oscuro motociclista si sfilò il casco
«Allora
siamo d’accordo? La signora viene con noi?!»
La Digimon si
avvicinò a lui, sfiorandogli il braccio e mormorando
«La
signora Matsuki ha accettato di raggiungere suo figlio...sono molto
contenta, Beelzemon: a Nami...farà piacere sapere che le sue
parole hanno sortito effetto.»...«Sono contento
anch’io, ti stai dando molto da fare, Carnevalmon: vedrai,
una
Digimon piena di iniziative come te riuscirà a cambiare il
mondo.» Lei umilmente piegò il capo
«Beh, a me
piacerebbe soltanto...riuscire a riunire alcune persone...
...e crescere assieme
a coloro...che amo.»...«Ti capisco...»
disse lui «...sono stati i miei sogni di tutta una
vita.»
Jeri si accostò
a loro «Allora, ci siamo tutti: torniamo in
città.»...«D’accordo,
Jeri!»
replicò il Digimon «Tenetevi forte...»
congedandosi da quel mare increspato, proprio quando si alzava un vento
gelido, costringendo chi indossava una giaccia di stringerla a
sè...(fine-canzone)
(canzone: Anastacia
- Overdue goodbye (live from Japan) )
...e così, in
una Tokyo accesa dagli addobbi natalizi e carezzata dai fiocchi, giunse
il momento di chiudere quelle case che avevano ospitato tante vicende.
«Allora,
abbiamo preso tutto? Non è che ci dimentichiamo
qualcosa?» echeggiava la voce di Rika nel buio del suo
giardino
inbiancato. La madre imbacuccata come un’eschimese replicava
«No amore mio, te l’ho già detto
però...andiamo perché...brrr, qui fa un
freddo!!»...«Nonna, ti sei coperta bene? Hai avuto
la
polmonite, meglio non rischiare!» si informava la giovane, ma
la
nonna replicava «Sono perfettamente a mio agio, non sono una
freddolosa come tua madre.» al che l’interpellata
precisava «Beh, scusa tanto mamma! Non è che
anch’io ho il pelo, come i Digimon!»
Le due volpi poco
più avanti furono raggiunte da Rika «Allora!
Renamon...voi due avete i regali.»...«Sì
Rika, sta
tranquilla.» rispondeva la Digimon, seguita da Himi
«Allora, i più fragili, quelli di vetro li ha
Renamon! I
più grossi e pesanti li portiamo io e
Imagomon!»...«Bene Himi, meno male che ci sei
tu!»
rispose la ragazza, e Himi scherzò «Quale
onore!»
attorcigliandosi la sua sciarpa, mentre Imagomon si premurava
«Però tu Rika non strapazzarti troppo, ricordati
che sei
incinta, e adesso...si inizia anche a vedere.» La giovane
replicò «Sì Imagomon lo so, ma...non
posso farci
niente, io sono fatta così: devo assicurarmi che vada tutto
bene!» e in quel momento fu raggiunta da Ryo, al quale erano
ricresciuti un po’ i capelli «Vedi? Vedi, risponde
anche a
te così, Imagomon! Glielo dico sempre anch’io ma
mica mi
ascolta! E’ a questo che serviamo noi mariti: a
niente!»
«Servite anche
a un’altra cosa: a lamentarvi!» precisò
Rika,
mentre chiedeva «Gelsomon? Gelsomon, hai chiuso il
gas?»...«Ahahahah! Tutto sotto
controllo!» rispondeva
la dragona alquanto allegra, mentre la domatrice domandava
«Le cose che hai preparato? Sono al caldo?» e
Cyberdramon
replicava «Le abbiamo messe in contenitori speciali: tutta la
corte di Digiworld si leccherà i
baffi!»...«Fantastico...» commentava Rika
stringendosi la sua giacca e seguitando a gironzolare nella neve del
giardino «Draghetti!!» schioccava le dita
«Dai che
si va! La partita a palle di neve la continuiamo a
Digiworld!»...«Evviva!» esclamavano i
piccoli,
mentre Aladynmon veniva avanti «Ma come? Stavamo vincendo
noi!» Rika scherzò «Gli adulti qui sono
peggio dei
bambini, forza che siamo in ritardo!»...«Rika,
ascolta.» fece Rapunzelmon aggiustandosi il suo colbacco
«Ha telefonato il marito di Himi, lui ci sta già
aspettando lì con i bambini e ha detto che
l’albero di
Natale era perfetto!»...«Meno male: le luci si
accendono?
Sant’uomo lui che l’ha recapitato, altrimenti noi
come lo
portavamo? E...ah! Rapunzelmon scusa, posso chiederti un favore? Puoi
andare a aiutare LadyMeramon con quei pacchi? Io le ho detto di non
affaticarsi ma non mi
ascolta!»...«Certo!» sorrise
la Digimon dai capelli striati, mentre Rika si accostava alla grande
orsa «PinkMonzaemon! Scusaci, ti abbiamo caricato dei regali
più ingombranti, un altro anno ci organizziamo
meglio!»...«Non preoccuparti, io lo faccio
volentieri
anche per dieci anni, finché ho ancora
fiato.»...«Ma sì che ce l’hai!
Chi manca,
siamo tutti? Signora Akiyama...? Il bastone, il cane, il marito, tutti
pronti?» ma questa sbuffò «Ah, Rika!
E’
incredibile! Sei così sbadata cheee...mi lasci di
stucco!» e la signora Seiko si
volse di scatto «Come sarebbe? Mia nipote tiene a mente ogni
cosa!» ma Rika sospirò con sguardo furbetto
«Ah,
lascia perdere nonna, la signora non si riferiva a questo ma...al modo
in cui l’ho chiamata, ancora non mi entra in
testa!»
correggendosi, e pronunciando «...mamma!» al che la
signora Akiyama puntualizzò «Oh! Ecco!
Così mi
piaci!!»
Rika ribadì con
aria festante «Mamma, mamma! Io sono piena di mamme! Ho un
papà evanescente, ma di mamme ne ho quante ne voglio! Forza
comitiva, altrimenti ci chiudono il varco!»
Himi sobbalzò «Come sarebbe che ci chiudono il
varco?! Ci lasciano
qui?!» ma l’amica mormorò
«Dopo una
cert’ora ho saputo che fanno entrare solo se accompagnati da
un
domatore, ma non so se sono solo voci di corridoio. Forza,
coraggio!»
Quando varcarono il
cancello, Ryo se la prese sottobraccio «Ahah! Sono proprio
curioso di vedere i vestiti sgargianti di Muskmon e
Antylamon!»
La moglie ne convenne «Io non ho avuto anticipazioni! Su casa
Wong è calato il silenzio stampa!» per poi
volgersi
«Il cancello, le chiavi? Renamon, pensi tu?!» e la
volpe
sfoggiò un mazzo di chiavi «Sì Rika,
sto
chiudendo!» per poi mettersi anche lei sottobraccio al
marito,
il quale sussurrò «...e poi se gli spiriti
vorranno
seguirci, attraverseranno la porta.»...«Proprio
così...» rispose dolcemente la volpe dorata.
Rika annunciava «Rotta verso il parco, signori, seguite la
Regina dei
Digimon!» mentre numerosi quali erano, si mescolavano nelle
strade di Tokyo sotto gli occhi ammirati dei passanti...
...la neve sfumava il
globo azzurrastro nel cielo, e si confondeva ai confetti che
all’uscita del Palazzo reale, accolsero quel robusto e felice
coniglio verde, nonché la sua alta amica marrone dalla
coroncina
bianca, rispettivamente accompagnati da una bellissima Muskmon cosparsa
di fiori, ed un possente Sandmon dall’armatura argentata.
«EVVIVA GLI
SPOSI!» intonava il Gekomon per poi passare a dirigere
l’orchestra per mezzo dell’inseparabile bacchetta.
Con uno scatto in
corsa da esperti di avventure, Henry e Rea passarono sotto la coltre di
confetti per raggiungere lo sposo «Auguri di tanta
felicità! Muskmon, sei
favolosa.»...«Grazie
Rea...» rispose la Digimon, scambiandosi un bacio con la
ragazza. Henry prese Gargomon per le spalle «Sapessi, sono
così felice!»...«Andiamo Henry,
momentai, non
c’è bisogno di piangere! V-Vuoi far piangere anche
me...?»...«Ma questo è un
giorno...bellissimo! Ti
voglio bene...»...«Anch’io Henry, cosi
tanto!!» e si strinsero in un abbraccio.
Sull’eco dei
singhiozzi «Suzie, ti
prego!»...«Antylamon,
perdonami se ti rovino il vestitoooooooo!!!»...«Qui
non
è un problema di vestito, ma di aria per
respirare.»
precisò la Digimon, e Sandmon scherzò
«Andiamo
Suzie, non vorrai soffocarmi la moglie.» Mako lo raggiunse
«Ti soffocherei io, per quanto sei bello! Tanti auguri, caro
Sandmon!» sfiorandogli il braccio «Grazie,
Mako.»
Gravemon era sulle
spalle del ragazzo «Papà, sei il più
bello di
tutti!» ma lui lo corresse «Ah no ti sbagli,
figliolo.
Quello sei tu.»
Il bambino lo guardò con gratitudine...
...mentre Antylamon
chiedeva «Beh allora, ma voi quando vi sposate?»
Suzie e Mako si
strinsero l’un l’altro ed il ragazzo rispose
«Presto! Molto presto, vero
amore?»...«Certamente!
Sto prendendo già accordi per l’abito, vi
lascerò
tutti senza fiato! Mi sta aiutando la signora McCoy, lei gestisce una
boutique: sapete? Da quando il marito si è risvegliato dal
coma
è così allegra, e lavora più di
sempre.»
Mako raccontò «Non appena Alice se
n’è
andata, il professor Rob McCoy ha riaperto gli occhi: sembra quasi un
miracolo...»
Henry si fece vicino a
loro, svelando «Io penso che Alice e Dobermon stiano
prendendo
parte a questo giorno felice, anche se non li vediamo.» e Rea
«Magari sono nascosti tra la folla! Qui ci sono talmente
tanti
domatori e tanti Digimon, ma basterà aguzzare la vista per
scorgere...
...un gigantesco cane
nero! O forse...» passando dall’enfasi alla
dolcezza
«...un raffinato signore in bianco sottobraccio a una
consorte
bionda e degna di lui.»
«Papà!» fece Gravemon «Io
prima ho visto
Scratchmonina: ha detto di dirti che sei bellissimo!»
Sandmon sorrise grato
«...riferiscile che lei è sempre bella, ogni
giorno che
passa.»
Muskmon guardò
il cielo ed espresse «Penso che anche Violetta abbia trovato
la
sua pace, e assieme ai nostri vecchi compagni vegli sul mondo dei
Digimon.»...«Momentai, amore mio!» le
rispose
Gargomon «...coloro a cui abbiamo voluto bene, non smettono
mai
di esserci accanto.» smarrendo con gli altri lo sguardo in un
Digiworld di nuovo bianco, ma non di tristezza bensì di neve
(fine-canzone)
Poco dopo, all’interno di quel palazzo fatato...(canzone:
Christian Wunderlich - So in love)
«E questa
digievoluzione determina la mia ennesima vittoria! Ammettetelo ragazzi,
sono diventato imbattibile!» affermava un ragazzo, ma non vi
era
aria di combattimenti bensì di partite a carte. E faceva
sorridere che uno dei tre partecipanti, il vincitore, giocasse avvolto
in un mantello regale «Sotto le vittorie di Kazu
dev’esserci un imbroglio, non capisco proprio dove ho
sbagliato!» replicava il suo amico con gli occhiali, mentre
il
terzo dai capelli castani sorrideva «Ammettiamolo, Kenta: un
po’ l’abbiamo fatto vincere...»
«Eh no eh! Non
ci provate!» ribatté Kazu gettando il mazzo sul
letto
«Non perché indosso questa roba sono meno abile di
un
tempo! E il risultato lo dimostra, voi due ancora avete taaanto da
imparare sui Digimon!»...«Sentito Takato? Invece
lui sa
tutto, visto che è il
“sovrano”!»...«Questo
sì che vuol dire
avere amicizie importanti, Kenta!»
«Sappiate che
la vostra ironia non mi piace affatto!» smontò il
sovrano
dal suo letto col baldacchino, guardando l’orologio argentato
che
portava al polso «Accidenti, che ore sono? Devo prepararmi
per
gli auguri ufficiali! Dove avrò messo la mia
corona?»
I due amici si guardarono con aria furba...
«Di solito la
poggio qui, dietro la foto di mamma e papà! E infatti...
...ah! Grazie! Mi
avete salvato un’altra volta!» disse rivolto ai
genitori «Come farei senza di voi?»
«Kazuuuuuuuuu!» lo chiamò la voce di sua
moglie, e
lui sbuffò «Ahhhhhh, si può sapere che
cos’hai, adesso?» Diamon si lagnò
«Mi
insegni tutti i trucchi per vincere a carte? Io non ci riesco,
Guardromon mi batte sempre!» Il Digimon aprì le
braccia
«Kazu io ci ho provato, ma tua moglie ha la testa
più
dura di me.»
Il ragazzo si pose le
mani sui fianchi «Certo che sei proprio irrecuperabile,
Diamon!
I punti di forza e di debolezza di un Digimon non ti entrano proprio in
testa, ANCHE SE SEI UNA DI
LORO!»...«Sarà che oggi
ho la testa più tonta del solito...»
replicò
sfiorandosi la fronte «...già io sono poco sveglia
di
mio, poi...non lo so, mi gira tutto, ho una nausea continua!»
Lo sguardo del giovane
si illuminò di gioia «Ahh! Malesseri e nausee?!
Non
sarà che stiamo per avere un bambino?! Ah, Diamon...quanto
ti
amo...»
Kenta indicò
«Guarda, Takato! Basta una notizia del genere per far
sciogliere
il nostro campione!» ma poco dopo gli arrivò
indosso un
pacchetto di patatine che sbalzò i suoi occhiali
«Io ci
trovo poco da scherzare!» puntualizzava Yuki «Lui
almeno
è affettuoso con sua moglie! Mentre tu invece hai sempre
quella
stessa faccia! Mai una sorpresa o una carineria anche se siamo arrivati
quasi al termine dell’attesa!» Lui riprese il
pacchetto
«Io ti sommergo di coccole!! Il problema è che a
te non
basta mai!» ma la biondina era già attratta da un
altro
particolare «Quanto mi piaaaaaace, l’albero di
Natale di
Digignomiii!» e Guilmon, che ora in vesti di draghetto stava
sfiorando quei particolari addobbi, svelò «Da
quando non
c’è più la regina, loro sono ancora
più
intenti nell’abbellire ogni giornata altrui. Anche attraverso
questi piccoli particolari, a loro sembra di sentirla più
vicina. E’ questo lo scopo dei Digignomi: regalare un sorriso
a
uomini e Digimon, e io...
...farò di
tutto per aiutarli nel loro compito. Vero amici?» facendo
loro
il solletico con l’artiglio. Yuki si piegò su di
lui
«Io credo che la Regina ti sia molto grata per quello che
fai!»...«Grazie MarineAngemon! A proposito, che
belli i
tuoi orecchini: assomigliano a te com’eri tanti anni
fa!»...«Visto?!» fece lei oscillando il
capo
«Sono il regalo di Natale di mia suocera, lei è
bravissima in queste cose! Fra poco i miei bambini saranno piccoli come
loro!»
In tutto questo Takato
sorrideva, appoggiato alla sponda del letto «Tua moglie ti
renderà padre da un momento
all’altro.»...«Eh già, ci
siamo
arrivati.» ne convenne Kenta, abbassando la voce
«...e da
quel che sembra anche Kazu seguirà a ruota!»
alludendo
all’amico (che intanto diceva alla moglie «Mettiti
a
sedere! Spiegami attentamente, che sintomi hai?»)
«Uhmuhm, fra
poco le famiglie digitali si ingrandiranno!»
commentò il
domatore castano, e l’amico occhialuto si
interessò
«E tu, Takato? Hai più avuto notizie di
Jeri...?»
«Non l’ho
più vista...» affermò con dolce
malinconia
«...però, so da suo fratello che si sta curando.
Mi ha
chiesto di aspettarla ed io...
...sono qui. Come
è sempre stato.»...«E tuo padre, invece?
Mi
è sembrato di vederlo bene!»...«...mi ha
fatto
piacere che sia venuto qui. E’ più sereno, ed
anche i
nostri rapporti stanno migliorando. La conoscenza con Nakao...
...lo ha cambiato per
sempre: ha capito che la vita non si può...incasellare in
schemi, molte cose sfuggono al nostro
controllo.»...«...ti manca tuo fratello?»
domandò Kenta con il consueto sguardo penetrante, e Takato
accennò un lieve sorriso «...te lo puoi
immaginare. Ma mi
ritengo fortunato per aver avuto l’occasione di conoscerlo.
E’ un altro dei nomi che porto incisi sulla mia pelle...e
sulla
mia vita. Guarda?» girandosi, e mostrando che sul retro del
collo aveva tatuata la sagoma di un guerriero dal mantello strappato.
Kenta lo riconobbe immediatamente, sfiorandolo
«EmoGallantmon...»
In quel momento, con
aria discreta, Takehiro si affacciò alla stanza
«Permesso? Scusate, ragazzi. Mi hanno mandato a dirvi di
scendere...»
Kazu
puntualizzò «L’hanno messa a recapitare
messaggi,
signor Matsuki?! Ah no, adesso faccio un sparata che mi sentono fino
alla terra!» ma il padre dell’amico lo
bloccò «No, figurati Kazu, non
c’è davvero bisogno:
è stata un’occasione per dare
un’occhiata in giro:
questo palazzo è
stupendo...»...«Grazie...»
replicò il ragazzo sfilandosi la corona e chinando il capo.
L’uomo seguitò «...ma basta affacciarsi
in questa
stanza per risentire l’atmosfera di quando eravate
piccoli.»
Kazu disse «Arrivo subito per fare gli auguri ufficiali.
Ragazzi?»
volgendosi verso gli amici «A-Ah, e...Diamon mi raccomando!
Non
fare sforzi e se la confusione ti dà fastidio sali in
camera,
anzi me lo dici e ti ci porto io!»
Padre e figlio si
fecero vicini, quest’ultimo chiese premuroso «Ti
senti a
disagio?»...«...tutt’altro, Takato: stare
in questo
mondo mi fa sentire più vicino ai suoi
sogni.»...«Nakao amava molto
Digiworld...»...«...lo so. Solo che mi piacerebbe
che
anche tua madre potesse essere qui a festeggiare con noi.»
Takato gli sfiorò la spalla e sorrise «Non
dobbiamo
parlare così: la mamma non è morta, se
n’è
solo andata...
...ma finché
c’è vita c’è la speranza di
ritrovarsi.»...«Voglio crederti...»
sorrise
l’uomo, e si strinsero in un abbraccio sotto gli occhi dei
Digignomi che decoravano l’albero (fine-canzone)
Mentre Digiworld si lasciava andare ai festeggiamenti...
...l’eco di una
moto che frenava echeggiava nel Natale del parco di Shinjuku.
«Ma io gli
rompo la faccia a quell’ubriaco ignorante!!»
esclamava un
Digimon dalla voce aspra «Beelzemon, calmati!»
replicò Jeri con fermezza «Sei troppo
nervoso.»...«La ragazza ha ragione...!»
precisava
la Digimon variopinta, e lui «Ma Jeri, Carnevalmon, quella
botte
di birra ci è venuta addosso! C’è
mancato poco che
non capitasse un incidente, più grave del fatto di aver
perso il
matrimonio, ovviamente!» tirando un calcio alla recinzione,
mentre Jeri gli poneva le mani sulle spalle «Non sai...quanto
mi
dispiace! Se solo sapessi guidare vi avrei accompagnato
io...» e
Carnevalmon «Ptsss, sì però ora
cerchiamo di non
attirare l’attenzione più del dovuto. Qua
c’è
tantissima gente...e Jeri deve tornare a
casa.»...«Lo so
bene!» ribatteva Beelzemon un po’ bruscamente.
In effetti lungo la
scala per il Digivarco c’era confusione di auguri e
bottiglie, e
qualche agente sorvegliava la zona.
Jeri si
accomodò la borsa a tracolla «Sappiamo tutti come
stanno
le cose, solo che pensavamo di arrivare prima! Comunque niente panico,
ora accompagnamo la signora ai cancelli dopodiché io scappo
a
casa.» alzandosi sulle punte e cercando di farle cenno
«Signora Matsuki!!...
...da questa parte!»
Mie si accostò
a loro «Non sapevo che avessero organizzato una festa qui.
Guarda quanta gente sulla scala, non è che ci saranno
problemi
nel varcare i cancelli?»...«Perché
dovrebbero
esserci?» fece Jeri «Suo figlio è
dall’altra
parte del varco, è un suo diritto raggiungerlo! Beelzemon,
Carnevalmon: coraggio, andiamo!»
...sicché
in compagnia della signora e dei due Digimon, si lanciò
sulla
vecchia scala con grande agilità «Permesso?
Scusate!»
C’era parecchia
gente con cui sgomitare, ma il passo della ragazza lasciava credere che
i suoi problemi alla gamba fossero ormai in via di superamento.
«Se la cava
molto meglio...!» bisbigliò la Digimon a rombi
colorati,
e Beelzemon «Merito della madre, che l’ha fatta
operare.»
Arrivata in cima Jeri
chiuse gli occhi, e respirò profondamente mentre gli addobbi
colorati risplendevano sul suo pallido viso. Con il vento a far volare
i suoi capelli che discendevano dal berretto di lana, la ragazza
ricordava il valore affettivo di quel luogo e ripercorreva i suoi
grandi cambiamenti...
...fino a che un
agente non si avvicinò «Dovete attraversare il
varco?»...«Uhm? Sì, però non
io: i Digimon
assieme alla signora.»...«La signora è
una
domatrice?» ma Mie rispose «No, sono la madre di un
domatore! Mio figlio è a Digiworld, c’è
anche mio
marito.»
L’agente rispose
«Niente da fare.» e Jeri sussultò
«Come?!»
«Ci prendete in
giro?!!» alzò la voce Beelzemon, e
l’agente «Innanzitutto moderiamo i toni! Punto
secondo eravamo stati
chiari: dopo le 11:00, solo se accompagnati da un domatore.»
«SCUSATE!» esclamò Carnevalmon,
puntualizzando coi
suoi gesti virogorsi «E ce lo dite
adesso?!!»...«Non ve lo diciamo adesso, signora! Il
protocollo della festa era chiaro, è una misura per evitare
disordini!» ma la Digimon insisteva aggressiva
«Cioè, per evitare disordini voi separate le
famiglie?!!
ALCUNI DI QUA E ALCUNI DI LA’?!» mentre Beelzemon
balbettava «C-Carnevalmon...poi chi era che doveva mantenere
la
calma?»...«No, sai perché strillo,
Beelzemon? Sai
perché strillo?!» (mentre diversi fra i presenti
si
volgevano incuriositi...) «Perché non è
possibile...C-CHE UNO SI FA TANTA STRADA PER ARRIVARE FIN QUA PER POI
SENTIRSI DIRE DAVANTI ALLA SIGNORA, SENZA UN MINIMO DI DELICATEZZA, CHE
UNO NON PUO’ PASSARE PER QUESTIONI DI ORARIOOO?!!»
ma
l’agente «La finisca di strillare! Qui si sta
facendo una
festa e poi noi non separiamo nessuno! Volete passare? Bene, reperite
un domatore di Digimon che firmi per voi, ultimamente è
un’attività sempre più
diffusa!» Beelzemon
gli puntò l’artiglio «Sa
cos’è lei?!
Un frustrato a cui nessuno di noi si accosta!» ma il tipo
replicò «Aggiungiamo anche insulti a pubblico
ufficiale?»
Jeri cercò di
mediare «Calmi ragazzi, qui dobbiamo pensare a risolvere un
problema anziché litigare! Come facciamo? Mio fratello e mia
madre sono già alla festa, altrimenti avrebbe potuto firmare
lei
in quanto madre di un domatore minorenne!» ma Mie intervenne
«Jeri, ragazzi, non occorre davvero che vi prendiate pena per
me: è colpa mia, avrei dovuto pensarci prima. Mio figlio
farà a meno di me, dopo tutto è una festa per
giovani.» Jeri si oppose «Non è affatto
una festa
per giovani! Ci sono tutte le famiglie e...!!...
...va bene: facciamo
così.» frugando nella borsa, fino ad estrarre il
Digivice «Sono una domatrice di Digimon, ditemi dove devo
firmare.» ma Beelzemon le scostò la mano
«Ptsss,
ma Jeri sei pazza? Tu devi tornare a casa, sei in libertà
vigilata!»...«Lo so bene che sono in
libertà
vigilata! Ma ci sono certi legami che meritano dei sacrifici...
...la famiglia
è uno di questi...tu lo sai meglio di me.» disse
fissandolo intensamente nei tre occhi «Appunto, lo so...
...io ho la tua
responsabilità nei confronti di tua madre, ci ha messo tanto
per
ottenere questo provvedimento dal giudice. Né va della tua
libertà Jeri, del tuo futuro! T-Ti supplico, non ci mettiamo
nei
guai anche stasera, proprio stasera!»...«Non
è
mia intenzione metterti nei guai, infatti dirò che
è
stata tutta una mia iniziativa e che tu non c’entri niente!
Ma
rifletti: se fossi stato tu al posto mio...
...non avresti agito
allo stesso modo? Cercavano anche te la notte che sei uscito, per
portare da me Masahiko e la mia matrigna. Quanto può valere
un
leggero allungamento della mia pena rispetto alla tua vita? Se quella
notte ti avessero preso, ti avrebbero ucciso...»
Il Digimon rimase
senza parole, se non un sussurrato «...Jeri.»
mentre lei
saliva il gradino «Questo è il mio Digivice. La
signora
varca il passaggio accompagnata da Jeri
Katou.»...«...prego, da questa parte.»
Carnevalmon
bisbigliava «Ptsss, e adasso come lo spieghiamo alla
madre??» e Beelzemon «Non chiederlo a me...si
dà
il caso che questo luogo non debba mai smettere di darmi il
batticuore.»
«Io mi
impappinerò sicuramente! Ci sommetto quello che
vuoi.»
affermava Diamon nei corridoi del palazzo, e suo marito sorrideva
«Ed io cosa credi che farò...ora che abbiamo
questo
sospetto?» fermandosi qualche istante ad incrociare i loro
occhi
in un luccichio d’amore, per poi riprendere a camminare
«Sai cosa penso? Non credo terrò lunghi discorsi,
sul
futuro, le aspettative e i problemi.» confidava il giovane
«Mi limiterò a fare gli auguri, come ad una festa
in
famiglia. E’ questa la mia tecnica: io ai Digimon...parlo
come
mangio! Sono i miei compagni di giochi, e di
crescita.»...«Sei felice...?» gli
chiedeva lei
come una sposa premurosa, e lui le baciava le mani «Come non
sono mai stato, amore. Anche se a dire il vero c’è
una
cosa a cui penso spesso: mi sarebbe piaciuto molto che anche la mia
amica Jeri fosse potuta venire a festeggiare con
noi.»...«Non poteva proprio allontanarsi, nemmeno
per il
Natale? Certo che quei poliziotti sono proprio antipatici!»
affermò Diamon pestando a terra «E tu sei proprio
un
Digimon: pura, ed ingenua. No, purtroppo le leggi del mondo sono
così.»...«Che peccato...però
spero che il
nostro regalo le sia arrivato!»...«Giusto, che mi
hai
ricordato! Suo fratello mi ha detto che le è piaciuto
molto!»...«Daiii, che bellooo!»
L’una
sottobraccio all’altro, avanzavano già come due
sovrani
senza tempo. Finché non incrociarono Cyclemon, avvolto in un
manto verde e oro «Ci sono tutti: il popolo attende solo voi
due.»
Diamon si portò
la mano al petto «Oddio. Quando tu papà cominci a
fare
così...il cuore inizia a darmi dei colpi: tum...!
Tum!»...«Ahah, andiamo figliola! Si tratta solo di
auguri
di Natale.»
Kazu si chinò
sul suocero, rivelando «Già, ma non dobbiamo
scordarci
che abbiamo tutto il popolo digitale di fronte a noi , e quando ci
penso...capisco questa paurosona! A certe cose non ci si abitua
mai...»
Cyclemon li
scrutò, rivelando «...sono fiero di voi, e sono
convinto
che con la vostra guida, il mondo dei Digimon andrà incontro
alla pace. Buon Natale, ragazzi.»...«Buon Natale a
te,
Cyclemon.» replicò il giovane sovrano (canzone: Melanie
C - Northen star) «Sai? Spero che da dove si
trovano anche Babamon e Jijimon
possano vederci: buon Natale cari amici, e grazie per il grande dono
che mi avete lasciato...»
Un raggio dal globo oltrepassava la finestra e brillava sulla sua
corona...
«Allora, cosa
ci raccontate?» chiedeva Kenta nella Gran sala, mentre una
moltitudine di umani e Digimon brindava attorno a loro
«Grandi
novità!» rispose Ryo con entusiasmo, annunciando
«L’associazione decolla, ragazzi, finalmente uno
dei nostri
progetti è riuscito!» Yuki sgranò gli
occhi
«Questo sì che merita un brindisi!!!» e
il
domatore leggendario accostò a lui Gelsomon e Cyberdramon
«Pochi giorni fa abbiamo firmato il compromesso, io
rappresento
la parte umana e questi due quella digitale! Incrociando le
dita...presto moltissimi bambini malati potranno essere affiancati da
un Digimon nel loro processo di guarigione.»
«Non è
facile guardare ogn giorno la malattia in faccia...» svelava
Cyberdramon guardando verso l’alto «...specie
quando
colpisce creature così giovani, che dovrebbero sognare.
Però voglio imparare a farlo. A quale futuro può
aspirare
un Digimon, se non sostenere gli uomini in ogni genere di
battaglia?»...«Con i nostri umili mezzi, cercheremo
di
restituire il sorriso a quei poveri piccoli.»
replicò
Gelsomon, e di nuovo il marito «E di infonder loro il
coraggio
di continuare a lottare!»
...poco distante,
anche Rika apprendeva qualcosa «Non so che dire, è
una
notizia...fantastica...» e Riley rispondeva «Lo so,
anche
io e Mitsuo stentavamo a crederci quando l’abbiamo
udito.»
Il biondo uomo continuò «Ma il mondo digitale ha
bisogno
ancora di tanto studio e approfondimento. Per cui, dopo numerose
insistenze con il governo...io, Riley e Tally siamo riusciti a ottenere
l’autorizzazione: Hypnos riparte. Più agguerrito
di
prima.»
Rika, con il bicchiere
in mano, aveva gli occhi velati da lacrime «...forse
è
perché sono incinta, ma provo tenerezza a ripensare a quel
grattacielo...»
Vicino a loro
passeggiava anche Henry al fianco di suo padre «Tu e i
Pionieri
Digitali collaborerete con Mitsuo e gli
altri?»...«Questo
è l’accordo, figliolo: il nostro sogno
è che la
rete sia un posto sicuro, e che non debbano più ripetersi
certi
incidenti che hanno sparso tanto
dolore.»...«Sono sicuro che ce la farete, avete
tutto il
nostro sostegno!» replicò il ragazzo, prima che
Rika gli
si rivolgesse «Henry, hai saputo? Hypnos torna in
carreggiata.»...«Altroché, ne stavo
proprio
parlando! Scusa papà, puoi tenermi un attimo
Benji?»...«Più che
volentieri!» rispose
Janyu Wong, ed il ragazzo gli affidò suo figlio
«Resta un
po’ col nonno tesoro, intanto io vado a salutare il signor
Yamaki
e sua moglie.»
L’uomo prese con
sè il bambino, indicando in fondo alla sala
«Guarda
Benji: guarda quanti Digimon che scartano i regali...»
...così che suo
figlio poté accostarsi all’amica dai boccoli rossi
«E’ veramente un evento splendido, non
trovate?»
Mitsuo rispose «E’ proprio così Henry:
vedere tanta
felicità fra i Digimon è la realizzazione del
sogno di
una vita...» orientando gli occhi verso quel vicino altare
decorato con una maschera, e sommerso dal vischio natalizio. Riley e i
ragazzi lo contemplarono in silenzio, rivolgendo un pensiero grato al
guerriero al quale era dedicato...
D’un tratto, la
voce del Gekomon echeggiò nella sala
«Silenziooo!!!
Arriva il Sovrano!» arrotato con la sua erre moscia.
Takato scherzò
«Ah, se arriva il sovrano allora il momento è
solenne!»
I presenti rivolsero lo sguardo sulla balaustra centrale...
...per poi accogliere
Kazu e Diamon in un fragore di applausi. Lei sgranò in modo
eloquente i suoi occhi verdi, e lui sembrò convenirne
appieno,
per poi accostarsi volenteroso al microfono d’argento
«Siamo qui per...
...augurarvi buon
Natale. A tutti, uomini e Digimon! A tutte le famiglie...gli amici che
hanno scelto di prendere parte alla nostra festa. Sappiate che per me e
mia moglie questo è molto importante, e voglio che teniate
sempre a mente...
...che faremo di tutto
perché nel futuro ci siano mille altri giorni felici come
questo!»
Il suo sguardo
incrociava quello dei suoi amici con le loro famiglie, e questo dava al
giovane sovrano la forza di affrontare quell’enorme folla.
Solo
che ad un tratto «Oh?» vide che fra i presenti si
faceva
strada una ragazza dai capelli castani, accompagnata da un Digimon
dalle ali nere. Costei si destreggiava discreta fra gli invitati,
chiedendo loro di far passare la signora che avanzava timidamente a suo
seguito, e forse domandando dove fosse suo figlio.
Kazu sorrise
«...ecco, ora sì che siamo tutti.»
aggiustando il
microfono e rivelando «Popolo di Digiworld, vorrei
confessarvi
una cosa: questo è un momento molto importante anche per me,
perché credevo che una persona a me cara non sarebbe potuta
venire. Sono contento di scoprire che non è così.
Benvenuta nel mio palazzo...
...Jeri.»
«Ahhh!» d’un tratto la giovane
sussultò.
Ed i suoi amici si
volsero di scatto «Cosa, Jeri è qui?» si
chiese
Rika con il bicchiere in mano.
L’unico che non
aveva avuto il coraggio di voltarsi era Takato
«...Jeri...»
Beelzemon si faceva
strada «Permesso? Scusate, è urgente, avete visto
per
caso un domat-»...«Beelzemoooooon,
calùùùùùù!»
un
batuffolo bianco gli saltò addosso, e poco dopo fu il turno
di
un draghetto rosso «Non posso crederci, sei proprio
tu!!!»
Il guerriero
finì gettato a terra «Ahahah! Guilmon, Calumon,
vecchi
disgraziati! Come vi va la vita, eh?»...«Pensavamo
che
non venissi più!» saltellò Calumon
«Sei in
ritardo, però!» precisò Guilmon, e
Beelzemon si
rialzò «Sì, lo so...ho sempre qualche
contrattempo, ma alla fine non manco mai. Sono felice di rivedervi: non
vi sarete mica mangiati tutto, affamati come siete!»
«Abbiamo
lasciato la fetta più grande, per un grande eroe
digitale.» disse la voce di un ragazzo alle sue spalle, e
Beelzemon si volse «Mako!»
Il giovane lo
abbracciò «Benvenuto, caro fratello. Buon
Natale!»...«Buon Natale a te, bambino mio! Ah, che
bella
atmosfera...sentirsi circondati da...tutto questo
affetto!»...«Hai già incontrato i miei
genitori?» chiese Mako, e Beelzemon «Veramente
no...»...«Vieni a salutarli, saranno felici di
rivederti!»...«Molto, molto volentieri! Scusate se
non ce
l’ho fatta per il matrimonio ma...» e
così via,
sparirono tra la folla.
Kazu parlava al
microfono «Jeri, siamo contenti che tu sia qui. Ascolta, ti
piacerebbe venire a fare gli auguri al popolo dei Digimon?»
«Io?!» sgranò gli occhi la giovane.
Kazu annunciò
«Sono lieto di presentarvi una grande eroina fra i Digimon
Tamers, nonché mia vecchia amica e mia compagna di scuola:
signori, un applauso per Jeri Katou.»
Sull’eco delle
esultanze “evviva Jeri!!!”, si levava un applauso
assordante mentre lei avanzava incredula fra quelle creature...
...fino a raggiungere
il sovrano «Kazu, io...»...«Non dire
niente: buon
Natale, amica mia.» baciandola cordialmente «Il
microfono
è tutto tuo.» e lei pronunciò commossa
«...buon Natale Kazu...» quando lui le
lasciò il
posto, di fronte a quella platea di Digimon di tutte le specie fra cui
i suoi occhi si smarrivano. Così si scostò i
capelli, e
decise di sorridere mentre adagiava la mano smaltata
sull’asta di
quel microfono argentato (fine-canzone)
Nella Gran sala scese
il silenzio, mentre gli occhi dei suoi amici e di Takato si adagiavano
su di lei.
Jeri respirò
profondamente, per mandare indietro la paura. Avvicinando le labbra al
microfono, accennò «...questa sera non avrei
creduto di
essere qui. Non era nei miei programmi, e non lo ritenevo possibile.
Ecco, si tratta proprio di questo: non è la sola cosa che
ritenessi impossibile lungo il mio cammino, e che invece poi si
è realizzata. Molte volte, in molte occasioni ho rinunciato
senza neanche tentare. Ritenevo più facile arrendermi...a
ciò che spesso, scetticamente si dice. E cioè che
certe
chimere non esistono. E alcuni sogni...non si realizzeranno mai.
Così sono andata avanti, convinta di fare la cosa
giusta...» passandosi nuovamente la mano tra i capelli
«...e mi sono lasciata indietro un sentiero di solitudine,
che
per timore non guardavo in faccia. Infatti non mi giravo mai. Seguitavo
a camminare, non accorgendomi che ad ogni passo, perdevo qualcosa di
prezioso. Amici...
...ricordi, parti di
me stessa. Non aveva importanza, mettevo tutto nello stesso sacco e lo
gettavo nell’immondizia, come comunemente si fa nella vita
quotidiana. Tutto questo...ha contribuito a cambiarmi profondamente.
Sfumando, fino a rendere quasi irriconoscibile...
...l’immagine di
una bambina alla quale in molti hanno voluto bene, benché
solo a
volte...lei riuscisse a rendersene conto.»
Fu in quel momento che
vide avanzare tra la folla la sua matrigna e suo fratello, ai quali
rivolse un grato sorriso.
«Ma questa
è una sera speciale...e vorrei approfittarne...per compiere
qualcos’altro di impossibile: far tornare indietro il tempo.
E
vorrei farlo...» rivolgendo uno sguardo d’affetto a
Kazu
poco distante «...smentendo le parole del qui presente
sovrano:
non è affatto vero che io sono una domatrice
eroica.»
«Ma
Jeri...» mormorò attonito il ragazzo. La sua amica
però si scostò i capelli e procedette serena
«E
non sono neanche una buona amica! Io non sono una buona
persona...»
«Jeri...»...«Sorellina...»
pronunciavano
quell’umile donna e il ragazzino biondo.
Il domatore dai
capelli castani la fissò incredulo, e fu allora che con
immensa
dolcezza lei incrociò il suo sguardo «Io calpesto
ciò che di prezioso il destino mi offre...
...però...(canzone: Christian
Wunderlich - Real good moments)
...qualcuno mi ha
insegnato che non è mai troppo tardi per tornare indietro.
Ed
è quello che voglio fare stasera: voglio chiedere di fronte
voi,
popolo dei Digimon...
...perdono per tutto
ciò che ho fatto...alle persone a me più care. In
me non
c’è niente di bello né di eroico. Io
non sono altro
che un cumulo di paure e insicurezze. Io forse non sono mai cresciuta,
e non so se ci riuscirò mai. Io forse...
...sarò un
eterna bambina dal vestito verde...e dai pensieri oscuri.
Però
non vi è stata solo notte nella mia vita! Benché
il mio
cammino sia stato difficile, ho sempre avuto chi mi ha sostenuto ed ha
continuato a credere in me...vedendomi ancora come...quella creatura
innocente, contro tutte le evidenze della vita! Per questo volevo
approfittare per rivolgere un grazie particolare a...qualcuno...
...che con la sua
tenacia e la sua bontà...è diventato una parte
indispensabile del mio presente. Io sto parlando...
...di quel Digimon.
Quello laggiù con le ali nere. Il mio Digimon.»
Beelzemon
sussultò «Che cosa?!» ed un biscotto gli
cadde
dagli artigli.
Jeri lo guardava e gli sorrideva «Beelzemon...
...mi ha raccolta
mentre cadevo nel vuoto. Lui mi ha restituito le speranze, gli affetti,
la fiducia in me stessa! E’ l’artefice di quella
che sono
oggi...e colui a cui devo la possibilità di camminare
ancora,
incontro al mio destino! Per questo io vi chiedo...di rivolgere un
applauso a quell’eroico Digimon, che ha saputo continuare il
compito del mio caro Leomon, scomparso anni fa...
...e amarmi nello
stesso modo, tanto che a volte nei suoi occhi mi sembra di
rivederlo.»
«Jeri...piccola
Jeri...» mormorava il Digimon commosso, mentre si innalzava
un
fragoroso applauso per lui “Evviva Beelzemon!!”
«C-Cosa?! Ma...?!»
Egli non se lo
spiegava, ma Calumon mutò in Snowhitemon sfiorandogli la
spalla
«E’ quello che ti meriti.» e Guilmon
mutò in
Leaf «Il frutto del tuo grande impegno, e del tuo limpido
affetto.»...«N-No, avete ragione, io non credo di
meritarmelo, io...»
...rivolgendo uno
sguardo alla sua domatrice sulla balaustra “...credo che il
merito sia tutto tuo. Tu hai trovato la forza necessaria per
fronteggiare le tenebre della tua vita. Io ti ho offerto solo un
po’ del mio potere, tu mi hai omaggiato con la luce del tuo
coraggio, e dei tuoi sentimenti. Bambina mia, sapessi in questo
momento...”
...rivedendo in lei lo
stesso sorriso di quel giorno lontano, sotto la luce iridescente
“...quanto sono orgoglioso di te.”
Jeri gli soffiò
un bacio con affetto, e così lasciò quel
microfono
volgendosi verso Kazu e Diamon «Vi ringrazio...!»
Costoro
le si accostarono cordiali.
«...Jeri...amore mio...!!» ripeteva Takato, ma
quando
mosse un passo per raggiungerla sentì la sua spalla sfiorata
da
qualcuno «Takato...» al che si volse sorpreso
«...!! Mamma...
...quando sei
arrivata?!» prendendole le mani, e Mie rispose commossa
«Forse troppo tardi. O forse no, se ascoltiamo...la tua
amica.
E’ stata lei a condurmi qui, mettendo a rischio la sua
libertà.»...«Jeri...?» si
stupì il
giovane...
...ma quando si volse già non la si vedeva sulla balaustra.
«Ascoltami
figliolo, la tua maestra mi ha scritto una lettera, e mi ha detto che
hai imparato qualcosa di importante: che hai imparato a dimenticare, e
mi chiedevo...se per noi fosse possibile. Se anch’io potessi
imparare a farlo, se non potessimo...» ma prima che
terminasse
fu interrotta da «Mie...»...«Oh?
Takehiro!»...«...sono felice di vederti qui, buon
Natale.» disse il marito, e Takato parlò loro
«Mamma, papà...sulla mia pelle ho tatuati solo i
ricordi
più felici. Tutto il resto...sfuma, e si confonde nella
neve.» Takehiro abbracciò la donna «Mie,
ascoltiamo nostro figlio, non neghiamoci la gioia di tutte queste
famiglie: credere nei loro ragazzi ha permesso loro di ricominciare...e
io vorrei tanto farlo con te. Potresti mai perdonarmi? Potreste
perdonarmi entrambi per ciò che vi ho fatto passare? Vi
prometto
che da oggi...saprò amarvi ancora di
più.»
Il sorriso di Takato
già svelava la risposta, e quando Mie alzò lo
sguardo
verso il marito rispose «Sì, Takehiro.
Dimentichiamo il
passato. Torniamo a casa insieme.»...«Ahh!!...ti
ringrazio, cara.» mormorò l’uomo
commosso...
...e il loro figlio li guardava pieno d’affetto...
Jeri scivolò
tra la folla, ma d’un tratto si trovò di fronte
Rika e gli
altri «Jeri!» disse la rossa domatrice
«Dove stai
andando, non vuoi neanche salutarci?» chiese Kenta.
«Ragazzi...veramente io...!» accennò la
ragazza,
ma Ryo le sorrise «Le tue parole sono state bellissime, e
hanno
insegnato molto al popolo dei Digimon.» Suzie aggiunse
«Però non devi parlare così di te
stessa: tutti
noi abbiamo commesso errori e ferito chi ci amava.»
«Amici...fra me
e voi c’è una differenza!» ammise Jeri
chinando il
capo «Voi non siete mai arrivati a fare ciò che ho
fatto
io! E’ troppo grave, e non merita alcun-» ma Rea le
pose
le mani sulle spalle «Per quanto ancora vorrai ripetere
questa
sciocca frase? Tra noi non c’è nessuna
differenza!»
ed Henry «Veniamo tutti dalla stessa origine, e sempre
assieme
cammineremo verso il futuro.»
«V-Volete
dire...che mi perdonate?» chiese commossa la ragazza, e Mako
le
sorrise «Tu sei una di noi.» Rika aggiunse
«Il
nostro gruppo non potrebbe mai fare a meno di te!» ed Henry
«Anche se la battaglia è finita, noi saremo i
Digimon
Tamers per tutta la vita. Vero ragazzi?»
«...certo...» sorrise Jeri tra le lacrime
«...certo
amici miei!» unendo le mani a quelle dei
compagni, in una promessa di amicizia eterna.
Fu allora che il
Gekomon sollevò il bicchiere «BUON NATALE A
TUTTIII!» e la folla si confuse nel brindisi finale: una
miriade
di Digimon e di terrestri scontravano i loro bicchieri, e la lucida
carta dei regali volava lacerata dalle mani dei bambini e dagli artigli
dei cuccioli digitali.
Beelzemon usciva col
bicchiere in mano, nel gelo della notte e della neve, rivolgendo
sguardo verso il globo azzurrastro «Specie di luna...
...i miei cari sono
felici, e finalmente lo sono anch’io. Piccola mia,
Akemi...spero
che tu ci stia guardando. Buon Natale anche a te...» alzando
il
bicchiere verso il cielo, e immaginando di rivederla.
I coniugi Ayami si
accostarono a lui, e la signora disse «Io credo che nostra
figlia ti resterà sempre accanto.»
L’uomo baffuto
indicò tra le stelle «Guarda, io immagino sia la
più brillante! E credo che ora sia tanto felice...»
«Lo spero
anch’io...» sorrise Beelzemon «...grazie
di tutto,
amore mio.»
La stella
luccicò per salutarlo, nell’eco di quei felici
brindisi
(fine-canzone)
Quella Digimon Tamer
troppo presto volata in cielo non smetteva di abitare nei ricordi di
suo fratello gemello, che qualche attimo dopo camminava nella neve con
un bambino sulle spalle «Non devi aver paura, piccolo
Gravemon.
Ora tuo padre è a festeggiare con sua moglie e gli altri,
però con te ci sono io. Io penso spesso che noi due siamo
simili: sai, anch’io ho perso la mia sorellina.
Però la
sento sempre vicina...e adesso, mi sembra mi abbia chiesto di portarti
in un posto speciale.»
Il Digimon dalla
lacrima dipinta sul viso sembrava fidarsi di Mako, e abbandonarsi alle
sue parole come si fa con una favola.
«Devi sapere,
che secondo la nostra religione...la notte di Natale è
quella
che diede alla luce Gesù bambino. Era circa
quest’ora
quando giungevano i Re Magi da alcuni regni tanto lontani: seguivano la
scia di una cometa nel cielo...come quella stella lassù, che
adesso guida i nostri passi verso un luogo speciale, e anche qui stanno
nascendo centinaia di creature. Sono tutti Digimon come te! Guarda
Gravemon, siamo arrivati...» adagiando il piccolo su quello
strato di neve alta, e indicando nel vento battente «Questa
è la Città della Rinascita...»
«Si schiudono
così tante digiuova?» domandò il
bambino
incuriosito, alla vista di quella landa infinita di uova colorate, le
cui crepe appena accennate erano carezzate dalla neve. Alcune di esse
emanavano una luce argentea come quella delle stelle, mentre altre
erano già parzialmente schiuse, e portavano a chiedersi che
aspetto avesse la creatura a cui appartenevano quei ciuffetti di pelo.
Mako descrisse «I Digimon della nuova generazione stanno
venendo al
mondo...è un momento molto importante sia per noi terrestri
sia
per gli appartenenti alla vostra specie.»...«Anche
se
sono fatto di argilla?»...«Come? Oh, ma certo
piccolo...la nostra origine non è importante. Soltanto i
nostri
sentimenti ci accomunano: infatti guarda lassù...
...se osservi tra le
stelle in cielo potrai vedere la mia sorellina per mano alla tua. Sono
più che certo che si conoscono, e che sono diventate amiche
come
me e te.»
Gravemon, rapito dal
cielo, d’un tratto notò qualcosa «Mako,
guarda!!
Vicino all’albero là in fondo
c’è
qualcuno!»
Il ragazzo si protese a scrutare tra i fiocchi...
...e infatti,
incurante del freddo e protetta dal pelo del suo cappuccio, una bambina
con gli occhiali sembrava assorta nel contemplare le tante uova che
pendevano dalla chioma dell’albero bianco, colorate come se
fossero addobbi di Natale.
Mako sorrise «Ahah,
quella è Akiko! Sognava tanto di venire in questo luogo, con
suo
padre ne hanno a lungo parlato. Che ne diresti se andassimo a
salutarla? In fondo Akiko...è proprio una Digimon carina,
non ti
pare?» chiese Mako con occhiate velatamente allusive, ma
Gravemon sembrò ritirarsi come se avesse timore. Quella
reazione
suscitò un sorriso di tenerezza nel giovane «Sei
un
po’ timido o mi sbaglio...? Ti capisco, abbiamo in comune
anche
questo: anche se sono più grande, anch’io ci ho
messo
davvero tanto nel confessare a Suzie i miei sentimenti!»
A loro però si
affiancò qualcuno, che prese con dolcezza la mano del
bambino «Lascialo a me, penso io a farli
incontrare.»...«Dici davvero? Molte grazie,
Rapunzelmon.» replicò gentilmente Mako, mentre la
Digimon
avvolta in un lungo giaccone e con i capelli striati che fuoriuscivano
dal colbacco, si chinò sul bambino che sembrava contento di
vederla «Allora Gravemon, andiamo a salutare IceLilymon...lei
è una Digimon misteriosa e affascinante, e quando digievolve
si
trasforma in IceAngemon, dalle ali del colore dei fiori in
primavera.» Gravemon le sorrise affettuosamente «Le
sue
piume sono petali colorati?» e Rapunzelmon lo condusse nella
neve «Esatto, proprio come i bracciali della nostra
Starshipmon!
A volte lei colorava anche le sue unghie così, ti
ricordi?»
Mako li guardò allontanarsi, alzandosi il cappuccio della
giacca...
...mentre Akiko li
sentì arrivre, e d’un tratto si volse stupita, con
un’inafferrabile emozione negli occhi «Ah, siete
voi. Ciao
Gravemon! Buon Natale. Siete venuti anche voi ad assistere alla nascita
dei piccoli Digimon? Io è da molto che sono qui...e sono
così emozionata. Gravemon, ti va di darmi la mano? Voglio
mostrarti qualcosa di...meraviglioso!»
Sotto il sorriso
esortativo di Rapunzelmon, il bambino estrasse timidamente la sua mano
dalla tasca, e Akiko adagiò delicata la sua su quel morbido
guanto «Alcuni di loro sono già nati...»
conducendolo sul retro dell’albero...
...Mako invece si
accostò a Beelzemon, le cui ali grondavano di neve bianca
«Assieme ai cuccioli chissà che non nascano nuovi
amori...» ipotizzò il ragazzo, e Beelzemon sorrise
«Già...chissà. E’ bello stare
in questo
luogo.»...«Sembra che il cielo e la terra non siano
poi
così distanti. Ah, Beelzemon: arriva la tua
domatrice.»...«Jeri? Vorrei ringraziarla per le
parole
che ha speso per me. Vado da lei, ti spiace
Mako?»...«Tutt’altro, vai
pure...»
acconsentì il ragazzo scostandogli un po’ di neve
dalle
ali, per poi volgersi e notare «Oh?»
...una Digimon i cui
rombi colorati sfumavano nel bianco dei fiocchi, e che non riusciva a
staccare lo sguardo da quel guerriero che si allontanava. Mako le si
fece accanto «Gli vuoi molto bene.
Vero?»...«Come...?» si sfiorò
lei le labbra
«Si vede tanto...?»...«La neve non
può
confondere l’amore.»
La Digimon
arretrò intimidita, ma il giovane la fermò
«No,
guarda che in questo...non c’è niente di
male!» al
che lei alzò i suoi grandi occhi verdi oltre la maschera
sporca
di bianco.
«Il mio Digimon
ha sofferto molto...ha bisogno di qualcuno che riscaldi i suoi giorni.
Tutti noi gli vogliamo bene, ma l’amore è qualcosa
che
niente può sostituire. Se è questo che provi per
lui abbi
fiducia, e continua a vegliarlo. Noi non sempre troviamo le parole
adatte, siamo come quel bambino là in fondo...»
indicando
Gravemon...(canzone: Laura
Pausini - Il mondo che vorrei (strumentale) )
...che ormai era un
puntino nella neve vicino ad Akiko, che gli sussurrava
«Guarda,
lui è stato uno dei primi a
nascere...»...«Un
gattino di ghiacciooo...
...che
cariiino...»...«Vero?» sorrideva
amorevolmente la
bambina, descrivendo «Ha il corpo freddo, ma se noi gli
restiamo
vicini possiamo riscaldarlo.»
Gravemon portò
vicino al cuore quella fatata creatura, e la bambina gli si fece
vicina, nel mescolarsi della brina del loro respiro...
«...però
dentro di noi custodiamo un mondo grande come questo globo.»
concluse Mako, incoraggiando la creatura in tuta colorata
«Sta
vicina a Beelzemon, sono sicuro che un giorno si accorgerà
che
anche tu...fai parte del suo mondo.»
Quelle parole accesero
una speranza in quegli occhi verdi e ingenui, mentre quattro piccoli
Digimon si addormentavano tra le sue braccia. Stillymon sussurrava
«Maestra, vicino a te...non si sente più
freddo...»
...il quinto di quei
compagni di classe, il più tondeggiante fra loro, era
assopito
fra le braccia di quella domatrice dal nero berretto di lana, che
passeggiava tra le digiuova al fianco della sua matrigna
«Davvero non sei arrabbiata con me,
mamma?»...«Al
contrario, sono fiera di te! Hai messo a rischio la tua
libertà
per far riunire una famiglia! Questa è la ragazza che ho
cresciuto: buona...e altruista! I tuoi veri genitori lassù
in
cielo saranno molto felici.»...«Lo
spero...»
sussurrò la ragazza, regalando un sorriso alle stelle...
Poco distanti
passeggiavano due rapper «Guarda, Leaf...anzi, scusa:
Guilmon!
Calumon addormentato tra le mie mani assomiglia a un fiocco di
neve...»...«E’ proprio vero Puppet! Anzi,
scusa...Masahiko.» replicava il ragazzo dalle zampe rosse,
col
cui artiglio sfiorò il vecchio amico, che socchiudeva i suoi
occhi pieghettati
«...c-calù...»...«E’
sereno
perché ha trovato rifugio sicuro vicino al tuo cuore, sei
una
persona delicata e speciale: sei quel domatore che cercavamo tanti anni
fa per il piccolo Calumon, e che non trovammo da nessuna
parte.»
disse il rapper più grande, ma il ragazzino rispose
«Anche tu hai tante doti, amico mio: per questo non devi mai
arrenderti, e inseguire ogni tuo sogno, anche se sembra
lontano...»
Leaf rifletté
«Anche Nakao mi diceva di buttarmi e non essere
timido.»
e Masahiko «Ciò che ti ha detto lui te lo
ribadisco io:
se ora è l’amore che cerchi...abbi fiducia, e
vedrai che
un giorno riuscirai ad ottenerlo!»
Il rapper sorrise
«L’amore...» infilando le sue zampe nelle
tasche
«...chissà, forse anche per me è giunto
il
tempo...»
Jeri era rimasta sola
nella distesa, a contemplare il grande albero di digiuova in lontanza...
...quando una mano
avvolta da un guanto si adagiò sulla sua giacca
«Oh?» si volse la giovane, provando
un’improvvisa
emozione «Takato...»...«Ti cercavo e non
ti
trovavo da nessuna parte. Per questo sono corso fin qui.»
«Non...sei
rimasto alla festa, a brindare con gli altri?» chiese la
ragazza
un po’ emozionata, sfiorandosi i capelli e sporcandoli di
neve
«Non avrei potuto brindare se ancora non ho avuto una
risposta!
E quella puoi darmela soltanto
tu.»...«Io...?»
«Sì,
Jeri.» annuì il giovane avvolto nella sciarpa
«Io
ho bisogno di sapere...se tu vuoi sposarti con me!»
Jeri sgranò i
suoi occhi, e lui prese le sue mani «Io ti amo...e non posso
vivere senza te al mio fianco! Però posso offrirti solo una
vita
semplice, perché io...non sono un ragazzo ambizioso: la sola
cosa che desidero...è crescere accanto a coloro che
amo.»...«...anch’io...ti amo,
Takato!»
espresse la ragazza con occhi sinceri «Ma tu...mi sposeresti
anche se accanto a me...non sarebbe una vita semplice?
Perché io
non sono quella bambina perfetta che tu credevi, io non sono una
persona facile! Al mio fianco sarebbe...una continua
battaglia!»
ma lui la strinse più forte «Non importa, io sono
un
guerriero! Io cambierò con te, e affronterò
armato di
lancia tutti i tuoi fantasmi, fino a...
...dissolverli nella
luce. Fino a che il tuo destino, non sarà anche il
mio.»
Lei, bagnando la sua
giacca con le lacrime, gli carezzava il viso «Ti amo...
...ti amo
tanto...!!»...«Allora accetti?» chiese
impaziente
Takato, e lei sorrise «...sì! Sì, amore
mio!!»...«Ah, Jeri...»
Il loro fiato si
incontrò fino a sciogliersi in un bacio dolce e
profondo...mentre un Digignomo volava a salutarli...
In lontananza, ad
osservarli con occhi azzurri pieni di tenerezza, stava una Digimon il
cui ciuffo rosso volava nel vento.
Fu raggiunta da suo
padre «Sembra che il tuo domatore abbia finalmente trovato la
sua strada.»...«E’ così,
papà.» ammise Cindermon, avvolta dal cappuccio
bordeaux «E questa volta non ci sono più
dubbi.»
Cyclemon si volse
«Io sono tuo padre, con me puoi essere sincera: sei
addolorata
per aver perso il suo amore?» e la ragazza digitale
accennò un sorriso «No, papà. E ti
parlo a cuore
aperto: forse è perché siamo biodigievoluti tante
volte,
ma in questo momento...mi sembra di sentirmi felice quanto
lui!»...«Sei proprio cresciuta.»
commentò
Cyclemon, e lei si piazzò le mani sui fianchi
«Ehi, e poi
io valgo molto! Cosa credete tutti, che io mi sia arresa? Prima o poi
riuscirò a trovare qualcuno adatto a me, e per quel giorno
vi
lascerò tutti senza
fiat-»...«Cindermon?»...«Oh?...
...ciao Guilmon.» sorrise lei, quando Leaf le si
accostò.
«Che fai,
passeggi fra le digiuova?» e lui «Veramente,
ecco...ehm
ehm! Volevo chiederti se ti andava di dividere con me questo
spettacolo. Sempre se te la senti, se non hai altro da fare!»
Cyclemon comprese
l’antifona, e ne approfittò per allontanarsi nella
neve
aggrappato al suo bastone.
Cindermon
sfoderò un sorriso e valutò «Mmm, fammi
sfogliare
l’agenda nella mia testaaa...son sempre piena di impegni!...
...peeerò! Mi
sa che stasera sono in vacanza. Del resto è Natale. E quasi
quasi accetto
volentieri!»...«Davvero?»...«Ma
certo!
Parola di principessa digitale!» battendosi il petto.
«Allora...» fece Leaf porgendole dolcemente la sua
zampa
striata...
...e lei vi adagiò la sua mano smaltata di rosso.
Quando Takato si volse
e li vide allontanarsi, sul suo viso nacque a poco a poco un sorriso
pieno di gioia e di emozione “Bravo Guilmon...ce
l’hai
fatta. Ora nella tua zampa è stretta una mano umana.
Finalmente
i nostri mondi si toccano, come ho sempre sognato. E ogni volta che
torneranno le nubi basterà pensare al nostro cammino...
...e ripetere nel
cuore un vecchio ritornello, che dice...and I live one more day. And I
make it through the rain. Ma forse neanche poi tanto
vecchio,
poiché ciò che illumina il buio non invecchia
mai. E il
tempo...non affievolisce la luce.”
Un Digignomo
passò, permettendo a Guilmon e Cindermon di sparire tra le
Digiuova, per poi volare alto verso il globo azzurrastro, e confondersi
nella neve.
FINE
Nota dell'autore:
Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno letto, o in futuro leggeranno
questa mia fanfiction.
"Digimon Tamers" e "Digimon tutta la vita" per me non sono stati solo
un cartone e un racconto, ma veri e propri capitoli della mia vita, che
porterò sempre dentro di me.
Se qualcuno di voi ha voglia di chiacchierare assieme su questa storia,
sui suoi personaggi o qualsiasi altro aspetto, può scrivermi
qui
su EFP (recensione o messaggio) oppure al mio indirizzo mail:
dinosesti@gmail.com
Un saluto a tutti voi e grazie ancora.
Dino Sesti
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=3024702
|